Il segno aprile 2017

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Se non diremo cose che a qualcuno spiaceranno, non diremo mai la verità Joseph Pulitzer

Segno

il

quello che gli altri non scrivono...

mensile indipendente

IL SEGNO NON USUFRUISCE DI ALCUN FINANZIAMENTO PUBBLICO

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www.ilsegnonews.com Il Segno di Rocca di Papa

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ANNO XVI, n. 4 - APRILE 2017

LA RICORRENZA: Il 26 aprile 1800 nasceva Leonida Montanari

Condoni e abusi che scottano Tra i maggiori protagonisti del pre-risorgimento italiano, con i cosiddetti “moti carbonari”, Leonida Montanari nacque a Cesena il 26 aprile del 1800. Nel dicembre del 1823, ad appena 23 anni, il giovane Montanari venne nominato medico condotto di Rocca di Papa,

dove esercitò fino al 23 novembre 1825, quando Montanari fu ghigliottinato a piazza del Popolo a Roma insieme al carbonaro Angelo Targhini. La sua storia è stata ben raccontata dal film di Luigi Magni “Nell’anno del Signore” (1969).

La Giannone in conflitto con il ruolo di vicesindaco e assessore

Tornare e scoprire che...

Quer pasticciaccio brutto de la Rocca

di Marco Putano Torno a Rocca per un estratto di matrimonio, ora è obbligatorio, pare, per gli atti di compravendita, mi reco presso l’ufficio anagrafe, la perla dell’amministrazione rocchigiana, saluto Lina, ho un ottimo ricordo della sua cordialità, dedizione e professionalità, mi saluta con simpatia. Stampiamo l’estratto, saluto e scendo per la via. Ho parcheggiato a piazza Margherita, innanzi al bar da Mimmo vedo una signora rossa di capelli. “Ma dai” penso tra me e me, è Daniela, la compagna di Andrea, sta distribuendo il giornale, ma che bello, nulla è cambiato, l’aria frizzantina, i colori limpidi, gli odori di Rocca, oddio il mercato immobiliare è veramente giù, più giù di altrove. Che faccio? La avvicino? La saluto? Ma no, ma come posso, io ho messo i capelli bianchi, ho un pizzetto che sembro una capra, magari la spavento, meglio di no, ma non riesco a non curiosare. SEGUE A PAGINA 2

L’assessora all’urbanistica si trova a vigilare sulla pratica di condono edilizio n. 176, relativa a un edificio del marito, su cui pendono altri due abusi che hanno trasformato una cantina in appartamenti, addirittura già venduti. Abusi non ancora soggetti a verbale ALLE PAGINE 8 e 9

FORTEZZA CHIUSA

A pagina 7

Tassa sui rifiuti

Aumenti in bolletta A pagina 5

Cittadinanza onoraria ai De Angelis A pagina 12

Acquisizioni tra politica e giustizia A pagina 6

Veronica Giannone

L’ASSESSORE ROSSETTI

Sanzionato per i controlli BCC A pagina 10


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Segue dalla prima pagina

Quer pasticciaccio brutto de la Rocca L’INTERVENTO

Sul titolone di prima pagina si legge “Piatto ricco mi ci ficco” e io tra me e me penso: “Ammazza ‘sto Boccia, è incontentabile, ma pure i rocchiggiani che lo rivotano”. Vabbè, non è proprio cambiato nulla. Mi dirigo in macchina, metto in moto, faccio manovra, prendo la strada, ed eccolo, sì è lui, anche lui ha un pizzetto, più bianco del mio, ma sì, è Andrea, anche lui con il Segno, impegnato nella distribuzione ai paesani. “Andrea!”, “Marco, ma sei una sorpresa”, “E sì, sono qui, mi serviva l’estratto di matrimonio, sempre impegnati con il giornale? Ho visto Daniela ma ho preferito non disturbarla, come va?”, “Bene, qui non cambia nulla, tra poco esplode una bomba urbanistica”, “Sì, ho sentito, io lo dicevo a Boccia a suo tempo, occorreva portare a definizione i condoni, si sarebbero riscossi tanti soldini, questi nuovi abusi non possono essere sanati a mio avviso, ahimè vanno acquisiti gli immobili e demoliti, ma Boccia, riconferma sempre gli stessi tecnici, Rocco è buono, ma va sostituito”. Mentre procedo nella mia dissertazione, Andrea sgrana gli occhi, cerca di fermarmi, io me lo ricordavo come uno che lasciava parlare, ma perché mi vuole interrompere, e facendo ricorso alla mia

abilità oratoria, imposto tono e parola in modo da non essere interrotto e riprendo: “Questa non è una emergenza, questo è l’esito di una assenza di programmazione, Boccia è troppo in continuità con sé stesso, il fatto che lo rivotano però effettivamente lo legittima sul piano politico a conservare il pre-esistente, struttura tecnica amministrativa inclusa”. A quel punto Andrea mi sorride e fa: “Marcolino, Boccia non è più sindaco, da dieci mesi abbiamo un altro sindaco”, “Ah! Ma chi è? La Sciamplicotti? sempre Pd”, “No, pensa che ora Boccia è Dp”, “Pd!”, “No, Dp!”, “Andrè, mi stai coglionando?”, “Ma no, non mi permetterei, Dp sono i fuoriusciti del Pd, Boccia è uscito dal Pd”, “Ma insomma, Boccia non è sindaco, il Pd non esprime il sindaco e perde pezzi, ma chi è il sindaco allora”, “È Crestini”, “Chi? Quello che ha quel bellissimo bar a Frascati?”, “Crestini si era impegnato a ridurre i costi della politica invece si è assegnato il massimo dell’indennizzo”, “Quanto ha dichiarato come reddito? 18.000 euro? Io presi

un caffè qualche tempo fa, sì, era lui, ma è impiegato o è titolare dell’esercizio? No, perché se fosse titolare… ad ogni modo quel caffè non era di mio gradimento”, “Non sembra voler affrontare il tema degli abusivi, ora sono nove mesi, attendiamo un atto”. Andrea si fece cupo, io persi la favella. In effetti, nel dover ritrovare i contatti dell’ufficio anagrafe, ho dovuto consultare il sito Internet del Comune e ho dovuto constatare che i tecnici sono sempre gli stessi, questa di fatto è continuità, consapevole o inconsapevole, di fatto

il Segno - Aprile 2017

Crestini si pone in continuità con Boccia, non saprei se chi ha votato Crestini, volesse un cambio in continuità o un rinnovamento. Le antenne sembrano irremovibili come taluni funzionari e talune politiche urbane e sociali e alcuni atteggiamenti dei politici di Rocca: le antenne sono il simbolo dell’immutabilità roccheggiana. Sono il pasticciaccio brutto roccheggiano. Le strade di arrivo sembrano più pulite, l’aria è fresca e buona, un pezzo di trentino a 15 km da Roma e mi si rimette in moto il cervello di urbanista, immagino progetti di sviluppo, mi dico, sì abbiamo le aree, dobbiamo formare imprese, lavoratori e cittadini per conseguire qui la qualità altoatesina e offrire una alternativa per il tempo libero di breve e medio periodo. Le attrazioni culinarie le abbiamo, dobbiamo formare e informare soprattutto i giovani sui temi della bio edilizia, sulla ecologia, che è un modo alternativo per parlare di economia, sull’agricoltura, i cavalli, che potrebbero essere qui ciò che è lo sci a Trento. “Andrea, ti saluto, in gamba alla prossima”, “Ciao Marco, dai scrivi qualcosa”, “Non mancherò, attendo gli sviluppi della questione abusivismo, mi rimetto le vesti di architetto e ti scrivo un mio parere, a presto, ciao”. Marco Putano

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il Segno - Aprile 2017

INDOVINA QUANTI ERAVAMO?

Nel 1931 a Rocca di Papa la popolazione residente si componeva di 4.996 persone. Nel 1936, cinque anni dopo, erano già 5.288.

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“Mondo Migliore” nel progetto sicurezza stradale a sua insaputa? di Andrea Sebastianelli Come scritto sul numero scorso, l’amministrazione Crestini ha approvato un progetto di 323.000 euro sulla sicurezza stradale. Oltre a diversi settori del Comune, alla Polizia locale e al coinvolgimento di scuole e centro anziani, vi è anche il centro di prima accoglienza di via dei Laghi. La sicurezza stradale è importante ma succede spesso che intorno a questo tema le amministrazioni siano portate a presentare progetti che, almeno sulla carta, lasciano il campo a tanti dubbi. Ovviamente non mancano esempi virtuosi dove studiosi e pubbliche amministrazioni propongono progetti utili.

Il Comune di Rocca di Papa, quindi, nei mesi scorsi ha proposto un progetto dal titolo “La mia città più sicura”, per un costo totale di 323.000 euro, con l’intento di intervenire su alcune specifiche strade comunali: via Campi d’Annibale, via Frascati, Viale Enrico Ferri e via delle Barozze. Eppure, a giudicare dal numero di sinistri, è difficile parlare di “emergenza sicurezza”: in via Campi d’Annibale, nel triennio 2012-2014, c’è stato un solo incidente stradale, in via Frascati 14, in viale Ferri 1 e in via delle Barozze 9.

Tali progetti sembrano più che consegne a domicilio

stico, prof. Torroni, mentre agli atti non risulta alcuna dichiarazione di adesione della cooperativa che gestisce l’accoglienza di Mondo Migliore. Una svista? O qualcosa di più?

altro una scorciatoia per attingere a risorse pubbliche per realizzare qualche attraversamento pedonale rialzato, luminoso e sonoro, mettere a nuovo la segnaletica e, soprattutto, insegnare a studenti e anziani le regole sulla sicurezza stradale. A Rocca di Papa, però, il sindaco Crestini e la sua giunta hanno voluto fare di più, aggiungendo nel progetto anche il centro di prima accoglienza dei richiedenti asilo di Mondo Migliore. A pagina 4 dell’allegato B del progetto (Scheda dei parametri qualificanti) si legge che il progetto vedrà anche l’impegno diretto «del centro di accoglienza Mondo Migliore». In che modo saranno coinvolti gli operatori del centro di via dei Laghi e i 500 ospiti non è dato sapere visto che nel progetto non viene spiegato. A leggere i dieci allegati (totale

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151 pagine), più la delibera di giunta n. 115 del 28 ottobre 2016, infatti, si capisce solo che «gli interventi […] sono rivolti a specifici fattori di rischio e alle categorie di utenti maggiormente a rischio». Come possa rientrare in tutto questo il centro di prima accoglienza per richiedenti asilo non è facile capirlo. Forse il sindaco, dotato di preveggenza, lo avrà voluto inserire a tutti i costi immaginando il 28 ottobre 2016 ciò che sarebbe accaduto due settimane dopo, il 12 novembre 2016, quando un gruppo di migranti invase via dei Laghi per protestare su alcune carenze della struttura dei Padri Oblati. Fatto sta che dopo circa sei mesi dalla presentazione del progetto nessuno ci ha ancora spiegato quale sarà il ruolo dei rifugiati. Non solo, tra i documenti del progetto (allegato n. 8) vi è anche l’adesione delle scuole tramite la firma del dirigente scola-

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Possibile che l’amministrazione comunale pensi di “fare integrazione” proponendo ai richiedenti asilo dei corsi sulla sicurezza stradale? Nel protocollo d’intesa sottoscritto da Crestini e dal Prefetto di Roma il 15 settembre 2016 si parla di tante cose ma non di sicurezza stradale. E appare ancora più paradossale che ad appena un mese da questo accordo, la giunta di Rocca di Papa abbia pensato di inserire Mondo Migliore in un progetto finanziato dalla Regione proprio sulla sicurezza stradale. Che ruolo avranno in tutto questo i mediatori culturali di Mondo Migliore? E allora viene da domandarsi: l’amministrazione e il centro studi che l’ha supportata nel progetto, hanno concordato con Mondo Migliore un percorso condiviso sul tema? E che cosa prevede questo percorso che possa davvero arricchire i migranti? Insomma, non vorremmo che il centro di via dei Laghi sia stato inserito a sua insaputa, tanto per dare al progetto un valore maggiore rispetto ai pochi sinistri che annualmente caratterizzano le strade di Rocca di Papa. Un numero esiguo di incidenti che 323.000 euro sembrano davvero esorbitanti.

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ROCCA DI PAPA

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il Segno - Aprile 2017

Spese fuori controllo: il Comune porta da 1 a 3 imembri dell’OIV La giunta delibera l’ampliamento dell’Organismo esterno di valutazione

di Luigi Serafini Costi triplicati (o forse di più) per il Nucleo di valutazione, l’organismo esterno che per legge deve misurare le performance della pubblica amministrazione e valutare il controllo di gestione del Comune. La giunta guidata dal sindaco Crestini, infatti, ha deliberato di portare da uno a tre il numero degli esperti esterni a cui assegnare l’incarico. Fino a dicembre scorso il compito era affidato a un solo professionista, l’avvocato Roberto Mastrofini (nominato dal precedente sindaco), per un compenso annuale di 5.040 euro. Si passa così da una forma monocratica a una collegiale «affinché possano affrontare anche disgiuntamente tutte le attività cui il nucleo è chiamato ad intervenire». Decisione che avrà ripercussioni anche sui costi generali del Comune con tre compensi da pagare al posto di uno.

Certo, la determinazione del compenso degli organismi di valutazione è rimessa alle autonome decisioni delle amministrazioni, nel rispetto del principio di economicità, e quindi a oggi non sappiamo quanto il Comune di Rocca di Papa pagherà ai tre tecnici che a breve nominerà. Se però ipotizziamo che, per ciascuno, il compenso sarà sempre di 5.040 euro all’anno, ecco che

que anni); del vicensindaco (da € 9.100 a € 20.100 all’anno: cioè € 100.500 in cinque anni); di tre assessori e del presidente del consiglio comunale (da € 29.600 a € 65.800 all’anno: cioè € 329.280 in cinque anni), ecco che il totale speso per i cinque anni di amministrazione sarà di quasi 800.000 euro a fronte dei 300.000 che si sarebbero spesi senza l’ufficio staff del sindaco, senza l’aumento delle indennità dei politici e senza incrementare il numero degli esperti esterni di valutazione. Cioè circa 500.000 euro in più sul groppone della collettività.

il costo complessivo semplicemente si triplicherà. Crestini, insomma, invece di contenere i costi della macchina amministrativa comunale, o tutt’al più tenerli in linea con le spese degli anni passati, continua ad aumentarli malgrado le condizioni economico-finanziarie delle casse pubbliche consiglino decisioni più accorte da buon padre di famiglia. E considerato che «la durata del nucleo di valutazione è coincidente con il mandato del sindaco», a fine mandato (2021) il costo totale pagato dai contribuenti roccheggiani AVOLO IZZA AL T MENU’ P lta

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(sempre che la cifra di ogni esperto non sarà superiore a quella di € 5.040 all’anno) sarà di circa 75.000 euro invece delle 25.000 se si fosse mantenuta una sola figura professionale. Pochi soldi direte, in fondo 50.000 euro in più in cinque anni che cosa volete che siano per un Comune, ma se a questo aumento ci mettiamo anche i costi per l’ufficio staff del sindaco (circa 20.000 euro l’anno per 5 anni: totale € 100.000); i recenti aumenti delle indennità del sindaco (da € 16.500 a € 36.500 l’anno: cioè € 182.940 in cin-

Ricapitolando: con la delibera approvata il 22 marzo 2017, che ha modificato l’art. 20 del Regolamento sull’ordinamento degli uffici, il sindaco Crestini ha sostituito l’Organismo Indipendente di Valutazione (OIV), composto da un solo esperto, con il Nucleo di Valutazione composto da un collegio di tre esperti. Altroché riduzioni e risparmi, sembra di essere tornati ai bei tempi in cui l’economia locale e nazionale era fiorente e i costi della macchina amministrativa spesso non conoscevano freni. Ma oggi, in tempo di vacche magre (almeno per i semplici cittadini) il nuovo motto è: chi meno ha più spende. E che Dio ci assista!

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ROCCA DI PAPA In media ogni utente pagherà circa10 euro di più in bolletta il Segno - Aprile 2017

Tassa sui rifiuti, un 2017 all’insegnadegliaumenti

di Daniela Di Rosa Scatta l’aumento della tassa sui rifiuti a Rocca di Papa. Ad annunciarlo era stato lo stesso sindaco Crestini in occasione dell’assemblea convocata dopo il consiglio comunale sulla questione delle case abusive. Lo scorso 31 marzo, infatti, l’amministrazione ha votato le nuove tariffe comunali che prevedono un aumento medio di circa il 10% su ogni bolletta. Il sogno di un paese governato a misura di cittadini sta miseramente naufragando. Ma torniamo alla tassa sui rifiuti 2017. La TARI, dice la legge, viene calcolata in base all’applicazione di tre fattori: adeguamento della perdita di superfici, imposta Istat e accantonamento di un fondo per i crediti di dubbia esigibilità. Per perdita di superfici si intende il rapporto tra il numero dei residenti (loro aumento o riduzione) e la quantità di negozi che, per esempio, vengono trasformati in magazzini. A seconda della superficie totale varia anche la TARI. Per quanto riguarda l’accantonamento di un fondo, l’amministrazione dovrebbe perseguire in modo deciso chi non paga. Infine, vi è l’indice Istat che aggiorna la tariffa. La somma di questi tre fattori, se non opportunamente coperti in bilancio, porta all’aumento della bolletta, cioè il

costo è a carico dei cittadini. C’è un quarto fattore, però, che a Rocca di Papa determinerà l’aumento della TARI: l’assenza per il 2017 del finanziamento della Città Metropolitana (l’ex Provincia di Roma) che fino al 2016 ha versato un contributo finalizzato all’avvio del servizio di raccolta “porta a porta”. Non avendo l’amministrazione Crestini “coperto” tale cifra, saranno i roccheggiani a doversene fare carico, così come per la variazione dell’adeguamento Istat. A Rocca di Papa il servizio di igiene ambientale nel 2017 peserà sul bilancio comunale per quasi 3 milioni di euro (per la precisione: 2.936.123,88), mentre resta un problema serio la difficoltà a incassare il dovuto. A oggi il fondo crediti di dubbia esigibilità (che forse il Comune non incasserà mai) è stimato in euro 305.000. Cifra destinata ad aumentare ulte-

riormente. Quanto peserà l’aumento della TARI sul cittadino è difficile quantificarlo nel dettaglio: media 10 €. Insomma, l’amministrazione Crestini si trova nella necessità di dover coprire un “buco” della TARI tra i 90.000 e i 110.000 euro. Ma tranquilli: ancora una volta saranno i cittadini ad accollarsi questa differenza. Così, mentre sindaco e giunta hanno deciso di tornare e riscuotere lo stipendio pieno (facendo passare le spese annuali da un totale di circa 53.000 euro a oltre 122.000 euro), ai cittadini non resta che mettere mani al portafogli. Facendo due conti, Crestini e la sua giunta (se avessero voluto) avrebbero potuto utilizzare i loro aumenti di stipendio per abbattere gli aumenti della TARI, lasciando le tariffe invariate. Invece no… E io pago! avrebbe esclamato il grande Totò!

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Le modifiche al servizio di raccolta dei rifiuti ancora non convincono

Il 10 aprile sono state apportate alcune modifiche nel servizio di raccolta dei rifiuti. In alcuni casi si tratta di una vera e propria sperimentazione, con l’avvio di un sistema di conferimento dei rifiuti in apposite isole ecologiche tramite l’utilizzo di una tessera magnetica. La variazione maggiore, però, riguarda i giorni di conferimento dei rifiuti, tra cui anche il cosiddetto “umido” (rifiuti organici), che verrà raccolto solo due volte a settimana mentre un terzo giorno di raccolta è previsto solo da maggio a settembre.

Le novità introdotte, però, sono ancora in una fase di rodaggio visto che anche la consegna dei nuovi cestelli con il sistema identificativo, sono tutt’ora in corso. Le variazioni del servizio, proposte dalla società Cosvega, sono state approvate dalla giunta comunale lo scorso 27 settembre 2016 (delibera n. 96).

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ROCCA DI PAPA Mentre la politica discute sono già 40 le sentenze del Tar che respingono i ricorsi

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il Segno - Aprile 2017

Giustizia più veloce dei politici Ecco i criteri per abbattere

di Giovanni Mancini Al momento in cui scriviamo abbiamo avuto modo di consultare oltre 40 sentenze della giustizia amministrativa sui ricorsi presentati da alcuni cittadini di Rocca di Papa incappati nella procedura di acquisizione delle loro case abusive. Sentenze che hanno respinto i ricorsi, compresi quelli per i quali qualche mese fa il TAR aveva deciso una sospensiva in attesa di valutare nuovi atti e documenti. Solo in un caso, un cittadino ricorrente ha avuto la meglio nei riguardi della richiesta di acquisizione formulata dal Comune.

Si tratta di una Ordinanza del Consiglio di Stato a cui il legale si era rivolto dopo la sentenza del Tar che aveva dato torto al ricorrente. In questo caso il Consiglio di Stato ha ribaltato le argomentazioni del primo grado e ritenute valide quelle del ricorrente poiché lo stesso non aveva impugnato solo il diniego di condono ma anche la determinazione di acquisizione dell’immobile. I magistrati hanno accolto il ricorso, “considerato che l’interesse dell’appellante può essere tutelato conservando alla medesima il possesso degli immobili su cui si controverte, fermo restando l’effetto acquisitivo derivante dai provvedimenti impugnati”.

Insomma, la giustizia va avanti senza sosta mentre la politica

continua a fare quasi soltanto chiacchiere. Tranne al Senato, dove è in discussione un disegno di legge, arrivato al suo ultimo passaggio, che prevede una procedura chiara di abbattimento degli abusi. Il disegno di legge, infatti, è già stato approvato in commissione giustizia ed è facile prevedere che presto diverrà legge. Questi i punti salienti per determinare le priorità nell’esecuzione delle demolizioni che, si legge nel decreto, saranno affidate alla Procura della Repubblica: i primi immobili a dover essere abbattuti saranno quelli “di rilevante impatto ambientale o costruiti su area demaniale o su area soggetta a vincolo ambientale e paesaggistico, sismico, idrogeologico,

archeologico o storico artistico”; il secondo criterio di valutazione saranno “gli immobili che per qualunque motivo rappresentano un pericolo per la pubblica o privata incolumità”; il terzo criterio per abbattere saranno “gli immobili nella disponiblità di soggetti condannati per reati di associazione mafiosa o di soggetti colpiti da misure di prevenzione”. Gli altri immo-

bili, quindi, passeranno in coda. Il decreto legge, inoltre, specifica che “l’esecuzione degli ordini di demolizione forniti dalla magistratura, è affidata al prefetto” competente per territorio.

L’articolo 4, infine, prevede l’istituzione presso il ministero delle Infrastrutture, di una banca dati nazionale sull’abusivismo edilizio.

Massimo Grasso: Fare luce sulle tasse locali non pagate da Clinica e Mondo Migliore

Il consigliere comunale d’opposida capogiro: 380.000 euro per zione Massimo Grasso ha presentato Mondo Migliore e quasi 740.000 per due interrogazioni nelle quali chiede le aziende legate alla clinica. conto all’amministrazione comunale dei mancati versamenti di tasse locali “Con il denaro dovuto si potrebbero da parte di importanti attività del effettuare numerose iniziative in amterritorio, la clinica Madonna del bito sociale” ha detto Massimo Tufo, S. Raffaele e Tosinvest, e il cenGrasso, il quale ha chiesto al sindaco tro per rifugiati di Mondo Migliore e all’assessore al bilancio di sollecidei Padri Oblati. Al momento non Massimo Grasso tare Equitalia Spa e Maggioli Tributi sappiamo se parte del dovuto sia rientrato nelle di “verificare lo stato delle pratiche affidate dal recenti rottamazioni delle cartelle esattoriali, Comune di Rocca di Papa alle predette soma resta il fatto che le cifre accumulate sono cietà”.

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il Segno - Aprile 2017

di Daniela Di Rosa Il nostro paese, arrivato a contare 17mila abitanti, da qualche anno viene chiamato città, appellativo secondo me immeritato, e non certo per colpa del paese stesso, ma per colpa di una mentalità troppo ripiegata su se stessa e poco propensa ad aprirsi al nuovo, e le città sono per definizione aperte. Rocca di Papa avrebbe le potenzialità, grazie alla sua bellezza, ai suoi vicoli e al suo bosco per far parte di un circuito turistico-culturale alle porte di Roma. I Castelli Romani sono apprezzati nel mondo e visitati da migliaia di persone, i turisti ci sono, e anche tanti, ma si fermano a Genzano, Ariccia e Frascati. Perché? Perché quei pochi chilometri diventano insormontabili?

I giorni di Pasqua e pasquetta potevano essere un’occasione speciale, si sono visti gruppi di persone arrivare nel punto più suggestivo del paese, la Fortezza, e trovarlo inesorabilmente chiuso, li abbiamo filmati mentre, delusi, se ne andavano via (il video lo potete vedere su ilsegnonews.com). Mi chiedo: come mai? Chi incolpare oggi di questa situazione, se non l’amministrazione comunale che in campagna elettorale puntava molto sul turismo, al punto da richiedere per un concorso per addetto staff il requisito della frequenza di un istituto turistico? Sul cancello chiuso della Fortezza nemmeno un cartello per informare i cittadini. E perché l’impalcatura della stella natalizia dopo quattro mesi è ancora lì?

Sono più di quindici anni che Rocca di Papa non attira più turisti, tolta la sagra delle castagne, diventata nel tempo un appuntamento apprezzato anche dai paesi limitrofi, il resto sono

ROCCA DI PAPA

Fortezza ancora chiusa ai visitatori. Ingresso sbarrato e nessun avviso Il Comune non rimuove l’impalcatura natalizia

festicciole fra noi, dove più che attirare presenze servono ad accontentare i soliti noti organizzatori di “eventi” e i soliti artisti. Premetto che non ho nulla di personale verso nessuno di loro, anzi, alcuni li ammiro veramente, ma forse ascoltare sempre gli stessi cantanti, vedere sempre gli stessi pittori, gli stessi poeti poetare, gli stessi attori recitare, dà una sensazione di già visto, già sentito e almeno che non si è un Pirandello, un Gassman, una Mina, un Modigliani, un Neruda, rivedere le stesse facce dopo un po’ stanca.

Potrei prendere un articolo di cinque anni fa e pubblicarlo, nulla è cambiato, e nulla prevedo (spero di sbagliare) cambierà. La politica. Questo è il vero problema di Rocca di Papa: ogni politico che arriva a governare il paese non aspira a una visione d’insieme, a trasportare Rocca di Papa fuori dai nostri confini e proiettarla verso il futuro, aspira solo a una sua riconferma e allora si crea il solito giro di valzer di parenti, amici e famiglie da accontentare, tutto a discapito dell’apertura all’esterno che permetterebbe alla gente di salire quei pochi chilometri che li separano da noi. Un altro aspetto poco simpatico è la mancanza di autocritica degli organizza-

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tori e dei partecipanti all’evento, comunque sia andato, la sera stessa c’è l’invasione su Facebook di apprezzamenti oltre misura, i nostri attori diventano De Niro e la Streep, i cantanti si trasformano in Lady Gaga e Sting, i registi sono da Oscar, gli scrittori da Nobel, questo atteggiamento accondiscendente non fa bene all’arte, anzi, la uccide. Anni fa osai scrivere che la manifestazione dei murales andava rinnovata, ripensata, che non era corretto che alcuni pittori avessero una mostra permanete sui muri di Rocca, al di là della loro bravura. Scrissi anche che non si poteva dare un muro a chiunque si sentisse “pittore” e criticai un murales. Ci fu una sollevazione popolare… questo spiega perché non scrivo volentieri di feste e di eventi, o sono libera di dire la verità, nel bene e nel male, o prefe-

risco tacere. Finché Rocca di Papa non si allontanerà dal campanilismo esasperato, resterà isolata dal resto dei Castelli Romani.

Un esempio è stata la “cittadinanza onoraria” conferita ai famosi fratelli De Angelis, nessuno mette in dubbio la loro bravura, ma sono già nativi di Rocca di Papa, perciò già cittadini, forse un premio sarebbe stato più consono, e bene ha fatto il consigliere di minoranza Massimo Grasso a farlo presente, rinnovando la sua ammirazione al duo. Chi di noi non è cresciuto con “Furia cavallo del west” e “Sandokan”? Un premio che Rocca di Papa avrebbe conferito ai nostri famosi concittadini e non ci sarebbero state critiche e personalmente sarei andata alla cerimonia di consegna.

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il Segno - Aprile 2017

A P P R O F O N D I M E N T O

di Andrea Sebastianelli C’è un fascicolo che scotta nell’area tecnica del Comune di Rocca di Papa. Non è uno dei 189 fascicoli sulle acquisizioni di opere abusive dei quali si sta occupando l’ufficio urbanistica. È qualcosa di più grave. Si tratta di un «fascicolo aperto» che mette Veronica Giannone, attuale vicesindaco e assessore con varie deleghe (urbanistica, edilizia privata, riqualificazione e valorizzazione centro storico, recupero e valorizzazione patrimonio immobiliare privato, politiche abitative), in una posizione di conflitto d’interessi a dir poco imbarazzante.

Il fascicolo è la domanda di condono edilizio n. 176 presentata in base alla sanatoria del 1985, relativa a un intero stabile ereditato dal marito della Giannone, Francesco Valentini, composto da 4 appartamenti a cui, fra il 2012 e il 2013, se ne sono aggiunti altri due, ricavati abusivamente da 170 metri quadrati accatastati come cantina, poi venduti. Fascicolo che oggi ricade nelle competenze della Giannone.

DA UNA  CANTINA DUE APPARTAMENTI Trasformazioni illegittime (peraltro non ancora soggette a ordinanza di demolizione) che non hanno però impedito al marito dell’assessore di vendere le due nuove unità immobiliari. Fin qui sarebbe una storia di normale consuetudine per un paese come Rocca di Papa, dove l’abusivismo è parte integrante della sua storia recente (a cominciare dal 1953), se non fosse che il fascicolo è ora diventato di pubblico interesse visto che su di esso si trova a vigilare, in qualità di assessore, proprio la moglie del Valentini. Infatti, tra il 16 novembre e il 15 dicembre 2016, diverse richieste di accesso agli atti amministrativi e

Un conflitto d’interessi grosso come una casa… anzi due Ecco lo slogan della Giannone in occasione delle elezioni comunali dello scorso anno

Una richiesta di condono ferma da 20 anni su cui pende la tegola di due nuovi abusi edilizi avvenuti successivamente. Una vicenda opaca che mette Veronica Giannone, vicesindaco e assessore all’urbanistica, in una grave posizione di conflitto d’interessi. Su tutta la faccenda deve essere fatta chiarezza.

il conseguente rilascio di certificazioni hanno ridato vigore a questa pratica polverosa. E la rapidità con cui alcuni atti sarebbero stati rilasciati rende la vicenda ancora più sospetta.

STORIA DI DUE ACQUISTI INCAUTI... E DI UN VINCOLO Ma torniamo ai due appartamenti abusivi. Ad acquistarli in tempi diversi sono state due signore versando quasi per intero la cifra pattuita di 50.000 euro per ciascuna unità (anticipo di 40.000 euro la prima e di 45.000 la seconda). Un doppio acquisto incauto rimasto a bagnomaria visto che la domanda in sanatoria è molto difficile che possa essere accolta poiché sull’edificio pesa il vin-

colo idrogeologico forestale. Un vincolo che potrebbe essere rimosso solo dopo un sopralluogo dell’ufficio provinciale il quale, verificando l’esistenza di nuovi abusi avvenuti addirittura mentre è in corso una richiesta di condono edilizio, non potrebbe fare altro che respingere l’istanza. Almeno questa, sulla carta, dovrebbe essere la procedura.

Resta da capire se il Valentini, al momento della vendita, fosse consapevole o no dell’impossibilità a ottenere il cambio di destinazione d’uso da cantina ad appartamento. Considerato però che la pratica 176 era in attesa di ricevere risposta da oltre 20 anni, è plausibile ritenere che non ne fosse

proprio all’oscuro, tanto più che in un elenco sulle pratiche di sanatoria inevase, redatto il 30 maggio 2014 dall’ufficio urbanistica del Comune, cioè quello oggi controllato dalla Giannone, il fascicolo 176 viene classificato con la dicitura «manca tutta la documentazione». E nel 2014 il Valentini, per quanto ne sappiamo, aveva già ereditato il tutto.

Perché dunque realizzare due appartamenti abusivi mentre è in corso la domanda di condono? A oggi ci sarebbero stati alcuni tentativi di conciliazione tra le parti coinvolte (le due acquirenti e il consorte della Giannone) che non hanno porsegue a pag. 9


segue da pagina 8

LA PRATICA C’È... MA NON PER TUTTI Il 24 novembre 2016, cioè in piena era del duo CrestiniGiannone, nel tentativo di conoscere il contenuto del fascicolo n. 176 depositato presso l’ufficio urbanistica del Comune, l’avvocato di una delle signore presenta una richiesta d’accesso agli atti. Dopo più di quattro mesi è ancora in attesa di ricevere una risposta ufficiale. Eppure, appena 10 giorni dopo la sua richiesta, il 6 dicembre 2016, al tecnico di fiducia del Valentini viene riservato un trattamento molto diverso, con il rilascio della certificazione relativa a tale pratica (anche se della richiesta non sembra esserci traccia). Non solo, pochi giorni dopo, il 15 dicembre 2016, allo stesso tecnico viene rilasciato un altro certificato (protocollo in uscita del Comune n. 28.304) mentre il numero di protocollo di richiesta è addirittura successivo (28.352) pur riportando la stessa data. E qui subentra la prima incompatibilità della vicesindaco e assessore all’urbanistica Giannone, che quel fascicolo lo conosce molto bene visto che lei stessa vive nello stabile su cui pende la richiesta di condono.

L’ABUSO (NON ANCORA EMERSO!) AGGRAVA LA POSIZIONE DELLA VICESINDACO Ma c’è un secondo aspetto che aggrava ulteriormente la posizione di Veronica Giannone che, ricoprendo i ruoli di assessore e vicesindaco, è contemporaneamente «pubblico ufficiale in quanto esercita temporaneamente e per obbligo una funzione giurisdizionale».

A oggi il Comune di Rocca di Papa non avrebbe ancora effettuato il sopralluogo per accertare l’abuso edilizio del 2012-2013 (quello della cantina trasformata in appartamenti),

fantasmi, cioé non esistono, è normale che anche le tasse locali non debbano essere pagate a norma.

Così l’assessora è venuta meno ai suoi doveri d’ufficio aggravati dal ruolo di pubblico ufficiale

Veronica Giannone e il sindaco Crestini

semplicemente perché non ne sarebbe ufficialmente al corrente. Almeno fino al 29 giugno 2016 quando la Giannone diventa assessore. Da quel momento, da persona informata dei fatti, il ruolo ricoperto le imporrebbe l’avvio di un accertamento, essendo tale azione tra le prerogative del suo ufficio. Ma questo, dopo nove mesi, non sembra sia ancora avvenuto. Perché?

Un conflitto d’interessi talmente grossolano che rischia ora di trasformarsi in omissione d’atti d’ufficio con l’aggravante di pubblico ufficiale. Che la Giannone faccia un passo indietro rispetto al suo ruolo politico sembra l’unica strada percorribile, fermo restando che un’indagine approfondita appare ormai un atto dovuto.

CHI PAGA LA TASSA  SUI RIFIUTI? C’è poi la questione delle tasse comunali, a cominciare dalla TARI, la tassa sui rifiuti. Dalle informazioni in nostro possesso risulta che per le due nuove case non sarebbe mai stata pagata la bolletta dell’immondizia. Come avviene dunque la raccolta differenziata presso l’edificio del marito della Giannone? Su sei appartamenti esistenti, la tassa verrebbe pagata soltanto da quattro. E gli altri due? Che ne è dei rifiuti prodotti da queste unità abitative? Una vicenda paradossale soprattutto se messa in relazione alle recenti dichiarazioni del sindaco circa l’avvio di accertamenti tesi a smascherare gli evasori della TARI. Ma in fondo la famiglia Valentini non ha tutti i torti: se le due case sono dei

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il Segno - Aprile 2017

tato a nulla. Le signore chiedono semplicemente che gli venga restituito quanto già pagato, avendo acquistato un immobile (una nel 2013 e l’altra l’anno successivo) privo dei requisiti urbanistici sanciti dalla legge. Carenze che impediscono a una delle due signore di ottenere addirittura il certificato di residenza, pur vivendo stabilmente in quell’appartamento.

Il sindaco Crestini era a conoscenza del fascicolo edilizio n.176?

UNA VICENDA (E UNA NOMINA) ANCORA OPACA L’intera vicenda, insomma, getta un’ombra molto opaca sulla nomina ad assessore all’urbanistica della Giannone da parte di Crestini. Una nomina che aveva lasciato subito spazio a dubbi e perplessità visto il curriculum privo di competenze nell’ambito urbanistico. La Giannone si è diplomata ragioniera nel 2002 per poi seguire due corsi regionali nel settore della web grafica. Il dubbio, a questo punto, è uno solo: è stata la Giannone, tra i principali artefici della campagna elettorale di Crestini, a pretendere la delega all’urbanistica anche al fine di controllare da vicino la pratica 176 ferma da decenni e i cui contenziosi pendono sulla testa del marito come una spada di Damocle? Ci sono però altre tre domande altrettanto rilevanti: il sindaco Crestini era a conoscenza dell’esistenza di questa domanda di condono? E perché non ha consigliato alla Giannone di rinunciare a un incarico così delicato vista la situazione urbanistica ulteriormente compromessa da successivi abusi edilizi? E perché Crestini, malgrado questo quadro opaco, l’ha nominata assessore all’urbanistica e vicesindaco tra lo scetticismo generale?

A P P R O F O N D I M E N T O

Resta l’obbligo morale di adottare comportamenti limpidi quando si amministra il bene di tutti, soprattutto se ci si occupa di un settore come l’urbanistica. Una regola semplice ma in questo caso completamente disattesa. Andrea Sebastianelli


ROCCA DI PAPA Ilprovvedimentoharaggiuntol’attuale assessore al bilancio

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Sanzionato Rossetti per i mancaticontrolliallaBCC di Andrea Sebastianelli Un’altra tegola sulla giunta di Rocca di Papa. Dopo il caso Giannone (di cui parliamo nel paginone centrale) c’è anche la vicenda dell’assessore al bilancio Vincenzo Rossetti, condannato a pagare 22.000 euro dalla Banca d’Italia che nei suoi confronti ha emesso un provvedimento sanzionatorio. Il provvedimento, redatto il 10 gennaio 2017, è stato pubblicato lo scorso 18 aprile, e si riferisce al ruolo ricopero da Rossetti nel collegio sindacale della Banca di Credito Cooperativo di Frascati. Per lui e per l’intero Collegio l’accusa è di “carenza nei controlli”. Un’accusa grave per un Collegio sindacale che, per compito, dovrebbe fare proprio questo: controllare. L’elevata sanzione amministrativa è stata decisa dalla Vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia e ha riguardato anche l’intero consiglio di amministrazione e il direttore generale della BCC di Frascati, condannati a pagare rispettivamente 22.000 e 24.500 euro per “carenze nell’organizzazione e nei controlli interni”. Il totale del provvedimento sanzionatorio è di € 266.500 a cui si aggiungono altri 47.500 euro sanzionati alla Banca frascatana tramite il legale rappresentante pro tempore. Una bella somma per una piccola banca

scontrate dagli ispettori sembrano avere più di una giustificazione. Infatti, il provvedimento è stato deciso non solo dopo aver valutato in

Vincenzo Rossetti

il Segno - Aprile 2017

modo approfondito le irregolarità ma anche dopo aver visionato le controdeduzioni presentate dal Cda e dai membri del Collegio sindacale.

Ma la questione ora assume anche una valenza politica visto che Vincenzo Rossetti dal 19 giugno 2016 ricopre il ruolo di assessore al bilancio del Comune di Rocca di Papa. Un ruolo delicato che dopo questa pesante sanzione rischia di subire un brusco ridimensionamento.

Quella strana voglia di lasciare la divisa per una bella scrivania

Fin qui la vicenda bancaria della BCC di Frascati con il ruolo esercitato da Vincenzo Rossetti all’interno del Collegio sindacale in qualità di presidente. Ora i professionisti sanzionati hanno annunciato ricorso alla stessa Banca d’Italia ma a leggere i due provvedimenti (il numero 6 e il numero 7) le irregolarità ri-

È un film che si ripete puntualmente quando va in pensione un dipendente comunale. Un altro dovrà occupare il suo posto. Chi si fa sotto, qualche volta sgomitando, dicono, con una certa irruenza? Spesso è un Vigile Urbano. Probabilmente stanco di essere additato da molti cittadini (un po’ superficiali?) come il responsabile di tutte le cose che non vanno: dal traffico impazzito alla buca che spacca le gomme delle auto; dalla siepe che invade la carreggiata alle multe elevate con l’autovelox; dalle multe fatte o non fatte per divieto di sosta sulle piazze a quelle che si dovrebbero fare per ragioni sciocche o molto serie, il povero vigile urbano ne avrà proprio le tasche piene, sogna una bella scrivania in un ufficio del Palazzo e non appena si profila una possibilità concreta, o che appare tale, comincia a sgomitare. Gli Amministratori e Funzionari presi d’assalto, con le richieste di tener presente questo o quell’altro caso, non sanno più che santo pregare per essere lasciati tranquilli e fino al momento della decisione presa cercano di defilarsi dalle uscite secondarie. E pensare che il corpo dei Vigili Urbani, probabilmente, dovrebbe essere rafforzato numericamente perché deve assolvere a molti compiti importanti. Naturalmente possiamo comprendere le legittime aspirazioni di ogni dipendente ma ci auguriamo, in particolar modo per il nostro caso, che ogni decisione sia ben ponderata, ed eventualmente sia immediatamente sostituita la persona trasferita, visto che in paese le cose non sono proprio rose e fiori e anche una sola unità in meno a disposizione del corpo dei Vigili Urbani può fare davvero la differenza. (Liberamente tratto da S.R.)

Orario Continuato

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come quella di Frascati che, ricordiamo, recentemente è stata salvata dalla BCC di Roma. La BCC di Frascati, infatti, gestisce un solo sportello a Vermicino con 13 dipendenti, 29,6 milioni di euro di crediti alla clientela e una raccolta diretta di 47,1 milioni di euro. Una banca dalle piccole dimensioni, dunque, che sarebbe stato facile controllare. E invece il 2015 si era chiuso in perdita e soprattutto senza un prevedibile ritorno all’utile per gli anni successivi. Così è arrivato il salvataggio della BCC di Roma.

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il Segno - Aprile 2017

ROCCA DI PAPA

L’eterno ritorno di un MoVimento mai nato

I cittadini a 5 stelle lontani dai temi riguardanti la città

Sono almeno tre i gruppi ma a tirare le fila i soliti noti

di Daniela Di Rosa A Rocca di Papa da anni si susseguono gruppi di cittadini che in nome del M5S si attivano sul nostro territorio. L’impressione è che a dettare la linea politica sia lo stesso gruppo ristretto di persone, con abbandoni, nuovi arrivi e poco séguito in paese. Anche oggi, come ieri, non c’è chiarezza, non si sa chi sia il portavoce ufficiale, continuano a scrivere di partecipare ai meetup per saperne di più, e perché mai? Io voglio saperlo prima, le sorprese possono anche non essere gradite.

Le regole del movimento permettono a chiunque di creare su Facebook pagine di cittadini attivi, qui ne abbiamo almeno tre. Ancora oggi non so se siano gruppi separati o

uniti. Comunque, la loro politica è sempre la stessa, tanto “rumore” sui social e poca incisività nella vita reale. Se prima il M5S rocchiggiano appariva ostaggio della politica, oggi appare

“ambiguo” e in soggezione rispetto all’amministrazione.

Cari cittadini attivi a 5 stelle, capisco il parlare di ciò che accade alla nazione, capisco gli attacchi ai politici che gover-

11 nano l’Italia (anche se noto un astio particolare verso il centrosinistra e troppa accondiscendenza verso il centrodestra, devo spiegarvelo io che il movimento non ha colore?) ogni tanto però indignatevi in maniera vigorosa anche per ciò che succede a Rocca di Papa, non limitatevi a qualche piccola notizia che riguarda più che altro l’annoso problema della spazzatura per le strade del paese o nei boschi, problema molto serio certo, ma vorrei farvi presente che nel nostro Comune succede di peggio, potrei fare un elenco, ma vi basta leggere il Segno, anche solo il numero del mese scorso, e di notizie su cui indignarsi ce ne sono molte, non trovate?

Esiste la pagina Facebook de Il Segno di Rocca di Papa, oppure quella del gruppo “Rocca in cammino”, insomma la maniera per trovare le notizie e farvi un’idea di ciò che accade in città c’è, leggete, informatevi, fatevi una vostra opinione e fatecelo sapere, perché ciò che succede a Roma, Torino, Milano o Parigi lo sappiamo già, vorremmo conoscere cosa ne pensate di ciò che accade a Rocca, per farci un’idea e riflettere se avvicinarsi a voi oppure no.


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Diciamo subito una cosa: Guido e Maurizio De Angelis sono degli artisti e degli imprenditori cinematografici di buon livello. E diciamo anche una seconda cosa, tanto per continuare a dire sempre ciò che pensiamo: conferire loro la cittadinanza onoraria appare azzardato, visto che il duo da molti decenni ha interrotto i suoi contatti con Rocca di Papa. Il loro merito, quindi, oltre a quello di aver avuto successo, è solo quello di essere nati nel nostro paese, quindi cittadini lo sono già.

La cittadinanza onoraria si dovrebbe riconoscere a quei personaggi che, in virtù della loro professione, hanno dato a Rocca di Papa qualcosa in più rispetto a noi comuni mortali. È il caso di ricordare che il Comune, negli anni passati, ha riconosciuto questa onorificenza a tre personalità di forte spessore politico e culturale. Primo cittadino onorario fu Alberto Tenerelli, poeta, scrittore e pittore romano che viveva più a Rocca che a Roma, il quale per primo raccontò la Rocca di Papa del passato recente con aneddoti, personaggi, poesie, storie e dipinti. Tenerelli, scomparsodiciannove anni fa, è stato praticamente dimenticato da tutti eppure dai suoi scritti (editi da La Spiga di Massimo Saba) ancora oggi attingono decine di autori, roccheggiani e non.

Poi fu la volta di Luise Rinser (venuta a mancare nel 2002), politica e scrittrice tedesca che scelse Rocca di Papa come sua seconda patria. La prima era Landsberg am Lech, la cittadina bavarese gemellata con Rocca di Papa. La Rinser, nota anche per essere stata la moglie del compositore Carl Orff (quello dei Carmina Burana), fu infatti l’artefice principale del gemellaggio fra le due cittadine. La Rinser amava Rocca e lo dimostrava in ogni momento.

Infine, l’altra figura che ottenne la cittadinanza onoraria, fu Chiara Lubich (morta nel 2008), fondatrice del Movimento dei Focolari. Un macigno di cultura spirituale. Anche lei scelse Rocca di Papa per impiantare il suo progetto di fede che poi avrebbe conquistato il mondo. E la scelse

ROCCA DI PAPA Seppur nativi di Rocca di Papa hanno ricevuto l’onorificenza

il Segno - Aprile 2017

A Guido e Maurizio conferita la cittadinanza anche come luogo in cui essere sepolta.

Più recentemente, questo riconoscimento è toccato a don Giovanni Busco (anche lui scomparso) e a Nando Citarella, artista poliedrico di spessore e di origini campane.

Ora, passare da figure come la Rinser e la Lubich al duo “Guido e Maurizio De Angelis”, non lo ritengo proprio il massimo, anche se tale scelta appare in perfetto stile crestiniano. Quali dunque gli alti meriti di questi due artisti? E soprattutto: il loro successo (indiscusso e indiscutibile) che cosa ha portato a Rocca di Papa? Non ricordo (ma questo, lo ammetto, potrebbe essere frutto della mia scarsa cultura) un’iniziativa che sia una in cui Guido e Maurizio abbiano portato il nome di Rocca di Papa all’attenzione generale. Quello che ho sempre percepito, da quando ero bambino e

fino a oggi, è che il duo non abbia mai avvertito il bisogno di enfatizzare di essere nati a Rocca di Papa. Uno dei due vive da sempre a Monte Porzio Catone, paese che non cambierebbe con nessun altro «neanche se lo pagassero» (frase tratta da un articolo del 2009). Insomma, fermo restando che Guido e Maurizio De Angelis sono dei bravi musicisti e dei bravi imprenditori del settore cinematografico, il conferimento della cittadinanza onoraria appare una scelta piuttosto discutibile. Andrea Sebastianelli

Sopra: Guido e Maurizio De Angelis. Sotto: Luise Rinser

Prove di unità a sinistra. L’incontro si è svolto il 20 aprile

La Sinistra dibatte sul paese e sul suo ruolo

Lo scorso 20 aprile presso l’aula consiliare di Rocca di Papa si è svolto un incontro promosso da “La sinistra bene comune”. Dopo l’intervento di Cecilia Del Meglio c’è stata la relazione introduttiva di Stefano Galli, portavoce del gruppo, seguita dall’intervento di Gennaro Spigola, candidato a sindaco alle ultime elezioni comunali. Spigola ha messo in evidenza le contraddizioni e le inadempienze delle giunte precedenti e il lassismo-annuncite di quella attuale. In particolare il tema delle antenne è stato al centro della discussione, facendo riferimento alle azioni messe in atto dal sindaco Crestini tese a percepire i canoni per fare cassa per coprire il buco di bilancio. Spigola ha poi stigmatizzato lo scottante tema dell’abusivismo edilizio ed in modo particolare quello delle costruzioni sui terreni demaniali e orti comunali richiamandosi al decreto legge 380 del 2001 che prevede l’acquisizione o l’abbattimento delle opere realizzate. Altro tema toccato quello della funicolare, segnalando l’enorme cifra impegnata per un’opera incompiuta (prassi in voga) che poteva essere utilizzata per potenziare il trasporto locale visto il servizio a singhiozzo fornito dalla Cotral (corse soppresse sistematicamente tutti i giorni), per una serie di emergenze del territorio. Si è discusso anche dell’uso indiscriminato del-

l’autovelox per fare cassa e dell’atavico problema dell’ex albergo Europa che ormai da dieci anni è un momento all’abbandono sulla piazza principale del paese. Spigola è intervenuto anche per segnalare i recenti aumenti della tassa sui rifiuti e per porre l’accento sull’Acea, la società che gestisce il servizio idrico, proponendo l’organizzazione di un incontro su tutta le tematiche Acea in particolare sul ritardo della consegna delle bollette. Alla fine del suo intervento ha inoltre riproposto il tema politico di che cosa significa essere di sinistra sostenendo che “il Pd non è più un partito di sinistra perché è quello della riforma delle pensioni, del precariato, delle privatizzazioni, dell’abbattimento dello stato sociale e del pareggio di bilancio”. Gianfranco Brunetti, figura storica della sinistra roccheggiana, ha infatti parlato del problema dell’unità a sinistra richiamandosi agli spunti già utilizzati alle ultime elezioni comunali e ha mosso diverse critiche all’amministrazione in carica. Infine, Aldo Morana ha riproposto l’esigenza di una sinistra che vada oltre iI Pd. Malgrado l’invito fosse stato inviato a tutti i partiti politici di Rocca di Papa di maggioranza e opposizione, compreso il Movimento 5 stelle, e alle Istituzioni, all’incontro ha partecipato solo per la lista civica di Massimo Grasso. (G.M.)


il Segno - Aprile 2017

Cultura e

... dintorni

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Grandesuccesso per la Passione di Gesù

L’edizione 2017, per la regia di Giovanetti, ha coinvolto l’intero paese di Piero Botti La Sacra rappresentazione della Passione ebbe origine in Italia nel Medioevo e raggiunse vette artistiche altissime con il poeta Iacopone da Todi. A Rocca di Papa fu rappresentata per la prima volta nel 1976 per la regia di Roberto De Angelis. Si recitò all’interno del duomo dell’Assunta tra una folla molto partecipe e molto commossa. Maurizio Gatta l’ha poi diretta per una ventina d’anni con grande efficacia, formando il “Gruppo della Passione”. In seguito altri registi si sono cimentati con questa sacra rappresentazione, fra questi Enzo De Angelis con ottime idee agli inizi degni anni ‘80 e don Giancarlo Schiboni con sfumature cariche di significato dal punto di vista “pastorale”. Io la diressi nel 1994; poi nuovamente Maurizio Gatta, che interpretava anche il ruolo di Gesù. In seguito questa tradizione andò perdendosi e rischiava di rimanere solo nella memoria dei soliti nostalgici della “vecchia Rocca”, la cui importanza è molto sottovalutata.

Quest’anno, l’8 e il 9 aprile, questa iniziativa è stata brillantemente ripresa dall’associazione GruppArte, che già aveva meravigliato con un presepe vivente ben riuscito nei vicoli più alti e più antichi del centro storico. Il promotore dell’iniziativa è stato ancora Maurizio Gatta e la regia è stata affidata ad un Mario Giovanetti diverso da quello che siamo abituati a vedere con la “Strana compagnia”. Profondo, serissimo, bravissimo Mario, ha voluto iniziare da piazza Claudio Villa, risalendo con le scene attraverso piazza Margherita, poi il corso con finale nel duomo dell’Assunta. Mario si è rivelato capace di una vera e propria metamorfosi artistica: da regista comico e da autore di commedie brillanti lo abbiamo visto preparatissimo divulgatore del Vangelo, elegante nelle idee, come quella di volere il pubblico vicinissimo alla scena, di fatto dentro la scena, specialmente durante la “Via crucis” lungo il corso. Il suo Gesù, interpretato in maniera portentosa dal giovane attore Riccardo Mattoni del “Gruppo Smac” di Pino Giova-

nazzi (che ha Un momento della Passione recitato nel ruolo di San Pietro), è un Gesù dolce e sorridente, percepito come fratello e tradito dagli uomini che ama e protegge comunque: “Padre, perdona loro perché non questo concetto con chiarezza. I sanno quello che fanno”. Questo giovane attore è la rive- soldati romani capitanati da Falazione di questa edizione, brizio Castri (sempre presenta prova tangibile alla Passione fin dagli anni ‘70) e che con il talento da Franco Rossetti, sono stati insi può incantare. terpretati da Simone Trinca, AnSenza, non si drea Gatta, Alessio Carbini, può, neanche Luca Albanesi, giovani esempi con la scuola di per altri giovani. Marco Piunti è teatro frequen- stato Giuda, Veronica De La tata per anni. Vega la Maddalena; efficacissimi Questo giovane anche i due ladroni: Emanuele dimostra quanta qualità ci può es- Ciavarella e Luigi Carfagna. sere anche nelle recite di paese. Sontuoso Massimo Onesti nel ruolo di Erode, è lui la punta di Accidenti che bravo! diamante dell’intera compagnia, Caifa è stato impersonato da porta sempre a casa applausi e Massimiliano De Angelis. Pilato consensi. Molto belle e brave le è un politico esperto interpretato donne di Erode: Noemi Cada Gianni Fondi, attore validis- sciotti, Annalisa Gentilini e Mesimo, cerca la verità, “Quid est lania Zitelli, hanno recitato con veritas?”, ma poi non si schiera la mimica e lo hanno fatto bene, contro il volere del popolo e con- cosa rara per i dilettanti. Lorena danna Gesù. Gianni rende bene Gatta ha interpretato benissimo

Maria, la madre di Gesù, Angelo Querini (in arte Tomas) nel ruolo di un membro del Sinedrio, ha recitato in maniera viva e vivace come Alessandro Guerrieri e Antonio Romei (altri veterani della Passione), o come Giorgio Fondi, un fantastico Giuseppe D’Arimatea riemerso dagli anni Settanta.

Una menzione particolare per Tiziana Ulisse, costumista, scenografa, truccatrice. Tiziana è una vera artista che fa la differenza tra un buon spettacolo di dilettanti e uno spettacolo vero. Se si voleva far rivivere e far capire quello che patì Gesù, l’obiettivo è stato raggiunto, con buona pace dei fenomeni da bar buoni solo a criticare. Complimenti al parroco padre Saverio che ha saputo andare incontro alla sua gente. Complimenti a tutti, in modo particolare ai giovani attori, dal loro sorriso, dalle espressioni felici dei loro sguardi, viene la fiducia nel ripetere queste manifestazioni. Complimenti alla pianista Valentina Gabrielli, alla cantante Sara Cuculi, al cantante Massimo Fondi. Complimenti anche ai figuranti, senza di loro non sarebbe stato un grande evento. Tanta Rocca a vedere la Passione 2017, tantissima. Segno evidente che il paese premia le iniziative meritevoli, “chi ha orecchie per intendere intenda”.

In mostra gli aquiloni di Anna Onesti

L’artista roccheggiana Anna Onesti continua ad esporre le sue opere in giro per l’Italia e non solo. La prossima tappa sarà il Salone d’Ercole del Castello di Racconigi, per una mostra curata dal Polo Regionale del Piemonte. L’inaugurazione si terrà il prossimo 6 maggio e vedrà l’esposizione degli aquiloni di Anna Onesti, vere e proprie opere d’arte animate da colori vivaci e coinvolgenti. Le opere di Anna Onesti, formatasi nelle più prestigiose Accademie di Belle Arti italiane

sotto la guida di Toti Scialoja e Francesco Casorati e poi in Giappone, raccontano la sua passione per questa terra e le sue millenarie tradizioni, per i suoi paesaggi e le opere letterarie, per i colori delle sue stagioni e delle raffinate tecniche Anna Onesti artistiche. Sabato 6 maggio Anna Onesti terrà la conferenza “Tra le pieghe dei colori” nella quale, partendo dal suo percorso artistico, tratterà delle tradizionali tecniche tintorie usate in Giappone per la tintura delle stoffe e delle carte.


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Il coraggio! Il musicista come chiunque abbia un talento artistico deve avere soprattutto il coraggio. Il coraggio di riuscire a creare qualcosa di suo e di nuovo. Oggi purtroppo, per diverse ragioni, in Italia e soprattutto nella nostra zona assistiamo a questo fenomeno dove nei pub e locali vari, per incentivare la gente a riempire le sale, si fanno suonare band che più che altro ripropongono pezzi di cantanti o gruppi di successo, cosicchè in questo modo il musicista si garantisce un piccolo cachet per la serata e i proprietari dei locali si consolano con l’incasso che gli amici del gruppo gli assicurano. Molto spesso brani di band di culto come Genesis, Pink floyd, Led zeppelin, Doors, DeepPurple, Police, e chi più ne ha più ne metta, vengono saccheggiati e riproposti da questi musicisti che si sono inventati un mestiere magari per arrotondare lo stipendio dell’impiego usuale che hanno tutti i giorni cosicché la sera come da “impiegati dello strumento” si cimentano in questa carrellata di brani di altri che fanno parte ormai della storia della musica. Per fortuna invece abbiamo ogni tanto qualche band che si muove fra i sotterranei e fa capolino anche con l’ausilio di qualche locale più temerario e cerca di mettersi in gioco e di creare musica nuova! E già... musica nuova! come suona beffardamente anacranostica agli occhi dei più questa frase: del pubblico che non vuole incuriosirsi nell’ascolto di musica che non conosce, dei gestori che così non rischiano dei flop, dei musicisti che non hanno la fatica di arrovellarsi nella costruzione di nuove note e nuove parole. Ed è con molto piacere che mi accingo a recensire una band che ha a che fare con il nostro paese di Rocca di Papa. Dopo il gruppo prog dei Falena che sono in studio per la registrazione di un loro prossimo nuovo album, è la volta della band Neverhush (MaiZitti) di Guido “Diodeltuono” Brunetti che propongono un metal aggressivo e vigoroso che ha come padri sicuramente band come Black Sabbath e DeepPurple. Bisogna dire in effetti che di coraggio i Neverhush ne dimostrano abbastanza e oltre a proporre pezzi grintosi e solidi si cimentano anche nella realizzazione di testi in cui c’è una ri-

MUSICA

il Segno - Aprile 2017

di Massimo Onesti

Neverhush

Conosciamo i nostri artisti

(MaiZitti)

cerca verso una spinta di forza individuale ad emergere dal marasma dell’anonimato della periferia e in un modo sano e costruttivo. Ci sono delle frasi nei loro pezzi che possono suonare come autentici slogan: “Voglio

plice in effetti ma basta un po’ di buona volontà e questo va riconosciuto a questi ragazzi che sicuramente traggono ispirazione dai vecchi dinosauri del rock ma rinfrescandoli nella scena delle band di oggi cercando che possa filtrare una Al centro Guido Brunetti luce diversa nell’imbrunire, soprattutto, della periferia romana, a testimonianza di ogni metropolitana dove le pulsazioni possono essere le stesse in qualsiasi parte del mondo. E allora alziamo il volume e andiamoci ad ascoltare questo cd “Senza Regole” dove i brani si susseguono essere il mio re... governare l’im- veloci, con le chitarre robuste e possibile... voglio vivere senza massicce grondanti metallo, adregole”... “Un ribelle che non si dolciti soltanto per un momento nasconde, che non smetterà di dalla classica ballata rock che credere nei sogni che ha”... “È la non può mancare a queste latitufine del rockn’roll”... dini, anche impreziosita poi A dimostrazione pure che non è dalla presenza di Roberto Tiproprio un’impresa impossibile ranti, voce importante nel paconiugare l’italiano con il rock, norama del rock italiano anche quello più metal come in avendo militato in gruppi come questo caso, e soprattuto quando Labyrinth, MangalaVallis fino si ha qualcosa di significativo da alle collaborazioni coi New dire. Non una cosa molto sem- Trolls.

E di altri apporti si avvalgono i Neverhush come nel video, molto simpatico e ben fatto, di “È la fine del rocknroll” che vede come ospiti molti cantanti della scena rock romana e chissà se il titolo del brano si riferisce proprio alla scarsa vena compositiva dei musicisti odierni. Nelle note della copertina, dove ogni componente del gruppo rende soprattutto ringraziamenti a parenti o amici, in quella di Guido Brunetti, che oltre a fungere da voce solista del gruppo suona anche la chitarra, leggiamo: “Ringrazio mio padre e mia madre che mi hanno fatto rock, la mia compagna Mary che mi adora e adora i miei Neverhush che sono la mia seconda famiglia...”, a testimonianza di sfatare quei luoghi comuni che vogliono che il metal sia appannaggio solo di cattivi ragazzi e invece qui abbiamo giovani che dedicano il disco ai loro genitori, alla loro ragazza, che lavorano e che poi alla sera vanno in studio a cimentarsi nella creazione di nuovi brani per cercare di ripercorrere, nel loro piccolo, le gesta di chi ha iniziato a farci credere nella potenza artistica e comunicativa della musica ROCK!

La maledetta La poesia del mese ora di Anna Giovanetti

Dove sei, amata terra mia, ti vedo ormai com’eri, soltanto nei miei sogni. E quanto dolore mi riporta ogni alba quante lacrime e rabbia nei miei angosciati giorni! Macerie su macerie là dov’eran le strade, dove erano le case coi balconi fioriti le piazzette affollate nella calda estate i vicoli dove i bimbi giocavan divertiti. L’antico campanile ferito simboleggia

la voglia di restare comunque in piedi ancora e l’orologio grande nel muro grigio affisso sta lì fermo a ricordare la maledetta ora, quando in un sol minuto la vita volò via e chi rimase vivo morì anche lui nell’anima trascinandosi incredulo tra i troppi calcinacci chiamando i propri cari in preda alla follia.

Ora un cupo silenzio steso come un sudario avvolge questa terra colpita con violenza poco lontano un effimero paese per chi ancora rimane e aspetta nel dolore che torni la speranza.


TEMI D’OGGI

il Segno - Aprile 2017

di Vincenzo Rufini Il ministro degli Esteri della Federazione Russa, Sergej Lavrov, polemizzando con i media statunitensi che accusavano l’entourage del presidente Putin di aver favorito l’elezione di Trump alla massima magistratura americana, ha parlato di “caccia alle streghe”. L’espressione ha fatto riaffiorare alla memoria collettiva un termine ormai desueto, ma che nel corso dei secoli ha avuto un significato sinistro e malvagio. La terminologia in questione ha avuto il suo “magico fulgore” in quel periodo di tempo che va dalla fine del Medioevo all’inizio dell’era moderna. In un’epoca in cui bastava una semplice accusa, sia pur non suffragata dai fatti, per decidere la fine di chi veniva accusato ingiustamente di possibili malefatte. La protagonista di questo vento del terrore che soffiò sull’Europa era, quasi sempre, la donna, su cui venivano riversate valanghe di insinuazioni a proposito dei suoi ipotetici poteri magici, volti secondo le accuse a stravolgere

La vita nei modi di dire

La caccia alle streghe... quando la ragione dorme La nostra storia

l’ordine naturale delle cose. La donna accusata di essere una strega era incolpata di ogni nefandezza, dal volo a cavallo di una scopa ai rapporti carnali col diavolo, fino alle metamorfosi. Indubbiamente una società fondata sulla misoginia (cioè l’avversione verso la donna, considerata un essere inferiore) aveva buon gioco nel criminalizzarla onde scaricare su di lei ogni evento inspiegabile. La “caccia alle streghe” ha causato un numero infinito di vittime (non esistendo un’anagrafe pubblica è impossibile per qualunque storico effettuare una stima affidabile), le quali dovevano attraversare il proprio calvario passando attraverso i

di Enea Trinca

Spesso la gente mi domanda: Per quale motivo i funghi hanno l’ombrello? Risposta: Perchè escono sempre quando piove.

C’è stato un periodo che non ho parlato con mia suocera per ben otto mesi... non volevo interromperla.

L’unica dieta efficace per far sparire la pancia è quella di comprarsi camicie e giacche tre vole superiori alla taglia.

Il mio dottore mi diede sei mesi di vita, ma quando non potei pagare il conto... me ne diede altri sei.

Un malvivente non frequenta mai la Borsa, pratica solo piccoli borseggi.

Disse un politico: Devo già mantenere mia moglie, tre figli, mia suocera... e voi volete che io mantenga anche le promesse elettorali?

il T o c c o

di Ermanno Gatta

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Spunti di psicologia

A cura della Dott.ssa Bruna Benelli

sentieri del terrore gestiti dal bieco tribunale dell’Inquisizione, lo strumento giuridico istituito ad hoc per reprimere l’assurda credenza che il maligno si serviva della donna per attentare ai dogmi imperanti. La modernità ha spazzato via simili superstizioni, ma l’altra metà del cielo ha pagato un fio molto elevato a quella psicosi collettiva che avvolse il vecchio continente tra il XIII secolo e la fine del XVIII. In questo contesto temporale si inquadra storicamente il fenomeno che va sotto il nome di “caccia alle streghe”; ma anche in condizioni geopolitiche diverse si è avuta, in tempi recenti, una triste rimembranza. Negli anni ‘50 del Novecento si assistette ad una nuova ventata di isteria collettiva che prese il nome di Maccartismo, dal nome del senatore McCarthy, presidente della Commissione per le attività anti americane. In nome di una presunta tutela della sicurezza nazionale si svolse un’autentica caccia contro chiunque dissentiva. I tempi cambiano in modo travolgente; quel che era vero ieri non lo sarà domani, ma il rischio di isterie più o meno manipolate da chi detiene il potere è sempre reale e in agguato. Il sonno della ragione, come diceva Goya, è sempre pronto ad assaltare l’esercizio del libero arbitrio.

L’odio sui social network

Il verbo “to hate” in lingua inglese significa odiare, gli “haters” sono coloro che sui social network commentano i post degli altri in modo spregiativo o scrivono messaggi carichi di odio, razzismo, intolleranza e violenza verbale. Il magazine Time ha dedicato loro la copertina e un servizio in cui scrive che il web da fonte di informazioni si è trasformato in una fogna di violenza. L’anonimato, l’invisibilità e la comunicazione non in tempo reale ha creato un effetto di disinibizione che permette alle persone di scaricare le proprie frustrazioni. Altri termini utilizzati per indicare il fenomeno dell’odio virtuale sono shitstorm e hatespeech. Secondo Vox, l’Osservatorio italiano sui diritti, e l’Università La Sapienza di Roma: le donne sono le vittime principali dell’odio espresso online (63% dei tweet negativi analizzati), seguite dagli omosessuali (10,8%), dai migranti (10%), dai diversamente abili (2,2%). Il professore di informatica giuridica Giovanni Ziccardi, autore del libro “L’odio online. Violenza verbale e ossessioni in rete” opera una distinzione tra diversi tipi di odio: l’hatespeech che si concentra su argomenti come razza, religione e politica e l’odio per i personaggi dello spettacolo; poi c’è l’odio che lui definisce “odio aggregato” che è quello dei fan che si coalizzano contro colui che se la prende contro un loro beniamino, per difenderlo a spada tratta. Ma io ho visto anche esempi di odio e violenza verbale, che coinvolgono persone comuni che esprimono la propria opinione su Facebook, attirando commenti feroci o, in altri casi, si scatenano su chi non è d’accordo con quanto affermato in un post banale, e vengono bersagliati da affermazioni pesanti riguardanti la loro intelligenza, da persone che non conoscono affatto. In generale, mi sembra che sia svanito quasi del tutto quel senso del rispetto che non andrebbe mai dimenticato.


il Segno dei tempi

Ultima pagina

il Segno - Aprile 2017

nei disegni del Maestro Franco Carfagna Tanti anni fa, quando le vigne venivano coltivate artigianalmente, verso il mese di gennaio il vino prodotto (almeno una botte) veniva messo in vendita nelle famose fraschette. A turno, i produttori del vino si alternavano nella vendita per non ingolfare troppo le bettole del paese. Erano le cosiddette “bettole periodiche” che venivano aperte grazie a un accordo tra amici, basato sul fatto che le botti andavano vendute tutte ma in momenti diversi. Una regola di mercato semplice quanto efficace. Quando i rocchisciani tornavano a casa, alticci o ubriachi, venivano accolti così dalle mogli: «Mo’ (adesso) révè (torna) ‘mbriacu… A girate tutte ‘e bettule?». Era una frase tipica per rimproverare uno storico e diffuso vizio di tanti uomini di Rocca di Papa. Le bettole periodiche, però, chiudevano presto e allora i rocchisciani non ancora sazi del vino bevuto, si recavano nelle osterie annuali. Il raccontino che segue narra di due rocchisciani che in pieno gennaio, dopo aver bevuto in abbondanza presso l’osteria de Rico u’ prete, nel cuore del centro storico, se ne

andarono. Erano i giorni della merla, tra i più freddi dell’inverno, la strada era ghiacciata e lungo i muri si formavano dei veri canneluotti (candelotti di ghiaccio). C’erano 5 gradi sotto lo zero essendo le undici di sera passate. Come si diceva una volta: «Facea ‘n freddu da morì… mancu i lopi (lupi) gireianu (giravano)». Per il paese si poteva incontrare solo qualche cane alla ricerca di calore. Ma torniamo ai due amici appena usciti dall’osteria imbottiti di vino, senza giacca e scamisciolati (scamiciati). Il primo, rivolto all’amico, disse: «Che bellu scirocchettu callu (caldo) che tira». Al che l’altro, mentre cercava di infilarsi maglione e giacca, gli rispondeva: «Ma quale scirocco… na siendi (non la senti) che tira ‘na tramontana torbita (torbida)». In quel momento si trovò a passare un forestiero che, ascoltando i due, non poté evitare di commentare: «In questo paese non conoscono nemmeno i nomi dei vènti». Questa simpatica storia, raccolta dal maestro Carfagna, è stata raccontata da un rocchiscianu doc, Mauro Zanecchia, che ringraziamo per avercela ricordata.

I viéndi rocchisciani all’uscita dalle bettole

Lettere, Proposte, Proteste e Reclami ilpiccolosegno@libero.it

Le lettere non superiori alle 10 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico

IL SONDAGGIO SUL MERCATO Solo per precisare: il sondaggio sul mercato settimanale a cui fa riferimento Daniela di Rosa sul numero 3 de il Segno di marzo, fu fatto in seguito ad una proposta sulla pagina Facebook dei “Socialisti Rocca di Papa”. Questo solo per di-

ritto di cronaca, nulla più. Cordiali saluti. Marco Rapo

RACCOLTA RIFIUTI CIO’ CHE NON VA Caro direttore, da qualche giorno hanno cambiato il sistema di raccolta dei rifiuti che prevede la raccolta dell’orga-

CANTINA FAZI vini D.O.C. e spumanti

“dal cuore dei Castelli Romani”

Commercio all’ingrosso di vini imbottigliati e sfusi Forniture per Ristoranti-Bar-Enoteche Rivenditore di zona del “Prosecco DOC Treviso” Via Vicinale delle Faete, 13 - Rocca di Papa Loc. Campi d’Annibale - Tel/Fax 06.9496677 alessandrofazi@hotmail.com

nico solo due volte alla settimana. Io abito al centro storico e lo ritirano solo il lunedì e il venerdì. Cioè il venerdì sera, quando mangiamo pesce, ci ritroviamo gli avanzi fino a lunedì. Io abito in una casa piccola e trovo assurdo questo cambio del servizio. Armando Botti

il

Segno

Periodico dell’associazione culturale “Editoriale il Segno” Registrazione Tribunale di Velletri n. 5 del 19/02/2002

DIREZIONE Via dei Monti, 24 - Rocca di Papa DIRETTORE RESPONSABILE Andrea Sebastianelli Stampa: CSC Grafica Via A. Meucci, 28 Guidonia Montecelio (Rm)

STUDENTESSA UNIVERSITARIA DI INGEGNERIA IMPARTISCE

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a ragazzi scuole elementari, medie e superiori

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