Il Segno giugno 2012

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“ il Segno

Si svende! PICCOLO

...quello che gli altri non scrivono...

Se vogliamo essere cittadini siamo costretti ad essere militanti perchè la democrazia si regge solo sulla lotta per la democrazia

Anno XI, n. 6 - Giugno 2012

Paolo F. D’Arcais

Boschi, edifici comunali, ex scuole pubbliche, aree protette, magazzini, ufficio dei Vigili, farmacia del centro storico, azioni ACEA. Il Comune, indebitato e a un passo dal dissesto finanziario, ha deciso di vendere tutto e subito Saldi di inizio stagione

ARTICOLI E COMMENTI ALLE PAGINE 8, 16 e 17

Pronto il progetto per le biomasse

di Andrea Sebastianelli 12 persone, che un anno fa erano state votate in base a un programma politico che prometteva esattamente il contrario, il 30 maggio scorso hanno deciso di vendere le proprietà pubbliche, cioè di tutti i cittadini, per fare un po’ di soldi avendo sperperato denaro pubblico per consulenti, pessimi investimenti e incarichi inutili. Segue a pagina 16

L’impianto sorgerà su Via dei Laghi oppure al Vivaro

Strisce blu

A pagina 9

Al Comune le briciole

A pagina 11

Pro Loco RdP, Ass.ne Commercianti, Lab. Centro Storico, Club Auto Storiche RdP presentano

“La Festa della Ciambella degli Sposi” 100 spose per 100 vicoli 23 e 24 giugno 2012

La lettera

La mia rabbia

di Viviana Bisi Gentile Direttore, so che il suo è un mensile che si occupa di questioni inerenti a Rocca di Papa. Mi permetta però di concedere al mio intelletto idealista di dare sfogo ad ulteriori rabbie... Segue a pagina 4

Bomboniere - Articoli da regalo

Siamo lieti di presentarvi in esclusiva la nuova linea di bomboniere WALD e vi invitiamo alla “Festa della Ciambella degli Sposi” nei giorni 23 e 24 giugno


ATTUALITA’

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il Segno - Giugno 2012

Una particolarità tutta italiana... quando i carri armati a Coverciano?

Una riflessione sullo scandalo che sta coinvolgendo il mondo del pallone

di Bruno Fontana Ci mancava poco che la “giustizia italiana” segnasse un altro punto a suo (s)favore! I carri armati a Coverciano! Già, con una spettacolarizzazione degna di un action movie, la polizia si è presentata alle 6 del mattino di lunedì 28 maggio a Coverciano, ritiro della nazionale italiana di calcio, per arrestare manu militari un pericoloso criminale di nome Mimmo Criscito, uno dei giocatori selezionati dal Ct per fare parte della squadra in procinto di partecipare agli Europei di calcio. Il manipolo di agenti ha bussato alla porta della camera del giovane e lo ha portato via in men che si dica, sotto gli occhi sbigottiti di tecnici e compagni di squadra. Ad aspettarlo fuori fotografi e tv, pronti a immortalare l’evento. Nelle stesse ore altre decine di calciatori venivano arrestati o indagati con la stessa PICCOLO

il Segno

organo mensile dell’associazione culturale

“Editoriale Il Segno” C.F. 92028150586

Registrazione Tribunale di Velletri n. 5/02 del 19/02/2002

DIREZIONE

Via dei Monti, 24 - Rocca di Papa

DIRETTORE RESPONSABILE Andrea Sebastianelli

accusa, calcio scommesse. Non intendo minimizzare questi tristi episodi di illecito sportivo, che non fanno altro che screditare ulteriormente il giocattolo preferito degli italiani, già macchiatosi di vari scandali. E’ doveroso che la giustizia, sportiva e civile, segua il suo corso senza guardare in faccia nessuno e punisca in modo esemplare i colpevoli. Ci sono però alcuni aspetti che mi lasciano perplesso. Per esempio le modalità con cui sono avvenute queste retate; era necessario eseguire quel REDAZIONE

Noemi Bevilacqua, Valentina Bucci, Stefania Colasanti, Daniela Di Rosa, Bruno Fontana, Paola Gatta, Rita Gatta, Daniele Iannotti, Toshi Kameda, Loredana Massaro, Don Franco Monterubbianesi, Noga (Gabriele Novelli), Massimo Onesti, Andrea Rasetti, Sergio Rasetti, Annarita Rossi, Maria Pia Santangeli, Luigi Serafini, Roberto Sinibaldi, Gennaro Spigola, Sandro Tabellione, Cristiana Zarneri il-sognatore.blogspot.com

blitz all’alba nel ritiro della nazionale a poche settimane dell’inizio del campionato europeo, davanti alle telecamere? Gli effetti sui media (forse auspicati) sono stati devastanti, le notizie sul calcio scommesse hanno eclissato quelle sullo spread e le borse, prima che il drammatico sisma in Emilia non balzasse in testa alle notizie. All’estero la notizia è stata accolta e come al solito enfatizzata. Era dai tempi del bunga bunga che i giornali stranieri aspettavano nuovo fango da ILLUSTRAZIONI

Franco Carfagna, Ermanno Gatta

ilpiccolosegno@libero.it

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Stampa: Il Torchio Arti Grafiche Via Sublacense, km 13,600 Subiaco (Rm) - Tel. 0774-85159

IL SEGNO NON USUFRUISCE DI ALCUN FINANZIAMENTO PUBBLICO nè comunale, nè provinciale, nè regionale, nè statale, nè europeo.

Ringraziamo i nostri sostenitori: Bruna, Ermanno, Paolo, Luana, Orlando, Stefania, Patricia, Omero, Gianfranco, Giorgio&Mario, Roberto, Cristiana, Gennaro, Emanuela, Luigi, Anna, Toshi, Paola, Andrea, Antonello, Catia, Patrizio, Vincenzo, Marcello, Gabriele, Stefania, Massimo, Loredana, Rita, Anna, Catia&Angela, Bruno, Enzo, Nicola, Alessandro, Emanuela, Franco, Simona&Orlando, Orofino, Mary, Rossana, Gianluca, Nadia, Fabrizio, Luisa, Giovanni, Italia, Federico, Paola, Alfredo, Sandro, Annarita, Tiziana, Maria, Stefania, Cristina, Bruna, Alice&Marco, Federica&Andrea, Elio e Roberto.

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buttarci addosso. Altra perplessità: come mai questa “giustizia”, così efficiente in questa occasione, latita o si dimostra lassista con i teppisti da stadio, che interrompono partite, fanno danni ingenti, minacciano calciatori e dirigenti, e picchiano? Come mai i nostri stadi sono i meno sicuri d’Europa? Come mai questi delinquenti in prigione non ci vanno o ci rimangono poco? E ancora: perché, oltre ai calciatori indegni, non si colpiscono con più determinazione le organizzazioni criminali che gestiscono questo commercio dell’illecito con un giro d’affare colossale? Si sa che sono mafie asiatiche e slave che operano in molti Paesi e se, come sembra, questi Paesi sono ben 43, perché solo da noi esplode lo scandalo? Merito della nostra giustizia o demerito di quella degli altri Paesi? Altrove si preferisce forse chiudere gli occhi? Da noi le notizie sul calcio fanno da sempre gola a giornali e tv, sia per le gesta degli eroi della domenica, sia quando questi eroi si sporcano le mani. Un ultimo aspetto che mi sconcerta, e non riguarda solo il calcio: perché buttare in pasto alla stampa notizie, nomi e solo ipotesi, quando ancora tutto dovrebbe stare nei tribunali? E’ così che persone solo sospettate di reati e altre prese con le mani nel sacco, si ritrovano nella stessa lista infamante sui giornali. Le scommesse illecite, insieme al doping, sono dei mali che stanno distruggendo lo sport. Da quanto tempo ormai le corse di cavalli, i match di boxe, il ciclismo, non sono più credibili? Il malloppo è troppo ghiotto per la malavita per non agire al più presto con più determinazione e severità. Se le forze dell’ordine riusciranno a smantellare le mafie che hanno messo piede nel calcio, forse non ci saranno più ragazzi poco più che ventenni che sbaglieranno per stupidità o per cupidigia. E non ci sarà bisogno, la prossima volta che dovesse capitare, di mandare i carri armati a Coverciano.


ATTUALITA’ Le associazioni chiedono lo scioglimento dell’ente di Cota

il Segno - Giugno 2012

La Regione Piemonte aggira il referendum sulla caccia

di Daniela Di Rosa In una conferenza stampa tenutasi venerdì 18 maggio 2012, il Comitato del referendum sulla caccia ha presentato le prime iniziative legali in difesa del diritto dei cittadini ad esprimersi nel referendum dopo che la Regione Piemonte aveva negato questo diritto decidendo l’abrogazione della Legge regionale n.70/96, inserita in tutta fretta nella Legge Finanziaria, effettuata dal Consiglio Regionale al solo scopo di impedire il voto popolare. Ovvio che si è trattato di un vero e proprio escamotage anti-democratico volto ad eludere quanto deciso dalla Corte d’Appello e dal TAR (Tribunale Amministrativo Regionale). Tale atto, seguito dal decreto del Presidente della Regione Piemonte, Cota (Lega Nord), teso a scongiurare le operazioni referendarie, “si traduce in uno stravolgimento del quadro normativo regionale in materia di tutela della fauna, con grave detrimento per l’ambiente e con la violazione delle direttive comunitarie, in spregio dei principi costituzionali vigenti”, è ciò che scrivono i legali del Comitato pro referendum. Due le iniziative legali già avviate: la prima è il ricorso per ottemperanza al TAR del Pie-

montesi hanno dovuto aspettare 25 anni per vedersi riconosciuto il diritto di votare un referendum teso a regolamentare la caccia nella loro regione ed è assurdo che di fronte a questa consultazione popolare che si sarebbe dovuta svolgere proprio in questi giorni, la politica (a parte i Radicali, da sempre contrari alla caccia, e a qualche esponente per lo più di sinistra che però sembra intervenire sempre a titolo personale) abbia pensato bene di raggirare la decisione della Corte d’Appello ben sapendo che la maggior parte dei cittadini (piemontesi, italiani ed europei) è contro la caccia. Di fronte a una sconfitta sicura meglio prendere tempo!

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Firmata la convenzione con la Asl

È stata firmata il 22 maggio presso la sede della Comunità Montana la convenzione che permetterà l’avvio e la gestione dell’ambulatorio veterinario comprensoriale. Un passo importante per la riduzione del randagismo e la tutela degli animali nel territorio del distretto socio-sanitario Rm H1. Presenti all’incontro i Sindaci dei Comuni di Monte Compatri, Rocca di Papa, Rocca Priora, Frascati, Grottaferrata, Monte Porzio Catone e Colonna; presenti inoltre il Direttore generale della ASL dott. Alessandro Cipolla, il Direttore del servizio di prevenzione, dott. Leonardo Bruno, e le associazioni animaliste del territorio. L’ambulatorio veterinario comprensoriale di Rocca Priora è ora pronto per partire ufficialmente e diventare effettivamente operativo con i primi servizi attivati come le microchippature e le sterilizzazioni di cani randagi e a riproduzione incontrollata. La convenzione, oltre a prevedere un piano di controllo delle nascite attraverso la sterilizzazione dei cani randagi catturati, si occuperà anche della cura dei randagi feriti o malati rinvenuti nel territorio e delle vaccinazioni obbligatorie, con una campagna di adozione degli stessi.

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monte con “richiesta di disapplicazione dell’art.40 della Legge Finanziaria o invio della stessa legge alla Corte Costituzionale per illegittimità costituzionale”; la seconda iniziativa è la richiesta al Presidente del Consiglio dei Ministri di “avvio delle procedure di scioglimento del Consiglio regionale del Piemonte e/o rimozione del Presidente Cota” (ex art. 126 della Costituzione per atti contrari alla Costituzione e per gravi violazioni di legge). Di prossima presentazione da parte del Comitato del Referendum sarà anche la richiesta di danni in sede civile, ed è allo studio la presentazione di un esposto penale. Ricordiamo che i cittadini pie-

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La lettera di Viviana Bisi

LETTERA APERTA

il Segno - Giugno 2012

“Per lo Stato, noi malati siamo solo costo, impiccio, un conto spese... ecco la rabbia” SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

Personalmente ritengo responsabile il nostro Governo Tecnico “del nodo scorsoio” della pressione e depressione che ha indotto in questi mesi gente disperata a suicidarsi, non solo piccoli imprenditori ma anche pensionati (ormai esodati), cassaintegrati strozzati da cataste di tasse, da trentuno tipologie diverse di lavoro precario, dai tagli alla sanità. E’ stata abrogata la normativa che elargiva direttamente dagli ospedali i farmaci salvavita anche per noi disabili affetti da sclerosi multipla a placche, esempio: altre malattie degenerative del sistema nervoso centrale dalla Regione Lazio, passando il tutto alle Asl di competenza attraverso un iter burocratico di carte, scartoffie, rinnovi, scadenze, etc. Tanto che mi domando come faccia un essere umano affetto da tali patologie motorie a seguirlo se nessuno (pur potendo) lo fa per lui. Devi pagare qualcuno che

lo faccia per te, e per avere i farmaci a domicilio è difficilissimo. Quando al Centro Sclerosi Multipla del Pvt Tor Vergata me l’hanno comunicato consegnandomi il Piano Terapeutico, ho deciso di non assumere più l’interferone, di non curarmi più. Ho deciso che sia Dio, o chi per Lui, a decidere della mia malattia come meglio crede... perché dalla sclerosi multipla NON si guarisce e trovo ignobile dover fare richiesta ogni due mesi, e addirittura ricompilare un modulo dopo un anno per richiedere di avere diritto al farmaco. Dunque, per questo Stato, siamo solo denaro, impiccio, un conto spese… non sangue, spirito, mente. Per loro un suicida è un rompiscatole di meno. Con quale sfacciataggine co-

storo tradiscono le lotte dei Padri Costituenti e quelle quarantennali perpetrate per acquisire quei diritti civili che da vent’anni buttano nel cesso? Parlamentari, politicanti ladri, collusi, parassiti, indagati! Ho strappato la scheda elettorale. E s i s t e un’ETICA nella vita o perlomeno esisteva: hanno fatto il funerale anche a lei. Non tollero i giudizi stupidi (la stupidità è la madre di tutti i mali) che ho sentito elargire verso chi si è tolto la vita. Spesso il macrocosmo di emarginazione italica è riprodotto nel microcosmo... nelle famiglie, nei rapporti interpersonali, proprio da chi a parole si indigna ed a fatti se ne frega. Alcuni, anche di mia stretta conoscenza, non solo hanno l’anima arida, ma menti piccole, si chiudono nel loro giar-

Convegno a Campagnano sul randagismo

Untemaspessotrascurato Il 12 maggio scorso ha avuto luogo presso la Fondazione Prelz di Campagnano Romano il convegno sul randagismo. All’iniziativa, oltre a numerose associazioni animaliste, hanno partecipato figure di spicco delle istituzioni e dell’animalismo quali la dott.ssa Rosalba Matassa (del Ministero della Salute), la dott.ssa Cristina Avanzo (del NIRDA, il Nucleo investigativo per i reati a danno degli animali del Corpo Forestale dello Stato) la Prof.ssa Carla Rocchi (dell’ENPA), il Sindaco di Campagnano, Francesco Mazzei, e rappresentati della Asl veterinaria Rm F. La manifestazione è stata ripresa anche dal Tg2. Si è ribadita l’improrogabile necessità di effettuare sterilizzazioni a tappeto, quale unico mezzo per combattere il randagismo. Il dottor Roberto Scarcella (Direttore Sanitario della clinica della Fondazione Prelz onlus) ha riferito i dati

delle sterilizzazioni effettuate nella struttura dal 2009 ad oggi e ha indicato le difficoltà che si incontrano presso le istituzioni quando si tenta di combattere il randagismo con l’arma della sterilizzazione per tutti i gatti e i cani. Spesso sono proprio le cucciolate indesiderate dei privati che alimentano il fenomeno e la piaga degli abbandoni e dei cani vaganti per i comuni. Numerose le proposte ai Sindaci per collaborare insieme alle associazioni per contenere il fenomeno. Si è discusso anche delle adozioni estere e la Prof.ssa Rocchi ha concluso che “se queste vengono effettuate in modo certificato hanno la stessa valenza e apprezzabilità delle adozioni effettuate in Italia”. Le affermazioni della Presidentessa dell’Enpa ci fanno molto piacere soprattutto alla luce della sua precedente posizione di dubbio nei confronti delle adozioni effettuate in Germania. Se si lavora seriamente

dino privato voltando la faccia alle difficoltà altrui. Ma vanno a Messa la domenica in prima fila. Sono stufa di leggere quotidiani farneticanti, e di chi interferisce nella vita altrui giudicandola senza saperne nulla o “per sentito dire”, lo sport preferito degli imbecilli a due gambe. Volentieri andrei su di un’altra dimensione che non sia quella terrena. Altro che i Maya… a distruggerci sarà l’ignoranza, la cattiveria gratuita, l’avidità, la voglia di dominio. Perdoni Direttore il mio pessimismo, la retorica, il populismo… ma questa è la realtà che vedo. La lascio, ringraziandola dello spazio concessomi, com una citazione di France Douroux: “L’essere umano solo al mondo muore di freddo. Muore per cecità e indifferenza e spesso le omissioni sono più letali degli errori commessi”. Viviana Bisi

Xenia Prelz

Il dott. Scarcella

e si fanno adozioni controllate va benissimo anche collaborare con associazioni straniere. L’importante è che l’opera di volontariato messa in atto sia supportata da qualità e certificazione. La collaborazione tra le istituzioni, le Asl e il mondo del volontariato è fondamentale per trovare una soluzione e per andare avanti. La sterilizzazione è l’unico mezzo per debellare il problema. Auspichiamo che questo venga compreso in più larga scala anche attraverso l’utilizzo della clinica mobile autorizzata per sanare situazioni di randagismo nelle emergenze più gravi. Fondazione Prelz onlus


ATTUALITA’

il Segno - Giugno 2012

CHIESA E POVERTA’, UNA DISCUSSIONE ATTUALE/2

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La Chiesa oggi Chiesa e potere Il punto di vista di Anna Scardecchia Capisco la difficoltà di comprendere la realtà della Chiesa Cattolica e la figura del Papa soprattutto per chi, come la sig. Daniela nel precedente articolo, dichiara “non so se Dio esista e sinceramente non mi pongo il problema ma so che lo avete male interpretato”. Si tratta di guardare oltre e di non fermarsi ad uno sguardo solamente terreno. Lo stesso S. Francesco d’Assisi ha riconosciuto l’autorità del Papa, ne ha cercato sempre il consenso e l’autorizzazione. Il Santo della povertà è rimasto nella Chiesa con tutti i difetti che la stessa aveva in quei tempi! Non l’ha rinnegata, ma ha cercato con il suo amore e con la sua testimonianza di apportare cambiamenti, agendo in essa e non fuori di essa. Anche Madre Teresa di Calcutta e “i tanti umili preti e laici in giro per il mondo”, che secondo la sig. Daniela “sono la verità”, riconoscono l’autorità del Papa e restano nella Chiesa, nonostante i suoi difetti e limiti! Forse è il caso di chiedersi il perché! Che ci sia nella Chiesa una realtà che oltrepassa le apparenze! Per noi cristiani sì, nella Chiesa c’è Gesù, Dio vivente, ed è per questo che rimaniamo in essa. L’evangelizzazione, compito precipuo della Chiesa di Cristo, avviene nel mondo. E se la Chiesa non avesse un’autonomia economica, dovrebbe dipendere da qualche altra realtà. Ma, se così fosse, non sarebbe più libera. Di qui la necessità che la Chiesa, per svolgere i suoi compiti, disponga di ciò che le serve, tra cui anche una grande organizzazione per mantenere l’unità fortemente voluta da

Gesù stesso. E se nell’ambito di una necessaria autonomia economica c’è qualcuno che “approfitta” è responsabilità squisitamente personale. Come già detto nel precedente articolo non voglio assolutamente giustificare chi sbaglia. Voglio semplicemente spiegare perché, nonostante tante difficoltà, la Chiesa resiste da 2000 anni, conservando sempre intatta la Parola di Dio. Non escludo che l’abbandono dei fedeli possa essere causato anche dalla cattiva testimonianza di noi cristiani, che abbiamo in questo senso una grande responsabilità; ma ritengo che in parte sia causato dal sentimento di “onnipotenza” che l’uomo, forte delle conquiste fatte in ogni campo, ha sviluppato negli ultimi decenni. Ci crediamo capaci di tutto, ma... basta chiedersi “chi sono?”. Solo frutto del “caso”? Oggi vi è un risveglio della spiritualità, ma spesso anche questa è orientata verso l’autoaffermazione dell’uomo, il quale cerca con le sue capacità di arrivare all’Infinito. Vi sono pratiche di meditazione personale che, attraverso uno sforzo esclusivamente umano, insegnano a percepire l’Assoluto, lo Spirito Universale. Ma, secondo me, va considerato che tra l’Infinito e la nostra finitezza di uomini vi è un abisso che l’uomo, in quanto limitato, non può oggettivamente pensare di colmare, (non posso pensare di raggiungere Dio con le mie capacità, con i miei sforzi); ritengo che solo l’Infinito possa colmare questo abisso. Ecco perché Dio si è fatto uomo in Gesù.

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Il punto di vista di Daniela Di Rosa Ci sono due cose che non riuscirò mai a comprendere quando si parla di religione, l’assoluta mancanza di obiettività e l’ obbedienza cieca ai dogmi della fede e alla gerarchia ecclesiastica. Si chiede a me di guardare oltre, ma oltre che cosa? Quanto sporco, quanti scandali, quante ingiustizie un buon cattolico deve tollerare per essere tale? Come puoi parlare di San Francesco? La sua vicenda si svolge nel Medioevo, o riconoscevi l’autorità del Papa o, se ti diceva bene, non potevi predicare, altrimenti c’era il rogo; madre Teresa di Calcutta era talmente distante dal Vaticano da vestirsi non come una suora ma come un’indiana, e sai perché un Don Gallo e altri come lui, pur contestando non se ne vanno? Perché appunto non potrebbero predicare, e questo è il loro mestiere, portare il Vangelo per le strade, tra gli ultimi, gli umiliati e offesi e non certo come fa l’Opus Dei tra l’alta società di tutto il mondo, o come fa Comunione e liberazione che è diventata comunione e obbligazioni (quelle bancarie). Come potete rinchiudere Dio in una cattedrale e dire che quella è la sua casa! Ammesso che esista, Lui è in ciò che ha creato e non in quello che l’uomo ha costruito; è nei boschi e nelle foreste che distruggiamo, nei mari e nei cieli che inquiniamo. Purtroppo non si tratta di qualcuno che si approfitta, succede ovunque, ma di un sistema

capillare di malaffare, di corruzione, di scandali sessuali, di sperpero di denaro, di intromissione nella vita di noi tutti, si appoggiano politici puttanieri e malavitosi solo per non pagare l’Ici-Imu sulle immense proprietà della Chiesa (noi poveri diavoli però dobbiamo pagarla). Il Vaticano è corrotto dalle fondamenta e grazie a un maggiordomo che sottrae carte private del Papa, Papa, non un prete qualunque, tutto il marcio sta venendo a galla. Se questa è la casa di Dio quanto prima vi ridarà le chiavi e cambierà dimora. La Chiesa resiste perché è appunto un potere economico e politico, la fuga dei fedeli dipende da questo, non dalle conquiste fatte... se qualche volta penso che forse un Dio possa esistere è proprio per le conquiste fatte, per i Leonardo da Vinci, o gli Einstain, certi uomini grazie alla loro mente non sono umani ma divini. Il risveglio della spiritualità fatto fuori dalla Chiesa cattolica sarebbe un atto di arroganza? Non siete voi un po’ troppo arroganti? Ma se l’uomo è fatto a immagine e somiglianza di Dio non può che essere onnipotente, o almeno cercare di esserlo, e tutti i metodi per arrivarci sono leciti… Giobbe disse: “Perché, Dio, mi condanni se mi hai fatto così come sono?”. Quale padre vorrebbe un figlio così schiavo da condannare e negare il libero arbitrio che lui gli ha donato? Un padre padrone... è questa, secondo me, la mala-interpretazione.

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da Tokyo Toshi Kameda Immagino che più di un anno fa di fronte all’incidente della centrale nucleare Fukushima molti di voi si siano domandati come sia potuta accadere una cosa simile in un Paese efficiente, ben organizzato, tecnologicamente avanzato come il Giappone. L’altra domanda da farsi è: come mai dopo l’incidente coloro che hanno avuto grandi responsabilità nella gestione della crisi non si sono dati una mossa affrontando la situazione in modo efficace? Il che, prima di tutto, vuol dire che non abbiamo ancora una tecnologia in grado di controllare il nucleare. E poi, una tecnologia sia pure perfetta, viene gestita sempre da uomini condizionati dal sistema sociale in cui vivono, con la logica dei profitti, della sicurezza nazionale energetica o con quella dell’orgoglio nazionale, o semplicemente con il problema di mantenere un posto di lavoro privilegiato. A volte in queste logiche non si fa grande differenza se a gestire una crisi sia un privato oppure lo Stato. Già prima dell’incidente vi sono state diverse mancanze, come ho avuto modo di accennare su questo giornale, a cominciare dal tenere nascosti gli incidenti, oppure falsificando i dati sulla sicurezza ignorando i rischi che si sono poi verificati alla Fukushima. Questo atteggiamento non è cambiato nemmeno dopo l’incidente. Quante volte abbiamo sentire dire: “Non c’è da preoccuparsi, non ci saranno conseguenze immediate” come se non fosse successo niente di grave per non allarmare la popolazione lasciandola indifesa dai veri rischi. Solo qualcuno, molto attento alle parole, poteva intuire che se non immediatamente ce ne saranno a lungo termine. Ma il Giappone è un Paese particolare. Gli affari nucleari sono sotto il dominio della cosiddetta “comunità nucleare” (“Mura nucleare” in giapponese - vedi schema a lato) in cui vivono diverse persone. A capo ci sono le compagnie elettriche che hanno il monopolio assoluto sia della produzione che della distribuzione dell’energia elettrica con profitti assicurati e, per questo, nel mondo industriale occupano un’alta posizione. Seguono poi le industrie ad essa collegate come Toshiba, Hitachi e Mitsubishi, i politici, i ministeri, i professori universitari, i massmedia, i sindacati, le comunità locali. È una specie di mondo delle caste, ognuna delle quali ricava degli interessi dagli affari nucleari, circa 25 miliardi di euro. Il Ministero dell’Educazione, la Cultura, lo Sport, la Scienza e la Tecnologia, ha fissato per i bambini la dose tollerabile di radiazioni al livello di 20 millisievert l’anno/3,8 microsievert l’ora, provocando l’indignazione dei genitori (ne ho parlato sul numero di luglio-agosto 2011). L’altro punto è: come si possono difendere i bambini dalle radiazioni se questa “comunità” incorpora una sezione di ricerca dell’energia nucleare del Ministero dell’Economia, del Commercio

DIRETTA da TOKYO

il Segno - Giugno 2012

Contro il nucleare, dentro il nucleare

La Mafia nucleare riprende forza

estero e dell’Industria (approfondimento fatto sul numero precedente)? Inoltre, agli alti funzionari del Ministero dell’Economia non conviene mettersi contro le compagnie perché rischierebbero di non trovare più lavori ben pagati una volta andati in pensione. Non pochi ricercatori (24 su 89) della Commissione per la sicurezza governativa ricevevano soldi ma la metà di essi (37 su 76 nel dicembre scorso) appartenevano alle compagnie elettriche o alle organizzazioni collegate alle centrali. Per due anni la Commissione ha nascosto le informazioni sulle qualifiche dei membri per non perdere credibilità. Cosa che è regolarmente avvenuta. Della “Mura nucleare” fanno parte anche professori universitari che invece avrebbero solo il compito di seguire la verità nel tempio della sapienza. Ma quante volte li abbiamo sentiti pronunziare la solita frase tranquillizzante! Stessa cosa degli scienziati (24 su 89) della Commissione per la sicurezza governativa che prendono fondi per la ricerca nucleare dalle stesse compagnie elettriche. E’ risaputo che chi assume una posizione critica nei confronti dell’energia nucleare difficilmente può fare carriera universitaria. Anche i mass-media, alla continua ricerca di finanziatori, sono complici di questo meccanismo perverso, intervistando solo scienziati in grado di tranquillizzare la popolazione. Ora molti di essi si stanno interrogando su come hanno fatto informazione in questa fase critica e quindi cominciano ad ascoltare anche quei

Ora siamo alle solite: chiunque si mette contro la politica nucleare viene emarginato. L’omertà domina

professori “controinformatori” costretti al silenzio fino a oggi. Non so se vale la pena di parlare dei politici. Perché sappiamo come sono fatti, sono uguali in tutto il mondo. Molti di essi ricevono soldi, oppure voti, dalle compagnie, dai sindacati del settore o dagli abitanti desiderosi di ospitare nella loro città una centrale. Il 9 giugno, a un mese dallo “zero nucleare”, il governo ha deciso di riattivare i due reattori nucleari di Ohi andando contro l’opinione pubblica. Tutta la “Mura nucleare” attendeva con ansia questo momento per riprendere la politica della nuclearizzazione. I loro sostenitori non erano spariti ma semplicemente si erano nascosti in attesa che la bufera passasse e ora la “Mura nucleare” è ancora più forte e compatta. E quindi siamo alle solite: chiunque si mette contro la politica nucleare viene emarginato (“Non c’è la salvezza fuori dalla chiesa”). L’omertà domina e qualcuno comincia anche a parlare di “Mafia nucleare”.


il Segno - Giugno 2012

INDOVINA QUANTI SIAMO?

Al 30 aprile 2012 i residenti censiti nel Comune di Rocca di Papa erano 16.503 (maschi 8.205; femmine 8.298). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.360.*

*dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

ROCCA DI PAPA

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NUMERI UTILI

Farmacia Comunale: 06-9499986 Clinica San Raffaele: 06-9428601 Comando Carabinieri: 06-94749007 Polizia Municipale: 06-94286134 Centralino Municipio: 06-942861 TAXI Mario: 339-1669282

notizie, informazione, attualità

L’addio allaFarmaciaComunale è l’ultimo atto di un fallimento

E’ ormai deciso, il Sindaco Boccia metterà in vendita la farmacia del centro storico

di Sergio Rasetti Nell’immaginario collettivo una farmacia comunale viene ancora considerata come un porto sicuro per il cittadino che ha la sensazione di spendere i soldi necessari alla sua salute “in casa” e immagina una sorta di ritorno utile per se stesso e la comunità. La notizia che un Comune, il nostro, con una deliberazione della Giunta Comunale del 10 Maggio 2012 “in linea con il proprio programma politico”

decide di “cedere la titolarità della farmacia comunale sita nel Centro Storico in Via Leonida Montanari” lascia sorpresi e amareggiati quanti comprendono il significato reale di scelte come questa. Le intenzioni di questa classe “dirigente” si erano manifestate fin dall’era Ponzo quando incapaci di una gestione proficua (qualcuno crede che una farmacia possa determinare un buco nelle finanze di un Comune?) si era affidato il servizio farmaceutico all’ASP Spa di Ciampino, una rete di farmacie comunali che risultavano e ri-

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sultano in eccellente attivo. Ma a Rocca di Papa le cose non vanno nella stessa direzione. Una politica cieca e sorda ai bisogni di attenzione del Centro Storico ha condotto all’abbandono del commercio; al trasferimento dei servizi pubblici; al sovraffollamento di migranti e alla trasformazione, non sappiamo se certificata, da locali commerciali a residenziali; al trasferimento in altri ambiti di studi medici e professionali; a lavori pubblici che hanno bloccato commercio e traffico per tempi interminabili senza tenere conto dei riflessi reali sulle attività commerciali e dei residenti. Questo “trattamento” non ha portato un beneficio alla nostra farmacia comunale di Via Montanari e ora, quegli stessi che ne hanno in definitiva causato il malessere mortale, credono di risolvere il problema cedendola a privati. Abbandonano definitivamente il Centro Storico, proprio come fece il comandante Schettino con i passeggeri della “Costa Concordia”.

Il Comune si allontana dal Sistema Bibliotecario?

Con la decisione (delibera di Giunta n. 47 del 17 maggio 2012) di rinunciare ad utilizzare il personale messo a disposizione dal Sistema Bibliotecario dei Castelli Romani (un addetto a tempo pieno e uno part-time), l’amministrazione di Rocca di Papa mette un piede fuori dal Consorzio pubblico che gestisce le biblioteche di tutti i Comuni dei Castelli. Al loro posto andrà personale attualmente in forza presso gli uffici comunali di Corso Costituente. Se consideriamo che Rocca di Papa, per quel che ci risulta, è l’unico ente che ancora non ha versato la quota consortile annuale (circa 66mila euro), il dubbio è lecito: non sarà che Boccia voglia uscire definitivamente dal Sistema, isolando ulteriormente il nostro paese dal punto di vista culturale? (L.S.)

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il Segno - Giugno 2012

La storia dei terremoti ci dice che il nostro territorio è a rischio Rocca di Papa è classificata “2B” con una pericolosità sismica media

di Sandro Tabellione La classificazione sismica del territorio nazionale ha introdotto normative tecniche specifiche per la costruzione di edifici, ponti ed altre opere in aree geografiche caratterizzate dal medesimo rischio sismico. Per quanto riguarda Rocca di Papa, la zona sismica in cui ricade il nostro territorio (indicata nell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274/2003, aggiornata con la Delibera della Giunta Regionale del Lazio n. 387 del 22 maggio 2009) è la seguente: 2B. Questo significa che la zona presenta una “pericolosità sismica media dove possono verificarsi terremoti abbastanza forti”. Con ciò non si vuole allarmare la popolazione ma semplicemente capire se a livello di intervento e di prevenzione Rocca di Papa è pronta per ogni evenienza, anche perchè storicamente l’area dei Castelli Romani in generale è sempre stata caratterizzata da terremoti più o meno forti in maniera costante e periodica. L’ultimo terremoto che costrinse i roccheggiani a dormire all’aperto fu quello dell’ottobre del 1989, quando nella notte tra il 19 e il 20 otto-

bre, precisamente a mezzanotte e 33 minuti, una scossa di 3,8 gradi Richter (equivalente a 6-7 gradi della scala Mercalli - durata: 8 secondi circa) gettò nel panico migliaia di persone con danni lievi agli edifici. “Il roccheggiano” di quegli anni (era il mensile gratuito diretto dal nostro attuale direttore Sebastianelli) ne fece un breve resoconto proprio a sua firma, riportando anche i danni subiti da alcuni edifici del centro storico: crepe, caduta di intonaci, di lampadari, ecc. Nella tabella riportata a fianco riportiamo le scosse sismiche che hanno visto Rocca di Papa come epicentro. Ovviamente non significa che questi siano stati i soli terremoti avvertiti dai cittadini. Scosse più o meno forti ci sono state frequentemente e quasi mai senza pause eccessive, ma l’epicentro era magari in altro paesi dei Castelli e non propriamente a Rocca di Papa. Comunque è interessante notare che alcune scosse hanno spesso raggiunto e superato il IV grado della scala Richter e, in un caso, addirittura toccando quota 5. Se oggi ci fosse un terremoto di queta intensità che cosa accadrebbe agli edifici, soprattutto a quelli del centro storico? E’ pur vero che nell’ultimo secolo la soglia

TRATTORIA - PIZZERIA

L’elenco dei terremoti con epicentro a Rocca di Papa Giorno

8 giugno 1754

24 settembre 1782

Gradi Scala Richter

4,4 5

12 dicembre 1861

4,7

7 agosto 1884

4,4

16 agosto 1877

20 maggio 1981

4,2 3

20 ottobre 1989

3,8

11 luglio 2008

2,1

9 luglio 2008

raggiunta è stata quasi sempre intorno ai 2-3 gradi, per un’intensità forte ma non certamente a carattere distruttivo. Ma quanto accaduto in Emilia Romagna ci dice che i terremoti sono imprevedibili e che solo un’attenta e scrupolosa politica preventiva riesce a ridurre al minimo i danni alle cose e alle persone. La domanda quindi è: il nostro Comune sarebbe preparato in caso di sisma? Non sarebbe sbagliato organizzare alcuni incontri per spiegare che cosa si dovrebbe fare in situazioni di emergenza, e che cosa è previsto accada di fronte a

2,3 eventi imprevedibili e che speriamo non abbiano mai ad accadere. I criteri per l’aggiornamento della mappa di pericolosità sismica “sono stati definiti nell’Ordinanza del PCM n. 3519/2006, che ha suddiviso l’intero territorio nazionale in quattro zone sismiche sulla base del valore dell’accelerazione orizzontale massima su suolo rigido o pianeggiante ag, che ha una probabilità del 10% di essere superata in 50 anni”. Questi criteri dovrebbero o no essere spiegati ai cittadini in modo semplice e chiaro?

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il Segno - Giugno 2012

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A pochi metri da “La Foresta” onellaverdefrazionediVivaro Ora spunta anche la realizzazione di un impianto che brucia le biomasse

di Andrea Sebastianelli Già entro l’estate potrebbe partire la gara d’appalto per la realizzazione di un impianto a biomasse nel territorio di Rocca di Papa, una sorta di grande caldaia in cui bruciare gli scarti di lavorazione del legno con lo scopo di produrre energia elettrica. Fin qui l’idea, messa in campo dall’amministrazione comunale che, ovviamente, affiderà l’incarico ai privati che dovranno metterci i soldi (circa 7 milioni di euro) mentre il Comune ci metterà la materia prima. Ora però, pur essendo il sottoscritto non ideologicamente contrario alla nascita di impianti atti a produrre energia, ci sono in questo caso degli aspetti che nessuno sembra aver preso in considerazione, a cominciare dal luogo in cui collocare un tale impianto. E il Comune, su questo aspetto centrale, non sembra avere le idee molto chiare visto che prima di lanciare gare e progetti bisognerebbe dire anche dove. L’idea in realtà è vecchia, già sotto la seconda giunta Ponzo (2002-2004) qualcuno la tirò fuori individuando l’area di fronte al ristorante “Il Guardianone” e vicino alla “Foresta”, a poche decine di metri da Fontan Tempesta (sorgente di valenza storico-ambientale) e a ridosso della parte pianeggiante della Via Sacra, la strada basolata di epoca romana che da Ariccia arriva fin su a Monte Cavo. L’altro sito individuato, stando al Comune, potrebbe essere sempre su Via dei Laghi, poco dopo l’attuale rotonda, e sempre a poche decine di metri dalla principale “industria” roccheggiana che dà lavoro a decine di persone e che è rinomata in tutta la regione, il ristorante “La Foresta”. Ve l’im-

Un impianto a biomasse

maginate voi un impianto a biomasse (che all’apparenza somiglia a un termovalorizzatore, ma un po’ più piccolo), che emette fumi e odori (anche se ben filtrati) e che crea un andirivieni chiassoso fra camion, rimorchiatori e mezzi di vario tipo proprio nei pressi del famoso ristorante? Una scelta che la dice lunga sulle reali intenzioni di quest’amministrazione nel considerare il turismo una priorità per un paese come Rocca di Papa. Ma c’è anche un’altra ipotesi (sempre fonte cimunale), quella di realizzare l’impianto nella vallata del Vivaro, a due passi dal centro equestre del Coni. Stesso discorso fatto in precedenza vale per la frazione roccheggiana. Anzichè favorire progetti di turismo ambientale si portano avanti progetti impiantistici che a Rocca di Papa non hanno senso. Non solo il Comune non riesce a far fruttare i benefici delle sue proprietà boscate, ma ci vorrebbe far credere che la soluzione è quest’impianto a biomasse. Prima dovrebbero pensare a gestire al meglio i 1.500 ettari di castagni e poi (forse) avrebbero la credibilità di progettare un impianto a bio-

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masse che, va detto, metterebbe la parola fine al rilancio turistico. Caro Boccia, ma un progetto chiaro per fare di Rocca di Papa un paese dal turismo fiorente proprio no? Un progetto in grado di valorizzare al massimo i sentieri naturalistici e le bellezze ambientali proprio non la convince? Ma torniamo all’impianto a biomasse prospettato nell’aula consiliare lo scorso 16 maggio. Bruciare gli scarti di lavorazione (ogni produzione di energia parte dalla combustione) vuoldire che la materia prima va precedentemente trattata per essere ridotta nella misura giusta (chips da 15 a 50 mm); poi va lasciata essiccare per mesi in una vasta area così da ottenere dalla combustione maggior calore; poi i residui di combustione vanno smaltiti seguendo normative apposite; i fumi emessi dai camini vanno controllati e monitorati perchè sprigionano diossina; il traffico in ogni luogo in cui c’è un impianto a biomasse è arrivato al limite perchè le caldaie hanno un bisogno continuo di materia prima; ecc. ecc. L’Apat (l’Agenzia di Stato per la protezione dell’ambiente) così conclude il suo rapporto sulle biomasse legnose, dopo aver descritto nei dettagli gli impianti di lavorazione: “Tuttavia, studi recenti sulla qualità dell’aria in prossimità degli impianti hanno dimostrato che l’uso del legno come combustibile può avere impatti significativi sull’ambiente per la formazione di sostanze inquinanti”. E il Comune che fa, vorrebbe mettere un impianto a biomasse nei pressi de “La Foresta” o al Vivaro”? Suvvia, quando ci direte: “State su scherzi a parte”?

chiuso il martedì

Sala per cerimonie


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il Segno - Giugno 2012

Civile Per prendere il pulmino Prot. Pro.ci.co. bisogna pagarelabenzina esiste o no? Il Comune è in crisi e a pagare sono le famiglie dei disabili La lettera di FLI

Un pulmino per il trasporto dei disabili

Ormai non ci si sorprende quasi più di niente ma quanto starebbe accadendo a Rocca di Papa in merito al pulmino per il trasporto dei disabili, fa capire come il Comune a causa della crisi non riuscirebbe più a garantire nemmeno il carburante per farlo camminare, costringendo a quanto pare le famiglie dei ragazzi diversamente abili a mettere mano al portafoglio e dare la mancetta per la benzina. Il fatto si ripeterebbe

tempi moderni

di Roberto Sinibaldi

Dal 1° giugno il parcheggio interrato vicino a piazza della Repubblica rimane chiuso la notte e l’intero giorno dei festivi. Rimarrà chiuso a tempo indeterminato. La ragione? Non è dichiarata. Non ci sono lavori, non ci sono cambiamenti sostanziali rispetto ai mesi scorsi. Allora perché? Forse perché chiudendo si prendono due piccioni con una fava, si elimina alla radice il problema dell’insicurezza notturna del parcheggio e – soprattutto – alla riapertura, che prima o poi ci dovrà pur essere, si potrà far pagare la sosta. Sul primo punto qualcosa non torna comunque: se il parcheggio è insicuro la notte, perché si chiude anche l’intera giornata dei giorni festivi? Se il parcheg-

periodicamente e sembra sia diventata un’abitudine. “Ormai quasi ogni volta che mio figlio prende il pulmino -ci racconta una mamma testimone diretta dell’accaduto- vengo chiamata dall’autista che mi dice di dare qualcosa perchè il pulmino segna rosso e il rischio è che si fermi per strada”. Una volta 3 euro e mezzo, un’altra 3, ecc. ecc. per un servizio che dovrebbe essere a carico dell’amministrazione comunale e che invece alla fine è a carico delle famiglie che già devono fare i salti mortali per garantire una vita dignitosa ai loro figli con disabilità. Non vorremmo essere ossessivi e al limite della “persecuzione”, ma perchè spendere soldi per l’incarico di “cerimoniere del Sindaco” (6mila euro annui) se poi la “città della solidarietà” e della “fratellanza” (termini usari frequentemente da Boccia), non riesce nemmeno a fare il pieno di carburante a un mezzo che serve a trasportare i disabili? Speriamo che questa vergogna finisca al più presto, perchè l’argomento è perfetto per far intervenire un programma come “Striscia la notizia” così da smascherare i responsabili di quanto accade nella nostra città. Il pungolo

gio è considerato insicuro, perché non renderlo sicuro? Dove stanno i sistemi di sicurezza promessi nella recente campagna elettorale comunale? È come se, per eliminare le perdite di un acquedotto, invece di riparare i tubi si chiudesse l’acqua. Il problema sarebbe risolto, con il piccolo dettaglio che nessuno avrebbe più l’acqua. A sentire i bene informati pare che ci sia anche una certa insofferenza del gestore dei parcheggi, la società Schiaffini. Scaduta la convenzione con il Comune l’amministrazione comunale non ha fatto la gara per tempo. E così, in via “temporanea” si ferma tutto e si chiude il parcheggio;

Una piscina... nel parcheggio interrato Il parcheggio vuoto

in attesa che sia rifatta la gara, che siano espletate le procedure, che si stabilisca a chi attribuire la nuova gestione. Nel centro del paese parcheggiare ormai è assai difficile e la sosta è a pagamento praticamente dappertutto. Ma al di là del molto probabile nuovo obolo per la sosta, perché sottrarre spazi per il parcheggio? Quanto tempo ci vorrà per ripristinare un servizio pubblico? In attesa della riattivazione, si potrebbe riempire d’acqua e farci una bella piscina, almeno servirebbe a qualcosa!

Romano Bruno

Visto che in Italia, come purtroppo abbiamo avuto modo di constatare, nel sottosuolo si stanno avendo dei movimenti tellurici molto forti, ed alla luce di tutto ciò, mi viene (se lecito) domandare al nostro Sig. Sindaco: “Rocca di papa sarebbe pronta, cioè avrebbe oggi come oggi la possibilità di far fronte ad una prima emergenza, visto che se non vado errato, nel nostro territorio vi sono due gruppi di Protezione Civile, una formata come associazione ed una da un gruppo denominato “Pro.Ci.Co.”. Poiché essendo esso nato sotto il patrocinio del Comune, il quale però come abbiamo avuto modo di vedere anche nelle ultime nevicate, non si sa perché non utilizza per il bene comune impiegare tale gruppo sul territorio. La domanda è questa signor Sindaco: questo gruppo sul territorio esiste o no? O esiste solo sulla carta? E, se esiste, dove e come opera visto che non si vede mai? Come cittadino mi sento in dovere di avvertire le autorità competenti che ad oggi non vi è alcun piano di evacuazione (in special modo per i residenti del centro storico) atto a portare in sicurezza gli abitanti anche ipotizzando dei probabili blocchi di strade di importanza vitale di comunicazione, e se esiste un piano di evacuazione comunque bisognerebbe renderlo pubblico affinché si possa far fronte ad eventuali e spiacevoli inconvenienti. Romano Bruno Pres. del Circolo FLI Rocca di Papa


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il Segno - Giugno 2012

di Paola Gatta Il primo giugno è scattato il piano comunale che prevede la chiusura notturna del parcheggio interrato posto di fronte alla sede del Parco dei Castelli. La decisione è stata presa a causa dell’impossibilità di garantire le giuste norme di sicurezza in un’area in cui diversi episodi di vandalismo hanno provocato danni ad automobili e alla stessa struttura. La cosa che sorprende, però, è la chiusura (giorno e notte) nei giorni festivi. Ma come, ci avviciniamo alla stagione estiva, il Comune ha programmato una serie di eventi importanti (Mangialonga, Festa della ciambella degli sposi, Frusley Sport Village, ecc. ecc.) e poi che fa? Chiude l’unico grande parcheggio posto ai piedi della principale piazza del paese? La decisione sembra piuttosto contraria al buon senso. Su questo tema, e in particolare sulla gestione delle stri-

Perilnostro Comune restano solo briciole Il parcheggio interrato e i proventi delle strisce blu

sce blu, il Consigliere d’opposizione Emiliano Crestini è sembrato quello più battagliero. In discussione vi è la gestione affidata dall’amministrazione comunale alla Schiaffini Travel Spa, società di Marino, che stando ai dati forniti dallo stesso Crestini in tre anni ha incamerato dalla gestione dei parcheggi a pagamento circa 300mila euro. Ma il problema sta proprio qui! “E’ normale che di fronte a una cifra così alta –si domanda il Consigliere roccheggiano- nelle casse del Comune andranno meno di 15mila euro?”. Una manciata di spiccioli per i quali in questi anni i cittadini hanno invece dovuto subire una vera e propria tassa, visto che a pagare le strisce blu sono soprattutto i cittadini residenti. Da un calcolo effettuato, i parcheggi a pagamento hanno pesato nelle tasche di ogni famiglia roccheggiana per circa 150 euro e, visto che questi sacrifici non sono serviti per riempire le casse pubbliche, qualcuno comincia anche a dubitare dell’efficacia del servizio così come è stato impostato. Nei giorni scorsi

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L’ingresso del parcheggio interrato

l’Ass.re Fei, rispondendo a una specifica domanda di una giornalista de Il Tempo, ha dichiarato che il problema sta nel fatto che le tariffe applicate sono troppo basse, non vorremmo allora che con il rinnovo della convenzione (il contratto tra Comune e Schiaffini è scaduto lo scorso 14 maggio) arrivi anche un altro regalino per gli automobilisti di Rocca di Papa, un bell’aumento del costo orario. Infine, per quanto riguarda il parcheggio interrato, stanno venendo al pettine i nodi individuati già in fase di realizzazione di un’opera pubblica

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Il Consigliere Emanuele Crestini

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Addio al glicine del Belvedere tra proteste e solito scaricabarile

Tagliato durante i lavori di rifacimento del manto stradale. E l’Ass.re tace

di Cristina Mannazzu Al numero 17 di Viale Madonna del Tufo esiste lo storico ristorante “Al Belvedere”, ormai chiuso da mesi. Nella bella stagione utilizzava lo spazio di fronte per i tavolini e, all’interno di questo, oltre a tre alberi vi erano due glicini, disposti in modo da formare un pergolato di circa 30 metri quadri. Due glicini decennali. Dopo l’inizio dei lavori per il rifacimento della strada sullo stesso viale, sono venuta a sapere da un operaio che lo smantellamento sarebbe continuato lungo tutta la via e che quei glicini sarebbero stati sradicati. “Tanto c’è tempo prima che arriviamo là!”, mi aveva detto un operaio rassicurandomi. E invece, esattamente la mattina dopo, hanno provveduto a sradicare uno dei due glicini e a smantellare il pergolato! Inorridita dallo scempio e stranita dal fatto che gli operai mi avevano detto di aver ricevuto l’ordine di abbattimento quella mattina stessa, mi sono rivolta telefonicamente al Comune chiedendo di Mauro Fei, Assessore ai lavori pubblici. Non trovandolo, ho chiamato il Corpo Forestale chiedendo un intervento immediato prima che fosse troppo tardi. La loro risposta è stata che, appena possibile, avrebbero mandato una macchina che, a oggi, non è mai arrivata. Al Parco dei Castelli Romani mi hanno passato il dott. Fegatelli, agronomo, l’unico che quella mattina si sia interessato veramente alla vicenda. Ha chiamato lui stesso il Comune ma nessuno sapeva di questi glicini, né di nessuna autorizzazione per abbatterli. Nessuno sapeva da chi fosse partito quest’ordine e allora Fegatelli ha ordinato agli operai di interrompere immediatamente l’abbattimento. Così è stato ma ormai era troppo tardi: un glicine sradicato, il pergolato completamente smantellato, l’altro glicine ridotto a triste moncone. Il dott. Fegatelli m’informa che anche non essendo un vero e proprio albero, la sua potenziale tutela è stabilita in base a determinate caratteristiche che gli attribuiscono un valore. Una pianta iscritta come “monumentale” è da proteggere. E anche nel caso non fosse iscritta come monumentale acquisisce un valore

L’angolo al Belvedere

Com’è

nel momento in cui entra a far parte del patrimonio storico del paese o della via dove si trova. Qualche giorno dopo sono andata al Comune per chiedere spiegazioni ma, a parte qualcuno che aveva sparso la voce ridicola che il glicine avesse solo 5 anni (quante risate!), non ho trovato risposte. Sono così andata al Parco dei Castelli e stavolta sono stata ricevuta dal Comandante Grillo, il quale mi assicurava che avrebbe mandato qualcuno a fare almeno delle foto. Il giorno dopo l’Ass.re Fei si presenta al negozio per chiedere spiegazioni. Gli chiedo io invece le motivazioni dello scempio avvenuto e lui mi parla di recinzioni abusive del ristorante che da tempo dovevano essere smantellate. Che cosa c’entra questo con i due glicini decennali che rappresentavano ormai un valore storico per il viale e per il paese? Gli tiro fuori la vergognosa voce sparsa in Comune che avesse solo 5 anni. Gli dico, a mo’ di battuta scontata, che solo io sto qua da 5 anni e i

Com’era

glicini erano già belli che fatti… m’interrompe dicendomi: “Ah, lei sta qua da 5 anni, ma allora che vuole? Io qua ci sono nato e cresciuto!”. Peggio mi sento! “Complimenti!” gli rispondo, “lei è nato e cresciuto qua e non ha mai notato questi glicini?”. Silenzio. “Lei è il responsabile dei lavori pubblici e non viene a vedere PRIMA dove deve intervenire la ditta e CHE COSA C’È sulla strada dove si deve intervenire? Invece di valorizzare quello che c’è di bello in questo paese lo distruggete? Per cosa poi? Due posti macchina? Che tristezza!”. Ora, qua non si vuol fare polemica su eventuali mancati controlli dei vari enti (Comune o Forestale che sia) nella tutela dell’ambiente. Anche perché, ricollegandomi all’articolo di Andrea Sebastianelli su “Il Segno” di maggio riguardo l’abbattimento senza autorizzazioni di querce secolari, si è capito che una cosa è la legge e un’altra è la sua applicazione. Lo spazio al di sotto di quei glicini

delineava una piccolissima oasi. Una gioia per gli occhi, un minuscolo luogo dove si poteva godere di un riparo dalla calura, di un profumo rinfrancante di fiori, di un attimo di riflessione all’ombra di un pergolato che si trovava proprio davanti a quel meraviglioso panorama del Belvedere che tutti conoscono. Dove sarebbero bastate tre semplici panchine su una nuova pavimentazione per trasformare in 100 un valore che stava già a 50. Il valore ora è uguale a zero. In questo articolo, per esigenze di brevità, non ho spazio per rendere conto di un’altra storia ma ci tengo a farne un piccolo accenno che mi riguarda. L’altro scandalo accaduto su viale Madonna del Tufo concerne l’andamento dei lavori in generale, iniziati e continuati senza che nessuno ne fosse avvertito. Lo stesso giorno che seppi del glicine, dallo stesso operaio, e sempre per caso, seppi che avrebbero smantellato anche davanti al mio negozio, a filo di porta! Ho pensato: “Davanti al mio negozio verrà smantellata tutta la pavimentazione a filo d’ingresso e il Comune non me lo comunica?”. Quando, approfittando della presenza dell’Ass.re quel giorno, gli ho fatto presente questa grave mancanza, la sua risposta è stata questa: “Eh vabbè! Ora ci mettiamo ad avvertire tutti i commercianti? Si vede che ci sono i lavori, no?”. Completamente basita l’ho informato del fatto che sì, per legge lui aveva l’obbligo di comunicarlo. Non avrei mai pensato di dover informare un Ass.re dei doveri di cui assurdamente non è a conoscenza. Rimandando questa storia ad altro articolo, finisco con un piccolo colpo di scena. Nel trovarmi davanti al progetto dei lavori ho potuto notare, sbalordita, che nell’area dove si trovavano i glicini non era previsto nessun parcheggio. Al suo posto c’era uno spazio bianco, circoscritto, con su scritto “gazebo ristorante”. Demolizioni prive di progetto, deprezzamenti senza motivazioni… troppa, davvero troppa faciloneria e superficialità in un paese che avrebbe tanto da dare e che invece si sta facendo morire. Cosa che purtroppo non è una novità.


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La salvaguardia delle aree boscate inizia con un controllo capillare

L’amministrazione comunale ha avviato un servizio ritenuto fondamentale

di Roberto Sinibaldi Di recente l’Amministrazione di Rocca di Papa ha istituito un servizio di controlli ambientali, esercitati soprattutto nei boschi comunali. Due agenti specializzati della polizia municipale svolgono una attività giornaliera di vigilanza, prevenzione, controllo ed eventuale repressione. Un servizio di cui si sentiva fortemente la mancanza. Da molto tempo infatti la depredazione dei boschi, il loro sistematico uso come discarica, il furto di legname, hanno prodotto un progressivo degrado, sempre più evidente. Una passeggiata nel bosco, per ammirare per esempio le meravigliose fioriture primaverili, a volte viene deturpata da spazzatura, inerti, residui di origini più diverse, che offendono la vista e il cuore del visitatore. Al di là del loro valore economico per la massa legnosa che producono, i boschi rappresentano un riequilibratore ambientale, un esteso elemento di naturalità che produce indirettamente acqua, regola il clima, umidifica l’aria, rende salubre il territorio. Dal punto di vista panoramico, poi, abbiamo degli scorci unici che ci riconciliano con un ambiente che, altrove, è spesso impoverito e sovraffollato. I boschi rappresentano il più profondo legame di Rocca di Papa con la sua storia, con gli uomini che per secoli hanno vissuto e lavorato grazie al legno delle foreste, che si estendevano intorno al Paese. Un legame che, prima di tutto, è un vincolo dal punto di vista culturale. Un tesoro così importante doveva essere quindi tutelato, e bene ha fatto l’Ammi-

nistrazione Comunale a istituire un servizio di controllo specifico. Un servizio irrinunciabile, che darà sicuramente dei

risultati in senso preventivo e che potrà garantire il mantenimento e una migliore gestione dei boschi esistenti.

Ecco la campagna di sterilizzazione per cani e gatti dell’Ass.ne EkosPet

non solo fili

Dopo il mese di giugno, la “campagna di sterilizzazione per cani e gatti” promossa dall’Associazione animalista dei Castelli Romani “Ekos Pet onlus”, proseguirà anche a luglio. L’iniziativa, rivolta alle altre associazioni animaliste e a tutti i cittadini che hanno un amico a quattro zampe, ha fin’ora avuto un ottimo successo con decine di prenotazioni. Per informazioni è possibile collegarsi al sito internet www.ekospet.org, inviare una mail (ekospet@gmail.com), oppure telefonare al n. di cellulare 393.2857203.

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il Segno - Giugno 2012

“I cittadini devono riappropriarsi della democrazia a tutti i livelli” L’incontro con il sindacalista Giorgio Cremaschi si è tenuto nella biblioteca

di Gennaro Spigola Lo scorso 30 maggio presso la biblioteca comunale di Rocca di Papa si è svolto un interessante convegno, con la presenza del sindacalista Giorgio Cremaschi della FIOM/CGIL, sulla delicata ed impegnativa situazione economico-politica che sta attraversando il Paese connessa alle consistenti problematiche europee e globali. Al convegno sono state invitate tutte le forze politiche della sinistra (Pd, Idv, Sel e Federazione della Sinistra), le Organizzazioni sindacali e i Comitati di quartiere. Dall’analisi generale, in seguito agli interventi che si sono susseguiti, è emerso che ci sono delle implicazioni per effetto del decentramento finanziario ed istituzionale delle politiche nazionali, che hanno delle ricadute consistenti sul territorio locale, ad esempio: acqua, rifiuti, trasporti, IMU, etc. Nel dibattito che si è svolto, che definisco interessante ed importante, tra il sindacato (presente solo la CGIL) e le forze politiche di sinistra (con l’inspiegabile e immotivata assenza del Partito Democratico che da tempo ha scelto, con la prassi del declinare, di evitare

il confronto democratico), sono emerse anche delle differenti impostazioni ma, comunque, tutte convergenti nel sostenere che il Governo in carica (coadiuvato anche da altre cariche istituzionali) sta operando delle scelte politiche economiche importanti non condivisibili che modificheranno in peggio lo status quo rimettendo in discussione diritti che sono il risultato di anni di lotte: riforma delle pensioni (che al di là di quanto viene propagandato non darà dei benefici né agli imminenti quiescenti né ai giovani); peggioramento del mercato del lavoro ed in modo particolare l’art. 18 della legge 300 fortemente depauperato dalla nuova norma; rivisitazione dell’art. 81 della Costituzione che comporta la coercizione economica del pareggio di bilancio con l’utilizzo di ulteriore pesanti finanziarie, quantificabili in 50 miliardi di euro, che avranno come inevitabile risultato la privatizzazione della parte rimanente dello stato sociale: sanità, scuola e trasporti, scelte che stanno mettendo in crisi il modus vivendi della popolazione; per ultimo ma non per ordine di priorità la privatizzazione dell’acqua dopo che il referendum del 2011 ha visto lo schiacciante risultato di 27 milioni di cittadini esprimersi per l’acqua come bene co-

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mune. La discussione che si è ulteriormente sviluppata ha anche approfondito alcune tematiche che attengono alla competenze dei Comuni ed alcune, nello specifico, Rocca di Papa che sulla gestione dell’acqua avrebbe avuto nell’immediato la possibilità di poter fare abbassare del 7% i profitti dei privati e la conseguente riduzione delle bollette. Si è parlato di abusivismo che ha raggiunto percentuali inaccettabili che mettono in evidenza in modo inconfutabile responsabilità istituzionali in quanto non hanno operato un controllo costante; raccolta differenziata (che dopo quasi

2 anni non è stata ancora estesa a tutto il paese, come da impegni presi) che avrebbe dovuto portare come beneficio ai cittadini l’abbassamento della tariffa ed invece ha comportato un ulteriore ed ingiustificato aumento del 20%. Credo che sia arrivato il tempo che la cittadinanza, attraverso gli strumenti democratici che ha a disposizione, chieda all’imperativo di poter partecipare direttamente nella costruzione delle linee politiche che attengono l’attività delle istituzioni, ripristinando il ruolo concreto che gli compete e come primo atto ottenere un Consiglio Comunale aperto.

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ROCCA DI PAPA Il Comune ne installa 2, centro storico e Campi Se le Ordinanze

il Segno - Giugno 2012

Ecco gli autovelox si salvi chi può!

zurra di viale Enrico Ferri. “Dopo averci tolto decine di posteggi, adesso si sono inventati l’autovelox per levarci altri soldi dopo la Tarsu e l’Imu” ci dice infatti Gino Fazi che, ormai pensionato, si rammarica delle tante cose che non funzionano. Per quanto riguarda L’autovelox installato in Via Rocca Priora gli autovelox è recente la polemica di Luigi Serafini tra il Comune di Rocca di Papa e la Dopo l’aumento della Tarsu, il Co- Provincia di Roma per il limite di vemune di Rocca di Papa ha trovato un locità (50 km orari) che l’amminialtro modo di fare cassa mettendo le strazione Boccia aveva messo lungo mani in tasca ai cittadini, gli autove- la trafficata arteria del Vivaro e che lox! Ne ha installati due, mentre scri- invece la Provincia ha contestato viamo ancora non sono entrati in visto che la strada, di competenza funzione, uno in pieno Centro Sto- provinciale, ha un limite di 70 chilorico lungo viale Enrico Ferri, l’altro metri orari. Ora anche il Comune ai Campi d’Annibale in via Rocca roccheggiano ha rivisto il limite alPriora, vicino al nuovo “Caffè zandolo come prescritto dalla ProvinFabri”. cia ma noi ci domandiamo: i soldi “La cosa più intollerabile -ci dice Pa- delle multe emesse con il limite a 50 squale De Santis, che abita ai Campi- chilometri, visto che sono del tutto ilè che il limite è stato fissato a 30 chi- legittime, perchè non vengono restilometri orari... nemmeno andando a tuiti agli automobilisti caduti nella folle si riesce a rispettare il limite. Se trappola? ti distrai la multa è garantita. Qui si Ora, vista la vicenda del Vivaro, il vogliono solo incassare soldi ai danni Comune decide di tartassare gli abidella popolazione. Mettere un limite tanti con questi due autovelox posicosì basso è davvero troppo, ma Boc- zionati in luoghi inverosimili. Vista cia che si è messo in testa?”. Stessi l’arrabbiatura dei cittadini, sarà per discorsi si sentono in piazza della Re- questo che Boccia in giro per Rocca pubblica in merito alla colonnetta az- si vede sempre di meno?

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sono “carta straccia”

di Sergio Rasetti Ricordate l’ordinanza comunale n. 201 del 14 dicembre 2011 della quale abbiamo scritto nel numero di febbraio 2012? Riguardava la messa in sicurezza di un edificio (foto sopra) posto sulla principale via di accesso al paese, via Frascati proprio all’inizio del ponte. “IL SINDACO ORDINA l’immediata messa in sicurezza del fabbricato a propria cura e spese entro e non oltre 15 giorni dalla data della notifica della presente ordinanza. AVVERTE che non ottemperando alla presente ordinanza si provvederà alla realizzazione d’ufficio delle opere con il recupero delle spese sostenute dall’Amministrazione Comunale”. Sono passati 120 giorni. Nessun intervento è stato eseguito a cura del proprietario. Nessun intervento è stato eseguito dagli uffici comunali. Amministratori e politici non risulta che si siano interessati; nemmeno quelli che hanno indicato quell’edificio come sede politica ed elettorale. Nessuna segnalazione di pericolo, transenna, avviso è stato posto in prossimità per evidenziare il pericolo descritto nell’ordinanza. Il risultato è che gli ignari cittadini passano tranquilli a piedi o in auto a ridosso di quel manufatto fatiscente che potrebbe liberarsi in ogni momento di frammenti di muratura, più o meno grandi, lasciandoli precipitare con possibili serie conseguenze. La credibilità di uffici pubblici e politica scende sempre più in basso, lo dimostra l’abbandono in massa dei seggi elettorali. Cambiare registro è l’imperativo urgente per tutti. P.S. Questo caso non dovrebbe essere iscritto nel capitolo: MANCATA ESECUZIONE DEI DOVERI D’UFFICIO?

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SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

il Segno - Giugno 2012

E lo fanno malgrado abbiano aumentato la tassa sui rifiuti del 20% (dopo aver recuperato il 30% di evasori totali in zona Vigne e il 20% ai Campi d’Annibale), dopo aver accumulato un mega-indebitamento con Cassa Depositi e Prestiti (circa 8 milioni di euro), dopo aver accumulato un mare di debiti con la società che gestisce il servizio dei rifiuti (Aimeri, circa 3 milioni di euro) e con altre società che svolgono servizi pubblici (Schiaffini in primis), dopo aver deciso di abbandonare i cittadini al loro destino di fronte alle esagerate bollette di Acque Potabili. Ora, avendo raschiato tutto ciò che c’era da raschiare, ci vengono a dire (anzi, lo abbiamo scoperto visto che comunicati stampa non ne hanno fatti) che hanno deciso di vendere le ultime “ricchezze roccheggiane”. Boschi, edifici comunali, ex scuole pubbliche, aree protette, magazzini, uffici, compresa la farmacia comunale. Tutto questo sarà messo in vendita come deciso dalla maggioranza a guida Pd perché non c’è più un euro. Il Boccia-bis sta sprofondando nella catastrofe economico-finanziaria più grave degli ultimi trent’anni, rasentando l’orlo del dissesto. Nel panorama dei Castelli Romani, Rocca di Papa è l’unico Comune che sta mettendo in piedi un’operazione di dismissione di beni pubblici così estesa. Frascati sta avviando il servizio di raccolta dei rifiuti “porta a porta” sull’intero territorio comunale, San Cesareo addirittura ha chiuso il bilancio con un avanzo di cassa (+ 500mila euro! Perché non gli mandiamo il nostro assessore al bilancio e ci prendiamo il loro?), Genzano sta sviluppando interessanti progetti a

A P P R O F O N D I M E N T O

50 ETTARI DI BOSCO PUBBLICO

Tanti sono gli ettari che l’amministrazione ha deciso di vendere. Tra questi vi è anche un bosco per la tutela della biodiversità e diverse particelle forestali (tutte fronte Via dei Laghi) che andranno a taglio tra il 2016 e il 2018 e da cui il Comune potrebbe guadagnare bei soldi per le sue casse.

L’EX MUNICIPIO DI VIALE ENRICO FERRI

Lo storico edificio comunale ospita oggi l’ ufficio ASL per le prenotazioni; la sede dell’Ass.ne Aurora; la sala insonorizzata per le registrazioni musicali affidata con un bando a un’Ass.ne; il polo dell’affido; la scuola di pittura di Carfagna; l’Archivio Storico Comunale. Queste attività dove andranno?

LA PRIMA FARMACIA COMUNALE

Il Comune ha deciso di vendere la Farmacia Comunale del centro storico, ospitata in un edificio donato dal compianto compaesano Pizzicannella. Chi garantirà i cittadini del centro storico che i nuovi proprietari, subentrati al Comune, non trasferiranno l’attività farmaceutica in altra sede?

L’EX SCUOLA DI COLLE DELLE FATE

Quest’anno decine di bambini roccheggiani non hanno trovato posto nelle scuole pubbliche. Perchè allora il Comune ha deciso di vendere quest’edificio? Vista l’estensione del quartiere Vigne, in quello spazio potrebbe decentrare alcuni servizi comunali. Oggi è sede di un gruppo Protezione Civile.

L’ATTUALE DEPOSITO DELL’AIMERI

Il Comune ha deciso di mettere sul mercato anche l’area che attualmente viene utilizzata dall’Aimeri, la società che gestisce i servizi di igiene ambientale (rifiuti e verde), come deposito di alcuni mezzi, come magazzino attrezzatura e come spogliatoio per i dipendenti. Dove andranno?

L’ATTUALE SEDE DEI VIGILI URBANI

Quando l’amministrazione, pochi anni fa, trasferì il Comando della Polizia Locale nell’attuale sede di Viale Silvio Spaventa, su piazza della Repubblica, ci aveva spiegato che era necessario per una dislocazione più efficiente. E ora? Dove andrà il Comando visto che l’ex albergo è ancora un rudere?

LE AZIONI DI ACEA SPA

Acea è una delle più grandi società italiane a maggioranza pubblica e tra breve dovrebbe gestire anche l’acqua di Rocca di Papa. Il Comune, per fare cassa, ha deciso di vendere le azioni comprate da Ponzo nel ‘99. Non sarebbe meglio detenerle per avere voce in capitolo nelle Assemblee dei soci?

vantaggio dei giovani. E a Rocca di Papa? Si vende tutto ciò che si può vendere, peraltro in una fase in cui il mercato immobiliare è fermo e il valore dei beni dimezzato. L’ultima arrampicata sugli specchi è rappresentata da questa svendita per un Comune che, a parte le proprietà boscate, ha già oggi pochissimi edifici pubblici e a breve ne avrà ancora di meno. Ma stavolta i cittadini non possono stare a guardare mentre una cricca di politicanti vorrebbe mettere in atto dei veri e propri saldi di inizio stagione (se dopo un anno il Comune deve vendersi tutto per pagare debiti e consulenze, che succe-

derà fra tre o quattro anni?). Ricordate il film in cui Totò cercava di vendere la Fontana di Trevi? Boccia sta facendo la stessa cosa, vorrebbe vendersi qualcosa che non è né suo né degli altri 11 geni che lo hanno seguito. La prossima volta, visto che la crisi economica proseguirà ancora per molto, che faranno? Decideranno di cedere al miglior offerente le fontane pubbliche, la Via Sacra, la Fortezza o lo stendardo comunale? La sola cosa certa è che stanno mettendo le mani su qualcosa che non appartiene solo a loro ma che è di tutti i cittadini, e lo stanno facendo senza assemblee pubbliche,

senza un minimo di dibattito, senza alcun tentativo di trovare soluzioni diverse dalla dismissione di beni pubblici che, bisogna ricordarlo, nella maggior parte dei casi sono strutture pienamente utilizzate. Nessuno ci ha ancora detto dove andranno le attività che oggi vengono svolte nei luoghi messi in vendita. Infine, una domanda: è possibile che un Consiglio Comunale dismetta così tamte proprietà pubbliche senza neanche presentare una valutazione tecnica giurata? Crediamo di no e siamo convinti che già questo sarebbe materia da Procura della Repubblica. Andrea Sebastianelli


Bilancio partecipato no, vendita di boschi e immobili pubblici sì

larma l’idea di vendere un edificio scolastico con la prospettiva di ritrovarci tra pochi mesi con decine di bambini da non poter accogliere decentemente nella scuola pubblica, già super affollata. Cari Consiglieri, tutti sanno che preparare un bilancio comunale di questi tempi è molto difficile, ma nessuno vi autorizza a decisioni così importanti senza consultare coloro che vi hanno eletti. I vostri progetti e intenzioni li avevate illustrati con dovizia di particolari convincendo il 60% degli elettori, ma tra essi non figuravano vendite di boschi o di edifici scolastici. Perché evitate allora un confronto pubblico con associazioni, comitati, singoli cittadini che vogliono essere informati delle vostre nuove intenzioni e dei motivi per i quali ora osate tanto? Non vi interessa ascoltare la voce di quelle centinaia di persone che hanno sottoscritto la richiesta di fare un bilancio partecipato, moltissimi dei quali hanno dichiarato di essere stati vostri elettori? Con questo comportamento non sarete di certo ricordati come coloro che da Amministratori facevano il possibile per assicurare “il bene comune” ma soltanto come quelli che non volevano proprio capire il vero significato del concetto di “bene comune”.

“Con 4 soldi oggi puoi comprarti mezza Rocca” di Luigi De Santis Quello che sta succedendo in questi ultimi tempi è a dir poco allucinante; o forse sono io che a 60 anni suonati mi sono rinc…nito. Non so cosa pensare, di una cosa sono certo, noi poveri rocchigiani non siamo amministrati da nostri simili ma da esseri venuti chissà da quale pianeta (alieni)… non vedono, non sentono e camminano all’indietro, pertanto come si possono definire? Per rendere l’idea e far capire ai comuni mortali di cosa sto parlando porto a conoscenza le inverosimili proposte di questa amministrazione, maturate nelle segrete

di Danilo Romei* Leggevo su Il Grillo del numero di maggio: “L’assessore al Bilancio del Comune di Rocca di Papa tranquillizza i cittadini. Nonostante il periodo di crisi economica […] la giunta comunale cercherà con tutti i mezzi a disposizione di venire incontro alle esigenze del territorio, con il presupposto di non gravar ancor di più sulle tasche dei cittadini e scommettendo sul futuro”. Questo è l’impegno assunto verbalmente dall’attuale Amministrazione. Ma, ahimé, i fatti si distanziano così tanto dalle parole. Con Delibere di Giunta Comunale, l’Amministrazione ha deciso, per tamponare il disavanzo economico, di vendere beni ed immobili, di proprietà dell’intera cittadinanza roccheggiana: frazioni del bosco, alcuni locali comunali, la farmacia comunale, l’ex scuola materna di via del Vallone, la vecchia sede del comune sita in viale Enrico Ferri, l’attuale sede del Comando di Polizia Locale in Viale Silvio Spaventa; ha deciso un aumento del 20% della Tarsu; l’aliquota IMU per la prima casa dovrebbe essere al 4 per mille ma è facoltà dell’amministrazione, in considerazione delle difficoltà economiche, valutare un aumento della percentuale. In una realtà in cui un’amministrazione facesse ogni sforzo lecito per il bene della cittadinanza, avendo cura del patrimonio – immobiliare, ambientale, umano – affidatole col voto, non temerei di affermare che sarei disposto al sacrificio. Qui e subito. Ma la realtà è diversa, è questa. E’ la realtà di un’amministrazione che non previene, ma cura in modo disordinato e dissennato. Non taglia sull’uso/abuso dei cellulari da parte degli amministratori; non taglia su consulenze inutili e dei soliti noti “competenti in materia”; non taglia sulla creazione di un nuovo settore, dopo il confuso smembramento di quelli già esistenti con il conseguente disordine delle competenze da affidare; non taglia sull’acquisto a dir poco sbalorditivo dell’ex Albergo Europa – i lavori decennali sono fermi da oltre un anno e lo scheletro dell’albergo domina piazza della Repubblica con le sue finestre vuote; non taglia sull’assunzione di un segretario dipendente nello staff del Sindaco. L’amministrazione taglia invece sul pagamento alle ditte alle quali commissiona servizi sociali per i diversamente abili; taglia sulle assunzioni. Taglia sull’investimento al futuro. L’Amministrazione di Rocca di Papa è tutto ciò. E’ l’attività più lontana dai cittadini. *Consigliere Comunale di Rocca di Papa

stanze del palazzo comunale, con una delibera da portare in Consiglio Comunale con convocazione straordinaria ed urgente. Il giorno 30 maggio 2012 ore 17:30 dall’esito scontato. Con i dodici voti della maggioranza, quattro voti contrari: Enrico Fondi, Crestini Emanuele, Mario Gatta e De Santis Maurizio, un astenuto: Romei Danilo. Pertanto i nostri amministratori venderanno al miglior offerente, tutto ciò che appartiene al nostro patrimonio. Ossia scuola elementare in via del Vallone, ex municipio in viale Enrico Ferri, municipio di Corso Costituente, vecchio lavatoio in via Cavour, magazzino rimessaggio attrezzi di Corso Costituente, vecchia sede

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il Segno - Giugno 2012

di Sergio Rasetti Ancora un Consiglio Comunale (il 30 maggio) affollato di sedie di vuote, quelle del pubblico ignaro, ma questa volta nella pentola bolliva il brodo della resa dei conti nel vero senso della parola, fatto di boschi e immobili da vendere. La Maggioranza costruisce un bilancio comunale che prevede importanti dismissioni di proprietà pubbliche mentre la Minoranza, invece di entrare nel merito delle scelte, non ha null’altro da eccepire se non una inadeguata consultazione prima del Consiglio. 50 ettari di bosco. Palazzo ex comune in Viale Ferri. Scuola elementare in Via Europa. Ufficio dei Vigili Urbani. Locale sottostante Acqua e Sapone in Via Cavour. Locale adiacente all’attuale sede comunale. E’ l’elenco delle proprietà che potranno essere vendute per costruire un bilancio comunale al modo che piace tanto a lor signori: chiusi nel Palazzo come unti dal Signore. Ci colpisce la facilità con la quale questi giovani rappresentanti del popolo approvano quelle che finiranno per essere delle vere e proprie svendite di ricchezze insostituibili. Ci colpisce l’idea di vendere i boschi, antica risorsa dei nostri padri e moderna ed unica vera risorsa per i nostri figli. Ci al-

“Chiedono sacrifici ma intanto continuano a sperperare denaro”

A P P R O F O N D I M E N T O

dell’Avis di Corso Costituente, appezzamenti di terreno gravati dall’uso civico e non, Colle Fontana Tempesta, area destinata ad imposto legname di circa 12 ettari, appezzamento di terreno sempre in via dei Laghi con la Via Sacra nel mezzo, la sede dei Vigili Urbani in piazza Margherita etc etc. E’ inammissibile che 5-6 persone decidono nelle segrete stanze senza interferenze la sorte in peggio del nostro amato paese. Cosa resterà in futuro ai nostri figli? Cittadini meditate, fate culpa, mea culpa per aver votato costoro. I nostri nonni hanno costruito, i nostri padri hanno mantenuto… i nostri amministratori stanno dilapidando.


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ROCCA DI PAPA Dopo le denunce del Segno sui finanziamenti del Parco

il Segno - Giugno 2012

di Luigi Serafini Dopo gli articoli apparsi sul Segno relativi ai finanziamenti ottenuti dal Parco dei Castelli Romani e restituiti alla Regione Lazio con una lettera di cinque righe; e dopo aver scoperto che tali contributi pubblici (1,8 milioni di euro) erano sì stati riaffidati all’ente di Villa Barattolo ma per finanziare il restauro della Cattedrale e del museo diocesano di Albano, qualcosa si è mosso. E non certo per merito dei Sindaci di Rocca di Papa e di Castel Gandolfo che pure si sono visti sfilare i finanziamenti inizialmente concessi per il recupero di luoghi di pregio nelle rispettive città. Questi due primi cittadini non hanno fatto una piega e, saputo che i soldi destinati al loro territorio sono invece andati alla Chiesa di Albano grazie alla mediazione dell’Ass.re all’Ambiente regionale Mattei, hanno fatto finta di nulla. Neanche una parola o un commento. Il solo a raccogliere le notizie (sia la restituzione dei contributi sia la loro nuova destinazione) è stato il Consigliere regionale di Sinistra Ecologia e Libertà, Filiberto Zaratti, che in due distinte interrogazioni ha chiesto alla Presidente Polverini e all’Ass.re Mattei (già Sindaco decennale di Albano Laziale) chiarimenti sui fatti accaduti. “Con una specie di gioco di prestigio sono ricomparsi i fondi europei cui il Parco dei Castelli Romani mesi fa aveva rinunciato. Solo che invece di finanziare strutture e attività pubbliche, saranno utilizzati per il restauro della Cattedrale di Albano e del vicino Museo diocesano di Albano, di proprietà della Curia”. Queste le prime parole dell’esponente di Sel in Consiglio regionale, il quale qualche settimana fa aveva presentato un’altra interrogazione con l’obiettivo di rendere

A

La vita in (20) lettere

Zaratti: “Un fatto grave che deve essere spiegato”

Sorpresa per il silenzio del Consigliere Pd Ponzo nuovamente disponibile il finanziamento per le aree protette dei Castelli. Soldi appunto tornati in possesso del Parco ma che il Commissario Orciuoli e il Direttore Giuntarelli (che intanto ha accumulato anche un nuovo incarico, all’interno della Federparchi) hanno invece destinato al restauro dei beni Vaticani. “Stiamo parlando di una vicenda inquietante e grave -ha inoltre aggiunto Zarattisulla quale ho presentato un’interrogazione urgente all’Ass.re regionale all’Ambiente chiedendogli per quali ragioni si sia rinunciato all’utilizzo di fondi per i progetti inizialmente previsti, siti in aree di proprietà pubblica, a favore di progetti di proprietà curiale e dunque privata. Nulla in contrario al restauro del museo e della Cattedrale, ma certo nel caso specifico è necessario fornire spiegazioni sul cambio di destinazione dei fondi”. Tanto più che “considerata la scarsità estrema di risorse a disposizione delle aree protette e in particolare dell’Ente Parco dei Castelli Romani -ha concluso l’esponente di Sel- è assolutamente necessario ripristinare il finanziamento per i progetti pubblici inizialmente previsti”. Siamo rimasti invece sorpresi del silenzio, su questa vicenda, da parte del Con-

Il Consigliere regionale di Sel, Filiberto Zaratti

sigliere regionale Pd, Carlo Ponzo, che da cittadino roccheggiano secondo noi avrebbe dovuto essere in prima linea nella difesa di soldi (ben 700mila euro) destinati al recupero di due importanti aree di Rocca di Papa ed invece ha preferito far finta di nulla. D’altronde anche lui risiede ad Albano e si sà che l’influenza della Curia non ha limiti, nemmeno di fronte al richiamo del suolo natìo.

di Enea Trinca

Eterno AMORE per colei che ti ha donato la vita. ADOPERARSI per qualcosa di buono è una ragione valida per essere Amati. Dare ad ALTRI e non ottenere niente in cambio, sarete giudicati ingenui, ma questo è il prezzo dell’Amore. Non basta cambiare canale della tv quando vedi un bambino morire di fame in AFRICA, attivati affinchè esso viva. Bisogna avere il coraggio di AMARSI per tutta la vita, non a tempo. Disse un politico ai cittadini: ho fatto tanti sacrifici per ANDARE al Potere, adesso potete farne qualcuno anche voi.

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ROCCA DI PAPA

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di Andrea zazioni a costruire. Sono presenti solo Sebastianelli degli anonimi elenchi, con poche e coSempre più le strumunque insufficienti informazioni. La mentazioni telematilegge prescrive la pubblicazione integrale che sono in grado di degli atti, altro che liste striminzite dove sostituire la carta. non compare neanche il nome del richieNella pubblica ammidente! I responsabili del procedimento, nistrazione da anni si che in termini amministrativi sono i garincorre questa traranti dell’applicazione della legge, oltre sformazione, che ad assumersi una personale responsabilità molti, anche in pascirca la segretezza con cui trattano gli atti, sati governi per fornegano un elementare diritto di controllo tuna recentemente dell’operato della Pubblica amministratramontati, avevano zione, che sta proprio alla base della deannunciato come una mocrazia. Nel caso del Parco c’è da rivoluzione. aggiungere un dato statisticamente imbaNel nostro Comune le razzante: come è possibile che per tutte le cose non sono dissicentinaia e centinaia di Nulla Osta il remili. I roboanti impesponso sia sempre e comunque positivo? gni di trasparenza e Già in passato questo elemento aveva atpartecipazione di chi tratto l’attenzione della Procura della Reci governa, in molti pubblica. casi appaiono tronfie La sede del Parco dei Castelli Romani La cosa infatti sembra una stranezza e parole di democrazia stride rispetto a quello che si può constanegata. Nel sito del Comune di Rocca di qualità di quello precedente), sono spariti tare nel territorio del Parco, dove più di Papa gli atti pubblici, quando ci sono, i Nulla Osta, ossia gli atti attraverso i qualche intervento appare discutibile, e sono pubblicati con grande ritardo. Tanto quali il Parco rilascia (o nega) le autoriz- certo, non autorizzabile. per fare un esempio, la delibera del Consiglio Comunale numero 41 del 3 maggio 2012, quella che stabilisce un aumento del 20% della tassa sui rifiuti, sul sito Internet del Comune a distanza di oltre un mese ancora non c’è. I cittadini così non possono conoscere le motivazioni dell’aumento. Anche se Nell’anno 2012 per un negozio di mq. 37 nel centro storico di Rocca di Papa sostanzialmente sappiamo tutti che sono si richiedono per la TARSU 346 euro; per un consumo di mc. 1 (litri 1.000) di quelle di raccogliere un po’ di soldi, viste ACQUA ,euro 209. Energia elettrica, telefono, IMU sono altre spese fisse a tre le disastrate condizioni delle casse comu- cifre sicure. Questo negozio produce pochissimo rifiuto secco; pochissima carta; niente nali. Il Parco dei Castelli Romani, con il com- vetro; niente umido. Non consuma più 4 litri di acqua al giorno. missariamento imposto dalla Giunta re- Il commercio nel centro storico è da anni in profonda crisi. gionale di destra, è caduto in una Che cosa si può fare con il BILANCIO COMUNALE per sostenere questi citcondizione ancora peggiore. Rifatto il tadini che non possono e non vogliono arrendersi? il-sognatore.blogspot.com sito Internet del Parco (e perse molte

Tarsu, acqua, Imu... le tasse aumentano e il commercio è sempre penalizzato

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La sensibilità del donatore comincia dalla scuola

Si è concluso con successo il progetto dell’Avis nelle scuole

di Rita Gatta Ormai consolidata da tempo, anche quest’anno l’iniziativa promossa dal Centro Avis di Rocca di Papa ha visto la partecipazione attiva degli alunni della scuola primaria della città. Il progetto che ha come obiettivo quello di sensibilizzare gli studenti di V e le loro famiglie verso la solidarietà, il volontariato e la donazione ha visto, nel corso dell’anno, la partecipazione dei ragazzi ad incontri periodici durante i quali, attraverso l’uso di diapositive e brevi lezioni sono stati informati sulle procedure e sulla necessità della donazione; hanno avuto modo così di ampliare i concetti appresi a

scuola durante le lezioni di scienze e sono stati sensibilizzati ai valori di solidarietà, aiuto, appoggio verso i più bi-

di Paola Gatta La sezione Avis di Rocca di Papa ci informa che, per tutto il periodo estivo in occasione della donazione del sangue, sarà eseguito il test del PSA a tutti i donatori di sesso maschile di età compresa fra i 45 e i 65 anni. Il test è molto importante perchè permette di prevenire l’adenocarcinoma della prostata, che è diventata la neoplasia più frequente nei soggetti di età superiore ai 45-

50 anni, ed è la terza causa di morte per cancro, dopo i tumori del polmone e del colonretto. “La diagnosi precoce del cancro della prostata -ci dicono all’Avis- sta assumendo un ruolo sempre più rilevante, grazie soprattutto alla determinazione sierica del PSA (Antigene Prostatico Specifico), per questo motivo, l’Associazione Americana di Urologia (AUA) e l’Associazione Americana per il Cancro (ACS)

Un momento dell’iniziativa

Al via il test PSA per prevenire i tumori

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sognosi. Il 18 maggio, presso l’Auditorium del Sacro Cuore, si è concluso questo percorso seguito dai bambini e dalle loro

consigliano che tutti gli individui di sesso maschile, al di sopra dei 45-50 anni di età, vengano sottoposti, almeno una volta l’anno, al dosaggio dei livelli ematici del PSA, attraverso un semplice prelievo del sangue”. Normalmente, solo minime quantità di PSA circolano nel sangue, quindi livelli elevati di tale proteina possono indicare la presenza di un tumore in fase iniziale anche se non sempre un elevato livello di PSA è sinonimo di carcinoma prostatico. Per questo niente è più efficace della diagnosi precoce. “Così, vista la sua semplicità ed importanza, l’Avis di Rocca di Papa, ha deciso anche per quest’anno d’inse-

il Segno - Giugno 2012

insegnanti con entusiasmo e partecipazione attiva: i lavori grafici e le realizzazioni pittoriche eseguite dagli alunni, sono stati premiati con buoni acquisto per libri e altro materiale scolastico; sono stati assegnati attestati di riconoscimento e al Dirigente scolastico Prof. D’Anna è stata consegnata una targa per l’Istituto. Presenti il Sindaco Pasquale Boccia, il dott. Mario Silvi direttore sanitario dell’Avis e tutta l’organizzazione dell’associazione di Rocca di Papa che, nella persona del vice presidente Bruno Eleuteri, ha ringraziato i presenti per la partecipazione e la collaborazione, ricordando che il Centro Avis della nostra città ha raggiunto da tempo l’autosufficienza in termini di donazioni e sta operando in modo ottimale anche nel campo della prevenzione. La festa si è conclusa con una merenda offerta dall’Avis alla quale i ragazzi hanno partecipato con lo stesso entusiasmo profuso nel portare avanti il meritevole progetto. rire, tra gli altri esami ematochimici di routine che vengono eseguiti sui donatori, anche il dosaggio del PSA, ritenendo che il donatore, sottoposto ad un esame non richiesto dalla legge, prenda coscienza dell’importanza della donazione, non solo come atto di solidarietà verso gli altri, ma anche come momento di controllo preventivo della propria salute”. Per qualsiasi chiarimento, informazione o prenotazione per eseguire il test, ci si potrà rivolgere presso la sede di via Campi d’Annibale (a fianco della Chiesa del Sacro Cuore), telefonare al n. 06-94286108 oppure visitare il sito www.avisroccadipapa.it.

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il Segno - Giugno 2012

di Cristiana Zarneri 30 Maggio, mi sento telefonicamente con L’Ing. Paolo Gatta, coordinatore operazioni gruppo ASA, la Protezione Civile di Rocca di Papa; è partita da poche ore la colonna mobile della Regione Lazio, alla quale hanno preso parte dieci uomini, tutti esperti e qualificati, e che hanno già operato in Abruzzo. Sono in autostrada, direzione Modena e “Non so di preciso dove andremo”, spiega l’Ing. Gatta. “Siamo pronti ad operare sia per le operazioni di pianificazione sia per quelle di soccorso, nella nottata cominceremo l’allestimento del campo e vedremo dove, in base alle priorità e seguendo le indicazioni della protezione civile dell’Emilia Romagna, sarà più opportuno intervenire”. A Rocca di Papa presente il coordinamento che darà supporto durante tutte le fasi di aiuti e per tutto il periodo necessario, con il Presidente della Protezione Civile di Rocca di Papa, Maresciallo Marco Cutolo, a dirigere e coordinare gli interventi seguendo assiduamente l’evoluzione della situazione”. “Il sindaco Pasquale Boccia ci ha fatto un particolare augurio di ringraziamento esprimendo la vicinanza sua personale e dell’amministrazione - continua Gatta - e per me è motivo di orgoglio poter guidare questi eccelsi ragazzi che con spirito di abnegazione si sono messi a disposizione per gli interventi Il Gruppo ASA mentre allestisce i servizi in un campo

ROCCA DI PAPA Il Gruppo ASA di Rocca di Papa nelle zone colpite

La Protezione Civile in soccorso dell’Emilia di soccorso. Siamo dieci tutti di Rocca, tutti giovani… e sicuramente anche in questa occasione faranno orgoglio alla nostra amata città e ancora una volta dimostreranno spirito di fraternità e solidarietà”. Lo ricontattiamo domenica 3 giugno per sapere La Protezione Civile di Rocca di Papa in pattugliamento come evolve la per le strade di San Possidonio sommerse di macerie situazione. Ci dice: “Sono a San Possidonio e sono in via di stabilizzazione. La terra ancora trema ed ogni giorno i campi si riempiono di persone ormai stremate da 15 giorni di scosse... anche stamane una scossa forte… non si trova pace... psicologicamente l’equilibrio è precario, con episodi di attacchi d’isteria… ora è importante inviare aiuti soprattutto di tipo economico. Noi –conclude l’Ing. Gatta- credo che resteremo in queste terre per molto tempo occupandoci di gestione e pianificazione”. Lavori di allaccio alla rete idrica

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ROCCA DI PAPA

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La storia di Rocca di Papa come non l’avete mai ascoltata

La narrazione di Piero Botti si avvarrà dei disegni di Ermanno Gatta

di Paola Gatta Lo spettacolo che si terrà la sera (ore 21,15) del prossimo venerdì 6 luglio presso il chiosco “La casina dei pini” su piazza della Repubblica, ha tutta l’aria che diventerà uno di quegli eventi che, per chi vi parteciperà come spettatore, non potrà essere dimenticato. Questa volta il poliedrico autore e regista roccheggiano Piero Botti ha deciso di dedicare i suoi racconti alle vicende più importanti che hanno caratterizzato la storia di Rocca di Papa e, per coinvolgere gli spettatori con passione e partecipazione, si avvarrà dei disegni elaborati per l’occasione da uno degli artisti più amati e apprezzati del paese, Ermanno

Gatta, noto anche per le vignette che mensilmente pubblica sul Segno. “La storia di Rocca di Papa come nessuno l’ha mai raccontata” è un titolo molto azzeccato perchè, avendo seguito qualche prova dello spettacolo, si ha davvero l’impressione che niente di così innovativo, divertente e allo stesso tempo rispettoso degli eventi storici sia mai stato presentato prima d’ora. La firma di un autore come Piero Botti è una garanzia e questa volta sentiamo di poter dire anche prima di assistere allo spettacolo, che Piero supererà se stesso. Inoltre, sarà molto interessante seguire le reazioni del pubblico di fronte

alle narrazioni e alle immagini che via via si scioglieranno nella serata. Lo spettacolo, oltre a Piero Botti e ad Ermanno Gatta, si av-

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varrà dell’aiuto regia di Paolo Vitale e del supporto di Giulio Fondi. Abbiamo il timore che i posti non saranno sufficienti!

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Artisti e poeti nostrani in scena a Grottaferrata

Torneo calcio a 8 Over 35

di Cristiana Zarneri Si è svolta lo scorso 3 giugno presso il locale “Di Gusto” a Grottaferrata, in occasione di una degustazione di vini tipici regionali laziali, friulani e pugliesi, una bellissima serata condita dai brani romaneschi di Paolo Valbonesi e la sua band “Li mejo fichi der Bigonzo” con interventi fra un brano e l’altro della poetessa e scrittrice Rita Gatta. “La Canzone Romana da sempre suscita, in chi la ascolta, una miriade di emozioni, che vanno dal divertimento dei doppi sensi degli Stornelli cantati nelle Osterie, alla nostalgia delle splendide Serenate, alla commozione che certi Brani, spesso tragici, regalano all’ascoltatore. Ed è per questo che probabilmente la Canzone Romana riscuote tanto successo sia presso i Romani stessi che i “Forestieri” che tanto apprezzano questa Musica Popolare. Partendo da questo assunto, “Li Mejo Fichi der Bigonzo” (nome volutamente autoironico come nella migliore tradizione Romanesca)

Lunedi 11 giugno, nel nuovissimo campo da calcio a 8 sito nel complesso del Centro Sportivo Gavini Lionello, c’è stato il calcio d’inizio del torneo che vede impegnate 8 squadre ed oltre 120 iscritti che, fino alla finale che si terrà il 30 giugno, si sfideranno in 2 gironi. “I nomi delle squadre scelti dall’organizzazione -dichiara Simone Pizziconi, Consigliere Delegato alla Promozione della Città di Rocca di Papa- sono stati individuati e scelti tra i nomi dei quartieri storici della città, e in campo abbiamo riportato anche le vecchie glorie che hanno fatto la storia dei Canarini Rocca di Papa, dei Draghi Calcio a 5 e della Polisportiva, il tutto in un clima di festa per la città e del rispetto dei veri valori sportivi”. All’iniziativa prenderà parte anche il Delegato allo Sport, Antonio Gentili che, oltre a far parte dell’organizzazione, scenderà in campo con un uno dei Team Over 35 che proverà a dire la sua nella competizione. Frusley Soccer Promotion attraverso il proprio sito web, seguirà e pubblicherà interviste e risultati della manifestazione. (P.G.)

Canzone romana e versi in dialetto roccheggiano

propongono un vasto repertorio, spesso rintracciato a fatica nella memoria di chi ancora custodisce il ricordo dei brani cantati dai nonni, ma non solo, anche brani relativamente moderni che raccontano la storia di Roma e dei Romani” come dichiara Paolo Valbonesi. Paolo Valbonesi e Rita Gatta sono due artisti doc di Rocca di Papa, esponenti di una cultura roccheggiana e romana che deve rimanere viva ed espandersi. Bellissimi i brani romaneschi cantati con maestria e pathos da Paolo Valbonesi e notevoli le poesie tratte dal libro “Svrìnguli Svrànguli” della professoressa Rita Gatta. Estremo piacere vedere un pubblico attento e variegato (dai bambini agli anziani e tanti, tantissimi i giovani). Esportare la cultura locale, elevare al giusto rango le tradizioni delle proprie radici arricchisce interiormente tutti noi, anche con un brivido di commozione. Sicuramente i due artisti locali hanno tenuto alto il nome di Rocca di Papa ed auspico che ci siano ulteriori manifestazioni di indubbio successo.

In campo anche le vecchie glorie dei Canarini

Auditorium Chiesa del Sacro Cuore Campi d’Annibale Rocca di Papa

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Martedì

17.30 - 19.30 Balli di coppia latino-

Livello intermedio

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Livello principianti

19.30 - 21.30 17.00 - 18.00 18.00 - 19.00 19.00 - 20.30

Mercoledì 17.30 - 19.00 Giovedì

19.00 - 21.00 17.30 - 19.00 19.30 - 21.30

americani e caraibici Balli di coppia latinoamericani e caraibici Balli di gruppo e coreografici Balli di gruppo e coreografici bambini Balli di gruppo e coreografici ragazzi Balli di gruppo e coreografici Balli di gruppo e coreografici Balli di coppia standard, liscio e latino-americani Balli di gruppo e coreografici Balli di coppia standard e liscio

Livello avanzato

Livello principianti Livello intermedio Livello avanzato

Livello intermedio

Livello principianti Livello principianti Livello avanzato

Novità

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Sono aperte le iscrizioni ai corsi di ZUMBA fitness per tutte le età e livelli! Venite a scoprire insieme a noi questo nuovo mondo dove ballo, fitness e divertimento si fondono insieme per creare un’atmosfera elettrizzante! Tutti in Piazza della Repubblica il 27 giugno alle ore 21.00 per una lezione dimostrativa con Andrea De Angelis!

Per informazioni e iscrizioni potete recarvi direttamente presso la sede della scuola durante l’orario dei corsi oppure telefonare al n. 347-7007380 della Roma Dance Studio


ROCCA DI PAPA

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La proposta di Capodarco per la città di Rocca di Papa

“L’attenzione verso i diversamente abili deve essere dimostrata nei fatti”

di Don Franco Monterubbianesi* La Comunità di Capodarco, vuole affrontare anche a Rocca di Papa il bisogno di case-famiglia per i giovani disabili, per il loro futuro, quando i genitori, che oggi portano da soli il peso della loro integrazione sociale, non ci saranno più. E’ il famoso “dopo di noi che fine faranno i nostri figli?”. Così in questo anno, per il bisogno di alcune persone disabili di Rocca di Papa, in armonia con l’ente locale, con il sindaco Pasquale Boccia, nella sua passione, abbiamo cercato di poter usufruire di due strutture attualmente chiuse appartenenti a istituti religiosi femminili del territorio per crearvi la casa famiglia. La riposta, per ora negativa, non ci fa desistere dal ritentare la cosa con una più opportuna richiesta. L’Associazione Aurora, che da anni lavora con i disabili con tanto amore, partecipò alla richiesta con l’invito pressante delle mamme, preoccupate del futuro dei figli, ad accogliere la nostra richiesta presso le suore. La casa famiglia è una vera necessità per il processo di autonomia sul piano relazionale che i ragazzi disabili, mano a mano, devono compiere durante la vita dei loro genitori, anche perché non offre loro nulla dopo l’integrazione scolastica. La casa fami-

Don Franco e il Sindaco Boccia in occasione dell’incontro con alcuni ragazzi africani

Alcuni giovani ospiti di Capodarco durante un’esibizione ai Campi d’Annibale

glia può essere come una seconda casa, dove si abilitino sempre più verso la loro indipendenza protetta nell’ambito

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di una socializzazione dove anche i giovani volontari, operatori, amici, si sentono a casa loro e aiutano i disabili a crescere. Una casa aperta piena di creatività, di socializzazione. Case-famiglia da realizzare soprattutto dall’ente locale sul piano sociale e non sanitario, con il concorso anche del profit. E’ l’esperienza che noi stiamo facendo con la casa famiglia Milly e Memmo a Grottaferrata, dove stiamo sperimentando questo processo di crescita e dove vediamo un grande sviluppo della personalità dei ragazzi accolti nelle loro difficoltà. Il futuro angoscioso di quando non vi saranno più i loro genitori viene

così superato, a poco a poco, e le case-famiglia che sogniamo di fare ai Castelli nasceranno su questa preparazione profonda, su cui anche i giovani si misureranno, anche come operatori futuri della loro integrazione sociale. Così bisogna superare il limite dei laboratori protetti, in cui a volte i disabili vengono costretti a vivere il loro tempo, quasi a parcheggio. Perché il territorio non si apre ad essi, alla loro integrazione, e li emargina, mentre essi possono essere, come diceva Papa Giovanni Paolo II, “i testimoni privilegiati di una umanità accogliente”. Noi sogniamo laboratori sociali dove il lavoro sia vero, integrato con il territorio su vere attività produttive, commerciabili, di beni prodotti che significhino la utilità sociale dei disabili. Per cui il sogno più grande è che le case famiglia siano integrate con la natura: siano perlopiù fattorie sociali, come la nostra realtà di Grottaferrata splendidamente realizza. Tante fattorie sociali dove i giovani sognino anche il loro ritorno alla terra come ambiti dove la città possa respirare una armonia più profonda con la natura. L’agricoltura sociale è una opportunità della polifunzionalità che l’agricoltura può avere e che può essere una vera rivoluzione di cui oggi la società ha bisogno. E Capodarco, con la sua cooperativa Agricoltura Capodarco, è proprio promotrice della nascita in Italia del Forum Nazionale dell’Agricoltura sociale. Tocca ai giovani cogliere questa opportunità, aiutarci a sviluppare queste cose, anche a Rocca di Papa. E’ questo l’appello che rivolgiamo ai giovani di Vagamente, di cui conosciamo anche la sensibilità nei riguardi dei giovani disabili dell’Associazione Aurora. Li invitiamo a sognare ciò con noi. * Fondatore della Comunità di Capodarco


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Cultura e

... dintorni

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Un uomo pericoloso per il fascismo

La storia dell’anarchico roccheggiano Arduino Gatta/2

Seconda parte di Andrea Sebastianelli Il 27 settembre 1926, una lettera anonima viene recapitata al Capo della Polizia. Questo il testo della missiva: “Eccellenza, sento il dovere di segnalare a V. E. una persona pericolosa al nostro partito. Un anarchico, iscritto al partito comunista, ricercato dalla Regia Questura di Rocca di Papa, ed è Arduino Gatta, che abita in Roma via Tasso 6 primo piano, con due fratelli iscritti allo stesso partito. Tanto per norma dell’E. V. devotissimo fascista”. Il Capo della Polizia invia immediatamente una nota al Questore di Roma che dispone subito i dovuti accertamenti da cui viene confermato l’indirizzo segnalato. Risulta vero che Arduino Gatta “coabita con i fratelli Fulvio d’anni 27 cameriere e Mario d’anni 19, disoccupato, i quali finora non risulta che appartengano al partito comunista”. La nota termina precisando che “l’Arma dei CC. RR. Di Rocca di Papa interessata al riguardo comunica che il Gatta Arduino non è colà ricercato”. Da quest’ultima breve segnalazione, visto che l’anonimo faceva riferimento alla Questura roccheggiana (che non esisteva perché nel paese vi era solo il Comando dei Carabinieri) e a una presunta iscrizione al partito comunista (cosa risultata falsa), è ipotizzabile che a scrivere la lettera d’accusa nei confronti di Arduino sia stato un cittadino romano che conosceva il Gatta in modo piuttosto superficiale, un collega di lavoro o semplicemente un vicino di casa.

Dopo l’attentato a Mussolini scatta la repressione contro gli antifascisti

Il 31 ottobre 1926 a Bologna, durante una visita ufficiale, viene sparato un colpo di pistola contro Mussolini. Il clima in Italia si fa più cupo. L’attentato offre il pretesto al Regime per mettere in atto una serie di violenze verso esponenti antifascisti con il varo di leggi speciali repressive. Così, il 2 dicembre del ’26, Arduino Gatta viene assegnato al confino politico per tre anni presso la colonia di Lampedusa, la stessa colonia che alla fine dell’Ottocento aveva ospitato Gaetano Bresci ed Errico Malatesta. Sull’isola, il 3 dicembre 1927, Arduino subisce un nuovo arresto. Il 27 marzo dello stesso anno viene trasferito nella colonia di Ustica. Due mesi dopo, su disposizione del Capo del Governo Benito Mussolini, gli viene concessa la libertà condizionata. Questi atti di clemenza in realtà nascondevano quasi sempre vere e proprie azioni di polizia, il tentativo cioè di continuare le indagini al fine di scoprire altri collegamenti degli arrestati che, senten-

dosi di nuovo liberi, potevano riprendere le relazioni con gli ambienti politici messi al bando (comunisti, socialisti, anarchici, ecc.). Arduino torna a Roma il 31 maggio e subito la Prefettura dispone attenta e continua sorveglianza.

Continuano le perquisizioni presso l’abitazione di Arduino Gatta

Altre perquisizioni vengono eseguite in via Tasso allo scopo di trovare nomi e indirizzi di altri anarchici o comunisti con cui il Gatta poteva essere ancora in contatto. Ma una nota del Questore di Roma del 13 luglio 1927, informa che “non è risultato che egli sia in corrispondenza con compagni di fede residenti in Francia ed in Germania. Non ha fatto parte di alcun gruppo –prosegue il Questore- dilettandosi solo a leggere riviste nazionali e straniere”. Viene nuovamente arrestato l’11 settembre per l’accusa di furto nella colonia di Ustica, avvenuto durante il suo confino. Ma anche questa volta viene assolto e il 31 gennaio 1928 lascia il carcere di Regina Coeli. Perquisizioni e arresti provocano la reazione della moglie di Arduino, Paola Fabrizi, che chiede udienza al Ministro dell’Interno per lamentare le continue molestie subite dal marito. La risposta del Questore di Roma al Ministero non si fa attendere: “Da qualche tempo non ha dato luogo a rilievi sulla sua condotta politica ma non ha dato segni evidenti di avere abbandonato i principi anarchici che in passato professava apertamente. Per tale motivo –continua il Prefetto nella missiva del 5 giugno ’28- egli nella ricorrenza del Natale di Roma è stato fermato per motivi di pubblica sicurezza […]. Non si ritiene opportuno –conclude- che egli sia radiato dallo schedario dei sovversivi e pertanto continua ad essere attentamente vigilato”.

Considerato sempre “uomo pericoloso”, Arduino Gatta viene arrestato varie volte

Arduino Gatta

Ancora per due anni la sorveglianza sul Gatta avviene in maniera frenetica. Il 20 febbraio 1930, una nota della Prefettura di Roma lo definisce di nuovo “pericoloso in linea politica” mantenendo il suo nome nell’elenco “delle persone da arrestarsi in determinate contingenze”. Il Questore, infatti, lo ritiene capace “in caso di turbamento dell’ordine pubblico, di prendere parte ad azioni criminose collettive” e per questo viene inserito nell’elenco delle persone pericolose, nella categoria 3za, da arrestarsi nei giorni di svolgimento di particolari manifestazioni, Questo regime di costrizione lo aveva già visto fermare dalla Polizia in varie circostanze: dal 7 al 9 dicembre 1929 in occasione della visita del Re d’Italia, Vittorio Emanuele III, al Pontefice; dal 28 dicembre 1929 al 18 gennaio 1930 a causa delle nozze del Principe ereditario. Il Prefetto, non contento di ciò, al fine di evitare eventuali tentativi di espatrio dirama a tutte le Questure del Regno una circolare con i dati salienti di Arduino, chiedendone infine l’iscrizione nella rubrica di frontiera. Con la morte, nel 1932, dell’anziano leader anarchico Errico Malatesta, i controlli si fanno più serrati e, a causa di questo, anche la situazione di Arduino precipita. 2/Continua


CULTURA

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Scrittori e poeti raccontano i libri

Gli autori dei Castelli alle Scuderie Aldobrandini

di Rita Gatta Una festa gioiosa legata ai libri, coinvolgente come un giallo, appassionante come un romanzo d’amore, briosa e fresca come il ricettario dei cocktail, meditativa come un saggio, leggera come una poesia… questa è stata la recente manifestazione (dal 1° al 3 giugno) da poco conclusasi nelle Scuderie Aldobrandini di Frascati, “Castelli di Scrittori”. Si è trattato di una splendida Rassegna dell’Editoria locale, con mostra di libri di Case editrici del territorio castellano, in compagnia degli Autori dei Castelli Romani. Nello scenario museale ricco di preziosi reperti storici del nostro passato, una grande mostra di libri dal contenuto più vario: saggistica, narrativa, poesia, romanzi; numerosi e interessanti i libri esposti nella prima sala, dove poi nel corso dei tre giorni si sono svolti gli incontri letterari. Il primo giugno l’inaugurazione, conclusasi poi con l’Aperitivo con l’Autore, è stata molto partecipata: erano presenti le Autorità cittadine di Frascati con il Sindaco Stefano Di Tommaso, gli Assessori

Gianpaolo Senzacqua e Armanda Tavani con il critico letterario Fabrizio Patriarca. Coordinatrice Rosanna Massi, direttrice della Biblioteca Archivio Storico comunale di Frascati. Nei giorni successivi si sono succeduti gli incontri letterari con le Nuove leve di scrittori e, tra queste, la nostra brava Aurora De Luca che ha recitato le sue poesie leggere, appassionate, ricche di sentimento; nel pomeriggio del 2 giugno è stata la volta degli Autori Freschi di stampa: ciascuno di loro ha regalato al pubblico in ascolto pagine e immagini dei loro recenti lavori letterari. Il terzo e ultimo giorno ha visto in orario antimeridiano, la presenza di storici castellani coordinati dall’Assessore Gianpaolo Senzacqua; tra essi anche il nostro concittadino Carlo Cofini, direttore della Biblioteca comunale della nostra città che ha presentato il suo libro “La Repubblica di Rocca di Papa”, ricerca storica che documenta quando i nostri antenati nel 1855 si ribellarono al potere dispotico dei Colonna. Nel pomeriggio è stata la volta degli Scrittori d’Annata con le loro opere date alla stampa prima del 2011: anche

Per sostenere i malati e i familiari

Anche ai Castelli l’Associazione che combatte l’Alzheimer di Grazia Bigonzoni* Dopo il successo e la nutrita partecipazione al corso per i familiari dei malati di Alzheimer, tenuto dalla dott.ssa Soldovieri, come promesso in quella sede, l’8 maggio abbiamo dato vita all’associazione “Alzheimer Castelli Romani”, grazie all’impegno di un gruppo di volontari che, affiancati da professionisti esperti in materia, mettono a disposizione tempo e risorse per fornire supporto a chi è coinvolto, direttamente o indirettamente, nella patologia di Alzheimer. Un sostegno concreto a favore di malati, familiari e caregivers nell’affrontare le difficoltà quotidiane le-

gate alla malattia. Un supporto alla ricerca, attraverso la costituzione di un comitato scientifico interdisciplinare e multilivello. Informazioni continue ed aggiornate attraverso la presenza dei volontari presso il Centro culturale Alcide De Gasperi in via Garibaldi 23 a Genzano (ogni martedì dalle 17,00 alle 19,00 e il primo martedì di ogni mese fino alle 21,00), una linea telefonica dedicata di prossima introduzione (n. provvisorio: 339.5622897), un indirizzo mail sempre attivo ( a l z h e i m e r c a s t e l l i r omani@mail.com) e la presenza sui social network (richiedere l’adesione via mail).

La presenza sul territorio è garantita dai volontari attraverso iniziative vicine a chi soffre. L’associazione è stata presente con uno stand informativo anche al Forum dei Castelli Romani svoltosi recentemente ad Albano in Piazza Pia. Augurandoci con questa iniziativa di portare un contributo concreto e solidale a quanti sono quotidianamente coinvolti nella problematica dell’Alzheimer, invitiamo chiunque fosse interessato all’iniziativa per richieste di supporto o anche per aiutarci nel nostro operato, a contattarci. * Presidente “Alzheimer Castelli Romani”

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stavolta la nostra città ha avuto rappresentanti illustri in Maria Pia Santangeli, pubblicamente e più volte ringraziata dagli organizzatori per la sua preziosa collaborazione indispensabile per l’ottima riuscita della manifestazione; citato anche Gabriele Novelli, assente per motivi di salute, ma presente con le sue opere. Nella sala vicina, invece, bella mostra hanno fatto le opere edite da Case editrici del territorio: Archeo Club d’Italia Aricino-Nemorense, Associazione Tuscolana Amici di Frascati, Avverbi, Blitri, Castelli Romani, Cavour Libri, Controluce, Edizioni Interculturali Uno, EffepiLibri, Il Refuso, Libro Aperto, Parco Regionale dei Castelli Romani, Scorpius. Intermezzi musicali hanno allietato questi incontri: anche qui un nostro concittadino, Stefano Troìa che con la sua chitarra, insieme a Patrizia Salvetti al flauto, ha presentato diversi brani musicali. Questa interessante manifestazione, nata dall’idea di riunire scrittori, poeti e intellettuali del territorio è partita da un gruppo di autori che periodicamente si sono riuniti nella Biblioteca Archivio storico comunale di Frascati con interessanti scambi di esperienze letterarie. Hanno fatto seguito dei Reading letterari a Rocca di Papa, Ciampino, Ariccia, Monte Porzio Catone, Marino e Lanuvio con il patrocinio dei Comuni interessati. Un momento di condivisione forte, un messaggio che nel nostro territorio castellano ci sono eccellenze nascoste che vanno valorizzate e case editrici che producono cultura, il tutto visto senza barriere, confini, limiti di territorialità. E proprio per questo ci si augura che molto prossime manifestazioni possano essere organizzate in tutto il territorio seguendo l’originale esempio della Biblioteca frascatana, sperando che, nonostante questa terribile crisi che ci attanaglia, ogni Amministrazione trovi prioritario nelle sue programmazioni di bilancio, dare spazio anche alla Cultura con l’iniziale maiuscola.


il Segno - Giugno 2012

L’angolo della storia

La Grecia del tempo andato

di Vincenzo Rufini Uno degli aspetti deteriori dell’animo umano consiste nella sopraffazione esercitata verso i propri simili; ciò ha avuto una configurazione ben precisa nel corso dei secoli nella forma bieca assunta dalla pirateria, la cui versione più famosa che è entrata nell’immaginario collettivo è quella esercitata, nei secoli 16° e 17°, ai danni dei velieri che facevano la spola dal nuovo mondo, appena scoperto, e la vecchia Europa. Il tutto immortalato, nel ventesimo secolo, da una imponente produzione cinematografica, rivestita da un artefatto romanticismo, con cui Hollywood ha deliziato miriadi di platee in tutto il mondo. Oggi questi pirati non esistono più, ve ne sono di squallidi epigoni che operano al largo della Somalia e in parte dell’oceano Indiano, di cui anche imbarcazioni italiane sono state recenti prede. Il sostantivo pirata ha mutato gradualmente accezione; lo si usa per identificare gli esperti di informatica (gli Hackers), i quali si intromettono nei circuiti elettronici più sofisticati al fine di paralizzare i sistemi informatici; lo si usa per meglio definire gli operatori finanziari senza scrupoli che prendono d’assalto le rendite economiche che sono la linfa operativa dei mercati, e da qualche tempo a questa parte anche gli stati nazionali, di cui la Grecia costituisce l’esempio più eclatante. Il loro cinismo è senza fine, la loro sete finanziaria è inestinguibile, danno l’assalto senza neppure concepire le macerie che il loro triste operare lascia; Stati nazionali che finiscono nella crudele morsa di codesti speculatori, ertisi a nuovi pirati, vedono peggiorare le loro condizioni economiche e vedono ridurre il livello di vita delle loro popolazioni. La Grecia, sbranata da costoro,

CULTURA

ha assunto la fisionomia di quegli antichi velieri che dopo vari cannoneggiamenti si apprestavano a colare a picco, mentre a bordo si cercavano improbabili scialuppe di salvataggio onde cercare di mettere in salvo la vita e le poche cose da cui non ci si voleva separare. Triste destino per quella che è stata la culla della civiltà occidentale; quella terra dove, oltre al culto dei miti arcaici, è stato edificato quell’architrave che è il pensiero razionale, base di tutta la civiltà dell’Occidente. La terra dove ha visto la luce l’antica Agorà, la piazza, dove i cittadini potevano riunirsi in assemblea ed esprimere la loro opinione; la terra che ha elaborato la condizione tragica, riflettentesi nelle opere di Eschilo, di Sofocle e di Euripide, diluendola nel pensiero razionale. Giustappunto Federico Nietzsche asseriva che i greci erano razionali per sfuggire alla loro condizione tragica; già Nietzsche, l’archiviatore della metafisica. La Grecia ha dato molto al mondo, gli ha conferito le linee guida su cui percorrere il sentiero umano; il bastione del

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Invito alla lettura Ho smesso di piangere

razionalismo è stato il faro che ha illuminato lo scibile umano nelle tenebre del suo cammino evolutivo. Al giorno d’oggi di quella civiltà ci rimangono, oltre alla storia, alla filosofia, al teatro e alla letteratura, poche vestigia sopravvissute attraverso il tempo; la Grecia attuale è diversa dall’Ellade primordiale, i suoi abitanti non discutono più nella mitica Agorà ed il pensiero razionale deve essere rimasto un’elucubrazione teorica, visto che non è stato messo in pratica per salvaguardare la nazione. Il tempo andato rimane solo nei ricordi, il tempo presente è foriero solo di una visione negativa. L’Ellade/Grecia sembra che stia per essere accantonata dalla storia; triste epilogo per chi elaborò il concetto “dell'uomo misura di tutte le cose”; non avendo più un Prométeo che giunge in loro aiuto e come asserisce Eschilo nell’omonima tragedia: “Ecco i fatti, e non più le parole”. Corso della Costituente, 10 Rocca di Papa

Tel. 329-5635482

di Loredana Massaro “Il problema vero della depressione è che non la puoi raccontare, non la puoi descrivere. È invisibile. E non è uguale per tutti. Ma per tutti è un male profondo e assoluto. E va affrontata, perché tanto non si scappa”. Veronica Pivetti decide in questo libro di condividere con i lettori il periodo più buio della sua vita. Quando, ammalatasi alla tiroide, cade in una depressione grave e difficilmente curabile perché incontra medici che non danno peso alle sue parole. “Sono anni infami – scrive Veronica -, anni nei quali mi sono detta continuamente che era inutile vivere così. Il tempo triste sembra sempre tempo perso”. Il suo racconto è toccante e onesto, senza censura verso i momenti più dolorosi che, come tante volte accade, finiscono per diventare paradossalmente anche i più comici. Poi finalmente un giorno, Veronica ricomincia a vedere la luce e a uscire dall’oscuro labirinto con autentica forza e con la disinvoltura di una vera attrice (soprattutto nel mondo dello spettacolo, tutti devono essere su di giri e sempre smaglianti e guai a far trasparire una debolezza). Il coraggio insomma di una donna che racconta, con un sorriso che ha ancora qualche traccia di malinconia, la sua depressione. Così questo libro ci fa riflettere su una malattia che ha segni e sintomi profondamente dolorosi e sembra non lasciare spazio ad alcuna speranza. Ma dalla quale in realtà è possibile guarire e la testimonianza di Veronica Pivetti è all’insegna di questa speranza. Il libro non è un libro triste ma anzi è solare, allegro, positivo. Si legge con interesse, partecipazione e curiosità. Si deve avere il coraggio di gioire con chi gioisce e piangere insieme con chi piange. Di questo ha bisogno una persona depressa, che qualcuno la accompagni nel suo cammino, come fosse un qualunque cammino, procedendole accanto senza compatire, cercare di consolare, o di far distrarre. In questo modo dobbiamo predisporci al libro di Veronica.


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STORIE

IL RACCONTO DEL MESE

M

olte erano ormai le notti che mi compariva in sogno. Ma, potete credermi o no, non sapevo chi fosse. Non riuscivo a riconoscerlo. Aveva sempre una espressione corrucciata, difficile da interpretare. Al- di Noga cune volte sembrava arrabbiato; altre offeso e quindi, un attimo dopo, deluso e poi e poi... Qualche volta minacciava di colpirmi con il suo bastone da passeggio: allora con un moto istintivo mi ritraevo nel letto aspettando che arrivasse il colpo sulla schiena. Durante una di quelle notti, nel dormiveglia, mi decisi e lo interrogai: - Ma chi sei? Vuoi dirmelo una buona volta! Ma niente: non riuscivo a tirargli fuori una, seppur breve, frase di spiegazione. Con il passare del tempo, quella visita notturna era diventata una ossessione che si rivelava sempre più misteriosa e intrigante. Ma si era trasformata anche in una presenza indispensabile: mi resi conto che mi ero affezionato ad essa.

O

rmai ogni sera nell’accingermi a coricarmi speravo di poter incontrare quel personaggio. E, mano a mano che i giorni passavano, l’incorporea presenza si delineava sempre meglio fino a quando riuscii a ricordarla nei particolari: era alta di statura, il suo profilo presentava dei tratti di nobiltà, l’abbigliamento gli cadeva a pennello e nell’insieme sembrava ricalcata su modelli ottocenteschi. Soprattutto il panciotto aderiva perfettamente alla figura agile e snella sempre atteggiata, così mi appariva, come fosse in attesa di una mia richiesta o di una mia spiegazione. Ma si ostinava regolarmente a non parlare e a non dirmi il suo nome e del perché, quasi ogni notte, mi faceva la sua visita discreta e, per me, ormai indispensabile: senza la sua rassicurante presenza non avrei potuto dormire tranquillamente. E così, anche durante il giorno, cominciai a essere afflitto da un costante e struggente desiderio di sapere chi fosse quel personaggio notturno. Non riuscivo proprio a metterlo a fuoco. Poi un giorno mi sorpresi a osservare, con una attenzione inconsueta, la grande lapide

Massimo... perdonaci

il Segno - Giugno 2012

Frammenti

di Scrittura

Lettera a Napolitano

di Stefania Colasanti

Dedicata ai terremotati dell’Emilia Romagna e a tutti quelli che si sentono ancora, nonostante tutto, figli di un’Italia ancora non persa. Dedicata a me che credo nel Rispetto! Egregio Signor Presidente,

posta sulla facciata di un fabbricato d’epoca che si erge su uno dei lati della Piazza: in quell’angolo cioè che mi appariva ormai perduto e dimenticato. La lapide era dominata dal profilo di un personaggio situato al centro di una forma bronzea circolare applicata in alto, sulla sinistra. Una lunga frase, postagli a fianco, inneggiava alla bellezza unica dei luoghi. Notai con sorpresa che quel profilo era simile al profilo del personaggio dei miei sogni.

E

così quella notte medesima, puntandogli minaccioso l’indice contro:Ma tu sei...!- lo apostrofai perentoriamente. - Sì – mi rispose finalmente – Sì, sono proprio io! - E continuò: - Mi sento abbandonato. Fate qualche cosa. Basterebbero poche cose. Quando viaggiavo per la Penisola non mi imbattei mai in un luogo più bello di questo. Tanto che lo descrissi nei Miei Ricordi in modo che, pensai allora, anche i miei futuri lettori potessero goderne per sempre: in qualsiasi epoca e luogo fossero vissuti... Adesso tocca a voi !- Il mistero si era risolto infine ed io mi sorpresi a chiedere perdono a quel personaggio. Perdono per averlo così malauguratamente dimenticato. (maggio 2012)

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non so spiegarle e forse non voglio spiegarle il motivo di questa lettera ma solo scrivere un mio pensiero. La vita è dispettosa, una scimmia oserei dire, e come tale imprevedibile. Lei questo però lo sa. La vita sa essere indulgente e tollerante. Lei questo già lo sa. La vita regala sorrisi e pianti. Lei questo lo ha vissuto. La Vita è legata alla terra, la terra al cielo, il cielo a DIO. Lei crede in DIO?

La Vita vuole il rispetto, segreto per vivere... Signor Presidente, Lei conosce il rispetto? Il rispetto Signor Presidente, il rispetto degli esseri umani, della natura, di quella legge Divina che dice: “Ama il Prossimo tuo come te stesso”, il comandamento per eccellenza che Gesù definì essere il primo fra tutti! Obsoleti cingolati, obsolete divise, cavalli e cani sfruttati, uomini che non vorrebbero ma che devono... clapclap di mani non sincere e telecamere su un evento che gli italiani non gradiscono... Case distrutte, parte di storia andata, vite spezzate e imminenti priorità da sbrigare. Sciacalli a trafugare, paure a cui badare, una terra che trema senza tregua... Signor Presidente, Lei ha fatto la sua scelta e l’amarezza della sua scelta accompagna me e migliaia di Italiani!

Rammenti Signor Presidente: Ama il Prossimo tuo come te stesso, il comandamento per eccellenza che Gesù definì essere il primo fra tutti! (che il libero arbitrio non ci porti a calpestare le vite altrui).


LA STORIA Il libro è stato presentato il 10 maggio nell’Aula Consiliare di Rocca di Papa il Segno - Giugno 2012

Con “Gli strateghi” ricordando la vita di Giulio Lupardini La presentazione del libro di Giulio Lupardini

di Rita Gatta Un reticolato di filo spinato con paletti di legno, eretto sulla sabbia in riva al mare: doveva, secondo le utopistiche previsioni dei comandanti, impedire lo sbarco degli Alleati. La trincea, di per sé ridicola, fu spazzata via la notte stessa dal mare. Questa la significativa copertina, su progetto grafico di Piero Gentilini, del libro di Giulio Lupardini, presentato nell’Aula Consiliare di Rocca di Papa alla presenza delle Autorità cittadine lo scorso 10 maggio. Classe 1920, l’anziano autore ha regalato quel giorno al selezionato pubblico momenti di riflessione e di commo-

zione (che ancor più si acuisce scrivendo oggi queste righe, perché Nonno Giulio ci ha lasciati pochi giorni fa). Un nonno, di quelli che in ogni famiglia del passato riunivano accanto al focolare giovani e meno giovani incantandoli con i racconti della loro vita, stimolando curiosità e domande: questa immagine ha richiamato alla memoria la presentazione del suo libro “Gli strateghi” (Ed. Rivista storica dei Castelli Romani). La copertina del libro rafforza il titolo dell’opera, volutamente ironico e fortemente critico verso tutti coloro che, investiti di poteri di comando, durante il secondo conflitto mondiale, si sono poi rivelati inefficaci e irresponsabili nei confronti dei soldati loro affidati.

La poesia del mese

‘A rucia

di Anna Giovanetti

Io me recordo che quandu etero riazza e stea nu spolizziu ar Tufo o ‘a Chiesa se radunea n’gruppettu dello a croce o n’piazza pecchè etera usanza de i a vede a sposa; ‘e giovinotte ieanu n’siemi ae madri pe remmira da vecinu se etera mejo u velu cortu o a coda longa

L’incontro è stato introdotto dalla dott.ssa Antonia Dilonardo, presidente dell’Associazione culturale L’Osservatorio, alla quale sono stati destinati i simbolici cinque euro pagati per l’acquisto del libro, regalato dall’autore. La somma raccolta servirà per finanziare il progetto di un futuro Museo del bosco, da anni nel cassetto e nei pensieri di Maria Pia Santangeli, autrice tra gli altri, del libro “Boscaioli e carbonai” (Edilet). La stessa autrice ha presentato l’opera della quale ha curato la revisione e la pubblicazione. Durante l’incontro la Santangeli ha voluto mettere in risalto il valore della testimonianza orale, confermata poi, in un successivo intervento, dal dott. Claudio Santangeli, storico e archivista: la vita quotidiana può rappresentare l’essenza della storia. Il libro di Nonno Giulio farà infatti ricordare a tutti noi e soprattutto alle future generazioni, come gli Italiani furono mandati allo sbaraglio senza alcuno scrupolo: partirono quei giovani soldati nel ‘39 senza calzini, con le pezze ai piedi, con una preparazione militare inesistente, armi ridicole e sorpassate; leggendo le pagine del suo racconto, saremo con lui e rivivremo le sue vicissitudini in Sicilia e

che strucia; noa riazzielli mmece faciammo a cure a chi rivea pe primu loco fore au sagratu pe fa ‘a rucia.

Pecchè quandu esceanu i sposi consacrati e se scambieanu i primi baci da moje e maritu allora cominceanu a tira, tutti l’invitati, confetti po’ de lire n’siemi ao risu così noa ci faciammo e saccocciate de confetti e de lire, quasi na cinquantina e tutti contenti iammo spensierati a compracci i pescetti loco a Nunziatina.

Mo’ a rucia n’saccoccia cia fa chi ci commanna

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nella ex-Jugoslavia, il suo rientro a piedi, da sbandato, conosceremo il valore degli affetti, amicizie, legami che nel momento più critico della sua vita lo hanno sostenuto in quei giorni drammatici. Quel giorno Nonno Giulio ci ha fatto commuovere quando la brava Maria Rita Panci, con voce ferma ed espressiva, ha letto dalle pagine del libro del rientro nel 1946 del soldato Lupardini a Rocca di Papa: il pensiero di ciascuno di noi è corso ai propri cari presenti in quel periodo difficile, le difficoltà sopportate, il pianto per i caduti sotto i bombardamenti, la fame, gli stenti… e ora corre anche al ricordo dell’anziano scrittore che con voce chiara, pur se lenta, ricordava ai presenti la follia della guerra come un crimine contro l’uomo. La sua storia narrata sarà una testimonianza che aiuterà a costruire il passato e a vivere in esso con chi ci ha preceduti in quei giorni terribili, quando l’umana follia ha decretato la sorte di migliaia di nostri fratelli privandoli della loro vita o, nel migliore dei casi, dei sogni, delle speranze e della fiducia nel futuro. La sua voce scritta sarà per tutti un monito affinché nel prossimo, ciascuno di noi, sappia vedere l’Uomo e in esso lo spirito della vita.

e non se tratta più de nicalette, mo’ sta l'euro che ci cchiappa n’canna e ci fa parla da soli giornu e notte.

Issi se riccanu e po’ n’televisio’ piagnenu (pe finta) e a noa ci dicenu che ci vou naru po’ de sacrifici che tenemo ancora da stregna a cinta, e da spetta pe tiempi più felici.

Ma spetta spetta e a luce non se vede noa ci n’vecchiemo e ormai ci remane solu che a rassegnazio’. I giovani però non teu più ne pazienza ne fede e gira gira farau ‘a Rivoluzio’.


MUSICA Al Museo di Geofisica dal 14 al 29 luglio mostra e musica

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Arriva a Rocca di Papa la mostra su De Andrè

di Miky Inverno L’Associazione culturale “Bocca di Rosa e altre Storie...” è stata fondata nel 2004 a Marghera (Venezia) con l’intento specifico di divulgare l’opera di Fabrizio De André attraverso una mostra espositiva itinerante, costituita dall’intera discografia, bibliografia ed altro materiale interessante (stampe, foto, riviste, poster…). La collezione privata, con pezzi tutti in versione originale e rara, è da noi posseduta in quanto collezionisti discografici del periodo musicale degli anni ‘60-‘70, conoscitori dell’opera di Fabrizio De André soci e sostenitori della Fondazione De André di Dori

Ghezzi. Ora la mostra arriva anche a Rocca di Papa, presso il “Museo Geofisico”, dal 14 luglio (giorno dell’inaugurazione) al 29 luglio 2012 in orario del Museo e con ingresso libero e gratuito per tutti i visitatori. Riconosciamo alla mostra il pregio di testimoniare al visitatore (sia esso studente, semplice curioso, intellettuale, appassionato o nostalgico del periodo) il valore dell’intera opera di Fabrizio De Andrè e di ricostruire, attraverso la suggestione di colori, suoni e immagini, il clima culturale che ad essa ha fatto da sfondo significativo. Teniamo a precisare che la

u m e r o s t v s e icali p i e t t R

LED ZEPPELIN

SIGNORE E SIGNORI... IL ROCK!/1

Io credo che mai s’era visto, e non so se mai più si vedrà, album d’esordio più esplosivo e fragoroso di quello del primo Led Zeppelin. Quello che colpisce subito sin dalle prime battute è la pulizia e la potenza del sound in un genere come il rockblues, dal quale provengono i membri soprattutto con il chitarrista Jimmy Page, usualmente grezzo e non molto raffinato. Molti, quasi tutti, sono i pezzi capolavoro in questo disco: dall’intro rockroll di Good Times Bad Times, alla ballata acustica, struggente e solare di Baby I’m gonna Leave you, alla tormentata Dazed and Confused, alla tesissima Communication breakdown fino a quella che io ritengo la canzone manifesto del gruppo (How many more times) dove

si evidenzia in tutto il suo splendore il rock sano ed energico dei Led Zeppelin che magicamente assembla la ritmica potente e veloce di John Bonham al fraseggio elegante e cupamente hard del basso di Jonh Paul Jones, ai riff dolcemente schizofrenici e imprevedibili di Jimmy Page alla chitarra con la voce sensuale e spavalda di Robert Plant che sembra caricarsi addosso tutto l’entusiasmo selvaggio e sessuale dell’epoca. Epoca che vede andare di pari passo l’evoluzione sociale e di costume con la musica quasi come un gioco a rimpiattino dove c’è un fitto e continuo scambio di messaggi culturali

De Andrè

mostra è già stata da me esposta nella città di Caserta presso il centrale Chiostro di Sant’Agostino, nel Comune di Marcon (VE) presso il centro culturale intitolato al cantautore, a Viterbo presso il chiostro di S. Maria della Quercia,

di Massimo Onesti

e rivoluzionari che contribuiscono al progresso generale di tutta la società e se nella musica degli anni ‘60 molti gruppi erano stati fautori dello sviluppo d’idee (ricordiamo fra tutti i Rolling Stones, Bob Dylan e la sua The Band, Beatles, Jim Morrison and The Doors, Jimy Hendrix and The Experienced) ora alla fine di quel decennio,

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a Monselice (PD) presso il Cinema Teatro Astoria, a Sassuolo (MO) presso Foyer Teatro Carani, a S.M. di Sala (VE) Villa Farsetti, a S.Leucio (CE) Palazzo Belvedere, a Padova ex Fornace Carotta, a Rovigo Pescheria Nuova, a Venezia al “Caffè Venice” Campo S. Margherita e al Museo Civico di Maddaloni (CE). In tutte queste occasioni la mostra è stata visitata da un vasto pubblico ed inoltre “sostenuta” da una serie di iniziative culturali e concerti che hanno visto l’apprezzamento e l’intervento di famosi critici musicali, giornalisti, studiosi e scrittori (tra i quali Vincenzo Mollica, Cesare G. Romana, Luigi Viva, Tommaso Pisanti e Fernanda Pivano). Mi sembra altresì utile sottolineare che l’iniziativa è patrocinata dal Comune di Rocca di Papa e dalla Provincia di Roma e dalla stessa Fondazione De André di Milano. Per ogni eventuale altre informazione: cell. 347.3015685 mail: mikinverno@libero.it

quando la prima fase di quell’enorme energia rivoluzionaria ormai si stava consolidando e affermandosi nella realtà del vivere quotidiano, ecco che band come i Led Zeppelin e anche Deep Purple, Black Sabbath producono un Rock molto più risoluto e anche di tecnica qualitativa più alta dove i fermenti hippie e di liberazione sessuale hanno meno bisogno delle ballate di protesta di Dylan o della poesia visionaria e apocalittica di Jim Morrison, della trasgressività anticonformista dei Rolling Stones o degli ammiccamenti sdolcinati da prime festicciole dei Beatles. 1/Continua


RIFLETTORI

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E andavamo su... su, su... e andavamo giù... giù, giù

di Daniela Di Rosa

Sondaggi, sondaggi e ancora sondaggi… non ne posso più, in ogni programma o nei Tg c’è il sondaggista di turno che ce ne sforna uno, fresco fresco, di giornata. Possibile che noi italiani cambiamo parere sette giorni su sette, specialmente in politica? Dopo lo sfacelo dei partiti, dove tutti sono ladri, corrotti e corruttori, dopo la caduta della Lega dove pure le trote e i “ce l’ho duro” fregavano a man bassa il popolo padano, dopo che la Lombardia è stata razziata da quel “santo” di Formigoni, un politico con triplice voto, castità, povertà… il terzo non lo so forse paraculaggine... dopo

un Sindaco che in quel di Puglia si strafoga di ostriche e aragoste in odor di curruzione, dopo che persino a Berlusconi (vista la fine del suo partito) non gli “tira” più… noi siamo qui come un popolo di idioti a cambiar idea ogni tre giorni. Grillo e il movimento cinque stelle avanza, avanza, no, no indietreggia, il comico ha sbagliato battuta, ma ecco che risale, ha mandato affanculo tutti (grande Santoro che in diretta Tv manda affanculo lui), non ho niente contro Grillo, anzi mi piacciono i suoi canditati, e tutto serve per mandare a casa la seconda repubblica delle banane… ma

Energy drinks sotto inchiesta

La Francia ha dichiarato guerra alle bevande energetiche, tipo Red Bull, Monster e altri prodotti simili, decidendo una vera e propria azione di monitoraggio tesa a verificare eventuali effetti collaterali. La decisione è stata presa dall’Agenzia per la sicurezza alimentare di Parigi dopo due casi di decesso che qualcuno ha messo in relazione proprio al consumo di queste bevande. L’inchiesta è ancora in corso e va detto che, almeno fino ad oggi, nessun nesso è stato dimostrato tra morti e bevande però l’allarme anche tra i consumatori è pian piano cresciuto e le autorità hanno fatto capire che bisognerà attendere l’esito finale dei controlli e dei test prima di affermare un’ipotesi o un’altra. Gli ingredienti messi sul banco degli accusati sono quelli già noti agli esperti nutrizionisti di mezzo mondo: caffeina, taurina ed estratti dalle piante guaranà e ginseng. Tenuto conto della elevata concentrazione di queste sostanze negli energy drinks il consiglio che l’Agenzia rivolge ai francesi, soprattutto alle donne in attesa di bebè, è quello di non consumarli insieme ad altro alcol o durante uno sforzo fi- di sico. Ermanno Il problema alla fin fine risulta Gatta essere sempre lo stesso: è l’uso eccessivo di bevande energetiche a non fare troppo bene. Quindi basta contenersi e bere il giusto. Il pungolo

il T o c c o

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L’angolo della psicologia

Risponde la Dott.ssa Bruna Benelli

di chiese coi fedeli ce ne sono già troppe! Il Pd è il primo partito ma grazie agli autogol di Bersani sale e scende dai sondaggi dello 0,1; il Pdl è messo proprio male, anche lui scende e sale a seconda delle uscite del suo vecchio leader; se si chiama Forza gnocca sale ma se si chiama Italia pulita scende, basta cambiare marca e il prodotto non è più lo stesso? Ma che siamo scemi? La “foto di Vasto” (quella che ritraeva Bersani-Vendola-Di Pietro insieme) per i sellini è sì ma per i democratici è no, Vendola non sceglie e pure lui va su e giù… e tutto questo in una settimana! Forse è vero, siamo un popolo di schizofrenici. Può un’idea durare un giorno? Può bastare una brutta cravatta per cambiare opinione? Gli esperti dicono di sì, gli italiani sono bandiere al vento… ma non ci credo, non è vero, i sondaggi dovrebbero sondare le opinioni e non spostarle... è come la menzogna, la dici una volta, due, cento e diventerà una mezza verità! Oggi Grillo sale, domani sicuramente qualcuno in più lo voterà, la pubblicità è l’anima del commercio.

Identità di genere

L’identità di genere è la sensazione di appartenenza ad uno dei due generi “maschio” o “femmina”, solitamente questa coincide con il possesso delle caratteristiche psico-fisiche di quel genere, ma non sempre. Quando non c’è corrispondenza tra la propria identità di genere e il sesso anatomico, si ha una persistente identificazione con il sesso opposto e si rifiutano i ruoli tipici attribuiti culturalmente al proprio genere. Il soggetto che presenta questo disturbo, a causa delle regole e delle attese sociali non si sente a proprio agio con il proprio corpo, sin da piccolo può presentare sintomi di ansia e di depressione, crescendo può tendere ad isolarsi, ad avere una scarsa stima di sé e un equilibrio psichico precario, se non incontra l’accettazione da parte del suo ambiente di vita. Spesso è presente feticismo di travestimento, e l’individuo a volte decide di sottoporsi al cambiamento di sesso. Il 14 Aprile 1982 fu approvata la Legge 164, una delle prime leggi in Europa che, insieme a quella tedesca, permetteva di cambiare sesso. Una grande conquista che apriva una nuova strada per il riconoscimento delle persone transessuali. Molte persone transessuali ritengono che l’intervento chirurgico sia la soluzione liberatoria per il loro disagio esistenziale. Il cambio di sesso però non è sentito come indispensabile da tutti. Comunque è importante sottolineare, come sia assolutamente necessario accompagnare qualsiasi cambiamento fisico irreversibile, da un adeguato intervento psicoterapeutico, affinché la psiche del soggetto sia preparata a sostenere il mutamento psicofisico attuato, al fine di evitare eventuali scompensi e permettere il raggiungimento di un nuovo equilibrio mente-corpo.


il Segno dei tempi

nei disegni del Maestro Franco Carfagna Fino agli anni Settanta l’autunno a Rocca di Papa era una stagione molto attesa per iniziare i preparativi della vendemmia, con le botti che uscivano dalle cantine e i colpi di mazzetta per restringere i cerchi di metallo. Il tutto aveva inizio il 1° ottobre. Pochi rischiavano di aspettare fino al 1° novembre anche se il vino, pioggia e freddo permettendo, veniva sicuramente migliore. Il problema maggiore era trovare i “cavallari” (cioè i trasportatori) che dovevano essere prenotati per appuntamento. Come non ricordare i grandi “cavallari”, i cuccagnuoli, u Marocchinu, Piccolino, Romolo, Caporosciu, Giggetto, Giulio Cesare, Coppumonnu, Rolando, Edmondo, Roberto, i fratelli Mascarò, e tutti i piccoli proprietari di “una sola bestia” (così erano chiamate le vetture). Prima dell’alba partiva la carovana delle “bestie”, il rumore degli zoccoli era una musica inconfondibile sopra i sergi (sampietrini) che per i cavalli risultavano scivolosi. Per evitare di scivolare loro, i cavalli, camminavano al centro dove c’erano i bolognini (sampietrini fatti di pietra sperone locale). Ecco perché le strade di Rocca di Papa ancora conservano al centro questo tipo di pietre. Era compito del Sindaco far sistemare le buche prima dell’arrivo dell’autunno. Il tutto cominciava alle tre del mattino fra strilli, parolacce, zoccoli e bigonzi che sbattevano (come dice il proverbio? “Non dormo io ma mancu tu”). Il ritorno era più sofferto con le some (il carico) dei “biconzi” che poteva raggiungere anche i 160 chili sopra i “mmasti” (i basti) “taccati co ‘e ciammelle”. Salendo per le strette strade del paese il problema era rappresentano proprio dai sampietrini poiché le bestie cariche, stanche, sudate, sbattevano ai lati dei muri. Allora i cavallari rimproveravano le bestie dando loro forti colpi e riempiendole di parolacce (il rispetto per gli animali era ancora lontano da venire). Insomma, l’autunno per tutti i roccheggiani era un insieme di stanchezza e fatica ma alla fine la soddisfazione per il lavoro fatto li ripagava di tutto.

L’Autunno dei “cavallari”

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il Segno - Giugno 2012

Lettere, Proposte, Proteste e Reclami ilpiccolosegno@libero.it

Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico

ASPETTO GRILLO A ROCCA DI PAPA Sto per pagare l’Imu e a pensare che coi soldi si paga la Brandani che si vanta di cose che sappiamo fare tutte, che si paga la Gentilini che va in Africa, o gli anziani ricchi che vanno al mare, o la D’Andrea che si lecca i baffi, mi vengono le bolle. Aspetto Grillo a Rocca di Papa Lina De Luca

RIVOGLIO LA FONTE DEL PANTANELLO! Ho apprezzato molto l’articolo di De Angelis Enzo sulla riscoperta della sorgente del Pantanello. Da bambino ricordo giornate intere passate alla frescura di quell’acqua frizzan-

tina. Ho letto che ancora oggi

l’acqua sgorga dalla sorgente e

vorrei avere notizie se il Comune o chi per esso abbia provveduto a fare analizzare l’acqua raccolta nella bottiglia. Sarebbe bello che l’area del Pantanello tornasse ad essere quella bellezza che noi anziani di oggi ancora portiamo nella nostra memoria. Ogni volta che passo davanti alla sorgente vedo solo sterpaglie, rifiuti e recinzioni. E pensare che dietro tutto questo c’è uno dei paesaggi più belli di tutta Rocca di Papa e di tutti i Castelli Romani. Vorrei lanciare quindi un messaggio chiaro e forte al Comune, a Enzo e al Presidente Silvestrini: ridatemi la bella sorgente del Pananello! Giovanni Sabatini


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