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Prima della coppia

Laurel Hardy.Artisti del sorriso

PRIMA DELLA COPPIA

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Stanley Jefferson

Stanley Jefferson nacque il 16 Giugno 1889 a Ulverston, una cittadina del Lancaster, in Inghilterra. Il padreArthur, uomo inflessibile e dai capelli rossi (come d’altronde lo stesso Stanley), era un attore e impresario teatrale nonché scrittore, la madre un’attrice di una certa fama tanto da essere definita la Theda Bara dell’Inghilterra del nord. Il padre avrebbe desiderato per i suoi tre figli una carriera lontana dal mondo dello spettacolo, più propenso a impartire loro un’educazione frutto della frequentazione dei migliori college. La cosa non gli riuscì con Stanley che dopo un periodo di indecisione di avvicinò alle aspettative del padre. Si indirizzò verso ciò che sentiva più consono: “I am funny ” (sono divertente) è la frase di Stanley che aiuta a comprendere ciò che il giovane desiderasse per sé.

Cominciò a recitare in piccole parti teatrali, già intratteneva il corpo insegnante del college che frequentò per breve tempo esprimendo già le sue doti e il bisogno di esprimerle: questo giovane magro e dinoccolato possedeva indubbie qualità artistiche, lui se lo sentiva che avrebbe potuto avere un posto di rilievo nel mondo dello spettacolo, tutto stava a farlo comprendere anche a chi avrebbe potuto avviarlo.

L’incontro con l’impresario Albert E. Pickard fu una tappa fondamentale. Pickard era la punta di diamante dello show business del periodo, a cavallo tra i due secoli. Stan lo incontrò e dopo avergli ribadito di essere un tipo divertente, gli disse: «mi faccia entrare in scena solo una volta, signore. E se non sarò bravo, allora non la annoierò più. Ma sarò bravo. Vedrà. E se sarò bravo, mi darà una possibilità nella sua Sala a Clydebank?». L’impresario non si astenne dal dare una possibilità al giovane che si era presentato così convinto e risoluto e non se ne pentì. Il prima balzo era stato fatto, ora non era il solo Stanley ad avere la consapevolezza che il futuro artistico aveva gettato le basi.

Dopo essere stato impegnato in una Compagnia dove poteva espri-

Maurizio Mason

mersi nell’arte della pantomima intraprendendo la carriera di attore brillante, Stanley si stava avviando al seguente e decisivo incontro che lo avrebbe orientato definitivamente verso la sua consacrazione. L’impresario di spicco in Inghilterra era all’epoca Fred Karno che ingaggiò Stanley nella sua compagnia come sostituto di Chaplin che già lavorava con lui. Assolutamente imperdibile il diario che Stanley lascerà in eredità al biografo John McCabe del periodo in cui lui e Chaplin condividevano la stanza durante la loro prima tournée in America nel 1910. Non fu un grande successo, in verità, neppure dal punto di vista economico. La delusione al ritorno era palese ma pochi anni dopo si ripresentò la medesima opportunità: una nuova trasferta negli States con Chaplin capocomico: la paga era sensibilmente migliorata, non solo per questo la seconda traversata ebbe migliori benefici. Chaplin venne notato da Mack Sennett, attore e produttore delle comiche targate Keystone. Karno lo lasciò andare sciogliendolo dal contratto.

Stanley mantenne un’ammirazione smisurata per Charlie Chaplin che definiva il più grande di tutti: condividevano le stesse speranze dopo avere raggiunto gli States in cerca di quel successo che riuscirono entrambi a ottenere. E Chaplin, in seguito, trasferì queste sue sensazioni in The Immigrant (1917), comica in cui descriveva sogni e inquietudini di chi si recava in America nella speranza di una vita migliore.

Molti altri attori della compagnia cercarono fortuna inAmerica e così fu anche per Stanley Jefferson che tentò una strada autonoma. Diede così vita a un trio, “The Three Comiques” con Edgar e Wren Hurley, suoi colleghi nella compagnia di Fred Karno. Il nome poi si tramutò in “The Keystone Trio” , data anche la dipendenza dall’omonima Casa di produzione. Conclusa questa esperienza Stanley incontròAdolf Ramish, proprietario di un teatro a Los Angeles, che intuì le potenzialità che il giovane Stanley avrebbe potuto avere al cinema: finanziò la realizzazione di una comica, Nuts in May che Stan recitò con Mae Dahlberg, sua nuova compagna artistica. Il film andò bene e Stanley espresse tutto il suo talento. Il destino era avviato, l’incontro con Oliver Hardy era ormai dietro l’angolo.

Laurel Hardy.Artisti del sorriso

Oliver Norvell Hardy

Dall’altra parte dell’oceano, il 18 Gennaio 1892 nacque un paffuto pargoletto dal nome distinto, Oliver Norvell Hardy. Nato in Georgia, Stati Uniti, non si staccò mai da quel “Norvell” , cognome da ragazza della madre, che sempre distinse il suo modo di presentarsi anche nei film. Persona orgogliosa, tipica del sud, un classico gentiluomo. Il pupo era l’ ultimo di sei fratelli e non aveva un background artistico come il futuro compagno Stan: il padre, Oliver Hardy senior, era un avvocato e morì quando Oliver aveva solo dieci anni. La madre Emily Norvell gestiva un albergo, nessuno nella famiglia di Oliver aveva avuto velleità artistiche.

Di famiglia benestante, Oliver si distinse subito per la sua raffinatezza di modi e la sua bella voce da soprano che con il tempo si trasformò in una melodiosa voce da tenore, cosa che sfruttò durante il suo percorso cinematografico. L’estro artistico era presente in lui fin da giovane ma dopo alcune sparute esperienze di recitazione teatrale si vide costretto, dopo la morte del genitore, ad affiancare la madre nella gestione dell’albergo di famiglia. Palestra fondamentale per l’attento e curioso Oliver, che se ne stava seduto per ore alla reception a studiare ogni qualsivoglia tipo di persona gli si parasse davanti. Così disse Hardy a John McCabe nel tratteggiare la sua formazione, raccontando di quanti Laurel e Hardy vedeva davanti a lui nell’albergo e poi, successivamente, anche in viaggio: «Lo stupido al quale non è mai accaduto nulla di spiacevole - e il ragazzo intelligente che è più stupido del ragazzo stupido solo che non lo sa».

Oliver acquistò e gestì una sala cinematografica a Milledgeville e ciò lo convinse che lui avrebbe dovuto essere protagonista di quel mondo che passivamente andava proiettando: si trasferì in Florida, a Jacksonville e qui iniziò la sua carriera di recitazione. Iniziò a lavorare alla Lubin Motion Pictures: interpretava il ruolo di heavy, il cattivo ma l’aspetto fisico lo rendeva una canaglia simpatica seppur forzuta e corpulenta. Iniziò in questo periodo anche il fortunato nomignolo Babe che gli fu attribuito da un simpatico barbiere dopo aver rasata la barba del

Maurizio Mason

paffutello Oliver: «Nice a bab-ee, nice a bab-ee» (che bel bambino), divenuto poi Babe.

Oliver era un tipo atletico e sportivo, praticava Football e Golf, passione quest’ ultima che lo accompagnerà anche in seguito. Oliver Hardy si impose e recitò moltissimo, non si contano le comiche alle quali partecipò pur senza diventare un nome di prim’ordine.

Lasciò la solare Florida e venne ingaggiato come cantante di cabaret a NewYork prima di andare a vivere in California. Era il 1918 e fece da spalla a JimmyAubrey e Larry Semon in una lunga serie di film prodotti dalla Vitagraph. Ed è in questo periodo che incontrò colui che diverrà, senza saperlo, il partner indivisibile non solo di una carriera cinematografica ma dell’intera sua vita futura.

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