Il Segno giugno 2015

Page 1

il

Segno

...quello che gli altri non scrivono...

Il PD cambia verso

quindicinale indipendente Anno XIV, n. 6 - 1/30 giugno 2015

www.ilsegnoroccadipapa.blogspot.it Il Segno di Rocca di Papa

Informazione Conti da regolare “velina” All’assalto di Sergio Rasetti L’informazione online a Rocca di Papa, che sceglie di fare da “velina” al Palazzo, finisce per confezionare le notizie con un clichè fuori della realtà. Omette di raccontare fatti scomodi per la maggioranza (la richiesta nell’ultimo Consiglio comunale di dimissioni dell’assessore Querini fatta dal consigliere di maggioranza e presidente della commissione bilancio Pizziconi con importanti motivazioni) o allega una foto che si riferisce ad altro consiglio comunale, quella volta molto partecipato dai cittadini, per dare spessore alla notizia dell’avvenuto fallimento della richiesta di dimissioni da assessore di Maurizio Querini che Crestini, alla fine, si è votato da solo visto il forfait dato dal resto dell’opposizione (un consigliere non ha partecipato al consiglio, il secondo era andato al lavoro, il terzo ha scelto il calcio d’angolo uscendo dall’aula e il quarto, bontà sua, aveva già traslocato nei banchi della maggioranza con buona pace dei mille elettori che lo avevano votato in alternativa a Boccia sindaco per la seconda volta).

Segue a pagina 10

di Pizziconi

A pagina 5

Segnaletica stradale

LA LETTERA

Siamo stati abbandonati

IL PRIMATO In Italia abbiamo i politici più pagati del Pianeta e i secondi in graduatoria guadagnano la metà. Il Quirinale costa più di ogni altro Palazzo di un qualsiasi Capo di Stato, comprese le monarchie e le dittature.

Il congresso cittadino del 6 e 7 giugno ha fatto emergere la profonda crisi di partecipazione che sta vivendo il Partito Democratico di Rocca di Papa che governa il paese ininterrottamente da quasi venti anni. 61 iscritti (compresi consiglieri comunali, sindaco, giunta, membri del direttivo e membri dei giovani Pd), una quarantina di votanti e congresso chiuso in un’ora e mezza senza discussioni. Raffaella Taggi confermata segretaria del listone unico ma nessuno la può criticare Alle pagine 10 e 11

Servizio mensa

A pagina 6

Fagiolino con verme

A pagina 8

Dopo la disponibilità a ospitare 25 bambini

Richiedenti asilo Un pericolo sottovalutato insulti al sindaco Boccia CUL TU RA

A pagina 7

A pagina 9

La penultima La storia Le opere decapitazione del cantautore di Uruk in piazza alla Via Sacra Evandro

Ringraziamo i nostri sostenitori e collaboratori: Jessica&Davide, Mauro, Paola, Roberto, Angela, Elisa, Luigi, Antonello, Silvia&Francesca, Bruno, Emanuela, Renato, Rosa, Sonia, Gennaro&C, Paola, Mario, Marta, Rossana, Patrizio, Gianfranco, Milvia, Orofino, Francesca&Bernardo, Tiziana&Alfredo, Omero, Fiammetta, Nicola, Tito, Emanuela&Luca, Miriam, Paolo&Alberto, Maurizio, Enzo, Orlando, Claudio, Alessandro, Anna, Alessia, Luigi, Italia, Emilio, Bruna, Laura, Vincenzo, Anna, Francesca, Cristina, Florentina, Camilla, Gabriele, Camilla, Annarita, Mauro, Ermanno, Cristina, Francesca, Fabrizio, Giuseppina, Franco ed Enea.

A pagina 17

A pagina 16

A pagina 18

Ristorante Pizzeria

LA LONGARINA “lunedì digiuno”

www.lalongarina.it

Venerdì 26 Giugno SERATA BRASILIANA Speacolo con Ballerine Brasiliane e menù brasiliano a 25 € oppure alla carta con carne, pesce, pizza

Via dei Colli, 1

(trav. di Via delle Barozze) Rocca di Papa Tel. 06.9495135

8-9-10 luglio

Sagra dello torna la

Gnocco


2

Noi stiamo dalla parte dello scrittore

Erri De Luca

sotto processo per le sue parole sul progetto TAV

il

Segno

organo quindicinale dell’associazione culturale “Editoriale il Segno” C.F. 92028150586 P.IVA 12706861007 Registrazione Tribunale di Velletri n. 5/02 del 19/02/2002

DIREZIONE Via dei Monti, 24 - Rocca di Papa DIRETTORE RESPONSABILE Andrea Sebastianelli

ilpiccolosegno@libero.it

REDAZIONE Mauro Artibani, Bruna Benelli, Federico De Angelis, Giulia De Giorgi, Daniela Di Rosa, Laura Fico, Mario Gabbi, Paola Gatta, Mauro Giovanelli, Anna Giovanetti, Toshi Kameda, Marcello Loisi, Camilla Lombardozzi, Loredana Massaro, Noga (Gabriele Novelli), Massimo Onesti, Florentina D. Pagnejer, Sergio Rasetti, Annarita Rossi, Vincenzo Rufini, Maria Pia Santangeli, Luigi Serafini, Roberto Sinibaldi, Sandro Tabellione, Francesca Torino ILLUSTRAZIONI Franco Carfagna, Ermanno Gatta

Stampa: Arti Grafiche Ciampino Via Firenze, 21 Ciampino (Rm) Tel. 06-7960205

Manoscritti e foto anche se non pubblicati non si restituiscono. Il contenuto degli articoli, dei servizi, le foto ed i loghi, rispecchia esclusivamente il pensiero degli artefici e non vincola mai in nessun modo il Segno, la direzione e la proprietà.

IL SEGNO NON USUFRUISCE DI ALCUN FINANZIAMENTO PUBBLICO

SOTTOSCRIVI PER IL SEGNO: Banca di Credito Cooperativo dei Castelli Romani IBAN: IT-12-Q-07092-39230000000110977

ATTUALITÀ

il Segno - giugno 2015

«Glialti costi della politica e la corruzione uccidono» L’Italia è il Paese con i politici meglio pagati al mondo

di Mauro Giovanelli Se vivessimo in un Paese normale, quantomeno dal punto di vista dell'informazione, che non è proprio un optional al fine di condizionare il consenso o meno dei cittadini, in tutti i giornali le manchette o manichette, cioè quegli spazi che nei quotidiani stanno ai lati della testata e che normalmente riportano la pubblicità, avrebbero una dicitura del tipo: “In Italia abbiamo i politici più pagati del Pianeta e i secondi in graduatoria guadagnano la metà. Il Quirinale costa più di ogni altro Palazzo di un qualsiasi Capo di Stato, comprese le monarchie e le dittature.” Ecco! Questo semplice messaggio trasmesso quotidianamente ai lettori, a questo punto di qualsiasi tendenza politica, li indurrebbe a riflettere su un aspetto che a mio avviso è il vero cancro da estirpare da cui discendono le metastasi di un sistema ormai decomposto. Forse porterebbe anche a un minimo di convergenza di pensiero in una nazione nata circa 150 anni fa da divisioni territoriali e campanilistiche culminate oggi in un guazzabuglio di partiti, correnti, movimenti, gruppi misti, aggregazioni, dissidenti, ecc. che il labirinto costruito dall'architetto Dedalo è un monolocale al confronto degli attuali schieramenti. “Dīvide et īmpera”, dal latino letteralmente “dividi e comanda”, è una espressione secondo la quale il migliore espediente di un'autorità qualsiasi per controllare e governare la comunità è scomporla, provocando contrasti e fomentando discordie. La “cosa pubblica”, dalla locuzione latina “res publica”, designa l'insieme dei possedimenti, dei diritti e degli interessi del Popolo e dello Stato. Per comprenderne il concetto è utile riprendere la definizione data da Marco Tullio Cicerone nel suo trattato di filosofia politica “de re publica” [I, 25, 39] che recita: “La res publica è cosa del popolo che non è un qualsiasi aggregato di gente, ma un insieme di persone associatosi intorno alla condivisione del diritto e per la tutela del proprio interesse”. Sarebbe oggi evidente perfino a un bambino delle elementari che in Ita-

lia i deputati a tale compito, eletti o no, sono per la gran parte mercenari di lusso. Che cosa ci si potrebbe aspettare? Che lottino per un ideale? La solidarietà? La scuola? La difesa dei deboli? I migranti? I terremoti? Le esondazioni? Gli emarginati? E questi soggetti sono davvero tanti! Basti pensare che gli elementi costitutivi dello Stato, ossia il Parlamento, le 20 Regioni, le 110 Province, gli 8.047 Comuni e le 10 città metropolitane inglobano una quantità enorme di addetti, dal Presidente della Repubblica all'ultimo passacarte senza considerare l'indotto che ruota intorno a questi centri di potere. Tornando all'ipotesi iniziale dei messaggi da diffondere esiste tra l'altro un precedente. Infatti lo Stato ha decretato venissero applicate scritte dissuasive sulle confezioni dei tabacchi per diminuirne il consumo anche se è lo stesso che produce e specula sul medesimo prodotto, ovvero guadagna su qualcosa che per sua

stessa ammissione danneggia la salute dei cittadini. Non potrebbe imporre per legge sui mezzi di informazione, televisione compresa, la divulgazione sistematica di poche righe che informino la gente dei costi della politica nonché degli sperperi dovuti ad una dilagante corruzione? In fondo, anche se in modo diverso, direi più subdolo, la dissipazione del denaro pubblico e la concentrazione della ricchezza in un numero ristretto di persone non comporta danni fisici e mentali alla parte che ne viene deprivata? Ad esempio, tanto per iniziare, basterebbe scrivere: “Gli alti costi della politica e la corruzione uccidono”, oppure “I costi esagerati della politica e la corruzione danneggiano gravemente te e chi ti sta intorno”, ancora “Gli eccessivi costi della politica e la corruzione indirettamente depauperano te e i tuoi famigliari dell’assistenza medica e dei servizi”, ecc.

Orario Continuato Lune d chiu ì so

N el pe r io do s co l astic o APER T URA Pizzette bianche € 0,50 O RE 7. 30 Pizzette rosse € 0,70


il Segno - giugno 2015

ATTUALITÀ

La rivoluzione di papa Francesco riuscirà a cambiare la Chiesa? Dopo i dubbi espressi sulle apparizioni di Medjugorje è la volta della Pasqua

di Daniela Di Rosa È di pochi giorni fa la notizia che papa Francesco non crede all’apparizione della madonna a Medjugorje. Secondo il suo pensiero, la madre celeste non dà appuntamenti, e penso che probabilmente, dopo anni di studi, finalmente il Vaticano stia per pronunciarsi sulle apparizioni e sulle veggenti. Un’anticipazione per preparare i fedeli al verdetto ufficiale della Chiesa? Oppure soltanto il tentativo di inviare un messaggio al clero? Come voler dire: “Lì c’è una grande speculazione e una grande speranza, fate in modo di dire la verità”. Questo papa, che con la sua semplicità sta riuscendo nell’impresa di riportare fedeli in chiesa, avvicinare i laici, persino gli agnostici e gli atei ammettono la loro simpatia per lui, che sta cercando di scardinare il potere economico (leggi Ior-banca del Vaticano) dello Stato ecclesiastico, che prova a ripulire la chiesa da pedofilia, corruzione, lusso (sempre pochi giorni fa è uscita la notizia dei cardinali milionari), di debellare le gerarchie e lo sfrenato desiderio di potere degli alti prelati, questo papa alla continua ricerca

di unione, di fratellanza, vorrebbe celebrare la Pasqua insieme ai rappresentanti delle altre chiese, ripete che Dio è anche madre, la chiesa è madre, avvicinandosi a chi chiede con forza un maggiore coinvolgimento delle donne nella chiesa cattolica. Ce la farà? Oppure per colpa delle lotte interne verrà frenata la sua forza riformatrice? E i fedeli, ma soprattutto le fedeli, come prenderanno questi cambiamenti? Che cosa diranno della sua presa di posizione sulle visioni mariane? Accetteranno un papa che nega ciò che loro vedono? Ogni tanto su Facebook appare una foto, si vede il cielo,

le nuvole, il sole, tu vedi appunto, cielo, nuvole e sole, loro vedono la madonna con mantello. Spesso ho provato a replicare che trovo assurdi questi appuntamenti che si ripetono da trent’anni e con orari stabiliti, come per fare in modo che i pellegrini ci siano sempre; ho provato a replicare che trovo banali i messaggi che le veggenti ricevono, mai qualcosa di sconvolgente, solo “pregate”! Ma per quanti ragionamenti logici provo a fare, si arriva sempre alla stessa conclusione, “non vedi i miracoli perché non ci credi” semplice no? Un’altra questione resta aperta: come prenderanno

nella Chiesa il suo continuo avvicinamento alle altre religioni monoteiste? I fedeli sono come i tifosi, non accettano perdite o pareggi, vogliono vincere e se non possono sconfiggere l’avversario devono almeno screditarlo, vedi negli anni passati con l’ebraismo e oggi con l’islam. Non so se papa Francesco riuscirà nella sua impresa di rinnovare la Chiesa, io me lo auguro, come mi auguro che prenda coscienza del valore degli animali, che confermi che anche loro hanno un’anima, questo sembra per lui un tabù molto più difficile da demolire, allora, solo allora avrà anche la mia simpatia!

Vasta esposizione di mobili da giardino e piscine

SONO PRONTE LE OFFERTE PRESTAGIONALI DEL PELLET

Seguici su FB e metti “mi piace” sulla pagina Brico Point e scoprirai le offerte del giorno

3


tempi moderni

di Roberto Sinibaldi

Le vacanze all’aria aperta piacciono, sia agli italiani sia agli stranieri. Anche quest’anno i parchi e le aree protette si confermano il segmento più rappresentativo del turismo natura: a livello nazionale le visite registrate nel 2014 hanno raggiunto i 102 milioni, con un fatturato di 11,9 miliardi di euro. Un vero boom che non conosce crisi tanto che dal 2007 ad oggi si è registrata una crescita delle presenze nelle strutture ricettive delle aree protette (+7%) e del fatturato (+21%). La metà dei turisti che scelgono di passare le proprie vacanze nei parchi fa attività sportive, con una predilezione per l’escursionismo e la bici. Nella scelta delle mete, le qualità ambientali dei luoghi pesano più di tutte, ma anche le caratteristiche storico-archeologiche, il paesaggio e le tradizioni enogastronomiche hanno una grande rilevanza. Per questo tipo di turisti la “sostenibilità” di un territorio è il vero valore aggiunto e non certo un “freno allo sviluppo”, come da ultimo un oscuro, e piuttosto rozzo, assessore all’ambiente della Regione Lazio della giunta Polverini, continuava a ripetere nelle sagre a cui lo invitavano. Si tratta di cambiare prospettiva e mettere al centro la qualità dei luoghi, la potenza

Turismo nella natura AMBIENTE

4

Il turismo ambientale nel mondo e in Italia è in crescita costante. Solo in Italia 102 milioni di presenze per 12 miliardi di fatturato

evocativa della storia che li permea, la valenza culturale che connota interi territori, il significato ambientale della loro salvaguardia. Il legame tra natura e bellezza è inscindibile e dovrebbe essere la bussola per le scelte che riguardano i Castelli Romani, tanto per rimanere nei luoghi in cui viviamo. Un territorio che dovrebbe essere promosso, ma si fa poco e senza una strategia complessiva. Sul sito del Comune di Rocca di Papa c’è poco o niente, altri siti più o meno

istituzionali sono molto carenti o addirittura fermi. Non si può pretendere di salvaguardare la bellezza di questi posti se non si protegge l’ambiente in cui si trovano. Il concetto è semplice, ma a questo è stato da sempre contrapposta un’esigenza economica: fare soldi rapidamente, in genere con l’edilizia. Ecco, siamo arrivati al punto che i capomastri che ci governano non hanno proprio più alibi. Ormai si fanno più soldi con la natura che costruendo la millesima villetta.

il Segno - giugno 2015

SBCR, nuove idee per il turismo ai Castelli

L’Assemblea dei Sindaci del Consorzio Sistema Bibliotecario dei Castelli Romani (SBCR) ha approvato la delibera che detta le linee guide per il turismo ai Castelli. Non più visite giornaliere mordi e fuggi, ma al via azioni strategicamente mirate a creare nell’area dei 17 comuni una struttura permanente che tenga insieme pubblico privato e fornisca gli strumenti per vendere in Italia e all’estero il brand Castelli Romani. Il gruppo di lavoro messo insieme dal Consorzio SBCR ha presentato giovedì 21 maggio a Ciampino i risultati del lavoro di analisi svolto sul turismo ai Castelli Romani e le azioni già avviate per mettere a sistema le risorse materiali e immateriali dell’Area, sulle quali sono già stati messi in atto i necessari processi di valorizzazione e promozione: per la fine di giugno sarà pronto un sito completamente rinnovato e fruibile in 4 lingue visitcastelliromani.it - ricchissimo di informazioni per i turisti, guide cartacee e online ad uso e consumo dei visitatori, mappe del territorio da mettere in tasca per itinerari culturali, naturalistici, sportivi, enogastronomici… azioni comuni per coinvolgere nel progetto gli stakeholder territoriali, dalle scuole alberghiere, alle aziende di commercio, alle attività per l’accoglienza, la ristorazione, la mobilità… I sindaci si sono complimentati per il lavoro svolto e hanno garantito la collaborazione di tutti i comuni nel fornire materiali, informazioni e sopratutto referenti certi e affidabili sui singoli e specifici progetti.


il Segno - giugno 2015

INDOVINA QUANTI SIAMO?

Al 30 aprile 2015 i residenti censiti nel Comune di Rocca di Papa erano 16.927 (maschi 8.356; femmine 8.571). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.392.*

ROCCA DI PAPA

5

NUMERI UTILI

Clinica San Raffaele: 06-9428601 Comando Carabinieri: 06-94749007 Polizia Municipale: 06-94286134 Centralino Municipio: 06-942861 TAXI Mario: 346-3684911 06-9499151 (casa)

notizie, informazione, attualità

Scontro aperto in maggioranza il Pd vuole la testa di Pizziconi *dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

di Luigi Serafini Il partito democratico di Rocca di Papa, man mano che si avvicinano le elezioni comunali (previste tra aprile e maggio del 2016), appare sempre più nervoso e sempre meno disposto a subire critiche. A farne le spese, questa volta, non è né Emanuele Crestini né qualche giornalista del Segno, ma addirittura il consigliere di maggioranza eletto nel 2011 nelle file del Pd, Simone Pizziconi, l’ingegnere reo di aver criticato in consiglio comunale il bilancio proposto dall’assessore Maurizio Querini e di averne chiesto le dimissioni. Per onor del vero la segretaria del Pd roccheggiano, da poco riconfernata, Raffaella Taggi, in un comunicato inviato al Segno non aveva fatto nemmeno un accenno alla posizione espressa in consiglio comunale da Pizziconi ma si era limitata solo a prendere di mira il consigliere d’opposizione Crestini, la cui mozione tesa a chiedere le dimissioni dell’assessore al bilancio veniva ritenuta un fallimento su tutta la linea visto che non era stata votata nemmeno dagli altri membri dell’opposizione (Enrico Fondi e Mario Gatta mentre Danilo Romei aveva

Pizziconi, Querini e Fei

lasciato l’aula poco prima per motivi personali). Una notizia che ci fa capire fin troppo bene chi fa vera opposizione e chi invece fa solo finta, sostenendo la maggioranza Boccia quando è necessario. Insomma, un comunicato dai toni inusuali per un partito politico (manco fossero grillini), un misto di strafottenza e supponenza. Ma quando gli abbiamo fatto notare, attraverso la pagina Facebook del Segno, che oltre a Crestini anche un consigliere di maggioranza, Pizziconi appunto, aveva criticato aspramente l’assessore al bilancio, ecco che il Pd non ci ha pensato molto a scrivere sul

registro delle persone da “abbattere” Simone Pizziconi. Si legge nella nota: “Alcune delle azioni politiche poste in essere dal suddetto (cioè Pizziconi, n.d.r.) sembrano essere in contrapposizione con la linea del gruppo politico di cui, ancora oggi, fa parte”. Continua il comunicato: “Per il rispetto che si deve agli elettori che hanno votato l’attuale maggioranza [...] riteniamo che sarebbe onesto e doveroso da parte del Pizziconi (al Pd i verbali dei carabinieri gli fanno un baffo, n.d.r.) rendere nota la sua posizione”. Fa sorridere la frase sul “rispetto che si deve agli elettori

che hanno votato l’attuale maggioranza...” visto che Maurizio De Santis, candidatosi contro l’attuale sindaco Boccia e contro il partito democratico, è poi passato in maggioranza e il Pd lo ha accettato senza battere ciglio! Caro Pd, in questo caso del rispetto che si deve agli elettori che ne facciamo? Ma torniamo all’annunciata cacciata di Pizziconi dalla maggiornaza. In realtà i rapporti tra l’ingegnere e l’assessore al bilancio Querini non sono mai stati buoni. Già lo scorso anno, sempre in occasione dell’approvazione del bilancio consuntivo, volarono parole grosse tra i due in commissione bilancio. Una lite furibonda che portò Maurizio Querini a chiedere a Pizziconi di dimettersi da consigliere comunale. Evidentemente le critiche e i diversi punti di vista, per il Pd, non sono ammessi: o alzi la mano e voti sempre sì oppure stai fuori! Simone Pizziconi, intanto, ha deciso di non rilasciare dichiarazioni sul forte attacco lanciato nei suoi riguardi dalla segreteria del partito, ma la sensazione è che questa delicata partita in vista delle elezioni amministrative del 2016 sia appena cominciata.

I l C i c l i st a ciclo-officina

PNEUMATICI

di tutte le marche a prezzi promozionali

Rocca di Papa - Via Frascati, 16 - Tel. 06.9497048

Vendita cicli Ricambi Assistenza Riparazione RIVOLGERSI PRESSO:

AUTORICAMBI F.LLI RUTIGLIANO A&O

Via Frascati 52 Rocca di Papa (Roma) Tel. 06 9496616 - Cell. 338 7530479


ROCCA DI PAPA

6

il Segno - giugno 2015

«Siamo stati abbandonati ma le tasse le paghiamo per intero» Un abitante del nuovo quartiere delle Calcare ci ha scritto una lettera

Molti cittadini che vivono nella zona delle Calcare ci hanno scritto dopo che Il Segno, sul numero scorso, aveva dedicato due intere pagine alle condizioni di questi nuovi roccheggiani costretti a subire lo stato di abbandono di un quartiere nato con altre prerogative: quelle di diventare l’area giardino ai piedi di Rocca di Papa. Evidentemente l’argomento è molto partecipato, e in tanti si sono sentiti traditi dalle promesse che i soliti politici arruffoni hanno elargito con tanta facilità solo per accaparrarsi qualche voto in occasione delle elezioni comunali. Non possiamo pubblicare tutte le lettere che ci sono arrivate, ma quella del signor Marco ci sembra esemplificativa, elencando una serie di questioni che restano, a tutt’oggi, irrisolte. Andrea Sebastianelli

Egregio Andrea Sebastianelli, sono uno dei tanti abitanti “acquisiti” della località “Calcare” in Rocca di Papa. Le invio queste due righe per precisare su alcune informazioni che sono passate nell’articolo apparso sul Segno di maggio 2015. Quanto riportato è vero, siamo stati abbandonati in tutto e per tutto. Vi è anche, poi, lo scempio di una struttura all’ingresso di via Valle San Lorenzo, che doveva essere un mini centro commerciale per i nuovi abitanti del quarrtiere, almeno così ci fu detto nel lontano 2008. Oggi, dopo più di otto anni, la “carcassa” è lì ferma, abbandonata e, credo, pericolosa. Per cio che concerne l’articolo in questione, invece, vi è un passaggio dove si dice: «Far costruire un intero quartiere ha moltiplicato i costi di gestione dei servizi (strade, luce, gas, ecc.) che paghiamo tutti Aurea Cash è certificata e autorizzata dalla Banca d’Italia - Iscriz. n. VIF 500369

Panoramica di una parte del Piano Particolaregiato Calcare-Valle San Lorenzo

noi...». Questa affermazione è completamente errata. Sì perché, sempre nel lontano 2008, fu stabilito che l’urbanizzazione doveva essere realizzatra a carico delle ditte costruttrici e consegnate al comune al termine dei lavori. Oggi tale obbligo è ricaduto in capo agli attuali proprietari delle case. Come proprietari, io e gli altri del quartiere, infatti, a distanza di oltre 7 anni, ci troviamo a gestire tutto ciò che concerne strade, illuminazione, fognatura e pulizia del quartiere perché il comune non vuole o non può prendersi in carico la gestione dell’area. Motivo: cavilli burocratici. Solite scuse per non aumentare le spese del comune e, con essa, la furia dei cittadini. Per ciò che concerne il gas, invece, la

zona non è servita da metano e, anche in questo caso, provvediamo in completa autonomia. Quindi, non mi sento di aver “moltiplicato i costi di gestione dei servizi” ma bensì di allegerirli da 8 anni a questa parte anche perché non sono stato esentato da alcun tipo di pagamento. Una ulteriore ridicolaggine, offesa forse è meglio, la subiamo con la “carbon tax” che, non essendo raggiunti dalla conduttura del metano, ci sconta 19 centesimi al metro cubo nel prezzo del GPL a fronte di oltre 4 euro a metro cubo. Nel ringraziarla le porgo distinti saluti e resto a sua completa disposizione per qualsiasi tipo di chiarimento. Marco Un abitante di Rocca di Papa

VASTA SCELTA di ALTA BIGIOTTERIA delle MIGLIORI MARCHE Orologi

Via Campi d’Annibale 76/E - Rocca di Papa (Rm) - Tel. 06-9496952

SU TUTTA LA BIGIOTTERIA

SCONTI

DAL 30% AL 50%

Orecchini-Bracciali-Collane

Vuoi vendere il tuo oro? Noi te lo supervalutiamo! Vuoi acquistare i tuoi regali in oro? Noi ti proponiamo una vasta scelta a prezzi vantaggiosissimi!

Cornici in argento e molto altro... UNA GRANDE OCCASIONE!!! OROLOGI PRYNGEPS AL 50%


ROCCA DI PAPA Sotto accusa la confermata disponibilità del comune ad accogliere 25 bambini

il Segno - giugno 2015

Sull’accoglienza ai profughi valanga di insulti per il sindaco

di Andrea Sebastianelli Sulla vicenda dell’annunciata disponibilità del comune di Rocca di Papa ad accogliere 25 bambini fuggiti da guerre, violenze e carestie si è aperta la gara all’insulto nei confronti del primo cittadino Pasquale Boccia. Una pagina vergognosa per il nostro paese che ci porta a esprimere piena solidarietà al sindaco. Il Segno, lo sapete, non ha mai fatto sconti a nessuno, tanto meno a Boccia, ma nella vicenda specifica quale colpa gli si vorrebbe addebitare? Quella di aver risposto con senso di responsabilità e sensibilità a una sollecitazione del Prefetto di Roma, Gabrielli, che chiedeva disponibilità per i richiedenti asilo (un’accoglienza pari allo 0,15% della popolazione roccheggiana anagrafica)? Ed eccola la risposta di Boccia al Prefetto che ha suscitato le ire di molti cittadini che, soprattutto su Facebook, hanno dato sfogo al loro razzismo e alla loro rabbia: “Le comunico che la mia città non ha strutture in alcun modo adattabili ad ospitare un numero di 25 immigrati come richiesto, ma esprimiamo la disponibilità ad ospitare un numero esiguo di minori non accompagnati, in quanto sul nostro territorio sono presenti delle case famiglie gestite dalla Congrega-

IlCruciverba CARTOLIBRERIA

zione Suore Carmelitane del Divin Cuore di Gesù, polo educativo da noi accreditato e su cui esercitiamo la vigilanza. La mia amministrazione crede nel valore dell’umanità diffusa - continua la nota del sindaco di Rocca di Papa - e pratica da sempre una politica dell’accoglienza e dell’inclusione sociale in una città che vede una massiccia presenza di comunità straniere, soprattutto romena, ma vuole altresì garantire la sicurezza di tutti i cittadini. Spero che lei voglia prendere atto del contributo offerto dalla mia città per venire incontro al massiccio afflusso di richiedenti asilo, in fuga da situazioni di guerra o persecuzione e confido nel suo supporto per l’individuazione delle sinergie istituzionali da attivare per gestire al meglio questo processo”. Un intervento sobrio, chiaro e di alta responsabilità istituzionale. Pasquale Boccia avrebbe potuto semplicemente lavarsene le mani, rispondere un secco “no” al Prefetto di Roma e invece ha preferito, con coraggio, aprire Rocca di Papa alla solidarietà. Tanto è bastato per scatenare una valanga di insulti, anche da persone insospettabili, in alcuni casi (pochi per la verità) vicine alle parrocchie roccheggiane. L’accoglienza e l’inclusione, da sempre, hanno distinto Rocca di Papa negli

1985-2015 Il Cruciverba compie 30 anni con l’occasione premia i suoi clienti con imperdibili offerte per la prossima stagione scolastica

ROCCA DI PAPA - Via Campi d’Annibale, 78/a Tel./Fax 06.9496452

7

Il sindaco di Rocca di Papa, Boccia

ultimi decenni e, a parte rari casi di delinquenza comune, questa politica ha rafforzato dal punto di vista sociale il nostro paese. Tanti cittadini comunitari o meno lavorano a Rocca di Papa con onestà, rispettando le regole senza per questo rinunciare alla propria cultura d’origine. Sono persone integrate e ben accette che, insieme a noi, condividono le sorti del nostro paese, nel bene e nel male. Eppure una larga fetta di roccheggiani ha dato sfogo alla rabbia e a quella forma di razzismo che considera il richiedente asilo, colui che fugge da guerra e fame, un essere umano da abbandonare al suo destino e magari alla morte certa. Bè, cari roccheggiani, questo è uno di quei casi in cui provare NUOVA GESTIONE

vergogna per quello che si è fatto e per quello che si è detto sarebbe cosa normale. Strumentalizzare la fase difficile e drammatica che stiamo vivendo è il gioco più meschino dei politici alla ricerca del facile consenso e del voto di qualche estremista. Noi del Segno non siamo per le ruspe sui campi rom né per le pallottole verso i profughi che si imbarcano sulle navi della speranza. Riteniamo invece che i fenomeni sociali e umani, per quanto complessi e spinosi, vadano gestiti con senso di responsabilità. Come diceva Che Guevara: “Siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualsiasi ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo. È la qualità più bella di un rivoluzionario”.

Y X RO

BA R

GELATERIA ARTIGIANALE GASTRONOMIA prossima apertura

TAVOLA CALDA

Piazza della Repubblica, 1-2 Rocca di Papa (Rm) - Tel. 06.94.97.891


8

ROCCA DI PAPA

il Segno - giugno 2015

Vermi nei fagiolini della mensa alla scuola elementare dei Campi Crestini: È la conseguenza di un sistema basato su gare al massimo ribasso

di Paola Gatta La scuola è finita, ma i vermi nei fagiolini sono rimasti. Nei piatti di verdura serviti ai piccoli scolari della scuola elementare dei Campi di Annibale, nel comune di Rocca di Papa, c’erano dei vermi. Il fatto è certo e documentato. La sequenza dei fatti è questa: il 26 maggio vengono rinvenuti dei vermi in un piatto di fagiolini. Un docente e il personale della mensa scolastica rilevano l’accaduto. Vengono fatte delle foto. Alcune mamme contattano il consigliere di opposizione Emanuele Crestini, che già in passato si era interessato di alcuni problemi sul funzionamento della mensa. Crestini il 28 maggio scrive una lettera al responsabile del comune di Rocca di Papa, che a sua volta scrive alla Bioristoro, la società che gestisce la mensa, e al dirigente scolastico.

Il dirigente scolastico risponde e conferma l’accaduto; anche la Bioristoro risponde, ma evidentemente non convince il Comune, che sanziona la società che gestisce la mensa con una multa di 200 euro. “Non è un caso isolato – osserva il consigliere Crestini – che già nel settembre 2013 fu testimone di un fatto analogo che denunciò pubblicamente: i carabinieri, e anche la Asl, intervennero per la presenza di larve di insetti nella minestra della mensa scolastica. Qui non si tratta di mettere la croce su una persona – aggiunge Crestini – è tutto un sistema che si fonda su gare al massimo ribasso che è proprio sbagliato. Risparmiare sulla qualità del cibo dei nostri bambini non va bene. Soprattutto se il comune di Rocca di Papa aumenta moltissimo il costo dei servizi, come ha fatto nell’ultimo anno, riducendo al contempo qualità e controlli.”

LETTERA APERTA AI CITTADINI  DEI CAMPI D’ANNIBALE

Il Comitato di Quartiere Campi d’Annibale porta a conoscenza dei cittadini del quartiere che, per quanto riguarda la risoluzione dei vari problemi del territorio, questo comitato è intervenuto più volte segnalando con sollecitudine all’amministrazione comunale la realizzazione di tutti gli interventi. Ma purtroppo non ha mai avuto risposte alle nostre lettere e nemmeno vi è stata la risoluzione dei problemi segnalati. I concittadini per maggiori informazioni possono rivolgersi al comitato dalle ore 17,00 alle 19,00 dal lunedì al sabato presso la sede del comitato stesso. Per il Comitato di quartiere Il Presidente Gianfranco Silvestrini

La sicurezza dei prodotti alimentari, soprattutto quelli rivolti ai bambini delle nostre scuole, è un aspetto fondamentale. Nel 2013 a finire tra le notizie di cronaca fu la presenza, nel primo giorno di mensa, di larve presenti nella pasta poi cucinata e servita agli scolari. La stessa ARPA, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, che

effettuò le analisi poco dopo, confermò il sospetto. Le pietanze vennero preparate presso il centro cottura di Rocca di Papa, che si trova all’interno dell’edificio scolastico di via Vecchia di Velletri (scuola materna). Due fatti che dimostrano come l’attenzione sui piatti serviti nelle mense scolastiche non deve mai venire meno.

UFFICIO DEI PROMOTORI FINANZIARI di Rocca di Papa

Viale Silvio Spaventa, 10 - Rocca di Papa RM

Tel. 06.94.74.94.41


il Segno - giugno 2015

di Sandro Tabellione Il Comitato di quartiere dei Campi d’Annibale, la zona più alta di Rocca di Papa, torna a occuparsi della segnaletica stradale e lo fa attraverso una lettera indirizzata al sindaco, al comandante della polizia locale, all’assessore ai lavori pubblici Mauro Fei e al referente comunale per i rapporti con i comitati Giovanni Gatta. Nella missiva, firmata dal presidente Gianfranco Silvestrini, si legge che “Il Comitato di quartiere dei Campi d’Annibale ha più volte segnalato l’inesistenza della segnaletica stradale a terra (attraversamenti pedonali, stop, ecc.) e l’inefficienza della cartellonistica stradale ormai inesistente o non più visibile”. Per dirla proprio tutta, quanto segnalato dal presidente Silvestrini, è una situazione presente su tutto il territorio di Rocca di Papa e non solo ai Campi, basta farsi un giro alle Vigne o al Vivaro per rendersene conto. Ovunque ci sono cartelli stradali fatiscenti, spesso nascosti o non più leggibili, a volte addirittura sopraffatti dalle erbacce. In alcuni casi la cartellonistica, che dovrebbe essere il primo approccio per garantire la si-

Il Comitato dei Campi  chiede interventi mirati sulla sicurezza stradale ROCCA DI PAPA

curezza degli automobilisti, si presenta rovinata, piegata, con lettere mancanti, dando l’idea di un paese abbandonato. Come conferma il comitato dei Campi, questa situazione diffusa “comporta un serio pericolo per la cittadinanza e, in special modo nel periodo estivo, per i forestieri che si recano a Rocca di Papa. Non è buona immagine -prosegue la lettera datata 15 giugno- far vedere un paese privo di segnaletica stradale”. Nei mesi scorsi anche il consigliere Emanuele Crestini aveva segnalato il pericolo dell’assenza di strisce di attraversamento pedonale davanti agli ingressi delle scuole comunali, che si aprono direttamente su strade spesso trafficate ad alta velocità. La situazione, però, a distanza di mesi non sembra sia migliorata. Speriamo che si provveda

Gianfranco Silvestrini

a disegnare le strisce almeno alla riapertura delle scuole. Alla fine della lettera, il presidente Silvestrini si chiede: “Ma non è obbligatorio per legge utilizzare una percentuale delle entrate sulle contravvenzioni per la viabilità e

9

il codice stradale? E, sempre per legge, una parte delle entrate della Tasi (la tassa comunale sui servizi, n.d.r.) non prevede il rifacimento del manto stradale soprattutto nei punti di estrema necessità?”. Si attendono risposte.


10

ROCCA DI PAPA

il Segno - giugno 2015

Dopo 20 anni di governo è fuga degliiscritti. Per il Pd va bene così Flop del congresso del partito democratico. Taggi riconfermata segretaria

di Andrea Sebastianelli Un incontro fra pochi intimi con nomine già pronte, senza nemmeno bisogno di discutere troppo. Può essere questa la sintesi del congresso del partito democratico di Rocca di Papa che il 6 e 7 giugno si è riunito per eleggere i nuovi organismi direttivi. Un congresso poco seguito, a cui nella prima giornata hanno partecipato una ventina di cittadini presso l’aula consiliare. Appuntamento alle ore 16 e, dopo circa un’ora e mezza, era già tutto finito visto che la sala doveva ospitare un altro evento. Un’ora e mezza per decidere le sorti del partito che, da quasi due decenni, governa da solo il comune di Rocca di Papa. Il giorno dopo, domenica, si sono svolte le elezioni ma in verità la manciata di iscritti ha dovuto semplicemente prendere atto dei nomi già inseriti in un listone unico preparato prima. Da chi, nessuno l’ha detto ma è facile pensare che sia frutto di un accordo tra le varie anime del partito. Ognuno ha pensato bene di inserire un proprio referente e così la lista è stata completata senza discussioni. Anche perché chi discute sta fuori! Ma andiamo ai numeri del Pd di Rocca di Papa che conta 61 iscritti totali (di cui 13 tra consiglieri e giunta, 10 tra i membri del nuovo direttivo, e altri 10 del direttivo dei giovani Pd). Di questi 61, ci hanno fatto sapere dopo una nostra sollecitazione, hanno votato in 45 per una percentuale dell’81%. In realtà, calcolatrice alla mano, la percentuale esatta è 74% ma evidentemente il neo-direttivo ha fatto i conti con una buona dose di approssimazione. Come dargli torto? A che serve calcolare bene i numeri di un congresso se tutto è già stabilito in partenza? Oltre al crollo degli iscritti e ai numeri poco lusinghieri di partecipazione e coinvolgimento per un partito che esprime il sindaco e l’intera giunta, c’è da segnalare la riconferma della segretaria cittadina, Raffaella Taggi, malgrado in un anno (era stata eletta per la prima volta nel maggio del 2014) abbia accumulato un lungo elenco di fallimenti: una festa dell’Unità disastrosa; una leopolda roccheggiana all’audito-

Il documento programmatico della segretaria del partito democratico, Raffaella Taggi Questo è il documento programmatico della segretaria del Pd, Raffaella Taggi, letto durante il congresso del 7 giugno e pubblicato online dal Pd.

"Il fenomeno dell’anti-politica ci ha portato all’assurdo assioma politico=corrotto o politico=mafioso, ma la mafia è una forma-mentis e non serve scandalizzarsi per azioni eclatanti, la mafia si combatte con le idee e le azioni pregne di educazione civica. La legalità passa da uguali possibilità per tutti nel sistema lavorativo, ciò significa che se un potente propone un’ occupazione o una raccomandazione senza concorso, il cittadino che è contro le mafie o contro la corruzione sul serio dovrà dire di no, a tutela dei figli di tutti. La lotta alla corruzione passa per l’educazione civica che non permetterà a nessun individuo di lasciare nei boschi o nelle strade nemmeno un pezzo di carta, perché è dalla terra che passa il futuro dei nostri bambini e della salute di tutti, pertanto il circolo chiede uno sforzo maggiore per la raccolta differenziata che equivale anche ad un sostanzioso risparmio. La tutela economica di questo paese passa dal rispetto delle regole contributive ed ambientali perché l’etica cresce nel rispetto del dovere individuale per celebrare il diritto di tutti. Che nessuno faccia più il furbo, sfruttando servizi e i diritti della comunità cosciente che paga, l’evasione è una piaga che va debellata, perché poi gli importi dovuti per i servizi sono a carico delle persone oneste".

Taggi

rium del Sacro Cuore disertata non solo dai cittadini e dai militanti ma anche da molti consiglieri comunali del Pd; infine, ed è forse l’aspetto che più pesa, la chiusura definitiva della storica sezione di corso Costituente dopo quasi 60 anni di onorata carriera. In quel luogo è passata la storia della sinistra di Rocca di Papa e la segretaria l’ha chiusa senza battere ciglio. Infine, lo citiamo per ultimo ma forse è l’elemento più importante, le dimissioni del segretario dei giovani democratici, Lorenzo Romei, che apertamente ha parlato di mancanza di trasparenza e coinvolgimento da parte dell’amministrazione comunale guidata da Boccia. Insomma, un elenco così lungo di insuccessi per la Taggi che la riconferma è parsa subito scontata. In politica, oggi, si sa, chi più accumula fallimenti più ottiene riconoscimenti da chi gestisce il potere. Vengono in mente le parole di Fabrizio Barca, l’esponente del Pd nazionale che qualche mese fa aveva denunciato in una relazione lo stato del suo partito: “Nel partito non c’è confronto su valori e contenuti: domina l’idea che la funzione primaria sia bilanciare poteri. E i territori cadono in preda a interessi particolari”. A guardare i risultati di questo congresso cittadino come dare torto al-

l’ex ministro Barca? Ma c’è un altro aspetto. Di solito, di fronte a un fallimento politico di tale portata, si tende a prenderne atto cercando di capirne le ragioni. Ma non la Taggi che invece ha subito comunicato ai giornali il successo del congresso, conclusosi senza “strappi o grandi polemiche interne”. Ecco le sue dichiarazioni: “L’81% dei nostri iscritti (ma quanti erano non lo aveva detto, n.d.r.) ha scelto di condividere la linea del nuovo direttivo, composto da numerose persone, compresi molti giovani espressioni che insieme al segretario non hanno mollato di un centimetro sulle loro posizioni. Il sindaco Boccia si è reso garante di tutte le sensibilità, ascoltando e mantenendo il timone di questa nave. Per questo lo ringraziamo”. Una dichiarazione che sembra ricalcare il giudizio di Barca, laddove l’espressione “garante di tutte le sensibilità” pare la versione dolce di “bilanciare i poteri”. Di sicuro, con questo atteggiamento, Raffella Taggi si è garantita un posto tra i candidati alle prossime elezioni comunali del 2016. Resta però un partito sfaldato, assente, che guarda a se stesso e poco al territorio. Un partito che sembra avere un solo compito: bilanciare i poteri senza disturbare i manovratori.

Segue dalla prima pagina

Informazione “velina”

Un documento del partito democratico di Rocca di Papa su quella richiesta di dimissioni ha avuto invece tutto lo spazio necessario. In esso si parla di buco politico dell’oppositore, di numeri falsi, di populisti che vogliono fermare il cambiamento. Dà voce a Maurizio Querini che propone spiegazioni burocratiche molto poco convincenti. Per il resto l’informazione “velina” non racconta nulla sul contenuto della mozione di sfiducia presentata da Crestini che si può sintetizzare nel seguente modo: “L’assessore Maurizio Querini presenta un bilancio consuntivo 2014 chiuso praticamente con l’accensione di un mutuo trentennale milionario; un debito che è il risultato di opere pubbliche molto onerose che non ci potevamo permettere e che ipoteca irrimediabilmente il nostro futuro”. L’informazione “velina” fa un cattivo servizio per i suoi lettori che si allontanano sempre di più dalla politica e dalle istituzioni riscontrando un gap enorme fra notizie date e realtà. L’informazione “velina” e quella “libera” su Facebook avrà un ruolo nel nostro futuro, non c’è dubbio. Per il roccheggiano che vuole essere informato con la massima obiettività possibile nella quotidianità e prima della scelta elettorale nel 2016, sarà dura scegliersi le fonti più attendibili. La più valida, oltre al Segno, resta comunque quella del campo visivo, diverso per ciascuno ma simile per tutti quando, guardando da vicino o da lontano il nostro paese, siamo pervasi da un malessere sottile. Sergio Rasetti


11

ROCCA DI PAPA La critica più feroce arriva da ilmamilio.it che parla di un pd che si inchina al potere il Segno - giugno 2015

Della Taggi non si può parlare SuFacebooksiscatenala bagarre di Luigi Serafini Oltre 1.200 utenti raggiunti, 530 click sul post, più di 260 commenti. È bastato postare sulla pagina Facebook del Segno i numeri del fallimento dell’ultimo congresso del partito democratico di Rocca di Papa per scatenare una vera e propria guerriglia mediatica contro Il Segno, il suo direttore e i suoi collaboratori. A provocare la bagarre, palesemente pilotata, sarebbe stata una fotografia di Raffaella Taggi, segretaria del Pd, inserita nel post “Suonano le fanfare ma il partito è allo sbando”. La nostra colpa? Aver scritto nelle premesse alcune righe su quello che sta avvenendo a pochi chilometri da noi, cioè il coinvolgimento del Pd in Mafia Capitale. Un riferimento scontato dal punto di vista giornalistico, per far comprendere il contesto in cui avveniva il congresso cittadino e anche perchè il sindaco di Rocca di Papa, Pasquale Boccia, ricopre il ruolo di capogruppo del Pd della Città Metropolitana, cioè rappresenta il Pd di tutti i comuni della provincia, Roma compresa. Chiaro no? Non per tutti, visto che una decina di fans accaniti della Taggi, ritenuta intoccabile e quindi non criticabile, hanno riversato sulla pagina Fb del Segno invettive, minacce e ingiurie, additandoci come mediocri, spazzatura, cattivi d’animo, ciarlatani, giornalai, servi di qualcuno, falsi... fino al consiglio di chiaro stampo fascista, rivolto al nostro direttore Andrea Sebastianelli: “Zitto, verme” e “Pusillanime”. In questa bagarre di insulti nessun membro del neo-direttivo del Pd roccheggiano ha ritenuto di intervenire per fermare la

del Segno. Questo il commento breve di Daniela: “Bell’articolo e mi unisco anch’io al grido: viva Lorenzo Romei (il segretario dimissionario dei giovani democratici, n.d.r.”). “Cara dottoressa, si ricomponga” è forse la sintesi più chiara e lampante di come è ridotto il Pd a Rocca di Papa, preda degli isterismi di rete e praticamente assente sul territorio. Dicevamo del giornale online ilmamilio.it, diretto da Marco Caroni, che sul congresso del Pd ha pubblicato un articolo evidenziando che “per quanto quelli del Pd di Rocca di Papa hanno voluta farla passare La Via Sacra di monte Cavo come una grande vittoria, di vinto non c’è nulla. Lo scontro rissa mediatica, anche perchè grazie a tra «correnti» si è svolto fuori le stanze queste invettive nessuno ha commentato i deputate per la politica e quanto accaduto dati del fallimento del congresso citta- sabato scorso (il 6 giugno, n.d.r.), con dino. Operazione riuscita secondo loro e l’elezione scontata di Raffaella Taggi neoinvece i dati di questo congresso restano vecchia segretaria cittadina conferma tutti in piedi come un macigno, malgrado quanto era noto: anche all’ombra di la bagarre scatenata. In tutto ciò, grande Monte Cavo il Pd si è inchinato al potere assente è stata la stessa Taggi, ben rap- cittadino”. E ancora: “La Taggi risponde presentata però da questa decina di fan alle esigenze di unità di un circolo che ha che in ogni circostanza ci tenevano a far perso peso e soprattutto iscritti: una sessapere la loro stima e amicizia per la rie- santina oggi, davvero poca cosa per un Pd letta segretaria. che è ormai relegato nelle segrete stanze Grande assente anche il Pd di Rocca di del partito. Chi non è d’accordo è fuori, Papa che, in verità, appariva ufficialmente del tutto: non c’è nessuna ala minoritaria, verso l’una di notte del 14 giugno con pochi ma buoni insomma. E tutti d’acquesta frase indecifrabile: “Cara dotto- cordo. Chi non la vedeva così è stato semressa si ricomponga”, rivolta alla nostra plicemente convinto a cambiare aria. Vero collaboratrice Daniela Di Rosa che poco Lorenzo Romei?”. prima aveva semplicemente commentato La polemica è destinata a proseguire e noi l’articolo pubblicato su ilmamilio.it dedi- ve ne daremo conto sia sulla nostra pagina cato proprio al congresso del pd roccheg- Facebook (Il Segno di Rocca di Papa) sia giano, ben più duro e articolato di quello sul nostro mensile stampato.

EDICOLA POLIDORI RICARICHE TELEFONICHE

PAGAMENTI BOLLETTE

Biglie tti

Piazza Alcide De Gasperi, 201 - 00040 Rocca di Papa (RM) Orario: 6:30/13:00 -16:00/19:30 - Tel. 06.94.95.527

di Elisa Gabrielli

Tutti i giorni, compresa la domenica a pranzo, Menù fisso a 10 €

PANINI con VASTA SCELTA BAR PASTICCERIA Rinfreschi su ordinazione Live-Music - Eventi - Cocktail-Bar

A Rocca di Papa in Via Campi d’Annibale 76a - tel. 06-9497681


12

ROCCA DI PAPA

L’iniziativa dell’Università Popolare di Rocca

Giù le mani dai bambini Tra educazione e diritto di Paola Gatta Presso la biblioteca comunale di viale Enrico Ferri si discuterà sul tema dei diritti dell’infanzia. L’iniziativa, che si terrà sabato 20 giugno alle ore 16,00, è stata promossa dall’Unipop, l’Università popolare di Rocca di Papa presieduta da Hocine (Bob) Salmi, da sempre impegnato in attività socio-culturali. Si tratta in realtà di un seminario approfondito, iniziato lo scorso 13 giugno, che sta affrontando un tema delicato e di forte attualità, dal titolo “Giù le mani dai bambini! Educazione e diritto”. L’incontro metterà a confronto le relazioni e le esperienze di esperti del mondo dell’infanzia che da anni operano in questo settore che sempre più spesso, con la rapida trasformazione della società, rischia di restare schiacciato tra le irrinunciabili necessità degli adulti e le normative che spesso non stanno al passo con i tempi. Oltre allo stesso Bob Salmi, daranno il loro contributo specialistico gli psicanalisti Michele Bianchi e Guglielmo Lagar, lo psichiatra-psicanalista prof. Carmelo Licitra Rosa dell’Università Cattolica, la

consulente giuridica Silvia Ciarlei e il dottor Filippo Chiaramonti. È inoltre prevista la partecipazione alla discussione del presidente del tribunale dei minori di Bologna e della professoressa Anna Rossi della Lumsa.

Tiziano Scacco si è laureato in Ingegneria Aerospaziale all’Università di Roma La Sapienza

Lo scorso 17 marzo un giovane roccheggiano, Tiziano Scacco, si è laureato presso l’Università di Roma La Sapienza. Un traguardo importante per lui dopo anni di dedizione allo studio e di sacrifici, sempre sostenuto dalla famiglia. Al neo dottore in Ingegneria Aerospaziale vanno i più sinceri auguri da parte del papà e della mamma. A Tiziano vanno anche i complimenti dell’intera redazione del Segno.

il Segno - giugno 2015

Recital di Piero Botti al Duomo

Sabato 20 giugno va in scena il Romanticismo

Piero Botti

Sabato all’insegna della cultura con un recital letterario del regista, poeta e musicista Piero Botti, tutto dedicato al Romanticismo. L’evento si terrà il 20 giugno alle ore 21,00 presso il sagrato del Duomo dell’Assunta, nel cuore del centro storico di Rocca di Papa. Il titolo della kermesse letteraria e teatrale descrive già il programma: “Il Romanticismo letto e suonato da me”. Piero accompagnerà il pubblico con parole e musica lungo la strada che dal Romanticismo portò alla fase risorgimentale, senza tralasciare i protagonisti di quella stagione italiana, alcuni dei quali soggiornarono proprio a Rocca di Papa.


ROCCA DI PAPA

il Segno - giugno 2015

13

A proposito della storia del Duomo dell’Assunta

Risale alla fine degli anni 80 l’dea dei cinque bassorilievi

di Piero Gentilini Scrivo per proporre una rettifica di una parte dell’articolo sulla storia del Duomo dell’Assunta, uscito nel numero di maggio, scritto da Alessia Ulisse. L’articolo parla di opere “commissionate” da Don Giuseppe Gianfranceschi, agli artisti citati, la cui collocazione fu impedita dalle “Belle Arti”. In merito ci sono da fare delle precisazioni sostanziali, conoscendo direttamente questo aspetto. In realtà, alla fine del 1980, Amedeo Santangeli ed il sottoscritto, Piero Gentilini, proponemmo a Don Giuseppe di realizzare e donare dei bassorilievi per le cinque nicchie già esistenti sulla facciata. Il parroco accettò, ma noi, ancor prima di collocare le prime opere finite, decidemmo di farle vedere a due grandi artisti di quel momento, ancora viventi: Giacomo Manzù e Pericle Fazzini. Solo dopo aver avuto la loro approvazione decidemmo di procedere con la collocazione delle prime due opere, nel 1981, naturalmente con l’approvazione del parroco. Successivamente realizzammo altre tre opere, per le altre tre nicchie della fac-

ciata: in tutto cinque opere. Le ultime tre collocate nel 1983. La facciata fu inaugurata alla presenza delle autorità e del Cardinale Bertoli. Per altre opere non presenti in quegli anni sulla facciata, proposte e realizzate successivamente da altri, non mi permetto di entrare in merito. Questi i cinque bassorilievi: tre le mie opere, Il Duomo coi 5 bassorilievi “Assunzione in cielo di Maria”, soggetto tratto dal quadro del Giaquinto , “La Deposizione di Cristo” e “La Resurrezione di Cristo”, miei soggetti; le altre due di Amedeo Santangeli, “San Carlo Borromeo e la peste” e “Il martirio di San Leonzio”, suoi soggetti. Questi bassorilievi sono rimasti collocati sulla facciata per più di venti anni, finché un architetto che lavorava con la Curia di Frascati, incaricato del restauro della facciata del Duomo, ha avuto l’idea di rimuovere i cinque bassorilievi (e non

Il bassorilievo realizzato da Gentilini

passerà alla storia per questo), per il fatto che Don Giuseppe Gianfranceschi, in buona fede, non pensò, nel 1981, di chiedere il permesso alla Soprintendenza ai Beni Architettonici. Quella di competenza al momento del restauro, dopo 21 anni circa (più o meno 2002), non ha potuto far altro che acconsentire alla rimozione dei bassorilievi. Quindi, nel momento che si parla di una parte della storia del Duomo, ritengo sia giusto informare correttamente sui fatti, per evitare interpretazioni, magari riportate, degli eventi, che poi una volta scritti rischiano di non essere aderenti alla realtà. Per fortuna che sono “vivente”! È già successo che, non so come, su una pubblicazione di molti anni fa, ci furono delle attribuzioni errate sugli autori delle opere.

Rag. Alfredo Orlando Commercialista e Revisore dei Conti Rag. Ercole Gatta Commercialista e Revisore dei Conti Dott.ssa Irene Orlando Dottore in Economia e Commercio

Presso lo Studio Orlando, in attività da oltre 30 anni, troverete a vostra disposizione competenza e professionalità in materia di:

Contabilità aziende Dichiarazioni fiscali e successioni Calcoli IMU e TASI Consulenza fiscale e contenzioso Pratiche per CCIAA - INPS - SUAP Piazza Alcide De Gasperi, 9 - 00040 Rocca di Papa (Rm) Tel. 06/9497278 - Fax 06/9496445 - mail: info@studiorlando.it


14

ROCCA DI PAPA Rinnovato il direttivo della Proloco con alcune new entry

il Segno - giugno 2015

di Daniela Di Rosa In queste ultime settimane sono due gli avvenimenti accaduti nella nostra cittadina, passati per lo più inosservati. Pochi si sono accorti del rinnovo del direttivo della Proloco e, ancora meno, del congresso del Pd locale. Questi due fatti, apparentemente separati, in realtà sono vicinissimi tra loro, perché come nei famosi gruppi-matrioska, anche qui le persone sono sempre le stesse, sono intercambiabili. Del congresso del Pd ne parliamo ampiamente in altre pagine del giornale. Della Proloco ne abbiamo parlato spesso e quasi sempre per criticità, ma d’altra parte da anni ormai assistiamo a un lento declino dell’Ente, troppo, assolutamente troppo, vicino alla giunta, non più solo espressione dell’amministrazione ma un vero e proprio braccio destro del potere locale, e questo credo abbia influito molto sulle loro iniziative, quasi sempre poco partecipate (a parte la sagra delle castagne e poche altre). Come mai un paese partecipa poco alle feste organizzate da Proloco e Comune? Io una risposta ho provato a darmela, magari sbagliando, ma ci ho provato. Rocca di Papa è oggi una cittadina-dormitorio, la disoccupazione tra i giovani è tra le più alte dei Castelli, siamo tra i primi per abbandono scolastico, il turismo è praticamente inesistente, il degrado avanza con la chiusura degli ultimi negozi, il bosco non porta introiti né nuovi visitatori, i paesi limitrofi e Roma, forse con un passaparola, evitano di salire fino a noi, riempiono le vie, le piazze, i bar e i ristoranti di Ariccia, Frascati, Genzano o Albano… qui anche

Tutto cambia affinché mai nulla possa cambiare

I risultati delle ultime elezioni alla Proloco

d’estate alle nove di sera non gira più nessuno. Gli eventi sembrano fatti per appagare la vanità di chi da vent’anni vi partecipa e li gestisce! I più maliziosi potrebbero ritenere che vengano usati dai politici come riserva di voti, io do una serata a te-tu porti i voti della tua famiglia a me! La scena è sempre uguale a se stessa, gli attori anche. È mai possibile non gli venga il dubbio che forse è ora di cambiare personaggi e repertorio? Confido nella Festa Medievale alla Fortezza, promossa dal Gruppo archeologico di Rocca di Papa. Già alla prima edizione si è dimostrata in grado di portare molta gente dai paesi intorno e da Roma! A far parte del direttivo della Proloco è entrato anche Marco D’Antoni, da me soprannominato Super-Superman, perché in soli sei mesi dalla nascita di

un gruppo Facebook e di un’associazione, e dopo varie iniziative più virtuali che reali (tipo: ripuliamo il paese; facile, basta prendete uno straccio, mettersi la pettorina alla D’Artagnan, fare delle foto, postarle su Facebook, ed ecco l’evento!), animato da “sincero” amore per il paese, da “sincera” voglia di fare, dopo vari flop, di mercati, sagre gastronomiche (non sapevo che il volontariato non è servire i più deboli ma diventare organizzatore di eventi) e dopo aver dichiarato ai quattro venti e alla sottoscritta in un articolo di qualche mese fa, che mai e poi mai sarebbe entrato in politica, mai e poi mai sarebbe entrato nella Proloco… me lo ritrovo nel direttivo della Proloco! Ora, io, maliziosa come sono, che devo pensare? Che il signor D’Antoni ha mire politi-

che? E quale mezzo migliore di una poltroncina nella Proloco per fare, tra qualche tempo, il salto di qualità? Questo spiega, almeno per me, la rapida uscita dal gruppo e dall’associazione dell’ex vicepresidente Donatella Verdini e di molti tesserati, oltre a un’amara lettera arrivata il giorno dopo l’elezione di D’Antoni, sulla loro pagina Facebook, di un’associata delusa dal comportamento di D’Antoni, e per questo lasciava con dispiacere il gruppo per la Proloco. In un incontro non casuale in piazza con lui (mi è sembrato quasi una piccola imboscata), gli ho chiesto le motivazioni sulla scelta di candidarsi. La risposta è stata: “Sono cambiate le cose”. Al che ho ribattuto: “In soli sei mesi? Parlami delle dimissioni della vicepresidente e della lettera della socia”. Risposta: “Lascia stare le due sorelle se sapessi cosa dicono di te Daniela, ti abbiamo dovuta difendere”. Ancora io: “Non mi interessa, e la lettera?”. Risposta: “Quella? Quella voleva solo vendere 200 spiedini, non li ha venduti e si vendica così! Veniva solo per…” non gli ho fatto finire la frase, mi sono allontanata. Questo è il nuovo nella Proloco, il Super-Superman che instancabile lavora solo per il bene del paese… scusatemi se non gli credo, ma somiglia molto al vecchio!

La tela diAracne

di Miriam Consoli

nni a 0 5 tività di at

ARTIGIANI DEL DOLCE DAL 1965

Specialità Siciliane

Rinfreschi per ogni ricorrenza

boutique donna e accessori moda

COLLEZIONE MODA e CERIMONIA A disposizione delle clienti SERVIZIO SARTORIA PERSONALIZZATO

Via Frascati, 60-62 - Rocca di Papa - Tel. 06-9497368 www.lateladiaracne.com - telaracne@gmail.com


il Segno - giugno 2015

di Danilo Romei* Ed eccoci all’ennesima dimostrazione d’inettitudine e di disinteresse per la “res publica” da parte di questa amministrazione. Venerdì 19 giugno ha chiuso definitivamente l’ex C.O.S.M.A., il Centro Operativo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, posto a Monte Cavo. Si trattava di una straordinaria testimonianza storica del periodo della Guerra Fredda, una stazione telecomunicazioni Usa con copertura Nato, successivamente convertita in base dell’Aeronautica Militare. Nel periodo critico della Guerra Fredda fu costruito un bunker, un rifugio sicuro in caso di attacco atomico. I lunghi corridoi, la strumentazione - capace di elaborare dati per l’intera zona Europa tutto conserva ancora oggi la stessa inquietante sensazione che si respirava allora. Mantenere viva la memoria storica è un dovere, prima ancora che un diritto, perché errori del passato non siano anche futuri. Divulgare un pezzo di storia così importante, per Rocca di Papa, sarebbe stato un dovere dell’amministrazione. Con volontà, amore per questo paese e rispetto per i suoi

15 ROCCA DI PAPA Dal consigliere Danilo Romei riceviamo e pubblichiamo

«Cosma di Monte Cavo hachiusolabasemilitare» cittadini, l’ex C.O.S.M.A. sarebbe potuto diventare un museo di superba bellezza, una ghiotta occasione da parte degli uomini dell’amministrazione di dimostrarsi altro dalla pochezza politica ostentata fino ad oggi. Il progetto avrebbe rimesso in moto la nostra vita sociale: lavoro, turismo, commercio. Dal quotidiano la Repubblica di qualche giorno fa (13 giugno) ho appreso questa notizia che ci fa comprendere meglio che cosa abbiamo perso, come collettività, nella vicenda C.O.S.M.A.: “Una riconversione per scopi turistici anche se la storia era più tragica. Dietro quella porta «maledetta» resistono ancora tubi arrugginiti, ma il resto è intatto e racconta la grande paura del nucleare nel cuore di Praga. Il rifugio nascosto, realizzato tra gli anni ‘50 e ‘60, durante la Guerra Fredda, è aperto al

Danilo Romei

pubblico un giorno al mese…”. Ancora una volta, un’ennesima volta, la piccola mente dell’attuale macchina amministrativa ha perso. Marco Travaglio scrive: “Non si capisce se i politici non vo-

gliono cambiare, o non possono cambiare o non sanno cambiare, ma mi sembrano tre ottimi motivi per mandarli tutti a casa lo stesso”. *Consigliere Comunale di Rocca di Papa


La storia di Evandro Rossetti il cantautore dell’integrazione 16

ROCCA DI PAPA

di Roberto Sinibaldi Evandro Rossetti, viene da una famiglia molto nota di Rocca di Papa, dove spesso torna, seguendo il filo dei ricordi d’infanzia. Evandro è una persona con cui si entra subito in confidenza, gentile e affabile. Appena incontrato si presenta come un amico conosciuto da sempre. Ci racconta una storia straordinaria, che ha segnato la sua vita.

Suo padre, Alberto, che oggi vive a Roma, fu fatto prigioniero in Ucraina durante la seconda guerra mondiale. La sua perizia professionale, era un bravo ebanista, gli riservò un trattamento meno duro di altri, perché lavorò come intagliatore in legno. Dopo qualche anno, finita la guerra, sposò una donna rumena e quindi nacque Evandro. “Si può dire che la mia famiglia sia stata il primo esempio di integrazione italo-ru- Evandro Rossetti mena dei tempi negli recenti. Mia anni 60 madre, rumena, venne in Italia alla fine degli anni Quaranta. Ci stabilimmo a Roma. Ho ricordi molto vi-

vidi di quelle lontane estati che passavo – tutte – a Rocca di Papa. Una giovinezza spensierata, leggera, in un posto che allora sembrava connaturato al mio essere, ai miei interessi e passioni di bambino e di adolescente poi. L’irrequietezza della prima età adulta mi portò a ideare un viaggio nei luoghi della mia famiglia materna. Si andava in Romania con lunghissimi viaggi in macchina, a ripensarci quelle che allora ci sembravano cose normali, ora mi appaiono come imprese epiche. Partii per stare qualche settimana a Bucarest e invece ci

sono rimasto quasi dieci anni. Sono stati gli anni della formazione, anni di passaggio, anni

LEGNA DA ARDERE PER STUFE E CAMINI ACCATASTAMENTO

Quercia camino € 12,00 al quintale Quercia stufa € 12,50 al quintale Castagna camino € 8,00 al quintale Castagna stufa € 8,50 al quintale

PELLETS AUSTRIACO CERTIFICATO OTTIMO PREZZO: 15 kg € 4,90 Rocca di Papa - Via Frascati 226

il Segno - giugno 2015

Evandro Rossetti oggi

di esperienze forti e coinvolgenti, che mi hanno portato su percorsi inimmaginabili. Nel ‘66 Bucarest era una città di grande fermento culturale, pervasa da un’attesa quasi messianica del nuovo e da un culto sacrale per l’italianità. Dopo qualche anno per me fu facile, anzi direi naturale, entrare nel mondo della musica. Con i compagni di strada di quella avventura passammo dai night club alle serate, dalle band, ai concerti da stadio con folle in delirio. Abbiamo fatto dischi, canzoni, musiche che in Romania conoscono tutti, ma proprio tutti. Alcuni motivi sono entrati nelle hit di quelli più noti e cantati. Ancora oggi i ragazzi rumeni cantano certe mie canzoni. Motivi che sono diventati quasi un inno libertario. Contemporaneamente ho trovato il tempo di studiare e in Romania mi sono laureato in

medicina, specializzandomi in odontoiatria. Alla fine degli anni Settanta sono tornato in Italia. La Romania stava cambiando e non c’era più quel clima spumeggiante che la rendeva un paese straordinario. Da Roma, dove vivo, ho continuato a tornarci spesso. Ho partecipato a festival musicali e iniziative culturali. Torno spesso anche a Rocca di Papa, dove mi farebbe piacere incontrare qualche amico di vecchissima data e dove mi ha fatto piacere constatare che i molti romeni che si sono stabiliti qui hanno continuato sul quel cammino di integrazione di cui mia madre e mio padre sono stati degli antesignani.”

Se qualcuno vuole contattarlo, Evandro ha un profilo su Facebook a suo nome, dove si può ascoltare la sua musica e scorrere i suoi successi.

USIAMO ESCLUSIVAMENTE PRODOTTI ITALIANI

Rocca di Papa Via Gramsci 36 tel. 06.94791024

PER TUTTA L’ESTATE È POSSIBILE, ACQUISTANDO 2 PRODOTTI SOLARI A SCELTA, RICEVERE 1 OMAGGIO CORPO Per ulteriori info consultate la pagina Fb “Freestyle” di A. Meconi Orario no stop dal Martedì al Sabato 9.00-18.00 Si riceve solo per appuntamento


il Segno - giugno 2015

Cultura e

... dintorni

Edmond About

1869... a Rocca la penultima decapitazione

In piazza venne giustiziato Francesco Martini di Andrea Sebastianelli Il 14 luglio 1869 Rocca di Papa assisteva alla penultima decapitazione pubblica per mano del boia Vincenzo Calducci, da pochi anni subentrato al ben più celebre Giambattista Bugatti, detto Mastro Titta, boia dello Stato Pontificio dal 1796 al 1864, venuto a mancare il 18 giugno 1869. Quella di Rocca di Papa fu, dunque, la prima esecuzione dopo la dipartita del più famoso boia italiano con all’attivo oltre 500 esecuzioni. Lo sventurato “decollato” fu tale Francesco Martini, di cui non sappiamo nulla, né l’età né la professione, forse finito sul patibolo per una storia di coltelli. Alla lugubre cerimonia assistette quasi tutta Rocca di Papa. cennio prima la stessa sorte del Come avvenne questa esecuzione? Per Martini era toccata al medico comprenderlo può essere utile ricorrere condotto di Rocca di Papa, alle osservazioni di Edmond About (Roma Leonida Montanari, decapitato contemporanea, 1861), archeologo, gior- a Roma in piazza del Popolo il nalista e scrittore francese che visse a 19 luglio 1825. La vicenda del Roma un paio d’anni, tra il 1858 e il 1860. giovane cesenate è stata racAbout rimase colpito dalle scene orribili contata dallo stesso Giambattiin nome della giustizia eseguite nello Stato sta Bugatti nel suo libro Pontificio. Così ne descrive una: «Ecco “Mastro Titta, il boia di Roma. Mastro Titta che fa inginocchiare la vit- Memorie di un carnefice scritte tima davanti a sé, e mentre il prete bor- da lui stesso” (1891). Ricorda botta in latino […], il carnefice comincia a il boia di Roma: «Dopo quatfar roteare il grosso bastone piombato e tro mesi di riposo decapitai al colpisce il condannato alla tempia. Un Popolo Leonida Montanari e grido d’orrore sorge dalla folla. La vittima Angiolo Targhini, due cospiracade siccome un bue, ed il suo corpo co- tori contro il governo di Sua mincia a dibattersi nell’agonia. Ma la giu- Santità, appartenenti alla setta stizia del Vicario di Cristo non è ancora dei Carbonari, i quali avevano soddisfatta, non ancora gravemente completo il supplizio. Gli attrezzi da lavoro di Mastro Titta ferito un Mastro Titta getta lungi loro compagno, tale da sé il bastone, in Spontini, sospettando mezzo alla gente affolche li avesse traditi e delata; afferra di nuovo la nunziati all’autorità. Di sua vittima, trae dal suo questa esecuzione si fefianco un coltellaccio cero di molti discorsi in da beccaio, e la sgozza. Roma, perché la tenePoi col coltellaccio mebrosa associazione alla desimo le fa un cerchio quale appartenevano inprofondo intorno al cuteva spavento alla pocollo, come per tracpolazione di Roma». ciare la linea, e taglia E ancora: «Si temeva poscia la testa, che moche per l’esecuzione, gli stra al popolo. Il sangue altri settari volessero di quel teschio arrossa tentare qualche colpo il carnefice, mentre due audace, e furono prese fontanelle di sangue sprizzano dal collo tutte le disposizioni opportune. Quanto a staccato, e vanno ad inondare la tunica del me, sebbene avessi ricevuto una quantità prete. Credereste che il sacrificio fosse fi- di lettere anonime, che mi minacciavano nito? No. Mastro Titta taglia le due brac- di morte se avessi fatta l’esecuzione, ho cia alla clavicola, le due gambe al compiuto il mio dovere senza esitanza. Era ginocchio del cadavere, e raccogliendo, uno spettacolo imponente. Piazza del Pocoi piedi e colle mani, gambe, testa e polo era gremita di gente, come non la vidi tronco, li getta insieme in una cassa appiè mai. Quando vi arrivammo colla carretta i del palco, mentre cavasi di tasca un faz- soldati stentarono ad aprirci il varco. zoletto e si forbisce». Giunti sotto il palco […] Targhino prima e Una scena raccapricciante, probabilmente Montanari poi scesero colla maggior franla stessa a cui assistettero i roccheggiani chezza di questo mondo, e ne salirono i la mattina di quel mercoledì. Qualche de- gradini circondati dai confortatori […].

17

La decapitazione di Monti e Tognetti

Tutti i tentativi per indurli al pentimento ed alla confessione riuscirono vani. - Non abbiamo conto da rendere a nessuno: il nostro Dio sta in fondo alla nostra coscienza - rispondevano invariabilmente. Avevo avuto ordine da Monsignor Fiscale di far presto […] quindi non si perdette altro tempo. Li legai solidamente ai polsi, perché avevano rifiutato di lasciarsi bendare, poi spinsi innanzi Angelo Targhini, che porse il capo sorridendo alla ghigliottina e in un secondo fu spedito. Leonida Montanari mi salutò beffardamente dicendomi: “Addio collega” e fece poi come il Targhini e come il Targhini lo spedii al Creatore. Ci fu un subitaneo movimento nella folla; pareva volesse scoppiare un applauso. Ma la vista della forza armata la contenne e non si ebbe a deplorare il benché menomo incidente». Come detto, l’esecuzione di Rocca di Papa del 14 luglio 1869 fu la penultima (l’ultima decapitazione avvenne il 9 luglio 1870 a Palestrina). Qualche mese dopo, il 20 settembre 1870, con la presa di Roma a Porta Pia venne scritta la parola fine all’egemonia dello Stato Pontificio e, con essa, anche le decapitazioni in piazza cessarono.


Il talento di Emilio Guidi-Uruk colora la Via Sacra per un giorno ARTE

18

di Piero Botti La mostra del pittore Emilio Guidi, in arte Uruk, svoltasi il 31 maggio lungo la Via Sacra, induce a delle riflessioni. Emilio non si cura del consenso, esprime la sua arte alimentata da un notevole talento. I suoi dipinti fanno fermare chi passa e guarda, e invitano a esplorare l’anima. Non è un artista di vicoli e marine, non dipinge tetti e fontanelle, dipinge il suo sentire e lo mostra. Stimato da grandi critici d’arte, primo fra tutti Federico zeri, Emilio non presta il fianco a speculazioni, non si vende, non è detto che faccia bene, ma si comporta così. I colori sono tenui, i soggetti di difficile interpretazione, ma la sua arte si manifesta a chiare tinte, inconfondibile, pura, distillata, fresca come una sorgente montana. Vista in questa ottica la scelta di esporre lungo la Via Sacra, a mille metri di altezza, è indovinatissima, geniale, così come il titolo della mostra organizzata dal Segno: picnic dell’arte. La natura di monte Cavo che gli appassionati di millimetri continuano a dichiarare di novecentosessanta metri di altezza, assicura una cornice perfetta, ido-

L’artista roccheggiano Emilio Guidi

nea, intonata, così gli appassionati di poesia, gli animi nobili, le persone sensibili di qualunque ceto sociale avvertono che superiamo i mille metri d’altezza. Così tutti si affacciano dalla terrazza che Pirandello definì “dei laghi gemelli”, e numerosi visitatori restano estasiati dal panorama mozzafiato. Quelli che lo conoscono si lasciano sorprendere da nuove emozioni, ammirandolo ancora. Quella terrazza, a mio avviso, come tutta la Via Sacra, come la fortezza, costituisce un patrimonio: rappresenta il nostro cuore roccheggiano. Ci piace, ogni volta che siamo lassù, ricordare che Roma è nata lì. Che Enea è salito lassù, come Giulio Ce-

Èmile Zola scienziato, romanziere e giornalista

di Francesca Torino Il 2 aprile del 1840 a Parigi nasceva uno dei più importanti scrittori naturalisti che la storia letteraria abbia conosciuto: Émile Zola. Scrittore e giornalista, Zola è noto soprattutto per le sue opere legate al romanzo sperimentale e alla corrente nota come Naturalismo, alla quale si avvicina grazie all’influenza letteraria dei fratelli Goncourt, Balzac, Flaubert e alle idee di Hippolyte Taine (primo teorico del Naturalismo e fautore del Positivismo) e di Claude Bernard (uomo di scienza noto per la sua Introduzione allo studio della medicina sperimentale sul metodo scientifico). Nel 1867 venne pubblicato il suo primo romanzo, Thérèse Raquin, pro-

Zola

tagonista di violente polemiche dovute al linguaggio usato, giudicato di un realismo troppo crudo. Da questa prima esperienza, Zola sviluppa la sua concezione di romanzo come un’opera sperimentale, alla quale va applicato il medesimo metodo scientifico utilizzato dagli studiosi, basato sulla mera osservazione dei fenomeni, della realtà sociale. Queste teorie vengono apprezzate

il Segno - giugno 2015

sare e molti altri condottieri. Ci piace sentire l’eco dei canti latini, dello scontro epico fra Orazi e Curiazi, l’ululato della lupa che sarà capitolina, le battaglie della Lega Latina di Alba Longa contro Roma, le cariche dei Fabi che abitavano il prato Fabio accarezzato dalla Via Sacra. I Fabi, questa misteriosa gens guerriera che Tito Livio definisce bellicosa e indomita. Io sento l’eco dei loro passi ogni volta che salgo a monte Cavo. Lo vedo quando i giovani del Gruppo Archeologico Latino puliscono e curano quei lunghi e tortuosi chilometri di basolato romano come toccassero le loro ragazze, con amore, passione, dedizione, protezione. Lo vedo quando cade la neve ed il bosco si popola di ombre che si confondono con la nebbia, e tra il respiro affannato per la salita, noto qualche pioneristico sciatore, che sfugge, come si vergognasse, mentre meriterebbe una medaglia alla sua poesia. Lo sento quando gli artisti esaltano quel bosco incantato, quando gli archeologi affermati dichiarano che tutto monte Cavo, umiliato e ferito dalle mostruose antenne, è un immenso sito archeologico. Grazie Emilio per questa occasione che ci hai regalato.

da scrittori realisti a lui contemporanei, come Guy de Maupassant e Joris-Karl Huysmans (in seguito rappresentanti del Decadentismo). È solo dopo la lettura dei testi scientifici sulla selezione naturale e l’ereditarietà di Charles Darwin e gli studi sociologici di Auguste Comte, però, che l’autore formula le regole del romanzo sperimentale. Nasce, così, la corrente letteraria definita come Naturalismo. La società diviene un laboratorio scientifico, dove lo scrittore/scienziato elabora/scrive ciò che vede. Da queste sue teorie rivoluzionarie, dovute anche all’influenza del Positivismo, ha origine il ciclo di venti romanzi sulla famiglia Rougon-Macquart, i cui personaggi e gli ambienti che li vedono protagonisti, vengono descritti

con assoluto realismo e impersonalità. Molti scrittori hanno subito l’influsso delle teorie di Zola, tra i quali molti scrittori e giornalisti italiani come Verga e Capuana (padri del Verismo), de Roberto e Matilde Serao, la cui opera Il ventre di Napoli, riprende il romanzo zoliano Il ventre di Parigi. Émile Zola è noto anche per una sua lettera pubblicata sul giornale «L’Aurore», J’accuse, nella quale si schiera dalla parte del capitano Alfred Dreyfus, ebreo, accusato di aver rivelato informazioni segrete all’impero tedesco nella guerra franco-prussiana del 1870-71. Egli accusa i veri colpevoli del complotto e il processo contro un innocente vittima di antisemitismo. Insomma, uno scrittore impegnato e attento osservatore della società contemporanea, un avanguardista del genere letterario, imitato da molti uomini e donne di un certo peso culturale e provenienti da diverse nazioni, sempre ricordato nei loro scritti.


il Segno - giugno 2015

L’angolo della storia

I rapporti tra le Nazioni

di Vincenzo Rufini Le relazioni fra le nazioni vengono stabilite da tempo immemore in determinati simposi che di volta in volta prendono il nome di Congressi oppure Conferenze. In codesti consessi vengono analizzati e messi sul tavolo i rapporti di forza tra le predette nazioni ed in base a ciò si decidono le regole della convivenza internazionale. Questi Congressi si tengono dai primordi della civiltà ed alcuni di essi hanno segnato tappe importanti e decisive dell’evoluzione umana, tanto da determinare l’andamento della vita delle nazioni per lunghissimi periodi di tempo. Il Congresso che forse è entrato nell’immaginario collettivo e ne ha influenzato il modo di vivere, sia sotto l’aspetto sociale, militare, politico e psicologico è stato indubbiamente il Congresso di Vienna. Tale assise si tenne tra il novembre 1814 e il giugno 1815 e fu convocata per ristabilire l’ordine antico dopo gli sconvolgimenti causati dalla Rivoluzione francese e l’avventura napoleonica. I due eventi avevano sconvolto in modo definitivo l’Europa dell’Antico Regime, una forma di governo basata sul diritto di sangue e di censo, ed avevano posto in posizione emergente un nuovo ceto sociale: la borghesia. I potenti di allora dopo aver eliminato l’incubo di Napoleone si riunirono nella capitale dell’Impero Asburgico onde ripristinare gli antichi poteri e riportare la società a prima della rivoluzione. I convenuti di Vienna nei lavori cercarono in tutti i modi di estirpare il vento della rivoluzione con strumenti come la Santa Alleanza (un’alleanza militare tra Austria, Prussia e Russia che aveva il compito di intervenire in quei paesi dove il germe rivoluzionario avesse attecchito). Filo conduttore dei lavori congressuali fu “il principio di legittimità”, il quale prevedeva il ritorno sui vecchi troni, spazzati via da Napoleone, degli antichi sovrani ritenuti appunto legittimi. Al contempo, però, ebbero il felice intuito di introdurre il “Principio di equilibrio”, in virtù del quale nessuna nazione doveva essere preponderante rispetto alle altre, col fine di scoraggiare future guerre. Le decisioni prese a

CULTURA

Il Congresso di Vienna

Indiani

19

d’America a cura di Francesco Signorello

Vienna ebbero un impatto profondo nella società dell’epoca e furono destinate a durare, a parte qualche ritocco di tanto in tanto, fino alla Grande Guerra (1914). Gli uomini politici che levarono la loro voce e il loro ingegno nella capitale austriaca, tra una seduta di lavoro e un ballo a corte, furono lo strumento della reazione; riportarono l’Europa ad una condizione fuori dal tempo, dimentichi che la seminagione degli ideali scaturiti dalla Rivoluzione francese e propagandati in tutto il continente dalle armate napoleoniche, aveva prodotto una nuova coscienza sociale e che nel corso del secolo vedrà i popoli pronti a rivendicare la loro autodeterminazione e il loro diritto di cittadinanza sociale. Ad onor del vero bisogna pur dire che gli statisti di Vienna, pur se prigionieri di una logica reazionaria fuori dalla realtà, dimostrarono una particolare valenza nell’esercitare le funzioni del potere, segno

di preparazione personale e di intelligenza raffinata il cui tipico esempio è costituito dal Cancelliere austriaco Metternich, faro ispiratore per tutti gli statisti di ogni epoca. L’architrave elaborata a Vienna si dimostrò uno strumento efficace per le relazioni tra le nazioni ma fu anche uno strumento terrificante di repressione continua delle rivolte che periodicamente si susseguivano, ma fallì il suo principale intento, riportare la società ad una condizione che i tempi nuovi non ammettevano. La Rivoluzione francese aveva aperto il vaso di Pandora della modernità ed era impossibile riempirlo con ciò che era uscito e richiuderlo con i sigilli antichi. Quando l’umanità intraprende nuove strade non è più possibile tornare al sentiero originario. Il limite dei congressisti di Vienna fu nel non aver capito che non è possibile rimettere indietro l’orologio della storia.

La poesia del mese Il mare

di Anna Giovanetti

Cammino piano, dalla spiaggia guardo il mare quando ancora il sole non brucia la rena; un mare silenzioso calmo e trasparente quasi come un bimbo che s’è destato appena! Lieve brezza mi passa tra i capelli e l’onda timida lambisce il bagnasciuga, le orme che trova cancella quando arriva e la sabbia torna vergine senza segno di ruga. Poi mano a mano che il sole si fa alto l’onda diventa audace, impetuosa e irruenta trascina dietro se la sabbia che ha baciato poi si infrange sugli scogli che ormai il sole arroventa. E quanti colori assume il grande mare, verde smeraldo, azzurro, blu cobalto là fino dove tocca il cielo e finisce; e il luccichio tremulo del sole tra le onde questo splendido quadro impreziosisce. Si diffonde ora nell’aria un forte odore salmastro segno della vita che gli abissi nasconde; la voce possente del mare riecheggia tutt’intorno poi piano piano si placa e si distendono le onde. Svaniscono i colori del mare mentre avanza la sera e si accende il cielo di arancio all’orizzonte il sole stanco è una palla di fuoco e a poco a poco il mare lo copre e lo nasconde!

Il nostro spirito si nutre d’amore

CAPO DEAN GEORGE: Amici miei, quanto disperatamente abbiamo bisogno di essere amati e di amare. Quando Cristo disse che l’uomo non vive di solo pane, parlava di una fame. Questa fame non era quella del corpo. Non era la fame di pane. Parlava di una fame che ha origine nel profondo del nostro essere. Parlava di un bisogno necessario come l'aria che respiriamo parlava del bisogno d’amore. L’amore è qualcosa che tu ed io dobbiamo avere. Dobbiamo averlo perché il nostro spirito si nutre di esso. Noi dobbiamo averlo perché senza di esso noi perdiamo le nostre forze e ci indeboliamo. Senza amore la nostra autostima viene meno. Senza di esso il nostro coraggio viene a mancare. Senza amore non sappiamo affrontare con sicurezza il mondo. Ci ripieghiamo su noi stessi e cominciamo a trovare nutrimento nelle nostre stesse personalità. E così, poco a poco, ci distruggiamo. Grazie ad esso siamo creativi. Grazie ad esso procediamo infaticabilmente. Grazie ad esso, e solamente grazie ad esso, siamo capaci di sacrificarci per gli altri. Tratto dal libro: “Il grande spirito parla al nostro cuore”, Ed. Red


Spunti di psicologia

Risponde la Dott.ssa Bruna Benelli

Amore malato

Il nome “sindrome di Münchausen” (MSP) deriva dal barone di Münchausen, personaggio realmente esistito in Germania nel XIX secolo, noto per i suoi racconti fantasiosi. Questa sindrome colpisce prevalentemente i bambini e, in percentuali più piccole, le persone anziane, i responsabili sono le persone che si occupano di loro, per il 90% le madri. I padri sono solitamente assenti fisicamente. I pazienti presentano sintomi indecifrabili dei quali i medici non riescono a scoprire le cause. I bambini vengono così sottoposti a numerose analisi e indagini mediche sotto gli occhi attenti e falsamente premurosi delle madri. In molti casi, quando nasce il sospetto da parte del personale medico, vengono installate delle telecamere che permettono di controllare il comportamento di chiunque si avvicini ai bambini, cosa che ha permesso spesso di arrestare i veri responsabili. Le modalità con cui si manifesta la sindrome sono varie: la madre può convincere il bambino di essere malato, possono essere prodotti sintomi somministrando sostanze nocive, oppure se il bambino soffre già di qualche patologia possono essere omesse volontariamente le cure. Queste madri si mostrano estremamente amorevoli e sensibili, anzi a volte fanno anche in modo di risultare le uniche che riescono a salvare la vita ai propri figli. Dietro questa patologia si cela il forte desiderio di essere presa in considerazione e di collaborare attivamente con il personale sanitario. È accaduto anche che più figli nella stessa famiglia si ammalino all’incirca alla stessa età oppure tutti insieme. Le vittime di MSP che sopravvivono, reagiscono sviluppando condotte a rischio come abuso di alcol e fumo, problemi di condotta, di autostima, di identità, isolamento, ipocondria, fobie varie, turbe sessuali e personalità di tipo borderline. È assolutamente necessario che vengano seguite in psicoterapia.

Il ginseng che dà vigore SCIENZA

il Segno - giugno 2015

di Francesca Torino Quanti abbiano la passione di sorseggiare del buon “caffè” al ginseng durante la pausa dal lavoro, non possono non aver trovato in questa bevanda aromatizzata un senso di rilassatezza e di rinvigorimento. Il ginseng è una pianta tipica della Cina, ma che si trova anche nell’Africa tropicale e nell’America del Nord, caratterizzata da piccoli fiori bianchi, da foglie palmate e da una radice aromatica lunga e biforcuta, che ricorda una figura antropomorfa. Infatti, spesso questa pianta viene accostata e confusa con la mandragora, al contrario della quale non ha alcun effetto tossico. Nelle leggende cinesi il ginseng rassomiglia a un bambino, il cui pianto, diversamente da quello della mandragora, sarebbe dolce e non pericoloso per chi lo ascolta. Un altro racconto mitico narra di un monaco buddhista che vessava

.... ...............

...

......

continuamente un giovane allievo, i l quale, quando veniva l a sciato solo, riceveva la visita di un bambino vestito di rosso. Il monaco, sapute di queste visite, propose al giovane di attaccare alle vesti del fanciullo un filo bianco per scoprirne l’identità. Egli così fece e qualche giorno dopo scoprì il filo bianco attaccato a una pianta di ginseng, che estirpò e bollì. Il giovane si mangiò la radice e diede da bere al suo cane l’acqua di cottura della radice, senza sapere che questa era prodigiosa. Infatti, non appena l’animale vide il monaco lo assalì e divorò.

Occhio alla Nutrizione Occhio al colesterolo!

di Laura Fico* Il colesterolo è un elemento essenziale della membrana cellulare, è alla base della sintesi di diversi ormoni ed è coinvolto nella crescita e nello sviluppo cellulare. Per queste molteplici funzioni il nostro organismo non può farne a meno e quindi lo autoproduce con un meccanismo inversamente proporzionale alla quantità assunta con la dieta. Dobbiamo però prestare attenzione all’ipercolesterolemia che è data dall’eccesso di LDL, il cosiddetto colesterolo “cattivo”, che si deposita a livello delle arterie aumentando il rischio cardiovascolare; il consumo di acidi grassi saturi (animali) e di grassi trans (margarina), il

......... ..........

d i gu u e s i t ion ........ s Q....

.

20

peso elevato e la ridotta attività fisica sono fattori che concorrono all’aumento delle LDL mentre i grassi polinsaturi e gli omega 3 invece lo riducono. In condizioni normali una ipercolesterolemia è semplice da tenere a bada correggendo lo stile di vita mentre chi è affetto da Ipercolesterolemia Familiare, associata ad un difetto

....

...

to

Radici di ginseng

Queste leggende testimoniano come la radice di ginseng ricordi una figura antropomorfa. Non stupisce, dunque, il normale, seppur erroneo, accostamento alla mandragora che è stato fatto nel corso dei secoli. Bisognarà attendere i testi cinesi del XII-XIII sec. per vedere le due piante distinte l’una dall’altra. Il ginseng, quindi, inizia ad essere usato con altri ingredienti e per aromatizzare bevande, quali il vino e il caffè. Una pausa più dolce di questa non potrebbe esserci.

a carico dei geni che regolano il recettore per le LDL, dovrà probabilmente ricorrere alle Statine. Statine naturali sono i fitosteroli(1) contenuti in oli vegetali, integratori e alimenti funzionali. Ricordo che il valore di colesterolemia totale deve essere inferiore a 200 mg/dl mentre il rapporto colesterolo totale/HDL (colesterolo “buono”) non superiore a 5 per gli uomini e a 4,5 per le donne. Una curiosità: l’albume dell’uovo rispetto al tuorlo è quasi completamente privo di colesterolo quindi via libera a frittatone bianche! Fitosteroli: steroli che si trovano nelle piante con struttura analoga a quella del colesterolo (1)

*Biologa Nutrizionista


STORIE

il Segno - giugno 2015

IL RACCONTO DEL MESE

BREVE RIASSUNTO DELLA PUNTATA PRECEDENTE Ginetto è un ragazzino di 16 anni che passa le sue giornate pascolando pecore. La sua famiglia non naviga in buone acque, con un padre spesso ubriaco e il cibo che scarseggia. Vista la situazione, decide di lasciare il paese insieme al cugino più grande alla ricerca di un lavoro migliore. Così si avventurano in un viaggio che li conduce nella lontana Svizzera. Nei pressi di un caseggiato rosso, il cugino dice a Ginetto che dal giorno seguente dovrà iniziare un lavoro, portare al pascolo i vitelli, avvertendolo però di non parlare mai con nessuno.

Q

uella notte Ginetto dormì su un magnifico letto con materazzo di lana in una stanzuccia tutta per lui posta in fondo alla stalla, con una finestrella verde con doppi vetri ed una tendina di Noga bianca inamidata. E fu così che Ginetto si fece quasi svizzero. Veramente fu un poco più complicato perchè dovette imparare tante cose nuove e strane. Come quella di non far allattare i vitelli dalle madri perchè altrimenti nessuno avrebbe mai saputo quanto latte avrebbero succhiato. Ed allora Ginetto imparò ad immergere la sua mano nel secchio graduato del latte facendo sporgere, appena appena, la punta del dito medio al quale il vitellino, ingannato, si attaccava succhiando oltre il dito anche il latte. E la sera, al rientro dopo il pascolo, doveva fissare le code di tutte le bestie a delle cordicelle che scorrevano lungo un filo d’acciaio in alto teso da un capo all’altro della stalla. E tutte quelle code rizzate in alto gli sembravano tanti schioppi di cacciatori pronti al tiro.

E

poi il cugino maggiore pretendeva che Ginetto tutte le mattine andasse quatto quatto al pollaio, prelevasse due belle uova fresche e gliele portasse di corsa. Senza quelle uova il cugino maggiore non poteva iniziare la giornata di lavoro. Ma un giorno Gino si fece cogliere da una struggente nostalgia per il suo paese e le sue pecorelle. E si ammalò gravemente. Il cugino maggiore gli disse che al proprietario un guardiano delle bestie ammalato e per giunta straniero non gli serviva a niente e che se ne ritornasse da dove era venuto perchè ormai lo aveva sfamato abbastanza. Gino si sentì come buttato nella spazzatura. Raccattò le sue cose, i pochi soldi che aveva risparmiato e si recò alla stazione dei treni dove, approfittando di un carico di tronchi di pino già stivati sui vagoni merci, vi si nascose, e circondato dal profumo della resina, e pungolato dagli aghi che quà e là sporgevano dai rametti rimasti sui tronchi tagliati,attese la partenza del treno.

Ginetto e la Svizzera/2

All’alba, dopo un lungo fischio ed uno sbuffo di vapore bianchissimo, il treno si mosse allontanandosi velocemente. Circondato dai tronchi degli alberi ed al ritmo delle ruote, dopo alcuni giorni arrivò in una piccola stazione da dove con una corriera giunse al paese. Nessuno lo riconobbe, nessuno gli chiese chi fosse. E Gino, passando per quelle stradette, si rese conto di quanto era cresciuto di statura: ormai sfiorava con la testa l’intradosso degli archi che mano a mano incrociava lungo quella via, un tampo tanto più grande di lui, quando vi passava con le sue pecorelle. Era giorno fatto e i prati erano ancora verdi e cristallini: il panorama non sembrava molto cambiato. Ma una cosa lo colpì: la mancanza della grande quercia al centro della piazza. Al suo posto vi era un piccolo monumento in pietra con una targhetta: La quercia qui cresciuta per molti anni fu tagliata e donata, vista la sua mole e la sua antichità, al museo naturalistico della Città. L’Amministrazione consapevolmente pose. Non vedeva più pecore in giro, nemmeno in quei campi che gli apparivano immersi in una specie di caligine grigiastra. Allora si avviò verso un boschetto che gli sembrò essere rimasto il più familiare; notò una grossa pietra e vi sedette sopra. Strappò un rametto dall’albero più vicino e ripensando alle bestie con le code in alto, al suo dito immerso nel latte, alle due uova per il suo cugino maggiore, si addormentò tranquillamente.

L

o ritrovarono molti giorni dopo quasi per caso: sembrava ancora addormentato. Fu tumulato nel cimitero di un altro paese sotto un albero dal tronco contorto. Nessuno lo conosceva e così sul cartiglio di legno fissato su una rozza croce di ferro accanto alla data presunta della morte scrissero: sconosciuto. 2/Fine

Una biblioteca nel labirinto del minotauro

21

di Francesca Torino Nella campagna di Fontannellato, vicino Parma, su sette ettari di terreno, si estende il labirinto più grande del mondo, che racchiude al suo interno una biblioteca. L’idea di questo interessante e curioso progetto, che è aperto al pubblico dal 28 maggio, è stata di Franco Maria Ricci, editore dell’omonima casa editrice di arte e di libri, aiutato dagli architetti Pier Carlo Bontempi e Davide Dutto. Frutto di una promessa fatta anni fa all’amico e scrittore argentino Jorge Luis Borges, e di una forte passione per l’arte, la cultura orientale, la tipografia e la grafica. Il labirinto, detto della Masone, è stato realizzato usando canne di bambù di diverse specie al posto del bosso, vegetale tipico nella costruzione dei dedali ma dalla crescita molto lenta. La pianta è a forma di stella e ricorda quella dei fortini, mentre vista dall’alto rimanda ai labirinti delle ville imperiali romane. Sui suoi cinquemila metri quadrati di spazio è distribuita l’intera collezione di arte di Ricci, che costituisce la ricca biblioteca del complesso. Moltissimi i volumi di storia dell’arte (se ne contano circa 15 mila) e i libri curati dall’editore stesso, e centinaia le opere artistiche esposte che vanno dal Cinquecento al Novecento. Importantissima è anche la collezione dei più illustri tipografi e grafici della storia dell’editoria, tra i quali figura Giambattista Bodoni, considerato da Ricci un maestro. L’apertura del labirinto e della sua biblioteca è stata inaugurata da una mostra artistica, “Arte e follia”, curata da Vittorio Sgarbi e aperta fino al 31 ottobre, nella quale saranno esposte quarantacinque opere di Antonio Ligabue e trenta di Pietro Ghizzardi. Un luogo, dunque, nel quale è possibile respirare aria buona passeggiando nel dedalo fatto di canne di bambù, evocante l’Oriente e la sua mitologia fatta di principesse giapponesi e racconti di Marco Polo. Un luogo, anche, dove poter riflettere sulle nostre perplessità, su ciò che ci circonda; e dove ci si può perdere per poi ritrovarsi grazie al filo rosso di Arianna, che è la letteratura, l’arte, la cultura. Per alcuni un mostruoso minotauro, per altri la Bellezza.


22

Il ritorno di Jurassic Spunti di cinema

di Camilla Lombardozzi Nel Luglio del 2014 scrissi un articolo proprio sul Segno, in cui riportavo una notizia riguardante Steven Spielberg (regista e vincitore di ben quattro premi Oscar), il quale aveva suscitato grande sdegno, in quanto sul web era circolata una fotografia che lo ritraeva accanto ad un animale morto, la bestiola in questione era un triceratopo, più nello specifico un robot di dinosauro. La fotografia tratta dal set di Jurassic Park, venne Spielberg postata da Jay Branscomb, un umorista, che per gioco aveva inserito una breve didascalia: “La vergognosa foto di un cacciatore accanto alla sua preda!”. L’intento era quello di far divertire il web, tuttavia i furboni che lessero con attenzione solo la didascalia e non guardarono la fotografia lo ricoprirono di insulti, chiamandolo addirittura assassino. Ebbene, a distanza di un anno torniamo a parlare di Spielberg, l’11 giugno, infatti, è uscito nelle sale cinematografiche italiane Jurassic World, quarto capitolo della saga Jurassic Park, ispirata all’omonimo romanzo di Michael Crichton. Sono passati 22 anni e Isla Nublar si popola nuovamente; la lussureggiante isola ospiterà finalmente, come John Hammond aveva a suo tempo progettato, un parco per famiglie a tema dinosauri: la notorietà del parco inizia però presto a diminuire, così come le sue visite. Per risolvere il problema, i proprietari decidono di aprire una nuova, grandiosa attrazione. Ma, l’imprevisto è in agguato… La pellicola, distribuita dalla Universal Pictures, è diretta dal regista Colin Trevorrow, mentre Spielberg che lanciò il capitolo iniziale “Jurassic Park” nel lontano 1993 veste i panni del produttore esecutivo. Il cast è del tutto rinnovato, troviamo infatti: Chris Pratt, Bryce Dallas Howard, Omar Sy,Vincent D'Onofrio, Jake Johnson e Judy Greer. Grande assente Sam Neill che aveva interpretato il professore Alan Grant nelle precedenti pellicole. Nonostante la sua mancanza si senti, il film già dal trailer sprigiona adrenalina, azione e spettacolarità ovunque. Pronti per rivivere la magia?

VAGABONDANDO

In giro per musei...

il Segno - giugno 2015

MAXXI di Roma

I tanti volti del cibo per capire i volti del mondo di Francesca Torino In concomitanza con il discutissimo Expo di Milano, il Maxxi (Museo nazionale delle Arti del XXI secolo) di Roma presenta una mostra sul cibo. Dal 28 maggio all’8 novembre, infatti, il primo e secondo livello del museo ospitano “Food: dal cucchiaio al mondo”. Scopo dell’esposizione è quella di fondere cibo e arte in un unico grande contenitore, che racchiude in sé dal problema della fame del mondo e dei cambiamenti climatici, alle nuove forme di design legate alla fruizione del cibo, ai programmi televisivi sulla cucina. Dunque, una mostra aperta a diversi punti di vista. Infatti, questa è suddivisa in sei sezioni tematiche, in ognuna delle quali viene affrontato un aspetto inerente il nostro modo di percepire il cibo e lo spazio ad esso connesso. Queste sono: corpo, casa, strada, città, paesaggio e mondo. Nella prima sezione viene

analizzato il rapporto tra uomo e food, attraverso una serie di fotografie sulle ultime cene di alcuni detenuti condannati a morte (interessante notare come alcuni alimenti, quali la coda di astice e la tradizionale apple pie, ricorrano in diversi ultimi piatti), oppure sui pasti degli astronauti o sui luoghi atti alla religiosa preparazione del tè. La seconda è dedicata all’ambito domestico e familiare, all’introduzione nelle prime cucine moderne di alcuni elettrodomestici – oggi imprescindibili – come il frigorifero; all’uso delle cosiddette “cucine collettive” (Kommunalka) in alcuni Paesi europei dell’Est; alla cucina intesa come nuovo spazio architettonico. Nella terza e nella quarta vengono considerate la strada e la città come aree di vendita dei cibi, consu-

mati – ad esempio – stando seduti sui carretti dello streetfood oppure all’interno di ristoranti e mercati, definiti nel contesto urbano grazie alla loro struttura architettonica. Infine, le ultime sezioni affrontano tematiche inerenti l’eco-sostenibilità e la tutela del paesaggio. Dal 28 maggio all’8 novembre 2015 Maxxi, Museo nazionale delle Arti del XXI secolo Via Guido Reni 4

La Società Atletica Rocca di Papa di corsa alla Classica di Cortina Lo scorso 31 maggio si è svolta la 16ma edizione della classica Cortina-Dobbiaco Run, una corsa di 30 km tra il verde delle Dolomiti. Vi hanno partecipato anche 4 atleti della Società Atletica Rocca di Papa: Graziella Diara, Vladimiro Gentilini, Amerigo Casciotti (new entry dell’associazione, a cui vanno i nostri complimenti) e Claudio Acciari. Per tre di loro è stata una conferma vista la loro presenza anche nella passata edizione e anche quest’anno si sono distinti per impegno e simpatia. L’appuntamento è all’anno prossimo!

Gli atleti roccheggiani sulle Dolomiti


il Segno - giugno 2015 di Annarita Rossi Truppe silenziose al servizio degli eserciti, una sorta di soldati non umani, arruolatisi non di certo volontariamente. Cavalli, muli, asini, cani, gatti, elefanti, delfini e ancora, scimmie e parrocchetti, piccioni e colombi, maiali e buoi; un esercito meno conosciuto e mai documentato se non per caso, tra tutti quelli che si sono battuti dai tempi più antichi, nelle battaglie dei Greci e dei Romani, citando la vittoria di Pirro che utilizzò un’arma segreta, ossia gli elefanti, in una storia che si ripete dove alcuni protagonisti vengono tuttavia poco ricordati. Vittime nascoste, ignare di dover andare proprio in prima linea e il più delle volte poi morire. Nel documentario “Animali nella Grande Guerra” trasmesso lo scorso 25 maggio su Rai Uno, Folco Quilici ha voluto raccontare attraverso inedite immagini di repertorio, filmati, lettere e diari, tutti quegli animali, eroi al fronte della Grande Guerra e far riconoscere finalmente il loro ruolo determinante nel conflitto bellico. Animali utilizzati come messaggeri, compito di piccioni e colombi; per trasportare rifornimenti

La vita nei modi di dire

TEMI D’OGGI

Anche gli animali in guerra

anche molto pesanti come i cannoni smontati, è il caso dei cavalli affiancati in quella guerra dai muli degli alpini e dai buoi; per condividere nel quotidiano le difficoltà dei soldati c’erano i cani che venivano addestrati per soccorrere e trasportare i feriti e per sorvegliare il nemico e che spesso però venivano abbandonati a se stessi durante gli spostamenti mentre i gatti avevano il compito di liberare le trincee dai ratti ma soprattutto di fare da sentinelle per la presenza di micidiali gas nervini. In tempi più recenti sulla terraferma, i cani vengono usati come guardie del corpo e rilevatori di bombe, mentre piccioni e parrocchetti sono utilizzati dai marines come dispositivi di rilevamento preventivo di sostanze chimiche dannose. Nei mari invece, il Governo degli Stati Uniti, impiega i delfini in opera-

di Enea Trinca

Un politico disse: Io mi sono fatto da me! Ma siccome era la prima volta, non mi sono venuto bene. Ricordati della carestia quando c’è l’abbondanza e della povertà nei giorni della ricchezza.

Ci sono dei giorni in cui, con mia moglie, vorrei essere come Beethoven: sordo.

Quando si è ciechi alle bellezze della natura si perde metà del piacere di vivere.

L’unica differenza tra me e un pazzo è... che io non sono pazzo.

Certe persone non dovremmo trattarle come sono... valgono meno.

Prima di giudicare gli altri getta un colpo d’occhio alla tua immagine nello specchio.

Chi deve “avere” ha più memoria di chi deve “dare”.

il T o c c o

di Ermanno Gatta

23

di zioni di guerra. Il loro addestramento è crudele, infatti per far loro ricercare le mine, gli viene arrotolato intorno sul muso un pezzo di velcro che impedisce di aprire la bocca e catturare i pesci, tenendoli così a digiuno e costringendoli a compiere la ricerca. Soltanto quando un segnale metallico li richiamerà, ai delfini che torneranno alla base verrà tolto il dispositivo e consegnato del cibo. Pecore, capre, topi, maiali, porcellini d’India, scimmie, cani e gatti sono usati ancora oggi per misurare il potere mortale di armi chimiche e batteriologiche, come pure l’efficacia dei loro antidoti. Sempre negli Stati Uniti, le scimmie vengono legate ad un simulatore di un aereo e sottoposte ad un duro addestramento condizionante al fine di far azionare la leva che lo manovra ma la sofferenza non è finita in quanto l’esperimento prevede anche l’utilizzo su questi animali di dosi letali di droga, gas velenosi e radiazioni. Durante un conflitto, sia gli animali da compagnia che quelli d’allevamento vengono spesso abbandonati, lasciati morire di fame all’interno di recinzioni oppure a vagare per le strade alla ricerca di rifiuti. Infine negli ultimi anni abbiamo visto la terrificante condizione degli animali intrappolati negli zoo in tutti quegli Stati dilaniati dalle guerre. Ancora una volta, pertanto, ci si trova purtroppo di fronte a quei diritti negati dove coloro che non hanno voce non possono opporsi alla crudeltà tutta umana.

Pillole ECONOMIA di Mauro Artibani

Credito e capitale

A sette anni, quasi otto, dall’inizio della crisi chi governa il processo economico? Bella domanda! Sintetica e congiante una bella risposta: chi, con quel che fa, ha generato ricchezza per tutti! Beh, diamo un’occhiata allora a cosa ci propone la storia della generazione di questa ricchezza. Per buona parte del ‘900 hanno battagliato quelli del capitale e quelli del lavoro: Noi più di Voi. No! Noi più di Voi. Un gran polverone e botte da orbi. Tolta la polvere, sedati gli animi, vincono per ko tecnico quelli del Capitale. Eggià, producevano merci, vendute generavano ricchezza, con stipendi e salari la distribuivano; creavano occupazione e davano pure ristoro ai bisogni della gente: chi poteva fare di più? Loro si fanno Comandanti del Capitalismo, insomma, agli altri tocca obbedire! Fin quando i redditi da lavoro diventano insufficienti ad acquistare tutte le loro merci. Porc… a quel punto quelle merci invendute si svalutano bruciando ricchezza. Così arrivano i nostri, quelli del Credito. Hanno denaro, lo prestano. Preso in prestito, surroga quel reddito insufficiente per fare la spesa e ri-creare tanta, ma tanta nuova ricchezza. Tutto questo, quelli che sanno, lo chiamano ossimoro: creare ricchezza con il debito! Ma tant’è, si fa! Per cotanto fatto quei tizi reclamano il comando del Capitalismo. I Produttori, ringraziano poi abdicano. Si va così dal capitalismo dei produttori a quello dei finanziatori a passo di carica. Poi, carica debito oggi, carica debito domani… fin quando troppo in alto sale a allor cade sovente precipitevolissimevolmente! I prestiti delle Banche, incagliati per 180 miliardi di euro, difficilmente torneranno in cassa per essere ri-prestati. Vuol dire che si chiudono i rubinetti del liquido finanziario e la ricchezza immiserisce. Sì. E vuol dire pure che quei tizi, prestatori di prima istanza, hanno fallito.


il Segno dei tempi

nei disegni del Maestro Franco Carfagna Su questo numero presentiamo il Comune di Rocca di Papa! Molti di voi staranno pensando all’attuale sede di corso della Costituente, oppure a quella che si trovava nell’ex scuola media (un po’ più su dell’attuale municipio), o dove oggi ci sono le scuole elementari, o ancora all’ex sede di viale Enrico Ferri, oggi destinata alla Asl e ad alcune attività culturali. Nel disegno, invece, il maestro Carfagna ci “parla” di un’altra sede comunale che probabilmente fu anche il primo municipio di Rocca di Papa, come ci confermano molti anziani e la stessa proprietaria dell’immobile, la signora Augusta, la cui famiglia ne è in possesso da qualche secolo. Ma dove si trova questo luogo? Passando per piazza Garibaldi, si prende via Leonida Montanari (dove c’è il nuovo comando dei vigili) e poi via Augusto Giovanazzi. Uscendo da questa strada, a sinistra si trova l’edificio in questione. Ma si può passare anche da piazza Valeriano Gatta

La sede comunale... degli avi Bavaresi

Ultima pagina

il Segno - giugno 2015

(il Carpino), prendendo in salita via della Cava: in questo caso lo si incontra sulla destra. Infine, ci si può arrivare anche dai Campi d’Annibale, passando per via dell’Osservatorio, piazza del Crocifisso, fino a incrociare in discesa via della Cava (ex corso principale di Rocca di Papa di cui ci siamo già occupati). Insomma, da ogni quartiere roccheggiano si può facilmente arrivare a quello che possiamo chiamare (seppur impropriamente): il Comune dei bavaresi (ricordando la mescolanza di culture che diede origine alla nostra cittadina). Nel corso degli anni poche sono state le modifiche apportate all’edificio, come testimoniano sia il portone d’ingresso, sia la finestra in alto realizzata con legno di castagno. Un’altra caratteristica da notare nel disegno, è che sulla facciata si trova una porta con la pensilina che, fino a 30 anni fa, presentava ancora la porta di castagno che si apriva sull’aula consiliare di allora (come ricordano molti anziani del luogo). E forse proprio in quest’aula si presero alcune decisioni tra le più importanti di Rocca di Papa.

Lettere, Proposte, Proteste e Reclami ilpiccolosegno@libero.it - www.ilsegnoroccadipapa.blogspot.it

Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico

LEGGO DA SEMPRE IL SEGNO E VI DICO: ANDATE AVANTI! Caro direttore, seguendoti ormai da tanto tempo apprezzo molto il vostro modo di parlare del nostro paese, sempre con

franchezza e chiarezza dicendo le cose come stanno. Il Segno dà voce a tutti i cittadini e soprattutto mette in evidenza le tante cose che proprio non vanno. La nostra bella Rocca, quella che abbiamo vis-

non solo fili

merceria

di Luana

In attesa dei saldi

sconti

eccezionali su tutta la merce Euforia

Rocca di Papa, Corso Costituente 40

suto da giovani, ormai non c’è più ma il problema è che qui sembra andare sempre peggio. L’unica cosa che funziona sono le tasse da pagare, ogni anno aumentano e non si sa più come pagarle, ci stanno trasformando

in cittadini poveri. Caro direttore, andate avanti così e non vi fermate. Continuate a farci sapere come stanno realmente le cose in questo paese. Mail firmata

RTC SHOP di Daniele Romano

PREVENTIVI GRATUITI

TELEFONIA COMPUTER VIDEOGIOCHI SCUOLA e UFFICIO

Assistenza Tecnica e Fornitura Ricambi

su Telefonia/Tablet e Computer - Acquisti online VENDITA DI GIOCATTOLI su prenotazione Via Focicchia, 15 - Rocca di Papa Tel.Fax 06.94.96.943 Cell. 347.07.23.517 www.rtcshop.it - info@rtcshop.it


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.