Rapporto agricolo 2014

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RAPPORTO AGRICOLO 201 4

Editore

Ufficio federale dell’agricoltura (UFAG)

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2 Sigla editoriale
10.14 120i 860343287
3 Indice Indice n Prefazione 6 n 1. Ruolo e situazione dell’agricoltura 9 n 1.1 Economia 9 1.1.1 L’agricoltura, parte integrante dell’economia 10 1.1.1.1 Sviluppo strutturale 10 1.1.1.2 Indicatori economici 14 1.1.1.3 Uscite della Confederazione 19 1.1.2 Mercati 21 1.1.2.1 Latte e latticini 23 1.1.2.2 Animali e prodotti di origine animale 28 1.1.2.3 Produzione vegetale e prodotti di origine vegetale 33 1.1.2.4 Il canale della ristorazione in Svizzera 39 1.1.3 Situazione economica dell’intero settore 46 1.1.3.1 Reddito del settore – 2013 46 1.1.3.2 Stima del reddito del settore – 2014 48 1.1.4 Situazione economica delle singole aziende 51 1.1.4.1 Reddito e profitto del lavoro 51 1.1.4.2 Altri indicatori economico-aziendali 55 n 1.2 Aspetti sociali e società 57 1.2.1 Reddito e consumo 58 1.2.2 Salute 60 1.2.3 Indagine sul budget delle economie domestiche 70 1.2.3.1 Indagine sul budget delle economie domestiche come base di dati 70 1.2.3.2 Entrate 71 1.2.3.3 Consumi 72 1.2.3.4 Conclusioni 73 1.2.4 Studio sul dispendio orario 74 1.2.5 Rifiuti alimentari 78 1.2.6 Protezione delle terre coltive 83 n 1.3 Ecologia ed etologia 87 1.3.1 Ecologia 87 1.3.1.1 Utilizzazione delle superfici e mezzi di produzione 89 1.3.1.2 Fosforo 91 1.3.1.3 Suolo 100 1.3.1.4 Conclusioni 114 1.3.2 Etologia 115
4 Indice n 2. Provvedimenti di politica agricola 119 n 2.1 Produzione e smercio 119 2.1.1 Strumenti sovrasettoriali 121 2.1.1.1 Strategia della qualità per l’agricoltura e la filiera alimentare svizzere 121 2.1.1.2 Organizzazioni di categoria e di produttori 122 2.1.1.3 Promozione dello smercio 123 2.1.1.4 Caratterizzazione dei prodotti agricoli 124 2.1.1.5 Strumenti del commercio estero 127 2.1.2 Economia lattiera 133 2.1.3 Produzione animale 139 2.1.4 Produzione vegetale 146 n 2.2 Pagamenti diretti 153 2.2.1 Importanza dei pagamenti diretti 154 2.2.2 Pagamenti diretti generali 161 2.2.2.1 Contributi di superficie 161 2.2.2.2 Contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo 162 2.2.2.3 Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione 163 2.2.2.4 Contributi di declività 164 2.2.3 Pagamenti diretti ecologici 166 2.2.3.1 Contributi ecologici 166 2.2.3.2 Contributi etologici 178 2.2.3.3 Contributi d’estivazione 179 2.2.3.4 Contributi per la protezione delle acque 181 2.2.3.5 Impiego sostenibile delle risorse naturali 183 n 2.3 Miglioramento delle basi 185 2.3.1 Miglioramenti strutturali e misure sociali collaterali 186 2.3.1.1 Miglioramenti strutturali 186 2.3.1.2 Misure sociali collaterali 189 2.3.1.3 Pratiche per edifici economici 190 2.3.1.4 Stalle per animali con corna 193 2.3.1.5 Processo di controlling nei progetti di sviluppo regionale 195 2.3.2 Conoscenza agricola – ricerca, consulenza, formazione 197 2.3.2.1 Sistema dell’innovazione e della conoscenza in agricoltura (LIWIS) 197 2.3.2.2 Ricerca 198 2.3.2.3 Consulenza 202 2.3.2.4 Formazione professionale 203 2.3.3 Mezzi di produzione 206 2.3.3.1 Piano d’azione per la minimizzazione del rischio e l’utilizzo sostenibile dei prodotti fitosanitari 206 2.3.3.2 Conservazione delle risorse fitogenetiche in foraggicoltura 210 2.3.3.3 Campagna di mercato sui concimi 2011/12 211 2.3.3.4 Organismi geneticamente modificati negli alimenti per animali 214
5 Indice n 2.4 Temi particolari 215 2.4.1 Ispettorato delle finanze 215 2.4.2 Amministrazione del settore agricolo e portale Agate 218 2.4.3 Unità federale per la filiera alimentare 221 n 2.5 Politica agricola 222 2.5.1 Applicazione della Politica agricola 2014–2017 222 2.5.2 Foresight 225 n 3. Aspetti internazionali 229 n 3.1 Sviluppi sul piano internazionale 229 3.1.1 Rapporti con l’UE 230 3.1.2 Accordi di libero scambio con Paesi al di fuori dell’UE 232 3.1.3 OMC 234 3.1.4 L’OCSE all’UFAG: quali temi perseguiamo e come ci presentiamo? 236 3.1.5 FAO 238 3.1.6 Follow up Rio+20 243 3.1.7 Consiglio Internazionale dei Cereali e Convenzione sull’assistenza alimentare 245 n 3.2 Confronti sul piano internazionale 247 3.2.1 Prezzi alla produzione e al consumo – confronto con i Paesi limitrofi 247 3.2.2 Cifre del commercio internazionale 250 n Collaborazione al Rapporto agricolo 2014 252 n Indice alfabetico 254 n Allegato A1 Tabelle A2 Atti legislativi, Terminologia e metodi A57 Abbreviazioni A58 Bibliografia A61

Prefazione

Il 2013 è stato, per gli agricoltori, un anno proficuo dal profilo economico. Dopo la flessione dell’anno precedente, i redditi 2013 hanno raggiunto valori leggermente superiori alla media pluriennale. A tale risultato ha contribuito soprattutto la situazione positiva nella produzione animale: dopo aver toccato il livello minimo a metà 2012, il prezzo del latte è risalito e anche i prezzi della carne di maiale sono aumentati nuovamente. Sono stati quindi compensati i risultati nella produzione vegetale, inferiori alla media a causa di condizioni meteo sfavorevoli. Secondo le prime previsioni, nel 2014 i redditi aumenteranno ancora, considerato che i prezzi sono rimasti a lungo all’alto livello del 2013 e le condizioni climatiche hanno consentito rese migliori.

Nonostante questi ottimi risultati dal profilo economico il settore agroalimentare svizzero è tuttora confrontato con enormi sfide. Nei prossimi anni il contesto dell’agricoltura cambierà notevolmente e saranno necessarie efficienti misure d’adeguamento. Di seguito riportiamo sei delle molteplici sfide per gli attori del settore agroalimentare che nei prossimi anni solleciteranno politica agricola, ricerca e consulenza.

1. Rispetto ad altri Paesi, l’agricoltura svizzera non è ancora sufficientemente competitiva. Si rende quindi necessario, ad esempio, proteggere la produzione indigena imponendo elevati dazi sulle importazioni, affinché possa resistere alla concorrenza internazionale. È molto probabile che gli sviluppi sul piano internazionale, come ad esempio un possibile accordo di libero scambio UE-USA, metteranno sempre più in discussione la portata della protezione alla frontiera. Per tale motivo è importante sfruttare il tempo rimanente fino all’insorgere di tali o simili cambiamenti radicali per prepararsi attivamente a tale evenienza.

2. L’agricoltura è caratterizzata da tante piccole aziende, mentre i mercati dei mezzi di produzione e dei prodotti agricoli sono dominati da grandi imprese. Il fatto che queste siano concentrate nei livelli a monte e a valle le avvantaggia, rispetto agli agricoltori, nelle trattative in materia di condizioni commerciali. Questo è anche uno dei motivi per cui gli agricoltori si lamentano di subire un trattamento «ingiusto» nelle catene di valore. Il potere d’acquisto relativamente alto e le piccole dimensioni del mercato svizzero contribuiscono notevolmente a tale sviluppo, poiché le imprese possono ottenere velocemente una grossa fetta del mercato e migliorare, di conseguenza, la loro posizione negoziale.

3. Il potenziale di pericolo per le risorse naturali costituito dalle emissioni riconducibili all’utilizzo di prodotti per il trattamento delle piante e concimi deve essere ulteriormente ridotto. Nel presente Rapporto si sottolinea, ad esempio, che numerosi suoli presentano un tenore eccessivo di fosforo, mentre ristagna l’efficienza nella concimazione. Nel caso in cui si individuino conseguenze negative per l’ambiente, queste devono essere ridotte mediante adeguati provvedimenti. Una difficoltà particolare, in questo senso, è rappresentata dall’insorgenza di nuove malattie, nuovi organismi nocivi o neofiti per il cui trattamento sono necessari ulteriori prodotti fitosanitari. Ciò può causare sempre più spesso conflitti tra obiettivi contrastanti: la protezione delle colture e quella dell’ambiente.

4. La produttività della superficie totale svizzera gestita a scopo agricolo e dell’agricoltura viene potenzialmente ridotta, a causa di tre fattori:

a. la domanda di superfici per costruzioni o insediamenti;

b. la domanda di superfici per la compensazione ecologica, sulle quali la produzione di derrate alimentari è soltanto un obiettivo secondario;

c. la richiesta di ridurre l’impiego di sostanze ausiliarie e di alimenti per animali provenienti dall’estero.

La sfida consisterà nel trovare un equilibrio accettabile.

6 Prefazione

5. Onde garantire un maggiore raggiungimento degli obiettivi, agli agricoltori vengono imposti oneri di gestione sempre più puntuali, che aumentano il dispendio amministrativo e, a causa del maggior carico di lavoro, provocano problemi economici e influiscono negativamente sulla motivazione degli agricoltori. È necessario trovare delle soluzioni che garantiscano il raggiungimento degli obiettivi e, al contempo, limitino il dispendio per gli agricoltori.

6. Gli oneri statali e privati sempre più puntuali incidono notevolmente sul margine di manovra imprenditoriale e sulla responsabilità personale degli agricoltori. Tale restrizione spesso non lascia spazio sufficiente all’iniziativa imprenditoriale di questi ultimi. In futuro dovranno puntare maggiormente sulla propria formazione e sulle proprie conoscenze specializzate per poter raggiungere sia gli obiettivi imprenditoriali individuali sia quelli imposti dal legislatore. In tal modo sarà possibile raggiungere in maniera più efficiente quelli dettati dalla società.

Attualmente la politica agricola è caratterizzata dall’attuazione della Politica agricola 2014–2017. Al contempo, però, dobbiamo riflettere anche sulla sua impostazione futura e indicare agli agricoltori prospettive e metodi per vincere le succitate sfide. Le prospettive, per essere convincenti, vanno elaborate in stretta collaborazione tra la categoria, la politica, la ricerca e la consulenza. L’Ufficio federale dell’agricoltura avvierà a tale scopo un intenso dialogo con tutti gli attori, per elaborare risposte alle domande su obiettivi, strategie e misure d’accompagnamento della politica.

7 Prefazione
8

1. Ruolo e situazione dell’agricoltura

1.1 Economia

Per fornire le prestazioni richieste, l’agricoltura deve poter contare su una base economica sufficientemente ampia. La descrizione delle conseguenze economiche della politica agricola rappresenta pertanto un punto cardine del resoconto. Nello stesso sono contenute informazioni anche sui risultati economici delle aziende agricole, sugli sviluppi strutturali, sull’interconnessione con gli altri settori dell’economia o sulle condizioni dei diversi mercati.

Di seguito viene illustrato il ruolo economico dell’agricoltura in quanto tassello dell’economia e si forniscono informazioni sulla produzione, il consumo, il commercio estero, i prezzi alla produzione e i prezzi al consumo rilevati sui singoli mercati, nonché sulla situazione economica dell’intero settore e delle aziende individuali.

9 1.1 Economia

1.1.1 L’agricoltura, parte integrante dell’economia

1.1.1.1 Sviluppo strutturale

Nell’analisi delle strutture nell’agricoltura si pone l’accento sul numero di aziende e rispettive dimensioni nonché sul numero di lavoratori. Di seguito vengono illustrate le variazioni di questi due indicatori strutturali.

n Aziende

Dal 2000 al 2013 il numero delle aziende agricole è diminuito complessivamente di 15 330 unità, ossia dell’1,9 per cento l’anno. Oltre la metà delle 1 368 aziende di cui è cessata la gestione nel 2013 rientrava nella classe di dimensioni 10–20 ettari.

Evoluzione del numero di aziende per classi di dimensioni e per regioni

Nelle singole regioni, tra il 2000 e il 2013, il tasso di flessione ha segnato lo stesso valore, pari all’1,9 per cento, nelle regioni di pianura e di montagna; in quella collinare, invece, si è registrato un valore leggermente più basso, pari all’1,7 per cento. In tutte le regioni il calo ammonta a oltre il 2,0 per cento annuo.

10 1.1 Economia
Caratteristica Numero di aziende Variazione annua in % 2000 2012 2013 2000–2013 2012–2013 Classe di dimensioni 0–3 ha 8 371 6 033 5 723 –2,9 –5,1 3–10 ha 18 542 11 583 11 024 –3,9 –4,8 10–20 ha 24 984 18 203 17 514 –2,7 –3,8 20–25 ha 7 244 6 513 6 421 –0,9 –1,4 25–30 ha 4 430 4 686 4 726 0,5 0,9 30–50 ha 5 759 7 366 7 486 2,0 1,6 > 50 ha 1 207 2 191 2 313 5,1 5,6 Regione Regione di pianura 31 612 25 127 24 490 –1,9 –2,5 Regione collinare 18 957 15 580 15 249 –1,7 –2,1 Regione di montagna 19 968 15 868 15 468 –1,9 –2,5 Totale 70 537 56 575 55 207 –1,9 –2,4 Fonte: UST
Tabella 1 Pagina A2

Evoluzione del numero di aziende gestite a titolo principale o a titolo accessorio per regione

Tra il 2000 e il 2013, il tasso di flessione delle aziende a titolo principale, pari all’1,7 per cento l’anno, è risultato lievemente inferiore a quello delle aziende a titolo accessorio pari al 2,2 per cento l’anno. Si riscontrano notevoli differenze tra le regioni. Per le aziende a titolo principale, nella regione di pianura e in quella collinare si è registrata una flessione rispettivamente del 2 e dell’1,8 per cento, vale a dire pari quasi al doppio del tasso rilevato nella regione di montagna. La situazione è diversa per le aziende a titolo accessorio. La flessione più elevata ha interessato la regione di montagna, con il 3,5 per cento, seguita da quella di pianura e da quella collinare, rispettivamente con l’1,8 e l’1,3 per cento. Nell’anno oggetto del rapporto i tassi di flessione delle aziende a titolo principale rilevati nella regione di pianura e in quella di montagna sono risultati superiori a quelli degli anni scorsi; nella regione collinare non vi sono state variazioni di rilievo. Per le aziende a titolo accessorio, invece, in tutte le regioni, tranne quella di montagna, i tassi di flessione sono stati decisamente più elevati di quelli degli scorsi anni.

n Lavoratori

Il calo del numero di aziende agricole è correlato a una riduzione del numero di lavoratori. Evoluzione del numero di lavoratori

Tra il 2000 e il 2013 il numero di lavoratori è diminuito, nel complesso, di circa 44 900 unità. La flessione, pari all’1,9 per cento l’anno, è stata uguale a quella delle aziende. Il calo percentuale è stato leggermente superiore per la manodopera familiare rispetto a quella extrafamiliare, mentre in cifre assolute la manodopera familiare ha subito una flessione di circa 37 800 unità, quella extrafamiliare di 7 100 unità. In questi tredici anni si è assistito a un incremento del numero delle donne a capo di un’azienda alla voce della manodopera familiare.

11 1.1 Economia
Caratteristica Numero di aziende Variazione annua in % 2000 2012 2013 2000–2013 2012–2013 Aziende a titolo principale Regione di pianura 23 536 18 587 18 110 –2,0 –2,6 Regione collinare 13 793 11 068 10 869 –1,8 –1,8 Regione di montagna 11 910 10 584 10 365 –1,1 –2,1 Totale 49 239 40 239 39 344 –1,7 –2,2 Aziende a titolo accessorio Regione di pianura 8 076 6 540 6 380 –1,8 –2,4 Regione collinare 5 164 4 512 4 380 –1,3 –2,9 Regione di montagna 8 058 5 284 5 103 –3,5 –3,4 Totale 21 298 16 336 15 863 –2,2 –2,9 Fonte: UST
Caratteristica Numero di lavoratori Variazione annua in % 2000 2012 2013 2000–2013 2012–2013 Manodopera familiare 165 977 130 914 128 167 –2,0 –2,1 di cui: capoazienda (m.) 74 724 53 854 52 480 –2,7 –2,6 capoazienda (f.) 2 346 2 721 2 727 1,2 0,2 Manodopera extrafamiliare 37 816 31 114 30 752 –1,6 –1,2 Totale 203 793 162 028 158 919 –1,9 –1,9
UST
Fonte:
Tabella 2 Pagina A2

n La donna nell’agricoltura

Nell’anno oggetto del rapporto sono state censite complessivamente 2 727 aziende gestite da una donna, che corrispondono al 4,9 per cento di tutte le aziende. Tra il 2000 e il 2013 il numero delle aziende agricole gestite da un capoazienda di sesso femminile è aumentato di 381 unità l’anno, ossia dell’1,2 per cento.

Evoluzione del numero di aziende con capoazienda donna per classi di dimensioni e per regioni

Rispetto alla totalità delle aziende, quelle gestite da donne sono la maggioranza nelle classi di dimensioni fino a 10 ettari, mentre la situazione si inverte nelle classi di dimensioni oltre 10 ettari. Ciò significa anche che le aziende gestite da donne sono mediamente più piccole rispetto alla totalità delle aziende. Anche tra le aziende con un capoazienda donna si osserva, tuttavia, uno spostamento verso le classi di dimensioni più grandi.

La suddivisione per regione nel 2013 rispecchia quella di tutte le aziende. Nella regione di pianura la quota, pari al 39 per cento, è leggermente inferiore a quella relativa al totale delle aziende (44 %), nella regione collinare lo scarto è minimo (26 % contro 28 %) e in quella di montagna la quota ammonta al 34 per cento contro il 28 per cento.

12 1.1 Economia
Caratteristica Numero di aziende con Variazione annua in % capoazienda donna 2000 2012 2013 2000–2013 2012–2013 Classe di dimensioni 0–3 ha 654 579 575 –1,0 –0,7 3–10 ha 1 116 1 021 993 –0,9 –2,7 10–20 ha 418 741 744 4,5 0,4 20–25 ha 59 150 161 8,0 7,3 25–30 ha 36 96 104 8,5 8,3 30–50 ha 52 114 132 7,4 15,8 > 50 ha 11 20 18 3,9 –10,0 Regione Regione di pianura 924 1 072 1 090 1,3 1,7 Regione collinare 580 715 721 1,7 0,8 Regione di montagna 842 934 916 0,7 –1,9 Totale 2 346 2 721 2 727 1,2 0,2 Fonte: UST

Evoluzione del numero di aziende gestite da una donna a titolo principale o a titolo accessorio per regione

La ripartizione delle aziende a titolo principale / a titolo accessorio gestite da donne non rispecchia la situazione che si osserva per la totalità delle aziende. Prendendo in esame queste ultime, si nota che per oltre i due terzi sono gestite a titolo principale, mentre tra le aziende gestite da donne, lo sono meno della metà. Tra il 2000 e il 2013, questo rapporto ha tuttavia subito variazioni a favore delle aziende a titolo principale.

Evoluzione del numero di lavoratrici

Nel 2013 oltre un terzo delle persone occupate nell’agricoltura erano donne. Nel complesso, tra il 2000 e il 2013 il numero di donne è diminuito di 16 500 unità circa, registrando un tasso di flessione corrispondente a quello rilevato per tutti i lavoratori. Il calo relativo alle donne interessa in gran parte la manodopera familiare, mentre a livello di manodopera extrafamiliare nell’anno oggetto del rapporto si è registrato un incremento del numero di donne.

13 1.1 Economia
Caratteristica Numero di aziende con Variazione annua in % capoazienda donna 2000 2012 2013 2000–2013 2012–2013 Aziende a titolo principale Regione di pianura 331 566 585 4,5 3,4 Regione collinare 175 311 323 4,8 3,9 Regione di montagna 211 405 408 5,2 0,7 Totale 717 1 282 1 316 4,8 2,7 Aziende a titolo accessorio Regione di pianura 593 506 505 –1,2 –0,2 Regione collinare 405 404 398 –0,1 –1,5 Regione di montagna 631 529 508 –1,7 –4,0 Totale 1 629 1 439 1 411 –1,1 –1,9 Fonte: UST
Caratteristica Numero di lavoratrici Variazione annua in % 2000 2012 2013 2000–2013 2012–2013 Manodopera familiare 64 292 49 577 48 574 –2,1 –2,0 di cui capoazienda 2 346 2 721 2 727 1,2 0,2 Manodopera extrafamiliare 10 340 9 778 9 587 –0,6 –2,0 di cui extrafamiliare CH 6 786 5 361 5 133 –2,1 –4,3 di cui straniere 3 554 4 417 4 454 1,8 0,8 Donne 74 632 59 355 58 161 –1,9 –2,0 Fonte: UST

1.1.1.2 Indicatori economici

n Valore aggiunto lordo

Nell’anno oggetto del rapporto l’economia svizzera ha realizzato un valore aggiunto lordo di 614 miliardi di franchi. Rispetto all’anno precedente vi è stato un aumento di 11 miliardi di franchi circa, vale a dire dell’1,7 per cento. La quota del settore primario si attesta sullo 0,7 per cento.

Evoluzione del valore aggiunto lordo dei tre settori dell’economia Dati ai prezzi correnti

Avvertenza: in seguito alla revisione totale del conto economico del 2014 (adeguamento al Sistema europeo dei conti nazionali e regionali 2010), sono state modificate tutte le sequenze di dati degli aggregati.

1 Dati provvisori Fonte: UST

Settore 2000 2011 2012 1 2013 1 Quota Variazione 2013 2011–13 In mio. fr. In % In % Primario 5 300 4 332 4 078 4 341 0,71 0,2 Secondario 115 366 158 631 157 720 158 051 25,73 –0,4 Terziario 317 079 433182 441 812 451 760 73,56 4,3 Totale 437 745 596 145 603 609 614 153 100,00 3,0
14 1.1 Economia

Commercio estero

Nell’anno oggetto del rapporto il commercio estero svizzero ha subito un rallentamento: le importazioni e le esportazioni, pari rispettivamente a 177,6 e 201,2 miliardi di franchi, hanno segnato soltanto un incremento rispettivamente dello 0,5 e dello 0,3 per cento rispetto ai valori del 2012. Il saldo della bilancia commerciale nel 2013 ha dato un’eccedenza d’esportazione di 23,6 miliardi di franchi, vale a dire 0,2 miliardi di franchi in meno rispetto al 2012.

Evoluzione del commercio estero

Nell’anno oggetto del rapporto il commercio di prodotti agricoli ha avuto, nel complesso, un andamento positivo. Rispetto al 2012 il valore delle importazioni è aumentato di 0,6 a 12,0 miliardi di franchi, quello delle esportazioni ha segnato un incremento di 0,5 miliardi di franchi attestandosi a 8,6 miliardi di franchi. Nel 2013 la bilancia commerciale per i prodotti agricoli si è chiusa con un’eccedenza d’importazione di 3,4 miliardi di franchi, vale a dire 0,1 miliardi di franchi in più rispetto al 2012. Tuttavia, nel complesso, tra il 2000/02 e il 2013 l’eccedenza d’importazione ha subito una flessione di 1,6 miliardi di franchi.

Nell’anno oggetto del rapporto, il 74 per cento circa delle importazioni agricole proveniva dall’UE. Il 62 per cento dei prodotti esportati dalla Svizzera era destinato all’area europea. Rispetto al 2012 le importazioni dall’UE sono aumentate di 0,6 miliardi di franchi, fissandosi a 8,9 miliardi di franchi, mentre le esportazioni verso l’UE hanno segnato un incremento di 0,3 miliardi di franchi, raggiungendo il livello da primato di 5,3 miliardi di franchi. Nel 2013 la bilancia commerciale con l’UE per i prodotti agricoli ha chiuso con un’eccedenza di 3,6 miliardi di franchi.

n
2000/02 2011 2012 2013 2000/02–13 In mia. fr. % Totale importazioni 129,0 174,4 176,8 177,6 37,7 Prodotti agricoli 8,5 11,4 11,4 12,0 41,2 di cui dall’UE 27 6,4 8,5 8,3 8,9 39,1 Totale esportazioni 131,3 197,9 200,6 201,2 53,2 Prodotti agricoli 3,5 7,8 8,1 8,6 145,7 di cui nell’UE 27 2,5 4,8 5,0 5,3 112,0 Fonte: DGD
1 500 1 000 1 500 2 000 1 000 2 500 500 0 500 1 206 1 260 57 860 489 498 91 371 863 365 379 531 758 288 1 812 1 334 478 1 647 1 116 2 154 1396
In mio. fr.
Commercio estero di prodotti agricoli con l'EU – 2013 Fonte:
DGD
d'esportazione Altri
Spagna Austria Italia Francia Germania 15 1.1 Economia
Importazioni Esportazioni Eccedenza d'importazione e
Paesi Paesi Bassi

In termini di valore, i prodotti agricoli importati in Svizzera provenivano soprattutto dalla Germania, seguita da Italia e Francia. Praticamente due terzi dell’insieme delle importazioni dall’UE provenivano da questi tre Paesi. A Germania, Francia e Italia è stata destinata oltre la metà del valore delle esportazioni nell’UE del 2013.

La bilancia commerciale con i Paesi UE confinanti nonché con la Spagna e i Paesi Bassi ha registrato eccedenze d’importazione. I valori più negativi riguardano la bilancia con l’Italia, mentre quella con l’Austria è decisamente più equilibrata. Nel commercio con i restanti Paesi membri dell’UE la Svizzera ha avuto, nel 2013, un’eccedenza d’esportazione di 57 milioni di franchi.

Importazioni ed esportazioni di prodotti agricoli trasformati secondo le categorie di prodotti – 2013

Prodotti animali, pesce (1, 2, 3, 5, 16)

Frutta (8)

Verdura (7)

Piante vive, fiori (6)

Semi oleosi, grassi e oli (12, 15)

Cereali e preparati (10, 11, 19)

Bevande (22)

Foraggi, cascami (23)

Generi alimentari (20, 21)

Latticini (4)

Tabacco e diversi (13, 14, 24)

Generi voluttuari (9, 17, 18)

Importazioni Esportazioni Eccedenza d'importazione e d'esportazione

Fonte: DGD

Nell’anno oggetto del rapporto le importazioni hanno interessato essenzialmente bevande, prodotti animali (compreso il pesce), generi voluttuari (caffè, tè e spezie) e preparati alimentari. In termini di valore le importazioni di bevande si compongono per un buon 60 per cento di vini, per il 16 per cento di acque minerali e per il 13 per cento circa di liquori. L’importazione totale di prodotti della voce «prodotti di origine animale, pesce» si compone di oltre il 40 per cento di carne, del 30 per cento circa di pesce e, per il resto, di preparati e conserve di carne.

Com’era già stato il caso negli anni precedenti, nel 2013 si sono esportati soprattutto generi voluttuari e bevande, seguiti da preparati alimentari, cereali, preparazioni e latticini. I generi voluttuari esportati sono prevalentemente caffè con 2 035 milioni di franchi (2012: 1 691 mio. fr.) nonché cioccolata e generi alimentari contenenti cacao con 762 milioni di franchi (2012: 715 mio. fr.). I preparati alimentari, gli estratti di caffè, le zuppe e le salse rappresentano la quota principale delle esportazioni totali di derrate alimentari.

La bilancia commerciale secondo la categoria di prodotti registra un’eccedenza d’importazione soprattutto per i prodotti animali, compreso il pesce (–1 647 mio. fr.), e la frutta (–1 122 mio. fr.). Decisamente inferiore è invece quella registrata per le bevande (–38 mio. fr.). Nel 2013 sono state realizzate eccedenze d’esportazione per generi voluttuari, tabacchi e diversi nonché latticini.

16 1.1 Economia
3 000 2 500 2 000 1 000 1 000 1 500 1 500 500 2 000 500 0 1 796 149 1 535 3 038 1 503 344 658 314 592 666 74 1 137 1 122 1 647 642 591 15 647 5 596 411 38 5 614 512 102 1 174 763 1 878 1 841 310 500 190 33 1 218 1 185
In mio. fr.

n Grado di autoapprovvigionamento

Il grado di autoapprovvigionamento è la quota della produzione indigena rispetto al consumo all’interno del Paese. Esso si distingue tra lordo e netto. In quello netto si tiene in considerazione il fatto che una parte della produzione indigena si ottiene utilizzando alimenti importati per animali. Nel calcolo del grado di autoapprovvigionamento netto, pertanto, dalla produzione animale indigena è dedotta la quota ottenuta con alimenti importati per animali.

Andamento del grado di autoapprovvigionamento

In seguito alla revisione del bilancio alimentare, non per tutti i gruppi di generi alimentari è possibile confrontare i risultati delle derrate alimentari di origine vegetale e animale con i valori degli anni scorsi ragion per cui non è più rappresentato un andamento a lungo termine.

Nel 2013 il metodo di calcolo del bilancio alimentare ha subito una radicale revisione. Si è altresì colta l’occasione per adattare i calcoli relativi agli anni 2008–2010 applicando il nuovo metodo NMB08, che è ormai l’unico a venir utilizzato dal 2011. Nell’ambito della revisione i gruppi di derrate alimentari di origine vegetale sono stati accorpati secondo un nuovo schema. I dati sulle sostanze nutritive dei generi alimentari sono stati completamente rivisti sulla base di informazioni aggiornate e allineati alle moderne abitudini alimentari. Da ciò scaturiscono, tendenzialmente, quantità di sostanze nutritive leggermente più basse a livello di valori assoluti del bilancio alimentare (produzione indigena, importazioni, esportazioni e variazione delle scorte). Nonostante la revisione, le serie di dati relative al grado di autoapprovvigionamento lordo e a quello netto non subiscono variazioni di rilievo.

La produzione di punta dell’agricoltura svizzera è quella animale, il che spiega anche il grado di autoapprovvigionamento relativamente elevato in questo settore. Nel 2012 la quota indigena di prodotti animali ha fatto segnare, con il 100,8 per cento, quasi mezzo punto in più rispetto al 2011 (100,4 %), quella di prodotti di origine vegetale è diminuita di 2,4 punti rispetto al 2011, attestandosi al 44,9 per cento. Ciò è riconducibile al fatto che, dopo le ottime rese ottenute dai contadini svizzeri nell’ambito della produzione vegetale nel 2011, i valori sono rientrati nuovamente nella media. Nel complesso, nel 2012 il grado di autoapprovvigionamento lordo si è attestato sul 62,2 per cento, segnando un calo di un punto rispetto al 2011 (63,2 %),quello netto ha toccato il 55,2 per cento, perdendo 1,3 punti rispetto al 2011.

17 1.1 Economia Tabella 14 Pagina A13
Quota calorica in % Derrata alimentari di origine
Derrate alimentari di origine animale
vegetale
Totale lordo derrate alimentari Totale netto derrate alimentari
0 120 100 80 60 40 20 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2000 2001 2002 2003
Fonte: USC Terminologia e metodi Pagina A57

n Evoluzione degli indici dei prezzi

Tra il 2000/02 e il 2007 l’indice dei prezzi alla produzione dei prodotti agricoli ha fatto registrare un lieve calo. Dopo un aumento di breve durata nel 2008 a quota 105,3 per cento, l’indice ha subito un nuovo drastico calo negli anni successivi. Nell’anno oggetto del rapporto ha segnato un notevole incremento, attestandosi al 98,2 per cento, riavvicinandosi così al livello rilevato nel 2000.

Contrariamente all’indice dei prezzi alla produzione, nel 2013 gli altri indici sono risultati superiori a quelli del 2000/02. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per il sottogruppo «derrate alimentari e bevande alcoliche» è aumentato del 7 per cento tra il 2000/02 e il 2008, per poi ridiscendere al 101,2 per cento nel 2012. Nel 2013 ha segnato un lieve aumento, attestandosi al 102,4 per cento.

Andamento degli indici dei prezzi alla produzione, al consumo e all'importazione di derrate alimentari e alimenti per animali, nonché dell'indice dei prezzi dei mezzi di produzione agricoli

Indice dei prezzi dei mezzi di produzione agricoli Indice dei prezzi all'importazione di derrate alimentari e alimenti per animali Indice nazionale dei prezzi al consumo, sottogruppo derrate alimentari e bevande analcoliche Indice dei prezzi alla produzione, agricoltura

L’indice dei prezzi dei mezzi di produzione agricoli ha segnato un rialzo fino al 2008, toccando quota 110,6 punti. Dopo una lieve flessione al 108,0 per cento (2010), negli ultimi tre anni l’indice è risultato pressoché stabile sul 108,5 per cento (2013). L’indice può essere suddiviso in mezzi di produzione di origine agricola (sementi, alimenti per animali) e altri mezzi di produzione. Nel 2013 il primo é aumentato, il secondo ha subito una lieve flessione.

L’indice dei prezzi all’importazione di derrate alimentari e bevande è aumentato fino al 2008, raggiungendo quota 114,5 per cento, per poi diminuire nuovamente attestandosi, nel 2012, al 107,1 per cento. Nell’anno oggetto del rapporto ammontava al 107,4 per cento.

18 1.1 Economia
2000 – 02 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2012 2013 2011 70 85 80 75 95 90 105 100 110 115 120
Indice (200 0 / 0 2 =100)
Fonti: UST, USC

1.1.1.3 Uscite della Confederazione

n Uscite per agricoltura e alimentazione

Nel 2007 è stato introdotto, nella Confederazione, il Nuovo modello contabile (NMC), che tra i vari cambiamenti nella presentazione dei conti include quello relativo alle uscite secondo i settori. Queste ultime quindi non sono più confrontabili con quelle degli anni precedenti. I dati sono tuttavia stati ricalcolati applicando il nuovo metodo fino al 2004 (cfr. grafico).

Nell’anno oggetto del rapporto non si sono osservate variazioni significative per quanto riguarda le misure di politica agricola. Per agricoltura e alimentazione sono stati spesi 3 706 milioni di franchi, vale a dire 5 milioni di franchi in meno rispetto al 2012. La voce «agricoltura ed alimentazione» figura al sesto posto dopo l’assistenza sociale (21 106 mio. fr.), le finanze e le imposte (9 916 mio. fr.), i trasporti (8 224 mio. fr.), la ricerca e la formazione (6 894 mio. fr.) e la difesa nazionale (4 789 mio. fr.). Nell’anno oggetto del rapporto, le uscite globali della Confederazione sono state di 63 700 milioni di franchi superando di circa 2 miliardi la cifra relativa al 2012.

Evoluzione delle uscite della Confederazione per agricoltura e alimentazione

Valore assoluto (mio. fr.) In % delle uscite totali

Nel 2013 la quota di agricoltura e alimentazione rispetto alle uscite globali della Confederazione è stata del 5,8 per cento, scendendo per la seconda volta, dopo il 2011, al di sotto del 6 per cento.

Nel settore produzione e smercio le uscite sono aumentate di 10 milioni di franchi rispetto al 2012. Anche nella produzione vegetale si è registrato un incremento, segnatamente di 8,5 milioni di franchi, dovuto principalmente ai provvedimenti straordinari di valorizzazione del 2013, ovvero il declassamento di vini DOC e la valorizzazione delle eccedenze di concentrato di succo di pera. Sono altresì cresciute lievemente le uscite relative agli altri crediti.

19 1.1 Economia
2004 0 4 500 4 000 3 500 3 000 2 500 2 000 1 500 1 000 500 0,0 1,0 10,0 8,0 9,0 6,0 7,0 4,0 5,0 2,0 3,0 2005 2006 2007 2008 2010 2009 3 750 3 608 3 645 3 601 3 551 3 666 2011 3 663 2012 3 711 2013 3 706 3 692
In mio. fr. In %
Fonte: Conto dello Stato
Tabella 52 Pagina A56

Evoluzione delle uscite della Confederazione per agricoltura e alimentazione

Nell’anno oggetto del rapporto, per i pagamenti diretti la Confederazione ha speso 10 milioni di franchi in meno rispetto al 2012. I pagamenti diretti generali sono diminuiti di 27 milioni di franchi rispetto all’anno precedente in seguito all’applicazione di aliquote inferiori per i contributi UBGFG, al calo della superficie e alla flessione degli effettivi di animali. I pagamenti diretti ecologici hanno invece segnato un incremento di 17 milioni di franchi riconducibile alla maggiore partecipazione ai programmi e alle misure regionali (OQE, protezione delle acque, protezione delle risorse) nonché ai programmi per il benessere degli animali.

Le uscite nel settore miglioramento delle basi di produzione e misure sociali non hanno subito variazioni di rilievo rispetto all’anno precedente. Soltanto quelle per i crediti d’investimento sono diminuite, segnatamente di 3 milioni di franchi, poiché per il 2012 era stato decretato un aumento unico di 3 milioni di franchi per tale voce.

A livello delle altre spese, i fondi sono diminuiti di 2 milioni di franchi. Da un lato sono stati spesi 6 milioni di franchi in più per l’esportazione di prodotti trasformati nell’ambito della «legge su cioccolato», dall’altro gli assegni familiari nell’agricoltura hanno subito una flessione di 7 milioni di franchi e le spese per amministrazione, esecuzione e controlli sono diminuite di 1 milione di franchi rispetto all’anno precedente.

20 1.1 Economia
Ambito di spesa 2008 2009 2010 2011 2012 2013 In mio. fr. Produzione e smercio 536 471 428 441 440 450 Pagamenti diretti 2 546 2 742 2 769 2 795 2 809 2 799 Miglioramento delle basi di produzione 184 170 172 135 192 189 Altre uscite 285 308 297 293 270 268 Totale agricoltura e alimentazione 3 551 3 692 3 666 3 663 3 711 3 706 Fonti: Conto dello Stato, UFAG

1.1.2 Mercati

Benché la temperatura annua media registrata in Svizzera nel 2013 non si discosti dal valore del periodo 1981–2010, le fluttuazioni stagionali sono state considerevoli. Le condizioni invernali si sono protratte fino a fine aprile e la scarsità di giorni di sole ha toccato livelli da record tra gennaio e maggio. Di questo ha fortemente risentito la crescita delle colture. L’unico vantaggio di queste condizioni meteo è stato un livello eccezionalmente basso di infestazioni da fuoco batterico, che ha inciso positivamente sulla produzione di frutta. Non è stato più possibile recuperare il ritardo nello sviluppo vegetativo, tranne nel caso degli ortaggi. Di conseguenza il raccolto è stato posticipato di una quindicina di giorni e i risultati sono stati complessivamente poco soddisfacenti. Un’estate estremamente soleggiata ha compensato un inizio d’anno nuvoloso. A luglio si è registrata una carenza d’acqua. In generale le precipitazioni annue sono state leggermente superiori alla media. Anche a fine estate si sono rilevate temperature al di sopra della media e piogge scarse. La qualità dei raccolti è risultata, nel complesso, elevata. A metà ottobre la prima neve a bassa quota ha segnato il ritorno dell’inverno. Novembre ha fatto registrare condizioni meteo tipicamente autunnali con pioggia e forti venti da ponente. Dicembre invece si è contraddistinto per le numerose giornate di sole e le temperature miti.

Nel settore campicolo si è registrato un raccolto di patate molto scarso. Il volume totale del raccolto e la resa delle superfici hanno toccato livelli minimi. Di conseguenza l’approvvigionamento del mercato è stato assai carente. Anche in foraggicoltura si sono registrati raccolti al di sotto della media per piante proteiche, barbabietole da zucchero e alcuni semi oleosi. In orticoltura si è riusciti in qualche modo a recuperare il ritardo nello sviluppo vegetativo e le condizioni poco favorevoli di primavera, ma nonostante ciò le rese sono rimaste inferiori alla media. Questa situazione ha spinto i prezzi al rialzo. Le rese in vitivinicoltura sono scese a livelli minimi da record facendo registrare la vendemmia più scarsa dal 1980. Oltre che da un clima freddo e umido primaverile i raccolti sono stati pregiudicati anche dalla grandine. L’impatto è stato minore sulla frutticoltura: il raccolto di frutta a granelli ha segnato soltanto il 10 per cento in meno rispetto alla media del quadriennio precedente, quello di bacche, invece, ha raggiunto un volume soddisfacente.

21 1.1 Economia

La situazione sul mercato dei suini è migliorata anche grazie alla disciplina dei produttori. La produzione di carne di maiale è diminuita del 3 per cento e il prezzo alla produzione è salito del 30 per cento. La produzione indigena di carne di pollame e uova è in crescita da anni. La quota indigena di carne di pollame e quella di uova e prodotti a base di uova hanno raggiunto entrambe il 55 per cento. Il calo della produzione di latte segnato nel primo semestre a causa degli scarsi ricavi ha determinato, in estate, un aumento dei prezzi alla produzione del latte del segmento A con conseguente maggiore produzione. Nonostante la crescita della produzione casearia, la bilancia commerciale del formaggio tra Svizzera e UE per la prima volta ha fatto registrare un deficit di 856 tonnellate a scapito delle esportazioni svizzere.

Composizione del settore agricolo – 2013

Attività accessorie non agricole 4 %

Prestazioni di servizio nell'agricoltura 7 %

Altri prodotti vegetali 2 %

Vino 4 %

Frutta 5 %

Orticoltura 13 %

Piante foraggere 9 %

Patate, barbabietole da zucchero 3 %

Cereali 3 %

Totale 10,2 mia. fr.

Latte 22 %

Bovini 12 %

Suini 10 %

Pollame, uova 5 %

Altri prodotti animali 1 %

Fonte: UST

Nell’anno oggetto del rapporto la produzione vegetale ha rappresentato il 39,1 per cento del valore totale della produzione dell’agricoltura svizzera. Rispetto all’anno precedente si è registrato un calo del 3,6 per cento. Il 50 per cento del valore della produzione dell’agricoltura, vale a dire 3,2 per cento in più rispetto al 2012, è riconducibile alla produzione animale. La quota della produzione, costituita da prestazioni di servizio nell’agricoltura (lavori specializzati nella campicoltura o nella detenzione di animali) e da attività accessorie non agricole, è aumentata lievemente rispetto all’anno precedente, toccando il 10,9 per cento del valore della produzione totale. Nel 2013 il valore della produzione dell’intero settore è stato di 10,2 miliardi di franchi, facendo segnare un incremento del 2,1 per cento rispetto al 2012.

22 1.1 Economia
Tabella 15 Pagina A14

1.1.2.1 Latte e latticini

Nel corso dell’anno oggetto del rapporto lo smercio di latticini all’estero è aumentato solo lentamente a causa del franco forte. Nonostante questa situazione impegnativa dal profilo della competitività, rispetto all’anno precedente le esportazioni di formaggio a pasta dura sono aumentate di 842 tonnellate, attestandosi a un valore medio di 9.52 franchi al chilogrammo, il che corrisponde a un incremento di 22 centesimi al chilogrammo. Il prezzo alla produzione del latte è aumentato rispetto all’anno precedente a causa della scarsa produzione di latte.

n Produzione: squilibri nelle forniture di latte

Nel 2013 la produzione totale di latte ha toccato quota 4,03 milioni di tonnellate, delle quali 632 000 circa sono state destinate a uso privato o al foraggiamento degli animali nella propria azienda. Le forniture di latte, incluse quelle della zona franca attorno a Ginevra (63 t al giorno) e del Principato del Liechtenstein, hanno registrato un calo dell’1,2 per cento attestandosi a 3,43 milioni di tonnellate. Il calo della produzione osservato nella seconda metà del 2012, di circa il 3,3 per cento, si è protratto fino a giugno 2013. Nel primo semestre 2013 è stato commercializzato ogni mese il 4,7 per cento in meno di latte rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Siccome l’organizzazione di categoria IP Latte da giugno 2013 ha aumentato il prezzo indicativo del latte nel segmento A di 3 centesimi a 69 centesimi, la produzione di latte è aumentata in media del 2,7 per cento al mese. Il netto aumento del prezzo del latte del secondo semestre 2013 potrebbe aver contribuito sostanzialmente all’aumento della produzione, poiché è stato somministrato agli animali meno latte e più foraggio concentrato. A dicembre il prezzo alla produzione medio ha toccato i 69.30 centesimi al chilogrammo rispetto ai 61 centesimi al chilogrammi del primo trimestre. La produzione di formaggio aumenta dello 0,3 per cento; il volume di produzione del latte di consumo subisce un lieve calo (–0,7 %), mentre quello del burro diminuisce in maniera più massiccia (–8,2 %).

2000 /02 2006 2007 2008 2009 2011 2012 2013 2010
In mio. t Fonte:
3,0 3,1 3,2 3,3 3,4 3,5 23 1.1 Economia
Evoluzione delle forniture di latte (incl. zona franca attorno a Ginevra e latte dal Principato del Liechtenstein)
TSM

n Valorizzazione: aumento della produzione di formaggio fresco e a pasta semidura

Nella fabbricazione dei vari latticini si utilizzano percentuali diverse delle componenti del latte. Nella caseificazione, ad esempio, a seconda della categoria di grasso del formaggio prodotto si aggiunge o si toglie grasso del latte. Per tale motivo, la valorizzazione del latte commercializzato è espressa in equivalenti del latte (EL). Un EL corrisponde a 73 grammi di proteine e grasso, ovvero a un chilogrammo di latte di qualità media contenente 33 grammi di proteine e 40 grammi di grasso. L’EL funge dunque da unità di misura per il calcolo della quantità di latte trasformato in latticini. Circa il 43 per cento degli EL è tuttora destinato alla produzione di formaggio e ricotta (quark), che resta pertanto il tipo di valorizzazione preminente. Rispetto all’anno precedente si osserva il forte calo, superiore alla media, registrato nella trasformazione di latte in latticini a lunga conservazione e burro. Per i latticini a lunga conservazione la flessione è stata di ben 40 000 tonnellate (–11,0 %), per il burro di quasi 49 000 tonnellate (–8,3 %) EL.

Valorizzazione del latte in base agli equivalenti del latte 2013

Burro 15,7 %

Latticini a lunga conservazione (latte condensato, latte in polvere, panna in polvere, ecc.) 9,5 %

Altri prodotti a base di formaggio fresco (gelato, bevande a base di latte, dessert, ecc.) 3,1 %

Yogurt 3,3 %

Panna di consumo 8,4 %

Altra valorizzazione (p.es. proteine in polvere ad alta percentuale), differenze di peso 4,7 %

Formaggio 42,7 %

Quark 0,7 %

Latte di consumo 11,9 %

Fonte: TSM

La produzione di formaggio aumenta di 1 525 tonnellate rispetto al 2012, attestandosi a 182 705 tonnellate. Il formaggio a pasta dura rappresenta tuttora, con un totale di 68 260 tonnellate, la variante con la quota maggioritaria, anche se la sua produzione è diminuita di 1 132 tonnellate. Ciò è riconducibile al calo di produzione di Emmentaler DOP di 3 029 tonnellate (–12 %), mentre per il formaggio industriale Switzerland Swiss si registra un aumento di 1 300 tonnellate a 5 820 tonnellate. È positiva anche la crescita, che perdura da vari anni, della produzione di formaggio a pasta semidura pari all’1,5 per cento (+900 t) rispetto al 2012 e al 10,9 per cento (+6 047 t) rispetto al 2008. Per il formaggio fresco la produzione, rispetto al 2012, è aumentata di 1 671 tonnellate, mentre per il formaggio a pasta molle non vi sono variazioni. In testa alla graduatoria delle varietà di formaggio con i volumi di produzione maggiori vi sono il Gruyère DOP e l’Emmentaler DOP, con una produzione, nel 2013, rispettivamente di 29 350 e 23 150 tonnellate. Al terzo posto segue la mozzarella con una produzione annua di 21 650 tonnellate circa.

Rispetto all’anno precedente, la produzione di latte in polvere e di latte condensato è diminuita di 7 974 tonnellate, ovvero del 14,2 per cento; tale flessione è riconducibile alla minore produzione di latte scremato in polvere. La produzione di burro e di grasso di burro ha segnato un calo di 3 733 tonnellate (–7,4 %) attestandosi a 47 000 tonnellate. La produzione di bevande a base di latte è aumentata di circa 5 600 tonnellate raggiungendo quota 73 000 tonnellate. D’altra parte la produzione di yogurt è scesa di 1 570 tonnellate a 140 000 tonnellate.

24 1.1 Economia
Totale 3 428 611 t latte

n Commercio estero: bilancia commerciale positiva per formaggio e panna

La bilancia commerciale della Svizzera per il latte e i latticini è stata negativa nell’anno oggetto del rapporto. Soltanto i quantitativi esportati di formaggio e, in quantità molto ridotta, di panna superano le rispettive importazioni. Il corso del cambio fisso potrebbe aver contribuito notevolmente a questo risultato. Nell’anno oggetto del rapporto le esportazioni di formaggio sono aumentate di 457 tonnellate attestandosi a 62 883 tonnellate. Le importazioni di formaggio sono state pari a 52 150 tonnellate, con un incremento di 1 300 tonnellate. Nel 2013 è stato esportato e importato formaggio per un valore rispettivamente di circa 570 e 378 milioni di franchi. La Svizzera, con 51 200 tonnellate, ha esportato l’1 per cento in meno di formaggio nei Paesi dell’UE rispetto al 2012. I maggiori acquirenti sono la Germania con 28 235 tonnellate e l’Italia con 11 793 tonnellate. Va tuttavia tenuto in considerazione il fatto che il formaggio, dopo l’esportazione in determinati Paesi dell’UE, viene spesso rivenduto in altri Paesi europei e le statistiche doganali non consentono di stabilire in quale Paese alla fine è stato consumato il formaggio svizzero. Come era già stato il caso l’anno precedente la quota maggiore è rappresentata dal formaggio a pasta dura con esportazioni pari a 35 800 tonnellate. I consumatori stranieri hanno prediletto l’Emmentaler DOP del quale ne sono state esportate complessivamente 16 870 tonnellate, di cui la maggior parte (8 181 t; 48 %) in Italia. Oltreoceano il più richiesto è stato il Gruyère DOP con 4 450 tonnellate esportate, di cui 3 051 tonnellate negli USA (70 %).

Nel 2013 le importazioni di formaggio, pari a 52 150 tonnellate, provenivano tutte dall’UE ad eccezione di 11 tonnellate. Le importazioni sono aumentate rispetto al 2000 di più di 21 000 tonnellate. Ancora una volta la maggior parte è stata importata dall’Italia (19 657 t; +502 t rispetto al 2012), dalla Francia (13 346 t; –433 t) e dalla Germania (12 171 t; +1 284 t). Le quote d’importazione più cospicue hanno interessato il formaggio fresco, con 19 184 tonnellate, e il formaggio a pasta molle con 9 383 tonnellate. Mentre le importazioni di formaggio a pasta dura, con 7 335 tonnellate, sono leggermente diminuite (–181 t), continua la tendenza al rialzo dal punto di vista quantitativo delle varietà di formaggio a pasta molle e semidura. Le importazioni di formaggio a pasta molle sono aumentate del 4,3 per cento (+384 t), quelle del formaggio a pasta semidura del 7,6 per cento, raggiungendo quota 8 619 tonnellate. Per quanto riguarda il formaggio fresco, il maggiore fornitore è stato l’Italia (8 663 t), mentre il 52 per cento del formaggio a pasta molle importato, ovvero 5 885 tonnellate, proveniva dalla Francia. Come negli anni precedenti, le importazioni di formaggio fuso (formaggio convenience destinato, come prodotto semilavorato, all’industria alimentare di trasformazione), hanno subito un lieve aumento segnatamente di 149 tonnellate, attestandosi a 3 874 tonnellate.

Nel 2013 il fabbisogno di burro è stato ampiamente coperto dalla produzione indigena. A causa prevalentemente del calo delle forniture di latte, nel primo semestre la produzione di burro è diminuita di 4 000 tonnellate, attestandosi a 46 631 tonnellate. Nel 2013 le importazioni di burro ammontavano a 640 tonnellate.

25 1.1 Economia
caseario Svizzera – UE In t Importazioni CH dall'UE Esportazioni CH verso l'UE Fonte: DGD 0 55 000 50 000 45 000 40 000 35 000 25 000 30 000 20 000 15 000 10 000 5 000 2001 2003 2005 2007 2009 2011 2013 3 1 200 4 3 253 3 2 009 4 0 208 3 1 878 4 2 465 3 7 319 4 4 054 4 4 096 4 7 998 4 8 885 5 0 053 5 2 077 5 1 221
Commercio

n Consumo: stabilità

Da diversi anni si segnalano soltanto lievi variazioni nel consumo pro capite di latte e latticini. Con 21,0 chilogrammi pro capite, il consumo di formaggio segna un aumento di 150 grammi rispetto all’anno precedente. Anche il consumo pro capite di bevande a base di yogurt aumenta, segnatamente di 0,6 chilogrammi, attestandosi a 8,9 chilogrammi, mentre per il latte di consumo e il latte da bere è stato registrato un consumo inferiore, ovvero 65 chilogrammi pro capite (–1,0 kg).

n Aumento dei prezzi alla produzione

Il prezzo alla produzione medio del latte nel secondo semestre aumenta del 7,5 per cento a causa delle minori forniture e delle maggiori possibilità di esportazione di latticini rispetto all’anno precedente. Nel 2013 il prezzo alla produzione medio si è attestato a 64,96 centesimi il chilogrammo, segnando un incremento di 4,5 centesimi rispetto al 2012.

L’economia lattiera svizzera è fortemente connessa ai mercati esteri soprattutto perché il commercio di formaggio è totalmente liberalizzato nell’UE. Il prezzo medio del latte è pertanto influenzato dall’andamento internazionale dei prezzi e soprattutto dalla situazione dello smercio nell’UE. Lo scarto con l’UE ammonta, mediamente, a 19 centesimi al chilogrammo, vale a dire circa 1 centesimo al chilogrammo in meno rispetto all’anno precedente e circa 6 centesimi al chilogrammo in meno rispetto al 2009. Nel 2013 le condizioni ottimali hanno avuto ripercussioni solo limitate sui prezzi alla produzione poiché i quantitativi esportati, conseguentemente al franco forte, hanno dovuto venir venduti a un valore medio della merce piuttosto basso.

26 1.1 Economia
In ct. / kg
Confronti dei prezzi al consumo Svizzera / internazionale 2012 – primavera 2014
0.00 25.00 50.00 75.00 Mag 13 Lug 13 Set 13 Nov 13 Gen 14 Mar 14 Mar 13 Mag 12 Lug 12 Set 12 Nov 12 Gen 13 Mar 12 Gen 12 CH UE Nuova Zelanda USA
Fonti: UFAG, www.milkprices.nl

n I prezzi al consumo seguono il prezzo alla produzione

Nel 2013 sono aumentati i prezzi medi al consumo del latte di consumo e della maggior parte dei latticini. Solo per quanto riguarda il formaggio fresco, a pasta molle e da fondere si è osservato un calo dell’indice dei prezzi rispetto all’anno precedente. Ad eccezione della mozzarella e del Gruyère DOP, i prezzi al consumo in media sono superiori rispetto al 2012. Un chilogrammo di Emmentaler surchoix nei negozi costa 16.72 franchi (+0.36 fr./kg), Le Gruyère surchoix 19.06 franchi (–0.02 fr./kg) e il Tilsiter surchoix 15.14 franchi (+0.53 fr./kg).

L’aumento della produzione di burro determina un lieve rialzo dei prezzi al consumo. Il prezzo per «Il Burro» (burro da cucina) è stato di 3.05 franchi per 250 grammi (+5 ct.). I prezzi dello yogurt, in calo da anni, si sono attestati a 0.57 franchi (–4 ct.) per vasetto da 180 grammi rispetto a 0.69 franchi nella media negli anni 2000/02 (–12,5 %).

Indice dei prezzi al consumo di latte e latticini Indice (dic. 2010 = 100) Fonte: UST 85 115 110 105 100 95 90 2000 / 02 2005 2010 2011 2013 2012 Panna Latte Formaggio Altri latticini Burro 27 1.1 Economia

1.1.2.2 Animali e prodotti di origine animale

Il 2013, per i detentori di animali da reddito, Dal profilo economico il 2013 resterà maggiormente impresso nella memoria dei detentori di animali da reddito rispetto all’anno precedente. I prezzi alla produzione della carne suina sono aumentati in media del 30 per cento rispetto al 2012. Quelli della carne di vacca e di agnello hanno registrato un incremento di alcuni punti percentuali mentre le fluttuazioni di prezzo della carne di manzo e di vitello sono state irrilevanti rispetto al 2012. La produzione di carne è risultata inferiore a quella del 2012 di 6 500 tonnellate. Le esportazioni di carne e di prodotti carnei hanno registrato un calo di 1 616 tonnellate (–18 %) rispetto all’anno precedente. In termini di valore le esportazioni sono diminuite di 10 milioni attestandosi a 69 milioni di franchi. La produzione di carne di pollame è aumentata ulteriormente raggiungendo quota 51 000 tonnellate. Contrariamente all’anno precedente, è stata consumata più carne di manzo che di pollame. Considerando tutti i tipi di carne, circa l’80 per cento di quella consumata era di produzione svizzera.

n Produzione: effettivo di pollame costantemente in aumento

Nell’anno oggetto del rapporto i contadini hanno detenuto circa 1,56 milioni di capi di bovini. Ciò corrisponde a un calo dello 0,5 per cento rispetto all’anno precedente. Come l’effettivo totale di bestiame bovino, è diminuito anche quello delle vacche da latte e madri che registra un calo di 2 153 capi, attestandosi a 703 489 unità (–0,3 %). L’anno scorso l’effettivo di suini ha registrato una flessione di circa 30 000 capi a causa della perdurante difficile situazione; quest’anno si è osservata una diminuzione di quasi 60 000 capi (–4 %). Nell’anno oggetto del rapporto sono stati allevati 1,48 milioni di suini in 7 300 aziende. Il numero di allevatori di suini si è praticamente dimezzato rispetto al 2000. Grazie alla buona congiuntura per uova e carne di pollame, nell’anno oggetto del rapporto l’effettivo totale di pollame ha toccato per la prima volta la soglia dei 10 milioni, segnando una crescita dell’1,3 per cento rispetto all’anno precedente.

28 1.1 Economia

La produzione di tutti i tipi di carne è diminuita rispetto all’anno precedente dell’1,5 per cento attestandosi a 6 497 tonnellate di peso alla macellazione. Mentre la produzione di carne di manzo è scesa di 431 tonnellate fissandosi a poco meno di 112 000 tonnellate, quella di carne suina è diminuita di 7 225 tonnellate a 235 500 tonnellate. A questa evoluzione potrebbe aver contribuito in primo luogo l’eccessiva offerta di carne suina negli anni scorsi correlata al cosiddetto ciclo dei suini. Per la carne di manzo la quota indigena di carne pronta alla vendita è diminuita del 4,2 per cento attestandosi all’80,2 per cento dopo un incremento dell’1 per cento registrato nel 2012. A causa della minore produzione indigena di carne di manzo e del maggiore consumo pro capite il volume d’importazione è aumentato superando i valori medi. Per la carne di suino la quota indigena è diminuita del 3,4 per cento attestandosi a 93,5 per cento. La domanda di carne di pollame in costante crescita ha determinato un nuovo aumento di oltre il 5 per cento della produzione indigena, che ha superato le 51 000 tonnellate di peso alla vendita. Con il 54,4 per cento la quota della produzione indigena rispetto al consumo raggiunge un livello da primato. Al contrario la produzione di carne di agnello ha registrato un ulteriore calo del 3 per cento rispetto all’anno precedente (5 000 t), attestandosi a 4 800 tonnellate. La produzione di carne di vitello, con 31 000 tonnellate (–900 t) ha subito un’ulteriore flessione.

Nel 2013 la produzione di uova è aumentata di ben il 6 per cento attestandosi a 812 milioni di pezzi. Le vendite di uova indigene sono risultate soddisfacenti e hanno comportato un aumento dei prezzi alla produzione rispetto all’anno precedente. Il prezzo delle uova da allevamento all’aperto estensivo ammonta a 23,8 ct./uovo, quello delle uova da allevamento al suolo a 22,3 ct./uovo. Mentre le importazioni di uova di consumo sono aumentate rispetto al 2012 di poco meno di 12 milioni di pezzi, il volume di uova di trasformazione in prodotti di uova importate ha registrato un calo della stessa portata (–5 %). La quota di uova svizzere sulle vendite di uova di consumo si attesta al 75 per cento. Se nella statistica dei consumi si considerano anche i prodotti a base di uova, le galline ovaiole indigene hanno prodotto il 55 per cento delle uova e dei prodotti a base di uova consumati.

n Commercio estero: la carne secca di manzo è il prodotto più esportato

Nell’anno oggetto del rapporto le esportazioni di carne e prodotti carnei si attestano a 7 164 tonnellate, registrando un calo di 1 616 tonnellate (–18 %) rispetto al 2012. Tale flessione potrebbe essere riconducibile alla soppressione delle iniziative mirate di esportazione, che nell’anno precedente erano state sostenute mediante i mezzi previsti per il sostegno dello smercio, con conseguente crollo eccezionale nelle esportazioni di carne suina (–1 893 t). Il nuovo aumento delle esportazioni di carne di pollame di 384 tonnellate è riuscito, tuttavia, a mitigare il bilancio negativo. I dati contengono anche le quantità di carne e prodotti carnei esportate nel quadro del traffico di perfezionamento, per un ammontare di 1 338 tonnellate. I maggiori acquirenti restano i Paesi dell’UE. Come sempre, con circa 1 682 tonnellate, il prodotto più venduto è stato la carne secca di manzo verso Francia (1 223 t) e Germania (442 t). Le esportazioni di insaccati sono aumentate di 39 tonnellate, attestandosi a 325 tonnellate, mentre quelle di preparazioni di carne e

29 1.1 Economia
Evoluzione della produzione di carne e uova Indice (200 0 / 02 = 100)
50 190 170 150 130 110 70 90 2009 Carne di pollame Uova in guscio Carne di manzo Carne di suino Carne ovina Carne equina 2000 / 02 2008 2010 2013 2012 2011
Fonti: Proviande / Aviforum

conserve sono diminuite di 28 tonnellate, fissandosi a 155 tonnellate. Questi prodotti sono stati esportati prevalentemente in Germania e Francia e in minore misura in Austria. Il nostro Paese, inoltre, ha esportato 19 865 tonnellate di sottoprodotti della macellazione. Il valore commerciale delle esportazioni svizzere di carne, prodotti carnei e sottoprodotti della macellazione è stato complessivamente di 69 milioni di franchi, ovvero di 10 milioni in meno rispetto all’anno precedente.

Origine delle importazioni di carne 2013

Nel 2013, le aziende svizzere hanno importato complessivamente 128 204 tonnellate di carne, prodotti carnei e sottoprodotti della macellazione. Circa 92 000 tonnellate (72 %) provenivano dai Paesi dell’UE. Il valore commerciale è stato di 873 milioni di franchi (non sdoganato, franco frontiera). Rispetto all’anno precedente il volume ha segnato un incremento dell’8 per cento e il valore commerciale del 6 per cento. I principali fornitori sono stati: Germania con 44 000 tonnellate (34 %), Brasile con 21 000 tonnellate (16 %), Francia con 11 862 tonnellate (9 %) e Italia con 8 520 tonnellate (7 %). La carne di pollame e quella di manzo sono risultate le più importate con volumi d’importazione pari rispettivamente a 46 758 (peso alla vendita) e 23 534 tonnellate. Sono state importate anche 73 682 tonnellate (+7,5 %) di pesce e crostacei per un valore commerciale di 742 milioni di franchi (+12 %).

Per la carne bovina e suina il maggior fornitore della Svizzera resta la Germania. Quasi il 40 per cento della carne di pollame importata proviene invece dal Brasile, soprattutto come merce congelata. Oltre tre quarti della carne di agnello importata proviene dai maggiori esportatori a livello mondiale, ovvero Australia e Nuova Zelanda, mentre praticamente tutta la carne caprina importata arriva, come avviene da anni, dalla Francia. Particolarmente apprezzati rimangono gli insaccati tedeschi e soprattutto quelli italiani. Nel 2013 quelli importati dall’Italia sono diminuiti contrariamente all’anno precedente, segnatamente di 160 tonnellate, attestandosi a 3 010 tonnellate, mentre il volume delle importazioni provenienti dalla Germania è diminuito di 70 tonnellate a 1 140 tonnellate. Il valore complessivo della merce ammonta, come l’anno precedente, a 65 milioni di franchi e, solo per l’Italia, a 51 milioni di franchi, ovvero circa 17 franchi per ogni chilogrammo di insaccati. Sulle tavole elvetiche (economie domestiche e strutture di ristorazione) sono giunte preparazioni di carne e conserve provenienti da Germania, Francia e Brasile, per rispettivamente circa 3 500, 1 470 e 924 tonnellate.

Nell’anno oggetto del rapporto sono stati esportati 272 manzi e vacche rispetto ai 258 capi dell’anno precedente. 86 capi sono stati venduti in Italia. 4 156 animali della specie bovina provengono dall’estero, segnando un incremento di ben 100 capi rispetto all’anno precedente; di questi 3 044 capi, ovvero il 73 per cento, sono stati importati dalla Francia. Nel 2013 sono stati acquistati all’estero 3 870 animali della specie equina, di cui 1 850 provenivano dalla Germania e 828 dalla Francia. Il numero di animali della specie equina esportati ha registrato un calo di 50 animali, attestandosi a 1 228 capi. Per quanto riguarda ovini e caprini, le importazioni hanno registrato un calo di 32 capi, attestandosi a 555 capi, mentre le esportazioni sono aumentate di 179 capi, attestandosi a 812 capi.

30 1.1 Economia
In % Altri Paesi Australia Nuova Zelanda Brasile Irlanda Regno Unito Austria Italia Francia Germania
0 100 90 70 80 60 50 30 40 20 10
Fonte: DGD Carne di manzo Carne di suino Carne di pollame Carne ovina Carne caprina

Le importazioni di uova di consumo e di quelle destinate alla trasformazione in guscio (escl. uova da cova e uova in guscio importate nel quadro del traffico di perfezionamento) sono state pari a 29 797 tonnellate. Più della metà delle uova importate proveniva dai Paesi Bassi. Le aziende che fabbricano prodotti a base di uova hanno spezzato meccanicamente la metà delle uova importate e i prodotti così ottenuti sono stati smerciati nell’industria alimentare e nel settore della ristorazione. In Svizzera, inoltre, sono state importate 7 193 tonnellate di prodotti di uova liquidi ed essiccati nonché di albume d’uovo prevalentemente dall’UE.

n Consumo: consumo di carne in aumento

Per il consumo di carne si riconferma la crescita in atto da diversi anni. Il consumo di carne si attesta a 426 771 tonnellate, registrando un incremento di 5 700 tonnellate rispetto al 2012. Al primo posto resta, nonostante un leggero calo, il consumo di carne suina con 192 612 tonnellate (+0,5 %), seguita dalla carne di pollame (93 792 t; +1,9 %) e da quella bovina (94 447 t; +4,9 %). Anche pesce e crostacei sono molto apprezzati dai consumatori. Il volume delle importazioni aumenta rispetto all’anno precedente di 5 156 tonnellate (+7,5 %) attestandosi a 73 682 tonnellate.

Nel 2013 la buona predisposizione dei consumatori è migliorata ulteriormente a causa della buona congiuntura economica in Svizzera. Il crescente turismo degli acquisti, come conseguenza del cambio favorevole, ha tuttavia smorzato i dati sul consumo registrati a livello statistico. Nell’anno oggetto del rapporto il consumo pro capite di carne pronta alla vendita è aumentato di 260 grammi attestandosi a 51,98 chilogrammi. La carne di suino, con 23,46 chilogrammi pro capite (–80 g), resta il tipo di carne preferito, ma hanno incontrato il gradimento dei consumatori anche la carne di pollame (11,4 kg) e quella di manzo (11,5 kg). Mentre nel 2012 è stata consumata più carne di pollame che non di manzo, nel 2013 la tendenza si è invertita. Il consumo di carne di vitello è sceso a 3,02 chilogrammi pro capite (–110 g). Se, rispetto alla media degli anni 2000/02, il consumo pro capite di carne di pollame è aumentato di quasi un quarto, quello di carne di vitello e di agnello, invece, è diminuito di ben un quinto. Nell’anno oggetto del rapporto il consumo pro capite di carne equina è sceso del 16,4 per cento. Questo repentino calo, dopo il consumo stagnante degli anni precedenti, può essere una conseguenza dello scandalo della carne equina che nel 2013 ha scosso l’Europa con una grande eco nei media.

31 1.1 Economia
Evoluzione del consumo pro capite di carne e uova Indice (200 0 / 2002 = 100) Fonti: Proviande / Aviforum 75 125 120 115 110 105 100 95 85 80 90 2009 Carne di pollame Carne di manzo Uova in guscio Carne di suino Carne equina Carne di vitello Carne ovina 2000 / 02 2008 2010 2011 2012 2013

n Prezzi alla produzione

Dopo le turbolenze dell’anno precedente, nell’anno oggetto del rapporto il prezzo alla produzione dei suini si è nuovamente stabilizzato, attestandosi in media a 4.48 franchi al chilogrammo di peso alla macellazione e segnando quasi il 30 per cento (+1,03 fr.) in più rispetto al 2012. Va rilevato che in generale i prezzi medi alla produzione per il bestiame da macello sono aumentati rispetto al 2012.

Evoluzione dei prezzi alla produzione di bestiame da macello e suini

n Margini lordi sulla carne

Rispetto al 2012, nell’anno oggetto del rapporto la media annuale del margine lordo trasformazione –distribuzione è costantemente aumentata per tutte le categorie. La carne di agnello (+8 %) e quella di manzo (+6 %) sono quelle maggiormente toccate da questa evoluzione.

Evoluzione dei margini lordi trasformazione – distribuzione sulla carne

32 1.1 Economia
In fr / kg PM Fonte: Proviande 3.00 15.00 14.00 13.00 12.00 11.00 10.00 9.00 8.00 5.00 4.00 7.00 6.00 2010 Vitelli, classe commerciale T3, QM Agnelli, classe commerciale T3 Torelli, classe commerciale T3, QM Vacche, classe commerciale T3, QM Suini, QM in fattoria 2000 / 02 12.53 14.57 11.31 13.31 13.48 13.58 13.60 13.90 10.72 10.71 11.22 8.29 8.43 8.51 6.24 6.28 6.82 3.60 3.45 4.48 9.71 8.16 6.36 3.80 10.30 8.09 6.62 4.29 8.93 7.08 4.96 7.64 5.18 4.57 12.31 2008 2009 2011 2012 2013
Indice (200 0 / 2002 = 100)
75 80 90 130 125 120 115 110 95 85 100 105 2009 2010 Carne di manzo Carne di agnello Carne di vitello Carne di suino Carne fresca, prodotti
e insaccati 2000 / 02 2008 2011 2012 2013
Fonte: UFAG
carnei

1.1.2.3 Produzione vegetale e prodotti di origine vegetale

n Colture campicole

Forte aumento della coltivazione di colza nel confronto decennale

La superficie coltiva aperta e quella totale (superficie coltiva aperta più prati artificiali, coltivazioni protette di verdura, sementi [foraggicoltura]) sono in calo, così come la superficie agricola utile. Dal confronto tra i valori medi dei trienni 2000–2002 e 2011–2013 risulta che la superficie coltiva aperta è diminuita del 7 per cento e quella totale dell’1,7 per cento. Il calo sovraproporzionale della superficie coltiva aperta è riconducibile all’aumento dei prati artificiali. Aumenti si registrano per le superfici occupate da colza (+55,5 %), mais verde e da silo (+15,4 %), verdure di pieno campo (+16,5 %) e barbabietole da zucchero (+9,0 %), mentre sono diminuite quelle messe a cereali (–17,9 %) e a patate (–19,9 %). Rispetto al 2011 e al 2012, invece, nell’anno oggetto del rapporto si osserva una stabilizzazione sia per le superfici messe a cereali da foraggio sia per quelle a cereali panificabili.

33 1.1 Economia

Nell’anno oggetto del rapporto, il raccolto cerealicolo è stato caratterizzato da difficili condizioni di semina nell’autunno 2012 e nella primavera 2013, oltre che da condizioni meteorologiche perennemente freddoumide fino a giugno. Nonostante il leggero aumento delle superfici messe a cereali panificabili e da foraggio, la produzione cerealicola totale è stata di circa il 9 per cento inferiore a quella dell’anno precedente. Grazie a condizioni meteorologiche favorevoli alla maturazione e al raccolto, però, si è ottenuta una quota molto elevata di cereali panificabili atti alla molitura. In seguito a stime differenti delle quantità e qualità disponibili all’interno della categoria, l’UFAG ha concesso maggior margine di manovra all’industria alimentare per le importazioni liberando anticipatamente i quantitativi dei contingenti doganali, senza aumentare il contingente. Il periodo di commercializzazione dei cereali da foraggio indigeni è stato più breve del solito a causa dei bassi rendimenti, che nel primo semestre 2014 hanno reso necessarie notevoli importazioni integrative a copertura del fabbisogno.

Alla borsa a termine delle merci di Parigi (MATIF), determinante per l’Europa, fino a metà giugno 2013 la quotazione del frumento standard è rimasta stabile a circa 245 euro la tonnellata. Nell’imminenza del nuovo raccolto, con il passaggio al contratto di novembre la quotazione è scesa a 210 euro la tonnellata fino a metà maggio toccando, alla fine del raccolto, 180 euro la tonnellata, per poi ritornare a quota 210. Dato l’andamento dei prezzi sui mercati internazionali, all’inizio del 4° trimestre 2013, l’aliquota di dazio del contingente per i cereali panificabili è stata aumentata da 13.90 a 18.00 franchi il quintale. Nell’anno oggetto del rapporto, delle 70 000 tonnellate del contingente doganale di cereali panificabili ne sono rimaste solo 4,5.

34 1.1 Economia
della superficie coltiva In 1 000 ha Altra superficie coltiva Ortaggi da pieno campo Patate Barbabietole da zucchero Colza Mais verde e da silo Prati artificiali Cereali da foraggio Cereali panificabili Fonte: USC 0 450 400 350 300 250 150 200 100 50 2000/02 2007 2008 2009 2010 2011 2012 20131
Utilizzo
1
Dati provvisori Mercato dei cereali
Evoluzione della produzione cerealicola In 1 000 t Fonte: USC 0 600 500 400 300 100 50 200 2000 / 02 2005 2006 2007 2008 2009 2012 2011 2010 Frumento panificabile Orzo Mais da granella Frumento da foraggio Triticale Avena Segale Spelta 1 Dati provvisori 20131

Mercato zuccheriero dinamico

Il consumo lordo di zucchero è dato dallo zucchero consumato allo stato puro o trasformato all’interno del Paese, esportazioni comprese. Nel calcolo non è invece considerato lo zucchero importato contenuto nei prodotti trasformati. Il consumo lordo ha raggiunto un livello da primato superando le 500 000 tonnellate, negli anni 2005 e 2006, per poi diminuire fino al 2011, anno in cui segnava 329 000 tonnellate, in seguito alle minori esportazioni di materie prime per le bevande. Nell’anno oggetto del rapporto è risalito attestandosi a 410 000 tonnellate. Se nel 2000 la produzione indigena di zucchero si aggirava attorno a 200 000 tonnellate, nel 2013 è stata raggiunta, con circa 256 000 tonnellate, una produzione di zucchero media. Nell’anno oggetto del rapporto, la produzione di zucchero indigeno è stata bassa (219 000 t), nonostante l’aumento rispetto all’anno precedente della superficie destinata alla coltivazione della barbabietola da zucchero a causa, in particolare, delle condizioni meteorologiche freddo-umide del primo semestre.

Mercato dei semi oleosi

La produzione svizzera di semi oleosi si basa su contratti quadro stipulati tra la produzione e la trasformazione (oleifici), gestiti dal «pool di produzione semi oleosi» della Federazione svizzera dei produttori di cereali (FSPC),i quali sono finanziati per due terzi dai produttori e un terzo dagli oleifici.

Nella tabella sottostante è rappresentata la situazione dei semi oleosi e dell’olio nel 2013.

1 Stime swissgranum

2 2 000 tonnellate nel settore foraggero

La produzione contrattuale è superiore a 100 000 tonnellate ma, essendo stata quella dei girasoli solo del 50 per cento di quella prevista dal contratto quadro, la produzione effettiva è stata di circa 85 000 tonnellate.

Con una quota di mercato del 30 per cento (–3 % rispetto al 2012), l’olio di girasole è tuttora l’olio alimentare maggiormente consumato in Svizzera; si tratta, tuttavia, per lo più di olio importato. Aumenta, invece, dell’1 per cento rispetto al 2012 la quota di mercato, raggiungendo quasi il 25 per cento, l’olio di colza, prodotto essenzialmente a livello locale. Con una quota di mercato inferiore all’1 per cento, la valenza dell’olio di soia è irrilevante. Per quanto concerne gli oli importati, quello di palma e d’oliva registrano quote di mercato elevate, rispettivamente del 18 e del 10 per cento (evoluzione stabile).

Mercato delle patate

La primavera umida e fredda del 2013 ha avuto un effetto negativo sulla crescita dei tuberi e ha ritardato il raccolto di circa tre settimane. Questo è stato di 363 800 tonnellate, ovvero 83 200 tonnellate in meno rispetto al 2012 (447 000 t). Le rese sono scese del 20 per cento, segnando 329,6 chilogrammi l’ara, ma le superfici sono aumentate di 164 ettari, ovvero dell’1,5 per cento (2012: 10 875 ha). Il numero di produttori ha subito un calo dell’1,3 per cento, attestandosi a 5 400 unità.

35 1.1 Economia
Contratto quadro Raccolto 1 Produzione di olio Autoapprovvigionamento In t In t In % Colza 82 000 72 510 28 954 80 Girasole 18 000 8 075 3 289 8 Soia 3 500 2 3 430 116 30

Il raccolto del 2013 è stato valorizzato come segue:

Fonte:

Dal 2012, solo i produttori titolari di un contratto di ritiro possono usufruire del fondo di valorizzazione delle eccedenze dell’organizzazione di categoria.

Gli accordi dell’OMC prevedono un accesso al mercato di 22 250 tonnellate di equivalenti di patate. Nel 2013 sono stati concessi i seguenti aumenti temporanei del contingente parziale:

– 9 000 t di patate da tavola

– 34 500 t di patate destinate alla trasformazione

– 1 500 t di patate da semina

La superficie destinata alla coltivazione biologica è aumentata di 23 ettari rispetto al 2012 e ammonta a 508 ettari, per un raccolto totale di quasi 12 000 tonnellate (2012: 13 000 t).

n Colture speciali

Raccolti esigui nell’orticoltura e nella coltivazione di frutta da tavola, raccolti scarsissimi nella viticoltura

La superficie orticola (comprese le particelle coltivate a più riprese nell’arco di un anno e le colture perenni) rilevata dalla Centrale svizzera dell’orticoltura (CSO) ha raggiunto, nell’anno oggetto del rapporto, 15 143 ettari, segnando un aumento di 265 ettari circa rispetto alla media del quadriennio precedente.

L’anno scorso la superfice dei meleti è diminuita di ulteriori 145 ettari e per il raccolto 2013 si sono registrati 3 993 ettari. La riduzione è data principalmente dal calo che ha interessato le varietà Golden Delicious (–81 ha), Maigold (–45 ha) e Idared (–16 ha), mentre per le cosiddette varietà club continua la tendenza al rialzo (+74 ha rispetto al 2012). Flessioni si registrano anche per i pereti (–23 ha), che nel 2013 disponevano di una superficie di 768 ettari. Le colture di frutta a nocciolo si ingrandiscono invece di ulteriori 26 ettari, raggiungendo 1 596 ettari. Tali aumenti interessano tutte le colture di frutta a nocciolo: ciliegie (+17 ha; 547 ha), albicocche (+7 ha; 702 ha), nonché prugne e prugnole (+2 ha; 334 ha). Sono cresciute anche tutte le superfici coltivate a bacche, segnatamente di 62 ettari, raggiungendo 843 ettari. Tale estensione è riconducibile, in particolare, alle superfici messe a fragole (+25 ha), lamponi (+25 ha) e mirtilli (+7 ha).

Nell’anno oggetto del rapporto i vigneti della Svizzera occupavano una superficie di 14 883 ettari, ovvero leggermente inferiore a quella dell’anno precedente (–37 ha). La distribuzione delle varietà è rimasta stabile con quote del 42 per cento per le uve bianche e del 58 per cento per le rosse.

Nel 2013 sono state raccolte 361 000 tonnellate di verdura (non trasformata) e 139 000 tonnellate di frutta da tavola. Rispetto alla media del quadriennio precedente, si segnala un calo di resa dell’1 per cento per la verdura e del 2 per cento per la frutta.

Nell’anno oggetto del rapporto, il volume di mercato delle varietà di verdura e frutta coltivabili in Svizzera è stato rispettivamente di 591 000 e 195 000 tonnellate. Rispetto alla media del quadriennio precedente, il volume della verdura è stato superiore del 2 per cento, quello della frutta del 3 per cento. Il grado di autoapprovvigionamento della verdura svizzera è stato pari al 61 per cento, quello della frutta al 71 per cento a causa di raccolti più esigui rispettivamente del 2 e del 4 per cento rispetto agli ultimi quattro anni.

36 1.1 Economia
Patate da tavola
t Patate destinate alla trasformazione 146 500 t Tuberi-seme di patate 21 000 t Foraggiamento con aiuti finanziari privati 9 000 t Foraggiamento normale 12 600 t
174 700
Swisspatat

Con 83,9 milioni di litri, la vendemmia del 2013 ha registrato un valore inferiore del 16,5 per cento rispetto al raccolto dell’anno precedente (–16,5 mio. l), nonché il valore più basso dal 1980, quando furono vendemmiati solo 83 milioni di litri circa. La primavera fredda e bagnata ha ritardato notevolmente la fioritura. Fortunatamente le temperature miti dell’estate e un autunno soleggiato hanno permesso di recuperare il ritardo nello sviluppo. Tuttavia, nella maggior parte delle regioni la vendemmia è cominciata con una quindicina di giorni di ritardo ed è durata fino a metà novembre. A causa delle condizioni meteorologiche gli acini sono risultati in parte decisamente più piccoli che in passato.

Raccolto di frutta da sidro superiore alla media

Con una resa di 64 064 tonnellate, nel 2013 il raccolto di mele da sidro è stato inferiore alle stime e ha registrato una flessione del 36 per cento rispetto alla media degli ultimi quattro raccolti. Con 9 780 tonnellate, è risultato inferiore alla media quadriennale anche il raccolto di pere da sidro (–46 %). Nel 2013 nel quadro del contingente doganale dell’OMC sono state importate 1,82 tonnellate di mele da sidro e 2,87 tonnellate di pere da sidro.

Il grado di autoapprovvigionamento in succo di mela commisurato al normale approvvigionamento è stato, dopo il raccolto 2013, del 112 per cento; quello di succo di pera ha registrato un valore superiore (132 %) alle quantità necessarie per il normale approvvigionamento. Una parte delle eccedenze è stata esportata, come in passato, con i mezzi propri della categoria. Nell’ambito di misure straordinarie di valorizzazione, grazie a fondi federali (2,1 mio. fr.), si sono potute smerciare ulteriori 850 tonnellate di concentrato di succo di pera, corrispondenti a circa 6 500 tonnellate di pere da sidro fresche, e ridurre le scorte (cfr. cap. 2.1.4 «Sostegno finanziario straordinario per la valorizzazione del concentrato di succo di pera»).

Importazioni: aumento per frutta e verdura, leggero calo per il vino

Nel 2013, le importazioni delle varietà di verdura e frutta fresche coltivabili in Svizzera sono state rispettivamente di 231 000 e 57 000 tonnellate. Rispetto alla media del quadriennio precedente si registra un aumento del 6 per cento per la verdura e del 7 per cento per la frutta. Le esportazioni di verdura e di frutta, pari rispettivamente a 700 e 1 600 tonnellate, non hanno raggiunto livelli significativi.

Nel 2013 il volume totale di vino importato (incl. vino dolce, specialità, mistelle, spumante e mosto d’uva) è sceso del 3 per cento attestandosi a 184,3 milioni di litri (–5,7 mio. l). Le importazioni nei limiti del contingente doganale sono calate di 157,5 milioni di litri (–5,7 mio. l; –3,5 %). Il contingente doganale totale annuo di vino bianco e rosso (escl. vini industriali, spumanti, vini dolci, mistelle e specialità) è di 170 milioni di litri e autorizza ad importare questi vini all’aliquota di dazio del contingente. Fuori contingente è possibile importare senza limitazioni, ma l’aliquota di dazio applicata è più alta.

Per quanto concerne il vino bianco, sono stati importati 1,5 milioni di litri in meno (–4 %), per un totale di 36 milioni di litri. Una tendenza alla riduzione si registra altresì per il vino rosso importato, che scende a 128,2 milioni di litri totali (–4,0 mio. l; –3,0 %). In continuo calo anche le importazioni di vino bianco e rosso in fusto che nel 2013 segnano 68 milioni di litri (–5,4 mio. l; –7,3 %), mentre restano pressoché stabili quelle in bottiglia con 96,1 milioni di litri (–0,1 mio. l; –0,1 %). Nel 2013 i vini importati provenivano soprattutto dall’Italia (68,8 mio. l; –3,6 %), seguita da Francia (41,1 mio. l; –9,5 %) e Spagna (29,4 mio. l; –15,3 %). Per la prima volta, le importazioni dal Sudafrica (10,7 mio. l; +95,6 %) sono state superiori a quelle dal Portogallo (8,7 mio. l; +5,5 %).

Leggera crescita del consumo di frutta, verdura e vino

Nel 2013 il consumo pro capite di verdura fresca è stato di 74 chilogrammi, quello di frutta da tavola di 25 chilogrammi (esclusa la frutta tropicale). I valori relativi al consumo di verdura e frutta sono risultati leggermente superiori alla media del quadriennio precedente.

37 1.1 Economia

Contrariamente alla tendenza registrata negli anni precedenti, il consumo totale di vino indigeno ed estero, compreso quello per la trasformazione e l’esportazione, quest’anno è aumentato, registrando 272,5 milioni di litri, ovvero 5,5 milioni di litri in più rispetto all’anno precedente (+2 %). Se nel 2012 il consumo di vini svizzeri si era attestato per la prima volta al di sotto della soglia dei 100 milioni di litri (97 mio. l), nel 2013 segna un’inversione di tendenza, salendo a 106,9 milioni di litri (+9,8 mio. l; +10,2 %) con crescite segnatamente del 14,9 per cento per il vino bianco (+6,9 mio. l a 53,3 mio. l) e del 5,8 per cento per quello rosso (+2,9 mio. l a 53,6 mio. l). Una parte di tale incremento (max. 3,1 mio. l) è riconducibile al provvedimento di sgravio del mercato vinicolo svizzero, con il quale si è potuta incrementare al 39,2 per cento (+2,9 %) la quota di mercato del vino indigeno.

Prezzi in aumento nel settore della frutta e verdura

Rispetto all’anno precedente, nel 2013 il prezzo di costo e quello di vendita della frutta osservata hanno registrato un aumento di 28 centesimi il chilogrammo ciascuno, segnando valori rispettivamente di 1.90 e 4.33 franchi il chilogrammo e portando la quota del prezzo di costo su quello di vendita dal 40 (2012) al 44 per cento (2013). Dopo i cali del 2011 e del 2012, nel 2013 il margine lordo sulla frutta osservata si stabilizza al livello dell’anno precedente (2.43 fr./kg).

Evoluzione dei prezzi e dei margini lordi della frutta

Frutta considerata: mele, albicocche, pere, fragole, ciliegie, pesche noci e arance

Nel 2013 sono aumentati anche i prezzi di costo e di vendita per le verdure osservate: il primo è salito di 16 centesimi il chilogrammo rispetto al 2012, raggiungendo 1.43 franchi il chilogrammo, mentre il secondo è cresciuto di 26 centesimi il chilogrammo, segnando 3.22 franchi il chilogrammo, ovvero più o meno il valore del 2010. È aumentato quindi il margine lordo sulla verdura osservata, toccando 1.79 franchi il chilogrammo (+10 ct./kg), ossia il valore medio degli anni 2000–2005. Anche per la verdura, la quota del prezzo di costo su quello di vendita è del 44 per cento.

Evoluzione dei prezzi e dei margini lordi della verdura

Verdura considerata: cavolfiori, cicoria belga, cetrioli, carote, lattuga cappuccio, pomodori e cipolle

Fonte: UFAG

38 1.1 Economia
In fr / kg
Fonte: UFAG
1.00 1.50 2.00 3.00 4.00 2.50 5.00 4.50 3.50 Ø 2000 – 05 2006 2007 2008 2009 2011 2012 2013 2010 Margine lordo Prezzo di costo Prezzo di vendita
In
fr / kg
Ø 2000 – 05 2006 2007 2008 2009 2011 2010 1.00 1.50 2.00 3.00 2.50 3.50
Prezzo di costo Prezzo di vendita 2012 2013
Margine lordo

1.1.2.4 Il canale della ristorazione in Svizzera

La catena del valore delle derrate alimentari in Svizzera è variegata. I consumatori godono di un’ampia offerta messa a disposizione prevalentemente dal commercio al dettaglio (per il consumo a casa) e dalla ristorazione (per il consumo fuori casa). Contrariamente al canale del commercio al dettaglio, scarseggiano le informazioni sul canale della ristorazione, in particolare per il livello a monte «ristorazione-commercio all’ingrosso» (fornitura e acquisto all’ingrosso). Di seguito è definito e delimitato il canale della ristorazione. Successivamente vengono mostrate strutture e sviluppi del consumo finale, del livello «ristorazione» e del livello «ristorazione-commercio all’ingrosso». Infine sono illustrati aspetti di settori selezionati (patate, verdura e formaggio) del canale della ristorazione a livello del commercio all’ingrosso.

n Definizione del canale della ristorazione

Il canale della ristorazione è costituito dagli elementi «ristorazione-commercio all’ingrosso» e «ristorazione». La ristorazione-commercio all’ingrosso comprende principalmente fornitura e acquisto all’ingrosso e si inserisce nella catena del valore come settore a monte della ristorazione (cfr. figura seguente).

39 1.1 Economia

Il canale della ristorazione come parte della catena del valore delle derrate alimentari

Fonte: UFAG

Secondo l’Ufficio federale di statistica (UST) la ristorazione-commercio all’ingrosso presenta le seguenti caratteristiche:

– comprende la rivendita di merce alla ristorazione, a singoli commercianti e, a volte, a economie domestiche private e quindi rappresenta una parte del mercato del commercio all’ingrosso delle derrate alimentari;

raggruppa merci in grandi quantità, le seleziona, classifica e distribuisce infine in quantità più piccole ai clienti, tramite la consegna ai rivenditori o l’acquisto da parte degli acquirenti.

Negli ultimi anni le delimitazioni tra il commercio all’ingrosso e gli altri livelli della catena del valore sono diventate sempre meno precise poiché alcuni commercianti al dettaglio, ma anche altre aziende, hanno investito nell’integrazione tra queste due caratteristiche. I commercianti al dettaglio di maggiori dimensioni, ad esempio, hanno integrato la ristorazione-commercio all’ingrosso per raggiungere nuovi clienti mediante un assortimento ampliato e un piano di acquisto.

Il concetto «ristorazione» viene descritto in analogia alla nomenclatura dell’UST (2008) come ramo dell’artigianato che comprende la ristorazione con pasti completi o con bevande destinati al consumo immediato. Si distingue tra ristoranti tradizionali, self service e ristoranti che vendono cibo e bevande da asporto. La ristorazione può essere rifornita direttamente dalla ristorazione-commercio all’ingrosso, dal commercio al dettaglio, dagli importatori, dai produttori o dagli addetti alla trasformazione (cfr. figura in alto).

n Struttura ed evoluzione del consumo fuori casa

Il consumo fuori casa costituisce, accanto al consumo a casa, una parte del consumo finale. In Svizzera l’evoluzione del canale della ristorazione è caratterizzata essenzialmente dal consumo fuori casa delle economie domestiche svizzere nonché dei turisti stranieri.

Nel 2011 un’economia domestica svizzera in media ha speso 1 142 franchi al mese per il consumo totale di derrate alimentari, di cui circa il 40 per cento per il consumo fuori casa (UST IBED, 2013). Mentre in altri Paesi come Germania, USA o Irlanda la quota del consumo di derrate alimentari fuori casa è aumentata, negli ultimi anni, in Svizzera è rimasta invariata (Okrent & Alston, 2011; Keelan et al., 2009; Oltersdorf, 2003).

Nel 2013 le economie domestiche hanno speso complessivamente 23 miliardi di franchi per pasti e bevande nella ristorazione, ovvero 3 miliardi di franchi in meno rispetto a tre anni prima (Gastrosuisse, 2014).

A questi si aggiunge il fatto che la domanda delle economie domestiche per quanto riguarda cibo e bevande fuori casa è più elastica rispetto a quella di derrate alimentari nel commercio al dettaglio. Come si evince dalla figura seguente, le spese delle economie domestiche per pasti e bevande nella ristorazione incidono maggiormente sul reddito rispetto alle spese per derrate alimentari e bevande nel commercio al dettaglio.

40 1.1 Economia
I
Consumo finale Produzione Ristorazione Commercio al dettaglio
Importazioni / esportazioni Trasformazione
& II Fornitura e acquisto all'ingrosso Commercio all'ingrosso

n Struttura ed evoluzione a livello della ristorazione

Nel 2012 il numero delle aziende di ristorazione è aumentato dell’1,2 per cento rispetto al 2001 attestandosi sulle 23 200 aziende circa. Caratteristica della struttura della categoria è l’elevata quota di piccole aziende (0–9 collaboratori per azienda) che, secondo la Statistica strutturale delle imprese dell’Ufficio federale di statistica (2012), negli ultimi dieci anni non ha subito variazioni di rilievo. Tuttavia si constata uno spostamento delle quote di cifra d’affari dalle piccole alle grandi aziende. Nel 2009 il 9 per cento di tutte le aziende di ristorazione ha realizzato il 70 per cento della cifra d’affari totale della categoria.

La cifra d’affari nella ristorazione indica tendenze di sviluppo simili alla domanda per il consumo fuori casa. A causa dell’effetto congiunto di altri fattori, secondo il sondaggio del Centro di ricerche congiunturali del PFZ negli ultimi tre anni il fatturato ha subito un calo.

Uno sguardo all’evoluzione dei prezzi nella ristorazione e nel commercio al dettaglio mostra che nel primo settore i prezzi sono aumentati maggiormente rispetto al commercio al dettaglio (cfr. figura seguente). Tale evoluzione può determinare, a lungo termine e considerando le cifre d’affari in calo, svantaggi nella sfida concorrenziale della ristorazione nei confronti della concorrenza estera e del commercio al dettaglio.

Evoluzione dei prezzi nella ristorazione e nel commercio al dettaglio 1983 – 2013

e bavande)

al dettaglio (derrate alimentari e bevande)

41 1.1 Economia Reddito Ø per mese ed economia domestica
In fr / mese ed economia domestica Fonte: UST 0 900 700 800 600 500 400 300 200 100 < 5 000 ≥ 5 000 – < 9 000 ≥ 9 000 – < 13 000 ≥ 13 000 Commercio al dettaglio (derrate alimentari e bevande) Ristorazione (pasti e bevande) 601 684 828 503 222 343 738 754
Consumo di derrate alimentari per classe di reddito per un'economia domestica di 2 – 3 persone – 2011
Indice (1983 = 100) Ristorazione
Paniere delle merci secondo NPC, UST 100 220 180 200 160 140 120 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 100 131 202
(pasti
Commercio
Fonte: UST, 2014

n Struttura dell’assortimento a livello di fornitura e acquisto all’ingrosso

L’assortimento di merci della fornitura e acquisto all’ingrosso è suddiviso nelle due categorie «food» e «non-food e tabacchi». Il settore «food» è composto da 13 diverse categorie (cfr. figura seguente). Nel 2013 è stato realizzato circa il 20,6 per cento della cifra d’affari totale con la categoria di prodotti carne e pesce, che presenta pertanto la principale voce. All’interno dell’assortimento carne e pesce la carne di manzo, seguita da quella di suino e di vitello, genera la quota maggiore della cifra d’affari. Al secondo e al terzo posto seguono le categorie latticini e contorni specifici serviti con carne e pesce, come ad esempio riso e pasta. Circa il 20 per cento della cifra d’affari è generato dalle bevande alcoliche ed analcoliche.

Fornitura e acquisto all'ingrosso 2013 – Quota sulla cifra d'affari di diverse categorie di prodotti 1

Carne / pesce

Latte, derivati del latte e formaggio

Riso, pasta, oli commestibili, eccetera

Bevande analcoliche

Bevande alcoliche

Dolciumi, snack, dessert

Frutta, verdura e patate

Zuppe, salse e spezie

Conserve

Salse, prodotti spalmabili e altre derrate alimentari

Prodotti da forno

Prodotti semilavorati e finiti surgelati

Uova

Non food, tabacchi

Fonte: Grossopanel AG, Stans

42 1.1 Economia
Quota sulla cifra d’affari in %
20,6 11,8 11,6 9,8 9,3 9,3 7,5 6,8 13,3 4,7 3,6 3,5 1,7 0,7
1 Comprende merce indigena ed importata, biologica e convenzionale

Gastrosuisse (2014) ha constatato che nel 2013 le spese sostenute dai consumatori fuori casa sono state destinate soprattutto a piatti a base di carne e relativi contorni (riso, pasta, ecc.). Occorre sottolineare che i piatti a base di carne sono, in proporzione, più cari rispetto ai contorni. Pertanto va prestata attenzione al ruolo del prezzo di carne e pesce nelle quote della cifra d’affari.

Anche nel settore «food» del commercio al dettaglio gli assortimenti carne e pesce nonché latticini generano la quota maggiore della cifra d’affari. Diversamente dalla fornitura e acquisto all’ingrosso, nel commercio al dettaglio la categoria frutta e verdura (merce fresca) segue al terzo posto.

n Aspetti delle singole categorie di prodotti nella fornitura e acquisto all’ingrosso

Di seguito sono illustrate singole caratteristiche di diverse categorie di prodotti della ristorazione-mercato del commercio all’ingrosso.

Patate e verdura

Il mercato delle patate da tavola della fornitura e acquisto all’ingrosso è caratterizzato da un’elevata domanda di patate al forno (baked potatoes), mentre nel commercio al dettaglio vengono vendute prevalentemente varietà resistenti alla cottura. Da notare la solidità della cifra d’affari delle patate novelle che si osserva anche nel commercio al dettaglio (cfr. figura seguente).

Fornitura e acquisto all'ingrosso 2013 – Quota sulla cifra d'affari e sul quantitativo delle patate fresche 1

Va inoltre constatato che per gli addetti alla ristorazione i prezzi d’acquisto dei prodotti, dalle patate crude al gratin pronto, raddoppiano quasi, passando da un livello di trasformazione all’altro. Quindi per il gratin, rispetto alle patate crude, il prezzo va moltiplicato per sette fino a otto volte (cfr. figura di seguito).

43 1.1 Economia
Fonte: Grossopanel AG, Stans 1 Indigene e importate; non biologiche 0 20 10 30 42,6 9,6 19,8 8,9 40 50 In % Baked Potato Farinose Resistenti alla cottura Raclette Patate novelle Altre 40,9 21,7 4,6 10,4 0,4 0,3 Cifra d'affari Quantitativo 22,0 18,7

Fornitura e acquisto all'ingrosso 2013 – Differenza di prezzo tra prodotti di patate 1 (patate crude – gratin)

1 Indigene e importate; non biologiche

2 Solo patate da tavola farinose

Fonte: Grossopanel AG, Stans

Nel mercato della verdura si trova un rapporto di prezzo simile. Il sovrapprezzo per le cipolle sbucciate, rispetto a quelle intere, ammonta a circa l’81 per cento. Per le cipolle sbucciate si pagano 1.12 franchi al chilogrammo (+49 %) in più. Le cipolle tritate costano ai ristoratori 3.52 franchi il chilogrammo e il prezzo supera quello delle cipolle intere di 2,8 volte (cfr. figura seguente, 4 barre in alto).

Per le carote il sovrapprezzo è leggermente inferiore rispetto alle patate da tavola a alle cipolle. Il prezzo delle carote dopo i primi due processi di trasformazione (lavaggio e pelatura) è maggiorato del 59 per cento. La trasformazione in bastoncini (julienne) ne rincara ulteriormente il prezzo di due terzi tant’è che il prezzo finale di 3.97 fr./kg è circa 2,6 volte superiore a quello delle carote non lavate, intere (cfr. figura seguente, 4 barre in basso).

Fornitura e acquisto all'ingrosso 2013 – Differenza di prezzo tra verdure fresche 1

44 1.1 Economia
0.00 4.00 2.00 6.00 8.00 10.00 In fr / kg Gratin Patate a fette Patate pelate Patate crude 2 8.97 4.08 2.40 1.22
1 Indigene e importate; non biologiche 0.00 2.00 1.00 3.00 4.00 5.00 In fr / kg Cipolle, intere Cipolle, intere sbucciate Cipolle, anelli Cipolle, tritate Carote, intere Carote, intere, lavate Carote, intere, sbucciate Carote, julienne 1.27 2.31 3.43 3.52 1.50 1.86 2.38 3.97
Fonti: UFAG, Osservazione del mercato; Grossopanel AG, Stans

Formaggio

Nel 2013 la quota di mercato della mozzarella è quasi raddoppiata (46 %) rispetto al quantitativo totale di formaggio venduto all’ingrosso. Seguono il formaggio da raclette e il Gruyère, che rappresentano rispettivamente il 14 e l’11 per cento. Per quanto riguarda la cifra d’affari, la quota di mercato della mozzarella, con il 33 per cento, è 13 punti percentuali al di sotto della quota di mercato quantitativa. Va notato che il prezzo di vendita della mozzarella nel commercio all’ingrosso (8.12 fr./kg nella media annuale del 2013) rispetto alle altre varietà di formaggio è a un livello decisamente più basso (cfr. figura). Le varietà di formaggio mozzarella e raclette sono molto apprezzate nel consumo fuori casa sotto forma di pizza e raclette.

Fornitura e acquisto all'ingrosso 2013 – Quota sulla cifra d'affari e sul quantitativo delle varietà di formaggio, prezzo medio in % del volume totale di vendita di formaggio

n Conclusioni

Il canale della ristorazione, oltre al commercio al dettaglio, è un canale di smercio per le derrate alimentari importante e quindi un partner essenziale dell’agricoltura. La situazione attuale del canale della ristorazione è caratterizzata da una cifra d’affari in calo e dall’incremento del livello di prezzo rispetto al commercio al dettaglio. La domanda di pasti e bevande fuori casa, che incide sul prezzo e sul reddito, reagisce in modo sensibile alle variazioni di prezzo e reddito. La situazione tende piuttosto ad acuirsi. Indirettamente ne sono interessati anche i livelli a monte come fornitura e acquisto all’ingrosso.

Per quanto riguarda gli assortimenti di merci nella fornitura e acquisto all’ingrosso i prodotti più venduti sono stati quelli più richiesti per il consumo finale. Si conferma quindi l’influsso del consumo fuori casa sulla fornitura e sull’acquisto all’ingrosso. Nel 2013 la fornitura e l’acquisto all’ingrosso ha presentato una struttura delle quote di cifra d’affari di diverse categorie di prodotti simile a quella del commercio al dettaglio. Inoltre nella fornitura e nell’acquisto all’ingrosso sono stati pagati prezzi più elevati per prodotti molto elaborati. Ma in base al prodotto vi è un sovrapprezzo più o meno elevato.

45 1.1 Economia
In % Quantitativo Cifra d'affari Prezzo medio
0 50 40 30 20 10 Emmentaler Formaggio da raclette Mozzarella Gruyère Altri 5 % 1 4 % 1 4 % 46% 3 3 % 1 1 % 1 6 % 2 3 % 3 1 % 6% 15.84 15.26 8.12 11.83 12.31
Fonte: Grossopanel AG, Stans

1.1.3 Situazione economica dell’intero settore

n Due sistemi di indicatori per la valutazione della situazione economica

Conformemente all’articolo 5 LAgr, i provvedimenti di politica agricola hanno lo scopo di permettere alle aziende gestite in maniera sostenibile e redditizia di conseguire in media su vari anni redditi comparabili a quelli della rimanente popolazione attiva della stessa regione.

La valutazione è disciplinata nell’ordinanza concernente l’analisi della sostenibilità in agricoltura (art. 3–7) e viene effettuata avvalendosi di due sistemi di indicatori. Una valutazione settoriale si basa sul conto economico dell’agricoltura (CEA) allestito dall’UST in collaborazione con il Segretariato dell’USC.

Affinché si possa descrivere nel miglior modo possibile la realtà economica di un Paese e considerare gli sviluppi degli standard internazionali, è necessario sottoporre a regolare revisione il conto nazionale. Nel 2014, la Svizzera ha introdotto, in collaborazione con i Paesi europei, il Sistema europeo dei conti nazionali e regionali (SEC 2010). Onde garantire l’equivalenza metodica si è dovuta effettuare la revisione anche del conto economico dell’agricoltura (CEA), vertente in particolare sull’integrazione di nuove fonti statistiche. Il nuovo metodo ha ripercussioni soprattutto sulla valutazione della produzione bovina e orticola, nei consumi intermedi di alimenti per animali e piante da vivaio, nonché sulle trattenute per le misure di solidarietà dei produttori. La revisione non ha avuto ripercussioni sostanziali sui dati 1985–2013 già pubblicati: gli scarti di reddito settoriale (reddito netto d’impresa) oscillano tra ±25 milioni di franchi, ovvero ±1 per cento, e resta invariata anche la dinamica annuale. Tutte le cifre qui indicate si fondano sul metodo rivisto.

L’apprezzamento delle singole aziende si basa sui risultati contabili dell’Analisi centralizzata dell’Istituto delle scienze della sostenibilità (ISS) di Agroscope (cfr. cap. 1.1.4).

1.1.3.1 Reddito del settore – 2013

Nel 2013 il reddito da impresa netto del settore primario è risultato pari a 2,939 miliardi di franchi, segnando una crescita di 174 milioni di franchi (+6,3 %) rispetto agli anni 2010/12 e di 189 milioni di franchi (+6,9 %) rispetto al 2012. Nel 2013 la produzione è stata superiore di 113 milioni di franchi, mentre i costi sono stati 81 milioni di franchi più bassi rispetto all’anno precedente. L’aumento della produzione nel 2013 è riconducibile ai risultati positivi della produzione animale (+417 mio. fr.), ma hanno ottenuto risultati migliori anche le prestazioni agricole (+5 mio. fr.) e le attività accessorie non agricole (+16 mio. fr.). In calo invece la produzione vegetale, con meno 325 milioni di franchi. Sul fronte dei costi, rispetto al 2012, sono diminuite in particolare le uscite per i consumi intermedi (–58 mio. fr.).

46 1.1 Economia

Risultati del conto economico dell’agricoltura in Svizzera Indicazioni ai prezzi correnti, in mio. fr.

In seguito alla revisione del conto economico di settembre 2014, sono state modificate tutte le sequenze di dati degli aggregati. 1 Dati semidefinitivi, stato 5.9.2014

2 Dati provvisori, stato 5.9.2014

3 Stima, stato 5.9.2014

4 Nella bibliografia e nel metodo Eurostat viene indicato come utile aziendale netto

Le cifre sono arrotondate per eccesso o per difetto, per cui la somma delle componenti può differire dal totale o dai saldi. Fonte: UST

Evoluzione del conto economico dell'agricoltura

Altri contributi Produzione del settore primario Uscite (consumi intermedi, imposte sulla produzione, ammortamenti, costo della manodopera, canoni d'affitto da pagare, interessi al netto degli interessi da riscuotere) Reddito da impresa netto

1 Semidefinitivo, stato 5.9.2014

2 Provvisorio, stato 5.9.2014

3 Stima, stato 5.9.2014

Fonte: UST

Tabelle 15–16

Pagine A14–A15

2000/02 2010 2011 2012 1 2013 2 2014 3 Produzione del settore primario 10 694 10 047 10 173 10 084 10 196 10 569 – Consumi intermedi 6 174 6 216 6 280 6 308 6 250 6 266 Valore aggiunto lordo ai prezzi di fabbricazione 4 520 3 831 3 894 3 776 3 946 4 304 – Ammortamenti 1 983 2 142 2 112 2 073 2 076 2 072 Valore aggiunto netto ai prezzi di fabbricazione 2 537 1 689 1 782 1 703 1 870 2 232 – Imposte sulla produzione 99 130 137 152 143 132 + Altri contributi (non vincolati alla produzione) 2 407 2 876 2 912 2 926 2 922 2 933 Reddito dei fattori 4 845 4 436 4 557 4 477 4 649 5 032 – Costo della manodopera 1 134 1 231 1 235 1 257 1 253 1 266 Risultato netto di gestione / reddito indipendente 3 711 3 205 3 322 3 220 3 396 3 767 – Canoni d’affitto da pagare 219 234 234 235 235 235 – Interessi da pagare 314 277 259 246 231 241 – Interessi da riscuotere 29 10 11 11 9 8 Reddito da impresa netto 4 3 206 2 704 2 840 2 750 2 939 3 298
0 14 000 12 000 10 000 8 000 6 000 4 000 2 000 2000 / 02 2010 2011 20121 20132 20143
Indicazioni ai prezzi correnti, in mio. fr.
47 1.1 Economia

1.1.3.2 Stima del reddito del settore – 2014

Si stima che la produzione del settore primario nel 2014 ammonti a 10,569 miliardi di franchi, con un aumento del 3,7 per cento rispetto all’anno precedente. Tale crescita è riconducibile a una maggiore produzione sia vegetale sia animale.

Per la produzione vegetale (4,200 mia. fr., ortoflorovivaismo esercitato a titolo professionale incluso) nel 2014 si stima un incremento pari al 5,3 per cento rispetto all’anno precedente.

Le rese nel settore cerealicolo saranno superiori a quelle del 2013, ma la qualità dei cereali resta moderata, poiché il tempo umido ha comportato un’eccessiva germogliazione. Si prevede che il valore del raccolto cerealicolo del 2014 sarà del 12 per cento superiore a quello dell’anno precedente.

Per le barbabietole da zucchero ci si aspetta un volume di produzione decisamente superiore a quello del 2013, ma il tenore di zucchero dovrebbe risultare inferiore alla media. La lieve crescita della superficie e l’ottima resa fanno sperare in un raccolto di colza molto più cospicuo di quello del 2013. I prezzi alla produzione potrebbero tuttavia attestarsi a un livello più basso rispetto all’anno precedente a causa della flessione dei prezzi per i semi oleosi sul mercato mondiale. Si stima pertanto un valore della produzione dei semi oleosi globalmente superiore a quello del 2013. I contributi di coltivazione per i semi oleosi e le barbabietole da zucchero quest’anno sono stati entrambi ridotti di 300 franchi e vengono contabilizzati nel valore della produzione. Secondo le stime, il valore della produzione di tutte le piante industriali dovrebbe attestarsi a un livello del 10,1 per cento circa al di sopra di quello del 2013.

La produzione di foraggio grezzo è stata globalmente buona dal profilo quantitativo, mentre il tempo umido ha inciso negativamente sulla qualità del foraggio secco. Gli elevati quantitativi si ripercuotono sui prezzi: il valore della produzione delle piante foraggere dovrebbe attestarsi a un livello dell’1,9 per cento superiore a quello dell’anno precedente.

Secondo le stime, il valore della produzione orticola segnerà un ulteriore incremento, per via da un lato dell’estensione della superficie coltiva e dall’altro delle buone rese. Rispetto all’anno precedente, il valore della produzione orticola dovrebbe pertanto crescere del 2,2 per cento circa.

Per l’ortoflorovivaismo esercitato a titolo professionale è previsto un aumento del valore della produzione dell’1,6 per cento rispetto all’anno precedente. Tale sviluppo è dovuto principalmente all’ulteriore espansione della coltivazione di alberi di Natale.

Sul fronte delle patate si delinea un ottimo raccolto a livello di quantitativi, mentre la qualità sarà solo media e i prezzi si situeranno nella fascia inferiore. La superficie coltiva è leggermente aumentata. Si stima che nel 2014 il valore della produzione dovrebbe subire una crescita dell’1,9 per cento rispetto al 2013.

Per quanto concerne la frutta fresca, nel 2014 il raccolto di mele e pere dovrebbe essere superiore alla media, con un aumento del 15 per cento per le prime e del 16 per cento per le seconde. In base alle stime, quest’anno verranno raccolte 106 000 tonnellate di mele da sidro e 13 600 tonnellate di pere da sidro. Si calcola che il valore della frutta fresca nel 2014 dovrebbe essere del 9,8 per cento più alto di quello dell’anno precedente. La rubrica «frutta» comprende la frutta fresca e in parte l’uva (per il consumo allo stato fresco e la trasformazione in vino al di fuori del settore primario). Il raccolto dovrebbe registrato un valore nettamente superiore a quello del 2013, ma inferiore alla media pluriennale. I prezzi dovrebbero rimanere allo stesso livello dell’anno scorso. Nel complesso, nel 2014 la voce «frutta» dovrebbe segnare un incremento del 13,2 per cento rispetto al 2013.

Il valore della produzione di vino dipende in parte dalle variazioni delle scorte del biennio precedente. Nel 2012 e soprattutto nel 2013 sono stati messi in cantina quantitativi inferiori rispetto al 2011. Si stima che nel 2014 il volume della produzione di vino dovrebbe risultare del 5,6 per cento al di sopra di quello rilevato nell’anno precedente.

48 1.1 Economia

Per il 2014 si prevede che la produzione animale segnerà un incremento del 3 per cento (5,249 mia. fr.). Rispetto al 2013 si registra una notevole flessione delle macellazioni di vacche, mentre la situazione rimane stabile per gli altri animali da macello. Stabilità si rileva, di base, anche a livello di prezzi. Questi ultimi sono scesi notevolmente sul mercato dei suini da macello, in seguito all’estate umida. Il valore della produzione dovrebbe essere leggermente inferiore rispetto all’anno precedente. Dovrebbe invece risultare superiore quello di agnelli e pecore, per via della situazione positiva sul rispettivo mercato. Le opportunità di smercio del pollame indigeno sono state buone: anche nel 2014 si registrano un incremento delle macellazioni e stabilità dei prezzi alla produzione. Le forniture di latte e i relativi prezzi dovrebbero segnare valori più elevati di quelli del 2013. Si prevede un lieve incremento anche per la quantità di uova. Considerata invece l’estate piovosa e avara di sole v’è da aspettarsi un raccolto di miele moderato.

Per il 2014 si prevede un aumento dello 0,3 per cento della produzione di prestazioni di servizio nell’agricoltura (688 mio. fr.) rispetto all’anno precedente. Il valore della produzione di prestazioni di servizio nell’agricoltura che comprendono, in particolare, i lavori a pagamento per terzi (p.es. semina e raccolto), è aumentato costantemente negli ultimi anni. Ciò è la dimostrazione della crescente specializzazione dei processi di produzione in atto nel settore primario.

Per il 2014 il valore delle attività accessorie non agricole non separabili (432 mio. fr.) dovrebbe aumentare dell’1,5 per cento rispetto al 2013. In questa voce rientrano attività quali la trasformazione di frutta da sidro, carne o latte in fattoria o servizi quali la manutenzione dei bordi delle strade e la cura del paesaggio, il servizio di pensione per animali (equini) e le offerte di pernottamento per i turisti («dormi nella paglia»).

Nel 2014 si stimano uscite per i consumi intermedi di 6,266 miliardi di franchi, con una crescita dello 0,3 per cento rispetto all’anno precedente. A tale risultato contribuiscono le uscite, leggermente superiori a quelle del 2013, per le sementi e il materiale vegetale, i prodotti per il trattamento delle piante e gli alimenti per animali. Si prevede invece una spesa minore per energia e lubrificanti, concimi, prestazioni veterinarie e medicamenti. Leggermente più basse dovrebbero risultare anche le uscite per la manutenzione di edifici, macchine e apparecchi.

Per quanto concerne il valore aggiunto lordo ai prezzi di fabbricazione (4,304 mia. fr.) nel 2014 è previsto un incremento del 9 per cento rispetto al 2013.

Per gli ammortamenti (2,072 mia. fr.) si stima una flessione dello 0,2 per cento rispetto all’anno precedente. Considerato che questi vengono valutati ai prezzi di acquisto (prezzi di sostituzione), l’andamento dei prezzi dei beni d’investimento riveste un ruolo importante. I prezzi per edifici ed equipaggiamenti (veicoli e macchine) sono rimasti stabili.

Nel 2014 le imposte sulla produzione (132 mio. fr.) dovrebbero subire una flessione del 7,9 per cento rispetto al 2013. Esse contemplano le altre imposte sulla produzione (imposte su veicoli, tassa sul bollo nonché tasse fondiarie) e la sottocompensazione dell’imposta sul valore aggiunto.

Gli altri contributi (2,933 mia. fr.) comprendono tutti i pagamenti diretti, gli interessi calcolati per mutui pubblici esenti da interessi (crediti d’investimento, aiuti per la conduzione aziendale) e gli altri contributi correnti erogati da Cantoni e Comuni. Non sono contemplati, invece, i contributi ai prodotti già considerati nel valore della produzione ai prezzi di fabbricazione (p.es. premi di coltivazione e supplementi per il foraggiamento senza insilati in ambito lattiero). Nel 2014 si dovrebbe verificare un lieve aumento dello 0,4 per cento rispetto all’anno precedente.

Per il 2014 si stima che il costo della manodopera ammonterà a 1,266 miliardi di franchi, segnando una crescita dell’1 per cento rispetto al 2013. Anche i costi dei salari pro capite dovrebbero salire ancora.

49 1.1 Economia

I canoni d’affitto da pagare (235 mio. fr.), stagnanti da anni, nel 2014 rimangono praticamente allo stesso livello del 2013. Per gli interessi da pagare (241 mio. fr.) si stima un valore superiore del 4,5 per cento rispetto a quello dell’anno precedente.

Il reddito da impresa netto viene stimato a 3,298 miliardi di franchi, il che equivale a un aumento di 359 milioni di franchi, ovvero del 12,2 per cento, rispetto al 2013.

50 1.1 Economia

1.1.4 Situazione economica delle singole aziende

La valutazione della situazione economica delle aziende si fonda sui risultati dell’Analisi centralizzata dell’Istituto delle scienze della sostenibilità (ISS) di Agroscope. A fornire importanti informazioni in merito non sono soltanto i diversi dati concernenti il reddito, bensì anche indicatori come, ad esempio, quello sulla stabilità finanziaria. Gli indicatori figurano dettagliatamente nelle tabelle dell’allegato.

1.1.4.1 Reddito e profitto del lavoro

n Aumento del reddito rispetto al 2012

Andamento dei redditi delle aziende agricole: media di tutte le regioni

In fr. per azienda
centralizzata 0 10 000 20 000 30 000 40 000 50 000 100 000 90 000 80 000 70 000 60 000 2000 / 02 2010 2011 Reddito extraagricolo Reddito agricolo 18 806 56 203 1.29 ULAF 2012 26 308 55 182 1.22 26 737 59 474 1.21 26 772 55 965 1.21 2013 27 127 61 386 1.21 Unità di lavoro annuale della famiglia Terminologia e metodi Pagina A57
Pagine A16–A26 51 1.1 Economia
Fonte: Agroscope ISS, Analisi
Tabelle 17–26

Nel 2013 le aziende sono cresciute del 2,2 per cento rispetto all’anno precedente (+4,2 % sul 2010/12). Indipendentemente dall’andamento dei prezzi e delle quantità, tale crescita ha comportato un incremento della prestazione lorda, dei pagamenti diretti e dei costi di terzi per azienda.

Nell’anno oggetto del rapporto la prestazione lorda è aumentata rispetto sia alla media degli anni 2010/12 (+6,1 %) sia al 2012 (+4,8 %).

La prestazione lorda derivata dalla produzione vegetale è inferiore, in media del 2,7 per cento, a quella dell’anno precedente. Tale flessione è riconducibile alle condizioni meteorologiche sfavorevoli che hanno caratterizzato la primavera 2013. A subire gli effetti negativi della primavera fredda e bagnata è stata soprattutto la produzione di foraggio grezzo. Nel settore campicolo il tempo poco clemente ha penalizzato le colture di mais da granella, cereali, barbabietole da zucchero e patate, mentre non ha inciso sulla prestazione lorda di verdure, cereali panificabili e colza.

Nell’anno oggetto del rapporto la prestazione lorda derivata dalla produzione animale è aumentata del 10 per cento rispetto all’anno precedente. Tale evoluzione è riconducibile prevalentemente all’aumento dei prezzi sul mercato lattiero e dei suini.

Rispetto al 2010/12 i pagamenti diretti hanno segnato una crescita del 5,1 per cento. L’incremento sul 2012 è pari al 2,2 per cento. All’origine di ciò vi è in primo luogo il mutamento strutturale e l’aumento delle superfici delle aziende ad esso correlato che ha comportato un incremento dei contributi di superficie del 2,4 per cento.

Nel 2013 i costi di terzi sono risultati del 5,6 per cento superiori alla media del triennio 2010/12; l’aumento rispetto all’anno precedente è stato del 3,5 per cento. L’aumento dei costi è riconducibile soprattutto alla crescita delle aziende.

Il reddito agricolo è il risultato della differenza fra prestazione lorda e costi di terzi. Remunera, da un lato, il lavoro della manodopera familiare e, dall’altro, il capitale proprio investito nell’azienda. Nel 2013 ha segnato un aumento del 7,9 per cento rispetto al valore medio degli anni 2010/12 e del 9,7 per cento rispetto a quello registrato nel 2012.

Il reddito extraagricolo è cresciuto rispetto sia alla media del triennio precedente (+2,0 %) sia al 2012 (+1,3 %).

La variazione del reddito agricolo ed extraagricolo ha determinato un incremento del reddito globale del 6,0 per cento rispetto agli anni 2010/12 e un aumento del 7,0 per cento rispetto al 2012.

Nel 2013 il reddito agricolo nella regione di pianura è aumentato del 6,7 per cento rispetto al 2010/12. Nella regione collinare e in quella di montagna l’incremento è stato ancora più significativo (risp. +10,5 e +8,6 %). Il reddito extraagricolo è aumentato nella regione di pianura e collinare (risp. +6.8 e +0,5 %), mentre è diminuito del 4,3 per cento nella regione di montagna. Il reddito globale nelle tre regioni ha subito un aumento rispettivamente del 6,7, del 7,1 e del 3,6 per cento.

52 1.1 Economia

Reddito delle aziende agricole, per regione

Nel 2013 la quota di pagamenti diretti rispetto alla prestazione lorda è stata del 18,2 per cento nella regione di pianura, del 24,0 per cento in quella collinare e del 39,2 per cento in quella di montagna, registrando un lieve calo in tutte e tre le regioni rispetto all’anno precedente.

La situazione relativa al reddito presenta differenze ragguardevoli a seconda del tipo di azienda (11 indirizzi di produzione).

Reddito delle aziende agricole secondo il tipo di azienda – 2011/13

53 1.1 Economia
Tabelle 17–20 Pagine A16–A19
Reddito per regione Unità 2000/02 2010 2011 2012 2013 2010/12–2013 % Regione di pianura Superficie agricola utile ha 20,01 22,17 22,23 22,96 23,56 4,9 Manodopera familiare ULAF 1,25 1,16 1,15 1,16 1,16 0,3 Reddito agricolo fr. 67 865 64 627 71 660 66 009 71 977 6,7 Reddito extraagricolo fr. 17 197 25 016 26 007 26 840 27 711 6,8 Reddito totale fr. 85 061 89 643 97 666 92 849 99 688 6,7 Regione collinare Superficie agricola utile ha 17,96 19,71 20,07 20,45 20,8 3,6 Manodopera familiare ULAF 1,26 1,21 1,22 1,21 1,21 –0,3 Reddito agricolo fr. 50 826 51 567 56 046 53 309 59 251 10,5 Reddito extraagricolo fr. 20 580 27 748 27 818 26 911 27 637 0,5 Reddito totale fr. 71 406 79 314 83 864 80 220 86 888 7,1 Regione di montagna Superficie agricola utile ha 18,68 20,55 20,90 21,21 21,7 3,9 Manodopera familiare ULAF 1,37 1,33 1,30 1,29 1,31 0,3 Reddito agricolo fr. 41 789 42 804 42 483 41 989 46 073 8,6 Reddito extraagricolo fr. 19 725 27 032 26 876 26 520 25 653 -4,3 Reddito totale fr. 61 514 69 837 69 359 68 509 71 726 3,6 Fonte: Agroscope ISS, Analisi centralizzata
Tipo di azienda Superficie Unità di lavoro Reddito Reddito Reddito agricola utile della famiglia agricolo extraagricolo globale ha ULAF fr. fr. fr. Media di tutte le aziende 21,79 1,21 58 942 26 878 85 820 Campicoltura 26,54 0,89 63 939 34 430 98 369 Colture speciali 14,19 1,21 75 265 23 711 98 976 Latte commerciale 22,14 1,31 56 702 23 982 80 684 Vacche madri 20,94 1,09 40 099 38 153 78 252 Altri bovini 19,03 1,20 35 069 30 206 65 275 Equini/ovini/caprini 14,25 1,18 29 875 31 838 61 712 Trasformazione 13,13 1,12 78 664 25 597 104 261 Aziende combinate, latte commerciale/campicoltura 30,57 1,24 74 277 21 299 95 576 Aziende combinate, vacche madri 26,85 1,08 59 412 35 748 95 160 Aziende combinate, trasformazione 22,59 1,28 84 203 21 002 105 204 Aziende combinate, altre 24,04 1,19 58 727 27 385 86 112 Fonte: Agroscope ISS, Analisi centralizzata Tabelle 21a–21b Pagine A20–A21

Nella media degli anni 2011/13 le aziende attive nei settori «Colture speciali», «Trasformazione» e «Aziende combinate» (trasformazione, latte commerciale/campicoltura) hanno realizzato il reddito agricolo più elevato. Queste aziende, assieme a quelle del tipo «Campicoltura» e «Aziende combinate, vacche madri», hanno ottenuto anche il reddito globale più alto. Il reddito agricolo e il reddito globale più bassi sono stati rilevati nelle aziende dei tipi «Altri bovini» e «Equini/ovini/caprini». A metà stanno le aziende specializzate del tipo «Latte commerciale» e «Vacche madri».

n Aumento del profitto del lavoro nel 2013 rispetto al 2010/12

Il profitto del lavoro conseguito dalle aziende agricole (reddito agricolo meno interessi per il capitale proprio investito nell’azienda) remunera il lavoro della manodopera familiare non salariata. Nel 2013, rispetto alla media triennale 2010/12, il profitto del lavoro per unità di lavoro della famiglia è aumentato dell’11,6 per cento. L’incremento rispetto al 2012 è stato del 7,6 per cento. La differenza rispetto al reddito agricolo, aumentato maggiormente rispetto all’anno precedente, è da ricondurre a un lieve incremento degli interessi per il capitale proprio (+0,28 %) (livello più alto degli interessi delle obbligazioni della Confederazione).

Il profitto del lavoro per unità di lavoro della famiglia ha seguito un andamento diverso a seconda della regione. Mediamente è stato decisamente più elevato nella regione di pianura che in quella di montagna. Se i profitti del lavoro per unità di lavoro della famiglia vengono classificati in ordine crescente, suddividendoli per quartili, si constata che anche i rispettivi valori medi si discostano notevolmente. Nel 2011/13, nella regione di pianura, il profitto medio del lavoro per unità di lavoro della famiglia nel primo quartile è stato pari al 16,1 per cento, quello nel quarto quartile al 208,4 per cento del valore medio di tutte le aziende della regione. Nella regione collinare la fascia di fluttuazione è stata ancora maggiore (8,7 e 206,3 %). Nella regione di montagna il profitto del lavoro nel primo quartile è stato addirittura negativo, quello del quarto quartile, invece, è stato pari al 220,3 per cento del valore medio.

Profitto del lavoro delle aziende agricole – 2011/13: per regione e quartile

Profitto del lavoro 1 in fr. per ULAF 2 Valore

1 L’interesse del capitale proprio corrisponde al tasso d’interesse medio delle obbligazioni della Confederazione: 2010: 1,65 %, 2011: 1,48 %, 2012: 0,66 %; 2013: 0,94 %.

2 Unità di lavoro annuale della famiglia: base 280 giorni di lavoro

Fonte: Agroscope ISS, Analisi centralizzata

Nel 2011/13 in tutte le regioni il quarto quartile delle aziende agricole ha superato il livello di salario lordo annuale della rimanente popolazione, segnatamente di circa 42 000 franchi (regione di pianura), 20 000 franchi (regione collinare) e 4 000 franchi (regione di montagna). Rispetto al periodo 2010/12, la situazione del quarto quartile è pertanto migliorata in tutte le regioni.

54 1.1 Economia
Valori medi mediano Regione I quartile II quartile III quartile IV quartile (0–25 %) (25–50 %) (50–75 %) (75–100 %) Regione di pianura 51 667 8 968 40 109 65 553 116 191 Regione collinare 38 657 3 687 30 407 48 545 87 845 Regione di montagna 27 703 –718 20 056 36 579 67 206
Tabelle 22–25 Pagine A22–A25

Salario comparabile 2011/13, per regione Regione

1 Valore mediano dei salari lordi annui di tutte le persone impiegate nel secondario e nel terziario.

Fonti: UST, Agroscope ISS, Analisi centralizzata

Va tenuto in considerazione che le economie domestiche agricole non dispongono soltanto del profitto del lavoro per il proprio sostentamento. Il loro reddito globale, compreso quello extraagricolo, è notevolmente maggiore del profitto del lavoro. Nel 2011/13 il reddito globale delle aziende della regione di montagna nel primo quartile è ammontato a 40 000 franchi circa. Il loro sostentamento è finanziato essenzialmente attraverso il reddito extraagricolo, pari a 37 000 franchi circa.

1.1.4.2 Altri indicatori economico-aziendali

n Stabilità finanziaria

La quota di capitale di terzi rispetto al capitale globale indica il grado d’indebitamento dell’impresa. Se questo dato viene combinato con la formazione del capitale proprio, è possibile esprimere considerazioni in merito alla sopportabilità di un debito. Dal profilo finanziario un’azienda permanentemente confrontata a una quota elevata di capitale di terzi e con una formazione del capitale proprio negativa non è in grado di sopravvivere.

Sulla base di queste considerazioni, le aziende sono state classificate in quattro gruppi con stabilità finanziaria diversa.

Classificazione delle aziende in quattro gruppi con stabilità finanziaria diversa

Aziende con …

Formazione di capitale proprio

Quota di capitale di terzi Bassa (<50 %)

… una situazione finanziaria buona positiva

… un reddito insufficiente negativa

Elevata (>50 %)

… un’autonomia finanziaria limitata

… una situazione finanziaria preoccupante

Dalla valutazione della stabilità finanziaria delle aziende 2011/13 scaturisce un quadro analogo per le tre regioni. Il 38–41 per cento delle aziende ha una situazione finanziaria buona, mentre nel 35–37 per cento dei casi essa è considerata problematica (aziende con formazione di capitale proprio negativa). Rispetto agli anni 2010/12, il triennio 2011/13 segna mediamente un lieve miglioramento nella regione di pianura e in quella di montagna e una situazione praticamente invariata nella regione collinare.

55 1.1 Economia
Salario comparabile 1 fr. per anno Regione di pianura 74 232 Regione collinare 67 855 Regione di montagna 63 170
Fonte: De Rosa

Valutazione della stabilità finanziaria 2011/13, per regione

n Formazione di capitale proprio, investimenti e quota di capitali di terzi

Rispetto al 2010/12, nel 2013 il cash flow è notevolmente aumentato (+14,7 %), mentre gli investimenti hanno segnato soltanto un lieve incremento (+3,7 %). Di conseguenza, il rapporto tra cash flow e investimenti è migliorato (+9,9 %). La formazione di capitale proprio (reddito globale meno consumo privato) è risultata decisamente superiore rispetto al periodo di riferimento (+40,7 %) grazie a un reddito globale maggiore e a un consumo privato praticamente stabile. Rispetto al triennio precedente si segnala un lieve aumento della quota di capitale di terzi (+3,0 %).

Evoluzione della formazione di capitale proprio, degli investimenti e della quota di capitale di terzi

1 Formazione di capitale proprio più gli ammortamenti più/meno variazioni delle scorte e dell’inventario vivo

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti sovvenzioni e disinvestimenti

3 Rapporto tra cash flow e investimenti

Fonte: Agroscope ISS, Analisi centralizzata

56 1.1 Economia
Quota di aziende
0 10 20 40 30 50 60 100 90 80 70 Regione di pianura Regione collinare Regione di montagna Situazione finanziaria preoccupante Reddito insufficiente Autonomia finanziaria limitata Situazione finanziaria buona 24 41 25 40 25 18 20 17 17 15 20 38
Fonte: Agroscope ISS, Analisi centralizzata
Caratteristica 2000/02 2010 2011 2012 2013 2010/12–2013 % Formazione dl capitale proprio fr. 11 787 10 069 14 098 11 619 16 789 40,7 Cash flow 1 fr. 42 203 46 677 49 527 48 562 55 329 14,7 Investimenti 2 fr. 45 376 50 148 56 837 59 454 57 549 3,7 Rapporto cash flow – investimenti 3 % 93 93 87 82 96 9,9 Quota di capitale di terzi % 41 44 44 46 46 3,0

1.2 Aspetti sociali e società

Gli aspetti sociali sono una delle tre dimensioni del concetto di sostenibilità. Nel resoconto sulle conseguenze della politica agricola, essi ricoprono dunque una posizione a se stante. Vengono passati in rassegna anche altri aspetti importanti per l’agricoltura legati alla società come la gestione dei rifiuti alimentari. Di seguito vengono presi in esame il reddito e i consumi delle economie domestiche agricole in base ai dati dell’Analisi centralizzata dei dati contabili dell’Istituto delle scienze della sostenibilità (ISS) di Agroscope, nonché i risultati dell’Inchiesta sulla salute in Svizzera con un confronto tra popolazione contadina e restante popolazione. Seguono i risultati di una valutazione speciale della rilevazione del bilancio delle economie domestiche, nonché contributi su uno studio sul dispendio orario, sui rifiuti alimentari e sulla protezione dei terreni coltivi.

57
1.2 Aspetti sociali e società

1.2.1 Reddito e consumo

Reddito e consumo sono due indicatori importanti per valutare la situazione delle famiglie contadine sul piano sociale. Nella dimensione economica della sostenibilità, l’aspetto del reddito è interessante soprattutto come indicatore per appurare la produttività delle aziende. Nella dimensione sociale l’accento è posto sulla situazione reddituale delle economie domestiche agricole. Per tale motivo nell’analisi viene preso in considerazione anche il reddito extraagricolo delle famiglie contadine, analizzando sia il reddito globale che l’evoluzione del consumo privato.

n Reddito globale e consumo privato, per regione

Nel 2011/13 il reddito globale, formato dal reddito agricolo ed extraagricolo, ha registrato valori medi compresi tra 69 900 e 96 700 franchi per economia domestica a seconda della regione: il reddito globale delle economie domestiche della regione di montagna corrispondeva al 72 per cento circa di quello delle economie domestiche della regione di pianura. Con un reddito extraagricolo medio compreso tra 26 400 e 27 500 franchi, le famiglie contadine disponevano di una fonte di reddito supplementare importante, che per le economie domestiche nella regione di pianura rappresentava il 28 per cento del reddito globale, mentre costituiva rispettivamente il 33 e il 38 per cento del reddito globale per le economie domestiche della regione collinare e per quelle della regione di montagna. Il reddito extraagricolo più alto, pari a 27 500 franchi, si registra per le economie domestiche della regione collinare.

Reddito globale e consumo privato, per azienda per regione – 2011 / 13

La formazione di capitale proprio, ossia la parte del reddito globale non consumata, varia, a seconda della regione, tra il 14 e il 18 per cento circa del reddito globale. Il consumo privato si situa al di sopra del valore del reddito agricolo: rispetto al volume del reddito globale, esso ha registrato i valori assoluti più elevati nelle economie domestiche della regione di pianura e quelli più bassi in quelle della regione di montagna.

Nel 2013, il reddito globale medio per economia domestica è stato pari a 88 500 franchi, segnando un netto incremento rispetto agli anni 2010/12 (83 500 fr.). Nello stesso periodo il consumo privato per economia domestica è leggermente aumentato segnatamente di 100 franchi, attestandosi sui 71 700 franchi.

Di seguito vengono presentati in ordine crescente i profitti del lavoro per unità di lavoro annuale della famiglia, classificandoli in quattro classi di dimensioni identiche (quartili) in modo da illustrare il reddito globale e il consumo privato per unità di consumo 1

In fr.
0 100 000 80 000 60 000 40 000 20 000 Regione di pianura Regione collinare Regione di montagna Consumo privato Reddito agricolo Reddito extraagricolo
Fonte: Agroscope ISS, Analisi centralizzata
58 1.2 Aspetti sociali e società

n Reddito globale e consumo privato, per unità di consumo

Reddito globale e consumo privato, per unità di consumo per quartile – 2011/13

I quartile II quartile III quartile IV quartile Tutte (0–25 %) (25–50 %) (50–75 %) (75–100 %) le aziende

1 Unità di consumo = membro della famiglia d’età superiore a 16 anni che partecipa al consumo annuo della famiglia

Fonte: Agroscope ISS, Analisi centralizzata

Il reddito globale per unità di consumo delle economie domestiche del primo quartile ha raggiunto il 33 per cento di quello delle economie domestiche del quarto quartile. Per quanto concerne il consumo privato, la differenza tra il primo e il quarto quartile è decisamente più contenuta: il consumo privato delle economie domestiche del primo quartile è stato pari al 64 per cento di quello delle economie domestiche del quarto quartile.

Nel 2011/13, nelle aziende del primo quartile il reddito globale per unità di consumo non copriva il consumo della famiglia. La formazione di capitale proprio era negativa. Se tali aziende continueranno ad attingere alla loro sostanza per lungo tempo, presto o tardi dovranno cessare l’attività. Negli altri quartili il consumo privato è stato inferiore al reddito globale: nelle aziende del secondo quartile rappresentava il 94 per cento del reddito globale, in quelle del terzo e del quarto quartile rispettivamente l’80 e il 66 per cento.

Rispetto al triennio 2010–12 nel 2013 il reddito globale per unità di consumo nel primo quartile è stato lievemente inferiore (–20 fr.), mentre è risultato superiore nel secondo (+1 500 fr.), nel terzo (+1 600 fr,) e nel quarto quartile (+4 400 fr.). Il consumo privato per unità di consumo, rispetto alla media degli anni 2010/12, è diminuito nel primo quartile (–500 fr.) e aumentato nel secondo, terzo e quarto quartile (risp. +1100, + 50 e + 700 fr.).

Valori
Reddito globale per UC 1 (fr.) 14 102 19 824 27 257 42 320 25 725 Consumo privato per UC (fr.) 17 843 18 651 21 885 27 823 21 476
medi
59 1.2 Aspetti sociali e società

1.2.2 Salute

Il lavoro influenza la salute, una delle principali tematiche sociali sulle quali viene effettuato un rilevamento periodico. I vantaggi e gli svantaggi per la salute dell’attività contadina vengono confrontati con la situazione della restante popolazione. La base di dati è costituita dall’inchiesta sulla salute in Svizzera.

Negli ultimi anni sono aumentate le sfide nel settore agricolo. Di seguito si analizza la probabilità che tali cambiamenti del carico professionale si siano riversati anche sullo stato di salute degli interessati. Il resoconto si limita a determinati, importanti aspetti della salute, rilevati tra il 2002 e il 2012.

n Base di dati: inchiesta sulla salute in Svizzera

L’inchiesta sulla salute in Svizzera (ISS) si svolge a cadenza quinquennale a cura dell’UST. Si rilevano dati inerenti a stato di salute, abitudini di vita, comportamenti rilevanti per la salute, prevenzione in materia sanitaria, condizioni di vita, sicurezza sociale e richiesta di prestazioni mediche. Nel 2002 il sondaggio è stato effettuato interpellando per scritto o oralmente circa 19 700 persone scelte a caso dall’elenco telefonico o dal registro dei campioni dell’UST, nel 2007 il numero degli intervistati è passato a quasi 18 800 e nel 2012 a circa 21 600. L’insieme di base dell’ISS è rappresentato dalla popolazione residente in Svizzera, di età superiore ai 15 anni, che vive in economie domestiche private.

Nell’ambito dell’ISS nel 2002, 2007 e 2012 sono stati interpellati anche rappresentanti della popolazione contadina, ovvero agricoltori e contadine, di età inferiore ai 65 anni, con formazione in ambito agricolo i primi e in economia domestica rurale le seconde che rispettivamente esercitano l’attività lucrativa e collaborano nell’azienda familiare.

Per garantire la comparabilità con la rimanente popolazione, dal restante campione sono state scelte a caso persone di confronto per ogni agricoltore e per ogni contadina. Nelle precedenti pubblicazioni per ogni agricoltore e ogni contadina vi erano due persone di confronto, mentre nell’ambito di questa valutazione speciale nel 2002, 2007 e 2012 le persone di confronto, ovvero individui della stessa età, dello stesso sesso e abitanti nella medesima regione (tenendo conto dell’agglomerato, delle dimensioni e della struttura economica) erano almeno 20 per ognuno. I risultati riportati di seguito scaturiscono da un’analisi di questi gruppi.

60 1.2 Aspetti sociali e società
ISS 2002 ISS 2007 ISS 2012 Numero Agricoltori 177 194 217 Contadine 55 65 134 Età Agricoltori 47 43 43 Contadine 44 46 42

n Stato di salute generale e fattori di rischio

Studi scientifici mostrano che le persone sono generalmente in grado di valutare in modo realistico il loro stato di salute generale. In base ai dati raccolti sullo stato di salute autopercepito (domanda nel 2012: come definirebbe il suo stato di salute generale?) si possono pertanto ricavare dichiarazioni attendibili da applicare alla popolazione. Nel presente resoconto vengono inoltre presentati i due fattori di rischio per la salute «Body Mass Index» e «fumo».

Valutazione del proprio stato di salute

Nel 2012, la quota di agricoltori che giudicava il proprio stato di salute «nella media», «cattivo» o «molto cattivo» era leggermente superiore a quella degli uomini del gruppo di confronto. Per le contadine era invece il contrario: hanno valutato il proprio stato di salute meglio delle altre donne e i loro valori erano addirittura i migliori dei quattro gruppi di confronto.

I risultati dell’indagine non sono più comparabili sul lungo termine, in seguito ad alcune modifiche apportate al questionario in italiano e in francese.

In sovrappeso (25 ≤ BMI < 30)

In forte sovrappeso (30 ≤ BMI)

L’indice di massa corporea, il cosiddetto Body Mass Index (BMI), è dato dal peso (in kg) diviso per il quadrato dell’altezza (in m2). Un risultato ≥ 25 indica una persona in sovrappeso, uno ≥ 30 una in forte sovrappeso od obesa. Le persone che rientrano in queste categorie sono maggiormente esposte al rischio di contrarre malattie cardiovascolari. Dalle valutazioni è emerso che, nel 2012, tutti e quattro i gruppi presentavano una quota del 10 per cento di persone in forte sovrappeso, segnatamente con un valore un poco superiore per gli uomini e leggermente inferiore per le donne. In generale, gli uomini sono più spesso in sovrappeso rispetto alle donne.

61 1.2 Aspetti sociali e società
In %
0 30 20 10
Fonte: UST Agricoltori Gruppo di confronto maschile
2012 2012 2012 2012 Nella media Molto cattivo o cattivo
Contadine Gruppo di confronto femminile
Body Mass Index In % Fonte: UST 0 70 60 50 40 30 20 10 2002 2007 2012 2002 2007 2012 2002 2007 2012 2002 2007 2012
Agricoltori Gruppo di confronto maschile Contadine Gruppo di confronto femminile

Nel periodo 2002–2012 per gli uomini (agricoltori e gruppo di confronto) si osserva un debole incremento della quota di forte sovrappeso, mentre quella dei «solo» in sovrappeso diminuisce tra gli agricoltori e resta stabile tra i restanti uomini. La quota di forte sovrappeso registra anche tra le contadine una lieve crescita, mentre quella delle «solo» in sovrappeso sale notevolmente. Nello stesso decennio, il gruppo di confronto presenta una quota di donne in sovrappeso globalmente costante.

Nel 2012, vi erano molti più fumatori nel resto della popolazione che non tra agricoltori e contadine. Nella comparazione tra i quattro gruppi, presentava la parte più cospicua, superiore a un terzo, quello degli uomini del gruppo di confronto.

Dal 2002 la quota di fumatori è rimasta costante tra gli agricoltori, ma è diminuita tra gli uomini della restante popolazione. Per le donne, rispetto a dieci anni prima si registra un calo sia tra le contadine che tra le donne del gruppo di confronto.

n Salute psichica

Il carico psichico è una componente importante della salute psichica, il cui indice è costituito dalle varianti «nervosismo», «depressione o malumore», «calma, equilibrio, tranquillità», «demoralizzazione e abbattimento», «felicità».

62 1.2 Aspetti sociali e società
Fumo In %
0 10 20 30 40 50 2002 2007 2012 2002 2007 2012 2002 2007 2012 2002 2007 2012 Fumatori / rici
Fonte: UST Agricoltori Gruppo di confronto maschile Contadine Gruppo di confronto femminile
In %
Carico psichico (nelle quattro settimane precedenti il sondaggio)
0 30 20 10 Medio Elevato 2007 2012 2007 2012 2007 2012 2007 2012
Fonte: UST Agricoltori Gruppo di confronto maschile Contadine Gruppo di confronto femminile

I dati disponibili sul carico psichico si riferiscono alle quattro settimane precedenti il sondaggio. Nel 2012, sia per gli agricoltori sia per le contadine è stato rilevato un carico psichico globale (elevato e medio) inferiore rispetto a quello dei relativi gruppi di controllo. Ne hanno risentito maggiormente le donne della restante popolazione, mentre le contadine sono quelle che hanno subito in misura minore un carico psichico «elevato».

La domanda concernente il carico psichico è stata inserita nel questionario solo nel 2007 e non è pertanto possibile effettuare comparazioni con gli anni precedenti. Tra il 2007 e il 2012 si rileva un leggero aumento della quota dell’«elevato» carico psichico tra gli agricoltori e una lieve diminuzione tra le contadine, mentre nei gruppi di confronto la situazione è invertita: tendenza alla riduzione per gli uomini, esigua crescita per le donne.

n Salute fisica

Carichi di lavoro elevati possono essere all’origine di sintomatologie fisiche e psicosomatiche. Di seguito sono riportati i dati concernenti i sintomi «mal di schiena», «mal di testa o dolori facciali», «debolezza e affaticamento», «disturbi del sonno».

Mal di schiena (nelle quattro settimane precedenti il sondaggio)

UST

Nel 2012 gli agricoltori soffrivano maggiormente di mal di schiena rispetto al gruppo di confronto maschile; lo stesso vale per le contadine, colpite da mal di schiena «forti» e «leggeri» più spesso della restante popolazione femminile. Nel confronto tra i sessi, le donne presentavano mal di schiena più frequenti.

Nel 2012, nei quattro gruppi interpellati la quota di mal di schiena «forti» è più contenuta rispetto a dieci anni prima.

63 1.2 Aspetti sociali e società
In % Fonte:
0 60 50 40 30 20 10 2002 2007 2012 2002 2007 2012 2002 2007 2012 2002 2007 2012
Leggero Forte
Agricoltori Gruppo di confronto maschile Contadine Gruppo di confronto femminile

Mal di testa o dolori facciali (nelle quattro settimane precedenti il sondaggio)

i

UST

Tra gli agricoltori si registra una frequenza di mal di testa o dolori facciali («forti» e «leggeri») più elevata che non per gli uomini del gruppo di confronto; per le contadine la tendenza è inversa: soffrono meno di mal di testa rispetto alle altre. Nel 2012, i soggetti maggiormente colpiti da forti mal di testa sono le donne del gruppo di confronto. Gli uomini ne soffrono generalmente meno del sesso opposto.

Da un confronto sul decennio 2002–2012 la quota di «forti» mal di testa diminuisce per gli uomini di entrambi i gruppi e per le donne del gruppo di confronto, mentre aumenta per le contadine.

Debolezza, affaticamento (nelle quattro settimane precedenti il sondaggio)

Fonte: UST

Per quanto concerne debolezza e affaticamento («poca/o» e «molta/o»), dalla valutazione del 2012 emerge che, generalmente, gli agricoltori ne sono colpiti meno e le contadine di più dei rispettivi gruppi di confronto. Nel complesso, tali disturbi si presentano più spesso tra le donne che non tra gli uomini e per le contadine la quota è di oltre la metà.

Rispetto a dieci anni prima, debolezza e affaticamento registrano frequenze maggiori tra agricoltori, contadine e altre donne, mentre per gli uomini del gruppo di confronto i dati sono uguali.

64 1.2 Aspetti sociali e società
In %
0 60 50 40 30 20 10 2002 2007 2012 2002 2007 2012 2002 2007 2012 2002 2007 2012 Leggero /
Forte / i
Fonte:
Agricoltori Gruppo di confronto maschile Contadine Gruppo di confronto femminile
In %
0 70 60 50 40 30 20 10 2002 2007 2012 2002 2007 2012 2002 2007 2012 2002 2007 2012 Poca / o Molta / o
Agricoltori Gruppo di confronto maschile Contadine Gruppo di confronto femminile

Nel 2012 il tasso più basso di disturbi del sonno si registra tra gli agricoltori. Di solito le donne ne soffrono maggiormente: disturbi del sonno leggeri o forti sono stati segnalati da circa un terzo delle contadine e delle donne del gruppo di confronto, con maggiore frequenza tra queste ultime.

I «forti» disturbi del sonno sono cresciuti leggermente tra gli agricoltori, le contadine e le donne del gruppo di confronto, mentre sono calati tra gli uomini del resto della popolazione.

n Abitudini rilevanti per la salute e partecipazione alla vita sociale

Alimentazione equilibrata ed esercizio fisico regolare sono abitudini che contribuiscono a migliorare la salute e il benessere, a prevenire le malattie e a facilitare il processo di guarigione. Nel presente paragrafo è rappresentata anche la partecipazione alla vita sociale, rilevata considerando il coinvolgimento in organizzazioni o associazioni.

Dal sondaggio emerge che, nel 2012, soltanto la metà circa degli agricoltori ha fatto attenzione alla propria alimentazione, mentre nel gruppo di confronto maschile tale quota sale al 60 per cento. Conformemente alla aspettative, le donne hanno dimostrato una maggiore consapevolezza alimentare: la quota di quelle che sono state attente all’alimentazione è stata dell’84 per cento tra le contadine e del 77 per cento nel gruppo di confronto.

Tra il 2002 e il 2012, tale consapevolezza è aumentata leggermente per gli agricoltori e le contadine, mentre è diminuita tra la restante popolazione.

65 1.2 Aspetti sociali e società Disturbi del sonno (nelle quattro settimane precedenti il sondaggio) In %
0 50 40 30 20 10 2002 2007 2012 2002 2007 2012 2002 2007 2012 2002 2007 2012 Leggeri Forti
Fonte: UST
Agricoltori Gruppo di confronto maschile Contadine Gruppo di confronto femminile
Consapevolezza alimentare In %
0 90 70 80 60 50 40 20 30 10 2002 2007 2012 2002 2007 2012 2002 2007 2012 2002 2007 2012 Faccio attenzione all'alimentazione
Fonte: UST Agricoltori Gruppo di confronto maschile Contadine Gruppo di confronto femminile

Nel 2012, la quota di agricoltori che risultavano inattivi durante il tempo libero è stata superiore a quella degli altri uomini, mentre per le donne si registra il contrario. Le contadine sono risultate le più attive anche nel confronto globale.

Tra il 2002 e il 2012 si nota, comunque, sia per gli uomini che per le donne, una chiara tendenza al rialzo dell’attività fisica nel tempo libero.

Attività fisica In % Fonte: UST 0 60 40 50 30 20 10 2002 2007 2012 2002 2007 2012 2002 2007 2012 2002 2007 2012 Parziale inattività Inattività
Agricoltori Gruppo di confronto maschile Contadine Gruppo di confronto femminile
66 1.2 Aspetti sociali e società

Nel 2012, i due gruppi maschili presentavano la stessa quota di persone che bevevano alcool ogni giorno. In generale, le donne consumano meno alcool degli uomini. I risultati del 2012 indicano una minore frequenza tra le contadine rispetto alle donne del gruppo di confronto.

In ogni caso, negli ultimi dieci anni la frequenza del consumo di alcolici si è ridotta per tutti e quattro i gruppi.

La situazione lavorativa e un elevato carico di lavoro possono limitare l‘integrazione sociale.

Nel 2012, gli agricoltori hanno preso parte a eventi associativi più frequentemente degli uomini della restante popolazione, lo stesso dicasi per la partecipazione delle contadine ad associazioni, rispetto a quella del gruppo di confronto, per quanto si trattasse di «organizzazioni e associazioni» sia per il tempo libero sia del settore lavorativo. La percentuale più alta si è registrata per gli agricoltori.

A causa di una modifica del questionario la comparabilità dei dati è limitata. La partecipazione a organizzazioni e associazioni nel 2012 è stata più elevata rispetto al 2002 per tutti i gruppi interpellati.

Frequenza del consumo di alcool In %
0 50 30 40 20 10 2002 2007 2012 2002 2007 2012 2002 2007 2012 2002 2007 2012
settimana
Fonte: UST
3 – 6 volte la
Giornaliero
Agricoltori Gruppo di confronto maschile Contadine Gruppo di confronto femminile
Partecipazioni ad associazioni, organizzazioni
Circa 1 volta al mese 1 o più volte la settimana In % 0 80 60 50 70 40 30 20 10 2002 2007 2012 2002 2007 2012 2002 2007 2012 2002 2007 2012 Agricoltori Gruppo di confronto maschile Contadine Gruppo di confronto femminile
Fonte: UST
67 1.2 Aspetti sociali e società

n Richiesta di prestazioni mediche e consumo di farmaci

È diffusa l’idea che gli agricoltori e le contadine, quando non si sentono bene, ricorrano a metodi casalinghi anziché rivolgersi al medico. Per illustrare la richiesta di prestazioni mediche e il consumo di farmaci sono state considerate le visite mediche e il consumo di analgesici rispettivamente nei 12 mesi e nella settimana prima del sondaggio.

Numero di visite mediche (nei 12 mesi precedenti il sondaggio)

Agricoltori Gruppo di confronto maschile Contadine Gruppo di confronto femminile

I risultati confermano la supposizione secondo cui gli agricoltori e le contadine si recano meno frequentemente dal medico rispetto a uomini e donne della rimanente popolazione: in proporzione, sono meno quelli che vanno dal medico e, in caso di bisogno, usufruiscono di un numero minore di consultazioni. Nel 2012 sono andate più frequentemente dal medico le donne del gruppo di confronto.

Per quanto concerne il numero di visite mediche, nel 2012 si registrano valori simili a quelli del 2002 per gli uomini di entrambi i gruppi, valori inferiori per le contadine e superiori per le donne della restante popolazione.

Consumo di analgesici (nella settimana precedente il sondaggio)

Nel 2012, il consumo di analgesici risulta globalmente («giornaliero» o «1 o più volte la settimana») inferiore per la popolazione contadina rispetto a quello di entrambi i gruppi di confronto. La quota più bassa si è registrata tra gli agricoltori.

In generale, il consumo di analgesici è aumentato rispetto al 2002 sia tra gli uomini sia tra le donne.

68 1.2 Aspetti sociali e società
In %
0 90 80 60 70 40 50 30 20 10
2002 2007 2012 2002 2007 2012 2002 2007 2012 2002 2007 2012
Fonte: UST
1–3 visite 4 o più visite
In %
0 30 20 10 2002 2007 2012 2002 2007 2012 2002 2007 2012 2002 2007 2012
Fonte: UST
1 o più volte la settimana Giornaliero
Agricoltori Gruppo di confronto maschile Contadine Gruppo di confronto femminile

n Conclusioni

Dall’analisi dei risultati delle ISS del 2002, del 2007 e del 2012 è emerso che le diverse dimensioni della salute evolvono in maniera differente. Nel periodo considerato si registra un notevole miglioramento della salute per le contadine e una maggiore eterogeneità per quella degli agricoltori: tra cambiamenti positivi e negativi dei singoli aspetti emerge una situazione equilibrata.

Nel 2012 gli agricoltori sono stati più attivi, hanno bevuto alcool con meno frequenza e hanno prestato maggiore attenzione alla propria alimentazione rispetto al 2002. Hanno inoltre partecipato meno spesso a eventi associativi rispetto a prima. È però aumentato, tra il 2007 e il 2012, il loro carico psichico (dati disponibili solo per questi anni). Nel 2012, gli agricoltori sono stati colpiti da debolezza e affaticamento e hanno sofferto di disturbi del sonno più frequentemente rispetto al 2002. Tra i quattro gruppi interpellati, sono inoltre quelli che hanno dato la peggiore valutazione del proprio stato di salute (dati disponibili solo per il 2012). Gli agricoltori in forte sovrappeso sono molti di più rispetto al 2002, in contropartita è rimasta pressoché invariata la quota di quelli che fumano. Nel 2012 gli agricoltori avevano anche meno dolori alla schiena e alla testa, ma sono andati dal medico all’incirca con la stessa frequenza del 2002. Rispetto agli altri gruppi interpellati hanno preso meno analgesici, ma con maggiore frequenza rispetto agli anni scorsi.

Nel 2012, le contadine sono quelle che, su tutti e quattro i gruppi interpellati, hanno dato il miglior giudizio del proprio stato di salute (dati disponibili solo per il 2012). Tuttavia, si rilevano più contadine in forte sovrappeso rispetto al 2002, il forte mal di schiena è leggermente diminuito, ma è aumentata la frequenza di mal di testa e disturbi del sonno, oltre che di debolezza e affaticamento. Globalmente, le contadine lamentano un carico psichico maggiore rispetto al 2007 (dati disponibili solo per questi anni), ma è diminuita la quota di quello «elevato». Rispetto al 2002 sono andate più sporadicamente dal medico, ma hanno preso più analgesici. Tra i dati positivi si annovera che le contadine, nel 2012, hanno prestato maggiore attenzione alla propria alimentazione, hanno fumato e bevuto alcolici più di rado, sono state fisicamente più attive e hanno preso più spesso parte a eventi associativi rispetto al passato.

69 1.2 Aspetti sociali e società

1.2.3 Indagine sul budget delle economie domestiche

Il reddito e i consumi fanno parte delle cinque tematiche sociali sulle quali viene effettuato un rilevamento periodico. I risultati in ambito agricolo vengono messi a confronto con quelli delle economie domestiche in comuni rurali, utilizzando come base di dati l’Indagine sul budget delle economie domestiche (IBED) in Svizzera (un tempo denominata Indagine sul reddito e sul consumo IRC).

1.2.3.1 Indagine sul budget delle economie domestiche come base di dati

Nel 1990 e nel 1998 l’Ufficio federale di statistica (UST) ha effettuato due rilevazioni del reddito e dei consumi su larga scala. Dal 2000 l’UST rileva i dati per l’IRC a cadenza annuale. Nel 2003 e nel 2006 si è proceduto a delle revisioni (ponderazione, contenuti, ottimizzazione del processo). Nel 2008 la denominazione è stata cambiata in Indagine sul budget delle economie domestiche (IBED). L’IBED fornisce uno spaccato su entrate e uscite delle economie domestiche private e consente di analizzare il consumo in base a diverse caratteristiche sociali e demografiche.

Le rilevazioni mensili avvengono in tre tappe:

nel quadro di un’intervista iniziale sulla disponibilità a prendere parte al sondaggio vengono rilevate informazioni generali;

per un mese ogni economia domestica, ed eventualmente ogni singolo membro della famiglia, tiene un registro nel quale sono riportate tutte le entrate e le uscite;

nel quadro di un’intervista conclusiva vengono poste domande supplementari relative all’organizzazione dell’economia domestica, all’abitazione, all’ambiente circostante, eccetera.

Nell’insieme rientra la popolazione che risiede stabilmente entro i confini svizzeri. Come riferimento per rilevare le caratteristiche dell’economia domestica viene scelta la persona che contribuisce maggiormente al reddito domestico.

Per disporre di un campione delle economie domestiche contadine sufficientemente ampio, sono stati raggruppati i dati del 2009, 2010 e 2011. Tra il 2009 e il 2011 è stato intervistato un totale di 9 734 economie domestiche, suddivise in 12 campioni mensili, scelte in maniera aleatoria dall’elenco telefonico. Di queste, 129 erano economie domestiche contadine, ovvero la persona di riferimento era un agricoltore. Per consentire il confronto tra queste economie domestiche e quelle non agricole, sono state classificate nel gruppo «Economie domestiche in comuni rurali». Queste ultime hanno, in media, dimensioni leggermente superiori a quelle contadine (3,89 persone rispetto a 3,70).

Data l’esigua portata dei campioni delle economie domestiche contadine analizzate non è possibile entrare nei dettagli, poiché alcuni dati non sono consolidati sul piano statistico. Inoltre, la qualità delle stime relative alle economie domestiche contadine è insufficiente a causa della loro notevole eterogeneità, il che significa che i dati e le conclusioni devono essere interpretati con cautela.

70 1.2 Aspetti sociali e società

1.2.3.2 Entrate

Reddito delle economie domestiche

Molto buona: coefficiente di variazione < 1 %

b Buona: coefficiente di variazione da ≥ 1 % a < 2 % c Abbastanza buona: coefficiente di variazione da ≥ 2 % a < 5 %

d Sufficiente: coefficiente di variazione da ≥ 5 % a < 10 % e Insufficiente: coefficiente di variazione da ≥ 10 %

( ) Troppo poche osservazioni per poter pubblicare dei risultati separatamente; si tiene tuttavia in considerazione

1 A causa dell’arrotondamento la somma dei singoli valori può scostarsi leggermente dal totale

2 Inclusi i contributi alle assicurazioni sociali del lavoratore, ma esclusi quelli del datore di lavoro

5 Agricoltori inclusi

6 Disoccupati, casalinghe/i e altri

Fonte: UST

I risultati mostrano che, il reddito lordo delle economie domestiche contadine è nettamente inferiore a quello dei gruppi di confronto «Economie domestiche in comuni rurali» anche considerando le dimensioni dell’economia domestica. Il reddito lordo medio delle economie domestiche contadine interpellate è di 7 898 franchi al mese, quello delle famiglie in comuni rurali di 11 196 franchi. La quota di «reddito da attività lucrativa» è pari all’81 per cento per le prime e al 90 per cento per le seconde. Il «reddito da sostanza e locazione» e le «rendite e prestazioni sociali» sono più elevati per le economie domestiche contadine che per le economie domestiche di confronto sia a livello relativo sia a livello assoluto. Data la casistica ridotta è impossibile determinare la composizione esatta del reddito da rendite e prestazioni sociali.

Rispetto alla valutazione speciale IBED del periodo 2006–2008 (cfr. Rapporto agricolo 2010, pagg. 63–66), il reddito lordo delle economie domestiche contadine è aumentato, tra il 2009 e il 2011, di 860 franchi, passando da 7 039 a 7 898 franchi, quello delle economie domestiche in comuni rurali è passato da 10 177 a 11 196 franchi, guadagnando quindi 1 020 franchi.

71 1.2 Aspetti sociali e società
Economie domestiche Economie domestiche contadine in comuni rurali Struttura del budget 1 fr. % fr. % Reddito da attività lucrativa 2 6 406 d 81,1 10 101 b 90,2 Reddito da attività lucrativa dipendente 1 775 e 22,5 8 504 c 76,0 Reddito da attività lucrativa indipendente 4 632 d 58,6 1 597 e 14,3 Reddito proveniente da sostanza e locazione 594 e 7,5 184 e 1,6 Reddito primario 2 7 000 d 88,6 10 285 b 91,9 Rendite e prestazioni sociali 874 e 11,1 751 d 6,7 Rendite dell’AVS/AI (1° pilastro) ( ) ( ) ( ) ( ) Rendite della previdenza professionale (2° pilastro) ( ) ( ) ( ) ( ) Prestazioni sociali e diarie 467 e 5,9 629 d 5,6 Redditi monetari da trasferimento da altre economie domestiche ( ) ( ) 159 e 1,4 Reddito lordo 7 898 d 100,0 11 196 b 100,0 Numero % Numero % Numero di persone per economia domestica (media) 3,70 c 100,0 3,89 a 100,0 Composizione dell’economia domestica 1 Lavoratori indipendenti 5 1,45 c 39,2 0,27 d 6,9 Lavoratori dipendenti 0,73 e 19,8 1,53 c 39,3 Pensionati 0,10 e 2,8 0,02 e 0,5 Persone in formazione 0,22 e 6,1 0,21 d 5,5 Altri 6 0,24 e 6,4 0,32 d 8,2 Bambini di età < 15 anni 0,95 e 25,7 1,54 c 39,7
a
Qualità delle stime

1.2.3.3 Consumi

Spese domestiche

Economie domestiche Economie domestiche contadine in comuni rurali

Struttura del budget 1 fr. % fr. %

Uscite da trasferimento obbligatorie

Contributi alle assicurazioni sociali

Imposte

Casse malati: premi per l’assicurazione di base

–2 159 d –27,3 –2 960 c –26,4

–615 d –7,8 –1 280 c –11,4

–786 e –9,9 –1 075 d –9,6

–758 d –9,6 –605 b –5,4

Uscite monetarie da trasferimento ad altre economie domestiche ( ) ( ) –94 e –0,8

Reddito disponibile 3

Altri trasferimenti, tasse e assicurazioni

Casse malati: premi per assicurazioni complementari

Altri premi assicurativi

Tasse

Donazioni, doni fatti e inviti

Uscite per i consumi

Derrate alimentari e bevande analcoliche

Bevande alcoliche e tabacchi

Ristorazione e alloggio

Abbigliamento e scarpe

Abitazione ed energia

5 675 d 71,9 8 141 b 72,7

–613 c –7,8 –646 c –5,8

–151 d –1,9 –135 c –1,2

–274 c –3,5 –258 c –2,3

–102 d –1,3 –101 d –0,9

–86 e –1,1 –152 d –1,4

–4 492 d –56,9 –6 563 b –58,6

–897 d –11,4 –905 b –8,1

–37 e –0,5 –112 d –1,0

–410 e –5,2 –649 c –5,8

–178 e –2,3 –337 c –3,0

–746 d –9,4 –1 585 b –14,2

Arredamento e corrente gestione della casa –309 e –3,9 –358 c –3,2

Uscite per la salute –237 e –3,0 –280 d –2,5

Trasporti –688 e –8,7 –973 c –8,7 Telecomunicazioni

Divertimento, svaghi e cultura

d –2,6 –217 c –1,9

e –6,5 –782 c –7,0 %

Qualità delle stime

a Molto buona: coefficiente di variazione < 1 %

b Buona: coefficiente di variazione da ≥ 1 % a < 2 %

c Abbastanza buona: coefficiente di variazione da ≥ 2 % a < 5 %

d Sufficiente: coefficiente di variazione da ≥ 5 % a < 10 %

e Insufficiente: coefficiente di variazione da ≥ 10 %

( ) Troppo poche osservazioni per poter pubblicare dei risultati separatamente; si tiene tuttavia in considerazione

1 A causa dell’arrotondamento la somma dei singoli valori può scostarsi leggermente dal totale

3 Il concetto di reddito disponibile utilizzato qui non è compatibile con quello del conto economico

4 I redditi sporadici (regali ricevuti, vendite e restituzioni) non sono considerati nel calcolo del reddito lordo

5 Agricoltori inclusi

6 Disoccupati, casalinghe/i e altri

72 1.2 Aspetti sociali e società
–206
–517
Altre
–265
Redditi sporadici 4 227 e 2,9 566 e 5,1 Risparmi 797 e 10,1 1 498 e 13,4 Numero % Numero % Numero di persone per economia domestica (media) 3,70 c 100,0 3,89 a 100,0 Composizione dell’economia domestica 1 Lavoratori indipendenti 5 1,45 c 39,2 0,27 d 6,9 Lavoratori dipendenti 0,73 e 19,8 1,53 c 39,3 Pensionati 0,10 e 2,8 0,02 e 0,5 Persone in formazione 0,22 e 6,1 0,21 d 5,5 Altri 6 0,24 e 6,4 0,32 d 8,2 Bambini di età < 15 anni 0,95 e 25,7 1,54 c 39,7
merci e prestazioni
e –3,4 –365 c –3,3 %
Fonte: UST

A fronte del basso livello di reddito e sempre considerando le dimensioni dell’economia domestica, le economie domestiche contadine registrano anche uscite più esigue rispetto a quelle del gruppo di confronto.

Il livello di reddito più basso comporta in genere «uscite obbligatorie da trasferimento» più contenute –801 franchi al mese – rispetto alle economie domestiche di confronto, segnatamente per i contributi alle assicurazioni sociali (scala contributiva regressiva) e per le imposte. Nel 2006–2008 tale differenza era leggermente superiore (838 fr.).

Parte del divario nelle uscite per i consumi è riconducibile alle peculiarità delle economie domestiche contadine. Una notevole differenza è osservabile per quanto riguarda le uscite nell’ambito dell’abitazione e dell’energia: nel 2009–2011, nelle economie domestiche rurali questi costi erano inferiori di 839 franchi al mese (2006–08: 805 fr.). Ciò è riconducibile al fatto che l’abitazione fa parte dell’azienda e quindi ha potuto essere ripresa al valore di reddito. Ne consegue che anche il valore locativo della propria abitazione è più basso.

Per quanto riguarda le uscite legate alle derrate alimentari e alle bevande analcoliche va osservato che vengono tenute in considerazione anche le prestazioni in natura, ossia l’autoapprovvigionamento con prodotti della stalla e dell’orto, valutate in base ai prezzi dei negozi.

Un’altra peculiarità delle economie domestiche contadine è che l’abitazione e il luogo di lavoro sono vicini o addirittura coincidono. Nella maggior parte dei casi, di conseguenza, i costi del tragitto casa – lavoro e per i pasti fuori casa non incidono sul bilancio. Le uscite più basse nell’ambito dei trasporti come pure di ristorazione e alloggio potrebbero essere dovute proprio a suddette circostanze.

Dal confronto dei due periodi, si nota che nel 2009–2011, rispetto al 2006–2008, le uscite delle economie domestiche contadine sono aumentate in misura maggiore di quelle delle economie domestiche di confronto alle voci «uscite obbligatorie da trasferimento» (cont.: +318 fr.; comuni rurali: +281 fr.), «altri trasferimenti, tasse e assicurazioni» (cont.: +65 fr.; comuni rurali: +63 fr.) e, in particolare, alla voce «uscite per i consumi» (cont.: +819 fr.; comuni rurali: +290 fr.), per una differenza totale di uscite tra i due gruppi di circa 3 000 franchi nel 2009–2011, contro i 3 600 franchi del periodo 2006–2008. Nel complesso, tale divario è imputabile per circa tre quarti (2006–08: 62 %) alle peculiarità del contesto contadino.

Per i «risparmi», nel 2009–2011 si sono avuti risultati positivi per entrambi i tipi di economie domestiche (cont.: +797 fr.; comuni rurali: 1 498 fr.). Nel 2006–2008 le economie domestiche in comuni rurali avevano accumulato risparmi analoghi (971 fr.), mentre quelli delle economie domestiche contadine erano stati leggermente superiori (1 060 fr.).

1.2.3.4 Conclusioni

Negli anni 2009–2011, il reddito lordo delle economie domestiche contadine interpellate è inferiore a quello delle economie domestiche nei comuni rurali. Rispetto alla media del periodo 2006–2008, lo scarto tra i due gruppi è leggermente aumentato (2009–11: 3 298 fr., 2006–08: 3 138 fr.).

A fronte dei redditi più bassi delle economie domestiche contadine le uscite da trasferimento, soprattutto per le imposte e i contributi alle assicurazioni sociali, sono notevolmente al di sotto del livello del gruppo di riferimento. Sono inferiori anche i consumi, per i quali la differenza maggiore si registra nelle uscite per l’abitazione: a questa voce il valore locativo della casa d’abitazione delle economie domestiche contadine è inferiore a causa della ripresa al valore di reddito.

Le minori uscite per i consumi legate alle peculiarità delle economie domestiche contadine, unite alle minori uscite da trasferimento, costituiscono una parte considerevole dello scarto rispetto al gruppo di confronto (2 164 fr. su un totale di 2 937 fr.). Risulta una differenza di 770 franchi che a fine mese si riflette, ad esempio, sui risparmi più esigui delle economie domestiche contadine.

73 1.2 Aspetti sociali e società

1.2.4 Studio sul dispendio orario

Il rilevamento del dispendio orario indica il tempo dedicato all’esercizio delle proprie attività in un determinato arco di tempo. Nel 2011, sotto la direzione di Agroscope, 179 contadine di aziende agricole gestite a titolo familiare hanno preso parte a uno studio su questo tema. Questo sondaggio ha documentato il dispendio orario medio per i singoli campi d’attività e le mansioni svolte dalla contadina, dal suo partner (capoazienda) e da altre persone attive in azienda dal 1° gennaio al 31 dicembre 2011.

n Dispendio di tempo rilevato mediante rapporti di attività ogni otto giorni

Il rilevamento condotto nel 2011 ha ripreso lo studio svolto nel 1974 così da poter mettere in evidenza tutte le variazioni del tempo richiesto dalle varie attività sull’arco di un quarantennio.

Analogamente al 1974 anche nel 2011 il dispendio orario è stato rilevato mediante rapporti di attività sulla scorta di una lista di attività predefinite. Non sono stati considerati il tempo libero e il volontariato. Il nuovo studio è stato concepito come sondaggio online del dispendio orario, senza escludere però la partecipazione con questionario cartaceo. L’intervallo fra un rilevamento e l’altro è stato ridotto da 15 a 8 giorni per tenere conto anche delle attività agricole, come la fienagione per esempio, che oggigiorno grazie al progresso tecnico vengono svolte più rapidamente che nel 1974. Il dispendio orario è stato arrotondato ai 10 minuti, le attività che richiedono meno tempo non sono state rilevate ovvero sono state accorpate ad altre. Per le mansioni svolte contemporaneamente, come ad esempio accudire i figli mentre si cucina, si è potuto decidere autonomamente se inserire una sola delle attività, indicando il tempo totale, o entrambe registrando per ognuna la metà del tempo.

Le contadine hanno dovuto compilare un rapporto d’attività per tutte le persone dell’azienda nel giorno di riferimento prestabilito. Sono state suddivise in 8 gruppi che hanno iniziato a effettuare il rilevamento a scaglioni tra il 1° e l’8 gennaio 2011, per tener conto delle condizioni regionali e climatiche e dei diversi giorni della settimana.

Campi di attività e mansioni oggetto del rilevamento

Economia domestica: bucato, stiro e cucito, cura della casa, vitto (incl. spesa e riassetto della cucina), riscaldamento e simili.

Lavori in giardino e dintorni (possono rientrare nella rubrica economia domestica, azienda, produzione affine all’agricoltura o tempo libero).

Famiglia: educazione (custodia dei figli), cura (adulti malati o anziani).

Azienda: attività al chiuso (lavoro in stalla, incl. opere di rinnovamento, riparazioni, manutenzione, ecc.), attività all’aperto (lavoro nei campi, incl. recinzioni, lavoro nel bosco, ecc.), preparazione dei prodotti per il commercio/per l’industria.

Amministrazione (mansioni amministrative per l’azienda e l’economia domestica): contabilità, dichiarazione delle imposte, gestione della corrispondenza e delle relazioni bancarie, eccetera.

Attività affini all’agricoltura: vendita diretta (in fattoria, al mercato settimanale, ecc.), agriturismo (ferie in fattoria, dormire nella paglia, ecc.), eventi in fattoria / ristorazione (servizio per feste e occasioni speciali, ristorantino o piccolo bar in fattoria), eccetera.

Attività extragricole/attività a titolo accessorio: attività lucrativa al di fuori dell’azienda, mandati remunerati.

74
1.2 Aspetti sociali e società

La valutazione dei rilevamenti è avvenuta sulla scorta di 7 457 rapporti d’attività, ovvero giorni di riferimento, compilati da 179 contadine. Di questi 6 173 giorni di riferimento corrispondevano a giorni feriali (83 %) e 1 284 a giorni festivi e domeniche (17 %). Il dispendio orario rilevato includeva ferie, giorni di malattia, corsi di formazione e perfezionamento e altri eventi particolari. Per calcolare la media settimanale sono stati sommati i valori medi di sei giorni feriali più la domenica.

n Caratteristiche delle aziende agricole e delle economie domestiche analizzate

Rispetto alla media delle aziende svizzere, la dimensione di quelle oggetto del rilevamento era più grande (22 ha contro 18 ha; 1974: 15 ha), così come la percentuale di aziende biologiche (16 % contro 10 %).

Le aziende partecipanti al sondaggio erano distribuite omogeneamente tra regione di pianura, collinare e di montagna. L’82 per cento di esse era gestito a titolo principale, il 18 per cento a titolo accessorio (a livello nazionale 70 % e 30 %) e quasi la metà delle aziende era dedita alla produzione lattiera (46 %).

Delle 179 aziende partecipanti, l’84 per cento era ubicato nella Svizzera tedesca (a livello nazionale 78 %), il 5 per cento nella Svizzera occidentale (a livello nazionale 20 %) e il 10 per cento nella regione italofona comprendente i Cantoni Ticino e Grigioni (a livello nazionale 2 %).

Nelle 179 aziende agricole a gestione familiare i partner delle contadine avevano la funzione di capoazienda. In media in azienda erano attivi 1,3 lavoratori a tempo pieno e 1,1 a tempo parziale. L’economia domestica era composta mediamente da 4,4 persone (1974: 6,4 persone) e le famiglie contadine avevano 2,1 figli (1974: 3,6 figli).

Di seguito viene illustrato soltanto il dispendio orario delle contadine e dei capiazienda che hanno partecipato al rilevamento.

75 1.2 Aspetti sociali e società

n Dispendio orario della contadina

Nel 2011 il dispendio orario delle contadine è stato mediamente di quasi 65 ore settimanali. Più della metà del tempo è stata impiegata per l’economia domestica, la famiglia e il giardino: in media 25 ore per l’economia domestica, 7,5 ore per la custodia dei figli, quasi 0,5 ore per la cura di adulti malati o anziani e 3 ore per i lavori in giardino e dintorni. Dal sondaggio è emerso che le contadine dedicano tempo anche all’azienda (15 h), all’amministrazione (3 h) e alla paragricoltura (2 h). Il dispendio orario per l’attività lucrativa al di fuori dell’azienda è stato mediamente pari a 8,5 ore la settimana.

Il dispendio di tempo settimanale delle contadine dal 1974 al 2011 è diminuito da 78 a quasi 65 ore. Le contadine impiegano meno tempo soprattutto per l’economia domestica dove il dispendio è passato da 45 a 25 ore la settimana. Meno tempo viene consacrato anche all’azienda agricola. Il dispendio è infatti diminuito di circa un quarto, da 20 a 15 ore la settimana. Nel 2011 le contadine hanno impiegato in media 2 ore la settimana per attività affini all’agricoltura che nel 1974 non erano indicate separatamente. Rispetto al 1974 sono aumentati il dispendio per l’amministrazione (+1,6 h/sett.) e quello per l’educazione dei figli (+1,7 h/sett.). Il dispendio orario delle contadine per attività lucrative al di fuori dell’azienda è cresciuto considerevolmente, passando da 1,5 a 8,5 ore la settimana.

Da analisi dettagliate dello studio del 2011 è emerso che il dispendio orario delle contadine varia a seconda della fase attraversata dalla famiglia. Le contadine senza figli o con figli già grandi lavorano notevolmente di più in azienda, soprattutto in stalla, rispetto alle colleghe con figli piccoli o in età scolare. Le contadine con figli piccoli investono meno tempo nelle attività lucrative al di fuori dell’azienda ma di più nella custodia dei figli. Anche all’economia domestica le contadine con figli in età scolare dedicano più tempo.

76 1.2 Aspetti sociali e società
Dispendio orario della contadina Fonte: Agroscope ISS 0 20 10 30 45,2 0,3 5,8 40 50 In ore a settimana Economia domestica Giardino e dintorni Educazione Cura Amministrazione Azienda
Attività lucrativa extraziendale 24,8 7,5 0,4 Contadina 1974 Contadina 2011 3,1 3,5 1,6 1,4 0,0 3,2 1,9 8,6 15,3 20,3
Attività affine all’agricoltura

n Dispendio orario del capoazienda

Nel 2011 i capiazienda, partner delle contadine, hanno lavorato mediamente quasi 66 ore la settimana. Oltre tre quarti del tempo sono stati impiegati in azienda, vale a dire circa 50 ore la settimana. Segue l’attività extragricola con un dispendio settimanale di 8 ore. Per l’esecuzione di mansioni amministrative sono state impiegate 2 ore la settimana. Economia domestica, famiglia e giardino sono campi d’attività nei quali il capoazienda investe poco tempo. In questo frangente la custodia dei figli è l’attività cui il capoazienda si dedica maggiormente con un dispendio di 3 ore la settimana.

Tra il 1974 e il 2011 anche per il capoazienda si registra una notevole riduzione del dispendio di tempo: in media si è passati da 78 a meno di 66 ore la settimana. La diminuzione più marcata si osserva per le attività agricole, scese da 66 a 50 ore la settimana. Anche le mansioni amministrative richiedono meno tempo, segnatamente 2 ore la settimana anziché 3,5. Per l’attività lucrativa al di fuori dell’azienda, invece, il dispendio orario del capoazienda è cresciuto da 2 a 8 ore la settimana. All’educazione vengono dedicate 3 ore la settimana (1974: 0,5 h/sett.).

n Riassunto

Il rilevamento del dispendio orario in 179 aziende agricole a gestione familiare, nel 2011, ha permesso di fare luce su quanto tempo dedicano a determinate attività le contadine, i capiazienda e altre persone attive nel primario. Dal confronto con il rilevamento del 1974 emerge che il dispendio orario relativo all’economia domestica e all’azienda ha subito un calo a differenza di quello per amministrazione, educazione e attività lucrativa al di fuori dell’azienda. Il dispendio orario totale delle contadine è diminuito da 78 a 65 ore la settimana, quello dei capiazienda da quasi 78 a meno di 66 ore la settimana. Questa evoluzione è dovuta essenzialmente al progresso tecnico e alla diminuzione dei componenti dell’economia domestica da 6,4 a 4,4 persone.

77 1.2 Aspetti sociali e società
Dispendio orario del capoazienda Fonte: Agroscope ISS 1,1 0,1 0,4 In ore a settimana Economia domestica Giardino e dintorni Educazione Cura Amministrazione Azienda
affine all’agricoltura Attività lucrativa extraziendale 1,2 3,0 0,1 Capoazienda 1974 Capoazienda 2011 0,5 0,2 3,5 6,0 0,0 2,2 1,1 8,1 49,4 66,2 0 20 10 30 40 50 60 70
Attività

1.2.5 Rifiuti alimentari

Secondo uno studio dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura FAO (Gustavsson et al. 2011), nel mondo circa un terzo di tutti gli alimenti prodotti per il consumo umano si perde o viene gettato.

Diversi studi (Almeida 2011, Beretta et al. 2012) stimano che anche in Svizzera non viene mangiato approssimativamente un terzo degli alimenti prodotti.

A livello di consumo, in Svizzera finora sono state condotte due rilevazioni rappresentative per quantificare i rifiuti alimentari: quella del 2012 dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM, 2013) con la quale è stata analizzata la composizione dei rifiuti e quella di Baier e Reinhard, del 2007, che esaminava i rifiuti della ristorazione nel Cantone di Argovia (cfr. grafico sottostante).

Con quella dell’UFAM, per la prima volta è stata rilevata anche la quota di generi alimentari gettati, come sottocategoria dei rifiuti biogeni. Secondo i risultati, quasi un sesto dei rifiuti domestici analizzati è costituito da derrate alimentari. Nell’anno di rilevazione sono stati gettati più di 30 kg di alimenti per persona, la maggior parte dei quali ancora commestibili. A livello svizzero corrispondono a 251 000 tonnellate, 15 000 delle quali di carne e pesce e 236 000 di altri alimenti.

L’analisi dell’UFAM tuttavia, non contempla tutti i rifiuti delle economie domestiche: mancano infatti gli scarti di mondatura o le derrate alimentari che vanno a finire nel compostaggio o nelle canalizzazioni.

Lo studio di Baier e Reinhard nel Cantone di Argovia si concentra sui rifiuti alimentari nel settore della ristorazione, ovvero di ristoranti, take away e mense. Dai risultati emerge che nelle cucine professionali del Cantone si producono circa 11 925 tonnellate di rifiuti organici, ovvero 124 grammi per pasto. I rifiuti organici sono composti per il 48,5 per cento da resti di cibo, per il 48,5 per cento da scarti di mondatura e per il 3 per cento da olii. Questi rifiuti sono rappresentativi dei Cantoni dell’Altopiano.

Rifiuti alimentari a livello di consumo in Svizzera

kg / pro capite / anno

Food Waste nelle economie domestiche private, scarti di mondatura esclusi (UFAM) ca. 33,5

– di cui carne e pesce ca. 2,0

Rifiuti della ristorazione, scarti di mondatura e resti di cibo e olio commestibile ca. 20,0 (Baier & Reinhard)

n Piano d’azione Economia verde e interventi parlamentari

Il Consiglio federale auspica un uso parsimonioso delle risorse naturali e allo stesso tempo il potenziamento dell’economia svizzera. A tale scopo l’8 marzo 2013 ha varato un piano d’azione Economia verde, comprendente 27 misure che si applicano in quattro settori. Una di queste è la riduzione dei rifiuti alimentari.

Dal 2012, inoltre, in Parlamento sono stati depositati quattro interventi su questo tema. L’interpellanza

12.3300 «Ridurre i rifiuti alimentari» della Consigliera nazionale Tiana Angelina Moser affronta il tema delle date di scadenza, considerate la causa principale dei rifiuti alimentari nelle economie domestiche; la questione viene trattata nell’ambito del dialogo con gli stakeholder (cfr. paragrafo «Dialogo con gli stakeholder»). Il postulato 12.3907 «Una soluzione contro gli sprechi alimentari» della Consigliera nazionale Isabelle Chevalley rivendica la valutazione di un obbligo di valorizzazione dei rifiuti alimentari per i centri commerciali e i ristoranti di maggiori dimensioni, e propone quindi un divieto di incenerimento dei rifiuti alimentari; entro il 2014 l’UFAM stilerà un rapporto in proposito. La mozione 14.3175 di Markus Hausammann «Riduzione delle perdite alimentari» incarica il Consiglio federale di prendere misure volte a ridurre le perdite alimentari (food waste) in Svizzera almeno del 30 per cento entro il 2020. Vanno create

78 1.2 Aspetti sociali e società

condizioni quadro che coinvolgano tutti i livelli della filiera alimentare. Il postulato 14.3603 «Ridurre lo spreco di alimenti» di Aline Trede chiede al Consiglio federale d’illustrare in un rapporto quali misure consentono di ridurre lo spreco di alimenti e d’incentivare il consumo di prodotti vegetali. Nelle sue risposte agli ultimi due interventi citati, il Consiglio federale ha fatto riferimento ai dialogo con gli stakeholder in corso e alle diverse iniziative private, sostenendo che le richieste espresse sono già soddisfatte.

Sullo sfondo del piano d’azione del Governo per l’Economia verde e dei vari interventi parlamentari, un gruppo di progetto dell’Amministrazione federale (UFAG, UFAM, USAV, DSC), sotto la guida dell’UFAG, ha affrontato la tematica. I compiti del gruppo di progetto sono il dialogo con gli stakeholder e i ricercatori, la verifica delle condizioni quadro legali, nonché la sensibilizzazione dell’opinione pubblica.

Oltre alle attività nell’ambito del dialogo con gli stakeholder, su tutto il territorio nazionale sono stati avviati da attori privati numerosi progetti innovativi e iniziative volti a ridurre i rifiuti alimentari.

n Dialogo con gli stakeholder

I rifiuti alimentari sono presenti a tutti i livelli della catena di valore della produzione alimentare. Parte delle sfide legate alla lotta contro i rifiuti è di natura trasversale, motivo per cui è necessario un intervento collettivo. A tale scopo, il gruppo di progetto dell’Amministrazione federale ha avviato un dialogo con gli stakeholder, che permette un proficuo scambio di vedute tra i singoli attori della catena alimentare e l’avallo degli sforzi comuni.

Il dialogo con gli stakeholder ha avuto inizio con una prima fase, tra dicembre 2012 e marzo 2013, in cui si sono tenuti oltre 20 colloqui individuali e di gruppo, nonché sono stati svolti sondaggi scritti con importanti attori dell’intera filiera alimentare e con organizzazioni dei consumatori, ambientaliste e per lo sviluppo. Gli obiettivi dei colloqui erano una migliore comprensione del problema e l’individuazione di campi d’intervento. La seconda fase (fase di workshop) ha avuto inizio il 16 settembre 2013 con un incontro degli stakeholder interpellati nella prima fase. In occasione di tale evento è stato deciso di istituire tre gruppi di lavoro su temi interdisciplinari.

Gruppo di lavoro Indicazione della data di scadenza

Il Gruppo di lavoro Indicazione della data di scadenza elabora, sotto la guida dell’USAV, raccomandazioni e informazioni per l’industria e i consumatori sull’indicazione della data di scadenza sulle derrate alimentari.

Sulla base di lavori preliminari della Federazione delle Industrie Alimentari Svizzere (fial) sono state elaborate raccomandazioni sull’indicazione della data di scadenza sulle derrate alimentari, destinate a fabbricanti e distributori, nonché alle autorità d’esecuzione. In concreto si è voluto creare, sulla base delle disposizioni esistenti nelle rispettive ordinanze, uno strumento che permettesse di suddividere i gruppi di prodotti nelle due categorie di scadenza «da consumarsi entro» e «da consumarsi preferibilmente entro». La Guida alla datazione di derrate alimentari è consultabile sulla pagina Internet dell’USAV dal 2 giugno 2014.

Inoltre, sulla base di lavori preliminari della Comunità d’interesse Interessengemeinschaft Detailhandel Schweiz IG DHS ci si è impegnati a formulare messaggi da trasmettere ai consumatori per spiegare loro meglio il significato dei due tipi di data.

79 1.2 Aspetti sociali e società

Gruppo di lavoro Cooperazione con le organizzazioni di assistenza

In questo gruppo di lavoro l’accento è posto su tre temi: 1. come semplificare le donazioni da parte dell’industria e del mercato all’ingrosso; 2. elaborazione di una guida sulla fornitura di derrate alimentari a organizzazioni di assistenza; 3. diversi accertamenti volti a rilevare se ai donatori e alle organizzazioni di assistenza possano essere offerti incentivi fiscali, affinché vengano donati più alimenti.

Gruppo di lavoro Formazione, sensibilizzazione e informazione

Il Gruppo di lavoro Formazione, sensibilizzazione e informazione sviluppa, sotto l’egida dell’UFAM, un concetto di formazione e comunicazione al quale gli attori dovrebbero, a medio termine, orientare le rispettive attività.

Onde fondare la discussione su basi solide, sono stati commissionati un’indagine demoscopica (cfr. riquadro «Selezione dei risultati dell’indagine demoscopica») e un piano di comunicazione. In quest’ultimo si identificano, tra le altre cose, i messaggi principali per il campo d’intervento, si elabora il modo di trasmetterli e si presentano riflessioni sulla possibile attuazione.

La bozza del piano e la rispettiva attuazione saranno discusse per la prima volta con gli stakeholder nell’autunno 2014, durante un workshop.

Selezione dei risultati dell‘indagine demoscopica sul food waste

I risultati dell’indagine «Wirkungsmessung Kommunikation ‹Food Waste› (Misurazione dell’efficacia nella comunicazione ‹food waste›)» si basano su un’indagine a campione che ha coinvolto 1 017 abitanti di almeno 15 anni di età, provenienti da tutta la Svizzera. L’indagine è stata condotta telefonicamente, da gfs.bern, tra il 28 aprile e il 10 maggio 2014, con giorno medio il 4 maggio.

Rifiuti alimentari percepiti soprattutto come un problema altrui

Ognuno percepisce i rifiuti alimentari prevalentemente come un problema degli altri. Gli interpellati sostengono di gettare pochi alimenti, ma ritengono che a livello svizzero la quota di food waste sia relativamente elevata.

Stima dei rifiuti alimentari nell'economia domestica

Rifiuti alim. nella propria economia domes., valore medio = 1,9 Rifiuti alimentari di tutta la Svizzera, valore medio = 6,8

Pochissimi alimenti nella spazzatura (0,1)

Pochi alimenti nella spazzatura (2,3)

Parecchi alimenti nella spazzatura (4,5,6)

Molti alimenti nella spazzatura (7,8)

Moltissimi alimenti nella spazzatura (9,10) Non so / nessuna risposta

Fonte: gfs.bern

80 1.2 Aspetti sociali e società
100 0 20 10 30 40 50 60 70 80 90 In % di Svizzeri di più di 15 anni
47 2 5 34 32 35 2 14
11
0 5 22

I rifiuti alimentari sono un tema importante

Attualmente, circa la metà degli Svizzeri di età superiore a 15 anni ha sentito parlare, negli ultimi tempi, di sprechi alimentari. Circa due terzi degli intervistati si ritengono ben informati in proposito, mentre il 37 per cento lamenta un’informazione carente o insufficiente. Una gran fetta reputa che lo spreco alimentare in Svizzera sia un problema da affrontare con notevole impegno.

Con quanto impegno va affrontato lo spreco alimentare?

In % di Svizzeri di più di 15 anni

Con pochissimo impegno 1 %

Con poco impegno 14 %

Con molto impegno 43 %

Non so / nessuna risposta 8 %

Con moltissimo impegno 34 %

Conoscenze in parte lacunose sulle date di scadenza e la conservazione

Fonte: gfs.bern

I cittadini svizzeri di più di 15 anni esternano una sicurezza personale più o meno pronunciata per quanto concerne la conservazione dei prodotti freschi, mentre i più giovani si sentono più insicuri. Nel determinare la conservabilità degli alimenti, il cittadino di oltre 15 anni fa affidamento soprattutto sull’aspetto e sulla data di scadenza, mentre presta meno attenzione a odore e sapore.

Le conoscenze delle diverse indicazioni delle date di scadenza sono un po’ confuse tant’è che alcuni ritengono che la dicitura «da consumarsi entro» riporti un valore indicativo, mentre altri vedono un limite rigoroso in quella «da consumarsi preferibilmente entro». In entrambi i casi non si tratta di gruppi numerosi, ma il risultato indica una certa insicurezza a questo proposito.

n Sensibilizzazione dell’opinione pubblica

Dal dialogo con gli stakeholder è emerso chiaramente che lo Stato ha il compito di informare e sensibilizzare la popolazione. Finora, lo strumento più importante della Confederazione per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica è stata una mostra itinerante dal titolo «Sprecare il cibo. Che stupidità.», concepita per la Giornata mondiale dell’alimentazione 2012 a Berna. Sulla scia del grande successo riscontrato, nel 2013 e nel 2014 è stata presentata in altre nove località in tutto il Paese. Un ulteriore strumento è l’opuscolo «Cifre, fatti, consigli» distribuito alle persone interessate, ad esempio gli insegnanti, che possono usufruire anche dei manifesti della mostra in formato A0, particolarmente richiesti nelle scuole.

Oltre alla mostra itinerante, la Confederazione sostiene diverse iniziative sul tema Food waste, che sono state o saranno presentate all’Olma 2014 e a diverse fiere ed eventi nel 2015. Nell’ambito del dialogo con gli stakeholder (gruppo di lavoro Formazione, sensibilizzazione e informazione) saranno elaborate altre misure di sensibilizzazione dell’opinione pubblica (cfr. capitolo Dialogo con gli stakeholder).

81 1.2 Aspetti sociali e società

n Attività internazionali

Il tema dei rifiuti alimentari è molto sentito anche in seno alle organizzazioni internazionali. La FAO, in collaborazione con la Fiera di Düsseldorf GmbH, ha lanciato l’iniziativa SAVE FOOD, con la quale s’intende promuovere il dialogo tra l’industria, la ricerca, la politica e la società civile e far incontrare regolarmente gli stakeholder. Con il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente PNUA, nel 2013 è stata lanciata, sotto il banner dell’iniziativa SAVE FOOD, la campagna Think.Eat.Save. Si tratta fondamentalmente di una campagna di sensibilizzazione che fornisce ai consumatori consigli per evitare di produrre rifiuti. Nell’ambito di Think.Eat.Save è stato sviluppato un kit di strumenti per evitare e ridurre i rifiuti alimentari (UNEP, 2014), che deve poter essere utilizzato da attori sia pubblici sia privati. Tra questi strumenti, la mostra itinerante della Confederazione è stata indicata come la «migliore pratica» nell’ambito dei programmi d’informazione per i consumatori.

L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico OCSE si prefigge di raccogliere dati confrontabili sui rifiuti alimentari provenienti dagli Stati membri e di analizzare le iniziative dei rispettivi governi. Successivamente se ne trarranno raccomandazioni politiche. La riduzione dei rifiuti alimentari è un tema importante anche nell’UE, dove dal 2012 è in atto il progetto Food Use for Social Innovation by Optimising Waste Prevention Strategies FUSIONS. FUSIONS fa incontrare attori dell’economia, della ricerca e della società civile provenienti da Paesi europei nel quadro di una piattaforma di più stakeholder. Questo progetto mira innanzitutto ad armonizzazione il monitoraggio dei rifiuti alimentari, ad attuare misure innovative per un utilizzo ottimale delle derrate alimentari lungo la catena di valore e a sviluppare linee guida per una politica dei rifiuti alimentari comune a tutta l’UE. Entro il 2016 si dovranno analizzare il potenziale di innovazione sociale e sviluppare standard uniformi per un monitoraggio dei rifiuti alimentari, nonché direttive per una politica comune degli Stati UE.

82 1.2 Aspetti sociali e società

1.2.6 Protezione delle terre coltive

n Situazione alimentare e suolo

Considerata la situazione alimentare mondiale, una sfida fondamentale nei prossimi decenni sarà quella di poter consentire l’approvvigionamento di sempre più persone con derrate alimentari di elevata qualità e sane. Ciò presuppone una produzione agricola efficiente improntata alla sostenibilità. Il fattore centrale suolo è sotto pressione a livello mondiale e anche in Svizzera. Senza di esso non esiste agricoltura. Con l’elevata perdita di terre coltive diminuisce costantemente la superficie di produzione per la nostra agricoltura. Secondo la nuova statistica delle superfici, la dinamica dei cambiamenti si è mitigata ma non si è avuta alcuna inversione di tendenza (cfr. www.bfs.admin.ch > Temi > 02 – Territorio e ambiente > Da consultare > Pubblicazioni).

Tra il 1985 e il 2009 in Svizzera sono andati persi 1,1 m2 di terre coltive al secondo. La superficie agricola totale è quindi diminuita del 5,4 per cento. Ciò corrisponde a una superficie di 850 km2, ovvero dieci volte le dimensioni del lago di Zurigo. La superficie d’insediamento in 24 anni è aumentata di 584 km2 e cresce principalmente a scapito della superficie agricola (a livello nazionale circa 69 % di ex terre coltive, nella regione con insediamenti permanenti a bassa quota 80 %).

La causa principale della perdita di terre coltive risiede nell’espansione degli insediamenti. Tre metri quadrati su quattro di superficie agricola vanno persi per la costruzione di strade e case; nella maggior parte dei casi tale processo è irreversibile. All’origine del consumo di terre coltive vi sono innanzitutto motivi di natura economica. Ma vi contribuiscono anche le accresciute esigenze della popolazione di maggiori superfici abitative, per di più convenienti, nonché di spazi per il tempo libero (p.es. campi da golf). Un’altra problematica riguardante la perdita di terre coltive nell’arco alpino è rappresentata dall’abbandono dell’utilizzazione agricola e dal conseguente avanzamento del bosco.

A livello federale, dal 1992 il Piano settoriale delle superfici per l’avvicendamento delle colture (SAC) rappresenta uno dei principali strumenti di protezione delle terre coltive agricole. Questo comprende 438 560 ettari, ovvero circa il 43 per cento della superficie agricola utile elvetica. I Cantoni devono garantire che la loro quota rispetto all’estensione totale minima sia assicurata costantemente.

Le SAC comprendono superfici coltivabili, in primo luogo campicole, prati artificiali in rotazione nonché prati naturali coltivabili. Esse rappresentano una parte particolarmente pregiata dal profilo agronomico delle terre coltive svizzere adatte all’utilizzo agricolo.

n Contesto del potenziamento della protezione delle terre coltive

In questi ultimi anni è cresciuta la sensibilità nei confronti del suolo sia tra la popolazione sia a livello politico. Iniziative cantonali per la protezione delle terre coltive sono in corso (Canton BE e TG) o già attuate (Canton ZH) e a livello federale diversi interventi politici mostrano il disagio nei confronti del massiccio sfruttamento delle terre coltive. Anche le votazioni per la revisione della legge sulla pianificazione del territorio e per l’iniziativa sulle abitazioni secondarie sono incentrate su una migliore protezione delle terre coltive. L’importanza della protezione dei terreni agricoli è quindi aumentata notevolmente.

Il potenziamento della protezione delle terre coltive è tenuto in considerazione in diversi processi legislativi. Scaturita da un’iniziativa parlamentare, la politica in materia di superficie boschiva ha subito una flessibilizzazione. Oltre all’introduzione della definizione statistica di bosco nelle regioni in cui esso avanza in misura indesiderata e all’allentamento puntuale dell’obbligo del compenso in natura, il nuovo sistema di pagamenti diretti è stato integrato con nuovi tipi di contributi per frenare l’avanzamento del bosco. Nell’ambito delle tappe di revisione della legge sulla pianificazione del territorio (LPT) sono state notevolmente potenziate la protezione delle terre coltive e in particolare la protezione delle superfici per l’avvicendamento delle colture.

83 1.2 Aspetti sociali e società

n Valenza della protezione delle terre coltive in seno all’UFAG

L’UFAG è consapevole da tempo che le terre coltive necessitano di una migliore protezione. Per tale motivo, insieme all’Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE), ha contribuito in maniera decisiva all’approntamento del Piano settoriale delle SAC varato nel 1992. Da allora l’UFAG, in quanto membro di un gruppo di lavoro interdipartimentale (IDA-SAC), collabora all’attuazione del piano settoriale. In tale ambito vengono trattati casi particolari, adeguamenti del piano direttore o questioni attuali legate all’esecuzione delle SAC congiuntamente dagli Uffici federali ARE, UFAM, UFAE e UFAG (cfr. guida 2006: www.are.admin.ch > Temi > Ordinamento e pianificazione del territorio > Concezioni e piani settoriali > Superfici per l’avvicendamento delle colture).

Inoltre l’UFAG, nell’ambito delle consultazioni interne alla Confederazione, valuta i progetti federali e i fascicoli dei piani direttori cantonali in relazione alla domanda di terre coltive. Per i progetti infrastrutturali l’UFAG richiede regolarmente il coinvolgimento dell’agricoltura e una reale ponderazione degli interessi per quanto riguarda il «consumo» delle terre coltive. A tal proposito si deve tener conto che vengono considerati non solo i costi dell’acquisizione dei terreni, ma anche il valore immateriale delle terre coltive. Ultimamente la sensibilità verso le esigenze della protezione delle terre coltive è migliorata anche presso gli enti promotori dei progetti, non da ultimo alla luce delle discussioni politiche e in considerazione delle decisioni del Tribunale federale che hanno constatato per diversi progetti infrastrutturali scarsa considerazione del valore delle SAC. Il Tribunale federale conferisce particolare importanza a una reale ponderazione degli interessi, come prescrive da tempo l’articolo 3 OPT.

84 1.2 Aspetti sociali e società

n

Dati e necessità di intervento

Nel 2012 l’UFAG, su mandato del DEFR, ha elaborato un rapporto esaustivo «Protezione delle terre coltive» (cfr. www.blw.admin.ch > Temi > Protezione delle terre coltive), in cui vengono presentati in maniera sistematica i dati della perdita di terre coltive nonché i possibili provvedimenti per migliorarne la protezione. Nel quadro della Politica agricola 2014–2017 il Parlamento ha decretato anche nel contesto agricolo vari provvedimenti per la tutela delle terre coltive:

– esclusione dai pagamenti diretti in zone edificabili delimitate dopo il 1° gennaio 2014 (art. 70a cpv. 1 lett. d LAgr);

– contributi graduati per il paesaggio rurale volti a salvaguardare l’apertura del paesaggio, compresi contributi differenziati per la promozione dell’alpeggio (art. 71 LAgr);

– contributi per la qualità del paesaggio volti a salvaguardare, promuovere e sviluppare la varietà del paesaggio rurale (art. 74 LAgr);

possibilità per i Cantoni di ordinare ricomposizioni particellari ove gli interessi dell’agricoltura siano lesi da piani di utilizzazione (art. 100 LAgr);

diritto di ricorso delle autorità per l’UFAG nei progetti che richiedono delle SAC (art. 34 cpv. 3, LPT).

Per quanto riguarda il diritto di ricorso delle autorità, per l’UFAG si tratta soprattutto di creare i presupposti affinché vengano giudicati in sede giudiziaria casi estremi con insufficiente ponderazione degli interessi o compensazione lacunosa. Le modalità per avvalersi di tale diritto sono discusse e concretizzate all’interno dell’Amministrazione. Per poter ricevere informazioni sui progetti rilevanti, nell’ordinanza sulla pianificazione del territorio (art. 46) è stato sancito un obbligo, per i Cantoni, d’informare l’UFAG come già esiste a favore dell’ARE.

n L’argomento resta d’attualità

La seconda fase di revisione della LPT prevede il potenziamento della protezione delle terre coltive e l’attuazione del Piano settoriale SAC. Un elemento cardine di questa revisione saranno le modalità di compensazione delle SAC. Anche con l’iniziativa dell’Unione svizzera dei contadini (USC) per la sicurezza alimentare il tema della protezione delle terre coltive entrerà nel dibattito politico dei prossimi mesi.

85 1.2 Aspetti sociali e società
86

1.3 Ecologia ed etologia

1.3.1 Ecologia

Il capitolo Ecologia si apre con una panoramica della gestione del suolo e dell’uso di mezzi di produzione agricoli. Approfondisce poi due temi particolari, che vengono trattati a cadenza quadriennale.

In virtù dell’ordinanza concernente l’analisi della sostenibilità in agricoltura, l’UFAG conduce un monitoraggio agroambientale (MAA) mediante il quale valuta periodicamente, sulla scorta di indicatori agroambientali (IAA), gli sviluppi delle prestazioni ecologiche delle aziende agricole e le ripercussioni dell’agricoltura sulle basi vitali naturali. Quest’anno si affrontano, per la quarta volta dopo il 2002, 2006 e 2010, i temi fosforo e suolo concentrandosi sui rispettivi risultati degli IAA.

87 1.3 Ecologia ed etologia

Sintesi sistematica degli IAA:

Forze motrici Impatto ambientale Stato dell’ambiente Pratica agricola Processo agricolo

Azoto (N) Bilancio di N dell’agricoltura Perdite potenziali di N Nitrati nelle acque sotterranee Emissioni di ammoniaca

Fosforo (P) Bilancio di P dell’agricoltura Tenore di P nel suolo Carico di P nei laghi

Energia/clima Consumo energetico Efficienza energetica Emissioni di gas serra

Acqua Impiego di prodotti Rischio di ecotossicità Carico di PF e Mvet nelle fitosanitari (PF) acquatica acque sotterranee Impiego di medicamenti veterinari (Mvet)

Suolo Copertura del suolo Rischio d’erosione Tenore di inquinanti Bilancio dell’humus Qualità del suolo Bilancio dei metalli pesanti

Biodiversità / Superfici per la promozione Potenziali conseguenze delle Specie e habitat in agricoltura paesaggio della biodiversità attività agricole sulla (ALL-EMA)

Progetti per la qualità del biodiversità Programma «Rete d’osservapaesaggio zione del paesaggio svizzero» (LABES)

I compiti di monitoraggio dell’UFAG si concentrano, principalmente, sugli IAA concernenti le forze motrici (pratica agricola) e l’impatto ambientale (processi agricoli). Esso collabora tuttavia anche con l’UFAM nello sviluppo e nel monitoraggio degli indicatori che consentono di valutare l’evoluzione dello stato dell’ambiente: nell’ambito del fosforo si tratta dell’indicatore «tenore di fosforo nei laghi», in quello del suolo sono comprese le dimensioni rilevate nel quadro della rete nazionale di osservazione del deterioramento del suolo (NABO).

I dati nazionali per il calcolo degli IAA sono estrapolati in primo luogo dalle vendite e dalle importazioni, mentre quelli a livello regionale e di tipo di azienda provengono da circa 300 agricoltori che partecipano all’analisi centralizzata degli indicatori agroambientali (AC-IAA). L’AC-IAA costituisce una sfida dal profilo scientifico e della raccolta dati; richiede un notevole impegno da parte sia degli agricoltori sia del settore della ricerca. Essa stabilisce la relazione tra i tipi di azienda e i loro effetti sull’ambiente, fornendo un’importante base informativa per la valutazione degli aspetti agroambientali della politica agricola.

Gli IAA calcolati sulla base della rete di aziende che partecipano all’AC-IAA vanno interpretati con cautela. Spesso, infatti, i risultati presentano enormi differenze e alcuni tipi di azienda sono ancora sottorappresentati nel campione. Il progetto è stato avviato nel 2009; la serie temporale è pertanto ancora breve per dedurre tendenze definitive. Nel presente capitolo i risultati vengono quindi presentati raggruppando gli anni e illustrando la varianza degli IAA in boxplot (un rettangolo che va dal primo al terzo quartile con mediano; i segmenti (baffi) sono delimitati dal minimo e dal massimo dei valori, inclusi in 1,5 volte lo spazio interquartile).

88 1.3 Ecologia ed etologia

1.3.1.1 Utilizzazione delle superfici e mezzi di produzione

Evoluzione della quota di superfici con gestione rispettosa dell'ambiente

Fonte: UFAG

Superfici di promozione della biodiversità1 computabili In

Valore d'obiettivo 65 000 ha nella regione di pianura dal 1990

1 senza alberi da frutto ad alto fusto nei campi; prima del 1999 solo superfici di promozione della biodiversità aventi diritto ai contributi

Fonte: UFAG

89 1.3 Ecologia ed etologia
In % della SAU Gestione rispettosa dell'ambiente1 di cui Bio
dal 1993 al 1998:
dal 1999: PER 0 100 90 70 80 60 50 40 30 20 10 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
1
IP+Bio;
Regione di montagna Regione di pianura
1 000 ha
0 140 120 100 80 60 40 20 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Evoluzione dell'effettivo di animali In 1000 UBG 1 Altri Suini Bovini Fonte:
1 UBG: Unità di bestiame grosso 0 1 600 1 400 1 000 1 200 800 600 400 200 1990 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
UST

Evoluzione del consumo di concimi minerali

Azoto (N) (paragricoltura incl.)

Fosforo (espresso in P2O5) Fonte: USC/Agricura

Lavorazione di prodotti importati 1 Alimenti per animali importati

1 Sottoprodotti di materie prime importate e trasformate in Svizzera (p.es. semi oleosi, orzo da birra)

Fonte: UST

1

1 Fino al 2005 i dati concernenti le vendite di prodotti fitosanitari provengono dalle aziende affiliate alla Società svizzera delle industrie chimiche. Dal 2006, sono a disposizione i dati di tutte le aziende che vendono prodotti fitosanitari. Tali valori non sono direttamente confrontabili con quelli statistici precedenti il 2005.

90 1.3 Ecologia ed etologia
In 1 000 t
0 80 70 60 50 40 30 20 10 199092 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
In 1 000 t Altri CH
CH Cereali da foraggio CH
Evoluzione del consumo di foraggio concentrato
Panelli di semi oleosi
0 2 000 1 750 1 500 1 250 1 000 750 500 250 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 (provv.) 199092
In t di principio attivo Insetticidi Rodenticidi Fungicidi Erbicidi Fonte: UFAG
Evoluzione delle vendite di prodotti fitosanitari
0 2 500 2 000 1 500 1 000 500 1990 91 92 93 94 95 96 97 98 99 2000 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 Vendite di prodotti fitosanitari delle aziende SSIC
crescita
Regolatori della

1.3.1.2 Fosforo

Nel Rapporto agricolo 2010 il fosforo è stato esaustivamente presentato come principale sostanza nutritiva per lo sviluppo delle piante e degli animali. Nell’emisfero australe, enormi distese di suoli sfruttati a fini agricoli per produrre rese elevate sono insufficientemente approvvigionate di fosforo. Nei Paesi industrializzati come la Svizzera, invece, molte superfici tendono a un’eccedenza, poiché per decenni sono stati impiegati concimi fosforici per approvvigionare meglio i suoli. Ciò comporta un elevato rischio di carico delle acque con fosforo. In questo contesto, una sfida fondamentale per l’agricoltura è continuare a migliorare l’efficienza dell’impiego di fosforo, anche perché è una sostanza nutritiva delle piante essenziale e insostituibile; i concimi fosforici vengono ottenuti prevalentemente dal fosfato grezzo, una materia prima minerale non rinnovabile e quindi esauribile. Aspetti come la durata delle riserve globali di fosfato grezzo, un accesso economico e stabile o una ripartizione equa sono fonte di preoccupazione per quanto concerne la gestione sostenibile di tale risorsa. Vi sono inoltre aspetti di natura qualitativa poiché i concimi fosforici possono essere contaminati con diverse quantità di elementi indesiderati, tra i quali il cadmio e l’uranio (a questo proposito v. il cap. 2.3.3.3 Campagna sui concimi 2011/2012). Evitando un impiego eccessivo di tale sostanza non solo si rallenta l’esaurimento delle riserve, ma si proteggono anche i suoli dall’immissione indesiderata di inquinanti. L’ideale sarebbe un bilancio equilibrato del fosforo (efficienza del fosforo al 100 %), ovvero un utilizzo in agricoltura adeguato all’effettivo fabbisogno. Sulla scorta di campioni di suolo, molti agricoltori conoscono l’approvvigionamento in fosforo dei propri terreni e possono agire in maniera mirata. Se si utilizzassero tutte le fonti indigene di fosforo, tra cui i fanghi di depurazione e gli scarti della produzione di carne, l’agricoltura svizzera potrebbe teoricamente rinunciare ai concimi fosforici minerali.

n Bilancio ed efficienza del fosforo

L’evoluzione negli anni del bilancio di fosforo dell’agricoltura elvetica viene calcolata con il metodo OSPAR (Convenzione Oslo-Parigi per la protezione dell’ambiente marino dell’Atlantico nordorientale), ovvero il bilancio a livello aziendale, che considera l’intero settore agricolo svizzero come un’unica azienda. Per input si intende tutto ciò che giunge in tale «azienda» dall’esterno, per esempio gli alimenti per animali importati, ma non quelli di produzione indigena. In base a questo stesso principio, sono esclusi i concimi aziendali prodotti e impiegati, poiché interni all’agricoltura stessa. Tra gli output rientra il fosforo utilizzato dall’agricoltura per la produzione di derrate alimentari di origine vegetale e animale, ma non gli alimenti per animali prodotti in foraggicoltura e campicoltura che restano nell’agricoltura.

L’evoluzione indica che, dal 1990 al 2012, l’input di fosforo è diminuito quasi della metà. L’apporto di concimi minerali ha subito una forte diminuzione soprattutto negli anni ’90: nel 2012 era meno di un terzo rispetto al 1990. All’inizio del secolo è diminuito notevolmente l’impiego di concimi ottenuti da riciclaggio, in particolare a causa del divieto di utilizzo dei fanghi di depurazione nell’agricoltura. Dalla metà degli anni ‘90, però, registrano una forte crescita le importazioni di alimenti per animali che, dal 2000, costituiscono il maggior input di fosforo dell’agricoltura svizzera. Nel periodo monitorato l’output di fosforo è cresciuto. Gran parte dell’aumento è tuttavia da ricondurre al fatto che a partire dalla metà degli anni ‘90 la farina animale deve essere smaltita al di fuori del settore agricolo (incenerimento).

Tra il 1990/92 e il 2010/12 l’efficienza del fosforo, data dal rapporto tra input e output nella produzione agricola, è aumentata passando dal 22 al 60 per cento circa, mentre le eccedenze annuali sono diminuite, in termini assoluti, da circa 20 200 a circa 5 900 tonnellate. Nel corso degli anni risulta un’eccedenza di oltre 200 000 tonnellate di fosforo. Secondo la Politica agricola 2014–2017, l’efficienza dovrebbe migliorare entro il 2017 e raggiungere il 68 per cento, mentre l’eccedenza annuale dovrebbe ridursi a 4 000 tonnellate.

91 1.3 Ecologia ed etologia

n Bilanci del fosforo nelle aziende AC-IAA

Il calcolo del bilancio del fosforo nelle aziende AC-IAA avviene secondo il metodo dell’OCSE «Bilancio di azoto alla superficie del suolo». Si calcola la differenza tra il quantitativo totale di fosforo apportato al suolo nell’arco di un anno (alle quantità già considerate con il metodo OSPAR «Bilancio a livello aziendale» si aggiungono i concimi aziendali) e il quantitativo di fosforo sottratto al suolo per la produzione campicola e foraggera (al contrario del metodo OSPAR sono inclusi anche i prodotti rimanenti nell’azienda, somministrati agli animali). Le principali fonti degli input sono i concimi aziendali, con una quota media dell’80–90 per cento, quelle degli output i prodotti della foraggicoltura con circa l’80 per cento. Per i motivi metodologici di cui sopra, i risultati del bilancio del fosforo secondo il metodo OSPAR e quello dell’OCSE non possono essere confrontati direttamente.

Nel 2009–2012 si sono potuti valutare i dati di quasi 300 aziende AC-IAA all’anno, rilevando che nella media di tutte le aziende della regione di pianura e di quella collinare l’input (28 e 29 kg P/ha) e l’output (28 kg P/ha ognuna) sono, espressi in mediani, praticamente uguali. Le aziende di montagna, invece, producono in maniera decisamente meno intensiva, a causa di un periodo di vegetazione più breve e di un livello di resa più basso. Di conseguenza, sia l’input sia l’output ammontano a soli 17 kg P/ha. Il bilancio è quasi equilibrato nelle tre regioni e l’eccedenza è vicina al valore ideale di 0 kg P/ha. Secondo il bilancio OSPAR, l’eccedenza a livello svizzero è invece di quasi 6 kg P/ha. Attualmente non sono ancora del tutto chiari i motivi di tale differenza: con il metodo applicato non può essere comprovata né una quantità di fosforo per il foraggiamento superiore alla media a causa di un apporto eccessivo di sostanze minerali né una resa dei prati sopravvalutata. Gli errori di registrazione nella rete aziendale, frequenti ancora oggi, si sono potuti ridurre notevolmente nel corso degli anni.

92 1.3 Ecologia ed etologia Bilancio ed efficienza del fosforo In 1000 t di P
Input Alimenti per animali importati Concimi minerali Concimi da riciclaggio Importazione di sementi Deposito atmosferico Output Prodotti animali Prodotti vegetali Bilancio (input-output) Efficienza (output:input) Efficienza in % 0 24 21 18 15 12 9 6 3 199219901994199619982000200220042006200820102012 80 70 60 50 40 30 20 10 0
Fonte: Agroscope

Dall’analisi dei bilanci per tipi di azienda emergono in parte differenze considerevoli. Per l’input di fosforo il mediano si situa a 16–32 kg P/ha, per l’output a 16–30 kg P/ha. Valori bassi si registrano soprattutto per i tipi di azienda «Colture speciali» e «Altri bovini», mentre nelle aziende di latte commerciale e quelle combinate si osserva spesso un elevato livello. Le eccedenze sono invece decisamente ridotte e variano di poco tra i vari tipi di azienda.

Fonte: Agroscope

93 1.3 Ecologia ed etologia Bilanci del fosforo per regione kg P / ha LN Fonte:
–20 0 20 60 40 Input di P Output di P Bilancio di P Regione di montagna Regione di pianura Regione collinare
Agroscope
Bilanci di P per tipo di azienda kg P / ha SAU
–20 0 20 60 40 Input di P Output di P Bilancio di P Colture speciali Altri bovini Vacche madri Campicoltura Trasformazione Latte commerciale Aziende combinate vacche madri Aziende combinate latte commercial e / campicoltura Altre aziende combinate Aziende combinate trasformazione

n Tenore di P nei suoli

Per una concimazione mirata è necessario tener conto, oltre che del fabbisogno di sostanze nutritive dei vegetali, dei rischi di carico delle acque sotterranee e delle diverse caratteristiche del suolo. Queste ultime possono essere rilevate mediante analisi periodiche, mentre per la stima della pericolosità per le acque sono state elaborate diverse basi, per esempio la Carta delle superfici collegate ad acque superficiali, basata sulla Carta del rischio d’erosione. Con le analisi del suolo periodiche non si rileva il tenore totale di sostanze nutritive in esso contenute, bensì si valutano quelle a disposizione della vegetazione a medio termine: si parla di grado di approvvigionamento dei terreni in sostanze nutritive. Conformemente alle prescrizioni dell’ordinanza sui pagamenti diretti, fatte salve alcune eccezioni, le particelle di tutte le aziende che ricevono pagamenti diretti devono essere controllate almeno una volta ogni dieci anni.

I laboratori autorizzati ad analizzare campioni di suolo per la PER hanno l’obbligo di mettere a disposizione dell’UFAG, per uso statistico, i risultati delle analisi. Delle circa 130 000 raccolte pervenute relative agli anni 2010–2012 ne sono state valutate circa 74 000, ovvero quasi il 60 per cento. Alcuni campioni erano inutilizzabili per la valutazione principalmente a causa della mancanza di indicazioni concernenti la coltura o il gruppo colturale, della profondità di prelievo, del tenore in argilla, del numero postale di avviamento o dell’applicazione di un metodo di analisi per cui mancano le basi interpretative. I dati sono stati forniti da dieci laboratori. Il numero di campioni analizzati da ciascuno di essi era molto variabile: da poche centinaia a circa 30 000. Molto differente era anche l’utilizzabilità dei campioni forniti: di due laboratori si è potuto fare uso, ad esempio, di oltre il 90 per cento dei campioni, mentre di altri due non se ne è potuto utilizzare alcuno. La maggior parte dei campioni è stata analizzata con il metodo CO2, seguito dal metodo ammonio acetato EDTA (AAE10) (entrambi riconosciuti dalla PER). Con il secondo non si sono potuti interpretare oltre 13 000 campioni, poiché il pH del suolo era superiore a 6,8 e, di conseguenza, conformemente alle prescrizioni, si sarebbe dovuto applicare il metodo CO2. Complessivamente, la qualità dei dati a disposizione è stata giudicata insufficiente. Una volta conclusesi le prime forniture di dati, saranno autorizzati esclusivamente laboratori che adempiono i requisiti richiesti.

Più della metà dei campioni proveniva dalla coltivazione foraggera, poco meno della metà da superfici coltive aperte. Dalle colture speciali pluriennali era stato invece prelevato meno del 5 per cento dei campioni. In base alla quantità di campioni con dati interpretabili può essere stimata la quota di superfici agricole utili delle quali si può valutare l’approvvigionamento in fosforo. Partendo dal presupposto che, in media, le particelle da cui sono stati prelevati i campioni misurano 1,5 ettari, la raccolta di dati interpretabile copre il 10 per cento della superficie agricola utile nazionale, con una quota variabile dal 2 al 20 per cento circa nei Cantoni o Comuni. Le zone più rappresentate sono l’Altipiano centrale e orientale e il Ticino.

Classi di fertilità secondo le GRUDAF

Classe di fertilità

A

Valutazione

Povero (approvvigionamento molto insufficiente)

B Moderato (approvvigionamento insufficiente)

C

D

E

Sufficiente (stato d’approvvigionamento auspicato)

Ricco (approvvigionamento elevato)

Molto ricco (approvvigionamento eccessivo)

94 1.3 Ecologia ed etologia
Fonte: Agroscope

Per valutare l’approvvigionamento in fosforo di un sito, si assegna il valore risultante dall’analisi del suolo a una delle cinque classi di fertilità conformemente alle «Direttive di concimazione in campicoltura e foraggicoltura», versione 2009. Affinché tutte le regioni possano essere comparate tra di loro, dalla ripartizione delle classi di fertilità di una regione (p.es. Cantone o Comune) si ricava il cosiddetto coefficiente. Tale procedura è stata scelta su proposta del Centro di tecnologia agricola Augustenberg, nel Baden-Württemberg. La quota percentuale di ogni classe di fertilità viene quindi moltiplicata per un fattore di ponderazione scelto, per rilevare meglio le differenze tra le classi, e si sommano i cinque prodotti. La somma corrisponde al valore indicativo di una regione. Esso consente di attribuire le zone di una regione a uno dei cinque livelli di suolo in cui vengono classificati i terreni di una regione: da «zone con carenze molto frequenti» (livello I) a «zone con eccedenze molto frequenti» (livello V). Sulla base dei valori indicativi sono state create delle carte che rappresentano l’approvvigionamento medio in fosforo dei suoli per Comune.

95 1.3 Ecologia ed etologia

Esempio di calcolo del coefficiente

Classificazione dei valori indicativi Classe di Percentuale Fattore di Coefficiente Livello (corri- Valore Classificazione fertilità ponderazione (prodotto) spondente indicativo al colore sulle carte)

Fonte: Centro di tecnologia agricola Augustenberg (LTA), Baden-Württemberg

Per le superfici coltive aperte e per quelle foraggere l’approvvigionamento in fosforo viene presentato per Comune, mentre per le restanti superfici non sono disponibili sufficienti dati. Vi sono due rappresentazioni, una per ognuno dei metodi (CO2 o AAE10), con cui è stata condotta l’analisi del suolo. Considerato che mediante il metodo AAE10 possono essere interpretati solo suoli con un pH ≤ 6,8, nei rispettivi grafici non sono rappresentati i suoli alcalini. Mancano inoltre i Comuni con meno di dieci campioni analizzati, poiché molto probabilmente lo stato dell’approvvigionamento è stato stabilito sulla base di singoli campioni e non è, pertanto, rappresentativo della regione.

Approvvigionamento in P delle superfici coltive aperte nei Comuni svizzeri 2010–2012 (metodo CO2)

Superficie coltiva CO2-P (occorrenze = 15 468):

Carenze molto frequenti Carenze frequenti Carenze ed eccedenze temporanee Eccedenze frequenti Eccedenze molto frequenti

96 1.3 Ecologia ed etologia
7,7 1 7,7 n I ≤ 240 Zone con carenze molto frequenti
27,6 2 55,2 n II 241–280 Zone con carenze frequenti C 34,1 3 102,3 n III 281–320 Zone con carenze ed eccedenze temporanee D 17,6 4 70,5 n IV 321–360 Zone con eccedenze frequenti E 13,0 5 65,1 n V > 360 Zone con eccedenze molto frequenti Somma 100 300,8 Valore indicativo
A
B
Fonte: Agroscope

Approvvigionamento in P delle superfici foraggere nei Comuni svizzeri 2010–2012 (metodo CO2)

Foraggicoltura CO2-P (occorrenze = 33 779):

Carenze molto frequenti

Carenze frequenti

Carenze ed eccedenze temporanee

Eccedenze frequenti

Eccedenze molto frequenti

Fonte: Agroscope

Per le superfici coltive aperte e per quelle inerbite, le carte dell’approvvigionamento in fosforo dei suoli basate sul metodo CO2 indicano che le zone con eccedenze molto frequenti sono più numerose e si trovano soprattutto nella Svizzera orientale e centrale. Emerge inoltre che nella Svizzera occidentale e in Vallese vi sono meno Comuni che dispongono dei risultati di dieci analisi. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che in queste zone il metodo AAE10 è molto più diffuso di quello CO2.

Approvvigionamento di P delle superfici coltive aperte nei Comuni svizzeri 2010–2012 (metodo AAE10)

Superficie coltiva AAE10-P (occorrenze = 9 088):

Carenze molto frequenti

Carenze frequenti

Carenze ed eccedenze temporanee

Eccedenze frequenti

Eccedenze molto frequenti

Fonte: Agroscope

97 1.3 Ecologia ed etologia

Approvvigionamento di P delle superfici foraggere nei Comuni svizzeri 2010–2012 (metodo AAE10)

Foraggicoltura AAE10-P (occorrenze = 13 390):

Carenze molto frequenti

Carenze frequenti

Carenze ed eccedenze temporanee

Eccedenze frequenti

Eccedenze molto frequenti

Le carte dell’approvvigionamento in fosforo dei suoli basate sul metodo AAE10 presentano risultati leggermente differenti soprattutto nella regione a vocazione foraggera. Secondo tale metodo, nel Giura, nelle Prealpi e nelle Alpi vi sono estese zone con carenze frequenti e molto frequenti; per il Vallese mancano campioni interpretabili anche per questo metodo.

Dal confronto dell’approvvigionamento in fosforo dei terreni in base ai metodi CO2 e AAE10 emerge che, con il secondo, le stime dell’approvvigionamento sono sovente più basse. Ciò è confermato anche da osservazioni in altri progetti e nella pratica. Spesso non è possibile fornire una spiegazione al riguardo. I risultati dell’analisi con il metodo CO2 dovrebbero rispecchiare meglio le condizioni reali, soprattutto in zone con elevato carico di animali e un impiego regolare e decennale di concimi aziendali. È invece molto raro nella pratica, o accade solo in casi speciali, che le carenze siano visibili e misurabili.

98 1.3 Ecologia ed etologia
Fonte: Agroscope

n Tenore di P dei laghi

Il tenore di fosforo nei laghi è un importante indicatore per la valutazione della qualità dell’acqua. Elevati tenori di fosforo favoriscono, infatti, la produzione di biomassa. La degradazione della biomassa morta richiede, a sua volta, un elevato consumo di ossigeno. Di conseguenza, un’eccedenza di biomassa provoca una carenza di ossigeno nelle acque profonde o sulla superficie di sedimentazione. Generalmente, sono due i modi in cui il fosforo giunge nei laghi, ovvero attraverso fonti puntuali (impianti di depurazione, industria, economie domestiche, canali di scolo) o fonti diffuse (agricoltura, bosco e atmosfera). Dalla metà degli anni ‘70 le immissioni e, di conseguenza, i tenori di fosforo nei laghi, sono notevolmente diminuite grazie al trattamento di oltre il 95 per cento delle fonti puntuali negli impianti di depurazione, che eliminano gran parte del fosforo in esse contenuto e al divieto, introdotto nel 1986, di utilizzare fosfati nei detersivi per il bucato. Sono scese altresì le immissioni di fosforo provenienti dall’agricoltura, ma in misura minore.

Nonostante tutti i provvedimenti, non in tutti i laghi è stato ottenuto il valore di ossigeno prescritto dall’ordinanza sulla protezione delle acque di almeno 4 mg/l in ogni momento e a tutte le profondità. In alcuni laghi dovrà pertanto essere immesso ossigeno ancora a lungo con metodi artificiali, mediante aerazione o ausilio di circolazione.

Lago Lemano

Lago di Costanza

Lago di Neuchâtel

Lago Maggiore

Lago dei Quattro

Cantoni

Lago di Zurigo

Lago di Bienne

Lago di Zugo

Lago di Walen

Lago di Morat

Lago di Sempach

Lago di Hallwil

Lago di Greifen

Lago di Baldegg

Lago di Pfäffikon

Fonte: UFAM

99 1.3 Ecologia ed etologia
Tenore di P nei laghi Tenore di fosforo ( µ g / l)
0 600 500 400 300 100 200 1970 1972 1974 1976 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012

1.3.1.3 Suolo

Il suolo è la base per la fetta maggiore di produzione di derrate alimentari: l’acqua piovana, che cade sulla Terra, viene immagazzinata e consente alle piante di crescere oppure penetra nel sottosuolo, viene filtrata e diventa disponibile, ad esempio, come acqua potabile. Una moltitudine inimmaginabile di organismi che vivono nel suolo si occupa di scomporre nuovamente negli elementi basilari i composti organici presenti sul o nel suolo, affinché siano di nuovo disponibili per le piante sotto forma di sostanze nutritive e biomolecole. Al contempo, tali organismi creano nuovi composti organici formando fertile humus. Il suolo, inoltre, plasma il paesaggio nel quale viviamo e viene utilizzato per la costruzione di insediamenti.

Nell’edizione 2010 del presente rapporto è stato illustrato il costante aumento della domanda mondiale di suolo fertile, provocato dalla crescita demografica, ma anche dal maggior consumo di derrate alimentari di origine animale la cui produzione richiede, per caloria, una superficie decisamente più estesa che non per quelli di origine vegetale. Parallelamente, la superficie attualmente a disposizione della produzione agricola è fortemente minacciata. Da un lato, perché spesso superfici dall’ottimo profilo agronomico vengono destinate alla costruzione di insediamenti; secondo il programma mondiale delle Nazioni Unite, entro il 2050

100 1.3 Ecologia ed etologia

a livello mondiale questo sarà il caso di circa 200 milioni di ettari, ovvero una superficie pari a 200 volte la superficie agricola utile disponibile in Svizzera. Dall’altro lato perché a causa della degradazione di estese superfici diminuisce la fertilità del suolo. Detta degradazione è riconducibile, innanzitutto, all’erosione: causata da acqua e vento, essa interessa nel mondo circa 1 500 milioni di ettari di suolo. I terreni coltivi di buona qualità supplementari ancora ricavabili sono relativamente pochi (la FAO li stima a 500 mio. ha), motivo per cui con un ettaro di superficie devono essere nutrite sempre più persone. Per quanto concerne l’aspetto della protezione quantitativa del suolo vedasi il capitolo 1.2.6 Protezione delle superfici coltive.

Nell’estate 2013, UFAM e UFAG hanno pubblicato il modulo Protezione del suolo della Guida all’applicazione «Protezione dell’ambiente nell’agricoltura», nel quale hanno presentato i due maggiori pericoli per la fertilità dei suoli agricoli svizzeri: l’erosione e la compattazione del sottosuolo. Nel modulo si descrive dettagliatamente cosa devono fare i gestori per evitare questi problemi e quali sono, invece, le responsabilità di Confederazione e Cantoni.

n Copertura del suolo nelle aziende AC-IAA

Lo stato della copertura del suolo varia nel corso dell’anno a seconda dello sviluppo della vegetazione, della lavorazione dei campi e della presenza di residui vegetali in superficie. La gestione dello strato superficiale del suolo è una delle forze motrici della pratica agricola, poiché determina diversi effetti ambientali. Un’elevata copertura contribuisce alla protezione fisico-chimica dei suoli, riduce i rischi d’erosione e la perdita di elementi minerali od organici (sostanze nutritive, prodotti fitosanitari, metalli pesanti) ed è direttamente connessa alla scelta delle specie coltivate e alla loro posizione nella rotazione, alla loro dinamica di sviluppo stagionale, dalla semina alla raccolta, e alle modalità di gestione della fase intercolturale. La copertura del suolo è influenzata anche dalle pratiche colturali, tra cui la lavorazione del suolo. L’insieme di tali fattori produce una variazione della protezione del suolo interessante da valutare e da documentare con l’ausilio degli IAA.

È stato sviluppato un indicatore per caratterizzare le due fasi principali della copertura del suolo di una particella agricola: la fase intercolturale (dal raccolto della coltura precedente alla semina della coltura principale) e la fase colturale (dalla semina al raccolto della coltura principale). La prima comprende i residui della coltura precedente, il loro interramento durante la lavorazione del terreno (trattamento delle stoppie), il loro tasso di decomposizione, la presenza di una coltura intermedia (sovescio, coltura intercalare) e la relativa gestione. La seconda considera i residui al momento della semina della coltura principale, la crescita della coltura dalla semina al raccolto e il tasso di decomposizione dei residui della coltura precedente. La copertura del suolo di una particella in un determinato periodo colturale può essere stabilita mediante modelli e valori di riferimento.

La presente analisi si riferisce al periodo 2010–2012, e contempla una media di 236 aziende, per un totale di 4 804 particelle. A livello di particella, il risultato è espresso mediante un indice di numero di giorni di copertura SCD (numero di giorni di copertura al 100 %: 2 giorni di copertura al 50 % = 1 giorno al 100 %) o in un tasso di copertura medio. A livello di azienda, il tasso di copertura è una media ponderata delle particelle (superficie sottoposta a rotazione e prati permanentemente inerbiti), proporzionata alla rispettiva superficie.

Un’azienda a vocazione pastorizia presenta una copertura del suolo quasi totale se la superficie è messa a prato perenne. Tali condizioni sono tipiche delle aziende che producono latte commerciale, mentre in un’azienda campicola la copertura del suolo sarà del 60 per cento circa e molto variabile tra un’azienda e l’altra. Durante la fase intercalare, così come durante la coltivazione della nuova coltura, le superfici coltive sono parzialmente nude. Le aziende combinate latte commerciale/campicoltura presentano un tasso di copertura dell’80 per cento circa.

101 1.3 Ecologia ed etologia

Nella regione di pianura la copertura del suolo è bassa, essendo elevata la presenza di superfici coltive, ma comunque molto varia. In questa regione, le aziende hanno percentuali di copertura variabile dal 50 al 100 per cento; per la metà di esse la quota varia addirittura dal 70 al 90 per cento. Nella regione collinare, tre quarti delle aziende raggiungono un tasso di copertura del suolo pari o superiore al 90 per cento e, di conseguenza, simile a quello delle regioni di montagna, prettamente inerbite.

La differente copertura del suolo delle particelle di superficie coltiva aperta è da ricondurre in primo luogo alle colture scelte per la rotazione e per l’avvicendamento. Il frumento autunnale è la coltura che presenta la minore copertura: il suolo è coperto per metà del periodo tra il raccolto precedente e quello nuovo (percentuale di copertura del 50 %). Le pratiche colturali che precedono la semina di questo cereale, tuttavia, consentono di migliorare tale copertura, ma solo su una modesta parte delle particelle: solo il 5 per cento di queste raggiungono un grado di copertura pari o superiore al 70 per cento. Tale valore è lo stesso di quello di una coltura autunnale precoce, come l’orzo autunnale. Questa specie, così come la colza, con periodo di semina relativamente concentrato in un momento in cui la vegetazione è ancora attiva, presenta poche differenze tra le particelle. Tra le colture primaverili, quella a minore copertura del suolo è la patata; la copertura varia tuttavia a seconda della posizione della coltura nell’avvicendamento. Rispetto a quelle autunnali, le colture primaverili presentano maggiori differenze tra le particelle, poiché la loro fase intercolturale è molto variata. Per le colture autunnali, la fase di vegetazione assicura la parte preponderante della copertura, mentre per le colture primaverili la fase intercolturale vi contribuisce in maniera uguale, se non addirittura maggiore.

102 1.3 Ecologia ed etologia
copertura
Copertura del suolo media in %
Agroscope 0 20 40 60 100 80 Campicoltura Aziende combinate latte commercial e / campicoltura Colture speciali Aziende combinate vacche madri Altre aziende combinate Aziende combinate trasformazione Latte commerciale Vacche madri Altri bovini
Tasso di
del suolo per tipo di azienda
Fonte:

Tasso di copertura del suolo medio delle particelle a seconda della coltura principale

Fonte: Agroscope

Numero di giorni di copertura del suolo per particella per le fasi colturale e intercolturale (+ residui)

Colza autunnale Orzo autunnale Frumento autunnale

+ residui Coltura

+ residui Coltura

+ residui Coltura

da zucchero Patata Mais da silo

residui

Agroscope

103 1.3 Ecologia ed etologia
Copertura del suolo media in %
0 20 40 60 100 80
Patata Frumento autunnale Barbabietola da zucchero Colza autunnale Granturco Orzo autunnale Mais da silo
Numero di giorni di copertura del suolo
0 100 200 400 300 Numero di giorni di copertura del suolo 0 100 200 400 300 Numero di giorni di copertura del suolo 0 100 200 400 300 Numero di giorni di copertura del suolo 0 100 200 400 300 Numero di giorni di copertura del suolo 0 100 200 400 300 Numero di giorni di copertura del suolo 0 100 200 400 300
Fonte:
Intercoltura
Intercoltura
Intercoltura
Barbabietola
Intercoltura
Intercoltura
Intercoltura
Coltura
+
Coltura
+ residui Coltura
+ residui

Le notevoli fluttuazioni osservate nel mais da granella illustrano l’effetto dell’avvicendamento e delle tecniche colturali sulla copertura del suolo. Dall’osservazione delle particelle rispetto a scenari simulati emerge che una parte importante delle colture trae vantaggio dalla presenza di una coltura intermedia lasciata fino alla primavera, poiché consente di raggiungere una copertura del suolo pari o superiore al 70 per cento. Se le colture intermedie vengono rimosse prima dell’inverno, il tasso di copertura del suolo scende, infatti, al di sotto del 50 per cento. L’assenza di una coltura intermedia riduce la copertura a meno della metà rispetto a quella connessa a pratiche più protettive. Per migliorare la copertura del suolo è pertanto essenziale introdurre una coltura intermedia e gestirla in maniera ottimale.

Coltura intermedia 21.07.– 01.05. / Semina di mais a lettiera

Coltura intermedia 21.07.– 01.05.

Coltura intermedia 15.09.– 01.05.

Coltura intermedia 21.07.–15.11.

Coltura intermedia 15.09.–15.11.

Senza coltura intermedia

Coltura precedente: frumento autunnale, raccolto il 20.07.

Coltura intermedia: sovescio (senza leguminose)

Coltura principale: mais da granella, semina il 01.05. e raccolto il 15.10.

Istogramma del tasso di copertura del suolo delle particelle di mais da granella 0 5 15 10 20 25 30

Quota di particelle (%)

n Bilancio dell’humus nelle aziende AC-IAA

Oltre alla struttura del suolo, all’argilla, al silt, alla sabbia e al pH, un importante criterio per determinare la qualità di un terreno agricolo è il suo tenore di humus, utilizzato come indicatore agroambientale per i suoli gestiti in campicoltura. Per «humus» si intende la sostanza organica morta contenuta nel terreno, costituita fondamentalmente da sostanze organiche apportate al terreno, facilmente decomponibili, e dall’humus duraturo, formato da diverse sostanze organiche più o meno stabili. La quantità e la composizione dell’humus influenzano direttamente o indirettamente la maggior parte delle funzioni del suolo. Esso è importante, ad esempio, per la formazione di particelle stabili che proteggono lo strato superficiale del suolo da costipazione ed erosione. La stabilità della struttura del suolo, vale a dire la preservazione di un’adeguata porosità, è importante per un bilancio efficiente di acqua e aria. Le componenti dell’humus sono inoltre serbatoi eccellenti per le sostanze nutritive delle piante, senza dimenticare che quantità e qualità della sostanza organica del suolo sono fondamentali anche per gli organismi viventi che lo popolano.

Il tenore di humus è determinato dalle condizioni climatiche e pedologiche. Sui terreni campicoli esso è inoltre influenzato dalla gestione, in particolare dall’intensità della lavorazione del suolo (p.es. aratura, fresatura o erpicatura), dalla quantità di residui del raccolto e dall’apporto di concimi organici. Nonostante il tenore di humus sia molto importante per la qualità del suolo, non se ne può stabilire con certezza il valore ottimale in un determinato luogo, ma si è concordi nell’affermare che una gestione che ne consenta l’aumento è migliore di una che lo logori.

104 1.3 Ecologia ed etologia
Copertura del suolo media (%) 0 10 80 50 60 70 40 30 20 90 100
Fonte: Agroscope Nota: Le linee rosse indicano il tasso di copertura per diversi scenari simulati di pratiche colturali

In caso di utilizzo del suolo a scopi campicoli è importante tenere sotto controllo il volume e il tenore di humus. A tale scopo, sono stati sviluppati i cosiddetti «metodi di bilancio dell’humus», con cui valutare, sulla scorta di dati concernenti la gestione, se la quantità di humus nel suolo aumenta, diminuisce o resta stabile. Quello spesso usato in Svizzera è stato sviluppato come supporto alla consulenza e mette a confronto l’apporto di humus con la sua rarefazione. Si stima quest’ultima sulla base delle caratteristiche del suolo e dell’intensità di lavorazione, quindi la si compara con la formazione di humus, che avviene mediante l’apporto di sostanze organiche sotto forma di residui del raccolto e concimi organici. Il metodo consente di valutare correttamente chiare differenze di gestione, ma non di stimare in maniera affidabile il tenore di humus.

Per il calcolo dei bilanci dell’humus sulle superfici campicole delle aziende AC-IAA sono stati sufficienti i dati a disposizione, anche se quelli concernenti i concimi aziendali distribuiti sulle singole particelle non sempre erano precisi. Essi sono stati sostituiti dai valori medi dei concimi aziendali distribuiti nell’azienda. Inoltre, poiché le aziende con pochissima superficie coltiva potrebbero falsare i risultati, nella valutazione sono state considerate solo quelle con una superficie coltiva aperta (ovvero senza prati artificiali) di almeno 5 ettari e che rappresentava almeno il 10 per cento della superficie agricola utile. I risultati sono stati valutati per tipo di azienda, regione (di pianura o collinare) e clima (temperato, secco, umido).

105 1.3 Ecologia ed etologia
Bilancio annuale dell'humus per tipo di azienda kg humu s / ha –1 000 –500 0 500 1 000 2 000 1 500 Colture speciali Campicoltura Aziende combinate vacche madri Aziende combinate latte commercial e / campicoltura Altri bovini Altre aziende combinate Latte commerciale Aziende combinate trasformazione
Fonte:
Agroscope

Dai risultati emergono differenze notevoli e significative tra i tipi di azienda, ma nessuna divergenza consolidata tra le aziende nella regione di pianura e collinare o tra le regioni climatiche. I valori mediani dei bilanci dell’humus di aziende campicole con o senza specializzazione su singole colture sono decisamente negativi, mentre quelli di aziende campicole detentrici di animali assolutamente positivi. I bilanci negativi sono riconducibili soprattutto all’avvicendamento delle colture con un quota elevata di sarchiate e pochi prati artificiali. La conseguenza è che, da un lato le colture emettono meno carbonio nel sottosuolo e, dall’altro, la lavorazione più intensiva del suolo provoca un aumento della rarefazione dell’humus. Inoltre, le quantità di concimi organici apportati nelle aziende campicole sono inferiori e non si sono potute compensare attraverso un volume maggiore di residui del raccolto in superficie (paglia, sovesci).

In Svizzera la quantità media di humus sulle particelle usate a scopo campicolo è di 70 tonnellate l’ettaro. In un esperimento a lungo termine condotto da Agroscope su particelle non concimate o su cui erano stati utilizzati solo concimi minerali e dopo aver asportato tutti i residui del raccolto, la riduzione media annuale di humus su un arco di 60 anni è risultata di circa 230 chilogrammi l’ettaro. Considerato che il metodo di bilancio dell’humus è relativamente approssimativo e fornisce, di conseguenza, risultati molto incerti, si presume che valori di bilancio tra –200 e +200 chilogrammi di humus l’ettaro non influiscano sulla qualità del suolo. Si presuppone che quest’ultima ne risenta solo in caso di bilanci decisamente più negativi. Inoltre, poiché nel valutare il metodo si è osservato che nella maggior parte dei casi i risultati sono positivi, i bilanci dell’humus delle aziende campicole costantemente negativi devono essere presi sul serio. Dai risultati della rete di aziende IAA emerge che molte aziende campicole presentano bilanci decisamente peggiori. Per ottenere un bilancio equilibrato, o addirittura positivo, in molte di esse è necessario un intervento: tra le misure da prendere ci sarebbe, innanzitutto, lo spandimento di ulteriori concimi organici, seguito da altri provvedimenti adeguati, in parte già applicati, come la coltivazione di colture intercalari e la concimazione con paglia. In caso di bilancio dell’humus fortemente negativo bisogna inoltre valutare se non sia il caso di ridurre l’intensità della lavorazione del suolo e, di conseguenza, la rarefazione dell’humus.

n Rischio d’erosione nelle aziende AC-IAA

Il rischio d’erosione di una particella è determinato da fattori locali e gestionali. Quello riconducibile a condizioni locali è più frequente in natura poiché dipendente dalle caratteristiche del suolo e dei rilievi, nonché dall’erosività delle precipitazioni. Una rappresentazione di tale rischio sull’intera superficie agricola utile svizzera è contenuta nella carta del rischio d’erosione (CRE2). Il rischio d’erosione, determinato dal tipo di utilizzo della superficie (campicoltura, superficie inerbita, colture perenni, ecc.) e di gestione (avvicendamento delle colture, forma e intensità della lavorazione del suolo, ecc.), è stabilito mediante il cosiddetto coefficiente C dell’«Equazione generale dell’erosione», il modello d’erosione più diffuso a livello mondiale. Il coefficiente C indica il cambiamento relativo dell’erosione per una determinata gestione rispetto alla perdita in caso di maggese nero pluriennale; è un valore non dimensionale tra lo 0 e l’1, laddove 0 rappresenta la migliore protezione dall’erosione (copertura del suolo al 100 %, assenza di lavorazione del suolo, buona radicazione, ecc.) e 1 il maggior rischio d’erosione (suolo completamente nudo, sottile letto di semina). Il coefficiente C è elevato soprattutto in campicoltura e orticoltura e per alcune colture perenni, mentre sulla superficie inerbita è in genere molto basso.

Per l’IAA Rischio d’erosione si calcola il coefficiente C per ogni particella di un’azienda della rete AC-IAA utilizzata a scopo agricolo e lo si indica come valore medio ponderato di tutte le particelle dell’azienda. Il calcolo si effettua sempre sull’arco di un anno (365 giorni), dal 1° luglio dell’anno precedente al 30 giugno dell’anno di rilevazione, e comprende pertanto una fase della coltura precedente, un’eventuale coltura intercalare o maggese e una fase della coltura principale. Per ogni coltura sono stati stabiliti dati specifici concernenti la durata di sei fasi di sviluppo (p.es. lavorazione del suolo fino alla semina, semina fino a una copertura del suolo del 10 %, ecc.). Queste ultime vengono calcolate sulla base dei valori d’erosione relativi di ogni singola coltura e fase di sviluppo tratti dalla letteratura nonché dell’erosività delle precipitazioni prevista in questo periodo, determinata sulla base di dati meteorologici pluriennali. Tra i valori d’erosione relativi utilizzati si distinguono quattro procedure di lavorazione del suolo per ogni coltura e fase di sviluppo (aratura; senza aratura < 30 % copertura con lettiera; semina a lettiera > 30 % copertura con lettiera; semina a bande fresate o semina diretta). Nei calcoli rientrano inoltre diversi coefficienti di correzione. Così risulta, ad esempio, che nell’avvicendamento delle colture i prati artificiali riducono il rischio d’erosione, mentre una quota elevata di sarchiate o la coltivazione di cereali o colza dopo quella di tuberi lo aumenta.

106 1.3 Ecologia ed etologia

L’indicatore, pertanto, non specifica il tasso di erosione di una particella, bensì indica il rischio d’erosione a lungo termine su tale particella, a determinate condizioni di utilizzazione e gestione. Se sulla media delle particelle di un’azienda viene cambiata l’utilizzazione o la gestione mutano, conseguentemente, il coefficiente C e il rischio d’erosione calcolati. Di conseguenza, analizzando le sequenze di dati di tutte le aziende si rileva se eventuali modifiche di una delle due condizioni (p.es. diverse procedure di lavorazione del suolo nel quadro dei programmi di gestione delle risorse o dei contributi per la loro efficienza o cambiamenti nell’inverdimento invernale) influirebbero in maniera positiva o negativa sul rischio d’erosione. Ciò consente di esaminare l’efficacia delle misure di politica agricola nell’ambito della protezione contro l’erosione, rilevando tempestivamente la necessità d’intervento in caso di errori. L’IAA Rischio d’erosione è attualmente in fase di programmazione e sperimentazione e pertanto non sono ancora disponibili risultati.

Rischio d’erosione dovuto a condizioni locali

Conformazione

Precipitazioni

Carta del rischio d’erosione CRE2

Rischio d’erosione

Utilizzazione della superficie

Rischio d'erosione dovuto alla gestione

Avvicendamento delle colture

Lavorazione del suolo

Coefficiente C = Indicatore agroambientale

Fonte: UFAG

La legislazione contiene da diversi anni prescrizioni concernenti la protezione contro l’erosione sancite nelle leggi sull’agricoltura e sulla protezione dell’ambiente. Con la Politica agricola 2014–2017, a partire dal 2015 entrano in vigore ulteriori disposizioni nell’ambito della PER, non allo scopo di inasprire le condizioni, bensì di facilitare l’esecuzione delle prescrizioni esistenti. Il calcolo dei coefficienti C sulle singole particelle è relativamente dispendioso; per tale motivo, è stato scelto un metodo semplificato che consente di valutare se la gestione è adeguata alle condizioni locali o no. Questo è stato presentato nel modulo Protezione del suolo della Guida «Protezione dell’ambiente nell’agricoltura», pubblicato da UFAM e UFAG nell’estate 2013.

Con le nuove disposizioni, già il primo caso d’erosione rilevante dovuto alla gestione sarà considerato una violazione delle direttive PER. Per rilevante si intende una perdita di suolo con un’erosione superiore a 2 tonnellate l’ettaro e l’anno, che è ben visibile sul campo. L’erosione è considerata dovuta alla gestione quando non è riconducibile a una causa esclusivamente naturale o esclusivamente infrastrutturale né a una combinazione di queste due cause. In caso d’erosione rilevante non riconducibile a una lacuna infrastrutturale o a precipitazioni eccezionali, tuttavia, i pagamenti diretti non vengono ridotti automaticamente. Se il gestore può dimostrare di aver preso sulla particella interessata misure specifiche contro l’erosione non si applica alcuna riduzione.

Questa nuova disposizione rappresenta un’enorme sfida per l’agricoltura. Affinché i gestori dispongano del tempo necessario per adeguarsi, fino al 2016 non sarà disposta alcuna riduzione dei pagamenti diretti in caso d’erosione. Durante questo lasso di tempo saranno documentati accuratamente i casi d’erosione e le esperienze acquisite (in particolare la valutazione delle misure di riduzione dell’erosione) saranno utilizzate per elaborare basi per un’attuazione orientata alla pratica.

107 1.3 Ecologia ed etologia
Suolo

n Bilancio dei metalli pesanti nelle aziende AC-IAA

Un apporto elevato di qualsiasi metallo pesante ha un impatto negativo sull’ambiente. Il rame (Cu) e lo zinco (Zn) sono oligoelementi essenziali per l’uomo, le piante e gli animali e, contrariamente ad altri metalli pesanti, vengono ampiamente utilizzati in agricoltura, nella produzione sia vegetale sia animale. Altri metalli pesanti, come il cadmio (Cd), il piombo (Pb), il nickel (Ni) o il cromo (Cr) possono essere altresì importanti per singole aziende, in base alla gamma di applicazioni di concimi minerali od ottenuti dal riciclaggio. Secondo le conoscenze acquisite mediante la Rete nazionale di osservazione del suolo (NABO), le immissioni di questi metalli pesanti sono meno significative di quelle di rame e zinco. Finora, non è invece stata valutata l’immissione di uranio (U) nei terreni agricoli attraverso determinati concimi minerali fosforici, poiché in Svizzera questi ultimi non sono mai stati analizzati in quest’ottica. Studi esteri in proposito lasciano supporre che l’arricchimento da uranio dei suoli non è da escludere, soprattutto nelle zone a vocazione campicola e orticola. L’arricchimento di metalli pesanti nei suoli usati a scopo agricolo è un processo a lungo termine e, di conseguenza, difficile da rilevare. L’IAA Bilanci dei metalli pesanti consente di calcolare ogni anno, bilanci di sostanze semplificati per ogni particella dell’azienda agricola, mediante i quali rilevare tempestivamente un apporto troppo elevato di rame e zinco nell’agricoltura.

Un bilancio delle sostanze semplificato sulla superficie del suolo tiene conto delle immissioni attraverso concimi aziendali, minerali e ottenuti dal riciclaggio, prodotti fitosanitari e depositi atmosferici, nonché delle emissioni con il raccolto, ma non considera il deposito di rame e zinco negli strati più profondi del sottosuolo causato, ad esempio, dall’acqua d’infiltrazione o dagli organismi presenti nel terreno. Le immissioni ed emissioni annuali registrate tra il 2009 e il 2012 vengono calcolate come flussi, ovvero in grammi l’ettaro e l’anno. Il flusso netto di una sostanza si calcola facendo la differenza tra immissioni ed emissioni nel suolo: un valore positivo indica un arricchimento netto, uno negativo una sottrazione netta della sostanza. I valori delle concentrazioni di rame e zinco dei prodotti ausiliari agricoli e del raccolto sono tratti dalla letteratura, da studi condotti in Svizzera o da analisi di Agroscope. I dati concernenti le immissioni causate da depositi atmosferici sono stati ricavati da misurazioni delle riserve o dal monitoraggio dei muschi in Svizzera. Nell’IAA Metalli pesanti non è stata effettuata una differenziazione in base al tipo di azienda e alla regione, bensì in funzione della densità di animali, dove le differenze sono molto più evidenti.

Per la maggior parte delle aziende si sono registrati bilanci netti di rame con valori compresi tra –100 e +100 grammi l’ettaro e l’anno, ovvero in genere riduzioni o arricchimenti di rame di portata ridotta. In alcune aziende sono state rilevate immissioni molto elevate attraverso prodotti fitosanitari o concimi aziendali.

Per poter valutare la rilevanza ambientale dei bilanci di metalli pesanti viene stabilito un limite di carico preventivo, definito nella letteratura specialistica, come la somma di tutti i vettori di contaminazione, volto a evitare a lungo termine un arricchimento nocivo di rame nel suolo. Se sul lungo periodo tale «carico limite» viene superato, si presuppone una compromissione della qualità del suolo.

Gli arricchimenti riconducibili a prodotti fitosanitari si riscontrano soprattutto nelle colture speciali, come quelle frutticole e viticole. Le immissioni di rame causate dai concimi aziendali sono dovute principalmente all’utilizzo di alimenti per animali e rispettivi additivi, arricchiti con oligoelementi per motivi sanitari e per aumentare le prestazioni degli animali. Di conseguenza, generalmente i flussi netti di rame erano più elevati nelle particelle di tipi di aziende con un’elevata densità di animali, ovvero le aziende «combinate trasformazione» e le aziende «latte commerciale». Nelle aziende con un carico di animali superiore a 2 UBG l’ettaro, il flusso netto medio di rame era 140 grammi l’ettaro e l’anno, ovvero il doppio di quello di aziende con un carico di 1–2 UBG l’ettaro. Solo per poche aziende le immissioni nette globali registrate sono state superiori a 360 grammi l’ettaro e l’anno, valore ritenuto critico dal profilo preventivo.

Da un’osservazione approfondita dei cicli delle sostanze è possibile rilevare i bilanci di rame differenziati per utilizzazione della superficie a livello di particella. Presentano bilanci netti superiori al succitato carico limite soprattutto le particelle di superficie inerbita di aziende ad elevata densità di animali e quelle con colture

108 1.3 Ecologia ed etologia

speciali che richiedono l’impiego di fungicidi contenenti rame. Sulle oltre 6 000 particelle valutate, per un totale di 333 aziende, tra il 2009 e il 2012 il carico limite è stato superato nel 5,2 per cento dei casi. Le particelle con colture speciali rappresentavano una quota del 3–6 per cento. Le circa 300 particelle restanti presentavano, in genere, bilanci netti di rame superiori a 1 000 grammi l’ettaro e l’anno.

Fatta eccezione per le particelle con colture speciali, il quadro delle immissioni di zinco per i tipi di azienda ricalca quello del rame. A causa dello zinco utilizzato come additivo nell’alimentazione animale, le immissioni di tale sostanza nelle aziende dedite alla detenzione di animali sono riconducibili prevalentemente ai concimi aziendali.

Bilanci netti di rame e zinco per aziende AC-IAA differenziati secondo quattro fasce di densità di animali

La linea rossa rappresenta il «carico limite» di 360 grammi l'ettaro e l'anno per il rame e di 1 200 grammi l'ettaro e l'anno per lo zinco

Per il calcolo non erano disponibili indicazioni sui tenori dei concimi aziendali. La loro composizione è stata stimata sulla base del numero di animali e sono stati considerati tenori di zinco medi risultanti da analisi condotte in Svizzera. Nelle singole aziende, i concimi aziendali possono presentare tenori molto differenti, a seconda dell’impiego di additivi per alimenti per animali. Nei calcoli non si è finora tenuto conto di tale fattore. I flussi netti di rame e zinco delle aziende qui illustrati rappresentano pertanto dei valori medi. Per il bilancio è inoltre importante l’emissione di zinco tramite il raccolto. Flussi netti di zinco negativi, ovvero riduzioni, sono stati generalmente registrati su particelle con un impiego minimo o nullo di concimi aziendali.

I flussi netti di zinco più elevati si sono invece rilevati sulle particelle delle aziende con maggiore densità di animali. Il «carico limite» di 1 200 grammi l’ettaro e l’anno viene superato da quasi la metà delle aziende con una densità superiore a 2 UBG l’ettaro, mentre quasi tutte le altre (< 0,2–2 UBG/ha) presentano un flusso decisamente inferiore. Sulle oltre 6 000 particelle valutate, il carico limite è stato superato nel 14,2 per cento dei casi.

Il carico di zinco potrebbe essere ridotto modificando la composizione degli additivi per alimenti per animali, ovvero riducendone la quantità nei concimi aziendali. Per un’impostazione equilibrata dei cicli delle sostanze è particolarmente importante, nel caso del rame e dello zinco, la gestione dei concimi aziendali con rispettivi ritiri e cessioni tra aziende.

109 1.3 Ecologia ed etologia
Bilancio Cu [ g / ha anno ] Fonte: Agroscope –100 0 100 200 400 300 < 0,2 0,2–1 1–2 > 2 < 0,2 0,2–1 1–2 > 2 Bilancio Zn [ g / ha anno ] 0 1 000 2 000 3 000 5 000 4 000
Cu UBG / ha UBG / ha Zn

n Risultati dalla NABO: evoluzione temporale di sostanze nutritive, humus e tenori di inquinanti nei suoli

Gli indicatori del monitoraggio agroambientale reagiscono rapidamente e consentono di rilevare anticipatamente le variazioni; la NABO fornisce invece risposte più concrete sulla base di misurazioni in loco. La NABO sorveglia la qualità e il carico di inquinanti del suolo dal 1985, gestendo una rete di misurazioni comprendente circa 100 siti distribuiti su tutto il territorio nazionale e registrando i dati sulla gestione di una cinquantina di aziende agricole. Di queste, 33 con terreni campicoli e 25 con superfici inerbite. I siti vengono analizzati a distanza di cinque anni, prelevando campioni dallo strato superficiale (0–20 cm). Attualmente sono disponibili i risultati dei primi cinque cicli di rilevazione (1985–2009). I campioni vengono prelevati sempre dalla stessa superficie di 10 m x 10 m.

110 1.3 Ecologia ed etologia

Sostanze nutritive

Le variazioni del tenore di sostanze nutritive sono state analizzate su nove siti con superfici inerbite e sette con superfici campicole. Sui primi i tenori di azoto e fosforo presentano tendenze identiche: in caso di utilizzazione intensiva i tenori sono aumentati fino alla fine degli anni ’90, per poi ristagnare; in caso di utilizzazione estensiva sono rimasti costanti fino alla fine degli anni ‘90 e hanno poi iniziato a diminuire. I siti campicoli presentano tendenze simili a quelli della superficie inerbita sfruttata in modo intensivo per quanto concerne il fosforo (aumento con successiva stagnazione), mentre per l’azoto sono stati caratterizzati da una leggera riduzione fino alla fine degli anni ’90, seguita da un lieve aumento.

Differente, invece, la situazione del potassio fruibile per le piante: i tenori restano quasi immutati sulla superficie campicola, mentre sono in continua crescita su quella inerbita, con aumenti apparentemente superiori in caso di sfruttamento intensivo rispetto a quello estensivo. Ciò è dovuto innanzitutto all’immissione di concimi aziendali.

Finora l’analisi delle sostanze nutritive è stata condotta su pochi siti NABO. Ognuno di questi rispecchia condizioni tipiche svizzere e, insieme, costituiscono una rete di misurazione di riferimento. Nei prossimi due anni saranno condotte analisi volte a stabilire se i risultati possono essere generalizzati.

Legenda: verde scuro: superficie inerbita sfruttata in modo intensivo; verde chiaro: superficie inerbita sfruttata in modo da poco intensivo a estensivo; marrone: superficie campicola

Evoluzione dei tenori di azoto, fosforo e potassio Azoto totale (m g / kg) Fonte: Agroscope –1 –0,8 0,4 0,2 0 –0,2 –0,4 –0,6 0,6 0,8 1 –1 –0,8 0,4 0,2 0 –0,2 –0,4 –0,6 0,6 0,8 1 1985 –1989 1995 –1999 1990 –1994 2000 –2004 2005 –2009 1985 –1989 1995 –1999 1990 –1994 2000 –2004 2005 –2009 Fosforo totale (m g / kg) –200 –250 –150 150 100 50 0 –50 –100 200 250 –250 –200 –150 150 100 50 0 –50 –100 200 250 1985 –1989 1995 –1999 1990 –1994 2000 –2004 2005 –2009 1985 –1989 1995 –1999 1990 –1994 2000 –2004 2005 –2009 Cadmio EDTA (m g / kg) –250 –200 100 50 0 –50 –100 –150 150 200 250 –250 –200 100 50 0 –50 –100 –150 150 200 250 1985 –1989 1995 –1999 1990 –1994 2000 –2004 2005 –2009 1985 –1989 1995 –1999 1990 –1994 2000 –2004 2005 –2009
Superfici inerbite Superfici campicole Ciclo di rilevazione Ciclo di rilevazione 111 1.3 Ecologia ed etologia

Carbonio organico

La sostanza organica nel suolo è di fondamentale importanza per garantirne le innumerevoli funzioni. Generalmente, una riduzione del tenore di carbonio organico provoca un calo di fertilità e di qualità del suolo.

Dall’osservazione dell’evoluzione temporale dei tenori di carbonio organico su 17 siti inerbiti e 29 campicoli della rete di misurazioni NABO emerge che la varianza dei valori è decisamente maggiore per la superficie inerbita che non per quella campicola. Sulla prima si registra un aumento nei primi dieci anni, seguito da un calo. Come dimostrato da ulteriori valutazioni, le tendenze non sono tuttavia significative, a causa delle enormi differenze non solo tra siti, ma anche tra rilevazioni. Sulla superficie campicola è invece riconoscibile, globalmente, una leggera diminuzione fino alla fine degli anni ’90, seguita da un lieve incremento. Le variazioni del mediano oscillano attorno allo 0,1 per cento di carbonio.

Carico di metalli pesanti

Negli ultimi vent’anni i tenori di metalli pesanti presentano un’evoluzione positiva. Dagli anni ’80, ad esempio, è diminuita nettamente la presenza di mercurio e piombo nello strato superficiale. I metalli pesanti, tuttavia, non vengono smaltiti, ma semplicemente immagazzinati o trasportati altrove, in substrati più profondi, nelle acque sotterranee mediante fissazione su particelle o con il raccolto. Dire che si sono ridotti i tenori significa pertanto che, rispetto agli anni ’80, sono diminuite le immissioni: le misure di protezione dell’aria prese all’epoca e il divieto di spandimento dei fanghi di depurazione si sono dimostrati efficaci. Le immissioni atmosferiche si sono ridotte notevolmente anche per il cadmio, ma restano immutati i rispettivi tenori nel suolo. Non si sa a cosa sia dovuta tale situazione, ma i siti NABO presentano da sempre tenori di cadmio talmente bassi che è difficile rilevare eventuali flessioni.

Per lo zinco e il rame in alcuni siti si è invece registrato un netto aumento, soprattutto su superfici inerbite sfruttate in modo intensivo. I dati sulla gestione indicano che sulle particelle interessate sono state distribuite quantità elevate di concimi aziendali. Dai bilanci dei flussi delle sostanze emerge che, in questi casi, la maggior parte dello zinco e del rame veniva immessa come componente del concime aziendale; ipotesi avallata dal bilancio dei metalli pesanti IAA.

Evoluzione dei tenori di carbonio organico % di carbonio organico Superfici inerbite Superfici campicole Fonte: Agroscope –0,8 0,4 0,2 0 –0,2 –0,4 –0,6 0,6 0,8 –0,8 0,4 0,2 0 –0,2 –0,4 –0,6 0,6 0,8 1985 –1989 1995 –1999 1990 –1994 2000 –2004 2005 –2009 1985 –1989 1995 –1999 1990 –1994 2000 –2004 2005 –2009 Ciclo di rilevazione Ciclo di rilevazione
112 1.3 Ecologia ed etologia

Variazioni di zinco e rame sulla superficie inerbita

Legenda: verde scuro: superficie inerbita sfruttata in modo intensivo; verde chiaro: superficie inerbita sfruttata in modo da poco intensivo a estensivo

Variazione (m g / kg)
–10 15 10 5 0 –5 20 25 –6 2 0 –2 –4 4 6 Zn Cu 1985 –1989 1995 –1999 1990 –1994 2000 –2004 2005 –2009 1985 –1989 1995 –1999 1990 –1994 2000 –2004 2005 –2009
Fonte: Agroscope
Ciclo di rilevazione Ciclo di rilevazione 113 1.3 Ecologia ed etologia

1.3.1.4 Conclusioni

Fosforo

Dagli anni ’70, lo stato dei laghi è migliorato costantemente dal profilo del carico delle sostanze nutritive e, attualmente, la maggior parte dei corsi d’acqua gode di buona salute. In alcuni laghi vi sono tuttora elevate immissioni di fosforo e, in alcuni casi isolati, si deve ricorrere all’apporto artificiale di ossigeno. Secondo il metodo nazionale OSPAR, le eccedenze di fosforo nell’agricoltura svizzera sono diminuite notevolmente dal 1990, seppur dal 2000 si registri un rallentamento. L’efficienza del fosforo si è stabilizzata attorno al 60 per cento a partire dal 2004, dopo aver registrato anni di continua crescita. In base agli obiettivi della PA 14–17 tale quota dovrebbe raggiungere il 68 per cento nel 2017. Le due chiavi di volta per il miglioramento della situazione sono gli alimenti per animali importati, in aumento negli ultimi dieci anni, e i concimi minerali che, pur avendo registrato un forte calo, forniscono tuttora un notevole contributo all’importazione totale di fosforo.

Dall’esame del bilancio di fosforo sulla base dei dati aziendali provenienti dall’AC-IAA emerge un quadro leggermente diverso: il bilancio del fosforo è alquanto equilibrato in tutte le regioni, ma presenta differenze notevoli tra i diversi tipi di azienda. Le aziende campicole presentano bilanci di fosforo leggermente negativi, mentre i tipi di azienda con un’elevata produzione animale rivelano eccedenze. I due valori non sono direttamente comparabili, poiché risultano da due metodi di bilancio differenti. Grazie ai risultati dalle aziende AC-IAA, però, è possibile acquisire informazioni dettagliate soprattutto riguardo agli effetti dei provvedimenti di gestione.

Dalle analisi del suolo emergono le forti differenze di approvvigionamento in fosforo dei terreni nelle diverse regioni. È fondamentale che anche i gestori conoscano il tenore di fosforo dei propri terreni, per poter pianificare adeguatamente la concimazione. I dati attualmente disponibili, tuttavia, non soddisfano ancora le aspettative del legislatore e si renderanno necessari miglioramenti in diversi laboratori.

Suolo

Il suolo rischia di perdere superficie e fertilità. In quanto a carico di metalli pesanti, dal punto di vista dell’agricoltura solo il rame e lo zinco rivestono ancora un ruolo importante. Nelle aziende specializzate, spesso l’impiego di additivi per alimenti per animali e pesticidi causa immissioni di metalli pesanti nel suolo, considerate critiche dal profilo della prevenzione. Inoltre, in alcune aziende, soprattutto quelle campicole che detengono pochi animali o non ne detengono affatto, anche l’humus registra una tendenza alla rarefazione che, a lungo termine, può comportare un calo della fertilità. Gli altri indicatori agroambientali Copertura del suolo e Rischio d’erosione non consentono ancora di trarre ulteriori conclusioni. Le informazioni fornite dal monitoraggio a lungo termine sullo stato dell’ambiente (NABO) confermano i risultati dell’AC-IAA e la validità delle affermazioni fatte.

Grazie ai dati dell’AC-IAA è ora possibile quantificare la copertura del suolo delle aziende agricole e delle particelle in base alla loro modalità di gestione. La particelle con minore copertura si rilevano nelle regioni a vocazione campicola. La copertura può essere fortemente influenzata dalla scelta delle colture, dalla loro rotazione e dalle tecniche colturali. Sono determinanti le modalità di gestione delle colture intermedie, nello specifico le loro data d’impianto e modalità di rimozione. In futuro sarà necessario, pertanto, chiarire se vi è ancora potenziale di miglioramento nella gestione delle colture intermedie.

114 1.3 Ecologia ed etologia

1.3.2 Etologia

n Partecipazione ai programmi per il benessere degli animali URA e SSRA

Nel quadro dei pagamenti diretti ai gestori la Confederazione promuove, mediante i programmi per il benessere degli animali «Uscita regolare all’aperto» (URA) e «Sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali» (SSRA), la detenzione degli animali da reddito agricoli rispettosa delle loro esigenze. Il programma URA contempla prevalentemente disposizioni sull’uscita degli animali al pascolo o nella corte oppure nell’area con clima esterno nel caso del pollame. Il programma SSRA contiene indicazioni soprattutto di natura qualitativa concernenti le singole aree delle stalle ad aree multiple nelle quali gli animali possono muoversi liberamente. Nel 2009 le ordinanze SSRA e URA vigenti fino a quel momento sono state accorpate nella nuova ordinanza sui programmi etologici. La partecipazione a uno di questi programmi è facoltativa. Le cifre riportate di seguito si riferiscono all’insieme delle aziende che beneficiano di pagamenti diretti, vale a dire a tutti gli animali da reddito ivi detenuti.

Il programma URA è stato introdotto nel 1993. Da allora al 2000 le aziende partecipanti sono passate da 4 500 a 30 000. Nel 2013 sono state 35 600 contro le 37 600 del 2008. La flessione rilevata tra il 2008 e il 2013 è riconducibile soprattutto alla minore partecipazione da parte delle aziende specializzate nell’allevamento di suini, alle quali dal 1° gennaio 2009 vengono erogati contributi URA soltanto per le scrofe da allevamento allattanti che hanno la possibilità di uscire all’aperto. Il programma SSRA è applicato dal 1996 e da allora al 2000 le aziende partecipanti sono passate da 4 500 a 13 000. Nel 2013 sono state censite 20 700 aziende SSRA (2008: 18 900).

115 1.3 Ecologia ed etologia

Evoluzione della partecipazione ai programmi URA e SSRA

Tra il 2000 e il 2013 la quota degli animali da reddito detenuti secondo le condizioni URA è cresciuta dal 51 al 74 per cento. Nello stesso periodo, per il programma SSRA si è registrato un incremento della quota dal 23 al 51 per cento. Tali valori sono ottenuti sommando le UBG partecipanti di tutte le categorie di animali (fino al 2008: bovini, altri animali da reddito che consumano foraggio grezzo, suini, pollame; dal 2009: animali delle specie bovina, equina, caprina, ovina – solo per l’URA: animali della specie suina, conigli, pollame da reddito) in riferimento al totale delle UBG di tutte le aziende che percepiscono pagamenti diretti.

Evoluzione della partecipazione al programma URA, secondo la categoria di animali

Animali della specie bovina

Animali della specie equina

Animali della specie caprina

Animali della specie ovina

Animali della specie suina Conigli

Pollame da reddito

Altri animali che consumano foraggio grezzo

Altri animali che consumano foraggio grezzo – fino al 2008: cavalli, capre, pecore, conigli; dal 2009: quattro categorie distinte

Fonte: UFAG

Differenziando la partecipazione al programma URA secondo le categorie di animali da reddito, si osserva che tra il 2000 e il 2013 la quota di animali della specie bovina è cresciuta dal 52 al 79 per cento. In virtù della nuova ordinanza sui programmi etologici, dal 2009 gli animali delle specie equina, caprina e ovina nonché i conigli rientrano in tre categorie distinte, mentre prima facevano parte della categoria degli altri animali che consumano foraggio grezzo. Nel 2013 la partecipazione ammontava all’83 per cento tra gli equini, al 76 per cento tra i caprini, all’86 per cento tra gli ovini e al 2 per cento tra i conigli. Tra i suini la partecipazione è passata dal 37 al 63 per cento nel 2008 e in seguito, dal 2009, ha segnato un calo attestandosi sul 50 per cento. Questo calo è dovuto principalmente al fatto che dal 1° gennaio 2009 i contributi URA sono erogati unicamente per le scrofe da allevamento allattanti cui è consentito uscire all’aperto.

116 1.3 Ecologia ed etologia 0 80 70 60 50 40 30 20 10 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2010 2009 2011 2012 2013
Quota di UBG in % URA SSRA Fonte: UFAG
0 90 80 70 60 50 40 30 20 10 2000 2008 2009 2010 2011 2012 2013
Quota di UBG in %
Tabelle 39–40 Pagine A43–A44

L’andamento della partecipazione per il pollame da reddito mostra due situazioni molto diverse per le galline ovaiole e i polli da ingrasso: mentre la partecipazione per le galline ovaiole è aumentata costantemente fino al 2013 (2013: 73 %), per i polli da ingrasso ha subito una battuta d’arresto nel 1999 (42 %), momento dal quale si constata un chiaro recesso (2013: 8 %). Questa evoluzione è riconducibile all’introduzione della durata minima di ingrasso dei polli di 56 giorni. Tale durata, decisamente maggiore rispetto alla produzione convenzionale, comporta un aumento dei costi di produzione e, di riflesso, un rincaro del prezzo di mercato. Di conseguenza, vi è stato un calo della domanda di polli URA.

Evoluzione della partecipazione al programma SSRA, secondo la categoria di animali

Animali della specie bovina

Animali della specie equina

Conigli

Pollame da reddito

Altri animali che consumano foraggio grezzo

Differenziando la partecipazione al programma SSRA secondo le categorie di animali da reddito, si osserva che tra il 2000 e il 2013 la quota di animali della specie bovina è cresciuta in misura considerevolmente minore rispetto al programma URA, passando dal 19 al 47 per cento. Ciò è riconducibile soprattutto al fatto che nella maggior parte dei casi gli investimenti sono molto elevati (stabulazione libera) e pertanto vengono fatti di regola al momento di un investimento sostitutivo indispensabile. Dal 2009 esiste un programma SSRA anche per gli animali della specie equina; nel 2013 la partecipazione ammonta al 15 per cento. Dal 2009 gli animali della specie caprina e i conigli rientrano in due categorie distinte, mentre prima facevano parte della categoria degli altri animali che consumano foraggio grezzo. La partecipazione al programma SSRA tra i caprini (2013: 37 %) è inferiore a quella rilevata nel quadro del programma URA, mentre tra i conigli (2013: 33 %) è di gran lunga superiore a quella registrata per l’URA.

Per i suini il programma SSRA è stato introdotto soltanto nel 1997. Tra il 2000 e il 2008 la partecipazione è passata dal 40 al 65 per cento; da allora è rimasta praticamente stabile (2013: 66 %). L’elevata partecipazione al programma SSRA per il pollame (2013: 90 %) è da ricondurre, prevalentemente, al successo di mercato dei label che promuovono una stabulazione particolarmente rispettosa delle esigenze degli animali.

117 1.3 Ecologia ed etologia
Fonte: UFAG
Quota di UBG in %
Animali della specie caprina Animali della specie suina
0 90 100 80 70 60 50 40 30 20 10 2000 2008 2009 2010 2011 2012 2013
Altri animali che consumano foraggio grezzo – fino al 2008: capre, conigli; dal 2009 due categorie distinte più una categoria per gli animali della specie equina
118

2. Provvedimenti di politica agricola

2.1 Produzione e smercio

All’articolo 7 LAgr sono definiti i principi in base ai quali la Confederazione fissa le condizioni quadro per la produzione e lo smercio di prodotti agricoli. L’agricoltura è tenuta a produrre in modo sostenibile e vantaggioso, mentre gli agricoltori devono ottenere un profitto elevato dalla vendita dei loro prodotti. L’orientamento al mercato e la gestione sostenibile trovano pertanto la loro giustificazione nell’articolo costituzionale.

La Confederazione dispone di diversi strumenti orientati a tali principi, atti a sostenere l’agricoltura svizzera. Si tratta di provvedimenti nei settori delle misure di solidarietà, della qualità, della promozione dello smercio, della caratterizzazione, nonché delle importazioni ed esportazioni. Tali provvedimenti si applicano a tutti i settori di produzione. Inoltre, la Confederazione sostiene l’agricoltura con strumenti specifici per la produzione lattiera e animale, la vitivinicoltura e la produzione vegetale.

119 2.1 Produzione e smercio

n

Mezzi finanziari – 2013

Nel 2013 sono stati stanziati 450 milioni di franchi, ovvero 10 milioni di franchi in meno rispetto all’anno precedente, per misure a favore della produzione e dello smercio. Con i mezzi finanziari a disposizione si è potuto versare un supplemento per il latte trasformato in formaggio di 15 centesimi il chilogrammo. Ciò è stato possibile anche perché per i supplementi per il foraggiamento senza insilati sono stati necessari 2,2 milioni di franchi in meno rispetto al preventivo. Nel settore della produzione animale le uscite per gli aiuti all’interno del Paese per il bestiame da macello, la carne e le uova sono state di 1,7 milioni di franchi inferiori rispetto al preventivo siccome la domanda di carne di manzo e di vitello nonché di uova di consumo è rimasta stabile, a livelli soddisfacenti. A dicembre 2012, come provvedimento straordinario il Parlamento ha approvato un aumento del credito di 10 milioni per il declassamento in vini da tavola dei vini a denominazione d’origine controllata (DOC) delle annate 2012 e precedenti. A giugno 2013 ha avallato altresì un credito aggiuntivo di 2,5 milioni di franchi per la valorizzazione delle eccedenze di concentrato di succo di pera, compensato nei pagamenti diretti generali. Le minori spese nel settore della produzione vegetale sono riconducibili soprattutto a uscite più basse di quelle preventivate per questi due provvedimenti: i mezzi finanziari supplementari per il declassamento del vino DOC non sono stati esauriti (credito residuo di 5,4 mio.) poiché la vendemmia 2013 è stata la meno abbondante dal 1980; per la valorizzazione delle eccedenze di concentrato di succo di pera sono stati messi a disposizione mezzi finanziari supplementari superiori di 0,4 milioni a quelli richiesti. La promozione dello smercio di prodotti agricoli, asse strategico per aumentare le quote di mercato dei prodotti elvetici, è stata mantenuta allo stesso livello.

n Prospettive per il 2014

Il Preventivo 2014 ha subito alcuni adeguamenti, rispetto all’anno precedente, riconducibili ai provvedimenti straordinari adottati nel settore della produzione vegetale, ma anche alle modifiche attuate nel quadro della Politica agricola 2014–2017. Nel settore della promozione dello smercio vengono impiegati fondi anche per incentivare la qualità e la sostenibilità ai sensi dell’articolo 11 LAgr, ragion per cui questo credito si chiama «Promozione della qualità e dello smercio». L’attuazione dei nuovi provvedimenti nel settore della promozione della qualità genera maggiori uscite per 3,6 milioni di franchi rispetto al Preventivo 2013. Le minori spese di circa 13 milioni di franchi rispetto all’anno precedente, che hanno interessato il settore della produzione vegetale, sono riconducibili principalmente ai provvedimenti di sgravio del mercato, limitati al 2013, per il declassamento dei vini e alla riduzione dei contributi per singole colture in campicoltura in seguito alla revisione del sistema dei pagamenti diretti, contrapposta all’proporzionale aumento del contributo per le superfici coltive aperte e le colture perenni.

Uscite per produzione e smercio Voce di spesa 2012 2013 1 2013 2014 1 mio. fr. Promozione della qualità e dello smercio 56 56 56 60 Economia lattiera 301 302 301 296 Produzione animale 11 14 12 13 Produzione vegetale (compr. la vitivinicoltura) 72 86 81 73 Totale 440 458 450 441 1 Preventivo Fonti: Preventivo, Conto dello Stato
Tabelle 27–31
120 2.1 Produzione e smercio
Pagine A27–A30

2.1.1 Strumenti sovrasettoriali

2.1.1.1 Strategia della qualità per l’agricoltura e la filiera alimentare svizzere

La strategia della qualità è una strategia di categoria sviluppata in un processo partecipativo moderato dall’UFAG. Un importante risultato del processo comune è la Carta sulla qualità, che testimonia l’impegno della categoria verso importanti valori e ambiti d’intervento.

Con la revisione della LAgr nel quadro della Politica agricola 2014–2017 è stato potenziato l’orientamento della politica agricola alla strategia della qualità della categoria. Ambiti tematici importanti sono la garanzia di una produzione di derrate alimentari sicura e competitiva, la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare nonché il rafforzamento della strategia della qualità. La promozione dell’orientamento dell’agricoltura e della filiera alimentare svizzere alla qualità e alla sostenibilità viene ampliata mettendo a disposizione, in virtù del nuovo articolo 11 LAgr, strumenti specifici a sostegno di programmi e progetti che consentono di creare valore aggiunto nei settori qualità e sostenibilità. Inoltre, si intensifica la promozione dello smercio sul fronte dei mercati d’esportazione attraverso il sostegno di iniziative legate all’esportazione, nonché si migliora la caratterizzazione nel settore dei prodotti di qualità e della produzione sostenibile. Mediante tali misure sussidiarie la Confederazione sostiene la strategia della qualità nelle singole catene di valore dell’agricoltura e della filiera alimentare.

121 2.1 Produzione e smercio

2.1.1.2 Organizzazioni di categoria e di produttori

Conformemente all’articolo 8 LAgr, le organizzazioni di categoria e di produttori possono adottare misure di solidarietà volte a promuovere la qualità dei prodotti o ad adeguare la produzione e l’offerta alle esigenze del mercato. Secondo l’articolo 9 LAgr, tali misure, decise collettivamente, possono essere estese o dichiarate obbligatorie per i non membri dal Consiglio federale, qualora il loro funzionamento rischiasse di essere pregiudicato dalle imprese non affiliate e che non sono quindi tenute ad applicarle (cosiddetti «utilizzatori di frodo»). Affinché le misure siano dichiarate obbligatorie per i non membri, devono essere adempiute le condizioni fissate nell’ordinanza sulle organizzazioni di categoria e sulle organizzazioni di produttori. In tale contesto svolgono un ruolo fondamentale la rappresentatività delle organizzazioni e l’interesse pubblico relativo alle misure. Per essere accolte, le richieste di adeguamento della produzione e dell’offerta non devono essere motivate da problemi strutturali, bensì da una situazione straordinaria. L’estensione delle misure ai non membri è limitata a quattro anni per la promozione della qualità e dello smercio e a due anni per l’adeguamento della produzione e dell’offerta alle esigenze del mercato, con possibilità di proroga.

Estensioni delle misure di solidarietà vigenti nel 2013

Organizzazione di categoria/produttori Misura Validità per i non membri

Interprofession du Gruyère Sanzionamento delle differenze di qualità

Organizzazione di categoria

31 dicembre 2015

Contratto standard per l’acquisto di latte, 30 giugno 2015

Interprofessione Latte (IP Latte) disposizioni sulla segmentazione

Emmentaler Switzerland

Produttori svizzeri di latte PSL

Unione svizzera dei contadini USC

GalloSuisse

Emmentaler Switzerland

Organizzazione di categoria

Gestione dei quantitativi di Emmentaler 30 giugno 2015

Contributi per ricerca di mercato, pubblicità 31 dicembre 2015 di base, strumenti di promozione delle vendite, attività di pubbliche relazioni e provvedimenti di marketing

Contributi per comunicazione di marketing

31 dicembre 2015

Contributi per comunicazione di marketing 31 dicembre 2015

Contributi per pubblicità, pubbliche relazioni, 31 dicembre 2015 fiere ed esposizioni

Contributi per pubblicità, pubbliche relazioni, 31 dicembre 2015

Interprofession du Vacherin Fribourgeois fiere ed esposizioni

Organizzazione di categoria

Contributi per la promozione temporanea dello 30 aprile 2013

Interprofessione Latte (IP Latte) smercio di grasso del latte

Organizzazione di categoria Contributi per la campagna pubblicitaria per la 31 dicembre 2014

Interprofessione della vite e del promozione del vino svizzero vino svizzeri

122 2.1 Produzione e smercio

2.1.1.3 Promozione dello smercio

La Confederazione può sostenere misure di comunicazione e di marketing per lo smercio dei prodotti agricoli svizzeri partecipando al massimo al 50 per cento dei costi computabili. Almeno la metà dei costi deve essere finanziata con fondi propri delle organizzazioni interessate o delle associazioni di categoria. La determinazione degli obiettivi in materia di comunicazione, dei gruppi target, dei mezzi finanziari e il controllo dell’efficacia competono prevalentemente ai rispettivi attori di categoria. Il sostegno della Confederazione ha carattere sussidiario.

Ripartizione dei mezzi finanziari 2013

Animali vivi ed embrioni 1,0 % Miele 0,2 %

Uova 1,9 %

Vino 4,2 %

Cereali 0,5 %

Frutta 4,0 %

Funghi 0,4 %

Verdura 1,0 %

Carne 8,1 %

Latte e burro 13,7 %

Formaggio 39,3 %

Patate 1,0 %

Semi oleosi 0,7 %

Piante ornamentali 0,7 %

Progetti pilota d'esport. (prev.) 0,7 %

Progetti interregionali 5,4 %

Provvedimenti collettivi 5,3 %

Provvedimenti inerenti ai SPM 7,1 %

Pubbliche relazioni 4,7 %

Fonte: UFAG

I mezzi finanziari sono ripartiti una volta l’anno tra i diversi settori di prodotti di mercato e organizzazioni sulla base delle disposizioni dell’ordinanza concernente il sostegno alla promozione dello smercio di prodotti agricoli (OPSAgr) nonché in funzione dei mezzi propri disponibili e di un’analisi del portafoglio.

n Analisi del portafoglio

L’obiettivo dell’analisi del portafoglio è valutare l’attrattiva d’investimento dei diversi gruppi di prodotti, così da ottenere un ritorno economico possibilmente elevato dai mezzi per la promozione dello smercio per l’agricoltura svizzera. La valutazione dell’attrattiva d’investimento avviene sulla scorta di sei criteri.

La quota di mercato dal punto di vista dei produttori rispecchia la valenza dei singoli gruppi di prodotti per l’agricoltura svizzera e viene calcolata sulla base del valore di produzione dei prodotti agricoli. Un altro criterio è la valenza del Paese d’origine Svizzera. La promozione dello smercio mira ad accrescere la preferenza per i prodotti svizzeri. Ciò presuppone che i consumatori prestino attenzione all’origine del prodotto e che riconoscano i vantaggi legati al consumo di prodotti svizzeri. Le preferenze sono rilevate attraverso un sondaggio demoscopico.

L’utilità delle misure di comunicazione è maggiore nei mercati in crescita perché per profilarsi servono decisamente meno operazioni di marketing che non nei mercati saturi dove la concorrenza è maggiore. Il criterio dell’andamento del mercato riflette l’evoluzione del consumo pro capite dei singoli gruppi di prodotti.

123 2.1 Produzione e smercio Tabella 27 Pagina A27

La disponibilità a investire di una categoria, espressa in percentuale dei mezzi propri investiti in provvedimenti di comunicazione di marketing rispetto al valore di produzione totale, funge da indicatore dell’efficacia della promozione dello smercio. Maggiore è la disponibilità dei produttori a investire, maggiore è la probabilità che si generi una certa efficacia.

Lanciare un prodotto su un mercato protetto richiede minori sforzi rispetto a quelli richiesti in un contesto di mercato libero, pertanto l’intensità della concorrenza rappresenta un criterio fondamentale. Per valutarla si usano l’aliquota di dazio effettivamente pagata sul valore d’importazione e la quota d’importazione rispetto al consumo interno. Il criterio esportazione premia quelle categorie che si impegnano attivamente per l’esportazione dei propri prodotti. Il mercato interno è saturo per molti gruppi di prodotti. Occorre quindi puntare a incrementare il volume di smercio in primo luogo attraverso l’esportazione.

2.1.1.4 Caratterizzazione dei prodotti agricoli

n Stato attuale del Registro DOP/IGP

Nel 2013 l’UFAG ha trattato due domande di modifica dell’elenco degli obblighi (Vacherin Mont-d’Or [DOP] ed Emmentaler [DOP]) e un ricorso contro una modifica dell’elenco degli obblighi (Tête de Moine [DOP]).

Ai sensi dell’articolo 8a dell’ordinanza DOP/IGP (RS 910.12), il 28 maggio 2013 l’IGP Café de Colombia è stata iscritta nel Registro DOP-IGP. Si tratta della prima registrazione di una denominazione estera in Svizzera. In Colombia il Café de Colombia è registrato come denominazione di origine dal 2005.

Menzioni DOC e DOP

Ai sensi dell’articolo 16a dell’ordinanza DOP/IGP, le menzioni «denominazione di origine controllata» e «denominazione di origine protetta» nonché le rispettive abbreviazioni (DOC, DOP) devono figurare in una delle lingue ufficiali sull’etichetta dei prodotti la cui denominazione è stata registrata.

In occasione dell’assemblea generale tenutasi a Neuchâtel il 7 maggio 2013, i membri dell’Associazione svizzera DOP-IGP hanno approvato la modifica del logo da «DOC» a «DOP». Negli elenchi degli obblighi delle denominazioni finora registrate le disposizioni sull’etichettatura sono disciplinate in maniera assai diversa: si va dall’uso del logo dell’associazione da solo o combinato a quello del raggruppamento, all’uso esclusivo della menzione DOP passando per l’uso del logo del raggruppamento che contiene la menzione DOP. Alla luce della decisione dell’associazione e vista la regolamentazione eterogenea, l’UFAG ha deciso di agevolare un’eventuale modifica del logo o della menzione e di trattare tutte assieme le domande di modifica dell’elenco degli obblighi in relazione all’etichettatura.

Postulato Savary

Il postulato (13.3837) chiede al Consiglio federale di stilare un rapporto sulle attività della Confederazione e dei Cantoni per scoprire e perseguire i casi di frode in relazione alle denominazioni protette dei prodotti agricoli. L’obiettivo è reprimere gli abusi concernenti le denominazioni d’origine e le indicazioni geografiche, nonché le designazioni «montagna» e «alpe» e la designazione di prodotti e alimenti biologici. Il rapporto deve illustrare altresì le misure adottate dalla Confederazione a tutela delle denominazioni protette all’estero e, se del caso, proporre soluzioni per colmare le eventuali lacune, sullo sfondo della revisione della legislazione sulle derrate alimentari e del progetto Swissness varato dal Parlamento.

124 2.1 Produzione e smercio

Registro DOP/IGP al 31 dicembre 2013

Il Registro delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche conta attualmente 31 registrazioni: 21 DOP e 10 IGP. La documentazione può essere consultata su www.blw.admin.ch (Temi > Produzione e smercio > Caratterizzazione e promozione dello smercio > Denominazioni di origine).

125 2.1 Produzione e smercio
Protezione Aziende Imprese Volume di Volume di Ente di produzione produzione certificazione certificato certificato 2012 2013 Numero Numero t t Formaggio L’Etivaz DOP 69 70 430 430 OIC Emmentaler DOP 3 258 161 26 185 23 156 OIC Gruyère DOP 2 087 237 28 594 29 351 OIC Sbrinz DOP 55 25 1 479 1 560 ProCert Tête de Moine DOP 266 10 2 191 2 281 OIC Formaggio d’alpe Ticinese DOP - 40 260 260 OIC Vacherin fribourgeois DOP 1 100 98 2 638 2 810 OIC Vacherin Mont-d’Or DOP 140 19 575 585 OIC Berner Alpkäse / Hobelkäse DOP 51 473 1 085 1 020 OIC Raclette du Valais DOP 374 32 1 085 1 392 OIC Bloderkäse-Werdenberger DOP 14 2 11 11 ProCert Sauerkäse / Liechtensteiner Sauerkäse Prodotti carnei Bündnerfleisch IGP - 16 1 088 1 032 ProCert Longeole IGP - - 19,7 20 OIC Saucisse d’Ajoie IGP - 11 47,7 47,7 OIC Walliser Trockenfleisch IGP - 32 511 527 OIC Saucisson neuchâtelois / IGP - 11 122 122 OIC Saucisse neuchâteloise Saucisson vaudois IGP - 21 1 033 996 ProCert Saucisse aux choux vaudoise IGP - 19 491 568 ProCert St. Galler Bratwurst / IGP - 15 3 450 3 447 OIC St. Galler Kalbsbratwurst IGP ProCert SQS q.inspecta Glarner Kalberwurst IGP - - 38 39,5 ProCert q.inspecta Bevande contenenti alcool di distillazione Eau-de-vie de poire du Valais DOP - 2 101 391 litri 60 466 OIC alcool al 100 % Abricotine / Eau-de-vie DOP - 2 23 323 litri 20 133 OIC d’Abricot du Valais alcool al 100 % Damassine DOP - 4 4 297 litri 144 OIC alcool al 100 % Altri prodotti Rheintaler Ribel DOP 7 1 47 46,5 ProCert Cardon épineux genevois DOP 4 - 107 92 ProCert Walliser Roggenbrot DOP 61 61 750 695 OIC Munder Safran DOP - 15 0,0015 0,001 OIC Poire à Botzi DOP 14 3 28 55 ProCert Fonte: UFAG
Denominazione

Difesa, sul piano internazionale, delle DOP e delle IGP in virtù dell’articolo 16b LAgr

La Svizzera dispone, dal 1997, di un sistema di protezione delle denominazioni d’origine (DOP) e delle indicazioni geografiche (IGP). Queste creano un valore aggiunto per i prodotti agricoli ma spesso sono oggetto di frodi, soprattutto all’estero. Per lottare con efficacia contro l’usurpazione delle DOP e delle IGP all’estero, nel 2008 è stata creata una base legale.

In virtù dell’articolo 16b LAgr, la Confederazione sostiene le organizzazioni di categoria e le organizzazioni di produttori o di trasformatori nella difesa, sul piano internazionale, delle DOP e delle IGP. A tal fine la Confederazione può assumersi una parte delle spese procedurali sostenute dalle rappresentanze svizzere all’estero su domanda di organizzazioni di categoria o organizzazioni di produttori o di trasformatori allo scopo di tutelare le denominazioni di origine e le indicazioni geografiche.

L’UFAG sostiene le seguenti procedure.

– Opposizione contro il deposito di marchi (esteri) contenenti DOP o IGP svizzere.

– Registrazione di DOP o IGP svizzere come marchi nei Paesi che non conoscono il sistema di protezione sui generis delle indicazioni geografiche.

– Perizie giudiziarie.

n Agricoltura biologica – Bio federale o Gemma?

Delle 6 308 aziende agricole biologiche svizzere che nel 2013 producevano secondo le disposizioni dell’ordinanza sull’agricoltura biologica, 5 884 si attenevano anche alle direttive di Bio Suisse e quindi potevano commercializzare i loro prodotti con il marchio Gemma. Le restanti 424 producevano esclusivamente in conformità delle disposizioni dell’ordinanza sull’agricoltura biologica. Nelle cerchie biologiche queste aziende sono chiamate «aziende bio federali» e possono commercializzare i loro prodotti come prodotti bio, ma senza il marchio Gemma e quindi non hanno accesso al canale di vendita della grande distribuzione.

La domanda di prodotti bio è in costante crescita da diversi anni e la produzione svizzera non riesce a coprirla. Ci si è chiesti dunque se i prodotti delle aziende bio federali possano venir commercializzati come prodotti bio o se esista ancora un potenziale inutilizzato di prodotti da immettere possibilmente nel canale biologico.

Da un’indagine condotta presso le cosiddette aziende bio federali sono emerse diverse ragioni per cui queste hanno deciso di produrre biologico, ma senza il marchio Gemma. Di seguito sono riportate le principali motivazioni.

Le aziende commercializzano direttamente i loro prodotti e quindi sfruttano un canale di smercio in cui possono vendere i prodotti come prodotti biologici anche senza marchio Gemma.

– Alcune aziende producono in un segmento dove la domanda di prodotti biologici è inferiore all’offerta. È il caso, ad esempio, di caprini, ovini ed equini (produzione di carne).

In alcune regioni i produttori di latte commerciale non hanno la possibilità difornire latte bio nel canale biologico perché è impossibile raccogliere il latte biologico separatamente da quello convenzionale (solo una cisterna).

Nella zona di pianura in proporzione ci sono meno aziende biologiche che in quelle di collina e di montagna. Questa realtà è ancora più marcata per le aziende bio federali che nella zona di pianura raggiungono soltanto l’11 per cento. Le aziende con terreni inerbiti che decidono di passare alla produzione biologica devono spesso apportare solo lievi cambiamenti. Si rileva inoltre che le aziende bio federali dispongono di superfici mediamente meno estese rispetto a quelle con il marchio Gemma e pertanto sono sempre più gestite a titolo accessorio.

126 2.1 Produzione e smercio

Da uno studio è emerso che le aziende bio federali conoscono bene le loro opportunità di mercato e scelgono le strutture individuali e le risorse che consentono loro di ottenere quanto più possibile dalla loro attività. Tra i vari motivi per cui queste aziende hanno deciso di rinunciare al marchio Gemma c’è, ad esempio, il fatto di non dover versare la quota che i membri devono corrispondere a Bio Suisse. Non è stato possibile individuare un potenziale inutilizzato per la commercializzazione di prodotti biologici. (Fonte: tesi di bachelor SSAFS, Christoph Dissler)

n Ordinanza concernente i contrassegni ufficiali per i prodotti di montagna e dell’alpe

In virtù dell’articolo 9 capoverso 3 dell’ordinanza del 25 maggio 2011 concernente l’impiego delle designazioni «montagna» e «alpe» per i prodotti agricoli e le derrate alimentari da essi ottenute, il DEFR ha varato, con effetto al 1° luglio 2014, l’ordinanza concernente i contrassegni ufficiali per i prodotti di montagna e dell’alpe.

In essa sono riportati i contrassegni ufficiali di cui vengono illustrati gli elementi grafici e l’impiego. Questi possono essere utilizzati soltanto se i prodotti caratterizzati o pubblicizzati in tal modo adempiono le esigenze dell’ordinanza sulle designazioni «montagna» e «alpe». In questo modo è possibile usare i contrassegni per la caratterizzazione dei prodotti nei documenti commerciali, nei mezzi di comunicazione e nella pubblicità.

La caratterizzazione dei prodotti di montagna e dell’alpe con i contrassegni ufficiali garantisce loro una protezione ufficiale e promuove la trasparenza. Il contrassegno di garanzia ufficiale non deve esercitare concorrenza nei confronti di label e marchi privati bensì integrarli. In tal modo si può migliorare la riconoscibilità, la commercializzazione e il posizionamento sul mercato dei prodotti.

2.1.1.5 Strumenti del commercio estero

n

Disposizioni

sulle norme d’importazione e sulla rispettiva esecuzione

Nell’ambito del commercio estero, le norme d’importazione costituiscono tuttora uno strumento importante per l’agricoltura elvetica. Le disposizioni fondamentali in materia sono contenute nell’ordinanza sulle importazioni agricole, totalmente rivista e semplificata già prima dell’attuazione della Politica agricola 2014–2017. Nel quadro della revisione della LAgr, il legislatore ha modificato un unico articolo della legge sulla tariffa delle dogane con effetti diretti sull’ordinanza sulle importazioni agricole. In base a tale modifica, il Consiglio federale può delegare anche all’UFAG la competenza di fissare le aliquote di dazio, a patto che le condizioni di mercato richiedano adeguamenti frequenti e che gli attribuisca soltanto un esiguo margine di manovra. Tali presupposti sono adempiuti per la definizione delle aliquote di dazio sullo zucchero e sui cereali panificabili, motivo per cui, dal 2014, tali imposizioni doganali sono fissate dall’UFAG. Nell’ordinanza sulle importazioni agricole è disciplinato anche il prezzo di riferimento dei cereali panificabili: onde accrescere l’interesse verso la coltivazione di cereali da foraggio rispetto a quella di cereali panificabili, il Consiglio federale ha decretato una riduzione di 3 franchi del prezzo di riferimento per questi ultimi portandolo, dal 1° luglio 2014, a 53 franchi il quintale. Infine, sono state formulate in maniera più comprensibile le disposizioni sul sistema del prezzo soglia.

Nell’anno oggetto del rapporto, l’ordinanza sulle importazioni agricole è stata modificata in modo da poter adeguare le aliquote di dazio su cereali, zucchero e alimenti per animali negli intervalli usuali e da aumentare i contingenti doganali per patate e uova. Per le patate l’aumento è stato determinato dall’esiguità e dal ritardo del raccolto indigeno, per le uova di consumo è stato fissato allo scopo di evitare un approvvigionamento insufficiente del mercato verso la fine dell’anno.

127 2.1 Produzione e smercio

Norme concernenti l’importazione sono contenute anche in ordinanze specifiche. In quella sull’allevamento di animali, ad esempio, sono state liberalizzate le disposizioni d’importazione concernenti lo sperma di toro cosicché, dal 1° gennaio 2014, tutti i titolari di un permesso generale d’importazione (PGI) possono importare sperma di toro nell’ambito del contingente doganale senza limitazioni quantitative. In passato, l’importazione nel quadro del contingente era riservata alle stazioni d’inseminazione nazionali: queste potevano presentare domanda per l’ottenimento di quote e l’UFAG assegnava loro un numero limitato di dosi che avrebbero potuto importare a un’aliquota di dazio del contingente (ADC) bassa.

La decisione con gli effetti più rilevanti sulle norme d’importazione presa nel quadro della Politica agricola 2014–2017 concerne l’importazione della carne: con il nuovo articolo 48 capoverso 2bis LAgr, a partire dal periodo di contingentamento 2015 il 40 per cento delle quote del contingente per la carne di animali delle specie bovina, ovina, caprina ed equina non sarà più venduto all’asta, bensì assegnato «secondo il numero degli animali macellati». Le disposizioni d’esecuzione in proposito sono state fissate dal Consiglio federale, nel novembre 2013, nell’ordinanza sul bestiame da macello e in quella concernente la banca dati sul traffico di animali (BDTA). Tali disposizioni prevedono che le domande per l’ottenimento di quote del contingente vengano registrate ed elaborate esclusivamente in forma elettronica facendo ricorso, per quanto possibile, a dati già disponibili. Tali prescrizioni, tuttavia, presupponevano l’estensione dei programmi informatici e, in particolare, delle funzioni della BDTA. L’attivazione di alcune di queste modifiche informatiche doveva avvenire già a dicembre 2013, affinché i macelli potessero inserire i dati necessari a partire dal 1° gennaio 2014. Nella nuova notifica di macellazione, i macelli possono registrare il beneficiario della cessione sotto forma di numero BDTA supplementare. Il beneficiario della cessione è la persona che può presentare domanda, anche mediante il portale Internet di Agate, nella BDTA, per ottenere quote dei contingenti per l’importazione della carne. Contrariamente a numerose novità degli ultimi anni, queste modifiche comportano un aumento del dispendio amministrativo nell’esecuzione delle disposizioni d’importazione, a carico soprattutto dei macelli. Dalla nuova ripartizione dei contingenti questi ultimi, però, possono anche trarre vantaggi, ad esempio, registrandosi come beneficiari della cessione e acquisendo quote.

Una sintesi dettagliata su queste modifiche è contenuta nel rapporto del Consiglio federale concernente le misure tariffali prese nel 2013, nell’ambito del quale è stata altresì pubblicata l’attribuzione e l’utilizzazione delle quote di contingente doganale. Informazioni in proposito e su altri temi concernenti le importazioni agricole sono disponibili sul sito Internet dell’UFAG sotto Temi > Importazione di prodotti agricoli o direttamente sotto www.import.blw.admin.ch.

n Revisione dei numeri convenzionali nel

settore della carne

Per importatori e dichiaranti doganali le norme d’importazione sono sinonimo di dispendio amministrativo. L’UFAG mira a mantenere tale dispendio al livello più basso possibile, ad esempio, nell’ambito della dichiarazione doganale. Per ottemperare a quest’ultima è obbligatorio indicare le 8 cifre della voce di tariffa della merce che, in alcuni casi, è ulteriormente suddivisa in cosiddetti numeri convenzionali o chiavi statistiche, che devono altresì essere indicati. Nel settore della carne vi erano molti numeri convenzionali che nel frattempo non servivano più né a fini statistici né per la gestione dei contingenti e potevano quindi essere soppressi. L’UFAG e l’Amministrazione federale delle dogane (AFD) hanno pertanto deciso, di comune accordo, di eliminare più di 100 voci di tariffa, in particolare al di fuori del contingente doganale della carne. In tal modo si è semplificata la dichiarazione doganale dei prodotti interessati riducendo notevolmente il rischio di errori involontari, con dichiarazioni di voci di tariffa a dazio elevato (aliquota di dazio fuori contingente o ADFC).

Inoltre, allo scopo di migliorare la statistica e semplificare l’amministrazione dei contingenti, per alcune voci di tariffa sono stati aggiunti numeri convenzionali o ne è stata modificata la struttura. Tra queste rientrano in primo luogo le voci di tariffa per la selvaggina e la carne di coniglio, nonché quelle per determinate preparazioni di carne del capitolo 16 della Tariffa doganale.

128 2.1 Produzione e smercio

n Risultati delle vendite all’asta per il periodo di contingentamento 2013

Una parte considerevole dell’esecuzione delle norme d’importazione è costituita dalla ripartizione dei contingenti doganali. Per quelli che non possono essere assegnati tramite la procedura più semplice («procedura progressiva»), si effettua la vendita all’asta. Per il periodo di contingentamento 2013, l’UFAG ha effettuato più di 100 vendite all’asta per ripartire i diversi contingenti doganali parziali. Gli offerenti usufruiscono praticamente per tutti i bandi della possibilità di presentare le offerte mediante l’applicazione Internet Vendita all’asta elettronica. Quest’ultima è stata utilizzata per l’84 per cento delle oltre 9 000 offerte totali.

Nella maggior parte dei casi i quantitativi di contingente messi all’asta sono fissati in ordinanze e vengono modificati solo in via eccezionale. Le liberazioni di molte categorie di carne e prodotti carnei, però, variano di anno in anno: dopo un leggero calo nel 2012, i quantitativi totali di contingenti per l’importazione di carne sono nuovamente aumentati nel 2013, segnatamente di quasi il 10 per cento, raggiungendo quota 86 225 tonnellate. L’incremento è dovuto principalmente alle liberazioni di maggiori quantitativi di carne suina (+3 500 t) e di carne di vacca per la trasformazione. Rispetto all’anno precedente il fabbisogno di carne di vacca è raddoppiato segnando oltre 12 000 tonnellate.

Se si considerano i prezzi medi di aggiudicazione di tutte le vendite all’asta di carne, emerge che rispetto al 2012 sono diminuiti di quasi il 9 per cento, passando da 2,71 a 2,47 franchi il chilogrammo. In realtà si erano registrate flessioni del prezzo di aggiudicazione per singole categorie di carne già l’anno precedente, ma nel 2013, eccetto per alcune specialità di carne, tale tendenza è stata osservata per quasi tutte le categorie. Il prezzo della categoria più cara «Lombi / High-Quality-Beef», ad esempio, è sceso di un franco al chilogrammo e non si può ancora prevedere se la tendenza a prezzi d’aggiudicazione più bassi perdurerà. Nell’ambito del bando d’asta, a seconda della situazione di mercato possono cambiare sia i quantitativi liberati sia le definizioni delle categorie di carne e i prezzi d’aggiudicazione subiscono ovviamente il notevole influsso della domanda generale di carne d’importazione. Inoltre, è impossibile valutarne l’andamento dei prezzi d’aggiudicazione, considerato che a partire dal 2015 il 40 per cento delle liberazioni di contingenti di carne rossa verrà distribuito «in base al numero di animali macellati», anziché nel quadro di vendite all’asta.

Nella tabella seguente sono riportati i risultati dettagliati delle vendite all’asta di contingenti del 2013.

n Introduzione dell’autenticazione a due fattori per AEV14online e vendita all’asta elettronica

Nell’esecuzione delle norme d’importazione, l’UFAG si avvale del supporto delle due applicazioni Internet AEV14online e vendita all’asta elettronica. Con la prima, i titolari di quote di contingente possono registrare e notificare elettronicamente gli accordi sull’utilizzo di quote, mentre con la seconda, l’utente registrato può presentare offerte per i quantitativi di contingente assegnati. Per entrambe le applicazioni si è dovuta aumentare la sicurezza d’accesso e, a decorrere dal 2014, è stata introdotta la cosiddetta autenticazione a due fattori: per accedere non basta più una semplice protezione mediante password con certificato di sicurezza, ma è necessario un ulteriore elemento di sicurezza. La soluzione, applicabile a entrambe le applicazioni, è stata sviluppata e realizzata rapidamente e il portale di registrazione comune per l’accesso è stato attivato già a fine 2013. Nella fase transitoria, l’UFAG ha tenuto costantemente aggiornati tramite Internet, e-mail e posta gli oltre 700 utenti, che potevano altresì rivolgersi all’help desk, appositamente istituito per tale periodo. Il passaggio è avvenuto senza difficoltà e dalle prime valutazioni non emerge alcuna flessione nell’utilizzo delle applicazioni.

129 2.1 Produzione e smercio

Risultati delle vendite all’asta per il periodo di contingentamento 2013

Settore di produzione e prodotti messi all‘asta

1 Pz: pezzo; kg lordi: peso lordo in chilogrammi; kg netti: peso netto; kg eq: equivalente in merce fresca dei prodotti trasformati, il cui peso netto viene convertito applicando coefficienti fissi; kg 82 % TMG: kg netti di burro con un tenore in grasso del latte dell’82 %, le importazioni alla voce di tariffa 0405.9010 vengono convertite applicando il coefficiente 1,21 in kg 82 % TMG.

2 Contingenti doganali n. 21 e n. 31 (contingente doganale autonomo con attribuzione sulla base delle esportazioni). Fonte:

130 2.1 Produzione e smercio
Carne, prodotti carnei e insaccati inclusi, latticini e animali da allevamento Carne di pollame kg lordi 47 200 000 2,04 100 5 66 Carne di maiale kg lordi 3 700 000 0,68 100 4 24 Carne di animali della specie ovina kg lordi 5 535 000 1,96 90 6 51 Carne di animali della specie caprina kg lordi 240 000 0,54 100 1 20 Carne di animali della specie equina kg lordi 4 800 000 0,22 100 6 12 Carne di vitello kg lordi 337 500 6,25 90 2 27 Fegato di vitello kg lordi 121 500 0,25 90 4 7 Lombi / High-Quality-Beef kg lordi 4 815 000 11,32 90 13 57 Carcasse di vacche destinate alla trasformazione kg lordi 12 105 000 0,35 90 13 25 Carne di salumeria di vacche, TK kg lordi 90 000 0,51 90 1 14 Lingue kg lordi 108 000 0,03 90 3 5 Muselli di bovini kg lordi 108 000 0,03 90 3 2 Carne bovina (kasher) kg lordi 273 500 0,05 100 5 5 Carne bovina (halal) kg lordi 350 000 0,79 100 6 4 Carne ovina (kasher) kg lordi 18 710 0,05 100 5 4 Carne ovina (halal) kg lordi 175 000 0,87 100 6 4 Prosciutto essiccato all’aria kg lordi 1 100 000 8,86 100 1 71 Carne secca essiccata all’aria kg lordi 220 000 9,53 100 1 34 Insaccati kg lordi 4 086 500 6,91 100 1 94 Prosciutto cotto e in scatola kg lordi 71 500 7,38 100 1 28 Conserve a base di carne di manzo kg lordi 770 000 0,30 100 1 13 Latte in polvere kg netti 300 000 0,77 100 2 9 Burro kg 82 % TMG 100 000 1,08 100 1 8 Animali della specie bovina Capi 1 200 546,07 100 2 11 Prodotti di origine vegetale Fiori recisi kg lordi 200 000 0,51 2 1 40 Prodotti semilavorati a base di patate per la fabbricazione di salse e minestre kg eq 351 000 0,02 100 2 2 Altri prodotti semilavorati a base di patate kg eq 754 020 0,02 100 2 4 Prodotti finiti a base di patate kg eq 2 500 000 0,67 100 1 24 Prodotti di frutta a granella 2 kg eq 244 000 0,46 96 2 7 Frutta da sidro e per la distillazione kg netti 10 500 0,01 100 2 1
Unità 1 Quantitativi messi all’asta Prezzo medio d‘aggiudicazione Quota venduta sul totale del contingente doganale (parziale) Vendite all’asta 2013 Partecipanti per bando Numero unità fr./unità % Numero Numero o media
UFAG

n Importazioni ed esportazioni di prodotti agricoli trasformati

Per compensare il divario di prezzo delle materie prime dell’industria agroalimentare svizzera riconducibile alla politica agricola e garantire lo smercio di materie prime elvetiche, nell’ambito della «legge sul cioccolato» (legge federale sull’importazione e l’esportazione dei prodotti agricoli trasformati) alla frontiera viene applicato un sistema di compensazione del prezzo per i prodotti agricoli trasformati. Mediante dazi, il prezzo delle materie prime contenute nei prodotti trasformati importati viene adeguato al prezzo applicato in Svizzera, mentre i contributi all’esportazione consentono di ridurre il prezzo di determinate materie prime presenti nei prodotti trasformati esportati.

La «legge sul cioccolato», pur non essendo direttamente uno strumento di politica agricola, compensa i divari di prezzo da questa generati. Negli ultimi anni, l’importo iscritto nel preventivo ordinario è risultato costantemente troppo basso per coprire il fabbisogno in materia di compensazione del prezzo delle materie prime; a questa situazione si è ovviato soprattutto con riduzioni delle aliquote dei contributi all’esportazione. In futuro, è da prevedere che, per motivi finanziari, non si potrà garantire una compensazione integrale del prezzo delle materie prime.

Nell’ambito del preventivo della legge sul cioccolato 2013, per il periodo dicembre 2012 – novembre 2013 erano stati messi a disposizione 70 milioni di franchi per i contributi all’esportazione. Su richiesta delle filiere, per la prima volta tale importo è stato suddiviso tra le categorie di prodotti «latticini di base» e «cereali di base», allo scopo di impostare meglio l’utilizzo dei mezzi disponibili in funzione dell’andamento dei prezzi nei rispettivi settori. Dalle prime simulazioni svolte all’inizio dell’anno di contribuzione 2013, è emerso che i 70 milioni di franchi messi a preventivo non sarebbero stati sufficienti a garantire la compensazione integrale dei prezzi per i quantitativi previsti. A febbraio 2013 sono pertanto state ridotte le aliquote di contribuzione, onde garantire la compensazione per tutto l’anno di contribuzione. Nonostante tali riduzioni, non si sono potute soddisfare tutte le richieste di contributi all’esportazione. Il disavanzo ammonta a 2,9 milioni di franchi, tenendo conto che per il burro non compensato alle aziende interessate sono stati attribuiti diritti d’importazione del controvalore di 1,3 milioni di franchi.

131 2.1 Produzione e smercio
0 10 20 30 40 50 100 90 80 70 60 2008 2009 2010 2011 2012 2013
In mio. fr.
Evoluzione del preventivo della legge sul cioccolato
Riporto
Fonte: AFD
passivo Credito aggiuntivo Preventivo ordinario

In termini di valore, la bilancia del commercio estero della Svizzera per i prodotti agricoli trasformati è positiva. Dopo gli elevati tassi di crescita degli anni precedenti (+97 % dal 2005 al 2008), negli ultimi cinque anni la progressione delle esportazioni ha subito un rallentamento (+28 % dal 2008 al 2013), per quanto nel 2013 si è potuto registrare un aumento del 10 per cento rispetto all’anno precedente. Le importazioni, invece, negli ultimi anni si sono praticamente mantenute sullo stesso livello. Il principale partner commerciale per i prodotti agricoli trasformati è l’UE, con una quota d’esportazione del 63 per cento e una d’importazione del 78 per cento.

Importazioni ed esportazioni di prodotti agricoli trasformati

In mio. fr.
0 8 000 7 000 6 000 5 000 4 000 3 000 2 000 1 000 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2013 2012 2011 Totale esportazioni Totale importazioni 132 2.1 Produzione e smercio
Fonte: AFD, 2013

2.1.2 Economia lattiera

Nell’anno oggetto del rapporto il quantitativo di latte commercializzato, 3,429 milioni di tonnellate, è diminuito per la prima volta dall’abbandono del contingentamento lattiero (–1,1 %). Di queste, 29 000 tonnellate circa (0,8 %) provenivano dal Principato del Liechtenstein e dalle zone franche attorno a Ginevra. La quota di latte biologico rispetto al quantitativo di latte commercializzato è stata del 6,2 per cento, quella ottenuta senza somministrare insilati del 33 per cento. Circa 0,1 milioni di tonnellate (2,9 %) di latte commercializzato sono state prodotte in aziende d’estivazione.

Misure per il mercato lattiero svizzero – 2013

Prodotto Latte crudo Formaggio Burro Latte Latte Latte scremato in polvere di consumo, panna, prodotti a base di latte fresco

Misura

Protezione doganale n 1 n n n n

Supplementi n

Obbligo di notifica n n n n n n produzione e valorizzazione del latte

Contratti di acquisto n di latte

1 La protezione doganale vige soltanto per i Paesi non UE.

Fonte: UFAG

133 2.1 Produzione e smercio

n Mezzi finanziari e dati statistici – 2013

Anche nel 2013 la Confederazione ha concesso un supplemento per il latte trasformato in formaggio di 15 centesimi il chilogrammo e un supplemento per il foraggiamento senza insilati di 3 centesimi il chilogrammo. Per entrambi i supplementi sono stati erogati complessivamente 299 milioni di franchi. Per l’amministrazione dei dati sul latte e per i mezzi informatici in ambito lattiero la Confederazione ha stanziato 3 milioni di franchi circa.

Con l’entrata in vigore della PA 14–17, il 1° gennaio 2014, il supplemento per il foraggiamento senza insilati viene erogato anche per il latte di capra e di pecora destinato alla produzione di formaggio a pasta semidura, dura o extradura. Dato il notevole aumento dei quantitativi di formaggio magro che negli ultimi anni sono stati venduti a prezzi molto bassi prevalentemente all’estero, il latte che viene trasformato in formaggio con una percentuale di grasso del latte inferiore a 150 grammi al chilogrammo, dal 1° gennaio 2014, non ha più diritto a supplementi. Nonostante la prevista crescita della produzione di latte che dà diritto a supplementi, nel 2014 dovrebbe essere possibile rispettare il preventivo di 293 milioni di franchi. Conformemente all’ordinanza sul sostegno del prezzo del latte, i valorizzatori sono tenuti a trasmettere i supplementi entro il termine di un mese ai produttori dai quali hanno acquistato il latte successivamente trasformato in formaggio. Hanno altresì l’obbligo di registrare separatamente i supplementi nel conteggio concernente l’acquisto di latte e di tenere la contabilità in modo che risulti visibile quali contributi per i supplementi essi hanno ricevuto e pagato. Il grafico seguente mostra il numero di valorizzatori di latte che hanno ricevuto supplementi e l’importo dei supplementi erogati secondo la classe di dimensioni nel 2013.

per il latte pagati secondo la classe di dimensioni del valorizzatore del latte –

Nell’anno oggetto del rapporto hanno beneficiato di supplementi per il latte 2 342 valorizzatori, per un totale di 299 milioni di franchi; l’importo corrisposto mediamente a ciascun valorizzatore ammontava a 128 000 franchi. Dalla ripartizione emerge che i supplementi sono concentrati su poche grandi aziende di trasformazione del latte: il 21 per cento dei valorizzatori ha infatti ricevuto il 95 per cento circa dei supplementi per il latte. Il 60 per cento, vale a dire 1 417 aziende di trasformazione, ha ricevuto annualmente meno di 10 000 franchi. In questi casi si trattava prevalentemente di aziende d’estivazione con produzione in proprio di formaggio. In questa classe di dimensioni i supplementi erogati per chilogrammo di latte trasformato in formaggio ammontavano a 5 milioni di franchi.

134 2.1 Produzione e smercio
Anno civile
1–1 0 000 1 0 001–2 0 000 2 0 001–5 0 000 5 0 001–10 0 000 10 0 001–20 0 000 20 0 001–30 0 000 30 0 001–40 0 000 40 0 001–50 0 000 50 0 001–1 00 0 000 > 1 00 0 000 Supplementi per il latte (mio. fr.) Valorizzatore del latte Supplementi
Numero di valorizzatori del latte Fonte: UFAG 0 140 100 120 80 20 40 60 0 1 500 1 250 1 000 750 500 250 Classe di dimensioni (fr.) 271 50 139 117 77 48 83 35 1 417 105
Supplementi
2013
per il latte (mio. fr.)

L’Ispettorato dell’UFAG effettua controlli basati sul rischio, nel settore latte e latticini, presso i valorizzatori che notificano i dati sul latte e richiedono i supplementi. Nell’anno oggetto del rapporto sono state controllate circa 300 aziende. Per circa la metà, l’Ispettorato ha sollevato contestazioni. La maggior parte di queste ha comportato un’ammonizione a causa, ad esempio, di lievi errori di registrazione o lacune riscontrate per la prima volta. In caso di supplementi in eccesso versati ai valorizzatori sulla scorta di notifiche scorrette dei dati sulla valorizzazione del latte questi sono tenuti a restituirli. Inoltre, sono aumentati i solleciti a primi acquirenti affinché stipulassero contratti di acquisto di latte scritti conformi alle esigenze fissate dalla legge.

Nell’anno lattiero 2012/13 (1° maggio 2012 – 30 aprile 2013), in Svizzera le aziende produttrici di latte erano 13 370 nella regione di pianura e 10 733 nella regione di montagna. Rispetto all’anno lattiero 2011/12, il loro numero è sceso del 3,5 per cento, ossia di 869 unità. Praticamente, ogni giorno più di 2 aziende hanno abbandonato la produzione lattiera. Nel periodo dell’alpeggio, le aziende d’estivazione dedite alla produzione di latte sono state 2 709, per un quantitativo di latte commercializzato pari mediamente a 36 400 chilogrammi circa per azienda.

Nel 2013 il quantitativo di latte commercializzato ammontava mediamente a 167 775 chilogrammi per azienda di pianura e a 95 161 chilogrammi per azienda di montagna. Nella regione di pianura sono stati commercializzati soltanto 80 chilogrammi in più rispetto all’anno lattiero 2011/12 contro i 550 chilogrammi in più nella regione di montagna (+0,6 %). Il prezzo basso del latte, la primavera piovosa e lo scarso utilizzo di foraggi concentrati potrebbero aver contribuito a questo risultato inferiore alla media. Negli ultimi dieci anni si sono registrati incrementi delle forniture del 57 per cento per le aziende di pianura e del 46 per cento per quelle di montagna. La mancanza di uniformità nell’evoluzione palesa le migliori opportunità di crescita nella regione di pianura. La crescita percentuale, rispetto all’anno precedente, del quantitativo medio di latte raggiunta nel 2012/13 nella regione di montagna è stata, per la seconda volta consecutiva, superiore a quella della regione di pianura.

Evoluzione del quantitativo di latte mediamente commercializzato per azienda

Rispetto all’anno lattiero 2000/01, nel 2012/13 il quantitativo di latte commercializzato è aumentato di quasi il 20 per cento per vacca e di oltre il 30 per cento per ettaro di superficie agricola utile, toccando rispettivamente 5 990 e 5 595 chilogrammi. Rispetto all’anno scorso si osserva una lieve flessione con 171 chilogrammi per vacca in meno (–2,8 %) e 101 chilogrammi per ettaro in meno (–1,8 %).

Nel 2012/13 le aziende dedite alla produzione lattiera gestite tutto l’anno e quelle d’estivazione hanno commercializzato rispettivamente circa 3,265 e 0,1 milioni di tonnellate di latte. Il 47 per cento dei produttori di latte ne ha commercializzato meno di 100 000 chilogrammi all’anno e la loro percentuale non si è discostata molto da quella dell’anno precedente (–334 aziende). La loro quota rispetto alla produzione totale è stata pari solo al 20 per cento. Le aziende produttrici di latte con un quantitativo annuo superiore a 350 000 chilogrammi hanno raggiunto una quota del 18 per cento rispetto al quantitativo totale di latte commercializzato. Nell’anno oggetto del rapporto 390 aziende hanno commercializzato più di 0,5 milioni di chilogrammi. Tale quantità era stata raggiunta, dieci anni fa, soltanto da 16 aziende. In 9 casi su 10 queste aziende sono ubicate nella regione di pianura.

135 2.1 Produzione e smercio
In kg
0 180 000 160 000 140 000 100 000 120 000 80 000 60 000 40 000 20 000 2000 / 01 2002 / 03 2004 / 05 2006 / 07 2008 / 09 2010 / 11 2011 / 12 Regione di pianura Svizzera (regione d'estivazione escl.) Regione di montagna 2012 / 13
Fonte: UFAG
Tabella 28 Pagina A28

Percentuale di latte commercializzato sulle forniture totali, secondo la classe di dimensioni delle aziende

n Effetto dei supplementi per il latte

Nel quadro di due studi scientifici è stato analizzato l’effetto dei supplementi per il latte trasformato in formaggio e per il foraggiamento senza insilati. L’incarico è stato assegnato alla Flury&Giuliani GmbH e all’Università di Wageningen, in collaborazione con il PF di Zurigo. Nel 1999, i supplementi per il latte erano stati introdotti allo scopo di accrescere la competitività, mantenere i volumi di produzione lattiera per la produzione casearia e ridurre le uscite statali, alla luce di una maggiore pressione sulla filiera del latte conseguente a un’ulteriore taglio della spesa della Confederazione, ad accordi bilaterali con l’UE e all’eliminazione degli ostacoli al commercio nel quadro dell’OMC.

A 15 anni dall’introduzione dei supplementi, in un contesto internazionale diverso dalle attese (abolizione delle quote latte nell’UE nel 2015, fase di stallo nei negoziati OMC), lo studio giunge alla conclusione che l’effetto dei supplementi per il latte continua a soddisfare l’obiettivo fissato all’epoca dell’introduzione della misura. Paragonata ai Paesi confinanti, la Svizzera ha costi di produzione tuttora alti nella trasformazione del latte, sia artigianale sia industriale, e nella produzione casearia. Dalla valutazione emerge però anche che la competitività della catena di valore del latte è migliorata. Dall’introduzione dei supplementi per il latte, le uscite statali per il mercato lattiero sono scese al di sotto del livello dei 300 milioni di franchi.

n Contratti di acquisto di latte

Le disposizioni di diritto pubblico sui contratti di acquisto di latte (art. 36b LAgr), quali misure per il periodo successivo all’abbandono del contingentamento lattiero, sono state abrogate dal Parlamento, con effetto al 1° gennaio 2014, nel quadro della PA 14–17.

136 2.1 Produzione e smercio
In % Anno lattiero 2000 / 2001 Anno lattiero 2006 / 2007 Anno lattiero 2012 / 2013 Fonte: UFAG 0 22 20 18 16 14 10 8 6 4 2 12 1–25 000 25 001–50 000 50 001–75 000 75 001–100 000 100 001–125 000 125 001–150 000 150 001–175 000 175 001–200 000 Classe di dimensioni (kg) 200 001–225 000 225 001–250 000 250 001–275 000 275 001–300 000 300 001–325 000 325 001–350 000 350 001–375 000 375 001–400 000 400 001–500 000 > 500 000

A fine agosto 2013 la TSM aveva registrato 695 valorizzatori per un quantitativo contrattuale complessivo di 3,49 milioni di tonnellate di latte per l’anno civile 2013 o per l’anno lattiero 2013/14. Rispetto al periodo precedente, il quantitativo contrattuale è aumentato di circa 62 000 tonnellate, ovvero dell’1,9 per cento. È importante osservare che queste cifre forniscono un’istantanea; valorizzatori e produttori possono concludere nuovi contratti d’acquisto di latte o modificare quelli già esistenti e sono tenuti a notificare tali cambiamenti alla TSM. Per questo il totale dei quantitativi contrattuali può subire variazioni.

Il 1° gennaio 2014 è entrato in vigore il nuovo articolo 37 LAgr sui contratti standard nel settore lattiero, che sancisce che l’elaborazione di un contratto standard per la compravendita di latte crudo spetta alle organizzazioni di categoria del settore lattiero. Ai sensi della legge, un contratto standard deve prevedere una durata e una proroga contrattuale di almeno un anno e contenere almeno norme sui quantitativi, sui prezzi e sulle modalità di pagamento. I contraenti possono stabilire altri dettagli fermo restando che ciò non comprometta seriamente la concorrenza. Il Consiglio federale può conferire carattere di obbligatorietà generale al contratto standard a tutte le fasi dell’acquisto e della vendita di latte crudo. Le controversie sul contratto e sui singoli contratti sono di competenza dei tribunali civili.

n Dati sul latte

L’UFAG ha concluso con la TSM Fiduciaria Sagl (TSM) un accordo di prestazione quadriennale, scaduto il 30 aprile 2013. Considerate l’entrata in vigore, nel 2014, della nuova Politica agricola 2014–2017 e le nuove possibilità di collegamento ai sistemi informatici esistenti all’interno della Confederazione, è stato concluso un contratto di prestazioni di 18 mesi con la TSM, prorogato di un anno nella primavera 2014, in base al quale quest’ultima è incaricata di registrare e verificare i dati della produzione lattiera, della valorizzazione del latte e dei contratti di acquisto di latte. I valorizzatori di latte sono tenuti a fornire le informazioni richieste a cadenza mensile, fatti salvi, nell’anno oggetto del rapporto, i dati sui contratti di acquisto di latte che dovevano essere notificati annualmente dai primi acquirenti. Con l’abrogazione degli articoli 36b e 43 capoverso 3 LAgr, il 1° gennaio 2014 è decaduto l’obbligo di concludere contratti di acquisto di latte e di notificare i relativi dati. Questi ultimi, pertanto, hanno dovuto essere notificati dai primi acquirenti alla TSM per l’ultima volta nel 2013. La TSM è responsabile dell’osservanza dell’obbligo di notifica dei dai sulla produzione e la valorizzazione del latte. In caso d’irregolarità, alle ditte e aziende interessate vengono irrogate sanzioni. Avvalendosi dei dati sulla valorizzazione del latte trasmessile, la TSM elabora i dati per il versamento dei supplementi e li inoltra due volte la settimana all’UFAG, il quale provvede al versamento ai valorizzatori di latte.

n Organizzazione di categoria Interprofessione Latte

L’Interprofessione Latte (IP Latte) è la piattaforma dell’economia lattiera svizzera, composta da circa 48 organizzazioni nazionali e regionali di produttori e addetti alla trasformazione di latte, oltre che da singole aziende dell’industria e del commercio al dettaglio. Secondo i suoi stessi dati i suoi membri producono circa il 95 per cento del latte commercializzato in Svizzera.

Su richiesta dell’IP Latte, il 31 agosto 2011 il Consiglio federale ha dichiarato vincolanti anche per i non membri dell’IP Latte, per il periodo dal 1° ottobre 2011 al 30 aprile 2013, le disposizioni del contratto standard per l’acquisto di latte e la tassa di 1 centesimo il chilogrammo di latte commercializzato allo scopo di finanziare un fondo di sgravio del mercato. Fino al 30 aprile 2013, i produttori lattieri dovevano versare un contributo di 1 centesimo il chilogrammo sul quantitativo totale di latte commercializzato. Questi contributi hanno permesso di ridurre considerevolmente le eccessive giacenze di burro a fine 2012.

137 2.1 Produzione e smercio

L’Amministrazione dei delegati dell’IP Latte ha deciso, il 12 novembre 2012, di mantenere per i propri membri le disposizioni del contratto standard per l’acquisto di latte. Inoltre, è stato varato un nuovo regolamento per la segmentazione del mercato lattiero. Nel giugno 2013, il Consiglio federale, su richiesta dell’IP Latte, ha esteso le disposizioni del contratto standard e quelle per la segmentazione del mercato lattiero ai non membri dell’IP Latte, per il periodo dal 1° luglio 2013 al 30 giugno 2015. Per i non membri dell’IP Latte, dunque, vige altresì l’obbligo di concludere contratti scritti per tutte le vendite e gli acquisti di latte. Nei contratti di acquisto, inoltre, il quantitativo di latte deve essere suddiviso in segmenti in base al relativo scopo di utilizzo. La segmentazione è riconosciuta da tutti gli attori. Secondo i dati dell’IP Latte, nel secondo semestre 2013 alla TSM sono stati notificati dati sulla segmentazione per il 98,9 per cento del quantitativo totale di latte commercializzato (aziende d’estivazione escl.). Il restante 1,1 per cento riguarda valorizzatori con un quantitativo di latte valorizzato inferiore a 100 000 chilogrammi l’anno e quindi non sottoposto all’obbligo di notifica come da regolamento dell’IP Latte.

Suddivisione del latte nei vari segmenti, secondo lo scopo di utilizzo

Segmento A

Prodotti a elevato valore aggiunto con protezione doganale e prodotti con compensazione del prezzo della materia prima.

Per il latte del segmento A viene pagato un prezzo superiore rispetto a quello dei segmenti B e C.

Segmento B

Prodotti senza protezione doganale o compensazione del prezzo della materia prima per il mercato interno e per l’esportazione.

Segmento C

Prodotti a basso valore aggiunto per il mercato mondiale.

Per il latte del settore C viene corrisposto il prezzo più basso.

Per i contadini la fornitura è facoltativa.

Nel 2013 la situazione sul mercato lattiero è stata molto equilibrata. Le forniture di latte sono diminuite e i prezzi alla produzione aumentati. In questo contesto positivo è stato possibile valorizzare praticamente tutto il latte nei segmenti A ad elevato valore aggiunto (89 %) e B (10,7 %). Dall’autunno 2013 le forniture e le giacenze di burro hanno ripreso ad aumentare. Il 2014 sarà pertanto un difficile banco di prova per la segmentazione.

138 2.1 Produzione e smercio

2.1.3 Produzione animale

La produzione animale, assieme a quella lattiera, contribuisce alla metà del valore della produzione agricola. I requisiti per l’allevamento e la detenzione di animali nonché per la qualità, la tracciabilità e la caratterizzazione dei prodotti di origine animale sono in costante crescita. I detentori di animali devono adeguarsi a tali evoluzioni, il che significa, da un lato mantenere il controllo sui costi di produzione e, dall’altro, orientare la produzione alle esigenze del mercato.

Provvedimenti – 2013

Animale

Provvedimento

Protezione doganale n n n n n n n n n

Sgombero del mercato sui mercati

pubblici n n n

Azioni d’immagazzinamento della carne n

Azioni di vendita a prezzo ridotto n

Azioni di spezzatura delle uova n

Contributi per la valorizzazione

della lana di pecora n

Effettivi massimi n n n n

Banca dati sul traffico di animali n n n n

Contributi d’infrastruttura per i mercati

pubblici nella regione di montagna n n n

Promozione dell’allevamento n n n n n n n

Conservazione delle razze svizzere minacciate n 1 n 1 n n n n n 2 n 2 n

1 Bovini 2 Pollame Fonte: UFAG
139 2.1 Produzione e smercio
Bovini Vitelli Suini Equini Ovini Caprini Polli / tacchini Galline ovaiole Api

Per la stabilizzazione dei prezzi sul mercato della carne e delle uova si sostengono provvedimenti di sgravio temporanei. La Confederazione, ad esempio, con i propri aiuti sostiene lo stoccaggio di carne di vitello in primavera ed estate e si accolla una parte della perdita di valore riconducibile alle azioni di spezzatura di uova di consumo in periodi di eccedenze. Onde garantire lo smercio, inoltre, i commercianti di bestiame da macello, titolari di quote di contingente doganale, in determinati periodi dell’anno sono tenuti a ritirare sui mercati pubblici gli animali non commerciabili in libera vendita. Un elemento fondamentale per il miglioramento delle basi di produzione è la promozione delle misure zootecniche. In particolare si finanziano la tenuta di libri genealogici e l’esecuzione di esami funzionali, mentre per la prevenzione e la lotta alle epizoozie si gestisce una banca dati sul traffico di animali. Inoltre, continua a venir applicato, per vitelli da ingrasso, suini e pollame (gallinelle escluse), un effettivo massimo per azienda.

L’obbligo di caratterizzazione per la carne di coniglio importata, proveniente da una forma di detenzione non autorizzata in Svizzera, è in vigore già da anni. Alcuni importatori vi si sono adeguati e importano carne di coniglio prodotta all’estero nel rispetto della legislazione svizzera sulla protezione degli animali. A tal fine, i produttori esteri devono ottemperare direttive di produzione, con requisiti di detenzione dei conigli equivalenti a quelli vigenti in Svizzera, che vengono verificate in loco da un ente di certificazione accreditato dallo Stato. Tali direttive vengono valutate dall’UFAG, che ne riconosce l’equivalenza se adempiono tutte le condizioni prescritte. Esse sono pubblicate, assieme all’elenco degli importatori richiedenti, sulla pagina Internet dell’UFAG (www.import.blw.admin.ch > Ordinanza sulle dichiarazioni agricole, ODAgr). Se non vi è la prova che la carne di coniglio sia stata prodotta in base a direttive equivalenti, per poter essere distribuita nei punti di vendita deve riportare la menzione «proveniente da una forma di detenzione non autorizzata in Svizzera».

n Mezzi finanziari – 2013

Per i provvedimenti nel settore della produzione animale (promozione dell’allevamento e contributi per l’eliminazione dei sottoprodotti incl.) nell’anno oggetto del rapporto sono stati utilizzati, in totale, 92,5 milioni di franchi. Alla cooperativa Proviande che, su incarico della Confederazione, svolge compiti esecutivi nel settore del mercato del bestiame da macello e della carne, sono stati versati 6,7 milioni di franchi.

Nel 2013, le uscite per la gestione della banca dati sul traffico di animali (BDTA) da parte di identitas AG sono state di 9,5 milioni di franchi. I proventi delle tasse, pari a 10,3 milioni di franchi, sono stati sufficienti per compensarle interamente. Per l’eliminazione di sottoprodotti di origine animale, identitas AG ha versato, su mandato dell’UFAG, 46,4 milioni di franchi, dei quali circa un terzo è andato a beneficio degli allevatori di bovini che notificano nascite di vitelli e circa due terzi a stabilimenti dediti alla macellazione di animali delle specie bovina, ovina, suina o caprina.

Ripartizione dei mezzi finanziari – 2013

Totale 92,5 mio. fr.

Contributi per il sostegno alla produzione di uova indigene 1,7 %

Sostegno interno per bestiame da macello e carne e contributi d'infrastruttura nella regione di montagna 3,0 %

Promozione dell'allevamento 37,0 %

Contributi per la lana di pecora 0,9 %

Accordo di prestazione Proviande 7,2 %

Eliminazione dei sottoprodotti di origine animale 50,2 %

Fonte: Conto dello Stato

140 2.1 Produzione e smercio
Tabella 29 Pagina A28

n Provvedimenti sul mercato del bestiame da macello e della carne

Sulla base di un accordo di prestazione, l’UFAG ha delegato alla cooperativa Proviande compiti esecutivi nel settore del mercato del bestiame da macello e della carne.

Classificazione neutrale della qualità

In virtù dell’ordinanza sul bestiame da macello, Proviande provvede alla classificazione della qualità delle carcasse nei macelli di grandi dimensioni (28 aziende fino alla fine dell’anno oggetto del rapporto), ovvero in quelle aziende in cui vengono macellati mediamente più di 120 suini o circa 23 capi di bestiame grosso a settimana. Per gli animali delle specie bovina, ovina, caprina ed equina la muscolatura e il grado di ingrasso vengono determinati otticamente, applicando la cosiddetta CH-TAX. Per gli animali della specie suina, invece, la muscolatura (la quota di carne magra) viene stabilita utilizzando appositi apparecchi. I risultati della classificazione neutrale della qualità sono registrati in maniera centralizzata in un server di identitas AG e vengono utilizzati per la sorveglianza, il miglioramento della qualità e la statistica. Salvo poche eccezioni, la qualità degli animali macellati va determinata anche in tutti gli altri macelli; in questi casi, tuttavia, la classificazione viene effettuata dagli impiegati di queste strutture. La classificazione neutrale della qualità contribuisce ad aumentare la trasparenza, a migliorare la qualità delle carcasse e a conteggiare correttamente gli animali da macello.

Negli ultimi anni si è osservato un aumento positivo della muscolatura degli animali macellati riconducibile al maggior livello di conoscenza degli allevatori: nel 2013 sono stati classificati come bene in carne e molto bene in carne il 62 per cento dei torelli, quasi il 27 per cento dei vitelli e il 62 per cento degli agnelli. Nel 2005 erano stati solo, rispettivamente, il 43, il 17 e il 43 per cento. Per le vacche, invece, nello stesso periodo la muscolatura è rimasta la stessa: negli ultimi anni è rientrato nelle classi scarnate e molto scarnate tra il 42 e il 47 per cento delle vacche; nel 2013 tale quota è scesa al 40 per cento. Questa evoluzione è riconducibile alla grande quantità di vacche da latte e alla detenzione di speciali razze da latte.

141 2.1 Produzione e smercio
In %
Classe di muscolatura:
Ripartizione delle carcasse nelle classi di muscolatura – 2013
C
H T A X
Fonte: Proviande
0 80 70 60 50 40 30 20 10
C = molto bene in carne, H = bene in carne, T = muscolatura media, A = scarnato, X = molto scarnato
Vacche
Capretti Agnelli Vitelli Torelli

Sorveglianza dei mercati pubblici e organizzazione dei provvedimenti di sgravio del mercato

Prima dell’inizio dell’anno civile Proviande, in collaborazione con i Cantoni e le organizzazioni contadine, allestisce un programma annuale nel quale sono definiti i mercati pubblici per bestiame da macello e ovini. Tale programma indica il luogo e la data dei singoli mercati, nonché le categorie di animali che possono esservi presentate. Nel 2013, il numero dei mercati è leggermente diminuito rispetto al 2012 sia per il bestiame grosso, sia per i vitelli che per gli ovini. Il numero dei capi di bestiame grosso è rimasto costante, mentre il numero di vitelli e quello di ovini sono diminuiti rispettivamente del 19,7 e del 5,5 per cento. Nel quadro dello sgombero del mercato, Proviande ha assegnato 3 900 capi della specie ovina a commercianti titolari di una quota di contingente doganale che, per tali assegnazioni, devono pagarle il prezzo settimanale stabilito.

Cifre inerenti ai mercati pubblici sorvegliati – 2013

Fonte: Proviande

n Provvedimenti sul mercato delle uova

La domanda di uova cala considerevolmente soprattutto dopo Pasqua. Onde attutire le ripercussioni delle fluttuazioni di mercato stagionali, dopo aver sentito le cerchie interessate, nell’ambito dei crediti stanziati nel 2013, sono stati messi a disposizione 1,6 milioni di franchi circa per il finanziamento di misure di valorizzazione. Nell’anno oggetto del rapporto, i fabbricanti di prodotti a base di uova hanno valorizzato nell’industria gli albumi e i tuorli di 13,3 milioni di uova di consumo indigene, tramite azioni di spezzatura, sgravando quindi il mercato delle uova di consumo in guscio. Sul fronte del commercio al dettaglio è stato ridotto il prezzo di 7,4 milioni di uova di consumo a beneficio dei consumatori: la Confederazione ha versato un contributo di 9 centesimi per ogni uovo spezzato e di 5 per ogni uovo ribassato; la categoria ha contribuito allo sgravio del mercato con circa lo stesso importo. In totale, alle azioni di spezzatura e di riduzione del prezzo hanno partecipato rispettivamente 10 e 8 aziende.

n Provvedimenti per la valorizzazione della lana di pecora

In virtù dell’ordinanza concernente la valorizzazione della lana di pecora indigena, nel 2013 l’UFAG ha sostenuto in primo luogo progetti innovativi di valorizzazione della lana di pecora, dando la priorità alle organizzazioni di solidarietà che, al fine di valorizzarla, hanno perlomeno il compito di cernere, lavare e vendere per la trasformazione in prodotti finiti la lana indigena raccolta. Eccezionalmente, il lavaggio può essere effettuato all’estero.

Nel 2013, l’UFAG ha sostenuto sette progetti innovativi con un importo di circa 0,6 milioni di franchi. Le organizzazioni di solidarietà che, con il loro lavoro, hanno assicurato la raccolta, la cernita e il lavaggio di circa 178 tonnellate di lana di pecora per la trasformazione in prodotti finiti in Svizzera sono state 5. Il contributo della Confederazione per chilogrammo di lana lavata è stato di 2 franchi, per un importo totale di circa 0,36 milioni di franchi.

142 2.1 Produzione e smercio
Unità Vitelli Bestiame Ovini grosso Mercati pubblici sorvegliati Numero 270 723 317 Animali acquistati all’asta Numero 38 194 58 198 70 918 Numero medio di animali per mercato Numero 141 80 224 Quota degli animali presentati rispetto alle macellazioni totali % 15,2 14,8 32,6 Animali assegnati (sgombero del mercato) Numero 0 484 3 901
Caratteristica

n Provvedimenti nell’ambito del traffico di animali

Il 2013 è stato un anno piuttosto tranquillo per il settore e per la banca dati sul traffico di animali. Dopo la travagliata migrazione, nel 2012, dei dati dei bovini registrati nella BDTA, il portale Agate ha ripreso la normale funzionalità.

Il termine transitorio per la registrazione degli animali della specie equina, i cosiddetti equidi, da parte dei proprietari è scaduto il 30 novembre 2013, dopo la proroga concessa dal Consiglio federale il 15 maggio 2013 su richiesta dei servizi cantonali di veterinaria. Dal 1° dicembre 2013 i proprietari di equidi non possono più effettuare direttamente la prima registrazione di un animale, ma devono rivolgersi all’help desk di Agate.

Per quanto concerne il rilascio del passaporto sono state pianificate semplificazioni e attuate modifiche d’ordinanza (ordinanze sull’epizoozie e BDTA). È previsto che a partire dal 1° gennaio 2015 i servizi preposti al rilascio dei passaporti dovranno richiedere a identitas AG, gestore della BDTA, un passaporto di base. Il modello di passaporto integrato con i dati della BDTA contiene i seguenti elementi: nome e indirizzo del proprietario dell’equide al momento del rilascio del passaporto, UELN (Universal Equine Life Number) dell’animale, nome, luogo e data di nascita, sesso, categoria (cavallo, asino, mulo, bardotto) e numero di microchip. Se il proprietario dà il suo consenso all’atto della notifica della nascita, il servizio di rilascio del passaporto può correggere questi dati prima di ordinare il passaporto di base qualora non corrispondessero a quelli del libro genealogico.

n Promozione dell’allevamento

Secondo l’articolo 144 LAgr, i contributi federali per la promozione dell’allevamento possono essere versati solo a organizzazioni di allevamento riconosciute. Queste sono pubblicate sul sito Internet dell’UFAG (www. blw.admin.ch > Temi > Produzione e smercio > Animali e prodotti animali > Organizzazioni di allevamento riconosciute in Svizzera). Le disposizioni d’esecuzione sono sancite nell’ordinanza sull’allevamento di animali (OAlle) che fissa le condizioni cui deve adempiere un’organizzazione di allevamento di animali delle specie bovina, suina, ovina e caprina, nonché di equidi, conigli, pollame, api mellifere e camelidi del nuovo mondo per ottenere dall’UFAG un riconoscimento della durata di dieci anni al massimo.

Con l’entrata in vigore, il 1° gennaio 2013, del testo rivisto dell’ordinanza sull’allevamento di animali, i contributi per animale iscritto nel libro genealogico sono assegnati per animali: a) i cui genitori e nonni sono iscritti o menzionati in un libro genealogico della medesima razza o b) la cui percentuale di sangue della relativa razza è di almeno l’87,5 per cento. Inoltre, le misure zootecniche possono essere computate soltanto per gli animali il cui proprietario è domiciliato in Svizzera o nel Principato del Liechtenstein e, durante l’anno di contribuzione, è membro attivo di un’organizzazione di allevamento riconosciuta. Una misura zootecnica dà diritto a un unico contributo per animale e per anno. Secondo le disposizioni transitorie, i contributi per l’allevamento nel 2013 sono stati versati ai sensi alla vecchia ordinanza del 14 novembre 2007 sull’allevamento di animali, ad eccezione dei provvedimenti per le api mellifere.

Nel 2013 è stato versato un totale di circa 34,3 milioni di franchi a favore di 27 organizzazioni di allevamento in favore della tenuta del libro genealogico, della conduzione di esami funzionali e della conservazione delle razze svizzere. In quest’ultimo ambito si conducono, nella maggior parte dei casi, progetti pluriennali. Fatta eccezione per le organizzazioni di allevamento delle razze svizzere, non sono stati fatti versamenti a organizzazioni di allevamento il cui contributo totale risultava inferiore a 30 000 franchi.

143 2.1 Produzione e smercio

Il settore dell’allevamento di bovini ha beneficiato di circa 24 milioni di franchi, ovvero del 70 per cento dei fondi a disposizione per l’allevamento, due terzi dei quali stanziati per l’esecuzione di esami funzionali del latte. I contributi federali per l’allevamento consentono di ridurre i costi delle prestazioni zootecniche delle organizzazioni. Gli allevatori ne traggono vantaggio, ad esempio, pagando tariffe inferiori per gli esami funzionali del latte.

Ripartizione dei mezzi finanziari – 2013

Totale 34,3 mio. fr.

Allevamento di ovini (pecore da latte escl.);

1 959 650 fr.; 5,7 %

Allevamento di suini;

3 400 000 fr.; 9,9 %

Allevamento di caprini e pecore da latte; 1 799 789 fr.; 5,3 %

Allevamento di bovini; 23 686 283 fr.; 69,2 %

n Conservazione delle razze svizzere minacciate

Progetti per la conservazione delle razze svizzere; 207 219 fr.; 0,6 %

Conservazione della razza Franches-Montagnes; 854 400 fr.; 2,5 %

Allevamento di equini;

2 112 280 fr.; 6,2 %

Camelidi del nuovo mondo; 50 000 fr.; 0,1 %

Api; 182 266 fr.; 0,5 %

Fonte: Conto dello Stato

L’UFAG sostiene la tutela della biodiversità nel settore delle risorse genetiche destinate all’alimentazione e all’agricoltura mediante provvedimenti per la conservazione e la promozione delle razze svizzere a rischio di estinzione. Tra queste, vi sono 23 razze di diverse specie animali (bovini, equini, ovini, caprini, suini, api, conigli, polli) a rischio di estinzione a causa delle dimensioni ridotte delle popolazioni, di un grado di consanguineità troppo elevato o di motivi tradizionali. Queste razze hanno rilevanza, per la Svizzera, dal punto di vista economico, ecologico, culturale e storico, nonché si contraddistinguono per elevata capacità di adattamento, robustezza e buona valorizzazione del foraggio. Sul piano nazionale l’UFAG sostiene, coadiuva o avvia progetti di conservazione elaborati da organizzazioni di allevamento riconosciute. In collaborazione con l’Associazione svizzera per la produzione animale, organizza inoltre un workshop annuale sulle risorse zoogenetiche. Nel 2013 vi hanno partecipato 30 rappresentanti di 20 organizzazioni, istituti di ricerca e ONG. Al workshop del 2013 sono stati presentati la bozza del Piano d’azione nazionale (PAN) per le risorse zoogenetiche e il progetto di monitoraggio della Scuola universitaria professionale di scienze agrarie, forestali e alimentari (SSAFS). I partecipanti hanno potuto inoltre svolgere esercitazioni per conoscere più da vicino il programma Populationsreport (PopRep), che serve per la gestione zootecnica delle popolazioni iscritte nel libro genealogico. L’UFAG garantisce altresì scambi di esperienze concernenti i provvedimenti di conservazione con specialisti di altri Paesi, nonché rafforza costantemente la collaborazione con rappresentanti di interessi e sviluppa il pool genetico nazionale per bovini, suini, equini e caprini (provvedimento ex-situ). Il piano nazionale d’azione per le risorse zoogenetiche elaborato contiene tutti i provvedimenti in atto a livello nazionale per la conservazione delle razze svizzere da reddito minacciate e indica eventuali necessità d’intervento. L’UFAG si impegna anche a livello internazionale; ha, ad esempio, assunto la presidenza della European Regional Focal Point, un’associazione di oltre 45 Stati europei, e collabora in diverse commissioni e gruppi di lavoro della FAO.

144 2.1 Produzione e smercio
Tabella 30 Pagina A29

n Verifica delle organizzazioni di allevamento

Per controllare l’impiego dei fondi per la promozione dell’allevamento di animali si effettuano verifiche presso le organizzazioni di allevamento svolgendo in tutte almeno un controllo in loco sull’arco di cinque anni. Nel 2013 sono state condotte ispezioni presso 5 organizzazioni, stilando i rispettivi rapporti, nei quali sono state menzionate eventuali lacune e fornite indicazioni per colmarle.

n Effettivi massimi

In virtù dell’articolo 46 LAgr, il Consiglio federale stabilisce gli effettivi massimi di ogni azienda per l’allevamento e l’ingrasso dei suini, la detenzione di ovaiole nonché per l’ingrasso di polli, tacchini e vitelli. In tal modo si mira a sostenere le aziende familiari vincolate al suolo. In caso di superamento delle soglie stabilite, l’azienda deve pagare una tassa su ogni animale in eccesso. L’ammontare delle tasse è calcolato in modo che la detenzione di animali in eccesso non risulti economicamente vantaggiosa. Nell’anno oggetto del rapporto sono stati svolti diversi controlli a questo proposito, irrogando le rispettive sanzioni.

Le esperienze acquisite con l’esecuzione dell’ordinanza sugli effettivi massimi sono state tenute in considerazione nella revisione totale entrata in vigore il 1° gennaio 2014. Gli effettivi massimi per categoria animale restano invariati e devono continuare a essere rispettati da tutte le aziende. È possibile una deroga se le aziende sono in possesso di un’autorizzazione rilasciata su richiesta dall’UFAG. Possono inoltrare una richiesta di autorizzazione:

le aziende che forniscono la prova di rispettare le esigenze ecologiche (PER) senza cedere concime aziendale a terzi;

– le aziende di allevamento di suini che valorizzano sottoprodotti della trasformazione del latte e di derrate alimentari nell’interesse pubblico; che coprono almeno il 25 per cento del fabbisogno energetico dei suini con sottoprodotti ottenuti dalla trasformazione del latte o almeno il 40 per cento del fabbisogno energetico con sottoprodotti di derrate alimentari non provenienti dalla trasformazione del latte;

le aziende sperimentali nonché le stazioni di ricerca della Confederazione.

Nel 2013, hanno usufruito dell’autorizzazione 26 aziende che foraggiavano i suini con sottoprodotti della trasformazione del latte e di prodotti alimentari, 10 aziende che adempivano la prova che le esigenze ecologiche sono rispettate (PER) e spandevano i concimi aziendali sulle proprie superfici e 2 aziende per attività sperimentali e di ricerca.

145 2.1 Produzione e smercio

2.1.4 Produzione vegetale

In termini di valore della produzione, quella vegetale in Svizzera ha una valenza pressoché analoga alla produzione animale. In questo settore, l’ortofloricoltura è il ramo più importante, seguita dalla foraggicoltura. Oltre che mediante la protezione doganale, la Confederazione la promuove con contributi specifici a singole colture in campicoltura e contributi per la trasformazione della frutta svizzera.

Provvedimenti – 2013

Coltura

Provvedimento

Protezione doganale 1 n n n n n n n n

Contributi di trasformazione n 2

Contributi di coltivazione n n n n 3

1 A seconda dello scopo di utilizzo o della voce di tariffa non vi è imposizione doganale o vengono applicati dazi ridotti.

2 Riguarda solo una parte del raccolto (riserva di mercato di concentrati di succo di frutta a granelli, compensazione del prezzo della materia prima per la produzione di prodotti di frutta a granelli e a nocciolo).

3 Solo per patate, mais e piante foraggere.

Fonte: UFAG

Cereali Leguminose a granelli Semi oleosi Patate Barbabietola da zucchero Sementi Verdura, fiori recisi, vitivinicoltura
146 2.1 Produzione e smercio
Frutta

Mezzi finanziari – 2013

Rispetto all’anno precedente, nel 2013 i mezzi finanziari destinati al settore della produzione vegetale sono aumentati, passando da 72 a 80,5 milioni di franchi. Del totale dei fondi impiegati l’88 per cento è stato destinato alla promozione di singole colture, il 5 per cento alla trasformazione e alla valorizzazione della frutta, l’1 per cento a misure di promozione in vitivinicoltura e il 6 per cento a provvedimenti di sgravio a favore del vino svizzero.

L’aumento delle uscite è riconducibile essenzialmente alle spese eccezionali per la valorizzazione del concentrato di succo di pera, pari a 2,1 milioni di franchi, e a quelle per il declassamento del vino a denominazione d’origine controllata in vino da tavola, pari a 4,6 milioni di franchi. Rispetto all’anno precedente i mezzi impiegati per la campicoltura sono aumentati di circa 0,5 milioni.

Uscite per provvedimenti sulla frutta – 2013

Valorizzazione delle eccedenze di concentrato succo di pera 49 %

Altro 3 %

Riserva di mercato frutta da sidro 23 %

Compensazione del prezzo della materia prima 25 %

Nel 2013, il sostegno a provvedimenti specifici per la frutta è stato pari a 4,3 milioni di franchi, 1,1 dei quali per la compensazione del prezzo della materia prima, 1 milione per la riserva di mercato di concentrati di succo di frutta a granelli e 2,1 milioni per la riduzione delle eccedenze di 850 tonnellate di concentrato di succo di pera.

n Sostegno finanziario straordinario per la valorizzazione del concentrato di succo di pera

Contesto

Il 1° gennaio 2013 le scorte di concentrato di succo di pera erano il doppio del quantitativo utilizzato annualmente. Questa eccedenza era stata determinata da una serie di concause. Il calo della domanda di concentrato di succo di pera svizzero in atto da anni, il cambiamento delle abitudini alimentari e in particolare la soppressione, il 1° gennaio 2010, delle sovvenzioni all’esportazione concesse dalla Confederazione per il concentrato di succo di mela e di pera hanno provocato un forte calo delle vendite e di conseguenza la crescita delle scorte.

n
Fonte UFAG Totale 4,3 mio. fr.
147 2.1 Produzione e smercio

Creando artificialmente una domanda attraverso le sovvenzioni all’esportazione concesse dalla Confederazione, fino a fine 2009 è stato possibile compensare i raccolti abbondanti dovuti all’alternanza e il fabbisogno interno, già allora tendenzialmente in calo, nonché regolare le scorte. Dal 2010, però, l’unico fattore determinante è la domanda effettiva. Inoltre, l’abbondante raccolto di pere da sidro nel 2011 ha determinato un aumento dei volumi di produzione. Per ridurre le scorte sempre più consistenti, la categoria ha sostenuto l’esportazione di concentrato con mezzi propri. Ciononostante prima dell’inizio del raccolto 2013 si registrava un’eccedenza pari a 850 tonnellate. Onde evitare un ulteriore crollo del prezzo delle pere da sidro, a giugno il Parlamento, su istanza del Consigliere nazionale Jans e contro la raccomandazione del Consiglio federale, ha deciso di stanziare un aiuto di 2,5 milioni di franchi per smaltire le scorte di concentrato di succo di pera.

Riduzione delle scorte

Il sostegno finanziario per la valorizzazione delle eccedenze di concentrato di succo di pera, pari a 850 tonnellate, è stato disciplinato in un’ordinanza del Consiglio federale (RS 916.131.12), entrata in vigore il 15 settembre 2013, che consentiva di sostenere la valorizzazione del concentrato di succo di pera ottenuto dal raccolto del 2012 e da quelli precedenti. Avevano diritto ai contributi le aziende e le persone con sede o domicilio in Svizzera che s’impegnavano a valorizzare il concentrato in modo conforme alle prescrizioni d’ordinanza in materia di derrate alimentari o alimenti per animali. La valorizzazione del concentrato come derrata alimentare era vincolata a delle condizioni: era vietato, ad esempio, produrre bevande alcoliche, perché il loro sostegno mediante contributi sarebbe stato in contrasto con le campagne di prevenzione per la salute della Confederazione. Per evitare che la valorizzazione delle eccedenze incidesse sulla normale situazione di mercato, dal sostegno era stato escluso anche il concentrato utilizzato per fabbricare determinati prodotti contenenti frutta a granelli, come ad esempio il succo di mela e pera. L’attribuzione dei contributi avveniva mediante bando d’asta, nel cui ambito gli aventi diritto potevano presentare un’offerta indicando il quantitativo che intendevano valorizzare e il sostegno federale richiesto. I contributi venivano attribuiti in ordine crescente, a partire dall’offerta con il contributo per chilogrammo più basso, fino a esaurimento delle 850 tonnellate. Per il concentrato utilizzato come derrata alimentare era stato fissato un contributo massimo pari a 2,25 franchi il chilogrammo e per quello utilizzato come alimento per animali un contributo massimo di 2,65 franchi il chilogrammo.

Al bando hanno partecipato quattro imprese con offerte per un quantitativo pari complessivamente a 1 625 tonnellate di concentrato. Nel complesso sono stati assegnati 2,1 milioni di franchi per la valorizzazione delle eccedenze pari a 850 tonnellate. Le offerte considerate comprendevano sia quelle per utilizzo come derrata alimentare sia quelle per utilizzo come alimento per animali. Nel dicembre 2013 le imprese prese in considerazione hanno inoltrato all’UFAG i contratti d’acquisto stipulati con le fabbriche di sidro. I contributi

148 2.1 Produzione e smercio 2004 2005 Andamento della domanda e dell'offerta di concentrato di succo di pera Concentrato di succo di pera (t) Fonte: UFAG 0 2 500 2 000 1 000 1 500 500 3 000 3 500 4 000 4 500 5 000 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Produzione Vendita all'interno del Paese Esportazioni Scorte al 31.12.

assegnati e successivamente versati agli aventi diritto sono andati a carico del Preventivo 2013. Gli aventi diritto ai contributi erano tenuti a inoltrare all’UFAG, entro fine 2014, la prova scritta della valorizzazione del concentrato. I contributi indebitamente riscossi devono essere restituiti.

Il credito aggiuntivo è stato compensato nei pagamenti diretti generali.

Prospettiva

Grazie a questa misura straordinaria volta a sostenere finanziariamente la valorizzazione del concentrato di succo di pera le eccedenze esistenti prima del raccolto 2013 hanno potuto essere ridotte. L’innovazione nella ricerca di nuovi prodotti e di nuovi canali di smercio e un marketing efficace sono elementi fondamentali per raggiungere un equilibrio a lungo termine tra domanda e offerta di concentrato di succo di pera.

n Provvedimenti straordinari di sgravio del mercato vinicolo svizzero nel 2013

Situazione sul mercato vinicolo svizzero nel 2011 e negli anni precedenti

Tra il 2005 e il 2010 la vendemmia ha dato valori annui di resa compresi tra 100 e 111 milioni di litri. Queste fluttuazioni annuali rientrano nella norma e sono dovute in gran parte alle condizioni meteo. Un clima secco e caldo, ad esempio, favorisce lo sviluppo dell’uva e riduce il rischio di infestazioni da funghi. Le temperature rigide, invece, pregiudicano la crescita e la mancanza di luce riduce il tenore in zucchero, mentre l’umidità aumenta il rischio di funghi. A livello locale si possono verificare anche grandinate con seri danni per la vigna e i grappoli, che comportano una drastica riduzione della resa della vendemmia. Le variazioni di resa sono dunque in parte dovute a fattori naturali che i vitivinicoltori possono contrastare soltanto fino a un certo punto grazie a una valida pianificazione, alla lotta contro i parassiti e a reti antigrandine.

Queste fluttuazioni possono anche essere direttamente influenzate dai vitivinicoltori. Questi possono ridurre la resa attraverso l’eliminazione dei grappoli non ancora giunti a maturazione (vendemmia verde), aumentando al contempo la qualità dei grappoli restanti che sviluppano un tenore in zucchero più elevato. La Confederazione fissa una resa massima per unità di superficie per il vino delle classi «vino a denominazione d’origine controllata (DOC)» e «vino con indicazione geografica tipica», tuttavia non per il «vino da tavola». Per il vino DOC questo limite può essere abbassato dai Cantoni. Alcuni Cantoni adeguano annualmente la resa massima consentita, generalmente d’intesa con la categoria. La regolazione del raccolto è necessaria per mantenere la qualità elevata dell’uva e per adeguare l’offerta alla domanda dal profilo sia qualitativo sia quantitativo.

Il vino è un prodotto adatto allo stoccaggio, che generalmente non giunge sul mercato già nell’anno di vinificazione. Ciò consente di compensare le annate scarse con altre più abbondanti. Le cantine dispongono dunque di un determinato margine di manovra per quanto concerne la commercializzazione dei propri vini.

Viste la dipendenza della produzione dalle condizioni meteo, la regolazione della resa dei vigneti e la buona attitudine allo stoccaggio del vino, l’andamento del mercato vinicolo andrebbe osservato sull’arco di più anni per esprimersi sulle tendenze al rialzo/ribasso del consumo.

Se si osserva la produzione e il consumo sull’arco di alcuni anni emerge che i volumi di consumo del periodo 2005–2008 superavano di 0,7–4 milioni di litri quelli di produzione, ovvero in Svizzera si consumava più di quanto si produceva. In una situazione del genere le scorte diminuiscono. Il consumo di vino interno viene calcolato sommando le scorte dell’anno precedente alla vendemmia dell’anno in questione, sottraendo il volume delle giacenze alla fine dell’anno. Nel 2009 il volume di produzione è stato di 8 milioni superiore al consumo, mentre nel 2010 il consumo ha superato la produzione di 3 milioni di litri. Osservando la media degli anni 2005–2010, il consumo annuo ammonta a quasi 105 milioni di litri e la produzione a oltre 104 milioni di litri, con circa mezzo milione di litri consumati in più rispetto alla produzione.

149 2.1 Produzione e smercio

Andamento della differenza tra consumo e produzione annuale di vino svizzero bianco, rosso e rosato

Si consuma più di quanto si produce

Si produce più di quanto si consuma

Differenza consumo/produzione totale Consumo = produzione

Nel 2011 la vendemmia è stata abbondante, con 112 milioni di litri, e il consumo di vino bianco e rosso è calato a 100 milioni di litri. Le scorte totali di vino bianco e rosso hanno raggiunto quota 179 milioni di litri, superando di 12 milioni di litri la media degli anni 2008–2010. Questa crescita è riconducibile anche all’abbondanza della vendemmia 2011.

Origine del provvedimento di sgravio

La valorizzazione delle eccedenze era scaturita dalla mozione 12.3728 depositata dal Consigliere nazionale Laurent Favre nel settembre 2012 «Risanamento delle scorte di vini DOC».

Nella mozione, in virtù dell’articolo 13 LAgr, il Consiglio federale era invitato a sostenere il declassamento di 10 milioni di litri di scorte di vini svizzeri DOC in vini da tavola meno cari, sbloccando un credito straordinario di 15 milioni di franchi. Ai sensi dell’articolo 13 LAgr, in caso di un’evoluzione straordinaria la Confederazione può partecipare alle spese per provvedimenti di durata limitata intesi a sgravare il mercato, onde evitare il crollo dei prezzi dei prodotti agricoli. Tuttavia l’articolo di legge esclude la partecipazione allo smaltimento delle eccedenze strutturali.

La mozione era motivata dal fatto che parallelamente all’abbondante vendemmia del 2011, del 9 per cento superiore a quella del 2010, si era registrata un’evoluzione negativa del consumo di vini in Svizzera, passato da circa 106 milioni di litri nel 2010 a circa 100 milioni di litri nel 2011. Le ragioni principali di questo calo dei consumi venivano individuate nel franco forte e nei suoi effetti congiunturali nel 2011 e nel 2012 –nella pressione delle importazioni, nella progressione degli acquisti transfrontalieri e nel minore afflusso turistico. Il declassamento di 10 milioni di litri è ritenuto la soluzione per risanare il mercato dei vini svizzeri, spezzando la spirale del dumping dei prezzi. I costi di questo declassamento erano stati stimati a 3 franchi il litro, di cui la metà, ovvero 1,5 franchi il litro, a carico della Confederazione.

Il Consiglio federale aveva proposto di respingere la mozione adducendo al fatto che, benché la vendemmia 2011 avesse superato di circa il 9 per cento quella del 2010, era normale che nella produzione di vino si alternassero vendemmie più abbondanti e altre meno generose. Il Consiglio federale riteneva inoltre che gli operatori e i Cantoni disponessero degli strumenti necessari per un migliore adattamento dell’offerta all’evoluzione del mercato, come ad esempio la possibilità di gestire i limiti di resa della produzione viticola. Esso indicava altresì che il consumo di vino in Svizzera segnava una tendenza al ribasso da circa vent’anni e pertanto non era giustificata l’applicazione dell’articolo 13 LAgr.

La mozione non era stata trattata in Parlamento perché la richiesta di un credito straordinario di 15 milioni di franchi per il declassamento del vino era stata presentata anche in occasione del dibattito sul preventivo nel dicembre 2012. Era stata avanzata la proposta di aumentare i fondi iscritti alla rubrica «Aiuti alla produzione vegetale». Al termine del dibattito il Parlamento aveva decretato un contributo di 10 milioni di franchi per il declassamento del vino.

150 2.1 Produzione e smercio
Differenza in litri
0 25 000 000 20 000 000 15 000 000 10 000 000 5 000 000 –5 000 000 –10 000 000 –15 000 000 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
Fonte: UFAG

Attuazione del provvedimento

Il Consiglio federale aveva tradotto la volontà del Parlamento nell’ordinanza concernente il sostegno finanziario straordinario per il declassamento dei vini a denominazione di origine controllata in vini da tavola (RS 916.141), entrata in vigore il 1° giugno 2013. La mozione era stata dunque ritirata. L’ordinanza disciplinava anche l’importo massimo del contributo (1.50 fr./l), la procedura di bando, il sistema di attribuzione dei contributi e i controlli delle aziende partecipanti.

Il Consiglio federale aveva disposto l’attribuzione dei contributi mediante bando d’asta, in cui l’offerente poteva presentare al massimo tre offerte. Nell’offerta andava indicato il contributo richiesto, non superiore a 1.50 franchi il litro, e il quantitativo che si intendeva declassare, non inferiore a 2 000 litri. A esaurimento dell’aiuto finanziario di 10 milioni di franchi i contributi sarebbero stati attribuiti a partire dalle offerte inferiori a 1.50 franchi il litro. Il Consiglio federale aveva imposto questa condizione affinché venisse declassato un quantitativo di vino possibilmente elevato con un contributo federale possibilmente basso così da poter impiegare i mezzi federali in maniera efficiente.

Una condizione per partecipare al bando era che le cantine fossero assoggettate al Controllo svizzero del commercio dei vini per almeno la durata del provvedimento di sgravio del mercato, anche se solitamente il controllo era di competenza di un ente di controllo cantonale equiparato. Tutte le aziende che commercializzano vino o succo d’uva sono assoggettate al Controllo del commercio dei vini. Questo verifica la contabilità della cantina dell’azienda e denuncia le infrazioni del diritto agricolo o alimentare constatate nell’ambito delle denominazioni d’origine controllate o delle prescrizioni relative all’etichettatura. Sorveglia, inoltre, i flussi di mercato vinicolo. Le aziende partecipanti al provvedimento di sgravio del mercato sono tutte assoggettate al Controllo del commercio dei vini affinché tutte le transazioni scaturite dal provvedimento concernenti i vini declassati siano monitorate da un unico ente.

Al bando avevano dato seguito 14 aziende per un quantitativo totale di 4,9 milioni di litri e una richiesta di contributi pari a 7,4 milioni di franchi. I richiedenti provenivano tutti dalla Svizzera occidentale e le domande riguardavano praticamente solo vini dei Cantoni Vallese, Vaud, Ginevra, Neuchâtel e Berna. A causa delle avverse condizioni meteorologiche durante il periodo di fioritura e della forte grandinata che il 20 luglio 2013 ha colpito il versante meridionale del Giura (Ginevra, La Côte, Regione dei Tre Laghi) i quantitativi oggetto del bando sono risultati inferiori a quelli previsti in un primo tempo. Alla fine, 11 aziende hanno declassato 3,1 milioni di litri con un contributo di 4,6 milioni di franchi. È stato dunque utilizzato soltanto il 46 per cento dell’importo preventivato di 10 milioni di franchi. I fondi restanti sono rimasti nella Cassa federale.

151 2.1 Produzione e smercio
Provenienza dei vini declassati Litri Fonte: UFAG 0 200 000 400 000 600 000 800 000 1 000 000 2 000 000 1 800 000 1 600 000 1 400 000 1 200 000 Rosso / rosato Bianco 198 845 428 331 388 457 20 000 39 333 120 142 347 031 1 540 574 Vaud Ginevra Vallese Altro

La maggior parte del vino declassato proveniva dal Canton Vaud (1,7 mio. l), seguito dal Cantone di Ginevra con quasi 0,8 milioni di litri e dal Vallese con 0,5 milioni di litri. I vini provenienti da altre regioni rappresentavano meno di 0,1 milioni di litri. In totale sono stati declassati oltre 2 milioni di litri di vino bianco e più di 1 milione di litri di vino rosso.

Le aziende interessate erano tenute a valorizzare il vino declassato entro fine 2014. Il Controllo svizzero del commercio dei vini svolge i rispettivi controlli entro fine marzo 2015. I contributi indebitamente riscossi devono essere restituiti. La situazione sul mercato vinicolo si è ristabilita grazie alla scarsa resa registrata nel 2013. La domanda di vino svizzero e la vendemmia del 2014 saranno determinanti per la futura formazione dei prezzi.

152 2.1 Produzione e smercio

2.2 Pagamenti diretti

I pagamenti diretti sono uno degli elementi principali della politica agricola, utilizzati per promuovere le prestazioni richieste dalla società. Si distingue tra pagamenti diretti generali e pagamenti diretti ecologici. Uscite per i

Avvertenza: non è possibile effettuare un paragone diretto con i dati del Conto dello Stato. I valori indicati nella parte 2.2 «Pagamenti diretti» si riferiscono all’intero anno di contribuzione, mentre il Conto dello Stato riporta le spese sostenute durante un anno civile.

1 Preventivo 2014 con l’ulteriore sviluppo dei pagamenti diretti

Ambito di spesa 2012 2013 2014 1 Mio. fr. Pagamenti diretti generali 2 163 2 146 Pagamenti diretti ecologici 641 667 Deduzioni 13 15 Totale 2 791 2 798 2 809
pagamenti diretti
Tabella 32 Pagina A31 153 2.2 Pagamenti diretti
Fonte: UFAG

2.2.1 Importanza dei pagamenti diretti

n Promozione di prestazioni particolari e d’interesse generale

Le prestazioni fornite dall’agricoltura nell’interesse generale vengono indennizzate tramite i pagamenti diretti generali. Tra questi rientrano i contributi di superficie e quelli per gli animali da reddito che consumano foraggio grezzo. Tali contributi sono finalizzati a garantire la gestione e la cura della superficie agricola utile. Nella regione collinare e in quella di montagna i gestori percepiscono inoltre contributi di declività e contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione. Tali provvedimenti permettono di considerare le difficoltà di gestione e le più basse rese con le quali sono confrontati coloro che operano in queste regioni. I pagamenti diretti (esclusi i contributi d’estivazione) sono concessi soltanto agli agricoltori che forniscono la prova che le esigenze ecologiche sono rispettate (PER).

Mediante i contributi ecologici, etologici, per la protezione delle acque e d’estivazione, che rientrano nella categoria dei pagamenti diretti ecologici, gli agricoltori sono incoraggiati, tramite incentivi economici, a fornire prestazioni particolari che vanno oltre le esigenze in ambito legislativo e la PER.

I contributi ecologici comprendono i contributi per la compensazione ecologica, per la qualità ecologica, la produzione estensiva di cereali e colza e l’agricoltura biologica. Mediante i contributi etologici la Confederazione promuove la detenzione di animali da reddito in sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali (SSRA) e l’uscita regolare all’aperto degli animali da reddito (URA). I contributi per la protezione delle acque sono finalizzati a ridurre i carichi di nitrati e fosforo nelle acque. I contributi d’estivazione vengono erogati per la gestione sostenibile e rispettosa dell’ambiente delle superfici d’estivazione.

n Importanza economica dei pagamenti diretti – 2013

Nel 2013 sono stati erogati 2,798 miliardi di franchi di pagamenti diretti, vale a dire mediamente 57 449 franchi per azienda. Il 56,4 per cento di questo importo è andato a beneficio delle regioni di montagna e collinare.

154 2.2 Pagamenti diretti

Pagamenti diretti – 2013

Avvertenza: non è possibile effettuare un paragone diretto con i dati del Conto dello Stato. I valori indicati nella parte 2.2 «Pagamenti diretti» si riferiscono all’intero anno di contribuzione, mentre il Conto dello Stato riporta le spese sostenute durante un anno civile.

1 Le riduzioni si riferiscono a: a) limitazioni e graduazioni dei pagamenti diretti giusta l’OPD, b) riduzioni dei pagamenti diretti in seguito a lacune riscontrate durante i controlli, c) saldo di restituzioni e pagamenti suppletivi di pagamenti diretti degli anni precedenti.

Fonte: UFAG

Quota dei pagamenti diretti rispetto alla prestazione lorda delle aziende di riferimento, per regione – 2013

Fonte:

Tipo di contributo Totale Regione di Regione Regione di pianura collinare montagna 1 000 fr. Pagamenti diretti generali 2 145 552 825 815 569 759 738 572 Contributi di superficie 1 195 940 621 783 284 384 289 774 Contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo 487 230 192 180 142 562 152 488 Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione 348 883 8 961 107 647 232 275 Contributi di declività generali 102 093 2 891 35 166 64 036 Contributi di declività per vigneti in zone in forte pendenza e terrazzate 11 405 Pagamenti diretti ecologici 667 466 266 312 145 398 125 109 Contributi ecologici 302 263 156 668 75 187 70 408 Contributi per la compensazione ecologica 141 883 83 893 34 435 23 556 Contributi giusta l’ordinanza sulla qualità ecologica (OQE) 95 230 36 916 26 140 32 174 Contributi per la produzione estensiva di cereali e colza 30 064 21 972 7 588 504 Contributi per l’agricoltura biologica 35 086 13 887 7 025 14 174 Contributi etologici 234 556 109 644 70 211 54 701 Contributi per sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali (SSRA) 68 151 38 486 19 763 9 901 Contributi per l’uscita regolare all’aperto (URA) 166 405 71 157 50 448 44 799 Contributi d’estivazione 101 064 Contributi per programmi sulla protezione delle acque e sulle risorse 29 584 Riduzioni 1 14 783 Totale pagamenti diretti 2 798 236 1 092 127 715 157 863 681 Pagamenti diretti per azienda 57 449 52 506 53 913 58 983
Caratteristica Unità Totale Regione di Regione Regione di pianura collinare montagna Aziende Numero 2 655 1 108 830 717 SAU in Ø ha 22,29 23,56 20,8 21,7 Pagamenti diretti generali fr. 47 022 41 020 46 832 57 104 Contributi ecologici ed etologici fr. 10 210 11 792 10 251 7 562 Totale pagamenti diretti fr. 57 232 52 812 57 083 64 666 Prestazione lorda fr. 272 343 331 957 261 978 184 491 Quota dei pagamenti diretti rispetto alla prestazione lorda % 21 15,9 21,8 35,1
Agroscope ISS, aziende di riferimento dell‘analisi centralizzata
155 2.2 Pagamenti diretti
Tabelle 42a–43 Pagine A47–A49

L’importo dei pagamenti diretti versato per ettaro lievita proporzionalmente al grado di difficoltà gestionali con cui sono confrontate la regione collinare e quella di montagna. Visto che in queste regioni vengono conseguiti redditi meno consistenti, la quota di pagamenti diretti rispetto al reddito lordo aumenta.

n Esigenze poste per l’ottenimento di pagamenti diretti

Per avere diritto ai pagamenti diretti i gestori devono adempiere una serie di condizioni. Tra queste rientrano quelle di natura generale quali la forma giuridica, il domicilio di diritto civile eccetera, ma anche criteri strutturali e sociali determinanti come ad esempio il volume di lavoro minimo, l’età del gestore, il reddito e la sostanza. A ciò si aggiungono condizioni specifiche di carattere ecologico in base al concetto della prova che le esigenze ecologiche sono rispettate (PER). Gli oneri della PER comprendono: un bilancio di concimazione equilibrato, una quota adeguata di superfici di compensazione ecologica, un avvicendamento disciplinato delle colture, una protezione adeguata del suolo, un’utilizzazione mirata dei prodotti fitosanitari e una detenzione degli animali da reddito agricoli rispettosa delle loro esigenze. Lacune in relazione alle prescrizioni determinanti comportano riduzioni o il diniego dei pagamenti diretti.

n Sistema d’informazione sulla politica agricola

La maggior parte dei dati statistici sui pagamenti diretti proviene dalla banca dati sviluppata dall’UFAG, denominata AGIS (sistema d’informazione sulla politica agricola). In questo sistema affluiscono i dati delle rilevazioni annuali delle strutture effettuate dai Cantoni e i dati sui versamenti (superfici ed effettivi di bestiame che hanno beneficiato dei contributi e rispettivi importi) per tutti i tipi di pagamenti diretti (provvedimenti). La banca dati serve in primo luogo per assicurare un controllo, sul piano amministrativo, degli importi versati dai Cantoni ai gestori. Il sistema consente, inoltre, di elaborare statistiche di carattere generale sui pagamenti diretti e di fornire risposte a un gran numero di questioni inerenti alla politica agricola.

Delle 54 133 aziende ubicate al di sopra del limite di rilevazione federale e registrate nel 2013 nell’AGIS, 48 708 hanno ottenuto pagamenti diretti.

n Effetti delle graduazioni e delle limitazioni

Graduazioni e limitazioni si ripercuotono sulla ripartizione dei pagamenti diretti. Tra le limitazioni rientrano i limiti di reddito e di sostanza nonché il contributo massimo per unità standard di manodopera (USM), mentre le graduazioni si riferiscono alla riduzione progressiva dei contributi in base a superfici ed animali.

Effetti delle limitazioni dei pagamenti diretti – 2013

Limitazione Aziende Riduzione Quota rispetto al Quota rispetto interessate contributo delle all‘importo totale aziende dei pagamenti interessate diretti

156 2.2 Pagamenti diretti
Numero fr. % % Per USM 145 334 527 4,91 0,01 A causa del reddito 1 547 7 750 047 8,00 0,28 A causa della sostanza 341 6 125 165 52,12 0,22 Totale 14 209 740 0,51 Fonte: UFAG

Le limitazioni hanno determinato riduzioni dei pagamenti diretti pari a 14,2 milioni di franchi, di cui 13,9 milioni circa riconducibili a quelle dovute al superamento dei limiti di reddito e di sostanza. Rispetto all’anno precedente si registra un lieve aumento sia del numero di aziende interessate sia dell’importo delle riduzioni.

Effetti della graduazione dei contributi in funzione della superficie o del numero di animali – 2013

Aziende interessate Superficie/effettivo di animali sussidiabile per azienda Riduzione Quota rispetto al contributo delle aziende interessate Quota rispetto al contributo versato (tutte le aziende)

Le graduazioni previste dall’ordinanza sui pagamenti diretti hanno interessato complessivamente 5 961 aziende. Nella maggior parte dei casi sono state applicate deduzioni per diversi provvedimenti. Le riduzioni ammontano complessivamente a 32,1 milioni di franchi circa. Commisurate a tutti i pagamenti diretti, i quali sono graduati, rappresentano una quota dell’1,2 per cento circa. La riduzione progressiva dei contributi si ripercuote in modo massiccio soprattutto sui contributi di superficie. In questi casi le graduazioni interessano 4 034 aziende (circa l’8,3% delle aziende che beneficiano di pagamenti diretti). Tra le aziende che percepiscono contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo, 1 412 si sono viste ridurre i contributi, in quanto altre limitazioni specifiche previste nell’ambito di questo provvedimento, come il limite di promozione, espletano i loro effetti già prima della graduazione dei pagamenti diretti. Le riduzioni dei contributi hanno interessato anche i pagamenti diretti ecologici. Ad esempio 470 aziende biologiche hanno subito riduzioni dei contributi per l’agricoltura biologica per circa 671 000 franchi, che per le aziende in questione equivale all’8,6 per cento.

157 2.2 Pagamenti diretti
Provvedimento Numero ha o UBG fr. % % Contributi di superficie 4 034 54,9 20 504 426 7,4 0,73 Contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo 1 412 71,2 2 891 696 5,9 0,10 Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione 905 71,8 1 471 836 5,8 0,05 Contributi di declività generali 19 44,4 10 164 2,4 0,00 Contributi di declività per vigneti in zone in forte pendenza e terrazzate 2 50,2 14 403 5,1 0,00 Contributi per la compensazione ecologica 20 50,6 73 599 7,2 0,00 Contributi per la produzione estensiva di cereali e colza 24 50,6 26 637 5,6 0,00 Contributi per l’agricoltura biologica 470 53,0 670 847 8,6 0,02 Contributi per sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali 2 417 84,9 3 095 396 11,1 0,11 Contributi per l’uscita regolare all’aperto 2 486 80,0 3 365 080 9,1 0,12 Totale 5 961 32 124 083 7,5 1,15 Fonte: UFAG

n Esecuzione, controlli, riduzioni dei contributi e autorizzazioni speciali

I Cantoni sono responsabili dei controlli (art. 66 OPD). Per l’esecuzione essi possono ricorrere a organizzazioni accreditate che garantiscono controlli obiettivi e imparziali, verificandole per campionatura. Il versamento dei contributi per l’agricoltura biologica presuppone il rispetto dei relativi oneri (incl. le esigenze URA). Ogni anno le aziende dedite all’agricoltura biologica vengono controllate da un ente di certificazione accreditato. I Cantoni vigilano anche sul corretto svolgimento di questi controlli.

Conformemente all’ordinanza sul coordinamento dei controlli delle aziende agricole, ogni azienda deve essere controllata a cadenza almeno quadriennale onde appurare se adempie le prescrizioni dell’ordinanza sui pagamenti diretti per quanto riguarda tutti i tipi di pagamenti diretti (incl. la PER). Almeno ogni 12 anni occorre verificare i dati strutturali determinanti per il versamento dei pagamenti diretti, vale a dire superficie, tipo di gestione o numero di animali e se sono adempiute le disposizioni dell’ordinanza sui contributi d’estivazione. Inoltre, ogni anno almeno il 2 per cento delle aziende è sottoposto a un controllo per campionatura. Di regola, nelle aziende in cui non sono state riscontrate lacune non deve essere effettuato più di un controllo all’anno, nelle aziende biologiche sono ammessi al massimo due controlli all’anno.

In caso di mancato adempimento delle prescrizioni determinanti per i pagamenti diretti, i Cantoni riducono i contributi in base a disposizioni uniformi. La Conferenza dei direttori cantonali dell’agricoltura ha emanato una direttiva al riguardo.

Nel 2013 le aziende notificate per la PER ammontavano a 48 708. In 19 630 (40,3 %) di esse i Cantoni o i competenti servizi di controllo hanno effettuato controlli in merito all’osservanza delle rispettive esigenze.

2 031 aziende (4,2 % di quelle notificate per la PER) hanno subito una riduzione dei contributi a causa di lacune in relazione alla PER.

In virtù dell’ordinanza sull’agricoltura biologica, tutte le aziende dedite all’agricoltura biologica devono essere controllate su base annuale. A causa di lacune in questo ambito sono stati ridotti i contributi del 3,8 per cento delle aziende notificate per i contributi a favore dell’agricoltura biologica.

L’osservanza delle esigenze in materia di SSRA/URA e di determinati label nel settore della detenzione di animali viene di norma controllata contemporaneamente. Di conseguenza, per quanto concerne i programmi SSRA e URA è stato ispezionato decisamente più del 25 per cento delle aziende (corrispondente a un controllo su base quadriennale): nel quadro dei SSRA il 47,2 per cento e in quello dell’URA il 41,9 per cento delle aziende notificate. Nel quadro dei programmi SSRA e URA le aziende che hanno subito riduzioni dei pagamenti diretti sono state rispettivamente il 2,7 e il 3,2 per cento.

Complessivamente sono state effettuate riduzioni di contributi pari a circa 5,58 milioni di franchi.

Ricapitolazione delle riduzioni di contributi – 2013

Registrazioni lacunose, detenzione degli animali da reddito non rispettosa delle loro esigenze, altri motivi (mancata attuazione delle analisi del suolo, test sui trattamenti scaduti), bilancio di concimazione non equilibrato, fasce tampone e inerbite insufficienti, selezione e utilizzazione di prodotti fitosanitari, notifica tardiva, quota di SCE non commisurata alla SAU.

Fonte: rapporti cantonali concernenti i controlli e le riduzioni dei contributi

158 2.2 Pagamenti diretti
Numero Numero Numero fr. PER 48 708 19 867 2 031 2 701 694
Categoria
Aziende aventi diritto a contributi Aziende controllate Aziende con riduzioni Riduzioni Motivi principali
Tabella 44 Pagina A49

Ricapitolazione delle riduzioni di contributi – 2013

Aziende aventi diritto a contributi Aziende controllate Aziende

Epoca dello sfalcio e/o provvedimenti di cura non rispettati, indicazioni non veritiere sul numero di alberi, malerbe, indicazioni non veritiere sulle superfici, concimazione non autorizzata, notifica tardiva e protezione delle piante.

Notifica tardiva, raccolto finalizzato all’estrazione di granelli effettuato prima della piena maturazione, impiego di prodotti fitosanitari non autorizzati.

Infrazione delle prescrizioni in materia di foraggiamento, aziende gestite per passatempo non conformi alle prescrizioni in materia di agricoltura biologica, detenzione di animali, protezione delle acque, registrazioni, impiego di concimi e prodotti fitosanitari non autorizzati nell’agricoltura biologica, notifica tardiva, indicazioni non veritiere.

Lettiera inadeguata, notifica tardiva, mancanza di un sistema di stabulazione ad aree multiple, detenzione non conforme alle prescrizioni di alcuni animali della medesima categoria, area di riposo insufficiente, indicazioni non veritiere, illuminazione delle stalle insufficiente.

Mancato raggiungimento della durata minima d’ingrasso del pollame, area di riposo con fessure o perforazioni, protezione degli animali, superficie di pascolo troppo piccola, entrata tardiva, giorni d’uscita insufficienti, notifica tardiva, registrazioni lacunose, detenzione non conforme alle prescrizioni di alcuni animali della medesima categoria, indicazioni non veritiere, corte insufficiente.

Carico inferiore o superiore a quello usuale, gestione dei pascoli inadeguata, utilizzo di superfici non destinate al pascolo, infrazioni di prescrizioni rilevanti per l‘agricoltura, notifica tardiva, spandimento di concimi non autorizzati, altri elementi (superamento contingente lattiero), indicazioni non veritiere sull’effettivo di animali, documentazione incompleta, manutenzione inadeguata degli edifici, ostacoli ai controlli, indicazioni non veritiere sulla durata d’estivazione, dati incompleti, impiego di erbicidi non autorizzati, recidive.

Indicazioni non veritiere sulle superfici e sull’effettivo di animali, altri elementi (indicazioni non veritiere sulla PER, quota di manodopera propria dell’azienda <50 %, notifica tardiva della (non) partecipazione ad un programma, ostacoli ai controlli), indicazioni non veritiere sull’azienda o sul gestore come pure sull’estivazione.

Nessuna indicazione possibile

Nessuna indicazione possibile

Nessuna indicazione possibile

1 Al contrario di quanto accade per il resto delle aziende agricole, nelle aziende biologiche è ammesso un secondo controllo annuale.

Ciò spiega la differenza tra il numero di aziende aventi diritto ai contributi e il numero di aziende controllate.

Fonte: rapporti cantonali concernenti i controlli e le riduzioni dei contributi

159 2.2 Pagamenti diretti
Categoria Numero Numero Numero fr. SCE 46 974 - 321 225 426 Produzione estensiva 14 060 3 924 24 8 471 di cereali e colza Agricoltura 5 988 6 080 1 228 224 909 biologica SSRA 20 671 9 772 571 430 269 URA 35 698 14 985 1 140 1 092 572 Estivazione 7 057 766 116 91 513 Dati di base - - 242 479 364 Protezione delle - - 168 256 346 acque Protezione della na- - - 43 30 542 tura e del paesaggio Protezione - - 27 43 700 dell’ambiente Totale - - 4 911 5
584 805
con riduzioni Riduzioni Motivi principali

n Autorizzazioni speciali nel settore della protezione fitosanitaria

Nell’ambito della PER l’impiego di prodotti fitosanitari è sottoposto a determinate restrizioni. Giusta il punto 6.4 dell’allegato dell’OPD, in determinate circostanze e in casi motivati gli agricoltori possono richiedere autorizzazioni speciali al Servizio fitosanitario cantonale per proteggere le colture con altri prodotti. Nel 2013 ne sono state rilasciate 1 790 per 6 640 ettari circa di SAU. Rispetto all’anno precedente il numero di autorizzazioni speciali è rimasto relativamente costante. Le condizioni atmosferiche riscontrate nel 2013 hanno favorito le popolazioni di afidi nella coltivazione di patate contro i quali è possibile lottare soltanto con un’autorizzazione speciale. Nella coltivazione della colza ha dovuto essere rilasciato un numero maggiore di autorizzazioni speciali per la lotta contro l’altica. Nel settore frutticolo il motivo principale per il rilascio delle autorizzazioni speciali è stato la lotta al fuoco batterico.

Autorizzazioni speciali rilasciate nel settore fitosanitario – 2013

1 Trattamenti con prodotti diversi da quelli che figurano nell’allegato dell’ordinanza sui pagamenti diretti (OPD).

2 Per la lotta contro gli afidi del tabacco i Cantoni FR, VD e JU godono di un’autorizzazione speciale regionale.

3 Nel caso del fuoco batterico, per gli alberi da frutto ad alto fusto viene computata 1 ara per albero. Nei Cantoni interessati sono state rilasciate anche autorizzazioni speciali regionali per trattamenti con rame in aree colpite dal fuoco batterico.

Fonte: UFAG

160 2.2 Pagamenti diretti
Totale Autorizzazioni Superficie Categoria Numero di % delle ha % della aziende aziende con superficie autorizzazioni interessata speciali Applicazione di prodotti fitosanitari durante il periodo di divieto di trattamento vigente d’inverno 63 3,52 284,59 4,29 Uso di insetticidi e di granulati contro i nematodi 249 13,91 871,81 13,13 Cereali: lotta contro la criocera del frumento 1 155 8,66 903,30 13,60 Patate: lotta contro la dorifora 1 401 22,40 1766,55 26,61 Leguminose, girasole, tabacco: lotta contro gli afidi 2 41 2,29 201,15 3,03 Lotta contro altri parassiti in ambito campicolo 388 21,68 1653,56 24,90 Terreni permanentemente inerbiti: trattamento delle superfici 88 4,92 255,21 3,84 Applicazione di erbicidi totali 335 18,72 578,89 8,72 Orticoltura 3 0 0,00 0,00 0,00 Frutticoltura 3 70 3,91 124,69 1,88 Totale 1 790 100,00 6 639,75 100,00

2.2.2 Pagamenti diretti generali

Nel 2009, nell’ambito dell’applicazione della PA 2011, sono stati adeguati diversi pagamenti diretti. Il trasferimento dal sostegno del mercato ai pagamenti diretti ha generato, per diversi tipi di contributi, nuove aliquote di contribuzione, in genere più elevate. Per l’anno di contribuzione 2013, per una categoria è stato ridotto di 25 franchi per UBG il contributo per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo.

2.2.2.1 Contributi di superficie

Mediante i contributi di superficie vengono indennizzate le prestazioni d’interesse generale come la protezione e la cura del paesaggio rurale, la garanzia della produzione di derrate alimentari e la conservazione delle basi vitali naturali. I contributi di superficie sono stati integrati con un contributo supplementare per la superficie coltiva aperta e per le colture perenni. Aliquote

1 Il contributo supplementare per la superficie coltiva aperta e le colture perenni ammonta a 640 franchi per ettaro all’anno e soggiace anch’esso alla graduazione delle superfici.

Nel caso di superfici gestite per tradizione familiare nella zona economica estera le aliquote dei pagamenti diretti legati alla superficie sono ridotte del 25 per cento. Dal 1984 nella zona economica estera vengono gestiti complessivamente circa 5 000 ettari. Le aziende svizzere che attualmente acquistano o prendono in affitto superfici nella zona economica estera non ricevono pagamenti diretti per tali superfici.

Contributi di superficie – 2013 (compreso il contributo supplementare)

Il contributo supplementare è stato concesso per 263 635 ettari di superficie coltiva aperta e 19 228 ettari di colture perenni.

161 2.2 Pagamenti diretti
fr./ha 1
Fino a 40 ha 1 020
Da 40 a 70 ha 765 – Da 70 a 100 ha 510 – Da 100 a 130 ha 255 – Oltre 130 ha 0
2013
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Superficie ha 475 093 255 994 286 138 1 017 225 Aziende Numero 20 652 13 209 14 631 48 492 Superficie per azienda ha 23,0 19,4 19,6 21,0 Contributo per azienda fr. 30 108 21 530 19 805 24 663 Totale contributi 1 000 fr. 621 783 284 384 289 774 1 195 940 Totale contributi 2012 1 000 fr. 621 197 285 031 289 122 1 195 350 Fonte: UFAG
Tabelle 33a–33b Pagine A32–A33

2.2.2.2 Contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo

Questo provvedimento è finalizzato a dare un contributo, tramite la produzione di latte e carne mediante foraggio grezzo, alla sicurezza dell’approvvigionamento sugli erbai e al contempo a garantire, attraverso la gestione, la cura delle superfici in un paese, come la Svizzera, a vocazione pastorizia.

Nella definizione dell’effettivo di animali determinante per i contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo vi sono due categorie. Per gli animali della specie bovina e per i bufali l’effettivo medio è calcolato sulla base dei dati della banca dati sul traffico di animali, con periodo di riferimento che inizia il 1° maggio dell’anno precedente e termina a fine aprile dell’anno di contribuzione. Per gli altri animali da reddito che consumano foraggio grezzo l’effettivo determinante è il numero di capi tenuti in un’azienda durante il foraggiamento invernale (periodo di riferimento: dal 1° gennaio al giorno di riferimento dell’anno di contribuzione). Per animali da reddito che consumano foraggio grezzo si intendono quelli delle specie bovina ed equina nonché ovini, caprini, bisonti, bufali, cervi, lama e alpaca. I contributi vengono versati in funzione delle superfici permanentemente inerbite, dei prati artificiali, delle superfici coltivate a mais e a barbabietole da foraggio presenti. Le diverse categorie di animali vengono convertite in unità di bestiame grosso che consumano foraggio grezzo (UBGFG) e la promozione mediante contributi è limitata per ettaro (limite di promozione). La limitazione è graduata in funzione delle zone. Per le superfici coltivate a mais e a barbabietole da foraggio il limite di promozione o l’effettivo di animali è aumentato, finché sono versati contributi, della metà delle aliquote della superficie inerbita.

Le UBGFG sono suddivise in tre gruppi di contribuzione. Per gli animali delle specie bovina ed equina, i bisonti, i bufali, le capre lattifere e le pecore lattifere vengono versati 690 franchi per UBGFG, mentre l’importo dei contributi a favore delle altre capre e pecore nonché di cervi, lama e alpaca scende a 520 franchi per UBGFG. Per ogni 4 400 chilogrammi di latte fornito nell’anno precedente i produttori di latte commerciale subiscono la detrazione di una UBGFG. Per queste UBGFG interessate dalla detrazione, nel 2013 il contributo è stato ridotto a 425 franchi per UBGFG. Complessivamente sono stati erogati 487 milioni di franchi.

Contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo – 2013

162 2.2 Pagamenti diretti
Limitazione della promozione UBGFG/ha superficie inerbita – Zona di pianura 2,0 – Zona collinare 1,6 – Zona di montagna I 1,4 – Zona di montagna II 1,1 – Zona di montagna III 0,9 – Zona di montagna IV 0,8
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna UBGFG che danno diritto ai contributi Numero 385 418 282 800 272 652 940 870 Aziende Numero 15 699 12 527 14 161 42 387 UBGFG per azienda che danno diritto ai contributi Numero 24,6 22,6 19,3 22,2 Contributi per azienda fr. 12 242 11 380 10 768 11 495 Totale contributi 1 000 fr. 192 180 142 562 152 488 487 230 Totale contributi 2012 1 000 fr. 200 743 147 098 156 052 503 893 Fonte: UFAG

Contributi ad aziende con e senza latte commercializzato – 2013

Le aziende che commercializzano latte ricevono contributi UBGFG decurtati di 206 franchi circa per ogni UBGFG rispetto a quelle che non producono latte commercializzato, ma approfittano del sostegno del mercato previsto nel settore dell’economia lattiera (p.es. supplemento per il latte trasformato in formaggio e per il foraggiamento senza insilati).

2.2.2.3 Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione

Mediante questi contributi vengono compensate le condizioni difficili di produzione con le quali sono confrontati i detentori di animali nella regione di montagna e nella zona collinare. Contrariamente ai contributi «generali» per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo, tesi in primo luogo a promuovere lo sfruttamento e la cura dei pascoli, questa misura persegue anche obiettivi sociali, strutturali e di politica d’insediamento. Le categorie di animali sussidiabili sono le stesse di quelle che beneficiano dei contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo. La limitazione dei contributi corrisponde a quella dei contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo (limite di promozione).

Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione – 2013

163 2.2 Pagamenti diretti
Caratteristica Unità Aziende con Aziende senza latte commercializzato latte commercializzato Aziende Numero 23 575 18 812 Animali per azienda UBGFG 31,0 15,9 Deduzione per la limitazione dei contributi sulla base della superficie inerbita UBGFG 2,9 1,2 Deduzione per il latte UBGFG 24,5 0.0 Animali che danno diritto ai contributi UBGFG 28,2 14,7 Contributi per UBGFG fr. 413 619 Fonte: UFAG
Aliquote per UBGFG – 2013 fr./UBG – Zona collinare 300 – Zona di montagna I 480 – Zona di montagna II 730 – Zona di montagna III 970 – zona di montagna IV 1 230
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna UBGFG che danno diritto ai contributi Numero 93 427 282 273 272 493 648 192 Aziende Numero 3 056 12 501 14 153 29 710 UBGFG per azienda Numero 30,6 22,6 19,3 21,8 Contributi per azienda fr. 2 932 8 611 16 412 11 743 Totale contributi 1 000 fr. 8 961 107 647 232 275 348 883 Totale contributi 2012 1 000 fr. 8 908 107 986 233 534 350 429 Fonte: UFAG

2.2.2.4 Contributi di declività

n Contributi di declività generali: compensazione delle condizioni difficili di gestione delle superfici

Mediante i contributi di declività generali vengono compensate le difficoltà connesse alla gestione delle superfici nelle zone declive delle regioni di collina e di montagna. Tali contributi sono versati soltanto per prati, terreni da strame, superfici coltive e colture perenni. I prati devono essere falciati almeno una volta l’anno mentre i terreni da strame da uno a tre anni. Le zone declive sono suddivise in due categorie.

Contributi per le superfici declive – 2013

Dei 210 000 ettari di SAU di superfici declive, quasi due terzi appartengono alla categoria con declività del 18–35 per cento. L’entità delle superfici notificate varia leggermente di anno in anno. Ciò dipende dalle condizioni climatiche che esercitano un influsso sul tipo di gestione (estensione maggiore o minore dei pascoli o dei prati da sfalcio).

n Contributi di declività per i vigneti: conservazione dei vigneti nelle zone in forte pendenza e terrazzate

Mediante questi contributi di declività s’intende conservare i vigneti situati nelle zone in forte pendenza e terrazzate. Per tenere conto delle condizioni dei vigneti degni di essere sostenuti finanziariamente, si distingue tra vigneti in pendenza e in forte pendenza da un lato e vigneti in zone terrazzate sorretti da muri di sostegno dall’altro. I contributi per i vigneti in zone in forte pendenza e terrazzate vengono concessi soltanto a favore delle superfici con una declività di almeno il 30 per cento. Le aliquote di contribuzione non sono stabilite in base alle zone.

Aliquote 2013 fr./ha

– Superfici con una declività compresa tra il 30 e il 50 %

– Superfici con una declività superiore al 50 %

– Superfici in zone terrazzate

1 500

3 000

5 000

Aliquote
fr./ha – Declività del
410 – Declività superiore al
620
2013
18–35 %
35 %
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Superfici che danno diritto ai contributi: – Declività del 18–35 % ha 4 780 60 151 68 829 133 760 – Declività superiore al 35 % ha 1 502 16 937 57 769 76 208 Totale ha 6 282 77 087 126 598 209 967 Aziende Numero 2 160 11 942 13 743 27 845 Contributo per azienda fr. 1 339 2 945 4 660 3 666 Totale contributi 1 000 fr. 2 891 35 166 64 036 102 093 Totale contributi 2012 1 000 fr. 2 866 35 396 64 039 102 302 Fonte: UFAG
164 2.2 Pagamenti diretti

Contributi per vigneti in zone in forte pendenza e terrazzate – 2013

La quota di vigneti in zone in forte pendenza e terrazzate che danno diritto ai contributi corrisponde al 30 per cento circa della superficie vitata totale.

Unità Superfici che danno
ha 3 753 Zone in forte pendenza
una declività
ha 1 886 Zone in forte pendenza con una declività superiore
ha 372 Zone terrazzate ha 1 494 Numero di aziende Numero 2 464 Superficie per azienda che dà diritto ai contributi ha 1,5 Contributo per azienda fr. 4 629 Totale contributi 1 000 fr. 11 405 Totale contributi 2012 1 000 fr. 11 313 Fonte: UFAG
diritto ai contributi:
con
compresa tra il 30 e il 50 %
al 50 %
165 2.2 Pagamenti diretti

2.2.3 Pagamenti diretti ecologici

2.2.3.1 Contributi ecologici

Mediante i contributi ecologici si incentivano prestazioni ecologiche particolari che soggiacciono a condizioni più severe rispetto a quelle previste nel quadro della PER. Ai gestori vengono offerti programmi cui possono partecipare facoltativamente. I programmi sono indipendenti gli uni dagli altri; i contributi possono venir cumulati.

Ripartizione dei contributi ecologici su diversi programmi – 2013

OQE 31 %

Compensazione ecologica 47 %

Agricoltura biologica 12 %

Produzione estensiva 10 %

Fonte: UFAG Totale 302 mio. fr.
166 2.2 Pagamenti diretti
Tabelle 34a–34b Pagine A34–A35

n Compensazione ecologica

Attraverso la compensazione ecologica s’intende conservare e se possibile ampliare nuovamente lo spazio vitale della fauna e della flora indigene nelle regioni a vocazione agricola. La compensazione ecologica contribuisce inoltre a conservare strutture ed elementi paesaggistici tipici. Determinati elementi della compensazione ecologica sono incentivati tramite contributi e possono nel contempo venir tenuti in considerazione per la compensazione ecologica obbligatoria nel quadro della PER, mentre altri non sono computabili al fine della PER.

Elementi della compensazione ecologica con e senza contributi

Elementi computabili per la PER Elementi computabili per la PER con contributi senza contributi

Prati sfruttati in modo estensivo Pascoli sfruttati in modo estensivo Prati sfruttati in modo poco intensivo Pascoli boschivi (pascoli alberati, selve)

Terreni da strame Alberi indigeni, isolati o in viali alberati Siepi, boschetti campestri e rivieraschi Fossati umidi, stagni, pozze Maggesi fioriti Superfici ruderali, cumuli di pietra e affioramenti rocciosi

Maggesi da rotazione Muri a secco

Fasce di colture estensive in campicoltura Vigneti con biodiversità naturale

Striscia su superficie coltiva Altre superfici di compensazione ecologica sulla SAU definite dai servizi cantonali preposti alla protezione della natura Alberi da frutto ad alto fusto nei campi

Prati sfruttati in modo estensivo

Le superfici non devono essere concimate, devono esistere per sei anni ed essere falciate, a seconda della zona, al più presto tra metà giugno e metà luglio. Lo sfalcio tardivo assicura la completa maturazione dei semi e promuove la biodiversità attraverso la loro propagazione naturale. Inoltre, invertebrati, uccelli che nidificano al suolo e mammiferi di piccola taglia dispongono di un periodo di tempo sufficiente per riprodursi. Negli ultimi anni la superficie dei prati sfruttati in modo estensivo è costantemente aumentata.

I contributi per prati sfruttati in modo estensivo e terreni da strame sono disciplinati in maniera uniforme e sono calcolati in base alla zona in cui si trova la superficie.

Tabelle 35a–35d Pagine A36–A39
Aliquote 2013 fr./ha – Zona campicola e zone intermedie 1 500 – Zona collinare 1 200 – Zone di montagna I e II 700 – Zone di montagna III e IV 450 167 2.2 Pagamenti diretti

Contributi per prati sfruttati in modo estensivo – 2013

Prati sfruttati in modo poco intensivo

Sui prati sfruttati in modo poco intensivo è autorizzato spandere quantitativi molto limitati di letame o compost. Per la gestione si applicano le stesse prescrizioni vigenti per i prati sfruttati in modo estensivo. In tutte le zone per i prati sfruttati in modo poco intensivo vengono erogati 300 franchi per ettaro.

Contributi per prati sfruttati in modo poco intensivo – 2013

Terreni da strame

Per terreni da strame s’intendono le superfici inerbite gestite in modo estensivo in luoghi bagnati o umidi. Il prodotto dello sfalcio, effettuato di regola in autunno o in inverno, viene utilizzato come lettiera.

per terreni da strame – 2013

168 2.2 Pagamenti diretti
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 18 838 10 697 10 668 40 203 Superficie ha 35 743 15 309 22 211 73 263 Superficie per azienda ha 1,90 1,43 2,08 1,82 Contributo per azienda fr. 2 774 1 460 1 105 1 981 Totale contributi 1 000 fr. 52 255 15 616 11 785 79 657 Totale contributi 2012 1 000 fr. 49 749 14 559 11 024 75 331 Fonte: UFAG
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 3 216 4 052 7 245 14 513 Superficie ha 2 663 3 861 14 048 20 572 Superficie per azienda ha 0,83 0,95 1,94 1,42 Contributo per azienda fr. 249 286 582 425 Totale contributi 1 000 fr. 799 1 160 4 215 6 174 Totale contributi 2012 1 000 fr. 922 1 284 4 279 6 486 Fonte: UFAG
Contributi
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 1 956 1 942 3 403 7 301 Superficie ha 2 189 1 545 3 898 7 633 Superficie per azienda ha 1,12 0,80 1,15 1,05 Contributo per azienda fr. 1 630 774 710 973 Totale contributi 1 000 fr. 3 188 1 504 2 415 7 107 Totale contributi 2012 1 000 fr. 3 153 1 500 2 385 7 037 Fonte: UFAG

Siepi, boschetti campestri e rivieraschi

Per siepi e boschetti campestri o rivieraschi s’intendono siepi basse, arbustive e arboree, siepi frangivento, gruppi di alberi, scarpate boscate e boschetti rivieraschi a forma di siepe. La siepe comprende un orlo inerbito che può essere falciato, a seconda della zona, al più presto tra metà giugno e metà luglio. I contributi per le siepi, nonché i boschetti campestri e rivieraschi (orlo inerbito compreso) ammontano a 2 500 franchi nella regione di pianura e collinare, a 2 100 franchi nelle zone di montagna I e II e a 1 900 franchi nelle zone di montagna III e IV.

Contributi per siepi, boschetti campestri e rivieraschi – 2013

Maggesi fioriti

Per maggesi fioriti s’intendono le fasce pluriennali, seminate con sementi di erbe selvatiche indigene, non concimate, di almeno 3 metri di larghezza. I maggesi fioriti sono finalizzati alla protezione delle erbe selvatiche minacciate. Essi rappresentano un habitat e una fonte di nutrimento ideali anche per insetti e piccoli esseri viventi. Offrono rifugio pure a lepri ed uccelli. Per i maggesi fioriti vengono versati 2 800 franchi per ettaro. I contributi si applicano per superfici nella zona campicola fino alla zona collinare.

Contributi per maggesi fioriti – 2013

Maggesi da rotazione

Per maggesi da rotazione s’intendono le superfici che per uno o due anni vengono seminate con sementi di erbe campicole indigene, non concimate e che misurano almeno 6 metri di larghezza e 20 are. Essi fungono da habitat ideale per uccelli che nidificano al suolo, lepri e insetti. In zone idonee è consentito anche l’inerbimento spontaneo. Per i maggesi da rotazione nelle zone campicola fino a collinare vengono stanziati 2 300 franchi per ettaro.

169 2.2 Pagamenti diretti
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 6 988 4 110 2 188 13 286 Superficie ha 1 859 1 080 428 3 367 Superficie per azienda ha 0,27 0,26 0,20 0,25 Contributo per azienda fr. 664 619 403 607 Totale contributi 1 000 fr. 4 637 2 543 883 8 063 Totale contributi 2012 1 000 fr. 4 388 2 355 840 7 583 Fonte: UFAG
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna 1 Aziende Numero 1 720 349 2 2 071 Superficie ha 1 665 243 2 1 910 Superficie per azienda ha 0,97 0,70 1,17 0,92 Contributo per azienda fr. 2 712 1 949 3 262 2 584 Totale contributi 1 000 fr. 4 665 680 7 5 352 Totale contributi 2012 1 000 fr. 4 669 633 2 5 305
1 Trattasi di aziende che gestiscono superfici nella regione collinare o di pianura. Fonte: UFAG

Contributi per maggesi da rotazione – 2013

1 Trattasi di aziende che gestiscono superfici nella regione collinare o di pianura.

Fasce di colture estensive in campicoltura

Fonte: UFAG

Le fasce di colture estensive rappresentano uno spazio vitale ideale per la flora campicola collaterale. Per fasce di colture estensive in campicoltura s’intendono le fasce marginali di colture campicole gestite in modo estensivo, larghe almeno 3 e al massimo 12 metri, coltivate a cereali, colza, girasoli, piselli proteici, favette e soia ma non a granturco. In tutte le zone viene versato un contributo unitario di 1 300 franchi l’ettaro.

Contributi per fasce di colture estensive in campicoltura – 2013

Striscia su superficie coltiva

La striscia su superficie coltiva è una striscia, seminata con sementi di erbe selvatiche indigene, su una superficie campicola o su una superficie permanentemente coltivata. La metà della striscia deve essere falciata alternativamente una volta all’anno. Essa deve essere larga almeno 3 e al massimo 12 metri ed essere mantenuta nello stesso luogo per almeno due periodi di vegetazione. A favore di questa striscia vengono erogati contributi di 2 300 franchi l’ettaro dalla zona campicola alla zona di montagna II compresa.

Contributi per striscia su superficie coltiva – 2013

Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna 1 Aziende Numero 338 65 0 403 Superficie ha 451 84 0 535 Superficie per azienda ha 1,33 1,29 0 1,33 Contributo per azienda fr. 3 071 2 972 0 3 055 Totale contributi 1 000 fr. 1 038 193 0 1 231 Totale contributi 2012 1 000 fr. 1 094 208 6 1 308
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 99 34 10 143 Superficie ha 72 30 2 104 Superficie per azienda ha 0,73 0,87 0,23 0,73 Contributo per azienda fr. 950 1 131 297 947 Totale contributi 1 000 fr. 94 38 3 135 Totale contributi 2012 1 000 fr. 72 24 1 97 Fonte: UFAG
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 453 139 3 595 Superficie ha 103 23 1 127 Superficie per azienda ha 0,23 0,17 0,17 0,00 Contributo per azienda fr. 525 382 403 491 Totale contributi 1 000 fr. 238 53 1 292 Totale contributi 2012 1 000 fr. 191 44 1 236 Fonte: UFAG 170 2.2 Pagamenti diretti

Alberi da frutto ad alto fusto nei campi

Vengono concessi contributi per alberi da frutto a nocciolo e a granelli ad alto fusto che non fanno parte di frutteti nonché per castagni e noci in selve curate. Vengono stanziati 15 franchi per albero notificato.

Contributi per alberi da frutto ad alto fusto nei campi – 2013

Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 14 537 11 005 5 193 30 735 Alberi Pezzi 1 132 058 843 160 283 116 2 258 334 Alberi per azienda Pezzi 77,87 76,62 54,52 73,48 Contributo per azienda fr. 1 168 1 149 818 1 102 Totale contributi 1 000 fr. 16 978 12 647 4 247 33 872 Totale contributi 2012 1 000 fr. 16 796 12 631 4 157 33 584 Fonte: UFAG 171 2.2 Pagamenti diretti

Ripartizione delle superfici di compensazione ecologica – 2013

Totale 141 473 ha

Pascoli boschivi 2 % Altre SCE 1 %

Pascoli sfruttati in modo estensivo 21 %

SCE in campicoltura 2 %

Boschetti campestri e rivieraschi 2 %

Terreni da strame 5 %

Prati sfruttati in modo estensivo 52 %

Prati sfruttati in modo poco intensivo 15 %

Fonte: UFAG

Ripartizione delle superfici di compensazione ecologica per regioni – 2013 1

172 2.2 Pagamenti diretti
Elementi Regione di pianura Regione collinare Regione di montagna ha % della SAU ha % della SAU ha % della SAU Prati sfruttati in modo estensivo 35 743 7,18 15 309 5,84 22 211 7,67 Prati sfruttati in modo poco intensivo 2 663 0,54 3 861 1,47 14 048 4,85 Terreni da strame 2 189 0,44 1 545 0,59 3 898 1,35 Boschetti campestri e rivieraschi 1 859 0,37 1 080 0,41 428 0,15 Maggesi fioriti 1 665 0,33 243 0,09 2 0,00 Maggesi da rotazione 451 0,09 84 0,03 0 0,00 Fasce di colture estensive in campicoltura 72 0,01 30 0,01 2 0,00 Striscia su superficie coltiva 103 0,02 23 0,01 1 0,00 Pascoli sfruttati in modo estensivo 5 318 1,07 6 149 2,35 17 833 6,16 Pascoli boschivi (senza superficie alberata) 41 0,01 285 0,11 2 901 1,00 Fossati umidi, stagni, pozze 148 0,03 40 0,02 21 0,01 Superfici ruderali, cumuli di pietra e affioramenti rocciosi 47 0,01 12 0,00 11 0,00 Muri a secco 8 0,00 4 0,00 17 0,01 Vigneti con elevata biodiversità 697 0,14 118 0,05 92 0,03 Altre superfici di compensazione ecologica 121 0,02 32 0,01 69 0,02 51 125 10,27 28 815 11,00 61 532 21,26
1 Esclusi gli alberi da frutto ad alto fusto nei campi e gli alberi isolati adatti al luogo. Fonte: UFAG

n Ordinanza sulla qualità ecologica

Al fine di conservare e favorire la varietà naturale delle specie, la Confederazione promuove, mediante aiuti finanziari, SCE di qualità biologica superiore e l’interconnessione di SCE sulla SAU. Le esigenze che devono essere adempiute dalle superfici per poter beneficiare dei contributi giusta l’ordinanza sulla qualità ecologica (OQE) sono fissate dai Cantoni. La Confederazione verifica quanto stabilito dai Cantoni sulla base di esigenze minime. Se le esigenze cantonali corrispondono alle esigenze minime della Confederazione e la partecipazione finanziaria regionale è garantita, la Confederazione accorda aiuti finanziari per i contributi versati dai Cantoni agli agricoltori. Gli aiuti finanziari della Confederazione ammontano all’80 per cento dei contributi computabili. Il 20 per cento rimanente deve essere corrisposto da terzi (Cantone, Comune, privati, enti). I contributi per la qualità biologica e per l’interconnessione sono cumulabili. L’ordinanza si basa su principi quali volontarietà, incentivi finanziari e considerazione delle differenze regionali per quanto riguarda la biodiversità.

Aliquote computabili

Per la qualità biologica Per l’interconnessione (fr. per ha all’anno (fr. per ha all’anno e per albero all’anno) e per albero all’anno) Zona di pianura Zone di Zona di pianura Zone di e zone di montagna III a IV e zone di montagna III a IV montagna I a II montagna I a II

Una superficie di compensazione ecologica contribuisce a conservare e a favorire la varietà naturale delle specie soprattutto se presenta determinate piante indicatrici e caratteristiche strutturali e/o se è gestita secondo le esigenze delle specie bersaglio e delle specie faro. Nell’ambito della qualità ecologica, il singolo gestore di una SCE può annunciarsi direttamente, mentre per quanto riguarda l’interconnessione di SCE è necessario un progetto che interessi almeno un’unità agricola ed ecologica.

173 2.2 Pagamenti diretti
Prati sfruttati in modo estensivo, prati sfruttati in modo poco intensivo e terreni da strame 1 000 700 1 000 500 Pascoli sfruttati in modo estensivo e pascoli boscati (pascoli boschivi e selve) 500 1 300 1 500 300 Siepi e boschetti campestri e rivieraschi 2 000 2 000 1 000 500 Superfici viticole con biodiversità naturale 1 000 1 000 1 000 500 Alberi da frutto ad alto fusto nei campi 30 30 5 5 Alberi indigeni, isolati o in viali alberati 5 5 Altre superfici di compensazione ecologica sulla superficie agricola utile 1 000 500 1 Il contributo è concesso nella misura del 50 % al massimo per la qualità della flora e delle strutture.
Tabella 36 Pagina A40

Contributi 1 giusta l’ordinanza sulla qualità ecologica – 2013

1 Riduzioni, rimborsi e pagamenti suppletivi esclusi.

2 Conversione degli alberi ad alto fusto (1 albero = 1 ara). Fonte: UFAG

Il notevole incremento dell’importo è riconducibile da un lato all’aumento dei contributi nell’ambito della PA 2011 e dall’altro al buon riscontro dei programmi.

Contributi 1 per la qualità biologica e l’interconnessione 2 – 2013

modo estensivo, prati sfruttati in modo poco intensivo, terreni da strame

1 Riduzioni, rimborsi e pagamenti suppletivi esclusi.

2 Alcune superfici ricevono contemporaneamente contributi per la qualità e l’interconnessione, ragion per cui i valori delle colonne «Qualità biologica» e «Interconnessione» non vanno addizionati.

Fonte: UFAG

174 2.2 Pagamenti diretti
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 13 747 9 745 11 154 34 646 Superficie 2 ha 44 098 33 820 62 351 140 269 Superficie 2 per azienda ha 3,21 3,47 5,59 4,05 Contributo per azienda fr. 2 685 2 682 2 885 2 749 Totale contributi 1 000 fr. 36 916 26 140 32 174 95 230 Totale contributi 2012 1 000 fr. 32 018 22 548 28 630 83 196
Caratteristica Unità Qualità Interconnessione biologica Prati
in
Aziende Numero 19 481 28 136 Superficie ha 32 882 56 322 Pascoli sfruttati in modo estensivo, pascoli boschivi Aziende Numero 3 814 7 908 Superficie ha 8 575 17 380 Siepi, boschetti campestri e rivieraschi Aziende Numero 4 001 8 385 Superficie ha 984 2 053 Vigneti con biodiversità naturale Aziende Numero 285 197 Superficie ha 426 394 Alberi da frutto ad alto fusto nei campi Aziende Numero 10 654 18 447 Albero Pezzi 687 523 1 049 698 Altri elementi Aziende Numero 11 120 Superficie ha 3 881
sfruttati

Superfici con qualità giusta l’OQE (compr. gli alberi ad alto fusto)

In % della SAU 11–20 >20

0 1–5 6–10

Valori per Comune

Regione d’estivazione

Superfici con interconnessione giusta l'OQE (incl. gli alberi ad alto fusto)

Fonte: UFAG, GG25 © Swisstopo 2014

In % della SAU 11–20 >20

0 1–5 6–10

Valori per Comune

Regione d’estivazione

Fonte: UFAG, GG25 © Swisstopo 2014

175 2.2 Pagamenti diretti

n Produzione estensiva di cereali e colza

Mediante questo provvedimento s’intende promuovere la coltivazione di cereali e colza senza ricorrere a regolatori della crescita, fungicidi, stimolanti chimico-sintetici delle difese naturali e insetticidi. Il contributo per ettaro ammonta a 400 franchi.

Contributi per la produzione estensiva di cereali e colza – 2013

Ripartizione della superficie per la produzione estensiva – 2013

Totale 75 456 ha

Colza 4 %

Cereali da foraggio 32 %

Cereali panificabili 64 %

Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 8 887 4 669 504 14 060 Superficie ha 55 190 19 005 1 260 75 456 Superficie per azienda ha 6,21 4,07 2,50 5,37 Contributo per azienda fr. 2 472 1 625 1 000 2 138 Totale contributi 1 000 fr. 21 972 7 588 504 30 064 Totale contributi 2012 1 000 fr. 21 690 7 478 507 29 675 Fonte: UFAG
Fonte: UFAG
Tabella
176 2.2 Pagamenti diretti
37 Pagina A41

n Agricoltura biologica

A complemento del maggior ricavo che può essere ottenuto sul mercato, la Confederazione promuove l’agricoltura biologica come forma di produzione particolarmente in sintonia con la natura e rispettosa dell’ambiente. Per poter beneficiare dei contributi i gestori devono rispettare, sull’insieme delle superfici dell’azienda, le esigenze dell’ordinanza sull’agricoltura biologica. Vi sono eccezioni relative alla gestione sull’intero territorio aziendale per quanto riguarda la vitivinicoltura e la frutticoltura.

Nell’agricoltura biologica si rinuncia completamente all’utilizzo di mezzi di produzione ottenuti mediante sintesi chimica come concimi commerciali o pesticidi. Ciò consente di risparmiare energia e di proteggere l’acqua, l’aria e il suolo. Per l’agricoltore è quindi particolarmente importante tenere in considerazione i cicli e i processi naturali. Nel complesso l’agricoltura biologica si traduce in una maggiore efficienza nell’utilizzo delle risorse disponibili. Ciò è un indicatore importante della sostenibilità del sistema di produzione.

Nel 2013 l’agricoltura biologica veniva praticata sul 12,2 per cento dell’intera SAU.

Contributi per l’agricoltura biologica – 2013

Quota della superficie gestita biologicamente per regione – 2013

Regione di pianura 23 %

Regione di montagna 56 %

Regione collinare 21 %

Fonte: UFAG

Aliquote 2013 fr./ha – Colture speciali 1 350 – Superficie coltiva aperta senza colture speciali 950 – Superfici inerbite e terreni da strame 200
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 1 357 1 386 3 245 5 988 Superficie ha 29 135 25 896 69 808 124 839 Superficie per azienda ha 21,47 18,68 21,51 20,85 Contributo per azienda fr. 10 234 5 069 4 368 5 859 Totale contributi 1 000 Fr. 13 887 7 025 14 174 35 086 Totale contributi 2012 1 000 Fr. 12 691 6 716 13 705 33 112 Fonte: UFAG
Totale 124 839 ha
177 2.2 Pagamenti diretti
Tabella 34a Pagina A34

2.2.3.2 Contributi etologici

Con i contributi etologici si promuove la partecipazione facoltativa a uno o entrambi i programmi etologici «sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali» e «uscita regolare all’aperto».

n Sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali (SSRA)

Si promuove la detenzione di animali in sistemi di stabulazione che rispondono a requisiti, definiti nell’ordinanza sui programmi etologici, il cui livello è di gran lunga superiore a quanto prescritto dalla legislazione in materia di protezione degli animali.

Aliquote di contribuzione SSRA – 2013 fr./UBG

Animali della specie bovina e bufali di età superiore a 120 giorni, animali della specie equina di età superiore a 30 mesi e animali della specie caprina di età superiore a 1 anno 90

Suini, suinetti esclusi 155 – Galline e galli da allevamento, ovaiole, pollastrelle e galletti, pulcini, polli da ingrasso, tacchini e conigli 280

Contributi SSRA – 2013

n Uscita regolare all’aperto (URA)

Viene promossa l’uscita regolare all’aperto degli animali da reddito, definita nell’ordinanza sui programmi etologici. Per uscita regolare all’aperto s’intende l’uscita al pascolo, in una corte o in un’area con clima esterno.

Aliquote di contribuzione URA – 2013 fr./UBG

Animali della specie bovina e bufali, animali della specie equina, animali della specie caprina e ovina di età superiore a 1 anno, agnelli magri e conigli 180

Scrofe da allevamento non in lattazione 360

– Altri suini, suinetti esclusi 155

– Galline e galli da allevamento, ovaiole, pollastrelle e galletti, pulcini, polli da ingrasso e tacchini 280

178 2.2 Pagamenti diretti
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 9 461 6 415 4 795 20 671 UBG Numero 329 281 174 252 98 419 601 951 UBG per azienda Numero 34,80 27,16 20,53 29,12 Contributo per azienda fr. 4 068 3 081 2 065 3 297 Totale contributi 1 000 fr. 38 486 19 763 9 901 68 151 Totale contributi 2012 1 000 fr. 37 545 19 146 9 534 66 225 Fonte: UFAG
Tabella 38 Pagina A42

Contributi URA – 2013

2.2.3.3 Contributi d’estivazione

n Gestione sostenibile delle regioni d’estivazione

Mediante i contributi d’estivazione s’intende garantire la gestione e la cura dei vasti pascoli d’estivazione nelle Alpi, nelle Prealpi e nel Giura. La regione d’estivazione viene gestita e curata con circa 300 000 UBG. Il carico di bestiame consentito viene definito secondo i principi di una gestione sostenibile. Si parla del cosiddetto carico usuale. Partendo dal carico usuale, i contributi vengono versati in base al carico normale (CN). Per CN s’intende l’estivazione di una UBG durante 100 giorni.

Contributi d’estivazione – 2013

1 Totale delle aziende d’estivazione aventi diritto a contributi (doppi versamenti esclusi)

179 2.2 Pagamenti diretti
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 13 066 10 634 11 998 35 698 UBG Numero 395 102 278 878 247 628 921 607 UBG per azienda Numero 30,24 26,23 20,64 25,82 Contributo per azienda fr. 5 446 4 744 3 734 4 661 Totale contributi 1 000 fr. 71 157 50 448 44 799 166 405 Totale contributi 2012 1 000 fr. 71 142 49 822 44 705 165 670 Fonte: UFAG
Aliquote 2013 fr. – Per UBG di vacche munte, pecore lattifere e capre lattifere (estivazione di 56–100 giorni) 330 – Per CN di ovini, eccettuate le pecore lattifere in caso di sorveglianza permanente 330 per pascoli da rotazione 250 per altri pascoli 120 – Per CN di altri animali che consumano foraggio grezzo 330
Caratteristica Contributi. Aziende UBG o CN 1 000 fr. Numero Numero Vacche, capre lattifere e pecore lattifere 12 383 1 089 37 527 Ovini , eccettuate le pecore lattifere 5 637 875 23 010 Altri animali che consumano foraggio grezzo 83 045 6 518 242 646 Totale 101 064 7 057 Totale 2012 101 521 7 091 1
Fonte: UFAG Tabella 38 Pagina A42 Tabelle
41a–41b Pagine A45–A46

Dal 2003 vengono stanziati contributi d’estivazione per ovini (pecore lattifere escluse) in maniera differenziata a seconda del sistema di pascolo. Con contributi più elevati per pascoli da rotazione e sorveglianza permanente da un lato si considerano i costi maggiori e, dall’altro, analogamente ai contributi ecologici, si incentiva un’estivazione sostenibile del bestiame ovino. Per sorveglianza permanente s’intende la conduzione del gregge effettuata giornalmente da un pastore con cani, in luoghi di pascolo stabiliti dal pastore stesso. Per pascolo da rotazione s’intende un pascolo effettuato per tutta la durata dell’estivazione, in parchi cintati o chiaramente delimitati da elementi naturali.

Estivazione di ovini secondo il sistema di pascolo – 2013

Sistema di pascolo Aziende Animali con Contributi contributi

Evoluzione dell’estivazione 2011–2013: aziende, animali estivati in carichi normali, per categoria di animali

Numero CN 1000 fr. Sorveglianza permanente 129 10 347 3 397 Pascoli da rotazione 227 4 728 1 173 Altri pascoli 503 7 228 867 Combinazione di sistemi di pascolo 16 742 200 Totale 875 23 045 5 637 Totale 2012 877 23 614 5 672 Fonte: UFAG
Anno 2011 2012 2013 Categoria di animali Unità Vacche lattifere Aziende 3 772 3 853 3 873 Carichi 104 269 100 869 97 964 Vacche madri e nutrici e altre vacche Aziende 2 310 2 518 2 578 Carichi 33 543 34 833 35 608 Altri bovini Aziende 6 121 6 078 6 061 Carichi 123 258 118 117 112 340 Animali della specie equina Aziende 960 923 923 Carichi 4 555 4 420 4 393 Ovini Aziende 970 933 926 Carichi 25 264 23 914 23 378 Caprini Aziende 1 405 1 405 1 347 Carichi 6 104 6 094 5 971 Altri animali estivati Aziende 179 339 228 Carichi 503 810 533 1 carico = 1 UBG * durata / 100 Fonte: UFAG 180 2.2 Pagamenti diretti

2.2.3.4 Contributi per la protezione delle acque

n Prevenzione del convogliamento e del dilavamento di sostanze

Dal 1999, mediante l’articolo 62a della legge sulla protezione delle acque, la Confederazione può promuovere i provvedimenti presi dal settore agricolo per prevenire il convogliamento e il dilavamento di sostanze nelle acque superficiali e sotterranee. L’accento del programma è posto sulla riduzione del carico di nitrati nell’acqua potabile e del carico di fosforo nelle acque superficiali in regioni nelle quali la PER, l’agricoltura biologica, divieti e precetti nonché i programmi facoltativi promossi dalla Confederazione (produzione estensiva, compensazione ecologica) non sono sufficienti. Emergono nuovi sviluppi nel settore della riduzione dei prodotti fitosanitari.

Nel 2013 erano in corso d’attuazione 31 progetti: 28 relativi ai nitrati, 1 relativo al fosforo (i 3 progetti relativi ai nitrati del Lago di Baldegg, di Sempach e di Hallwil sono stati riuniti in un unico progetto) e 2 sui prodotti fitosanitari (PF).

In virtù dell’ordinanza sulla protezione delle acque, i Cantoni sono tenuti a designare un settore d’alimentazione per le captazioni di acque superficiali e sotterranee nonché a ordinare provvedimenti di risanamento qualora la qualità dell’acqua fosse insufficiente. Questi provvedimenti possono comportare limitazioni significative rispetto allo stato della tecnica per quanto concerne l’utilizzazione del suolo nonché perdite finanziarie insopportabili per le aziende.

181 2.2 Pagamenti diretti

Ricapitolazione dei progetti – 2013

Cantone Regione, Comune Durata Sostanza Comprensorio Contributi del

1 Proroga dei progetti concordata

2 Progetto nel quadro di un raggruppamento terreni con contributo unico nel 2005

3 Con provvedimenti strutturali edili

4 Dal 2011 i progetti dei Laghi di Baldegg, Sempach e Hallwil vengono portati avanti come un unico progetto.

182 2.2 Pagamenti diretti
progetto
Anno ha fr. AG Baldingen 2004–2015 Nitrati 58 39 127 AG Birrfeld 2002–2014 Nitrati 801 317 119 AG Wohlenschwil 2001–2013 Nitrati 62 76 338 AG Klingnau 2007–2013 Nitrati 101 37 518 AG Lago di Hallwil 2001–2010 Fosforo 1 200BE Gimmiz 2011–2016 Nitati 180 216 328 BL Buus 2011–2016 Nitrati 220 76 320 FR Avry-sur-Matran 2000–2017 Nitrati 37 23 725 FR Courgevaux 2003–2014 Nitrati 38 29 519 FR Domdidier 2004–2015 Nitrati 26 23 312 FR Fétigny 2004–2015 Nitrati 109 129 662 FR Lurtigen 2005–2016 Nitrati 286 107 419 FR Torny (Middes) 2000–2018 Nitrati 53 16 715 FR Salvenach 2005 2 Nitrati 13,5FR Neyruz 2010–2015 Nitrati 8 8 858 FR Gurmels 2011–2016 Nitrati 81 67 680 GE Charmilles 2008–2013 PF 202 10 210 3 LU Lago di Baldegg 2000–2013 Fosforo 12 900 4 2 796 452 4 LU Lago di Sempach 1999–2013 LU Lago di Hallwil 2001–2013 NE Valangin 2009–2014 Nitrati 178 74 591 SH Klettgau 2001–2019 1 Nitrati 520 249 667 SO Gäu I e ll 2000–2014 Nitrati 1 508 615 133 VD Bavois 2005–2013 Nitrati 37 21 021 VD Bofflens 2005–2016 Nitrati 112 113 498 VD Boiron / Morges 2005–2016 PF 2 250 132 116 VD Bussy sur Moudon 2009–2015 Nitrati 34 48 104 VD Curtilles 2009–2015 Nitrati 29 22 852 VD Lucens 2013–2018 Nitrati 250 132 498 VD Morand/ Montricher 2000–2019 1 Nitrati 399 229 333 VD Neyruz-sur Moudon 2009–2014 Nitrati 20 19 184 VD Thierrens 1999–2017 Nitrati 16 30 799 VD Sugnens (Montilliez) 2007–2018 Nitrati 16 16 260 VD Peney-le-Jorat / Villars-Tiercelin 2009–2014 Nitrati 28 44 893 ZH Baltenswil 2000–2017 Nitrati 130 57 390 Totale 5 783 639 Totale 2012 7 209 178
progetto prevista del
2013
Fonte: UFAG

2.2.3.5 Impiego sostenibile delle risorse naturali (progetti sulle risorse)

In virtù degli articoli 77a e 77b LAgr, dal 2008 la Confederazione versa contributi tesi a migliorare l’impiego delle risorse naturali in ambito agricolo. Il provvedimento riguarda le risorse necessarie per la produzione agricola come azoto, fosforo ed energia, l’ottimizzazione della protezione delle piante, una maggiore protezione nonché un impiego più sostenibile del suolo e della biodiversità in ambito agricolo. I provvedimenti devono andar oltre le condizioni poste dalle leggi, dalla PER o da altri programmi d’incentivazione della Confederazione come l’ordinanza sulla qualità ecologica.

Il miglioramento sul piano ecologico non dev’essere ottenuto riducendo la produzione indigena, bensì aumentando l’efficienza nell’impiego delle risorse.

– I contributi, versati per un periodo di al massimo sei anni, sono volti a promuovere nuove tecniche e forme d’organizzazione nonché ad agevolare gli adeguamenti strutturali in vista di migliorare la situazione nei suddetti ambiti e per l’introduzione dei quali è necessario un sostegno finanziario.

Le misure devono continuare a espletare i loro effetti anche dopo la conclusione del progetto.

– L’UFAG partecipa ai costi nella misura dell’80 per cento al massimo. Il finanziamento dei costi residui del progetto deve essere garantito da un ente responsabile.

La partecipazione ai provvedimenti è facoltativa.

Diversi progetti sulle risorse sono in corso; altri sono in fase di elaborazione.

Risorse naturali / Progetti in corso nel 2013

Ambito

Azoto Cantoni di Turgovia, Lucerna, Friburgo, Berna, Appenzello Interno, Appenzello Esterno, Soletta, Argovia, progetto Svizzera centrale (Cantoni Obvaldo, Nidvaldo, Uri, Svitto, Zugo), Vaud, Neuchâtel, Glarona, Grigioni, Basilea Campagna, Sciaffusa, Zurigo

Fertilità del suolo Cantoni di Basilea Città, Berna, Soletta, Vaud Biodiversità Smaragd Oberaargau

Promozione della flora concomitante dei campi (diversi Cantoni)

Energia Energie rinnovabili e motori elettrici nella viticoltura

Riduzione dell’impiego di erbicidi Vitival (Canton Vallese)

Suolo / acqua / aria Canton Giura

Fonte: UFAG

Nel 2013 sono stati stanziati contributi per un ammontare di 23,8 milioni di franchi a favore di progetti per le risorse.

A fine 2013 è stato condotto in porto il primo progetto sulle risorse, lanciato nel 2008 dal Canton Turgovia.

Nel corso del 2013 vi è stato un intenso dibattito sul passaggio dai progetti per le risorse ai contributi per l’efficienza delle risorse. Nelle disposizioni transitorie dell’OPD si è stabilito che finché un gestore riceve pagamenti diretti nel quadro di un programma sulle risorse, per lo stesso provvedimento non vengono versati contributi per l’efficienza delle risorse (art. 115 nuova OPD).

183 2.2 Pagamenti diretti
184

2.3 Miglioramento delle basi

Mediante i provvedimenti denominati «Miglioramento delle basi» viene promossa e sostenuta la produzione di derrate alimentari rispettosa dell’ambiente ed efficiente nonché incoraggiato lo svolgimento dei compiti multifunzionali.

Aiuti finanziari per il miglioramento delle basi e le misure sociali

Gli obiettivi dei provvedimenti nel campo del miglioramento delle basi sono:

rafforzamento della competitività attraverso la riduzione dei costi di produzione;

agevolazione del lavoro quotidiano degli agricoltori;

promozione di uno sviluppo sostenibile nelle aree rurali;

strutture aziendali moderne e superfici agricole utili ben accessibili;

produzione efficiente e rispettosa dell’ambiente;

varietà resistenti e ad alto rendimento nonché prodotti di alta qualità;

protezione della salute dell’uomo e degli animali nonché dell’ambiente;

salvaguardia e utilizzazione sostenibile delle risorse genetiche.

Provvedimento 2012 2013 2014 1 Mio. fr. Contributi per i miglioramenti strutturali 87,0 90,0 99,0 Crediti d’investimento 54,0 51,0 45,3 Aiuti per la conduzione aziendale 0,8 0,6 1,9 Aiuti per la riqualificazione 0,1 0,1 0,9 Consulenza 2 e contributi per la ricerca 3 18,1 18,3 20,0 Lotta alle malattie delle piante e agli organismi nocivi 3 1,9 2,1 3,4 Coltivazione di piante e allevamento di animali 38,0 37,7 37,6 Totale 199,9 199,8 208,1 1 Preventivo
2 A partire dal 2012 nel limite di spesa per il miglioramento delle basi e
le misure sociali 3 Non regolati mediante il limite di spesa per il miglioramento delle basi e le misure sociali Fonte: UFAG
185
Miglioramento
2.3
delle basi

2.3.1

Miglioramenti strutturali e misure sociali collaterali

2.3.1.1 Miglioramenti strutturali

I provvedimenti nel settore dei miglioramenti strutturali consentono di migliorare le condizioni di vita ed economiche nelle aree rurali, segnatamente nella regione di montagna e nelle regioni periferiche. Il raggiungimento degli obiettivi ecologici, di protezione degli animali e di pianificazione del territorio, quali la rinaturalizzazione dei piccoli corsi d’acqua, l’interconnessione di biotopi e lo sviluppo di sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali, consente di tutelare gli interessi della collettività.

Gli aiuti agli investimenti per i miglioramenti strutturali vengono concessi quali incentivi all’autosostegno a favore di provvedimenti individuali o collettivi. Sono disponibili due strumenti:

contributi con partecipazione dei Cantoni, prevalentemente per provvedimenti collettivi;

crediti d’investimento sotto forma di mutui rimborsabili ed esenti da interessi, prevalentemente per provvedimenti individuali.

Gli aiuti agli investimenti sostengono le infrastrutture agricole e rendono possibile l’adeguamento delle aziende ai costanti cambiamenti delle condizioni quadro. Mediante la riduzione dei costi di produzione e la promozione dello sviluppo ecologico viene migliorata la competitività di un’agricoltura dedita alla produzione sostenibile. Anche in altri Paesi, in particolare nell’UE (2° pilastro della PAC), gli aiuti agli investimenti agricoli sono provvedimenti importanti volti a promuovere le aree rurali. Tuttavia, nell’UE gli aiuti vengono erogati esclusivamente sotto forma di contributi.

186
2.3 Miglioramento delle basi

n Mezzi finanziari per i contributi

Nel 2013 per le bonifiche fondiarie e gli edifici rurali sono stati erogati contributi per un totale di 87,8 milioni di franchi. Inoltre, l’UFAG ha approvato nuovi progetti con contributi federali per un importo complessivo di 83,4 milioni di franchi. Il volume degli investimenti totali è stato di 457,1 milioni di franchi. L’ammontare dei contributi federali relativi ai progetti approvati non corrisponde all’importo iscritto nella rubrica del preventivo «Miglioramenti strutturali agricoli», in quanto l’assicurazione di un contributo e il relativo versamento avvengono soltanto eccezionalmente nello stesso anno. Per un progetto approvato viene spesso assicurata soltanto una tranche.

Contributi della Confederazione 2013

Ricomposizioni particellari con provvedimenti strutturali

Costruzione di strade

Provvedimenti in relazione al bilancio idrico del suolo

Approvvigionamento idrico

Ripristino e consolidamento

Ripristino periodico

Altri provvedimenti nell'ambito del genio civile

Progetti di sviluppo regionale (PSR)

Edifici rurali per animali che consumano foraggio grezzo

Edifici alpestri

Altri provvedimenti per le costruzioni

Fonte: UFAG

Contributi della Confederazione per le bonifiche fondiarie e per gli edifici rurali – 2003–2013

Tabelle 45–46, 50a Pagine A50, A54

Fonte: UFAG

25 0 5 10 15 20 13 % 21 % 66 %
In mio. fr. Regione di pianura Regione collinare Regione di montagna
0 20 40 60 80 100 120 2000/02 93 2003 102 2004 94,5 2005 85 2006 107,5 2007 92,4 2008 88,5 2009 82,8 2010 85 2013 90 2012 87 2011 83
In mio. fr.
187 2.3 Miglioramento delle basi

n Mezzi finanziari per i crediti d’investimento

Nel 2013 i Cantoni hanno autorizzato crediti d’investimento per un ammontare complessivo di 335,6 milioni di franchi da destinare a 2 136 casi. L’88,8 per cento di tale importo è stato riservato al finanziamento di provvedimenti individuali mentre il 7 per cento al sostegno di provvedimenti collettivi. A favore dei progetti collettivi nella regione di montagna possono venir concessi anche crediti di transizione, ossia crediti di costruzione con una decorrenza di tre anni al massimo.

Crediti d’investimento 2013

I crediti per i provvedimenti individuali hanno riguardato principalmente l’aiuto iniziale, la diversificazione nonché la costruzione o la trasformazione di edifici d’abitazione e di edifici rurali. Vengono rimborsati mediamente sull’arco di 13,1 anni.

Nel settore dei provvedimenti collettivi sono stati stanziati crediti soprattutto per le bonifiche fondiarie, gli edifici e le installazioni per l’economia lattiera nonché per la lavorazione, lo stoccaggio e lo smercio di prodotti agricoli come pure per l’acquisto in comune di macchine o veicoli.

Nel 2013 la Confederazione ha assegnato ai Cantoni nuovi mezzi finanziari pari a 51 milioni di franchi che, unitamente agli importi costantemente rimborsati, vengono utilizzati per la concessione di nuovi crediti. L’attivo circolante del Fonds de roulement, istituito nel 1963, ammonta a 2,467 miliardi di franchi.

Crediti d’investimento secondo le categorie di provvedimenti, crediti di costruzione esclusi – 2013

Aiuto iniziale Acquisto dell'azienda da parte dell'affittuario

Edifici d'abitazione

Edifici rurali

Diversificazione

Provvedimenti collettivi 1

Altri provvedimenti nel settore delle costruzioni rurali 2

Bonifiche fondiarie

1 Acquisto comune di macchine e veicoli, aiuto iniziale per organizzazioni contadine di solidarietà, edifici e installazioni comuni per la lavorazione e lo stoccaggio di prodotti agricoli, impianti comuni per la produzione di energia rinnovabile da biomassa

2 Ortoflorovivaismo a titolo professionale, piccole aziende artigianali

Fonte: UFAG

188 2.3 Miglioramento delle basi
Numero Mio. fr. Quota % Provvedimenti individuali 1 974 298,0 88,8 Provvedimenti collettivi, crediti di costruzione esclusi 123 23,5 7,0 Crediti di costruzione 39 14,1 4,2 Totale 2 136 335,6 100 Fonte: UFAG
140 160 0 20 40 60 80 100 120 47 % 28 % 25 %
In mio. fr.
Regione di pianura Regione collinare Regione di montagna
Tabelle 47–48, 50b Pagine A51–A54

2.3.1.2 Misure sociali collaterali

n Aiuti per la conduzione aziendale

Gli aiuti per la conduzione aziendale sono concessi sotto forma di mutui esenti da interessi e servono a evitare o a superare ristrettezze finanziarie temporanee non imputabili al gestore. Gli effetti degli aiuti per la conduzione aziendale corrispondono a quelli dello sdebitamento indiretto della singola azienda.

Nel quadro degli aiuti per la conduzione aziendale, nel 2013 sono stati concessi mutui per un importo totale di circa 12,9 milioni di franchi a favore di 93 casi. Ciascun mutuo ammonta mediamente a 139 215 franchi e viene rimborsato sull’arco di 11,8 anni.

Mutui nel quadro dell’aiuto per la conduzione aziendale – 2013

di debiti esistenti

Superamento di una difficoltà finanziaria eccezionale

Mutuo in caso di cessazione dell’attività 3 0,2

Totale 93 12,9

Fonte: UFAG

Nel 2013 ai Cantoni sono stati assegnati nuovi fondi pari a 0,55 milioni di franchi. In seguito all’entrata in vigore della nuova perequazione finanziaria (NPC), la partecipazione cantonale ammonta per lo meno all’importo dei nuovi fondi federali. I nuovi mezzi finanziari della Confederazione e dei Cantoni, unitamente agli importi costantemente rimborsati, vengono utilizzati per concedere nuovi mutui. L’attivo circolante del Fonds de roulement, istituito nel 1963 con nuovi mezzi finanziari della Confederazione e con importi rimborsati, ammonta, unitamente alle quote dei Cantoni, a 225,8 milioni di franchi circa.

n Aiuti per la riqualificazione

Gli aiuti per la riqualificazione agevolano la conversione a una professione non agricola delle persone indipendenti attive nel settore primario. Tale misura comprende contributi ai costi di riqualificazione e di sostentamento per capiazienda che non hanno ancora compiuto il 52esimo anno di età. La concessione di un simile aiuto presuppone l’abbandono dell’azienda agricola. Nell’anno oggetto del rapporto non sono stati assicurati aiuti per la riqualificazione. Sulla base degli aiuti assicurati gli anni scorsi, a quattro persone in fase di riqualificazione sono stati versati complessivamente 134 300 franchi. La durata della riqualificazione varia, a seconda della formazione, da 1 a 3 anni. Nel quadro della riqualificazione la gamma delle professioni è ampia e spazia da quelle in campo sociale (p.es. fisioterapista, catechista, infermiere, ecc.) a quelle artigianali e commerciali (p.es. falegname, fabbro, cuoco, commerciante agricolo, ecc.). È stato versato un aiuto per la formazione presso una scuola universitaria professionale.

I motivi dell’origine della bassa partecipazione a questo programma possono essere stati, in un primo tempo, la sua scarsa notorietà e, in certi periodi, anche le prospettive economiche sfavorevoli in altri campi professionali. Ma gli oneri che sono da adempiere per l’ottenimento degli aiuti potrebbero essere anche un ostacolo, soprattutto per quanto riguarda la cessazione definitiva dell’attività.

189 2.3 Miglioramento delle basi
Numero Mio. fr. Rifinanziamento
52 8,8
38
3,9
Tabelle 49, 50b Pagine A53–A54 Tabella 51 Pagina A55

2.3.1.3 Pratiche per edifici economici

n I costi di costruzione continuano ad aumentare

La buona congiuntura nel settore edilizio innesca di anno in anno un incremento dei costi per la realizzazione di infrastrutture. Dal 1998 i prezzi di costruzione degli edifici sono aumentati del 26 per cento, mentre nel settore del genio civile si è registrato un incremento del 36 per cento. I progetti di miglioramenti strutturali sostenuti dalla Confederazione rappresentano un volume annuale d’investimenti di oltre 600 milioni di franchi, vale a dire una parte infinitesimale rispetto alla totalità del settore edilizio che registra un volume di oltre 60 miliardi di franchi. L’agricoltura non influisce quindi sull’evoluzione dell’indice dei costi di costruzione, ma contribuisce in maniera essenziale al sostegno dell’economia regionale o locale delle regioni periferiche nel settore edilizio. In questo contesto e con i suoi mezzi limitati per finanziare le infrastrutture, l’agricoltura è obbligata a trovare soluzioni innovatrici, a negoziare con fermezza i prezzi e a scendere a compromessi. Questo si traduce in un’evoluzione più debole dei costi di costruzione degli edifici agricoli rispetto al settore edilizio nel suo complesso.

n I pagamenti diretti non influenzano la scelta d’investire negli edifici rurali

La scelta di una famiglia contadina d’investire in un edificio rurale deriva da diversi fattori che possono essere interni o esterni all’azienda. I fattori interni come la condizione di proprietario o di affittuario dell’azienda, lo spirito «imprenditoriale» del gestore, la strategia aziendale, l’età dell’agricoltore e della sua famiglia, le prospettive di ripresa dell’azienda da parte della nuova generazione e le disponibilità finanziarie pesano notevolmente sulle scelte di realizzare oppure no un investimento. D’altro canto i fattori esterni come il disciplinamento nei settori dell’ambiente e della protezione degli animali, le opportunità dei mercati e dei marchi, l’aumento prevedibile dei fattori di produzione o le possibilità di collaborazione imprenditoriale spingono l’agricoltore e la sua famiglia a riflettere sulla necessità d’investimento. La scelta d’investire negli edifici rurali non è in alcun caso dettata dalla volontà d’incrementare i pagamenti diretti. Tuttavia, a causa del loro contributo non trascurabile al reddito dell’azienda, i pagamenti diretti svolgono un ruolo centrale nel calcolo della sostenibilità dell’investimento.

n Riflettere sulla situazione aziendale per procedere nella giusta direzione

Quando si prospettano investimenti considerevoli, è importante stabilire, se necessario con l’aiuto di un consulente, le opzioni strategiche per l’azienda. Una valutazione dei punti di forza e di debolezza, delle opportunità e dei rischi aziendali consente di collocare bene l’azienda nel suo ambiente. La scelta della strategia definirà la necessità e i bisogni del futuro investimento. Senza un chiarimento della strategia prospettata, è alto il rischio di dover scendere a compromessi che potranno comportare in seguito notevoli inconvenienti. Dal momento in cui nasce l’idea d’investire in un nuovo edificio rurale fino alla sua gestione, l’agricoltore deve superare molte tappe amministrative e di riflessione. Durante tale processo, si preoccupa di realizzare una variante economica. Non disponendo di competenze sufficienti per elaborare lui stesso un progetto, incarica uno specialista che può essere un architetto indipendente o un’impresa generale.

n Gli obblighi della gestione del territorio non vanno sottovalutati

In base alla legge federale sulla pianificazione del territorio, le zone agricole dovrebbero essere mantenute per quanto possibile libere da costruzioni. La licenza edilizia in queste zone è da considerarsi eccezionale. Ciò implica obblighi importanti in particolare per quanto riguarda la scelta dell’ubicazione, della geometria dei volumi e dei materiali nonché dei loro colori. L’adattamento del progetto al paesaggio circostante si rivela di capitale importanza. Se gli obblighi suddetti non sono tenuti sufficientemente in considerazione nell’elaborazione del progetto, l’autorità cantonale competente non rilascia la licenza edilizia. Si rischiano costi supplementari a causa di maggiori spese di progettazione e ritardi sulla tabella di marcia.

190 2.3 Miglioramento delle basi

n Le prestazioni di un buon architetto sono redditizie

Le imprese generali nel settore dell’edilizia agricola sono prevalentemente ditte specializzate nella vendita d’installazioni di stalle, che propongono spesso un importo forfettario relativamente basso per le prestazioni dell’architetto e di direzione dei lavori. Ciò può alterare la visione dell’agricoltore nei confronti delle offerte di prestazioni di un architetto indipendente o di un’impresa generale. L’agricoltore, preoccupato di risparmiare, può essere influenzato e decide quindi di tagliare sui costi dell’architetto. In questo caso, il progettista non può investire molto tempo nell’elaborazione di un progetto con più varianti. Tutto il lavoro generalmente svolto dall’architetto, che consiste nel ridurre i costi, non può essere messo a frutto; la soluzione comprendente più edifici, aperti, non isolati, con un sistema portante e di fondamenta adeguato e un utilizzo ottimale dei materiali a livello di tipologia di qualità o di quantità, ad esempio, non viene nemmeno presa in considerazione.

n Il quadro finanziario impone sin dall’inizio dei compromessi al progetto

È possibile sfruttare il potenziale di risparmio sui costi di costruzione concentrandosi sui progetti. Occorre quindi avvalersi di persone competenti, da remunerare equamente, che mirano a elaborare progetti economici e che garantiscono una buona economia del lavoro. Il quadro finanziario del progetto deve essere determinato molto prima di iniziare le pratiche presso un architetto. Su tale base il progettista può cominciare a elaborare, d’intesa con il suo committente, una variante conforme al quadro finanziario definito.

n Stabilire chiaramente con il progettista le esigenze imprescindibili

Al momento dell’attribuzione dei mandati di pianificazione e di costruzione, l’agricoltore deve comunicare inequivocabilmente le esigenze da rispettare in materia di detenzione degli animali, di programmi dei volumi da costruire e di meccanizzazione interna. Il quadro finanziario deve essere indicato in modo chiaro. I costi supplementari sono spesso imputabili all’agricoltore che richiede, senza preavviso e senza informarsi sui costi, modifiche del progetto alle imprese edilizie. Il controllo rigoroso del budget contempla l’allestimento dei preventivi, il controllo della solvibilità delle aziende, la richiesta di offerte complementari per qualsiasi modifica del progetto, il controllo delle fatture prima di emettere i pagamenti, nonché la firma di rapporti di lavori in regia effettuati di comune accordo.

n Alcuni principi guida per soluzioni economiche

È possibile risparmiare tenendo in considerazione i seguenti principi:

– integrare il patrimonio edilizio esistente;

– limitare per quanto possibile l’utilizzo di materiali in cemento e la realizzazione di opere in muratura;

– rilevare i profili del terreno per ridurre i terrazzamenti e le colmature;

– costruire a tappe e prevedere possibilità d’estensione.

Una stalla moderna ed economica è una stalla fredda, all’interno della quale le zone destinate al foraggiamento, al riposo e alla mungitura sono delimitate in maniera chiara. Un’area di foraggiamento esterna, coperta con una semplice tettoia, con una superficie di camminamento, ad esempio, ha il vantaggio di aumentare la vitalità del bestiame e rappresenta una soluzione molto economica. L’agricoltore deve avere la volontà di limitarsi allo stretto indispensabile, tralasciando tutto ciò che è superfluo.

191 2.3 Miglioramento delle basi

n La variante economica è possibile ma ha il suo prezzo

Se dopo una riflessione sulle varianti strategiche dell’azienda s’impone un’opzione d’investimento, è possibile elaborare progetti economici pur garantendo un’ottima economia del lavoro. Il criterio del costo deve essere considerato prioritario sin dall’inizio dell’elaborazione delle varianti del progetto. Per arrivare a un risultato soddisfacente è fondamentale una stretta collaborazione tra l’agricoltore e il progettista e occorre mirare agli stessi obiettivi. Le competenze del progettista sono quindi essenziali. Nella definizione del capitolato d’oneri l’agricoltore deve distinguere le esigenze effettive da quelle soggettive per se stesso e per la sua azienda. La consulenza del progettista o di uno specialista è indispensabile. I compiti e le responsabilità di ciascuno devono essere ben definiti. Alla fine, l’agricoltore deve riconoscere il valore del lavoro svolto dal progettista ed essere disposto a retribuirlo equamente.

Evoluzione degli indici dei costi di costruzione Indice edifici rurali Indice edilizia Fonti: UST, Agroscope 0 140 120 100 80 60 40 20 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2010 2007 2009 2008 2011 2013 2012 192 2.3 Miglioramento
delle basi

2.3.1.4 Stalle per animali con corna

Generalmente alle vacche detenute in stalle a stabulazione libera vengono rimosse le corna nei primi mesi di vita. In passato chi non voleva privare i propri animali delle corna optava per la stabulazione fissa, che però non risponde ai requisiti attuali in materia di esigenze specifiche della specie per quanto riguarda manze e vacche e considera il comportamento naturale degli animali solo in misura insufficiente. La soluzione a questo dilemma è la costruzione di stalle a stabulazione libera per vacche con corna con dimensioni e strutture tali da consentire agli animali di comportarsi nella maniera tipica della specie.

In linea di massima si può affermare che le stalle a stabulazione libera per vacche con corna devono essere più grandi di quelle per vacche che ne sono prive. Ciò vale soprattutto per le aree conflittuali come quella per il foraggiamento o gli eventuali vicoli ciechi che dovrebbero in ogni caso essere evitati. Secondo le istruzioni sulle dimensioni dei sistemi di stabulazione («Abmessungen für Aufstallungssysteme», 2008) di Agroscope Reckenholz-Tänikon (ART), per ogni vacca è necessaria una superficie totale di 10 m2, uscita inclusa. Nel promemoria sulle stalle a stabulazione libera per vacche da latte con corna («Laufställe für horntragende Milchkühe», 2011), pubblicato dall’Istituto di ricerche dell’agricoltura biologica (IRAB) in collaborazione con altre organizzazioni per l’agricoltura biologica e l’Università di Kassel, si raccomanda una superficie di 15–20 m 2 per vacca, vale a dire praticamente il doppio. La possibilità di scansare un proprio simile favorisce la comunicazione tra i bovini ed è quindi considerata un elemento fondamentale del comportamento sociale. Se, per mancanza di spazio, non può essere rispettata la distanza prescritta tra gli animali, si verificano attriti sociali che vengono risolti a cornate e che possono comportare il ferimento degli animali di rango inferiore.

Nell’impostazione del progetto bisogna prestare attenzione a una chiara suddivisione della stalla in area per il foraggiamento, area di riposo, superfici di camminamento e uscita. Questo evita conflitti che possono manifestarsi in caso di utilizzo dello stesso settore per diverse attività. Vanno evitati passaggi stretti. In caso di dimensioni limitate, il potenziale di conflitto può essere ridimensionato aumentando il numero di giacigli. Elementi strutturali come sostegni, rastrelliere, eccetera non devono compromettere l’orientamento e la visione delle vacche. Le attrezzature della stalla, come abbeveratoi, spazzole, stazioni per foraggi concentrati e pietre da leccare, dovrebbero essere accessibili almeno su tre lati, con uno spazio libero di 3 metri e non essere allineate.

n Un esempio dalla regione di montagna

A Hemberg, nel Toggenburgo, nel 2011 è stata costruita una stalla a stabulazione libera per vacche di razza bruna con corna. Il benessere degli animali e la mungitura ergonomica sono stati determinanti per la scelta di una stalla a stabulazione libera. Per la coppia di gestori la rimozione delle corna non entra nemmeno in considerazione in quanto poco compatibile con l’indirizzo biologico. Poiché la fattoria si trova a 950 m s.l.m, si è optato per una stalla fredda chiusa.

La stalla ha un asse per il foraggiamento largo 5 metri. I 30 box di riposo hanno una dimensione di 1,3 x 3 metri e sono ricoperti di paglia trinciata mista a calce. La larghezza della posta di foraggiamento è di 97 centimetri e la mangiatoia è dotata di apposite rastrelliere con barre divisorie orizzontali e briglie completamente apribili. Per il foraggiamento le vacche vengono rinchiuse in modo che anche quelle di rango inferiore possano mangiare tranquillamente. Viene somministrata una razione composta da fieno, insilato d’erba e una piccola percentuale di insilato di mais. Gli animali ricevono il foraggio concentrato individualmente nella rastrelliera. Le vacche sono munte in uno stand di mungitura a tandem. Questo sistema evita zuffe durante la mungitura e consente contemporaneamente il massimo contatto tra il mungitore e gli animali. Poiché le vacche prima della mungitura sono un po’ stressate, è importante che l’area d’attesa sia sufficientemente grande.

Per ogni vacca sono disponibili 19,1 m 2. La stalla è stata concepita per 30 UBG ed è costata 897 000 franchi, incluse le molte prestazioni proprie. Si stima che lo stesso programma delle disposizioni per vacche senza corna sarebbe costato 100 000–150 000 franchi in meno. La famiglia del capoazienda costruirebbe ancora la stalla esattamente allo stesso modo. Le conoscenze necessarie per la costruzione di stalle a stabulazione libera per animali muniti di corna sono disponibili presso l’IRAB, che fornisce consulenza tecnica agli agricoltori.

193 2.3 Miglioramento delle basi

n Un esempio dalla regione di pianura

A Pfäffikon (Zurigo) nel 2011 è stata costruita una stalla a stabulazione libera a 720 m.s.l.m. Per il capoazienda, allevatore della specie bruna originale, vacche senza corna sono inimmaginabili. Nel rispetto della protezione degli animali non è mai stata presa in considerazione una stalla a stabulazione fissa; la libertà di movimento e la possibilità di curare i contatti sociali tra le vacche sono state fondamentali nella scelta della stalla a stabulazione libera, così come i vantaggi per quanto riguarda l’organizzazione del lavoro e la mungitura ergonomica. La nuova stalla è stata costruita come una stalla aperta, ma per ridurre il rumore in caso di pioggia il tetto è stato isolato. I box di riposo, larghi 1,25 metri, sono ricoperti di paglia trinciata mista a calce e misurano 3 metri sul lato del muro e 2,6 metri su quello opposto. Tutti i box di riposo dispongono, sulla parte anteriore, di una via di fuga. La corsia per il foraggiamento è larga 5 metri, la posta di foraggiamento misura 1,06 metri per vacca. Nella rastrelliera chiudibile con ringhiera le palizzate sono larghe e completamente aperte, ma le barre divisorie sono fissate verticalmente. Da ricerche in questo settore è emerso che gli elementi verticali ostacolano la visione delle vacche e sono quindi meno adeguati rispetto alle barre orizzontali. I passaggi, nei quali sono collocati anche gli abbeveratoi, misurano 2,6 metri. Gli animali ricevono una razione composta da erba, fieno ventilato, mais da silo e polpa di barbabietola da zucchero. Il foraggio è somministrato a mano e durante il foraggiamento le vacche sono bloccate nella rastrelliera. Nell’azienda non esiste un distributore automatico di foraggio, quello concentrato è somministrato sopra la mangiatoia. Poiché questo richiede molto lavoro, si sta valutando l’acquisto di un distributore automatico.

Finora non si sono verificati ferimenti. Tutti gli animali hanno corna con le punte rivolte verso l’alto e limate. Quando sono in calore, le vacche vengono talvolta rinchiuse temporaneamente in un box per il parto.

Le vacche sono munte in uno stand di mungitura a tandem 2 x 3, momentaneamente attrezzato solo con quattro aggregati di mungitura. L’intera corte serve da area d’attesa. I costi della stalla con 36 box di riposo per 33–35 vacche, escluso lo spazio per lo stoccaggio di paglia e fieno, sono stati pari a 980 000 franchi. Per ogni vacca sono disponibili 16 m2, uscita compresa. In base a una stima del capoazienda i maggiori costi riconducibili al fatto che le vacche sono munite di corna ammontano a 1 000 franchi per UBG.

n Conclusioni

Le stalle a stabulazione libera sono più adatte per un benessere ottimale degli animali rispetto a quelle a stabulazione fissa. Le stalle a stabulazione libera per animali con corna non presentano inconvenienti a condizione che siano costruite correttamente e siano abbastanza grandi. Chi vuole lasciare alle proprie vacche le corna e garantire loro il confort di una stalla a stabulazione libera deve però sostenere costi di costruzione più elevati. Spetta al singolo agricoltore decidere tra la decornazione, poco costosa, e costi di costruzione maggiori.

194 2.3 Miglioramento delle basi

2.3.1.5 Processo di controlling nei progetti di sviluppo regionale

Il successo dei progetti di sviluppo regionale (PSR) palesa la valenza di questo strumento di politica agricola per lo sviluppo rurale. I risultati del progetto dipendono in gran parte dalla gestione e quindi anche dalle persone che propugnanole proprie idee. Controlling, monitoraggio e valutazione (CMV) sono strumenti di gestione utili per pianificare, dirigere e realizzare in maniera ottimale un progetto di sviluppo regionale (PSR). Servono per rilevare le deviazioni dalla direzione scelta e forniscono le basi per un’eventuale correzione. Queste informazioni sono determinanti per il successo a lungo termine dei PSR. Gli strumenti di valutazione strategici CMV consentono anche di analizzare periodicamente i benefici del PSR a medio e lungo termine.

Per l’UFAG e i Cantoni è importante che i provvedimenti promossi mediante fondi pubblici siano attuati in maniera efficace sulla base degli obiettivi contenuti nell’ordinanza sui miglioramenti strutturali (OMSt) e di quelli di progetto dei PSR. In virtù dell’articolo 170 della Costituzione federale, l’efficacia dei provvedimenti federali deve essere verificata periodicamente. Conformemente all’ordinanza concernente l’analisi della sostenibilità in agricoltura, l’UFAG è tenuto ad analizzare le ripercussioni economiche, ecologiche e sociali della politica agricola e di valutarle dal profilo della sostenibilità. Per poter eseguire una meta-valutazione dello strumento PSR è fondamentale un sistema CMV unitario che fornisca dati uniformi.

n Nuovo concetto di controlling, monitoraggio e valutazione per PSR

Per i motivi succitati, negli anni 2012 e 2013 UFAG e Agridea hanno lanciato con Agroscope, responsabili di PSR in seno ai Cantoni ed enti promotori dei progetti un processo partecipativo volto a sviluppare un concetto uniforme che garantisse e semplificasse notevolmente la pianificazione e la realizzazione di processi CMV nei PSR. A tale scopo è stata elaborata una guida alla gestione efficace, compresa una griglia per il monitoraggio e il controlling, nonché dei modelli di rapporti intermedi e finali. Questi documenti di lavoro mirano a una procedura uniforme nella realizzazione di una gestione del progetto orientata al risultato. In concreto l’UFAG richiede che nella tappa per l’acquisizione delle basi (fase pianificatoria) venga messo a punto un concetto di controlling utilizzando la griglia allestita appositamente. Dalle esperienze maturate nell’accompagnamento di PSR, Agridea raccomanda anche un sistema di monitoraggio per la gestione efficace del progetto. La base per l’elaborazione di un concetto di controlling nell’ambito di un PSR è costituita dalla convenzione di diritto pubblico tra Confederazione, Cantone ed ente promotore del progetto. In essa sono definiti gli obiettivi e le misure che l’ente promotore deve raggiungere e realizzare entro una determinata scadenza. Il grado di raggiungimento degli obiettivi è misurato e valutato secondo le tempistiche prestabilite, in base ai valori target convenuti. Il confronto tra valori target e valori reali come pure l’analisi e la ricerca delle cause delle possibili discrepanze motivano le parti coinvolte ad apportare correzioni ai progetti. Il controlling e il monitoraggio vengono effettuati annualmente, in corso di realizzazione del progetto (rapporto intermedio), la valutazione al termine del PSR (rapporto finale). I dati rilevati per il controlling e i rapporti sono basi preziose per la valutazione globale dello strumento dei PSR.

195 2.3 Miglioramento delle basi

Ciclo di controlling, monitoraggio e valutazione nei PSR

9 3

Idea di progetto Valutazione strumento PSR Ciclo annuale 1 2

4 5

Decisioni, adeguamenti, miglioramenti Analisi dei dati Confronto stato auspicato – stato attuale

Quadro strumento progetti di sviluppo regionale Raccolta dei dati 6 7 8

n Inizio promettente ed ulteriore procedura

A giugno 2013 è stato introdotto ufficialmente il nuovo sistema CMV per i PSR. Nell’ambito dello scambio di esperienze organizzato da Agridea a livello nazionale sull’accompagnamento di progetti e sui PSR, tale sistema è stato presentato nel dettaglio a diversi responsabili dei Cantoni, coach ed enti promotori di progetti. Da luglio 2013 in tutti i PSR in fase di pianificazione dei dettagli o di attuazione, si è lavorato con il nuovo sistema CMV. Anche i PSR per i quali l’attuazione era iniziata prima dell’introduzione del nuovo concetto vengono progressivamente adattati al nuovo sistema. I nuovi progetti, come anche quelli già in corso, sono sostenuti, se necessario, dall’UFAG e da Agridea nell’elaborazione del CMV. Per semplificare ulteriormente il processo, al momento viene elaborato, sotto la guida dell’UFAG e di Agroscope, un insieme di indicatori chiave che consente una futura valutazione dello strumento di politica agricola dei PSR nel complesso, è applicabile a tutti i singoli PSR e può essere seguito a lungo termine.

196 2.3 Miglioramento delle basi
Fonti: Agridea, UFAG
Rapporto intermedio
Pianificazione
Rapporto finale (Autovalutazione) UFAG, Cantone UFAG, Cantone Realizzazione Monitoraggio
annuale
Decisione per la realizzazione
Bozza di progetto Accertamenti prelim. Tappa per l’acquisizione delle basi Pianificazione e preventivo di C, M e V (Controlling)

2.3.2 Conoscenza agricola – ricerca, consulenza, formazione

I sistemi della conoscenza, e dell’innovazione come quello dell’agricoltura, sono costituiti da attori e istituzioni del mondo della ricerca, formazione, consulenza e pratica. Un’interazione tra tutti i partner, in cui si pone l’accento sul coordinamento e sulla collaborazione, consente di sfruttare l’intero potenziale del sistema a beneficio di agricoltura, ambiente e società. Nell’ambito delle sue attività di promozione nella ricerca e consulenza, pertanto, l’UFAG attribuisce molta importanza all’interconnessione. Con gli strumenti di promozione a disposizione si coinvolgono diversi attori della ricerca e consulenza. Tali attività sono sostenute da programmi di ricerca nazionali e internazionali.

2.3.2.1 Sistema dell’innovazione e della conoscenza in agricoltura (LIWIS)

La crescente complessità delle conoscenze e delle sfide future, ma anche l’accelerazione nella creazione di conoscenza e la maggiore esigenza di innovazione, richiedono un sistema dell’innovazione e della conoscenza in agricoltura (LIWIS) che funzioni in maniera flessibile, interconnessa, efficiente, sussidiaria e orientata ai clienti. Di conseguenza, le istituzioni devono adeguarsi costantemente al nuovo contesto. Nel LIWIS vengono elaborate, preservate e comunicate le conoscenze sulla produzione delle derrate alimentari, sulla conservazione delle basi vitali naturali e sulla cura del paesaggio rurale Il LIWIS è costituito dalle quattro unità di sistema ricerca, formazione, consulenza e pratica. La Svizzera promuove sia la ricerca agronomica volta ad acquisire conoscenze dirette sia quella orientata alla pratica e dispone di una valida offerta formativa a livello professionale e superiore nonché di un’ampia consulenza.

Gli attori devono impostare le condizioni quadro per ricerca, formazione, consulenza e pratica in maniera tale da creare e applicare innovazione. A tale scopo hanno bisogno di adeguati margini di manovra e risorse, ma anche di consapevolezza nei confronti della necessità di innovazione. Imprenditorialità significa innanzitutto essere innovativi, poiché si tratta di trovare soluzioni sempre migliori per le sfide attuali e buoni approcci per problemi nuovi.

A livello europeo sono in atto iniziative, nell’ambito dell’Agricultural Knowledge and Innovation System (AKIS) e del Support of Learning and Innovation Networks for Sustainable Agriculture (SOLINSA), che trasformano i sistemi nazionali di conoscenza in sistemi aperti d’innovazione.

197 2.3 Miglioramento delle basi

2.3.2.2 Ricerca

n Riorganizzazione di Agroscope

Il raggruppamento di tutte le sedi di Agroscope in un’unica, operativa dal 2014, potenzia la ricerca per la filiera agroalimentare. «Alimenti buoni, ambiente sano» è il motto del futuro orientamento di Agroscope. La conduzione strategica è separata da quella operativa. Nel complesso i quattro istituti di Agroscope dispongono di competenze ben definite. Il nuovo mandato di prestazione 2014–2017 sostiene una stretta collaborazione tra tutte le sedi. La riorganizzazione offre importanti sinergie anche nella gestione dei marchi e nella comunicazione.

Dall’inizio del 2014 Agroscope Changins-Wädenswil ACW, Agroscope Liebefeld-Posieux ALP-Haras e Agroscope Reckenholz-Tänikon ART si presentano sotto il nome di Agroscope, Istituto di ricerca federale per l’agricoltura e la filiera alimentare. Mediante il Consiglio di Agroscope, l’UFAG definisce la strategia, gli obiettivi e l’effetto desiderato. Le competenze dei quattro nuovi istituti di Agroscope, chiaramente stabilite, riguardano importanti settori dell’ecosistema agricolo e delle catene di valore nella filiera agroalimentare (sicurezza alimentare incl.). La nuova struttura offre interazioni ottimali per poter trattare questioni inter/ transdisciplinari nel sistema agroalimentare.

Definizione di quattro nuovi ambiti

Agroscope continuerà ad avere i compiti svolti finora, seppur definiti in maniera più chiara. Essi comprendono:

– ricerca e sviluppo a favore della filiera agroalimentare;

– approntamento di basi decisionali per la legislazione delle autorità federali;

– esecuzione nel quadro della legislazione agricola e degli accordi con altri Uffici federali;

– scambio di conoscenze e trasferimento di tecnologie.

Esame periodico e accompagnamento

Il Consiglio per la ricerca agronomica, una commissione extraparlamentare nominata dal Consiglio federale, verifica periodicamente l’attualità, l’efficienza e l’efficacia della ricerca federale a favore della filiera agroalimentare. Esso, inoltre, d’intesa con l’UFAG, può far valutare singoli settori di Agroscope. In collaborazione con il Consiglio di Agroscope, istituisce comitati per il trattamento di aspetti concreti.

Agroscope elabora soluzioni per la filiera agroalimentare svizzera. A tale scopo si orienta alla ricerca internazionale e pertanto può riconoscere tempestivamente le tendenze. Il neocostituito «Consiglio scientifico», riconosciuto a livello internazionale, fornisce consulenza ad Agroscope. Il «Consiglio dei gruppi interessati» garantisce il necessario orientamento alla pratica. In esso siedono rappresentanti di diverse associazioni di categoria, parlamentari e autorità cantonali e nazionali.

Consiglio di direzione

e Istituti

Il nuovo Consiglio di direzione di Agroscope è costituito da Michael Gysi (Capo), Christine Grivel Niklaus (Responsabile dell’Unità Risorse) e dai quattro responsabili degli Istituti. Jean-Philippe Mayor, responsabile dell’Istituto delle scienze della produzione vegetale (IPV), funge da supplente e responsabile della Corporate Communication. Paul Steffen, responsabile del Corporate Research, dirige l’Istituto delle scienze della sostenibilità (ISS). Daniel Guidon è responsabile dell’Istituto delle scienze della produzione animale (IPA) e Hans-Peter Bachmann di quello delle scienze alimentari (ISA).

198 2.3 Miglioramento delle basi

– La produzione vegetale è un pilastro della filiera agroalimentare svizzera. Oltre alla produzione sostenibile di derrate alimentari sane, assumono maggiore importanza le sfide della sicurezza alimentare e dell’autoapprovvigionamento. L’Istituto delle scienze della produzione vegetale pone l’accento su una produzione vegetale eterogenea, con varietà adeguate, in solidi sistemi di coltivazione. I lavori di ricerca si occupano della protezione delle colture dai nuovi agenti patogeni e dagli influssi negativi del clima. Le derrate alimentari non possono essere contaminate da sostanze nocive per la salute.

La ricerca presso l’Istituto delle scienze della produzione animale comprende tutte le attività che hanno come obiettivo la produzione sostenibile e competitiva di latte, carne e prodotti apicoli come base per prodotti sani, sicuri e di elevata qualità. Inoltre comprende il sostegno dell’allevamento sostenibile di cavalli e la ricerca sui problemi rilevanti per la protezione degli animali nella detenzione di ruminanti e suini.

– L’Istituto delle scienze alimentari, con la sua attività di ricerca, contribuisce notevolmente allo scambio di conoscenze e fornisce prestazioni per un’alimentazione della popolazione sicura, equilibrata, sostenibile e gustosa basata su derrate alimentari fresche e trasformate di provenienza svizzera. L’ISA dispone di una collezione ineguagliabile di microrganismi con un’elevata biodiversità da cui produce colture per i prodotti alimentari fermentati.

– L’attività dell’Istituto delle scienze della produzione animale è incentrata sulla ricerca e sull’applicazione della sostenibilità nella filiera agroalimentare. Mediante un approccio di sistema globale, l’ISS sviluppa basi e criteri decisionali per l’agricoltura, le autorità e la società nei settori ecologia, economia e tecnologia agricola. All’interno di Agroscope coordina la ricerca sull’agricoltura biologica.

Consiglio Agroscope

Consiglio della ricerca agronomica

Consiglio della scienza Approccio scientifico

Consiglio dei gruppi interessati

Capo Agroscope Corporate Research Corporate Communication

Riferimento alla pratica

Istituto delle scienze della produzione vegetale IPV

Istituto delle scienze della produzione animale IPA

Istituto delle scienze alimentari ISA

Istituto delle scienze della sostenibilità ISS

Unità Risorse

Fonte: Agroscope

199 2.3 Miglioramento delle basi
UFAG

n Ambiti tematici della ricerca di Agroscope

Per gli anni 2014–2017 Agroscope dispone di un nuovo mandato di prestazione. Il Consiglio federale ha approvato la relativa proposta dell’UFAG, in cui sono definiti sei ambiti tematici ai quali la ricerca di Agroscope si deve orientare dal profilo strategico. Accordi di prestazioni annuali con i quattro nuovi istituti di Agroscope concretizzano il mandato. Agroscope è promotore di una stretta collaborazione tra ricerca fondamentale e ricerca applicata. Cerca e offre soluzioni definite sulla base di criteri scientifici per le sfide che si pongono nel settore dell’alimentazione e dell’agricoltura nel contesto nazionale e globale.

La crescita demografica, la diminuzione delle superfici agricole utili, il cambiamento climatico e uno spazio commerciale sempre più globalizzato sono gli sviluppi con cui deve confrontarsi il settore agroalimentare svizzero. Agroscope si assume tali compiti e partecipa a uno scambio scientifico permanente a livello internazionale. La priorità è data a soluzioni per la pratica svizzera. L’obiettivo è una produzione efficiente, rispettosa dell’ambiente e che soddisfi le esigenze del mercato affinché sia garantita l’offerta di derrate alimentari sane. Il mandato di prestazione si fonda sul Piano direttore della ricerca per l’agricoltura e la filiera alimentare. Esso definisce sei ambiti tematici a cui si orienta Agroscope.

1. Intensivazione ecologica

Considerata la crescita demografica globale e nazionale è necessario potenziare la produzione agricola senza aumentare ulteriormente il carico ambientale. In vista di tale intensivazione ecologica Agroscope lavora, pertanto, a procedure efficienti e più rispettose dell’ambiente nella detenzione di animali e produzione vegetale. L‘impiego di prodotti fitosanitari, concimi o additivi deve essere ridotto lungo tutta la linea di produzione. Sulla base di indicatori elaborati da Agroscope, si stimano i rischi e le ripercussioni a lungo termine dei prodotti fitosanitari.

2. Consolidamento delle risorse naturali

Le risorse naturali suolo, aria, acqua e biodiversità sono le basi della nostra agricoltura. Affinché ne possano fruire anche le generazioni future, Agroscope ricerca forme di gestione sostenibili. In particolare occorre migliorare l’utilizzazione parsimoniosa delle risorse idriche vitali. Gli sforzi profusi dall’agricoltura per la salvaguardia, la promozione e l’utilizzo della biodiversità sono accompagnati e sostenuti attivamente da Agroscope.

3. Sfida costituita dai cambiamenti climatici

Dalla filiera agroalimentare ci si aspetta che riduca le emissioni di gas serra e preservi le riserve di carbonio, adeguando al contempo la produzione ai cambiamenti climatici. L’aumento delle temperature ed estati secche determinano, in molte regioni, un maggiore fabbisogno idrico in campicoltura e foraggicoltura. Grazie ai modelli di calcolo di Agroscope si riconosce tempestivamente quando e dove in Svizzera vi è rischio di carenza idrica. Inoltre Agroscope analizza come singoli provvedimenti nella gestione del suolo, nella selazione delle colture e delle varietà nonché nel piano di coltivazione influisconosul bilancio idrico e modificano le condizioni climatiche.

200 2.3 Miglioramento delle basi

4. Derrate alimentari di alta qualità

A livello mondiale la diffusione di infezioni e intossicazioni alimentari è sempre più un problema sanitario ed economico. Per avere derrate alimentari sane ovvero prive di sostanze e microrganismi nocivi, occorrono strategie come la tracciabilità, il controllo delle sementi, metodi di coltivazione e di trasformazione adeguati, selezione delle varietà o protezione dei vegetali. Agroscope sostiene produttori, addetti alla trasformazione,servizi interessati e Cantoni con conoscenze tecniche, dati sulle prevalenze e risultati di ricerca, affinché il livello della sicurezza alimentare resti elevato.

5. Miglioramento della competitività

Per la competitività sono importanti i costi di produzione, l’efficacia delle fasi di liberalizzazione o l’evoluzione sui mercati agricoli nazionali e internazionali. Agroscope fornisce conoscenze per l’impostazione di condizioni quadro adeguate nonché di basi decisionali per la politica e le imprese. Sulla base dell’»Analisi centralizzata dei dati contabili» condotta da Agroscope dal 1976, si analizza la situazione economica delle aziende agricole svizzere. Nei prossimi anni il metodo di valutazione sarà completamente rivisto.

6. Vitalità e attrattiva delle aree rurali.

Un paesaggio agricolo svizzero attrattivo offre ai suoi abitanti non solo un ambiente intatto ma anche un particolare contesto sociale e un reddito sufficiente. Agroscope analizza come le aziende agricole, grazie a offerte turistiche, prestazioni ambientali o energie rinnovabili possono diversificarsi dal profilo economico. Crea le basi per uno sviluppo sostenibile e una pianificazione territoriale congruenti, elabora proposte di soluzioni sostenibili, effettua ricerche sui sistemi e le catene del valore aggiunto e valuta le possibilità e i rischi delle nuove tecnologie.

Programmi di ricerca

Il programma di ricerca è fondamentale per Agroscope. È essenziale riconoscere che la risposta a questioni attuali e rilevanti dal profilo sociale nonché a importanti problemi della filiera agroalimentare svizzera richiedono un approccio di ricerca interdisciplinare.

Nel primo trimestre 2014 sono stati conclusi i tre programmi di ricerca di Agroscope in corso dal 2008. Si tratta di: ProfiCrops (soluzioni per una produzione vegetale competitiva in un contesto sempre più liberalizzato), NutriScope (importanza della catena alimentare, dalla coltivazione al consumo, per quanto concerne la qualità e la sicurezza degli alimenti) e AgriMontana (contributo dell’agricoltura a uno sviluppo sostenibile delle regioni di montagna).

Nell’estate 2014 sono stati lanciati i programmi «Biodiversità microbica» e «REDYMO: riduzione e dinamica dei microrganismi resistenti ad antibiotici e persistenti lungo la filiera alimentare». Essi trattano temi a medio e lungo termine che racchiudono un potenziale per l’impostazione di nuovi settori di ricerca e di sviluppo. Per il periodo 2014–2018 Agroscope sostiene il Programma nella misura di 0,8 milioni di franchi l’anno.

201 2.3 Miglioramento delle basi

2.3.2.3 Consulenza

In Svizzera la consulenza in ambito agricolo e in economia domestica rurale in Svizzera è organizzata su due livelli. La consulenza diretta alle famiglie contadine è fornita sul posto, in primo luogo dai servizi cantonali di consulenza. A seconda del Cantone, questi sono subordinati al centro di formazione e consulenza, all’ufficio dell’agricoltura o a un’associazione contadina cantonale. I responsabili sono affiliati al Forum Consulenza Svizzera. In alcuni settori specifici quali apicoltura, avicoltura o economia alpestre, sono operativi i servizi di consulenza di organizzazioni agricole.

AGRIDEA sostiene il personale addetto alla consulenza nei Cantoni e nelle organizzazioni. Sviluppa nuovi metodi di consulenza, offre attività di perfezionamento specifiche per il personale addetto alla consulenza, elabora nuove conoscenze derivate dalla ricerca e dall’esperienza e le integra nel processo di innovazione. Inoltre, AGRIDEA promuove e coordina le piattaforme e i forum o lavora al loro interno, facilitando lo scambio di conoscenze ed esperienze. L’UFAG ha stipulato un contratto di aiuto finanziario con AGRIDEA per altri quattro anni, dal 2014 al 2017, e finanzia tali prestazioni mediante un contributo di base.

Di questo sistema globale della conoscenza agricola e dell’innovazione fanno parte anche altri attori che partecipano più o meno attivamente alla consulenza e allo scambio di informazioni: Agroscope, scuole universitarie professionali, IRAB, associazioni, media ed economia privata.

Uscite della Confederazione per il sostegno alla consulenza – 2013

Fonte:

Assegnazione previa gara pubblica nel settore della consulenza

Dal 2014 l’UFAG stanzierà parte dei fondi previa gara pubblica (bandi e aiuti finanziari per domande di contributo) onde promuovere concorrenza e garantire la comparabilità dei costi. Nuovi attori hanno la possibilità di affacciarsi sul mondo della consulenza e di dimostrare la propria efficacia ed efficienza. Inoltre, nuovi e vecchi attori possono proporre contenuti differenti o approcci finora inesplorati. Ciò crea flessibilità e maggior dinamismo all’interno del sistema e, di conseguenza, spazio per l’innovazione.

La consulenza deve avere due effetti.

Effetto innovativo: la consulenza ha lo scopo di agevolare l’applicabilità pratica delle conoscenze teoriche o dei risultati della ricerca, trasmettendoli con metodi adeguati e basi d’intervento e d’applicazione già disponibili. La consulenza deve modificare in maniera misurabile l’obiettivo prefissato nella pratica (reddito disponibile, quota di mercato, impatto ambientale, ecc.) o migliorare la funzionalità del sistema.

– Effetto moltiplicatore: i progetti di consulenza non devono poter essere applicati solo in un contesto specifico, bensì in maniera ampia e generale. Il fatto che siano applicabili in più regioni o su diversi gruppi target o per molteplici tematiche (colture agricole, specie animali, procedure, ecc.) li rende molto efficaci. Tuttavia bisogna considerare anche esigenze specifiche.

202 2.3 Miglioramento delle basi
Destinatario mio. fr. Centrale di consulenza (AGRIDEA) 9,5 Servizi di consulenza speciali delle organizzazioni agricole 1,7 Iniziative collettive di progetto 0,8 Totale 12,0
Conto dello Stato

Nei bandi dell’UFAG, nei prossimi anni i settori di promozione «competitività» e «efficienza delle risorse» saranno in primo piano. Nelle domande, che possono essere sottoposte all’UFAG a cadenza trimestrale, l’obiettivo perseguito mediante il progetto deve essere rilevante per il LIWIS e l’agricoltura. Bandi e domande di contributo devono:

ottimizzare il sistema di consulenza, valutarne e migliorarne la struttura e il funzionamento; e/o

introdurre nella pratica nuove conoscenze, fungere da anello di congiunzione tra le conoscenze scientifiche provenienti dalla ricerca e la loro applicazione pratica; e/o

divulgare le esperienze, catalizzare lo scambio nella pratica; e/o

trasmettere condizioni quadro e provvedimenti, informare la pratica sulle condizioni quadro politiche ed economiche.

2.3.2.4 Formazione professionale

n Contributo della formazione professionale alla garanzia di nuove leve e alla professionalità nell’agricoltura

La questione della garanzia delle nuove leve nell’agricoltura è fondamentale per le organizzazioni professionali. I giovani che attualmente seguono tirocini professionali sono sufficienti affinché a medio e lungo termine la categoria possa avere a disposizione abbastanza personale qualificato con il profiloauspicato?

Si tratta di un ambito di attività molto ampio per il quale occorre formare nuove leve: capiazienda, collaboratori agricoli, imprenditori, quadri e collaboratori dei settori a monte e a valle nonché delle istituzioni pubbliche. È nell’interesse della categoria che non solo i capiazienda ma quanti più lavoratori possibile del settore agricolo svolgano una formazione e un perfezionamento in ambito agricolo. Le persone che hanno terminato una formazione professionale di base nel settore agricolo sono buoni «ambasciatori» per la produzione primaria, l’industria di trasformazione e le organizzazioni anche se non dovessero mai gestire una propria azienda.

L’agricoltura, come ogni settore economico, si fonda sull’elevata professionalità di titolari di aziende, capiazienda, quadri e collaboratori. Formazione e perfezionamento sono chiamati a sostenere tale professionalità dal profilo qualitativo e quantitativo.

I cicli di studio nel campo professionale dell’agricoltura si basano in maniera coerente sul sistema educativo svizzero. Il principio «nessun diploma senza pratica» è garantito. Il sistema di formazione professionale di base duale prevede un contratto di tirocinio in un’azienda e la frequenza parallela di una scuola professionale. Questo tipo di formazione gode di ampio sostegno grazie al sistema di collaborazione tra Confederazione, Cantoni e organizzazioni del mondo del lavoro ed è profondamente radicato nell’economia. Garantisce che i giovani apprendisti acquisiscano un profilo professionale moderno e orientato alle esigenze dell’economia, il che si ripercuote positivamente sul fenomeno della disoccupazione giovanile.

203 2.3 Miglioramento delle basi

n Futura domanda di capiazienda e specialisti nell’agricoltura

Domanda di capiazienda

La domanda di capiazienda dipende dall’evoluzione strutturale e dal divario generazionale. Stime in proposito sono difficili. In quale misura sono prevedibili gli sviluppi economici e sociali? È possibile dedurre sulla base del modello di azienda familiare esistente quando le aziende diventeranno più grandi e/o più complesse? C’è da aspettarsi che la razionalizzazione si ripercuoterà sul numero di capiazienda e di specialisti necessari. Si può ipotizzare che diverse qualifiche professionali cambieranno, probabilmente aumenteranno. Secondo alcune stime a medio termine vi sarà un fabbisogno annuo di circa 1 000 – 1 200 nuovi capiazienda.

Domanda di specialisti in altri campi della produzione primaria

Tale domanda è molto variegata. Non può essere chiaramente classificata come quella dei capiazienda ed è difficile fare stime dal profilo quantitativo. Questi esperti vanno assegnati ai seguenti settori di attività: commercio agricolo nelle imprese nei settori a monte e a valle, prestazioni di servizi agricoli (fiduciaria, stima, agriturismo), organizzazioni professionali, amministrazione e aziende presso Confederazione, Cantoni, Comuni, Patriziati, cooperative, consulenza pubblica e privata, formazione e ricerca).

Gli specialisti con titoli nel campo professionale dell’agricoltura (certificato federale di formazione pratica (CFP), esame professionale, esame professionale superiore/esame di maestria, scuole professionali superiori, bachelor, master) possono assumere funzioni nei suddetti settori di attività.

Lo studio sul mercato del lavoro condotto nella primavera 2013 conferma la situazione nota da tempo secondo cui gli specialisti hanno meno difficoltà nella ricerca di un impiego.

204 2.3 Miglioramento delle basi

n Diplomi rilasciati nel settore della formazione professionale di base

I professionisti nel campo professionale dell’agricoltura con diplomi di livello secondario II (CFP e AFC) rappresentano la «riserva» per la maggior parte delle attività professionali nell’economia agricola. Sono in grado di assumere direttamente funzioni o sono in procinto di iniziare un perfezionamento professionale di livello terziario A o B.

Negli anni scorsi hanno iniziato un tirocinio professionale (CFP e AFC) nel settore agricolo (professione di agricoltore e altre professioni agricole specializzate) 1 150–1 250 giovani l’anno. Sebbene la curva demografica lasci presagire che tra il 2010 e il 2018 vi saranno meno giovani in età formativa, nell’ambito della formazione agricola di base non c’è da aspettarsi un crollo.

Conclusioni e analisi della situazione

La professione di agricoltore e altre professioni agricole speciali sono particolarmente attrattive. Consentono agli apprendisti di lavorare con la natura e con gli animali da reddito nonché di utilizzare macchinari moderni. Una parte dei giovani è interessata a un’ampia e solida formazione con queste condizioni quadro. L’evoluzione del numero di apprendisti degli ultimi anni mostra che si tratta prevalentemente di giovani provenienti da regioni rurali particolarmente motivati, per i quali il lavoro ha un forte significato, è variato e garantisce una relativa autonomia. Le correlazioni tecniche, economiche ed ecologiche sono molteplici e conferiscono alle professioni della produzione primaria un interessante profilo.

Non tutti coloro che hanno terminato la formazione di base diventano capiazienda. Muovendo dai summenzionati calcoli, osservando una generazione, ogni anno vi è un deficit di 100–200 professionisti con una solida formazione di base. Tale constatazione è sostenuta dalle osservazioni sul mercato del lavoro. La disponibilità di successori qualificati potrebbe essere ridotta nei prossimi anni. La situazione non è drammatica, ma dev’essere seguita con la massima attenzione.

Il corso sui pagamenti diretti previsto nell’OPD affinché le persone con un’altra formazione professionale acquisiscano il diritto a tali pagamenti compensa al momento il deficit quantitativo di capiazienda. A lungo andare vi è il rischio che sorga un problema qualitativo. Il corso sui pagamenti diretti non deve, quindi, entrare in concorrenza con la formazione professionale ordinaria.

Per l’associazione professionale è fondamentale che quanti più giovani possibile conseguano un AFC o un CFP. Vi è così una buona probabilità che questi acquisiscano le competenze di base per poter in seguito optare per una delle numerose carriere nell’agricoltura esercitata a titolo professionale o in un settore economico a monte o a valle. Tutti coloro che concludono una formazione professionale di base agricola sono preziosi ambasciatori dell’agricoltura e della filiera alimentare.

205 2.3 Miglioramento delle basi

2.3.3 Mezzi di produzione

2.3.3.1 Piano d’azione per la minimizzazione del rischio e l’utilizzo sostenibile dei prodotti fitosanitari

Il 16 marzo 2012 la Consigliera nazionale Tiana Angelina Moser ha depositato il postulato 12.3299 intitolato «Piano d’azione per la minimizzazione del rischio e l’utilizzo sostenibile dei prodotti fitosanitari» in cui il Consiglio federale viene incaricato di valutare se un piano d’azione è uno strumento adatto a ridurre l’impatto che i pesticidi hanno sull’uomo e sull’ambiente. Nella sua risposta datata 23 maggio 2012, il Consiglio federale ha proposto di allestire un inventario delle misure già adottate e, su tale base, di valutare l’utilità di un piano d’azione e d’impostare eventuali misure supplementari (p.es. un piano d’azione che fissa obiettivi di riduzione).

Testo del postulato

Il Consiglio federale è invitato a valutare, se e sotto quale forma un piano d’azione per la minimizzazione del rischio e l’utilizzo sostenibile dei prodotti fitosanitari, come previsto dall’UE, è adatto a ridurre il carico di pesticidi in Svizzera.

Possibili obiettivi e progetti del programma d’azione:

1. elaborare obiettivi e misure di riduzione sulla base di indicatori del rischio;

2. garantire una consulenza imparziale agli agricoltori;

3. migliorare l’informazione dell’opinione pubblica sui rischi.

Il 21 maggio 2014 il Consiglio federale ha adottato un rapporto in risposta al suddetto postulato, che illustra le condizioni quadro attuali e le misure già adottate al fine di ridurre i rischi per l’uomo e l’ambiente. Il Consiglio federale giunge alla conclusione che un piano d’azione è uno strumento adeguato per ottenere miglioramenti.

I prodotti fitosanitari (PF) sono utilizzati nel e al di fuori del settore agricolo. In agricoltura l’obiettivo principale è proteggere le colture da fitopatologie e parassiti nonché dall’infestazione di malerbe. I PF contribuiscono in maniera fondamentale a garantire la resa e la qualità del raccolto. Contengono, però, principi attivi che possono avere effetti indesiderati sull’uomo e sugli organismi non bersaglio; pertanto il loro utilizzo sostenibile e la riduzione dei rischi a esso correlati sono, direttamente o indirettamente, oggetto di numerose disposizioni contenute non soltanto nella legislazione agricola, bensì anche in quella in materia di derrate alimentari, protezione delle acque, prodotti chimici, rifiuti e trasporti. Questi atti normativi hanno l’obiettivo di creare il massimo livello di protezione possibile nei confronti sia della salute umana sia dell’ambiente.

206 2.3 Miglioramento delle basi

n Protezione delle colture

I PF servono a proteggere le colture dagli organismi nocivi (malattie e parassiti delle piante coltivate, vegetazione avventizia) i quali possono causare notevoli perdite di raccolto o un considerevole calo della qualità commerciale dei vegetali prodotti. Secondo diversi studi, le perdite di raccolto dovute a organismi nocivi variano tra il 30 e il 40 per cento della resa potenziale. La presenza di alcune macchie sulla frutta e sulla verdura basta a declassare un’intera partita di merce, con una conseguente notevole perdita di ricavo per i produttori.

I PF vengono utilizzati anche al di fuori del primario, ad esempio negli orti privati, per la cura degli spazi verdi, privati e pubblici, sui campi sportivi e nei parchi, lungo le linee ferroviarie e le strade, nei vivai forestali, eccetera. La crescita incontrollata delle piante può pregiudicare la stabilità delle infrastrutture di trasporto.

Numerose misure preventive permettono di limitare lo sviluppo di malattie e parassiti. Attenuano la pressione degli organismi nocivi sulle colture e diminuiscono la necessità di ricorrere a metodi di lotta diretti: utilizzo di varietà resistenti alle fitopatologie; realizzazione di nuove colture mediante sementi o piantimi sani, muniti di passaporto fitosanitario e di certificato di garanzia della qualità fitosanitaria; misure adottate alla frontiera e all’interno del Paese contro l’introduzione e la diffusione di nuovi organismi nocivi; avvicendamento disciplinato delle colture.

È inoltre possibile procedere alla lotta diretta contro alcuni organismi nocivi attraverso metodi biologici come l’utilizzo di antagonisti naturali o di insetti e acari utili (organismi utili) oppure mediante procedimenti meccanici o termici. Questi metodi, però, presentano limiti dal punto di vista fitosanitario per via del ristretto numero di mezzi di lotta biologica a disposizione. Anche dal punto di vista ecologico vi sono limiti posti, ad esempio, dal rischio d’introduzione di specie esotiche o dal bilancio energetico. È dunque spesso necessario ricorrere a metodi di lotta diretta con i principi attivi naturali o sintetici presenti nei PF. Se non se ne facesse uso, si registrerebbe un calo della produzione di derrate alimentari in Svizzera.

n Rischi correlati ai PF

Per essere efficaci, i PF devono essere biologicamente attivi. Fatta salva qualche rara eccezione, come i feromoni sessuali utilizzati nella lotta contro alcune larve, i principi attivi dei PF non agiscono soltanto sugli organismi nocivi bersaglio. Possono avere effetti anche sulla salute umana o su altri organismi non bersaglio, come api, insetti non nocivi che vivono nella particella trattata o nei suoi dintorni, organismi del suolo, volatili, pesci e organismi acquatici.

Il rischio è in funzione di due fattori: la tossicità del principio attivo e l’esposizione dell’uomo o degli organismi non bersaglio.

La tossicità può variare fortemente tra i vari gruppi di principi attivi. Al fine di determinarla vengono condotti test specifici di laboratorio su differenti organismi che vengono esposti a differenti dosi di PF per poi misurarne gli effetti. Sulla base delle curve dose/effetti osservati, si può determinare la tossicità acuta e la tossicità cronica dei principi attivi. Per gli organismi presi a campione nei test è possibile quindi stabilire le dosi accettabili dal punto di vista tossicologico; su questa base, applicando metodi scientifici, si possono calcolare anche le dosi ammissibili per l’uomo e per gli altri organismi non bersaglio.

L’uomo può essere esposto ai PF in diversi modi: al momento del trattamento, durante il lavoro nei campi trattati, in prossimità delle colture trattate, consumando prodotti alimentari da esse ottenuti o attraverso l’acqua contenente residui di PF. Può entrarvi in contatto anche durante lo stoccaggio, il trasporto, la fabbricazione o l’eliminazione di PF.

207 2.3 Miglioramento delle basi

Allo stesso modo può variare l’esposizione degli organismi non bersaglio. L’impiego di un PF tossico per le api presenta rischi soltanto se questi insetti entrano effettivamente in contatto con il prodotto, altrimenti il rischio è minimo. Per contro il rischio è considerevole se le api entrano in contatto con il PF, ad esempio se il prodotto viene applicato in piena fioritura di una coltura che le attira.

Gli organismi acquatici sono esposti diversamente. Al momento dell’applicazione, un PF può diffondersi nell’aria, per effetto della deriva, e giungere nelle vicine acque superficiali. Analogamente, organismi terrestri non bersaglio che vivono al di fuori delle particelle trattate possono essere esposti al fenomeno della deriva. In caso di precipitazioni dopo un’applicazione, una parte del principio attivo può, a seconda delle circostanze, giungere nelle acque a causa del convogliamento delle acque o attraverso le condotte di drenaggio. Se il riempimento e la pulizia delle irroratrici non sono effettuati in maniera conforme alle prescrizioni o in caso di trattamento di superfici impermeabili come i bordi delle carreggiate o i tetti piatti, i PF possono giungere nelle acque attraverso le canalizzazioni.

Anche gli organismi non bersaglio che vivono nel suolo sono esposti durante il trattamento della particella. I volatili e i mammiferi possono essere direttamente esposti se vanno alla ricerca di cibo nella particella trattata; più spesso, tuttavia, entrano in contatto con il principio attivo del PF in maniera indiretta, ingerendo il cibo.

I PF possono presentare anche un rischio per le colture trattate stesse, se le piante coltivate non sono tolleranti ai PF (fitotossicità). È questo il caso in particolare degli erbicidi la cui selettività varia fortemente da una coltura all’altra.

Il comportamento dei PF durante il processo di degradazione nei diversi comparti ambientali è una componente importante del rischio. Se il processo di degradazione è lento e il prodotto è applicato ripetutamente su uno stesso sito, aumenta il rischio che i principi attivi o i metaboliti bioattivi giungano nella catena alimentare e causino, attraverso il bioaccumulo, un’intossicazione negli animali. I principi attivi dei PF facilmente solubili possono giungere nella falda freatica per effetto del dilavamento. Un principio attivo, che è altamente assorbibile nel suolo e che vi si degrada lentamente, può accumularsi e rappresentare un rischio duraturo per gli organismi presenti nel suolo. Un principio attivo che si degrada lentamente nell’acqua può essere trasportato per lunghe distanze e rappresentare una minaccia per organismi viventi a valle del corso d’acqua.

Rischi specifici sono correlati all’utilizzo di PF che contengono o che sono costituiti da organismi. Organismi esotici potrebbero diventare invasivi e soppiantare le specie indigene o incrociarsi con specie locali.

Tenuto conto dell’elevato potenziale di rischio presentato dai PF, vi sono numerose prescrizioni legali che ne disciplinano l’utilizzo. Essendo sostanze bioattive applicate direttamente e in maniera mirata nell’ambiente, rispetto ad altri prodotti chimici i PF sono oggetto di ricerche più approfondite dal punto di vista delle proprietà tossicologiche e degli effetti sull’ambiente. Anche i rischi che presentano sono generalmente ben valutati.

208 2.3 Miglioramento delle basi

n Misure di riduzione dei rischi

Nel settore fitosanitario sono attuate numerose misure per ridurre i rischi.

La procedura di omologazione costituisce uno strumento importante per ridurre i rischi correlati all’utilizzo dei PF. In tale ambito vengono vagliati diversi rischi per l’uomo e per l’ambiente. Un PF può essere omologato unicamente se, allo stato delle conoscenze e presupposto un utilizzo conforme, non presenta alcun rischio inaccettabile per l’uomo e per l’ambiente. Se del caso, l’omologazione fissa, nelle prescrizioni d’uso, le necessarie misure di riduzione del rischio (p.es. misure di protezione per l’utilizzatore, distanze minime rispetto alle acque superficiali). Siccome i rischi che presentano i PF sono valutati sulla scorta delle conoscenze disponibili all’atto dell’omologazione, sono effettuati riesami delle omologazioni per tener conto dei progressi scientifici. Se necessario, si procede all’adeguamento delle prescrizioni d’uso oppure al ritiro del prodotto dal mercato.

A prescindere dall’omologazione, molte misure consentono in linea generale di limitare il ricorso ai PF o di ridurre le emissioni in caso di applicazione.

I divieti d’impiego, ad esempio in prossimità dei corsi d’acqua e nelle zone umide, garantiscono una protezione efficiente di questi habitat particolarmente sensibili.

Le prescrizioni correlate ai pagamenti diretti e alla promozione di forme di produzione particolarmente rispettose dell’ambiente contribuiscono a diminuire l’uso di PF in agricoltura.

Le reti di sorveglianza gestite dai servizi fitosanitari cantonali e i sistemi di allerta, che consentono di prevedere lo sviluppo delle malattie e dei fitofagi, contribuiscono a limitare il numero di applicazioni in funzione della pressione effettiva esercitata dagli organismi nocivi sulla coltura da proteggere.

Lo sviluppo e l’attuazione di tecniche d’applicazione più precise riducono la deriva e le emissioni nelle particelle limitrofe.

Oltre a queste misure sono stati realizzati diversi sistemi di monitoraggio e di controllo delle immissioni di principi attivi di PF e di prodotti derivati dal processo di degradazione in vari comparti ambientali nonché nella catena alimentare. Si tratta in particolare dei programmi di sorveglianza delle acque sotterranee e superficiali nonché dei controlli relativi a eventuali residui nelle derrate alimentari svolti dai competenti servizi cantonali.

n Utilità di un piano d’azione per l’utilizzo sostenibile dei PF

A complemento delle misure esistenti, il Consiglio federale è giunto alla conclusione che un piano d’azione è uno strumento adeguato per limitare i rischi correlati ai PF e per incentivarne l’utilizzo sostenibile. Un piano d’azione può contribuire in particolare a: fissare obiettivi comuni, ampiamente condivisi, per un utilizzo sostenibile dei PF che rispondano a tre esigenze: protezione della salute umana, protezione dell’ambiente e protezione delle colture. A tal fine è necessario instaurare un dialogo serrato tra le istituzioni federali e cantonali, il primario, l’industria chimica, le associazioni ambientaliste, le aziende di approvvigionamento idrico, eccetera. Ciò consentirebbe d’incentivare la reciproca comprensione delle aspettative e delle esigenze, talvolta differenti, correlate all’impiego dei PF e sostenere un intervento coerente fondato su una base largamente rappresentativa così come misure coordinate, attuabili nella pratica ed efficienti; fungere da quadro di riferimento per definire le priorità per il potenziale di miglioramento rispetto alle misure esistenti laddove sia necessario ridurre ulteriormente il rischio. La definizione delle priorità per il potenziale di miglioramento, comprese quelle inerenti alle esigenze nel campo della ricerca e della consulenza, deve essere effettuata mentre si elabora il piano d’azione, tenendo conto degli obiettivi fissati e dei fondi disponibili nonché coinvolgendo gli ambienti interessati e le autorità esecutive;

209 2.3 Miglioramento delle basi

consentire di valutare la necessità di strumenti supplementari per raggiugere gli obiettivi fissati in modo efficiente e per colmare le lacune;

fungere da quadro di riferimento per coordinare le misure esistenti con cui ridurre i rischi correlati ai PF, onde migliorare considerevolmente l’utilizzo e lo scambio tra gli attori di informazioni già disponibili. Ciò richiede un coordinamento tra le istituzioni che potrebbe avvenire nell’ambito dell’attuazione del piano d’azione;

servire da strumento di promozione dell’informazione rivolta agli attori interessati e al pubblico. L’utilizzo dei PF e la necessità di ridurre i rischi ad esso correlati rappresentano un tema sempre più sentito dal pubblico e dagli ambienti politici. Le esigenze e le aspettative sociali rispetto all’utilizzo dei PF sono assai diverse. In questi ambiti, le autorità sono tenute a informare gli attori e il pubblico in maniera obiettiva.

2.3.3.2 Conservazione delle risorse fitogenetiche in foraggicoltura

Le superfici alpine oltre il limite del bosco e quelle aperte sono coperte prevalentemente da graminacee ed erbe per via delle proprietà climatiche (steppe) o dell’intenso sfruttamento da parte della fauna selvatica.

L’arco alpino presenta condizioni speciali per quanto riguarda clima, condizioni proprie del sito quali esposizione e declività, nicchie ecologiche e altri fattori evolutivi che hanno determinato lo sviluppo di un’ampia variabilità genetica. La Svizzera, inoltre, presenta un’alta percentuale di prati naturali con un’intensità di gestione graduata. Dal punto di vista nazionale e internazionale la ricchezza di piante foraggere della Svizzera è particolarmente meritevole di essere conservata.

La selezionare mirata di graminacee e altre piante foraggere (p.es. trifoglio) è iniziata secoli fa. La selezione di singole piante foraggere e il loro utilizzo su larga scala hanno ridotto enormemente la variabilità delle risorse genetiche. La grande diversità genetica delle piante foraggere in Svizzera va preservata in quanto risorsa naturale per poter reagire a nuove sfide future. La conservazione delle risorse genetiche delle piante foraggere va promossa in situ. Le piante foraggere presenti nei prati naturali non sono piante coltivate vere e proprie, bensì piante spontanee che si sono sviluppate per via dell’interazione tra gestione e caratteristiche locali. La conservazione in situ permette di tenere conto degli effetti dello sviluppo, ad esempio, delle condizioni climatiche su queste risorse genetiche e comporta pertanto notevoli vantaggi supplementari. Al fine di rilevare le superfici foraggere da conservare in situ, il territorio svizzero è stato suddiviso in 6 regioni biogeografiche. Si è proceduto individuando le associazioni vegetali formatesi in seguito alla gestione e all’utilizzo nel corso degli anni. Su una superficie circolare di 25 m2 selezionata in un punto rappresentativo del sito viene redatta la lista delle varietà, effettuando la stima del grado di copertura. Il rilevamento delle superfici da conservare in situ e i criteri per la conservazione a lungo termine delle associazioni vegetali sono stati convalidati mediante due progetti. La conservazione delle superfici foraggere può essere garantita a condizione che si assicuri una gestione costante dal punto di vista della concimazione e dell’intensità di utilizzo. È inoltre estremamente importante che non venga effettuata alcuna sovrasemina con sementi estranee. Si sta valutando come promuovere a lungo termine la conservazione di tali superfici foraggere.

210
2.3 Miglioramento delle basi

2.3.3.3 Campagna di mercato sui concimi 2011/12

n Situazione iniziale e obiettivo della campagna

I concimi commercializzati in Svizzera devono essere omologati. L’UFAG è il competente organo di omologazione. I concimi vengono omologati in conformità dell’ordinanza sui concimi (OCon, RS 916.171), a condizione che, se applicati correttamente, non mettano in pericolo l’uomo, gli animali e l’ambiente e siano efficaci per l’uso previsto. Sono suddivisi in prodotti soggetti all’obbligo di notifica, prodotti esenti dall’obbligo di notifica o prodotti soggetti all’obbligo di autorizzazione. I concimi minerali corrispondenti a un tipo di concime elencato nell’ordinanza sul libro dei concimi (OLCon, RS 916.171.1) possono essere importati e commercializzati in Svizzera senza notifica o autorizzazione dell’UFAG a condizione che adempiano i requisiti concernenti l’etichettatura e i tenori in sostanze nutritive e sostanze nocive. Gli importatori e i commercianti di concimi aziendali sono tenuti a garantire sotto la propria responsabilità il rispetto di queste condizioni.

I Cantoni controllano se i concimi presenti sul mercato adempiono le disposizioni del diritto sui concimi. Su loro richiesta l’UFAG ne coordina l’attività in cosiddette campagne nazionali. L’ultima è stata condotta nel 2011/12. Complessivamente sono stati vagliati 103 concimi in 11 Cantoni per verificare la conformità dell’etichettatura e la corrispondenza dei tenori in sostanze nutritive dichiarati con quelli emersi dalle analisi. Sono stati anche analizzati i tenori di 10 metalli pesanti per fare il punto della situazione in relazione ai concimi. Nel selezionare i campioni ci si è concentrati sui concimi minerali più frequentemente impiegati in Svizzera. Dei 103 campioni esaminati l’89 per cento era costituito da concimi minerali e l’11 per cento da concimi organici od organico-minerali.

211 2.3 Miglioramento delle basi

n Prescrizioni sull’etichettatura – è indicato quanto richiesto?

L’etichettatura dei concimi è stata esaminata sulla base di 11 criteri: leggibilità, lingua, pubblicità ingannevole, nome commerciale, tipo di concime, commerciante, dichiarazione delle sostanze nutritive, peso e tre criteri sulle istruzioni d’uso. Le lacune più frequenti contestate in oltre il 10 per cento dei casi riguardano la lingua dell’etichetta, l’indicazione del tipo di concime, l’indicazione del commerciante e la mancanza di indicazioni relative allo stoccaggio e all’eliminazione. In linea generale le norme di etichettatura sono applicate bene.

Risultati della verifica delle norme di etichettatura sulla base di 11 criteri

Nome commerciale

Peso

Pubblicità ingannevole

Leggibilità

Dichiarazione sostanze nutritive Commerciante

Lingua

Tipo di concime

Prescrizioni d'uso e dosaggio (istruzioni d'uso)

Indicazioni e avvertenze sui pericoli per l'ambiente (istruzioni d'uso)

Indicazioni su stoccaggio e smaltimento (istruzioni d'uso)

n Tenore in sostanze nutritive – è contenuto quanto è indicato?

Fonte: UFAG

Nel 17 per cento dei casi, confrontando i tenori in sostanze nutritive analizzate (azoto, fosforo, potassio e magnesio) con quelli riportati sulle etichette, sono emersi valori più bassi che hanno dato adito a contestazioni. Il grado di dettaglio non è sufficiente per sapere se in generale si trattava di differenze marginali. Nell’83 per cento dei casi sono stati raggiunti i valori dichiarati e secondo il diritto sui concimi non viene contestato il fatto che i tenori rilevati siano superiori a quelli dichiarati.

n Tenore in metalli pesanti – cosa è contenuto, cosa non è indicato?

Le ultime analisi sui tenori in metalli pesanti nei concimi minerali risalgono al 1991. In occasione della campagna sui concimi 2011/12 ne sono state svolte altre per rilevare i tenori in dieci metalli pesanti: arsenico, piombo, cadmio, cromo, cobalto, rame, molibdeno, nichel, vanadio e zinco. Non tutti gli elementi analizzati sono da considerarsi sostanze nocive, alcuni (cobalto, rame, molibdeno e zinco) sono sostanze nutritive delle piante riconosciuti e autorizzati, appartenenti al gruppo dei microelementi e aggiunti intenzionalmente ai concimi. I risultati indicano nel complesso una varianza notevole. Dal confronto con studi precedenti emerge che i tenori in metalli pesanti nei concimi minerali non sono sostanzialmente cambiati negli ultimi dieci anni. In sintesi si può affermare che i concimi azotati e potassici presentano i tenori in metalli pesanti più bassi, quelli fosfatici i più alti (per maggiori informazioni sul tema fosforo cfr. cap. 1.3.1 Ecologia); ciò si traduce anche in tenori superiori nei concimi minerali contenenti più sostanze nutritive NP, PK e NPK.

212 2.3 Miglioramento delle basi
0 10 20 30 50 60 40 90 80 70 100 In %
Nessuna lacuna Lacuna

Nell’allegato 2.6 dell’ordinanza sulla riduzione dei rischi inerenti ai prodotti chimici (ORRPChim) sono fissati i requisiti di qualità dei concimi per quanto concerne i tenori in sostanze nocive. Tutti i concimi analizzati sono risultati conformi ai requisiti per sette metalli pesanti. Soltanto per il cadmio sono stati riscontrati relativamente spesso tenori superiori.

Il cadmio è una componente naturale delle rocce. È noto che i concimi fosfatici, composti, contenenti o ottenuti da fosfato grezzo, possono presentare tenori di cadmio alti a seconda della provenienza del fosfato grezzo. In Svizzera per i concimi minerali contenenti più dell’1 per cento di fosforo viene applicato un valore limite di 50 g di cadmio/t di fosforo. Il 45 per cento dei 44 concimi fosfatici analizzati presentava un tenore in cadmio superiore al limite, in due casi il valore era addirittura quattro volte superiore. Va notato che l’UE ha un numero minore di normative e che non sono unitarie sui valori limite per i metalli pesanti.

Superamento del valore limite del cadmio nei concimi fosfatici

Totale concimi analizzati: 44

> 200 – 220 g cadmio / t fosforo

> 100 –140 g cadmio / t fosforo

> 50 –100 g cadmio / t fosforo

n Conclusioni

0–50 g cadmio / t fosforo

Dalla campagna sui concimi 2011/12 emerge che le condizioni poste dal diritto sui concimi minerali, organici e organico-minerali non sono sempre adempiute. Soltanto poco più della metà dei concimi fosfatici analizzati rispetta il valore limite fissato per il cadmio. Gli importatori e i commercianti di concimi sono esortati a controllare e a migliorare il loro sistema di assicurazione della qualità.

Per i concimi fosfatici si delinea un’ulteriore sfida: i giacimenti di fosfato grezzo non sono eterni. Nei decenni a venire, pertanto, sarà sempre più caro ricavare concimi fosfatici d’alta qualità. La Confederazione è dunque chiamata a creare delle condizioni quadro che promuovano il riciclo del fosforo affinché in futuro sia possibile chiudere meglio il ciclo di tale elemento.

213 2.3 Miglioramento delle basi
Fonte: UFAG
54,5 % 29,5 % 11,4 % 4,5 %

2.3.3.4 Organismi geneticamente modificati negli alimenti per animali

Alimenti per animali contenenti OGM notificati alla dogana all’importazione Anno Volume totale di alimenti per Alimenti per animali Alimenti per animali animali importati notificati contenenti OGM notificati

Tra il 2008 e il 2012 in Svizzera non sono stati importati alimenti per animali geneticamente modificati, sebbene il diritto preveda tale possibilità. Una varietà geneticamente modificata di soia e due di mais sono state autorizzate in Svizzera quali derrate alimentari e alimenti per animali e sono presenti sul mercato internazionale.

Nel 2013, per la prima volta dal 2007, sono stati nuovamente importati in Svizzera alimenti per animali geneticamente modificati. Essi vanno etichettati in modo conforme se messi in vendita. Si è trattato esclusivamente di alimenti per animali da compagnia. La quantità importata, inoltre, non è che una piccola percentuale dell’intero volume.

Analisi sulla presenza di componenti OGM negli alimenti per animali da reddito a cura di Agroscope

Anno Campioni prelevati dalla Indicazioni Campioni prelevati da ALP Indicazioni dogana all’importazione non veritiere da prodotti sul mercato non veritiere

214 2.3 Miglioramento delle basi
in t in t in % 2009 380 018 0 0 2010 455 877 0 0 2011 491 419 0 0 2012 436 099 0 0 2013 445 381 13 0,003 Fonti: UFAG, DGD
contenenti OGM
Numero Numero Numero Numero 2009 96 0 241 0 2010 60 0 237 1 2011 59 0 239 4 2012 41 0 284 1 2013 62 0 311 1 Fonte: Agroscope

2.4 Temi particolari

2.4.1 Ispettorato delle finanze

Il programma annuale dell’Ispettorato delle finanze è elaborato sulla base di analisi interne dei rischi, di valori empirici e di una pianificazione pluriennale. Al fine di evitare lacune e doppioni, esso viene concertato e allineato alle attività del Controllo federale delle finanze.

n Attività di revisione

Resoconto sull’anno oggetto del rapporto

Nell’anno oggetto del rapporto sono state eseguite le seguenti revisioni:

revisione del sistema dei pagamenti diretti in tre Cantoni;

revisione dei provvedimenti di miglioramento delle basi negli stessi tre Cantoni;

revisioni finanziarie presso UFAG e Agroscope;

esame del sistema interno di controllo nel processo di sovvenzionamento dell’UFAG;

revisione del mandato di prestazione per un’organizzazione partner nel settore bestiame da macello;

revisione delle misure di promozione dello smercio presso un’organizzazione partner;

mandato speciale del Direttore nel settore Agroscope;

follow-up di revisioni concluse.

Tutte le ispezioni sono state eseguite in base agli standard per la pratica professionale dell’Institute of Internal Auditors (IIA) nonché dell’Associazione svizzera di revisione interna (ASRI).

Per quanto concerne il settore dei pagamenti diretti, lo scorso anno sono stati verificati i flussi finanziari tra Confederazione e Cantone nonché i pagamenti ai gestori presso tre Cantoni. Vi è inoltre stato un follow-up delle constatazioni e contestazioni emerse dalle precedenti revisioni. In uno dei tre Cantoni l’esito della verifica è stato positivo. In un altro, per infrazioni nel settore della protezione delle acque, le riduzioni dei pagamenti diretti sono state ancora applicate sulla base di un decreto d’accusa cresciuto in giudicato, ma secondo le disposizioni del diritto federale sarebbe sufficiente una decisione d’accertamento per applicare le direttive sulla riduzione. Altre lacune riguardano le correzioni di superfici, le analisi del suolo e i calcoli delle deduzioni concernenti reddito e sostanza. In base agli esami effettuati, il flusso finanziario in gran parte è risultato in linea con i requisiti legali e le prestazioni fornite. In due Cantoni sono stati ancora effettuati dei computi senza base legale.

Nel settore del miglioramento delle basi, negli stessi tre Cantoni si è proceduto alla verifica dei flussi finanziari tra Confederazione e Cantone nonché pagamenti ai richiedenti di contributi, crediti di investimento e mutui nel quadro dell’aiuto per la conduzione aziendale. I processi in relazione ai provvedimenti sono chiari e l’organizzazione è, di massima, adeguata. Per diversi motivi, nei due Cantoni non è sempre stato possibile confermare la legittimità dei mutui nel quadro dell’aiuto per la conduzione aziendale. In un Cantone, inoltre, in tutti i fascicoli esaminati mancavano importanti documenti di base per poter ripercorrere la valutazione dei diversi criteri di entrata in materia è stata contestata la pratica di documentazione e di archiviazione.

La contabilità e la presentazione dei conti 2012 dell’UFAG e di Agroscope adempivano, nel complesso, le disposizioni legali. Ne è stata confermata la regolarità e la correttezza. Per quanto riguarda la documentazione relativa alla contabilità di Agroscope è emerso che vi è potenziale di sviluppo in termini di completezza e rintracciabilità. A riguardo sono state formulate due raccomandazioni.

215 2.4 Temi particolari

Con la revisione del processo di sovvenzionamento all’UFAG si è voluto verificare se nell’Ufficio esistesse un adeguato sistema interno di controllo (SIC) rilevante e conforme, dal profilo finanziario, alle prescrizioni dell’Amministrazione federale delle finanze e se questo fosse efficace. Si è potuto osservare che il SIC nel settore delle finanze ha già raggiunto un buono livello, d’altra parte è stato però contestato che nella ricapitolazione dei processi non è menzionato alcun processo di sovvenzionamento e nel settore dei pagamenti diretti non vi è alcuna matrice di controllo del rischio. Si è preso atto della necessità di intervenire e le raccomandazioni formulate sono state accettate dall’UFAG.

Nell’analisi di un mandato di prestazione nel settore del bestiame da macello si è potuto osservare che il bilancio e il conto economico nonché la delimitazione tra dispendio per l’adempimento del mandato di prestazione e dispendio per la fornitura di servizi di diritto privato sono stati effettuati correttamente. La classificazione neutrale della qualità sui mercati pubblici come anche nelle aziende di macellazione è avvenuta in maniera professionale. Contrariamente all’estero, in Svizzera per i bovini e per gli ovini a volte hanno luogo due valutazioni. Tale procedura è dettata dalla volontà di proteggere i produttori e di garantire massima trasparenza. Per il mercato della carne di vitello il sistema delle azioni di immagazzinamento dà buoni risultati; in tal modo si possono evitare crolli dei prezzi alla produzione. A questo proposito occorre stabilire in quale misura la concorrenza sia ancora funzionante e come gli agricoltori si adeguino alla situazione del mercato. Le prestazioni fornite nell’ambito del mandato di prestazione sono risultate rintracciabili e conformi alle direttive.

Nel settore delle misure per la promozione dello smercio è stata effettuata una revisione presso un’organizzazione partner. Si sono potuti ricostruire i costi fatti valere nei confronti dell’UFAG i quali risultano, di massima, corretti. Sono stati sollevati dubbi sulla computabilità di diverse attività e di alcuni costi. Tuttavia, nonostante le riserve, è stato possibile confermare la regolarità e la correttezza del conteggio.

Su mandato del Direttore sono stati svolti diversi accertamenti su aspetti importanti in relazione al progetto di riorganizzazione «New Agroscope». Particolare attenzione è stata rivolta alla decisione e alle conseguenze di introdurre un rilevamento generale del tempo di lavoro per tutti i collaboratori di Agroscope,dettata dal fatto che i costi del personale costituiscono la quota principale dei costi totali di Agroscope.

Nell’ambito del follow-up, si è verificato lo stato di attuazione delle raccomandazioni in sospeso sulla base di dieci revisioni effettuate presso i settori o le organizzazioni interessati. In due Cantoni è stato esaminato in loco lo stato di attuazione nel settore dei compiti esecutivi dei pagamenti diretti. Si può affermare che la maggioranza delle raccomandazioni sia stata attuata. Lo stato di applicazione delle raccomandazioni ancora pendenti o in fase di preparazione sarà nuovamente verificato tra un anno.

216 2.4 Temi particolari

n Attività di ispezione

Attività di controllo nell’anno oggetto del rapporto

Il Servizio d’ispezione dell’UFAG effettua controlli per i settori dell’UFAG in tutti gli ambiti della legislazione agricola relativamente alla produzione e allo smercio. Sulla base della verifica della situazione a livello di risorse all’UFAG (primavera 2012), il Consiglio di direzione dell’UFAG ha affrontato il tema della frequenza dei controlli nei caseifici. Si è deciso di ridurne il numero e, in riferimento all’ordinanza sul coordinamento dei controlli, di definire un intervallo massimo di quattro anni tra i controlli. Sulla scia di tale decisione, nel 2013 sono state condotte circa 100 ispezioni in meno rispetto all’anno precedente. In tutto sono stati effettuati 300 controlli. Essi hanno riguardato i seguenti settori:

latte: 207 controlli;

frutta e verdura, fiori recisi, patate, carne e uova: 93 controlli.

La verifica dei dati sui contratti, sulla produzione e sulla valorizzazione nel settore lattiero in relazione al versamento di supplementi e alla registrazione dei dati è stata condotta secondo la norma internazionale ISO/IEC 17020. Per gli altri ambiti di controllo sono state applicate le medesime norme di qualità.

La scelta delle aziende da controllare nel settore del latte viene effettuata sulla scorta di un’analisi dei rischi periodicamente aggiornata e di un mandato globale annuale concordato con il competente settore. Nell’anno oggetto del rapporto sono stati versati supplementi per un importo totale di quasi 299 milioni di franchi. Si è controllato il 21 per cento delle aziende e in 123 casi vi sono state delle contestazioni. 104 casi sono stati trasmessi ai settori competenti affinché li trattassero. Nella maggior parte dei controlli effettuati negli altri ambiti si è proceduto alla verifica dei dati notificati dalle ditte relativi alla prestazione all’interno del Paese, avvalendosi di bollettini di consegna, contabilità delle scorte, conteggi interni, fatture e registrazioni contabili. Gli altri controlli hanno interessato punti di vendita, azioni di spezzatura, controlli di superfici e l’organizzazione di mercati di vitelli sorvegliati pubblicamente. I resultati di tali controlli sono stati trasmessi ai settori competenti per l’ulteriore disbrigo.

Infrazioni

Gli accertamenti e le indagini concernenti infrazioni della legislazione agricola vengono effettuati in collaborazione con autorità d’inchiesta federali e cantonali, con organizzazioni private e con altri servizi di assistenza giuridica. Nell’anno oggetto del rapporto non si sono dovuti accertare casi di contingentamento lattiero e non ne sono previsti altri in quanto le norme statali sul contingentamento lattiero sono state abrogate il 30 aprile 2009.

217 2.4 Temi particolari

2.4.2 Amministrazione del settore agricolo e portale Agate

Nel sistema Amministrazione del Settore Agricolo (ASA) i sistemi cantonali già esistenti sono collegati ad altri sistemi e applicazioni attraverso il portale Agate. Gli agricoltori, principale gruppo di utenti, dispongono quindi di un sistema moderno, che consente loro di far fronte alle sfide future con un dispendio ragionevole. ASA agevola la collaborazione tra Cantoni e Confederazione a livello di organizzazione e di tecnologia dell’informazione. Promuove inoltre l’uniformazione dei sistemi informatici e consente di tener conto delle esigenze della produzione primaria.

Agate: integrazione dei sistemi collegati (sistemi e applicazioni)

Nel 2013 è stata accelerata l’integrazione dei sistemi cantonali ACORDA (GE, NE, JU, VD), AGRICOLA (AG, AI, AR, GL, GR, NW, OW, SG, SZ, TI, UR, ZH) e GELAN (BE, FR, SO). A tale scopo si è preso contatto con i responsabili dei sistemi cantonali, sono state appurate aspettative e possibilità e sono state create tre organizzazioni di progetto indipendenti. Il progetto si svolge secondo la nuova procedura gestionale HERMES 5 dell’Amministrazione federale. Gli accertamenti tecnici sono stati condotti in collaborazione con i fornitori di prestazioni informatiche del Dipartimento. I sistemi cantonali GELAN e ACORDA sono stati integrati nel portale Agate all’inizio del 2014.

Sono state inoltre lanciate l’integrazione dell’applicazione «Traubenpass» (pass per il settore vitivinicolo, sotto forma di progetto pilota) e la pubblicazione dei dati sul latte in Agate.

Quando un sistema cantonale viene integrato nel portale Agate, i gestori registrati nei rispettivi Cantoni e senza accesso ad Agate, ricevono una lettera contenente il numero Agate e la password. I dati personali di contatto provengono da AGIS (Sistema d’informazione sulla politica agricola dell’UFAG) e dal rispettivo sistema cantonale. Sulla base di tali raccolte di dati vengono assegnati direttamente, oltre alla password, anche i diritti di accesso ai sistemi collegati (p.es. BDTA, HODUFLU).

Oltre ai gestori, devono poter accedere al sistema cantonale attraverso Agate anche i collaboratori cantonali e i responsabili degli organi di rilevazione dei Comuni (questi sono designati diversamente a seconda del Cantone). L’elenco di tali persone deve essere stilato dal Cantone. Nel quadro dei progetti d’integrazione, vengono predisposti account anche per queste persone.

Una volta integrato in Agate, un sistema viene ripreso anche nella sua organizzazione operativa. L’organo più importante per lo scambio d’informazioni è il cosiddetto RA board (RA = responsabile d’applicazione).

RA board e change management

L’RA board è costituito da tutti i responsabili d’applicazione dei sistemi collegati integrati e del portale. Durante le loro riunioni, che si svolgono a cadenza bimestrale, essi discutono di tematiche quali le novità e le modifiche tecniche di Agate, i sistemi collegati e le interfacce, nonché dei miglioramenti del sistema in generale. Per modifiche e miglioramenti auspicati occorre presentare una proposta al change management dell’UFAG. Per lo svolgimento di compiti in quest’ambito complesso dal profilo tecnico, legale e organizzativo, l’UFAG ha definito internamente procedure di change management e di attuazione che, dal 2014, sono gestite dal collaboratore con la funzione di change manager.

218 2.4 Temi particolari

Agate: il portale continua a evolvere

Per il 2014 è previsto il collaudo di una nuova versione di Liferay, il software del portale. Questa nuova versione comprende una modifica della prima pagina dopo il login (pagina iniziale personale), che consente d’inserire caselle di testo contenenti messaggi aggiornati dei sistemi collegati indirizzati agli utenti. Questi ultimi visualizzeranno solo le caselle di testo per loro rilevanti. Ciò consente ai sistemi collegati di inviare informazioni direttamente al proprio gruppo di utenti.

Agate: sistemi d’informazione esistenti, stato attuale

Le singole applicazioni integrate nel portale Agate vengono costantemente migliorate e adeguate alle esigenze degli utenti (gestori e autorità). Di seguito riportiamo quelle attualmente in uso.

Acontrol: banca dati dei risultati dei controlli agricoli e di diritto veterinario condotti nelle aziende agricole e detentrici di animali conformemente alla legislazione veterinaria.

Nel 2013 si è conclusa l’attività della task force che si è occupata dei problemi iniziali di prestazione e stabilità di Acontrol e delle misure di miglioramento essendo state raggiunte sia la prestazione sia la stabilità auspicate.

La maggior parte degli uffici cantonali di veterinaria lavora con Acontrol, mentre gli uffici cantonali dell’agricoltura operano per lo più nei propri sistemi cantonali e trasferiscono successivamente i dati in Acontrol. Onde garantire una sufficiente qualità dei dati durante il trasferimento, è stato istituito un gruppo di lavoro del comitato operativo «gruppo di utenti», che ha sviluppato un processo di standardizzazione per i punti di controllo (prescrizioni che vengono verificate durate un controllo nell’azienda agricola).

Asan: applicazione informatica per il servizio veterinario svizzero per la registrazione, l’elaborazione e il rilascio di autorizzazioni e per la gestione amministrativa presso l’USAV. I laboratori, i veterinari cantonali e l’Organo di vigilanza dell’USAV possono, in base ai loro diritti, consultare o elaborare «risultati di laboratorio» in un apposito registro. Possono inoltre visualizzare notifiche ed eventuali errori nell’invio dei dati.

Nel 2013 e all’inizio del 2014 sono state attivate le tre unità di realizzazione previste nel quadro di «Asan 3.0 – Ottimizzazione». L’operazione si è conclusa a fine maggio 2014, con l’introduzione di Asan 3.3. In seguito a tali sviluppi è possibile registrare in Asan altri tipi di mansioni nella sfera di competenza del servizio veterinario svizzero. Inoltre, le funzioni già esistenti sono state strutturate in maniera più omogenea e comprensibile.

I lavori di completamento delle funzioni di Asan comprendono due ulteriori tappe: la prima prevede la presentazione, entro fine 2014, e l’introduzione, a gennaio 2015, di ulteriori processi specialistici; la seconda integrazione del sistema con l’attivazione delle funzioni nel settore della lotta alle epizoozie, entro metà 2015.

Astat-2: piattaforma di valutazione dei dati agricoli dell’UFAG

Nell’ambito di questo progetto vengono collegate le tre fonti di dati AGIS (Sistema d’informazione della politica agricola), HODUFLU (trasferimenti di sostanze nutritive) e Acontrol (dati dei controlli) per condurre valutazioni, allo scopo di ricavare informazioni utili dai dati amministrativi e metterle a disposizione dei servizi autorizzati.

La prima unità è stata realizzata nell’estate 2013 con AGIS e HODUFLU, mentre l’integrazione dei dati provenienti da Acontrol è stata avviata nell’autunno 2013, nella seconda unità. Il progetto si è concluso nella primavera 2014.

219 2.4 Temi particolari

SCC: servizio di calcolo dei contributi

Il servizio di calcolo dei contributi (SCC) consente di calcolare tutti i pagamenti diretti e i contributi per singole colture, comprese le riduzioni. Con la PA 14–17 è stato sviluppato e riconcepito il sistema dei pagamenti diretti, di conseguenza, il SCC è stato aggiornato creando la nuova versione 2014 (SCC14).

Il SCC14 è un servizio online senza interfaccia utente, consultabile tramite altre applicazioni. Esso fornisce, sulla base dei dati inseriti come input, i risultati del calcolo sotto forma di output. All’interfaccia SCC hanno accesso anche i sistemi cantonali, che possono utilizzarla al posto del proprio strumento di calcolo, sviluppato separatamente.

L’impiego del SCC14 consente inoltre di ridurre il dispendio annuale collegato all’aggiornamento dei calcoli nei sistemi cantonali.

HODUFLU: dati relativi ai trasferimenti di sostanze nutritive

Il 2013 è stato l’ultimo anno della fase pilota dell’applicazione HODUFLU, alla quale hanno partecipato numerosi Cantoni. L’applicazione è pronta per l’introduzione parallelamente alla PA 14–17 ed è obbligatoria a partire dal 1° gennaio 2014.

BDTA: banca dati sul traffico di animali

La BDTA non ha subito modifiche rispetto all’anno precedente per quanto concerne i servizi legati agli ungulati. Essa si è dimostrata uno strumento utile in relazione ai casi di tubercolosi verificatisi nella Svizzera orientale e occidentale.

Per gli animali della specie equina è stato prorogato di 11 mesi, ovvero fino al 1° dicembre 2013, il termine transitorio per la prima registrazione: a fine 2013 gli equidi registrati nella BDTA con lo stato «vivo» erano quasi 120 000. Si registra un notevole miglioramento per quanto concerne la disciplina di notifica relativa a nascite, importazioni, macellazioni ed eutanasie, mentre sono necessari ulteriori miglioramenti per le notifiche di cambio di ubicazione e di proprietario.

Nell’ultimo trimestre 2013 è stata introdotta la possibilità di registrare nella BDTA anche il beneficiario della cessione nelle notifiche di macellazione.

Anicalc: funzione per il calcolo del valore UBG o dei carichi normali di un’azienda per il periodo di riferimento (un anno)

Nel 2013, per la prima volta la lista degli animali del periodo di riferimento non è stata più inviata per posta, ma era consultabile solo elettronicamente mediante l’account Agate. Ciò ha ridotto di oltre il 60 per cento le richieste di correzione rispetto all’anno precedente.

Calcolatore di UBG: funzione per il calcolo del valore UBG o dei carichi normali di un’azienda in una data scelta a piacere in un periodo di tempo stabilito nell’arco degli ultimi 365 giorni.

Ad agosto 2013 il Calcolatore di UBG è stato ampliato mediante l’aggiunta del calcolo dei carichi normali risultanti dalle permanenze per estivazione, che consente ai detentori di ottimizzare il carico dei propri alpi. A fine anno sono stati inseriti nel calcolatore i nuovi valori UBG del pacchetto PA 14-17 per le categorie di bovini e i tipi di utilizzo delle vacche.

220 2.4 Temi particolari

2.4.3 Unità federale per la filiera alimentare

Valutazione esterna dell’Unità federale per la filiera alimentare (UFAL)

L’Interface di Lucerna e l’Istituto di studi superiori in amministrazione pubblica (IDHEAP) di Losanna hanno valutato l’Unità federale per la filiera alimentare (UFAL), su incarico della Conferenza dei direttori degli Uffici federali dell’agricoltura (UFAG), della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV) nonché della salute pubblica (UFSP).

La valutazione verteva sull’analisi del concetto, dell’attuazione, delle prestazioni e dell’efficacia dell’UFAL, collocando il modello svizzero nel panorama internazionale. Dai risultati emerge che l’UFAL è stata in grado di elaborare processi adeguati per l’esecuzione di programmi di audit e l’allestimento di un piano di controllo nazionale pluriennale volto ad aumentare la sicurezza delle derrate alimentari. Tuttavia, rivelano anche l’esigua efficacia delle sue prestazioni rispetto al raggiungimento degli obiettivi strategici. L’UFAL, inoltre, non è ben accetta dai rappresentanti del controllo cantonale delle derrate alimentari e manca una strategia globale federale che stabilisca chiaramente obiettivi, compiti e competenze della vigilanza della Confederazione, UFAL compresa. Il rapporto conclude raccomandando di ottimizzare concetto e prestazioni.

Strategia lungo tutta la filiera alimentare

In seguito alla creazione del nuovo Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV), dall’inizio del 2014 l’UFSP non è più il committente dell’UFAL e la sua Divisione Sicurezza alimentare è passata all’USAV. La riorganizzazione pone a UFAG e USAV la sfida di una strategia comune nel settore della sicurezza alimentare. La questione è stata affrontata per la prima volta durante la seduta annuale sul Piano di controllo nazionale (PCN), dedicata alla definizione degli obiettivi strategici comuni per il periodo di pianificazione 2015–2019 del PCN. Previamente, però, bisognerà concentrarsi sull’elaborazione di una strategia globale lungo l’intera filiera alimentare. Questo è quello che faranno, nel corso del 2014, alcuni rappresentanti della Confederazione (UFAG, USAV, AFD, Agroscope e UFAL) e dei Cantoni (presidenti KOLAS, ASVC e ACCS).

Cortometraggio «Controlli lungo l’intera filiera alimentare»

Il cortometraggio, della durata di quasi dieci minuti in D/F/I/E, mostra i diversi partner e i loro ruoli nell’esecuzione dei controlli ufficiali lungo la filiera alimentare in Svizzera. La tecnica di montaggio del film ha consentito alle autorità di completarlo con sequenze proprie.

Vigilanza su incarico degli Uffici federali

Nel 2013 si è concluso il programma di audit «Valutazione dell’esecuzione lungo la filiera alimentare» riguardante gli importatori, nell’ambito del quale l’UFAL ha valutato la conformità dell’attività esecutiva delle autorità competenti alle norme legislative in materia di alimenti per animali, animali e sottoprodotti di origine animale, derrate alimentari e oggetti d’uso.

Nell’autunno 2013 l’UFAL ha avviato un programma di audit per esaminare i processi di autorizzazione delle aziende in Svizzera, dopo aver nuovamente constatato che l’elenco ufficiale della Confederazione non era corretto.

I risultati della valutazione, il PNC vigente, il cortometraggio e i rapporti finali dei programmi di audit sono pubblicati alla pagina Internet www.blk.admin.ch.

221 2.4 Temi particolari

2.5 Politica agricola

2.5.1 Applicazione della Politica agricola 2014–2017

Le disposizioni d’esecuzione sulla Politica agricola 2014–2017 (PA 14–17) sono entrate in vigore il 1° gennaio 2014. In questa prima e più imponente fase di applicazione della PA 14–17, il Consiglio federale ha modificato 19 ordinanze. Le principali modifiche hanno interessato l’ordinanza sui pagamenti diretti. Un altro elemento essenziale della PA 14–17 è rappresentato dalle misure di sostegno della strategia della qualità, concretizzate con la revisione dell’ordinanza sulla promozione dello smercio e la nuova ordinanza sulla promozione della qualità e della sostenibilità nell’agricoltura e nella filiera alimentare. Ciò accresce il valore aggiunto ed espande il potenziale di mercato.

n Novità nel sistema dei pagamenti diretti

L’ammontare annuo dei pagamenti diretti rimane invariato a 2,8 miliardi di franchi circa, ma la PA 14–17 introduce importanti modifiche a livello dei singoli strumenti. Le nuove misure e le aliquote adeguate dei pagamenti diretti già esistenti incidono sulla ripartizione delle risorse finanziarie a favore delle aziende agricole. Tendenzialmente aumentano, ad esempio, i pagamenti diretti ricevuti dai gestori di aziende d’estivazione e di montagna mentre diminuiscono quelli a favore delle aziende di pianura. I contributi per animali e quelli generali di superficie vengono aboliti. Dal 2014 varie prestazioni d’interesse generale, che l’agricoltura è tenuta a fornire ai sensi dell’articolo 104 della Costituzione federale, vengono promosse ciascuna attraverso un tipo specifico di pagamenti diretti. L’indirizzo di fondo dei singoli strumenti dei pagamenti diretti si rispecchia anche nella denominazione di ciascun tipo di contributo. Gli strumenti nei settori efficienza delle risorse, sistemi di produzione sostenibili, paesaggio rurale, approvvigionamento sicuro, biodiversità e benessere degli animali sono stati sviluppati in maniera mirata, per evitare che lo sviluppo vada a incidere sulla produzione. La produzione di calorie in Svizzera continuerà infatti a crescere anche nei prossimi anni nonostante il calo delle superfici coltivabili.

La nuova ordinanza sui pagamenti diretti sancisce i sette strumenti in questo ambito.

Contributi per il paesaggio rurale volti a preservare l’apertura del paesaggio rurale: accanto ai vigenti contributi di declività e d’estivazione, a questa voce viene aggiunto un contributo per le zone in forte pendenza da versare alle aziende con una quota elevata di superfici in forte pendenza. Inoltre, per le aziende che cedono i propri animali per l’estivazione su alpi svizzeri, viene introdotto un contributo di alpeggio.

Contributi per la sicurezza dell’approvvigionamento per mantenere un approvvigionamento sicuro della popolazione in derrate alimentari: i fondi impiegati finora per i contributi per animali sono erogati in funzione della superficie. Le aziende devono dimostrare di raggiungere una densità minima di animali sulla superficie inerbita. Inoltre, il contributo per la superficie coltiva aperta e per le colture perenni, pari a 400 franchi l’ettaro, rafforza la posizione della campicoltura indigena e in particolare della coltivazione di cereali da foraggio.

Contributi per la biodiversità volti a preservare e promuovere la diversità delle specie: gli incentivi per superfici qualitativamente pregiate sono maggiori rispetto alla politica agricola condotta finora. Nella maggior parte delle regioni l’estensione delle superfici per la promozione della biodiversità è sufficiente, ma lo stesso non si può affermare per la loro qualità (cfr. Walter et al., 2013). Sono stati introdotti contributi per superfici inerbite e terreni da strame ricchi di specie nella regione d’estivazione nonché per le strisce fiorite.

Contributo per la qualità del paesaggio per preservare, promuovere e sviluppare un paesaggio rurale variato: con questo nuovo strumento si sostiene l’adeguamento a livello regionale di provvedimenti di cura del paesaggio rurale. Il Cantone deve partecipare ai contributi almeno nella misura del 10 per cento.

Contributi per i sistemi di produzione per promuovere forme di produzione particolarmente in sintonia con la natura, rispettose dell’ambiente e degli animali: accanto ai contributi per l’agricoltura biologica, per la produzione estensiva e per il benessere degli animali attualmente erogati, viene versato un contributo

222 2.5 Politica agricola

per la produzione di latte e carne basata sulla superficie inerbita di 200 franchi l’ettaro. I presupposti per l’ottenimento sono una quota massima del 10 per cento di alimenti concentrati nella razione e una quota minima di prati e pascoli conforme alle esigenze del luogo (75 % nella regione di pianura; 85 % nella regione di montagna).

Contributi per l’efficienza delle risorse per un utilizzo sostenibile ed efficiente delle risorse: per un periodo di 6 anni sono versati contributi per lo spandimento di liquami a basse emissioni (tubi flessibili a strascico), tecniche antideriva nell’impiego di prodotti fitosanitari e metodi di coltivazione rispettosi del suolo, come la semina diretta.

Contributo di transizione a garanzia di un’evoluzione socialmente ed economicamente sostenibile: questo contributo sarà erogato probabilmente per 8 anni allo scopo di mitigare le conseguenze del cambio di sistema. I fondi stanziati diminuiscono progressivamente perché vengono trasferiti ai pagamenti diretti riferiti alle prestazioni per finanziare il fabbisogno finanziario risultante da una maggiore partecipazione a programmi.

n Partecipazione ai nuovi programmi nell’ambito dei pagamenti diretti

Nel 2014 i gestori hanno avuto la possibilità di notificarsi per i nuovi programmi nell’ambito dei pagamenti diretti riferiti alle prestazioni. Sono stati introdotti contributi per misure volte a promuovere e preservare la qualità del paesaggio, per la produzione di latte e di carne basata sulla superficie inerbita, per misure per l’efficienza delle risorse, per i nuovi tipi di biodiversità «prati rivieraschi lungo i corsi d’acqua» e «superficie inerbita e terreni da strame ricchi di specie nella regione d’estivazione». Stando alle notifiche, il numero delle partecipazioni dovrebbe essere superiore alle aspettative. Le cifre definitive saranno disponibili verso fine 2014. La realizzazione dei nuovi programmi ha determinato un elevato dispendio iniziale a livello cantonale. La superficie inerbita e i terreni da strame ricchi di specie nella regione d’estivazione che sono stati notificati dovranno, ad esempio, essere controllati da esperti entro fine 2016. Anche il primo controllo di base per la produzione di latte e carne basata sulla superficie inerbita dovrà essere portato a termine entro tale scadenza.

Per la preservazione e la promozione del paesaggio 25 Cantoni hanno presentato in tutto 71 progetti. Il comprensorio di realizzazione dei progetti comprende soprattutto i Cantoni della Svizzera centrale, Vaud, Grigioni, Glarona, Sciaffusa, Appenzello Interno ed Esterno, Giura, Basilea Campagna, dove i progetti si estendono sull’intera superficie cantonale. Altri Cantoni, invece, per il momento si sono limitati all’elaborazione di progetti che interessano solo determinate regioni. L’UFAG ha autorizzato e pubblicato tutti i progetti con le rispettive misure e aliquote di contribuzione per un periodo di 8 anni (2014–2021). Nel complesso si tratta di alcune centinaia di misure rilevanti per il primario, che i promotori dei progetti hanno messo a punto ad hoc in base alle esigenze regionali. Nelle aree di realizzazione dei progetti si stima in media una partecipazione di due terzi dei gestori.

Le notifiche per la produzione di latte e carne basata sulla superficie inerbita variano da un Cantone all’altro. Si attende una partecipazione superiore a due terzi delle aziende nei Cantoni Grigioni, San Gallo e Lucerna. Nei Cantoni Berna, Argovia e Turgovia il livello resta più basso. A livello nazionale si stima che i contributi sono versati per circa la metà della superficie inerbita totale.

Per quanto riguarda le superfici inerbite e i terreni da strame ricchi di specie nella regione d’estivazione, si sono conclusi i primi controlli di base per una parte delle notifiche. Stando alle prime stime dei singoli Cantoni, il 30 per cento delle superfici d’estivazione a livello nazionale dovrebbe adempiere le esigenze poste per il contributo di qualità.

Nella maggior parte dei Cantoni attualmente sono ancora in corso progetti sulle risorse che il Cantone deve cofinanziare almeno nella misura del 20 per cento. Fino alla conclusione di questi progetti gli agricoltori vincolati da un contratto non possono presentare una domanda di contributi federali per l’efficienza delle risorse per la stessa misura. Dato che le procedure di spandimento a basse emissioni sono sostenute in molti progetti cantonali, nei prossimi anni aumenteranno le domande per contributi per l’efficienza delle risorse finanziati dalla Confederazione. Per la lavorazione rispettosa del suolo, già per il 2014 si attende un livello di partecipazione al programma federale pari a circa 40 000 ettari.

223 2.5 Politica agricola

n Sostegno della strategia della qualità

Un altro elemento essenziale della PA 14–17 è rappresentato dalle misure di sostegno della strategia della qualità, concretizzate con la promozione delle iniziative legate all’esportazione sulla scorta della revisione dell’ordinanza sulla promozione dello smercio e della nuova ordinanza sulla promozione della qualità e della sostenibilità nell’agricoltura e nella filiera alimentare. L’obiettivo è accrescere il valore aggiunto ed espandere il potenziale di mercato.

Le nuove possibilità legali e finanziarie per incentivare le iniziative legate all’esportazione sono state già ampiamente utilizzate nel primo anno dalla loro introduzione. Nel 2014 sono state sostenute iniziative legate all’esportazione concernenti il formaggio, carne e prodotti carnei, prodotti della genetica animale, prodotti bio e piante ornamentali. Un finanziamento, seppur di minore entità, è destinato anche alla presentazione di prodotti DOP/IGP nel quadro dell’evento itinerante «Verso l’Expo Milano» che tocca diverse città italiane. Anche per il 2015 si registra una forte domanda di fondi per il sostegno delle iniziative legate all’esportazione. La filiera agroalimentare svizzera sarà anche presente nel ristorante del padiglione svizzero all’esposizione universale di Milano 2015. Questa è una magnifica opportunità per avvicinare il grande pubblico internazionale ai prodotti svizzeri e al loro valore.

224 2.5 Politica agricola

2.5.2 Foresight

L’agricoltura è parte di un complesso sistema alimentare globale, nazionale e locale. All’interno della catena di valore è strettamente connessa sia ai fornitori di consumi intermedi, come i commercianti di sementi e concimi, sia all’industria di trasformazione delle derrate alimentari, al commercio e, in definitiva, ai consumatori. L’agricoltura, così come gli altri attori della catena di valore e le loro interazioni, è influenzata da fattori esterni che creano le condizioni quadro ecologiche, sociali, economiche e politiche del sistema alimentare e sono in continuo mutamento (cfr. figura). Tutti questi attori, attività e condizioni quadro formano un sistema alimentare.

Rappresentazione grafica del sistema alimentare globale

Interazioni e correlazioni con gli attori del cambiamento globale

Condizioni quadro ecologiche

Condizioni quadro sociali

Condizioni quadro politiche

Condizioni quadro economiche

Risultati: Sicurezza alimentare (disponibilità, accesso, utilizzo, resilienza) Ambiente sano, Benessere sociale

I fattori che nei prossimi decenni influiranno sul sistema alimentare globale spaziano dalla costante crescita demografica ai cambiamenti ambientali fino al crescente benessere soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Questi e altri fattori incideranno anche sul sistema alimentare svizzero influenzandolo ed eventualmente modificandolo. Nel sistema alimentare svizzero rientrano sia le derrate alimentari prodotte in Svizzera sia i generi alimentari consumati all’interno del Paese nonché gli attori e le condizioni quadro nazionali. D’altro canto, anche il sistema alimentare svizzero, ossia produzione, distribuzione, trasformazione, consumo, ma anche spreco di derrate alimentari e di risorse, influisce notevolmente su tali fattori (p.es. attraverso il fabbisogno di generi alimentari, il cambiamento climatico, la rarefazione e il degrado delle risorse, ecc.). Affinché anche nei prossimi decenni si riesca a garantire la sicurezza alimentare in Svizzera, a impiegare in maniera parsimoniosa le risorse all’interno del Paese e all’estero e, al contempo, ad affermarsi sul mercato globale e nazionale è necessario anticipare al meglio tali sviluppi, cercando eventualmente anche di influenzarli. La ricerca e le misure politiche (p.es. nel quadro della politica agricola) permetteranno di evitare i rischi che inevitabilmente scaturiranno dai cambiamenti sul piano globale e locale e di cogliere, invece, le opportunità che si presenteranno.

225 2.5 Politica agricola
Fonte: World Food System Center, PF Zurigo
Produzione agricola Trasformazione Commercio al dettaglio Risorse Sprechi e perdite Consumo Attività impieg o / resa Salute e alimentazione

n Studio Foresight

Quale base per l’ulteriore sviluppo di un sistema alimentare svizzero sostenibile, l’Ufficio federale dell’agricoltura ha affidato al World Food System Center del PF di Zurigo l’incarico di condurre un cosiddetto studio Foresight. In una prima fase sono state individuate le tendenze a livello di sistema alimentare globale. In una fase successiva saranno analizzati i loro effetti sulla Svizzera. I risultati di tale processo confluiranno nella strategia della Confederazione per l’ulteriore sviluppo della ricerca agricola svizzera nell’ottica di mettere a punto un sistema alimentare svizzero sostenibile.

Primi risultati – Sviluppi globali

Per la prima parte del progetto, ovvero descrizione di tendenze globali, proiezioni e fattori trainanti nell’ambito del sistema alimentare globale, sono già disponibili i primi risultati, che vengono illustrati brevemente di seguito.

Domanda di derrate alimentari

Dal profilo della domanda vanno evidenziati in particolare due fattori trainanti: la crescita e la struttura demografica da un lato e le mutate condizioni economiche dei consumatori dall’altro. Si deve partire dal presupposto che l’attuale tendenza proseguirà e che la popolazione mondiale continuerà a crescere anche nei prossimi trent’anni. Le proiezioni per il 2050 variano a seconda dello scenario considerato. Secondo i calcoli, la popolazione mondiale oscillerà tra 8,3 e 11,1 miliardi di abitanti. Il picco massimo potrebbe venir raggiunto qualora la crescita procedesse allo stesso ritmo rilevato finora.

Fonte: Nazioni Unite, Divisione Popolazione 2013

La crescita demografica avrà un andamento molto diverso a seconda delle regioni. Si parte prevalentemente dal presupposto che nei Paesi in via di sviluppo e in quelli di recente industrializzazione la popolazione aumenterà a un ritmo più veloce rispetto a quelli industrializzati nei quali si rileverà una crescita bassa o addirittura negativa. Nonostante la crescita demografica sul piano globale, il calo della fertilità (ossia meno figli per donna) avrà ripercussioni sulla struttura d’età della popolazione. Nel complesso si assisterà a un processo d’invecchiamento che, a sua volta, inciderà sempre più sulle esigenze della popolazione.

226 2.5 Politica agricola
Tendenze dell'evoluzione demografica Mia abitanti
0 6 4 2 8 10 12 Fertilità media Fertilità elevata Fertilità bassa Fertilità costante Statu quo 2010 2013 2016 2019 2022 2025 2028 2031 2034 2037 2040 2043 2046 2049

La crescita economica globale comporterà un aumento anche del benessere economico (ossia del reddito pro capite) per un numero sempre maggiore di persone. In punti percentuali, gli incrementi più sensibili dei redditi si registreranno nelle regioni meno sviluppate come l’Africa subsahariana, l’Asia e l’Europa orientale. Nonostante l’aumento del reddito pro capite più consistente nei Paesi in via di sviluppo, si prevede che anche nel 2050 permarrà una notevole differenza tra i redditi dei singoli Paesi o regioni geopolitiche.

La crescita demografica e l’aumento dei redditi determineranno un incremento della domanda di alimenti.

A tal proposito, si prevede che dalle attuali 2 772 calorie consumate pro capite al giorno si passerà, nel 2050, ad oltre 3 000, anche a causa del maggior benessere. Parallelamente, nell’alimentazione aumenterà anche la quota di proteine animali che si tradurrà in una maggiore domanda di prodotti lattieri e carnei. Questa evoluzione, in combinazione con la crescita demografica, comporterà un incremento della domanda dello 0,8 per cento circa l’anno. Entro il 2050 la domanda di cereali, ad esempio, potrebbe quindi aumentare di oltre 1 miliardo di tonnellate.

Offerta di derrate alimentari

La crescente domanda di generi alimentari deve essere affrontata con gli opportuni adeguamenti a livello di produzione e di distribuzione. Oltre ai tuttora incerti effetti del cambiamento climatico esistono altri fattori che, se non verranno presi provvedimenti efficaci, renderanno difficile soddisfare tale domanda. Tra questi rientrano, ad esempio, la rarefazione delle risorse o la destinazione della biomassa prodotta a diversi scopi d’utilizzo (produzione di alimenti, di foraggi o di energia).

Un grande problema è rappresentato soprattutto dalla rarefazione di risorse come l’acqua e il suolo. Poiché si presuppone che una maggiore produzione non potrà essere ottenuta esclusivamente accrescendo le rese, occorrerà probabilmente destinare più terra all’agricoltura. Secondo le stime, per alimentare 9 miliardi di persone dovranno essere destinati alla produzione agricola circa 70 milioni di ettari di superficie in più. Ci saranno, però, grandi differenze tra regioni. Una particolare difficoltà sta nel fatto che, in molte di queste, il potenziale di produzione dei terreni agricoli diminuisce, a causa di un utilizzo inadeguato o del cambiamento delle condizioni climatiche. Inoltre, se non verranno prese contromisure, l’ulteriore estensione della superficie agricola provocherà effetti negativi sul clima, sulla biodiversità e sull’approntamento di servizi ecosistemici.

Come per il suolo, in molte regioni sarà un’enorme sfida anche fornire acqua in quantità e qualità sufficienti. Soprattutto a causa della maggiore necessità d’irrigare le colture, in futuro aumenterà considerevolmente il fabbisogno idrico. Si prevede che entro il 2050 quello per l’agricoltura crescerà del 55 per cento, raggiungendo 3 500 chilometri cubi l’anno. A ciò si aggiunge il problema concernente la qualità dell’acqua, considerato che si prevede un incremento dell’inquinamento delle acque superficiali, soprattutto nelle zone del mondo economicamente meno sviluppate, a causa di maggiori immissioni di sostanze nutritive, erosione, dilavamento o salinizzazione.

227 2.5 Politica agricola

Sfide di un sistema alimentare globale

Alla luce delle tendenze rilevate a livello mondiale, la sfida maggiore è concretizzare la sostenibilità nel sistema alimentare globale per garantire, in futuro, la sicurezza alimentare, la protezione dell’ambiente e il benessere della società. Si tratta di trovare il modo di ridurre gli effetti negativi del sistema alimentare globale sull’ambiente, potenziando contemporaneamente i cosiddetti servizi ecosistemici. In generale è opportuno migliorare l’efficienza nell’utilizzo delle risorse attraverso investimenti, innovazione e l’applicazione di «best practice». Affinché anche le generazioni future possano usufruire di tali risorse, occorre sviluppare tecnologie adeguate e in particolare migliorare e applicare in maniera efficiente il trasferimento di conoscenze. Considerato che la popolazione mondiale aumenterà e si arricchirà, l’obiettivo del sistema alimentare globale dev’essere fornire derrate alimentari sane, prodotte in maniera sostenibile ed economiche, nonché offrire posti di lavoro e, di conseguenza, reddito. In questo modo anche i futuri sistemi alimentari potranno contribuire a ridurre le disparità sociali ed economiche. L’influenza dei sistemi economici sul funzionamento del sistema alimentare rappresenterà una sfida anche in futuro. A questo proposito sarà molto importante riuscire a contrastare efficacemente l’effetto negativo della volatilità dei prezzi dei consumi intermedi, ma anche delle derrate alimentari. Infine, bisognerà impostare la politica nazionale e internazionale in modo da consentire al sistema alimentare di funzionare in maniera ottimale e di adattarsi alle nuove condizioni quadro commerciali, climatiche o in un altro ambito politico.

228 2.5 Politica agricola

3. Aspetti internazionali

3.1 Sviluppi sul piano internazionale

L’anno oggetto del rapporto è stato contrassegnato da molteplici sviluppi a livello internazionale. L’UE ha varato la riforma della Politica agricola post 2013 e in occasione della 9a conferenza ministeriale dell’OMC del dicembre 2013 è stato possibile concludere i negoziati per un nuovo accordo multilaterale sulle agevolazioni commerciali, nonché varare diverse decisioni in ambito agricolo. Si è così conclusa una tappa intermedia importante dei negoziati del ciclo di Doha. Tuttavia, a causa delle resistenze dell’India, che esige ulteriori garanzie per un maggiore margine di manovra sul piano della politica agricola in relazione alla decisione di Bali sulla sicurezza alimentare, l’emanazione formale dell’accordo OMC sulle agevolazioni commerciali è tuttora pendente. Ciò mette nuovamente in forse anche la realizzazione delle altre decisioni di Bali. Per un Paese come la Svizzera un accordo in seno all’OMC comporterebbe vantaggi evidenti dal profilo della sicurezza giuridica.

La FAO ha proseguito attivamente il suo impegno a favore della sicurezza alimentare globale e per il 2014 ha posto l’accento sull’agricoltura familiare. L’entrata in vigore, a giugno 2014, del trattato sulle risorse fitogenetiche rappresenta una tappa importante. Anche i negoziati sui principi per investimenti responsabili nell’agricoltura e nei sistemi alimentari sono stati portati a termine dal Comitato per la sicurezza alimentare.

L’OCSE ha effettuato un’analisi della politica agricola svizzera dagli anni ‘90 ai giorni nostri, emettendo raccomandazioni per miglioramenti tesi ad aumentare la competitività e a ridurre le distorsioni del mercato.

229
3.1 Sviluppi sul piano internazionale

Nelle relazioni con l’UE il Consiglio federale mira a mantenere e a rinnovare la via bilaterale. Il dibattito sull’impostazione dei rapporti con l’UE ha acquisito un’importanza ancora maggiore alla luce del risultato della votazione popolare del 9 febbraio 2014 sull’iniziativa contro l’immigrazione di massa. In effetti, se l’UE dovesse disdire gli Accordi bilaterali I, verrebbe a cadere anche l’accordo agricolo e con esso in particolare il libero accesso al mercato per i prodotti caseari. Essendo l’UE di gran lunga il principale partner commerciale della Svizzera, è fondamentale per il nostro Paese intrattenere con essa rapporti chiaramente disciplinati e stabili.

Un altro elemento importante della politica commerciale estera svizzera è rappresentato dallo sviluppo delle relazioni con Stati terzi al di fuori dell’UE mediante la conclusione di accordi di libero scambio. Nel contesto dei negoziati per i «mega accordi», come quelli previsti tra l’UE e gli USA o il partenariato transpacifico, per la Svizzera è fondamentale continuare a operare nel quadro multilaterale. I prossimi anni rischiano tuttavia di distogliere ancora di più l’attenzione dall’OMC, con conseguente penalizzazione degli Stati che non hanno sottoscritto accordi bilaterali.

3.1.1 Rapporti con l’UE

n Accordo agricolo Svizzera – UE

Il Comitato misto (CM) per gli accordi agricoli tra Svizzera e UE si è riunito per la 13a volta il 28 novembre 2013, sotto la presidenza della Svizzera.

Durante la seduta, è stata sottoscritta la decisione n. 1/2013 concernente l’allegato 10 (riconoscimento dei controlli di conformità alle norme di commercializzazione per i prodotti ortofrutticoli freschi), che prevede, tra le altre cose, l’estensione del campo d’applicazione a tutta la frutta e verdura oggetto di una norma di commercializzazione dell’UE o di una di queste norme riconosciute. In tal modo si garantisce che i controlli di conformità condotti dalla Svizzera siano riconosciuti equivalenti anche per questo nuovo campo di applicazione. La decisione è entrata in vigore il 17 dicembre 2013.

Con la decisione n. 1/2014 è stato possibile ampliare l’allegato 12 concernente il reciproco riconoscimento delle denominazioni di origine (DOP) e delle indicazioni geografiche protette (IGP) inserendovi le designazioni svizzere «Werdenberger Sauerkäse, Liechtensteiner Sauerkäse e Bloderkäse» (DOP) e «Glarner Kalberwurst» (IGP) nonché circa 180 denominazioni UE. La prima integrazione dell’allegato 12 si è quindi conclusa positivamente. La decisione è entrata in vigore il 1° maggio 2014. Parallelamente, sono entrate in vigore una modifica, ad essa correlata, dell’accordo supplementare tra la Svizzera, l’UE e il Principato del Liechtenstein (decisione n. 3/2014), nonché una modifica del mandato del gruppo di lavoro DOP/IGP (decisione n. 2/2014).

Sono già previsti ulteriori sviluppi mirati dell’accordo agricolo. Il CM è concorde nel voler aggiornare le norme legislative e amministrative nonché gli elenchi delle denominazioni di vino e bevande spiritose negli allegati 7 (commercio dei prodotti vitivinicoli) e 8 (bevande spiritose). Inoltre, il campo d’applicazione dell’allegato 9 (prodotti biologici) sarà esteso al vino biologico.

n Protocollo n. 2

Il Protocollo n. 2 dell’Accordo di libero scambio Svizzera-CE del 1972 disciplina il commercio di prodotti agricoli trasformati tra la Svizzera e l’UE. Tale protocollo è stato rivisto nel quadro degli Accordi bilaterali II ed è entrato in vigore nel 2005. Con il 63 per cento delle esportazioni e il 75 per cento delle importazioni, nel 2013 l’UE è stata di gran lunga il principale partner commerciale della Svizzera anche per i prodotti agricoli trasformati.

230 3.1
internazionale
Sviluppi sul piano

Il Protocollo n. 2 consente alla Svizzera di compensare gli svantaggi di prezzo delle materie prime agricole nel commercio di prodotti agricoli trasformati con l’UE per l’industria alimentare mediante la concessione di contributi d’esportazione per prodotti agricoli trasformati e la riscossione di dazi all’importazione su tali prodotti. Tali misure di compensazione dei prezzi non devono superare le differenze di prezzo delle materie prime agricole esistenti tra Svizzera e UE. Il Protocollo n. 2 contempla i prezzi di riferimento e le differenze di prezzo rilevanti per le misure di compensazione, da verificare, e all’occorrenza modificare, a cadenza almeno annuale.

I prezzi di riferimento sono stati rivisti l’ultima volta il 1° marzo 2014, allineandoli nuovamente alle condizioni rilevate sui mercati elvetico e comunitario. Su questa base sono stati adeguati i dazi svizzeri sulle importazioni di prodotti agricoli trasformati. Dal punto di vista dell’esportazione occorre tenere in considerazione che le aliquote dei contributi previste dalla legge sul cioccolato per le esportazioni verso l’UE non devono superare le differenze tra i prezzi di riferimento concordate (cfr. cap. 2.1.1.5).

n Rapporto del Consiglio federale che analizza una reciproca apertura settoriale del mercato lattiero con l’UE

In adempimento a un mandato parlamentare (mozione Mercato lattiero 12.3665), il 14 maggio 2014 il Consiglio federale ha pubblicato un’analisi dettagliata su una reciproca apertura settoriale del mercato con l’UE per tutti i prodotti lattieri. Il rapporto illustra la situazione attuale del mercato lattiero svizzero e gli sviluppi a livello europeo ed internazionale. L’accento è posto sugli effetti economici di una simile apertura nonché sulle proposte di adeguamento della politica di sostegno statale a favore del settore lattiero. Nel suo rapporto il Consiglio federale giunge alla conclusione che un’apertura del mercato alle attuali condizioni quadro non gioverebbe al settore. Tuttavia, poiché l’apertura rappresenterebbe una grande sfida, in particolare per i produttori di latte, dovrebbe essere accompagnata da misure di sostegno adeguate. Nel rapporto il Consiglio federale ribadisce che prima di attuare un simile progetto occorre far chiarezza sulle relazioni con l’UE.

Il rapporto è stato redatto su mandato del Parlamento. Spetta ora alle Commissioni dell’economia e dei tributi delle Camere federali dibattere sugli elementi in esso contenuti.

n Politica agricola comune dell’UE (PAC) post 2013

A settembre 2013 le tre istituzioni dell’UE – Commissione, Consiglio e Parlamento europeo – hanno chiarito gli ultimi punti aperti sull’evoluzione della Politica agricola comune (PAC) post 2013, e licenziato un pacchetto di riforme i cui elementi principali sono il supplemento ecologico per il 30 per cento del preventivo dei pagamenti diretti (Greening) e l’equa distribuzione del pagamento diretto (fino al 2019 nessuno Stato membro può ricevere meno del 75 % della media UE). La nuova riforma agraria è sancita in quattro regolamenti di base concernenti lo sviluppo rurale, i pagamenti diretti agli agricoltori, le misure di mercato nonché temi orizzontali come il finanziamento e i controlli, emanati dal Consiglio dei ministri dell’agricoltura dell’UE il 16 dicembre 2013. Le disposizioni transitorie per il 2014 garantiscono una transizione ottimale.

231 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

3.1.2 Accordi di libero scambio con Paesi al di fuori dell’UE

Oltre all’approccio multilaterale per la liberalizzazione del mercato nell’ambito dell’OMC, la Svizzera ha potenziato la sua rete di accordi di libero scambio con determinati Paesi terzi. In via suppletiva alla Convenzione relativa all’Associazione europea di libero scambio (AELS) e all’accordo di libero scambio con l’UE la Svizzera dispone, al momento, di oltre 28 accordi di libero scambio siglati con 38 partner. Fatta eccezione per gli accordi con Cina, Giappone e Isole Färöer, tutti gli accordi di libero scambio sono stati conclusi nel quadro dell’AELS.

Considerato il numero crescente, a livello mondiale, di accordi di libero scambio regionali, per la Svizzera, in quanto Paese dipendente dalle esportazioni, è fondamentale concludere accordi di libero scambio globali per evitare, quanto più possibile, una discriminazione delle aziende elvetiche sui mercati esteri.

Le disposizioni sul traffico delle merci contenute nell’accordo contemplano anche norme sui prodotti agricoli. A causa di politiche agricole e sensibilità diverse, gli accordi agricoli sono trattati in maniera bilaterale da ogni Stato AELS.

n Sviluppi attuali degli accordi di libero scambio nel quadro dell’AELS

L’accordo di libero scambio tra l’AELS e i due Stati centroamericani Costa Rica e Panama è entrato in vigore il 29 agosto 2014.

Il 1° luglio 2014 è entrato in vigore l’accordo di libero scambio degli Stati AELS con gli Stati del Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG). Nella sessione primaverile 2014 le Camere federali hanno approvato l’accordo di libero scambio tra gli Stati AELS e la Bosnia Erzegovina. Dopo l’approvazione da parte del competente Consiglio della Bosnia Erzegovina, l’accordo potrebbe entrare in vigore nella prima metà del 2015.

Sono in corso negoziati con Guatemala, India, Indonesia, Vietnam e, da marzo 2014, anche con la Malesia, mentre sono da tempo sospesi quelli con Algeria e Tailandia.

I negoziati con l’Unione doganale Russia-Bielorussia-Kazakistan sono rinviati fino a nuovo avviso.

Con alcuni partner sono in preparazione o in atto negoziati suppletivi per rinnovare e ampliare gli accordi esistenti. Tra questi vi sono Turchia, Israele, Messico e Canada.

Gli Stati AELS stanno vagliando la fattibilità di negoziati di libero scambio con gli Stati Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay) e con le Filippine. Contatti sono stati presi anche con Stati africani della regione subsahariana nonché con altri Stati asiatici.

n Sviluppi attuali degli accordi bilaterali di libero scambio

Sono in vigore tre accordi bilaterali di libero scambio della Svizzera: con il Giappone, le isole Färöer e, dal 1° luglio 2014, con la Cina.

Grazie all’accordo di libero scambio con la Cina, il terzo partner commerciale più importante della Svizzera dopo l’UE e gli USA, gran parte dei prodotti agricoli elvetici con potenziale d’esportazione (p.es. formaggio, latte scremato in polvere, yogurt, burro, carne secca di manzo, caffè torrefatto, dolciumi, biscotti, marmellate, gelati, bevande analcoliche, vino) possono venir esportati in Cina a dazio zero o ridotto. La Svizzera, dal canto suo, garantisce, nel rispetto della politica agricola interna, agevolazioni doganali per prodotti selezionati provenienti dalla Cina (p.es. prodotti tropicali, importazioni al di fuori del periodo di raccolto in Svizzera o nel quadro dei contingenti doganali OMC). Per i prodotti agricoli trasformati (p.es. prodotti da forno, cioccolato, ecc.) si abolisce, come negli altri accordi di libero scambio, anche l’elemento di protezione industriale. Per alcune voci di tariffa di particolare interesse a livello d’esportazione per la Cina (soprattutto zucchero, prodotti da forno e pasta, nonché burro d’arachidi) si garantisce un’ulteriore riduzione. Come per tutti gli accordi di libero scambio con Paesi terzi, le prescrizioni svizzere sui prodotti in materia di salute, igiene e designazione mantengono piena validità.

232 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

L’accordo bilaterale tra Svizzera e Giappone, in vigore dal 2009, ha determinato un aumento delle esportazioni di prodotti agricoli svizzeri verso il Paese asiatico: nel 2013 ne sono stati esportati per un valore di oltre 278 milioni di franchi (155 mio. fr. in più rispetto al 2008). I principali prodotti destinati al mercato giapponese sono tabacco, bibite, caffè, prodotti a base di cacao, nonché preparazioni alimentari diverse. Le importazioni agricole provenienti dal Giappone non hanno subito variazioni di rilievo anche dopo l’entrata in vigore dell’accordo di libero scambio: nel 2013 la Svizzera ha importato prodotti agricoli per un valore di quasi 16 milioni di franchi (nel 2008 le importazioni, con un valore di quasi 17 mio. fr., erano state persino più elevate). I principali prodotti d’importazione provenienti dal Giappone sono grassi e oli di pesce, salsa di soia, alghe, tè e preparazioni alimentari diverse.

n Negoziati per un accordo di libero scambio tra UE e USA (TTIP)

Da luglio 2013 UE e USA hanno intavolato negoziati per intensificare le loro relazioni commerciali e gli investimenti in vista del cosiddetto Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP). Si tratta di un accordo moderno in cui in primo piano vi è l’abolizione degli ostacoli al commercio di natura non tariffaria. Riguarda, oltre ai prodotti industriali, ai servizi e alle attività di investimento, anche i prodotti agricoli e le derrate alimentari. Siccome non sono ancora noti gli estremi di questo eventuale accordo, è impossibile esprimersi in merito alle ripercussioni che potrebbe avere sulla Svizzera. Una cosa tuttavia è certa: la Svizzera sarebbe direttamente toccata da un accordo di questo tipo tra i suoi due principali partner commerciali. Ne scaturirebbero infatti potenziali svantaggi concorrenziali sia per l’accesso al mercato sia in ambito normativo (reciproco riconoscimento degli standard, ecc.). Al momento non è possibile stimare la reale portata di tali svantaggi per la Svizzera. Tutto dipenderà da un eventuale accordo tra UE e USA, nell’ambito del TTIP, in materia di reciproco riconoscimento delle rispettive legislazioni o di armonizzazione. Sulla base del risultato dei negoziati si potranno valutare in maniera più precisa le conseguenze del TTIP per la Svizzera. Dall’inizio dei negoziati TTIP, la Svizzera partecipa a un cosiddetto Trade Policy Dialogue con gli USA. Tale piattaforma, istituita su iniziativa degli Stati AELS, ha l’obiettivo di seguire attentamente gli sviluppi del processo negoziale tra USA e UE e di ottenere informazioni direttamente alla fonte. A seconda delle prospettive e dei contenuti dei negoziati tra UE e USA occorrerà vagliare opzioni che garantiscano la competitività dell’economia elvetica e l’attrattiva della piazza economica svizzera. Non è ancora possibile prevedere le risposte concrete del nostro Paese che potrebbe, ad esempio, negoziare un accordo con gli USA, diventare il terzo polo del TTIP o migliorare l’accesso al mercato per i prodotti agricoli nell’UE.

233 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

3.1.3 OMC

n Traguardo importante nel ciclo di negoziati di Doha a Bali nel dicembre 2013

Nell’OMC il 2014 è stato caratterizzato dai risultati raggiunti in occasione della 9a conferenza ministeriale tenutasi a Bali a dicembre 2013. Con il licenziamento del cosiddetto «pacchetto di Bali», dopo lunghi negoziati i membri si sono accordati su un nuovo accordo multilaterale sulle agevolazioni commerciali, su determinati aspetti del settore agricolo e dello sviluppo e sull’elaborazione di un programma di lavoro post Bali. Per l’agricoltura sono importanti in particolare tre accordi.

1. Nel settore della competitività all’esportazione i membri sono tenuti a continuare a impegnarsi attivamente per abolire tutte le forme di sovvenzioni all’esportazione o mantenere le misure con effetti ad esse comparabili al di sotto del livello consentito. Questa decisione rappresenta un impegno rilevante dal profilo politico, ma non è giuridicamente vincolante. Per la Svizzera essa è rilevante soprattutto nel quadro della cosiddetta «legge sul cioccolato» (cfr. sezione 2.1.1.5), visto che mira a ridurre i contributi all’esportazione per i prodotti agricoli trasformati con l’obiettivo di abolire tale strumento.

2. Nell’ambito dell’accesso al mercato, la decisione dei ministri OMC sull’amministrazione dei contingenti doganali mira ad agevolare le importazioni nel quadro degli attuali contingenti doganali introducendo nuove norme. I Paesi industrializzati possono essere costretti a modificare temporaneamente il loro metodo d’amministrazione nel caso in cui il rispettivo contingente sia stato utilizzato in misura inferiore al 65 per cento durante più anni successivi e ciò non sia riconducibile a una domanda carente.

3. La costituzione di scorte statali di derrate alimentari da parte di Paesi in via di sviluppo è considerata una soluzione temporanea a tutela dei Paesi in via di sviluppo contro eventuali sanzioni nell’ambito della procedura di composizione delle controversie dell’OMC, qualora erogassero sovvenzioni, contrarie all’accordo agricolo OMC, per lo stoccaggio di derrate alimentari in vista di aumentare la loro sicurezza alimentare. Tale decisione non ha alcuna influenza diretta sulla Svizzera; tuttavia è importante che il versamento delle relative sovvenzioni non eserciti alcun effetto distorsivo del mercato e quindi rispecchi sia gli obiettivi di sviluppo sia quelli di politica agricola della Svizzera.

In virtù della decisione ministeriale, il Consiglio generale dell’OMC era incaricato di creare i presupposti legali per l’emanazione formale dell’accordo sulle agevolazioni commerciali entro il 31 luglio 2014, nonché sottoporli ai membri dell’OMC per l’approvazione sul piano interno. A causa delle richieste supplementari dell’India concernenti le scorte di derrate alimentari, i lavori sono purtroppo bloccati e finora non è stato possibile raggiungere un compromesso. Il dibattito verte su interessi dettati dalla politica interna e agricola. In India l’acquisto di derrate alimentari per la costituzione di scorte statali avviene a prezzi minimi regolamentati. Secondo l’accordo agricolo OMC, ciò equivale a una sovvenzione (sostegno interno). Nell’ambito dell’Uruguay Round (1995) tali sovvenzioni erano state limitate. Essendo però l’India, attualmente, un importante esportatore di prodotti agricoli, gli altri Stati membri dell’OMC sono meno propensi a scendere a compromessi.

Al momento della conclusione della redazione del Rapporto agricolo 2014 regnava incertezza sulle modalità di mettere in atto le decisioni di Bali e di proseguire i lavori ad esse correlati.

n Collaborazione all’interno del G10

Il G10, coordinato dalla Svizzera, è un gruppo di Stati (Svizzera, Liechtenstein, Islanda, Norvegia, Taiwan, Giappone, Corea del Sud, Israele, Mauritius) che perseguono interessi comuni in particolare nel settore agricolo. Si tratta di importatori agricoli netti che, all’interno dell’OMC, vogliono mantenere un margine di manovra per gli strumenti di politica agricola, tra cui la protezione alla frontiera e la cosiddetta «Green Box», comprendente misure senza o con lievi effetti distorsivi sul mercato.

234 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

In vista della Conferenza dei Ministri di Bali, i contatti tra gli Stati del G10 si sono intensificati e la Svizzera ha convocato regolarmente incontri per discutere degli interessi comuni nel contesto dei negoziati. Tuttavia, a causa di interessi divergenti, non è sempre stato facile elaborare una posizione comune.

Nella dichiarazione comune del G10 emanata in occasione della Conferenza ministeriale di Bali, gli Stati del G10 propugnano innanzitutto una maggiore trasparenza all’interno dell’OMC, proprio in relazione al tema delle restrizioni all’esportazione.

n Negoziati di adesione attuali

Il processo di adesione all’OMC consta di quattro fasi: dopo l’analisi dettagliata della politica commerciale ed economica di un Paese interessato da parte del gruppo di lavoro dell’OMC per le procedure di adesione, inizia la fase dei negoziati bilaterali tra il potenziale nuovo Stato membro e i singoli Paesi sui rispettivi impegni in materia di accesso al mercato e altre misure nel traffico di merci o di prestazioni di servizi. Conclusi i colloqui bilaterali, vengono fissate le condizioni d’adesione e presentate sotto forma di rapporto al Consiglio generale dell’OMC o alla Conferenza ministeriale. Se almeno due terzi dei membri sono favorevoli a un’adesione, il Paese è accolto nell’OMC.

Il 26 giugno 2014 lo Yemen è stato ufficialmente accolto nell’OMC diventando quindi il 160° membro dell’organizzazione.

Sono in corso negoziati, giunti più o meno a buon punto, per l’adesione di Kazakistan, Afghanistan, Seychelles, Bahamas, Azerbaigian, Iran e Liberia.

235 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

3.1.4 L’OCSE all’UFAG: quali temi perseguiamo e come ci presentiamo?

L’OCSE, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, tratta molteplici temi specifici in relazione all’agricoltura, come ad esempio:

– sviluppo rurale

– standard per frutta e verdura

– prodotti fitosanitari

– politica e mercati agricoli

– ambiente

– programmi sulle sementi

– sistemi agricoli sostenibili

L’UFAG segue attivamente questi temi e promuove il coinvolgimento di esperti svizzeri nelle attività dell’OCSE, garantendo così che le posizioni della Svizzera siano rappresentate in maniera coerente nei diversi organi dell’OCSE. Gli specialisti dell’UFAG responsabili di singoli temi, dal canto loro, garantiscono che le conoscenze acquisite dall’OCSE vengano trasmesse all’UFAG. Ciò è utile in particolare nello sviluppo di politiche tese a individuare le cosiddette «good practices».

Segue una breve sintesi sul modo in cui l’UFAG s’impegna concretamente su alcuni temi specifici.

n Sviluppo

rurale

L’organo che si occupa sistematicamente delle strategie di sviluppo territoriale e quindi anche dello sviluppo rurale è il Comitato per le politiche sullo sviluppo territoriale (Territorial Development Policy Committee, TDPC). Oltre a diverse attività, elabora i rapporti di controllo sulle politiche nazionali di pianificazione del territorio. Per la Svizzera la valutazione è stata eseguita nel 2011 (www.seco.admin.ch > Temi > Politica economica estera > OCSE > Publications sur la Suisse > Examens territoriaux de l’OCDE: Suisse 2011, disponibile in francese e in tedesco).

Da segnalare uno studio realizzato nel 2013 sul partenariato città-campagna, presentato anche alla Conferenza dei Ministri OCSE a Marsiglia (5–6 dicembre 2013). Lo studio sottolinea l’elevato valore delle prestazioni ecosistemiche fornite prevalentemente dall’agricoltura nelle aree rurali e quindi di decisiva importanza per lo sviluppo e la qualità della vita in tutto il territorio.

n Prodotti fitosanitari

Nel settore dei prodotti chimici, in generale, e in quello dei prodotti fitosanitari, in particolare, l’OCSE svolge un ruolo importante di uniformazione a livello mondiale delle procedure dei test tossicologici e ambientali. L’adozione di queste norme da parte dei Paesi membri evita l’inutile ripetizione di test e consente di tener conto dei risultati delle valutazioni dei rischi per la salute umana e per l’ambiente nelle rispettive procedure d’omologazione nazionali. Il «Working group on pesticides» tratta anche fascicoli quali la protezione degli impollinatori o la protezione integrata delle colture, favorendo così lo scambio di informazioni e di esperienze tra i Paesi membri.

n Politica e mercati agricoli

In questo ambito l’OCSE pubblica annualmente un rapporto sulla valutazione delle politiche agricole e le prospettive OCSE-FAO sui mercati agricoli. L’UFAG accompagna attualmente uno studio sulla valutazione delle riforme della politica agricola svizzera da inizio/metà anni ’90 che terminerà a novembre 2014 e i cui risultati saranno pubblicati nella primavera 2015.

236 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

Il sistema agroalimentare (inter)nazionale è confrontato con grandi sfide a medio e lungo termine come la sicurezza alimentare, l’evoluzione demografica, i cambiamenti climatici e la penuria di risorse naturali. In quale direzione si può e deve sviluppare una politica coerente lo discuteranno i ministri dell’agricoltura dell’OCSE e di altre organizzazioni nel 2016 in occasione di una conferenza ministeriale. I preparativi per questo evento iniziano già quest’anno.

n Ambiente

Il Gruppo di lavoro misto agricoltura e ambiente è una piattaforma internazionale di scambio d’informazioni nel settore agroambientale che si riunisce due volte l’anno. La Svizzera è rappresentata da un delegato dell’UFAG e da uno dell’UFAM. Il suo obiettivo consiste nel creare un legame tra gli aspetti economici e quelli ecologici nell’agricoltura. I temi ricorrenti sono la crescita verde, i cambiamenti climatici (impatto economico, attenuazione e adattamento), l’acqua o i beni agroambientali. Attraverso l’esame di studi in tali ambiti, il gruppo fornisce visioni d’insieme e analisi delle politiche nazionali agroambientali nei Paesi dell’OCSE, propone elenchi di indicatori per valutare l’effetto delle politiche agroambientali e nel settore del clima, analizza i risultati di diversi tipi di modelli. Per la Svizzera si tratta di un’eccellente vetrina internazionale per divulgare l’impegno e gli sforzi profusi nell’ambito della politica agroambientale e al contempo è una fonte d’informazioni importanti per lo sviluppo di aspetti ambientali della politica agricola.

237 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

n Anno internazionale dell’agricoltura familiare

Sulla scorta di una risoluzione adottata nel 2011 dalla Conferenza della FAO su proposta delle Filippine, sostenuta anche dalla Svizzera, nel dicembre 2011 l’Assemblea generale dell’ONU ha dichiarato il 2014 Anno internazionale dell’agricoltura familiare (IYFF) allo scopo di valorizzare l’immagine dell’agricoltura familiare e dell’agricoltura su piccola scala, nonché di focalizzare l’attenzione del mondo intero sul loro significativo contributo allo sradicamento della fame e della povertà, al miglioramento della sicurezza alimentare, della nutrizione e dei mezzi di sussistenza, alla gestione delle risorse naturali, alla protezione dell’ambiente e allo sviluppo sostenibile, in particolare nelle zone rurali. L’obiettivo dell’IYFF 2014 era ricollocare l’agricoltura familiare al centro delle politiche agricole, ambientali e sociali nei programmi d’azione nazionali, individuando lacune e opportunità onde favorire la transizione verso uno sviluppo più equo ed equilibrato. Nei Paesi industrializzati e in quelli in via di sviluppo, l’agricoltura familiare è la principale forma di produzione alimentare. Sul piano mondiale essa produce più del 70 per cento degli alimenti e i suoi operatori rappresentano il 40 per cento della popolazione attiva. Anche in Svizzera l’azienda familiare è fondamentale per l’agricoltura; le aziende agricole del nostro Paese possono essere considerate aziende familiari nel 99 per cento dei casi. Non esiste un concetto armonizzato per descrivere con precisione cosa sia un’azienda familiare. Tuttavia, diversi indicatori consentono di distinguere un’azienda agricola familiare da una industriale o da un’azienda gestita solo per hobby. Nelle aziende familiari, gli agricoltori e le loro famiglie si occupano dei compiti principali da cui traggono anche la maggior parte dei loro ricavi e vivono nella fattoria o nelle loro immediate vicinanze.

L’IYFF ha previsto numerosi eventi nazionali, regionali e globali per favorire questa forma di gestione. La FAO, dal canto suo, ha inserito l’agricoltura familiare nell’ordine del giorno di diverse riunioni, tra cui la conferenza della FAO per l’Europa tenutasi ad aprile 2014 a Bucarest. Anche in Svizzera sono stati indetti vari eventi su questo tema. Il 27 giugno, sotto il patrocinio dell’UFAG e della Direzione dello sviluppo e della cooperazione, presso l’Istituto agricolo di Grangeneuve è stata organizzata una giornata nazionale incentrata sul ruolo e sulla responsabilità delle aziende agricole familiari per la sicurezza alimentare e lo sviluppo rurale sostenibile. Questa ha riunito partecipanti della Svizzera ma anche rappresentanti della FAO nonché di agricoltori svizzeri e stranieri. Il Direttore dell’UFAG ha tenuto una relazione sull’importanza delle aziende familiari per la politica agricola elvetica.

n Principi per investimenti responsabili nell’agricoltura e nei sistemi alimentari

Nell’ambito del Comitato per la sicurezza alimentare mondiale (CFS), la Svizzera ha guidato il processo di elaborazione dei principi per investimenti responsabili nell’agricoltura e nei sistemi alimentari (RAI). Secondo il CFS tali principi devono consentire di promuovere investimenti responsabili che contribuiscano alla sicurezza alimentare e nutrizionale e che favoriscano la consacrazione progressiva del diritto a un’alimentazione adeguata nel contesto della sicurezza alimentare nazionale. Volontari, ma non vincolanti, i principi RAI si rivolgono a tutti coloro che investono nei sistemi agroalimentari, che ne beneficiano o che sono toccati da tali investimenti.

Attualmente una persona su otto soffre la fame o è malnutrita. La maggior parte di questi 805 milioni di individui privati del diritto a un’alimentazione equilibrata, un diritto umano universalmente riconosciuto, vive in aree rurali. Per potenziare significativamente la sicurezza alimentare e la nutrizione, è fondamentale invertire la tendenza al ribasso di questi ultimi decenni e aumentare gli investimenti nell’agricoltura e nei sistemi agroalimentari. Tuttavia, gli investimenti non contribuiscono allo stesso modo al miglioramento delle

238 3.1 Sviluppi
internazionale
sul piano
3.1.5 FAO

condizioni di vita delle popolazioni più vulnerabili, né all’aumento della resilienza dei sistemi agricoli e alla preservazione delle risorse naturali. Per far fronte alle sfide poste dalla crescita demografica, dalle mode in materia di consumi e dai cambiamenti climatici, e lottare quindi efficacemente contro fame e malnutrizione, è necessario investire in modo responsabile. I principi RAI hanno l’obiettivo di proporre orientamenti pratici ai governi e a tutti gli investitori per promuovere simili investimenti.

I principi RAI sono stati oggetto di un processo partecipativo nel quale i rappresentanti dei governi, della società civile, del settore privato, di organizzazioni internazionali, di fondazioni private e del mondo della ricerca hanno fatto sentire la propria voce. Il gruppo di lavoro incaricato della loro elaborazione è stato presieduto da C. Blank, Rappresentante permanente supplente della Svizzera presso FAO, IFAD e PAM. I principi, negoziati tra maggio e agosto 2014, sono stati sottoposti all’approvazione del CFS durante la 41a sessione tenutasi a ottobre.

n Agenda globale per un settore dell’allevamento sostenibile

È proseguita la collaborazione tra UFAG e FAO volta a mettere a punto l’agenda globale per un settore dell’allevamento sostenibile (http://www.livestockdialogue.org/). Tale iniziativa, scaturita da un dialogo tra le parti, mira a garantire uno sviluppo sostenibile duraturo in questo settore. Affinché il settore dell’allevamento risponda a una crescente domanda di prodotti animali e, allo stesso tempo, contribuisca alla riduzione della povertà, alla sicurezza alimentare e alla preservazione dell’ambiente e della salute umana sono necessari investimenti urgenti, sforzi maggiori nella ricerca agricola e una governance solida. Tale iniziativa si è dotata di una struttura di governance e di un programma di lavoro comprendente tre campi d’intervento in relazione a un utilizzo più efficiente delle risorse con l’obiettivo di colmare il divario in materia di efficienza, rivalutare prati e pascoli e valorizzare liquame e scarti. L’UFAG sostiene il lancio di un’azione pilota per ciascuno di questi tre campi d’intervento, l’integrazione di un progetto sull’alimentazione animale incentrato sullo sviluppo delle capacità nel settore della sicurezza alimentare e lo sviluppo di un indicatore per gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Nell’ambito dei lavori in vista dell’attuazione di tale iniziativa, a giugno 2014 l’UFAG ha organizzato a Friborgo una tavola rotonda dal titolo «Investing in Sustainable Livestock» con l’obiettivo di migliorare la comprensione comune per i problemi posti dallo sviluppo del settore dell’allevamento, sviluppare un consenso sulla via da seguire, migliorare la coerenza a livello di politiche e interventi ed esplorare in quale misura gli investimenti potrebbero essere allineati agli obiettivi dello sviluppo sostenibile del settore dell’allevamento. A questa tavola rotonda, che ha riunito rappresentanti di diverse parti interessate, ha partecipato anche David Nabarro, Incaricato speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per la sicurezza alimentare e la nutrizione. Il Direttore dell’UFAG, nel suo messaggio di benvenuto, ha messo in evidenza l’importanza, per i sistemi agroalimentari sostenibili, di investire in maniera sostenibile ed efficace nel settore dell’allevamento.

239 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

n Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura

Il Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura (Trattato) è entrato in vigore il 29 giugno 2014. È stato firmato da 131 Stati. La Svizzera l’ha ratificato il 22 novembre 2004. Gli obiettivi del Trattato sono la conservazione e l’uso sostenibile delle risorse fitogenetiche e la ripartizione dei vantaggi derivanti dalla loro utilizzazione al fine di perseguire un’agricoltura sostenibile e la sicurezza alimentare in conformità della Convenzione sulla diversità biologica. Il Trattato è uno strumento essenziale per garantire la diversità delle risorse fitogenetiche, necessaria ad agricoltori e selezionatori per far fronte alle sfide globali in materia di sicurezza alimentare, nutrizione e cambiamenti climatici. L’accesso alle risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura (PGRFA) e la ripartizione dei vantaggi derivanti dalla loro utilizzazione sono disciplinati nell’ambito del Sistema multilaterale stabilito dal Trattato. Le transazioni tra fornitori e utilizzatori di risorse sono effettuate nel quadro dell’Accordo tipo di trasferimento di materiale (ATM). Ogni anno vengono conclusi migliaia di ATM, prevalentemente da parte di centri del gruppo consultivo per la ricerca agricola internazionale. In Svizzera, dal 2007 la banca genetica nazionale ha rilasciato 116 ATM riguardanti più di 1 500 accessioni.

La 5a sessione dell’Organo Direttivo si è svolta a Muscat, Oman, dal 24 al 28 settembre 2013. La decisione principale riguarda l’avvio del processo di riforme del Sistema multilaterale del Trattato. La sessione si è aperta prendendo atto di un fallimento: finora, nonostante il numero elevato di ATM, il Sistema multilaterale non è riuscito ad alimentare il Fondo per la ripartizione dei vantaggi. Nonostante regnasse l’unanimità sulla diagnosi, sono stati necessari lunghi negoziati per definire le modalità del processo che sarà messo in atto per riformare il Sistema multilaterale. Le discussioni hanno riguardato in particolare la composizione e il mandato del gruppo responsabile dei negoziati. La Svizzera si è impegnata affinché il settore delle sementi e le organizzazioni agricole fossero integrate nel processo. Essa è stata scelta anche come una delle cinque rappresentanti della regione europea. La prima riunione si è svolta dal 14 al 16 maggio 2014 a Ginevra.

Il lancio di un vero e proprio programma per la promozione dell’utilizzo sostenibile delle risorse fitogenetiche rappresenta un successo per la Svizzera che si è impegnata attivamente su questo fronte sin dalla 1a sessione dell’Organo direttore nel 2006. Infatti è molto più difficile conservare materiale genetico se questo non è più utilizzato.

n Indennizzo delle prestazioni ecosistemiche e sicurezza alimentare

Per quanto riguarda gli obiettivi e gli strumenti, la politica svizzera per la filiera agroalimentare è orientata alla sostenibilità e alla resilienza dei sistemi agroecologici. Le parole chiave sono sicurezza alimentare e delle derrate alimentari, gestione dell’ambiente e delle risorse, sviluppo rurale e accesso al mercato. I principali strumenti sono: promozione della responsabilità individuale mediante ricerca, formazione e consulenza, prescrizioni (precetti/divieti) nonché incentivi economici.

All’inizio degli anni ‘90 il «modello svizzero» dell’indennizzo attraverso il mercato, combinato con i pagamenti diretti, era un approccio poco diffuso sul piano internazionale. Nel frattempo, in seguito al Processo di Rio, all’attuazione delle decisioni sulla Convezione sulla biodiversità e sul clima del 1992, ai vertici mondiali sull’alimentazione del 1996 e 2009 nonché al Trattato internazionale sulle risorse genetiche delle piante per l’alimentazione e l’agricoltura del 2004, i modelli di indennizzo delle prestazioni individuali e collettive fornite a favore di ecosistemi vitali si sono moltiplicati e vengono costantemente sviluppati

La FAO prevede svariati tipi di modelli di indennizzo e modalità di pagamento, ad esempio versamenti per una singola prestazione ambientale specifica (oasi naturale protetta, contributo per la biodiversità), pagamenti per le pratiche agricole (sequestro C; contributo per sistemi di produzione) o anche modelli di indennizzo integrati nei quali la dimensione economica, ecologica e sociale è considerata unitamente alla dimensione di sviluppo regionale e territoriale.

240 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

A partire dal 2000 la Svizzera ha profuso un notevole impegno, attraverso la FAO di Roma, nel campo dell’indennizzo di esternalità positive generate dalle attività agricole e rurali onde contribuire tempestivamente all’impostazione di questo ambito. Anche altri Paesi e gruppi di Paesi (come Costa Rica, Kenya, Indonesia, India, Ucraina, UE) hanno maturato esperienze in questo settore. Queste sono importanti per garantire una presa di coscienza a tutti i livelli delle autorità decisionali globali ed elaborare raccomandazioni per la realizzazione pratica sul piano nazionale. Dal profilo dell’agricoltura, della sicurezza alimentare e dell’ambiente, nonché per quanto riguarda una buona governance l’ulteriore sviluppo di tali strumenti e modelli acquista sempre più importanza a livello internazionale soprattutto in Paesi emergenti come Brasile, Kenya o Vietnam.

Con l’obiettivo strategico di organizzare il settore agricolo e forestale nonché quello della pesca in modo più sostenibile e produttivo, la FAO, con il sostegno finanziario dell’UFAG e in collaborazione con il PF di Zurigo, conduce un progetto incentrato su: analisi dei programmi di indennizzo esistenti, strumenti per l’organizzazione efficace e la realizzazione di nuovi programmi, dialogo politico e presa di coscienza, portale per lo scambio di conoscenze ed esperienze (cfr. grafico seguente). Il progetto è incentrato sullo scambio di esperienze e sul dialogo tra i Paesi e le singole discipline nonché tra i diversi gruppi di stakeholder. Il coaching è garantito da un comitato consultivo indipendente.

Campi di attività e risultati principali del progetto della FAO «Indennizzo delle prestazioni ecosistemiche» nel settore agricolo, forestale, della pesca e alimentare, 2013

2015

Analisi e valutazione dei programmi esistenti con incentivi per le prestazioni ecosistemiche (PES) Valutazione dell'efficacia di programmi d'incentivazione statali considerando i loro effetti ecologici, economici e sociali, in particolare in riferimento a riduzione della povertà, sicurezza alimentare, sviluppo rurale e potenziamento degli enti pubblici.

Strumenti PES

Strumenti per il sostegno delle autorità decisionali del settore pubblico e privato per lo sviluppo e l'attuazione di programmi d'incentivazione per le prestazioni ecosistemiche.

Dialogo politico

Potenziamento di un dialogo oggettivo per la definizione di direttive per politiche che conducano alla creazione di programmi PES realizzabili in maniera sostenibile.

Scambio di conoscenze mediante un portale web Piattaforma Internet come centro globale delle conoscenze per lo scambio comune di informazioni, conoscenze ed esperienze sull’indennizzo di prestazioni ecosistemiche nell'agricoltura, nel settore forestale e nella pesca nonché potenziamento della collaborazione di istituzioni e partner e divulgazione di risultati della ricerca a sostegno del dialogo politico.

241 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

Membri del comitato consultivo per incentivi relativi a prestazioni ecosistemiche

1. Dirk Ahner, ex-DG, Direzione generale della Politica regionale, Commissione europea, Bruxelles, Belgio

2. Roberto Azofeifa, Ministero dell’agricoltura, Costa Rica

3. Violaine Berger, World Business Council for Sustainable Development, Ginevra, Svizzera

4. Rudolph Cleveringa, Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo, Roma, Italia

5. Jeannette Gurung, Women Organizing for Change in Agriculture, Nepal

6. Philip Kiriro, East African Farmers Federation, Nairobi, Kenya

7. Pham Hong Luong, Forest Protection and Development Fund, Vietnam

8. Alexander Müller, Institute for Advanced Sustainability Studies, Potsdam, Germania

9. Eduard Niesten, Conservation International, Arlington, USA

10. Renato de Oliveira Brito, Ministero dell’agricoltura, Brasilia, Brasile

11. Despina Symons, International Union for Conservation of Nature, Gland, Svizzera

12. Ann Tutwiler, Bioversity International, Maccarese, Italia

13. Agnes Yobterik, National Environment Management Authority, Nairobi, Kenya

242
3.1 Sviluppi sul piano internazionale

3.1.6 Follow up Rio+20

A giugno 2012, a Rio de Janeiro si è svolta la Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile. Riallacciandosi alla Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo, svoltasi anch’essa a Rio de Janeiro nel 1992, quella del 2012 è stata denominata «Rio+20».

Rio+20 aveva tre obiettivi: (i) garantire il rinnovo dell’impegno politico per lo sviluppo sostenibile; (ii) valutare i progressi e le lacune in relazione alla messa in atto di precedenti obblighi; e (iii) affrontare nuove sfide. Il documento finale di Rio+20 The Future We Want contiene un certo numero di misure per potenziare lo sviluppo sostenibile, tra cui l’elaborazione di obiettivi per lo sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, SDG), nonché l’istituzione di un quadro decennale per programmi di promozione di modelli di produzione e di consumo sostenibili (10 Year Framework of Programmes on Sustainable Consumption and Production, 10YFP). Entrambi questi processi sono di rilevanza diretta per l’agricoltura e vengono sostenuti attivamente dalla Svizzera.

n Obiettivi per lo sviluppo sostenibile e agenda post 2015

Il documento finale di Rio+20 ha dato avvio a un processo internazionale per l’elaborazione di SDG il cui obiettivo è potenziare la sostenibilità dopo la scadenza, nel 2015, degli obiettivi di sviluppo del millennio (Millennium Development Goals, MDG). Un gruppo di lavoro dell’Assemblea generale dell’ONU (Open Working Group on Sustainable Development Goals, OWG) è stato incaricato di elaborare una proposta di SDG entro settembre 2014. All’inizio del 2015 avrà luogo un processo internazionale nel quale, sulla base della proposta di SDG dell’OWG, nonché di una serie di consultazioni internazionali sul dopo MDG, verrà discussa l’agenda post 2015 per lo sviluppo sostenibile. Questa sarà varata in occasione di un vertice dell’ONU a settembre 2015.

Mentre i MDG si riferiscono principalmente ai Paesi in via di sviluppo, gli obiettivi dell’agenda post 2015 devono avere una portata universale; ossia devono essere di rilevanza generale e applicabili in tutti i Paesi. Inoltre, gli obiettivi dell’agenda post 2015 devono contemplare le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile (sostenibilità ecologica, sociale ed economica) e interconnettere ambiti tematici correlati. L’UFAG si è pertanto adoperato nel settore agroalimentare per un SDG che non si limitasse alla lotta contro la fame, ma coniugasse aspetti della qualità alimentare, della promozione di sistemi agroalimentari sostenibili e resilienti nonché del potenziamento dell’agricoltura dei piccoli contadini.

Per elaborare la proposta di obiettivo della Svizzera nei settori dell’agricoltura sostenibile, della sicurezza alimentare e della qualità degli alimenti, l’UFAG, insieme alla DSC, guida un gruppo di lavoro tematico cui partecipano tutte le cerchie interessate della società civile, della ricerca e del settore privato. Inoltre l’UFAG è rappresentato nella task force interdipartimentale post 2015 che prepara la posizione negoziale della Svizzera in vista del processo internazionale d’elaborazione dell’agenda post 2015. Sul piano internazionale la Svizzera si impegna attivamente nell’OWG all’interno della quale condivide un seggio con Germania e Francia. Tra marzo 2013 e febbraio 2014 l’OWG si è riunito otto volte per individuare priorità ed esigenze dei membri. A marzo 2014 è entrato in una nuova fase nella quale si tratta di elaborare proposte concrete di SDG. Sebbene non sia ancora possibile esprimersi con certezza sugli obiettivi dell’agenda post 2015, i membri dell’OWG concordano sul fatto che in essa deve figurare un obiettivo nel settore dell’agricoltura sostenibile, della sicurezza e della qualità degli alimenti.

243
3.1 Sviluppi sul piano internazionale

n Programma FAO/UNEP sui sistemi agroalimentari sostenibili e 10YFP

Il programma FAO/UNEP sui sistemi agroalimentari sostenibili (FAO/UNEP Sustainable Food Systems Programme, FAO/UNEP SFSP) è un’iniziativa comune della FAO e del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente UNEP che ha l’obiettivo di migliorare l’efficienza delle risorse dei sistemi agroalimentari e di ridurre il loro inquinamento, dalla produzione al consumo, affrontando al contempo questioni concernenti la sicurezza alimentare e la qualità degli alimenti. Nel 2011 è stato lanciato con il sostegno finanziario dell’UFAG e successivamente messo in atto con la partecipazione di molti partner provenienti da diverse cerchie interessate (organizzazioni internazionali, governi nazionali, organizzazioni della società civile e settore privato). Altri programmi globali nel settore dei modelli di produzione e di consumo sostenibili decisi nel contesto del quadro decennale varato nel 2002 a Johannesburg e realizzato nel 2012 a Rio+20 per programmi di promozione di modelli di produzione e di consumo sostenibili (10YFP), hanno funto da modello per lo sviluppo del FAO/UNEP SFSP.

A giugno 2013 la Task force Agri-food del FAO/UNEP SFSP, organo composto da più partner, responsabile della realizzazione del programma, ha deciso di impegnarsi per inserire nel 10YFP un programma sui sistemi agroalimentari sostenibili sulla base del lavoro e delle esperienze del FAO/UNEP SFSP. Questo sarebbe un importante passo avanti per conferire alla tematica maggiore forza propulsiva e più visibilità sul piano internazionale.

All’inizio del 2014 la Svizzera ha sostenuto la domanda, presentata congiuntamente dalla FAO e dall’UNEP all’attenzione del Consiglio 10YFP, per lo sviluppo e l’inclusione di un programma sui sistemi agroalimentari sostenibili nel 10YFP, in collaborazione con Costa Rica, USA e Sudafrica. A marzo 2014 l’UFAG, con i responsabili del FAO/UNEP SFSP, ha organizzato una seduta di pianificazione per concretizzare il processo e stabilirne gli indicatori. Alla fine di marzo il Consiglio 10YFP ha dato via libera al processo: si prevede che il programma sui sistemi agroalimentari sostenibili, dopo una serie di consultazioni delle cerchie interessate, nella prima metà del 2015 potrà essere incluso ufficialmente nel 10YFP e in seguito attuato.

244 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

3.1.7 Consiglio Internazionale dei Cereali e Convenzione sull’assistenza alimentare (CIC/CAA)

L’Accordo internazionale sui cereali del 1995 era costituito, fino al 30 giugno 2012, da due convenzioni giuridicamente distinte: la Convenzione sul commercio dei cereali del 1995 e la Convenzione sull’aiuto alimentare del 1999. La seconda nel frattempo è stata sostituita dalla Convenzione sull’assistenza alimentare entrata in vigore il 1° gennaio 2013 e non rientra più nell’Accordo internazionale sui cereali del 1995. Il segretariato del Consiglio Internazionale dei Cereali è tuttavia responsabile anche dell’amministrazione della Convenzione sull’assistenza alimentare.

n Consiglio Internazionale dei Cereali (International Grains Council, IGC/CIC)

Il mandato principale del Consiglio Internazionale dei Cereali (CIC) è riferire della situazione dei mercati di cereali, mais, riso e semi oleosi a livello mondiale. Esso informa, in pubblicazioni quotidiane, settimanali e mensili, sull’evoluzione dei prezzi, sulle quantità prodotte e quelle smerciate e sulle attività principali dei Paesi d’esportazione e d’importazione (modifiche dei dazi all’importazione e all’esportazione, appalti, ecc.). Le informazioni che esso fornisce contribuiscono in maniera sostanziale a creare maggiore trasparenza sul mercato e a rafforzare la sicurezza alimentare a livello mondiale. Il CIC non interviene direttamente sull’andamento del mercato o nell’impostazione delle politiche cerealicole dei Paesi membri.

La Svizzera ha aderito all’Accordo internazionale sui cereali fin dalla sua stipula (1949).

n Convenzione sull’assistenza alimentare (Food Assistance Convention, FAC/CAA)

Nella Convenzione sull’assistenza alimentare (Food Assistance Convention, FAC/CAA) le parti si impegnano a versare un importo prestabilito (commitment) a favore degli aiuti alimentari. La Svizzera si è impegnata a versare 34 milioni di franchi l’anno fino a nuovo avviso. Tale importo corrisponde al credito quadro previsto nel Messaggio concernente la cooperazione internazionale 2013–2016. Allo scadere di ogni anno, le parti devono stendere un rapporto sulle loro attività e dimostrare se e come hanno adempiuto i propri obblighi. Per l’adempimento degli obblighi, oltre alle forniture di derrate alimentari, possono essere considerate anche altre attività. Tra queste vi sono la fornitura di sostanze nutritive per l’arricchimento di derrate alimentari, trasferimenti di denaro o i cosiddetti programmi voucher. Le parti riconoscono, inoltre, i principi fondamentali (Guiding principles) che devono essere rispettati nei programmi di assistenza alimentare.

La Convenzione sull’assistenza alimentare è entrata in vigore il 1° gennaio 2013 e ha sostituito la Convenzione sull’aiuto alimentare (Food Aid Convention). Le parti sono, oltre alla Svizzera e all’UE, Australia, Austria, Canada Danimarca, Finlandia, Giappone, Lussemburgo, Russia, Slovenia, Svezia, e USA (stato luglio 2014). Il suo Comitato amministrativo (Food Assistance Committee) si riunisce due volte l’anno.

245 3.1 Sviluppi sul piano internazionale
246

3.2 Confronti sul piano internazionale

3.2.1 Prezzi alla produzione e al consumo –Confronto con i Paesi limitrofi

Di seguito si riporta un confronto tra i prezzi alla produzione e al consumo in Svizzera e nei Paesi limitrofi Germania, Francia e Austria.

247
3.2 Confronti sul piano internazionale

n In Svizzera prezzi alla produzione più elevati di quelli dei Paesi limitrofi

Nella tabella seguente si presentano i prezzi alla produzione di una selezione di prodotti rilevati in Austria, Francia, Germania e Svizzera. I prodotti possono differenziarsi per qualità, label e servizi intrinseci; per tale motivo, è difficile individuare per tutti i Paesi i prezzi di prodotti identici. Laddove è stato impossibile trovare un prodotto comparabile, non vi è alcuna indicazione.

Nei tre Paesi vicini i prezzi di latte, carne e prodotti campicoli sono relativamente omogenei, mentre per frutta e verdura si riscontrano, in parte, notevoli differenze. In Svizzera, a causa dei dazi, i prezzi alla produzione sono superiori a quelli dell’UE: nei tre Paesi limitrofi, ad esempio, il latte costa un terzo in meno di quello svizzero, la carne raggiunge un livello pari al 45–61 per cento di quello elvetico, i cereali e i semi oleosi un livello tra il 38 e il 65 per cento. In Svizzera costano di più anche frutta e verdura, ma dal confronto emergono differenze notevoli a seconda del Paese considerato. Il prezzo può pertanto ammontare, in alcuni casi, al triplo, e in altri essere pressoché uguale.

Prezzi alla produzione in Svizzera e nei Paesi limitrofi – 2013

Avvertenza: i risultati vanno interpretati con cautela, considerato il limite di comparabilità tra i prodotti. In particolare possono variare i servizi intrinseci dei prodotti. I prodotti considerati, pertanto, sono quelli che meglio si prestano a un tale confronto dei prezzi e per i quali si dispone di dati accessibili e comparabili. I prezzi esteri sono stati convertiti applicando i corsi di cambio della Banca nazionale svizzera.

Tenore del latte: D (4 % grasso, 3,4 % proteine), F (3,8 % grasso, 3,2 % proteine), A (3,7 % grasso, 3,4 % proteine), CH (4 % grasso, 3,3 % proteine); mele da tavola, classe I: A (comuni); pere da tavola, classe I: A (comuni); cipolle: CH, F (gialle), D, A (comuni).

Fonti: FranceAgriMer, Agreste Francia; Agrarmarkt Austria (AMA), Bundesanstalt Statistik Austria, Bundesanstalt für Agrarwirtschaft Austria; Agrarmarkt Informations-Gesellschaft mbH (AMI) Germania; UFAG Osservazione del mercato.

248 3.2 Confronti sul piano internazionale
Prodotti Ø 2013 D F A CH Latte ct./kg 46.38 41.10 44.46 63.34 Carne Torelli, T3 fr./kg PM 4.64 5.18 4.72 8.51 Vitelli, T3 fr./kg PM 6.61 7.63 7.26 13.90 Suini fr./kg PM 2.10 2.01 2.15 4.48 Cereali e semi oleosi Frumento fr./100 kg 21.20 18.90 18.70 49.40 Orzo fr./100 kg 19.20 17.80 18.00 34.90 Mais da granella fr./100 kg 21.80 25.00 22.10 38.20 Colza, varietà convenzionali fr./100 kg 42.70 40.10 42.00 88.70 Sarchiate Patate stoccate, per il consumo allo stato fresco fr./100 kg 28.26 - 31.63 50.02 Barbabietole da zucchero fr./100 kg - - 4.30 6.78 Frutta Mele da tavola Golden Delicious, classe I fr./kg 0.68 1.28 0.66 1.45 Pere da tavola Conférence, classe I fr./kg 0.87 1.62 0.86 1.65 Verdura Carote fr./kg 0.25 0.60 0.53 0.86 Lattuga cappuccio fr./pz. 0.36 0.59 0.32 0.78 Cetrioli per insalata fr./pz. 0.41 0.64 0.38 1.03 Cipolle fr./kg 0.30 0.36 0.30 0.93

n In Svizzera prezzi al consumo più elevati di quelli dei Paesi limitrofi

Come per i prezzi alla produzione, di seguito si presentano i prezzi al consumo di una selezione di prodotti rilevati in Austria, Francia, Germania e Svizzera. A livello di consumo è ancora più difficile che a livello di produzione individuare prodotti adatti al confronto, anche a causa della maggiore varietà di prodotti. I prezzi dei prodotti possono variare soprattutto a seconda delle strutture di smercio e del comportamento dei consumatori. Per alcuni prodotti è stato impossibile trovarne uno comparabile.

Dalla tabella risulta che i consumatori tedeschi sono quelli che pagano tendenzialmente meno, seguiti da quelli austriaci, francesi e svizzeri. Latte e latticini nei Paesi limitrofi hanno prezzi tra il 37 e il 90 per cento di quelli elvetici, per la carne tra il 29 e il 78 per cento, mentre per frutta, verdura e patate tra il 46 e l’82 per cento. Il divario maggiore si registra per la carne: per molti tagli di carne, nei Paesi vicini i consumatori possono pagare anche meno della metà rispetto agli Svizzeri.

Avvertenza: i risultati vanno interpretati con cautela, considerato il limite di comparabilità tra i prodotti. In particolare possono variare i servizi intrinseci dei prodotti. I prodotti considerati, pertanto, sono quelli che meglio si prestano a un tale confronto dei prezzi e per i quali si dispone di dati accessibili e comparabili. I prezzi esteri sono stati invertiti applicando i corsi di cambio della Banca nazionale svizzera.

Latte intero pastorizzato: F (latte UHT parzialmente scremato); mele da tavola, classe I: A (comuni); pere da tavola: D, A (comuni); cipolle: CH, F (gialle), D, A (comuni).

Fonti: FranceAgriMer, Agreste Francia; GfK Austria, Bundesanstalt Statistik Austria, Bundesanstalt für Agrarwirtschaft Austria; Agrarmarkt Informations-Gesellschaft mbH (AMI) Germania; UFAG Osservazione del mercato.

249 3.2 Confronti sul piano internazionale
Prodotti Ø 2013 D F A CH Latte e latticini Latte intero past. fr./l 0.86 0.95 1.18 1.45 Burro fr./kg 5.48 8.17 7.18 14.91 Yogurt naturale fr./kg 1.21 1.80 2.27 2.53 Mozzarella fr./kg 5.92 - 7.51 9.79 Emmentaler fr./kg 11.17 10.39 9.02 15.26 Carne e uova Entrecôte di manzo fr./kg - 28.89 20.97 68.98 Bollito di manzo, aletta fr./kg 8.51 - - 20.94 Scaloppine di vitello (coscia) fr./kg - 29.17 31.53 69.78 Scaloppine di maiale (coscia) fr./kg 8.58 - 8.12 27.61 Cotolette di maiale fr./kg 6.63 - 8.77 22.50 Pollo fresco fr./kg 5.61 - 7.35 9.46 Uova da allevamento al suolo 10 pz. fr./uovo 0.17 - 0.28 0.42 Sarchiate Patate (patate resistenti alla cottura e farinose, patate novelle incluse) fr./kg 1.29 1.48 1.15 1.91 Frutta Mele da tavola Golden Delicious, classe I fr./kg 2.44 2.41 1.62 3.34 Pere da tavola Conférence, classe I fr./kg 2.74 3.18 2.36 3.90 Verdura Carote fr./kg 1.18 1.42 1.24 2.39 Lattuga cappuccio fr./pz. 1.06 1.22 0.85 1.84 Cetrioli per insalata fr./pz. 0.74 1.17 1.07 1.52 Cipolle fr./kg 1.11 1.53 1.32 2.40
Prezzi al consumo in Svizzera e nei Paesi limitrofi – 2013

3.2.2 Cifre del commercio internazionale

A complemento del paragrafo «Commercio estero» di cui al punto «1.1.1.2 Indicatori economici», di seguito presentiamo un’analisi ex-post 2002–2013 del commercio estero agricolo svizzero.

n Prodotti e tendenze

L’UE è il nostro partner economico più importante in ambito agricolo. Nel 2013, circa due terzi (62 %) delle esportazioni agricole svizzere erano destinati all’UE e tre quarti (75 %) delle importazioni agricole elvetiche provenivano dall’UE. Oltre tre quarti (79 %) del totale delle esportazioni agricole del Paese (8,9 mia. fr.) sono stati raggiunti con il 5 per cento dei prodotti delle linee tariffali dell’OMC costituito, per lo più, da prodotti agricoli trasformati come caffè, limonate e cioccolata, ma anche formaggio. Tra il 2002 e il 2013 le esportazioni agricole svizzere sono aumentate di 5 128 milioni di franchi; tale incremento è riconducibile per il 38 per cento al caffè e per il 31 per cento alle limonate. Nello stesso periodo, le esportazioni di formaggi svizzeri sono cresciute di 95 milioni di franchi, ovvero del 20 per cento. Oltre un terzo (37 %) del valore totale delle importazioni agricole svizzere del 2013 (11,6 mia. fr.) è stato ottenuto con 10 delle 215 linee tariffali agricole dell’OMC, segnatamente vino e caffè. La progressione di 3 247 milioni di franchi delle importazioni agricole svizzere rilevata tra il 2002 e il 2013 è riconducibile per il 15 per cento al caffè, il 7 per cento ai prodotti da forno e il 6 per cento ai vini. Le importazioni di formaggi sono salite del 42 per cento, ovvero di 112 milioni di franchi.

n Commercio con partner al di fuori dell’Unione europea

Attualmente la Svizzera dispone di 28 accordi di libero scambio (ALS) con 38 partner, oltre alla convenzione dell’Associazione europea di libero scambio (AELS) e all’accordo bilaterale con l’UE (UE-28). Al punto

1.1.2.1 è riportata un’analisi della liberalizzazione del commercio caseario con l’UE. Nell’anno oggetto del rapporto, questi 38 partner hanno fornito il 34 per cento delle importazioni agricole svizzere provenienti da mercati al di fuori dell’UE-28; si è trattato prevalentemente di Turchia (14 %), Cina (14 %) e Colombia (13 %). Il restante 66 per cento delle importazioni agricole provenienti da mercati al di fuori dell’UE-28 è stato fornito da Paesi terzi con cui non vi è alcun accordo di libero scambio, in particolare Brasile (17 %), Stati Uniti (11 %) e India (5 %). Nel 2013 le esportazioni agricole della Svizzera verso i 38 partner di libero scambio hanno rappresentato il 46 per cento del volume d’esportazione totale di prodotti agricoli verso i mercati extracomunitari. I Paesi terzi principali acquirenti sono stati Giappone (18 %), Canada (14 %) e Arabia Saudita (11 %). Le esportazioni agricole verso Paesi terzi con i quali non sussistono accordi di libero scambio hanno rappresentato il 54 per cento delle esportazioni agricole svizzere verso i mercati al di fuori dell’UE-28 e hanno avuto come destinazione gli Stati Uniti (28 %), la Russia (6 %) e l’Australia (6 %).

n Esportazione nel quadro della legge sul cioccolato

Le esportazioni di prodotti agricoli trasformati disciplinate dalla legge sul cioccolato sono costituite da esportazioni di prodotti agricoli di base di origine svizzera, incorporati in prodotti agricoli trasformati, quali biscotti o cioccolata. Si tratta, in particolare, di 19 000 tonnellate di latte in polvere e 35 000 tonnellate di farina di frumento. Nel 2013, queste esportazioni hanno superato di diverse decine di punti percentuali quelle del 2002.

n Traffico di perfezionamento

Il traffico di perfezionamento è un elemento importante del commercio estero agricolo svizzero. Il traffico di perfezionamento attivo comprende la lavorazione, la trasformazione o la riparazione di merci estere importate in Svizzera per poi essere riesportate sotto forma di prodotti perfezionati. Nel 2013, la Svizzera ha importato prodotti agricoli nel quadro del traffico di perfezionamento attivo per un valore di 228 milioni di franchi, ovvero il 2 per cento delle sue importazioni agricole totali (11,6 mia. fr.), corrispondenti a un aumento del 63 per cento rispetto al 2002. I principali prodotti interessati sono siero di latte, carne bovina

250 3.2 Confronti sul piano internazionale

disossata, grassi e oli vegetali e lattosio. Le riesportazioni di prodotti agricoli nel quadro del traffico di perfezionamento attivo hanno invece raggiunto un valore di 2 547 milioni di franchi, ovvero il 29 per cento delle esportazioni agricole totali (8,9 mia. fr.), registrando una crescita del 172 per cento rispetto al 2002. I principali prodotti interessati sono limonate, sigarette, preparazioni per l’alimentazione dei bambini, cioccolata, alimenti per cani e gatti, alimenti per neonati, paste alimentari, miscele di grassi o oli non lattieri e carne secca. Il traffico di perfezionamento passivo comprende la lavorazione, trasformazione o riparazione di beni indigeni all’estero per poi essere reimportati sotto forma di prodotti perfezionati. Per la Svizzera, la sua portata è inferiore a quella del traffico di perfezionamento attivo. Nel 2013 sono stati esportati prodotti nel quadro del traffico di perfezionamento passivo per un valore di 31 milioni di franchi, ovvero lo 0,3 per cento delle esportazioni agricole totali del Paese. Rispetto al 2002 si registra una crescita del 66 per cento. I principali prodotti interessati sono farina di frumento, panna e siero di latte. Le reimportazioni nel quadro del traffico di perfezionamento passivo hanno invece raggiunto un valore di 58 milioni di franchi, ovvero lo 0,5 per cento delle importazioni agricole totali della Svizzera, con una crescita del 133 per cento (+33 mio. fr.) rispetto al 2002. I principali prodotti interessati sono pane, panna e biscotti.

n Importazioni nel quadro del sistema delle preferenze generalizzate

Il Sistema di Preferenze Generalizzate (SPG) prevede concessioni a favore di 130 Paesi in via di sviluppo, ai quali la Svizzera accorda concessioni per il 35 per cento dei prodotti agricoli. Nel 2013, le importazioni agricole con trattamento preferenziale SPG sono ammontate a 399 milioni di franchi, ovvero al 3 per cento del totale delle importazioni agricole. La franchigia di dazio accordata unilateralmente dalla Svizzera a tutti i prodotti agricoli (per lo zucchero e il riso era stato introdotto un periodo transitorio fino al 2009) originari dei Paesi meno avanzati (PMA) esiste dal 1° aprile 2007. Nel 2013, più dei due terzi delle importazioni svizzere totali (166 mio. fr.) in franchigia di dazio, originarie dai PMA, erano costituiti da oli vegetali, caffè, cacao, tabacco e rose. Il volume d’importazione di tali oli e grassi vegetali per l’alimentazione umana nel 2013 è stato di 39 634 tonnellate, valore raddoppiato rispetto al 2006: la quota di tali importazioni è infatti passata dal 12 per cento nel 2006 al 36 per cento nel 2013.

Importazioni di oli e grassi vegetali per l'alimentazione umana negli anni 2006–2013, secondo l'origine

Al link www.blw.admin.ch > Temi > Affari internazionali > Statistiche agricole di alcuni partner commerciali il lettore interessato può consultare le statistiche riguardanti una selezione di partner commerciali, compresi quelli con i quali la Svizzera ha intavolato negoziati in vista della conclusione di accordi di libero scambio. Tali statistiche contemplano indicatori economici generali, prezzi pagati ai produttori agricoli, dati sul commercio estero agricolo, l’elenco dei principali partner commerciali e i dazi.

251 3.2 Confronti sul piano internazionale
In t
2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Tutti i Paesi Non PMA PMA 0 120 000 100 000 80 000 60 000 40 000 20 000 2013
Schede
Fonti: AFD, UFAG
n
dei Paesi

Collaborazione al Rapporto agricolo 2014

Direzione del progetto, segreteria

Alessandro Rossi, Monique Bühlmann, Sandra Weyeneth

Autori

n Ruolo e situazione dell’agricoltura

L’agricoltura, parte integrante dell’economia

Alessandro Rossi, Thomas Meier

Mercati

Lukas Barth, Michel Afangbedji, Manuel Boss, Arnaud De Loriol, Silvia Eggenschwiler, Marianne Glodé, Angela Korner, Théodore Muller, Matthias Rediger, Peter Schwegler, Hans-Ulrich Tagmann, Dominique Wolf

Situazione economica

Martina De Paola, Werner Harder

Aspetti sociali e società

Esther Grossenbacher, Ilona Meier, Ruth Rossier, Anton Stübi

Ecologia ed etologia

Jérôme Frei, Anton Candinas, Lucie Büchi, Raphaël Charles, Rene Flisch, Esther Grossenbacher, Andreas Gubler, Armin Keller, Hansrudolf Oberholzer, Volker Prasuhn, Ernst Spiess

n Provvedimenti di politica agricola

Produzione e smercio

Lukas Barth, Dominique Wolf

Strumenti sovrasettoriali

Patrik Aebi, Paolo Degiorgi, Priska Dittrich, Emanuel Golder, Cordelia Kreft, Corinne Roux, Zippora Segessenmann, Barbara Steiner

Economia lattiera

Monika Meister, Théodore Muller, Silvia Eggenschwiler

Produzione animale

Silvia Eggenschwiler, Hanspeter Lüthi, Catherine Marguerat, Théodore Muller, Colette Schmid, Yves Schleppi, Marcel Zingg

Produzione vegetale

Manuel Boss, Marianne Glodé, Peter Schwegler

Pagamenti diretti

Thomas Maier, Victor Kessler, Simon Hasler, Daniel Meyer, Denis Morand, Laurent Nyffenegger, Jonas Plattner, Hugo Roggo, Olivier Roux, Daniela Franzelli, Maya Santschi, Patricia Steinmann, Florian Studer, Beat Tschumi, Peter Zbinden

252 Collaborazione al Rapporto agricolo 2014

Miglioramento delle basi

Miglioramenti strutturali e misure sociali collaterali

René Weber, Johnny Fleury, Samuel Reusser, Wilhelm Riedo

Conoscenze agricole – ricerca, consulenza, formazione

Anton Stöckli, Markus Lötscher, Jakob Rösch

Mezzi di produzione

Markus Hardegger, Doris Bühler, Olivier Félix, Alexandra Gisler

Temi particolari

Ispettorato delle finanze

Rolf Enggist

Amministrazione del settore agricolo e portale Agate

Wiebke Egli-Schaft, Stefan Schönenberger, Manfred Tschumi

Unità federale per la filiera alimentare

Thomas Lüthi

Politica agricola

Applicazione della Politica agricola 2014–2017

Thomas Meier, Patrik Aebi, Simon Hasler

Foresight

Simon Briner

n Aspetti internazionali

Sviluppi sul piano internazionale

Krisztina Bende, Michael Hartmann, Tim Kränzlein, Cordelia Kreft, Hans-Jörg Lehmann, Patrick Mink, Isabelle Pasche, Hubert Poffet, François Pythoud, Corinne Roux, Deborah Stotz

Confronti sul piano internazionale

Lukas Barth, Jean Girardin, Beat Ryser

Servizi di traduzione

Italiano: Patrizia Singaram, Francesca De Giovanni, Giusy Morinelli, Simona Stückrad

Francese: Elisabeth Tschanz, Odile Derossi, Isabelle Gris, Anne Hegmann, Madeleine Kobel, Bruno Verdon

Tedesco: Cornelia Heimgartner, Patrizia Werlen

Internet

Karin Bovigny, Monique Bühlmann, Anne Rizzoli

Assistenza tecnica

Hanspeter Leu, Peter Müller

253 Collaborazione al Rapporto agricolo 2014
254 Indice alfabetico F
di colture
capitale
professionale
Frutta
G
Grado
autoapprovvigionamento,
autoapprovvigionamento,
I
Indice dei prezzi alla produzione agricoltura
Indice dei prezzi all’importazione delle derrate alimentari 18 Indice dei prezzi dei mezzi di produzione agricoli 18 Indice nazionale dei prezzi al consumo 18 Interessi passivi 50 Ispettorato delle finanze 215 L Lavoratori 11, 13 Legge sul cioccolato 131, 234 M Maggesi da rotazione 167, 169, 172 Maggesi fioriti 167, 169, 172 Manodopera familiare 52, 53, 54 Margine lordo 32, 38 Mercati, pubblici 139, 142 Mercato delle uova 28, 127, 142 Mercato lattiero 133, 138, 231 Miglioramenti strutturali 185, 186 Misure di solidarietà 119, 122 Misure doganali e tariffali 128 N Norme d’importazione e d’esportazione 127 O Ordinanza sulla qualità ecologica 155, 173, 174, 183 Organismi geneticamente modificati 214 Organizzazioni di categoria 122 Organizzazioni di produttori 122 Indice alfabetico A Accordo agricolo CH-UE 230 Affitti 47, 50 Agricoltura biologica 126, 166,177 Aiuti all’interno del Paese 120, 140 Aiuti per la conduzione aziendale 49, 185, 189 Alberi da frutto ad alto fusto nei campi 167, 171, 173 Allevamento di animali 143, 185 Aziende a titolo accessorio 11, 13 Aziende a titolo principale 11, 13 B Banca dati sul traffico di animali 128, 139, 143 Bestiame da macello 32, 140, 141 Biodiversità 89, 144, 173, 183, 199, 222 C Caratterizzazione 124 Cash flow 56 Classificazione della qualità, neutrale 141 Colture campicole 33, 102, 147, 170 Colture speciali 36, 53, 93, 102, 105 Commercio estero 9, 15, 25, 29, 250 Compensazione, ecologica 167 Consulenza 185, 197, 202 Consumi intermedi 46, 47, 49 Consumo di alimenti concentrati per animali 90 Consumo di concimi minerali 90 Consumo privato 56, 58, 59 Contingente doganale 34, 37, 127, 128, 129 Conto globale, agricolo 46, 47 Contributi all’esportazione 131, 231 Contributi di coltivazione 48, 146 Contributi di declività 154, 155, 157, 164 Contributi di superficie 154, 155, 157, 161 Contributi di trasformazione 146 Contributi ecologici 155, 166 Costi di terzi 52 Crediti d’investimento 185, 186, 188, 215 D Denominazione di origine protetta, DOP 124, 125 E Effettivo di animali 89, 156
Fasce
estensive 167, 170, 172 Formazione di
proprio 5, 56, 58, 59 Formazione
203, 205
22, 37
Gestione rispettosa dell’ambiente 89, 154
di
lordo 17 Grado di
netto 17
Indicazione geografica protetta, IGP 124, 125
18
255 Indice alfabetico T
U
V
della
142 Vendite all’asta 129, 130 Vendite di prodotti fitosanitari 90
Prati, sfruttati
estensivo 167, 168, 172, 173 Prati, sfruttati in modo poco intensivo 167, 168, 172, 173 Prezzi al consumo 18, 27, 247, 249 Prodotti trasformati 20, 131, 132, 230 Produzione animale 120, 139, 140 Produzione animale 28, 49 Produzione estensiva di cereali e colza 154, 155, 157, 176, 195 Produzione vegetale 22, 48 Profitto del lavoro 51, 54, 55 Programmi di detenzione di animali 115 Promozione dello smercio 119, 120, 121, 123, 124 Protocollo n. 2 230 Provvedimenti di valorizzazione 19, 142 Q Quota di capitale di terzi 55, 56 R Rapporto cash flow-investimenti 56 Razze, minacciate 144 Reddito da impresa netto 46, 47, 50 Reddito totale 52, 53, 54, 55, 58, 59 Reddito, agricolo 51, 53 Reddito, extraagricolo 51, 52, 58 Ricerca 19, 82, 197, 198, 199, 200 Rifiuti alimentari 78, 79, 80, 81, 82 S Salario comparabile 55 Sgravio del mercato 142 Siepi, boschetti campestri e rivieraschi 167, 169, 173, 174 Sistema d’informazione sulla politica agricola 156, 219 Sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali, SSRA 115, 155, 178 Stabilità finanziaria 55 Strategia della qualità 121 Suolo 83, 100 Superfici di compensazione, ecologica 167, 172, 173
Terreni da strame 164, 167, 168, 172, 173 Traffico di animali 139, 140, 143, 162, 220
Uscita regolare degli animali da reddito all’aperto, URA 115, 178 Uscite della Confederazione 19
Valore aggiunto lordo 14, 47, 49 Valore della produzione 22, 48, 49 Valorizzazione del latte 24, 133 Valorizzazione
lana di pecora
P Pagamenti diretti, ecologici 153, 154, 155, 166 Pagamenti diretti, generali 153, 155, 161 Patate 21, 22, 33, 35, 39, 42, 43, 103, 123 Pollame 22, 28, 49, 116, 117, 140, 143
in modo
256
A1 Allegato
n Tabelle A2 Strutture A2 Mercati A3 Risultati economici A14 Conto economico dell’agricoltura A14 Risultati d’esercizio A16 Uscite della Confederazione A27 Uscite Produzione e smercio A27 Uscite Promozione dello smercio A27 Uscite Economia lattiera A28 Uscite Produzione animale A28 Uscite Allevamento di animali A29 Uscite Produzione vegetale A30 Uscite Pagamenti diretti A31 Uscite Miglioramento delle basi A50 Uscite Agricoltura e alimentazione A56 n Atti legislativi, Terminologia e metodi A57 n Abbreviazioni A58 n Bibliografia A61
Allegato

Tabelle

Tabella 1

Evoluzione delle aziende agricole, della superficie agricola utile e delle unità di bestiame grosso

Evoluzione del numero di lavoratori nell'agricoltura

Classi di dimensioni in ha Aziende Superficie agricola utile Unità di bestiame grosso di superficie agricola utile 2000 2012 2013 2000 2012 2013 2000 2012 2013 Numero Numero Numero ha ha ha Numero Numero Numero 0-1 3 609 2 424 2 246 1 336 881 783 61 016 57 585 59 328 1-3 4 762 3 609 3 477 8 861 6 642 6 382 14 753 11 946 11 881 3-5 5 393 3 092 2 937 21 348 12 385 11 795 27 714 16 307 14 929 5-10 13 149 8 491 8 087 99 056 64 000 60 996 127 361 80 694 76 258 10-15 13 812 9 612 9 183 171 817 120 094 114 809 230 628 160 380 151 802 15-20 11 172 8 591 8 331 193 856 149 599 145 078 247 517 200 117 190 835 20-25 7 244 6 513 6 421 161 311 145 602 143 480 191 057 186 287 182 993 25-30 4 430 4 686 4 726 121 005 128 399 129 513 130 901 155 508 157 188 30-40 4 168 5 184 5 216 142 266 177 433 178 626 142 628 202 102 205 663 40-50 1 591 2 182 2 270 70 501 96 832 100 712 61 914 100 636 104 655 50-70 921 1 565 1 649 52 672 90 146 94 996 42 707 90 167 94 981 70-100 209 488 505 17 021 39 269 40 575 13 290 37 176 37 654 >100 77 138 159 11 444 19 782 22 179 8 025 16 556 19 152 Totale 70 537 56 575 55 207 1 072 492 1 051 063 1 049 924 1 299 512 1 315 460 1 307 319 Fonte: UST
Strutture
Tabella 2
Categoria Lavoratori a tempo pieno Lavoratori a tempo parziale Totale 2000 2012 2013 2000 2012 2013 2000 2012 2013 Capiazienda Uomini 49 339 36 488 35 573 25 385 17 366 16 907 74 724 53 854 52 480 Donne 524 1 005 1 034 1 822 1 716 1 693 2 346 2 721 2 727 Altri membri della famiglia Uomini 8 749 8 936 8 852 18 212 18 547 18 261 26 961 27 483 27 113 Donne 14 281 8 202 8 061 47 665 38 654 37 786 61 946 46 856 45 847 Manodopera familiare Totale 72 893 54 631 53 520 93 084 76 283 74 647 165 977 130 914 128 167 Man. extrafam., svizzeri Uomini 10 836 7 642 7 562 5 125 3 738 3 734 15 961 11 380 11 296 Donne 2 592 1 781 1 661 4 194 3 580 3 472 6 786 5 361 5 133 Man. extrafam., stranieri Uomini 8 061 6 668 6 740 3 454 3 288 3 129 11 515 9 956 9 869 Donne 1 613 1 911 1 907 1 941 2 506 2 547 3 554 4 417 4 454 Manodopera extrafam. Totale 23 102 18 002 17 870 14 714 13 112 12 882 37 816 31 114 30 752 Lavoratori Totale 95 995 72 633 71 390 107 798 89 395 87 529 203 793 162 028 158 919 Fonte: UST A2 Allegato

Mercati

Superficie agricola utile secondo le forme di utilizzazione

A3 Allegato
Tabella
3
Prodotto 2000/02 2011 2012 2013 1 2000/02–2011/13 ha ha ha ha % Cereali 178 576 145 272 146 935 147 462 -17.9 Cereali panificabili 96 527 82 707 84 185 84 445 -13.2 Frumento 91 045 76 446 78 540 79 134 -14.3 Spelta 1 878 4 164 3 680 3 250 96.9 Farro, piccola spelta 46 141 151 177 239.9 Segale 3 518 1 928 1 771 1 861 -47.3 Miscele di cereali panificabili 39 28 43 23 -19.7 Cereali da foraggio 82 049 62 565 62 750 63 017 -23.5 Frumento - 7 089 6 847 6 517Orzo 42 916 28 336 28 454 28 574 -33.7 Avena 4 342 1 682 1 642 1 675 -61.6 Miscele di cereali da foraggio 311 170 182 207 -40.0 Mais da granella 22 280 15 553 16 162 16 859 -27.3 Triticale 12 201 9 708 9 433 9 147 -22.7 Miglio - 27 30 38Leguminose 3 514 3 859 3 827 4 111 11.9 Piselli da foraggio (proteici) 3 165 3 496 3 473 3 619 11.5 Favette 294 319 305 426 18.9 Lupini 55 44 49 66 -3.6 Sarchiate 34 229 31 485 30 798 31 558 -8.6 Patate (comprese quelle da semina) 13 799 11 250 10 875 11 039 -19.9 Barbabietole da zucchero 17 886 19 378 19 211 19 893 9.0 Barbabietole da foraggio (zuccherine e semizuccherine) 2 544 857 712 626 -71.2 Semi oleosi 18 535 25 698 25 928 27 106 41.7 Colza 13 126 21 252 21 268 21 726 63.2 Girasole 4 389 3 289 3 526 3 927 -18.2 Soia 989 1 123 1 085 1 407 21.9 Zucche per l’estrazione d’olio 32 34 49 46 35.8 Materie prime rinnovabili 1 304 998 859 558 -38.3 Colza 1 137 957 829 519 -32.4 Girasole 35 33 24 33 -14.3 Altre (kenaf, canapa, ecc.) 132 8 6 6 -94.9 Verdure in pieno campo 8 489 10 008 9 708 9 944 16.5 Mais verde e da silo 40 652 47 643 46 782 46 334 15.4 Maggese verde e fiorito 3 392 2 574 2 595 2 608 -23.6 Altra superficie coltiva aperta 1 770 1 959 2 022 2 147 14.7 Superficie coltiva aperta 290 462 269 496 269 454 271 828 -7.0 Prati artificiali 117 671 133 203 133 153 130 646 12.5 Altra superficie coltiva 2 427 1 116 1 170 1 179 -52.4 Totale superficie coltiva 410 560 403 815 403 777 403 653 -1.7 Frutticoltura 6 756 6 527 6 529 6 407 -4.0 Viticoltura 15 048 13 027 13 100 13 034 -13.3 Miscanthus sinensis 257 212 212 240 -13.9 Prati naturali, pascoli 627 938 610 732 611 232 609 686 -2.7 Altro utilizzo nonché strame e torba 10 572 16 969 16 213 17 010 58.3 Superficie agricola utile 1 071 131 1 051 866 1 051 063 1 049 923 -1.9 1 Dati provvisori Fonti: viticoltura e frutticoltura: UFAG; altri prodotti: USC, UST

Tabella 4

Detentori ed effettivi di animali

A4 Allegato
2000/02 2011 2012 2013 2000/02–2011/13 Capi Capi Capi Capi % Detentori di animali da reddito Detentori di animali 58 602 48 706 47 772 46 621 -18.7 Detentori di bovini 49 598 40 309 39 523 38 546 -20.5 Detentori di equini 10 564 9 018 8 892 8 671 -16.3 Detentori di suini 14 656 8 324 7 764 7 277 -46.8 Detentori di ovini 12 158 9 428 9 169 8 903 -24.6 Detentori di caprini 6 977 6 612 6 539 6 466 -6.3 Detentori di pollame da reddito 19 943 12 753 12 414 11 982 -38.0 Effettivi Bovini 1 597 684 1 577 407 1 564 631 1 557 474 -2.0 di cui vacche 716 784 699 947 705 642 703 489 -1.9 Cavalli 50 566 57 246 58 031 57 243 13.7 Suini 1 534 217 1 578 687 1 544 017 1 484 732 0.1 Ovini 423 413 424 018 417 274 409 493 -1.5 Caprini 63 828 86 215 88 089 87 935 37.0 Pollame da reddito 6 934 609 9 390 871 9 878 279 10 003 437 40.7 di cui galline ovaiole e da allevamento 2 124 632 2 437 016 2 520 633 2 588 580 18.4 Fonte: UST, bovini: dati dal 2009 provenienti dalla banca dati sul traffico di animali

1 Dati provvisori

2 Media degli anni 2000/03

3 Variazione 2000/03–2010/13

Fonti: Latte e latticini: TSM

Carne: Proviande

Uova: Aviforum

Cereali, sarchiate e semi oleosi: USC

Frutta: Associazione svizzera frutta, Interprofession des fruits et légumes du Valais

Verdura: Centrale svizzera dell’orticoltura e delle colture speciali

Vino: UFAG, Cantoni

Prodotto Unità 2000/02 2011 2012 2013 1 2000/02–2011/13 % Latte e latticini Latte di consumo t 505 764 486 683 481 321 480 552 -4.5 Panna t 68 213 69 750 69 688 70 820 2.7 Burro t 40 247 48 989 50 642 47 012 21.5 Latte in polvere t 47 152 56 341 56 075 48 101 13.5 Formaggio t 166 668 181 674 181 180 182 705 9.1 Carne e uova Carne di manzo t PM 110 111 111 687 112 357 111 926 1.7 Carne di vitello t PM 34 202 32 263 31 918 31 026 -7.2 Carne suina t PM 231 645 249 002 242 708 235 483 4.6 Carne di agnello t PM 5 787 5 355 5 007 4 798 -12.7 Carne caprina t PM 534 521 529 508 -2.7 Carne equina t PM 1 164 775 852 747 -32.0 Pollame t peso di vendita 29 435 46 567 48 627 51 013 65.6 Uova in guscio mio. di pezzi 689 758 765 812 13.0 Cereali 1 112 267 965 629 920 465 837 936 -18.4 Frumento panificabile t 521 667 463 830 444 107 413 068 -15.6 Frumento da foraggio - 70 083 56 886 53 498Segale t 20 833 12 726 10 487 10 257 -46.4 Orzo t 255 500 179 355 184 141 164 839 -31.1 Avena t 22 533 7 678 8 765 7 934 -63.9 Mais da granella t 206 333 151 290 146 505 123 916 -31.9 Triticale t 75 067 60 352 55 147 50 424 -26.3 Altri t 10 333 20 315 14 427 14 000 57.2 Sarchiate Patate t 539 933 515 000 447 000 341 200 -19.5 Barbabietole da zucchero t 1 288 852 1 828 184 1 672 761 1 376 289 26.8 Semi oleosi 59 956 87 704 81 811 85 132 41.6 Colza t 43 684 74 000 69 057 72 510 64.5 Girasole t 12 972 9 900 9 248 8 571 -28.8 Altri t 3 300 3 804 3 506 4 051 14.7 Frutta (da tavola) Mele t 99 540 2 86 943 117 022 109 242 3.9 3 Pere t 15 523 2 19 515 15 760 15 764 3.5 3 Albicocche t 1 485 2 6 875 6 440 6 565 330.7 3 Ciliegie t 1 810 2 3 118 1 403 1 643 12.2 3 Prugne t 2 418 2 3 730 2 218 3 330 24.0 3 Fragole t 5 064 6 419 6 741 6 995 32.7 Verdure (fresche) Carote t 56 474 63 381 68 614 60 458 13.6 Cipolle t 26 126 37 409 43 195 40 459 54.5 Sedano rapa t 10 359 10 270 14 251 10 662 13.2 Pomodori t 30 398 45 071 48 180 50 399 57.5 Lattuga cappuccio t 16 514 14 001 12 885 13 646 -18.2 Cavolfiore t 6 474 7 612 8 423 7 309 20.2 Cetrioli t 8 823 11 866 11 971 12 493 37.3 Vino Vino rosso hl 574 245 583 297 505 030 440 904 -11.2 Vino bianco hl 613 076 536 760 498 835 397 725 -22.1
Tabella 5 Produzione
A5 Allegato

Tabella 6

Produzione di latticini

7,3 % di grasso e proteine

EL)

Prodotto 2000/02 2011 2012 2013 2000/02 –2011/13 t t t t % Totale formaggio 166 668 181 674 181 180 182 705 9.1 Formaggio fresco 35 832 46 970 43 563 45 234 26.3 Mozzarella 12 208 20 557 21 429 21 645 73.7 Altro formaggio fresco 23 624 26 413 22 134 23 589 1.8 Formaggio a pasta molle 6 848 6 798 6 329 6 385 -5.0 Tomme 1 229 1 934 1 889 1 881 54.7 Formaggio a crosta fiorita, da semigrasso a grasso 2 122 1 184 995 930 -51.2 Altro formaggio a pasta molle 3 497 3 680 3 445 3 574 2.0 Formaggio a pasta semidura 47 176 58 956 60 792 61 697 28.2 Appenzeller 8 505 9 096 8 693 9 280 6.1 Tilsiter 6 135 3 602 3 158 3 142 -46.2 Formaggio da raclette 11 871 10 787 12 602 13 112 2.5 Altro formaggio a pasta semidura 20 665 35 471 36 339 36 163 74.2 Formaggio a pasta dura 76 215 67 828 69 392 68 260 -10.1 Emmentaler 42 171 25 257 26 185 23 156 -41.0 Gruyère 26 072 28 690 28 594 29 351 10.8 Sbrinz 2 940 1 939 1 849 1 751 -37.2 Altro formaggio a pasta dura 5 032 11 942 12 764 14 002 156.4 Prodotti speciali 1 663 1 122 1 104 1 129 68.7 Totale prodotti a base di latte fresco 704 033 744 846 742 878 746 658 5.8 Latte di consumo 505 764 486 683 481 321 480 552 -4.5 Altri 198 270 258 163 261 557 266 106 32.1 Totale burro 40 247 48 989 50 642 46 631 21.1 Totale panna 68 213 69 750 69 688 70 820 2.7 Totale latte in polvere e latte condensato 47 152 56 341 56 075 48 101 13.5 1 Formaggio di solo latte di pecora o di capra Fonte: TSM Tabella 7
del latte secondo le componenti (equivalente del latte;
Prodotto 2000/02 2011 2012 2013 2000/02 –2011/13 % Formaggio 1 375 908 1 443 145 1 458 231 1 486 342 6.3 Ricotta 19 366 16 223 23 214 23 251 7.9 Latte di consumo 459 605 415 910 411 721 408 784 -10.3 Panna di consumo 258 197 279 259 279 488 286 420 9.1 Yogurt 70 003 113 230 113 263 113 681 62.0 Altri prodotti a base di latte fresco (compreso il gelato) 84 282 92 268 97 031 106 444 17.0 Conserve di latte 331 579 364 813 367 100 326 734 6.4 Burro 476 737 583 730 588 398 539 606 19.7 Altra valorizzazione 122 375 163 395 132 385 160 601 24.3 1 EL corrisponde a 1 kg di latte con una quota
Fonte: TSM A6 Allegato
Valorizzazione
dello

Tabella 8

Valorizzazione del raccolto della produzione vegetale

da

UFAG; bevande contenenti alcool di distillazione: Regia federale degli alcool

per la trasformazione: Centrale svizzera dell’orticoltura e delle colture speciali

Prodotto 2000/02 2011 2012 2013 2000/02 –2011/13 t t t t % Patate - 515 000 447 000 363 800Patate da tavola 169 433 181 900 185 800 174 700 6.7 Patate destinate alla trasformazione 127 500 159 400 163 800 146 500 22.8 Patate da semina 28 300 24 000 27 800 21 000 -14.3 Somministrazione allo stato fresco agli animali 143 067 149 700 69 600 21 600 -43.9 Trasformazione in alimenti per animali 71 633 0 0Mele e pere svizzere da sidro (trasformazione in stabilimenti industriali) 151 950 1 185 605 89 339 73 883 -30.2 2 Quantitativo di frutta da sidro per succo grezzo 151 746 1 185 605 89 339 73 883 -30.1 2 Sidro fresco da torchio 9 376 1 8 129 6 210 6 437 -23.9 2 Sidro per la fabbricazione di acquavite 418 1 0 0 0Succo concentrato 140 271 1 173 838 78 963 65 291 -31.5 2 Altri succhi (compreso l’aceto) 1 682 1 3 638 4 166 2 155 74.5 2 Frutta pigiata 204 1 0 0 0Fabbricazione di bevande contenenti alcool di distillazione Di mele e pere svizzere 21 079 1 9 374 12 266 8 619 -46.7 2 Di ciliegie e prugne svizzere 12 137 1 9 656 7 422 3 801 -35.1 2 Verdure svizzere fresche per la fabbricazione di derrate alimentari Verdure congelate 25 157 36 361 31 387 30 922 30.7 Verdure da conserva (fagiolini, piselli, carote parigine) 14 607 16 147 12 772 12 051 -6.5 Cavolo (cappuccio) per crauti 6 410 6 057 5 279 4 919 -15.5 Rape 1 059 470 455 470 -56.1 1
2
Fonti: Patate:
Frutta
Verdure
A7 Allegato
Media degli anni 2000/03
Variazione 2000/03–2010/13
swisspatat
sidro:

Commercio estero

1 Media degli anni 2000/03

2 Variazione 2000/03–2010/13

3 Voce di tariffa 0206

4 dal 2012 peso alla vendita

Fonti: Latte e latticini, carne, sottoprodotti della macellazione, uova, cereali, sarchiate, semi oleosi, frutta, verdura e vino: DGD

réservesuisse Pollame: Proviande

Tabella 9
Prodotto 2000/02 2011 2012 2013 2000/02 –2011/13 t t t t % Esporta- Importa- Esporta- Importa- Esporta- Importa- Esporta- Importa- Esporta- Importazioni zioni zioni zioni zioni zioni zioni zioni zioni zioni Latte e latticini Latte 19 22 919 606 26 211 1 837 23 933 3 725 23 803 10 721.2 7.5 Yogurt 3 494 148 5 190 11 415 5 277 11 837 5 156 11 442 49.0 7 713.9 Panna 918 246 3 773 1 838 2 578 1 759 1 814 1 783 196.4 628.0 Burro 447 4 960 5 512 252 7 352 120 61 640 863.1 -93.2 Latte in polvere 11 688 1 076 15 787 567 18 302 534 5 658 265 13.4 -57.7 Formaggio e ricotta 52 295 31 087 60 059 48 872 62 457 50 852 62 883 51 948 18.2 62.6 Carne, uova e pesce Carne di manzo 876 7 854 2 346 21 666 1 991 19 697 1 788 25 813 133.1 185.1 Carne di vitello 0 1 115 5 572 34 517 63 573 - -50.3 Carne suina 249 9 753 1 053 11 432 3 278 9 664 1 449 14 892 673.8 23.0 Carne ovina 0 6 940 4 5 939 9 5 958 3 5 960 - -14.2 Carne caprina 0 358 0 315 0 281 9 227 - -23.4 Carne equina 0 4 117 0 5 003 0 4 990 0 4 209 - 15.0 Pollame 4 331 42 770 687 54 940 1 876 45 279 1 753 44 532 334.7 12.8 Sottoprodotti della macellazione 3 1 552 6 934 22 011 14 905 20 928 16 387 19 865 16 827 1 248.9 131.3 Uova 0 24 839 90 32 147 50 32 331 83 32 483 - 30.1 Pesce, crostacei e molluschi 96 56 228 334 70 032 391 68 526 582 73 682 353.8 25.8 Cereali Frumento 74 284 629 709 462 000 98 390 305 167 436 837 337.5 51.0 Segale 1 7 250 0 2 242 0 2 444 51 10 293 1 628.8 -31.1 Orzo 11 52 079 267 102 884 291 48 532 534 61 267 3 218.7 36.1 Avena 5 540 50 469 0 53 932 5 47 646 1 44 559 -100.0 -3.5 Mais da granella 196 26 496 102 132 861 113 94 373 187 103 998 -31.6 316.7 Sarchiate Patate 3 313 30 709 514 25 411 1 204 15 562 3 326 48 530 -49.2 -2.8 Zucchero 152 572 188 008 101 250 103 809 107 000 84 151 147 688 152 787 -22.1 -39.6 Semi oleosi Semi oleosi 699 105 697 690 52 257 769 47 106 529 43 629 -5.2 -54.9 Oli e grassi vegetali 7 327 95 762 3 012 129 628 3 102 124 871 1 550 126 595 -65.1 32.7 Frutta (fresca) Mele 1 342 1 8 595 1 2 850 7 275 1 676 5 028 1 322 11 181 21.8 2 -9.9 2 Pere 119 1 8 786 1 141 11 616 25 7 338 90 11 709 -18.2 2 13.0 2 Albicocche 26 1 9 155 1 38 5 844 89 7 745 100 7 859 232.0 2 -22.2 2 Ciliegie 7 1 1 104 1 15 2 136 4 2 371 17 3 114 79.7 2 109.9 2 Prugne e susine 8 1 5 254 1 44 6 434 46 7 516 80 7 540 660.2 2 40.0 2 Fragole 22 11 240 4 13 268 12 14 598 30 14 333 -31.1 25.1 Uva 10 38 448 157 35 425 61 34 411 110 35 145 959.2 -9.0 Agrumi 41 124 102 138 129 719 242 132 859 112 135 812 299.9 7.0 Banane 1 73 363 9 79 395 0 78 558 3 82 901 301.6 9.4 Verdure (fresche) Carote 26 6 739 15 3 508 1 4 510 3 9 568 -76.3 -13.0 Cipolle 51 6 432 1 3 902 22 2 354 345 2 584 142.3 -54.2 Sedano rapa 0 287 2 485 0 92 0 216 - -7.8 Pomodori 25 42 449 54 39 562 107 37 613 227 37 009 424.7 -10.3 Lattuga cappuccio 3 2 537 6 3 225 10 4 119 0 3 520 63.7 42.7 Cavolfiore 1 9 067 65 9 042 37 8 884 5 9 363 3 477.9 0.3 Cetrioli 21 17 046 0 16 463 21 16 126 0 16 159 -65.0 -4.7 Vino Vino rosso (in hl) 6 585 1 417 802 14 735 1 315 727 10 567 1 309 341 10 727 1 271 667 82.4 -8.4 Vino bianco (in hl) 5 997 214 349 5 598 324 683 5 668 326 133 6 357 307 006 -2.0 49.0
A8 Allegato
Zucchero:

Tabella 10

Commercio estero di formaggio

Prodotto 2000/02 2011 2012 2013 2000/02 –2011/13 t t t t % Importazioni Formaggio fresco 1 8 644 18 054 18 908 19 184 116.5 Formaggio grattugiato 2 420 1 406 1 690 1 850 292.9 Formaggio fuso 3 2 413 3 679 3 725 3 875 55.8 Formaggio a crosta fiorita 4 2 321 2 019 2 007 1 904 -14.8 Formaggio a pasta molle 5 5 731 8 677 8 999 9 383 57.4 Formaggio a pasta semidura 6 4 400 7 558 8 007 8 619 83.2 Formaggio a pasta dura 7 7 158 7 479 7 516 7 335 4.0 Totale formaggio e ricotta (quark) 31 087 48 872 50 852 52 150 62.8 Esportazioni Formaggio fresco 1 52 6 004 6 689 5 710 11 696.8 Formaggio grattugiato 2 99 175 443 2 226 857.6 Formaggio fuso 3 5 259 2 317 1 566 1 424 -66.4 Formaggio a crosta fiorita 4 11 11 18 24 55.9 Formaggio a pasta molle 5 109 1 484 1 037 951 961.8 Formaggio a pasta semidura 6 7 361 16 203 17 706 16 739 129.3 Formaggio a pasta dura 7 39 404 33 865 34 967 35 809 -11.5 Totale formaggio e ricotta (quark) 52 296 60 059 62 426 62 883 18.2 1 0406.1010, 0406.1020, 0406.1090 2 0406.2010, 0406.2090 3 0406.3010, 0406.3090 4 0406.4010, 0406.4021, 0406.4029, 0406.4081, 0406.4089 5 0406.9011, 0406.9019 6 0406.9021, 0406.9031, 0406.9051, 0406.9091 7 0406.9039, 0406.9059, 0406.9060, 0406.9099 Fonte: DGD A9 Allegato

Tabella 11

Consumo pro capite

1 Dati in parte provvisori

2 Media degli anni 2000/03

3 Variazione 2000/03–2010/13

4 Dal 2011 senza traffico di perfezionamento attivo

Fonti: Latte e latticini, zucchero e semi oleosi: USC Uova: Aviforum

Proviande

frutta, verdura e vino: UFAG

swisspatat

Prodotto 2000/02 2011 2012 2013 1 2000/02 –2011/13 kg kg kg kg % Latte e latticini Latte di consumo 84.63 68.60 65.95 64.98 -21.4 Bevande a base di latte 3.53 8.60 8.28 8.89 143.1 Yogurt 16.57 18.30 18.24 17.84 9.4 Burro 5.93 5.30 5.15 5.47 -10.6 Panna 9.27 8.40 8.36 8.61 -8.7 Formaggio e formaggio fuso 19.63 21.40 20.89 21.05 7.5 Carne e uova Carne di manzo 10.22 11.25 11.07 11.50 10.3 Carne di vitello 3.86 3.21 3.13 3.02 -19.2 Carne suina 25.39 24.82 23.57 23.46 -5.7 Carne ovina 1.51 1.23 1.19 1.15 -21.2 Carne caprina 0.11 0.09 0.09 0.08 -21.2 Carne equina 0.64 0.67 0.67 0.56 -1.0 Pollame 9.28 11.39 11.32 11.42 22.6 Uova in guscio (pz.) 4 188 175 175 178 -6.4 Cereali Pane e prodotti da forno 51.13 50.00 Sarchiate Patate e prodotti a base di patate 43.43 46.1 45.2 45.2 4.8 Zucchero (compr. zucchero nei prodotti trasformati) 40.48 38.9 37.5 37.5 -6.2 Semi oleosi Oli e grassi vegetali 14.98 17.7 16.2 16.2 11.5 Frutta (da tavola) Mele 14.7 2 11.49 14.98 14.82 -6.6 3 Pere 3.33 2 3.90 2.87 3.41 -2.4 3 Albicocche 1.46 2 1.59 1.75 1.78 14.9 3 Ciliegie 0.4 2 0.66 0.47 0.59 36.3 3 Prugne e susine 1.06 2 1.27 1.21 1.34 22.3 3 Fragole 2.25 2.48 2.65 2.65 15.3 Agrumi 17.15 16.29 16.50 16.88 -3.5 Banane 10.14 9.98 9.77 10.31 -1.2 Verdure (fresche) Carote 8.73 8.41 9.10 8.71 0.2 Cipolle 4.49 5.19 5.66 5.31 19.9 Sedano rapa 1.47 1.35 1.78 1.35 1.6 Pomodori 10.07 10.64 10.66 10.84 6.4 Lattuga cappuccio 2.63 2.17 2.11 2.14 -18.7 Cavolfiore 2.15 2.09 2.15 2.07 -2.2 Cetrioli 2.81 3.36 3.54 3.56 23.9 Vino Vino rosso (in l) 28.28 23.87 22.85 22.61 -18.3 Vino bianco (in l) 12.45 10.97 10.38 11.08 -13.2 Totale vino (in l) 40.73 34.84 33.23 33.69 -16.7
Carne:
Cereali,
A10 Allegato
Patate:

Tabella 12

Prezzi alla produzione

1 Media degli anni 2000/03

2 Variazione 2000/03–2010/13

3 Prezzi franco macello, escl. suini da carne franco fattoria; prezzi applicati dal 2006 per animali del programma gestione della qualità Carne svizzera

4 Negli anni 2000–2002 non sono stati rilevati prezzi comparabili

5 Il prezzo non si applica alle eccedenze

6 Gli anni di riferimento sono la media degli anni 2002/04, variazione 2002/04–2011/13

Fonti:

Latte, uova, cereali e semi oleosi: UFAG

Bestiame da macello: Proviande

Sarchiate: Agroscope ISS

Frutta: Associazione svizzera frutta e Interprofession des fruits et légumes du Valais; trattasi di prezzi indicativi alla produzione definitivi

Verdura: Centrale svizzera dell’orticoltura e delle colture speciali; trattasi di prezzi indicativi franco distributore all’ingrosso

Prodotto Unità 2000/02 2011 2012 2013 2000/02 –2011/13 % Latte Totale Svizzera ct./kg 79.23 62.67 60.46 64.96 -20.9 Latte trasformato in formaggio ct./kg 79.14 66.80 65.72 68.73 -15.2 Latte biologico ct./kg 94.18 77.42 77.60 77.49 -17.7 Bestiame da macello 3 e uova 4 Vacche T3 fr./kg PM 5.18 6.24 6.28 6.28 21.1 Giovani vacche T3 fr./kg PM 6.28 6.72 6.80 7.20 10.0 Torelli T3 fr./kg PM 7.64 8.29 8.43 8.51 10.0 Buoi T3 fr./kg PM 7.40 8.27 8.42 8.51 13.5 Manzi T3 fr./kg PM 7.39 8.05 8.40 8.58 12.9 Vitelli T3 fr./kg PM 12.31 13.58 13.60 13.90 11.2 Suini AQ fr./kg PM 4.57 3.60 3.45 4.48 -15.8 Agnelli fino a 40 kg T3 fr./kg PM 12.53 10.72 10.71 11.22 -13.1 Uova da allevamento al suolo ct./pz. - 21.67 21.67 22.35Uova da allevamento all’aperto estensivo ct./pz. - 23.02 23.01 23.79Cereali Frumento (panif.) Top fr./100 kg 60.2 6 51.2 53.0 51.0 -14.1 6 Frumento (panif.) Classe I fr./100 kg 57.4 6 49.0 51.2 49.4 -13.1 6 Frumento (foraggio) fr./100 kg 45.2 6 36.1 37.1 37.2 -18.6 6 Segale (panif.) fr./100 kg 44.2 6 38.3 39.7 40.4 -10.7 6 Orzo (foraggio) fr./100 kg 42.7 6 34.0 35.1 34.9 -18.8 6 Avena (foraggio) fr./100 kg 39.4 6 29.9 30.3 31.6 -22.4 6 Mais da granella fr./100 kg 45.7 6 36.7 37.7 38.2 -17.8 6 Sarchiate Patate fr./100 kg 35.52 31.80 34.95 38.11 -1.6 Barbabietole da zucchero fr./100 kg 12.21 7.71 7.55 7.99 -36.5 Semi oleosi Colza (varietà convenzionali) fr./100 kg 83.2 6 89.9 91.8 88.7 8.3 6 Girasole (varietà convenzionali) fr./100 kg 84.6 6 96.2 99.3 95.0 14.4 6 Frutta Mele: Golden Delicious, classe I fr./kg 0.98 1 0.93 5 1.05 5 1.10 5 2.0 2 Mele: Maigold, classe I fr./kg 0.77 1 0.93 1.08 1.15 37.3 2 Pere: Conférence, classe I fr./kg 1.05 1 0.93 5 1.36 5 1.36 5 20.2 2 Albicocche, tutte le classi fr./kg 2.69 1 2.82 2.82 3.06 6.2 2 Ciliegie da tavola, tutte le classi fr./kg 3.4 1 5.88 6.25 6.21 62.1 2 Prugne da tavola, 33 mm, Fellenberg compr. fr./kg 1.75 1 2.21 2.38 2.41 28.6 2 Fragole fr./kg 5.03 6.47 6.50 6.50 28.9 Verdure Carote (scorte) fr./kg 1.21 1.47 1.36 1.53 20.1 Cipolle (scorte) fr./kg 1.14 1.38 1.22 1.42 17.5 Sedano rapa (scorte) fr./kg 1.86 2.87 2.30 2.33 34.2 Pomodori tondi fr./kg 2.12 2.22 2.39 2.25 7.7 Lattuga cappuccio fr./pz. 0.94 1.12 1.22 1.32 29.8 Cavolfiore fr./kg 2.06 2.60 2.57 2.60 25.7 Cetrioli fr./pz. 1.01 1.11 1.20 1.29 18.8
A11 Allegato

Prezzi al consumo

1 Media degli anni 2000/03

2 Variazione 2000/03–2010/13

3 Negli anni 2000–2002 non sono stati rilevati prezzi comparabili

4 A partire dall’1.1.2009

Fonti:

Latte, uova, carne (paniere con carne label e convenzionale), frutta e verdura: UFAG

Patate e zucchero cristallizzato: UST, altri prodotti vegetali: UFAG dal 2006

Tabella 13
Prodotto Unità 2000/02 2011 2012 2013 2000/02 –2011/13 % Latte e latticini Latte intero, pastorizzato, confezionato fr./l 1.55 1.43 1.42 1.45 -7.7 Latte intero UHT standardizzato 35 g 4 fr./l 1.29 1.25 1.26Latte drink, pastorizzato, confezionato fr./l 1.55 1.29 1.26 1.42 -14.6 Latte scremato UHT fr./l 1.44 1.45 1.47 1.49 2.1 Emmentaler surchoix fr./kg 20.37 18.20 16.36 16.72 -16.1 Gruyère surchoix fr./kg 20.47 20.12 19.08 19.06 -5.1 Tilsiter surchoix fr./kg 17.66 16.30 14.61 15.14 -13.1 Camembert 60 % (grasso s.s.) 125 g 2.68 2.33 2.28 2.33 -13.8 Formaggio a pasta molle, a crosta fiorita 150 g 3.50 3.35 3.32 3.37 -4.4 Mozzarella 150 g 2.35 1.68 1.48 1.47 -34.2 Burro speciale 200 g 3.10 2.96 2.94 2.98 -4.4 Il Burro (burro da cucina) 250 g 3.01 3.06 3.00 3.05 0.9 Panna intera, confezionata 1/2 l 4.89 3.28 3.24 3.27 -33.3 Panna per caffè, confezionata 1/2 l 2.52 1.93 1.83 1.82 -26.1 Yogurt, aromatizzato o alla frutta 180 g 0.69 0.64 0.61 0.57 -12.5 Carne di manzo Entrecôte, tagliato fr./kg 49.80 64.60 66.01 68.98 33.6 Fettine, noce fr./kg 38.77 46.50 47.63 48.67 22.8 Arrosto, spalla fr./kg 26.68 31.01 31.33 32.75 18.8 Carne macinata fr./kg 15.47 17.88 17.88 18.23 16.3 Carne di vitello Costolette, tagliate fr./kg 40.89 47.54 49.47 52.51 21.9 Fettine, noce fr./kg 34.44 36.73 36.94 38.31 8.4 Spezzatino fr./kg 28.68 32.90 33.70 36.10 19.4 Carne suina Costolette, tagliate fr./kg 20.31 18.57 19.38 22.50 -0.8 Fettine, noce fr./kg 26.06 26.07 25.52 27.76 1.5 Arrosto, spalla fr./kg 19.09 17.57 17.57 18.77 -5.9 Spezzatino, spalla fr./kg 18.02 17.33 17.24 18.41 -2.0 Carne d'agnello, indigena, fresca Cosciotto senza osso femorale fr./kg 27.85 33.10 34.05 35.53 22.9 Costolette, tagliate fr./kg 34.21 50.98 50.10 51.14 48.3 Prodotti carnei Prosciutto cotto a fette fr./kg 28.62 28.97 29.19 31.04 3.9 Salame indigeno I, affettato fr./100 g 3.82 4.82 4.80 5.07 28.1 Polli Indigeni, freschi fr./kg 8.99 9.53 9.47 9.46 5.5 Uova 3 Uova da allevamento al suolo ct./pz. - 46 45 45Uova da allevamento all’aperto estensivo ct./pz. - 62 61 62Produzione vegetale e prodotti di origine vegetale Patate da tavola (compr. patate novelle) fr./kg 1.99 1.82 1.89 1.91 -6.1 Zucchero cristallizzato fr./kg 1.43 2.06 1.21 1.19 3.7 Frutta (indigena ed estera) Mele, Golden Delicious, classe I fr./kg 3.57 1 3.16 3.11 3.34 -9.4 2 Pere, Conférence, classe I fr./kg 3.53 1 3.59 3.48 3.90 4.4 2 Albicocche, classe I fr./kg 5.5 1 7.15 7.02 7.02 28.4 2 Ciliegie, classe I fr./kg 9.27 1 10.80 12.57 11.08 26.5 2 Prugne, classe I fr./kg 3.96 1 4.23 4.89 4.55 14.5 2 Fragole fr./kg 10.01 11.83 12.00 12.61 21.3 Verdure (per consumo fresco; indigene ed estere) Carote (scorte) fr./kg 1.99 2.04 2.10 2.39 9.2 Cipolle (scorte) fr./kg 2.26 2.12 2.15 2.40 -1.8 Sedano rapa (scorte) fr./kg 3.64 4.95 4.11 4.65 25.4 Pomodori tondi fr./kg 3.49 3.25 3.54 3.76 0.9 Lattuga cappuccio fr./pz. 1.72 1.71 1.76 1.84 2.9 Cavolfiore fr./kg 3.92 3.76 3.67 4.15 -1.4 Cetrioli fr./pz. 1.94 1.31 1.48 1.52 -26.0
A12 Allegato

Grado di autoapprovvigionamento

1 Bilancio cerealicolo: cereali panificabili e da foraggio, compreso il grano duro, senza riso

2 Bilancio foraggero: compresi prodotti della molitura e cereali panificabili germogliati, esclusi i panelli oleosi; le variazioni delle scorte non sono considerate

3 In energia assimilabile secondo il bilancio alimentare

4 Frumento tenero, spelta, farro, piccola spelta e segale; senza amido di frumento

5 Mele, pere, ciliegie, prugne, susine, albicocche e pesche

6 Compresa la carne equina, caprina, di coniglio e la selvaggina, nonché pesci, crostacei e molluschi

7 Esclusi i prodotti di origine animale ottenuti a partire da alimenti per animali importati

8 In energia assimilabile, comprese le bevande alcoliche, in base al bilancio alimentare

r Nuovi valori in base al metodo «Bilancio alimentare 08»

Quelle: SBV

A13 Allegato
Tabella 14
Prodotto 2000/02 2007 r 2008 r 2009 r 2010 r 2011 r 2012 r 2000/022010/12 % % % % % % Percentuale quantitativa: Totale cereali 1 56 53 54 49 52 50 Cereali da foraggio 2 69 58 62 56 55 54 Percentuale in energia 3: Totale cereali (compr. riso) 52 58 55 57 55 57 Cereali panificabili 4 76 86 82 81 84 79 Patate commestibili 90 89 92 88 95 95 Zucchero 73 71 83 70 94 81 Grassi e oli vegetali 21 20 21 20 21 21 Frutta a granella e a nocciolo 5 97 72 81 69 111 70 Verdura 48 51 50 47 54 50 Latte di consumo 96 96 95 95 95 95 Burro 88 109 114 113 111 115 Formaggio 120 119 117 115 116 118 Totale latte e latticini 117 126 121 119 118 117 Carne di vitello 96 97 98 97 98 98 Carne bovina 86 82 88 88 88 90 Carne suina 93 89 93 94 94 96 Carne ovina 47 47 48 48 47 45 Pollame 47 46 47 48 49 49 Carne di tutti i tipi 6 79 75 79 79 79 80 Uova e conserve di uova 45 45 46 47 49 49 Derrate alimentari di origine vegetale 43 43 46 42 47 45 Derrate alimentari di origine animale lorde 97 102 102 101 100 101 Derrate alimentari di origine animale nette 7 78 81 81 78 78 78 Totale derrate alimentari lorde 8 62 59 61 62 60 63 62 0.0 Totale derrate alimentari nette 7 56 53 55 56 53 57 55 -2.8

Risultati economici

Conto economico dell’agricoltura

Tabella 15

Produzione dell’agricoltura ai prezzi base correnti, in 1 000 fr.

In seguito alla revisione dei conti economici nazionali del settembre 2014, la serie storica degli aggregati di questa tabella ha subito nel suo insieme delle modifiche.

1 Semidefinitivo, stato 5.9.2014

2 Provvisorio, stato 5.9.2014

3 Stima, stato 5.9.2014

Le cifre sono arrotondate per eccesso o per difetto, di conseguenza è possibile che la somma dei singoli elementi differisca dai totali o dai saldi. Fonte: UST

Prodotto 2000/02 2011 2012 1 2013 2 2000/02– 2014 3 2011/13–2011/13 2014 % % Produzione agricola di beni 9 811 479 9 130 055 8 991 801 9 084 085 -7.6 9 449 119 4.2 Produzione vegetale 4 662 264 4 330 480 4 313 545 3 988 670 -9.7 4 200 498 -0.2 Cereali (incluse le sementi) 536 551 386 290 370 976 338 302 -31.9 378 764 3.7 Frumento 296 542 255 336 244 940 227 802 -18.2 245 122 1.0 Orzo 111 233 58 697 58 078 51 974 -49.4 58 322 3.7 Granturco 77 169 46 083 43 941 36 307 -45.4 50 655 20.3 Altri cereali 51 607 26 175 24 016 22 218 -53.2 24 665 2.2 Piante industriali 261 299 288 002 257 615 249 486 1.4 274 782 3.7 Semi e frutti oleosi (incluse le sementi) 71 607 94 955 90 505 90 533 28.5 96 345 4.7 Piante proteiche (incluse le sementi) 9 913 9 486 9 066 9 180 -6.8 9 307 0.7 Tabacchi greggi 20 386 19 095 16 551 16 499 -14.7 16 250 -6.5 Barbabietole da zucchero 154 982 158 772 136 044 127 307 -9.2 146 931 4.4 Altre piante industriali 4 411 5 694 5 449 5 968 29.3 5 949 4.3 Piante foraggere 1 325 733 946 462 1 041 874 898 218 -27.4 915 293 -4.9 Mais da foraggio 170 136 170 957 139 594 132 166 -13.3 140 548 -4.8 Piante sarchiate da foraggio 16 352 6 000 4 339 3 316 -72.2 3 863 -15.1 Altre piante foraggere 1 139 245 769 505 897 941 762 736 -28.9 770 882 -4.8 Ortaggi e prodotti orticoli 1 303 693 1 396 643 1 422 112 1 374 218 7.2 1 399 873 0.2 Ortaggi freschi 480 734 671 301 673 699 692 738 41.3 707 722 4.2 Fiori e piante 822 959 725 342 748 414 681 480 -12.7 692 151 -3.7 Patate (incluse le sementi) 195 487 188 095 180 496 171 166 -8.0 174 401 -3.1 Frutta 577 213 600 207 535 975 502 995 -5.3 569 293 4.2 Frutta fresca 323 199 368 137 331 619 329 877 6.2 362 241 5.5 Uve 254 014 232 070 204 356 173 118 -20.0 207 051 1.9 Vini 438 193 462 716 435 104 387 302 -2.2 408 991 -4.5 Altri prodotti vegetali 24 095 62 065 69 394 66 983 174.5 79 102 19.6 Produzione zootecnica 5 149 215 4 799 575 4 678 256 5 095 415 -5.7 5 248 620 8.0 Bovini 1 054 310 1 235 099 1 246 972 1 268 566 18.6 1 310 885 4.9 Suini 1 071 629 880 438 824 875 1 049 454 -14.3 1 004 958 9.4 Equini 6 525 2 737 1 851 1 955 -66.6 3 116 42.9 Ovini e caprini 57 927 43 146 40 141 41 878 -28.0 44 366 6.3 Pollame 190 394 256 385 266 391 284 483 41.3 291 596 8.4 Altri animali (cervi, conigli, api) 13 028 12 497 10 924 10 813 -12.4 11 175 -2.1 Latte 2 565 090 2 152 021 2 074 858 2 199 543 -16.5 2 339 739 9.2 Uova 182 442 204 139 207 279 229 850 17.2 237 758 11.2 Altri prodotti zootecnici (miele, cera d’api) 7 871 13 113 4 965 8 874 14.1 5 028 -44.0 Produzione agricola di servizi 560 057 662 054 681 647 686 277 20.8 688 007 1.7 Servizi agricoli 525 676 662 054 681 647 686 277 28.7 688 007 1.7 Locazione di quote latte 34 382 0 0 0 - 0Produzione agricola 10 371 536 9 792 109 9 673 449 9 770 363 -6.0 10 137 126 4.0 Attività secondarie non agricole (non separabili) 322 947 381 386 410 145 425 898 25.7 432 184 6.5 Trasformazione di prodotti agricoli 182 811 203 222 189 291 185 690 5.4 186 265 -3.4 Altre attività secondarie non separabili (beni e servizi) 140 136 178 164 220 854 240 208 52.0 245 918 15.4 Produzione della branca di attività agricola 10 694 483 10 173 496 10 083 594 10 196 261 -5.1 10 569 310 4.1
A14 Allegato

Tabella 16

Conto economico dell’agricoltura, ai prezzi correnti, in 1 000 fr.

In seguito alla revisione dei conti economici nazionali del settembre 2014, la serie storica degli aggregati di questa tabella ha subito nel suo insieme delle modifiche.

1 Semidefinitivo, stato 5.9.2014

2 Provvisorio, stato 5.9.2014

3 Stima, stato 5.9.2014

Le cifre sono arrotondate per eccesso o per difetto, di conseguenza è possibile che la somma dei singoli elementi differisca dai totali o dai saldi.

Prodotto 2000/02 2011 2012 1 2013 2 2000/02– 2014 3 2011/13–2011/13 2014 % % Produzione della branca di attività agricola 10 694 483 10 173 496 10 083 594 10 196 261 -5.1 10 569 310 4.1 Consumi intermedi 6 174 463 6 279 634 6 307 520 6 249 840 1.7 6 265 808 -0.2 Sementi e piantine 316 707 291 065 292 451 294 587 -7.6 297 469 1.6 Energia, lubrificanti 391 485 480 870 503 725 501 930 26.6 493 932 -0.3 Concimi e ammendanti 146 749 199 126 203 161 212 050 39.5 210 102 2.6 Prodotti per la difesa delle piante e la lotta antiparassitaria 134 183 126 165 124 493 127 282 -6.1 133 026 5.6 Spese veterinarie 161 433 202 484 202 764 203 445 25.7 201 498 -0.7 Mangimi 2 842 333 2 488 744 2 423 187 2 353 704 -14.8 2 378 593 -1.8 Manutenzione di attrezzi 398 566 509 028 514 241 522 441 29.3 521 139 1.1 Manutenzione di fabbricati 144 341 208 019 210 895 220 371 47.6 218 906 2.7 Servizi agricoli 560 057 662 054 681 647 686 277 20.8 688 007 1.7 Altri beni e servizi 989 199 1 061 061 1 101 427 1 078 730 9.2 1 070 289 -0.9 Servizi di intermediazione finanziaria misurati indirettamente 89 411 51 017 49 529 49 023 -44.2 52 846 6.0 Valore aggiunto lordo ai prezzi base 4 520 020 3 893 862 3 776 074 3 946 421 -14.3 4 303 502 11.1 Ammortamenti 1 983 065 2 111 809 2 073 122 2 076 338 5.2 2 071 845 -0.7 Ammortamenti, beni di investimento 1 012 648 1 100 397 1 081 144 1 090 786 7.7 1 095 416 0.4 Ammortamenti, costruzioni 856 729 882 302 860 683 851 046 0.9 842 122 -2.6 Ammortamenti, piantagioni 98 704 106 980 108 056 107 706 9.0 108 703 1.0 Ammortamenti, altri 14 984 22 129 23 240 26 801 60.5 25 604 6.4 Valore aggiunto netto ai prezzi base 2 536 954 1 782 054 1 702 952 1 870 083 -29.6 2 231 657 25.0 Altre imposte sulla produzione 99 039 136 686 151 996 143 368 45.4 131 977 -8.4 Altri contributi alla produzione 2 407 335 2 912 036 2 926 453 2 921 795 21.3 2 932 525 0.4 Reddito dei fattori 4 845 250 4 557 403 4 477 409 4 648 510 -5.9 5 032 204 10.3 Redditi da lavoro dipendente 1 133 942 1 235 364 1 257 472 1 252 768 10.1 1 265 608 1.4 Risultato di gestione netto / reddito misto netto 3 711 308 3 322 039 3 219 937 3 395 742 -10.7 3 766 596 13.7 Fitti 219 155 234 184 235 012 234 717 7.1 235 247 0.3 Interessi da pagare 314 282 258 870 245 573 231 118 -22.0 241 488 -1.5 Interessi da riscuotere 28 549 10 597 10 967 8 621 -64.8 7 781 -22.7 Reddito da impresa netto 3 206 420 2 839 581 2 750 319 2 938 528 -11.3 3 297 642 16.0
Fonte:
A15 Allegato
UST

Risultati d’esercizio

Tabella 17

Risultati d’esercizio: tutte le regioni

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2000:

2013: 0.94 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti sovvenzioni e disinvestimenti

3 Formazione del capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell'inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell'azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell'azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell'azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF)

* Questi valori possono essere calcolati unicamente a partire dal 2003.

Fonte: Agroscope ISS, Analisi centralizzata

Caratteristica Unità 2000/02 2010 2011 2012 2013 2010/12–2013 % Aziende di riferimento Numero 2 955 3 202 3 060 2 951 2 655 -13.5 Aziende rappresentate Numero 52 596 47 166 46 877 46 011 44 964 -3.7 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 19.09 21.06 21.28 21.80 22.29 4.3 Superficie coltiva aperta ha 5.20 5.46 5.49 5.55 5.79 5.3 Manodopera aziendale ULA 1.68 1.66 1.67 1.69 1.70 1.6 di cui: manodopera familiare ULAF 1.29 1.22 1.21 1.21 1.21 -0.3 Totale vacche Numero 13.8 15.2 15.2 15.40 15.90 4.1 Totale animali UBG 24.3 25.8 26.0 26.10 26.60 2.4 Struttura del capitale Totale attivi fr. 727 756 873 205 897 828 925 973 938 408 4.4 di cui: attivo circolante fr. 139 412 152 401 159 589 160 977 164 563 4.4 di cui: inventario vivo fr. 44 554 56 942 56 623 58 524 59 957 4.5 di cui: attivo immobilizzato fr. 543 790 663 861 681 616 706 472 713 888 4.4 di cui: attivo azienda fr. 678 557 823 594 845 498 869 613 884 503 4.5 Quota di capitale di terzi % 41 44 44 46 46 3.0 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 13 797 7 506 6 879 3 070 4 417 -24.1 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. * 250 181 259 834 259 754 272 343 6.1 di cui: pagamenti diretti fr. 42 700 59 874 60 864 62 933 64 319 5.1 Spese materiali fr. * 164 060 168 297 171 564 178 178 6.1 Reddito aziendale fr. * 86 121 91 537 88 191 94 165 6.3 Costi del personale fr. 12 042 16 847 18 105 18 514 19 047 6.9 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 8 301 6 991 6 725 6 600 6 358 -6.1 Canoni d’affitto fr. * 7 102 7 233 7 112 7 374 3.1 Costi di terzi fr. * 194 999 200 360 203 790 210 957 5.6 Reddito agricolo fr. 56 203 55 182 59 474 55 965 61 386 7.9 Reddito extraagricolo fr. 18 806 26 308 26 737 26 772 27 127 2.0 Reddito totale fr. 75 009 81 490 86 211 82 736 88 513 6.0 Consumo privato fr. 63 222 71 421 72 113 71 118 71 724 0.2 Formazione di capitale proprio fr. 11 787 10 069 14 098 11 619 16 789 40.7 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 45 376 50 148 56 837 59 454 57 549 3.7 Cash flow 3 fr, 42 203 46 677 49 527 48 562 55 329 14.7 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 93 93 87 82 96 9.9 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 64 66 68 65 67 1.0 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 45 38 41 38 41 5.1 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 20 22 25 24 25 5.6 Aziende con reddito insufficiente 8 % 19 20 18 19 15 -21.1 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 16 19 16 19 19 5.6 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULA 49 369 51 984 54 737 52 128 55 444 4.7 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 4 340 4 090 4 302 4 046 4 224 1.9 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 12.2 10.5 10.8 10.1 10.6 1.3 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -2.1 -2.4 -2.0 -2.5 -1.9 -17.4 Redditività del capitale proprio 11 % -5.7 -5.9 -5.1 -6 -4.9 -13.5 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 32 906 39 149 43 507 43 707 47 027 11.6 (Valore medio) Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 29 754 35 500 39 018 39 901 42 741 12.1 (Valore mediano)
3.95
3.36
2002: 3.22 %; 2010: 1.65 %; 2011: 1.48 %; 2012: 0.66 %;
%; 2001:
%;
A16 Allegato

Tabella 18

Risultati d’esercizio: regione di pianura*

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2000: 3.95 %; 2001: 3.36 %; 2002: 3.22 %; 2010: 1.65 %; 2011: 1.48 %; 2012: 0.66 %; 2013: 0.94 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti sovvenzioni e disinvestimenti

3 Formazione del capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell’inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell’azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell’azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell’azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF)

* Regione di pianura: zona di pianura

** Questi valori possono essere calcolati unicamente a partire dal 2003.

Fonte: Agroscope ISS, Analisi centralizzata

Caratteristica Unità 2000/02 2010 2011 2012 2013 2010/12–2013 % Aziende di riferimento Numero 1 300 1 358 1 267 1 226 1 108 -13.7 Aziende rappresentate Numero 24 116 21 543 21 358 20 845 20 304 -4.4 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 20.01 22.17 22.23 22.96 23.56 4.9 Superficie coltiva aperta ha 9.40 9.97 10.11 10.21 10.66 5.6 Manodopera aziendale ULA 1.78 1.75 1.77 1.81 1.80 1.3 di cui: manodopera familiare ULAF 1.25 1.16 1.15 1.16 1.16 0.3 Totale vacche Numero 13.6 15.3 15.1 15.70 16.20 5.4 Totale animali UBG 24.4 26.7 26.8 27.10 27.40 2.0 Struttura del capitale Totale attivi fr. 833 276 989 105 1 013 252 1 059 269 1 064 828 4.3 di cui: attivo circolante fr. 173 511 187 802 194 100 196 401 197 046 2.2 di cui: inventario vivo fr. 45 056 56 401 55 506 58 466 59 687 5.1 di cui: attivo immobilizzato fr. 614 709 744 903 763 646 804 401 808 095 4.8 di cui: attivo azienda fr. 772 248 929 868 952 198 995 694 1 003 585 4.6 Quota di capitale di terzi % 40 43 44 46 45 1.5 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 15 945 8 610 7 821 3 496 5 100 -23.2 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. ** 304 343 318 563 318 964 331 957 5.7 di cui: pagamenti diretti fr. 37 378 55 378 56 168 58 723 60 365 6.4 Spese materiali fr. ** 197 255 202 551 208 270 214 518 5.8 Reddito aziendale fr. ** 107 087 116 012 110 694 117 439 5.5 Costi del personale fr. 17 826 24 797 26 714 27 227 27 934 6.4 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 9 678 7 993 7 725 7 719 7 339 -6.1 Canoni d’affitto fr. ** 9 670 9 913 9 740 10 190 4.3 Costi di terzi fr. ** 239 715 246 903 252 955 259 980 5.5 Reddito agricolo fr. 67 865 64 627 71 660 66 009 71 977 6.7 Reddito extraagricolo fr. 17 197 25 016 26 007 26 840 27 711 6.8 Reddito totale fr. 85 061 89 643 97 666 92 849 99 688 6.7 Consumo privato fr. 70 916 78 841 79 382 79 213 80 677 1.9 Formazione di capitale proprio fr. 14 145 10 802 18 284 13 636 19 011 33.5 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 51 877 54 650 63 998 72 486 64 914 1.9 Cash flow 3 fr. 48 751 50 690 55 569 53 513 62 672 17.7 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 94 93 87 74 97 14.6 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 65 64 70 64 68 3.0 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 46 37 44 38 42 5.9 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 18 21 25 24 23 -1.4 Aziende con reddito insufficiente 8 % 20 22 15 19 15 -19.6 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 16 20 16 19 19 3.6 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULA 58 142 61 347 65 555 61 073 65 081 3.9 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 5 196 4 831 5 218 4 821 4 985 0.6 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 13.5 11.5 12.2 11.1 11.7 0.9 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -0.6 -1.2 -0.6 -1.3 -0.6 -41.9 Redditività del capitale proprio 11 % -3.1 -3.6 -2.5 -4 -2.4 -28.7 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 41 391 48 458 55 696 53 747 57 812 9.8 (Valore medio) Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 38 364 44 682 52 226 49 572 53 204 9.0 (Valore mediano)
A17 Allegato

Tabella 19

Risultati d’esercizio: regione collinare*

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2000: 3.95 %; 2001: 3.36 %; 2002: 3.22 %; 2010: 1.65 %; 2011: 1.48 %; 2012: 0.66 %; 2013: 0.94 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti sovvenzioni e disinvestimenti

3 Formazione del capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell’inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell’azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell’azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell’azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF)

* Regione collinare: zona collinare e zona di montagna I

** Questi valori possono essere calcolati unicamente a partire dal 2003.

Fonte: Agroscope ISS, Analisi centralizzata

Caratteristica Unità 2000/02 2010 2011 2012 2013 2010/12–2013 % Aziende di riferimento Numero 874 998 965 941 830 -14.3 Aziende rappresentate Numero 14 292 12 972 12 781 12 574 12 338 -3.4 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 17.96 19.71 20.07 20.45 20.80 3.6 Superficie coltiva aperta ha 3.01 3.12 3.06 3.23 3.37 7.4 Manodopera aziendale ULA 1.58 1.58 1.63 1.62 1.64 1.9 di cui: manodopera familiare ULAF 1.26 1.21 1.22 1.21 1.21 -0.3 Totale vacche Numero 15.7 16.7 17.1 17.10 17.90 5.5 Totale animali UBG 27.5 27.9 28.7 28.80 30.00 5.4 Struttura del capitale Totale attivi fr. 682 949 831 520 873 677 881 742 921 474 6.9 di cui: attivo circolante fr. 118 324 135 292 144 975 145 904 153 962 8.4 di cui: inventario vivo fr. 49 221 62 000 62 285 63 890 67 411 7.5 di cui: attivo immobilizzato fr. 515 404 634 228 666 417 671 948 700 101 6.5 di cui: attivo azienda fr. 635 008 787 205 826 916 829 780 869 008 6.7 Quota di capitale di terzi % 44 47 46 47 49 5.0 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 12 207 6 848 6 506 2 877 4 117 -23.9 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. ** 234 042 245 734 244 110 261 978 8.6 di cui: pagamenti diretti fr. 41 567 58 886 60 100 61 651 62 821 4.3 Spese materiali fr. ** 156 779 162 663 163 959 175 030 8.6 Reddito aziendale fr. ** 77 263 83 070 80 151 86 947 8.5 Costi del personale fr. 9 095 12 629 14 063 14 193 15 217 11.7 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 8 213 7 137 6 876 6 614 6 441 -6.3 Canoni d’affitto fr. ** 5 929 6 084 6 035 6 039 0.4 Costi di terzi fr. ** 182 475 189 687 190 801 202 727 8.0 Reddito agricolo fr. 50 826 51 567 56 046 53 309 59 251 10.5 Reddito extraagricolo fr. 20 580 27 748 27 818 26 911 27 637 0.5 Reddito totale fr. 71 406 79 314 83 864 80 220 86 888 7.1 Consumo privato fr. 60 504 68 296 70 310 69 240 69 852 0.8 Formazione di capitale proprio fr. 10 901 11 019 13 554 10 980 17 036 43.8 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 42 487 49 956 55 245 49 675 54 382 5.3 Cash flow 3 fr. 40 021 47 279 49 598 47 736 53 965 12.0 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 95 95 90 96 99 5.7 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 65 67 69 67 67 -1.0 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 43 38 42 39 39 -1.7 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 23 26 26 23 27 8.0 Aziende con reddito insufficiente 8 % 16 17 15 17 14 -14.3 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 17 19 17 21 21 10.5 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULA 46 461 48 972 51 048 49 461 52 872 6.1 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 4 105 3 920 4 140 3 920 4 181 4.7 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 11.6 9.8 10.0 9.7 10.0 1.7 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -2.6 -2.7 -2.3 -2.6 -2.0 -21.1 Redditività del capitale proprio 11 % -7.1 -6.8 -5.9 -6.5 -5.5 -14.1 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 30 537 37 025 40 444 41 628 45 674 15.1 (Valore medio) Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 28 530 33 728 37 197 37 189 41 584 15.4 (Valore
mediano)
A18 Allegato

Risultati d’esercizio: regione di montagna*

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2000: 3.95 %; 2001: 3.36 %; 2002: 3.22 %; 2010: 1.65 %; 2011: 1.48 %; 2012: 0.66 %; 2013: 0.94 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti sovvenzioni e disinvestimenti

3 Formazione del capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell’inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell’azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell’azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell’azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF)

* Regione di montagna: zone di montagna II a IV

** Questi valori possono essere calcolati unicamente a partire dal 2003.

Fonte: Agroscope ISS, Analisi centralizzata

Tabella 20
Caratteristica Unità 2000/02 2010 2011 2012 2013 2010/12–2013 % Aziende di riferimento Numero 781 846 828 784 717 -12.5 Aziende rappresentate Numero 14 187 12 651 12 738 12 592 12 322 -2.7 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 18.68 20.55 20.90 21.21 21.70 3.9 Superficie coltiva aperta ha 0.26 0.16 0.19 0.17 0.17 -1.9 Manodopera aziendale ULA 1.58 1.59 1.55 1.56 1.58 0.9 di cui: manodopera familiare ULAF 1.37 1.33 1.30 1.29 1.31 0.3 Totale vacche Numero 12.0 13.4 13.4 13.2 13.5 1.3 Totale animali UBG 21.0 22.1 22.0 21.7 21.7 -1.1 Struttura del capitale Totale attivi fr. 594 017 718 585 728 526 749 479 747 050 2.0 di cui: attivo circolante fr. 102 662 109 664 116 388 117 386 121 653 6.3 di cui: inventario vivo fr. 39 028 52 678 52 813 53 262 52 938 0.0 di cui: attivo immobilizzato fr. 452 328 556 243 559 326 578 831 572 459 1.4 di cui: attivo azienda fr. 563 737 679 935 685 237 700 674 703 796 2.2 Quota di capitale di terzi % 40 43 44 44 45 3.1 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 11 749 6 302 5 675 2 559 3 591 -25.9 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. ** 174 501 175 510 177 360 184 491 4.9 di cui: pagamenti diretti fr. 52 913 68 544 69 506 71 183 72 335 3.7 Spese materiali fr. ** 114 998 116 517 118 394 121 450 4.1 Reddito aziendale fr. ** 59 503 58 993 58 965 63 042 6.6 Costi del personale fr. 5 185 7 635 7 724 8 404 8 240 4.0 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 6 063 5 135 4 895 4 734 4 658 -5.4 Canoni d’affitto fr. ** 3 929 3 891 3 839 4 071 4.8 Costi di terzi fr. ** 131 697 133 028 135 370 138 419 3.8 Reddito agricolo fr. 41 789 42 804 42 483 41 989 46 073 8.6 Reddito extraagricolo fr. 19 725 27 032 26 876 26 520 25 653 -4.3 Reddito totale fr. 61 514 69 837 69 359 68 509 71 726 3.6 Consumo privato fr. 52 925 61 990 61 735 59 591 58 846 -3.7 Formazione di capitale proprio fr. 8 589 7 847 7 624 8 918 12 880 58.4 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 37 235 42 679 46 429 47 648 48 582 6.6 Cash flow 3 fr. 33 246 39 225 39 323 41 190 44 595 11.7 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 89 92 85 86 92 4.9 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 63 69 65 64 66 0.0 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 45 41 35 37 40 6.2 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 19 20 24 23 27 20.9 Aziende con reddito insufficiente 8 % 20 21 25 20 16 -27.3 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 16 18 16 19 16 -9.4 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULA 35 483 37 508 37 957 37 721 39 963 5.9 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 3 008 2 895 2 823 2 780 2 905 2.6 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 10.0 8.8 8.6 8.4 9.0 4.7 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -4.9 -5.0 -4.9 -4.9 -4.6 -6.8 Redditività del capitale proprio 11 % -10.0 -10.3 -10.1 -10.1 -9.8 -3.6 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 21 896 27 377 28 355 30 644 32 535 13.0 (Valore medio) Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 19 909 23 525 25 562 27 317 30 229 18.7 (Valore mediano)
A19 Allegato

Tabella 21a

Risultati d’esercizio secondo i tipi di azienda* – 2011/13

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti contributi e disinvestimenti 3 Formazione

capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell'inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell'azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell'azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell'azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF)

* Nuova tipologia aziendale FAT99

Fonte: Agroscope ISS, Analisi centralizzata

Produzione vegetale Detenzione di animali Media di Caratteristica Unità tutte le Campi- Colture Latte Vacche Altri aziende coltura speciali commerciale madri bovini Aziende di riferimento Numero 2 889 118 106 1 101 199 178 Aziende rappresentate Numero 45 951 3 022 3 541 14 373 3 246 3 533 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 21.79 26.54 14.19 22.14 20.94 19.03 Superficie coltiva aperta ha 5.61 21.78 6.98 1.18 0.99 0.45 Mandopera aziendale ULA 1.69 1.20 2.52 1.67 1.31 1.44 di cui: manodopera familiare ULAF 1.21 0.89 1.21 1.31 1.09 1.20 Totale vacche Numero 15.5 1.8 0.8 21.2 18.6 7.9 Totale animali UBG 26.2 6.1 1.9 29.1 20.9 16.9 Struttura del capitale Totale attivi fr. 920 736 836 050 972 705 877 973 791 129 681 480 di cui: attivo circolante fr. 161 710 183 526 258 362 142 804 115 955 102 397 di cui: inventario vivo fr. 58 368 10 260 4 659 67 797 61 321 46 709 di cui: attivo immobilizzato fr. 700 658 642 265 709 685 667 371 613 853 532 374 di cui: attivo azienda fr. 866 538 775 793 920 631 824 806 745 820 642 335 Quota di capitale di terzi % 46 40 44 45 48 47 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 4 789 4 757 5 391 4 554 3 938 3 397 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. 263 977 250 683 323 653 223 359 169 520 167 822 di cui: pagamenti diretti fr. 62 706 62 910 31 616 66 719 69 856 63 353 Spese materiali fr. 172 680 157 963 167 749 142 927 111 124 117 281 Reddito aziendale fr. 91 298 92 720 155 904 80 432 58 396 50 541 Costi del personale fr. 18 555 13 143 63 089 11 635 7 778 6 955 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 6 561 5 963 7 263 5 940 6 205 4 930 Canoni d’affitto fr. 7 240 9 675 10 287 6 155 4 315 3 588 Costi di terzi fr. 205 036 186 744 248 388 166 657 129 421 132 753 Reddito agricolo fr. 58 942 63 939 75 265 56 702 40 099 35 069 Reddito extraagricolo fr. 26 878 34 430 23 711 23 982 38 153 30 206 Reddito totale fr. 85 820 98 369 98 976 80 684 78 252 65 275 Consumo privato fr. 71 652 88 642 87 855 66 603 67 836 59 036 Formazione di capitale proprio fr. 14 169 9 727 11 121 14 081 10 417 6 239 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 57 947 57 951 46 980 55 777 42 645 44 095 Cash flow 3 fr. 51 139 41 152 46 712 50 904 44 002 33 711 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 88 81 105 92 107 78 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 67 62 65 67 71 69 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 40 40 37 41 41 36 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 25 21 24 26 25 22 Aziende con reddito insufficiente 8 % 17 24 16 16 16 18 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 18 16 23 18 18 23 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULA 54 103 77 005 61 854 48 247 44 619 35 223 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 4 191 3 495 11 003 3 633 2 789 2 656 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 10.5 12.0 16.9 9.8 7.8 7.9 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -2.1 0.5 -0.7 -3.1 -3.5 -5.9 Redditività del capitale proprio 11 % -5.3 -0.4 -2.8 -7.0 -8.5 -12.7 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 44 747 66 499 57 477 39 722 33 185 26 467 (Valore medio)
d’interesse
Confederazione (2000: 3.95 %; 2001: 3.36 %; 2002: 3.22 %; 2010: 1.65 %; 2011: 1.48 %; 2012: 0.66 %; 2013:
1 Applicazione del tasso medio
delle obbligazioni della
0.94 %)
di
A20 Allegato

Tabella 21b

Risultati d’esercizio secondo i tipi di azienda* – 2011/13

(Valore medio)

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2000: 3.95 %; 2001: 3.36 %; 2002: 3.22 %; 2010: 1.65 %; 2011: 1.48 %; 2012: 0.66 %; 2013: 0.94 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti contributi e disinvestimenti

3 Formazione di capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell’inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell’azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell’azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell’azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF)

* Nuova tipologia aziendale FAT99 Fonte: Agroscope ISS, Analisi centralizzata

Detenzione di animali Aziende combinate Media di Equini, Latte Caratteristica Unità tutte le ovini, Trasforma- comm./ Vacche Trasformaaziende caprini zione campicolt. madri zione Altre Aziende di riferimento Numero 2 889 49 76 206 61 435 359 Aziende rappresentate Numero 45 951 2 351 1 270 2 932 1 040 4 278 6 365 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 21.79 14.25 13.13 30.57 26.85 22.59 24.04 Superficie coltiva aperta ha 5.61 0.43 1.04 16.05 11.53 7.74 8.02 Mandopera aziendale ULA 1.69 1.60 1.65 1.94 1.54 1.87 1.66 di cui: manodopera familiare ULAF 1.21 1.18 1.12 1.24 1.08 1.28 1.19 Totale vacche Numero 15.5 1.5 12.1 26.1 20.2 19.1 17.8 Totale animali UBG 26.2 15.4 53.9 34.7 23.3 52.3 28.1 Struttura del capitale Totale attivi fr. 920 736 704 626 1 034 047 1 084 506 1 066 714 1 179 589 1 011 993 di cui: attivo circolante fr. 161 710 112 860 209 783 189 943 193 776 184 854 171 234 di cui: inventario vivo fr. 58 368 23 185 81 441 80 593 67 536 89 837 70 510 di cui: attivo immobilizzato fr. 700 658 568 580 742 822 813 969 805 402 904 898 770 249 di cui: attivo azienda fr. 866 538 670 131 913 512 1 029 095 1 004 474 1 129 656 949 361 Quota di capitale di terzi % 46 51 44 45 46 47 45 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 4 789 3 313 5 143 5 786 5 468 5 993 5 304 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. 263 977 164 651 441 047 337 017 250 781 454 296 273 566 di cui: pagamenti diretti fr. 62 706 49 553 46 236 74 870 80 142 66 794 63 799 Spese materiali fr. 172 680 107 390 327 372 216 047 158 715 328 920 182 841 Reddito aziendale fr. 91 298 57 261 113 675 120 969 92 066 125 377 90 725 Costi del personale fr. 18 555 17 793 18 017 27 175 17 794 24 256 16 666 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 6 561 5 762 6 906 7 908 6 784 8 592 7 142 Canoni d’affitto fr. 7 240 3 832 10 088 11 609 8 076 8 326 8 189 Costi di terzi fr. 205 036 134 776 362 383 262 740 191 370 370 094 214 838 Reddito agricolo fr. 58 942 29 875 78 664 74 277 59 412 84 203 58 727 Reddito extraagricolo fr. 26 878 31 838 25 597 21 299 35 748 21 002 27 385 Reddito totale fr. 85 820 61 712 104 261 95 576 95 160 105 204 86 112 Consumo privato fr. 71 652 53 535 66 913 81 024 74 826 77 997 73 469 Formazione di capitale proprio fr. 14 169 8 178 37 348 14 552 20 334 27 207 12 643 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 57 947 47 433 83 489 56 471 60 391 87 784 62 873 Cash flow 3 fr. 51 139 40 597 78 932 57 739 50 243 74 958 51 955 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 88 98 97 104 86 90 83 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 67 62 73 68 65 67 67 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 40 31 40 43 44 45 40 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 25 21 37 22 28 27 22 Aziende con reddito insufficiente 8 % 17 27 11 16 14 13 20 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 18 21 12 18 14 14 18 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULA 54 103 35 678 68 482 62 392 59 613 66 958 54 749 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 4 191 4 018 8 579 3 957 3 446 5 543 3 775 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 10.5 8.5 12.4 11.8 9.2 11.1 9.6 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -2.1 -6.4 0.7 -0.9 -1.3 0.2 -2.0 Redditività del capitale proprio 11 % -5.3 -15.0 -0.3 -3.1 -3.6 -1.1 -5.1 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 44 747 22 475 64 290 55 053 49 870 61 370 44 932
A21 Allegato

Tabella 22

Risultati d’esercizio in base ai redditi del lavoro: tutte le regioni – 2011/13

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2000: 3.95 %; 2001: 3.36 %; 2002: 3.22 %;

0.66 %; 2013: 0.94 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti contributi e disinvestimenti

%;

3 Formazione di capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell’inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell’azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell’azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell’azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF) Fonte: Agroscope ISS, Analisi centralizzata

In base al reddito del lavoro Caratteristica Unità Media I quartile II quartile III quartile IV quartile (0–25%) (25–50%) (50–75%) (75–100%) Aziende di riferimento Numero 2 889 613 744 789 742 Aziende rappresentate Numero 45 951 11 496 11 483 11 498 11 474 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 21.79 15.80 19.65 23.19 28.54 Superficie coltiva aperta ha 5.61 2.70 3.74 5.27 10.74 Manodopera aziendale ULA 1.69 1.53 1.66 1.72 1.84 di cui: manodopera familiare ULAF 1.21 1.18 1.31 1.24 1.10 Totale vacche Numero 15.5 11.1 15.0 17.7 18.3 Totale animali UBG 26.2 18.3 23.6 28.1 34.7 Struttura del capitale Totale attivi fr. 920 736 755 229 824 088 948 518 1 155 446 di cui: attivo circolante fr. 161 710 112 766 140 603 177 633 215 914 di cui: inventario vivo fr. 58 368 43 340 54 741 63 376 72 034 di cui: attivo immobilizzato fr. 700 658 599 123 628 744 707 508 867 498 di cui: attivo azienda fr. 866 538 714 273 773 791 888 383 1 090 030 Quota di capitale di terzi % 46 50 46 43 45 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 4 789 3 690 4 171 5 172 6 125 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. 263 977 160 807 215 420 276 196 403 703 di cui: pagamenti diretti fr. 62 706 46 994 58 716 66 779 78 358 Spese materiali fr. 172 680 129 243 146 762 175 199 239 616 Reddito aziendale fr. 91 298 31 565 68 658 100 997 164 087 Costi del personale fr. 18 555 12 770 12 776 17 836 30 858 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 6 561 6 334 5 963 6 191 7 757 Canoni d’affitto fr. 7 240 4 378 5 494 7 295 11 801 Costi di terzi fr. 205 036 152 724 170 995 206 521 290 032 Reddito agricolo fr. 58 942 8 083 44 425 69 675 113 671 Reddito extraagricolo fr. 26 878 37 668 24 897 22 365 22 572 Reddito totale fr. 85 820 45 751 69 322 92 040 136 243 Consumo privato fr. 71 652 57 941 65 215 73 895 89 583 Formazione di capitale proprio fr. 14 169 -12 189 4 107 18 145 46 660 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 57 947 53 519 51 091 52 583 74 626 Cash flow 3 fr. 51 139 22 260 37 527 55 611 89 213 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 88 42 75 106 120 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 67 52 67 71 77 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 40 19 38 49 54 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 25 12 22 27 36 Aziende con reddito insufficiente 8 % 17 32 19 13 4 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 18 36 20 11 5 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULA 54 103 20 532 41 387 58 810 89 164 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 4 191 1 995 3 497 4 355 5 753 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 10.5 4.4 8.9 11.4 15.1 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -2.1 -9.2 -5.1 -1.2 3.9 Redditività del capitale proprio 11 % -5.3 -20.2 -11.1 -3.4 5.9 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 44 747 3 709 30 607 51 846 97 885 (Valore medio) Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 40 553 (Valore mediano)
2011: 1.48
2012:
2010: 1.65
%;
A22 Allegato

Tabella 23

Risultati d’esercizio in base ai redditi del lavoro: regione di pianura* – 2011/13

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2000: 3.95 %; 2001: 3.36 %; 2002: 3.22 %; 2010: 1.65 %; 2011: 1.48 %; 2012: 0.66 %; 2013: 0.94 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti contributi e disinvestimenti

3 Formazione di capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell’inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell’azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell’azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell’azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF)

* Regione di pianura: zona di pianura

Fonte: Agroscope ISS, Analisi centralizzata

In base al reddito del lavoro Caratteristica Unità Media I quartile II quartile III quartile IV quartile (0–25%) (25–50%) (50–75%) (75–100%) Aziende di riferimento Numero 1 200 276 305 312 308 Aziende rappresentate Numero 20 836 5 214 5 209 5 218 5 195 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 22.92 18.01 20.84 23.18 29.66 Superficie coltiva aperta ha 10.32 6.83 8.44 10.07 15.98 Manodopera aziendale ULA 1.80 1.73 1.76 1.85 1.84 di cui: manodopera familiare ULAF 1.16 1.16 1.25 1.19 1.03 Totale vacche Numero 15.7 13.5 16.0 16.5 16.7 Totale animali UBG 27.1 21.4 25.4 27.4 34.1 Struttura del capitale Totale attivi fr. 1 045 783 953 322 1 000 077 1 032 147 1 198 142 di cui: attivo circolante fr. 195 849 157 559 180 089 212 350 233 520 di cui: inventario vivo fr. 57 887 48 840 55 588 60 647 66 500 di cui: attivo immobilizzato fr. 792 047 746 923 764 400 759 150 898 121 di cui: attivo azienda fr. 983 826 903 410 937 471 965 368 1 129 579 Quota di capitale di terzi % 45 52 45 41 44 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 5 472 4 361 5 168 5 833 6 529 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. 323 161 229 133 280 466 339 750 443 705 di cui: pagamenti diretti fr. 58 419 44 363 53 763 59 523 76 089 Spese materiali fr. 208 446 175 921 187 776 210 266 259 996 Reddito aziendale fr. 114 715 53 212 92 691 129 484 183 709 Costi del personale fr. 27 292 22 566 22 281 28 732 35 614 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 7 594 8 689 7 278 6 675 7 736 Canoni d’affitto fr. 9 948 7 215 8 015 10 330 14 245 Costi di terzi fr. 253 280 214 392 225 350 256 002 317 590 Reddito agricolo fr. 69 882 14 742 55 116 83 747 126 114 Reddito extraagricolo fr. 26 853 35 864 26 201 21 651 23 684 Reddito totale fr. 96 734 50 605 81 317 105 398 149 798 Consumo privato fr. 79 757 68 263 74 433 82 179 94 202 Formazione di capitale proprio fr. 16 977 -17 658 6 884 23 219 55 596 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 67 133 78 290 58 183 51 690 80 413 Cash flow 3 fr. 57 251 22 872 45 194 62 673 98 405 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 86 29 81 123 124 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 67 49 67 75 79 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 41 17 40 52 57 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 24 14 22 26 34 Aziende con reddito insufficiente 8 % 17 31 20 12 4 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 18 38 18 9 6 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULAF 63 903 30 847 52 642 69 945 99 555 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 5 008 2 965 4 454 5 582 6 198 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 11.7 5.9 9.9 13.4 16.3 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -0.8 -6.9 -3.2 0.2 5.1 Redditività del capitale proprio 11 % -3.0 -16.6 -7.4 -0.8 7.8 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 55 752 8 968 40 109 65 553 116 191 (Valore medio) Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 51 667 (Valore mediano)
A23 Allegato

Tabella 24

Risultati d’esercizio in base ai redditi del lavoro: regione collinare* – 2011/13

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2000: 3.95 %; 2001: 3.36 %; 2002: 3.22 %;

%; 2011: 1.48 %; 2012: 0.66 %; 2013: 0.94 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti contributi e disinvestimenti

3 Formazione di capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell’inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell’azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell’azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell’azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF)

* Regione collinare: zona collinare e zona di montagna I

Fonte: Agroscope ISS, Analisi centralizzata

In base al reddito del lavoro Caratteristica Unità Media I quartile II quartile III quartile IV quartile (0–25%) (25–50%) (50–75%) (75–100%) Aziende di riferimento Numero 912 184 225 251 252 Aziende rappresentate Numero 12 564 3 146 3 152 3 129 3 137 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 20.44 14.70 18.83 21.33 26.91 Superficie coltiva aperta ha 3.22 2.01 2.80 3.09 5.00 Manodopera aziendale ULA 1.63 1.43 1.62 1.71 1.77 di cui: manodopera familiare ULAF 1.21 1.12 1.30 1.29 1.15 Totale vacche Numero 17.3 12.2 16.3 18.9 22.0 Totale animali UBG 29.2 20.0 26.1 30.2 40.5 Struttura del capitale Totale attivi fr. 892 298 731 213 776 252 925 184 1 137 692 di cui: attivo circolante fr. 148 280 106 866 133 175 164 740 188 582 di cui: inventario vivo fr. 64 529 46 607 59 888 67 311 84 378 di cui: attivo immobilizzato fr. 679 488 577 739 583 189 693 132 864 732 di cui: attivo azienda fr. 841 902 692 852 728 041 871 202 1 076 634 Quota di capitale di terzi % 47 52 46 45 47 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 4 500 3 517 3 938 4 843 5 707 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. 250 607 155 699 207 932 258 656 380 626 di cui: pagamenti diretti fr. 61 524 44 345 56 670 64 717 80 439 Spese materiali fr. 167 218 127 692 142 823 165 455 233 102 Reddito aziendale fr. 83 390 28 007 65 109 93 201 147 524 Costi del personale fr. 14 491 10 432 11 262 13 835 22 468 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 6 644 6 310 5 471 6 225 8 575 Canoni d’affitto fr. 6 053 3 582 5 048 5 740 9 850 Costi di terzi fr. 194 405 148 016 164 605 191 255 273 995 Reddito agricolo fr. 56 202 7 683 43 327 67 401 106 631 Reddito extraagricolo fr. 27 455 42 762 25 925 21 040 20 039 Reddito totale fr. 83 657 50 446 69 252 88 441 126 670 Consumo privato fr. 69 800 59 515 63 218 70 773 85 757 Formazione di capitale proprio fr. 13 857 -9 069 6 034 17 668 40 913 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 53 101 45 184 47 698 47 504 72 076 Cash flow 3 fr. 50 433 25 176 38 847 54 799 83 048 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 95 56 83 116 117 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 68 55 68 73 75 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 40 20 38 48 54 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 25 13 21 29 37 Aziende con reddito insufficiente 8 % 15 26 21 11 4 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 20 41 20 12 6 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULA 51 127 19 565 40 270 54 416 83 566 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 4 080 1 902 3 464 4 369 5 489 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 9.9 4.0 9.0 10.7 13.7 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -2.3 -9.0 -5.4 -1.6 3.4 Redditività del capitale proprio 11 % -6.0 -20.7 -11.5 -4.3 5.1 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 42 582 3 687 30 407 48 545 87 845 (Valore medio) Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 38 657 (Valore mediano)
2010: 1.65
A24 Allegato

Tabella 25

Risultati d’esercizio in base ai redditi del lavoro: regione di montagna* – 2011/13

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2000: 3.95 %; 2001:

%; 2011: 1.48 %; 2012: 0.66 %; 2013: 0.94 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti contributi e disinvestimenti

3 Formazione di capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell’inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell’azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell’azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell’azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF)

* Regione di montagna: zone di montagna II a IV

Fonte: Agroscope ISS, Analisi centralizzata

In base al reddito del lavoro Caratteristica Unità Media I quartile II quartile III quartile IV quartile (0–25%) (25–50%) (50–75%) (75–100%) Aziende di riferimento Numero 776 149 195 215 217 Aziende rappresentate Numero 12 551 3 143 3 140 3 143 3 125 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 21.27 13.75 17.84 22.91 30.64 Superficie coltiva aperta ha 0.18 0.04 0.05 0.23 0.39 Manodopera aziendale ULA 1.56 1.40 1.61 1.59 1.67 di cui: manodopera familiare ULAF 1.30 1.22 1.40 1.34 1.22 Totale vacche Numero 13.4 8.1 11.6 14.8 19.0 Totale animali UBG 21.8 15.0 18.3 23.2 30.7 Struttura del capitale Totale attivi fr. 741 685 597 898 640 506 752 962 976 620 di cui: attivo circolante fr. 118 476 79 022 100 145 125 083 169 921 di cui: inventario vivo fr. 53 004 35 042 45 743 57 587 73 756 di cui: attivo immobilizzato fr. 570 205 483 834 494 618 570 292 732 943 di cui: attivo azienda fr. 696 569 571 978 594 792 706 643 914 008 Quota di capitale di terzi % 44 42 45 43 47 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 3 942 3 432 3 395 4 036 4 910 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. 179 120 106 344 150 194 193 246 267 173 di cui: pagamenti diretti fr. 71 008 48 052 60 996 76 268 98 867 Spese materiali fr. 118 787 91 793 105 084 123 576 154 887 Reddito aziendale fr. 60 333 14 550 45 110 69 670 112 286 Costi del personale fr. 8 123 5 198 6 089 7 549 13 687 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 4 762 4 147 4 298 4 758 5 851 Canoni d’affitto fr. 3 934 2 589 3 211 4 286 5 659 Costi di terzi fr. 135 606 103 727 118 681 140 169 180 083 Reddito agricolo fr. 43 515 2 616 31 513 53 078 87 090 Reddito extraagricolo fr. 26 350 37 033 23 132 21 555 23 661 Reddito totale fr. 69 865 39 650 54 645 74 633 110 751 Consumo privato fr. 60 058 48 107 54 181 63 014 75 006 Formazione di capitale proprio fr. 9 807 -8 458 465 11 619 35 745 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 47 553 39 220 36 044 44 697 70 359 Cash flow 3 fr. 41 702 21 140 27 826 44 237 73 780 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 88 54 78 101 106 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 65 54 64 70 72 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 38 23 32 46 49 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 25 11 16 30 42 Aziende con reddito insufficiente 8 % 20 42 25 11 4 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 17 24 27 13 4 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULA 38 547 10 404 28 030 43 934 67 194 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 2 836 1 053 2 526 3 041 3 667 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 8.7 2.6 7.6 9.9 12.3 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -4.8 -12.3 -8.9 -3.8 1.7 Redditività del capitale proprio 11 % -10.0 -22.4 -17.4 -8.0 2.0 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 30 511 - 718 20 056 36 579 67 206 (Valore medio) Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 27 703 (Valore mediano)
3.22
2010: 1.65
3.36 %; 2002:
%;
A25 Allegato

Tabella 26

Risultati d'esercizio per regione, tipo di azienda e quartile: 2000/02–2011/13

Unità Tutte le aziende Regione di pianura Regione collinare Regione di montagna Risultati d'esercizio per regione 2000/02 2011/13 2000/02 2011/13 2000/02 2011/13 2000/02 2011/13 Superficie agricola utile ha 19.09 21.79 20.01 22.92 17.96 20.44 18.68 21.27 Manodopera familiare ULAF 1.29 1.21 1.25 1.16 1.26 1.21 1.37 1.30 Reddito agricolo fr. 56 203 58 942 67 865 69 882 50 826 56 202 41 789 43 515 Reddito extraagricolo fr. 18 806 26 878 17 197 26 853 20 580 27 455 19 725 26 350 Reddito totale fr. 75 009 85 820 85 061 96 734 71 406 83 657 61 514 69 865 Profitto del lavoro della manodopera familiare fr./ULAF 32 906 44 747 41 391 55 752 30 537 42 582 21 896 30 511 Unità Campicoltura Colture speciali Latte commerciale Vacche madri Risultati d'esercizio per tipo di azienda 2000/02 2011/13 2000/02 2011/13 2000/02 2011/13 2000/02 2011/13 Superficie agricola utile ha 24.23 26.54 12.57 14.19 18.65 22.14 17.27 20.94 Manodopera familiare ULAF 1.10 0.89 1.36 1.21 1.34 1.31 1.10 1.09 Reddito agricolo fr. 69 492 63 939 73 163 75 265 50 192 56 702 39 811 40 099 Reddito extraagricolo fr. 22 200 34 430 14 907 23 711 18 215 23 982 31 247 38 153 Reddito totale fr. 91 693 98 369 88 070 98 976 68 406 80 684 71 058 78 252 Profitto del lavoro della manodopera familiare fr./ULAF 49 026 66 499 40 617 57 477 28 231 39 722 24 120 33 185 Unità Altri bovini Equini/ovini/caprini Trasformazione Risultati d'esercizio per tipo di azienda 2000/02 2011/13 2000/02 2011/13 2000/02 2011/13 Superficie agricola utile ha 15.90 19.03 13.64 14.25 11.30 13.13 Manodopera familiare ULAF 1.27 1.20 1.20 1.18 1.15 1.12 Reddito agricolo fr. 33 665 35 069 21 767 29 875 64 009 78 664 Reddito extraagricolo fr. 21 325 30 206 29 559 31 838 17 090 25 597 Reddito totale fr. 54 990 65 275 51 326 61 712 81 099 104 261 Profitto del lavoro della manodopera familiare fr./ULAF 18 432 26 467 10 267 22 475 42 428 64 290 Unità Aziende combinate: Aziende combinate: Aziende combinate: Aziende combinate: latte commerciale/ vacche madri trasformazione altre campicoltura Risultati d'esercizio per tipo di azienda 2000/02 2011/13 2000/02 2011/13 2000/02 2011/13 2000/02 2011/13 Superficie agricola utile ha 24.94 30.57 21.79 26.85 19.39 22.59 20.29 24.04 Manodopera familiare ULAF 1.33 1.24 1.16 1.08 1.29 1.28 1.27 1.19 Reddito agricolo fr. 70 405 74 277 57 703 59 412 69 752 84 203 56 658 58 727 Reddito extraagricolo fr. 14 369 21 299 26 966 35 748 15 977 21 002 19 538 27 385 Reddito totale fr. 84 774 95 576 84 669 95 160 85 730 105 204 76 197 86 112 Profitto del lavoro della manodopera familiare fr./ULAF 40 656 55 053 37 282 49 870 41 244 61 370 33 830 44 932 Unità I quartile II quartile III quartile IV quartile (0–25 %) (25–50 %) (50–75 %) (75–100 %) Risultati d'esercizio per quartile 2000/02 2011/13 2000/02 2011/13 2000/02 2011/13 2000/02 2011/13 Superficie agricola utile ha 14.41 15.80 17.05 19.65 19.82 23.19 25.08 28.54 Manodopera familiare ULAF 1.26 1.18 1.36 1.31 1.33 1.24 1.20 1.10 Reddito agricolo fr. 18 967 8 083 43 840 44 425 63 938 69 675 98 108 113 671 Reddito extraagricolo fr. 28 621 37 668 18 171 24 897 15 535 22 365 12 888 22 572 Reddito totale fr. 47 588 45 751 62 011 69 322 79 473 92 040 110 996 136 243 Profitto del lavoro della manodopera familiare fr./ULAF 4 883 3 709 23 160 30 607 37 512 51 846 68 236 97 885 Fonte: Agroscope ISS, Analisi centralizzata A26 Allegato

Uscite della Confederazione

Uscite Produzione e smercio

27

Uscite Promozione dello smercio

1 Chiusura dei conti definitiva ancora pendente in alcuni casi

2 A partire dal 2014 in virtù dell’articolo 12 dell’ordinanza sulla promozione dello smercio (OPSAgr)

Tabella
Settori / Settori di prodotti di mercato Consuntivo 2012 Consuntivo 2013 1 Fondi stanziati 2014 fr. fr. fr. Produzione lattiera 33 798 997 28 250 000 28 400 000 Formaggio, svizzero / estero 25 635 797 21 000 000 21 000 000 Latte e burro 8 163 200 7 250 000 7 400 000 Produzione animale 7 853 412 7 933 171 7 927 105 Carne 6 000 000 6 100 000 6 100 000 Uova 1 132 300 1 100 000 1 100 000 Pesce 0 0 0 Animali vivi 654 202 653 171 647 105 Miele 76 910 80 000 80 000 Produzione vegetale 7 107 098 7 297 927 7 924 750 Verdura 588 118 724 000 724 000 Funghi 235 000 200 000 200 000 Frutta 2 327 650 2 300 000 2 300 000 Cereali 314 186 298 924 300 000 Patate 573 250 573 250 573 500 Semi oleosi 422 909 420 000 440 000 Piante ornamentali 420 000 400 000 400 000 Vino 2 225 985 2 381 753 2 987 250 Agriturismo 320 000 320 000 320 000 Promozione delle esportazioni 2 674 955 599 867 Provvedimenti collettivi 2 860 445 2 580 000 2 580 000 Provvedimenti sovrasettoriali (Bio, PI) 4 300 000 4 080 000 4 080 000 Pubbliche relazioni 2 690 123 2 620 000 2 620 000 Piccoli progetti e sponsorizzazione A livello nazionale 59 605 029 53 680 965 53 851 855 A livello regionale 2 993 470 3 040 000 3 030 000 Totale 62 598 499 56 720 965 56 881 855
A27 Allegato
Fonte: UFAG

Tabella 28

Uscite Economia lattiera

Tabella 29

Uscite Produzione animale

Denominazione Consuntivo 2012 Consuntivo 2013 Preventivo 2014 fr. fr. fr. Indennità a organizzazioni private per il bestiame da macello e la carne 6 500 000 6 689 500 6 453 000 Sostegno del mercato della carne Contributi alle azioni d’immagazzinamento di carne di vitelllo 2 732 354 2 339 143 3 203 000 2 732 354 2 339 143 3 203 000 Sostegno del mercato delle uova Azioni di spezzatura 443 677 1 200 659 400 000 Azioni di vendita a prezzo ridotto 1 173 603 368 874 1 500 000 1 617 280 1 569 533 1 900 000 Contributi per la valorizzazione della lana di pecora Contributi per la valorizzazione della lana di pecora 292 966 355 854 Contributi per progetti innovativi sulla lana di pecora 300 000 655 370 592 966 1 011 224 800 000 Contributi per apparecchi e/o attrezzature di mercati pubblici nella regione di montagna 42 668 65 682 150 000 Aiuto finanziario Assicurazione della qualità Carne 4 696 172 000 0 Totale 11 489 964 11 847 082 12 506 000 Provvedimenti contro l’ESB: eliminazione dei sottoprodotti di origine animale 47 505 772 46 425 072 48 100 000 Entrate del traffico di animali -8 981 857 -10 321 571 -10 564 700 Spese d’esercizio per il traffico di animali 9 672 182 9 546 161 11 197 200 Fonti: Conto dello Stato, UFAG
Denominazione Consuntivo 2012 Consuntivo 2013 Preventivo 2014 fr. fr. fr. Sostegno del mercato (anno civile) Supplemento per il latte trasformato in formaggio 265 312 969 266 365 528 259 979 000 Supplemento per il foraggiamento senza insilati 32 683 642 32 390 304 33 021 000 297 996 611 298 755 832 293 000 000 Amministrazione produzione e valorizzazione latte 3 500 000 2 573 112 2 960 000 Totale 301 496 611 301 328 944 295 960 000 Fonti: Conto dello Stato, UFAG A28 Allegato

Tabella 30

Uscite Allevamento di animali

A29 Allegato
Specie animale e provvedimenti Consuntivo 2012 Consuntivo 2013 Preventivo 2014 Organizzazioni di Razze allevamento 2013 riconosciute 2013 fr. fr. fr. Numero Numero Bovini 23 967 196 23 686 283 23 248 645 7 39 Tenuta del libro genealogico 5 561 710 5 520 450 5 328 300 Apprezzamento della conformazione 1 240 480 1 222 352 1 177 600 Esami funzionali del latte 16 886 416 16 629 557 16 417 745 Esami funzionali della carne 278 590 313 924 325 000 Equini 2 027 700 2 112 280 1 399 250 14 65 Puledri identificati e registrati 1 426 800 1 324 600 1 384 000 Esami funzionali 574 300 763 980 0 Esami dello stallone in una stazione 10 000 8 500 13 000 Esami dello stallone nell’azienda 16 600 15 200 2 250 Suini 3 400 000 3 400 000 3 403 720 3 10 Tenuta del libro genealogico 1 224 360 1 276 895 1 221 000 Esami nell’azienda 181 118 194 683 187 520 Esami in una stazione (ultrasuoni, descrizione lineare, peso) 1 494 540 1 430 320 1 432 200 Esami dei verri nell’azienda (odore) 63 000 Infrastruttura 499 982 498 102 500 000 Ovini 1 943 400 1 959 650 1 985 880 6 16 Tenuta del libro genealogico 1 943 400 1 959 650 1 782 360 Esami della capacità di sviluppo 203 520 Capre e pecore lattifere 1 799 594 1 799 789 1 757 493 4 14 Tenuta del libro genealogico 1 265 180 1 296 986 1 230 880 capre 1 101 447 1 018 500 pecore da latte 195 539 212 380 Esami funzionali del latte 496 883 471 413 500 613 capre 401 788 423 096 pecore da latte 69 625 77 517 Esami della capacità di sviluppo dei caprini 37 531 31 390 26 000 Camelidi del nuovo mondo 42 102 50 000 58 500 1 4 Tenuta del libro genealogico 42 102 50 000 58 500 Api mellifere 76 412 182 266 250 000 1 3 Tenuta del libro genealogico 4 300 11 700 17 000 Determinazione della purezza delle regine 2 687 5 850 18 000 Determinazione della purezza della razza, analisi delle ali 456 2 400 Esami funzionali nell’apiario sperimentale con campione reso anonimo 28 875 94 160 149 600 Esami funzionali nell’apiario sperimentale con campione conosciuto 1 250 3 600 0 Stazione di fecondazione A 30 000 51 000 45 000 Stazione di fecondazione B 9 300 15 500 18 000 Conservazione delle razze svizzere 1 364 270 1 061 619 1 601 320 Conservazione della razza delle Franches Montagnes 900 000 854 400 1 200 000 Progetti 464 270 207 219 401 320 Progetti di ricerca sulle risorse zoogenetiche 0 0 0 Totale 34 620 674 34 251 887 33 704 808 36 151 Fonti: Conto dello Stato, Organizzazioni di allevamento

Tabella 31

Uscite Produzione vegetale

A30 Allegato
Denominazione Consuntivo 2012 Consuntivo 2013 Preventivo 2014 fr. fr. fr. Contributi nella campicoltura 69 022 439 70 817 602 66 700 000 Contributi di superficie per semi oleosi 26 589 012 27 371 236 25 000 000 Contributi di superficie per leguminose a granelli 3 769 020 4 058 594 3 000 000 Contributi di superficie per piante da fibra 210 693 197 948 0 Contributi di superficie per barbabietole da zucchero 36 364 423 37 077 477 37 000 000 Contributi di superficie per sementi (dal 2009) 2 089 291 2 112 347 1 700 000 Contributi di trasformazione e di valorizzazione 2 114 404 4 269 239 5 181 400 Valorizzazione della frutta 2 114 404 4 269 239 5 181 400 Promozione della vitivinicoltura 839 594 837 554 868 600 Controllo della vendemmia 839 594 837 554 868 600 Misure di sgravio del vino svizzero 0 4 623 770 0 Totale 71 976 437 80 548 165 72 750 000 Fonti: Conto dello Stato, UFAG

Uscite Pagamenti diretti

non è possibile fare un paragone diretto con i dati del Conto dello Stato. I valori relativi ai pagamenti diretti si riferiscono all'intero anno di contribuzione, mentre il Conto dello Stato riporta le spese sostenute durante un anno civile. Le riduzioni indicano le deduzioni in ragione delle limitazioni e delle sanzioni giuridiche e amministrative.

UFAG

A31 Allegato
2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Tipo di contributo 1 000 fr. 1 000 fr. 1 000 fr. 1 000 fr. 1 000 fr. 1 000 fr. 1 000 fr. 1 000 fr. Pagamenti diretti generali 2 007 181 2 070 357 1 986 617 2 190 245 2 201 118 2 192 112 2 163 287 2 145 552 Contributi di superficie 1 319 103 1 275 681 1 200 649 1 225 518 1 221 166 1 217 595 1 195 350 1 195 940 Contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo 301 213 412 813 406 223 509 591 510 283 508 159 503 893 487 230 Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione 281 258 277 786 276 528 352 540 354 306 352 412 350 429 348 883 Contributi di declività generali 94 227 92 671 91 721 91 015 104 044 102 642 102 302 102 093 Contributi di declività per vigneti in zone in forte pendenza e terrazzate 11 380 11 407 11 496 11 581 11 318 11 303 11 313 11 405 Pagamenti diretti ecologici 518 211 523 533 539 022 566 108 597 955 618 037 640 858 667 466 Contributi ecologici 216 999 217 737 224 472 234 928 249 710 265 165 282 951 302 263 Contributi per la compensazione ecologica 126 976 126 928 122 870 123 014 128 715 133 462 136 968 141 883 Contributi giusta l’ordinanza sulla qualità ecologica (OQE) 30 256 32 107 43 093 54 902 61 978 71 479 83 196 95 230 Contributi per la produzione estensiva di cereali e colza 31 094 30 629 30 529 29 075 29 336 28 983 29 675 30 064 Contributi per l’agricoltura biologica 28 672 28 074 27 980 27 937 29 680 31 241 33 112 35 086 Contributi per la detenzione di animali da reddito particolarmente rispettosa delle loro esigenze - - - - - - -Contributi etologici 203 247 207 796 216 590 222 950 225 632 228 894 231 895 234 556 Contributi per sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali 49 749 51 602 56 025 59 890 61 729 63 908 66 225 68 151 Contributi per l’uscita regolare all’aperto 153 498 156 194 160 565 163 060 163 903 164 986 165 670 166 405 Contributi d’estivazione 91 696 92 110 91 711 98 008 101 275 101 529 101 521 101 064 Contributi per la protezione delle acque e per i programmi sulle risorse 6 270 5 890 6 249 10 223 21 339 22 449 24 491 29 584 Riduzioni 25 820 18 851 20 667 14 668 9 839 10 935 12 819 14 783 Totale pagamenti diretti 2 499 572 2 575 039 2 504 972 2 741 686 2 789 234 2 799 214 2 791 326 2 798 236 Avvertenza:
Fonte:
Tabella 32 Evoluzione dei pagamenti diretti

Tabella 33a

Pagamenti diretti generali – 2013

Contributi di superficie

Contributi per animali da reddito che consumano foraggio grezzo

Aziende Superficie Totale contributi Aziende UBGFG Totale contributi Numero ha fr. Numero Numero fr. Cantone ZH 3 128 69 711 87 937 047 2 440 55 520 28 417 272 BE 10 630 186 322 219 068 145 9 980 184 010 95 025 931 LU 4 493 75 783 86 035 572 4 227 88 024 44 755 242 UR 566 6 693 6 817 020 560 7 153 4 207 072 SZ 1 504 23 746 24 382 239 1 480 27 303 14 865 488 OW 602 7 665 7 832 813 597 10 988 5 529 600 NW 442 5 993 6 124 053 440 7 866 4 007 501 GL 354 6 809 6 966 874 352 7 531 4 038 633 ZG 497 10 235 11 219 747 484 11 824 5 935 342 FR 2 673 73 943 88 917 711 2 391 77 992 37 280 518 SO 1 245 31 132 37 704 233 1 118 25 802 13 546 095 BL 848 21 205 24 746 664 742 17 354 9 120 717 SH 515 14 030 19 368 299 315 6 426 3 585 275 AR 641 11 719 11 938 886 636 13 828 6 939 209 AI 456 7 061 7 196 103 452 7 958 3 916 942 SG 3 711 69 908 74 238 045 3 566 88 104 43 789 963 GR 2 248 53 505 54 981 656 2 183 46 952 28 162 732 AG 2 695 57 960 75 298 874 2 185 46 286 24 394 799 TG 2 258 48 041 60 393 534 1 818 47 596 22 262 692 TI 780 13 219 14 247 662 612 10 269 5 892 993 VD 3 379 105 707 139 181 300 2 262 63 228 33 167 849 VS 2 818 35 980 40 642 449 1 832 25 997 15 150 203 NE 771 31 428 33 082 644 690 25 589 12 806 694 GE 267 10 307 13 819 682 96 1 982 1 226 155 JU 971 39 124 43 798 894 929 35 288 19 205 292 Svizzera 48 492 1 017 225 1 195 940 146 42 387 940 870 487 230 210 Zona 1 Pianura 20 652 475 093 621 782 966 15 699 385 418 192 179 921 Collina 6 887 139 670 161 107 850 6 424 146 868 74 072 489 ZM I 6 322 116 324 123 275 741 6 103 135 932 68 489 934 ZM II 7 682 153 143 155 328 735 7 291 154 316 82 324 813 ZM III 4 471 82 910 84 149 424 4 411 77 515 45 676 266 ZM IV 2 478 50 086 50 295 430 2 459 40 820 24 486 787
Fonte: UFAG A32 Allegato
1 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona

Tabella 33b

Pagamenti diretti generali – 2013

Detenzione di animali in Contributi di declività generali Contributi di declività per vigneti condizioni difficili di produzione in zone in forte pendenza e terrazzate

A33 Allegato
Totale Totale Totale Aziende UBGFG contributi Aziende Superficie contributi Aziende Superficie contributi Numero Numero fr. Numero ha fr. Numero ha fr. Cantone ZH 741 17 758 5 370 505 709 4 894 2 299 397 186 194 368 445 BE 7 611 141 565 80 639 457 7 068 45 700 22 128 564 65 102 387 773 LU 2 991 59 578 24 577 648 2 926 19 801 9 430 580 30 22 38 105 UR 560 7 153 6 446 973 524 4 767 2 707 987 3 1 1 830 SZ 1 369 25 008 14 553 918 1 344 10 035 4 971 566 10 8 17 660 OW 578 10 521 6 271 258 559 4 461 2 422 049 2 1 4 900 NW 420 7 444 4 118 832 414 3 258 1 713 618 0 0 0 GL 325 6 787 4 769 194 322 3 064 1 528 204 2 2 8 160 ZG 333 7 412 3 486 775 330 2 902 1 392 079 3 1 1 815 FR 1 529 53 359 20 292 105 1 279 6 839 3 055 214 14 16 25 621 SO 569 14 415 5 809 175 519 4 683 2 027 653 3 2 4 375 BL 630 14 861 4 536 062 618 5 251 2 317 809 45 39 67 080 SH 111 2 587 471 893 136 923 386 399 114 102 169 690 AR 636 13 828 8 477 988 640 5 891 2 660 769 5 6 21 310 AI 452 7 958 5 532 645 443 2 935 1 334 576 0 0 0 SG 2 643 61 786 27 172 527 2 575 20 171 10 006 573 65 102 295 155 GR 2 152 46 284 45 611 931 2 120 29 304 15 105 995 22 17 34 935 AG 1 062 22 896 4 789 666 1 057 7 253 3 139 987 135 178 304 935 TG 167 4 810 1 246 111 148 1 176 584 125 63 88 135 150 TI 561 9 365 7 666 893 500 3 200 1 656 119 166 170 374 890 VD 1 131 36 839 15 315 417 849 5 305 2 375 135 430 748 2 515 830 VS 1 787 24 986 22 399 789 1 707 11 289 5 918 350 1 001 1 821 6 388 570 NE 640 24 369 15 221 890 517 3 306 1 383 252 57 74 144 390 GE 1 62 5 238 0 0 0 40 53 84 185 JU 711 26 561 14 099 380 541 3 560 1 547 283 3 6 10 650 Svizzera 29 710 648 192 348 883 270 27 845 209 967 102 093 284 2 464 3 753 11 405 454 Zona 1 Pianura 3 056 93 427 8 961 009 2 160 6 282 2 891 298 1 559 2 472 7 291 887 Collina 6 409 146 479 42 743 405 6 074 34 353 15 220 207 220 311 838 464 ZM I 6 092 135 793 64 903 491 5 868 42 735 19 946 180 167 216 654 220 ZM II 7 288 154 250 110 148 833 6 915 56 024 27 262 615 387 703 2 439 630 ZM III 4 407 77 456 74 302 036 4 377 43 459 22 397 357 88 37 132 480 ZM IV 2 458 40 787 47 824 494 2 451 27 114 14 375 626 43 13 48 774 1 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG

Tabella 34a

Contributi ecologici – 2013

Compensazione ecologica1 Agricoltura biologica Produzione estensiva di cereali e colza Totale Totale Totale Aziende Superficie contributi Aziende Superficie contributi Aziende Superficie contributi Numero ha fr. Numero ha fr. Numero ha fr. Cantone ZH 3 131 10 207 14 714 244 338 7 423 2 824 158 1 392 6 476 2 584 459 BE 10 430 19 723 20 864 351 1 147 19 422 5 286 546 3 742 12 588 5 035 446 LU 4 489 9 674 11 670 185 319 5 442 1 547 744 1 035 3 053 1 221 112 UR 562 1 410 718 643 56 934 188 045 0 SZ 1 489 3 525 3 157 444 164 2 792 571 794 9 13 5 140 OW 601 1 135 924 700 178 2 383 481 517 0 NW 440 960 757 113 69 1 006 204 754 0 GL 346 941 615 352 80 1 627 326 233 2 3 1 200 ZG 499 1 825 2 081 970 77 1 437 334 547 54 150 59 824 FR 2 605 6 700 7 908 700 150 3 805 1 467 737 1 002 5 985 2 394 110 SO 1 242 4 486 5 907 477 121 3 544 974 171 620 3 522 1 404 360 BL 848 3 484 4 539 818 120 2 796 830 538 510 2 741 1 084 365 SH 504 1 908 2 935 157 23 600 309 650 307 2 499 982 439 AR 603 888 723 607 106 2 213 444 403 1 1 297 AI 409 526 392 699 22 364 72 646 0 SG 3 682 8 354 9 265 739 421 7 634 1 760 889 210 512 202 632 GR 2 247 16 534 7 427 432 1 285 32 298 6 738 721 213 682 272 760 AG 2 700 8 322 11 989 749 226 4 722 2 039 421 1 452 7 186 2 873 472 TG 2 233 5 530 8 056 797 269 5 212 2 311 744 800 3 480 1 392 168 TI 743 1 730 1 365 171 118 2 082 480 497 57 227 90 908 VD 3 197 10 975 14 914 357 174 4 866 2 063 699 1 691 17 162 6 852 083 VS 2 199 4 569 2 726 360 334 5 540 1 570 423 87 256 102 102 NE 579 1 813 1 721 360 62 1 930 531 179 244 2 290 914 386 GE 264 1 204 2 097 532 15 441 284 837 187 3 262 1 247 746 JU 932 3 672 4 407 120 114 4 326 1 439 945 445 3 367 1 342 716 Svizzera 46 974 130 095 141 883 075 5 988 124 839 35 085 840 14 060 75 456 30 063 724 Zona 2 Pianura 20 253 56 067 83 892 927 1 357 29 135 13 887 181 8 887 55 190 21 971 712 Collina 6 830 18 548 23 177 399 645 12 511 3 928 130 3 196 13 817 5 512 746 ZM I 6 160 12 058 11 257 154 741 13 385 3 096 856 1 473 5 189 2 075 080 ZM II 7 128 15 527 11 326 070 1 123 21 375 4 402 756 383 1 071 428 264 ZM III 4 220 13 851 6 634 040 1 208 26 024 5 313 599 90 152 60 685 ZM IV 2 383 14 043 5 595 485 914 22 410 4 457 317 31 38 15 238 1 Alberi da frutto ad alto fusto convertiti in are 2 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG A34 Allegato

Tabella 34b

Contributi etologici – 2013

Detenzione di animali da reddito particolarmente rispettosa delle loro esigenze

A35 Allegato
Aziende UBG Totale contributi Numero Numero fr. Cantone ZH 1 994 54 340 13 060 790 BE 8 709 202 113 45 052 938 LU 3 799 119 794 29 539 712 UR 430 5 724 1 188 113 SZ 1 156 23 606 5 202 549 OW 475 10 057 2 334 744 NW 288 6 214 1 471 239 GL 299 6 575 1 406 381 ZG 398 12 318 2 848 890 FR 2 279 89 018 20 813 997 SO 988 26 899 6 276 477 BL 632 17 029 4 270 000 SH 263 9 761 2 448 125 AR 573 14 277 3 067 835 AI 400 10 330 2 361 611 SG 2 963 86 720 19 976 349 GR 2 099 46 095 10 644 116 AG 1 747 50 233 12 510 793 TG 1 621 58 451 13 970 456 TI 539 9 058 2 093 236 VD 2 028 66 848 15 663 260 VS 1 234 18 753 3 777 907 NE 627 24 554 5 531 924 GE 79 1 931 409 956 JU 879 36 526 8 634 454 Svizzera 36 499 1 007 223 234 555 852 Zona 1 Pianura 13 691 456 067 109 643 844 Collina 5 609 162 602 38 960 840 ZM I 5 191 136 748 31 250 320 ZM II 6 217 147 942 32 517 465 ZM III 3 700 68 127 14 540 685 ZM IV 2 091 35 736 7 642 698 1 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG

Contributi per la compensazione ecologica – 2013

Prati sfruttati in modo estensivo

Prati sfruttati in modo poco intensivo

Aziende Superficie Totale contributi Aziende Superficie Totale contributi Numero ha fr. Numero ha fr. Cantone ZH 2 971 6 332 8 950 204 419 298 89 496 BE 8 705 11 011 11 574 735 3 556 3 314 997 123 LU 4 268 5 544 5 910 930 693 547 164 178 UR 420 780 378 260 373 459 137 613 SZ 1 197 1 345 1 007 379 254 182 54 738 OW 555 745 479 249 130 80 23 871 NW 382 605 390 658 128 86 25 680 GL 328 714 444 985 94 86 25 893 ZG 426 592 682 047 135 99 29 772 FR 1 939 3 693 4 864 083 1 158 1 668 500 804 SO 1 187 3 104 3 853 336 173 199 59 885 BL 772 1 737 2 062 348 280 325 97 389 SH 485 1 366 1 905 632 51 70 20 886 AR 403 303 218 645 293 186 55 662 AI 303 204 144 566 90 52 15 453 SG 3 091 3 632 3 985 827 966 630 189 081 GR 2 107 9 577 4 664 735 1 856 6 322 1 895 594 AG 2 561 5 456 7 426 236 443 314 94 206 TG 1 950 2 652 3 906 469 491 309 92 766 TI 550 861 706 240 329 530 159 105 VD 2 895 7 420 10 028 002 664 1 243 372 984 VS 1 239 1 512 1 059 783 1 367 2 434 730 010 NE 467 1 154 1 235 840 203 477 143 139 GE 259 872 1 306 825 8 6 1 734 JU 743 2 049 2 469 785 359 657 197 193 Svizzera 40 203 73 263 79 656 797 14 513 20 572 6 174 254 Zona 1 Pianura 18 838 35 743 52 255 337 3 216 2 663 799 386 Collina 5 909 9 760 11 472 711 1 943 1 950 585 580 ZM I 4 788 5 549 4 143 593 2 109 1 911 574 263 ZM II 5 417 7 166 4 869 048 2 816 3 443 1 033 609 ZM III 3 264 7 708 3 596 631 2 523 4 440 1 332 572 ZM IV 1 987 7 336 3 319 477 1 906 6 165 1 848 844 1 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG A36 Allegato

Tabella 35b

Contributi per la compensazione ecologica – 2013

Terreni da strame

Siepi, boschetti campestri e rivieraschi

A37 Allegato
Aziende Superficie Totale contributi Aziende Superficie Totale contributi Numero ha fr. Numero ha fr. Cantone ZH 1 114 1 518 2 074 854 1 113 236 587 359 BE 750 582 379 130 2 382 480 1 116 631 LU 567 380 338 866 2 102 447 1 066 046 UR 79 74 55 292 9 1 1 919 SZ 867 1 284 1 010 680 182 19 42 512 OW 153 89 82 635 96 10 20 465 NW 118 95 77 081 28 3 6 129 GL 88 83 55 272 30 3 7 273 ZG 312 555 444 562 308 57 130 680 FR 136 68 69 901 892 310 756 562 SO 7 3 4 819 410 130 314 775 BL 0 310 107 259 448 SH 9 7 10 515 274 84 209 034 AR 264 200 142 137 88 13 28 088 AI 225 223 155 925 58 8 17 745 SG 1 654 1 792 1 519 119 704 107 253 837 GR 295 161 75 479 595 94 195 148 AG 169 164 242 562 1 334 379 938 253 TG 177 105 148 482 436 90 224 908 TI 55 64 67 942 37 9 21 122 VD 161 131 107 009 1 111 434 1 060 083 VS 34 18 10 106 103 18 40 916 NE 10 6 4 543 120 51 115 851 GE 3 2 2 460 118 34 84 575 JU 54 32 27 392 446 243 563 381 Svizzera 7 301 7 633 7 106 762 13 286 3 367 8 062 740 Zona 1 Pianura 1 956 2 189 3 187 596 6 988 1 859 4 637 382 Collina 859 693 834 688 2 504 691 1 717 598 ZM I 1 083 852 669 054 1 606 388 825 184 ZM II 2 078 2 650 1 824 690 1 419 319 670 884 ZM III 942 873 420 152 602 93 180 288 ZM IV 383 376 170 583 167 16 31 404 1 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG

Contributi per la compensazione ecologica – 2013

Tabella 35c
Maggesi fioriti Maggesi da rotazione Aziende Superficie Totale contributi Aziende Superficie Totale contributi Numero ha fr. Numero ha fr. Cantone ZH 259 170 474 435 72 67 154 896 BE 247 200 560 906 41 30 69 601 LU 72 26 72 800 15 21 48 921 UR 0 0 0 0 0 0 SZ 0 0 0 1 0 805 OW 0 0 0 0 0 0 NW 0 0 0 0 0 0 GL 0 0 0 0 0 0 ZG 13 9 24 948 0 0 0 FR 191 187 524 912 22 25 57 195 SO 56 64 180 215 16 21 49 141 BL 81 92 257 936 23 25 58 466 SH 170 161 451 780 9 8 17 779 AR 0 0 0 0 0 0 AI 0 0 0 0 0 0 SG 18 22 60 256 0 0 0 GR 18 14 39 368 4 10 22 402 AG 355 135 376 740 78 75 172 799 TG 99 86 241 948 11 13 29 831 TI 3 3 9 268 5 9 20 907 VD 341 480 1 344 056 68 132 304 405 VS 6 4 11 495 3 2 4 615 NE 19 25 69 748 3 2 3 979 GE 55 151 424 088 30 87 200 928 JU 68 81 226 884 2 6 14 559 Svizzera 2 071 1 910 5 351 783 403 535 1 231 230 Zona 1 Pianura 1 720 1 665 4 664 926 338 451 1 038 058 Collina 333 237 663 988 63 83 190 096 ZM I 16 6 16 345 2 1 3 076 ZM II 2 2 6 524 0 0 0 ZM III 0 0 0 0 0 0 ZM IV 0 0 0 0 0 0 1 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG A38 Allegato

Tabella 35d

Contributi per la compensazione ecologica – 2013

Fasce di colture estensive Striscia su superficie coltiva Alberi da frutto ad alto in campicoltura fusto nei campi

A39 Allegato
Totale Totale Totale Aziende Superficie contributi Aziende Alberi contributi Aziende Alberi contributi Numero ha fr. Numero Numero fr. Numero Numero fr. Cantone ZH 14 6 7 241 37 8 19 067 2 228 157 200 2 356 692 BE 20 3 4 244 60 13 28 830 7 340 408 938 6 133 151 LU 5 2 2 574 43 5 12 420 3 799 270 230 4 053 450 UR 0 0 0 0 0 0 201 9 704 145 560 SZ 0 0 0 0 0 0 935 69 422 1 041 330 OW 0 0 0 0 0 0 396 21 232 318 480 NW 0 0 0 0 0 0 322 17 171 257 565 GL 0 0 0 0 0 0 131 5 462 81 930 ZG 1 3 3 257 11 3 7 153 444 50 671 759 550 FR 17 8 10 655 71 18 41 813 1 580 72 185 1 082 775 SO 11 6 7 981 8 1 2 830 1 009 95 633 1 434 495 BL 0 0 0 26 11 24 196 803 118 669 1 780 035 SH 1 0 130 3 1 2 001 324 21 160 317 400 AR 0 0 0 0 0 0 315 18 605 279 075 AI 0 0 0 0 0 0 67 3 934 59 010 SG 3 1 1 846 7 1 3 105 2 545 216 848 3 252 666 GR 4 0 481 0 0 0 573 35 615 534 225 AG 6 1 1 534 260 49 111 849 2 243 175 038 2 625 570 TG 5 3 4 472 11 3 7 843 1 838 226 694 3 400 078 TI 0 0 0 1 0 1 012 277 25 305 379 575 VD 34 47 61 672 36 8 18 262 1 737 107 859 1 617 885 VS 15 18 23 423 4 1 1 811 757 56 282 844 202 NE 0 0 0 0 0 0 156 9 884 148 260 GE 1 0 65 2 0 897 103 5 064 75 960 JU 6 5 5 850 15 4 9 154 612 59 529 892 922 Svizzera 143 104 135 425 595 127 292 243 30 735 2 258 334 33 871 842 Zona 1 Pianura 99 72 94 001 453 103 237 996 14 537 1 132 058 16 978 245 Collina 29 19 24 122 116 19 43 266 5 959 509 690 7 645 350 ZM I 5 11 14 333 23 4 9 772 5 046 333 470 5 001 535 ZM II 3 2 2 469 3 1 1 209 3 639 194 511 2 917 637 ZM III 5 0 443 0 0 0 1 264 73 597 1 103 955 ZM IV 2 0 57 0 0 0 290 15 008 225 120 1 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG

Tabella 36

Contributi per la qualità biologica e l'interconnessione – 2013

A40 Allegato
Soltanto qualità biologica 1 Soltanto interconnessione 1 Contributi federali Aziende Superficie Aziende Superficie Aziende Totale contributi Numero ha Numero ha Numero fr. Cantone ZH 1 785 3 597 1 785 5 386 2 149 7 633 416 BE 5 203 5 733 9 319 22 347 9 409 18 983 194 LU 3 103 3 880 2 883 7 311 3 567 9 510 968 UR 329 724 424 1 368 463 1 005 380 SZ 1 285 3 247 1 236 3 711 1 338 4 700 729 OW 408 630 287 655 430 822 403 NW 301 604 282 652 342 822 628 GL 241 555 197 718 279 649 454 ZG 427 1 030 443 1 704 474 2 400 344 FR 637 890 1 068 3 357 1 308 3 134 663 SO 563 1 315 877 3 733 951 3 586 532 BL 631 1 984 574 1 918 642 1 982 628 SH 236 579 221 758 283 1 145 980 AR 335 382 252 401 359 640 152 AI 272 287 236 376 305 501 128 SG 2 371 3 555 2 135 4 912 2 781 6 909 781 GR 1 933 7 908 1 945 9 629 1 977 8 236 150 AG 1 197 3 116 933 3 672 1 201 5 040 256 TG 856 1 103 1 767 2 971 1 886 3 518 670 TI 277 672 116 651 303 683 256 VD 1 497 3 469 2 068 8 864 2 309 8 088 753 VS 667 1 389 226 1 345 759 1 133 576 NE 365 1 080 221 944 426 946 370 GE 49 84 11 42 58 109 448 JU 436 1 944 552 3 138 647 3 044 155 Svizzera 25 404 49 758 30 058 90 563 34 646 95 230 012 Zone Pianura 9 079 13 719 11 865 30 401 13 747 36 916 096 Collina 4 011 6 732 4 428 12 197 5 082 15 053 374 ZM I 3 431 5 092 4 064 9 816 4 663 11 086 235 ZM II 4 343 9 592 4 907 15 773 5 667 16 093 626 ZM III 2 787 8 031 3 071 12 679 3 449 9 090 834 ZM IV 1 753 6 592 1 723 9 697 2 038 6 989 847 1 Alberi ad alto fusto convertiti in are Fonte: UFAG

Tabella 37

Contributi per la produzione estensiva di cereali e colza – 2013

A41 Allegato
Cereali panificabili Cereali da foraggio Colza Totale Aziende Superficie Aziende Superficie Aziende Superficie Totale contributi Numero ha Numero ha Numero ha fr. Cantone ZH 1 172 4 946 687 1 426 47 104 2 584 459 BE 2 282 7 041 2 598 5 411 63 136 5 035 446 LU 658 1 632 608 1 248 73 173 1 221 112 UR 0 0 0 0 0 0 0 SZ 0 0 9 13 0 0 5 140 OW 0 0 0 0 0 0 0 NW 0 0 0 0 0 0 0 GL 0 0 2 3 0 0 1 200 ZG 26 69 33 74 2 7 59 824 FR 759 4 010 634 1 847 36 128 2 394 110 SO 482 2 168 425 1 288 27 66 1 404 360 BL 370 1 512 381 1 133 24 96 1 084 365 SH 303 2 110 101 319 25 70 982 439 AR 0 0 1 1 0 0 297 AI 0 0 0 0 0 0 0 SG 82 208 151 286 9 18 202 632 GR 133 410 144 247 10 25 272 760 AG 1 247 4 831 909 2 239 55 116 2 873 472 TG 684 2 662 366 747 36 71 1 392 168 TI 31 139 27 88 0 0 90 908 VD 1 362 11 411 1 082 4 238 383 1 513 6 852 083 VS 61 207 33 47 1 1 102 102 NE 147 976 215 1 158 38 156 914 386 GE 174 2 350 147 850 14 62 1 247 746 JU 280 1 808 342 1 443 26 117 1 342 716 Svizzera 10 253 48 490 8 895 24 107 869 2 859 30 063 724 Zona 1 Pianura 7 389 39 230 4 833 13 713 668 2 247 21 971 712 Collina 2 092 7 255 2 370 6 122 143 440 5 512 746 ZM II 618 1 724 1 266 3 310 53 155 2 075 080 ZM II 103 201 334 852 5 17 428 264 ZM III 38 62 68 89 0 0 60 685 ZM IV 13 16 24 22 0 0 15 238 1 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG

Tabella 38

Contributi per la detenzione di animali particolarmente rispettosa delle loro esigenze – 2013

Sistemi di stabulazione particolarmente Uscita regolare all'aperto rispettosi degli animali

Aziende UBG Totale contributi Aziende UBG Totale contributi Numero Numero fr. Numero Numero fr. Cantone ZH 1 343 39 193 4 113 876 1 906 49 443 8 946 914 BE 4 058 92 052 10 934 359 8 586 188 423 34 118 579 LU 2 771 87 844 10 566 890 3 704 104 276 18 972 823 UR 130 1 705 159 268 428 5 703 1 028 845 SZ 492 10 279 1 144 756 1 137 22 354 4 057 793 OW 281 5 815 609 250 471 9 519 1 725 494 NW 173 3 928 453 306 277 5 644 1 017 933 GL 115 2 199 222 432 299 6 568 1 183 949 ZG 275 9 018 888 703 386 11 036 1 960 187 FR 1 487 54 131 6 356 032 2 224 81 224 14 457 965 SO 620 17 109 1 802 981 964 24 917 4 473 496 BL 439 12 141 1 304 258 624 15 817 2 965 742 SH 207 8 660 1 132 677 224 7 258 1 315 448 AR 212 4 754 534 800 573 14 060 2 533 035 AI 169 4 310 608 961 394 9 439 1 752 650 SG 1 525 46 142 5 340 655 2 914 80 335 14 635 694 GR 1 134 25 224 2 387 487 2 097 45 555 8 256 629 AG 1 306 38 689 4 697 857 1 646 42 575 7 812 936 TG 1 125 44 043 5 228 101 1 517 48 600 8 742 355 TI 219 3 901 385 231 567 8 872 1 708 005 VD 1 223 43 771 4 773 382 1 966 61 386 10 889 878 VS 319 5 200 530 388 1 222 18 160 3 247 519 NE 372 14 383 1 366 961 623 23 583 4 164 963 GE 34 1 180 110 168 77 1 798 299 788 JU 642 26 193 2 498 381 872 35 004 6 136 073 Svizzera 20 671 601 864 68 151 159 35 698 921 549 166 404 693 Zona 1 Pianura 9 461 329 256 38 486 412 13 066 395 076 71 157 432 Collina 3 597 103 359 12 041 781 5 486 148 195 26 919 059 ZM I 2 818 70 863 7 721 561 5 148 130 661 23 528 759 ZM II 2 740 62 218 6 474 868 6 194 144 277 26 042 597 ZM III 1 327 23 738 2 251 375 3 711 67 810 12 289 309 ZM IV 728 12 430 1 175 161 2 093 35 531 6 467 536 1 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG A42 Allegato

Tabella 39

Partecipazione al programma SSRA – 2013

A43 Allegato
Base 1 Partecipazione SSRA Categorie di animali UBG Aziende UBG Aziende UBG Aziende Numero Numero Numero Numero % % Vacche lattifere 583 322 31 196 238 682 7 564 40.9 24.2 Altre vacche 90 036 14 492 73 626 6 181 81.8 42.7 Animali di sesso femminile, di oltre 365 giorni, fino al primo parto 150 283 36 200 70 548 13 449 46.9 37.2 Animali di sesso femminile, di età compresa tra 120 e 365 giorni 52 325 35 897 26 723 13 563 51.1 37.8 Animali di sesso maschile, di oltre 730 giorni 4 742 9 477 2 409 4 010 50.8 42.3 Animali di sesso maschile, di età compresa tra 365 e 730 giorni 11 764 14 627 6 919 5 298 58.8 36.2 Animali di sesso maschile, di età compresa tra 120 e 365 giorni 32 109 27 028 18 624 8 094 58.0 29.9 Totale animali della specie bovina 924 581 38 188 437 530 17 465 47.3 45.7 Animali di sesso femminile e animali castrati di sesso maschile, di oltre 30 mesi 32 792 9 198 4 873 1 413 14.9 15.4 Stalloni, di oltre 30 mesi 1 385 1 841 120 135 8.7 7.3 Totale animali della specie equina 34 177 9 681 4 993 1 438 14.6 14.9 Animali di sesso femminile, di età superiore a un anno 9 854 5 429 3 749 999 38.0 18.4 Animali di sesso maschile, di età superiore a un anno 683 2 566 179 565 26.2 22.0 Totale animali della specie caprina 10 536 6 035 3 928 1 083 37.3 17.9 Verri da allevamento, di oltre 6 mesi 684 1 835 132 365 19.2 19.9 Scrofe da allevamento non in lattazione, di oltre 6 mesi 21 037 2 152 14 749 1 156 70.1 53.7 Scrofe da allevamento in lattazione 15 835 2 371 10 565 1 276 66.7 53.8 Suinetti svezzati 17 443 2 304 11 462 1 171 65.7 50.8 Suini da rimonta, fino a 6 mesi e suini da ingrasso 101 601 6 539 65 924 3 085 64.9 47.2 Totale animali della specie suina 156 600 7 399 102 831 3 700 65.7 50.0 Conigli 902 818 298 63 33.0 7.7 Totale Conigli 902 818 298 63 33.0 7.7 Galline e galli da allevamento (produzione di uova da cova per razze ovaiole e da allevamento) 367 288 51 13 13.9 4.5 Galline ovaiole 23 649 10 095 21 229 1 618 89.8 16.0 Pulcini, galletti e pollastrelle (escl. i polli da ingrasso) 3 889 473 3 174 151 81.6 31.9 Polli da ingrasso 28 468 1 063 26 305 868 92.4 81.7 Tacchini 1 295 226 1 223 65 94.5 28.8 Totale pollame 57 668 11 305 51 982 2 589 90.1 22.9 Totale di tutte le categorie di animali 1 184 465 42 506 601 561 20 693 50.8 48.7 1 Aziende aventi diritto ai contributi (aziende che hanno ottenuto pagamenti diretti) Fonte: UFAG

Tabella 40

Partecipazione al programma URA – 2013

1 Aziende aventi diritto ai contributi (aziende che hanno ottenuto pagamenti diretti)

Base 1 Partecipazione URA Categorie di animali UBG Aziende UBG Aziende UBG Aziende Numero Numero Numero Numero % % Vacche lattifere 583 322 31 196 475 520 21 591 81.5 69.2 Altre vacche 90 036 14 492 79 967 7 699 88.8 53.1 Animali di sesso femminile, di oltre 365 giorni, fino al primo parto 150 283 36 200 120 160 25 390 80.0 70.1 Animali di sesso femminile, di età compresa tra 120 e 365 giorni 52 325 35 897 38 413 23 355 73.4 65.1 Animali di sesso femminile, fino a 120 giorni 10 697 35 194 3 941 12 903 36.8 36.7 Animali di sesso maschile, di oltre 730 giorni 4 742 9 477 2 905 5 104 61.2 53.9 Animali di sesso maschile, di età compresa tra 365 e 730 giorni 11 764 14 627 6 992 7 217 59.4 49.3 Animali di sesso maschile, di età compresa tra 120 e 365 giorni 32 109 27 028 18 042 10 973 56.2 40.6 Animali di sesso maschile, fino a 120 giorni 10 809 34 635 3 222 10 450 29.8 30.2 Totale animali della specie bovina 946 087 38 194 749 162 30 626 79.2 80.2 Animali di sesso femminile e animali castrati di sesso maschile, di oltre 30 mesi 32 792 9 198 27 663 7 047 84.4 76.6 Stalloni, di oltre 30 mesi 1 385 1 841 787 796 56.8 43.2 Animali, fino a 30 mesi 2 687 2 162 2 096 1 287 78.0 59.5 Totale animali della specie equina 36 864 9 853 30 546 7 192 82.9 73.0 Animali di sesso femminile, di età superiore a un anno 9 854 5 429 7 612 3 107 77.2 57.2 Animali di sesso maschile, di età superiore a un anno 683 2 566 410 1 416 60.0 55.2 Totale animali della specie caprina 10 536 6 035 8 021 3 296 76.1 54.6 Animali di sesso femminile, di età superiore a un anno 36 535 7 822 31 703 5 732 86.8 73.3 Animali di sesso maschile, di età superiore a un anno 1 374 5 522 1 060 4 020 77.2 72.8 Agnelli magri 207 407 133 200 64.3 49.1 Totale animali della specie ovina 38 116 7 871 32 897 5 748 86.3 73.0 Verri da allevamento, di oltre 6 mesi 684 1 835 353 1 022 51.5 55.7 Scrofe da allevamento non in lattazione, di oltre 6 mesi 21 037 2 152 14 487 1 195 68.9 55.5 Scrofe da allevamento in lattazione 15 835 2 371 833 215 5.3 9.1 Suinetti svezzati 17 443 2 304 627 169 3.6 7.3 Suini da rimonta, fino a 6 mesi e suini da ingrasso 101 601 6 539 63 145 3 078 62.1 47.1 Totale animali della specie suina 156 600 7 399 79 443 3 592 50.7 48.5 Conigli 902 818 14 48 1.6 5.9 Totale Conigli 902 818 14 48 1.6 5.9 Galline e galli da allevamento (produzione di uova
per razze ovaiole e da allevamento) 367 288 53 34 14.4 11.8 Galline ovaiole 23 649 10 095 17 168 2 406 72.6 23.8 Pulcini, galletti e pollastrelle (escl. i polli da ingrasso) 3 889 473 815 98 21.0 20.7 Polli da ingrasso 28 468 1 063 2 147 171 7.5 16.1 Tacchini 1 295 226 1 213 78 93.7 34.5 Totale pollame 57 668 11 305 21 396 2 658 37.1 23.5 Totale di tutte le categorie di animali 1 246 774 43 855 921 480 35 636 73.9 81.3
Fonte:
A44 Allegato
da cova
UFAG

Tabella 41a

Contributi d'estivazione – 2013

Cantone Pecore Vacche munte, pecore Altri animali che consumano Aziende e contributi (escl. pecore lattifere) lattifere e capre lattifere 1 foraggio grezzo Totale

A45 Allegato
Aziende Carico avente Aziende UBG aventi Aziende Carico avente Aziende Contributi diritto ai diritto ai diritto ai contributi contributi contributi Numero Carico normale Numero UBG Numero Carico normale Numero fr. ZH 0 0 0 0 9 460 9 151 944 BE 162 2 228 327 10 442 1 513 48 455 1 604 20 721 599 LU 31 225 0 0 226 5 908 230 1 996 356 UR 63 1 486 137 2 851 219 4 046 315 2 680 957 SZ 45 670 118 1 314 413 9 844 437 4 262 443 OW 21 188 35 437 233 8 444 250 3 002 303 NW 15 177 4 58 126 4 165 132 1 452 424 GL 13 419 1 17 112 6 834 121 2 370 884 ZG 1 9 1 3 10 257 11 88 895 FR 41 740 18 423 581 23 254 599 8 123 492 SO 3 61 0 0 62 2 480 62 833 279 BL 1 20 0 0 9 348 10 119 929 SH 0 0 0 0 1 100 1 32 878 AR 1 11 20 308 109 2 361 111 895 059 AI 6 69 74 1 111 143 1 898 149 1 106 639 SG 33 1 101 67 3 742 403 17 124 417 7 244 851 GR 171 7 382 187 10 700 842 37 021 946 18 256 436 AG 3 27 0 0 9 440 12 150 385 TG 0 0 0 0 6 395 6 130 294 TI 84 2 253 53 3 677 194 4 724 245 3 376 616 VD 30 506 0 0 608 32 557 623 10 861 022 VS 148 5 272 46 2 399 440 15 878 515 8 004 299 NE 1 64 1 46 143 4 152 145 1 395 953 GE 0 0 0 0 0 0 0 0 JU 2 103 0 0 107 11 498 107 3 805 285 Totale 875 23 010 1 089 37 527 6 518 242 646 7 057 101 064 223 1 Animali munti con una durata d'estivazione di 56–100 giorni Fonte: UFAG

Tabella 41b

Statistica sull'estivazione – 2013: aziende e carichi normali per Cantone

Cantone Vacche Vacche madri Altri Equini Ovini Caprini Altri lattifere e nutrici bovini e altre vacche Aziende Carico Aziende Carico Aziende Carico Aziende Carico Aziende Carico Aziende Carico Aziende Carico Numero CN Numero CN Numero CN Numero CN Numero CN Numero CN Numero CN ZH 0 0 5 85 9 310 0 0 0 0 1 4 0 0 BE 1 038 24 724 399 3 546 1 470 23 775 196 831 173 2 612 409 747 23 69 LU 96 1 095 105 994 226 3 127 18 32 32 213 29 32 5 17 UR 195 3 433 54 574 172 2 038 13 11 67 1 536 57 283 0 0 SZ 305 3 564 104 915 402 6 073 47 90 52 649 100 266 1 1 OW 202 4 497 30 385 228 2 943 19 25 21 186 31 41 22 60 NW 79 1 622 35 355 122 1 724 8 17 15 219 16 58 25 118 GL 94 3 388 29 496 111 2 238 19 28 13 374 36 60 46 81 ZG 3 32 3 21 10 186 1 0 1 9 0 0 0 0 FR 256 6 854 177 1 529 560 12 631 70 271 45 893 88 193 33 80 SO 7 106 28 560 60 1 390 11 125 4 74 3 8 1 0 BL 0 0 5 88 9 245 0 0 1 18 1 1 1 0 SH 0 0 0 0 1 101 0 0 0 0 0 0 0 0 AR 79 1 295 12 67 105 998 7 12 1 11 39 36 19 53 AI 121 1 631 7 13 139 1 134 4 4 7 87 47 90 18 29 SG 262 6 894 148 1 900 388 9 138 39 100 38 1 748 128 278 2 3 GR 353 12 099 616 12 562 739 17 120 227 871 181 6 836 131 1 114 7 5 AG 0 0 6 70 9 312 0 0 3 27 0 0 0 0 TG 0 0 5 204 6 176 0 0 0 0 0 0 0 0 TI 97 3 514 78 709 128 1 035 57 217 85 2 115 104 2 020 19 9 VD 423 11 484 391 4 260 598 13 247 81 201 31 612 49 116 4 3 VS 215 7 949 223 4 065 341 5 294 55 199 151 4 989 75 616 1 0 NE 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 GE 19 562 60 496 129 2 657 16 94 1 64 1 1 0 0 JU 29 3 220 58 1 716 99 4 448 35 1 265 4 107 2 6 1 3 Totale 3 873 97 964 2 578 35 608 6 061 112 340 923 4 393 926 23 378 1 347 5 971 228 533 Un carico normale (CN) = 1 UBG * durata dell'estivazione / 100 Fonte: UFAG A46 Allegato

Tabella 42a

Pagamenti diretti a livello aziendale 1: per zone e classi di dimensioni – 2013 2

1 I risultati si basano sui dati dell’analisi centralizzata di Agroscope

2 Esclusi i tipi d’azienda colture speciali e trasformazione

3 Contributi d’estivazione, contributi di coltivazione, altri contributi

Tabella 42b

Fonte: Agroscope ISS, aziende di riferimento dell’analisi centralizzata

Pagamenti diretti a livello aziendale 1: per zone e classi di dimensioni – 2013 2

diretti in virtù della ordinanza sui pagamenti diretti (OPD)

1 I risultati si basano sui dati dell’analisi centralizzata di Agroscope

2 Esclusi i tipi d’azienda colture speciali e trasformazione

3 Contributi d’estivazione, contributi di coltivazione, altri contributi

A47 Allegato
Zona di pianura ZC Caratteristica Unità 10 – 20 20 – 30 30 – 50 10 – 20 20 – 30 30 – 50 ha SAU ha SAU ha SAU ha SAU ha SAU ha SAU Aziende di riferimento Numero 343 360 221 188 128 72 Aziende rappresentate Numero 6 464 4 754 3 462 2 884 1 541 881 Superficie agricola utile ha 15.75 24.32 37.69 15.03 24.18 36.68 Pagamenti diretti in virtù della ordinanza sui pagamenti diretti (OPD) Pagamenti diretti generali, totale fr. 28 190 44 253 65 908 33 016 51 727 76 429 Contributi di superficie fr. 19 801 31 455 49 442 17 066 28 271 43 877 Contributi per animali che consumano foraggio grezzo fr. 7 636 11 952 15 229 9 167 13 316 19 078 Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione fr. 451 594 905 5 055 7 368 9 860 Contributi di declività fr. 303 252 332 1 728 2 773 3 614 Contributi ecologici ed etologici, totale fr. 8 520 12 611 18 449 8 127 13 020 19 122 Compensazione ecologica fr. 2 712 3 834 6 527 2 471 3 839 6 639 Produzione estensiva fr. 706 1 074 1 995 526 993 1 360 Agricoltura biologica fr. 486 498 922 354 726 578 Contributi etologici fr. 4 617 7 206 9 004 4 776 7 463 10 544 Totale pagamenti diretti giusta l’OPD fr. 36 710 56 864 84 356 41 143 64 746 95 551 Prestazione lorda fr. 228 311 338 266 452 976 197 363 309 979 413 784 Quota di PD giusta l’OPD rispetto alla prestazione lorda % 16.1 16.8 18.6 20.8 20.9 23.1 Altri pagamenti diretti 3 fr. 5 060 7 438 12 855 4 966 6 395 7 455 Totale pagamenti diretti fr. 41 770 64 302 97 212 46 109 71 141 103 006 Quota totale di PD rispetto alla prestazione lorda % 18.3 19.0 21.5 23.4 23.0 24.9
ZM I ZM II Caratteristica Unità 10 – 20 20 – 30 30 – 50 10 – 20 20 – 30 30 – 50 ha SAU ha SAU ha SAU ha SAU ha SAU ha SAU Aziende di riferimento Numero 146 107 70 148 127 75 Aziende rappresentate Numero 2 156 1 255 833 2 453 1 677 1 036 Superficie agricola utile ha 15.46 24.69 36.86 15.29 24.90 38.43 Pagamenti
Pagamenti diretti generali, totale fr. 39 183 58 937 87 669 41 714 62 853 88 512 Contributi di superficie fr. 16 167 26 258 40 149 15 725 25 530 38 620 Contributi per animali che consumano foraggio grezzo fr. 9 748 14 333 21 146 9 155 13 775 18 819 Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione fr. 9 839 13 694 21 501 12 595 18 665 26 007 Contributi di declività fr. 3 429 4 651 4 873 4 240 4 883 5 066 Contributi ecologici ed etologici, totale fr. 7 023 10 930 13 948 5 978 9 285 13 175 Compensazione ecologica fr. 1 803 2 741 2 451 1 410 2 156 2 561 Produzione estensiva fr. 165 364 881 12 83 101 Agricoltura biologica fr. 575 1 207 643 901 988 2 004 Contributi etologici fr. 4 480 6 617 9 974 3 655 6 057 8 509 Totale pagamenti diretti giusta l’OPD fr. 46 206 69 866 101 617 47 693 72 138 101 687 Prestazione lorda fr. 203 123 259 810 353 405 161 357 235 398 300 700 Quota di PD giusta l’OPD rispetto alla prestazione lorda % 22.7 26.9 28.8 29.6 30.6 33.8 Altri pagamenti diretti 3 fr. 4 657 6 231 10 222 5 594 8 396 12 672 Totale pagamenti diretti fr. 50 863 76 097 111 839 53 287 80 535 114 359 Quota totale di PD rispetto alla prestazione lorda % 25.0 29.3 31.6 33.0 34.2 38.0
Fonte: Agroscope ISS, aziende di riferimento dell’analisi centralizzata

Tabella 42c

Pagamenti diretti a livello aziendale 1: per zone e classi di dimensioni – 2013 2

1 I risultati si basano sui dati dell’analisi centralizzata di Agroscope

2 Esclusi i tipi d’azienda colture speciali e trasformazione

3 Contributi d’estivazione, contributi di coltivazione, altri contributi

Tabella 43

Pagamenti diretti a livello aziendale 1: per regioni – 2013

in virtù della ordinanza sui pagamenti diretti (OPD)

1 I risultati si basano sui dati dell’analisi centralizzata di Agroscope

2 Contributi d'estivazione, contributi di coltivazione, altri contributi

riferimento

Caratteristica Unità Tutte le Regione Regione Regione aziende di pianura collinare di montagna Aziende di riferimento Numero 2 655 1 108 830 717 Aziende rappresentate Numero 44 964 20 304 12 338 12 322 Superficie agricola utile ha 22.29 23.56 20.80 21.70 Pagamenti
Pagamenti diretti generali, totale fr. 47 022 41 020 46 832 57 104 Contributi di superficie fr. 26 049 30 406 23 066 21 858 Contributi per animali che consumano foraggio grezzo fr. 10 807 9 682 11 768 11 701 Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione fr. 7 657 529 8 975 18 084 Contributi di declività fr. 2 509 404 3 023 5 461 Contributi ecologici ed etologici, totale fr. 10 210 11 792 10 251 7 562 Compensazione ecologica fr. 3 037 3 945 2 755 1 824 Produzione estensiva fr. 735 1 227 617 43 Agricoltura biologica fr. 812 699 558 1 253 Contributi etologici fr. 5 626 5 921 6 321 4 443 Totale pagamenti diretti giusta l’OPD fr. 57 232 52 812 57 083 64 666 Prestazione lorda fr. 272 343 331 957 261 978 184 491 Quota di PD giusta l’OPD rispetto alla prestazione lorda % 21.0 15.9 21.8 35.1 Pagamenti diretti per ettaro fr./ha 2 567 2 242 2 745 2 980 Altri pagamenti diretti 2 fr. 7 087 7 553 5 738 7 669 Totale pagamenti diretti fr. 64 319 60 365 62 821 72 335 Quota totale di PD rispetto alla prestazione lorda % 23.6 18.2 24.0 39.2
diretti
Fonte: Agroscope ISS,
centralizzata
aziende di
dell’analisi
ZM III ZM IV Caratteristica Unità 10 – 20 20 – 30 30 – 50 10 – 20 20 – 30 30 – 50 3 ha SAU ha SAU ha SAU ha SAU ha SAU ha SAU Aziende di riferimento Numero 69 62 32 58 28 27 Aziende rappresentate Numero 1 230 910 485 1 089 467 445 Superficie agricola utile ha 14.92 24.75 36.33 15.01 23.64 36.15 Pagamenti diretti in virtù della ordinanza sui pagamenti diretti (OPD) Pagamenti diretti generali, totale fr. 45 830 68 007 93 493 47 268 69 865 101 157 Contributi di superficie fr. 15 411 25 019 36 646 15 258 24 216 36 872 Contributi per animali che consumano foraggio grezzo fr. 9 578 13 417 17 222 9 114 12 890 18 970 Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione fr. 15 335 22 190 29 523 16 704 24 539 37 012 Contributi di declività fr. 5 506 7 381 10 101 6 193 8 219 8 303 Contributi ecologici ed etologici, totale fr. 4 925 7 940 11 630 4 196 6 812 15 255 Compensazione ecologica fr. 1 366 1 700 3 000 1 239 2 052 5 026 Produzione estensiva fr. 0 0 11 0 0 0 Agricoltura biologica fr. 692 1 655 2 806 843 1 327 3 643 Contributi etologici fr. 2 867 4 585 5 813 2 115 3 433 6 585 Totale pagamenti diretti giusta l’OPD fr. 50 755 75 947 105 123 51 465 76 677 116 411 Prestazione lorda fr. 133 400 191 595 241 985 119 892 182 971 264 623 Quota di PD giusta l’OPD rispetto alla prestazione lorda % 38.0 39.6 43.4 42.9 41.9 44.0 Altri pagamenti diretti 3 fr. 6 231 9 959 11 746 8 005 10 701 17 445 Totale pagamenti diretti fr. 56 986 85 906 116 869 59 470 87 378 133 856 Quota totale di PD rispetto alla prestazione lorda % 42.7 44.8 48.3 49.6 47.8 50.6
Fonte: Agroscope ISS, aziende di riferimento dell’analisi centralizzata A48 Allegato

Tabella 44

Controlli PER – 2013

A49 Allegato
Numero % Numero Numero % % fr. fr. ZH 3 154 61.0 1 925 206 6.5 10.7 1 388 285 871 BE 10 658 26.7 2 848 405 3.8 14.2 825 334 215 LU 4 503 51.5 2 321 207 4.6 8.9 1 247 258 061 UR 567 26.3 149 10 1.8 6.7 445 4 446 SZ 1 510 38.6 583 78 5.2 13.4 1 125 87 729 OW 604 49.7 300 56 9.3 18.7 697 39 022 NW 444 46.4 206 23 5.2 11.2 1 059 24 352 GL 354 30.2 107 2 0.6 1.9 100 200 ZG 501 37.9 190 9 1.8 4.7 5 551 49 957 FR 2 684 39.8 1 067 72 2.7 6.7 1 656 119 267 SO 1 252 67.0 839 76 6.1 9.1 1 589 120 732 BL 852 40.5 345 16 1.9 4.6 3 035 48 565 SH 516 36.0 186 21 4.1 11.3 2 171 45 590 AR 643 33.1 213 18 2.8 8.5 1 820 32 763 AI 461 53.4 246 11 2.4 4.5 1 234 13 571 SG 3 735 36.2 1 353 73 2.0 5.4 1 200 87 630 GR 2 260 71.1 1 606 114 5.0 7.1 774 88 220 AG 2 715 37.0 1 005 190 7.0 18.9 1 448 275 206 TG 2 278 50.8 1 157 154 6.8 13.3 2 041 314 351 TI 786 43.8 344 15 1.9 4.4 1 701 25 510 VD 3 396 26.4 897 155 4.6 17.3 1 828 283 321 VS 2 823 40.8 1 153 97 3.4 8.4 1 354 131 374 NE 773 46.1 356 3 0.4 0.8 2 500 7 500 GE 268 49.3 132 3 1.1 2.3 423 1 268 JU 971 34.9 339 17 1.8 5.0 1 351 22 972 CH 48 708 40.8 19 867 2 031 4.2 10.2 1 330 2 701 694 1 La cifra comprende anche le aziende con contestazioni fino a 10 punti. Fonte: AGIS e rapporti cantonali concernenti i controlli e le sanzioni 2013 Cantone Aziende aventi diritto ai PD Aziende controllate in % di tutte le aziende aventi diritto ai PD Aziende controllate Aziende con riduzioni Aziende con riduzioni per 100 aziende aventi diritto ai PD Aziende con riduzioni per 100 aziende controllate Riduzioni in fr. per azienda con riduzioni Totale riduzioni

Uscite Miglioramento delle basi

Tabella 45

Contributi versati ai Cantoni – 2013

Tabella 46

Contributi a progetti approvati, secondo i provvedimenti e le regioni – 2013

Cantone Bonifiche fondiarie Edifici rurali Totale contributi fr. fr. fr. ZH 796 230 368 005 1 164 235 BE 5 986 639 4 979 105 10 965 744 LU 4 162 188 1 257 400 5 419 588 UR 613 000 540 000 1 153 000 SZ 2 068 225 954 300 3 022 525 OW 635 204 182 978 818 182 NW 546 592 346 300 892 892 GL 2 238 475 719 698 2 958 173 ZG 130 417 467 770 598 187 FR 5 448 256 3 259 421 8 707 677 SO 1 331 991 898 491 2 230 482 BL 730 943 500 400 1 231 343 SH 819 684 59 200 878 884 AR 139 333 718 700 858 033 AI 118 034 529 500 647 534 SG 3 443 610 2 117 200 5 560 810 GR 12 351 777 3 267 400 15 619 177 AG 1 382 851 417 700 1 800 551 TG 969 219 128 000 1 097 219 TI 1 650 418 730 848 2 381 266 VD 3 892 204 1 415 500 5 307 704 VS 4 151 289 754 900 4 906 189 NE 965 372 1 344 700 2 310 072 GE 3 149 000 3 149 000 JU 3 025 450 1 025 300 4 050 750 Diversi 78 362 78 362 Totale 60 824 763 26 982 816 87 807 579 Fonte: UFAG
Provvedimenti Contributi Costi complessivi Regione Regione Regione Totale Totale di pianura collinare di montagna 1 000 fr. Bonifiche fondiarie Ricomposizioni particellari (infrastrutture incluse) 632 835 9 490 10 957 26 131 Costruzione di strade agricole 4 074 3 617 16 319 24 011 89 747 Altri impianti di trasporto 108 108 334 Provvedimenti in relazione al bilancio idrico del suolo 2 565 104 296 2 965 10 795 Acquedotti 941 7 208 8 149 35 840 Approvvigionamento elettrico 88 474 563 3 584 Ripristino e consolidamento 1 97 91 2 840 3 028 9 024 Acquisto dei dati di base 72 130 292 494 1 329 Ripristino periodico 731 1 237 1 028 2 996 20 038 Progetti di sviluppo regionale 2 708 1 431 4 140 16 605 Totale intermedio 10 879 7 044 39 486 57 409 213 426 Edifici rurali Edifici rurali per animali che consumano foraggio grezzo 9 104 12 490 21 594 204 168 Edifici alpestri 1 169 1 169 11 408 Piccole aziende artigianali 332 300 632 6 286 Edifici e installazioni comuni per lo stoccaggio e la commercializzazione di prodotti agricoli 860 1 728 2 588 21 783 Totale intermedio 10 297 15 687 25 983 243 645 Totale 10 879 17 341 55 173 83 393 457 071 1 Danni provocati dal maltempo inclusi Fonte: UFAG A50 Allegato

Tabella 47

Crediti d'investimento accordati dai Cantoni – 2013

Cantone Bonifiche fondiarie Edifici rurali Totale Provvedimenti collettivi P. collettivi P. individuali Crediti di costruzione Crediti d'investimento Crediti d'investimento Crediti d'investimento Numero 1 000 fr. Numero 1 000 fr. Numero 1 000 fr. Numero 1 000 fr. Numero 1 000 fr. ZH 1 40 99 20 683 100 20 723 BE 1 160 7 2 491 353 50 921 361 53 571 LU 13 5 830 9 742 2 523 194 26 182 218 33 277 UR 11 1 212 11 1 212 SZ 10 1 319 2 164 56 7 387 68 8 870 OW 2 90 22 3 376 24 3 466 NW 2 366 12 1 544 14 1 910 GL 2 598 15 2 762 17 3 360 ZG 25 3 581 25 3 581 FR 3 859 14 3 664 147 25 825 164 30 348 SO 35 6 508 35 6 508 BL 3 77 38 4 518 41 4 594 SH 1 90 29 4 047 30 4 137 AR 1 80 41 4 929 42 5 009 AI 1 68 23 2 388 24 2 456 SG 1 500 2 176 5 844 201 29 441 209 30 960 GR 13 5 590 5 573 96 12 801 114 18 964 AG 121 19 094 121 19 094 TG 113 19 641 113 19 641 TI 1 78 3 519 18 2 533 22 3 130 VD 1 200 35 7 090 203 29 296 239 36 586 VS 2 85 4 600 24 3 026 30 3 711 NE 1 652 2 816 34 6 064 37 7 532 GE 6 1 981 1 38 7 2 019 JU 9 1 042 63 10 241 72 11 283 Totale 39 14 091 25 2 800 100 21 015 1 974 298 036 2 138 335 942 Fonte: UFAG A51 Allegato

Tabella 48

Crediti d'investimento secondo le categorie di provvedimenti – 2013 (crediti di costruzione esclusi)

Cantone Aiuto Acquisto Edifici Edifici Diversi- Ortofloro- Piccole Energia Provvedi- Bonifiche Totale iniziale dell'azienda d'abita- rurali ficazione vivaismo aziende rinnova- menti fondiarie da

1 Impianti comuni per la produzione d'energia rinnovabile da biomassa

2 Acquisto in comune di macchine e veicoli, aiuto iniziale per organizzazioni contadine di solidarietà, edifici e installazioni comuni per la lavorazione e lo stoccaggio di prodotti agricoli

Fonte: UFAG

parte zione
1 collettivi 2 dell'affittuario 1 000 fr. ZH 4 570 2 416 13 382 315 40 20 723 BE 19 689 728 8 978 20 533 994 2 491 53 411 LU 6 628 5 701 12 128 1 725 523 572 27 276 UR 380 240 592 1 212 SZ 1 790 1 672 3 210 715 164 7 551 OW 996 569 1 702 109 90 3 466 NW 230 427 719 168 366 1 910 GL 570 45 2 147 598 3 360 ZG 1 070 620 1 691 200 3 581 FR 6 452 3 955 14 223 1 195 3 664 859 30 348 SO 1 040 1 240 3 730 498 6 508 BL 1 540 633 1 945 400 77 4 594 SH 870 578 1 147 912 540 90 4 137 AR 1 800 1 592 1 537 80 5 009 AI 550 747 1 014 77 68 2 456 SG 10 650 122 4 872 12 388 769 640 844 176 30 460 GR 3 070 303 2 691 4 796 1 441 500 573 20 13 394 AG 4 950 3 194 9 396 1 554 19 094 TG 5 560 2 469 10 269 1 343 19 641 TI 630 125 640 850 288 519 78 3 130 VD 7 636 2 987 15 543 3 131 1 200 5 890 36 386 VS 1 310 803 637 276 600 85 3 711 NE 1 900 388 3 201 575 816 6 880 GE 38 1 981 2 019 JU 3 250 1 065 1 621 4 188 89 28 1 042 11 283 Totale 87 131 2 343 49 076 140 967 16 644 1 876 1 200 19 815 2 489 321 540
artigianali bile
A52 Allegato

Tabella 49

Mutui accordati dai Cantoni nel quadro dell'aiuto alla conduzione aziendale – 2013 (quote federali e cantonali)

Cantone Numero Importo Per singolo caso Durata ammortamento fr. fr. anni ZH 5 599 000 119 800 11.6 BE 10 2 180 000 218 000 14.7 LU 14 2 921 100 208 650 13.0 UR SZ 1 73 000 73 000 13.0 OW 2 122 500 61 250 4.0 NW 2 286 800 143 400 13.5 GL 1 160 000 160 000 16.0 ZG FR 6 534 000 89 000 9.2 SO 3 478 000 159 333 17.7 BL SH 4 200 000 50 000 8.0 AR 1 96 000 96 000 12.0 AI 1 130 000 130 000 10.0 SG 1 34 000 34 000 8.0 GR 8 969 000 121 125 13.4 AG 4 306 597 76 649 13.0 TG 9 1 400 000 155 556 13.2 TI VD 9 1 469 000 163 222 12.2 VS 3 292 000 97 333 10.3 NE 2 425 000 212 500 10.5 GE JU 7 271 000 38 714 5.6 Totale 93 12 946 997 Media 139 215 11.8 Fonte: UFAG A53 Allegato

Ricapitolazione dei contributi

Ricapitolazione dei crediti d’investimento e dei mutui per l’aiuto alla conduzione aziendale

1 Accordati dal Cantone

2 Acquisto in comune di macchine e veicoli, aiuto iniziale per organizzazioni contadine di solidarietà, edifici e installazioni comuni per la lavorazione e lo stoccaggio di prodotti agricoli

UFAG

A54 Allegato
Tabella 50a
Provvedimenti Progetti approvati in 1 000 fr. 2011 2012 2013 Contributi 71 509 108 328 83 393 Ricomposizioni particellari (infrastrutture incluse) 9 505 14 201 10 957 Costruzione di strade agricole 16 090 22 594 24 011 Acquedotti 9 189 8 121 8 149 Progetti di sviluppo regionale 974 22 193 4 140 Altri provvedimenti del genio civile (danni provocati dal maltempo inclusi) 9 218 15 068 10 153 Edifici rurali per animali che consumano foraggio grezzo 21 369 24 251 22 763 Altri provvedimenti nel settore delle costruzioni rurali 5 164 1 900 3 220 Fonte: UFAG
Tabella 50b
Provvedimenti Crediti accordati in 1 000 fr. 2011 2012 2013 Crediti d'investimento 1 318 252 303 516 321 540 Aiuto iniziale 71 505 69 059 87 131 Acquisto dell’azienda da parte dell’affittuario 4 114 2 343 2 343 Edifici d’abitazione 57 185 51 730 49 076 Edifici rurali 119 157 128 751 140 967 Diversificazione 25 292 25 059 16 644 Ortoflorovivaismo esercitato a titolo professionale Piccole aziende artigianali 1 621 650 1 876 Impianti comuni per la produzione d’energia rinnov. da biomassa 6 236 1 627 1 200 Provvedimenti collettivi 2 28 647 21 260 19 815 Bonifiche fondiarie, crediti di costruzione esclusi 4 494 3 036 2 489 Mutui per l’aiuto alla conduzione aziendale 1 24 864 17 898 12 947
Fonte:

Tabella 51

Aiuti per la riqualificazione – 2013

Cantone Contributi prospettati Contributi versati 1 Numero fr. Numero fr. ZH BE 1 31 400 LU UR SZ OW NW 1 41 200 GL ZG FR SO BL SH AR AI SG GR AG TG 1 24 000 TI VD VS NE GE JU 1 37 700 Totale 4 134 300 1 Degli importi prospettati l’anno precedente Fonte: UFAG A55 Allegato

Uscite Agricoltura e alimentazione

Tabella 52

Uscite della Confederazione per agricoltura e alimentazione, in 1 000 fr.

Avvertenza: con l’introduzione, nel 2007, del nuovo modello contabile la Confederazione presenta la propria contabilità con un nuovo sistema, ragion per cui non sono possibili confronti con gli anni scorsi.

1 Dal 2012 i contributi al settore della consulenza sono contenuti nel limite di spesa agricolo

Conto dello Stato

A56 Allegato
Ambito di spesa 2009 2010 2011 2012 2013 Compiti inerenti all’agricoltura e all’alimentazione 3 691 923 3 665 703 3 663 016 3 711 112 3 705 974 Nell’ambito del limite di spesa 3 383 444 3 369 167 3 370 376 3 441 200 3 438 065 Produzione e smercio 471 318 428 052 440 805 440 104 450 089 Promozione dello smercio 55 535 55 840 55 385 55 900 56 366 Economia lattiera 298 499 291 944 295 311 300 738 301 329 Produzione animale 17 798 10 191 12 423 11 490 11 846 Produzione vegetale 99 486 70 077 77 686 71 976 80 549 Pagamenti diretti 2 742 228 2 769 273 2 794 905 2 809 194 2 798 732 Pagamenti diretti generali 2 167 745 2 181 967 2 181 905 2 177 894 2 150 471 Pagamenti diretti ecologici 574 483 587 306 613 000 631 300 648 261 Miglioramento delle basi 169 898 171 842 134 666 191 902 189 244 Miglioramenti strutturali 82 792 85 000 83 000 87 000 87 808 Crediti d’investimento 47 000 47 000 13 000 54 000 51 000 Aiuti per la conduzione aziendale 2 006 2 213 1 021 944 689 Produzione vegetale e animale 38 100 37 629 37 646 37 958 37 747 Consulenza 1 12 000 12 000 Al di fuori del limite di spesa 308 479 296 537 292 640 269 912 267 909 Amministrazione 51 672 55 219 55 134 54 577 54 237 Consulenza 1 11 150 12 177 12 039 Protezione delle piante 2 094 1 631 1 499 1 907 2 113 Esecuzione e controllo (Agroscope) 47 466 47 671 51 189 56 017 55 346 Istituto nazionale svizzero d’allevamento equino 7 497 7 527 8 082 8 844 8 739 Prodotti agricoli trasformati (AFD) 93 000 76 711 76 321 64 167 70 000 Assegni familiari nell’agricoltura (UFAS) 95 600 95 600 88 376 84 400 77 475 Altre Uscite al di fuori dell’agricoltura 138 510 143 520 146 040 145 102 142 342 Ricerca e sviluppo nell’agricoltura 74 636 78 106 78 174 80 504 78 821 Salute degli animali 56 903 57 653 59 123 57 178 55 971 FAO 6 971 7 761 8 743 7 420 7 550
Fonte:

Atti legislativi, Terminologia e metodi

Atti legislativi

Gli atti legislativi possono essere consultati sul sito Internet seguente: – http://www.blw.admin.ch/dokumentation/00018/00498/index.html?lang=it

Terminologia e metodi

Terminologia e metodi possono essere consultati sul sito Internet seguente: – http://www.blw.admin.ch/dokumentation/00018/00498/index.html?lang=it

A57 Allegato

Abbreviazioni

Organizzazioni/Istituzioni

ACW Stazione di ricerca Agroscope Changins-Wädenswil ACW (fino a fine 2013)

AFD Amministrazione federale delle dogane, Berna

Agridea Sviluppo dell’agricoltura e delle aree rurali

ALP Stazione di ricerca Agroscope Liebefeld-Posieux ALP (fino a fine 2013)

AMI Agrarmarkt Informations-Gesellschaft mbH

ART Stazione di ricerca Agroscope Reckenholz-Tänikon ART (fino a fine 2013)

DEFR Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca, Berna

DGD Direzione generale delle dogane, Berna

FAO Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, Roma

IEA Istituto di economia agraria, Zurigo

IPA Agroscope – Istituto delle scienze della produzione animale (dal 2014)

IPV Agroscope – Istituto delle scienze della produzione vegetale (dal 2014)

ISA Agroscope – Istituto delle scienze alimentari (dal 2014)

ISS Agroscope – Istituto delle scienze della sostenibilità (dal 2014)

IRABL Istituto di ricerche dell’agricoltura biologica, Frick

OCSE Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, Parigi

OMC Organizzazione mondiale del commercio, Ginevra

PFZ Politecnico federale, Zurigo

PSL Produttori svizzeri di latte, Berna

seco Segretariato di Stato all’economia, Berna

SEFRI La Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’Innovazione, Berna

TSM Fiduciaria Latte Sagl, Berna

UE Unione europea

UFAE Ufficio federale per l’approvvigionamento economico del paese, Berna

UFAG Ufficio federale dell’agricoltura, Berna

UFAM Ufficio federale dell’ambiente, Berna

UFAS Ufficio federale delle assicurazioni sociali, Berna

UFS Ufficio federale di statistica, Neuchâtel

UFSP Ufficio federale della sanità pubblica, Berna

USAV Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria, Berna

USC Unione svizzera dei contadini, Brugg

UST Ufficio federale di statistica, Neuchâtel

A58 Allegato

Unità di misura

ct. centesimo

fr. franchi

ha ettaro = 10 000 m2

h ora

hl ettolitro

kg chilogrammo

km chilometro

m metro

m2 metro quadrato

m3 metro cubo

mia. miliardo

mio. milione

q quintale = 100 kg

t tonnellata

% per cento

Ø media

A59 Allegato

Terminologia/Denominazioni

ADFC Aliquota di dazio fuori contingente

AGIS/SIPA Servizio d’informazione sulla politica agricola

AI Assicurazione invalidità

AVS Assicurazione vecchiaia e superstiti ca. circa cfr. confronta

CO2 Anidride carbonica compr. compreso

DOP Denominazioni di origine protette

ESB Encefalopatia spongiforme dei bovini («Malattia della mucca pazza»)

IGP Indicazioni geografiche protette

IPG Indennità per la perdita di guadagno

IVA Imposta sul valore aggiunto

LAgr Legge sull’agricoltura

MBD Monitoraggio della biodiversità in Svizzera

MPR Materie prime rinnovabili

N Azoto

OGM Organismi geneticamente modificati

P Fosforo

PAC Politica agricola comune dell’UE

PER Prova che le esigenze ecologiche sono rispettate p.es. per esempio

PI Produzione integrata

PM Peso alla macellazione

PTP Prodotti per il trattamento delle piante risp. rispettivamente

SAU Superficie agricola utile

SCE Superficie di compensazione ecologica

SSRA Sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali

UBG Unità di bestiame grosso

UBGFG Unità di bestiame grosso foraggio grezzo

ULA Unità di lavoro annuale

ULAF Unità di lavoro annuale della famiglia

UMS Unità di manodopera standard

URA Uscita regolare all’aperto

ZM I, II, … Zona di montagna

Rinvio all’allegato (p.es. tabelle)

A60 Allegato

Almeida, J., 2011.

Food Losses and Food Waste: A Quantitative Assessment for Switzerland. Tesi di master, Università di Basilea.

Baier, U., Reinhard, B., 2007. Bewirtschaftung organischer Abfälle aus Grossküchen im Kanton Aargau. Scuola universitaria professionale di Wädenswil e Canton Argovia.

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Dati di base per la concimazione in campicoltura e foraggicoltura (DBC), 2009. Agrarforschung, 16(2).

Dissler C., 2013.

Auswertung der Struktur der Bundesbiobetriebe und Identifikation der Motivation der Betriebsleiter/-innen. Tesi di bachelor SSAFS, Zollikofen.

Flury & Giuliani GmbH, 2014. Evaluation der Zulagen für verkäste Milch und für Fütterung ohne Silage.

Gastrosuisse, 2014. Branchenspiegel 2014. Zurigo.

gfs.bern 2014.

Food Waste: Problem bekannt – aber nicht verankert. Rapporto finale aprile/maggio 2014, studio commissionato dall’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM). http://www.gfsbern.ch/de-ch/Detail/food-waste-problem-bekannt-aber-nicht-verankert-5009

Gustavsson J., Cederberg C., Soneson U., Otterdijk R.v., Meybeck A., 2011. Global food losses and food waste.

Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, FAO. http://www.fao.org/docrep/014/mb060e/mb060e00.pdf

Keelan C. D., Hencion M. M., Newman C. F., 2009. A double-hurdle model of Irish household’s food service expenditure patterns. Journal of International Food & Agribusiness Marketing, 21, 269–285.

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A61 Allegato
Bibliografia

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http://www.news.admin.ch/NSBSubscriber/message/attachments/33597.pdf

Università di Wageningen / PF di Zurigo, 2013. Ex-post Evaluation der Zulagen für verkäste Milch. Projekt Evaluation «Milchmarkt».

A62 Allegato

Walter et al., 2013. Operazionalizzazione degli obiettivi ambientali per l’agricoltura nel settore Specie bersaglio e faro, habitat (OPAL). ART-Schriftenreihe 18.

Zähner M., 2008. Abmessungen für Aufstallungssysteme. Stazione di ricerca Agroscope Reckenholz-Tänikon ART, p. 2.

A63 Allegato
A64 Allegato
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