Il Segno giugno 2014 - II

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Il paese Multe quindicinale indipendente

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Anno XIII, n. 12 - 16/30 giugno 2014

Ormai il Bilancio comunale regge grazie ai verbali

La nostra inchiesta cerca di fare piena luce sulle sanzioni regolate dal codice della strada, un vero e proprio “sistema” da cui ormai dipende anche il già disastrato bilancio comunale. E intanto i cittadini subiscono centinaia di multe e verbali, soprattutto da quell’apparecchio infernale che si chiama autovelox. L’amministrazione paga una società esterna mentre la macchinetta acquistata dal comune nel 2007 è ferma da anni.

Alle pagine 10 e 11

delle

Comandante Onesti Uff. Lavori Pubblici

Inquiete presenze

A pagina 5

Il ruolo di un giornale

A pagina 9

sarà oggetto di studio e delle relative decisioni; nei casi più difficili si informerà correttamente la pubblica opinione specificando l’iter tecnico o finanziario che si intende seguire. Proprio come accade al telespettatore di Report della Gabanelli o trasmissioni d’inchiesta simili, si aspetta che dal giorno dopo chi deve farlo si attiverà sui casi denunciati. Invece passa il tempo e il lettore o telespettatore deve prendere atto che la maggioranza di quelle denunce non ottiene alcun effetto pratico, che si continua imperterriti a viaggiare come su una macchina difettosa che, se non va in officina, è destinata alla rottamazione. La nostra “macchina paese” non è stata ancora affidata al meccanico giusto.

Segue a pagina 13

Domande in Parlamento

LA LETTERA

“Il mio amore per il nostro centro storico”

Tralicci radio tv e Consiglio di Stato A pagina 8

A pagina 12

UN’IMPORTANTE SENTENZA - A pagina 4

CARTOLIBRERIA IlCruciverba UN LIBRO IL REGALO più ES

T IGIO

PR

di Sergio Rasetti Il Segno informa, segnala, sottolinea, denuncia, chiede interventi, sollecita il rispetto di leggi nazionali e regolamenti locali; chiede come si spendono i soldi pubblici, la verità sulle opere pubbliche lasciate a metà, perché il territorio comunale non è tenuto sotto stretto controllo e cento altre cose di pubblico interesse. Il lettore, poco pratico dell’uso abituale che i responsabili pubblici (politici e tutti gli altri) fanno di queste richieste e denunce, immagina che presto succederà qualche cosa: un problema sarà risolto, l’altro

Terribili certezze

Collegio revisori

Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai. Bertrand Russell

SO

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“ il Segno ...quello che gli altri non scrivono...

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ATTUALITÀ

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il Segno 16/30 giugno 2014

Trentasei anni fa l’Italia venne scossa dal rapimento di Aldo Moro

L’exbrigatistaRaffaeleFiore rilancia lapistadelle“troppe forze in campo”

di Camilla Lombardozzi Era il 9 Maggio 1978 e in via Caetani a Roma, all’interno di un portabagagli di una Renault 4 rossa veniva ritrovato il corpo dello statista italiano Aldo Moro crivellato da undici colpi d’arma da fuoco e avvolto in una coperta. Furono i 55 giorni di prigionia tra i più terribili per la Capitale e per l’Italia stessa; i terroristi che organizzarono e presero parte all’agguato e che uccisero Moro, facevano parte delle Brigate Rosse. I componenti dell’organizzazione furono negli anni a venire arrestati, processati e condannati all’ergastolo, ma, uno di loro, recentemente, ha attirato la nostra curiosità; si tratta di Raffaele Fiore che in una intervista uscita il 18 giugno sul settimanale Oggi, ha raccontato nuovi retroscena riguardanti il 16 marzo 1978, giorno in cui Moro venne rapito in via Fani. Ecco alcune parti dell’intervista: “C’erano persone che non conoscevo, che non dipende-

il Segno

vano da noi e che erano altri a gestire. […] Non c’è stato un uso strumentale di altre forze; c’era una situazione per cui facendo qualcosa rischiavi, pur non volendo, di essere utile ad altri”. L’ex brigatista, condannato all’ergastolo nel 1983 e tornato in semilibertà nel 1997, rivela particolari anche sulla moto Honda presente il giorno

PICCOLO

REDAZIONE Patricia Antolovic, Mauro Artibani, Bruna Benelli, Federico De Angelis, organo quindicinale Giulia De Giorgi, Daniela Di Rosa, dell’associazione culturale Paola Gatta, Mauro Giovanelli, “Editoriale il Segno” Anna Giovanetti, Toshi Kameda, C.F. 92028150586 Marcello Loisi, P.IVA 12706861007 Camilla Lombardozzi, Registrazione Tribunale Loredana Massaro, di Velletri n. 5/02 Noga (Gabriele Novelli), del 19/02/2002 Massimo Onesti, Sergio Rasetti, Annarita Rossi, Paola Rufini, DIREZIONE Vincenzo Rufini, Via dei Monti, 24 - Rocca di Papa Maria Pia Santangeli, Luigi Serafini, Roberto Sinibaldi, Gennaro Spigola, DIRETTORE Sandro Tabellione, Alessia Tino, RESPONSABILE ilsognatore Andrea Sebastianelli

dell’agguato: “Né io, né gli altri compagni sappiamo nulla della moto, abbiamo avuto modo di parlarne e di riflettere… Non so se c’era, né chi erano i due a bordo, non facevano parte del commando dell’organizzazione”. Fiore, che non si è mai né dissociato, né pentito per i crimini commessi, esclamando: “Non avrebbe senso farlo ora, ILLUSTRAZIONI Franco Carfagna, Ermanno Gatta ilpiccolosegno@libero.it

Manoscritti e foto anche se non pubblicati non si restituiscono. Il contenuto degli articoli, dei servizi, le foto ed i loghi, rispecchia esclusivamente il pensiero degli artefici e non vincola mai in nessun modo il Segno, la direzione e la proprietà. Stampa: Il Torchio Arti Grafiche Via Sublacense, km 13,600 Subiaco (Rm) - Tel. 0774-822252

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Ringraziamo i nostri sostenitori e collaboratori: Mauro, Paola, Giulia, Toshi, Simone, Fiammetta&Giuseppe, Bruna, Silvia, Fabio, Anna, Roberto, Alessia, Cirillo, Willy, Roberto, Antonello, Ilaria, Renato, Jessica&Davide, Alessandro, Claudio, Alfredo, Enzo, Gabriele, Camilla, Vincenzo, Loredana, Anna, Angelo, Franco, Fabio, Francesca, Valentina, Francesco, Desiree, Daniele, Orofino, Emanuela, Annarita, Letizia, Luigi, Rosa, Federico, Alessandro, Mario, Diego&Pino, Alessandra, Mauro, Bruna, Enea, Ermanno, Paola&Alessia, Stefano, Renato, Omero, Italia, Luisa, Cristina, Bruno, Nadia, Ida, Rossana, Gianfranco, Patricia, Fabrizio, Maurizio, Gennaro, Patrizio, Giorgio, Gabriele, Gianluca, Enzo e Nicola.

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a quarant’anni di distanza”, torna dunque nuovamente sulla possibilità che Moro potesse essere salvato. Ecco le sue parole: “C’erano i presupposti per arrivare a una conclusione e noi abbiamo fatto diversi tentativi per uscire da quella campagna in modo meno cruento. C’era la volontà di liberare Moro e lo abbiamo fatto capire in tutti i modi. Se loro autonomamente avessero messo fuori, non il gruppo che avevamo chiesto, ma solo due compagni detenuti nonostante le loro gravi condizioni di salute, ci avrebbero spiazzato […] Noi siamo stati costretti a quella soluzione finale”. Infine, conclude con una frase che lascia tutti un po’ di stucco, proprio per la sua capacità di poter essere decifrata in tanti modi diversi: “ Volevamo solo il rilascio dei nostri compagni, poi abbiamo capito che non sarebbe stato facile portare avanti la battaglia… Che erano entrate troppe forze in campo”. È proprio il caso di dire: ai posteri l’ardua sentenza.

Grazie per i tanti attestati di solidarietà

Desidero ringraziare quanti, con lettere, mail, sms, via telefono e verbalmente, hanno voluto dimostrare la loro solidarietà al sottoscritto e all’intera redazione del Segno dopo i fatti accaduti lo scorso 8 giugno e ampiamente trattati sul numero scorso. Tali dimostrazioni di affetto e incitamento sono per noi linfa vitale per proseguire un percorso editoriale iniziato tredici anni fa. Andrea Sebastianelli


ATTUALITÀ Di ventennio in ventennio va in scena la solita replica

il Segno 16/30 giugno 2014

Corsi e ricorsi storici dei politici “quasi” identici

di Daniela Di Rosa Il giorno dopo le ultime elezioni (Europee), tra i vari messaggi che mi sono arrivati, tutti suppergiù pieni di sfottò per il mio appoggio pubblico al Movimento 5 stelle, o “carichi” di astio verso chi aveva “osato” mettersi contro il vincitore di turno, vincitore assoluto con il 41% di voti presi, uno in particolar modo mi ha fatto sorridere, e diceva: Oh, a ma’, ma perdi sempre a ‘ste elezioni? E so dieci anni… Ho riflettuto e mi sono accorta che la mia “preferenza” è sempre andata verso chi alla fine perde, o almeno non vince! È una storia che viene da lontano, una prassi diventata consuetudine, che mi porto dietro fin da piccola. Se leggevo “Cappuccetto rosso” tifavo per il lupo, in “ Biancaneve” era la matrigna cattiva, in “Cenerentola” la strega e via di seguito; odiavo Ulisse e l’Odissea e partecipavo con rabbia e dolore alla fine di Troia; Enea, vinto e in fuga, era il mio eroe. Nel corso degli anni questa mia inclinazione diventava sempre più evidente, non essendo mai stata attratta dai “vincenti” o al-

Berlusconi e Renzi

meno da quelli che la vulgata popolare metteva sul gradino più alto del podio, mai salita sul carro del vincitore, anzi, mi sono sempre tenuta orgogliosamente distante persino quando a vincere, magari contro ogni pronostico, era colui a cui andavano le mie simpatie. Ancora oggi, da adulta, provo un sottile piacere nello stare dall’altra parte della “barricata”! È un vantaggio? Uno svantaggio? Non lo so, è così! Ora, tutta questa storia di Renzi so già pressappoco come finirà: abbiamo davanti agli occhi un “ventennio” (appena finito) di storia politica e culturale berlusconiana… di qualunque cosa Berlusconi veniva accusato, per i suoi estimatori era falsa, dai primi miliardi caduti dal cielo, ai

mafiosi stallieri nelle sue ville, ai processi per corruzione, evasione, alle orge con minorenni, escort, crocefissi e cocaina... tutto falso! Ricordo le infinite discussioni: chi lo votava, non sentiva ragioni, lo difendeva di fronte a prove inconfutabili, se l’avessero ripreso mentre sgozzava un cagnolino, prendeva a calci una vecchietta, sniffava droga, sicuramente si trattava di un fotomontaggio. Oggi la sua “caduta” è per gli elettori fedelissimi, e per i politici senza futuro, un complotto planetario di tutto il mondo politico e industriale, in combutta con la magistratura italiana, semplicemente per distruggerlo! Questo il passato. Adesso passiamo al presente.

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3 Per fortuna Renzi sta ancora vivendo la “fase 1”, quella detta del “salvatore”. Anche qui, infinite discussioni: qualunque cosa negativa, piccola o grande che lo riguardi, è sicuramente falsa. Inutile portare prove, è falsa e basta… dagli appartamenti messi a sua disposizione da imprenditori e nobili fiorentini, alle denunce per abuso d’ufficio quand’era sindaco della città, dalla “cacciata” di chi dissente, alla “fiducia” che richiede spesso in Parlamento senza discutere, il capo è lui , alle leggi ad personam che si sta cucendo addosso, all’elemosina che fa con una mano e le tasse che ti aumenta con l’altra, all’immunità per i deputati che sta preparando insieme al leghista Calderoli, alla riforma della giustizia, fatta per legare le mani ai magistrati e aiutare l’amico Berlusconi! Che cosa mi aspetto per il futuro da uno come Renzi? Chissà, magari accuse di corruzione, di evasione, pettegolezzi su incontri clandestini e cene eleganti, strette di mano ai mafiosi e leggi per limitare la libertà di stampa, mi aspetto un altro “ventennio” di discussioni furibonde tra i pro e i contro, tra verità nascoste e rivelazioni eclatanti, tra miserie evidenti e miracoli evanescenti, bugie, complotti, esaltazioni e delusioni, con metà degli italiani con lui e l’altra metà contro di lui, tutto già visto… alle nuove generazioni tutto questo poteva essere evitato, mandandoli a casa tutti insieme, in una sola volta e provare a ricominciare!


“Un’antenna abusiva ricostruita necessita di concessione edilizia” AMBIENTE

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di Giulia De Giorgi Una recente sentenza del Consiglio di Stato, riguardante la sostituzione di un traliccio per trasmissioni radiofoniche avvenuto nel comune di Sesto Fiorentino, rappresenta un ottimo punto di ripartenza nella lotta alle antenne radio-tv di monte Cavo. Almeno dal punto di vista legale, perchè dall’altro punto di vista, quello della salute pubblica, nessuno sembra voler dare seguito al grido d’allarme levatosi in occasione del convegno svoltosi ormai più di un anno fa presso l’Università di Roma La Sapienza. Tornando quindi all’aspetto più propriamente legale, si tratta di un ripetitore, quello innalzato a Sesto Fiorentino, realizzato abusivamente alla fine degli anni Ottanta e la sentenza della Quinta Sezione del Consiglio di Stato ha confermato la correttezza del precedente rilievo del TAR laddove ha affermato che il fatto che la nuova antenna dovesse sostituire un preesistente impianto (abusivo, tanto da essere stato attinto da una precedente ordinanza demolitoria) non esimeva la società interessata dal munirsi dei titoli abilitativi all’uopo necessari, né avrebbe potuto mai integrare una ragione di rimessione in termini ai fini dell’accesso alla sanatoria edilizia. La demolizione di un’originaria opera e la sua sostituzione con un nuovo manufatto non escludono, infatti, la qualifica-

zione di quest’ultimo come nuovo intervento, soggetto alla necessità di un appropriato titolo abilitativo in aderenza alla disciplina in quel momento in vigore. La giurisprudenza di questo Consiglio ha infine già avuto modo di decidere, in coerenza con tali principi, che l’avvenuto crollo di un traliccio non toglie che per la sua ricostruzione sia necessario l’ulteriore rilascio di una concessione edilizia (C.d.S., VI, 5 ottobre 2001, n. 5253): e da tale precedente non sono state fornite ragioni per discostarsi (segnalazione del Prof. Avv. Enrico Michetti della sentenza del Consiglio di Stato Sez. V del 13.3.2014). Una sentenza che si applica perfettamente alla situazione di monte Cavo vetta e delle altre zone di Rocca di Papa che ospitano ripetitori radiotelevisivi, visto che in diverse occasioni, negli ultimi decenni, tali tralicci sono stati ricollocati, innalzati, risistemati sia per manutenzioni ordinarie che per avvenuti crolli. Quante volte abbiamo sentito dire, di fronte a grosse gru che smontavano e rimontavano parti di tralicci, gabbiotti, pannelli, ecc.: “Si tratta di lavori di ripristino”, oppure “Sono interventi di sostituzione di baracche vecchie”? Tantissime volte ed è strano che nessuno abbia mai avuto qualcosa da obiettare, a parte qualche tecnico illuminato come il nostro Valentino To-

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satti. Infine, ricordiamo che tale documento del Consiglio di Stato (che trovate sul nostro sito Internet: www.ilsegnoroccadipapa.blogspot.it), può essere allegato a sostegno di atti della Pubblica Amministrazione,

il Segno 16/30 giugno 2014

Uno dei tralicci di monte Cavo

pubblicato nei siti pubblici o privati citando ai fini legali la seguente formula: “pubblicato in Gazzetta Amministrativa della Reubblica Italiana domenica 6 aprile 2014 www.gazzettaamministrativa.it”.

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il Segno 16/30 giugno 2014

INDOVINA QUANTI SIAMO?

Al 31 marzo 2014 i residenti censiti nel Comune di Rocca di Papa erano 16.699 (maschi 8.228; femmine 8.471). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.307.*

ROCCA DI PAPA notizie, informazione, attualità

Clinica San Raffaele: 06-9428601 Comando Carabinieri: 06-94749007 Polizia Municipale: 06-94286134 Centralino Municipio: 06-942861 TAXI Mario: 346-3684911 06-9499151 (casa)

Dubbi sulle presenze di Onesti Nella burrasca l’ex comandante *dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

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NUMERI UTILI

Il consigliere Crestini ha presentato un’interrogazione al sindaco e all’assessore

di Andrea Sebastianelli “Prende lo stipendio ma non c’è mai”. Questa l’osservazione del consigliere di opposizione Emanuele Crestini, sull’operato del comandante della Polizia Locale di Rocca di Papa Patrizio Onesti, fatta nell’ultimo consiglio comunale. Crestini ha fatto qualche controllo, del resto è un consigliere comunale e ha specificamente questo compito. Ha così portato alla luce tutta una serie di “stranezze” che riguarderebbero Onesti, oltre a quelle già evidenziate relative all’incompatibilità del doppio ruolo di controllore e controllato per quanto riguarda il servizio autovelox. Servizio peraltro svolto anche da due figli dello stesso comandante, che lavorano proprio nello stesso ufficio del padre, ma alle dipendenze della ditta che Onesti padre dovrebbe controllare. Insomma un pasticcio con un inestricabile ed evidentissimo conflitto di interessi, che solo il sindaco si ostina a non vedere. Per quanto riguarda le nuove questioni emerse, risulta dalle carte che Onesti aveva l’incarico di comandante fino al 31 maggio 2014. Non si sa come, il 6 giugno però ha firmato un’ordinanza come comandante ancora in servizio a Rocca, mentre invece era tornato ad essere un semplice vigile urbano. Crestini ha fatto notare la contraddizione, ma l’amministrazione comunale non ha fatto nulla. Questa potrebbe essere solo una piccola stranezza, magari una svista. Ancora più strane, però, appaiono le dichiarazioni raccolte da Crestini nell’ambito degli uffici dei Vigili Urbani (ora Polizia Locale), e rivelate in consiglio comunale, che affer-

mano che Patrizio Onesti nessuno l’ha più visto già da metà maggio. La questione, a questo punto, prende i contorni di un giallo e Crestini si incuriosisce. Richiede i documenti che attestano la presenza in servizio del comandante e, sorpresa… nello statino delle presenze, o libro presenze del personale, sia cartaceo sia digitale, non è neanche riportato il nominativo del signor Patrizio Onesti. Crestini allora si rivolge al responsabile del personale del Comune di Rocca di Papa: vuole sapere come fanno a pagare uno stipendio a un dipendente se non sanno neanche quando è in servizio. La risposta del “responsabile” comunale, riferisce Crestini, è stata che “il capitano Onesti ha un trattamento delle presenze separato dagli altri colleghi di lavoro e tali presenze sono gestite personalmente e autonomamente dallo stesso Onesti.” Insomma, ancora una volta è il controllore di se stesso. Lo sconcerto a questo punto è totale e non si capisce proprio

come faccia il L’ex comandante Patrizio Onesti comandante Patrizio Onesti a prendere uno stipendiuccio netto di poco meno di 4.000 euro, nel mese di maggio, in queste condizioni. Per esempio, come gestisce le ferie, le assenze, i buoni pasto, i permessi? Se nessuno controlla, in sostanza potrebbe venire il del personale di Rocca di Papa sospetto che venga a lavorare la notte tocchi l’ingrato compito, chissà, di stampare qualquando ne ha voglia. improbabile foglio Per correre ai ripari (viene da che pensare) il solito responsabile presenze. del personale del comune di Il consigliere Crestini sulla viRocca di Papa ha assicurato a cenda ha inoltrato un’interroformale Crestini che gli avrebbe for- gazione nito il libro presenze di uso all’amministrazione comuesclusivo del capitano Onesti. nale, interpellando il sindaco e A noi, poveri mortali, viene in l’assessore alla Polizia Locale. mente il film “La banda degli Intanto il comandante Patrizio onesti”, dove Totò faceva parte Onesti a metà giugno è stato di uno spassoso trio che la trasferito al comune di Conotte stampava soldi. Non vor- lonna. Che abbia voluto camremmo che al “responsabile” biare aria?

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ROCCA DI PAPA

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il Segno 16-30 giugno 2014

Arriverà dalla capitale il nuovo comandantedellaPoliziaLocale? Si tratterebbe di Sergio Ierace, in forza al Corpo di Tor Bella Monaca

di Paola Gatta Sarebbe Sergio Ierace il nuovo comandante della Polizia Locale di Rocca di Papa. Ierace, attualmente in forza all’VIII Municipio di Roma, nel quiartiere non certo facile di Tor Bella Monaca, è considerato il braccio destro del comandante Antonio Di Maggio che in questa borgata capitolina è una vera e propria autorità. A fare il nome di Ierace è stato il consigliere Emanuele Crestini, che sull’argomento ha scritto al sindaco e all’assessore alla Polizia Locale. “Non si sa come sia stata individuata questa persona – sottolinea Crestini – non si sa perché non sia stato fatto un avviso pubblico, ma soprattutto ho proposto di valorizzare le professionalità interne al comando del corpo di Polizia Locale di Rocca di Papa, invece di andare a prendere una persona fuori”. Stando a Crestini, quindi, il sindaco sarebbe in procinto di nominare il nuovo comandante dei vigili urbani, dopo il trasferimento di Patrizio Onesti nel vicino comune di Colonna. “Non sono in discussione le capacità professionali di Sergio Ierace, che peraltro non conosco – precisa Crestini – ma i metodi da padre padrone che usa Boccia. L’amministrazione comunale gestisce la comunità cittadina e bisogna seguire le regole della trasparenza e del bene comune. Il sindaco invece ha un’impostazione proprietaria per cui decide lui senza coinvolgere nessuno e lascia al palo chi, nella Polizia Locale di Rocca di Papa, avrebbe tutte le qualità e l’esperienza per ricoprire questo incarico”. Sarà sicuramente come dice Crestini, ma di una cosa siamo convinti: Rocca di Papa ha bisogno di una figura forte e integerrima in grado di essere insensibile ai “richiami” dell’amministrazione comunale,

Questi cuccioli di due mesi cercano urgentemente casa

Taglia media Questi cagnolini (un incrocio lupetto-huskye e un incrocio simil-labrador), bellissimi e dolcissimi cercano casa. Hanno circa due mesi e mezzo e sono tutti maschietti. Faranno la gioia dei bambini! Cerca casa anche questa gattina, anche lei di quasi tre mesi. Per informazioni e adozioni potete scrivere: ilpiccolosegno@libero.it (cell.re 346-3079377). e di rendere quello della Polizia Locale un corpo autorevole e ben organizzato, un po’ come si era cominciato a vedere sotto la guida di Dario Nanni. Ricordiamo, infatti, che il comandante in carica a Rocca

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il Segno 16/30 giugno 2014

ROCCA DI PAPA

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La politica locale costa 200mila € ma nessun taglio viene approvato Solo Pizziconi, Crestini, Monia Lucatelli e Mario Gatta hanno rinunciato all’indennità

di Roberto Sinibaldi Emanuele Crestini, Simone Pizziconi, Monia Lucatelli e Mario Gatta hanno rinunciato alle loro indennità. Sono solo quattro i componenti del Consiglio comunale che da tempo hanno lasciato i loro gettoni di presenza nelle casse del Comune. Nell’ultimo Consiglio comunale, quello dell’11 giugno scorso, mentre l’assessore al bilancio illustrava le nuove tasse da pagare, come la Tasi e l’Imu, per cui sono previsti per il Comune introiti di milioni di euro, il consigliere Crestini ha riproposto ai consiglieri la rinuncia volontaria del gettone di presenza e delle indennità dei politici. Crestini aveva formulato questo appello già nel novembre del 2013, dando per primo l’esempio. “I costi della politica di Rocca di Papa sono valutabili in oltre 200mila euro l’anno – ha affermato Crestini in Consiglio comunale – dovremmo abbassarli tagliando le indennità.” L’assessore al bilancio Maurizio Querini stima i costi della politica del nostro comune intorno a “solo” 80mila euro l’anno. Questa la sua risposta. Poi nessuno ha preso la parola. Silenzio. Non una replica dai consiglieri, non dagli assessori, non dal sindaco. Tutti zitti. “In questo caso la forza dell’esempio è capovolta. L’at-

Santangeli lascia

Uno dei momenti del consiglio comunale del 29 agosto 2013

teggiamento prevalente è quello di tenersi i soldi. Quasi tutti parlano bene, quasi tutti razzolano male”, ha osservato Crestini, che aveva proposto di rinunciare alle indennità per almeno un anno. Nonostante fossimo a giugno, nell’aula consiliare è sceso il gelo.

Cambia il capogruppo Pd in consiglio

Sguardi assenti e qualche sorrisetto, niente di più. Ciò vuoldire che la politica la continueremo a pagare come sempre noi cittadini. Quanto, di preciso, non lo sappiamo, sembra comunque che siano soldi che in parte si potevano risparmiare.

Esponente politico del centrodestra

L’ultimo addio a Gianfranco Ponzo

Si è spento a 55 anni nella sua Vivaro

Gianfranco Ponzo, esponente di spicco del centrodestra storico roccheggiano, è venuto a mancare lo scorso 22 giugno nella sua frazione del Vivaro, dove era nato e viveva da sempre. Ponzo era stato anche consigliere comunale a Rocca di Papa e aveva ricoperto diversi incarichi tra cui quello di assessore durante la giunta guidata da Enrico Fondi, prima dell’avvento dell’altro Ponzo, Umberto.

Nel consiglio comunale dell’11 giugno scorso è stato formalizzato un passaggio che era nell’aria da parecchio tempo: Luca Santangeli, il capogruppo di “Uniti per Rocca di Papa”, sostanzialmente il gruppo del Partito democratico, si è dimesso ed è subentrato Roberto Barbante, ex assessore all’ambiente, dimessosi per conflitti tra il suo ruolo di vicesindaco e la sua attività privata di geometra. Santangeli, il più giovane del Consiglio, ha dichiarato che, per gli impegni del suo lavoro, ha preferito “lasciare spazio a chi potesse garantire una maggiore fluidità alle attività amministrative”. C’è da aggiungere che negli ultimi mesi il suo ruolo era apparso un po’ appannato e in più di qualche occasione le sue posizioni, assunte come capogruppo, erano state smentite da votazioni di segno opposto del suo stesso gruppo. Elementi che forse hanno contribuito a far assumere un ruolo più defilato al giovane consigliere. (L.S.)

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Collegio dei revisori, la vicenda del dietrofront arriva in Parlamento ROCCA DI PAPA

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Ricordate la vicenda del Collegio dei revisori contabili di Rocca di Papa che, nel giro di pochi giorni, mutò la sua opinione sui conti pubblici locali provocando le ire di diversi esponenti d’opposizione, tra cui il consigliere Danilo Romei? Ebbene, ora a fare chiarezza su quanto accaduto in quelle ore di aprile, che portarono a un cambio repentino di valutazione, facendo uscire di colpo il comune dalla dicitura “ente strutturalmente deficitario”, c’è un’interrogazione parlamentare urgente a risposta scritta presentata al ministro dell’interno il 20 giugno scorso dall’On. Gianfranco Sammarco, esponente di punta del Nuovo Centro Destra. “Dalla relazione dell’organo di revisione sul Rendiconto 2013 si legge nell’interrogazione- risulta che 5 dei 10 parametri indicati dal decreto del Ministro dell’interno 18 febbraio 2013, non risultano rispettati con la conseguenza che l’Ente si troverebbe formalmente in situazione di deficitarietà strutturale. In particolare nel corso dell’esercizio 2013 l’Ente, non riuscendo ad accertare tutte le entrate previste, non è stato in grado di mantenere nel proprio bilancio il Fondo svalutazione crediti nella misura indicata; di conseguenza al disavanzo di amministrazione dell’esercizio finanziario 2013 di € 267.374,89 l’Ente dovrà aggiungere l’importo di € Aurea Cash è certificata e autorizzata dalla Banca d’Italia - Iscriz. n. VIF 500369

1.329.403,18 del Fondo svalutazione crediti”. Dati estrapolati proprio dalla valutazione effettuata dai tre membri del Collegio, e datata 17 aprile, tanto che la stessa commissione consiliare, presieduta dal democratico Simone Pizziconi, pochi giorni prima del consiglio comunale del 30 aprile, all’unanimità si trovò costretta a bocciare tale proposta di bilancio provocando le ire dell’assessore Querini. In effetti, i tre dottori commercialisti ci erano andati giù pesante, rilevando tra l’altro “che lo scostamento fra le previsioni e le risultanze del rendiconto è rilevante: una serie considerevole di entrate non si sono realizzate e ciò sintomo che la capacità gestionale e soprattutto programmatoria dell’Ente non risulta sufficientemente incisiva”. Ma poi “nella notte del 29 Aprile -continua l’interrogazione dell’On. Sammarco- il collegio dei revisori del comune, congiuntamente con il responsabile del settore bilancio del medesimo Ente produceva al Presidente del Consiglio Comunale, al Sindaco, all’Assessore al Bilancio e al segretario comunale una lettera che di fatto smentiva la precedente relazione”. Quella che Il Segno definì un improvviso dietrofront. La richiesta di chiarimenti presentata dal NCD, però, va oltre, e mette in rilievo soprattutto un

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aspetto, il fatto cioè che tale “rettifica” (definita da Sammarco “irrituale”) “fosse firmata anche dal preposto funzionario del comune controllato”, cioè dalla responsabile del settore, Annarita D’Andrea, come a dire: è normale che una correzione di valutazione scritta da chi deve controllare i conti pubblici, venga firmata anche dall’ente? Ora il ministro Alfano dovrà rispondere dettagliatamente punto su punto, innanzitutto “se il comune abbia rispettato il disposto dell’articolo 242 e seguenti del Testo unico di cui al decreto legislativo n.267 del

il Segno 16/30 giugno 2014 Danilo Romei

2000”, se il Collegio dei revisori dei conti si sia attenuto al suo ruolo e alle norme vigenti e, infine, dovrà dare risposta all’ultima richiesta presente nell’interrogazione: “se non ritenga opportuno (il ministro, n.d.d.) demandare al Prefetto tutte le verifiche del caso che consentano di fare opportuna chiarezza sull’operato degli uffici dell’amministrazione comunale di Rocca di Papa e sulla reale situazione contabile del medesimo Ente”. Paola Gatta

Franco Del Nero & Maria Ferri, 50 anni di matrimonio il 5 luglio

A una mamma e un papà che festeggiano un anniversario davvero d’Oro, ringraziandoli per la meravigliosa famiglia che avete costruito e per averci insegnato, in tanti anni, cosa significa volersi bene. Vedervi insieme dopo 50 anni di matrimonio, ancora uniti e felici è per noi una grande gioia. Vi abbracciamo con particolare affetto in questa vostra festa che in fondo è anche un po’ la nostra.Tanti auguri dai figli, dalle nuore e dai nipoti a cui si aggiungono quelli dell’intera redazione del Segno.

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il Segno 16/30 giugno 2014

ROCCA DI PAPA

Doppio ruolo per l’architetto Alessandro Terribili

AncheaiLavori pubblici arrivano i “conflitti”

Ci risiamo! Ecco che scappa fuori un altro entrambi tecnici) la parcella della direzione conflitto di interessi piuttosto imbarazzante lavori. per l’amministrazione comunale. Questa La vicenda era stata portata alla luce dal volta si tratta di lavori pubblici. Nel 2009 consigliere Crestini, che pare l’unico che in il comune riceve un finanziamento dalla consiglio comunale legge qualche carta da Regione Lazio per realizzare dei micropar- cui i cittadini possano attingere. Nel nocheggi a Rocca di Papa. Il costo comples- vembre dell’anno scorso, infatti, aveva insivo dell’opera sfiora il milione di euro. Nel terrogato l’amministrazione per avere lumi settembre del 2010 viene approvato il pro- su quest’intreccio. Evidentemente ci deve getto definitivo e nel luglio 2011 una mo- essere stato un certo imbarazzo, visto che difica al progetto. la risposta, ci dice il consigliere, “è stata Alcuni parcheggi vengono realizzati in ma- data con mesi di ritardo, tra l’altro senza riniera molto soddisfacente, tanto che dalle spettare il regolamento del consiglio cocolonne di questo giornale elogiammo munale, e incompleta. Quello che appare quelli davanti al centro anziani dei Campi, ridicolo – aggiunge il consigliere – è che in provvisti anche di alcune piante rampicanti questa risposta l’amministrazione scrive che crescendo mimetizzeranno il cemento che li delimita. Altri ci sembrarono meno necessari, come quelli che stanno in fondo a via Palazzolo, a valle del quartiere dei Ribelli, sempre vuoti e fatti di cemento armato. Negli atti amministrativi che riguardano il progetto, l’elenco di tecnici incaricati recentemente si arricchisce della figura dell’architetto Alessandro Terribili. È un noto professionista che ha uno studio a Marino (insieme ad altri soci) e nell’ottobre del Lavori all’inizio di via S. Francesco d’Assisi 2011 il comune di Rocca di Papa affida a lui la direzione lavori dei mi- che l’assessore Fei ha seguito l’andamento croparcheggi. L’importo dell’incarico è di dei lavori per quanto di competenza. Ha seoltre 20.000 euro. Fin qui tutto bene. Lo guito l’andamento dei lavori? Forse, ma stesso architetto Terribili, nonostante que- non si è accorto del conflitto di interessi che sto incarico, dal 1° marzo 2013 diventa Re- coinvolge Terribili e l’amministrazione. Un sponsabile del settore lavori pubblici del conflitto non solo imbarazzante, ma che comune di Rocca di Papa. A maggio dello potrebbe configurare un illecito amministesso anno firma un atto amministrativo strativo e penale. Dopo il conflitto di inte(determinazione M 90 del 16 maggio 2013) ressi del sindaco, dell’ex vicesindaco, con il quale liquida a se stesso, ovvero allo dell’ex comandante dei vigili urbani, pare studio Dueti (le due “T” evidentemente proprio che per la Giunta Boccia questa sia stanno per le iniziali dei fratelli Terribili, la normalità”. (A.S.)

L’amministrazione sollecita l’arrivo di Acea nella gestione dell’acqua potabile Il sindaco di Rocca di Papa con lettera indirizzata alla società romana Acea, ha chiesto di giungere finalmente al subentro nella gestione dei servizi di approvvigionamento idrico e depurazione delle acque da parte di Acea Ato 2. L’occasione per chiedere il sollecito su una questione che dura da anni e che riguarda anche i comuni di

Rocca Canterano, Gerano, Canterano, Olevano Romano e Capranica Prenestina, è rappresentata dalla nomina del nuovo presidente Catia Tomasetti e dell’amministratore delegato Alberto Ierace. Nell’augurare un buon lavoro ai nuovi vertici societari, Boccia ha voluto sottolineare la necessità di fissare un tempestivo incontro per definire

un cronoprogramma degli atti da porre in essere per giungere a positiva conclusione della questione. “Il passaggio ad Acea Ato 2 -ha detto il primo cittadino roccheggiano- uniformerà il trattamento e le tariffe del servizio idrico integrato a quello romano, comportando una significativa diminuzione dei costi in bolletta”. (G.D.G.)

Dopo le ultime elezioni

9

Malgrado gli entusiasmi siamo alpuntodipartenza di Gennaro Spigola Parliamo dell’inaspettato risultato ottenuto dal Partito Democratico nelle votazioni europee grazie a mirabolanti promesse ed all’assegnazione degli 80 euro, che di fatto sono l’equivalente dei tagli apportati allo stato sociale e delle privatizzazioni, in totale continuità con le scelte politiche per addivenire al pareggio di bilancio con la modifica dell’articolo 81 della Costituzione, voluta dalle politiche liberiste imposte dall’Europa dei banchieri e dei padroni, non dal recupero dell’evasione fiscale (che ha raggiunto la sproporzionata cifra di 250 miliardi di euro), dalla tassazione delle rendite finanziarie, dai capitali approdati nei paradisi fiscali; capitali che vengono investiti in titoli di stato generando ulteriore debito pubblico per il quale lavoratori, pensionati e precari saranno chiamati a pagare tasse aggiuntive. Oltretutto gli 80 euro non sono stati assegnati ai pensionati ed ai meno abbienti e non possono essere considerati la panacea per risolvere il problema economico di una consistente parte della classe lavoratrice che da diversi anni non riesce ad avere il rinnovo del contratto nazionale (servirebbe una spinta più consistente da parte del sindacato possibilmente con lo sciopero generale per ottenere questo risultato). La consistente euforia generata dal responso elettorale comincia ad affievolirsi dopo che il governo delle grandi intese ha aperto la borsa di “Mary Poppins” dalla quale sono uscite le solite politiche antipopolari: • Jobs-act che di fatto lascerà le nuove generazioni precarie per i prossimi venti anni; • ulteriore aumento dell’età pensionabile trattenendo in servizio i lavoratori ed avendo come diretta conseguenza il blocco dell’occupazione giovanile e non; • privatizzazioni a tutto spiano: sanità, trasporti, scuola e acqua in barba alla scelta democratica dei cittadini che si erano espressi contro con il referendum. Declinando a livello regionale sul problema dei trasporti ci troviamo a riscontrare un paradosso economico che non trova nessuna possibile interpretazione razionale: intendo parlare dei “famosi” nove milioni di euro promessi (probabilmente solo annunciati) dalla Regione Lazio per il ripristino della funicolare non adducendo spiegazioni esaustive quale sarà la fonte economica dove poter attingere. Risorse economiche che potrebbero, anzi dovrebbero, essere utilizzate per avere un servizio di trasporto degno di questo nome, considerando che il CO.TRA.L. è l’unico vettore che collega Roma. Su questa tematica i cittadini, con l’utilizzo della raccolte delle firme, hanno segnalato alle istituzione locali e regionali le sistematiche inefficienze (che non vanno comunque ascritte agli operatori del settore) ed hanno continuamente richiesto un incontro con le istituzioni locali e regionali ed in modo particolare con l’assessore con delega ai trasporti, richiesta sistematicamente disattesa.


il Segno 16/30 giugno 2014

di Roberto Sinibaldi A marzo avevamo reso pubblico l’importo annuale delle multe nel Comune di Rocca di Papa, che solo nel 2013 avevano fruttato al Comune circa mezzo milione di euro. Ci era sembrata una discreta sommetta, soprattutto rispetto alle sempre esangui casse comunali. Ora apprendiamo dal Consigliere comunale di opposizione Emanuele Crestini, che ha fatto qualche approfondimento sul tema, che le somme sono ancora maggiori, addirittura enormi. Le tabelle seguenti danno un’idea dell’entità delle cifre in gioco, che negli ultimi 5 anni arrivano a un totale di oltre cinque milioni di euro. Milioni di euro prelevati direttamente dalle tasche dei cittadini. Si potrebbe dire che sono cittadini che hanno commesso un’infrazione, andavano a velocità maggiore di quella consentita. È vero. Ma nella stragrande maggioranza dei casi questi automobilisti hanno superato il limite di velocità di non oltre 10 chilometri. Insomma andavano a meno di 60 dove la velocità massima consentita era 50. Per esempio, nel 2013, su 4732 sanzioni per l’autovelox, 3577 riguardavano automezzi che avevano superato il limite previsto, di meno di 10 km/orari (come attestato dai documenti della Polizia Locale di Rocca di Papa). In tutto questo c’è da segnalare che un raffronto con i comuni vicini posiziona Rocca di Papa al primo posto tra quelli che prendono soldi dall’autovelox: per esempio a Frascati non si fanno multe con l’autovelox e Albano sembra che siano pochissime. Rocca di Papa ha invece addirittura un appalto con una ditta esterna che ci costa circa 10.000 euro al mese. In-

A P P R O F O N D I M E N T O

Della serie: come ti salvo un bilancio

L’autovelox! La macchinetta autovelox di proprietà mai entrata in funzione

somma più di 100.000 euro l’anno per fare le multe agli automobilisti, per gestire un servizio scarsamente proteso alla sicurezza: poca prevenzione e molta repressione. Ultimo dettaglio, il Comune risulta proprietario di un sistema di autovelox, non si capisce allora perché spenda

10.000 euro al mese per affittarne un altro. Un capitolo a parte riguarda le strisce blu. La sintesi delle tabelle seguenti è che le multe per il parcheggio irregolare sulle strisce blu non le paga quasi nessuno. Forse solo chi non ha santi in paradiso. Così si vede che nel 2009 il Co-

mune riscuote il 28% delle sanzioni elevate, mentre nel 2013 solo un misero 12% cento. Quello che il Comune dovrebbe incassare dal servizio dei parcheggi a pagamento, segue a pag. 11


AUTOVELOX e STRISCE BLU, ECCO I DATI VERBALI DEI PARCHEGGI A PAGAMENTO (Strisce blu)

n. verbali

multe elevate multe pagate % pagata

2009

2010

2011

2012

2013

€ 30.438

€ 25.536

€ 19.578

€ 14.469

€ 32.554

28%

24%

26%

22%

12%

801

672

€ 8.550

€ 6.080

502

371

€ 5.187

€ 3.120

734

€ 4.018

Dal 2009 al 2012 il TICKET PARCHEGGI A PAGAMENTO (Strisce blu) gestore del servizio è stata la società Anno 2009 2010 2011 2012 2013 Schiaffini Travel Spa. € 76.140 € 105.756 € 88.933 € 17.713 € 39.987 L'importo incassato incassato del 2009 è ridotto royalties 5% 5% 5% 5% 5% perché il servizio è cominciato ad aprile. versato 0 0 0 0 € 13.415 al comune L'importo incassato del 2012 è ridotto perché il servizio ha funzionato fino a marzo. Gli importi versati al Comune dai gestori del servizio per gli anni dal 2009 al 2012 sono zero euro. Nel 2013, con il cambio di gestore, il Comune percepisce il 5% di quanto versato dai cittadini. Questo significa che per ogni euro pagato dai cittadini per i parcheggi il Comune dovrebbe percepire 5 centesimi, non sarebbe più semplice e conveniente togliere le strisce blu e impiegare gli operatori in altri servizi?

Anno CDS

di cui per autovelox

IMPORTI SANZIONI PER IL CODICE DELLA STRADA (CDS)

2009

€ 1.481.850 € 655.236

segue da pag. 10

dato in gestione a società esterne, equivale al 5% delle somme riscosse. In altri termini si mette in moto un meccanismo complesso e costoso, per di più dalla dubbia efficacia, perché il Comune percepisca 5 centesimi per ogni euro pagato dagli automobilisti. Il dubbio che forse convenga

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2010

€ 1.100.571 € 398.844

2011

€ 1.044.888 € 427.799

farne a meno viene. Anche perché per anni il Comune non ha riscosso neanche questo misero 5%, visto che il gestore delle strisce blu (la società Schiaffini), dal 2009 al 2012, da quanto risulta dalle carte che sono state rese pubbliche dal Comune, grazie a una richie-

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2012

€ 878.711

€ 332.467

2013

€ 619.168

€ 256.125

sta del consigliere Crestini, non ha versato nulla alle casse comunali. Non abbiamo notizia di provvedimenti, lettere, prese di posizione del sindaco o di altri esponenti dell’amministrazione rispetto a questo omesso pagamento. Forse il fatto che la società

TOTALI

€ 5.125.188 € 2.070.471

Schiaffini deve prendere circa 1,5 milioni di euro dal Comune per il servizio di trasporto pubblico renderebbe vana, sul piano logico, l’eventuale richiesta del Comune. Rimane il fatto che sono sempre i cittadini che pagano. Roberto Sinibaldi

il Segno 15/30 giugno 2014

Anno

Come si compremnde da questa tabella, le multe evidentemente le pagano in pochi, dal 28% (dato del 2009) siamo arrivati a solo il 12% del 2013.

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“Amo il nostro bel centro storico esoffro nel vederlo abbandonato” ROCCA DI PAPA

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il Segno 16/30 giugno 2014

Le reliquie di San Pio al duomo dell’Assunta

la lettera

Sono una donna di 43 anni che abita nel centro storico di Rocca di Papa praticamente dalla nascita, con un’assenza di soli quattro anni per trasferimento. Ho avuto modo di vedere, mio malgrado, la trasformazione subita dal centro storico del paese nel corso di tutti questi anni. Sono stata testimone dell’abbassarsi delle serrande dei negozi, per non riaprirsi, del trasferimento degli uffici postali, del trasferimento di tutti i medici di famiglia in piazza della Repubblica e in ultimo, ma non di poca importanza, della chiusura della farmacia avvenuta pochi giorni fa. L’abbandono delle abitazioni del centro da parte dei roccheggiani ha sicuramente in-

Uno scorcio di via Gramsci

fluito notevolmente su questo degrado. Provo un profondo rammarico e tristezza quando esco, soprattutto la mattina, da casa e vedo piazza Garibaldi e via Gramsci praticamente deserte e mi chiedo, perché, pur avendo uno dei centri storici, più belli di tutti i Castelli Romani, per le sue vedute, per i suoi vicoli, per le sue abitazioni con i balconi fioriti, nessuno, negli anni, sia stato in grado di valorizzarlo, di incentivare il commercio, o comunque mantenere vivo quello esistente e soprattutto perché nessuno sia stato in grado di mantenere almeno i servizi fondamentali per coloro che ancora ci abitano. Mi auguro che chi di dovere

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Domenica 25 maggio il “Gruppo San Padre Pio” di Rocca di Papa ha organizzato nella Chiesa Santa Maria dell’Assunta l’ostensione per la venerazione delle reliquie di San Padre Pio di Pietralcina. Il popolo roccheggiano ha potuto quindi venerare, tra le altre reliquie, il crocifisso ed i guanti del Santo, ed una garza intrisa del Suo sangue. Tale iniziativa ha risvegliato nei cuori dei roccheggiani la fede, virtù di cui Padre Pio è stato e continua ad essere un testimone esemplare, infatti sono stati tantissimi i fedeli che hanno voluto rendere omaggio al frate. Un plauso e un ringraziamento al “Gruppo San Padre Pio” che con costante impegno e dedizione riesce a donare ai concittadini momenti di profonda spiritualità. Piazza Garibaldi

prenda coscienza presto della situazione e vi ponga rimedio. Fino ad oggi a nulla sono valse le 800 (ottocento) firme raccolte con la richiesta di ripristino dei servizi principali. Mi piacerebbe ricordare che

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Rocca di Papa non è solo Campi d’Annibale, piazza della Repubblica e le Vigne, Rocca di Papa è soprattutto il centro con tutta la sua storia e con tutta la sua bellezza. Francesca Botti

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il Segno 16/30 giugno 2014

ROCCA DI PAPA

Il ruolo di un giornale SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

È alimentata con un carburante sbagliato da chi avrebbe addirittura proibito di portare e leggere Il Segno dentro il Palazzo. Forse è per questo che le cose pubblicate non vengono prese in considerazione, se “politici e funzionari non sono informati” come possono provvedere? Il giovane politico che ha l’incarico di occuparsi del bilancio comunale sostiene che il nostro giornale sarebbe soltanto uno strumento politico anti amministrazione comunale. Il Segno non è contro o a favore di qualcuno. La sua linea editoriale, per quello che riguarda l’amministrazione cittadina, è di informare, con più correttezza possibile, i cittadini sulle decisioni assunte cercando di illuminare quelle zone d’ombra, spesso presenti nei provvedimenti, che altri giornali non pubblicano perché trovano più “comodo e conveniente” utilizzare “le veline” passate dagli uffici stampa. Il Segno lascia LA POLITICA (“Scienza o arte di governare un paese”) AI POLITICI che, quando sono soltanto POLITI-

CANTI (“Quelli che partecipano alla vita politica senza averne competenza”) combinano guai seri. Il fenomeno è sotto gli occhi di tutti a livello nazionale e in ambito locale. Il Segno denuncia il conflitto d’interessi (“Amministratore o dipendente pubblico che prende decisioni aventi valenza generale sotto il profilo formale, ma che procurano uno specifico vantaggio economico a imprese di cui è proprietario o di cui sono proprietari suoi familiari”) che costituisce il problema più grande da affrontare per liberare la macchina pubblica dai singoli o clan che possono influire sulle decisioni per convenienze personali. Il Segno ricorda ai lettori che una consapevolezza passiva non porta alle migliori soluzioni dei problemi. Alla consapevolezza bisogna aggiungere un moto di ribellione, iniziando un percorso di partecipazione nuova alla vita pubblica per toglierla di mano a chi ne ha approfittato o ha sbagliato drammaticamente. Sergio Rasetti

la lettera

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“A proposito di Monte Cavo e degli sport estremi con la bici”

Leggo sull’ultimo numero de “il piccolo Segno” l’articolo che è risultato per me rivelatore di una situazione che mi ha colpito particolarmente. In occasione della celebrazione delle “Feriae Latinae”, manifestazione organizzata sabato 14 giugno da diverse associazioni culturali dei comuni della zona dei Castellli, ho avuto occasione di percorrere in discesa, con i miei familiari tra cui alcuni bambini, diversi sentieri che portano dalla cima di Monte Cavo all’inizio della Via Sacra. Sono rimasto allibito per lo stato in cui questi sentieri sono stati ridotti dall’uso improprio fattone dai mountain bikisti, che li usano come piste di discesa per godere, evidentemente, del brivido dato dal rischio di scivolate e cadute anche rovinose. Il risultato è che sentieri, pensati per i pedoni, sono diventati delle piste sdrucciolevoli e pericolose. Immagino il loro stato in caso di pioggia. Mi domando e vi domando se deve essere permesso questo uso improprio e devastante dei sentieri nei boschi di Monte Cavo come anche, immagino, nel resto del Parco dei Castelli. In Val d’Aosta e nelle Dolomiti, dove si sono posti analoghi problemi, non è permesso di percorrere impunemente sentieri riservati agli escursionisti colle mountain bike. Esistono sentieri permessi alle bici ma la maggior parte dei sentieri sono riservati ai pedoni. Visto che abbiamo un Parco in cui è incluso Monte Cavo, anche se francamente la sua presenza e il suo impatto sul territorio sono così discreti che quasi non ci se ne accorge, penso che sarebbe opportuno arrivare ad un urgente chiarimento sui limiti e le modalità di uso dei sentieri. Ritengo che questi dovrebbero prioritariamente essere riservati alla loro destinazione originaria, che è quella di poterli percorrere a piedi in sicurezza, senza che il fondo venga devastato dalle ruote e senza correre il pericolo di essere investiti da kamikaze incoscienti. Cordiali saluti, Roberto Andreani


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ROCCA DI PAPA

il Segno 16/30 giugno 2014

La panetteria di Maurizio Botti nel ricordo di papà Mariano

Continua il nostro viaggio alla scoperta delle belle tradizioni roccheggiane

di Marcello Loisi Camminando nel cuore di Rocca di Papa, dalle prime luci dell’alba e fino all’inizio della mattinata, può capitare di sentire il buon profumo del pane che aleggia tra i vicoli del paese. Se percepite questa invitante fragranza, sappiate che probabilmente proviene dal forno di Maurizio Botti, proprietario della storica panetteria davanti al duomo. Chiedendo in giro, sembra che sia lì da sempre, con le sue pagnotte calde e il suo negozio un po’ vecchio stile. Lo abbiamo incontrato per conoscerlo meglio, e capire il senso di un lavoro artigianale così radicato e importante per tutti.

Maurizio Botti nel suo forno al duomo

Maurizio, com’è nato questo posto? “Mio padre, Mariano Botti, lo aprì nel ‘68, quando, dopo quindici anni di lavoro sotto padrone, decise di mettersi in proprio. Passato qualche anno, quando terminai la scuola, lo affiancai, imparando il mestiere che avrei praticato per tutta la vita”. Che tipo di forno utilizzi? “Prima della guerra a Rocca di Papa venivano impiegate le fascine, che sono state sostituite, nel tempo, dalla legna, che ho usato per diversi anni. Alcuni artigiani ancora usano le fascine, ma io ho preferito passare al forno a gas”.

Passeggiando nel centro storico, notiamo che, a parte te, di panettieri ce ne sono pochi. “Già, sono uno dei pochi rimasti qui. Anni fa, in zona, di forni se ne contavano almeno una decina. Poi hanno cominciato a chiudere. Credo che sia da attribuire al progressivo spopolamento del centro, ma c’è anche da dire che oggi sono pochi co-

loro che sono disposti ai sacrifici di questo mestiere”.

Ti riferisci agli orari di lavoro, immagino. “Sì, anche. I ritmi di un panettiere sono nettamente diversi da quelli di altri lavoratori. Io comincio a lavorare intorno alle 23:30 e ritorno a casa per l’ora di pranzo, dopodiché mi riposo. Si capisce come un impegno del genere sia totalizzante e comporti una serie di rinunce che non tutti sono pronti a fare”.

e l d Bosco a n i g e R

Oltre al pane, che tipo di prodotti offrite? “Prepariamo anche la pizza e alcuni RISTORANTE dolci, specialmente PIZZERIA in occasione delle ALBERGO festività, per esemRocca di Papa pio, il pangiallo e i biscotti al miele. Via Frascati, 175 LUGLIO Da tempo venTel. 06.9496302 diamo anche le all’APERTO ciambelle della sposa, dolce tipico Sabato 5 Luglio Cover RINO GAETANO roccheggiano. NOVITà Venerdì 18 Luglio Cover VASCO ROSSI Venerdì Sabato e Domenica Prima le donne preparavano le ciamSabato 19 Luglio Versione BETA belle a casa e poi Antipasto e... venivano da me per Venerdì 25 Luglio Brani inediti KANTINA Pizza No-Stop cuocerle. Dopo Menù da 15 € qualche tempo, solo 12 € però, ho preferito

Vogliamo rimanere qui, dove mio padre ha aperto questo forno e dove io ho imparato a lavorare. Vorremmo che questo paese investa di più sulla qualità della vita, che significa ristrutturare e ripopolare il centro storico

farle per conto mio. Per quanto riguarda il pane, invece, abbiamo quello casareccio, le ciriole, i panini all’olio e anche altri tipi. Tra i dolci preparo anche le ciambelle al vino e quelle all’uovo”.

In questi ultimi anni, come va l’attività? “A dire il vero, si fatica a rimanere aperti. Al banco si vende sempre di meno, ci sono sempre meno persone. Contiamo molto sulle consegne ai ristoranti e ai supermercati. Noi, comunque, resistiamo. Vogliamo rimanere qui, dove mio padre ha aperto questo forno e dove io ho imparato a lavorare. Vorremmo che questo paese investa di più sulla qualità della vita, che significa incentivare l’artigianato, le piccole imprese, ristrutturare e ripopolare il centro storico, promuovere iniziative che lo valorizzino. In tutto ciò, vogliamo fare la nostra parte”.


il Segno 16/30 giugno 2014

Cultura e

di Andrea Sebastianelli Da sempre le risorse idriche rappresentano, soprattutto per le comunità umane, il fattore determinante non solo dal punto di vista igienico-sanitario ma anche strategico. È stato così in ogni epoca storica, dagli inizi fino ai nostri giorni, basti pensare all’attuale situazione mediorientale. Nel suo piccolo, anche Rocca di Papa ha avuto la sua “guerra dell’acqua”, conclusasi con una vittoria dopo anni di richieste e animate discussioni. L’allora piccola comunità roccheggiana, composta di qualche centinaio di anime, si radunò nel punto in cui stava per sorgere finalmente la prima fontana pubblica del paese. Era il 1752 e l’evento (oggi dimenticato) merita invece di essere raccontato. La fontana è quella che ancora oggi si può ammirare in tutta la sua bellezza all’altezza del duomo, poco prima del corso principale del paese. La decisione di realizzare il fontanile in grado di portare l’acqua potabile nel cuore del villaggio, fu presa dopo anni di richieste al commestabile di Casa Colonna, proprietaria del feudo della Rocca. A firmare finalmente l’atto fu Fabrizio Colonna (che sarebbe morto solo tre anni più tardi), forse desideroso di essere ricordato per questo suo atto di alta magnanimità nei riguardi di questi strani ma tosti figuri locali i quali, a loro volta, tolleravano a malapena questo signorotto altolocato. Il patto, dicevamo, venne sancito tra Fabrizio Colonna e la comunità roccheggiana dopo che per decenni ogni richiesta era rimasta inascoltata. Infatti, il padre di Fabrizio, Filippo, morì nel 1714 senza donare a Rocca di Papa il suo bel fontanone. Filippo fece tanto per i preti mentre la comunità in genere ottenne ben poco. L’atto di Fabrizio, quindi, fu visto dai roccheggiani del tempo come una sorta di patto riparatore. Casa Colonna si impegnò a realizzare l’opera in pietra sperone, prevedendo due nasi laterali per la fuoriuscita dell’acqua che poi si raccoglieva nel vascone sottostante, ampio ed elegante. Le due bocchette sono un raro esempio di alto artigianato specializzato. Rappresentano il simbolo del paese, la torre merlata, con al centro il portale d’ingresso. Quel simbolo era l’orgoglio della comunità e venne preteso. Fabrizio Colonna cedette ma, in cambio, anche lui avanzò una pretesa: in un riquadro scolpito sulla pietra

Nel 1752 l’acqua arriva nel cuore del centro storico ... dintorni

doveva apparire il ringraziamento alla munificenza dei Colonna. I roccheggiani accettarono, rendendo verità al detto secondo cui bisogna accettare quello che si deve. L’importante era portare a casa il risultato: la fontana pubblica e l’acqua potabile a pochi passi da casa, fondamentale per le persone e per gli animali. Così il patto fu sancito e nel 1752 la fontana inaugurata alla presenza delle più alte autorità del luogo. Molti restavano incantati nel vedere quell’acqua fresca scendere con forza e, pian piano, riempire la vasca. Il rumore dello scrocco dell’acqua divenne lo sfondo continuo, la musica prediletta per l’intero villaggio. Passarono i mesi, poi gli anni. La fontana, primo monumento del paese, aveva dato dignità agli stessi roccheggiani i quali, non si sa né perché né per come, in realtà non rispettarono il patto con Fabrizio che, nel frattempo, se n’era andato. Ancora oggi, infatti, nel piccolo spazio quadrato e incorniciato, posto al centro del blocco che sorregge la piccola coppa superiore, preparato per ospitare il ringraziamento a Casa Colonna, non c’è nulla perché “nulla” c’è sempre stato. Nel corso degli anni, però, le controversie con il nobile casato continuarono visto che le condutture che portavano l’acqua nella fontana, erano soggette a rottura e corrosione ma i Colonna non ne volevano sapere. Così, negli anni seguenti, di acqua ne sgorgava sempre di meno fino a scomparire del tutto. Poi, nel 1790, 38 anni dopo l’inaugurazione, le funzioni della fontana vennero ripristinate definitivamente. Quindi, la prossima volta che vi fermerete a ridosso della fontana del duomo per sorseggiare un po’ d’acqua fresca o solo per riposarvi dopo aver salito il ripido corso,

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La storica fontana del duomo

ricordate che vi trovate di fronte al primo monumento di Rocca di Papa, simbolo di arte ma anche di lotta.

Filippo Colonna


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L’ARGOMENTO

il Segno 16/30 giugno 2014

IlCinipidedelcastagno il Torymus e la politica A che punto è la lotta al parassita dei nostri boschi

di Giorgio Grassi L’amico, sorridendo, mi guarda e chiede “Ma tu, che al nostro Tavolo di Filiera nazionale del Castagno figuri ufficialmente l’esperto MiPAAF , e dal 2010 hai seguito tutto l’iter della lotta al Cinipide del castagno in Italia, non sei ancora riuscito a far capire al tuo sindaco come stanno le cose sul Cinipide?!”. Ci stiamo prendendo il caffè, dopo un tramezzino-pranzo fatto nella stanzetta del Bar del Ministero agricoltura, in attesa dell’incontro pomeridiano coi Servizi fitosanitari delle Regioni. L’amico, pochi giorni or sono, ha riscontrato, e me ne sta mettendo al corrente ora, che troppi comuni dei Castelli non hanno richiesto alla Regione Lazio alcuna fornitura di Torymus (il prezioso insetto che va a mangiare il Cinipide abbattendone i danni). Eppuire queste forniture dell’antagonista Torymus erano gratuite per i comuni! E continua: “Anzi, il sindaco di Rocca di Papa ha ufficialmente richiamato l’attenzione di chi gli fornisce il Torymus, sulle opposizioni vigenti di ordine legislativo, che impediscono di lanciare il Torymus nelle aree protette, nonostante noi si sia trovata soluzione operativa e ora ogni Parco tollera il Torymus. Cos’è successo, Giorgio?”. Gli brillano gli occhi dall’allegria. Pure lui ha esperienze di ostacoli causati dai politici, però questa di Rocca di Papa non se la poteva immaginare e gli sembra assurda. Ma io, prima di ribattere, mi assaporo quel che resta del caffè caldo.

Il Cinipide

Rispondo: “È uno dei tanti sindaci dei Castelli che hanno troppo da fare, non hanno tempo per informarsi. Ma aveva delegato per il patrimonio castanicolo Claudio Botti, quello che ha fondato L’AlveareAmici del Castagno, e io ho tenuto sempre informato Botti e chiunque mi chiese notizie: Comunità Montana, Comune, Parco,

La poesia del mese

di Anna Giovanetti

Tiémpu de porcini

È revenutu giugno, ‘u mese dei porcini, e tutti i fognaroli rocchiciani, se armanu de caniestri e tesserini ‘a ronca a parte reto e n’paru de stivali, e se ne vau pe a macchia, appena se fa giornu; certo chi non lavora po fa’ giornta piena, po fasse centu giri tutt’attornu e reissene a caniestru pienu quando è sera. Ma pure chi lavora sa fa’ sempre ‘a passeggiata; appena stacca se mette ‘na tutaccia e proprio pe fenisce bè ‘a giornata spera de remedià ammenu qua farniaccia.

Etè come ‘na smania che te pia tutti l’anni e te se passa solu quandu reuschi ‘n ‘mezzu a ‘e fronne quandu vedi ‘lle capocce nere de cinque o sei bengalli e te sbrighi emozionatu subbitu a reccoie.

Po co n’cortelluzzu polisci ‘a tera attornu ai peticoni e i ffili trento au caniestru co ‘na contentezza ‘n’core e non vedi l’ora de i n’piazza ‘n’mezzu a lli rosiconi pe scanzai lli feuci da ‘u caniestru e fai caccià l’uocchi pe fore.

Così t’a levatu ‘a più bella de e soddisfazioni e te ne revà a caseta tuttu soddisfattu mentre te llecchii baffi a penza’ ‘n’te so bboni e già tii vedi cotti trento au piattu!!!!!

giornali e tutti. Ma sapendo che i sindaci locali sono inafferrabili, insistei perché L’Alveare si muovesse come associazione indipendente dal comune (coordinandosi al progetto BIOINFOCAST finanziato dal MiPAAF). L’Alveare così ha ricevuto dai fornitori molto Torymus nel 2013 e 2014, lo ha lanciato in modo che il Parco dei Castelli ne è stato assediato strettamente (e ora ha Torymus al suo interno quasi dappertutto, con l’aiuto del vento trasportatore). E L’Alveare lo ha portato, o lanciato direttamente, in altri 6 o 7 comuni dell’area (tramite un tecnico ufficialmente abilitato, De Angelis). L’amico: “Pensa che le Regioni Toscana ed Emilia erano subissate da richieste dei comuni. In Toscana le sole Unioni dei Comuni hanno fatto 240 lanci (attingendo con fondi autonomi al PSR regionale), più 60 dal MiPAAF, più 475 altri! La Campania 374 di cui 184 da fondi MiPAAF, e in più l’Associazione Castanicolori Campani, da sola, 500 lanci nel 2014!”. “Ma c’è politica e politica, inutile tornare sull’argomento. Nel Tavolo di Filiera Castagno, ad esempio, l’incaricato del Ministero dell’Ambiente ci spiegò che i politici ancor oggi non hanno recepito la insostituibile necessità italiana di Torymus: tre emendamenti alla normativa italiana furono stilati da tecnici dei Ministeri Ambiente e Agricoltura, poi congiuntamente presentati dal 2011 al dicembre 2013, ma poi depennati da una corrente di altri politici”. E lui: “Voglio vedere come ti va a finire, a te che nella nota in cui contesti la posizione del WWF (che ha fatto impedire che si distribuisse il Torymus in Friuli) hai scritto: “Io ed altri tecnici ci chiediamo: nel caso Cinipide, il WWF è ben informato sullo stato degli studi e delle cose? Se sì, il WWF vuole realmente difendere l’ambiente? È all’altezza per farlo? Quali altri obiettivi ha?”. “Ma prima ho ben argomentato che il Regolamento Habitat UE è stato fatto non per difendere un ambiente privo di umani, in se stesso, ma le persone che lo abitano (ammiratori, utenti, consumatori) che lo devono vivere, salvaguardare e gestire; e ho dato molti argomenti tecnici. Per me il caffè è stato sempre una consolazione, ce ne prendiamo un altro, prima di andare alla riunione sul Cinipide: lui, che non si è mai inserito nella politica, come tecnico, io, sempre più apolitico, come tecnico esperto volontario. “Per il bene comune”, ci diciamo camminando, “per avere risultati che saranno poi strumentalizzati dai politici. Almeno questo!”, e ne ridiamo.


il Segno 16/30 giugno 2014

Q

uasi tutto lo spazio disponibile era stato conquistato ed immediatamente occupato da loro. A causa delle disposizioni testamentarie del nonno, la famiglia si era ritrovata assediata dai suoi cani. Cani “dell’affetto” come li aveva definiti il defunto. Ma l’eredità ricevuta ripagava di tutto, almeno così sembrò all’erede. Anche se, dopo due anni, quell’eredità si era rivelata molto dispendiosa. I cani erano quattro: un English Setter, un Irish red and white Sitter, un Irish red Setter ed infine un Gordon Setter. Con i quali, forse a causa della loro nobilissima origine, era indispensabile esprimersi in inglese. Il Sig. Gerolamo, vedovo ed unico erede del nonno, era soddisfatto di abitare in quella villa graziosa, piena di comodità e di luoghi appartati, dove poteva sedere in santa pace, lontano dalle grinfie della Gertrude, la suocera di suo figlio e da molti anni vedova inconsolabile. Quando si concedeva alcuni momenti di riposo, Gerolamo, apriva il grande finestrone del salotto buono per poter osservare compiaciuto il bel giardino verdeggiante e pieno di fiori. Ma erano veramente molto pochi quei momenti beati: quasi sempre i quattro Setter improvvisamente attraversavano di gran carriera l’intero piano terreno per precipitarsi poi nel grande prato, disteso di fronte all’ingresso principale, dove finivano per azzuffarsi, simulando una lotta di caccia. Lo scritto testamentario del nonno era molto chiaro: “Gerolamo, nipote mio! Ti lascio la villa, il giardino e tutti i miei risparmi depositati in banca, alla condizione però, che i miei quattro Setter siano mantenuti nel modo migliore, vita natural durante”. Nel medesimo testamento il nonno aveva nominato Gustavo, il guardiacaccia, curatore testamentario del trattamento riservato ai suoi Setter. Gustavo aveva accettato, previo un lauto compenso anticipato e la costituzione di un legato mensile non trascura-

LA STORIA

IL RACCONTO DEL MESE

Dog-sitter

loro li aveva incattiviti, e di parecchio! Farsi ubbidire diventò un vero dilemma: essi, per la verità, non ubbidivano più nè in lingua inglese nè, tanto meno, in italiano. Ormai quando la Doroty, a turno, li portava fuori per una passeggiata igienica, essa rientrava in casa sgomenta e tremante di paura. di Noga Una domenica giunse una telefonata: il Sig. Gerolamo e famiglia sarebbero ritornati per la fine del mese. Doroty alla notizia sembrò uscire da un sogno: rientravano? E i quattro Setter? Erano dimagriti, il pelo era ispido e tutto il mantello risultava sporco e scolorito. Si disse che doveva agire immediatamente. Il giorno seguente di buon mattino li liberò e subito dopo rientrò a precipizio in casa e si mise alla finestra per osservarli. Ma fece appena in tempo a veQuindi si misero ad abbaiare a derli correre a perdifiato e scaturno, ad intervalli regolari e valcare la siepe di confine ogni volta che annusavano perchè in un battibaleno sparil’odore della Doroty, emette- rono per la campagna circovano un ringhio tenebroso e stante. La Doroty rimase prolungato. Doroty fu irremo- allibita. Telefonò al guardiacacvibile e prese le sue contromi- cia il quale rispose che ormai sure: così per esempio, quando quella cosa non lo riguardava porgeva loro il pappone quoti- affatto e, con un tono di soddidiano, avvicinava la scodella sfazione, la congedò: -Eh! Eh! adoperando un lungo bastone E adesso dog-Setter?-. Subito nodoso. dopo riabbassò la cornetta. Un giorno, Gustavo, il guardiacaccia, si presentò alla oroty decise di andarsene villa: voleva essere ricevuto immediatamente. Salì in immediatamente. Doroty lo camera, fece la valigia e apostrofò in malo modo: -Chi scrisse un biglietto di commiato siete voi? Io non vi conosco! Il che appoggiò sul tavolinetto povero Gustavo non riuscì a d’epoca dell’ingresso, fermanprofferire nemmeno una pa- dolo con il mazzo delle chiavi rola, tanto fu lo sconcerto pro- che a suo tempo le erano state curatogli da quell’approccio consegnate dal Sig. Gerolamo della Doroty. E se ne tornò a personalmente. casa sua rattristato e preoccu- “Egregio Signore; pato per il suo assegno men- per motivi personali urgenti sile che, in un momento di devo lasciare l’incarico di dogmaggior sconforto, vide sfu- sitter di quei quattro diavoli di mare miseramente. cani. Sono dispiaciuta, ma al La buona stagione stava termi- suo rientro non mi troverà. Rinando e le piogge cadevano torno per sempre alla mia isola sempre più di frequente, pre- di origine. Dorotea”. annunciando l’autunno. Il Passata qualche settimana i giardino aveva assunto un’aria quattro Setter si presentarono triste ed i fiori, smorti ed ap- baldanzosi alla villa. Erano in passiti dai primi freddi not- ottima forma: ingrassati al turni, trasmettevano una punto giusto, puliti, giocarelgrande malinconia. “I quattro” loni. Ma, poco prima del trafurono relegati in un’ala del monto, sparirono di nuovo. grande garage: ognuno con la L’esperienza della dog-sitter li sua brava catena ed ognuno a aveva segnati per sempre e di debita distanza dagli altri. Ad essere nuovamente ospitati nella osservarli si capiva benissimo villa non ci pensavano proprio. che il ferreo regime imposto 8 aprile 2009

Storia di un testamento e dei suoi quattro cani

bile che in pratica, come fu accertato successivamente, prosciugava quasi tutti gli interessi del denaro del nonno depositato in banca. Il mantenimento dei quattro animali non era cosa di poco conto. Il Sig. Gerolamo evitava sempre di spulciare le note spese che li riguardavano: temeva che gli sarebbe venuto un infarto.

V

enne un giorno in cui, per motivi inderogabili, il Sig. Gerolamo e tutti i familiari dovettero allontanarsi per un lungo periodo di tempo. Prima della partenza, dopo una pignolissima ricerca, si assunse una signora di mezza età, di origine inglese, con il compito esclusivo, durante la loro assenza, di accudire “i quattro”. La signora si chiamava Dorotea, anzi Doroty e quando fu presentata ai Setter essi sembrarono soddisfatti della scelta. Così sembrò al Sig. Gerolamo. Doroty sapeva bene come trattare quelle quattro bestioline amorevoli. Per prima cosa li mise alla catena: uno ad ogni angolo della villa. Successivamente iniziò a dar loro lezione di inglese “popolare” perchè lei non poteva, nemmeno per un istante, pensare di rivolgersi ad essi nella nobile lingua della Regina. I quattro Setter, in un primo momento, rimasero sconcertati dalla novità inaspettata. Iniziarono poi ad ululare di continuo.

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PAGINA APERTA

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di Camilla Lombardozzi Clint Eastwood alla veneranda età di 84 anni è ancora uno degli attori e registi attivi nel mondo cinematografico Hollywoodiano. Ha interpretato più di 50 film e diretto capolavori del grande schermo come: Million Dollar Baby e Gran Torino. Recentemente si è tornati a parlare di lui per l’uscita della sua nuova creatura “Jersey Boys”, dal 18 giugno nelle sale cinematografiche italiane. La trama della pellicola è semplice: Anni 50, due ragazzi, Frankie e Tommy, sognano di diventare stelle della musica pop, inizialmente si arrangiano con qualche lavoretto illegale per il boss Gyp de Carlo, ma il talento dei due ragazzi è innegabile tanto da convincere lo stesso boss. Così insieme a Nick e Bob daranno vita a un complesso musicale che negli anni Sessanta diverrà uno dei gruppi di maggior successo della storia della musica, sto parlando dei Four Season, introdotti nella Rock’n’roll Hall of Fame nel 1991. Clint Eastewood anche questa volta non ha voluto essere da meno, è cresciuto negli anni 5060, perciò la musica ce l’ha nel sangue; questi gruppi nascevano spesso dalla strada e in un momento di estremo fermento musicale le radici italoamericane davano quella spinta in più verso la legittimazione di un successo che questi figli di immigrati volevano raggiungere. Jersey Boys si presenta come una pellicola con protagonisti quattro ragazzi nati nella parte sbagliata del New Jersey che tra fallimenti e successi diverranno delle icone della musica pop-rock. L’intero film è accompagnato da canzoni che hanno segnato un’era della musica come: Bye Bye Baby, Who Loves You, Big Girls Don’t Cry, Rag Doll, Walk Like a Man, Sherry e Dawn. Del cast fanno parte: Christopher Walken, Freya Tingley, John Lloyd Young, Jeremy Luke, Francesca Eastwood, Billy Gardell, Katherine Narducci, Sean Whalen, Mike Doyle,Vincent Piazza, Steve Schirripa.

di Marcello Loisi Il tonno è la conserva ittica più diffusa nelle nostre dispense, essendo gustoso e versatile nell’utilizzo in cucina. Al momento dell’acquisto, non sempre ci soffermiamo a leggerne l’etichetta e spesso ci limitiamo a controllarne il prezzo, spesso per comprare quello più economicamente - conveniente. Ma sappiamo realmente cosa mangiamo? Greenpeace pubblica, da qualche anno, la classifica dei tonni “migliori”, o meglio, quelli che sono frutto di una filiera virtuosa, rispettosa dell’ambiente e delle persone (www.greenpeace.it/tonnointrappola). La necessità di stilare una lista del genere nasce dalla presenza di enormi criticità che sorgono nella produzione del tonno in scatola, dalla fase della pesca a quella della distribuzione. Se c’è ancora qualche consumatore che immagina il momento della pesca del tonno come quella epica “lotta” tra uomo e pesce - l’uno armato di canna e l’altra di astuzia e forza - dovrebbe ridisegnare parte del proprio immaginario. Da molti decenni, ormai, la pesca del tonno è svolta da co-

le loro gigantesche reti. Grandi e “stupide” reti, le quali catturano non solo i tonni adulti, adatti alla commercializzazione, ma anche quelli piccoli e altre creature marine, come squali, delfini, razze e tartarughe marine, condannate a morte per il solo fatto di essere nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Ma la questione delle reti è solo un piccolo aspetto all’interno del complesso mondo della pesca industriale, colpevole assieme all’inquinamento, di aver portato al collasso gli ecosistemi marini di gran parte del globo. Per questo Greenpeace, attraverso campioni, test e questionari somministrati alle aziende, sta redigendo questa classifica: per cercare di sensibilizzare le grandi aziende verso i temi ambientali e sociali. La grande industria del tonno, attraverso delle scelte di qualità, ha gli strumenti per cambiare rotta, per garantire un buon prodotto ottenuto attraverso dei processi che tutelino il più possibile la vita dei mari (messa grave-

mente in pericolo) e quella delle persone (lavoratori e consumatori). Sono molte le cose che un’azienda può fare in questo senso: riportare informazioni utili sull’etichetta, comprare il tonno pescato in modo sostenibile e porre la dovuta attenzione alle politiche di commercializzazione. Comunque, su una scala da 1 a 10, le tre aziende sul “podio” della classifica sono Asdomar (con un punteggio di 6,1), Mareblu (5,8) e Riomare (4,8). Solo una, quindi, raggiunge faticosamente la sufficienza; tutte le altre aziende rilevate (che rappresentano circa l’80% del tonno venduto in Italia) giacciono in una condizione di rovinosa mancanza. Siamo ben lontani dall’obiettivo, ma almeno ora c’è una bussola.

Il Brisbane Grammar School si esibirà il 9 luglio alle 21:00

Al duomo dell’Assunta arriva il coroaustraliano in tour europeo

L’Associazione Musicale dei Castelli Romani, I componenti del Brisbane presieduta da Eugenio Ferrario, è riuscita in un Grammar School altro colpaccio, portare al duomo dell’Assunta di Rocca di Papa il famoso coro australiano Brisbane Grammar School, al suo secondo grande tour all’estero. L’attesa esibizione comincerà alle ore 21 del prossimo 9 luglio. La corale si compone di 47 studenti e 5 persone dello staff e questo lungo tour, della durata di 16 giorni, prevede concerti in Grecia e in Italia, dopo aver partecipato alla Summa Cum Laude Youth Music Festival di Vienna, dove al coro è stato assegnato il prestigioso Premio Città di Vienna come miglior coro del festival.


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di Annarita Rossi Un uomo mangia un grappolo d’uva insieme a due orsi bruni del peso di cinquecento kg ciascuno; un altro uomo sdraiato a terra abbraccia un leone. No, non sono numeri da circo e non si tratta neanche di persone folli che vogliono attentare alla loro vita ma tutt’altro, infatti quegli animali sono felici di stare con questi uomini. Il primo è un finlandese che ha instaurato un legame impressionante con gli orsi bruni, salvati da cuccioli e da morte certa, in quanto rimasti orfani a causa di incidenti stradali o per la caccia. La sua casa, divenuta un orfanotrofio, ospita diversi orsi che lui cura e che, se non sarà possibile riportare nella foresta, terrà con se. Tutte le mattine, con il trattore, porta loro da mangiare una gran quantità di frutta che gli orsi apprezzano tanto gustare in quella enorme fattoria, poi li lava con un tubo in una grossa vasca ed in-

La vita nei modi di dire

TEMI D’OGGI

Gli animali “feroci” e la bontà

fine gioca con loro sul prato ma anche sulla neve in inverno. Il secondo invece, è un sud africano che ha stabilito un rapporto altrettanto speciale con i leoni, con i quali vive e gioca nella sua riserva in Sud Africa, come fossero dei gattoni, oltre a fare il bagno nel lago con le leonesse. Anche loro vivono in un grande spazio dove il proprietario usa solo amore e comprensione per conquistarsi la loro fiducia e lo fa in modo così premuroso che sembra sussurrare ai leoni. Casi quasi incredibili, eppure veri, a dimostrazione che persino quegli animali reputati feroci possono affezionarsi all’uomo e interagire con lui. Storie queste che eviden-

di Enea Trinca

Se gli elettori fossero cannibali, certi politici gli prometterebbero carne umana per cena!

Una donna non mi ama? Che me ne importa? Neanche i pesci mi amano ma a me piacciono tanto!

Quando si è sicuri di avere ragione, che bisogno c’è di discutere con quelli che hanno torto?

Se quelli che parlano male di me sapessero quello che penso di loro... direbbero peggio!

Secondo i politici, la migliore terapia per uscire fuori da questa grave crisi e far sì che i cittadini si impegnino di più... l’oro, l’argento e altri averi!

Un animale, non avendo l’intelletto, non può comportarsi da uomo. L’uomo, avendolo, si comporta spesso da animale.

il T o c c o

di Ermanno Gatta

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L’angolo della psicologia

Risponde la Dott.ssa Bruna Benelli

ziano quanto la ferocia spesso possa essere indotta come quando vengono selezionate e incrociate razze di cani, quali i pitbull, al fine di creare animali aggressivi da utilizzare nel peggiore dei modi, scatenando un temperamento già di per se un po’ più aggressivo rispetto ad altre razze, portandolo a diventare incontrollabile. Ciò accade quando uomini senza scrupoli addestrano questi cani a fare combattimenti clandestini, ed ecco quindi che con la violenza e la coercizione vengono fuori delle vere e proprie macchine da guerra. Ma è la cronaca di tutti i giorni ad insegnarci quanta atrocità ci sia al mondo e quanta ce ne sia sempre stata dai tempi dei tempi tra guerre, torture, stupri, femminicidi, infanticidi, violenze su donne e minori oltre che sugli animali e, a farci riflettere sul fatto che la ferocia non appartiene sempre e soltanto al mondo animale in quanto, persino quegli animali di indole aggressiva ogni tanto ci stupiscono con delle belle storie, proprio come queste.

L’epoca dei nativi digitali

Vengono definiti con il termine “nativi digitali”, tutti i bambini nati nell’era di Internet. È quasi impossibile pensare di ritornare in epoche precedenti, quando si doveva ricorrere ai gettoni e alle cabine telefoniche per telefonare e annunciare un ritardo, o quando si aspettavano giorni o mesi per ricevere posta dall’estero. Internet e i progressi della telefonia e della tecnologia sono la vera rivoluzione di questi anni. Naturalmente il progresso si allarga fino a raggiungere più o meno tutti, le persone anziane sono quelle più restìe a farsi conquistare dalle “diavolerie” moderne, benché molti di loro hanno il profilo Facebook, scambiano mail ecc. Ma se Internet tiene vive e fresche le menti dei nostri nonni, cosa fa alle menti dei bambini? Tralasciando i pericoli insiti nel comunicare in rete con persone non affidabili, o i rischi derivanti dalla dipendenza da chat e videogiochi, è opinione comune che l’utilizzo delle nuove tecnologie acceleri lo sviluppo cognitivo. Tuttavia, una ricerca del Cohen Children’s medical center di New York, presentata al congresso pediatrico di Vancouver, ha rilevato che i bimbi “tecnologici” mostrano ritardi nello sviluppo del linguaggio. Secondo tale ricerca, i bambini venuti a contatto con touchscreen e app prima degli 11 mesi non solo non hanno alcuna attitudine particolare, come invece sostengono i loro genitori, anzi evidenziavano dei ritardi nello sviluppo del linguaggio. Sembra che l’utilizzo troppo precoce delle nuove tecnologie, porti a non affinare le abilità nelle costruzioni e ad avere difficoltà nel relazionarsi con gli altri. È meglio, dunque, limitare il tempo di utilizzo di questi nuovi strumenti e “rispolverare” i vecchi giochi che stimolano la creatività. Per scrivere alla dott.ssa Benelli: dottoressabenellibruna@virgilio.it


Ultima pagina

il Segno 16/30 giugno 2014

senza età Foto di Paola Rufini

Testo di Alessia Tino

Una romana a Rocca di Papa

Per quanto io ami Roma, la mia città, ho sempre avuto una passione smoderata per questo delizioso paese che, estate dopo estate, mi ha accolto fin da bambina in tutta la sua luminosa bellezza, e mi ha vista trasformata nella donna che sono oggi. Rocca è l’emozione dei ricordi e i colori del presente. Gli ultimi dodici mesi li ho trascorsi ininterrottamente qui per la prima volta. Di notte riesco a contare più stelle che in città. Ho scoperto tutte le sfumature e le increspature di quel lago che, affacciandomi alla finestra, ogni mattina sembra sorridermi, anche durante i temporali, solo per darmi il buongiorno, ho respirato l’aria e i profumi dell’estate, dell’autunno, dell’inverno, della primavera e ora di nuovo dell’estate, mangiato castagne in vesti da antica rocchiggiana, fatto scorpacciate di pizza con la cicoria, saccheggiato tutti i forni, aspettato invano la neve, sostato con sensazioni nuove in luoghi conosciuti da sempre, visto camini sbuffare al disgusto del freddo da arginare e i fiori pollini esplodere di giallo lucente; ho osservato i vicoli mutare aspetto, li ho sentiti nel vociferare dei bambini nei loro primi giorni di vacanza e nel

silenzio ovattato dell’inverno e ho riempito il cuore di emozioni guardando il cielo sopra M o n t e Cavo, sempre in grado di dipingere vortici di sorprendente pittura. Ho incrociato sguardi di passanti che sono divenuti presto familiari, approfondito amicizie, allacciate di nuove, amato i sorrisi della gente comune. Sono stata piacevolmente scaraventata in prima linea in eventi e organizzazioni e per gioco, sono finita qui, su queste pagine, a emozionarmi e, spero, a emozionare. Un percorso di un anno, bello, intenso e delicato, mai buio totalmente, fatto di imma-

gini a volte quasi surreali, di malinconia gridata al sole del tramonto, di serate e risate illuminate da lanterne, di prati verdi, panorami da mozzare il fiato e nuvole disegnate ad arte. Un percorso che mi ha cullata e cresciuta. Roma mia, non avercela con me, rimango ancora qui, ancora per un po’...

F O N TA N T E M P E S TA e N E M I Riprende il ciclo di visite guidate organizzate dal Segno

DOMENICA 29 GIUGNO ORE 9:00

La sorgente di Fontan Tempesta

Vi porteremo a scoprire un percorso che ricalca alcuni tratti della strada romana che dall’Appia conduceva a monte Cavo, proseguendo a Fontan Tempesta, una fonte che il Piranesi riprodusse come una cascata. Si tratta di uno dei luoghi più suggestivi dei Castelli Romani che ha affascinato scrittori, artisti e viaggiatori in ogni epoca. Poi il percorso proseguirà nella bella cittadina di Nemi. Notevoli alcuni scorci sul lago e la stratificazione geologica del versante a monte del sentiero, che evidenzia la natura vulcanica del territorio. L’appuntamento è alle ore 9:00 nei pressi della rotonda del ristorante “La Foresta”, via dei Laghi km 11,700. La partecipazione è libera e c’è la possibilità di pranzare a prezzo convenzionato a 15 €. Informazioni e prenotazioni: 349-5783869; 346-1739853 ilsegnodiroccadipapa@gmail.com


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