Il Calderone Alban Hefin 2017

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11/Alban Hefin 2017 Magazine dellâ€&#x;OBOD


Miti, Leggende e DivinitĂ .

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di Daniela Ferraro Pozzer

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Attraverso la Storia della CreativitĂ .

p. 15

di Alessia Mosca Proietti

p. 22 Daniela Ferraro Pozzer

di Monica Zunica

di Markus Juniper

di Ilaria Pege

p. 24

p. 28

p. 32 p. 36 p. 46

Ilaria Pege Michele Romanelli

Foto e Copertina di Laura Villa


il sentiero ci ha portato qui, al culmine della luce… ai confini del mare, Alban Hefin, „la luce della spiaggia‟, il Solsizio d‟Estate ( 21 giugno alle 04:24) riempie di calore e di energia i nostri rapidi sguardi, accecati piacevolmente dal riverbero scintillante che ci circonda, sugli argomenti che abbiamo raccolto nel Calderone in questo momento della Ruota del Tempo.

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Viaggeremo a Stoccolma, fra le antiche rune di Upsala ed i borghi storici e di ritorno un passaggio sulla „riva‟per respirare questo lungo istante di luce… per poi ascoltare i racconti della Regina Boudicca e la musica di Vivaldi che celebra l‟Estate. Un mio breve racconto vuole essere, in questo miscuglio ricco di Awen e di idee che è il nostro magazine OBOD, lo spunto per una domanda (tratta dal bellissimo seminario di Philip Carr Gomm, Stephanie, e Penny Billington, al quale ho appena partecipato): COS‟E‟ UNO SPAZIO SACRO? SAREBBE MOLTO INTERESSANTE, A TAL PROPOSITO, RICEVERE VOSTRE IDEE E RISPOSTE PERSONALI. Chi abbia voglia di condividere la propria concezione di „Spazio Sacro‟ può scriverci al solito indirizzo email: ilcalderoneredazione@gmail.com Abbiamo sentito anche la voglia e la necessità, in questo momento così ricco di Sole, di rivolgere la nostra attenzione anche all‟Acqua, e ai problemi relativi alla sua salvaguardia. Come al solito altri piccoli spunti e passeggiate nel bosco fra le piante di questo Tempo, prima di tutte l‟iperico, arricchiranno questo breve percorso che, insieme, percorriamo verso un gioioso, ricco e appagante Solstizio d‟Estate! Da questo numero prende anche il via un‟ importante iniziativa: pubblicheremo infatti, in più parti, la guida ufficiale dell‟OBOD per „piantare e far crescere in serenità, bellezza ed armonia‟ un seed group! Potrete trovarla alla fine di questo „Calderone‟ e nei successivi. Che la benedizione della Luce ci abbracci! Daniela Ferraro Pozzer

La partecipazione a questo Magazine dell‟OBOD è sempre aperta a chiunque voglia condividere una propria, preziosa… scintilla di Awen! Scriveteci a ilcalderoneredazione@gmail.com

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Miti, Leggende e DivinitĂ di Daniela Ferraro Pozzer

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a spiaggia, la riva come limite fra il mare e la terra… così Alban Hefin, la Luce della Riva, è il nome „druidico‟ del Solstizio d‟Estate. Da sempre i luoghi, nel tempo e nello Spazio, che rappresentano il limite fra due diversità sono stati considerati „importanti e significativi‟ in quanto luoghi di Passaggio e di Mutamento, e il Solstizio, nell‟immobilità apparente che lo contraddistingue, è uno dei due momenti culmine della Ruota dell‟Anno, il grande respiro di Energia e di Luce che ci accompagnerà poi verso il tempo dell‟Oscurità. Sarebbe bello aprire le mani a questo sole, lasciare che dai nostri palmi il senso di benessere e di calore riempia lentamente tutto il nostro corpo, come oro puro, liquido e scintillan-

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te. Cerchiamo di prendere la Pace di questo attimo di „sosta‟, di sentirla calare dentro di noi, insieme a tutta l‟energia raccolta nella „punta di quest‟apice di luce‟: le porteremo con noi verso la seconda parte della Ruota dell‟Anno, che impercettibilmente comincerà… domani! Oggi Il Dio Sole è coronato dalla Dea Terra come Re dell‟Estate, in queste magiche nozze shakespeariane di mezz‟estate quando anche Oberon e Titania, il maschile e il femminile, celebrano di nuovo, alla fine, il loro amore! Oggi il giovane Re dell‟Agrifoglio sfida il vecchio Re della Quercia, vincendolo ed assicurando così alla Natura ed al ciclo della Vita il riposo e l‟accogliente protezione del buio. Il Solstizio d‟Estate, come Shamain e Beltane, è considerato anche una delle tre Porte Magiche della Ruota dell‟Anno, quando il Mondo e l‟Oltremondo sono in contatto, dissolvendo i confini fra materia e „altro‟… in questo Tempo


incantato, le lucciole illuminano i boschi e i campi di grano, le fate danzano fra i fiori profumati della notte, i gelsomini notturni, le belle di notte e perfino… il magico stramonio! E all‟alba, fra la rugiada e i primi raggi del giorno, raccogliamo quelle che da molti sono chiamate le „erbe di san Giovanni‟ e che possiamo considerare le erbe del Solstizio d‟Estate. Per essere precisi la tradizione dice che questo raccolto incantato vada fatto all‟alba del 24 Giugno quando le piante hanno raccolto tutte la vibrante energia dei giorni di sole più lunghi dell‟anno… ma, come per la scelta delle stesse erbe che, a parte l‟Iperico (rivestito da una simbologia solare prioritaria ed essenziale) varia da regione in regione a seconda del clima e della disponibilità, anche sul preciso momento in cui le cogliamo possiamo essere „elastici‟! Lasciamo che il passaggio fra la Luce e l‟Ombra sia ricco e gioioso, festeggiamo saziandoci dell‟Energia di questo Tempo e sentiamoci parte del ciclo infinito della Ruota dell‟Anno!

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Ecco un elenco dell Erbe del Solstizio più comuni: Iperico, artemisia, verbena, aglio, ribes, cardo mariano, felce (che secondo le credenze fioriva solo per un attimo durante la notte di san Giovanni), ruta, menta, salvia, verbena, ribes, vinca, mandragora, rosmarino, erba carlina, lavanda e melissa; ma ce ne sono moltissime altre! Vi consiglio quindi di informarvi su quali siano esattamente quelle legate alle tradizioni della vostra area geografica.

Tradizionalmente poi l‟iperico veniva utilizzato per trattare ferite ed ustioni grazie al suo potere antinfiammatorio cicatrizzante e rigenerativo nei confronti della pelle. Nei tempi passati l‟iperico veniva usato anche come disinfettante per le sue doti antibiotiche e antisettiche o come antidolorifico da applicare in caso di dolori o ferite. Da: https://www.greenme.it/ vivere/salute-e-benessere/20401-iperico-proprieta -benefici-controindicazioni

Iperico: sicuramente fra le proprietà più note dell‟Iperico c‟è la sua capacità di combattere gli stati depressivi e ansiosi. La cosiddetta erba di San Giovanni, i cui fiori gialli producono invece una tintura rossa, forse alla base del suo nome tradizionale, è stata considerata (da sola o in combinazione con altri rimedi naturali come la passiflora e la valeriana) un potente antidepressivo naturale che combatte anche gli stati di ansia. Sembra che questa azione sia dovuta alla sua particolare capacità di aumentare i livelli di serotonina e di regolare la produzione di melatonina, responsabile del ciclo sonno/veglia. Ulteriori dettagli nell‟articolo seguente di Markus Juniper.

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Artemisia: consacrata alla Luna e alla sorella di Apollo, si trova facilmente sul ciglio della strada e dei campi ed è apparentemente modesta pur pos-


sedendo doti a dir poco eccezionali: per questo motivo è conosciuta da tempi immemorabili. Le artemisie sono di diverso tipo ma sicuramente la più famosa è la artemisia absinthium, comunemente detta assenzio.

Le antiche tradizioni danno a questa pianta capacità magiche in parte legate alle credenze popolari in parte alle loro proprietà erboristiche e simboliche. L‟artemisia è un erba che „scaccia i diavoli‟ e gli spiriti maligni, allevia le „sofferenze del viandante‟ perché favorisce i viaggi, da intendersi anche in termini spirituali e mentali per le ben note proprietà della pianta. La tradizione cattolica la identifica perfino come erba presente nellEden!

Verbena : simbolo di pace e di prosperità, purificazione, amore, purezza, sonno e giovinezza. Il mondo classico la definiva le “lacrime di Iside”e anche “sangue di Mercurio”da: http:// www.eclipse-magazine.it/cultura/arte/costume-etradizioni/il-fiore-di-san-giovanni.html

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Alban Hefin

“Luce, Potenza, Passaggio”

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La Luce crea

Chiarezza

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La Potenza crea

Sicurezza

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Il Passaggio crea

Mutamento

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ATTRAVERSO LA STORIA DELLA CREATIVITAâ€&#x;

di Alessia Mosca Proietti

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he gioia, amici, rivedervi per celebrare l‟estate in tutta la sua opulenza di profumi, colori, sapori, suoni ed emozioni. Il nostro viaggio in compagnia del maestro veneziano è iniziato qualche mese fa con il risveglio della Terra a primavera e prosegue senza sosta lungo la ruota dell‟anno: ci fermiamo per essere cullati dall‟avvicendamento delle stagioni ed eccoci, dunque, arrivati al sole, alle cicale, al rosso dei papaveri che costella, con lo zaffiro dei fiordalisi, le distese mobili del grano dorato…

...

Chiudiamo gli occhi, respiriamo a fondo e torniamo alla magia delle composizioni di Antonio Vivaldi.

...

Come già detto nel numero di Primavera "Le Stagioni", scritte in epoche diverse e precedenti la stampa ufficiale, furono raccolte e inserite ne "Il cimento dell'armonia e dell'invenzione", op. 8 (antologia di dodici concerti di tipo solistico, contrapposta ai dodici concerti grossi raccolti ne “L‟estro Armonico”). L‟orchestra che esegue tutti i concerti de “Le Stagioni” è composta da un violino solista, un quartetto d‟archi (violino primo, violino secondo, viola e violoncello), e un basso continuo (organo o clavicembalo).

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ALLEGRO non molto:

Sotto dura stagion dal sole accesa Langue l'huom, langue 'l gregge, ed arde 'l pino, Scioglie il cucco la voce, e tosto intesa Canta la tortorella e 'l gardellino. Zeffiro dolce spira, ma contesa Muove Borea improvviso al suo vicino; E piange il Pastorel, perchĂŠ sospesa Teme fiera borasca, e 'l suo destino ADAGIO: Toglie alle membra lasse il suo riposo Il timore de' lampi, e tuoni fieri E de mosche, e mosconi il stuol furioso: PRESTO: Ah che pur troppo i suoi timor sono veri Tuona e fulmina il cielo grandinoso Tronca il capo alle spiche e a' grani alteri.

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L‟Estate è forse il meno celebre dei quattro concerti, ma è anche, senza ombra di dubbio, il più coinvolgente e potente dal punto di vista descrittivo: con un lavoro magistrale, Vivaldi produce dalla battuta 1 armonie che evocano, nel tema musicale iniziale, paesaggi assolati e pigri, soffocati dall‟afa. Nella scena si introducono, poi, i canti del cuculo (battuta 31), della tortorella (battuta 58) e del cardellino (battuta 72) che aprono la strada ai giochi delle brezze (battuta 78) che si rinforzano fino a spaventare il pastore che teme piangendo l‟arrivo di una tempesta (battuta 116). Nell‟adagio, il riposo di gregge e pastore, già interrotto dai venti, viene disturbato dal violino principale che incarna il ronzio sommesso delle mosche (battuta 175) al quale, in un capolavoro di alternanze armoniche, si contrappone il resto dell‟orchestra che dà voce ai tuoni (battuta 177). Ci si accorge che il terrore del giovane pastore si rivela corretto nel presto (battuta 197), durante il quale si manifesta una “tempesta strumentale” di fulmini evocati da impetuose scale discendenti, note ribattute in giochi già apparsi nella Primavera e progressioni armoniche che danzano e s‟impennano come le folate dei violenti venti estivi. Vivaldi ci lascia così, storditi, testimoni di campi di grano battuti dalla grandine e gonfie nuvole nere cariche di violenza. Ma si sa, recita l‟adagio che non esiste tempesta lunga cent‟anni: perciò vi invito a riprendere fiato, risalire sul nostro carro e continuare il viaggio fino al momento in cui saremo ancora insieme … il prossimo autunno!

Alessia Mosca Proietti Consiglio per l‟ascolto questa esecuzione emozionante accompagnata dallo scorrimento della partitura: https://www.youtube.com/watch?v=ywHt5olWEvE

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L‟avventurosa storia di uno Spazio Sacro di Daniela Ferraro Pozzer Era pieno di cose bellissime: alberi vi crescevano ogni giorno e al centro della sua radura c‟era un grande fuoco! Bianchi cervi e scintillanti unicorni correvano qua e là, nascondendosi fra i cespugli fioriti e profumati; in cielo volavano le aquile e, a volte (ma dico „solo‟ a volte…) c‟era perfino un drago. Un giorno però lo Spazio Sacro (che è il nostro eroe, protagonista di questa storia), preso dalla curiosità per ciò che non conosceva, decise di sperimentare la Realtà. Chiuse quindi la Porta Magica, saltò sulla terra e si sistemò in un delizioso e piccolo boschetto: un luogo ideale. Poi attese. Ma il tempo passò ed il povero Spazio Sacro era sempre vuoto; allora decise di muoversi e si recò in città, ma lì non andò affatto meglio… pareva che nessuno lo riconoscesse ed un tale, scambiandolo per un‟area di parcheggio, gli piazzò perfino l‟auto al centro per tre ore! La tristezza lo colmò di nebbia e fuggì via. “Ho perduto per sempre le chiavi della Porta Magica! Povero me!” piangeva e si lamentava il nostro avventuroso Spazio Sacro, vagando qua e là, fino a che non cadde stremato al centro di una zona tranquilla, circondata da grosse pietre, e si addormentò. Il tempo trascorse lento. Un giorno però, mentre l‟ennesima alba indifferente sorgeva ad Est, passi timidi sorpassarono i suoi confini e un fuoco fu acceso al suo centro. In quel preciso momento il desolato Spazio sentì un brivido e si risvegliò. Poi vennero altri passi… e voci e canti. Tornarono i cervi bianchi e le aquile… tornò la grande orsa e il salmone guizzò in un estemporaneo lago fra nove noccioli brillanti di saggezza. “Ecco qual‟è la chiave della Porta Magica: persone che credono in me!” esclamò lo Spazio Sacro, generando luminosi alberi di Energia e di Gioia! E così il Tempo della realtà di nuovo fu sospeso e linee luminose percorsero quella terra, unificando Passato e Presente e… sorridendo al Futuro! Questo racconto è stato scritto durante un seminario OBOD a cura di Penny Billington, Philip e Stephanie Carr—Gomm. Come è scritto nell‟editoriale : COS‟E‟ UNO SPAZIO SACRO? SAREBBE MOLTO INTERESSANTE, A TAL PROPOSITO, RICEVERE VOSTRE IDEE E RISPOSTE PERSONALI. Chi abbia voglia di condividere la propria concezione di „Spazio Sacro‟ può scriverci al solito indirizzo email: ilcalderoneredazione@gmail.com

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di Monica Zunica

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nore agli antichi che non hanno più bisogno di nascondersi, indugiare, prendere decisioni dolorose. Onore agli antichi che non possono più gioire né amare. Onore a loro che hanno perso ciò che di più caro esiste: la vita. Onore agli antichi perché nelle nostre vene scorre il loro sangue, le nostre ossa sono fatte con la loro polvere sgretolata nelle viscere della terra… forse su di un dimenticato campo di battaglia in difesa della libertà. Il Druidismo è un sentimento, una spiritualità che mai dimentica gli antichi e che in ogni momento li onora tenendo sempre bene a mente i loro spiriti anche quando i nomi sono stati cancellati dal tempo. Una spiritualità che non dimentica il passato ma contemporaneamente vive nel presente e non trascura il futuro. La storia insomma scorre dentro di noi, in ogni momento della nostra vita e per questo motivo non va mai trascurata. Non perdere mai di vista questa verità è un modo per restare connessi a energie che altrimenti potrebbero essere disperse. Sentirci slegati da ciò che è stato comprometterebbe certamente la nostra capacità di vivere il qui e ora della nostra vita in maniera consapevole. I modi per non dimenticare e mantenere sempre vivo il sentimento di ciò che è stato sono molti ma quello che io desidero raccontare è legato a un mondo che tutti conoscono ma forse non abbastanza profondamente: la rievocazione storica. Nelle rievocazioni storiche uomini e donne evocano un tempo andato vestendo abiti dimenticati e mostrando al pubblico abitudini, tradizioni e mestieri che oggi non esistono più. Perché lo fanno? Forse chi si pone questa domanda penserà che la risposta più sensata sia: per gioco. Ma c‟è dell‟altro… c‟è sempre dell‟altro in ogni cosa. Io credo che ognuno di noi porti dentro di sé ricordi antichi, eredità di cui non è cosciente ma che in qualche modo sente il bisogno di evocare. Anche io ho sentito il bisogno di fare un viaggio nel tempo e vestire i panni di qualcuno che, con molta probabilità, fa parte di un‟eredità lontana ma non abbastanza per essere completamente dimenticata.

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Mi sono unita al gruppo di rievocazione storia Lingones. Loro sono celti anche se qualche volta fanno viaggi ancora più lontani spingendosi fino al Paleolitico e al Neolitico. Vestono i panni di coloro che portano nell‟anima e io con loro. Questa primavera hanno preso parte a uno spettacolo che raccontava la storia della regina Boudicca. Della sua storia, che risale al 60 dc, abbiamo tre racconti provenienti da storici latini: uno da Dione Cassio e due da Tacito. Ma al di là delle ombre della propaganda romana nessuno di noi potrà sapere la vera storia di questa meravigliosa donna che si è battuta fino alla fine per proteggere la sua terra, le sue figlie e la libertà del suo popolo. Lo spettacolo a lei dedicato si è svolto all‟interno dell‟Arena di Nimes e in tre giorni vi sono stati trentaquattromila spettatori. Personalmente essere una guerriera in quella occasione è stata un‟esperienza senza precedenti. Vestire quei panni ha fatto emergere in me ciò che di antico c‟è nel mio animo e ha accorciato le distanze tra questo tempo e quell‟altro. Mi ha fatto comprendere ancora di più quanto sia fondamentale non dimenticare mai coloro che sono venuti prima di noi e che qualunque siano state le loro storie

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hanno reso possibile la nostra. La storia che è stata raccontata a Nimes è una storia a cui io sono molto legata. La storia di una donna che ha guidato la più grande e compatta rivolta britannica contro i romani invasori. Una donna che ha impugnato le armi dopo che un gruppo di soldati ha violentato le sue bambine costringendola a guardare. Una donna che ha messo ferro e fuoco là dove la presunzione dei romani si era spinta. A Nimes, con i volti dipinti e il cuore che batteva come se realmente una battaglia ci stesse attendendo, abbiamo reso onore a quella regina che Roma crede di aver sconfitto e con lei a tutti gli antichi che ci hanno preceduto. Contro Roma, così come ha volu-


to il copione dello spettacolo e la Storia, abbiamo perso ma il pubblico a distanza di tanti secoli era con noi. Esultava davanti ai fieri guerrieri che si erano battuti. Nel corso dello spettacolo le acrobazie di cavalieri che si sono esibiti e sinuose danzatrici hanno reso possibile prendere il respiro di tanto in tanto facendoci uscire dallo spirito della rivolta e facendoci rientrare in quello dello spettacolo ma qualcosa dentro di me è nata o forse farei meglio a dire rinata. Un tumulto misterioso ma potente che dal passato ha portato fuoco. Onore dunque agli antichi che mi hanno fatto conoscere una forza che era dentro di me e che io non riuscivo a vedere. Onore agli antichi che vivono nel cuore di tutti noi con l‟augurio che anche loro possano trovare la strada per riemergere così come è stato per me in questa esperienza. Con un ringraziamento speciale ai Lingones che mi hanno accolta nel loro gruppo e hanno portato questa esperienza nella mia vita. E grazie all‟Arena di Nimes per aver deciso di dedicare lo spettacolo alla guerriera Boudicca. E al Calderone per averle dato spazio.

Per coloro che volessero informazioni sui Lingones possono visitare il loro sito e la loro pagina Facebook. http://www.lingones.com/ https://www.facebook.com/ TeutaLingonesCinghialeBianco/?fref=ts

Monica Zunica

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di Markus Juniper

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ntorno al Solstizio d'Estate il sole ha raggiunto il massimo della sua forza, la luce domina il buio. Una pianta che rappresenta tradizionalmente questo periodo è l„Iperico (Hypericum perforatum). Nello sviluppo e nel suo uso questa pianta 'gira tanto intorno al sole'. Anche i fiori sono piccoli simboli del sole e si aprono soltanto con una certa quantità di luce. Noi conosciamo quest„erba come iperico, ma ci sono anche tanti nomi ancora usati localmente: erba di San Giovanni, millebuchi, erba delle streghe ed altri. Appartenente alla famiglia delle Hypericaceae, è una pianta che cresce nei boschi radi, in terreni incolti, nei pascoli e lungo i bordi di strade e campi. Si trova perfino in zone alpine in tutta l‟Eurasia. In America fu importata ed è diventata una pianta invasiva a tal punto che ad oggi esistono programmi per limitare il suo sviluppo. H. perforatum viene anche coltivato a scopo erboristico e cosmetico. Il genere Hyperico contiene ca. 160 specie, alcune utilizzate come pianta ornamentale in giardino (H. calycinum). È una pianta erbacea perenne, alta fino a 100 cm, lignificata alla base e abbondantemente ramificata in cima. Le foglie, opposte, sono sessili, di forma ovale o ellitica e gradatamente più piccole e ristrette fino a quelle dei rami che sono ovali-oblunghe. Osservate controluce, presentano numerose ghiandole traslucide affondate nel lembo che hanno dato alla pianta il nome “perforatum” o millebuchi. Sul loro bordo si presentano alcune ghiandole di colore nero. I fiori hanno cinque sepali verdi ovali-oblunghi e cinque petali giallo brillante ovali-ellitici la cui superficie è spesso macchiata da punti neri e

punti più chiari. Gli stami dorati sono numerosi. Schiacciando i fiori non aperti con le dita viene fuori un liquido rosso ed oleoso. Il seme è una capsula ovale che a maturità si apre in tre parti che compongono i semi cilindrici di colore nero o marrone scuro. Le parti utilizzate come droga sono i fiori e le foglie in cima della pianta. L„iperico fiorisce dalla tarda primavera all' estate, in genere da Giugno a Luglio. Il tempo migliore per la raccolta è intorno al Solstizio d„Estate, quando i principi attivi sono massimamente presenti nella pianta. Questo aspetto era noto alla tradizione erboristica popolare che chiamava la pianta erba delle streghe (il 24 Giugno veniva considerato il giorno delle streghe) o erba di San Giovanni (24 Giugno). L„erboristeria moderna ha poi scoperto che la concentrazione di principi attivi nella pianta è direttamente proporzionale alla altezza del sole sulla volta celeste, raggiungendo la massima potenzialità al Solstizio d„Estate. L„iperico viene utilizzato fresco, opportunamente preparato, per uso esterno, oppure essiccato all„ombra e conservato in vasi chiusi per tisane ed uso interno. A contadini e ai veterinari l„iperico è ben conosciuto in quanto è responsabile della cosiddetta “malattia della luce” (fotosensibilizzazione) che colpisce animali di colore bianco quando mangiano questa pianta nei pascoli. L„esposizione al sole di un animale che si è nutrito di iperico determina la comparsa, a livello delle parti cutanee glabre, di lesioni del tutto sovrapponibili a quelle che conseguono ad ustioni, accompagnate da sintomi di eccitamento psicomotorio e nei casi gravi da emolisi, attacchi epilettici e morte. I sintomi possono sparire mettendo gli animali all„ombra.

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L„iperico era una importante fonte di metodi di cura da tanti secoli in tutto l„Europa. Ma si usava anche in riti e tradizioni locali. Questa pianta contiene inoltre un olio essenziale composto principalmente da terpeni e derivati. A questi verrebbero attribuite le proprietà antibatteriche impedendo lo sviluppo di germi sulle piaghe. Sono presenti anche numerosi altri composti come tannini, vitamina C, carotene, acido caffeinico ed altri. Una grande tradizione nel uso esterno del„iperico è il cosiddetto “Olio di iperico”, facile da preparare in casa: si raccolgono le cime fiorite insieme a le foglie direttamente sotto. Si riempie per tre quarti un vaso di vetro trasparente a chiusura ermetica senza pressare tanto l„erba. Si aggiunge fino al pieno l„olio di oliva extravergine, si chiude e si mette al sole per 2030 giorni. Già dopo qualche giorno l„olio assume una intensa colorazione rosso rubino. È necessario capovolgere il vaso di tanto in tanto al

fine di ottimizzare l„estrazione dei principi attivi. Dopo il tempo di esposizione al sole, si filtra l„olio con una stoffa o un vaglio fino e si mette l„olio in un recipiente di vetro scuro che abbia sempre una chiusura ermetica. L„olio conserva bene le sue proprietà per circa due anni, è importante ripararlo bene dalla luce. L„olio viene applicato direttamente sulle piaghe provocate da ustioni sulle quali è in grado di eliminare totalmente il dolore già dopo pochi minuti dalla applicazione e fintanto che si tiene la piaga coperta con olio di iperico il dolore non ricompare. Viene favorito anche la cicatrizzazione delle lesioni. L„olio di iperico ha anche una azione protettiva nei confronti dei raggi ultravioletti del sole, possiamo usarlo come protezione solare e favorisce la abbronzatura. Altri usi sono contro l„Herpes e altri infezioni virali della pelle, per ematomi e dolori artritici. L„uso interno dell„iperico è ancora molto con-

Immagine 1—Hypericum perforatum

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troverso. Per il momento si può dire che l„olio di iperico si può usare internamente con tranquillità nel periodo invernale e ha un effetto anti infiammatorio ed antivirale. Meglio comunque evitare l„esposizione al sole forte che può creare disturbi cutanei. La tisana di erba essiccata del iperico stimola positivamente certe zone nel cervello e per questo è conosciuta come tisana per il buon umore e antidepressiva. Poi calma la tosse e ha effetto anti infiammatorio nelle vie urinarie. L„iperico è una pianta molto potente, quindi, sia nel senso curativo ma anche come simbolo per la forza del sole. Potrebbe diventare una piccola tradizione quella di raccogliere ogni anno un mazzetto di iperico durante le nostre feste del Solstizio d„Estate ed usarlo per fare l„olio di iperico o anche metterlo a essiccare in un posto buio. Cosi è pronto e, in caso abbiamo bisogno di una tisana per il buon umore, l‟Iperico porterà il sole anche nei mesi con poca luce.

Markus Juniper

Immagine 3—Dettaglio fiore

Immagine 2—Infiorescenza

Immagine 4—Dettaglio foglia

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di Ilaria Pege

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L'acqua diventa una risorsa di salute d'estate e porta con se la memoria liquida dei luoghi dov'è stata. È una memoria in termini di sali minerali, residui argillosi e purtroppo anche di molti tipi di inquinanti diversi, che se non vengono ricercati specificatamente, ricadono nelle analisi, nella categoria di "altro", magari rappresentando un pericolo latente per la popolazione. In Veneto ad esempio, la situazione è così grave che si stimano più di 60'000 persone contaminate in 30 anni, ma scoperti ufficialmente nel 2013, da perfluoroachilici, detti PFAS. Gli PFAS sono stati immessi nel flusso di acque torrentizie, da un'azienda della Provincia di Vicenza, che si occupa della produzione di materiali antiaderenti e impermeabili, come i sacchetti delle patatine fritte e i tessuti tipo goretex per lo sport. Questi inquinanti provocano ipofunzioni tiroidee, con conseguenze gravi sul metabolismo e sulle malattie autoimmuni, come il diabete di tipo 1 e la Tiroidite di Hashimoto, una patologia debilitante che colpisce soprattutto le donne; in Veneto è cresciuto esponenzialmente in questi ultimi 15 anni, vuoi per la migliore diagnosi, vuoi perché c'è un collegamento con gli inquinanti PFAS, o perché la clientela fissa alla farmacopea, piace un sacco, fatto è che monitorare la qualità della salute e dell'ambiente, non è sufficiente a migliorare lo status delle cose. C'è un'altro inquinamento legato all'acqua, più noto, quello dell'emissione nell'ambiente di anidride carbonica ( per produzione e trasporto ) e tantissima plastica, di cui secondo i dati di Greenpeace di Marzo 2017 condotti su 5 multinazionali delle bibite in bottiglia usa e getta, solo il 6,6% viene da plastica riciclata. Avere sete, fatto che come avere fame, sonno, aria e buone emozioni, è imprescindibile dall'essere vivi, sta diventando molto complicato e con conseguenze di ritorno che pagheremo noi e non solo i nostri discendenti. Quando lavoravo nel commercio c'era un detto: "la goccia bagna il prato", riferito al fatto che tante piccole azioni specifiche fanno una somma molto più grande del loro valore matematico, e questo è proprio il caso di dirlo. Facciamo una rivoluzione dell'acqua! Ecco come…

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Acqua da bere, esistono le case dell'acqua! Con l'acquisto di bottiglie di vetro o il riciclo di quelle di plastica, possiamo cercare una Casa dell'Acqua vicino a noi, ossia una stazione di rifornimento pubblica in cui comprare acqua micro filtrata, naturale o gasata, la cui manutenzione è comunque da verificare e monitorare. Molte volte queste stazioni dell'acqua sono dotate di macchine per il riciclo della plastica che danno diritto a microcrediti o sconti da commercianti della zona. Il risparmio in termini economici è del 40% sul costo commerciale delle bottiglie da supermercato, con la possibilità di abbassare nettamente il numero di imballi che vengono rimessi nell'ambiente dopo un solo utilizzo. Procurarsi un set da 12 bottiglie di vetro e 2 cestini per il trasporto ha un costo iniziale di 25€, che si ammortizza in un 5 mesi di utilizzo. Un elemento a sfavore di questo sistema, sono le infiltrazioni mafiose nella gestione di queste macchine, spesso non ricevono manutenzione ed è proprio per questo che bisogna vigilare e pretendere un servizio di assistenza costante. Le macchine devono esse mantenute pulite sia nei filtri che nella struttura esterna, facciamo valere il nostro diritto di consumatori. Ecco un link per sapere se c'è una casa dell'acqua dalle vostre parti: http://www.adriaticacque.com/it/portfolio-view/lamappa-dellacqua/

Acqua Vibrazionale: la marcia in più L'acqua è tutta vibrazionale in realtà, nel senso che essendo composta da molecole polarizzate, quando si dispone dentro un recipiente, ad esempio una bottiglia di vetro, è facile intuire che interagirà con la polarizzazione atomica del materiale. Possiede anche una sua personale vibrazione dal punto di vista energetico che si ritiene interagisca con chi la sta trattando. Siamo consapevoli che nonostante gli affascinanti studi del Dottor Masaru Emoto e di altri esperti, sulla memoria dell'acqua, la strada per capire razionalmente il mondo e la sua energia, sia ancora da percorrere, servono più persone razionali che abbiano voglia di percorrere vie irrazionali e aprire le barriere del possibile. Ciò nonostante, io consiglio di provare a realizzare la propria acqua vibrazionale, perché il senso del bello e dell'armonico è fonte di salute e visti i discorsi di cui sopra, sull'inquinamento, produrre un'emozione negativa per quanto giusta, rispetto a qualcosa che ci prepariamo ad ingerire aspettandoci purezza, non è molto intelligente. Quindi ecco la mia ricetta: Procuratevi una bottiglia di vetro trasparente, con il collo un po' largo o una caraffa con coperchio, che contengano almeno 1,5l, tre piccoli cristalli rutilati rispettivamente di Quarzo Ialino, Corniola e Magnesite, stampate da questo link simpaticissimo, utile anche come basi da colorare per bambini o mandala anti stress,

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Test dell'acqua privata in farmacia, facciamo una holding per le analisi. Esistono nuovi test sulle acque private, offerti dalle farmacie, con costi che variano dai 150€ ai 500€ per analisi più specifiche, se ogni famiglia dovesse accollarsi una spesa simile, sarebbe davvero una mega fonte di business, per le imprese che svolgono queste funzioni, ma l'acqua in Italia, nonostante tutti i tentativi fatti per privatizzare il sistema, è ancora un bene a partecipazione statale, quindi pubblico ed esiste la possibilità di sensibilizzare il proprio vicinato o quartiere sull'argomento, per poi analisi alla mano chiedere al comune di approfondire la ricerca, sulle vie idriche. Cercate di capire quale sia la vostra unità di distribuzione ( condominio, via o quartiere ) e chiedete all'ufficio tecnico comunale di confermare il dato, poi procuratevi l'acqua, chiedendo ai vicini coinvolti, di prelevarla allo stesso momento. Unite le acque in un unico contenitore mettendo la stessa quantità per ogni campione e dopo averle mischiate, prelevate un campione più piccolo, senza aspettare troppo tempo. Con l'autorizzazione delle persone coinvolte procedete con le analisi e la divisione della spesa.

http://www.supercoloring.com/coloring-pages/flower-of-life-mandala Il simbolo del fiore della vita e ritagliatelo per apporlo sul fondo del contenitore di vetro, con la parte scritta a contatto con il vetro. La bottiglia andrebbe tenuta al buio, dentro una dispensa o con un canovaccio posto sopra, meglio evitare il frigo se possibile, perché bere acqua raffreddata, spesso provoca un successivo riscaldamento dell'apparato digerente, e quindi ancora più sete o peggio congestioni. Se siete veramente sensibili all'argomento e volete un'acqua vibrazionale super, potete crearla fissando un intento o una parola di potere come "grazie" ed esporla per una notte intera alla luna piena, lasciando la bottiglia tappata, su una finestra o su un terrazzo. Lasciando sul fondo della bottiglia un poco d'acqua prima di finirla, si ritiene che la memoria dell'acqua vibrazionale, permanga e polarizzi, il liquido che aggiungerete poi.

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potrebbe essere che in realtà incontriamo parti fisiche di noi stessi, che acquisiscono una forma di altro mondo, proprio perché non ci conosciamo, non sappiamo come siamo fatti e non sperimentiamo mai la semplice presenza a noi stessi più di q ual che attimo. Il viaggio tra Canyon e mostri giganteschi che lo sciamano e il suo studente, fanno in realtà alterata, potrebbe essere veramente un viaggio tra villi e batteri intestinali, in un micro mondo interno e comunque altro rispetto alla coscienza ordinaria.

di Ilaria Pege da “La Luna di Brigit”

Fu Edward Bach, pochi lo conoscono come epidemiologo, prima degli studi sui suoi rimedi floreali, che dimostrò come il Microbiota Intestinale poteva condizionare la percezione della realtà delle persone, ma anche il carattere e stabilì sette tipi principali di comportamenti sociali, condizionati proprio dalle disbiosi.

Più la mia ricerca in fatto di conoscenza della realtà procede, più scopro che ci sono collegamenti afferenti ed efferenti, tra tradizioni sciamaniche e scienza.

Chi siamo veramente noi, è la domanda che mi pongo; dove quel noi dipende dall'insieme delle parti che ci compongono? Se siamo un autobus carico di passeggeri quando siamo uno di loro e quando l'autista e quando ancora il tour operator?

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In particolar modo sto pensando alle esperienze sciamaniche degli altri mondi, come le descrive Castaneda nel libro il Fuoco dal Profondo, ad esempio, in relazione alle ricerche del Dottor Bach, sui batteri intestinali con il suo metodo di diagnosi a doppio ceco, fino agli studi contemporanei della PNEI sul Microbiota Intestinale ( Flora e Fauna nel vero senso del termine, del nostro intestino, chiamato anche il sesto organo e dal peso considerevole di 1,2-4 kg contro gli 800 gr circa del cuore, giusto per fare un confronto ). Più procedo in questo sentiero, più mi sembra chiaro che la percezione riguarda in realtà noi stessi, dove per noi stessi, si può intendere anche un campo extra personale, quando siamo nella condizione evolutiva o sensoriale di avere un sè, esperito mo lto grande. Quindi la mia ipotesi sarebbe questa, quando si viaggia dentro sé e si sposta il proprio punto di vista ( il punto d'ancoraggio, per citare Don Juan )

Ho conosciuto uno sciamano qualche anno fa, che stava viaggiando per tutta Italia, con la sua compagna, cercando di convertire masse di energia negativa, memorie antiche legate al potere dominante, demoni di ogni sorta, per favorire il cambiamento epocale che stiamo vivendo. Sono stata nel suo mondo altro e non ho mai smesso di pensare che fosse una psicosi, pur sospettando di non sapere esattamente di cosa si trattava. Ad oggi ho compreso attraverso queste esperienze che anche il più bravo sciamano, ti parla dei suoi mondi e della percezione personale di essi. Quando lo sciamano era un'entità tribale, la sua percezione era in rete con quella della sua comunità, ma oggi che siamo così intimamente e socialmente separati, da noi stessi e dagli altri, mi riesce difficile pensare diversamente.

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di Michele Romanelli Tutti conosciamo, bene o male, la storia del nostro paese, città, luogo in cui siamo nati. Di molti altri posti abbiamo qualche informazione, per lo più raccolta velocemente durante qualche viaggio o spostamento. Spesso i nomi topografici in lingue diversi dalla nostra, ci appaiono semplici suoni, con qualche sporadica assonanza con qualche parola conosciuta in quella lingua. A me è capitato di notare che, invece, spesso nei nomi sono nascoste una serie di informazioni, che “scavando” un po‟ dentro la montagna di Internet, permette di ricostruirne la loro storia e le loro origini. Questo mi ha spinto ad approfondire la mia ricerca per verificare quanto fosse diffuso questo fenomeno all‟interno della toponomastica e il risultato è stato che un grandissimo numero di nomi di luoghi è città, soprattutto straniere, riporta il toponimo originario con cui era conosciuto in origine o ciò che vi era costruito in quel punto. In questo articolo ho approfondito i nomi delle città delle isole britanniche, maggiormente legate al mondo del druidismo, in uno successivo replicherò la mia ricerca per l‟Italia. Le origini dei nomi, come anticipavo, hanno spesso origine dal modo in cui la gente che risiedeva in un determinato luogo, lo identificava. Nella maggioranza dei casi si tratta di riferimenti geografici, come la foce del fiume, la confluenza, il ruscello, il fiume, la spiaggia, la baia; in altri sono riferimenti a costruzioni, quali il forte, il castello, il mercato, il borgo, la parrocchia; in alcuni i riferimenti sono molto legati al periodo e al ristretto numero di abitanti che popolava la zona, poiché hanno indicazioni del tipo: vicino all‟albero con l‟agrifoglio, alla pietra nera, alla pozza, al luogo dell‟uomo trovato morto, ecc.

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Altro fattore importante, utile anche a determinare il periodo di origine, è la lingua in cui è composto il nome che in tanti casi è composta da un nome proprio di persona e un suffisso tra quelli sopra citati. Ovviamente, nei secoli, con il susseguirsi delle dominazioni e le fusioni di popoli, i nomi di molte località sono stati sostituiti da altri, imposti dai nuovi venuti; ma in varie circostanze, essi sono stati semplicemente tradotti nella nuova lingua o, forse perché luoghi di minore interesse, è sopravvissuto l‟antico nome originale. Nelle isole Britanniche (Inghilterra/Scozia e Irlanda) le sovrapposizioni sono facilmente identificabili. Agli originari Britannici e popolazioni della antica Scozia e delle isole limitrofe, probabilmente di origine iberica e dei quali non rimangono tracce scritte, circa nel 700 a.C. (nel periodo della fondazione di Roma)si sono sovrapposti i Celti nel sud e gli Scoti e i Pitti nel nord, che si sono poi evoluti a loro volta nelle varie popolazioni locali, sviluppando proprie lingue localizzate. Successivamente, una grande mutazione dei nomi, è stata apportata dalla dominazione Romana, che non comprese l‟Irlanda, iniziata nel 53 a.C. e conclusasi circa nel 400 d.C. Dopo ancora, a partire dall‟abbandono da parte dei Romani, sono avvenute le scorrerie e successive immigrazioni delle popolazioni germaniche nel sud (Sassoni) e scandinave nel centronord (Angli, Juti e Vichinghi, di origini Danesi). Infine, nel 1066, dopo la famosa battaglia di Hastings in cui gli Anglosassoni vennero definitivamente sconfitti, avvenne l‟ultima grande invasione dell‟isola da parte dei cugini francesizzati dei Danesi, i Normanni (North‟s Men – Uomini del Nord) da tempo stanziati nel nord della Francia, che immise nella lingua inglese un gran numero di termini francesi. Le lingue prevalenti sono dunque queste: Celtico, Iberico, Latino, Norreno, Tedesco, Francese. Fattori come il cambio di pronuncia nel corso degli anni, cambio di significato, e altre ambiguità possono complicare ulteriormente le cose. Ad esempio, in luoghi dove prevaleva il Danelaw e dove esiste incertezza sull'origine del nome, è più logico preferire il significato dell'antico norvegese a quello dell'antico inglese; spesso, comunque,


essi sono identici. Si prenda ad esempio Askrigg, nello Yorkshire, "un luogo dove crescono i frassini": mentre il primo elemento è indubbiamente il norvegese asc (pronunciato "ask"), nella lingua del Danelaw ask- può facilmente rappresentare una "norvegesizzazione" della forma antico inglese æsc (pronunciata "ash"). Sia asc che æsc, in ogni caso, hanno lo stesso significato. Talvolta i nuovi arrivati cambiavano il nome per farlo coincidere con la loro pronuncia, senza mantenere riferimenti al significato originale. Quindi Skipton, nello Yorkshire, se non fosse stato per i coloni di lingua norvegese dell'area, sarebbe giunto a noi come "Shipton" (in antico inglese scip(e)tun - "fattoria delle pecore"). Il termine in antico norvegese per "pecora" ("sheep") era abbastanza differente (produsse infatti il nome delle Isole Fær Øer - le "isole delle pecore"), quindi i nuovi abitanti non stavano traducendo il nome, ma semplicemente riflettendo il modo in cui il suono inglese "sh-" corrispondeva al norvegese

"sk-", nelle parole che avevano una radice comune (come abbiamo già visto per asc e æsc). I termini "antico inglese" e "Anglo-Sassone" sono fondamentalmente equivalenti in significato e rappresentano il linguaggio ibrido germanico occidentale, in uso tra l'abbandono romano della Britannia e il secolo successivo all'invasione normanna del 1066. Nella seguente tabella sono riportati i suffissi o prefissi maggiormente ricorrenti, con le rispettive lingue di derivazione.

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Legenda delle lingue: K - cornico; L - latino; NF - francese normanno; OE - antico inglese; ON - antico norvegese; P - pitto; SG - gaelico scozzese; W - gallese

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Prima Parte Il più grande successo è stato in un primo momento e per un certo tempo un sogno. La quercia dorme nella ghianda. L'uccello attende nell'uovo. E nella più alta visione di un'anima, un angelo, risvegliandosi, si muove. I sogni sono piantine di future realtà.

James Allen

Introduzione Il programma di apprendimento a distanza dell'Ordine è in grado di fornirvi tutto il necessario per seguire il sentiero Druidico. Incontrare gli altri per celebrare le feste e condividere il vostro viaggio spirituale può, però, esservi di grande supporto, farvi conoscere nuovi amici e ampliare i vostri orizzonti. Le informazioni che seguono vi aiuteranno a capire cosa significa decidere di far parte di un gruppo, o esserne già parte, e vi aiuteranno a capire se potrebbe piacervi creare voi stessi un gruppo. Che possiate sperimentare la Gioia del Viaggio! Che lo Spirito dell'Ordine e lo Spirito del vostro Gruppo vi guidino e vi benedicano! Qual è la differenza tra un Seed Group (ndr: Letteralmente Gruppo Seme, gruppo di studio) e un Grove (ndr: Letteralmente Boschetto, gruppo strutturato) nell'OBOD?

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Usiamo i termini “Seed Group” e “Grove” per indicare la nostra connessione con la natura e la tradizione Druidica. Ci sono oltre 100 Seed Group e Grove in tutto il mondo. Un Seed Group può essere fondato da qualsiasi membro a qualunque punto dei suoi studi. Ogni gruppo è libero di sviluppare il proprio stile di lavoro, con l'obiettivo di organizzare riunioni informali e rilassate - dando ai membri la possibilità di incontrarsi e meditare insieme, per parlare di Druidismo e di argomenti di interesse comune. Molti Seed Group celebrano le feste stagionali insieme. Un Grove è un gruppo che si riunisce regolarmente e che è guidato da almeno due membri che sono stati iniziati al Grado di Druido OBOD. Un Grove perfettamente funzionante celebra gli otto festival, può anche dare iniziazioni, organizzare incontri per in ciascuno dei tre gradi - Bardo, Ovate e Druido - e organizzare altre attività come ritiri, seminari e campi. Chi può partecipare a un Seed Group o a un Grove dell'OBOD? Amici e parenti potrebbero chiedervi di partecipare. Ogni membro dell'Ordine dovrebbe essere il benvenuto a un gruppo OBOD come ospite: che sia solo di passaggio o come membro potenzialmente permanente. Tuttavia, Grove e Seed Group hanno anche dei doveri connessi al gruppo e, in certi momenti, potrebbero non desiderare di accogliere visitatori. Vi preghiamo di essere sensibili alla varietà di ragioni che possono portare un gruppo a dire di no a una richiesta di visita. Queste ragioni possono includere: spazio limitato a disposizione, necessità di privacy per riunioni che si svolgono nelle case private dei membri, lo svolgersi di una cerimonia privata o iniziazione nella data richiesta e così via. Tuttavia, la posizione generale dell'OBOD è aperta e inclusiva e un gruppo permanente “chiuso” non sarebbe in sintonia con questa etica. L'adesione all'OBOD si concretizza con l'ingresso nel Grado Bardo, in altre parole, dopo aver superato il pacchetto introduttivo bardico per iniziare effettivamente il corso. Alcuni gruppi ammettono non-membri alle loro riunioni e anche i partner di membri che siano


eventualmente interessati agli argomenti pur non desiderando entrare nell'Ordine possono essere accolti con favore. L'appartenenza a un gruppo non è la stessa cosa dell'appartenenza all'OBOD. Quest'ultima può essere effettiva solo attraverso l'iscrizione presso l'ufficio OBOD o tramite il sito web OBOD. La tua partecipazione al gruppo non fa automaticamente di te un membro dell'OBOD. Eventuali incontri per Bardi, Ovati o Druidi sono aperti solo ai soci che siano entrati nel Grado indicato, anche se a volte si fanno eccezioni nei Grove per Grado Bardo, per invitare relatori in visita o ospiti. Come vengono fondati i gruppi? I gruppi sono autogestiti e devono essere finanziariamente autosufficienti. Anche se nei primi tempi i fondatori possono farsi carico delle spese, non è giusto per loro continuare a far questo troppo a lungo. Non è giusto nemmeno per i membri che hanno bisogno della realtà e del radicamento che l'attenzione agli aspetti finanziari porta. Il gruppo è fatto dalle persone, non dalle cose, quindi i costi per sostenere la gestione di un gruppo non dovrebbero essere pesanti e dovrebbero essere condivisi tra i suoi membri. Di solito c'è una piccola quota di ingresso o richiesta di donazioni per coprire i costi di tè, caffè, candele, comunicazioni, ecc. Ma su questo argomento è il gruppo a decidere e ci sono diversi modi in cui un gruppo possa sostenersi: alcuni fanno gli incontri a rotazione nelle case dei diversi membri e ognuno porta cibo da condividere, candele e così via, in modo che non vi sia alcuna necessità di una cassa comune. Di solito i leader saranno troppo occupati durante le riunioni per riscuotere i contributi, un membro dovrebbe quindi essere scelto per fare questo all'inizio o alla fine della riunione. Se si lascia questa parte alla fine, quelli che saranno andati via in anticipo mancheranno all'appello ed è facile dimenticare tali incombenze al termine di celebrazioni rituali! Discutete gli aspetti finanziari apertamente per evitare malintesi. Alcuni gruppi gestiscono propri siti web, newsletter, pagine Facebook e forum di discussione. E' la soluzione ideale per permettere alle persone di conoscere gli eventi, fornire accesso alle regole di gruppo e per permettere ai membri di

tenersi in contatto tra una riunione e l'altra. Gli eventuali costi sostenuti possono essere condivisi tra i membri. Incontri Con quale frequenza? La maggior parte dei gruppi si incontra per le otto feste stagionali. Oltre a questo ci possono essere incontri periodici tra un festival e l'altro. I gruppi più numerosi spesso tengono riunioni separate per membri di Grado Bardo, Ovate e Druido. La maggior parte dei gruppi scopre che è meglio scegliere un giorno comodo per tutti e tenerlo come momento fisso - ad esempio, il Sabato prima del festival. Decidete l'orario di inizio e di fine in modo che tutti sappiano cosa aspettarsi. Mantenere l'organizzazione costante e semplice in modo che nessuno venga lasciato fuori. Naturalmente può essere cambiata. Incontrarsi alla luna piena è un'opzione, ma è difficile da organizzare poiché la Luna attraversa le sue fasi in giorni diversi ogni mese. L'OBOD suggerisce una meditazione per la pace alla luna piena di ogni mese alle 18:00 ora locale e il vostro gruppo potrebbe impegnarsi in questo, in qualunque luogo i singoli membri del gruppo si trovino in quel momento. Cosa succede durante gli incontri? L'Ordine incoraggia la libertà, la creatività e la responsabilità individuale. Per questo motivo noi non suggeriamo alcun formato specifico per la riunione. Sono proprio i membri di ogni gruppo che decidono come trascorrere il loro tempo insieme. Nel definire come desiderate trascorrere il tempo, ricordate che avete bisogno di punti di attenzione e di confini tanto quanto di libertà e creatività! Una formula già provata e collaudata prevede una combinazione di questi elementi: . Arrivo, accoglienza, definizione dello scopo della riunione . Armonizzazione . Scambio di notizie e di idee . Discussione e dibattito su un argomento a scelta . Meditazione . Cerimonie

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. Eistedfodd . Festeggiamenti/Banchetto A seguire approfondiamo ognuno di questi punti. Arrivo Coloro che hanno assunto la responsabilità della riunione dovrebbero garantire che tutti siano i benvenuti, in particolare gli eventuali nuovi arrivati. Prima che i nuovi arrivati partecipino al loro primo incontro è buona norma che un membro del gruppo parli con loro di persona o via Skype / telefono per far loro sapere che cosa aspettarsi e cosa ci si aspetta da loro. Se sei il nuovo arrivato, una chiacchierata con il leader o con chi ospita l'incontro prima della riunione farà sì che tu sappia cosa aspettarti, che tu porti tutto ciò di cui potresti avere bisogno o che vorresti portare per contribuire. Accoglienza e scopo della riunione L'incontro dovrebbe iniziare con qualche parola di benvenuto e una breve panoramica degli intenti. Questo è anche il momento giusto per presentare eventuali nuovi membri. Armonizzazione Potrebbe includere questi elementi: stare tutti in piedi tenendosi per mano, accendere una candela, fare tre respiri, un semplice ricordo del viaggio che ci ha riuniti, un richiamo all'essere qui oggi, un invito ad ascoltare il vento fuori... qualunque breve e semplice collegamento al tempo, al luogo e tra le persone. Scambio di notizie e di idee Alcuni gruppi usano un “testimone” per indicare chi ha il turno per parlare. A volte si tratta di un bastone decorato che viene passato intorno al cerchio da persona a persona. Solo la persona che tiene il testimone può parlare e mentre lo fa' tutti gli altri ascoltano. Ognuno ha un turno per parlare, sapendo anche che non si deve “arraffare” o trattenere troppo a lungo il bastone. Mentre il bastone si muove lungo tutto il cerchio, ogni contributo viene tessuto insieme. Se non si vuole parlare, va bene, basta prendere il testimone, tenerlo in silenzio per un momento, poi passarlo al proprio vicino. Lo scopo di questo cerchio in cui tutti parlano non è di terapia, ma serve a garantire

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che tutti abbiano la possibilità di essere ascoltati. Questo tipo di cerchio di condivisione può essere utilizzato anche solo quando vi è una questione specifica da discutere o una decisione da prendere. Spesso è sorprendente come una persona timida si senta fiduciosa e sia spinta a parlare una volta che abbia il testimone in mano. E' importante spiegare le semplici regole del testimone prima dell'inizio, altrimenti non funzionerà. Per evitare problemi, molti gruppi ribadiscono le regole prima di ogni cerchio con il testimone: . Solo la persona che tiene il bastone di eloquenza può parlare e mentre lo fa' tutti gli altri ascoltano. . Colui che parla dovrebbe concentrarsi sul tema, parlando dal proprio punto di vista e non indirizzare i propri commenti ad altri partecipanti. . Il facilitatore può interagire se ritiene che tali norme non siano rispettate, se qualcuno sta parlando in modo inappropriato o sta palesemente prendendo troppo tempo. . Dopo che il testimone ha fatto il giro potrebbe essere opportuno fare una discussione aperta. Discussione e dibattito su un argomento a scelta I soggetti possono essere uno qualsiasi degli argomenti trattati nell'ampio dipanarsi di Druidismo e spiritualità, come i Misteri della Terra, luoghi sacri, pietre, alberi o animali della tradizione, narrazione di storie, medicina alternativa - la lista è infinita. Ci possono essere serate o anche fine settimana pratici. E' un bene scoprire le specialità e gli interessi di ciascun membro del gruppo e dare a ognuno l'opportunità di condividere la propria esperienza e competenza con il gruppo. Ci sono molti approcci a questo ed è meglio non fissarsi troppo su uno qualsiasi. Quindi ci potrebbe essere una breve serie di incontri-dibattito su un particolare argomento, o membri con interessi o conoscenze particolari potrebbero essere invitati ad organizzarne uno. Dedicare tempo nel periodo iniziale a discutere lo sviluppo del gruppo può dare profitti a lungo termine. Dovremmo studiare i Gwersu durante gli incontri? Dal momento che i membri di un gruppo non seguiranno il corso esattamente allo stesso ritmo, e data l'unicità del viaggio attraverso i Gwersu per


ogni individuo, non è consigliabile e non è affatto pratico, cercare di studiare i Gwersu insieme in un gruppo. Lavorando con i Gwersu vi renderete conto di come le esperienze possano essere molto soggettive e anche che il corso è accuratamente strutturato in modo che l'esperienza di ogni Gwers porti al successivo o suggerisca sottilmente ciò che accadrà nell'arco di pochi Gwersu. Sarebbe un peccato rovinare il viaggio di un altro lavorando con un Gwers che l'altro non ha ancora raggiunto e potrebbe anche cambiare la sua esperienza della meditazione o del Practicum perché hanno idee preconcette di ciò che accadrà. La magia degli esercizi e meditazioni in ogni Gwers è che essi agiscono spontaneamente sul subconscio e innescano risposte dal mondo interiore della persona o dalla psiche, come un viaggio continuo e di costante sviluppo. Ci sono così tanti splendidi argomenti tra cui scegliere per la discussione che non vi è alcuna necessità di trattare le riunioni come “Lettura Gwersu e Gruppo di Studio”. Tuttavia è meglio non allontanarsi troppo dagli argomenti e temi trattati nei Gwersu, perché un ruolo importante di Seed Group e Grove è quello di incoraggiare e sostenere i membri sul loro percorso attraverso i Gradi OBOD, lasciando spazio per il loro lavoro. Questo supporto può avvenire semplicemente facendo occasionali riferimenti ai Gwersu che si riferiscono alla discussione. Tali richiami possono essere utili a rendere i membri consapevoli del fatto che essere partecipanti attivi o anche leader di un gruppo non sostituisce lo studio personale del corso. -Fine Prima Parteda www.druidry.org

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Author: P enny Billi ngton Publishe r: Llenwe ll Publica tions Publicat ion Date : May201 5

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29 Settembre - 1 Ottobre 2017 A fine Settembre un evento veramente speciale

Incontro con Philip Carr - Gomm Chosen Chief dell’ Ordine dei Bardi, Ovati e Druidi evento a numero chiuso - per info e prenotazioni: ipericoworkshop@libero.it

Lâ€&#x;Iperico - Cerro al Volturno - Isernia (IS)

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Da una bacca di vischio raccolta a Glastonbury durante il Solstizio d‟Inverno e che, come vuole la tradizione, non ha mai toccato terra… sta nascendo qui in Italia un nuovo germoglio, carico dell‟energia del Sole! La Natura ci insegna.

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Corso in italiano: info@druidry.it Corso in inglese: office@druidry.org Responsabile sistema di tutoraggio: mentors.it@druidry.org Responsabile redazione “Il Calderone� ilcalderoneredazione@gmail.com

Per altre informazioni: www.druidry.org/community/obod-italy


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11 /Alban Hefin 2017 RIVISTE DELL‟OBOD Touchstone: è il magazine OBOD in inglese, pubblicato mensilmente solo in cartaceo e solo per membri dell‟OBOD. Druid è il magazine OBOD in America http://druidmagazine.com/ Serpentstar è il magazine OBOD in Australia ed Oceania https://serpentstar.druidryaustralia.org/ Dryade in lingua olandese http://www.obod.dds.nl/ Il Calderone in italiano http://issu.com/ilcalderone Druidenstein in tedesco http://www.feuersprung.de/ Menhir in francese http://issu.com/obod-menhir Ophiusa in portoghese http://www.obod.com.pt/ophiusa.htm


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