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Dopo gli anni belli

Laurel Hardy.Artisti del sorriso

mentare che tutti i comici del periodo sono ricorsi a mirabili corse e inseguimenti alla ricerca di un nascondiglio sicuro.

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Confrontiamo alcuni finali di comica di Laurel & Hardy con analoghi finali di Chaplin. Ripensiamo solo alla dolcissima immagine di Charlot che si allontana percorrendo da solo una lunga strada, sempre più richiuso dal riquadro tondo che poi lo fa svanire in The Circus (1928). Certo questa è alta poesia ma il concetto che si intende trasmettere è evidente: Charlot ha in sé una grande speranza, quella di Domani è un altro giorno, per capirci. Dopo tante avventure, dopo essere anche stato rifiutato dalla donna amata, Charlot trova ancora la forza di vivere e appunto sperare: la lunga strada aperta davanti a lui ha questo significato duplice: chiudere con ciò che è stato ed è anche visivamente alle spalle (che non vediamo ma che abbiamo condiviso vedendo la comica) e un futuro incerto ma nel quale senz ’altro poter sperare, da solo o a braccetto con la sua bella.

Quando Charlot si allontana in compagnia appare ancor più chiaro il concetto di libertà. Dicevo, questa è alta poesia. In Laurel & Hardy l’allontanamento finale da ciò che è stata la loro avventura sa di vera e propria fuga verso un destino però altrettanto ignoto a quello di Charlot. Libertà, fuga da regole e costrizioni, da poliziotti (troppo) ligi al dovere edapersonetroppolitigioseperpoterciconvivere.AncheperStaneOllie vediamo un futuro, forse non altrettanto velato di ottimismo ma di certo l’iniziareaspostarsiinunalungastrada,purcorrendo,lasciatrasparireun allontanamento dal passato alla ricerca di un miglior futuro.

DOPO GLIANNI BELLI

Anche a detta di Stan, il periodo più florido della coppia appartiene senza dubbio agli anni dei loro cortometraggi. Va detto che alcuni film sono tra i preferiti anche di Stan e contengono una evoluzione del loro mondo comico soprattutto dal punto di vista temporale, riuscendo a distribuire gag e circostanze nel lungo tempo se ben farcite di invenzioni e con una trama convincente su cui poggiare. Tra questi cito senz ’altro

Maurizio Mason

Sons of the Desert, Way out West e The Flying Deuces. Il resto, come si evincerà dalla parte di filmografia che riguarderà i lungometraggi, si poteva evitare o quasi: sceneggiature a volte imbarazzanti come i registi e gli sceneggiatori al seguito, una certa stanchezza che qua e là ormai scaturiva nella coppia e forse anche i gusti del pubblico che stavano cambiando, tutte componenti che non resero onore a tanta arte proposta in precedenza.

Gli ultimi lungometraggi di Stan e Ollie sembrano essere stati prodotti per sfruttarne il nome dopo tanti anni di gloria piuttosto che per voler mantenere su alti livelli una carriera sino a poco prima insuperabile. L’iperbole non si mantenne ai picchi massimi, di certo stava un po’ diminuendo anche il successo ottenuto negli States. Le successive tournée teatrali (l’impresario Bernard Delfont li scritturò nel 1947 per esibirsi a Londra e in altri importanti teatri) che Laurel e Hardy intrapresero dapprima in Inghilterra e poi in Europa testimoniarono invece di come la loro fama fosse ancora elevatissima, più che in America. Folle smisurate trasmisero alla coppia il loro affetto che non era minimamente scemato e anche la televisione fu un importante veicolo per approdare alle nuove generazioni.

Dopo aver lasciato la Fox da cinque anni giunse la proposta di girare un nuovo film in Francia. È la pagina più triste da (de)scrivere: un regista completamente inadeguato, un copione penoso e l’aspetto fisico che risentiva degli anni non avrebbero portato a nulla di buono. Si aggiunga che Stan si ammalò e le riprese da 12 settimane durarono un anno. Anche Babe manifestò le prime avvisaglie di quella sua cardiopatia che lo colpirà duramente in seguito. Ripresisi si tuffarono con entusiasmo nella loro ultima tournée europea con Stan che aggiunse un nuovo sketch al palinsesto. Sembrava quasi che i due avrebbero dato vita ad alcune fiabe per bambini ma il cuore di Ollie non resse e un nuovo attacco, i medici gli imposero di dimagrire di oltre 60 chili.Aseguire fu Stan a essere colpito da un attacco che ne minò le capacità fisiche e mentali dalle quali tuttavia si riprese completamente. A fine 1955 Ollie ebbe un nuovo attacco di cuore che lo costrinse a letto senza quasi la capacità di parlare e di intendere. Chissà se in quelle lunghe giornate

Laurel Hardy.Artisti del sorriso

avrà avuto la lucidità di ripensare ai tempi meravigliosi del loro successo.

Oliver Hardy morì il 7Agosto 1957 assistito con amore dalla sua ultima moglie Lucille. Stan gli sopravvisse per alcuni anni e fu testimone dell’affetto non solo dei fan ma anche dei colleghi che non mancarono di fargli visita o di scrivergli, dal semplice appassionato a Jerry Lewis e Marcel Marceau. Stan visse nel ricordo del compagno di tante avventure. Commuove pensare che egli continuò a scrivere gag da proporre insieme all’amico, un particolare dal quale si evince in maniera inconfutabile quando i due fossero davvero uniti e inseparabili non solo sul set ma soprattutto nella vita.

Stanley Jefferson si ritirò presso l’Oceana Hotel di Santa Monica, da dove poteva vedere l’oceano oltre le palme che abbellivano l’albergo. Certo, anche per lui sarà stato nel contempo un motivo di soddisfazione ripensare ai tempi belli ma anche una grande tristezza. In quegli ultimi anni Stan ebbe modo di percepire in modo indiscutibile quanto lui e il compagno Oliver erano ancora amati, quanto la loro intera opera continuava a essere ancor più rivalutata. Stan trascorreva il suo tempo rispondendo alle numerose lettere che i fans gli scrivevano, autografava fotografie che poi rispediva, sempre disponibile nel ricordare i tempi gloriosi e svelando particolare inediti e curiosi dei loro set. In una di queste lettere, rispondendo a un ammiratore, Stan commentava il tentativo di un giovane di farsi pagare una piccola somma in cambio di una pubblicazione periodica su Laurel&Hardy, riciclando vecchio materiale già pubblicato poi alla fine della lettera: «No, I don ’t know of any legitimate L&H Fan Clubs - frankly don ’t know why there should be one, L&H are No More, so whats the purpose?» (No, non sono a conoscenza di Fan Club dedicati a Laurel&Hardy. Francamente non capisco perché dovrebbe essercene uno, Laurel&Hardy non ci sono più, quale sarebbe lo scopo?). La fama dei boys sarebbe continuata a lungo.

Se ne andò il 23 Febbraio 1965 lasciando un doloro profondo a quanti amarono le gesta epiche e l’arte inarrivabile di Stan Laurel e Oliver Hardy.

Al suo funerale l’attore Dick Van Dyke pronunciò l’elogio funebre: «Le sale del Paradiso devono risuonare di risate divine».

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