Rapporto agricolo 2013

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RAPPORTO AGRICOLO 201 3

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Ufficio federale dell’agricoltura (UFAG)

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2 Sigla editoriale
10.13 120i 860318388
3 Indice Indice n Prefazione 6 n 1. Ruolo e situazione dell’agricoltura 9 n 1.1 Economia 9 1.1.1 L’agricoltura, parte integrante dell’economia 10 1.1.1.1 Sviluppo strutturale 10 1.1.1.2 Indicatori economici 14 1.1.1.3 Uscite della Confederazione 19 1.1.2 Mercati 21 1.1.2.1 Latte e latticini 22 1.1.2.2 Animali e prodotti di origine animale 27 1.1.2.3 Produzione vegetale e prodotti di origine vegetale 32 1.1.3 Situazione economica del settore agricolo 40 1.1.3.1 Reddito del settore nel 2012 40 1.1.3.2 Stima del reddito del settore nel 2013 42 1.1.4 Situazione economica delle singole aziende 45 1.1.4.1 Reddito e profitto del lavoro 45 1.1.4.2 Altri indicatori economico-aziendali 49 n 1.2 Aspetti sociali e società 51 1.2.1 Reddito e consumo 52 1.2.2 Rilevamento della qualità di vita 54 1.2.3 Carico di lavoro nell’agricoltura 64 1.2.4 Abitudini dei consumatori legate agli acquisti 76 1.2.5 Rifiuti alimentari 80 1.2.6 Protezione delle terre coltive 84 n 1.3 Ecologia ed etologia 87 1.3.1 Ecologia 87 1.3.1.1 Uso della superficie e mezzi di produzione 88 1.3.1.2 Biodiversità 90 1.3.1.3 Paesaggio 104 1.3.2 Etologia 112 n 1.4 Valutazione della sostenibilità 115 1.4.1 Indicatori relativi all’economia 116 1.4.2 Indicatori relativi agli aspetti sociali 119 1.4.3 Indicatori relativi all’ecologia 122 1.4.4 Bilancio 127
4 Indice n 2. Provvedimenti di politica agricola 129 n 2.1 Produzione e smercio 129 2.1.1 Strumenti sovrasettoriali 131 2.1.1.1 Strategia della qualità per l’agricoltura e la filiera alimentare svizzere 131 2.1.1.2 Organizzazioni di categoria e di produttori 132 2.1.1.3 Promozione dello smercio 133 2.1.1.4 Caratterizzazione dei prodotti agricoli 134 2.1.1.5 Strumenti del commercio estero 138 2.1.2 Economia lattiera 143 2.1.3 Produzione animale 148 2.1.4 Produzione vegetale 155 n 2.2 Pagamenti diretti 161 2.2.1 Importanza dei pagamenti diretti 162 2.2.2 Pagamenti diretti generali 169 2.2.2.1 Contributi di superficie 169 2.2.2.2 Contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo 170 2.2.2.3 Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione 171 2.2.2.4 Contributi di declività 172 2.2.2.5 Innovazioni nel 2013 173 2.2.3 Pagamenti diretti ecologici 174 2.2.3.1 Contributi ecologici 174 2.2.3.2 Contributi etologici 186 2.2.3.3 Contributi d’estivazione 187 2.2.3.4 Contributi per la protezione delle acque 189 2.2.3.5 Impiego sostenibile delle risorse naturali 191 2.2.3.6 Innovazioni nel 2013 191 2.2.4 Linee generali dell’ulteriore sviluppo del sistema dei pagamenti diretti nella PA 14–17 192 n 2.3 Miglioramento delle basi 197 2.3.1 Miglioramenti strutturali e misure sociali collaterali 198 2.3.1.1 Miglioramenti strutturali 198 2.3.1.2 Misure sociali collaterali 201 2.3.1.3 Un impianto collettivo contribuisce alla protezione delle acque superficiali e delle terre coltive 202 2.3.1.4 Il biogas agricolo riscalda le serre 204 2.3.1.5 Detenzione di torelli da ingrasso in stalla a stabulazione libera con box di riposo 206 2.3.2 Conoscenza agricola – ricerca, consulenza, formazione 208 2.3.2.1 Sistema dell’innovazione e della conoscenza in agricoltura (LIWIS) 208 2.3.2.2 Strumenti di promozione dell’UFAG nel LIWIS 210 2.3.2.3 Ricerca programmatica / Programmi di ricerca 212 2.3.2.4 Formazione professionale 215 2.3.3 Mezzi di produzione 217 2.3.3.1 Riesame mirato di prodotti fitosanitari con vecchi principi attivi 217 2.3.3.2 Codex Alimentarius TF Feed 221 2.3.3.3 Nuovi organismi nocivi 222 2.3.3.4 Organismi geneticamente modificati negli alimenti per animali 224
5 Indice n 2.4 Temi particolari 225 2.4.1 Ispettorato delle finanze 225 2.4.2 Messa in rete delle banche dati agricole 227 2.4.3 Unità federale per la filiera alimentare 231 n 3. Aspetti internazionali 233 n 3.1 Sviluppi sul piano internazionale 233 3.1.1 Apertura dei mercati verso l’UE nel settore agroalimentare 234 3.1.2 Accordi di libero scambio con Paesi al di fuori dell‘UE 235 3.1.3 Accordo agricolo Svizzera – UE 236 3.1.4 Protocollo n. 2 237 3.1.5 Politica agricola comune dell’UE (PAC) dopo il 2013 237 3.1.6 OMC 239 3.1.7 OCSE 241 3.1.8 FAO 242 3.1.9 Consiglio Internazionale dei Cereali e Convenzione sull’assistenza alimentare 244 n 3.2 Confronti sul piano internazionale 245 3.2.1 Prezzi alla produzione e al consumo – confronto con i Paesi limitrofi 245 3.2.2 Evoluzione dei prezzi nel settore lattiero – confronto con i Paesi vicini 250 3.2.3 Cifre sul commercio internazionale 255 n Collaborazione al Rapporto agricolo 2013 258 n Indice alfabetico 260 n Allegato A1 Tabelle A2 Atti legislativi, Terminologia e metodi A58 Abbreviazioni A59 Bibliografia A62

Prefazione

Nell’anno oggetto del rapporto il Parlamento ha posto nuove basi alla politica agricola. Il 22 marzo 2013 ha infatti varato la Politica agricola 2014–2017 e il decreto federale sui mezzi finanziari a favore dell’agricoltura. La maggioranza ha sostenuto in linea di principio l’indirizzo di fondo del Consiglio federale, soprattutto per quanto riguarda l’ulteriore sviluppo del sistema dei pagamenti diretti. Con il nuovo sistema i contributi senza finalità specifiche attualmente erogati vengono sostituiti con strumenti mirati. Ciò consente di far conoscere meglio le prestazioni dell’agricoltura. È possibile, inoltre, definire in maniera più precisa l’orientamento del settore e raggiungere più efficacemente gli obiettivi. Subito dopo il dibattito parlamentare sulla legge sono state elaborate le rispettive ordinanze in modo che la Politica agricola 2014–2017 possa entrare in vigore puntualmente il 1° gennaio 2014. I gruppi d’interesse hanno partecipato a questo processo inoltrando oltre 300 pareri.

Nell’anno oggetto del rapporto, la situazione dell’agricoltura è evoluta in maniera differenziata nei tre settori della sostenibilità: economia, ecologia e aspetti sociali. Nel settore dell’economia il 2012 è stato caratterizzato da prezzi comparativamente bassi per i prodotti di origine animale, soprattutto per latte e carne di maiale, e da condizioni meteorologiche nella media. Di conseguenza anche il raccolto è stato mediocre, inferiore a quello del 2011, anno che aveva regalato agli agricoltori un tempo bellissimo. Rispetto all’anno precedente il ricavo lordo proveniente dalla produzione vegetale è diminuito. Nella produzione animale gli elevati volumi di produzione di latte e di carne di maiale hanno determinato un ribasso dei prezzi sui mercati e, di conseguenza, una diminuzione del ricavo lordo ottenuto dalla produzione animale. Questi sviluppi hanno fatto sì che il reddito globale agricolo del 2012 risultasse più basso della media dell’ultimo triennio. Nel 2013 è calata la produzione sia di latte sia di carne di maiale. La reazione del mercato è stata un aumento dei prezzi. Sul mercato del latte si è fatto sentire anche il rincaro dei prezzi del latte osservato a livello internazionale. Nonostante gli scarsi raccolti dovuti alle condizioni meteorologiche poco propizie, nel 2013 il reddito globale dell’agricoltura potrebbe aumentare rispetto al 2012. Ciò indica che le condizioni di mercato sono favorevoli per i prodotti agricoli e che l’agricoltura sa adattarsi al mutamento delle condizioni quadro. L’ulteriore sviluppo del sistema dei pagamenti diretti accrescerà ulteriormente questa capacità di adattamento. Il fatto che gli investimenti operati dagli agricoltori nel 2012 siano leggermente aumentati rispetto agli anni precedenti è per me un segnale di ottimismo per il futuro.

Nel settore dell’ecologia, nel 2012, si è registrata un’evoluzione positiva per quel che concerne la quantità delle superfici di compensazione ecologica. Dal profilo quantitativo, alcuni obiettivi intermedi della Politica agricola 2014–2017 sono già quasi raggiunti. Per quanto riguarda gli obiettivi qualitativi, invece, c’è ancora della strada da fare. Basti pensare, ad esempio, all’evoluzione delle popolazioni di uccelli nidificanti nei terreni coltivi che non sempre va nella direzione auspicata. Per poter contare su un futuro migliore, nell’ambito della Politica agricola 2014–2017 sono state apportate diverse modifiche tese a motivare gli agricoltori a impegnarsi ulteriormente in nome della buona qualità delle loro superfici di compensazione ecologica. Un progetto della Stazione ornitologica di Sempach ha evidenziato, inoltre, che il denaro non è il solo mezzo per promuovere l’ecologia. La consulenza si rivela in molti casi più utile: consente agli agricoltori di acquisire le conoscenze necessarie per ottimizzare la loro azienda dal profilo ecologico. Il trasferimento delle conoscenze attraverso la consulenza acquisirà una valenza maggiore in futuro perché utile ad accrescere ulteriormente l’efficienza delle misure di politica agricola. Gli altri indicatori in ambito ecologico sono rimasti stabili dopo il netto miglioramento osservato negli anni ‘90. Una delle grandi sfide del futuro, per meglio dire della politica agricola del futuro, sarà ottenere dei miglioramenti anche in questa sfera.

6 Prefazione

Nel settore degli aspetti sociali, un sondaggio condotto tra i consumatori svizzeri ha messo in evidenza l’ottima reputazione di cui godono i prodotti dell’agricoltura svizzera e della preferenza accordata loro dai consumatori rispetto ai prodotti importati. Nonostante la soddisfazione non dobbiamo riposarci sugli allori, bensì sviluppare in maniera coerente la nostra strategia della qualità cosicché i consumatori continuino a essere persuasi della qualità dei prodotti svizzeri. Meno soddisfacenti sono i risultati di uno studio nell’ambito del quale gli agricoltori e il resto della popolazione sono stati interpellati sulla loro qualità di vita. È emerso che nonostante gli agricoltori continuino a valutare positivamente la loro qualità di vita come nei sondaggi precedenti, questa rimane inferiore a quella del resto della popolazione. A destare preoccupazioni per la popolazione contadina sono soprattutto il carico di lavoro, la situazione relativa al reddito e la stabilità delle condizioni quadro economiche e politiche. L’evoluzione della situazione finanziaria, invece, è valutata in maniera più positiva rispetto a quattro anni fa.

Grazie alle riforme approvate quest’anno, sono stati migliorati diversi aspetti decisivi della politica agricola. Nonostante ciò continueremo a svilupparla affinché l’agricoltura fornisca tutte le prestazioni che la collettività si aspetta, in maniera esplicita anche la produzione di derrate alimentari. Dobbiamo altresì ricercare soluzioni assieme agli interessati, per tenere sotto controllo lo stress fisico e psichico dei contadini.

7 Prefazione
Direttore dell’Ufficio federale dell‘agricoltura
8

1. Ruolo e situazione dell’agricoltura

1.1 Economia

Per poter fornire le prestazioni richieste, l’agricoltura deve poter contare su una base economica sufficientemente ampia. La descrizione delle conseguenze economiche della politica agricola rappresenta pertanto un punto cardine del resoconto. Nello stesso sono contenute informazioni anche sui risultati economici delle aziende agricole, sugli sviluppi strutturali, sull’interconnessione con gli altri settori dell’economia o sulle condizioni dei diversi mercati.

Di seguito viene illustrato il ruolo economico dell’agricoltura in quanto tassello dell’economia e si forniscono informazioni sulla produzione, il consumo, il commercio estero, i prezzi alla produzione e i prezzi al consumo rilevati sui singoli mercati, nonché sulla situazione economica dell’intero settore e delle aziende individuali.

9 1.1 Economia

1.1.1 L’agricoltura, parte integrante dell’economia

1.1.1.1 Sviluppo strutturale

Nell’analisi delle strutture nell’agricoltura si pone l’accento sul numero di aziende e rispettive dimensioni, nonché sul numero di lavoratori. Di seguito vengono illustrate le variazioni di questi due indicatori strutturali.

n Aziende

Dal 2000 al 2012 il numero delle aziende è diminuito complessivamente di 13 962 unità, ossia dell’1,8 per cento all’anno. Nell’anno oggetto del rapporto, la flessione è stata di uguale entità (–1,8 %). Oltre la metà delle 1 042 aziende di cui è cessata la gestione nel 2012 rientrava nella classe di dimensioni 3–10 ettari.

Evoluzione del numero di aziende per classi di dimensioni e per regioni

Nelle singole regioni, tra il 2000 e il 2012, il tasso di flessione ha segnato lo stesso valore, pari all’1,9 per cento, nelle regioni di pianura e di montagna, mentre in quella collinare si è registrato un valore leggermente più basso, pari all’1,6 per cento. Nella media di tutte le regioni il calo ammonta a circa l’1,8 per cento annuo.

10 1.1 Economia
Caratteristica Numero di aziende Variazione annua in % 2000 2011 2012 2000–2012 2011–2012 Classe di dimensioni 0–3 ha 8 371 6 123 6 033 –2,7 –1,5 3–10 ha 18 542 12 159 11 583 –3,8 –4,7 10–20 ha 24 984 18 728 18 203 –2,6 –2,8 20–25 ha 7 244 6 641 6 513 –0,9 –1,9 25–30 ha 4 430 4 679 4 686 0,5 0,1 30–50 ha 5 759 7 208 7 366 2,1 2,2 > 50 ha 1 207 2 079 2 191 5,1 5,4 Regione Regione di pianura 31 612 25 575 25 127 –1,9 –1,8 Regione collinare 18 957 15 872 15 580 –1,6 –1,8 Regione di montagna 19 968 16 170 15 868 –1,9 –1,9 Totale 70 537 57 617 56 575 –1,8 –1,8 Fonte: UST
Tabella 1 Pagina A2

Evoluzione del numero di aziende gestite a titolo principale o a titolo accessorio per regione

Tra il 2000 e il 2012, il tasso di flessione delle aziende a titolo principale, pari all’1,7 per cento all’anno, è risultato complessivamente inferiore a quello delle aziende a titolo accessorio pari al 2,2 per cento all’anno. Si riscontrano notevoli differenze tra le regioni. Per le aziende a titolo principale, nella regione di pianura e in quella collinare si è registrata una flessione rispettivamente dell’1,9 e dell’1,8 per cento, vale a dire pari quasi al doppio del tasso rilevato nella regione di montagna. La situazione è diversa per le aziende a titolo accessorio. La flessione più elevata ha interessato la regione di montagna, con il 3,5 per cento, seguita da quella di pianura e da quella collinare, rispettivamente con l’1,7 e l’1,1 per cento. Nell’anno oggetto del rapporto i tassi di flessione delle aziende a titolo principale rilevati nella regione di pianura e in quella collinare sono risultati inferiori rispetto agli anni scorsi; nella regione di montagna si è rilevata addirittura una lieve progressione. Per le aziende a titolo accessorio, invece, in tutte le regioni i tassi di flessione sono stati decisamente più elevati di quelli degli scorsi anni.

n Lavoratori

Il calo del numero di aziende agricole è correlato a una riduzione del numero di lavoratori.

Evoluzione del numero di lavoratori

Tra il 2000 e il 2012 il numero di lavoratori è diminuito, nel complesso, di circa 41 800 unità. La flessione, pari all’1,9 per cento l’anno, è stata praticamente uguale a quella delle aziende. Il calo percentuale è stato leggermente superiore per la manodopera familiare rispetto a quella extrafamiliare, mentre in cifre assolute la manodopera familiare ha subito una flessione di circa 35 100 unità, quella extrafamiliare di 6 700 unità. In questi dodici anni si è assistito a un incremento del numero delle donne a capo di un’azienda nel quadro della manodopera familiare.

11 1.1 Economia
Caratteristica Numero di aziende Variazione annua in % 2000 2011 2012 2000–2012 2011–2012 Aziende a titolo principale Regione di pianura 23 536 18 875 18 587 –1,9 –1,5 Regione collinare 13 793 11 195 11 068 –1,8 –1,1 Regione di montagna 11 910 10 543 10 584 –1,0 0,4 Totale 49 239 40 613 40 239 –1,7 –0,9 Aziende a titolo accessorio Regione di pianura 8 076 6 700 6 540 –1,7 –2,4 Regione collinare 5 164 4 677 4 512 –1,1 –3,5 Regione di montagna 8 058 5 627 5 284 –3,5 –6,1 Totale 21 298 17 004 16 336 –2,2 –3,9 Fonte: UST
Caratteristica Numero di lavoratori Variazione annua in % 2000 2011 2012 2000–2012 2011–2012 Manodopera familiare 165 977 133 566 130 914 –2,0 –2,0 di cui: capoazienda 74 724 54 903 53 854 –2,7 –1,9 capoazienda (f.) 2 346 2 714 2 721 1,2 0,3 Manodopera extrafamiliare 37 816 30 501 31 114 –1,6 2,0 Totale 203 793 164 067 162 028 –1,9 –1,2
UST
Fonte:
Tabella 2 Pagina A2

n La donna nell’agricoltura

Nell’anno oggetto del rapporto sono state censite complessivamente 2 721 aziende gestite da una donna, ossia il 4,8 per cento di tutte le aziende. Tra il 2000 e il 2012 il numero delle aziende agricole gestite da un capoazienda di sesso femminile è aumentato di 375 unità all’anno, ossia dell’1,2 per cento.

Evoluzione del numero di aziende con capoazienda donna per classi di dimensioni e per regioni

Rispetto alla totalità delle aziende, quelle gestite da donne sono la maggioranza nelle classi di dimensioni fino a 10 ettari, mentre la situazione si inverte nelle classi di dimensioni superiori a 10 ettari. Ciò significa anche che le aziende gestite da donne sono mediamente più piccole rispetto alla totalità delle aziende. Anche tra le aziende con un capoazienda donna si osserva, tuttavia, un movimento verso le classi di dimensioni più grandi.

La suddivisione per regione nel 2012 rispecchia quella di tutte le aziende. Nella regione di pianura la quota, pari al 39 per cento, è leggermente inferiore a quella relativa al totale delle aziende (44 %), nella regione collinare lo scarto è minimo (26 % contro 28 %) e in quella di montagna la quota ammonta al 34 per cento contro il 28 per cento.

12 1.1 Economia
Caratteristica Numero di aziende con Variazione annua in % capoazienda donna 2000 2011 2012 2000–2012 2011–2012 Classe di dimensioni 0–3 ha 654 578 579 –1,0 0,2 3–10 ha 1 116 1 053 1 021 –0,7 –3,0 10–20 ha 418 704 741 4,9 5,3 20–25 ha 59 152 150 8,1 –1,3 25–30 ha 36 97 96 8,5 –1,0 30–50 ha 52 109 114 6,8 4,6 > 50 ha 11 21 20 5,1 –4,8 Regione Regione di pianura 924 1 042 1 072 1,2 2,9 Regione collinare 580 715 715 1,8 0,0 Regione di montagna 842 957 934 0,9 –2,4 Totale 2 346 2 714 2 721 1,2 0,3 Fonte: UST

Evoluzione del numero di aziende gestite da una donna a titolo principale o a titolo accessorio per regione

La ripartizione delle aziende a titolo principale e a titolo accessorio gestite da donne non rispecchia la situazione che si osserva per la totalità delle aziende. Prendendo in esame queste ultime, si nota che sono gestite a titolo principale oltre i due terzi, mentre tra le aziende gestite da donne, lo sono meno della metà. Tra il 2000 e il 2012, questo rapporto ha tuttavia subito variazioni a favore delle aziende a titolo principale.

Evoluzione del numero di lavoratrici

Nel 2012 oltre un terzo delle persone occupate nell’agricoltura erano donne. Nel complesso, tra il 2000 e il 2012 il numero di donne è diminuito di 15 300 unità circa, registrando un tasso di flessione corrispondente a quello rilevato per tutti i lavoratori. Il calo relativo alle donne interessa in gran parte la manodopera familiare, mentre a livello di manodopera non familiare nell’anno oggetto del rapporto si è registrato un incremento del numero di donne.

13 1.1 Economia
Caratteristica Numero di aziende con Variazione annua in % capoazienda donna 2000 2011 2012 2000–2012 2011–2012 Aziende a titolo principale Regione di pianura 331 541 566 4,6 4,6 Regione collinare 175 287 311 4,9 8,4 Regione di montagna 211 410 405 5,6 –1,2 Totale 717 1 238 1 282 5,0 3,6 Aziende a titolo accessorio Regione di pianura 593 501 506 –1,3 1,0 Regione collinare 405 428 404 0,0 –5,6 Regione di montagna 631 547 529 –1,5 –3,3 Totale 1 629 1 476 1 439 –1,0 –2,5 Fonte: UST
Caratteristica Numero di lavoratrici Variazione annua in % 2000 2011 2012 2000–2012 2011–2012 Manodopera familiare 64 292 50 617 49 577 –2,1 –2,1 di cui capoazienda 2 346 2 714 2 721 1,2 0,3 Manodopera extrafamiliare 10 340 9 542 9 778 –0,5 2,5 di cui extrafamiliare CH 6 786 5 307 5 361 –1,9 1,0 di cui straniere 3 554 4 235 4 417 1,8 4,3 Donne 74 632 60 159 59 355 –1,9 –1,3 Fonte: UST

1.1.1.2 Indicatori economici

n Valore aggiunto lordo

Nell’anno oggetto del rapporto l’economia svizzera ha realizzato un valore aggiunto lordo di 560 miliardi di franchi. Rispetto all’anno precedente vi è stato un aumento di 7 miliardi di franchi circa, vale a dire dell’1,3 per cento. La quota del settore primario si attesta sullo 0,7 per cento, nove decimi dei quali da attribuire all’agricoltura.

Evoluzione del valore aggiunto lordo dei tre settori dell’economia Dati ai prezzi correnti

Avvertenza: in seguito alla revisione parziale del conto economico di giugno 2012, sono state modificate tutte le sequenze di dati degli aggregati.

1 Dati semidefinitivi

2 Dati provvisori

Settore 2000 2010 2011 2 2012 2 Quota Variazione 2012 2010/12 In mio. fr. In % In % Primario 5 408 4 326 4 343 4 096 0,73 –5,3 di cui agricoltura secondo il CEA 4 823 3 827 3 835 1 3 682 3 0,66 –3,8 Secondario 107 378 142 538 148 801 149 864 26,76 5,1 Terziario 293 177 394 462 400 062 406 172 72,51 3,0 Totale 405 963 541 327 553 205 560 131 100,00 3,5
Fonte: UST 14 1.1 Economia
3 Stima

n Commercio estero

Nonostante il difficile contesto economico, nell’anno oggetto del rapporto il commercio estero svizzero ha confermato i risultati positivi del 2011: le importazioni e le esportazioni, pari rispettivamente a 185,4 e 211,8 miliardi di franchi, hanno fatto segnare valori rispettivamente dello 0,5 e dell’1,7 per cento al di sopra di quelli dell’anno precedente. Il saldo della bilancia commerciale nel 2012 ha dato un’eccedenza d’esportazione di 26,4 miliardi di franchi, vale a dire 2,7 miliardi di franchi in più rispetto al 2011.

Evoluzione del commercio estero

Nell’anno oggetto del rapporto il commercio di prodotti agricoli ha avuto, nel complesso, un andamento positivo. Rispetto al 2011 il valore delle importazioni è rimasto stabile a 11,4 miliardi di franchi, mentre quello delle esportazioni ha segnato un incremento di 0,3 miliardi di franchi, attestandosi a 8,1 miliardi di franchi. Benché anche nel 2012 la bilancia commerciale per i prodotti agricoli si sia chiusa con un’eccedenza d’importazione, rispetto all’anno precedente ha subito un ulteriore calo e prima d’ora non si era mai registrato un valore così basso (3,3 mia. fr.).

Nell’anno oggetto del rapporto, il 73 per cento circa delle importazioni agricole proveniva dall’UE. Il 64 per cento dei prodotti esportati dalla Svizzera era destinato all’area europea. Rispetto al 2011, le importazioni dall’UE sono scese di ulteriori 0,2 miliardi di franchi, fissandosi a 8,3 miliardi di franchi, mentre le esportazioni verso l’UE hanno segnato un incremento di 0,3 miliardi di franchi, raggiungendo il livello da primato di 8,1 miliardi di franchi. Nel 2012 la bilancia commerciale con l’UE per i prodotti agricoli ha chiuso con un’eccedenza d’importazione di 3,3 miliardi di franchi.

Importazioni Esportazioni Eccedenza d'importazione e

2000/02 2010 2011 2012 2000/02–12 In mia. fr. % Totale importazioni 137,2 183,4 184,5 185,4 35,1 Prodotti agricoli 8,5 11,5 11,4 11,4 34,1 di cui dall’UE 27 6,4 8,8 8,5 8,3 29,7 Totale esportazioni 137,0 203,5 208,2 211,8 54,6 Prodotti agricoli 3,5 7,8 7,8 8,1 131,4 di cui nell’UE 27 2,5 4,8 4,8 5,0 100,0 Fonte: DGD
1 500 1 000 1 500 2 000 1 000 2 500 500 0 500 1 160 1 220 61 807 453 417 75 354 778 362 356 641 577 281 1 676 1 218 458 1 585 945 1 920 1342
In
Commercio estero di prodotti agricoli con l'EU – 2012 Fonte: DGD
mio. fr.
Spagna Austria Italia Francia Germania 15 1.1 Economia
d'esportazione Altri Paesi Paesi Bassi

In termini di valore, i prodotti agricoli importati in Svizzera provenivano soprattutto dalla Germania, seguita da Italia e Francia. Praticamente due terzi dell’insieme delle importazioni dall’UE provenivano da questi tre Paesi. A Germania, Francia e Italia è stata destinata oltre la metà del valore delle esportazioni nell’UE del 2012.

La bilancia commerciale con i Paesi UE confinanti nonché con la Spagna e i Paesi Bassi ha registrato eccedenze d’importazione. La peggiore bilancia della Svizzera è stata con l’Italia. Quella con l’Austria è decisamente più equilibrata. Nel commercio con i restanti Paesi membri dell’UE la Svizzera ha avuto, nel 2012, un’eccedenza d’esportazione di 61 milioni di franchi.

ed esportazioni di prodotti agricoli trasformati secondo le categorie di prodotti – 2012

Prodotti animali, pesce (1, 2, 3, 5, 16)

Frutta (8)

Verdura (7)

Piante vive, fiori (6)

Semi oleosi, grassi e oli (12, 15)

Cereali e preparati (10, 11, 19)

Bevande (22)

Foraggi, cascami (23)

Generi alimentari (20, 21)

Latticini (4)

Tabacco e diversi (13, 14, 24)

Generi voluttuari (9, 17, 18)

Nell’anno oggetto del rapporto le importazioni hanno interessato essenzialmente bevande, prodotti animali (compreso il pesce), generi voluttuari (caffè, tè e spezie) e preparati alimentari. In termini di valore le importazioni di bevande si compongono per un buon 60 per cento di vini, per il 16 per cento di acque minerali e per il 13 per cento circa di liquori. L’importazione totale di prodotti della voce «prodotti di origine animale, pesce» si compone di oltre il 40 per cento di carne, del 30 per cento circa di pesce e, per il resto, di preparati e conserve di carne.

Com’era già stato il caso l’anno precedente, nel 2012 si sono esportati soprattutto generi voluttuari e bevande, seguiti da preparati alimentari, tabacchi e diversi nonché latticini. I generi voluttuari esportati sono soprattutto caffè (1 691 mio. fr.; 2011: 1 537 mio. fr.), cioccolata e generi alimentari contenenti cacao (715 mio. fr.; 2011: 750 mio. fr.). I preparati alimentari, gli estratti di caffè, le zuppe e le salse rappresentano la quota principale delle esportazioni totali di derrate alimentari.

La bilancia commerciale secondo la categoria di prodotti registra un’eccedenza d’importazione soprattutto per i prodotti animali, compreso il pesce (–1 519 mio. fr.), e la frutta (–979 mio. fr.). Decisamente inferiore è invece quella registrata per le bevande (–63 mio. fr.). Nel 2012 sono state realizzate eccedenze d’esportazione per generi voluttuari, tabacchi e diversi nonché latticini.

16 1.1 Economia
2 500 2 000 1 000 1 000 1 500 1 500 500 2 000 500 0 1 653 134 1 554 2 633 1 079 386 705 319 562 696 134 991 979 1 519 561 582 12 566 5 588 376 63 7 590 497 93 1 070 695 1 799 1 736 237 428 191 39 1 190 1 151
Importazioni
In mio. fr. Importazioni Esportazioni Eccedenza d'importazione e d'esportazione
Fonte: DGD

n Grado di autoapprovvigionamento

Il grado di autoapprovvigionamento è la quota della produzione indigena rispetto al consumo all’interno del Paese. Esso si distingue tra lordo e netto. In quello netto si tiene in considerazione il fatto che una parte della produzione indigena si ottiene utilizzando alimenti importati per animali. Nel calcolo del grado di autoapprovvigionamento netto, pertanto, dalla produzione animale indigena è dedotta la quota ottenuta con alimenti importati per animali.

Andamento del grado di autoapprovvigionamento

Totale netto derrate alimentari

Derrate alimentari di origine vegetale

In seguito alla revisione del bilancio alimentare, non per tutti i gruppi di generi alimentari è possibile confrontare i risultati delle derrate alimentari di origine vegetale e animale con i valori degli anni scorsi, ragion per cui non è più rappresentato un andamento a lungo termine.

Fonte: USC

Nel 2013 il metodo di calcolo del bilancio alimentare ha subito una radicale revisione. Si è contemporaneamente colta l’occasione di adattare i calcoli relativi agli anni 2008–2010 applicando il nuovo metodo NMB08, che è ormai l’unico a venir utilizzato dal 2011. Nell’ambito della revisione i gruppi di derrate alimentari di origine vegetale sono stati accorpati secondo un nuovo schema. I dati sulle sostanze nutritive dei generi alimentari sono stati rivisti completamente sulla base di informazioni attuali e allineati alle moderne abitudini alimentari. Da ciò scaturiscono, tendenzialmente, quantità di sostanze nutritive leggermente più basse. Tuttavia, siccome tale considerazione è valida per tutti i dati di base (produzione indigena, importazioni, esportazioni e variazione delle scorte), non vi sono divergenze riconducibili al passaggio dal vecchio al nuovo metodo di calcolo né per il grado di autoapprovvigionamento lordo né per quello netto. Queste serie di dati possono essere confrontate con quelle ottenute con il metodo precedente e vengono pertanto mantenute.

La produzione di punta dell’agricoltura svizzera è quella animale, il che spiega anche il grado di autoapprovvigionamento relativamente elevato in questo settore. Nel 2011 la quota indigena di prodotti animali ha fatto segnare, con il 100,4 per cento, quasi mezzo punto in meno rispetto al 2010 (100,8 %); quella di prodotti vegetali è aumentata di 5,9 punti rispetto al 2010, attestandosi al 47,5 per cento. Tale evoluzione è riconducibile alle ottime rese ottenute dai contadini svizzeri nell’ambito della produzione vegetale. Nel complesso, nel 2011 il grado di autoapprovvigionamento lordo si è attestato sul 63,5 per cento, segnando un incremento di quasi 3 punti rispetto al 2010 (59,7 %), quello netto ha raggiunto quota 56,4 per cento, superando del 3,6 per cento il livello del 2010.

17 1.1 Economia Tabella 14 Pagina A13
2002
Quota calorica in %
0 20 40 60 80 120 100 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Derrate alimentari di origine animale Totale lordo derrate alimentari
Terminologia e metodi Pagina A58

n Evoluzione degli indici dei prezzi

Tra il 2000/02 e il 2007 l’indice dei prezzi alla produzione dei prodotti agricoli ha fatto registrare un lieve calo. Dopo un breve aumento nel 2008, a quota 105,3 per cento, ha subito un nuovo drastico calo negli anni successivi attestandosi, nel 2012, al 91,0 per cento.

Contrariamente all’indice dei prezzi alla produzione, nel 2012 gli altri indici sono risultati superiori a quelli del 2000/02. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per il sottogruppo «derrate alimentari e bevande analcoliche» è aumentato del 7,0 per cento tra il 2000/02 e il 2008. Da allora è in atto una tendenza al ribasso. Nell’anno oggetto del rapporto ammontava al 101,2 per cento.

Andamento degli indici dei prezzi alla produzione, al consumo e all'importazione di derrate alimentari e alimenti per animali, nonché dell'indice dei prezzi dei mezzi di produzione agricoli

Indice dei prezzi dei mezzi di produzione agricoli

Indice dei prezzi all'importazione di derrate alimentari e alimenti per animali

Indice nazionale dei prezzi al consumo, sottogruppo derrate alimentari e bevande analcoliche Indice dei prezzi alla produzione, agricoltura

L’indice dei prezzi dei mezzi di produzione agricoli ha segnato un rialzo fino al 2008, toccando quota 110,6 punti. Nel biennio successivo è diminuito lievemente, attestandosi a 108 punti. Nel 2011 e nell’anno oggetto del rapporto è stato del 108,6 per cento. L’indice può essere suddiviso in mezzi di produzione di origine agricola (sementi, alimenti per animali) e altri mezzi di produzione. Nel 2012 il primo è aumentato, il secondo è rimasto costante.

L’indice dei prezzi all’importazione di derrate alimentari e bevande è aumentato fino al 2008, raggiungendo quota 114,5 per cento. Da allora si riscontra un calo costante. Nell’anno oggetto del rapporto ammontava al 107,1 per cento.

18 1.1 Economia
2000 – 02 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2012 2011 70 85 80 75 95 90 105 100 110 115 120
Indice (200 0 / 0 2 =100)
Fonti: UST, USC

1.1.1.3 Uscite della Confederazione

n Uscite per agricoltura e alimentazione

Nel 2007 è stato introdotto, nella Confederazione, il Nuovo modello contabile (NMC), che tra i vari cambiamenti della presentazione dei conti include quello relativo alle uscite secondo i settori. Queste ultime, quindi, non sono più confrontabili con quelle degli anni precedenti. I dati sono tuttavia stati ricalcolati applicando il nuovo metodo fino al 2004 (cfr. grafico).

Nell’anno oggetto del rapporto non si sono osservate variazioni significative per quanto riguarda le misure di politica agricola. Per agricoltura e alimentazione sono stati spesi 3 711 milioni di franchi, vale a dire circa 50 milioni in più rispetto al 2011. La voce «agricoltura e alimentazione» figura al sesto posto dopo l’assistenza sociale (20 668 mio. fr.), le finanze e le imposte (9 380 mio. fr.), i trasporti (8 130 mio. fr.), la formazione e la ricerca (6 664 mio. fr.) e la difesa nazionale (4 428 mio. fr.). Nell’anno oggetto del rapporto, le uscite globali della Confederazione ammontavano a 61 736 milioni di franchi, fissandosi circa 600 milioni al di sotto della cifra relativa al 2011.

Evoluzione delle uscite della Confederazione per agricoltura e alimentazione

Valore assoluto (mio. fr.)

In % delle uscite totali

Fonte: Conto dello Stato

Nel 2012 la quota di agricoltura e alimentazione rispetto alle uscite globali della Confederazione è stata del 6,0 per cento.

Nel settore produzione e smercio le uscite sono diminuite solo lievemente rispetto al 2011. Nella produzione vegetale si sono spesi circa 6 milioni di franchi in meno a causa della flessione delle superfici coltive e del raccolto di frutta meno consistente, mentre per il finanziamento dei supplementi in ambito lattiero sono stati utilizzati circa 6 milioni di franchi in più. L’importo destinato alla produzione animale ha subito una flessione di 1 milione di franchi, riconducibile soprattutto al calo degli aiuti all’interno del Paese previsti per il bestiame da macello e la carne.

19 1.1 Economia
2004 0 4 500 4 000 3 500 3 000 2 500 2 000 1 500 1 000 500 0,0 1,0 10,0 8,0 9,0 6,0 7,0 4,0 5,0 2,0 3,0 2005 2006 2007 2008 2010 2009 3 750 3 608 3 645 3 601 3 551 3 666 2011 3 663 2012 3 711 3 692
In mio. fr. In %
Tabella 53 Pagina A57

Evoluzione delle uscite della Confederazione per agricoltura e alimentazione

con l’introduzione, nel 2007, del Nuovo modello contabile (NMC) la Confederazione presenta la propria contabilità con un nuovo sistema, ragion per cui non sono possibili confronti con gli anni precedenti.

Fonti: Conto dello Stato, UFAG

Nell’anno oggetto del rapporto, per i pagamenti diretti la Confederazione ha speso 14 milioni di franchi in più rispetto al 2011. I pagamenti diretti generali sono diminuiti di 4 milioni di franchi a causa della flessione degli effettivi di animali, mentre i pagamenti diretti ecologici sono aumentati di 18 milioni di franchi a causa della partecipazione più massiccia ai programmi regionali e ai provvedimenti che beneficiano di pagamenti ecologici (OQE, protezione delle acque, protezione delle risorse).

Nel 2012 le uscite nel settore del miglioramento delle basi di produzione sono aumentate di 41 milioni di franchi rispetto all’anno precedente, poiché nel 2011 le spese per i crediti d’investimento (CI) erano state ridotte a 13 milioni di franchi per poi essere nuovamente aumentate, nel 2012, al livello, costante da anni, di 54 milioni di franchi. Nel 2011 la riduzione era stata applicata in seguito alla correzione non proporzionale del rincaro nell’ambito di spesa agricoltura e alimentazione nel quadro del Programma di consolidamento 2011/2013. Inoltre, dal 2012 il limite di spesa del miglioramento delle basi di produzione comprende anche le uscite per la consulenza.

A livello delle altre spese, i fondi diminuiscono di 22 milioni di franchi, poiché i contributi per la consulenza figurano per la prima volta nel limite di spesa del miglioramento delle basi di produzione. Sono inoltre diminuiti rispettivamente di 4 e 6 milioni di franchi gli assegni familiari nell’agricoltura e i contributi per i prodotti agricoli trasformati.

20 1.1 Economia
Ambito di spesa 2007 2008 2009 2010 2011 2012 In mio. fr. Produzione e smercio 548 536 471 428 441 440 Pagamenti diretti 2 596 2 546 2 742 2 769 2 795 2 809 Miglioramento delle basi di produzione 175 184 170 172 135 192 Ulteriori uscite 282 285 308 297 293 270 Totale agricoltura e alimentazione 3 601 3 551 3 692 3 666 3 663 3 711 Avvertenza:

1.1.2 Mercati

Dopo un inizio d’anno gelido, con fronti freddi fino alla fine della prima quindicina di febbraio, la situazione è ritornata normale, con piogge regolari e, nel complesso, un soleggiamento superiore alla media soprattutto a marzo e ad agosto. La crescita dell’erba è stata precoce, tanto che il 2012 è da considerarsi, a livello europeo, un’ottima annata per quanto concerne il raccolto di insilato e fieno. I cereali, con un volume di raccolto medio, sono stati di qualità soddisfacente. Le malattie hanno rappresentato una sfida notevole per alcune regioni che, a causa del problema delle micotossine, hanno dovuto monitorare in particolare il mais da granella.

Per quanto concerne i semi oleosi, le patate e le barbabietole da zucchero, rese e qualità sono state medie e pertanto la situazione sul mercato è evoluta in maniera equilibrata. L’orticoltura è stata favorita dal tempo e di conseguenza la situazione sul mercato è risultata più tranquilla rispetto all’anno precedente. I prezzi si sono tuttavia stabilizzati a un livello basso. Anche nei settori della viticoltura e della frutticoltura i raccolti rientrano nella norma. I mercati erano invece saturi a causa delle cospicue giacenze di concentrato di succo di pera e della vendemmia 2011 che aveva segnato un volume dell’8,6 per cento superiore a un anno prima.

Nell’anno oggetto del rapporto la produzione vegetale ha rappresentato il 43 per cento del valore totale della produzione dell’agricoltura svizzera. Rispetto all’anno precedente il valore è rimasto costante.

Il 46,7 per cento del valore della produzione dell’agricoltura, vale a dire 0,4 per cento in meno rispetto al 2011, è riconducibile alla produzione animale. L’offerta di suini da macello si è mantenuta su livelli elevati, provocando una pressione costante su un mercato già teso. L’eccessiva offerta ha avuto ricadute negative sui prezzi spuntati nel 2012. Essi sono infatti diminuiti, com’era peraltro già stato il caso nel 2010 e nel 2011. I prezzi degli alimenti per animali notevolmente rincarati, a causa di tensioni nell’approvvigionamento sul piano mondiale, hanno contributo ad aggravare ulteriormente la situazione nel 2012. Il mercato lattiero è rimasto teso e il prezzi non hanno accennato ad aumentare, rimanendo a un livello basso. Soltanto verso fine anno è intervenuta un’inversione di tendenza che ha spinto i prezzi al rialzo.

Composizione del settore agricolo – 2012

Attività accessorie non agricole 4 %

Prestazioni di servizio nell'agricoltura 7 %

Altri prodotti vegetali 2 %

Vino 4 %

Frutta 5 %

Orticoltura 14 %

Piante foraggiere 10 %

Patate, barbabietole da zucchero 3 %

Cereali 4 %

Totale 10,0 mia. fr.

Latte 21 %

Bovini 12 %

Suini 8 %

Pollame, uova 5 %

Altri prodotti animali 1 %

Fonte: UST

La quota della produzione, costituita da prestazioni di servizio nell’agricoltura (lavori specializzati nella campicoltura o nella detenzione di animali) e da attività accessorie non agricole, è aumentata lievemente rispetto all’anno precedente, toccando il 10,5 per cento del valore della produzione totale. Nel 2012 il valore della produzione dell’intero settore è stato di 9,98 miliardi di franchi, facendo segnare un calo dell’1,9 per cento rispetto al 2011.

21 1.1 Economia
Tabella 15 Pagina A14

1.1.2.1 Latte e latticini

Nel corso dell’anno oggetto del rapporto lo smercio di latticini all’estero è stato difficile a causa del franco forte. Nonostante questa impegnativa situazione dal profilo della competitività, rispetto all’anno precedente i provvedimenti di sgravio del mercato promossi dalla categoria hanno determinato un incremento delle esportazioni di burro superiore alla media. Inoltre da gennaio a maggio 2013 le esportazioni di formaggio a pasta dura sono aumentate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente di più di 1 500 tonnellate, attestandosi a un valore medio invariato di 9.10 franchi al chilogrammo. Fatta eccezione per il latte biologico, il prezzo alla produzione del latte ha subito un ulteriore calo rispetto al 2011 a causa della costante elevata produzione di latte.

n Produzione: fine delle elevate forniture di latte

Nel 2012 la produzione totale di latte ha toccato quota 4,08 milioni di tonnellate, delle quali 636 000 circa sono servite per uso privato o per il foraggiamento degli animali della propria azienda. Le forniture di latte, incluse quelle della zona franca attorno a Ginevra (63 t al giorno) e del Principato del Liechtenstein, hanno registrato un lieve calo dello 0,03 per cento attestandosi a 3,468 milioni di tonnellate. A tal proposito va osservato che la produzione di latte nel primo semestre dell’anno è aumentata del 3 per cento, nel secondo è tuttavia diminuita del 3,3 per cento. La tendenza al ribasso si è rafforzata tra gennaio e aprile 2013 con un calo medio del 5,5 per cento. I prezzi alla produzione inferiori rispetto all’anno precedente, la deludente situazione sul fronte dello smercio di determinati latticini e alimenti per animali di minore qualità a causa delle condizioni metereologiche, possono aver contribuito in modo determinante a ciò. Nell’anno oggetto del rapporto la produzione di formaggio è aumentata dell’1 per cento e quella di burro dello 0,7 per cento, mentre il volume di produzione di latte di consumo e latte in polvere ha registrato un calo.

Evoluzione delle forniture di latte (incl. zone franche e Principato del Liechtenstein)

2000 /02 2006 2007 2008 2009 2011 2012 2010
In mio. t
3,0 3,1 3,2 3,3 3,4 3,5 22 1.1 Economia
Fonte: TSM

Valorizzazione: aumento della produzione di formaggio a pasta dura e burro

Nella fabbricazione dei vari latticini si utilizzano percentuali diverse delle componenti del latte. Nella caseificazione, ad esempio, a seconda della categoria di grasso del formaggio prodotto si aggiunge o si toglie grasso del latte. Per tale motivo, la valorizzazione del latte commercializzato è espressa in equivalente del latte (EL) in base alle sue componenti. Un EL corrisponde a 73 grammi di proteine e grasso, ovvero a un chilogrammo di latte di qualità media contenente 33 grammi di proteine e 40 grammi di grasso. L’EL funge dunque da unità di misura per il calcolo della quantità di latte trasformato in latticini. Ben il 42 per cento degli EL è tuttora destinato alla produzione di formaggio e ricotta (quark), che risulta pertanto il tipo di valorizzazione preminente. È degno di nota il forte aumento della produzione di ricotta (quark) rispetto all’anno precedente di 7 000 tonnellate, ovvero del 43 per cento, attestandosi a 23 214 tonnellate EL.

Valorizzazione del latte in equivalente del latte – 2012

Burro 17,0 %

Conserve di latte (latte condensato, latte in polvere, panna in polvere, ecc.) 10,6 %

Altri latticini freschi (gelato, bevande a base di latte, dessert a base di latte, ecc.) 2,8 %

Yogurt 3,3 %

Panna di consumo 8,1 %

Altra valorizzazione (p.es. proteine in polvere ad alta concentrazione 3,8 %

Formaggio 42,0 %

Ricotta (quark) 0,7 %

Latte di consumo 11,9 %

Fonte: TSM

Nel 2012 la produzione di formaggio è diminuita di 500 tonnellate circa rispetto all’anno precedente, attestandosi a 181 180 tonnellate. Il formaggio a pasta dura, con un totale di 69 392 tonnellate, ovvero il 38,3 per cento, è tuttora il prodotto con il volume di produzione più consistente. La produzione di formaggio a pasta dura è aumentata di 1 564 tonnellate. Tale incremento di volume è riconducibile prevalentemente all’incremento di produzione di Emmentaler DOP di 928 tonnellate ovvero del 3,7 per cento. È soddisfacente anche il continuo incremento, che perdura da vari anni, della produzione di formaggio a pasta dura del 3,1 per cento (+1 836 t) rispetto al 2011 e del 9,2 per cento (+5 142 t) rispetto al 2008. Dopo il costante aumento della produzione di formaggio fresco e a pasta molle negli anni precedenti, nell’anno oggetto del rapporto questa ha subito un calo del 7 per cento, attestandosi a 43 563 tonnellate (–3 407 t) per il formaggio fresco e a 6 329 tonnellate (–468 t) per quello a pasta molle. In testa alla classifica delle varietà di formaggio con i volumi di produzione maggiori vi sono il Gruyère DOP e l’Emmentaler DOP, con rispettivamente 28 400 e 26 200 tonnellate; segue, al terzo posto, la mozzarella con una produzione annua di 21 400 tonnellate e con la crescita più massiccia, pari ad oltre il 4 per cento. Nonostante le elevate forniture di latte, rispetto all’anno precedente, la produzione di latte in polvere e di latte condensato è diminuita di 266 tonnellate, ovvero dello 0,5 per cento; tale flessione è da ricondurre principalmente alla minore produzione di latte intero in polvere. In seguito ai continui incrementi delle forniture di latte, la produzione di burro e di grasso del latte segna un incremento del 3,2 per cento, ovvero 1 573 tonnellate, toccando il livello da primato di 50 642 tonnellate. La produzione di yogurt è aumentata di circa 2 000 tonnellate attestandosi a 141 700 tonnellate. Al contrario, la produzione di bevande a base di latte ha registrato un calo di 1 400 tonnellate, attestandosi a 67 296 tonnellate.

n
Totale 3 470 831 t latte
23 1.1 Economia

n Commercio estero: bilancia ancora positiva

La bilancia commerciale della Svizzera per latte e latticini è stata positiva anche nell’anno oggetto del rapporto. Mentre i quantitativi esportati di formaggio, latte in polvere, burro e panna superavano le importazioni, il calo delle esportazioni registrato nell’anno precedente di 1 715 tonnellate per lo yogurt, nel 2012 ha potuto essere parzialmente compensato con un incremento di 87 tonnellate, raggiungendo quota 5 277 tonnellate. A tali difficili condizioni di esportazione potrebbe aver contribuito in maniera determinante il franco forte.

Nell’anno oggetto del rapporto, le esportazioni di formaggio sono aumentate del 4 per cento, raggiungendo 62 457 tonnellate, mentre le importazioni hanno toccato le 50 852 tonnellate, registrando un aumento del 4 per cento. Nel 2012 è stato esportato e importato formaggio per un valore rispettivamente di circa 545 e 363 milioni di franchi. La Svizzera ha esportato circa l’82 per cento, ovvero 51 000 tonnellate di formaggio nei Paesi dell’UE, tra i quali la Germania e l’Italia sono stati i maggiori acquirenti con rispettivamente 27 760 e 12 385 tonnellate. Va tuttavia tenuto in considerazione il fatto che il formaggio, dopo l’esportazione in determinati Paesi dell’UE, viene spesso rivenduto in altri Paesi dell’UE e le statistiche doganali non consentono di stabilire in quale Paese alla fine è stato consumato il formaggio svizzero. Rispetto all’anno precedente i quantitativi esportati nell’UE sono aumentati di ben 888 tonnellate. Come negli scorsi anni, il formaggio a pasta dura con 35 000 tonnellate detiene la percentuale di esportazioni totali più elevata. I consumatori stranieri hanno prediletto l’Emmentaler DOP del quale ne sono state esportate complessivamente 17 863 tonnellate, di cui la maggior parte (8 790 t; 49 %) in Italia. Oltreoceano il più richiesto è stato il Gruyère DOP con 4 200 tonnellate esportate, di cui 2 512 vendute negli USA.

Nel 2012 le importazioni di formaggio pari complessivamente a 49 100 tonnellate provenivano praticamente tutte dall’UE. Rispetto alla media degli anni 2000/02, le importazioni sono aumentate di 18 000 tonnellate e rispetto all’anno precedente soltanto di 211 tonnellate, la maggior parte provenienti da Italia (19 155 t), Francia (13 779 t) e Germania (10 887 t). Le quote d’importazione più cospicue hanno interessato il formaggio fresco, con 18 908 tonnellate, e il formaggio a pasta molle, con 9 000 tonnellate. Mentre le importazioni di formaggio a pasta dura sono rimaste quasi stabili, con 7 516 tonnellate (+37 t), continua la tendenza al rialzo dal punto di vista quantitativo delle varietà di formaggio a pasta molle e semidura. Le importazioni di formaggio a pasta molle sono aumentate del 3,7 per cento (322 t) e quelle del formaggio a pasta semidura del 5,7 per cento, raggiungendo quota 8 007 tonnellate. Il formaggio fresco estero è più apprezzato che mai dai consumatori svizzeri con un volume di importazione di 18 908 tonnellate (4,7 %). Per quanto riguarda il formaggio fresco, il maggiore fornitore è stato l’Italia (8 210 t), mentre il 61 per cento del formaggio a pasta molle importato, ovvero 5 514 tonnellate, proviene dalla Francia. Sono aumentate solo leggermente le importazioni di formaggio fuso (formaggio convenience destinato, come prodotto semilavorato, all’industria alimentare di trasformazione), segnatamente di 46 tonnellate, attestandosi a 3 725 tonnellate.

caseario Svizzera UE

Nel 2012 il fabbisogno di burro è stato ampiamente coperto dalla produzione indigena. A causa prevalentemente dell’incremento delle forniture di latte e problemi correlati allo smercio di singole varietà di formaggio, la produzione di burro resta molto elevata e si è attestata a 50 642 tonnellate (+1 653 t). Tali

24 1.1 Economia
Commercio
In t Importazioni CH dall'UE Esportazioni CH verso l'UE Fonte: DGD 0 55 000 50 000 45 000 40 000 35 000 25 000 30 000 20 000 15 000 10 000 5 000 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 3 0 808 4 2 909 3 1 171 4 0 399 3 1 459 4 0 301 3 3 298 4 1 089 4 1 081 4 4 816 4 6 887 4 7 710 4 9 096 5 0 941

motivi, oltre all’esigua portata del contingente doganale parziale per il burro, hanno fatto sì che nel 2012 venissero importate soltanto 120 tonnellate di questo prodotto.

Nell’ambito dei provvedimenti di sgravio promossi dalla categoria sono state esportate 7 352 tonnellate di burro, circa 1 840 in più rispetto all’anno scorso. Le esportazioni di panna, invece, hanno registrato un calo di 1 200 tonnellate, attestandosi a 2 600 tonnellate.

n Liberalizzazione del commercio caseario con l’UE

Dopo una progressiva riduzione dei dazi e delle sovvenzioni alle esportazioni tra la Svizzera e l’UE a partire dal 1° giugno 2002, il commercio caseario è liberalizzato dal 1° giugno 2007.

L’Istituto di ricerca BAKBASEL, su mandato dell’UFAG, ha valutato gli effetti della liberalizzazione. A tal proposito si è constatato che il libero scambio ha generato un aumento sia delle importazioni che delle esportazioni di formaggio. La liberalizzazione del commercio caseario, inoltre, ha favorito l’incremento della produzione di formaggio indigeno, ha contribuito a una maggiore offerta a prezzi tendenzialmente più bassi per i consumatori e ha potenziato la competitività della categoria.

La produzione indigena di formaggio dal 2007 è aumentata costantemente e dal 2010 si situa oltre 180 000 tonnellate. Nel 2012 sono state prodotte 181 180 tonnellate di formaggio, ovvero 8 200 in più rispetto al 2006 e 21 000 tonnellate più del 2003. Contemporaneamente è aumentata l’offerta di diverse varietà e questo è uno dei motivi dell’aumento del consumo di formaggio constatato negli ultimi anni. Nel 2012 si è verificata un’inversione di tendenza. Il formaggio a pasta semidura, con un incremento della produzione di 11 200 tonnellate (+23 %), attestandosi a 60 800 tonnellate, nonché il formaggio fresco con un aumento del 7 per cento, raggiungendo quota 43 600 tonnellate, hanno registrato i maggiori incrementi dal 2006.

La progressiva apertura del mercato nei confronti dell’UE ha avuto effetti positivi sulla bilancia commerciale del formaggio della Svizzera. Dal 2003, le esportazioni e il loro valore monetario sono aumentate, in media rispettivamente del 2,9 per cento e del 2 per cento l’anno. Nell’anno oggetto del rapporto, la Svizzera ha esportato ben 51 100 tonnellate di formaggio per un valore di 415 milioni di franchi nell’UE e ha importato da quest’ultima 49 100 tonnellate per un ammontare di 353 milioni di franchi. La liberalizzazione ha spinto al rialzo le importazioni di formaggio dall’UE cresciute del 5,5 per cento in termini di quantità e del 2,9 per cento l’anno in termini di valore. Queste hanno interessato soprattutto i formaggi freschi e a pasta molle a basso costo.

n Consumo in calo

Da diversi anni si segnalano soltanto lievi variazioni nel consumo pro capite di latte e latticini e nell’anno oggetto del rapporto si registra un lieve calo per tutti i prodotti. Con 20,8 chilogrammi pro capite, il consumo di formaggio segna un calo di 0,6 chilogrammi rispetto all’anno precedente. Anche il consumo pro capite di yogurt diminuisce leggermente di 0,1 chilogrammi, attestandosi a 18,2 chilogrammi, mentre per il latte di consumo e il latte da bere è stato registrato un consumo inferiore, ovvero 66 chilogrammi pro capite (–2,7 kg).

n Prezzi alla produzione: continua la pressione

Il prezzo medio alla produzione del latte è diminuito del 3,5 per cento a causa delle elevate forniture e delle difficoltà di smercio rispetto all’anno precedente. Nel 2012 si è attestato a 60,46 centesimi il chilogrammo, segnando un calo di 2,21 centesimi rispetto al 2011.

L’economia lattiera svizzera è fortemente connessa ai mercati esteri soprattutto perché il commercio di formaggio è totalmente liberalizzato nell’UE. Il prezzo medio del latte è pertanto influenzato dall’andamento internazionale dei prezzi e soprattutto dalla situazione dello smercio nell’UE. La differenza del prezzo del latte con l’UE ammonta, mediamente, a 20 centesimi il chilogrammo, esattamente come l’anno precedente, ma a circa 5 centesimi al chilogrammo in meno rispetto al 2009. Nel 2012 le condizioni restano ottimali senza ricadute sui prezzi alla produzione poiché i quantitativi esportati, conseguentemente al franco forte, sono stati venduti a prezzi mediamente inferiori al valore della merce. Ad aprile 2013 la differenza del prezzo del latte con l’UE ammontava a 3 centesimi al chilogrammo in meno rispetto al mese precedente

25 1.1 Economia

e potrebbe aver contribuito all’aumento delle esportazioni di formaggio all’inizio del 2013. Il calo delle forniture di latte è uno dei motivi per cui ad aprile 2013 il prezzo alla produzione è aumentato di circa 1 centesimo rispetto all’anno precedente.

Confronto prezzo del latte Svizzera / internazionale 2010 – primavera 2013

Prezzo medio latte CH (4,0% grassi, 3,3% proteine, IVA incl.)

Prezzo medio del latte UE (4,2% grassi, 3,4% proteine, IVA escl.)

n Prezzi al consumo: tendenza al ribasso

Nel 2012 sono diminuiti i prezzi medi al consumo del latte di consumo e della maggior parte dei latticini. Solo per il latte scremato si osserva un aumento di prezzo rispetto all’anno precedente. Nel 2012 i prezzi al consumo della maggior parte delle varietà di formaggio sono scesi: 1 chilogrammo di Emmentaler surchoix nei negozi costa solo 16.36 franchi (–1.84 fr./kg), il Gruyère surchoix 19.08 franchi (–1.04 fr./kg) e il Tilsiter surchoix 14.61 franchi al chilogrammo (–1.69 fr./kg).

Nell’anno oggetto del rapporto, l’elevata produzione di burro ha comportato una flessione dei prezzi al consumo, come nell’anno precedente. Il prezzo per «Il Burro» (burro da cucina) era di 3.00 franchi per 250 grammi (–6 ct.). Il calo di prezzo della panna di consumo è arrivato fino a 20 centesimo al litro. I prezzi dello yogurt si sono attestati a 0.61 franchi (–3 ct.) per un vasetto da 180 grammi. Indice

In ct. / kg
10.00 20.00 30.00 40.00 50.00 60.00 70.00 Gen 10 Mar 10 Mag 10 Lug 10 Set 10 Nov 10 Gen 11 Mar 11 Mag 11 Lug 11 Set 11 Nov 11 Gen 12 Mag 12 Lug 12 Set 12 Nov 12 Gen 13 Mar 13 Mar 12
Fonti: UFAG, www.milkprices.nl
USA Nuova
Zelanda
di
e
Indice (dic. 2010 = 100) Fonte:
85 115 110 105 100 95 90 2000 / 02 2005 2007 2009 2012 2011 Panna Latte Formaggio Altri
Burro 26 1.1 Economia
del prezzo al consumo
latte
latticini
UST
latticini

1.1.2.2 Animali e prodotti di origine animale

Dal punto di vista economico, per i detentori di animali l’anno oggetto del rapporto, come già quelli precedenti, è stato un anno inferiore alla media: i prezzi alla produzione della carne suina hanno subito un calo in media del 4 per cento rispetto al 2011. Quelli della carne di vacca, di manzo, di vitello e di agnello non hanno segnato variazioni significative rispetto al 2011. La produzione di carne è stata di 4 200 tonnellate inferiore rispetto a quella del 2011. Le importazioni di carne e prodotti carnei, invece, hanno superato quelle dell’anno precedente di 4 685 tonnellate (+115 %). In termini di valore le esportazioni sono diminuite del 6 per cento attestandosi a 80 milioni di franchi (–5 mio. fr.). La produzione di carne di pollame è aumentata ulteriormente raggiungendo quota 48 600 tonnellate di peso alla vendita. Come nell’anno precedente, è stata consumata più carne di pollame che di manzo mentre la quota indigena di carne di pollame è aumentata al 53 per cento. Questo sviluppo positivo è correlato alla crescita demografica, alla sempre maggiore predilezione per i prodotti svizzeri di qualità manifestata in questi ultimi anni da un’ampia fetta della popolazione e al consumo di carne di pollame costantemente in rialzo. Considerando tutti i tipi di carne, l’81 per cento di quella consumata era di produzione nazionale.

n Produzione: effettivo di pollame costantemente in aumento

Nell’anno oggetto del rapporto i contadini hanno detenuto circa 1,57 milioni di capi di bovini. Ciò corrisponde a un calo dello 0,6 per cento rispetto all’anno precedente. Al contrario l’effettivo di vacche da latte e madri è aumentato di 2 000 capi, attestandosi a 707 000 (+0,3 %). L’effettivo di suini, a causa della difficile situazione, ha registrato un calo di circa 30 000 animali, attestandosi a 1,55 milioni di capi. Poiché dal 2000 il numero di detentori di suini si è pressoché dimezzato, in Svizzera sono rimaste circa 7 700 aziende dedite all’allevamento di suini. Grazie alla situazione favorevole sul mercato della carne di pollame e delle uova, nell’anno oggetto del rapporto l’effettivo totale di pollame è aumentato a 9,9 milioni di capi (+5,2 %) rispetto all’anno precedente e di più di un terzo rispetto alla media degli anni 2000/02.

27 1.1 Economia

La produzione di tutti i tipi di carne è diminuita rispetto all’anno precedente di circa l’1 per cento (–4 172 t). Mentre la produzione di carne di manzo è aumentata di 670 tonnellate (+0,6 %), attestandosi a 112 400 tonnellate, la produzione di carne suina è diminuita di 6 294 tonnellate, raggiungendo quota 242 700 tonnellate circa. L’attuale eccedenza di carne suina, in relazione al ciclo di produzione dei maiali, potrebbe aver contribuito a tale sviluppo insieme al crescente turismo degli acquisti a causa del franco forte. La quota indigena di carne pronta alla vendita aumenta nuovamente per la carne di manzo, segnatamente dell’1 per cento, attestandosi all’84,4 per cento dopo un calo registrato nel 2011 nella stessa misura. Per la carne suina la quota indigena è aumentata dell’1,7 per cento, attestandosi al 96,9 per cento. La costante crescita della domanda di carne di pollame ha generato un aumento di oltre il 5 per cento della produzione indigena, superando le 48 600 tonnellate di peso alla vendita. Con circa il 53 per cento della quota indigena rispetto al consumo, in Svizzera non si è mai prodotta così tanta carne di pollame come ora. Al contrario la produzione di carne di agnello è diminuita a 5 007 tonnellate, circa il 6,5 per cento in meno rispetto all’anno precedente (5 355 t). Nel 2012 la produzione di carne di vitello ha registrato ancora un calo di 345 tonnellate (–1,1 %), raggiungendo quota 31 918 tonnellate.

Nel 2012 la produzione di uova aumenta dell’1 per cento, attestandosi a 765 milioni di unità. Benché le vendite di questo quantitativo supplementare di uova siano andate bene, i prezzi alla produzione sono stabili e ammontano per le uova da allevamento all’aperto a 23 centesimi a uovo e per quelle da allevamento al suolo a 21,7 centesimi a uovo. Mentre le importazioni di uova di consumo sono aumentate rispetto al 2011 di 8,3 milioni, il volume di uova di trasformazione in prodotti di uova importate ha registrato un calo di oltre 10 milioni (–4,1 %). La quota di uova svizzere sulle vendite di uova di consumo è rimasta invariata al 76 per cento. Se nella statistica dei consumi si considerano anche i prodotti a base di uova, le galline ovaiole indigene hanno prodotto ben il 50 per cento delle uova e dei prodotti a base di uova consumati.

n Commercio estero: la carne secca di manzo è il prodotto più esportato

Nell’anno oggetto del rapporto l’esportazione di carne e prodotti carnei ha toccato quota 8 780 tonnellate aumentando di 4 685 tonnellate, ovvero del 115 per cento circa rispetto al 2011. I dati contengono anche le quantità di carne e prodotti carnei esportate nel quadro del traffico di perfezionamento. Più del 95 per cento è stato esportato nei Paesi dell’UE. Come sempre, con 1 860 tonnellate, il prodotto maggiormente esportato è stato la carne secca di manzo verso, quasi senza eccezioni, Germania (666 t) e Francia (1 186 t). Le esportazioni di carne di pollame registrano un’impennata di 2 780 tonnellate, attestandosi a 3 486 tonnellate. I Paesi Bassi, con 2 224 tonnellate, sono stati il principale Paese importatore con il 70 per cento delle importazioni. Al secondo posto vi è l’Austria, con 251 tonnellate, e principalmente con petti di galline congelati provenienti dalla Svizzera, per un valore commerciale di 1,36 milioni di franchi (5.41 fr./ kg). I Paesi Bassi, invece, hanno importato esclusivamente frattaglie commestibili di galline, fegato incluso, per un valore di 263 000 franchi (12 ct./kg). Le esportazioni di carne suina fresca, congelata o refrigerata

28 1.1 Economia
Evoluzione della produzione di carne e di uova Indice (200 0 / 02 = 100)
/ Aviforum 50 170 150 130 110 70 90 2006 Carne di pollame Carne di manzo Uova in guscio Carne suina Carne ovina Carne equina 2000 / 02 2004 2008 2012 2010
Fonti: Proviande

sono triplicate raggiungendo quota 3 278 tonnellate (+2 225 t) e in effetti questo può essere considerato come un provvedimento di sgravio del mercato. Le esportazioni di insaccati sono diminuite di 11 tonnellate, attestandosi a 289 tonnellate, mentre quelle di preparazioni di carne e conserve sono aumentate di 5 tonnellate, raggiungendo quota 183 tonnellate. Questi prodotti sono stati esportati per la maggior parte in Germania e Francia e in minore misura in Austria. Il nostro Paese, inoltre, ha esportato 20 928 tonnellate di sottoprodotti della macellazione. Il valore commerciale delle esportazioni svizzere di carne, prodotti carnei e sottoprodotti della macellazione è stato di circa 80 milioni di franchi, ovvero di 5 milioni in meno rispetto all’anno precedente.

Provenienza della carne importata – 2012

Nel 2012, le aziende svizzere hanno importato complessivamente 118 415 tonnellate di carne, prodotti carnei e sottoprodotti della macellazione. Le importazioni provenienti da Paesi dell’UE sono state complessivamente di 80 540 tonnellate (68 %). Il valore commerciale è stato di 824 milioni di franchi (non sdoganato, franco frontiera). Rispetto all’anno precedente il volume ha segnato un calo di quasi il 2 per cento e il valore commerciale ben del 3 per cento. I principali fornitori sono stati: Germania con 36 002 tonnellate (30 %), Brasile con 21 998 tonnellate (18,6 %), Francia con 9 184 tonnellate (7,8 %) e Italia con 8 862 tonnellate (7,5 %). La carne di pollame e quella di manzo sono risultate quelle più importate con volumi d’importazione pari rispettivamente a 45 279 (peso alla vendita) e 20 214 tonnellate. Sono state importate anche 68 526 tonnellate (–2 %) di pesce e crostacei per un valore commerciale di 664 milioni di franchi (+1 %).

Per la carne bovina e suina il maggior fornitore della Svizzera resta la Germania. Quasi il 37 per cento della carne di pollame importata proviene invece dal Brasile, soprattutto come merce congelata. Oltre tre quarti della carne di agnello importata proviene dai maggiori esportatori a livello mondiale, Australia e Nuova Zelanda, mentre praticamente tutta la carne caprina importata arriva, come già avviene da anni, dalla Francia. Particolarmente apprezzati rimangono gli insaccati tedeschi e soprattutto quelli italiani: quelli importati dall’Italia nel 2012 sono aumentati di 60 tonnellate, attestandosi a 3 172 tonnellate, mentre il volume di importazione proveniente dalla Germania è rimasto stabile su 1 113 tonnellate. Il valore della merce ammonta a 65 milioni di franchi e, solo per l’Italia, a 51 milioni di franchi, ovvero 16 franchi per ogni chilogrammo di insaccati. Sulle tavole elvetiche (economie domestiche e strutture di ristorazione) sono giunte preparazioni di carne e conserve provenienti da Germania, Francia e Ungheria, per rispettivamente circa 3 100, 1 650 e 1 100 tonnellate.

Nell’anno oggetto del rapporto sono state esportate complessivamente 258 manze e vacche, rispetto alle 433 dell’anno precedente. 96 animali sono stati venduti in Italia. 4 039 animali della specie bovina provengono dall’estero, 300 capi in meno rispetto all’anno precedente; di questi 2 906 capi, ovvero il 72 per cento, sono stati importati dalla Francia. Gli acquirenti svizzeri hanno comprato 4 313 animali della specie equina all’estero. Di questi la metà provenivano dalla Germania e il 22 per cento dalla Francia. Il numero di animali della specie equina esportati ha registrato un lieve calo di 36 animali, attestandosi a 1 288 capi.

29 1.1 Economia
In % Altri Paesi Australia Nuova Zelanda Brasile Irlanda Gran Bretagna Austria Italia Francia Germania
0 100 90 70 80 60 50 30 40 20 10
Fonti: DGD / Proviande Carne di manzo Carne suina Carne di pollame Carne ovina Carne caprina

Per quanto riguarda gli ovini e i caprini, le importazioni sono diminuite di 22 capi, attestandosi a 587, mentre il numero di animali esportati è più che raddoppiato, con un incremento di 385 animali e raggiungendo quota 633 capi.

Le importazioni di uova di consumo e destinate alla trasformazione in guscio (escl. uova da cova e uova in guscio importate nel quadro del traffico di perfezionamento) ammontano a 30 153 tonnellate. Ben il 45 per cento delle uova importate proveniva dai Paesi Bassi. Le aziende che fabbricano prodotti a base di uova ne hanno impiegate la metà nell’industria di trasformazione e i prodotti così ottenuti sono stati utilizzati nell’industria alimentare e nel settore della ristorazione. In Svizzera, inoltre, sono state importate 6 868 tonnellate di prodotti di uova liquidi ed essiccati nonché di albume d’uovo prevalentemente dall’UE.

n Consumo: consumo di carne in calo

Dopo gli aumenti del consumo di carne nel 2010 e nel 2011, nel 2012 si è avuta un’inversione di tendenza. Il consumo di carne si è attestato a 421 018 tonnellate, 10 000 tonnellate in meno (–2,3 %) rispetto all’anno precedente. Al primo posto resta, nonostante un leggero calo, il consumo di carne suina con 191 587 tonnellate (–4 %), seguita dalla carne di pollame (92 030 t; +0,3 %) e da quella bovina (90 028 t; –0,6 %). Anche se il consumo resta modesto dal profilo quantitativo, dal 2002 per la carne equina si constata una tendenza al rialzo: se rispetto al 2011 l’aumento è stato di sole 27 tonnellate, rispetto al 2002 si è registrata una crescita del 17 per cento toccando, nell’anno oggetto del rapporto, 5 441 tonnellate. Il consumo di pesce e crostacei ha registrato un calo di 1 564 tonnellate (–2,2 %) rispetto all’anno precedente.

Nel 2012 la buona predisposizione dei consumatori si è leggermente offuscata a causa delle turbolenze sui mercati finanziari europei. Il crescente turismo degli acquisti come conseguenza del cambio favorevole ha inoltre avuto ripercussioni sul consumo registrato dal punto di vista statistico. Infine la stagione delle grigliate è stata letteralmente un fiasco a causa del brutto tempo. Nell’anno oggetto del rapporto il consumo pro capite di carne pronta alla vendita è diminuito del 3,8 per cento attestandosi a quota 51,72 chilogrammi: la carne suina, con 23,54 kg pro capite (–5,5 %), è tuttora la più apprezzata, ma hanno incontrato il gradimento dei consumatori anche la carne di pollame (11,3 kg) e quella di manzo (11,1 kg).

Nel 2012 è stata consumata nuovamente più carne di pollame che di manzo. Il consumo di carne di vitello è sceso a 3,13 chilogrammi pro capite (–2,8 %). Se, rispetto alla media degli anni 2000/02, il consumo pro capite di carne di pollame è aumentato di quasi un quarto, quello di carne di vitello e di agnello, invece, è diminuito di un quinto.

30 1.1 Economia
Evoluzione del consumo pro capite di carne e uova Indice (200 0 / 02 = 100) Fonti: Proviande / Aviforum 75 125 120 115 110 105 100 95 85 80 90 2006 Carne di pollame Carne di manzo Carne equina Carne suina Uova in guscio Carne di vitello Carne ovina 2000 / 02 2004 2008 2010 2012

n Prezzi alla produzione

Nell’anno oggetto del rapporto il prezzo dei suini da macello si attesta in media sui 3.45 franchi al chilogrammo di peso alla macellazione, rispettivamente il 4 e il 9 per cento in più del 2011 e del 2010, come conseguenza della grande offerta e di una domanda decisamente in calo. Rispetto al 2011, invece, i prezzi medi del bestiame da banco sono aumentati di 14 centesimi e i prezzi dei vitelli di 2 centesimi al chilogrammo di peso alla macellazione. I prezzi degli agnelli hanno subito una flessione di 1 centesimo per chilogrammo di peso alla macellazione.

Evoluzione dei prezzi alla produzione di bestiame da macello e suini

Margini lordi sulla carne

Rispetto all’anno precedente, nel 2012 la media annuale del margine lordo trasformazione e distribuzione è aumentata per tutte le categorie di carne. La carne di vitello (+4,8 %) e quella di manzo (+3,2 %) sono state le più interessate da questa ripresa. Evoluzione dei margini lordi trasformazione e distribuzione

31 1.1 Economia
In fr / kg PM
3.00 15.00 14.00 13.00 12.00 11.00 10.00 9.00 8.00 5.00 4.00 7.00 6.00 2008
Fonte: Proviande
commerciale T3, AQ
Vitelli classe commerciale T3, AQ Agnelli classe commerciale, T3 Torelli classe
2000 / 02 12.53 14.43 14.57 13.48 13.60 10.71 8.43 6.28 3.45 9.71 8.16 6.36 3.80 11.31 8.93 7.08 4.96 10.34 8.44 6.35 3.85 7.64 5.18 4.57 12.31 2006 2010 2012
Vacche classe commerciale T3, AQ Carne suina, AQ in fattoria
n
Indice (200 0 / 02 = 100)
90 130 125 120 115 110 95 100 105 2007 2008 Carne di agnello Carne di manzo Carne di vitello
fresca, prodotti carnei e insaccati Carne suina 2000 / 02 2006 2005 2009 2010 2011 2012
di carne
Fonte: UFAG
Carne

1.1.2.3 Produzione vegetale e prodotti di origine vegetale

n Colture campicole

Superficie coltiva aperta in calo

La superficie coltiva aperta e quella totale (superficie coltiva aperta più prati artificiali, coltivazioni protette di verdura, sementi [foraggicoltura]) sono in calo, così come la superficie agricola utile. Dal confronto tra i valori medi dei trienni 2000–2002 e 2010–2012 risulta che la superficie coltiva aperta è diminuita del 7 per cento e quella totale dell’1,6 per cento. Lo sproporzionato calo della superficie coltiva aperta è riconducibile all’aumento dei prati artificiali la cui superficie è cresciuta, nel periodo considerato, del 12,9 per cento, raggiungendo circa 133 000 ettari. Tra le superfici coltive aperte sono notevolmente aumentate (+16,1 % ca) quelle occupate da mais verde e da silo, che hanno raggiunto circa 47 000 ettari. Seppur su una superficie coltiva minore, aumenta la porzione coltivata a semi oleosi (38,5 %) e a barbabietole da zucchero (6 %).

Il calo della superficie messa a cereali panificabili è dovuto alla liberalizzazione del disciplinamento del mercato (nel 2001 la Confederazione ha abrogato le garanzie di prezzo e di ritiro) e alla maggiore resa di alcune varietà cerealicole. L’attrattiva economica dei cereali da foraggio è diminuita (il che si manifesta nel calo della rispettiva superficie) a causa della compensazione solo parziale, tramite i pagamenti diretti, della riduzione della protezione alla frontiera per gli alimenti per animali in favore della detenzione di animali. Negli ultimi dieci anni le superfici sono state sempre più coltivate a foraggio grezzo per i ruminanti a scapito della coltura di cereali. Nonostante l’aumento dei prati artificiali, nel 2012 sono state importate più di 123 000 tonnellate di fieno.

32 1.1 Economia

Utilizzo della superficie coltiva

1 Dati provvisori

Dal 2006, la produzione indigena di frumento panificabile, commisurata alla qualità del raccolto, copre all’incirca il fabbisogno. Sono possibili importazioni supplementari all’aliquota di dazio del contingente fino a 70 000 tonnellate, all’aliquota di dazio fuori contingente o dalle zone franche dell’Alta Savoia o di Gex. A causa del minor rendimento delle superfici, la produzione cerealicola nell’anno oggetto del rapporto ha segnato un calo del 5 per cento rispetto all’anno precedente, nonostante l’incremento delle superfici messe a cereali. La produzione di mais da granella dipende da quella dei prati per la produzione di foraggio; se le rese di tali prati sono al di sotto della media, il mais da granella viene somministrato per lo più sotto forma di foraggio fresco o conservato come insilato.

Alla borsa a termine delle merci di Parigi (MATIF), determinante per l’Europa, fino a metà giugno 2012 la quotazione del frumento standard è rimasta stabile a circa 210 euro la tonnellata. Da metà luglio 2012 è aumentata a 270 euro la tonnellata e ha mantenuto questo livello fino all’autunno. All’inizio di novembre ha raggiunto per poco tempo i 280 euro la tonnellata, scivolando poi a 250 euro alla fine dell’anno e restando stabile fino all’inizio di maggio 2013. Con il cambio del termine di fornitura del raccolto 2013 la quotazione è crollata al di sotto della soglia di 200 euro la tonnellata subendo, a causa delle buone condizioni atmosferiche, ulteriore pressione sui prezzi. Dato l’andamento dei prezzi sui mercati internazionali, all’inizio del 4° trimestre 2012, l’aliquota di dazio del contingente per i cereali panificabili è stata ridotta da 19.30 a 15.20 franchi il quintale. Fino a fine settembre 2013 i tributi doganali (aliquota di dazio e contributo al fondo di garanzia) sono rimasti invariati a 18.90 franchi il quintale nel quadro del contingente doganale. Del contingente doganale di cereali panificabili di 70 000 tonnellate nell’anno oggetto del rapporto ne sono rimaste solo 8.

In 1 000 ha Altra superficie coltiva Ortaggi da pieno campo Patate Barbabietole da zucchero Colza Mais verde e da silo Prati artificiali Cereali da foraggio Cereali panificabili Fonte: USC 0 450 400 350 300 250 150 200 100 50 2000/02 2006 2007 2008 2009 2010 2011 20121
Mercato dei cereali
Evoluzione della produzione cerealicola In 1 000 t Fonte: USC 0 600 500 400 300 100 50 200 2000 / 02 2005 2006 2007 2008 2009 20121 2011 2010 Frumento panificabile Orzo Mais da granella Frumento da foraggio Triticale Avena Segale Spelta
1 Dati provvisori
33 1.1 Economia

Mercato zuccheriero dinamico

Il consumo lordo di zucchero è dato dallo zucchero consumato allo stato puro o trasformato all’interno del Paese, esportazioni comprese. Nel calcolo non è invece considerato lo zucchero importato contenuto nei prodotti trasformati. Il consumo lordo ha raggiunto un livello da primato superando le 500 000 tonnellate, negli anni 2005 e 2006. Poi è diminuito fino al 2011, anno in cui segnava 329 000 tonnellate, in seguito alle minori esportazioni di materie prime per le bevande; nell’anno oggetto del rapporto ammontava a 363 000 tonnellate. Se nel 2000 la produzione indigena di zucchero si aggirava attorno a 200 000 tonnellate, nel 2012 è stata raggiunta, con circa 256 000 tonnellate, una produzione di zucchero media. L’abbondante offerta di zucchero sul mercato mondiale ha generato, nella seconda metà dell’anno del rapporto, una riduzione delle quotazioni dello zucchero alla borsa di Londra mantenutasi fino a luglio 2013. I tributi doganali per lo zucchero (voce di tariffa 1701.9999) sono di conseguenza aumentati fino a 26 franchi il quintale.

Mercato dei semi oleosi

Panoramica del mercato indigeno

A fine 2008, in seguito alla soppressione del mandato di prestazione della Confederazione per la produzione e la valorizzazione dei semi oleosi, la Federazione svizzera dei produttori di cereali (FSPC) ha creato un «pool di produzione di semi oleosi» che lavorerà all’adeguamento dell’offerta alle esigenze del mercato. L’obiettivo di una tale gestione dell’offerta è aumentare le quote di mercato di olio indigeno e ottenere i migliori prezzi possibili. Il pool è composto dai diversi attori della filiera, segnatamente da produttori e addetti alla trasformazione che lo finanziano nella misura rispettivamente dei due terzi (fr. 1.–/100 kg) e di un terzo (fr. 0.50/100 kg). L’ammontare a disposizione viene interamente destinato alla promozione delle colture di semi oleosi meno interessanti dal profilo economico. Ogni produttore versa al pool una quota dello stesso importo (a prescindere dai semi oleosi coltivati), ma usufruisce in maniera diversa del sostegno. Nel 2012, ad esempio, non vi era alcun sussidio per la produzione di colza, mentre per la produzione di girasoli erano a disposizione 12 franchi il quintale e per quella di girasoli High Oleic e di soia 10 franchi il quintale. La FSPC fissa i contributi una volta l’anno, in autunno, in base all’andamento del mercato.

Ogni anno, la FSPC conduce trattative con gli oleifici, concludendo con loro una convenzione quadro nella quale sono fissate le quantità che i produttori s’impegnano a produrre e quelle che gli oleifici sono tenuti a ritirare per l’anno successivo. La FSPC attribuisce le quantità da produrre mediante contratti di produzione. I termini di notifica delle quantità per i produttori che desiderano coltivare l’anno successivo vengono stabiliti per la colza a metà giugno, per il girasole e la soia a settembre dell’anno in corso.

Evoluzone dei contratti quadro

La produzione totale ha quasi raggiunto le 100 000 tonnellate previste dal contratto grazie, essenzialmente, alla colza. Le quantità stabilite nel contratto vengono ottenute per colza e soia, mentre il girasole raggiunge, a seconda degli anni, solo un 50 per cento di quanto a contratto (ovvero ca. 9 000 t).

34 1.1 Economia
Anno Colza Girasole Soia Totale in t 2000 42 000 15 000 3 000 60 000 2005 54 000 20 000 2 000 76 000 2008 60 000 20 000 1 500 81 500 2010 70 000 18 000 1 500 89 500 2012 77 000 18 000 1 500 96 500 2013 79 000 18 000 1 500 98 500 Fonte: SwissOlio

Evoluzione delle quantità di semi oleosi prodotti – 1995–2012

degli olii commestibili vegetali

Il fatto che l’olio di colza sia importante è palesato dal suo secondo posto in quanto a consumo e dall’elevato grado di autoapprovvigionamento. Nell’ultimo decennio, il consumo di olio di colza è aumentato del 40 per cento. Al primo posto per livello di consumo resta però l’olio di girasole, pur avendo subito, nello stesso periodo, un calo del 15 per cento. Quest’olio ha un basso tasso d’autoapprovvigionamento ed è, essenzialmente, d’importazione. L’olio di soia è poco rilevante.

35 1.1 Economia 1995
In k g / ha Fonte: USC 0 40 000 30 000 20 000 10 000 50 000 60 000 70 000 80 000 2000 2005 2010 2011 2012 Colza Girasoli Soia Produzione svizzera di olio
vegetale Anno Girasole Colza Soia Totale Indice (tot. 2006 = 100) in t di olio 2006 5 106 21 160 257 26 523 100 2007 4 224 23 342 237 27 803 105 2008 4 182 24 047 390 28 619 108 2009 3 840 23 990 301 28 131 106 2010 2 984 25 671 209 28 864 109 2011 2 969 26 863 199 30 031 113 2012 3 433 26 939 151 30 523 115 Fonte: SwissOlio Mercato
Tasso di Quota di mercato autoapprovvigionamento in % in % Olio di girasole 7 34 Olio di colza 85 24 Olio di palma 0 19 Olio d’oliva 0 10 Olio d’arachidi 0 3 Olio di soia 75 0,1 Altri (cocco, palma) / miscugli 0 9,9 Fonte: SwissOlio
commestibile
svizzero

Panoramica del mercato globale

Nel 2012 sono state importate 129 000 tonnellate di olii e grassi vegetali per l’alimentazione umana. Le esportazioni, solo sotto forma di prodotti trasformati, hanno toccato le 31 000 tonnellate. La produzione indigena è stata di 31 000 tonnellate, il consumo di 129 000, 90 000 delle quali sotto forma di olio. I semi oleosi prodotti in Svizzera coprono circa un terzo della quantità di olio consumata. Delle 90 000 tonnellate di olio, circa un terzo è commercializzato nella grande distribuzione, il restante nel commercio all’ingrosso.

Da qualche anno aumentano le importazioni di olio, soprattutto di girasole, proveniente da Paesi con franchigia doganale nel quadro del sistema di preferenze generalizzate. A tale fenomeno non si affianca, però, né una significativa crescita delle importazioni totali, né un cambiamento delle quantità importate per ogni tipo di olio.

Mercato delle patate

Dopo il raccolto record del 2011, quello del 2012, di 447 000 tonnellate, è stato più in linea con le esigenze del mercato. Il rendimento delle superfici ha subito un calo del 10 per cento, raggiungendo quota 410 kg/ara. Le coltivazioni si estendevano su 10 875 ettari di superficie, ovvero il 3 per cento in meno (2011: 11 250 ha); altresì diminuito (–5 %) è il numero totale di produttori, fissatosi a 5 400.

Il raccolto dell’anno è stato valorizzato come segue:

L’interprofessione, dopo aver dovuto compiere uno sforzo finanziario per sostenere il declassamento di una notevole quantità di patate del raccolto 2011, aveva deciso che per il raccolto 2012 solo i produttori che dispongono di un contratto di ritiro avrebbero avuto diritto al sostegno finanziario per la denaturazione del raccolto.

Gli accordi dell’OMC prevedono un accesso al mercato di 22 250 tonnellate di equivalenti di patate. Nel 2012 sono stati concessi i seguenti aumenti temporanei del contingente parziale:

– 3 000 t di patate da tavola

– 500 t di patate da semina

Nel 2012, la resa di patate biologiche è stata notevolmente inferiore a quella media degli ultimi anni, registrando una tendenza inversa a quella delle patate convenzionali. Considerando tutte le varietà, il rendimento medio ammonta a 183 chilogrammi l’ara, ovvero al 17 per cento in meno rispetto alla media quinquennale a causa, soprattutto, della peronospora. La produzione totale di patate biologiche è di circa 13 000 tonnellate.

Patate da tavola 185 800 t Patate destinate alla trasformazione 163 800 t Tuberi-seme di patate 27 800 t Foraggiamento con aiuti finanziari privati 18 300 t Foraggiamento normale 51 300 t
Swisspatat
Fonte:
36 1.1 Economia

n Colture speciali

Raccolti da normali a buoni nell’orticoltura e nella coltivazione di frutta da tavola, raccolti scarsi nella viticoltura

La superficie orticola (comprese le particelle coltivate a più riprese nell’arco di un anno, colture perenni incl.) rilevata dalla Centrale svizzera dell’orticoltura (CSO) ha raggiunto, nell’anno oggetto del rapporto, 14 900 ettari. Tale superficie è stata di 50 ettari circa superiore alla media del quadriennio precedente.

L’anno scorso la superfice dei meleti è diminuita di 50 ettari e per il raccolto 2012 si registravano 4 138 ettari. La riduzione è data principalmente dal calo che ha interessato le varietà Golden Delicious (–46 ha), Maigold (–44 ha) e Idared (–15 ha). Per le varietà Gala (+22 ha) e Braeburn (+14 ha) si registra nuovamente un aumento. Sempre molto richieste anche le cosiddette varietà club, la cui superficie è aumentata di 42 ettari rispetto all’anno scorso. I pereti sono leggermente aumentati (+2 ha) e nel 2012 disponevano di una superficie di 791 ettari. Dopo il calo del 2011, nel 2012 le colture di frutta a nocciolo sono aumentate di 49 ettari, attestandosi a 1 569 ettari. Ciò è riconducibile all’estensione delle colture di ciliegie (+32 ha, 530 ha) e albicocche (+24 ha, 694 ha). I pruneti sono diminuiti di 7 ettari, segnando 332 ettari. Le superfici coltivate a bacche sono cresciute di 41 ettari raggiungendo 781 ettari. Tale estensione è riconducibile alle superfici messe a fragole (+29 ha) e a mirtilli (+11 ha).

Nell’anno oggetto del rapporto i vigneti della Svizzera occupavano una superficie di 14 920 ettari, ovvero la stessa dell’anno precedente. La distribuzione delle varietà è rimasta stabile con quote del 42 per cento per le uve bianche e del 58 per cento per le rosse.

Nel 2012 sono state raccolte 381 000 tonnellate di verdura (non trasformata) e 145 000 tonnellate di frutta da tavola. Rispetto alla media del quadriennio precedente, si segnala un incremento di resa del 9 per cento per la verdura e del 7 per cento per la frutta.

Il volume di mercato delle varietà di verdura e frutta coltivabili in Svizzera è stato rispettivamente di 599 000 e 190 000 tonnellate. Rispetto alla media del quadriennio precedente, il volume della verdura è stato superiore del 6 per cento, quello della frutta del 4 per cento. Il grado di autoapprovvigionamento in verdura svizzera è stato pari al 64 per cento, quello in frutta al 76 per cento. Sia per la verdura che per la frutta si osserva una lieve tendenza al rialzo rispetto ai valori degli anni scorsi.

37 1.1 Economia

Nel 2012 il volume di produzione di vino ha raggiunto 1,004 milioni di ettolitri, registrando un calo del 10,4 per cento circa rispetto all’anno precedente e del 6,7 per cento rispetto alla media quinquennale. Il calo è dovuto ai limiti e alle condizioni meteorologiche sfavorevoli, in particolare alle frequenti precipitazioni in autunno durante la vendemmia. Le maggiori perdite di raccolto sono dovute al marciume conseguentemente insorto sulle uve. In totale sono stati prodotti 0,499 milioni di ettolitri di vino bianco e 0,505 milioni di ettolitri di rosso.

Cospicuo raccolto di mele da sidro

Con una resa di 76 420 tonnellate, nel 2012 il raccolto di mele da sidro è stato pari alle stime e ha registrato una flessione del 29 per cento rispetto alla media degli ultimi quattro raccolti. Il raccolto di pere da sidro, con 15 800 tonnellate è invece rimasto nella media quadriennale. Nel 2012 nel quadro del contingente doganale dell’OMC sono state importate 1,3 tonnellate di mele da sidro ma non sono state importate pere da sidro.

Il grado di autoapprovvigionamento in succo di mela commisurato al normale approvvigionamento è stato, dopo il raccolto 2012, del 153 per cento. Anche quello di succo di pera ha registrato un valore decisamente superiore (185 %) alle quantità necessarie per il normale approvvigionamento. Una parte delle eccedenze è stata esportata. Dal 2009 la Confederazione non versa più alcun sussidio all’esportazione e pertanto le esportazioni sono finanziate, come negli anni precedenti, dai produttori e dagli stabilimenti di ammostatura.

Volumi di importazione ancora stabili

Nel 2012, le importazioni delle varietà di verdura e frutta fresche coltivabili in Svizzera sono state rispettivamente di 218 000 e 47 000 tonnellate. Rispetto alla media del quadriennio precedente si registra un calo del 4 per cento per la frutta mentre per la verdura la situazione è stabile. Le esportazioni non hanno segnato valori significativi, con 400 tonnellate di verdura e 1 900 tonnellate di frutta. Per la verdura si osserva comunque un certo calo, per la frutta, invece, un lieve aumento rispetto agli anni precedenti.

Nel 2012 aumentano leggermente (+0,2 %) rispetto all’anno precedente le importazioni di vino, che raggiungono 1,9 milioni di ettolitri. Esse comprendono le importazioni all’aliquota di dazio del contingente e all’aliquota di dazio fuori contingente di vino bianco e rosso, oltre che di vini dolci, specialità, mistelle, spumanti, vini industriali e mosto d’uva. 1,632 milioni di ettolitri sono stati importati nell’ambito del contingente doganale di vino rosso e bianco di 1,7 milioni di ettolitri, che corrispondono allo 0,3 per cento in meno rispetto all’anno scorso. Dal 2001, anno della sua introduzione, il contingente doganale non è mai stato esaurito. Le importazioni di vino bianco, di 0,375 milioni di ettolitri, sono rimaste dello stesso volume totale dell’anno precedente, mentre quelle di vino rosso hanno registrato una leggera tendenza al calo (–0,3 %; 1,322 mio. hl). In particolare, si è assistito a un aumento della quota d’importazione di vini in bottiglia (+3,2 %) e a una diminuzione di quella di vini sfusi (–4,5 %). Nel 2012 sono stati importati circa 0,170 milioni di ettolitri di vino spumante, corrispondenti a un aumento del 4,9 per cento rispetto all’anno precedente.

Consumo di frutta e verdura in crescita, consumo di vino in calo

Nel 2012 il consumo pro capite di verdura fresca è stato di 75 chilogrammi, quello di frutta da tavola di 24 chilogrammi (esclusa la frutta tropicale). I valori sul consumo di verdura e frutta sono risultati superiori alla media del quadriennio precedente.

Nell’anno oggetto del rapporto, il consumo totale di vino (compreso il vino da trasformazione e quello esportato o riesportato) ha segnato un calo del 2,2 per cento rispetto all’anno precedente, attestandosi su 2,671 milioni di ettolitri. Il volume di consumo di vini indigeni è sceso, per la prima volta, al di sotto di 1 milione di ettolitri (0,970 mio. hl), segnando un calo del 3,5 per cento rispetto all’anno precedente. Una riduzione si registra anche per il consumo di vini esteri (–1,5 %), che ha toccato quota 1,700 milioni di ettolitri. La quota di mercato del vino svizzero è calata dello 0,5 per cento, attestandosi al 36,3 per cento.

38 1.1 Economia

Riduzione dei prezzi e del margine lordo sulla frutta

Tra il 2010 e il 2012 sono progressivamente diminuiti il prezzo di costo e quello di vendita, così come il margine lordo su tutta la frutta osservata. Rispetto al 2011 si registra un calo più marcato del prezzo di vendita (–18 ct./kg, 4.05 fr./kg) rispetto a quello del prezzo di costo (–14 ct./kg, 1.62 fr./kg). Il margine lordo medio su tutta la frutta, attestatosi a 2.43 fr./kg, segna invece una diminuzione di 4 ct./kg rispetto al 2011. Anche la quota del prezzo di costo rispetto a quello pagato dal consumatore è scesa, passando dal 42 per cento nel 2011 al 40 per cento nel 2012.

Per quanto concerne la verdura, tra il 2011 e il 2012 il prezzo di costo di tutta la verdura osservata si è fissato a 1.27 fr./kg, ovvero una cifra simile a quella del 2009 (1.26 fr./kg) e alla media del periodo 2000–2005 (1.23 fr./kg). Rispetto al 2011, nel 2012 sono aumentati di 5 ct./kg sia il prezzo di vendita, attestatosi a 2.96 fr./kg, sia il margine lordo, fissatosi a 1.69 fr./kg. Il rincaro dei prezzi al consumo, unito alla stabilità dei prezzi di costo, ha generato la riduzione della quota del prezzo di costo su un franco pagato dal consumatore (2011: 44 %, 2012: 43 %).

Evoluzione

39 1.1 Economia
In fr / kg
dei prezzi e dei margini lordi della frutta
Frutta considerata: mele, pere, albicocche, ciliegie, pesche noci, fragole e arance 1.00 1.50 2.00 3.00 4.00 2.50 5.00 4.50 3.50 Ø 2000 – 05 2006 2007 2008 2009 2011 2012 2010 Margine lordo Prezzo di costo Prezzo di vendita Evoluzione dei prezzi e dei margini lordi della verdura In fr / kg
Fonte: UFAG
Verdura considerata:
Ø 2000 – 05 2006 2007 2008 2009 2011 2010 1.00 1.50 2.00 3.00 2.50 3.50 Margine lordo Prezzo di costo Prezzo di vendita 2012
Fonte: UFAG
pomodori, cavolfiori, cipolle gialle, carote, cetrioli, cicoria belga e lattuga cappuccio

1.1.3 Situazione economica dell’intero settore

n Due sistemi di indicatori per la valutazione della situazione economica

Conformemente all’articolo 5 LAgr, i provvedimenti di politica agricola hanno lo scopo di permettere alle aziende gestite in maniera sostenibile e redditizia di conseguire in media su vari anni redditi comparabili a quelli della rimanente popolazione attiva della stessa regione.

La valutazione è disciplinata nell’ordinanza concernente l’analisi della sostenibilità in agricoltura (art. 3–7) e viene effettuata avvalendosi di due sistemi di indicatori. La valutazione settoriale si basa sul conto economico dell’agricoltura (CEA) allestito dall’UST in collaborazione con il Segretariato dell’USC. Nel 2012 il CEA è stato oggetto di una revisione parziale, nell’ambito della quale si è proceduto all’integrazione di nuove fonti statistiche e ad alcuni adeguamenti metodologici. In particolare sono state adattate le valutazioni della foraggicoltura, della produzione di bestiame bovino e degli ammortamenti degli edifici. Tutte le cifre qui indicate si fondano sul metodo parzialmente rivisto.

L’apprezzamento delle singole aziende si basa sui risultati contabili della Centrale analisi di Agroscope Reckenholz-Tänikon ART (cfr. parte 1.1.4).

1.1.3.1 Reddito del settore – 2012

Nel 2012 il reddito da impresa netto del settore primario è risultato pari a 2,693 miliardi di franchi, segnando una diminuzione di 67 milioni di franchi (–2,4 %) rispetto agli anni 2009/11 e di 104 milioni di franchi rispetto al 2011 (–3,7 %). La produzione (–199 mio. fr. o –2,0 %) ha subito un calo maggiore rispetto ai costi (–82 mio. fr. o –0,8 %, di cui: consumi intermedi –16 mio. fr. o –0,3 %, ammortamenti –41 mio. fr. o –1,9 %, costo della manodopera –16 mio. fr. o –1,3 %, interessi da pagare –19 mio. fr. o –7,9 %). Le altre sovvenzioni sono rimaste praticamente stabili (+13 mio. fr. o +0,5 %).

40 1.1 Economia

Risultati del conto economico dell’agricoltura in Svizzera Indicazioni ai prezzi correnti, in mio. fr.

1 Dati semidefinitivi, stato 6.9.2013

2 Dati provvisori, stato 6.9.2013

3 Stima, stato 6.9.2013

4 Nella bibliografia e nel metodo Eurostat viene indicato come utile aziendale netto

Le cifre

Evoluzione del conto economico dell'agricoltura

Altri contributi Produzione del settore primario Uscite (consumi intermedi, imposte sulla produzione, ammortamenti, costo della manodopera, canoni d'affitto da pagare, interessi al netto degli interessi da riscuotere) Reddito

1 Semidefinitivo, stato 6.9.2013

2 Provvisorio, stato 6.9.2013

3 Stima, stato 6.9.2013

2000/02 2009 2010 2011 1 2012 2 2013 3 Produzione del settore primario 10 703 10 401 10 081 10 182 9 983 10 064 – Consumi intermedi 6 188 6 366 6 254 6 330 6 314 6 187 Valore aggiunto lordo ai prezzi di fabbricazione 4 515 4 035 3 827 3 852 3 670 3 877 – Ammortamenti 1 983 2 196 2 142 2 112 2 071 2 061 Valore aggiunto netto ai prezzi di fabbricazione 2 532 1 839 1 685 1 740 1 598 1 816 – Imposte sulla produzione 115 149 150 157 166 155 + Altri contributi (non vincolati alla produzione) 2 407 2 837 2 876 2 912 2 925 2 912 Reddito dei fattori 4 824 4 527 4 412 4 495 4 358 4 572 – Costo della manodopera 1 139 1 239 1 246 1 238 1 222 1 213 Risultato netto di gestione / reddito misto 3 685 3 289 3 166 3 257 3 136 3 359 – Canoni d’affitto da pagare 219 233 234 234 235 235 – Interessi da pagare 279 268 257 238 219 223 + Interessi da riscuotere 31 12 11 11 11 9 Reddito da impresa netto 4 3 218 2 800 2 686 2 797 2 693 2 910
sono
saldi. Fonte: UST 0 14 000 12 000 10 000 8 000 6 000 4 000 2 000 2000 / 02 2009 2010 20111 20122 20133
arrotondate per eccesso o per difetto, per cui la somma delle componenti può differire dal totale o dai
Indicazioni ai prezzi correnti, in mio. fr.
Fonte: UST
impresa netto
da
41 1.1 Economia
Tabelle 15–16 Pagine A14–A15

1.1.3.2 Stima del reddito del settore – 2013

Si stima che la produzione del settore primario nel 2013 ammonti a 10,064 miliardi di franchi, con un aumento dello 0,8 per cento rispetto all’anno precedente. Tale incremento è da ricondurre a una netta crescita nella produzione animale. Per la produzione vegetale, invece, è prevista una flessione rispetto al 2012.

Per la produzione vegetale (4,037 mia. fr., ortoflorovivaismo esercitato a titolo professionale incluso) nel 2013 si stima una riduzione pari al 5,4 per cento rispetto all’anno precedente.

Le rese nel settore cerealicolo saranno inferiori a quelle del 2012, peraltro già al di sotto della media. La qualità, invece dovrebbe essere buona e i prezzi sono all’insegna della stabilità. Si prevede che il valore del raccolto cerealicolo del 2013 sarà del 5,8 per cento inferiore a quello dell’anno precedente.

Per quanto riguarda le barbabietole da zucchero, il volume di produzione dovrebbe essere del 20 per cento inferiore alle previsioni e anche il tenore in zucchero dovrebbe risultare inferiore alla media. La lieve crescita della superficie e la buona resa fanno sperare in un raccolto di colza migliore rispetto al 2012. I prezzi alla produzione potrebbero tuttavia attestarsi a un livello più basso rispetto all’anno precedente a causa della flessione dei prezzi per i semi oleosi sul mercato mondiale. Si stima pertanto un valore della produzione dei semi oleosi inferiore a quello del 2012. I contributi di coltivazione per i semi oleosi e le barbabietole da zucchero sono rimasti invariati e vengono contabilizzati nel valore della produzione. Le condizioni atmosferiche hanno messo a dura prova i produttori di tabacco, ragion per cui il valore del raccolto dovrebbe essere inferiore a quello dell’anno scorso. Secondo le stime, il valore della produzione delle piante industriali dovrebbe attestarsi a un livello del 10,6 per cento circa al di sotto di quello del 2012.

Nel 2013 le condizioni meteorologiche non hanno giovato alla produzione di foraggio grezzo. A una primavera umida e fredda è seguita un’estate che in alcune regioni è risultata troppo secca. Il valore della produzione delle piante foraggere dovrebbe pertanto attestarsi a un livello del 14,6 per cento inferiore a quello dell’anno precedente.

Secondo le stime, il valore della produzione orticola segnerà un ulteriore incremento riconducibile da un lato all’estensione della superficie coltiva e dall’altro al rincaro dei prodotti a causa delle cattive condizioni meteorologiche in primavera e all’inizio dell’estate. Rispetto all’anno precedente, il valore della produzione orticola dovrebbe pertanto crescere dell’1,3 per cento circa.

Per l’ortoflorovivaismo esercitato a titolo professionale è previsto un calo del valore della produzione del 3,5 per cento rispetto all’anno precedente. Il lungo inverno e la primavera umida non hanno favorito la produzione e hanno inciso sulla domanda di piante ornamentali.

Sul fronte delle patate si stima un raccolto inferiore rispetto al 2012 a causa delle piogge e delle basse temperature primaverili e della canicola di agosto. La qualità è buona, ma i tuberi sono piccoli. La superficie coltiva non ha subito variazioni di rilievo rispetto all’anno precedente. I prezzi alla produzione si situano nella fascia superiore. Si stima che nel 2013 il valore della produzione dovrebbe subire una flessione del 18,1 per cento rispetto al 2012.

Per quanto concerne la frutta fresca, nel 2013 il raccolto di mele e pere dovrebbe riuscire a soddisfare le aspettative del mercato. Rispetto al 2012 si prospetta un calo nel raccolto di mele (–6 %), ma un aumento di quello di pere (+8 %). Secondo le stime, quest’anno verranno raccolte 88 100 tonnellate di mele da sidro, vale a dire un quantitativo leggermente superiore rispetto al 2012. Qualora il volume del raccolto dovesse superare le stime, verrà fissata una trattenuta che aumenterà in maniera proporzionale al quantitativo. Nel 2013 il volume della frutta fresca dovrebbe attestarsi praticamente sul livello dell’anno scorso. La rubrica «frutta» comprende la frutta fresca e in parte l’uva (per il consumo allo stato fresco e la trasformazione in vino al di fuori del settore primario). Nonostante le grandinate verificatesi in alcune regioni, si stima un raccolto più abbondante rispetto a quello del 2012. I prezzi dovrebbero rimanere allo stesso livello dell’anno scorso. Nel complesso, nel 2013 il valore della voce «frutta» dovrebbe segnare un incremento dell’1,7 per cento rispetto al 2012.

42 1.1 Economia

Il valore della produzione di vino dipende in parte dalle variazioni delle scorte del biennio precedente. Nel 2011 sono stati messi in cantina quantitativi superiori rispetto al 2010. La vendemmia del 2012, invece, è stata meno abbondante di quella del 2010. Il buon livello qualitativo ha consentito di mantenere prezzi stabili. Si stima che nel 2013 il volume della produzione di vino dovrebbe risultare dell’1,8 per cento al di sopra di quello rilevato nell’anno precedente.

Per il 2013 si stima che la produzione animale segnerà un incremento del 6 per cento (4,947 mia. fr.) rispetto all’anno precedente. Le macellazioni di bovini e, in particolare, di vitelli sono diminuite rispetto al 2012, ma la domanda di animali da macello è stata notevole e i prezzi si sono attestati al di sopra del livello, già buono, dell’anno precedente. L’offerta di suini da macello è diminuita, seppur sufficiente a rispondere alle esigenze del mercato. Ciò ha determinato un forte rialzo dei prezzi rispetto all’anno scorso. La situazione sul mercato di agnelli e pecore è stata positiva, con prezzi alla produzione costantemente superiori al livello del 2012. Le opportunità di smercio del pollame indigeno sono state buone. Anche nel 2013 si registrano un incremento delle macellazioni e un lieve aumento dei prezzi alla produzione. La diminuzione dell’effettivo di vacche da latte ha determinato un calo delle forniture di latte rispetto al 2012. I prezzi del latte sono invece aumentati, seguendo l’andamento sui mercati internazionali. Nel 2013 sono state prodotte decisamente più uova rispetto agli anni precedenti e anche i prezzi alla produzione sono risultati superiori rispetto al 2012. Il raccolto di miele dovrebbe rientrare nella media.

Per il 2013 si prevede un aumento dello 0,4 per cento della produzione di prestazioni di servizio nell’agricoltura (684 mio. fr.) rispetto all’anno precedente. Il valore della produzione di prestazioni di servizio nell’agricoltura quali, in particolare, i lavori a pagamento per terzi (p.es. semina e raccolto) è aumentato costantemente negli ultimi anni. Ciò è la dimostrazione della crescente specializzazione dei processi di produzione in atto nel settore primario.

Per il 2013 il valore delle attività accessorie non agricole non separabili (395 mio. fr.) dovrebbe aumentare del 7,4 per cento rispetto al 2012. Ciò è riconducibile alla fornitura di prestazioni come lo sgombero della neve a causa del lungo inverno nonché alla crescente valenza assunta dalla diversificazione. In questa voce rientrano attività quali la trasformazione di frutta da sidro, carne o latte in fattoria o servizi quali la manutenzione delle strade e la cura del paesaggio, il servizio di pensione per animali (equini) e le offerte di pernottamento per i turisti («dormi nella paglia»).

Nel 2013 le uscite per i consumi intermedi dovrebbero ammontare a 6,187 miliardi di franchi, segnando un calo del 2 per cento rispetto all’anno precedente. Si prevede una diminuzione generalizzata delle uscite per gli alimenti per animali rispetto al 2012 riconducibile più alla flessione degli effettivi di animali che ai prezzi degli alimenti composti che hanno subito un rincaro rispetto a un anno fa. Dopo un calo nel 2009 e i rincari negli anni 2010–2012, i prezzi dei prodotti petroliferi sono nuovamente scesi. Nonostante il lungo inverno abbia comportato un maggiore fabbisogno di energia, per il 2013 si stimano uscite per energia e lubrificanti inferiori del 2,5 per cento rispetto all’anno precedente. Tale calo è riconducibile alla diminuzione dei prezzi. Sul fronte dei concimi l’aumento dei prezzi è compensato dal calo dei quantitativi e pertanto le uscite nel 2013 dovrebbero attestarsi praticamente sullo stesso livello del 2012. I costi di sementi e materiale vegetale hanno subito un calo dello 0,7 per cento rispetto al 2012. Le uscite per prestazioni e medicamenti veterinari dipendono dagli effettivi di animali e da provvedimenti straordinari, come ad esempio la campagna di vaccinazione obbligatoria contro la malattia della lingua blu negli anni 2008–2010 che ha comportato un aumento dei costi nel periodo corrispondente, per poi diminuire nuovamente. Il calo del 3 per cento delle uscite per prestazioni e medicamenti veterinari rilevato nel 2013 rispetto al 2012 è dovuto soprattutto alla flessione dell’effettivo di animali. Anche le uscite per la manutenzione di edifici, macchine e apparecchi hanno subito una lieve contrazione rispetto al 2012.

Per quanto concerne il valore aggiunto lordo ai prezzi di fabbricazione (3,877 mia. fr.) nel 2013 è previsto un incremento del 5,6 per cento rispetto al 2012.

Per il 2013 si stima una flessione dello 0,5 per cento degli ammortamenti (2,061 mia. fr.) rispetto all’anno precedente. Dato che questi vengono valutati ai prezzi di acquisto (prezzi di sostituzione), l’andamento dei prezzi dei beni d’investimento riveste un ruolo importante. I prezzi per edifici ed equipaggiamenti (veicoli e macchine) sono rimasti stabili.

43 1.1 Economia

Nel 2013 le imposte sulla produzione (155 mio. fr.) dovrebbero subire una flessione del 6,3 per cento rispetto al 2012. Esse contemplano le altre imposte sulla produzione (imposte su veicoli, tassa sul bollo nonché tasse fondiarie) e la sottocompensazione dell’imposta sul valore aggiunto.

Gli altri contributi (2,912 mia. fr.) comprendono tutti i pagamenti diretti, gli interessi calcolati per mutui pubblici esenti da interessi (crediti d’investimento, aiuti per la conduzione aziendale) e gli altri contributi correnti erogati da Cantoni e Comuni. Non sono contemplati, invece, i contributi ai prodotti già considerati nel valore della produzione ai prezzi di fabbricazione (p.es. premi di coltivazione e supplementi per il foraggiamento senza insilati in ambito lattiero). Nel 2013 si dovrebbe verificare una lieve flessione rispetto all’anno precedente.

Per il 2013 si stima che il costo della manodopera ammonterà a 1,213 miliardi di franchi, segnando un calo dello 0,7 per cento rispetto all’anno precedente. Ciò è dovuto ai continui tagli all’organico nell’ortoflorovivaismo esercitato a titolo professionale.

I canoni d’affitto da pagare (235 mio. fr.), stagnanti da anni, nel 2013 rimangono praticamente allo stesso livello del 2012. Gli interessi da pagare (223 mio. fr.) segnano un aumento del 2 per cento rispetto all’anno precedente, riconducibile alla lieve ripresa dei tassi d’interesse.

Il reddito da impresa netto viene stimato a 2,910 miliardi di franchi, il che equivale a un aumento dell’8 per cento rispetto al 2012.

44 1.1 Economia

1.1.4 Situazione economica delle singole aziende

La valutazione della situazione economica delle aziende si fonda sui risultati della Centrale analisi di Agroscope Reckenholz-Tänikon ART. A fornire importanti informazioni in merito alla situazione economica delle aziende non sono soltanto i diversi dati concernenti il reddito, bensì anche indicatori come, ad esempio, quello sulla stabilità finanziaria. Gli indicatori figurano dettagliatamente nella tabella in allegato.

1.1.4.1 Reddito e profitto del lavoro

n Calo del reddito agricolo nel 2012 rispetto all’anno precedente

Andamento dei redditi delle aziende agricole: media di tutte le regioni

0 10 000 20 000 30 000 40 000 50 000 100 000 90 000 80 000 70 000 60 000 2000 / 02 2009 2010 2011 18 806 56 203 1.29 26 204 60 305 1.22 2012 26 308 55 182 1.22 26 737 59 474 1.21 26 772 55 965 1.21
In fr. per azienda
Reddito extraagricolo Reddito agricolo
Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART
Terminologia e metodi Pagina
Pagine
45 1.1 Economia
ULAF Unità di lavoro annuale della famiglia
A58 Tabelle 17–26
A16–A26

Nel 2012 la prestazione lorda è lievemente aumentata rispetto alla media degli anni 2009/11 (+1,8 %), mentre è rimasta praticamente costante rispetto al 2011. La prestazione lorda derivata dalla produzione vegetale è inferiore all’anno precedente dell’8,2 per cento. Ciò è riconducibile al fatto che l’annata non è stata eccezionale come nel 2011. La flessione ha interessato la prestazione lorda della coltivazione di cereali panificabili e barbabietola da zucchero, nonché i ricavi derivati da frutta e uva. La prestazione lorda derivata dalla produzione animale, invece, è aumentata (+1,4 %). A ciò hanno contribuito soprattutto la detenzione di vacche madri e la produzione di latte.

Rispetto al 2009/11 i pagamenti diretti hanno segnato una crescita del 5,7 per cento. L’incremento rispetto al 2011 è pari al 3,4 per cento. Questo è riconducibile all’aumento della superficie delle aziende e dell’effettivo di bovini. A contribuirvi è stata anche la maggiorazione dei pagamenti diretti per la compensazione ecologica e per i programmi URA e SSRA.

Nel 2012 i costi di terzi sono stati del 3,5 per cento superiori alla media del triennio 2009/11, aumentando anche rispetto all’anno precedente (+1,7 %). Le spese specifiche nel settore della produzione vegetale restano praticamente invariate rispetto all’anno precedente. Lo stesso dicasi per la produzione animale. Infatti, l’aumento degli acquisti di animali e dei costi per paglia e fieno ha potuto essere largamente compensato attraverso un calo dei costi per il foraggio. Hanno segnato un aumento le spese specifiche della paraagricoltura, i costi per lavori di terzi, riparazioni e ammortamenti, i costi d’esercizio generali e quelli salariali. I costi per interessi passivi, invece, sono stati inferiori rispetto all’anno precedente, poiché il tasso d’interesse medio per il capitale di terzi ha segnato un nuovo ribasso. Anche i canoni d’affitto sono diminuiti.

Il reddito agricolo è il risultato della differenza fra prestazione lorda e costi di terzi. Esso remunera, da un lato, il lavoro della manodopera familiare e, dall’altro, il capitale proprio investito nell’azienda. Nel 2012 si è registrato un valore inferiore del 4,0 per cento alla media del triennio 2009/11 e del 5,9 per cento al livello dell’anno precedente.

Il reddito extraagricolo, invece, è aumentato rispetto alla media del triennio precedente (+1,3 %). Se confrontato con il 2011, invece, è rimasto praticamente invariato (+0,1 %).

La variazione del reddito agricolo ed extraagricolo determina un calo del reddito globale del 2,4 per cento rispetto agli anni 2009/11 e del 4,0 per cento rispetto al 2011.

Nel 2012 il reddito agricolo nella regione di pianura è sceso del 5 per cento rispetto al 2009/11. Nella regione collinare la flessione è stata meno marcata (–1,9 %). Nella regione di montagna è diminuito del 3,5 per cento. Il reddito extraagricolo è aumentato nella regione di pianura e di montagna (risp. +3,8 % e 1,2 %), mentre nella regione collinare è calato del 2,3 per cento. Il reddito globale nelle tre regioni ha subito un calo rispettivamente del 2,6, del 2 e dell’1,7 per cento.

46 1.1 Economia

Reddito delle aziende agricole, per regioni

Fonte:

Nel 2012 la quota di pagamenti diretti rispetto alla prestazione lorda è stata del 18,4 per cento nella regione di pianura, del 25,3 per cento in quella collinare e del 40,1 per cento in quella di montagna, registrando un aumento in tutte e tre le regioni rispetto all’anno precedente.

La situazione relativa al reddito presenta differenze ragguardevoli a seconda del tipo di azienda (11 indirizzi di produzione).

Reddito delle aziende agricole secondo i tipi di azienda – 2010/12

47 1.1 Economia
Tabelle 17–20 Pagine A16–A19
Reddito per regione Unità 2000/02 2009 2010 2011 2012 2009/11–2012 % Regione di pianura Superficie agricola utile ha 20,01 21,66 22,17 22,23 22,96 4,3 Manodopera familiare ULAF 1,25 1,17 1,16 1,15 1,16 0,0 Reddito agricolo fr. 67 865 72 074 64 627 71 660 66 009 –5,0 Reddito extraagricolo fr. 17 197 26 565 25 016 26 007 26 840 3,8 Reddito totale fr. 85 061 98 639 89 643 97 666 92 849 –2,6 Regione collinare Superficie agricola utile ha 17,96 19,55 19,71 20,07 20,45 3,4 Manodopera familiare ULAF 1,26 1,21 1,21 1,22 1,21 –0,3 Reddito agricolo fr. 50 826 55 379 51 567 56 046 53 309 –1,9 Reddito extraagricolo fr. 20 580 27 049 27 748 27 818 26 911 –2,3 Reddito totale fr. 71 406 82 428 79 314 83 864 80 220 –2,0 Regione di montagna Superficie agricola utile ha 18,68 20,23 20,55 20,90 21,21 3,2 Manodopera familiare ULAF 1,37 1,33 1,33 1,30 1,29 –2,3 Reddito agricolo fr. 41 789 45 258 42 804 42 483 41 989 –3,5 Reddito extraagricolo fr. 19 725 24 711 27 032 26 876 26 520 1,2 Reddito totale fr. 61 514 69 969 69 837 69 359 68 509 –1,7
Agroscope Reckenholz-Tänikon ART
Tipo di azienda Superficie Unità di lavoro Reddito Reddito Reddito agricola utile della famiglia agricolo extraagricolo globale ha ULAF fr. fr. fr. Media di tutte le aziende 21,38 1,21 56 874 26 605 83 479 Campicoltura 26,58 0,89 63 655 32 228 95 883 Colture speciali 13,73 1,24 78 314 23 007 101 321 Latte commerciale 21,77 1,31 54 927 23 984 78 911 Vacche madri 20,70 1,09 40 460 37 221 77 681 Altri bovini 18,41 1,21 32 664 31 124 63 788 Equini/ovini/caprini 13,75 1,11 28 676 34 654 63 330 Trasformazione 12,27 1,08 57 895 29 484 87 379 Aziende combinate, latte commerciale / campicoltura 30,01 1,25 72 034 21 319 93 353 Aziende combinate, vacche madri 25,72 1,11 55 486 33 355 88 841 Aziende combinate, trasformazione 22,17 1,28 74 826 20 682 95 508 Aziende combinate, altre 23,58 1,20 58 311 26 228 84 539
Agroscope Reckenholz-Tänikon ART Tabelle 21a–21b Pagine
Fonte:
A20–A21

Nella media degli anni 2010/12 le aziende attive nei settori «Colture speciali» e «Aziende combinate» (trasformazione, latte commerciale/campicoltura) hanno realizzato il reddito agricolo più elevato. Queste aziende, assieme alle aziende del tipo «Campicoltura», hanno ottenuto anche il reddito globale più alto. Il reddito agricolo e il reddito globale più bassi sono stati rilevati nelle aziende dei tipi «Equini/ovini/caprini» e «Altri bovini». A metà stanno le aziende specializzate di tipo «Latte commerciale», «Vacche madri» e «Trasformazione».

n Il profitto del lavoro 2012 è aumentato rispetto al 2009/11

Il profitto del lavoro conseguito dalle aziende agricole (reddito agricolo meno interessi per il capitale proprio investito nell’azienda) remunera il lavoro della manodopera familiare non salariata. Nel 2012, rispetto alla media triennale 2009/11, il profitto del lavoro per unità di lavoro della famiglia (valore mediano) è aumentato del 5,9 per cento L’incremento rispetto al 2011 è stato dello 0,5 per cento. La differenza rispetto al reddito agricolo, il quale è diminuito, è da ricondurre a un forte calo degli interessi per il capitale proprio (–0,82 %) (livello più basso degli interessi delle obbligazioni della Confederazione).

Il profitto del lavoro per unità di lavoro della famiglia ha seguito un andamento diverso a seconda della regione. Mediamente esso è stato decisamente più elevato nella regione di pianura che in quella di montagna. Divari notevoli si registrano anche per quanto concerne i quartili. Nel 2010/12, nella regione di pianura, il profitto medio del lavoro per unità di lavoro della famiglia nel primo quartile ammonta al 15,3 per cento e nel quarto quartile al 209,5 per cento del valore medio di tutte le aziende della regione. Nella regione collinare la fascia di fluttuazione è stata ancora maggiore (4,2 % e 205,7 %). Nella regione di montagna il profitto del lavoro nel primo quartile è stato addirittura negativo, quello del quarto quartile, invece, è stato pari al 224,6 per cento del valore medio.

Profitto del lavoro delle aziende agricole – 2010/12: per regioni e quartili

Profitto del lavoro 1 in fr. per ULAF 2

1 L’interesse del capitale proprio corrisponde al tasso d’interesse medio delle obbligazioni della Confederazione: 2010: 1,65 %, 2011: 1,48 %, 2012: 0,66 %.

2 Unità di lavoro annuale della famiglia: base 280 giorni di lavoro

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Nel 2010/12 nella regione di pianura e in quella collinare il quarto quartile delle aziende agricole ha superato il livello di salario lordo annuale della rimanente popolazione rispettivamente di 35 500 e di 14 200 franchi. Nel periodo considerato, nella regione di montagna il quarto quartile ha superato di 1 600 franchi il livello del salario comparabile corrispondente. Rispetto al periodo 2009/11 la situazione del quarto quartile è pertanto migliorata, in termini relativi, in tutte e tre le regioni.

48 1.1 Economia
Valore Valori medi mediano Regione I quartile II quartile III quartile IV quartile (0–25 %) (25–50 %) (50–75 %) (75–100 %) Regione di pianura 48 827 8 048 37 957 61 403 110 266 Regione collinare 36 038 1 655 28 222 45 027 81 650 Regione di montagna 25 468 –2 583 18 467 34 103 64 679
Tabelle 22–25 Pagine A22–A25

Salario comparabile 2010/12, per regioni

Regione

Regione di pianura

Regione collinare

Regione di montagna

1 Valore mediano dei salari lordi annui di tutte le persone impiegate nel secondario e nel terziario.

Salario comparabile 1

fr. per anno

74 786

67 493

63 083

Fonti: UST, Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Va tenuto in considerazione che le economie domestiche agricole non dispongono soltanto del profitto del lavoro per il proprio sostentamento. Il loro reddito globale, compreso quello non agricolo, è notevolmente maggiore del profitto del lavoro. Nel 2010/12 il reddito globale delle aziende della regione di montagna nel primo quartile con profitto del lavoro negativo è ammontato a 41 000 franchi circa. Il loro sostentamento è finanziato essenzialmente attraverso il reddito extraagricolo, pari a 40 000 franchi.

1.1.4.2 Altri indicatori economico-aziendali

n Stabilità finanziaria

La quota di capitale di terzi rispetto al capitale globale indica il grado d’indebitamento dell’impresa. Se questo dato viene combinato con la formazione del capitale proprio, è possibile esprimere considerazioni in merito alla sopportabilità di un debito. Dal profilo finanziario un’azienda confrontata a una quota elevata di capitale di terzi e una formazione del capitale proprio negativa non è in grado di sopravvivere, se tale situazione si protrae per anni.

Sulla base di queste considerazioni, le aziende sono state classificate in quattro gruppi con stabilità finanziaria diversa.

Classificazione delle aziende in quattro gruppi con stabilità finanziaria diversa

Aziende con …

Formazione di capitale proprio

Quota di capitale di terzi Bassa (<50 %)

Elevata (>50 %)

… una situazione finanziaria buona positiva … un’autonomia finanziaria limitata

… un reddito insufficiente negativa … una situazione finanziaria preoccupante

Dalla valutazione della stabilità finanziaria delle aziende 2010/12 scaturisce un quadro analogo per le tre regioni. Il 38–40 per cento delle aziende ha una buona situazione finanziaria, mentre nel 35–40 per cento dei casi essa è considerata problematica (aziende con formazione di capitale proprio negativa). La media del triennio 2010/12, quindi, fa segnare un certo peggioramento in tutte le regioni rispetto al triennio 2009/11.

49 1.1 Economia
Fonte: De Rosa

Situazione finanziaria preoccupante Reddito insufficiente

n Formazione di capitale proprio, investimenti e quota di capitale di terzi

Rispetto al 2009/11, nel 2012 il cash flow delle aziende di riferimento ART è lievemente diminuito (–0,2 %) mentre gli investimenti hanno subito un incremento relativamente forte (+12,6 %). Di conseguenza, il rapporto tra cash flow e investimenti ha segnato un calo (–11,2 %). La formazione di capitale proprio (reddito globale meno consumo privato) è risultata inferiore rispetto al periodo di riferimento (–10,9 %) per il fatto che il reddito globale è diminuito mentre il consumo privato è rimasto praticamente stabile. Rispetto al triennio precedente si segnala un aumento della quota di capitale di terzi.

Evoluzione della formazione del capitale proprio, degli investimenti e della quota di capitali di terzi

1 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti sovvenzioni e disinvestimenti

2 Rapporto fra cash flow (formazione del capitale proprio più ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell’inventario vivo) e investimenti

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Valutazione della stabilità finanziaria 2010/12, per regioni 0 10 20 40 30 50 60 100 90 80 70 23 40 25 40 23 18 19 18 19 16 22 38 Quota di aziende in %
Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART Regione di pianura Regione collinare Regione di montagna Autonomia finanziaria limitata Situazione finanziaria buona
Caratteristica 2000/02 2009 2010 2011 2012 2009/11–2012 % Formazione di capitale proprio fr. 11 787 14 941 10 069 14 098 11 619 –10,9 Investimenti 1 fr. 45 376 51 448 50 148 56 837 59 454 12,6 Rapporto cash flow – investimenti 2 % 93 97 93 87 82 –11,2 Quota di capitale di terzi % 41 44 44 44 46 4,5
50 1.1 Economia

1.2 Aspetti sociali e società

Gli aspetti sociali sono una delle tre dimensioni del concetto di sostenibilità. Nel resoconto sulle conseguenze della politica agricola, gli aspetti sociali ricoprono dunque una posizione a sé stante. Vengono passati in rassegna anche altri aspetti importanti per l’agricoltura legati alla società, quali, ad esempio, le abitudini dei consumatori legate agli acquisti.

Di seguito vengono presi in esame il reddito e i consumi delle economie domestiche agricole in base ai dati della Centrale analisi dati contabili di Agroscope Reckenholz-Tänikon ART nonché i risultati di un’indagine sulla qualità di vita della popolazione agricola rispetto al resto della popolazione e uno studio sul tema «Carico di lavoro nell’agricoltura». Infine seguono contributi sulle abitudini dei consumatori legate agli acquisti, sui rifiuti alimentari e sulla protezione del paesaggio rurale.

51
1.2 Aspetti sociali e società

1.2.1 Reddito e consumo

Reddito e consumo sono due indicatori importanti per valutare la situazione delle famiglie contadine sul piano sociale. Nella dimensione economica della sostenibilità, l’aspetto del reddito è interessante soprattutto come indicatore per appurare la produttività delle aziende. Nella dimensione sociale l’accento è posto sulla situazione reddituale delle economie domestiche agricole. Per tale motivo nell’analisi viene preso in considerazione anche il reddito extraagricolo delle famiglie contadine, analizzando sia il reddito globale che l’evoluzione del consumo privato.

n Reddito globale e consumo privato, per regione

Nel 2010/12 il reddito globale, formato dal reddito agricolo ed extraagricolo, ha registrato valori medi tra i 69 200 e i 93 400 franchi per economia domestica a seconda della regione: il reddito globale delle economie domestiche della regione di montagna corrispondeva al 74 per cento circa di quello delle economie domestiche della regione di pianura. Con un reddito extraagricolo medio compreso tra 26 000 e 27 500 franchi, le famiglie contadine hanno avuto una fonte di reddito supplementare importante, che per le economie domestiche nella regione di pianura rappresentava il 28 per cento del reddito globale, mentre costituiva rispettivamente il 34 e il 39 per cento del reddito globale per le economie domestiche della regione collinare e per quelle della regione di montagna. Il reddito extraagricolo più alto, pari a 27 500 franchi, si registra per le economie domestiche della regione collinare.

Reddito globale e consumo privato per azienda a seconda della regione – 2010/12

La formazione di capitale proprio, ossia la parte del reddito globale non consumata, varia, a seconda della regione, tra il 12 e il 15 per cento del reddito globale. Il consumo privato si situa al di sopra del valore del reddito agricolo: rispetto al volume del reddito globale, esso ha registrato i valori assoluti più elevati nelle economie domestiche della regione di pianura e quelli più bassi in quelle della regione di montagna.

Nel 2012, il reddito globale medio per economia domestica è stato pari a 82 700 franchi, segnando una flessione rispetto agli anni 2009/11 (84 700 franchi). Nello stesso periodo, anche il consumo privato per economia domestica è leggermente sceso segnatamente di 600 franchi, attestandosi sui 71 100 franchi.

In fr.
0 100 000 80 000 60 000 40 000 20 000 Regione di pianura Regione collinare Regione di montagna Reddito agricolo Reddito extraagricolo Consumo privato
Fonte: Analisi centralizzata, Agroscope Reckenholz-Tänikon ART
52 1.2 Aspetti sociali e società

n Reddito globale e consumo privato, per quartile

Reddito globale e consumo privato, per unità di consumo per quartile 1 2010/12

I quartile II quartile III quartile IV quartile Tutte le

1 Quartile in base al profitto del lavoro per unità di lavoro della famiglia

2 Unità di consumo = membro della famiglia d’età superiore a 16 anni che partecipa al consumo annuo della famiglia

Fonte: Analisi centralizzata Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Il reddito globale per unità di consumo delle economie domestiche del primo quartile ha raggiunto il 36 per cento di quello delle economie domestiche del quarto quartile. Per quanto concerne il consumo privato la differenza fra il primo e il quarto quartile è decisamente più contenuta: il consumo privato delle economie domestiche del primo quartile è stato pari al 66 per cento di quello delle economie domestiche del quarto quartile.

Nel 2010/12, nelle aziende del primo quartile il reddito globale per unità di consumo non ha coperto il consumo della famiglia. La formazione di capitale proprio è stata negativa. Se tali aziende continueranno ad attingere alla loro sostanza per lungo tempo, presto o tardi dovranno cessare l’attività. Negli altri quartili il consumo privato è stato inferiore al reddito globale: nelle aziende del secondo quartile rappresentava il 95 per cento del reddito globale, nelle aziende del terzo e quarto quartile rispettivamente l’83 e il 68 per cento.

Nel 2012 il reddito globale per unità di consumo nel primo, nel secondo e nel terzo quartile è risultato inferiore rispetto al triennio precedente 2009/11: nel primo quartile di 1 800 franchi, nel secondo di 30 franchi e nel terzo di 100 franchi. Nel 2012, invece, nel quarto quartile è stato di 600 franchi superiore a quello del 2009/11. Nel 2012 il consumo privato per unità di consumo, rispetto alla media degli anni 2009/11, è aumentato nel primo e nel secondo quartile (risp. 200 e 150 franchi), mentre nel terzo e quarto quartile è diminuito (risp. 150 e 100 franchi).

Reddito globale per UC 2 (fr.) 14 266 19 451 26 507 40 068 25 073 Consumo privato per UC (fr.) 18 047 18 409 22 046 27 366 21 467
aziende
53 1.2 Aspetti sociali e società

1.2.2 Rilevamento della qualità di vita

Le ripercussioni dell’attività lucrativa agricola sulla qualità di vita sono uno degli importanti temi sociali sui quali periodicamente si svolge una rilevazione rappresentativa.

Su mandato dell’UFAG, nel 1999 l’Istituto di Economia Agraria del PF di Zurigo ha elaborato il concetto di qualità di vita. Quest’ultima risulta elevata se le condizioni di vita e gli ambiti della vita misurabili «oggettivamente» vengono valutati positivamente dai diretti interessati sulla base dei loro obiettivi e dell’attuale grado di raggiungimento degli stessi. La base per la realizzazione di questo concetto è costituita da indagini demoscopiche rappresentative.

Ogni quattro anni, dalla primavera 2001, gfs-zürich conduce su incarico dell’UFAG un sondaggio telefonico sulla soddisfazione in diversi ambiti della vita, sulla situazione finanziaria e sui lati positivi e negativi della professione di agricoltore.

n Sondaggio nella primavera 2013

Nel 2013 l’UFAG ha nuovamente commissionato il sondaggio, effettuando una comparazione con i risultati dei rilevamenti del 2001, del 2005 e del 2009. L’obiettivo era mettere a confronto le condizioni di vita dei contadini e quelle del resto della popolazione (riferimento) residente in agglomerati urbani o in comuni rurali.

Oltre alla soddisfazione e all’importanza nei 12 ambiti di vita considerati (attività lucrativa, formazione, perfezionamento professionale, reddito, standard di vita generale, famiglia, contesto sociale, condizioni quadro stabili, tempo libero, salute, disponibilità di tempo, offerta culturale), è stato chiesto di valutare anche la situazione finanziaria nonché i lati positivi e negativi della professione contadina. Gli interpellati potevano scegliere tra una serie di risposte predefinite tranne che per la valutazione degli aspetti positivi e negativi della professione contadina per la quale, a differenza di tutte le altre domande del rilevamento, la popolazione di riferimento non doveva valutare la propria situazione personale, bensì la propria immagine e percezione della professione contadina.

gfs-zürich ha svolto l’indagine dall’inizio di febbraio all’inizio di marzo 2013. Per la popolazione agricola è stato scelto un campione rappresentativo sulla base dell’elenco dei beneficiari di pagamenti diretti e sono stati interpellati 250 contadini e 259 contadine. Per la popolazione di riferimento, su un campione aleatorio di persone (popolazione di riferimento), estrapolato da un elenco telefonico elettronico, sono stati interpellati 258 uomini e 267 donne, rappresentativi delle regioni del Paese, dell’attività lucrativa nonché delle classi di età.

Considerato che tra i risultati non si rileva praticamente alcuna differenza specifica al sesso, nei grafici sono riportati soltanto i due gruppi «agricoltura» e «riferimento».

n Soddisfazione costante nell’agricoltura

Dai risultati alla domanda sulla soddisfazione nei 12 ambiti di vita considerati emerge che, nel 2013, le aspettative della popolazione sia contadina sia di riferimento sono adempiute al meglio negli ambiti «famiglia» e «salute». L’ambito «condizioni quadro politiche ed economiche stabili» è quello in cui l’insoddisfazione è maggiore per entrambi i gruppi, anche se negli ambienti contadini si è ancora più insoddisfatti. La popolazione contadina risulta chiaramente più insoddisfatta rispetto al gruppo di riferimento per quanto riguarda il reddito, il tempo libero e la disponibilità di tempo, nonché lo standard di vita generale.

54 1.2 Aspetti sociali e società

Dal confronto temporale per entrambi i gruppi si registrano, nel complesso, valori stabili. Dalla prima rilevazione, nel 2001, i valori della popolazione contadina sono, in media, più bassi rispetto a quelli della popolazione di riferimento. È interessante che, nel 2013, gli ambiti di vita in cui i contadini hanno espresso maggiore insoddisfazione (condizioni quadro, reddito, disponibilità di tempo e tempo libero) sono tendenzialmente migliorati o rimasti stabili rispetto al 2001, al 2005 e al 2009, mentre negli ambiti in cui la valutazione era stata la migliore (famiglia, salute, formazione, attività lucrativa), la soddisfazione è rimasta la stessa o è leggermente diminuita. Nei settori di cui sopra, con la minore soddisfazione nelle cerchie contadine, le differenze tra la popolazione contadina e quella di riferimento restano le maggiori, nonostante un certo avvicinamento.

55 1.2 Aspetti sociali e società
Soddisfazione nei singoli ambiti di vita – 2013
1 2 3 4.5 4.2 4.1 4.1 4.1 4.0 3.9 3.7 4 5
Fonte: gfs-zürich
Famiglia Salute Formazione Attività lucrativa Contesto sociale Standard di vita generale Perfezionamento Offerta culturale 4.6 4.4 4.3 4.1 4.3 4.3 4.0 3.7 3.7 3.4 3.3 3.1 Tempo libero Disponibilità di tempo Reddito Condizioni quadro pol /econ. stabili 4.1 3.7 3.9 3.7 Agricoltura Riferimento
Valori medi, scala da 1 = molto insoddisfatto a 5 = molto soddisfatto

n Salute e famiglia restano gli ambiti più importanti

Dalla domanda sull’importanza dei 12 ambiti di vita risulta che entrambi i gruppi hanno le stesse priorità: «salute» e «famiglia» rivestono l’importanza maggiore, mentre l’offerta culturale ha una valenza marginale per entrambi i gruppi e, in particolare, per la popolazione contadina. Quasi in fondo all’elenco si trovano anche lo standard di vita generale e il tempo libero, quest’ultimo soprattutto per le cerchie contadine. Al contrario la popolazione contadina attribuisce maggior valore, rispetto a quella di riferimento, agli ambiti «attività lucrativa» e «reddito».

Fonte:
1 2 3 4.5 4.2 4.1 4.1 4.1 4.0 3.9 4.0 3.7 4 5 Valori
Famiglia Salute Formazione Attività lucrativa Contesto sociale Standard di vita generale Perfezionamento Offerta culturale 4.6 4.3 4.2 4.1 4.1 4.0 4.0 3.8 3.7 3.4 Tempo libero Disponibilità di tempo Reddito Condizioni quadro pol / econ. stabili 3.6 3.4 3.1 4.6 4.3 4.1 4.2 4.1 4.0 3.7 4.5 4.2 4.0 4.1 4.0 4.1 3.9 3.8 3.7 3.4 3.4 3.3 3.1 3.3 3.4 2.8 3.5 2.9 2.9 2013 2009 2005 2001
Variazione della soddisfazione per la popolazione contadina – 2001–2013
gfs-zürich
medi, scala da 1 = molto insoddisfatto a 5 = molto soddisfatto
56 1.2 Aspetti sociali e società

Dalla stima dell’importanza dei vari ambiti di vita della popolazione contadina non emergono grosse variazioni rispetto al 2009 e al 2005, primo anno in cui è stata posta tale domanda. L’unica eccezione è costituita dall’ambito «reddito» che, nel 2013 (valore medio 4,2), è stato giudicato meno importante di 0,2 punti rispetto al 2009 (4,4).

Importanza dei singoli ambiti di vita – 2013 Fonte: gfs-zürich 1 2 3 4.8 4.7 4.4 4.4 4.3 4.2 4.2 4.0 4 5 Valori medi, scala da 1 = per nulla importante a 5 = molto importante Salute Famiglia Attività lucrativa Formazione Contesto sociale Reddito Disponibilità di tempo 4.8 4.7 4.2 4.6 4.3 4.1 4.4 4.1 4.0 3.8 3.8 3.2 Perfezionamento Standard di vita generale Offerta culturale Tempo libero Condizioni quadro pol / econ. stabili 4.2 3.8 4.1 3.4 Agricoltura Riferimento
57 1.2
e
Aspetti sociali
società

Variazione dell'importanza per la popolazione contadina – 2005–2013

n Indice della qualità di vita nella popolazione di riferimento superiore a quello nell’agricoltura

Onde riassumere la qualità di vita soggettiva, le risposte relative all’importanza degli ambiti di vita vengono combinate, mediante il metodo presentato nel succitato studio del PFZ, con quelle inerenti alla soddisfazione e illustrate in un indice della qualità di vita. A tal fine sono state introdotte una scala per l’importanza, con valori da 0,2 a 1 (da «assolutamente non importante» a «molto importante»), e una per la soddisfazione, da –3 a +3 (da «molto insoddisfatto» a «molto soddisfatto»). L’indice della qualità di vita è il risultato della somma dei prodotti tra valore relativo all’importanza e quello relativo alla soddisfazione sull’insieme di tutti gli ambiti di vita. Sulla base della scala scelta, i valori dell’indice della qualità di vita possono variare tra –36 e +36.

58 1.2 Aspetti sociali e società
1 2 3 4.8 4.7 4.4 4.4 4.3 4.2 4.2 4.2 4.0 4 5
5
Salute Famiglia Attività lucrativa Formazione Contesto sociale Reddito Disponibilità di tempo 4.8 4.5 4.5 4.3 4.4 4.2 4.1 4.0 3.8 Perfezionamento Offerta culturale Standard di vita generale Tempo libero Condizioni quadro pol / econ. stabili 4.0 3.8 4.8 4.4 4.5 4.4 4.3 4.1 4.2 3.7 3.8 3.2 3.3 3.7 3.2 3.8 2013 2009 2005 4.9 4.9
Fonte: gfs-zürich
Valori medi, scala da 1 = per nulla importante a
= molto importante

Calcolo dell’indice della qualità di vita

Classificazione

L’indice della qualità di vita è il risultato della somma dei prodotti sull’insieme dei 12 ambiti della vita: si moltiplica il valore attribuito all’importanza di un ambito di vita per il rispettivo valore attribuito alla soddisfazione e poi si sommano i 12 risultati.

L’indice della qualità di vita massimo ammonta a 36 punti se tutti i 12 ambiti di vita sono stati valutati con «molto importante» e «molto soddisfatto», l’indice minimo invece si fissa a –36 se tutti i 12 ambiti di vita sono valutati da una persona con «assolutamente non importante» e «molto insoddisfatto». Se una persona valuta la sua soddisfazione in tutti i 12 ambiti di vita con «indeciso» il suo indice della qualità di vita è uguale a 0.

Mentre nei grafici precedenti si è illustrato soltanto il valore medio, i due grafici seguenti mostrano la varianza delle risposte.

Indice della qualità di vita, popolazione contadina – 2013

Nel 2013, l’indice della qualità di vita della popolazione contadina è in media del 13,6, ovvero inferiore rispetto al 2009 e al 2005 (2009: 13,8; 2005: 14,6).

Gli indici rilevati più frequentemente oscillavano tra 6 e 22. I giovani contadini e le donne hanno tendenzialmente un indice della qualità di vita lievemente più alto. 12 persone di estrazione contadina hanno un indice negativo.

59 1.2 Aspetti sociali e società
assolutamente non importante 0,2 molto insoddisfatto –3 non importante 0,4 insoddisfatto –1,5 indeciso 0,6 indeciso 0 importante 0,8 soddisfatto +1,5 molto importante
molto soddisfatto +3
dell’importanza Classificazione della soddisfazione
1
In %
0 16 14 12 10 6 4 2 8 < 0 > 0 e ≤ 2 > 2 e ≤ 4 > 4 e ≤ 6 > 6 e ≤ 8 > 8 e ≤ 10 > 10 e ≤ 12 > 12 e ≤ 14 > 14 e ≤ 16 > 16 e ≤ 18 > 18 e ≤ 20 > 20 e ≤ 22 > 22 e ≤ 24 > 24 e ≤ 26 > 26 e ≤ 28 > 28 e ≤ 30 > 30 e ≤ 32 > 32 e ≤ 34 > 34 e ≤ 36
Fonte: gfs-zürich Valore medio 13,6

Indice della qualità di vita, popolazione di riferimento – 2013

Globalmente la popolazione di riferimento ha un indice della qualità di vita maggiore rispetto alla popolazione contadina. Il valore medio è pari a 17,3, lo stesso del 2009 (2005: 16,5).

Gli Svizzeri tedeschi e le donne della popolazione di riferimento hanno valutato in maniera decisamente più positiva la propria qualità di vita rispetto alla media della restante popolazione.

n La popolazione di riferimento valuta la situazione finanziaria in maniera più positiva rispetto a quella contadina

L’evoluzione positiva della situazione patrimoniale dei contadini iniziata nel 2005 si è riconfermata nel 2013. Ben oltre la metà dei contadini ha potuto mettere da parte qualche risparmio l’anno precedente. La situazione della popolazione di riferimento sembra essere ancora più rosea.

Possibilità di mettere da parte qualche rispamio l'anno precedente

60 1.2 Aspetti sociali e società
In %
0 16 14 12 10 6 4 2 8 < 0 > 0 e ≤ 2 > 2 e ≤ 4 > 4 e ≤ 6 > 6 e ≤ 8 > 8 e ≤ 10 > 10 e ≤ 12 > 12 e ≤ 14 > 14 e ≤ 16 > 16 e ≤ 18 > 18 e ≤ 20 > 20 e ≤ 22 > 22 e ≤ 24 > 24 e ≤ 26 > 26 e ≤ 28 > 28 e ≤ 30 > 30 e ≤ 32 > 32 e ≤ 34 > 34 e ≤ 36 Valore medio 17,3
Fonte: gfs-zürich
Tra parentesi: valori degli anni 2001 / 2005 / 2009 0 20 40 41 (52 / 41 / 40) 57 (41 / 52 / 56) 2 (7 / 7 / 4) 60 80 In % Ho speso tutto per
sostentamento Ho potuto mettere da parte qualche risparmio Non so / nessuna risposta 29 (36 / 45 / 36) 2 (3 / 2 / 2) Agricoltura Riferimento 70 (61 / 53 / 62)
Fonte: gfs-zürich
il

Nel 2013, la popolazione contadina ha affermato che la propria situazione finanziaria è destinata a migliorare decisamente rispetto agli ultimi rilevamenti: due terzi ritengono che resterà la stessa, mentre nella popolazione di riferimento tale proporzione è un po’ più bassa. Meno di un quinto pensa che la propria situazione finanziaria peggiorerà nei prossimi 12 mesi: quattro anni fa erano il doppio, ovvero un terzo della popolazione contadina, ad avere quest’opinione.

Evoluzione della situazione finanziaria nei prossimi 12 mesi

Anche alla domanda sulla possibilità di risparmio nei prossimi tre anni si delinea una lieve riduzione dello scarto tra i due gruppi di popolazione: pensano di poter risparmiare come finora o di più circa il 60 per cento della popolazione agricola e quasi il 70 per cento del gruppo di riferimento.

Possibilità di risparmio nei prossimi 3 anni

Fonte: gfs-zürich

61 1.2 Aspetti sociali e società
Tra parentesi: valori degli anni 2001 / 2005 / 2009 0 20 10 40 30 13 (9 / 8 / 8) 5 (17 / 8 / 5) 16 (26 / 20 / 32) 50 60 70 In % Migliora Rimane stabile Peggiora Non so / nessuna risposta 24 (23 / 20 / 15) 10 (9 / 12 / 18) 3 (7/ 5 / 3) Agricoltura Riferimento 63 (61 / 63 / 63) 66 (48 / 65 / 54)
Fonte: gfs-zürich
Tra parentesi: valori degli anni 2001 / 2005 / 2009 0 20 10 30 17 (9 / 12 / 13) 9 (21 / 12 / 11) 31 (32 / 32 / 37) 40 50 In % Maggiore All'incirca uguale Minore Non so / nessuna risposta 24 (18/ 23 / 21) 25 (12 / 24 / 22) 5 (14 / 7 / 11) Agricoltura Riferimento 45 (56 / 47 / 46) 42 (38 / 45 / 39)

n Professione contadina: più vantaggi che svantaggi

Come lati particolarmente positivi della professione contadina sono menzionati da entrambi i gruppi l’autonomia e il lavoro all’aria aperta.

Rispetto al 2009, nel 2013 la popolazione contadina ha nominato meno spesso il tema «essere con la famiglia / i figli», compensato però da nuovi lati positivi, che esaltano i vantaggi per i bambini (p.es. azienda familiare, vita in campagna). I temi maggiormente indicati dalla popolazione contadina sono anche quelli più frequenti tra la popolazione di riferimento, nonostante questa li indichi più raramente. La cura del paesaggio è giudicata positiva più frequentemente rispetto ai passati rilevamenti.

Stima dei lati positivi della professione contadina – 2013

Autonomia, capo di se stesso Lavoro all'aria aperta / contatto con la natura

Lavoro / contatto con gli animali

Essere con la famiglia / i figli

Attività variata

Qualità di vita, soddisfazione, gioia

Azienda familiare, famiglia e lavoro uniti Vita in campagna, ambiente favorevole ai bambini

I figli vedono il padre, genitori presenti Produzione propria, autoapprovvigionamento Lavoro di squadra, collaborazione, mai soli

Cura del paesaggio, impegno per la natura

Tra parentesi: i principali valori degli anni 2001 / 2005 / 2009

Fonte: gfs-zürich

Globalmente, anche nel 2013 si annoverano decisamente meno lati negativi che positivi della professione contadina. I lunghi orari di lavoro degli agricoltori è l’aspetto negativo maggiormente nominato e addirittura di più tra la popolazione di riferimento che non tra la stessa popolazione contadina. Le molte prescrizioni o le condizioni quadro in continuo mutamento sono, al contrario, uno dei punti negativi indicato soprattutto dalle cerchie contadine. In entrambi i gruppi è spesso sottolineata la mancanza di tempo libero e il minor profitto. Il gruppo di riferimento sente maggiormente la pressione dell’onere fisico e psicologico rispetto alle cerchie contadine.

62 1.2 Aspetti sociali e società
0 20 10 40 30 45 (60 / 61 / 48) 21 (18 / 22 / 26)
(12
19
24) 9 (– /
14) 9 9 5 50 60 70 In %
13
/
/
– /
35 (42 / 42 / 35) 43 (54 / 53 / 37) 13 (16 / 16 / 11) 3 3 5 2 2 5 4 (11/ 14) 3 3
tragitto
Nessun
2 3 0 0 2 15 (– / 10 / 5) Agricoltura Riferimento 65 (63 / 74 / 64)

Stima dei lati negativi della professione contadina – 2013

Orari di lavoro lunghi / presenza

Poco tempo libero / poche ferie

Minor profitto / reddito

Crollo dei prezzi, pressione sul mercato

Problemi d'immagine, scarsa stima

Onere fisico e psicologico, stress

Paura per le prospettive future, avvenire incerto

Dipendenza dallo Stato e dai pagamenti

Maggiore burocrazia

Aspettative per la protezione degli animali e dell'ambiente

Pressione data dai pagamenti diretti

Tra parentesi: i principali valori degli anni 2001 / 2005 / 2009

n Benessere globalmente stabile da anni

Fonte: gfs-zürich

La soddisfazione della popolazione contadina nei 12 ambiti di vita considerati è rimasta, nel 2013, globalmente costante rispetto ai precedenti rilevamenti (valore medio 2001: 3,7; 2005: 3,9; 2009: 3,9; 2013: 3,8). Dal primo sondaggio, nel 2001, tale valore è sempre stato leggermente più basso nella popolazione contadina rispetto a quella di riferimento (2001: 4,0; 2005: 4,0; 2009: 4,0; 2013: 4,1).

Nel 2013, l’indice della qualità di vita che combina la valutazione della soddisfazione per i vari ambiti di vita con quella della loro importanza è, per la popolazione contadina interpellata, più basso di quello della popolazione di riferimento. La differenza è marcata e lo scarto è leggermente aumentato rispetto al 2005 e al 2009. Tale notevole differenza è riconducibile al fatto che le cerchie contadine in alcuni ambiti di vita sono nettamente più insoddisfatte del resto della popolazione (condizioni quadro, reddito, tempo libero e disponibilità di tempo).

L’evoluzione positiva della situazione patrimoniale dei contadini iniziata nel 2005 si è riconfermata anche nel 2013: a fine anno oltre la metà dei contadini può mettere da parte qualche risparmio. Tuttavia la popolazione contadina, paragonata al resto della popolazione, rimane un po’ più pessimista per la futura situazione finanziaria: solo un decimo (riferimento: quasi un quarto) ritiene che la propria situazione finanziaria migliorerà nel giro di un anno. In compenso, però, solo meno di un quinto pensa che peggiorerà: quattro anni fa tale valore era il doppio, ovvero rappresentava un terzo della popolazione contadina.

La popolazione contadina e il resto della popolazione considerano quali principali lati positivi della professione contadina l’autonomia e il contatto con la natura. Entrambi i gruppi ritengono che il principale lato negativo sia costituito dai lunghi orari di lavoro.

63 1.2 Aspetti sociali e società
0 20 10 40 30 26 (25 / 25 / 24) 22 (18 / 25 / 12) 20 (21 / 20 / 19) 12 (20 / 17 / 14) 11 (7 / 12 / 9) 10 7 50 60 70 In %
Molte prescrizioni, condizioni quadro in mutamento
41 (28 / 25 / 33) 11 25 (28 / 15 / 13) 20 (21 / 17 / 13) 9 9 18 (– / 11 / 9) 10 6 6 3 2
diretti
8 3 4 4 Agricoltura Riferimento 38 (36 / 26 / 40)

1.2.3

Carico di lavoro nell’agricoltura

Pianificazione del tempo libero e dell’orario di lavoro (intervista in un’azienda di pianura) Gestisco un’azienda mista unitamente a mia moglie e a un apprendista. Quest’anno, però, anziché dell’apprendista mi avvalgo della collaborazione di mio figlio. Su una superficie di 55 ettari produciamo il foraggio per le nostre 66 lattifere e coltiviamo barbabietole da zucchero e cereali da foraggio.

Nella nostra azienda l’orario di lavoro è chiaramente strutturato: la giornata lavorativa inizia alternativamente una settimana alle 05.15, l’altra alle 06.30 e termina generalmente alle 19.00. Facciamo una pausa di un’ora per la prima colazione e di un’ora e mezza per il pranzo. Ogni quindici giorni prendiamo un finesettimana di libero, inoltre ci godiamo due settimane di ferie l’anno. Tutto ciò è possibile grazie a una pianificazione vincolante sia dell’orario di lavoro sia del tempo libero.

Per pianificare il lavoro teniamo regolarmente delle riunioni. In passato l’esperienza bastava, non erano necessari valori di riferimento né programmi. Le variazioni da un anno all’altro erano prevedibili.

Nel frattempo la nostra azienda è cresciuta. Le giornate di lavoro diventavano sempre più lunghe. Abbiamo investito in macchinari più efficienti e delegato l’allevamento del bestiame giovane a un partner. Ora il dispendio di lavoro è nuovamente ritornato ai livelli che avevano caratterizzato la fase precedente la crescita.

Il nostro prossimo obiettivo è aumentare l’effettivo di vacche da latte. Questa volta non sarà così facile far fronte al carico di lavoro supplementare. Ci toccherà probabilmente confrontare diverse varianti con l’ausilio di preventivi di lavoro. Vorrei trovare una soluzione che non comportasse l’assunzione di personale supplementare o l’installazione di un robot per la mungitura.

I miei hobby sono il ballo, l’alpinismo e lo sci. In passato potevo dedicarvi più tempo. Tuttavia non ho rimpianti, perché il lavoro variato in azienda mi offre perlomeno altrettante possibilità di crescita.

Nei prossimi anni mio figlio lavorerà definitivamente nell’azienda. Ci prepareremo bene in vista dell’avvicendamento generazionale. Occorre infatti pianificare gli ambiti di lavoro e il carico ad essi correlato. Considerato il mio forte interesse per l’azienda, probabilmente sarà più facile passare il testimone a mio figlio se potrò continuare a dedicarmi a un ambito e tenermi quindi occupato. Mi farebbe piacere se l’azienda potesse crescere ancora.

64 1.2 Aspetti sociali e società
Andreas Peter, Schlatt bei Winterthur

Grazie alla collaborazione in seno alla famiglia riusciamo a gestire i picchi di lavoro (intervista in un’azienda di montagna)

Gestisco, con la mia famiglia, un’azienda di montagna con 24 ettari di SAU e 25 UBG. Abbiamo inoltre il diritto di caricare 47 vacche sull’alpe e quindi prendiamo «in pensione» gli animali di altri contadini. Sull’alpe facciamo formaggio ogni giorno. Nella gestione dell’azienda e dell’alpe mi avvalgo della collaborazione di mia moglie e di un apprendista e durante le ferie possiamo contare anche sull’aiuto dei nostri quattro figli.

Una giornata «normale» inizia alle sei di mattina e termina alle sette di sera. Tuttavia, nella stagione alpestre non tutti i giorni sono normali; durante la fienagione, nell’azienda di pianura il lavoro di sfalcio e immagazzinamento del fieno si protrae oltre le nove di sera e sull’alpe principale iniziamo molto presto perché dobbiamo sorvegliare le vacche.

La fabbricazione del formaggio è compito di mia moglie. Durante la fienagione, immediatamente dopo la mungitura scendo a valle, mia moglie e l’apprendista terminano il lavoro e poi mi raggiungono. Oggi, dopo aver terminato il lavoro nell’azienda presso la quale svolge il suo apprendistato, uno dei miei figli ha falciato una particella. La situazione è un po’ più tranquilla nelle giornate di cattivo tempo e in autunno, quando è ormai terminata la stagione alpestre. A questo punto ci godiamo immancabilmente una settimana di ferie. Anche dopo Pasqua prolunghiamo un finesettimana per praticare lo sci in una stazione sciistica «fuori porta». Prima è impossibile perché lavoro anche come maestro di sci. Questa attività in un contesto completamente diverso è molto appagante.

Alcuni lavori possono venir pianificati anche con un anno di anticipo, come ad esempio il taglio degli alberi o la cura dei pascoli. Per la maggior parte degli altri lavori, invece, dobbiamo adattarci alle condizioni atmosferiche e per la pianificazione conta l’esperienza.

Il lavoro non mi pesa. La situazione sarebbe forse diversa se avessi problemi di salute, non riuscissi a trovare un apprendista o un praticante o non fossi in grado di svolgere il mio lavoro. Finora tutto ha sempre funzionato bene. Nella regione di montagna si è abituati a lavorare duro e le ferie non sono dovute, a maggior ragione apprezziamo ciò che abbiamo.

Certo, mi piacerebbe avere più tempo da dedicare ai miei hobby. Potrei fare qualche escursione in montagna o con gli sci oppure imparare qualcosa di più sulle piante e gli animali, ma in fondo la mia professione non è poi tanto diversa dagli hobby che sceglierei se avessi più tempo a disposizione.

Le interviste palesano le molteplici sfaccettature della vita in un’azienda contadina. Le giornate lavorative sono lunghe, ma ai capiazienda da noi interpellati non pesano. Cosa s’intende con «carico di lavoro» e come può essere calcolato emerge dal contributo redatto da Agroscope Reckenholz Tänikon ART, su mandato dell’UFAG nel quadro del resoconto sugli aspetti sociali. Il tema del carico di lavoro era già stato trattato dieci anni fa nel rapporto agricolo, prendendo come spunto la risposta a un postulato intitolato «Nuova politica agricola – Rapporto sul maggiore carico di lavoro e sulle sue ripercussioni sociali». All’epoca l’accento era stato posto soprattutto sul carico dal profilo temporale e sull’evoluzione dell’onere fisico. In questa edizione, oltre a tali aspetti vengono analizzate anche le implicazioni psichiche del carico di lavoro.

65 1.2 Aspetti sociali e società

n Cosa si intende per carico dal profilo temporale, fisico e psichico?

Carico dal profilo temporale: dispendio di tempo per l’esecuzione di determinate attività. Se il carico è eccessivo, rimane troppo poco tempo da dedicare alla famiglia, al coniuge, ad amici e colleghi. Non è possibile fare altre cose e non ci si rigenera. In casi estremi la persona troppo sollecitata può esaurirsi.

Carico dal profilo fisico: sforzo fisico risultante dall’esecuzione di lavori pesanti (p.es. sollevamento di oggetti e apparecchi pesanti), dall’assunzione di determinate posizioni durante il lavoro o da una combinazione di entrambe. Anche il lavoro in condizioni difficili (polvere, temperatura, rumore) rientra tra le componenti del carico dal profilo fisico. I carici eccessivi provocano, a breve termine, affaticamento, ma se perdurano possono essere all’origine di disturbi fisici che incidono permanentemente sulla produttività.

Carico dal profilo psichico: stress provocato da un carico di lavoro eccessivo dal profilo quantitativo oppure da aspettative troppo elevate. Anche incarichi poco chiari o tensioni con i colleghi possono essere all’origine di stress psichico. Una situazione di stress permanente può provocare disturbi fisici, ma anche psichici.

Ovviamente l’elenco non è esaustivo. Vi sono anche altri aspetti che possono risultare pesanti come ad esempio la monotonia e l’assenza di stimoli oppure l’impossibilità di decidere personalmente sul da farsi, dovendo limitarsi ad eseguire quanto stabilito da altri. Occorre infine tener conto del fatto che non tutte le persone percepiscono un carico allo stesso modo.

n Carico dal profilo temporale

Nell’agricoltura le giornate lavorative sono lunghe

La rilevazione delle forze di lavoro in Svizzera (RIFOS), effettuata dall’UST, misura le ore di lavoro effettivamente prestate in Svizzera, che includono il tempo passato sul luogo di lavoro, straordinari compresi, assenze escluse.

Secondo la RIFOS, in Svizzera gli agricoltori dedicano decisamente più tempo al lavoro rispetto ai liberi professionisti attivi negli altri settori dell’economia e agli impiegati in generale.

66 1.2 Aspetti sociali e società
Evoluzione del normale orario di lavoro settimanale dei lavoratori a tempo pieno Fonte: UST 40 65 60 55 45 50 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Contadini (lavoratori indipendenti) Artigiani Altri lavoratori indipendenti Altri lavoratori Ore di lavoro alla settimana [hUM]

Nel periodo dal 1996 al 2012, in nessun settore dell’economia è riscontrabile una chiara tendenza al rialzo o al ribasso delle ore di lavoro effettivamente prestate. Non vi sono neppure segnali di un allineamento delle ore di lavoro degli agricoltori a quelle della rimanente popolazione.

I contadini si concedono meno ferie rispetto alla rimanente popolazione

Dal 1996 al 2012 il numero di giorni di ferie è aumentato. Per i lavoratori e i liberi professionisti le ferie durano due-tre giorni di più all’anno. Nel 2012 anche i contadini si sono concessi mediamente un giorno di ferie in più rispetto al 1996. Tuttavia, con circa sette giorni di ferie all’anno, si situano decisamente al di sotto della media dei liberi professionisti di altri settori (20–21 giorni) e dei lavoratori (25 giorni). È difficile partire in partire in vacanza soprattutto per i responsabili di aziende dedite all’allevamento di animali, poiché non è impresa facile trovare qualcuno che li sostituisca.

Evoluzione dei giorni di ferie annuali dei lavoratori a tempo pieno

n Carico dal profilo fisico

Diminuisce l’onere temporale per animale e per ettaro

Le ricerche condotte da Agroscope Reckenholz Tänikon ART nell’ambito delle scienze del lavoro rilevano e divulgano il dispendio di tempo e la produttività del lavoro sul piano fisico dei processi di produzione agricoli usuali in Svizzera, mettendo quindi a disposizione degli agricoltori elvetici basi decisionali per l’organizzazione del lavoro nell’ottica dello sviluppo dell’azienda.

Il preventivo di lavoro, disponibile in versione cartacea e come programma informatico, condensa i dati sull’organizzazione del lavoro gestiti da Agroscope in una guida per la pianificazione aziendale, con la quale è possibile calcolare il volume di lavoro totale di un’azienda ed effettuare simulazioni.

67 1.2 Aspetti sociali e società
Fonte: UST 0 30 25 20 5 15 10 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Altri lavoratori Altri lavoratori indipendenti Artigiani Contadini Giorni di ferie all’anno [n]

Onere temporale e produttività del lavoro delle aziende svizzere che detengono bestiame da latte (1990–2025)

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon

Carico dal profilo fisico delle aziende svizzere che detengono bestiame da latte (1990–2025)

Fonte: Agroscope

ART

68 1.2 Aspetti sociali e società
Onere temporale per vacca e anno [hUM]
0 20 40 60 80 160 140 120 100 1990 2000 2010 2015 2020 2025 Gestione dell'azienda
Evacuazione del
Foraggiamento Mungitura Produzione: 5470 kg Produttività del lavoro: 36 kg 97 % Stabulazione fissa 3 % Stabulazione libera Produzione: 5718 kg Produttività del lavoro: 42 kg 82 % Stabulazione fissa 18 % Stabulazione libera Produzione: 6851 kg Produttività del lavoro: 73 kg 58 % Stabulazione fissa 42 % Stabulazione libera Produzione: 7100 kg Produttività del lavoro: 87 kg 45 % Stabulazione fissa 55 % Stabulazione libera Produzione: 7300 kg Produttività del lavoro: 105 kg 39 % Stabulazione fissa 61 % Stabulazione libera Produzione: 7500 kg Produttività del lavoro: 114 kg 33 % Stabulazione fissa 67 % Stabulazione libera
ART
/ lavori straordinari
letame / preparazione della lettiera
Onere temporale per vacca e anno [hUM]
Reckenholz-Tänikon
0 20 60 40 80 100 200 180 160 120 140 1990 2000 2010 2015 2020 2025 Gestione dell'azienda / lavori straordinari Evacuazione del letame /
della
Foraggiamento Mungitura Carico/ UM Carico per UM e anno [t] 600 450 300 150 0
preparazione
lettiera

Onere temporale delle aziende svizzere dedite alla coltivazione di cereali, esempio del frumento autunnale (1990–2025)

Aratro bivomere Erpice 2,5 m

Seminatrice 2,5 m

Irroratrice 10 m

Mietitrebbiatrice 3 m

Paglia AP e rotoballe

Aratro trivomere Erpice 3 m

Seminatrice 3 m

Irroratrice 12 m

Mietitrebbiatrice 4,5 m

Paglia AP e rotoballe

Gestione dell'azienda e lavori straordinari Coltivazione del frumento

AP: Alta pressione

BQ: Balle quadrate

IR: Imprenditore retribuito

Aratro trivomere

Erpice 3 m

Seminatrice 3 m

Irroratrice 15 m (IR)

Mietitrebbiatrice 5 m (IR)

Paglia AP e rotoballe

Aratro trivomere Erpice 3 m

Seminatrice 3 m

Irroratrice 15 m (IR)

Mietitrebbiatrice 6 m (IR)

Paglia rotoballe

Aratro quadrivomere Tendenza senza

aratura (?)

Erpice 6 m (IR)

Seminatrice 6 m (IR)

Irroratrice 18 m (IR)

Mietitrebbiatrice 6 m (IR)

Paglia BQ e rotoballe (IR)

Aratro quadrivomere Tendenza senza

aratura (?)

Erpice 6 m (IR)

Seminatrice 6 m (IR)

Irroratrice 18 m (IR)

Mietitrebbiatrice 6 m (IR)

Paglia BQ e rotoballe (IR)

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Onere temporale delle aziende svizzere dedite alla coltivazione di barbabietole da zucchero (1990–2025)

Aratro bivomere Erpice 2,5 m

Seminatrice 6 file

Diradamento manuale

Irroratrice 10 m

Raccoglitrice 1 fila trainata

Aratro trivomere Erpice 3 m

Seminatrice 6 file

Senza diradamento Irroratrice 12 m

Raccoglitrice 2 file trainata

Gestione dell'azienda e lavori straordinari Coltivazione di barbabietole da zucchero

Aratro trivomere Erpice 3 m

Seminatrice 6 file

Semina a distanza massima (IR)

Irroratrice 15 m (IR)

Raccoglitrice 6 file semovente (IR)

Aratro quadrivomere Erpice 3 m

Seminatrice 6 file

Semina a distanza massima (IR)

Irroratrice 18 m (IR)

Raccoglitrice 6 file semovente (IR)

Aratro quadrivomere Erpice 3 m

Seminatrice 6 file

Semina a distanza massima (IR)

Irroratrice 18 m (IR)

Raccoglitrice 6 file semovente (IR)

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

69 1.2 Aspetti sociali e società
Onere temporale per ha e anno [hUM]
0 10 20 30 40 80 70 60 50 1990 2000 2010 2015 2020 2025
Onere temporale per ha e anno [hUM]
0 20 40 60 80 100 180 160 140 120 1990 2000 2010 2015 2020 2025

Onere temporale delle aziende svizzere dedite alla coltivazione di patate (1990–2025)

Aratro bivomere

Erpice 2,5 m

Seminatrice 2 file

semiautomatica

Rincalzatrice 4 file

Irroratrice 10 m

Trinciafoglie 1,5 m

Raccoglitrice 1 fila trainata

Aratro trivomere

Erpice 3 m

Seminatrice 4 file

semiautomatica

Rincalzatrice 4 file

Irroratrice 12 m

Trinciafoglie 3 m

Raccoglitrice 1 fila

trainata

Gestione dell'azienda e lavori straordinari Coltivazione di patate

Aratro trivomere

Erpice 3 m

Seminatrice 2 file

automatica

Rincalzatrice 4 file

Irroratrice 15 m (IR)

Trinciafoglie 3 m

Raccoglitrice 1 fila

trainata

Aratro quadrivomere Erpice 3 m

Seminatrice 4 file

automatica

Rincalzatrice 4 file

Irroratrice 18 m (IR)

Trinciafoglie 3 m

Raccoglitrice 2 file

semovente

Aratro quadrivomere

Erpice 3 m

Seminatrice 4 file

automatica

Rincalzatrice 4 file

Irroratrice 18 m (IR)

Trinciafoglie 3 m

Raccoglitrice 2 file

semovente

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Onere temporale per ha e anno [hUM]
0 50 100 150 200 250 400 350 300 1990 2000 2010 2015 2020 2025
70 1.2 Aspetti sociali e società

Onere temporale delle aziende svizzere dedite alla coltivazione di cereali da foraggio nella regione di pianura, esempio del fieno ventilato (1990– 2025)

Falciatrice a dischi

1,8 m Voltafieno a tamburo

4 m

Andanatrice 2,8 m Caricatore 13 m3

Soffiatore con distributore telescopico

Falciatrice a dischi

2,1 m Voltafieno a tamburo

5,5 m

Andanatrice 3,5 m Caricatore 15 m3

Dosatore, soffiatore con distributore telescopico

Gestione dell'azienda e lavori straordinari Foraggicoltura

Falciatrice a dischi

2,4 m Voltafieno a tamburo

6,5 m

Andanatrice 3,5 m Caricatore 20 m3

Gru a benna mordente

Falciatrice a dischi

3,5 m Voltafieno a tamburo

8,5 m

Andanatrice 7,5 m Caricatore 30 m3

Gru a benna mordente

Falciatrice a dischi

3,5 m Voltafieno a tamburo

8,5 m

Andanatrice 9 m Caricatore 30 m3

Gru a benna mordente

Falciatrice a dischi 4,9 m Voltafieno a tamburo 10,5 m

Andanatrice 9 m Caricatore 30 m3

Gru a benna mordente

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Onere temporale delle aziende svizzere dedite alla coltivazione di cereali da foraggio nella regione di montagna, esempio del fieno ventilato (1990–2025)

Motofalciatrice 1,9 m

Voltafieno a tamburo

4,5 m

Rastrello spandifieno

2,8 m

Trasportatore 9 m3

Soffiatore con distributore telescopico

Falciatrice a 2 assi 2,2 m Voltafieno a tamburo

5 m

Rastrello spandifieno

2,8 m

Trasportatore 11 m3

Soffiatore con distributore telescopico

Gestione dell'azienda e lavori straordinari Foraggicoltura

Falciatrice a 2 assi 2,5 m Voltafieno a tamburo 5 m

Rastrello spandifieno 3 m

Trasportatore 15 m3

Soffiatore con distributore telescopico

Falciatrice a 2 assi 2,8 m Voltafieno a tamburo 5 m

Rastrello spandifieno 3 m

Trasportatore 18 m3

Gru a benna mordente

Falciatrice a 2 assi 2,8 m Voltafieno a tamburo 6,5 m

Rastrello spandifieno 3 m

Trasportatore 18 m3

Gru a benna mordente

Falciatrice a 2 assi 2,8 m Voltafieno a tamburo

6,5 m

Rastrello spandifieno 3 m

Trasportatore 21 m3

Gru a benna mordente

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Nel periodo considerato il progresso tecnico ha permesso di ridurre l’onere temporale in tutti i rami aziendali osservati. Nel settore cerealicolo si è rilevato il calo minore, poiché il grado di meccanizzazione era molto elevato già nel 1990.

Per garantire la comparabilità, i dati sull’evoluzione dell’onere temporale presentati in questo capitolo si basano su una crescita aziendale moderata. Le aziende agricole svizzere crescono costantemente a causa del mutamento strutturale. Il progresso tecnico viene sfruttato per realizzare la crescita mantenendo invariato l’effettivo di manodopera. Spesso la crescita aziendale è anche un presupposto per impiegare tecnologie più efficienti. Il risparmio di tempo riconducibile al progresso tecnico è parzialmente riassorbito dalla crescita aziendale. Esso si traduce anche in un aumento della produttività del lavoro.

71 1.2 Aspetti sociali e società
Onere temporale per ha e anno [hUM]
0 10 20 30 40 80 70 60 50 1990 2000 2010 2015 2020 2025
Onere temporale per ha e anno [hUM]
0 20 40 60 80 100 160 140 120 1990 2000 2010 2015 2020 2025

Il progresso tecnico non ha eliminato il carico dal profilo fisico

Oggigiorno anche i lavori all’interno delle aziende agricole sono sempre più meccanizzati grazie all’impiego di stalli di mungitura, caricatori e gru. Pur mantenendo costante il numero di animali, i volumi di foraggi, strame e letame da spostare manualmente – detti, di seguito, «movimentazioni» – diminuiscono.

A causa del mutamento strutturale aumenta invece il numero di animali da governare per unità di manodopera e quindi anche le movimentazioni (cfr. fig. pag. 68). La costante diminuzione dell’effettivo di manodopera unitamente alla continua progressione del numero di animali comportano tendenzialmente un aumento oltre che del carico totale dal profilo fisico anche di quello per lavoratore.

Conseguenze del carico dal profilo fisico

Notoriamente nel settore agricolo sono ancora molto frequenti patologie e disturbi del sistema muscoloscheletrico. Da un sondaggio condotto tra i detentori di bestiame da latte in Svizzera è emerso che il 68,7 per cento degli interpellati lamenta regolarmente dei disturbi.

Distribuzione dei disturbi nei diversi settori del sistema muscolo-scheletrico Fonte:

I disturbi più frequenti sono lombalgie nonché dolori cervicali, alle anche e alle ginocchia. A livello di braccia, il lato destro è più colpito rispetto a quello sinistro. Per il 32 per cento degli agricoltori interpellati, l’attività nel settore della detenzione di bestiame da latte più pesante è il foraggiamento, seguito dall’evacuazione del letame dai giacigli (20 %) e dalla cura degli unghioni (9 %). La mungitura è ritenuta un lavoro non particolarmente pesante. Tuttavia, la crescita delle mandrie potrebbe comportare tempi di mungitura

più lunghi e quindi anche questa attività potrebbe diventare più onerosa. Il sondaggio evidenzia che in futuro si dovrà fare di più per migliorare il processo di foraggiamento.

72 1.2 Aspetti sociali e società
ART sinistra destra 29 % 13,5 % 59 % 25 % 24 % 8,5 % 2 % 6 % 14 % (10 % entrambi i lati) (3 % entrambi i lati) (5 % entrambi i lati) 4 % 10 % 9 %
Agroscope Reckenholz-Tänikon

Metodo CUELA per la valutazione del carico dal profilo fisico

Per valutare il carico dal profilo fisico Agroscope utilizza il metodo CUELA (rilevazione computerizzata e analisi prolungata delle diverse forme di carico del sistema muscolo-scheletrico). Con l’ausilio di diversi sensori applicati sul corpo del partecipante ai test vengono rilevati i movimenti correlati a un processo di lavoro, registrando esattamente movimenti e posizioni di braccia, gambe e colonna vertebrale. Viene inoltre misurato il carico delle movimentazioni in base all’impronta lasciata dal piede su apposite suole. In tal modo è possibile attribuire valori oggettivi ai carichi provocati da determinati movimenti e posizioni.

Metodo CUELA

Deviazione radiale del polso sinistro [*] Deviazione radiale del polso destro [*] Flessione del polso destro [*] Flessione del polso sinistro [*]

Partecipante al test durante il lavoro e figura tridimensionale realizzata al computer. Grafico dei valori.

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Il metodo CUELA consente di effettuare un confronto diretto dell’impatto ergonomico di diverse soluzioni tecniche o procedure operative. In tal modo è possibile rilevare i problemi e risolverli in maniera mirata nonché ottimizzare macchinari, apparecchi, installazioni o processi. Grazie alle misurazioni effettuate con il metodo CUELA nell’ambito di uno studio comparato svolto in alcune aziende agricole si è potuto ad esempio dimostrare che la posizione assunta dai lavoratori nelle sale di mungitura a spina di pesce è migliore di quella nelle sale di mungitura ad autotandem o a giostra.

Sulla base delle misurazioni CUELA, Agroscope ha elaborato una formula che a seconda della statura del mungitore e del tipo di sala di mungitura consente di calcolare direttamente l’altezza ottimale di lavoro (vale a dire la profondità della sala di mungitura).

73 1.2 Aspetti sociali e società
–80 40 20 0 –20 –40 –60 01:03:42 01:03:44 01:03:50 01:03:52 01:03:48 01:03:46 01:03:54 01:03:56 01:03:58
Figura tridimensionale realizzata al computer Diagramma Video sincronizzato

n Carico dal profilo psichico

È difficile rilevare lo stress sul lavoro

Finora non sono state praticamente svolte ricerche sul carico psichico correlato al lavoro nel settore agricolo. A causa del mutamento strutturale e della volatilità dei mercati più aperti aumentano anche le esigenze relative alla gestione dell’azienda nonché i rischi operativi con conseguente maggior stress per gli agricoltori. L’importanza dei metodi e delle guide per il riconoscimento e la prevenzione del carico psichico è destinata ad aumentare, ragion per cui è fondamentale che i ricercatori di Agroscope attivi nel campo delle scienze del lavoro si occupino maggiormente di questo tema.

Nell’ambito di progetti di ricerca i sondaggi standardizzati si sono dimostrati strumenti attendibili per l’individuazione e la descrizione dello stress, fornendo informazioni di valenza fondamentale. Da un sondaggio condotto nel Regno Unito, ad esempio, è emerso che per i produttori di latte lo stress è provocato da ritmi di lavoro molto serrati, mentre per i gestori di aziende da ingrasso e da allevamento la fonte di stress è rappresentata dalle ristrettezze finanziarie. Con l’avanzare dell’età gli agricoltori riescono a sdrammatizzare quasi tutte le situazioni stressanti. Fa eccezione lo stress correlato alla burocrazia.

L’utilizzo su ampia scala di questionari compilati dai partecipanti ai test (i cosiddetti verbali del proprio stato) per il riconoscimento precoce dello stress è invece da considerarsi poco realistico a causa dell’elevato dispendio di tempo che comporta.

La letteratura specializzata contempla diversi indicatori fisiologici che consentono di misurare lo stress: frequenza cardiaca, pressione arteriosa, produzione di ormoni dello stress (in particolare cortisolo) e di immunoglobuline. In tutti i casi lo stress si manifesta con valori decisamente superiori rispetto ai valori di base a riposo. Tuttavia, i valori di base variano notevolmente a seconda degli individui. Non è quindi possibile trarre conclusioni generali sui valori assoluti né indicare valori soglia. Inoltre, sulla base dei parametri misurati non è generalmente possibile stabilire se il partecipante al test recepisce la sfida cui è confrontato come appagante (cosiddetto «stress positivo») o avvilente (cosiddetto «stress negativo»).

Vi sono nuovi metodi, più promettenti, che non si basano su valori assoluti, bensì sull’aumento relativo di determinati parametri nel sangue di soggetti sotto sforzo e quindi permettono di riconoscere i carichi psichici e di valutare in maniera oggettiva le misure volte a ridurre lo stress o ad aumentare la capacità di farvi fronte. Presso Agroscope è in fase di elaborazione un progetto che potrebbe consentire di sviluppare un metodo basato sull’aumento relativo di determinati parametri del sangue per la misurazione dello stress da applicare nella pratica.

74 1.2 Aspetti sociali e società

Azienda Aspettisociali

n Sfide future

Le strutture delle aziende agricole sono in continua evoluzione, esattamente come le opzioni tecnologiche per un’ulteriore automatizzazione del lavoro. Parallelamente, gli agricoltori devono far fronte alle esigenze dei mercati. I costi del lavoro – da retribuire o all’interno della famiglia – sono tuttora elevati in Svizzera. L’impiego efficiente ed efficace della manodopera, dell’automazione e della meccanizzazione avrà anche in futuro un ruolo estremamente importante. Un numero sempre maggiore di responsabili di aziende agricole non dovrà impiegare soltanto manodopera familiare, bensì coordinare anche prestazioni lavorative di terzi. Imprenditori retribuiti, collaboratori e mercati dinamici impongono il vaglio, in tempi sempre più ristretti, di nuovi rami aziendali e processi di produzione. Rimarrà quindi poco tempo per gestire e dirigere l’azienda. In questi casi potrebbero tornare molto utili guide come il preventivo di lavoro (www.arbeitsvoranschlag.ch).

L’evoluzione del carico dal profilo temporale e fisico presenta due tendenze inverse: da un lato la meccanizzazione riduce il lavoro dei contadini, in particolare quello che comporta un carico fisico, e anche l’ottimizzazione sul piano ergonomico di macchine e impianti inizia a dare i propri frutti; dall’altro la crescita aziendale genera un aumento del volume di lavoro. In futuro è improbabile un calo del carico di lavoro nell’agricoltura svizzera.

Un dato certo è l’aumento, negli ultimi anni, delle esigenze relative alla gestione aziendale, poiché le aziende in crescita sono più complesse, aumentano i processi con ripartizione del lavoro, nonché i rischi e le incertezze sui mercati liberalizzati. Crescerà anche la richiesta di guide e metodi per far fronte allo stress e ad altre fonti di carico dal profilo psichico.

75 1.2 Aspetti sociali e società
Fonte: Schick Analisi dei punti di debolezza di un'azienda agricola Familie Famiglia

1.2.4 Abitudini dei consumatori legate agli acquisti

Su incarico dell’UFAG, l’Istituto di ricerca di mercato Demoscope ha condotto, nel marzo 2013, un sondaggio telefonico su 500 persone e un’indagine online su 1 014 persone a proposito delle abitudini dei consumatori legate agli acquisti. L’obiettivo del sondaggio era raccogliere indicazioni importanti sul comportamento dei consumatori all’atto della scelta e dell’acquisto di determinate derrate alimentari.

Durante il sondaggio è stata presentata una lista di diversi prodotti allo scopo di scoprire quali erano stati acquistati negli ultimi 12 mesi, per quali veniva prestata attenzione alla provenienza e in quali casi si preferiva acquistare quelli svizzeri. Gli interpellati sono stati interrogati anche sui vantaggi dei prodotti svizzeri al fine di individuare come vengono valutate le proprietà dell’agricoltura svizzera. Di seguito sono illustrati i risultati del sondaggio.

n Provenienza più importante per i prodotti di origine animale

La provenienza dei prodotti è importante soprattutto per quelli di origine animale. L’80 per cento degli interpellati afferma di prestare attenzione alla provenienza delle uova; seguono carne, insaccati esclusi, miele (entrambi 71 %) e formaggio (66 %).

Considerazione della provenienza dei prodotti – 2013

76 1.2 Aspetti sociali e società
100 0 20 10 30 40 50 60 70 80 90 In % Sempre / quasi sempre In prevalenza Ogni tanto Uova Carne (escl. insaccati) Miele Formaggio Latte e prodotti a
di latte fresco Frutta / bacche Vino Patate Verdura Insaccati Funghi Olio commestibile Succo di frutta Prodotti cerealicoli Prodotti a base di patate Piante in vaso Fiori recisi Bevande alcoliche Raramente Mai Non so / nessuna risposta 80 8 8 71 13 6 2 7 3 2 71 11 10 4 4 66 3 10 5 16 64 4 18 3 62 9 9 3 60 12 6 8 14 60 10 5 17 7 59 20 8 4 9 55 14 7 11 14 46 14 10 10 1 19 39 13 29 1 8 11 32 28 1 11 14 14 31 12 11 13 31 1 30 10 8 11 39 1 23 40 3 15 10 10 22 13 41 12 12 22 45 2 8 12 10
base
11 16
Fonte: Demoscope (sondaggio telefonico)

Anche per quanto riguarda la preferenza accordata ai prodotti svizzeri quelli di origine animale hanno una posizione particolare. Gli interpellati dicono di preferire le uova (84 %), il latte e i prodotti a base di latte fresco (73 %) e la carne, insaccati esclusi, (72 %) di provenienza svizzera.

Preferenza accordata ai prodotti svizzeri – 2013

77 1.2 Aspetti sociali e società
100 0 20 10 30 40 50 60 70 80 90 In % 84 4 1 73 13 5 2 6 6 4 72 15 5 1 5 66 4 9 9 11 64 8 5 2 63 9 11 5 60 4 2 11 21 59 17 4 6 11 56 21 12 4 5 46 9 9 14 20 34 12 18 14 2 19 34 15 18 5 15 14 31 18 3 18 13 17 28 12 16 16 23 5 23 18 23 15 20 1 22 28 7 13 16 14 17 14 28 7 21 14 13 32 6 22 19 8 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 Sempre / quasi sempre In prevalenza Ogni tanto Uova Latte
Carne (escl. insaccati) Patate Verdura Miele Formaggio Insaccati Frutta/bacche Funghi Olio commestibile Succo di frutta Prodotti cerealicoli Prodotti
base
patate Vino Piante in vaso Fiori recisi Bevande alcoliche Raramente Mai Non so / nessuna risposta Fonte: Demoscope (sondaggio telefonico) 11 20
e prodotti a base di latte fresco
a
di

Relativamente al tema «Vantaggi dei prodotti svizzeri» sono state elencate numerose affermazioni da valutare. Quella che ha avuto il maggior numero di consensi è stata: «acquisto prodotti dell’agricoltura svizzera perché così si sostiene l’agricoltura svizzera (69 %: è decisamente vero). Al contrario, soltanto il 24 per cento degli interpellati ritiene che acquistando un prodotto svizzero si acquisti qualcosa di speciale.

Vantaggi dei prodotti svizzeri – 2013

Acquisto prodotti dell'agricoltura svizzera perché ...

…così si sostiene l'agricoltura svizzera.

…in Svizzera i generi alimentari sono prodotti secondo requisiti più severi rispetto all'estero.

…la carne e gli insaccati svizzeri sono derivati da una produzione rispettosa degli animali.

…sono ottenuti a condizioni di lavoro socialmente eque.

…la loro qualità è migliore di quella della concorrenza estera.

…così si curano e si mantengono le tradizioni svizzere.

…sono sani.

…gli agricoltori curano il paesaggio per il turismo svizzero.

…acquisto qualcosa di speciale.

100 0 20 10 30 40 50 60 70 80 90 In % È decisamente vero È abbastanza vero È piuttosto falso
È decisamente falso Nessuna risposta 69 3 58 35 5 22 5 52 40 5 2 41 7 50 39 8 2 39 6 16 34 3 12 50 28 36 10 24 24 44 23 7
1 1 1 1 1 2 1 2 1 50 38 78 1.2 Aspetti sociali e società
Fonte: Demoscope (indagine online)

n L’agricoltura svizzera è affidabile

Il 46 per cento degli interpellati ritiene che l’agricoltura svizzera sia affidabile. Per il 32 per cento essa è vicina ai consumatori e per il 28 per cento è rispettosa dell’ambiente. Meno diffusa l’opinione di un primario competitivo (12 %) e imprenditoriale (16 %).

n Conclusioni

L’obiettivo del sondaggio Demoscope era raccogliere indicazioni importanti sul comportamento dei consumatori nella scelta e nell’acquisto di determinati generi alimentari. I risultati mostrano che si presta attenzione alla provenienza dei prodotti, soprattutto di quelli di origine animale, e vengono acquistati in prevalenza prodotti svizzeri.

Oltre due terzi degli interpellati dicono di acquistare prodotti svizzeri per sostenere l’agricoltura svizzera. Quasi la metà degli interpellati ritiene che questa sia affidabile e circa un terzo che sia rispettosa dell’ambiente e vicina ai consumatori.

Caratteristiche dell'agricoltura svizzera – 2013 100 0 20 10 30 40 50 60 70 80 90 In % Sì Piuttosto sì Piuttosto no No Non so 46 32 54 11 50 3 28 63 7 23 15 59 16 24 3 Fonte: Demoscope (indagine online) 1 1 1 2 1 12 40 6 1 Affidabile Vicina ai consumatori Rispettosa dell'ambiente Al passo con i tempi Imprenditoriale Competitiva 11 55 42
79 1.2
Aspetti sociali e società

1.2.5 Rifiuti alimentari

Secondo uno studio dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura FAO (Gustavsson et al. 2011), nel mondo circa un terzo di tutti gli alimenti prodotti per il consumo umano vanno persi o sono gettati via. Diversi studi (cfr. WWF 2012, Almeida 2011, Beretta et al. 2012) mostrano che anche in Svizzera approssimativamente un terzo degli alimenti prodotti non viene mangiato. Considerando gli 842 milioni di persone circa che muoiono di fame, una popolazione mondiale in crescita e la ristrettezza delle risorse, la problematica dei rifiuti alimentari negli ultimi anni è diventata sempre più importante a livello mondiale.

Piano d’azione Economia verde e interventi parlamentari

Il Consiglio federale auspica un uso parsimonioso delle risorse naturali e allo stesso tempo il potenziamento dell’economia svizzera. A tale scopo l’8 marzo 2013 ha approvato un piano d’azione Economia verde. Questo comprende 27 misure che si applicano in quattro settori.

L’alimentazione è fonte di una parte considerevole dell’inquinamento ambientale della Svizzera. Un approccio efficace per ridurre tale carico è combattere le perdite di alimenti. Queste riducono l’efficienza ecologica ed economica del sistema alimentare poiché vengono utilizzati più fattori di produzione (lavoro, suolo, capitale) di quelli necessari per soddisfare la domanda. La riduzione dello spreco di cibo è quindi una misura del piano d’azione Economia verde che si colloca nel settore consumo e produzione.

Inoltre, nel 2012 in Parlamento vi sono stati vari interventi inerenti i rifiuti alimentari. L’interpellanza

12.3300 «Ridurre i rifiuti alimentari» della Consigliera nazionale Tiana Angelina Moser affronta il tema delle date di scadenza, considerate la causa dei rifiuti alimentari nelle economie domestiche e il postulato 12.3907 «Una soluzione contro gli sprechi alimentari» della Consigliera nazionale Isabelle Chevalley rivendica la verifica di un obbligo di valorizzazione dei rifiuti alimentari per i centri commerciali e i grandi ristoranti in analogia a una legge francese. Quindi i rifiuti alimentari non potrebbero più essere inceneriti. Tale postulato al momento è oggetto d’esame presso l’UFAM.

Sullo sfondo del piano d’azione del Governo per l’Economia verde e dei vari interventi parlamentari, un gruppo di progetto dell’Amministrazione federale (UFAG, UFAM, UFSP, DSC), sotto la guida dell’UFAG, ha affrontato la tematica. I compiti del gruppo di progetto sono il dialogo con gli stakeholder e i ricercatori, la verifica delle condizioni quadro legali, nonché la sensibilizzazione dell’opinione pubblica.

Dialogo con gli stakeholder

Nell’ambito del dialogo con gli stakeholder, tra dicembre 2012 e marzo 2013, sono stati condotti colloqui individuali e di gruppo con importanti attori dell’intera filiera alimentare e anche con organizzazioni dei consumatori, ambientaliste e per lo sviluppo. Obiettivo dei colloqui erano una migliore comprensione del problema nonché il rilevamento di campi d’intervento. Gli attori sono stati intervistati sulla portata e sui motivi dei rifiuti alimentari, sulle misure già intraprese nonché sulla valutazione del loro potenziale di riduzione. Altri temi del colloquio sono stati la valorizzazione dei rifiuti nonché il potenziale di miglioramento in tale ambito, la necessità di ricerca e il ruolo dello Stato.

80 1.2 Aspetti sociali e società

I dialoghi hanno dimostrato che tutti gli attori considerano quello dei rifiuti alimentari un tema importante ma complesso e sono sostanzialmente disposti a impegnarsi per ridurre e valorizzare meglio i rifiuti. È stato posto l’accento sulla responsabilità dei consumatori poiché negli Stati industrializzati una considerevole parte dei rifiuti si rileva a livello di consumo. Inoltre è stata individuata una grande esigenza di definizioni più chiare. L’industria considera gran parte delle sue perdite alimentari non come rifiuti ma sottoprodotti. Esempi a tal proposito possono essere il siero proveniente dalla trasformazione del formaggio e le bucce di patate che derivano dalla preparazione delle patatine fritte. Questi sono poco o per niente richiesti come alimenti e sono valorizzati dall’industria nel miglior modo possibile. Talvolta giovano indirettamente all’alimentazione umana sotto forma di foraggi.

Ragioni economico-aziendali negli ultimi anni hanno portato gli attori della catena di valore a ridurre costantemente i rifiuti alimentari nella propria azienda. Un certo potenziale di riduzione sembra sussistere soprattutto per i rifiuti risultanti dai bisogni dei consumatori, reali o indotti, e dagli accordi tra i diversi livelli della filiera di valore (p.es. norme commerciali, offerte, indicazione della data di scadenza). Ma gli attori intervistati intravvedono il maggior potenziale di riduzione nei consumatori.

I partner dei colloqui hanno spiegato, inoltre, che una buona valorizzazione dei rifiuti collima con l’interesse economico-aziendale delle imprese. Un ostacolo è rappresentato dalle severe prescrizioni sulla percentuale di corpi estranei per impianti a biogas che vietano la fermentazione degli alimenti imballati. Un ulteriore potenziale è costituito dalla raccolta differenziata di rifiuti biogeni, resti alimentari inclusi, provenienti dalle economie domestiche. Oggi questi sono perlopiù inceneriti.

La ricerca svolge un ruolo importante. Deve migliorare le conoscenze sui rifiuti alimentari e, mediante innovazioni tecniche, fornire soluzioni per la riduzione dei rifiuti e una migliore valorizzazione. Allo Stato spetta informare e sensibilizzare la popolazione attraverso la formazione scolastica e soprattutto le lezioni di economia domestica. La Confederazione deve inoltre impegnarsi come moderatore neutrale nei colloqui orientati alla ricerca di soluzioni tra gli attori della catena di valore. La maggior parte degli attori rifiuta nuove disposizioni di legge.

Questi incontri hanno rappresentato la prima fase di un processo che ne comprende due. In una seconda fase, iniziata nell’autunno 2013, vengono elaborate soluzioni sulla base delle conoscenze acquisite e in vista di un’ulteriore riduzione dei rifiuti alimentari.

Verifica delle condizioni quadro legali

Sulla base delle conoscenze evinte dal dialogo con gli stakeholder e dagli interventi parlamentari, si verifica se, per le più importanti condizioni quadro legali, sussiste una necessità d’intervento. Nel dialogo con gli stakeholder è stato affrontato in particolare il tema delle prescrizioni di legge concernenti la data di scadenza. In generale le condizioni quadro legali sono state valutate positivamente.

Dialogo con i ricercatori

Il ruolo della ricerca è, da un lato, sondare meglio il fenomeno dei rifiuti alimentari e, dall’altro, contribuire concretamente a ridurlo mediante lo sviluppo di approcci innovativi, ad esempio di natura tecnica. L’obiettivo del dialogo con i ricercatori è creare una rete tra i ricercatori nel settore dei rifiuti alimentari in Svizzera. In una prima tornata di dialogo sono state rilevate e stabilite le priorità tra le principali tematiche di ricerca. In un secondo incontro è stata discussa la necessità di ricerca individuata nell’ambito del dialogo con gli stakeholder. Il dialogo con i ricercatori deve contribuire a coordinare la ricerca e a favorire lo sfruttamento delle sinergie.

81 1.2 Aspetti sociali e società

Sensibilizzazione dell’opinione pubblica

Il più importante strumento della Confederazione per sensibilizzare l’opinione pubblica è una mostra itinerante. Questa è stata originariamente concepita dal Comitato nazionale svizzero della FAO (CNS-FAO) per la Giornata mondiale dell’alimentazione 2012 a Berna. Sulla scia del grande successo riscontrato, nel 2013 è stata presentata in altre località in tutto il Paese. Un ulteriore strumento di sensibilizzazione è l’opuscolo «Cifre, fatti, consigli» distribuito alla mostra e consegnato alle persone interessate quali gli insegnanti.

La Giornata mondiale dell’alimentazione 2013 è stata dedicata nuovamente al tema delle perdite alimentari. Con il patrocinio del CNS-FAO, è stato indetto il concorso di idee «Our Common Food» per la lotta contro le perdite e gli sprechi alimentari, aperto agli studenti iscritti a un’università o a una scuola universitaria professionale svizzera o in un Paese in via di sviluppo o che avevano concluso gli studi negli ultimi due anni.

Iniziative private

Sempre più iniziative private sono incentrate sulla lotta contro lo spreco alimentare, come l’associazione foodwaste.ch, fondata nel 2012, i cui obiettivi sono la sensibilizzazione della popolazione e la promozione del dialogo sociale. In quest’ottica nel giugno 2013 si è tenuta la conferenza «Strategie contro il Food Waste» alla quale hanno partecipato circa 180 rappresentanti dell’economia, dell’amministrazione e della società civile. In collaborazione con la Società Svizzera di Nutrizione SSN, l’associazione ha inoltre lanciato la campagna «Tutto o niente» che mostra come i consumatori possono evitare i rifiuti alimentari.

Nel 2013 anche l’Alleanza delle organizzazioni dei consumatori si è attivata sul tema dei rifiuti alimentari. La Fédération Romande des Consommateurs FRC desidera innanzitutto informare e, sulla sua pagina Internet e in opuscoli, offre consigli utili su come poter evitare i rifiuti alimentari a livello di consumo. È stata redatta una guida che indica quanto tempo dopo la data di scadenza diversi prodotti possono essere ancora consumati. A maggio 2013 il forum dei consumatori Kf ha lanciato il concorso per cortometraggi «Premio sostenibilità konsum.ch» sul tema dello spreco alimentare. Il concorso si prefiggeva la sensibilizzazione dei giovani consumatori sul tema in questione.

Nel 2013 Unilever Food Solutions ha lanciato un’iniziativa di categoria contro lo spreco alimentare nel settore della ristorazione e ha fondato l’associazione «United Against Waste», in collaborazione con Nestlé Schweiz AG, Saviva, Howeg, Pistor, Compass Group AG, SV AG, GastroSuisse, hotelleriesuisse, ZFV-Unternehmungen e Schweizer Verband für Spital-, Heim- und Gemeinschaftsgastronomie. L’obiettivo è dimezzare i rifiuti alimentari entro il 2020 nel settore della ristorazione. Mediante la cooperazione all’interno della categoria, s’intende elaborare e divulgare misure efficaci. Unilever Food Solutions offre inoltre un vasto pacchetto di servizi per i ristoratori con informazioni, strumenti di analisi e consigli su come poter ridurre i rifiuti alimentari in cucina.

82 1.2 Aspetti sociali e società

Attività internazionali

Il tema dei rifiuti alimentari è affrontato in maniera approfondita anche in seno alle organizzazioni internazionali. La FAO, in collaborazione con la Fiera di Düsseldorf GmbH, ha lanciato l’iniziativa SAVE FOOD. Questa intende promuovere il dialogo tra l’industria, la ricerca, la politica e la società civile e far incontrare regolarmente gli stakeholder. Con il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente PNUA, nel 2013, sotto il banner dell’iniziativa SAVE FOOD, è stata lanciata la campagna Think.Eat.Save. Si tratta fondamentalmente di una campagna di sensibilizzazione che fornisce ai consumatori consigli per evitare di produrre rifiuti. Nell’ambito della campagna Think.Eat.Save è stato sviluppato anche un kit di strumenti per evitare e ridurre i rifiuti alimentari. Tale kit deve poter essere utilizzato sia dagli attori pubblici che privati. L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico OCSE si prefigge di raccogliere dati confrontabili sui rifiuti alimentari provenienti dagli Stati membri e di analizzare le iniziative dei rispettivi governi. Successivamente se ne trarranno raccomandazioni politiche. Dal 2012, inoltre, è in atto il progetto Food Use for Social Innovation by Optimising Waste Prevention Strategies FUSIONS dell’UE. FUSIONS fa incontrare attori dell’economia, della ricerca e della società civile provenienti da Paesi europei nell’ambito di una piattaforma di più stakeholder. Entro il 2016 si dovranno analizzare il potenziale di innovazione sociale e sviluppare standard unitari per un monitoraggio dei rifiuti alimentari nonché direttive per una politica comune degli Stati UE.

83 1.2 Aspetti sociali e società

1.2.6 Protezione delle terre coltive

Senza il suolo, risorsa rara e non rinnovabile, l’agricoltura non può assolvere i suoi compiti multifunzionali. Gli interessi nei confronti di una migliore protezione della superficie coltiva quale risorsa per l’agricoltura sono molteplici e vanno oltre la sicurezza alimentare. Esistono correlazioni e interazioni con lo sviluppo sostenibile, con la protezione dell’ambiente e del paesaggio nonché con gli obiettivi della pianificazione territoriale (uso parsimonioso del suolo). La gestione agricola preserva l’apertura delle terre coltive e contribuisce, quindi, al raggiungimento degli obiettivi con valenza estetica per il paesaggio, ecologici e pianificatori. Un paesaggio bello e curato esercita inoltre effetti positivi sull’attrattiva economica del luogo e sul turismo. Per uno sviluppo sostenibile è essenziale che anche le generazioni future dispongano di terre coltive a sufficienza intese come risorsa per la produzione di derrate alimentari, spazio ricreativo, superfici per la compensazione ecologica e come serbatoio per la risorsa acqua.

n Dati e sfide

Oggi attraversando l’Altipiano si può notare che una parte considerevole dei terreni è stata edificata e che gli insediamenti proliferano. Negli ultimi dieci anni sono andati persi 292 km2 di superficie coltiva (1 m2/ sec.), che corrispondono alla superficie del Cantone di Sciaffusa. Il Consiglio federale non vuole assistere inerte a questo sviluppo, perciò si prefigge lo scopo di intensificare la protezione delle terre coltive. A tal fine ha incaricato l’ex Dipartimento federale dell’economia (oggi Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca DEFR) di fare il punto su questo tema, mettendo a fuoco le necessità di intervento e di presentargli un rapporto. Il rapporto pubblicato nel settembre 2012 mostra quali interazioni agiscono quantitativamente, a livello mondiale e in Svizzera, in riferimento alle terre coltive, quali fattori provocano perdite e quali sfide si pongono, illustrando altresì le attività in corso e pianificate.

Il rapporto è disponibile sotto: www.blw.admin.ch > Temi > Protezione delle terre coltive.

n Suolo come base della sicurezza alimentare

Sfamare la popolazione mondiale con minori risorse (suolo, acqua, energia, fosforo), alla luce del cambiamento climatico, è una delle più grandi sfide globali dell’avvenire. La Svizzera deve assumersi le proprie responsabilità in un mondo globalizzato. Siccome siamo un Paese importatore netto di derrate alimentari, le nostre abitudini alimentari hanno ripercussioni non soltanto sul piano nazionale, bensì anche sull’ambiente e sulle risorse naturali nonché sulla sicurezza alimentare della popolazione locale dei Paesi esportatori.

Anche nel nostro Paese bisogna mantenere il potenziale di produzione naturale e utilizzarlo in maniera ottimale. In tal modo la Svizzera potrà contribuire con le proprie risorse alla sicurezza alimentare globale. La crescente domanda di prodotti regionali (qualità, rintracciabilità) mostra che la popolazione sostiene questa evoluzione. Attualmente oltre un milione di ettari di terreno è gestito a scopo agricolo, cui vanno sommati circa 500 000 ettari di pascoli alpestri. Gran parte di questi terreni deve rimanere a disposizione delle generazioni future, anche in caso di ulteriore crescita demografica, a garanzia della multifunzionalità dell’agricoltura.

n Politica federale integrale

Come mostrano le più recenti votazioni sul piano nazionale (Iniziativa sulle abitazioni secondarie, 1a tappa di revisione della legge sulla pianificazione del territorio) e cantonale (Iniziativa sulle terre coltive nel Canton Zurigo), anche la popolazione è particolarmente sensibile alla problematica della protezione delle terre coltive. La politica è chiamata ad adottare misure mirate.

84 1.2
e società
Aspetti sociali

Strategia della biodiversità

Protezione delle acque

Protezione qualitativa del suolo

Concetto del territorio Svizzera

Campi di intervento per una protezione delle terre coltive incisiva

1a tappa LPT

2a tappa LPT

Politica forestale

Politica degli agglomerati

Politica agricola

Piano settoriale SAC

Fonte: UFAG
85 1.2 Aspetti sociali e società

In diversi ambiti politici ci sono approcci e misure legislative per meglio proteggere le terre coltive. Questo compito rientra innanzitutto nel quadro della pianificazione del territorio, ma per garantire una politica federale coerente e integrale vanno coordinate anche misure adeguate nelle legislazioni agricola, forestale, ambientale e sulla pianificazione del territorio. I primi passi in questa direzione sono già stati fatti, ad esempio nella Politica agricola 2014–2017, nella 1a tappa di revisione della legge sulla pianificazione del territorio e nel quadro della flessibilizzazione della politica in materia di superficie boschiva. Le misure nei vari campi d’intervento vanno portate avanti in maniera coerente.

n Prospettiva

Alla luce delle sfide con le quali ci si dovrà confrontare nei prossimi decenni nel settore della sicurezza alimentare, sullo sfondo del cambiamento climatico, aumenterà l’importanza della protezione della risorsa suolo, esauribile e sottoposta a una notevole pressione. I molteplici compiti dell’agricoltura possono essere adempiuti in maniera sostenibile e secondo le aspettative della società (art. 104 Cost.) soltanto se i terreni agricoli restano disponibili in quantità e qualità sufficienti.

I punti salienti di una protezione delle terre coltive incisiva rientrano nell’ambito della pianificazione del territorio e nella sfera delle competenze del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e della comunicazione (DATEC). I progetti approvati dal Popolo (Iniziativa sulle abitazioni secondarie, 1a tappa di revisione della legge sulla pianificazione del territorio) vanno attuati coerentemente. Parallelamente sono in corso i preparativi per una seconda tappa di revisione della legge sulla pianificazione del territorio. Le prime proposte (ponderazione degli interessi con particolare riguardo per le superfici idonee all’agricoltura, principio della compensazione delle superfici per l’avvicendamento delle colture) sono misure fondamentali per una maggiore protezione delle terre coltive. In diverse cause, inoltre, il Tribunale federale ha chiesto una ponderazione degli interessi equivalente, deplorando il fatto che vengano penalizzate le terre coltive quali risorsa per l’agricoltura. In vista dello sviluppo delle modalità di un eventuale obbligo di compensazione per le superfici per l’avvicendamento delle colture, devono essere elaborate basi mirate.

86 1.2 Aspetti sociali e società

1.3 Ecologia ed etologia

1.3.1 Ecologia

Come ogni anno, il capitolo Ecologia esordisce presentando una panoramica dei risultati della gestione del suolo e dell’uso di mezzi di produzione agricoli (cfr. sezione 1.3.1.1). Approfondisce poi due temi particolari che vengono trattati a cadenza quadriennale.

Quest’anno viene affrontato per la terza volta il tema della biodiversità (cfr. sezione 1.3.1.2), oggetto anche dei rapporti agricoli 2005 e 2009; vi è tuttavia una novità: esso è integrato dalla questione paesaggistica (cfr. sezione 1.3.1.3). Per entrambi gli ambiti si evidenziano il ruolo dell’agricoltura e gli obiettivi per la stessa. Sono presentati e discussi gli indicatori del monitoraggio agroambientale e del progetto «Osservazione del paesaggio svizzero» (OPS) che valutano gli effetti dell’agricoltura sulla biodiversità e su come viene percepito e vissuto il paesaggio. Sulla base di esempi concreti, si mette in risalto il contributo dell’agricoltura alla promozione della biodiversità.

Mediante il progetto AlpFUTUR si garantisce la correlazione tra le due tematiche: preservare l’apertura del paesaggio agricolo contribuisce sia alla biodiversità sia alla qualità del paesaggio e alla percezione che la popolazione ne ricava. La sezione del capitolo Ecologia dedicata al paesaggio illustra anche un nuovo strumento della Politica agricola 2014–2017 (PA 14–17): i contributi per la qualità del paesaggio.

87 1.3 Ecologia ed etologia

1.3.1.1 Utilizzo del suolo e mezzi di produzione

Evoluzione della quota di superfici gestite in modo rispettoso dell'ambiente

Fonte: UFAG

Valore obiettivo 65 000 ha nella regione di pianura dal 1990

1 Alberi da frutto ad alto fusto nei campi esclusi; prima del 1999 solo le superfici di compensazione ecologica aventi diritto

Fonte: UFAG

88 1.3 Ecologia ed etologia
In % della SAU Gestione rispettosa dell'ambiente 1 Di cui bio
Dal 1993 al 1998: PI+Bio; dal 1999: PER 0 100 90 70 80 60 50 40 30 20 10 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
di compensazione
1 In 1 000 ha Regione di montagna Regione di pianura
1
Superfici
ecologica computabili
0 140 120 100 80 60 40 20 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Evoluzione dell'effettivo di animali In 1 000 UB G 1 Altri Suini Bovini Fonte:
1 UBG: unità di bestiame grosso 0 1 600 1 400 1 000 1 200 800 600 400 200 1990 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
a contributi
UST

Evoluzione del consumo di concimi minerali

Azoto (N) (incl. paragricoltura) Fosforo (espresso come P2O5)

Evoluzione del consumo di alimenti concentrati per animali

Fonte: USC/Agricura

Lavorazione di prodotti importati 1 Alimenti importati per animali

1 Sottoprodotti della trasformazione di materie prime agricole in Svizzera (p.es. semi oleosi, orzo da birra)

Andamento delle vendite di prodotti fitosanitari

Vendite di prodotti fitosanitari delle ditte SSIC1

Fonte: USC

Regolatori della crescita

1 Fino al 2005 i dati sulle vendite di prodotti fitosanitari si basavano su quelli forniti dalle aziende affiliate alla Società svizzera dell'industria chimica. Dal 2006 sono disponibili dati relativi a tutte le aziende che vendono prodotti fitosanitari. Tali valori non sono direttamente comparabili con quelli contenuti nelle statistiche fino al 2005.

Fonti: Società svizzera dell'industria chimica, UFAG

89 1.3 Ecologia ed etologia
In 1 000 t
0 80 70 60 50 40 30 20 10 199092 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
In 1 000 t Altri CH Cereali da foraggio CH Panelli di semi oleosi CH
0 2 000 1 750 1 500 1 250 1 000 750 500 250 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 (provv.) 199092 0 2 500 2 000 1 500 1 000 500 1990 91 92 93 94 95 96 97 98 99 2000 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12
In t di principio attivo Insetticidi Rodenticidi Fungicidi Erbicidi

1.3.1.2 Biodiversità

Grazie a una topografia variata e a considerevoli gradienti altitudinali la Svizzera presenta un gran numero di habitat naturali e un’elevata biodiversità rispetto ad altri Paesi. Durante secoli di gestione delle superfici l’uomo ha creato, sul suo territorio, un paesaggio rurale ricco di habitat e specie nonché ha favorito una notevole varietà di piante coltivate e animali da reddito. L’agricoltura, a sua volta ha bisogno della diversità biologica come risorsa per una produzione alimentare sostenibile.

n L’agricoltura fruisce dei servizi ecosistemici e influenza la biodiversità

Accanto alla produzione di derrate alimentari e alimenti per animali, gli agricoltori usufruiscono di diversi servizi dei variegati sistemi agroecologici. Sono basi di produzione importanti, ad esempio, l’impollinazione da parte di api e altri insetti, la regolazione biologica dei parassiti attraverso organismi utili così come la formazione e la salvaguardia di suoli fertili mediante numerosi organismi del suolo. La varietà genetica delle razze di animali da reddito e delle piante coltivate nonché delle specie spontanee ad esse imparentate è un’altra risorsa essenziale, mediante la quale la produzione agricola può essere adeguata alle nuove condizioni di mercato, di produzione e climatiche. L’agricoltura, utilizzando oltre un terzo della superficie nazionale (regione d’estivazione inclusa), ha una particolare responsabilità per quanto concerne la salvaguardia e la promozione della biodiversità nel Paese.

Essa influenza la biodiversità direttamente tramite l’utilizzo e la cura di superfici e indirettamente attraverso, ad esempio, le immissioni di azoto in ecosistemi sensibili come foreste, corsi d’acqua e paludi. I progressi sul piano tecnico ed economico, unitamente alla politica agricola della Confederazione che hanno caratterizzato il secondo dopoguerra sono stati all’origine di una forte intensivazione dell’utilizzo delle superfici inerbite e coltive con conseguente aumento della produttività. Gli elementi paesaggistici che rendevano difficoltosa la gestione, come ad esempio siepi, alberi isolati, cumuli di pietra, zone umide e stagni, venivano sistematicamente eliminati, i margini della foresta rettificati e i torrenti messi in galleria. Di conseguenza, gli ecosistemi poveri di sostanze nutritive, ricchi di strutture e pertanto di specie sono diventati più rari. Grazie alle misure di politica agricola per la salvaguardia e la promozione della diversità biologica, prese dall’inizio degli anni ‘90, è stato possibile frenare la diminuzione della biodiversità. Tuttavia, sono tuttora necessari interventi di miglioramento soprattutto nella regione di pianura intensamente sfruttata (Guntern et al. 2013; Walter et al. 2013).

Nel 1992, la Svizzera ha firmato la Convenzione sulla diversità biologica (CBD), che nel frattempo conta 193 Parti contraenti. I suoi obiettivi sono la salvaguardia, a livello mondiale, della diversità biologica, l’utilizzo sostenibile dei suoi elementi e la ripartizione equilibrata ed equa dei vantaggi che derivano dall’utilizzo delle risorse genetiche. Nel 2010, però, si è dovuto constatare che nessuna delle Parti era riuscita a raggiungere l’obiettivo di ridurre significativamente la perdita di biodiversità. Non è stato possibile frenarla neanche in Svizzera e, se non si prendono contromisure, perdurerà (Lachat et al. 2010). Alla luce di tale situazione è stata elaborata una Strategia sulla biodiversità, varata dal Consiglio federale il 25 aprile 2012, che coinvolge tutti i settori e gli ambiti politici. La Strategia Biodiversità Svizzera (UFAM 2012) formula dieci obiettivi strategici, ai quali tutti gli attori nazionali dovrebbero mirare entro il 2020, allo scopo di raggiungere il seguente obiettivo primario: «conservare la ricchezza e la capacità di reazione della biodiversità ai cambiamenti, e preservare i servizi ecosistemici». Tale strategia, di ampia portata, contiene obiettivi per tutti i settori rilevanti per la biodiversità. Tra questi rientrano, oltre all’agricoltura, la selvicoltura, il turismo, i trasporti, il commercio, il consumo, le aree urbane, la formazione, la ricerca, eccetera.

90 1.3 Ecologia ed etologia

n L’agricoltura nel Piano d’azione Strategia Biodiversità Svizzera

Nella Strategia Biodiversità Svizzera si sottolinea che nel campo d’intervento Agricoltura devono essere applicati gli obiettivi ambientali per l’agricoltura nel campo della biodiversità (UFAG & UFAM 2008). Tali obiettivi qualitativi e non vincolati a una scadenza per l’agricoltura svizzera sono tratti dal diritto vigente e lo concretizzano. Nella pubblicazione Obiettivi ambientali per l’agricoltura, quale obiettivo in materia di biodiversità è stata indicata la promozione di specie faro e bersaglio, segnatamente 828 vegetali e 340 animali su superfici utilizzate a scopo agricolo, e 52 tipi di habitat, per i quali l’agricoltura svolge un ruolo particolare. Le specie bersaglio sono diffuse a livello locale e regionale, ma minacciate sul piano nazionale; per esse la Svizzera ha, in Europa, una certa responsabilità. Le specie faro sono caratteristiche di una regione e rappresentative di un determinato habitat. Esse fungono pertanto da «unità di misura» per la qualità dell’habitat che colonizzano.

Obiettivi ambientali per l’agricoltura nel campo della biodiversità

L’agricoltura fornisce un contributo essenziale alla salvaguardia e alla promozione della biodiversità. Ciò comprende gli aspetti 1. diversità delle specie e degli habitat, 2. diversità genetica tra le specie e 3. biodiversità funzionale.

1. L’agricoltura garantisce e promuove le specie autoctone, presenti soprattutto sulle superfici agricole o dipendenti dall’utilizzazione agricola, nonché gli habitat nella loro area di diffusione naturale. Da un lato, l’agricoltura conserva e promuove le popolazioni delle specie bersaglio, dall’altro promuove le popolazioni delle specie faro rendendo disponibili habitat adeguati, dotati di superfici sufficienti e dei necessari requisiti in termini di qualità e distribuzione sul territorio.

2. L’agricoltura salvaguarda e promuove la diversità genetica delle specie autoctone selvatiche concentrandosi soprattutto sulle superfici agricole. Fornisce inoltre un contributo fondamentale alla conservazione e all’utilizzo sostenibile di varietà indigene di piante agricole e di razze indigene di animali da reddito.

3. Grazie alle superfici di produzione agricola si preservano i servizi ecosistemici frutto della biodiversità.

Gli obiettivi ambientali nel settore Specie e habitat sono stati regionalizzati e ulteriormente concretizzati nel quadro del progetto OPAL (operazionalizzazione degli obiettivi ambientali Agricoltura nel settore Specie bersaglio e specie faro, habitat; Walter et al. 2013), constatando che la quota di superfici necessaria alla conservazione e alla promozione della biodiversità è quasi raggiunta, dal profilo quantitativo, con le superfici di compensazione ecologica attualmente disponibili. Inoltre, nelle zone di montagna III e IV nonché nella regione d’estivazione è disponibile ancora una quantità sufficiente di superfici con una qualità ben definita per quanto concerne la biodiversità. Tali superfici devono essere mantenute. Superfici con questa qualità scarseggiano, invece, nella regione di pianura e nelle zone di montagna I e II. Per colmare tali lacune qualitative e raggiungere i valori proposti, serve una quota di superfici con qualità tre volte superiore a quella attualmente registrata nelle zone agricole a bassa quota. Nelle regioni campicole sussiste soprattutto un fabbisogno di habitat allo stato naturale e di superfici di compensazione ecologica pregiate. Secondo ricerche bibliografiche esaustive e un sondaggio che ha coinvolto circa 200 esperti, condotto dal Forum Biodiversità Svizzera, per la salvaguardia della diversità biologica nel nostro Paese è altresì necessaria un’elevata quota di superfici coltive gestite secondo metodi rispettosi dell’ambiente (Guntern et al. 2013).

Oltre al fabbisogno di superfici, in tutte le regioni servono misure d’incentivazione specifiche per specie bersaglio e specie faro altamente prioritarie a livello nazionale.

91 1.3 Ecologia ed etologia

Secondo la Strategia Biodiversità Svizzera, per l’attuazione dell’obiettivo ambientale per l’agricoltura nel settore della biodiversità è necessario tutelare le superfici tuttora ricche di specie, migliorare la qualità ecologica delle superfici di compensazione ecologica esistenti nonché la loro interconnessione e, laddove necessario, allestirne di nuove. Per far ciò si dovrebbero aumentare gli incentivi per le prestazioni che promuovono la biodiversità, sfruttare le sinergie (p.es. promozione degli organismi utili o delle funzioni cuscinetto) con la produzione agricola e potenziare l’iniziativa individuale degli agricoltori necessaria a tale scopo, oltre che il riconoscimento dei servizi ecosistemici e della loro valorizzazione nei diversi processi di produzione agricola. La consulenza agricola e la ricerca devono contribuire all’ottimale promozione della biodiversità in quanto elemento di un’agricoltura sostenibile. Vanno illustrati i benefici di un’elevata biodiversità nel paesaggio agricolo e l’importanza dei servizi ecosistemici da essa forniti e integrati nella formazione agricola e nella consulenza. La Strategia Biodiversità Svizzera afferma, inoltre, che la PA 14–17, in particolare con l’ulteriore sviluppo del sistema dei pagamenti diretti, fornisce già un contributo sostanziale alla salvaguardia della biodiversità nelle aree gestite a scopo agricolo.

Come da mandato del Consiglio federale, verrà elaborato un piano d’azione per l’applicazione della Strategia Biodiversità Svizzera al fine di raggiungere gli obiettivi strategici prefissati. Entro maggio 2014, nel piano d’azione saranno definite misure in funzione dei singoli ambiti di realizzazione e dei diversi attori e settori dell’economia. Il piano d’azione illustra altresì quali adeguamenti di legge saranno necessari a livello federale e quali risorse finanziarie supplementari dovranno essere approntate per realizzare la strategia. L’elaborazione delle misure del piano d’azione con orizzonte temporale 2020 ha luogo nel quadro di un ampio processo partecipativo cui aderiscono le cerchie interessate.

Considerata la notevole interazione tra agricoltura e biodiversità, l’UFAG partecipa all’elaborazione del piano d’azione Strategia Biodiversità Svizzera, guidando il processo partecipativo nel campo d’intervento Agricoltura (parte dell’ambito d’azione «Utilizzo sostenibile della biodiversità»). A giugno 2013, esso ha presentato all’UFAM le proposte di misure provenienti dal campo d’intervento Agricoltura, affinché le integrasse nel piano d’azione.

92 1.3 Ecologia ed etologia

n La biodiversità nel monitoraggio agroambientale

In virtù dell’ordinanza concernente l’analisi della sostenibilità in agricoltura, l’UFAG conduce un monitoraggio agroambientale (MAA) mediante il quale valuta periodicamente gli sviluppi delle prestazioni ecologiche delle aziende agricole e le ripercussioni dell’agricoltura sulle basi vitali naturali nonché controlla, avvalendosi di indicatori agroambientali (IAA), gli effetti della politica agricola dal profilo quantitativo e qualitativo a livello nazionale, regionale e differenziato per tipo di azienda. Il monitoraggio a lungo termine della biodiversità viene condotto mediante i tre indicatori descritti di seguito, per quanto anche indicatori provenienti da altri ambiti tematici, come i bilanci dell’azoto e del fosforo, la copertura del suolo e l’utilizzo di prodotti fitosanitari, hanno un’influenza notevole sulla biodiversità.

Il monitoraggio agroambientale fa la distinzione tra tre tipi di indicatori: IAA sullo stato dell’ambiente, IAA sull’impatto ambientale (processi agricoli) e IAA sulle forze motrici (pratiche agricole). Quest’ultimo reagisce ai cambiamenti nella gestione in maniera più rapida rispetto agli altri due, mentre gli indicatori sullo stato dell’ambiente forniscono indicazioni più precise riguardo al raggiungimento degli obiettivi. Gli indicatori sui processi vengono calcolati, in genere, sulla base di modelli (p.es. IAA «Conseguenze potenziali delle attività agricole sulla diversità biologica»).

Indicatore agroambientale «Superfici di compensazione ecologica, qualità inclusa» (tipo: forze motrici)

Le superfici aventi diritto ai contributi notificate come superfici di compensazione ecologica (SCE), suddivise in superfici con o senza contributi supplementari in virtù dell’ordinanza sulla qualità ecologica, sono un indicatore della partecipazione degli agricoltori agli strumenti di promozione della politica agricola. I dati disponibili in questo contesto partono dal 1993. Le superfici possono essere attribuite a una zona agricola e al Comune in cui è ubicata l’azienda che le gestisce.

Le SCE notificate, inclusi elementi e superfici senza diritto ai contributi ed esclusi gli alberi da frutto ad alto fusto nei campi, attualmente costituiscono, con 134 337 ettari, il 13 per cento circa dell’intera superficie agricola utile (cfr. sezione 1.3.1.1). L’obiettivo intermedio della PA 14–17 è il raggiungimento, nella regione di pianura, di un totale di 65 000 ettari di SCE o superfici per la promozione della biodiversità (SPB). Nell’anno oggetto del rapporto tale superficie ammonta a 64 505 ettari.

Con l’entrata in vigore, nel 2001, dell’ordinanza sulla qualità ecologica (OQE), si è creato un nuovo strumento mediante il quale le SCE di qualità biologica particolare ricevono un ulteriore incentivo finanziario. Dal 2002 al 2012 le SCE con qualità ecologica sono aumentate, passando da 14 100 a 46 282 ettari. Circa il 30 per cento delle SCE adempie i requisiti qualitativi per la promozione della diversità biologica secondo l’OQE. Per gli alberi da frutto ad alto fusto nei campi la quota è del 25 per cento circa. L’obiettivo della PA 14–17 è che il 40 per cento di tutte le SPB presenti la qualità richiesta entro il 2017. Nel 2012, tale quota era del 22 per cento circa nella regione di pianura e del 37 per cento in quella di montagna.

Indicatore agroambientale «Conseguenze potenziali delle attività agricole sulla diversità biologica» (tipo: impatto ambientale)

Questo indicatore agroambientale (IAA) viene calcolato utilizzando i dati di singole aziende rilevati, dal 2008, nell’ambito dell’analisi centralizzata degli indicatori agroambientali (CA-IAA) in circa 300 aziende agricole. Fondamentalmente, si tratta di dati che gli agricoltori rilevano nel quadro della prova che le esigenze ecologiche sono rispettate (PER), in particolare dei dati dettagliati delle particelle del cosiddetto libretto dei campi. L’indicatore mostra il possibile impatto ambientale delle attività agricole sulla biodiversità calcolato sulla base di un modello. Esso è attualmente in fase di sviluppo e in questa sede si presentano le valutazioni condotte su 70 aziende del campione 2011.

93 1.3 Ecologia ed etologia

L’indicatore si basa su quello sviluppato per il bilancio ecologico «SALCA-biodiversità» (Jeanneret et al. 2008), volto a valutare l’effetto delle attività agricole sulla biodiversità. Tra queste ultime sono considerati il tipo di utilizzo dei terreni (scelta della coltura) e l’intensità di utilizzazione (p.es. data e frequenza di sfalcio, intensità di pascolo, impiego di concimi e di prodotti fitosanitari). Gli esperti hanno stimato e ponderato il possibile impatto delle attività agricole sui seguenti gruppi di specie: flora delle superfici inerbite e flora arbustiva, flora dei campi coltivati, uccelli, mammiferi, anfibi, lumache, ragni, carabidi, farfalle diurne, ortotteri e imenotteri. Il metodo considera la superficie inerbita e le colture campicole, oltre che gli habitat naturali quali le superfici di compensazione ecologica. Non include, invece, il comparto suolo, il livello tropicale dei parassitoidi e dei decompositori, le colture speciali e l’orticoltura. Il metodo viene costantemente integrato e sviluppato.

Conseguenze delle attività agricole sulla biodiversità calcolate per tipo di azienda e regione

Collina Pianura Montagna

Latte commerciale

Perfezionamento

Vacche nutrici

Combinazione latte commercializzato / campicoltura

Combinazione con perfezionamento

Combinazione con vacche nutrici

Combinazione con altro

Altri bovini

Campicoltura

6 8 10 12 14 16 6 8 10 12 14 16 6 8 10 12 14 16

Conseguenze calcolate per azienda agricola

n = 70 aziende; campione 2011

La dimensione dei punti indica il potenziale delle singole aziende agricole per la protezione e la promozione della biodiversità (il punto più grande e quello più piccolo corrispondono all’80 e al 27 per cento di tale potenziale).

Fonte: Agroscope

Dal calcolo delle possibili conseguenze delle attività agricole sulla biodiversità emerge che quelle nelle regioni di montagna hanno ottenuto tendenzialmente punteggi più alti di quelle in pianura. Un punteggio alto è sinonimo di effetti positivi sulla biodiversità, mentre uno basso di effetti negativi. In media, il punteggio più basso è stato totalizzato dalle aziende campicole delle regioni di pianura, quello più alto dalle aziende con vacche madre e nutrici nelle regioni di montagna. Relazionando questi due tipi di azienda e di regione all’utilizzo del suolo, tali risultati sembrano plausibili: le colture campicole in pianura sono indice di habitat poco propizi alla biodiversità poiché, in genere, più spesso sottoposte a trasformazioni profonde (lavorazione del suolo, avvicendamento delle colture) che incidono sulla biodiversità rispetto ai prati permanenti, caratteristici della regione di montagna, che presentano una maggiore diversità di specie.

94 1.3 Ecologia ed etologia

Per il calcolo del potenziale di un’azienda agricola di applicazione di pratiche rispettose della o favorevoli alla biodiversità si confrontano le conseguenze calcolate per le singole particelle con il rispettivo valore massimo e minimo mantenendo invariata la proporzione tra le diverse colture dell’azienda. Il calcolo mostra che la maggior parte delle aziende potrebbe avere un maggiore impatto positivo sulla biodiversità. La biodiversità specifica dei diversi tipi di azienda può essere promossa ad esempio con una quota più elevata di superfici per la promozione della biodiversità, con una lavorazione del terreno rispettosa delle sue caratteristiche o con un utilizzo estensivo delle superfici inerbite.

Gli indicatori calcolati consentono di classificare le aziende rispetto al loro potenziale impatto sulla biodiversità. Monitorare un numero sufficiente di aziende per regione e tipologia consente di seguire il potenziale sviluppo della biodiversità in base alle regioni e alle pratiche agricole. Attraverso il miglioramento della qualità dei dati e aumentando la partecipazione delle aziende all’analisi centralizzata degli indicatori agroambientali (AC-IAA), si ottengono indicazioni più attendibili.

Indicatore agroambientale «Specie e habitat agricoli ALL-EMA» (tipo: stato dell’ambiente)

Con l’acronimo ALL-EMA (Arten und Lebensräume Landwirtschaft – Espèces et milieux agricoles – specie e habitat agricoli) si sviluppano, presso Agroscope Reckenholz-Tänikon ART, indicatori per il monitoraggio di specie e habitat del paesaggio rurale per i quali, in base al rapporto Obiettivi ambientali per l’agricoltura, quest’ultima svolge un ruolo particolare. I dati rilevati per ALL-EMA possono essere utilizzati anche per valutare le SPB e per rispondere a questioni attuali e future di rilevanza nazionale. ALL-EMA è elaborato dal 2011, su mandato dell’UFAG e dell’UFAM, in collaborazione con l’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio WSL e del monitoraggio della biodiversità Svizzera (MBD) ed è integrato nel sistema degli indicatori agroambientali dell’UFAG. Dopo la fase di sviluppo del metodo, nel 2012, il progetto è al momento in una fase pilota biennale, mentre quella ordinaria inizierà nel 2015.

ALL-EMA quale complemento dei programmi nazionali di monitoraggio dell’UFAM

Generale Specifico

Superficie totale

Paesaggio rurale aperto Biotopi d’importanza nazionale Specie minacciate

MBD ALL-EMA Controllo dell’efficacia della protezione dei biotopi Lista rossa flora

Fonte: Agroscope

95 1.3 Ecologia ed etologia

ALL-EMA integra il MBD, il controllo d’efficacia dei biotopi di importanza nazionale e i progetti della lista rossa delle specie vegetali (LR). Le verifiche a campione sfruttano le sinergie con il MBD e potenziano il campionamento degli habitat utilizzati a scopo agricolo a ritmo mediamente frequente o mediamente sporadico, in modo da poter dare indicazioni specifiche su un maggior numero possibile di habitat del paesaggio agricolo. Ciò è possibile mediante una procedura a campione a tre livelli e impegnativa dal profilo statistico (cfr. figura sotto). A tale scopo, vengono scelti 120 km2 di superfici del MBD, concentrate soprattutto nel paesaggio agricolo. Tra queste, vengono cartografati i tipi di habitat del paesaggio agricolo aperto in reticoli a celle da 50 metri. Su una quantità parziale dei circa 31 000 punti di habitat rilevati si effettuano rilievi della vegetazione. Come modulo aggiuntivo si esaminano i rilevamenti sulle SPB e si confrontano con superfici di riferimento.

Procedura di selezione a tre livelli delle unità dei campioni in ALL-EMA

Per impostare la rilevazione nella maniera più efficiente e corretta possibile, attualmente si lavora alla standardizzazione di metodi e allo sviluppo di strumenti che consentano di registrare elettronicamente tanti dati direttamente sul campo. Nel 2014 sarà simulata la fase ordinaria con un importante test sul campo, allo scopo di valutare metodo e logistica. Per la fase ordinaria a partire dal 2015 è previsto che la rilevazione dei dati venga condotta da terzi, su mandato di Agroscope. Per questi lavori ART indirà un concorso. Il concetto ALL-EMA è strutturato in maniera da poter aggiungere, se necessario, moduli supplementari, ovvero rilevazioni per analisi specifiche. Finora si sono potuti sviluppare e integrare, ad esempio, moduli per il monitoraggio di insetti impollinatori, ragni, lombrichi o per la qualità di boschetti, rive e margini erbosi.

Livello di campionatura: numero di ripetizioni: 1° livello 120 2° livello 31 000 3° livello 3 600 Tipi di habitat Rilievi
vegetazione Strutture
Fonte: Agroscope
della
96 1.3 Ecologia ed etologia

n Swiss Bird Index: monitoraggio degli uccelli che nidificano al suolo sulle terre coltive

A integrazione dei dati dei programmi di monitoraggio della Confederazione, gli indici parziali dei gruppi di specie delle terre coltive di Swiss Bird Index SBI® forniscono preziose informazioni supplementari. Essi vengono calcolati annualmente dalla Stazione ornitologica svizzera di Sempach e consentono di valutare, dal 1990, l’evoluzione dell’effettivo di queste specie di uccelli nidificanti. L’indice parziale delle specie che vivono nelle terre coltive comprende 38 specie di uccelli classificate nell’habitat principale «terre coltive» (Zbinden et al. 2005). Tra queste vi sono anche sei specie relativamente frequenti e diffuse, tra le quali il corvo e la cornacchia nera, negli ultimi anni notevolmente aumentate. Gli indici parziali delle specie bersaglio (27 specie di uccelli nidificanti) e delle specie faro (20 specie di uccelli nidificanti) comprendono specie meno frequenti che, secondo gli obiettivi ambientali per l’agricoltura (UFAM & UFAG 2008), vanno promosse. Tali indici parziali possono fornire indicazioni sul raggiungimento degli obiettivi per quanto concerne la promozione di tali specie e dei rispettivi habitat.

L’indice parziale delle specie bersaglio e delle specie faro registra, tra il 1990 e il 2012, un andamento negativo anche se gli esemplari di alcune specie considerate, come l’upupa e il saltimpalo, sono aumentati. Gli effettivi di uccelli nidificanti classificati come specie faro degli obiettivi ambientali per l’agricoltura restano relativamente stabili. L’evoluzione dell’effettivo delle specie bersaglio, in genere più esigenti, è invece negativa. Esempi di paesaggi rurali valutati al di sopra della media dal profilo qualitativo e quantitativo indicano che è possibile promuovere in maniera efficace anche specie bersaglio tra gli uccelli nidificanti (Klettgau, Champagne ginevrina, Birrer et al. 2007, Meichtry-Stier et al. subm.).

Evoluzione degli effettivi di uccelli che nidificano al suolo sulle terre coltive1

1 Quattro indici parziali dello Swiss Bird Index SBI® per diversi gruppi di uccelli presenti sulle terre coltive. 1) «Specie delle terre coltive» (tutte le specie con habitat principale sulle terre coltive), 2) «Specie bersaglio e specie faro» secondo gli obiettivi ambientali per l’agricoltura nel settore della biodiversità e 3) «Specie bersaglio» e «Specie faro» separatamente. Per ulteriori informazioni sulle tendenze di singole specie consultare http://vogelwarte.ch/sbi.html.

Fonte: Stazione ornitologica, Sempach

Swiss Bird Index
0 120 100 80 60 20 40 1990 1995 2000 2005 2010 Specie
Specie
Specie
Specie bersaglio
faro Agricoltura
delle terre coltive
faro e specie bersaglio Agricoltura
Agricoltura
97 1.3 Ecologia ed etologia

n Progetto «Totalizzare punti con la varietà»

Esistono diverse iniziative agricole private che mirano a valorizzare sul mercato la biodiversità. In genere, si basano su programmi statali, integrandone gli strumenti e i requisiti. Di seguito si presentano alcuni risultati del progetto «Totalizzare punti con la varietà – I contadini animano la natura» condotto, dal 2008, dalla Stazione ornitologica svizzera di Sempach, dall’Istituto di ricerca per l’agricoltura biologica (IRAB) e dalle organizzazioni agricole Bio Suisse e IP-Suisse.

Un sistema a punti per valutare la biodiversità

Come primo passo, è stato sviluppato un sistema a punti che indica agli agricoltori le loro prestazioni a favore della diversità biologica. Tale sistema comprende 32 opzioni, grazie alle quali è possibile generare punti. Il numero maggiore di punti si ottiene con l’impianto di SCE, soprattutto se queste presentano qualità ecologica secondo l’ordinanza sulla qualità ecologica. Altri punti possono essere guadagnati, ad esempio, sulla superficie inerbita con un utilizzo scaglionato del prato, sulla superficie coltiva con misure di produzione a basso input o finestre per allodole nei campi o ancora con provvedimenti speciali di promozione di specie minacciate. Mediante il progetto «Totalizzare punti con la varietà» è stato possibile dimostrare, presso 133 aziende, che a un elevato punteggio corrisponde, effettivamente, un alto numero di specie. Quali indicatori per la biodiversità sono stati registrati piante, ma anche uccelli, ortotteri e farfalle diurne (Birrer et al. 2012).

Rapporto tra il numero di punti e il numero di specie vegetali nelle singole aziende

Fonti: Stazione ornitologica Sempach e IRAB

La consulenza aziendale è un fattore chiave

Per l’attuazione delle misure nell’ambito del sistema a punti è fondamentale una consulenza aziendale. Nelle 24 aziende pilota analizzate, infatti, grazie alla consulenza la quota di SCE rispetto alla superficie agricola utile è aumentata di circa il 50 per cento (Chévillat et al. 2012). Ogni azienda ha ricevuto, in media, proventi superiori dai pagamenti diretti di 3 491 franchi, con i quali sono state più che compensate eventuali perdite di produzione.

98 1.3 Ecologia ed etologia
Numero di specie
0 50 40 30 10 20 5 10 15 20 25 30 Punti

Quota di superfici di compensazione ecologica (SCE) delle aziende1 prima e dopo una consulenza globale

1 Quota totale di superfici di compensazione ecologica (SCE) rispetto alla superficie agricola utile di un’azienda (totale), quota di SCE con qualità ecologica e con interconnessione secondo l’ordinanza sulla qualità ecologica.

Fonti: Stazione ornitologica Sempach e IRAB

Commercializzazione di prodotti label con valore aggiunto per la biodiversità

I produttori di label e i commercianti nutrono notevole interesse verso il progetto. IP-Suisse ha inserito il sistema a punti nelle direttive per la sua produzione del label: entro il 2013, i circa 10 000 produttori label IP-Suisse dovranno raggiungere un numero minimo di punti per la biodiversità sui 15 totali. Di conseguenza, la prestazione a favore della biodiversità delle aziende IP-Suisse è aumentata tantissimo. Grazie alla buona commercializzazione dei prodotti, tra l’altro anche presso Migros, con il label «TerraSuisse», mediante le maggiori prestazioni nell’ambito della biodiversità è stato possibile spuntare anche un prezzo maggiore per i prodotti. Secondo le direttive sulla biodiversità, riviste nel 2012, entro il 2015 anche ogni azienda BioSuisse dovrà garantire, oltre ai servizi sistemici dell’agricoltura biologica, un numero minimo di misure per la promozione della biodiversità. Una misura possibile per gli agricoltori sarebbe, ad esempio, l’aumento della quota di SPB con qualità o della diversità delle strutture o l’attuazione di misure di promozione sulle superfici di produzione quali superfici inerbite, superfici coltive e colture speciali. BioSuisse affianca all’introduzione delle direttive un progetto di consulenza di ampia portata.

n Promozione della diversità genetica nell’agricoltura

Piano d’azione nazionale per la conservazione e l’utilizzo sostenibile delle risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura (PAN-RFGAA)

L’UFAG e Agroscope si impegnano per la conservazione e l’impiego sostenibile delle risorse genetiche delle piante coltivate. La loro diversità genetica va conservata per avere a disposizione della ricerca e della selezione materiale genetico adeguato per le sfide presenti e future. L’utilizzo di varietà antiche e specie di colture trascurate consente inoltre di avere un’agricoltura variegata e di mettere a disposizione dei consumatori molteplici sapori. Sulla base del Piano d’azione nazionale per la conservazione e l’utilizzo sostenibile delle risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura (PAN-RFGAA) l’UFAG realizza, unitamente a organizzazioni di conservazione private, progetti sotto forma di un partenariato pubblico-privato. Si tratta essenzialmente di raccogliere, conservare, descrivere e impiegare in maniera sostenibile le risorse fitogenetiche. Nella banca genetica nazionale di Agroscope vengono depositate varietà moltiplicate mediante sementi. La conservazione e l’utilizzo sostenibile delle RFGAA si basano sul piano d’azione globale della FAO e, dal 2014, sulle nuove basi legali nazionali degli articoli 147a e 147b LAgr. Con il PAN-RFGAA e la banca genetica nazionale di Agroscope si adempiono obblighi internazionali secondo la Convenzione sulla diversità biologica (CDB) e il Trattato internazionale sulle RFGAA. Per ulteriori informazioni sulla conservazione delle piante coltivate consultare www.bdn.ch.

99 1.3 Ecologia ed etologia
Quota di SCE per azienda in %
0 16 14 12 10 8 6 4 2 Totale Qualità Interconnessione Prima della consulenza Dopo la consulenza

Piano d’azione nazionale per le risorse zoogenetiche

L’ordinanza sull’allevamento di animali vigente dal 1999 consente di sostenere, oltre alle misure zootecniche di carattere generale, le razze svizzere minacciate o a rischio di estinzione con misure di conservazione supplementari. Grazie a questi programmi, gli effettivi di razze minacciate hanno potuto stabilizzarsi o crescere e le rispettive basi genetiche sono state migliorate. Nel 2011, alcune organizzazioni di allevamento riconosciute hanno avviato, assieme all’UFAG, 11 nuovi progetti di conservazione delle razze svizzere di bovini, cavalli, pecore, capre e api. I due progetti di conservazione presentati di seguito comportano, oltre alla conservazione delle razze, benefici aggiuntivi per l’agricoltura e la biodiversità, quali l’impollinazione di piante fiorite e la cura del paesaggio nella regione di montagna.

Progetto «L’ape nera della Val Müstair»

L’ape nera europea (Apis mellifera mellifera) è una sottospecie dell’ape europea (Apis mellifera) originatasi naturalmente. È l’ape mellifera autoctona originaria e si distingue per l’elevata resistenza al freddo, l’oculatezza nell’utilizzo delle riserve e il moderato sviluppo delle colonie; viene selezionata in Svizzera.

Nell’ambito di un progetto in Val Müstair è stata realizzata una zona di allevamento di linee pure. A tale scopo, sono stati costruiti un apiario indipendente con una popolazione uniforme di colonie di api morfologicamente e geneticamente tipiche della razza Apis mellifera mellifera e una stazione di fecondazione per la fornitura di regine di razza pura. Si è inoltre potuta migliorare la qualità delle colonie e commercializzare il miele come specialità regionale. Soppiantando le api di altre razze o di razze miste, la quota di colonie di Apis mellifera mellifera di razza pura è passata dal 7 per cento, prima dell’inizio del progetto (2006), all’80 per cento, alla fine dello stesso (2012). Per sensibilizzare la popolazione e i visitatori, nella regione sono stati collocati numerosi pannelli informativi. Nei sei anni di realizzazione, la qualità delle colonie è migliorata sensibilmente e, di conseguenza, si è potuta aumentare la resa in miele. In un progetto successivo si prevede di coinvolgere anche le altre due zone in cui è diffusa l’ape nera: la regione di Glarona e la Diemtigtal.

Il progetto, sostenuto dall’UFAG, è stato condotto congiuntamente alle organizzazioni apisuisse, Società d’apiculturs Val Müstair, Verein Schweizerischer Mellifera Bienenfreunde, ProSpecieRara e Biosfera Val Müstair.

Progetto «Capra striata grigionese e capretto autunnale»

La capra striata grigionese è una delle 11 razze di capra svizzere ed è considerata minacciata. Nell’ambito di un progetto cofinanziato dall’UFAG, ProSpecieRara e la Federazione di allevamento caprino del Canton Grigioni si impegnano a favore dell’antica razza tradizionale che, alla fine degli anni ‘80, era pressoché estinta. L’obiettivo del progetto è promuovere la varietà genetica della razza mediante la conservazione di rare linee sanguinee e la detenzione di becchi. Vanno inoltre accresciuti gli effettivi di capre mediante una migliore commercializzazione dei prodotti.

Di solito i capretti vengono macellati a Pasqua, poiché è il momento in cui si spunta il prezzo migliore. Con il concetto del capretto autunnale tutti gli animali vengono allevati fino all’autunno e la selezione può avvenire in un momento in cui il potenziale genetico degli animali è già chiaramente visibile. Attraverso tale gestione ci si assicura una selezione mirata in base a caratteristiche importanti, quali crescita e struttura corporea sane. La macellazione del capretto in autunno invece che a Pasqua è inoltre opportuna anche dal profilo ecologico ed etologico: i giovani animali passano infatti un’intera estate al pascolo, nella maggior parte dei casi nella regione di montagna e alpestre, contribuendo alla cura del paesaggio e sono detenuti in una maniera decisamente rispettosa delle loro esigenze. La loro carne è, grazie alla varietà del foraggio, particolarmente aromatica e apprezzata dagli intenditori.

Il progetto è iniziato sotto i migliori auspici. Nel 2011 la carne del capretto autunnale della capra striata grigionese è stata fornita a 51 aziende di ristorazione. Nel 2012 è stata condotta, per la prima volta, una campagna di ordini per privati e gastronomi, che ha riscosso grande interesse. Il 2013 sarà l’ultimo anno in cui la commercializzazione della carne del capretto autunnale beneficerà del sostegno del progetto; dopodiché il prodotto dovrà imporsi sul mercato da solo.

100 1.3 Ecologia ed etologia

n AlpFUTUR: Avanzamento del bosco su prati e pascoli nella regione d’estivazione

Progetto collettivo AlpFUTUR – Futuro dei pascoli d’estivazione in Svizzera

Mediante i 22 sottoprogetti di AlpFUTUR si vuole chiarire in che direzione si potrebbe sviluppare l’utilizzo futuro della regione d’estivazione, sulla base della situazione attuale, del progressivo cambiamento delle strutture agricole e del clima nonché delle esigenze della società. Il progetto collettivo ha lo scopo di fornire raccomandazioni pratiche a aziende e cooperative alpestri, agricoltura di montagna, responsabili politici, amministrazione, associazioni e altre autorità decisionali coinvolte. A tal fine, le parti hanno studiato l’influenza dei cambiamenti di utilizzo e di clima sul paesaggio e sulla biodiversità della regione d’estivazione, in diverse regioni elvetiche. Hanno analizzato la redditività dell’estivazione e la commercializzazione di prodotti dell’alpe, nonché rilevato le aspettative future di contadini, personale dell’alpe e cittadini svizzeri. Mediante progetti concreti di attuazione sono state testate nuove tecniche e strategie di marketing e le esperienze sono state messe a disposizione della pratica. Il pubblico sarà informato dei principali risultati ottenuti da AlpFUTUR con conferenze, un libro, pubblicazioni rivolte a un vasto pubblico e un film (ulteriori informazioni su www.alpfutur.ch).

La preservazione dell’apertura del paesaggio rurale così come la cura e la promozione di un paesaggio variegato sono importanti prestazioni d’interesse generale dell’agricoltura. Attraverso l’utilizzo a scopo agricolo si contrasta l’avanzamento del bosco, che in Svizzera si riscontra prevalentemente nelle zone di alta montagna e nella regione d’estivazione a causa dei cambiamenti di utilizzo. L’avanzamento del bosco o della sterpaglia può avere effetti negativi sulla sicurezza dell’approvvigionamento, su elementi della biodiversità, sulla varietà del paesaggio e sul turismo. Spesso, ad esempio, fitocenosi ricche di specie dei pascoli d’estivazione sono soppiantate da fitocenosi forestali, la prospettiva di sentieri escursionistici invasi dal bosco o di paesaggi stravolti dall’avanzamento del bosco incide sul turismo.

Nell’ambito del programma di ricerca AlpFUTUR sono state analizzate anche le conseguenze dell’avanzamento del bosco e della sterpaglia sulle specie bersaglio e sulle specie faro dell’agricoltura (UFAM & UFAG 2008) e sul panorama dei sentieri escursionistici nella regione d’estivazione (Schüpbach et al. 2012), oltre che la correlazione tra la quota di arbusti nani e il numero di specie di piante fiorite, farfalle diurne e ortotteri (Koch et al. 2012).

Continua l’avanzamento del bosco nella regione d’estivazione

Ogni anno, in Svizzera, una superficie equivalente al lago di Walen (ca. 2 400 ha) di pascoli d’estivazione si trasforma, con tendenza stabile, in bosco, poiché la loro gestione viene abbandonata per motivi economici (Lauber et al. 2013). Da una simulazione del possibile avanzamento a un’altitudine tra i 1 000 e i 2 000 metri sul livello del mare, emerge che fino al 2021 le quote più basse di superfici colpite da avanzamento del bosco si troveranno nel Giura (in parte <1 %) e nelle Alpi nord-occidentali (da 1 % a 5 %). Nelle zone meridionali e orientali sono invece in aumento, soprattutto nelle Alpi centro-settentrionali, in Ticino, in Vallese, nelle valli meridionali dei Grigioni e in parti delle Alpi nord-orientali (Schüpbach et al. 2012).

101 1.3 Ecologia ed etologia

Carta delle quote di avanzamento del bosco per regione a un'altitudine tra i 1 000 e i 2 000 m s.l.m.

< 1 %

≥ 1 % – 5 %

≥ 5 % – 10 %

≥ 10 % – 20 %

≥ 50 %

Sotto i 1 000 o sopra i 2 000 m s.l.m.

Assenza di superfici con avanzamento del bosco tra il 20 e il 50 per cento

Basi di dati

Modello di cambiamento nell'utilizzo del suolo elaborato / estrapolato da Rutherford et al. 2008

DHM25 Direzione federale delle misurazioni catastali (DV002207.1)

Effetti negativi dell’avanzamento del bosco sulla diversità delle specie

Fonte: Agroscope

In base alla valutazione delle specie faro e delle specie bersaglio dei gruppi piante vascolari, licheni, muschi, funghi, farfalle e ortotteri da promuovere mediante l’agricoltura è emerso che la regione d’estivazione presenta, in tutte le aree della Svizzera, un elevato potenziale per queste specie e per molte costituisce addirittura il centro della loro area di diffusione. Ciò significa, che per la salvaguardia delle specie faro e delle specie bersaglio dell’agricoltura sono parimenti importanti tutte le zone della regione d’estivazione, nelle quali bisogna, pertanto, preservare superfici sufficientemente aperte e adeguatamente gestite. L’imboschimento di intere vallate è da considerare, spesso, negativo. In regioni che, secondo il modello, hanno un’elevata quota di avanzamento del bosco (Ticino, Alpi centro-settentrionali, Grigioni) è necessario individuare a livello locale quelle superfici ricche di specie fortemente minacciate dall’abbandono della gestione e dall’avanzamento del bosco. Per tali superfici, nell’ambito del progetto si consiglia ai servizi specializzati per la protezione della natura di elaborare, in collaborazione con gli agricoltori, un piano di utilizzazione adeguato.

Nelle zone subalpine a rendimento marginale molti pascoli alpestri poco sfruttati sono invasi da arbusti. Nel mosaico di superficie inerbita e arbustiva con una copertura di arbusti stimata tra il 30 e il 70 per cento si è rilevata una diversità di specie animali e vegetali decisamente più alta che non nelle superfici con meno arbusti. Le isole di arbusti nani sulla superficie inerbita aumentano la diversità strutturale e costituiscono un rifugio per le specie minacciate da un pascolo troppo intensivo. Dal profilo ecologico, i mosaici di superficie inerbita e arbustiva sono pertanto habitat importanti, ma sono anch’essi minacciati dall’abbandono della gestione. Per tale motivo, sarebbe opportuno promuovere in modo particolare una gestione del pascolo attiva, con effetto sull’equilibrio dell’intensità, in quanto verrebbero mantenuti i mosaici di superficie inerbita e arbustiva, evitando il completo rimboschimento dei pascoli.

Potenziale rimboschimento entro il 2021
0 25 50 100 km
102 1.3 Ecologia ed etologia

Nelle regioni meno colpite dall’avanzamento del bosco, quali il Giura e le parti nord-occidentali delle Alpi, è prioritaria la conservazione di un’utilizzazione agricola estensiva, soprattutto sulle superfici ricche di specie. L’intensivazione, infatti, agisce sulla maggior parte delle specie faro e delle specie bersaglio dell’agricoltura altrettanto negativamente che l’abbandono della gestione. Di conseguenza, nella regione d’estivazione un’intensivazione strisciante va evitata tanto quanto un avanzamento incontrollato del bosco e della sterpaglia. La PA 14–17 applica incentivi adeguati in questo contesto, aumentando il contributo d’estivazione e introducendo un contributo di alpeggio che dovrebbe motivare le aziende gestite tutto l’anno a estivare i propri animali. In futuro, si potranno notificare SPB e progetti per la promozione della qualità del paesaggio anche nella regione d’estivazione. Inoltre, per il livello di declività superiore al 50 per cento saranno versati contributi più elevati e sarà introdotto un nuovo contributo per le zone in forte pendenza a favore di aziende con una quota elevata di prati da sfalcio in zone declive allo scopo di incentivare la gestione delle superfici in forte pendenza nella regione di montagna particolarmente colpite dall’avanzamento del bosco.

L’avanzamento del bosco pregiudica il panorama dei sentieri escursionistici

Con l’ausilio di una simulazione del potenziale avanzamento del bosco in diverse regioni fino al 2021, del modello altimetrico digitale (DHM25, swisstopo) e della rete nazionale dei sentieri (www.wanderland. ch) sono stati calcolati e comparati i panorami dei sentieri escursionistici nel 2011 e nel 2021 (Schüpbach et al. 2012). Da tale confronto è emerso che il panorama è limitato in maniera solo puntuale per più del 30 per cento rispetto al 2011. Secondo un sondaggio con valutazione di foto, però, una tale riduzione non è sempre ritenuta negativa. Al contrario, fino a un certo grado gli escursionisti apprezzano un aumento di ricchezza strutturale (Junge e Hunziker 2013). Si prevede che le maggiori perdite di panorama saranno nel Vallese e nella Bassa Engadina. Per mantenere tali paesaggi attrattivi per il turismo sarà necessario dare priorità alla preservazione dell’apertura di queste superfici.

103 1.3 Ecologia ed etologia

1.3.1.3 Paesaggio

Il paesaggio comprende tutto lo spazio di un comprensorio e il modo in cui l’uomo lo percepisce e lo vive (Consiglio d’Europa 2000); è uno spazio geograficamente delimitabile che incarna gli aspetti naturali e culturali. I principali elementi del mosaico naturale di un paesaggio sono il rilievo, la rete idrica, i diversi suoli, l’aria, la luminosità e la biosfera, mentre l’aspetto culturale si riflette nell’utilizzo del territorio e nel profilo socioculturale del paesaggio. I paesaggi sono sistemi dinamici che evolvono in base a fattori naturali e in forte interazione con le attività umane ivi svolte. Ognuno di noi ha costantemente una percezione sensoriale globale del paesaggio che lo circonda: ne percepiamo il valore estetico, materiale, storico e culturale. Vivendolo, pertanto, approfittiamo della sua multifunzionalità: il paesaggio è un centro vitale per l’uomo e gli altri esseri viventi, costituisce uno spazio di relax variegato e fornisce diverse risorse naturali sulle quali basare le nostre attività economiche. I paesaggi cambiano costantemente e non devono essere considerati come qualcosa di statico. Ciononostante, la conservazione di elementi paesaggistici a rischio d’estinzione può rivelarsi proficua. Questo è il caso, ad esempio, se tali elementi sono una parte importante del patrimonio culturale delle popolazioni stanziate o sono emblemi unici che aumentano l’attrattiva turistica di una regione.

n Paesaggio e agricoltura

Lo sviluppo delle attività economiche e l’evoluzione delle politiche a incidenza territoriale sono fattori antropogeni che si esprimono mediante un’impronta paesaggistica in costante evoluzione. I principali forgiatori del paesaggio sono l’agricoltura, la silvicoltura, l’economia energetica e lo sviluppo urbano e territoriale. Le politiche a incidenza territoriale, tra l’altro, sono state evidenziate nella Concezione «Paesaggio svizzero» del Consiglio federale nello svolgimento dei compiti della Confederazione (UFAFP e ARE 1998).

L’agricoltura forgia profondamente il paesaggio rurale

Le superfici agricole (regione d’estivazione compresa) coprono più di un terzo del territorio svizzero, forgiando di conseguenza profondamente il paesaggio rurale. Con lo sfruttamento del suolo, l’agricoltura modella, cura e modifica notevolmente la diversità e la qualità del mosaico paesaggistico nazionale. Nel contesto di un paesaggio rurale da considerarsi come un bene pubblico, l’agricoltura fornisce un’importante prestazione di interesse generale. La manutenzione del paesaggio rurale da parte dell’agricoltura comprende aspetti quantitativi e qualitativi: in montagna, il contributo quantitativo dell’agricoltura è costituito dalla preservazione di un paesaggio aperto, considerato che attualmente, il crescente abbandono interessa soprattutto la regione di montagna e d’estivazione; in pianura, dove le superfici coltivate cedono terreno all’urbanizzazione e alle infrastrutture, l’effetto quantitativo è costituito dallo sfruttamento della superficie. Il contributo qualitativo alla cura del paesaggio rurale da parte dell’agricoltura è invece costituito da elementi paesaggistici variegati e tipici delle regioni. I sistemi agroecologici consentono a flora e fauna di svilupparsi convivendo con le pratiche agricole, creando quindi sinergie tra valori naturali e culturali del paesaggio rurale. La varietà delle culture, delle modalità di produzione e del sapere tradizionale valorizza il nostro paesaggio dal profilo strutturale e culturale.

I paesaggi rurali si differenziano da quelli naturali o urbani e spaziano da quelli oggetto di utilizzo tradizionale a quelli sfruttati in maniera più moderna. Negli agglomerati, il paesaggio agricolo è sempre più usato a scopi ricreativi, mentre i paesaggi montani forgiati dall’alpicoltura costituiscono i paesaggi rurali tradizionali tipici della Svizzera, che oltre ad essere attrattivi dal profilo estetico e turistico, contribuiscono alla nostra identità e al nostro patrimonio culturale.

104 1.3 Ecologia ed etologia

Mediante la coltivazione, gli agricoltori preservano un paesaggio aperto. Tale apertura consente di vivere il paesaggio, semplificandone l’accessibilità e, di conseguenza, permettendo di apprezzarne i valori naturali e culturali. Sempre grazie alla coltivazione, l’agricoltura contribuisce al valore turistico del paesaggio: i generi alimentari che fornisce rispecchiano l’immagine del contesto paesaggistico nel quale sono stati prodotti. Il consumatore, dunque, apprezza e vive le particolarità dei nostri paesaggi anche a tavola. Un prodotto agricolo di buona qualità, associato a una caratteristica paesaggistica tipica di una regione spinge il consumatore a creare una correlazione tra la preservazione del paesaggio e la produzione agricola.

Fattori che influenzano l’evoluzione del paesaggio rurale

Le esigenze economiche e la crescita demografica, oltre che l’abbandono delle superfici non redditizie e il conseguente avanzamento del bosco modificano costantemente il paesaggio rurale (ARE e UFAM 2007).

Il paesaggio rurale è modificato anche dalla razionalizzazione e dalla meccanizzazione dell’agricoltura: le particelle sono sempre più grandi, le modalità di gestione si uniformano e le piccole strutture che animano il paesaggio diminuiscono. Ai confini degli agglomerati, la crescita demografica e il conseguente bisogno di strutture abitative genera l’espansione delle zone edificate a scapito dei terreni agricoli. Negli ultimi decenni è anche aumentata notevolmente l’espansione incontrollata di insediamenti su terreni non edificabili. In una situazione simile il maggior valore creato dall’agricoltura nel paesaggiodiventa meno accessibile.

In montagna, il bosco prende il sopravvento sui pascoli d’estivazione, sfruttati sempre meno. Il progetto AlpFUTUR, presentato alla fine della parte del presente rapporto dedicata alla biodiversità (cfr. sezione 1.3.1.2), mostra l’importanza di tale fenomeno. Esso può infatti incidere fortemente sulla qualità e sulla diversità dei paesaggi della regione d’estivazione, nonché sulla loro accessibilità.

In materia di prestazioni per il paesaggio, l’agricoltura deve pertanto affrontare importanti sfide: ai confini degli agglomerati viene minacciata dalla riurbanizzazione e al contempo deve preservare paesaggi coltivati variati e attrattivi; nelle regioni di montagna deve essere salvaguardata la qualità dei paesaggi agricoli tipici svizzeri e la loro accessibilità, promuovendo la gestione degli alpi.

Obiettivi e prospettive per l’agricoltura

La Costituzione federale sancisce chiaramente che la Confederazione deve provvedere, tra le altre cose, affinché l’agricoltura contribuisca efficacemente alla salvaguardia del paesaggio rurale (art. 104). La Concezione «Paesaggio svizzero» (CPS, adottatata dal Consiglio federale nel suo decreto del 19 dicembre 1997) si basa su obiettivi generali per la natura e il paesaggio, vincolanti per la Confederazione (UFAFP et al. 1998).

Le linee direttive «Paesaggio 2020» dell’UFAM concretizzano gli obiettivi della CPS in otto campi d’azione strategici (UFAFP 2003 a e b). Su questa base, UFAM e UFAG hanno definito gli obiettivi dell’agricoltura nell’ambito del paesaggio (UFAM e UFAG 2008, cfr. riquadro). Questi ultimi si fondano su basi legali dal forte impatto territoriale, quali la legge sull’agricoltura (LAgr), la legge sulla protezione della natura e del paesaggio (LPN) e la legge sulla pianificazione del territorio (LPT). L’articolo 1 LAgr sancisce la necessità di salvaguardare le basi esistenziali naturali e di aver cura del paesaggio rurale. Allo scopo di proteggere le regioni di montagna dall’abbandono delle superfici non redditizie e dal conseguente avanzamento del bosco e preservare, quindi, un paesaggio aperto, sono concessi contributi per la superficie agricola utile in zone declive e per i pascoli d’estivazione.

105 1.3 Ecologia ed etologia

Obiettivi ambientali per l’agricoltura (UFAM e UFAG 2008)

– Preservare il paesaggio rurale aperto mediante un’adeguata gestione delle superfici, modificare moderatamente la superficie agricola utile e la regione d’estivazione, senza pregiudicare la diversità dei paesaggi rurali (né la diversità biologica).

– Intraprendere una gestione agricola o alpestre del paesaggio rurale mantenendone la diversità e l’accessibilità affinché resti vivibile.

– Conservare i paesaggi caratteristici regionali e i loro elementi tipici mediante una gestione sostenibile e svilupparli attraverso strumenti adeguati.

La LPT prescrive che il suolo sia utilizzato con misura (art. 1) e che vengano mantenute per l’agricoltura sufficienti superfici coltive idonee nelle regioni di pianura (art. 3). Con la revisione della LPT, che è stata approvata dal Popolo il 3 marzo 2013 ed entrerà in vigore nella primavera 2014, si dovrebbero limitare lo spreco di suolo e la speculazione fondiaria, garantendo uno sviluppo più compatto degli insediamenti. Tale revisione dovrebbe pertanto giovare alla conservazione del paesaggio rurale in pianura.

Durante i dibattiti parlamentari, il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati hanno approvato, a larga maggioranza, la nuova PA 14–17. Il suo punto cardine è il sistema dei pagamenti diretti che, per quanto concerne il paesaggio, sostiene in maniera ancora più mirata le prestazioni di interesse generale fornite dall’agricoltura. I contributi per superfici in zone declive e per pascoli d’estivazione volti a contenere l’avanzamento del bosco nelle regioni di montagna vengono mantenuti e addirittura potenziati. Oltre a queste misure quantitative è stato introdotto un nuovo strumento: i «contributi per la qualità del paesaggio». Questi saranno utilizzati per finanziare progetti regionali che mirano a promuovere la diversità dei paesaggi rurali, ma considerano anche le caratteristiche paesaggistiche regionali tipiche, mediante un approccio partecipativo dei Cantoni (cfr. riquadro).

106 1.3 Ecologia ed etologia

Contributi per la qualità del paesaggio – Pagamenti diretti per interessi regionali

La cura del paesaggio rurale finora è stata promossa con pagamenti diretti nell’ottica dell’apertura del paesaggio (contributi di declività, contributi d’estivazione) o della diversità degli spazi vitali (contributi per l’interconnessione). Gli interessi regionali e i valori culturali del paesaggio, come ad esempio il mantenimento dei pascoli boschivi, la cura di selve castanili o la promozione della campicoltura di montagna, non potevano essere presi esplicitamente in considerazione. I contributi per la qualità del paesaggio colmeranno tali lacune nell’ambito dell’applicazione della PA 14–17. Questi nuovi strumenti consentiranno la promozione mirata della varietà del paesaggio in Svizzera.

I contributi per la qualità del paesaggio saranno assegnati sulla base di progetti. In tal modo, i Cantoni mantengono un margine di manovra per la considerazione dei bisogni regionali. Di seguito si riportano le caratteristiche dei contributi per la qualità del paesaggio.

– Un ente regionale o il Cantone elabora obiettivi paesaggistici per un comprensorio di progetto (vallata, parco naturale, distretto, ecc.).

Il Cantone sviluppa un piano dei provvedimenti in funzione di tali obiettivi.

– L’attuazione prevede contratti di gestione volontari (durata 8 anni).

Per ogni progetto sono a disposizione del Cantone al massimo 360 franchi per ettaro di SAU o 240 franchi per CN delle aziende con accordi di gestione, la Confederazione si assume il 90 per cento dei costi.

– L’importo dei contributi per la qualità del paesaggio per azienda varia in base all’impostazione del contratto (numero di provvedimenti, spese).

Nell’ultimo anno di contratto si valuta l’attuazione e possono essere prorogate le convenzioni.

Le guide all’applicazione dei contributi per la qualità del paesaggio sono state sviluppate insieme ai Cantoni (GR, AG, VD, JU) responsabili di quattro progetti pilota elaborati nel 2011. L’attuazione delle misure ha avuto luogo nel 2012 e 2013. Le esperienze maturate nell’ambito dei progetti pilota sono positive: i provvedimenti proposti prendono in considerazione i diversi interessi regionali e sono estremamente mirati. Inoltre, i gestori hanno mostrato un enorme interesse nelle quattro regioni interessate: nella primavera 2012 hanno concluso convenzioni di gestione tra il 65 e il 100 per cento di loro. È inoltre emerso che le misure si integrano bene con il sistema d’esecuzione esistente nei Cantoni e che il dispendio amministrativo è limitato. I singoli rapporti di progetto con informazioni dettagliate sugli obiettivi e sui piani dei provvedimenti regionali nonché un bilancio dei progetti pilota sono consultabili sotto http://www.blw.admin.ch/themen/01471/index.html?lang=it.

n Osservazione dell’evoluzione del paesaggio

Per sapere se gli obiettivi concernenti il paesaggio sono stati raggiunti e se le misure politiche attuate sono efficaci, è opportuno monitorare l’evoluzione del paesaggio con l’ausilio di indicatori. Così come per la biodiversità (cfr. sezione 1.3.1.2), si prevede di sviluppare indicatori anche per il paesaggio, a complemento del monitoraggio agroambientale dell’UFAG. Il programma OPS diretto dall’UFAM valuta periodicamente, proprio mediante una serie di indicatori, l’evoluzione globale del paesaggio nazionale (cfr. riquadro).

Nell’ambito del monitoraggio agroambientale dell’UFAG si dovranno pertanto sviluppare indicatori che si concentrino piuttosto sull’influenza dell’agricoltura sull’evoluzione del paesaggio e si integrino nel programma OPS dell’UFAM.

1 Proposta dell’indagine conoscitiva sulle disposizioni d’esecuzione della Politica agricola 2014–2017.
107 1.3 Ecologia ed etologia

Programma «Osservazione del paesaggio Svizzera» (OPS)

Per una gestione mirata e uno sviluppo sostenibile del paesaggio è necessario osservare e confrontare le qualità del paesaggio su periodi più o meno lunghi: è questo l’obiettivo perseguito dall’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) con il programma «Osservazione del paesaggio» (OPS). Tale programma registra lo stato e l’evoluzione delle qualità del paesaggio in Svizzera con il supporto di 34 indicatori rilevati periodicamente e offre basi decisionali per la correzione di sviluppi indesiderati. Detti indicatori sono descritti in due pubblicazioni (Roth, 2010; Frick, 2013). OPS fornisce un’immagine del paesaggio sia mediante indicatori fisici (p.es. nel settore agricoltura con gli indicatori «Superfici di compensazione ecologica» (cfr. anche capitolo 1.3.1.1), «Sviluppo degli elementi paesaggistici pregiati in termini ecologici», «Cambiamento delle superfici agricole» o «Diversità di utilizzazione delle superfici agricole») sia attraverso la percezione e le valutazioni della popolazione (Backhaus & Stremlow, 2010).

Risultati del programma OPS sulla percezione del paesaggio agricolo

Anche se l’agricoltura ha un ruolo importante nel forgiare il paesaggio, non significa necessariamente che la popolazione percepisca e interpreti tale contributo. Alcune risposte a domande in questo ambito sono fornite dagli indicatori sociali del programma OPS, rilevati nel quadro di un sondaggio svolto in tutta la Svizzera nel 2011. Un campione rappresentativo di 2 814 persone ha valutato la qualità del paesaggio nel proprio Comune di domicilio in base a diversi criteri tra i quali, ad esempio, la bellezza, l’autenticità e il fascino del paesaggio. Questi criteri sono il risultato di teorie usuali di valenza estetica per il paesaggio.

I risultati del sondaggio sono stati valutati secondo diverse regioni biogeografiche, quali Altopiano, Prealpi e Sud delle Alpi. La base di dati consente anche una valutazione di singole questioni per le tipologie comunali della Svizzera. Queste ultime sono state classificate dall’Ufficio federale di statistica UST sulla base del modello Centro-periferia, con l’aiuto di dati statistici quali movimenti di pendolari, situazione occupazionale, condizioni di alloggio, ricchezza, turismo, popolazione e funzioni del centro. Nel valutare il sondaggio in base alle tipologie comunali sono emersi importanti risultati per l’agricoltura. Rispetto alle zone urbane la popolazione giudica le regioni a vocazione agricola molto autentiche, affascinanti e belle. Questo è rilevabile soprattutto all’indicatore Autenticità, che presenta un’enorme differenza tra i Comuni a tradizione agricola e le Regioni cittadine. «Autenticità» descrive l’adeguatezza al luogo degli elementi paesaggistici dal profilo dell’originalità o dell’idoneità (cfr. riquadro). Paesaggi con elevata autenticità sono testimoni del passato e contengono importanti elementi di identificazione con notevole valenza a livello regionale o nazionale. L’autenticità è importante sia per chi vive nella regione, sia per coloro che la visitano, anche se i due gruppi possono interpretare in maniera diversa il concetto di autenticità (Kianicka et al, 2006; Felber Rufer, 2005).

108 1.3 Ecologia ed etologia

Autenticità del paesaggio

rurale

rurale-misto

pendolare-rurale

industriale e terziario

turistico

periurbano

dei Comuni ad alto reddito

suburbano

dei centri urbani

CH

Nei Comuni rurali il paesaggio è ritenuto più autentico che nelle città. Esso è valutato come il meno autentico dagli abitanti di Comuni suburbani.

Sondaggi sulla percezione del paesaggio

OPS ha rilevato l’autenticità e la bellezza, oltre che il fascino del paesaggio mediante giudizi sulle seguenti affermazioni:

Autenticità del paesaggio

Il paesaggio del mio Comune è autentico

Il paesaggio del mio Comune è genuino

Ogni singola cosa o parte del paesaggio del mio Comune lo caratterizza

Ogni singola cosa o parte del paesaggio del mio Comune è integrata

Fascino del paesaggio

Il paesaggio del mio Comune è affascinante

Il paesaggio del mio Comune ha molti elementi che attirano la mia attenzione

Il paesaggio del mio Comune ha caratteristiche affascinanti

Vorrei passare più tempo ad ammirare i dintorni

Ci sono molte cose interessanti che attirano la mia attenzione

Il paesaggio del mio Comune ha molti luoghi nei quali io mi tratterrei più a lungo

Bellezza del paesaggio

Il paesaggio del mio Comune è molto bello

Il paesaggio del mio Comune è molto interessante

Il paesaggio del mio Comune mi piace molto

Il paesaggio del mio Comune ha molti elementi che trovo splendidi

109 1.3 Ecologia ed etologia
Fonte: Sondaggio tra la popolazione OPS 2011, FNP/UFAM Indifferente Abbastanza d'accordo Assolutamente d'accordo

Un’immagine simile, anche se non altrettanto chiara come per il criterio «Autenticità», è fornita dall’indicatore «Fascino». Quest’ultimo descrive la misura in cui il paesaggio attira l’attenzione della persona. Tale percezione viene espressa, ad esempio, mediante la necessità di contemplare o godersi più a lungo il paesaggio. Il fascino contribuisce pertanto notevolmente all’attrattiva, influenza la durata del soggiorno ed è parte della qualità di ricreazione. Dal sondaggio emerge che il paesaggio circostante è ritenuto affascinante soprattutto nei Comuni a vocazione rurale o turistica, mentre gli abitanti di Comuni suburbani e periurbani lo giudicano meno affascinante.

Fascino del paesaggio

rurale

rurale-misto

pendolare-rurale

industriale e terziario

turistico

periurbano dei Comuni ad alto reddito

suburbano dei centri urbani

CH

Indifferente Abbastanza d'accordo Assolutamente d'accordo

Infine, il sondaggio OPS indica quanto la popolazione giudica bello il paesaggio del proprio Comune nel complesso. In generale, il paesaggio viene valutato come abbastanza bello; tale valutazione risulta dagli elevati valori attribuiti ai due indicatori considerati sopra. Anche nella valutazione della bellezza del paesaggio il giudizio è positivo soprattutto nei Comuni rurali o turistici, seguiti dai Comuni ad alto reddito. In questi ultimi molte persone sono proprietarie di un’abitazione e giudicano il paesaggio del proprio Comune più bello di quanto non facciano le persone che vivono in abitazioni in affitto. Le valutazioni più negative si riscontrano, anche in questo caso, nelle regioni della Svizzera ad alta densità di insediamenti come l’Altopiano, quelle più positive nelle Alpi centrali.

110 1.3 Ecologia ed etologia
Fonte: Sondaggio tra la popolazione OPS 2011, FNP/UFAM

Bellezza del paesaggio

rurale-misto

pendolare-rurale

industriale e terziario

turistico

periurbano

dei Comuni ad alto reddito

suburbano

dei centri urbani

CH

L’agricoltura ha un ruolo importante nella preservazione e nella promozione del paesaggio rurale sia dal punto di vista fisico che per come viene percepito e interpretato. La correlazione tra carattere agricolo, percezione e interpretazione del paesaggio è particolarmente evidente in alcuni risultati del sondaggio. Le regioni a tradizione agricola sono giudicate dagli abitanti molto più autentiche, affascinanti e belle degli agglomerati.

Dai primi risultati si evince che l’agricoltura fornisce una prestazione paesaggistica d’interesse generale percepita e apprezzata dagli abitanti dei Comuni rurali. Il fatto che questi percepiscano e ritengano il paesaggio che li circonda più autentico, più affascinante e più bello lascia presumere che essi si identificano nel paesaggio rurale e ne apprezzano i valori estetici. Gli apprezzamenti più bassi rilevati per i Comuni suburbani potrebbero derivare dal fatto che il paesaggio è meno accessibile e di più difficile lettura. In queste zone, pertanto, il sostegno dell’agricoltura (p.es. mediante contributi per la qualità del paesaggio) può fornire un sostanziale contributo alla promozione di uno sviluppo paesaggistico adeguato alle aspettative degli abitanti.

111 1.3 Ecologia ed etologia
Fonte: Sondaggio tra la popolazione OPS 2011, FNP/UFAM Indifferente Abbastanza d'accordo Assolutamente d'accordo
rurale

1.3.2 Etologia

n Partecipazione ai programmi URA e SSRA

Nel quadro dei pagamenti diretti ai gestori la Confederazione promuove, mediante i programmi «Uscita regolare all’aperto» (URA) e «Sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali» (SSRA), la detenzione degli animali da reddito agricoli rispettosa delle loro esigenze. Il programma URA disciplina in particolare l’uscita degli animali al pascolo o nella corte oppure nello spazio esterno coperto nel caso del pollame. Il programma SSRA contiene soprattutto indicazioni di natura qualitativa concernenti le singole aree delle stalle ad aree multiple nelle quali gli animali possono muoversi liberamente. Nel 2009 le ordinanze SSRA e URA vigenti fino a quel momento sono state accorpate nella nuova ordinanza sui programmi etologici. La partecipazione a questi programmi è facoltativa. Le cifre riportate di seguito si riferiscono all’insieme delle aziende che beneficiano di pagamenti diretti, vale a dire a tutti gli animali da reddito ivi detenuti.

Il programma URA è stato introdotto nel 1993 e da allora al 2000 le aziende partecipanti sono passate da 4 500 a 30 000. Nel 2012 sono state 36 000 contro le 37 600 nel 2008. La flessione rilevata tra il 2008 e il 2012 è riconducibile soprattutto alla minore partecipazione da parte delle aziende specializzate nell’allevamento di suini, alle quali dal 1° gennaio 2009 vengono erogati contributi URA soltanto per le scrofe da allevamento allattanti che hanno la possibilità di uscire all’aperto. Il programma SSRA è applicato dal 1996 e da allora al 2000 le aziende partecipanti sono passate da 4 500 a 13 000. Nel 2012 sono state censite 20 400 aziende SSRA (2008: 18 900).

112 1.3 Ecologia ed etologia

Evoluzione della partecipazione ai programmi URA e SSRA

Fonte: UFAG

Tra il 2000 e il 2012 la quota degli animali da reddito detenuti secondo le condizioni URA è cresciuta dal 51 al 73 per cento. Nello stesso periodo, per il programma SSRA si è registrato un incremento della quota dal 23 al 49 per cento. Tali valori sono una media delle diverse categorie di animali (fino al 2008: bovini, altri animali da reddito che consumano foraggio grezzo, suini, pollame; dal 2009: animali delle specie bovina, equina, caprina, ovina – solo per l’URA: animali della specie suina, conigli, pollame da reddito).

Evoluzione della partecipazione al programma URA, secondo la categoria di animali

della

Animali della specie suina Conigli

Pollame da reddito

Altri animali che consumano foraggio grezzo

Altri animali che consumano foraggio grezzo – fino al 2008: cavalli, capre, pecore, conigli; dal 2009: quattro categorie distinte

Fonte: UFAG

Differenziando la partecipazione al programma URA secondo le categorie di animali da reddito, si osserva che tra il 2000 e il 2012 la quota di animali della specie bovina è cresciuta dal 52 al 78 per cento. In virtù della nuova ordinanza sui programmi etologici, dal 2009 gli animali delle specie equina, caprina e ovina nonché i conigli rientrano in tre categorie distinte, mentre prima facevano parte della categoria degli altri animali che consumano foraggio grezzo. Nel 2012 la partecipazione ammontava all’83 per cento tra gli equini, al 77 per cento tra i caprini, all’86 per cento tra gli ovini e al 2 per cento tra i conigli. Tra i suini la partecipazione è passata dal 37 al 63 per cento nel 2008 e in seguito, dal 2009, ha segnato un calo attestandosi sul 50 per cento. Questo calo è dovuto principalmente al fatto che dal 1° gennaio 2009 i contributi URA sono erogati unicamente per le scrofe da allevamento allattanti cui è consentito uscire all’aperto.

0 80 70 60 50 40 30 20 10 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2010 2009 2011 2012
Quota di UBG in % URA SSRA
0 90 80 70 60 50 40 30 20 10 2000 2008 2009 2010 2011 2012
Quota di UBG in %
Animali
specie bovina Animali della specie equina Animali della specie caprina Animali della specie ovina
Tabelle 39–40
113 1.3 Ecologia ed etologia
Pagine A43–A44

L’andamento della partecipazione per il pollame da reddito mostra due situazioni molto diverse per le galline ovaiole e i polli da ingrasso: mentre la partecipazione per le galline ovaiole è aumentata costantemente fino al 2012 (2012: 73 %), per i polli da ingrasso ha subito una battuta d’arresto nel 1999 (42 %), momento dal quale si constata un chiaro recesso (2012: 7 %). Questa evoluzione è riconducibile all’introduzione della durata minima di ingrasso dei polli di 56 giorni. Tale durata, decisamente maggiore rispetto alla produzione convenzionale, comporta un aumento dei costi di produzione e, di riflesso, un rincaro del prezzo di mercato. Di conseguenza, vi è stato un calo della domanda di polli URA.

Evoluzione della partecipazione al programma SSRA, secondo la categoria di animali

Animali della specie bovina

Animali della specie equina

Animali della specie caprina

Animali della specie suina

Conigli Pollame da reddito Altri animali che consumano foraggio grezzo

Altri animali che consumano foraggio grezzo – fino al 2008: capre, conigli; dal 2009 due categorie distinte più una categoria per gli animali della specie equina

Differenziando la partecipazione al programma SSRA secondo le categorie di animali da reddito, si osserva che tra il 2000 e il 2012 la quota di animali della specie bovina è cresciuta in misura considerevolmente minore rispetto al programma URA, passando dal 19 al 45 per cento. Ciò è riconducibile soprattutto al fatto che tale programma prevede, nella maggior parte dei casi, investimenti molto elevati (stabulazione libera) che pertanto vengono fatti di regola solo al momento di un investimento sostitutivo. Dal 2009 esiste un programma SSRA anche per gli animali della specie equina; nel 2012 la partecipazione ammonta al 14 per cento circa. Dal 2009 gli animali della specie caprina e i conigli rientrano in due categorie distinte, mentre prima facevano parte della categoria degli altri animali che consumano foraggio grezzo. La partecipazione al programma SSRA tra i caprini (2012: 37 %) è inferiore a quella rilevata nel quadro del programma URA, mentre tra i conigli (2012: 61 %) è di gran lunga superiore a quella registrata per l’URA.

Per i suini il programma SSRA è stato introdotto soltanto nel 1997. Tra il 2000 e il 2008 la partecipazione è passata dal 40 al 65 per cento; da allora è rimasta praticamente stabile (2012: 65 %). L’elevata partecipazione al programma SSRA per il pollame (2012: 89 %) è da ricondurre, prevalentemente, al successo di mercato dei label che promuovono una stabulazione particolarmente rispettosa delle esigenze di ovaiole e pollame da ingrasso.

114 1.3 Ecologia ed etologia
0 90 80 70 60 50 40 30 20 10 2000 2008 2009 2010 2011 2012
Fonte: UFAG
Quota di UBG in %

1.4 Valutazione della sostenibilità

n Situazione iniziale

In virtù della Costituzione federale del 1999, il principio della sostenibilità deve essere tenuto in considerazione in tutti gli ambiti della politica (art. 2 e 73). Tale principio era d’altronde già stato ancorato nella Costituzione federale nel 1996 con l’introduzione dell’articolo sull’agricoltura (art. 104).

L’ordinanza concernente l’analisi della sostenibilità in agricoltura prevede che nel Rapporto agricolo l’UFAG illustri e valuti la situazione dell’agricoltura nonché i risultati della politica agricola dal profilo della sostenibilità. Nel Rapporto agricolo 2001 è stato presentato il nuovo concetto di valutazione quantitativa, condotta per la prima volta nel Rapporto agricolo 2005. Avendo quest’ultima cadenza quadriennale, nel presente Rapporto si effettua la terza valutazione.

n Indicatori

Gli indicatori di sostenibilità per l’agricoltura mostrano se a determinate condizioni quadro (comportamenti alimentari, condizioni quadro dello Stato, ecc.) il primario si sviluppa in un’ottica sostenibile o se può mantenere un livello sostenibile. Gli indicatori comprendono i temi centrali della sostenibilità risorse, efficienza ed equità (cfr. a tal proposito il concetto nei Rapporti agricoli 2001 e 2005), che assumono una valenza differente a seconda della dimensione della sostenibilità (economia, aspetti sociali, ecologia). L’aspetto delle risorse (capitale naturale, capitale umano e capitale riprodotto) assume un significato fondamentale in tutte le dimensioni. Per l’ecologia e l’economia un ruolo particolare è rivestito dall’efficienza, mentre per quanto concerne gli aspetti sociali l’accento è posto sull’equità.

n Presentazione dei risultati

Per illustrare lo sviluppo degli indicatori e la loro valutazione viene utilizzata la simbologia messa a punto dall’UST per il sistema di monitoraggio MONET.

Tendenza

Valutazione

➚ Incremento + Miglioramento (maggior sostenibilità)

➘ Calo

➙ Nessuna variazione di rilievo

~ Irregolare

– Peggioramento (minor sostenibilità)

≈ Neutro

❏ Nessuna indicazione

Per ogni indicatore viene innanzitutto segnalata con una freccetta la direzione nella quale deve avvenire l’evoluzione affinché si possa parlare di sostenibilità. Sempre con l’ausilio delle freccette, è indicata la tendenza riguardante gli anni di riferimento dal 2000 al 2002 (2000/02). Dal confronto dei due simboli si ottiene la valutazione dell’evoluzione. Per mostrare l’evoluzione a lungo termine, laddove possibile vengono inseriti anche i dati dell’inizio degli anni ‘90 (1990/92).

115 1.4 Valutazione della sostenibilità

1.4.1 Indicatori relativi all’economia

n Rinnovamento del capitale

Definizione

Stock di capitale a prezzi costanti al 1990 / investimenti fissi lordi a prezzi costanti al 1990.

Indicazione

L’indicatore mostra quanti anni durerebbe il rinnovamento dello stock di capitale (soprattutto edifici e macchinari) con investimenti fissi lordi costanti. Un rinnovamento di capitale al livello degli anni ‘90 viene ritenuto sostenibile.

Evoluzione del rinnovamento del capitale

Valutazione

Attualmente il rinnovamento del capitale è leggermente superiore rispetto al 2000. Gli investimenti sostenuti in agricoltura consentono un rinnovo totale del capitale nell’arco di 25–30 anni.

Direzione sostenibilità Tendenza 2000/02–2012

➙ Costante

Valutazione

➙ Nessuna variazione di rilievo + Miglioramento

116 1.4 Valutazione
sostenibilità
della
Anni Fonte: UST 0 5 10 15 25 20 35 30 1990/92 2003 2000/02 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

n Suolo

Inizialmente questo capitolo era dedicato all’evoluzione dell’indicatore «suolo coltivabile» che però non può più essere calcolato dall’UST a causa dei cambiamenti avvenuti nella metodologia della statistica della superficie. Questa parte, adesso, illustra pertanto lo sviluppo della superficie agricola utile (SAU senza superfici d’estivazione). Questo indicatore rispetto a quello del suolo coltivabile presenta il vantaggio di venir registrato ogni anno. La SAU rappresenta il potenziale di produzione in senso lato. Non comprende soltanto i suoli che possono potenzialmente essere utilizzati in campicoltura, bensì tutte le superfici al di fuori della regione d’estivazione, utilizzate a scopo agricolo.

Definizione

La SAU è la superficie utilizzabile per la produzione vegetale. Sono escluse le superfici d’estivazione e il bosco.

Indicazione

La SAU è un indicatore fondamentale del potenziale di produzione dell’agricoltura. È la base grazie alla quale l’agricoltura può contribuire in maniera sostanziale all’approvvigionamento della popolazione in derrate alimentari. Evoluzione

Valutazione

Dal 2000/02 la SAU ha segnato un calo dell’1,9 per cento, ovvero di 20 000 ettari. Dal profilo della sostenibilità ogni ettaro andato perso è un peggioramento, considerato che le perdite non sono semplicemente reversibili (sigillatura, avanzamento del bosco).

117 1.4 Valutazione della sostenibilità
In 1 000 SAU Fonte: UST 1 Cifre 1990 1 000 1 010 1 020 1 030 1 040 1 060 1 050 1 080 1 070 1990/921 2003 2000/02 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
della superficie agricola utile Direzione sostenibilità Tendenza 2000/02–2012 Valutazione ➙ Costante ➘ Calo – Peggioramento

n Produttività del lavoro

Definizione

Valore aggiunto lordo a prezzi di fabbricazione costanti al 1990 / Unità di lavoro annuali totali.

Indicazione

La produttività del lavoro mostra il grado di efficienza con cui l’agricoltura svizzera impiega la manodopera. Il miglioramento della produttività del lavoro è un presupposto importante per il rafforzamento della competitività.

Evoluzione della produttività del lavoro

Valutazione

Il presente indicatore ha registrato dei miglioramenti: il forte calo della quantità di lavoro (–20 %) e la stabilità del valore aggiunto hanno generato, tra il 2000/02 e il 2012 , un aumento del 25 per cento della produttività del lavoro.

In fr./ULA Fonte: UST 0 20 000 10 000 30 000 40 000 50 000 70 000 60 000 90 000 80 000 1990/92 2003 2000/02 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
Direzione sostenibilità Tendenza 2000/02–2012 Valutazione ➚ Incremento ➚ Incremento + Miglioramento 118
1.4 Valutazione della sostenibilità

1.4.2

Indicatori relativi agli aspetti sociali

n Formazione

La base del presente indicatore è data dagli attestati federali di capacità (AFC) per agricoltore ottenuti ogni anno.

Definizione

Rapporto tra gli attestati federali di capacità (AFC) per agricoltore e il numero totale di aziende, proiettato per generazione (30 anni).

Indicazione

Tale indicatore definisce lo sviluppo del rapporto tra gli AFC per agricoltore e tutte le aziende, proiettato per generazione (30 anni). Dal punto di vista della sostenibilità, il suo sviluppo è positivo se il rapporto va in direzione 1.

Evoluzione del rapporto tra AFC 1 per agricoltore e numero totale di aziende, proiettato per generazione

Valutazione

Il presente indicatore si è sviluppato in maniera tendenzialmente positiva. Rispetto al 2000/02, nel 2012 è aumentato il numero degli AFC (2012: 894; 2000/02: 839), mentre ogni anno il numero di aziende diminuisce di quasi 1 000 unità. Rispetto al 2010 e al 2011, comunque, si registra un netto calo delle formazioni professionali portate a termine. Direzione

(30
In % Fonte: UST 1 AFC
Attestato federale di capacità 2 Cifre 1990. Nel 1991 e nel 1992 non è stato effettuato un censimento delle aziende. 0 20 40 60 100 80 1990/922 2003 2000/02 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
anni)
=
Valutazione ➚ Incremento ➚ Incremento + Miglioramento 119 1.4 Valutazione
sostenibilità
sostenibilità Tendenza 2000/02–2012
della

n Confronto dei redditi con quelli della rimanente popolazione

Definizione

Reddito del lavoro per unità di lavoro annuale della famiglia ULAF / salario comparabile.

Indicazione

Questo indicatore mostra l’evoluzione delle differenze in termini di reddito esistenti tra la popolazione agricola e il resto della popolazione attiva. Dal profilo della sostenibilità sarebbe ottimale se il rapporto si muovesse nella direzione 1 o rimanesse per lo meno costante.

Evoluzione del rapporto tra profitto del lavoro per ULAF e salario comparabile

Valutazione

Tra il 2000/02 e il 2012, il divario tra il reddito della popolazione agricola e quello della rimanente popolazione è diminuito. L’unica eccezione è stata il 2006, anno in cui il profitto del lavoro ha subito un calo. Va valutato positivamente il fatto che l’evoluzione del reddito agricolo ha tenuto il passo con quella riscontrata nella rimanente popolazione. Il divario resta tuttavia significativo.

Direzione sostenibilità Tendenza 2000/02–2012

Valutazione

➚ Incremento ➚ Incremento + Miglioramento

120
1.4 Valutazione della sostenibilità
In %
0 20 40 60 100 80 1990/92 2003 2000/02 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

n Confronto della qualità di vita con quella della rimanente popolazione

Definizione

Indice della qualità di vita della popolazione agricola / indice della qualità di vita della restante popolazione.

Indicazione

Questo indice mostra l’evoluzione della qualità di vita della popolazione agricola rispetto a quella della popolazione non agricola, sulla base di un’autovalutazione.

L’indice della qualità di vita copre i seguenti 12 ambiti: attività lucrativa, formazione, perfezionamento professionale, reddito, standard di vita generale, famiglia, contesto sociale, condizioni quadro stabili, tempo libero, salute, disponibilità di tempo e offerta culturale. Con questo indice si combina la valutazione della soddisfazione nei 12 ambiti di vita con la valutazione della loro importanza (somma dei prodotti).

Evoluzione del rapporto tra indice della qualità di vita della popolazione contadina rispetto al resto della popolazione

Valutazione

Il divario tra la qualità di vita della popolazione contadina e quella della restante popolazione nel 2013 è imputabile soprattutto alla maggiore insoddisfazione della popolazione contadina negli ambiti condizioni quadro stabili, reddito, standard di vita generale, disponibilità di tempo e tempo libero. Nel 2013 il valore dell’indicatore è variato poco rispetto al 2009 data la stabilità dei valori relativi a entrambi i gruppi. In entrambi gli anni l’indice è sceso del 10 per cento circa rispetto al 2005. Il calo tra il 2005 e il 2009 è stato determinato soprattutto dalla perdita di soddisfazione della popolazione contadina rispetto alla stabilità delle condizioni quadro.

121 1.4 Valutazione della sostenibilità
In %
0 20 40 60 100 80 2005 2009 2013
Fonte: gfs-zürich
Valutazione ➚ Incremento
– Peggioramento
Direzione sostenibilità Tendenza 2005–2013 ➘ Calo

1.4.3 Indicatori relativi all’ecologia

n Superfici di compensazione ecologica

Definizione

Superfici computabili di compensazione ecologica (con o senza diritto a contributi) esclusi gli alberi da frutto ad alto fusto classificati a seconda della regione di montagna e quella di pianura.

Indicazione

Le superfici di compensazione ecologica sono spazi vitali nel pieno rispetto della natura che accolgono numerose specie selvatiche. Esse contribuiscono alla preservazione della biodiversità, che costituisce una prestazione dell’agricoltura nell’interesse della collettività e assicura la stabilità degli ecosistemi. La biodiversità è una risorsa importante per l’uomo e in futuro acquisirà una notevole valenza, soprattutto in relazione a settori quali agricoltura, alimentazione, medicina e industria. L’indicatore non consente di esprimersi sulla qualità dei rispettivi habitat.

1 Esclusi gli alberi da frutto ad alto fusto nei campi; solo superfici di compensazione ecologica aventi diritto ai contributi prima del 1999

Dalla loro introduzione, nella prima metà degli anni ‘90, le superfici di compensazione ecologica hanno segnato un massiccio incremento fino agli inizi del 2000. Durante questo periodo sono passate dal 2 al 10 per cento della superficie agricola utile (SAU). Anche se in maniera più debole, l’aumento è ripreso dal 2005, per poi accentuarsi ancora in questi ultimi tre anni. Dal 2010 al 2012, infatti, le superfici di compensazione ecologica sono aumentate a una media di 4 000 ettari l’anno circa e attualmente rappresentano quasi il 13 per cento della SAU.

Direzione sostenibilità Tendenza 2000/02–2012

Valutazione

➚ Incremento ➚ Incremento + Miglioramento

122 1.4 Valutazione della sostenibilità
Superfici di compensazione ecologica computabili1 In 1 000 ha
0 20 40 60 80 120 100 160 140 1993/95 2003 2000/02 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
Fonte: UFAG
Regione di montagna Regione di pianura Valutazione

n Vendite di prodotti fitosanitari

Definizione

Volume dei prodotti fitosanitari venduti in tonnellate di principio attivo.

Dal 2006 i dati di tutte le aziende venditrici di prodotti fitosanitari sono direttamente disponibili presso l’UFAG. Prima, invece, la cifra d’affari dei prodotti fitosanitari era valutata sulla base dei dati censiti dalla Società svizzera delle industrie chimiche (SSIC) e si limitava a quelli forniti dai membri di tale associazione. Per la valutazione della sostenibilità, questa differenza metodologica deve essere presa in considerazione essendo impossibile confrontare le due serie temporali di dati. Una valutazione oggettiva della sostenibilità può essere effettuata soltanto basandosi sui dati raccolti applicando uno stesso metodo.

Indicazione

Le vendite di prodotti fitosanitari fungono da parametri per la rappresentazione del rischio di emissioni nell’ambiente, in particolare di quelle nell’acqua, nel suolo e nell’aria, nonché delle conseguenze sulla biodiversità. Sulla base del quantitativo di principio attivo non si può tuttavia stabilire in modo diretto il livello di ecotossicità.

Valutazione

Osservando i dati forniti dalla SSIC, si constata che il volume di vendita dei prodotti fitosanitari è nettamente diminuito tra il 1990 e il 2003. I dati relativi agli anni 2004 e 2005 indicano una successiva ripresa con un volume di quasi 1 400 tonnellate di principio attivo. Dal 2006 i dati sono stati rilevati con un altro metodo e i valori non possono quindi essere confrontati. Il volume di vendita di prodotti fitosanitari, invece, è rimasto stabile dal 2006 al 2012, come nel periodo 2004–2005. Direzione

123 1.4 Valutazione della sostenibilità
Evoluzione
In t di principio attivo Fonti: Società svizzera delle industrie chimiche (1990– 2005), UFAG (2006–2012) 0 500 1 000 2 000 1 500 2 500 1990/92 2003 2000/02 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Insetticidi Rodenticidi Regolatori della crescita Fungicidi Erbicidi Vendite
prodotti fitosanitari
delle vendite di prodotti fitosanitari
di
delle aziende SSIC
Tendenza
Valutazione ➘ Calo ➙ Nessuna variazione di rilievo ≈ Neutro
sostenibilità
2006–2012

n Efficienza dell’azoto

Definizione

Le eccedenze del bilancio dell’azoto sono il risultato della differenza tra input e output. L’efficienza dell’azoto, invece, è data dal rapporto tra input e output a seguito del bilancio dell’azoto, dove l’output è espresso in percento dell’input.

Il ciclo dell’azoto è un processo complesso e dinamico per il quale sono state realizzate diverse modellizzazioni. Per quanto concerne il bilancio dell’azoto calcolato secondo il metodo OSPAR, l’agricoltura svizzera è considerata complessivamente come un’unica azienda. L’input (apporto) annuale di azoto proviene da concimi minerali, sementi e foraggi acquistati, concimi a base di rifiuti e altri tipi di concimi nonché dalla fissazione e dal deposito dell’azoto. L’output corrisponde all’azoto contenuto nelle derrate alimentari di origine vegetale e animale nonché in altri prodotti commercializzati.

Indicazione

L’accrescimento dell’efficienza determina una riduzione anche della quota d’azoto che si volatilizza nell’aria sotto forma di ammoniaca o che si infiltra nella falda freatica sotto forma di nitrato. Una perdita di azoto è inevitabile tenuto conto dei processi correlati alle condizioni naturali, anche se l’efficienza non può superare una certa soglia. Grazie all’ottimizzazione dell’impiego dell’azoto e dei processi, le emissioni nell’ambiente, soprattutto nell’acqua e nell’atmosfera, possono tuttavia essere ulteriormente ridotte per ogni unità prodotta (output).

dell'efficienza dell'azoto1

di N (input–output)

Valutazione

Dopo l’aumento di circa il 5 per cento negli anni ‘90, l’efficienza dell’azoto ha raggiunto pressoché il 27 per cento all’inizio del 2000. Successivamente si è stabilizzata attorno al 27–30 per cento. È possibile conseguire ulteriori miglioramenti grazie a programmi di utilizzo sostenibile delle risorse attuati dal 2008.œ

Direzione sostenibilità Tendenza 2000/02–2012

Valutazione

➚ Incremento ➙ Nessuna variazione di rilievo ≈ Neutro

124 1.4 Valutazione della sostenibilità
Evoluzione
Eccedenza in 1 000 t N Efficienza in % Fonte:
Reckenholz-Tänikon ART 0 20 40 60 80 120 100 160 35 30 25 20 15 10 5 0 140 1990/92 2003 2000/02 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 1 Secondo
metodo OSPAR Eccedenza
Efficienza
delle eccedenze di azoto e
Agroscope
il
di N (output : input)

n Efficienza del fosforo

Definizione

Le eccedenze del bilancio e l’efficienza del fosforo sono calcolate con lo stesso metodo impiegato per l’azoto.

Indicazione

Il fosforo è una risorsa non rinnovabile. Le scorte mondiali di fosforo sono limitate e pertanto, dal punto di vista della sostenibilità, è prioritario un suo impiego parsimonioso. Le eccedenze nel bilancio vanno, se possibile, evitate.

Evoluzione delle eccedenze di fosforo e dell'efficienza del fosforo1

Valutazione

Come per l’azoto, l’efficienza del fosforo aveva segnato un drastico aumento negli anni ‘90, passando dal 30 al 51 per cento. Dal 2000/02 a oggi, l’efficienza del fosforo ha superato il traguardo del 60 per cento per ben due volte (2005 e 2009), raggiungendo valori mai segnati prima. Benché questi risultati mostrino una tendenza al rialzo, l’efficienza del fosforo ha subito notevoli oscillazioni negli ultimi anni (tra il 51 e il 65 per cento). È possibile conseguire ulteriori miglioramenti grazie a programmi di utilizzo sostenibile delle risorse attuati dal 2008.

Direzione sostenibilità Tendenza 2000/02–2012

Valutazione

➚ Incremento ➙ Nessuna variazione di rilievo ≈ Neutro

125 1.4 Valutazione della sostenibilità
Eccedenza in 1 000 t P Efficienza in %
0 5 10 15 25 70 60 50 40 30 20 10 0 20 1990/92 2003 2000/02 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART 1 Secondo il metodo OSPAR Eccedenza di P (input–output) Efficienza di P (output : input)

n Efficienza energetica

Definizione

L’efficienza energetica dell’agricoltura svizzera viene determinata secondo il metodo basato sul bilancio ecologico, messo a punto da Agridea Westschweiz. Il consumo energetico si calcola sulla base dell’energia proveniente da fonti non rinnovabili, contenuta in edifici e macchine, concimi, pesticidi, foraggio e sementi nonché da energia di utilizzo diretto sotto forma di elettricità, carburanti, lubrificanti e combustibili a base di fonti di energia fossile. Dal rapporto tra questo consumo di energia e l’energia alimentare prodotta risulta l’efficienza energetica.

Indicazione

Le scorte di energia fossile sono limitate. Inoltre la combustione di energia fossile genera CO2, un gas ad effetto serra in grado di influenzare il clima. Dal punto di vista della sostenibilità, è pertanto fondamentale un impiego efficiente di tale energia. Inoltre, è determinante far sì che l’energia fossile sia prontamente sostituita con energia proveniente da fonti rinnovabili.

Evoluzione del consumo energetico, dell'energia ottenuta dalla produzione di derrate alimentari e dell'efficienza energetica

Energia ottenuta dalla produzione di derrate alimentari Consumo energetico totale Efficienza energetica

Valutazione

Si nota che negli ultimi sei anni l’impiego dell’energia fossile è leggermente aumentato. Bisogna comunque tener conto del fatto che questa crescita è stata accompagnata anche da un lieve aumento della produzione di energia ottenuta da derrate alimentari nonché da una certa stabilità dal profilo dell’efficienza.

Direzione sostenibilità Tendenza 2000/02–2012

Valutazione

➚ Incremento ➙ Nessuna variazione di rilievo ≈ Neutro

126 1.4 Valutazione
della sostenibilità
In 1 000 M J / ha Efficienza in %
0 5 15 10 20 25 35 30 45 45 40 35 25 30 20 15 10 5 0 40 1990/92 2003 2000/02 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Fonti: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART, USC

1.4.4 Bilancio

Per quanto concerne la dimensione economica, è positivo che il rinnovamento di capitale e quindi la modernizzazione degli edifici e delle macchine continui al consueto ritmo. Anche la produttività è costantemente migliorata, generando vantaggi dal punto di vista della competitività. Da valutare negativamente è la pressione cui continua a essere sottoposto il suolo, con conseguente peggioramento delle basi di produzione dell’agricoltura. Tale fattore è quindi da considerarsi negativo dal profilo della sostenibilità.

In ambito sociale l’indicatore per la formazione si muove nella giusta direzione: la quota di agricoltori con un attestato federale di capacità è aumentata. Nel confronto dei redditi i numeri rivelano che l’evoluzione del reddito agricolo può giocare alla pari con quello della rimanente popolazione, per quanto non si può constatare una chiara tendenza di diminuzione del divario. Ancora negativa resta la valutazione che in agricoltura si fa, come già nel 2005 e nel 2009, della qualità di vita rispetto a quella del resto della popolazione: anche nel 2013 essa viene considerata peggiore. La differenza risulta praticamente stabile rispetto all’ultima rilevazione del 2009.

Per quanto riguarda gli aspetti ecologici, eccezion fatta per l’efficienza energetica che è rimasta stabile, gli anni ‘90 si erano contraddistinti per un’evoluzione nettamente positiva in tutti gli ambiti. Nell’ultimo decennio, questa tendenza positiva si è confermata per le superfici di compensazione ecologica, in particolare negli ultimi tre anni. La loro crescita ha effetti positivi anche sulla preservazione della biodiversità e dei biotopi. Per quel che riguarda l’efficienza dell’azoto e del fosforo, si osserva una certa stabilità dei valori. A fronte di un lieve aumento dell’utilizzo di energia fossile e della produzione di energia ottenuta da derrate alimentari, si osserva anche una crescita dell’efficienza energetica. Nell’ultima valutazione della sostenibilità (Rapporto agricolo 2009) non erano ancora disponibili dati sufficienti per valutare l’evoluzione del volume di vendita dei prodotti fitosanitari, unicamente sulla base del nuovo metodo di rilevazione. Oggi, la serie temporale di dati è sufficiente e mostra che il volume di vendita è rimasto stabile negli ultimi sette anni.

In generale si può affermare che dal profilo della sostenibilità, in agricoltura sono stati fatti notevoli progressi in particolare per il potenziamento della competitività nel settore economico, per l’ampio appoggio alla formazione in ambito sociale e, fatta eccezione per l’efficienza energetica, per l’ecologia. Anche in tali settori che hanno conosciuto un buon andamento, però, occorre fare di più. La situazione stabile dell’ecologia negli ultimi anni, ad esempio, indica che in futuro sarà più difficile progredire e si renderanno necessari sforzi più consistenti. Particolare attenzione dovrà essere dedicata ai settori con cambiamenti negativi duraturi, considerando il fatto che l’evoluzione negli ambiti suolo ed efficienza dell’energia può essere influenzata solo molto limitatamente dalla politica agricola. In ambito sociale si deve continuare a dare importanza a processi di cambiamento socialmente sostenibili, affinché non aumentino le differenze tra la qualità di vita della popolazione agricola e quella della restante popolazione.

Evoluzione degli indicatori di sostenibilità dal 2000/02

Dimensioni Indicatori Valutazione

Economia Rinnovamento del capitale

Suolo (quantità)

Produttività del lavoro

Aspetti sociali Formazione

Confronto dei redditi con il resto della popolazione

Confronto dell’indice della qualità di vita con il resto della popolazione

Ecologia Superfici di compensazione ecologica

Vendite di prodotti fitosanitari

Efficienza dell’azoto

Efficienza del fosforo

Efficienza energetica

+ Miglioramento

– Peggioramento

+ Miglioramento

+ Miglioramento

+ Miglioramento

– Peggioramento

+ Miglioramento

≈ Neutro

≈ Neutro

≈ Neutro

≈ Neutro

127 1.4 Valutazione della sostenibilità
128

2. Provvedimenti di politica agricola

2.1 Produzione e smercio

All’articolo 7 LAgr sono definiti i principi in base ai quali la Confederazione fissa le condizioni quadro per la produzione e lo smercio di prodotti agricoli. L’agricoltura è tenuta a produrre in modo sostenibile e vantaggioso, mentre gli agricoltori devono ottenere un profitto elevato dalla vendita dei loro prodotti. L’orientamento al mercato e la gestione sostenibile trovano pertanto la loro giustificazione nell’articolo costituzionale. La Confederazione dispone di diversi strumenti orientati a tali principi, atti a sostenere l’agricoltura svizzera. Si tratta di provvedimenti nei settori delle misure di solidarietà, della qualità, della promozione dello smercio, della caratterizzazione, nonché delle importazioni ed esportazioni. Tali provvedimenti si applicano a tutti i settori di produzione. Inoltre, la Confederazione sostiene l’agricoltura con strumenti specifici per la produzione lattiera e animale, la vitivinicoltura e la produzione vegetale.

129 2.1 Produzione e smercio

n Mezzi finanziari 2012

Nel 2012 sono stati accordati 440 milioni di franchi, ovvero lo stesso ammontare dell’anno precedente, per misure a favore della produzione e dello smercio. Nella sessione invernale 2011 il Parlamento ha deciso di aumentare i fondi per i supplementi nel settore lattiero per l’esercizio 2012, portandoli a 298 milioni (+30 mio. rispetto al messaggio del Consiglio federale concernente il Preventivo 2012). Così facendo, si è potuto mantenere il supplemento per il latte trasformato in formaggio di 15 centesimi per chilogrammo di latte. Le minori uscite nella produzione vegetale rispetto al preventivo sono riconducibili al fatto che lo sviluppo delle superfici coltive, soprattutto di barbabietole da zucchero, e le uscite per la valorizzazione della frutta sono stati inferiori alle aspettative. La promozione dello smercio di prodotti agricoli, asse strategico per aumentare le quote di mercato dei prodotti elvetici, è stata mantenuta allo stesso livello.

n Prospettiva

Nel Preventivo 2013 sono iscritti fondi corrispondenti a quelli dell’anno precedente, con i quali potranno essere versati i contributi e i supplementi come previsto.

Uscite per produzione e smercio Voci di spesa 2011 2012 1 2012 2013 1 Mio. fr. Promozione dello smercio 55 56 56 56 Economia lattiera 292 298 298 299 Produzione animale 12 14 11 14 Produzione vegetale (vitivinicoltura incl.) 78 77 72 76 Totale 441 447 440 448 1 Preventivo Fonti: Preventivo, Conto dello Stato
Tabelle 27–31
130 2.1 Produzione e smercio
Pagine A27–A30

2.1.1 Strumenti sovrasettoriali

2.1.1.1 Strategia della qualità per l’agricoltura e la filiera alimentare svizzere

La strategia della qualità è una strategia di categoria sviluppata in un processo partecipativo moderato dall’UFAG. Un importante risultato del processo comune è la Carta sulla qualità, che testimonia l’impegno della categoria verso importanti valori e ambiti d’intervento.

Con la revisione della LAgr nel quadro della Politica agricola 2014–2017 è stato potenziato l’orientamento della politica agricola alla strategia della qualità della categoria. Ambiti tematici importanti sono la garanzia di una produzione di derrate alimentari sicura e competitiva, la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare nonché il rafforzamento della strategia della qualità. La promozione dell’orientamento dell’agricoltura e della filiera alimentare svizzere alla qualità e alla sostenibilità viene ampliata con la messa a disposizione, in virtù del nuovo articolo 11 LAgr, di strumenti specifici a sostegno di programmi e progetti che consentono di creare valore aggiunto nei settori qualità e sostenibilità. Inoltre, si intensifica la promozione dello smercio nel settore dei mercati d’esportazione attraverso il sostegno di iniziative legate all’esportazione, nonché si migliora la caratterizzazione nel settore dei prodotti di qualità e della produzione sostenibile. Mediante tali misure sussidiarie la Confederazione sostiene la strategia della qualità nelle singole catene di valore aggiunto dell’agricoltura e della filiera alimentare.

131 2.1 Produzione e smercio

2.1.1.2 Organizzazioni di categoria e di produttori

Conformemente all’articolo 8 LAgr, le organizzazioni di categoria e di produttori possono adottare misure di solidarietà volte a promuovere la qualità dei prodotti o ad adeguare la produzione e l’offerta alle esigenze del mercato. Secondo l’articolo 9, tali misure, decise collettivamente, possono essere estese o dichiarate obbligatorie per i non membri dal Consiglio federale, qualora il loro funzionamento rischiasse di essere pregiudicato dalle imprese non affiliate e che non sono quindi tenute ad applicarle (cosiddetti «utilizzatori di frodo»). Affinché le misure siano dichiarate obbligatorie per i non membri, devono essere adempiute le condizioni fissate nell’ordinanza sulle organizzazioni di categoria e sulle organizzazioni di produttori. In tale contesto svolgono un ruolo fondamentale la rappresentatività delle organizzazioni e l’interesse pubblico relativo alle misure. Per essere accolte, le richieste di adeguamento della produzione e dell’offerta non devono essere motivate da problemi strutturali, bensì da una situazione straordinaria. L’estensione delle misure ai non membri è limitata a 4 anni per la promozione della qualità e dello smercio e a 2 anni per l’adeguamento della produzione e dell’offerta alle esigenze del mercato, con possibilità di proroga.

Estensioni delle misure di solidarietà vigenti nel 2012

Organizzazione di categoria/produttori Misura

Organizzazione di categoria del Gruyère Sanzionamento delle differenze di qualità

Organizzazione di categoria

Interprofessione Latte IP Latte

Produttori svizzeri di latte PSL

Unione svizzera dei contadini USC

GalloSuisse

Emmentaler Switzerland

Organizzazione di categoria

Validità per i non membri

31 dicembre 2015

Contratto standard di acquisto di latte 30 aprile 2013

Contributi per ricerca di mercato, pubblicità

31 dicembre 2015 di base, misure di promozione delle vendite, attività di pubbliche relazioni e provvedimenti di marketing

Contributi per comunicazione di marketing

Contributi per comunicazione di marketing

31 dicembre 2015

31 dicembre 2015

Contributi per pubblicità, pubbliche relazioni, 31 dicembre 2015 fiere ed esposizioni

Contributi per pubblicità, pubbliche relazioni, 31 dicembre 2015

Interprofession du Vacherin Fribourgeois fiere ed esposizioni

Organizzazione di categoria

Contributi per la promozione temporanea dello 30 aprile 2013

Interprofessione Latte IP Latte smercio di grasso del latte

Organizzazione di categoria

Contributi per la campagna pubblicitaria per la 31 dicembre 2014

Interprofessione della vite e del promozione del vino svizzero vino svizzeri

132 2.1 Produzione e smercio

2.1.1.3 Promozione dello smercio

La Confederazione può sostenere misure di comunicazione e di marketing per lo smercio dei prodotti agricoli svizzeri partecipando al massimo al 50 per cento dei costi computabili. Almeno la metà dei costi deve essere finanziata con fondi propri delle organizzazioni interessate o delle associazioni di categoria. La determinazione degli obiettivi comunicativi, dei gruppi target, dei mezzi finanziari e sul controllo dell›efficacia compete prevalentemente ai rispettivi attori di categoria. Il sostegno della Confederazione ha carattere sussidiario.

Ripartizione dei mezzi finanziari 2012

Animali vivi ed embrioni 1,0 % Miele 0,2 %

Uova 1,9 %

Vino 4,2 %

Cereali 0,5 %

Frutta 4,0 %

Funghi 0,4 %

Verdura 1,0 %

Carne 8,1 %

Latte e burro 13,7 %

Formaggio 39,3 %

Patate 1,0 %

Semi oleosi 0,7 %

Piante ornamentali 0,7 %

Progetti pilota d'esport. (prev.) 0,7 %

Progetti interregionali 5,4 %

Provvedimenti collettivi 5,3 %

Provvedimenti inerenti ai SPM 7,1 %

Pubbliche relazioni 4,7 %

Fonte: UFAG

I mezzi finanziari sono ripartiti una volta l’anno a diversi settori di prodotti di mercato e organizzazioni in funzione di un’analisi del portafoglio. In tal modo si tiene conto, da un lato, dell’interesse dei diversi settori di produzione agricoli nei confronti delle misure di marketing e, dall’altro, dei fondi propri investiti dalle rispettive categorie.

n Progetti pilota per la creazione di nuovi sbocchi

Concorrenza più intensa, mercati indigeni sempre più saturi, pressione internazionale sul mercato svizzero e crescente turismo degli acquisti spingono le diverse categorie e/o i rispettivi attori a cercare attivamente nuovi canali di smercio. Considerata la progressiva apertura del mercato, la promozione di progetti per la creazione di nuovi sbocchi acquisisce sempre maggiore importanza. Essa è fondamentale anche per trarre il massimo profitto possibile dai diversi accordi di libero scambio stipulati dalla Svizzera con Stati terzi, le cui concessioni in ambito agricolo sono a suo favore.

A tale scopo, nel 2009 l’UFAG ha intrapreso la promozione mirata di progetti pilota per la creazione di nuovi sbocchi all’estero. La fase pilota si conclude quest’anno. A una prima analisi tutti i promotori che vi hanno preso parte l’hanno valutata positivamente, in particolare per quanto concerne il raggiungimento, nella maggioranza dei casi, degli obiettivi qualitativi quali la creazione dell’immagine, l’incanalamento della preferenza verso i prodotti agricoli svizzeri e l’apertura di nuovi canali di smercio. Le conoscenze acquisite durante la fase pilota verranno applicate nell’attuazione a livello di ordinanza della Politica agricola 2014–2017. Dal 2014 potranno essere cofinanziate iniziative di esportazione nel quadro dell’ordinanza sulla promozione dello smercio.

133 2.1 Produzione e smercio Tabella 27 Pagina A27

2.1.1.4 Caratterizzazione dei prodotti agricoli

n Stato attuale del Registro DOP/IGP

Nel 2012 l’UFAG ha trattato tre domande di registrazione (Zuger Kirsch/Rigi Kirsch DOP, Zuger Kirschtorte IGP e Glarner Alpkäse DOP), cinque domande di modifica dell’elenco degli obblighi (Abricotine/Eau-de-vie d’abricot du Valais DOP, Eau-de-poire du Valais DOP, Cardon épineux genevois DOP, Emmentaler DOP, Tête de Moine DOP e Formaggio d’alpe ticinese DOP) e un ricorso contro una modifica dell’elenco degli obblighi (Walliser Raclette DOP).

Nell’esame della domanda di registrazione per l’IGP Zuger Kirschtorte si è ripresentata la questione se prodotti con pochi ingredienti tradizionali possano o no essere accettati per un’IGP. Un’altra problematica sempre d’attualità per le IGP è l’origine delle materie prime. Al fine di trovare una soluzione, un gruppo di lavoro, costituito da membri della Commissione delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche e da rappresentanti dell’UFAG ha valutato se si possono o devono definire criteri in tal senso per la registrazione come IGP. Le soluzioni elaborate tengono conto dello stato delle discussioni sul progetto swissness, delle direttive di diritto privato per i marchi regionali e della prassi in uso nell’UE.

L’UFAG ha incaricato AGRIDEA di condurre un’analisi per verificare quali dei 400 prodotti dell’inventario del patrimonio culinario della Svizzera sarebbero idonei per una registrazione come DOP o IGP. Dallo studio è emerso che vi sono 42 prodotti particolarmente adatti, come Bündner Rohschinken, Berner Honiglebkuchen o St. Galler Biber e altri 54 idonei con riserva, tra i quali Churer Pfirsichsteine e Glarner Birnbrot. Per alcuni di questi prodotti la possibilità di registrazione era già stata discussa a livello di Cantone d’origine o organizzazione di categoria.

L’approccio partecipativo dello studio, con il coinvolgimento degli attori locali (uffici cantonali dell’agricoltura, centri di consulenza agricola, organizzazioni di categoria, ecc.) aveva come obiettivo anche una certa sensibilizzazione, ovvero spiegare meglio il principio di DOP e IGP e indicare a quali condizioni il processo di qualificazione e la promozione delle DOP o delle IGP risultino vantaggiosi. A tale scopo sono stati organizzati eventi informativi in quattro regioni della Svizzera.

134 2.1 Produzione e smercio

Registro DOP/IGP al 31 dicembre 2012

Oggi il Registro delle DOP/IGP conta 28 iscrizioni: 19 DOP e 9 IGP. La documentazione è disponibile sul sito Internet www.blw.admin.ch (Temi > Produzione e vendite > Caratterizzazione e promozione dello smercio > Denominazioni di origine).

135 2.1 Produzione e smercio
Protezione Aziende Imprese Volume di Volume di Ente di produzione produzione certificazione certificato certificato 2011 2012 Numero Numero t t Formaggio L’Etivaz DOP 69 70 450 430 OIC Emmentaler DOP 3 449 163 25 256 26 185 OIC Gruyère DOP 2 180 236 28 691 28 594 OIC Sbrinz DOP 39 13 1 575 1 479 ProCert Tête de Moine DOP 272 10 2 075 2 191 OIC Formaggio d’alpe ticinese DOP - 40 260 260 OIC Vacherin fribourgeois DOP 1 100 94 2 618 2 638 OIC Vacherin Mont-d‘Or DOP 192 23 570 575 OIC Berner Alpkäse / Hobelkäse DOP 50 463 1 092 1 085 OIC Walliser Raclette DOP 373 30 1 043 1 085 OIC Bloderkäse-Werdenberger DOP 9 2 0.10 11 ProCert Sauerkäse / Liechtensteiner Sauerkäse Prodotti carnei Bündnerfleisch IGP - 28 861 1 088 ProCert Longeole IGP - 9 23.2 19.7 OIC Saucisse d’Ajoie IGP - 10 49.8 47.7 OIC Walliser Trockenfleisch IGP - 31 493 511 OIC Saucisson neuchâtelois IGP - 10 140 122 OIC Saucisse neuchâteloise Saucisson vaudois IGP - 19 982 1 033 ProCert Saucisse aux choux vaudoise IGP 18 825 491 ProCert St. Galler Bratwurst / IGP - 23 2 730 3 450 OIC St. Galler Kalbsbratwurst IGP ProCert SQS q.inspecta Glarner Kalberwurst IGP - 7 - 38 ProCert q.inspecta Bevande contenenti alcool di distillazione Eau-de-vie de poire du Valais DOP - 2 82 681 litri 101 391 litri OIC alcool al alcool al 100 % 100 % Abricotine / Eau-de-vie DOP - 1 25 218 litri 23 323 litri OIC d’Abricot du Valais alcool al alcool al 100 % 100 % Damassine DOP - 56 2 008 litri 4 297 litri OIC alcool al alcool al 100 % 100 % Altri prodotti Rheintaler Ribel DOP 4 3 42 47 ProCert Cardon épineux genevois DOP 3 1 81 107 ProCert Walliser Roggenbrot DOP 62 62 764 750 OIC Zafferano di Mund DOP - 20 0,00044 0.0015 OIC Poire à Botzi DOP 5 - 45 28 ProCert Fonte: UFAG
Denominazione

n

Agricoltura biologica – Buone prospettive

Nel 2012 il mercato biologico ha continuato a crescere: si è registrato un aumento di fatturato del 5,3 per cento per tutti i gruppi di prodotti. La produzione indigena è riuscita a mantenere solo in parte il ritmo di tale crescita e, di conseguenza, è stata importante anche la domanda di prodotti biologici d’importazione. Nell’UE è stato da poco condotto un sondaggio, al quale hanno partecipato circa 45 000 consumatori, con domande sul consumo di derrate alimentari biologiche e sulle aspettative nell’ambito dell’agricoltura biologica. Tra le varie cose, ai consumatori sono stati chiesti anche i motivi della scelta di prodotti biologici. Nell’82 per cento dei casi, questi hanno risposto di preoccuparsi per l’ambiente, mentre circa il 63 per cento afferma di comprare prodotti biologici perché sono più sani. La continua evoluzione della domanda e l’immagine dei prodotti bio, che resta positiva, continueranno a caratterizzare lo sviluppo del mercato anche nei prossimi anni.

Tema speciale: commercio di prodotti biologici con Paesi al di fuori dell’UE

L’agricoltura biologica è il settore agricolo che conosce la crescita più rapida al mondo: si stima che, a livello mondiale, il commercio di prodotti biologici valga 45 miliardi di euro. Tale successo internazionale rappresenta tuttavia un’enorme sfida per tutti gli attori del movimento bio: c’è bisogno di sistemi di assicurazione della qualità che funzionino in maniera trasparente e affidabile, senza però ostacolare il commercio di prodotti biologici.

In questo contesto, viene chiamata in causa anche la Svizzera, ovvero l’UFAG. Da un lato, devono poter accedere al mercato elvetico prodotti biologici provenienti da Paesi in cui la produzione e il controllo sottostanno a regole equivalenti a quelle elvetiche; dall’altro, deve essere garantito che i produttori e le aziende indigeni non vengano ostacolati nell’esportare i propri prodotti biologici.

Nel settore biologico la Svizzera ha concluso un accordo con l’UE già nel 1999, mentre per i Paesi terzi che vogliono esportare i propri prodotti biologici, l’UFAG valuta l’equivalenza nell’ambito di una procedura di autorizzazione all’importazione per ogni singolo prodotto. Tale complicato sistema delle cosiddette autorizzazioni particolari viene attualmente semplificato. Recentemente l’UFAGha riconosciuto come equivalenti 14 servizi di certificazione biologica in diversi Paesi terzi. Ciò consente di importare prodotti certificati da tali servizi, senza che siano necessarie autorizzazioni particolari. Queste ultime dovrebbero, a lungo termine, essere soppresse mediante questo nuovo regime d’importazione, creato sulla scorta di quello UE. La Svizzera ha inoltre la possibilità di riconoscere come equivalenti quei Paesi terzi i cui sistemi di controllo e norme di produzione dei prodotti biologici coincidono con gli obiettivi e i principi della legislazione elvetica in questo ambito. Un elenco dei Paesi terzi riconosciuti è riportato nell’allegato 4 (Elenco dei Paesi) dell’ordinanza del DEFR sull’agricoltura biologica (RS 918.181).

Risultati positivi si sono potuti registrare, ultimamente, soprattutto per l’esportazione di prodotti biologici svizzeri. Svizzera e Canada, ad esempio, sono giunti a un accordo sull’equivalenza per i prodotti biologici. Il reciproco riconoscimento dell’equivalenza faciliterà la collaborazione tra i due Paesi, incoraggiando, di fatto, il commercio di prodotti biologici. Dopo diversi anni di trattative, anche con il Giappone il riconoscimento, finora unilaterale, è stato esteso ed è ora reciproco. Con gli USA sono in corso negoziati per un accordo sull’equivalenza.

136 2.1 Produzione e smercio

n Ordinanza sulle designazioni «montagna» e «alpe»

L’ordinanza rivista sulle designazioni «montagna» e «alpe» (ODMA) è in vigore dal 1° gennaio 2012. Il suo elemento cardine è il nuovo concetto di certificazione. La tracciabilità è garantita da una certificazione lungo l’intera filiera del valore aggiunto. La certificazione comprende tutti i settori a valle della produzione primaria fino a etichettatura e preimballaggio, di conseguenza anche i prodotti dell’alpe devono essere certificati. I prodotti della produzione primaria sottostanno a un obbligo di controllo. Per mantenere il dispendio del controllo il più possibile basso, occorre coordinare i controlli con quelli esistenti di diritto pubblico o privato.

Saranno meglio salvaguardate le traduzioni nelle lingue in uso in Svizzera affinché l’ODMA non sia elusa con denominazioni di fantasia come ad esempio «Mountain Tea». Anche la designazione «Alpi» è disciplinata più severamente; può essere utilizzata solo per latte e prodotti lattiero-caseari nonché carne e prodotti carnei se sono rispettate le esigenze dell’ODMA.

Per la promozione della trasparenza e per la migliore identificabilità dei prodotti la Confederazione ha previsto, per il 2014, la creazione di marchi ufficiali uniformi per i prodotti di montagna e dell’alpe, che dovrebbero essere applicabili e utilizzabili da tutti i produttori aventi diritto. La definizione dei marchi ufficiali spetta al DEFR.

137
2.1 Produzione e smercio

2.1.1.5 Strumenti del commercio estero

n Disposizioni sulle norme d’importazione e la rispettiva esecuzione

Nell’ambito del commercio estero, le norme d’importazione costituiscono tuttora uno strumento importante per l’agricoltura elvetica. La maggior parte delle disposizioni in tale ambito è contenuta nell’ordinanza sulle importazioni agricole, di cui il 1° gennaio 2012 è entrata in vigore una versione completamente modificata. Sulla base di questa versione strutturata in maniera più semplice e comprensibile, si sono potute rielaborare in Internet anche le informazioni aggiuntive sull’importazione di prodotti agricoli. A inizio 2013 esse sono state reimpostate e pubblicate sulla pagina Internet dell’UFAG e sono direttamente accessibili sotto www.import.blw.admin.ch. Tali informazioni, che prima miravano soprattutto a spiegare le disposizioni dell’ordinanza, sono ora rivolte in particolare a coloro che volessero intraprendere un’attività nel settore dell’importazione. Passo dopo passo si spiega la procedura da seguire per avviare una ditta d’importazione: se, ad esempio, per importare un prodotto è necessario un permesso generale d’importazione, come si possono acquisire quote di contingente doganale e le eventuali disposizioni particolari da osservare. Oltre alle informazioni generali, vi sono poi delle sottorubriche più dettagliate sui gruppi di prodotti e l’importazione a scopi particolari o sulle applicazioni Internet AEV14online e Vendita all’asta elettronica.

Dal profilo contenutistico, nel 2012 le disposizioni dell’ordinanza sulle importazioni agricole sono rimaste praticamente uguali. Nell’anno oggetto del rapporto, però, i suoi allegati sono stati modificati venti volte: oltre alle modifiche mensili delle aliquote doganali dei prodotti nel sistema del prezzo soglia effettuate dall’UFAG, il Dipartimento ha anche adeguato cinque volte quelle dello zucchero e dei cereali, nonché dei rispettivi prodotti trasformati. Inoltre, onde garantire il finanziamento della costituzione di scorte obbligatorie, il Consiglio federale ha ridotto le aliquote di dazio dei cereali panificabili aumentando il contributo al fondo di garanzia. Infine, lo stesso ha temporaneamente aumentato di 400 capi il contingente doganale di equini e l’UFAG ha incrementato due volte quello di patate, una volta per le patate da tavola e una per quelle da semina.

Una sintesi dettagliata su queste modifiche è contenuta nel rapporto del Consiglio federale concernente le misure tariffali prese nel 2012, nell’ambito del quale è stata altresì pubblicata l’attribuzione e l’utilizzazione delle quote di contingente doganale. Anche le informazioni a questo proposito possono essere consultate sulla pagina Internet dell’UFAG sotto Temi > Importazione di prodotti agricoli > Pubblicazione dell’attribuzione dei contingenti doganali.

n Risultati delle vendite all’asta per il periodo di contingentamento 2012

Una parte considerevole dell’esecuzione delle norme d’importazione è costituita dalla ripartizione dei contingenti doganali. Per quelli che non possono essere assegnati tramite la procedura più semplice («procedura progressiva»), si effettua spesso la vendita all’asta. Per il periodo di contingentamento 2012, l’UFAG ha effettuato più di 100 vendite all’asta per ripartire i diversi contingenti doganali parziali. Gli offerenti usufruiscono praticamente per tutti i bandi della possibilità di presentare le offerte mediante l’applicazione Internet Vendita all’asta elettronica. Quest’ultima è stata utilizzata per oltre l’80 per cento delle 9 275 offerte totali.

I quantitativi di contingente doganale messi all’asta sono fissati nella maggior parte dei casi in ordinanze e vengono modificati solo in via eccezionale. Le liberazioni di carne (specialità di carne e carne di animali abbattuti secondo prescrizioni rituali escluse), però, variano di anno in anno: nel 2012 è stato venduto all’asta un totale di 71 756 tonnellate di quote di contingente doganale di carne, ovvero 1 740 tonnellate (–2,4 %) in meno rispetto all’anno precedente. Per quanto concerne le vendite all’asta nel settore della carne, circa 78 aziende hanno sfruttato la possibilità di fornire garanzie bancarie o fideiussioni per essere esonerate dal pagamento del prezzo d’aggiudicazione prima di importare la merce all’aliquota di dazio del contingente (ADC). Il numero di garanzie è leggermente diminuito, ma è aumentato l’importo assicurato

138 2.1 Produzione e smercio

mediante le stesse (27 mio.), segnatamente di 6 milioni rispetto all’anno precedente. Tale evoluzione non sorprende, considerato che negli ultimi anni si è ridotto anche il numero medio di offerenti nelle aggiudicazioni di contingenti di tagli pregiati di manzo. Questi ultimi sono i maggiori utilizzatori delle garanzie, poiché queste aste si tengono frequentemente e hanno prezzi di aggiudicazione alti.

Se si considerano i prezzi medi di aggiudicazione di tutte le vendite all’asta, rispetto al 2011 si registra una tendenza al rialzo, con alcune eccezioni quali quelli per la carne ovina, equina e di vitello. Nella tabella sottostante sono riportate ulteriori informazioni sulle vendite all’asta di contingenti nel 2012.

n Prospettive

La sfida maggiore nell’ambito dell’esecuzione delle norme d’importazione è il coordinamento dei diversi progetti informatici, sviluppati in contemporanea. L’accorpamento delle due applicazioni Vendita elettronica all’asta, con quasi 700 aziende e persone registrate, e AEV14online con 1 100 utenti registrati è l’operazione che ha interessato il maggior numero di utenti. Si stima che le due applicazioni vengano utilizzate da un totale di 3 000 utenti che, per poterle attivare, oltre a username e password dell’azienda, in futuro dovranno anche disporre di un certificato personale, installato sul computer. L’accesso dovrebbe diventare personale e prevedere una soluzione con un meccanismo di protezione doppio.

Mediante AEV14online, nel 2012 sono giunte all’UFAG più di 7 000 notifiche di accordi sull’utilizzo di determinate quantità di quote di contingente e per la frutta e la verdura più di 1 000 accordi sull’utilizzo di quote di contingente espresse in percentuale. A differenza delle offerte per i bandi d’asta, queste notifiche devono essere effettuate su Internet. AEV14online offre all’utente anche altre funzioni: gli importatori, ad esempio, possono visualizzare lo stato dei contingenti, aggiornato quotidianamente a più riprese. Inoltre, dall’autunno 2012, possono controllare gli invii postali come l’assegnazione dei contingenti o i conteggi ricevuti dall’UFAG. L’accorpamento del portale alla Vendita elettronica all’asta aumenterebbe ulteriormente i vantaggi per gli utenti.

Sono in corso anche progetti informatici per l’integrazione del numero d’identificazione delle imprese (IDI) tra i dati di contatto o la fatturazione elettronica (E-Billing) per, ad esempio, le fatture delle vendite all’asta. Nel quadro della Politica agricola 2014–2017, inoltre, è stato deciso che per la carne il 40 per cento delle quote di contingente dovrà essere ripartito in base al numero degli animali macellati, il che è di difficile attuazione dal punto di vista sia tecnico sia organizzativo. I suddetti progetti sono complessi, poiché per tutti è previsto l’adeguamento contemporaneo di diverse applicazioni informatiche. Le cerchie di utenti interessati sono varie e si suddividono tra quelli che accedono ai sistemi dall’interno e quelli che accedono dall’esterno dell’Amministrazione federale. Gli obiettivi più importanti nell’attuazione dei progetti informatici sono, pertanto, gli stessi perseguiti generalmente nell’applicazione delle norme d’importazione: cercare soluzioni semplici e trasmetterle in maniera comprensibile.

139 2.1 Produzione e smercio

Risultati delle vendite all’asta per il periodo di contingentamento 2012

Settore di produzione e prodotti messi all‘asta

1 Pz: pezzo; kg lordi: peso lordo in chilogrammi; kg netti: peso netto; kg eq: equivalente in merce fresca dei prodotti trasformati, il cui peso netto viene convertito applicando coefficienti fissi; kg 82 % TMG: kg netti di burro con un tenore in grasso del latte dell’82 %, le importazioni alla voce

tariffa 0405.9010 vengono convertite applicando il coefficiente 1,21 in kg 82 % TMG.

2 Contingenti doganali n. 21 e n. 31 (contingente doganale autonomo con attribuzione sulla base delle esportazioni).

140 2.1 Produzione e smercio
Carne, prodotti carnei e insaccati inclusi, latticini e animali da allevamento Carne di pollame kg lordi 48 000 000 2,03 100 4 79 Carne di maiale kg lordi 200 000 0,91 100 1 19 Carne di animali della specie ovina kg lordi 5 535 000 2,20 90 6 47 Carne di animali della specie caprina kg lordi 300 000 0,36 100 1 16 Carne di animali della specie equina kg lordi 5 280 000 0,27 100 5 15 Carne di vitello kg lordi 270 000 7,53 90 2 24 Fegato di vitello kg lordi 103 500 0,26 90 5 5 Lombi/High-Quality-Beef kg lordi 4 477 500 12,31 90 13 60 Carcasse di vacche destinate alla trasformazione kg lordi 5 850 000 0,51 90 12 18 Tagli del tipo pistola di vacche destinate alla trasformazione kg lordi 1 485 000 0,92 90 7 17 Muscoli di manzo preparati kg lordi 75 000 9,46 100 1 15 Lingue kg lordi 108 000 0,07 90 2 5 Muselli di bovini kg lordi 72 000 0,09 90 2 3 Carne bovina (kasher) kg lordi 257 350 0,05 100 8 2 Carne bovina (halal) kg lordi 350 000 2,37 100 4 7 Carne ovina (kasher) kg lordi 17 700 0,07 100 7 3 Carne ovina (halal) kg lordi 175 000 2,02 100 4 7 Prosciutto essiccato all’aria dall’UE kg lordi 1 100 000 8,61 100 1 82 Carne secca essiccata all’aria dall’UE kg lordi 220 000 9,14 100 1 46 Insaccati dall’UE kg lordi 4 086 500 6,50 100 1 111 Prosciutto cotto e in scatola kg lordi 71 500 7,41 100 1 28 Conserve a base di carne di manzo kg lordi 770 000 0,28 100 1 10 Latte in polvere kg netti 300 000 1,12 100 2 8 Burro kg 82 % TMG 100 000 0,49 100 1 9 Animali della specie bovina capi 1 200 603,13 100 2 20 Prodotti di origine vegetale Fiori recisi kg lordi 200 000 0,54 2 1 37 Prodotti semilavorati a base di patate per la fabbricazione di salse e minestre kg eq 355 000 0,02 100 1 3 Altri prodotti semilavorati a base di patate kg eq 1 065 450 0,02 100 2 6 Prodotti finiti a base di patate kg eq 2 500 000 0,74 100 1 24 Prodotti di frutta a granella 2 kg eq 244 000 0,53 96 1 12 Frutta da sidro e per la distillazione kg netti 9 400 0,02 100 2 1
di
Fonte: UFAG Unità 1 Quantitativi messi all’asta Prezzo medio d‘aggiudicazione Quota venduta sul totale del contingente doganale (parziale) Vendite all’asta 2012 Partecipanti per bando Numero unità fr./unità % Numero Numero o media

n Importazioni ed esportazioni di prodotti agricoli trasformati

Per compensare il divario di prezzo delle materie prime dell’industria agroalimentare svizzera riconducibile alla politica agricola e garantire lo smercio di materie prime elvetiche, nell’ambito della «legge sul cioccolato» (legge federale sull’importazione e l’esportazione dei prodotti agricoli trasformati) alla frontiera viene applicato un sistema di compensazione del prezzo per i prodotti agricoli trasformati. Mediante dazi, il prezzo delle materie prime contenute nei prodotti trasformati importati viene adeguato al prezzo applicato in Svizzera, mentre i contributi all’esportazione consentono di ridurre il prezzo di determinate materie prime presenti nei prodotti trasformati esportati. All’inizio del 2012, le ordinanze della legge sul cioccolato sono state oggetto di revisione: per l’importazione è stata rivista l’ordinanza concernente gli elementi di protezione industriale e gli elementi mobili applicabili all’importazione di prodotti agricoli trasformati; per l’esportazione l’ordinanza sui contributi all’esportazione.

La «legge sul cioccolato», pur non essendo direttamente uno strumento di politica agricola, compensa i divari di prezzo da questa generati. Negli ultimi anni, l’importo iscritto nel preventivo ordinario è risultato troppo basso per coprire il fabbisogno in materia di compensazione del prezzo delle materie prime; a questa situazione si è reagito, soprattutto, con crediti aggiuntivi e riduzioni delle aliquote dei contributi all’esportazione. Si deve partire dal presupposto che, per motivi finanziari, la Confederazione, in futuro, non potrà sempre garantire un’integrale compensazione dei prezzi per le materie prime interessate. Inoltre, va constatato che tali sovvenzioni all’esportazione, come anche altri rimborsi, subiscono una determinata pressione sul piano internazionale.

Con la revisione dell’ordinanza sui contributi all’esportazione si voleva migliorare, tra le altre cose, lo sfruttamento dei mezzi a disposizione. Per tale motivo, i fondi della legge sul cioccolato vengono ora utilizzati per sostenere le esportazioni dal dicembre dell’anno precedente fino a novembre dell’anno in corso. Nel 2012, anno di transizione, tra gennaio e novembre erano a disposizione undici dodicesimi, ovvero 64,17 milioni di franchi, dei 70 milioni a preventivo per quest’anno. Per l’ultimo dodicesimo è stata effettuata una delimitazione contabile passiva.

Già all’inizio del 2012 era evidente che i 64,17 milioni di franchi messi a preventivo non sarebbero stati sufficienti a garantire l’integrale compensazione dei prezzi per i quantitativi previsti. Per tale motivo, la differenza di prezzo è stata compensata al 75 per cento dal 1° aprile, al 60 per cento dal 1° luglio e al 55 per cento dal 1° ottobre al 30 novembre. Nonostante tali riduzioni, non si sono potute soddisfare tutte le richieste di contributi all’esportazione. Il disavanzo ammonta a 4 milioni di franchi, tenendo conto che per il burro non compensato alle aziende interessate sono stati attribuiti diritti d’importazione del controvalore di 1,5 milioni di franchi.

Evoluzione delle risorse finanziarie nell'ambito della legge sul cioccolato

141 2.1 Produzione e smercio
In mio. fr. Fonte:
0 10 20 30 40 50 100 90 80 70 60 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Riporto passivo Credito aggiuntivo Preventivo ordinario
AFD

In termini di valore, la bilancia del commercio estero della Svizzera per i prodotti agricoli trasformati è positiva. Dopo gli elevati tassi di crescita degli anni precedenti (+97 % dal 2005 al 2008), negli ultimi quattro anni la progressione delle esportazioni ha rallentato (+17 % dal 2008 al 2012). Le importazioni, invece, negli ultimi anni hanno praticamente mantenuto lo stesso livello. Il principale partner commerciale per i prodotti agricoli trasformati è l’UE, con una quota d’esportazione del 64 per cento e una d’importazione del 76 per cento.

Importazioni ed esportazioni di prodotti agricoli trasformati

n GL Agroexport

Il gruppo di lavoro (GL) Agroexport è costituito da rappresentanti degli uffici federali competenti e delle rilevanti associazioni di categoria e tratta questioni correlate alle esportazioni di derrate alimentari e prodotti agricoli. Al suo interno si discute delle attività tese all’apertura di sbocchi per l’esportazione, quali ad esempio le possibili ispezioni, si coordina la soluzione di problemi correnti d’esportazione e si cura lo scambio d’informazioni concernente i negoziati di accordi di libero scambio.

Gli uffici federali coinvolti sono la Segreteria di Stato dell’economia SECO, l’Ufficio federale di veterinaria UFV, l’Ufficio federale della sanità pubblica UFSP e l’UFAG. Per le categorie vi sono invece rappresentanti sia di organizzazioni di produttori sia del primo e del secondo livello di trasformazione.

Il GL Agroexport utilizza i seguenti tre metodi di comunicazione.

1. Quattro-cinque volte l’anno viene pubblicata la newsletter «Agenda Agroexport» con i nuovi appuntamenti, informazioni sui casi di esportazione problematici ancora aperti e sui negoziati di libero scambio in corso.

2. Due volte l’anno si tiene una seduta del gruppo con rappresentanti della Confederazione e delle categorie. In caso di questioni straordinarie all’ordine del giorno possono essere invitati anche rappresentanti delle aziende.

3. Per la notifica di nuove problematiche o questioni si può inviare un’e-mail al centro di contatto del GL Agroexport presso l’UFAG.

Ulteriori informazioni sul GL Agroexport e gli ultimi numeri della newsletter Agenda Agroexport sono disponibili sulla pagina Internet dell’UFAG, sotto Temi > Importazione di prodotti agricoli (www.blw.admin. ch/themen/01423/index.html?lang=it).

In mio. fr.
0 7 000 6 000 5 000 4 000 3 000 2 000 1 000 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2012 2011 Esportazioni Importazioni
Fonte: AFD, 2012 prov.
142 2.1 Produzione e smercio

2.1.2 Economia lattiera

Nell’anno oggetto del rapporto il quantitativo di latte commercializzato, 3,468 milioni di tonnellate, è stabile rispetto al volume di produzione dell’anno precedente. Di queste, 26 000 tonnellate circa (0,7 %) provenivano dal Principato del Liechtenstein e dalle zone franche attorno a Ginevra. La quota di latte biologico rispetto al quantitativo di latte commercializzato è stata del 6,1 per cento, quella ottenuta senza somministrare insilati del 33 per cento. Circa 0,1 milioni di tonnellate (2,8 %) di latte commercializzato sono state prodotte in aziende d’estivazione.

Misure per il mercato lattiero svizzero – 2012

Prodotto Formaggio Burro Latte scremato Latte in polvere Latte di consumo, panna, prodotti a base di latte fresco

Misura

Protezione doganale 1 n n n n

Supplementi n

Obbligo di notifica n n n n n della valorizzazione del latte, produzione di latte e contratti di acquisto di latte

1 La protezione alla frontiera vige per i Paesi non UE.

Fonte: UFAG

143 2.1 Produzione e smercio

n Mezzi finanziari e dati statistici – 2012

Anche nel 2012 la Confederazione ha concesso un supplemento per il latte trasformato in formaggio di 15 centesimi il chilogrammo e un supplemento per il foraggiamento senza insilati di 3 centesimi il chilogrammo. Per entrambi i supplementi sono stati erogati complessivamente 298 milioni di franchi. Per l’amministrazione dei dati sul latte e per i mezzi informatici in ambito lattiero la Confederazione ha stanziato 3 milioni di franchi circa.

L’UFAG ha concluso con la TSM Fiduciaria Sagl (TSM) un accordo di prestazione quadriennale, scaduto il 30 aprile 2013. Considerate l’entrata in vigore, nel 2014, della nuova Politica agricola 2014–2017 e le nuove possibilità di collegamento ai sistemi informatici esistenti all’interno della Confederazione, è stato concluso, mediante procedura privata, un contratto di prestazioni di 18 mesi con la TSM, in base al quale quest’ultima è incaricata di registrare e verificare i dati della produzione lattiera, della valorizzazione del latte e dei contratti di acquisto di latte. I valorizzatori di latte sono tenuti a fornire tali dati a cadenza mensile. I dati sui contratti vanno invece notificati annualmente. La TSM è responsabile dell’ottemperanza dell’obbligo di notifica. In caso d’irregolarità, alle ditte e aziende interessate vengono irrogate sanzioni. Avvalendosi dei dati sulla valorizzazione del latte trasmessile, la TSM elabora i dati per il versamento dei supplementi e li trasmette due volte la settimana all’UFAG, il quale provvede al versamento ai valorizzatori di latte.

Conformemente all’ordinanza sul sostegno del prezzo del latte, i valorizzatori sono tenuti a trasmettere i supplementi entro il termine di un mese ai produttori dai quali hanno acquistato il latte trasformato in formaggio. Hanno altresì l’obbligo di registrare separatamente i supplementi nel conteggio concernente l’acquisto di latte e di tenere la contabilità in modo che risulti visibile quali contributi per i supplementi essi hanno ricevuto e pagato. Il grafico seguente mostra il numero di valorizzatori di latte che hanno ricevuto supplementi e l’importo dei supplementi erogati secondo la classe di dimensioni nel 2012.

Supplementi di latte pagati secondo la classe di dimensioni del valorizzatore del latte Anno civile 2012

Nell’anno oggetto del rapporto hanno beneficiato di supplementi per il latte 2 359 valorizzatori, per un totale di 298 milioni di franchi; l’importo corrisposto mediamente a ciascun valorizzatore ammontava a 125 000 franchi. Dalla ripartizione emerge che i supplementi sono concentrati su pochi valorizzatori: il 22 per cento di essi ha infatti ottenuto il 95 per cento circa dei supplementi. Poco meno del 60 per cento, vale a dire 1 406 valorizzatori, ha ricevuto annualmente meno di 10 000 franchi. In questi casi si trattava prevalentemente di aziende d’estivazione con produzione in proprio di formaggio. In questa classe di dimensioni i supplementi erogati per chilogrammo di latte trasformato in formaggio ammontavano, in totale, a 4,9 milioni di franchi.

144 2.1 Produzione e smercio
1–10000 10001–20000 20001–50000 50001–100000 100001–200000 200001–300000 300001–400000 400001–500000 500001–1000000 >1000000 Supplementi per il latte (mio. fr.) Valorizzatori di latte Supplementi per il latte (mio. fr.) Numero di valorizzatori del latte Fonte: UFAG 0 125 100 75 25 50 0 1500 1200 900 600 300 Classe di dimensioni (fr.) 1406 275 106 55 132 129 86 42 89 39

L’Ispettorato dell’UFAG effettua controlli basati sul rischio, nel settore latte e latticini, presso gli addetti alla valorizzazione che notificano i dati sul latte e richiedono i supplementi. Nell’anno oggetto del rapporto sono state controllate circa 300 aziende. Per circa la metà, l’ispettorato ha sollevato contestazioni. La maggior parte di queste ha comportato un’ammonizione, per casi ad esempio di lievi errori di registrazione o lacune riscontrate per la prima volta. In caso di supplementi in eccesso versati ai valorizzatori sulla scorta di notifiche scorrette dei dati sulla valorizzazione del latte questi sono tenuti a restituirli. Inoltre, sono stati invitati sempre più primi acquirenti a stipulare contratti di acquisto di latte scritti che soddisfano le esigenze fissate dalla legge.

Nell’anno lattiero 2011/12 (1° maggio 2011 – 30 aprile 2012), in Svizzera le aziende produttrici di latte erano 13 905 nella regione di pianura e 11 067 nella regione di montagna. Rispetto all’anno lattiero 2010/11, il numero di tali aziende è sceso nuovamente del 3 per cento, ossia di 767 unità. Praticamente, ogni giorno più di 2 aziende hanno abbandonato la produzione lattiera. Inoltre, nel periodo dell’alpeggio, le aziende d’estivazione dedite alla produzione di latte sono state 2 829, per un quantitativo di latte commercializzato pari mediamente a 35 000 chilogrammi per azienda.

Nel 2012 il quantitativo di latte commercializzato ammontava mediamente a 167 695 chilogrammi per azienda di pianura e a 94 615 chilogrammi per azienda di montagna, ovvero rispettivamente il 5 e il 5,6 per cento in più rispetto all’anno lattiero 2010/11. Negli ultimi dieci anni si sono registrati incrementi del 65 per cento per le aziende di pianura e del 46 per cento per quelle di montagna. Tale mancanza di uniformità nell’evoluzione palesa le migliori possibilità di crescita nella regione di pianura. La crescita percentuale rispetto all’anno precedente del quantitativo medio di latte raggiunta nella regione di montagna è stata, per la prima volta, superiore a quella della regione di pianura.

Evoluzione del quantitativo di latte mediamente commercializzato per azienda

Rispetto all’anno lattiero 1990/91 il quantitativo di latte commercializzato è aumentato del 50 per cento per vacca e di più del 60 per cento per ettaro, toccando rispettivamente 6 161 e 5 696 chilogrammi.

Nell’anno lattiero 2011/12, le aziende produttrici di latte gestite tutto l’anno e le aziende d’estivazione hanno commercializzato rispettivamente 3,379 e circa 0,1 milioni di tonnellate di latte. Il 46 per cento dei produttori di latte ne ha commercializzato meno di 100 000 chilogrammi all’anno e la loro quota rispetto alla produzione totale è stata di solo il 20 per cento. La stessa quota del 20 per cento è stata raggiunta anche dal 7 per cento delle aziende più grandi produttrici di latte con un quantitativo annuo superiore a 325 000 chilogrammi. Nell’anno oggetto del rapporto 376 aziende in Svizzera hanno commercializzato più di 0,5 milioni di chilogrammi di latte. Tale quantità era stata raggiunta, dieci anni fa, da sole 16 aziende.

145 2.1 Produzione e smercio
In kg Fonte: UFAG 0 180 000 160 000 140 000 100 000 120 000 80 000 60 000 40 000 20 000 2000 / 01 2002 / 03 2004 / 05 2006 / 07 2008 / 09 2010/ 11 2011/ 12 Regione di pianura Svizzera (regione d'estivazione escl.) Regione di montagna
Tabella 28 Pagina A28

Percentuale di latte commercializzato sul totale delle forniture, secondo la classe di dimensioni delle aziende

n Conclusione del processo di abbandono del contingentamento lattiero

Il contingentamento lattiero statale è stato abolito il 1° maggio 2009. Prima dell’abbandono definitivo i produttori di latte disponevano di un periodo di transizione di tre anni durante il quale potevano abbandonare anticipatamente il contingentamento lattiero, a condizione di essere membri di un’organizzazione di produttori o di produttori-valorizzatore. Le organizzazioni erano obbligate a rispettare le disposizioni sui quantitativi, onde evitare un aumento incontrollato del volume di latte prodotto.

A conclusione dell’anno lattiero 2008/09 (1° maggio 2008 – 30 aprile 2009) per ogni organizzazione si è controllato che i quantitativi supplementari autorizzati fossero stati impiegati in base agli obiettivi del progetto e che avessero rispettato il potenziale di produzione prefissato. In 13 casi di mancato rispetto di tali obblighi, l’UFAG ha dovuto procedere a un sanzionamento delle organizzazioni interessate, per un importo totale di circa 4,6 milioni di franchi. 4 di queste organizzazioni hanno rinunciato a fare ricorso, mentre 9 hanno presentato ricorso contro la decisione dell’UFAG al Tribunale amministrativo federale (TAF). Durante la procedura, 2 organizzazioni lo hanno ritirato; negli altri casi, nella sua sentenza il TAF ha sostenuto in gran parte le decisioni dell’UFAG, imponendo alle 7 organizzazioni il pagamento di un importo totale di 3,2 milioni di franchi, ovvero circa 0,2 milioni di franchi in meno rispetto a quanto disposto dall’UFAG. Le decisioni del TAF sono in ultima istanza, il che significa che le organizzazioni non hanno potuto presentare nuovamente ricorso al Tribunale federale. Alle 13 organizzazioni sanzionate, pertanto, è stato imposto, mediante decisione passata in giudicato, il pagamento di 4,4 milioni di franchi. Al momento non tutte hanno estinto il proprio debito con la Confederazione.

n Contratti di acquisto di latte

In virtù dell’articolo 36b LAgr, i produttori devono concludere con i propri primi acquirenti di latte un contratto della durata di almeno un anno, che contenga un accordo circa la quantità e i prezzi del latte. Tale obbligo contrattuale si applica soltanto alla prima vendita di latte dal produttore al primo acquirente. Queste disposizioni di diritto pubblico sono misure collaterali per il periodo successivo all’abbandono del contingentamento lattiero che, nel quadro della Politica agricola 2014–2017, il Parlamento ha limitato al 31 dicembre 2013.

146 2.1 Produzione e smercio
In % Anno lattiero 2000/ 2001 Anno lattiero 2005/ 2006 Anno lattiero 2011/ 2012 Fonte: UFAG 0 22 20 18 16 14 10 8 6 4 2 12 1–25 000 25 001–50 000 50 001–75 000 75 001–100 000 100 001–125 000 125 001–150 000 150 001–175 000 175 001–200 000 Classe di dimensioni (kg) 200 001–225 000 225 001–250 000 250 001–275 000 275 001–300 000 300 001–325 000 325 001–350 000 350 001–375 000 375 001–400 000 400 001–500 000 > 500 000

A fine agosto 2012 la TSM aveva registrato 770 valorizzatori per un quantitativo contrattuale complessivo di 3,49 milioni di tonnellate di latte per l’anno civile 2012 o per l’anno lattiero 2011/2012. Rispetto al periodo precedente, il quantitativo contrattuale è aumentato di circa 45 000 tonnellate, ovvero dell’1,3 per cento. È importante osservare che queste cifre forniscono un’istantanea; valorizzatori e produttori possono concludere nuovi contratti d’acquisto di latte o modificare quelli già esistenti e sono tenuti a notificare tali cambiamenti alla TSM. Per questo il totale dei quantitativi contrattuali può subire variazioni.

n Interprofessione del latte

L’IP Latte è la piattaforma dell’economia lattiera svizzera e riunisce circa 50 organizzazioni nazionali e regionali dei produttori e dei valorizzatori di latte, nonché singole ditte dell’industria e del commercio al dettaglio. Secondo i suoi stessi dati i suoi membri producono circa l’81 per cento del quantitativo di latte commercializzato in Svizzera e ne trasformano circa l’88 per cento.

L’anno oggetto del rapporto è stato un anno difficile per l’IP Latte: nella prima metà la produzione di latte è aumentata notevolmente, generando accese discussioni tra i membri sulle possibilità di ridurla. Le irregolarità hanno anche generato la temporanea sospensione dell’affiliazione dei Produttori svizzeri di latte (PSL), che non si sentivano più rappresentati dall’IP Latte.

Su richiesta dell’IP Latte, il 31 agosto 2011 il Consiglio federale ha dichiarato vincolanti anche per i non membri dell’IP Latte, per il periodo fino al 30 aprile 2013, le disposizioni del contratto standard per l’acquisto di latte decise dall’assemblea dei delegati e la tassa di 1 centesimo il chilogrammo di latte commercializzato allo scopo di finanziare un fondo di sgravio del mercato. Con tale decisione, il Consiglio federale ha sostenuto in maniera sussidiaria gli sforzi della categoria per un consolidamento duraturo del mercato lattiero. Fino al 30 aprile 2013, i produttori lattieri sono quindi stati tenuti a versare un contributo di 1 centesimo il chilogrammo sul loro quantitativo totale di latte commercializzato. Nei loro contratti di acquisto di latte i non membri dell’IP Latte erano inoltre obbligati a classificare, in tutte le fasi del processo di compravendita, il quantitativo di latte a seconda del tipo di valorizzazione nei segmenti seguenti:

segmento A: latte destinato alla fabbricazione di prodotti a elevato valore aggiunto (protetti o no);

segmento B: latte destinato alla fabbricazione di prodotti a valore aggiunto limitato (protetti o no), latte trasformato in formaggio per progetti particolari compreso;

– segmento C: latte destinato alla fabbricazione di prodotti di regolazione o di sgombero senza aiuti.

L’attuazione della segmentazione è risultato un compito molto difficile, È infatti emerso che, senza controlli rigorosi e sanzioni severe, l’attuazione di tale misura è insoddisfacente. Per tale motivo, a novembre 2012

l’assemblea dei delegati dell’IP Latte ha varato, oltre alla prosecuzione del contratto standard, un regolamento per una migliore attuazione della segmentazione. Inoltre, ha presentato una richiesta al Consiglio federale di dichiarare vincolanti per altri due anni anche per i non membri le disposizioni del contratto standard e quelle sulla segmentazione del mercato lattiero. Si è invece rinunciato alla tassa di 1 centesimo il chilogrammo di latte commercializzato. Grazie al fondo di sgravio del mercato dell’IP Latte e alla riduzione, da luglio 2012, di una media del 3 per cento delle forniture di latte, le giacenze di burro sono diminuite passando da 10 500 tonnellate a maggio 2011 a 600 tonnellate a fine 2012.

Per i segmenti A, B e C, l’IP Latte pubblica periodicamente i prezzi indicativi franco azienda del valorizzatore di latte. Nella seconda metà del 2012 essa non ha potuto stabilirli per il segmento A, poiché i diversi attori del mercato avevano interessi molto discordanti. Solo nella primavera 2013 i membri si sono accordati su un prezzo indicativo del segmento A di 66 centesimi per il periodo aprile-maggio 2013 e di 69 centesimi a partire da giugno 2013.

147 2.1 Produzione e smercio

2.1.3 Produzione animale

L’economia animale continua a essere la fonte di reddito più importante per il settore agricolo. I requisiti per la detenzione, la qualità, la tracciabilità e la caratterizzazione degli animali e dei prodotti animali sono sempre più elevati. I detentori di animali devono adeguarsi a tali evoluzioni, il che significa, da un lato che mantengono il controllo sui costi di produzione e, dall’altro, che devono orientare la produzione alle esigenze del mercato.

L’obbligo di caratterizzazione per la carne di coniglio importata, proveniente da una forma di detenzione non autorizzata in Svizzera, è in vigore da ormai più di un anno. Alcuni importatori vi si sono adeguati e importano carne di coniglio prodotta, all’estero, nel rispetto della legislazione svizzera sulla protezione degli animali. A tal fine, i produttori esteri devono ottemperare direttive di produzione, con requisiti di detenzione dei conigli equivalenti a quelli vigenti in Svizzera, che vengono verificate in loco da un ente di certificazione accreditato dallo Stato. Tali direttive vengono valutate dall’UFAG, che ne riconosce l’equivalenza se adempiono tutte le condizioni. Esse sono pubblicate, assieme all’elenco degli importatori richiedenti, sulla pagina Internet dell’UFAG (www.blw.admin.ch > Temi > Importazione di prodotti agricoli > Ordinanza sulle dichiarazioni agricole). Se non vi è la prova che la carne di coniglio sia stata prodotta in base a direttive equivalenti, per poter essere distribuita nei punti vendita deve riportare la menzione «proveniente da una forma di detenzione non autorizzata in Svizzera».

148 2.1 Produzione e smercio

Provvedimenti – 2012

Animale

Provvedimento

Protezione doganale n n n n n n n n n

Sgombero del mercato sui mercati pubblici n n n

Azioni d’immagazzinamento n

Azioni di vendita a prezzo ridotto n

Azioni di spezzatura n

Contributi per la valorizzazione della lana di pecora n

Effettivi massimi n n n n

Banca dati sul traffico di animali n n n n

Contributi d’infrastruttura per i mercati pubblici nella regione di montagna n n n

Promozione dell’allevamento di animali n n n n n n n

Conservazione delle razze svizzere minacciate n n n n n n n

Fonte: UFAG

Per la stabilizzazione dei prezzi sul mercato della carne e delle uova si sostengono provvedimenti di sgravio temporanei. La Confederazione, ad esempio, con i propri aiuti collabora allo stoccaggio di carne di vitello in primavera ed estate e si accolla una parte della perdita di valore riconducibile alle azioni di spezzatura di uova di consumo in periodi di eccedenze. Onde garantire lo smercio, inoltre, i commercianti di bestiame da macello, titolari di quote di contingente doganale, in determinati periodi dell’anno sono tenuti a ritirare sui mercati pubblici gli animali non commerciabili in libera vendita. Un elemento fondamentale per il miglioramento delle basi di produzione è la promozione delle misure zootecniche. In particolare si finanziano la tenuta di libri genealogici e l’esecuzione di esami funzionali, mentre per la prevenzione e la lotta alle epizoozie si gestisce una banca dati sul traffico di animali. Inoltre, continua a esserci, per vitelli da ingrasso, suini e pollame (gallinelle escluse), un effettivo massimo per azienda.

n Mezzi finanziari 2012

Per i provvedimenti nel settore della produzione animale nell’anno oggetto del rapporto sono stati utilizzati, in totale, 90,8 milioni di franchi. Alla cooperativa Proviande che, su incarico della Confederazione, svolge compiti esecutivi nel settore del mercato del bestiame da macello e della carne, sono stati versati 6,5 milioni di franchi.

Nel 2012, le uscite per la gestione della banca dati sul traffico di animali (BDTA) da parte di identitas AG sono state di 9,67 milioni di franchi. I proventi delle tasse, pari a 8,98 milioni di franchi, non sono stati sufficienti per compensarle. Per quanto concerne le entrate, il fatturato delle marche auricolari è temporaneamente diminuito a causa del passaggio, a fine 2012, dalle marche auricolari per il prelievo di campioni di tessuto a quelle normali, che ha generato perdite di entrate per la Confederazione. Per l’eliminazione di sottoprodotti di origine animale, identitas AG ha versato, su mandato dell’UFAG, 47,5 milioni di franchi, dei quali circa un terzo è andato a beneficio degli allevatori di bovini che notificano nascite di vitelli e circa due terzi a stabilimenti dediti alla macellazione di animali delle specie bovina, ovina, suina o caprina.

Bovini Vitelli Suini Equini Ovini Caprini Polli / tacchini Api Galline ovaiole
149 2.1 Produzione e smercio
Tabella 29 Pagina A28

Ripartizione dei mezzi finanziari – 2012

Totale 90,8 mio. fr.

Contributi per la lana di pecora 0,7 %

Contributi per il sostegno alla produzione di uova indigene

1,8 %

Promozione dell'allevamento 38,1 %

Accordo di prestazione Proviande 7,2 %

Eliminazione dei sottoprodotti di origine animale 52,3 %

n Provvedimenti sul mercato del bestiame da macello e della carne

Sulla base di un accordo di prestazione, l’UFAG ha delegato alla cooperativa Proviande compiti esecutivi nel settore del mercato del bestiame da macello e della carne.

Classificazione neutrale della qualità

In virtù dell’ordinanza sul bestiame da macello, Proviande provvede alla classificazione della qualità delle carcasse nei macelli di grandi dimensioni (30 aziende fino alla fine dell’anno oggetto del rapporto), ovvero in quelle aziende in cui vengono macellati mediamente più di 120 suini o circa 23 capi di bestiame grosso a settimana. Per gli animali delle specie bovina, ovina, caprina ed equina la muscolatura e il grado di ingrasso vengono determinati otticamente, applicando la cosiddetta CH-TAX. Per gli animali della specie suina, invece, la muscolatura (la quota di carne magra) viene stabilita mediante apparecchi. I risultati della classificazione neutrale della qualità sono registrati in maniera centralizzata in un server di identitas AG e vengono utilizzati per la sorveglianza, il miglioramento della qualità e la statistica. Salvo poche eccezioni, la qualità degli animali macellati va determinata anche in tutti gli altri macelli; in questi casi, tuttavia, la classificazione viene effettuata dagli impiegati degli stessi. La classificazione neutrale della qualità contribuisce ad aumetare la trasparenza, a migliorare la qualità delle carcasse e a conteggiare correttamente gli animali da macello.

Negli ultimi sette anni si è osservato un aumento positivo della muscolatura degli animali macellati: nel 2012 sono stati classificati come bene in carne e molto bene in carne quasi il 62 per cento dei torelli, il 25 per cento dei vitelli e il 61 per cento degli agnelli. Nel 2005 erano stati solo, rispettivamente, il 43, il 17 e il 43 per cento. Per le vacche, invece, nello stesso periodo la muscolatura è rimasta la stessa: negli ultimi anni è rientrato nelle classi scarnate e molto scarnate tra il 42 e il 47 per cento delle vacche; nel 2012 tale quota è scesa al 41 per cento. Tale stabilità è riconducibile alla grande quantità di vacche da latte e alla detenzione di speciali razze da latte.

150 2.1 Produzione e smercio
Fonte: Conto dello Stato

Ripartizione delle carcasse nelle classi di muscolatura – 2012

C Classe di muscolatura: H T A X

C = molto bene in carne, H = bene in carne, T = muscolatura media, A = scarnato, X = molto scarnato

Fonte: Proviande

Sorveglianza dei mercati pubblici e organizzazione dei provvedimenti di sgravio del mercato

Prima dell’inizio dell’anno civile Proviande, in collaborazione con i Cantoni e le organizzazioni contadine, allestisce un programma annuale nel quale sono definiti i mercati pubblici per bestiame da macello e ovini. Tale programma indica il luogo e la data dei singoli mercati, nonché le categorie di animali che possono esservi presentate. Nel 2012, il numero dei mercati e quello dei capi di bestiame grosso e di vitelli presentati è rimasto relativamente costante, mentre il numero di ovini presentati è diminuito del 4 per cento. Nel quadro dello sgombero del mercato, Proviande ha assegnato quasi 5 000 capi della specie ovina a commercianti titolari di una quota di contingente doganale che, per tali assegnazioni, devono pagarle il prezzo settimanale stabilito.

Cifre inerenti ai mercati pubblici sorvegliati – 2012

n Provvedimenti sul mercato delle uova

La domanda di uova cala considerevolmente soprattutto dopo Pasqua. Onde attutire le ripercussioni delle fluttuazioni di mercato stagionali, dopo aver sentito le cerchie interessate, nell’ambito dei crediti stanziati nel 2012, sono stati messi a disposizione 1,6 milioni di franchi per il finanziamento di misure di valorizzazione. Nell’anno oggetto del rapporto, i fabbricanti di prodotti a base di uova hanno valorizzato nell’industria gli albumi e i tuorli di più di 13 milioni di uova di consumo indigene, tramite azioni di spezzatura, sgravando quindi il mercato delle uova di consumo in guscio. Sul fronte del commercio al dettaglio è stato ridotto il prezzo di 8,9 milioni di uova di consumo a beneficio dei consumatori: la Confederazione ha versato un contributo di 9 centesimi per ogni uovo spezzato e di 5 per ogni uovo ribassato; la categoria ha contribuito allo sgravio del mercato con circa lo stesso importo. In totale, alle azioni di spezzatura e di riduzione del prezzo hanno partecipato rispettivamente 12 e 8 aziende.

151 2.1 Produzione e smercio
In %
0 80 70 60 50 40 30 20 10
Capretti Agnelli Vitelli Torelli Vacche
Caratteristica Unità Vitelli Bestiame Ovini grosso Mercati pubblici sorvegliati Numero 279 734 327 Animali venduti all’asta Numero 47 561 58 315 75 043 Numero medio di animali per mercato Numero 171 79 230 Quota degli animali presentati rispetto alle macellazioni totali % 18,5 14,9 33,0 Animali assegnati (sgombero del mercato) Numero 8 289 4 958 Fonte: Proviande

n Provvedimenti per la valorizzazione della lana di pecora

In virtù dell’ordinanza concernente la valorizzazione della lana di pecora indigena, nel 2012 l’UFAG ha sostenuto innanzitutto progetti innovativi di valorizzazione della lana di pecora, dando successiva priorità alle organizzazioni di solidarietà che, al fine di valorizzarla, hanno perlomeno il compito di cernire, lavare e vendere per la trasformazione in prodotti finiti la lana indigena raccolta. Eccezionalmente, il lavaggio può essere effettuato all’estero.

Nel 2012, l’UFAG ha sostenuto due progetti innovativi con un importo di circa 0,3 milioni di franchi. Le organizzazioni di solidarietà che, con il loro lavoro, hanno assicurato la raccolta, la cernita e il lavaggio di circa 110 tonnellate di lana di pecora per la trasformazione in prodotti finiti in Svizzera sono state cinque. Il contributo della Confederazione per chilogrammo di lana lavata è stato di 2 franchi, per un importo totale di circa 0,22 milioni di franchi.

n Provvedimenti nell’ambito del traffico di animali

Il 2 febbraio 2012, identitas AG ha effettuato la migrazione della vecchia banca dati sul traffico di animali (BDTA) in quella nuova, attivata un anno prima sotto Agate. Prima di tale data venivano registrate solo le notifiche di equidi (animali della specie equina) e suini. La migrazione è stata molto impegnativa poiché ha interessato non solo tutti i bovini, vivi e morti, ma anche tutti i movimenti e gli ordini di marche auricolari di tutti gli ungulati registrati fino a quel momento. Nel complesso, il passaggio è proceduto secondo programma. Il nuovo login su Agate (single-sign-on), la nuova gestione dei ruoli e del menù nonché la necessità di una nuova applicazione informatica (Silverlight, un plug-in necessario per l’utilizzo della nuova BDTA) sono stati motivo di temporaneo sovraccarico per l’help desk. Le rettifiche, effettuate durante la migrazione, dei casi di bovini senza i dati sul luogo e di animali per i quali non esisteva alcuna notifica da 8 anni hanno richiesto un notevole impegno da parte di tutti gli interessati.

A causa della scadenza, il 31 dicembre 2012, del termine transitorio per la registrazione degli equidi nella BDTA, nell’ultimo mese dell’anno c’è stata una mole importante di registrazioni. Considerato che anche dopo tale scadenza innumerevoli aziende detentrici di equidi non erano ancora registrate e, di conseguenza, non avevano ancora un numero BDTA, è stato prorogato il termine per la prima registrazione.

In collaborazione con i 15 servizi riconosciuti preposti al rilascio del passaporto è stato stilato un elenco di proposte volte a semplificare il rilascio. Si prevede che le relative modifiche di ordinanza entreranno in vigore nel 2014.

n Provvedimenti per la promozione dell’allevamento

Secondo l’articolo 144 LAgr, i contributi federali per la promozione dell’allevamento possono essere versati solo a organizzazioni di allevamento riconosciute. Le disposizioni d’esecuzione sono sancite nell’ordinanza sull’allevamento del bestiame (OAlle). Quest’ultima stabilisce le condizioni che deve adempiere un’organizzazione di allevamento di animali delle specie bovina, suina, ovina e caprina, nonché di equidi, conigli, pollame, api mellifere e camelidi del nuovo mondo per ottenere dall’UFAG un riconoscimento della durata di dieci anni.

Nel 2012, è stato versato un totale di circa 34,6 milioni di franchi a 27 organizzazioni di allevamento in favore della tenuta del libro genealogico, della conduzione di esami funzionali e della conservazione delle razze svizzere. In quest’ultimo ambito si conducono, nella maggior parte dei casi, progetti pluriennali. Fatta eccezione per le organizzazioni di allevamento delle razze svizzere, non sono stati fatti versamenti a organizzazioni di allevamento il cui contributo totale risultava inferiore a 30 000 franchi.

152 2.1 Produzione e smercio

Il settore dell’allevamento di bovini ha beneficiato di 24 milioni di franchi, ovvero del 70 per cento dei fondi a disposizione per l’allevamento di animali, due terzi dei quali stanziati per l’esecuzione di esami funzionali del latte. I contributi federali per l’allevamento di animali consentono di ridurre i costi delle prestazioni zootecniche delle organizzazioni. Gli allevatori ne traggono vantaggio, ad esempio, pagando tariffe inferiori per gli esami funzionali del latte.

Sulla scorta di esperienze di esecuzione nella promozione di provvedimenti zootecnici e nelle procedure di riconoscimento di organizzazioni di allevamento, sono state effettuate modifiche dell’OAlle, entrate in vigore il 1° gennaio 2013. Per agevolare l’adeguamento delle organizzazioni di allevamento alle nuove disposizioni dell’OAlle sono state stabilite specifiche disposizioni transitorie (p.es. nel settore dell’apprezzamento della conformazione di animali della specie bovina).

Ripartizione dei mezzi finanziari – 2012

Allevamento di suini; 3 400 000 fr.; 9,8 %

Allevamento di caprini e pecore lattifere; 1 799 594 fr.; 5,2 %

Allevamento di bovini; 23 967 196 fr.; 69,2 %

n Conservazione delle razze svizzere minacciate

Allevamento di ovini; 1 943 400 fr.; 5,6 %

Conservazione delle razze svizzere;

1 364 270 fr.; 3,9 %

Allevamento di equini;

2 027 700 fr.; 5,9 %

Api e camelidi del nuovo mondo; 118 514 fr.; 0,3 %

L’UFAG sostiene la conservazione della biodiversità nel settore delle risorse genetiche destinate all’alimentazione e all’agricoltura mediante provvedimenti per la conservazione e la promozione delle razze svizzere a rischio di estinzione. Tra queste, vi sono 23 razze di diverse specie animali (bovini, equini, ovini, caprini, suini, api, conigli, polli) a rischio di estinzione a causa delle dimensioni ridotte delle popolazioni o di un grado di consanguineità troppo elevato. Queste razze hanno rilevanza, per la Svizzera, dal punto di vista economico, ecologico, culturale e storico, nonché si contraddistinguono per elevata capacità di adattamento, robustezza e buona valorizzazione del foraggio. Sul piano nazionale l’UFAG sostiene, coadiuva o avvia progetti di conservazione di organizzazioni di allevamento riconosciute. In collaborazione con l’Associazione svizzera per la produzione animale, organizza inoltre workshop annuali durante i quali si discute, ad esempio, dei programmi statistici adeguati, degli obiettivi, dell’importanza della stima dei valori genetici, delle analisi SWOT e dei progetti in corso. L’UFAG tiene altresì scambi di esperienze concernenti i provvedimenti di conservazione con specialisti di altri Paesi, nonché rafforza costantemente la collaborazione con rappresentanti di interessi e sviluppa il pool genetico nazionale (provvedimento ex-situ). Il piano nazionale d’azione per le risorse zoogenetiche, in fase d’elaborazione, conterrà tutti i provvedimenti in atto a livello nazionale per la conservazione delle razze svizzere da reddito minacciate e indicherà eventuali necessità d’intervento. L’UFAG si impegna anche a livello internazionale; ha, ad esempio, assunto la presidenza della European Regional Focal Point, un’associazione di oltre 45 Stati europei, e collabora in diverse commissioni e gruppi di lavoro della FAO.

153 2.1 Produzione e smercio
Fonte: Conto dello Stato Totale 34,6 mio. fr.
Tabella 30 Pagina A29

n Verifica delle organizzazioni di allevamento

Per controllare l’impiego dei fondi per la promozione dell’allevamento di animali si effettuano verifiche presso le organizzazioni di allevamento, conducendo in tutte almeno un controllo in loco sull’arco di cinque anni. Nel 2012 sono state condotte ispezioni presso 5 organizzazioni, stilando i rispettivi rapporti, dove sono state presentate eventuali lacune e fornite indicazioni per colmarle.

n Effettivi massimi

In virtù dell’articolo 46 LAgr, il Consiglio federale stabilisce gli effettivi massimi di ogni azienda per l’allevamento e l’ingrasso dei suini, la detenzione di ovaiole, l’ingrasso dei polli, dei tacchini e dei vitelli. In caso di superamento delle soglie stabilite, l’azienda dovrà pagare una tassa su ogni animale in eccesso. L’ammontare delle tasse è stabilito in modo tale che la detenzione di animali in eccesso non risulti economicamente vantaggiosa. Su richiesta, l’UFAG può rilasciare un’autorizzazione eccezionale per la detenzione di un effettivo più elevato, tuttavia fino a un massimo del 200 per cento dell’effettivo massimo ordinario. Possono inoltrare richiesta di autorizzazione eccezionale le aziende:

– che forniscono la prova di rispettare le esigenze ecologiche (PER) senza cedere concime aziendale a terzi;

– di allevamento di suini che valorizzano sottoprodotti della trasformazione del latte e di derrate alimentari nell’interesse pubblico;

– con attività sperimentale e di ricerca.

Nel 2012, hanno usufruito dell’autorizzazione eccezionale 26 aziende che foraggiavano suini con sottoprodotti della trasformazione del latte e di prodotti alimentari, 10 aziende che adempivano la PER e spandevano i concimi aziendali sulle proprie superfici e 2 aziende per attività sperimentali e di ricerca.

154 2.1 Produzione e smercio

2.1.4 Produzione vegetale

Oltre che mediante la protezione doganale, la Confederazione promuove la produzione vegetale con contributi specifici a singole colture in campicoltura e contributi per la trasformazione della frutta svizzera. La produzione vegetale è di capitale importanza per l’alimentazione umana e animale. Per le piante da fibra vengono erogati contributi di coltivazione; tuttavia, avendo un modesto successo di mercato, va assegnata loro una minore rilevanza. Per la trasformazione di materie prime rinnovabili in impianti pilota e di dimostrazione non vengono più versati contributi dalla fine del 2011.

Provvedimenti – 2012

Coltura

Provvedimento

Protezione doganale 1 n n n n n n n n

Contributi di trasformazione n 2

Contributi di coltivazione n n n n 3

1 A seconda dello scopo di utilizzo o della voce di tariffa non vi è imposizione doganale o vengono applicati dazi ridotti.

2 Riguarda solo una parte del raccolto (riserva di mercato di concentrati di succo di frutta a granelli, compensazione del prezzo della materia prima per la produzione di prodotti di frutta a granelli e a nocciolo).

3 Solo per patate, mais e piante foraggere.

Fonte: UFAG

Cereali Leguminose a granelli Semi oleosi Patate
155 2.1 Produzione e smercio
Barbabietola da zucchero Sementi Verdura, fiori recisi, vitivinicoltura Frutta

n Mezzi finanziari – 2012

Rispetto all’anno precedente, nel 2012 i mezzi finanziari destinati al sostegno del mercato nel settore della produzione vegetale sono diminuiti, passando da 77,7 a 72 milioni di franchi. Del totale dei fondi impiegati il 96 per cento è stato destinato alla promozione della coltivazione, il 3 per cento alla trasformazione e valorizzazione e l’1 per cento a diverse misure di promozione.

La riduzione delle uscite è riconducibile ala soppressione dell’indennizzo eccezionale EHEC agli orticoltori, che aveva generato costi per 2,9 milioni di franchi, e alle notevoli minori uscite di 2,4 milioni di franchi nel settore della frutta. Rispetto all’anno precedente i mezzi impiegati per la campicoltura sono rimasti quasi costanti (69 mio. fr.).

Uscite per provvedimenti per la frutta – 2012

Totale 2,11 mio. fr.

Riserva di mercato frutta da sidro 46 %

Compensazione del prezzo della materia prima 32 %

Altro 22 %

Fonte: UFAG

Nel 2012, il sostegno a provvedimenti specifici per la frutta è ammontato a 2,11 milioni di franchi, 0,7 dei quali per la compensazione del prezzo della materia prima e 1 milione per la riserva di mercato di concentrati di succo di frutta a granelli. Il calo delle uscite è dovuto soprattutto alla soppressione dei contributi per provvedimenti di adeguamento al mercato (contributi per le colture innovative e la riconversione per un importo di 1,8 mio. fr.), versati per l’ultima volta nel 2011. Inoltre, lo scarso raccolto di ciliegie ha comportato minori uscite di 0,6 milioni di franchi nell’ambito della compensazione del prezzo della materia prima.

n Tributi doganali per i cereali

I tributi doganali per i cereali sono composti dall’aliquota di dazio e dal contributo al fondo di garanzia. L’aliquota di dazio è prelevata dall’Amministrazione federale delle dogane e alimenta la Cassa generale della Confederazione; i contributi al fondo di garanzia sono destinati a réservesuisse e servono ad assicurare il finanziamento delle scorte obbligatorie. Per agevolare quest’ultimo la Confederazione rinuncia a una parte dei tributi doganali.

Nel settore degli alimenti per animali, con aliquote di dazio variabili, negli ultimi anni i prezzi all’importazione più elevati hanno generato minori entrate a favore dei contributi al fondo di garanzia: esse sono rimaste al disotto delle uscite annuali di circa 25 milioni di franchi del fondo di garanzia per i cereali.

Per tale motivo, con effetto al 1° dicembre 2012, il Consiglio federale ha ridotto l’aliquota di dazio del contingente per i cereali panificabili di 1.30 franchi il quintale e l’UFAG le aliquote di dazio per gli alimenti per animali, nel caso in cui queste risultavano superiori al contributo al fondo di garanzia vigente di 3.70 franchi il quintale. Al contempo, l’Ufficio federale dell’approvvigionamento economico del Paese UFAE ha aumentato i contributi al fondo di garanzia della stessa portata, segnatamente a 5 franchi il quintale al massimo per il grano tenero e gli alimenti per animali. L’importo totale dei tributi doganali è rimasto invariato.

156 2.1 Produzione e smercio

n Riduzione della protezione doganale per gli alimenti per animali

Riduzione dei costi, aumento della competitività: questo era il motto della PA 2011. Considerato che gli alimenti per animali rappresentano, a seconda della specie animale, fino al 40 per cento dei costi, la riduzione del loro prezzo è un mezzo di provata efficacia per aumentare la competitività dei prodotti di origine animale.

Uno dei principali provvedimenti per ridurre i prezzi dei mezzi di produzione è stata la diminuzione di 10 franchi il quintale dei prezzi all’importazione degli alimenti per animali tra il 2005 e il 2009. Inoltre, mediante l’articolo 20 capoverso 7 LAgr, il Parlamento ha sancito che le aliquote di dazio nel sistema del prezzo soglia non devono contenere elementi di protezione industriale. Per tale motivo, i tributi doganali per i foraggi composti sono stati vincolati a quelli sulle materie prime mediante la ricetta standard ed è stata progressivamente soppressa la protezione industriale. Dal 1° luglio 2011, con la protezione doganale per i foraggi composti vengono considerati esclusivamente i tributi doganali delle materie prime in base alle loro quote nella ricetta standard.

Calo dei prezzi

I prezzi degli alimenti per animali vengono influenzati in maniera determinante dal sistema di protezione doganale, basato su un sistema del prezzo soglia. Quest’ultimo corrisponde al prezzo d’importazione mirato, costituito dal prezzo franco dogana svizzera e dal dazio, nonché da uscite con lo stesso fine. In questo meccanismo, i tributi doganali vengono adeguati alle variazioni dei prezzi sul mercato mondiale, in modo che i prezzi d’importazione restino nell’ordine di grandezza del prezzo soglia prefissato dalla Confederazione. Se i prezzi d’importazione di un prodotto superano tale prezzo soglia, il tributo doganale non viene prelevato e i prezzi sul mercato indigeno salgono proporzionalmente.

Tra il 2005 e il 2009, con cadenza annuale al 1° luglio, sono stati progressivamente ridotti i prezzi soglia. Per i cereali la riduzione è stata di 3 franchi al quintale sia nel 2005 che nel 2007 e di 4 franchi nel 2009. Per i prodotti proteici il prezzo soglia per quintale è diminuito di 1 franco nel 2005, 2 nel 2006, 3 franchi nel 2007 e nuovamente 2 nel 2009.

Come illustrato nel grafico seguente, in seguito alla riduzione dei prezzi soglia sono diminuiti i tributi doganali massimi. Inoltre, dal raccolto 2007 sono cambiati i mercati agricoli internazionali. La crescita demografica, il maggiore potere d’acquisto e il cambiamento delle abitudini dei consumatori asiatici che maniano più prodotti animali aumentano la domanda di materie prime agricole. Fino all’impennata dei prezzi del 2007/08, l’offerta superava la domanda, generando prezzi dei prodotti agricoli più bassi. Da allora, però, diminuiscono le scorte mondiali a causa di uno scarso bilancio delle quantità in virtù del quale la sola notizia di un cattivo raccolto su un continente può avere notevoli effetti sui prezzi. In maniera analoga, fluttuano i tributi doganali sugli alimenti per animali.

157 2.1 Produzione e smercio
01.01.2002 01.01.2003 01.01.2004 01.01.2005 01.01.2006 01.01.2007 01.01.2008 01.01.2009 01.01.2010 01.01.2011 01.01.2012 01.01.2013
In fr / 100 kg Fonte:
0 10 30 20 50 40 60 Prezzo soglia Tributi doganali Prezzo in
Sistema del prezzo soglia: esempio frumento da foraggio
UFAG
borsa (MATIF) frumento in fr./100 kg

La riduzione dei prezzi soglia ha generato un calo di quasi il 20 per cento dei prezzi alla produzione dei cereali da foraggio. Tuttavia, nello stesso periodo, i prezzi degli alimenti composti per animali sono diminuiti solo del 7 per cento, per via dei rincari di diversi additivi (p.es. fosfati, aminoacidi), oli, grassi e prodotti proteici. Il prezzo della farina d’estrazione di soia supera il prezzo soglia dal 2008 e non viene pertanto più compensato mediante il sistema del prezzo soglia.

Evoluzione dell'indice di prezzo dei foraggi rispetto al prezzo soglia dell'orzo

Soppressione della protezione industriale

I tributi doganali sui foraggi composti avevano un importo fisso, fino a fine giugno 2006, di 20 franchi il quintale. Il 1° luglio 2006, il Consiglio federale ha introdotto una ricetta standard, mediante la quale si calcola proporzionalmente l’aliquota di dazio per i foraggi composti, basandosi sulla protezione doganale delle materie prime. Mediante tale calcolo, all’inizio l’aliquota è stata aumentata di 4 franchi il quintale, il

1° luglio 2007 di ulteriori 2 franchi e dal 1° luglio 2009 al 30 giugno 2011 di un altro franco il quintale. Dal

1° luglio 2011 non vengono più concessi supplementi. Per rispondere meglio alle condizioni di mercato, il

1° dicembre 2009 è stata introdotta una nuova ricetta standard, con una quota di cereali superiore a quella in vigore. con l’introduzione della ricetta standard i tributi doganali sui foraggi composti sono diventanti variabili e vengono adeguati contemporaneamente ai tributi doganali sulle materie prime.

Fino al 2005 le importazioni di foraggi composti ammontavano a circa 2 500 tonnellate l’anno, corrispondenti allo 0,2 per cento dell’intera cifra d’affari di foraggio concentrato. Con la soppressione della protezione industriale per i foraggi composti, dal 1° luglio 2011 i produttori indigeni non sono più avvantaggiati da un dazio supplementare applicato ai concorrenti esteri. Di conseguenza, dall’introduzione della ricetta standard nel 2006, l’importazione di foraggi composti è aumentata costantemente. In questo periodo è aumentato il volume di mercato dei foraggi concentrati, tanto che la quota di foraggi composti importati nel 2012 ha raggiunto lo 0,7 per cento.

158 2.1 Produzione e smercio
2005
Indice di prezzo
0 60 40 20 80 100 120 2006 2007 2008 2009 2010 2012 2011
Fonte: USC Foraggi composti Indice dei prezzi d'acquisto dei mezzi di produzione agricoli Cereali da foraggio Indice dei prezzi alla produzione dei prodotti agricoli Prezzo soglia dell'orzo

Evoluzione della produzione di foraggi composti e delle importazioni

Importazioni di foraggi composti Foraggio concentrato disponibile (produzione indigena più importazioni, senza variazioni delle scorte)

1 Stima del foraggio concentrato disponibile

Bilancio delle quantità all’interno del Paese

Tra il 2005 e il 2012 si è utilizzato sempre più foraggio concentrato nell’alimentazione degli animali e le importazioni sono passate da 680 000 a 940 000 tonnellate l’anno. Si importano soprattutto cereali da foraggio e farina d’estrazione di olio. Contemporaneamente, il calo dei prezzi ha ridotto l’interesse verso la coltivazione di cereali da foraggio indigena che è quindi diminuita a vantaggio di colture di prati artificiali, mais verde e da silo, semi oleosi e barbabietole da zucchero. Nel 2012 è stato coltivato il 20 per cento in meno di cereali da foraggio rispetto al 2005, ovvero 16 650 ettari in meno. Dal grafico seguente emerge che dal 2010 viene importata più della metà degli alimenti concentrati per animali.

Evoluzione del bilancio dei foraggi

Importazione altri foraggi Importazione panelli oleosi Importazione cereali da foraggio

Sottoprodotti da trasformazione materie prime estere

Altri foraggi indigeni

Panelli oleosi indigeni

Cereali da foraggio indigeni

Fonti: AFD, USC

La categoria stima che il 39 per cento degli alimenti concentrati per animali venga somministrato ai suini, il 33 per cento ai bovini, il 24 per cento al pollame e il 4 per cento agli altri animali. Rispetto al 2005, nel 2012 vi sono stati più capi detenuti in ognuna delle quattro categorie di animali. Inoltre, l’impiego di alimenti concentrati per animali nell’alimentazione bovina è diventato più conveniente in seguito al calo dei prezzi delle colture foraggere rispetto a quelle di prati artificiali.

159 2.1 Produzione e smercio
Importazioni di foraggi composti in 1 000 t Foraggio concentrato disponibile in 1 000 t
Fonti: AFD, USC 0 30 2 000 1 600 1 400 1 200 1 000 800 1 800 25 20 15 10 5 2005 2006 2007 2008 2009 2010 20111 2012 1
In 1 000 t
0 1 200 1 000 800 400 600 200 Import CH Import CH Import CH Import CH Import CH Import CH Import CH Import CH 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

Origine degli alimenti per animali

Nel 2012, più della metà degli alimenti concentrati per animali era d’importazione. I cereali da foraggio vengono importati esclusivamente dall’Europa, soprattutto dai Paesi limitrofi. Considerato che l’agricoltura svizzera punta a un’alimentazione animale priva di OGM, non si importa farina d’estrazione di soia (sottoprodotto della produzione dell’olio) dagli USA, bensì solo quella di origine sudamericana. Fatta eccezione per l’olio di palma proveniente dal Sud-Est asiatico, olii e grassi sono acquistati prevalentemente in Europa. Per quanto concerne le importazioni di altri foraggi proteici vi è un’elevata quota di sottoprodotti dell’estrazione dell’amido proveniente dalla Cina.

Provenienza dei principali foraggi

Resto dell'Europa centrale, Stati baltici incl. Europa sud-orientale e orientale Comunità economica eurasiatica

Italia Asia

Nordamerica Sudamerica

160 2.1 Produzione e smercio
Fonte: AFD 0 50 100 200 150 250 In 1 000 t Germania
Francia Austria
Cereali grezzi Riso / sorgo e altri Sottoprodotti della produzione dell'olio Altri foraggi proteici Sottoprodotti della produzione di derrate alimentari Erba essiccata Oli vegetali Grassi animali

2.2 Pagamenti diretti

I pagamenti diretti sono uno degli elementi principali della politica agricola; utilizzati per promuovere le prestazioni richieste dalla società. Si distingue tra pagamenti diretti generali e pagamenti diretti ecologici.

Uscite per i pagamenti diretti

Avvertenza: non è possibile fare un paragone diretto con i dati del Conto dello Stato. I valori indicati nella parte 2.2. «Pagamenti diretti» si riferiscono all’intero anno di contribuzione, mentre il Conto dello Stato riporta le spese sostenute durante un anno civile.

Ambito di spesa 2011 2012 2013 1 Mio. fr. Pagamenti diretti generali 2 192 2 163 2 147 Pagamenti diretti ecologici 618 641 645 Riduzioni 11 13 Totale 2 799 2 791 2 792
Preventivo
1 Fonte: UFAG
161 2.2 Pagamenti diretti
Tabella 32 Pagina A31

2.2.1 Importanza dei pagamenti diretti

n Promozione di prestazioni particolari e d’interesse generale

Le prestazioni fornite dall’agricoltura nell’interesse generale vengono indennizzate tramite i pagamenti diretti generali. Tra questi rientrano i contributi di superficie e quelli per gli animali da reddito che consumano foraggio grezzo. Tali contributi sono finalizzati a garantire la gestione e la cura della superficie agricola utile. Nella regione collinare e in quella di montagna i gestori percepiscono inoltre contributi di declività e contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione. Tali provvedimenti permettono di considerare le difficoltà di gestione e le più basse rese con le quali sono confrontati coloro che operano in queste regioni. I pagamenti diretti (esclusi i contributi d’estivazione) sono concessi soltanto agli agricoltori che forniscono la prova che le esigenze ecologiche sono rispettate (PER).

Mediante i contributi ecologici, etologici, per la protezione delle acque e d’estivazione (rientranti nella categoria dei pagamenti diretti ecologici) gli agricoltori sono incoraggiati, tramite incentivi economici, a fornire prestazioni particolari che vanno oltre le esigenze in ambito legislativo e la PER.

I contributi ecologici comprendono i contributi per la compensazione ecologica, la qualità ecologica, la produzione estensiva di cereali e colza e l’agricoltura biologica. Mediante i contributi etologici la Confederazione promuove la detenzione di animali da reddito in sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali (SSRA) e l’uscita degli animali da reddito all’aperto (URA). I contributi per la protezione delle acque sono finalizzati a ridurre i carichi di nitrati e fosforo nelle acque. I contributi d’estivazione vengono erogati per la gestione sostenibile e rispettosa dell’ambiente delle superfici d’estivazione.

n Importanza economica dei pagamenti diretti – 2012

Nel 2012 sono stati erogati 2,791 miliardi di franchi, vale a dire mediamente 56 158 franchi per azienda. Il 56,5 per cento dei pagamenti diretti è andato a beneficio delle regioni di montagna e collinare.

162 2.2 Pagamenti diretti

Pagamenti diretti – 2012

non è possibile fare un paragone diretto con i dati del Conto dello Stato. I valori indicati nella parte 2.2 «Pagamenti diretti» si riferiscono all’intero anno di contribuzione, mentre il Conto dello Stato riporta le spese sostenute durante un anno civile. Le riduzioni si riferiscono alle deduzioni dovute alle limitazioni e alle sanzioni giuridiche e amministrative.

Fonte: UFAG

Quota dei pagamenti diretti rispetto alla prestazione lorda delle aziende di riferimento, per regione – 2012

Tipo di contributo Totale Regione di Regione Regione di pianura collinare montagna 1 000 fr. Pagamenti diretti generali 2 163 287 833 715 575 511 742 748 Contributi di superficie 1 195 350 621 197 285 031 289 122 Contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo 503 893 200 743 147 098 156 052 Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione 350 429 8 908 107 986 233 534 Contributi di declività generali 102 302 2 866 35 396 64 039 Contributi di declività per vigneti in zone in forte pendenza e terrazzate 11 313 Pagamenti diretti ecologici 640 858 256 120 138 949 119 776 Contributi ecologici 282 951 147 433 69 981 65 538 Contributi per la compensazione ecologica 136 968 81 034 33 238 22 696 Contributi giusta l’ordinanza sulla qualità ecologica (OQE) 83 196 32 018 22 548 28 630 Contributi per la produzione estensiva di cereali e colza 29 675 21 690 7 478 507 Contributi per l’agricoltura biologica 33 112 12 691 6 716 13 705 Contributi etologici 231 895 108 688 68 968 54 239 Contributi per sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali (SSRA) 66 225 37 545 19 146 9 534 Contributi per l’uscita regolare all’aperto (URA) 165 670 71 142 49 822 44 705 Contributi d’estivazione 101 521 Contributi per programmi sulla protezione delle acque e sulle risorse 24 491 Riduzioni 12 819 Totale pagamenti diretti 2 791 326 1 089 835 714 461 862 524 Pagamenti diretti per azienda 56 158 51 344 47 771 63 782 Avvertenza:
Caratteristica Unità Totale Regione di Regione Regione di pianura collinare montagna Aziende Numero 2 951 1 226 941 784 SAU in Ø ha 21,8 22,96 20,45 21,21 Pagamenti diretti generali fr. 46 462 40 413 46 300 56 639 Contributi ecologici ed etologici fr. 9 833 11 172 10 016 7 434 Totale pagamenti diretti fr. 56 295 51 585 56 316 64 073 Prestazione lorda fr. 259 754 318 964 244 110 177 360 Quota dei pagamenti diretti rispetto alla prestazione lorda % 21,7 16,2 23,1 36,1
Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART
163 2.2 Pagamenti diretti
Tabelle 42a–43 Pagine A47–A49

L’importo dei pagamenti diretti versato per ettaro lievita proporzionalmente al grado di difficoltà gestionali con cui sono confrontate la regione collinare e quella di montagna. Visto che in queste regioni vengono conseguiti redditi meno consistenti, la quota di pagamenti diretti rispetto al reddito lordo aumenta.

n Esigenze poste per l’ottenimento di pagamenti diretti

Per avere diritto ai pagamenti diretti i gestori devono adempiere una serie di condizioni, tra cui rientrano quelle di natura generale quali la forma giuridica, il domicilio di diritto civile, eccetera, ma anche criteri strutturali e sociali determinanti come ad esempio il volume di lavoro minimo, l’età del gestore, il reddito e la sostanza. A ciò si aggiungono condizioni specifiche di carattere ecologico in base al concetto della prova che le esigenze ecologiche sono rispettate (PER). Gli oneri della PER comprendono: un bilancio di concimazione equilibrato, una quota adeguata di superfici di compensazione ecologica, un avvicendamento disciplinato delle colture, una protezione adeguata del suolo, un’utilizzazione mirata dei prodotti fitosanitari e una detenzione degli animali da reddito agricoli rispettosa delle loro esigenze. Lacune in relazione alle prescrizioni determinanti comportano riduzioni o il diniego dei pagamenti diretti.

n Sistema d’informazione sulla politica agricola

La maggior parte dei dati statistici sui pagamenti diretti proviene dalla banca dati sviluppata dall’UFAG, denominata AGIS/SIPA (sistema d’informazione sulla politica agricola). In questo sistema affluiscono i dati delle rilevazioni annuali delle strutture effettuate dai Cantoni e i dati sui versamenti (superfici ed effettivi di bestiame che hanno beneficiato dei contributi e rispettivi importi) per tutti i tipi di pagamenti diretti (provvedimenti). La banca dati serve in primo luogo per assicurare un controllo, sul piano amministrativo, degli importi versati dai Cantoni ai gestori. Il sistema consente, inoltre, di allestire statistiche di carattere generale sui pagamenti diretti e di fornire risposte a un gran numero di questioni inerenti alla politica agricola.

Delle 55 198 aziende al di sopra del limite di rilevazione federale e registrate nel 2012 nell’AGIS, 49 705 hanno ottenuto pagamenti diretti.

n Effetti delle graduazioni e delle limitazioni

Graduazioni e limitazioni si ripercuotono sulla ripartizione dei pagamenti diretti. Tra le limitazioni rientrano i limiti di reddito e di sostanza nonché il contributo massimo per unità standard di manodopera (USM), mentre le graduazioni si riferiscono alla riduzione progressiva dei contributi in base a superfici ed animali.

Effetti delle limitazioni dei pagamenti diretti – 2012

Limitazione Aziende Riduzione Quota rispetto al Quota rispetto interessate contributo delle all‘importo totale aziende dei pagamenti interessate diretti

164 2.2 Pagamenti diretti
Numero fr. % % Per USM 141 297 407 4,73 0,01 A causa del reddito 1 423 7 387 828 8,39 0,26 A causa della sostanza 307 5 607 697 55,86 0,20 Totale 13 292 932 0,48 Fonte: UFAG

Le limitazioni hanno determinato riduzioni dei pagamenti diretti pari a 13,3 milioni di franchi, di cui 13,0 milioni circa riconducibili a riduzioni dovute al superamento dei limiti di reddito e di sostanza. Rispetto all’anno precedente si registra un lieve aumento sia del numero di aziende interessate sia dell’importo delle riduzioni.

Effetti della graduazione dei contributi in funzione della superficie o del numero di animali – 2012

Aziende interessate Superficie/effettivo di animali per azienda sussidiabile Riduzione Quota rispetto al contributo delle aziende interessate Quota rispetto al contributo versato (tutte le aziende)

Le graduazioni previste dall’ordinanza sui pagamenti diretti hanno interessato complessivamente 5 644 aziende. Nella maggior parte dei casi sono state applicate deduzioni per diversi provvedimenti. Le riduzioni ammontano complessivamente a 29,7 milioni di franchi circa. Commisurate a tutti i pagamenti diretti, i quali sono graduati, rappresentano una quota dell’1,1 per cento circa. La riduzione progressiva dei contributi si ripercuote in modo massiccio soprattutto sui contributi di superficie. In questi casi le graduazioni interessano 3 820 aziende (circa il 7,7 % delle aziende che beneficiano di pagamenti diretti). Tra le aziende che percepiscono contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo, 1 333 si sono viste ridurre i contributi, in quanto altre limitazioni specifiche previste nell’ambito di questo provvedimento, come il limite di promozione, espletano i loro effetti prima della graduazione dei pagamenti diretti. Le riduzioni dei contributi hanno interessato anche i pagamenti diretti ecologici. Ad esempio 420 aziende biologiche hanno subito riduzioni dei contributi per l’agricoltura biologica per circa 622 000 franchi, che per le aziende in questione equivale a una quota del 9 per cento.

165 2.2 Pagamenti diretti
Provvedimento Numero ha o UBG fr. % % Contributi di superficie 3 820 54,7 19 119 060 7,3 0,68 Contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo 1 333 70,9 2 735 134 5,7 0,10 Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione 859 71,3 1 299 110 5,4 0,05 Contributi di declività generali 16 45,1 9 784 2,7 0,00 Contributi di declività per vigneti in zone in forte pendenza e terrazzate 1 44,5 3 697 2,5 0,00 Contributi per la compensazione ecologica 17 50,4 60 701 7,7 0,00 Contributi per la produzione estensiva di cereali e colza 20 50,2 23 920 6,1 0,00 Contributi per l’agricoltura biologica 420 52,9 622 390 9,0 0,02 Contributi per sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali 2 226 84,5 2 736 088 10,8 0,10 Contributi per l’uscita regolare all’aperto 2 333 80,1 3 114 917 9,0 0,11 Totale 5 644 29 724 800 7,4 1,06 Fonte: UFAG

n Esecuzione, controlli, riduzioni dei contributi e autorizzazioni speciali

I Cantoni sono responsabili dei controlli (art. 66 OPD). Per l’esecuzione essi possono ricorrere a organizzazioni accreditate che garantiscono controlli obiettivi e imparziali, verificandole per campionatura. Il versamento dei contributi per l’agricoltura biologica presuppone il rispetto dei relativi oneri (incl. le esigenze URA). Ogni anno le aziende dedite all’agricoltura biologica vengono controllate da un ente di certificazione accreditato. I Cantoni vigilano anche sul corretto svolgimento di questi controlli.

Conformemente all’ordinanza sul coordinamento dei controlli delle aziende agricole, ogni azienda deve essere controllata a cadenza almeno quadriennale onde appurare se adempie le prescrizioni dell’ordinanza sui pagamenti diretti per quanto riguarda tutti i tipi di pagamenti diretti (incl. la PER). Almeno ogni 12 anni occorre verificare i dati strutturali determinanti per il versamento dei pagamenti diretti, vale a dire superficie, tipo di gestione o numero di animali e se sono adempiute le disposizioni dell’ordinanza sui contributi d’estivazione. Inoltre, ogni anno almeno il 2 per cento delle aziende è sottoposto a un controllo per campionatura. Di regola, nelle aziende in cui non sono state riscontrate lacune non deve essere effettuato più di un controllo all’anno, nelle aziende biologiche sono ammessi al massimo due controlli all’anno.

In caso di mancato adempimento delle prescrizioni determinanti per i pagamenti diretti, i Cantoni riducono i contributi in base a disposizioni uniformi. La Conferenza dei direttori cantonali dell’agricoltura ha emanato una direttiva al riguardo.

Nel 2012 le aziende notificate per la PER ammontavano a 49 705. In 21 999 (44,3 %) di esse i Cantoni o i competenti servizi di controllo hanno effettuato controlli in merito all’osservanza delle rispettive esigenze.

1 841 (3,7 % delle aziende notificate per la PER) hanno subito una riduzione dei contributi a causa di lacune in relazione alla PER.

In virtù dell’ordinanza sull’agricoltura biologica, tutte le aziende che la praticano devono essere controllate su base annuale. A causa di lacune in questo ambito sono stati ridotti i contributi del 4,7 per cento delle aziende notificate per i contributi a favore dell’agricoltura biologica.

L’osservanza delle esigenze in materia di SSRA/URA e di determinati label nel settore della detenzione di animali viene di norma controllata contemporaneamente. Di conseguenza, per quanto concerne i programmi SSRA e URA è stato ispezionato decisamente più del 25 per cento delle aziende (corrispondente a un controllo su base quadriennale). Nell’ambito dei programmi SSRA e URA, in media, è stato controllato rispettivamente il 50,5 e il 45,5 per cento delle aziende notificate. Nel quadro dei programmi SSRA e URA le aziende che hanno subito riduzioni dei pagamenti diretti sono state rispettivamente il 2,5 e il 2,9 per cento.

Complessivamente sono state effettuate riduzioni di contributi pari a circa 5,0 milioni di franchi.

Ricapitolazione delle riduzioni di contributi – 2012

Registrazioni lacunose, detenzione degli animali da reddito non rispettosa delle loro esigenze, altri motivi (mancata attuazione delle analisi del suolo, test sui trattamenti scaduti), bilancio di concimazione non equilibrato, fasce tampone e inerbite insufficienti, selezione e utilizzazione di prodotti fitosanitari, notifica tardiva, quota di SCE non commisurata alla SAU.

Fonte: rapporti cantonali concernenti i controlli e le sanzioni

166 2.2 Pagamenti diretti
Numero Numero Numero fr. PER 49 705 21 999 1 841 2 405 721
Categoria
Aziende aventi diritto a contributi Aziende controllate Aziende con riduzioni Riduzioni Motivi principali
Tabella 44 Pagina A49

Ricapitolazione delle riduzioni di contributi – 2012

Epoca dello sfalcio e/o provvedimenti di cura non rispettati, indicazioni non veritiere sul numero di alberi, malerbe, indicazioni non veritiere sulle superfici, concimazione non autorizzata, notifica tardiva e protezione delle piante.

Notifica tardiva, raccolto finalizzato all’estrazione di granelli effettuato prima della piena maturazione, impiego di prodotti fitosanitari non autorizzati.

Infrazione delle prescrizioni in materia di foraggiamento, aziende gestite per passatempo non conformi alle prescrizioni in materia di agricoltura biologica, detenzione di animali, protezione delle acque, registrazioni, impiego di concimi e prodotti fitosanitari non autorizzati nell’agricoltura biologica, notifica tardiva, indicazioni non veritiere.

Lettiera inadeguata, notifica tardiva, mancanza di un sistema di stabulazione ad aree multiple, detenzione non conforme alle prescrizioni di alcuni animali della medesima categoria, area di riposo insufficiente, indicazioni non veritiere, illuminazione delle stalle insufficiente.

Mancato raggiungimento della durata minima d’ingrasso del pollame, area di riposo con fessure o perforazioni, protezione degli animali, superficie di pascolo troppo piccola, entrata tardiva, giorni d’uscita insufficienti, notifica tardiva, registrazioni lacunose, detenzione non conforme alle prescrizioni di alcuni animali della medesima categoria, indicazioni non veritiere, corte insufficiente.

Carico inferiore o superiore a quello usuale, gestione dei pascoli inadeguata, utilizzo di superfici non destinate al pascolo, infrazioni di prescrizioni rilevanti per l‘agricoltura, notifica tardiva, spandimento di concimi non autorizzati, altri elementi (superamento contingente lattiero), indicazioni non veritiere sull’effettivo di animali, documentazione incompleta, manutenzione inadeguata degli edifici, ostacoli ai controlli, indicazioni non veritiere sulla durata d’estivazione, dati incompleti, impiego di erbicidi non autorizzati, recidive.

Indicazioni non veritiere sulle superfici e sull’effettivo di animali, altri elementi (indicazioni non veritiere sulla PER, quota di manodopera propria dell’azienda <50 %, notifica tardiva della (non) partecipazione ad un programma, ostacoli ai controlli), indicazioni non veritiere sull’azienda o sul gestore come pure sull’estivazione.

Nessuna indicazione possibile

Nessuna indicazione possibile

Nessuna indicazione possibile

il resto delle aziende agricole, nelle aziende biologiche è ammesso un secondo controllo annuale.

Fonte: rapporti cantonali concernenti i controlli e le sanzioni

167 2.2 Pagamenti diretti
Categoria Numero Numero Numero fr. SCE 47 865 - 311 197 743 Produzione 14 278 4 035 22 7 036 estensiva Agricoltura 5 828 5 9451 274 230 049 biologica SSRA 20 435 10 320 517 396 930 URA 36 057 16 389 1 055 682 265 Estivazione 7 091 786 132 72 262 Dati di base - - 358 546 461 Protezione delle - - 147 401 020 acque Protezione della na- - - 8 7 448 tura e del paesaggio Protezione - - 53 81 576 dell’ambiente Totale - - 4 718 5 028 512
Al contrario di quanto accade
1
per
Aziende aventi diritto a contributi Aziende controllate Aziende con riduzioni Riduzioni Motivi principali

n Autorizzazioni speciali nel settore della protezione fitosanitaria

Nell’ambito della PER l’impiego di prodotti fitosanitari è sottoposto a determinate restrizioni. Giusta il punto 6.4 dell’allegato dell’ordinanza sui pagamenti diretti, in determinate circostanze e in casi motivati gli agricoltori possono richiedere autorizzazioni speciali per proteggere le colture con altri prodotti. Nel 2012 ne sono state rilasciate 1 945 per 7 060 ettari di SAU. Rispetto all’anno precedente vi è stato un calo. Le condizioni atmosferiche riscontrate nel 2012 sono risultate meno favorevoli per lo sviluppo dei parassiti, in particolare della criocera del frumento e della dorifora della patata. Nel settore frutticolo il motivo principale per il rilascio delle autorizzazioni è stato la lotta al fuoco batterico.

Autorizzazioni speciali rilasciate nel settore fitosanitario – 2012

1 Trattamenti con prodotti diversi da quelli che figurano nell’allegato dell’ordinanza sui pagamenti diretti (OPD).

2 Per la lotta contro gli afidi i Cantoni FR, VD e JU godono di autorizzazioni speciali regionali che non figurano nella tabella.

3 Autorizzazioni speciali rilasciate per provvedimenti fitosanitari che non figurano nelle direttive specifiche riconosciute.

168 2.2 Pagamenti diretti
Totale Autorizzazioni Superficie Categoria Numero di % delle ha % della aziende aziende con superficie autorizzazioni interessata speciali Applicazione di prodotti fitosanitari durante il periodo di divieto di trattamento vigente d’inverno 112 5,76 546,31 7,74 Uso di insetticidi e granulati contro i nematodi 303 15,58 995,13 14,10 Cereali: lotta contro la criocera del frumento 1 483 24,83 2 424,67 34,34 Patate: lotta contro la dorifora 1 244 12,54 951,8 13,48 Leguminose, girasole, tabacco: lotta contro gli afidi 2 59 3,03 136,64 1,94 Lotta contro altri parassiti in ambito campicolo 238 12,24 1 162,99 16,47 Terreni permanentemente inerbiti: trattamento delle superfici 52 2,67 151,38 2,14 Applicazione di erbicidi totali 394 20,27 597,25 8,46 Orticoltura 3 1 0,05 0,60 0,01 Frutticoltura 3 59 3,03 93,25 1,32 Totale 1 945 100,00 7 060,02 100
Fonte: UFAG

2.2.2 Pagamenti diretti generali

Nel 2009, nell’ambito dell’applicazione della PA 2011, sono stati adeguati diversi pagamenti diretti. Il trasferimento dal sostegno del mercato ai pagamenti diretti ha generato, per diversi tipi di contributi, nuove aliquote di contribuzione, in genere più elevate. Per l’anno di contribuzione 2012 è stato ridotto unicamente il contributo di superficie.

2.2.2.1 Contributi di superficie

Mediante i contributi di superficie vengono indennizzate le prestazioni d’interesse generale come la protezione e la cura del paesaggio rurale, la garanzia della produzione di derrate alimentari e la conservazione delle basi vitali naturali. I contributi di superficie sono stati integrati con un contributo supplementare per la superficie coltiva aperta e per le colture perenni.

Aliquote 2012 fr./ha 1

– Fino a 40 ha

1 020

– Da 40 a 70 ha 765

– Da 70 a 100 ha 510

– Da 100 a 130 ha 255

– Oltre 130 ha 0

1 Il contributo supplementare per la superficie coltiva aperta e le colture perenni ammonta a 640 franchi per ettaro all’anno e soggiace alla graduazione delle superfici.

Nel caso di superfici gestite per tradizione familiare nella zona economica estera le aliquote dei pagamenti diretti legati alle superfici sono ridotte del 25 per cento. Dal 1984 nella zona economica estera vengono gestiti complessivamente circa 5 000 ettari. Le aziende svizzere che attualmente acquistano o prendono in affitto superfici nella zona economica estera non ricevono pagamenti diretti.

Contributi di superficie – 2012 (compreso il contributo supplementare)

Il contributo supplementare è stato concesso per 261 148 ettari di superficie coltiva aperta e 18 952 ettari di colture perenni.

169 2.2 Pagamenti diretti
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Superficie ha 475 306 256 537 285 196 1 017 039 Aziende Numero 21 093 13 472 14 942 49 507 Superficie per azienda ha 22,5 19,0 19,1 20,5 Contributo per azienda fr. 29 450 21 157 19 350 24 145 Totale contributi 1 000 fr. 621 197 285 031 289 122 1 195 350 Totale contributi 2011 1 000 fr. 632 398 290 743 294 455 1 217 595 Fonte: UFAG
Tabelle 33a–33b Pagine A32–A33

2.2.2.2 Contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo

Questo provvedimento è finalizzato a dare un contributo, tramite la produzione di latte e carne mediante foraggio grezzo, alla sicurezza dell’approvvigionamento sugli erbai e al contempo a garantire, attraverso la gestione, la cura delle superfici in un paese, come la Svizzera, a vocazione pastorizia.

Nella definizione dell’effettivo di animali determinante per i contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo vi sono due categorie. Per gli animali della specie bovina e per i bufali l’effettivo medio è calcolato sulla base dei dati della banca dati sul traffico di animali, con periodo di riferimento che inizia il 1° maggio dell’anno precedente e termina a fine aprile dell’anno di contribuzione. Per gli altri animali da reddito che consumano foraggio grezzo l’effettivo determinante è il numero di capi tenuti in un’azienda durante il foraggiamento invernale (periodo di riferimento: dal 1° gennaio fino al giorno di riferimento dell’anno di contribuzione). Per animali da reddito che consumano foraggio grezzo si intendono quelli delle specie bovina ed equina nonché ovini, caprini, bisonti, bufali, cervi, lama e alpaca. I contributi vengono versati in funzione delle superfici permanentemente inerbite, dei prati artificiali, delle superfici coltivate a mais e a barbabietole da foraggio presenti. Le diverse categorie di animali vengono convertite in unità di bestiame grosso che consumano foraggio grezzo (UBGFG) e sono limitate per ettaro (limite di promozione). La limitazione è graduata in funzione delle zone. Per le superfici coltivate a mais e a barbabietole da foraggio l’effettivo di animali, fino al quale sono versati contributi, aumenta della metà delle aliquote della superficie inerbita.

Le UBGFG sono suddivise in tre gruppi di contribuzione. Per gli animali delle specie bovina ed equina, i bisonti, i bufali, le capre lattifere e le pecore lattifere vengono versati 690 franchi per UBGFG, mentre l’importo dei contributi a favore delle altre capre e pecore nonché di cervi, lama e alpaca scende a 520 franchi per UBGFG. Per ogni 4 400 chilogrammi di latte fornito nell’anno precedente i produttori di latte commerciale subiscono la detrazione di una UBGFG. Per ognuna di queste è stato versato un importo di 450 franchi per UBGFG. Complessivamente sono stati erogati 504 milioni di franchi.

Contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo – 2012

170 2.2 Pagamenti diretti
Limitazione della promozione UBGFG/ha superficie inerbita – Zona di pianura 2,0 – Zona collinare 1,6 – Zona di montagna I 1,4 – Zona di montagna II 1,1 – Zona di montagna III 0,9 – Zona di montagna IV 0,8
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna UBGFG che danno diritto ai contributi Numero 391 299 284 070 274 126 949 496 Aziende Numero 16 088 12 784 14 457 43 329 UBGFG per azienda che danno diritto ai contributi Numero 24,3 22,2 19,0 21,9 Contributi per azienda fr. 12 478 11 506 10 794 11 629 Totale contributi 1 000 fr. 200 743 147 098 156 052 503 893 Totale contributi 2011 1 000 fr. 202 857 148 383 156 920 508 159
Fonte: UFAG

Contributi ad aziende con e senza latte commercializzato – 2012

Le aziende che commercializzano latte ricevono contributi UBGFG decurtati di 180 franchi circa per ogni UBGFG rispetto a quelle che non producono latte commercializzato, ma approfittano del sostegno del mercato previsto nel settore dell’economia lattiera (p.es. supplemento per il latte trasformato in formaggio).

2.2.2.3 Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione

Mediante questi contributi vengono compensate le condizioni difficili di produzione con le quali sono confrontati i detentori di animali nella regione di montagna e nella zona collinare. Contrariamente ai contributi generali per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo, volti in primo luogo a promuovere lo sfruttamento e la cura dei pascoli, questa misura persegue anche obiettivi sociali, strutturali e di politica d’insediamento. Le categorie di animali sussidiabili sono le stesse di quelle che beneficiano dei contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo. La limitazione dei contributi corrisponde a quella per i contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo (limite di promozione).

Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione – 2012

171 2.2 Pagamenti diretti
Caratteristica Unità Aziende con latte Aziende senza latte commercializzato commercializzato Aziende Numero 24 420 18 909 Animali per azienda UBGFG 30,3 15,8 Deduzione per la limitazione dei contributi sulla base della superficie inerbita UBGFG 2,6 1,3 Deduzione per il latte UBGFG 24,4 0,0 Animali che danno diritto ai contributi UBGFG 27,7 14,4 Contributi per UBGFG fr, 434 612
UFAG
Fonte:
Aliquote per UBGFG – 2012 fr./UBG – Zona collinare 300 – Zona di montagna I 480 – Zona di montagna II 730 – Zona di montagna III 970 – Zona di montagna IV 1 230
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna UBGFG che danno diritto ai contributi Numero 92 744 283 441 273 664 649 849 Aziende Numero 3 057 12 754 14 440 30 251 UBGFG per azienda Numero 30,3 22,2 19,0 21,5 Contributi per azienda fr. 2 914 8 467 16 173 11 584 Totale contributi 1 000 fr. 8 908 107 986 233 534 350 429 Totale contributi 2011 1 000 fr. 8 838 108 812 234 762 352 412 Fonte: UFAG

2.2.2.4 Contributi di declività

n Contributi generali di declività: compensazione delle condizioni difficili di gestione delle superfici

Mediante i contributi di declività generali vengono compensate le difficoltà connesse alla gestione delle superfici nelle zone declive delle regioni di collina e di montagna. Tali contributi sono versati soltanto per prati, terreni da strame, superfici coltive e colture perenni. I prati devono essere falciati almeno una volta l’anno mentre i terreni da strame ogni uno fino a tre anni. Le zone declive sono suddivise in due categorie.

Contributi per le superfici declive – 2012

Dei 210 000 ettari di SAU di superfici declive, quasi due terzi appartengono alla categoria con declività del 18–35 per cento. L’entità delle superfici notificate varia leggermente di anno in anno, a seconda delle condizioni climatiche che esercitano un influsso sul tipo di gestione (estensione maggiore o minore dei pascoli o dei prati da sfalcio).

n Contributi di declività per i vigneti: conservazione dei vigneti nelle zone in forte pendenza e terrazzate

Mediante i contributi di declività a favore dei vigneti s’intende conservare quelli situati nelle zone in forte pendenza e terrazzate. Per tenere in considerazione le condizioni dei vigneti degni di essere sostenuti finanziariamente, si distingue tra vigneti in pendenza e in forte pendenza da un canto e vigneti terrazzati sorretti da muri di sostegno dall’altro. I contributi per i vigneti in zone in forte pendenza e terrazzate vengono concessi soltanto a favore delle superfici con una declività di almeno il 30 per cento. Le aliquote di contribuzione non sono stabilite in base alle zone.

Aliquote 2012 fr./ha

– Superfici con una declività del 30 fino al 50 %

– Superfici con una declività superiore al 50 %

– Superfici in zone terrazzate

1 500

3 000

5 000

Aliquote 2012 fr./ha – Declività del 18–35 % 410 – Declività di oltre il 35 % 620
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Superfici aventi diritto ai contributi: – Declività del 18–35 % ha 4 734 60 601 68 796 134 131 – Declività di oltre il 35 % ha 1 492 17 011 57 795 76 298 Totale ha 6 226 77 612 126 591 210 429 Aziende Numero 2 151 12 161 14 006 28 318 Contributo per azienda fr. 1 333 2 911 4 572 3 613 Totale contributi 1 000 fr. 2 866 35 396 64 039 102 302 Totale contributi 2011 1 000 fr. 2 813 35 675 64 154 102 642 Fonte: UFAG
172 2.2 Pagamenti diretti

Contributi per vigneti in zone in forte pendenza e terrazzate – 2012

La quota di vigneti in zone in forte pendenza e terrazzate aventi diritto ai contributi corrisponde al 30 per cento circa della superficie vitata totale.

2.2.2.5 Innovazioni nel 2013

In vista dell’anno di contribuzione 2013 il contributo per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo per le UBGFG interessate dalla deduzione per il latte è stato ridotto da 450 a 425 franchi.

Unità Superfici aventi diritto ai contributi in totale: ha 3 720 Superfici con una pendenza dal 30 fino al 50 % ha 1 870 Superfici con una pendenza superiore al 50 % ha 371 Superfici terrazzate ha 1 480 Numero di aziende Numero 2 526 Superficie per azienda (in ha) ha 1,5 Contributo per azienda (in fr.) fr. 4 479 Totale contributi (in 1 000 fr.) 1 000 fr. 11 313 Totale contributi 2011 1 000 fr. 11 303 Fonte: UFAG
173 2.2 Pagamenti diretti

2.2.3

Pagamenti diretti ecologici

2.2.3.1 Contributi ecologici

Mediante i contributi ecologici si incentivano prestazioni ecologiche particolari che soggiacciono a condizioni più severe rispetto a quelle previste nel quadro della PER. Ai gestori vengono offerti programmi con partecipazione facoltativa, indipendenti gli uni dagli altri. I contributi possono venir cumulati.

Ripartizione dei contributi ecologici su diversi programmi – 2012

OQE 29 %

Compensazione ecologica 48 %

Agricoltura biologica 12 %

Produzione estensiva 11 %

Fonte: UFAG Totale 283 mio. fr.
174 2.2 Pagamenti diretti
Tabelle 34a–34b Pagine A34–A35

n Compensazione ecologica

Attraverso la compensazione ecologica s’intende conservare e se possibile ampliare nuovamente lo spazio vitale della fauna e della flora indigene nelle regioni a vocazione agricola. La compensazione ecologica contribuisce inoltre alla conservazione delle strutture e degli elementi paesaggistici tipici. Determinati elementi della compensazione ecologica sono incentivati tramite contributi e possono nel contempo venir tenuti in considerazione per la compensazione ecologica obbligatoria nel quadro della PER, mentre altri non sono computabili al fine della PER.

Elementi della compensazione ecologica con e senza contributi

Elementi computabili per la PER Elementi computabili per la PER con contributi senza contributi

Prati sfruttati in modo estensivo Pascoli sfruttati in modo estensivo Prati sfruttati in modo poco intensivo Pascoli boschivi (pascoli alberati, selve)

Terreni da strame Alberi indigeni, isolati o in viali alberati Siepi, boschetti campestri e rivieraschi Fossati umidi, stagni, pozze Maggesi fioriti Superfici ruderali, cumuli di pietra e affioramenti rocciosi Maggesi da rotazione Muri a secco Fasce di colture estensive in campicoltura Vigneti con biodiversità naturale Striscia su superficie coltiva Altre superfici di compensazione ecologica sulla SAU definite dai servizi cantonali preposti alla protezione della natura Alberi da frutto ad alto fusto nei campi

Prati sfruttati in modo estensivo

Le superfici non devono essere concimate, devono esistere per sei anni ed essere falciate, a seconda della zona, al più presto tra metà giugno e metà luglio. Lo sfalcio tardivo assicura infatti la completa maturazione dei semi e promuove la biodiversità attraverso l’inseminazione naturale. In tal modo invertebrati, uccelli che nidificano al suolo e mammiferi di piccola taglia dispongono di un periodo di tempo sufficiente per riprodursi. Negli ultimi anni la superficie dei prati sfruttati in modo estensivo è costantemente aumentata.

I contributi per prati sfruttati in modo estensivo e terreni da strame sono disciplinati in maniera uniforme e sono calcolati in base alla zona in cui si trova la superficie.

Tabelle 35a–35d Pagine A36–A39
Aliquote 2012 fr./ha – Zona campicola e zone intermedie 1 500 – Zona collinare 1 200 – Zone di montagna I e II 700 – Zone di montagna III e IV 450 175 2.2 Pagamenti diretti

Contributi per prati sfruttati in modo estensivo – 2012

Prati sfruttati in modo poco intensivo

Sui prati sfruttati in modo poco intensivo è autorizzato spandere quantitativi molto limitati di letame o compost. Per la gestione si applicano le stesse prescrizioni vigenti per i prati sfruttati in modo estensivo. In tutte le zone per i prati sfruttati in modo poco intensivo vengono erogati 300 franchi per ettaro.

Contributi per prati sfruttati in modo poco intensivo – 2012

Terreni da strame

Per terreni da strame s’intendono le superfici inerbite gestite in modo estensivo in luoghi bagnati o umidi. Il prodotto dello sfalcio, effettuato di regola in autunno o in inverno, viene utilizzato come lettiera.

per terreni da strame – 2012

176 2.2 Pagamenti diretti
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 18 974 10 597 10 568 40 139 Superficie ha 34 017 14 272 20 828 69 117 Superficie per azienda ha 1,79 1,35 1,97 1,72 Contributo per azienda fr. 2 622 1 374 1 043 1 877 Totale contributi 1 000 fr. 49 749 14 559 11 024 75 331 Totale contributi 2011 1 000 fr. 47 725 13 858 10 495 72 078 Fonte: UFAG
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 3 656 4 507 7 489 15 652 Superficie ha 3 073 4 275 14 261 21 608 Superficie per azienda ha 0,84 0,95 1,90 1,38 Contributo per azienda fr. 252 285 571 414 Totale contributi 1 000 fr. 922 1 284 4 279 6 486 Totale contributi 2011 1 000 fr. 1 054 1 388 4 438 6 880 Fonte: UFAG
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 1 943 1 929 3 368 7 240 Superficie ha 2 159 1 547 3 843 7 549 Superficie per azienda ha 1,11 0,80 1,14 1,04 Contributo per azienda fr. 1 623 778 708 972 Totale contributi 1 000 fr. 3 153 1 500 2 385 7 037 Totale contributi 2011 1 000 fr. 3 104 1 514 2 374 6 992 Fonte: UFAG
Contributi

Siepi, boschetti campestri e rivieraschi

Per siepi e boschetti campestri o rivieraschi s’intendono siepi basse, arbustive e arboree, siepi frangivento, gruppi di alberi, scarpate boscate e boschetti rivieraschi a forma di siepe. La siepe comprende un orlo inerbito che può essere falciato, a seconda della zona, al più presto tra metà giugno e metà luglio. I contributi per le siepi, nonché i boschetti campestri e rivieraschi (orlo inerbito compreso) ammontano a 2 500 franchi nella regione di pianura e collinare, a 2 100 franchi nelle zone di montagna I e II e a 1 900 franchi per ettaro nelle zone di montagna III e IV.

Contributi per siepi, boschetti campestri e rivieraschi – 2012

Maggesi fioriti

Per maggesi fioriti s’intendono le fasce pluriennali, seminate con sementi di erbe selvatiche indigene, non concimate, di almeno 3 metri di larghezza. I maggesi fioriti sono finalizzati alla protezione delle erbe selvatiche minacciate. Essi rappresentano un habitat e una fonte di nutrimento ideali anche per insetti e piccoli esseri viventi nonché un rifugio per lepri e uccelli. Per i maggesi fioriti vengono versati 2 800 franchi per ettaro. I contributi si applicano per superfici nella zona campicola fino alla zona collinare.

Contributi per maggesi fioriti – 2012

Maggesi da rotazione

Per maggesi da rotazione si intendono le superfici che vengono seminate per uno o due anni con sementi di erbe campicole indigene, non concimate e che misurano almeno 6 metri di larghezza e 20 are. Essi fungono da habitat ideale per uccelli che nidificano al suolo, lepri e insetti. In zone idonee è consentito anche l’inerbimento spontaneo. Per i maggesi da rotazione nelle zone campicola fino a collinare vengono stanziati 2 300 franchi per ettaro.

177 2.2 Pagamenti diretti
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 6 762 3 852 2 065 12 679 Superficie ha 1 759 999 407 3 165 Superficie per azienda ha 0,26 0,26 0,20 0,25 Contributo per azienda fr. 649 611 407 598 Totale contributi 1 000 fr. 4 388 2 355 840 7 583 Totale contributi 2011 1 000 fr. 4 148 2 256 752 7 156 Fonte: UFAG
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna 1 Aziende Numero 1 687 310 2 1 999 Superficie ha 1 667 226 1 1 894 Superficie per azienda ha 0,99 0,73 0,39 0,95 Contributo per azienda fr. 2 768 2 043 1 092 2 654 Totale contributi 1 000 fr. 4 669 633 2 5 305 Totale contributi 2011 1 000 fr. 4 575 645 4 5 223
1 Trattasi di aziende che gestiscono superfici nella regione collinare o di pianura. Fonte: UFAG

Contributi per maggesi da rotazione – 2012

1 Trattasi di aziende che gestiscono superfici nella regione collinare o di pianura.

Fasce di colture estensive in campicoltura

Fonte: UFAG

Le fasce di colture estensive rappresentano uno spazio vitale ideale per la flora campicola collaterale. Per fasce di colture estensive in campicoltura si intendono le fasce marginali di colture campicole gestite in modo estensivo, larghe almeno 3 e al massimo 12 metri, coltivate a cereali, colza, girasoli, piselli proteici, favette e soia ma non a granturco. In tutte le zone viene versato un contributo unitario di 1 300 franchi l’ettaro.

Contributi per le fasce di colture estensive in campicoltura – 2012

Striscia su superficie coltiva

La striscia su superficie coltiva è una striscia, seminata con sementi di erbe selvatiche indigene, su una superficie campicola o su una superficie permanentemente coltivata. La metà della striscia deve essere falciata alternativamente una volta all’anno. Essa deve essere larga almeno 3 e al massimo 12 metri ed essere mantenuta nello stesso luogo per almeno due periodi di vegetazione. A favore di questa striscia vengono erogati contributi di 2 300 franchi l’ettaro dalla zona campicola alla zona di montagna II compresa.

Contributi per la striscia su superficie coltiva – 2012

Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna 1 Aziende Numero 339 69 1 409 Superficie ha 475 90 3 568 Superficie per azienda ha 1,40 1,31 2,81 1,39 Contributo per azienda fr. 3 226 3 012 6 463 3 198 Totale contributi 1 000 fr. 1 094 208 6 1 308 Totale contributi 2011 1 000 fr. 1 116 212 6 1 334
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 77 26 8 111 Superficie ha 55 19 1 75 Superficie per azienda ha 0,72 0,72 0,13 0,68 Contributo per azienda fr. 933 936 163 878 Totale contributi 1 000 fr. 72 24 1 97 Totale contributi 2011 1 000 fr. 53 19 1 72 Fonte: UFAG
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 367 101 3 471 Superficie ha 83 19 0 102 Superficie per azienda ha 0,23 0,19 0,16 0,22 Contributo per azienda fr. 521 433 365 501 Totale contributi 1 000 fr. 191 44 1 236 Totale contributi 2011 1 000 fr. 152 38 0 190 Fonte: UFAG 178 2.2 Pagamenti diretti

Alberi da frutto ad alto fusto nei campi

Vengono concessi contributi per alberi da frutto a nocciolo e a granella ad alto fusto che non fanno parte di frutteti nonché per i castagni e per i noci in selve curate. Vengono stanziati 15 franchi per albero notificato.

Contributi per alberi da frutto ad alto fusto nei campi – 2012

Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 14 756 11 141 5 170 31 067 Alberi Pezzi 1 119 881 842 066 277 127 2 239 074 Alberi per azienda ha 75,89 75,58 53,60 72,07 Contributo per azienda fr. 1 138 1 134 804 1 081 Totale contributi 1 000 fr. 16 796 12 631 4 157 33 584 Totale contributi 2011 1 000 fr. 16 753 12 693 4 090 33 536 Fonte: UFAG 179 2.2 Pagamenti diretti

Composizione delle superfici di compensazione ecologica – 2012

Totale 134 337 ha

Pascoli boschivi 2 %

Pascoli sfruttati in modo estensivo 19 %

SCE in campicoltura 2 %

Boschetti campestri e rivieraschi 2 %

Terreni da strame 6 %

Altre SCE 1 %

Prati sfruttati in modo estensivo 52 %

Prati sfruttati in modo poco intensivo 16 %

Fonte: UFAG

Ripartizione delle superfici di compensazione ecologica per regioni – 2012 1

180 2.2 Pagamenti diretti
Elementi Regione di pianura Regione collinare Regione di montagna ha % della SAU ha % della SAU ha % della SAU Prati sfruttati in modo estensivo 34 017 6,83 14 272 5,44 20 828 7,21 Prati sfruttati in modo poco intensivo 3 073 0,62 4 275 1,63 14 261 4,94 Terreni da strame 2 159 0,43 1 547 0,59 3 843 1,33 Boschetti campestri e rivieraschi 1 759 0,35 999 0,38 407 0,14 Maggesi fioriti 1 667 0,33 226 0,09 1 0,00 Maggesi da rotazione 475 0,10 90 0,03 3 0,00 Fasce di colture estensive in campicoltura 55 0,01 19 0,01 1 0,00 Striscia su superficie coltiva 83 0,02 19 0,01 0 0,00 Pascoli sfruttati in modo estensivo 4 921 0,99 5 583 2,13 15 503 5,37 Pascoli boschivi (senza superfici boscate) 39 0,01 269 0,10 2 755 0,95 Fossati umidi, stagni, pozze 149 0,03 38 0,01 20 0,01 Superfici ruderali, cumuli di pietra e affioramenti rocciosi 45 0,01 11 0,00 9 0,00 Muri a secco 7 0,00 4 0,00 14 0,00 Vigneti con elevata biodiversità 524 0,11 90 0,03 85 0,03 Altre superfici di compensazione ecologica 108 0,02 23 0,01 62 0,02 49 080 9,86 27 465 10,47 57 791 20,01
1 Esclusi gli alberi da frutto ad alto fusto nei campi e alberi isolati conformi alle condizioni locali Fonte: UFAG

n Ordinanza sulla qualità ecologica

Al fine di conservare e favorire la varietà naturale delle specie, la Confederazione promuove, mediante aiuti finanziari, SCE di qualità biologica superiore e l’interconnessione di SCE sulla SAU. I requisiti ai quali devono rispondere le superfici per poter beneficiare dei contributi giusta l’ordinanza sulla qualità ecologica (OQE) sono fissati dai Cantoni. La Confederazione verifica quanto stabilito dai Cantoni sulla base di esigenze minime. Se le esigenze cantonali corrispondono alle esigenze minime della Confederazione e la partecipazione finanziaria regionale è garantita, la Confederazione accorda aiuti finanziari per i contributi versati dai Cantoni agli agricoltori. Gli aiuti finanziari della Confederazione ammontano all’80 per cento dei contributi computabili. Il 20 per cento rimanente deve essere corrisposto da terzi (Cantone, Comune, privati, enti). I contributi per la qualità biologica e per l’interconnessione sono cumulabili. L’ordinanza si basa su principi quali volontarietà, incentivi finanziari e considerazione delle differenze regionali per quanto riguarda la biodiversità.

Aliquote computabili

Per la qualità biologica Per l’interconnessione (fr. per ha all’anno (fr. per ha all’anno e per albero all’anno) e per albero all’anno) Zona di pianura Zone di Zona di pianura Zone di e zone di montagna III a IV e zone di montagna III a IV montagna I a II montagna I a II

Una superficie di compensazione ecologica contribuisce a conservare e a favorire la varietà naturale delle specie soprattutto se presenta determinate piante indicatrici e caratteristiche strutturali e/o se è gestita secondo le esigenze delle specie bersaglio e faro. Nell’ambito della qualità ecologica il singolo gestore di una SCE può annunciarsi direttamente, mentre per quanto riguarda l’interconnessione di SCE è necessario un progetto che interessi almeno un’unità agricola ed ecologica.

181 2.2 Pagamenti diretti
Prati sfruttati in modo estensivo, prati sfruttati in modo poco intensivo e terreni da strame 1 000 700 1 000 500 Pascoli sfruttati in modo estensivo e pascoli boscati (pascoli boschivi e selve) 500 1 300 1 500 300 Siepi e boschetti campestri e rivieraschi 2 000 2 000 1 000 500 Superfici viticole con biodiversità naturale 1 000 1 000 1 000 500 Alberi da frutto ad alto fusto nei campi 30 30 5 5 Alberi indigeni, isolati o in viali alberati 5 5 Altre superfici di compensazione ecologica sulla superficie agricola utile 1 000 500 1 Il contributo è concesso nella misura del 50 % al massimo per la qualità della flora e delle strutture.
Tabella 36 Pagina A40

Contributi 1 giusta l’ordinanza sulla qualità ecologica – 2012

1 Riduzioni, rimborsi e pagamenti suppletivi esclusi.

2 Conversione degli alberi ad alto fusto (1 albero = 1 ara) Fonte: UFAG

Il notevole incremento dell’importo è riconducibile da un lato all’aumento dei contributi nell’ambito della PA 2011 e dall’altro al buon riscontro dei programmi.

Contributi 1 per la qualità biologica e l’interconnessione 2 – 2012

in modo estensivo, prati sfruttati in modo poco intensivo, terreni da strame

1 Riduzioni, rimborsi e pagamenti suppletivi esclusi.

2 Essendoci superfici che ricevono contributi contemporaneamente per la qualità e l’interconnessione, i valori delle colonne «Qualità biologica» e «Interconnessione» non vanno addizionati.

Fonte: UFAG

182 2.2 Pagamenti diretti
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 13 397 9 411 10 863 33 671 Superficie 2 ha 40 002 29 579 55 795 125 376 Superficie 2 per azienda ha 2,99 3,14 5,14 3,72 Contributo per azienda fr. 2 390 2 396 2 636 2 471 Totale contributi 1 000 fr. 32 018 22 548 28 630 83 196 Totale contributi 2011 1 000 fr. 26 224 19 640 25 616 71 479
Caratteristica Unità Qualità Interconnessione biologica
sfruttati
Aziende Numero 18 503 26 076 Superficie ha 30 994 49 970 Pascoli sfruttati in modo estensivo, pascoli boschivi Aziende Numero 3 281 6 872 Superficie ha 7 730 14 358 Siepi, boschetti campestri e rivieraschi Aziende Numero 3 484 7 402 Superficie ha 867 1 797 Vigneti con biodiversità naturale Aziende Numero 232 139 Superficie ha 335 222 Alberi da frutto ad alto fusto nei campi Aziende Numero 10 009 16 872 Albero Pezzi 635 551 923 237 Altri elementi Aziende Numero 9 883 Superficie ha 3 515
Prati

Superfici con qualità giusta l’OQE (compr. gli alberi ad alto fusto)

In % della SAU 11–20 >20

0 1–5 6–10

Valori per Comune

Regione d’estivazione

Superfici con interconnessione giusta l’OQE (compr. gli alberi ad alto fusto)

Fonte: UFAG, GG25 © Swisstopo 2013

In % della SAU 11–20 >20

0 1–5 6–10

Valori per Comune

Regione d’estivazione

Fonte: UFAG, GG25 © Swisstopo 2013

183 2.2 Pagamenti diretti

n Produzione estensiva di cereali e colza

Mediante questo provvedimento s’intende promuovere la coltivazione di cereali e colza senza ricorrere a regolatori della crescita, fungicidi, stimolanti chimici sintetici delle difese naturali e insetticidi. Il contributo per ettaro ammonta a 400 franchi.

Contributi per la produzione estensiva di cereali e colza – 2012

Ripartizione delle superfici per la produzione estensiva – 2012

Totale 74 497 ha

Colza 4 %

Cereali da foraggio 32 %

Cereali panificabili 64 %

Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 8 976 4 793 509 14 278 Superficie ha 54 498 18 732 1 266 74 497 Superficie per azienda ha 6,07 3,91 2,49 5,22 Contributo per azienda fr. 2 416 1 560 995 2 078 Totale contributi 1 000 fr. 21 690 7 478 507 29 675 Totale contributi 2011 1 000 fr. 21 195 7 269 519 28 983 Fonte: UFAG
UFAG
Fonte:
Tabella
37
184 2.2 Pagamenti diretti
Pagina A41

n Agricoltura biologica

A complemento del maggior ricavo che può essere ottenuto sul mercato, la Confederazione promuove l’agricoltura biologica come forma di produzione particolarmente in sintonia con la natura e rispettosa dell’ambiente. Per poter beneficiare dei contributi i gestori devono rispettare, sull’insieme delle superfici dell’azienda, le esigenze dell’ordinanza sull’agricoltura biologica. Vi sono eccezioni relative alla gestione sull’intero territorio aziendale per quanto riguarda la vitivinicoltura e la frutticoltura.

Nell’agricoltura biologica si rinuncia completamente all’utilizzo di mezzi di produzione ottenuti mediante sintesi chimica come concimi commerciali o pesticidi. Ciò consente di risparmiare energia e di proteggere acqua, aria e suolo. Per l’agricoltore è quindi particolarmente importante considerare i cicli e i processi naturali. Nel complesso l’agricoltura biologica si traduce in una maggiore efficienza nell’utilizzo delle risorse disponibili fornendo un indicatore importante della sostenibilità del sistema di produzione.

Nel 2012 l’agricoltura biologica veniva praticata sull’11,5 per cento dell’intera SAU.

Contributi per l’agricoltura biologica – 2012

Quota della superficie gestita biologicamente per regione – 2012 Fonte:

Regione di pianura 23 % Regione di montagna 56 %

Regione collinare 21 %

Aliquote 2012 fr./ha – Colture speciali 1 350 – Superficie coltiva aperta senza colture speciali 950 – Superfici inerbite e
da strame 200
terreni
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 1 280 1 335 3 213 5 828 Superficie ha 27 011 24 686 67 550 119 247 Superficie per azienda ha 21,10 18,49 21,02 20,46 Contributo per azienda fr. 9 915 5 031 4 265 5 682 Totale contributi 1 000 fr. 12 691 6 716 13 705 33 112 Totale contributi 2011 1 000 fr. 11 625 6 254 13 363 31 241 Fonte: UFAG
Totale 119 247 ha
UFAG
185 2.2 Pagamenti diretti
Tabella 34a Pagina A34

2.2.3.2 Contributi etologici

Con i contributi etologici si promuove la partecipazione volontaria a uno o a entrambi i programmi etologici «sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali» e «uscita regolare all’aperto».

n Sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali (SSRA)

Si promuove la detenzione di animali in sistemi di stabulazione che rispondono a requisiti, definiti nell’ordinanza sui programmi etologici, il cui livello è di gran lunga superiore a quanto prescritto dalla legislazione in materia di protezione degli animali.

Aliquote di contribuzione SSRA – 2012 fr./UBG

Animali della specie bovina e bufali di oltre 120 giorni di età, animali della specie equina di oltre 30 mesi e animali della specie caprina di età superiore a 1 anno 90

Suini, suinetti esclusi 155

– Galline e galli da allevamento, ovaiole, pollastrelle e galletti, pulcini, polli da ingrasso, tacchini e conigli 280 Contributi SSRA – 2012

n Uscita regolare all’aperto (URA)

Viene promossa l’uscita regolare all’aperto degli animali da reddito, definita nell’ordinanza sui programmi etologici. Per uscita regolare all’aperto si intende l’uscita al pascolo, in una corte o in un’area con clima esterno.

Aliquote di contribuzione URA – 2012 fr./UBG

Animali della specie bovina e bufali, animali della specie equina, animali delle specie caprina e ovina di età superiore a 1 anno, agnelli magri e conigli 180

– Scrofe da allevamento non allattanti 360

– Altri suini, suinetti esclusi 155

– Galline e galli da allevamento, ovaiole, pollastrelle e galletti, pulcini, polli da ingrasso e tacchini 280

186 2.2 Pagamenti diretti
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 9 426 6 320 4 689 20 435 UBG Numero 319 916 167 732 94 358 582 005 UBG per azienda Numero 33,94 26,54 20,12 28,48 Contributo per azienda fr. 3 983 3 029 2 033 3 241 Totale contributi 1 000 fr. 37 545 19 146 9 534 66 225 Totale contributi 2011 1 000 fr. 36 210 18 568 9 131 63 908 Fonte: UFAG
Tabella 38 Pagina A42

Contributi URA – 2012

2.2.3.3 Contributi d’estivazione

n Gestione sostenibile delle regioni d’estivazione

Mediante i contributi d’estivazione s’intende garantire la gestione e la cura dei vasti pascoli d’estivazione nelle Alpi, nelle Prealpi e nel Giura. La regione d’estivazione viene gestita e curata con circa 300 000 UBG. Il carico di bestiame viene definito secondo i principi di una gestione sostenibile. Si parla del cosiddetto carico usuale. Partendo dal carico usuale, i contributi vengono versati in base al carico normale (CN). Per CN si intende l’estivazione di una UBG durante 100 giorni.

d’estivazione – 2012

187 2.2 Pagamenti diretti
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 13 236 10 680 12 141 36 057 UBG Numero 393 689 274 912 246 873 915 474 UBG per azienda Numero 29,74 25,74 20,33 25,39 Contributo per azienda fr. 5 375 4 665 3 682 4 595 Totale contributi 1 000 fr. 71 142 49 822 44 705 165 670 Totale contributi 2011 1 000 fr. 71 120 49 454 44 412 164 986 Fonte: UFAG
Aliquote 2012 fr. – Per UBG di vacche munte, pecore lattifere e capre lattifere (estivazione di 56–100 giorni) 330 – Per CN di ovini, eccettuate le pecore lattifere in caso di sorveglianza permanente 330 per pascoli da rotazione 250 per altri pascoli 120 – Per CN di altri animali che consumano foraggio grezzo 330
Caratteristica Contributi Aziende UBG o CN 1 000 fr. Numero Numero Vacche, capre lattifere e pecore lattifere 12 283 1 060 37 248 Ovini, eccettuate le pecore lattifere 5 672 876 23 532 Altri animali che consumano foraggio grezzo 83 566 6 552 244 372 Totale 101 521 7 091 Totale 2011 101 529 7 139 1
Totale delle aziende d’estivazione
Fonte: UFAG
Contributi
1
aventi diritto a contributi (doppi versamenti esclusi)
Tabella 38 Pagina A42
Tabelle 41a–41b Pagine A45–A46

Dal 2003 vengono stanziati contributi d’estivazione per ovini (escluse le pecore lattifere) in maniera differenziata a seconda del sistema di pascolo. Con contributi più elevati per pascoli da rotazione e sorveglianza permanente da un lato si considerano i costi maggiori e, dall’altro, analogamente ai contributi ecologici, si incentiva un’estivazione sostenibile del bestiame ovino. Per sorveglianza permanente s’intende la conduzione del gregge effettuata giornalmente da un pastore con cani, in luoghi di pascolo stabiliti dal pastore stesso. Per pascolo da rotazione s’intende un pascolo effettuato per tutta la durata dell’estivazione, in parchi cintati o chiaramente delimitati da elementi naturali.

Estivazione di ovini secondo il sistema di pascolo – 2012

Sistema di pascolo Aziende Animali con Contributi contributi

Evoluzione dell’estivazione 2010–2012: aziende, animali estivati in carichi normali, per categoria di animali

Numero CN 1 000 fr. Sorveglianza permanente 118 9 996 3 284 Pascoli da rotazione 231 5 042 1 247 Altri pascoli 512 7 767 931 Combinazione di sistemi di pascolo 16 809 210 Totale 877 23 614 5 672 Totale 2011 904 24 187 5 640 Fonte: UFAG
Anno 2010 2011 2012 Categoria di animali Unità Vacche lattifere Aziende 3 854 3 772 3 853 Carichi 104 602 104 269 100 869 Vacche madri e nutrici e altre vacche Aziende 2 263 2 310 2 518 Carichi 32 343 33 543 34 833 Altri bovini Aziende 6 171 6 121 6 078 Carichi 123 816 123 258 118 117 Animali della specie equina Aziende 963 960 923 Carichi 4 376 4 555 4 420 Ovini Aziende 995 970 933 Carichi 25 252 25 264 23 914 Caprini Aziende 1 411 1 405 1 405 Carichi 5 928 6 104 6 094 Altri animali estivati Aziende 194 179 339 Carichi 532 503 810 1 carico = 1 UBG * durata / 100 Fonte: UFAG 188 2.2 Pagamenti diretti

2.2.3.4 Contributi per la protezione delle acque

n Prevenzione del convogliamento e del dilavamento di sostanze

Dal 1999, mediante l’articolo 62a della legge sulla protezione delle acque, la Confederazione può promuovere i provvedimenti presi dal settore agricolo per prevenire il convogliamento e il dilavamento di sostanze nelle acque superficiali e sotterranee. L’accento del programma è posto sulla riduzione del carico di nitrato nell’acqua potabile e del carico di fosforo nelle acque superficiali in regioni nelle quali la PER, l’agricoltura biologica, divieti e precetti nonché i programmi facoltativi promossi dalla Confederazione (produzione estensiva, compensazione ecologica) non sono sufficienti. Emergono nuovi sviluppi nel settore della riduzione dei prodotti fitosanitari.

Nel 2012 erano in corso d’attuazione 30 progetti, 27 relativi al nitrato, 1 relativo al fosforo (i 3 progetti relativi al nitrato nei laghi di Baldegg, Sempach e Hallwil sono stati riuniti in un unico progetto) e 2 sui prodotti fitosanitari (PF).

In virtù dell’ordinanza sulla protezione delle acque, i Cantoni sono tenuti a designare un settore d’alimentazione per le captazioni di acque superficiali e sotterranee nonché a ordinare provvedimenti di risanamento qualora la qualità dell’acqua fosse insufficiente. Questi provvedimenti possono comportare limitazioni significative rispetto allo stato della tecnica per quanto concerne l’utilizzazione del suolo nonché perdite finanziarie insopportabili per le aziende. I contributi ai costi concessi dalla Confederazione ammontano al massimo all’80 per cento per gli adeguamenti strutturali e fino al 50 per cento per i provvedimenti di gestione.

Nel 2012 sono stati erogati 7,2 milioni di franchi.

189 2.2 Pagamenti diretti

Ricapitolazione dei progetti – 2012

Cantone Regione, Comune Durata Sostanza Comprensorio Contributi del progetto prevista del progetto 2012

1 Proroga dei progetti concordata

2 Progetto nel quadro di un raggruppamento terreni con contributo unico nel 2005

3 Con provvedimenti strutturali edili

4 Dal 2011 i progetti dei Laghi di Baldegg, Sempach e Hallwil vengono portati avanti come un unico progetto. Fonte: UFAG

190 2.2 Pagamenti diretti
Anno ha fr. AG Baldingen 2004–2015 1 Nitrati 69 38 164 AG Birrfeld 2002–2013 1 Nitrati 813 305 093 AG Wohlenschwil 2001–2013 1 Nitrati 62 77 555 AG Klingnau 2007–2013 Nitrati 101 31 126 AG Lago di Hallwil 2001–2010 Fosforo 1 200BE Gimmiz 2011–2016 Nitrati 180 318 278 3 BL Buus 2011–2016 Nitrati 220 127 752 3 FR Avry-sur-Matran 2000–2017 Nitrati 37 23 116 FR Courgevaux 2003–2015 1 Nitrati 27 29 537 FR Domdidier 2004–2016 1 Nitrati 30 23 312 FR Fétigny 2004–2016 1 Nitrati 63 129 662 FR Lurtigen 2005–2016 Nitrati 286 107 515 FR Torny (Middes) 2000–2018 Nitrati 45 21 583 FR Salvenach 2005 2 Nitrati 13,5FR Neyruz 2010–2015 Nitrati 8,1 8 858 FR Gurmels 2011–2016 Nitrati 81,3 280 754 3 GE Charmilles 2008–2013 PF 202 547 291 3 LU Lago di Baldegg 2000–2013 Fosforo 12 900 4 3 492 104 4 LU Lago di Sempach 1999–2013 LU Lago di Hallwil 2001–2013 NE Valangin 2009–2014 Nitrati 178 74 591 SH Klettgau 2001–2013 1 Nitrati 357 255 620 SO Gäu I und ll 2000–2014 1 Nitrati 1 508 587 300 VD Bavois 2005–2013 Nitrati 37 20 832 VD Bofflens 2005–2016 Nitrati 112 113 369 VD Boiron / Morges 2005–2016 PF 2 250 122 746 VD Bussy sur Moudon 2009–2015 Nitrati 34 47 096 VD Curtilles 2009–2015 Nitrati 28,5 22 852 VD Morand/ Montricher 2000–2013 1 Nitrati 403 233 543 VD Neyruz-sur Moudon 2009–2014 Nitrati 20 19 184 VD Thierrens 1999–2017 Nitrati 17 30 596 VD Sugnens (Montilliez) 2007–2018 Nitrati 16 17 298 VD Peney-le-Jorat / Villars-Tiercelin 2009–2014 Nitrati 28 44 893 ZH Baltenswil 2000–2017 Nitrati 130 57 558 Totale 7 209 178 Totale 2011 6 703 479

2.2.3.5 Impiego sostenibile delle risorse naturali (progetti sulle risorse)

In virtù degli articoli 77a e 77b LAgr, dal 2008 la Confederazione versa contributi tesi a migliorare l’impiego delle risorse naturali in ambito agricolo. Il provvedimento riguarda le risorse necessarie per la produzione agricola come azoto, fosforo ed energia, l’ottimizzazione della protezione delle piante, una maggiore protezione nonché un impiego più sostenibile del suolo, della biodiversità in ambito agricolo. I provvedimenti devono andar oltre le condizioni poste dalle leggi, dalla PER o da altri programmi d’incentivazione della Confederazione come l’ordinanza sulla qualità ecologica.

Il miglioramento sul piano ecologico non dev’essere ottenuto riducendo la produzione indigena, bensì aumentando l’efficienza nell’impiego delle risorse.

– I contributi, versati per un periodo di al massimo sei anni, sono volti a promuovere nuove tecniche e forme d’organizzazione nonché ad agevolare gli adeguamenti strutturali in vista di migliorare la situazione nei suddetti ambiti e per l’introduzione dei quali è necessario un sostegno finanziario.

Le misure devono continuare a espletare i loro effetti anche dopo la conclusione del progetto.

– L’UFAG partecipa ai costi nella misura dell’80 per cento al massimo. Il finanziamento dei costi residui del progetto deve essere garantito da un ente responsabile.

La partecipazione ai provvedimenti è facoltativa.

Diversi progetti sulle risorse sono in corso; altri sono in fase di elaborazione.

Risorse naturali / Progetti in corso nel 2012

Progetti iniziati nel 2013 Ambito

Azoto Cantoni di Turgovia, Lucerna, Canton Giura Friburgo, Berna, Appenzello Interno, Appenzello Esterno, Soletta, Argovia, progetto Svizzera centrale (Cantoni Obvaldo, Nidvaldo, Uri, Svitto, Zugo), Vaud, Neuchâtel, Glarona, Grigioni, Basilea Campagna, Sciaffusa, Zurigo.

Fertilità del suolo Cantoni di Basilea Città, Berna e Cantoni Giura e Vaud Soletta

Biodiversità Smaragd Oberaargau Promozione della flora concomitante dei campi (diversi Cantoni)

Energia Energie rinnovabili e motori elettrici nella viticoltura

Riduzione dell’impiego di erbicidi

Vitival (VS)

Fonte: UFAG

Nel 2012 sono stati stanziati contributi per un ammontare di 17,3 milioni di franchi a favore di progetti per le risorse. Nel corso dell’anno sono stati approvati tre progetti supplementari sull’azoto, sul suolo e sulla riduzione dell’impiego di erbicidi da lanciare nel 2013.

2.2.3.6 Innovazioni nel 2013

Per l’anno di contribuzione 2013 non vi sono cambiamenti.

191 2.2 Pagamenti diretti

2.2.4 Linee generali dell’ulteriore sviluppo del sistema dei pagamenti diretti nella PA 14–17

n Antefatti

Con la Politica agricola 2011 (PA 2011) il Consiglio federale ha proposto un ulteriore trasferimento di fondi dal settore del sostegno del mercato ai pagamenti diretti. Il Parlamento ha accolto soltanto parzialmente tali proposte. Diversi parlamentari, infatti, non erano convinti che i fondi del vigente sistema dei pagamenti diretti venissero sempre impiegati in maniera veramente mirata ed efficiente. Il Parlamento ha quindi accolto una mozione della Commissione dell’economia e dei tributi del Consiglio degli Stati (CET-S), incaricando il Consiglio federale di presentare un rapporto sull’ulteriore sviluppo del sistema dei pagamenti diretti. Questo lo ha licenziato il 6 maggio 2009. In tale rapporto esso è giunto alla conclusione che diversi fattori come le mutate condizioni quadro, la necessità di un migliore orientamento verso gli obiettivi e le informazioni scaturite dalla valutazione rendevano necessario sviluppare l’attuale sistema dei pagamenti diretti nel quadro della prossima tappa di riforma. Nel suo rapporto ha presentato una proposta concreta per rivedere il sistema dei pagamenti diretti.

Il rapporto è stato trattato nelle Commissioni come pure alle Camere, le quali hanno constatato che il concetto in esso illustrato è coerente e lungimirante. Accogliendo la successiva mozione CET-S, il Parlamento ha incaricato il Consiglio federale di concretizzare il concetto e di sottoporgli un messaggio al riguardo. Il Consiglio federale ha assolto a tale mandato con il messaggio sull’evoluzione della politica agricola negli anni 2014–2017 (PA 14–17). Nel marzo 2013, il Parlamento ha varato una revisione parziale della LAgr e una serie di modifiche di altre leggi (tra cui quelle sulla protezione delle acque, sull’affitto agricolo, sulla pianificazione del territorio, sull’ingegneria genetica e sul diritto fondiario rurale). I pagamenti diretti rimangono il fulcro della politica agricola. Il sistema, comunque, ha subito una ristrutturazione di fondo allo scopo di accrescerne l’orientamento agli obiettivi e l’efficienza.

n Sistema dei pagamenti diretti: concetto e tipi di contributo

Le prestazioni d’interesse generale, che l’agricoltura è tenuta a fornire ai sensi dell’articolo 104 della Costituzione federale, vengono promosse ciascuna attraverso un tipo specifico di pagamenti diretti. I contributi attualmente erogati senza finalità specifiche, come il contributo generale di superficie, vengono sostituiti con strumenti mirati. Per i pagamenti diretti non si effettua più una suddivisione tra generali ed ecologici, bensì in base alla loro finalità. L’indirizzo di fondo dei singoli strumenti dei pagamenti diretti si rispecchia anche nella denominazione di ciascun tipo di contributo. Il seguente grafico illustra il concetto e la struttura dell’ulteriore sviluppo del sistema dei pagamenti diretti.

192 2.2 Pagamenti diretti

Concetto e struttura dell’ulteriore sviluppo del sistema dei pagamenti diretti

Art. 104 Cost. Sicurezza dell’approvvigionamento Cura del paesaggio rurale Salvaguardia delle basi vitali naturali Occupazione decentrata del territorio Promozione di forme di produzione particolarmente in sintonia con la natura, rispettose dell'ambiente e degli animali

Contributo di transizione Garanzia di uno sviluppo socialmente sostenibile

Contributi per il paesaggio rurale Preservazione dell'apertura del paesaggio mediante una gestione globale Compensazione della difficoltà · Promozione dell'estivazione

Contributi per la sicurezza dell’approvvigionamento · Mantenimento della capacità produttiva · Compensazione delle difficoltà Promozione della campicoltura e di importanti singole colture

Contributi per la biodiversità Salvaguardia e promozione della varietà delle specie e degli habitat

Contributo per la qualità del paesaggio Salvaguardia, promozione e sviluppo di paesaggi variati

Contributi per i sistemi di produzione Promozione di forme di produzione particolarmente in sintonia con la natura, rispettose dell'ambiente e degli animali

Prova che le esigenze ecologiche sono rispettate PER e contributi per l'efficienza delle risorse Impiego sostenibile delle risorse naturali

Criteri di entrata in materia e di delimitazione di natura sociale e strutturale

L’ulteriore sviluppo del sistema dei pagamenti diretti è composto dagli strumenti seguenti.

Contributi per il paesaggio rurale

Fonte: UFAG

Una parte dell’attuale contributo generale di superficie è versata quale contributo per la preservazione dell’apertura del paesaggio. Esso è graduato in base alla zona ed è stanziato nella regione collinare e in quella di montagna. Il presupposto è che le superfici non siano ricoperte da arbusti o bosco. Anche i contributi di declività e quello d’estivazione erogati finora sono mantenuti e integrati nei contributi per il paesaggio rurale. Per le aziende con un’elevata percentuale di prati da sfalcio con una declività superiore al 35 per cento viene versato un contributo supplementare per le zone in forte pendenza. I contributi di declività vengono stanziati anche nella regione di pianura e per un terzo livello di declività, superiore al 50 per cento. Per garantire un carico adeguato della regione d’estivazione, per le aziende gestite tutto l’anno che estivano i propri animali all’interno del Paese viene introdotto un contributo di alpeggio. Esso sostituisce l’attuale supplemento per l’estivazione che decade con la soppressione dei contributi UBGFG e DACDP.

Contributi per la sicurezza dell’approvvigionamento

L’attuale contributo UBGFG e il contributo supplementare alle superfici coltive aperte e alle colture perenni vengono accorpati in un unico contributo di base per la sicurezza dell’approvvigionamento. Mediante questo contributo di base l’attuale scarso livello di sostegno per la campicoltura viene innalzato a quello per la superficie inerbita. Per la campicoltura e le colture perenni è previsto un contributo aggiuntivo in via suppletiva al contributo di base. In tal modo il sostegno relativo viene aumentato rispetto alla superficie inerbita. Le condizioni difficili di produzione per l’allevamento nella regione di montagna e in quella collinare, di cui finora si è tenuto conto mediante il contributo DACDP, dall’anno prossimo vengono compensate attraverso il contributo per le difficoltà di produzione. Per ottenere contributi sulle superfici permanentemente inerbite, l’azienda deve raggiungere una densità minima di animali. In caso contrario, i contributi vengono stanziati proporzionalmente per le superfici su cui la densità minima di animali è raggiunta.

193 2.2 Pagamenti diretti

Contributi per la biodiversità

I contributi esistenti finora per la compensazione ecologica, la qualità biologica e l’interconnessione vengono accorpati ai contributi per la biodiversità. Essi contemplano tre livelli di contributi per la qualità, finanziati integralmente dalla Confederazione. Il livello I corrisponde all’attuale livello dell’ordinanza sui pagamenti diretti (OPD), il livello II all’attuale livello dell’ordinanza sulla qualità ecologica (OQE) e il livello III è destinato alla promozione di oggetti iscritti in inventari d’importanza nazionale presumibilmente dal 2016. Oltre agli elementi ecologici promossi finora, vengono introdotti contributi per gli elementi «zona rivierasca lungo i corsi d’acqua» e «superficie inerbita e terreni da strame ricchi di specie nella regione d’estivazione». Accanto ai contributi per la qualità continua a essere promossa l’interconnessione. La Confederazione si fa carico del 90 per cento al massimo dei contributi, anziché dell’80 per cento come finora, il finanziamento residuo viene garantito dai Cantoni, dai Comuni o da promotori privati.

Contributo per la qualità del paesaggio

I nuovi contributi per la qualità del paesaggio consentono di promuovere prestazioni per il mantenimento e lo sviluppo della varietà e della qualità del paesaggio rurale. I provvedimenti vengono elaborati nel quadro di progetti sulla base di obiettivi regionali. I contributi sono versati applicando una chiave di contribuzione specifica del progetto e sulla base di convenzioni.

Contributi per i sistemi di produzione

Nei contributi per i sistemi di produzione viene fatta una distinzione tra sistemi di produzione aziendali globali o parziali. La prima categoria comprende il contributo per l’agricoltura biologica, che viene mantenuto senza variazioni di rilievo. Nella seconda rientrano il contributo per la produzione estensiva e il nuovo contributo per la produzione di carne e latte basata sulla superficie inerbita. Quest’ultimo viene versato per l’intera superficie inerbita dell’azienda a condizione che venga raggiunta una densità minima di animali. Il presupposto è che nel foraggiamento dei ruminanti nell’azienda sia impiegato al massimo il 10 per cento di foraggio concentrato e che nella razione annuale sia presente un’elevata quota di foraggio ottenuto da prati e pascoli. I contributi SSRA e URA sono mantenuti senza variazioni di rilievo.

Contributi per l’efficienza delle risorse

Onde migliorare l’utilizzo sostenibile delle risorse naturali e l’efficienza nell’impiego di mezzi di produzione, a livello nazionale vengono promosse tecniche di comprovata efficacia per un periodo limitato a sei anni. A partire dal 2014 vengono sostenuti i procedimenti di spandimento a basse emissioni, la lavorazione rispettosa del suolo e l’impiego di una tecnica d’applicazione precisa in relazione ai prodotti fitosanitari. Restano la promozione volta a migliorare l’impiego delle risorse naturali in agricoltura (progetti sulle risorse) e i contributi ai sensi dell’articolo 62a della legge sulla protezione delle acque per provvedimenti dell’agricoltura volti a evitare il convogliamento e il dilavamento di sostanze nelle acque superficiali e sotterranee.

Contributo di transizione

Il contributo di transizione mira a garantire uno sviluppo socialmente sostenibile nel passaggio dall’attuale sistema dei pagamenti diretti a quello rivisto. Attutisce la differenza, sul piano finanziario, tra gli attuali pagamenti diretti generali e quelli riferiti alle prestazioni di un’azienda. Il contributo di transizione è destinato a diminuire, con una crescente partecipazione a programmi facoltativi.

194 2.2 Pagamenti diretti

Categorie già esistenti / nuove e tipi di contributi in sintesi

Pagamenti diretti generali

· Contributi di superficie (incl. contributo supplementare per la superficie coltiva aperta e le colture perenni)

· Contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo

· Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione

· Contributi di declività generali

· Contributi di declività per vigneti in zone in forte pendenza e terrazzate

Contributo di transizione

Contributi per la sicurezza dell’approvvigionamento

· Contributo di base

Contributo per le difficoltà di produzione

Contributo alla superficie coltiva aperta e alle colture perenni

Contributi per il paesaggio rurale

Contributo di alpeggio

Contributo per la preservazione dell'apertura del paesaggio

· Contributo di declività

Contributo di declività per i vigneti

Contributo per le zone in forte pendenza

· Contributo d'estivazione

Contributo per la qualità del paesaggio Pagamenti diretti ecologici

· Contributi per la compensazione ecologica

Contributi giusta l'ordinanza sulla qualità ecologica

· Contributi per l’agricoltura biologica

Contributi per la produzione estensiva di cereali e colza

Contributi etologici

· Contributi per sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali (SSRA)

Contributi per l’uscita regolare all’aperto (URA)

· Contributi d’estivazione

Contributi per i programmi sulle risorse (azoto, fertilità del suolo, biodiversità, energia)

· Contributi per la protezione delle acque*

* Ai sensi dell'articolo 62a della legge sulla protezione delle acque.

n Condizioni, criteri, graduazione

Contributi per la biodiversità

· Contributo per la qualità

Contributo per l'interconnessione

Contributi per i sistemi di produzione

Contributo per l'agricoltura biologica

· Contributo per la produzione estensiva di cereali, girasoli, piselli proteici, favette e colza

Contributi per il benessere degli animali

Contributo SSRA

· Contributo URA

Contributo per la produzione di latte e carne basata sulla superficie inerbita

Contributi per l’efficienza delle risorse

· Contributo per procedimenti di spandimento a basse emissioni

Contributo per la lavorazione rispettosa del suolo

· Contributo per l'impiego di una tecnica d'applicazione precisa

Contributi per i programmi sulle risorse

· Contributi per la protezione delle acque*

Fonte: UFAG

Come finora, i pagamenti diretti sono riservati ai gestori delle aziende contadine che coltivano il suolo. Fanno eccezione i contributi per la biodiversità e quello per la qualità del paesaggio, visto che entrambi questi tipi di pagamenti diretti possono essere concessi anche a persone giuridiche con sede in Svizzera e/o a enti pubblici (Cantoni e Comuni). Nessuna variazione nelle condizioni poste ai gestori per ricevere pagamenti diretti: limite d’età (65 anni), almeno il 50 per cento dei lavori necessari alla gestione dell’azienda deve essere svolto con manodopera propria dell’azienda, volume di lavoro almeno pari a 0,25 unità standard di manodopera (USM) e requisiti in materia di formazione.

195 2.2 Pagamenti diretti

In linea di massima restano invariate anche le disposizioni vigenti concernenti la prova che le esigenze ecologiche sono rispettate (PER), il bilancio di concimazione equilibrato, una quota adeguata di superfici per la promozione della biodiversità, un avvicendamento disciplinato delle colture, una protezione del suolo adeguata, una scelta e un’applicazione mirate di prodotti fitosanitari e una detenzione degli animali da reddito rispettosa delle loro esigenze. Nella PER è inserita la gestione conforme alle prescrizioni di oggetti iscritti in inventari nazionali.

È soppressa la graduazione dei contributi in base al numero di animali. Per il contributo di base dei contributi per la sicurezza dell’approvvigionamento viene effettuata una graduazione secondo la superficie. Le riduzioni o limitazioni dei pagamenti diretti in funzione del reddito e della sostanza si applicano soltanto al contributo di transizione.

n Disposizioni legali

Le disposizioni concernenti i criteri, i tipi di contributi e il relativo importo, i controlli, le sanzioni amministrative, il conteggio, il pagamento, eccetera, sono contenute in una nuova ordinanza del Consiglio federale (ordinanza sui pagamenti diretti, OPD). In essa sono state integrate anche le precedenti disposizioni d’esecuzione relative ai contributi di estivazione, alla qualità ecologica e ai programmi etologici.

Vanno ricordate anche le altre ordinanze direttamente correlate ai pagamenti diretti, anch’esse parzialmente riviste. Si tratta in particolare dell’ordinanza sul coordinamento dei controlli nell’agricoltura (OCoC) e di quella sulla terminologia agricola (OTerm).

n Finanziamento e ripartizione dei singoli tipi di pagamenti diretti

Con la revisione parziale della LAgr il Parlamento ha approvato anche il decreto federale sui mezzi finanziari per l’agricoltura negli anni 2014–2017. Nel limite di spesa per i pagamenti diretti sono previsti 11,3 miliardi di franchi per l’intero periodo; la tranche annua ammonta, dunque, a 2,8 miliardi di franchi circa.

196 2.2 Pagamenti diretti

2.3 Miglioramento delle basi

Mediante i provvedimenti denominati «Miglioramento delle basi» viene promossa e sostenuta la produzione di derrate alimentari rispettosa dell’ambiente ed efficiente nonché incoraggiato lo svolgimento dei compiti multifunzionali.

Aiuti finanziari per il miglioramento delle basi e le misure sociali

2 Riduzione unica a seguito della compensazione a favore dei pagamenti diretti

Gli obiettivi dei provvedimenti nel campo del miglioramento delle basi sono:

– rafforzamento della competitività attraverso la riduzione dei costi di produzione;

– agevolazione del lavoro quotidiano degli agricoltori;

– promozione di uno sviluppo sostenibile nelle aree rurali;

– strutture aziendali moderne e superfici agricole utili ben accessibili;

– produzione efficiente e rispettosa dell’ambiente;

– varietà resistenti e ad alto rendimento nonché prodotti di alta qualità;

– protezione della salute dell’uomo e degli animali nonché dell’ambiente;

– diversità genetica.

Provvedimento 2011 2012 2013 1 Mio. fr. Contributi per i miglioramenti strutturali 83,0 87,0 90,0 Crediti d’investimento 13,0 2 54,0 51,0 Aiuti per la conduzione aziendale 0,9 0,8 1,9 Aiuti per la riqualificazione 0,1 0,1 0,9 Consulenza 3 e contributi per la ricerca 4 18,2 18,1 18,4 Lotta alle malattie delle piante e agli organismi nocivi 4 1,5 1,9 3,3 Coltivazione di piante e allevamento di animali 37,6 38,0 38,0 Totale 154,3 199,9 203,5
1 Preventivo
3 A partire dal 2012 nel limite di spesa per il miglioramento delle basi e le misure sociali 4 Non regolati mediante il limite di spesa per il miglioramento delle basi e le misure sociali Fonte: UFAG
197 2.3 Miglioramento delle basi

2.3.1

Miglioramenti strutturali e misure sociali collaterali

2.3.1.1 Miglioramenti strutturali

I provvedimenti nel settore dei miglioramenti strutturali consentono di migliorare le condizioni di vita ed economiche nelle aree rurali, segnatamente nella regione di montagna e nelle regioni periferiche. Il raggiungimento degli obiettivi ecologici, di protezione degli animali e di pianificazione del territorio, quali la rinaturalizzazione dei piccoli corsi d’acqua, l’interconnessione di biotopi e lo sviluppo di sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali, consente di tutelare gli interessi della collettività.

Gli aiuti agli investimenti per i miglioramenti strutturali vengono concessi quali incentivi all’autosostegno a favore di provvedimenti individuali o collettivi. Sono disponibili due strumenti:

contributi con partecipazione dei Cantoni, prevalentemente per provvedimenti collettivi;

crediti d’investimento sotto forma di mutui rimborsabili ed esenti da interessi, prevalentemente per provvedimenti individuali.

Gli aiuti agli investimenti sostengono le infrastrutture agricole e rendono possibile l’adeguamento delle aziende ai costanti cambiamenti delle condizioni quadro. Mediante la riduzione dei costi di produzione e la promozione dello sviluppo ecologico viene migliorata la competitività di un’agricoltura dedita alla produzione sostenibile. Anche in altri Paesi, in particolare nell’UE (2° pilastro della PAC), gli aiuti agli investimenti agricoli sono provvedimenti importanti volti a promuovere le aree rurali. Tuttavia, nell’UE gli aiuti vengono erogati esclusivamente sotto forma di contributi.

n

Mezzi finanziari per i contributi

Nel 2012 per le bonifiche fondiarie e gli edifici rurali sono stati erogati contributi per un totale di 87 milioni di franchi. Inoltre, l’UFAG ha approvato nuovi progetti con contributi federali per un importo complessivo di 108,3 milioni di franchi. Il volume degli investimenti totali è stato di 553,7 milioni di franchi. L’ammontare dei contributi federali relativi ai progetti approvati non corrisponde all’importo iscritto nella rubrica del preventivo «Miglioramenti strutturali agricoli», in quanto l’assicurazione di un contributo e il relativo versamento avvengono soltanto eccezionalmente nello stesso anno. Per un progetto approvato viene spesso assicurata soltanto una tranche.

198 2.3
Tabelle 45–46, 50a Pagine A50, A54
Miglioramento delle basi

Contributi della Confederazione 2012

Ricomposizioni particellari con provvedimenti strutturali Costruzione di strade Provvedimenti in relazione al bilancio idrico del suolo Approvvigionamento idrico

Ripristino e consolidamento Ripristino periodico

Altri provvedimenti nell'ambito del genio civile

Progetti di sviluppo regionale (PSR)

Edifici rurali per animali che consumano foraggio grezzo

Edifici alpestri

Altri provvedimenti per le costruzioni

Contributi della Confederazione per le bonifiche fondiarie e per gli edifici rurali – 2003–2011

25 0 5 10 15 20 In mio. fr. Regione di pianura Regione collinare Regione di montagna
Fonte: UFAG
25 % 19 % 56 %
In mio. fr.
0 20 40 60 80 100 120 2000/02 93 2003 102 2004 94,5 2005 85 2006 107,5 2007 92,4 2008 88,5 2009 82,8 2010 85 2012 87 2011 83 199 2.3 Miglioramento delle basi
Fonte: UFAG

n Mezzi finanziari per i crediti d’investimento

Nel 2012 i Cantoni hanno autorizzato crediti d’investimento per un ammontare complessivo di 320,5 milioni di franchi da destinare a 2 033 casi. L’86,8 per cento di tale importo è stato riservato al finanziamento di provvedimenti individuali mentre l’8,1 per cento al sostegno di provvedimenti collettivi. A favore dei progetti collettivi nella regione di montagna possono venir concessi anche crediti di transizione, ossia crediti di costruzione con una decorrenza di tre anni al massimo.

Crediti d’investimento 2012

I crediti per i provvedimenti individuali hanno riguardato principalmente l’aiuto iniziale, la diversificazione nonché la costruzione o la trasformazione di edifici d’abitazione e di edifici rurali. Vengono rimborsati mediamente sull’arco di 13,4 anni.

Nel settore dei provvedimenti collettivi sono stati stanziati crediti soprattutto per le bonifiche fondiarie, gli edifici e le installazioni per l’economia lattiera nonché per la lavorazione, lo stoccaggio e lo smercio di prodotti agricoli come pure per l’acquisto in comune di macchine o veicoli.

Nel 2012 la Confederazione ha assegnato ai Cantoni nuovi mezzi finanziari pari a 54 milioni di franchi che, unitamente agli importi costantemente rimborsati, vengono utilizzati per la concessione di nuovi crediti. L’attivo circolante del Fonds de roulement, istituito nel 1963, ammonta a 2,416 miliardi di franchi.

Crediti d’investimento secondo le categorie di provvedimenti, crediti di costruzione esclusi – 2012

Aiuto iniziale Acquisto dell'azienda da parte dell'affittuario

Edifici d'abitazione

Edifici rurali

Diversificazione

Provvedimenti collettivi 1

Altri provvedimenti nel settore delle costruzioni rurali 2 Bonifiche

1 Acquisto comune di macchine e veicoli, aiuto iniziale per organizzazioni contadine di solidarietà, edifici e installazioni comuni per la lavorazione e lo stoccaggio di prodotti agricoli, impianti comuni per la produzione di energia rinnovabile da biomassa

2 Ortoflorovivaismo a titolo professionale, piccole aziende artigianali

Fonte: UFAG

200 2.3 Miglioramento delle basi
Numero Mio. fr. Quota % Provvedimenti individuali 1 844 277,6 86,6 Provvedimenti collettivi, crediti di costruzione esclusi 153 25,9 8,1 Crediti di costruzione 36 17,0 5,3 Totale 2 033 320,5 100 Fonte: UFAG
140 0 20 40 60 80 100 120 In mio. fr.
Regione di pianura Regione collinare Regione di montagna
fondiarie 48 % 26 % 26 %
Tabelle 47–48, 50b Pagine A51–A54

2.3.1.2 Misure sociali collaterali

n Aiuti per la conduzione aziendale

Gli aiuti per la conduzione aziendale sono concessi sotto forma di mutui esenti da interessi e servono a evitare o a superare ristrettezze finanziarie temporanee non imputabili al gestore. Gli effetti degli aiuti per la conduzione aziendale corrispondono a quelli dello sdebitamento indiretto della singola azienda.

Nel quadro degli aiuti per la conduzione aziendale nel 2012 sono stati concessi mutui per un importo totale di circa 17,9 milioni di franchi a favore di 132 casi. Ciascun mutuo ammonta mediamente a 135 589 franchi e viene rimborsato sull’arco di 12 anni.

Mutui nel quadro dell’aiuto per la conduzione aziendale – 2012

Fonte: UFAG

Nel 2012 ai Cantoni sono stati assegnati nuovi fondi pari a 0,8 milioni di franchi. In seguito all’entrata in vigore della nuova perequazione finanziaria (NPC), la partecipazione cantonale ammonta per lo meno all’importo dei nuovi fondi federali. I nuovi mezzi finanziari della Confederazione e dei Cantoni, unitamente agli importi costantemente rimborsati, vengono utilizzati per concedere nuovi mutui. L’attivo circolante del Fonds de roulement, istituito nel 1963 con nuovi mezzi finanziari della Confederazione e con importi rimborsati, ammonta, unitamente alle quote dei Cantoni, a 224 milioni di franchi circa.

n Aiuti per la riqualificazione

Gli aiuti per la riqualificazione agevolano la conversione a una professione non agricola delle persone indipendenti attive nel settore primario. Tale misura comprende contributi ai costi di riqualificazione e di sostentamento per capiazienda che non hanno ancora compiuto il 52esimo anno di età. La concessione di un simile aiuto presuppone l’abbandono dell’azienda agricola. Nel 2012 è stato prospettato un importo di 48 000 franchi da destinare a un caso. Considerati gli aiuti per la riqualificazione concessi negli anni precedenti, alle quattro persone in questione sono stati versati 119 055 franchi. La durata della riqualificazione varia, a seconda della formazione, da 1 a 3 anni. Nel quadro della riqualificazione la gamma delle professioni è ampia e spazia da quelle in campo sociale (p.es. fisioterapista, catechista, infermiere, ecc.) a quelle artigianali e commerciali (p.es. falegname, fabbro, cuoco, commerciante agricolo, ecc.). È stato versato un aiuto per la formazione in una scuola universitaria professionale.

I motivi dell’origine della bassa partecipazione a questo programma possono essere stati, in un primo tempo, la sua scarsa notorietà e, in certi periodi, anche le prospettive economiche sfavorevoli in altri campi professionali. Ma gli oneri che sono da adempiere per l’ottenimento degli aiuti potrebbero essere anche un ostacolo, soprattutto per quanto riguarda la cessazione definitiva dell’attività.

201 2.3 Miglioramento delle basi
Numero Mio. fr. Rifinanziamento di debiti esistenti 71 12,0 Superamento di
finanziaria eccezionale 56 5,5 Mutuo in caso di cessazione dell’attività 5 0,4
una difficoltà
Totale 132 17,9
Tabelle 49, 50b Pagine A53–A54 Tabella 51 Pagina A55

2.3.1.3 Un impianto collettivo contribuisce alla protezione delle acque superficiali e delle terre coltive

L’evoluzione delle strutture delle aziende viticole implica che gli spazi esistenti delle strutture non rispondono più alle lor esigenze. La scelta di poter adattare le strutture nei villaggi è limitata soprattutto a causa della poca disponibilità di spazi ancora edificabili, di norme in materia di polizia edilizia e di potenziali conflitti di vicinato. Nella maggior parte dei casi è necessario costruire al di fuori della zona edificabile. Poiché il problema riguardava praticamente tutti i viticoltori di Dardagny (GE), è stata realizzata un’ottima soluzione collettiva. Parallelamente, nel progetto è stata integrata una stazione di trattamento dei residui di prodotti fitosanitari.

n I vincoli del luogo impongono di trovare una soluzione innovativa

I viticoltori sviluppano le loro aziende in funzione delle condizioni e delle opportunità del mercato. L’ampliamento delle strutture, lo sviluppo della vinificazione in azienda e la vendita diretta di prodotti necessitano di volumi da pianificare sempre maggiori. Nei villaggi le possibilità di adeguare le strutture sono spesso limitate. Lo sviluppo di attività genera spesso carichi supplementari per il vicinato. La polizia edilizia impone di trovare dei compromessi tra la protezione del patrimonio, le esigenze dell’azienda e i costi di costruzione. Poiché il villaggio di Dardagny è un oggetto dell’Inventario federale degli insediamenti da proteggere d’importanza nazionale, è ancora più difficile per i viticoltori pianificarvi nuovi volumi di esercizio. Visti i presupposti, tra i viticoltori ha iniziato a farsi largo l’idea di costruire un impianto collettivo.

n Non è facile trovare un’intesa

Concretizzare un’idea e farvi aderire quanta più gente possibile non è semplice. Il potenziale aderente si chiede quanto gli costerà o gli frutterà rispetto a una soluzione individuale. Siccome i costi a carico dei singoli dipendono dal numero di aderenti al progetto, non è facile indicare delle cifre per convincere gli scettici. Occorre innanzitutto la volontà degli iniziatori del progetto per andare avanti. Le numerose domande devono trovare delle risposte. Da un lato ci sono le domande riguardanti la costruzione, come l’ubicazione, la forma, i costi, il finanziamento, la licenza edilizia e la promozione del progetto, in quanto è importante far aderire la popolazione locale al progetto. Dall’altro ci sono gli aspetti organizzativi della società da creare, che devono essere chiariti, come la forma giuridica, lo statuto e le norme di funzionamento.

n Il progetto collettivo si rifà al progetto pilota ginevrino di protezione delle acque

Sulla base dei risultati di analisi della qualità dell’acqua del ruscello Chamilles nel Comune di Dardagny, nel 2007 il Canton Ginevra ha elaborato un programma pilota finalizzato a ridurre la concentrazione di prodotti fitosanitari del corso d’acqua. Il progetto rientra nel quadro del sostegno della Confederazione ai provvedimenti presi dall’agricoltura per prevenire il convogliamento e il dilavamento di sostanze nelle acque (art. 62a LPAc). I provvedimenti di risanamento mirano a ridurre il convogliamento dei prodotti fitosanitari nelle acque superficiali e a ridurre la quantità di prodotti fitosanitari utilizzati. I provvedimenti presi dagli otto viticoltori partecipanti al progetto sono: l’impianto di vasche di sciacquatura sulle irroratrici, l’inerbimento di particelle viticole, l’estirpazione dei ceppi di vite attorno ai tombini e alle griglie di evacuazione delle acque superficiali e la lotta biologica contro il verme dell’uva mediante la cosiddetta tecnica della «confusione sessuale».

202 2.3 Miglioramento delle basi

La costruzione di un impianto per riempire e lavare le apparecchiature è un altro elemento del progetto. A mano a mano si è palesato che tale impianto avrebbe dovuto essere integrato nel progetto collettivo in quanto l’impianto collettivo sarebbe diventato la piattaforma delle attività collegate alla gestione delle particelle.

n La cooperativa creata di recente mira a portare a termine il progetto

Per realizzare l’impianto collettivo è stata costituita una cooperativa di nove viticoltori. Il progetto consiste nella costruzione di un impianto collettivo con 22 cellule identiche date in affitto ai membri della cooperativa. Tre postazioni di lavaggio coperte completano il progetto. Le acque di lavaggio delle irroratrici sono trattate in un impianto che consente la biodegradazione dei principi attivi. I viticoltori vi possono lavare altre macchine agricole esenti da prodotti fitosanitari. Le acque sono pretrattate in un decantatore e in un separatore di idrocarburi prima di essere rimesse nel collettore delle acque utilizzate. La postazione di lavaggio è messa a disposizione di tutte le aziende agricole che coltivano superfici nelle vicinanze. L’accesso all’impianto è gestito mediante l’inserimento di un codice individuale che consente di identificare il gestore.

Il Comune di Dardagny ha colto l’occasione per includere nel progetto un impianto di pannelli fotovoltaici su 1 250 m2 di tetto consentendo la produzione dell’equivalente in consumo elettrico di 55 economie domestiche. Nel 2012 la cooperativa CHAD (Coopérative du Hangar Agricole de Dardagny) ha inaugurato gli impianti.

n Un buono studio del progetto consente di trovare soluzioni rispettose dell’ambiente

Vi sono soluzioni tecniche che, senza rendere più costoso il progetto, consentono di ridurre il suo impatto sull’ambiente. Si può citare in particolare la realizzazione del perimetro della rimessa privilegiando l’infiltrazione naturale dell’acqua piovana. Le acque dei tetti e delle zone non a tenuta stagna sono convogliate verso un bacino di ritenzione interrato dotato di un regolatore di flusso per limitare l’afflusso nel corso d’acqua. Più dell’85 per cento del cemento utilizzato è costituito da granulati riciclati. L’insediamento del progetto ha evitato il trasporto di terra.

L’impianto realizzato per la cooperativa è costato di 3,1 milioni di franchi (esclusi i costi per l’impianto di pannelli fotovoltaici), di cui circa 800 000 franchi per le postazioni di lavaggio con trattamento degli emissari. In virtù dell’articolo 62a LPAc, la Confederazione ha sostenuto la realizzazione di tali postazioni mediante contributi per un importo di circa 640 000 franchi. Il saldo è stato coperto dal Cantone. Il finanziamento dell’impianto è stato sostenuto dalla Confederazione mediante un credito d’investimento (mutuo non gravato da interessi) per un importo di 1,1 milioni di franchi rimborsabile in 18 anni.

Il risultato finale: il progetto è un esempio di sostenibilità. Evita la costruzione di varie rimesse e tunnel individuali in pieno campo e riduce anche il consumo di superfici agricole. Contribuisce altresì alla qualità delle acque superficiali del Comune di Dardagny.

203 2.3 Miglioramento delle basi

2.3.1.4 Il biogas agricolo riscalda le serre

Un’associazione poco convenzionale tra un produttore di latte e un floricoltore consente di produrre un’importante quantità di energia rinnovabile. Impianti agricoli di fermentazione anaerobica, con produzione di metano, producono calore utilizzato direttamente per i propri bisogni e altresì per riscaldare più di un ettaro di serre destinate alla produzione di fiori recisi di alta qualità. La produzione elettrica di più di 1 500 megawattora beneficia della retribuzione a copertura dei costi e immissione in rete dell’energia elettrica ed è valorizzata dall’azienda energetica del Canton Ginevra. Diverse aziende agricole della regione forniscono i loro concimi aziendali in cambio di un substrato poco odorante e facilmente spandibile sui campi. Il carattere innovativo del progetto è stato riconosciuto sia a livello federale che cantonale.

n Fiori recisi riscaldati in maniera ecologica

Per imporsi sul mercato dei fiori recisi di altissima qualità, è necessario rispondere in ogni circostanza alla domanda su tutto l’arco dell’anno. Nei giorni freddi occorre riscaldare grandi volumi di serre. Nel caso di un orticoltore ginevrino, a seconda della temperatura esterna, più di un ettaro di serre doveva venir riscaldato mediante un impianto di riscaldamento a propano. Tale gas liquefatto è prodotto a partire dal petrolio grezzo durante il suo trattamento nelle raffinerie. Oltre ai notevoli costi, a causa della liberazione nell’atmosfera di gas CO2, questo tipo di riscaldamento era difficilmente conciliabile con l’immagine di una produzione di fiori di alta qualità. Era quindi necessario cercare un’alternativa. L’orticoltore si era dunque informato sulle diverse opzioni decidendo di produrre biogas per riscaldare le sue serre. Per concretizzare l’idea era necessario disporre di un substrato ricco di batteri che trasformano la biomassa in biogas. Il vicino era il partner ideale; era produttore di latte (570 000 kg), detentore di un effettivo di più di 120 UBG che consumano foraggio grezzo e gestiva più di 100 ettari. Un progetto di impianto di biogas era già stato considerato nell’azienda lattiera più di 30 anni prima, ma non era mai stato realizzato.

n Un lungo processo consente di trovare una variante di qualità

Nel 2004 sono state lanciate le prime riflessioni e procedure per realizzare un progetto di impianto agricolo di produzione di biogas nel Comune di Satigny (GE). L’impianto è entrato in funzione nel 2012. Perché sono trascorsi tanti anni? Un progetto che genera 220 chilowattora elettrici e che supera un costo di 3 milioni di franchi necessita, oltre alle procedure amministrative, di studi approfonditi sulla scelta delle varianti tecniche, sulla struttura organizzativa per la gestione dell’impianto e sulle modalità di finanziamento. Gli imprenditori hanno deciso di creare una società in nome collettivo che diventa proprietaria dell’impianto costruito in diritto di superficie. Nessuna azienda elettrica fa parte della società.

L’impianto risponde ai recenti sviluppi della tecnica. È stata riservata un’attenzione particolare alla domotica. Un centro operativo consente di disporre di tutti i comandi per la gestione, l’ottimizzazione e la sicurezza dell’impianto. È stato privilegiato un accesso semplificato ai diversi organi, vasche, pompe, tritalegna e impastatrici per garantirne una manutenzione efficace. Per esempio non è stata installata alcuna pompa immersa. Una pre-fossa di 150 m3 raccoglie la biomassa che è iniettata nel digestore con una capacità di 1 500 m3. Dopo essere stata digerita, la biomassa è trasferita nel post-digestore con una capacità di 2 500 m3 in cui è stoccato anche il biogas. Il biogas prodotto serve ad alimentare un motore termico che produce forza e calore. La forza prodotta dal motore è trasformata in corrente elettrica valorizzata dall’azienda energetica del Cantone e il calore è recuperato per riscaldare l’impianto stesso e le serre distanti più di 250 metri. Il calore è trasportato mediante tubi isolati e interrati. Circa il 40 per cento del calore prodotto è consumato direttamente dall’impianto. Il saldo copre circa il 50 per cento del fabbisogno di calore delle serre. Sono in corso riflessioni onde trovare una soluzione adeguata e vantaggiosa per stoccare in estate il calore in esubero prodotto dal motore termico.

Negli ultimi anni sono stati realizzati importanti investimenti per ridurre il consumo di energia nell’azienda floricola. Questa beneficia del sostegno dell’ufficio cantonale dell’energia che mira a ottimizzare il consumo energetico nel Canton Ginevra e a incoraggiare la produzione e l’impiego di energie rinnovabili.

204 2.3 Miglioramento delle basi

n La retribuzione dell’energia elettrica beneficia di vari bonus

Il progetto riceve la retribuzione a copertura dei costi e immissione in rete dell’energia elettrica per i 1 500 megawattora elettrici prodotti, i bonus per il carattere agricolo dell’impianto e per l’impiego esterno di calore. Il bonus agricolo è attribuito se la proporzione di substrati non agricoli è inferiore o uguale al 20 per cento della massa di sostanza fresca. Il digestore non è rifornito solo con substrati prodotti nell’azienda lattiera e in quella floricola. Otto agricoltori della regione vi fanno digerire i loro concimi aziendali. Per facilitare il conteggio dei volumi forniti e consegnati agli agricoltori, i trasporti sono effettuati dall’azienda di produzione di biogas cercando sempre di effettuare carichi individuali. Lo spandimento di concimi aziendali non è compreso nella prestazione e ne sono responsabili gli agricoltori. Una bilancia automatica consente di valutare i flussi di merci. Sono digeriti anche i substrati di origine non agricola. Prevalentemente si tratta di resti organici, di oli alimentari, di vinacce e di resti di verdure. Un’unità di igienizzazione consente di garantire la qualità sanitaria dei substrati. Alla consegna è sempre effettuato un controllo per verificare i prodotti consegnati ed evitare, per quanto possibile, che corpi estranei di ritrovino nei vari elementi dell’impianto e li blocchino. I substrati non agricoli talvolta contengono sostanze non digeribili nemmeno per i batteri.

n Il progetto ha carattere innovatore

Il progetto collettivo ha beneficiato di un aiuto della Confederazione sotto forma di un credito d’investimento (mutuo rimborsabile non gravato da interessi). Il Cantone, riconoscendone il carattere innovatore, ha erogato un credito d’investimento supplementare. L’aiuto all’investimento totale costituisce il 65 per cento dei costi computabili, ovvero un mutuo non gravato da interessi di 1 864 287 franchi rimborsabile in 10 anni. A giugno 2012 lo spirito imprenditoriale dei promotori del progetto è stato ricompensato ottenendo, ex aequo, la borsa cantonale ginevrina dello sviluppo sostenibile. Gli investimenti concessi consentono di risparmiare più di 1 000 tonnellate di equivalente CO2 l’anno.

205 2.3 Miglioramento delle basi

2.3.1.5 Detenzione di torelli da ingrasso in stalla a stabulazione libera con box di riposo

Le stalle a stabulazione libera con box di riposo per torelli da ingrasso sono poco diffuse nella pratica. Costi di costruzione più elevati rispetto a una soluzione con lettiere profonde o letame e paglia hanno fatto sì che finora le stalle a stabulazione libera con box di riposo nell’ingrasso di torelli rimanessero confinate a una nicchia. La soluzione del box presenta innegabilmente dei vantaggi; lo scarso utilizzo di paglia è quello che incide maggiormente. Nel 2011 nel villaggio giurassiano di Alle è stata realizzata una stalla a stabulazione libera, con box di riposo, dotata di 290 box.

Nei primi progetti di costruzione la nuova stalla per torelli da ingrasso prevedeva due parti: una con box di riposo, l’altra, invece, con grandi box con lettiere profonde. A causa dell’elevato fabbisogno di paglia che comportava questa soluzione, alla fine tutta la stalla è stata allestita con box di riposo. Ciò ha rincarato il progetto. Anche migliorie non previste nei piani originari, come un serbatoio d’acqua di 110 m3 e una grande fossa del liquame di 100 m3, hanno fanno sì che i costi della stalla aumentassero dai previsti

1,1 a 1,5 milioni di franchi, vale a dire a 5 170 franchi per posta di ingrasso. In questo importo sono inclusi i costi per entrambi i silos, ciascuno di 360 m3. La stalla, con un programma delle disposizioni di 100 UBG, è stata sostenuta con un credito d’investimento rimborsabile esente da interessi.

n Razionalizzazione con un occhio di riguardo per la protezione degli animali

Oltre al netto minore utilizzo di paglia, il risparmio di lavoro è un importante argomento a favore della stalla a stabulazione libera con box. I lavori giornalieri in stalla, sulla base di questo processo razionale, richiedono circa un’ora. Un collaboratore pulisce e controlla gli abbeveratoi, pulisce i box sporchi e allo stesso tempo sorveglia gli animali. Il foraggiamento avviene mediante un miscelatore-distributore mobile nel corridoio centrale della stalla, largo 6 metri. Normalmente le pale per il letame provvedono all’evacuazione del letame ogni quattro ore. Durante i periodi freddi l’intervallo di pulizia delle pale si riduce automaticamente a 80 minuti. Le pale corrono lungo una scanalatura installata nella superficie di camminamento.

Un altro vantaggio della stalla a stabulazione libera con box è il benessere dell’animale che manifesta un comportamento tranquillo e privo di stress. Animali di basso rango hanno la possibilità di ritirarsi. Non c’è il disordine quotidiano per la preparazione della lettiera. Gli animali sono tranquilli nei loro box, camminano pacificamente nei corridoi o sostano davanti alla mangiatoia.

206
2.3 Miglioramento delle basi

Le superfici di camminamento sono state realizzate con elementi di cemento con motivo a rombi antiscivolo (sistema Grüter). Tali elementi hanno un canale di scivolamento incorporato e sono sostenuti su entrambi i lati. In tal modo sotto gli elementi rimane uno spazio vuoto. Tale infiltrazione d’aria serve in inverno come strato isolante tra la superficie di camminamento e il sottosuolo. Grazie a questa soluzione edilizia, in inverno le superfici di camminamento gelano meno velocemente.

Per la pianificazione della dimensione ottimale dei box va trovato un equilibrio tra la comodità del giaciglio per gli animali e le fonti di sporcizia. Se i box sono troppo piccoli, gli animali sono soggetti a limitazioni nello sdraiarsi e alzarsi. In box di dimensioni troppo grandi le superfici del giaciglio e quindi anche gli animali si sporcano maggiormente. Questo diventa in particolare un problema se i box sono talmente ampi che gli animali si possono girare. Poiché i torelli da ingrasso sono animali che crescono relativamente in fretta e ciò può comportare un isolamento di alcuni soggetti all’interno dei gruppi, tale fattore è molto importante. L’esperienza mostra che piccole insenature non incidono sul comportamento degli animali.

Per la stalla sono state scelte solo due dimensioni: 102 box con una ampiezza (luce) di 86 cm per animali piccoli e 188 box con un’ampiezza di 106 cm per animali più grandi. I box hanno una pendenza del 5 per cento consigliata anche da ART (cfr. rapporto FAT n. 649/2006). La pendenza fa in modo che l’urina defluisca più velocemente e potrebbe anche essere un motivo per cui i piccoli animali non si muovono nei box relativamente grandi per le loro dimensioni, poiché non stanno volentieri a testa in giù.

n Superfici del giaciglio rispettose degli animali

Il grado di comodità di un box di riposo è determinato essenzialmente dalla qualità della superficie del giaciglio. La superficie ottimale deve presentare un isolamento sufficiente, una relativa deformabilità, un sufficiente attrito, un basso rischio di escoriazione e un semplice utilizzo e pulizia. I torelli da ingrasso nell’azienda del villaggio di Alle sono detenuti secondo le disposizioni del programma SSRA (stabulazione particolarmente rispettosa degli animali). Pertanto nei box sono collocati materassini di gomma che sono contraddistinti da una superficie strutturata in modo grossolano. Per ridurre le ferite cutanee dei garretti degli animali anche le stuoie, secondo le vigenti direttive SSRA, devono essere ricoperte regolarmente di paglia trinciata.

Sebbene nella prassi siano comuni gruppi di 10–30 animali, i torelli nell’azienda nel villaggio di Alle sono stabulati in gruppi di circa 50 capi. I gestori dell’azienda sono attenti a raggiungere la dimensione necessaria del gruppo con al massimo due stabulazioni. Anche in un sistema di detenzione rispettoso degli animali ogni stabulazione rappresenta uno stress, quindi l’entrata di animali in un gruppo esistente provoca nuovi disordini e diverbi gerarchici con i quali aumenta il rischio di ferita. I torelli sudano e si bagnano. Il raffreddamento che ne consegue non è salutare. Pertanto gli animali normalmente restano fino al raggiungimento del loro peso di macellazione in questi gruppi di grandi dimensioni.

La stalla nel villaggio di Alle ha altre particolarità. I box di riposo e i sistemi di stabulazione sono stati montati prima che esistessero le pareti e il tetto. Un’altra particolarità è la pendenza del 2 per cento sull’asse della lunghezza. La stalla ha una lunghezza totale di oltre 50 metri. Per costruirla completamente in orizzontale, sarebbero stati necessari movimenti del suolo. La pendenza ottenuta con la rinuncia a lavori di scavo ha inoltre il vantaggio che le pale possono spingere il letame sull’intera lunghezza più facilmente.

n Conclusioni

Le esperienze fatte finora sono oltremodo positive. La detenzione di torelli da ingrasso in una stalla a stabulazione libera con box di riposo può essere una forma di detenzione attrattiva sia per gli animali sia per le persone che se ne occupano. Si contraddistingue per un elevato benessere dell’animale che si riflette anche in migliori rese da ingrasso. Il risparmio di lavoro e il basso utilizzo di paglia sono ulteriori vantaggi. La stalla nel villaggio giurassiano di Alle mostra che con una soluzione edilizia vantaggiosa i costi restano assolutamente in un limite ragionevole.

207 2.3 Miglioramento delle basi

2.3.2 Conoscenza agricola – ricerca, consulenza, formazione

I sistemi della conoscenza agricola e delle innovazioni, così come quello dell’agricoltura, sono costituiti da attori e istituzioni del mondo della ricerca, formazione, consulenza e pratica. Un’interazione di tutti i partner, in cui si dà importanza al coordinamento e alla collaborazione, consente di sfruttare l’intero potenziale del sistema a beneficio di agricoltura, ambiente e società. Nell’ambito delle sue attività di promozione nella ricerca e consulenza, pertanto, l’UFAG attribuisce molta importanza all’interazione. Con gli strumenti di promozione a disposizione si coinvolgono diversi attori della ricerca e consulenza. Tali attività sono sostenute da programmi di ricerca nazionali e internazionali.

2.3.2.1 Sistema dell’innovazione e della conoscenza in agricoltura (LIWIS)

La complessità delle conoscenze e le sfide future, così come la crescente accelerazione della creazione di conoscenze e la maggiore esigenza di innovazione richiedono un sistema dell’innovazione e della conoscenza in agricoltura (LIWIS) che funzioni in maniera flessibile, interconnessa, efficiente, sussidiaria e orientata ai clienti nonché abbia un effetto integrante. Di conseguenza, le istituzioni si devono adeguare costantemente al nuovo contesto.

Nel LIWIS vengono elaborate, tutelate e comunicate le conoscenze sulla produzione delle derrate alimentari, sulla conservazione delle basi vitali naturali e sulla cura del paesaggio rurale, basandosi sulle quattro unità di sistema ricerca, formazione, consulenza e pratica. La Svizzera promuove sia la ricerca agronomica volta ad acquisire conoscenze dirette sia quella orientata alla pratica e dispone di una valida offerta formativa professionale e superiore nonché di una consulenza a tappeto.

Gli attori devono impostare le condizioni quadro per ricerca, formazione, consulenza e pratica in maniera da creare e applicare innovazioni. A tale scopo hanno bisogno di adeguati margini di manovra e risorse, ma anche di consapevolezza nei confronti della necessità e dei vantaggi delle innovazioni. Imprenditorialità significa innanzitutto essere innovativi, poiché si tratta di trovare soluzioni sempre migliori per le sfide esistenti e buone soluzioni a problemi nuovi.

A livello europeo sono in atto iniziative, nell’ambito dell’«Agricultural Knowledge and Innovation System (AKIS)», che trasformano i sistemi nazionali di conoscenza in sistemi d’innovazione.

n Sviluppi sul piano giuridico

Il Parlamento ha deciso modifiche della LAgr rilevanti per il LIWIS.

Riguardo al mantenimento dell’Istituto nazionale svizzero d’allevamento equino, inizialmente in forse, il Parlamento ha deciso di formulare l’articolo 147 LAgr in maniera tale che, per sostenere l’allevamento di cavalli, la Confederazione è tenuta a gestire un Istituto di allevamento equino.

Parallelamente, nell’articolo 116 LAgr il Parlamento ha migliorato la base legale per la collaborazione tra Confederazione e istituzioni. Secondo il capoverso 1, l’UFAG può conferire mandati di ricerca a istituti universitari federali e cantonali o ad altri istituti, nonché concludere accordi di prestazione con organizzazioni pubbliche o private.

L’ordinanza concernente la ricerca agronomica (ORAgr; RS 915.7) è stata sottoposta a revisione totale nel 2012 ed è entrata in vigore il 1° gennaio 2013. Le modifiche più significative riguardano Agroscope e il Consiglio della ricerca agronomica.

208 2.3 Miglioramento delle basi

n Riorganizzazione di Agroscope

La Confederazione dispone ormai di una sola Stazione di ricerca per la filiera agroalimentare, Agroscope, garantendone la gestione strategica attraverso il Consiglio Agroscope, presieduto dallo stesso direttore dell’UFAG. Il Consiglio federale stabilisce, mediante il mandato di prestazione, gli obiettivi e gli effetti ricercati.

Agroscope è diretto da un responsabile operativo. A partire dal 2014, non sarà più suddiviso in tre stazioni di ricerca, bensì in quattro istituti:

Istituto delle scienze della produzione vegetale IPV

Istituto delle scienze della produzione animale IPA

Istituto delle scienze alimentari ISA

– Istituto delle scienze della sostenibilità ISS

Con le loro competenze, i quattro istituti ricoprono importanti settori dell’ecosistema agricolo e delle catene di valore nella filiera agroalimentare (sicurezza alimentare incl.). Essi dispongono, pertanto, di presupposti ottimali per trattare questioni inter/transdisciplinari nel sistema agroalimentare.

Agroscope continua ad avere i seguenti compiti: ricerca e sviluppo nel settore agroalimentare; preparazione di basi decisionali per l’attività legislativa delle autorità federali; esecuzione di perizie, valutazione e monitoraggio dal profilo della ricerca pubblica della Confederazione; compiti esecutivi nell’ambito della legislazione agricola e di accordi con altri Uffici federali.

Il Consiglio della ricerca agronomica verifica periodicamente la qualità, l’attualità, l’efficienza e l’efficacia della ricerca federale a favore della filiera agroalimentare. Esso, inoltre, d’intesa con l’UFAG può far valutare la ricerca, suoi settori parziali o singoli settori di Agroscope e, d’intesa con il Consiglio Agroscope, può istituire comitati che si occupano dell’elaborazione di compiti concreti.

209 2.3 Miglioramento delle basi

2.3.2.2 Strumenti di promozione dell’UFAG nel LIWIS

Nel 2012, l’UFAG ha pubblicato il concetto di ricerca per l’agricoltura e la filiera alimentare 2013–2016. Al suo interno sono valorizzati i futuri assi della ricerca, la forte interazione tra le diverse discipline e la stretta collaborazione tra gli attori nazionali e internazionali nonché si sottolinea che le innovazioni si basano su un ineccepibile trasferimento di tecnologie e scambio di conoscenze tra ricerca di base, ricerca di base orientata alla pratica, ricerca applicata, sviluppo e consulenza.

Promozione della ricerca, dello sviluppo e della consulenza da parte dell'UFAG

Promozione

UFAG

Aiuti finanziari Finanziamento di base

Ricerca di base

Orientamento alla pratica Ricerca, sviluppo e consulenza

L’UFAG promuove il LIWIS mediante mandati di prestazione periodici, in genere quadriennali, ad Agroscope, nonché mediante contratti di aiuto finanziario all’IRAB, ad AGRIDEA e ad altre istituzioni minori di consulenza e ricerca agricola. In essi viene posto l’accento sulla collaborazione tra tali istituzioni al servizio di un’agricoltura e di una filiera alimentare svizzere produttive, sostenibili, innovative e rispettose delle risorse.

Assegna inoltre altri mandati e contributi per progetti rilevanti e urgenti di politica agricola a istituzioni competenti e ben connesse nel settore d’interesse e, dal 2014, indirà altresì bandi pubblici per progetti nel settore consulenza / applicazione.

n Finanziamento di base 2014–2017 di Agroscope

Dal 2014, Agroscope riceverà dal Consiglio federale un nuovo mandato di prestazione, che terrà conto della sua nuova struttura e sarà orientato ai suoi ambiti tematici (cfr. Piano direttore della ricerca per l’agricoltura e la filiera alimentare 2013–2016, pagg. 64–65). Secondo gli obiettivi d’efficacia, Agroscope dovrebbe, tra le altre cose, contribuire all’aumento della resilienza degli ecosistemi, a derrate alimentari sicure, di alta qualità e sane oltre che alla competitività dell’agricoltura svizzera nel contesto internazionale. Le sue principali prestazioni sono tuttavia le pubblicazioni scientifiche con Peer Review, le pubblicazioni orientate alla pratica e all’amministrazione e i contributi durante conferenze nei suddetti ambiti tematici. Un altro rilevante campo d’attività è costituito dai compiti esecutivi, quali le analisi nel campo dei controlli ufficiali di prodotti fitosanitari, concimi e alimenti per animali. Nel quadro del mandato di prestazione per il periodo 2014–2017, l’uniformazione dei processi e l’identità visiva di Agroscope sono indicatori importanti per l’ulteriore aumento della sua efficienza ed effettività.

210 2.3 Miglioramento delle basi
Mandati e contributi in progetti e programmi
universitarie professionali IRAB
Fonte: UFAG PF / università
AGRIDEA Scuole
Agroscope
Aiuti finanziari

n Contratti di aiuto finanziario 2014–2017 con IRAB e AGRIDEA

L’UFAG ha stipulato un nuovo contratto di aiuti finanziari con l’IRAB. Il contributo federale mira all’ulteriore sviluppo della filiera agroalimentare biologica. Nel contratto di aiuto finanziario sono stabiliti gli obiettivi in materia di risultati e prestazioni. In quanto a risultati, l’IRAB deve contribuire alla competitività dell’agricoltura biologica, alla qualità dei prodotti biologici e all’efficienza delle risorse delle aziende dedite all’agricoltura biologica; per quanto concerne le prestazioni deve elaborare pubblicazioni specialistiche corrispondenti, tenere presentazioni scientifiche e pubblicare liste di materie ausiliarie.

L’UFAG ha stipulato un contratto di aiuto finanziario con AGRIDEA per altri quattro anni, fino alla fine del 2017. AGRIDEA sostiene il personale dei Cantoni e delle organizzazioni che fornisce consulenza diretta alle famiglie contadine; sviluppa nuovi metodi di consulenza, offre attività di perfezionamento metodiche e specifiche, elabora nuove conoscenze derivate dalla ricerca e dall’esperienza e divulga tali informazioni e documenti. Inoltre, promuove e coordina piattaforme e forum. Nel contratto di aiuto finanziario sono stabiliti gli obiettivi in materia di risultati e prestazioni; AGRIDEA deve contribuire a ridurre i costi di produzione delle aziende agricole, a potenziare il ruolo delle donne nell’agricoltura e a sfruttare le sinergie disponibili da parte della stessa AGRIDEA e dei servizi di consulenza cantonali. Per quanto concerne le prestazioni si devono, ad esempio, sviluppare metodi di consulenza, formare personale addetto alla consulenza e sostenere progetti innovativi.

n Progetti di ricerca

Nel 2012, il Consiglio di direzione dell’UFAG si è occupato quattro volte di domande di sostegno per progetti di ricerca. Delle 31 domande presentate, ne sono state accolte 15. Per essere sostenuto, un progetto deve innanzitutto essere rilevante dal punto di vista della politica agricola e della ricerca nonché urgere.

Gli ambiti tematici del 2012 erano la salute delle piante, la produzione rispettosa delle risorse idriche, la biodiversità, la lavorazione del suolo rispettosa del clima e la vitalità e l’attrattiva delle aree rurali. Inoltre, l’UFAG ha finanziato otto progetti nell’ambito di ERA-NET CORE Organic II e ICT-AGRI erogando contributi di ricerca.

n Assegnazione previa gara pubblica nel settore della consulenza

Nel 2009, la Commissione della gestione del Consiglio degli Stati ha chiesto, in un rapporto del Consiglio federale, di assicurare procedure d’assegnazione pubbliche anche per le prestazioni di AGRIDEA cofinanziate dall’UFAG. Quest’ultimo ha quindi deciso di stanziare parte dei fondi per tali procedure (bandi e aiuti finanziari per domande di contributo), allo scopo di garantire maggiore competitività e comparabilità dei prezzi. Nuovi attori hanno la possibilità di dedicarsi alla consulenza e di dimostrare la propria efficacia ed efficienza. Inoltre, nuovi e vecchi attori possono proporre contenuti differenti o approcci inesplorati. Ciò crea flessibilità e maggior dinamismo all’interno del sistema e, di conseguenza, spazio per l’innovazione.

211 2.3 Miglioramento delle basi

2.3.2.3 Ricerca programmatica / Programmi di ricerca

Dal 1996 al 2011 il numero degli articoli scientifici pubblicati annualmente in tutto il mondo è aumentato di circa il 140 per cento. Ciò significa, che nonostante la crescita demografica, oggi si elabora annualmente il doppio del sapere pro capite rispetto a 15 anni fa. Ma significa anche che bisogna prestare ancora molta più attenzione alla trasmissione della conoscenza dalla ricerca alla pratica e alla valorizzazione del sapere. Affinché le conoscenze disciplinari giungano alla pratica, spesso è necessario collaborare con specialisti ed esperti di altre discipline nella ricerca, nello sviluppo e nella consulenza. La cosiddetta ricerca inter/transdisciplinare è oggi, conseguentemente, molto importante: un modo di rafforzare tale forma di collaborazione è il coinvolgimento di ricercatori in programmi di ricerca. La ricerca congiunta così promossa si attua sotto diverse forme, per quanto spesso nella pratica se ne applichi una mista.

Programmi orientati a) alla sintesi e b) all'interazione

Programma di ricerca

Per analizzare un argomento in maniera ampia e globale è necessario coinvolgere esperti di discipline spesso molto lontane tra di loro, come naturalisti e sociologi, giuristi ed economisti. Essi elaborano, nell’ambito di progetti, questioni che ritengono importanti, in maniera assolutamente indipendente dagli altri gruppi di ricerca. Alla fine, i risultati della ricerca vengono riassunti in un rapporto di sintesi, un’opera impegnativa stilata da persone scelte sulla base di criteri specifici. Da questa sintesi si ricava una valutazione complessa che fornisce una panoramica, soprattutto agli organi decisionali politici, ma anche all’opinione pubblica, delle opzioni e delle relative conseguenze. In un simile programma orientato alla sintesi, proprio a causa dell’eterogeneità dei temi e della loro complessità esiste il rischio di appiattimento, senza una valutazione conclusiva interdisciplinare.

Se la ricerca dipende da un intenso scambio di conoscenze, dati, modelli o sviluppo di prodotti, la collaborazione è organizzata in maniera proficua in pool di ricerca ben interconnessi. Questo è il caso anche quando si utilizzano infrastrutture o impianti sperimentali in comune. Inoltre, il successo è determinato da una pianificazione comune dei sottoprogetti correlati, chiamati anche moduli, con loro competenze disciplinari e scadenze per le tappe di ricerca e sviluppo. Da ciò scaturiscono, per esempio, prodotti o istruzioni per un campo ben definito. Nei programmi orientati all’interazione vi è il rischio di dipendere dalla riuscita di singoli moduli; se uno di essi subisce un ritardo il lavoro dei partner è rallentato o diventa impossibile.

212 2.3 Miglioramento delle basi
Fonte: UFAG a) b) Sintesi Pool di ricerca Modulo C Modulo A Modulo D Modulo B Progetto B Progetto C Progetto A

In programmi di ricerca con impostazione top-down le tematiche da trattare vengono decise dalle istituzioni di promozione o dai loro committenti, che richiedono contributi risolutivi di questioni urgenti di portata nazionale e internazionale. A seconda dell’orientamento del programma, i ricercatori presentano proprie proposte di progetto o una proposta per un progetto comune, elaborato da un consorzio. I programmi bottom-up nascono su iniziativa dei ricercatori, che si candidano a programmi di promozione impostati in tal modo, quali il programma Synergia del Fondo nazionale svizzero (FNS), o danno seguito alle offerte della Commissione per la tecnologia e l’innovazione (CTI). In alternativa, i sottoprogetti possono essere sovvenzionati da più finanziatori.

Spesso, rispetto alla ricerca globale, i programmi di ricerca sono più noti al vasto pubblico. Il finanziamento di programmi, tuttavia, nella maggior parte dei casi non è il compito principale delle istituzioni di promozione. Il FNS, ad esempio, nel 2011 ha investito in programmi di ricerca il 23 per cento del proprio budget. Di seguito se ne presentano alcuni rilevanti per la filiera agroalimentare svizzera.

n Ricerca programmatica nazionale

Con un volume di incentivi di diversi milioni di franchi, i programmi nazionali di ricerca (PNR) del FNS sono le iniziative di maggior rilievo a livello nazionale nella ricerca programmatica. L’idea è stata lanciata dal Consiglio federale nel 1975. Tutte le cerchie interessate possono suggerire tematiche concernenti importanti sfide d’attualità che il Consiglio federale valuta, decidendo quali trattare e che finanziamento assegnare. Negli ultimi trent’anni, questioni concernenti la filiera agroalimentare sono state trattate solo marginalmente nei programmi, quali il PNR 22 «Sfruttamento del suolo in Svizzera» (concluso nel 1991), il PNR 31 «Mutamenti climatici e catastrofi naturali» (1997) e il PNR 48 «Paesaggi e habitat dell’arco alpino» (2007). Il primo PNR dedicato integralmente alle sfide dell’agricoltura è il PNR 59 «Benefici e rischi dell’immissione nell’ambiente di piante geneticamente modificate», le cui bozze di progetto sono state inoltrate nel 2006 e il cui rapporto conclusivo è stato pubblicato sei anni più tardi. In questo lasso di tempo, sono stati lanciati 30 progetti con un quadro finanziario di 12 milioni di franchi, scaturiti da un’ampia considerazione dei diversi aspetti dell’emissione nell’ambiente di piante geneticamente modificate e di una serie di raccomandazioni. Spetta alla politica e alla società fare buon uso, in fase decisionale, delle conoscenze acquisite.

Una delle maggiori sfide a livello nazionale e internazionale è lo sviluppo sostenibile. Soluzioni in questo contesto devono basarsi su considerazioni globali. I programmi di ricerca, con la loro promozione di una ricerca inter/transdisciplinare, sono particolarmente adatti per dare un contributo alle questioni rilevanti. Per tale motivo, non sorprende che tre degli importanti PNR sulla filiera agroalimentare attualmente in corso siano dedicati alla sostenibilità: PNR 61 «Uso sostenibile delle risorse idriche» (bando 2008), PNR 68 «Uso sostenibile della risorsa suolo» (2012) e PNR 69 «Alimentazione sana e produzione alimentare sostenibile» (2012).

AlpFUTUR è un esempio di ricerca programmatica nata dall’iniziativa di singoli ricercatori della Stazione di ricerca Agroscope Reckenholz-Tänikon ART e dell’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio FNP. Con il programma bottom-up si vogliono individuare, in un orizzonte temporale medio, prospettive per l’utilizzo futuro della regione svizzera d’estivazione. Attualmente prendono parte al programma 17 istituzioni di ricerca e per l’implementazione. I 22 progetti sono finanziati da quasi 40 istituzioni pubbliche e private. Il programma mira sia a una forte interconnessione, con un’armonizzazione dei compiti tra i sottoprogetti, sia a una sintesi dei compiti globali. La chiusura dei lavori è prevista per l’autunno 2013.

213 2.3 Miglioramento delle basi

Quale ulteriore esempio sul piano nazionale, va citata la ricerca programmatica lanciata da Agroscope nel 2008. Quest’ultimo si è posto come obiettivo di trattare questioni agricole fondamentali nell’ambito di programmi di ricerca ben precisi, che contemplano attività di ricerca inter/transdisciplinari coordinate da Agroscope e da altri istituti di ricerca. Il programma «AgriMontana» elabora basi d’azione e provvedimenti politici che garantiscono uno sviluppo sostenibile delle aree montane e sviluppa supporti decisionali per attori regionali e politici. «NutriScope» mira a ottimizzare, lungo l’intera filiera alimentare, dalla coltivazione al prodotto finito, i fattori decisivi per qualità, sicurezza e salute, allo scopo di offrire il maggiore valore aggiunto possibile ai consumatori. Il compito di «ProfiCrops» consiste nell’elaborazione, nell’approntamento e nella valutazione delle conoscenze nonché nel loro trasferimento per garantire un futuro alla produzione vegetale svizzera in un contesto di progressiva liberalizzazione del mercato e potenziare la fiducia dei consumatori verso i prodotti indigeni. Le esperienze maturate dei programmi confluiscono nella nuova edizione del piano direttore per la ricerca programmatica di Agroscope e nel lancio di nuovi programmi.

n Ricerca programmatica internazionale

I successi della piazza svizzera nella ricerca e nell’innovazione sono frutto anche di una forte interazione e collaborazione sul piano internazionale. Uno strumento in tale contesto sono i programmi quadro dell’UE per le attività di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione (PQR), il cui scopo è coordinare e promuovere le attività di team nazionali ed europei, creare reti di ricerca e aumentare la mobilità dei ricercatori.

L’attuale 7° PQR si svolge dal 2007 al 2013. Sotto il titolo «Collaborazione» incentiva la ricerca congiunta, sulla base di progetti di consorzi transfrontralieri negli Stati UE e con altri Paesi partner come la Svizzera. Uno dei dieci principali ambiti tematici comprende le derrate alimentari, l’agricoltura e la pesca, oltre che la biotecnologia con la sigla KBBE (Knowledge-Based Bio-Economy). Ogni anno, vengono indetti bandi di progetto su temi di ricerca chiaramente definiti. Le tematiche sono scelte dalla Commissione UE e da un comitato del programma, del quale è membro anche la Svizzera. La valutazione delle proposte di progetto inoltrate viene condotta da esperti indipendenti. Un importante criterio per la concessione dei contributi di promozione è una struttura d’interconnessione equilibrata e ben organizzata all’interno del consorzio del progetto composto da partner di ricerca pubblici e privati. Nel settore KBBE, a fine giugno 2011 si contavano 99 progetti nei quali erano impegnati ricercatori elvetici, promossi con un importo totale di 36 milioni di franchi. La partecipazione dei ricercatori svizzeri nel settore KBBE del 7° PQR è stata minore rispetto a quella dei colleghi europei, ma i risultati da loro ottenuti sono stati migliori. Il programma di follow-up «Orizzonte 2020 – programma quadro dell’UE di ricerca e innovazione» inizierà il 1° gennaio 2014 e durerà fino al 2020. Esso si concentrerà in particolare sulla sicurezza alimentare e delle derrate alimentari, sull’agricoltura sostenibile, sulla ricerca marina e marittima nonché sulla bioeconomia.

Anche le reti ERA-NET (European Research Area Network) sono state create con l’obiettivo di sostenere il coordinamento internazionale della ricerca e promuovere la collaborazione tra i ricercatori. I loro membri sono istituti di promozione della ricerca nazionali e regionali, che indicono bandi comuni per progetti di ricerca per consorzi di ricerca internazionali. I partner di progetto ricevono finanziamenti sulla base dei criteri di promozione nazionali dei rispettivi Paesi o regioni membri. Alcune ERA-NET, inoltre, si impegnano nella ricerca di partner per unioni di ricerca. Nei progetti ERA-NET, in genere di piccola portata, i ricercatori creano partenariati che possono semplificare l’accesso ai grandi consorzi dei programmi quadro. Tra i progetti ERA-NET attivi nell’ambito delle scienze alimentari e agricole l’UFAG prende parte a Core Organic II (agricoltura biologica), EUPHRESCO II (salute delle piante), ICT-AGRI (tecnologie dell’informazione e della comunicazione e automazione nell’agricoltura) e RURAGRI (sviluppo rurale, agricoltura e sostenibilità).

Anche le Joint Programming Initiatives (JPI) mirano a coordinare la ricerca a livello europeo. I loro obiettivi sono l’elaborazione di agende comuni di ricerca, il potenziamento dell’interazione a livello internazionale di programmi di ricerca nazionali e l’istituzione di nuovi programmi di promovimento mediante bandi comuni. In Svizzera si mira, per la prima volta, a progetti che soddisfino le linee guida sia di un progetto PNR sia di

214 2.3 Miglioramento delle basi

un bando per un progetto JPI. Di conseguenza, il PNR 68 «Uso sostenibile della risorsa suolo» punta sul coordinamento con la JPI FACCE (Agriculture, Food Security and Climate Change), che si occupa di aspetti dell’agricoltura, della sicurezza alimentare e del cambiamento climatico. Il PNR 69 «Alimentazione sana connessa a una produzione sostenibile delle derrate alimentari», dal canto suo, mira al coordinamento con la JPI HDHL (A Healthy Diet for a Healthy Life), che declama un’alimentazione sana per una vita sana. La European Cooperation in Science and Technology (COST) è finanziata mediante il programma quadro per la ricerca dell’UE ed è dotata di strutture proprie, come pure di organi decisionali. Il suo compito è coordinare la ricerca e non impostarla direttamente. I costi delle attività di coordinamento sono di norma coperti dal preventivo COST della Commissione europea. I lavori di ricerca nel quadro di COST sono sostenuti direttamente dalle università, dagli istituti di ricerca o dalle imprese partecipanti attraverso il loro finanziamento di base o mediante fondi di progetto privati o pubblici (FNS; CTI). Le attività di COST rientrano in cosiddette campagne di ricerca, nate da iniziative della base. L’approccio bottom-up consente di scegliere liberamente i temi per i quali si riconosce il bisogno di ricerca. Nel frattempo, quello agroalimentare è un ambito che ha assunto una valenza fondamentale.

2.3.2.4 Formazione professionale

n Compito comune di Confederazione, Cantoni e organizzazioni professionali

La formazione professionale è un compito comune di Confederazione, Cantoni e organizzazioni del mondo del lavoro. L’attuazione di tale principio è uno dei presupposti per il buon funzionamento del sistema di formazione duale per la società e l’economia. L’obiettivo è quello di un’elevata concorrenzialità sul mercato dei diplomati della formazione professionale. La vicinanza al mondo economico, inoltre, garantisce la trasmissione di importanti contenuti formativi aggiornati.

La Confederazione disciplina la formazione professionale sul territorio nazionale per oltre 200 diplomi. Con le direttive di elaborazione delle ordinanze in materia di formazione, dei piani di formazione e delle procedure di qualificazione, essa forgia la formazione professionale di base. La Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (SEFRI) emana i suddetti testi normativi della formazione professionale di base. Per la formazione professionale superiore, la Confederazione stabilisce invece direttive per la redazione di regolamenti d’esame e programmi quadro d’insegnamento.

La formazione scolastica è invece sotto la responsabilità dei Cantoni, che assicurano quindi la maggior parte del finanziamento della formazione professionale di base. Nel loro ambito di competenza rientrano anche il controllo dei contratti di tirocinio e l’esecuzione delle procedure di qualificazione.

Le organizzazioni professionali, designate come organizzazioni del mondo del lavoro (OML) nella legge sulla formazione professionale, difendono gli interessi degli operatori, ovvero dell’economia, in qualità di terzo attore del partenariato. Esse si occupano dei contenuti degli esami e della formazione, nonché definiscono i profili professionali richiesti. Grazie ai piani di formazione e alle procedure di qualificazione assicurano una formazione professionale al passo coi tempi e corrispondente alle esigenze del rispettivo settore economico. Le OML, inoltre, sono responsabili dei corsi interaziendali e delle campagne pubblicitarie sulla formazione professionale.

215 2.3 Miglioramento delle basi

n Contributo del partenariato all’innovazione in economia agraria

AgriAliForm è un’OML che riunisce nove organizzazioni professionali dell’economia agraria. Essa svolge compiti nell’ambito della formazione professionale sia di base (livello secondario II) sia superiore (livello terziario B), occupandosi in particolare dei contenuti della stessa. Sono moderni, completi e adeguati al livello? Gli obiettivi di formazione contribuiscono all’ottenimento del profilo professionale ricercato? Rispondendo a queste domande si crea, attraverso la formazione professionale, un presupposto di base del motore d’innovazione, favorita anche dal coinvolgimento del settore economico, dalla collaborazione attiva degli attori della formazione e da luoghi di apprendimento interessanti (azienda, scuola professionale, corsi interaziendali). Un importante contributo è fornito anche dalla formazione di base e dalla formazione continua dei responsabili e degli esperti della formazione professionale stessa.

La formazione professionale duale incentiva l’innovazione. Gli apprendisti iniziano la propria carriera professionale nelle aziende di formazione, guidati da formatori che hanno intrapreso un percorso o seguito uno sviluppo particolari all’interno dell’azienda o di uno o più rami aziendali. Gli apprendisti ricevono il bagaglio scolastico in centri di formazione e consulenza affini alla professione; gli insegnanti hanno competenze tecniche e metodiche che applicano, in genere, a scuola come nella consulenza agricola, ovvero a problematiche reali. La vicinanza alla pratica e all’economia è pertanto garantita. Con questi presupposti, gli apprendisti acquisiscono competenze operative e non prevalentemente conoscenze scolastiche.

Nel 2013 si è concluso il secondo ciclo di studi con attestato federale di capacità (AFC) della nuova formazione professionale nel settore agricolo. Nella formazione con certificato federale di formazione pratica (CFP) si è invece concluso il terzo ciclo. Al termine della fase introduttiva quadriennale, si valuta la formazione di base. I contenuti sono adeguati ai tempi? Si raggiungono gli obiettivi fissati? La struttura organizzativa nazionale e i modelli scolastici nei Cantoni sono adeguati? La qualità della formazione è all’altezza degli obiettivi? Sono necessari cambiamenti dei contenuti e delle strutture? La formazione non è statica, bensì si muove in un processo in costante adeguamento e aggiornamento.

La formazione professionale superiore di livello terziario B, ovvero l’esame di professione e quello di maestria nonché le scuole specializzate superiori (SSS), deve adeguarsi a un ritmo ancora più serrato, per poter essere maggiormente flessibile e meglio in grado di assimilare e promuovere innovazioni rispetto alla formazione professionale di base. I promotori dell’esame di professione e di maestria sono le organizzazioni professionali e, nel settore agricolo, anche l’OML AgriAliForm. Negli ultimi due anni, essa ha reimpostato i corsi preparatori con i rispettivi esami federali per tutto il settore della formazione agricola, potenziando le competenze in economia aziendale e di mercato, ridefinendo e aggiornando le descrizioni di moduli e introducendo un esame di fine modulo al livello «Esame federale di professione» nell’azienda del candidato.

Il sistema di formazione duale è vicino all’economia; è a carico del partenariato e ampiamente sostenuto. Esso è pertanto in grado di assimilare e sviluppare innovazioni. Questo è quello di cui ha bisogno l’economia del nostro Paese, basata prevalentemente su PMI.

216 2.3 Miglioramento delle basi

2.3.3 Mezzi di produzione

2.3.3.1 Riesame mirato di prodotti fitosanitari con vecchi principi attivi

n Contesto

Nel 2010, in Svizzera è stato creato un programma di riesame dei prodotti fitosanitari (PF) omologati, il cosiddetto «Riesame mirato», in virtù dell’articolo 29 capoverso 4 dell’ordinanza del 12 maggio 2010 concernente l’immissione sul mercato di prodotti fitosanitari (OPF). Tale riesame si basa sulle condizioni e limitazioni vigenti nell’UE per l’omologazione (o il rinnovo di un’omologazione) di un principio attivo, con l’obiettivo di raggiungere un livello di protezione per la salute umana e l’ambiente comparabile a quello dell’UE. Il riesame delle condizioni d’impiego e degli oneri dei PF autorizzati si focalizza sulla tutela dell’utilizzatore, del lavoratore, del consumatore (residui) e dell’ambiente (acque sotterranee, organismi non bersaglio). In totale il programma di riesame contempla circa 100 principi attivi.

n Procedura

Il riesame dei PF omologati comporta una procedura dispendiosa, che a seconda del principio attivo può durare fino a un anno e mezzo. L’attribuzione delle priorità viene effettuata sulla base dei dati disponibili del processo di omologazione dell’UE. Onde evitare doppio lavoro in valutazioni del rischio relativamente dispendiose, si riesaminano solo principi attivi per i quali esiste già una valutazione dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), dando la precedenza a quelli che in Svizzera vengono venduti in grosse quantità.

Nella prima fase, i titolari dell’autorizzazione vengono informati che verrà condotto il riesame e invitati a inoltrare dati aggiornati sugli ambiti critici. Con l’invio delle lettere di richiesta di dati complementari viene avviato, ogni mese, il riesame di 2 principi attivi.

Dopo aver ricevuto i dati, i servizi di valutazione negli uffici partner (SECO, UFSP, UFAM) e, in una seconda fase, Agroscope, ricevono il mandato di redigere le perizie sulla base della documentazione inoltrata e dei documenti d’omologazione dell’UE e dell’EFSA pubblicamente accessibili. Le perizie includono una valutazione del rischio degli ambiti critici ed eventuali proposte per misure di gestione del rischio. Tra queste ultime vi sono, ad esempio, nuovi oneri che prescrivono l’utilizzo di specifici indumenti di protezione durante l’applicazione della poltiglia, considerando quindi la tutela della salute degli utilizzatori e dei lavoratori. Altre possibilità di gestione del rischio sono, ad esempio, i divieti di applicazione nella zona S2 per proteggere le acque sotterranee o le condizioni in materia di distanza dalle acque superficiali per proteggere gli organismi acquatici. In base ai risultati del riesame possono però essere decise anche misure quali la riduzione dei dosaggi, le limitazioni del numero di trattamenti o l’eliminazione completa di indicazioni.

In una terza fase le aziende ricevono, nel quadro di un diritto di audizione, la possibilità di esprimere il proprio parere sulle modifiche delle autorizzazioni prospettate. Successivamente vengono adeguate tutte le autorizzazioni di prodotti con lo stesso principio attivo.

217 2.3 Miglioramento delle basi

n Risultati ottenuti finora

Dal 2010 sono stati sottoposti al programma di riesame 8 principi attivi erbicidi e 5 principi attivi fungicidi per un totale di 222 prodotti e 700 indicazioni. La maggior parte delle indicazioni è stata riesaminata in campicoltura (37 %), seguita dall’orticoltura (21 %), dalla viticoltura (17 %) e dalla frutticoltura (11 %). Gli altri ambiti di applicazione sono rimasti al di sotto del 10 per cento. Nel settore ortofrutticolo, in quello viticolo e nella coltivazione di bacche sono state adeguate soprattutto applicazioni fungicide, mentre in campicoltura prevalentemente erbicide.

Per più della metà delle indicazioni esaminate sono state disposte nuove condizioni a tutela della salute degli utilizzatori e dei lavoratori e nuove distanze di 6, 20 o 50 metri per la protezione delle acque superficiali. I dati esatti in proposito sono riportati nei grafici seguenti.

Per la protezione degli uccelli e dei mammiferi, per 13 indicazioni di concia di prodotti contenenti fludioxonil, cyprodinil e propamocarb è stata introdotta la seguente prescrizione: in fase di spandimento deve essere garantito l’incorporamento completo nel suolo delle sementi trattate anche alla fine delle file e si devono smaltire eventuali quantità residue.

Per la protezione delle acque sotterranee non è più consentito utilizzare prodotti contenenti chloridazon nella zona di protezione delle acque S2. Inoltre, la quantità di principio attivo per ettaro spanto sulla stessa particella in tre anni non deve superare i 2,6 chilogrammi.

Principi attivi, prodotti e indicazioni riesaminati finora

Principio attivo Numero Prodotti Indicazioni Erbicidi Clopiralid 5 20 Diflufenican 18 36 Isoproturon 27 67 Bifenox 9 23 Prosulfocarb 3 10 Cloridazon 12 24 Ioxinil 27 57 Bromoxinil 17 27 Totale 118 264 Fungicidi Fludioxonil 9 39 Ciprodinil 8 53 Folpet 63 206 Propamocarb 10 64 Fosetil alluminio 14 74 Totale 104 436 Fonte: UFAG 218 2.3 Miglioramento delle basi Tabella 52 Pagina A56

Risultati del riesame degli oneri in materia di protezione delle acque, degli utilizzatori e dei lavoratori nei diversi ambiti d'applicazione

Oneri a tutela dell'utilizzatore / del lavoratore (TU):

non necessari

Condizioni in materia di distanza per la protezione delle acque (PAc):

non necessaria

Fonte:

Frutticoltura Numero di indicazioni
UFAG 0 80 70 60 50 40 30 20 10 TU Fungicidi Pac TU Erbicidi Pac
Nuovi oneri Oneri vigenti
Oneri tuttora
nuova
m nuova
m nuova
Distanza
Distanza
tuttora
Viticoltura Numero di indicazioni 0 130 120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 TU Fungicidi Pac TU Erbicidi Pac Campicoltura Numero di indicazioni 0 200 180 160 140 120 100 60 80 20 40 TU Fungicidi Pac TU Erbicidi Pac Bacche Numero di indicazioni 0 20 15 10 5 TU Fungicidi Pac TU Erbicidi Pac Verdura Numero di indicazioni 0 140 120 100 80 60 40 20 TU Fungicidi Pac TU Erbicidi Pac Piante ornamentali Numero di indicazioni 0 50 40 30 20 10 TU Fungicidi Pac TU Erbicidi Pac 219 2.3 Miglioramento delle basi
sufficienti
– 50
– 20
– 6 m
vigente sufficiente
> 3 m

n Esempio Bifenox

Il principio attivo Bifenox è un erbicida del gruppo dei Nitrofenileteri. Esso agisce sulle parti giovani dei germogli come un erbicida di contatto, distruggendo in quei punti le membrane cellulari delle cellule vegetali.

I PF contenenti Bifenox vengono irrorati contro gli infestanti dicotiledoni in campicoltura (cerealicoltura), in frutticoltura e nella coltivazione di piante ornamentali.

Sono stati riesaminati 9 PF contenenti Bifenox, tra i quali 2 con solo Bifenox e 7 con miscele di formulazioni, per un totale di 23 indicazioni nell’ambito della tutela del consumatore, dell’utilizzatore/del lavoratore e dell’ambiente. Per 16 indicazioni sono stati introdotti oneri a tutela della salute dell’utilizzatore e del lavoratore: per le applicazioni tramite irroratrici, ad esempio, vige l’obbligo di indossare guanti e indumenti protettivi durante la preparazione della poltiglia. Inoltre, per 2 prodotti, è prescritto anche l’utilizzo di occhiali protettivi. Per 19 indicazioni è stata introdotta una distanza minima di 6 metri per proteggere gli organismi acquatici da immissioni mediante deriva e convogliamento. Tale zona cuscinetto deve contemplare una copertura vegetale su tutta la larghezza. Per la protezione dei mammiferi è stata prescritta la dose massima di 750 grammi di Bifenox l’ettaro. Inoltre, per i cereali si può effettuare un unico trattamento per coltura e per la frutta e le piante ornamentali al massimo un trattamento per particella all’anno.

n Esempio Folpet

Il fungicida di contatto Folpet appartiene al gruppo delle ftalimmidi e inibisce nel fungo patogeno diversi enzimi del metabolismo. I PF contenenti Folpet vengono impiegati soprattutto in viticoltura nella lotta contro la peronospora della vite (Plasmopara viticola), ma anche per combattere altre malattie trasmesse da funghi patogeni nelle colture di frutta, bacche, luppolo, verdura e piante ornamentali.

Sono stati riesaminati 63 PF contenenti Folpet, tra i quali 20 con solo Folpet e 43 con miscele di formulazioni, per un totale di 206 indicazioni nell’ambito della tutela dell’utilizzatore/del lavoratore e dell’ambiente. Sono stati introdotti oneri per tutte le indicazioni concernenti la tutela della salute dell’utilizzatore e del lavoratore. In viticoltura, ad esempio, per le applicazioni tramite irroratrici è necessario indossare guanti di protezione, indumenti protettivi e scarpe solide durante l’applicazione della poltiglia. Nella coltivazione di vite, frutta, bacche, luppolo, verdura e piante ornamentali è stata introdotta una distanza da 6 a 50 metri (cfr. tabella) dalle acque superficiali per proteggere gli organismi acquatici dalle immissioni di PF mediante deriva e convogliamento.

Per la protezione di mammiferi, uccelli, organismi utili, vermi e organismi acquatici è stata abolito, per 5 prodotti, il trattamento mediante irrigazione contro i funghi patogeni del suolo nelle piante ornamentali. Allo stesso scopo è stata ritirata l’autorizzazione all’irrigazione di un altro prodotto sulle fragole, mentre lo stesso può continuare a essere impiegato sui lamponi benché, al fine di proteggere gli organismi acquatici, non in caso di piogge imminenti e non su suoli inzuppati o permeabili.

Oneri nell’ambito della protezione delle acque per i prodotti fitosanitari contenenti Folpet

Numero di indicazioni

Campo d’applicazione Totale Nuova distanza Distanza Distanza >3 m obbligatoria obbligatoria tuttora non esistente necessaria sufficiente

220 2.3 Miglioramento delle basi
6 m 20 m 50 m Vite 103 96 - - 4 3 Frutta 54 - 54 - -Campicoltura (luppolo) 9 - - 9 -Bacche 3 - 2 - - 1 Verdura 31 15 16 - -Piante ornamentali 6 1 - - - 5 Fonte: UFAG

n Prospettiva

Attualmente è in corso il riesame di 34 principi attivi e 307 prodotti. Nel 2013 e 2014, il programma si concentrerà sui prodotti con principi attivi insetticidi segnatamente dei gruppi dei neonicotinoidi, piretroidi, carbammati e inibitori della sintesi della chitina (regolatori della crescita degli insetti). Le prime lettere di richiesta di dati ai titolari di autorizzazione sono già state spedite. L’obiettivo principale è la verifica e l’eventuale adeguamento degli oneri a favore della protezione degli organismi acquatici e delle api.

2.3.3.2 Codex Alimentarius TF Feed

n Accordo su norme internazionali di sicurezza degli alimenti per animali di un gruppo di lavoro presieduto dall’UFAGÈ grazie ad alimenti per animali sani che disponiamo di latte, uova e carne altrettanto sani.

Spesso, però, le derrate alimentari devono essere distrutte perché ottenute da animali foraggiati con alimenti per animali contenenti sostanze indesiderate nocive per la salute umana. La Svizzera vuole contribuire attivamente affinché tali rischi vengano riconosciuti tempestivamente a livello mondiale.

Il Codex Alimentarius (CA), organo dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’agricoltura e l’alimentazione (FAO), ha redatto un insieme di norme in ambito alimentare, armonizzate sul piano internazionale e con status di raccomandazioni. Queste, pur non essendo vincolanti, sono di fondamentale importanza poiché fungono da punto di riferimento per l’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) nelle controversie commerciali.

Nel 2010, l’UFAG si è impegnato, su mandato del CA, a organizzare e presiedere un gruppo speciale intergovernativo (Task Force on Animal Feeding, TFAF) con il compito di elaborare norme specifiche nell’ambito degli alimenti per animali. Composto da rappresentanti di governo attivi nel settore e da osservatori appartenenti alla categoria dell’alimentazione animale, il TFAF è stato incaricato di presentare due guide all’attenzione dei governi che consentano ai loro responsabili della gestione del rischio di trattare situazioni pericolose legate agli alimenti per animali all’interno della catena alimentare su basi riconosciute a livello internazionale.

Dopo due sessioni, l’ultima delle quali dal 4 all’8 febbraio 2013 alla presenza di più di 140 esperti provenienti da 42 Paesi, tenutesi a Berna nei locali del Kursaal, il TFAF, presieduto da Eva Reinhard, Vicedirettore dell’UFAG, ha redatto due proposte di guida: la prima contiene linee direttive per una valutazione dei rischi per la salute umana legati agli alimenti per animali; la seconda fornisce un ausilio per stabilire priorità tra i pericoli riconducibili all’alimentazione animale. Grazie alla professionalità e all’efficacia del suo lavoro, il TFAF ha preparato una versione dei due testi adatta a essere proposta per l’adozione come nuove norme del CA durante la riunione annuale della Commissione del CA (CAC), tenutasi dal 1° al 5 luglio 2013 a Roma. In occasione di tale riunione i due testi sono stati adottati e inseriti negli standard del Codex Alimentarius (www.codexalimentarius.org) sotto CAC/GL 80/2013 e 81/2013.

L’obiettivo delle direttive internazionali armonizzate è contribuire ad aumentare la sicurezza degli alimenti per animali e, conseguentemente, quella dei prodotti alimentari, oltre che garantire buone pratiche commerciali di portata generale, soprattutto in considerazione dell’importanza a livello mondiale del commercio di alimenti per animali.

221 2.3 Miglioramento delle basi

2.3.3.3 Nuovi organismi nocivi

n La Convenzione internazionale per la protezione dei vegetali (CIPV) e la sua importanza per l’agricoltura svizzera

Misure preventive contro nuovi organismi nocivi per piante e prodotti vegetali, in particolare contro la loro diffusione e introduzione in nuove zone, richiedono una stretta collaborazione internazionale ed è qui che si inserisce la Convenzione internazionale per la protezione dei vegetali (IPPC – International Plant Protection Convention), il cui obiettivo è lottare a livello globale in maniera coordinata ed efficiente contro la diffusione di organismi nocivi per piante e prodotti vegetali. La Svizzera ha sottoscritto la Convenzione già nel 1951, quando venne varata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO). Il nostro Paese ne diventa però parte contraente ufficiale solo dal 1996, anno in cui il Parlamento l’ha ratificata. Nel frattempo hanno aderito alla Convenzione 178 Paesi. Per gli Stati contraenti, l’IPPC costituisce la base per l’emanazione di prescrizioni legali sugli organismi nocivi particolarmente pericolosi, da tempo anche conosciuti come «organismi di quarantena». In Svizzera, la presenza di tali organismi è stata riscontrata per la prima volta già verso la fine del XIX secolo, con l’individuazione della fillossera della vite. Nella seconda metà del XX secolo le misure di lotta si sono invece concentrate contro la cocciniglia di San José nelle coltivazioni di frutta. Nel frattempo, tutti conoscono la sharka, che colpisce la frutta a nocciolo, e il fuoco batterico, che colpisce la frutta a granelli, nonché, dal 2003, la diabrotica del mais. In ambito forestale la sfida più recente è quella contro il tarlo asiatico del fusto, manifestatosi per la prima volta in Svizzera nel 2011.

Aderendo all’IPPC, ogni Paese si impegna a istituire un servizio fitosanitario nazionale. In Svizzera, a livello federale tale funzione è svolta dal Servizio fitosanitario federale SFF (ulteriori informazioni alla pagina Internet www.pflanzenschutzdienst.ch), i cui compiti sono ripartiti tra l’UFAG e l’Ufficio federale dell’ambiente UFAM. Il SFF è, assieme ai Cantoni, responsabile dell’applicazione dell’ordinanza sulla protezione dei vegetali.

Un’importante attività nel quadro dell’IPPC è l’elaborazione e l’adozione di standard per misure fitosanitarie a livello internazionale (le cosiddette International Standards for Phytosanitary Measures ISPM). Tali standard concernono aspetti quali le misure di controllo nel commercio di merci (d’importazione, indigene) e nella produzione di piante e prodotti vegetali, la conduzione di analisi del rischio in base a metodi fissi, la sorveglianza, l’eradicazione e il corretto utilizzo del certificato fitosanitario nel commercio internazionale, sono vincolanti per tutti gli Stati contraenti e forniscono un ausilio nell’attuazione della Convenzione. Gli ISPM sono disponibili in inglese, francese e spagnolo e all’occorrenza anche in arabo, cinese e russo sul sito Internet dell’IPPC (www.ippc.int ) o vengono distribuite dalla segreteria della stessa. Molto importante è il fatto che gli ISPM siano riconosciuti dall’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), poiché sono basati su criteri scientifici e sostengono misure tecnicamente giustificate nel commercio di merci, non rappresentano cioè arbitrari ostacoli al commercio. Come standard di sicurezza accettati a livello internazionale, gli ISPM sono quindi uno strumento a sostegno del commercio mondiale di piante e prodotti vegetali. Grazie a tali standard, anche i produttori e le ditte commerciali svizzeri hanno accesso al materiale vegetale estero. Inoltre, se il materiale vegetale adempie tali standard e i rispettivi presupposti nel Paese d’importazione, può anche essere esportato. Le condizioni quadro elaborate dall’IPPC, pertanto, creano attraverso il commercio internazionale anche nuove opportunità per i produttori svizzeri nei settori agricolo e forestale, oltre che nell’ortoflorovivaismo esercitato a titolo professionale.

222 2.3 Miglioramento delle basi

Obiettivi dell’IPPC

1. Proteggere le colture da danni economici causati da nuovi organismi nocivi

2. Mantenere contenuti i costi per la lotta contro nuovi organismi nocivi, evitare quanto più a lungo possibile l’impiego di PF

3. Facilitare il commercio mediante standard validi a livello internazionale per il trasporto di piante e prodotti vegetali

4. Proteggere un Paese dall’infestazione di nuovi organismi nocivi mediante misure preventive (per l’importazione e all’interno del Paese)

5. Proteggere l’ambiente dalla perdita di diversità biologica

6. Mantenere la funzionalità degli ecosistemi agricolo e forestale

223 2.3 Miglioramento delle basi

2.3.3.4 Organismi geneticamente modificati negli alimenti per animali

Alimenti per animali contenenti OGM notificati alla dogana all’importazione

Anno Volume totale di alimenti per Alimenti per animali Alimenti per animali animali importati contenenti OGM notificati contenenti OGM notificati

Analisi sulla presenza di componenti OGM negli alimenti per animali da reddito a cura di Agroscope Liebefeld-Posieux ALP

Anno Campioni prelevati dalla Indicazioni Campioni prelevati da ALP Indicazioni dogana all’importazione non veritiere da prodotti sul mercato non veritiere

Analisi sulla presenza di componenti OGM negli alimenti per animali da compagnia a cura di Agroscope Liebefeld-Posieux ALP

224 2.3 Miglioramento delle basi
in t in t in % 2008 461 039 0 0 2009 380 018 0 0 2010 455 271 0 0 2011 491 419 0 0 2012 436 099 0 0 Fonti: UFAG, DGD
Numero Numero Numero Numero 2008 93 0 242 0 2009 96 0 241 0 2010 60 0 237 1 2011 59 0 239 4 2012 41 0 284 1 Fonte:
Agroscope Liebefeld-Posieux ALP
Anno Alimenti
animali
Indicazioni compagnia controllati non veritiere Numero Numero 2008 116 4 2009 138 8 2010 109 1 2011 106 2 2012 14 1 Fonte:
per
da
Agroscope Liebefeld-Posieux ALP

2.4 Temi particolari

2.4.1 Ispettorato delle finanze

Il programma annuale dell’Ispettorato delle finanze è elaborato sulla base di analisi interne dei rischi, di valori empirici e di una pianificazione pluriennale. Al fine di evitare lacune e doppioni, il programma viene concertato e allineato alle attività del Controllo federale delle finanze.

n Attività di revisione

Resoconto sull’anno oggetto del rapporto

Nell’anno oggetto del rapporto sono state eseguite le seguenti revisioni:

revisione del sistema dei pagamenti diretti in tre Cantoni;

revisione dei provvedimenti di miglioramento delle basi negli stessi tre Cantoni;

revisione del consuntivo 2011 presso l’UFAG e Agroscope;

revisioni intermedie presso l’UFAG e Agroscope;

revisione delle misure di promozione dello smercio presso un’organizzazione partner;

revisione di servizi presso un settore all’UFAG e

follow-up di revisioni concluse.

Tutte le ispezioni sono state eseguite in base agli standard per la pratica professionale dell’Institute of Internal Auditors (IIA) nonché dell’Associazione svizzera di revisione interna (ASRI).

Per quanto concerne il settore dei pagamenti diretti, lo scorso anno sono stati verificati i flussi finanziari tra Confederazione e Cantone nonché i pagamenti ai gestori presso tre Cantoni. Vi è inoltre stato un follow-up delle constatazioni e contestazioni emerse dalle precedenti revisioni. In due dei tre Cantoni l’esito della verifica è stato positivo. In un Cantone la vigilanza sulle attività esternalizzate è insufficiente e l’elaborazione dei risultati dei controlli delle aziende dedite all’agricoltura biologica non convince. Il Cantone in questione è stato esortato a prendere i provvedimenti necessari per garantire una corretta esecuzione.

Nella revisione dei provvedimenti nel settore del miglioramento delle basi, negli stessi tre Cantoni sono stati verificati i flussi finanziari tra Confederazione e Cantone nonché i pagamenti ai richiedenti di contributi, crediti di investimento e mutui nel quadro dell’aiuto per la conduzione aziendale. I processi in relazione ai provvedimenti sono disciplinati in modo chiaro e l’organizzazione è, di massima, adeguata. Per diversi motivi, in tutti e tre i Cantoni non è sempre stato possibile confermare la legittimità dei mutui nel quadro dell’aiuto per la conduzione aziendale.

Le revisioni delle chiusure contabili dell’esercizio 2011 e le revisioni intermedie presso l’UFAG e Agroscope sono state eseguite in funzione del rischio e sulla base delle constatazioni emerse in occasione delle revisioni presso i servizi dell’UFAG e presso Agroscope. La gestione contabile avviene in maniera regolare, nel rispetto dei principi della gestione finanziaria e della tenuta dei conti.

Nell’ambito delle misure per la promozione dello smercio è stata effettuata una revisione presso un’organizzazione partner. Si è potuto ricostruire i costi fatti valere nei confronti dell’UFAG i quali risultano, di massima, corretti. Sono stati sollevati dubbi sulla computabilità di diverse attività e di alcuni costi. Tuttavia, nonostante le riserve è stato possibile confermare la regolarità e la correttezza del conteggio.

In un settore dell’UFAG è stata effettuata una revisione di servizi. Si è constatato che le misure sono gestite con competenza. Dal profilo dell’Ispettorato delle finanze è stata riscontrata la necessità di migliorare la supervisione sull’esecuzione dei provvedimenti da parte dei Cantoni, la verifica delle domande di contributo e la valutazione di provvedimenti e progetti.

225 2.4 Temi particolari

Conformemente al mandato legale conferitogli, il Controllo federale delle finanze vigila sull’adempimento dei compiti da parte degli ispettorati delle finanze dell’Amministrazione federale e sulla loro efficacia. Su tale base, ha proceduto a una verifica della qualità e dell’efficacia presso l’Ispettorato delle finanze dell’UFAG. La sua prestazione complessiva è stata ritenuta da buona a ottima; vi è un potenziale di miglioramento soprattutto per quanto riguarda la documentazione e la tracciabilità delle verifiche. Nell’ambito del follow-up, si è verificato lo stato di attuazione delle raccomandazioni in sospeso sulla base di otto revisioni effettuate presso i settori interessati e presso tre Cantoni (revisioni dei pagamenti diretti), constatando che la maggior parte di esse è stata attuata. Lo stato di applicazione delle raccomandazioni non ancora attuate o in preparazione sarà nuovamente verificato tra un anno.

n Attività d’ispezione

Attività di controllo nell’anno oggetto del rapporto

Il Servizio d’ispezione dell’UFAG effettua controlli per i settori dell’UFAG in tutti gli ambiti della legislazione agricola relativamente alla produzione e allo smercio. Nel 2012 sono stati effettuati 339 controlli. Essi hanno riguardato i seguenti settori:

– latte: 306 controlli;

– frutta e verdura, fiori recisi, patate, carne e uova: 33 controlli.

La verifica dei dati sui contratti nonché sulla produzione e la valorizzazione nel settore del latte in relazione al versamento di supplementi e alla registrazione dei dati è stata condotta secondo la norma internazionale ISO/IEC 17020. Per gli altri ambiti di controllo sono state applicate le medesime norme di qualità.

La scelta delle aziende da controllare nel settore del latte viene effettuata sulla scorta di un’analisi dei rischi periodicamente aggiornata e di un mandato globale annuale concordato con il competente settore. Nell’anno oggetto del rapporto sono stati versati supplementi per un importo totale di 298 milioni di franchi. Si è controllato il 30 per cento delle aziende e in 143 casi vi sono state delle contestazioni. 49 casi sono stati trasmessi al settore competente affinché li trattasse ed emettesse una decisione. Nella maggior parte dei controlli effettuati negli altri ambiti si è proceduto alla verifica dei dati notificati dalle ditte relativi alla prestazione all’interno del Paese, avvalendosi di bollettini di consegna, contabilità delle scorte, conteggi interni, fatture e registrazioni contabili. Gli altri controlli hanno interessato punti vendita e azioni di spezzatura. I risultati di tali controlli sono stati trasmessi ai settori competenti per l’ulteriore disbrigo.

226 2.4 Temi particolari

2.4.2 Connessione delle banche dati agricole

Agate: il portale continua a evolvere

Il programma Amministrazione del Settore Agricolo (ASA 2011) si è concluso formalmente a fine 2011. Il suo obiettivo era creare una piattaforma di amministrazione dei dati agricoli ampliabile, adeguata e flessibile, che potesse soddisfare anche esigenze future. In primo piano vi era una prassi d’esecuzione efficiente, coniugata a un’ottimale gestione delle informazioni e dei dati tramite il supporto tecnico informatico. Nonostante la conclusione del programma, la sigla ASA viene ancora utilizzata nella denominazione di numerose organizzazioni o sistemi di utenti. La nuova organizzazione aziendale, introdotta il 1° ottobre 2012 si chiama, ad esempio, ASA-S-FA, ovvero Amministrazione del Settore Agricolo Sicurezza della Filiera Alimentare. La sua struttura è dettata dalle interazioni tra le diverse istanze e attori, con le proprie competenze e responsabilità. A livello strategico, l’intera evoluzione è determinata dalla Conferenza dei direttori (CD) degli Uffici federali UFSP, UFV e UFAG e dal comitato di sviluppo ASA. Quest’ultimo è costituito da rappresentanti di Cantoni e Confederazione dei settori agricoltura, veterinaria, igiene delle derrate alimentari e tecnica d’informazione. A livello operativo, si colloca l’organo dei responsabili dell’applicazione con i rispettivi sistemi d’informazione (RA board). Questi coprono, con i loro sistemi informatici, solo parte dell’intera filiera alimentare. A livello operativo è coinvolta anche la segreteria ASA, con sede all’UFAG, che funge da anello di congiunzione con il livello strategico.

Servizio di assistenza ASA-S-FA

Livello operativo

RA-Board

Unità organizzative competenti

227 2.4 Temi particolari
UFSP UFV UFAG Livello
Fonte: UFAG
strategico
ALIS
UFV UST Cantoni UFAG Astat AGIS
Comitato di sviluppo ASA Segreteria ASA SISVet/ ASAN Acontrol HODFLU Agate RIS Sistemi cantonali BDTA

Il portale Agate

Il portale Internet Agate consente agli addetti ai lavori del primario e ai collaboratori delle autorità cantonali e federali di accedere a dati e informazioni dei settori agricoltura, veterinaria e igiene delle derrate alimentari. Grazie alla sua architettura aperta, in un secondo tempo è stato possibile integrarlo con altri sistemi informatici (applicazioni) e renderne accessibili i dati. Per motivi di protezione dei dati l’accesso alle banche dati è però possibile soltanto con una chiara identificazione degli utenti.

La stabilità del portale è stata notevolmente accresciuta. Nel frattempo esso è stato anche ampliato, consentendo la connessione simultanea di circa 8 000 utenti per elaborare dati o richiedere informazioni. L’UFAG, assieme al gestore dell’infrastruttura informatica, ha sviluppato una sorveglianza 24 ore su 24, incluso un servizio di picchetto (help desk). Fatta eccezione per gli interventi di manutenzione tecnica, si può così garantire una reperibilità del 99,82 per cento.

Agate: sistemi d’informazione esistenti, stato attuale

Le singole applicazioni attive in Agate vengono costantemente migliorate e adeguate alle esigenze degli utenti (addetti ai lavori e autorità). Di seguito riportiamo quelle attualmente in uso.

Acontrol: banca dati dei risultati dei controlli agricoli e di diritto veterinario condotti nelle aziende agricole e detentrici di animali

La maggior parte degli uffici cantonali di veterinaria nel frattempo lavora direttamente con Acontrol su tutto il territorio. Gli uffici cantonali d’agricoltura lo fanno attraverso i propri sistemi cantonali; essi hanno fornito i risultati dei controlli e le misure d’esecuzione concernenti il 2012 mediante un solo invio direttamente ad Acontrol.

Affinché Acontrol possa riprodurre correttamente, per il periodo 2015, tutti i risultati dei controlli con le rispettive riduzioni, l’UFAG elabora liste uniformi di punti di controllo in collaborazione con i Cantoni e le organizzazioni di controllo.

I problemi iniziali di stabilità e cattiva prestazione del sistema sono stati ampiamente risolti.

Così come per il Comitato comune SISVet, esistente da anni nel settore veterinario, nella primavera 2013 è stato creato un organo strategico (Comitato comune Acontrol) costituito da rappresentanti della Confederazione e del Cantone, che dovrebbe decidere, tra le altre cose, dell’ulteriore sviluppo e del finanziamento di Acontrol.

Asan: applicazione informatica per il servizio veterinario svizzero per la registrazione, l’elaborazione e il rilascio di autorizzazioni e per la gestione amministrativa presso l’UFV

Nel 2012 sono proceduti i lavori nell’ambito del progetto Asan e in autunno 2013 saranno completati come unità di realizzazione «Asan 3.0 – Ottimizzazione». In tal modo, Asan viene integrato soprattutto per quanto concerne le funzioni di registrazione, elaborazione e rilascio di autorizzazioni nella sfera di competenza del servizio veterinario svizzero. Con il lancio di Asan 3.0, a fine ottobre 2013, gli uffici cantonali di veterinaria potranno gestire mediante il sistema tutti i processi di autorizzazione, tranne pochi casi speciali. Per il 2014, inoltre, è previsto il completamento del sistema nel settore della lotta alle epizoozie.

228 2.4 Temi particolari

Astat-2: piattaforma di valutazione dei dati agricoli dell’UFAG

Il progetto Astat-2 comprende i lavori svolti all’UFAG per l’ampliamento della piattaforma BI (Business Intelligence). L’obiettivo della BI è ricavare informazioni utili dai dati amministrativi e metterle a disposizione delle istanze autorizzate.

Il sistema è operativo dall’estate 2013 e contiene, in primo luogo, i dati provenienti da AGIS (Sistema d’informazione sulla politica agricola dell’UFAG) su superfici, animali, manodopera e pagamenti diretti e i dati dell’applicazione HODUFLU (dati relativi ai trasferimenti di sostanze nutritive). Dall’autunno 2013, anche i dati provenienti da Acontrol saranno approntati mediante tale piattaforma di valutazione.

SCC: servizio di calcolo dei contributi

Il Servizio di calcolo dei contributi (SCC) è un ausilio che la Confederazione mette a disposizione dei Cantoni. Consente di calcolare i pagamenti diretti per azienda e attualmente viene utilizzato dai Cantoni TG, LU, ZG, BL/BS, SH, VS, JU, NE, VD e GE. Per il calcolo dei pagamenti diretti secondo la PA 14–17 il servizio verrà sviluppato come progetto «SCC14».

HODUFLU: dati relativi ai trasferimenti di sostanze nutritive

L’applicazione HODUFLU è stata lanciata nel quadro di una fase pilota operativa dall’inizio del 2012. I gestori dei Cantoni Lucerna e Turgovia hanno già registrato in HODUFLU tutti i dati sui trasferimenti di sostanze nutritive. Alla fase pilota hanno preso parte anche altri Cantoni, ma in minor misura.

Questa fase si concluderà a fine 2013. L’obiettivo è che, nel 2014, tutti i partecipanti abbiano introdotto l’applicazione in via definitiva. L’utilizzo di HODUFLU è inoltre sancito dalla nuova LAgr (PA 14–17).

BDTA: banca dati sul traffico di animali

Nell’estate 2013 è stata presentata la nuova versione del software BDTA (BDTA-Release 2.0), con l’integrazione completa dei processi di conteggio nella BDTA attraverso Agate. Il detentore di animali può visualizzare nuovamente il conto con tutti gli addebiti e gli accrediti (come nella vecchia BDTA). Sono inoltre stati eliminati i limiti per la visualizzazione dello stato BDTA, dello stato della storia dell’animale e della data di nascita di un animale della specie bovina.

AniCalc: funzione per il calcolo del valore UBG o dei carichi normali di un’azienda per il periodo di riferimento (un anno)

Con l’installazione della nuova versione, a maggio 2013, l’elaborazione delle oltre 40 000 liste degli animali per i pagamenti diretti è stato reso 5 volte più veloce rispetto agli anni precedenti. L’attivazione è stata pubblicizzata mediante un comunicato alla stampa agricola e rispettive notizie online sul portale Agate e nell’area BDTA, dove sono stati pubblicati anche i moduli per richiedere correzioni dei dati nelle liste degli animali già disponibili. La fase di richiesta si è conclusa il 30 giugno 2013; il volume delle richieste pervenute è stato nettamente inferiore a quello dell’anno scorso.

Calcolatore di UBG: funzione per il calcolo del valore UBG o dei carichi normali di un’azienda in una data scelta a piacere in un periodo di tempo stabilito nell’arco degli ultimi 365 giorni

Per metà luglio 2013 è stato effettuato un aggiornamento anche del calcolatore di UBG, che ha comportato l’integrazione dei carichi normali per le aziende d’estivazione. Tale strumento consente loro di verificare quotidianamente l’evoluzione dei carichi normali e di ottimizzare il carico delle proprie superfici d’estivazione.

229 2.4 Temi particolari

Agate: integrazione di altri sistemi collegati

Sistemi cantonali: da aprile 2011 LAWIS, il sistema d’informazione comune sull’agricoltura dei Cantoni

BL/BS, LU, SH, TG, ZG è integrato nel portale Agate. Per fine 2013/inizio 2014 si prevede di integrarvi anche i sistemi cantonali GELAN (BE, FR, SO), ACORDA (GE, JU, NE, VD) e AGRICOLA (AG, AI, AR, GL, GR, NW, OW, SG, SZ, TI, UR, ZH).

Dati sul latte: per fine 2013/inizio 2014 gli agricoltori dovrebbero poter controllare e scaricare i dati sul latte (quantitativi forniti, qualità del latte) mediante Agate.

Traubenpass (pass per il settore vitivinicolo): i Cantoni dei gruppi LAWIS e AGRICOLA vorrebbero poter integrare in Agate, entro il 2014, anche l’applicazione «Traubenpass». Questa è già ora utile nell’esecuzione dell’ordinanza sul vino ed è uno strumento intercantonale a disposizione dei gestori di vigneti e dei viticoltori-cantinieri.

SIG-ASA: il progetto SIG-ASA (registrazione delle superfici) comprende modelli di geodati conformemente alle disposizioni della legge/ordinanza sulla geoinformazione, nel settore di competenza dell’UFAG in collaborazione con i Cantoni.

I modelli sono stati pubblicati dall’UFAG il 1° giugno 2012 (termine di 5 anni per l’attuazione nei Cantoni); le necessarie modifiche saranno effettuate parallelamente alla consultazione sulla PA 14–17.

230 2.4 Temi particolari

2.4.3 Unità federale per la filiera alimentare

Maggiori vantaggi e una strategia per il Piano di controllo nazionale

La durata del Piano di controllo nazionale (PCN) è limitata a cinque anni. In seguito ha luogo una sostanziale rielaborazione. Per tale motivo l’UFAG, l’UFV e l’UFSP già nel 2012 hanno iniziato i preparativi in vista del nuovo PCN 2015–2019. Un importante requisito del nuovo PCN è che i suoi obiettivi possano essere sostenuti congiuntamente dalla Confederazione e dai Cantoni. Pertanto la prossima riunione sarà dedicata alla formulazione di obiettivi strategici comuni.

Il PCN descrive l’organizzazione del sistema di esecuzione nonché le attività di controllo pianificate nel campo d’applicazione salute delle piante, alimenti per animali, salute degli animali, protezione degli animali e sicurezza alimentare. Nella sua forma attuale, non è chiaramente evidente agli utenti il valore aggiunto del PCN 2010–2014 in corso, e, in occasione di un sondaggio, questi hanno confermato all’Unità federale per la filiera alimentare (UFAL) l’esistenza di un potenziale di ottimizzazione. Pertanto per il nuovo PCN 2015–2019 occorre prestare attenzione all’armonizzazione di forma e contenuto con le esigenze dell’utente. Anche se il contenuto del PCN è dettato dalle basi legali dell’UE, sarebbe auspicabile arricchire il PCN con informazioni supplementari preziose per le attività quotidiane degli organi d’esecuzione.

Nel 2012 piccoli adeguamenti che dovevano consentire una migliore leggibilità e una rapida visione d’insieme hanno accompagnato gli impegni profusi in vista del miglioramento del PCN. Il rapporto informa sull’attuazione di obiettivi strategici del PCN concernenti il conseguimento degli obiettivi della Confederazione. Le FAQ sul PCN precisano cos’è il PCN, quale scopo persegue e quali vantaggi presenta. Inoltre, una volta all’anno l’UFAL redige, su mandato degli Uffici federali, un rapporto sul PCN contenente le più importanti informazioni sull’attuazione del nostro sistema di controllo in Svizzera.

Procedura basata sul rischio nella scelta e nell’esecuzione di programmi di audit

Finora i programmi di audit sono stati commissionati all’UFAL dagli Uffici federali competenti. La loro scelta è avvenuta d’intesa tra l’UFAL e gli Uffici federali. I criteri per la priorizzazione dei temi erano impliciti, ma non in ogni caso ben documentati. Per tale motivo nel 2012 l’UFAL ha avviato i preparativi per una pianificazione degli audit basata sul rischio per gli anni 2015–2019. La pianificazione deve essere conforme alle relative ordinanze, decisioni e direttive dell’UE e documentare la procedura basata sul rischio nella scelta di futuri programmi di audit.

Per due programmi di audit l’aspetto della procedura basata sul rischio è stato già utilizzato nel 2012: la scelta dei servizi cantonali nella valutazione dell’esecuzione lungo tutta la filiera alimentare per quanto concerne gli importatori è avvenuta sulla base della valenza delle importazioni per Cantone. E nella valutazione del Servizio veterinario di confine l’UFAL ha scelto gli ambiti tematici in base ai risultati degli ultimi audit, invece di effettuare, come finora, un audit di tutti i settori.

Situazione all’estero

L’UFAL segue gli sviluppi nel settore sistema di audit e PCN con la sua regolare partecipazione agli incontri di esperti del Food and Veterinary Office in Irlanda. Nel 2012 i punti focali del PCN sono stati un confronto tra i piani di controllo nazionali e la migliore esecuzione. Nei sistemi di audit è stata data priorità alla pianificazione degli audit basata sul rischio e alla misurazione dell’efficacia di sistemi di controllo.

231 2.4 Temi particolari
232

3. Aspetti internazionali

3.1 Sviluppi sul piano internazionale

Nell’ultimo anno vi sono stati notevoli sviluppi sulla scena internazionale che hanno influenzato la politica commerciale elvetica e, di conseguenza, il commercio agricolo. La Svizzera ha concluso, per esempio, un accordo di libero scambio con la Cina, che renderà più agevole l’intensificazione degli scambi con questo partner. La politica agricola e il suo quadro non sono stati turbati dalle concessioni fatte alla Cina e al contempo i prodotti agroalimentari di alta qualità avranno buone possibilità di imporsi su quest’enorme mercato sin dall’entrata in vigore dell’accordo. Grazie a questo accordo la Svizzera ha decisamente guadagnato terreno rispetto ad altri partner commerciali. L’UE, da parte sua, ha deciso di potenziare le proprie relazioni transatlantiche mediante un accordo commerciale con gli Stati Uniti. I dibattiti al riguardo sono solo all’inizio, ma se l’accordo si concretizzerà vi saranno ripercussioni sulla strategia svizzera in materia di politica commerciale. Gli scambi di prodotti agricoli potranno in ogni caso essere diversificati mediante gli accordi conclusi con altri partner. Negli ultimi tempi nei rapporti commerciali tra Svizzera e UE poco si è mosso in ambito agroalimentare. Tuttavia, grazie allo sviluppo dell’accordo agricolo bilaterale si sono potuti eliminare alcuni ostacoli non tariffali. Ulteriori progressi nel settore agricolo elvetico potrebbero essere ottenuti rilanciando al più presto ampi negoziati. Il varo di nuove norme istituzionali consentirebbe, infatti, di sviluppare anche gli accordi di accesso ai mercati comune e svizzero. La Svizzera è nuovamente impegnata nei forum internazionali sulla sicurezza alimentare. La FAO, in particolare, gode di un importante sostegno da parte del nostro Paese, che sia nello svolgimento dei suoi compiti principali o nelle iniziative sorte attorno alla questione della sostenibilità dei sistemi alimentari. Per concludere, per la politica multilaterale perseguita dalla Svizzera in seno all’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) è alle porte di un atteso avvenimento: la Conferenza dei ministri di Bali, durante la quale i membri decideranno se mettere in atto o no alcune parti del pacchetto del ciclo di Doha. Dall’esame della politica commerciale elvetica, svoltosi a Ginevra, è emerso che, nonostante le riforme attuate finora, l’agricoltura del nostro Paese continua a essere vulnerabile di fronte alla concorrenza estera e la protezione alla frontiera non è praticamente cambiata dall’adesione all’OMC.

233
internazionale
3.1 Sviluppi sul piano

3.1.1 Apertura dei mercati verso l’UE nel settore agroalimentare

Nel novembre 2008, la Svizzera ha avviato negoziati con l’UE su un accordo nei settori agricoltura, sicurezza delle derrate alimentari e dei prodotti e sanità pubblica (ALSA&ASP). L’obiettivo è un’apertura del mercato dell’intera filiera agroalimentare nonché un rafforzamento della collaborazione nei settori della sicurezza delle derrate alimentari e dei prodotti, come pure della sanità pubblica. In una prima fase le trattative sono avanzate in maniera soddisfacente e nel team «Accesso al mercato nel settore agricolo», ad esempio, sono stati trovati i primi, importanti denominatori comuni. Le trattative sono però bloccate da metà 2010.

n Trattative ancora bloccate da questioni in sospeso con l’UE

Il chiaro rallentamento delle trattative è da ricondurre, sostanzialmente, a due motivi: da un lato, l’UE vincola i progressi futuri nel fascicolo dell’apertura dei mercati ai risultati delle discussioni sulle questioni istituzionali orizzontali (rapporti Svizzera-UE); dall’altro, vi sono ancora divergenze sull’oggetto dei negoziati, considerato che i mandati negoziali di entrambe le parti divergono in due importanti punti (tutela dei consumatori e settore non armonizzato – il cosiddetto principio «Cassis de Dijon»). Entrambe le parti si stanno attualmente impegnando nella ricerca di soluzioni per le questioni istituzionali rimaste irrisolte (evoluzione, interpretazione e monitoraggio dell’applicazione dell’accordo e composizione delle controversie).

La Svizzera, ad esempio, a metà 2012 ha presentato proposte all’UE in questo senso. Nella sua risposta di fine 2012, il presidente della Commissione europea Barroso si è detto disposto a proseguire il dialogo con il nostro Paese riguardo a un approfondimento dei rapporti bilaterali. Dall’inizio dell’anno si sono svolti colloqui volti a definire valori di riferimento per soluzioni che tengano conto degli interessi di entrambe le Parti. Il risultato di tali indagini esplorative influirà, non da ultimo, sull’avvio di negoziati concreti per la risoluzione delle questioni istituzionali e, contemporaneamente, sulla possibilità di continuare le trattative su altri fascicoli tra la Svizzera e l’UE. A giugno 2013, il Consiglio federale ha compiuto un passo importante in questo ambito, comunicando la sua disponibilità a intavolare trattative sulle questioni istituzionali e decidendo l’opzione concreta che vuole perseguire.

n Sviluppi di politica interna

Durante tale fase di stallo dei negoziati con l’UE, dovuta a questioni istituzionali di ordine superiore, la completa apertura dei mercati nel settore agroalimentare incontra resistenze anche da parte del Parlamento. Nella primavera 2012, esso ha infatti accolto e trasmesso al Consiglio federale la mozione Darbellay, che chiede un’interruzione dei negoziati fino alla conclusione del ciclo di Doha dell’OMC. Ha altresì respinto la mozione CET-S che chiede al Consiglio federale di indicare alternative possibili all’attuale approccio negoziale nella direzione di un’apertura controllata. La richiesta della mozione Joder di interrompere definitivamente le trattative non ha invece ottenuto la maggioranza in Parlamento.

n Il Parlamento vuole analizzare un’apertura reciproca del mercato con l’UE per i latticini

Dopo il rifiuto dell’interruzione delle trattative, nella primavera 2013 il Parlamento ha trasmesso al Consiglio federale la mozione 12.3655 Mercato lattiero, incaricandolo di presentare un rapporto che comprenda un’analisi della reciproca apertura settoriale del mercato con l’UE per tutti i latticini, con conseguenze, vantaggi e svantaggi che ne derivano. Il Consiglio federale valuterà tale opzione entro la primavera 2014, tenendo presente l’opinione del settore lattiero e delle altre cerchie interessate. Nel rapporto saranno altresì analizzati i necessari adeguamenti delle misure interne per il sostegno del mercato e delle misure collaterali, nonché il rispettivo finanziamento.

234 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

3.1.2 Accordi di libero scambio con Paesi al di fuori dell’UE

Oltre che sulla Convenzione dell’Associazione europea di libero scambio (Convenzione AELS) e sull’accordo di libero scambio con l’UE, la Svizzera conta su una rete di 28 accordi di libero scambio con 38 partner. Questi vengono generalmente negoziati nell’ambito dell’AELS, ma in singoli casi anche bilateralmente.

Il benessere della Svizzera dipende, per buona parte, dal commercio internazionale di beni e servizi e dagli investimenti transfrontalieri. Il continuo miglioramento dell’accesso ai mercati stranieri costituisce pertanto un obiettivo della politica economica estera elvetica. La strada migliore per raggiungerlo è quella multilaterale nell’ambito dell’OMC. Per completare la piattaforma multilaterale occorre concludere accordi di libero scambio. Alle imprese svizzere va consentito un accesso ai mercati almeno equivalente a quello delle loro principali concorrenti estere quali, ad esempio, quelle europee, statunitensi o giapponesi. Siccome questi Paesi ampliano la propria rete di partner tramite accordi di libero scambio, la conclusione di accordi di questo tipo risulta un importante strumento per tutelare e potenziare la competitività della piazza economica svizzera. Gli accordi di libero scambio contemplano anche disposizioni sul traffico di merci concernenti, in particolare, reciproci dazi preferenziali e interessano, pertanto, anche i prodotti agricoli. In genere essi inglobano altresì la protezione della proprietà intellettuale e lo smantellamento degli ostacoli non tariffari al commercio. Accordi più estesi e recenti contemplano inoltre convenzioni per il mercato dei servizi, gli investimenti e gli appalti pubblici. Nei negoziati attualmente in corso in vista di nuovi accordi si discute anche della sostenibilità.

Gli accordi di libero scambio vigenti tra la Svizzera e Paesi al di fuori dell’UE interessano oltre il 15 per cento delle esportazioni elvetiche. Essi rappresentano, per l’industria d’esportazione svizzera, un risparmio in dazi di più di 100 milioni di franchi all’anno, oltre che una maggiore sicurezza giuridica per servizi, investimenti e proprietà intellettuale.

n Accordi di libero scambio nel quadro dell’AELS

Il 1° giugno 2012 è entrato in vigore l’accordo di libero scambio con l’Ucraina, il 1° settembre 2012 e il 1° ottobre 2012 rispettivamente quelli con il Montenegro e Hong Kong. Sono inoltre stati conclusi accordi con gli Stati arabi del Consiglio di cooperazione del Golfo, la Bosnia-Erzegovina e con gli Stati dell’America Centrale Panama e Costa Rica. Sono invece ancora in corso negoziati con il Guatemala, l’India, l’Indonesia, l’Unione doganale tra Russia, Bielorussia e Kazakistan, il Vietnam e la Malesia, mentre sono da tempo sospesi quelli con l’Algeria e la Tailandia. In fase di esplorazione o preparazione si trovano, tra gli altri, gli accordi di libero scambio con Filippine, Ecuador, Georgia e Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay). L’accordo di libero scambio con la Croazia non è più applicabile dal 1° luglio 2013, ovvero dalla sua entrata nell’UE.

n Accordi bilaterali di libero scambio

La Svizzera ha concluso due accordi bilaterali di libero scambio, uno con le Isole Färöer e uno con il Giappone.

Dopo oltre due anni di trattative è stato firmato l’accordo di libero scambio bilaterale Svizzera-Cina. Le concessioni tariffarie da parte della Svizzera per i prodotti agricoli rientrano nel previsto quadro della politica agricola. Dal profilo delle esportazioni viene migliorato l’accesso al mercato cinese per numerosi prodotti agricoli indigeni. Come per tutti gli altri accordi di libero scambio con Paesi terzi, le prescrizioni ed esigenze concernenti i prodotti importati dalla Cina non vengono modificate dall’accordo di libero scambio.

235 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

n Rinegoziazione della Convenzione AELS

La Convenzione AELS contiene disposizioni per lo scambio di merci tra gli Stati AELS, alcune riguardanti in particolare anche i prodotti agricoli. Essa è stata rinegoziata e d’ora in poi gli Stati AELS si accordano migliori condizioni di accesso al mercato per i prodotti agricoli di base, paragonabili a quelle che concedono ad altri partner di libero scambio sviluppati. Sono degni di nota, ad esempio, l’aumento sostanziale del contingente doganale della Norvegia per il formaggio svizzero da 90 a 200 tonnellate e i nuovi contingenti per specialità di carne (carne secca inclusa) e concentrato di succo di mela. Per i prodotti trasformati il campo d’applicazione e il livello d’impegno sono invece stati adeguati ai rispettivi accordi AELS-UE. La Convenzione AELS rivista è entrata in vigore il 1° luglio 2013.

3.1.3 Accordo agricolo Svizzera – UE

Il Comitato misto (CM) per gli accordi agricoli tra Svizzera e UE si è riunito per la dodicesima volta il 16 novembre 2012, sotto la presidenza della Commissione europea. Durante la seduta, le Parti hanno convenuto che l’accordo agricolo funziona tuttora bene e che occorre procedere a modifiche mirate di alcuni allegati.

È il caso, ad esempio, dell’allegato 9 (prodotti biologici), il cui campo d’applicazione andrebbe esteso al vino e al lievito. All’allegato 10 (riconoscimento dei controlli di conformità alle norme di commercializzazione per i prodotti ortofrutticoli freschi) va inserito in forma esplicita che i certificati di controllo della Svizzera devono essere riconosciuti dall’UE anche per la frutta secca (p.es. noci), in modo che l’UE non debba verificare nuovamente la conformità di tali prodotti alle proprie norme di commercializzazione.

Le Parti vorrebbero inoltre aggiungere denominazioni all’allegato 12, che prevede il reciproco riconoscimento delle denominazioni di origine protette (DOP) e delle indicazioni geografiche protette (IGP) per i prodotti agricoli e alimentari. Durante la sua ultima seduta, il CM ha preso atto con soddisfazione che la procedura amministrativa ha potuto essere conclusa positivamente e che, di conseguenza, non vi saranno più ostacoli alla registrazione della DOP «Werdenberger Sauerkäse, Liechtensteiner Sauerkäse e Bloderkäse» e dell’IGP «Glarner Kalberwurst» svizzere e delle circa 189 denominazioni UE. Sono stati altresì portati avanti i lavori di modifica dell’allegato 6 (sementi) che prevede, con un futuro adeguamento, l’estensione del campo d’applicazione alle sementi orticole.

Con l’entrata in vigore, il 4 maggio 2012, delle decisioni 1/2012 e 2/2012, si sono già potuti effettuare fondamentali aggiornamenti concernenti il riconoscimento di denominazioni di vino e bevande spiritose nei rispettivi allegati 7 (commercio dei prodotti vitivinicoli) e 8 (bevande spiritose).

Infine, va menzionato il rinvio di adeguamenti previsti di determinati allegati. La prevista abolizione dei controlli alla frontiera nel settore dei prodotti fitosanitari da parte dell’UE, ad esempio, è stata vincolata alla risoluzione di questioni istituzionali orizzontali e, pertanto, momentaneamente rinviata fino allo sblocco della situazione.

236 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

3.1.4 Protocollo n. 2

Il Protocollo n. 2 dell’Accordo di libero scambio concluso tra Svizzera e CE nel 1972 disciplina il commercio di prodotti agricoli trasformati tra la Confederazione e l’UE. È stato rivisto nel 2005 nel quadro degli Accordi bilaterali II. L’UE è il principale partner commerciale della Svizzera anche per i prodotti trasformati, con una quota di esportazioni del 65 per cento e di importazioni del 76 per cento.

Il Protocollo n. 2 permette alla Svizzera di compensare i divari di prezzo delle materie prime agricole nel commercio con l’UE attraverso la concessione di contributi all’esportazione per i prodotti trasformati e il prelievo di dazi sulle importazioni. Tali misure di compensazione dei prezzi non devono superare le differenze di prezzo delle materie prime agricole esistenti tra Svizzera e UE. Il Protocollo n. 2 contempla i prezzi di riferimento e le differenze di prezzo determinanti per le misure di compensazione, da verificare, e all’occorrenza modificare, a cadenza almeno annuale.

Il 1° aprile 2013 sono stati rivisti i prezzi di riferimento in vigore da un anno, allineandoli nuovamente alle attuali condizioni sui mercati di Svizzera e UE. Su questa base sono stati adeguati i dazi svizzeri sulle importazioni di prodotti agricoli trasformati. Dal punto di vista dell’esportazione occorre tenere in considerazione che le aliquote dei contributi previste dalla legge sul cioccolato per le esportazioni verso l’UE non devono superare le differenze dei prezzi di riferimento concordate (cfr. ulteriori informazioni sulla «legge sul cioccolato alla sezione 2.1.1.5).

3.1.5 Politica agricola comune dell’UE (PAC) dopo il 2013

Il 26 giugno 2013, le tre istituzioni dell’UE (Commissione, Consiglio e Parlamento) hanno raggiunto un accordo politico sulla riforma della Politica agricola comune (PAC), fissando l’introduzione del «greening» e una migliore compensazione dei pagamenti diretti tra e all’interno degli Stati membri. Essi godranno, per diverse questioni, di un determinato margine di manovra nell’attuazione.

n Ridimensionamento delle proposte della Commissione concernenti il greening

Il preventivo agricolo europeo è tuttora suddiviso in due pilastri: il primo, contenente la maggior parte dei fondi, comprende i pagamenti diretti e i provvedimenti rilevanti per il mercato, il secondo è destinato allo sviluppo rurale. Salvo poche eccezioni, in futuro nell’ambito del primo pilastro saranno concessi esclusivamente pagamenti interamente disaccoppiati. Contrariamente alle proposte della Commissione UE, gli Stati membri sono tuttavia liberi di vincolare fino al 13 per cento (invece di solo il 10 %) del budget nazionale ai quantitativi di produzione o al numero di animali.

Il compromesso elaborato prevede di vincolare la ripartizione futura dei pagamenti diretti a requisiti più ecologici ed equi. Gli Stati membri sono pertanto invitati a utilizzare, oltre al 70 per cento dei premi di superficie, il 30 per cento del loro budget come «supplemento ecologico» (greening). I tre presupposti indicati dalla Commissione a tal proposito (salvaguardia dei terreni permanentemente inerbiti, diversificazione delle colture e superficie di compensazione ecologica) sono stati approvati dalle altre istituzioni UE, tuttavia con alcune modifiche dei requisiti. Il compromesso prevede, ad esempio, il 5 per cento (invece del 7 %) delle superfici di compensazione ecologica quali siepi, biotopi o maggesi e richiede la coltivazione di due (anziché tre) colture agricole per le aziende di 10–30 ettari. Per aziende a partire da 30 ettari è prescritto un minimo di tre differenti colture. Per non penalizzare i contadini che già oggi tengono conto degli aspetti ecologici, il compromesso PAC comprende inoltre una lista di provvedimenti già esistenti che possono, anch’essi, trarre beneficio dal greening.

237 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

Per tener conto della necessità di una distribuzione più giusta ed equa dei pagamenti diretti si fanno convergere i versamenti. Pertanto, fino al 2019 nessuno Stato membro dovrà ricevere meno del 75 per cento della media europea e all’interno dei singoli Stati ogni contadino dovrà percepire, per ettaro, almeno il 60 per cento della media regionale o nazionale. Tali provvedimenti penalizzano i contadini che, finora, ricevevano contributi nettamente superiori a quelli medi UE. Per tale motivo, gli Stati membri avranno la possibilità di limitare al 30 per cento le perdite dei singoli agricoltori.

I giovani agricoltori (fino a 40 anni) fruiranno di un incentivo speciale: nei primi cinque anni riceveranno, oltre ai pagamenti diretti, un sostegno aggiuntivo obbligatorio del 25 per cento. Le regioni sfavorite, segnatamente quelle di montagna, dovranno essere incentivate nella misura in cui gli Stati membri possono assegnare loro, nel preventivo nazionale, un importo massimo facoltativo del 5 per cento.

Contemporaneamente, la Commissione si è imposta nel voler limitare, in futuro, la concessione delle sovvenzioni agli agricoltori «attivi». Le imprese che non esercitano l’agricoltura a titolo professionale saranno pertanto escluse dai pagamenti diretti. Tra queste vi sono, segnatamente, i terreni da golf, le ferrovie, gli aeroporti e i campi sportivi.

n Soppressione definitiva delle quote per lo zucchero e il latte

Oltre alla scadenza delle quote latte, nel 2015, saranno abolite anche le limitazioni di produzione nel settore dello zucchero. Rispetto alla proposta di Bruxelles (abolizione nel 2015), però, la soppressione delle quote per lo zucchero è stata rimandata di altri due anni e sarà applicata solo nell’autunno 2017. Nel 2015 giungerà a scadenza anche l’attuale sistema di limitazione dei quantitativi nel settore della produzione vitivinicola (diritti di impianto per la vigna), mentre a partire dal 2016 sarà introdotto un nuovo sistema di diritti di impianto che, entro il 2030, dovrebbe sostituire quello attuale.

Gli attuali strumenti degli interventi statali e del sostegno alla costituzione di scorte private vengono mantenuti, con alcuni adeguamenti tecnici, per carne di manzo e latte. Inoltre, viene introdotta una clausola di salvaguardia, valida per tutti i settori, che consente alla Commissione UE di intervenire con provvedimenti d’emergenza in caso di crisi o problemi generali sul mercato.

Il varo formale della riforma da parte del Parlamento europeo è atteso entro fine 2013. L’obiettivo è l’entrata in vigore della riforma della PAC il 1° gennaio 2014. Le modifiche nel settore dei pagamenti diretti (p.es. greening e sostegno ai giovani agricoltori) sottostanno tuttavia a un periodo transitorio di un anno e saranno applicate soltanto a partire dal 2015.

238 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

3.1.6 OMC

L’anno scorso, l’OMC a livello internazionale è stato maggiormente sotto i riflettori rispetto agli anni passati, soprattutto in seguito alla nomina, a metà maggio 2013, del brasiliano Roberto Azevêdo a Direttore generale. Tale decisione ha avuto enorme eco nella stampa internazionale e sottolinea il ruolo di cui l’OMC gode nella compagine delle organizzazioni internazionali. A Roberto Azevêdo, che negli ultimi anni era stato ambasciatore brasiliano presso l’OMC, spetta un arduo compito. Come sempre, non c’è da aspettarsi che gli Stati membri, nel frattempo diventati 159, si accordino in tempi brevi sulla conclusione del ciclo di Doha, i cui negoziati si protraggono da oltre dieci anni. La prima occasione per Azevêdo di rappresentare l’OMC sul palcoscenico internazionale si presenterà a dicembre 2013, durante la IX Conferenza dei ministri dell’OMC, a Bali. Il nuovo Direttore generale eredita però anche un’organizzazione che amministra efficacemente la normativa internazionale in diversi ambiti, risolve diversi conflitti dei propri membri e alla cui appartenenza ambiscono numerosi Stati. Di seguito vengono approfonditi alcuni di questi aspetti.

n Preparativi in vista della IX Conferenza dei ministri a Bali a dicembre 2013

I preparativi per la IX Conferenza dei ministri dell’OMC di dicembre (3.–6.12.2013) procedono alacremente e con intenso impegno, considerato che sarà la prima occasione per cercare di trovare un accordo su alcuni elementi del ciclo di Doha. Al momento della redazione del presente rapporto si prevedono sviluppi positivi, ad esempio, nell’ambito delle agevolazioni commerciali (delle procedure doganali nonché di numerosi aspetti «trade facilitation» per lo sviluppo di flussi commerciali) e nel settore dell’agricoltura (con proposte sulla costituzione di scorte statali, amministrazione dei contingenti doganali e competitività all’esportazione) per i quali sono in corso dibattiti. Infine, sono programmate diverse misure per Paesi meno sviluppati (i cosiddetti least developed countries).

n Trade Policy Review Svizzera nel 2013:

informazione e valutazione

L’OMC effettua regolarmente un’analisi della politica commerciale degli Stati membri (Trade Policy Review TPR). La procedura per la Svizzera e il Liechtenstein ha luogo congiuntamente ogni quattro anni e si è conclusa il 23 e il 25 aprile con un’audizione presso l’OMC a Ginevra. Gli altri membri dell’OMC avevano la possibilità di rivolgere domande per iscritto alla Svizzera. Delle circa 400 inoltrate, 75 interessavano direttamente o indirettamente il settore agricolo. Diverse domande hanno riguardato l’accesso al mercato dei prodotti agricoli: oggetto di critiche sono stati la reintroduzione della prestazione all’interno del Paese e il sistema dei dazi variabili per cereali e foraggi. Sono state espresse riserve sul livello del sostegno globale all’agricoltura svizzera, caratterizzato sia da una protezione alla frontiera straordinariamente elevata rispetto ad altri Paesi sia da trasferimenti statali da record dal bilancio pubblico al settore primario. È stata messa in dubbio anche la compatibilità di diverse misure del sostegno interno, quali i contributi UBGFG o i contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione, con la cosiddetta «green box» (le misure non devono incidere, se non in misura esigua, sulla produzione). Anche il supplemento per il latte trasformato in formaggio è stato messo in discussione in quanto rappresenterebbe un sostegno indiretto alle esportazioni. Principalmente è stato dibattuto, oltre che dell’attuale politica agricola, della mancanza di orientamento al mercato della PA 14–17.

239 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

n Tematiche d’attualità nel contesto agricolo

Il Comitato per l’agricoltura dell’OMC rispecchia la realtà delle politiche agricole dei suoi Stati membri. Le 3–4 sedute che svolge annualmente sono un’occasione per guardare con occhio critico i provvedimenti di politica agricola degli Stati membri e per discutere dei loro effetti sugli altri membri dell’OMC, oltre che delle possibili incompatibilità con gli obblighi nei confronti dell’organizzazione. I membri dell’OMC investono sempre più risorse nell’analisi della politica agricola degli altri Stati e usano sempre più il Comitato per l’agricoltura come piattaforma per conflitti commerciali che si profilano all’orizzonte. L’anno scorso l’interesse si è concentrato sulla politica agricola di diversi Paesi in via di sviluppo e di recente industrializzazione. Il fatto che, ad esempio, Brasile, India e Cina abbiano decisamente più risorse finanziarie per la conduzione dei propri provvedimenti di politica agricola, consente loro di sfruttare il margine di manovra delle misure di mercato, rasentando il limite degli impegni assunti nel quadro dell’OMC. In seno al Comitato si dibatte anche delle misure non tariffarie nel commercio di prodotti agricoli (p.es. licenze per l’importazione, meccanismi di attribuzione delle quote doganali). I suoi tradizionali membri attivi, tra i quali l’Australia, la Nuova Zelanda, il Canada o gli USA, investono ingenti risorse per analizzare i provvedimenti citati e appurarne la compatibilità con gli impegni OMC.

Suscitano interesse anche le procedure di verifica della politica commerciale («Trade Policy Review TPR») di altri Stati membri dell’OMC. Il segretariato dell’OMC redige un rapporto sulla politica commerciale, nel quale illustra anche il settore agricolo e i suoi provvedimenti. La Svizzera, come altri membri OMC, sfrutta la possibilità di porre domande e valutare misure politiche. L’anno scorso l’interesse è stato rivolto soprattutto ai processi TPR di Brasile, Indonesia e UE.

Dalla TPR dell’Indonesia è emerso un enorme interesse verso la politica commerciale di questo Paese, che ha ricevuto da parte degli Stati membri dell’OMC circa 750 domande e commenti sulla sua politica commerciale ed economica, in particolare sulle licenze doganali e d’importazione, sui provvedimenti sanitari e fitosanitari (SPS) e su quelli di protezione di politica commerciale. Numerosi membri hanno espresso critiche accese per il crescente protezionismo applicato dall’Indonesia che prevede, ad esempio, procedure doganali arbitrarie e complicate, oltre che restrizioni all’importazione per frutta e verdura.

Gli altri membri dell’OMC hanno rivolto la loro attenzione anche al Brasile, come emerge dalla TPR di giugno 2013. Circa 800 domande riguardano la politica commerciale di questo Paese a più riprese criticato a causa dell’eccessivo protezionismo. La critica, molto aspra, spazia dalle misure che gravano sulle importazioni ai programmi di incentivi e di credito, al finanziamento delle esportazioni e alle misure di sostegno dei prezzi nel settore agricolo.

A luglio 2013 anche l’UE è stata sottoposta alla procedura TPR. Dalle 1 300 domande formulate dagli altri membri dell’OMC emerge il loro interesse all’intera gamma di misure della sua politica commerciale. In ambito agricolo le critiche espresse hanno riguardato in particolare il livello dei dazi, tuttora elevato, nonché il fatto che negli scorsi anni non si sia intensificata l’apertura del mercato. Gli altri membri dell’OMC nutrono notevole interesse anche nei confronti della Politica agricola comune (PAC) per gli anni 2014–20.

240 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

3.1.7 OCSE

A giugno 1990, dopo un’analisi del sostegno all’agricoltura in Svizzera nel periodo 1979–1988, l’OCSE ha tratto le seguenti conclusioni.

– Riforma della politica agricola con l’obiettivo a lungo termine di consentire un influsso dei segnali di mercato sulla produzione

– Riduzione delle differenze di prezzo tra i prodotti indigeni e quelli importati mediante adeguamenti strutturali in tutta la filiera agroalimentare

– Conclusione positiva dei negoziati commerciali multilaterali nel quadro dell’Accordo generale sulle tariffe doganali e il commercio (GATT) per una migliore armonizzazione nella politica agricola della Svizzera

– Possibilità di scambiarsi le quote latte e maggiore responsabilità per i produttori e rispettive associazioni

– Abolizione, a lungo termine, della compensazione dei pagamenti compensativi del prezzo mediante i pagamenti diretti, poiché non incentivano gli adeguamenti strutturali.

– Importante ruolo dei pagamenti diretti nell’attuazione di nuove misure di promozione del mutamento strutturale e di protezione dell’ambiente e del paesaggio, nonché come indennizzo delle prestazioni per la società

– Nessun ostacolo, da parte dei pagamenti diretti per il sostegno al reddito, agli adeguamenti strutturali.

– Necessità, per la sopravvivenza a lungo termine dei comuni rurali, oltre che di trasferimenti diretti, anche dello sviluppo di altre fonti di reddito quali l’artigianato, il turismo e la piccola industria

– Orientamento a un’efficace distribuzione delle risorse economiche delle misure all’insegna, ad esempio, della sicurezza alimentare e della protezione dell’ambiente e della natura.

– Ruolo più importante dell’orientamento al mercato nel dibattito in corso sull’adeguamento della politica agricola svizzera, in particolare nella riduzione dell’isolamento del mercato elvetico e nella promozione dell’adeguamento dinamico nella filiera agroalimentare in base alle esigenze dei consumatori

Fonte: OCSE

Dal 1990 ad oggi, la Svizzera è entrata nell’OMC (l’organizzazione nata dal GATT) nel 1995, ha abolito le quote latte nel 2009 e ha avviato un processo di progressivo passaggio dal sostegno dei prezzi di mercato ai pagamenti diretti. Con la PA 14–17, i pagamenti diretti avranno un’impostazione più mirata. L’OCSE analizza in un nuovo studio le tappe principali della riforma della politica agricola svizzera, dalla metà degli anni ‘90 ad oggi.

Tale studio vuole fornire una valutazione, nel quadro del programma di lavoro 2013–14 in corso dell’OCSE, degli effetti della riforma sulla prestazione economica ed ecologica dell’agricoltura. Oltre alle conseguenze sull’ambiente, si vuole analizzare la competitività lungo la catena di valore. Di seguito sono riportati i temi approfonditi nello studio.

– Ruolo della filiera agroalimentare nell’economia in generale e sue condizioni strutturali.

– Descrizione delle riforme della politica agricola dall’inizio/metà degli anni ‘90, ovvero quali motivazioni, principi e priorità ne erano alla base e come si sono svolte le discussioni del processo politico, ricerca del consenso inclusa.

241 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

– Analisi dell’influenza della riforma sulla prestazione economica ed ecologica dell’agricoltura, ovvero su costi e vantaggi per gli attori, sul cambio strutturale e sulla competitività, nonché sugli effetti ambientali (bilancio dell’azoto, biodiversità e gas serra).

Effetti delle riforme sui punti forti e deboli della filiera agroalimentare svizzera, nonché competitività a livello nazionale e internazionale.

A maggio di quest’anno, una delegazione dell’OCSE è venuta in visita in Svizzera. Si è informata sui dati disponibili direttamente presso diversi attori, ha stretto contatti e si è fatta spiegare nel dettaglio i processi politici elvetici. Per maggio 2014 sono previste conclusioni e raccomandazioni provvisorie tratte dallo studio di valutazione in corso, che dovrebbe concludersi a novembre 2014.

3.1.8 FAO

Durante la 38a sessione della Conferenza FAO, tenutasi dal 15 al 22 giugno 2013, sono stati adottati il nuovo Quadro strategico 2010–2019, il Piano a medio termine 2014–2017 e il Programma di lavoro e Preventivo 2014–2015. Tali strumenti di pianificazione concretizzano l’attuazione della riforma FAO e il processo di riflessione strategico avviato dal Direttore generale in occasione del suo insediamento a gennaio 2012. La riforma si basa su un orientamento strategico chiaro e più selettivo, con obiettivi strategici ridotti nel numero, ma più trasversali e mirati. Si tratta di cinque obiettivi, ognuno dei quali rappresenta un ambito d’attività principale della FAO ed è oggetto di un piano d’azione: i) contribuire a eliminare fame, insicurezza alimentare e malnutrizione, ii) potenziare e migliorare in maniera duratura la produzione di beni e servizi da parte di agricoltura, selvicoltura e pesca, iii) ridurre la povertà in ambito rurale, iv) provvedere all’attuazione di sistemi agricoli e alimentari più aperti ed efficaci a livello locale, nazionale e internazionale e v) migliorare la resilienza dei mezzi esistenziali di fronte alle minacce o in caso di crisi. I progressi nella realizzazione di tali obiettivi saranno monitorati mediante un indicatore concernente le dimensioni chiave dello sviluppo. È stata riservata particolare attenzione anche a due ambiti di attività trasversali: l’uguaglianza uomo-donna e la governance e sono stati modificati gli obiettivi funzionali dell’Organizzazione. Sono inoltre stati potenziati la capacità e il funzionamento della rete di uffici decentralizzati dal profilo della complementarietà con la sede centrale. La struttura organizzativa di quest’ultima è stata modificata, ponendo l’accento su tre ambiti di competenza: a) sviluppo economico e sociale, b) gestione sostenibile delle risorse naturali e c) aspetti operativi concernenti la cooperazione tecnica e gli uffici decentralizzati.

La riforma della FAO è stata anche tema dei colloqui tenutisi in occasione della visita ufficiale in Svizzera del suo Direttore generale, il 12 e 13 marzo 2013. Graziano da Silva ha incontrato il Consigliere federale Johann N. Schneider-Ammann, con il quale ha discusso del potenziamento della collaborazione tra Svizzera e FAO, al fine di lottare contro la fame nel mondo e sviluppare sistemi alimentari sostenibili. Il Capo del Dipartimento ha sottolineato la volontà della Svizzera di rafforzare il suo legame con la FAO sostenendo iniziative innovative e multipartitiche nell’ambito del dopo Rio+20, la Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile, e in particolare dell’iniziativa «Fame zero» lanciata a Rio dal Segretario generale dell’ONU. Ha inoltre ricordato l’importanza che la Svizzera attribuisce allo sviluppo e all’attuazione, da parte della FAO, di strategie di partenariato con la società civile, il settore privato e le cerchie universitarie, ponendo l’accento soprattutto sulla collaborazione tra la FAO e il settore privato. Il Direttore generale Graziano da Silva ha avuto anche riunioni di lavoro con i rappresentanti di diversi uffici che cooperano con la FAO, oltre che con parlamentari e delegati di organizzazioni della società civile, del settore privato e degli ambienti scientifici. Tali scambi hanno consolidato l’immagine di una FAO che riparte con il piede giusto per poter contribuire in maniera efficace alla riduzione dell’insicurezza alimentare e a favore di una migliore sostenibilità dei sistemi agroalimentari. Graziano da Silva ha anche avutoun incontro di lavoro con Bulcke, Direttore generale di Nestlé, nel corso della quale è stataespressa la volontà reciproca a collaborare nell’ambito di azioni concrete.

242 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

La Svizzera, segnatamente l’UFAG, collabora su diversi fronti con la FAO. Nell’ambito della Commissione sulla sicurezza alimentare mondiale (CFS) guida il processo di elaborazione e di consultazione di principi per investimenti agricoli responsabili. La CFS ha approvato il relativo mandato durante al sua sessione di ottobre 2012. Da tale processo di consultazione, guidato da Chavaz, Direttore supplente dell’UFAG, si attendono principi volti a promuovere investimenti responsabili nel settore agricolo, a contribuire alla sicurezza alimentare e della nutrizione e a favorire la graduale concretizzazione del diritto a un’alimentazione adeguata nel contesto della sicurezza alimentare nazionale. Tali principi, facoltativi e non vincolanti, sono rivolti a tutte le parti interessate dagli investimenti agricoli, quelle che li effettuano e quelle cui sono destinati. Terranno in considerazione i quadri d’orientamento esistenti, quali i principi per investimenti agricoli responsabili elaborati dalla FAO, dal Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (IFAD), dalla Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (UNCTAD) e dalla Banca mondiale. Poggeranno altresì sulle «Direttive volontarie per una governance responsabile dei regimi di proprietà applicabili alla terra, alla pesca e alle foreste nel contesto della sicurezza alimentare nazionale» e sulle «Direttive volontarie in favore della concretizzazione progressiva del diritto a un’alimentazione adeguata nel contesto della sicurezza alimentare nazionale».

Nell’estate 2013 è stato elaborato il progetto «Draft zero», che sarà sottoposto al vaglio di tutte le parti interessate in occasione di consultazioni regionali, di eventi organizzati dalla società civile e dal settore privato e di riunioni sul piano mondiale o regionale. I negoziati veri e propri su tali principi si svolgeranno invece nel 2014 e, nell’ottobre dello stesso anno, il relativo progetto finale dovrebbe essere sottoposto all’approvazione della CFS.

L’UFAG ha continuato a collaborare con la FAO in vista dell’attuazione dell’agenda globale per lo sviluppo sostenibile del settore dell’allevamento. Tale iniziativa, scaturita da un dialogo tra le parti coinvolte, mira alla realizzazione di uno sviluppo sostenibile duraturo in questo settore. Essa è stata tematizzata durante un evento parallelo organizzato a margine della Conferenza FAO. L’UFAG ha continuato a sostenere l’iniziativa congiunta FAO/UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente) volta a promuovere sistemi di produzione e di consumo sostenibili. L’UFAG ha sostenuto l’organizzazione di un evento parallelo su questa iniziativa durante la conferenza FAO, il cui tema principale del dibattito generale è stato «Sistemi alimentari sostenibili al servizio della sicurezza alimentare e della nutrizione».

243 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

3.1.9 Consiglio

Internazionale dei Cereali e Convenzione sull’assistenza alimentare (CIC/CAA)

L’Accordo internazionale sui cereali del 1995 era costituito, fino al 30 giugno 2012, da due accordi giuridicamente distinti: la Convenzione sul commercio dei cereali del 1995 e la Convenzione sull’aiuto alimentare del 1999. La seconda non è più stata prorogata dagli Stati membri, poiché il 1° gennaio 2013 ne è entrata in vigore una nuova, giuridicamente indipendente, dal nome Convenzione sull’assistenza alimentare.

n Consiglio Internazionale dei Cereali (International Grains Council, IGC/CIC)

L’attività principale del Consiglio Internazionale dei Cereali è riferire della situazione dei mercati di cereali, mais, riso e semi oleosi a livello mondiale. Esso informa, in pubblicazioni quotidiane, settimanali e mensili, sull’evoluzione dei prezzi, sulle quantità prodotte e quelle smerciate e sulle attività principali dei Paesi d’esportazione e d’importazione (modifiche dei dazi all’importazione e all’esportazione, appalti, ecc.). Le informazioni da esso fornite contribuiscono in maniera fondamentale a creare maggiore trasparenza sul mercato e a rafforzare la sicurezza alimentare a livello mondiale. Il Consiglio Internazionale dei Cereali non interviene direttamente sull’andamento del mercato o nell’impostazione delle politiche cerealicole dei Paesi membri.

La Svizzera è membro dell’Accordo internazionale sui cereali fin dalla sua creazione (1949).

n Convenzione sull’assistenza alimentare (Food Assistance Convention, FAC/CAA)

L’elemento fondamentale della Convenzione sull’aiuto alimentare, vigente fino al 30 giugno 2012 e non più rinnovata, era l’impegno delle Parti a fornire aiuti alimentari di portata stabilita a cadenza annuale. I quantitativi erano definiti in equivalenti di cereali. Nel rapporto annuale, le forniture di altre derrate alimentari, come il latte in polvere, venivano convertite in equivalenti di cereali. Le forme più nuove di aiuti alimentari, quali la distribuzione di buoni per l’acquisto di generi alimentari, non potevano essere tenute in considerazione per il raggiungimento dei quantitativi obbligatori. Nel corso degli anni, alcuni Paesi membri avevano sviluppato una propria politica umanitaria e vi era una discrepanza con la Convenzione del 1999.

Per tale motivo, il 1° gennaio 2013 è entrata in vigore una nuova Convenzione sull’assistenza alimentare, il cui orientamento è riconoscibile già dal cambio del nome da Food Aid Convention a Food Assistance Convention. Come finora, l’elemento centrale resta l’impegno a fornire una quantità minima di aiuti alimentari, con la differenza che ora possono essere anche finanziari. Nella Convenzione, le Parti si impegnano inoltre ad applicare determinati principi nell’ambito dell’alimentazione e a garantire maggiore trasparenza.

Prima della sua entrata in vigore, la Convenzione sull’assistenza alimentare era stata ratificata da Svizzera, UE, Danimarca, Finlandia, Canada, Giappone e USA. Ognuno dei membri ha convertito gli impegni nella propria valuta. Per la Svizzera, questi ammontano a un minimo di 34 milioni di franchi e corrispondono all’importo di cui al credito quadro del Messaggio concernente la cooperazione internazionale 2013–2016.

244
3.1 Sviluppi sul piano internazionale

3.2 Confronti sul piano internazionale

3.2.1 Prezzi alla produzione e al consumo –Confronto con i Paesi limitrofi

Di seguito si riporta un confronto tra i prezzi alla produzione e al consumo in Svizzera e nei Paesi limitrofi Germania, Francia e Austria presentando, da un lato i rispettivi prezzi assoluti di determinati prodotti scelti per l’anno del rapporto e, dall’altro, l’evoluzione degli stessi dal 2000/02 al 2012, sulla base degli indici.

245
3.2 Confronti sul piano internazionale

In Svizzera prezzi alla produzione più elevati di quelli dei Paesi limitrofi

Si presentano, di seguito, i prezzi alla produzione di una selezione di prodotti rilevati in Austria, Francia, Germania e Svizzera. La vera difficoltà, in questa fase, è quella di trovare prodotti ve-ramente confrontabili. Nel settore ortofrutticolo si aggiunge quella di rilevare prezzi allo stesso livello. Laddove è stato impossibile trovare un prodotto comparabile, non vi è alcuna indicazio-ne.

Nei tre Paesi vicini i prezzi di latte, carne e prodotti campicoli sono relativamente omogenei, mentre per frutta e verdura si riscontrano, in parte, notevoli differenze. In Svizzera, a causa dei dazi, i prezzi alla produzione sono superiori a quelli dell’UE: nei tre Paesi limitrofi, ad esempio, il latte costa due terzi di quello svizzero, la carne quasi la metà e i cereali e i semi oleosi raggiungono un livello pari al 40–70 per cento di quello elvetico. In Svizzera costano di più anche frutta e verdura, ma dal confronto emergono differenze notevoli a seconda del Paese considerato. Il prezzo può pertanto ammontare, in alcuni casi, al doppio, e in altri essere uguale.

Prezzi alla produzione in Svizzera e nei Paesi limitrofi – 2012

è difficile individuare prodotti paragonabili in maniera assoluta per tutti e quattro i Paesi. In particolare possono variare le prestazioni di servizio insite nei prodotti. Quelli considerati, pertanto, sono quelli che meglio si prestano a un tale confronto dei prezzi e per i quali si dispone di dati accessibili e comparabili.

Tenore del latte: D (4 % grasso; 3,4 % proteine), F (3,8 % grasso; 3,2 % proteine), A (3,7 % grasso; 3,4 % proteine), CH (4 % grasso; 3,3 % proteine); mele da tavola, classe I: A (comuni); pere da tavola, classe I: A (comuni); cipolle: CH (gialle), D, F, A (comuni).

Fonti: FranceAgriMer, Agreste Francia; Agrarmarkt Austria (AMA), Bundesanstalt Statistik Austria, Bundesanstalt für Agrarwirtschaft Austria; Agrarmarkt Informations-Gesellschaft mbH (AMI) Germania; UFAG Osservazione del mercato.

n
Prodotti Ø 2012 D F A CH Latte ct./kg 38.56 36.83 39.16 58.95 Carne Torelli T3 fr./kg PM 4.69 4.63 4.69 8.21 Vitelli, T3 fr./kg PM 6.24 7.49 6.88 13.70 Suini fr./kg PM 2.05 1.95 2.08 3.30 Cereali e semi oleosi Frumento, classe I fr./100 kg 28.70 23.70 20.60 51.20 Orzo fr./100 kg 25.70 22.10 17.50 35.10 Mais da granella fr./100 kg 26.80 24.70 24.00 37.80 Colza fr./100 kg 57.50 53.70 51.00 91.80 Sarchiate Patate stoccate fr./100 kg 14.03 n. c. 17.15 46.18 Barbabietole da zucchero fr./100 kg - - 2.63 6.78 Frutta Mele da tavola Golden, Delicious classe I fr./kg 0.44 0.81 0.44 1.02 Pere da tavola Conférence, classe I fr./kg 0.60 1.09 0.74 1.00 Verdura Carote fr./kg 0.28 0.43 0.41 0.68 Lattuga cappuccio fr./pz. 0.67 0.52 0.24 0.78 Cetrioli fr./pz. 0.35 0.48 0.30 0.73 Cipolle fr./kg 0.26 0.19 0.13 1.03 Avvertenza:
246 3.2 Confronti sul piano internazionale

Per l’evoluzione delle differenze di prezzo alla produzione dal 2000/02 al 2012 si è potuto effettuare un confronto solo con l’Austria, poiché gli altri Paesi non disponevano di serie di dati complete fino al 2000.

Considerato che i prezzi alla produzione dei Paesi limitrofi sono, nel complesso, piuttosto omogenei, aggiungendo la Germania e la Francia i risultati non dovrebbero variare di molto. Dal grafico emerge che fino al 2007 il divario è diminuito costantemente: se nel 2000/02 era del 48 per cento, nel 2007 si attestava solo al 33 per cento. Una simile evoluzione è riconducibile all’aumento dei prezzi dei principali prodotti agricoli sui mercati mondiali, soprattutto nel 2007, e al parallelo deprezzamento del franco svizzero rispetto all’euro.

Tra il 2007 e il 2009, lo scarto è nuovamente cresciuto, raggiungendo il 40 per cento circa nel 2012. Ciò è riconducibile al franco forte: se nel 2007 un euro costava 1.64 franchi, nel 2012 è sceso a 1.21, perdendo il 27 per cento.

Evoluzione dei prezzi alla produzione in Austria rispetto alla Svizzera

Indice (CH = 100)
0 20 10 30 50 40 70 60 80 100 90 2000/02 2004 2003 2005 2006 2007 2008 2009 2011 2012 2010 247 3.2 Confronti sul piano internazionale
Fonti: Statistik Austria, UFAG

n Prezzi al consumo più elevati di quelli dei Paesi limitrofi

Come per i prezzi alla produzione, di seguito si presentano i prezzi al consumo di una selezione di prodotti rilevati in Austria, Francia, Germania e Svizzera. A livello di consumo è ancora più difficile che a livello di produzione individuare prodotti adatti al confronto e i dati sono quindi lacunosi.

Nei Paesi UE i prezzi al consumo risultano più eterogenei di quelli alla produzione. La spesa più economica si può fare in Germania, mentre Francia e Austria risultano un po’ più care per la maggior parte dei prodotti e in particolare per latte e carne. Il divario maggiore spicca tra la Svizzera e la Germania per la carne: i consumatori tedeschi la pagano meno della metà di quelli elvetici. Lo scarto è altrettanto evidente anche con l’Austria. I prezzi svizzeri sono i più alti anche per frutta e verdura, ma la differenza con i Paesi vicini è comunque più contenuta che non per la carne.

Prezzi al consumo in Svizzera e nei Paesi limitrofi – 2012

Avvertenza: è difficile individuare prodotti paragonabili in maniera assoluta per tutti e quattro i Paesi. Quelli considerati, pertanto, sono quelli che meglio si prestano a un tale confronto dei prezzi e per i quali si dispone di dati accessibili e comparabili.

Latte intero pastorizzato: F (latte UHT parzialmente scremato); mele da tavola classe I: A (comuni); pere da tavola: A (comuni); cipolle: CH (gialle), D, F, A (comuni).

Fonti: FranceAgriMer, Agreste Francia; GfK Austria, Bundesanstalt Statistik Austria, Bundesanstalt für Agrarwirtschaft Austria; Agrarmarkt Informations-Gesellschaft mbH (AMI) Germania; UFAG Osservazione del mercato.

248 3.2 Confronti sul piano internazionale
Prodotti Ø 2012 D F A CH Latte e latticini Latte intero past. fr./l 0.74 0.92 1.08 1.42 Burro fr./kg 4.22 8.10 6.35 14.69 Yogurt naturale fr./kg 1.20 1.76 2.26 2.51 Mozzarella fr./kg 5.78 n. c. 7.21 9.88 Emmentaler fr./kg 10.99 10.30 8.68 14.88 Carne e uova Entrecôte di manzo fr./kg - 27.12 22.22 66.01 Bollito di manzo, aletta fr./kg 8.23 - - 20.15 Scaloppine di vitello (coscia) fr./kg - 27.87 27.33 67.11 Scaloppine di maiale (coscia) fr./kg 8.32 - 7.78 25.52 Cotolette di maiale fr./kg 6.33 - 8.13 19.38 Pollo fresco fr./kg 5.01 - 6.72 9.47 Uova da allevamento al suolo 10 pz. fr./uovo 0.15 - 0.23 0.39 Sarchiate Patate (patate resistenti alla cottura e farinose, patate novelle incluse) fr./kg 0.60 0.54 0.96 1.74 Frutta Mele da tavola Golden Delicious, classe I fr./kg 1.70 1.71 1.70 3.11 Pere da tavola Conférence, classe I fr./kg 1.99 2.42 1.99 3.48 Verdura Carote fr./kg 0.90 1.21 0.91 2.10 Lattuga cappuccio fr./pz. 0.81 1.02 1.00 1.76 Cetrioli fr./pz. 0.55 0.92 0.92 1.48 Cipolle fr./kg 0.72 0.94 0.91 2.15

A livello di consumo, l’evoluzione dello scarto di prezzo ricalca praticamente quella del prezzo alla produzione. Il divario si è ridotto tra il 2000/02 e il 2008, dopo di che è nuovamente aumentato. Nel 2000/02 esso era infatti del 32 per cento, nel 2008 del 18 e nel 2012 è tornato al 29 per cento. L’avvicinamento registrato fino al 2008 è dovuto, da un lato all’indebolimento del franco e, dall’altro, agli aumenti dei prezzi dei generi alimentari nei Paesi limitrofi, più consistenti che in Svizzera. L’allargamento della forbice tra il 2008 e il 2012 è invece dovuto, come riscontrato per i prezzi alla produzione, al rafforzamento del franco sull’euro.

Evoluzione dei prezzi al consumo nei Paesi limitrofi rispetto alla Svizzera

249 3.2 Confronti sul piano internazionale
Indice (CH = 100)
0 20 10 30 50 40 70 60 80 100 90 2000/02 2004 2003 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
Fonte: Eurostat

3.2.2 Evoluzione dei prezzi nel settore lattiero – confronto con i Paesi vicini

Negli scorsi tredici anni l’economia lattiera è stata caratterizzata da una notevole variazione dei prezzi sia in Svizzera sia nei Paesi vicini. Tale evoluzione è dovuta a diversi fattori, i più recenti dei quali sono l’aumento della domanda nel 2007, la penuria di materie prime nel 2008 e la crisi lattiera su scala mondiale nel 2009. Per quanto riguarda la Svizzera, i fattori sono la completa liberalizzazione del commercio caseario tra la Svizzera e l’UE vigente dal 1O giugno 2007, la soppressione del contingentamento lattiero con effetto al 1O maggio 2009 e la forza del franco svizzero rispetto all’euro registrata a partire dal 2010.

In questo capitolo si confrontano i prezzi svizzeri con quelli dei Paesi vicini (Germania, Austria, Francia), ponendo l’accento in particolare sullo scarto tra i prezzi alla produzione e quelli al consumo. L’analisi è effettuata prendendo come esempio il latte crudo, il latte di consumo e il formaggio Emmentaler. Nell’interpretazione dei risultati, occorre tener conto di eventuali differenze tra i tipi di prodotti scelti per ogni Paese, segnatamente per quanto concerne le porzioni disponibili nei negozi, la composizione, l’imballaggio, il condizionamento e la qualità. Per il prezzo alla produzione del latte crudo si considerano rispettivamente i seguenti tenori di grasso e proteine: Germania 4 e 3,4 per cento, Francia 3,8 e 3,2 per cento, Austria 3,7 e 3,4 per cento e Svizzera 4 e 3,3 per cento.

n Prezzo alla produzione del latte in Svizzera e nei Paesi vicini

Confronto al tasso di cambio corrente

In Germania e in Austria, negli scorsi tre anni i prezzi alla produzione del latte hanno segnato un’evoluzione pressoché stabile se convertiti in franchi svizzeri al tasso di cambio corrente dell’euro. Nel periodo dal 2010 al 2012 i prezzi svizzeri e quelli dei due Paesi vicini summenzionati seguono un andamento praticamente parallelo. Se si considerano gli anni 2006–2012, lo scarto tra i prezzi spuntati in Svizzera e quelli nei due Paesi osservati è diminuito da quasi 28 a 19 ct./kg.

Evoluzione del prezzo alla produzione del latte e del tasso di cambio Tasso di cambio corrente (euro / fr.)

250 3.2 Confronti sul piano internazionale
Prezzo in fr / 100 kg Tasso di cambio eur o / fr. Fonti:
0 90 80 70 60 50 10 40 30 20 0.0 1.8 1.6 1.4 1.2 1.0 0.2 0.8 0.6 0.4 1 3 5 7 9 11 1 3 5 7 9 11 1 3 5 7 9 11 1 3 5 7 9 11 1 3 5 7 9 11 1 3 5 7 9 11 1 3 5 7 9 11 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Tasso di cambio Svizzera Austria Germania
UFAG, BMELV, AMA, BNS

Confronto al tasso di cambio costante

Sulla base di un tasso di cambio (euro/CHF) costante si osserva che nei tre anni scorsi i prezzi del latte sono aumentati in Germania e Austria, mentre hanno subito una lieve flessione in Svizzera. Nel periodo dal 2006 al 2012 lo scarto tra la Svizzera e i due Paesi limitrofi considerati è dunque minore se il confronto è effettuato sulla base di un tasso di cambio costante (da 28 a 10 ct./kg).

Evoluzione del prezzo alla produzione del latte Tasso di cambio costante (1 euro = 1.50 fr.)

n Prezzo del latte di consumo in Svizzera e nei Paesi vicini

Negli anni 2000–2012 i consumatori elvetici hanno pagato prezzi più elevati per il latte UHT rispetto a quelli francesi e tedeschi (variazione del 54–82 % del prezzo svizzero). Nel 2008, anno caratterizzato dalla penuria di materie prime su scala mondiale, il prezzo di vendita al dettaglio del latte di consumo ha segnato un rincaro maggiore in Germania e in Francia rispetto alla Svizzera. Se si considera il triennio passato, i prezzi in questi due Paesi hanno subito una flessione riconducibile, in parte, all’effetto del franco forte. Negli scorsi dodici anni i prezzi al consumo del latte in Germania e soprattutto in Francia si sono, nel complesso, allineati a quelli svizzeri. Se, da un lato, i prezzi del latte di consumo presentano uno scarto considerevole tra Germania e Francia, dall’altro i prezzi alla produzione sono pressoché identici. Nel 2012 il prezzo alla produzione del latte in Germania superava di 2.07 ct./l quello spuntato in Francia, ma nei negozi francesi un litro di latte di consumo veniva venduto 26 centesimi più caro.

251 3.2 Confronti sul piano internazionale
In fr / 100 kg
0 90 80 70 60 50 10 40 30 20 1 3 5 7 9 11 1 3 5 7 9 11 1 3 5 7 9 11 1 3 5 7 9 11 1 3 5 7 9 11 1 3 5 7 9 11 1 3 5 7 9 11 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Svizzera Austria Germania
Fonti: UFAG, BMELV, AMA, BNS

Evoluzione del prezzo di vendita al dettaglio del latte di consumo

UFAG, ZMP/AMI (D), AGRESTE (F), BNS

Scarto tra prezzo alla produzione e prezzo al consumo del latte

Negli scorsi dodici anni, lo scarto tra il prezzo pagato dai consumatori per il latte di consumo e quello pagato ai produttori di latte crudo è diminuito in Svizzera e in Germania, mentre è aumentato in Francia. Lo scarto tra prezzo di vendita al dettaglio e prezzo spuntato dai produttori è un indicatore del margine lordo di trasformazione-distribuzione. La differenza di prezzo è molto più elevata in Svizzera rispetto alla Germania e alla Francia (risp. 41 % e 83 % dello scarto in Svizzera nel 2012).

Evoluzione dello scarto tra il prezzo al consumo del latte e il prezzo alla produzione del latte crudo

Fonti: UFAG, ZMP/AMI (D), AGRESTE (F), BNS

252 3.2 Confronti sul piano internazionale
In fr / l Fonti:
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Svizzera Francia Germania 1.58 0.96 0.88 1.02 1.06 0.79 0.77 0.73 0.98 0.97 1.01 1.03 1.01 1.04 0.99 1.21 1.58 1.56 1.36 1.25 1.61 0.86 1.12 1.31 1.29 0.86 0.87 0.88 0.91 0.89 1.51 1.50 1.49 1.49 1.51 1.10 0.92 0.92 0.66
In ct / l
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Svizzera Francia Germania 78.4 49.4 42.1 44.0 49.8 39.9 33.5 28.5 51.5 53.0 56.2 58.7 58.3 61.8 57.8 67.3 79.3 80.1 71.2 64.5 81.0 36.1 70.3 66.5 40.7 41.4 42.6 38.4 42.8 76.4 77.6 77.0 78.4 72.6 63.2 53.8 51.7 26.2 69.1

n Prezzo alla produzione del latte per Emmentaler in Svizzera e in Germania

In Svizzera i prezzi di vendita al dettaglio del formaggio Emmentaler e quelli della rispettiva materia prima (latte per Emmentaler) hanno subito un calo notevole in questi ultimi anni, rispetto alle altre varietà di formaggio DOP a pasta dura. Nel presente capitolo si confronta l’evoluzione dei prezzi del prodotto finito con quella dei prezzi della materia prima in Svizzera e in Germania. I prezzi riguardano il latte per Emmentaler e il formaggio Emmentaler prodotti e venduti nei due Paesi considerati. Il latte per Emmentaler presenta rispettivamente i seguenti tenori in grasso e proteine: Germania 4,2 e 3,4 per cento, Svizzera 4 e 3,3 per cento.

Dal 2000 al 2012 i prezzi pagati ai produttori per il latte destinato alla fabbricazione di Emmentaler sono, nel complesso, diminuiti sia in Svizzera sia in Germania, pur segnando un calo maggiore in Svizzera. I produttori elvetici di latte per Emmentaler spuntano un prezzo superiore rispetto ai loro colleghi tedeschi. Negli anni dal 2000 al 2012 il prezzo medio di un chilogrammo di latte per Emmentaler ammontava a 69 centesimi in Svizzera contro 49 centesimi in Germania (–29 %). Notasi che nei prezzi svizzeri è compreso il supplemento per il latte trasformato in formaggio. Nel 2007 il divario si è notevolmente ridotto a seguito di una forte progressione del prezzo in Germania, attestatosi sull’88 per cento del prezzo svizzero. Il 2007 è stato caratterizzato da una forte domanda di latticini sul piano mondiale. Nel 2009 (anno della crisi lattiera), il prezzo del latte per Emmentaler in Germania ha subito un crollo, raggiungendo il 58 per cento di quello svizzero. L’anno scorso il prezzo svizzero è aumentato, mentre per quello tedesco continua la tendenza al ribasso. Nel periodo considerato, i prezzi del latte per Emmentaler in Svizzera si sono leggermente avvicinati a quelli tedeschi.

Evoluzione

253 3.2 Confronti sul piano internazionale
In ct / kg Fonti: UFAG, AMI, BNS 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Svizzera Germania Tendenza: prezzo Svizzera Tendenza: prezzo Germania 76.0 48.2 61.1 58.6 39.6 44.4 44.7 75.5 69.7 68.7 60.1 77.2 53.0 47.9 47.5 48.8 55.7 49.3 69.2 69.4 75.9 42.5 64.5 59.0 66.8 66.5
del prezzo alla produzione del latte per Emmentaler

n Prezzo al consumo del formaggio Emmentaler in Svizzera e in Germania

Nel periodo dal 2000 al 2012 i prezzi al consumo dell’Emmentaler tedesco (Allgäuer Emmentaler) hanno segnato un rincaro, mentre quelli dell’Emmentaler svizzero (Emmentaler surchoix) sono diminuiti. In Svizzera i prezzi di vendita al dettaglio di questo tipo di formaggio sono certamente superiori a quelli praticati in Germania. Negli anni dal 2000 al 2012 il prezzo medio di un chilogrammo di Emmentaler ammontava a 19.7 franchi in Svizzera contro 11.5 franchi in Germania (–42 %). L’anno scorso il prezzo dell’Emmentaler ha subito un forte calo in Svizzera, mentre in Germania è aumentato fino a raggiungere il 67 per cento di quello elvetico. Negli scorsi tredici anni i prezzi al consumo dell’Emmentaler svizzero si sono avvicinati a quelli tedeschi. Il divario è passato da 10 fr./kg circa nel 2000 a 5 fr./kg nel 2012 (tasso di cambio corrente). A questo riguardo va osservato che alla riduzione progressiva dei dazi doganali e dei sussidi all’esportazione avviata nel 2002 è seguita, con effetto al 1° giugno 2007, la completa liberalizzazione del commercio caseario tra la Svizzera e l’UE.

Evoluzione del prezzo di vendita al dettaglio dell'Emmentaler

In fr / kg
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Svizzera Germania Tendenza: prezzo Svizzera Tendenza: prezzo Germania 20.18 9.87 12.58 14.57 13.32 11.77 10.82 20.33 20.89 20.88 16.36 20.59 10.09 11.72 11.58 11.70 10.06 9.90 19.21 19.04 20.06 10.99 20.28 18.20 20.17 19.63 254 3.2 Confronti
Fonti: UFAG, ZMP/AMI, BNS
sul piano internazionale

3.2.3 Cifre del commercio internazionale

A complemento del paragrafo «Commercio estero» di cui al punto «1.1.1.2 Indicatori economici», di seguito presentiamo un’analisi ex-post 2002–2012 del commercio estero agricolo svizzero.

n Prodotti e tendenze

La metà (4,1 mia. fr.) del totale delle esportazioni agricole svizzere nel 2012 (8,2 mia. fr.) è stata ottenuta con soltanto 6, ossia lo 0,2 per cento, delle 2 466 linee tariffali agricole. Si tratta delle voci seguenti: caffè (1 497 mio. fr.), bevande analcoliche (1 525 mio. fr.), sigarette (545 mio. fr.), formaggio a pasta dura (325 mio. fr.), estratti di caffè (213 mio. fr.) e caramelle senza zucchero (228 mio. fr.). La progressione di 4 508 milioni di franchi, vale a dire del 119 per cento, delle esportazioni agricole rilevata tra il 2002 e il 2012, è riconducibile al caffè e alle acque gassate zuccherate nella misura rispettivamente di 1 604 e 1 466 milioni di franchi. Le esportazioni di formaggio sono aumentate di 70 milioni di franchi (+15 %), quelle di tabacco hanno invece subito un calo di 64 milioni di franchi. Nel decennio 2002–2012 il valore delle esportazioni elvetiche di frattaglie di maiale si è moltiplicato per 21, toccando 10,2 milioni di franchi, quello dello sperma di toro è triplicato, attestandosi a 1,7 milioni di franchi e quello della carne secca bovina si è moltiplicato per 1,5, raggiungendo quota 49 milioni di franchi.

La metà (5,6 mia. fr.) del totale delle importazioni agricole svizzere nel 2012 (11,0 mia. fr.) è stata ottenuta con soltanto 60, ossia il 2,4 per cento, delle 2 466 linee tariffali agricole. Il 20 per cento è attribuibile alle 8 linee tariffali seguenti: vini rossi naturali (709 mio. fr.), caffè (593 mio. fr.), tabacco (136 mio. fr.), vini spumanti (181 mio. fr.), piante vive (174 mio. fr.), cacao (133 mio. fr.), panelli di soia (139 mio. fr.) e sostanze vegetali zuccherate (131 mio. fr.). La progressione di 2 645 milioni di franchi, ossia del 32 per cento, delle importazioni agricole rilevata tra il 2002 e il 2012 è riconducibile al caffè (572 mio. fr.), seguito dai prodotti da forno (175 mio. fr.) e dalle preparazioni alimentari (155 mio. fr.). Le importazioni di formaggio sono aumentate di 97 milioni di franchi, quelle di fiori recisi hanno invece subito un calo di 45 milioni di franchi. Le importazioni di alimenti per animali hanno segnato un incremento del 35 per cento, vale a dire 280 000 tonnellate, nel periodo 2002–2012, toccando quota 1 090 000 tonnellate, di cui 266 000 tonnellate rappresentate da panelli di soia importati in primo luogo (71 %) dal Brasile. In termini di valore, l’aumento è stato del 58 per cento, ossia di 181 milioni di franchi, raggiungendo 492 milioni di franchi nel 2012. Notasi che nello stesso anno le importazioni di generi alimentari riconducibili agli acquisti oltrefrontiera sono stimate a 1,95 miliardi di franchi (fonte: Coop). Secondo l’Istituto svizzero di studi del mercato GfK, nel 2012 gli Svizzeri hanno acquistato merci per 8,3 miliardi di franchi all’estero cui si aggiungono gli acquisti online per 0,6 miliardi di franchi.

n Riesportazione e importazione nel quadro del traffico di perfezionamento

Il traffico di perfezionamento attivo è costituito da prodotti agricoli di base esteri importati temporaneamente in Svizzera e successivamente incorporati in prodotti agricoli trasformati, destinati all’esportazione.

Tali riesportazioni rappresentano il 29 per cento, vale a dire 2 369 milioni di franchi, del totale delle esportazioni agricole svizzere nel 2012. Si tratta in primo luogo di acque gassate zuccherate, sigarette, cioccolata, alimenti per cani e gatti, carne secca, alimenti per neonati, paste alimentari e miscele di grassi e oli non lattieri. Il traffico di perfezionamento passivo è costituito da prodotti agricoli di base svizzeri esportati temporaneamente e successivamente importati nuovamente in Svizzera sotto forma di prodotti trasformati.

Tali esportazioni rappresentano lo 0,4 per cento delle esportazioni agricole svizzere nel 2012. Si tratta, ad esempio, di farina e panna. Sui prodotti importanti nel quadro del traffico di perfezionamento non vengono percepiti dazi.

255 3.2 Confronti sul piano internazionale

n Esportazioni nel quadro della legge sul cioccolato

Le esportazioni di prodotti agricoli trasformati disciplinate dalla legge sul cioccolato (RS 632.111.72) sono costituite da esportazioni definitive di prodotti dell’industria alimentare contenenti prodotti agricoli di base di origine svizzera. In tal senso, esse sono interessanti dal profilo dell’agricoltura elvetica. Si osserva una tendenziale crescita. Tra il 2002 e il 2012 le esportazioni sono aumentate di 95 000 tonnellate per il latte fresco, segnando una crescita di 26 volte superiore al valore rilevato nel 2002, di 12 000 tonnellate (+54 %) per la farina di frumento, di 2 000 tonnellate (+26 %) per il latte intero in polvere, di 2 500 tonnellate per la panna, decuplicando, e di 800 tonnellate (+61 %) per il burro. Si stima che nel 2012 il 5 per cento della produzione svizzera di latte e il 9 per cento di quella di farina sono stati esportati incorporati in un prodotto trasformato (biscotti, cioccolata), beneficiando della sovvenzione prevista dalla legge sul cioccolato.

n Importazioni ed esportazioni sulla base degli accordi di libero scambio

Al punto 1.1.2.1 si è già analizzata la liberalizzazione del commercio caseario con l’UE. Nel 2012 la metà delle linee tariffali complete era oggetto di una concessione tariffale bilaterale nei confronti di almeno un Paese terzo fuori dell’UE e dell’Accordo economico di libero scambio (AELS), conformemente all’ordinanza sul libero scambio 2 (RS 632.319). Commisurate ai prezzi d’importazione dei prodotti in questione e alle rispettive fluttuazioni, le concessioni accordate finora dalla Svizzera ai Paesi terzi sono modeste e ammontano mediamente a 0.28 fr./kg al 1O novembre 2012. Con 174 milioni di franchi, le importazioni preferenziali riconducibili a tali accordi rappresentano, nel 2012, solo l’1,6 per cento degli 11,0 miliardi di franchi delle importazioni agricole totali della Svizzera. È difficile analizzare l’evoluzione delle esportazioni riconducibili alle concessioni ottenute dalla Svizzera da parte di tali Paesi terzi, poiché entrano contemporaneamente in gioco altri fattori, come ad esempio le fluttuazioni dei corsi sui mercati mondiati e del tasso di cambio del franco svizzero, che possono essere superiori a tali concessioni.

n Importazioni nel quadro del sistema delle preferenze generalizzate

La franchigia di dazio accordata unilateralmente dalla Svizzera a tutti i prodotti agricoli (per lo zucchero e il riso era stato introdotto un periodo transitorio fino al 2009) originari dei Paesi meno avanzati (PMA) esiste dal 1° aprile 2007, conformemente all’ordinanza sulle preferenze tariffali (RS 632.911). Nel 2012, 8 voci rappresentano l’87 per cento del totale (167 mio. fr.) delle importazioni svizzere in franchigia di dazio provenienti dai PMA. Si tratta dei prodotti seguenti: caffè (40 mio. fr.), olio di girasole (38 mio. fr.), tabacco (16 mio. fr.), cacao (14 mio. fr.), olio di palma (12 mio. fr.), olio di cocco (11 mio. fr.), olio d’arachidi (7 mio. fr.) e frazioni di olio di palma (6 mio. fr.). Nel 2012 le importazioni in franchigia di dazio, originarie dai PMA, di oli e grassi vegetali per l’alimentazione umana del capitolo 15 sono state pari a 40 000 tonnellate, superando il volume della produzione indigena (31 000 t). Tra il 2006 e il 2012 si è registrata una netta crescita, con un incremento di 27 884 tonnellate (+229 %) e la quota di tali importazioni originarie di PMA è passata dal 12 al 37 per cento.

256 3.2 Confronti sul piano internazionale

Importazioni di oli e grassi vegetali per l'alimentazione umana del capitolo 15 negli anni 2006–2012, secondo l'origine

Al link www.blw.admin.ch > Français > Thèmes> Affaires internationales > Statistiques agricoles de partenaires commerciaux il lettore interessato può consultare le statistiche riguardanti una selezione di partner commerciali, compresi quelli con i quali la Svizzera ha intavolato negoziati in vista della conclusione di accordi di libero scambio. Tali statistiche contemplano indicatori economici generali, prezzi pagati ai produttori agricoli, dati sul commercio estero agricolo, l’elenco dei principali partner commerciali e i dazi.

257 3.2 Confronti sul piano internazionale
In t Fonti: AFD,
2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Tutti i Paesi non PMA PMA 0 120 000 100 000 80 000 60 000 40 000 20 000
UFAG
n Schede dei Paesi

Collaborazione al Rapporto agricolo 2013

Direzione del progetto, segreteria

Werner Harder, Alessandro Rossi, Monique Bühlmann, Sandra Weyeneth

Autori

n Ruolo e situazione dell’agricoltura

L’agricoltura, parte integrante dell’economia

Alessandro Rossi, Thomas Meier

Mercati

Lukas Barth, Manuel Boss, Arnaud De Loriol, Marianne Glodé, Hanspeter Lüthi, Monika Meister, Théodore Muller, Vonimanitra Raharimanga, Beat Ryser, Peter Schwegler, Hans-Ulrich Tagmann

Situazione economica

Vinzenz Jung, Werner Harder

Aspetti sociali e società

Esther Grossenbacher, Alessandro Rossi, Matthias Schick, Zippora Segessenmann, Markus Wildisen

Ecologia ed etologia

Jérôme Frei, Franziska Grossenbacher, Gabriela Hofer, Nicole Inauen, Philippe Jeanneret, Felix Kienast, Alessandro Rossi, Beatrice Schüpbach, Sibylle Stöckli, Samuel Vogel

Valutazione della sostenibilità

Vinzenz Jung, Jérôme Frei

n Provvedimenti di politica agricola

Produzione e smercio

Lukas Barth

Strumenti sovrasettoriali

Patrik Aebi, Paolo Degiorgi, Priska Dittrich, Emanuel Golder, Kilian Greter, Karin Hulliger, Tim Kränzlein, Regula Meier, Barbara Steiner

Economia lattiera

Monika Meister, Théodore Muller

Produzione animale

Silvia Eggenschwiler, Hanspeter Lüthi, Catherine Marguerat, Théodore Muller, Colette Schmid, Yves Schleppi, Marcel Zingg

Produzione vegetale

Marianne Glodé, Peter Schwegler, Doris Werder

Pagamenti diretti

Thomas Maier, Corinne Juge, Victor Kessler, Daniel Meyer, Denis Morand, Laurent Nyffenegger, Jonas Plattner, Hugo Roggo, Olivier Roux, Daniela Franzelli, Maya Santschi, Patricia Steinmann, Beat Tschumi, Eva Wyss, Peter Zbinden

258 Collaborazione al Rapporto agricolo 2013

Miglioramento delle basi

Miglioramenti strutturali e misure sociali collaterali

René Weber, Johnny Fleury, Samuel Reusser, Wilhelm Riedo

Conoscenze agricole – ricerca, consulenza, formazione

Anton Stöckli, Urs Gantner, Markus Lötscher, David Raemy, Jakob Rösch

Mezzi di produzione

Doris Bühler, Hans Dreyer, Stefanie Knauert, Louis Tamborini

Temi particolari

Ispettorato delle finanze

Rolf Enggist

Collegamento in rete delle banche dati agricole

Wiebke Egli-Schaft, Corinne Juge, Stefan Schönenberger, Manfred Tschumi

Unità federale per la filiera alimentare

Thomas Lüthi

n Aspetti internazionali

Sviluppi sul piano internazionale

Niklaus Bernhard, Krisztina Bende, Kilian Greter, Michael Hartmann, Tim Kränzlein, Corinne Müller, Isabelle Pasche, Hubert Poffet, François Pythoud, Deborah Stotz

Confronti sul piano internazionale

Yawo Michel Afangbedji, Lukas Barth, Jean Girardin, Werner Harder, Alessandro Rossi

Servizi di traduzione

Italiano: Patrizia Singaram, Francesca De Giovanni, Giusy Morinelli, Simona Stückrad

Francese: Elisabeth Tschanz, Odile Derossi, Isabelle Gris, Anne Hegmann, Laure Klemm, Madeleine Kobel

Tedesco: Cornelia Heimgartner, Patrizia Werlen

Internet

Karin Bovigny, Monique Bühlmann, Anne Rizzoli

Assistenza tecnica

Hanspeter Leu, Peter Müller

259 Collaborazione al Rapporto agricolo 2013

Indice alfabetico A

Accordo agricolo Svizzera – UE 236

Accordo di libero scambio con l’UE 235 Affitti 41,

Effettivo di animali 43, 165, 167, 170 F

Fasce di colture estensive in campicoltura 175, 178, 180

Formazione di capitale proprio 49, 50, 52, 53

Formazione professionale 215, 216

Formazione 19, 208, 216

Gestione rispettosa dell’ambiente 162

Grado di autoapprovvigionamento, lordo 17, 35

Grado di autoapprovvigionamento, netto 17

Indicazione geografica protetta, IGP 134, 135, 236

Indice dei prezzi alla produzione, agricoltura 18

Indice dei prezzi all’importazione delle derrate alimentari 18

Indice dei prezzi dei mezzi di produzione agricoli 18

Indice nazionale dei prezzi al consumo 18

passivi 44, 46

delle finanze 225

lordo 31, 39, 252 Mercati, pubblici 149, 151

delle uova 27, 149, 151 Mercato lattiero 21, 143, 234

Miglioramenti strutturali 197, 198

di solidarietà 129, 132 Misure doganali e tariffali 138

Norme d’importazione e d’esportazione 138

Ordinanza sulla qualità ecologica 93, 163, 181, 182, 191, 195

Organismi geneticamente modificati 224 Organizzazioni di categoria 132, 134 Organizzazioni di produttori 132

260 Indice alfabetico
E
G
I
Interessi
Ispettorato
L Lavoratori
Legge
M Maggesi
Maggesi
Margine
11, 13
sul cioccolato 141, 237, 256
da rotazione 175, 177, 180
fioriti 175, 177, 180
Mercato
Misure
N
O
44 Agricoltura biologica 174, 185 Aiuti all’interno del Paese 19 Aiuti per la conduzione aziendale 44, 197, 201 Alberi da frutto ad alto fusto nei campi 175, 179, 181 Allevamento di animali 152, 154, 197 Aziende a titolo accessorio 11, 13 Aziende a titolo principale 11, 13 B Banca dati sul traffico di animali 149, 152, 170 Bestiame da macello 19, 31, 149, 150 Biodiversità 87, 90, 91, 92, 93, 94, 95, 98, 99, 100, 101, 105, 107, 122, 123, 181, 211 C Caratterizzazione 134 Cash flow 50 Classificazione della qualità, neutrale 150 Colture campicole 32, 94, 156, 178 Colture innovative 156 Colture speciali 37, 47, 48, 94, 99, 185 Commercio estero 9, 15, 24, 28, 255, 257 Compensazione, ecologica 86, 175, 189 Consulenza 20, 92, 98, 99, 208, 210, 211, 212, 216 Consumi intermedi 40, 41, 43 Consumo di alimenti concentrati per animali 89 Consumo di concimi minerali 89 Consumo privato 50, 52, 53 Contingente doganale 33, 38, 138 Conto economico, dell’agricoltura 40, 41 Contributi all’esportazione 141, 237 Contributi di coltivazione 42, 155 Contributi di declività 162, 163, 165, 172, 193, 195 Contributi di superficie 162, 163, 165, 169, 195 Contributi di trasformazione 155 Contributi ecologici 162, 163, 174 Costi di terzi 46 Crediti d’investimento 20, 44, 197, 198, 200, 225 D Denominazione di origine protetta, DOP 134, 135, 236, 253

Pagamenti diretti, ecologici 161, 162, 163, 174

Pagamenti diretti, generali 161, 163, 169

Patate 21, 33, 36, 42, 133, 138, 155, 248

Pollame 21,

27, 30, 43, 112, 113, 114, 149, 152, 159, 167

Prati, sfruttati in modo estensivo 175, 176, 180, 181

Prati, sfruttati in modo poco intensivo 175, 176, 180, 181

Prezzi al consumo

18, 26, 245, 248, 249, 251, 254

Terreni da strame 172, 175, 176, 180, 181, 182, 185 Traffico di animali 152, 170

261 Indice alfabetico T
U
della
Utilizzo del
V Valore aggiunto lordo 14,
118 Valore della produzione 21,
Valorizzazione del latte 23, 143, 144 Valorizzazione della frutta 130 Valorizzazione della lana di pecora 152 Vendite all’asta 138, 139, 140 Vendite di prodotti fitosanitari 89, 123 P
Unità di lavoro della famiglia 48 Uscita regolare degli animali da reddito all’aperto, URA 112, 113, 114, 162, 163, 166, 186 Uscite
Confederazione 19
suolo 88, 94
41, 43,
42, 43, 44
Prodotti trasformati 138, 142, 236, 237, 255
162, 163, 165, 184
195 Produzione vegetale 21, 42 Profitto
lavoro 45
48, 49, 120 Programmi di detenzione di animali 112, 186 Promozione dello smercio 129, 130, 131, 133 Protocollo n. 2 237 Provvedimenti di valorizzazione 151 Q Quota di capitale di terzi 49, 50 R Rapporto cash flow – investimenti 50 Razze, minacciate 100, 149, 153 Reddito da impresa netto 40, 41, 44 Reddito totale 47, 48, 49, 50, 52, 53 Reddito, agricolo 45, 47, 48, 52 Reddito, extraagricolo 45, 52 Ricerca 19, 81, 208, 209, 210, 212, 213, 214, 215 Rifiuti alimentari 80, 81, 82, 83 S Salario comparabile 48, 49, 120 Sgravio del mercato 151 Siepi, boschetti campestri e rivieraschi 175, 177, 181, 182 Sistema d’informazione sulla politica agricola 164, 229 Sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali, SSRA 112, 163, 165, 186, 195 Stabilità finanziaria 49 Strategia della qualità 131 Superfici di compensazione, ecologica 88, 93, 122, 127, 175, 180, 181, 237
Produzione animale 42, 43, 130, 148, 149 Produzione estensiva di cereali e colza
,
del
,
262
A1 Allegato
n Tabelle A2 Strutture A2 Mercati A3 Risultati economici A14 Conto economico dell’agricoltura A14 Risultati d’esercizio A16 Uscite della Confederazione A27 Uscite Produzione e smercio A27 Uscite Promozione dello smercio A27 Uscite Economia lattiera A28 Uscite Produzione animale A28 Uscite Allevamento di animali A29 Uscite Produzione vegetale A30 Uscite Pagamenti diretti A31 Uscite Miglioramento delle basi A50 Uscite Agricoltura e alimentazione A57 n Atti legislativi, Terminologia e metodi A58 n Abbreviazioni A59 n Bibliografia A62
Allegato

Tabella 1

Evoluzione delle aziende agricole, della superficie agricola utile e delle unità di bestiame grosso

Evoluzione del numero di lavoratori nell'agricoltura

Classi di dimensioni in ha Aziende Superficie agricola utile Unità di bestiame grosso di superficie agricola utile 2000 2011 2012 2000 2011 2012 2000 2011 2012 Numero Numero Numero ha ha ha Numero Numero Numero 0-1 3 609 2 462 2 424 1 336 886 881 61 016 57 637 57 585 1-3 4 762 3 661 3 609 8 861 6 729 6 642 14 753 11 457 11 946 3-5 5 393 3 224 3 092 21 348 12 918 12 385 27 714 17 421 16 307 5-10 13 149 8 935 8 491 99 056 67 500 64 000 127 361 85 658 80 694 10-15 13 812 9 914 9 612 171 817 123 908 120 094 230 628 165 138 160 380 15-20 11 172 8 814 8 591 193 856 153 553 149 599 247 517 204 659 200 117 20-25 7 244 6 641 6 513 161 311 148 319 145 602 191 057 192 206 186 287 25-30 4 430 4 679 4 686 121 005 128 182 128 399 130 901 154 904 155 508 30-40 4 168 5 047 5 184 142 266 172 641 177 433 142 628 194 947 202 102 40-50 1 591 2 161 2 182 70 501 95 936 96 832 61 914 99 237 100 636 50-70 921 1 482 1 565 52 672 85 462 90 146 42 707 84 346 90 167 70-100 209 473 488 17 021 38 007 39 269 13 290 33 947 37 176 >100 77 124 138 11 444 17 826 19 782 8 025 15 091 16 556 Totale 70 537 57 617 56 575 1 072 492 1 051 866 1 051 063 1 299 512 1 316 648 1 315 460 Fonte: UST
Tabelle Strutture
Tabella 2
Categoria Lavoratori a tempo pieno Lavoratori a tempo parziale Totale 2000 2011 2012 2000 2011 2012 2000 2011 2012 Capiazienda Uomini 49 339 36 865 36 488 25 385 18 038 17 366 74 724 54 903 53 854 Donne 524 963 1 005 1 822 1 751 1 716 2 346 2 714 2 721 Altri membri della famiglia Uomini 8 749 9 001 8 936 18 212 19 045 18 547 26 961 28 046 27 483 Donne 14 281 8 277 8 202 47 665 39 626 38 654 61 946 47 903 46 856 Manodopera familiare Totale 72 893 55 106 54 631 93 084 78 460 76 283 165 977 133 566 130 914 Man. extrafam., svizzeri Uomini 10 836 7 661 7 642 5 125 3 740 3 738 15 961 11 401 11 380 Donne 2 592 1 767 1 781 4 194 3 540 3 580 6 786 5 307 5 361 Man. extrafam., stranieri Uomini 8 061 6 396 6 668 3 454 3 162 3 288 11 515 9 558 9 956 Donne 1 613 1 785 1 911 1 941 2 450 2 506 3 554 4 235 4 417 Manodopera extrafam. Totale 23 102 17 609 18 002 14 714 12 892 13 112 37 816 30 501 31 114 Lavoratori Totale 95 995 72 715 107 798 91 352 203 793 164 067 162 028 Fonte: UST A2 Allegato

Mercati

Superficie agricola utile secondo le forme di utilizzazione

A3 Allegato
Tabella
3
Prodotto 2000/02 2010 2011 2012 1 2000/02–2010/12 ha ha ha ha % Cereali 178 576 151 513 145 272 146 935 -17.5 Cereali panificabili 96 527 86 341 82 707 84 185 -13.0 Frumento 91 045 79 853 76 446 78 540 -14.5 Spelta 1 878 4 136 4 164 3 680 114.9 Farro, piccola spelta 46 82 141 151 180.1 Segale 3 518 2 248 1 928 1 771 -44.0 Miscele di cereali panificabili 39 22 28 43 -22.4 Cereali da foraggio 82 049 65 171 62 565 62 750 -22.9 Frumento - 7 057 7 089 6 847 Orzo 42 916 28 949 28 336 28 454 -33.5 Avena 4 342 1 789 1 682 1 642 -60.9 Miscele di cereali da foraggio 311 170 170 182 -44.3 Mais da granella 22 280 16 898 15 553 16 162 -28.0 Triticale 12 201 10 274 9 708 9 433 -19.8 Miglio - 34 27 30 Leguminose 3 514 3 816 3 859 3 827 9.3 Piselli da foraggio (proteici) 3 165 3 483 3 496 3 473 10.2 Favette 294 274 319 305 3.4 Lupini 55 59 44 49 -10.9 Sarchiate 34 229 29 640 31 485 30 798 -9.9 Patate (comprese quelle da semina) 13 799 10 874 11 250 10 875 -19.8 Barbabietole da zucchero 17 886 17 842 19 378 19 211 6.0 Barbabietole da foraggio (zuccherine e semizuccherine) 2 544 924 857 712 -67.1 Semi oleosi 18 535 25 393 25 698 25 928 38.5 Colza 13 126 20 731 21 252 21 268 60.9 Girasole 4 389 3 544 3 289 3 526 -22.3 Soia 989 1 087 1 123 1 085 11.7 Zucche per l’estrazione d’olio 32 31 34 49 16.8 Materie prime rinnovabili 1 304 1 100 998 859 -24.1 Colza 1 137 1 075 957 829 -16.0 Girasole 35 19 33 24 -22.2 Altre (kenaf, canapa, ecc.) 132 7 8 6 -94.3 Verdure in pieno campo 8 489 9 460 10 008 9 708 -11.1 Mais verde e da silo 40 652 46 759 47 643 46 782 16.1 Maggese verde e fiorito 3 392 2 385 2 574 2 595 -25.4 Altra superficie coltiva aperta 1 770 1 902 1 959 2 022 137.8 Superficie coltiva aperta 290 462 271 968 269 496 269 454 -7.0 Prati artificiali 117 671 131 401 133 203 133 153 12.9 Altra superficie coltiva 2 427 1 153 1 116 1 170 -56.7 Totale superficie coltiva 410 560 404 522 403 815 403 777 -1.6 Frutticoltura 6 756 6 624 6 527 6 529 -3.1 Viticoltura 15 048 13 095 13 027 13 100 -10.0 Miscanthus sinensis 257 224 212 212 -16.3 Prati naturali, pascoli 627 938 611 884 610 732 611 232 -2.7 Altro utilizzo nonché strame e torba 10 572 15 415 16 969 16 213 47.5 Superficie agricola utile 1 071 131 1 051 747 1 051 866 1 051 063 -1.9 1 Dati provvisori
viticoltura e frutticoltura: UFAG; altri prodotti: USC, UST
Fonti:

Tabella 4

Detentori ed effettivi di animali

A4 Allegato
2000/02 2010 2011 2012 2000/02–2010/12 Capi Capi Capi Capi % Detentori di animali da reddito Detentori di animali 58 602 50 018 48 706 47 772 -15.8 Detentori di bovini 49 598 41 095 40 309 39 523 -17.9 Detentori di equini 10 564 9 621 9 018 8 892 -11.8 Detentori di suini 14 656 8 848 8 324 7 764 -41.4 Detentori di ovini 12 158 9 779 9 428 9 169 -21.0 Detentori di caprini 6 977 6 976 6 612 6 539 -2.6 Detentori di pollame da reddito 19 943 13 500 12 753 12 414 -34.2 Effettivi Bovini 1 597 684 1 591 233 1 577 407 1 564 631 -1.2 di cui vacche 716 784 700 315 699 947 705 642 -2.1 Equini 50 566 62 113 57 246 58 031 16.9 Suini 1 534 217 1 588 998 1 578 687 1 544 017 2.4 Ovini 423 413 434 083 424 018 417 274 0.4 Caprini 63 828 86 987 86 215 88 089 36.5 Pollame da reddito 6 934 609 8 943 676 9 390 871 9 878 279 35.6 di cui galline ovaiole e da allevamento 2 124 632 2 438 051 2 437 016 2 520 633 16.0 Fonte: UST, bovini: dati ab 2009 provenienti dalla banca dati sul traffico di animali

1 Dati provvisori

2 Media degli anni 2000/03

3 Variazione 2000/03–2009/12

Fonti: Latte e latticini: TSM

Carne: Proviande

Uova: Aviforum

Cereali, sarchiate e semi oleosi: USC

Frutta: Associazione svizzera frutta, Interprofession des fruits et légumes du Valais

Verdura: Centrale svizzera dell’orticoltura e delle colture speciali

Vino: UFAG, Cantoni

Produzione Prodotto Unità 2000/02 2010 2011 2012 2000/02–2010/12 % Latte e latticini Latte di consumo t 505 764 493 181 486 683 481 321 -3.7 Panna t 68 213 68 022 69 750 69 688 1.4 Burro t 40 247 48 511 48 989 50 642 22.7 Latte in polvere t 47 152 57 213 56 341 56 075 19.9 Formaggio t 166 668 181 329 181 674 181 180 8.8 Carne e uova Carne di manzo t PM 110 111 111 216 111 687 112 357 1.5 Carne di vitello t PM 34 202 31 673 32 263 31 918 -6.6 Carne suina t PM 231 645 249 470 249 002 242 708 6.7 Carne ovina t PM 5 787 5 477 5 355 5 007 -8.8 Carne caprina t PM 534 498 521 529 -3.4 Carne equina t PM 1 164 748 775 852 -32.0 Pollame t peso di vendita 29 435 44 050 46 567 48 627 57.7 Uova in guscio mio. di pezzi 689 752 758 765 10.1 Cereali 1 112 267 923 600 972 376 923 727 -15.5 Frumento panificabile t 521 667 448 800 463 830 445 124 -13.2 Frumento da foraggio - 58 700 70 083 56 960 Segale t 20 833 13 700 12 726 10 466 -41.0 Orzo t 255 500 174 100 183 371 184 503 -29.3 Avena t 22 533 8 900 8 717 8 765 -61.0 Mais da granella t 206 333 143 500 151 290 146 938 -28.6 Triticale t 75 067 58 300 62 044 55 303 -22.0 Altri t 10 333 17 600 20 315 15 668 72.8 Sarchiate Patate t 539 933 421 000 515 000 447 000 -14.6 Barbabietole da zucchero t 1 288 852 1 302 055 1 828 184 1 672 761 24.2 Semi oleosi 59 956 81 983 83 931 79 155 34.4 Colza t 43 684 67 900 70 300 66 400 53.6 Girasole t 12 972 10 600 9 900 9 200 -23.7 Altri t 3 300 3 483 3 731 3 555 8.8 Frutta (da tavola) Mele t 99 540 2 100 300 86 943 117 022 1.9 3 Pere t 15 523 2 13 200 19 515 15 760 4.1 3 Albicocche t 1 485 2 5 705 6 875 6 440 326.9 3 Ciliegie t 1 810 2 1 960 3 118 1 403 19.3 3 Prugne t 2 418 2 2 716 3 730 2 218 19.5 3 Fragole t 5 064 5 663 6 419 6 741 23.9 Verdure (fresche) Carote t 56 474 62 638 63 381 68 614 14.9 Cipolle t 26 126 32 716 37 409 43 195 44.6 Sedano rapa t 10 359 9 796 10 270 14 251 10.4 Pomodori t 30 398 42 979 45 071 48 180 49.4 Lattuga cappuccio t 16 514 13 268 14 001 12 885 -18.9 Cavolfiore t 6 474 7 180 7 612 8 423 19.5 Cetrioli t 8 823 10 968 11 866 11 971 31.5 Vino Vino rosso hl 574 245 533 792 583 297 505 030 -5.8 Vino bianco hl 613 076 497 146 536 760 498 835 -16.7
Tabella 5
A5 Allegato

Tabella 6

Produzione di latticini

Valorizzazione del latte secondo le componenti (equivalente del latte; EL)

7,3 % di grasso e proteine

Prodotto 2000/02 2010 2011 2012 2000/02 –2010/12 t t t t % Totale formaggio 166 668 181 329 181 674 181 180 8.8 Formaggio fresco 35 832 44 920 46 970 43 563 26.0 Mozzarella 12 208 18 820 20 557 21 429 66.0 Altro formaggio fresco 23 624 26 100 26 413 22 134 5.3 Formaggio a pasta molle 6 848 7 874 6 798 6 329 2.2 Tomme 1 229 2 030 1 934 1 889 58.7 Formaggio a crosta fiorita, da semigrasso a grasso 2 122 1 358 1 184 995 -44.4 Altro formaggio a pasta molle 3 497 4 486 3 680 3 445 10.7 Formaggio a pasta semidura 47 176 57 664 58 956 60 792 25.4 Appenzeller 8 505 9 113 9 096 8 693 5.4 Tilsiter 6 135 3 812 3 602 3 158 -42.6 Formaggio da raclette 11 871 11 744 10 787 12 602 -1.3 Altro formaggio a pasta semidura 20 665 32 995 35 471 36 339 69.1 Formaggio a pasta dura 76 215 69 765 67 828 69 392 -9.5 Emmentaler 42 171 27 059 25 257 26 185 -38.0 Gruyère 26 072 28 166 28 690 28 594 9.3 Sbrinz 2 940 1 857 1 939 1 849 -36.0 Altro formaggio a pasta dura 5 032 12 683 11 942 12 764 147.7 Prodotti speciali 1 663 1 106 1 122 1 104 67.5 Totale prodotti a base di latte fresco 704 033 754 884 744 846 742 878 6.2 Latte di consumo 505 764 493 181 486 683 481 321 -3.7 Altri 198 270 261 703 258 163 261 557 31.4 Totale burro 40 247 48 511 48 989 50 642 22.7 Totale panna 68 213 68 022 69 750 69 688 1.4 Totale latte in polvere 47 152 57 213 56 341 56 075 19.9 1 Formaggio di solo latte di pecora o di capra Fonti: TSM Tabella 7
Prodotto 2000/02 2010 2011 2012 2000/02 –2010/12 % Formaggio 1 375 908 1 453 442 1 443 145 1 458 231 5.5 Ricotta 19 366 15 999 16 223 23 214 -4.6 Latte di consumo 459 605 422 867 415 910 411 721 -9.3 Panna di consumo 258 197 266 864 279 259 279 488 6.6 Yogurt 70 003 114 555 113 230 113 263 62.4 Altri prodotti a base di latte fresco (compreso il gelato) 84 282 98 429 92 268 97 031 13.8 Conserve di latte 331 579 367 795 364 813 367 100 10.6 Burro 476 737 580 541 583 730 588 398 22.5 Altra valorizzazione 122 375 117 130 163 395 132 385 12.5 1 EL corrisponde a 1 kg di latte con una quota dello
Fonte: TSM A6 Allegato

Tabella 8

Valorizzazione del raccolto della produzione vegetale

2 Variazione 2000/03–2009/12

bevande contenenti alcol di

Regia federale degli alcol

per la trasformazione: Centrale svizzera dell’orticoltura e delle colture speciali

Prodotto 2000/02 2010 2011 2012 2000/02 –2010/12 t t t t % Patate - 421 000 515 000 447 000Patate da tavola 169 433 183 000 181 900 185 800 8.0 Patate destinate alla trasformazione 127 500 154 000 159 400 163 800 28.5 Patate da semina 28 300 24 000 24 000 27 800 -10.7 Somministrazione allo stato fresco agli animali 143 067 60 000 149 700 69 600 -34.9 Trasformazione in alimenti per animali 71 633 0 0 0Mele e pere svizzere da sidro (trasformazione in stabilimenti industriali) 151 950 1 75 722 185 605 89 339 -23.1 2 Quantitativo di frutta da sidro per succo grezzo 151 746 1 75 710 185 605 89 339 -23.0 2 Sidro fresco da torchio 9 376 1 7 756 8 129 6 210 -21.4 2 Sidro per la fabbricazione di acquavite 418 1 26 0 0 -98.2 2 Succo concentrato 140 271 1 66 144 173 838 78 963 -24.2 2 Altri succhi (compreso l’aceto) 1 682 1 1 784 3 638 4 166 43.5 2 Frutta pigiata 204 1 12 0 0 -97.1 2 Fabbricazione di bevande contenenti alcool di distillazione Di mele e pere svizzere 21 079 1 14 693 9 374 12 266 -42.5 2 Di ciliegie e prugne svizzere 12 137 1 10 641 9 656 7 422 -23.9 2 Verdure svizzere fresche per la fabbricazione di derrate alimentari Verdure congelate 25 157 32 504 36 361 31 387 32.8 Verdure da conserva (fagiolini, piselli, carote parigine) 14 607 12 915 16 147 12 772 -4.5 Cavolo (cappuccio) per crauti 6 410 5 561 6 057 5 279 -12.1 Rape 1 059 494 470 455 -55.3
1 Media degli anni 2000/03
Fonti: Patate:
Frutta da sidro:
Verdure
A7 Allegato
swisspatat
UFAG;
distillazione:

Commercio estero

1 Media degli anni 2000/03

2 Variazione 2000/03–2009/12

3 Voce di tariffa 0206

4 dal 2012 peso alla vendita

e latticini, carne, sottoprodotti della macellazione, uova, cereali, sarchiate,

Tabella 9
Prodotto 2000/02 2010 2011 2012 2000/02 –2010/12 t t t t % Esporta- Importa- Esporta- Importa- Esporta- Importa- Esporta- Importa- Esporta- Importazioni zioni zioni zioni zioni zioni zioni zioni zioni zioni Latte e latticini Latte 19 22 919 266 23 141 606 26 211 1 837 23 933 4 652.8 6.6 Yogurt 3 494 148 6 905 10 635 5 190 11 415 5 277 11 837 65.7 7 532.2 Panna 918 246 2 794 1 986 3 773 1 838 2 578 1 759 231.9 655.5 Burro 447 4 960 4 145 220 5 512 252 7 352 120 1 167.4 -96.0 Latte in polvere 11 688 1 076 23 443 1 234 15 787 567 18 302 534 64.1 -27.6 Formaggio e ricotta 52 295 31 087 58 379 46 892 60 059 48 872 62 457 50 852 15.3 57.2 Carne, uova e pesce Carne di manzo 876 7 854 1 884 18 891 2 346 21 666 1 991 20 215 136.7 157.9 Carne di vitello 0 1 115 0 746 5 572 34 517 - -45.1 Carne suina 249 9 753 620 12 765 1 053 11 432 3 278 12 652 562.7 25.9 Carne ovina 0 6 940 5 5 750 4 5 939 9 5 958 - -15.2 Carne caprina 0 358 0 304 0 315 0 281 - -16.2 Carne equina 0 4 117 0 4 872 0 5 003 0 4 990 - 20.4 Pollame 4 331 42 770 236 53 933 687 54 940 3 468 45 279 342.2Sottoprodotti della macellazione 3 1 552 6 934 21 467 15 025 22 011 14 905 20 928 16 387 1 283.3 122.7 Uova 0 24 839 12 34 336 90 32 147 50 30 403 - 30.0 Pesce, crostacei e molluschi 96 56 228 142 69 023 226 45 391 291 45 291 129.1 -5.3 Cereali Frumento 74 284 629 197 336 015 709 462 000 98 390 305 350.9 39.2 Segale 1 7 250 67 4 719 0 2 242 0 2 444 2 171.2 -56.8 Orzo 11 52 079 250 71 357 267 102 884 291 48 532 2 357.1 42.6 Avena 5 540 50 469 23 56 391 0 53 932 5 47 646 -99.8 4.3 Mais da granella 196 26 496 104 96 419 102 132 861 113 94 373 -45.7 307.2 Sarchiate Patate 3 313 30 709 499 23 573 514 25 411 1 204 15 562 -77.7 -29.9 Zucchero 152 572 188 008 99 996 84 438 101 250 103 809 107 000 84 151 -32.7 -51.7 Semi oleosi Semi oleosi 699 105 697 799 60 004 690 52 257 769 47 106 7.7 -49.7 Oli e grassi vegetali 7 327 95 762 4 460 124 943 3 012 129 628 3 102 124 871 -51.9 32.1 Frutta (fresca) Mele 1 342 1 8 595 1 689 7 503 2 850 7 275 1 676 5 028 10.7 2 -14.8 2 Pere 119 1 8 786 1 135 9 037 141 11 616 25 7 338 -3.9 2 18.8 2 Albicocche 26 1 9 155 1 121 7 030 38 5 844 89 7 745 294.8 2 -25.2 2 Ciliegie 7 1 1 104 1 13 1 645 15 2 136 4 2 371 53.7 2 66.6 2 Prugne e susine 8 1 5 254 1 73 7 926 44 6 434 46 7 516 503.4 2 37.8 2 Fragole 22 11 240 58 13 503 4 13 268 12 14 598 10.6 22.7 Uva 10 38 448 181 35 109 157 35 425 61 34 411 1 187.8 -9.0 Agrumi 41 124 102 255 130 556 138 129 719 242 132 859 416.5 5.6 Banane 1 73 363 8 79 889 9 79 395 0 78 558 468.3 8.1 Verdure (fresche) Carote 26 6 739 64 5 626 15 3 508 1 4 510 0.9 -32.5 Cipolle 51 6 432 581 3 277 1 3 902 22 2 354 297.6 -50.6 Sedano rapa 0 287 0 130 2 485 0 92 - -17.8 Pomodori 25 42 449 115 39 155 54 39 562 107 37 613 273.4 -8.7 Lattuga cappuccio 3 2 537 4 3 460 6 3 225 10 4 119 103.7 41.9 Cavolfiore 1 9 067 27 9 067 65 9 042 37 8 884 4 211.2 -0.8 Cetrioli 21 17 046 33 16 397 7 939 16 463 21 16 126 12 792.6 -4.2 Vino Vino rosso (in hl) 6 585 1 417 802 14 231 1 368 625 14 735 1 315 727 10 567 1 309 341 100.1 -6.1 Vino bianco (in hl) 5 997 214 349 5 998 314 033 5 598 324 683 5 668 326 133 -4.0 50.0
Fonti: Latte
semi
Zucchero:
Pollame:
A8 Allegato
oleosi, frutta, verdura e vino: DGD
réservesuisse
Proviande

Tabella 10

Commercio estero di formaggio

Prodotto 2000/02 2010 2011 2012 2000/02 –2010/12 t t t t % Importazioni Formaggio fresco 1 8 644 17 416 18 054 18 908 109.7 Formaggio grattugiato 2 420 1 195 1 406 1 690 240.8 Formaggio fuso 3 2 413 3 260 3 679 3 725 47.3 Formaggio a crosta fiorita 4 2 321 2 146 2 019 2 007 -11.4 Formaggio a pasta molle 5 5 731 8 191 8 677 8 999 50.5 Formaggio a pasta semidura 6 4 400 7 199 7 558 8 007 72.4 Formaggio a pasta dura 7 7 158 7 485 7 479 7 516 4.7 Totale formaggio e ricotta (quark) 31 087 46 892 48 872 50 852 57.2 Esportazioni Formaggio fresco 1 52 4 617 6 004 6 689 10 996.2 Formaggio grattugiato 2 99 147 175 443 157.6 Formaggio fuso 3 5 259 2 902 2 317 1 566 -57.0 Formaggio a crosta fiorita 4 11 12 11 18 20.6 Formaggio a pasta molle 5 109 1 743 1 484 1 037 1 204.0 Formaggio a pasta semidura 6 7 361 13 296 16 203 17 706 113.8 Formaggio a pasta dura 7 39 404 35 662 33 865 34 967 -11.6 Totale formaggio e ricotta (quark) 52 296 58 379 60 059 62 426 15.3 1 0406.1010, 0406.1020, 0406.1090 2 0406.2010, 0406.2090 3 0406.3010, 0406.3090 4 0406.4010, 0406.4021, 0406.4029, 0406.4081, 0406.4089 5 0406.9011, 0406.9019 6 0406.9021, 0406.9031, 0406.9051, 0406.9091 7 0406.9039, 0406.9059, 0406.9060, 0406.9099 Fonte: DGD A9 Allegato

Tabella 11

Consumo pro capite

1 Dati in parte provvisori

2 Media degli anni 2000/03

3 Variazione 2000/03–2009/12

Fonti:

Latte e latticini, zucchero e semi oleosi: USC

Uova: Aviforum

Carne: Proviande

Cereali, frutta, verdura e vino: UFAG

Prodotto 2000/02 2010 2011 2012 1 2000/02 –2010/12 kg kg kg kg % Latte e latticini Latte di consumo 84.63 70.7 68.60 65.89 -19.2 Bevande a base di latte 3.53 8.20 8.60 8.27 136.5 Yogurt 16.57 18.20 18.30 18.22 10.1 Burro 5.93 5.40 5.30 5.14 -11.0 Panna 9.27 8.30 8.40 8.35 -9.9 Formaggio e formaggio fuso 19.63 21.50 21.40 20.84 8.2 Carne e uova Carne di manzo 10.22 11.20 11.29 11.06 9.4 Carne di vitello 3.86 3.15 3.22 3.13 -18.0 Carne suina 25.39 25.33 24.92 23.54 -3.1 Carne ovina 1.51 1.23 1.24 1.19 -19.2 Carne caprina 0.11 0.09 0.09 0.09 -18.2 Carne equina 0.64 0.66 0.67 0.67 4.2 Pollame 9.28 11.00 11.43 11.31 21.2 Uova in guscio (pz.) 188 189 175 175 -4.4 Cereali Pane e prodotti da forno 51.13 49.30 50.00 Sarchiate Patate e prodotti a base di patate 43.43 45.5 46.1 46 -65.1 Zucchero (compr. zucchero nei prodotti trasformati) 40.48 38.8 39 39 -68.0 Semi oleosi Oli e grassi vegetali 14.98 16.9 18 18 -62.4 Frutta (da tavola) Mele 14.7 2 13.61 11.49 14.98 -3.7 3 Pere 3.33 2 2.81 3.90 2.87 6.6 3 Albicocche 1.46 2 1.60 1.59 1.75 13.7 3 Ciliegie 0.4 2 0.46 0.66 0.47 26.9 3 Prugne e susine 1.06 2 1.34 1.27 1.21 22.5 3 Fragole 2.25 2.43 2.48 2.65 12.0 Agrumi 17.15 16.56 16.29 16.50 -4.1 Banane 10.14 10.15 9.98 9.77 -1.7 Verdure (fresche) Carote 8.73 8.76 8.41 9.10 0.0 Cipolle 4.49 4.55 5.19 5.66 13.9 Sedano rapa 1.47 1.27 1.35 1.78 -0.5 Pomodori 10.07 10.53 10.64 10.66 5.0 Lattuga cappuccio 2.63 2.15 2.17 2.11 -19.0 Cavolfiore 2.15 2.08 2.09 2.15 -2.3 Cetrioli 2.81 3.31 3.36 3.54 20.6 Vino Vino rosso (in l) 28.28 24.50 23.87 22.85 -16.0 Vino bianco (in l) 12.45 11.10 10.97 10.38 -13.1 Totale vino (in l) 40.73 35.60 34.84 33.23 -15.1
A10 Allegato

Tabella 12

Prezzi alla produzione

1 Media degli anni 2000/03

2 Variazione 2000/03–2009/12

3 Prezzi franco macello, escl. suini da carne franco fattoria; prezzi applicati dal 2006 per animali del programma gestione della qualità Carne svizzera

4 Negli anni 2000–2002 non sono stati rilevati prezzi comparabili

5 Il prezzo non si applica alle eccedenze

6 Prezzo indicativo provvisorio

7 Gli anni di riferimento sono la media degli anni 2002/04, variazione 2002/04–2010/12

Fonti:

Latte e uova: UFAG

Bestiame da macello: Proviande

Cereali, sarchiate e semi oleosi: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Frutta: Associazione svizzera frutta e Interprofession des fruits et légumes du Valais; trattasi di prezzi indicativi alla produzione definitivi

Verdura: Centrale svizzera dell’orticoltura e delle colture speciali; trattasi di prezzi indicativi franco distributore all’ingrosso

Prodotto Unità 2000/02 2010 2011 2012 2000/02 –2010/12 % Latte Totale Svizzera ct./kg 79.23 61.79 62.67 60.46 -22.2 Latte trasformato in formaggio ct./kg 79.14 67.07 66.80 65.72 -15.9 Latte biologico ct./kg 94.18 74.72 77.42 77.60 -18.7 Bestiame da macello 3 e uova 4 Vacche T3 fr./kg PM 5.18 6.36 6.24 6.28 21.6 Giovani vacche T3 fr./kg PM 6.28 6.90 6.72 6.80 8.4 Torelli T3 fr./kg PM 7.64 8.16 8.29 8.43 8.5 Buoi T3 fr./kg PM 7.40 8.14 8.27 8.42 11.8 Manzi T3 fr./kg PM 7.39 8.11 8.05 8.40 10.8 Vitelli T3 fr./kg PM 12.31 13.48 13.58 13.60 10.1 Suini da carne fr./kg PM 4.57 3.80 3.60 3.45 -20.8 Agnelli fino a 40 kg T3 fr./kg PM 12.53 9.71 10.72 10.71 -17.2 Uova da allevamento al suolo ct./pz. - 21.98 21.67 21.67Uova da allevamento all’aperto estensivo ct./pz. - 23.06 23.02 23.01Cereali Frumento (panif.) Top fr./100 kg 60.23 7 51.60 51.31 53.02 -13.8 7 Frumento (panif.) Classe I fr./100 kg 57.38 7 50.33 49.05 51.21 -12.6 7 Frumento (foraggio) fr./100 kg 45.18 7 36.58 36.32 37.05 -19.0 7 Segale fr./100 kg 44.24 7 38.04 38.31 39.73 -12.5 7 Orzo fr./100 kg 42.68 7 34.43 34.39 35.07 -19.2 7 Avena fr./100 kg 39.45 7 30.76 30.40 30.34 -23.1 7 Mais da granella fr./100 kg 45.7 7 36.87 36.75 37.75 -18.8 7 Sarchiate Patate fr./100 kg 35.52 38.49 31.80 34.95 -1.2 Barbabietole da zucchero fr./100 kg 12.21 8.50 7.71 7.55 -35.2 Semi oleosi Colza fr./100 kg 69.94 81.86 89.85 91.80 5.6 7 Girasole fr./100 kg 78.45 87.84 96.17 99.31 11.6 7 Frutta Mele: Golden Delicious, classe I fr./kg 0.98 1 0.93 5 0.93 5 1.10 5 -1.8 2 Mele: Maigold, classe I fr./kg 0.77 1 1.07 5 0.93 1.15 31.5 2 Pere: Conférence, classe I fr./kg 1.05 1 1.41 5 0.93 5 1.38 5 11.9 2 Albicocche, tutte le classi fr./kg 2.69 1 2.73 2.82 2.82 1.5 2 Ciliegie da tavola, tutte le classi fr./kg 3.4 1 3.70 5.88 6.25 43.6 2 Prugne da tavola, 33 mm, Fellenberg compr. fr./kg 1.75 1 2.00 2.21 2.38 19.9 2 Fragole fr./kg 5.03 6.20 6.47 6.50 27.0 Verdure Carote (scorte) fr./kg 1.21 1.44 1.47 1.36 17.6 Cipolle (scorte) fr./kg 1.14 1.30 1.38 1.22 14.0 Sedano rapa (scorte) fr./kg 1.86 2.58 2.87 2.30 38.6 Pomodori tondi fr./kg 2.12 2.78 2.22 2.39 16.0 Lattuga cappuccio fr./pz. 0.94 1.24 1.12 1.22 27.0 Cavolfiore fr./kg 2.06 2.69 2.60 2.57 27.2 Cetrioli fr./pz. 1.01 1.23 1.11 2.20 49.8
A11 Allegato

Tabella 13

Prezzi al consumo

1 Media degli anni 2000/03

2 Variazione 2000/03–2009/12

3 Negli anni 2000–2002 non sono stati rilevati prezzi comparabili

4 A partire dall’1.1.2009

Fonti:

Latte, uova, carne (paniere con carne label e convenzionale), frutta e verdura: UFAG

Patate e zucchero cristallizzato: UST, altri prodotti vegetali: UFAG dal 2006

Prodotto Unità 2000/02 2010 2011 2012 2000/02 –2010/12 % Latte e latticini Latte intero, pastorizzato, confezionato fr./l 1.55 1.41 1.43 1.42 -8.6 Latte intero UHT standardizzato 35 g 4 fr./l 1.31 1.29 1.25Latte drink, pastorizzato, confezionato fr./l 1.55 1.40 1.29 1.26 -15.1 Latte scremato UHT fr./l 1.44 1.49 1.45 1.47 2.1 Emmentaler surchoix fr./kg 20.37 20.28 18.20 16.36 -10.2 Gruyère surchoix fr./kg 20.47 20.63 20.12 19.08 -2.6 Tilsiter surchoix fr./kg 17.66 17.49 16.30 14.61 -8.6 Camembert 60 % (grasso s.s.) 125 g 2.68 2.57 2.33 2.28 -10.8 Formaggio a pasta molle, a crosta fiorita 150 g 3.50 3.36 3.35 3.32 -4.5 Mozzarella 45 % (grasso s.s.) 150 g 2.35 1.81 1.68 1.48 -29.4 Burro speciale 200 g 3.10 2.96 2.96 2.94 -4.6 Il Burro (burro da cucina) 250 g 3.01 3.11 3.06 3.00 1.6 Panna intera, confezionata 1/2 l 4.89 3.46 3.28 3.24 -32.0 Panna per caffè, confezionata 1/2 l 2.52 2.00 1.93 1.83 -23.7 Yogurt, aromatizzato o alla frutta 180 g 0.69 0.64 0.64 0.61 -9.1 Carne di manzo Entrecôte, tagliato fr./kg 49.80 62.88 64.60 66.01 29.5 Fettine, noce fr./kg 38.77 46.18 46.50 47.63 20.6 Arrosto, spalla fr./kg 26.68 30.62 31.01 31.33 16.1 Carne macinata fr./kg 15.47 19.01 17.88 17.88 18.0 Carne di vitello Costolette, tagliate fr./kg 40.89 49.69 47.54 49.47 19.6 Fettine, noce fr./kg 34.44 37.59 36.73 36.94 7.7 Spezzatino fr./kg 28.68 33.74 32.90 33.70 16.6 Carne suina Costolette, tagliate fr./kg 20.31 19.61 18.57 19.38 -5.6 Fettine, noce fr./kg 26.06 26.97 26.07 25.52 0.5 Arrosto, spalla fr./kg 19.09 19.05 17.57 17.57 -5.4 Spezzatino, spalla fr./kg 18.02 18.26 17.33 17.24 -2.3 Carne d'agnello, indigena, fresca Cosciotto senza osso femorale fr./kg 27.85 32.89 33.10 34.05 19.8 Costolette, tagliate fr./kg 34.21 49.57 50.98 50.10 46.8 Prodotti carnei Prosciutto cotto di coscia, nello stampo, affettato fr./kg 28.62 30.82 28.97 29.19 3.6 Salame indigeno I, affettato fr./100 g 3.82 5.09 4.82 4.80 28.2 Polli Indigeni, freschi fr./kg 8.99 9.66 9.53 9.47 6.2 Uova 3 Uova da allevamento al suolo ct./pz. - 48 46 45Uova da allevamento all’aperto estensivo ct./pz. - 63 62 61Produzione vegetale e prodotti di origine vegetale Patate fr./kg 1.99 2.69 2.57 2.66 32.4 Zucchero cristallizzato fr./kg 1.43 1.38 2.06 1.21 8.1 Frutta (indigena ed estera) Mele: Golden Delicious, classe I fr./kg 3.57 1 3.34 3.16 3.11 -5.7 2 Pere, classe I fr./kg 3.53 1 3.76 3.59 3.48 3.9 2 Albicocche, classe I fr./kg 5.5 1 7.06 7.15 7.02 26.5 2 Ciliegie, classe I fr./kg 9.27 1 12.45 10.80 12.57 25.3 2 Prugne, classe I fr./kg 3.96 1 4.45 4.23 4.89 13.3 2 Fragole fr./kg 10.01 12.37 11.83 12.00 20.5 Verdure (per consumo fresco; indigene ed estere) Carote (scorte) fr./kg 1.99 2.28 2.04 2.10 7.4 Cipolle (scorte) fr./kg 2.26 2.32 2.12 2.15 -2.9 Sedano rapa (scorte) fr./kg 3.64 4.87 4.95 4.11 27.4 Pomodori tondi fr./kg 3.49 4.17 3.25 3.54 4.8 Lattuga cappuccio fr./pz. 1.72 2.07 1.71 1.76 7.4 Cavolfiore fr./kg 3.92 4.34 3.76 3.67 0.2 Cetrioli fr./pz. 1.94 1.79 1.31 1.48 -21.3
A12 Allegato

Grado di autoapprovvigionamento

1 Compresi prodotti della molitura e cereali panificabili germogliati, esclusi i panelli oleosi; le variazioni delle scorte non sono considerate

2 Cereali panificabili e da foraggio, compreso il grano duro

3 In energia assimilabile secondo il bilancio alimentare

4 Frumento tenero, spelta, farro, piccola spelta e segale; senza amido di frumento

5 Mele, pere, ciliegie, prugne, susine, albicocche e pesche

6 Compresa la carne equina, caprina, di coniglio e la selvaggina, nonché pesci, crostacei e molluschi

7 Esclusi i prodotti di origine animale ottenuti a partire da alimenti per animali importati

8 In energia assimilabile, comprese le bevande alcoliche, in base al bilancio alimentare r nuovi valori in base al metodo «Bilancio alimentare 08»

Fonte: USC

A13 Allegato
Tabella 14
Prodotto 2000/02 2008 r 2009 r 2010 r 2011 r 2000/022009/11 % % % % % % Percentuale quantitativa: Cereali da foraggio 1 58 62 56 55 Totale cereali 2 53 54 49 52 Percentuale in energia 3: Totale cereali (compr. riso) 58 55 57 56 Cereali panificabili 4 86 82 81 85 Patate commestibili 89 92 88 95 Zucchero 71 83 70 94 Grassi e oli vegetali 20 21 20 21 Frutta a granella e a nocciolo 5 72 81 69 111 Verdura 51 50 47 54 Latte di consumo 96 95 95 95 Burro 109 114 113 111 Formaggio 119 117 115 116 Totale latte e latticini 126 121 119 118 Carne di vitello 97 98 97 98 Carne bovina 82 88 88 88 Carne suina 89 93 94 94 Carne ovina 47 48 48 47 Pollame 46 47 48 49 Carne di tutti i tipi 6 75 78 79 79 Uova e conserve di uova 45 46 47 49 Derrate alimentari di origine vegetale 43 46 42 48 Derrate alimentari di origine animale lorde 102 102 101 100 Derrate alimentari di origine animale nette 7 81 81 78 77 Totale derrate alimentari lorde 8 62 61 62 60 64 0.2 Totale derrate alimentari nette 7 56 55 56 53 57 -1.3

Risultati economici

Conto economico dell’agricoltura

Tabella 15

Produzione dell’agricoltura ai prezzi base correnti, in 1 000 fr.

1 Semidefinitivo, stato 6.9.2013

2 Provvisorio, stato 6.9.2013

3 Stima, stato 6.9.2013

Le cifre sono arrotondate per eccesso o per difetto, di conseguenza è possibile che la somma dei singoli elementi differisca dai totali o dai saldi.

Prodotto 2000/02 2010 2011 1 2012 2 2000/02– 2013 3 2010/12–2010/12 2013 % % Produzione agricola di beni 9 820 052 9 083 307 9 157 946 8 933 817 -7.8 8 984 275 -0.8 Produzione vegetale 4 673 280 4 308 786 4 359 563 4 266 907 -7.7 4 037 416 -6.4 Cereali (incluse le sementi) 536 551 374 131 386 290 372 608 -29.6 351 177 -7.0 Frumento 296 542 245 350 255 336 244 994 -16.2 228 650 -8.0 Orzo 111 233 55 995 58 697 57 967 -48.3 51 755 -10.1 Granturco 77 169 46 732 46 083 45 698 -40.2 46 800 1.4 Altri cereali 51 607 26 054 26 175 23 949 -50.8 23 972 -5.6 Piante industriali 261 299 243 880 288 002 257 693 0.7 230 400 -12.5 Semi e frutti oleosi (incluse le sementi) 71 607 83 367 94 955 90 485 25.1 85 549 -4.5 Piante proteiche (incluse le sementi) 9 913 9 912 9 486 9 263 -3.6 9 527 -0.3 Tabacchi greggi 20 386 18 404 19 095 16 551 -11.6 14 223 -21.1 Barbabietole da zucchero 154 982 126 879 158 772 135 944 -9.3 115 576 -17.8 Altre piante industriali 4 411 5 318 5 694 5 449 24.4 5 524 0.7 Piante foraggiere 1 325 733 1 035 053 946 462 1 040 860 -24.0 888 918 -11.8 Mais da foraggio 170 136 125 592 170 957 139 594 -14.6 138 504 -4.7 Piante sarchiate da foraggio 16 352 6 230 6 000 4 339 -66.2 3 834 -30.6 Altre piante foraggiere 1 139 245 903 231 769 505 896 927 -24.8 746 579 -12.8 Ortaggi e prodotti orticoli 1 314 710 1 460 331 1 425 727 1 388 403 8.4 1 372 039 -3.7 Ortaggi freschi 480 734 647 198 671 301 673 699 38.1 682 607 2.8 Fiori e piante 833 975 813 134 754 425 714 704 -8.8 689 432 -9.4 Patate (incluse le sementi) 195 487 179 511 188 095 180 496 -6.5 147 868 -19.1 Frutta 577 213 514 742 600 207 532 062 -4.9 540 963 -1.5 Frutta fresca 323 199 293 451 368 137 327 706 2.0 326 384 -1.0 Uve 254 014 221 291 232 070 204 356 -13.7 214 579 -2.1 Vini 438 193 451 114 462 716 435 104 2.6 442 971 -1.5 Altri prodotti vegetali 24 095 50 022 62 065 59 682 137.6 63 080 10.2 Produzione zootecnica 5 146 772 4 774 522 4 798 382 4 666 910 -7.8 4 946 859 4.2 Bovini 1 051 705 1 216 737 1 235 118 1 223 204 16.5 1 271 060 3.8 Suini 1 071 629 938 818 880 494 838 207 -17.3 1 016 888 14.8 Equini 6 787 1 414 1 545 1 216 -79.5 1 446 3.9 Ovini e caprini 57 827 39 116 43 070 40 688 -29.2 42 454 3.7 Pollame 190 394 246 742 256 385 266 945 34.8 280 557 9.3 Altri animali 13 028 14 338 12 497 9 296 -7.6 9 184 -23.7 Latte 2 565 090 2 109 672 2 152 021 2 075 094 -17.7 2 093 457 -0.9 Uova 182 442 201 671 204 139 207 279 12.0 226 044 10.6 Altri prodotti zootecnici 7 871 6 012 13 113 4 980 2.1 5 769 -28.2 Produzione agricola di servizi 560 790 655 061 662 054 681 387 18.8 684 381 2.7 Servizi agricoli 526 408 655 061 662 054 681 387 26.5 684 381 2.7 Locazione di quote latte 34 382 0 0 0 - 0Produzione agricola 10 380 842 9 738 368 9 820 000 9 615 204 -6.3 9 668 655 -0.6 Attività secondarie non agricole (non separabili) 322 196 342 935 362 132 368 208 11.0 395 350 10.5 Trasformazione di prodotti agricoli 182 811 206 972 203 222 186 486 8.8 187 905 -5.5 Altre attività secondarie non separabili (beni e servizi) 139 384 135 963 158 910 181 722 14.0 207 445 30.6 Produzione della branca di attività agricola 10 703 038 10 081 303 10 182 133 9 983 412 -5.8 10 064 006 -0.2
UST A14 Allegato
Fonte:

Tabella 16

Conto economico dell’agricoltura, ai prezzi correnti, in 1 000 fr.

di conseguenza è possibile che la somma dei singoli elementi differisca dai totali o dai saldi.

Prodotto 2000/02 2010 2011 1 2012 2 2000/02– 2013 3 2010/12–2010/12 2013 % % Produzione della branca di attività agricola 10 703 038 10 081 303 10 182 133 9 983 412 -5.8 10 064 006 -0.2 Consumi intermedi 6 188 135 6 254 468 6 330 230 6 313 897 1.8 6 187 286 -1.8 Sementi e piantine 320 477 322 846 301 450 295 786 -4.3 293 667 -4.2 Energia; lubrificanti 391 791 451 123 481 051 498 800 21.7 486 544 2.0 Concimi e ammendanti 147 276 197 213 200 529 199 833 35.3 200 394 0.6 Prodotti per la difesa delle piante e la lotta antiparassitaria 134 183 125 189 125 976 123 811 -6.8 124 084 -0.7 Spese veterinarie 161 451 212 698 202 484 202 736 27.6 196 634 -4.5 Mangimi 2 842 333 2 455 767 2 517 284 2 443 011 -13.0 2 351 669 -4.9 Manutenzione di attrezzi 399 129 502 942 509 427 510 653 27.2 506 696 -0.2 Manutenzione di fabbricati 144 513 193 565 208 686 209 047 41.0 205 477 0.8 Servizi agricoli 560 790 655 061 662 054 681 387 18.8 684 381 2.7 Altri beni e servizi 958 620 1 064 642 1 046 221 1 075 153 10.8 1 059 284 -0.3 Servizi di intermediazione finanziaria misurati indirettamente 127 572 73 421 75 067 73 679 -42.0 78 457 5.9 Valore aggiunto lordo ai prezzi base 4 514 903 3 826 835 3 851 902 3 669 515 -16.2 3 876 719 2.5 Ammortamenti 1 983 081 2 141 917 2 112 038 2 071 451 6.3 2 061 210 -2.2 Ammortamenti, beni di investimento 1 012 685 1 153 990 1 100 559 1 079 672 9.7 1 082 822 -2.6 Ammortamenti, costruzioni 856 707 855 972 882 370 860 484 1.1 844 145 -2.6 Ammortamenti, piantagioni 98 704 106 580 106 980 108 056 8.6 107 702 0.5 Ammortamenti, altri 14 984 25 376 22 129 23 240 57.4 26 541 12.6 Valore aggiunto netto ai prezzi base 2 531 822 1 684 918 1 739 864 1 598 064 -33.9 1 815 509 8.4 Altre imposte sulla produzione 115 148 149 785 157 081 165 698 36.8 155 193 -1.5 Altri contributi alla produzione 2 407 335 2 876 449 2 912 036 2 925 448 20.7 2 911 717 0.2 Reddito dei fattori 4 824 009 4 411 581 4 494 819 4 357 815 -8.3 4 572 033 3.4 Redditi da lavoro dipendente 1 138 891 1 245 776 1 237 526 1 221 512 8.4 1 213 003 -1.8 Risultato di gestione netto / reddito misto netto 3 685 118 3 165 805 3 257 293 3 136 302 -13.5 3 359 030 5.4 Fitti 219 139 233 810 234 184 235 011 6.9 235 373 0.4 Interessi da pagare 279 144 257 172 237 752 218 853 -14.8 223 323 -6.1 Interessi da riscuotere 30 765 11 191 11 379 11 054 -63.6 9 491 -15.3 Reddito da impresa netto 3 217 599 2 686 014 2 796 736 2 693 492 -15.3 2 909 824 6.8 1 Semidefinitivo, stato 6.9.2013 2 Provvisorio, stato 6.0.2013 3 Stima, stato 6.9.2013 Le cifre sono arrotondate per eccesso o per
Fonte: UST A15 Allegato
difetto,

Risultati d’esercizio

Tabella 17

Risultati d’esercizio: tutte le regioni

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2000:

2012: 0.66 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti sovvenzioni e disinvestimenti

3 Formazione del capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell'inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell'azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell'azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell'azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF)

* Questi valori possono essere calcolati unicamente a partire dal 2003.

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Caratteristica Unità 2000/02 2009 2010 2011 2012 2009/11–2012 % Aziende di riferimento Numero 2 955 3 372 3 202 3 060 2 951 -8.1 Aziende rappresentate Numero 52 596 48 375 47 166 46 877 46 011 -3.1 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 19.09 20.69 21.06 21.28 21.8 3.8 Superficie coltiva aperta ha 5.20 5.38 5.46 5.49 5.55 2.0 Manodopera aziendale ULA 1.68 1.66 1.66 1.67 1.69 1.6 di cui: manodopera familiare ULAF 1.29 1.22 1.22 1.21 1.21 -0.5 Totale vacche Numero 13.8 15.1 15.2 15.2 15.4 1.5 Totale animali UBG 24.3 25.5 25.8 26.0 26.1 1.3 Struttura del capitale Totale attivi fr. 727 756 859 543 873 205 897 828 925 973 5.6 di cui: attivo circolante fr. 139 412 153 383 152 401 159 589 160 977 3.8 di cui: inventario vivo fr. 44 554 57 050 56 942 56 623 58 524 2.9 di cui: attivo immobilizzato fr. 543 790 649 109 663 861 681 616 706 472 6.3 di cui: attivo azienda fr. 678 557 807 930 823 594 845 498 869 613 5.3 Quota di capitale di terzi % 41 44 44 44 46 4.5 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 13 797 9 912 7 506 6 879 3 070 -62.1 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. * 255 656 250 181 259 834 259 754 1.8 di cui: pagamenti diretti fr. 42 700 57 924 59 874 60 864 62 933 5.7 Spese materiali fr. * 164 209 164 060 168 297 171 564 3.7 Reddito aziendale fr. * 91 447 86 121 91 537 88 191 -1.7 Costi del personale fr. 12 042 16 912 16 847 18 105 18 514 7.1 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 8 301 7 374 6 991 6 725 6 600 -6.1 Canoni d’affitto fr. * 6 856 7 102 7 233 7 112 0.7 Costi di terzi fr. * 195 351 194 999 200 360 203 790 3.5 Reddito agricolo fr. 56 203 60 305 55 182 59 474 55 965 -4.0 Reddito extraagricolo fr. 18 806 26 204 26 308 26 737 26 772 1.3 Reddito totale fr. 75 009 86 509 81 490 86 211 82 736 -2.4 Consumo privato fr. 63 222 71 568 71 421 72 113 71 118 -0.8 Formazione di capitale proprio fr. 11 787 14 941 10 069 14 098 11 619 -10.9 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 45 376 51 448 50 148 56 837 59 454 12.6 Cash flow 3 fr, 42 203 49 836 46 677 49 527 48 562 -0.2 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 93 97 93 87 82 -11.2 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 64 68 66 68 65 -3.5 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 45 42 38 41 38 -5.8 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 20 24 22 25 24 1.4 Aziende con reddito insufficiente 8 % 19 17 20 18 19 3.6 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 16 17 19 16 19 9.6 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULA 49 369 55 135 51 984 54 737 52 128 -3.4 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 4 340 4 419 4 090 4 302 4 046 -5.3 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 12.2 11.3 10.5 10.8 10.1 -7.1 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -2.1 -2.0 -2.4 -2.0 -2.5 17.2 Redditività del capitale proprio 11 % -5.7 -5.2 -5.9 -5.1 -6 11.1 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 32 906 41 184 39 149 43 507 43 707 5.9 (Valore medio) Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 29 754 36 465 35 500 39 018 39 901 7.9 (Valore mediano)
3.36
2002: 3.22
2009: 2.22 %; 2010: 1.65 %; 2011: 1.48
3.95 %; 2001:
%;
%;
%;
A16 Allegato

Tabella 18

Risultati d’esercizio: regione di pianura*

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2000: 3.95 %; 2001: 3.36 %; 2002: 3.22 %; 2009: 2.22 %; 2010: 1.65 %; 2011: 1.48 %; 2012: 0.66 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti sovvenzioni e disinvestimenti

3 Formazione del capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell’inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell’azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell’azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell’azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF)

* Regione di pianura: zona di pianura

** Questi valori possono essere calcolati unicamente a partire dal 2003.

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Caratteristica Unità 2000/02 2009 2010 2011 2012 2009/11–2012 % Aziende di riferimento Numero 1 300 1 444 1 358 1 267 1 226 -9.6 Aziende rappresentate Numero 24 116 22 100 21 543 21 358 20 845 -3.8 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 20.01 21.66 22.17 22.23 22.96 4.3 Superficie coltiva aperta ha 9.40 9.78 9.97 10.11 10.21 2.6 Manodopera aziendale ULA 1.78 1.77 1.75 1.77 1.81 2.6 di cui: manodopera familiare ULAF 1.25 1.17 1.16 1.15 1.16 0.0 Totale vacche Numero 13.6 15.0 15.3 15.1 15.7 3.7 Totale animali UBG 24.4 26.1 26.7 26.8 27.1 2.1 Struttura del capitale Totale attivi fr. 833 276 990 381 989 105 1 013 252 1 059 269 6.2 di cui: attivo circolante fr. 173 511 192 554 187 802 194 100 196 401 2.6 di cui: inventario vivo fr. 45 056 56 159 56 401 55 506 58 466 4.4 di cui: attivo immobilizzato fr. 614 709 741 668 744 903 763 646 804 401 7.2 di cui: attivo azienda fr. 772 248 926 845 929 868 952 198 995 694 6.3 Quota di capitale di terzi % 40 44 43 44 46 5.3 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 15 945 11 440 8 610 7 821 3 496 -62.4 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. ** 315 981 304 343 318 563 318 964 1.9 di cui: pagamenti diretti fr. 37 378 53 593 55 378 56 168 58 723 6.7 Spese materiali fr. ** 200 233 197 255 202 551 208 270 4.1 Reddito aziendale fr. ** 115 749 107 087 116 012 110 694 -2.0 Costi del personale fr. 17 826 25 596 24 797 26 714 27 227 5.9 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 9 678 8 716 7 993 7 725 7 719 -5.2 Canoni d’affitto fr. ** 9 362 9 670 9 913 9 740 1.0 Costi di terzi fr. ** 243 908 239 715 246 903 252 955 3.9 Reddito agricolo fr. 67 865 72 074 64 627 71 660 66 009 -5.0 Reddito extraagricolo fr. 17 197 26 565 25 016 26 007 26 840 3.8 Reddito totale fr. 85 061 98 639 89 643 97 666 92 849 -2.6 Consumo privato fr. 70 916 80 081 78 841 79 382 79 213 -0.3 Formazione di capitale proprio fr. 14 145 18 558 10 802 18 284 13 636 -14.1 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 51 877 60 593 54 650 63 998 72 486 21.3 Cash flow 3 fr. 48 751 57 459 50 690 55 569 53 513 -1.9 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 94 95 93 87 74 -19.3 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 65 69 64 70 64 -5.4 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 46 43 37 44 38 -8.1 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 18 25 21 25 24 1.4 Aziende con reddito insufficiente 8 % 20 17 22 15 19 5.6 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 16 15 20 16 19 11.8 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULA 58 142 65 491 61 347 65 555 61 073 -4.8 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 5 196 5 345 4 831 5 218 4 821 -6.0 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 13.5 12.5 11.5 12.2 11.1 -8.0 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -0.6 -0.6 -1.2 -0.6 -1.3 62.5 Redditività del capitale proprio 11 % -3.1 -2.7 -3.6 -2.5 -4 36.4 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 41 391 51 700 48 458 55 696 53 747 3.5 (Valore medio) Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 38 364 47 488 44 682 52 226 49 572 3.0 (Valore mediano)
A17 Allegato

Tabella 19

Risultati d’esercizio: regione collinare*

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2000: 3.95 %; 2001: 3.36 %; 2002: 3.22 %; 2009: 2.22 %; 2010: 1.65 %; 2011: 1.48 %; 2012: 0.66 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti sovvenzioni e disinvestimenti

3 Formazione del capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell’inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell’azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell’azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell’azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF)

* Regione collinare: zona collinare e zona di montagna I

** Questi valori possono essere calcolati unicamente a partire dal 2003.

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Caratteristica Unità 2000/02 2009 2010 2011 2012 2009/11–2012 % Aziende di riferimento Numero 874 1 057 998 965 941 -6.5 Aziende rappresentate Numero 14 292 13 365 12 972 12 781 12 574 -3.6 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 17.96 19.55 19.71 20.07 20.45 3.4 Superficie coltiva aperta ha 3.01 3.12 3.12 3.06 3.23 4.2 Manodopera aziendale ULA 1.58 1.56 1.58 1.63 1.62 1.9 di cui: manodopera familiare ULAF 1.26 1.21 1.21 1.22 1.21 -0.3 Totale vacche Numero 15.7 16.9 16.7 17.1 17.1 1.2 Totale animali UBG 27.5 27.8 27.9 28.7 28.8 2.4 Struttura del capitale Totale attivi fr. 682 949 790 071 831 520 873 677 881 742 6.0 di cui: attivo circolante fr. 118 324 132 495 135 292 144 975 145 904 6.0 di cui: inventario vivo fr. 49 221 62 486 62 000 62 285 63 890 2.6 di cui: attivo immobilizzato fr. 515 404 595 089 634 228 666 417 671 948 6.3 di cui: attivo azienda fr. 635 008 746 603 787 205 826 916 829 780 5.4 Quota di capitale di terzi % 44 46 47 46 47 1.4 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 12 207 8 834 6 848 6 506 2 877 -61.1 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. ** 233 174 234 042 245 734 244 110 2.7 di cui: pagamenti diretti fr. 41 567 56 977 58 886 60 100 61 651 5.1 Spese materiali fr. ** 153 069 156 779 162 663 163 959 4.1 Reddito aziendale fr. ** 80 105 77 263 83 070 80 151 0.0 Costi del personale fr. 9 095 11 974 12 629 14 063 14 193 10.1 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 8 213 6 945 7 137 6 876 6 614 -5.3 Canoni d’affitto fr. ** 5 807 5 929 6 084 6 035 1.6 Costi di terzi fr. ** 177 795 182 475 189 687 190 801 4.1 Reddito agricolo fr. 50 826 55 379 51 567 56 046 53 309 -1.9 Reddito extraagricolo fr. 20 580 27 049 27 748 27 818 26 911 -2.3 Reddito totale fr. 71 406 82 428 79 314 83 864 80 220 -2.0 Consumo privato fr. 60 504 68 325 68 296 70 310 69 240 0.4 Formazione di capitale proprio fr. 10 901 14 102 11 019 13 554 10 980 -14.8 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 42 487 48 822 49 956 55 245 49 675 -3.2 Cash flow 3 fr. 40 021 47 387 47 279 49 598 47 736 -0.7 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 95 97 95 90 96 2.1 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 65 69 67 69 67 -2.0 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 43 42 38 42 39 -4.1 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 23 25 26 26 23 -10.4 Aziende con reddito insufficiente 8 % 16 14 17 15 17 10.9 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 17 20 19 17 21 12.5 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULA 46 461 51 231 48 972 51 048 49 461 -1.9 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 4 105 4 098 3 920 4 140 3 920 -3.3 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 11.6 10.7 9.8 10.0 9.7 -4.6 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -2.6 -2.5 -2.7 -2.3 -2.6 4.0 Redditività del capitale proprio 11 % -7.1 -6.4 -6.8 -5.9 -6.5 2.1 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 30 537 38 479 37 025 40 444 41 628 7.7 (Valore medio) Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 28 530 34 794 33 728 37 197 37 189 5.5 (Valore mediano)
A18 Allegato

Tabella 20

Risultati d’esercizio: regione di montagna*

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2000: 3.95 %; 2001: 3.36 %; 2002: 3.22 %; 2009:

%; 2011: 1.48 %; 2012: 0.66 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti sovvenzioni e disinvestimenti

%; 2010:

3 Formazione del capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell’inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell’azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell’azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell’azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF)

* Regione di montagna: zone di montagna II a IV

** Questi valori possono essere calcolati unicamente a partire dal 2003.

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Caratteristica Unità 2000/02 2009 2010 2011 2012 2009/11–2012 % Aziende di riferimento Numero 781 871 846 828 784 -7.6 Aziende rappresentate Numero 14 187 12 910 12 651 12 738 12 592 -1.4 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 18.68 20.23 20.55 20.90 21.21 3.2 Superficie coltiva aperta ha 0.26 0.17 0.16 0.19 0.17 -1.9 Manodopera aziendale ULA 1.58 1.57 1.59 1.55 1.56 -0.6 di cui: manodopera familiare ULAF 1.37 1.33 1.33 1.30 1.29 -2.3 Totale vacche Numero 12.0 13.4 13.4 13.4 13.2 -1.5 Totale animali UBG 21.0 22.1 22.1 22.0 21.7 -1.7 Struttura del capitale Totale attivi fr. 594 017 707 487 718 585 728 526 749 479 4.4 di cui: attivo circolante fr. 102 662 107 952 109 664 116 388 117 386 5.4 di cui: inventario vivo fr. 39 028 52 949 52 678 52 813 53 262 0.8 di cui: attivo immobilizzato fr. 452 328 546 586 556 243 559 326 578 831 4.5 di cui: attivo azienda fr. 563 737 667 854 679 935 685 237 700 674 3.4 Quota di capitale di terzi % 40 43 43 44 44 1.5 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 11 749 8 413 6 302 5 675 2 559 -62.3 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. ** 175 661 174 501 175 510 177 360 1.2 di cui: pagamenti diretti fr. 52 913 66 317 68 544 69 506 71 183 4.5 Spese materiali fr. ** 114 075 114 998 116 517 118 394 2.8 Reddito aziendale fr. ** 61 587 59 503 58 993 58 965 -1.8 Costi del personale fr. 5 185 7 158 7 635 7 724 8 404 12.0 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 6 063 5 521 5 135 4 895 4 734 -8.7 Canoni d’affitto fr. ** 3 650 3 929 3 891 3 839 0.4 Costi di terzi fr. ** 130 403 131 697 133 028 135 370 2.8 Reddito agricolo fr. 41 789 45 258 42 804 42 483 41 989 -3.5 Reddito extraagricolo fr. 19 725 24 711 27 032 26 876 26 520 1.2 Reddito totale fr. 61 514 69 969 69 837 69 359 68 509 -1.7 Consumo privato fr. 52 925 60 352 61 990 61 735 59 591 -2.9 Formazione di capitale proprio fr. 8 589 9 617 7 847 7 624 8 918 6.6 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 37 235 38 513 42 679 46 429 47 648 12.0 Cash flow 3 fr. 33 246 39 320 39 225 39 323 41 190 4.8 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 89 102 92 85 86 -7.5 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 63 67 69 65 64 -4.5 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 45 40 41 35 37 -4.3 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 19 23 20 24 23 3.0 Aziende con reddito insufficiente 8 % 20 20 21 25 20 -9.1 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 16 17 18 16 19 11.8 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULA 35 483 39 210 37 508 37 957 37 721 -1.3 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 3 008 3 044 2 895 2 823 2 780 -4.8 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 10.0 9.2 8.8 8.6 8.4 -5.3 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -4.9 -4.8 -5.0 -4.9 -4.9 0.0 Redditività del capitale proprio 11 % -10.0 -9.9 -10.3 -10.1 -10.1 0.0 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 21 896 27 807 27 377 28 355 30 644 10.0 (Valore medio) Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 19 909 24 185 23 525 25 562 27 317 11.8 (Valore mediano)
2.22
1.65
A19 Allegato

Tabella 21a

Risultati d’esercizio secondo i tipi di azienda* – 2010/12

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2010: 1.65 %; 2011: 1.48 %; 2012: 0.66 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti contributi e disinvestimenti

3 Formazione di capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell'inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell'azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell'azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell'azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF)

* Nuova tipologia aziendale FAT99

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Produzione vegetale Detenzione di animali Media di Caratteristica Unità tutte le Campi- Colture Latte Vacche Altri aziende coltura speciali commerciale madri bovini Aziende di riferimento Numero 3 071 119 115 1 194 201 182 Aziende rappresentate Numero 46 685 3 047 3 612 14 671 3 222 3 585 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 21.38 26.58 13.73 21.77 20.70 18.41 Superficie coltiva aperta ha 5.50 21.83 6.58 1.16 0.97 0.39 Mandopera aziendale ULA 1.67 1.19 2.50 1.66 1.30 1.45 di cui: manodopera familiare ULAF 1.21 0.89 1.24 1.31 1.09 1.21 Totale vacche Numero 15.3 2.2 0.8 20.8 18.6 7.9 Totale animali UBG 26.0 6.8 1.8 28.7 20.9 16.5 Struttura del capitale Totale attivi fr. 899 002 824 201 989 254 849 980 785 399 641 491 di cui: attivo circolante fr. 157 656 177 550 268 981 138 034 115 053 99 772 di cui: inventario vivo fr. 57 363 12 671 4 618 66 648 60 626 44 589 di cui: attivo immobilizzato fr. 683 983 633 980 715 655 645 297 609 720 497 130 di cui: attivo azienda fr. 846 235 763 107 931 004 799 515 738 360 602 235 Quota di capitale di terzi % 45 39 42 45 47 46 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 5 819 5 855 6 923 5 414 4 956 4 030 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. 256 590 249 997 324 344 217 196 168 744 157 409 di cui: pagamenti diretti fr. 61 224 62 273 30 297 65 674 68 842 61 355 Spese materiali fr. 167 974 158 137 167 161 138 859 110 045 109 598 Reddito aziendale fr. 88 616 91 860 157 183 78 338 58 698 47 811 Costi del personale fr. 17 822 11 990 61 147 11 275 7 678 6 754 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 6 772 6 185 7 417 6 110 6 388 4 782 Canoni d’affitto fr. 7 149 10 031 10 304 6 026 4 172 3 612 Costi di terzi fr. 199 716 186 343 246 030 162 270 128 283 124 745 Reddito agricolo fr. 56 874 63 655 78 314 54 927 40 460 32 664 Reddito extraagricolo fr. 26 605 32 228 23 007 23 984 37 221 31 124 Reddito totale fr. 83 479 95 883 101 321 78 911 77 681 63 788 Consumo privato fr. 71 551 86 927 88 709 66 128 68 021 58 405 Formazione di capitale proprio fr. 11 929 8 955 12 612 12 782 9 660 5 383 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 55 480 45 344 52 393 51 746 43 016 46 567 Cash flow 3 fr. 48 255 38 294 48 385 48 905 43 088 33 167 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 87 102 93 95 103 71 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 66 62 62 68 73 68 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 39 41 37 40 42 37 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 24 19 23 25 25 21 Aziende con reddito insufficiente 8 % 19 24 20 16 16 20 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 18 16 20 18 17 22 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULA 52 950 77 194 62 856 47 323 45 244 33 007 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 4 146 3 459 11 455 3 598 2 837 2 595 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 10.5 12.0 16.9 9.8 8.0 7.9 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -2.4 0.5 -0.5 -3.3 -3.4 -6.7 Redditività del capitale proprio 11 % -5.8 -0.5 -2.4 -7.5 -8.1 -14.0 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 42 121 64 875 57 400 37 780 32 602 23 741 (Valore
medio)
A20 Allegato

Tabella 21b

Risultati d’esercizio secondo i tipi di azienda* – 2010/12

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2010: 1.65 %; 2011: 1.48 %; 2012: 0.66 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti contributi e disinvestimenti

3 Formazione di capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell’inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell’azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell’azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell’azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF)

* Nuova tipologia aziendale FAT99

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Detenzione di animali Aziende combinate Media di Equini, Latte Caratteristica Unità tutte le ovini, Trasforma- comm./ Vacche Trasformaaziende caprini zione campicolt. madri zione Altre Aziende di riferimento Numero 3 071 45 81 226 61 464 383 Aziende rappresentate Numero 46 685 2 256 1 362 3 033 1 051 4 443 6 403 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 21.38 13.75 12.27 30.01 25.72 22.17 23.58 Superficie coltiva aperta ha 5.50 0.44 0.96 15.74 11.03 7.44 7.86 Mandopera aziendale ULA 1.67 1.52 1.56 1.91 1.55 1.85 1.66 di cui: manodopera familiare ULAF 1.21 1.11 1.08 1.25 1.11 1.28 1.20 Totale vacche Numero 15.3 1.5 10.4 24.8 19.8 19.0 17.5 Totale animali UBG 26.0 15.4 51.4 33.3 22.7 51.7 27.7 Struttura del capitale Totale attivi fr. 899 002 698 978 1 008 653 1 059 140 1 006 176 1 128 817 992 239 di cui: attivo circolante fr. 157 656 100 584 197 098 188 595 177 933 177 548 164 016 di cui: inventario vivo fr. 57 363 24 680 73 145 77 071 65 469 87 217 69 559 di cui: attivo immobilizzato fr. 683 983 573 715 738 410 793 474 762 774 864 051 758 665 di cui: attivo azienda fr. 846 235 666 178 896 405 1 004 378 956 892 1 079 536 934 630 Quota di capitale di terzi % 45 50 47 43 44 47 45 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 5 819 4 158 5 888 7 123 6 654 7 083 6 471 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. 256 590 161 508 403 954 324 635 243 068 428 161 264 925 di cui: pagamenti diretti fr. 61 224 47 133 42 689 73 245 75 252 65 027 62 329 Spese materiali fr. 167 974 106 365 312 761 208 265 155 920 312 974 175 010 Reddito aziendale fr. 88 616 55 143 91 194 116 369 87 148 115 188 89 914 Costi del personale fr. 17 822 16 472 17 036 25 097 16 847 22 985 16 225 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 6 772 6 017 7 893 7 879 6 754 8 857 7 564 Canoni d’affitto fr. 7 149 3 978 8 370 11 360 8 061 8 519 7 815 Costi di terzi fr. 199 716 132 832 346 059 252 601 187 582 353 335 206 614 Reddito agricolo fr. 56 874 28 676 57 895 72 034 55 486 74 826 58 311 Reddito extraagricolo fr. 26 605 34 654 29 484 21 319 33 355 20 682 26 228 Reddito totale fr. 83 479 63 330 87 379 93 353 88 841 95 508 84 539 Consumo privato fr. 71 551 57 219 67 095 80 799 74 812 78 038 72 737 Formazione di capitale proprio fr. 11 929 6 111 20 283 12 554 14 029 17 470 11 802 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 55 480 37 792 72 414 60 376 67 564 85 430 59 351 Cash flow 3 fr. 48 255 35 470 61 524 53 220 42 653 66 889 49 826 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 87 102 93 89 72 83 84 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 66 62 70 65 61 65 67 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 39 31 27 42 39 42 40 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 24 19 39 21 23 23 22 Aziende con reddito insufficiente 8 % 19 30 15 20 20 17 20 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 18 20 20 17 18 18 18 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULA 52 950 36 319 58 470 61 056 56 159 62 312 54 154 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 4 146 4 004 7 435 3 877 3 398 5 195 3 814 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 10.5 8.3 10.2 11.6 9.1 10.7 9.6 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -2.4 -5.9 -1.1 -1.2 -1.9 -0.7 -2.1 Redditività del capitale proprio 11 % -5.8 -13.9 -3.7 -3.5 -4.7 -2.8 -5.3 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 42 121 21 883 48 061 51 969 44 512 52 933 43 096 (Valore medio)
A21 Allegato

Tabella 22

Risultati d’esercizio per quartili: tutte le regioni – 2010/12

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2010: 1.65 %; 2011: 1.48 %; 2012: 0.66 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti contributi e disinvestimenti

3 Formazione di capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell’inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell’azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell’azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell’azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF) Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

In base al reddito del lavoro Caratteristica Unità Media I quartile II quartile III quartile IV quartile (0–25%) (25–50%) (50–75%) (75–100%) Aziende di riferimento Numero 3 071 652 797 834 788 Aziende rappresentate Numero 46 685 11 677 11 668 11 682 11 657 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 21.38 15.64 18.97 22.41 28.51 Superficie coltiva aperta ha 5.50 2.66 3.53 5.18 10.64 Manodopera aziendale ULA 1.67 1.51 1.66 1.69 1.84 di cui: manodopera familiare ULAF 1.21 1.16 1.32 1.25 1.11 Totale vacche Numero 15.3 11.2 14.7 17.1 18.1 Totale animali UBG 26.0 19.2 23.4 27.7 33.4 Struttura del capitale Totale attivi fr. 899 002 756 258 789 235 925 163 1 125 660 di cui: attivo circolante fr. 157 656 115 983 136 638 170 141 207 928 di cui: inventario vivo fr. 57 363 44 776 53 462 61 768 69 463 di cui: attivo immobilizzato fr. 683 983 595 500 599 136 693 254 848 269 di cui: attivo azienda fr. 846 235 715 214 738 754 867 700 1 063 572 Quota di capitale di terzi % 45 48 45 42 45 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 5 819 4 687 4 968 6 286 7 335 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. 256 590 161 858 207 898 267 001 389 804 di cui: pagamenti diretti fr. 61 224 46 683 56 534 64 373 77 329 Spese materiali fr. 167 974 130 953 141 839 169 852 229 341 Reddito aziendale fr. 88 616 30 905 66 058 97 148 160 463 Costi del personale fr. 17 822 12 616 12 018 16 325 30 348 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 6 772 6 496 5 987 6 307 8 299 Canoni d’affitto fr. 7 149 4 432 5 477 7 128 11 566 Costi di terzi fr. 199 716 154 498 165 321 199 613 279 555 Reddito agricolo fr. 56 874 7 361 42 576 67 388 110 249 Reddito extraagricolo fr. 26 605 39 010 24 927 22 053 20 420 Reddito totale fr. 83 479 46 371 67 503 89 441 130 669 Consumo privato fr. 71 551 58 711 63 881 74 360 89 275 Formazione di capitale proprio fr. 11 929 -12 340 3 623 15 080 41 394 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 55 480 53 013 46 166 49 601 73 171 Cash flow 3 fr. 48 255 21 848 35 304 51 367 84 552 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 87 42 79 103 116 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 66 52 67 71 76 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 39 18 37 48 53 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 24 13 21 25 35 Aziende con reddito insufficiente 8 % 19 35 21 15 5 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 18 34 20 12 7 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULA 52 950 20 499 39 910 57 353 87 148 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 4 146 1 974 3 482 4 336 5 629 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 10.5 4.3 9.0 11.2 15.1 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -2.4 -9.0 -5.6 -1.5 3.7 Redditività del capitale proprio 11 % -5.8 -19.2 -11.9 -4.0 5.3 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 42 121 2 280 28 560 48 802 92 342 (Valore medio) Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 38 140 (Valore mediano)
A22 Allegato

Tabella 23

Risultati d’esercizio per quartili: regione di pianura* – 2010/12

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2010: 1.65 %; 2011: 1.48 %; 2012: 0.66 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti contributi e disinvestimenti

3 Formazione di capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell’inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell’azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell’azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell’azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF)

* Regione di pianura: zona di pianura

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

In base al reddito del lavoro Caratteristica Unità Media I quartile II quartile III quartile IV quartile (0–25%) (25–50%) (50–75%) (75–100%) Aziende di riferimento Numero 1 284 304 329 329 322 Aziende rappresentate Numero 21 249 5 317 5 314 5 338 5 279 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 22.45 17.80 19.96 22.50 29.60 Superficie coltiva aperta ha 10.09 6.69 8.00 9.75 15.97 Manodopera aziendale ULA 1.78 1.71 1.73 1.81 1.85 di cui: manodopera familiare ULAF 1.16 1.15 1.24 1.19 1.03 Totale vacche Numero 15.4 13.7 15.6 15.9 16.4 Totale animali UBG 26.9 23.0 25.4 26.3 32.7 Struttura del capitale Totale attivi fr. 1 020 542 941 993 952 525 1 011 872 1 176 935 di cui: attivo circolante fr. 192 768 158 510 179 224 206 684 226 859 di cui: inventario vivo fr. 56 791 50 969 54 543 57 901 63 802 di cui: attivo immobilizzato fr. 770 983 732 514 718 758 747 287 886 274 di cui: attivo azienda fr. 959 253 891 732 893 876 940 975 1 111 613 Quota di capitale di terzi % 44 50 43 41 44 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 6 642 5 533 6 229 6 975 7 841 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. 313 957 232 183 271 122 322 959 430 402 di cui: pagamenti diretti fr. 56 756 44 108 51 105 57 584 74 347 Spese materiali fr. 202 692 178 708 182 810 199 401 250 224 Reddito aziendale fr. 111 265 53 474 88 312 123 557 180 179 Costi del personale fr. 26 246 22 534 20 235 26 371 35 933 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 7 812 8 718 7 110 6 907 8 523 Canoni d’affitto fr. 9 774 7 404 7 616 10 067 14 035 Costi di terzi fr. 246 524 217 363 217 772 242 746 308 715 Reddito agricolo fr. 67 432 14 819 53 350 80 212 121 688 Reddito extraagricolo fr. 25 954 34 866 26 753 20 473 21 710 Reddito totale fr. 93 386 49 685 80 103 100 686 143 397 Consumo privato fr. 79 145 67 815 73 287 80 917 94 656 Formazione di capitale proprio fr. 14 241 -18 130 6 816 19 768 48 742 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 63 711 70 445 58 142 48 481 77 947 Cash flow 3 fr. 53 257 19 179 42 943 58 321 92 876 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 84 29 76 123 121 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 66 50 65 73 76 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 40 15 40 50 54 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 23 15 19 25 34 Aziende con reddito insufficiente 8 % 19 34 22 14 5 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 18 36 18 11 7 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULAF 62 658 31 370 50 903 68 212 97 237 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 4 957 3 009 4 425 5 482 6 092 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 11.6 6.0 9.9 13.1 16.2 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -1.1 -7.0 -3.6 -0.2 4.8 Redditività del capitale proprio 11 % -3.5 -16.1 -7.8 -1.5 7.3 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 52 634 8 048 37 957 61 403 110 266 (Valore medio) Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 48 827 (Valore mediano)
A23 Allegato

Tabella 24

Risultati d’esercizio per quartili: regione collinare* – 2010/12

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2010: 1.65 %; 2011: 1.48 %; 2012: 0.66 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti contributi e disinvestimenti

3 Formazione di capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell’inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell’azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell’azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell’azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF)

* Regione collinare: zona collinare e zona di montagna I Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

In base al reddito del lavoro Caratteristica Unità Media I quartile II quartile III quartile IV quartile (0–25%) (25–50%) (50–75%) (75–100%) Aziende di riferimento Numero 968 192 238 269 269 Aziende rappresentate Numero 12 776 3 197 3 195 3 192 3 192 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 20.07 14.58 17.78 20.90 27.05 Superficie coltiva aperta ha 3.14 2.00 2.51 3.17 4.87 Manodopera aziendale ULA 1.61 1.39 1.60 1.67 1.77 di cui: manodopera familiare ULAF 1.21 1.09 1.29 1.30 1.18 Totale vacche Numero 17.0 11.9 15.6 18.5 21.8 Totale animali UBG 28.5 20.2 24.8 29.8 39.1 Struttura del capitale Totale attivi fr. 862 313 727 081 754 042 869 536 1 098 944 di cui: attivo circolante fr. 142 057 109 257 134 455 151 138 173 443 di cui: inventario vivo fr. 62 725 47 105 55 672 66 208 81 949 di cui: attivo immobilizzato fr. 657 531 570 719 563 915 652 190 843 553 di cui: attivo azienda fr. 814 634 693 388 702 036 821 273 1 042 185 Quota di capitale di terzi % 46 50 46 42 48 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 5 410 4 408 4 640 5 893 6 703 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. 241 295 155 071 195 357 246 544 368 404 di cui: pagamenti diretti fr. 60 212 43 500 53 636 63 209 80 544 Spese materiali fr. 161 134 128 241 133 410 159 144 223 823 Reddito aziendale fr. 80 161 26 831 61 948 87 401 144 581 Costi del personale fr. 13 629 10 340 10 316 11 631 22 235 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 6 876 6 679 5 808 5 826 9 192 Canoni d’affitto fr. 6 016 3 484 4 759 5 588 10 240 Costi di terzi fr. 187 655 148 744 154 292 182 190 265 490 Reddito agricolo fr. 53 641 6 328 41 065 64 355 102 914 Reddito extraagricolo fr. 27 492 44 363 25 754 20 371 19 453 Reddito totale fr. 81 133 50 691 66 820 84 726 122 367 Consumo privato fr. 69 282 59 198 61 280 70 065 86 610 Formazione di capitale proprio fr. 11 851 -8 507 5 539 14 661 35 758 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 51 626 43 937 44 207 47 939 70 435 Cash flow 3 fr. 48 204 26 691 37 337 50 832 78 011 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 94 61 91 107 112 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 68 56 68 72 74 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 40 21 38 49 52 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 25 15 21 26 37 Aziende con reddito insufficiente 8 % 16 27 21 13 4 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 19 37 20 12 7 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULA 49 827 19 280 38 698 52 256 81 531 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 3 993 1 839 3 481 4 181 5 349 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 9.8 3.9 8.8 10.6 13.9 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -2.6 -8.7 -5.7 -2.1 3.1 Redditività del capitale proprio 11 % -6.6 -19.5 -12.3 -5.0 4.4 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 39 699 1 655 28 222 45 027 81 650 (Valore medio)
del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 36 038 (Valore mediano)
Profitto
A24 Allegato

Tabella 25

Risultati d’esercizio per quartili: regione di montagna* – 2010/12

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2010: 1.65 %; 2011: 1.48 %; 2012: 0.66 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti contributi e disinvestimenti

3 Formazione di capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell’inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell’azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell’azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell’azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF)

* Regione di montagna: zone di montagna II a IV

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

In base al reddito del lavoro Caratteristica Unità Media I quartile II quartile III quartile IV quartile (0–25%) (25–50%) (50–75%) (75–100%) Aziende di riferimento Numero 819 154 204 228 233 Aziende rappresentate Numero 12 660 3 172 3 164 3 170 3 155 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 20.89 13.70 17.39 22.08 30.44 Superficie coltiva aperta ha 0.17 0.03 0.06 0.20 0.40 Manodopera aziendale ULA 1.57 1.38 1.62 1.60 1.68 di cui: manodopera familiare ULAF 1.31 1.20 1.41 1.35 1.26 Totale vacche Numero 13.4 8.2 11.6 14.6 19.2 Totale animali UBG 21.9 15.3 18.4 23.1 30.9 Struttura del capitale Totale attivi fr. 732 196 601 546 639 258 736 264 952 683 di cui: attivo circolante fr. 114 479 75 354 100 768 120 158 161 854 di cui: inventario vivo fr. 52 917 35 773 45 482 56 481 74 033 di cui: attivo immobilizzato fr. 564 800 490 419 493 009 559 626 716 796 di cui: attivo azienda fr. 688 615 573 291 593 987 688 417 899 670 Quota di capitale di terzi % 44 42 44 43 45 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 4 845 4 154 4 222 4 828 6 183 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. 175 790 106 138 146 802 185 874 264 759 di cui: pagamenti diretti fr. 69 744 47 622 59 963 74 438 97 080 Spese materiali fr. 116 636 92 380 102 950 118 625 152 753 Reddito aziendale fr. 59 154 13 758 43 852 67 249 112 006 Costi del personale fr. 7 921 5 339 6 133 7 293 12 941 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 4 921 4 536 4 336 4 940 5 878 Canoni d’affitto fr. 3 886 2 820 3 087 4 103 5 543 Costi di terzi fr. 133 365 105 076 116 505 134 961 177 115 Reddito agricolo fr. 42 425 1 062 30 297 50 913 87 644 Reddito extraagricolo fr. 26 810 40 155 24 573 21 260 21 213 Reddito totale fr. 69 235 41 217 54 870 72 173 108 857 Consumo privato fr. 61 105 51 373 54 300 62 521 76 293 Formazione di capitale proprio fr. 8 130 -10 156 570 9 652 32 565 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 45 585 38 526 33 302 42 347 68 245 Cash flow 3 fr. 39 913 19 620 28 219 42 019 69 927 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 88 51 86 102 103 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 66 53 66 71 74 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 38 19 34 44 53 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 23 11 15 28 36 Aziende con reddito insufficiente 8 % 22 44 25 14 5 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 18 26 25 14 6 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULA 37 729 9 965 27 105 42 154 66 779 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 2 832 1 002 2 523 3 046 3 683 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 8.6 2.4 7.4 9.8 12.5 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -5.0 -12.1 -9.1 -4.2 1.6 Redditività del capitale proprio 11 % -10.3 -22.3 -17.7 -8.9 1.7 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 28 792 -2 583 18 467 34 103 64 679 (Valore medio) Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF
(Valore mediano)
25 468
A25 Allegato

Tabella 26

Risultati

d'esercizio per regione, tipo di azienda e quartile:

2000/02–2010/12

Unità Tutte le aziende Regione di pianura Regione collinare Regione di montagna Risultati d'esercizio per regione 2000/02 2010/12 2000/02 2010/12 2000/02 2010/12 2000/02 2010/12 Superficie agricola utile ha 19.09 21.38 20.01 22.45 17.96 20.07 18.68 20.89 Manodopera familiare ULAF 1.29 1.21 1.25 1.16 1.26 1.21 1.37 1.31 Reddito agricolo fr. 56 203 56 874 67 865 67 432 50 826 53 641 41 789 42 425 Reddito extraagricolo fr. 18 806 26 605 17 197 25 954 20 580 27 492 19 725 26 810 Reddito totale fr. 75 009 83 479 85 061 93 386 71 406 81 133 61 514 69 235 Profitto del lavoro della manodopera familiare fr./ULAF 32 906 42 121 41 391 52 634 30 537 39 699 21 896 28 792 Unità Campicoltura Colture speciali Latte commerciale Vacche madri Risultati d'esercizio per tipo di azienda 2000/02 2010/12 2000/02 2010/12 2000/02 2010/12 2000/02 2010/12 Superficie agricola utile ha 24.23 26.58 12.57 13.73 18.65 21.77 17.27 20.70 Manodopera familiare ULAF 1.10 0.89 1.36 1.24 1.34 1.31 1.10 1.09 Reddito agricolo fr. 69 492 63 655 73 163 78 314 50 192 54 927 39 811 40 460 Reddito extraagricolo fr. 22 200 32 228 14 907 23 007 18 215 23 984 31 247 37 221 Reddito totale fr. 91 693 95 883 88 070 101 321 68 406 78 911 71 058 77 681 Profitto del lavoro della manodopera familiare fr./ULAF 49 026 64 875 40 617 57 400 28 231 37 780 24 120 32 602 Unità Altri bovini Equini/ovini/caprini Trasformazione Risultati d'esercizio per tipo di azienda 2000/02 2010/12 2000/02 2010/12 2000/02 2010/12 Superficie agricola utile ha 15.90 18.41 13.64 13.75 11.30 12.27 Manodopera familiare ULAF 1.27 1.21 1.20 1.11 1.15 1.08 Reddito agricolo fr. 33 665 32 664 21 767 28 676 64 009 57 895 Reddito extraagricolo fr. 21 325 31 124 29 559 34 654 17 090 29 484 Reddito totale fr. 54 990 63 788 51 326 63 330 81 099 87 379 Profitto del lavoro della manodopera familiare fr./ULAF 18 432 23 741 10 267 21 883 42 428 48 061 Unità Aziende combinate: Aziende combinate: Aziende combinate: Aziende combinate: latte commerciale/ vacche madri trasformazione altre campicoltura Risultati d'esercizio per tipo di azienda 2000/02 2010/12 2000/02 2010/12 2000/02 2010/12 2000/02 2010/12 Superficie agricola utile ha 24.94 30.01 21.79 25.72 19.39 22.17 20.29 23.58 Manodopera familiare ULAF 1.33 1.25 1.16 1.11 1.29 1.28 1.27 1.20 Reddito agricolo fr. 70 405 72 034 57 703 55 486 69 752 74 826 56 658 58 311 Reddito extraagricolo fr. 14 369 21 319 26 966 33 355 15 977 20 682 19 538 26 228 Reddito totale fr. 84 774 93 353 84 669 88 841 85 730 95 508 76 197 84 539 Profitto del lavoro della manodopera familiare fr./ULAF 40 656 51 969 37 282 44 512 41 244 52 933 33 830 43 096 Unità I quartile II quartile III quartile IV quartile (0–25 %) (25–50 %) (50–75 %) (75–100 %) Risultati d'esercizio per quartile 2000/02 2010/12 2000/02 2010/12 2000/02 2010/12 2000/02 2010/12 Superficie agricola utile ha 14.41 15.64 17.05 18.97 19.82 22.41 25.08 28.51 Manodopera familiare ULAF 1.26 1.16 1.36 1.32 1.33 1.25 1.20 1.11 Reddito agricolo fr. 18 967 7 361 43 840 42 576 63 938 67 388 98 108 110 249 Reddito extraagricolo fr. 28 621 39 010 18 171 24 927 15 535 22 053 12 888 20 420 Reddito totale fr. 47 588 46 371 62 011 67 503 79 473 89 441 110 996 130 669 Profitto del lavoro della manodopera familiare fr./ULAF 4 883 2 280 23 160 28 560 37 512 48 802 68 236 92 342 Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART A26 Allegato

Uscite della Confederazione

Uscite Produzione e smercio

27

Uscite Promozione dello smercio

1 Chiusura dei conti definitiva ancora pendente in alcuni casi

2 Dati del 2012 provvisori, sono possibili correzioni nella voce Formaggio, estero

3 Importo supplementare per formaggio da esportazione a causa del franco forte

4 In virtù dell’articolo 10 dell’ordinanza sulla promozione dello smercio

5 Nuovo dal 2009

UFAG

Tabella
Settori / Settori di prodotti di mercato Consuntivo 2011 Consuntivo 2012 1 Fondi stanziati 2013 fr. fr. fr. Produzione lattiera 32 339 700 31 261 700 29 348 500 Formaggio, svizzero / estero 2 23 375 000 22 000 000 21 000 000 Latte e burro 8 163 200 8 163 200 7 250 000 Importo supplementare per formaggio da esportazione 3 801 500 1 098 500 1 098 500 Produzione animale 6 475 438 7 893 300 7 980 500 Carne 4 836 400 6 000 000 6 100 000 Uova 1 115 905 1 132 300 1 100 000 Pesce 0 0 0 Animali vivi 443 899 661 000 680 500 Miele 79 235 100 000 100 000 Produzione vegetale 6 519 861 7 454 379 7 341 403 Verdura 537 900 624 600 724 000 Funghi 207 658 235 000 200 000 Frutta 2 402 200 2 327 650 2 300 000 Cereali 285 076 342 400 342 400 Patate 537 900 573 250 573 250 Semi oleosi 418 187 431 479 420 000 Piante ornamentali 420 000 420 000 400 000 Vino 1 710 940 2 500 000 2 381 753 Agriturismo 4 415 000 280 000 320 000 Promozione delle esportazioni 5 521 072 400 000 600 000 Provvedimenti collettivi 2 629 574 3 042 500 2 580 000 Provvedimenti sovrasettoriali (Bio, PI) 4 071 393 4 300 000 4 080 000 Pubbliche relazioni 2 782 108 2 815 000 2 620 000 Piccoli progetti e sponsorizzazione A livello nazionale 55 754 147 57 446 879 54 870 403 A livello regionale 2 807 112 3 242 250 3 040 000 Totale 58 561 259 60 689 129 57 910 403
Fonte:
A27 Allegato

Tabella 28

Uscite Economia lattiera

Tabella 29

Uscite Produzione animale

Denominazione Consuntivo 2011 Consuntivo 2012 Preventivo 2013 fr. fr. fr. Indennità a organizzazioni private per il bestiame da macello e la carne 6 182 500 6 500 000 6 689 500 Sostegno del mercato della carne Contributi alle azioni d’immagazzinamento di carne di vitelllo 3 198 017 2 732 354 3 924 800 3 198 017 2 732 354 3 924 800 Sostegno del mercato delle uova Azioni di spezzatura 451 084 443 677 500 000 Azioni di vendita a prezzo ridotto 1 381 531 1 173 603 1 500 000 1 832 615 1 617 280 2 000 000 Contributi per la valorizzazione della lana di pecora Contributi per la valorizzazione della lana di pecora 209 370 292 966 Contributi per progetti innovativi sulla lana di pecora 508 360 300 000 717 730 592 966 800 000 Contributi per apparecchi e/o attrezzature di mercati pubblici nella regione di montagna 97 617 42 668 150 000 Aiuto finanziario Assicurazione della qualità Carne 394 902 4 696 0 Totale 12 423 381 11 489 964 13 564 300 Provvedimenti contro l’ESB: eliminazione dei sottoprodotti di origine animale 48 056 764 47 505 772 48 100 000 Entrate del traffico di animali -10 334 966 -8 981 857 -10 564 700 Spese d’esercizio per il traffico di animali 11 066 452 9 672 182 11 197 200 Fonti: Conto dello Stato, UFAG
Denominazione Consuntivo 2011 Consuntivo 2012 Preventivo 2013 fr. fr. fr. Sostegno del mercato Supplemento per il latte trasformato in formaggio 259 457 744 265 312 969 264 159 000 Supplemento per il foraggiamento senza insilati 32 542 256 32 683 642 34 600 000 292 000 000 297 996 611 298 759 000 Amministrazione produzione e valorizzazione latte 3 310 725 3 500 000 2 960 000 Totale 295 310 725 301 496 611 301 719 000 Fonti: Conto dello Stato, UFAG A28 Allegato

Tabella 30

Uscite Allevamento di animali

A29 Allegato
Specie animale e provvedimenti Consuntivo 2011 Consuntivo 2012 Preventivo 2013 Organizzazioni di Razze allevamento 2012 riconosciute 2012 fr. fr. fr. Numero Numero Bovini 24 092 325 23 967 196 23 583 000 6 43 Tenuta del libro genealogico 5 603 980 5 561 710 5 447 000 Apprezzamento della conformazione 1 301 832 1 240 480 1 196 400 Esami funzionali del latte 16 873 083 16 886 416 16 612 000 Esami funzionali della carne 313 430 278 590 327 600 Equini 1 899 040 2 027 700 1 990 460 14 55 Puledri identificati e registrati 1 447 400 1 426 800 1 512 400 Esami funzionali 430 140 574 300 436 660 Esami dello stallone in una stazione 8 500 10 000 10 000 Esami dello stallone nell’azienda 13 000 16 600 31 400 Suini 3 400 000 3 400 000 3 403 290 3 10 Tenuta del libro genealogico 1 262 565 1 224 360 1 190 250 Esami nell’azienda 181 191 181 118 196 040 Esami in una stazione 1 457 630 1 494 540 1 517 000 Infrastruttura 498 614 499 982 500 000 Ovini 2 020 900 1 943 400 2 033 425 6 18 Tenuta del libro genealogico 2 020 900 1 943 400 2 033 425 Capre e pecore lattifere 1 799 834 1 799 594 1 807 812 4 13 Tenuta del libro genealogico 1 431 040 1 265 180 1 215 380 Esami funzionali del latte 338 676 496 883 557 332 Esami della capacità di sviluppo dei caprini 30 118 37 531 35 100 Camelidi del nuovo mondo 34 524 42 102 50 400 1 4 Tenuta del libro genealogico 34 524 42 102 50 400 Api mellifere 66 195 76 412 249 200 1 3 Tenuta del libro genealogico 3 320 4 300 17 000 Determinazione della purezza delle regine 2 075 2 687 18 000 Determinazione della purezza della razza, analisi delle ali 1 600 Esami funzionali nell’apiario sperimentale con campione reso anonimo 26 075 28 875 149 600 Esami funzionali nell’apiario sperimentale con campione conosciuto 425 1 250 0 Stazione di fecondazione A 28 000 30 000 45 000 Stazione di fecondazione B 6 300 9 300 18 000 Conservazione delle razze svizzere 1 165 854 1 364 270 1 210 000 Conservazione della razza delle Franches Montagnes 888 800 900 000 960 000 Progetti 277 054 464 270 250 000 Progetti di ricerca sulle risorse zoogenetiche 0 0 0 Totale 34 478 672 34 620 674 34 327 587 35 146 Fonti: Conto dello Stato, Organizzazioni di allevamento

Tabella 31

Uscite Produzione vegetale

A30 Allegato
Denominazione Consuntivo 2011 Consuntivo 2012 Preventivo 2013 fr. fr. fr. Contributi nella campicoltura 68 761 798 70 341 527 72 231 900 Contributi di superficie per semi oleosi 26 271 256 27 755 220 28 000 000 Contributi di superficie per leguminose a granelli 3 797 995 3 921 900 3 921 900 Contributi di superficie per piante da fibra 203 933 210 693 210 000 Contributi di superficie per barbabietole da zucchero 36 466 296 36 364 423 38 000 000 Contributi di superficie per sementi (dal 2009) 2 022 318 2 089 291 2 100 000 Contributi di trasformazione e di valorizzazione 4 555 990 2 114 404 3 195 400 Valorizzazione della frutta 4 543 830 2 114 404 3 095 400 Impianti pilota e di dimostrazione 12 160 0 100 000 Promozione della vitivinicoltura 1 470 569 839 594 868 600 Controllo della vendemmia 841 883 839 594 868 600 Contributi di riconversione in vitivinicoltura 628 686 0 0 Indennizzi EHEC 2 897 518 0 0 Totale 77 685 875 73 295 525 76 295 900 Fonti: Conto dello Stato, UFAG

Uscite Pagamenti diretti

non è possibile fare un paragone diretto con i dati del Conto dello Stato. I valori relativi ai pagamenti diretti si riferiscono all'intero anno di contribuzione, mentre il conto dello Stato riporta le spese sostenute durante un anno civile. Le riduzioni indicano le deduzioni in ragione delle limitazioni e delle sanzioni giuridiche e amministrative. Fonte: UFAG

A31 Allegato
pagamenti diretti 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Tipo di contributo 1 000 fr. 1 000 fr. 1 000 fr. 1 000 fr. 1 000 fr. 1 000 fr. 1 000 fr. 1 000 fr. PPagamenti diretti generali 1 999 606 2 007 181 2 070 357 1 986 617 2 190 245 2 201 118 2 192 112 2 163 287 Contributi di superficie 1 319 595 1 319 103 1 275 681 1 200 649 1 225 518 1 221 166 1 217 595 1 195 350 Contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo 291 967 301 213 412 813 406 223 509 591 510 283 508 159 503 893 Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione 282 220 281 258 277 786 276 528 352 540 354 306 352 412 350 429 Contributi di declività generali 94 768 94 227 92 671 91 721 91 015 104 044 102 642 102 302 Contributi di declività per vigneti in zone in forte pendenza e terrazzate 11 056 11 380 11 407 11 496 11 581 11 318 11 303 11 313 Pagamenti diretti ecologici 506 895 518 211 523 533 539 022 566 108 597 955 618 037 640 858 Contributi ecologici 213 582 216 999 217 737 224 472 234 928 249 710 265 165 282 951 Contributi per la compensazione ecologica 126 023 126 976 126 928 122 870 123 014 128 715 133 462 136 968 Contributi giusta l’ordinanza sulla qualità ecologica (OQE) 27 442 30 256 32 107 43 093 54 902 61 978 71 479 83 196 Contributi per la produzione estensiva di cereali e colza 31 516 31 094 30 629 30 529 29 075 29 336 28 983 29 675 Contributi per l’agricoltura biologica 28 601 28 672 28 074 27 980 27 937 29 680 31 241 33 112 Contributi per la detenzione di animali da reddito particolarmente rispettosa delle loro esigenze - - - -Contributi etologici 195 767 203 247 207 796 216 590 222 950 225 632 228 894 231 895 Contributi per sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali 47 089 49 749 51 602 56 025 59 890 61 729 63 908 66 225 Contributi per l’uscita regolare all’aperto 148 678 153 498 156 194 160 565 163 060 163 903 164 986 165 670 Contributi d’estivazione 91 610 91 696 92 110 91 711 98 008 101 275 101 529 101 521 Contributi per la protezione delle acque e per i programmi sulle risorse 5 936 6 270 5 890 6 249 10 223 21 339 22 449 24 491 Riduzioni 20 378 25 820 18 851 20 667 14 668 9 839 10 935 12 819 Totale pagamenti diretti 2 486 122 2 499 572 2 575 039 2 504 972 2 741 686 2 789 234 2 799 214 2 791 326 Avvertenza:
Tabella 32 Evoluzione dei

Tabella 33a

Pagamenti diretti generali – 2012

Contributi di superficie

Contributi per animali da reddito che consumano foraggio grezzo

Aziende Superficie Totale contributi Aziende UBGFG Totale contributi Numero ha fr. Numero Numero fr. Cantone ZH 3 207 69 762 88 039 627 2 510 56 074 29 487 545 BE 10 872 186 175 218 870 797 10 203 185 079 98 114 821 LU 4 566 75 920 85 943 544 4 299 88 755 46 254 890 UR 577 6 672 6 796 864 573 7 229 4 319 743 SZ 1 513 23 709 24 339 901 1 494 27 279 15 148 071 OW 616 7 676 7 845 355 608 11 046 5 761 137 NW 452 5 991 6 121 164 451 7 920 4 128 753 GL 356 6 784 6 942 860 354 7 622 4 167 862 ZG 506 10 220 11 199 657 492 11 852 6 096 654 FR 2 728 74 136 88 833 189 2 453 78 886 39 122 742 SO 1 267 31 184 37 730 976 1 143 26 090 13 964 744 BL 858 21 129 24 676 186 748 17 398 9 298 817 SH 523 14 110 19 470 042 316 6 547 3 690 758 AR 655 11 703 11 922 755 649 13 836 7 167 148 AI 469 7 076 7 213 478 464 8 021 4 084 293 SG 3 784 69 976 74 208 884 3 637 88 483 45 386 186 GR 2 298 53 306 54 788 510 2 238 47 318 28 667 125 AG 2 740 58 132 75 385 332 2 238 47 216 25 396 232 TG 2 319 48 269 60 548 787 1 883 48 578 23 639 367 TI 790 13 180 14 225 273 627 10 355 6 035 384 VD 3 442 105 610 139 130 148 2 329 64 456 34 434 982 VS 2 930 35 589 40 245 330 1 880 26 329 15 457 141 NE 789 31 209 32 970 690 708 25 742 13 195 323 GE 269 10 349 13 882 967 93 1 949 1 209 403 JU 981 39 172 44 017 996 939 35 436 19 663 544 Svizzera 49 507 1 017 039 1 195 350 312 43 329 949 496 503 892 664 Zona 1 Pianura 21 093 475 306 621 196 968 16 088 391 299 200 743 355 Collina 7 030 140 317 161 763 345 6 566 148 176 76 751 256 ZM I 6 442 116 220 123 267 819 6 218 135 894 70 346 305 ZM II 7 839 152 720 155 175 402 7 424 154 897 84 483 140 ZM III 4 603 82 946 84 212 529 4 548 78 276 46 743 325 ZM IV 2 500 49 530 49 734 250 2 485 40 953 24 825 283
Fonte: UFAG A32 Allegato
1 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona

Tabella 33b

Pagamenti diretti generali – 2012

Detenzione di animali in Contributi di declività generali Contributi di declività per vigneti condizioni difficili di produzione in zone in forte pendenza e terrazzate

A33 Allegato
Totale Totale Totale Aziende UBGFG contributi Aziende Superficie contributi Aziende Superficie contributi Numero Numero fr. Numero ha fr. Numero ha fr. Cantone ZH 758 17 817 5 417 705 722 4 905 2 303 138 188 192 365 745 BE 7 760 141 590 81 099 275 7 211 46 080 22 287 899 63 106 410 831 LU 3 010 59 239 24 457 752 2 963 19 785 9 417 277 28 21 36 320 UR 573 7 229 6 503 005 534 4 749 2 698 450 3 1 1 830 SZ 1 377 24 826 14 508 627 1 348 10 010 4 959 665 11 11 21 480 OW 588 10 539 6 317 185 569 4 474 2 435 552 2 2 5 190 NW 428 7 418 4 114 472 421 3 258 1 714 476 0 0 0 GL 329 6 919 4 850 387 324 3 050 1 521 191 1 2 7 650 ZG 339 7 332 3 472 862 337 2 909 1 396 118 3 1 1 815 FR 1 561 53 687 20 375 494 1 300 6 890 3 078 437 13 12 18 824 SO 575 14 408 5 802 664 528 4 753 2 057 837 2 1 3 775 BL 638 14 961 4 552 716 625 5 248 2 316 952 43 38 66 090 SH 111 2 580 467 712 138 932 389 978 115 102 169 570 AR 649 13 836 8 487 121 653 5 876 2 652 683 5 7 21 880 AI 464 8 021 5 583 699 456 2 944 1 339 734 0 0 0 SG 2 696 62 144 27 268 192 2 621 20 174 10 009 412 67 101 270 130 GR 2 203 46 416 45 638 834 2 165 29 197 15 055 171 25 19 38 880 AG 1 077 22 966 4 848 892 1 073 7 331 3 173 493 136 181 311 535 TG 165 4 555 1 230 522 148 1 215 623 624 67 94 143 670 TI 573 9 295 7 714 110 507 3 227 1 667 735 165 166 344 465 VD 1 163 37 518 15 559 014 863 5 356 2 401 636 429 731 2 458 170 VS 1 834 25 296 22 653 514 1 746 11 216 5 881 608 1 061 1 804 6 381 524 NE 660 24 515 15 314 839 525 3 314 1 386 504 57 72 142 260 GE 1 67 5 631 0 0 0 39 52 80 550 JU 719 26 674 14 184 565 541 3 536 1 533 486 3 6 10 650 Svizzera 30 251 649 849 350 428 787 28 318 210 429 102 302 056 2 526 3 720 11 312 834 Zona 1 Pianura 3 057 92 744 8 908 098 2 151 6 226 2 866 369 1 593 2 404 7 148 040 Collina 6 549 147 754 43 133 644 6 191 34 629 15 338 187 211 298 787 382 ZM I 6 205 135 687 64 852 664 5 970 42 983 20 058 222 171 213 635 401 ZM II 7 413 154 715 110 637 209 7 034 56 108 27 318 655 412 749 2 531 523 ZM III 4 544 78 165 75 021 630 4 500 43 656 22 499 081 96 43 159 480 ZM IV 2 483 40 784 47 875 543 2 472 26 827 14 221 543 43 13 51 007 1 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG

Tabella 34a

Contributi ecologici – 2012

Compensazione ecologica1 Agricoltura biologica Produzione estensiva di cereali e colza Totale Totale Totale Aziende Superficie contributi Aziende Superficie contributi Aziende Superficie contributi Numero ha fr. Numero ha fr. Numero ha fr. Cantone ZH 3 204 9 965 14 362 349 336 7 193 2 692 922 1 430 6 573 2 622 216 BE 10 654 19 216 20 121 527 1 133 18 657 4 917 324 3 890 12 784 5 113 967 LU 4 563 9 391 11 236 460 299 5 125 1 464 606 1 027 2 954 1 181 616 UR 574 1 360 694 186 55 886 177 918 0 0 0 SZ 1 498 3 461 3 064 037 159 2 652 542 648 11 15 6 092 OW 614 1 115 908 081 181 2 381 479 671 0 0 0 NW 450 947 747 176 66 935 190 779 0 0 0 GL 348 870 556 904 79 1 582 317 053 2 3 1 192 ZG 508 1 786 2 035 518 74 1 413 326 893 55 143 57 332 FR 2 658 6 558 7 560 269 141 3 454 1 296 438 998 5 627 2 250 989 SO 1 263 4 332 5 679 787 119 3 439 956 328 631 3 520 1 403 058 BL 859 3 428 4 442 560 123 2 807 843 671 526 2 758 1 088 023 SH 511 1 863 2 856 318 22 551 284 573 308 2 453 963 852 AR 616 864 704 293 106 2 185 439 020 1 1 297 AI 414 527 385 633 20 299 59 852 0 0 0 SG 3 751 8 138 8 961 009 411 7 456 1 716 301 213 517 204 256 GR 2 296 16 061 7 127 094 1 278 31 178 6 479 043 205 645 258 032 AG 2 740 8 170 11 736 063 213 4 401 1 894 453 1 471 7 168 2 865 638 TG 2 293 5 408 7 808 062 254 4 829 2 112 248 789 3 402 1 359 395 TI 750 1 706 1 343 351 122 2 088 481 434 51 222 88 748 VD 3 260 10 484 14 087 177 155 4 220 1 786 454 1 697 16 616 6 637 301 VS 2 251 4 358 2 608 597 305 5 203 1 509 467 84 254 101 715 NE 586 1 741 1 619 763 55 1 718 470 659 248 2 112 844 771 GE 268 1 213 2 133 410 13 392 267 232 197 3 387 1 292 407 JU 936 3 507 4 188 250 109 4 202 1 404 808 444 3 343 1 334 236 Svizzera 47 865 126 469 136 967 872 5 828 119 247 33 111 795 14 278 74 497 29 675 133 Zona 2 Pianura 20 664 54 486 81 033 902 1 280 27 011 12 690 711 8 976 54 498 21 690 260 Collina 6 968 18 103 22 345 224 616 11 953 3 768 233 3 261 13 529 5 397 473 ZM I 6 271 11 765 10 892 770 719 12 733 2 948 228 1 532 5 203 2 080 796 ZM II 7 245 15 021 10 896 667 1 116 20 929 4 307 981 398 1 121 448 579 ZM III 4 319 13 489 6 408 392 1 196 24 877 5 074 486 83 113 45 027 ZM IV 2 398 13 606 5 390 918 901 21 744 4 322 158 28 32 12 997 1 Alberi da frutto ad alto fusto convertiti in are 2 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG A34 Allegato

Tabella 34b

Contributi etologici – 2012

Detenzione di animali da reddito particolarmente rispettosa delle loro esigenze

A35 Allegato
Aziende UBG Totale contributi Numero Numero fr. Cantone ZH 2 006 53 257 12 819 985 BE 8 822 200 831 44 607 114 LU 3 791 117 628 29 178 681 UR 434 5 727 1 182 684 SZ 1 136 22 940 5 050 317 OW 479 9 782 2 289 382 NW 282 6 012 1 432 070 GL 294 6 549 1 383 672 ZG 398 12 287 2 819 814 FR 2 312 88 094 20 605 920 SO 999 26 843 6 249 420 BL 620 16 608 4 170 642 SH 260 9 443 2 372 097 AR 578 14 323 3 061 581 AI 403 10 266 2 360 194 SG 2 953 85 332 19 678 617 GR 2 136 45 946 10 589 778 AG 1 763 50 994 12 547 471 TG 1 665 58 180 13 853 039 TI 564 9 315 2 111 713 VD 2 057 66 238 15 376 812 VS 1 253 18 660 3 733 771 NE 643 24 622 5 526 940 GE 75 1 824 382 065 JU 883 36 141 8 511 015 Svizzera 36 806 997 843 231 894 794 Zona 1 Pianura 13 837 452 109 108 687 787 Collina 5 623 160 018 38 209 079 ZM I 5 207 134 790 30 759 070 ZM II 6 229 146 821 32 103 687 ZM III 3 794 68 494 14 569 200 ZM IV 2 116 35 611 7 565 970 1 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG

Contributi per la compensazione ecologica – 2012

Prati sfruttati in modo estensivo

Prati sfruttati in modo poco intensivo

Aziende Superficie Totale contributi Aziende Superficie Totale contributi Numero ha fr. Numero ha fr. Cantone ZH 3 022 6 082 8 607 670 438 325 97 587 BE 8 654 10 354 10 917 801 3 898 3 549 1 067 977 LU 4 277 5 254 5 631 489 825 635 190 584 UR 414 727 352 054 383 463 139 041 SZ 1 172 1 266 920 790 285 207 61 956 OW 555 724 463 840 138 81 24 210 NW 387 587 375 886 131 88 26 373 GL 324 652 398 448 101 91 27 402 ZG 424 562 648 077 148 102 30 534 FR 1 914 3 448 4 559 456 1 266 1 808 542 935 SO 1 182 2 885 3 622 545 213 267 80 333 BL 774 1 650 1 953 202 299 353 105 801 SH 491 1 330 1 858 514 53 75 22 434 AR 394 276 199 374 298 192 57 483 AI 285 191 134 871 114 76 22 686 SG 3 098 3 387 3 698 835 1 045 673 201 981 GR 2 098 9 047 4 391 566 1 907 6 418 1 924 408 AG 2 570 5 255 7 154 383 498 362 108 732 TG 1 950 2 493 3 673 006 562 367 110 061 TI 546 840 693 836 334 537 161 070 VD 2 912 6 904 9 371 504 739 1 391 417 165 VS 1 239 1 362 968 545 1 378 2 381 714 291 NE 468 1 071 1 134 504 218 490 147 048 GE 261 865 1 295 575 8 5 1 644 JU 728 1 902 2 305 670 373 673 201 819 Svizzera 40 139 69 117 75 331 438 15 652 21 608 6 485 554 Zona 1 Pianura 18 974 34 017 49 748 554 3 656 3 073 922 493 Collina 5 869 9 116 10 704 745 2 198 2 195 659 090 ZM I 4 728 5 157 3 853 775 2 309 2 080 624 968 ZM II 5 372 6 622 4 499 327 2 961 3 550 1 065 902 ZM III 3 245 7 250 3 378 460 2 598 4 580 1 374 557 ZM IV 1 951 6 955 3 146 577 1 930 6 130 1 838 545 1 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG A36 Allegato

Tabella 35b

Contributi per la compensazione ecologica – 2012

Terreni da strame

Siepi, boschetti campestri e rivieraschi

A37 Allegato
Aziende Superficie Totale contributi Aziende Superficie Totale contributi Numero ha fr. Numero ha fr. Cantone ZH 1 115 1 505 2 060 403 1 103 230 571 344 BE 757 578 378 052 2 258 435 1 012 507 LU 543 380 337 117 1 894 396 942 532 UR 77 71 54 637 8 1 1 604 SZ 872 1 284 1 012 293 148 16 35 613 OW 155 89 82 942 92 8 17 439 NW 118 95 77 204 26 3 5 588 GL 80 71 48 715 7 1 1 624 ZG 317 550 440 249 306 57 129 251 FR 127 66 66 084 863 290 706 745 SO 6 3 4 515 389 121 291 494 BL 0 0 0 300 105 253 898 SH 9 7 10 515 272 80 200 405 AR 265 196 139 745 82 12 25 526 AI 216 211 147 679 57 10 20 307 SG 1 672 1 790 1 513 466 677 103 242 975 GR 272 153 72 136 564 89 183 578 AG 166 159 236 201 1 299 365 904 622 TG 177 105 147 880 427 86 215 436 TI 57 64 67 872 39 10 23 389 VD 144 119 97 292 1 096 425 1 040 149 VS 34 18 9 905 109 19 41 740 NE 8 5 3 507 114 49 111 801 GE 3 2 2 460 115 34 85 650 JU 50 29 26 599 434 223 517 983 Svizzera 7 240 7 549 7 037 467 12 679 3 165 7 583 201 Zona 1 Pianura 1 943 2 159 3 152 643 6 762 1 759 4 388 094 Collina 842 697 832 507 2 365 645 1 602 974 ZM I 1 087 850 667 598 1 487 354 752 158 ZM II 2 076 2 625 1 807 873 1 350 306 642 970 ZM III 928 855 411 737 555 87 169 451 ZM IV 364 364 165 108 160 14 27 553 1 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG

Contributi per la compensazione ecologica – 2012

Tabella 35c
Maggesi fioriti Maggesi da rotazione Aziende Superficie Totale contributi Aziende Superficie Totale contributi Numero ha fr. Numero ha fr. Cantone ZH 262 174 488 049 78 76 175 191 BE 235 202 568 542 33 29 68 084 LU 36 24 68 404 12 14 32 936 UR 0 0 0 0 0 0 SZ 0 0 0 1 0 575 OW 0 0 0 0 0 0 NW 0 0 0 0 0 0 GL 0 0 0 0 0 0 ZG 12 9 24 192 1 0 920 FR 183 183 512 379 19 22 50 543 SO 57 60 168 124 17 23 53 582 BL 90 90 252 140 28 31 71 622 SH 168 156 436 268 10 8 17 457 AR 0 0 0 0 0 0 AI 0 0 0 0 0 0 SG 19 20 55 412 0 0 0 GR 17 13 35 728 4 8 18 584 AG 365 148 414 876 77 85 196 006 TG 93 85 238 504 10 17 39 767 TI 2 3 8 484 6 11 26 128 VD 310 451 1 261 484 67 136 313 513 VS 5 4 11 183 5 3 7 485 NE 18 26 72 492 3 1 3 381 GE 62 166 464 464 33 90 207 115 JU 65 80 224 336 5 11 25 047 Svizzera 1 999 1 894 5 305 061 409 568 1 307 936 Zona 1 Pianura 1 687 1 667 4 669 469 339 475 1 093 619 Collina 301 222 621 957 68 89 205 324 ZM I 9 4 11 451 1 1 2 530 ZM II 2 1 2 184 1 3 6 463 ZM III 0 0 0 0 0 0 ZM IV 0 0 0 0 0 0 1 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG A38 Allegato

Tabella 35d

Contributi per la compensazione ecologica – 2012

Fasce di colture estensive Striscia su superficie coltiva Alberi da frutto ad alto in campicoltura fusto nei campi

A39 Allegato
Totale Totale Totale Aziende Superficie contributi Aziende Alberi contributi Aziende Alberi contributi Numero ha fr. Numero Numero fr. Numero Numero fr. Cantone ZH 12 6 7 332 33 8 19 090 2 269 155 754 2 335 683 BE 16 2 2 311 55 11 24 763 7 432 405 504 6 081 490 LU 3 2 2 054 12 2 5 359 3 829 268 399 4 025 985 UR 0 0 0 0 0 0 205 9 790 146 850 SZ 0 0 0 0 0 0 945 68 854 1 032 810 OW 0 0 0 0 0 0 398 21 310 319 650 NW 0 0 0 0 0 0 330 17 475 262 125 GL 0 0 0 0 0 0 130 5 381 80 715 ZG 1 2 3 086 9 2 4 991 452 50 287 754 219 FR 14 5 6 397 59 14 31 305 1 608 72 295 1 084 425 SO 9 6 7 447 8 1 3 317 1 019 96 562 1 448 430 BL 0 0 0 24 9 21 137 812 118 984 1 784 760 SH 1 0 130 2 1 1 610 327 20 599 308 985 AR 0 0 0 0 0 0 322 18 811 282 165 AI 0 0 0 0 0 0 71 4 006 60 090 SG 2 1 1 859 5 1 2 162 2 582 216 288 3 244 320 GR 7 1 1 339 0 0 0 550 33 317 499 755 AG 5 1 923 206 37 85 675 2 276 175 643 2 634 645 TG 5 3 3 614 11 4 8 786 1 880 224 756 3 371 008 TI 0 0 0 1 0 1 012 271 24 104 361 560 VD 26 33 42 315 27 7 15 525 1 733 101 882 1 528 230 VS 7 12 15 936 3 1 1 793 753 55 850 837 719 NE 0 0 0 0 0 0 159 9 802 147 030 GE 1 0 65 2 0 897 103 5 036 75 540 JU 2 2 2 639 14 4 8 395 611 58 385 875 762 Svizzera 111 75 97 447 471 102 235 817 31 067 2 239 074 33 583 951 Zona 1 Pianura 77 55 71 823 367 83 191 033 14 756 1 119 881 16 796 173 Collina 24 15 19 782 82 15 34 986 6 046 510 924 7 663 860 ZM I 2 4 4 542 19 4 8 704 5 095 331 142 4 967 044 ZM II 1 1 650 3 0 1 094 3 639 191 349 2 870 204 ZM III 5 0 546 0 0 0 1 252 71 576 1 073 640 ZM IV 2 0 104 0 0 0 279 14 202 213 030 1 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG

Tabella 36

Contributi per la qualità biologica e l'interconnessione – 2012

A40 Allegato
Soltanto qualità biologica 1 Soltanto interconnessione 1 Contributi federali Aziende Superficie Aziende Superficie Aziende Totale contributi Numero ha Numero ha Numero fr. Cantone ZH 1 727 3 376 1 745 4 977 2 123 6 960 010 BE 4 802 5 064 9 101 20 093 9 277 17 080 918 LU 2 969 3 555 2 532 6 273 3 421 8 447 347 UR 321 693 389 1 143 448 899 330 SZ 1 254 3 065 1 076 3 211 1 294 4 207 337 OW 409 620 281 619 426 789 043 NW 304 601 269 624 339 801 502 GL 212 440 102 358 231 430 761 ZG 425 984 434 1 613 473 2 265 436 FR 572 766 910 2 725 1 171 2 563 439 SO 518 1 119 600 2 075 836 2 396 830 BL 627 1 901 570 1 872 640 1 923 202 SH 225 508 197 677 268 1 010 068 AR 317 350 221 333 337 561 896 AI 250 264 256 329 304 459 565 SG 2 343 3 431 2 064 4 615 2 745 6 510 137 GR 1 840 7 414 1 786 8 331 1 872 7 433 015 AG 1 130 2 897 854 3 343 1 139 4 654 222 TG 979 1 075 1 791 2 811 1 934 3 287 466 TI 270 641 107 603 293 650 487 VD 1 398 3 218 1 805 7 190 2 270 5 557 583 VS 532 999 218 1 220 640 912 915 NE 397 1 216 200 1 079 457 863 099 GE 55 96 11 38 65 88 287 JU 438 2 007 542 2 979 668 2 442 476 Svizzera 24 314 46 301 28 061 79 133 33 671 83 196 370 Zone Pianura 8 753 12 608 11 214 27 435 13 397 32 017 651 Collina 3 761 6 257 3 946 10 144 4 868 12 837 890 ZM I 3 296 4 768 3 759 8 416 4 543 9 710 511 ZM II 4 244 9 240 4 649 13 782 5 574 14 288 664 ZM III 2 617 7 408 2 902 10 966 3 352 8 118 858 ZM IV 1 643 6 020 1 591 8 389 1 937 6 222 796 1 Alberi ad alto fusto convertiti in are Fonte: UFAG

Contributi per la produzione estensiva di cereali e colza – 2012

A41 Allegato
Tabella 37
Cereali panificabili Cereali da foraggio Colza Totale Aziende Superficie Aziende Superficie Aziende Superficie Totale contributi Numero ha Numero ha Numero ha fr. Cantone ZH 1 209 4 940 703 1 469 72 164 2 622 216 BE 2 338 7 021 2 752 5 574 86 189 5 113 967 LU 667 1 533 600 1 209 97 212 1 181 616 UR 0 0 0 0 0 0 0 SZ 1 2 10 14 0 0 6 092 OW 0 0 0 0 0 0 0 NW 0 0 0 0 0 0 0 GL 0 0 2 3 0 0 1 192 ZG 29 61 30 67 6 16 57 332 FR 731 3 765 628 1 710 35 152 2 250 989 SO 489 2 181 433 1 266 30 73 1 403 058 BL 373 1 487 406 1 214 18 57 1 088 023 SH 304 2 083 104 298 26 71 963 852 AR 0 0 1 1 0 0 297 AI 0 0 0 0 0 0 0 SG 78 188 158 298 14 31 204 256 GR 120 374 139 230 14 42 258 032 AG 1 278 4 783 914 2 233 75 151 2 865 638 TG 681 2 574 373 752 41 76 1 359 395 TI 30 139 23 83 0 0 88 748 VD 1 361 11 050 1 113 4 156 377 1 410 6 637 301 VS 62 213 29 41 1 1 101 715 NE 144 881 215 1 103 34 129 844 771 GE 185 2 459 153 875 12 53 1 292 407 JU 278 1 804 335 1 427 30 111 1 334 236 Svizzera 10 358 47 538 9 121 24 022 968 2 937 29 675 133 Zona 1 Pianura 7 504 38 681 4 906 13 528 748 2 289 21 690 260 Collina 2 110 6 969 2 455 6 077 167 484 5 397 473 ZM II 596 1 619 1 332 3 437 49 147 2 080 796 ZM II 111 213 342 892 4 17 448 579 ZM III 28 41 64 72 0 0 45 027 ZM IV 9 15 22 17 0 0 12 997 1 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG

Tabella 38

Contributi per la detenzione di animali particolarmente rispettosa delle loro esigenze – 2012

Sistemi di stabulazione particolarmente Uscita regolare all'aperto rispettosi degli animali

Aziende UBG Totale contributi Aziende UBG Totale contributi Numero Numero fr. Numero Numero fr. Cantone ZH 1 324 37 228 3 950 825 1 924 48 656 8 869 160 BE 3 979 89 201 10 666 334 8 701 187 294 33 940 780 LU 2 746 84 700 10 325 166 3 727 102 600 18 853 515 UR 128 1 638 152 049 433 5 705 1 030 635 SZ 478 9 688 1 080 017 1 120 21 854 3 970 300 OW 278 5 560 590 721 475 9 248 1 698 661 NW 168 3 704 435 381 276 5 464 996 689 GL 103 2 009 207 156 293 6 525 1 176 516 ZG 265 8 859 867 377 389 11 067 1 952 437 FR 1 486 52 498 6 197 280 2 257 80 563 14 408 640 SO 626 16 756 1 790 661 975 24 705 4 458 759 BL 429 11 693 1 264 818 610 15 442 2 905 823 SH 208 8 375 1 106 756 220 6 948 1 265 341 AR 207 4 605 523 253 578 14 101 2 538 328 AI 167 4 236 607 328 398 9 410 1 752 866 SG 1 502 44 158 5 178 758 2 910 79 368 14 499 859 GR 1 113 24 288 2 317 920 2 136 45 482 8 271 858 AG 1 295 38 472 4 650 796 1 660 43 192 7 896 675 TG 1 137 43 136 5 076 681 1 564 48 887 8 776 359 TI 222 3 939 378 001 583 9 067 1 733 712 VD 1 217 41 807 4 529 653 1 997 61 246 10 847 159 VS 316 5 053 494 174 1 244 18 264 3 239 597 NE 377 14 025 1 323 758 639 23 958 4 203 182 GE 31 1 052 100 480 73 1 702 281 585 JU 633 25 243 2 409 617 875 34 674 6 101 398 Svizzera 20 435 581 923 66 224 960 36 057 915 423 165 669 834 Zona 1 Pianura 9 426 319 894 37 545 288 13 236 393 668 71 142 499 Collina 3 563 99 656 11 665 693 5 505 145 805 26 543 386 ZM I 2 757 68 051 7 480 180 5 175 129 089 23 278 890 ZM II 2 683 59 672 6 242 137 6 216 143 177 25 861 550 ZM III 1 295 22 693 2 175 798 3 807 68 178 12 393 402 ZM IV 711 11 957 1 115 864 2 118 35 508 6 450 107 1 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG A42 Allegato

Tabella 39

Partecipazione al programma SSRA – 2012

A43 Allegato
Base 1 Partecipazione SSRA Categorie di animali UBG Aziende UBG Aziende UBG Aziende Numero Numero Numero Numero % % Vacche lattifere 585 564 31 693 228 559 7 341 39.0 23.2 Altre vacche 87 874 15 200 71 145 5 958 81.0 39.2 Animali di sesso femminile, di oltre 365 giorni, fino al primo parto 153 733 37 001 68 974 13 032 44.9 35.2 Animali di sesso femminile, di età compresa tra 120 e 365 giorni 52 857 36 745 25 985 13 203 49.2 35.9 Animali di sesso maschile, di oltre 730 giorni 4 392 9 407 2 245 3 873 51.1 41.2 Animali di sesso maschile, di età compresa tra 365 e 730 giorni 11 573 14 682 6 447 5 040 55.7 34.3 Animali di sesso maschile, di età compresa tra 120 e 365 giorni 31 612 27 546 17 713 7 755 56.0 28.2 Totale animali della specie bovina 927 605 38 983 421 067 17 049 45.4 43.7 Animali di sesso femminile e animali castrati di sesso maschile, di oltre 30 mesi 32 977 9 481 4 745 1 408 14.4 14.9 Stalloni, di oltre 30 mesi 1 345 1 837 124 131 9.2 7.1 Totale animali della specie equina 34 322 9 961 4 869 1 428 14.2 14.3 Animali di sesso femminile, di età superiore a un anno 9 765 5 500 3 659 976 37.5 17.7 Animali di sesso maschile, di età superiore a un anno 665 2 580 169 560 25.4 21.7 Totale animali della specie caprina 10 430 6 109 3 827 1 052 36.7 17.2 Verri da allevamento, di oltre 6 mesi 656 1 951 144 412 21.9 21.1 Scrofe da allevamento non in lattazione, di oltre 6 mesi 21 791 2 300 15 003 1 201 68.9 52.2 Scrofe da allevamento in lattazione 16 440 2 521 10 788 1 311 65.6 52.0 Suinetti svezzati 17 849 2 464 11 596 1 221 65.0 49.6 Suini da rimonta, fino a 6 mesi e suini da ingrasso 102 263 6 921 65 311 3 187 63.9 46.0 Totale animali della specie suina 158 998 7 831 102 841 3 829 64.7 48.9 Conigli 1 063 1 314 651 135 61.2 10.3 Totale Conigli 1 063 841 651 135 61.2 16.1 Galline e galli da allevamento (produzione di uova da cova per razze ovaiole e da allevamento) 328 336 57 16 17.5 4.8 Galline ovaiole 22 209 10 433 19 897 1 671 89.6 16.0 Pulcini, galletti e pollastrelle (escl. i polli da ingrasso) 3 502 461 2 789 142 79.6 30.8 Polli da ingrasso 27 479 1 058 25 048 841 91.2 79.5 Tacchini 1 256 223 1 163 59 92.6 26.5 Totale pollame 54 774 11 650 48 955 2 615 89.4 22.4 Totale di tutte le categorie di animali 1 187 192 45 238 582 211 20 459 49.0 45.2 1 Aziende aventi diritto ai contributi (aziende che hanno ottenuto pagamenti diretti) Fonte: UFAG

Tabella 40

Partecipazione al programma URA – 2012

da allevamento (produzione di uova da cova per razze

Aziende aventi diritto ai contributi (aziende che hanno ottenuto pagamenti diretti)

Base 1 Partecipazione URA Categorie di animali UBG Aziende UBG Aziende UBG Aziende Numero Numero Numero Numero % % Vacche lattifere 585 564 31 693 473 958 21 955 80.9 69.3 Altre vacche 87 874 15 200 77 677 7 507 88.4 49.4 Animali di sesso femminile, di oltre 365 giorni, fino al primo parto 153 733 37 001 121 007 25 387 78.7 68.6 Animali di sesso femminile, di età compresa tra 120 e 365 giorni 52 857 36 745 38 269 23 507 72.4 64.0 Animali di sesso femminile, fino a 120 giorni 10 849 35 998 3 898 12 936 35.9 35.9 Animali di sesso maschile, di oltre 730 giorni 4 392 9 407 2 734 5 035 62.3 53.5 Animali di sesso maschile, di età compresa tra 365 e 730 giorni 11 573 14 682 6 577 6 995 56.8 47.6 Animali di sesso maschile, di età compresa tra 120 e 365 giorni 31 612 27 546 17 355 10 759 54.9 39.1 Animali di sesso maschile, fino a 120 giorni 10 921 35 487 3 052 10 253 27.9 28.9 Totale animali della specie bovina 949 374 38 991 744 527 30 859 78.4 79.1 Animali di sesso femminile e animali castrati di sesso maschile, di oltre 30 mesi 32 977 9 481 27 762 7 292 84.2 76.9 Stalloni, di oltre 30 mesi 1 345 1 837 744 798 55.3 43.4 Animali, fino a 30 mesi 2 928 2 319 2 277 1 407 77.8 60.7 Totale animali della specie equina 37 250 10 136 30 782 7 443 82.6 73.4 Animali di sesso femminile, di età superiore a un anno 9 765 5 500 7 579 3 129 77.6 56.9 Animali di sesso maschile, di età superiore a un anno 665 2 580 401 1 415 60.3 54.8 Totale animali della specie caprina 10 430 6 109 7 980 3 329 76.5 54.5 Animali di sesso femminile, di età superiore a un anno 36 521 8 011 31 434 5 912 86.1 73.8 Animali di sesso maschile, di età superiore a un anno 1 435 5 694 1 086 4 092 75.7 71.9 Agnelli magri 227 596 153 279 67.5 46.8 Totale animali della specie ovina 38 184 8 073 32 673 5 926 85.6 73.4 Verri da allevamento, di oltre 6 mesi 656 1 951 358 1 062 54.5 54.4 Scrofe da allevamento non in lattazione, di oltre 6 mesi 21 791 2 300 14 658 1 237 67.3 53.8 Scrofe da allevamento in lattazione 16 440 2 521 942 215 5.7 8.5 Suinetti svezzati 17 849 2 464 748 173 4.2 7.0 Suini da rimonta, fino a 6 mesi e suini da ingrasso 102 263 6 921 62 445 3 172 61.1 45.8 Totale animali della specie suina 158 998 7 831 79 152 3 703 49.8 47.3 Conigli 1 063 1 314 20 62 1.9 4.7 Totale Conigli 1 063 841 20 62 1.9 7.4 Galline e galli
da allevamento) 328 336 39 42 12.0 12.5 Galline ovaiole 22 209 10 433 16 317 2 553 73.5 24.5 Pulcini, galletti e pollastrelle (escl. i polli da ingrasso) 3 502 461 696 96 19.9 20.8 Polli da ingrasso 27 479 1 058 2 025 166 7.4 15.7 Tacchini 1 256 223 1 154 78 91.9 35.0 Totale pollame 54 774 11 650 20 231 2 803 36.9 24.1 Totale di tutte le categorie di animali 1 250 073 45 238 915 365 35 989 73.2 79.6
ovaiole e
1
A44 Allegato
Fonte: UFAG

Tabella 41a

Contributi d'estivazione – 2012

Cantone Pecore Vacche munte, pecore Altri animali che consumano Aziende e contributi (escl. pecore lattifere) lattifere e capre lattifere 1 foraggio grezzo Totale

A45 Allegato
Aziende Carico avente Aziende UBG aventi Aziende Carico avente Aziende Contributi diritto ai diritto ai diritto ai contributi contributi contributi Numero Carico normale Numero UBG Numero Carico normale Numero fr. ZH 0 0 0 0 9 465 9 153 473 BE 168 2 330 324 10 068 1 520 48 588 1 616 20 721 342 LU 31 211 0 0 228 5 976 231 2 015 653 UR 64 1 522 119 2 510 232 4 654 320 2 723 565 SZ 41 659 100 1 136 414 9 795 439 4 238 948 OW 21 187 35 444 234 8 440 251 2 997 013 NW 15 181 4 57 126 4 119 132 1 443 549 GL 13 475 0 0 111 6 721 120 2 375 962 ZG 0 0 1 3 10 272 10 90 862 FR 40 684 19 481 587 23 260 608 8 120 889 SO 2 45 0 0 61 2 473 61 826 987 BL 1 20 0 0 9 348 10 119 929 SH 0 0 0 0 1 100 1 32 878 AR 0 0 17 305 112 2 378 113 897 735 AI 8 90 66 1 016 141 1 867 147 1 094 228 SG 34 1 105 72 3 779 404 17 140 420 7 235 798 GR 177 7 527 189 10 784 853 37 036 960 18 324 434 AG 2 14 0 0 8 364 10 123 516 TG 0 0 0 0 6 379 6 124 968 TI 83 2 313 57 3 640 194 4 867 244 3 439 786 VD 30 497 0 0 607 33 299 622 11 074 281 VS 143 5 446 56 2 980 440 16 160 514 8 096 295 NE 1 122 1 46 141 4 236 143 1 451 453 GE 0 0 0 0 0 0 0 0 JU 2 103 0 0 104 11 435 104 3 797 611 Totale 876 23 532 1 060 37 248 6 552 244 372 7 091 101 521 155 1 Animali munti con una durata d'estivazione di 56–100 giorni Fonte: UFAG

Tabella

Statistica sull'estivazione – 2012: aziende e carichi normali per Cantone

Cantone Vacche Vacche madri Altri Equini Ovini Caprini Altri lattifere e nutrici bovini e altre vacche Aziende Carico Aziende Carico Aziende Carico Aziende Carico Aziende Carico Aziende Carico Aziende Carico Numero CN Numero CN Numero CN Numero CN Numero CN Numero CN Numero CN ZH 1 1 4 73 9 360 0 0 0 0 1 3 0 0 BE 1 029 25 641 388 3 408 1 468 24 724 207 865 174 2 718 427 796 134 371 LU 89 1 068 96 900 227 3 362 18 31 32 203 27 33 4 21 UR 196 3 544 54 595 169 2 193 11 9 66 1 612 61 289 0 0 SZ 304 3 566 109 885 402 6 411 44 129 48 656 108 278 2 2 OW 201 4 491 29 374 227 3 156 17 21 23 185 30 39 20 73 NW 77 1 630 29 327 123 1 870 10 15 15 236 20 58 17 85 GL 95 3 535 29 442 110 2 328 19 26 13 412 40 47 53 89 ZG 3 34 4 23 10 193 0 0 0 0 0 0 0 0 FR 256 7 044 159 1 405 571 13 259 67 241 44 779 95 228 31 59 SO 6 101 30 539 61 1 547 12 100 4 81 4 9 1 0 BL 0 0 6 88 9 247 0 0 1 17 1 1 1 1 SH 0 0 0 0 1 101 0 0 0 0 0 0 0 0 AR 81 1 333 13 73 106 1 029 7 13 0 0 40 38 17 44 AI 117 1 582 9 47 135 1 159 5 3 8 86 48 81 17 31 SG 256 6 967 128 1 814 394 9 420 32 80 40 1 717 127 277 0 0 GR 371 12 236 615 12 340 736 18 049 222 850 189 7 036 135 1 142 7 3 AG 0 0 4 65 8 275 1 1 2 13 0 0 0 0 TG 1 22 5 182 6 176 0 0 0 0 0 0 0 0 TI 97 3 724 73 708 128 1 135 53 239 84 2 159 107 2 020 27 23 VD 407 11 860 398 4 306 598 14 216 92 215 34 618 55 130 6 4 VS 218 8 520 226 4 114 347 5 513 53 203 150 5 170 74 613 1 2 NE 19 540 53 550 134 2 895 15 94 2 104 1 1 0 0 GE 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 JU 29 3 428 57 1 574 99 4 501 38 1 284 4 110 4 12 1 2 Totale 3 853 100 869 2 518 34 833 6 078 118 117 923 4 420 933 23 914 1 405 6 094 339 810 Un carico normale (CN) = 1 UBG * durata dell'estivazione / 100 Fonte: UFAG A46 Allegato

Tabella 42a

Pagamenti diretti a livello aziendale 1: per zone e classi di dimensioni – 2012 2

1 I risultati si basano sui dati della centrale analisi di ART

2 Esclusi i tipi d’azienda colture speciali e trasformazione

3 Contributi d’estivazione, contributi di coltivazione, altri contributi

Tabella 42b

Pagamenti diretti a livello aziendale 1: per zone e classi di dimensioni – 2012 2

diretti in virtù della ordinanza sui pagamenti diretti (OPD)

1 I risultati si basano sui dati della centrale analisi di ART

2 Esclusi i tipi d’azienda colture speciali e trasformazione

3 Contributi d’estivazione, contributi di coltivazione, altri contributi

A47 Allegato
Zona di pianura ZC Caratteristica Unità 10 – 20 20 – 30 30 – 50 10 – 20 20 – 30 30 – 50 ha SAU ha SAU ha SAU ha SAU ha SAU ha SAU Aziende di riferimento Numero 372 399 246 214 139 72 Aziende rappresentate Numero 6 764 4 856 3 430 2 800 1 375 875 Superficie agricola utile ha 15.71 24.34 37.34 14.92 24.34 36.92 Pagamenti diretti in virtù della ordinanza sui pagamenti diretti (OPD) Pagamenti diretti generali, totale fr. 28 673 44 385 66 453 32 766 52 211 76 626 Contributi di superficie fr. 19 960 31 233 48 758 16 960 28 887 43 221 Contributi per animali che consumano foraggio grezzo fr. 8 012 12 210 16 452 8 993 13 718 20 163 Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione fr. 403 621 897 4 971 6 921 9 546 Contributi di declività fr. 298 322 346 1 841 2 685 3 697 Contributi ecologici ed etologici, totale fr. 8 530 12 576 17 596 7 943 12 971 19 176 Compensazione ecologica fr. 2 763 3 918 6 159 2 545 3 856 6 725 Produzione estensiva fr. 708 1 040 1 856 506 1 070 1 336 Agricoltura biologica fr. 542 609 722 292 802 872 Contributi etologici fr. 4 516 7 009 8 859 4 601 7 243 10 242 Totale pagamenti diretti giusta l’OPD fr. 37 203 56 962 84 049 40 709 65 182 95 802 Prestazione lorda fr. 220 876 322 877 432 928 191 190 297 644 388 419 Quota di PD giusta l’OPD rispetto alla prestazione lorda % 16.8 17.6 19.4 21.3 21.9 24.7 Altri pagamenti diretti 3 fr. 4 932 7 691 11 900 4 937 6 004 7 687 Totale pagamenti diretti fr. 42 135 64 652 95 949 45 645 71 186 103 489 Quota totale di PD rispetto alla prestazione lorda % 19.1 20.0 22.2 23.9 23.9 26.6
Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon
ART
ZM I ZM II Caratteristica Unità 10 – 20 20 – 30 30 – 50 10 – 20 20 – 30 30 – 50 ha SAU ha SAU ha SAU ha SAU ha SAU ha SAU Aziende di riferimento Numero 184 128 67 147 142 85 Aziende rappresentate Numero 2 427 1 382 827 2 326 1 748 991 Superficie agricola utile ha 15.40 24.60 36.35 15.49 24.81 37.69 Pagamenti
Pagamenti diretti generali, totale fr. 39 805 59 302 85 803 42 704 63 405 87 848 Contributi di superficie fr. 16 193 25 853 39 908 15 843 25 698 38 130 Contributi per animali che consumano foraggio grezzo fr. 10 337 14 890 21 135 9 617 13 959 19 029 Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione fr. 9 699 13 895 20 379 13 016 18 511 26 109 Contributi di declività fr. 3 577 4 664 4 382 4 228 5 237 4 580 Contributi ecologici ed etologici, totale fr. 7 235 10 540 13 539 6 212 9 139 12 144 Compensazione ecologica fr. 1 773 2 324 2 402 1 477 2 243 2 065 Produzione estensiva fr. 160 314 1 150 17 76 117 Agricoltura biologica fr. 612 1 375 431 960 1 150 1 483 Contributi etologici fr. 4 689 6 527 9 556 3 758 5 670 8 479 Totale pagamenti diretti giusta l’OPD fr. 47 040 69 842 99 342 48 915 72 544 99 992 Prestazione lorda fr. 191 168 248 954 336 399 167 651 219 808 284 897 Quota di PD giusta l’OPD rispetto alla prestazione lorda % 24.6 28.1 29.5 29.2 33.0 35.1 Altri pagamenti diretti 3 fr. 4 540 6 215 8 728 6 245 7 756 9 201 Totale pagamenti diretti fr. 51 580 76 057 108 071 55 160 80 300 109 193 Quota totale di PD rispetto alla prestazione lorda % 27.0 30.6 32.1 32.9 36.5 38.3
Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Tabella 42c

Pagamenti diretti a livello aziendale 1: per zone e classi di dimensioni – 2012 2

3 Contributi d’estivazione, contributi di coltivazione, altri contributi

Tabella 43

Pagamenti diretti a livello aziendale 1: per regioni – 2012

1 I risultati si basano sui dati della Centrale analisi di ART

2 Contributi d'estivazione, contributi di coltivazione, altri contributi

ART

Caratteristica Unità Tutte le Regione Regione Regione aziende di pianura collinare di montagna Aziende di riferimento Numero 2 951 1 226 941 784 Aziende rappresentate Numero 46 011 20 845 12 574 12 592 Superficie agricola utile ha 21.80 22.96 20.45 21.21 Pagamenti diretti in virtù della ordinanza sui pagamenti diretti (OPD) Pagamenti diretti generali, totale fr. 46 462 40 413 46 300 56 639 Contributi di superficie fr. 25 450 29 573 22 629 21 441 Contributi per animali che consumano foraggio grezzo fr. 10 978 9 907 11 895 11 837 Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione fr. 7 573 529 8 723 18 084 Contributi di declività fr. 2 461 404 3 052 5 277 Contributi ecologici ed etologici, totale fr. 9 833 11 172 10 016 7 434 Compensazione ecologica fr. 2 938 3 751 2 752 1 778 Produzione estensiva fr. 677 1 117 582 43 Agricoltura biologica fr. 791 659 590 1 211 Contributi etologici fr. 5 427 5 645 6 092 4 402 Totale pagamenti diretti giusta l’OPD fr. 56 295 51 585 56 316 64 073 Prestazione lorda fr. 259 754 318 964 244 110 177 360 Quota di PD giusta l’OPD rispetto alla prestazione lorda % 21.7 16.2 23.1 36.1 Pagamenti diretti per ettaro fr./ha 2 583 2 247 2 754 3 020 Altri pagamenti diretti 2 fr. 6 638 7 139 5 335 7 110 Totale pagamenti diretti fr. 62 933 58 723 61 651 71 183 Quota totale di PD rispetto alla prestazione lorda % 24.2 18.4 25.3 40.1
Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon
ZM III ZM IV Caratteristica Unità 10 – 20 20 – 30 30 – 50 10 – 20 20 – 30 30 – 50 3 ha SAU ha SAU ha SAU ha SAU ha SAU ha SAU Aziende di riferimento Numero 86 64 39 66 31 28 Aziende rappresentate Numero 1 404 853 502 1 206 439 424 Superficie agricola utile ha 14.73 24.55 35.70 15.10 24.15 35.46 Pagamenti diretti in virtù della ordinanza sui pagamenti diretti (OPD) Pagamenti diretti generali, totale fr. 45 369 68 624 92 708 48 300 71 085 100 487 Contributi di superficie fr. 15 148 24 997 36 142 15 486 24 806 35 947 Contributi per animali che consumano foraggio grezzo fr. 9 684 13 781 17 656 9 221 13 163 19 134 Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione fr. 14 977 22 610 29 311 17 377 25 132 37 152 Contributi di declività fr. 5 561 7 236 9 599 6 216 7 984 8 254 Contributi ecologici ed etologici, totale fr. 4 997 8 359 11 995 4 532 8 264 14 809 Compensazione ecologica fr. 1 414 1 808 2 828 1 412 1 994 4 325 Produzione estensiva fr. 0 16 13 0 0 0 Agricoltura biologica fr. 701 1 745 2 920 786 2 152 3 851 Contributi etologici fr. 2 883 4 790 6 233 2 334 4 117 6 632 Totale pagamenti diretti giusta l’OPD fr. 50 367 76 982 104 703 52 832 79 348 115 295 Prestazione lorda fr. 125 777 203 591 244 117 121 870 179 667 246 944 Quota di PD giusta l’OPD rispetto alla prestazione lorda % 40.0 37.8 42.9 43.4 44.2 46.7 Altri pagamenti diretti 3 fr. 5 593 9 802 10 551 7 407 10 115 16 093 Totale pagamenti diretti fr. 55 960 86 784 115 254 60 239 89 464 131 388 Quota totale di PD rispetto alla prestazione lorda % 44.5 42.6 47.2 49.4 49.8 53.2
I risultati si basano sui dati della centrale analisi di ART
Esclusi i tipi d’azienda colture speciali e trasformazione
1
2
Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART A48 Allegato

Tabella 44

Controlli PER – 2012

Cantone Aziende aventi diritto ai PD Aziende controllate in % di tutte le aziende aventi diritto ai PD Aziende controllate Aziende con riduzioni Aziende con riduzioni per 100 aziende aventi diritto ai PD Aziende con riduzioni per 100 aziende controllate Riduzioni in fr. per azienda con riduzioni Totale riduzioni

La tabella 44 sostituisce le tabelle 44a e 44b pubblicate finora. Non vengono fornite indicazioni sulle contestazioni, poiché i rispettivi dati vengono registrati in maniera diversa nei vari sistemi informatici cantonali e di conseguenza è impossibile fare un confronto.

Fonte: AGIS/SIPA e rapporti cantonali concernenti i controlli e le sanzioni 2012

A49 Allegato
Numero % Numero Numero % % fr. fr. ZH 3 231 55.0 1 776 88 2.7 5.0 1 704 149 951 BE 10 899 28.4 3 090 287 2.6 9.3 743 213 230 LU 4 574 56.6 2 590 162 3.5 6.3 1 690 273 771 UR 578 53.3 308 31 5.4 10.1 522 16 197 SZ 1 518 56.7 860 66 4.3 7.7 1 131 74 649 OW 619 61.7 382 52 8.4 13.6 583 30 320 NW 454 50.2 228 26 5.7 11.4 839 21 826 GL 356 34.0 121 6 1.7 5.0 1 093 6 560 ZG 510 40.0 204 4 0.8 2.0 4 449 17 796 FR 2 735 34.3 938 69 2.5 7.4 1 012 69 821 SO 1 274 99.8 1 271 55 4.3 4.3 1 090 59 952 BL 862 42.7 368 20 2.3 5.4 1 954 39 072 SH 524 38.5 202 16 3.1 7.9 1 994 31 900 AR 657 25.0 164 21 3.2 12.8 2 429 51 000 AI 474 50.2 238 28 5.9 11.8 1 555 43 539 SG 3 805 33.4 1 271 153 4.0 12.0 1 046 160 072 GR 2 313 110.5 2 555 108 4.7 4.2 1 616 174 498 AG 2 757 37.3 1 029 67 2.4 6.5 1 541 103 264 TG 2 338 47.0 1 098 120 5.1 10.9 2 595 311 458 TI 796 48.6 387 41 5.2 10.6 720 29 504 VD 3 453 27.0 931 204 5.9 21.9 1 182 241 067 VS 2 935 38.1 1 118 185 6.3 16.5 1 353 250 342 NE 791 47.7 377 8 1.0 2.1 4 863 38 906 GE 270 56.3 152 7 2.6 4.6 1 276 8 935 JU 982 34.7 341 17 1.7 5.0 1 655 28 141 CH 49 705 44.3 21 999 1 841 3.7 8.4 1 329 2 445 771

Uscite Miglioramento delle basi

Tabella 45

Contributi versati ai Cantoni – 2012

Tabella 46

Contributi a progetti approvati, secondo i provvedimenti e le regioni – 2012

Cantone Bonifiche fondiarie Edifici rurali Totale contributi fr. fr. fr. ZH 1 042 929 387 410 1 430 339 BE 7 344 539 3 519 886 10 864 425 LU 3 848 869 1 001 400 4 850 269 UR 1 057 743 236 600 1 294 343 SZ 1 913 369 910 600 2 823 969 OW 558 530 298 053 856 583 NW 485 475 374 456 859 931 GL 1 720 066 422 198 2 142 264 ZG 352 749 537 350 890 099 FR 4 377 373 3 913 720 8 291 093 SO 1 647 193 739 387 2 386 580 BL 469 565 390 700 860 265 SH 1 246 695 24 200 1 270 895 AR 134 073 896 100 1 030 173 AI 390 362 352 262 742 624 SG 4 164 408 1 406 300 5 570 708 GR 13 182 438 3 133 100 16 315 538 AG 1 177 224 506 100 1 683 324 TG 715 158 111 000 826 158 TI 789 930 426 235 1 216 165 VD 4 616 209 1 934 450 6 550 659 VS 5 740 794 947 765 6 688 559 NE 1 181 600 1 081 400 2 263 000 GE 2 080 022 2 080 022 JU 2 338 194 808 600 3 146 794 Diversi 65 000 65 000 Totale 62 640 507 24 359 272 86 999 779 Fonte: UFAG
Provvedimenti Contributi Costi complessivi Regione Regione Regione Totale Totale di pianura collinare di montagna 1 000 fr. Bonifiche fondiarie Ricomposizioni particellari (infrastrutture incluse) 3 444 3 146 7 611 14 201 35 123 Costruzione di strade agricole 2 974 4 755 14 864 22 594 81 510 Altri impianti di trasporto 2 385 2 385 6 536 Provvedimenti in relazione al bilancio idrico del suolo 2 484 175 623 3 281 10 843 Acquedotti 26 1 990 6 105 8 121 42 115 Approvvigionamento elettrico 19 174 853 1 046 6 016 Ripristino e consolidamento 1 18 65 2 632 2 715 8 481 Acquisto dei dati di base 125 30 537 692 1 914 Ripristino periodico 746 1 588 2 615 4 950 26 605 Progetti di sviluppo regionale 16 957 27 5 209 22 193 103 767 Totale intermedio 26 794 11 949 43 434 82 177 322 911 Edifici rurali Edifici rurali per animali che consumano foraggio grezzo 7 947 14 518 22 465 197 081 Edifici alpestri 1 786 1 786 19 369 Piccole aziende artigianali 261 261 2 535 Edifici e installazioni comuni per lo stoccaggio e la commercializzazione di prodotti agricoli 729 910 1 639 11 853 Totale intermedio 8 676 17 475 26 151 230 838 Totale 26 794 20 625 60 909 108 328 553 748 1 Danni provocati dal maltempo inclusi Fonte: UFAG A50 Allegato

Tabella 47

Crediti d'investimento accordati dai Cantoni – 2012

Cantone Bonifiche fondiarie Edifici rurali Totale Provvedimenti collettivi P. collettivi P. individuali Crediti di costruzione Crediti d'investimento Crediti d'investimento Crediti d'investimento Numero 1 000 fr. Numero 1 000 fr. Numero 1 000 fr. Numero 1 000 fr. Numero 1 000 fr. ZH 4 469 113 20 705 117 21 174 BE 1 160 11 1 814 319 41 952 331 43 926 LU 9 2 780 9 742 2 592 213 28 560 233 32 675 UR 1 90 1 1 600 6 615 8 2 305 SZ 8 1 383 2 178 2 1 114 40 5 615 52 8 290 OW 3 457 1 127 23 3 469 27 4 053 NW 2 1 075 1 22 13 2 307 16 3 404 GL 2 1 030 9 1 651 11 2 681 ZG 25 4 150 25 4 150 FR 6 856 10 3 420 93 16 060 109 20 336 SO 3 1 080 1 100 65 10 289 69 11 469 BL 2 112 58 7 689 60 7 801 SH 2 531 39 6 899 41 7 430 AR 2 155 43 5 369 45 5 524 AI 26 2 774 26 2 774 SG 3 173 3 275 129 18 406 135 18 854 GR 8 5 600 7 1 976 111 14 984 126 22 560 AG 1 600 113 17 207 114 17 807 TG 103 18 303 103 18 303 TI 1 104 17 2 949 18 3 053 VD 1 2 500 2 293 60 8 362 166 29 358 229 40 513 VS 2 1 500 7 933 20 2 848 29 5 281 NE 3 450 41 6 271 44 6 721 GE 1 55 4 548 5 603 JU 5 254 55 8 615 60 8 869 Totale 36 17 038 29 3 036 124 22 887 1 844 277 593 2 033 320 553 Fonte: UFAG A51 Allegato

Tabella 48

Crediti d'investimento secondo le categorie di provvedimenti – 2012 (crediti di costruzione esclusi)

1 Impianti comuni per la produzione d'energia rinnovabile da biomassa

2 Acquisto in comune di macchine e veicoli, aiuto iniziale per organizzazioni contadine di solidarietà, edifici e installazioni comuni per la lavorazione e lo stoccaggio di prodotti agricoli

Fonte: UFAG

Cantone
fondiarie
parte zione
bile 1 collettivi 2 dell'affittuario 1 000 fr. ZH 3 945 3 482 11 387 1 891 469 21 174 BE 13 111 505 9 550 17 286 1 500 1 814 160 43 926 LU 8 276 7 388 10 194 2 702 492 100 742 29 895 UR 220 100 295 1 600 2 215 SZ 560 1 884 2 854 317 1 114 178 6 907 OW 890 1 280 1 299 127 457 4 053 NW 750 360 1 197 22 2 329 GL 120 1 531 1 651 ZG 1 130 220 2 600 200 4 150 FR 4 554 3 122 7 767 617 3 420 856 20 336 SO 1 610 593 1 432 5 005 1 649 100 10 389 BL 722 1 365 2 576 3 026 112 7 801 SH 1 520 1 013 3 555 811 531 7 430 AR 1 290 1 332 1 766 482 500 155 5 524 AI 250 1 162 1 038 324 2 774 SG 5 475 310 3 220 8 610 792 275 173 18 854 GR 4 022 4 335 4 773 1 704 150 1 976 16 960 AG 4 390 2 533 8 708 1 576 600 17 807 TG 5 480 1 646 10 105 1 073 18 303 TI 462 160 2 063 264 104 3 053 VD 5 953 3 298 15 821 4 286 535 7 827 293 38 013 VS 920 600 1 028 300 933 3 781 NE 1 969 935 918 2 179 270 450 6 721 GE 410 138 55 603 JU 1 030 1 333 5 114 1 139 254 8 869 Totale 69 059 2 343 51 730 128 751 25 059 650 1 627 21 260 3 036 303 516
Aiuto Acquisto Edifici Edifici Diversi- Ortofloro- Piccole Energia Provvedi- Bonifiche Totale iniziale dell'azienda d'abita- rurali ficazione vivaismo aziende rinnova- menti
da
artigianali
A52 Allegato

Tabella 49

Mutui accordati dai Cantoni nel quadro dell'aiuto alla conduzione aziendale – 2012 (quote federali e cantonali)

Cantone Numero Importo Per singolo caso Durata ammortamento fr. fr. anni ZH 6 1 595 000 265 833 13.5 BE 17 2 431 000 143 000 13.6 LU 17 3 667 000 215 706 15.1 UR SZ 1 106 000 106 000 12.0 OW 2 490 000 245 000 15.0 NW 1 300 000 300 000 15.0 GL 3 336 800 112 267 12.7 ZG FR 11 1 958 000 178 000 9.7 SO 4 684 000 171 000 12.3 BL 2 124 900 62 450 12.5 SH 3 275 000 91 667 10.0 AR 4 385 000 96 250 9.8 AI SG 7 989 500 141 357 14.3 GR 10 904 000 90 400 15.3 AG 4 572 000 143 000 13.5 TG 2 160 000 80 000 6.5 TI 1 180 000 180 000 12.0 VD 10 924 000 92 400 13.8 VS 6 926 000 154 333 10.8 NE 3 180 000 60 000 10.7 GE JU 18 709 500 39 417 5.9 Totale 132 17 897 700 Media 135 589 12.0 Fonte: UFAG A53 Allegato

Ricapitolazione dei contributi

Ricapitolazione dei crediti d’investimento e dei mutui per l’aiuto alla conduzione aziendale

1 Accordati dal Cantone

2 Acquisto in comune di macchine e veicoli, aiuto iniziale per organizzazioni contadine di solidarietà, edifici e installazioni comuni per la lavorazione e lo stoccaggio di prodotti agricoli

UFAG

A54 Allegato
Tabella 50a
Provvedimenti Progetti approvati in 1 000 fr. 2010 2011 2012 Contributi 89 852 71 509 108 328 Ricomposizioni particellari (infrastrutture incluse) 16 572 9 505 14 201 Costruzione di strade agricole 19 513 16 090 22 594 Acquedotti 12 528 9 189 8 121 Progetti di sviluppo regionale 6 115 974 22 193 Altri provvedimenti del genio civile (danni provocati dal maltempo inclusi) 12 574 9 218 15 068 Edifici rurali per animali che consumano foraggio grezzo 19 334 21 369 24 251 Altri provvedimenti nel settore delle costruzioni rurali 3 217 5 164 1 900 Fonte: UFAG
Tabella 50b
Provvedimenti Crediti accordati in 1 000 fr. 2010 2011 2012 Crediti d'investimento 1 300 091 318 252 303 516 Aiuto iniziale 68 478 71 505 69 059 Acquisto dell’azienda da parte dell’affittuario 1 695 4 114 2 343 Edifici d’abitazione 57 320 57 185 51 730 Edifici rurali 122 531 119 157 128 751 Diversificazione 9 684 25 292 25 059 Ortoflorovivaismo esercitato a titolo professionale 50 Piccole aziende artigianali 510 1 621 650 Impianti comuni per la produzione d’energia rinnov. da biomassa 1 840 6 236 1 627 Provvedimenti collettivi 2 31 343 28 647 21 260 Bonifiche fondiarie, crediti di costruzione esclusi 6 641 4 494 3 036 Mutui per l’aiuto alla conduzione aziendale 1 30 837 24 864 17 898
Fonte:

Tabella 51

Aiuti per la riqualificazione – 2012

Cantone Contributi prospettati Contributi versati 1 Numero fr. Numero fr. ZH BE 2 40 155 LU UR SZ OW NW 1 41 200 GL ZG FR SO BL SH AR AI SG GR AG TG 1 48 000 TI VD VS NE GE JU 1 37 700 Totale 1 48 000 4 119 055 1 Degli importi prospettati l’anno precedente Fonte: UFAG A55 Allegato

Tabella 52

Risultati del riesame degli oneri in materia di protezione delle acque, degli utilizzatori e dei lavoratori nei diversi ambiti d’applicazione

A56 Allegato
Fungicidi Campo Numero di indicazioni nella d’applicazione protezione delle acque tutela dell’utilizzatore Totale Nuova Distanza Distanza >3 m Totale Nuovi oneri Oneri vigenti Oneri tuttora distanza obbligatoria obbligatoria tuttora non sufficienti non necessari esistente necessaria 6 m 20 m 50 m sufficiente Vite 117 97 2 0 12 6 117 105 6 6 Frutta 69 5 59 0 2 3 69 61 3 5 Campicoltura 64 9 0 9 3 43 64 30 13 21 Bacche 17 0 6 0 4 7 17 7 4 6 Verdura 128 19 18 0 9 82 128 65 2 61 Piante ornamentali 41 1 0 0 0 40 41 23 2 16 Erbicidi Campo Numero di indicazioni riesaminate nella d’applicazione protezione delle acque tutela dell’utilizzatore Totale Nuova Distanza Distanza >3 m Totale Nuovi oneri Oneri vigenti Oneri tuttora distanza obbligatoria obbligatoria tuttora non sufficienti non necessari esistente necessaria 6 m 20 m 50 m sufficiente Vite 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Frutta 8 4 0 0 4 0 4 4 0 0 Campicoltura 195 109 6 0 50 30 147 99 4 44 Bacche 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Verdura 21 5 0 0 4 12 13 10 0 3 Piante ornamentali 25 5 0 0 5 15 5 4 0 1 PER 4 0 0 0 0 4 4 0 0 4 Superfici non coltive 11 0 0 0 0 11 7 0 0 7 Fonte: UFAG

Uscite Agricoltura e alimentazione

Tabella 53

Uscite della Confederazione per agricoltura e alimentazione, in 1 000 fr.

Avvertenza: con l’introduzione, nel 2007, del nuovo modello contabile la Confederazione presenta la propria contabilità con un nuovo sistema, ragion per cui non sono possibili confronti con gli anni scorsi.

1 Dal 2012 i contributi al settore della consulenza sono contenuti nel limite di spesa agricolo

Conto dello Stato

A57 Allegato
Ambito di spesa 2008 2009 2010 2011 2012 Compiti inerenti all’agricoltura e all’alimentazione 3 550 873 3 691 923 3 665 703 3 663 016 3 711 112 Nell’ambito del limite di spesa 3 265 861 3 383 444 3 369 167 3 370 376 3 441 200 Produzione e smercio 536 221 471 318 428 052 440 805 440 104 Promozione dello smercio 54 275 55 535 55 840 55 385 55 900 Economia lattiera 349 720 298 499 291 944 295 311 300 738 Produzione animale 18 218 17 798 10 191 12 423 11 490 Produzione vegetale 114 008 99 486 70 077 77 686 71 976 Pagamenti diretti 2 545 668 2 742 228 2 769 273 2 794 905 2 809 194 Pagamenti diretti generali 1 996 790 2 167 745 2 181 967 2 181 905 2 177 894 Pagamenti diretti ecologici 548 878 574 483 587 306 613 000 631 300 Miglioramento delle basi 183 972 169 898 171 842 134 666 191 902 Miglioramenti strutturali 88 521 82 792 85 000 83 000 87 000 Crediti d’investimento 50 980 47 000 47 000 13 000 54 000 Aiuti per la conduzione aziendale 2 239 2 006 2 213 1 021 944 Produzione vegetale e animale 42 232 38 100 37 629 37 646 37 958 Consulenza 1 12 000 Al di fuori del limite di spesa 285 012 308 479 296 537 292 640 269 912 Amministrazione 47 767 51 672 55 219 55 134 54 577 Consulenza 1 11 326 11 150 12 177 12 039 Protezione delle piante 11 088 2 094 1 631 1 499 1 907 Esecuzione e controllo (Agroscope) 44 897 47 466 47 671 51 189 56 017 Istituto nazionale svizzero d’allevamento equino 7 391 7 497 7 527 8 082 8 844 Prodotti agricoli trasformati (AFD) 75 000 93 000 76 711 76 321 64 167 Assegni familiari nell’agricoltura (UFAS) 87 600 95 600 95 600 88 376 84 400 Altre Uscite al di fuori dell’agricoltura 133 405 138 510 143 520 146 040 145 102 Ricerca e sviluppo nell’agricoltura 70 386 74 636 78 106 78 174 80 504 Salute degli animali 55 504 56 903 57 653 59 123 57 178 Altre 7 515 6 971 7 761 8 743 7 420
Fonte:

Atti legislativi, Terminologia e metodi

Atti legislativi

Gli atti legislativi possono essere consultati sul sito Internet seguente: – http://www.blw.admin.ch/dokumentation/00018/00498/index.html?lang=it

Terminologia e metodi

Terminologia e metodi possono essere consultati sul sito Internet seguente: – http://www.blw.admin.ch/dokumentation/00018/00498/index.html?lang=it

A58 Allegato

Abbreviazioni

Organizzazioni/Istituzioni

ACW Stazione di ricerca Agroscope Changins-Wädenswil ACW

AFD Amministrazione federale delle dogane, Berna

Agridea Sviluppo dell’agricoltura e delle aree rurali

ALP Stazione di ricerca Agroscope Liebefeld-Posieux ALP

AMI Agrarmarkt Informations-Gesellschaft mbH

ART Stazione di ricerca Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

DFE Dipartimento federale dell’economia, Berna

DGD Direzione generale delle dogane, Berna

FAO Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, Roma

IEA Istituto di economia agraria, Zurigo

IRABL Istituto di ricerche dell’agricoltura biologica, Frick

OCSE Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, Parigi

OMC Organizzazione mondiale del commercio, Ginevra

PFZ Politecnico federale, Zurigo

PSL Produttori svizzeri di latte, Berna

seco Segretariato di Stato all’economia, Berna

TSM Fiduciaria Latte Sagl, Berna

UE Unione europea

UFAE Ufficio federale per l’approvvigionamento economico del paese, Berna

UFAG Ufficio federale dell’agricoltura, Berna

UFAM Ufficio federale dell’ambiente, Berna

UFAS Ufficio federale delle assicurazioni sociali, Berna

UFFT Ufficio federale della formazione professionale e della tecnologia, Berna

UFS Ufficio federale di statistica, Neuchâtel

UFSP Ufficio federale della sanità pubblica, Berna

UFV Ufficio federale di veterinaria, Berna

USC Unione svizzera dei contadini, Brugg

UST Ufficio federale di statistica, Neuchâtel

A59 Allegato

Unità di misura

ct. centesimo

fr. franchi

ha ettaro = 10 000 m2

h ora

hl ettolitro

kg chilogrammo

km chilometro

m metro

m2 metro quadrato

m3 metro cubo

mia. miliardo

mio. milione

q quintale = 100 kg

t tonnellata

% per cento

Ø media

A60 Allegato

Terminologia/Denominazioni

ADFC Aliquota di dazio fuori contingente

AGIS/SIPA Servizio d’informazione sulla politica agricola

AI Assicurazione invalidità

AVS Assicurazione vecchiaia e superstiti ca. circa cfr. confronta

CO2 Anidride carbonica compr. compreso

DOP Denominazioni di origine protette

ESB Encefalopatia spongiforme dei bovini («Malattia della mucca pazza»)

IGP Indicazioni geografiche protette

IPG Indennità per la perdita di guadagno

IVA Imposta sul valore aggiunto

LAgr Legge sull’agricoltura

MBD Monitoraggio della biodiversità in Svizzera

MPR Materie prime rinnovabili

N Azoto

OGM Organismi geneticamente modificati

P Fosforo

PAC Politica agricola comune dell’UE

PER Prova che le esigenze ecologiche sono rispettate p.es. per esempio

PI Produzione integrata

PM Peso alla macellazione

PTP Prodotti per il trattamento delle piante risp. rispettivamente

SAU Superficie agricola utile

SCE Superficie di compensazione ecologica

SSRA Sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali

UBG Unità di bestiame grosso

UBGFG Unità di bestiame grosso foraggio grezzo

ULA Unità di lavoro annuale

ULAF Unità di lavoro annuale della famiglia

UMS Unità di manodopera standard

URA Uscita regolare all’aperto

ZM I, II, … Zona di montagna

Rinvio all’allegato (p.es. tabelle)

A61 Allegato

Bibliografia

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A62 Allegato

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Koch B., Giovanettina S., Schmid S., Bischof S. & Hofer G., 2012. Qualitätsindikatoren für die Biodiversität im Sömmerungsgebiet.

Schlussbericht aus dem AlpFUTUR-Teilprojekt 5 «Qualität», Teil Biodiversität. Agroscope Reckenholz-Tänikon ART, Zurigo, 24 pp.

Lachat T., Pauli D., Gonseth Y., Klaus G., Scheidegger C., Vittoz P., Walter T. (Red.), 2010. Wandel der Biodiversität in der Schweiz seit 1900. Ist die Talsohle erreicht?

Bristol-Stiftung, Zurigo. Haupt Verlag, Berna: 435 pp.

Lauber S., Schüpbach B. & Koch B., 2013. Artenvielfalt im Sömmerungsgebiet.

Hotspot 27: 14–16.

Meichtry-Stier K. S., Jenny M., Zellweger-Fischer J. & Birrer S., subm. Impact of landscape improvement by agri-environment scheme on densities of characteristic farmland bird species and brown hare (Lepus europaeus).

Landscape Ecology.

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Roth U., Schwick Ch., Spichtig F., 2010.

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Schulze Westerath H., Meier T., Kuhlicke J., Gygax L., Wechsler B., Hilty R., Herzog D., Mayer C., 2006. Der Liegeboxenlaufstall für Mastmunis.

Rapporto FAT n. 649.

Schüpbach B., Hofer G. & Walter T., 2012.

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A63 Allegato

Ufficio federale dell’agricoltura (UFAG), diverse edizioni. Rapporto

Ufficio federale dell’ambiente, delle foreste e del paesaggio (UFAFP) et al., 1998. Concezione «Paesaggio svizzero», Parte I Concezione; Parte II Rapporto. Serie di concezioni e piani settoriali (art. 13 LPT), UFPT, Berna.

Ufficio federale dell’ambiente, delle foreste e del paesaggio (UFAFP), 2003. Landschaft 2020 – Erläuterungen und Programm.

Synthese zum Leitbild dell’Ufficio federale dell’ambiente, delle foreste e del paesaggio, Berna.

Ufficio federale dell’ambiente, delle foreste e del paesaggio (UFAFP), 2003. Paesaggio 2020 – Linee direttive. Linee direttive dell’UFAFP per la natura e il paesaggio. Berna.

Ufficio federale dell’ambiente (UFAM), Ufficio federale dell’agricoltura (UFAG), 2008. Obiettivi ambientali dell’agricoltura. Tratti dalle basi legali vigenti.

Umwelt-Wissen n. 0820, Berna, 221 pp.

Ufficio federale dell’ambiente (UFAM), 2012.

Strategia Biodiversità Svizzera. In adempimento della misura 69 del programma di legislatura 2007–2011: elaborazione di una strategia per la salvaguardia e la promozione della biodiversità.

Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni DATEC.

Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE), Ufficio federale dell’ambiente (UFAM), 2007. Le paysage sous pression. Suite 3 1989–2003, Berna.

Ufficio federale di statistica (UST). http://www.bfs.admin.ch/.

Ufficio federale di statistica (UST), 2005.

Arealstatistik Schweiz: Zahlen − Fakten − Analysen.

Walter T., Eggenberg S., Gonseth Y., Fivaz F., Hedinger C., Hofer G., Klieber-Kühne A., Richner N., Schneider K., Szerencsits E. & Wolf S., 2013.

Operationalisierung der Umweltziele Landwirtschaft. Bereich Ziel- und Leitarten, Lebensräume (OPAL). ART-Schriftenreihe 18.

Zbinden N., Schmid H., Kéry M. & Keller V., 2005. Swiss Bird Index SBI® – Kombinierte Indices für die Bestandsentwicklung von Artengruppen regelmässig brütender Vogelarten der Schweiz 1990–2004.

Ornithol. Beob. 102, 283–291.

A64 Allegato
/ 2008 / 2009 / 2010
2011
2012.
agricolo 2000 / 2001 / 2002 / 2003 / 2004 / 2005 / 2006 / 2007
/
/
A65 Allegato
A66 Allegato
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