Il segno aprile 2018

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il

Segno

DA 17 ANNI SENZA PADRONI

Anno XVII, n. 1 - APRILE 2018

Toc toc... rieccoci! L’EDITORIALE

di ANDREA SEBASTIANELLI

Il Segno in versione cartacea riprende le sue pubblicazioni dopo cinque mesi di assenza in cui i cittadini si sono potuti rendere conto che cosa significhi avere a disposizione uno strumento di informazione indipendente e, soprattutto, libero dai partiti e dai politici. Recentemente Rocca di Papa ha visto il fiorire di nuovi (si fa per dire) giornali, uno chiaramente di governo leggendo il quale la nostra cittadina sembra il paradiso in terra. Dopo la neve e la pioggia, leggendolo ci siamo affacciati alla finestra aspettando che i soldi cadessero come gocce d’acqua.

Poi ci sono i giornali, cartacei e online, che seppur travestiti da indipendenza appaiono sempre più legati a questo o a quel politico, in alcuni casi un po’ a questo e un po’ a quello, tanto per non scontentare nessuno. Sono i giornali col guinzaglio.

Il Segno nei suoi 17 anni di vita ha sempre avuto alti e bassi, con periodi (fortunatamente brevi) di interruzione perché il prezzo della libertà è proprio questo: quando la tua unica linea editoriale è quella di non essere un giornale governativo, né di essere finanziato da chi comanda e da chi si oppone, inevitabilmente ti attiri addosso le ire e le maldicenze di quelli che SEGUE A PAGINA

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In tempo di crisi far conoscere la propria attività può essere una soluzione

La scappatella elettorale .com onews n g e s l i www.

349 .5783 869

ilpiccolosegno@libero.it

Silvia Sciamplicotti ed Emanuele Crestini insieme alla conta dei voti del Pd Alle pagine 5, 6, 7 e 8

Irregolare la variante d’opera MULTIPIANO

A PAGINA

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La lotta dei lavoratori A PAGINA

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Il thriller delle Calcare

Che cosa si nasconde dietro la più grande speculazione edilizia di Rocca di Papa ALLE PAGINE

Via Frascati-Via Lucatelli

La paura dei residenti per il crollo del muraglione A pagina 16

ORTI Pagine di COMUNALI DONNA A pagina 19

A pagina 21

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ANTENNE

La giunta a caccia di 600.000 € A PAGINA

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ATTUA L ITÀ

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il

Segno

organo quindicinale dell’associazione culturale “Editoriale il Segno” C.F. 92028150586 P.IVA 12706861007 Registrazione Tribunale di Velletri n. 5/02 del 19/02/2002

DIREZIONE Via dei Monti, 24 - Rocca di Papa DIRETTORE RESPONSABILE Andrea Sebastianelli

ilpiccolosegno@libero.it REDAZIONE

Bruna Benelli, Federico De Angelis, Daniela Di Rosa, Vincenzo De Rossi, Mauro Giovanelli, Anna Giovanetti, Giovanni Mancini, Noga (Gabriele Novelli), Roberta Puglisi, Annarita Rossi, Vincenzo Rufini, Maria Pia Santangeli, Luigi Serafini, Sandro Tabellione ILLUSTRAZIONI Franco Carfagna, Ermanno Gatta

Stampa: Arti Grafiche Roma

IL SEGNO NON USUFRUISCE DI ALCUN FINANZIAMENTO PUBBLICO SOTTOSCRIVI PER IL SEGNO:

Banca di Credito Cooperativo dei Castelli Romani e del Tuscolo IBAN: IT-12-Q-07092-39230-000000110977

il Segno - APRILE 2018

Anche in Europa le lobby finanziarie ci strangolano La teoria secondo cui il mercato si regola da solo è fallita

di NANCI MARIETTO

La crisi economica attuale ha creato in Italia tre milioni di disoccupati. Questo per non parlare dei cinque milioni di disoccupati in Spagna e della Grecia. Un personaggio che studiò il capitalismo con lo scopo di creare una società diversa, fu Karl Marx, il quale diceva che nel capitalismo le crisi sono cicliche, dato che l’economia non è pianificata, e si creano eccessi di produzione di determinate cose e mancanza di altre.

Ma le crisi degli Stati Uniti del 1999, 2004 e poi 2008, hanno coinvolto tutto il mondo, ma soprattutto l’Europa che, fino a quel momento, aveva sempre attuato politiche attente ai suoi poveri creando ammortizzatori sociali, l’istituto della pensione e un sistema sanitario per tutti. Ora si sta correndo il serio rischio di perdere tutte queste garanzie sociali.

Ciò accade perché l’intera Europa ha abbracciato la politica chiamata neo-liberista, teoria avanzata per la prima volta dell’economista Milton Friedman (19122006) premio Nobel dell’economia nel 1976 che diede vita anche a una scuola di pensiero a Chicago

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Una scena del film Blade Runner

(i famosi “Chicago boys”). Friedman, di famiglia povera, proponeva il massimo della concorrenza attraverso la privatizzazione di tutti i beni, anche di servizi come esercito, carcere, sistema sanitario, scuola, acqua, ecc., per ottenere il massimo in termini di produttività.

Adesso è la volta dell’Europa, che ha davanti una grave crisi economica con perdite di posti di lavoro, di imprese che chiudono e un sistema bancario in difficoltà… ma alla popolazione importa poco capire il perché di tutto questo (se le importasse capirebbe il gioco), quindi è disposta ad accettare ogni cosa, a cominciare dalla perdita delle garanzie sociali fino al cambio delle regole dell’econo-

mia. Qualcuno ha chiamato questo sistema, “la teoria dello choc”.

I difensori della teoria neoliberista dicono che il mercato regola tutto perciò le regole non sono necessarie. Ma un recente studio ha concluso che 737 gruppi economici controllano l’80% dell’universo corporativo e, di queste, un ristretto gruppo di 147 corporazioni ne controlla il 40% del totale. Tre quarti di queste sono di tipo finanziario. Con tale grado di concentrazione è impossibile avere libera concorrenza. Il tempo del libero commercio è passato e, come diceva l’economista Adam Smith, ora è il tempo di un mondo più giusto.


ATTUA L ITÀ

Intrecci mafia e istituzioni Una memoria troppo corta

il Segno - APRILE 2018

Negli ultimi mesi sono tornate d’attualità le stragi di Capaci e via D’Amelio in cui morirono i giudici Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e gli uomini della scorta. E si è tornati a parlare dei rapporti tra mafia e istituzioni. La sorpresa che hanno dimostrato alcuni politici, soprattutto di centrodestra, appare quantomeno strana visto che di quest’argomento, qualche anno fa (2003), qualcuno in Italia se ne era occupato. Così mi sono tornate alla mente due pagine (443 e 444) del libro scritto da Marco Travaglio e Peter Gomez, “Lo chiamavano impunità”. I due giornalisti, con il titolo “Bombe del 1992 e del 1993 (concorso in strage)” si occuparono proprio di questi dolorosi fatti di sangue. Le inchieste delle Procure di Firenze e Caltanissetta sui “presunti mandanti a volto coperto” delle stragi del

1992 (Falcone e Borsellino) e del 1993 (Milano, Firenze e Roma) furono archiviate per scadenza dei termini d’indagine. Travaglio e Gomez spiegano che il 14 novembre 1998, il Giudice per le Indagini Preliminari, Giuseppe Soresina, rilevò come Berlusconi e Dell’Utri intrattennero “rapporti non meramente episodici con i soggetti criminali cui è riferibile il programma stragista realizzato”. Ossia con il clan corleonese che da vent’anni guida Cosa Nostra. Oltre a questo il giudice ipotizzò l’esistenza di “una obiettiva convergenza degli interessi politici di Cosa Nostra rispetto ad alcune qualificate linee programmatiche della nuova formazione (Forza Italia)”. Dal libro si apprende anche che, seppure durante le indagini “l’ipotesi iniziale [di un coinvolgimento di Berlusconi e Dell’Utri] ha mantenuto e semmai

incrementato la sua plausibilità” è però venuto meno “il termine massimo delle indagini preliminari”.

Continuando a leggere Travaglio e Gomez, si apprende quello che scrisse il Gip di Caltanissetta, Giovanni Battista Tona: “Ciò di per sé legittima l’ipotesi che, in considerazione del prestigio di Berlusconi e Dell’Utri, essi possono essere stati individuati dagli uomini dell’organizzazione quali eventuali nuovi interlocutori”. Ma, si legge ancora, “la friabilità del quadro indiziario impone l’archiviazione”. Nel capitolo intitolato esplicitamente “I contatti tra Salvatore Riina e gli On. Dell’Utri e Berlusconi”, si parla chiaramente di come la mafia intrecciò con i due “un rapporto fruttuoso quanto meno sotto il profilo economico”. Talmente fruttuoso che nel 1992 “il progetto politico di Cosa Nostra sul versante istituzionale mirava

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Falcone e Borsellino

a realizzare nuovi equilibri e nuove alleanze con nuovi referenti della politica e dell’economia”. Sin qui Travaglio e Gomez. Aggiungo solo un consiglio per chi volesse approfondire questi argomenti (la trattativa fra lo Stato, attraverso il colonnello Mario Mori, e la Mafia rappresentata da Totò Riina, per mezzo di Vito Ciancimino; oppure i retroscena delle bombe esplose in Italia tra il 1992 e il 1993; o ancora sulla nascita di Forza Italia), di leggere il bel libro di Maurizio Torrealta, “La trattativa – Mafia e Stato: un dialogo a colpi di bombe” edito da Editori Riuniti (2002). Questo libro io l’ho letto diversi anni fa e, se non fosse stato scritto da uno dei più bravi giornalisti d’inchiesta italiani quale è Maurizio Torrealta, potrebbe sembrare fanta-politica. Invece, purtroppo, è stato tutto vero! Andrea Sebastianelli


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A M B IEN TE

Boschi a rischio per legge: tagli facili e speculazione

Oltre 200 tra docenti e ricercatori: Non approvatela

di VIRGINIA DELLA SALA* L’ambiente è (stato) il grande assente della campagna elettorale e vien da pensare che sia per coerenza: è da poco uscito dalle commissioni uno schema di decreto approvato a iniziodicembre dal Consiglio dei Ministri che riorganizza le norme sui boschi e le foreste. A contestarlo, a poche ore dalla possibile approvazione definitiva, sono oltre duecento tra docenti e ricercatori, botanici, zoologici ma anche esperti di rischio idrogeologico e docenti di diritto costituzionale. Segnalano deroghe e punti scivolosi – nascosti soprattutto nei rimandi di legge – che mettono a rischio il patrimonio boschivo italiano. Chiedono al governo di non approvarlo.

Il provvedimento, una legge quadro, è frutto di una delega del 2016 e nasce con l’obiettivo di riordinare e armonizzare le leggi sulle aree boschive italiane. “Il Testo unico forestale – ha detto l’ex ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina – è uno strumento essenziale per un Paese che ha 12 milioni di ettari di boschi. Vogliamo farne una risorsa, che aiuti a difenderci dal dissesto idrogeologico e dia un contributo alla lotta allo spopolamento delle aree ru-

rali”. Il prodotto è però un pasticcio normativo. Cambia l’iter per la trasformazione e l’eliminazione del bosco: oggi è generalmente vietata ma ha anche eccezioni come ad esempio nel caso della realizzazione di opere di interesse pubblico. Regolata dalle Regioni, spesso è previsto che in questi casi ci sia una compensazione di tipo naturalistico (per ogni ettaro di bosco rimosso, altri piantati altrove) o economico. Quest’ultimo implica il reimpiego dei soldi per il miglioramento dei boschi o per il controllo del dissesto idrogeologico. La nuova legge, spiegano invece l’associazione Soa e Ardea, decreta che l’eliminazione del bosco sia sempre possibile tranne quando ci siano ostacoli che, però, dovranno essere dimostrati. In pratica, si passa da un intervento eccezionale a un iter possibile. La compensazione prevede anche la cosiddetta ‘valorizzazione socio-economica’: “In una definizione del genere – spiegano – potrebbero rientrare manufatti come baite e strade ma anche resort, piste da sci,

parcheggi”. L’articolo 5 esclude dalla definizione di bosco i vecchi appezzamenti di terra coltivata.

“Il bosco – spiega Alessandro Chiarucci, professore ordinario del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’università di Bologna – non è solo una coltura produttiva ma anche un habitat naturale e ha un valore come tale. È un elemento fondamentale della biodiversità che deve aver garantito un ‘diritto’ ad esistere e ad avere anche delle proprie dinamiche naturali senza dover essere visto esclusivamente in base a necessità umane”. Via la classificazione di bosco anche per le costruzioni abbandonate che ma-

Toc toc... rieccoci!

il Segno - APRILE 2018 gari nel tempo siano state infestate da alberi e vegetazione mentre per le zone non ‘curate’ da 10 anni è prevista una classificazione come terreno abbandonato. “Di conseguenza – spiegano – le Regioni possono imporre la gestione di quei beni”. In sostanza, se il bosco non viene tagliato entro un anno da quando è previsto il cosiddetto “turno di taglio”, l’ente pubblico fa intervenire una società privata: una parte del guadagno che deriva dalla legna viene accantonata e il proprietario può decidere se reclamarla. Intervento legittimo in casi eccezionali, per la gestione del rischio idrogeologico o per la tutela delle specie ma di certo non in modo sistematico. “È chiaro che esistono situazioni in cui bisogna intervenire per salvaguardare il bosco stesso – spiega Goffredo Filibeck, docente di botanica all’Università della Tuscia – ma vanno valutate caso per caso. Fondare una legge sul principio aprioristico che il bosco abbia bisogno di manutenzione per la protezione del dissesto idrogeologico e gli incendi è un assurdo scientifico”. Gli esperti fanno poi una precisazione: “La produzione di legna e legname dai boschi è un’attività economica fondamentale – spiegano – : non vogliamo certo eliminarla dal territorio. Ma se si vogliono rendere i tagli molto più facili per ragioni economiche, allora si abbia il coraggio di dirlo e si lascino perdere ragioni pseudo-scientifiche”. * Tratto da Il fatto Quotidiano del 27 febbraio 2018

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA avrebbero voluto comprarti: non solo i politici ma anche i loro soldatini, quelli che (come cani da caccia) vengono liberati per sbranare la preda. Preda che, però, in qualche modo riesce sempre a cavarsela. Noi, ovviamente, saremo sempre gli stessi con il nostro modo di affrontare i problemi del paese senza nascondere niente ai lettori il cui diritto a essere informati in modo corretto e senza censure è sancito dalla Costituzione Italiana. Il penultimo appello lo rivolgo proprio ai nostri affezionati lettori affinché continuino a sostenerci con piccoli contributi che per Il Segno sono fondamentali. L’ultimo appello, invece, va ai nostri inserzionisti, quei pic-

coli artigiani e commercianti che, stanchi delle chiacchiere e delle promesse a vuoto della politica, sono la vera ossatura produttiva di Rocca di Papa, coloro che con il loro lavoro quotidiano fanno in modo che il nostro paese ancora resista alla crisi socio-economica: continuate a sostenerci con il vostro spazio pubblicitario. I nostri articoli a volte vi possono anche non piacere ma il vostro sostegno lo meritiamo lo stesso perché abbiamo dimostrato di non avere nessun potente dietro di noi ma solo il coraggio delle nostre parole. Libere e indipendenti. Sempre. Andrea Sebastianelli


Rocca di Papa

il Segno - APRILE 2018

PAGINA 5

La scappatella elettorale del duo Crestini-Sciamplicotti N OTI ZIE

INFO RM A ZIO NE

A T T U AL IT À

Solo 18 mesi fa se ne sono dette di tutti i colori ma oggi volano “baci”

di ANDREA SEBASTIANELLI

La migliore fotografia per comprendere il fallimento della politica politicante a Rocca di Papa è quella che si è vista il giorno dello spoglio delle schede per la Regione Lazio, dove i due avversari di ieri, Emanuele Crestini e Silvia Sciamplicotti, contavano i voti presi dai candidati Pd alla Regione: guancia a guancia. Uno spettacolo più unico che raro. È accaduto al seggio n. 3 di corso Costituente (vedi foto a lato) e, a giudicare da chi ha visto le loro facce dopo lo scrutinio, i risultati per loro devono essere stati più che deludenti. La conferma arriva non solo dal pessimo risultato del Pd che colloca Rocca di Papa, fino a pochi anni fa roccaforte della sinistra castellana, al risultato peggiore tra i comuni dei Castelli Romani, ma anche da questo “tradimento” dell’elettorato roccheggiano che solo diciotto mesi fa era stato chiamato a scegliere tra Silvia Sciamplicotti (Pd) ed Emanuele Crestini (Lista civica anti Pd). Uno a governare, l’altra a fare opposizione. Ma oggi questi ruoli, distinti e separati, sono un tutt’uno.

La foto postata su Facebook parla più di ogni altra analisi politica. Vedere il sindaco Crestini e la sua ex nemica numero uno, Sciamplicotti, accovacciati vicini vicini mentre contano le schede elettorali del Partito democratico è tutto dire. Tralasciamo il fatto che le schede si trovino per terra senza alcun controllo mentre i due politici le maneggiano, ma la sintesi è che l’ingresso di Crestini nel Pd è ormai cosa

fatta. E dire che in campagna elettorale se le erano date di santa ragione: insulto dopo insulto. Crestini, alla fine del ballottaggio, quando ormai era sicuro di aver stracciato la candidata Pd e quindi sapeva di essere il nuovo sindaco di Rocca di Papa, si era addirittura rifiutato di darle la mano fuori dal seggio elettorale. Questo per dire che le accuse reciproche avevano raggiunto toni da guerriglia. Soprattutto Crestini aveva riser-

Silvia Sciamplicotti, di spalle, e il sindaco Emanuele Crestini, al seggio n. 3

Ecco che cosa diceva Crestini della piddina Sciamplicotti

«La candidata sindaco «Si è creato così lema Sc iamplicotti è stata un ulteriore prob da pp rima assessore al di cui il Sistema cotti bi la ncio per 5 anni Boccia-Sciampli sabie ne i successivi 5 on sp ha la piena re as se ss or lità politica». io 2016 e al cente all’urbanistica ro storico, 23 magg sempre a fianco del sindaco Boccia. Questa mi o bella coppia prova a «Per tanto temp sono opposto al sistema fare campagna elettoBoccia, sistema che la rale promettendo la so Sciamplicotti vorrebbe luzione dei problemi» . perpetuare nei prossimi 8 giugno 2016 anni. Inizialmente ho contrastato le scelte «La Sciamplicotti, amministrative del duo candidata sindaco, Boccia-Sciamplicotti espressione dell’ammiche mi sembravano nistrazione uscente, più disastrose per i citparte integrante di quel tadini. Dopo qualche sistema che ci sta conmese mi sono reso segnando un paese in conto che non si trattava difficoltà, con un centro di qualche scelta storico in declino e gli sbagliata, al contrario altri quartieri abbandoera proprio un sistema». nati a se stessi». 25 maggio 2016 12 giugno 2016

vato alla candidata Pd un armamentario di frasi mai ascoltato prima. Qui a fianco potete leggere che cosa diceva Crestini della Sciamplicotti. Ed è solo una sintesi sbrigativa.

Tra i due avversari di ieri, le cose hanno inziato a cambiare dopo che la Sciamplicotti in Consiglio ha mutato il suo atteggiamento: da oppositrice dell’attuale sindaco, pian piano si è dotata di silenziatore così da rendere superflua la sua azione consiliare che, ricordiamolo, dovrebbe controllare ciò che fa la maggioranza. Da quel momento le critiche sono state solo per il presidente del consiglio comuna le, Massimiliano Calcagni (che Crestini infatti vorrebbe estromettere dal suo ruolo), e per la consigliera di sinistra, Elisa Pucci, che ancora tiene fede al suo ruolo di opposizione all’amministrazione. Ma di fronte all’amore tutto è lecito. Possiamo noi semplici cittadini interrompere questa idilliaca scappatella elettrorale tra due piccioncini?


RO C CA d i PA PA

il Segno - APRILE 2018

Una sconfitta senza precedenti ma per i dirigenti Pd va bene così 6

Alla Camera e al Senato il Partito democratico al minimo storico

Con le ultime elezioni politiche a Rocca di Papa la logica della matematica è andata in tilt. Malgrado decine di esponenti politici, a cominciare dal sindaco Crestini, abbiano deciso di sostenere il partito di Renzi, il crollo è stato inarrestabile, ben al di sotto della media nazionale. Evidentemente l’appoggio di Crestini ha portato male al Pd che, rispetto al 2013, ha perso il 7% alla Camera e addirittura il 9% al Senato. Circa mille voti in meno per quello che una volta era il primo partito incontrastato a Rocca di Papa. Se poi guardiamo alle elezioni del 2008 il crollo diventa una catastrofe. Dieci anni fa il Pd prese il 40,4% alla Camera e il 40,9% al Senato. In pochi anni ha perso circa il 24% dei consensi (circa 2.000 voti). La domanda è: come mai decine di politici navigati

In cinque anni il Partito democratico ha perso oltre mille voti A ROCCA DI PAPA IL CROLLO DEL PD ALLA CAMERA

2018

2013

2008

16,7%

23,6%

40,4%

2018

2013

2008

E ANCORA PEGGIO AL SENATO

16,2%

25,4%

(dalla Sciamplicotti a Maurizio De Santis, da Crestini e Litta, da Cardinali a Sellati,

40,9%

ecc.), insieme a decine di politici di primo pelo (capeggiati da Andrea Croce),

sono riusciti in questa epica impresa? La risposta sta tutta in questo modo arruffone di fare politica, ritenendo che i cittadini siano degli idioti pronti a seguire la loro forsennata ricerca di poltrone. Così i cittadini roccheggiani, che solo un anno e mezzo fa avevano scelto Crestini per spazzare via il «Pd male assoluto» (parole di Crestini e dei suoi), hanno punito anche l’attuale sindaco che con prepotenza ha preteso di entrare nel Pd. Se già il partito di Renzi stava in difficoltà, l’entrata di Crestini sembra avergli dato il colpo di grazia. A fronte di questi risultati il direttivo del Pd, riunitosi il 16 marzo, si è detto soddisfatto dei voti raccolti e dell’apporto dato dal sindaco Crestini che, a questo punto, in Consiglio potrà contare anche sulla consigliera Pd. (D.D.R.)

Ecco i voti ai candidati regionali

Andiamo ora a guardare i risultati ottenuti dai singoli candidati al consiglio regionale del Lazio. Il più votato nel Pd è stato Marco Vincenzi (252 preferenze) ma se consideriamo che l’ex sindaco di Tivoli (unitamente a Marietta Tidei: 92 voti) era portato da Crestini, dalla giunta e da gran parte della maggioranza consiliare, oltre che dalla dirigente Pd Linda Boccanera e dal delegato Giorgio Serafini, si comprende che i voti mancanti sono davvero tanti.

Al secondo posto tra i candidati Pd alla Regione si è piazzato Massimiliano Valeriani (140 voti), portato da Silvia Sciamplicotti e Andrea Croce (dirigente provinciale del Pd e fedelissimo della consigliera), ma anche da Margherita Silvestrini (ex Italia dei Valori). Sciamplicotti e Croce, con l’aggiunta di altri esponenti del Pd (tra tutti Alberto Cardinali), portavano ufficialmente anche Eleonora Mattia che alla fine ha potuto contare su appena 103 voti. Per lei ne mancano almeno 40. Il dato che permette di capire il crollo del Pd a

Rocca di Papa sta proprio nel risultato di Valeriani il quale, nel 2013, ottenne 203 voti. Cinque anni dopo ne ha lasciati per strada più di sessanta. Il presidente del consiglio regionale uscente, Daniele Leodori, ha ottenuto 83 preferenze. Anche questo dato fa capire il calo del Pd visto che Leodori era portato dagli ex Margherita (Cotichini, Sellati, Castri e Calicchia) e da qualche esponente del Pd ex Ds (Taggi). Nel 2013 a Leodori andarono 80 voti, gli stessi di oggi. Quelli che controllano il partito a Rocca di Papa, Maurizio De Santis (e figlio), Nicola Pagliuca e il segretario Litta, portavano il duo Andrea Ferro/Cristiana Avenali: il primo ha avuto 125 voti, la seconda 132. Un risultato al di sotto delle aspettative. Al candidato alla Regione Rodolfo Lena sono andati 45 voti, frutto soprattutto del lavoro di Emanuela Trinca, dirigente locale del Pd. Per finire Simone Lupi, l’ex sindaco di Ciampino, ha potuto contare solo su 29 preferenze da parte dell’altra (ex) dirigente Pd Mariachiara Cecilia.

Le preferenze del Pd alla Regione Lazio

Candidato Pd al Consiglio Regionale

voti 2018

voti 2013

Massimiliano Valeriani

140

203

125

/

Marco Vincenzi

Cristiana Avenali

Andrea Ferro

Eleonora Mattia Marietta Tidei

Daniele Leodori

Michela Di Biase Rodolfo Lena

Michela Califano Simone Lupi

Valentina Grippo

252 132 103 92

14 / / /

83

80

45

16

29

492

73 30 27

/ /

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il Segno - APRILE 2018

di DANIELA DI ROSA

Da due anni la nostra città vive sospesa tra verità e menzogna, il tutto condito dal silenzio dei diretti interessati: la giunta e le opposizioni. Passate le elezioni comunali subito nel paese si rincorrevano le voci di accordi fatti tra il Pd (almeno una parte) e il suo diretto avversario, il sindaco Crestini. Per molti mesi, oltre alla pessima amministrazione, la questione divise Rocca di Papa, senza conferme o smentite ufficiali, solo qualche comunicato che non chiariva nulla.

Poi arrivò novembre 2017 e una nube nera irruppe prepotentemente nell’indifferente cittadina. La vicesindaco e assessora all’urbanistica Veronica Giannone con una video-denuncia squarciò il velo di omertà che ricopriva la politica amministrativa. Quella sera raccontò a cittadini stupefatti che gli accordi non solo c’erano stati, ma erano anche firmati da Crestini e Mauro Fei (che contese alla Sciamplicotti la candidatura a sindaco del Pd), e tutta la coalizione ne era a conoscenza. Raccontò di minacce e pressioni note alla sua maggioranza per farla dimettere, raccontò di continuità tra la passata amministrazione e la nuova, solo apparentemente divisa, parlò di “vecchi affari e nuovi appetiti” tra la politica di ieri e di oggi con imprenditori locali, parlò di “piani particolareggiati” in odor di irregolarità, parlò soprattutto di accordi tra Crestini e gli antennari, insomma rivelò ciò

Ormaiin consiglio c’è solo un’unica maggioranza RO C CA d i PA PA

Il municipio di Rocca di Papa

che tutti sospettavamo. Ci furono tentativi di smentite poco convincenti da parte del sindaco, querele e contro querele. Poco dopo ci fu l’uscita dalla coalizione di maggioranza di due consiglieri, Lorenzo Romei e Roberta Carnevali, e del presidente del consiglio comunale, Massimiliano Calcagni che, pur non lasciando la maggioranza, formarono all’interno dell’assise il gruppo “Voi con Noi”. In quel di novembre ci fu rivelato tutto questo e anche di più, ma mentre il paese si poneva domande specialmente nella piazza virtuale, la politica in quel preciso istante smetteva di parlare, in primis i consiglieri di opposizione. Per mesi la minoranza ha taciuto, l’unica nota, ma una nota stonata, veramente assurda è stata del consigliere di opposizione di cen-

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farà più opposizione in consiglio ma solo proposte... insomma il Pd è uscito dalla porta per rientrare in comune dalla finestra.

Come ha dichiarato Teresa Cammarata, portavoce dei 5 Stelle di Rocca di Papa, “con questa dichiarazione la consigliera di minoranza Silvia Marika Sciamplicotti ha messo a rischio la democrazia dell’Assise, all’interno della quale esiste una maggiorana eletta dai cittadini e una minoranza nata dal voto espresso dai cittadini. La sua posizione di proponente -ha concluso l’esponente grillina- non collima con il mandato affiadatole dai suoi elettori. Credo che le dimissioni della consigliera siano un atto dovuto!”.

trodestra Massimo Grasso, fino a quel momento molto battagliero in consiglio: smette di dedicare le sue attenzioni al sindaco e inizia una vera caccia all’uomo, i suoi obiettivi stranamente diventano l’ex vicesindaco e il presidente del consiglio di cui chiede addirittura le dimissioni. Poi calò di nuovo il buio. Crestini annunciò il suo appoggio al Pd e a Zingaretti, i consiglieri di Cammarata opposizione Pucci e Boccia (LeU) fecero altrettanto, la Sciamplicotti si ritrovò in piena sintonia con l’ex “nemico” Crestini e la cittadina si stupì della nascita di un nuovo amore politico tra i Gatta due (mai negato). Il sindaco nominò il nuovo assessore all’urbanistica, caso volle che fosse amica e coautrice di un libro con la Sciamplicotti. Per altri mesi i due “amanti di partito” imposero il negazionismo su tutta la vicenda, nemmeno i fedelissimi dell’uno o dell’altra proferirono parola. Poco più di una settimana fa, dopo il tracollo del Pd, nazionale e locale, c’è stato il fatidico direttivo, dove tutti si aspettavano le dimissioni del segretario Massimo Litta e l’uscita di scena di Crestini, invece è accaduto il contrario, Crestini è stato lodato per l’apporto dato al partito, la Sciamplicotti è salita di grado o scesa fate voi, non

Allo stesso modo Mario Gatta, del centrodestra, si chiede: “Ormai è evidente che il voto dei cittadini è stato tradito e allora perché non interviene un organo di controllo? Quando si fanno le elezioni si chiede il voto per un programma, se poi viene letteralmente tradito chi deve far rispettare la volontà dei cittadini? I programmi sono solo pezzi di carta?“.

I cittadini sono giustamente imbufaliti per l’ennesima presa in giro, il loro voto è stato tradito, ora in comune c’è solo maggioranza e maggioranza Pd e un’altra minuscola, timida minoranza. La democrazia a Rocca di Papa è stata sospesa in nome del più grosso imbroglio politico che il paese ricordi, un immenso inciucio che viene da lontano, da prima delle elezioni comunali e che ormai è sotto gli occhi di tutti, un inciucio che comprende centrodestra e centrosinistra. Poi ci si chiede il perché del boom del 5stelle anche da noi, che è ormai il primo partito della città con il 35% dei voti.


Regione, vince Zingaretti di misura il sostegno di Crestini fa perdere voti RO C CA d i PA PA

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Anche alle elezioni regionali, dopo le politiche, la spinta del sindaco di Rocca di Papa, Crestini, non si è fatta sentire, anzi, potrebbe aver fatto perdere voti visto che qualche anno fa Crestini era candidato con Forza Italia a Grottaferrata e nel 2011 a Rocca di Papa venne eletto nel centrodestra. Che possa dunque aver fatto perdere dei voti è il dubbio che emerge leggendo i risultati, visto che Rocca di Papa non è stata decisiva per la rielezione di Zingaretti che, nel nostro paese, si è attestato sotto la media regionale e provinciale. Non solo, sia il Pd sia il rieletto Zingaretti hanno raggiunto risultati molto al di sotto di quelli ottenuti nei comuni vicini, piazzandosi ai posti finali di queste due classifiche. Solo il comune di Marino (28,1%) ha fatto peggio di Rocca di Papa (32,6%) nel sostegno a Zingaretti, ma a Marino c’è un sindaco grillino e quindi era prevedibile. Guardando i voti ottenuti da Zingaretti ai Castelli Romani viene da saltare sulla sedia: a Monte Porzio il governatore

locale penalizzato dall’ingresso di Crestini e che si piazza al penultimo posto con uno scarno 20,8%.

A poco sono serviti gli espedienti utilizzati in campagna elettorale da Crestini qualche giorno prima della campagna elettorale: mega-manifesti a colori affissi in tutto il paese (pagati ovviamente dai roccheggiani); un giornale a colori per esaltare i suoi rapporti con Zingaretti da cui i finanziamenti ottenuti dalla Regione; foto con il candidato Pd Marco Vincenzi diffuse in rete; articoli e post su decine di pagine Facebook.

Un’intera giunta e quasi un intero consiglio comunale schierati con Zingaretti. Senza contare gli esponenti politici di primo piano non presenti in consiglio ma schierati con il governatore uscente. Insomma, una corazzata che avrebbe dovuto fare di Rocca di Papa la roccaforte di Zingaretti e invece così non è stato. Se il parametro per ottenere finanziamenti fosse quello prospettato da Crestini,

Così il voto ai Castelli per la Regione

Comune

ROCCA DI PAPA MONTE PORZIO GROTTAFERRATA FRASCATI GENZANO DI ROMA ARICCIA ALBANO LAZIALE ROCCA PRIORA MONTE COMPATRI MARINO

uscente si attesta quasi al 39%, 38 a Grottaferrata e 37 a Frascati e a Genzano. Il 32,6 ottenuto a Rocca di Papa è un insuccesso clamoroso. Guardando poi i voti ottenuti dal Pd, la questione non cambia, con un partito

%Zingaretti %Parisi %Lombardi %Pirozzi

32,6 38,9 37,9 36,9 36,3 35,5 34,4 33,5 31,8 28,1

29,4 28,2 29,8 29 27,1 28,6 29,1 30,1 30,1 29,5

28,6 24 22,1 25,8 29,2 28 29,1 26,4 27,3 33

6 4,9 5,9 4,4 3,6 3,9 3,9 5,6 7,2 5,7

Rocca di Papa non dovrebbe più ricevere contributi dalla Regione, visti i risultati. Ma fortunatamente i contributi vengono concessi in base ai progetti e non in virtù delle simpatie o delle antipatie. Rocca di Papa, invece, si at-

il Segno - APRILE 2018

Il confronto con le elezioni del 2013 - %

Candidato Presidente

ZINGARETTI centrosinistra PARISI centrodestra LOMBARDI mov. 5 stelle PIROZZI lista civica c.destra ANTONINI casapound CANITANO potere al popolo

2018

32,6 29,4 28,6 6 2 1,1

2013

37,7 26,4(1) 25,5 / / 2,4(2)

differenza

-4,9 +3 +3,1 / / -1,3

(1) Nel 2013 candidato della coalizione di centrodestra era Storace. (2) Nel 2013 candidato della lista di sinistra era Ingroia.

Il confronto con le elezioni del 2013 - VOTI

Candidato Presidente

2018

2013

differenza

ZINGARETTI centrosinistra 2.775 3.255 -480 PARISI centrodestra 2.501 2.293 +208 LOMBARDI mov. 5 stelle 2.400 2.213 +187 PIROZZI lista civica c.destra 512 / / ANTONINI casapound 171 / / CANITANO potere al popolo 93 211 -118

testa come una roccaforte grillina. I voti del Pd alle Regionali La Lombardi, can% voti Pd didata alla Regione Comune dei 5 Stelle, ha otROCCA DI PAPA 20,8 tenuto il 28,6% dei consensi, poco MONTE PORZIO 26,7 sotto il risultato otARICCIA 26,4 tenuto nei due Comuni castellani FRASCATI 26,3 guidati da sindaci pentastellati, MaROCCA PRIORA 26,1 rino e Genzano. Positivo anche il riGROTTAFERRATA 26 sultato di Pirozzi, GENZANO DI ROMA 25,2 un 6% di tutto rispetto (il secondo ALBANO LAZIALE 23 dei Castelli). Allo Parisi, stesso modo MONTE COMPATRI 22,9 il candidato di centrodestra, si è apMARINO 19,4 paiato molto vicino a Zingaretti, distanziato di appena 3 punti. Se guardiamo ai partiti, inIl centrodestra e la destra, fine, Liberi e Uguali alle reinsomma, a Rocca di Papa gionali ha raggiunto il 5,5%. avanzano più che nel resto A Rocca di Papa può attedei Castelli. Se sommiamo i starsi come punto di riferidella sinistra voti di Parisi e di Pirozzi ot- mento teniamo questo risultato: castellana, anche grazie alcentrodestra primo con il l’elezione del loro candidato (D.D.R.) Ognibene. 35,4% (voti: 3.013).


il Segno - APRILE 2018

RO C CA d i PA PA

Sotto accusa la gestione della precedente giunta comunale Gli ispettori del Ministero delle Finanze hanno verificato i bilanci

Il comunicato della ex giunta

Ecco la relazione che mette sotto accusa gli ultimi cinque bilanci approvati dall’amministrazione di Rocca di Papa. A firmare il documento di 130 pagine è il Ministero dell’economia e delle finanze che dal 13 luglio 2017 ha condotto degli accertamenti amministrativo-contabili, richiesti dallo stesso Crestini appena eletto sindaco, evidenziando irregolarità e carenze da parte della precedente giunta Pd guidata da Boccia e che vedeva con preponderanza la presenza della Sciamplicotti, poi candidata a sindaco in contrapposizione proprio a Crestini. Nel frattempo, però, i rapporti sono cambiati e oggi tra lo stesso Crestini e la capogruppo Pd in consiglio, Sciamplicotti, i rapporti sono più che distesi, visto l’imminente ingresso di Crestini nel Pd. Ma come se la mette oggi Crestini di fronte all’atto d’accusa del Ministero delle Finanze che porta alla luce ben 10 irregolarità commesse dalla passata amministrazione?

Il documento è arrivato in municipio lo scorso 8 gennaio e adesso Crestini ha 120 giorni di tempo per comunicare le decisioni assunte dall’amministrazione per risolvere i problemi emersi. Non solo, Crestini, se lo ritiene, potrà anche av-

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viare l’accertamento delle eventuali responsabilità, sia politiche sia amministrative. Ma questo oggi sembra un tema poco gradito al sindaco.

Quali sono le irregolarità e le carenze portate alla luce dagli ispettori ministeriali? Intanto un’incapacità nel prevedere le risorse economiche disponibili che, di fatto, ha creato situazioni contabili gravi, superate solo grazie a voci di entrata poi risultate insussistenti, cioè aver inserito entrate per circa due milioni di euro, salvo poi rendersi conto che tali entrate non c’erano. Poi il Ministero si è soffermato sui residui attivi, quelle voci

nni a 0 5 tività di at

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Colombe e Uova Artigianali

In merito alle relazione ispettiva del Ministero quello che ci preme innanzitutto dire, è che in un momento di grave crisi economica e sociale [...] e nonostante la drastica riduzione delle entrate erariali provenienti dallo Stato, abbiamo sempre nel rispetto delle regole, garantito i servizi ai cittadini. La fotografia fatta dall’ispettore è quella che un po’ tutti conoscevamo, difficoltà ad incassare, quindi soldi che dovrebbero entrare nelle casse comunali che non entrano per le difficoltà di molti contribuenti nel pagare, che porta ad avere una scarsa liquidità di cassa, e che di conseguenza fa crescere l’anticipazione di tesoreria utilizzata. Siamo molto sereni sul nostro operato, e fiduciosi che quando i responsabili del Comune faranno le controdeduzioni, o alcune azioni correttive, molti dei rilievi potrebbero essere ritenuti superati dal Ministero stesso. A detta di alcuni professionisti interpellati, le criticità sollevate sono abbastanza standard per una ispezione ministeriale [...]. Boccia Pasquale, Barbante Roberto, Fei Mauro, Querini Maurizio, Sellati Roberto, Trinca Valentina

di bilancio che riguardano i mancati incassi degli anni precedenti. Anche in questo settore gli ispettori hanno verificato l’insussistenza delle cifre inserite. Poi c’è l’improprio utilizzo di entrate per finanziare operazioni di carattere ordinario, senza tener conto delle assunzioni di personale di staff mediante contratti coordinati e continuativi (Co.co.co.), giudicate dal Ministero addirittura illegittime. Tra queste vi è anche il contratto con quell’Anna Brandani (già cerimoniera di Boccia), diventata poi sostenitrice proprio di Crestini.

Che cosa intende fare dunque Crestini di fronte alle ir-

regolarità emerse dall’ispezione del Ministero? Denunciare alle Autorità competenti le passate amministrazioni? Oppure valutare di risolvere le irregolarità emerse come fossero una semplice continuità di bilancio?

Dopo un inziale silenzio, che aveva taciuto l’esistenza di questo documento ministeriale, il sindaco di Rocca di Papa sollecitato da più parti si è limitato a dire in un comunicato che ognuno si deve assumere le proprie responsabilità rispetto alla gestione amministrativa. In altri tempi avrebbe sparato a zero. Vincenzo De Rossi


RO C CA d i PA PA

il Segno - APRILE 2018

Il bilancio comunale sta in piedi soltanto grazie alle contravvenzioni 10

Autovelox, ovvero: il modo più facile per incassare soldi dai cittadini

di GIOVANNI MANCINI

vasse in un casinò dal quale è difficile tornare a casa con i propri soldi, solidale con gli altri utenti giocatori della strada, e si affanna a fare segnali perché, almeno qualcuno si salvi da quell’ordigno usato per fare cassetta, sorvegliato da due operatori che per primi sembrano imbarazzati per dover fare quel lavoro considerato, dai più, “vampiresco”.

Distinti signori di mezza età, operai, impiegati, casalinghe, mamme che portano i figli a scuola, pensionati che vanno al supermercato, autisti di autocarri e autobus, medici in visita domiciliare, giovani freschi di patente, anziani che presto riconsegneranno la patente. Tutti alla guida di auto più o meno nuove, più o meno grandi, più o meno veloci. All’improvviso li vedi lampeggiare, agitarsi, suonare il clacson nell’incrociare le auto che procedono in senso inverso. Sono gli indiani metropolitani che lanciano i loro segnali di pericolo. E il pericolo lo individui dopo alcune decine di metri. Un pericolo elettronico dal quale non ti puoi salvare: l’autovelox. Un ordigno moderno del quale si è armata la polizia municipale di ogni città e viene usato, questo è il fortissimo dubbio che si è insinuato nella testa di ogni automobilista, per fare cassa e non, come dovrebbe essere, per assicurare più sicurezza sulle nostre strade. Le previsioni di entrate da

multe automobilistiche nei bilanci comunali, in molti casi, raggiungono livelli stratosferici.

Se è vero che il Comune di Rocca di Papa ha un’entrata da multe comminate con l’uso dell’autovelox di centinaia di migliaia di euro ogni anno, possiamo capire che si tratta di un vero salasso. Come se l’automobilista si tro-

Dopo aver lasciato crescere le città in modo caotico, non aver ben pianificato gli insediamenti abitativi, aver consentito la costruzione di case sparse in ogni zona costringendo ognuno a spostarsi sempre con la propria auto, siamo arrivati all’uso della punizione economica che non garantisce più sicurezza ma rappresenta soltanto, in particolare per gli orari di applicazione, un modo coercitivo fine a se stesso. Mentre chiediamo moderazione nell’applicazione del salasso autovelox, contemporaneamente chiediamo che tutte le entrate nelle casse comunali provenienti da infrazioni al codice della strada siano destinate, fin dal prossimo bilancio comunale, unicamente alla sicurezza stradale.

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il Segno - APRILE 2018

ROC CA d i PA PA

La giunta fa visita al prof. Celotto per l’accordo con gli antennari

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L’amministrazione vuole subito 600.000 euro dai proprietari delle antenne

di ANDREA SEBASTIANELLI

Alla fine di gennaio una delegazione di lusso composta da ben tre assessori ha fatto visita al professor Celotto, ordinario di diritto costituzionale, il cui studio legale venne incaricato di avviare la trattativa con gli antennari per definire le indennità che il Comune di Rocca di Papa avrebbe dovuto percepire. Una trattativa, quella fra antennari e Comune, che si era arenata in seguito a due eventi: da un lato le dimissioni del delegato alle antenne, Bruno Petrolati (non più in sintonia con il sindaco Crestini), e dall’altro la sentenza del Consiglio di Stato che l’11 maggio 2016 aveva respinto il ricorso del gruppo Mediaset teso a evitare lo spegnimento degli apparati che trasmettono Canale 5, Italia 1 e Rete4. Due eventi non previsti da Crestini mentre stava per portare a termine il suo progetto: gestire in proprio i tralicci di monte Cavo.

Dopo mesi di stallo, quindi, ecco che i problemi di bilancio, dovuti per lo più al bisogno di liquidità, hanno convinto il primo cittadino a riprendere il filo della trattativa con gli antennari, visto che solo da lì possono arrivare soldi freschi per le casse

comunali. La super-delegazione era infatti composta dalla vicesindaco e assessore all’ambiente, Veronica Cimino, dall’assessore al bilancio Vincenzo Rossetti e dall’assessora all’urbanistica, Barbara Barboni. I tre avevano una richiesta chiara da fare al professor Celotto: riprendere la trattativa con gli antennari e, soprattutto, ottenere un congruo anticipo delle indennità da riscuotere in futuro: 600.000 euro. Una cifra che permetterebbe al bilancio di respirare quanto basta almeno fino alla fine del 2018.

A quanto pare, però, la delegazione non sembra aver sortito alcun effetto visto che lo studio legale del noto ordinario di diritto, avrebbe chiesto un mandato chiaro sulle cose da fare e, soprattutto, una linea univoca da seguire. Cosa che Crestini avrebbe difficoltà a garantire visto che in questi mesi ha recitato più parti nello stesso film: contro gli antennari e a favore degli antennari a seconda del momento.

Che cosa si siano detti i tre amministratori e il professor Celotto non lo sappiamo ma possiamo ricostruirlo in base a una lettera scritta pochi giorni prima, il 26 gennaio 2018, da tre Responsabili di settore del Comune e indi-

Gli assessori Vincenzo Rossetti e Veronica Cimino

rizzata al sindaco di Rocca di Papa e agli stessi tre assessori. In questa comunicazione riguardante la “questione antenne”, tra i numerosi aspetti trattati (su alcuni stendiamo un velo pietoso perché artatamente infondati), si dice espressamente che è necessario riprendere la trattativa con gli antennari al fine di poter ottenere un acconto di 600.000 euro. Sentite che cosa scrivono i tre Responsabili di settore: “A tal proposito, avendo perso ogni contatto con il Professore, vi saremmo grati (si stanno rivolgendo al sindaco e ai tre assessori, escluso Zitelli) qualora definiste la situazione venutasi a creare con il Professionista, anche contattandolo perso-

nalmente, in modo tale da consentire una più snella gestione della spinosissima questione”.

Dal tono usato in questa lettera si comprende che siamo molto lontani da una definizione della pratica e soprattutto si evince che nessuno, dopo l’ex delegato Petrolati, ha curato i rapporti con lo studio di Alfonso Celotto che, ricordiamolo, oltre a essere un professore ordinario di diritto costituzionale ha anche ricoperto il ruolo di capo gabinetto e capo ufficio legislativo di vari ministri e ministeri. La superficialità con cui la giunta Crestini ha seguito la vicenda appare piuttosto disarmante a giudicare da quello che scrivono i funzionari comunali.

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L’ AP PRO FON DIM EN TO

il Segno - APRILE 2018

Il terremoto sembra dimenticato ma sulle Calcare resta la nebbia

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Le denunce della ex vicesindaco le sono costate il ritiro delle deleghe

di ANDREA SEBASTIANELLI

Sul Piano particolareggiato delle Calcare si è giocata l’ultima grande battaglia all’interno della giunta di Rocca di Papa tra chi voleva puntare il riflettore sull’intera questione (l’ex vicesindaco Veronica Giannone) e chi vedeva nel progetto edificatorio una nuova opportunità, per la politica, di gestire ciò che ancora ne rimane (il sindaco Crestini). E ciò che rimane da gestire, in termini di amministrazione delle autorizzazioni e dei progetti, è ancora tanto.

A vincere, come sappiamo, è stata la seconda corrente di pensiero ed era anche facilmente immaginabile considerati gli intrecci tra affari, politica e mediatori che spesso si sovrappongono nella più grande pianificazione urbanistica degli ultimi trent’anni. La situazione appare chiara leggendo i nomi dei politici che il 27 febbraio 2003 approvarono all’unanimità in Consiglio comunale il “Piano particolareggiato località Calcare/Valle San Lorenzo”. Alcuni consiglieri di allora, di maggioranza e di opposizione, non poterono partecipare alla seduta perché direttamente interessati al provvedimento. É il caso, per esempio, di Gino Ferri, all’epoca consigliere comunale di minoranza (centrodestra) e zio dell’attuale sindaco.

In quel consiglio comunale, però, sedevano politici che ancora oggi occupano ruoli chiave nella politica roccheggiana, come Gianluca Zitelli (ieri consigliere di maggioranza e oggi assessore), Pasquale Boccia (all’epoca vicesindaco e oggi consigliere comunale che alle Calcare ha realizzato alcuni appartamenti con la cooperativa Lorenzo I), Massimo Litta (ieri consigliere comunale e oggi segretario cittadino del Pd), Maurizio De Santis (all’epoca esponente di

K HOC S A TTER LIO 2017 E L G LA 1 LU 3 L DE

I protagonisti di un thriller urbanistico i cui contorni restano avvolti nella nebbia Veronica Giannone

L’assessore estromesso

Crestini Sciamplicotti

Gli alleati

maggioranza e oggi politico con il suo peso all’interno del Pd, da molti ritenuto l’inventore dell’ingresso di Crestini nel Pd), Vincenzo Eleuteri (oggi delegato di Crestini e nel 2003 consigliere comunale già assessore all’urbanistica). Potevano questi politici rimettere in discussione il Piano? Appare difficile.

Paolo Gatta

Il consigliere che tace

Senza tener conto poi di quei politici che, direttamente o indirettamente, hanno assunto anche il ruolo di costruttori. Uno su tutti: Enrico Fondi, il quale può vantare di aver avuto per primo, già verso la metà degli anni Novanta quando ricopriva il ruolo di sindaco, l’idea del Piano particolareggiato delle Calcare, ripresa poi da Ponzo

(a cui va il merito di non aver mai avuto interessi di alcun tipo nel progetto) e approvata nel 2003. Enrico Fondi rappresenta anche, simbolicamente, il filo conduttore dell’intero progetto edilizio delle Calcare, da ieri a oggi, visto che una delle prime delibere approvate dalla giunta di Crestini (n. 114 del 21 ottobre 2016) fu proprio l’«ap-


il Segno - APRILE 2018 provazione variante opere di urbanizzazione primaria dei comparti» edificatori «presentati dalla cooperativa edilizia La Comune nella persona del presidente Enrico Fondi».

L’intreccio alle Calcare tra chi autorizza, chi costruisce e chi controlla, insomma, è qualcosa che va oltre la più fervida immaginazione in un thriller urbanistico i cui contorni restano indefiniti e avvolti nella nebbia. Per comprendere il valore e l’ampiezza del Piano particolareggiato che ha dato vita a una città nella città, è sufficiente guardare la pianta dei progetti di edificazione composta da 89 comparti: 89 comparti con centinaia di edifici, strade, piazze e aree urbanizzate e da urbanizzare. Ci tornano alla mente le parole dell’ex assessora all’urbanistica, Giannone: “Attualmente i comparti ancora in esecuzione sono 67. Un numero elevato,considerando che il Piano è decaduto tre anni fa e che la legge prescrive che i piani di lottizzazione debbano essere attuati entro il termine dei 10 anni, decorso il quale diventano inefficaci per la parte ancora da costruire. L’adozione di un nuovo piano diventa, quindi, l’unica strada per completare la realizzazione delle opere pubbliche, ma ciò non può avvenire senza una doverosa ricognizione, comunicando agli interessati l’eventuale mancata attuazione, parziale o totale”.

Dichiarazioni che fanno emergere non solo il ruolo dei politici nel 2003, ma anche quello esercitato dalle nuove leve, a cominciare da Paolo Gatta, consigliere delegato di Crestini, che otto mesi fa (il 31 luglio 2017) firmò con la Giannone una richiesta d’incontro con il Procuratore della Repubblica di Velletri per riferire su questioni legate proprio alla gestione politica e amministrativa delle Calcare. Un terremoto che avrebbe scardinato un sistema radicato da decenni! Basta leggere queste poche righe contenute nella lettera: «Detta richiesta scaturisce dalla necessità urgente di interloquire circa alcune vicende riguardanti sia l’esposto in premessa (quello

Giannone-Crestini alla guerra dei nervi

L’ AP PRO FON DIM EN TO

13

Tre mesi di fuoco

Quella andata in scena tra i mesi di ottobre e dicembre 2017 è stata una lotta tra il sindaco di Rocca di Papa e la sua vicesindaco. Un ruolo importante però lo ha giocato l’intero consiglio comunale con alcuni consiglieri di maggioranza e di opposizione che, stranamente, hanno combattuto la stessa battaglia: mandare a casa la vicesindaco e assessore all’urbanistica. Soprattutto Il Messaggero, con Daniela Fognani, ha seguito l’intera vicenda giorno per giorno, aggiornando di volta in volta i lettori e cittadini di Rocca di Papa che, di fronte alla confusione venutasi a creare, hanno potuto comprendere pienamente che dietro il tentativo di togliere di mezzo la Giannone si nascondevano interessi, a volte leciti e altre volte poco chiari, nel delicato settore dell’urbanistica roccheggiana.

presentato dalla Giannone un mese prima, n.d.d.) che altre questioni d’interesse pubblico afferenti condotte dei precedenti Amministratori Pubblici e circa condotte passate di dipendenti comunali su provvedimenti di vari settori». Altroché terremoto, una bomba atomica: «Condotte dei precedenti Amministratori e condotte di dipendenti comunali».

Perché il consigliere Paolo Gatta firmò un tale documento salvo poi restare in silenzio di fronte alle denunce pubbliche della Giannone che in un’intervista al Messaggero parlò chiaramente di “vecchi affari e nuovi appetiti”? Perché Paolo Gatta nel consiglio comunale che doveva dare il benservito alla vicesindaco e assessore all’urbanistica Giannone, ri-

Sul prossimo numero

INTERVISTA A Ottavio Atripaldi presidente della COMMISSIONE sulle CALCARE

chiesto dalla consigliera di minoranza Silvia Sciamplicotti (assist formidabile al sindaco Crestini, preludio di futuri accordi), restò in silenzio senza rivelare l’esistenza di questa richiesta d’incontro fatta al Procuratore della Repubblica di Velletri? Di quali amministratori Paolo Gatta voleva rivelare discutibili condotte? E di quali dipendenti comunali? Gli uni e gli altri ricoprono ancora incarichi pubblici e che ruolo giocano oggi nella questione Calcare? Questo caos sta diventando sempre più un inestricabile e inquietante thriller, dove il bene e il male si confondono continuamente in un vortice di azioni lecite e illecite che a oggi nessuna lente d’ingrandimento è riuscita a districare.


ROC CA d i PA PA

Irregolarità al multipiano Gli ispettori contestano l’opera 14

il Segno - APRILE 2018

Illegittima l’approvazione da parte del Consiglio della variante d’opera

Il multipiano del Carpino

di LUIGI SERAFINI

cosa hanno evidenziato gli uomini del MEF.

Gli ispettori chiamano in causa l’amministrazione che aveva nella triade BocciaFei-Sciamplicotti un marchio indelebile. Ma vediamo che

Questo avveniva nel 2008 ma quattro anni dopo, nel 2012, accadeva un’altra cosa: il consiglio comunale il 30 maggio approvava un

Una bomba è stata sganciatasul parcheggio multipiano del Carpino. Una bomba che porta una sigla inequivocabile: Ministero delle Finanze (MEF). La documentazione sulla più grande opera pubblica degli ultimi trent’anni, che ha interessato piazza Valeriano Gatta, è stata tra quelle su cui gli ispettori ministeriali hanno messo la loro lente d’ingrandimento. E quanto emerso dalla relazione conclusiva è a dir poco sconvolgente.

A PER TU R A OR E 9. 30

L’appalto del nuovo parcheggio, per un importo complessivo di 2,9 milioni di euro, era stato affidato alla SIGEA Costruzioni Spa di Napoli e alla No Problem Parking di Pozzuoli. Per questa opera il Comune di Rocca di Papa ottenne un finanziamento dalla Regione Lazio per 1,6 milioni di euro (più un mutuo di 130 mila euro da Cassa Depositi e Prestiti), mentre altri 1,6 milioni erano a carico del concessionario.

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nuovo piano economico e finanziario che portava all’aggiornamento del contratto di appalto. Questa modifica riguardava la «realizzazione di un progetto di mitigazione e compensazione paesaggistica per la sistemazione a verde pubblico della scarpata sottostante il parcheggio [...] a totale carico del privato non avendo l’Amministrazione disponibilità finanziarie da impegnare su detta opera». Da questo possiamo capire come l’intera operazione abbia rappresentato per il bilancio patrimoniale di Rocca di Papa una parte consistente. Ma torniamo agli ispettori, i quali si sono soffermati in particolare sull’affidamento diretto alla Società di Progetto RDP Parking S.r.l. che avrebbe dovuto eseguire i nuovi lavori. A quali conclusioni arrivano? Che dai documenti esaminati, questi interventi avrebbero dovuto essere a totale carico del Comune visto che il disciplinare di gara non permetteva in alcun modo degli affidamenti diretti a favore della RDP Parking Srl. Inoltre, sempre secondo il MEF, risulta un’altra grave violazione: la non iscrizione dei nuovi interventi nella parte capitale del bilancio del Comune, operando quindi una compensazione di partite non consentita dalla legge. I riflettori degli ispettori, poi, si sono soffermati con maggiore evidenza all’aggiornamento del piano economico-finanziario proprio a seguito della realizzazione della scarpata a verde pubblico. Per fare questo l’amministrazione pensò bene di utilizzare la cosiddetta “compensazione per i maggiori lavori eseguiti”. Cosa, però, espressamente vietata dal contratto di appalto il quale, all’articolo 21, non contempla l’affidamento di ulteriori lavori da compensare con una revisione del

Piano economico e finanziario.

Poi c’è la stoccata finale che coinvolge non solo i politici che hanno amministrato il Comune ma anche i responsabili degli uffici comunali. Si domandano gli ispettori: stante la situazione descritta, come è stato possibile che il responsabile unico della concessione abbia sottoscritto la congruità della modifica del Piano economico e finanziario? E lo abbia fatto senza nemmeno tener conto della variazione del rischio d’impresa?

Ora dovrebbe essere proprio l’attuale sindaco Crestini a dirci come stanno le cose e soprattutto come intende comportarsi rispetto alle gravità emerse nella relazione degli ispettori del Ministero delle Finanze. E quello del parcheggio multipiano di piazza Valeriano Gatta è solo uno dei punti critici rilevati nella relazione finale inviata al sindaco lo scorso 8 gennaio. Sulle irregolarità emerse nella realizzazione del parcheggio, i precedenti amministratori non parlano. Non lo fa l’ex sindaco Boccia, non lo fa la Sciamplicotti. Non lo fanno gli ex consiglieri comunali che votarono il 30 maggio 2012 la variazione dell’opera pubblica. Intanto, però, il multipiano continua a essere sotto-utilizzato rispetto al suo potenziale, così come l’area soprastante, che ha ampliato di molto piazza Valeriano Gatta, continua ad essere preda delle automobili posteggiate in ogni momento della giornata, spesso rappresentando un ostacolo alla stessa viabilità. Resta infine da capire se il parcheggio abbia ottenuto tutti i via libera una volta completato, così da essere anche a livello autorizzativo in piena regola.


il Segno - APRILE 2018

ROC CA d i PA PA

“Sulle antenne di M. Cavo servono risposte urgenti”

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Gli attivisti 5 Stelle di Rocca di Papa ci hanno scritto

Ciclone elettorale terminato, noi ci poniamo sempre domande in attesa di esaustive risposte. A che punto sono le richieste che insistentemente, da mesi e mesi, sottoponiamo all'amministrazione, per lo sgombero delle antenne abusive da Monte Cavo? E la raccolta firme che abbiamo protocollato al Comune, che fine ha fatto? Rappresenta la volontà di molti cittadini, che hanno esplicitamente chiesto il rispetto della sentenza definitiva del Consiglio di Stato che ne ordina il disfacimento.

C’è stato o no un accordo regionale per evitare lo smantellamento delle antenne abusive, per spostarle e regolarizzarle in un’altra zona del nostro territorio?

Ed in più: il Piano di Emergenza Comunale (l’insieme delle procedure operative di intervento, per fronteggiare una qualsiasi calamità in un determinato territorio) non riporta la zona di Monte Cavo vetta, sicuramente un sito con alto rischio incidenti vista l’elevata concentrazione di strumentazioni. Non esiste nemmeno una valutazione di rischio ambientale. Abbiamo risposte ufficiali a

questi quesiti che la cittadinanza tutta, si pone?

Confidiamo in un tempestivo ritorno al buon senso ed alla volontà di voler tute-

Alcuni tralicci di monte Cavo

lare i cittadini, il territorio e la salute. Prima che sia troppo tardi…

Gli attivisti del Movimento 5 Stelle di Rocca di Papa

I sindaci incontrano i vertici di Acea

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“L'area dei Castelli Romani e dei Monti Prenestini, conosce disservizi idrici continui ed insostenibili – ha detto il Sindaco di Zagarolo, Lorenzo Piazzai, promotore dell’incontro del 23 marzo con i vertici di Acea –, è il momento di far

sentire la nostra voce: abbiamo presentato all’azienda romana un documento condiviso con i Sindaci, le associazioni, i comitati e tutte le Comunità rappresentate. In questo incontro abbiamo espresso i gravi disagi che il territorio da noi rappresentato e amministrato sta patendo per effetto dei continui disservizi idrici”. Tra i Comuni presenti all’iniziativa anche quello di Rocca di Papa, paese in cui i disservizi e le carenze idriche dell’Acea hanno spesso provocato disagi e proteste da parte dei cittadini.

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RO C CA d i PA PA

I residenti sono preoccupati in attesa della ricostruzione

16

il Segno - APRILE 2018

Il 29 dicembre e il 24 febbraio il muraglione di via Frascati è venuto giù

Dalle poste alla funicolare: uno scavo diventato un pericolo

di SANDRO  TABELLIONE

Due crolli a distanza di un paio di mesi stanno seriamente preoccupando i cittadini che vivono tra via Frascati e via Lucatelli. I crolli hanno riguardato un muro di contenimento della sovrastante area densamente abitata e ora il timore è che, in assenza di interventi urgenti e definitivi, altre parti del muraglione possano venire giù. Le puntellature messe in opera a fine dicembre, in seguito al primo evento disastroso, non hanno infatti impedito il secondo crollo, avvenuto il 24 febbraio. «Siamo molto preoccupati perché i mesi passano e noi temiamo che la situazione possa peggiorare. Vorremmo che qualcuno ci informasse sui tempi che occorrono per ripristinare il muro. Ci hanno detto che le nostre case non sono a rischio ma la paura c’è sempre» ci dice la signora Teresa che abita sulla soprastante via Lucatelli. A rischio sembra essere anche la piccola edicola votiva che sembra essersi salvata miracolosamente, una piccola nota di speranza per quella che poteva essere una tragedia vera e propria, visto che via Frascati è la strada prin-

Via Cavour

cipale di Rocca di Papa e quindi anche la più trafficata.

Qualche residente ritiene che non sia stata solo la pioggia dei mesi scorsi ad aver provocato il crollo, ma anche il continuo passaggio dei mezzi pesanti. «I bus del Cotral ogni volta che passano fanno vibrare il terreno -ci dice Fernando- e sarebbe opportuno pensare a una

SPAZIO ADOTTATO DA MARINA

strada alternativa, per esempio via delle Barozze, come è stato fatto subito dopo il crollo. Una soluzione va trovata». E la soluzione potrebbe essere proprio l’avvio della funicolare che eviterebbe il transito dei mezzi Cotral lungo via Frascati a partire da Bricofer. Intanto speriamo che i lavori di rifacimento del muraglione vengano eseguiti al più presto.

Le ultime piogge stanno creando problemi alla viabilità in tutti i quartieri di Rocca di Papa a causa delle buche che si sono aperte. Una delle strade più pericolose è via Cavour dove una traccia scavata nell’asfalto (e richiusa alla bene e meglio), sta mettendo a rischio automobili e passanti. La strada presenta un’importante attività commerciale oltre all’ufficio postale, per cui è una delle più trafficate del paese. Sorprende poi che il vicino cantiere della funicolare sia stato costretto a prendere l’energia a un centinaio di metri di distanza, con l’esecuzione di uno scavo piuttosto discutibile e privo di manutenzione.

SPAZIO ADOTTATO DA CARLO


RO C CA d i PA PA

il Segno - APRILE 2018

25 dipendenti in lotta Sciopero per i mancati pagamenti degli stipendi

Proteste alla casa di riposo della Madonna del Tufo

Hanno deciso di scioperare i 25 dipendenti della casa di riposo del Centro Trinitario Madonna del Tufo, che attendono la corresponsione degli stipendi da novembre. La protesta è andata in scena sabato 17 marzo in piazza della Repubblica e il giorno successivo nel piazzale antistante il santuario roccheggiano. A supportare l’iniziativa dei dipendenti è stata la Confederazione Unitaria di Base rappresentata da Domi Sonnante, il quale si è detto molto preoccupato di quanto sta accadendo soprattutto per le mancate risposte da parte sia della proprietà della struttura, sia della cooperativa che fornisce il personale sanitario e che, materialmente, dovrebbe saldare le spettanze. La casa di riposo, che al momento ospita 33 anziani, è infatti gestita dalla Società Domus Trinitatis che ha un contratto di prestazione d’opera con la cooperativa Lumen Mundi.

“Noi siamo in regola con il pagamento delle fatture alla cooperativa -ci ha detto Angelo Bastianelli, legale rappresentante della Domus Trinitatis - ma il problema è che la Lumen Mundi vanta numerosi crediti con diverse strutture sanitarie della capitale. Si parla di circa 400 mila euro, per le quali sono state avviate le procedure

La protesta dei lavoratori e delle lavoratrici della casa di riposo alla Madonna del Tufo

ingiuntive di riscossione”. “Nessuno riesce a darci risposte concrete -ripetono però i lavoratori- e ormai, allo stremo economico, siamo stati costretti a indire una giornata di sciopero”.

Fino a oggi i tentativi di arrivare a una soluzione condivisa non hanno dato alcun frutto. Anche l’incontro in Prefettura previsto per il 23 febbraio scorso si è concluso con un nulla di fatto a causa dell’assenza della cooperativa Lumen Mundi il cui presidente, Vincenzo Ruggiero, ha ritenuto di non partecipare. “L’assenza della Lumen -spiega ancora Bastianelli- è dipesa dal fatto che la convocazione è arrivata solo poche ore prima dell’incontro e l’avvocato della cooperativa era impossibilitato a parteciparvi”. Una spiegazione che non convince il sindacato, se-

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condo cui la cooperativa volutamente non vuole dare risposte ai lavoratori.

Alla base della questione c’è la sostenibilità economica della casa di riposo di Rocca di Papa che, a fronte di 77 posti diponibili, ne occupa solo 33 mentre i dipendenti sono 25. Un disequilibrio che, secondo Angelo Bastianelli, starebbe alla base dei problemi venuti al pettine oggi. Le rette degli ospiti variano da 1.500 a 1.700 euro mensili, mentre l’autosufficienza economica (cioè il pareggio tra costi e incassi) si raggiungerebbe soltanto con 55 ospiti. I lavoratori però insistono nel chiedere risposte chiare circa i tempi previsti per ottenere gli stipendi arretrati. La questione, insomma, sembra tutt’altro che avviata a una immediata soluzione. (A.S.)

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Nuova funicolare

Lavori al via per l’arteria stradale

Finalmente anche i lavori per la strada di collegamento tra il piazzale della nuova funicolare e via Frascati sono stati avviati, dopo un‘attesa durata anni a causa delle pratiche di esproprio che ne avevano rallentato la realizzazione. L’opera regionale, costata alle casse del Cotral circa 9 milioni di euro, è dunque in fase di arrivo e tra l’estate e l’autunno prossimi dovrebbe entrare in funzione senza altre interruzioni di natura burocratica, dando così ai cittadini la possibilità di rivivere gli anni floridi sotto tanti punti di vista della storica funicolare roccheggiana. Il progetto di viabilità su rotaia dovrebbe avere due finzioni importanti: decongestionare il traffico su ruota rappresentato dai pullman regionali che arrivano in piazza della Repubblica e ai Campi d’Annibale, e attrarre la curiosità dei turisti che potrebbero vedere nella nuova funicolare di Rocca di Papa un motivo in più per visitare il paese. Per quanto riguarda il collegamento con il quartiere dei Campi, gli autobus blu del Cotral dovranno essere sostituiti dai mezzi già in uso nel trasporto pubblico locale, attualmente gestito dalla Schiaffini Travel. (L.S.)


IL SEGNO dei TEMPI

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i disegni del Maestro

Franco Carfagna Una volta una signorina rocchisciana un po’ avanti con l’età, nel vedere delle signore arrivate da Roma con dei cappellini in testa, volle anche lei provarne uno. Dopo aver messo in croce la famiglia con questa richiesta, finalmente il padre la portò in un negozio di Rocca di Papa. Ma i cappellini nostrani non piacevano alla signorina. Ogni volta che il commesso gli mostrava un cappello, ripeteva la solita frase: «Tà (papà), non m’atatta».

Allora u’ padre ‘a accompagneste co u’ tranfe (tram) a Roma; entrestenu (entrarono) trendo a’ u’ negoziu de ‘n cappellaru e chiesero di poter misurare un cappellino per la signorina. La “ragazza” non era bella, anzi era nu zappu (cioè un po’ bruttina e tracagnotta), e anche qui tutti i cappelli che provava le stavano piuttosto male. Ogni volta ne provava uno e domandava al padre: «O tà, m’atatta?» (cioè: si adatta al mio viso?). «No!» rispondeva il genitore.

La storia andò avanti per un bel po’ e, dopo aver provato decine di cappellini, la ragazza domandò

ancora: «O tà, m’atatta?». Il padre, ormai al limite della pazienza, rispose: «Se t’atatta, t’atatta… se non t’atattata t’atattà». A questo punto la commessa romana del negozio, prima spazientita e poi sempre più divertita, partecipò alla discussione tra i due gridando: «Bum!» perché, spiegò, dopo il mitragliamento ci vuole il bombar-

il Segno - APRILE 2018

Il cappellino della tracagnotta

damento.

Da questa storia nacque un detto popolare, che voleva significare: la situazione è quella che è, se ti sta bene, bene, altrimenti ti devi adattare (se se t’atatta, t’atatta… se non t’atattata t’atattà). Non si è mai saputo se la signorina tornò a Rocca co

u’ cappiellu o no! La storiella l’ha raccontata l’indimenticato poeta, pittore e storico Alberto Tenerelli nel suo libro “Rocca di Papa nostra” (cap. IX - I vecchi raccontano), che i più curiosi possono consultare presso la bella biblioteca comunale di viale Enrico Ferri. Buona lettura a tutti!

Lettere, Proposte, Proteste e Reclami Via dei Monti 24, 00040 Rocca di Papa (Rm)

LA “ROCCA BASSA” DIMENTICATA DA TUTTI Buongiorno, ho trovato nella cassetta della posta un "giornaletto" il Paese di Rocca di Papa, ho appreso così che sono stati stanziati dalla regione 2.759.000 euro per il paese... vergogna, non c'è altra parola per dire quello che penso, nessuna iniziativa per la parte bassa: no gas, no marciapiedi, no rifacimento manto stradale... niente di niente per noi, solo imposte esagerate perchè qui ci sono le "ville", che non riusciamo a vendere perchè non ci vuole venire nessuno a vivere anche se ultimamente siamo diventati Grottaferrata alta... tutto pur di non

dire Rocca di Papa.

ilpiccolosegno@libero.it

Barbara Zei

DOMANDE SUL VIVARO Ma perché la strada che porta al Vivaro è sempre la più disastrata? Perché ci si dimentica che anche quelli che abitano al Vivaro sono rocchiciani a tutti gli effetti? Perché ci lasciano sempre per ultimi? Non abbiamo forse gli stessi diritti degli altri? Le tasse le paghiamo anche noi o no? E’ troppo chiedere che almeno le strade vengano curate il minimo che serve a garantire una normale circolazione a tutti? A chi dobbiamo rivolgerci per ottenere attenzione? Lettera firmata

@

CENTRO STORICO: CHE PECCATO! Ogni volta che passeggio per il centro storico del paese provo un senso di vuoto e di tristezza. Ormai ho una certa età, qui ci ho vissuto per tantissimi anni, ma quando mi guardo intorno mentre vado da mia figlia che abita sopra piazza dell’erba, sono presa dallo sconforto. Non ritrovo più la Rocca di Papa dei miei tempi, tutti sembrano estranei l’uno con l’altro anche se si vive vicini. Una volta scambiarsi qualche confidenza, mangiare un dolcetto insieme, era una tradizione. Tutto sembra dimenticato e ognuno vive nel suo piccolo mondo. Sig.ra Assuntina


La chiave della Torre

il Segno - APRILE 2018

PAGINA 19

CULTU R A e... dintorni

Quando gli orti comunali erano una ricchezza collettiva di ANDREA SEBASTIANELLI

Da qualche anno molti comuni concedono ai cittadini fazzoletti di terreno pubblico in cui realizzare orti a conduzione familiare. Un’idea non nuova che ci permette di tornare indietro nel tempo quando venivano concessi in affidamento i cosiddetti orti comunali per consentire a tutta la popolazione di trarne dei benefici. Si tratta dell’uso civico (in uso dal 1558), concetto che evoca due principii basilari: diritto e responsabilità. Cioè il proprietario terriero, ieri le grandi famiglie nobiliari e dal 1871 le stesse amministrazioni comunali, riconosceva il diritto dei cittadini a utilizzare per scopi primari alcune aree, mentre il cittadino ne rispondeva in termini di responsabilità rispettando le regole del buon comportamento. Questo aspetto è stato particolarmente presente nella zona dei Castelli Romani, a Rocca di Papa in particolare visto che era, ed è, un paese con un territorio molto vasto.

E proprio per questo Rocca di Papa ha visto un grande utilizzo della concessione di appezzamenti pubblici da adibire ad orti, soprattutto nel quartiere alto dei Campi d’Annibale. Nel 1994, però, accade qualcosa che porta alla luce un vero e proprio «sistema» legato alla gestione di questi orti comunali: la Regione, su sollecitazione del Comune, nomina un perito demaniale per mettere ordine nel settore “distinguendo i possessi legittimi dalle arbitrarie occupazioni”. Questo perché nel corso degli ultimi 70 anni c’era stata una vera e propria mercificazione degli orti comunali con cessioni, vendite e occupazioni tra vecchi affidatari, molto spesso eredi degli affidatari originari, e nuovi. Il tutto al di fuori

L’uso disinvolto delle nostre terre da parte dei pubblici amministratori Un sistema adottato per aggirare la legge di tutela

delle regole ufficiali, con una vasto giro di soldi sottobanco e di semplici accordi firmati tra le parti. Questo avveniva malgrado l’esistenza di un “regolamento dell’affitto” (deliberato nel 1877) che all’articolo 1 sanciva che “La concessione è personale, niuno vita natural durante potrà cederla ad altri, siano pure della propria discendenza e famiglia”.

A Rocca di Papa, fino agli inizi degli anni Novanta, esistevano quasi 200 affidatari di orti comunali, quindi una buona fetta di popolazione (calcolando quattro persone a famiglia arriviamo alla cifra di 800 cittadini residenti), circa il 10% dell’intera popolazione. Duecento affidatari di cui alcuni neanche censiti, che nel corso degli anni avevano trasformato questi orti in aree edificate che avrebbero fatto nascere il quartiere più popoloso di Rocca di Papa, appunto quello dei Campi d’Annibale.

A oggi la maggior parte delle pratiche di riscatto degli orti comunali è stata conclusa con l’acquisto da parte degli occupanti.

Ma c’è un aspetto da considerare: gli inizi degli anni Cinquanta Rocca di Papa fu soggetta a numerosi vincoli, soprattutto legati al paesaggio, ma l’amministrazione comunale cercò in tutti i

modi di aggirarli conducendo un controllo del territorio volutamente blando e quasi inesistente. A descrivere questo stato di fatto è una lettera dell’allora Soprintendenza ai monumenti del Lazio che il 21 settembre 1953 avverte l’esigenza di scrivere alla direzione generale dell’antichità e belle arti del ministero della pubblica istruzione, per segnalare che “Questo ufficio ha più volte constatato in seguito a sopralluoghi nel territorio del Comune di Rocca di Papa, il sorgere di costruzioni non autorizzate che ledono l’integrità del paesaggio. Il Comune di Rocca di Papa, sistematicamente cerca di svincolarsi dalla procedura legale per farci trovare di

Orti comunali di una volta

fronte al fatto compiuto, nella presunzione che questo basti per ottenere una sanatoria. Questa Soprintendenza si trova dunque di fronte a una situazione grave che non riesce a fronteggiare per l’ostruzionismo (la parola è questa) del Comune di Rocca di Papa”.

Parole dure che fanno meglio comprendere oggi l’impresa condotta da uomini come l’ambientalista e storico Antonio Cederna, le cui battaglie rimangono a tutti gli effetti un baluardo della tutela del bene comune anche se il sopruso si basa spesso sulla protezione e sui mancati controlli da parte delle stesse istituzioni pubbliche.


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Spunti di psicologia

A cura della Dott.ssa Bruna Benelli

Gelosia e aggressività A fine agosto è stato pubblicato il libro sulla gelosia patologica e i suoi risvolti più drammatici, dal titolo “Quando la gelosia si trasforma in aggressività”. Gli autori sono tre psicologi psicoterapeuti: Rosanna Mansueto, coordinatrice della struttura residenziale socioriabilitativa per pazienti psichiatrici di Valmontone, Cristiano Zamprioli, esperto in sessuologia clinica e in psico-

logia oncologica e delle malattie organiche gravi e la sottoscritta, Bruna Benelli, in quanto membro dell’associazione di volontariato Donne per il cambiamento che opera tra Marino e Albano, a cui è stato proposto di sviluppare il discorso sulla trasformazione della gelosia in aggressività.

Le origini della gelosia patologica hanno radici profonde a livello psicologico: è una risposta emotiva legata al pericolo di perdita del partner e si esprime con vissuti di ansia, angoscia, rabbia ed aggressività fino a sfociare in una violenza vera e propria. L’amore viene trasportato in un clima di diffidenza, si distrugge il dialogo, la fiducia e la spontaneità. Si toglie al legame affettivo la libertà, il reciproco rispetto e la dignità e, nei casi più gravi, si verificano tragedie in cui le donne subiscono violenza o vengono uccise, i co-

PAG INA A PE RTA

il Segno - APRILE 2018

Noi viventi invecchiamo, solo ciò che non accade non invecchia mai

1937... Roba di classe di GIANFRANCO BOTTI

I viecchi nze ngrugnanu-se i lasci soli-anzi stau be-pure se tutti sau cota-a cammora no remane mai vota-stau co issi-i recuordi ormai fissi-tutti-chilli buoni-chilli brutti-robba passata-che ormai mmucchiatasmucinata-resmucinata-repp resenta o campatu-sempre più a core-se si rivatu-aa parte stretta de u mottatore.

Valgano quello che valgono, queste quattro righe le dedico a quelli della classe 1937, a tutti, maschi e femmine, a quelli che hanno compiuto, a quelli che stanno compiendo e a quelli che non potranno compiere gli 80 anni, traguardo che, oltre a riscuotere il risalto d'ogni cifra tonda, segna un confine netto e implacabile: finisce l'anzianità, comincia la vecchiaia. Per quelli che non sono ancora vecchi, essere vecchio significa essere stato. Ma essere vecchio significa anche -a dispetto, in aggiunta e oltre "essere stato"che sei ancora. Il tuo "essere stato" è molto vivo. Tu sei ancora, e uno è ossessionato tanto dall'essere ancora e dalla sua pienezza quanto dall'essere stato dal passato. Alla vecchiaia pensa così: il fatto che sia in gioco la propria vita è una realtà quotidiana. Non possiamo fare a meno di sapere che siamo a scadenza e tener presente quello che a scadenza ci aspetta. Il silenzio da cui saremo per sempre circondati. Per il resto, non è cambato nulla. Si è immortali per tutto il tempo che si è al mondo. siddetti “femminicidi”.

Questo succede perché alcuni uomini con forti tratti narcisistici, confondono l’amore con il desiderio di possesso e considerano la donna come “oggetto di loro proprietà”, diventandoaggressivi nei suoi confronti proprio quando viene loro a mancare quel “rispecchiamento narcisistico” grandioso, che erano abituati a

Qualcuno ha detto che la vita sarebbe infinitamente più felice se nascessimo a 80 anni e gradualmente ci avvicinassimo ai 18. Per adesso non è così. Può darsi che per l'appresso qualcuno inventerà la marcia indietro, per poi concludere che, tutto sommato, la sostanza è la stessa. Sia come sia, noi ordunque siamo vecchi. Orfani di una parte fondamentale della vita: le relazioni sociali si sono quasi esaurite; gli amici non si ritrovano più; gli spazi di movimento (per chi può permetterseli) sono cambiati; i più bei momenti vissuti sembrano, nel ricordo, appartenere alla vita di altri e la vita nuova che ha sostituito quella in cui (forse) un tempo si era integrati parla un linguaggio sconosciuto. I vecchi latini dicevano che la vecchiaia di per se stessa è una malattia, alla quale ciascuno aggiunge qualche acciacco personale, la malattia senile essendo uno dei tanti volti che può assumere per noi il fattore Tempo. Ma questo non ci turba più di tanto. Si sapeva, e quel che si sa non abbatte come abbattono le mazzate fuori età, quelle anticipate. Noi viventi invecchiamo, solo ciò che non accade non invecchia mai. Per di più, quando si vive troppo a lungo si perde il diritto di esser compatiti al momento della morte. Per cui. Certo: per chi invecchia le poche cose importanti diventano pochissime; il vecchio perde uno dei grandi diritti dell'uomo: non viene più giudicato dai suoi simili; pochi sanno invecchiare; invecchiando, non sono gli uomini che si allontanano dai vizi, ma i vizi che si allonta-

nano da noi; l'uomo arriva impreparato ad ogni età della vita; la vecchiaia è la tomba non dei desideri, ma delle speranze. Tutto vero, niente da ridire. Vero pure, però, che la vecchiaia non è proprio così male ove si consideri l'alternativa. Pensiero, questo, inoppugnabile e un po' più allegro di quest'altro: la vecchiaia non è che la punizione di essere vissuti. Se sulla vecchiaia di cose da dire ce ne sarebbero tantissime, per la vecchiaia di cose da fare ce n'è solo una a noi consentita: preoccuparsi di aggiungere vita agli anni, non anni alla vita. Di questa, è l'uso che ne facciamo che conta. Uno può aver vissuto a lungo e tuttavia pochissimo per la pochezza di qualità toccata. Per essere all'altezza bisognerebbe risultare propositivi. Ma è una cosa difficile assai. In maggior parte esistiamo e nulla più. In compenso, la vecchiaia, una volta capacitatoti, ti porta in una dimensione di dolcezza, di nostalgia, di rimpianto, (e pure di morbidi rimorsi), che prima ti avvolge e poi pare quasi staccarti piano, piano dalle umane faccende, avviandoti con garbo verso la destinazione finale. E tu l'assecondi questo stacchetto o perlomeno non ti scalmani. O perché non te ne accorgi o perché quel che hai vissuto ti ha quasi convinto su come sia complicato restare immortale. A meno che non ti abbia convinto. Allora sono dolori.

ricevere, fin dall’inizio del rapporto. Quando invece la partner prende coscienza di se stessa, dei suoi bisogni, e inizia a notare i difetti dell’uomo, e vuole svincolarsi da lui, egli sente di perdere terreno e deve ristabilire la propria superiorità con la forza o la manipolazione, isolandola dagli amici e dai parenti, arrivando in alcuni casi ad eliminarla piuttosto di sopportare l’idea di averla persa o che

possa diventare di qualcun altro. Il libro affronta molti temi attuali oltre al femminicidio, alla violenza domestica e allo stalking: cyberstalking e revengeporn,oltre all’intervento con le vittime e gli autori di violenza. Il libro si può ordinare sul sito www.arduinosaccoeditore.eu oppure è possibile acquistarlo presso la libreria San Paolo di via Alcide de Gasperi, 51 ad Albano Laziale.


il Segno - APRILE 2018

T EATRO e S TO RI E

Pagine di donna al Teatro Comunale

Un 8 marzo all’insegna

della beneficenza

Da sinistra: Simona Cotichini, Margherita Silvestrini e Mariachiara Cecilia,

La sera dell’8 marzo si è tenuto presso il teatro civico di Rocca di Papa lo spetta-

colo Pagine di Donna. Un evento ideato e pensato da Simona Cotichini e realiz-

zato con la partecipazione di più di 20 persone, in maggioranza donne, quasi tutti rocchiggiani, e non professionisti. La serata è stata un susseguirsi di canzoni che hanno fatto scoprire voci meravigliose, recite di poesie e pièce teatrali, monologhi che raccontavano pezzi di vita dei protagonisti e che hanno toccato l'anima del pubblico attentissimo.

Ci sono stati momenti molto commoventi e momenti divertenti. Tutti i partecipanti si sono messi in gioco con tutte le loro forze e la loro passione, riuscendo nell'intento di catalizzare l'attenzione del pubblico, che ricambiava con un tifo quasi da stadio, totalmente meritato il valore aggiunto dello spettacolo é stata la beneficenza, l'associazione L'aquilone Rosa Onlus ringrazia Simona e tutti i partecipanti che hanno voluto devolvere l'incasso dello spettacolo, per sostenere le attività dell’associazione che da diversi anni è presente nel nostro territorio. Mariachiara Cecilia

Il romanzo storico a puntate di Franco Antonucci

Il coperchio del diavolo APRILE 1858 CIVITAVECCHIA

Finalmente era arrivato in Italia. Da quanto tempo desiderava calcare quel suolo sacro di artisti, poeti e inventori, ma anche di... briganti. Era appena sbarcato sul molo, ma sapeva già dove andare. Uno degli ufficiali di bordo era stato tanto gentile da spiegargli bene dove si trovava il posto che cercava e ora si stava dirigendo nell’aria frizzante della primavera italiana, verso l’Aurelia, la grande strada consolare romana. Ma, in confronto il clima russo che aveva lasciato, qui sembrava già estate piena. Il sole abbagliante si rifrangeva sulle grandi mura tufacee merlate. Alla fine trovò riparo all’ombra di un grande portone. A lato una garitta con un granatiere di Sardegna, più avanti una scrivania con un impegato a fissarlo con aria interrogativa: “Desidera signore?” “Vorrei visitare un detenuto” “Mi dica nome e cognome” “Io sono Alexandre Dumas” “Non il suo, quello del detenuto” Tirò fuori l’agendina dove aveva annotato quel nome suggeritogli una sera,

più di dieci anni prima, in uno di quei noiosi salotti parigini. “Antonio... Gasparone o Gasperoni” “Ah! Antonio Gasbarrone vorrà dire. E’ fortunato. Vengono tutti per lui e solo lui può ricevere visite fuori orario. Ordine del direttore. Riempia questo modulo con la sua firma in calce.” Ritirato il foglio, l’impiegato affidò in fretta il visitatore a un secondino, che cominciò subito a incamminarsi speditamente. Poi aprì lo spioncino della porta in fondo e gridò infilando il naso tra le sbarre: “Visite, Gasparo’” “Chi è” rispose dopo un po’ una voce profonda. Un forestiero, un certo Alessandre Dumàsse”. “Sono Alexandre Dumas il...” “... famoso scrittore... I tre moschettieri, il Conte di Montecristo, Vent’anni dopo, il Visconte di Bragelonne. Li ho letti tutti sa?” Si aspettava un vecchio acciaccato di sessantacinque anni. Invece, con molto stupore si trovò davanti un uomo di mezza età, dinoccolato, molto alto, senza un filo di pancia e dai movimenti sciolti ed elastici. “Da ciò, Esimio Maestro, si capisce che

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Giancarlo Novino maestro di tecnica

"Sono felice, motivato e non nascondo la mia emozione per questo incarico che la società Real ha voluto affidarmi. Il calcio è la mia passione, da giovane ho giocato in un calcio di altri tempi dove come oggi è lo sport nazionale ma non era uno sport per tutti". Con queste parole Giancarlo Novino, storico calciatore dei Canarini che tanto ha dato allo sport roccheggiano, ha salutato la sua nomina a Maestro di Tecnica per la società Real Rocca di Papa. Quella del Maestro di Tecnica è una nuova ed importante figura pensata dai dirigente del Real per far crescere e migliorare bambini e ragazzi impegnati attivamente nell’attività sportiva. A Giancarlo va il nostro grande in bocca al lupo!

Un racconto costellato di miti e leggende popolaresche del brigante piu’ famoso dello Stato pontificio: Gasperone

lei sta su un altro livello ma persino noi poveri carcerati riusciamo a trarne profitto. Io e il professor Pietro Masi di Patrica abbiamo pubblicato le mie memorie a fascicoli che stanno vendendo molto bene anche all’estero, tanto da renderci mensilmente novedieci scudi a testa e, a differenza delle sue, le nostre sono storie vere.” “Già, a proposito di storie. Mi potrebbe raccontare la sua?” Già, la sua storia: l’aveva raccontata tante di quelle volte che gli sembrava ormai che tutti quei fatti fossero solo nella sua testa. “Ma certamente, da dove vuole che cominci?” “Dal primo evento importante.”

1/Continua


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I nostri amici animali

TEM I D’ OG G I

Un gufo a Rocca e altri rapaci di ANNARITA ROSSI

Il rumore del tacchettio delle mie scarpe mentre discendo i vicoli del paese alla sola luce dei lampioni per rientrare a casa non l’ha disturbato. Appollaiato sul comignolo del tetto di una casa del vicolo dove abito appare in tutta la sua misteriosa bellezza. Ammicco lo sguardo e distinguo benissimo quella testa a forma di cuore e due occhi grandi spalancati, è proprio lui, è un gufo. Incredula mi volto indietro e noto mio marito che cautamente sta provando a scattare una foto all’esemplare mentre questi però silenziosamente dispiega le grandi ali e con

L a v i t a ne i mo d i d i d i r e

elegante maestria si alza in volo disperdendosi nella notte. Quella visione di pochi minuti rimane impressa nella mente e non può che farci apprezzare la libertà della quale godono gli animali selvatici nel loro ambiente naturale.

I rapaci nella storia sono stati visti in modi discordanti tra miti e superstizioni a causa della loro natura essendo alcuni uccelli notturni e altri diurni. Il gufo, simbolo esoterico e nel Cristianesimo identificato come malaugurio, per gli Indiani d’America ha rappresentato protezione dall’oscurità e dai Cherokee è stato persino onorato come animale sacro per poi diventare in tempi recenti segno di portafor-

di ENEA TRINCA

Prima di offendere qualcuno contate fino a dieci: ti verranno in mente molti più... insulti!

Ormai la politica è caduta talmente in basso che per trovarla dobbiamo chinarci molto. E chi si china molto non la vede ma la sente dietro. C’è tanta gente in giro con la coda di paglia, che potremmo accendere un falò. Chiedo sempre a mia moglie: che faresti se ti lasciassi? Andrei ad accendere un cero! Per grazia ricevuta. Se l’amore è cieco come fa uno a innamorarsi a prima vista?

Sei talmente stupido che quando vai al supermercato bevi il latte lì perché c’è scritto: Aprire qui.

Il governo finalmente ha riformato il sistema pensionistico: la pensione arriverà subito dopo la morte.

il T o c c o

di Ermanno Gatta

il Segno - APRILE 2018

Invito alla lettura

La luce sugli oceani

tuna se donato sotto forma di monile. L’aquila, per la sua maestosità, forza e coraggio è stata adottata come simbolo da più culture sin dall’antichità, nelle Sacre Scritture come nell’interpretazione dei sogni non senza alcune accezioni negative, dove credenze popolari le attribuiscono di essere animale impuro per la sua voracità. Non è raro in montagna ma anche in aperta campagna e al mare notarli in volo e distinguerli da altri volatili per quella capacità che solo i rapaci hanno di mantenere a lungo le ali aperte in volo, volteggiando e stridendo, a volte in coppia, librandosi in evoluzioni spettacolari per poi scendere in picchiata.

Purtroppo la conservazione di questi splendidi predatori non è indenne da minacce derivanti dalle perturbazioni ambientali, dal bracconaggio, dal taglio incontrollato dei boschi e dall’uso di pesticidi nell’agricoltura, contribuendo alla scomparsa di molte specie. Tuttavia, io ripenso con un pizzico di speranza a quell’incontro fortuito e un po’ magico avvenuto qualche tempo fa, immaginando quel gufo nel suo regno di cui ancora tutti possiamo vantare di fruire, quello del Parco Regionale dei Castelli Romani.

di Roberta Puglisi Isabel abita su un’isola lontana e scabra tra due oceani. Ogni mattina all’alba corre a vedere la luce del faro che rischiara le ultime luci della notte trascorsa. Abita lì con suo marito Tom, il guardiano del faro, e di quell’isola solitaria non ha mai avuto paura anzi gli inattesi silenzi o il rombo assordante del mare la affascinano e la stupiscono. Ma una mattina un vagito flebile come un volo di gabbiani attraversa il cielo quieto dell’alba. E’ il grido di una bambina, ritrovata a bordo di una barca naufragata sugli scogli, insieme al cadavere di uno sconosciuto. Isabel non conosce neppure il nome della bambina ma per lei rappresenta il regalo più grande che l’oceano le abbia mai fatto. Ha sempre desiderato avere una figlia e questa bambina venuta dal mare sarà sua. Nessuno potrà mai immaginare se, a dispetto della legge e delle regole, Tom non segnalerà alle autorità il naufragio avvenuto. Decidono di chiamarla Lucy e questa bambina sempre vivace e bisognosa di attenzione diventa davvero la luce della loro vita. Ma le ombre non tardano ad arrivare e quel segreto diviene pesante come un macigno, indomabile più delle correnti e delle tempeste sugli oceani. Dall’altra parte dell’isola c’è infatti una madre che, ignara di ciò che è avvenuto, attende ogni giorno il ritorno di sua figlia. “La luce sugli oceani” è un romanzo di profonde emozioni e inesprimibili domande. I suoi protagonisti entrano con le loro vicende nella nostra vita e ci spingono a domandarci cosa è giusto o sbagliato, fino in fondo. “La luce sugli oceani” è la storia di due famiglie, unite eppure separate da ciò che di più grande esiste, una nuova vita. E’ un libro che lacera il cuore dal dubbio e commuove, ha un finale toccante e profondo che ruberà qualche lacrima anche ai più disillusi.


il Segno - APRILE 2018

L’angolo della storia

C U LTU RA

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L’equazione del comunismo e la crisi della società liberale di VINCENZO RUFINI

Nella monumentale Storia d'Italia edita dalla Casa Editrice Einaudi lo storico della letteratura, il professor Alberto Asor Rosa, in uno dei saggi che compongono l’opera analizza il tempo che va dalla fine dell’Ottocento ai primi decenni del Novecento. In questa sua acuta analisi l’illustre storico stabilisce, in una forma letteraria di grande acutezza linguistica e in una cronologia storica di prim’ordine, che la crisi della società liberale ed aristocratica del tempo produce due equazioni: La Grande Guerra e il Fascismo. Volendo aggiungere una postilla, “Si parva licet componeremagnis”, all’assunto in questione si potrebbe formulare una terza equazione: il Comunismo.

Nella sua forma più esplicita tale fenomeno raggiunge l’apice della storia nel 1917 in quel sommovimento storico chiamato “La Rivoluzione d’Ottobre” (fu chiamata col mese di ottobre perché in Russia vigeva ancora il calendario Giuliano), attuato il 7 novembre 1917 e di cui lo scorso anno è ricorso il centenario. Come tutti i grandi stravolgimenti della storia ci sono state delle cause che lo hanno determinato; infatti nella Russia contadina ed antica, dove il teorico Karl Marx non avrebbe mai immaginato che potesse scoppiare una rivoluzione dato lo stato primordiale dell’industrializzazione, l’economia era poggiante sulla società rurale e il sistema di governo era costituito da un'autocrazia, incarnata dalla famiglia Romanov, ormai fuori dal tempo.

La popolazione era nella quasi totalità fedele al cristianesimo nella sua versione ortodossa. Qualche

movimento di rivolta proiettato dall'alto si era avuto negli anni 20 dell’Ottocento con la rivolta Decabrista, subito sopita. Una spinta continua dal basso comincia a scuotere il tessuto sociale russo sin dal 1905 sull’onda

della sconfitta della Russia nella guerra col Giappone. Ma è con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale che viene impressa un’accelerazione all'intero movimento rivoluzionario. Una valutazione errata e fuori dal

La poesia del mese

di ANNA GIOVANETTI

Sensazioni

Aprendo la finestra una mattina di questo inverno ormai quasi passato un leggero soffio di brezza marina all’improvviso dolcemente mi invade.

E quel profumo mi inebria in ogni senso sgombrando la mia mente dai pensieri d’azzurro intenso si colora il cielo, e io socchiudo gli occhi respirando forte, mentre due passeri cinguettano leggeri.

Sembrano ormai lontane le fredde giornate e un tiepido sole mi avvolge e mi accarezza; vola l’anima mia verso caldi lidi, donde quel profumo sembra arrivare un’infinita pace prende posto nel mio cuore e nella vita mi fa ancora sperare…

L’artista di Roma Sparita

Il 24 marzo è stato celebrato ad Ariccia Ettore Roesler Franz in occasione dei 110 anni della sua morte. L’artista è celebre per l’opera “Roma Sparita”, 120 acquerelli realizzati tra il 1878 e il 1896, che rappresentano testimonianze visive dei mutamenti urbanistici di Roma diventata Capitale d’Italia. Ora è disponibile anche una biografia del pittore scritta da un suo discendente diretto, Francesco Roesler Franz, e pubblicata dall’editore “Intra Moenia”.

tempo dello zar Nicola II trascina la Santa Russia in un’avventura senza ritorno. L’eccessivo conto che lo zar fa del numero dei soldati non gli permette di capire che le guerre moderne le vince l’industria pesante; la penuria di generi alimentari, l’eccessiva disparità tra le classi sociali producono un cocktail infernale che causa la fine della monarchia. Nel mese di febbraio va al potere Aleksandr Kerenskij, avvocato e massone di elevata iniziazione, il quale non riesce a capire i bisogni veri della popolazione scesa in piazza e dell’esercito che si ammutina, il tutto condensato nello slogan “Pane, Pace, Libertà”.

Kerenskij continua la guerra spianando la strada all’ottobre bolscevico che vedrà in Lenin il suo méntore che con l'aiuto della Germania, nemica della Russia nella guerra, rientra in Russia e prende la guida del movimento insurrezionale dei Soviet che culminerà con la presa del Palazzo d’Inverno, sede invernale del potere zarista, quale atto determinante della Rivoluzione. Il '17 russo, come l'89 francese, costituisce una cesura storica che mette fine ad una certa concezione del mondo dando inizio ad una nuova visione che nel caso della Russia durerà 70 anni causando speranze, utopie, tragedie. La terza equazione che ha caratterizzato insieme alle prime due e alla seconda guerra mondiale, il corso del XX secolo.


L’INFORMAZIONE CHE LASCIA IL SEGNO eg

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TUTTO IL RESTO È NOIA! *

* by Franco Califano

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LA NOSTRA LIBERTÀ NON HA PREZZO


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