Il Segno aprile 2016

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il

Segno

...quello che gli altri non scrivono... quindicinale indipendente

Anno XV, n. 4 - 1/30 aprile 2016

La nostra campagna contro l’elettrosmog

La vicenda antenne irrompe sul voto A pagina 13

Si avvicina la data dello spostamento delle antenne Mediaset, decisa dal Consiglio di Stato, mentre si sta profilando una nuova soluzione per liberare la vetta di monte Cavo Alle pagine 12 e 13

Acqua pubblica

Don Rete idrica Parte la colabrodo valutazione Giuseppe Farmacia dei Campi

A pagina 5

Centro storico le cose da fare

A pagina 9

A pagina 14

Il racconto di Patrizio

Gli EasyPop a Nairobi

A pagina 16

Festa di Primavera A pagina 15

L’incredibile lettera della Regione

Funicolare, senza la strada niente soldi! A pagina 17

Il 2 aprile 1984

Facebook e politica

Le donne dicono la loro

Elezioni del 5 giugno i sei candidati scalpitano A pagina 14

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Segno

organo quindicinale dell’associazione culturale “Editoriale il Segno” C.F. 92028150586 P.IVA 12706861007 Registrazione Tribunale di Velletri n. 5/02 del 19/02/2002

DIREZIONE Via dei Monti, 24 - Rocca di Papa DIRETTORE RESPONSABILE Andrea Sebastianelli

ilpiccolosegno@libero.it

REDAZIONE Mauro Artibani, Bruna Benelli, Federico De Angelis, Daniela Di Rosa, Laura Fico, Mauro Giovanelli, Anna Giovanetti, Camilla Lombardozzi, Loredana Massaro, Noga (Gabriele Novelli), Massimo Onesti, Marco Rapo, Annarita Rossi, Vincenzo Rufini, Maria Pia Santangeli, Luigi Serafini, Sandro Tabellione, Francesca Torino ILLUSTRAZIONI Franco Carfagna, Ermanno Gatta

Stampa: Arti Grafiche Roma

IL SEGNO NON USUFRUISCE DI ALCUN FINANZIAMENTO PUBBLICO SOTTOSCRIVI PER IL SEGNO:

Banca di Credito Cooperativo dei Castelli Romani IBAN: IT-12-Q-07092-39230000000110977

ATTUALITÀ

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La solidarietà non deve essere solo una “bandiera” Una riflessione dopo gli attentati in Belgio e Turchia

di Marco Rapo La solidarietà attraverso la moda delle bandiere. Anno 2016, la solidarietà dovrebbe essere un nobile pensiero che investe l’animo di una persona, ma spesso si trasforma in un pensiero narcisistico di dubbio valore, una sorta di gregge animato da false moralità dove lo scopo è solo uno, mettersi in mostra a suon di “like”. Dopo i tragici attentati Parigini la bandiera transalpina ha sventolato sui balconi, proiettata sulle facciate dei palazzi, sulle fontane, sui profili Facebook e Twitter (meno). Tutti sono stati “Charlie”, sembrava il tripudio della fratellanza, dell’uguaglianza, della libertà, famoso motto. Poi anche la Turchia fu colpita tristemente da un attentato, mi aspettavo così la stessa voglia di combattere le fobìe,di difendere la libertà, ma sbagliavo. L’attentato alla Turchia non ha scalfito nessun cuore, nessun sussulto di solidarietà, nulla di nulla e pure la Turchia è lì, a due passi da noi, fa parte di quell’Europa, anche se non ufficialmente dichiarata, che tutti vorremmo libera e unita. Sarà per il colore della bandiera? Sarà per via dei suoi simboli: la mezza luna e la stella? Non lo so, fatto sta che solo una manciata di persone

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L’ultimo attentato a Istambul

hanno avuto lo stesso spirito solidale con questo popolo, come fecero per i francesi. Ora a pochi giorni dall’attentato di Bruxelles in Belgio, riaffiorano le famose bandiere! Qualcosa allora in questo mondo non va! La solidarietà non dovrebbe andare di pari passo con la simpatia, dovrebbe essere un pensiero che va oltre i colori, le razze, le religioni, ma la realtà ci insegna che non è così. Ognuno coltiva nel proprio orticello la propria solidarietà personalizzata! Rocca di Papa non fa eccezioni, nominata “Città della solidarietà”, tempo fa innalzò sulla Fortezza la bandiera francese per dimostrare vicinanza a quel popolo. Ora mi chiedo che tipo di solidarietà è questa! E la Turchia? La flag-solidarietà è purtroppo una moda, una triste moda che come uno tsunami si è abbat-

tuta sui social network, ma proprio come uno tsunami ha lasciato dietro di se desolazione e tristezza. All’inizio ho definito la Turchia un paese Europeo non ufficiale perché questa è la Turchia, non fa parte ufficialmente dell’Europa politicama, al contrario, di quella sociale e sportiva. Ecco un altro segno di illogicità e confusione di questa Unione Europea. Nello Sport, la Turchia è saldamente Europea; nel basket con i campioni del Fenerhbaçe, nel calcio con i tornei di Europa League e Champion’s League. La mia speranza è che queste righe servano a far riflettere su cosa sia veramente la solidarietà e che questa non è letteralmente parente a quella sfoggiata sui social, che sono sempre più delle vetrine dove mettere in mostra il proprio ego a suon di “like”. #JeSuisAnkara

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ATTUALITÀ

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Il Parco dei Castelli respinge gli attacchi: È compito dei Comuni Continuano le polemiche sulle mancate bonifiche delle discariche abusive

di Giovanni Mancini Il gruppo Casapound dei Castelli Romani torna all’attacco del Parco regionale, reo di non mettere in campo azioni concrete a tutela del territorio preda sempre più di discariche abusive a cielo aperto. Quante volte ci sarà capitato, passeggiando nei boschi o nei sentieri, di imbatterci in cumuli d’immondizia? Forse decine di volte e lo “spettacolo” di tale degrado è sufficiente a farci indignare. Protestiamo, chiediamo l’intervento degli organismi preposti e spesso succede che alle parole non seguono i fatti e i rifiuti restano lì ancora per chissà quanto tempo. Dopo le critiche ricevute, conclusesi con uno striscione affisso proprio davanti alla sede di Rocca di Papa, la reazione dell’Ente di Villa Barattolo non si è fatta attendere ed è stata l’occasione per chiarire alcuni aspetti legati al tema della bonifica, partendo dalle competenze in materia di rifiuti. “La gestione dei rifiuti - spiegano al Parco dei Castelli Romani - è di competenza dei Comuni visto che la legge non individua

altri Enti locali competenti rispetto alla raccolta e al trasporto di rifiuti. Pertanto, gli Enti Parco Nazionali o Regionali non possono svolgere le attività di gestione dei rifiuti all’interno delle aree naturali protette sulle quali invece possiedono competenza esclusiva per le attività di conservazione, tutela e fruizione delle risorse naturali”. Un ragionamento che non fa una piega, tenuto conto che “compito dell’Ente Parco è quello di attuare una politica di governance, per impostare un’efficiente ed efficace attività di gestione integrata dei rifiuti, condivisa con i Comuni che rientrano nel territorio del Parco stesso”. Il Parco, da questo punto di vista, è impegnato nelle quotidiane attività di controllo

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La sede del Parco dei Castelli Romani

effettuate dai guardiaparco sul territorio, finalizzate anche a supportare i Comuni, segnalando alle autorità competenti la presenza di punti critici o di discariche abusive. Oltre a ciò, in accordo con gli stessi Comuni, l’Ente sostiene il personale adibito alla raccolta dei rifiuti o alla bonifica delle discariche, laddove sia richiesto dai sindaci.


LA STORIA

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Contro le trivelle attive nei nostri mari Domenica 17 aprile si vota per il Referendum

di Daniela Di Rosa In una bella giornata di sole primaverile, mentre al bar sorseggio tranquillamente un aperitivo con un amico, di punto in bianco mi chiede: “Domenica 17 si vota per il referendum contro le trivelle in mare vero?” Rispondo: “Certo, e voterò Sì per dire No alle trivelle e per fermarle allo scadere del contratto”. E lui: “Ah, io invece voterò No per dire Sì al proseguimento delle trivellazioni in mare, e sai perché? Perché tanto al chilometro successivo ci saranno le trivelle polacche, loro avranno il petrolio mentre noi dovremo pagarlo. Tu fai un discorso troppo semplice, ti va di parlarne?” La mia risposta: “No, non mi va di parlarne, siccome siamo persone che un’idea se la sono già fatta, sarebbe inutile, io

non convincerò mai te e viceversa, e semplice per semplice ti dico che non mi frega niente se i polacchi installeranno o hanno già installato le loro trivelle a due passi da noi, io voterò Sì, perché il rischio di un incidente sulle piattaforme è

troppo alto e sarebbe devastante, perché i nostri mari già sono troppo compromessi con l’inquinamento, e perchè non voglio sentirmi complice dell’ennesimo disastro ambientale. Anche a pochi chilometri dal nostro confine la Francia ha le centrali nucleari ma noi abbiamo detto no al nucleare, un motivo ci sarà ed è quello di non partecipare a distruzioni annunciate. Ma poi perché prendere sempre esempi negativi? Perché invece non fare come l’Olanda, che ha programmato che entro il 2025 non farà più uso del petrolio ma solo di energie rin-

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novabili?”. Abbiamo finito l’aperitivo parlando d’altro. Non sarò certo io a spiegarvi perché votare Sì e non votare No, non ne sono capace, non ho le conoscenze tecniche per divulgare i pregi o i difetti del petrolio in generale, figuriamoci quelli del petrolio estratto in mare, ma so che non si può in nome del dio denaro lasciare la terra e il mare in mano ai petrolieri, so che per i miei nipoti e pronipoti dobbiamo fermarci per salvare questo pianeta che sta morendo, bisogna iniziare a curarlo, cambiare strategia per avere energia, bisogna puntare sul solare, l’eolico, l’acqua. L’Italia è un piccolo Paese ma con la vittoria del Sì al referendum può fare la differenza, perchè il mondo è un insieme di Paesi piccoli e grandi e forse molti di loro seguiranno il nostro esempio, e uniti si potrà seguire l’esempio dell’Olanda e dire basta col petrolio. Domenica 17 aprile andiamo tutti a votare, altrimenti non si raggiungerà il quorum, tanti anni fa l’Italia votò compatta (quasi l’80%) per l’abrogazione della caccia, purtroppo molti non andarono a votare e il referendum fallì, non fate oggi lo stesso sbaglio, andiamo in massa e votiamo SI.

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INDOVINA QUANTI SIAMO?

Al 31 gennaio 2016 i residenti censiti nel Comune di Rocca di Papa erano 17.054 (maschi 8.445; femmine 8.609). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.488.*

ROCCA DI PAPA notizie, informazione, attualità

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NUMERI UTILI

Clinica San Raffaele: 06-9428601 Comando Carabinieri: 06-94749007 Polizia Municipale: 06-94286134 Centralino Municipio: 06-942861 TAXI Mario: 346-3684911 06-9499151 (casa)

Con l’arrivo di Acea la gestione dell’acqua lascia a desiderare *dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

Il problema oggi è che in pochi conoscono a fondo la rete idrica pubblica

di Andrea Sebastianelli Negli ultimi mesi abbiamo assistito a decine di guasti delle rete idrica pubblica, in tutti i quartieri di Rocca di Papa, con conseguente perdita di migliaia di metri cubi di acqua potabile. Gli interventi vengono effettuati solo dopo qualche giorno, e solo dopo che l’esasperazione dei cittadini tocca livelli inimmaginabili. A questo punto viene da domandarsi quali siano le cause che portano una società importante come Acea a fornire un servizio che definire intempestivo è poco. E soprattutto, ci sembra assurdo dover rimpiangere l’azienda con sede a Torino, Acque Potabili, che a differenza di quanto avviene oggi, metteva in campo interventi di riparazione con una velocità davvero impressionante. La mente allora va a due dipendenti che purtroppo sono rimasti fuori dal passaggio di consegne (e di forza lavoro) avvenuto tra Acque Potabili e Acea un anno e mezzo fa. Si tratta di Alessandro Trinca e Giuliano Piccolo, due manutentori che, oltre alla profes-

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sionalità, avevano un’altra rara dote: un elevato senso di responsabilità per un lavoro delicato e fondamentale per la collettività. Alessandro e Giuliano conoscevano come pochi la rete idrica di Rocca di Papa, ne sapevano i pregi (pochi) e i difetti (tanti) e ogni volta che avveniva un guasto o una dispersione idrica sapevano subito dove mettere le mani, intervenendo con una prontezza da far invidia al mitico Mennea. Questo dimostra che molto spesso fare bene il proprio dovere non è sufficiente per conservare il posto di lavoro visto che i due oggi sono in cassa integrazione. Prendiamo il caso di Alessandro: ha lavorato all’acquedotto di Rocca di Papa dal 2004 fino a dicembre del 2014 alle dipendenze di una ditta appaltatrice di Acque Potabili e, dal momento in cui è subentrata Acea, insieme al collega Giuliano, è stato completamente dimenticato, come se non fosse mai esistito. Questo significa anche che dieci anni della loro conoscenza del territorio, acquisita sul campo, sono stati semplicemente but-

migliori. Oggi invece non è così, se ci si imbatte in professionisti preparati e ligi, si fa finta che non esistano. Per dieci anni abbiamo “investito” su due ragazzi, li abbiamo in qualche modo “formati”, portandoli a conoscere la rete idrica come le loro tasche, salvo poi ricominciare tutto da zero. E il risultato lo stiamo pagando assistendo a continui guasti e dispersioni di acqua. Nella speranza che il servizio possa con il passare dei mesi migliorare, resta ancora da capire quanto costerà ai Una strada allagata da una perdita d’acqua cittadini il passaggio ad Acea, considetati nella spazzatura. rato che dopo più di un anno La loro assunzione ad Acea ancora nessuna bolletta è stata pare non fosse proprio possi- recapitata. bile, lavorando per una ditta Non vorremmo che le cartelle appaltatrice, ma a noi comuni facciano capolino subito dopo mortali vengono in mente i le elezioni di giugno, tanto per tempi in cui le aziende, piccole far capire ai cittadini che alla o grandi, facevano a gara per fine sono sempre loro a dover accaparrarsi le professionalità pagare.

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il Segno - aprile 2016

Politica al femminile partendo da Facebook

C’è tempo fino al 29 aprile per aderire al baratto amministrativo

Una pagina fatta da sole donne e dedicata ad altre donne

di Daniela Di Rosa Su Facebook nascono ogni giorno nuove pagine e ogni giorno si formano nuovi gruppi, questa volta io e Cristiana Zarneri, auto soprannominate “gemelle diverse” per via dei percorsi politici opposti, ma unite ognuna alla propria maniera da un senso civico che ci appartiene, abbiamo creato una pagina esclusivamente al femminile per parlare di politica (The supporter; donne a sostegno del cambiamento). Non accettiamo iscrizioni maschili un po’ per non diventare il “Bar dello sport”, e un po’ perché il nostro modo di approcciarci all’argomento è spesso diametralmente opposto a quello degli uomini, ciò che loro tendono a complicare noi lo semplifichiamo, gli uomini però possono comunque leggerci e cliccare i famosi “mi piace”, come qualche volta fanno. È una pagina “diversa”, non parla di cucina, diete, moda, tutte questioni importanti per molte di noi e che già seguiamo su altri gruppi, racconta semplicemente quanto avviene sulla scena politica della nostra cittadina. Chiunque può pubblicare le proprie idee, i propri partiti o candidati di riferimento, nessuna è lì per convincere ma per far conoscere, alla fine ognuna deciderà in propria coscienza chi votare. A più di un mese dalla

The supporter; donne a sostegno del cambiamento

sua nascita riscontro una media di 50 visualizzazioni per ogni post, le iscritte sono 70, abbiamo optato per la qualità più che per la quantità, per non perderci in un mare di iscritti che il più delle volte neanche si fermano a leggere ciò che pubblichi. Mancano meno di due mesi alle elezioni amministrative e qualcosa dovevamo pur fare per orientarci in questa palude che sembra ancora respingere la maggior parte di noi, e il mezzo più veloce e semplice ci è sembrato questo, sarà per gli impegni lavorativi e familiari ma di tempo per riunioni, assemblee, e gazebo non ne abbiamo, è una forma di politica che chiamo “fluida”, direi leggera, lontana dalla pesantezza del linguaggio cifrato maschile che il più delle volte ci allontana. Pochi giorni fa Gianna ha scritto un breve amaro intervento su Rocca di Papa, ricordando nelle righe finali che noi siamo specchi e gli specchi riflettono la realtà. Ho commentato che esistono

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anche specchi deformanti che riflettono una realtà alterata, una realtà che per qualche tempo può sembrarti vera e che invece è solo verosimile, specchi che rimandano l’immagine dell’insieme e nascondono le sfumature, poi quando all’improvviso ti ritrovi davanti a un vero specchio e noti le famose sfumature la realtà si rivela un’altra, magari non peggiore ma un’altra, e non ti appartiene più. Due cose puoi fare a quel punto, tirare dritto per la tua strada perseverando nel tuo errore, o azzerare tutto, ecco… io ultimamente ho fatto questo, ho azzerato tutto, terminando il percorso politico fatto fin qui con il candidato di “Insieme per Rocca di Papa” Crestini, sopportando gli insulti, le delusioni, gli addii, e ricominciando da capo. Non so più chi sarà il “portatore sano” di “buona politica” per il nostro paese, ma per me non era lui, e che nonostante sia faticoso, e magari sarò sola, io spero di “ricominciare da tre”... io, Cristiana e le altre donne!

Dopo la sperimentazione dello scorso anno, che ha dato dei buoni risultati sia in termini di adesioni sia in termini di attività messa in campo per risolvere alcuni problemi, il Comune di Rocca di Papa propone anche per il 2016 il cosiddetto “baratto amministrativo”, la possibilità cioè per alcuni cittadini in arretrato con il pagamento delle tasse locali di fornire manodopera così da scalare quanto dovuto. Il nuovo bando, che scade il prossimo 29 aprile, è rivolto ai contribuenti roccheggiani con un reddito non superiore a 15mila euro, attestato dal modello Isee 2015. Aderendo al progetto il contribuente moroso potrà saldare, in cambio di una prestazione di pubblica utilità decisa dal Comune, i tributi scaduti e non pagati entro il 31 dicembre 2015. Come detto, le domande dovranno essere presentate all’ufficio protocollo comunale entro le ore 12,00 di venerdì 29 aprile, consegnando compilato l’apposito modulo che può essere scaricato direttamente dal sito Internet del Comune (www.comune.roccadipapa.rm.it) o ritirato presso l’ufficio servizi sociali di corso Costituente. Alla domanda bisognerà allegare anche un documento di identità.

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I candidati a sindaco scalpitano dopo Sciamplicottiarriva Crestini L’appuntamento per eleggere il nuovo sindaco è per domenica 5 giugno

di Luigi Serafini È ormai questione di giorni per conoscere i nomi di tutti i candidati a sindaco alle elezioni del prossimo 5 giugno. Cominciamo da quelli certi, che hanno ufficializzato la loro candidatura. Silvia Sciamplicotti sarà la candidata del Partito democratico e di altre liste che si riconoscono nel suo progetto politico, a cominciare dagli ecologisti di sinistra (Giancarlo Trombetta e Mario Casciotti) e da esponenti della sinistra storica (l’ex sindaco Gianfranco Brunetti). A sfidare la Sciamplicotti ci sarà Emanuele Crestini con “Insieme per Rocca di Papa”, che potrà contare su alcuni esponenti di sinistra (Petrolati, Enzo De Angelis e Vincenzo Eleuteri) e su alcune forze di destra (Noi con Salvini e Fratelli d’Italia) anche se alla fine è molto probabile che questi simboli non verranno presentati, sostituiti da liste civiche prive di identità seppure al loro interno figureranno esponenti di primo piano (cioè coloro che ne detengono i simboli) delle due formazioni politiche. A sinistra è quasi certa un’altra candidatura oltre a quella del Pd. Nel momento in cui andiamo in stampa viene data per certa quella di Gennaro Spigola, noto soprattutto per le sue battaglie nel mondo sindacale. La sua lista verrà sostenuta da Sel, Rifondazione Comunista e L’altra Europa con Tsipras.

Silvia Sciamplicotti

Emanuele Crestini

Gennaro Spigola

Danilo Romei

Enrico Fondi

Alvaro Fondi

Sinistra ecologisti Ambiente

A destra tutto sembra ancora in ebollizione, tanto che si fa fatica a seguire l’evolversi di strategie e accordi lampo, salvo poi tornare sui propri passi. Oltre all’ex sindaco Enrico Fondi (con la sua eterna “Castagna”) dovrebbe essere Danilo Romei a tentare la scalata del palazzo di corso Costituente. Per lui l’appoggio dei Cristiano Riformisti e del

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Nuovo Centro Destra, a meno di cambiamenti dell’ultimo momento. In solitaria sembrerebbe andare anche Alvaro Fondi (La Destra) che così ripeterebbe l’esperienza di quattro anni fa, quando per pochi voti non riuscì ad entrare in consiglio comunale. Al momento, dunque, sarebbero ben sei i candidati a sin-

daco, sempre che a destra non si riesca a trovare un accordo che possa accontentare tutti. Ma al di là dei candidati a sindaco, secondo noi la vera novità si potrà vedere solo leggendo le varie liste di supporto a ciascuno di essi, visto che con la nuova legge elettorale (che prevede anche il voto disgiunto) il ballottaggio non è proprio un’ipotesi azzardata.

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ROCCA DI PAPA Alle elezioni anche una lista romena con Florentina Pagnejer Centro equestre

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«Da 25 anni vivo a Rocca ho deciso di impegnarmi» di Cristiana Zarneri Una delle novità della politica roccheggiana degli ultimi mesi coinvolge la comunità romena di Rocca di Papa, la più numerosa con più di mille cittadini residenti. Per saperne di più abbiamo rivolto qualche domanda a Florentina D. Pagnejer, che ci spiega nel dettaglio le loro intenzioni in vista delle elezioni.

“Il mio percorso politico è iniziato qualche mese fa quando mi proposi ad alcune forze politiche come candidata sindaco. Sapevo che era eccesivo ma mi ero proposta come figura nuova, qualcuno mi ha chiuso subito la porta in faccia, qualcuno stava per cadere dalla sedia e qualcun’altro mi ha detto “perché no? Sei in gamba, sei intelligente, io ti sostengo” ma dopo un mese sosteneva già un altro. Ma io replicavo: perché non dovrei? Vivo qui da oltre 25 anni, sono sposata con un roccheggiano doc, voglio lavorare insieme ad altri per dare un futuro migliore a questo paese; metà della mia vita si è svolta qui, amo Rocca di Papa e i roccheggiani essendo impegnata nel sociale da tanti anni. Da oltre 15 lavoro per lo Stato italiano in procure e tribunali, da più di 4 anni collaboro con il comune di Frascati come mediatore culturale, e per 2 anni ho portato avanti a Grottaferrata un progetto di tipo sociale. Poi ho conosciuto Romeo, un signore romeno, vicepresidente del mio partito, che abita a Marino, e insieme collaboriamo nell’interesse dei nostri connazionali e di tutti”.

Veniamo a queste voci secondo cui alle prossime elezioni ci sarà una lista di cittadini romeni residenti a Rocca di Papa… “Ho provato a dare vita a una lista mista, romeni e roccheggiani, ma non è stato possibile, e quindi molto probabilmente mi presenterò con una lista civica composta da cittadini romeni dando il nostro appoggio a uno dei candidati sindaco alle elezioni. Insieme al mio partito decideremo presto il percorso da intraprendere e chi sosterremo. Al mio partito, partito romeno a livello nazionale, esprimo la mia gratitudine per avermi scelto come referente a Rocca di Papa”.

Che cosa propone la sua lista? “Intanto, cercheremo di meritare la fiducia dei cittadini, sia romeni sia roccheggiani, non chiedendo semplicemente il loro voto, vado un po’ controcorrente, ma dicendo che nella sottoscritta possono comunque avere un punto di riferimento importante. I roccheggiani hanno le idee chiare, sanno valutare le persone, e sono sicura che ognuno può dare il suo contributo per il rinnovo della classe politica. Non faccio promesse ma se riuscirò a entrare in consiglio prometto a me stessa soprattutto una cosa: ricorderò a tutti gli eletti che loro sono lì perché hanno ricevuto la fiducia dei cittadini, e che quindi devono rispettare chi ha dato loro il voto”.

Entrando un po’ nel concreto? “Non dobbiamo giudicare le persone ma il loro operato. È questo il modello politico che io pro-

Florentina D. Pagnejer

pongo a Rocca di Papa. Cambiare tutto, ripartire da zero, confrontarsi con gli altri. Non è forse nell’interesse di tutti? A breve faremo conoscere le nostre proposte concrete a cominciare da quelle per il settore turistico che può davvero risollevare l’economia roccheggiana, in grado di creare lavoro per i giovani e dare la possibilità agli anziani di rendersi utili”.

E se non sarai eletta? “Se non sarò eletta continuerò comunque a occuparmi di sociale. Vorrei infine dedicare il mio percorso politico a uno dei migliori amici che io e mio marito abbiamo avuto, scomparso recentemente, e che viveva nel mondo della politica... Dopo la sua morte il sole mi è sembrato brillare di meno ma la vita continua e trascina nell’universo tutti noi che dobbiamo rimanere degni di noi stessi fino alla fine. Auguro a tutti i roccheggiani, avversari e non, e ai cittadini stranieri, tutto il bene possibile”.

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il Segno - aprile 2016

Per il rilancio del Vivaro servono subito degliinterventi

Nuove speranze per il rilancio del centro equestre federale del Vivaro, la frazione verde di Rocca di Papa. Da tempo il Comune, dopo l’addio del Coni nella gestione dell’area, ha chiesto di subentrare nella proprietà guardando alle Olimpiadi del 2024 per rimettere in piedi la struttura, invasa da degrado e sporcizia ormai da troppi mesi. Lo scorso 7 aprile, intanto, una delegazione composta dal sindaco Boccia, dal vicesindaco Querini, dal presidente della Fise (Federazione Italiana Sport Equestri) Vittorio Orlandi, e dai consiglieri della Federazione Claudio Toti ed Emanuela Maria Mafrolla, si è recata ai Pratoni del Vivaro per fare il punto della situazione che, a oggi, appare molto complessa. Soprattutto resta da capire che cosa riuscirà a fare il Comune di Rocca di Papa in attesa del responso sulle Olimpiadi di Roma, perché il centro ha bisogno di interventi urgenti e immediati in grado dare un segnale positivo all’intera frazione roccheggiana. Tra le ipotesi in campo vi è anche la possibilità che lo stesso Coni e la Regione Lazio possano finanziare le prime opere in grado di ridare dignità a una delle strutture sportive più importanti del settore. Attualmente, a tenere in mano le redini del centro è la “Fondazione Ranieri di Campello”, coinvolta proprio con lo scopo di rilanciare la struttura. (S.T.)


ROCCA DI PAPA Le attività commerciali, già in forte sofferenza, attendono provvedimenti urgenti il Segno - aprile 2016

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Commercio, viabilità e sosta, è ora di cambiare per salvare ciò che resta

gli interessi del commercio e con l’accesso ai servizi pubblici. Come è altresì evidente che a Rocca di Papa il commercio non gode certo di buona salute e sull’accesso ai servizi pubblici conviene stendere un velo pieLa crisi del commercio nel toso. Ma è mai centro storico di Rocca di Papa possibile che invece di trovare un modo per agedi Luigi Serafini Gli amministratori comunali volare l’accesso dei cittadini ai negli ultimi anni hanno dato negozi del centro storico, agli ufl’idea di procedere ciascuno per fici pubblici, alla Posta, alle banproprio conto senza pensare ai ri- che, a studi medici e farmacie si flessi che potevano avere sul ter- riesce soltanto ad attuare la poliritorio, e sui residenti, le decisioni tica del paletto e della restrizione prese in relazione ai tanti aspetti esasperata dei punti sosta? Ma della vita cittadina, oltre quelli siete proprio sicuri che non saprodotti nel campo di loro stretta rebbe il caso di procedere decisamente nel senso contrario, per competenza. Le decisioni prese sul traffico e esempio, rimuovendo i paletti e sulla sosta hanno, come è evi- piccole parti di marciapiedi al dente, una stretta relazione con Corso, apportare piccole modifi-

che al perimetro del marciapiedi centrale in piazza della Repubblica, cose che permetterebbero una breve sosta per gli acquisti? Siete sicuri che per combattere sosta selvaggia l’unico modo sia quello di vietarla ovunque? Tutti gli entusiasti della rinascente Funicolare, tra i quali gli amministratori, non capiscono che i turisti dovranno trovare un centro storico attivo, accogliente e commercialmente vivo? Non vi risulta che altri esercizi commerciali stanno per chiudere definitivamente o progettano di trasferirsi altrove? Conoscete qualcuno che alle condizioni attuali sia disposto ad investire in qualsiasi attività nel centro storico del nostro paese? La cosa più saggia da fare sarebbe di rimandare le restrizioni a quando saranno pronte altre soluzioni per la sosta (l’imminente apertura del parcheggio al Carpino ma anche altri spazi che si possono trovare) disponibili navette di collegamento tra centro e punti sosta e, intanto, assicurare un minimo di

vivibilità e mobilità impegnando al massimo tutta l’organizzazione di controllo e vigilanza necessaria. Un ruolo non secondario, spetta a tutti gli operatori del commercio e ristorazione, ai quali si richiede di essere i primi a non lasciare le proprie auto in sosta dove potrebbero fermarsi invece i loro potenziali clienti. A proposito di commercio e centro storico. Anni fa l’assessorato competente aveva organizzò una conferenza per illustrare la possibilità di far nascere un “Centro Commerciale Naturale” nel centro storico. Una serie di opere per riqualificare il centro con intervento pubblico e l’impegno degli operatori del commercio, dell’artigianato e della cultura; assistenza tecnica e consulenza amministrativa per la realizzazione del progetto, per il quale, se ricordiamo bene, c’era anche la possibilità di attingere a fondi europei. Idea campata in aria o cosa ancora fattibile? Perdere altro tempo non è più possibile.


ROCCA DI PAPA

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il Segno - aprile 2016

In vista delle elezioni del 5 giugno la politica si rimette in movimento

«Con la Sinistra cambiare si può»

«Gli ecologisti a tutela del territorio»

Da G. Spigola riceviamo e volentieri pubblichiamo

Da M. Casciotti riceviamo e volentieri pubblichiamo

di Gennaro Spigola Giovedì 7 aprile si è tenuta presso l’aula consiliare del comune di Rocca di Papa un’assemblea pubblica promossa dalla sinistra unita di Altra Europa, SEL e Rifondazione Comunista con il seguente ordine del giorno: quale futuro per Rocca di Papa? Impegno politico non di poco conto ma che va comunque affrontato per dare un contributo alle imminenti elezioni comunali, dando un giudizio su l’operato dell’attuale amministrazione monocolore del Pd, che in questi anni ha governato il paese generando solo problemi se non disastri in modo trasversale in tutti settori del territorio, non trovando quasi mai un minimo di opposizione anche nelle altre formazioni politiche. Per non rimanere nel vago mi corre l’obbligo di rappresentare tutte le criticità che da anni sono elencate ed annunciate e che come si dice in gergo non vengono mai prese di petto: abusivismo imperante che ha portato il territorio ad essere dilaniato e che il 70% delle costruzioni degli ultimi dieci anni sono disabitate. L’atavico problema delle antenne che generano inquinamento atmosferico con conseguenti effetti esiziali sulla salute dei cittadini, segnalazione che trova giustificazioni negli eloquenti responsi delle commissioni mediche. Funicolare, per la quale sono stati stanziati quasi dieci milioni di euro per il ripristino della stessa e che dopo aver iniziato i primi lavori, come sempre accade nel nostro comune senza che l’amministrazione fornisca ai cittadini la dovuta infor-

di Mario Casciotti Questo documento, contributo politico e programmatico degli “Ecologisti per la Sinistra” di Rocca di Papa, è stato discusso, sottoscritto e ratificato dal Direttivo del Partito democratico roccheggiano, e costituisce un caposaldo verso la costruzione di una sinistra nel nostro paese che sia ampia, inclusiva, plurale ed ecologista. In occasione della prossima tornata elettorale per il rinnovo del Consiglio Comunale di Rocca di Papa, noi ecologiste ed ecologisti di sinistra della città intendiamo proporre il nostro contribuito di idee e di prassi per l’elaborazione di un programma comune per una possibile alleanza della compagine di centrosinistra per governo di Rocca di Papa. E per fare questo occorre innanzitutto definire l’obiettivo e l’indirizzo strategico per Rocca di Papa del futuro, la città che immaginiamo e desideriamo. Di una cosa siamo certi, al di là di qualsiasi dubbio: il futuro prossimo politico della città non può, non deve, assolutamente limitarsi al governo dell’esistente, alla gestione della normale e semplice amministrazione del quotidiano, ad un’idea di prassi di governo che non fa i conti con i sempre più rapidi cambiamenti, politici, economici, culturali, ambientali e climatici che investono la nostra città. Questo è per noi, un punto irrinunciabile, un punto politico prima ancora che programmatico: lo sviluppo e il futuro di Rocca di Papa

mazione, inevitabilmente i lavori si fermano reiterando la logica delle opere incompiute. Sarebbe stato sicuramente meglio utilizzare una parte di quei fondi per potenziare il servizio pubblico esercito dal Cotral. Albergo Europa: acquistato per essere utilizzato, dopo la ristrutturazione, come sede del comune, dopo l’avvio dei lavori gli stessi si sono fermati lasciando l’immobile andare in deterioramento, facendo intendere che l’operazione economica fosse servita per tappare il buco del bilancio comunale che si attesta intorno ai 20 milioni di euro. Sicuramente, subito dopo le votazioni comunali, se non ci saranno cambiamenti rispetto all’attuale amministrazione, i cittadini verranno chiamati paradossalmente a contribuire nuovamente con ulteriori tasse locali (come se non bastassero quelle già in vigore) agli errori politici che sono stati perpetrati nel tempo. Svendita del patrimonio comunale per fare cassa: è emblematico quanto avvenuto con la vendita della sede del comitato di quartiere dei Campi di Annibale. Considerati i vari cambiamenti del territorio e l’aumento demografico si vede necessaria l’apertura di un altro centro anziani in zona di piazza della Repubblica. Come sempre accade a chi scrive, può capitare di dimenticare qualcosa, e spero che la cittadinanza rifletta sulle conseguenze della cattiva politica che ci hanno lasciato in eredità gli attuali governanti, portando il paese alla deriva, lo stesso paese che in tempi diversi veniva considerato uno dei fiori all’occhiello dei Castelli Romani. Riflettiamo tutti insieme.

La tela diAracne

si trovano in una difficile strettoia storica e socioeconomica, e dipenderà dalle scelte di governo che verranno fatte dalla prossima Amministrazione se da questa strettoia la città saprà uscire a testa alta o se, invece, resterà schiacciata dal peso di dinamiche e fenomeni che a Rocca di Papa, come in molte altre parti dell’Italia, stanno erodendo lavoro, dignità, identità e territorio. La nostra più grande risorsa - davvero l’unica speranza di rinascita che ci resta - è la città stessa e il suo unico e irripetibile patrimonio naturalistico, già oggi sfiancato da tante, troppe, scelte sbagliate del passato. Occorre con fermezza dire basta al consumo di suolo e ad ulteriori pianificazioni urbanistiche che affoghino ancora di più il territorio nel cemento; negli ultimi decenni abbiamo concesso sin troppo allo sfruttamento edilizio della città e dei suoi beni comuni, ed è per questo che dobbiamo inserire nel programma per una Rocca di Papa migliore una vera e propria clausola di salvaguardia che impedisca l’arrivo di ulteriori devastanti cubature di cemento su tutto il territorio. Noi immaginiamo l’elaborazione e l’adozione di un vero e proprio Piano Regolatore del Centro Storico, che vada a normare e rendere compatibili con il contesto urbanistico antico le ristrutturazioni degli edifici, agevolando la bioedilizia, i materiali innovativi, il risparmio e l’efficienza energetica. C’è bisogno di sinistra a Rocca di Papa, ma di una sinistra radicalmente nuova e proiettata verso il domani.

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Muri degradati, insegne in rovina la Regina dei Castelli... è ammalata il Segno - aprile 2016

di Sandro Tabellione

Domenica mattina. Con un amico passeggio nel centro storico alla ricerca di conferme. Conferme che puntualmente arrivano, quelle di un bel paese antico, descritto da tanti, come immerso in un degrado irreversibile. Ai nostri occhi attenti si presenta un centro storico che sembra sia stato abbandonato da muratori e pittori edili, da elettricisti e pavimentisti, da netturbini e vigili urbani. Le facciate degli edifici in avanzato de-

Via De Luca Umberto

grado con intonaci e pitture rovinate dal tempo e dall’incuria. Vecchi cavi elettrici abbandonati e, in parte, penzolanti. Qualche antico lampione arrugginito testimonia che il paese era in qualche modo illuminato anche prima dell’era di Carlo Ponzo. Strade disconnesse o riparate con mille toppe diverse, comprese quelle completamente rifatte di recente. Buste di rifiuti messe fuori anche se è domenica e la raccolta non verrà effettuata. Strade che non hanno visto un servizio di spazzatura da vari giorni. Angoli abbandonati alle erbacce. Vasi di fiori rotti o divenuti contenitori di rifiuti. Panchine dell’arredo urbano distrutte o sparite completamente. Paletti dissuasori della sosta divelti o irrimediabilmente piegati. Tanti negozi chiusi e abbandonati con le serrande orrendamente degradate. Cantine con le porte corrose dal tempo. Pali di ferro arrugginiti che non servono più, infissi in terra e sui muri insieme ad anelli, ganci, vecchie

ROCCA DI PAPA

insegne in rovina. Angoli dove suppellettili abbandonate restano a fare, per lunghi giorni, mostra di sè. È questo e molto altro quello che abbiamo visto nel centro storico del nostro paese che, da troppi anni, la politica ha trascurato ma, tornati a casa, ancora scossi e dubbiosi di aver guardato bene ci siamo

detti: “Dobbiamo invitare tutti a fare, al più presto, una passeggiata come la nostra per verificare se abbiamo sognato”. Ma se eravamo svegli, insieme a tutti gli altri, ci dobbiamo chiedere come è potuto accadere che, in quella conosciuta come la Regina dei Castelli, la situazione possa essere precipitata

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così in basso. Se non si farà subito qualche cosa, quando con la funicolare rimessa a nuovo sbarcherà qualche turista, dovrà esserci qualcuno pronto a dirottarlo verso un altro paese vicino, per non far conoscere al mondo intero come sia ormai gravemente malata la Regina dei Castelli.


il Segno - aprile 2016

di Andrea Sebastianelli Come era prevedibile, l’eterna vicenda dei ripetitori radio-tv di monte Cavo irrompe sulle elezioni comunali che si terranno il 5 giugno, e lo fa con un nuovo capitolo dettato dall’imminente scadenza dell’Ordinanza del Consiglio di Stato che, l’8 ottobre 2015, accoglieva parzialmente le richieste degli avvocati delle società El Towers Spa ed RTI (facenti capo al gruppo Mediaset) contro l’ordinanza di demolizione emessa nel 2003 dall’allora sindaco Ponzo, concedendo sei mesi di tempo per organizzare il trasferimento degli impianti, realizzati senza alcuna autorizzazione. I sei mesi termineranno a maggio, proprio a ridosso delle elezioni per il rinnovo del consiglio comunale, ma intanto all’inizio di aprile si è svolta l’udienza già calendarizzata dal Consiglio di Stato per trattare nel merito il ricorso. Con queste parole si espresse il Consiglio di Stato presieduto dal giudice Giuseppe Romeo: «La domanda cautelare può essere accolta con limitato effetto della durata di sei mesi, termine congruo per gli interventi di delocalizzazione, mentre non emerge danno agli interessi di rilievo pubblico tutelati dal Comune di Rocca di Papa, tenuto conto che si tratta di interventi modificativi dell’assetto del territorio risalenti nel tempo e che non vengono in rilievo questioni sull’osservanza dei limiti di compatibilità radioelettrica». E proprio sulla parola «delocalizzazione» si articola la novità delle ultime settimane. Una delocalizzazione al ribasso visto che l’idea, ancora in fase embrionale, si baserebbe su un progetto di allestimento di uno spazio alternativo alla vetta di monte Cavo, ma comunque limitrofo, dove collocare un numero esiguo di tralicci, tre o

A P P R O F O N D I M E N T O

Antenne Si tratta A maggio scade l’Ordinanza del Consiglio di Stato sulla delocalizzazione delle antenne Mediaset. L’ipotesi su cui si starebbe lavorando è lo spostamento degli attuali 50 impianti su 4 tralicci, in un’area poco sotto la vetta di monte Cavo

quattro rispetto ai quaranta di oggi, su cui collocare gli apparati di trasmissione delle oltre settanta antenne radiofoniche e televisive presenti sul territorio di Rocca di Papa. L’effetto immediato sarebbe la liberazione della vetta dal caos degli impianti, dei tralicci e dei cavi in acciaio, innalzati senza alcun ordine e al di fuori di ogni logica urbanistica. L’effetto a medio termine sarebbe che il business degli affitti versati dagli “antennari” alla IDA Srl (società riconducibile a Edoardo Caltagirone, immobiliarista e patron di Teleroma 56, Teleradiostereo e altre emittenti televisive e radiofoniche laziali) di fatto cesserebbe dando al Comune la possibilità di gestire (e incassare) tali introiti che ammonterebbero a circa 1 milione di euro annui. L’effetto a lungo termine, infine, sarebbe la liberazione dell’ex convento dal degrado che regna tutto intorno, favorendo al contempo

progetti di recupero e salvaguardia per il rilancio turistico dell’intera zona. Di tutto questo avrebbero discusso in un incontro svoltosi presso la sede comunale di corso Costituente, il sindaco e la giunta roccheggiana con i legali del gruppo Mediaset, proprio in vista della scadenza dell’Ordinanza del Consiglio di Stato. Trovare una soluzione che possa accontentare tutti, capra e cavoli, tranne l’attuale proprietario della vetta, Caltagirone. E mentre la politica, di maggioranza e d’opposizione, continua a condurre le sue battaglie, vere o presunte, contro le antenne, per i cittadini di Rocca di Papa si profilerebbe una sistemazione più decorosa e meno invadente dei tralicci. Facciamo il punto della situazione: attualmente i ripetitori radio-tv (tralasciando quelli militari e di sicurezza aerea), sono collocati in tre aree distinte della vetta di

La vetta di monte Cavo

Monte Cavo: sul piazzale davanti all’ex convento (A), nell’area posta tra l’ingresso della vecchia chiesetta e le mura ciclopiche (B), e nella vasta area posta alle spalle dell’edificio sacrale (C). Queste zone sono di proprietà della IDA anche se sulla prima esisterebbe un contenzioso con il Comune di Rocca di Papa che ritiene esserne il legittimo proprietario. Infine c’è un’altra area, posta verso il margine finale della vetta, utilizzata dall’Enav per le comunicazioni sul traffico aereo civile. A causa di questo disordine che occupa interamente la vetta, quasi ognuna delle 70 emittenti ha un proprio traliccio con i relativi apparati. La soluzione che oggi starebbe prendendo piede, dunque, è forse quella meno complicata dal punto di vista della fattibilità. Vediamo: proprio a ridosso della piccola porzione segue a pag. 13


Controlla l’elettrosmog di casa tua Da molti anni, dalle colonne di questo giornale, chiediamo all’amministrazione comunale di dotarsi di strumentazioni autonome per consentire ai cittadini di controllare i livelli di elettromagnetismo 24 ore su 24. Una richiesta rimasta sempre senza risposte. E allora abbiamo pensato di fare da noi. Con le nostre modeste risorse, infatti, abbiamo acquistato uno strumento (di quelli che si possono reperire facilmente sul mercato) con il quale misurare il livello delle onde elettromagnetiche, strumento che ora mettiamo a disposizione gratuita di tutti i cittadini che ne facciano richiesta. Per usufruire di questo servizio è sufficiente contattarci (al numero di cellulare 349-5783869 o alla mail: ilpiccolosegno@libero.it) e prendere un appuntamento. Occorrono pochi minuti per effettuare un ciclo di almeno tre misurazioni, sufficienti per capire se in quel punto l’esposizione è nei limiti prescritti dalla legge o se invece si è di fronte a casi di superamento dei livelli stessi. Sia ben chiaro che le misurazioni uffi-

Ministri (D.P.C.M.) dell’8 luglio 2003, dal titolo “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 Ghz”, che all’articolo 3 comma 2, recita: A titolo di misura di cautela per la protezione da possibili effetti a lungo termine eventualmente connessi con le esposizioni ai campi generati alle suddette frequenze all’interno di edifici adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore giornaliere, e loro pertinenze esterne, che siano fruibili come ambienti abitativi quali balconi, terrazzi e cortili esclusi i lastrici solari, si assumono i valori di attenzione indicati nella tabella 2 all’allegato B”. Tabella 2 (all. B) Valori di attenzione

Intensità di campo elettrico E (V/m)

6 V/m

0,1 MHz < f < 300 GHz

B A

Mura ciclopiche

S

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de

Convento

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ad

C

Monte Cavo Vetta

A P P R O F O N D I M E N T O

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utilizzata dall’Enav, esistono alcune particelle di terreno (numeri catastali: 175, 178, 179, 377 e 379) di proprietà comunale. Per due di queste (377 e 379) il Comune nel Piano Regolatore approvato qualche anno fa aveva già stabilito di considerarle aree adibite a “servizi tecnologici” essendo utilizzate per gli apparati di trasmissione dell’Ente Poste. Le altre tre particelle (175, 178 e 179) andrebbero a completare semplicemente quest’area a “servizi tecnologici”, rendendola idonea ad ospitare tutte le emittenti. I costi per installare questi tre o quattro tralicci e per predisporre i relativi apparati di trasmissione sarebbero piuttosto contenuti, poco più di 2 milioni di euro, soldi che dovrebbero sborsare le stesse emittenti: il giusto obolo da versare per evitare trasferimenti definitivi e una delocalizzazione al rialzo (fuori cioè da monte Cavo e da Rocca di Papa). Come detto, l’ultimo problema da superare sarebbe la Ida, proprietaria della vetta di monte Cavo, la quale, vedendosi sfilato il business dei ripetitori (ma restandogli sul groppone la manutenzione dell’edificio

ciali, per verificare se i limiti imposti dalla legge vengono rispettati, devono essere fatte dagli organismi preposti dallo Stato (a cominciare dall’Arpa) e la nostra intenzione non è certo quella di sostituirci a questi Enti che, naturalmente, utilizzano strumenti cento volte migliori di quello da noi acquistato. Con la nostra iniziativa vogliamo semplicemente mettere i roccheggiani nella condizione di capire se la loro abitazione è sottoposta al bombardamento 24 ore su 24 di onde elettromagnetiche provenienti da monte Cavo e, se così è, misurarne i valori per ottenere una mappa comunque indicativa sulle aree maggiormente esposte. Ricordiamo che i limiti di esposizione alle onde elettromagnetiche sono stabiliti dal Decreto del Presidente del Consiglio dei

il Segno - aprile 2016

Parte la campagna del Segno rivolta a tutti i cittadini Prenota un appuntamento gratuito al 349.5783869

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I tralicci presenti oggi sulla vetta di monte Cavo

sacrale, dell’intera area e della strada privata), potrebbe decidere di vendere a basso costo la vetta dell’antico monte. Una soluzione semplice e fattibile, dopo che per circa qua-

ER LE ANTE NNE EA P R A A OV U Particelle catastali N 175 - 178 - 179 - 377 - 379

rant’anni l’area di Monte Cavo ha rappresentatoil centro di un oscuro inciucio tra pubblico e privato basato su doppi interessi, leciti o illeciti che fossero.

Il sospetto è che tale proposta condizionerà l’intera campagna elettorale, che si sta dimostrando già di per sé molto aggressiva. Andrea Sebastianelli


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ROCCA DI PAPA

Campi d’Annibale, al via da la cessione della 2 farmacia

il Segno - aprile 2016

L’amministrazione ha affidato l’incarico per valutarne il valore di mercato

di Daniela Di Rosa Come annunciato sull’ultimo numero del Segno, l’amministrazione comunale di Rocca di Papa, dopo aver ceduto circa tre anni fa la licenza della farmacia comunale del centro storico, sta procedendo spedita anche nella vendita di quella dei Campi d’Annibale, in via Vecchia di Velletri. Il 29 febbraio scorso, infatti, il consiglio comunale ha detto sì alla “Risoluzione anticipata per mutuo consenso della convenzione […] attraverso la quale era stata affidata ad ASP Spa in house la gestione della sede farmaceutica” suddetta. A distanza di due settimane i responsabili dei settori Affari Istituzionali e Tecnico-Urbanistico, Avv. Anna Maria Fondi e Geom. Rocco Di Filippo, hanno redatto l’apposita determinazione (atto n. 207 del 9 marzo 2016) per affidare a un professionista l’incarico di stimare il valore della licenza, la cui vendita venne votata nel consiglio comunale del 28 luglio 2011. Si legge nell’atto che, “al fine di procedere tempestivamente alla determinazione dell’importo a base d’asta afferente la vendita della farmacia in parola, è stata chiesta la disponibilità del ragioniere Ercole Gatta, munito dell’esperienza maturata nelle pubbliche amministrazioni e

già in precedenza incaricato […] in occasione dell’affidamento in house all’ASP Spa della valutazione afferente la farmacia in via Leonida Montanari, nonché nell’ambito della vendita della medesima”. Resta il fatto che ancora una volta i cittadini verranno spogliati di un bene pubblico importante che, oltre a svolgere una funzione economica ha anche una valenza di tipo sociale, perché garantire un servizio farmaceutico in tutti i quartieri di Rocca di Papa, oltre a piazza Margherita e alle

Vigne, è innanzitutto un dovere Istituzionale a cui nes-

La farmacia comunale ai Campi

suna amministrazione dovrebbe mai sottrarsi.

Il 2 aprile del 1984 veniva a mancare don Giuseppe Gianfranceschi di Luigi Serafini Trentadue anni fa (era il 2 aprile del 1984) veniva a mancare il compianto Parroco di Rocca di Papa, don Giuseppe Gianfranceschi, che ancora oggi è ricordato con gioia dai cittadini roccheggiani, frequentatori di chiesa e non. Sì perché don Giuseppe aveva il grande merito di parlare con tutti, a volte anche in modo brusco, per capire le opinioni degli altri, in un confronto sempre approntato su sincerità e franchezza. Don Giuseppe, poi, amava molto il suo paese. Ho ascoltato tanti quaranta-cinquantenni di oggi, ragazzi e ragazze di allora, che come sentono il nome di don Giuseppe sorridono e cominciano a raccontare le loro particolari storie dell’oratorio, della comunione, delle iniziative, del cineforum, delle gite, ecc. Tutti lo ricordano con piacere, qualcuno ad-

Il 15 aprile è scaduta l’ordinanza sull’obbligo degli pneumatici da neve. Provvedi ora a sostituirli con quelli estivi Pronti a soddisfare ogni tua esigenza

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Don dirittura rammaGiuseppe ricandosi di non averlo frequentato più a lungo, qualcun’altro ricordando la propria soggezione quando si trovava al cospetto di don Giuseppe. Il 2 aprile del 2009, su iniziativa dell’amminis t r a z i o n e comunale, fu dedicato al compianto “amico dei roccheggiani” il Sagrato della Chiesa del Duomo. Un modo per i roccheggiani di ricordare la figura di don Giuseppe.

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il Segno - aprile 2016

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Organizzata dalle Suore Tedesche il prossimo 14 maggio

Con Alex La Rosa di RaiDue torna la Festa di Primavera

L’inverno è passato, un vento più dolce soffia sui Castelli Romani e sui Colli Albani, segno che la nuova stagione arriva puntuale e porta aria nuova, aria di festa. E così il prossimo 14 maggio si terrà per il secondo anno consecutivo la Festa di Primavera organizzata dalla struttura di accoglienza delle Suore Carmelitane di Rocca di Papa, che per l’occasione aprirà a tutti i propri giardini con una vista spettacolare su Roma per una preziosa occasione di incontro e di divertimento. La festa di primavera è infatti una recente consuetudine instaurata lo scorso anno per avviare una sempre maggiore conoscenza e compartecipazione delle attività svolte dalle case famiglia di Rocca di Papa, ed aprire alla comunità locale, ai cittadini e a chiunque voglia partecipare gli spazi ove minori di diverse età e provenienze hanno trovato una casa ed un nido accogliente. Obiettivo di questo appuntamento è infatti quello di favorire ed incrementare la conoscenza dei progetti educativi su cui uno staff professionale, recentemente rinnovato, si concentra quotidianamente per trasformare storie spesso complicate e difficili in nuove opportunità di vita, sfida alla quale fattivamente partecipano anche le associazioni di volontari e la comunità locale.

Grazie a tale sforzo congiunto la Struttura, guidata dalla direzione laica della dott.ssa Angela De Amicis e da uno staff di qualificati professionisti, ha condotto in porto negli ultimi 3 anni ben 11 progetti, che concretamente significa aver restituito, o trovato ex novo, una famiglia ed una nuova prospettiva di vita per ragazzi non accompagnati. Tali progetti, che si svolgono in assoluta e totale sinergia con il Tribunale per i minorenni, i servizi sociali di tutto il territorio, nonché la Procura minorile della Repubblica italiana, rappresentano quanto di meglio una concreta e realmente efficiente politica sociale possa ambire a realizzare. “Perché la missione di simili strutture non è solo l’accoglienza - spiega la dott.ssa De Amicis - ma anche

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e soprattutto l’integrazione e l’attivazione di tutte quelle risorse interne ed ambientali che possono condurre al ripristino di una vita «normale», basilare diritto di ogni essere umano”. “Il mestiere dell’accoglienza spiega ancora la direttrice - è infatti quello di rappresentare un punto di riferimento per i ragazzi, e di incarnare il ruolo di figure di passaggio che traghettano ciascun ragazzo verso la propria vita e la propria autonomia”. Ma la festa di primavera è prima di tutto una festa; una giornata in allegria, con punti di ristoro, assaggi di polenta, musica, artisti; a partire dalle ore 19,00 si esibirà il gruppo musicale EasyPop, con Patrizio Pirrone, e poi direttamente da RaiDue arriverà Alex La Rosa, per ballare e divertirsi

Alex La Rosa

L’edizione dello scorso anno

insieme. La festa è resa possibile grazie alla fattiva collaborazione di tanti volontari, e dal supporto di vari ristoranti locali, che mettono in palio cene omaggio per i fortunati vincitori della lotteria; perché la festa prevede anche un’estrazione di ricchi premi il cui ricavato sarà destinato alla realizzazione di nuovi progetti per i ragazzi delle case famiglia di Rocca di Papa. Insomma, un’occasione di divertimento e di riflessione, partecipare alla quale sarà un piacere, e forse anche un po’ un dovere. Tutte le informazioni, compresi i premi della lotteria, si possono trovare sul sito www.cdcj.it, nella sezione “Festa di Primavera”, oppure sulla pagina Facebook del Centro. E allora SAVE THE DATE, 14 maggio, Rocca di Papa, vietato mancare!

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LA STORIA

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«Nelle scuole di Nairobi abbiamo vissuto le emozioni più belle» Patrizio Pirrone degli EasyPop ci parla della sua esperienza vissuta in Kenya

di Andrea Sebastianelli Per gli EasyPop, dopo una tournée in giro per l’Europa, è arrivato l’incontro con il continente africano, con tappa a Nairobi, in Kenya. Tra i musicisti che compongono gli EasyPop c’è anche Patrizio Pirrone, artista roccheggiano che i lettori del Segno conoscono molto bene, avendo ospitato una sua intervista qualche mese fa. “È stata un’esperienza indimenticabile che ci ha permesso di entrare in contatto con tanti bambini accomunati dalla passione per la musica” ci ha detto Patrizio. Un’iniziativa curata dall’organizzazione non governativa “World Friends”, che dal 2001 realizza interventi di cooperazione in questa parte del mondo, sotto la supervisione dell’Istituto Italiano di Cultura diretto da Francesca Chiesa che, con i suoi progetti, favorisce lo scambio e la cono-

eseguito da sette percussionisti in modo incalzante e impeccabile - ci hanno proiettato in una dimensione irripetibile. E le ragazze? Le danzatrici? Semplicemente fantastiche. L’impegno, la serietà e al tempo stesso la leggerezza con cui si muovevano… è stato bellissimo. Poi la parte cantata, quelle voci, la bambina e i ragazzi: un’intensità che può nascere solo dal cuore e dall’autenticità dei sentimenti, un timbro che ripensandoci anPatrizio Pirrone con i bambini di una delle scuole di Nairobi cora fa venire i brividi. Noi ci sentiamo di rinitaliano, Mauro Massoni, ha scelgono il brano e la band lo graziare tutti per ciò che ci assistito allo spettacolo tenu- esegue. Ma che succede se un hanno regalato e speriamo, tosi al “Mediterraneo”, un lo- fan chiede una canzone che la con la nostra presenza, di escale di Nairobi gestito da band non ha mai cantato? “Al- sere riusciti a nostra volta a italiani, e ne è rimasto entusia- cune canzoni le dobbiamo im- donare qualcosa di stimolante sta. provvisare -ci ha detto la e nuovo”. Questo il commento Gli EasyPop, infatti, da anni cantante del gruppo Viola Fio- della band dopo aver vissuto propongono una selezione di rentini- e spesso, per rendere un’esperienza come quella di la partecipazione Nairobi. del pubblico più E per il futuro? “Portare in coinvolgente, chi giro per il mondo la cultura richiede un brano musicale è uno degli obiettivi particolare è anche che ci siamo dati -ci dice anGli EasyPop nascono da invitato a unirsi cora Patrizio- e l’intenzione è un’idea di Gianluca con noi sul palco”. anche quella di proseguire il (“Luka”) Fiorentini, piaL’esperienza di nostro viaggio in Africa pernista e cantante che ha Nairobi ha vissuto ché le emozioni che ci hanno iniziato la sua carriera il suo lato più bello dato i bambini di Babadogo è con folk e pop in diverse e toccante in due indescrivibile”. band italiane alla fine scuole della slum In questi periodi in cui il terdel 1970 e nei primi anni di Babadogo, che rore sembra farla da padrone, ‘80.Nel 2011 Luka inospitano centinaia in cui la diffidenza tra i popoli contra Patrizio Pirrone, di bambini, e in della Terra sembra prendere il batterista che aveva suouna di queste si in- sopravvento, la musica appare nato in diverse band, ed segnano proprio è subito feeling. musica e danza. In seguito anche la figlia “Complimenti ai di Luka, Viola Fiorentini(laureata all’Accademia di Belle Arti di volontari, ai raRoma) entra a far parte del gruppo. Poi con l’arrivo di Errico Fuce- gazzi di World tola, che suona sassofono e flauto, e di Enrico (“Erik”) Innocenzi (la Friends e agli insecui carriera risale al 1960 quando suonava il basso con un gruppo in gnanti che con gli Scozia, prima di tornare sulla scena musicale di Roma) gli EasyPop strumenti a disposono quasi al completo. L’ultimo musicista ad approdare nella band sizione, musicali e è Ermanno Presaghi, diplomato alla Louis Jazz School di Roma. non, riescono a far esprimere a questi ragazzi tutta l’esscenza tra i popoli. La band 250 canzoni dal 1950 a oggi, senza del loro Paese, l’Africa. davvero come uno dei pochi romano-roccheggiana è stata utilizzando una riproduzione Complimenti ai ragazzi. Le strumenti di pace in grado di in Kenya dal 14 al 20 marzo, del mitico jukebox Wurlitzer danze cui abbiamo assistito, superare ogni differenza soricevendo un’accoglienza ina- 1015, realizzato a mano pro- sostenute da una ritmica tra- ciale, religiosa e ideologica. spettata. Anche l’ambasciatore prio da Patrizio. Gli spettatori volgente - l’autentico afro beat Anche grazie agli EasyPop.

Chi sono gli EasyPop


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Cultura e

... dintorni

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Una lettera della Regione del 1975 sul ripristino della Funicolare di Andrea Sebastianelli La teoria di Giambattista Vico sui corsi e i ricorsi della storia trova a Rocca di Papa la sua prova definitiva. A dimostrare che il filosofo napoletano, vissuto a cavallo tra il 1600 e il 1700, ci aveva visto giusto è la recente vicenda della funicolare con i lavori di ripristino quasi ultimati a cui manca però un ultimo determinante tassello: la strada di collegamento con la stazione inferiore. Senza questa strada, che permetterebbe ai bus del Cotral di raggiungere il piazzale, la funicolare è solo un bel monumento da guardare. Nulla più. Una storia già vissuta, che si ripete a distanza di circa 40 anni, quando il 31 dicembre del 1975 l’assessore ai trasporti della Regione Lazio, Giulio Pietrosanti, scrive al sindaco di Rocca di Papa e alla Stefer (a quei tempi il Cotral ancora non c’era) per affrontare la questione del ripristino della funicolare di Valle Vergine, ritenuta (ieri come oggi) l’unica alternativa ai mezzi pesanti. Ecco che cosa scrive Pietrosanti: “Riattivando l’impianto e sistemando la strada di accesso, sarebbe possibile attestare alla stazione di Valle Vergine della funicolare il servizio pubblico automobilistico per Rocca di Papa, attualmente svolto su una strada toruosa in forte pendenza. Inoltre -continua la missiva- specie nel periodo estivo, di grande affluenza di auto private, il piazzale della stazione, opportunamente sistemato, potrebbe essere adibito a parcheggio per le auto di chi deve recarsi a Rocca di Papa”. Una lettera che sembra scritta oggi. Ma non è finita, sentite come continua l’illuminato esponente politico regionale: “Per quanto riguarda l’accesso al piazzale di Valle Vergine dei mezzi pubblici e privati, si prospetta la possibilità di utilizzare la via delle Barozze e il breve tronco della strada comunale già esistente. Quest’ultima strada

«Prima diiniziarei lavori è necessario realizzare la strada di accesso alla stazione inferiore»

necessiterebbe però di alcuni interventi come l’allargamento della sede in brevi tratti e correzione di alcune livellature per permettere il transito agli autobus che debbono raggiungere il piazzale della stazione inferiore della funicolare”. Roba da cadere dalla sedia! A Capodanno di 41anni fa un solerte politico regionale, che evidentemente intuisce l’importanza di ripristinare un servizio come quello della funicolare in un paese di montagna come Rocca di Papa, soggetto a frequenti nevicate e ghiacciate nella stagione invernale, si pone subito il problema più importante: l’ultimazione dei lavori della strada di accesso al piazzale,

senza la quale non ha senso spendere soldi pubblici. Un problema che i politici di oggi si sono posti solo dopo aver terminato i lavori di ricostruzione delle due stazioni, dei binari, e aver messo in situ i due vagoni che, nelle intenzioni, dovrebbero trasportare i pendolari. Scrive ancora Giulio Pietrosanti, terminando la sua lettera: “Prima di dar corso ai lavori necessari per il ripristino dell’esercizio del trasporto a fune, si prega codesto Comune di far conoscere, con cortese urgenza, le possibilità di sistemazione della strada comunale di accesso al piazzale della stazione inferiore della funicolare di Rocca di Papa

e il tempo necessario per l’esecuzione dei relativi lavori”. Non sappiamo come abbia risposto l’allora amministrazione comunale all’assessore regionale, ma sappiamo come è andata a finire: la funicolare è rimasta nel suo stato d’abbandono fino a quando, 40 anni dopo, qualcuno ha ritirato fuori dal cilindro l’idea di rimetterla in funzione con costi che, partiti da 5 milioni di euro, ben presto si sono attestati a quasi 10 milioni di euro (venti miliardi delle vecchie lire). E la famosa strada di accesso, ieri come oggi, ancora non esiste. Uno come Pietrosanti non lo avrebbero fregato: “prima fare strada, poi avere finanziamento!”.


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di Vincenzo Rufini Nella splendida cornice del Teatro Civico di Rocca di Papa prosegue la stagione teatrale con rappresentazioni di alto valore artistico. Sabato 2 aprile è stato messo in scena il lavoro “La foto del carabiniere”, un monologo scritto ed interpretato dal valente Claudio Boccaccini. Ad una platea attenta e partecipante l’autore ha offerto il racconto di una stagione significativa della sua vita. Nel 1960 in un’Italia che stava effettuando il passaggio da una povertà secolare ad una migliore condizione di vita, un’Italia ancora ricca degli archetipi propri delle società di un tempo antico, il bambino Claudio viene a conoscenza (casualmente nella patente del padre vede una foto tessera di un giovane militare dell’Arma) di un episodio significativo della vita del genitore Tarquinio, uomo scanzonato ma dai fermi propositi. Ripercorre un segmento della giovinezza del padre, nel 1943, con la guerra che sembrava voler volgere al termine e con la popolazione romana del tempo che viveva alla giornata delle poche cose che disponeva e che aveva trasformato il rione

TEATRO

In scena “La foto del Carabiniere”

Claudio Boccaccini, un talento puro per una storia grande

in una balera a cielo aperto per cercare di ingannare le insidie di quel tempo oscuro. Un fatto secondario come l’esplosione fortuita di due casse di munizioni, che causa la morte di due militari germanici scatena l’ira delle truppe

Prezzo dei biglietti: 15 euro PLATEA 10 euro GALLERIA La biglietteria apre un’ora prima dell’inizio degli spettacoli Il Sabato gli spettacoli iniziano alle ore 21,00 La Domenica alle ore 18,00

L’attore Claudio Boccaccini

tedesche di occupazione , le quali per le assurde leggi di guerra catturano 22 ragazzi, tra cui il padre di Claudio, ritenendoli colpevoli dell’accaduto. Ed è in questa situazione apparentemente perduta che vede arrivare in aiuto il carabiniere

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Salvo D’Acquisto con cui aveva stretto amicizia tempo prima. Salvo consegnandosi ai tedeschi in cambio della vita dei 22 malcapitati sacrifica se stesso compiendo un gesto unico di amore verso il prossimo. Un eroe moderno che esalta l’altruismo anche a costo della sua vita, salvando quei giovani caduti nelle maglie di una malvagità senza tempo. Un esempio di quell’interdipendenza della società dove ognuno può e deve vivere solo in relazione con gli altri. L’uomo Salvo che si trasforma in Salvatore dei suoi conoscenti, i quali vengono lasciati liberi. Una lezione di vita che il vecchio genitore trasmette al figlio, ancora bambino, ma già in grado di avvertire le sensazioni della vita, tanto “i gesti valgono più delle parole”, come sottolinea l’autore. Una prosa asciutta e profonda, quella di Claudio Boccaccini, senza retorica ma con quella capacità persuasiva propria dei grandi talenti del teatro e di coloro cui le esperienze della vita hanno fornito una maturità nell’esporre i fatti della storia, grande e piccola che sia, che vale più di molte lezioni degli storici di professione. Direttore Artistico Enrico Maria Falconi

Via S. Sebastiano, 20 Rocca di Papa Tel. 06.94286165 ilteatroroccadipapa@gmail.com

STAGIONE TEATRALE 2016 sabato 23 APRILE domenica 24 APRILE Regia di Simone Luciani

venerdì* 29 APRILE sabato 30 APRILE

sabato 7 MAGGIO dom. 8 MAGGIO

sabato 14 MAGGIO dom. 15 MAGGIO

Interpreti

Simone Luciani, Sacha Pilara, Veronica Ciancarini, Sara Gianvincenzi e Angelo Vignola

Aiuto Regia Veronica Ciancarini coreografie Angelo Vignola Impianto scenico Patrizio De Paolis e Luca Garrone Costumi Sart.Teatr. B.i.t.F. Voce narrante E. Falzetti

Regia Gabriele Mazzucco Interpreti Andrea Alesio, Teo Guarini, Chiara Fiorelli, Paola Raciti e Federica Orrù * Spettacolo alle ore 21,00

di Niccolò Machiavelli Regia Paolo Perelli Interpreti Raffele Camandona, Fabio Capezzone, Andrea Parello, Paolo Perelli, Riccardo Petillo, Federica Sarti, Federica Vari e Antonello Spadea

Regia Ilenia Costanza

Interprete

PAMELA PRATI

Produzione I Vetri Blu


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il dialetto di Gianfranco Botti Per certi malmostosi la carriera magnifica e progressiva di un compaesano non è mai proprio tutta bravura, c’è sempre o raccomandazione o culo. L’unico rimedio all’invidia, negli animi volgari, è la vanità di creder di non aver nulla da invidiare.

Quando ti compiaci tanto dei tuoi meriti, non confrontarti con la tua cerchia o col tuo paese, confrontati con l’Umanità, quella presente, quella trascorsa. Tutti vogliono il nostro bene,attenti, non facciamocelo portare via.

Lo sport preferito in diversi paesi prima era il gioco del cacio, adesso è la salita sul

Q

STORIE

Semenze senza C

carro del vincitore.

Un consiglio che nessuno accoglierà: se sei stupido, meno parli, meno ti scopri.

C’è più merito a nascondere il dolore che a nascondere la gioia.

Quelli che si credono superiori ad altri per i soldi, dovrebbero porsi una domanda facile: se vale tale regola, io in paese a chi sto sotto? La cancellerebbero subito.

La persona noiosa ti toglie il gusto della solitudine senza darti quello della compagnia. Nessuno è un grand’uomo per la propria donna di servizio. L’avaro vive da povero per morire coi soldi, che stronzo!

Appena hai detto di star male, vedrai quanti ti chiederanno come stai. Vogliono assicurarsi

che sia proprio così, per stare tranquilli.

Come nelle disgrazie degli amici c’è sempre qualcosa che non dispiace del tutto, così, quando le avversità degli amici si aggiustano, c’è sempre qualcosa che non accontenta del tutto. Nessuno farà mai dimostrazioni contro l’ingiusta distribuzione dell’intelligenza.

Scaggia, credendosi di valore, perché porta borsa e scarpe dello stesso colore. Kant aveva scritto: «due cose mi fanno meraviglia: la legge morale che è in me e il cielo stellato sopra di me». Il libertino aggiunse: «e la donna che gode sotto di me».

Niente è più facile da capirsi di quello che non abbiamo capito.

I politicanti sono persone che promettono di costruire un ponte anche dove non scorre un fiume.

La pubblica opinione che non si fa sentire nega d’avere

IL RACCONTO DEL MESE

uando, il cittadino più mattiniero del Paese, come ogni mattina, si trovò ad attraversare la piazza si fermò esterrefatto a metà: al centro del giardino si ergeva, arcigna e scura, una quantità di rifiuti ammucchiati a forma di piramide. Una montagna di rifiuti. Era ben realizzata la piramide: con i frigoriferi vecchi e le lavatrici arrugginite alla base e a salire, fra un mobile sfasciato, una pila di calcinacci e una quantità di squinternati copertoni di ruote di autoveicoli, i rifiuti meno ingombranti, non meno arcigni e minacciosi. Alla sommità svettava un lungo ramo nodoso inalberante uno straccio nero: sembrava la bandiera dei pirati. Il cittadino rimase a bocca aperta e non riuscì più a muoversi. Chi aveva avuto quella stramba idea? E mentre rimaneva così immobile gli si appressò un tremolante vecchietto con una espressione incredula e sgomenta, il quale, dopo un attimo di esitazione, si avvicinò alla piramide e improvvisamente spalancò la bocca mettendosi a strillare come un ossesso mostrando così quei quattro o cinque denti rimastigli. Non si capiva bene cosa stesse urlando, ma tanto bastò perché gli abitanti delle abitazioni lì presso si affacciassero alle finestre e rapidamente uscissero avvicinandosi alla piramide dei rifiuti. Si formò una folla silenziosa, incredula e rabbuiata. Qualcuno fece il giro della piramide e quindi mettendosi le mani davanti alla bocca come un megafono annunciò: “Qua dietro c’è un cartello!”. Al che molti dei convenuti si precipitarono a leggerlo: -“Stanotte abbiamo ripulito una piccola area del bosco che circonda il paese! Avete visto quanti rifiuti?”. E terminava con un laconico: “Pensiamoci” seguito da una sfilza interminabile

Rifiuti

di Noga

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di punti esclamativi. Nel frattempo la notizia si era sparsa rapidamente e molti cittadini avevano deciso di raggiungere la piazza dove giunti pensarono bene, loro malgrado, di avvicinarsi il più possibile alla piramide con l’intento di costatarne l’effettiva consistenza. Ognuno di essi volle dire la propria: è uno scherzo; è un avvertimento; ma cosa è? Sono stati gli “extra”; avvertiamo i Carabinieri; no! E’ meglio la Polizia; sarà forse opportuno avvertire i Vigili del Fuoco... Insomma, nessuno sapeva cosa pensare. Arrivarono anche i ragazzi della vicina Scuola Media accompagnati dai professori i quali, presi alla sprovvista di fronte a quella inaspettata situazione, non sapendo cosa fare, semplicemente avvertirono gli alunni di non avvicinarsi alla piramide. Infine, caracollando raggruppati lungo il Corso, giunsero le Autorità. Calò un silenzio premonitore: cosa avrebbero deciso? Il Comandante dei Vigili Urbani, dopo un brevissimo e concitatissimo parlottìo con il Sig. Sindaco, con ampi gesti fece allontanare tutti perché, disse, la situazione può diventare improvvisamente pericolosa. Non furono date ulteriori indicazioni: le Autorità non sapevano cosa fare. A metà mattinata giunse un ordine perentorio: provvedere immediatamente allo sgombero e al ripristino della situazione di normalità. L’ordine

Rocca di Papa di notte

un’opinione.

Quando la schiena si curva con gli anni, mantienila dritta con la dignità.

Il romantico, soggetto a persone, a sentimenti, vincolato dagli affetti, condizionato dal senso morale, va dove lo porta il cuore. Il cinico, libero da attrazioni, non rispettoso di nessuno né sottomesso a niente, va dove lo porta il tornaconto.

I guai degli altri sono una buona medicina per i guai propri. Schiattella sta nera, coll’uocchi ngrifati, spieritata come una stracinata da a pianara, saria da sapì se i è successu qua cosa de bruttu a essa o qua cosa de buonu a n’ara. (G.Botti)

proveniva dal Sig. Prefetto. “Accidenti! – mormorò a mezza bocca il Sig. Sindaco – e dove li metto tutti questi rifiuti?”. Lo stallo era totale: nessuno era in grado di disporre alcun ché di conclusivo. Quando, ormai era mezzogiorno, un uomo grande e grosso sgomitando tra la folla si presentò alle Autorità e con una voce alta e stentorea annunciò: “Ho un’impresa di trasporti speciali. Ve lo risolvo io il problema”. E così dicendo estrasse dalle tasche i documenti necessari che furono subito puntigliosamente controllati dal funzionario presente più alto in grado. A questo punto la situazione sembrava risolta: la ditta del comune non avrebbe potuto in alcun modo provvedere allo smaltimento. La ditta comunale non aveva né i mezzi né gli uomini. L’uomo grande e grosso osservava le Autorità con un cipiglio ora interrogativo ora minaccioso. Era evidente a tutti: lui quello smaltimento lo voleva realizzare a tutti i costi! La risoluzione sembrava ormai a portata di mano e i cittadini cominciarono a sfollare velocemente alla spicciolata. Il Sig. Sindaco mandò a chiamare il segretario comunale perché redigesse un verbale puntiglioso della situazione e, convocato sul tamburo il Consiglio Comunale, fu definitivamente deciso di affidare lo smaltimento dei rifiuti a quell’uomo presentatosi così a proposito. Il segretario porse il verbale al Sig. Sindaco il quale, sfilata la penna stilografica dal taschino, tracciò la propria firma mentre l’uomo grande e grosso soddisfattissimo corse via subito dopo, a gambe levate. Ormai era lui che aveva in mano la situazione e infatti nel giro di poche ore la piramide dei rifiuti fu smantellata, debitamente “differenziata” e smaltita... chissà dove. 22 aprile 2011


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Spunti di Calendula, fiore psicologia dalle tante storie A cura della Dott.ssa Bruna Benelli

Manipolazione mentale

Il “Gaslighting”, la manipolazione mentale, è un termine inglese tratto da un’opera teatrale del 1938 “Gas light”, che ispirò il film di Alfred Hitchcok “Rebecca, la prima moglie” del 1940. Questo termine è utilizzato per indicare il comportamento manipolatorio agito dall’abusante contro la sua vittima. Il Gaslighting è una tecnica infida di manipolazione mentale che agisce come un lavaggio del cervello, è continua e persistente e ha la capacità di minare la capacità di giudizio della vittima. Lo scopo del manipolatore è quello di ridurre la vittima ad un livello di dipendenza totale, fisica e psicologica, da lui. Inizialmente la vittima ha totale fiducia nell’altro ed è ancora capace di distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è, tuttavia pian piano inizia a dubitare della realtà oggettiva e inizia a credere al gaslighter, diventando vulnerabile e dipendente. Si possono distinguere tre tipologie di manipolatore: colui che si comporta da bravo ragazzo ma che in realtà antepone i propri bisogni a quelli della vittima; l’adulatore che usa le sue arti manipolatorie in maniera strategica, alterna comportamenti amorosi ad altri che disorientano la vittima; l’intimidatore che fa continui rimproveri e battute sarcastiche e aggredisce esplicitamente. In molti casi la manipolazione mentale viene praticata dal coniuge abusante per allontanare il partner o punirlo, quando si vivono rapporti coniugali conflittuali. La vittima del manipolatore tende a sentirsi inadeguata e ha una bassa autostima, si isola per non essere giudicata pazza, solitamente sono le persone che circondano la vittima a farle aprire gli occhi. Quando prende coscienza del rapporto perverso di manipolazione mentale in cui è implicata, è bene che inizi un percorso di potenziamento dell’autostima e del senso di autoefficacia.

di Francesca Torino In questo periodo dell’anno passeggiando sui bellissimi prati del Vivaro, si può ammirare una moltitudine di fiori, soprattutto margherite dai petali bianchi e gialli. Queste ultime a colpo d’occhio potrebbero non sembrare della stessa specie delle prime e facilmente si possono confondere per le calendule. Infatti, queste hanno i petali molto simili alle margherite ma presentano un fusto eretto e semi ricurvi a forma di mezzaluna, e sbocciano nella stagione estiva. La loro particolarità e la loro bellezza, oltre che nei caldi colori, sta proprio nell’aprirsi e nello schiudersi mensilmente con le prime e le ultime luci del sole. Il suo fiorire è indissolubilmente legato al tempo, peraltro non è un caso che il suo nome – “calendula” – abbia a che fare proprio con il calendario. Infatti, nell’antico calendario romano, il suo

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sbocciare è paragonato alle calende (il primo giorno di ogni mese) del ciclo lunare, anche grazie alla fisionomia dei suoi grani. Per i rinascimentali questo fiore scandisce il tempo del lavoro dei contadini, indicandogli l’inizio e la fine della giornata. La calendula, però, non è sempre stata accostata al passare dei giorni estivi, simboleggia anche la guarigione dalle pene d’amore o dalle ferite fisiche. In effetti, ancora oggi, i suoi fiori e le sue foglie vengono usati come impacchi per curare piaghe, malattie della pelle, ulcere, gastriti e dolori mestruali, ed è un ottimo cicatrizzante e calmante contro le irritazioni delle punture di insetto.

Occhio alla Nutrizione

Sport e alimentazione

di Laura Fico* L’esercizio fisico è fondamentale per favorire uno sviluppo armonico dell’organismo e per promuovere e mantenere uno stato di salute a lungo termine. La sedentarietà è un fattore di rischio responsabile di più del 10% della mortalità totale.Gli effetti benefici dell’attività fisica sono molteplici, come ridurre fino al 50% il rischio di sviluppare malattie cardiache e il Diabete Mellito(1), prevenire e ridurre l’osteoporosi e l’ipertensione, aumentare la sensibilità delle cellule all’insulina aiutando così a controllare il peso. Per ottenere la maggior parte di questi benefici sarebbero

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sufficienti trenta minuti di attività fisica ripetuti in più giorni della settimana. L’alimentazione rappresenta uno dei fattori principali per una buona forma fisica e costituisce il più valido presupposto per il raggiungimento di una buona performance sportiva. Pertanto una adeguata dieta sotto l’aspetto qualitativo e quantitativo prima, durante e

Insomma, un fiore luminoso che sembra essere nato per prendersi cura della nostra salute e per indicarci lo scorrere del tempo, eppure per gli antichi greci la calendula ha rappresentato tutt’altro: le lacrime di sofferenza di Afrodite per la perdita del suo amante Adone. Forse, però, le simbologie successive attribuite alla calendula non avrebbero avuto modo di esistere se non fossero partite dalle ferite del cuore e dalle ore passate lontane dal proprio caro. dopo l’allenamento ottimizzano la prestazione. Lo schema dietetico equilibrato ricalcola in linea generale il modello mediterraneo che distribuisce la quota calorica giornaliera in 5 pasti. Lo scopo di un buon programma nutrizionale per uno sportivo sarà sviluppato al fine di assicurare un adeguato apporto di carboidrati semplici e complessi, di preservare le scorte di glicogeno muscolare e di calcolare l’esatto apporto proteico pro-chilo. Particolarmente importante per lo sportivo è l’aspetto che riguarda una corretta idratazione: si suggerisce agli atleti di bere un bicchiere di acqua ogni 20 minuti considerando che l’attività fisica comporta la perdita di considerevoli quantità di acqua…fino a 5 litri per 90 minuti di attività! Diabete Mellito: Diabete Non Insulino Dipendente chiamato anche Diabete di tipo 2. (1)

*Biologa nutrizionista


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L’angolo della storia

CULTURA

L’Illuminismo e le basi per la Rivoluzione Francese

di Vincenzo Rufini “Fiat Lux”, sia la luce. Questo vecchio assunto risalente al libro della Genesi dà subito l’idea delle tenebre squarciate dalla luminosità che tutto rischiara e tutto fa apparire nella sua essenza più veritiera. La luce e le tenebre si muovono in alternanza in quello che i moderni astrofisici chiamano multiverso. Ma questi due elementi non appartengono soltanto alla scienza, bensì riguardano anche e soprattutto la storia dell’umanità che ha alternato, nel corso della storia, periodi di piena lucentezza ed altri, purtroppo lunghi, periodi di oscurantismo. Sovente si fa risalire un periodo di chiaro splendore all’antichità classica, la quale ebbe come fari assoluti Atene e Roma; un tempo in cui fiorirono le arti, la letteratura e gli studi filosofici. Alla fine del-

Voltaire

l’epoca ellenistica subentrò quella romana, in un continuum culturale ineguagliabile. Alla caduta dell’impero romano d’occidente, nel 476, fece seguito una serie di invasioni barbariche in tutta Europa e che ebbe il triste privilegio di far sprofondare nell’oscurità più assoluta l’intera società del tempo, dando inizio a quello che gli storici considerano l’età di mezzo, il Medioevo. Un periodo storico in cui si registrò un regresso

La poesia del mese

Sensazioni

di Anna Giovanetti

Aprendo la finestra una mattina di questo inverno ormai quasi passato un leggero soffio di brezza marina all’improvviso dolcemente mi invade.

E quel profumo mi inebria in ogni senso sgombrando la mia mente dai pensieri d’azzurro intenso si colora il cielo, e io socchiudo gli occhi respirando forte, mentre due passeri cinguettano leggeri.

Sembrano ormai lontane le fredde giornate e un tiepido sole mi avvolge e mi accarezza; vola l’anima mia verso caldi lidi, donde quel profumo sembra arrivare un’infinita pace prende posto nel mio cuore e nella vita mi fa ancora sperare…

generalizzato, anche se il sapere tramandato e il nuovo sapere elaborato rimasero patrimonio di poche élites intellettuali chiuse nelle torri d’avorio delle loro cognizioni culturali. Ma la luce che ha il potere di annientare le tenebre ebbe di nuovo a risplendere con quel suo faro talmente potente di poter svegliare l’umanità dal suo lungo torpore e che viene ricordato col nome di “Illuminismo”. Il movimento culturale ebbe inizio nel 18° secolo e nacque in Inghilterra, ma è in terra di Francia che raggiunge il suo apice, sconvolgendo antiche consuetudini e tradizioni ormai fuori da ogni contesto storico. I suoi principali esponenti furono Carlo di Secondat, barone di Montesquieu, il quale elaborò uno dei princìpi cardine del moderno stato di diritto: la separazione dei poteri (Legislativo, Esecutivo,Giudiziario). Il tutto esposto in mirabili opere letterarie tra cui spiccano “Lo spirito delle leggi” e “Le lettere persiane”. Altro protagonista e forse il suo maggiore adepto è il filosofo della tolleranza, il francese Voltaire, esaltatore della ragione come essenza stessa dell’umanità. A questi due grandi personaggi si aggiungono D’Alembert e Diderot, autori, tra l’altro, di una monumentale opera L’Encyclopedie, che può essere considerata la summa dell’Illuminismo e che fu come una finestra aperta sulle cose del mondo. Il movimento illuminista ebbe il potere di seminare tutti i suoi propositi che germoglieranno in un parto doloroso ma necessario quale fu la Rivoluzione francese, la quale strappò l’essere umano dalle condizioni di schiavitù e di sudditanza cui per troppo tempo era stato sottoposto. Il vecchio filosofo Immanuel Kant scrisse l’epitaffio più appropriato al movimento cultu-

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rale in oggetto: “L’Illuminismo è l’uscita dell’uomo dalla condizione di minorenne che egli deve imputare a sé stesso”. Mai parole furono più appropriate e veritiere. L’uomo tramite l’Illuminismo prende coscienza delle sue potenzialità, dei suoi diritti e dei suoi doveri, riacquista quella dignità che nei secoli andati era stata perduta e calpestata. Oggi l’Illuminismo appartiene agli studi filosofici, tutto il suo portato filosofico analizzato con rigore e passione lo fa apparire come una delle espressioni più alte dello scibile umano. Nella nostra epoca di vecchi oscurantismi di ritorno, in cui la ragione umana sembra aver ceduto il passo a passioni incontrollate, acefale e senza scopo alcuno, una sana rilettura di quel movimento settecentesco sarebbe salutare e doverosa per ognuno di noi, affinché la ragione non venga mai più intorpidita dal sonno dell’oscurantismo e anzi si ridesti per offrire una via luminosa all’umanità.

Caro vecchio mio paese Scritti e ricordi di Giovanni Onesti

Giovanni e Rosina Quando da Monte Cavo cala la sera, Rocca di Papa si riempie di silenzio... ...si sentono le campane suonare l’Ave Maria e un coro di angeli invocare il nome di Giovanni e Rosina

Il cuore delle mamme Oh Gesù bambino, nato in questa misera grotta, proteggi col tuo potere divino il mondo che è in piena lotta. Fa sì, che la pace torni in tutto il mondo in fiamme, così di bene adorni il cuore di tante mamme.


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Star Wars Anthology

Sul web le prime indiscrezioni del prossimo film

Già da qualche giorno sul web è possibile vedere la prima anteprima ufficiale del prossimo film di una delle saghe forse più longeve della storia del cinema, Star Wars, nelle sale da dicembre 2016. Il nuovo lavoro, prodotto dalla Lucasfilm e distribuito dalla Walt Disney, è il primo film di una serie (forse un’altra trilogia?) di spin off ambientati nell’universo creato da George Lucas e che non (co)incidono con la nuova e discutibile storia galattica, Star Wars: “Il Risveglio della Forza”, sono singole storie. Infatti, questo primo episodio della Anthology, intitolato Rogue One, si colloca temporalmente prima degli eventi di “Una Nuova Speranza” (1977), in un momento in cui le forze imperiali stanno ultimando la loro arma più micidiale, la “Morte Nera”. Poco si sa della trama, ma dalle prime immagini del trailer si intuisce qualcosa: un gruppo di ribelli viene scelto per rubare i piani della Morte Nera prima che l’Impero possa usarla per imporre il proprio potere sulla galassia. Protagonista sembra essere una ragazza, Jyn Erso, di cui ancora si sa poco o nulla: è sola dall’età di 15 anni, è una ladra e falsifica documenti imperiali, è indisciplinata e avventata, una vera ribelle come sostiene lei stessa al cospetto degli alti ufficiali dell’Alleanza Ribelle. Accetta, comunque, la missione che gli affidano. Il film sembra promettere bene, anche per la presenza di elementi caratteristici della prima trilogia di Guerre Stellari, come gli spettacolari ATAT Transporter, che sembrano riportare ai tempi dei film che lo hanno reso noto e anche, purtroppo, un marchio vincente. Chi è rimasto deluso (compreso lo stesso Lucas che ha venduto i diritti della sua creazione alla Disney e nonostante abbia scelto lui J. J. Abrams come regista) dall’ultimo Star Wars, forse potrà rifarsi su questa nuova storia con la sola speranza che l’intero filone narrativo non sia rovinato da manìe di grandezza registiche, nel tentativo di superare un grande maestro del genere. Uno dei pochi che ha saputo raccontare, in sei film, una bellissima storia dove le forze del bene e del male, perennemente in conflitto tra loro, trovano un equilibrio grazie ad un uomo: Anakin Skywalker, il Prescelto dalla Forza. Francesca Torino

VAGABONDANDO

il Segno - aprile 2016

In giro per musei... Parco Sforza Cesarini

A Genzano il parco progettato dal Lanciani di Francesca Torino La città di Genzano può vantare un vero e proprio gioiello naturalistico e storico all’interno del suo comune, ossia un’area di quasi 10 ettari con 150 metri di dislivello e 2,5 km di sentieri: il Parco Sforza Cesarini. Questo giardino edenico è stato voluto dal duca Lorenzo Sforza Cesarini (18071866) per dedicarlo alla sua amata consorte inglese Caroline Shirley (1817-1897). Dal 1847 al 1857, l’architetto Augusto Lanciani ha diretto i lavori di progettazione di questo parco, caratterizzato dalla presenza sia di piante autoctone (olmi e lecci) sia di quelle esotiche (sequoie e cedri), sia da grotte naturali sia da elementi architettonici – come era di moda nel XIX secolo –, sia da suggestivi sentieri tra la vegetazione che scendono fino alle sponde del lago di Nemi. Dopo l’acquisizione del bene da parte del comune di Genzano nel 1999, due anni più tardi sono partiti i lavori di restauro del giardino. Passeggiando nei sentieri tra la rigogliosa e verdeggiante vegetazione si può ammirare come la presenza dell’acqua doni ai sensi un suggestivo paesaggio e un senso di rilas-

Gianmarco Giovanazzi

satezza e godimento a contatto con la natura. La si può vedere scorrere giù da una parete rocciosa per finire dentro delle grotte naturali formando un piccolo laghetto, oppure fuoriuscire dalla roccia e scendere giù sulla terra, o ancora la si può contemplare in una fontana posta vicino all’ingresso al parco. Sicuramente anche la vicinanza del lago di Nemi ha lo scopo di suggellare ulteriormente questo forte legame con l’elemento acqueo. Lo si può scorgere in diversi punti del parco, ma certamente il posto più romantico (nel senso ottocentesco del termine) dove farlo è attraverso la bifora, una finestra, un finto rudere diroccato perfettamente inserito nel contesto naturalistico grazie alla sua struttura che la rende parte

Il Parco Sforza Cesarini

integrante della roccia stessa. Oltre alla bifora, vi sono nel giardino altri e diversi elementi architettonici appartenuti ad un altro tempo come edifici in rovina, colonne con iscrizioni funerarie – come consuetudine del tempo – a sottolineare lo scorrere del tempo e l’effimero passaggio dell’uomo, che nel suo breve viaggio che è la vita lascia delle tracce ai posteri, divenute oramai un tutt’uno con la natura stessa. Un posto che vale la pena visitare soprattutto in questo periodo dell’anno, dove i vivaci colori dei fiori e della vegetazione rendono questo parco un luogo di una bellezza fiabesca e suggestivamente romantico. Parco Sforza Cesarini Piazzale Sforza Cesarini Genzano di Roma

Ha discusso la tesi a Tor Vergata

Gianmarco Giovanazzi e la... Microbiotica

Lo scorso 10 marzo presso l’Università degli Studi di Roma di Tor Vergata, Gianmarco Giovanazzi ha conseguito la Laurea Magistrale in scienze della nutrizione, discutendo brillantemente la tesi “Microbiotica: causa o effetto dell’obesità”, con la votazione di 110/110. Siamo orgogliosi di te e di ciò che sei, grazie per averci emozionati e per averci resi così fieri. Ti auguriamo un futuro ricco di soddisfazioni che veda realizzati tutti i tuoi sogni, noi saremo sempre al tuo fianco. Alessia, papà Pino, mamma Antonella, monna Teresa, Elisabetta, Emanuela, Francesco, Alberto e i tuoi adorabili nipoti Lorenzo e Giorgia, e quanti ti sostengono sempre. Complimenti anche dal Segno!


il Segno - aprile 2016

di Annarita Rossi Il pescatore, alzata la testa dalla canna che tiene ben ferma tra le mani vede ad un certo punto venirgli incontro un qualcosa dal mare, tenta di scorgere meglio quella sagoma che sotto il sole a picco appare confusa poi ne comincia a distinguere le fattezze. È un pinguino che più si fa avanti e più grida; quando però giunge ai piedi del pescatore cercando le carezze, non vi è più alcun dubbio, si tratta proprio di Dindim. Era stato esattamente l’anno prima quando il pescatore lo aveva soccorso sulla spiaggia di un’isola di Rio de Janeiro; il pinguino in fin di vita, pieno di catrame e denutrito era stato da lui amorevolmente pulito e nutrito, poi, una volta ristabilito, dopo alcuni mesi in sua compagnia aveva ripreso il mare. Rivedendolo adesso aveva potuto constatare con grande stupore che Dindim era tornato per ringraziare il suo salvatore. La cosa ancora più stupefa-

La vita nei modi di dire

TEMI D’OGGI

Gli animali ricordano chi fa loro del bene

cente è che ogni anno quel pennuto continua a percorrere migliaia e migliaia di chilometri via mare poiché non ha dimenticato il suo amico. Sono passati quattro anni e la sua affezione non è mutata per il pescatore, il suo istinto di procreare lo richiama al mare ma la riconoscenza per quell’uomo lo fa tornare sempre; sembrerebbe aver occhi soltanto per lui in quanto non gli interessa fare amicizia con altri pescatori, è da lui infatti che si fa coccolare, lavare e nutrire. L’etologa e primatologa Jane Goodall anni prima in Congo, analogamente, aveva salvato da morte certa una piccola di scimpanzé la

di Enea Trinca

La libertà di un singolo individuo contribuisce al cambiamento di una nazione e lo rende partecipe al cambiamento dell’intera umanità.

Accusare gli altri delle proprie disgrazie è conseguenza della nostra ignoranza. Accusare se stessi significa invece cominciare a capire che non accusare nessuno è la vera saggezza.

Può essere felice chi è Felice, io non lo sarò mai... mi chiamo Enea!

Non per caso il mio medico mi considera “paziente”. Lui sa quanta pazienza ci vuole per una visita specialistica.

Se ciò che dici non offende nessuno, vuol dire che non hai detto niente. L’unica cosa che possiamo fare senza denaro... sono i debiti. Se son rose fioriranno... ma se sono cachi?

il T o c c o

di Ermanno Gatta

cui madre era stata uccisa dai bracconieri. Portata in un centro di riabilitazione, Wounda, questo il nome datole, era stata curata e rimessa in forze fino al giorno del rilascio in natura. Wounda, trasportata con una gabbia giunge nell’area protetta dove verrà liberata ma quando ne viene aperta la porta si guarda intorno individuando subito colei che le ha salvato la vita, quindi le va incontro e la abbraccia teneramente commuovendo tutti gli astanti. E poi ancora, gatti che smarriti in un altro stato o misteriosamente scomparsi, tornano dai loro proprietari, a distanza anche di parecchi anni dopo aver percorso persino migliaia di chilometri, qualcuno per continuare a condividere bei momenti insieme, altri per vederli un’ultima volta prima di morire tra le loro braccia. Storie vere e non fiabe che sembrano avere dell’incredibile, eppure così reali. Si viene a conoscenza di specie sempre diverse nel regno animale che sanno essere grate verso coloro che le hanno salvate, curate e amate. Vicende come queste dovrebbero far riflettere e comprendere che anche gli animali provano dei sentimenti e la prova inequivocabile ne è proprio la loro riconoscenza.

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Casi di lettura

Il “papà” di Zagor ci ha lasciati

di Francesca Torino Il 2 aprile ci ha lasciati uno dei più grandi maestri del fumetto italiano, Gallieno Ferri, celebre per aver dato vita con i suoi tratti di matita personaggi come Zagor e Mister No, sceneggiati ed editi da Sergio Bonelli. Nato nel ’29 a Genova, inizia la sua carriera di disegnatore per l’editore Giovanni De Leo firmando le sue prime tavole con lo pseudonimo Fergal per i fumetti Il fantasma verde e Piuma Rossa. Dagli anni ’50 lavora per alcuni giornali a fumetti italiani (come “Il Vittorioso”) e per quelli francesi, che gli aprono le strade verso il genere western. È grazie ad alcuni personaggi disegnati per i fumetti d’oltralpe che l’editore Sergio Bonelli lo nota. Tra i due incomincia una collaborazione duratura nel tempo e che ha dato vita a uno dei personaggi del comics italiano più noti (oltre a Tex e a Dylan Dog anch’essi punte di diamante della casa editrice): Zagor. Ideato nel 1961 da Bonelli stesso con lo pseudonimo di Guido Nolitta e disegnato da Ferri, Zagor si caratterizza per la commistione di generi presenti all’interno delle storie che lo vedono protagonista assieme al suo fedele amico messicano Cico. Infatti, l’ambientazione western è arricchita da elementi fantastici e fantascientifici, e questa sua peculiarità lo inseriscono appieno nell’universo di altri fumetti bonelliani quali Dylan Dog, Mister No, Martin Mystère. Zagor è il protettore degli indifesi e degli innocenti, di qualsiasi razza o cultura essi appartengano, le sue armi sono una pistola e una scure indiana con la pietra arrotondata a sottolineare il suo estraniamento dalle lotte razziali tra bianchi e pellerossa. Riconoscibile, inoltre, anche per il suo abbigliamento: maglietta rossa con disegnato, all’interno di un cerchio giallo, l’uccello indiano che simboleggia il tuono; i pantaloni blu e le calzature simili a quelle dei pellerossa. I tratti di matita di Ferri sono inconfondibili, tendono a creare quei giochi di ombre sulle scenografie e a inspessire i volti dei personaggi dandogli profondità espressiva. Marchio d’autore di un’artista che lascia una importante eredità.


il Segno dei tempi

il Segno - aprile 2016

nei disegni del Maestro Franco Carfagna Facciamo un tuffo indietro nel tempo e andiamo a 53 anni fa, precisamente al 3 marzo 1963 quando partì l’ultima corsa della vetturetta bianco-azzurra della funicolare. Quella vetturetta la vediamo ancora oggi attraverso la grata che si trova in via Roma. Ci vengono in mente tanti ricordi e vedendola oggi, dopo i primi la-

L’amata Funicolare

vori, ci si stringe il cuore... Sono passati circa cento anni dall’inaugurazione della prima funicolare ad acqua che da Valle Oscura arrivava in via Silvio Spaventa (fino al 1932) per poi essere sostituita con quella elettrica. I nostri ricordi cominciano dal centro storico di Rocca di Papa. I roccheggiani si

Ultima pagina

svegliavano molto presto per andare a prendere la prima corsa. Via Achtermann, vicolo del Crocifisso, via XX Settembre, via della Cava: erano queste le strade che alle prime luci si riempivano di gente, chi correva, chi cantava e chi dava la sveglia strillando dalle finestre. Erano venditori di olio o di vino, fiorai che a Natale trasportavano fasci di agrifoglio e di rusci (i pungitopi), tutti con le palline rosse, da vendere nei mercati e negozi di Roma oppure attraverso il classico “porta a porta”. Chi non arrivava in tempo per prendere la prima corsa della funicolare, scendeva a piedi correndo per via della Ruccia fno all’Anello dove l’aspettava la motrice o l’imperiale. Gli ottantenni di oggi ricordano tutto questo con grande gioia. Così come ricordano i pomeriggi passati al “Cinema Roma” (dove oggi si trova il negozio dei “ciniesi”), o al “Cinema Cavour” (dove c’è l’ufficio postale e “Acqua e sapone”). Oppure il “Cabum cine” che si trovava dove c’è l’alimentari di Sergio Botti. Invitiamo i nostri appassionati lettori ad inviarci altri ricordi della nostra cara Rocca di Papa. Grazie in anticipo.

Lettere, Proposte, Proteste e Reclami ilpiccolosegno@libero.it

Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico

MANIFESTI SELVAGGI NO ALLO SCEMPIO Approfitto di questo spazio per lanciare un appello a tutti i par-

titi che saranno presenti alle prossime elezioni di Rocca di Papa. Non affiggete i vostri manifesti in ogni dove ma li-

mitatevi a utilizzare gli spazi assegnati. Non sporcate il nostro paese. Propongo al Segno di assegnare un premio a chi si

comporterà con più civiltà e rispetto. Spero che l’appello serva a qualcosa. Salvenzio Botti

IL PROSSIMO NUMERO DEL SEGNO USCIRÀ SABATO 21 MAGGIO

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