Il Segno gennaio 2016

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...quello che gli altri non scrivono...

Rispetto dell’ambiente e della legalità. Queste sono le risorse di domani per la costruzione di una nuova felicità e di una nuova economia.

Sanatorie bocciate

quindicinale indipendente

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Il Segno di Rocca di Papa

Anno XV, n. 1 - 1/31 gennaio 2016

Misteri ancora da chiarire

A pagina 14

Angelo Vassallo

(sindaco di Pollica ucciso il 5 sett.bre 2010)

Un articolo di Gianfranco Botti Il Gruppo Apre il Tiziano Una storia cominciata archeologico Giardino Onesti degli OrbiL a Trenitalia con il villaggio di Cabum ci scrive A pagina 11

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Alle e pagin 3 1 12 e

Dopo 15 anni il Comune risponde che le domande di condono non potevano essere presentate e adesso comincia la fase delle sanzioni economiche e dell’acquisizione gratuita al patrimonio pubblico delle opere realizzare senza permesso. Ma a finire sul banco degli accusati è soprattutto la classe politica locale e la gestione urbanistica del territorio

Un bosco tutto da spolpare

Promozioni comunali

A pagina 8

A pagina 9

Ancora debiti fuori bilancio A pagina 10

Funicolare, spariti i gradoni di sperone A pagina 5

Ringraziamo i nostri sostenitori e collaboratori: Piero, Mario, Marta, Giuseppina, Francesca, Paolo&Alberto, Sonia, Alessandro, Ilaria, Michela&Angelo, Sandro, Orlando, Alessandra, Paola, Barbara, Claudio, Catia, Daniele, Angela, Paola,Silvia&Francesca, Omero, Fiammetta, Enzo, Milvia, Luigi, Giovanni, Rosa, Orofino, Miriam, Silvia, Patrizio, Bruna, Emanuela, Tiziana&Alfredo, Mirco, Andrea, Antonello, Anna, Jessica&Davide, Gianfranco, Bruna, Laura, Piero, Rossana, Angelo, Bruna, Laura, Vincenzo, Italia, Anna, Maurizio, Gabriele, Bruno, Annarita, Nicola, Franco, Enea, Mauro, Ermanno, Diego&Pino.

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LA LETTERA

«Il mio sostegno per Crestini»

A pagina 7

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ATTUALITÀ Con il “caso Quarto” anche i 5 stelle nel tritacarne mediatico

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Tutti i partiti fanno gola alla criminalità organizzata

di Sandro Tabellione Le recenti polemiche che hanno riguardato la sindaca dei 5 stelle appena eletta a Quarto (Napoli), Rosa Capuozzo, espulsa dal movimento di Grillo per non aver denunciato delle pressioni ricevute da esponenti ritenuti vicino alla camorra, ha riportato la discussione sulla capacità della criminalità organizzata di infiltrarsi ovunque, anche in quei gruppi che all’apparenza ne sembrano immuni. La storia italiana ci dice che le grandi multinazionali del crimine, ‘ndrangheta, cosa nostra e camorra, riescono sempre a trovare le strade per inserirsi nei contesti politici ed economici, e lo fanno con una tale disinvoltura che spesso si resta sorpresi di fronte a notizie di collusione e rapporti di reciprocità con esponenti politici, imprenditori e, come è capitato, con persone che si occupano di antimafia. Lo stesso Partito comunista, che pure dalla sua ebbe diversi esponenti assassinati dalla mafia, in molti comuni calabresi vedeva la presenza al suo interno di personaggi appartenenti alle cosche. Per non parlare della Democrazia cristiana o di quella destra come il Movimento Sociale, i cui rapporti con criminalità organizzata e massoneria sono noti da tempo. Il problema, quindi, esiste e riguarda tutti, anche un movimento come quello dei 5 stelle

Rosa Capuozzo

che pone la questione della legalità al centro della sua azione politica. Come riuscire a evitare che i tentacoli mafiosi penetrino nei sistemi democratici? Una soluzione certa non esiste, esiste però il ruolo che nei vari comuni svolgono i partiti politici, le cui capacità di selezionare la classe dirigente sono piuttosto discutibili. Basta essere portatori di voti e le porte dei partiti si spalancano. Il Movimento 5 stelle, invece, fin dall’inizio si è messo in mostra per aver alzato molto lo steccato del suo setaccio. Fino a qualche anno fa per entrare nel movimento di Grillo bisognava superare tantissimi ostacoli. Oggi questo steccato sembra sia più basso e quindi è più facile anche per i criminali saltarlo a pie’ pari. Il “caso Quarto” lo dimostra: quando il cambiamento arriva davvero, la criminalità organizzata si riorganizza e si sposta in modo repentino. L’unica arma per

difendersi è quella della trasparenza a tutti i livelli. Denunciare ogni forma di intimidazione, ogni sopruso subito. Se la neoeletta sindaca Rosa Capuozzo fin dall’inizio avesse denunciato i ricatti subiti e avesse rassegnato le dimissioni perché nessuna ombra deve esistere su un sindaco appena eletto, probabilmente alla tornata elettorale successiva avrebbe avuto addirittura un consenso più forte, inviando un messaggio chiaro anche ai criminali. Invece, per timore di perdere la poltrona conquistata ha preferito tacere finendo nel tritacarne mediatico. Quindi, cari partiti, ricominciate ad alzare gli steccati con cui selezionate la classe dirigente. In gioco vi è la democrazia e l’articolo 54 della nostra Costituzione che recita: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”.

Siamo a vostra completa disposizione per qualsiasi chiarimento e preventivo!

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ATTUALITÀ

Sono più intelligenti gli atei oppure i credenti? La discussione che di recente impazza su Facebook

di Daniela Di Rosa Giorni fa mi sono imbattuta in una discussione su Facebook tra atei e credenti, i primi accusavano i secondi di “ingenuità cronica” alcuni si spingevano a chiamarli “sempliciotti o stupidini”, i secondi accusavano i primi di essere “ignoranti e materialisti” alcuni un po’ esaltati arrivavano a definirli “cattivi e satanisti”, mentre gli atei rispondevamo che il diavolo esiste solo per chi ci crede. Fatto sta che non si trovava una via d’uscita. Come faccio spesso, sono andata su Google per vedere se c’erano studi in proposito, e cavolo se c’erano. Esiste una ricerca del Dipartimento di analisi dell’Università di Rochester, condotta dal team del professor Miron Zuckerman, dove sono stati analizzati 63 studi sul tema e ben 53 sono dello stesso parere: gli atei sono più intelligenti dei credenti. Fin dalla più tenera età -si legge- è evidente che i bambini più intelligenti si allontanano dalla religione, e la tendenza si riscontra in tutto l’arco della vita, anche in vecchiaia le persone più intelligenti della media sono meno propense a credere. L’analisi finale su cui si basa

il professore è una ricerca iniziata addirittura nel 1921, e condotta per tutta la vita su 1.500 persone che da bambini avevano un quoziente intellettivo (QI) superiore a 135. La notizia eccezionale è che questi 63 studi sono stati condotti per 90 anni, e tutto per dare una definizione condivisa di intelligenza e le conclusioni sono state: “Intelligenza è la capacità di ragionare, pianificare, risolvere i problemi, pensare astrattamente, comprendere idee complesse, imparare in fretta, e imparare dall’esperienza” e tutto questo è presente soprattutto negli atei. Subito inorgoglita (facendo parte del primo gruppo) sono tornata su Facebook per condividere la notizia, poi mi sono bloccata e ho pensato che da bambina e da ragazza a scuola ero un asino, prendevo pessimi voti, al terzo anno dell’istituto superiore che frequentavo c’era da sostenere un esame per proseguire i due anni successivi, consapevole della mia “ignoranza” mi ritirai di buon grado e addio al diploma. Certo, l’intelligenza non si misura con un pezzo di carta, però non si sa mai, meglio non entrare nel merito e tacere sulla ricerca! Perché si crede? O perché non si crede?

Non lo so e sinceramente non mi interessa saperlo e la ricerca mi è sembrata una grande boiata, anzi per dirla alla Fantozzi “una boiata pazzesca”, anche perché da un’altra ricerca, questa dei giorni nostri, risulta un aumento consistente degli atei nel mondo, o stiamo diventando tutti intelligentoni oppure le persone cominciano a domandarsi se i testi sacri siano veri considerato le stupidaggini o le atrocità che riportano, e se non sono veri i testi sacri allora non esiste dio e non esiste il peccato, se non esiste il peccato non c’è punizione… Ritorno su Facebook, posto la ricerca sul gruppo di discussione e chiudo la pagina. Che se la sbrighino loro!

La nuova strategia di Silvio: via il simbolo nei comuni

Silvio Berlusconi ha deciso che il simbolo di Forza Italia non sarà presente nelle consultazioni locali ma solo in quelle nazionali. Nasce così il primo caso di un partito che localmente sente il bisogno di nascondersi, magari dentro liste civiche indefinite, mentre a livello nazionale può permettersi di palesarsi senza alcun timore. Già li vediamo gli esponenti di Forza Italia aggirarsi nelle piazze delle città a chiedere voti per una lista civica, pronti a negare di far parte del partito di Silvio, salvo poi presentarsi nelle stesse piazze, magari il giorno dopo, per chiedere ai cittadini di votare per Forza Italia alle elezioni politiche. Però, a pensarci bene, questa doppia identità potrebbe dare davvero i suoi frutti, perché un politico eletto in una lista civica cittadina, dopo aver preso possesso del suo posto in consiglio comunale, potrebbe uscire dal gruppo e fondarne uno nuovo, cioè Forza Italia. Un sistema per salvare capra e cavoli. Dove vuole andare a parare Berlusconi è ancora un mistero, l’impressione è che, visti i sondaggi, il Cavaliere preferisca dare sfogo ai suoi impulsi caratteriali invece di affrontare il toro per le corna. (S.B.)

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STORIE

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Un professore, il politico e un “giudice ragazzino” I casi della vita sono come le tessere di un mosaico

di Ettore Zanca La memoria va allenata. Il nostro solaio di ricordi non va lasciato impolverare mai. Il rischio è che quando passa un treno, tu abbia in un angolo il biglietto ma non lo trovi. La memoria è un occhio della mente e deve aprirla. Quello che accade non va mai guardato in modo sfocato, perché è proprio il piccolo particolare che fa da Deus ex machina e articola una storia. Enrico Ruggeri ama raccontare che la sua nascita è dovuta a un bullone. Se non si fosse rotta la macchina dove viaggiava sua madre, suo padre non si sarebbe fermato e non l’avrebbe aiutata. Ognuno avrebbe proseguito per la sua strada. Invece un piccolo pezzo di metallo ha fatto sì che nascesse il mio cantante preferito. Una volta un preside stava stendendo un reticolato della sua casa di campagna. Fu raggiunto da una pallottola che lo colpì a una coscia, ferendolo in modo serio. La pallottola restò incastrata tra i muscoli per sempre. Come quella di Gino Paoli. Con la sola differenza che alloggia tuttora non tra i ventricoli, ma in prossimità di parti intime. Quel preside fu quasi incriminato per reticenza da un magistrato convinto che sapesse benissimo chi aveva potuto sparargli. Solo la morte di un

militare fece venire alla luce la verità. Lo stesso ufficiale, prima di morire disse che aveva sparato per gioco dalla casa di fronte, avendo alzato il gomito, si portò questo peso per tutto il resto della vita. La salvezza fu data dal fatto che era tale la distanza che la pallottola a fine corsa si depositò dolcemente tra le fibre e la pelle. Il preside era fratello di un professore. Un professore lavorava lontano, doveva prendere un aereo per tornare dalla famiglia e dal figlio piccolissimo. Era tempo di elezioni e coincidevano col compleanno della moglie. Due giorni prima di partire si ruppe un piede, giocando a calcio con i suoi alunni. Uno sport che odiava. Appena la moglie lo seppe fece l’ira di Dio per farlo tornare a casa subito. Lui a malavoglia accettò. Ma non disse a nessuno del suo arrivo. Qualche sera dopo alcuni amici chiamarono preoccupati, chiedendo del professore. Sapevano che sarebbe tornato con un aereo schiantatosi su una montagna qualche ora prima. Ovviamente non era a bordo. Però su quell’aereo c’era una donna col suo stesso cognome, inoltre il nome aveva la stessa iniziale e con quella era stato scritto nelle liste delle vittime accanto al cognome scritto per esteso. Era il cinque maggio del 1972. Palermo, Montagnalonga. Quel professore è stato

Parrucchiera Alessandra Castelli e...

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fondamentale, per tenere a galla un figlio sempre a rischio di annegamento in mezzo a mari emotivi. Il professore era fratello del preside. Un altro uomo è scampato a quel disastro prendendo l’aereo che era partito poco prima. Era da solo. Sei anni dopo si trovava su un aereo che si spaccò in vari tronconi ammarando. si salvarono solo in ventuno. Era il ventitré dicembre del 1978. Palermo, mare antistante l’aeroporto di Punta Raisi, l’uomo stavolta non si salvò e perse anche tutta la sua famiglia. Che viaggiava al completo su quell’aereo. Un esponente di spicco dei vecchi partiti di governo, definì un giorno “giudici ragazzini” quei freschi vincitori di concorsi a magistrato, che neanche insediati esercitavano azioni penali in larga scala. Uno di questi morì con questa definizione appiccicata addosso, aveva trentotto anni, tranciati di netto in un vallone sterrato a colpi di pistola. Un giudice fu eletto per anzianità e non per merito consigliere istruttore del Tribunale di Palermo. Criterio quasi mai adottato. Appena insediato decise che un altro gruppo di magistrati andava diviso. Applicando pedissequamente la legge disse che i giudici erano organi monocratici e come tali dovevano operare. Quel gruppo era fondato da Rocco Chinnici e contava Gio-

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Rosario Livatino, il “giudice ragazzino”

vanni Falcone e Paolo Borsellino. Da quel momento iniziò il loro isolamento. La morte civile, le invidie e l’odio dei colleghi. Sappiamo tutti come si muore prima di morire davvero. È da poco tempo che ho capito. Non esistono destini, ma tessere di mosaico. Io ho cominciato a comporre il mio e non so quando lo finirò. Spero il più tardi possibile. Ma qualcun altro nel frattempo costruisce il suo. A volte le tessere sono talmente simili che le loro vite entrano nella tua, la invadono, ne diventano parte integrante, o rimangono l’ultima radice vera a cui sostenersi. A volte però è necessario che qualcosa le spinga nella tua direzione. Un bullone, una pallottola, un piede messo male, un consigliere eccessivamente zelante, un dinosauro della politica che è considerato uno statista, un biglietto aereo, che può servire, come dice il mio cantante preferito, per un lungo viaggio che non abbiamo mai usato.

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INDOVINA QUANTI SIAMO?

Al 31 dicembre 2015 i residenti censiti nel Comune di Rocca di Papa erano 17.034 (maschi 8.439; femmine 8.595). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.481.*

ROCCA DI PAPA notizie, informazione, attualità

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NUMERI UTILI

Clinica San Raffaele: 06-9428601 Comando Carabinieri: 06-94749007 Polizia Municipale: 06-94286134 Centralino Municipio: 06-942861 TAXI Mario: 346-3684911 06-9499151 (casa)

Spariti i lastroni in pietra sperone della funicolare. Dove sono finiti? *dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

A denunciarlo in un’interrogazione è stato il consigliere Emanuele Crestini

Sul cartello del cantiere della funicolare di Rocca di Papa si legge a stento, perché sbiadita dal tempo, la data di ultimazione lavori. Era prevista per luglio 2014. Con un ritardo di oltre un anno sono finiti da poco i lavori dei binari e delle carrozze, rimane da fare la strada di collegamento attraverso il bosco, che a oggi non è neanche cominciata. “Una barzelletta che inanella un’altra gemma nel rosario di sprechi e inefficienza dell’amministrazione del sindaco Pasquale Boccia” – osserva il consigliere di opposizione Emanuele Crestini, che continua: “Un progetto di 9 milioni di euro di costo totale, per cui sono stati già impegnati circa 5-6 milioni di euro, ma resterà incompleto e quindi inutilizzabile per chissà quanti anni ancora”. Affacciandosi verso valle i binari fanno bella mostra di sé, accanto una scala in metallo

grigliato ha sostituito la storica lunghissima gradinata di pietra sperone. I roccheggiani ne hanno una precisa memoria, soprattutto quelli meno giovani, che tante volte hanno fatto quelle scale volando, per andare a prendere il tram al cosiddetto anello, a Valle Vergine. Che fine hanno fatto i 600 gradini che colmavano i quasi cento metri di dislivello tra la stazione di monte e quella di Valle? Quei gradini avevano un’origine tutta locale, visto che erano di pietra sperone, un tufo molto particolare e piuttosto ricercato, che fu cavato nei primissimi anni ‘30 proprio a ridosso della cava di Rocca di

I gradini in ferro di oggi

Papa, che sta a via Rocca Priora. “Con molta probabilità dopo essere stati asportati per il rifacimento della funicolare, qualcuno se li è portati via – continua Crestini –. Ma quei gradini avevano un valore. Un valore storico per la città, sentimentale per i cittadini, emotivo per chi li ha percorsi negli anni. Ma avevano anche un

valore economico. Erano gradini formati ciascuno da un blocco unico di 15 centimetri di spessore. Facendo un po’ di conti il loro valore è stimabile in almeno 60.000 euro.” Il consigliere Crestini ha presentato da tempo un’interrogazione all’amministrazione comunale, rimasta finora senza risposta.


Insieme per Rocca si riunisce... prove tecniche di trasmissione 6

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Intanto nel Pd la vera sfida è tra Mauro Fei e Silvia Sciamplicotti

di Daniela Di Rosa La campagna elettorale per il rinnovo della giunta sta entrando nel vivo, si avvicinano le primarie per la scelta del candidato sindaco del Pd e sembra tornata la serenità tra consiglieri e assessori, ma è solo Le primarie per scegliere sogna ammetterlo, è av- Sciamplicotti. Intanto gli la famosa “calma apparente” utile per inil candidato sindaco del vincente perché alla fine la incontri e i tentativi di gannare i cittadini. I vari candidati si afPartito democratico si ter- vittoria potrebbe dipen- convincere questo o fannano a scrivere “siamo più uniti che ranno il prossimo 20 dere da una manciata di quell’elettore proseguono mai”, ma la loro guerra intestina si è svimarzo e la sfida sarà tra voti. Un ruolo secondario e, tra gli altri, si segnala luppata anche su Facebook e lì tutto resta due pezzi da novanta della sembrano giocare Roberto quello svoltosi sabato 16 immutabile, la spaccatura che si era creata giunta Boccia: Mauro Fei, Sellati, assessore all’am- gennaio tra la segretaria per la forzatura della segretaria del partito assessore ai lavori biente, e Maurizio Raffaella Taggi, acindicando il loro candidato preferito è anpubblici, e Silvia Querini, vicesincompagnata dalla cora nell’aria, si aggira furtiva nelle nostre Sciamplicotti, deledaco e assessore al neo-consigliera Linda menti. gata all’urbanistica. I bilancio. Sellati, Boccanera, e l’ex condue per il momento si Ponzo con questa mossa regionale Anzi, a questo proposito, vorrei ricordare Taggi sigliere stanno sfidando a sembra volersi asCarlo Ponzo, al bar la rinuncia di Fei alla candidatura, gesto suon di elettori, nel senso sicurare l’ennesima candi- Miralago di Albano. Che magnanimo ma altrettanto fasullo, dato che ciascuno sta mettendo datura a consigliere cosa si saranno detti? che le ha subito ritirate! Nel frattempo in campo tutto ciò che può comunale (essendo alla Qualcuno sostiene che abanche Emanuele Crestini apre le porte del per fare iscrivere i citta- sua quarta consiliatura) biamo stabilito un avvicisuo movimento Insieme per Rocca per le dini nell’elenco degli elet- mentre Querini sta gio- namento tra Fei e Querini prime riunioni, ancora in rodaggio ma già tori del centrosinistra, cando una partita interna ma ovviamente siamo solo molto partecipati. Sono andata ad uno di quelli che poi voteranno al Pd per non essere nel campo delle ipotesi in questi incontri, il luogo era la vecchia sede alle primarie. La sfida, bi- schiacciato dal duo Fei- attesa del 20 marzo. del Pd, anzi la storica sede del vecchio PCI, non sono mai stata iscritta al Pd perciò entrare lì dentro non mi ha creato nes- Quinto Potere, dove la gente si affacciava zione spesso crea agitazione, ma sarebbe suna particolare emozione, ma qualcuno, alla finestra e gridava: “sono incazzato bastato dirlo, senza lasciare tutta la sera i specialmente un signore dai capelli bian- nero e tutto questo non l’accetterò più!” A presenti senza una spiegazione plausibile. nulla sono serviti i rimproveri in entrambi Subito dopo si passava alla presentazione chi, un po’ di amarezza l’ha provata! Devo dare atto che il consigliere di oppo- gli schieramenti, ormai è risaputo, la cor- dei “tavoli di lavoro”, quelli tipo la Leosizione Crestini è stato capace di fare ciò rettezza, l’onestà non albergano solo a si- polda, ho subito chiarito che se li ritenevo che a Rocca di Papa non era riuscito a nes- nistra (infatti a Montecitorio governano inutili per il Pd, per me lo erano altretsun consigliere, scoperchiare con la sola insieme), ciò che divide i due schiera- tanto, mentre molti presenti li approvaforza di mozioni, interrogazioni, denunce, menti sono fattori culturali, ma per for- vano. Nel frattempo il signore dai capelli un conflitto di interessi all’interno della tuna Crestini non deve legiferare, deve bianchi insisteva sul bisogno di avere un amministrare un paese, grosso partito dietro, e dopo una spiacegiunta, far traballare un che è tutta un’altra cosa. vole sovrapposizione di voci, compresa la potere che gestisce la La sede di Fin qui tutto bene, ora mia, Crestini un po’ troppo veemente ci cosa pubblica come una Insieme per Rocca passiamo alle note do- rimproverava, ribadendo che il movi“cosa loro” e tutto questo lenti, alle mie impres- mento non ha bisogno di alcun simbolo di sta facendo sperare i citsioni sull’incontro di partito e chi non era d’accordo poteva tadini nel cambiamento Insieme per Rocca di anche andarsene. epocale che nella nostra qualche giorno fa: entro Capisco che dovrà spiegarlo più volte al cittadina si richiede da e vedo tante sedie in cir- giorno e a più persone, però l’educazione tempo. La cosa straordicolo, al centro un tavolo e il rispetto non deve mai mancare, per naria è che per sostenerlo con tre sedie. Crestini fortuna il signore dai bianchi capelli è risi stanno unendo per la seduto di lato, un’altra masto, pensieroso, ma è rimasto, spero prima volta cittadini di persona dall’altro lato e che ritorni. estrazione politica dial centro Vincenzo Eleu- Ho trovato bizzarra la faccenda di proversa, per il bene della teri, che ha iniziato a grammare due incontri a settimana con città non esistono più né spiegare il programma, due distinti gruppi, perché non unirli? Indestra né sinistra, esiste solo il desiderio di legalità e trasparenza. A sul tavolo delle foto plastificate che ri- somma, siamo alle prove tecniche di tradire il vero tanti anni fa successe la stessa traevano alcuni aspetti del paese. La com- smissione, ops... di riunione. La forza di cosa per il giovane Carlo Ponzo, anche per posizione della sala non mi metteva a mio un politico non sta solo nelle sue capacità lui cittadini di destra votarono compatti, agio, creava un distacco fisico tra i parte- oratorie, ma nel coraggio delle sue idee e ma lo fecero in segreto, senza sbandie- cipanti e il candidato. Alcuni presenti poi da quel che ho visto in questi anni, Crerarlo. Oggi no, sta accadendo qualcosa di si domandavano come mai parlasse Eleu- stini ne ha molto di coraggio. Un solo diverso, più grande, si presentano e di- teri e non Crestini. Il giorno dopo venivo consiglio: date più spazio a Lorenzo cono: “sono di destra e voto Crestini”, a sapere che gli era stato chiesto di inter- Romei, l’ex segretario dimissionario dei “sono di sinistra e voto Crestini”… mi ri- venire perché Crestini quella sera era un giovani Pd, e ad altri ragazzi del territocordano la scena di un bellissimo film, po’ nervoso, fatto comprensibile, l’emo- rio. Per il resto buon lavoro!


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«L’attuale giunta ha fallito ilprogettodiCrestini è credibile» Da Bruno Petrolati riceviamo e volentieri pubblichiamo

Caro Andrea, mi permetto di rivolgermi con toni confidenziali perché, data la nostra lunga conoscenza e amicizia, troverei del tutto fuori luogo chiamarti egregio direttore. Prima di tutto approfitto dell’occasione per esprimerti la mia riconoscenza per l’ottimo servizio di informazione che tu e i tuoi collaboratori fornite al paese. Immagino quanta fatica, quanti sforzi, quanta passione e dedizione siano necessari per mantenere un giornale. Il vostro giornale, il Segno, divenuto negli anni un appuntamento fisso e atteso, che vive grazie al volontariato di chi ci lavora e a qualche modesto contributo pubblicitario di aziende locali. Ma ciò è ancor più pregevole perché vi consente di essere una voce libera e incondizionata. Proprio sull’ultimo numero del Segno ho letto con attenzione l’intervista rilasciata da Emanuele Crestini. Ti dico subito che raccolgo l’invito ad aderire al movimento “Insieme per Rocca di Papa”, e, sia chiaro, lo faccio non animato da rancore o da spirito di vendetta verso chicchessia, né tanto meno per qualsivoglia incarico. La lunga lontananza dalla vita politica di Rocca di Papa mi ha permesso di sedimentare le scorie di vicende ormai datate e mi consente di vedere l’attualità con serena e disinteressata obiettività. Non conosco Crestini, l’ho incontrato in questi ultimi giorni. Conosco, però, l’impegno con cui ha onorato il suo ruolo di consigliere di opposizione. Ho sempre ritenuto che il completamento della democrazia in ogni consesso, e particolarmente nelle assemblee elettive, si raggiungesse attraverso il rapporto costruttivo, polemico e pulsante tra maggioranza e minoranza. Io non so se a Rocca di Papa oltre il partito/i di maggio-

Bruno Petrolati

ranza esiste il partito/i di minoranza. Quello che so è che l’opposizione in questa consiliatura si è concretizzata con Crestini. E di questo gli va reso merito. Concordo con Crestini che a Rocca di Papa sia necessaria una discontinuità amministrativa. Del resto l’ attuale amministrazione e coloro i quali potrebbero ricoprire nel prossimo futuro ruoli di fondamentale importanza, non hanno bisogno di ulteriori prove per mostrare le loro capacità. Di tempo ne hanno avuto in abbondanza. È sostanzialmente dal 1997 che Rocca di Papa è governata da giunte espressioni dello stesso quadro politico fondato sul PD; e gran parte degli attuali amministratori sono in comune da diverse consiliature. I risultati sono evidenti a tutti. Non si può negare che il paese stia vivendo una grave decadenza sociale, culturale, economica e politica. Eppure le amministrazioni guidate dal sindaco Boccia hanno potuto contare su due fattori importanti. In primo luogo hanno potuto contare sugli ottimi risultati

raggiunti dalla prima giunta Ponzo (la seconda giunta non è significativa essendosi interrotta dopo soli 2 anni). Non voglio qui elencare tutte le cose fatte in quegli anni ricordo velocemente l’acquisto dei boschi dalla società Monte Cavo, l’istituzione della raccolta differenziata, del teatro, della biblioteca e del Museo, della riqualificazione di corso Costituente e del Crestini centro storico, la modernizzazione dell’illuminazione pubblica, la ristrutturazione di piazza di Vittorio, la redazione di un nuovo piano commerciale, il completamento della pianta organica, ecc. E tutto questo lasciando i conti in ordine ed essendo stati capaci di ottenere importanti finanziamenti dagli enti sovra comunali. In secondo luogo la lunga stabilità politica avrebbe dovuto e potuto consentire una programmazione lungimirante. Quanti risultati si sarebbero potuti raggiungere. Ci ritroviamo, invece, con un paese desolato e impoverito e un comune paurosamente indebi-

tato. Certamente avrà pesato la grave situazione economica Italiana, ma è altrettanto vero che è stata completamente assente la programmazione e l’identificazione di obiettivi chiari da raggiungere. A parer mio a questo serve la politica: a individuare prospettive di crescita sulla base del confronto serrato con le associazioni, i comitati quartiere, gli operatori economici, a svolgere un ruolo attivo nel paese ed avere un rapporto continuo con la gente. A dotarsi, in ultima analisi, di un programma di crescita e di sviluppo. E pensare che anche in tal senso, sul finire della prima giunta di Carlo Ponzo, il comune si dotò di un piano di sviluppo socio economico redatto dai ricercatori della Terza università di Roma, che indicava alcune possibilità di crescita e che avrebbe potuto rappresentare una base di discussione e di confronto. Ecco perché concordo con Crestini che non è più rinviabile il rinnovamento della classe politica di Rocca di Papa e il movimento Insieme per Rocca di Papa (IpR) potrà avere un ruolo importante, capace di spingere tutte le forze politiche a rigenerarsi e a proporre una nuova leva di dirigenti. Per questo IpR dovrà attrezzarsi per divenire essa stessa forza di governo e forza politica permanente non legata esclusivamente alla prossima scadenza elettorale. Per questo mi metto a disposizione per offrire il mio modesto contributo. Un caro saluto. Bruno Petrolati PS: Non so quali sentimenti e quanta emozione proverò quando, dopo molti anni, potrò rientrare nella storica sezione che fu del PCI, PDS, DS e PD e che ora è la sede di IpR.


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il Segno - gennaio 2016

Il bosco è di tutti e tutti potranno fareditutto neiboschidicastagno È partita la rincorsa per partecipare al banchetto. Il bando scade il 1° febbraio

di Andrea Sebastianelli La gestione dei boschi di castagno di proprietà del comune rappresenta oggi una delle questioni più importanti da affrontare, visto che l’attuale amministrazione comunale si trova di fronte a un vero e proprio fallimento. Vuoi l’incapacità a vedere il bosco come risorsa da proteggere e salvaguardare, vuoi la crisi del settore castanicolo su cui la giunta insiste, fatto sta che la gestione pubblica ha portato in luce molte falle. Eppure, un professore della stuatura di Tiziano Onesti, da poco nominato presidente di Trenitalia, aveva indicato la strada che il Comune avrebbe dovuto seguire per gestire in modo corretto e conveniente i suoi boschi, soprattutto dopo l’acquisizione di circa 800 ettari di bosco privato, andati ad aggiungersi ai 700 già di proprietà pubblica. Un’operazione fortemente voluta dall’allora sindaco Ponzo e guidata proprio da Onesti. Purtroppo quel piano è rimasto solo sulla carta, chiuso nei cassetti di corso Costituente, e nessun amministratore in vent’anni di attività ha mai pensato di utilizzarlo. Adesso, però, con l’avvicinarsi delle elezioni qualcuno ha tirato fuori la genialata, che non è quella di rimettere in campo il piano di Tiziano Onesti ma di permettere a tutti, associazioni,

cooperative, consorzi, aziende, Pro Loco, liberi professionisti, cittadini in gruppo, ecc. di lanciare delle idee per fare qualcosa del bosco e nel bosco: vuoi fare dei sentieri? Prepara il progetto e il Comune ti dà i soldi? Vuoi fare dei percorsi per le mountain-bike? Fai il progetto e il Comune ti finanzia? Vuoi fare una capanna sugli alberi? Fai un progettino e i soldi pubblici si tirano fuori. Vuoi fare una specie di polizia forestale per controllare il bosco? Scrivi al Comune e una soluzione si può sempre trovare! Insomma, il bosco è di tutti e tutti possono fare di tutto. Cioè proprio il contrario di quello che si dovrebbe fare. L’avviso pubblico, con scadenza il prossimo 1° febbraio, è stato pubblicato dall’amministrazione comunale e mentre noi sciviamo ci sono decine di associazioni/aziende/gruppi che stanno lavorando per poter spillare più soldi possibili alle casse pubbliche per progetti sui nostri boschi. Già, ma il Comune dove li prende i soldi? Facile, ci sono i cosiddetti fondi per le “migliorie boschive”. Si tratta di fondi ricavati da una parte degli introiti sui tagli boschivi che per legge devono essere accantonati e reinvestiti per salvaguardare e curare il bosco. Sul piatto ci sarebbero circa 350 mila euro. Poi se fai progetti che non superano i 40 mila

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euro, il Comune te li può autorizzare senza altri controlli. Nell’avviso, infine, c’è anche quella che possiamo chiamare “la norma anti-Segno”. Visto che la nostra associazione ha organizzato fino ad oggi decine di escursioni naturalistiche, per lo più nei boschi di Rocca di Papa, e quindi potrebbe presentare qualche progetto, che cosa hanno pensato di scrivere sul bando? Che “il Comune può deliberare l’esclusione di un’associazione per comportamenti lesivi direttamente e/o indirettamente del prestigio del Comune”. Una norma così non si leggeva dai tempi del fascismo!

Un bosco di castagno di Rocca di Papa

Comunque, il sindaco e la giunta di Rocca di Papa possono dormire sonni traquilli, Il Segno non ha mai partecipato (e mai lo farà) alla spartizione del bottino pubblico, tantomeno al banchetto preparato per spolpare i nostri boschi. Noi riteniamo che i boschi siano una questione centrale che va gestita in modo serio e professionale. Di una cosa, invece, i nostri cari politici che ci governano, possono essere certi: ogni progetto approvato lo studieremo e se le finalità saranno in contrasto con l’uso dei soldi per le “migliorie boschive” presenteremo denunce alla Procura della Repubblica per distrazione di fondi.

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il Segno - gennaio 2016

di Paola Gatta Nessun addobbo natalizio, nessuna atmosfera festante in giro per il paese in occasione delle passate feste natalizie perché le casse comunali non consentivano né sprechi né stanziamenti futili ma, per qualcuno, Babbo Natale è arrivato lo stesso portando con sé tante belle e ricche sorprese. A indossare i panni del mitico Babbo Natale è stato proprio il sindaco di Rocca di Papa, Pasquale Boccia, che ha dato il via libera al cosiddetto “fondo da destinare alle politiche di sviluppo delle risorse umane per la produttività collettiva” che, detto in parole comprensibili, significa: più soldi in busta paga per i dipendenti comunali e un aumento di livello per tutti, con tanto di assegno da incassare per le spettanze arretrate. Mica siamo a Roma dove è stato deciso il blocco di queste indennità! In ballo vi è la ragguardevole cifra di 256.159,44 euro, a cui vanno aggiunti altri 17.200 euro, relativi a un altro fondo comunale, chiamato “fondo per le progressioni orizzontali del personale dipendente” (tante parole poco comprensibili che significano semplicemente: aumenti di livello). Dopo tanti anni, l’amministrazione comunale ha finalmente sbloccato i suddetti fondi e il fatto che questo avvenga quando la campagna elettorale è già iniziata ovviamente non centra nulla. I riconoscimenti economici distribuiti a pioggia riguardano ben 38 dipendenti comunali e la valutazione è stata frutto delle indicazioni fornite dai diversi responsabili di settore del Comune che hanno predisposto delle vere e

Più soldi in busta paga eaumento di livello per i dipendenti comunali ROCCA DI PAPA

proprie schede per premiare i dipendenti più meritevoli. L’atto finale è stato firmato dal responsabile delle risorse umane, Giovanni Gatta, lo scorso 15 dicembre (determinazione n. 1204) dopo che il 10 marzo 2015 la giunta guidata da Boccia aveva deliberato indicazioni in merito (delibera n. 32). Pertanto, si legge nelle determinazione di Giovanni Gatta, “la liquidazione delle suddette progressioni per il periodo 1° gennaio 2015 – 31 dicembre 2015 e 1° luglio 2015 – 31 dicembre 2015, compresi i ratei di tredicesima, ammontano ad un totale di 12.465,20 euro”. Un bel regalo sotto l’albero, non c’è che dire! I dipendenti meritevoli sono stati inseriti in due elenchi specifici. Nel primo figurano 18 dipendenti, e sono quelli che si vedranno versare assegni più corposi che vanno da 474 a 730 euro (cioè gli aumenti calcolati a partire dal 1° gennaio 2015). Lo stesso Giovanni Gatta figura in quest’elenco, con uno degli aumenti annuali più sostanziosi, circa 1.000 euro. Stessa cifra di aumento per gli altri responsabili di settore: Rocco Di Filippo, Elisabetta Santangeli, Anna Rita D’Andrea, Anna Maria Fondi e Annalisa

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Tra i beneficiari anche tutti i responsabili di settore del Comune, che avranno un aumento annuale in busta-paga di circa mille euro

Il municipio di Rocca di Papa

Gentilini. Il secondo elenco, invece, è composto da 20 dipendenti, i cui aumenti (calcolati con decorrenza 1° luglio 2015) vanno da 163 a 463 euro a seconda del livello ricoperto. Siamo contenti per tutti loro perché il Natale appena passato potrà davvero essere ricordato negli anni futuri,

mentre a noi cittadini rimane la gioia di scoprire di avere tanti bravi dipendenti comunali meritevoli di aumenti in busta paga e di livelli lavorativi. È proprio vero, come dice la canzoncina di una pubblicità natalizia: a Natale si può dare di più! Se poi si vota... ancora di più!

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ROCCA DI PAPA Riconosciuti debiti contratti al di fuori della gestione ordinaria per 250mila euro 10

il Segno - gennaio 2016

Per i soliti debiti fuori bilancio sono state liquidate le ditte locali di Luigi Serafini Le spese non programmate continuano a penalizzare le casse pubbliche. Si tratta dei cosiddetti debiti “fuori bilancio”, quei debiti cioè contratti al di fuori dei costi previsti, senza alcuna deliberazione e oltre il limite di spesa autorizzato. Per lo più sono debiti fatti con ditte locali che ammontano alla ragguardevole cifra di quasi 225.500 euro. La cifra più consistente (salvo poi ottenere degli “sconti”) è andata alla Ditta edile Lupi Gerardo (113.000 euro), seguita dalla Ditta Elettrica Petrolati (43.000 euro) e dalla Tecnosystem (38.150 euro). Altre aziende del territorio che hanno emesso fattura al Comune finendo nei “debiti fuori bilancio” sono la Ditta Pucci Stefano (30.700 euro), Metalfaete di De Luca (26.753 euro), l’autospurgo Croce Roberto (18.350 euro) e l’impresa Onesti Alessandro (9.650 euro). Il riconoscimento di questi debiti avvenne nel consiglio comunaledel 26 maggio scorso e ora il responsabile del settore lavori pubblici, architetto Fabio Gambini, ha predisposto anche la determinazione di impegno spesa (n. 1116 del 30 novembre 2015) da inserire nel bilancio 2015. Oltre a queste spese impreviste, dettate da emergenze di intervento, si segnalano però

altri debiti fuori bilancio per una cifra di 27.568 euro. Questa seconda voce (determinazione n. 1166 del 9 dicembre 2015) riguarda costi sostenuti in seguito a sentenze diventate esecutive e per le quali l’amministrazione comunale è stata condannata al pagamento delle spese legali. In questa categoria a fare la parte del leone è stata la vicenda Sanicoop a r.l., con sede in via Maschio delle Faete, per la quale il Comune di Rocca di Papa, in seguito a un atto di precetto e al susseguente pignoramento presso la tesoreria comunale, ha dovuto pagare oltre 16.000 euro di spese legali. Le cause “semplici”per le quali c’è stata la condanna al pagamento delle spese sono 5 per un totale di 6.222 euro; poi c’è una sentenza diventata esecutiva con atto di precetto per 3.640 euro; infine, sono 2 le sentenze seguite da pignoramento dei conti comunali per un totale di 17.705 euro (tra cui la vicenda Sanicoop). Se sommiamo le due tipologie di questi debiti fuori bilancio

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arriviamo alla ragguardevole cifra di 253.342,92 euro (ossia mezzo miliardo delle vecchie lire) ma la cifra è destinata ad aumentare in modo significativo. Si ha l’impressione che i debiti fuori bilancio, da situazione emergenziale si siano trasformati in una gestione della spesa di tipo ordinario. Ma essendo, per definizione,“un’obbligazione verso terzi per il pagamento di una determinata somma di denaro [...] assunta in violazione delle norme giuscontabili che regolano i procedimenti di spesa degli enti locali”, che si continui su questa strada appare quantomeno azzardato. Anche considerato che tali debiti espongono l’Ente a squilibri di bilancio più o meno consistenti. Gli stessi revisori contabili del

Comune di Rocca di Papa, già in passato evidenziarono la necessità di ridurre in maniera significativa tale tipologia di debiti. Evidentemente, queste raccomandazioni sono servite a poco. Resta poi da capire perché questi impegni di spesa riguardino quasi sempre le stesse ditte. Non dovrebbe valere in questi casi una sorta di rotazione per cui tutte le ditte regolari esistenti sul territorio dovrebbero esere chiamate a turno quando si verificano particolari esigenze e necessità di intervento al di fuori della ordinaria programmazione? Se calcoliamo quanti soldi sono usciti dalle casse pubbliche negli ultimi dieci anni per i “debiti fuori bilancio” verrebbe fuori una cifra ragguardevole da fare spavento.


ROCCA DI PAPA Il Gruppo Archeologico risponde all’articolo sui costi per la festa medievale 2015

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«La festa è durata più di 2 giorni e le spese sono tutte giustificate» Spett.le direttore Sebastianelli, letto il suo articolo dal titolo: “Rocca medievale, la festa alla Fortezza costata 20 mila euro” intendiamo, come Gruppo Archeologico richiamato nell’articolo, portare dei chiarimenti in merito alla nostra collaborazione e relativo contributo ricevuto in quanto, dall’articolo sembra che il nostro impegno sia stato, contrariamente a quanto effettivamente avvenuto, di soli due giorni. È vero che sono stati stanziati 20.000 euro, ma 12.000 di essi provengono da Città Metropolitana di Roma Capitale grazie all’approvazione e finanziamento di un progetto presentato dal Comune per attività culturali ed educative in ambito medievale, finanziamento che altrimenti avrebbe preso altre strade. A tale progetto abbiamo partecipato solo come collaboratori, in quanto il soggetto attuatore indicato nel progetto stesso era “Accademia Medioevo”. Nella nostra veste di collaboratori ci eravamo impegnati e abbiamo mantenuto il nostro impegno, a organizzare e partecipare a visite guidate per gli alunni delle scuole elementari e medie, per far conoscere i nostri luoghi e la loro storia: la fortezza, il centro storico, la chiesa del Crocifisso i murales. Le visite, realizzate nelle mattine tra aprile e maggio per 6 uscite, hanno interessato circa 180 alunni garantendo sempre la presenza di almeno 3 di noi per ogni visita, ad esse va aggiunta la nostra presenza sulla fortezza nei giorni del 27 e 28 giugno disponibili ai visitatori per altre 4 visite, nonché la partecipazione presso le scuole in occasione della premiazione del concorso fatto. Detto ciò vogliamo precisare che quanto a noi deliberato (1.000 €) è rimasto a disposizione del GAL per ovviare alle spese (attrezzi, benzina, e quant’altro) che dobbiamo affrontare come Associazione in occasione delle iniziative che ci vedono promotori e a quelle che, sempre volontariamente, ci rendiamo disponibili. A completamento dell’informazione va anche detto che nella nostra veste di collaboratori ab-

biamo e in un certo senso ottenuto che parte del finanziamento venisse investito stabilmente su Rocca. Vedi l’impianto elettrico mobile, ma certificato, quindi non soggetto ad atti di vandalismo e furti. Gli allestimenti (stoffe, cordoni, e colori) che grazie al lavoro di cucitura, taglio e disegno, qualche volta realizzato anche di notte dai nostri soci e amici, sono diventati drappi, bandiere, stendardi che abbiamo messo a disposizione, e li metteremo ancora, per ogni iniziativa che possa dare risalto e colore al nostro centro storico. Anche per i pannelli didattici siamo interessati in prima persona e vorremmo sottolineare

che l’importo finanziato va a coprire il solo costo dei materiali. La loro realizzazione tutta interna al GAL, ha necessitato di un lungo ed elaborato studio, sono state fatte ricerche storiche, reperito informazioni, contattato esperti, prodotto fotografie, realizzato il lavoro grafico, il tutto sacrificando, ma questa è una nostra scelta, il nostro tempo e senza mai tralasciare il rapporto

e collaborazione con la Soprintendenza, che a breve ci rilascerà il nulla osta per il loro montaggio. Si sarebbe potuto fare di più? Non lo sappiamo, ma la nostra collaborazione ha prodotto che parte dei finanziamenti siano stati impiegati a, e per Rocca e stabili nel tempo. Vorremmo concludere facendo riferimento a quanto riportato a pagina 9 del suo giornale, dove si fa appello ai cittadini per costruire insieme la rinascita. Ebbene noi del GAL già abbiamo intrapreso questa strada. Le nostre iniziative sono rivolte al solo bene di Rocca, senza colori e senza bandiere ma semplicemente per il bene comune e chiunque, dall’Associazione al semplice cittadino, che abbia a cuore Rocca ci troverà al suo fianco. IL GAL sezione Albana di Rocca di Papa

Nessuno ha tirato in ballo il Gruppo Archeologico e 20 mila euro continuano a sembrarci eccessivi di Andrea Sebastianelli Non nascondo che la lunga lettera del Gruppo Archeologico mi ha sorpreso. Per due motivi: il primo è che nell’articolo citato abbiamo dedicato al GAL solo quattro righe a proposito del contributo ricevuto per le visite guidate. Nessuno ha polemizzato né con le attività svolte dai soci del GAL, né con l’impegno profuso all’interno della festa medievale, né con le visite guidate da voi effettuate, né per il modesto compenso ricevuto. Il secondo motivo stà nei contenuti della lettera che ci avete inviato. Scrivere che 12mila euro (sui 20 mila stanziati) sono soldi arrivati dalla Città metropolitana, come a dire che quindi possono essere spesi come si vuole perché non sono soldi del Comune, è un punto di vista molto discutibile. I contributi dati dagli enti pubblici sono comunque soldi che provengono dalle tasse di tutti i cittadini, compresi quelli di Rocca. Resta il fatto che per noi 20 mila euro per il tipo di festa che abbiamo visto, anche dopo la vostra lettera, ci sembrano davvero troppi e non giustificati. Se spendi 20 mila euro e porti a Rocca 5mila persone, se ne può discutere, ma se ne spendi 20mila e ne arrivano qualche centinaio, i conti non tornano. Leggendo il progetto ci sono voci che restano ingiustificate, come i migliaia di euro per pubblicizzare l’iniziativa, la stampa di 2mila manifesti e 2mila depliant illustrativi, una grande campagna pubblicitaria sui giornali del territorio, il coinvolgimento della popolazione, i convegni tematici... scusateci se di tutto

questo non ce ne siamo accorti ma è possibile che è per una nostra disattenzione. Nel progetto presentato al Comune, tra i giornali su cui pubblicizzare l’evento, è stato inserito anche Nuovo Oggi Castelli che non esce da almeno 10 anni, e ciò dimostra che nel creare la festa è stata usata, a voler essere buoni, un po’ di superficialità. Non citare poi Il Segno, che è l’unico giornale cartaceo di Rocca di Papa, è stato un vero scivolone. Apprendiamo che la ditta per montare l’impianto elettrico l’avete in qualche modo scelta voi e non il Comune e allora vorremmo sapere se sono stati chiesti altri preventivi, magari più convenienti. Per quanto riguarda il rimborso ricevuto per le visite guidate, considerato che le tariffe applicate a Roma sono di130 euro per 3 ore, mi viene da pensare che siete stati pagati come è nella norma. Ma invece avete presentato dei rimborsi per la benzina utilizzata per lo spostamento dei vostri soci per un totale di 2mila chilometri percorsi (i documenti sono agli atti del Comune). Vi ricordo che il sindaco di Roma, Marino, fu costretto a dimettersi per qualche scontrino irregolare. Rivendicare il vostro impegno per il bene del paese è giusto, ma è lo stesso impegno che anima tante associazioni di Rocca di Papa. È lo stesso impegno che animava il Gruppo Archeologico Latino di Bruno Martellotta e di Carlo Cofini, è lo stesso impegno dell’Osservatorio e di tanti cittadini che se amano l’arte, la storia e l’archeologia e studiano queste materie lo fanno perché è un piacere e non perché qualcuno gliene debba rendere merito.


il Segno - gennaio 2016

di Andrea Sebastianelli Dopo circa vent’anni arrivano al pettine i nodi rappresentati da centinaia di costruzioni abusive che hanno caratterizzato la storia urbanistica recente di Rocca di Papa. La Procura di Velletri ha infatti deciso di mettere mano nei polverosi archivi dei comuni dei Castelli, tra cui Rocca di Papa, per comprendere l’esito di migliaia di pratiche rimaste chiuse nei cassetti degli uffici comunali. A finire nel mirino dei magistrati al momento sono circa 180 casi (ma il numero è destinato a salire notevolmente nei prossimi mesi) che vanno dal 1997, anno che a Rocca di Papa coincide con l’arrivo di una fase politica nuova (la prima elezione di Ponzo), fino all’attuale amministrazione guidata da Boccia. La resa dei conti con gli abusivi chiama in causa un’intera classe politica, nella maggioranza dei casi ancora in carica. La Procura sta vagliando l’esito di queste pratiche di abuso edilizio andate a sentenza definitiva di condanna anche per comprendere i motivi che hanno portato i Comuni a lasciarle morire nei cassetti. Noi un sospetto ce l’abbiamo: gli abusivi sono stati per decenni il bacino di voti determinante per vincere le elezioni a Rocca di Papa, e il nesso esistente tra consenso e abusivi tenuti in naftalina (e quindi sempre ricattabili) a ben guardare emerge spesso nelle consultazioni politiche locali e soprattutto nelle preferenze.

A P P R O F O N D I M E N T O

LA POLITICA E GLI ABUSIVI Prendiamo le elezioni comunali del 2006. Il più votato risultò essere Roberto Barbante con 430 voti. Barbante, noto fino a quel momento soprattutto per la sua attività di geometra e per aver curato anche pratiche inerenti la sanatoria di

Un consenso costruito sugli abusivi

opere abusive, a breve avrebbe assunto il ruolo di assessore ai lavori pubblici in aperto contrasto con la legge sugli enti locali che espressamente vieta i conflitti di interesse. Non solo, nel febbario del 2008 Barbante diventa anche vicesindaco di Rocca di Papa dopo la cacciata di Maurizio De Santis. Un conflitto a 360° che darà i suoi frutti dal punto di vista elettorale, visto che alle elezioni del 2011 Barbante confermerà di essere il politico più votato del paese arrivando a 567 preferenze. Non solo, subito dopo le elezioni del 2011, oltre altre deleghe di vicesindaco e assessore gli venne affidata anche quella inerente la vigilanza locale, cioè il controllo del territorio e, di fatto, anche delle costruzioni realizzate abusivamente. Delega che un anno dopo, il 3 luglio 2012, lo

stesso sindaco gli toglierà perché, almeno questa è la versione ufficiale, “la notevole mole di attribuzioni che venivano al medesimo delegate” bisognava redistribuirla ad altri. A noi pare invece chiaro che tale delega era un’ulteriore conflitto di interessi con la sua attività di geometra e di costruttore (nel 2008 aveva fondato la C.R.E.D. Srl e nel 2010 la GABA Costruzioni Srl, tutte operanti anche a Rocca di Papa). A questo punto dobbiamo domandarci quale sia il ruolo giocato dagli abusivi di Rocca di Papa, dal punto di vista del consenso di alcuni partiti e di determinati politici. LE DOMANDE  DI CONDONO Ma torniamo alle pratiche di condono che hanno destato l’interesse della Procura di

Velletri. Per quanto riguarda le domande presentate a Rocca di Papa in base alla legge n. 47 del 1985 (il primo condono edilizio che permetteva di sanare opere realizzare fino al 1° ottobre 1983), queste sono state circa 1600, di cui quasi 800 rimaste senza risposta. “Perché -domanda la Procuraqueste pratiche sono rimaste silenti per oltre 15 anni?”. Poi ci sono i condoni presentati in base alla legge n. 724 del 1994 (per manufatti realizzati fino al 31 dicembre 1993): cioè altre 1.270 domande di cui altre 800 rimaste inevase. Infine, ci sono le domande di condono presentate in base all’ultima legge, la 326 del 2003 (che sanava gli abusi commessi fino al 31 marzo 2003): sono circa 500 e tutte sono in attesa di valutazione. In totale, segue a pag. 13


segue da pag. 12

LE SANATORIE NON  POTEVANO ESSERE  PRESENTATE Uno dei nodi più importanti da sciogliere ai fini dell’inchiesta, riguarda le leggi che permettevano ai cittadini di condonare le irregolarità edilizie. Queste tre leggi (la n. 47, la n. 724 e la n. 326) in realtà erano chiare: le domande di condono potevano essere presentate e accettate solo di fronte all’assenza di vincoli di tipo paesaggistico e ambientale, motivo per cui le 2.100 domande di condono in realtà non dovevano essere presentate perché non potevano essere accettate. Perchè i tecnici prima e l’amministrazione comunale poi hanno fatto credere ai cittadini che presentando quelle domande avrebbero sanato l’abuso commesso? Perché non hanno detto chiaramente ai cittadini-abusivi che era inutile presentare le domande in sanatoria perché sarebbero state bocciate? Chi ha speculato sul grande affare delle costruzioni abusive di Rocca di Papa? Il giro di soldi è a dir poco favoloso, non solo per gli studi tecnici che hanno seguito le pratiche ma anche per le casse pubbliche. Infatti, il 30% della cifra pagata dagli abusivi (i cosiddetti “oneri concessori”) è finita direttamente nelle casse comunali: facendo un rapido conto possiamo dire che qualche milione di euro è andato ad arricchire i pubblici bilanci. Che ne sarà adesso di questi soldi? Saranno restituiti a chi illegittimamente li ha versati e saranno tolti a chi altrettanto illegittimamente li ha incassati, cioè il Comune?

RECAPITATE LE PRIME LETTERE DI DINIEGO A 180 ROCCHEGGIANI In queste settimane, dopo anni di attesa, a centinaia di roccheggiani stanno recapitando le risposte alle domande di condono presentate anche 15 anni fa: si tratta di preavvisi di diniego della sanatoria a cui

Un momento del consiglio comunale

Quanto sta succedendo oggi con la vicenda di centinaia di opere abusive da acquisire, ebbe il suo preludio durante il consiglio comunale del 20 febbraio 2012. In quell’occasione l’amministrazione Boccia portò all’approvazione il “Regolamento per applicazione norme sulla repressione degli abusi: criteri e modalità di calcolo sanzioni amministrative pecuniarie e delle somme da corrispondere a titolo di oblazione previste in materia di abusi edilizi dal DPR 380/2001 e dalla L.R. 15/2008”.

In quella seduta tutto fu subito chiaro, tanto che il responsabile del settore urbanistico del Comune, Rocco Di Filippo, invitato a intervenire sull’argomento, disse che “le sanzioni amministrative scattano in ogni caso successivamente alla definizione della pratica con il diniego della concessione in sanatoria”. Inoltre alla domanda di Enrico Fondi, se “le sanzioni amministrative scongiureranno il pericolo della demolizione o acquisizione al patrimonio pubblico dell’abuso edilizio”, rispondeva l’assessore Silvia Sciamplicotti, dicendo che questo “non dipende dalla regolamentazione comunale, ma la materia è normata da leggi statali”. Un modo elegante per dire che le sanzioni non avrebbero scongiurato il rischio di demolizione o acquisizione dell’opera abusiva. Quindi, tutto era chiaro fin dal 2012 ma la politica, come al solito, ha preferito evitare di prendere di petto la questione, magari tranquillizzando gli stessi cittadini-abusivi. Così ora ci ha pensato la Procura che, di fronte all’immobilismo dei sindaci, ha dato una forte accelerata.

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per i tre condoni, arriviamo a una cifra sorprendente: 3.300 domande di condono presentate al Comune, di cui 2.100 rimaste senza risposta. Per il momento proprio su queste la Procura ha deciso di fare chiarezza. Come potete immaginare si tratta di un potenziale elettorale senza precedenti: chi controlla gli abusivi gestisce il potere.

Così nel Consiglio Comunale del 20 febbraio 2012

A P P R O F Recapitate le prime 180 lettere di diniego alla domanda O di condono. Le abitazioni acquisite saranno trascritte N nel registro immobiliare come “proprietà comunali” seguirà la lettera di diniego per le quali la demolizione è illusorio pensare che D vero e proprio, cioè di boccia- inapplicabile. tutto si concluderà a I tura. Successivamente scatterà E qui entra in gioco la Legge tarallucci e vino. È più la fase sanzionatoria (con regionale n. 15 del 2008 che realistico ritenere che multe anche di 20mila euro prevede l’acquisizione gra- il Comune sottoscri- M per ciascun abuso) e poco tuita al patrimonio comunale verà con i rei deldopo arriverà la fase dell’ac- non solo dell’edificio realiz- l’abuso un contratto E quisizione gratuita al patrimo- zato senza permesso ma del- della durata di almeno nio pubblico delle opere l’intero terreno su cui è 90 anni trasformando N realizzare senza permesso. avvenuto l’abuso. L’unità im- così i proprietari in inTutti questi elementi ci fanno mobiliare sarà così trascritta quilini. Resta da ca- T comprendere che ci troviamo nell’apposito registro immobi- pire se dovranno di fronte a interessi colossali liare dell’Agenzia delle En- pagare una sorta di af- O con evidenti ricadute dal trate come “proprietà del

punto di vista sociale, visto che queste case sono oggi abitate da centinaia di famiglie. Adesso la Polizia Locale dovrà accertare l’esistenza ancora in atto delle costruzioni abusive, redigendo apposito verbale, dopodiché resta il mistero su quello che potrà succedere. Lo stesso protocollo d’intesa sottoscritto nel giugno 2015 tra la Procura di Velletri e la Regione Lazio non lo chiarisce, visto che quell’accordo prevede soltanto l’esecuzione degli interventi di demolizione delle opere che i comuni indicheranno come “costruzioni da demolire”. Nel caso di Rocca di Papa, a parte qualche capannone e qualche stalla, si tratta di case abitate

comune”. Risultato di questa corposa operazione immobiliare sarà che metà Rocca di Papa, quasi per intero il quartiere dei Campi d’Annibale, diventerà di proprietà comunale. Non solo, queste proprietà di fatto resteranno fuori dal mercato immobiliare, esistendo su di esse un vincolo inespugnabile, e non potranno né essere affittate né essere vendute.

CHE NE SARÀ DI CHI ABITA IN CASE ABUSIVE? Ma che ne sarà delle famiglie che oggi risiedono in queste abitazioni costruite senza permesso? Il buon senso lascia pensare che nessuno le butterà fuori ma, allo stesso tempo, è

fitto mensile o annuale, un po’ come avveniva fino a qualche anno fa per gli orti comunali. La vicenda, che presenta dei contorni ancora da definire, a Rocca di Papa si inserisce in un contesto elettorale che porterà a eleggere tra pochi mesi un nuovo sindaco e una nuova giunta, e non è sbagliato pensare che la resa dei conti sugli abusivi sarà, in un senso o nell’altro, determinante come lo è stato negli ultimi trent’anni, in attesa che emergano chiaramente anche le responsabilità di tipo politico portando alla luce chi ha tratto il maggior profitto, in termini di voti e di soldi, da questa situazione.


ROCCA DI PAPA Irrisolto il mistero dei 5.350 euro dati alla Pro Loco. Chi ha firmato le lettere?

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di Andrea Sebastianelli Dopo il mistero dei 5.350 euro dati dal Comune alla Pro Loco per organizzare un paio di feste in piazza in occasione del Natale, senza che questa li abbia mai chiesti in modo chiaro, se ne aggiunge un altro: di chi sono le firme apposte sulle due lettere con carta intestata della Pro Loco e protocollate al Comune il 19 e il 23 novembre 2015? Sono davvero del presidente Andrea Basili? E se non le ha firmate lui, chi lo ha fatto? Le firme apposte sulle due lettere sono palesemente diverse. Nella prima lettera appare solo una sigla “AB”, nella seconda la firma è più estesa ma sempre molto stilizzata. In quest’ultima la “A” è completamente diversa rispetto alla prima, con la parte finale (in basso a destra della “A”) arrotondata verso l’esterno mentre nella lettera del 19 novembre il segno grafico vira verso l’interno, cioè a sinistra. Ma non è finita, perché se confrontiamo queste due firme con quella vera di Andrea Basili, il mistero diventa ancora più fitto. Visto che la sede della Pro Loco è la stessa del Comune di Rocca di Papa, viene il sospetto che queste lettere siano state scritte direttamente in qualche ufficio del Comune, da chi e su indicazione di chi, non lo sappiamo.

La firma apposta sulla lettera del 19 novembre...

... e quella apposta sulla lettera del 23 novembre

Come detto, l’altro mistero, anch’esso irrisolto, riguarda il contributo di 5.350 euro che, per ammissione dello stesso presidente della Pro Loco sulla pagina Facebook del Segno, non è servito per organizzare le feste del 24 dicembre e del 6 gennaio (come invece appare sulla delibera di giunta che stanzia tale cifra). Scrive Basili il 19 dicembre scorso in risposta al nostro articolo: “Non capisco perché prima di lanciare queste accuse gratuite non avete chiesto a me chiarimenti, visto che oltretutto fino ad oggi quei soldi (cioè i 5.350 euro, n.d.d.) erano una richiesta per riuscire a completare la stella”. Dunque, apprendiamo che i 5.350 euro non sono serviti per le due feste organizzare dalla Pro Loco in piazza ma

La firma vera di Basili

per completare l’allestimento della stella luminosa sulla Fortezza. Ma anche i biglietti venduti dalla Pro Loco a 1,50 euro ciascuno erano finalizzati all’accensione della stella. Le cose, quindi, non quadrano, visto che la stella è stata installata su una proprietà del Comune e nessuno ci ha ancora detto quanto è costata in totale, ossia: quanto è costata l’impalcatura? Chi l’ha realizzata? Quanto è costata la stella luminosa? Chi l’ha montata? Poiché non esiste una delibera di giunta (almeno non c’è sul sito Internet del Comune), il mistero si fa ancora più fitto perché qualcuno potrebbe pensare che il tutto è stato realizzato “in nero”, cioè senza un progetto, senza un’autorizzazione comunale e senza i permessi

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necessari. Ma il presidente Basili dice che quei 5.350 euro sono serviti per pagare la stella. E allora perché la giunta comunale (presenti Boccia, Fei, Querini e Sellati) ha deliberato tale somma finalizzata alle giornate di festa del 24 dicembre e del 6 gennaio in piazza della Repubblica? C’è una sola possibile risposta mettendo insieme i vari elementi: l’amministrazione non può destinarli alla stella perché la stella, in realtà, non esiste, non ve n’è traccia scritta malgrado abbia dimensioni maestose. In tutta questa storia, dunque, chi mente? L’amministrazione comunale? Il presidente della Pro Loco Andrea Basili? Entrambi? Il fatto è grave: se la Pro Loco riceve soldi pubblici per organizzare due feste e invece li dirotta per un’altra cosa, si chiama “distrazione di fondi”, ed è un reato penale: “Si configura il reato di malversazione in danno dello Stato, ex art. 316 codice penale, tutte le volte in cui qualcuno incassi fondi pubblici senza però di fatto destinarli all’attività per cui li abbia ricevuti e si consuma nel momento stesso in cui tale inadempimento si verifica”. Riteniamo che Andrea Basili, in quanto presidente della Pro Loco di Rocca di Papa, debba dare SUBITO delle risposte al fine di chiarire l’intera vicenda.

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ROCCA DI PAPA L’inaugurazionedelnidoavvennenel2002edopo13annic’è lostesso entusiasmo

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il Segno - gennaio 2016

Continual’operarivoltaaibambini iniziata da Anna Maria Tauscher di Antonella Botti La Congregazione delle suore Carmelitane del Divin Cuore di Gesù è stata fondata da Anna Maria Tauscher (in religione: Madre Maria Teresa di S. Giuseppe) nel 1891 a Berlino. Scopo principale della fondatrice fu quello dell’accoglienza dei bambini bisognosi. Fu così che Madre Maria Teresa di S. Giuseppe venne a Rocca di Papa proprio per “disposizione divina”. Il 17 giugno 1904 acquistò la casa e precisamente il palazzo degli Overberg che divenne ben presto adibito a convento e dove iniziò per lei l’accoglienza dei primi bambini. Già nel 1900 Madre Maria Teresa – con largo anticipo sulle moderne indicazioni di legge – aveva fissato gli obiettivi dell’accoglienza dei bambini, ovvero ricostituire l’ambiente familiare, seguire e curare singolarmente con l’amore le ferite dei bambini.

L’atteso open day si terrà sabato 23 gennaio (dalle ore15,00 alle ore 18,00) e domenica 24 gennaio (dalle ore 10,00 alle ore 18,00)

Anna Maria Tauscher

L’idea di aprire un asilo nido è nata nel cuore e nella mente di una Suora delle Carmelitane che ha desiderato continuare la missione della Madre fondatrice dedicandosi ai bambini più piccoli. Dopo molte difficoltà è riuscita a realizzare il suo sogno. L’inaugurazione del nido (struttura rivolta ai bambini dai 3 ai 36 mesi di età) è avvenuta nel 2002 e oggi, a distanza di qualche anno, le Suore sono soddisfatte del successo dell’asilo grazie alla positività che arriva da parte

dei genitori e alla felicità dei bimbi quando arrivano a scuola. La struttura si avvale di uno staff altamente qualificato che lavora, principalmente, sul concetto di centralità del bambino, considerato come soggetto attivo e competente fin dalle primissime ore di vita. Durante l’anno il bambino impara a conoscere la routine e i tempi del nido, segue una programmazione che è quella standard per gli asili nido e segue un progetto personalizzato che cambia di anno in anno. Cogliamo l’occasione per invitare i genitori a partecipare

La sala adibita a mensa

all’open day che si terrà sabato 23 gennaio dalle ore 15,00 alle ore 18,00 e domenica 24 gennaio dalle ore 10,00 alle ore 18,00, per conoscere la nostra struttura, il personale e le attività che vengono proposte al bambino.


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ROCCA DI PAPA Perilmanagerroccheggianounincaricodi alta responsabilità

il Segno - gennaio 2016

di Andrea Sebastianelli Il post con cui ilsegno.org dava notizia della nomina a presidente di Trenitalia del professor Tiziano Onesti ha raggiunto circa 10mila persone, con centinaia di “mi piace” e decine di commenti. Questo vuoldire che i roccheggani hanno voluto far sentire il loro calore e la loro stima per uno dei manager italiani che negli ultimi anni sta diventando il punto di riferimento per gestire aziende ritenute strategiche per il governo. D’altronde il curriculum accademico di Tiziano Onesti parla da solo: «Professore ordinario di ragioneria e di economia aziendale presso l’Università degli Studi di Roma Tre dall’anno accademico 1999-2000; professore di revisione aziendale presso la facoltà di economia della Libera Università Internazionale degli Studi Sociali - LUISS Guido Carli di Roma; coordinatore scientifico del master Interfacoltà sulle amministrazioni pubbliche MIFAP – Università degli Studi di Foggia; membro del Comitato scientifico della rivista “Principi Contabili Internazionali” de Il Sole 24 Ore; membro ordinario dell’AIDEA - Accademia Italiana di Economia Aziendale; membro delegato dal consiglio nazionale dei dottori commercialisti alla FEE - Federation Europeenne Des Experts Comptables, Bruxelles, per l’anno 1998-1999». Altrettanto eloquente il suo curriculum professionale: «Ha svolto e svolge incarichi di consigliere d’amministrazione, di sindaco, di revisore dei conti e di liquidatore. È stato, tra l’altro, presidente del

Tiziano Onesti nominato presidente di Trenitalia

Nuovoincaricoancheper Andrea Calcagni alla Volkswagen

collegio sindacale di ENISUD Tiziano Onesti S.p.A. (Gruppo ENI), sindaco effettivo di AGIPGAS S.p.A. (Gruppo ENI) e di DURACELL S.p.A. (Gruppo Gillette). Principali cariche ricoperte: Presidente del collegio sindacale della società Capitalia Asset Management S.p.A. (Gruppo Capitalia); Presidente del collegio sindacale della società Agenzia Giornalistica Italiana AGI S.p.A. Sindaco effettivo delle seguenti so- Segno, nel gennaio 2011, pubcietà: Agipfuel S.p.A. e Raffi- blicò un articolo del professor neria di Gela S.p.A. (Gruppo Onesti incentrato su una temaENI), Telecom Italia Media tica molto importante per il S.p.A. (Gruppo Telecom Ita- nostro territorio: la gestione lia), ABN Amro Capital del patrimonio boschivo. TiS.p.A., Ford Italia S.p.A. e ziano Onesti fu infatti l’arteMazda Italia S.p.A. (Gruppo fice dello studio e dell’analisi Ford), Euler Hermes Siac socio-economica che portò il S.p.A. (Gruppo Allianz), Ama Comune di Rocca di Papa ad acquistare nel 2001 S.p.A. (Comune di circa 800 ettari di Roma), NBC Unibosco privato, universal Global Nettamente alla stesura works Italia Srl. Poi di un vero piano di è stato liquidatore gestione che incredell’American Exdibilmente l’ammipress Company nistrazione S.p.A. e membro comunale tiene nei del consiglio di amcassetti da circa 15 ministrazione del Andrea Calcagni anni. Proprio su Fondo Pensione per il Personale della Banca di questo tema, Tiziano Onesti scrisse nel gennaio 2011 l’artiRoma». Infine, nel settembre 2012 colo che i lettori più curiosi venne nominato presidente possono leggere sul nostro sito ilsegno.org. della società Acqua Marcia. Che altro aggiungere? Che Il Oltre a Tiziano Onesti, Rocca

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di Papa può vantare un altro manager che si sta facendo strada in uno dei gruppi industriali più importanti del mondo, il Gruppo Volkswagen. È di pochi giorni fa la notizia che Andrea Calcagni è stato nominato responsabile delle vendite di Volkswagen Group Italia. Andrea Calcagni, chiamato dall’azienda tedesca nel 2010, quattro anni dopo è stato nominato responsabile marketing e ora, per lui, il grande salto nel settore più importante del Gruppo, quello delle vendite. Una sfida difficile anche alla luce dei recenti problemi che sta vivendo il Gruppo Volkswagen, ma se i tedeschi hanno deciso di puntare sul manager roccheggiano significa che ha qualità e passione per vincere anche questa sfida. A Tiziano Onesti e ad Andrea Calcagni va il nostro in bocca al lupo.

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ROCCA DI PAPA Presentato il prospetto delle spese per il primo semestre: rifiuti, trasporti e stipendi il Segno - gennaio 2016

Fino a giugno 2016 il Comune spenderà 3,7 milioni di euro di Sandro  Tabellione Tempo di conti per il Comune di Rocca di Papa al fine di programmare al meglio i costi da sostenere nel primo semestre 2016 (da gennaio a giugno). La sintesi è stata redatta lo scorso 26 novembre dalla responsabile del settore bilancio e sviluppo, Anna Rita D’Andrea, e recepita dalla giunta comunale. Il costo più alto da sostenere per i cittadini sarà ovviamente quello per il servizio di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti, per un ammontare di 1.470.410 euro. Poi ci sono le voci che riguardano i mutui a scadere nel semestre (circa 600mila euro) e gli stipendi per i dipendenti (424.564

euro). Per quanto riguarda le spese per gli amministratori e per i revisori contabili, l’esposizione per i sei mesi sarà di 63.674 euro (poco più di 41mila per assessori e consiglieri e 22.500 per il collegio sindacale). Interessante è il dato sui costi per l’energia elettrica pubblica che raggiunge i 250mila euro (circa 41mila euro ogni mese), a cui si aggiungono altri 44mila euro per la manutenzione (7.333 al mese), mentre altri 80mila euro sono stati inseriti alla voce “transazioni, liti, oneri straordinari”. Costa caro anche il settore dei trasporti che raggiunge la bella cifra di 238.569 euro, quasi 40mila euro al mese per un

Foto presa da Google Maps nel 2011

Foto scattata dal nostro lettore a dicembre 2015

servizio che recentemente è stato potenziato sia nel numero delle corse sia negli orari. 65mila euro si spenderanno invece in telefonatee altri 65mila per il combustibile necessario a rendere operative le automobili comunali. Per la mensa si prevede di spendere 9.166 euro al mese (45.833 fino a giugno), mentre per la manutenzione degli immobili pubblici la cifra prevista è di 50mila euro. Il totale generale da gennaio a giugno, quindi, sarà di 3.736.109,91 euro (circa 7 miliardi delle vecchie lire). Visto che stiamo già assi-

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Il palazzo comunale

stendo ad asfaltature varie, concessione di contributi e finanziamenti a pioggia per gli interventi più diversi, speriamo solo che il nuovo sindaco troverà al suo arrivo qualche euro in cassa da poter utilizzare, perché altrimenti l’aumento delle tasse sarà l’unica arma per andare avanti.

La tutela degli alberi anche a Rocca di Papa ha perso la sua battaglia

Non è la prima volta che accade e non sarà nemmeno l’ultima. Basta scorrere le determinazioni pubblicate sul sito Internet del Comune per rendersi conto che i tagli autorizzati di alberi ad alto fusto sono decine ogni anno. Poi ci sono anche gli abbattimenti abusivi, effettuati senza alcun permesso. Ancora ricordiamo i circa quaranta alberi tagliati all’interno del Parco Comunale Landsberg dalla ditta incaricata di eseguire i lavori di rifacimento dell’area verde. Tagli eseguiti senza alcun permesso eppure la stessa ditta oggi ha aperto il cantiere per dare inizio ai lavori. Poi ci sono le ditte boschive che sbagliano particelle forestali e abbattono centinaia di querce procurando un danno ambientale incalcolabile, eppure continuano ad essere inserite nell’albo comunale delle ditte di fiducia. E ci sono pure i castagni, anche in quell’occasione decine, abbattuti a ridosso di via Alberobello (assurdità dei nomi) qualche mese fa. Abbattuti senza alcun motivo apparente mentre altri sono stati potati in maniera vergognosa. Adesso un nostro lettore ci invia queste foto che dimostrano come la cultura della tutela degli alberi sia ormai in forte declino malgrado l’esistenza di Enti pubblici che dovrebbero vigilare e intervenire per sanzionare chi non rispetta le leggi che tutelano la salvaguardia degli alberi. Tutto accade alla luce del sole, tutto accade senza che nessuno alzi un dito per fermare questi scempi. Invitiamo i nostri lettori a inviarci altre immagini di questi interventi che danneggiano gli alberi e l’ambiente. Luigi Serafini


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ROCCA DI PAPA

il Segno - gennaio 2016

Il Giardino Magico degli OrbiL la prima biblio-libreria bistrot

Ha aperto i battenti in via Frascati un luogo magico ispirato dalla fantasia

di Francesca Torino Anna Maria Micelli e Michele Di Giacomo, roccheggiani, hanno inseguito un sogno custodito in un cassetto per dieci anni e finalmente lo hanno potuto realizzare il mese scorso con l’apertura de Il Giardino Magico degli OrbiL a Rocca di Papa, in via Frascati 110, una biblio-libreria bistrot.

Questo progetto è la realizzazione di un sogno, dunque. Michele: Sì, ci pensavamo da più di dieci anni, però doveva nascere a Roma e non ci siamo riusciti per alcuni vincoli burocratici. Abbiamo iniziato a fare dell’altro, abbiamo attivato a Roma un pre-franchising di edicole informatizzate, le Edicole del Sole, e abbiamo passato otto anni della nostra vita... Anna Maria: ...facendo avanti e indietro. Michele: E lo facciamo tutt’ora. Sentivamo, però, la necessità di fare qualcosa di diverso e quindi abbiamo ritirato fuori questo progettino, Il Giardino Magico degli OrbiL, una fusione di più luoghi insieme. Il fine è quello di riuscire ad aumentare nelle persone la fiducia in sé stessi e nel prossimo. Volevamo un posto magico ma reale, un posto dove si potessero incontrare tutte le generazioni.

Quindi proponete in particolare letteratura per ragazzi? Michele: Sì, stiamo cercando di specializzarci in fiabe e autostima, però – come puoi vedere – ci sono dei microcosmi qui. Anna Maria: Abbiamo deciso di mettere su una parte della biblio-libreria bistrot, la biblioteca OrbiL, mentre altri due scaffali saranno la biblioteca diffusa del Comune. Michele: Tra qualche giorno dovrebbero attivarci il link per poter essere anche noi nel circuito del Sistema Bibliotecario Castelli Romani proprio perché riteniamo che sia un servizio fondamentale, con dei tempi

molto più ampi L’interno del Giardino di quelli che magico degli OrbiL sono oggi gli orari della biblioteca. Anna Maria: Per chi lavora non è comodo perché magari si torna tardi, non si riesce a prendere il libro, e allora abbiamo voluto dare questo servizio in modo che l’orario sia accessibile a tutti. Michele: Noi, per ora, siamo aperti un po’ più di 60 ore a set- volto non solo ai più piccoli, timana, ma il sogno è quello di ma anche agli adulti, perché le rimanere aperti sette giorni su librerie tradizionali sono così sette, 24 ore su 24. Un luogo serie, impostate a magazzino. sempre aperto dove poter ve- Invece, noi abbiamo voluta crenire con amici, dove poter stare arla proprio per rilassarci e per anche da soli, dove vivere emo- sentire emozioni. Abbiamo cercato di ricreare un luogo mazioni positive. gico attraverso i colori, gli Oltre ad essere biblioteca, oggetti in legno, facendo attenzione ad ogni dettaglio, dal però, siete anche libreria. Michele: Per chi vuole posse- grande albero dietro il banco dere o regalare libri c’è il re- alla porta della toilette, dal picparto libreria. Qui si possono colo elfo sotto il pavimento alle pareti, ognuna delle quali raptrovare testi nuovi. Anna Maria: Specialmente di presenta una stagione diversa, autori locali, come Rita Gatta, un tempo diverso. Eliza Puşcoi, Flavio Marcello Michele: Questi libri, poi, riTroiso e Ambra Mattioli prendono il nostro logo: il (madre e figlio), Paola Panac- grande OrbiL, che è forse il cione. Inoltre, sui nostri scaffali libro più grande esistente. La si possono trovare oggetti cosa bella è che si tratta di un creati con materiali di scarto testo con le pagine bianche, perché la sua storia la scriverealizzati da artisti della zona. remo insieme alle persone che Qual è la vostra linea edito- incontreremo qui. Nel nostro riale, che tipi di titoli propo- logo è raffigurata proprio l’immagine di questo maestoso nete e che generi letterari? libro con una serratura, da cui Michele: Alcuni titoli fanno esce questo essere proveniente parte del genere fantasy, altri da un’altra dimensione. Lui è aiutano all’approccio alla let- OrbiL, proprio perché dentro tura. Infatti abbiamo dei testi ogni libro ci sono innumerevoli pop up proprio per fare in mondi e per potervi accedere modo che il libro si animi e che abbiamo bisogno di una chiave. ci siano delle immagini abba- La chiave a volte sono le parole o le emozioni, ognuno di noi stanza coinvolgenti. Anna Maria: I colori, i luoghi deve riuscire a trovare la prorappresentati. Sono libri belli pria per poter entrare nel proda vedere e invitano a scoprire prio mondo e riuscire a fare in cosa c’è dietro. Un invito ri- modo che le persone che gli

sono accanto possano divenire creature felici e attori consapevoli della loro storia. Il Giardino Magico degli OrbiL è un luogo dove le speranze possono divenire certezze e i sogni realtà. Abbiamo anche un piccolo palco dove le persone potranno esibirsi. Vogliamo far sì che il libro serva effettivamente come ponte di collegamento tra genitori e figli e che possa stimolare emozioni concrete e positive. E poi abbiamo un piccolo bistrot, dove offriamo soprattutto bevande calde e fresche (centrifughe, cioccolata calda e tisane) qualche birra alla spina, cibi veloci da gustare leggendo un buon libro o ascoltando una storia. Infine, abbiamo comprato un terreno qui a Rocca, dove vogliamo coltivare un orto biologico insieme ai bambini e agli adulti.

Il cibo che offrite nel vostro bistrot lo producete voi? Anna Maria: Ancora no, ma ad esempio le marmellate sono fatte in casa da una signora di Grottaferrata, così come il miele, mentre la maggior parte dei formaggi li prendiamo da un pastore di Grottaferrata. Michele: Vogliamo stimolare l’economia locale. Educare sì alla cultura ma anche alla sana alimentazione. Quello che vogliamo fare è anche questo, collegarci con i produttori che già ci sono, fare una selezione di quelli che sono più corretti, più onesti, più trasparenti.

Perché avete scelto di aprire proprio a Rocca di Papa? Michele e Anna Maria: Come in tutti i luoghi alcune persone vivono chiuse in sé stesse e non riescono a tirar fuori la loro parte buona. Crediamo molto nelle persone e sappiamo che se stimolate nel modo giusto, il buono esce in ognuno di noi. Noi ci crediamo e ci proviamo perché pensiamo che questa sia la cosa giusta.


il Segno - gennaio 2016

Cultura e

... dintorni

Una lunghissima storia iniziata nel villaggiodiCabum

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Riproponiamo un interessante articolo di Gianfranco Botti Nel 2009, sul numero di dicembre del Segno, pubblicammo un interessante articolo di Gianfranco Botti teso a ricostruire la vera origine di alcuni termini che ricorrono spesso nella storia di Rocca di Papa. Alcuni lettori ci hanno chiesto di ripubblicarlo e lo facciamo con molto piacere.

di Gianfranco Botti Nella sacrestia della chiesa storica c’è un quadro di Domenio Toietti in cui l’autore si firma “pictor arcispapensis”, altro modo, nel 1828, Ed ecco le Rotte ‘e Cave (= grotte di perdi dichiararsi rocchiciano. tinenza di Cabum), località appartata, Nella stessa chiesa, sopra il senza risalto archeologico, né turistico né quadro di Corrado Giaquinto giornalistico, nota solo ai locali, solo da (1703-1765) raffigurante loro praticata, solo da loro nominata. l’Assunta, per significare Proprio per questo con denominazione come tale Madonna fosse vergine a noi dai secoli arrivata. Non cormadre e maestra nostra hanno rotta da quanti, avendo studi classici in scritto in latino: mater et magioventù, vollero apparir belli sopraffagistra populus algidensium. cendo la storia. Quelli che hanno strapazRealizzando tre errori. Uno di zato Monte ‘e Cave (o Monte ‘e Cava) in Papa Enea Silvio  grammatica: il genitivo di poPiccolomini uno squallido, anticulturale, spelacchiato pulus è populi; uno lessicale: Monte Cavo. o dici popolo rocchiciano o dici rocchi Nella biblioteca comunale c’è un libro intitolato COMciani; uno di storia: l’Algido non ha mai MENTARII, autobiografia in latino di Enea Silvio Piccoinciso con Rocca di Papa, stava in colomini (1405-1464), Papa Pio II, rifinito umanista, basso, verso la Molara. A futura memo- edificatore di Pienza. Raccontando di una sua salita al ria, se oggi o domani una qualche autore- nostro monte lo indica “mons Cavarum”. vole sensibilità si sentisse urtata e volesse Il traduttore lo rende Monte Cavo. Se avesse saputo di rimediare, mi permetto suggerire di far Acquafranoa avrebbe scritto Acqua fra di noi. seguire alla definizione “mater et magi- Che stronzo! La copertina dell’opera di Plinio in cui viene citata Cabum stra” o “populi cabensis” o solamente “cabensium”. Il latino è difficile, apposta lo stanno strozzando, ma non è colpa mia se a volte si incontra. D’altra parte, ricordiamoci che noi stiamo nel cuore del Lazio Antico. Non solo sul luogo costitutivo, ma pure luogo dell’anima, per il santuario di Giove Laziale, il cui culto riguardò tutta la classicità latina e romana. Entro la quale figuravamo come “cabenses”, Cabum denominandosi il villaggio. Qui laboriosamente pervenuti, a Cabum giova fermarci. Non per riposare, per in scioltezza rivangare come la denominazione sia tuttora viva e presente. Cabum, come caballus, come fabula, come tabula, diventate: cavallo, favola, tavola, e come altri sostantivi, ebbe la B trasformata in V. Ecco, allora, Via delle Cave, dove Cave manco per niente indica luoghi dove si estraggono materiali, sta –appunto- per Cabum, ed è la via che ad esso portava. Ecco Vicolo delle Cave, che inerpicandosi “Monte Cavo”, acquerello era u viuzziellu sfociante nella via princidi Carl Rottmann (1829) pale.


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PAGINA APERTA

A cura della Dott.ssa Bruna Benelli

Scuole e disabilità

Sono ormai dieci anni che lavoro nelle scuole secondarie con gli alunni diversamente abili, in qualità di assistente educativa specialistica. L’assistente educativo aiuta l’alunno diversamente abile a superare le sue difficoltà fisiche, cognitive, psicologiche, lavorando a stretto contatto con l’insegnante di sostegno, il corpo docente e i compagni di classe, affinché l’alunno si senta integrato, apprezzato e possa affrontare con serenità la vita scolastica. Il nostro supporto è rivolto a favorire l’apprendimento, l’inclusione, l’integrazione e a condurre un lavoro mirato al raggiungimento del livello più elevato possibile di autonomia sia sul piano didattico che nella vita e al superamento delle difficoltà psicoemotive e relazionali. Tuttavia mai come quest’anno, la nostra professione ha rischiato di scomparire. A causa dello smantellamento dell’Ente Provincia e la riconversione in Città metropolitana di Roma Capitale, le cosiddette “funzioni non fondamentali” come l’assistenza educativa, pure essendo necessarie, non trovano una collocazione precisa, almeno per ora, il Servizio di assistenza è passato nelle mani della Regione Lazio. Il personale dell’ex Provincia è in mobilità e non sappiamo se in futuro se ne potrà occupare nuovamente. Gli assistenti non percepiscono lo stipendio dall’inizio dell’anno scolastico, solo poche scuole hanno provveduto a pagare una percentuale sull’intera busta-paga. In altre scuole i fondi devono ancora arrivare. È notizia recente poi che il contratto scadutolo scorso 22 dicembre, sarà rinnovato fino a fine febbraio, non sappiamo nulla riguardo al periodo restante. Ora io mi chiedo: perché una funzione educativa di questo tipo viene considerata non fondamentale? A che punto si vuole arrivare, lasciare senza aiuto gli alunni con disabilità perché considerati una forza lavorativa “non fondamentale” del nostro Paese? Vi lascio alle vostre riflessioni.

di Francesca Torino Esistono diverse specie di aceri spontanei (se ne contano 200) originari del Nord America, della Cina, del Giappone e dell’Europa, ma tutte sono accomunate dal colore che assumono le loro foglie nella stagione autunnale. Dal giallo iniziale passano all’arancione per poi divenire rosso sangue. È quest’ultima colorazione ad aver fatto di questi alberi, nella superstizione popolare, delle piante funeste. Gli antichi greci li attribuivano a Fobos, la divinità della paura, seguace del fratello Deimos, ossia il panico. Data questa oscura natura degli aceri, né greci né romani li usavano come piante ornamentali, preferendo i platani. In epoche successive si credeva che allontanassero i pipistrelli, che facessero abortire le uova di cicogna e succhiassero il sangue dei bambini. Per questo motivo venivano usati dei piccoli ramoscelli di acero da mettere sopra gli usci o sulle finestre

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per non farli entrare (si dice che anche le cicogne li mettessero nei loro nidi per proteggere le proprie uova). Questi alberi sono molto utilizzati nella fabbricazione di alcuni strumenti musicali e nella produzione alimentare. Nel primo caso ce lo dimostra una fiaba ungherese che narra di un acero cresciuto sopra il terreno dove un assassino aveva sepolto una principessa, sua vittima. Un pastore giunto in quel luogo prese quel legno per farne un flauto, che si rivelò presto essere magico poiché in grado di parlare e di denunciare, quindi, l’aguzzino della giovane. In Italia Antonio Stradivari usò il legno d’acero per costruire il primo ponte per sostenere le corde del violino, di cui furono fabbricati anche altre parti, come i manici, le fasce laterali e il fondo.

Occhio alla Nutrizione Se possibile... meglio Bio

di Laura Fico* Esistono diversi lavori scientifici nazionali e internazionali che attestano come un prodotto biologico abbia caratteristiche nutrizionali superiori, soprattutto in termini di antiossidanti. L’agricoltura biologica è un metodo di produzione che non fa uso della chimica di sintesi e basa la sua tecnica sulla fertilità del suolo e sulla biodiversità(1). L’impegno per chi fa agricoltura biologica è realizzare prodotti sani e buoni per chi li mangia e per l’ambiente in cui sono realizzati non scaricando sulla collettività i problemi legati alla diffusione dei pesticidi nell’ambiente e ai residui degli stessi negli alimenti. Su queste basi si fonda

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d i gu u e s i t i o n Q.... s ........

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Spunti di L’acero, albero psicologia funesto e magico

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il Segno - gennaio 2016

il modello di agricoltura biologica che modifica l’atteggiamento dell’agricoltore nei confronti della terra e nei confronti della collettività. Il consumatore viene invitato ad orientarsi verso la stagionalità e la territorialità dei prodotti. A gennaio quindi non possono

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to

È soprattutto grazie all’America settentrionale che si deve un uso alimentare dell’acero. Infatti, dalla linfa dei suoi alberi viene ricavato uno zucchero dal sapore particolare e anche uno sciroppo. A febbraio viene praticata una incisione sui tronchi, nella quale vengono inseriti dei tubicini che raccolgono il prezioso e gustoso nettare, poi lavorato e trasformato. Curioso notare come i canadesi abbiano fatto della foglia di acero il proprio simbolo nazionale. mancare sulle nostre tavole arance, broccoli, carciofi… Ma come riconoscere i prodotti di agricoltura biologica? Per i prodotti confezionati l’etichetta è un certificato di tracciabilità che riporta obbligatoriamente il logo europeo, il lotto di produzione e chi ha controllato. Per il prodotto sfuso venduto nei mercatini, ce n’è uno anche a Rocca, attenzione a verificare la presenza del certificato di conformità aziendale rilasciato dall’organismo di controllo. Quindi meglio Bio? Quando possibile… sempre! Biodiversità: variabilità tra gli organismi viventi all’interno di una singola specie, fra specie diverse e ecosistemi.

(1)

*Biologa Nutrizionista


il Segno - gennaio 2016

L’angolo della storia

CULTURA

La rivoluzione di papa Francesco

di Vincenzo Rufini “La folla ragiona per immagini” asseriva nel 1895 Gustave Le Bon, il celeberrimo autore del saggio “La psicologia delle folle”; il tempo e la moderna tecnologia hanno dato conferma a codesto assunto. Indubbiamente una cosa vista viene impressa con più facilità nella memoria di altre raccontate. La società che abbiamo la ventura di farne parte ci ammanta giornalmente di immagini da ogni dove e di ogni argomento, spesso l’evento in sé copre completamente i protagonisti che lo hanno determinato. Solo pochi personaggi pubblici hanno il potere di penetrare le menti della popolazione mondiale, tramite il loro carisma e la loro capacità di azione.Una delle poche eccezioni, in un mondo che ha fatto della mediocrità intellettuale un elemento dilagante, è rappresentata dalla personalità di papa Francesco, il quale sa ergersi in forma carismatica e imponente. Jorge Mario Bergoglio ha, sin da quando era cardinale, tutti i requisiti per poter esercitare il proprio fascino intellettuale sulle genti; ora che è assurto al Sacro Soglio questa ascendenza culturale si è enormemente allargata. Nell’esercitare la sua funzione pontificale Bergoglio ha inciso profondamente sul tradizionale ruolo del papa, umanizzandolo in tutte le sue espressioni. Lo ha desacralizzato nella sua espressione di potere, ma al contempo lo ha avvicinato come non mai al cuore e alle menti delle folle. Come Paolo di Tarso anche Francesco potrebbe a buon diritto fregiarsi del titolo di “Apostolo delle genti”. Francesco ha iniziato dopo l’improvvisa elezione, dovuta al gesto autenticamente rivoluzionario di rinuncia al papato effettuato da Benedetto XVI, ad intraprendere un’opera di rinnovamento della chiesa e del concetto stesso di cattolico. La sua intuizione maggiore è stata quella di confrontare la chiesa con la modernità avanzante, senza più combatterla e senza

più respingerla. Non più l’esecuzione di un dogma impiantato sulla negazione dell’altrui verità e sulla coercizione dei propri adepti, bensì un confronto di pari dignità con le altre religioni e con le varie espressioni laiche del mondo moderno. In una società pervasa dalla secolarizzazione, multiculturale e multireligiosa, il dogma apologetico non poteva più essere trasmesso nel modo tradizionale, occorrono nuovi idiomi, nuovi esempi, nuovo impatto con le folle. Ma soprattutto occorre spogliarsi del manto tradizionale con i suoi orpelli mondani e rivestire il vecchio tabarro paleocristiano, composto di semplicità e di misericordia. Bisogna, inoltre, dare una veduta nuova e approfondita al contesto mondiale, al modo di vivere, alle sperequazioni, all’ingiustizia planetaria. Tutto ciò ha espresso con acume e limpidezza l’intelletto del papa. Gli scandali sessuali (in primis la pedofilia) e dello Ior (la banca

Vaticana) hanno indebolito l’autorità della chiesa e ne hanno squalificato gli ecclesiastici protagonisti e conseguentemente il messaggio cattolico ne è stato inficiato negativamente oltre misura. Anche in ciò Francesco ha agito con buon senso e giustizia. In quasi 3 anni di pontificato ha fatto molto, la sua impresa è stata imponente e per certi aspetti folle, considerate le resistenze che ha trovato, ma ha ridato nuovo smalto al modo di intendere il cattolicesimo. Ha avuto un impatto positivo anche fra i non credenti, i quali vedono in lui una figura morale con cui vale la pena di confrontarsi nel reciproco rispetto delle proprie convinzioni. Un tipico esempio di ciò è la fitta corrispondenza e la relativa amicizia che si è sviluppata, tra il papa e il giornali-

La poesia del mese C’era una volta

di Anna Giovanetti

C’era una volta cominciava la nonna, mentre noi bambini allungati sul tappeto vicino al caminetto, con i pugni tra le guance e i gomiti appoggiati sui cuscini, sbarravamo gli occhi e lasciando i giochi e lo spazio tutt’intorno, mettevamo le ali e... via iniziavamo un viaggio, bello e misterioso verso il mondo della fantasia!

E così continuava portandoci per mano, tra fate, streghe, gnomi, principi e principesse e più la storia era intrigata più noi ci appassionavamo e la pregavamo ansiosi affinché continuasse ed entravamo un po’ impauriti dentro foreste inesplorate abitate da orchi e creature strane, e ammiravamo giardini con fiori meravigliosi, principesse prigioniere in un castello e case dolci di marzapane. Poi piano piano, prima che la storia finisse chiudevamo gli occhi, appoggiando la testa sui cuscini e mentre la nonna sorridente ci accarezzava noi sussurravamo con un fil di voce trai denti: E vissero tutti… felici e contenti!

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sta-scrittore laico e non credente Eugenio Scalfari. La strada del rinnovamento di Francesco è ancora lunga e irta di ostacoli disseminati lungo il percorso da quegli ambienti ecclesiastici resistenti e contrari al cambiamento.Il papa non si farà intimorire e proseguirà per la sua strada con piglio tipico del gesuita, anche perché ha capito, prima e meglio di tanti altri, che il cattolicesimo rinnovato e depurato dalle scorie negative può, con tutti i rischi di divenire una filosofia morale come tante altre, continuare ad esercitare la sua funzione di guida anche in un mondo dominato dal relativismo culturale e religioso. Un cattolicesimo legato a vecchi schemi e schiavo di bassi interessi di curia non andrebbe lontano nella società moderna.

Lotteria di Natale i numeri estratti dalla Pro Loco

La Pro Loco di Rocca di Papa ha comunicato i numeri vincenti dei biglietti venduti in occasione dell’iniziativa “Aiutateci ad accendere la stella”. ECCO I PRIMI  4 ESTRATTI 1° premio 0181 (vince un iPhone); 2° premio 2836 (vince una tv 55 pollici); 3° premio 1809 (vince un IPAd); 4° premio 2628 (vince un weekend per due persone).

Per ritirare i premi è possibile rivolgersi presso il bar “'La casina dei pini”' di piazza della Repubblica con il biglietto vincente.


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Zoolander 2 A febbraio arriva in Italia l’attesa pellicola

di Camilla Lombardozzi Era il 2001 e nelle sale cinematografiche mondiali faceva il suo ingresso il film Zoolander, scritto, diretto e interpretato da Ben Stiller. Celebre è la frase: “Sospetto che ci sia altro nella vita oltre ad essere bello bello in modo assurdo. E presto scoprirò anche che cos’è!”. Il personaggio di Derek Zoolander fu ideato da Ben e Drake Sather in occa-

VAGABONDANDO

In giro per musei...

il Segno - gennaio 2016

Museo Palazzo Cipolla

Gli avanguadisti CoBrA in mostra nella Capitale di Francesca Torino CoBrA è stato uno dei più grandi movimenti avanguardistici europei del secondo dopoguerra (1948-1951). Il nome è stato coniato dal pittore belga Christian Dotremont (anch’egli esponente del gruppo), riprendendo le iniziali delle diverse città dei vari artisti: Copenaghen, Bruxelles e Amsterdam. Peraltro, il termine ricorda quello del velenoso serpente e questo sia per evidenziare il loro atteggiamento aggressivo sia per rivendicare il diritto dell’arte di manifestarsi in varie forme. Il movimento lo si può intendere come una sorta di commistione

tra diverse correnti artistiche, quali l’Astrattismo e il Surrealismo, generando il cosiddetto Espressionismo astratto per via della pittura semi astratta, dei colori vivaci e delle forti pennellate, delle figure distorte rappresentate che rimandano all’arte primitiva e alla cultura fantastica nordeuropea. Nei pochi anni di vita del gruppo sono state allestite due grandi mostre in loro onore. La prima risale al 1949 e si è svolta al Stedelijk Museum di Amsterdam; la seconda, invece, è del 1951 e ha avuto luogo nel Palais des Beaux-Arts di Liegi (Belgio). Anche la Capitale in questi giorni sta ospitando una mostra su CoBrA, organizzata dalla Fondazione

Roma Museo - Palazzo Cipolla e curata da Damiano Femfert e Francesco Poli. L’esposizione vanta centocinquanta opere di alcuni artisti del movimento, arricchita da filmati e foto, da pubblicazioni e lavori su carta. Protagonisti in assoluto del loro modo di fare arte e di esprimerla sono il colore e la ricerca di naturalezza nei gesti rappresentati, che permettono alle forme raffigurate di sembrare esseri vitali e animati. Un vero e proprio superamento delle passate avanguardie. Fino al 3 aprile 2016 Fondazione Roma Museo - Palazzo Cipolla Via del Corso, 320 a Roma

Il gruppo, nato nel 1996, è oggi uno dei più seguiti sione dei VH1 Fashion Awards del 1996, il grande successo riscosso in quell’occasione ha spinto l’attore a costruire un intero film che ne narrasse la storia. La figura di Derek, modello un po’ ingenuo e sciocco ha saputo conquistare grandi e piccini e soprattutto ha ottenuto consensi positivi da gran parte della critica. Oggi, a ben 14 anni di distanza, il mito di Zoolander torna a farci divertire, infatti il prossimo 11 febbraio arriverà nelle sale cinematografiche italiane il sequel dell’amatissima pellicola, intitolato Zoolander 2, che vedrà di nuovo protagonisti Ben Stiller nel ruolo del modello bello bello in modo assurdo Derek Zoolander e Owen Wilson, nei panni di Ansel suo acerrimo nemico. Del cast fanno parte inoltre Will Ferrel e Penelope Cruz. Sopra vi mostriamo il manifesto italiano della pellicola, mentre potete gustarvi il trailer internazionale diffuso in rete qualche giorno fa digitando: https://youtu.be/hziDMFnJvSs Pronti per essere nuovamente conquistati dalle magiche espressioni Blue Steel e Magnum?!

Sing Out, il coro gospel dei Castelli Con il concerto di sabato 9 gennaio al teatro di Capocroce a Frascati si è chiusa lastagione invernale dei concerti del coro gospel Sing Out, una delle realtà più attivenel territorio della provincia di Roma. Il coro Sing Out, direttodal maestro Cristian D’Innocenzo, è costituito da una trentina di elementi che formano il coro e la relativa band. Nato nel dicembre del 1996 in una parrocchia di Frascati, il coro ha iniziato ad esibirsi con lo scopo di raccogliere fondi per un’adozione a distanza in Guatemala. Seguito da un pubblico sempre più numeroso, il gruppo di appassionati ha quindi deciso di costituire una vera e propria Associazione Musicale Culturale senza fini di lucro, appunto “Sing Out” di cui il coro stesso diventa una sorta di “braccio armato”. Con l’associazione diventa più facile proporre iniziative e soprattutto ampliare la possibilità di fare beneficienza promuovendo la conoscenza della cultura e dello spirito Gospel e Spiritual. Negli anni i Sing Out si sono esibiti raccogliendo grande apprezzamento in numerose occasioni tra cui vale la pena ricordare ad esempio i concerti presso le “Scuderie Aldobrandini” di Frascati in occasione delle festi-

Il coro gospel Sing Out

vità Natalizie, la partecipazione al “Festival delle Ville Tuscolane”, il concerto di intrattenimento presso le carceri di Regina Coeli, la partecipazione come momento di intrattenimento e di condivisione al campo estivo Unitalsi a Frascati e moltissimi altri appuntamenti grazie ai quali è stato possibile raccogliere fondi da destinare ad attività benefiche. Ricordiamo ad esempio il sostegno all’apertura di un istituto di accoglienza perbambini e ragazzi in Brasile vittime della violenza e della povertà, l’adozione a distanza di una bambina nelle Filippine (tutt’ora in corso) e il sostegno a svariate realtà locali come le case famiglia. Dopo un paio di anni di inattività, nel 2015 il coro ha ripreso il proprio percorso sotto la direzione del Maestro Cristian D’Innocenzo con un entusiasmo ed un impegno sempre degni di nota.


il Segno - gennaio 2016

di Annarita Rossi Quegli alberi si stagliano in alto, in equilibrio su per il cielo, quasi a toccarlo, mentre un cono di luce si incunea tra le fitte fronde e precipita giù in basso dove il chiarore non riesce a penetrare, si intravede appena un riverbero, poi non arriva più luce; nonostante la scarsa luminosità, pullula la vita di tanti esseri viventi, là, nel suolo e nel sottosuolo. I rami nella stagione fredda muovendosi con il vento si avvicinano, forse per proteggersi, quasi a volersi abbracciare. Le foreste, meravigliosi e unici polmoni di questo Pianeta che ospitano così tante creature vegetali ed animali, le une in perfetta sintonia con le altre, capaci di mimetismo, possiedono alberi che vivono anche più di 1000 anni. La magia del Natale è ormai passata ma in alcuni boschi una sorta di incantesimo permane nelle storie. Si tratta dei magici boschi nordici come quelli della Finlan-

La vita nei modi di dire

TEMI D’OGGI

C’era una volta una foresta

dia abitati dai folletti. Gli alberi, fonte di ispirazione per registi e scrittori, nei film di fantascienza come Avatar e nei fantasy come Il Signore degli anelli, hanno la funzione di personaggi importanti. E nella realtà lo sono, in quanto hanno una propria intelligenza oltre alla capacità d collegarsi tra loro intessendo una proficua vita sociale dove i più grandi aiutano i più piccoli a crescere. Anche gli alberi cercano una compagna con cui riprodursi attraverso l’impollinazione dei loro fiori poiché un bosco per sopravvivere deve principalmente divulgare i suoi semi. Le foglie inoltre non muoiono mai veramente, in inverno una volta seccate e cadute nel terreno danno nutrimento e nuova linfa per la rinascita di altre fo-

di Enea Trinca

Nei Comuni male amministrati, guarda caso si verificano sempre delle cose... fuori dal comune.

Ho provato a piantare il nocciolo della questione... speriamo che nasca la soluzione.

Nella vita ci si ritrova sempre delusi... quando ci si illude.

“La povertà non è una vergogna!” disse il ricco al mendicante cacciandolo via.

Se vedi un buco non è detto che intorno ci sia una ciambella.

Ho conosciuto un tale che a forza di risparmiare è finito in miseria.

Nella vita si perde la testa una sola volta perché dopo averla persa non si riesce più a trovarla.

Ogni volta che dico la verità perdo un amico.

il T o c c o

di Ermanno Gatta

La foresta di Bialowieza

glie in primavera. Persino i funghi hanno un loro ruolo nei boschi, essi vivono in simbiosi con le radici delle piante con le quali vicendevolmente si scambiano sostanze organiche utili ad entrambi. Le piante sarebbero quindi dotate di un loro linguaggio fatto di segnali chimici, con i quali si difendono emettendo sostanze volatili quando vengono attaccate da un antagonista e riuscirebbero persino a provare dolore emettendo una scossa elettrica. Nell’ultima foresta primaria d’Europa, ossia una foresta mai disboscata, la foresta di Bialowieza, tra la Polonia e la Bielorussia, ancora come in una fiaba troviamo lupi, linci, cervi rossi, caprioli, bisonti e picchi rossi, tutti preservati in un perfetto ciclo naturale. Eppure il nemico più acerrimo purtroppo per questo monumento a cielo aperto è proprio il disboscamento delle aree limitrofe. Una foresta distrutta impiega 700 anni, ossia ben 7 secoli, per ripopolarsi di tutti quegli esseri viventi che la compongono e di cui necessita per vivere. I suoi abitanti, gli animali, se soltanto potessero parlare, lo urlerebbero dicendo: “La mia casa è in pericolo!”. L’auspicio per il nuovo anno e per quelli a venire è quello di non dover mai raccontare ai bambini una storia che ha come inizio: “C’era una volta una foresta”.

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Arriva la polizza contro gli infortuni in bibicletta

Da quest’anno tutti i cittadini che si spostano per le città o per lavoro usando la bicicletta, avranno delle garanzie in più contro gli infortuni su strada: nasce UrbanBike, una nuova assicurazione. Sono sempre di più gli italiani che decidono di lasciare la propria vettura in garage e di prendere la due ruote per i motivi più svariati, da quelli economici e quelli ambientali a quelli salutari. Uno studio recente ha registrato un incremento nelle vendite delle biciclette: rispetto alle automobili, nel solo 2012, si parla di 1.748.000 bici contro 1.403.000 automobili. Un dato destinato ad aumentare nei prossimi anni. È proprio grazie a questo ritrovato amore per i pedali, che la Federciclismo ha pensato ad un’assicurazione che possa tutelare i cosiddetti bikers dai pericoli della strada. Sono molti, infatti, gli incidenti ai danni dei ciclisti: si contano nel 2014 ben 273 vittime e 16.994 feriti. Lo scopo di UrbanBike è garantirgli un’adeguata copertura in caso di infortunio. Questa assicurazione, non obbligatoria, ha due modelli, Basic e Gold+. La prima ha un costo di 30 euro e copre le spese mediche, offrendo anche consulenze e la responsabilità civile verso terzi, assicura il recupero sia del biker che della propria bici dopo l’incidente. La seconda, che costa 55 euro, in aggiunta dà ulteriori garanzie in caso di sinistro con veicoli identificati. Per poter usufruire di UrbanBike basta collegarsi al sito www.urbanbike.it per acquistare la card che si desidera. L’iniziativa della Federazione ciclistica italiana sembra riscontrare esiti positivi da diversi enti e associazioni pro bici, che si dicono entusiaste di quanto sta accadendo nel nostro Paese: maggiori investimenti sulle due ruote e minori immatricolazioni di autovetture. Insomma, sembra essere in atto una vera e propria svolta, che vede al centro del dibattito collettivo la bicicletta e il suo uso nelle città, la sicurezza e la tutela dei cittadini ciclisti e non, una maggiore attenzione alla propria salute e all’ambiente. L’Italia è forse uno dei pochi Paesi europei poco predisposti al ciclismo urbano, auspichiamo che con queste nuove proposte ci sia un riscontro positivo anche dalla politica che sembra assente nel dibattito. Francesca Torino


il Segno dei tempi il Segno - gennaio 2016

nei disegni del Maestro Franco Carfagna In questo disegno il maestro Carfagna vuole raccontarvi un fatto “di animo risoluto”. Ci troviamo ad Ariccia, sopra l’ospedale Spolverini. A quel tempo era un prato che arrivava fino al campo sportivo. Il giovane Carfagna con la sua famiglia si trovava in un imposto di legnami, dove il padre Giggino faceva il guardiano. Era il 1943 e dopo l’8 settembre i tedeschi, sentendosi traditi dagli italiani, cominciarono a occupare le proprietà private. Tra queste anche l’imposto di legnami, dove piazzarono mitragliatrici e cannoncini sulle cataste di legna. Quando gli americani cominciarono a bombardare la famiglia Carfagna fu costretta a ripararsi in una grotta a Vallericcia. Papà Giggino, però, ligio al suo dovere di guardiano, ogni mattina andava a controllare che tutto fosse a posto, e anche per prendere un fiasco di vino e qualche patata che aveva sotterrato. Una mattina si alzò molto presto, andò all’imposto, aprì la porta della casetta e con stupore vide diversi tedeschi che dormivano disposti in fila. Giggino non si impaurì, li scavalcò pian piano dirigendosi verso i boccioni di vino. Appena ne prese uno sentì l’altolà di un militare e, con il fucile puntato, venne portato al cospetto del comandante, il quale volle sapere chi fosse e che cosa stava facendo. Così Giggino spiegò che era il guardiano e che era venuto per prendere del vino per la famiglia, tacendo sulle patate sotterrate. Allora, il comandante tedesco si fece indicare dove era nascosto il vino, gli offrì alcune sorsate, mentre nel frattempo Gig-

Giggino e il suo “animo risoluto”

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gino cercò di andarsene con due fiaschi salutando con disinvoltura. Ma il tedesco con un altolà lo fermò dicendogli che il vino doveva lasciarlo per la truppa. Non solo, visto che la sua compagnia doveva partire per il fronte di Anzio-Nettuno, gli disse categoricamente che anche lui era arruolato e che sarebbe partito insieme a loro. A questo punto Giggino titò fuori il suo proverbiale “animo risoluto”. Senza scomporsi, fece intendere di essere felice e gli rispose: Magari! Quando partiamo? Questa sera, fu la risposta. Va bene, aspetto qui, disse poi Giggino. Il comandante, vista la felicità dell’italiano al suo

ordine e le pronte risposte, lo lasciò libero di girare nell’imposto. Giggino girava tranquillo come se niente fosse, faceva amicizia con tutti i militari, ma l’occhio era sempre rivolto alla strada. Approfittando di un momento in cui pareva esserci poca sorveglianza su di lui, facendo finta di osservare qualcosa, si diresse con tutta calma verso la strada fino a quando colse l’attimò e fuggì di corsa percorrendo viale Antonietta Chigi. In un battibaleno attraversò il centro storico di Ariccia senza mai fermarsi né voltarsi fino al ricovero di vallericcia. Fu così che il suo “animo risoluto” lo salvò dall’arruolamento forzato!

Lettere, Proposte, Proteste e Reclami ilpiccolosegno@libero.it - www.ilsegnoroccadipapa.blogspot.it

Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico

I CAMPI D’ANNIBALE INVASI DAI RIFIUTI Abito ai Campi e credo sia arrivato il momento di dire basta alla decine di discariche di monnezza che tutti i giorni vedo in giro. Sono discariche che occupano punti precisi, sempre gli stessi. Ogni giorno si aggiungono buste che poi regolarmente si rompono lasciando uscire di tutto. È ovvio che chi abbandona i rifiuti per strada è per-

ché non paga la tassa. Allora che facciamo noi cittadini che paghiamo tutto? Dobbiamo continuare a subire? Oppure il Comune finalmente decide di prendere provvedimenti? Almeno una volta avevamo il comitato di quartiere, dove potevamo segnalare le cose che non funzionavano, ma oggi è chiuso è ci troviamo da soli ad affrontare i problemi. Raffaele Pierluigi

SI IMPARTISCONO RIPETIZIONI DI ITALIANO, STORIA E GEOGRAFIA PER LE SCUOLE MEDIE E LICEO SCIENTIFICO

E SI FORNISCE SOSTEGNO PER LO SVOLGIMENTO DEI COMPITI PER LE ELEMENTARI

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IL PROSSIMO NUMERO DEL SEGNO USCIRÀ SABATO 20 FEBBRAIO


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