Il Segno febbraio 2016

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Segno

...quello che gli altri non scrivono...

quindicinale indipendente

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Martin Luther King

Il Segno di Rocca di Papa

Anno XV, n. 2 - 1/29 febbraio 2016

Non temo la cattiveria dei malvagi ma il silenzio degli onesti

Acquisizioni avvocatiallavoro Caso Ustica e M. Cavo

A pagina 15

Vivaro, Nessuna Sciamplicotti 72 anni fa i bombardamenti festa per il cittadini e Fei sbarcano Distruzione, morte... e Carnevale arrabbiati su Facebook la polenta mai mangiata A pagina 6

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Il Comune resta in silenzio sull’argomento delle acquisizioni al patrimonio pubblico delle opere abusive ma l’iter è avviato. A parte Il Segno nessuno sta informando i cittadini su ciò che succederà, e mentre la Polizia Locale sta redigendo i nuovi verbali da inviare alla Procura di Velletri, molti politici continuano a promettere che tutto si risolverà e intanto consigliano di rivolgersi ad alcuni studi legali “amici” che hanno fiutato il grande affare Lo speciale del Segno per sapere tutto quello che c’è da sapere sulla procedura avviata AL CENTRO DEL GIORNALE

Ora serve un voto ragionato

di Sergio Rasetti Cento giorni per decidere chi votare alle prossime elezioni comunali. Prepariamoci all’assalto dei richiedenti una preferenza e teniamo ben presente che occorre rimettere in piedi il paese martoriato “dall’incapacità” di amministratori e fiancheggiatori che ora dobbiamo mandare a casa. Il renzismo alla roccheggiana ha generato un gruppo assessorile che pensa soltanto a rioccupare un posto sicuro in lista e poi la solita poltrona.

Segue a pagina 8

La doccia fredda del Tar sul Comune A pagina 5

Ringraziamo i nostri sostenitori e collaboratori: Gianni, Antonello, Fiammetta, Daniele, Sandro, Angela, Paola, Ettore, Alessandra, Emanuela, Mario, Bruno, Giuseppina, Anna, Paola, Nadia, Omero, Piero, Jessica&Davide, Claudio, Luigi, Rosa, Orofino, Sonia, Alessandro, Antonella, Paolo&Alberto, Alfredo&Tiziana, Mirco, Francesca, Gianfranco, Bruna, Italia, Nicola, Enzo, Laura, Vincenzo, Anna, Camilla, Annarita, Bruna, Rossana, Enea, Ermanno, Maurizio, Franco, Bruna, Orlando e Raffaele

CENTRO STORICO

L’abbandono non si ferma

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ATTUALITÀ A usufruire dell’utero in affitto sono le coppie tradizionali

il Segno - febbraio 2016

Segno

organo quindicinale dell’associazione culturale “Editoriale il Segno” C.F. 92028150586 P.IVA 12706861007 Registrazione Tribunale di Velletri n. 5/02 del 19/02/2002

DIREZIONE Via dei Monti, 24 - Rocca di Papa DIRETTORE RESPONSABILE Andrea Sebastianelli

ilpiccolosegno@libero.it

REDAZIONE Mauro Artibani, Bruna Benelli, Federico De Angelis, Daniela Di Rosa, Laura Fico, Paola Gatta, Mauro Giovanelli, Anna Giovanetti, Marcello Loisi, Camilla Lombardozzi, Loredana Massaro, Noga (Gabriele Novelli), Massimo Onesti, Sergio Rasetti, Annarita Rossi, Vincenzo Rufini, Maria Pia Santangeli, Luigi Serafini, Roberto Sinibaldi, Sandro Tabellione, Francesca Torino ILLUSTRAZIONI Franco Carfagna, Ermanno Gatta

Stampa: Arti Grafiche Ciampino Via Firenze, 21 Ciampino (Rm) Tel. 06-7960205

IL SEGNO NON USUFRUISCE DI ALCUN FINANZIAMENTO PUBBLICO

SOTTOSCRIVI PER IL SEGNO: Banca di Credito Cooperativo dei Castelli Romani IBAN: IT-12-Q-07092-39230000000110977

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L’omofobia regna sovrana ma si nasconde nell’ipocrisia di Daniela Di Rosa Da giorni sui social network si discute del voto sui diritti delle coppie di fatto etero e omosessuali. La frase più gettonata dai contrari è: “pensiamo al diritto del bambino di avere una mamma e un papà”. Io direi, sì, pensiamoci ai diritti dei bambini perchè dal giorno del family-day, dopo le innumerevoli interviste rilasciate dai manifestanti, dove l’ignoranza, l’analfabetismo e l’ebetismo regnavano sovrani, i bambini hanno diritto ad avere dei genitori preparati! La cosa più triste è l’ipocrisia della famiglia tradizionale, come se l’equazione maschiofemmina-figli significasse sanità e felicità, mentre non c’è un solo giorno in cui tutti i media non parlino dell’ennesima tragedia familiare! Almeno avessero il coraggio di dire “Sì, io sono omofobo, omofoba”... macché, la prima cosa che scrivono o dicono, specialmente le donne è: “Io non sono omofoba, ho anche tanti amici gay”, ma che razza di amicizia è la loro se gli negano dei diritti civili fondamentali? Cari gay, fuggite da queste amicizie, sono false, vi accettano solo se fate le “checche”, se parlate di moda e trucchi, se le invidiate in quanto donne, ma se rivendicate orgogliosamente la vostra sessualità e pretendete di avere

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gli stessi diritti, la care amiche scenderanno in piazza per impedirlo. La falsità più becera emersa nelle discussioni è stata quella sul cosiddetto “utero in affitto”. Ripetono che è scandaloso. Ma fanno finta di non sapere che da anni sono proprio le famiglie sterili eterosessuali (cioè tradizionali) a usufruire di tale possibilità. Ma per loro il problema resta legato al fatto che possano

ufufruirne due uomini o due donne. Ipocrisia all’ennesima potenza, gridano che è vergognoso sfruttare e mercificare il corpo delle donne, la prostituzione invece per loro è ok. Affittare l’utero è immorale, affittare la vagina no, in effetti le escort più belle nella nostra società sono molto considerate, alcune diventano famose, in tv, al cinema, qualcuna arriva addirittura a Montecitorio!


ATTUALITÀ

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Nessun baratto sui diritti civili L’Italia è la vergogna dell’Europa La politica si dimostra sempre più distante dalla reale vita quotidiana

Nel mondo sono complessivamente più di 20 gli Stati che riconoscono il matrimonio tra persone omosessuali, di cui 14 solo in Europa. In altri sono legali le unioni civili, mentre i Paesi europei che fino ad oggi non hanno previsto alcun tipo di tutela per le coppie gay restano nove: Italia, Grecia, Cipro, Lituania, Lettonia, Polonia, Slovacchia, Bulgaria e Romania. Ecco le nazioni che hanno adottato il matrimonio omosessuale nel mondo.

OLANDA - É stato il primo Paese nel 2001 ad aprire al matrimonio civile per le coppie gay con stessi diritti e doveri delle coppie etero, tra cui l’adozione. BELGIO - Il matrimonio omosessuale è in vigore dal 2003, mentre il via libera alle adozioni per le coppie gay è arrivato nel 2006. SPAGNA - Le nozze gay sono legali dal luglio 2005. E le coppie gay, sposate o no, possono adottare bambini. NORVEGIA - Dal gennaio 2009 omosessuali ed eterosessuali sono equiparati davanti alla legge in materia di matrimonio, di adozione e di fecondazione assistita. SVEZIA - Le coppie gay possono sposarsi con matrimonio civile o religioso da maggio 2009. L’adozione era già legale dal 2003. PORTOGALLO - Una legge del 2010 ha abolito il riferimento a “sesso diverso” nella definizione di matrimonio. Ma è esclusa la possibilità di adottare. ISLANDA - Le nozze gay sono legalizzate dal 2010. Le adozioni sono legali dal 2006. IRLANDA - É stato l’ultimo Paese a dire

sì alle unioni gay con il referendum svoltosi lo scorso maggio DANIMARCA: Primo Paese al mondo ad aver autorizzato le unioni civili tra omosessuali nel 1989, la Danimarca ha dato il via libera nel giugno 2012 alle coppie gay a sposarsi davanti alla Chiesa luterana di Stato. FRANCIA - La legge passa il 18 maggio 2013 dopo durissime contestazioni da parte dei movimenti di difesa della famiglia tradizionale. GRAN BRETAGNA - Il sigillo reale è giunto nel luglio 2013. FINLANDIA - Il 28 novembre 2014 il Parlamento di Helsinki ha detto sì alla legge che regola le nozze omosessuali. Anche le adozioni diventano legali. Unioni civili e adozione dei figli del partner erano già possibili dal 2002. LUSSEMBURGO - Approvata a giugno 2014, la legge sui matrimoni gay è entrata in vigore il 1 gennaio 2015. SLOVENIA - Il 4 marzo 2015 il Parlamento sloveno ha approvato un emendamento alla legge sui matrimoni e la famiglia, che equipara i matrimoni omosessuali a quelli eterosessuali. Fuori dall’Europa: CANADA - La legge sul matrimonio gay è del luglio 2005. SUDAFRICA - Nel novembre 2006 il Sudafrica è diventato il primo Paese africano a legalizzare le unioni gay attraverso “matrimonio” o “partenariato civile”. Le coppie possono anche adottare. ARGENTINA - Il 15 luglio 2010 l’Argentina è diventato invece il primo Paese

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sudamericano ad autorizzare il matrimonio gay e le adozioni da parte di omosessuali. URUGUAY – L’11 aprile 2013 è diventato il secondo Paese latinoamericano a permettere le nozze tra omosessuali, dopo l’Argentina. NUOVA ZELANDA - Il 17 aprile 2013 il Parlamento ha approvato la legge sui matrimoni gay, diventando il primo Paese dell’Asia-Pacifico a legalizzarli. La legge apre la strada all’adozione. BRASILE - I matrimoni sono stati approvati nel maggio del 2013. Le unioni civili erano permesse già dal 1999. MESSICO - Le nozze gay sono legali in 5 Stati. STATI UNITI - Sono saliti a 37 (più il District of Columbia, dove si trova la capitale Washington), gli Stati che permettono le nozze fra persone dello stesso sesso.

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LA STORIA

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Un progetto umanitario per le ragazze siriane Vision not Victim vuole dare una speranza per il futuro

di Francesca Torino “Vision not Victim” è il nuovo e importante progetto umanitario ideato da International Rescue Committee (Comitato Internazionale di Soccorso). L’ente ha reso noto che la guerra in Siria sta procurando delle disastrose conseguenze sulle donne e sulle bambine siriane, rifugiate in Giordania, dove oltre 700 mila di esse non ricevono un’istruzione e non vedono davanti a sé un futuro migliore. Per questo nasce Vision, per ridare un futuro a tutte queste giovani e lo fa partendo da una semplice domanda, che a tutti noi hanno posto quando eravamo piccoli: «Chi vorresti essere da grande?». Questa apparentemente semplice e scontata frase riesce a tirare fuori la luce dagli occhi di queste ragazze, traumatizzate dagli orrori della guerra. Emerge la speranza in un futuro possibile e reale, che la fotografia contribuisce a realizzare, concretizzare, grazie alla sua capacità di documentare attraverso l’obiettivo. Ogni ragazza è stata ripresa nel luogo dove eserciteranno la loro professione o nell’atto

di compierla. Amani, 15 anni, vuole fare il pilota e accoglierà i suoi passeggeri con lo stesso sorriso con cui lo sta facendo ora che la vediamo su una pista di atterraggio e con il berretto da aviatore. Bassima di anni 17, invece, sembra invitarci ad assaggiare le sue specialità di affermata chef. Haja (12) è già pronta nella sua tuta a partire alla volta dello spazio; mentre Fatima, di 16, con un progetto in mano sembra osservare il suo paese in macerie e pensare a come ricostruirlo.

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Tanti volti, tante storie da raccontare. Sono molte le giovani ritratte da Meredith Hutchison, ognuna con un sogno diverso ma tutte con lo stesso sorriso. Quelli che ho descritto sono solo alcuni assaggi per invitarvi a vederle di persona queste ragazze sul sito Internet di IRC (www.rescue.org/vision) o sulla loro pagina Facebook (VisionNotVictimProject), anche per avere maggiori informazioni su questa loro grande idea. Vision not Victim perché credere nel futuro significa non essere vittima della follia di chi decide di fare la guerra.

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Addio a Rendina, comandante Partigiano

Massimo Rendina

Si è spento lo scorso 7 febbraio a Roma il partigiano Massimo Rendina. Aveva 95 anni. Era vice presidente dell’Anpi nazionale e presidente di quella capitolina. La notizia della morte è stata data dall’assessore alla scuola con delega alla memoria di Roma Capitale, Paolo Masini. “Ciao Comandante Max – ha scritto l’assessore – Rendina ha rappresentato una voce libera per Roma e per l’Italia, e l’esempio di come ai nostri giorni sia ancora possibile mettere in pratica e trasmettere in modo alto e nobile i valori di quella grande pagina della nostra storia che fu la Resistenza”, ha concluso, annunciando che il Comune organizzerà delle iniziative per ricordare il partigiano. Ne Il Comandante Max, documentario a lui dedicato da Claudio Costa, racconta la sua esperienza in Russia. Fu anche comandante delle Brigate Garibaldi. Sempre onore al comandante Max!

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INDOVINA QUANTI SIAMO?

Al 31 dicembre 2015 i residenti censiti nel Comune di Rocca di Papa erano 17.034 (maschi 8.439; femmine 8.595). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.481.*

ROCCA DI PAPA notizie, informazione, attualità

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NUMERI UTILI

Clinica San Raffaele: 06-9428601 Comando Carabinieri: 06-94749007 Polizia Municipale: 06-94286134 Centralino Municipio: 06-942861 TAXI Mario: 346-3684911 06-9499151 (casa)

Il TAR boccia le regole comunali che già la Regione aveva respinto *dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

L’amministrazione Boccia ora rischia anche di pagare i danni alla Wind

di Andrea Sebastianelli Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio ha bocciato il “Regolamento comunale per la disciplina degli insediamenti urbanistici e territoriali delle stazioni radio base per la telefonia cellulare” approvato dal consiglio comunale il 29 aprile 2013. La decisione dell’organo di giustizia amministrativa, riunitosi lo scorso 2 febbraio, chiamato a pronunciarsi sul ricorso presentato dalla Wind, ha quindi accolto le motivazioni addotte dalla compagnia di telecomunicazioni, stabilendo che «il ricorso appare assistito da sufficienti profili di fumus boni iuris in relazione alle dedotte censure di illogicità del regolamento comunale». Con la formula latina fumus boni iuris, il TAR ha quindi detto che ci sono fondate ragioni per ottenere il provvedimento di sospensione del regolamento. I giudici Leonardo Pasanisi, Pietro Morabito e Cecilia Altavista hanno cioè ritenuto sufficienti e univoci gli elementi indiziari addotti dalla ricorrente, e hanno anche posto in evidenza il «danno grave ed irreparabile derivante alla società ricorrente dal provvedimento impugnato, in relazione alla molteplicità degli atti sanzionatori, pur se solo pecuniari». Con questa ordinanza, si scioglie dunque come neve al sole il più importante regolamento approvato dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Boccia, su cui aveva fondato una serie di atti finalizzati a regolarizzare gli impianti di telefonia mobile, ponti radio civili, Wifi, Wimax, LTE presenti sulterritorio comunale.

La vicenda è complicata anche dal fatto che l’amministrazione comunale aveva già messo in bilancio i proventi delle sanzioni emesse dalla Polizia locale che arrivarono alla cifra record di 1,5 milioni di euro. “Il grande flop” aveva titolato il Segno sul numero di dicembre 2015 proprio per evidenziare l’enorme buco venutosi a creare in seguito ai numerosi ricorsi presentati dalle società di telecomunicazione contro le multe emesse dal Comune. Un flop che oggi viene certificato anche dal TAR, visto che il regolamento è stato sospeso anche in virtù della «molteplicità degli atti sanzionatori», come a dire che con questo regolamento si è voluto soprattutto fare cassa. Il Tribunale Amministrativo Regionale entrerà nel merito della sentenza nell’udienza già convocata per il 5 dicembre 2016, cioè fra dieci mesi e nel frattempo la patata bollente resta tutta nelle mani dell’amministrazione e degli uffici comunali. In virtù di questo regolamento, infatti, il Comune non solo ha approvato il “Catasto comunale degli impianti per telefonia mobile, ponti radio civili, Wifi, Wimax, LTE”, non solo ha approvato il “Piano comunale di localizzazione delle stazioni radio base di telefonia mobile” in base al Regolamento oggi bocciato dal TAR, ma ha addirittura sottoscritto alcuni contratti con le società che si erano mostrate in-

teressate, tra cui la Vodafone per l’installazione di due tralicci alti 30 metri in via Vecchia di Velletri e in via delle Barozze. Ma ora il rischio è che, in seguito all’Ordinanza del TAR del 2 febbraio, la stessa Wind potrebbe richiedere al Comune il risarcimento dei danni visto che, come hanno scritto i giudici della Sezione seconda quater, la società di telecomunicazioni ha subìto dal regolamento comunale un «danno grave ed irreparabile». Termini pesanti che mettono ancora una volta in dubbio la qualità del lavoro, in termini tecnici e di competenza, portato avanti dalla giunta guidata da Boccia, visto che nella seduta del consiglio comunale del 29 aprile 2013 l’assessore Silvia Sciamplicotti aveva presentato l’approvazione del regolamento come un atto storico per il Comune. Ma era stata la stessa Regione Lazio, a proposito del “Piano comunale di localizzazione delle stazioni radio base di telefonia mobile”, approvato nel consi-

glio comunale del 4 dicembre 2013 privo della necessaria VAS (Valutazione Ambientale Strategica), a scrivere il 15 aprile 2015 al sindaco di Rocca di Papa dicendo chiaramente che: «I provvedimenti amministrativi di approvazione adottati senza la previa valutazione ambientale strategica, ove prescritta, sono annullabili per violazione di legge» e che «l’eventuale VAS va effettuata prima dell’approvazione del Piano, pena la sua validità». Per poi concludere in maniera impietosa: «Codesto Comune, pertanto, dovrà in via prioritaria chiarire lo stato giuridico di efficacia del Piano». I nodi di questa vicenda stanno venendo al pettine e appare sempre più concreto che il castello di carte, regolamenti e soprattutto chiacchiere, costruito dalla giunta BocciaFei-Sciamplicotti, sta crollando atto dopo atto, lasciandosi dietro soltanto un gran cumulo di macerie e tanti debiti. I documenti citati in quest’articolo li trovate su ilsegno.org


ROCCA DI PAPA Anche l’appuntamento più atteso dai bambini è stato completamente dimenticato 6

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A Rocca il Carnevale non esiste maachi serve questa ProLoco? di Luigi Serafini La Pro Loco di Rocca di Papa è riuscita a saltare anche l’appuntamento con il Carnevale 2016. A questo punto sorge la domanda se davvero un ente come la Pro Loco, almeno come è strutturata oggi, serva davvero al nostro paese visto che non riesce nemmeno a organizzare un evento atteso da tutti i bambini come è la festa di Carnevale. Nei giorni scorsi in tutti i paesi dei Castelli Romani, da Frascati a Genzano, da Rocca Priora a Monte Porzio a Zagarolo (per citarne solo alcuni), abbiamo visto cortei in maschera, grandi carri colorati e, soprattutto, migliaia di ragazzini festanti travestiti con i costumi dei personaggi più incredibili e fantasiosi. Tutti, tranne quelli di Rocca di Papa, costretti a emigrare nelle cittadine limitrofe per partecipateall’atmosfera festante. Martedì 9 febbraio, giorno di chiusura del Carnevale 2016, le uniche feste degne di nota a Rocca di Papa sono state quelle organizzate dal Caffè Fabri di via Rocca Priora ai Campi d’Annibale, dove il Nonno Magico con i suoi giochi e le sue magie ha fatto passare qualche ora di puro divertimento ai numerosi bambini intervenuti, e quella promossa dal Giardino Magico degli OrbiL in via Frascati. Se solo la Pro Loco avesse il 10% della passione e dello spirito

esibiva tra gli applausi di migliaia di persone. Tra i personaggi che mai mancavano un appuntamento con il Carnevale vi era anche Eugenio Cippitelli, conosciuto con il soprannome di Cannò (nonno del nostro direttore Andrea Sebastianelli) che apriva il passo degli Screpanti con le sue fantasiose maschere. Cannò, infatti, inventava costumi e personaggi incredibili, è ancora nei ricordi di tanti roccheggiani la sua maschera doubleface, davanti donna e Il Carnevale a Frascati con gli Screpanti e il mitico “Cannò” negli anni ‘50 dietro uomo. I bamdelle giovani proprietarie del quando le strade e le piazze di bini restavano incantati nel veCaffè Fabri e la capacità di in- Rocca di Papa si animavano di derlo mentre, girandosi ventiva del Giardimo Magico maschere di ogni tipo con in- velocemente, cambiava fisiosiamo sicuri che a Rocca di tere famiglie che davano vita a nomia… donna-uomo… Papa si sarebbe svolta la più cortei infiniti. Ricordiamo ad- uomo-donna. bella festa di Carnevale dei Ca- dirittura i carri allestiti con i Invece oggi ci ritroviamo una stelli Romani. Invece, la Pro personaggi dei fumetti, dietro i Pro Loco che sembra muoversi Loco è rimasta immobile, per quali si formava una scia di ra- più come un’associazione atniente sollecitata da un’ammi- gazzini con coriandoli e stri- tenta soltanto a come poter atnistrazione comunale che al scioline. Una tradizione che ci tingere risorse pubbliche dal momento sembra solo interes- riporta indietro di decenni, Comune, mentre ci era stata sata alla lotta fra chi sarà il can- visto che già negli anni Cin- presentata come l’unica soludidato sindaco alle prossime quanta, Sessanta e Settanta i zione per il rilancio turistico di elezioni. Resta l’amarezza per roccheggiani erano i prota- Rocca di Papa a servizio del l’ennesimo appuntamento tra- gonisti non solo del Carnevale territorio e dei suoi cittadini. dizionale, tra i più attesi dai Roccheggiano ma addirittura Mancare l’appuntamento più bambini, rimasto purtroppo delle feste organizzate nei atteso dai bambini, secondo solo nei loro sogni. paesi limitrofi, soprattutto a noi, è stata la classica goccia Allora torna alla mente il Car- Frascati dove il concertino fol- che ha fatto traboccare il nevale di alcuni anni fa, cloristico degli Screpanti si vaso.

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ROCCA DI PAPA

Due modi differenti per fare colpo sugli elettori Mauro Fei e Silvia Sciamplicotti a colpi di Facebook

di Daniela Di Rosa Ci siamo, tutti pronti per il via, battuti sul tempo dal consigliere di opposizione Emanuele Crestini, tocca ora a due protagonisti della scena politica roccheggiana riguadagnare terreno. Mauro Fei e Silvia Sciamplicotti in vista delle primarie del Pd confermano la loro candidatura. E quale mezzo utilizzare oggi che i comizi non vanno più di moda? Facebook ovviamente! Hanno creato la loro pagina ufficiale e parafrasando lo slogan della Sciamplicotti (“Scelgo di sorridere”), non ci resta che piangere! Nella tranquillità di un piovoso sabato pomeriggio mentre svogliatamente navigo su Internet mi passa sotto gli occhi un post, una foto in bianco e nero, un uomo con barba sale e pepe strimpella una chitarra, leggo (sbagliando) “Mamma Roma”, penso a Pasolini, alla Magnani, al bellissimo e tragico film, clicco per aprire e cosa vedo? Il candidato Fei e una breve poesia dedicata a Rocca di Papa, infatti era “Mamma Rocca”. Perché? Perché nessuno ha più il senso del ridicolo? L’articolo diceva: “Fei punta sul cuore”, entro nella pagina e una girandola di luoghi comuni, banalità, sviolinate a destra e a manca, agli

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Mauro Fei

anziani nostalgici della Rocca che fu, alle mamme (ma non ci son più le mamme di una volta signor Fei), una sventagliata di retorica anni ‘50, orgoglio personale (“sono un uomo di parola, se dico una cosa, la faccio”). Ma allora chi era quel Mauro Fei che aveva ritirato la sua candidatura alle primarie? Comunque ha fatto bene a puntare al cuore, se puntava al cervello avrebbe perso in partenza. Il giorno dopo altro post e altro articolo, stavolta su Silvia Sciamplicotti che, al contrario di Fei che punta tutto sul “piccolo mondo antico”, essendo all’apparenza più sveglia, punta sull’immagine di giovane donna moderna, in carriera, sorridente e quasi felice, ottimista anche a dispetto della dura realtà che ci circonda, un paese in declino e culturalmente fermo anche grazie al suo contributo. Il

Silvia Sciamplicotti

“laboratorio centro storico” più che servire il paese è sempre servito alla sua causa. Perciò il suo “scelgo di sorridere” mi ricorda la musica sul Titanic mentre affonda, illusione, pura e semplice illusione! Ora aspetto con ansia, se mai arriverà, l’annuncio ufficiale di Maurizio Querini e Roberto Sellati, nel frattempo nel paese girano voci inquietanti, di ricatti, consigli, avvisi di demolizioni, condoni illegali, case da abbattere. Si sussurra che amministratori e politicanti vadano di casa in casa per rassicurare i cittadini che ciò che leggono sul Segno sono solo bugie, che è solo terrorismo psicologico di avversari politici! Ora le “voci di popolo” spesso sono leggende metropolitane, ma se fosse vero perché il Comune non fa un bel comunicato stampa o affigge dei manifesti in cui sbugiarda questi terroristi del Segno?

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Il ruolo di un giornale e le notizie imbarazzanti da pubblicare

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di Sergio Rasetti Qualcuno ci domanda se gli articoli che leggono sul nostro giornale raccontano la realtà o sono notizie gonfiate o inventate di sana pianta. Altri ci invitano a continuare così. Rispondiamo a tutti di fare un piccolo sforzo personale, documentarsi, guardarsi intorno, ascoltare concittadini e visitatori che azzardano una passeggiata in paese o nei boschi. Naturalmente non pretendiamo di essere considerati infallibili o unici detentori di verità. Come è naturale, scriviamo anche le nostre opinioni e quando lo facciamo si comprende molto bene. Quando parliamo di fatti, invece, citiamo documenti, atti ufficiali dell’amministrazione comunale, di Enti pubblici, ordinanze delle diverse autorità. Ci imbattiamo in notizie interessanti, spesso imbarazzanti, a volte eclatanti, tutte documentate, che l’opinione pubblica ha il diritto di conoscere e il giornale le pubblica (senza omissioni) come ogni buon organo di informazione dovrebbe fare. I nostri politici, i loro interessati partner o i responsabili degli uffici forse preferirebbero lasciar dormire queste notizie nei fascicoli riposti nei loro armadi impenetrabili. Non nascondiamo di essere stanchi e rattristati di dover dare tante notizie negative sulla gestione politico-amministrativa di Rocca di Papa, ma per non continuare così bisogna fare la massima chiarezza e non possiamo sottrarci all’obbligo morale di proseguire con il massimo impegno. Invitiamo tutti a seguirci non solo sul giornale stampato, ma anche sul nostro sito internet ilsegno.org e sulla pagina Facebook Il Segno di Rocca di Papa.


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ROCCA DI PAPA

il Segno - febbraio 2016

Ora serve un voto ragionato La campagna elettorale è già cominciata - Si vota il prossimo 5 giugno

segue dalla prima pagina

Il sindaco uscente, ritiene i suoi assessori all’altezza della situazione; dice che lo hanno dimostrato in questi anni. Qualche giovane fa ala e si unisce al coro, forse si vuole candidare; sarà eletto se ha una famiglia grande che lo voterà compatta sperando di procurargli un “lavoro in politica”. Un film già visto. Se tornerà a vincere “questo Pd”, a Rocca di Papa non cambierà nulla, lo pensano anche molti suoi elettori a livello nazionale. Ora serve un voto ragionato. Superare steccati ideologici ma fuori gli estremismi. Fuori dal consiglio tutti i personaggi in odore di conflitto di interessi. La decisione non può che partire Crestini da ciò che è stato prodotto. In consiglio comunale, maggioranza e opposizione (quest’ultima con qualche rara eccezione), non hanno “saputo” (?) tutelare gli interessi della comunità. La politica praticata è risultata simile a una cattiva gestione condominiale dove non si è capaci di eliminare le infiltrazioni dal tetto, non si puliscono le scale, i condomini si impossessano di spazi comuni, occupano il terrazzo condominiale, l’amministratore spende a suo

piacere e tollera i morosi ingiustificati. È il momento di riflettere sui rovinosi deficit prodotti da questa gestione politica prima di scegliere i prossimi consiglieri comunali. La Costituzione Italiana assegna all’opposizione l’importante ruolo di far rispettare con rigore tutte le regole previste nell’esercizio delle sue funzioni alla maggioranza. Soltanto Emanuele Crestini in consiglio comunale ne ha fatto in questi anni una questione di vitale importanza mentre il resto dell’opposizione, quando non è passata armi e bagagli con la maggioranza come ha fatto il consigliere De Santis, ha trattato la questione all’acqua di rose. Gli elettori dovranno chiedersi se delegare ancora chi ha reso impraticabile il Nuovo Piano Regolatore del 2007 poi stravolto con le modifiche del 2009 tanto da tenerlo bloccato alla Regione (costo circa 500.000 euro – Piano praticamente da rifare visto che le norme di salvaguardia sono scadute). Dovranno chiedersi se eleggere di nuovo chi ha fatto edificare, o lasciato edificare abusivamente, nella completa assenza di infrastrutture o in aree severamente inedificabili strizzando l’occhio agli incauti costruttori (mentre arrivano

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Il primo consiglio comunale del 2011

notifiche di multe e demoli- che si è concretizzato nel bene zioni qualcuno, con incredi- di alcuni. bile sfrontatezza, elargisce Ma oggi la più grande famirassicurazioni di evidente si- glia roccheggiana è costignificato elettorale). tuita dai nuovi residenti. Si Dovranno domandarsi se chi, sono trasferiti nel “bel paese” con la sua “didalla città cresattenzione”, ha dendo di trovare fatto da volano a Rocca di Papa alla morte del l’opportunità di commercio nel viverci in modo centro storico, accettabile. Per del suo degrado moltissimi così abitativo e del non è stato. Ma suo scempio arora, se si unichitettonico me- Rocca di Papa al voto ranno ai rocrita di essere cheggiani rieletto. consapevoli della necessità Rocca di Papa ospita 17mila di un cambiamento effettivo, residenti. Gli elettori sono potranno fare la differenza. circa 13mila. Nei prossimi 100 giorni tutti Astenersi sarebbe una scelta dovrebbero partecipare, docusbagliata, forse catastrofica. mentarsi, fare proposte, sceTornerebbero a governare le gliere. Ricercare gli solite “famiglie” forti di clien- interlocutori più validi per tele che hanno favorito a spese esprimere a giugno “un voto della comunitàquelli del “la- ragionato”. voriamo per il bene comune” Sergio Rasetti

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il Segno - febbraio 2016

di Federico Meiattini È un momento storico. Mai come in questi pochi mesi che precedono le elezioni è conveniente avanzare richieste in Comune! Sembrano tutti più disponibili ad ascoltare le varie istanze e le segnalazioni di guasti o disservizi e addirittura si possono vedere interventi solleciti per riparare strade e marciapiedi. Ho scoperto che il potere del voto si esercita prima del voto e non durante… tantomeno dopo! Comunque, chi votare? E perché? Quali i programmi e le intenzioni? Non ho preclusioni né pregiudizi per nessun candidato ma vorrei tanto capire chi sono e che cosa vogliono fare per il mio paese. Avanzo una proposta ai candidati per farci orientare nel caos di parole e promesse: date una risposta alle seguenti questioni irrisolte della nostra amministrazione e fateci capire quali sarebbero i vostri provvedimenti e le vostre soluzioni. Fatelo con affissione pubblica o rispondendo sul Segno oppure indicendo un’assemblea pubblica ma dateci delle risposte. - Le antenne RTI (facenti capo a Mediaset) non sono ancora state rimosse dalla vetta di monte Cavo nonostante il Comune abbia vinto tutti i gradi di giudizio. Qual sono i problemi? - Le bollette dell’acqua potabile ACEA ATO 2 dopo 13 mesi ancora non sono state recapitate. Perché? Ma soprattutto: avremo la garanzia di una rateizzazione? - Le buche sul manto stradale si aprono quasi sempre negli stessi punti. Perché il Comune non si fa fornire una

ROCCA DI PAPA

«Cari politici, avanzate solo le promesse che per certo sapete di poter mantenere»

La lettera di un cittadino in vista delle elezioni comunali

garanzia sui lavori eseguiti? Immagino sia più comodo appaltare in continuazione i lavori di riparazione… tanto c’è chi paga sempre e a vuoto. - La funicolare non è ancora terminata. Se i costi hanno subìto un aumento rispetto al progetto, allora il progetto è stato fatto male! Perché non deve rispondere nessuno di questi errori “di calcolo”? - Il Parcheggio multipiano del Carpino perché ancora non è terminato? Anche in questo caso errori di calcolo? - Perché il Comune non si impegna per stanare gli evasori della TA.RI. che continuano a gettare rifiuti sulle strade e nei boschi? Quali le iniziative che intende intraprendere? - L’aliquota TA.SI. 2015 è la più alta dei Castelli Romani, nonostante le nostre addizionali Regionali e Comunali in busta-paga e nei 740 da 10 anni siano state notevolmente incrementate. Perché le aliquote sono così alte? Sarà possibile ridurle? - La legge stabilisce che oltre il 50% dei proventi delle multe siano destinate a opere e infrastrutture per la sicurezza stradale. È possibile verificare come sono stati spesi questi proventi? - Perché non vengono installate delle telecamere nei

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Il municipio di Rocca di Papa

Troppi i problemi irrisolti: dalle antenne all’Acea, dal Vivaro alle aliquote Tasi, dalla funicolare alle strade disastrate fino alla Tari punti strategici di accesso ai boschi per controllare e punire chi li usa come una discarica? - A quando il termine dei lavori per la nuova sede del Comune? - Il Parco Landsberg am Lech versa in uno stato di totale abbandono, quanto dureranno i lavori?

- Il centro ippico del Vivaro, come da promesse, andava riqualificato e riaperto prima dell’abbandono. Ciò non è avvenuto. Perché? Una sola preghiera, avanzate delle promesse che per certo sapete di poter mantenere. Delle intenzioni irrisolte ne abbiamo piena la memoria.

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Così muore il centro storico fraabbandonieimprovvisazioni ROCCA DI PAPA

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di Daniela Di Rosa SOS centro storico di Rocca di Papa. Il primo quartiere roccheggiano fatica a ritrovare la sua identità schiacciato dall’indifferenza della pubblica amministrazione, che da almeno un decennio sembra essersi dimenticata di questa parte del paese, e da un degrado dovuto per lo più all’auto-improvvisazione dei residenti che, tra lavoretti abusivi e modifiche alla bene e meglio, lo stanno trasformando in un quartiere che di caratteristico non ha quasi più nulla. A riprova di questo fatto, non sorprende che il centro storico (definito “minore”) di Rocca di Papa sia stato preso a esempio negativo dalla rivista bimestrale AR (foto sotto e a lato), organo dell’ordine degli architetti di Roma e provincia, che ne ha messo in evidenza le brutture, le storture e l’assenza di controlli e direttive dal punto di vista architettonico. Il centro storico, quindi, è abbandonato a se stesso, predato con ogni sorta di improvvisazione. Vuoi mettere un bel pannello di eternit a mo’ di ringhiera? Vuoi togliere qualche sampietrino e metterci delle mattonelle colorate e lucide? Vuoi installare finestre dorate o argentate? Vuoi collocare lastre di travertino di un bianco accecante al posto delle pietre di sperone? In attesa che a qualcuno venga in mente di togliere il fontanile di piazza Vecchia per sostituirlo con uno di tipo moderno, tutto è consentito senza che nessuno intervenga per tutelare il quartiere

che, va detto, di medievale non ha praticamente più nulla. Tempo fa il Segno realizzò un bel filmato su questo stato di abbandono (lo trovate sulla nostra pagina Facebook), a distanza di circa un anno nulla è cambiato, anzi la situazione sembra proprio essere peggiorata, a cominciare dall’affanno che stanno vivendo i pochi negozi che ancora resistono malgrado la crisi del settore. Eppure basterebbe davvero poco per cominciare a fermare l’abbandono e il degrado. L’amministrazione comunale negli ultimi anni ha, per esempio, tollerato decine di trasformazioni di cantine in mini appartamenti, quasi sempre prive di finestre, favorendo in questo modo gli affitti in nero che producono spese (a cominciare dalla tassa dei rifiuti) che nessuno poi pagherà. Ma non solo, queste politiche hanno privato concretamente di spazi da utilizzare per piccole attività artigianali che, per decenni, sono stati il nucleo vitale di Rocca di Papa. È sufficiente farsi una passeggiata per le stradine del centro e appuntare su un taccuino le tante cose che non vanno, per ritrovarsi pagine fitte di segnalazioni, brutture,

il Segno - febbraio 2016

abusivismi di ogni sorta. Non mancano ovviamente le vie ricche di fiori e ben tenute, soprattutto grazie alla buona volontà di chi vi abita. Ma quanto ancora potranno resistere queste buone azioni individuali di civiltà di fronte al menefreghismo di chi gestisce la cosa pubblica? Anche la strada del commercio, quella che parte da piazza della Repubblica, prosegue per il corso principale, arriva al duomo e va verso piazza Garibaldi e il Belvedere, è ormai la strada delle saracinesche abbassate. In molti casi sono i proprietari di questi locali che preferiscono tenerli chiusi invece di concederli in affitto d’uso per periodi circoscritti, magari ad artigiani che potrebbero riavviare un circuito positivo. Riteniamo che il recupero del centro storico di Rocca di Papa debba ritrovare una sua centralità invece in questi giorni stiamo assistendo a una campagna preelettorale in cui l’unico argomento affrontato è su chi abbia più potere (in termini di voti) all’interno del partito che governa il paese. Intanto il centro storico continua la sua inesorabile caduta.

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Speciale acquisizioni il Segno - febbraio 2016 - I

Opere abusive, si è passati alla fasediacquisizioneveraepropria Tutto quello che c’è da sapere sulle procedure avviate dal Comune

La Polizia Locale sta girando in lungo e in largo i vari quartieri di Rocca di Papa per stilare i verbali necessari per stabilire quali opere dovranno essere abbattute e quali invece acquisite al patrimonio pubblico. Intanto scendono in campo gli studi legali per quello che sembra già un business di Andrea Sebastianelli Stiamo ricevendo numerose lettere e mail di cittadini preoccupati per la procedura avviata dal Comune di Rocca di Papa circa le acquisizioni gratuite al patrimonio pubblico delle opere realizzare abusivamente. L’apprensione è comprensibile perché, nella maggior parte dei casi, si tratta di abusi commessi per necessità in un contesto urbanistico, come quello roccheggiano, in cui vige ancora il piano regolatore adottato nel 1976 e in cui le politiche abitative messe in campo dalle varie amministrazioni comunali si sono limitate a concedere ai costruttori permessi di edificazione a costi alti per gli eventuali acquirenti. Mutui sull’ordine delle centinaia di milioni in lire e, dal 2001, di centinaia di migliaia di euro. A questi tre elementi (PRG obsoleto, assenza di politiche abitative, azione intensa dei costruttori) se ne aggiunge un quarto: l’atteggiamento delle amministrazioni comunali a tollerare e, in alcuni casi, addirittura a favorire o proteggere, la nascita di agglomerati urbani spontanei privi di programmazione urbanistica in cambio di consenso in termini di voti. Ma torniamo alle procedure di acquisizione al patrimonio pubblico di questi giorni, cercando di rispondere alle varie

domande che ci hanno letteralmente sommerso.

Primo elemento L’ordine di demolizione

Intanto partiamo da un elemento fondamentale: l’ordine di demolizione emesso dal Comune. Il Testo Unico sull’Edilizia (n. 380/2001) dice chiaramente che in caso di inadempimento, cioè che l’opera non venga abbattuta da chi l’ha realizzata entro 90 giorni, si procede all’acquisizione al patrimonio comunale (art. 31 commi 3 e 4). A questo punto spetta al Comune dare seguito al mancato rispetto dell’ordinanza di demolizione. All’ordinanza emessa dal Comune può far seguito anche la sentenza di condanna da parte della Procura, ed è su questi 200 casi che al momento a Rocca di Papa è stato avviato l’iter. Ma la sostanza non cambia perché già la non ottemperanza dell’ordinanza di demolizione dà avvio alla procedura di acquisizione.

L’opera abusiva va abbattuta o no?

A questo punto la patata bol-

lente passa, anzi resta, all’amministrazione comunale che deve subito decidere quale strada prendere: se abbattere a proprie spese l’opera o se mantenerla in piedi incorporandola tra le sue proprietà (art. 31 comma 5). C’è da dire che con l’acquisizione l’opera smette di essere abusiva e anche eventuali procedimenti di condanna dei trasgressori vengono meno. Il lavoro che spetta all’ufficio tecnico coRocco Di Filippo

munale è abnorme, soprattutto in una situazione come quella di Rocca di Papa dove le costruzioni abusive sono migliaia. Il loro lavoro è abnorme perché devono aggiornare le pratiche, una per una. Il passaggio fondamentale per evitare l’abbatti-

mento, infatti, avviene in consiglio comunale. Secondo la Corte di Cassazione spetta proprio alla massima assise comunale valutare se l’opera realizzata abusivamente contrasta con “rilevanti interessi urbanistici”, con l’“assetto territoriale”, con la “destinazione dell’area” e con “rilevanti interessi ambientali” tra cui quello paesaggistico. Se il consiglio comunale valuta l’inesistenza di questi presupposti, e quindi la predominanza di un “prevalente interesse pubblico al mantenimento dell’abuso”, può deliberare la conservazione dell’opera. Il consiglio deve valutare ogni singolo abuso e deliberare in merito.

Se sull’area c’è il vincolo di inedificabilità

A parere di alcuni esperti del settore, soltanto il vincolo di segue a pag. II


II

il Segno - febbraio 2016

Speciale acquisizione opere abusive - QUELLO CHE C’È DA SAPERE

odi n i : o m s i Abusiv l pettine venuti a

Una volta acquisita l’opera il Comune deve decidere se abbatterla o conservarla

inedificabilità assoluta può essere motivo per abbattere l’opera abusiva, mentre la sussistenza di altri vincoli (tra cui quello paesaggistico) per i quali la legge permette di poter ottenere anche dei nulla osta, potrebbe essere superata dalla delibera del consiglio comunale che, però, deve chiarire in modo dettagliato ed esauriente l’inesistenza di un rilevante interesse ambientale. Ma il consiglio comunale può anche inserire tra gli elementi di interesse pubblico la necessità di soddisfare il fabbisogno abitativo del territorio. In questa categoria rientra anche l’aspetto più prettamente sociale, rappresentato da una famiglia che, essendo quella acquisita l’unica dimora, non saprebbe dove andare.

Che ne fa il Comune dell’ operaacquisita?

Questo è un passaggio fondamentale, perché con tale procedura l’opera abusiva entra a far parte del patrimonio disponibile del Comune. In quanto tale l’amministrazione lo può gestire come tutti gli altri immobili pubblici. Nel caso di Rocca di Papa, nel 2011 l’amministrazione guidata da Boccia, per urgente necessità di cassa trovandosi in crisi di liquidità, ha deliberato la cessione di diversi immobili comunali (ex scuola di via del Vallone, ex municipio di viale Ferri, il magazzino Botti, l’attuale sede adibita a spogliatoio per il servizio rifiuti, l’ex comando della polizia locale, ecc.). In teoria, valutando le caratteristiche di ogni singolo abuso, potrebbe fare la stessa cosa con le centinaia di opere per le quali ha avviato le procedure di acquisizione. Potrebbe per-

Anche Il Messaggero si è occupato della vicenda

sino destinare alcune opere ad attività produttive, alberghiere, sportive, ecc. Anche in questo caso dovrà essere il consiglio comunale a stabilire l’uso che si intende fare di ogni singolo immobile. Insomma, l’amministrazione comunale può fare ciò che vuole delle opere acquisite. Potrebbe assegnarle a terzi tramite la pubblicazione di un bando, magari inserendo dei criteri che in qualche modo favoriscono gli ex proprietari. Oppure potrebbe metterle in vendita avviando una procedura ad evidenza pubblica. Ma è anche possibile che il consiglio comunale decida di affittare le opere abusive acquisite. In questo caso non bisogna illudersi che il canone di locazione possa essere a carattere simbolico, visto che l’ente pubblico dovrà comunque attenersi ai parametri dell’Agenzia del Territorio. Come si può capire, la questione è complessa e non si risolverà in pochi mesi.

La notizia apparsa sul Messaggero del 3 febbraio (pag. 34)

volta in volta pressioni. E questo potrebbe anche spiegare perché le pratiche sulle acquisizioni sono rimaste nei cassetti degli uffici per tanti anni: un abusivo sotto scacco è un voto dentro al sacco.

A Rocca Priora Da accertare le il sindaco parla responsabilità da noi sta zitto Dal Messaggero di mercoledì della politica 3 febbraio (sopra) appren-

Restano poi da accertare le responsabilità di tipo politico rispetto all’esplosione di un fenomeno, quello appunto dell’abusivismo diffuso ed esteso (come è il caso del quartiere popolare dei Campi d’Annibale a Rocca di Papa), che può aver distorto gli stessi meccanismi democratici privando, di fatto, i cittadini della libertà di scegliere questo o quel candidato subendo di

diamo che il sindaco di Rocca Priora, Damiano Pucci, sta affrontando la questione delle acquisizioni delle opere abusive senza perdere tempo. Il comune, infatti, ha già informato i cittadini rei di aver commesso l’abuso che la loro abitazione entrerà a far parte del patrimonio pubblico. Una situazione non facile da gestire e, come ha dichiarato le stesso Pucci, “i nodi sono venuti al pettine” e “si è arrivati

a questo punto perché nelle precedenti amministrazioni nessuno è intervenuto”. Parole sacrosante che rendono ancora più grave quanto sta avvenendo in queste ore a Rocca di Papa, dove 200 famiglie sono già finite nella procedura di acquisizione. In questi giorni l’opera della Polizia locale è frenetica. Stanno girando Rocca di Papa in lungo e in largo per redigere i verbali necessari per procedere con le pratiche di acquisizione vere e proprie. Se a Rocca Priora gli attuali amministratori possono accusare chi li ha preceduti, questo non può avvenire a Rocca di Papa, dove da quasi vent’anni governa la stessa maggioranza con quasi gli stessi esponenti di allora, almeno nei ruoli più importanti. Per questi motivi dal palazzo municipale di corso Costituente nessuno commenta quello che sta succedendo ma addirittura c’è chi segue a pag. III


Speciale acquisizione opere abusive - QUELLO CHE C’È DA SAPERE

il Segno - febbraio 2016

In forte affanno consigliano agli abusivi a quale avvocato rivolgersi

III

Politici sull’orlo di una crisi di nervi rasentano il reato di voto di scambio

Sulla questione delle acquisizioni avviate dal Comune di Rocca di Papa, gli abusivi stanno cominciando a rivolgersi agli studi legali. Dopo il grande affare fatto dagli studi tecnici (geometri e architetti) adesso è la volta degli avvocati. Ma tant’è! Anche i politici di Rocca di Papa si stanno muovendo, girando casa per casa, consigliando addirittura a quale legale rivolgersi e tranquillizzando gli abusivi su ciò che potrà accadere. Il fatto è ovviamente anomalo perché se indicare uno studio legale (ma perché proprio quello?) fosse un comportamento normale verrebbe fatto alla luce del sole, mentre a Rocca di Papa questo sta avvenendo in incontri privati tra uno o più abusivi, destinatari della procedura di acquisizione, e il politico che si sta muovendo alla ricerca dei voti (nel nostro paese si vota a giugno). E qui entriamo in un aspetto delicato perché il campo coinvolto è di natura penale, con il reato di voto di scambio. Infatti, la legge n. 62 del 27 aprile 2014, ha ulteriormente ampliato la

gamma dei fatti punibili includendovi l’accettazione della promessa di voti in cambio della promessa, oltre che di denaro, anche di altra utilità. Non solo, visto che i politici contattano (o vanno a trovare) solo chi è inserito nell’elenco delle acquisizioni (prot. del Comune di Rocca di Papa n. 14536 del 4 giugno 2014) da cui risultano più di 200 persone e indirizzi, significa che questi nomi, che dovrebbero essere protetti dalla privacy, sono in mano a diversi politici che li stanno utilizzando per fini elettorali personali. A Rocca di Papa stiamo vivendo, dunque, una fase di «democrazia inquinata» e ancora una volta sugli abusivi si sta giocando la partita elettorale. La cosa che sorprende è che nessuno sembra vigilare su questo delicato tema. L’unico consiglio che ci sentiamo di dare ai cittadini incappati nella procedura di acquisizione è di prendere la propria pratica e rivolgersi a studi legali esperti in materia di edilizia, che sappiano come impostare even-

odi n i : o m s i v i Abus ine t t e p l a i t u ven

Il quartiere dei Campi d’Annibale

tuali azioni difensive. Perché una cosa deve essere chiara a tutti: nessun politico, visto l’iter avviato, può garantire che tutto si risolverà in una bolla di sapone. Chi promette questo non solo è un bugiardo perché illude i cittadini ma è anche un cialtrone perché promette qualcosa che non può, allo stato delle cose, assolutamente garantire. State in guardia, insomma, dai soliti furbetti del voto che si aggirano come fantasmi per il paese in preda a una vera e propria crisi di nervi perché temono che la situazione gli possa sfuggire di mano definitivamente. Hai visto mai che debbano tornare a lavorare?! (A.S.) Rocca di Papa sulla carta

I politici sono i primi che dovrebbero finire sul banco degli accusati per quanto accaduto continua a promettere che tutto si risolverà. Nel nostro paese, infatti, è in corso la campagna elettorale per eleggere il nuovo sindaco, e adesso la sfida è tutta interna al Partito democratico che il 20 marzo sceglierà il proprio candidato sindaco. Alcuni cittadini ci hanno contattato e sentite che cosa ci hanno detto: “Ho incontrato un candidato/candidata sindaco e mi ha detto che questa vicenda delle acquisizioni è stata creata dal Segno per fare terrorismo psicologico. Per

poi aggiungere: se divento sindaco ci penso io a risolvere il problema”. Siamo, dunque, alle solite. I politicanti roccheggiani non perdono occasione per continuare a prendere in giro i cittadini, approfittando di un momento di forte apprensione visto che molti stanno rischiando concretamente di perdere la propria casa, in molti casi l’unica residenza a disposizione. Di fronte alle parole concrete del sindaco di Rocca Priora, che non nasconde la fase difficile dal punto di vista sociale

che si sta creando nel suo paese, viene da domandarsi che cosa abbiamo fatto noi per meritarci una classe dirigente così scadente, che ancora approfitta delle “disgrazie” altrui per promettere interventi salvifici che nessuno, allo stato attuale, può garantire. Forse i nostri cari politicanti non hanno capito che sono loro i primi a dover dare spiegazioni dopo vent’anni di governo cittadino, sono loro i primi che dovrebbero finire sul banco degli accusati. Anche perché nessuno sembra

affrontare un’altra questione legata alle acquisizioni delle opere abusive al patrimonio pubblico, quella delle sanzioni.

Dopo i verbali è la volta delle sanzioni

La legge regionale n. 15/2008 (articoli dal 30 al 48) parla chiaro a proposito delle sansegue a pag. IV


Speciale acquisizione opere abusive - QUELLO CHE C’È DA SAPERE

di o n i : o m s i Abusiv pettine venuti al

il Segno - febbraio 2016

IV

In arrivo ai cittadini le lettere sull’acquisizione vera e propria delle case abusive

zioni: “prevede l’applicazione di sanzioni pecuniarie e la corresponsione di somme a titolo di oblazione, in caso di accertamento di conformità, commisurate alla tipologia dell’abuso commesso e stabilite in un importo compreso tra un minimo e un massimo oppure legato proporzionalmente al valore delle opere abusivamente realizzate o in altri casi quando non è possibile individuare tali valori indica l’applicazione di sanzioni o oblazioni legate proporzionalmente al costo di costruzione delle opere abusivamente realizzate”.

stabilisce che, l’accertamento di inottemperanza all’ingiunzione a demolire, comporta l’applicazione di una sanzione pecuniaria da unminimo di € 2.000 ad un massimo di € 20.000 in relazione all’entità delle opere”. Non solo, per non lasciare nulla di incerto, la maggioranza targata Pd diede un incarico specifico agli uffici tecnici comunali: “valutare l’aumento del valore di mercato dell’immobile conseguente alla realizzazione delle opere abusive” e “determinare il valore attuale dell’immobile e il suo incremento”.

L’amministrazione comunale di Rocca di Papa questo fatto lo aveva capito benissimo già nel 2012, quando nel consiglio comunale del 20 febbraio aveva approvato il regolamento per applicare tali sanzioni, salvo poi tenere le pratiche ferme nei cassetti. Si legge nella delibera di quel consiglio comunale che “il comma 3 dell’art.15 della Legge Regionale n. 15/2008

Gli abusivi adesso vanno spremuti come limoni, anche se resta da capire che ne sarà dei soldi che hanno versato nelle casse pubbliche insieme alla domanda di condono. Ci sono cittadini che hanno versato tutte le rate, alcuni anche 30mila euro, per presentare una sanatoria che non avrebbero dovuto presentare. E allora viene da domandarsi: perché l’amministrazione co-

Il Comune Che ne sarà ha avviato l’iter dei soldi versati già nel 2012 dagli abusivi?

munale non li ha avvisati che non potevano presentare nessuna domanda di condono? Le sanzioni che tra qualche mese verranno recapitate a ciascun abusivo condannato in via definitiva dal Tribunale di Velletri, anche se pagate, non andranno a sanare l’abuso commesso. Sempre nel consiglio comunale del 20 febbraio 2012, l’amministrazione guidata dal sindaco Boccia ha voluto anche specificare che “le sanzioni di cui alle presente delibera sono da applicarsi per ogni singola unità immobiliare e per singolo abuso o violazione”. Infatti, in quella sede fu anche stabilita la possibilità di rateizzare il pagamento della sanzione nei seguenti modi: «fino ad un massimo di tre rate trimestrali per sanzioni di importo compreso da un minimo di € 2.500 ad un massimo di € 5.000; fino ad un massimo di quattro rate trimestrali per sanzioni per importo compreso da un minimo di € 5.000 ad un mas-

Il Municipio di Rocca di Papa

simo di € 10.000; fino ad un massimo di sei rate trimestrali per sanzioni per importo superiore ad € 10.000”. Ovviamente non potevano mancare gli interessi, infatti «gli importi rateizzati verranno maggiorati, in ragione annua, dell’interesse legale vigente almomento della concessione della rateizzazione». E, per finire: «il mancato pagamento anche di una sola rata comporterà la richiesta dell’importo residuo in unicasoluzione da versarsi entro trenta giorni dal ricevimento della diffida […]». E se non paghi la Maggioli è pronta a riscuotere per conto del Comune! I cittadini che hanno commesso un abuso sono consapevoli delle conseguenze a cui andavano incontro ma vorrebbero anche sapere se i politici che hanno costruito parte del loro consenso su di loro pagheranno nella stessa misura o se invece saranno nuovamente condonati.

Tutti i documenti sull’argomento li trovate sul sito www.ilsegno.org

Tutti i documenti inerenti l’argomento possono essere scaricati e stampati dagli interessati direttamente dal nostro sito Internet: www.ilsegno.org.

Ecco che cosa trovate: - TESTO UNICO SULL’EDILIZIA (N. 380/2001): contiene anche le norme sulle ordinanze di demolizione e sulla procedura di acquisizione al patrimonio delle opere abusive. - LEGGE REGIONALE N. 15/2008: contiene le procedure da seguire nelle pratiche di acquisizione, comprese le sanzioni da applicare in seguito alla mancata demolizione dell’opera abusiva. - PROTOCOLLO D’INTESA FRA LA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI VELLETRI E LA REGIONE LAZIO DEL 26 GIUGNO 2015: stabilisce i criteri e i compiti circa gli interventi da mettere in

campo per risolvere la questione dell’abusivismo nei Comuni dei Castelli Romani. Subito dopo la sottoscrizione di questo atto il Procuratore di Velletri ha convocato tutti i sindaci del territorio, fra cui quello di Rocca di Papa, per chiedere l’avvio delle procedure di acquisizione rimaste inspiegabilmente nei cassetti. - DELIBERA DI GIUNTA COMUNALE N. 16 DEL 16 FEBBRAIO 2012: affidamento incarico all’Avvocato Paolo Iorio per definire criteri e meccanismi della procedura di acquisizione delle opere abusive. - DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE N. 5 DEL 20 FEBBRAIO 2012: vengono approvate le procedure di acquisizione al patrimonio pubblico delle opere abusive e le sanzioni da applicare. - L’INTERROGAZIONE DEL CONSIGLIERE EMANUELE CRESTINI DEL 21 MAGGIO 2014.


il Segno - febbraio 2016

di Andrea Sebastianelli Trentasei anni dopo emergono nuove verità nella vicenda del disastro aereo di Ustica che il 27 giugno 1980 costò la vita a 81 persone. A portare nuovi elementi nella ricostruzione di ciò che accadde quella notte è stato un documentario mandato in onda dalla tv francese Canal Plus dal titolo che lascia qualche dubbio: “Il disastro di Ustica: un errore francese?”. Secondo la giornalista Emmanuel Ostian, infatti, l’abbattimento del DC 9 fu dovuto all’azione di alcuni aerei da caccia dell’aviazione francese partiti dalla base militare di Solenzara, in Corsica. Le testimonianze trasmesse da Canal Plus il 27 gennaio scorso smentiscono quindi quanto affermato dalle autorità francesi dopo la tragedia, e cioè che “nessuna portaerei era in mare il giorno della tragedia” mentre le prove dicono chiaramente che il 27 giugno 1980 la portaerei “Foch” era in piena attività. Anzi, stando a quanto dichiarato dai militari della base corsa, quella sera vi sarebbe stata un’intensa attività con decine di aerei decollati da Solenzara proprio mentre il DC 9 era in volo tra Bologna e Palermo. Sono ancora troppe le cose da chiarire, dunque, su ciò che avvenne quella sera, e le novità dell’ultim’ora riportano in primo piano il ruolo giocato nelle comunicazioni aeree dal Cosma (Comando di Stato Maggiore, n.d.d.) di Monte Cavo, a Rocca di Papa, che ha definitivamente chiuso i battenti il 31 dicembre 2011. Già in seno alla commissione parlamentare d’inchiesta nella seduta dell’11 aprile 1991, a proposito delle «vicende connesse al disastro aereo di Ustica: testimonianza formale del colonnello Riccardo Giangrande», emerse in modo inaspettato una novità importante fino a quel momento taciuta. Il colonnello Giangrande, infatti, fece mettere a verbale: «Nel 1980 c’erano solo due Roc (Regio-

ROCCA DI PAPA

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Disastro di Ustica, le rivelazioni francesi fanno riaffiorare i dubbi sul Comando di Stato Maggiore dimonteCavo:fuattodiguerra?

nal Operation Center, n.d.d.) e il Cosma di Monte Cavo era soltanto un centro predisposto per un’eventuale utilizzazione come protezione», cioè in caso di guerra, salvo poi scoprire che la sera del 27 giugno 1980 la notizia del disastro, invece di passare attraverso i Roc arrivò proprio da Monte Cavo. Non solo, dopo circa mezz’ora dalla caduta in mare del DC 9, mentre l’aeroporto di Ciampino e il centro radar di Marsala si scambiavano telefonate convulse per la ricerca dell’aereo civile, il Cosma era già in grado di fornire notizie dettagliate sul punto esatto dove era caduto il velivolo civile dell’Itavia e sul numero dei passeggeri coinvolti, addirittura fornendo informazioni sui bambini presenti a bordo, 13, di cui 2 lattanti. Insomma, il Comando di Stato Maggiore dell’Aeronautica sapeva già tutto ciò che era accaduto mentre i centri di soccorso avevano solo informazioni frammentarie e caotiche. Le perplessità sul ruolo giocato da Monte Cavo nella vicenda emersero anche tra alcuni membri della commissione d’inchiesta. Per esempio, l’On. De Julio chiese al colonnello Giangrande: «Non capisco queste telefonate che passano per caso in un centro che dovrebbe entrare in f u n z io n e soltanto in caso di guerra», facendo quindi palesare l’idea dopo le recenti rivelazioni di Canal Plus che quella sera si potrebbe essere verificata davvero un’azione di guerra nei cieli italiani tra aerei francesi e alcuni mig libici, con al cen-

La fortezza militare di monte Cavo chiusa nel 2011

tro il DC9 diretto a Palermo. Anche l’On. Roberto Cicciomessere si pose un interrogativo: «Vorrei sapere se è possibile che le informazioni comunicate a Monte Cavo siano state inviate con un criterio di riservatezza; […] trattandosi di una informazione che coinvolgeva altri interessi, era bene non comunicarla ad altri centri, ma solo a questo tipo specifico, predisposto per essere attivato in caso di guerra?». Domanda rimasta allora senza risposta. Nel 1991 risultarono molto interessanti anche le dichiarazioni rese da Antonio Berardi, all’epoca dei fatti ufficiale dell’Aeronautica, dimessosi successivamente, sul ruolo che aveva Monte Cavo nel sistema aereo nazionale: «[Monte Cavo] era una sala operativa dove affluivano notizie dalle

basi radar dislocate in Italia […]. Si tratta di una sala operativa con un display illuminato sul quale veniva presentata in continuazione la situazione aerea che si svolgeva in Italia, sia civile che militare». Undici anni dopo il disastro del DC9 costato la vita a 81 persone, emerse l’importante ruolo giocato dallo Stato Maggiore di Monte Cavo nelle comunicazioni immediatamente successive alla strage, mentre ora, 36 anni dopo, riaffiora l’ennesimo capitolo rimasto oscurato per decenni. L’unica certezza è che ancora oggi siamo alla ricerca di ciò che accadde quella sera del 27 giugno 1980 e di ciò che avvenne dopo, a cominciare dai numerosi depistaggi che hanno accompagnato la vicenda di Ustica fin dall’inizio.


ROCCA DI PAPA L’esasperazione dei cittadini è emersa in un incontro con il consigliere Crestini

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La frazione verde del Vivaro e le questioni rimaste inascoltate

di Paola Gatta Cittadini arrabbiati, esasperati, stanchi di promesse mai mantenute da una classe politica che da tanti anni considera la frazione di Rocca di Papa un territorio marginale su cui investire poco e male. Questo malumore è emerso in modo evidente il 28 gennaio, quando i cittadini del Vivaro hanno incontrato il consigliere comunale Emanuele Crestini, che ha ascoltato i problemi che sta vivendo il quartiere ma anche le proposte che potrebbero fare di questo piccolo paradiso verde il punto di forza capace di trainare Rocca di Papa verso quella rinascita che tutti attendono. “I cittadini del Vivaro - ha detto Crestini - meritano attenzione perché da tanti anni mancano risposte alla risoluzione dei problemi. La cosa che più mi fa arrabbiare è che l’amministrazione si ricorda del Vivaro solo quando c’è da parlare dell’ex centro del Coni su cui si è pre-

Anche l’ingresso del Vivaro è in stato di abbandono

ferito attendere che degrado e abbandono prendessero piede definitivamente per cominciare a prendere qualche iniziativa. Per il resto i cittadini sono stati abbandonati a loro stessi”. Il Vivaro, infatti, era noto soprattutto per gli impianti del Coni, e dopo un’iniziale riscoperta che aveva inaugurato agli inizi del duemila un osservatorio astronomico con tanto di sala d’accoglienza, non è stato fatto quasi più nulla, a parte il

rifacimento della piazza che ha comunque lasciato qualche malumore per i tanti soldi spesi. Pian piano la frazione ha perso la sua vitalità e l’amministrazione comunale è sembrata presa da altre faccende. La discussione ha anche riguardato una serie di pagamenti inviati dal comune per abusi edilizi o aree di uso civico. Molti abitanti, per esempio, si sono visti recapitare cartelle esattoriali con richieste di de-

cine e anche centinaia di migliaia di euro. Al di là delle questioni di merito, aleggiava un interrogativo al quale ha dato voce una signora piuttosto giovane: “Perché queste cartelle arrivano proprio adesso? Io sto così da vent’anni e ora mi mandano le carte da pagare? Sono stata avvicinata da gente che mi è venuta a dire di non preoccuparmi. Se li voto, poi ci pensano loro a sistemare le cose. Io questi non li voglio più vedere!”. “Gli abitanti - ha commentato Crestini alla fine dell’incontro hanno lamentato la distanza delle istituzioni. I problemi vanno dalle piccole cose: mancanza di controlli stradali, segnaletica, illuminazione, manutenzione delle strade, interventi per la sicurezza, per il ghiaccio invernale; fino alle questioni più grandi, come il rifacimento della piazza, dei parcheggi o dell’edificio accanto al campetto di calcio, quasi finito da anni, ma inspiegabilmente chiuso”.


il Segno - febbraio 2016

di Andrea Sebastianelli Il 14 febbraio di settantadue anni fa Rocca di Papa visse il momento più drammatico della sua storia recente. Le bombe caddero provocando morte e distruzione. In occasione del 70mo anniversario di questa tragedia il Segno pubblicò una serie di articoli di Gianfranco Botti che, per la capacità di entrare dentro gli avvenimenti di quei giorni, restano ancora oggi dei punti di riferimento imprescindibili per chiunque voglia conservare la memoria di quello che veramente significò per i roccheggiani quella immane tragedia. Alle due del pomeriggio di quel 14 febbraio accadde l’inimmaginabile. Diversi palazzi del centro storico caddero seppellendo sotto di loro decine di roccheggiani, intere famiglie. Mia nonna Margherita D’Andrea abitava in via Mazzini, proprio di fronte a un altro palazzo il cui ingresso dava su via Umberto De Luca. Entrambi diventarono in pochi secondi un ammasso di macerie e polvere. Nonna Margherita - racconta oggi mia zia Renata Cippitelli, che ancora vive in quella casa - prese i figli, le poche cose che valeva la pena portarsi dietro, e scappò via alla ricerca di un rifugio sicuro. “Io ero una bambina, avevo 9 anni, e di quel pomeriggio ricordo soprattutto la polenta. Mia madre, dopo tanto tempo, l’aveva preparata, io la aspettavo con frenesia, e proprio mentre la stava allargando sulla spianatora e io la stavo pregustando, udimmo i rumori degli aerei che si avvicinavano. Mia madre non perse tempo, lasciò la polenta sulla tavola e scappammo di corsa mentre io, uscendo, guardavo la polenta ancora fumante. Al nostro ritorno la casa era completamente distrutta, le strade intorno piene di macerie, dal palazzo di fronte si sentivano urla, lamenti. C’era gente che cercava di portare i primi soccorsi. Ma la cosa che ricordo di più è proprio il sapore di quella polenta mai mangiata... ‘llu sapore m’è remastu ecco (indicando la gola)”. Una testimonianza semplice che ci riporta, però, alla quo-

Cultura e

... dintorni

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«Il sapore di quella polenta fumante m’èrimastoingola»

I bombardamenti del 14 febbraio 1944

tidianità di quelle famiglie che, oltre ai patimenti per il cibo che mancava e per il freddo che gelava il sangue, dovettero a un certo punto capire sulla loro pelle il significato vero della parola guerra. Dopo il bombardamento del 14 febbraio 1944, appena tre mesi dopo, il 25 maggio, le incursioni aeree americane tornarono provocando nuove vittime, tra cui Lucia Santovetti, di anni 87. Gianfranco Botti così ha descritto quei giorni terribili: «Il ricordo della Santovetti, mia bisnonna, la vittima più anziana, mi riporta alla vittima più giovane, Rossano Ticconi, di 22 giorni, ammazzato, sempre il 25 maggio, nel locale, allora bottega, oggi del parrucchiere Alessan-

dro, all’imbocco dell’Ortacìa. Morì, la creatura, abbracciato alla madre, Luigia Basili (24 anni), e insieme a Luisa In alto: il monuLucatelli (43 anni) mento dedicato alle e a Ercole Spadoni vittime della guerra (65 anni), “sor’Ereretto nel cimitero comunale. Sopra: la cole” perché forelapide della vittima stiero. Luisetta nel più giovane, Rosnegozio lavorava, sano Ticconi, di apgli altri stavano a pena 20 giorni. far spesa. Io stavo A lato: la vittima più nella stanza acanziana, Lucia Santovetti, di 87 anni. canto». Un altro spaccato di quella quotidianità che dovrebbe far Botti, «gli anniversari sono il riflettere le nuove generazioni segnalibro del passato» e «le (ma non solo) sull’importanza abitudini e le memorie colletdella memoria visto che, come tive sono un modo di riconoha scritto lo stesso Gianfranco scersi e consolano».


18 di Antonia Dilonardo* Perdonatemi una piccola nota di vanità: l’Associazione l’Osservatorio, fondata da Maria Pia Santangeli, ha iniziato in bellezza l’anno sociale 2016. Il 21 gennaio scorso, presso l’aula consiliare del comune di Rocca di Papa si è svolto un “pomeriggio tra parola e musica” con la partecipazione della scrittrice Maria Lanciotti e del maestro Daniele Mutino, musicista, compositore, moderno cantore, colto e raffinato. Il suo linguaggio artistico, particolarmente legato alla fisarmonica, è originale e non prescinde dalla sua formazione originaria come pianista di musica classica, né dalla sua lunga esperienza di spettacoli di strada come fisarmonicista itinerante e musicista per spettacoli circensi. La sua formazione teatrale con la figura carismatica del regista Nino Racco (allievo del regista polacco Jerzy Grotowski, considerato uno dei padri del moderno teatro di ricerca) si concretizza nella partecipazione all’allestimento dello spettacolo “La ballata del soldato morto” di Bertolt Brecht. Si segnalano: la sua partecipazione ad un film su San Francesco diretto dalla compagna del regista Michelangelo Antonioni e con la supervisione dello stesso regista, la collaborazione come compositore ed esecutore con il teatro Argentina di Roma, con il teatro Mercadante di Na-

AVVENIMENTI

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L’Osservatorio inizia il suo 16mo anno di attività

Daniele Mutino conquista Rocca con la sua musica L’associazione fondata 20 anni fa da Maria Pia Santangeli

poli, come esecutore nel musical “A Burning Opera”, rappresentato al teatro Zinzanni di San Francisco in California, le collaborazioni con la RAI, la televisione svizzera ed altro. Il suo impegno per la valorizzazione degli artisti di strada lo ha fatto incontrare con Dario Fo. Del resto la sua vera passione è il teatro di strada che lo ha portato a viaggiare in Italia, in Europa, in California, in Australia. Il teatro di strada rappresenta per lui “un tramite, uno strumento per giungere direttamente al cuore delle persone, un modo per coltivare, nella semplicità di un’emozione o di un sorriso, la speranza nella vita e la possibilità di condividerla con chiunque e spezzare la catena dell’isolamento, creando così una comunità temporanea, composta da gente di ogni età, razza, religione, nazionalità, condizione giuridica, culturale e ceto sociale …”. Laureato in antropologia culturale, studia i vari linguaggi della storia cantata nel tempo, in particolare i cantastorie siciliani. La sua formazione umana ed intellettuale lo porta a dedicarsi

a persone con disa- Il maestro Daniele Mutino gio psichico e sociale, lavorando in vari progetti avvalendosi della sua conoscenza musicale. Dal 2000 riprende l’attività concertistica, prevalentemente con la fisarmonica, e realizza colonne sonore per spettacoli teatrali, film e documentari. La sua attività artistica e culturale è vasta e non possiamo raccontarla tutta. Un particolare ringraziamento per l’ottima riu- Arietti sul tema “La Via scita del pomeriggio va alla Sacra, le nuove scoperte”. scrittrice Maria Lanciotti che Si prevedono inoltre: un inha raccontato il musicista nel contro con il vaticanista Rafsuo libro “Storia di un Canta- faele Luise sul tema “Il storie”, un racconto/intervista Giubileo della Misericornel quale il maestro Daniele dia”; un incontro con lo psiMutino, stimolato dalle do- canalista Vittorio Lingiardi, mande dell’autrice, si racconta professore all’Università di offrendoci non solo le sue vi- Roma La Sapienza, che avrà cende di uomo e di artista, ma come argomento “Origini, anche uno spaccato della sto- ambiente, forze d’attrazione dei luoghi”. ria dal 1990 ai giorni nostri. Sono in seguito previste conLa programmazione dell’asso- ferenze su altri temi interesciazione prosegue. Il 25 feb- santi, visite culturali e mostre. braio alle ore 17, presso la Ringrazio il Segno che ci ha biblioteca comunale di Rocca ospitato e ci ha dato voce. di Papa, ci sarà un incontro * Coordinatrice dell’associazione L’Osservatorio con l’archeologo Franco

L’iniziativa, promossa da Gennaro Spigola, si terrà venerdì 26 febbraio alle ore 17

Conferenza del prof. Mario Tiberi alla biblioteca

Il prossimo venerdì 26 febbraio, alle ore 17,00, la biblioteca comunale di Rocca di Papa in viale Enrico Ferri tornerà ad ospitare una conferenza del professor Mario Tiberi, ordinario di politica economica presso l’Università di Roma La Sapienza. L’iniziativa, promossa da Gennaro Spigola, sindacalista e punto di riferimento della sinistra cittadina, verterà, come è nelle consuetudini del prof. Tiberi, su un argomento molto

attuale e che spesso è stato al centro del dibattito politico, sociale ed economico italiano. Infatti, nella saletta della biblioteca si affronterà il tema dell’austerità e le sue conseguenze per il mondo del lavoro e per lo stato sociale. “Invitiamo tutti a partecipare alla conferenza - ci ha detto Gennaro Spigola - perché comprendere dove ci sta portando l’austerità è fondamentale per riportare il ruolo della politica in primo piano”.

Mario Tiberi e Mario Draghi


STORIE

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il dialetto di Gianfranco Botti Se conosci grammatica e sintassi, di arretratezza culturale non ti si può tacciare quando fai dialetto, significanza di radicamento e di appartenenza. L’arretratezza culturale è costituita dalla scarsità della conoscenza, dall’apatia ad accrescersela, dalla povertà delle idee, dalla deficienza a gustare l’arte e la musica, dalla insufficienza a vivere compiutamente il proprio tempo (Benedetto Croce). La massima sventura è la solitudine, tant’è vero che il supremo conforto, la Religione, consiste nel trovare una compagnia che non falla. L’opera equivale alla preghiera perché mette idealmente a contatto con chi ne usufruirà. Tutto il problema

V

Finaccia

della vita è dunque questo: come rompere la propria solitudine, come comunicare con gli altri. Così si spiega la persistenza del matrimonio, della paternità, dell’amicizia. Perché poi sia qua la felicità, mah! Perché si debba star meglio comunicando con un altro che non stando soli, è strano. Forse è solo un’illusione: si sta benissimo soli la maggior parte del tempo. Piace, di tanto in tanto, avere un’otre in cui versarsi e poi bervi se stessi, dato che dagli altri chiediamo ciò che abbiamo già in noi. È mistero perché non ci basti scrutare e bere in noi e ci occorra riavere noi dagli altri... (Cesare Pavese). Io devo essere allegro, disponibile, gradevole, buffone, stravagante. La virtù si fa rispettare, e il rispetto è scomodo. La virtù si fa ammirare,

e l’ammirazione non è divertente. Io ho a che fare con gente che si annoia. È mio compito farli ridere. Ora, cos’è che fa ridere? Il ridicolo e la follia. Perciò devo essere ridicolo e folle; e qualora la natura non mi avesse fatto tale, la via più breve sarebbe sembrarlo (Denis Diderot). Scuola elementare. Tema: Una tua domenica partico-

lare.

Svolgimento: Lla domenica erammo iti tutta a famia ar tufo a pregà a Madonna de fa fan fiu a sorema chetè sposata da tre anni ma nten fiu. Semo iti e alemo pregatu tantu. Mo o che non ci semo spiegati be co a Madonna o che a Madonna nà capitu fattu sta che è remasta ncinta l’ara sorema che netè mancu sposata.

IL RACCONTO DEL MESE

iveva in un l u o g o opaco, lontano, estraneo. Aveva accettato quella sistemazione, ma non era di Noga riuscito ad ambientarsi. Si sentiva tagliato a metà e si illudeva che una delle due metà non gli appartenesse più: era rimasta là da dove non avrebbe mai dovuto allontanarsi. Non aveva comunque alternative: ne era consapevole. Doveva rimanere in quel luogo. Sentiva che giorno dopo giorno i suoi ricordi più cari si impoverivano. Alcuni di essi, forse, erano ormai scomparsi. Da una delle grandi finestre osservava la strada sottostante lucida per una pioggia autunnale sottile, impertinente, incessante. Notò un cane che a testa bassa trotterellava lentamente con una andatura sghemba come se avesse alcuna voglia di camminare.

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o assalì una nostalgia violenta che lo lasciò senza fiato. I luoghi, che aveva a suo tempo abbandonato adesso gli apparivano nitidi in tutta la loro realtà. Protese allora le braccia e spalancò gli occhi: gli sembrò di volare. E subito

Un sogno a metà

dopo gli apparve bianchissima la nebbia a fondo valle; un mare bluastro lontano; le cornacchie che volavano basse, sgraziate e urlanti; il verde compatto del bosco; i tetti asimmetrici delle case sparse ovunque; le villette arroganti, biancastre, disabitate, allineate lungo i bordi della strada asfaltata; i fari delle automobili occhieggianti tra i tronchi dei pini marittimi che guardavano il lago; le navi che andavano e venivano costeggiando la costa e che, a notte fonda, come lanterne d’oriente, navigavano luminose.

Avvertì lo stridore furibondo delle macchine mentre un gatto guardingo si arrestava improvvisamente sul bordo della strada e un cagnetto bastardo e tignoso, stirpe di occhiuti guardiani, abbaiava con lugubre insistenza. Il mare, infiammato nel tramonto, accoglieva il sole nelle proprie acque ancestrali spegnendolo. Le navi, gli aerei, gli alberi, le campagne vicine naufragavano nel buio che incombeva veloce. Sulla sua destra, lungo i fianchi del monte, lampade allucinate brillavano dondolando fra i tronchi di alberi spogli. Mentre, altre lampade, immobili sui muri o infisse sui tralicci di ferro traforati, guardavano stralunate oltre la valle. Tornò in sè: la pioggia non cadeva più e sulla strada il cane era scomparso. Alcuni passanti, ingobbiti contro il vento autunnale, si allontanavano con incerti passi veloci. Serrò le imposte e, adagiatosi sulla poltrona preferita, chiuse gli occhi. Si addormentò e sognò e nel sogno vide se stesso trascorrere i suoi giorni tranquillamente nel sole in quei luoghi abbandonati e mai più ritrovati. Egli visse a lungo e durante il tempo trascorso le sue due metà non si riunirono mai più. Tranne nei suoi brevi sonni inquieti. Gennaio 2013


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PAGINA APERTA

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ERBOR IST ’ L A ..... ............. ...... ....

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Spunti di Il garofano e psicologia l’amore negato

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A cura della Dott.ssa Bruna Benelli

L’amore non ha sesso

In questi ultimi tempi, il disegno di legge (Ddl) sulle unioni civili e di fatto e la stepchild adoption, ha infuocato le opinioni e le “coscienze morali” del nostro Paese. Questo Ddl è volto a dotare il nostro ordinamento di una disciplina legislativa di riconoscimento giuridico delle coppie formate da persone dello stesso sesso e dei diritti delle coppie di fatto, per tutelare i diritti di entrambi i partner, come viene sancito nelle unioni civili o nei matrimoni celebrati con rito religioso tra partner eterosessuali. Non comprendo in cosa consista la differenza nella qualità del sentimento amoroso tra un uomo e una donna e due partner omosessuali e perché non possano godere degli stessi diritti, dal momento che contribuiscono tutti al pagamento delle tasse e sono cittadini della stessa nazione. E soprattutto, se i gay potessero godere dei diritti che gli spettano, quanto ne beneficerebbe anche la nostra società, in tema di ordine sociale e anche per i più moralisti, in tema di diminuzione della promiscuità sessuale? Inoltre, da ricerche psicologiche è emerso che i bambini cresciuti con le coppie omosessuali sono bambini felici al pari dei figli delle coppie etero, sempre che siano presenti condizioni di vita sane (alimentazione corretta, igiene, bassa conflittualità, niente traumi) e presenza di rapporti familiari e sociali positivi, niente discriminazioni e bullismo. La stepchild adoption permetterebbe al partner dopo la morte del compagno, di adottare il figlio dell’altro, previo parere del giudice. Lo scopo, dunque, è quello di proteggere il bambino e consentirgli di vivere con l’unico genitore rimasto. Che cosa c’è di male in tutto questo?

di Francesca Torino Il garofano, detto anche Dianthus, è una bellissima pianta originaria del Mediterraneo, di cui però non si conosce l’esatto luogo di provenienza. Le sue foglie hanno un particolare colore grigiastro/verdognolo tendente al blu, mentre i suoi fiori sono raggruppati insieme sullo stesso stelo e hanno diverse colorazioni (giallo, bianco, rosa porpora, verde, rosso). Diversi miti e leggende sono legati a questa pianta, risalenti per lo più al periodo rinascimentale e che hanno come tema comune un amore negato, sia quello di un amante sia quello di un genitore. Si racconta, ad esempio, che Diana – la dea della caccia – fosse stata innamorata di un pastore, al quale non poteva legarsi per via del suo voto di verginità. Onde evitare che il suo amato potesse guardare e desiderare altre donne oltre a lei, gli fece strappare gli occhi e li buttò sul

terreno, dal quale spuntarono due garofani bianchi. Un’altra leggenda, questa volta cristiana, vuole che le lacrime di Maria, sofferente alla vista del figlio morente sulla Croce, caddero a terra dando vita a dei garofani bianchi. Questo fiore nel corso dei secoli ha assunto diversi significati, ma sempre legati all’amore, in base al suo diverso colore: il rosa simboleggia la reciprocità amorosa, il bianco la fedeltà, il giallo lo sdegno, il verde l’amore omosessuale, il rosso la passione. Quest’ultimo, però, con il tempo ha iniziato ad essere associato alla politica, o meglio a una parte di essa, ad esempio in quella rivoluzionaria di Napoleone (contro quella monarchica raffigurata dal fiore bianco), oppure nei socialisti nella seconda metà dell’Ottocento.

Occhio alla Nutrizione La verdura in ogni pasto

di Laura Fico* Sembra strano comprendere come un alimento costituito da più del 90% di acqua sia così indispensabile alla nutrizione umana. La verdura è ricca di vitamine e sali minerali, il contenuto di fitonutrienti la rende un ottimo antiossidante e soprattutto è ricca di fibra. Le proprietà della fibra ho avuto modo di illustrarle spesso ma questa volta voglio soffermarmi sul ruolo di queste in un regime ipocalorico. La verdura fa quindi dimagrire? Letteralmente questa affermazione non è giusta ma

posso tranquillamente affermare che la verdura è indispensabile per dimagrire. Un piatto di verdura, a inizio pasto, oltre a contribuire ad anticipare il senso di sazietà rallenta i picchi glicemici. Assumendo fibra prima dei pasti

Nel Novecento il garofano diviene anche loro sinonimo, come ricorda Gramsci quando si rivolge a loro catturati dai fascisti come ai «garofani» o come nel bel romanzo di Vittorini, Il Garofano Rosso, che altri non è che il giovane Alessio Mainardi. Insomma, questo particolare e quasi mai solitario fiore è diventato importante nel tempo per gli uomini, sia che rappresenti l’amore degli innamorati sia quello per gli ideali politici, in comune hanno la collettività, in un certo senso, semplicemente lo stare insieme. gli zuccheri semplici e complessi sono assorbiti più lentamente aiutando ad evitare un rialzo brusco della glicemia. L’aumento rigido dei livelli di glicemia provoca il rialzo dei livelli di insulina(1) e, poiché la cellula non può assorbire tutto il glucosio, si attiva il metabolismo dei grassi che lo trasforma in adipe. Quindi, mancanza di fibra, picco glicemico, adipe e quindi grasso. Giustifichiamo quindi le cinque porzioni al giorno consigliate da medici e nutrizionisti tra frutta e verdura e forse, ora, li seguiremo! Insulina: ormone prodotto dal pancreas. La sua funzione principale è quella di regolare i livelli di glucosio ematico.

(1)

*Biologa Nutrizionista


il Segno - febbraio 2016

L’angolo della storia

CULTURA

L’America bigotta ai tempi di Darwin

di Vincenzo Rufini Nel 1859 il naturalista britannico Charles Darwin diede alle stampe un suo lavoro al quale aveva dedicato tutta la sua esistenza “L’origine delle specie”, cui seguirà alcuni anni dopo “L’origine dell'uomo”. Lo studio complesso e comparato di Darwin sconvolse antiche convenzioni, sul piano teologico, filosofico, sociale, dando vita ad una nuova teoria scientifica: l’evoluzione umana. L’essere umano non era stato creato dalla polvere, secondo quanto insegna il libro della Genesi, bensì è il frutto di una continua evoluzione avvenuta nel corso di milioni di anni. Charles Darwin poté formulare codesta concezione antropologica in un paese liberale qual era l’Inghilterra del 19mo secolo; dall'isola britannica il nuovo verbo scientifico si affermò e venne accettato in tutto il resto dell’Europa fino ad approdare nelle terre d’oltre oceano. La nuova teoria scatenò una serie di feroci polemiche che si protrassero nel corso dei vari decenni della fine dell’Ottocento e nei primi del Novecento. Ancor oggi scaldano la scarsa attività cerebrale dei neo-creazionisti americani, i quali con pervicacia tutta statunitense negano valore scientifico alla teoria dell’evoluzione. Il culmine di queste polemiche si ebbe nel 1925 nello stato americano del Tennesse; qui si registrò una tappa fondamentale nel cammino della teoria di Darwin. Nel paesino di Dayton un giovane professore supplente di biologia, John Scopes, in una scuola superiore decise di insegnare ai suoi studenti la teoria dell’evoluzione delle specie. Tale decisione suscitò la reazione indispettita e violenta della comunità locale, aizzata dagli esponenti più in vista del creazionismo del

luogo, dando il via ad una persecuzione nei confronti del giovane professore intrisa di fondamentalismo religioso antistorico ed intollerante. Scopes fu messo in prigione ed accusato delle peggiori nefandezze, ma il fatto varcò i confini della provincia americana, bigotta ed incolta, diventando un caso nazionale. I giornali nazionali parteggiarono subito per il professore e l’associazione per le libertà civili gli procurò uno dei principi del foro del tempo: Clarence Darrow. Al contempo i creazionisti si affidarono all’ex Segretario di Stato di Woodrow Wilson, il campione del fondamentalismo William Bryan, che svolse il ruolo di pubblica accusa al processo che ne seguì e che fu ribattezzato “Il processo delle

scimmie”. La risonanza del fatto influenzò la decisione della giuria in modo determinante tantoché il professor Scopes venne condannato ad una pena simbolica di 100 dollari per aver contravvenuto ad una legge dello Stato del Tennesse che vietava l’insegnamento della teoria di Darwin. L’episodio in sé rappresentò

La poesia del mese

di Anna Giovanetti

Carnevale... ogni scherzo vale È febbraio e come ogni anno ecco, arriva il Carnevale carri, maschere e lo slogan per cui ogni scherzo vale. Ma di scherzi, amici cari ne subiamo a profusione e non solo nel periodo di Arlecchino e Balanzone.

Sono scherzi regalati dai politici ogni anno truffe, inganni e corruzione che però non pagheranno.

Anzi (e qui viene lo scherzo) tutto questo malaffare siamo noi, coi nostri soldi a doverlo risanare. E se vengono scoperti sembran puri per davvero, quella casa? Quel palazzo? Gli è piovuto giù dal cielo.

Se non cambierà qualcosa ci dovremo rassegnare perché poi è sempre quaresima passato il Carnevale!

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una enorme pubblicità per la predetta teoria, tanto che anche Hollywwod si occupò della questione con due memorabili films: “E l’uomo creò Satana” con Spencer Tracy e Gene Kelly e il remake “Inherit the wind” con Jack Lemmon. Ambedue i lavori cinematografici hanno avuto il pregio di rendere un servizio alla collettività tramite l’analisi cinematografica di un fatto altrimenti destinato a rimanere nella sconosciuta provincia americana. La tale vicenda ci presenta alcuni motivi di riflessione quali la presenza di archetipi presenti in tutte le epoche e in tutte le vicende, come l’inquisitore chiamato a custodire una verità fondamentalista ormai fuori dalla realtà; lo spirito puro del professore che a costo della propria esistenza non disdegna di far veicolare la conoscenza tra le genti; l’opinione pubblica sempre pronta a farsi manipolare da istrioni interessati; il potere della stampa, quando è veramente indipendente, che svolge il ruolo di salvaguardia della conoscenza e dell’onestà intellettuale. Oggi quel lontano 1925 lo vediamo con la giusta distanza temporale e storica, forti delle acquisizioni che la modernità ci porta a conoscere, ma le propaggini del fondamentalismo e dell’intolleranza non sono del tutto estirpate, ma sono sempre pronte a rimaterializzarsi. Compito dell’intelletto evoluto è porsi sempre a guardia della conoscenza e della tolleranza affinché non siano mai più calpestate dal fumo dell’ignoranza.


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Il grande fascino delle maschere italiane ci porta ai tempi di Dante

Il Carnevale è finito da pochi giorni e sulle strade si vedono ancora migliaia di coriandoli che segnano un momento di incontro tra bambini (o anche adulti). Basta uno sguardo veloce e pochi scambi di battute per capire chi sia travestito da cosa e subito ci si lanciano addosso i pezzettini di carta colorati. Oggi le maschere sono quasi tutte facilmente riconoscibili e riconducibili alla loro storia, alle loro origini, che più o meno tutti conosciamo: supe-

reroi della Marvel o della DC Comics, personaggi della Disney o dei videogiochi, vecchie star del rock, mostri vari. Forse, però, delle tradizionali maschere italiane ci si ricorda solamente del nome e magari neanche si vedono più in giro nelle piazze, eppure hanno fatto la storia sia del nostro Carnevale sia del nostro teatro. Infatti, molte di queste hanno fatto la loro comparsa proprio nei teatri dal XVI secolo fino alla metà del XVIII, identificandosi in quella che Goldoni ha definito la “commedia dell’arte”, ossia una nuova forma di rappresentazione teatrale basato sul disimpegno politico e sull’intrattenimento del pubblico mediante storie, barzellette, scene grottesche narrate e interpretate da personaggi. Arlecchino ha origini bergamasche, come Brighella suo antagonista, e appare per la prima volta nella commedia dell’arte a metà del ‘500 grazie all’attore, anch’egli bergamasco, Alberto Gavazzi. Le sue radici, però, sono molto più antiche. Sembra, infatti, che il suo nome richiami quello di un demone e che sia asso-

VAGABONDANDO

il Segno - febbraio 2016

In giro per musei... Galleria Nazionale d’Arte Moderna

La contropittura di Pablo Echaurren in 200 opere di Francesca Torino La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma (GNAM) ospita fino al prossimo 3 aprile una grande mostra su Pablo Echaurren, uno degli artisti contemporanei più versatili. Echaurren, classe 1951 e figlio d’arte, inizia a dipingere già all’età di 18 anni sotto l’ala protettrice del pittore Gianfranco Baruchello e di Arturo Schwarz, importante collezionista d’arte a cui dobbiamo l’introduzione in Italia di celebri pittori dadaisti e surrealisti. Pittore, fumettista e scrittore, il suo genio creativo vede importanti successi a partire dagli anni ‘70, quelli della contestazione politica, come alcuni disegni delle copertine di diversi romanzi editi da Savelli (casa editrice di estrema sinistra), tra i quali Porci con le ali di Marco Lombardo Radice e Lidia Ravera. Inoltre, illustra e scrive su note riviste come Lotta Continua, Linus, Alter Alter, Frigidaire. Nel ‘77 entra a far parte dei cosiddetti “indiani metropolitani”, una corrente creativa e ironica che prende avvio dal movi-

mento giovanile e che attraverso il linguaggio artistico cerca di denunciare il mondo illusorio dei media e del sistema politico, nonché del potere. La mostra, con la presentazione di oltre 200 opere, ripercorre l’intera carriera di Echaurren, mettendo in risalto le sue influenze artistiche – soprattutto dadaiste e futuristiche – e la sua “contropittura”, cioè un nuovo modo di pensare le Avanguardie storiche come strumenti a disposizione della collettività. L’esposizione parte dalla celeberrima dichiarazione «Volevo fare l’entomologo», che racchiude un’antica ma mai dimenticata passione giovanile di Echaurren per le scienze naturali, sottoponendo al visitatore le sue prime

ciato proprio ad esso (lo stesso Dante nella XXI cantica dell’Inferno ne identifica uno con il nome di Alichino). Non è un caso che nelle maschere seicentesche, di solito nere, sia riprodotto un ghigno demoniaco. Pulcinella nasce a Napoli nello stesso periodo di Arlecchino grazie all’attore Silvio Fiorillo, il quale prende ispirazione dal ritratto di un contadino fatto da Ludovico Carracci. La maschera personifica vizi e virtù del borghese napoletano prima e nazionale poi. È sempre a partire dalla metà del XVI secolo con la commedia dell’arte che si deve l’introduzione delle donne nel teatro. Uno dei personaggi più noti, anche per i suoi legami sentimentali con Ar-

opere raffiguranti – come fossero dei francobolli – scene di quotidianità, d’attualità politica, di erotismo. Continua, poi, attraversando il periodo degli “indiani metropolitani” e degli anni ‘80 e ‘90, in cui vengono affrontate le tematiche politiche contemporanee (il Muro di Berlino, la Guerra Fredda) e quelle ambientalistiche mediante il collage di manifesti politici e pubblicitari. La sua creatività è in continuo fermento (sono esposte anche opere più recenti) e lo GNAM, con le sue belle sale, racconta la storia di tre decenni della sua attività. Fino al 3 aprile 2016 Viale delle Belle Arti, 131 Roma

lecchino, è la veneziana Colombina, che appare per la prima volta nel ‘600 interpretata da Marie Catherine Biancolelli. Colombina è la Servetta della commedia, ossia la cameriera e la confidente della dama. Ogni maschera racconta una storia, quella di un’epoca, di una società con i suoi pregi e difetti, oppure di altri mondi, lontani e immaginari ma – nel momento in cui si indossano i loro panni – così vicini e reali. In fondo il bello del Carnevale è questo essere qualcun altro per un giorno, esagerandone i modi di esseri, le manie, dimenticando per un istante il grigiore della nostra quotidianità. Francesca Torino


il Segno - febbraio 2016

di Annarita Rossi Al largo una barca ha appena tirato su le reti quando in cielo i gabbiani volteggiano stridendo. Oscilla di poco l’imbarcazione per le piccole onde che poi si andranno ad infrangere a riva. Il rumore del mare che cambia a seconda del tempo, dei venti, delle latitudini e della luna che influenza le maree. Il mare che ispira da sempre poeti, scrittori e cantautori, unisce paesi che separa, fa gioire, amare e piangere quando diventa teatro di morte. Sono diverse ore ormai che quel pesante corpo è intrappolato nelle acque basse. Aveva fluttuato prima d’allora per migliaia e migliaia di chilometri attraversando gli oceani, cantando insieme alle sue compagne, le quali adesso si trovano come lei su quei bassi fondali da dove è impossibile muoversi. Moby Dick, riversa da un lato, scruta l’orizzonte. Il sole sta tramontando. Com’è immenso il

La vita nei modi di dire

TEMI D’OGGI

Com’è immenso il mare per Moby Dick mare! Ne ha viste lei di cose durante le sue traversate. Ha incontrato pesci tropicali nel Mar Mediterraneo, giunti a causa del surriscaldamento globale; ha visto specie di pesci negli abissi che l’uomo ignora; ha visto delfini finire nelle reti a strascico e tonni venire uccisi nelle mattanze; ha visto le trivellatrici piazzate ad un certo punto in mezzo al mare e vi ha girato al largo, i suoi predecessori non ne avevano mai viste di cose tanto strane, quindi ha preso delle precauzioni. Durante il suo peregrinare ha visto isole di plastica grandi

di Enea Trinca

Uno rimane scapolo perché quando si è giovani è troppo presto, quando si è vecchi è troppo tardi... nell’intervallo non ci si pensa. Certi politici non solo giocano a fare lo scaricabarile ma lo fanno dopo essersi bevuto tutto il contenuto.

La malattia che i polli temono di più... è il torcicollo.

Ho un cane poliziotto talmente bravo che ha preso una gazza ladra. Se ami te stesso ma non sei contracambiato, ama qualcun altro.

Bisogna fare largo ai giovani perché vanno forte... me ne accorgo il sabato sera. Il problema degli anziani è che la gente considera gli anziani un problema.

Non parlate mai male di voi, ci pensano già i vostri amici.

il T o c c o

di Ermanno Gatta

Una balena spiaggiata

come nazioni ed atolli affioranti che un giorno scompariranno sommersi da quelle stesse acque circostanti che si stanno innalzando; ha visto petrolio sgorgare dalle petroliere che ne perdevano; ha visto fare esercitazioni militari in alto mare; ha sentito dei rumori strani, assordanti, venire dai fondali ed ha visto dei sottomarini, poi ha perso l’orientamento e si è ritrovata insieme al suo gruppo dove giace adesso. Lei che è riuscita a scampare la sorte di diventare carne da macello per i mercati asiatici, nuotando veloce più che poteva quando fu avvicinata da una baleniera, quale disdetta le è capitata. C’è un faro che lampeggia laggiù e ancora sosta quella barca di pescatori al largo. Chissà se qualcuno andrà a salvarle? Tenta di guardare se le sue compagne sono ancora con lei ma non le avverte più. Moby Dick che fu il personaggio di quel capolavoro di Melville, ora è una balena spiaggiata che volge ancora un’ultima volta lo sguardo a quell’immensità da dove è venuta, poi l’occhio cade su suo figlio esanime e si spegne per sempre.

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Invito alla lettura

Lisa Genova

Ancora io di Loredana Massaro

Sarah è una giovane donna realizzata in tutto: vicepresidente di una delle società di consulenza più prestigiose di Boston, moglie innamorata, madre presente di tre figli. Ogni giorno che porta a termine, dimostra a sé stessa di essere la numero uno, destreggiandosi tra riunioni, colloqui e menage familiare. Ma non tutto è tranquillo come sembra. Sono i sogni che di notte l’avvertono, attraverso un incomprensibile linguaggio, che la sua vita sta annegando nel mare delle aspettative che gli altri hanno nei suoi confronti. Fino al giorno in cui la corsa viene interrotta da un terribile incidente stradale. Quando si risveglia in ospedale Sarah si rende conto di non riuscire più ad avvertire nulla che si trovi sul lato sinistro del proprio corpo. E’ un handicap grave che i medici chiamano “negligenza spaziale unilaterale”. Sarah è convinta di poterla cancellare dalla propria vita con poche settimane di fisioterapia. Ma questa volta la fretta non c’entra. Sarà necessario accettare l’aiuto degli altri, imparare a vivere una vita diversa, lontana dal successo. E’ questo l’inizio di una battaglia contro sé stessa prima ancora che con la malattia, una lotta quotidiana per ridisegnare alcune delle coordinate che fondavano la sua esistenza precedente. Da tutta la sofferenza e dalla rabbia che ne consegue, Sarah riuscirà a far nascere una felicità nuova, fatta di piccole vittorie e di grandi sfide. Si tratta di un libro possente, minuzioso, duro e sentimentale al contempo. Un’attività di scavo interiore, attraverso cui la protagonista è restituita sotto una luce “autentica”, ripresa nei gesti comuni della quotidianità e del rinnovamento. “Ancora io” è un grande romanzo perché incede senza fretta, dando peso ai particolari solo in apparenza insignificanti, in uno stile piano, scorrevole, che cattura. Lisa Genova è una neuropsichiatra che ha scritto per i lettori un romanzo delicato e forte sulla malattia e sull’invalidità. Un lavoro di comprensione e descrizione delle dinamiche interiori di chi è colpito da qualcosa che sembra portare via la propria identità. Un cammino volto a capire che non sono solo le abilità vantate, a fare di ognuno di noi una persona.


il Segno dei tempi

nei disegni del Maestro Franco Carfagna I “manicari”. Così si chiamavano i boscaioli che lavoravano direttamente nel bosco o all’imposto di legnami, preparando i manici per gli attrezzi. Un’attività, questa, che si svolgeva per l’intero anno senza interruzioni. D’inverno, durante le attività di spurgo (un taglio di “pulizia” dei boschi di castagno) si tagliavano le cosiddette “pertichelle” o “verghelle”, alberi di appena 11 anni. Il taglio doveva essere effettuato alla base, vicino al ciocco (“peticagna”), per ricavarne dei manici che servivano per le pale, i picconi, le vanghe, le zappe, ecc. Questi manici dovevano essere di “peticagna” e non di ramo, perché è una parte molto elastica dell’albero, a differenza dei rami che tendono a spezzarsi. Così, mentre d’inverno si lavorava nei boschi tagliando le “pertichelle”, in primavera si lavorava al banco (come si vede nel disegno del maestro Carfagna). Anche il banco di lavoro era realizzato artigianalmente: si prendeva un tavolone di circa 5 o 6 cm di spessore lungo 2,5 metri e largo 30 cm; veniva fatto un buco al centro per consentire l’innesto di una mazza per stringere il manico e una scorza di circa 4 cm di spessore lunga 80 e piegata

I “manicari” di una volta

Ultima pagina

il Segno - febbraio 2016

ad arco che serviva da pedivella. I “manicari” incaricati a svolgere questo lavoro utilizzavano “la rasora”, che era l’attrezzo principale che serviva per lisciare il manico arrotondandolo prima da una parte e poi dall’altra. Altri attrezzi utilizzati erano gli “stronchini” e l’immancabile “ronca”. Per raddrizzare il manico, veniva infuocato sulla fiamma viva.

Quello del “manicaro” era un lavoro stancante, i muscoli delle braccia e della schiena erano in continuo movimento. Anche il nostro Carfagna per alcuni anni ha svolto questo duro lavoro. Quindi, se qualcuno volesse approfondire l’argomento potrebbe rivolgersi direttamente a lui per avere spiegazioni più dettagliate.

Lettere, Proposte, Proteste e Reclami ilpiccolosegno@libero.it - www.ilsegno.org -

Il Segno di Rocca di Papa

Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico

LO SFACELO DELLE STRADE AI CAMPI Caro direttore, si faccia portavoce del disastro delle strade comunali ai Campi d’Annibale, dove sta diventando impossibile spostarsi con le macchine. A parte le due strade che hanno asfaltato, il resto è completamente abbandonato. Vogliamo parlare di via Rocca Priora? Di via delle Faete? Di via Pozzo del principe? Di via di Velletri? L’elenco è infinito ma noi le tasse le paghiamo come tutti gli altri. Ma i soldi delle multe non dovrebbero essere utilizzate per sistemare le strade? Poi vorrei parlare della

segnaletica. Esistono dappertutto segnali vecchi, rovinati, arrugginiti, bucati, illeggibili. Non sarebbe il caso di sostituirli ripristinando una corretta informazione? Oppure sono cose che a Rocca di Papa non si possono avere? Loredana Del Nero

IL CARNEVALE MAI ARRIVATO! Ci hanno levato pure il Carnevale. Mai come quest’anno abbiamo assistito al nulla assoluto, niente di niente. Neanche una festicciola per far vivere qualche giorno di divertimento ai nostri figli. Ho do-

vuto spostarmi con il Cotral per portare mio figlio a Frascati per partecipare alla sfilata delle maschere. Dopo il Natale anche il Carnevale. Vergognatevi! Lettera firmata

PARCO DISARMATO SULLE DISCARICHE Ho letto di recente un articolo del presidente del Parco Regionale in cui parlava delle discariche e diceva che nessuno può fare niente. Gli enti che sono nati per tutelare l’ambiente e la natura se non prendono atto che le discariche sono una brutta realtà su cui

intervenire e concentrare gli sforzi, che ci stanno a fare? Le strade vicine ai boschi stanno diventando immondezzai, giorno dopo giorno gli accumuli aumentano e vedere che chi dovrebbe intervenire si sente disarmato e non sa che pesci prendere è incredibile. Prendete la zona della Molara, ci sono rifiuti dappertutto; prendete le Faete, basta inoltrarsi nel bosco di pochi metri e si vedono buste, lavatrici e altre cose buttate; prendete la via che va al Vivaro, discariche in ogni angolo. Ma chi deve intervenire? Fatecelo sapere. Amedeo Sellati

IL PROSSIMO NUMERO DEL SEGNO USCIRÀ SABATO 19 MARZO


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