Rapporto agricolo 2012

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r app O rt O agric OLO 2012

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2 Sigla editoriale
10.12 120i 860298348
3 Indice Indice n Prefazione 6 n 1. Ruolo e situazione dell’agricoltura 9 n 1.1 Economia 9 1.1.1 L’agricoltura, parte integrante dell’economia 10 1.1.1.1 Sviluppo strutturale 10 1.1.1.2 Indicatori economici 15 1.1.1.3 Uscite della Confederazione 19 1.1.2 Mercati 21 1.1.2.1 Latte e latticini 22 1.1.2.2 Animali e prodotti di origine animale 27 1.1.2.3 Produzione vegetale e prodotti di origine vegetale 32 1.1.3 Situazione economica del settore agricolo 40 1.1.3.1 Reddito del settore nel 2011 40 1.1.3.2 Stima del reddito del settore nel 2012 42 1.1.4 Situazione economica delle singole aziende 45 1.1.4.1 Reddito e profitto del lavoro 46 1.1.4.2 Altri indicatori economico-aziendali 49 n 1.2 Aspetti sociali e società 51 1.2.1 Reddito e consumo 52 1.2.2 La donna nell’agricoltura 54 1.2.2.1 Presentazione delle partecipanti all’inchiesta 57 1.2.2.2 Stato e ruolo delle donne 59 1.2.2.3 Reddito e sicurezza sociale delle donne 67 1.2.2.4 Mole di lavoro e oneri delle donne 70 1.2.2.5 Benessere e prospettive per il futuro delle donne 77 1.2.2.6 Conclusioni 82 1.2.3 Valutazioni della popolazione sull’agricoltura 83 1.2.4 Rifiuti alimentari 89 n 1.3 Ecologia ed etologia 93 1.3.1 Ecologia 93 1.3.1.1 Uso della superficie e mezzi di produzione 94 1.3.1.2 Azoto 96 1.3.1.3 Acqua 106 1.3.1.4 Prodotti fitosanitari 108 1.3.1.5 Medicamenti per uso veterinario 111 1.3.2 Etologia 113
4 Indice n 2. Provvedimenti di politica agricola 117 n 2.1 Produzione e smercio 117 2.1.1 Strumenti sovrasettoriali 119 2.1.1.1 L’agricoltura e la filiera alimentare svizzere sottoscrivono la Carta sulla qualità 119 2.1.1.2 Organizzazioni di categoria e di produttori 120 2.1.1.3 Promozione dello smercio 121 2.1.1.4 Caratterizzazione dei prodotti agricoli 122 2.1.1.5 Promozione della qualità e della sostenibilità nell’agricoltura e filiera alimentare 126 2.1.1.6 Strumenti del commercio estero 127 2.1.2 Economia lattiera 132 2.1.3 Produzione animale 137 2.1.4 Produzione vegetale 144 n 2.2 Pagamenti diretti 151 2.2.1 Importanza dei pagamenti diretti 152 2.2.1.1 Innovazioni nel 2012 159 2.2.2 Pagamenti diretti generali 160 2.2.2.1 Contributi di superficie 160 2.2.2.2 Contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo 161 2.2.2.3 Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione 162 2.2.2.4 Contributi di declività 163 2.2.2.5 Innovazioni nel 2012 164 2.2.3 Pagamenti diretti ecologici 165 2.2.3.1 Contributi ecologici 165 2.2.3.2 Contributi etologici 177 2.2.3.3 Contributi d’estivazione 178 2.2.3.4 Contributi per la protezione delle acque 180 2.2.3.5 Impiego sostenibile delle risorse naturali 184 2.2.3.6 Innovazioni nel 2012 184 2.2.4 Contributi per la qualità del paesaggio per paesaggi rurali variegati 185 n 2.3 Miglioramento delle basi 187 2.3.1 Miglioramenti strutturali e misure sociali collaterali 188 2.3.1.1 Miglioramenti strutturali 188 2.3.1.2 Misure sociali collaterali 191 2.3.1.3 L’iniziativa collettiva di progetto costituisce la base per un progetto di sviluppo regionale 192 2.3.1.4 50 anni di crediti di investimento – un modello vincente di politica agricola! 194 2.3.1.5 I mutui a titolo di aiuto sociale alle aziende agricole sotto la lente degli addetti alla valutazione 197 2.3.2 Conoscenze agricole – ricerca, consulenza, formazione 200 2.3.2.1 Sistema delle conoscenze agricole 200 2.3.2.2 Ricerca 202 2.3.2.3 Consulenza 204 2.3.2.4 Formazione professionale 205
5 Indice 2.3.3 Mezzi di produzione 207 2.3.3.1 Nuovo diritto in materia di alimenti per animali 207 2.3.3.2 Codex Alimentarius TF Feed 208 2.3.3.3 Nuovi organismi nocivi 209 2.3.3.4 Organismi geneticamente modificati negli alimenti per animali 211 n 2.4 Temi particolari 212 2.4.1 Ispettorato delle finanze 212 2.4.2 Messa in rete delle banche dati agricole 214 2.4.3 Unità federale per la filiera alimentare 216 n 3. Aspetti internazionali 219 n 3.1 Sviluppi sul piano internazionale 219 3.1.1 Accordo di libero scambio con l’UE nel settore agroalimentare 220 3.1.2 Accordi di libero scambio con Paesi al di fuori dell‘UE 221 3.1.3 Accordo agricolo Svizzera – UE 223 3.1.4 Protocollo n. 2 224 3.1.5 Politica agricola comune dell’UE (PAC) dopo il 2013 224 3.1.6 Rapporti con il Principato del Liechtenstein nel settore agricolo 226 3.1.7 OMC 227 3.1.8 OCSE 229 3.1.9 FAO 232 3.1.10 Cambiamento climatico e sicurezza alimentare 233 3.1.11 Conferenza Rio+20 234 3.1.12 Consiglio Internazionale dei Cereali e Convenzione sull’aiuto alimentare 235 n 3.2 Confronti sul piano internazionale 237 3.2.1 Prezzi alla produzione e al consumo – confronto con i Paesi limitrofi 237 n Collaborazione al Rapporto agricolo 2012 242 n Indice alfabetico 244 n Allegato A1 Tabelle A2 Postulato Graf Maya A57 Atti legislativi, Terminologia e metodi A59 Abbreviazioni A60 Bibliografia A62

Prefazione

Il 19 settembre 2012 il Consiglio nazionale, in qualità di Camera prioritaria, ha trattato la Politica agricola 2014–2017. In questo modo prendono forma le future condizioni quadro per la filiera agroalimentare. Il Consiglio nazionale ha accolto negli aspetti principali il documento del Consiglio federale. Ciò vale soprattutto per il sistema rivisto dei pagamenti diretti. Con il nuovo sistema le prestazioni dell’agricoltura possono essere promosse in maniera più mirata rispetto a quanto fatto finora. Ciò accresce il margine di manovra dei gestori, migliora l’efficienza dei fondi finanziari impiegati e rafforza la fiducia della popolazione nella politica agricola. Nel complesso la Politica agricola 2014–2017 offre condizioni quadro che consentono un’evoluzione equilibrata della filiera agroalimentare conformemente al principio della sostenibilità.

Gli sviluppi nelle tre dimensioni della sostenibilità, ovvero economia, contesto sociale ed ecologia, sono componenti fondamentali del resoconto del Rapporto agricolo. Per l’anno oggetto del rapporto, nel settore economico, dopo due anni di flessione del reddito agricolo, si registra un aumento del 7,8 per cento per azienda rispetto all’anno precedente. Da uno sguardo sull’evoluzione del reddito degli ultimi dieci anni emerge chiaramente che il 2011 rientra tra gli anni con reddito agricolo per azienda superiore alla media. È emerso anche che la media dell’ultimo quinquennio risulta superiore a quella del precedente. Ciò vale in maniera leggermente più accentuata anche per il reddito globale di un’azienda poiché il reddito extraagricolo medio dell’ultimo quinquennio è superiore rispetto a quello precedente. Oggi l’agricoltura è molto più fortemente orientata al mercato rispetto a 20 anni fa. Le famiglie contadine hanno più margine di manovra per l’evoluzione dell’azienda. Qualcuno riesce a procedere meglio rispetto ad altri. Ciò è sempre più visibile anche dai risultati contabili. Mentre le aziende del quartile superiore negli ultimi dieci anni hanno potuto aumentare considerevolmente il reddito agricolo, quelle del quartile inferiore hanno registrato una flessione. Nei prossimi anni a tale evoluzione occorrerà prestare maggiore attenzione.

Il 16 ottobre 2012 a Grangeneuve sono stati presentati i risultati di uno studio sulle donne nell’agricoltura. Tali risultati sono esposti nel Capitolo Aspetti sociali e società. La ricerca mostra un’immagine differenziata del ruolo, dello status, degli oneri e dello scenario futuro delle donne nell’agricoltura. Esse si impegnano notevolmente all’interno e all’esterno dell’azienda; il loro tasso di occupazione è elevato; sono generalmente soddisfatte della vita e si dichiarano ottimisticamente fiduciose riguardo al proprio futuro e a quello della loro azienda. Lo studio palesa quale importante ruolo hanno svolto le donne nell’evoluzione dell’agricoltura negli ultimi anni, imprimendo in maniera decisiva il cambiamento nell’agricoltura. Il loro impegno, la loro volontà di cambiamento e la loro ricchezza di idee sono richiesti anche per il futuro. L’UFAG vuole proseguire il dialogo sugli interessi delle donne, in particolare con l’Unione svizzera delle donne contadine e rurali.

6 Prefazione

Negli ultimi anni i prezzi sui mercati agricoli internazionali sono oscillati notevolmente. Nel secondo semestre di quest’anno i prezzi di cereali e soia sono nuovamente aumentati significativamente. Quest’anno l’offerta mondiale non può coprire la domanda, poiché nelle principali regioni di coltivazione, come negli USA centro-occidentali, si registrano perdite di produzione dovute alla siccità. Le incertezze sui mercati agricoli internazionali potrebbero perdurare anche in futuro. È sempre più evidente quanto siano importanti sforzi per mantenere la produttività dell’agricoltura e soprattutto aumentarla. L’agricoltura è sostenibile dal profilo produttivo solo se la produzione è rispettosa delle risorse. Pertanto gli aspetti ecologici non possono essere trascurati nella produzione di derrate alimentari. Intensivo ed ecologico, questo è il motto per il futuro. In Svizzera negli ultimi 20 anni si è potuto aumentare costantemente l’efficienza dell’azoto, come si può dedurre dal capitolo Ecologia. Gli obiettivi di riduzione dell’apporto di azoto a una quantità ottimale a livello ecologico non hanno potuto esser raggiunti. Sono necessari ulteriori sforzi. Ciò vale anche per altri aspetti come l’impiego di energia o la biodiversità.

Come vede la popolazione l’agricoltura svizzera e la politica agricola? Nel 2012 è stato effettuato un sondaggio Univox i cui risultati sono riassunti nel capitolo Aspetti sociali e società. Gli svizzeri intervistati hanno un’immagine positiva dell’agricoltura, e sono disposti a sostenerla finanziariamente nella misura attuale. È interessante constatare che la popolazione nel 2012 sia decisamente più favorevole a un’apertura del mercato nei confronti dell’UE rispetto all’ultimo sondaggio di tre anni fa.

Per il prossimo futuro occorre dedicare la massima attenzione al dibattito parlamentare sulla Politica agricola 2014–2017. Successivamente vanno elaborate le disposizioni esecutive e mandate in consultazione nel prossimo anno affinché nel 2014 le nuove condizioni quadro vengano applicate tempestivamente. Inoltre continueranno ad essere di attualità anche questioni sull’apertura del mercato e da ultimo sarà portato avanti in diversi modi un compito permanente, ovvero un sistema agroalimentare svizzero. L’UFAG vuole contribuire a ciò in maniera attiva.

7 Prefazione
8

1. Ruolo e situazione dell’agricoltura

1.1 Economia

Per poter fornire le prestazioni richieste, l’agricoltura deve poter contare su una base economica sufficientemente ampia. La descrizione delle conseguenze economiche della politica agricola rappresenta pertanto un punto cardine del resoconto. Nello stesso sono contenute informazioni anche sui risultati economici delle aziende agricole, sugli sviluppi strutturali, sull’interconnessione con gli altri settori dell’economia o sulle condizioni dei diversi mercati.

Di seguito viene illustrato il ruolo economico dell’agricoltura in quanto tassello dell’economia e si forniscono informazioni sulla produzione, il consumo, il commercio estero, i prezzi alla produzione e i prezzi al consumo rilevati sui singoli mercati, nonché sulla situazione economica dell’intero settore e delle aziende individuali.

9 1.1 Economia

1.1.1 L’agricoltura, parte integrante dell’economia

1.1.1.1 Sviluppo strutturale

Nell’analisi delle strutture nell’agricoltura si pone l’accento sul numero di aziende e rispettive dimensioni nonché sul numero di lavoratori. Di seguito vengono illustrate le variazioni di questi due indicatori strutturali. È stato introdotto, inoltre, un capitolo dedicato alla donna nell’agricoltura.

Dal 2000 al 2011 il numero delle aziende è diminuito complessivamente di 12 920 unità, ossia dell’1,8 per cento all’anno. Nell’anno oggetto del rapporto, la flessione è stata maggiore (–2,5 %). Ciò è riconducibile al fatto che rispetto al passato sono state chiuse più piccole aziende della classe di dimensioni 0–3 ettari.

Evoluzione del numero di aziende per classi di dimensioni e per regioni

Nelle singole regioni, tra il 2000 e il 2011, il tasso di flessione ha segnato lo stesso valore, pari all’1,9 per cento, nelle regioni di pianura e di montagna, in quella collinare, invece, si è registrato un valore leggermente più basso, pari all’1,6 per cento. Nell’anno oggetto del rapporto in tutte le regioni si sono registrati valori superiori al 2 per cento; in quella di pianura si è raggiunto il livello più elevato, pari al 2,7 per cento.

10 1.1 Economia
Caratteristica Numero di aziende Variazione annua in % 2000 2010 2011 2000–2011 2010–2011 Classe di dimensioni 0–3 ha 8 371 6 659 6 123 –2,8 –8,0 3–10 ha 18 542 12 655 12 159 –3,8 –3,9 10–20 ha 24 984 19 305 18 728 –2,6 –3,0 20–25 ha 7 244 6 761 6 641 –0,8 –1,8 25–30 ha 4 430 4 671 4 679 0,5 0,2 30–50 ha 5 759 7 050 7 208 2,1 2,2 > 50 ha 1 207 1 964 2 079 5,1 5,9 Regione Regione di pianura 31 612 26 297 25 575 –1,9 –2,7 Regione collinare 18 957 16 221 15 872 –1,6 –2,2 Regione di montagna 19 968 16 547 16 170 –1,9 –2,3 Totale 70 537 59 065 57 617 –1,8 –2,5 Fonte: UST
Tabella 1 Pagina A2

Evoluzione del numero di aziende gestite a titolo principale o a titolo accessorio per regione

Tra il 2000 e il 2011, il tasso di flessione delle aziende a titolo principale, pari all’1,7 per cento all’anno, è risultato complessivamente inferiore a quello delle aziende a titolo accessorio, pari al 2 per cento all’anno. Si riscontrano notevoli differenze tra le regioni. Per le aziende a titolo principale, nella regione di pianura e in quella collinare si è registrata una flessione del 2 per cento, pari al doppio del tasso rilevato nella regione di montagna. La situazione è diversa per le aziende a titolo accessorio. La flessione più elevata ha interessato la regione di montagna, con il 3,2 per cento, seguita da quella di pianura e da quella collinare, rispettivamente con l’1,7 e lo 0,9 per cento. Nell’anno oggetto del rapporto i tassi di flessione delle aziende a titolo accessorio nelle regioni di pianura e collinare sono stati notevolmente più alti rispetto agli scorsi anni, mentre nella regione di montagna i valori sono stati leggermente più bassi.

n Lavoratori

Il calo del numero di aziende agricole è legato a una riduzione del numero di lavoratori.

Evoluzione del numero di lavoratori

Caratteristica Numero di lavoratori Variazione annua in %

Tra il 2000 e il 2011 il numero di lavoratori è diminuito, nel complesso, di circa 40 000 unità. La flessione, pari al 2 per cento l’anno, è stata leggermente superiore a quella delle aziende. Il calo percentuale della manodopera familiare è stato praticamente uguale a quello della manodopera extrafamiliare, mentre in cifre assolute la manodopera familiare ha subito una flessione di circa 32 400 unità, quella extrafamiliare di 7 300 unità. In questi undici anni si è assistito a un incremento del numero delle donne a capo di un’azienda nel quadro della manodopera familiare.

11 1.1 Economia
Caratteristica Numero di aziende Variazione annua in % 2000 2010 2011 2000–2011 2010–2011 Aziende a titolo principale Regione di pianura 23 536 19 261 18 875 –2,0 –2,0 Regione collinare 13 793 11 402 11 195 –1,9 –1,8 Regione di montagna 11 910 10 771 10 543 –1,1 –2,1 Totale 49 239 41 434 40 613 –1,7 –2,0 Aziende a titolo accessorio Regione di pianura 8 076 7 036 6 700 –1,7 –4,8 Regione collinare 5 164 4 819 4 677 –0,9 –2,9 Regione di montagna 8 058 5 776 5 627 –3,2 –2,6 Totale 21 298 17 631 17 004 –2,0 –3,6 Fonte: UST
2000 2010 2011 2000–2011 2010–2011 Manodopera familiare 165 977 136 209 133 566 –2,0 –1,9 di cui: capoazienda (m.) 74 724 56 238 54 903 –2,8 –2,4 capoazienda (f.) 2 346 2 827 2 714 1,3 –4,0 Manodopera extrafamiliare 37 816 31 253 30 501 –1,9 –2,4 Totale 203 793 167 462 164 067 –2,0 –2,0 Fonte: UST
Tabella 2 Pagina A2

n La donna nell’agricoltura

Di seguito, per la prima volta, vengono illustrate le cifre relative alle donne attive nel primario, facendo un quadro delle attività da esse gestite. In futuro questa analisi verrà condotta annualmente.

Nel 2011 le aziende gestite da una donna erano complessivamente 2 714, ossia il 4,7 per cento di tutte le aziende. Tra il 2000 e il 2011 il numero delle aziende agricole gestite da un capoazienda di sesso femminile è aumentato di 370 unità all’anno, ossia dell’1,3 per cento. Nel 2010 si è registrato il picco, con 2 827 unità; l’anno seguente si è verificato un calo a 2 714.

Evoluzione del numero di aziende con capoazienda donna per classi di dimensioni e per regioni

Rispetto alla totalità delle aziende, quelle gestite da donne sono la maggioranza nelle classi di dimensioni fino a 10 ettari, mentre la situazione si inverte nelle classi di dimensioni da 10 ettari. Ciò significa anche che le aziende gestite da donne sono mediamente più piccole rispetto alla totalità delle aziende. Anche tra le aziende con un capoazienda donna si osserva, tuttavia, un movimento verso le classi di dimensioni più grandi.

La suddivisione delle aziende per regione nel 2011 è analoga a quella di tutte le aziende. Nella regione di pianura la quota, pari al 38 per cento, è leggermente inferiore a quella del totale delle aziende (44 %), nella regione collinare lo scarto è minimo (26 % contro 28 %) e in quella di montagna la quota ammonta al 35 per cento contro il 28 per cento.

12 1.1 Economia
Caratteristica Numero di aziende con Variazione annua in % capoazienda donna 2000 2010 2011 2000–2011 2010–2011 Classe di dimensioni 0–3 ha 654 666 578 –1,1 –13,2 3–10 ha 1 116 1 092 1 053 –0,5 –3,6 10–20 ha 418 719 704 4,9 –2,1 20–25 ha 59 136 152 9,0 11,8 25–30 ha 36 83 97 9,4 16,9 30–50 ha 52 109 109 7,0 0,0 > 50 ha 11 22 21 6,1 –4,5 Regione Regione di pianura 924 1 111 1 042 1,1 –6,2 Regione collinare 580 725 715 1,9 –1,4 Regione di montagna 842 991 957 1,2 –3,4 Totale 2 346 2 827 2 714 1,3 –4,0 Fonte: UST

Evoluzione del numero di aziende gestite da una donna a titolo principale o a titolo accessorio per regione

La ripartizione delle aziende a titolo principale e a titolo accessorio gestite da donne non rispecchia la situazione che si osserva per la totalità delle aziende. Prendendo in esame queste ultime, si nota che due terzi delle aziende sono gestite a titolo principale, mentre per quanto riguarda le aziende gestite da donne, lo sono meno della metà. Tra il 2000 e il 2011, questa relazione ha subito variazioni a favore delle aziende a titolo principale.

Evoluzione del numero di lavoratrici

Nel 2011, le 60 159 donne attive in agricoltura rappresentavano un terzo di tutti i lavoratori di questo settore. Tra il 2000 e il 2011 il numero delle lavoratrici è diminuito complessivamente di circa 14 500 unità. Tale flessione in termini percentuali rispecchia all’incirca quella della totalità dei lavoratori. In gran parte il calo relativo alle donne interessa la manodopera familiare. La manodopera femminile familiare è diminuita di 13 700 unità (–21,3 %), quella extrafamiliare di 800 unità (–7,7 %).

13 1.1 Economia
Caratteristica Numero di aziende Variazione annua in % con capoazienda donna 2000 2010 2011 2000–2011 2010–2011 Aziende a titolo principale Regione di pianura 331 571 541 4,6 –5,3 Regione collinare 175 298 287 4,6 –3,7 Regione di montagna 211 418 410 6,2 –1,9 Totale 717 1 287 1 238 5,1 –3,8 Aziende a titolo accessorio Regione di pianura 593 540 501 –1,5 –7,2 Regione collinare 405 427 428 0,5 0,2 Regione di montagna 631 573 547 –1,3 –4,5 Totale 1 629 1 540 1 476 –0,9 –4,2 Fonte: UST
Caratteristica Numero di lavoratrici Variazione annua in % 2000 2010 2011 2000–2011 2010–2011 Manodopera familiare 64 292 51 391 50 617 –2,2 –1,5 di cui capoazienda 2 346 2 827 2 714 1,3 –4,0 Manodopera extrafamiliare 10 340 9 873 9 542 –0,7 –3,4 di cui svizzere 6 786 5 528 5 307 –2,2 –4,0 di cui straniere 3 554 4 345 4 235 1,6 –2,5 Donne 74 632 61 264 60 159 –1,9 –1,8 Fonte: UST

Nel 2010 l’UST ha effettuato un ulteriore rilevamento nel quadro del censimento delle aziende agricole, che ha raccolto anche diversi dati sulle capoazienda donne e sulle coniugi dei capoazienda.

Formazione professionale delle donne capoazienda

agricola (attestato di capacità)

Formazione complementare (esame professionale, scuola universitaria professionale, scuola superiore)

Emerge che per quasi due terzi delle capoazienda interpellate la formazione professionale è data solo dall’esperienza pratica. Il 13 per cento di esse possiede una formazione complementare. Se si fa un paragone tra le donne capoazienda e le coniugi, si nota che le prime hanno mediamente 4 anni in più (51 contro 47 anni). Inoltre, si tratta in gran parte di titolari (70 % contro 3 %). Il 30 per cento delle capoazienda interpellate dichiara di co-gestire l’azienda mentre tra le coniugi questa percentuale scende al 16 per cento.

L’orario di lavoro settimanale (economia domestica esclusa) in azienda si aggira in media sulle 40 ore per le capoazienda, ovvero 13 ore in più rispetto a quanto indicato dalle coniugi. Per quanto riguarda l’attività professionale al di fuori dell’azienda, le capoazienda dichiarano 22 ore la settimana, 5 ore in più rispetto alle coniugi.

Caratteristica 2010 Quota in % Solo esperienza pratica 64
di
23
Formazione
base
13 Fonte: UST
14 1.1 Economia

1.1.1.2 Indicatori economici

n Valore aggiunto lordo

Nell’anno oggetto del rapporto l’economia svizzera ha realizzato un valore aggiunto lordo di 555 miliardi di franchi. Rispetto all’anno precedente vi è stato un aumento di 12 miliardi di franchi circa, vale a dire del 2,2 per cento. La quota del settore primario si attesta sullo 0,8 per cento e di questa quasi nove decimi sono stati generati dall’agricoltura.

Evoluzione del valore aggiunto lordo dei tre settori dell’economia Dati ai prezzi correnti

: in seguito alla revisione parziale del conto economico di giugno 2012, nella presente tabella sono state modificate tutte le sequenze di dati degli aggregati. 1

n Commercio estero

Nell’anno oggetto del rapporto il commercio estero svizzero ha confermato i risultati positivi del 2010. Le importazioni e le esportazioni, pari rispettivamente a 183,7 e 207,9 miliardi di franchi, hanno fatto segnare valori rispettivamente dello 0,3 e del 2,3 per cento al di sopra di quelli rilevati nel 2010. Il saldo della bilancia commerciale nel 2011 ha dato un’eccedenza d’esportazione di 24,2 miliardi di franchi, vale a dire 4 miliardi di franchi in più rispetto al 2010.

Evoluzione del commercio estero

Nell’anno oggetto del rapporto il commercio di prodotti agricoli ha avuto, nel complesso, un andamento positivo. Rispetto al 2010 le importazioni hanno segnato una lieve perdita mentre le esportazioni si sono mantenute sullo stesso valore. Benché nel 2011 la bilancia commerciale per i prodotti agricoli si sia chiusa con un’eccedenza d’importazione, rispetto all’anno precedente ha subito un ulteriore calo e prima d’ora non si era mai registrato un valore così basso (3,6 mia. fr.).

Nell’anno oggetto del rapporto, il 74 per cento circa delle importazioni agricole proveniva dall’UE. Il 61 per cento dei prodotti esportati dalla Svizzera era destinato all’area europea. Rispetto al 2010 le importazioni dall’UE hanno subito una flessione pari a 0,3 miliardi di franchi e le esportazioni nell’area europea sono rimaste stabili. Per i prodotti agricoli la bilancia commerciale con l’UE, nel 2011, si è chiusa con un’eccedenza d’importazione di 3,7 miliardi di franchi.

Settore 2000 2009 2010 2 2011 2 Quota Variazione 2011 2009/11 In mio. fr. In % In % Primario 5 408 4 512 4 336 4 308 0,8 –4,5 di cui agricoltura secondo il CEA 4 823 4 035 3 827 1 3 835 3 0,7 –5,0 Secondario 107 378 135 850 142 041 145 346 26,2 7,0 Terziario 293 177 384 053 396 632 405 286 73,0 5,5 Totale 405 963 524 415 543 009 554 940 100,0 5,8
Dati provvisori
Stima Fonte: UST
Avvertenza
Dati semidefinitivi 2
3
2000/02 2009 2010 2011 2000/02–11 In mia. fr. % Totale importazioni 137,2 168,8 183,1 183,7 33,9 Prodotti agricoli 8,5 11,5 11,5 11,4 34,1 di cui dall’UE 27 6,4 8,9 8,8 8,5 32,8 Totale esportazioni 137,0 187,2 203,3 207,9 51,8 Prodotti agricoli 3,5 7,5 7,8 7,8 122,9 di cui nell’UE 27 2,5 4,8 4,8 4,8 92,0 Fonte: DGD
15 1.1 Economia

Commercio estero di prodotti agricoli con l'EU – 2011

Nell’anno oggetto del rapporto, in termini di valore, i prodotti agricoli importati in Svizzera provenivano soprattutto dalla Germania, seguita da Francia e Italia. Praticamente due terzi dell’insieme delle importazioni dall’UE provenivano da questi tre Paesi. Allo stesso tempo, è stata destinata a Germania, Francia e Italia ben la metà del valore delle esportazioni nell’UE del 2011.

La bilancia commerciale con i Paesi UE limitrofi nonché con la Spagna e i Paesi Bassi ha registrato eccedenze d’importazione. La peggiore bilancia della Svizzera è stata con l’Italia. Quella con l’Austria è decisamente più equilibrata. Nel commercio con i restanti Paesi membri dell’UE la Svizzera ha avuto, nel 2011, un’eccedenza d’esportazione di 64 milioni di franchi.

Importazioni ed esportazioni di prodotti agricoli trasformati secondo le categorie di prodotti – 2011

Prodotti animali, pesce (1, 2, 3, 5, 16)

Frutta (8)

Verdura (7)

Piante vive, fiori (6)

Semi oleosi, grassi e oli (12, 15)

Cereali e preparati (10, 11, 19)

Bevande (22)

Foraggi, cascami (23)

Generi alimentari (20, 21)

Latticini (4)

Tabacco e diversi (13, 14, 24)

17, 18)

Fonte: DGD

16 1.1 Economia
DGD 1 500 1 000 1 500 2 000 1 000 2 500 500 0 500 In mio. fr. Importazioni Esportazioni Eccedenza d'importazione e d'esportazione Altri Paesi Paesi Bassi Spagna Austria Italia Francia Germania 1 107 1 170 64 933 588 294 76 345 664 370 387 888 820 311 1 609 1 118 490 1 681 793 2 094 1 274
Fonte:
2 500 2 000 1 000 1 000 1 500 1 500 500 2 000 500 0 In mio. fr. Importazioni Esportazioni Eccedenza d'importazione e d'esportazione
1 672 138 1 630 2 526 896 437 792 356 546 673 127 957 947 1 534 553 559 10 557 4 564 452 193 5 605 506 98 1 117 665 1 703 1 510 235 424 190 18 1 199 1 181
Generi voluttuari (9,

Nell’anno oggetto del rapporto le importazioni hanno interessato essenzialmente bevande, prodotti animali (compreso il pesce), generi voluttuari (caffè, tè e spezie) e preparati alimentari. In termini di valore le importazioni di bevande si compongono per un buon 60 per cento di vini, per il 16 per cento di acque minerali e per il 13 per cento circa di liquori. L’importazione totale di prodotti di origine animale si compone di un buon 40 per cento di carne, per il 30 per cento circa di pesce e, per il resto, di preparati e conserve di carne.

Com’era già stato il caso l’anno precedente, nel 2011 si sono esportati soprattutto generi voluttuari e bevande, seguiti da preparati alimentari, tabacchi e diversi nonché latticini. I generi voluttuari esportati sono soprattutto caffè (1 537 mio. fr.; 2010: 1 282 mio. fr.), cioccolata e generi alimentari contenenti cacao (750 mio. fr.; 2010: 773 mio. fr.). I preparati alimentari, gli estratti di caffè, le zuppe e le salse rappresentano la quota principale delle esportazioni totali di derrate alimentari.

La bilancia commerciale secondo la categoria di prodotti registra un’eccedenza d’importazione soprattutto per i prodotti animali, pesce compreso (–1 534 mio. fr.), e la frutta (–947 mio. fr.). Decisamente inferiore è invece quella registrata per le bevande (–193 mio. fr.). Nel 2011 sono state realizzate eccedenze d’esportazione per generi voluttuari, tabacchi e diversi nonché latticini.

n Grado di autoapprovvigionamento

Il grado di autoapprovvigionamento è la quota della produzione indigena rispetto al consumo all’interno del Paese. Si distingue tra grado di autoapprovvigionamento lordo e grado di autoapprovvigionamento netto. Quest’ultimo tiene in considerazione il fatto che una parte della produzione indigena si ottiene utilizzando alimenti importati per animali.

Totale netto derrate alimentari Derrate alimentari di origine vegetale

La produzione di punta dell’agricoltura svizzera è quella animale, il che spiega anche il grado di autoapprovvigionamento relativamente elevato in questo settore. Nel 2010 la quota indigena di prodotti animali ha fatto segnare, con il 94,0 per cento, circa un punto in meno rispetto al 2009 (95,2 %). La quota dei prodotti di origine vegetale nel 2010 ha segnato una flessione di circa 4 punti rispetto al 2009, attestandosi sul 43,7 per cento. Nel complesso, il grado di autoapprovvigionamento lordo nel 2010, pari al 60,4 per cento, ha registrato un calo di 3 punti rispetto al 2009 (63,3 %); quello netto ha toccato quota 52,5 per cento, restando del 3,5 per cento al di sotto del livello del 2009.

17 1.1 Economia
2001 Andamento del grado di autoapprovvigionamento Quota calorica in % Fonte: USC 0 20 40 60 80 100 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Derrate alimentari di origine animale
lordo derrate
Totale
alimentari
Tabella 14 Pagina A13

n Evoluzione degli indici dei prezzi

Tra il 2000/02 e il 2007 l’indice dei prezzi alla produzione dei prodotti agricoli ha fatto registrare un lieve calo. Dopo un breve aumento nel 2008, a quota 105,3 per cento, l’indice ha subito un drastico calo nel biennio successivo. Nell’anno oggetto del rapporto si è stabilizzato al livello del 2010 (92,8 %).

Contrariamente all’indice dei prezzi alla produzione, dal 2000 gli altri indici non hanno cessato di aumentare. Tra il 2000/02 e il 2008 l’indice nazionale dei prezzi al consumo del sottogruppo derrate alimentari e bevande è aumentato di 7,0 punti. Da allora è in atto una tendenza al ribasso. Nell’anno oggetto del rapporto l’indice ha toccato quota 102,2 per cento, perdendo 3,2 punti rispetto al 2010.

Andamento degli indici dei prezzi alla produzione, al consumo e all'importazione di derrate alimentari e alimenti per animali, nonché dell'indice dei prezzi dei mezzi di produzione agricoli

Indice dei prezzi all'importazione di derrate alimentari e alimenti per animali Indice dei prezzi dei mezzi di produzione agricoli Indice nazionale dei prezzi al consumo, sottogruppo derrate alimentari e bevande analcoliche Indice dei prezzi alla produzione, agricoltura

L’indice dei prezzi dei mezzi di produzione agricoli ha segnato un rialzo fino al 2008, toccando quota 110,6 punti. Nel biennio successivo è diminuito lievemente, attestandosi al 108,0 per cento. Nell’anno oggetto del rapporto si è registrata una nuova tendenza al rialzo, seppur lieve (108,6 %). L’indice può essere suddiviso in mezzi di produzione di origine agricola (sementi, alimenti per animali) e altri mezzi di produzione. Entrambi, nel 2011 hanno segnato un rialzo, più marcato per il secondo, essendosi verificato un rincaro dei prezzi soprattutto di energia, lubrificanti e concimi.

L’indice dei prezzi all’importazione di derrate alimentari è aumentato, fino al 2008, raggiungendo quota 114,5 per cento. Dopo essere sceso al 108,9 per cento nel 2010, l’anno seguente ha segnato una lieve ripresa (109,1 %).

18 1.1 Economia
2000 – 02 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Indice (200 0 / 0 2 =100)
70 85 80 75 95 90 105 100 110 115 120
Fonti: UST, USC

1.1.1.3 Uscite della Confederazione

n Uscite per agricoltura e alimentazione

Nel 2007 è stato introdotto, nella Confederazione, il Nuovo modello contabile (NMC), che tra i vari cambiamenti nella presentazione dei conti include quello relativo alle uscite secondo i settori. Queste ultime, quindi, non sono più confrontabili con quelle degli anni precedenti. I dati sono tuttavia stati ricalcolati applicando il nuovo metodo fino al 2004 (cfr. grafico).

Nell’anno oggetto del rapporto non si sono osservate variazioni significative per quanto riguarda le misure di politica agricola. Per agricoltura e alimentazione sono stati spesi 3 663 milioni di franchi, praticamente tanto quanto nel 2010. La voce «agricoltura e alimentazione» figura al sesto posto dopo l’assistenza sociale (20 557 mio. fr.), le finanze e le imposte (9 954 mio. fr.), i trasporti (8 062 mio. fr.), la formazione e la ricerca (6 509 mio. fr.) e la difesa nazionale (4 533 mio. fr.). Nell’anno oggetto del rapporto, le uscite globali della Confederazione ammontavano a 62 333 milioni di franchi superando di circa 3 miliardi la cifra relativa al 2010.

Evoluzione delle uscite della Confederazione per agricoltura e alimentazione

Nel 2011 la quota di agricoltura e alimentazione rispetto alle uscite globali della Confederazione è stata del 5,9 per cento.

Nel settore produzione e smercio le spese sono aumentate di quasi 13 milioni di franchi rispetto al 2010, a seguito della decisione presa dal Parlamento, a fine 2010, di non effettuare, nel Preventivo 2011, il taglio dei supplementi lattieri proposto dal Consiglio federale. Il rispettivo credito è stato definito in maniera da poter continuare a stanziare 15 centesimi il chilogrammo di latte trasformato in formaggio. Dato l’aumento dei quantitativi di latte, è stato maggiorato di 3 milioni di franchi rispetto all’anno precedente ed è stato pure esaurito. Anche le misure di sgravio del mercato per il bestiame da macello e la carne hanno determinato un aumento delle uscite (+2,3 mio. fr.). Nell’ambito della produzione vegetale la superficie messa a barbabietole da zucchero è cresciuta, dopo il calo del 2010, e di conseguenza sono aumentate anche le uscite per i contributi di coltivazione specifici (+2,8 mio. fr.), in orticoltura i produttori di cetrioli e pomodori hanno ricevuto indennizzi EHEC straordinari mediante un credito aggiuntivo di 2,9 milioni di franchi e anche per la valorizzazione della frutta si sono resi necessari maggiori fondi (+1,7 mio. fr.).

19 1.1 Economia
2004 In mio. fr. In % Valore assoluto (mio. fr.) In % delle uscite totali Fonte: Conto dello Stato 0 4 500 4 000 3 500 3 000 2 500 2 000 1 500 1 000 500 0,0 1,0 10,0 8,0 9,0 6,0 7,0 4,0 5,0 2,0 3,0 2005 2006 2007 2008 2010 2009 3 750 3 608 3 645 3 601 3 551 3 666 2011 3 663 3 692
Tabella 52 Pagina A58

Evoluzione delle uscite della Confederazione per agricoltura e alimentazione

con l’introduzione, nel 2007, del Nuovo modello contabile (NMC) la Confederazione presenta la propria contabilità con un nuovo sistema, ragion per cui non sono possibili confronti con gli anni precedenti.

Fonti: Conto dello Stato, UFAG

Nell’anno oggetto del rapporto, la Confederazione per i pagamenti diretti ha speso 26 milioni di franchi in più rispetto al 2010. I pagamenti diretti generali sono rimasti sullo stello livello, mentre quelli ecologici hanno subito un incremento. La crescente partecipazione nell’ambito dei contributi ecologici spiega, per metà, l’aumento. Per i programmi nel settore del benessere degli animali sono stati impiegati quasi 9 milioni di franchi in più e le uscite per i programmi e le misure regionali (OQE, protezione delle acque e delle risorse) sono incrementate di 3,7 milioni di franchi.

Le uscite per il miglioramento delle basi sono diminuite di 37 milioni di franchi rispetto all’anno precedente, a causa fondamentalmente del taglio dei fondi per i crediti d’investimento (CI), passati da 47 a 13 milioni di franchi. Questa riduzione è riconducibile alla correzione non proporzionale del rincaro nell’ambito di spesa agricoltura e alimentazione, nel quadro del Programma di consolidamento 2011/2013. È stato necessario procedere a tagli dei CI poiché non è stato possibile attuare le misure di risparmio richieste nell’ambito dei pagamenti diretti nel 2011 a causa delle disposizioni di legge. Ciò ha portato a liste d’attesa nei Cantoni e al rinvio di progetti d’investimento.

Il calo di 4 milioni di franchi delle altre uscite è essenzialmente dovuto a due fattori: il primo è la flessione di 7 milioni di franchi delle uscite per gli assegni familiari nell’agricoltura; il secondo è l’aumento di 4 milioni di franchi delle uscite di Agroscope per l’esecuzione e i controlli. Queste ultime non hanno comportato maggiori oneri effettivi per le finanze federali. A partire dal 2011 vengono registrate per la prima volta le uscite di Agroscope finanziate con fondi di terzi, con una maggiorazione corrispettiva delle uscite nel Conto dello Stato.

20 1.1 Economia
Ambito di spesa 2006 2007 2008 2009 2010 2011 In mio. fr. Produzione e smercio 606 548 536 471 428 441 Pagamenti diretti 2 553 2 596 2 546 2 742 2 769 2 795 Miglioramento delle basi di produzione 201 175 184 170 172 135 Ulteriori uscite 285 282 285 308 297 293 Totale agricoltura e alimentazione 3 645 3 601 3 551 3 692 3 666 3 663 Avvertenza:

1.1.2 Mercati

Nel 2011 il meteo non ha riproposto il classico susseguirsi delle stagioni. A un inverno con scarse precipitazioni è seguita una primavera caratterizzata da temperature estive e siccità persistente. L’estate è invece iniziata con tempo fresco e umido. Soltanto in autunno la colonnina del mercurio ha ripreso a salire considerevolmente. Nonostante la primavera secca, il raccolto di cereali è stato buono e quello delle patate ottimo. La qualità di uva e frutta è risultata più che soddisfacente. A fine maggio il mercato orticolo ha subito i contraccolpi della crisi EHEC. Nell’anno oggetto del rapporto la produzione vegetale ha rappresentato il 42 per cento del valore totale della produzione dell’agricoltura svizzera, segnando un incremento dello 0,6 per cento rispetto al 2010.

Il 47 per cento del valore della produzione dell’agricoltura, dato comparabile a quello del 2010, è riconducibile alla produzione animale. L’offerta di suini da macello si è mantenuta su livelli elevati, provocando una pressione costante su un mercato già teso. L’eccessiva offerta ha avuto ricadute negative sui prezzi spuntati nel 2011. Nell’anno oggetto del rapporto i prezzi hanno registrato un’ulteriore flessione del 6,7 per cento, dopo il crollo dell’11,7 per cento già subito nel 2010. Sul mercato lattiero la situazione non accenna a migliorare ma, sull’arco dell’anno, i prezzi sono risultati lievemente superiori a quelli del 2010.

Totale 10,2 mia. fr.

Attività accessorie non agricole 3 %

Prestazioni di servizio nell'agricoltura 7 %

Altri prodotti vegetali 2 %

Vino 4 %

Frutta 6 %

Orticoltura 14 %

Piante foraggiere 10 %

Patate, barbabietole da zucchero 3 %

Cereali 4 %

Latte 21 %

Bovini 12 %

Suini 9 %

Pollame, uova 4 %

Altri prodotti animali 1 %

Fonte: UST

La quota della produzione, costituita da prestazioni di servizio nell’agricoltura (lavori specializzati nella campicoltura o nella detenzione di animali) e da attività accessorie non agricole, è rimasta praticamente invariata rispetto all’anno precedente (10 % del valore della produzione totale). Nel 2012 il valore della produzione dell’intero settore è stato di 10,16 miliardi di franchi, facendo segnare un lieve incremento dello 0,8 per cento rispetto al 2010.

21 1.1 Economia
Composizione del settore agricolo – 2011 Tabella 15 Pagina A14

1.1.2.1 Latte e latticini

La piazza economica svizzera per il momento è risparmiata dalle ripercussioni della sofferente economia europea. Nel corso dell’anno oggetto del rapporto lo smercio di latticini all’estero è diventato sempre più difficile a causa del franco forte. I provvedimenti per promuovere lo smercio in questo settore hanno portato, rispetto all’anno precedente, a un incremento delle esportazioni di burro e panna superiore alla media. Da gennaio a maggio 2012 le esportazioni di formaggio a pasta dura sono aumentate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente di più di 900 tonnellate, tuttavia a un valore commerciale inferiore. Ciò ha avuto un influsso positivo sul prezzo alla produzione del latte che è però aumentato solo in maniera blanda a causa dell’elevato volume di produzione.

n Produzione: nuovo incremento delle forniture di latte

Nel 2011 la produzione totale di latte ha toccato quota 4,15 milioni di tonnellate, delle quali 677 000 circa sono servite per l’autoapprovvigionamento o per il foraggiamento degli animali della propria azienda. Le forniture di latte, incluso quello della zona franca attorno a Ginevra e del Principato del Liechtenstein, di 3,472 milioni di tonnellate, hanno segnato un incremento dell’1 per cento rispetto all’anno precedente. È aumentata leggermente anche la produzione di formaggio e burro, mentre è diminuita quella di latte di consumo e latte in polvere.

2000 /02 2006 2007 2008 2009 2011 2010
In mio. t
Evoluzione delle forniture di latte (latte prov. dalla zona franca e dal Principato del Liechtenstein incl.)
3,0 3,1 3,2 3,3 3,4 3,5 22 1.1 Economia
Fonte: TSM

Valorizzazione: aumento della produzione di formaggio e burro

Nella fabbricazione dei vari prodotti lattieri si utilizzano percentuali diverse delle componenti del latte. Nella caseificazione, ad esempio, a seconda del tipo di formaggio si aggiunge o si toglie grasso del latte. Per tale motivo, la valorizzazione del latte commercializzato è espressa in equivalenti-latte (EL) in base alle sue componenti. Un EL corrisponde a 73 grammi di proteine o grasso, ovvero a un chilogrammo di latte di qualità media contenente 33 grammi di proteine e 40 grammi di grasso. L’EL funge dunque da unità di misura per il calcolo della quantità di latte trasformato in latticini. Circa il 42 per cento degli EL è tuttora destinato alla produzione di formaggio e ricotta (quark), che risulta pertanto il tipo di valorizzazione preminente.

Valorizzazione del latte in equivalenti-latte – 2011

Totale 3 471 973 t di latte

Burro 16,8 %

Conserve di latte (latte condensato, latte in polvere, panna in polvere, ecc.) 10,5 %

Altri prodotti a base di latte fresco (gelato, bevande a base di latte, dolci a base di latte, ecc.) 2,7 %

Yogurt 3,3 %

Panna di consumo 8,0 %

Formaggio 41,6 %

Altra valorizzazione (p.es. albume in polvere ad alto tenore) 4,7 % Ricotta 0,5 %

Latte di consumo 12,0 %

Fonte: TSM

Nel 2011 la produzione di formaggio è aumentata di 350 tonnellate rispetto all’anno precedente, attestandosi a 181 674 tonnellate. Il formaggio a pasta dura, con un totale di 67 828 tonnellate, ovvero il 37,7 per cento, è tuttora il prodotto con il volume di produzione più consistente. La produzione, tuttavia, è diminuita di 1 937 tonnellate. Incrementi di più ampia portata si registrano per il formaggio a pasta semidura con il 2,2 per cento (+1 292 t) e per il formaggio fresco con il 4,6 per cento (+2 050 t). In testa alla graduatoria delle varietà di formaggio con i volumi di produzione maggiori vi sono il Gruyère AOC e l’Emmentaler AOC, con rispettivamente 28 700 e 25 200 tonnellate; segue, al terzo posto, la mozzarella con una produzione annua di 20 500 tonnellate e con la crescita più massiccia, di oltre il 9 per cento.

Nonostante le elevate forniture di latte, rispetto all’anno precedente, la produzione di latte in polvere e di latte condensato è diminuita di circa 900 tonnellate, ovvero dell’1,5 per cento; tale flessione è tuttavia da ricondurre principalmente alla minore produzione di latte scremato in polvere. A causa dell’incremento delle forniture di latte è aumentata la produzione di panna di consumo, convertita in EL, di ben l’8 per cento, mentre nello stesso periodo la produzione di burro è aumentata, in EL, dell’1,3 per cento. Ciò potrebbe essere riconducibile alle misure di promozione delle esportazioni e all’impegno degli addetti a valorizzare in maniera più redditizia le eccedenze di grasso del latte. La produzione di burro è stata di 49 069 tonnellate, ovvero 558 tonnellate superiore a quella del 2010 e del 17 per cento in più rispetto alla media degli anni 2000/02. Quella di yogurt, invece, è leggermente diminuita attestandosi sulle 139 000 tonnellate (–2 000 t). Al contrario, la produzione di bevande a base di latte è aumentata di 3 000 tonnellate fissandosi a quota 68 726 tonnellate.

n
23 1.1 Economia

n Commercio estero: bilancia ancora positiva

La bilancia commerciale della Svizzera per latte e latticini è stata positiva anche nell’anno oggetto del rapporto. Mentre i quantitativi di formaggio, latte in polvere, burro e panna esportati superano le importazioni, per lo yogurt si registra una forte diminuzione delle esportazioni, segnatamente di 1 715 tonnellate, che si attestano quindi sulle 5 190 tonnellate, mentre le importazioni aumentano di 780 tonnellate, raggiungendo 11 415 tonnellate. Alla diminuzione delle esportazioni potrebbe aver contribuito in maniera determinante il franco forte.

Nell’anno oggetto del rapporto, l’esportazione di formaggio è aumentata del 2,8 per cento, raggiungendo 60 060 tonnellate, mentre l’importazione ha toccato le 48 872 tonnellate, registrando un incremento del 4,1 per cento. Nel 2011 è stato esportato e importato formaggio per un valore rispettivamente di circa 526 milioni e 300 milioni di franchi. La Svizzera ha esportato circa l’83 per cento, ovvero 50 000 tonnellate di formaggio nei Paesi dell’UE, tra i quali la Germania e l’Italia sono stati i maggiori acquirenti con rispettivamente 24 706 e 12 561 tonnellate. Va tuttavia tenuto in considerazione il fatto che il formaggio, dopo l’esportazione in determinati Paesi dell’UE, viene rivenduto in altri Paesi dell’UE e pertanto le statistiche doganali vanno prese con la dovuta cautela. Rispetto all’anno precedente i quantitativi esportati nell’UE sono aumentati di bei 2 300 tonnellate. Come negli scorsi anni, il formaggio a pasta dura, con 33 865 tonnellate, detiene la percentuale di esportazione più elevata. I consumatori stranieri hanno prediletto l’Emmentaler AOC, del quale ne sono state esportate 17 412 tonnellate, di cui la maggior parte (48 %) in Italia. Oltreoceano il più richiesto è stato il Gruyère AOC con 4 000 tonnellate di cui 2 600 vendute negli USA.

Praticamente tutto il formaggio importato, per un totale di 48 872 tonnellate, proviene dall’UE. Rispetto alla media degli anni 2000/02, le importazioni sono aumentate di 17 785 tonnellate e rispetto all’anno precedente di 1 890 tonnellate, la maggior parte provenienti da Italia (18 172 t), Francia (13 206 t) e Germania (11 121 t). Le quote d’importazione più cospicue rispetto all’anno precedente hanno interessato il formaggio fresco, con 18 054 tonnellate e il formaggio a pasta molle con 8 677 tonnellate. Mentre le importazioni di formaggio a pasta dura sono rimaste praticamente stabili a quota 7 485 tonnellate, continua la tendenza al rialzo delle varietà di formaggio a pasta molle e semidura, rispettivamente del 6,0 per cento (486 t) e 5,0 per cento (7 479 t). I consumatori svizzeri prediligono tuttora i formaggi freschi provenienti dall’estero con 18 054 tonnellate (3,0 %). Per quanto riguarda il formaggio fresco, il maggiore fornitore è l’Italia (7 508 t), mentre il 60 per cento del formaggio a pasta molle importato, ovvero 5 200 tonnellate, proviene dalla Francia. Sono aumentate anche le importazioni di formaggio fuso (formaggio convenience destinato, come prodotto semilavorato, all’industria alimentare di trasformazione), segnatamente del 19,9 per cento, attestandosi a 3 679 tonnellate.

Commercio caseario Svizzera – UE

Nel 2011 il fabbisogno di burro è stato ampiamente coperto dalla produzione indigena. A causa prevalentemente dell’incremento delle forniture di latte e dei problemi correlati allo smercio di singole varietà di formaggio la produzione di burro resta molto elevata, toccando le 48 989 tonnellate (+478 t). Tali motivi, oltre all’esigua portata del contingente doganale parziale per il burro, hanno fatto sì che nel 2011 venissero importate soltanto 252 tonnellate di questo prodotto.

24 1.1 Economia
In t Importazioni CH da UE Esportazioni CH in UE Fonte: DGD 0 50 000 45 000 40 000 35 000 25 000 30 000 20 000 15 000 10 000 5 000 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2011

Nell’ambito dei provvedimenti di sgravio presi dalla categoria sono state esportate 5 512 tonnellate di burro, ossia circa 1 400 tonnellate in più rispetto all’anno scorso. Anche le esportazioni di panna sono aumentate di quasi 1 000 tonnellate attestandosi a 3 800 tonnellate.

n Consumo: stabilità

Da diversi anni si segnalano soltanto lievi variazioni nel consumo pro capite di latte e latticini. Con 21,4 kg pro capite, il consumo di formaggio resta allo stesso livello dell’anno precedente. Il consumo pro capite di yogurt è leggermente aumentato di 0,1 kg attestandosi a 18,3 kg, mentre per quanto riguarda le bevande a base di latte è stato registrato un consumo maggiore di 0,4 kg raggiungendo gli 8,6 kg pro capite.

n Prezzi alla produzione: continua la pressione

Il prezzo alla produzione medio del latte è leggermente aumentato, segnatamente dell’1,44 per cento, rispetto all’anno precedente. Nel 2011 si è attestato su 62,67 centesimi il chilogrammo, segnando un aumento di circa 0,89 centesimi rispetto al 2010.

L’economia lattiera svizzera è fortemente connessa ai mercati esteri anche perché il commercio di formaggio con l’UE è totalmente liberalizzato. Il prezzo medio del latte è pertanto influenzato dall’andamento dei prezzi sul piano internazionale e soprattutto dalla situazione dello smercio nell’UE. Lo scarto con l’UE ammonta, mediamente, a 20 centesimi il chilogrammo, esattamente come l’anno precedente, ma circa 5 centesimi al chilogrammo in meno rispetto al 2009. La situazione favorevole non ha tuttavia trovato riscontro sui prezzi alla produzione poiché i quantitativi esportati, conseguentemente al franco forte, sono stati venduti a prezzi inferiori rispetto al valore medio della merce.

Confronto dei prezzi del latte Svizzera / estero dal 2009 alla primavera 2012

Prezzo medio del latte CH (4,0 % grassi, 3,3 % proteine, IVA incl.) Prezzo medio del latte UE (4,2 % grassi, 3,4 % proteine, IVA escl.) USA

Nuova Zelanda

n Prezzi al consumo: tendenza al ribasso

Fonti: UFAG, www.milkprices.nl

Nel 2011, sono diminuiti i prezzi medi al consumo della maggior parte dei latticini e del latte. Rispetto all’anno precedente si segnalano rincari su alcuni prodotti a base di latte fresco. Nel 2011, i prezzi della maggior parte delle varietà di formaggio sono scesi: 1 chilogrammo di Emmentaler AOC nei negozi costava solo 17.99 franchi. (–2.29 fr./kg), il Gruyère AOC 20.06 (–0.57 fr./kg) e lo Sbrinz AOC 22.75 (–1.23 fr./kg).

L’elevata produzione di burro ha comportato, nell’anno oggetto del rapporto, una flessione dei prezzi al consumo. Il prezzo per «Il Burro» (burro da cucina) era di 3.06 fr. per 250 g (–5 ct.). I prezzi dello yogurt sono rimasti invariati a 0.64 franchi per un vasetto da 180 grammi. Per la panna di consumo il calo di prezzo registrato ha toccato anche punte di 35 centesimi al litro.

25 1.1 Economia
ct. / kg
10.00 20.00 30.00 40.00 50.00 60.00 70.00 80.00 90.00 Mar 09 Mag 09 Lug 09 Set 09 Nov 09 Gen 10 Mar 10 Mag 10 Lug 10 Set 10 Nov 10 Gen 11 Mag 11 Lug 11 Set 11 Nov 11 Gen 12 Mar 12 Mar 11
Indice del prezzo al consumo per latte e latticini Indice (dic. 201 0 =100) Fonte: UST 85 115 110 105 100 95 90 2000 / 02 2005 2007 2009 2011 Panna Latte Formaggio Altri latticini Burro 26 1.1 Economia

1.1.2.2 Animali e prodotti di origine animale

Dal punto di vista economico, per i detentori di animali l’anno oggetto del rapporto è stato nuovamente un anno difficile, anche se si delinea un’inversione di tendenza. Rispetto al 2010 i prezzi medi alla produzione sono diminuiti del 6 per cento per i suini e del 2 per cento per le vacche; sono invece aumentati i prezzi degli agnelli del 10 per cento e della carne bovina dell’1,5 per cento. Rispetto al 2010 la produzione di carne è cresciuta di 3 000 tonnellate. Le esportazioni di carne e prodotti carnei hanno superato quelle dell’anno precedente di 1 350 tonnellate. In termini di valore le esportazioni sono aumentate addirittura del 25 per cento attestandosi a 85 milioni di franchi (+17 mio. fr.). Il mercato della carne di pollame è in crescita da anni e questa situazione giova sia all’agricoltura elvetica sia all’industria di trasformazione. Rispetto alla media degli anni 2000/02, la produzione di carne di pollame ha segnato un aumento del 58 per cento, raggiungendo quota 46 500 tonnellate. Per la prima volta è stata consumata più carne di pollame che bovina, laddove la quota indigena di carne di pollame resta al 50 per cento. Questo sviluppo positivo è correlato alla crescita demografica, alla sempre maggiore predilezione per i prodotti svizzeri di qualità manifestata in questi ultimi anni da un’ampia fetta della popolazione e al consumo di carne di pollame costantemente in rialzo. Considerando tutti i tipi di carne, l’80 per cento di quella consumata era di produzione nazionale.

n Produzione: effettivo di pollame in costante crescita

I contadini hanno detenuto circa 1,58 milioni di capi di bovini (–0,6 %). L’effettivo di vacche da latte e di vacche madri è aumentato di 5 000 capi, attestandosi a 705 000 esemplari (+0,7 %); parallelamente si è registrato un incremento della produzione di latte dell’1 per cento. Nonostante la situazione difficile, l’effettivo di suini è diminuito solo di 10 000 capi, stabilizzandosi su 1,580 milioni di esemplari. Siccome nell’ultimo decennio 6 300 allevatori di suini hanno abbandonato l’attività, in Svizzera ne restano ormai soltanto 8 300 (–43 %). Grazie alla buona congiuntura per uova e carne di pollame, l’effettivo totale di pollame ha raggiunto quota 9,4 milioni di capi, segnando una crescita del 5,0 per cento rispetto all’anno precedente e del 30,1 per cento rispetto alla media degli anni 2000/02.

Rispetto all’anno precedente la produzione di tutti i tipi di carne è aumentata dello 0,7 per cento. Mentre la produzione di carne bovina è cresciuta di 471 tonnellate (+0,4 %), attestandosi a 112 000 tonnellate, quella di carne suina è scesa di 469 tonnellate, arrivando a circa 249 000 tonnellate PM. L’attuale eccedenza di carne suina, in relazione al ciclo di produzione dei maiali, potrebbe aver contribuito a tale sviluppo insieme al crescente turismo degli acquisti riconducibile al franco forte. Nel 2011 la quota indigena di carne pronta alla vendita è diminuita dello 0,8 per cento, attestandosi all’86 per cento, per la carne bovina ed è aumentata dello 0,8 per cento, attestandosi al 95,3 per cento, per quella suina. La crescente domanda di carne di pollame, mantenutasi a un buon livello, ha generato un aumento di oltre il 6 per cento della produzione indigena, che ha superato le 46 500 tonnellate di peso alla vendita. Come per l’anno precedente, ben la metà della carne di pollame pronta alla vendita è stata prodotta in Svizzera. La produzione di carne equina è invece scesa a 775 tonnellate, segnando quasi un terzo in meno rispetto alla media degli anni 2000/02 (1 164 t). La produzione di carne di vitello, dopo diversi anni di calo, è aumentata di 590 tonnellate, ovvero quasi il 2 per cento, attestandosi a 32 263 tonnellate.

Nel 2011 la produzione di uova è aumentata di poco più dell’1 per cento, attestandosi a 758 milioni di pezzi. Nonostante le vendite di questo quantitativo supplementare di uova siano andate bene, i prezzi alla produzione sono stabili: 23 ct./uovo per le uova da allevamento all’aperto estensivo e 22,7 ct./uovo per quelle da allevamento al suolo. La quantità importata è diminuita di oltre 15 milioni di pezzi (–3,1 %). La quota di uova svizzere sulle vendite di uova di consumo è salita invece del 76 per cento. Se nella statistica dei consumi si considerano anche i prodotti a base di uova, le galline ovaiole indigene hanno prodotto oltre il 50 per cento delle uova e dei prodotti a base di uova consumati.

27 1.1 Economia

della produzione di carne e uova

n Commercio estero: la carne secca di manzo è il prodotto più esportato

Nell’anno oggetto del rapporto l’esportazione di carne e prodotti carnei ha toccato quota 4 095 tonnellate aumentando di 1 350 tonnellate, ovvero circa il 50 per cento, rispetto al 2010. I dati comprendono anche le quantità di carne e prodotti carnei importate o esportate nel quadro del traffico di perfezionamento. Più del 95 per cento è stato venduto nei Paesi dell’UE. Come sempre, con 2 260 tonnellate, il prodotto maggiormente esportato è stato la carne secca di manzo verso, quasi senza eccezioni, Germania (1 179 t) e Francia (1 074 t). Le esportazioni di carne di pollame sono triplicate, passando da quasi 236 a 687 tonnellate. Con il 55 per cento, Austria (200 t) e Paesi Bassi (179 t) sono stati i maggiori importatori. Mentre per l’Austria ciò ha riguardato principalmente petti di pollo congelati provenienti dalla Svizzera per un valore commerciale di 1,16 milioni di franchi (fr. 5.80 al kg), i Paesi Bassi hanno importato esclusivamente frattaglie commestibili di pollo, fegatini inclusi, per un valore di 18 000 franchi (10 ct. al kg). Le esportazioni di insaccati sono aumentate di 64 tonnellate, attestandosi a 300 tonnellate (+27 %). Le esportazioni di conserve e preparazioni di carne sono diminuite di 35 tonnellate, attestandosi a 178 tonnellate, rispetto alle 213 dell’anno precedente. Questi prodotti sono stato esportati per la maggior parte in Germania (213 t) e Francia (170 t) e in minore misura in Austria. Il nostro Paese, inoltre, ha esportato 22 011 tonnellate di sottoprodotti della macellazione, utilizzati soprattutto nell’industria di conserve di alimenti per animali. Il valore commerciale totale delle esportazioni svizzere di carne e sottoprodotti della macellazione è stato di circa 85 milioni di franchi, ovvero 17 milioni in più rispetto all’anno precedente.

28 1.1 Economia Evoluzione
Indice ( 200 0 / 0 2 = 100) Fonti:
50 170 150 130 110 70 90 2007 Carne di pollame Carne di manzo Uova in guscio Carne suina Carne ovina Carne equina 2000 / 02 2005 2009 2011
Proviande / Aviforum

Provenienza delle importazioni di carne – 2011

Nel 2011, le aziende svizzere hanno importato complessivamente 120 702 tonnellate di carne, prodotti carnei e sottoprodotti della macellazione. Il valore commerciale è stato di 851 milioni di franchi (non sdoganato, franco frontiera). Rispetto all’anno precedente sia la quantità che il valore commerciale sono aumentati di circa l’1 per cento. I principali fornitori sono stati: Germania con 38 351 tonnellate (32 %), Brasile con 22 148 tonnellate (18,3 %), Francia con 9 124 tonnellate (7,6 %) e Italia con 8 840 tonnellate (7,3 %). Le importazioni provenienti da Paesi dell’UE sono state complessivamente di 81 339 tonnellate (67,4 %). La carne di pollame e quella bovina sono risultate le più importate con volumi d’importazione pari rispettivamente a 54 939 e 22 237 tonnellate. Sono state importate anche 70 032 tonnellate di pesce e crostacei per un valore commerciale di 658 milioni di franchi.

Per la carne bovina e suina il maggior fornitore della Svizzera resta la Germania. Più del 38 per cento della carne di pollame importata proviene invece dal Brasile, soprattutto come merce congelata. Tre quarti della carne ovina importata proviene dai maggiori esportatori a livello mondiale, Australia e Nuova Zelanda, mentre praticamente tutta la carne caprina importata arriva, come già avviene da anni, dalla Francia. Particolarmente apprezzati rimangono gli insaccati italiani: nel 2011 la quantità importata è aumentata di ben 100 tonnellate a 3 100 tonnellate, per un valore di circa 52 milioni di franchi, o 16.80 franchi al chilogrammo. Sulle tavole elvetiche (economie domestiche e strutture di ristorazione) sono giunte preparazioni di carne e conserve provenienti da Germania, Francia e Ungheria, per rispettivamente circa 2 100, 1 700 e 1 100 tonnellate.

Nell’anno oggetto del rapporto sono state esportate complessivamente 433 manze e vacche, rispetto alle 555 dell’anno precedente. 122 animali, ovvero il 22 per cento, sono stati venduti in Italia. Come l’anno precedente, 4 256 animali della specie bovina provengono dall’estero, di cui 3 315 capi, ovvero il 78 per cento, importati dalla Francia. Gli acquirenti svizzeri hanno comprato 3 964 cavalli e asini all’estero. Gli equini importati provenivano dalla Germania e dalla Francia nella misura rispettivamente del 41 e del 23 per cento. Le esportazioni di cavalli e asini sono diminuite del 18 per cento, attestandosi a 1 324 capi. Per gli ovini e i caprini si segnala un aumento del 5 per cento delle importazioni, attestatesi a quota 609 capi, e un calo delle esportazioni del 16 per cento, raggiungendo i 248 capi.

Le importazioni di uova in guscio (incl. quelle da cova e le uova in guscio importate nel quadro del traffico di perfezionamento) sono diminuite del 6,8 per cento, attestandosi a 32 147 tonnellate. Quasi un terzo delle uova importate proveniva dai Paesi Bassi. Le aziende che fabbricano prodotti a base di uova ne hanno impiegate la metà nell’industria di trasformazione e i prodotti così ottenuti sono stati utilizzati nell’industria alimentare e nel settore della ristorazione. In Svizzera, inoltre, sono state importate 6 756 tonnellate di prodotti a base di uova liquidi ed essiccati nonché di albume d’uovo.

29 1.1 Economia
In % Altri Paesi Australia Nuova Zelanda Brasile Irlanda Regno Unito Austria Italia Francia Germania Fonte: DGD 0 100 90 70 80 60 50 30 40 20 10
Carne di manzo Carne suina Carne di pollame Carne ovina Carne caprina

n Consumo: tendenza al rialzo nel consumo di carne

Il consumo di carne è aumentato sia nel 2010 che nel 2011. Nell’anno oggetto del rapporto ammontava a 431 020 tonnellate, quasi l’1 per cento, ovvero 3 882 tonnellate in più rispetto all’anno precedente. Al primo posto resta, nonostante un leggero calo, la carne suina con 199 820 tonnellate (–1 %), seguita dalla carne di pollame (91 696 t; +4,6 %) e da quella bovina (90 556 t; +1,9 %). Il consumo di carne di vitello è aumentato di 390 tonnellate – compensando il calo dell’anno precedente di 380 tonnellate – e ha raggiunto quota 25 852 tonnellate. Anche se il consumo resta modesto dal profilo quantitativo, dal 2002 per la carne equina si rileva una tendenza al rialzo delle vendite. Da allora il consumo è aumentato del 17 per cento raggiungendo, nell’anno oggetto del rapporto, 5 414 tonnellate. Inoltre il consumo di pesce e crostacei ha registrato una crescita di 1 037 tonnellate (+1,5 %) rispetto all’anno precedente. La quantità totale consumata ammonta a 71 283 tonnellate.

Nell’anno oggetto del rapporto la buona predisposizione dei consumatori, riconducibile alla situazione economica favorevole, si è riconfermata. A questo gradito sviluppo hanno contribuito il ribasso dei prezzi nei negozi, prevalentemente provocato dalle ripetute riduzioni dei prezzi di determinate merci praticate dalla grande distribuzione in conseguenza dell’euro debole e il divario con le merci dei nuovi discount. Il crescente turismo degli acquisti, come conseguenza del cambio favorevole, ha tuttavia smorzato i dati sul consumo registrati dal punto di vista statistico. Nell’anno oggetto del rapporto, il consumo pro capite di carne pronta alla vendita è aumentato dello 0,8 per cento, raggiungendo 53,74 chilogrammi. La carne suina, con 24,92 kg pro capite, è tuttora molto apprezzata, ma hanno incontrato il gradimento dei consumatori anche la carne di pollame (11,4 kg) e quella bovina (11,3 kg). Nel 2011 per la prima volta è stata consumata più carne di pollame che di manzo. Il consumo di carne di vitello è salito a 3,22 chilogrammi pro capite (+2,2 %). Se, rispetto alla media degli anni 2000/02, il consumo pro capite di carne di pollame è aumentato di quasi un quarto, quello di carne di vitello e di pecora, invece, è diminuito di un quinto. Il consumo di uova in guscio ha registrato un calo di 8 uova attestandosi a 181 pezzi pro capite rispetto all’anno precedente (–4,2 %). La flessione riguarda prevalentemente le uova importate.

30 1.1 Economia
Evoluzione del consumo pro capite di carne e uova Indice ( 200 0 / 0 2 = 100) Fonti: Proviande
75 125 120 115 110 105 100 95 85 80 90 2007 Carne di pollame Carne di manzo Carne equina Carne suina Uova in guscio Carne di vitello Carne ovina 2000 / 02 2005 2009 2011
/ Aviforum

n Prezzi alla produzione: diminuzione dei prezzi dei suini e aumento di quelli degli agnelli

Nella media annuale i prezzi dei suini da macello sono stati 3.60 franchi al chilogrammo PM, segnando un calo di oltre il 14 per cento rispetto all’anno precedente, come conseguenza della grande offerta e di una domanda stabile. Rispetto al 2010, i prezzi medi del bestiame da banco sono invece aumentati di 13 centesimi al chilogrammo PM, quelli degli agnelli di 1.01 franchi e quelli dei vitelli di 10 centesimi. I prezzi degli agnelli sono aumentati considerevolmente poiché l’offerta era più scarsa e la commercializzazione è stata migliorata.

Evoluzione dei prezzi al consumo per il bestiame da macello e i suini

n Margini lordi sulla carne

Rispetto all’anno precedente, la media annuale del margine lordo trasformazione e distribuzione è diminuita notevolmente, ad eccezione della categoria della carne bovina (+1,9 %). La flessione più significativa ha riguardato la carne di vitello (–10,2 %) e quella di maiale (–7 %). Il margine lordo sulla carne d’agnello è stato ricalcolato retroattivamente a gennaio 2007 (indice febbraio – aprile 1999 = 100). Dopo due anni di forte crescita, anche in questo settore il margine lordo è diminuito, segnatamente dell’8,3 per cento.

31 1.1 Economia
Fr / kg PM
3.00 15.00 14.00 13.00 12.00 11.00 10.00 9.00 8.00 5.00 4.00 7.00 6.00 2007
Fonte: Proviande Vitelli classe commerciale T3, AQ Agnelli classe commerciale T3 Torelli classe commerciale T3, AQ
2000 / 02 12.53 13.20 14.47 13.31 13.58 10.72 8.29 6.24 3.60 10.30 8.09 6.62 4.29 10.45 8.73 6.77 4.04 10.30 7.97 6.16 4.02 7.64 5.18 4.57 12.31 2005 2009 2011
Vacche classe commerciale T3, AQ Suini da carne, AQ franco fattoria
Evoluzione
margini
Indice (febbrai o –aprile 199 9 = 100)
dei
lordi trasformazione e distribuzione di carne
90 130 125 120 115 110 95 100 105 2007 2008 Carne di agnello Carne di manzo Carne fresca, prodotti carnei e insaccati Carne di vitello Carne suina 2000 / 02 2006 2005 2009 2010 2011
Fonte: UFAG

1.1.2.3 Produzione vegetale e prodotti di origine vegetale

n Colture campicole

Superficie coltiva aperta in calo

La superficie coltiva aperta e quella totale (superficie coltiva aperta più prati artificiali, coltivazioni protette di verdura, sementi [foraggicoltura]) sono in calo, così come la superficie agricola utile. Dal confronto tra i valori medi dei trienni 2000–2002 e 2009–2011 risulta che la superficie coltiva aperta è diminuita del 6,3 per cento e quella totale dell’1,4 per cento. Lo sproporzionato calo della superficie coltiva aperta è riconducibile all’aumento dei prati artificiali la cui superficie è cresciuta, nel periodo di riferimento, di circa l’11,6 per cento, raggiungendo circa 133 000 ettari. Tra le superfici coltive aperte, sono notevolmente aumentate (15,2 % ca.) quelle occupate da mais verde e da silo, che hanno quasi raggiunto 47 000 ettari. Seppur su una superficie coltiva minore, aumenta la porzione coltivata a semi oleosi (35 %) e a barbabietole da zucchero (7 %). Il calo della superficie messa a cereali panificabili è dovuto alla liberalizzazione del disciplinamento del mercato (nel 2001 la Confederazione ha abrogato le garanzie di prezzo e di ritiro) e alla maggiore resa di alcune varietà cerealicole. L’attrattiva economica dei cereali da foraggio è diminuita (il che si manifesta nel calo della rispettiva superficie) a causa della compensazione solo parziale, tramite i pagamenti diretti, della riduzione della protezione alla frontiera per gli alimenti per animali in favore della detenzione di animali. Negli ultimi dieci anni le superfici sono state sempre più coltivate a foraggio grezzo per i ruminanti a scapito della cerealicoltura. Nonostante l’aumento dei prati artificiali, nel 2011 le importazioni di fieno, con 160 000 tonnellate, hanno toccato un valore da primato.

32 1.1 Economia

Utilizzo della superficie coltiva

Dal 2006, la produzione indigena di frumento panificabile, commisurata alla qualità del raccolto, copre all’incirca il fabbisogno. Sono possibili importazioni supplementari all’aliquota di dazio del contingente fino a 70 000 tonnellate di cereali panificabili. A seguito dell’aumento delle rese delle superfici, la produzione cerealicola nell’anno oggetto del rapporto ha segnato un incremento pari complessivamente al 5 per cento, nonostante il nuovo calo delle superfici messe a cereali. Le specie cerealicole ponderate in base ai quantitativi hanno segnato aumenti di produzione. La produzione di mais da granella dipende da quella dei prati per la produzione di foraggio; se le rese di tali prati sono al di sotto della media, il mais da granella viene somministrato sotto forma di foraggio fresco o conservato come insilato. La spelta ha registrato un nuovo aumento di produzione. Il raccolto di cereali panificabili del 2011, buono dal profilo sia quantitativo sia qualitativo, unitamente alle importazioni effettuate, ha determinato il declassamento di 14 000 tonnellate circa di frumento. Il declassamento dei cereali panificabili indigeni in cereali da foraggio è stato effettuato a proprie spese dalla Federazione svizzera dei produttori di cereali (FSPC). 2000 tonnellate circa di spelta sono state riportate all’anno successivo per mancanza di domanda.

In 1 000 ha Altra superficie coltiva Ortaggi da pieno campo Patate Barbabietole da zucchero Colza Mais verde e da silo Prati artificiali Cereali da foraggio Cereali panificabili Fonte: USC 0 450 400 350 300 250 150 200 100 50 2000/02 2005 2006 2007 2008 2009 2010 20111
1 Dati provvisori
cereali
Mercato dei
Evoluzione della produzione cerealicola In 1 000 t Fonte: USC 0 600 500 400 300 100 50 200 2000 / 02 2005 2006 2007 2008 2009 20111 2010 Frumento panificabile Orzo Mais da granella Frumento da
Triticale Avena
1
33 1.1 Economia
foraggio
Segale Spelta
Dati provvisori

A febbraio 2011, alla borsa a termine delle merci di Parigi (MATIF) per il frumento standard è stata registrata la quotazione più alta dell’anno, pari a 270 euro la tonnellate. Con l’inizio del raccolto essa è ridiscesa al di sotto di 200 euro la tonnellata. Soltanto alla fine di gennaio 2012 è nuovamente salita, attestandosi al di sopra di tale valore per poi subire un’impennata a metà giugno 2012 a causa delle perdite di produzione dovute alla siccità negli Stati Uniti e nell’Europa orientale. A metà agosto 2012, poco prima della fine del raccolto nell’emisfero settentrionale, la quotazione era di circa 260 euro la tonnellata. Dato l’andamento dei prezzi, all’inizio del 1° trimestre 2011, l’aliquota di dazio del contingente per i cereali panificabili è stata abbassata a 14.60 franchi il quintale e dal 2° trimestre a 10.30 franchi il quintale. All’inizio del 3° trimestre l’aliquota di dazio del contingente è stata fissata a 14.10 franchi il quintale e nel 4° trimestre ha nuovamente raggiunto il massimo di 19.30 franchi il quintale, tenendo presente il contributo integrativo al fondo di garanzia riscosso alla frontiera pari a 3.70 franchi il quintale. Il contingente doganale di cereali panificabili, pari a 70 000 tonnellate, è stato quasi completamente utilizzato nell’anno oggetto del rapporto.

Importazioni di cereali trasformati per l’alimentazione umana

Nella primavera 2007, il Consiglio federale ha decretato una riduzione della protezione doganale per i cereali trasformati per l’alimentazione umana. Parallelamente ha annunciato ulteriori interventi in tal senso. Per la farina di grano tenero la protezione doganale, a partire dal 1° luglio 2008, è passata da 143 a 65 franchi il quintale. In una seconda fase, il Consiglio federale ha vincolato la protezione doganale per i cereali trasformati per l’alimentazione umana, tenendo in considerazione la resa in farina, ai tributi doganali sulla materia prima (chicchi di cereali), limitando il dazio supplementare a 20 franchi il quintale al massimo. Con il vincolo all’aliquota di dazio del contingente per i cereali panificabili che il 1° luglio 2009 è stata ridotta di 4 franchi il quintale, dal 1° luglio 2010 anche l’aliquota di dazio per la farina di grano tenero per l’alimentazione umana è variabile e ammonta al massimo a 50.70 franchi il quintale. Il grano duro serve in primo luogo per la fabbricazione di pasta e in Svizzera viene prodotto soltanto il quantità esigue. Il contingente doganale di grano duro per l’alimentazione umana non è gestito così come i relativi tributi doganali. Questi sono costituiti dall’aliquota di dazio del contingente pari a 1 franco il quintale e dal contributo al fondo di garanzia pari a 1.20 franchi il quintale per il finanziamento delle scorte obbligatorie.

Evoluzione della protezione doganale per il grano duro e tenero per l'alimentazione umana

La riduzione dei tributi doganali ha influito soltanto marginalmente sui volumi d’importazione di grano duro e tenero macinato. Dal 2005, rispetto alle importazione di cereali per l’alimentazione umana, il volume di quelle di farina e semola è esiguo. Dal 2009 le esportazioni di farina di grano tenero superano le importazioni di farina.

34 1.1 Economia
1° trimestre 2008 2° trimestre 2008 3° trimestre 2008 4° trimestre 2008 1° trimestre 2009 2° trimestre 2009 3° trimestre 2009 4° trimestre 2009 1° trimestre 2010 2° trimestre 2010 3° trimestre 2010 4° trimestre 2010 1° trimestre 2011 2° trimestre 2011 3° trimestre 2011 4° trimestre 2011 1° trimestre 2012 2° trimestre 2012 3° trimestre 2012
In fr. per 100 kg Fonte:
0 20 80 60 40 100 140 120 160 Farina di grano tenero Farina di grano duro Grano tenero contingente
Grano duro contingente doganale n.
UFAG
doganale n. 27
26

Evoluzione

Mercato zuccheriero dinamico

Il consumo lordo di zucchero è dato dallo zucchero trasformato all’interno del Paese, esportazioni comprese. Non è considerato, invece, lo zucchero importato contenuto nei prodotti trasformati. Il consumo lordo, negli anni 2005 e 2006, ha raggiunto un livello da primato superando le 500 000 tonnellate. Da allora è in atto una tendenza al ribasso, riconducibile alle minori esportazioni di materie prime per le bevande. Se nel 2000 la produzione indigena di zucchero si aggirava attorno a 200 000 tonnellate, nell’anno oggetto del rapporto, grazie alle eccellenti condizioni di vegetazione dalla semina al raccolto, è stato toccato il record delle 294 000 tonnellate circa. Le elevate rese delle colture di barbabietola associate a un notevole tenore in zucchero, in Europa e in Russia, nonché i buoni raccolti di canna da zucchero hanno determinato, nel bilancio zuccheriero globale nell’anno 2010–2011, un’eccedenza di produzione pari a 570 000 tonnellate di zucchero grezzo con una produzione di 164 milioni di tonnellate circa. Con l’inizio della lavorazione delle barbabietole da zucchero nell’autunno 2011 si è concluso il periodo caratterizzato da un limitato approvvigionamento di zucchero in Europa e da prezzi del mercato mondiale straordinariamente alti.

35 1.1 Economia
In 1000 t
delle importazioni di frumento e prodotti a base di frumento per l'alimentazione umana Chicchi di grano tenero Import Farina di grano tenero Import Farina di grano tenero Export
Fonte:
0 140 120 100 80 60 40 20 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 incl. giugno
Chicchi di grano duro Import Semola di grano duro Import Semola di grano duro Export
AFD
Evoluzione del bilancio zuccheriero In 1000 t Variazioni scorte obbligatorie Import Produzione indigena Variazione scorte libere Export allo stato naturale Export in prodotti trasformati Consumo netto Fonte: réservesuisse –200 600 500 400 300 100 200 0 –100 2000 / 02 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

Mercato dei semi oleosi

La Federazione svizzera dei produttori di cereali (FSPC) ha creato un «pool di produzione semi oleosi» che le permette di gestire il mercato, il quale è finanziato per due terzi dai produttori e per il restante terzo dagli oleifici.

Consumo di grassi alimentari in Svizzera – 2011

Per quanto concerne il consumo di oli vegetali, si rileva che quello di girasole continua a detenere una parte dominante del mercato (34 %), per quanto da diversi anni in progressiva diminuzione (nel 2004 era del 41 %) in favore degli oli di colza (24 % tendenza al rialzo) e di palma (19 %). Il consumo di olio d’oliva è stabile da 3 anni con una quota di mercato di circa il 10 per cento.

Sostenuta dall’evoluzione positiva dei corsi mondiali, la tendenza al rialzo del prezzo dell’olio riscontrata alla fine del 2010 si è confermata nel 2011. Per i produttori, tale situazione si è tradotta in prezzi medi alla produzione in aumento del 13 per cento per i semi di colza e del 12 per cento per quelli di girasole (anche per le varietà Helianthus annuus). I prezzi dei semi di soia sono rimasti stabili.

Mercato delle patate

Dopo una campagna 2010 caratterizzata da un livello di produzione meglio corrispondente ai bisogni del mercato, il 2011 è stato un nuovo anno da incorniciare, con un raccolto che ammonta a 515 000 tonnellate (resa di 458 q/ha). Se la superficie coltivata è aumentata leggermente (11 179 ha), il numero di produttori (5 700) continua a diminuire.

Valorizzazione del raccolto – 2011

di patate

24 000 t Foraggiamento con finanziamenti privati

75 200 t

74 500 t Foraggiamento normale

Fonte: swisspatat

L’interprofessione, dopo aver dovuto compiere uno sforzo finanziario per sostenere il declassamento delle quantità importate di patate del raccolto 2011, ha deciso che per il raccolto 2012 solo i produttori che dispongono di un contratto di ritiro hanno il diritto al sostegno finanziario per la denaturazione del raccolto.

Gli accordi dell’OMC prevedono un accesso al mercato del 5 per cento, ovvero 22 250 tonnellate di patate.

Nel 2011 sono stati concessi gli aumenti temporanei del contingente parziale seguenti:

– 5 000 tonnellate di patate per la lavorazione

– 5 400 tonnellate di patate per il consumo

– 500 tonnellate di patate da semina

Oli commestibili 90 000 t Grassi commestibili 38 000 t Margarine/minarine 21 000 t Burro 42 000 t Fonte: swissOlio
Patate destinate al consumo 181 900 t Prodotti a base di patate 159 400 t Tuberi-semi
36 1.1 Economia

Calo della superfice frutticola e viticola, rialzo di quella orticola e coltivata a bacche

La superficie orticola (comprese le particelle coltivate a più riprese nell’arco di un anno, colture perenni incl.) rilevata dalla Centrale svizzera dell’orticoltura (CSO) ha raggiunto, nell’anno oggetto del rapporto, 15 500 ettari. Tale superficie è stata di 900 ettari circa superiore alla media del quadriennio precedente.

L’anno scorso la superfice dei meleti è diminuita di 30 ettari e per il raccolto 2011 si registravano 4 187 ettari. La riduzione è data principalmente dal calo che ha interessato le varietà Golden Delicious (–45 ha) e Maigold (–20 ha). Sempre più apprezzate le mele Gala (+18 ha) e Braeburn (+7 ha). Molto richieste anche le cosiddette varietà club (+30 ha) come Diwa® (+10 ha) o Mairac® (+8 ha). Anche i pereti sono diminuiti, segnando per la prima volta un livello inferiore a 800 ettari, ovvero 789 ettari. Dopo diversi anni di crescita le colture di frutta a nocciolo hanno segnato un lieve calo, toccando quota 1 520 ettari. Ciò è riconducibile essenzialmente alla diminuzione dei terreni messi ad albicocche (–20 ha a 670 ha) che ha potuto essere compensata solo parzialmente (+13 ha, 498 ha) dall’estensione delle colture di ciliegie. I pruneti sono rimasti stabili a 340 ettari. Le superfici coltivate a bacche sono cresciute di 41 ettari, raggiungendo 781 ettari. Tale estensione è riconducibile alle superfici messe a fragole (+30 ha) e a mirtilli (+11 ha).

I vigneti della Svizzera hanno segnato un calo di 22 ettari rispetto all’anno precedente, fissandosi su 14 920 ettari. La diminuzione è riconducibile principalmente alla riduzione dei vigneti nel Vallese. In totale vi erano 6 319 ettari (–8 ha) coltivati a varietà bianche e 8 602 ettari (–14 ha) a varietà rosse. La distribuzione delle varietà è invece rimasta stabile, con quote del 42 per cento per le uve bianche e del 58 per cento per quelle rosse.

Nell’anno oggetto del rapporto sono state raccolte 371 000 tonnellate di verdura (non trasformata) e 129 000 tonnellate di frutta da tavola. Rispetto alla media del quadriennio precedente, si segnala un incremento di resa dell’11 per cento per la verdura e un calo dell’8 per cento per la frutta.

Il volume di mercato delle varietà di verdura e frutta coltivabili in Svizzera è stato rispettivamente di 585 000 e 174 000 tonnellate. Rispetto alla media del quadriennio precedente, il volume della verdura è stato del 7 per cento superiore, quello della frutta del 5 per cento inferiore. Il grado di autoapprovvigionamento in verdura svizzera è stato pari al 64 per cento, quello in frutta al 74 per cento. Per la verdura si osserva una lieve tendenza al rialzo, per la frutta al ribasso rispetto ai valori degli anni scorsi.

Nell’anno oggetto del rapporto, il volume di produzione di vino ha raggiunto 1,120 milioni di ettolitri, registrando un incremento dell’8 per cento circa rispetto all’anno precedente. Ciò è riconducibile al clima secco e caldo di primavera e autunno 2011, che ha influito positivamente sul volume finale del raccolto svizzero. In totale sono stati prodotti 536 760 ettolitri di vino bianco e 583 297 ettolitri di rosso.

n
Colture speciali
37 1.1 Economia

Raccolto di mele da sidro superiore alla media

Nel 2011 è stato registrato il raccolto di mele da sidro più abbondante (166 845 t) dal 2000 (206 020 t).

Si è osservata una crescita del 71 per cento rispetto alla media degli ultimi quattro raccolti. La stima di un raccolto pari a 115 400 tonnellate è stata nettamente superata. Ciò è riconducibile alle temperature particolarmente miti in primavera e autunno, che hanno influito positivamente sulla fruttificazione e sulle dimensioni dei frutti. Il raccolto di pere da sidro è stato modesto, pari a 18 820 tonnellate, restando del 10 per cento al di sotto della media quadriennale. Il raccolto ottenuto si è avvicinato molto alla stima di 18 400 tonnellate. Le importazioni nel quadro del contingente doganale dell’OMC si sono mantenute entro i limiti con 4 tonnellate di mele da sidro e 3 tonnellate di pere da sidro.

Il grado di autoapprovvigionamento in succo di mela commisurato al normale approvvigionamento è stato profondamente influenzato dall’abbondante raccolto del 2011 e si aggira attorno al 114 per cento. Una parte delle eccedenze è stata esportata. Dal 2009 la Confederazione non versa più alcun sussidio all’esportazione e pertanto le esportazioni sono finanziate dai produttori e dagli stabilimenti di ammostatura. Il grado d’autoapprovvigionamento della Svizzera in succo di pera, pari all’87 per cento, è insufficiente. Ciò, tuttavia, è riconducibile alla riduzione delle scorte a causa degli scarsi raccolti nel 2010 e nel 2008.

Importazioni di verdura stabili, di frutta in aumento e di vino in calo

Nel 2011, le importazioni delle varietà di verdura e frutta fresche coltivabili in Svizzera sono state rispettivamente di 214 000 e 49 000 tonnellate. Rispetto alla media del quadriennio precedente si registra un aumento del 6 per cento per la frutta, mentre per la verdura la situazione è stabile. Le esportazioni non hanno segnato valori significativi, con 400 tonnellate di verdura e 3 100 tonnellate di frutta. Per la verdura si osserva comunque un certo calo, per la frutta, invece, un lieve aumento rispetto agli anni precedenti.

Rispetto al 2010, nell’anno oggetto del rapporto le importazioni di vino sono diminuite del 2,3 per cento a quota 1,896 milioni di ettolitri, di cui 1,636 milioni importati nel quadro del contingente doganale, pari a 1,7 milioni di ettolitri, che anche questa volta non è stato esaurito. Le importazioni di vino bianco hanno toccato un volume totale di 374 958 ettolitri, segnando un nuovo incremento (8 208 hl ovvero +2,2 %). In particolare, si è assistito a un aumento della quota d’importazione di vini in bottiglia (+4,5 %) e a una diminuzione di quella di vini sfusi (–0,5 %). Il volume d’importazione totale di vino rosso è stato di 1,326 milioni di ettolitri, segnando una perdita di 55 466 ettolitri ovvero del 4,2 per cento. Le importazioni di vini in bottiglia sono aumentate dell’1,5 per cento, mentre quelle di vini sfusi sono diminuite del 10,6 per cento. Questi dati contemplano tutte le importazioni di vino, comprese quelle di vino da trasformazione e quelle effettuate all’aliquota di dazio fuori contingente doganale.

Consumo di verdura in aumento, consumo di frutta e di vino in calo

Nel 2011 il consumo pro capite di verdura fresca è stato di 74 chilogrammi, quello di frutta da tavola di 22 chilogrammi (esclusa la frutta tropicale). I valori sul consumo di verdura sono risultati superiori alla media del quadriennio precedente, quelli relativi alla frutta inferiori.

Nell’anno oggetto del rapporto, il consumo totale di vino (compreso il vino da trasformazione e quello esportato o riesportato) ha segnato un calo del 2,2 per cento rispetto all’anno precedente, attestandosi su 2,741 milioni di ettolitri. Di questi, 1,015 milioni erano svizzeri: il volume di consumo di vini indigeni è pertanto diminuito del 4,7 per cento rispetto all’anno precedente. Il consumo di vini esteri è sceso dello 0,8 per cento, toccando quota 1,726 milioni di ettolitri. La quota di mercato del vino svizzero è calata dell’1 per cento, attestandosi al 37 per cento.

38 1.1 Economia

Calo del margine lordo su frutta e verdura

Sia per la frutta sia per la verdura, nel 2011 il prezzo e il margine lordo sull’insieme dei prodotti osservati diminuiscono rispetto al 2010. Il calo è stato più marcato per il prezzo al consumo che per quello di costo. Inoltre le diminuzioni del prezzo e del margine della verdura sono state più significative rispetto a quelle della frutta.

Nel 2011, il prezzo al consumo di un chilogrammo di verdura è, in media, 38 centesimi inferiore rispetto al 2010 (2.91 contro 3.29 fr./kg). Il prezzo di costo è diminuito a sua volta di 17 ct./kg (1.27 contro 1.44 fr./kg), spingendo al ribasso il margine lordo di 21 ct./kg (1.64 contro 1.85 fr./kg).

Per quanto riguarda la frutta osservata, tra il 2010 e il 2011 il prezzo al consumo ha subito un calo di 20 ct./kg (4.23 contro 4.43 fr./kg). Il prezzo di costo ha segnato solo un leggero ribasso di 4 ct./kg (1.76 contro 1.80 fr./kg), determinando un calo del margine lordo di 16 ct./kg (2.47 contro 2.62 fr./kg).

Dopo una riduzione nel 2011, il prezzo e il margine lordo su frutta e verdura si sono avvicinati al livello medio del periodo 2005–2010, in particolare per quanto riguarda il prezzo di costo. Nel 2011, il prezzo di costo della frutta si è attestato sul prezzo medio registrato tra il 2000 e il 2005 (1.76 fr./kg). Nel 2011 il prezzo di costo della verdura supera leggermente il livello degli anni 2000–2005 (+4 ct./kg, 1.27 contro 1.23 fr./kg).

Frutta considerata: mele, pere, albicocche, ciliegie, pesche noci, fragole e arance

Fonte: UFAG

Verdura considerata: pomodori, cavolfiore, cipolle, carote, cetrioli, cicoria belga e lattuga cappuccio

Fonte: UFAG

39 1.1 Economia
In fr / kg
Evoluzione dei prezzi e dei margini lordi della frutta
1.00 1.50 2.00 3.00 4.00 2.50 5.00 4.50 3.50 Ø 2000 – 05 2006 2007 2008 2009 2011 2010 Margine lordo Prezzo di costo Prezzo di vendita
In fr / kg
Evoluzione dei margini lordi della verdura
Ø 2000 – 05 2006 2007 2008 2009 2011 2010 1.00 1.50 2.00 3.00 2.50 3.50 Margine lordo Prezzo di costo Prezzo di vendita

1.1.3 Situazione economica dell’intero settore

n Due sistemi di indicatori per la valutazione della situazione economica

Conformemente all’articolo 5 LAgr, i provvedimenti di politica agricola hanno lo scopo di permettere alle aziende gestite in maniera sostenibile e redditizia di conseguire in media su vari anni redditi comparabili a quelli della rimanente popolazione attiva della stessa regione.

La valutazione è disciplinata nell’ordinanza concernente l’analisi della sostenibilità in agricoltura (art. 3–7) e viene effettuata avvalendosi di due sistemi di indicatori. La valutazione settoriale si basa sul conto economico dell’agricoltura (CEA) allestito dall’UST in collaborazione con il Segretariato dell’USC. Nel 2012 il CEA è stato oggetto di una revisione parziale, nell’ambito della quale si è proceduto all’integrazione di nuove fonti statistiche e ad alcuni adeguamenti metodologici. In particolare sono state adattate le valutazioni della foraggicoltura, della produzione di bestiame bovino e degli ammortamenti degli edifici. Tutte le cifre qui indicate si fondano sul metodo parzialmente rivisto.

L’apprezzamento delle singole aziende si basa sui risultati contabili della Centrale analisi di Agroscope Reckenholz-Tänikon ART (cfr. parte 1.1.4).

1.1.3.1 Reddito del settore nel 2011

Nel 2011 il reddito da impresa netto del settore primario è risultato pari a 2,734 miliardi di franchi, segnando una diminuzione di 141 milioni di franchi (–4,9 %) rispetto agli anni 2008/10 e un aumento di 48 milioni di franchi (+1,8 %) rispetto al 2010. La produzione (+85 mio. fr. o +0,8 %) e gli altri contributi (+36 mio. fr. o +1,2 %) hanno subito un incremento maggiore rispetto ai costi (tra i quali rientrano i consumi intermedi +76 mio. fr. o +1,2 %, gli ammortamenti –13 mio. fr. o –0,6 %, il costo della manodopera +14 mio. fr. o +1,1 % e gli interessi da pagare –14 mio. fr. o –5,4 %).

40 1.1 Economia

Risultati del conto economico dell’agricoltura in Svizzera Indicazioni ai prezzi correnti, in mio. fr.

1 Dati semidefinitivi, stato 10.9.2012

2 Dati provvisori, stato 10.9.2012

3 Stima, stato 10.9.2012

4 Nella bibliografia e nel metodo Eurostat viene indicato come utile aziendale netto

Le cifre sono

Evoluzione del conto economico dell'agricoltura

Altri contributi

Produzione del settore primario

Uscite (consumi intermedi, imposte sulla produzione, ammortamenti, costo della manodopera, canoni d'affitto da pagare, interessi al netto degli interessi da riscuotere) Reddito

1 Semidefinitivo, stato 10.9.2012

2 Provvisorio, stato 10.9.2012

3 Stima, stato 10.9.2012

15–16

Pagine A14–A15

2000/02 2008 2009 2010 1 2011 2 2012 3 Produzione del settore primario 10 703 11 161 10 401 10 081 10 166 9 974 – Consumi intermedi 6 188 6 568 6 366 6 255 6 331 6 292 Valore aggiunto lordo ai prezzi di fabbricazione 4 515 4 593 4 035 3 827 3 835 3 682 – Ammortamenti 1 983 2 185 2 196 2 142 2 129 2 099 Valore aggiunto netto ai prezzi di fabbricazione 2 532 2 408 1 839 1 685 1 706 1 582 – Imposte sulla produzione 115 139 149 150 158 167 + Altri contributi (non vincolati alla produzione) 2 407 2 655 2 837 2 876 2 912 2 926 Reddito dei fattori 4 824 4 924 4 527 4 411 4 460 4 341 – Costo della manodopera 1 139 1 276 1 239 1 246 1 260 1 242 Risultato netto di gestione / reddito misto 3 685 3 648 3 289 3 166 3 200 3 100 – Canoni d’affitto da pagare 219 229 233 234 234 235 – Interessi da pagare 279 296 268 257 243 241 + Interessi da riscuotere 31 16 12 11 11 9 Reddito da impresa netto 4 3 218 3 139 2 800 2 686 2 734 2 633
arrotondate per
per
totale o
saldi. Fonte: UST
eccesso o
difetto, per cui la somma delle componenti può divergere dal
dai
Indicazioni ai prezzi correnti, in mio. fr. Fonte: UST 0 16 000 14 000 12 000 10 000 8 000 6 000 4 000 2 000 2000 / 02 2008 2009 2010 1 2011 2 2012 3
da impresa netto
Tabelle
41 1.1 Economia

1.1.3.2 Stima del reddito del settore nel 2012

Si stima che la produzione del settore primario nel 2012 ammonti a 9,974 miliardi di franchi, con un calo dell’1,9 per cento rispetto all’anno precedente. Sono previste flessioni sia nella produzione vegetale sia in quella animale.

Per la produzione vegetale (4,231 mia. fr., ortoflorovivaismo esercitato a titolo professionale incluso) si stima una riduzione pari al 2,4 per cento rispetto al 2011.

Nel 2012 le rese nel settore cerealicolo sono state nettamente inferiori a quelle dell’anno precedente, la qualità, invece è buona. I prezzi indicativi dei cereali sono rimasti stabili. I prezzi definitivi spuntati dai produttori potrebbero risultare lievemente superiori a causa dell’impennata dei prezzi sul mercato mondiale. Si prevede che il valore del raccolto cerealicolo del 2012 sarà del 5,7 per cento inferiorie a quello dell’anno precedente.

La superficie, rimasta costante, e i risultati delle analisi condotte sulle barbabietole da zucchero fanno sperare in un raccolto medio. Il tenore in zucchero, invece, dovrebbe risultare superiore alla media. La superficie dei semi oleosi ha fatto nuovamente segnare un lieve aumento, le rese, com’è il caso per i cereali, si situano invece decisamente al di sotto di quelle rilevate l’anno scorso. I contributi di coltivazione per i semi oleosi e le barbabietole da zucchero sono rimasti invariati e vengono contabilizzati nel valore della produzione. Per quanto concerne il raccolto di tabacco, quest’anno non sarà possibile eguagliare il primato dell’anno scorso. Il valore della produzione delle piante industriali sarà inferiore del 7,6 per cento circa rispetto al 2011.

Nel 2012 nella maggior parte delle regioni è stato raccolto più foraggio grezzo rispetto all’anno precedente. Tuttavia la qualità è da considerarsi al di sotto della media. La superficie dei prati artificiali ha subito solo un lieve incremento, quella del mais da silo è diminuita. Le rese del mais da silo sono considerate buone. Il valore della produzione delle piante foraggere dovrebbe superare del 6 per cento quello dell’anno precedente.

Dopo anni di costante crescita, il valore della produzione nel settore orticolo risulta del 3,5 per cento inferiore rispetto al 2011. Ciò è riconducibile al ribasso dei prezzi alla produzione.

Per l’ortoflorovivaismo esercitato a titolo professionale è previsto un calo del valore della produzione dell’1,0 per cento rispetto all’anno precedente. Le perdite maggiori si registrano per i fiori recisi, mentre le cifre d’affari dei vivai sono stabili.

Per le patate si prevede un raccolto meno abbondante di quello dell’anno scorso; esso dovrebbe attestarsi sul livello del 2010. Dal 2009 la Confederazione non versa più contributi per la valorizzazione delle eccedenze (compresi nel valore della produzione), ragion per cui nello stesso anno i produttori hanno introdotto una trattenuta. Quest’ultima viene detratta nei consumi intermedi. I prezzi alla produzione sono leggermente superiori rispetto all’anno precedente. Nel 2012 il valore della produzione dovrebbe subire una flessione del 6,9 per cento rispetto al 2011.

Per quanto concerne la frutta fresca, nel 2012 il raccolto di mele dovrebbe essere inferiore a quello del 2011, ma con frutti di qualità da buona a ottima; il raccolto di pere dovrebbe rientrare nella media pluriennale. Dal 2010 la Confederazione non versa più contributi all’esportazione per i prodotti trasformati a base di frutta. Quest’anno il raccolto di mele da sidro dovrebbe ammontare a 76’000 tonnellate. Qualora venisse superata la soglia delle 56’000 tonnellate verrebbe stabilita una trattenuta che aumenterebbe in funzione dell’incremento del quantitativo. Si stima che il valore della frutta fresca nel 2012 dovrebbe subire una flessione del 17,2 per cento rispetto al 2011. La rubrica «frutta» comprende la frutta fresca e in parte l’uva (per il consumo allo stato fresco e la trasformazione in vino al di fuori del settore primario). Rispetto al 2011, quest’anno la vendemmia dovrebbe essere meno abbondante. I prezzi dovrebbero rimanere pressoché allo stesso livello dell’anno scorso. Nel complesso, per la voce «frutta» (frutta fresca e uva) nel 2012 si dovrebbe registrare un valore dell’11,4 per cento inferiore rispetto a quello dell’anno precedente.

Il valore della produzione di vino dipende in parte dalle variazioni delle scorte del biennio precedente. Nel 2010 e nel 2011 sono stati messi in cantina quantitativi inferiori rispetto al 2009; la buona qualità ha invece contribuito a mantenere stabile il prezzo. Nel 2012 il valore della produzione di vino dovrebbe risultare dell’1,9 per cento al di sotto del valore rilevato nel 2011.

42 1.1 Economia

Per il 2012 si stima che la produzione animale subirà un calo dell’1,7 per cento (4,732 mia. fr.) rispetto all’anno precedente. Le macellazioni di bovini sono diminuite solo lievemente, quelle di suini hanno invece subito una flessione maggiore. I prezzi alla produzione sono rimasti stabili. Anche quest’anno il mercato del bestiame suino è stato caratterizzato da un’offerta elevata accompagnata da prezzi in caduta libera. I prezzi alla produzione si attestano addirittura al di sotto del valore, già basso, rilevato un anno fa. Per agnelli e pecore si segnala un calo delle macellazioni, mentre i prezzi alla produzione sono stabili. Le opportunità di smercio del pollame indigeno sono tuttora buone. In questo settore, anche quest’anno si registrano un incremento delle macellazioni e un lieve aumento dei prezzi alla produzione. La produzione di latte è nuovamente aumentata rispetto a un anno fa, mentre i prezzi alla produzione si attestano al di sotto del valore rilevato nel 2011. Le esportazioni di latte e latticini sono aumentate. A questo proposito si noti che, soprattutto per quanto riguarda il burro, tale incremento è riconducibile alle misure di sgravio del mercato finanziate dai produttori di latte. Secondo le stime il raccolto di uova sarà lievemente superiore al livello dell’anno precedente. Considerate le massicce perdite di api rilevate lo scorso inverno, quest’anno il raccolto di miele ha fatto segnare valori molto diversi a seconda della regione. Il raccolto dovrebbe rientrare nella media.

Per il 2012 si prevede un aumento dello 0,8 per cento della produzione di prestazioni di servizio nell’agricoltura (668 mio. fr.) rispetto all’anno precedente. Il valore della produzione di prestazioni di servizio nell’agricoltura quali, in particolare, i lavori a pagamento per terzi (p.es. semina e raccolto) è aumentato costantemente negli ultimi anni. Ciò è la dimostrazione di una crescente specializzazione dei processi di produzione in atto nel settore primario.

Per il 2012 il valore delle attività accessorie non agricole non separabili (343 mio. fr.) dovrebbe diminuire del 3,4 per cento rispetto al 2011. Ciò è da ricondurre anche al minore raccolto di frutta da sidro. In questa voce rientrano attività quali la trasformazione di frutta da sidro, carne o latte in fattoria o servizi quali la manutenzione delle strade e la cura del paesaggio, il servizio di pensione per animali (equini) e le offerte di pernottamento per i turisti («dormi nella paglia»).

Nel 2012 le uscite per i consumi intermedi dovrebbero ammontare a 6,292 miliardi di franchi, segnando un calo dello 0,6 per cento rispetto all’anno precedente. Le perdite di raccolto di mais, soia e frumento registrate negli Stati Uniti hanno rincarato considerevolmente le materie prime necessarie per la fabbricazione di alimenti composti per animali. D’altro canto si stima un forte calo delle importazioni e di conseguenza i costi per l’acquisto di alimenti per animali nel 2012 dovrebbero superare solo lievemente quelli del 2011. La riduzione del valore dei foraggi ottenuti nell’azienda determina un lieve calo rispetto al 2011. Dopo la flessione del 2009, i prezzi dei prodotti petroliferi sono nuovamente in ripresa. Per il 2012 si stima un aumento delle uscite per energia e lubrificanti del 2,5 per cento rispetto al 2011. La spesa dovrebbe risultare invece inferiore per sementi e materiale vegetale nonché per la manutenzione di edifici. Le altre voci di spesa rimangono praticamente invariate sul livello del 2011.

Per quanto concerne il valore aggiunto lordo ai prezzi di fabbricazione (3,682 mia. fr.) nel 2012 è previsto un calo del 4 per cento rispetto al 2011.

Per il 2012 si stima una flessione dell’1,4 per cento degli ammortamenti (2,099 mia. fr.) rispetto all’anno precedente. Dato che gli ammortamenti vengono valutati ai prezzi di acquisto (prezzi di sostituzione), l’andamento dei prezzi dei beni d’investimento riveste un ruolo importante. I prezzi degli edifici sono stabili, quelli delle installazioni (veicoli e macchine) dovrebbero invece essere inferiori rispetto ai valori dell’anno precedente.

Nel 2012 le imposte sulla produzione (167 mio. fr.) dovrebbero subire un incremento del 6,4 per cento rispetto al 2011. Ciò è riconducibile principalmente all’aumento dei tassi dell’imposta sul valore aggiunto dal 1° gennaio 2011. Le imposte sulla produzione contemplano le altre imposte sulla produzione (imposte su veicoli, tassa sul bollo nonché tasse fondiarie) e la sottocompensazione dell’imposta sul valore aggiunto.

Gli altri contributi (2,926 mia. fr.) comprendono tutti i pagamenti diretti, gli interessi calcolati per mutui pubblici esenti da interessi (crediti d’investimento, aiuti per la conduzione aziendale) e gli altri contributi correnti erogati da Cantoni e Comuni. Non sono contemplati, invece, i contributi ai prodotti già considerati

43 1.1 Economia

nel valore della produzione a prezzi di fabbricazione (p.es. premi di coltivazione e supplementi per il foraggiamento senza insilati in ambito lattiero). Nel 2012 gli altri contributi dovrebbero aumentare dello 0,5 per cento rispetto all’anno precedente.

Per il 2012 si stima che il costo della manodopera ammonterà a 1,242 miliardi di franchi, segnando un calo dell’1,4 per cento rispetto all’anno precedente. L’aumento dei costi salariali per lavoratore (contributi sociali del datore di lavoro compresi) dovrebbe essere più che compensato dal calo dei lavoratori nell’agricoltura.

I canoni d’affitto da pagare (235 mio. fr.), stagnanti da anni, nel 2012 rimangono praticamente allo stesso livello del 2011. Nel 2012 gli interessi da pagare (241 mio. fr.) dovrebbero attestarsi allo stesso livello del 2011.

Il reddito da impresa netto viene stimato a 2,633 miliardi di franchi, il che equivale a una diminuzione del 3,7 per cento.

44 1.1 Economia

1.1.4 Situazione economica delle singole aziende

La valutazione della situazione economica delle aziende si fonda sui risultati della Centrale analisi di Agroscope Reckenholz-Tänikon ART. Non soltanto i diversi dati concernenti il reddito, bensì, ad esempio, anche gli indicatori sulla stabilità finanziaria forniscono informazioni importanti in merito alla situazione economica delle aziende. Gli indicatori figurano dettagliatamente nella tabella in allegato.

Terminologia e metodi Pagina A59 45 1.1 Economia

1.1.4.1 Reddito e profitto del lavoro

n Aumento del reddito agricolo nel 2011

Andamento dei redditi delle aziende agricole: media di tutte le regioni

Nel 2011 la prestazione lorda è lievemente aumentata rispetto alla media degli anni 2008/10 (+2,5 %). L’incremento rispetto al 2010 ammonta al 3,9 per cento. La prestazione lorda derivata dalla produzione vegetale è superiore all’anno precedente dell’11,5 per cento. Ciò è riconducibile soprattutto all’ottima annata, con un raccolto eccezionale per quanto riguarda la coltivazione di cereali, barbabietola da zucchero e patate nonché ai prezzi elevati dei cereali. Anche la prestazione lorda nella produzione animale è aumentata (+1,8 %). A ciò hanno contribuito soprattutto l’ingrasso di bestiame grosso, la detenzione di vacche madri e pollame.

Nel 2011 i costi di terzi sono stati del 3,5 per cento superiori alla media del triennio 2008/10, segnando un aumento anche rispetto all’anno precedente (+2,7 %). Le spese specifiche nel settore della produzione vegetale restano praticamente invariate rispetto all’anno precedente. I costi specifici nel settore della detenzione animale sono aumentati soprattutto a causa degli elevati costi dei foraggi concentrati. Per i carburanti si è dovuto pagare chiaramente di più rispetto all’anno precedente. Sono in aumento anche i costi salariali. Ciò è riconducibile alla tendenza di sostituire la manodopera familiare con dipendenti.

Il reddito agricolo è il risultato della differenza fra prestazione lorda e costi di terzi. Esso indennizza, da un lato, il lavoro della manodopera familiare e, dall’altro, il capitale proprio investito nell’azienda. Nel 2011 si è registrato un valore dello 0,7 per cento inferiore alla media del triennio 2008/10 e del 7,8 per cento al di sopra del livello dell’anno precedente.

Il reddito extraagricolo, invece, è aumentato rispetto alla media del triennio precedente (+4,7 %). Rispetto al 2010 ha segnato solo una lieve crescita (+1,6 %).

La variazione del reddito agricolo ed extraagricolo determina un leggero calo del reddito globale dello 0,9 per cento rispetto agli anni 2008/10 e un aumento del 5,8 per cento rispetto al 2010.

Nel 2011 il reddito agricolo rispetto agli anni 2008/10 nella regione di pianura è stato praticamente invariato (–0,1 %), nella regione collinare ha registrato un lieve aumento (+1,4 %) e nella regione di montagna è diminuito (–4,7 %). Il reddito extraagricolo è aumentato del 2,0 per cento nella regione di pianura, del 5,6 per cento in quella collinare e dell’8,2 per cento in quella di montagna. Il reddito globale resta praticamente costante nella regione di pianura e di montagna (risp. +0,4 % e –0,1 %), mentre nella regione collinare aumenta del 2,8 per cento.

46 1.1 Economia
fr. per azienda
0 10 000 20 000 30 000 40 000 50 000 100 000 90 000 80 000 70 000 60 000 2000 / 02 2008 2009 2010 Reddito extraagricolo Reddito agricolo 18 806 56 203 1.29 ULAF 24 131 64 147 1.23 26 204 60 305 1.22 2011 26 308 55 182 1.22 26 737 59 474 1.21 Unità di lavoro annuale della famiglia
Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART Tabelle 17–26 Pagine A16–A26

Reddito delle aziende agricole, per regioni

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Nel 2011 la quota di pagamenti diretti rispetto alla prestazione lorda è stata del 17,6 per cento nella regione di pianura, del 24,5 per cento in quella collinare e del 39,6 per cento in quella di montagna. Pertanto la quota nella regione di pianura e collinare registra un lieve calo e nella regione di montagna un leggero aumento.

La situazione relativa al reddito presenta differenze ragguardevoli a seconda del tipo di azienda (11 indirizzi di produzione).

Reddito delle aziende agricole secondo i tipi di azienda – 2009/11

47 1.1 Economia
Tabelle 17–20 Pagine A16–A19
Reddito per regione Unità 2000/02 2008 2009 2010 2011 2008/10–2011 % Regione di pianura Superficie agricola utile ha 20,01 21,63 21,66 22,17 22,23 +1,9 Manodopera familiare ULAF 1,25 1,18 1,17 1,16 1,15 –1,7 Reddito agricolo fr. 67 865 78 570 72 074 64 627 71 660 –0,1 Reddito extraagricolo fr. 17 197 24 877 26 565 25 016 26 007 +2,0 Reddito totale fr. 85 061 103 447 98 639 89 643 97 666 +0,4 Regione collinare Superficie agricola utile ha 17,96 19,24 19,55 19,71 20,07 +2,9 Manodopera familiare ULAF 1,26 1,20 1,21 1,21 1,22 +1,1 Reddito agricolo fr. 50 826 58 809 55 379 51 567 56 046 +1,4 Reddito extraagricolo fr. 20 580 24 221 27 049 27 748 27 818 +5,6 Reddito totale fr. 71 406 83 030 82 428 79 314 83 864 +2,8 Regione di montagna Superficie agricola utile ha 18,68 19,70 20,23 20,55 20,90 +3,7 Manodopera familiare ULAF 1,37 1,34 1,33 1,33 1,30 –2,5 Reddito agricolo fr. 41 789 45 663 45 258 42 804 42 483 –4,7 Reddito extraagricolo fr. 19 725 22 806 24 711 27 032 26 876 +8,2 Reddito totale fr. 61 514 68 469 69 969 69 837 69 359 –0,1
Tipo di azienda Superficie Unità di lavoro Reddito Reddito Reddito agricola utile della famiglia agricolo extraagricolo globale ha ULAF fr. fr. fr. Media di tutte le aziende 21,01 1,22 58 320 26 416 84 737 Campicoltura 26,12 0,90 65 509 32 199 97 708 Colture speciali 13,51 1,27 88 348 22 976 111 324 Latte commerciale 21,42 1,31 55 123 23 122 78 244 Vacche madri 20,40 1,1 40 171 38 000 78 172 Altri bovini 18,10 1,22 32 766 29 708 62 474 Equini/ovini/caprini 13,26 1,04 26 382 38 468 64 850 Trasformazione 11,37 1,08 59 505 31 288 90 793 Aziende combinate, latte commerciale/campicoltura 29,38 1,27 73 665 20 692 94 357 Aziende combinate, vacche madri 24,75 1,13 52 801 33 466 86 267 Aziende combinate, trasformazione 21,92 1,27 76 889 21 026 97 915 Aziende combinate, altre 23,22 1,21 60 033 25 784 85 817
Reckenholz-Tänikon ART Tabelle
Pagine A20–A21
Fonte: Agroscope
21a–21b

Nella media degli anni 2009/11 le aziende attive nei settori «Colture speciali» e «Aziende combinate» (trasformazione, latte commerciale/campicoltura) hanno realizzato il reddito agricolo più elevato. Queste aziende, assieme a quelle del tipo «Campicoltura» e «Trasformazione», hanno ottenuto anche il reddito globale più alto. Il reddito agricolo e il reddito globale più bassi sono stati rilevati nelle aziende dei tipi «Equini/ovini/caprini» e «Altri bovini». Le aziende specializzate del tipo «Latte commerciale» hanno fatto segnare valori intermedi.

n Il profitto del lavoro 2011 è aumentato rispetto al 2008/10

Il profitto del lavoro conseguito dalle aziende agricole (reddito agricolo meno interessi per il capitale proprio investito nell’azienda) remunera il lavoro della manodopera familiare non salariata. Nel 2011, rispetto alla media triennale 2008/10, il profitto del lavoro per unità di lavoro della famiglia (valore mediano) è aumentato del 7,2 per cento e del 9,9 per cento rispetto al 2010. L’aumento è quindi maggiore rispetto a quello del reddito agricolo. Ciò è riconducibile prevalentemente ai minori interessi sul capitale proprio (interessi più bassi delle obbligazioni della Confederazione).

Il profitto del lavoro per unità di lavoro della famiglia ha seguito un andamento diverso a seconda della regione. Mediamente esso è stato decisamente più elevato nella regione di pianura che in quella di montagna. Divari notevoli si registrano anche per quanto concerne i quartili. Nel 2009/11, nella regione di pianura, il profitto medio del lavoro nel primo quartile ammonta al 16,5 per cento e nel quarto quartile al 206,9 per cento del valore medio di tutte le aziende della regione. Nella regione collinare la varianza è stata ancor più marcata (0,0 % e 207,4 %). Nella regione di montagna il profitto del lavoro nel primo quartile è risultato addirittura negativo, quello del quarto quartile, invece, è stato pari al 224,5 per cento del valore medio.

Profitto del lavoro delle aziende agricole – 2009/11: per regioni e quartili

Profitto del lavoro 1 in fr. per ULAF 2

1 L’interesse del capitale proprio corrisponde al tasso d’interesse medio delle obbligazioni della Confederazione: 2009: 2,22 %; 2010: 1,65 %, 2011: 1,48 %.

2 Unità di lavoro annuale della famiglia: base 280 giorni di lavoro Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Nel 2009/11 nella regione di pianura e in quella collinare il quarto quartile delle aziende agricole ha superato mediamente il livello di salario lordo annuale della rimanente popolazione rispettivamente di 33 700 e di 13 000 franchi. Nella regione di montagna il quarto quartile ha mancato di 100 franchi il livello del rispettivo salario comparabile. Rispetto al periodo 2008/10 la situazione relativa del quarto quartile è migliorata nella regione di montagna, mentre è rimasta pressoché invariata in quella di pianura.

48 1.1 Economia
Valore Valori medi mediano Regione I quartile II quartile III quartile IV quartile (0–25 %) (25–50 %) (50–75 %) (75–100 %) Regione di pianura 48 132 8 572 37 174 60 754 107 472 Regione collinare 35 240 10 27 248 43 989 80 165 Regione di montagna 24 424 -2 247 17 723 32 738 62 505
Tabelle 22–25 Pagine A22–A25

Salario comparabile 2009/11, per regioni

Regione Salario comparabile 1

Regione di pianura

Regione collinare

Regione di montagna

1 Valore mediano dei salari lordi annui di tutte le persone impiegate nel secondario e nel terziario.

fr. per anno

73 777

67 159

62 617

Fonti: UST, Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Va tenuto in considerazione che le economie domestiche agricole non dispongono soltanto del profitto del lavoro per il proprio sostentamento. Il loro reddito globale, compreso quello extraagricolo, è notevolmente maggiore del profitto del lavoro. Il reddito globale delle aziende della regione di montagna nel primo quartile con profitto del lavoro negativo, nel 2009/11, è ammontato a 43 000 franchi circa. Il loro sostentamento è finanziato essenzialmente attraverso il reddito extraagricolo, pari a 40 000 franchi.

1.1.4.2 Altri indicatori economico-aziendali

n Stabilità finanziaria

La quota di capitale di terzi rispetto al capitale globale indica il grado d’indebitamento dell’impresa. Se questo dato viene combinato con la formazione di capitale proprio, è possibile esprimere considerazioni in merito alla sopportabilità di un debito. Dal profilo finanziario un’azienda permanentemente confrontata con una quota elevata di capitale di terzi e una formazione di capitale proprio negativa non è in grado di sopravvivere.

Sulla base di queste considerazioni, le aziende sono state classificate in quattro gruppi con stabilità finanziaria diversa.

Classificazione delle aziende in quattro gruppi con stabilità finanziaria diversa

Aziende con …

Formazione di capitale proprio

Quota di capitale di terzi Bassa (<50 %)

… una situazione finanziaria buona positiva

… un reddito insufficiente negativa

Elevata (>50 %)

… un’autonomia finanziaria limitata

… una situazione finanziaria preoccupante

Dalla valutazione della stabilità finanziaria delle aziende nel 2009/11 scaturisce un quadro analogo per le tre regioni. Il 39–41 per cento delle aziende ha una buona situazione finanziaria. Nel 34–39 per cento dei casi la situazione è considerata problematica (aziende con formazione del capitale proprio negativa). La media triennale 2009/11, pertanto, si presenta praticamente invariata nelle tre regioni rispetto agli anni 2008/10.

49 1.1 Economia
Fonte: De Rosa

Valutazione della stabilità finanziaria 2009/11, per regioni

n Formazione di capitale proprio, investimenti e quota di capitale di terzi

Rispetto al 2008/10 il cash flow delle aziende di riferimento ART è aumentato in misura minore degli investimenti (+2,6 % contro +13,7 %). Di conseguenza, il rapporto tra cash flow e investimenti ha segnato una diminuzione (–10,0 %). La formazione di capitale proprio (reddito globale meno consumo privato) è risultata leggermente superiore rispetto al periodo di riferimento (+1,3 %) per il fatto che il reddito globale è notevolmente aumentato rispetto al consumo privato. La quota di capitale di terzi è rimasta al livello degli anni scorsi.

Evoluzione della formazione di capitale proprio, degli investimenti e della quota di capitali di terzi

1 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti sovvenzioni e disinvestimenti

2 Rapporto fra cash flow (formazione di capitale proprio più ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell’inventario vivo) e investimenti

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

50 1.1 Economia
Quota di aziende in %
0 10 20 40 30 50 60 100 90 80 70 Regione
Situazione finanziaria preoccupante Reddito insufficiente Autonomia finanziaria limitata Situazione finanziaria buona 24 41 26 41 22 17 19 17 18 15 22 39
Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART
di pianura Regione collinare Regione di montagna
Caratteristica 2000/02 2008 2009 2010 2011 2008/10–2011 % Formazione di capitale proprio fr. 11 787 16 746 14 941 10 069 14 098 +1,3 Investimenti 1 fr. 45 376 48 400 51 448 50 148 56 837 13,7 Rapporto cash flow – investimenti 2 % 93 100 97 93 87 –10,0 Quota di capitale di terzi % 41 44 44 44 44 0,0

1.2 Aspetti sociali e società

Gli aspetti sociali sono una delle tre dimensioni del concetto di sostenibilità. Nel resoconto sulle conseguenze della politica agricola, gli aspetti sociali ricoprono dunque una posizione a sé stante. Vengono passati in rassegna anche altri temi importanti per l’agricoltura legati alla società quali, ad esempio, la stima di cui gode il primario agli occhi della popolazione, come trattato nella sezione 1.2.3.

Di seguito vengono illustrati il reddito e il consumo delle economie domestiche agricole in base ai dati dell’Analisi centralizzata dei dati contabili di Agroscope Reckenholz-Tänikon ART nonché i risultati di un’inchiesta nazionale sulle donne nell’agricoltura. Infine seguono un contributo sull’opinione della popolazione sull’agricoltura e uno sui rifiuti alimentari.

51 1.2 Aspetti sociali e società

1.2.1 Reddito e consumo

Reddito e consumo sono due indicatori importanti per valutare la situazione delle famiglie contadine sul piano sociale. Nella dimensione economica della sostenibilità, l’aspetto del reddito è interessante soprattutto come indicatore per appurare la produttività delle aziende. Nella dimensione sociale l’accento è posto sulla situazione reddituale delle economie domestiche agricole. Per tale motivo nell’analisi viene preso in considerazione anche il reddito extraagricolo delle famiglie contadine, analizzando sia il reddito globale che l’evoluzione del consumo privato.

n Reddito globale e consumo privato, per regione

Nel 2009/11 il reddito globale, formato dal reddito agricolo ed extraagricolo, ha registrato valori medi tra i 69 700 e i 95 300 franchi per economia domestica a seconda della regione: il reddito globale delle economie domestiche della regione di montagna corrispondeva al 73 per cento circa di quello delle economie domestiche della regione di pianura. Con un reddito extraagricolo medio compreso tra 25 900 e 27 500 franchi, le famiglie contadine hanno avuto una fonte di reddito supplementare importante, che per le economie domestiche nella regione di pianura rappresentava il 27 per cento del reddito globale, mentre costituiva rispettivamente il 34 e il 38 per cento del reddito globale per le economie domestiche della regione collinare e per quelle della regione di montagna. Il reddito extraagricolo più alto in assoluto, pari a 27 500 franchi, si registra per le economie domestiche della regione collinare.

Reddito globale e consumo privato per azienda a seconda della regione – 2009/11

La formazione del capitale proprio, ossia la parte del reddito globale non consumata, varia, a seconda della regione, tra il 12 e il 17 per cento circa del reddito globale. Il consumo privato si situa al di sopra del valore del reddito agricolo: rispetto al volume del reddito globale, esso ha registrato i valori assoluti più elevati nelle economie domestiche della regione di pianura e quelli più bassi in quelle della regione di montagna. Nel 2011, il reddito globale medio per economia domestica è stato pari a 86 200 franchi, segnando una flessione rispetto agli anni 2008/10 (85 400 franchi). Nello stesso periodo, invece, il consumo privato per economia domestica è leggermente aumentato segnatamente di 600 franchi, attestandosi sui 72 100 franchi.

0 100 000 80 000 60 000 40 000 20 000
In fr.
Regione di pianura
Consumo privato Reddito agricolo Reddito extraagricolo
Fonte: Analisi centralizzata, Agroscope Reckenholz-Tänikon ART Regione collinare Regione di montagna
52 1.2 Aspetti sociali e società

n Reddito globale e consumo privato, per quartile

Reddito globale e consumo privato, per unità di consumo per quartile 1 – 2009/11 I

1 Quartile in base al profitto del lavoro per unità di lavoro della famiglia

2 Unità di consumo = membro della famiglia d’età superiore a 16 anni che partecipa al consumo annuo della famiglia

Fonte: Analisi centralizzata Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Il reddito globale per unità di consumo delle economie domestiche del primo quartile ha raggiunto il 37 per cento di quello delle economie domestiche del quarto quartile. Per quanto concerne il consumo privato la differenza fra il primo e il quarto quartile è decisamente più contenuta: il consumo privato delle economie domestiche del primo quartile è stato pari al 65 per cento di quello delle economie domestiche del quarto quartile.

Nel 2009/11, nelle aziende del primo quartile il reddito globale per unità di consumo non ha coperto il consumo della famiglia. La formazione del capitale proprio è stata negativa. Se tali aziende continueranno ad attingere alla loro sostanza per lungo tempo, presto o tardi dovranno cessare l’attività. Negli altri quartili il consumo privato è stato inferiore al reddito globale: nelle aziende del secondo quartile rappresentava il 94 per cento del reddito globale, nelle aziende del terzo e quarto quartile rispettivamente l’82 e il 68 per cento.

Nel 2011 il reddito globale per unità di consumo nel primo e nel secondo quartile è risultato inferiore rispetto al triennio precedente 2008/10: nel primo quartile di 600 franchi e nel secondo di 1 500 franchi, mentre nel terzo quartile è stato di 100 franchi e nel quarto di 1 900 franchi superiore a quello del 2008/10. Nel 2011 il consumo privato per unità di consumo, rispetto alla media degli anni 2008/10 è aumentato nel primo e nel quarto quartile (risp. 200 e 1 100 franchi), mentre nel secondo e terzo quartile è diminuito (risp. 200 e 300 franchi).

quartile II quartile III quartile IV quartile Tutte le aziende Reddito globale per UC 2 (fr.) 14 990 19 642 26 651 40 132 25 266 Consumo privato per UC (fr.) 17 834 18 514 21 967 27 403 21 383
53 1.2 Aspetti sociali e società

1.2.2 La donna nell’agricoltura

Il 15 giugno 2011, la Consigliera nazionale Maya Graf ha presentato un postulato dal titolo «Rapporto sulla situazione della donna nell’agricoltura» (11.3537). Nel suo intervento, l’autrice del postulato ha richiesto un rapporto che chiarifichi questioni quali la sicurezza sociale, i rapporti di proprietà, la gestione aziendale, il reddito delle donne, nonché l’inclusione nel calcolo delle USM delle attività non retribuite svolte dalle donne. Il Consiglio federale ha accolto il postulato e comunicato che il resoconto in questione sarebbe stato parte del Rapporto agricolo 2012.

Nel 2002, nel resoconto sugli aspetti sociali nell’agricoltura era stato analizzato il ruolo della donna nel settore. Nel 2012, l’argomento «La donna nell’agricoltura» è stato nuovamente esaminato e, ove possibile, i risultati ottenuti sono stati confrontati con i dati rilevati dieci anni prima. Per rispondere agli interrogativi sollevati nel postulato Graf ci si avvale, come fonte principale, di tali risultati. Per la prima volta, inoltre, nel Rapporto agricolo 2012, segnatamente al capitolo 1.1.1.1, sono stati inseriti dati dettagliati sulle aziende agricole gestite da donne. Nel seguente resoconto non si tratterà invece l’inclusione nel calcolo delle USM delle attività non retribuite svolte dalle donne, poiché l’argomento non è stato oggetto del sondaggio. Tale tematica sarà affrontata specificamente nell’ambito del dibattito sulla Politica agricola 2014–2017.

L’inchiesta rientra nel piano d’azione «Convenzione dell’ONU sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna (CEDAW)». Ulteriori aspetti del tema «La donna nell’agricoltura» sono trattati in altri progetti in corso o conclusi da poco, quali il Programma PNR n. 60 «Parità tra uomo e donna», con il tema speciale «Sesso, generazioni e parità tra uomo e donna nell’agricoltura», elaborato dall’Institut de hautes études internationales et du développement di Ginevra, in collaborazione con Agridea e ART e lo Studio sul dispendio orario, condotto da ART nel 2011 su più di 300 economie domestiche contadine. Quest’ultimo è in fase di analisi e i rispettivi risultati saranno pubblicati nel 2013.

54 1.2
Postulato Maya Graf Pagina A57
Aspetti sociali e società

Metodo di analisi

La procedura di analisi scelta prevede una combinazione di metodi quantitativi e qualitativi, volti ad ottenere, oltre a informazioni quantificabili sulla situazione delle donne, conoscenze qualitative approfondite. In una prima fase sono stati rilevati dati di base tramite un sondaggio scritto, quindi i risultati ottenuti sono stati discussi e commentati durante incontri di gruppo.

L’inchiesta «La donna nell’agricoltura» è stata coordinata da un gruppo di lavoro composto da esperti provenienti dai settori pratica, consulenza, ricerca e amministrazione. La direzione del progetto era condivisa da UFAG e ART.

Sondaggio scritto

L’incarico di condurre e valutare il sondaggio scritto a gennaio/febbraio 2012 è stato affidato all’Istituto demoscopico Isopublic. Come già nel 2002, il campione prevedeva 1 500 donne dalla Svizzera francese, italiana e tedesca; 820 persone hanno partecipato al sondaggio.

Il questionario per il sondaggio scritto 2012, elaborato e ampliato dal team responsabile, si è basato sullo studio «Ruolo della donna nell’agricoltura» del 2002. Esso ha consentito di rilevare, a dieci anni di distanza, dati di base sulla situazione delle donne suddivisi secondo diversi criteri (regione linguistica, regione, dimensioni dell’azienda, ecc.).

Gli indirizzi delle donne sono stati scelti in maniera aleatoria dal Sistema d’informazione sull’agricoltura dell’UFAG, utilizzato per l’esecuzione dei pagamenti diretti. La selezione è stata effettuata sulla base di caratteristiche rappresentative quali la lingua, la regione e l’azienda, tra tutte le aziende aventi diritto ai pagamenti diretti gestite da donne o con familiari donne che collaborano al suo interno. Queste costituiscono l’80 per cento di tutte le aziende aventi diritto ai pagamenti diretti.

Rispetto al totale, il campione netto della Svizzera tedesca è lievemente sottoponderato, mentre quello della Svizzera italiana leggermente sovraponderato. La distribuzione delle regioni e dei tipi di azienda rispecchia il totale, le aziende piccole sono leggermente sottoponderate, quelle bio lievemente sovraponderate.

n
Selezione delle aziende Campione Totale netto 2 in % in % Lingua Tedesco 71 78 Francese 21 20 Italiano 7 2 Regione Pianura 41 43 Collina 29 27 Montagna 31 30 Dimensione Piccola < 1 USM 1 23 31 dell’azienda Media 1 – 2,5 USM 1 54 51 Grande > 2,5 USM 1 23 18 Tipo di azienda Produzione vegetale 10 13 Detenzione di animali 57 55 Combinata 34 32 Agricoltura Azienda bio 16 11 biologica Azienda convenzionale 84 89
1 Unità standard di manodopera. 2 Corrisponde alle 820 donne che hanno partecipato al sondaggio.
55 1.2 Aspetti sociali e società

Incontri di gruppo

Allo scopo di approfondire e concretizzare i risultati del sondaggio scritto, UFAG e ART hanno organizzato e condotto, in diverse regioni geografiche e linguistiche della Svizzera, quattro incontri di gruppo. I gruppi erano formati da donne di fasce d’età e contesti aziendali diversi.

Partecipanti agli incontri di gruppo

Anche le partecipanti alle discussioni di gruppo sono state scelte in maniera aleatoria dal Sistema d’informazione sull’agricoltura dell’UFAG, tra le aziende agricole in un raggio di circa 40 chilometri dal luogo degli incontri. Le donne sono state contattate telefonicamente onde appurare che potessero essere coinvolte direttamente. A tutte coloro che si sono dichiarate disponibili è stato inviato un invito per una discussione di gruppo, contenente le necessarie informazioni. Due giorni più tardi sono state contattate nuovamente per telefono per confermare la partecipazione. L’obiettivo era formare gruppi di 8–10 persone. Non è stato sempre semplice: per un gruppo si sono dovute fare, ad esempio, circa 60 telefonate, mentre per gli altri 3 una trentina per gruppo.

Nei prossimi capitoli vengono presentati i risultati del sondaggio scritto e degli incontri di gruppo; partendo dalla descrizione delle partecipanti, si prosegue presentandone lo stato e il ruolo, il reddito e la sicurezza sociale, i diversi aspetti concernenti lavoro e oneri nonché, in conclusione, il loro benessere e le loro prospettive per il futuro. I risultati presentati nei singoli capitoli sono un sunto di quelli forniti nel sondaggio scritto e delle informazioni scaturite dalle discussioni. I nomi relativi alle citazioni sono di fantasia.

Luogo Lingua Data Partecipanti Frauenfeld TG d 29.03.12 8 SG, SH, TG, ZH Yverdon-les-Bains VD f 03.04.12 7 FR, NE, VD Bellinzona TI i 12.04.12 5 GR, TI Sarnen OW d 17.04.12 9 BE, LU, NW, OW
56 1.2 Aspetti sociali e società

1.2.2.1 Presentazione delle partecipanti all’inchiesta

Di seguito si presentano le donne che hanno preso parte all’inchiesta, partendo da quelle che hanno compilato il sondaggio scritto e terminando con quelle che hanno partecipato ai gruppi di discussione.

n Donne che hanno compilato il sondaggio scritto

Delle 820 donne intervistate nel 2012 circa la metà è cresciuta in una fattoria, ovvero il 10 per cento in meno rispetto al 2002. Due terzi di esse provengono dalla stessa regione del partner, dato invariato rispetto al 2002. Nelle fasce più giovani (fino a 35 anni) la quota di donne con origini non contadine è decisamente più elevata che tra le restanti partecipanti (56 % contro 48 %).

La maggior parte delle intervistate è sposata (95 %). La più giovane ha 25 anni, la più anziana 80; l’età media è 48 anni, ovvero tre anni in più di quella del sondaggio 2002. Quasi più di due terzi (n = 585) hanno un’età compresa tra 36 e 55 anni. Poco meno di un quinto (n = 155) ha oltre 56 anni, il restante 8 per cento (n = 68) tra 25 e 35. 12 donne non hanno dichiarato la loro età; più del 90 per cento ha bambini, in media tre.

La maggior parte delle intervistate vive in famiglie ristrette (genitori e figli). In una fattoria su tre abitano addirittura tre generazioni, ma ognuna ha la propria economia domestica. Vive nella stessa economia domestica con la generazione precedente l’1 per cento delle intervistate. In singoli casi, l’abitazione è condivisa con tirocinanti e/o dipendenti (8 %) o altre (parenti) persone (2 %). Nella Svizzera italiana la quota di economie domestiche in cui la generazione precedente vive fuori casa è più del doppio di quella della Svizzera occidentale o tedesca.

La convivenza di tre generazioni ha risvolti sia positivi che negativi, dichiarano le 362 donne che vivono con la generazione precedente: i bambini possono sviluppare uno splendido rapporto con i nonni, ma la vita sotto lo stesso tetto può generare anche conflitti; l’aiuto della generazione più vecchia può significare una minore mole di lavoro nell’azienda e nella custodia dei figli, ma viceversa, la cura degli anziani è un ulteriore carico per i più giovani. Nel complesso, prevalgono leggermente gli aspetti positivi.

Il 29 per cento delle intervistate ha una formazione in ambito agricolo o in economia domestica rurale (contadina con attestato professionale federale 18 %, frequenza di una scuola per contadine senza conseguimento del diploma 6 %, agricoltrice AFC 3 %, studi in agronomia o veterinaria 1 % e contadina diplomata 1 %). Un quinto delle donne non ha una formazione commerciale né artigianale, tantomeno in una professione sanitaria; il 9 per cento non ha conseguito alcun diploma professionale. 10 anni fa erano meno le donne in possesso di una formazione in ambito agricolo o in economia domestica rurale o altro (25 % contro l’8 %), mentre erano di più quelle senza diploma professionale (15 %).

57 1.2
Aspetti sociali e società

Professione commerciale

Professione sanitaria (p.es. infermiera, assistente a domicilio, ecc.)

Professione artigianale (p.es. giardiniera, parrucchiera, ecc.)

Contadina con attestato professionale federale

Professione nella vendita

Professione nell’economia domestica (p.es. governante di economia domestica rurale, ecc.)

Professione pedagogica (p.es. maestra d'asilo, insegnante, ecc.)

Nessun diploma professionale o universitario

Anno di tirocinio in una scuola agricola o di economia domestica anche rurale

Professione agricola

Altro diploma universitario

Contadina con esame professionale superiore (dal 2000: contadina dipl.)

Studio in agronomia o veterinaria

Altro

Non sa / non risponde

n Donne che hanno partecipato agli incontri di gruppo

Le informazioni concernenti le donne che hanno partecipato agli incontri di gruppo scaturiscono dalle affermazioni fatte durante i giri di presentazione.

Esse hanno tra i 31 e i 67 anni, in media poco meno di 50. Tutte hanno almeno un figlio, alcune anche 5 e in media 2,6. Per quanto concerne la provenienza, oltre la metà è di estrazione contadina, e viene soprattutto dalla regione di montagna. In un caso la generazione precedente convive nella stessa economia domestica della donna, negli altri casi per lo più in un appartamento separato o in altro luogo.

Le aziende nelle quali le donne vivono o lavorano sono di dimensioni molto diverse: la più piccola è di circa 12 ettari, la più grande di circa 90. Nella maggior parte dei casi sono aziende dedite alla produzione lattiera, alcune specializzate nella detenzione di vacche madre o campicole, altre anche con colture speciali o praticanti l’ingrasso. Due donne vivono in un’azienda che comporta più livelli e «traslocano» quindi più volte all’anno. Due gestiscono l’azienda da sole e beneficiano, pertanto, dei pagamenti diretti; le altre la cogestiscono, con una partecipazione più o meno attiva, con il partner. Un paio offrono vendita diretta e vi sono casi sporadici di gestione di un ristorantino in fattoria o agriturismo, di una pensione per cavalli o di un atelier per la confezione di vestiti per bambini.

La maggioranza delle partecipanti ha conseguito una formazione, in prevalenza come commessa o impiegata di commercio. Vi sono anche sarte e infermiere e addirittura una donna che ha studiato storia dell’arte. Sono poche ad avere una formazione in ambito agricolo o in economia domestica rurale: una è maestra agricoltrice diplomata e una contadina diplomata, un paio ha frequentato una scuola per contadine. Alcune di loro svolgono attività al di fuori dell’azienda, la maggior parte a tempo parziale, uno o due giorni a settimana.

Formazione (Erano possibili più risposte) Fonte: Isopublic 2012 Base: totale [N=820] 0 5 10 20 19 19 18 14 11 9 9 6 3 2 1 1 3 1 15 20 25 In %
58 1.2 Aspetti sociali e società

1.2.2.2 Stato e ruolo delle donne

In questo capitolo sono presentati lo stato e il ruolo delle donne nell’agricoltura.

n Stato delle donne

Qual è lo stato delle donne nell’azienda? Sono proprietarie, responsabili, la gestiscono? E che significato ha ciò? A questa e ad altre domande è dedicato il presente capitolo.

Lo stato di una persona è rilevante per diverse ragioni. Per ottenere crediti d’investimento, ad esempio, è necessaria la firma del proprietario. Il proprietario o il comproprietario è la persona iscritta nel registro fondiario. Lo stato da responsabile è importante nelle statistiche, dove i responsabili sono considerati separatamente dai collaboratori dell’azienda che lavorano in qualità di dipendenti o di membri della famiglia. Per gestore si intende chi gestisce un’azienda per proprio conto e a proprio rischio e pericolo e nella dichiarazione delle imposte dichiara un reddito proveniente da attività indipendente. Questo stato dà diritto all’ottenimento dei pagamenti diretti.

Poche donne registrate nel registro fondiario come (com)proprietarie

Nell’inchiesta 2012 poco meno dei due terzi delle donne dichiarano di essere almeno comproprietarie della fattoria. Dalle indicazioni si rileva che le intervistate sono proprietarie dell’azienda agricola in maniera proporzionale all’età: nella fascia più alta vi sono più donne proprietarie. Nella Svizzera occidentale le donne proprietarie sono più numerose che nella Svizzera tedesca.

Nelle discussioni di gruppo si danno diverse interpretazioni degli stati di proprietaria e comproprietaria. Le partecipanti non concordano sulla necessità di menzione nel registro fondiario. Molte ritengono, erroneamente, che il regime ordinario di partecipazione agli acquisti dia automaticamente diritto alla proprietà o comproprietà dell’azienda.

Proprietà dell'azienda agricola 100 0 30 20 10 40 50 60 70 80 90 In % Proprietaria Comproprietaria Comunità ereditaria Totale Fino a 35 anni 36–55 anni 56+ anni Non (com) proprietaria Nessuna risposta 37 26 21 22 2 4 52 34 2 2 36 27 34 2 1 43 2 28 24 3
Fonte: Isopublic 2012
Base: totale [N=820]
59 1.2 Aspetti sociali e società

Dagli incontri emerge che pochissime donne sono iscritte nel registro fondiario. È inoltre chiaro che la maggior parte di esse ignora, o conosce poco, le condizioni giuridiche.

«Wenn man nicht Gütertrennung hat, dann ist das erwirtschaftet. Dann bist du eben auch Miteigentümer, obwohl dein Name nicht explizit da steht.» (Martha, 53)

«Also,ich habe das Gefühl,wenn du zusammen gearbeitet hast,dann steht dir die Hälfte zu gut.» (Vera, 52)

«Wir haben das miteinander bewirtschaftet, dann ist man doch Miteigentümerin.» (Kathrin, 65)

«Vom Gefühl her gehört uns [Frauen] schon viel, aber wenn’s drauf ankäme irgendwie (…).Also, der Hof ist auf ihn eingetragen. ZweiWochen später haben wir geheiratet.Von da her, hat er den Hof mitgebracht. Der gehört ihm.Was wir jetzt zusammen erwirtschaften, also das Einkommen, das gehört schon uns beiden. Aber der Hof selber, der gehört ihm. Er hat ihm schon vorher gehört, bevor wir geheiratet haben.» (Carmen, 43)

«Alors dans la tête, ils sont les deux, mais peut-être pas sur le papier.» (Nathalie, 52)

«J’ai juste un petit bout de terrain. C’est bien à moi.» (Catherine, 46)

«La stalla appartiene a tutti e due mentre la casa solo a mio marito perché è stata costruita su un terreno di proprietà della sua famiglia; delle case di vacanza, due sono mie.» (Beatrice, 60)

«Stalla e terreni sono intestati a tutti e due,prima della ripartizione le proprietà erano a nome di mio marito. L’azienda invece è a nome mio e la gestisco io.» (Giovanna, 48)

«Ich hatte auch schon Differenzen mit meinem Mann. Bei so Einfamilienhaus-Besitzern stehen oft beide Namen auf dem Grundbuchamt.» (Frieda, 60)

«Durch den Job, den ich 20 Jahre lang gemacht habe, und ich gut verdient habe, habe ich natürlich ein gewisses Kapital noch im Hintergrund. Und wir wollen jetzt dann ausbauen im Haus, das werde ich dann zahlen müssen. Dann werde ich wahrscheinlich aber auch darauf bestehen, dass ich wirklich eingetragen werde, so als voll gleichwertige Eigentümerin. Nicht nur so, ja.» (Carmen, 43)

La direzione condivisa rappresenta la regola

In base ai dati forniti, nel 2012 la direzione dell’azienda è condivisa con il partner nei tre quarti dei casi, mentre a dichiararsi gestore unico è il 4 per cento delle donne intervistate.

60 1.2 Aspetti sociali e società
Direzione dell'azienda agricola 100 0 30 20 10 40 50 60 70 80 90 In % Io assieme al marito/compagno Il marito/compagno da solo Io da sola Totale Fino a 35 anni 36–55 anni 56+ anni Io assieme a un'altra persona Un'altra persona Nessuna risposta 73 19 56 32 6 2 2 3 4 76 19 3 71 3 2 2 6 16
Base:
Fonte: Isopublic 2012 totale [N=820]

La maggior parte delle donne si considera, pertanto, capoazienda unitamente al proprio marito, ma ciò non viene riportato nelle statistiche del settore agricolo, dove si distingue solo tra capoazienda uomini o donne. Di conseguenza, non vi sono dati concernenti la codirezione.

Secondo le donne, per la codirezione dell’azienda sono determinanti più che altro l’esperienza e le attività svolte in comune nella fattoria, lo sono meno, invece, le conoscenze prettamente agricole o i compiti concreti nell’azienda. Le contadine si ritengono capoazienda unitamente al partner se hanno costruito l’azienda assieme a lui e vi lavorano da sempre.

«Da ist der Betrieb eben schon da (…). Ich habe mit 23 geheiratet und dann haben wir miteinander [den Betrieb] zuerst gepachtet und dann gekauft und aufgebaut. Da bin ich hineingewachsen.Aber ich denke schon, wir sind gleichwertige Partner auf dem Betrieb. Soweit, dass man sagen kann, wir führen ihn miteinander, oder? Jeder hat einfach sein Gebiet.» (Dora, 52).

«Moi, je pense, c’est souvent sur le nom du mari, la ferme, mais c’est la femme qui gère autant que lui, c’est souvent comme ça.» (Nathalie, 52)

«Alors que dans les faits, on partage les décisions,en même temps légalement,juridiquement comme vous dites dans le cas de mauvais temps, en l’occurrence c’est le mari.» (Gabrielle, 56)

«Ich bin angestellt, also ich erhalte einen kleinen Lohn, und ich bin eigentlich Befehlsempfängerin und bei den Betriebsentscheidungen bin ich eigentlich nicht beteiligt. Zum Beispiel haben wir gerade einen neuen Traktor gekauft, das hat mein Mann mit dem Schwiegervater besprochen und ich habe gesagt, wenn ihr ihn braucht, dann kauft ihn.» (Nadja, 35)

Gestore d’azienda il 4 per cento delle donne

I pagamenti diretti vengono versati alla persona che gestisce per proprio conto e a proprio rischio e pericolo l’azienda, ovvero, dal punto di vista giuridico, al «gestore». Nella maggior parte dei casi, durante gli incontri di gruppo i termini «capoazienda» e «gestore» sono stati utilizzati come sinonimi evidenziando, anche in questo caso, una lacuna sull’esatto significato di tali concetti.

Continua a essere raro che una donna abbia lo stato di «gestore». Dichiara di esserlo il 4 per cento delle donne intervistate. Sul piano del diritto sulle assicurazioni sociali queste donne, in qualità di lavoratori indipendenti, sono equiparate ai gestori uomini.

«Je suis veuve (…), j’ai gardé l’exploitation, mais quand il était malade, les vignes on les a donné à louer, parce que si on doit tout donner à traiter, on n’arrive pas à s’en sortir, tandis qu’avec un chef de culture,et puis nous on fait tous les à côté.» (Fabienne, 50)

La quota di donne il cui partner gestisce da solo la fattoria è molto più elevata tra le minori di 35 che tra quelle di più di 35 anni ed è superiore nella Svizzera francese rispetto alla Svizzera italiana e tedesca.

«Das hat wahrscheinlich damit zu tun, dass viele jüngere Frauen noch einen anderen Beruf ausüben, dass eben der Mann dann den Betrieb alleine führt (…) wie bei mir, ich kümmere, ich denke mich einfach nicht hinein.» (Nadja, 35)

61 1.2 Aspetti sociali e società

Meno di un quarto delle intervistate è responsabile, da sola, di almeno un ramo aziendale. Nella maggior parte dei casi, le donne si occupano della vendita diretta. È soprattutto tra le più giovani che si incontrano donne che dirigono un ramo dell’azienda da sole. Nella Svizzera italiana la vendita diretta è un servizio offerto da quasi il doppio delle donne rispetto alla Svizzera tedesca o francese.

Rami aziendali in cui la donna è la responsabile principale (Erano possibili più risposte)

Vendita diretta

Equini / ovini / caprini

Agriturismo (p.es. dormire sulla paglia, ecc.)

Trasformazione (p.es. azienda d'ingrasso o di allevamento di ovaiole)

Servizio di accoglienza ospiti (ristorantino in fattoria, ecc.)

Colture speciali

Campicolutra

Altri bovini

Latte commerciale

Pensione per cavalli

Prestazioni di servizio dietro compenso (p.es. vitto, bucato, ecc.)

Vacche madri

Offerta di assistenza sociale (p.es. giovani, ecc.)

Scuola nella fattoria

Occasioni speciali (p.es. feste di compleanno per bambini, ecc.)

Altro

Nessuna risposta

Base: le donne che sono responsabili della gestione di uno o più rami aziendali [N = 193]

Fonte: Isopublic 2012

Alla voce «altro» (24 %) sono stati indicati o rami aziendali già nominati (p.es. la vendita diretta), altri che non possono essere considerati come ramo aziendale (p.es. le attività extraziendali e di volontariato) o quelli senza una denominazione chiara. Per la prima volta sono stati menzionati rami quali l’affitto e la gestione di appartamenti per le ferie, l’allevamento di cani o l’apicoltura.

Negli ultimi dieci anni sono notevolmente aumentate le attività vicine all’agricoltura, in tutti i settori. Nel 2002 le donne (co)responsabili di questo tipo di attività erano un quinto del campione, nel 2012 il loro numero è già raddoppiato.

0 10 5 15 20
22 12 11 9 9 8 8 8 8 8 6 5 5 2 25 30 35 40 45 In %
42
24 1
62 1.2 Aspetti sociali e società

n Ruolo delle donne

Qual è il ruolo delle donne in agricoltura? È cambiato? Di seguito si affronta l’argomento in maniera approfondita.

Maggiore importanza dei ruoli professionali

Nel sondaggio scritto le donne hanno potuto indicare il ruolo che ritengono di ricoprire. In media, esse svolgono 2,2 ruoli.

Ruoli della donna nell'agricoltura 2002 vs. 2012 (Erano possibili più risposte) Fonte: Isopublic 2012 0 20 40 84 55 13 9 8 1 6 2 60 80 100 In % Casalinga e madre Contadina Lavoratrice al di fuori dell'azienda Capoazienda Responsabile di un ramo aziendale Impiegata dell'azienda (retribuita) Altro Nessuna risposta 86 63 27 16 13 5 13 0 2002 [N = 883] 2012 [N = 820] 63 1.2 Aspetti sociali e società

Negli ultimi dieci anni la concezione del ruolo è cambiata. Le donne continuano a ritenere quali loro ruoli principali quello di casalinga e mamma. Molto probabilmente, la responsabilità è da attribuire soprattutto al ruolo di mamma, considerato che più le donne sono giovani, più si sentono in questo ruolo.

Le donne, soprattutto quelle della Svizzera tedesca, sottolineano quanto sia importante, all’interno della famiglia, che siano loro a occuparsi dei bambini. Tuttavia, su una simile decisione incidono anche i costi di un eventuale affidamento a terzi.

«Also mit vier Kindern, für mich kommen auf alle Fälle zuerst die Kinder, bevor alles andere kommt. Von meiner Schwiegermutter muss ich oft hören, dass das früher anders war, dass immer zuerst der Betrieb gekommen sei und danach die Familie oder die Kinder.» (Ursula, 49)

«Das Kinderhüten geht, wenn man mit Generationen im gleichen Haus wohnt oder der Mann vielleicht mal einen Teil für ein paar Stunden übernehmen kann, und man die Kinder nicht gerade auswärts geben muss.» (Martha, 53)

Rispetto al 2002 hanno acquisito maggiore importanza i ruoli professionali nell’azienda e quello di lavoratrice al di fuori della stessa.

In agricoltura, il cambiamento dei ruoli della donna influenza, in parte, anche il ruolo dell’uomo. Nel frattempo due terzi delle donne che lavorano fuori casa, soprattutto quelle di mezza età, possono contare sull’appoggio del partner nel caso in cui a causa di tale attività resti del lavoro incompiuto. Le più giovani vengono aiutate dalla generazione precedente. Le donne che godono di minor sostegno sono quelle più avanti con l’età.

«Also, ja, es ist wirklich so, ich muss fairerweise sagen, wenn ich noch nicht fertig bin auf dem Betrieb und der Mann kommt nach Hause, dann kocht er zu Abend.» (Franziska, 39)

«Der Mann, der hilft überhaupt nichts. Da bin ich am Kämpfen. Das macht mich manchmal fertig, oder. Am Abend kommt er rein und hat Feierabend. Und gestern, ich habe noch Staub gesaugt, ich habe noch das Treppenhaus geputzt, am Abend um 9 Uhr. Und er, er hatte schon eine Stunde Pause. Und am Mittag, da kann er sich 10 Minuten,Viertelstunde hinlegen. Das macht eine Frau nicht. Die räumt die Küche auf.»

(Julia, 49)

Quasi la metà delle donne ha un’attività al di fuori dell’azienda

Negli ultimi dieci anni ci sono più donne che lavorano al di fuori dell’azienda: a esercitare un’attività esterna alla fattoria è quasi il 50 per cento delle donne (2002: 44 %, 2012: 47 %), in particolare quelle di età compresa tra i 36 e i 56 anni, mentre superata tale fascia la quota diminuisce.

Attività extraziendale 100 0 30 20 10 40 50 60 70 80 90 In % Sì No Nessuna risposta Totale Fino a 35 anni 36–55 anni 56+ anni 47 43 57 51 2 50 48 2 35 4 61 Fonte: Isopublic 2012 Base: totale [N=820] 64 1.2 Aspetti sociali e società

Due terzi delle donne che hanno un’attività al di fuori dell’azienda la esercitano nel settore nel quale hanno una formazione. Tra le donne al di sotto dei 35 anni tale proporzione è addirittura di tre quarti. A esercitare una professione per la quale non hanno seguito una formazione specifica sono più spesso le donne della Svizzera tedesca di quella italiana, nonché donne che non sono di estrazione contadina o non hanno appreso una professione agricola.

Il lavoro al di fuori dell’azienda è dettato soprattutto da motivi di natura finanziaria. Ad aver bisogno di un reddito extra sono in primo luogo le donne che lavorano in aziende nella regione collinare o di piccole dimensioni: quanto più piccola è l’azienda, tanto più spesso il motivo di un secondo lavoro è l’indipendenza economica. Tra le giovani donne vi è soprattutto il timore di perdere il legame con la professione appresa.

Motivi a sostegno di un’attività extraziendale 2002 vs. 2012 (Erano possibili solo due risposte)

Necessitiamo di questo reddito accessorio.

Sono a contatto con altra gente.

Mi piace e mi dà soddisfazione.

Posso

Rispetto al 2002 si constata che l’attività extraziendale continua a essere svolta soprattutto per ragioni economiche (necessità di un reddito aggiuntivo) e sociali (contatto con altra gente). Quello che invece è notevolmente aumentato è il piacere di lavorare.

«Es hat Betriebe, die halt einfach wirklich auf dem letzten Zacken laufen. Da muss entweder er arbeiten gehen oder sie.» (Dora, 52)

«Für mich zeigt es einfach, die Landwirtschaft muss immer mehr schauen, dass es geht. An vielen Orten geht jemand noch arbeiten.» (Franziska, 39)

«Wenn jetzt jemand als Lehrerin 20 oder 30% arbeitet, da muss man viele Kühe melken, bis dieses Geld verdient ist.» (Dora, 52)

Nelle discussioni di gruppo si nominano altri importanti motivi come il fatto che le donne hanno una buona formazione, sono indipendenti e si sentono realizzate grazie al lavoro.

«(…), weil die Frau heute recht gut ausgebildet ist.» (Martha, 53)

«Damit sie trotzdem à jour bleiben, darum gehen viele Frauen auch zeitweise arbeiten.» (Vera, 52)

«… Hintertürchen haben, um dann später wieder mehr einsteigen. Sicherlich wegen den Kindern weniger [grosses Pensum].» (Martha, 53)

«Il y en a beaucoup qui arrêtent le lait, et après il y a davantage de temps libre, elles vont travailler.» (Nathalie, 52)

«(…), aber einfach um vom Betrieb wegzukommen. Ich schaue das als Bereicherung an. Nicht als Belastung.» (Theres, 55)

Fonte: Isopublic 2012 Base: le donne che esercitano un'attività extraziendale retribuita 0 10 20 52 46 27 26 21 6 0 30 50 40 60 In %
guadagnare denaro per me stessa. Desidero rimanere attiva nella mia precedente professione. Altro Nessuna risposta 54 48 43 29 24 4 0 2002 [N = 364] 2012 [N = 382]
65 1.2 Aspetti sociali e società

Maggiore soddisfazione grazie all’attività extraziendale

I due terzi delle donne, in particolare tra quelle della Svizzera tedesca e italiana, dichiarano di essere più soddisfatte grazie all’attività extraziendale e per molte è particolarmente importante anche l’indipendenza economica. Tra le conseguenze negative, invece, nella maggior parte dei casi si nominano l’onere organizzativo e le faccende rimaste incompiute in casa.

Effetti dell’attività extraziendale 2002 vs. 2012 (Erano possibili solo tre risposte)

Sono più soddisfatta. Sono finanziariamente più indipendente.

Maggiore onere organizzativo. Nell'economia domestica rimane del lavoro incompiuto. Ho ridotto o abbandonato i lavori in giardino / nell'orto. Lavoro meno in azienda.

2002 [N = 364]

2012 [N = 382]

Base: le donne che esercitano un'attività extraziendale retribuita

Come dieci anni fa, l’attività extraziendale presenta lati positivi e negativi.

Fonte: Isopublic 2012

«Und das ist für mich nicht wegen dem Einkommen, dass wir wieder arbeiten gehen, in diesem Sinne, sondern er hat gesehen,was ihm das bedeutet,wenn er vom Betrieb weg kann um zu arbeiten und ich bin sehr froh, dass er mich etwas gedrängt hat, dass ich wieder gegangen bin.» (Rita, 40)

«Ich verdiene nicht viel.Aber, das ist Sackgeld.» (Eva, 38)

«Meistens ist es so, dass es die Frauen dann trifft, die Hausarbeit, hab‘ ich das Gefühl, machen die Frauen halt nebenbei oder am Sonntagmorgen.» (Franziska, 39)

«Moi je vois ma belle-fille, elle a pourtant 3 enfants et puis qu’est-ce qu’elle bosse à la maison, elle a un grand jardin, elle a des lapins etc., mais elle a besoin, elle sera malheureuse si son mari lui disait, ‹écoute non, on a assez de travail tu restes à la maison›, elle a besoin d’aller travailler ailleurs, ça lui fait plaisir.»

(Alice, 54)

Durante gli incontri è altresì emerso che il lavoro delle donne in casa o in azienda non è o è poco apprezzato e riconosciuto. Il partner lo ritiene ovvio.

«Manchmal denke ich einfach,der Mann nimmt nicht wahr,was man leistet.Sie nehmen es erst wahr,wenn man nachher ausfällt.» (Franziska, 39)

0 20 40 62 36 29 20 34 17 6 60 80 In %
Apporto di nuove idee. Nessuna risposta 67 44 41 33 22 21 19 2
66 1.2 Aspetti sociali e società

1.2.2.3 Reddito e sicurezza sociale delle donne

Di seguito si trattano i temi del reddito e della sicurezza sociale. I redditi delle donne possono essere formati da quello del lavoro in azienda e/o da quello proveniente dall’attività extraziendale. Nella parte dedicata alla sicurezza sociale si descrive il loro grado di protezione dal profilo del diritto delle assicurazioni e dove, eventualmente, l’informazione è lacunosa.

n Reddito delle donne

I redditi autonomi delle donne provengono da attività extraziendali, dalla gestione indipendente dell’azien da o di un ramo della stessa e dal lavoro nell’azienda come dipendente. Nel sondaggio si è rilevata la percentuale di reddito, rispetto a quello totale, realizzato dalle donne per la gestione indipendente di rami aziendali o per un’attività extragricola.

Importante contributo delle donne al reddito totale

Un contributo significativo lo forniscono le donne che dirigono, autonomamente, un ramo aziendale: per il 10 per cento di esse tale contributo è superiore al 75 per cento del reddito totale, per un quinto si attesta tra il 26 e il 50 per cento e per un quarto tra il 10 e il 25 per cento. La quota è inversamente proporzionale all’età delle donne.

Nel 2002, la quota di donne che contribuivano, con la loro attività extraziendale, nella misura di più di un quarto al reddito totale era del 21 per cento, nel 2012 è del 28 per cento.

A lavorare al di fuori dell’azienda non sono solo le donne, bensì anche quasi la metà dei partner delle intervistate. Tra le giovani generazioni tale quota è addirittura di due terzi ed è più alta per i partner di donne provenienti dalla Svizzera tedesca, nonché da aziende di montagna, di piccole dimensioni o dedite alla produzione animale. Per un terzo dei partner la partecipazione al reddito totale tramite l’attività extraziendale ammonta a più del 50 per cento, riconducibile, tra l’altro, al fatto che lavorano a percentuali più alte.

«Chez nous au village, il n’y a plus aucun paysan qui n’a pas soit Monsieur, soit Madame une activité à côté.» (Jeannine, 45)

«Mein Mann und ich gehen beide noch auswärts arbeiten. Mein Mann 40% in der Landi. Und ich gehe 20% arbeiten als medizinische Praxisassistentin in einer Arztpraxis.» (Rita, 40)

Il reddito da propri rami aziendali defluisce, in buona parte, nel conto aziendale

Dal sondaggio emerge che le entrate provenienti da un proprio ramo aziendale defluiscono, per i quattro quinti delle intervistate, nel conto aziendale. Tra i gruppi si è discusso anche del destino del reddito dell’attività extraziendale o del denaro ereditato.

Alcune donne apprezzano molto il fatto di avere un proprio conto. Con il loro denaro, che provenga da un’eredità o da un’attività propria, spesso effettuano spese extra in vestiti o ferie, ad esempio, per il partner o per la famiglia, perché non intendono in alcun caso attingere denaro a tal fine dal conto aziendale. Spesso il conto della donna copre i buchi di quello agricolo, dove le entrate non sono regolari. I pagamenti diretti, ad esempio, arrivano due volte l’anno, a luglio e a fine novembre, il che significa che bisogna preoccuparsi di avere una «riserva» per sei mesi, per non andare in rosso.

«Alors avec ma carte bancaire, moi j’ai gardé mon compte que j’avais avant que je me marie, mon salaire il vient là-dessus,tout l’argent du ménage je prends avec ma carte et les extras,les habits pour les enfants, des fois voilà, quand j’en ai plus, je prends l’autre carte.» (Jeannine, 45)

«Ich habe ein eigenes Konto,aber ich war auch schon froh,als ich etwas von diesem Konto auf den Betrieb tun konnte, als wir dort mal ein wenig, ja, es gibt so Zeiten, wo du einfach kein Geld hast und man muss einen Haufen Zinsen zahlen, wenn man ins Minus geht.» (Dora, 52)

67 1.2 Aspetti sociali e società

«Aber von dieser Erbschaft habe ich viel für den Betrieb eingesetzt.Also ganz viel. Sehr viel.» (Kathrin, 65)

«Ich habe selber absolut kein Verlangen, zum dies auseinander zu dividieren. Aber das kommt wahrscheinlich auf die Beziehung an.» (Martha, 53)

«Bei diesen Pflegekindern,dieses Geld wurde auch immer aufs Landwirtschaftskonto überwiesen.Und mein Mann sagt: ‹Wir arbeiten zusammen, wir geben es miteinander aus.›» (Frieda, 60)

Nell’ambito dell’inchiesta non si è analizzata specificatamente la maniera in cui le donne proteggono il proprio denaro investito nell’azienda. È importante che le quote acquisite e gli investimenti in beni propri fatti delle donne possano essere comprovati. Per tale motivo è assolutamente necessario che esse si facciano rilasciare i relativi giustificativi, per esempio sotto forma di contratti di mutuo.

n Sicurezza sociale

Com’è la sicurezza sociale delle donne? Hanno un proprio conteggio AVS? Dispongono di un secondo e/o un terzo pilastro? Di seguito si affronta l’argomento in maniera approfondita.

Indipendenza nella sicurezza sociale soprattutto tra le più giovani

Con sicurezza sociale, in questo caso, si intende il sistema dei tre pilastri. Alla domanda sulla copertura sociale, il 12 per cento delle donne ammette di non averne una (propria), con una percentuale del 14 tra le più anziane e del 7 tra le più giovani. Tale quota è ancora più elevata tra le donne di estrazione contadina o che non svolgono un’attività extragricola. Il 9 per cento delle intervistate non sa neanche se ha un’assicurazione, le altre hanno un’assicurazione privata di previdenza (42 %), un proprio conteggio AVS (38 %) o sono registrate presso l’AVS come lavoratrici indipendenti (23 %). Un altro 20 per cento ha un secondo pilastro per l’attività dipendente. Sul piano del diritto sulle assicurazioni sociali la situazione è migliore tra le giovani donne rispetto alle più anziane: più della metà delle giovani ha un proprio conteggio AVS, mentre tra le più anziane sono poco più di un quarto.

Sicurezza sociale (Erano possibili più risposte)

Ho una previdenza individuale (terzo pilastro).

Ho un mio conteggio AVS (impiegata dell'azienda, attività extraziendale).

Calcolo l'AVS e le prestazioni sociali in qualità di libero professionista (p.es. responsabile di un ramo aziendale).

Ho un secondo pilastro dall'attività lucrativa dipendente.

La maggior parte delle donne lavora in azienda in qualità di membro della famiglia collaboratore. Per questa parte di lavoro, quindi, non risultano esercitare un’attività lucrativa.

Fonte: Isopublic 2012 Base: totale [N=820] 0 10 20 30 40 50 60 In %
Altro Non ne ho Non so Totale Fino a 35 anni 36–55 anni 56+ anni
68 1.2 Aspetti sociali e società

Nei gruppi viene confermato che sono soprattutto le giovani donne ad avere un proprio conteggio AVS, come lavoratrici all’esterno dell’azienda o come impiegate al suo interno. Il fatto di avere un proprio conteggio AVS per il lavoro svolto nell’azienda, tuttavia, non significa necessariamente che per lo stesso si riceva uno stipendio.

«Aber das ist nicht, dass du einen Lohn erhältst und den kannst du dann auf dein privates Kässeli, das ist ja nur auf dem Papier und du erhältst dieses Geld und das brauchst du dann wieder im Haushalt oder auf dem Betrieb, das ist nicht Geld, das weg geht vom Betrieb, das geht ja buchhalterisch und eben um die ganze AHV und Sozialabzüge abzurechnen.» (Carmen, 43)

«Ich bin wahrscheinlich hundsmiserabel abgesichert.Also das muss ich gleich ehrlich sagen.» (Martha, 53)

«Also, wenn ich jetzt zu meinem Mann gehe und sage: ‹Ich brauche Lohn, damit ich gut abgesichert bin›, dann lacht er doch.» (Eva, 38)

«Und dann, letztes Jahr irgendwann, haben wir uns einen Krankenkassenwechsel überlegt und dann kam mein Mann und hat gesagt, ‹was du nicht hast, ist eine Taggeldversicherung›, und das haben wir jetzt gemacht.» (Nadja, 35)

«Bon, moi je vois mes beaux-parents, ils ont 60 ans, ils arrivent à la retraite, à part l’AVS ils ont rien, parce qu’ils ont, ah bon ben non, ils ont investi dans le domaine.» (Jeannine, 45)

«Comme pour l’AVS, nous on s’est déplacé deux fois à O. parce que mon mari trouvait que ce n’était pas normal que moi je n’ai pas de numéro d’AVS et tout ce qui s’en suit, mais ils nous ont dit chaque fois, les deux fois, que ce n’était pas nécessaire du tout, et puis, alors on est reparti de là-bas, mais pf, on s’est dit mais pourquoi on est venu, quoi, comme oui, moi je n’avais pas de salaire et rien, et puis, non, ils n’en voyaient pas la nécessité, eh ben oui, j’aurai le minimum, quoi.» (Alice, 54)

«Ognuno ha la sua AVS, ma viene anche dal fatto che mio marito in passato aveva un lavoro e una cassa pensione. Successivamente ha versato i contributi come contadino ed io ho fatto anche un terzo pilastro, relativamente tardi ma qualcosa c’è.Abbiamo tutti e due una perdita di guadagno, perché L. non guida il carro agricolo, soprattutto nei pendii, e se io non ci sono non va niente.» (Beatrice, 60)

Le donne si preoccupano poco della loro sicurezza sociale

Considerato che, nella maggior parte dei casi, le donne svolgono un’attività extraziendale a tempo parziale o dirigono autonomamente al massimo un ramo aziendale, si può partire dal presupposto che la sicurezza sociale personale potrebbe essere piuttosto limitata.

A tal riguardo, tuttavia, le intervistate si dimostrano poco preoccupate, nonostante nella maggior parte dei casi la loro assicurazione sociale sia pessima. Su una scala da 1 a 5, in cui 5 rappresenta un elevato grado di preoccupazione, il valore medio risulta 2,5. È interessante osservare che, in questo frangente, le tre fasce d’età non differiscono l’una dall’altra.

Dalle discussioni di gruppo emerge che tale argomento è spesso ignorato, oppure viene sollevato solo quando succede qualcosa.

«Ich merke, bei den Bauern ist das ein totales Tabu-Thema, darüber wird nicht gesprochen.» (Julia, 49)

«Weil,du machst dir erst Gedanken,wenn etwas passiert:ja,wie stehe ich wirklich in so einer Situation da. Oder was könnte man noch ausbessern?» (Veronika, 31)

69 1.2 Aspetti sociali e società

1.2.2.4 Mole di lavoro e oneri delle donne

Di seguito vengono trattati i temi della mole di lavoro e degli oneri delle donne in agricoltura. Nella parte sulla mole di lavoro si descrive la ripartizione del tempo tra le diverse attività, mentre gli oneri indicano di cosa le donne si preoccupano e hanno bisogno.

n Mole di lavoro

Il lavoro delle donne comporta le faccende domestiche, i lavori in e per l’azienda, oltre alle eventuali attività extraziendali.

Elevato dispendio di tempo

Nel sondaggio scritto le donne sono state invitate a valutare il tempo settimanalmente impiegato (sabato e domenica inclusi) nello svolgimento di diverse attività durante il periodo estivo, da maggio a ottobre, e quello invernale, da novembre ad aprile. Pare che la compilazione di questo campo non sia stata semplice, considerato che circa il 10 per cento di esse non ha risposto o ha risposto in maniera incompleta a tale domanda. I dati concernenti il dispendio di lavoro in ore vanno presi con la dovuta cautela poiché si tratta di stime e poiché, a volte, le indicazioni temporali si basano su presupposti diversi. Per la custodia dei bambini, ad esempio, alcune donne distinguono tra quella attiva e quella passiva, mentre altre no. Dati più precisi sul tempo impiegato nei diversi ambiti di attività sono forniti dallo Studio sul dispendio orario di ART, che rileva il dispendio orario di uomini e donne nell’agricoltura.

Economia domestica

Cura dei figli

Assistenza a persone bisognose di cure

Orto/giardino

Lavori nella stalla, nei campi Contabilità

Attività para-agricole

Attività extraziendale retribuita

Attività volontaria non retribuita

Il dispendio registrato nel 2012 non può essere confrontato con quello del 2002 a causa dei diversi metodi di rilevazione utilizzati.

Durante gli incontri tale argomento non è stato affrontato.

Orario di lavoro settimanale per le varie attività Fonte:
0 5 15 10 24 3 6 22 4 4 8 25 20 30 Ore alla settimana
Isopublic 2012
11 24 10 3 3 14 3 3 8 3 3 Estate Inverno Base: totale [N=820]
70 1.2
Aspetti sociali e società

Casa, famiglia e giardino – i compiti più dispendiosi

Le faccende domestiche sono quelle in cui, in media, le donne impiegano la maggior parte del tempo. Il dispendio è stimato a circa 24 ore a settimana, in inverno e in estate, ma con una varianza notevole: un terzo delle intervistate dichiara di destinare alla cura della casa circa 15 ore a settimana, un altro terzo tra le 15 e le 30 ore e il restante terzo 30 e più.

Oltre la metà delle interpellate non ha indicato il tempo dedicato alla cura dei figli. L’età media delle intervistate è di 48 anni, per cui molte hanno figli già adulti. L’altra metà delle donne ha dichiarato di dedicarvi più di 10 ore a settimana.

Una donna su 12 si prende cura di un parente o di un vicino, stimando il tempo dedicato a queste persone mediamente in 3 ore a settimana. In singoli casi, tuttavia, tale impegno può comportare fino a 50 ore settimanali. A occuparsi dei parenti sono soprattutto le donne più anziane.

Ai lavori in giardino le donne destinano in media 6 ore la settimana in estate e circa 3 in inverno. Più di un quinto dichiara di non effettuare tali lavori, ma risulta che più sono anziane, più passano tempo in giardino.

Più tempo dedicato ai lavori in stalla e nei campi, alla contabilità e alle attività vicine all’agricoltura

Oltre due terzi delle intervistate si occupano regolarmente e quasi un quarto stagionalmente dei lavori nei campi o in stalla, mentre una su 16 non li svolge mai. Il dispendio richiesto da tali attività, con una media di circa 22 ore a settimana in estate e 14 in inverno, è considerevole. Le donne della Svizzera francese dichiarano di dedicare meno tempo a tali attività aziendali generiche rispetto a quelle della Svizzera italiana e tedesca. Passano invece molto più tempo in stalla o nei campi rispetto alle donne dei gruppi di confronto le intervistate di estrazione contadina, quelle che lavorano in aziende di detenzione di animali, in aziende di dimensioni medio grandi e nella regione di montagna.

71 1.2 Aspetti sociali e società

Per la contabilità e le altre mansioni amministrative, le donne calcolano un dispendio medio di circa 3,5 ore, con meno tempo impiegato per le donne ultra 56enni e più tra quelle d’età compresa tra 36 e 55 anni. Inoltre, le intervistate della Svizzera occidentale si occupano meno spesso della contabilità rispetto alle rappresentanti delle altre regioni linguistiche.

Un quarto delle intervistate afferma di svolgere anche attività vicine all’agricoltura, quale la vendita diretta, per una media di 4 ore in estate e 3 in inverno. A tali attività le donne di meno di 35 anni dedicano molto meno tempo rispetto a quelle in altre fasce d’età. Nella Svizzera italiana la vendita diretta è un servizio offerto da quasi il doppio delle donne rispetto alla Svizzera tedesca o francese.

Lavoro esterno all’azienda per una media di un giorno a settimana

Le intervistate (n=382) dichiarano di svolgere attività extraziendali per una media di circa 8 ore a settimana. Il dispendio per tali lavori è maggiore tra le donne che non sono di estrazione contadina, che non hanno una formazione agricola, con figli più grandi e che lavorano in aziende di piccole dimensioni rispetto alle donne degli altri gruppi.

n Oneri delle donne

In quali ambiti le donne sostengono un maggior carico di lavoro e in quali uno minore? Da cosa si sentono maggiormente gravate nell’attuale situazione? Di seguito si cerca di dare una risposta a questi interrogativi.

Carico maggiore per i lavori in casa, nella stalla e nei campi

Considerati i numerosi ruoli e ambiti di attività delle donne in agricoltura, nell’inchiesta è stato chiesto loro di esprimersi sull’onere rappresentato da ognuno di questi. Le partecipanti hanno dovuto attribuire, a ogni tipo di lavoro, un punteggio su una scala da 1 «nessun carico» a 5 «carico oltremodo elevato».

Attività

Attività

Attività

72 1.2 Aspetti sociali e società
Carico di lavoro Fonte: Isopublic 2012 Base: totale [N=820] 0 5 10 15 25 20 30 In % Economia domestica Stalla/campo Contabilità
extraziendale retribuita
dei figli
Cura
Orto/giardino
para-agricole
di volontariato
a persone bisognose di cure 4 = Carico piuttosto elevato 5 = Carico oltremodo elevato 7 2 4 2 2 8 3 23 5 16 8 12 6 11 4 11 4
Assistenza

L’onere maggiore è rappresentato dalle faccende domestiche, quello dei lavori nei campi e in stalla è lievemente inferiore. Seguono le mansioni amministrative in azienda. Il minor carico è attribuito, in media, all’attività di volontariato e alla cura di familiari o vicini.

Gli oneri lavorativi, tuttavia, divergono molto anche in base all’età e alla fase familiare della donna. La custodia dei bambini, ad esempio, dipende molto dall’età della donna e da quella del figlio minore. Rispetto alle intervistate più anziane, quelle di meno di 35 anni ritengono superiore il carico costituito dal lavoro nei campi e in stalla. L’attività extraziendale è invece considerata più pesante dalle donne con figli più grandi e dalle svizzero-francesi. Spesso, le faccende domestiche sono trascurate per svolgere lavori in azienda o attività extraziendali. Per poterle sbrigare resta quindi poco tempo a disposizione e diventano, pertanto, un onere.

«Mein Mann erzählte schon: ‹Hat die ein «Puff» im Haus. Das ist ja himmeltraurig.› Dann sagte ich, ja, aber schau mal, was macht sie denn, was? Die muss ja praktisch vom Morgen bis am Abend im Stall sein. Und amAbend kommt sie rein und sollte dann noch den ganzen Haushalt machen? Das kannst du einfach nicht! Das kannst du nicht!» (Kathrin, 65)

«Also, vielleicht ist es so, bei mir kommt immer zuerst die Aussenarbeit. Wenn draussen, auf dem Feld, etwas ansteht,dann muss man das machen.Weil,wenn der Regen kommt.Der Haushalt,der wartet einfach immer.Und der ist dann immer amAbend,wenn man noch sollte.Vielleicht ist es deshalb so.Und manchmal ist man dann müde und sollte noch, man hat noch Wäsche zum Bügeln. Die Wäsche stapelt sich immer mehr.Also, ich kann es mir jetzt so vorstellen.» (Vera, 52).

«Es ist klar, wennTiere da sind, dann ist die Belastung riesig. Dann ist das halt die Priorität. Und dann sind es auch die Fähigkeiten, die diese Person dann hat. Oder man muss einspringen für den Mann, weil der noch irgendwo auswärts ist. Und dann ist halt schon der Haushalt, was dann zuletzt kommt.Vor allem das Aufräumen. Essen, das müssen alle. Für das, das versteht auch der Mann, dass man dafür Zeit braucht.»

(Martha, 53)

«Aber man muss sich selber eben auch nicht immer mehrArbeit machen und das Gefühl haben,jetzt müsse am Samstag noch ein Kuchen auf denTisch, oder.» (Dora, 52)

«Io voglio preparare i pasti per noi, se possibile solo con i nostri prodotti. E questo richiede forse un po’ più di lavoro, però devo dire che io pasti precotti non li faccio quasi mai; inoltre faccio tanta marmellata, sterilizzo un po’ di frutta, e questo aumenta la presenza in cucina. Tutto ciò però è anche piacevole e dà soddisfazione. Non è tanto di moda.» (Beatrice, 60)

Situazione attuale: preoccupano soprattutto la politica agricola, la situazione economica e i ritmi serrati

Alla domanda su quali siano le cose che maggiormente preoccupano in questo momento, le risposte sono state la politica agricola, la situazione economica in generale, i ritmi serrati e il carico di lavoro. Le donne sono invece meno turbate, mediamente, dalla situazione abitativa, dalla partecipazione attiva alla vita dell’azienda, dall’isolamento sociale e dai conflitti con il partner.

Più le intervistate sono giovani, più si preoccupano del carico di lavoro e dei ritmi serrati. Questi due fattori sono inoltre motivo di stress più per le donne che lavorano in aziende medie e grandi, che non per quelle in aziende di piccole dimensioni.

73 1.2 Aspetti sociali e società

Preoccupazioni delle donne nella situazione attuale

Politica agricola

Situazione economica generale

Tempi ridotti

Carico di lavoro

Sicurezza finanziaria

Dipendenza dalle condizioni atmosferiche

Situazione aziendale globale

Poco tempo per la coppia

Riconoscimento / stima personale

Malattia

Conflitti generazionali

Infortuni / morte di una persona cara

Confronto con il progresso tecnico

Situazione abitativa

Diritto di partecipare a decisioni aziendali

Isolamento sociale

Conflitti nella coppia/separazione/divorzio 4

Negli incontri di gruppo vengono nominate come preoccupazioni anche la politica agricola e la situazione economica generale. In molte dichiarazioni, però, si citano più lo stress delle mansioni quotidiane e i tempi ristretti per fare qualsiasi cosa.

«Mais la politique agricole, c’est vrai que ça presse aussi.» (Gabrielle, 56)

«Quand on pense que toute les années on a des contrôles, ils mesurent la couche, ils regardent la lumière et tout, mais ils ne regardent pas le logement de l’agriculteur, non, non, alors là il y a des exagérations quand-même.» (Alice, 54)

«Ce qui me préoccupe, moi personnellement, je pense l’Etat ne va plus arriver à l’ avenir à payer ces paiements directs, moi je pense que le système de l’argent va tomber peut-être.» (Nathalie, 52)

«Also, mich persönlich verwundert das eigentlich sehr: (…) die allgemeine wirtschaftliche Situation, finde ich, wird jetzt hier als gar nicht so tragisch angesehen (…). Also, da sehe ich ganz ehrlich gesagt eher etwas schwarz.» (Ursula, 49)

«La mia preoccupazione principale è la malattia. La malattia per me è la cosa principale perché a tutto il resto c’è rimedio. Quando la malattia è grave la situazione è diversa.» (Giovanna, 48)

Fonte: Isopublic 2012 Base: totale [N=820] 0 10 20 30 50 40 60 In %
preoccupante
molto preoccupante 13 10 15 5 13 6 15 10 29 22 24 16 25 12 21 10 19 11 2 4 2 4 1 4 5 9 8 8 8 7 8 3 11 4
=
5 =
74
1.2 Aspetti sociali e società

«A me preoccupano un pochino anche i cambiamenti climatici. Il gelo ha colpito i ciliegi in fiore e sono morti tutti (…). È diventato più difficile aver un buon anno con il fieno, con l’orto, con la frutta; succede sempre meno.» (Francesca, 52)

«Je dirais pour moi, la cohabitation entre les générations, voyant la complexité.» (Denise, 38)

«Die Kinder müssen auf den Bus, die müssen pünktlich vorne sein, da hast du schon diesen Stress am Morgen. Der Schwiegervater hat dann nicht mehr gemolken. Dann haben wir beschlossen, dass ich melke, am Morgen und Abend. (…) die Kraft hat nachgelassen. Wir mussten irgendwann eine Lösung finden, weil, wie soll ich sagen, dieArbeitsbelastung vor 8 Uhr und amAbend, die war so gross für mich selber, da musste irgendetwas gehen.» (Eva, 38)

«Die Buchhaltung mach‘ auch ich amAbend,wenn die Kinder endlich schlafen und man eigentlich gar nicht mehr mag, dann muss man manchmal noch hinsitzen.» (Carmen, 43).

«(…) Der Stress und die Hektik, was früher anders war, das macht uns einfach ein Stück weit fertig, oder.»

(Julia, 49)

«Trovo anch’io che negli ultimi 10 anni sia aumentato e anche di molto. 10/15 anni fa i vitelli potevo venderli a un prezzo accettabile a dei macellai e dunque lavorare poco, poi il prezzo è caduto talmente tanto che ho dovuto cominciare a venderli a privati a un prezzo maggiore ma lavorando molto di più.»

(Francesca, 52)

Poco tempo libero, poche ferie

Come si sono espresse le donne riguardo al loro tempo libero? Alla richiesta se ne hanno abbastanza per la vita di coppia e familiare, su una scala da 1 a 5 (dove 1 è «per niente» e 5 «molto») è emerso un valore medio di 3,2. Meno concordi sono state con l’affermazione secondo la quale hanno abbastanza tempo per sé stesse e per le persone che stanno loro accanto (media risp. di 2,8 e 2,7). Inoltre, hanno dichiarato di avere meno tempo per l’impegno nell’organizzazione delle donne contadine, tra l’altro ulteriormente diminuito rispetto al 2002.

Dichiarazioni riguardanti il tempo libero 2002 vs. 2012

Ho abbastanza tempo per me stessa.

Ho abbastanza tempo per la vita di coppia/familiare.

Ho abbastanza tempo per chi mi sta accanto.

Ho abbastanza tempo per i miei hobby.

Partecipo alla vita pubblica.

Sono impegnata nell'organizzazione delle donne contadine.

Media 2002 [N= 883]

Media 2012 [N= 820]

Fonte: Isopublic 2012

Un quarto delle intervistate ammette di non avere ferie. Un 20 per cento ha una settimana di ferie all’anno e solo il 4 per cento prende più di tre settimane. Più le donne sono anziane, meno vanno in ferie. La quota maggiore di quelle che da tanto non fanno vacanza si registra nelle aziende di allevamento, tra le donne di estrazione contadina e quelle che non hanno un’attività al di fuori dell’azienda. Il 71 per cento delle donne fa al massimo 1 settimana di ferie all’anno. Rispetto al 2002, quindi, le settimane di ferie non sono aumentate molto.

1 2 2,6 3,3 2,6 2,3 2,4 2,3 3 4 5 Per niente Molto
2,8 3,2 2,7 2,5 2,4 1,8
75 1.2 Aspetti sociali e società

Durante gli incontri le donne ammettono l’importanza di prendersi qualche giorno di ferie e rigenerarsi, ma nominano anche lo stress dei preparativi e del rientro.

«Ferien,Hobby,das empfinde ich als ganz wichtig.Dass sich Bäuerinnen das auch gönnen dürfen,das finde ich ganz wichtig.» (Ursula, 49)

«Ich glaube auch, dass es das [Ferien] braucht, zum Auftanken und so. Und den Boden wieder zu spüren. Auch für die Kinder, ja, ich glaube, das braucht es.» (Linda, 45)

«Also ich muss schon sagen, früher, haben wir – gerade herausgesagt – die ‹Grinder› nur Richtung Boden gehalten, und gearbeitet und gearbeitet.Also blödsinnig.Aber irgendwie war man in einem Muster gefangen, man hatte das Gefühl es geht gar nicht anders.» (Julia, 49)

«Also die Generation vor uns, das war sicherlich eine Generation, die in dieser Beziehung noch ein wenig verklemmt war. Die sich das nicht genommen haben.Aber ich denke die jungen Bauern heute, die sind da schon flexibler.» (Sabrina, 44)

«Und man muss sich das einfach nehmen. Es ist halt schon für eine Bäuerin, bis man geht, hat man es einfach streng. Und dann kommst du nach Hause, ah, ja, und dann fängt es einfach wieder an.Aber man muss sich einfach sagen, so, jetzt, jetzt ist fertig, jetzt geh ich und ich kann das.» (Julia, 49)

«Ich mache seit 3 Jahren Ferien,ich habe 20 Jahre lang keine Ferien gemacht.Irgendwann habe ich gesagt, jetzt möchte ich einfach auch noch fliegen, ich möchte wissen wie das ist. Und jetzt war ich 10 Tage weg mit anderen Frauen, weil mein Mann grad überhaupt keine Ferien macht. Und das ist mir schwer gefallen, aber ich bin gegangen. Und ich bin auf den Geschmack gekommen.» (Ursula, 49)

76 1.2 Aspetti sociali e società

1.2.2.5 Benessere e prospettive per il futuro delle donne

Nel capitolo dedicato al benessere si analizza la salute delle donne e la loro soddisfazione lavorarando nell’agricoltura. In quello successivo si informa sul modo in cui le stesse vedono il proprio futuro e come ritengono che sarà l’agricoltura tra 10 anni.

n Benessere

Com’è la situazione delle donne per quanto concerne la salute? Sono soddisfatte? Come si sono espresse a questo proposito le donne durante gli incontri di gruppo?

Buon livello di salute

Il 50 per cento delle donne occupate nel settore agricolo giudica il proprio stato di salute buono, il 30 per cento ottimo. Solo l’1 per cento delle donne ritiene di essere in pessime condizioni di salute. In genere, più giovani sono, più la salute viene considerata buona.

Durante gli incontri è emersa l’enorme importanza dello stato di salute e le notevoli conseguenze a questo legate. È stato altresì affrontato il tema della salute psichica.

«So psychische Belastung ist schon auch viel mehr, glaube ich (…).Also ich kenne eine Frau in der Spitex, sie bieten jetzt frisch psychologische Dienste an.Das habe sehr stark zugenommen,bei Bauernfrauen auch, psychische Belastungen. Das ist sehr amAufkommen.» (Sabrina, 44)

«Ogni tanto ci guardiamo alla sera e ci diciamo: «ma per quanto tempo ce la faremo ancora?». Sentiamo qualche dolore alla schiena e ci rendiamo conto che sia lui che io,come coppia siamo dipendentissimi dalla salute fisica. Assolutamente.» (Francesca, 52)

«Und das Leben ist so kurz. Ich bin auch mal ganz weit aussen gewesen. Ich bin mal ganz lange im Koma gewesen. Ich hatte einen schweren Unfall. Und seit dort denke ich vielleicht auch etwas anders.» (Sabrina, 44)

Salute 100 0 30 20 10 40 50 60 70 80 90 In % Ottima Buona Discreta Totale Fino a 35 anni 36–55 anni 56+ anni Cattiva Pessima Nessuna risposta 30 51 43 49 6 3 16 211 32 50 14 11 2 15 2 3 25 55 Fonte: Isopublic 2012 Base: totale [N=820]
77 1.2 Aspetti sociali e società

Benessere: situazione positiva e addirittura migliore rispetto al 2002

Due terzi delle intervistate si ritengono soddisfatte della loro vita. Le affermazioni positive hanno un riscontro nettamente superiore rispetto a quelle negative.

Sono essenzialmente soddisfatta della mia vita.

Mi sento molto bene nella mia/nostra azienda. Ho molti buoni contatti al di fuori della mia/nostra azienda.

Sono ben integrata nella comunità locale. Vivo in prima persona il fatto che la donna svolge un ruolo centrale nell'agricoltura.

Mi dà fastidio che l'agricoltura abbia un'immagine così negativa nell'opinione pubblica.

Mi sento spesso sotto pressione a causa delle varie esigenze che mi vengono imposte. Spero che tutto resti così com'è. Spesso ho l'impressione di non essere capita dalle persone che mi circondano.

Mi sento isolata nella mia/nostra azienda.

L’unica cosa che dà fastidio, al 40 per cento delle intervistate, è l’immagine negativa che l’opinione pubblica ha dell’agricoltura.

Le donne più giovani, quelle provenienti dalla Svizzera tedesca e italiana, le donne di estrazione contadina o che lavorano in aziende di allevamento o combinate, nonché quelle provenienti da aziende biologiche si sentono proporzionalmente meglio rispetto alle donne dei gruppi di confronto. Rispetto al 2002, quest’anno sono stati molti di più i riscontri alle affermazioni positive – Erano possibili più risposte.

«Je crois on a quand même une plus belle vie que les femmes d’avant, même qu’on bosse et bosse et bosse.» (Alice, 54)

«Donc il y a peut-être aussi une valeur refuge entre guillemets de se retrouver en 2012 dans une exploitation avec une qualité de vie, même si c’est dur, même s’il faut beaucoup travailler, on est indépendant, on n’a pas de patron directement sur nous, et puis pas la peur de perdre son travail du jour au lendemain.»

(Gabrielle, 56)

«Io condivido tutto, mi sento felice (…), in pratica godo delle piccole gioie. Certo, ci sono delle volte in cui mi sento stanca, ci sono dei periodi più intensi come specialmente adesso, con i capretti, eccetera.A volte ci guardiamo,io e mio marito,e ci diciamo ‹cosa hai da guardarmi› e ci diciamo:‹Così no! È abbastanza!.›

Però nel complesso sono felice e contenta.» (Giovanna, 48)

«Es war mein erster Gedanke, dass jetzt so viele zufriedener sind, das sind die, die durchgehalten haben. Die, die Freude daran haben, und die, die keine Freude haben, die sind weg.» (Dora, 52)

Stato d'animo 2002 vs. 2012 (Erano possibili più risposte) Fonte: Isopublic 2012 0 20 40 51 53 33 30 30 39 17 60 80 In %
risposta 66 65 54 46 42 40 17 7 7 3 3 13 10 6 2
=
=
Nessuna
2002 [N
883] 2012 [N
820]
78 1.2 Aspetti sociali e società

«Und ich denke, eine Frau, die nicht zufrieden ist mit ihrem Leben, die hat den Fragebogen wahrscheinlich gar nicht ausgefüllt (…). Ja, das sind glückliche, zufriedene Bäuerinnen, die das wahrscheinlich gemacht haben. Und man hat heutzutage auch mehr Kontakt gegen aussen. Man sieht, die hat auch etwas Stress, diese Frau macht auch so viel und ist auch zufrieden. Dann geht es auch besser. Es geht allen gleich.»

(Vera, 52)

n Prospettive per il futuro

Quali sono le prospettive future personali, aziendali e dell’agricoltura in generale? Di seguito si affronta quest’argomento.

Le stime migliori concernono il futuro personale

L’atteggiamento rispetto al futuro poteva essere valutato su una scala da 1 a 5, dove 5 significava essere «molto fiduciosa». Tutte le fasce d’età hanno valutato come migliore il proprio futuro personale (3,9), seguito da quello aziendale (3,4) e da ultimo, con un netto distacco, il futuro dell’agricoltura (2,7). Ad avere la visione del futuro più rosea in tutti e tre i settori sono le donne al di sotto dei 35 anni. Le svizzerotedesche e le donne con un reddito extraziendale ritengono il proprio futuro personale più positivo rispetto alle donne degli altri gruppi.

«Wenn du an deinem Beruf nicht Freude hast, und noch eine Ausbildung als Landwirt machst, da hast du wirklich auch eine Menge Möglichkeiten etwas zu machen, (…) weil die haben sie wirklich sehr gern.»

(Julia, 49)

«Effettivamente il futuro personale non mi preoccupa molto (...),per l’azienda vedremo un po’ cosa succederà, vedremo come andrà con il futuro dell’agricoltura svizzera (...) è tutto un po’ da scrivere, perché non dipende dall’agricoltura.Ma non lo so,può succedere davvero di tutto,perché adesso siamo anche davanti a cambiamenti vari, può anche succedere un problema serio che toccherà l’agricoltura.» (Francesca, 52)

La fiducia nei confronti del futuro aziendale è inversamente proporzionale all’età delle intervistate e direttamente proporzionale alle dimensioni dell’azienda.

«Penso che l’azienda non finirà con noi, però non ti so dire se è più una speranza che una certezza.»

(Francesca, 52)

Il futuro dell’agricoltura è visto in maniera positiva dalle donne provenienti dalla Svizzera tedesca e italiana e da quelle che lavorano in aziende di grandi dimensioni. Durante gli incontri le intervistate si esprimono sulle loro preoccupazioni ma fanno anche molte affermazioni dalle quali emerge che credono nel futuro dell’agricoltura svizzera.

«Umgekehrt macht es einem schon Sorgen, immer diese vielen Vorschriften und alles, und dann heisst es: ‹Ja, das nützt ja sowieso nichts mehr. Das rentiert nicht mehr, was wollen sie noch, geben sich doch gescheiter auf.› Das ist auch überhaupt keine Motivation für diese Bauern.» (Kathrin, 65)

«Il faudrait que nos produits soient payés au juste prix.» (Alice, 54)

«Questo è un altro punto abbastanza dolente.Siamo rimasti così pochi contadini che nelle associazioni vedi sempre le stesse facce. Ed anche questo diventa un problema! Tu non hai più un pool abbastanza grande dove per ogni settore c’è qualcuno che vuole e che ha le capacità di fare il presidente di un comitato ed anche di rappresentarti sul piano politico. Puoi andare dove vuoi, ci sono quasi sempre le stesse facce.» (Sofia, 57)

«Ils livrent aussi les paniers à domicile, mais ça s’est développé énormément tout ça, les gens, je crois que, pas tout le monde, parce que tout le monde ne peut pas non plus financièrement, mais les gens, ils préférons mettre peut-être 1 ou 2 francs de plus maintenant et avoir quand même du produit suisse,je crois il y a quand même un peu un retour chez le boucher,au lieu de prendre sa viande forcément à l’étalage de la Coop ou de la Migros.» (Alice, 54)

79 1.2 Aspetti sociali e società

Nel 2012 sguardo al futuro più ottimistico rispetto al 2002

Quest’anno, rispetto al 2002, le prospettive per il futuro sia personale, che aziendale e dell’agricoltura in generale, sono state valutate in maniera più positiva. I valori medi sono ovunque superiori.

Prospettive 2002 vs. 2012

Futuro personale 2002 (3,8)

Futuro personale 2012 (3,9)

Futuro dell'azienda 2002 (3,1)

Futuro dell'azienda 2012 (3,4)

Futuro dell'agricoltura 2002 (2,4)

Futuro dell'agricoltura 2012 (2,7)

Fonte: Isopublic 2012

«Io penso che,comunque,la politica agricola svizzera non ha fatto male negli ultimi anni perché se guardo alla Germania ed agli altri Paesi intorno a noi, devo dire che malgrado tutto il contadino che negli ultimi anni aveva voglia di fare qualcosa in Svizzera,è stato molto sostenuto dalla politica,molto! Quello che per me è molto impressionante: dieci anni fa parlavano di chiudere molte scuole agricole, dicevano che non avevano più studenti e che le classi diventavano sempre più piccole. Se vai a vedere oggi, sono 2–3 anni, che tutte le classi, specialmente in Svizzera interna, sono piene zeppe ed hanno quasi troppo poco posto. Ci sono molti più giovani che vogliono imparare il mestiere.» (Sofia, 57)

«Die jetzigen Jungen, ich sehe das jetzt bei unseren so. Da ist ein wahnsinniger Zusammenhalt, und der eine hat jetzt auch noch die Zweitausbildung als Bauer (…).Vor 10 Jahren,da hatten die Betriebe vielleicht 5 oder 4 Söhne, aber keiner hat zu Bauern begonnen. Und jetzt, ich empfinde das Interesse (…).Also ich erlebe es jetzt in unserer Gegend. Das ist sehr trendig, momentan, Bauer.» (Julia, 49)

«Ja, ich habe das Gefühl, was auch Auftrieb gegeben hat, ist so paralandwirtschaftliche Tätigkeiten, dass die Leute wieder etwas mehr auf die Betriebe kommen, und was mir jetzt so spontan durch den Kopf ging: Im Moment ist das Schwingen, das ist jetzt eine totale Trendsportart und man hat das Gefühl, das kommt der Landwirtschaft schlussendlich auch zu gute.» (Franziska, 39)

«MeineTochter,die geht in die Schule,in die erste Klasse,die ‹Gspänli› finden das sehr interessant.Also wir haben langsam doch wieder diesen Stellenwert, wo man uns eher wieder schätzt, wo man sagt, doch, es braucht uns.Wir machen guteArbeit.Und das war vor 10 Jahren vielleicht schon eher weniger so gewesen (…).Und wir als junge Frauen sehen vielleicht,dass es allen anderen auch nicht besser geht.Und wir haben ein Dach über dem Kopf, wir haben zu Essen, wir haben den Mann, der zum Mittagessen zu Hause ist, wir können miteinander arbeiten, die Kinder wissen, was ihr Vater macht, ja, und das sind alles so Sachen, die für die Zukunft eigentlich schon noch recht optimistisch sind.Wir haben den schönsten Beruf, den wir haben können.» (Barbara, 32)

2002 [N = 883] 2012 [N = 820] 100 0 20 40 60 80 In %
da 1 = Per niente fiduciosa fino a 5 = Molto fiduciosa Nessuna risposta
6 26 37 24 5 2 4 25 39 28 4 2 8 15 38 9 4 26 7 11 32 17 3 31 20 29 36 9 3 3 13 27 38 15 2 5
80 1.2 Aspetti sociali e società

Le donne e la loro visione dell’agricoltura svizzera tra dieci anni

Più dei due terzi delle intervistate ritengono che nell’agricoltura svizzera aumenteranno gli standard ambientali (70 %), la produzione rispettosa degli animali (57 %) e la diversità delle specie (50 %). Circa tre quarti, al contrario, sono convinte che nei prossimi anni diminuiranno le aziende contadine a gestione familiare (78 %) e il reddito agricolo (73 %). Riguardo, invece, alla questione femminile, più della metà pensa che non cambierà molto: il riconoscimento del loro lavoro, la rispettiva retribuzione e l’uguaglianza tra donna e uomo resteranno, secondo loro, così, anche in futuro.

L’agricoltura svizzera tra 10 anni

Standard ambientali

Forme di produzione rispettose degli animali

Superfici per la biodiversità

Disponibilità di spazi ricreativi pubblici

Produzione razionale e competitiva

Offerta di derrate alimentari di prima qualità

Urbanizzazione delle regioni periferiche

Base: totale [N=820]

Fonte: Isopublic 2012

Il tema ricorrente delle discussioni, tuttavia, era l’incertezza rispetto a quello che riserverà il futuro.

«Aber es kann in 10 Jahren wirklich anders ausschauen. Dass nicht mehr gross über die Schutzverordnungen berichtet wird, sondern dass sie einfach froh sind, dass es genug zu essen hat auf dieser Welt. Und vielleicht wird es auch uns betreffen, hoffen wir natürlich nicht.Aber man weiss nicht.» (Ursula, 49)

100 0 40 20 60 80 In % In aumento Uguale
Produzione variata Varietà e specie autoctone Retribuzione
lavoro delle donne Parità tra uomo e donna Presenza sui mercati esteri
Riconoscimento del lavoro delle donne
del
Autoapprovvigionamento
Reddito agricolo Aziende contadine familiari In diminuzione Nessuna risposta 70 13 57 27 5 12 4 14 50 24 13 12 45 13 9 34 35 35 33 42 13 12 15 15 27 53 8 12 27 13 27 34 23 32 23 58 9 12 31 14 22 63 3 12 19 15 19 47 17 33 13 30 44 12 37 12 13 33 40 13 13 14 22 51 3 14 73 10 2 11 78 9
Paesaggi e luoghi tradizionali Immagine presso la popolazione
81 1.2 Aspetti sociali e società

1.2.2.6 Conclusioni

La figura della donna, in agricoltura, è importante e lo dimostra la sua poliedricità. L’inchiesta condotta nel 2012 sulla situazione della donna nel settore da un lato conferma situazioni già note e, dall’altro, mostra aspetti nuovi e sviluppi interessanti.

Negli ultimi dieci anni sono aumentate le donne che svolgono un’attività lucrativa, ma per loro continua a essere fondamentale anche il ruolo di mamma e casalinga. Nelle aziende agricole ci sono sempre più donne che eseguono, in qualità di lavoratrici indipendenti, diversi compiti nell’ambito della vendita diretta o dell’agriturismo e quasi la metà svolge un’attività al di fuori dell’azienda. Tra queste ultime ci sono soprattutto le più giovani, che dispongono di una solida formazione professionale e hanno un lavoro, nella maggior parte dei casi a tempo parziale, nella professione appresa.

Il contributo delle donne al reddito non viene registrato separatamente e non compare, pertanto, in alcuna statistica. Si parla, in genere, di reddito agricolo dell’azienda o di reddito totale dell’economia domestica agricola. Tuttavia, per riconoscere e stimare il lavoro della donna all’interno del settore sarebbe importante, in futuro, poter attestare il loro contributo a livello statistico.

Dal sondaggio scritto emerge che la maggior parte delle donne ha cominciato la propria vita in fattoria dopo il matrimonio e che due terzi di esse vivono in regime ordinario di partecipazione agli acquisti. Sono poche quelle che gestiscono un’azienda agricola in maniera indipendente. Nel sondaggio la maggior parte delle intervistate ha dichiarato di lavorare in un’azienda in comproprietà o cogestione, ma negli incontri di gruppo è emerso chiaramente che facevano riferimento al loro impegno finanziario nell’azienda e alla loro collaborazione pluriennale, senza che, spesso, esista un’iscrizione nel registro fondiario che le qualifichi come comproprietarie. Inoltre, si deve partire dal presupposto che solo pochissime donne possono comprovare l’investimento di denaro proprio nell’azienda tramite, ad esempio, contratti di mutuo. In caso di divorzio, ciò costituirebbe uno svantaggio per l’interessata.

Circa l’80 per cento delle donne provvede alla propria sicurezza sociale tramite un’attività extraziendale, la gestione indipendente di un ramo dell’azienda o il lavoro remunerato all’interno della stessa. Tuttavia, questa spesso è esigua. In qualità di membro della famiglia la donna lavora gratuitamente e non esercita, quindi, un’attività lucrativa con notevole impatto sulla sicurezza sociale. Nonostante questo, la maggior parte delle donne sposate non se ne preoccupa più di tanto. Dall’inchiesta emerge un enorme bisogno d’informazione riguardo alla posizione legale e alla sicurezza sociale.

L’agricoltura dipende dalle condizioni quadro politiche ed economiche, sulle quali le singole famiglie contadine non hanno alcun influsso. Le donne del settore sono, infatti, anche particolarmente preoccupate a causa della politica agricola, della situazione economica generale, dei ritmi serrati e del carico di lavoro, ma ritengono, al contempo, che un’azienda agricola offra molte occasioni di sviluppo e la possibilità di vivere e lavorare nello stesso posto; vantaggi, questi, che loro apprezzanotuttora. Nella maggior parte dei casi, le donne che lavorano in agricoltura sono molto soddisfatte della loro vita, ritengono di essere in buone condizioni di salute e si sentono a loro agio in questo settore.

82
1.2 Aspetti sociali e società

1.2.3 Valutazioni della popolazione sull’agricoltura

Il programma di ricerca Univox consiste in indagini demoscopiche a lungo termine, che l’istituto di ricerca gfs-zürich conduce dal 1986 in collaborazione con una ventina di specialisti, in particolare istituti universitari. Tra il 1986 e il 1999 le indagini sono state effettuate su base annuale e dal 2000 in poi su base biennale. Dal 2009 tra gli oltre 20 ambiti tematici rientra anche l’agricoltura, il cui modulo è stato commissionato dall’Ufficio federale dell’agricoltura ed è trattato direttamente da gfs-zürich senza la partecipazione di istituti universitari.

A marzo e aprile 2012 l’istituto gfs-zürich ha realizzato per la seconda volta dopo il 2009 interviste per conto dell’UFAG. Sono state interpellate persone aventi diritto di voto, di cui il 70 per cento dalla Svizzera tedesca e il 30 per cento dalla Svizzera francese, suddivise in maniera rappresentativa per sesso e fascia d’età. Le domande poste riguardavano diversi aspetti dell’agricoltura svizzera.

n Compiti e disponibilità a sostenere l’agricoltura

Come viene stimata l’importanza dei vari compiti dell’agricoltura menzionati nel sondaggio? Dal confronto dei valori medi i tre compiti principali risultano essere la produzione di derrate alimentari, la detenzione di animali da reddito rispettosa delle loro esigenze nonché la sicurezza alimentare in tempi di crisi. La meno importante, invece, è l’occupazione delle regioni discoste.

Importanza dei compiti dell‘agricoltura – 2012

Produzione di alimenti

Detenzione rispettosa di animali da reddito

Sicurezza alimentare in tempi di crisi

Gestione ecocompatibile

Cura del paesaggio

Aree rurali allettanti

Approvvigionamento di prossimità

Tutela della vita contadina

Occupazione di aree discoste

Fonte: gfs-zürich Valori medi: scala da 1 = per niente importante fino a 5 = molto importante
1 2 4 3 5 83 1.2 Aspetti sociali e società

In particolare, rispetto al 2009, è chiaramente aumentato il significato della sicurezza alimentare in tempi di crisi. L’importanza dei settori produzione di derrate alimentari nonché detenzione di animali da reddito rispettosa delle loro esigenze è rimasta invariata. Al contrario la gestione ecocompatibile, che tre anni fa figurava ancora tra i settori fondamentali, ha perso terreno. Anche l’importanza degli altri settori – cura del paesaggio, approvvigionamento di prossimità, tutela della vita contadina nonché occupazione di aree discoste – è diminuita agli occhi della popolazione.

Gli intervistati apprezzano che l’agricoltura svizzera sia sostenuta finanziariamente dallo Stato. Per produzione di derrate alimentari (3,8), detenzione di animali da reddito rispettosa delle loro esigenze (3,8), sicurezza alimentare in tempi di crisi (3,8) e gestione ecocompatibile (3,6) si ritiene debbano essere stanziati più fondi pubblici rispetto a quelli utilizzati oggi (scala da 1 = minore, 3 = uguale fino a 5 = maggiore sostegno pubblico). Infatti al crescere dell’importanza attribuita a un compito aumenta anche il favore nei confronti di un sostegno statale.

Rispetto all’ultimo sondaggio del 2009, il consenso a un maggior impiego di fondi pubblici rispetto a quelli utilizzati oggi è tendenzialmente diminuito. Nel 2012 i valori medi nella scala dei cinque valori sono per quasi tutti i compiti più bassi rispetto al 2009. Solo i valori relativi alla sicurezza alimentare in tempi di crisi e alla produzione di derrate alimentari sono più elevati.

n Valutazione del comportamento dei contadini

L’elettorato elvetico ha un’immagine positiva del comportamento dei contadini. Otto persone su dieci ritengono che i contadini si impegnino a produrre ciò che i consumatori desiderano e tre quarti pensano che per i contadini la cura del paesaggio sia importante. Circa i due terzi degli interpellati considerano i contadini persone dotate per la maggior parte di spirito imprenditoriale e innovativo.

Valutazione del comportamento dei contadini – 2012

Si impegnano a produrre ciò che i consumatori desiderano. Hanno particolarmente a cuore la cura del paesaggio.

Hanno spirito imprenditoriale. Possiedono spirito innovativo.

Sono contrari ai cambiamenti.

Rifiutano metodi di produzione ecologici. Si ostinano a mantenere aziende non redditizie a scapito della rimanente popolazione.

In %

Grande maggioranza + maggioranza

Minoranza + piccola minoranza

Nessuna indicazione

Nel 2012 in alcuni casi il comportamento dei contadini è valutato in maniera meno positiva rispetto al 2009. Mentre l’opinione nei confronti dello spirito innovativo dei contadini e della loro disponibilità ai cambiamenti è positiva come nel 2009, è lievemente peggiorata quella secondo cui i contadini agiscono con spirito imprenditoriale. Il comportamento ecologico dei contadini è valutato in maniera chiaramente più critica rispetto al 2009. La percentuale di coloro i quali ritengono che una maggioranza dei contadini rifiuti le forme di produzione ecologiche è raddoppiata rispetto allo scorso sondaggio (2009: 16 %, 2012: 31 %). Nei sondaggi fino al 2009 tale percentuale era diminuita costantemente.

0 20 40 80 60 100
Fonte: gfs-zürich
84 1.2 Aspetti sociali e società

n Atteggiamento nei confronti dell’agricoltura svizzera

Più di otto intervistati su dieci ritengono che le aziende agricole elvetiche debbano diventare più competitive e cercare di produrre in maniera più vantaggiosa, ma pensano che le piccole strutture debbano essere comunque mantenute. Una minoranza ritiene che le piccole aziende rappresentino al meglio le condizioni svizzere. Un buon terzo delle persone intervistate, il 38 per cento, non è concorde sul fatto che andrebbe ridotto il numero delle aziende agricole cosicché le restanti possano diventare più competitive. C’è un elevato consenso per il sostegno finanziario dell’agricoltura. Due terzi sono dell’opinione che l’agricoltura svizzera debba essere sostenuta finanziariamente dallo Stato e l’agricoltura di montagna debba essere promossa in modo particolare.

Atteggiamento nei confronti dell'agricoltura svizzera – 2012

Le aziende agricole svizzere devono diventare competitive e cercare di produrre in maniera più vantaggiosa.

L’agricoltura di montagna deve essere promossa in modo particolare.

L’agricoltura svizzera deve essere finanziata dallo Stato.

Le piccole aziende agricole rappresentano al meglio le condizioni svizzere.

La politica agricola svizzera provoca costi eccessivi.

In Svizzera solo le grandi aziende agricole sono competitive.

Va ridotto il numero delle aziende agricole cosicché le restanti possano diventare più competitive.

Fonte: gfs-zürich

L’opinione secondo cui le aziende debbano diventare più competitive e produrre a prezzi più favorevoli è decisamente molto più diffusa rispetto all’ultimo sondaggio (2009: 64 %, 2012: 82 %). Le altre affermazioni restano allo stesso livello del 2009.

0 20 40 80 60 100
In % Favorevole Non favorevole Nessuna indicazione
85 1.2 Aspetti sociali e società

n Atteggiamento nei confronti degli aspetti ambientali, dell’ingegneria genetica e dei rifiuti alimentari

Come già nel 2009, è stato chiesto per quali aspetti legati alla protezione dell’ambiente sarebbe importante sostenere finanziariamente l’agricoltura, onde incentivare sviluppi positivi. Non dà segni di cedimento l’elevato consenso nei settori della protezione delle acque e della qualità dell’aria (4,3 su un massimo di 5 punti). Inoltre è elevato anche il consenso per la promozione finanziaria della protezione del suolo e del clima (2009: 4,2; 2012: 4,1). Invece è diminuito fortemente l’appoggio ai pagamenti per i settori cura del paesaggio (risp. 4,2 e 3,8) e biodiversità (risp. 4 e 3,6).

La coltivazione di piante transgeniche in Svizzera è avversata da un numero più ristretto di persone rispetto all’ultimo sondaggio del 2009. I contrari sono il 53 per cento (2009: 63 %). La possibilità di vendere alimenti geneticamente modificati in Svizzera è sostenuta dal 34 per cento degli interpellati e gode pertanto di maggior favore rispetto al sondaggio di tre anni fa (29 %). In controtendenza rispetto al 2009, più persone ritengono che la moratoria sull’ingegneria genetica debba continuare. Tale risultato è riconducibile, tra l’altro, al fatto che a tale proposito più intervistati si sono fatti un’opinione. Nel frattempo il 41 per cento degli interpellati (2009: 25 %) è a favore di una prosecuzione e il 27 per cento (2009: 32 %) contro

Quest’anno il tema speciale era la sensibilizzazione nei confronti della problematica dei rifiuti alimentari. Per il 52 per cento degli svizzeri intervistati il tema è noto, il 61 per cento ritiene che vengano gettati troppi alimenti, e il 49 per cento, meno della metà, dichiara di disporre di informazioni sufficienti su come evitare, in quanto consumatori, i rifiuti alimentari.

n Atteggiamento nei confronti dell’apertura dei mercati

Come nel 2009, anche nel 2012 è stata posta la domanda sull’apertura dei mercati agricoli, in particolare nei confronti dell’UE. L’indagine mostra che gli svizzeri intervistati nel frattempo sono diventati meno scettici nei confronti di tale apertura rispetto a tre anni fa. L’idea che l’apertura delle frontiere possa pregiudicare le aziende agricole svizzere raccoglie chiaramente meno consensi e, con un valore medio di 2,9, non sussiste più la maggioranza (2009: 3,6 punti su 5).

Atteggiamento nei confronti di un possibile accordo di libero scambio CH/UE nel settore agroalimentare

Grazie a questo accordo la filiera agroalimentare svizzera ha migliori opportunità di vendere i suoi prodotti di prima qualità sul mercato europeo.

È ora che l'agricoltura apra le frontiere.

L'apertura delle frontiere permette di garantire a lungo termine l'approvvigionamento alimentare per la popolazione svizzera.

L'apertura delle frontiere all'UE nel settore agroalimentare fa sì che l'agricoltura svizzera possa avere un futuro a lungo termine.

Attraverso una collaborazione con l'UE può migliorare la sicurezza delle derrate alimentari (senza rischi per la salute, ecc.).

L'apertura delle frontiere all'UE può pregiudicare le aziende agricole svizzere. I contadini svizzeri non sono in grado di reggere la concorrenza europea.

Fonte: gfs-zürich
2012 2009 Valori medi: scala da 1 = per niente giusto fino a 5 = molto giusto 12345 86 1.2 Aspetti sociali e società

Tra i temi proposti quello che ha raccolto più consensi è rappresentato dalle maggiori opportunità, per l’industria alimentare svizzera, grazie all’apertura dei mercati, in particolare nei confronti dell’UE, di esportare prodotti di alta qualità. Tale affermazione è condivisa dal 53 per cento degli interpellati e solo il 13 per cento la respinge. L’argomentazione secondo cui con una collaborazione con l’UE la sicurezza delle derrate alimentari può aumentare gode di un sostegno decisamente maggiore, con un valore medio da 2,6 a 3,1.

n Atteggiamento nei confronti dell’agricoltura svizzera del futuro

Gli interpellati credono nel futuro dell’agricoltura svizzera. Soltanto una percentuale esigua (7 %) ritiene che la Svizzera non possa continuare a permettersi un’agricoltura come quella attuale (1,9 su un massimo di 5 punti). Come tre anni fa, la maggioranza degli intervistati ritiene che l’agricoltura svizzera debba puntare di più sulla specializzazione (3,8). La maggioranza è favorevole, anche se in maniera più attenuata rispetto a tre anni fa, a una diversificazione dell’agricoltura con più offerte nel settore dell’agriturismo o della produzione di energia (2009: 4; 2012: 3,8).

Futuro dell'agricoltura svizzera – 2012

Trovo che l'agricoltura svizzera in futuro dovrà puntare sulla varietà e le offerte, per esempio svilupparsi nel settore dell'agriturismo o della produzione di energia.

Trovo che l'agricoltura svizzera in futuro dovrà puntare sulla specializzazione, ad esempio produzione di latte o orticoltura.

Trovo che l'agricoltura svizzera in futuro dovrà puntare innanzitutto sulla produzione di derrate alimentari. Trovo che l'agricoltura svizzera in futuro dovrà fornire innanzitutto prestazioni ecologiche, ad esempio biodiversità, cura del paesaggio; le importazioni di derrate alimentari dovranno aumentare. Trovo che l’agricoltura svizzera sia un lusso che in futuro non potremo concederci più.

Fonte: gfs-zürich

Valori medi: scala da 1 = per niente giusto fino a 5 = molto giusto 12 4 3 5 87 1.2 Aspetti sociali e società

n Riassunto

Gli Svizzeri intervistati hanno un’immagine positiva dei contadini. Otto interpellati su dieci ritengono che essi si impegnino a produrre ciò che i consumatori desiderano. Tre quarti pensano che per i contadini sia importante la cura del paesaggio e due terzi ritengono che abbiano spirito imprenditoriale e innovativo.

Gli Svizzeri credono nell’agricoltura nazionale. Emerge la consapevolezza che l’agricoltura non dovrà solo puntare sulla produzione alimentare, settore principale dell’agricoltura svizzera, bensì diversificare l’attività concentrandosi anche su altri settori quali agriturismo e produzione energetica. Secondo i partecipanti al sondaggio l’agricoltura svizzera deve specializzarsi. Gli interpellati sono un po’ meno scettici nei confronti di un’apertura delle frontiere in ambito agricolo rispetto a tre anni fa. Al momento si intravedono più opportunità che pericoli.

Più di otto Svizzeri su dieci ritengono che le aziende agricole debbano diventare più competitive e cercare di produrre in maniera più vantaggiosa, ma che le piccole strutture debbano comunque essere mantenute. Una minoranza ritiene che le piccole aziende rappresentino al meglio le condizioni svizzere e un terzo delle persone intervistate non è concorde sul fatto che andrebbe ridotto il numero delle aziende agricole cosicché le restanti possano diventare più competitive.

C’è un elevato consenso per il sostegno finanziario dell’agricoltura. Due terzi degli Svizzeri sono dell’opinione che l’agricoltura svizzera debba essere sostenuta finanziariamente dallo Stato e che l’agricoltura di montagna debba essere promossa in modo particolare. La disponibilità ad un sostegno statale è fortemente correlata con l’importanza dei settori dei compiti. In particolare viene caldeggiato un sostegno per la produzione di derrate alimentari, la detenzione di animali da reddito rispettosa delle loro esigenze, la sicurezza alimentare in tempi di crisi e la gestione ecocompatibile. Rispetto al 2009 è diminuita la disponibilità a pagare per i settori ambientali cura del paesaggio e biodiversità.

La tematica dei rifiuti alimentari è certamente in gran parte nota, ma solo una minoranza è informata su come evitarli in quanto consumatori. La coltivazione di piante transgeniche in Svizzera è stata respinta da una maggioranza più ristretta rispetto all’ultimo sondaggio. Rispetto al 2009 chiaramente più persone ritengono che la moratoria sull’ingegneria genetica debba essere mantenuta.

88 1.2 Aspetti sociali e società

1.2.4 Rifiuti alimentari

Secondo uno studio dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura FAO (Gustavsson et al. 2011), nel mondo circa un terzo di tutti gli alimenti prodotti per il consumo dell’uomo va perso o viene gettato via (ingl. Food Losses e Food Waste). Considerato che un settimo dell’umanità soffre delle conseguenze di malnutrizione e sottoalimentazione, la popolazione mondiale, secondo stime dell’ONU, entro il 2050 salirà a 9 miliardi di uomini, la superficie agricola utile e l’acqua disponibile saranno rarefatte e i cambiamenti climatici creeranno ulteriori insicurezze, in futuro la produzione sufficiente di alimenti sarà una grande sfida. La riduzione dei rifiuti alimentari può contribuire al superamento di tali sfide e a garantire la sicurezza alimentare; quindi sul piano internazionale, e negli ultimi due anni anche in Svizzera, si è molto discusso a tal proposito.

Definizione: il lungo cammino degli alimenti – dal campo al piatto

Prima che un consumatore metta un alimento, ad esempio una mela, nel cestino della spesa, esso è già passato per 33 mani (Kantor et al. 1997). Il contadino, come primo anello della catena, raccoglie le mele. Alcune di esse rimangano appese all’albero o cadono a terra, una parte viene scartata e trasformata in mosto, poiché non adempie le esigenze in materia di qualità, e altre vanno perse durante il trasporto verso il grossista. Questo lava le mele e fa un’ulteriore cernita: una parte è messa in vendita, l’altra viene immagazzinata. Durante lo stoccaggio alcune mele marciscono, molte perdono peso – alcune diventano non più appetibili. Queste scorte vengono eliminate entro la raccolta dell’anno successivo e le mele trasportate ai commercianti al dettaglio. Alla fine la mela arriva nel cestino della spesa del consumatore che la mangia o la dimentica e la smaltisce nel compost o nella pattumiera. I rifiuti alimentari quindi sono presenti lungo l’intera filiera di valore aggiunto.

Come vengono definiti i rifiuti alimentari? Per le mele che marciscono, la risposta è facile. Ma la buccia di mela che non viene mangiata? È un rifiuto? Come definizione principale si è imposta quella della FAO che designa come Food Waste esclusivamente alimenti che, classificati in origine per l’alimentazione umana, per qualche motivo sono gettati via (anche se vengono utilizzati per un altro scopo, ad esempio la produzione di biogas), vanno persi, si deteriorano o vengono dati come foraggio agli animali da reddito. La buccia di mela è considerata indubbiamente come rifiuto alimentare.

Livelli della filiera alimentare e del valore aggiunto Fonte: Barilla Center for Food and Nutrition, 2012, adeguamenti dell'UFAG Livello I: produzione agricola Livello II: post raccolta e stoccaggio Livello III: trasformazione Livello IV: commercio all'ingrosso e al dettaglio
89 1.2 Aspetti sociali e società
Livello V: consumo

In Europa vanno persi 280 kg di alimenti pro capite all’anno

La FAO stima che ogni anno la quantità totale di rifiuti alimentari nel mondo ammonti a circa 1,3 miliardi di tonnellate. A seconda della regione geografica se ne registrano tra 120 (Asia meridionale e Sud-Est asiatico) e quasi 300 kg pro capite all’anno (Nord America e Oceania). L’Europa ne produce 280 kg pro capite all’anno (cfr. grafico seguente).

Rifiuti alimentari a livello mondiale

Europa

Nord America, Oceania

Asia industrializzata

Sud Africa (Subsahara)

Nord Africa, Asia centrale e occidentale

Sud e Sud-Est asiatico

America Latina

È degno di nota il fatto che le perdite, a seconda della regione del mondo, risultino a diversi livelli: mentre in Europa e America si registra una percentuale considerevole (40 %) al livello «consumo» e «commercio all’ingrosso e al dettaglio»; tale percentuale è bassa nei Paesi in via di sviluppo, in compenso la quota delle perdite a livello «produzione agricola» e «post raccolta e stoccaggio» (40 %) è alta.

Anche in Svizzera va perso approssimativamente un terzo degli alimenti

Due tesi di master forniscono le stime per la Svizzera sull’ammontare dei rifiuti alimentari. Tra loro indipendenti e con diverse procedure metodologiche, esse stimano che in Svizzera un terzo della produzione va classificata come scarto. Anche l’inchiesta dell’UFAM del 2002 sui sacchi della spazzatura e uno studio del 2007 sui rifiuti nelle grandi cucine forniscono spunti riguardanti i rifiuti alimentari in Svizzera (cfr. riquadri).

90 1.2 Aspetti sociali e società
0 50 100 150 300 250 200 350 In kg / persona / anno
Fonte: Gustavsson et al., FAO 2011 Livelli I – IV Livello V

Tesi di master João Almeida (2011)

Almeida nella sua tesi si è basato sui tassi di perdita dello studio della FAO (Gustavsson, 2011) e li ha applicati al materiale statistico dell’USC. Secondo i calcoli di Almeida, per gli alimenti consumati in Svizzera le perdite ammontano in tutto a 2 milioni di tonnellate all’anno. Commisurate a quasi 8 milioni di abitanti (a fine 2011), esse raggiungono anche 260 kg pro capite all’anno.

Tesi di master di Claudio Beretta (2012)

Anche Beretta stima che le perdite di alimenti ammontino a circa un terzo dell’offerta totale. Per il suo calcolo ha scelto un altro approccio rispetto ad Almeida: nello studio ha analizzato 43 aziende, tra le quali anche 5 aziende agricole, su tutti e 5 i livelli di produzione. Beretta ha rilevato sia dati qualitativi (telefonate e interviste a esperti) che quantitativi (misurazioni). Le analisi di flussi di sostanze condotte mostrano che circa il 20 per cento delle perdite risulta nella produzione agricola (livello I), il 30 per cento ai livelli da II a IV e circa la metà a livello di consumo (livello V).

Studio Composizione dei rifiuti (2002)

Nel 2002 è stato commissionato all’ex UFAFP (oggi UFAM) uno studio sulla composizione dei rifiuti in cui è stata esaminata la quota di rifiuti biogeni (adatti al compostaggio o alla fermentazione, tra cui soprattutto rifiuti alimentari), giungendo alla conclusione che questi ammontano a circa il 29 per cento della spazzatura, ovvero a circa 435 000 tonnellate; ciò equivale a 60 kg per abitante all’anno. Nel 2012 l’UFAM conduce nuovamente lo studio e i risultati potrebbero essere disponibili nel 2013.

Studio Rifiuti nelle grandi cucine (2007)

Lo studio elaborato nel 2007 su incarico del Canton Argovia dalla Scuola universitaria professionale di Wädenswil sul tema «Gestione dei rifiuti organici provenienti dalle grandi cucine nel Canton Argovia» mostra che le grandi cucine a circa 11 925 tonnellate di rifiuti organici. I confronti con altri studi provenienti dalla Svizzera nordoccidentale e dal Canton Berna mostrano che per i Cantoni svizzeri dell’Altopiano i rifiuti provenienti dalla ristorazione (scarti della preparazione di frutta e verdura e resti di cibo nonché olio commestibile) ammonterebbero a 20 kg per abitante all’anno.

Attività internazionali volte a ridurre i rifiuti alimentari

I rifiuti alimentari sono un tema molto discusso a livello internazionale. I deputati del Parlamento europeo, ad esempio, chiedono una strategia coordinata, ovvero la combinazione dei provvedimenti dell’UE con quelli nazionali per migliorare l’efficienza lungo tutta la filiera del valore aggiunto e combattere lo spreco alimentare. La Commissione UE si è posta l’obiettivo di dimezzare, entro il 2020, il volume di rifiuti alimentari idonei al consumo smaltito.

In alcuni Stati membri dell’UE sono già state avviate attività. Nel Regno Unito, nel 2005 è iniziata una campagna di sensibilizzazione a tappeto, non limitata solo ai consumatori, ma comprendente anche il commercio al dettaglio. I principali venditori al dettaglio del Regno Unito si sono impegnati ad adeguare le loro confezioni nonché a contribuire a ridurre le perdite alimentari a livello dell’economia domestica del 4 per cento (maggiori informazioni: www.lovefoodhatewaste.com). Campagne a tappeto sono in corso anche nei Paesi Bassi (www.etenisomopteeten.nl), in Germania (www.zugutfuerdietonne.de) e in Austria (www.lebensmittel-sind-kostbar.at). Inoltre, in tutta Europa sono sorte diverse iniziative private come ad esempio le organizzazioni «Tavolino magico».

91 1.2 Aspetti sociali e società

Attività promosse anche in Svizzera

Dal profilo etico, i rifiuti alimentari non sono sostenibili. Inoltre, i rifiuti non solo riducono l’efficienza ecologica correlata alla fornitura delle prestazioni del sistema alimentare, ma pregiudicano anche l’efficienza economica poiché vengono utilizzati più fattori di produzione (lavoro, suolo, capitale) di quelli necessari per soddisfare la domanda.

Per ridurre, in futuro, i rifiuti alimentari in Svizzera gli Uffici federali dell’agricoltura, dell’ambiente, della sanità pubblica e di veterinaria (UFAG, UFAM, UFSP e UFV) all’inizio del 2012 hanno istituito un gruppo di progetto sotto la direzione dell’UFAG. L’obiettivo è affrontare insieme la tematica, ampliare le conoscenze di base, nonché sviluppare attività e misure.

Per un dibattito oggettivo sono importanti solide basi. Oggi in Svizzera ci sono relativamente pochi dati sui rifiuti alimentari. Le lacune esistenti devono quindi essere colmate soprattutto laddove si suppongano grandi perdite. Nell’ambito di un dialogo con gli stakeholder si prevede di sondare le possibilità di ridurre i rifiuti alimentari. Con l’evento organizzato dal Comitato nazionale svizzero della FAO (CNS-FAO) in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione del 18 e 19 ottobre 2012 è iniziata anche la sensibilizzazione del pubblico. Singoli elementi devono essere individuati e sviluppati in maniera mirata. È inoltre previsto il lancio di un sito Internet sul tema.

In Svizzera ci sono già diverse iniziative private con l’obiettivo di ridurre i rifiuti alimentari: oggi organizzazioni come «Tavolino magico», «Tavola Svizzera», «Partage» o Caritas distribuiscono già alimenti non più commerciabili a persone bisognose. Dalla fine del 2011, inoltre, esiste l’associazione foodwaste.ch, che ha lo scopo di ridurre i rifiuti alimentari in Svizzera e di ottimizzare ulteriormente la filiera alimentare.

92 1.2 Aspetti sociali e società

1.3 Ecologia ed etologia

1.3.1 Ecologia

Come ogni anno, il capitolo Ecologia esordisce presentando lo sviluppo di diversi indicatori concernenti la gestione del suolo e l’uso di mezzi di produzione agricoli (cfr. sezione 1.3.1.1). In seguito, quest’anno vengono esaminati in maniera approfondita i temi azoto e acqua.

L’azoto era un tema importante già nel Rapporto agricolo 2004 e 2008, in cui si illustrava come da un lato agisce come «carburante» della produzione agricola e dall’altro rappresenta un’importante fonte di inquinamento ambientale riconducibile all’agricoltura. È stato altresì mostrato che l’azoto, con le sue diverse forme chimiche ha un ciclo costante e complesso. Tutte queste affermazioni valgono ancora oggi e rendono l’azoto un’importante e particolare sostanza nell’agricoltura che merita grande attenzione. Nelle pagine seguenti viene fornita una panoramica sullo stato attuale delle emissioni di azoto e segnalate, nella conclusione, le particolari sfide per il futuro (cfr. sezione 1.3.1.2).

Nel Rapporto agricolo il tema acqua è sempre trattato in combinazione con quello dell’azoto e pertanto, nel 2012, anch’esso viene affrontato per la terza volta (cfr. sezione 1.3.1.3). Oltre all’interfaccia con l’azoto, vale a dire le concentrazioni di tale elemento nell‘acqua, finora sono stati trattati i temi dell’acqua virtuale e dei prodotti fitosanitari presenti nell’acqua. Nel presente Rapporto agricolo per la prima volta vengono tematizzati anche i medicamenti per uso veterinario (cfr. sezioni 1.3.1.4 e 1.3.1.5).

Per la prima volta in questo Rapporto agricolo possono essere presentati i risultati della Centrale analisi di indicatori agroambientali (CA-IAA). In virtù dell’ordinanza concernente l’analisi della sostenibilità in agricoltura, dal 2009 circa 300 aziende agricole rilevano dati dettagliati. In collaborazione con Agroscope Reckenholz-Tänikon ART, le fiduciarie e Agridea, con questi dati è possibile calcolare gli indicatori agroambientali per la pratica agricola. A completamento degli indicatori, sulla base delle statistiche nazionali si possono fare nuove previsioni a livello regionale e di tipi di azienda. Sono disponibili le prime valutazioni sui temi bilancio dell’azoto, impiego di prodotti fitosanitari e impiego di medicamenti veterinari. Nei prossimi anni verrà ampliata la rete delle aziende considerate dalla CA-IAA.

93 1.3 Ecologia ed etologia

1.3.1.1 Utilizzo del suolo e mezzi di produzione

Andamento della quota di superficie gestita in modo rispettoso dell'ambiente

Fonte: UFAG 1

Valore obiettivo 65 000 ha nella regione di pianura dal 1990

1 Senza alberi da frutto ad alto fusto nei campi; prima del 1999 soltanto superfici di compensazione ecologica aventi diritto ai contributi

Fonte: UFAG

94 1.3 Ecologia ed etologia
In % della SAU Gestione rispettosa dell'ambiente1 Quota bio
1993–1998: PI + bio; dal 1999: PER 0 100 90 70 80 60 50 40 30 20 10 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
di
In 1 000 ha
Regione di pianura
Superfici
compensazione ecologica computabili 1
Regione di montagna
0 140 120 100 80 60 40 20 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Andamento dell'effettivo di animali In 1 000 UB G 1 Altri Suini Bovini
1 UBG: unità di bestiame grosso 0 1 600 1 400 1 000 1 200 800 600 400 200 1990 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Fonte: UST

Andamento del consumo di concimi minerali

Azoto (N) (paragricoltura compresa)

(P2O5) Fonte: USC/Agricura

Andamento del consumo di alimenti concentrati per animali

Trasformazione di alimenti importati per animali 1 Alimenti importati per animali

1 Sottoprodotti delle materie prime agricole importate trasformate in Svizzera (p.es. semi oleosi, orzo da birra)

Andamento delle vendite di prodotti fitosanitari

Fonte: USC

1 Fino al 2005 i dati sulle vendite di prodotti fitosanitari si basavano su quelli forniti dalle aziende affiliate alla Società svizzera dell'industria chimica. Dal 2006 sono disponibili dati relativi a tutte le aziende che vendono prodotti fitosanitari. Tali valori non sono direttamente comparabili con quelli contenuti nelle statistiche fino al 2005.

Fonte: Società svizzera dell'industria chimica, UFAG

95 1.3 Ecologia ed etologia
In 1 000 t
0 80 70 60 50 40 30 20 10 199092 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Fosforo
In 1 000 t Altro CH Panelli di semi
CH Cereali da foraggio CH
oleosi
0 2 000 1 750 1 500 1 250 1 000 750 500 250 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 (prov.) 199092
In t di principio attivo Insetticidi Rodenticidi Fungicidi Erbicidi
0 2 500 2 000 1 500 1 000 500 1990 91 92 93 94 95 96 97 98 99 2000 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 Vendite di prodotti fitosanitari delle ditte SSIC1
crescita
Regolatori della

1.3.1.2 Azoto

n Azoto, un elemento chiave nell’agricoltura e nell’ambiente

L’azoto (N) è un elemento chiave nell’agricoltura e nell’ambiente. Nell’agricoltura, la quantità di azoto disponibile determina la resa vegetale realizzabile. È il costituente essenziale per la sintesi di proteine e quindi fondamentale anche nella produzione animale. Nell’ambiente l’azoto è dappertutto. Come azoto non reattivo sotto forma di N2 contribuisce con poco meno dell’80 per cento al volume dell’atmosfera. Problematico per l’ambiente è l’azoto sotto forma di composti reattivi come quelli emessi dall’uomo in grandi quantità nell’aria, acqua e suolo con traffico, industria, economia domestica e agricoltura. Dal punto di vista dell’inquinamento ambientale sono in primo piano diversi composti di azoto. L’emissione di ammoniaca (NH3) e di ossido di azoto (NOX) provoca danni all’uomo, agli animali, a piante e alle loro biocenosi. Il protossido di azoto (N2O) è un gas serra e contribuisce al riscaldamento climatico e all’assottigliamento dello strato d’ozono nella stratosfera. Il nitrato (NO 3-) è all’origine di un carico eccessivo di concimi nei corsi d’acqua superficiali, comprese le superfici marine, e inquina le acque sotterranee.

L’agricoltura è la principale fonte d’emissione di ammoniaca, protossido di azoto e nitrato

Nel 2010 l’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) ha pubblicato il rapporto «Flussi di azoto in Svizzera» (Heldstab et al., 2010). L’agricoltura è tuttora la fonte primaria d’emissione di ammoniaca, nitrati e protossido di ossido, ossia di composti rilevanti dal profilo ambientale. Un confronto dei risultati con quelli del rapporto «Strategia per la riduzione delle emissioni di azoto» (UFAFP, 1996), redatto dal gruppo di progetto «Bilancio d’azoto in Svizzera» su incarico del Dipartimento federale dell’economia (DFE) e del Dipartimento federale dell’interno (DFI), mostra che, in termini relativi, i maggiori flussi di azoto sono rimasti gli stessi, mentre le emissioni si sono ridotte in termini assoluti. Per quanto riguarda i cosiddetti composti azotati, l’agricoltura era la principale fonte d’emissione già negli anni novanta. Le emissioni di azoto negli altri settori sono diminuite più significativamente che in agricoltura.

96 1.3 Ecologia ed etologia
Emissioni di azoto 1990/94 e 2005 In 1 000 t N NOX NH3 N2O NO3Fonte: UFAM 0 60 50 40 30 20 10 1990 / 94 Traffico, economia domestica, industria + artigianato Agricoltura Fonti naturali 2005 1990 / 94 2005 1990 / 94 2005

n Bilancio ed efficienza dell’azoto

Le fonti di apporto si sviluppano in maniera differente

Per quanto riguarda il bilancio, in base al metodo OSPAR («Bilancio a livello aziendale») si considera tutta l’agricoltura svizzera come un’unica azienda. Input è tutto ciò che arriva dall’esterno in tale «azienda», per esempio gli alimenti per animali importati, quindi non prodotti dall’agricoltura indigena. In base allo stesso principio, non sono considerati la produzione e l’impiego di concimi aziendali, poiché essi risultano e vengono impiegati per oltre il 99 per cento all’interno dell’agricoltura stessa. Per quanto concerne i quantitativi di azoto sottratti al suolo, viene considerato soltanto l’azoto utilizzato dall’agricoltura per la produzione di derrate alimentari di origine vegetale ed animale e non gli alimenti per animali prodotti in foraggicoltura e campicoltura e utilizzati dall’azienda. Evoluzione delle fonti di apporto

1 Metodo OSPAR (concimi minerali senza paragricoltura)

L’evoluzione dal 1990 mostra che le immissioni di azoto negli ultimi 20 anni sono leggermente diminuite (–6 %). L’apporto di concimi minerali ha registrato un calo significativo soprattutto fino alla metà degli anni novanta. Da allora gli alimenti per animali importati sono in forte aumento e in tempi prevedibili potrebbero diventare la fonte di apporto di azoto dominante. Il deposito atmosferico è diminuito a causa del calo dell’inquinamento dell’aria riconducibile a fonti non agricole (NOX). Sono altresì diminuiti i concimi ottenuti da riciclaggio, in particolare a causa del divieto di utilizzo dei fanghi di depurazione nell’agricoltura. Si ritiene che, nel periodo considerato, la produzione totale della fissazione di azoto attraverso le leguminose sia rimasta quasi invariata.

97 1.3 Ecologia ed etologia
In 1 000 t N
1
0 80 70 60 40 50 20 10 30 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010
(agricoltura)
Fissazione biologica di N
Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART
Concimi minerali
Mangimi importati
di sementi
Deposito atmosferico Concimi ottenuti dal riciclaggio Importazione

L’efficienza continua ad aumentare

L’efficienza dell’azoto mostra il rapporto fra output e input di azoto nella produzione agricola. Considerati i processi naturali, nella produzione vegetale l’efficienza massima possibile dell’azoto (calcolata in base al metodo OSPAR) è chiaramente superiore rispetto alla produzione animale. Per la quota attuale della produzione animale rispetto alla produzione totale di derrate alimentari nell’agricoltura, in Svizzera l’efficienza massima possibile dell’azoto, secondo le stime dell’UFAG, dovrebbe essere circa del 35–40 per cento. Tra gli anni 1990/92 e 2008/10 l’efficienza dell’azoto è aumentata dal 22 al 29 per cento. Secondo il messaggio sulla Politica agricola 2014–2017, tale efficienza deve essere portata al 33 per centro entro il 2017. In cifre assolute l’eccedenza di bilancio d’azoto dal 1990/92 al 2008/10 è diminuita da circa 134 000 a 114 000 tonnellate. Nel 2010 il valore è tuttavia aumentato nuovamente a 120 000 t. Secondo l’obiettivo agroecologico contenuto nel messaggio sulla Politica agricola 2014–2017, deve attestarsi a 95 000 tonnellate entro il 2017.

1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 Eccedenza di bilancio di N in 1 000 t Efficienza (output : input) in % Bilancio Output : input (efficienza)
Evoluzione dell'eccedenza di bilancio e dell'efficienza dell'azoto
0 140 120 100 80 60 40 20 0 5 35 30 20 25 15 10 98 1.3 Ecologia ed etologia
Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Emissioni di azoto

Le emissioni di ammoniaca possono essere ridotte con una serie di provvedimenti

L’ammoniaca (NH3) è un composto azotato volatile che si forma quando si decompongono proteine o urea dagli escrementi degli animali da reddito. L’agricoltura svizzera, nella media degli anni 2008/10, ha perso annualmente circa 48 000 tonnellate di azoto tramite le emissioni di ammoniaca. Ciò corrisponde a una perdita media di 45 chilogrammi di azoto per ettaro di superficie agricola utile. Una parte dell’azoto è trasportato in habitat sensibili come boschi o prati magri, in cui porta a una concimazione eccessiva e pertanto a un cambiamento degli ecosistemi, danneggiando in particolare la biodiversità.

Rispetto agli anni 1990/92, le emissioni di ammoniaca provenienti dall’agricoltura, calcolate con il modello Agrammon (www.agrammon.ch) della Scuola superiore di scienze agrarie, forestali e alimentari (SSAFA), a livello nazionale, sono diminuite del 14 per cento. Tuttavia dal 2000 restano a un livello elevato. Il calo delle emissioni provenienti dall’allevamento di bovini (–11 %) negli ultimi 20 anni si spiega soprattutto con la notevole diminuzione dell’effettivo di animali in tale periodo. Nello stesso periodo le emissioni provenienti dalla detenzione di suini sono diminuite del 29 per cento a causa del calo dell’effettivo di animali e della minore produzione di azoto tramite le deiezioni (fabbisogno di foraggio minore grazie al progresso zootecnico, utilizzo crescente di alimenti a tenore ridotto di sostanze nutritive). Negli anni 2008/10 il 71 per cento delle emissioni di ammoniaca proveniva dalla detenzione di bovini e il 13 per cento da quella di suini. Le perdite da detenzione di pollame sono aumentate leggermente, ma incidono meno sul totale con una percentuale del 3 per cento.

Se si considera l’evoluzione dei livelli di emissione, si nota l’aumento delle emissioni provenienti dalla stalla (+46 %). Ciò è da ricondurre al fatto che nel quadro dei programmi SSRA e URA sono aumentate le superfici emittenti delle stalle. Le emissioni riconducibili allo spandimento di liquame sono invece costantemente diminuite (–36 %). A ciò ha contribuito il fatto che con il progresso zootecnico, i migliorati alimenti per animali, la più elevata quota di pascoli e le consistenti perdite nella stalla, il quantitativo di azoto da spandere è calato. Il crescente utilizzo di sistemi di spandimento con minori emissioni (p.es. tubi flessibili) fa diminuire ulteriormente le emissioni in fase di spandimento del liquame. Nella media degli anni 2008/10 le emissioni da spandimento di liquame ammontano al 31 per cento, quelle provenienti dalle stalle/corti al 33 per cento delle emissioni di ammoniaca totali riconducibili all’agricoltura.

Evoluzione delle emissioni di ammoniaca provenienti dalla detenzione di animali, per livelli di emissione

Per raggiungere l’obiettivo intermedio della Politica agricola 2014–2017 per il 2017 di 41 000 tonnellate di azoto ammoniacale e l’obiettivo ambientale a lungo termine per l’agricoltura di 25 000 tonnellate di azoto ammoniacale, sono necessari ulteriori sforzi per la riduzione delle emissioni di ammoniaca.

n
In 1 000 t NH 3N Spandimento
Spandimento
Stoccaggio
Stoccaggio
Stalla/corte
0 60 50 40 30 20 10 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010
letame
liquame
letame
liquame
Pascolo Fonte: SSAFA
NH3 - N = NH3 x 0,8224
99 1.3 Ecologia ed etologia

Le emissioni di ammoniaca vengono misurate dalla Confederazione e dai Cantoni in più di 60 località svizzere con raccoglitori passivi. Di queste, 16 stazioni sono in funzione ininterrottamente dal 2000. Le serie di misurazioni non mostrano alcun calo delle concentrazioni, cosa che ben concorda con l’evoluzione nel tempo delle emissioni di ammoniaca calcolate. Le soglie critiche dell’azoto negli ecosistemi rispettosi della natura (carichi critici per la protezione degli ecosistemi secondo la Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni unite, CEENU) vengono oltrepassate soprattutto nell’Altopiano, nel Giura, nonché sul versante alpino settentrionale e meridionale (regioni con valori oltre lo zero nella figura). Nella media nazionale, nel 2007 le emissioni di ammoniaca dell’agricoltura contribuiscono con una percentuale di due terzi a tali sorpassi, quelle di ossido di azoto provocate da processi di combustione con circa un terzo.

Emissioni di ammoniaca stabilite con modelli geografici – 2007

Deposito di azoto eccessivo: livello annuale 2007 kg N/ha

Ridurre la emissioni di protossido di azoto vuol dire proteggere il clima

Il protossido di azoto (N2O) proviene soprattutto dalla gestione dei suoli agricoli, in particolare dalla concimazione con prodotti azotati, dalle deiezioni azotate degli animali da reddito e dalla gestione dei concimi aziendali. Le perdite di azoto sotto forma di ammoniaca e nitrati possono pure essere all’origine di emissioni di protossido di azoto, il quale ha un potenziale di riscaldamento climatico circa 300 volte più elevato rispetto alla CO2

La seguente figura mostra che le emissioni di protossido di azoto provenienti dall’agricoltura negli ultimi 20 anni sono diminuite dell’11 per cento. Come per le emissioni di ammoniaca, ciò è dovuto principalmente alla diminuzione dell’effettivo di animali. Con la quota di pascoli in aumento, negli ultimi anni le emissioni di queste superfici sono aumentate mentre sono diminuite quelle provenienti dalla gestione di concimi aziendali.

Le diverse origini del protossido di azoto sono complesse e in parte ancora poco conosciute. Nello sviluppo di provvedimenti aziendali-tecnici-organizzativi questa è una grande insicurezza. Per tale motivo la riduzione del quantitativo di azoto che arriva nell’ambiente è il provvedimento più affidabile per la riduzione delle emissioni di protossido di azoto.

100 1.3 Ecologia ed etologia
30 20 10 0 –10
Fonte: UFAM
/anno

Nitrati nelle acque sotterranee

Nel 2005 l’agricoltura svizzera ha perso circa 34 000 tonnellate di azoto con il dilavamento dei nitrati (Heldstab et al., 2010). Ciò corrisponde a una perdita media di 32 kg di azoto per ettaro di superficie agricola utile. Per la superficie agricola utile il tasso di dilavamento è più basso nella superficie inerbita. In condizioni favorevoli esso è inferiore a 5–10 kg di azoto per ettaro all’anno. Le più elevate sono le perdite di nitrati nella campicoltura e nell’orticoltura. Il dilavamento può anche essere ridotto con una migliore copertura del suolo (p.es. riduzione degli intervalli con suolo incolto attraverso la coltivazione di colture intermedie), la rinuncia a colture con elevato tasso di dilavamento, una minore concimazione azotata nonché una ridotta lavorazione del suolo. In natura, nelle acque sotterranee, i nitrati sono presenti solo in concentrazioni esigue. L’ordinanza sulla protezione delle acque (OPAc) stabilisce un valore di 25 mg/l, l’ordinanza sulle sostanze estranee e sui componenti (OSoE) un valore di tolleranza di 40 mg/l per l’acqua potabile.

Percentuale campicola e concentrazione di nitrati nelle acque sotterranee – 2010

101 1.3 Ecologia ed etologia Evoluzione delle emissioni di protossido di azoto Gg di equivalente CO 2 Formazione indiretta da ammoniaca e nitrato Emissioni di N al pascolo Gestione del suolo/concimazione N Gestione di concimi aziendali
0 3 000 2 500 2 000 1 500 1 000 500 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 Equivalente CO2 = N2O-
Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART
N x 0,4871
Concentrazione di nitrati – 2010 ≤10 mg/l 10 – 25 mg/l 25 – 40 mg/l > 40 mg/l Non campionato Valore massimo Valore medio 0 % 0 – 5 % 5 – 20 % 20 – 40 % > 40 % Percentuale campicola
Fonte: Osservazione nazionale delle acque sotterranee NAQUA, UFAM

Nel 2010 nel 48 per cento delle stazioni di misurazione con utilizzazione principale del suolo «campicoltura» è stato superato il valore dell’OPAc e nel 14 per cento di queste anche il valore di tolleranza dell’OSoE.

Concentrazioni di nitrati nelle acque sotterranee in base all'utilizzazione principale del suolo – 2010 (valore massimo per stazione di misurazione)

Campicoltura (n = 93)

Insediamenti e traffico (n = 93)

Pastorizia e produzione animale (n = 140)

> 40 mg / l 25 – 40 mg / l 10 – 25 mg / l ≤ 10 mg / l

Bosco (n = 159)

Pascoli d'estivazione e regioni improduttive (n = 35)

Fonte: Osservazione nazionale delle acque sotterranee NAQUA, UFAM

A partire dalla metà degli anni novanta fino al 2002 la concentrazione di nitrati è diminuita in molte stazioni di misurazione del 10 fino al 20 per cento; negli anni successivi è stato registrato un aumento della loro concentrazione, mentre dal 2007 essa è nuovamente diminuita nella maggior parte delle stazioni di misurazione.

La concentrazione di nitrati nelle acque sotterranee è influenzata da fattori agricoli, come l’impiego di concimi e la lavorazione del suolo, ma anche la distribuzione stagionale e la quantità delle precipitazioni influiscono, attraverso il diverso assorbimento dell’azoto da parte delle colture e il momento e l’entità della costituzione della falda freatica, sulla concentrazione di nitrati nelle acque sotterranee. Negli anni piovosi prima del 2002 e dopo il 2006, infatti, la concentrazione di nitrati è tendenzialmente diminuita, mentre è aumentata durante il periodo particolarmente secco dal 2003 al 2005.

Evoluzione delle concentrazioni di nitrati nelle acque sotterranee in base all'utilizzazione principale del suolo (valore massimo per stazione di misurazione)

= 90)

= 85)

= 123)

Il riquadro corrisponde alla fascia in cui si trova in media il 50 per cento dei dati. Il tratto continuo nel riquadro divide il diagramma in due metà in cui si trova rispettivamente il 50 per cento dei dati. I punti indicano i valori estremi.

Fonte: Osservazione nazionale delle acque sotterranee NAQUA, UFAM

102 1.3 Ecologia ed etologia
Stazione di misurazione [%]
0 100 80 60 40 20
Concentrazione di nitrati [m g / l] Concentrazione di nitrati [m g / l]
Bosco (n
Pastorizia e produzione animale (n
Campicoltura (n
Insediamenti e traffico (n =
0 100 80 60 40 20 0 100 80 60 40 20 10 90 70 50 30 10 90 70 50 30 2003 05 07 09 2003 05 07 09 2003 05 07 09 2003 05 07 09
77)

n Confronto dei bilanci di azoto di diverse regioni e tipi di azienda

In virtù dell’ordinanza concernente l’analisi della sostenibilità, l’UFAG monitora la situazione ecologica e le prestazioni dell’agricoltura svizzera. Sulla base degli indicatori agroambientali calcolati annualmente (IAA) possono essere rappresentati gli sviluppi corrispondenti. Dal 2009 circa 300 aziende agricole rilevano dati dettagliati nell’ambito della Centrale analisi degli indicatori agroalimentari (CA-IAA).

Confronto tra le regioni

Poiché i dati nell’ambito della CA-IAA sono stati rilevati in diverse regioni (regione di pianura, collinare e di montagna) e tipi di azienda, sono possibili previsioni sugli sviluppi rilevanti dal punto di vista ambientale nelle regioni e a seconda dei tipi di azienda. Nei primi indicatori di tale monitoraggio agroambientale, per i quali possono essere analizzati i dati, rientrano i bilanci di azoto. Valutazioni approfondite saranno possibili nel momento in cui ci saranno sequenze di dati maggiori, possibilmente di molte aziende.

Il calcolo avviene secondo il metodo dell’OCSE («Bilancio di azoto alla superficie del suolo»). Si calcola la differenza tra il quantitativo totale di azoto apportato al suolo nell’arco di un anno (alle quantità già considerate con il metodo OSPAR «Bilancio a livello aziendale» si aggiungono i concimi aziendali) e il quantitativo di azoto sottratto al suolo da prodotti della campicoltura e della foraggicoltura (al contrario del metodo OSPAR sono inclusi anche i prodotti rimanenti nell’azienda, somministrati agli animali). Le principali fonti d’apporto sono i concimi aziendali (ca. 50–60 %), le principali fonti di emissioni i prodotti della foraggicoltura con circa il 70 fino a oltre il 90 per cento. Per motivi metodologici i risultati del bilancio dell’azoto secondo il metodo OSPAR e quello dell’OCSE non possono essere confrontati direttamente.

Bilanci di azoto per regioni (valore mediano)

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Per il 2010 si sono potuti valutare i dati di 277 aziende CA-IAA. È chiaro che le aziende nella zona di pianura e collinare presentano quantitativi di immissioni (risp. 245 e 273 kg N/ha) ed emissioni di azoto (risp. 164 e 177 kg N/ha) simili, anche se nelle aziende delle zone collinari sono leggermente superiori. Le aziende di montagna, al contrario, producono chiaramente in maniera meno intensiva, a causa dalla durata del periodo di vegetazione più breve e del livello di resa più scarso. Di conseguenza l’input ammonta solo a 158 kg di azoto per ettaro, l’output a 106 kg di azoto per ettaro. Quindi esse, con 54 kg di azoto per ettaro, hanno chiaramente eccedenze di bilancio di azoto inferiori rispetto alle aziende della zona di pianura e collinare con rispettivamente 84 e 90 kg di azoto all’ettaro. È interessante constatare che l’efficienza dell’azoto (output : input secondo il metodo dell’OCSE), indipendentemente dall’intensità di produzione, è molto vicina rispettivamente con il 67 per cento nella regione di pianura nonché nella regione di montagna e il 65 per cento nella zona collinare.

103 1.3 Ecologia ed etologia
kg N / ha SAU
0 300 250 200 150 100 50 Pianura (n = 135) Collina (n = 87) Montagna (n = 55) Input N Output N Bilancio N

Confronto tra i tipi di azienda

L’analisi per tipi di azienda mostra in parte grandi differenze. L’input di azoto va da 131 a 292 kg di azoto per ettaro, l’output da 95 a 183 kg di azoto per ettaro, le eccedenze di bilancio variano tra 44 e 111 kg di azoto per ettaro. L’efficienza dell’azoto è, nel migliore dei casi, del 74 per cento (azienda campicola, azienda di trasformazione) e, nel peggiore, del 62 per cento (altra azienda di trasformazione combinata di bovini). Secondo la tendenza, quanto più è elevata la produzione di concime aziendale, tanto più bassa è l’efficienza dell’azoto.

Bilanci di azoto per tipi di azienda (valore mediano)

kg N / ha SAU
0 300 250 200 150 100 50 Campicoltura n = 19 n = 19 n = 9 n = 8 n = 17 n = 73 n = 29 n = 13
Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART
Colture spec. Latte comm. Vacche madri Altri bovini Trasformazione Comb. latte/ campicolt.
Comb. Vacche madri Input N Output N Bilancio N Comb. trasform. Comb. altre n = 39 n = 37 104 1.3 Ecologia ed etologia Poiché il numero di aziende per tipo di azienda è in parte basso, per il momento possono essere fatte previsioni solo sommarie. Nei prossimi anni il numero di aziende nella rete del monitoraggio agroambientale deve essere ulteriormente ampliato.

Conclusioni

I successi dell’agricoltura nella riduzione delle emissioni di composti azotati rilevanti per l’ambiente quali ammoniaca, nitrati e protossido di azoto sono più contenuti rispetto alla riduzione di ossidi d’azoto di altri settori. È interessante constatare che i grandi progressi si limitano agli anni novanta e che a partire dal 2000 circa si sono verificati solo esigui miglioramenti. È soddisfacente, invece, il miglioramento dell’efficienza dell’azoto che risulta da un output di azoto chiaramente più elevato (elevata produzione animale e vegetale) con input di azoto leggermente ridotto.

Per ridurre ulteriormente il carico ambientale con azoto proveniente dall’agricoltura ci sono tre approcci.

– Approccio tecnico

Con i provvedimenti tecnici nella stalla nonché nello stoccaggio e nello spandimento di concime aziendale vengono ridotte le perdite. Esempi promettenti sono il calo delle emissioni di ammoniaca attraverso la tecnica di spandimento migliorata e la pulizia più frequente delle superfici emittenti nella stalla. L’azoto ammoniacale così risparmiato può essere messo a disposizione delle piante proficuamente, sostituendo i concimi minerali.

– Approccio aziendale/organizzativo

Ogni chilogrammo di azoto non apportato all’agricoltura consente di ridurre le perdite. La priorità è data alla limitazione dell’impiego di concimi minerali allo stretto necessario. A tal fine sono presupposte una migliore conoscenza del tenore di sostanze nutritive nel letame e liquame e l’utilizzazione ottimale dei concimi aziendali (armonizzare il periodo di spandimento e il quantitativo in funzione del fabbisogno delle piante e dei rischi di perdita). Di rilievo è anche un foraggiamento ottimizzato per quanto riguarda il fabbisogno in nutrienti. Un’ulteriore possibilità sarebbe una sostituzione parziale di alimenti per animali importati con altri alimenti per animali nazionali (coltivazione di cereali foraggieri aggiuntivi, maggiore coltivazione di leguminose nella foraggicoltura). L’azoto presente nei concimi aziendali può essere meglio utilizzato attraverso misure organizzative, ad esempio con la preparazione di concimi aziendali e il loro utilizzo mirato in sostituzione dei concimi minerali attraverso il trasporto da regioni con eccedenze ad altre con bisogno.

– Approccio strutturale

L’efficienza dell’azoto nella produzione vegetale è chiaramente superiore rispetto a quella nella produzione di prodotti animali. Perciò sarebbe possibile ridurre le perdite di azoto nell’agricoltura anche aumentando la quota di produzione vegetale nella produzione totale di derrate alimentari. Questo approccio è ragionevole nel momento in cui il consumo di alimenti di origine animale in Svizzera retrocede. Altrimenti le emissioni sarebbero soltanto trasferite all’estero tramite l’importazione di derrate alimentari di origine animale.

Sussistono lacune in riferimento agli obiettivi ambientali nell’agricoltura pubblicati nel 2008 (UFAM e UFAG, 2008) e anche gli obiettivi agroecologici intermedi nell’ambito della PA 2011 non sono stati raggiunti. Sono quindi indispensabili degli sforzi in tutti e tre gli approcci.

105 1.3 Ecologia ed etologia

1.3.1.3 Acqua

n Penuria idrica

L’acqua è imprescindibile per la crescita delle piante utili. La carenza di tale elemento, può essere ridotta o evitata grazie a diverse misure, tra le quali la scelta di colture resistenti alla siccità nonché di sistemi di coltivazione e di lavorazione del suolo che assecondino il potere di ritenzione dell’acqua dei suoli e riducano le perdite per evaporazione e l’irrigazione. Quest’ultima, oltre che a garantire la resa, serve ad assicurare la qualità nonché sicurezza e continuità nella fornitura.

In molte zone della Terra la penuria idrica limita la produzione agricola, mentre quest’ultima è, con il 70 per cento, la maggiore utilizzatrice a livello mondiale delle acque di falda e superficiali. Nell’UE tale quota è del 24 (AEA, 2009), in Svizzera del 15 per cento. Durante il periodo vegetativo, da fine aprile a metà settembre circa, in Svizzera, si utilizzano all’anno 140–170 milioni di metri cubi di acqua per l’irrigazione (stato 2006). Circa il 60 per cento dell’acqua utilizzata a scopo irriguo proviene da canali detti Suonen (Vallese), alimentati da ruscelli di montagna. Come seconda fonte, per importanza, vi sono acque sotterranee, fiumi, canali e ruscelli, seguiti da laghi e acquedotti. Le superfici agricole utili irrigate sono circa il 5 per cento. Secondo i modelli di calcolo, la quota di superfici sulle quali grazie all’irrigazione si potrebbe produrre di più è del 41 per cento rispetto alla potenziale superficie coltiva e del 26 per cento rispetto all’intera SAU (Fuhrer e Jasper, 2009).

106 1.3 Ecologia ed etologia

Il fabbisogno d’acqua e l’offerta idrica sono diversi a seconda della regione. Nelle fertili vallate, che si spingono fino alle Alpi, l’acqua può essere prelevata in quantità sufficienti da fiumi o acque sotterranee. Nell’Altopiano, dal lago Lemano al Seeland, nella regione alle pendici meridionali del Giura, dal Weinland fino al lago Bodanico, con le reti irrigue per lo più locali oltre alle colture speciali, attualmente vengono irrigati colture campicole e prati artificiali. Laghi e grossi fiumi forniscono grandi quantità d’acqua anche negli anni di siccità. In zone dove vi sono solo ruscelli (p.es nel Giura, nel Canton Vaud e in zone del Seeland) o fiumi alimentati con acqua piovana (p.es. Broye, Thur), invece, negli anni di siccità insorgono situazioni di penuria e si ricorre a divieti e limitazioni di prelievo considerevoli.

Secondo gli scenari climatici, in futuro è da prevedere una maggiore siccità durante i mesi estivi, con conseguenze diverse nelle differenti regioni (Fuhrer, 2010; Fuhrer, 2012). La strategia sul clima dell’agricoltura (UFAG, 2011) indica come il settore possa adeguarsi a tali cambiamenti. Le sfide si presenteranno negli ambiti dell’adeguamento della gestione del suolo, della scelta delle specie coltivate e dell’avvicendamento delle colture, delle infrastrutture e dell’efficienza irrigua, oltre che della garanzia dell’approvvigionamento di acqua per l’abbeveraggio. Essendo l’utilizzo dell’acqua in parte in concorrenza con quello dell’acqua potabile, dell’acqua per uso industriale e delle riserve antincendio, ma anche con la produzione di energia, vi sono conflitti d’interesse. Inoltre, nel prelevare acqua per l’irrigazione possono sorgere contrasti con gli interessi di protezione delle acque. I diversi attori sono chiamati a mitigare tali conflitti migliorando le conoscenze, ponderando gli interessi e fornendo una pianificazione strategica.

n Impronta idrica

L’impronta idrica è un’unità di misura per l’utilizzo dell’acqua, che può essere calcolata per singole persone, aziende, Paesi e settori. Essa considera sia l’utilizzo diretto di acqua, per esempio quella da bere e per lavare, sia quello indiretto, ovvero l’acqua impiegata per la produzione di merci e servizi. Tale utilizzo indiretto è indicato con il concetto acqua «virtuale» e include anche il consumo di acqua correlato alle importazioni. Secondo Gnehm (2012), l’impronta idrica totale della Svizzera ammonta a 11 miliardi di metri cubi all’anno. Per avere un’idea dell’entità di tale cifra, in Svizzera 60 miliardi all’anno provengono da precipitazioni. Di questi quasi un terzo evapora. Sul totale dell’impronta idrica la parte più cospicua, ovvero l’81 per cento, è rappresentata da produzione e consumo di prodotti agricoli, dei quali solo il 16 per cento ottenuti in Svizzera. L’86 per cento dell’impronta idrica è costituita dall’acqua piovana (che evapora in fase di produzione o si ritrova nel prodotto), il 6 per cento da acque superficiali o sotterranee (che evaporano in fase di produzione o si ritrovano nel prodotto) e l’8 per cento da acqua grigia (volume d’acqua dolce necessario per ridurre il carico d’inquinanti fino al raggiungimento degli standard di qualità riconosciuti). La maggior parte dell’impronta idrica agricola svizzera è da attribuire al consumo di carne (28 %), cereali (11 %), zucchero (10 %), latte (10 %), oli commestibili (9 %), caffè e tè (8 %).

Un’impronta idrica consistente è problematica quando fiumi, laghi o l’acqua di falda vengono utilizzati eccessivamente in maniera non sostenibile o inquinati, causando danni ecologici, economici o sociali.

107 1.3 Ecologia ed etologia

1.3.1.4 Prodotti fitosanitari

I prodotti fitosanitari (PF) sono di fondamentale importanza per l’aumento della produttività e la garanzia del raccolto e della qualità degli alimenti per animali e delle derrate alimentari. Affinché siano efficaci, devono essere biologicamente attivi e possono, pertanto, avere effetti collaterali negativi anche su organismi diversi da quelli che devono combattere. Per ridurre i rischi si adottano diverse misure tra le quali la valutazione prima dell’omologazione, i divieti d’uso locali o specifici, gli incentivi per una protezione fitosanitaria sostenibile e, infine, lo sviluppo del sistema di monitoraggio di seguito descritto.

Registrazione dell’acquisto e del consumo di PF

Finora, l’UFAG ha registrato le vendite di PF utilizzando come unità di misura i chilogrammi di principio attivo. Considerato singolarmente, tale indicatore è però di difficile interpretazione. Non indica, ad esempio, la parte di PF che viene utilizzata in agricoltura e quella che invece viene adoperata fuori dal settore, da privati o Comuni, né fornisce indicazioni riguardo alle colture agricole nelle quali vengono impiegati. Inoltre, è difficile risalire a informazioni su singoli principi attivi, considerato che possono essere molto diversi per dosaggio (da pochi grammi a diversi chilogrammi per ha) e tossicità e che il rischio dipende anche dalla concreta applicazione.

Diversi Paesi, pertanto, oltre alle rilevazioni concernenti le vendite, analizzano anche l’applicazione di PF nelle aziende agricole. In Paesi con programmi di rilevazione affermati, tali dati vengono utilizzati nei settori più disparati.

a) Agronomia: gestione delle resistenze, valutazione della portata di singole strategie di protezione fitosanitaria e richiesta di autorizzazioni eccezionali, valutazione del potenziale di riduzione dei PF.

b) Ambiente: miglioramento del prelievo di campioni dai corsi d’acqua, distinzione tra origine agricola e non dei principi attivi rilevati nelle acque.

Per avere, anche in Svizzera, una base migliore di valutazione dell’influsso sulla qualità ambientale dei PF utilizzati in agricoltura e supporti decisionali nella scelta di nuovi strumenti, Agroscope ACW sviluppa, nell’ambito del monitoraggio agroambientale, i due indicatori consumo e rischio di ecotossicità acquatica dei prodotti fitosanitari.

Caratterizzazione

delle

rilevazioni di PF

La Centrale analisi di indicatori agroambientali (CA-IAA), attiva dal 2009, costituisce la base per la rilevazione specifica alle colture dell’impiego di PF in Svizzera. I rilevamenti del 2009 riguardano in totale 2 246 campi utilizzati per la campicoltura e le colture speciali, per una superficie totale di 2 875 ettari, così come 5 011 particelle di pascoli e prati, per una superficie totale di 5 118 ettari. Le aziende che nel 2009 hanno partecipato al monitoraggio agroambientale rappresentano a malapena l’1 per cento della superficie agricola utile utilizzata, in Svizzera, per la campicoltura e le colture speciali.

Le quote dei diversi gruppi di colture tra le superfici rilevate dalla CA-IAA comprendono, all’incirca, quelli dell’intera Svizzera. Rilevazioni insufficienti si hanno soprattutto per i vigneti, ma anche per le verdure da pieno campo. Quest’ultimo gruppo, comprendente 36 diverse colture, è così eterogeneo da rendere impossibili constatazioni specifiche. Per quanto concerne la distribuzione geografica delle superfici, risulta che le importanti regioni campicole della Svizzera sono ben rappresentate, mentre per la frutta e la vite vi sono ancora notevoli lacune regionali.

108 1.3 Ecologia ed etologia

Risultati del 2009 e 2010

Mediante i dati sull’utilizzo dei PF nelle aziende agricole è possibile stabilire diversi indicatori che consentono di fare considerazioni sulla pratica nell’ambito della protezione fitosanitaria. Nei due grafici seguenti sono riportati, per gruppo di coltura, i dati «frequenza di trattamento» e «quantità media di principio attivo impiegato» rilevati nel 2009 presso le aziende CA-IAA. I valori del 2010 si discostano solo di poco. La frequenza di trattamento indica quante volte un agricoltore ha trattato una particella con PF. Preso singolarmente, tale indicatore non fornisce informazioni sul rischio ecotossicologico, ma considerando entrambi i fattori è possibile effettuare una valutazione agronomica approssimativa. Essi permettono, cioè, di rilevare se la protezione fitosanitaria viene condotta secondo il principio di un’efficacia accettabile applicando il dosaggio minore possibile.

Frequenza di trattamento dei singoli gruppi di colture – 2009

Leguminose (58)

Patate (129) Frutta a granelli (78) Mais (386) Colza (131) Vite (126) Frutta a nocciolo (39) Altri cereali (147) Prati e pascoli (5011) Orzo autunnale (94) Orzo autunnale estensivo (91) Frumento autunnale (225) Frumento autunnale estensivo (308) Barbabietole da zucchero (99)

Avvertenza – Tra parentesi è riportato il numero di particelle valutate.

Il riquadro corrisponde alla fascia in cui si trova in media il 50 per cento dei dati. Il tratto continuo nel riquadro divide il diagramma in due sezioni in cui si trovano rispettivamente il 50 per cento dei dati. Le barre indicano il minimo e il massimo.

Fonte: ACW

La valutazione dell’efficacia accettabile applicando il dosaggio minore possibile» deve essere condotta diversamente per ogni coltura e dipende oltre che dalle aspettative di raccolto e dai prezzi degli input e dei prodotti, dalla portata dell’infestazione in un determinato anno. La più elevata frequenza di trattamento per vigneti e frutta rispetto alla campicoltura rispecchia le aspettative, considerato che tali colture sono sottoposte a una maggiore, irregolare presenza di organismi nocivi e malattie. Da diversi studi emerge che, in Svizzera, nella coltivazione di cereali la protezione fitosanitaria è meno intensiva rispetto ad altri Paesi europei non solo sulle superfici con coltivazione estensiva (ovvero senza l’utilizzo di PF, erbicidi esclusi), che rappresenta il 50 per cento circa, ma anche sulle altre superfici coltive. Per il confronto, sono disponibili valutazioni dettagliate della frequenza di trattamento in Gran Bretagna (Garthwaite et al., 2011) per gli anni pari e, a intervalli irregolari, in Germania. Nel 2010, in Gran Bretagna il numero di applicazioni per il frumento autunnale era di 5,9 (CA-IAA: 3,0) e per l’orzo autunnale 4,4 (CA-IAA: 2,9). In ogni caso, in Svizzera sono inferiori anche le rese, rispetto alla Gran Bretagna. Per le restanti colture da campo, la frutta e la vite, il numero di applicazioni in Gran Bretagna era paragonabile alle rilevazioni elvetiche del 2009 e 2010.

109 1.3 Ecologia ed etologia
Numero di trattamenti
0 30 25 20 15 10 5

Quantità medie di principio attivo per settore d'azione e gruppo di coltura – 2009

Frutta a granella, vite e patate presentano il volume totale di principio attivo per ettaro e anno più elevato.

Ciò è dovuto all’applicazione di pochi principi attivi, che però implicano dosi di diversi chilogrammi per ettaro. Per la frutta a granella, ad esempio, solo i tre principi attivi caolino, zolfo e olio di paraffina costituiscono il 56 per cento del volume impiegato, ma hanno, comparativamente, effetti collaterali da bassi a molto bassi. La loro applicazione è consentita anche nell’agricoltura biologica. Per le altre colture le quantità sono notevolmente inferiori. Considerate le enormi differenze tra i principi attivi per le dosi per ettaro applicate, tale indicatore è meno rivelatore rispetto al numero di applicazioni. Per tale motivo è altresì poco sensato effettuare confronti con altre regioni di coltivazione a livello europeo.

Dal confronto con rilevazioni svizzere precedenti emerge che entrambi gli indicatori cambiano solo sul lungo periodo e, nello specifico, ciò avviene o perché alcuni principi attivi vengono sostituiti con altri, o perché compaiono agenti patogeni nuovi o resistenti oppure perché si incentivano in maniera mirata determinate pratiche come accade, ad esempio, con i pagamenti diretti per la coltivazione estensiva.

Indicatore del rischio per i PF

Per la discussione sul possibile inquinamento ambientale vanno tenute in considerazione anche le caratteristiche dei singoli principi attivi e incluso nel calcolo, pertanto, anche un indicatore del rischio oltre a quelli della pratica agronomica. Questo consente di rilevare la tendenza dell’evoluzione dei potenziali rischi. Se, ad esempio, si utilizzano sempre più principi attivi con un profilo ambientale favorevole (pochi effetti collaterali, buona degradabilità, mobilità ridotta), tale evoluzione può essere seguita anche sulla scorta di indicatori. Gli indicatori del rischio non possono sostituire le misurazioni dei principi attivi nell’ambiente, per esempio nei corsi d’acqua, ma possono opportunamente completarle, addirittura contemporaneamente in più aspetti:

a) includendo principi attivi non misurati nei corsi d’acqua per problemi tecnici, b) separando le immissioni risultanti da un’applicazione adeguata in agricoltura da quelle non provenienti dall’agricoltura o che sono rilasciate a causa di un’applicazione erronea. L’indicatore del rischio si basa su un modello attualmente in fase di revisione. Con il suo previsto ampliamento potranno essere calcolati anche i possibili effetti di una serie di misure di riduzione del rischio.

Considerato che l’indicatore del rischio riproduce solo un livello e non fornisce un valore direttamente interpretabile, è possibile che passino diversi anni prima che si delinei una tendenza chiara e si possano trarre conclusioni che, però, a tempo debito potranno contribuire a impostare la discussione su temi sostanziali e a individuare margini di manovra.

110 1.3 Ecologia ed etologia
kg principio attiv o / h a / anno Altri PF Regolatori della crescita Molluschicidi Insetticidi Erbicidi Fungicidi Fonte: ACW 0 45 40 35 30 25 20 15 10 5 Verdure da pieno campo Leguminose Patate Frutta a granella Mais Colza Vite Frutta a nocciolo Altri cereali Pascoli e prati Orzo
Orzo
Barbabietola da zucchero
autunnale
autunnale estensivo Frumento autunnale Frumento autunnale estensivo

1.3.1.5 Medicamenti per uso veterinario

I medicamenti per uso veterinario vengono somministrati per il trattamento o la prevenzione di malattie. Impegnandosi per il benessere e la buona salute degli animali se ne riduce l’utilizzo. Molti vengono impiegati in quantità massicce e possono giungere nell’ambiente attraverso i concimi aziendali, le acque di scarico e la polvere. In tale contesto, per l’ambiente sono rilevanti gli antibiotici, gli antiparassitari e gli ormoni.

Gli antibiotici sono problematici soprattutto perché favoriscono la propagazione di batteri resistenti sia negli animali sia nell’ambiente. La maggior parte degli antibiotici, infatti, è a basso assorbimento e, pertanto, ne restano grandi quantità negli escrementi (Hamscher, 2008; Kim et al., 2011). L’aumento della resistenza agli agenti patogeni sta diventando un problema per la medicina umana, ma anche, sempre più, per quella veterinaria, poiché è sempre più difficile trattare efficacemente le malattie infettive. Gli agenti patogeni sono resistenti a un numero sempre maggiore di antibiotici ed esiste pertanto il pericolo che, presto, anche quelli di riserva non facciano più effetto.

Dal 2006, ogni anno l’UFV conduce un monitoraggio della resistenza agli antibiotici a livello nazionale, che analizza la situazione delle resistenze negli animali da reddito presso il Centro per le zoonosi, le malattie animali di origine batterica e la resistenza agli antibiotici (ZOBA), esaminando campioni di polli e suini da ingrasso nonché vitelli provenienti da macelli. I risultati vengono pubblicati assieme ai dati sulla distribuzione degli antibiotici nell’ambito della medicina veterinaria, allo scopo di individuare possibili correlazioni o tendenze. Il monitoraggio si focalizza su agenti patogeni delle zoonosi quali il campilobatterio e i batteri indicatori gram-positivi e gram-negativi (e. coli ed enterococchi). Negli ultimi anni, la situazione nel settore degli animali da reddito è rimasta relativamente stabile, fatta eccezione per la resistenza al fluoroquinolone (una classe importante di antibiotici di riserva), aumentata significativamente. Nell’effettivo di suini svizzero, inoltre, è stato osservato un aumento di stafilococchi dorati resistenti alla meticillina (MRSA) (Overesch et al., 2011). Questi resistono a tutti gli antibiotici beta-lattamici e spesso anche ad altre classi di principi attivi. I cosiddetti ceppi MRSA «livestock-associated (LA-)» meritano la dovuta attenzione soprattutto da parte di coloro che, per ragioni professionali, sono a stretto contatto con animali da reddito (ARCH-Vet, Swissmedic).

Gli antiparassitari vengono utilizzati per proteggere gli animali da parassiti quali vermi e zanzare. La loro pericolosità per l’ambiente è data dal fatto che hanno effetti dannosi sia sugli insetti che trasmettono malattie, sia su numerosi insetti utili e animali selvatici (Khan et al., 2008). Alcuni antiparassitari, inoltre, rappresentano un pericolo anche per la salute umana (Taylor, 2001). Come per gli antibiotici, anche qui si registrano sempre più resistenze (Papadopoulos et al., 2012; Sutherland and Leathwick, 2011).

Nella detenzione di animali da reddito, gli ormoni vengono somministrati per influenzare il ciclo riproduttivo o trattare delle malattie. Hanno effetti biologici già anche in quantità ridotte e, se giungono nell’acqua, possono compromettere le funzioni ormonali di pesci e altri animali (Hanselman et al., 2003). Inoltre, esiste il rischio che, tramite l’acqua potabile, vengano assunti anche dall’uomo (Falconer et al., 2006).

Dal 2004, in Svizzera viene rilevata anche la quantità di antibiotici smerciati in ambito veterinario (ARCHVet, Swissmedic). Dal 2009 si osserva un calo delle vendite totali di antibiotici: nel 2008, in totale, sugli animali ne sono stati utilizzati 73 536 chilogrammi, nel 2009 69 308 chilogrammi e nel 2010 66 642 chilogrammi. Grave et al. (2010) hanno messo a confronto le quantità di antibiotici veterinari di dieci Paesi europei con il rispettivo effettivo di animali: Francia e Paesi Bassi sono al primo posto per volume di vendite per chilogrammo di biomassa animale, seguite da Svizzera, Gran Bretagna e Germania, mentre i valori inferiori si registrano in Finlandia, Svezia e Norvegia. Tali quantità, tuttavia, dicono poco sull’effettivo numero di trattamenti condotti con antibiotici. Proprio alcuni antibiotici di nuova generazione, particolarmente importanti, che dovrebbero essere utilizzati sono in casi eccezionali, sono infatti spesso efficaci in dosaggi molto inferiori rispetto ai vecchi principi attivi. Inoltre, la statistica sullo smercio non fornisce indicazioni riguardanti i gruppi di animali ai quali vengono somministrati gli antibiotici, né contiene informazioni sul consumo di antiparassitari e ormoni.

111 1.3 Ecologia ed etologia

Per tali motivi, nel quadro della CA-IAA, dal 2009 l’UFV e l’istituto per la sanità pubblica veterinaria (Veterinary Public Health, Istituto VPH) sostengono l’UFAG nel rilevare il consumo di medicamenti per uso veterinario, nell’analizzare i dati e nell’interpretare i relativi risultati. Il consumo di medicamenti per uso veterinario è riportato in un registro elettronico dei trattamenti, in forma standard e, di conseguenza, adeguata alla valutazione. Nel registro vengono documentati nel dettaglio tutti i trattamenti. Dall’analisi dei dati si possono dedurre informazioni sulle quantità di principi attivi rilasciati nell’ambiente, oltre che effettuare stime riguardo alla quantità di medicamenti utilizzata in un determinato gruppo di animali e, attraverso il calcolo con unità di misura standardizzate, confrontare i risultati a livello internazionale. Attualmente, alla CA-IAA partecipano 300 aziende su base volontaria, 250 circa delle quali detengono animali, per lo più bovini. Dalla valutazione delle registrazioni del 2009 e 2010 era emerso che si doveva migliorare la qualità dei dati rilevati se si volevano fare considerazioni sul tipo e sulle quantità di medicamenti per uso veterinario impiegati che potessero essere utili negli ambiti del monitoraggio della resistenza, delle misurazioni nell’ambiente e del miglioramento delle pratiche agronomiche. Per tale motivo, da metà 2011 si utilizza un nuovo registro dei trattamenti.

La quota di registrazioni dell’impiego di antibiotici, antiparassitari e ormoni rispetto al totale delle registrazioni può dare un’idea dell’importanza relativa delle diverse categorie di medicamenti per uso veterinario: essa è stata del 52,6 per cento nel 2009 e del 58,3 per cento nel 2010. Per poter fare previsioni riguardo alle cause delle variazioni delle quote delle categorie di medicamenti per uso veterinario sarà necessario attendere i risultati di più anni.

Quote di registrazioni dell’impiego delle diverse categorie di medicamenti per uso veterinario rispetto alle registrazioni totali

Categoria di medicamenti per uso veterinario 2009 2010 % % Antibiotici 39,5 40,0 Antiparassitari 7,7 14,0 Ormoni 5,4 4,3 Altri medicamenti per uso veterinario 47,4 42,0 Fonte: Istituto VPH 112 1.3 Ecologia ed etologia

1.3.2 Etologia

n Partecipazione ai programmi URA e SSRA

Nel quadro dei pagamenti diretti ai gestori la Confederazione promuove, mediante i programmi «Uscita regolare all’aperto» (URA) e «Sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali» (SSRA), la detenzione degli animali da reddito agricoli rispettosa delle loro esigenze. Il programma URA disciplina in particolare l’uscita degli animali al pascolo o nella corte oppure nello spazio esterno coperto nel caso del pollame. Il programma SSRA contiene soprattutto indicazioni di natura qualitativa concernenti le singole aree delle stalle ad aree multiple nelle quali gli animali possono muoversi liberamente. Nel 2009 le ordinanze SSRA e URA vigenti fino a quel momento sono state accorpate nella nuova ordinanza sui programmi etologici. La partecipazione a questi programmi è facoltativa. Le cifre riportate di seguito si riferiscono all’insieme delle aziende che beneficiano di pagamenti diretti, vale a dire a tutti gli animali da reddito ivi detenuti.

Il programma URA è stato introdotto nel 1993 e da allora al 2000 le aziende partecipanti sono passate da 4 500 a 30 000. Nel 2011 sono state 36 400 contro le 37 600 nel 2008. La flessione rilevata tra il 2008 e il 2011 è riconducibile soprattutto alla minore partecipazione da parte delle aziende specializzate nell’allevamento di suini, alle quali dal 1° gennaio 2009 vengono erogati contributi URA soltanto per le scrofe da allevamento allattanti che hanno la possibilità di uscire all’aperto. Il programma SSRA è applicato dal 1996 e da allora al 2000 le aziende partecipanti sono passate da 4 500 a 13 000. Nel 2011 sono state censite 20 200 aziende SSRA (2008: 18 900).

113 1.3 Ecologia ed etologia

Evoluzione della partecipazione ai programmi URA e SSRA

Tra il 2000 e il 2011 la quota degli animali da reddito detenuti secondo le condizioni URA è cresciuta dal 51 al 73 per cento. Nello stesso periodo, per il programma SSRA si è registrato un incremento della quota dal 23 al 47 per cento. Tali valori sono una media delle diverse categorie di animali (fino al 2008: bovini, altri animali da reddito che consumano foraggio grezzo, suini, pollame; dal 2009: animali delle specie bovina, equina, caprina, ovina – solo per l’URA: animali della specie suina, conigli, pollame da reddito).

Evoluzione della partecipazione al programma URA, secondo la categoria di animali

Pollame da reddito Altri animali che consumano foraggio grezzo

Altri animali che consumano foraggio grezzo – fino al 2008: cavalli, capre, pecore, conigli; dal 2009: quattro categorie distinte

Fonte: UFAG

Differenziando la partecipazione al programma URA secondo le categorie di animali da reddito, si osserva che tra il 2000 e il 2011 la quota di animali della specie bovina è cresciuta dal 52 al 78 per cento. In virtù della nuova ordinanza sui programmi etologici, dal 2009 gli animali delle specie equina, caprina e ovina nonché i conigli rientrano in tre categorie distinte, mentre prima facevano parte della categoria degli altri animali che consumano foraggio grezzo. Nel 2011 e nel 2010 la partecipazione ammontava all’82 per cento negli equini, al 75 per cento nei caprini, all’85 per cento negli ovini e al 2 per cento nei conigli. Nei suini la partecipazione è passata dal 37 al 63 per cento nel 2008 e in seguito, dal 2009, ha segnato un calo attestandosi sul 50 per cento. Questo calo è dovuto principalmente al fatto che dal 1° gennaio 2009 i contributi URA sono erogati unicamente per le scrofe da allevamento allattanti cui è consentito uscire all’aperto.

114 1.3 Ecologia ed etologia
Quota di UBG in % URA SSRA Fonte: UFAG 0 80 70 60 50 40 30 20 10 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2010 2009 2011
Quota di UBG in % Animali della specie bovina Animali della specie equina Animali della specie caprina Animali della specie ovina Animali della specie suina Conigli
0 90 80 70 60 50 40 30 20 10 2000 2008 2009 2010 2011
Tabelle 39–40 Pagine A43–A44

L’andamento della partecipazione per il pollame da reddito mostra due situazioni molto diverse per le galline ovaiole e i polli da ingrasso: mentre la partecipazione per le galline ovaiole è aumentata costantemente fino al 2011 (2011: 72 %), per i polli da ingrasso ha subito una battuta d’arresto nel 1999 (42 %), momento dal quale si constata un chiaro recesso (2011: 8 %). Questa evoluzione è riconducibile all’introduzione della durata minima di ingrasso dei polli di 56 giorni. Tale durata, decisamente maggiore rispetto alla produzione convenzionale, comporta un aumento dei costi di produzione e, di riflesso, un rincaro del prezzo di mercato. Di conseguenza, vi è stato un calo della domanda di polli URA.

Evoluzione della partecipazione al programma SSRA, secondo la categoria di animali

Differenziando la partecipazione al programma SSRA secondo le categorie di animali da reddito, si osserva che tra il 2000 e il 2011 la quota di animali della specie bovina è cresciuta in misura considerevolmente minore rispetto al programma URA, passando dal 19 al 44 per cento. Ciò è riconducibile soprattutto al fatto che tale programma prevede, nella maggior parte dei casi, investimenti molto elevati (stabulazione libera) che pertanto vengono fatti di regola solo al momento di un investimento sostitutivo. Dal 2009 esiste un programma SSRA anche per gli animali della specie equina; la partecipazione ammonta al 13 per cento. Dal 2009 gli animali della specie caprina e i conigli rientrano in due categorie distinte, mentre prima facevano parte della categoria degli altri animali che consumano foraggio grezzo. La partecipazione al programma SSRA nei caprini (36 %) è inferiore rispetto a quella rilevata nel quadro del programma URA, mentre nei conigli (2011: 28 %) è di gran lunga superiore a quella registrata per l’URA.

Per i suini il programma SSRA è stato introdotto soltanto nel 1997. Tra il 2000 e il 2008 la partecipazione è passata dal 40 al 65 per cento; da allora è rimasta praticamente stabile (2011: 64 %). L’elevata partecipazione al programma SSRA per il pollame (2011: 88 %) è da ricondurre, prevalentemente, al successo di mercato dei label che promuovono una stabulazione particolarmente rispettosa delle esigenze di ovaiole e pollame da ingrasso.

115 1.3 Ecologia ed etologia
Quota di UBG in % Animali della specie bovina Animali della specie equina Animali della specie caprina Animali della specie suina Conigli Pollame da reddito Altri animali che consumano foraggio grezzo
0 90 80 70 60 50 40 30 20 10 2000 2008 2009 2010 2011
Fonte: UFAG Altri animali che consumano foraggio grezzo – fino al 2008: capre, conigli; dal 2009 due categorie distinte più una categoria per gli animali della specie equina
116

2. Provvedimenti di politica agricola

2.1 Produzione e smercio

L’articolo 7 LAgr fissa obiettivi prioritari in materia di produzione e smercio dei prodotti agricoli. L’agricoltura è tenuta a produrre in modo sostenibile e vantaggioso, mentre gli agricoltori devono ottenere un profitto elevato dalla vendita dei loro prodotti. Tramite tali obiettivi, la LAgr sancisce l’importanza degli aspetti economici e commerciali dell’attività agricola, già fissati a livello di Costituzione. La Confederazione dispone di diversi strumenti atti ad aiutare l’agricoltura svizzera a raggiungere tali obiettivi. Alcuni di essi, nei settori della qualità, della promozione dello smercio, delle denominazioni agricole, delle importazioni e delle esportazioni, sono validi in tutti i settori di produzione. Vengono integrati con strumenti specifici per la produzione lattiera e animale, la vitivinicoltura e la produzione vegetale.

117 2.1 Produzione e smercio

n Mezzi finanziari 2011

Nel 2011 sono stati accordati 440 milioni di franchi, valore superiore del 3 per cento a quello dell’anno precedente, per misure a favore della produzione e dello smercio. Tale lieve progressione riguarda l’economia lattiera, la produzione animale e, soprattutto, quella vegetale. Nel 2010, nel settore dell’economia lattiera sono stati iscritti a preventivo 274 milioni di franchi. I fondi per il 2010 sono stati successivamente incrementati dal Parlamento e il Preventivo 2011 è stato aumentato per assicurare il supplemento per il latte trasformato in formaggio di 15 centesimi per chilogrammo di latte. Le maggiori uscite nella produzione vegetale si spiegano con il nuovo aumento della produzione di barbabietole da zucchero. Nel 2010 le quote private per lo zucchero erano state ridotte del 10 per cento. A causa della flessione della superficie coltiva, all’epoca erano stati necessari minori fondi per la produzione di zucchero. La promozione dello smercio di prodotti agricoli, asse strategico per aumentare le quote di mercato dei prodotti elvetici, è stata mantenuta allo stesso livello.

Uscite per produzione e smercio

1 Preventivo

n Prospettiva

Fonti: Conto dello Stato, UFAG

Nel Preventivo 2012 vengono messi a disposizione gli abituali fondi per lo sgravio del mercato nel settore della carne e per il sostegno alla produzione di zucchero; per tale ragione, il preventivo per la produzione animale e vegetale 2012 resta stabile. Per l’economia lattiera, nel 2012 il Parlamento ha stanziato 5 milioni di franchi in più rispetto all’anno precedente.

118 2.1 Produzione e smercio
Voci di spesa 2010 2011 1 2011 2012 1 Mio. fr. Promozione dello smercio 56 55 55 56 Economia lattiera 292 296 295 301 Produzione animale 10 13 12 14 Produzione vegetale (vitivinicoltura incl.) 70 80 78 77 Totale 428 444 440 448
Tabelle 27–31 Pagine A27–A30

2.1.1 Strumenti sovrasettoriali

2.1.1.1 L’agricoltura e la filiera alimentare svizzere sottoscrivono la Carta sulla qualità

Il 18 giugno 2012, le prime 119 imprese e organizzazioni dell’agricoltura e della filiera alimentare svizzere che hanno sottoscritto la Carta sulla qualità, ne hanno celebrato la firma insieme al Consigliere federale Johann N. Schneider-Ammann. Con tale firma, l’intera filiera del valore aggiunto si impegna per una produzione di alimenti sostenibile, rispettosa degli animali e di elevata qualità.

La strategia della qualità è una strategia di categoria sviluppata in un processo partecipativo moderato dall’UFAG. Un importante risultato del processo comune è la Carta sulla qualità che testimonia l’impegno della categoria in importanti valori e ambiti d’intervento. Imprese e organizzazioni che partecipano alla Strategia della qualità e lo dichiarano con una sottoscrizione dimostrano responsabilità, garantendo l’elevata qualità dei loro prodotti. Questo privilegio legato alla qualità deve essere curato e ampliato con la collaborazione all’interno della filiera del valore aggiunto. Grazie a questi attributi qualitativi i prodotti si posizioneranno meglio sui mercati. La firma rappresenta anche un’imprenditorialità aziendale responsabile e prestazioni che vanno oltre i requisiti legali.

La Carta sulla qualità funge da guida senza carattere giuridico. Con la firma della dichiarazione finale della Carta, le imprese e le organizzazioni si impegnano ad attuare e ampliare i valori in essa enunciati con progetti e azioni concrete. L’obiettivo è una strategia della qualità vissuta, con progetti mirati e azioni dei diversi operatori di mercato. Profitto collettivo e responsabilità individuale sono di capitale importanza. Ulteriori informazioni si trovano sul sito Internet www.qualitaetsstrategie.ch/it.

L’orientamento della politica agricola verso una strategia della qualità è già sancito in maniera implicita a livello legislativo. Il Consiglio federale ha sottoposto al Parlamento il messaggio concernente l’evoluzione della Politica agricola 2014–2017, nel quale è descritto l’ulteriore sviluppo degli strumenti nell’ambito della politica agricola nell’orizzonte temporale 2014–2017. Ambiti tematici sono la garanzia di una produzione di derrate alimentari sicura e competitiva, la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare nonché un rafforzamento della strategia della qualità. Occorre sviluppare la promozione dell’orientamento alla qualità e alla sostenibilità e intensificare la promozione dello smercio. Inoltre deve essere migliorata la designazione dei prodotti. Con tali misure sussidiarie la Confederazione sostiene la Strategia della qualità e gli attori delle categorie interessate.

119 2.1 Produzione e smercio

2.1.1.2 Organizzazioni di categoria e di produttori

Conformemente all’articolo 8 LAgr, le organizzazioni di categoria e di produttori possono adottare misure di solidarietà volte a promuovere la qualità dei prodotti o ad adeguare la produzione e l’offerta alle esigenze del mercato. Tali misure, decise collettivamente, possono essere estese o dichiarate obbligatorie per i non membri dal Consiglio federale, in virtù dell’articolo 9 LAgr, se si prevede che il loro funzionamento sia o rischi di essere pregiudicato dalle imprese non affiliate e che, quindi, non sono tenute ad applicarle (cosiddetti «utilizzatori di frodo»). Affinché le misure siano dichiarate obbligatorie, devono essere adempiute le condizioni fissate nell’ordinanza sulle organizzazioni di categoria e sulle organizzazioni di produttori (RS 919.117.72). In tale contesto svolgono un ruolo fondamentale la rappresentatività delle organizzazioni e l’interesse pubblico relativo alle misure. Per essere accolte, le richieste di adeguamento della produzione e dell’offerta non devono essere motivate da problemi strutturali, bensì da una situazione straordinaria.

Estensioni delle misure di solidarietà vigenti nel 2011

Organizzazione di categoria / produttori Misura

Organizzazione di categoria del Gruyère

Sanzionamento delle differenze di qualità

Organizzazione di categoria Interprofessione Contratto standard per l’acquisto di latte

Latte IP Latte

Produttori svizzeri di latte PSL

Unione svizzera dei contadini USC

GalloSuisse

Contributi per ricerca di mercato, pubblicità di base, misure di promozione delle vendite, attività di pubbliche relazioni e provvedimenti di marketing

Contributi per comunicazione di marketing

Contributi per comunicazione di marketing

Emmentaler Switzerland Contributi per pubblicità, pubbliche relazioni, fiere ed esposizioni

Organizzazione di categoria del Contributi per pubblicità, pubbliche relazioni, fiere ed esposizioni

Vacherin Fribourgeois

Organizzazione di produttori svizzeri Contributi per il finanziamento del programma volto a debellare la di bestiame bovino PSBB diarrea virale bovina (DVB)

Organizzazione di categoria Interprofessione Contributi per la promozione temporanea dello smercio di grasso

Latte IP Latte del latte

Interprofessione dei vini svizzeri Contributi per la campagna pubblicitaria per la promozione del vino svizzero

120 2.1 Produzione e smercio

2.1.1.3 Promozione dello smercio

La Confederazione sostiene le misure di comunicazione e di marketing per lo smercio dei prodotti agricoli svizzeri partecipando al massimo al 50 per cento dei costi. L’altra metà dei costi deve essere finanziata con fondi propri delle organizzazioni interessate o delle associazioni di categoria. Questo contribuisce sostanzialmente al convogliamento delle conoscenze di mercato e di categoria nella corrispondente strategia di marketing per settore di prodotti di mercato. La sovranità sulla determinazione degli obiettivi comunicativi, dei gruppi target e dei mezzi finanziari nonché sul controllo dell’efficacia rimane, pertanto, di primaria importanza nella responsabilità dei rispettivi attori di categoria.

La promozione dello smercio persegue l’obiettivo di accrescere la preferenza e di conseguenza di incentivare lo smercio di prodotti agricoli indigeni in Svizzera e all’estero. Il commercio di formaggio è stato liberalizzato e pertanto deve conquistare, soprattutto nel mercato d’esportazione, quote di mercato. La carne è in vendita a prezzi considerevolmente più favorevoli nei Paesi limitrofi; frutta e verdura sono in concorrenza con prodotti esteri disponibili tutto l’anno. Con misure di comunicazione mirate si può focalizzare l’attenzione sull’offerta di alta qualità e stagionale e quindi accrescere la sensibilità dei consumatori ai prodotti svizzeri.

I mezzi finanziari erogati nel 2011 sono stati ripartiti in funzione di un’analisi del portafoglio predefinita su diversi settori di prodotti di mercato e organizzazioni. Dal grafico sottostante è chiaro che i mezzi finanziari sono impiegati prevalentemente per gli strumenti di comunicazione più efficaci come televisione, manifesti e annunci. Ciò garantisce che i prodotti agricoli svizzeri siano presenti grazie ai media, tutto l’anno con le loro particolarità e vantaggi. Le fiere sono tuttora un importante strumento per avvicinare la varietà dell’agricoltura svizzera alla popolazione e in questo modo creare contatti di elevata qualità con i clienti.

Ripartizione dei mezzi finanziari – 2011

Animali vivi e embrioni 1,0 % Miele 0,2 %

Uova 1,9 %

Vino 4,2 %

Cereali 0,5 %

Frutta 4,0 %

Funghi 0,4 %

Verdura 1,0 %

Carne 8,1 %

Latte e burro 13,7 %

Formaggio 39,3 %

Patate 1,0 %

Semi oleosi 0,7 %

Piante ornamentali 0,7 %

Progetti pilota esportazione (preventivo) 0,7 %

Progetti sovraregionali 5,4 %

Provvedimenti collettivi 5,3 %

Provvedimenti inerenti ai SPM 7,1 %

Pubbliche relazioni 4,7 %

Fonte: UFAG

Tabella 27 Pagina A27
121 2.1 Produzione e smercio

n Progetti pilota per la creazione di nuovi sbocchi

Concorrenza più agguerrita, mercati saturi in aumento, pressione internazionale sul mercato svizzero e crescente turismo degli acquisti nei Paesi confinanti sono solo alcuni spunti per cercare attivamente nuovi sbocchi per i prodotti agricoli svizzeri. In vista di un’ulteriore apertura del mercato, una promozione di progetti per la creazione di nuovi sbocchi acquisirà un significato ancora maggiore. Ciò è particolarmente importante per trarre il massimo profitto dai diversi accordi di libero scambio con Stati terzi stipulati dalla Svizzera e contenenti concessioni in ambito agricolo a suo favore.

Nel 2009 l’UFAG ha quindi intrapreso la promozione mirata di progetti pilota per la creazione di nuovi sbocchi all’estero. La fase pilota dura tre anni, ci sarà una prima valutazione a fine 2012. In particolare si dovrà stabilire se gli obiettivi relativi a un incremento quantitativo misurabile dell’esportazione di prodotti agricoli scelti siano stati raggiunti. Dal punto di vista qualitativo si dovrà analizzare se i provvedimenti hanno contribuito ad aumentare il know how nel campo dell’esportazione e quindi a migliorare la competitività. Sulla base delle conoscenze acquisite, in futuro gli strumenti di promozione saranno impostati in maniera ancora più mirata alle esigenze delle imprese e ai provvedimenti impiegati per trovare nuovi sbocchi.

In vista dell’attuazione della PA 14–17, a livello di ordinanza è prevista anche la precisazione delle condizioni per i progetti di penetrazione del mercato. Il quadro finanziario per tali progetti deve essere progressivamente ampliato.

n Franco forte e contromisure nel settore della promozione dello smercio

Nel periodo oggetto del rapporto il franco forte ha contribuito ad accrescere notevolmente la pressione sui mercati in Svizzera, ma soprattutto all’estero. L’esportazione del formaggio è quella più colpita. Perciò per il 2011 e 2012 l’UFAG ha concesso, nell’ambito del preventivo esistente, fondi aggiuntivi per misure mirate alla promozione dello smercio nei più importanti mercati di esportazione. Gli investimenti aggiuntivi dovrebbero contribuire a mantenere la preferenza per il formaggio svizzero e, di conseguenza, le quote di mercato, nonostante prezzi più elevati a causa del cambio.

2.1.1.4 Caratterizzazione dei prodotti agricoli

n Stato attuale del Registro DOP/IGP

Nel 2011 il Registro federale delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche (Registro DOP/ IGP) è stato arricchito di una nuova denominazione. Il 1° dicembre 2011 il Glarner Kalberwurst è stato registrato come indicazione geografica protetta (IGP). Il Glarner Kalberwurst è una salsiccia scottata, i cui ingredienti sono: carne di vitello, carne di maiale, lardo, latte, pane bianco e spezie. A distinguerlo dalle salsicce simili sono l’aggiunta di pane bianco e la caratteristica nota di noce moscata.

Nel 2011 l’UFAG ha approvato tre domande di modifica dell’elenco degli obblighi rispettivamente di Berner Alpkäse/Berner Hobelkäse (DOP), St. Galler Bratwurst / St. Galler Kalbsbratwurst (IGP) nonché Walliser Roggenbrot (DOP). Il 27 settembre è stata pubblicata nel Foglio ufficiale svizzero di commercio la domanda per la modifica dell’elenco degli obblighi di Raclette du Valais (IGP). In seguito alla pubblicazione è stato interposto un ricorso.

Allo stesso tempo sono state inoltrate domande di modifica dell’elenco degli obblighi di Emmentaler (DOP), Tête de Moine (DOP), Cardon épineux genevois (DOP), Poire à Botzi (DOP) e Eau-de-vie d’abricot du Valais nonché Eau-de-vie de poire du Valais (DOP).

122 2.1 Produzione e smercio

Registro DOP/IGP al 31 dicembre 2011

123 2.1 Produzione e smercio
Denominazione Protezione Aziende Imprese Volume di Volume di Ente di produzione produzione certificazione certificato certificato 2010 2011 Numero Numero t t Formaggio L’Etivaz DOP 69 1 445 450 OIC Emmentaler DOP 3 799 156 27 058 25 256 OIC Gruyère DOP 2 256 224 28 164 28 691 OIC Sbrinz DOP 54 23 1 534 1 575 ProCert Tête de Moine DOP 284 9 2 151 2 075 OIC Formaggio d’alpe Ticinese DOP 40 260 260 OIC Vacherin fribourgeois DOP 1 050 91 2 536 2 618 OIC Vacherin Mont-d’Or DOP 192 18 550 570 OIC Berner Alpkäse/Hobelkäse DOP 44 487 1 129 1 092 OIC Raclette du Valais DOP 300 20 815 1 043 OIC Bloderkäse-Werdenberger DOP 12 3 0,03 0,10 ProCert Sauerkäse/Liechtensteiner Sauerkäse Prodotti carnei Carne secca dei Grigioni IGP 13 914 861 ProCert Longeole IGP - - - 23,2 OIC Saucisse d’Ajoie IGP 10 56 49,8 OIC Carne secca del Vallese IGP 28 485 493 OIC Saucisson neuchâtelois IGP 10 121 140 OIC Saucisse neuchâteloise Saucisson vaudois IGP 23 1 099 982 ProCert Saucisse aux choux vaudoise IGP 21 651 825 ProCert St. Galler Bratwurst/ IGP - 15 2 620 2 730 OIC St. Galler Kalbsbratwurst IGP ProCert SQS q.inspecta Glarner Kalberwurst IGP ProCert q. inspecta Bevande contenenti alcool di distillazione Eau-de-vie de poire du Valais DOP 193 19 92 814 litri 82 681 litri OIC alcool al alcool al 100 % 100 % Abricotine/Eau-de-vie d’Abricot DOP 12 2 - 25 218 litri OIC du Valais alcool al 100 % Damassine DOP 2 40 - 2 008 litri OIC alcool al 100 % Altri prodotti Rheintaler Ribel DOP 5 1 42 ProCert Cardon épineux genevois DOP 4 0 75 81 ProCert Walliser Roggenbrot DOP 59 64 714 764 OIC Zafferano di Mund DOP 10 0,00049 0,00044 OIC Poire à Botzi DOP 15 3 35 45 ProCert Fonte: UFAG

Attualmente sono in fase d’esame le domande di registrazione di Zuger Kirsch/Rigi Kirsch e Glarner Alpkäse come (DOP) nonché Zuger Kirschtorte (IGP). Inoltre, l’UFAG si occupa anche di 14 ricorsi relativi alla registrazione di Bündner Bergkäse (DOP). Una delle questioni poste nei ricorsi concerne la coesistenza di una futura DOP con denominazioni geografiche utilizzate finora. Su questa tematica è pendente un intervento parlamentare (Postulato Hassler), ancora da attuare (cfr. sotto).

Oggi il Registro delle DOP/IGP conta 28 iscrizioni: 19 DOP e 9 IGP. La documentazione è disponibile sul sito Internet www.blw.admin.ch (Temi > Produzione e vendite > Caratterizzazione e promozione dello smercio > Denominazioni di origine).

n Postulato Hassler

Il 16 dicembre 2010, il Consigliere nazionale Hansjörg Hassler ha depositato il seguente postulato: «Il Consiglio federale è incaricato di valutare come deve essere disciplinata la coesistenza tra denominazioni di origine protette (DOP) e indicazioni geografiche protette (IGP) di prodotti agricoli da un lato e nomi geografici locali di prodotti simili dall’altro (p.es. a livello di ordinanza o nell’ambito degli elenchi degli obblighi delle rispettive DOP e IGP).»

Il Consigliere nazionale Hassler ha motivato il suo intervento come segue: «Con la richiesta di protezione della denominazione «Bündner Bergkäse» come DOP sorge il quesito se, dopo la sua eventuale registrazione, nel Canton Grigioni potranno ancora essere utilizzati nomi locali per formaggi simili. Tale interrogativo si pone anche per altre denominazioni protette che contengono un nome di Cantone (p.es. Berner Alpkäse o Saucisson vaudois). L’ordinanza DOP/IGP vieta l’impiego commerciale diretto o indiretto di denominazioni protette per prodotti comparabili non conformi all’elenco degli obblighi.[…]».

Il 16 febbraio 2011, il Consiglio federale ha proposto di accogliere il postulato esprimendosi come segue: «Il Consiglio federale è disposto a cercare una soluzione al problema esposto dall’autore del postulato, al fine di consentire la coesistenza tra denominazioni di origine protette (DOP) o indicazioni geografiche protette (IGP) da un lato e denominazioni affermate dall’altro. Questa problematica era già stata individuata per alcune DOP/IGP registrate e si è nuovamente ripresentata al momento della richiesta di registrazione della DOP «Bündner Bergkäse». […]».

La questione di consentire l’impiego di una denominazione locale per un prodotto comparabile si pone per tutte le denominazioni protette DOP o IGP costituite da un nome geografico (nome di un Cantone, di una regione o di una zona) e da una designazione specifica (formaggio). Per denominazioni di questo tipo è protetta solo la combinazione dei diversi sottoelementi, il che significa che i singoli termini non geografici possono continuare a essere utilizzati e non possono essere monopolizzati per le denominazioni protette.

All’inizio del 2012 l’UFAG ha inviato in consultazione alle cerchie interessate il rapporto sul Postulato Hassler: «Consentire la coesistenza tra DOP/IGP e denominazioni di provenienza locali affermate» (10.4029). Il rapporto contiene possibili criteri nonché soluzioni per sancire, a norma di legge, eventuali possibilità di coesistenza.

124 2.1 Produzione e smercio

n Agricoltura biologica – il latte biologico scarseggia

Il fenomeno è noto da tempo soprattutto nel settore delle colture campicole: la domanda di prodotti biologici non può essere coperta con prodotti indigeni. Ma finora l’approvvigionamento con latte biologico era garantito; ancora nel 2010 non era stato possibile commercializzare tutto il latte biologico nel canale corrispondente. Nel 2011 il mercato del latte biologico è cambiato: la crescente domanda ha inciso sull’offerta, con ripercussioni anche sul prezzo del latte. Mentre all’inizio del 2011 il prezzo del latte biologico andava di pari passo a quello del latte totale, con un prezzo di 12 centesimi al chilogrammo in più per il latte biologico, nei mesi estivi e autunnali la differenza di prezzo tra latte biologico e latte totale è passata a 17 fino a toccare la quota di 20 centesimi al chilo a settembre.

Prezzi alla produzione del latte – 2011

La situazione positiva sul mercato del latte biologico si riflette sulla cifra d’affari totale dei prodotti biologici. Negli scorsi anni questo mercato si è sviluppato in maniera costantemente positiva con una crescita della cifra d’affari annuale tra il 4,2 e l’11,2 per cento.

La progressiva crescita del mercato dei prodotti biologici, l’aumento, deciso dal Consiglio federale nel 2010, dei contributi di superficie per le colture speciali gestite secondo i principi dell’agricoltura biologica e per le altre superfici campicole aperte nonché diversi provvedimenti dell’organizzazione mantello degli agricoltori biologici (Bio Suisse) hanno portato a un leggero aumento del numero delle aziende biologiche. L’inversione di tendenza, delineatasi già un anno fa, nel frattempo si è confermata. Tuttavia la crescita del mercato globale di prodotti biologici continua ad aver luogo principalmente con le importazioni – una buona situazione di mercato perciò anche per le aziende che vogliono intraprendere la coltivazione biologica.

n Ordinanza sulle designazioni «montagna» e «alpe»

L’ordinanza rivista sulle designazioni «montagna» e «alpe» (ODMA) è in vigore dal 1° gennaio 2012. Il suo elemento cardine è il nuovo concetto di certificazione. La tracciabilità è garantita da una certificazione lungo l’intera filiera del valore aggiunto. La certificazione comprende tutti i settori a valle della produzione primaria fino a etichettatura e preimballaggio, di conseguenza anche i prodotti dell’alpe devono essere certificati. I prodotti della produzione primaria sottostanno a un obbligo di controllo. Per mantenere il dispendio il più basso possibile, occorre coordinare i controlli con quelli esistenti di diritto pubblico o privato.

Saranno meglio salvaguardate le traduzioni nelle lingue in uso in Svizzera affinché l’ODMA non sia elusa con denominazioni di fantasia come ad esempio «Mountain Tea». Anche la designazione «Alpi» è disciplinata più severamente; può essere utilizzata solo per latte e prodotti lattiero-caseari nonché carne e prodotti carnei se sono rispettate le esigenze dell’ODMA.

125 2.1 Produzione e smercio
ct / kg
40.00 90.00 85.00 80.00 70.00 75.00 65.00 60.00 50.00 55.00 45.00 Gen. Latte biologico Latte totale Latte ad uso industriale Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Set. Ott. Nov. Dic.
Fonte: UFAG

Per la promozione della trasparenza e per la migliore identificabilità dei prodotti la Confederazione può creare un unico marchio ufficiale per i prodotti di montagna e dell’alpe che dovrebbe essere applicabile per tutti i produttori aventi diritto e utilizzabile indipendentemente da strategie di marchio esistenti. La fattibilità e la possibile presentazione del marchio saranno elaborati in un processo partecipativo congiuntamente agli attori della categoria.

2.1.1.5 Promozione della qualità e della sostenibilità nella filiera agroalimentare

Già oggi la Confederazione può cofinanziare servizi di assicurazione della qualità. Le basi legali sono contenute nell’articolo 11 LAgr. Tale sostegno è ragionevole poiché il mercato esige l’adempimento di diversi requisiti qualitativi di diritto pubblico o privato, ma non sempre lo retribuisce. Affinché gli standard in materia di assicurazione della qualità possano raggiungere un certo grado di notorietà e copertura, il controllo e la certificazione per i produttori possono essere sostenuti, per un periodo limitato, con fondi statali. Finora non è stata emanata alcuna ordinanza d’esecuzione. Onde precisare le condizioni per la concessione di un finanziamento e le attività finanziate nel quadro di un programma d’assicurazione della qualità, l’UFAG ha cofinanziato alcuni progetti pilota: nel 2011 nell’ambito di questi progetti sono stati sostenuti circa 50 000 agricoltori nel rispetto degli standard SwissGap, AQ Carne svizzera o Alplamm; essi sono valutati in maniera positiva dai produttori partecipanti.

Considerate le mutate condizioni del mercato e il conseguente orientamento degli strumenti di politica agricola sulla strategia della qualità, il Consiglio federale propone, nel messaggio concernente l’evoluzione della Politica agricola 2014–2017, di ampliare l’articolo 11, affinché sia possibile una promozione globale delle filiere del valore aggiunto efficienti e delle innovazioni nel settore della sostenibilità e della qualità.

126 2.1 Produzione e smercio

2.1.1.6 Strumenti del commercio estero

n Revisione della base legale sulle norme d’importazione e rispettiva esecuzione

Nell’ambito del commercio estero, le norme d’importazione costituiscono tuttora uno strumento importante per l’agricoltura elvetica. La maggior parte delle disposizioni al riguardo è contenuta nell’ordinanza sulle importazioni agricole, sottoposta a revisione totale nel 2011 ed entrata in vigore nella sua nuova forma il 1° gennaio 2012. La revisione, in seguito alla quale sono cambiate più di 300 delle circa 1 500 voci di tariffa contenute nell’ordinanza, è stata effettuata al momento opportuno, considerato che, per via di decisioni nell’ambito del Sistema Armonizzato internazionale, allo stesso tempo è stata adeguata anche la Tariffa generale svizzera. Dal profilo contenutistico le modifiche sono solo puntuali, ma la nuova versione è stata migliorata a livello di struttura, presentazione e lingua. Tutte le voci di tariffa, ad esempio, figurano in un unico allegato e in una lista compatta è specificata, per ogni voce, la necessità o meno di un permesso generale d’importazione (PGI) per i rispettivi prodotti. È altresì indicato in quale contingente doganale rientra una voce o quale aliquota di dazio si applica nel caso in cui essa sia inferiore alla Tariffa generale. Prima di tale revisione vi erano diversi elenchi di voci di tariffa, suddivisi tra gli allegati dell’ordinanza sulle importazioni agricole e altre ordinanze con disposizioni specifiche del prodotto.

Un’importante modifica materiale delle disposizioni riguarda le aliquote di dazio per i miscugli di cereali a scopo foraggero. Nell’ambito del sistema del prezzo soglia, ai miscugli di cereali adesso si applica la stessa aliquota di dazio di quella della varietà di cereali da foraggio maggiormente tassata al momento dell’importazione. Tale norma impedisce l’importazione di cereali da foraggio come miscugli e per poterla applicare sono state introdotte voci di tariffa separate per i miscugli di cereali a scopo foraggero.

Una sintesi dettagliata su questa e altre modifiche delle norme d’importazione è contenuta nel rapporto del Consiglio federale concernente le misure tariffali prese nel 2011, nell’ambito del quale è stata altresì pubblicata l’attribuzione delle quote di contingente doganale. Sul sito Internet dell’UFAG, sotto «Informazioni complementari» alla pagina Temi > Importazione di prodotti agricoli (http://www.blw.admin.ch/ themen/00007/00059/index.html?lang=it), è possibile consultare la «Pubblicazione dell’attribuzione dei contingenti doganali» e, tramite questa, il rapporto.

n Risultati delle vendite all’asta per il periodo di contingentamento 2011

Una parte considerevole dell’esecuzione delle norme d’importazione è costituita dalla ripartizione dei contingenti doganali. Per quelli che non possono essere assegnati tramite la procedura più semplice («procedura progressiva»), spesso si applica la vendita all’asta. Per il periodo di contingentamento 2011, l’UFAG ha effettuato circa 100 vendite all’asta per ripartire le quote dei diversi contingenti doganali parziali (cfr. tabella). È interessante constatare che la maggior parte delle vendite all’asta interessa il settore della carne; per tale motivo, a pagina 105 si descrive come si svolge una simile vendita e come le informazioni concernenti le singole fasi vengono comunicate all’esterno.

Anche nel 2011 le aziende del settore della carne che hanno fornito garanzie sotto forma di garanzie bancarie e fideiussioni, per un importo pari a 21 milioni di franchi circa, sono state più di 90. Tali aziende sono quindi esonerate dal pagamento del prezzo d’aggiudicazione prima dell’importazione della merce all’aliquota di dazio del contingente (ADC). Le garanzie consentono alle ditte di utilizzare immediatamente le quote di contingente acquisite all’asta, rappresentano uno sgravio per l’amministrazione per quanto riguarda controlli all’esportazione e pagamenti e permettono di evitare le procedure d’incasso dei tributi d’importazione.

127 2.1 Produzione e smercio

Risultati delle vendite all’asta per il periodo di contingentamento 2011

Settore di produzione e prodotti messi all‘asta

1 Pz: pezzo; kg lordi: peso lordo in chilogrammi; kg netti: peso netto; kg eq: equivalente in merce fresca dei prodotti trasformati, il cui peso netto viene convertito applicando coefficienti fissi; kg 82 % TMG: kg netti di burro con un tenore in grasso del latte dell’82 %, le importazioni alla voce di tariffa 0405.9010 vengono convertite applicando il coefficiente 1,21 in kg 82 % TMG.

2 Contingenti doganali n. 21 e n. 31 (contingente doganale autonomo con attribuzione sulla base delle esportazioni).

128 2.1 Produzione e smercio
Carne, prodotti carnei e insaccati inclusi, latticini e animali da allevamento Carne di pollame kg lordi 48 500 000 2,01 100 5 72 Carne di maiale kg lordi 1 800 000 1,29 100 4 20 Carne di animali della specie ovina kg lordi 5 490 000 2,29 90 6 46 Carne di animali della specie caprina kg lordi 340 000 0,39 100 2 13 Carne di animali della specie equina kg lordi 5 300 000 0,39 100 6 16 Carne di vitello kg lordi 292 500 7,90 90 3 22 Fegato di vitello kg lordi 112 500 0,21 90 5 7 Lombi/High-Quality-Beef kg lordi 4 387 500 12,60 90 13 65 Carcasse di vacche destinate alla trasformazione kg lordi 6 300 000 0,77 90 10 21 Tagli del tipo pistola di vacche destinate alla trasformazione kg lordi 720 000 0,66 90 2 19 Lingue kg lordi 126 000 0,03 90 4 4 Muselli di bovini kg lordi 126 000 0,03 90 3 3 Carne bovina (kasher) kg lordi 250 950 0,05 100 8 2 Carne bovina (halal) kg lordi 350 000 2,03 100 4 8 Carne ovina (kasher) kg lordi 17 500 0,09 100 8 2 Carne ovina (halal) kg lordi 175 000 1,86 100 4 8 Prosciutto essiccato all’aria dall’UE kg lordi 1 100 000 8,39 100 1 78 Carne secca essiccata all’aria dall’UE kg lordi 220 000 8,65 100 1 56 Insaccati dall’UE kg lordi 4 086 500 4,99 100 1 107 Prosciutto cotto e in scatola kg lordi 71 500 7,33 100 1 26 Conserve a base di carne di manzo kg lordi 770 000 0,33 100 1 11 Latte in polvere kg netti 300 000 0,90 100 2 5 Burro kg 82 % TMG 100 000 0,19 100 1 7 Animali della specie bovina capi 1 200 317,08 100 2 19 Prodotti di origine vegetale Fiori recisi kg lordi 200 000 0,44 2 2 21 Prodotti semilavorati a base di patate per la fabbricazione di salse e minestre kg eq 300 000 0,02 100 1 3 Altri prodotti semilavorati a base di patate kg eq 801 300 0,03 100 2 5 Prodotti finiti a base di patate kg eq 2 500 000 0,64 100 1 25 Prodotti di frutta a granella 2 kg eq 244 000 0,50 54 1 12 Frutta da sidro e per la distillazione kg netti 9 000 0,03 100 2 1
Fonte: UFAG Unità 1 Quantitativi messi all’asta Prezzo medio d‘aggiudicazione Quota venduta sul totale del contingente doganale (parziale) Vendite all’asta 2011 Partecipanti per bando Numero unità fr./unità % Numero Numero o media

Fasi e comunicazione di una vendita all’asta di contingenti doganali nel settore della carne

1. L’UFAG partecipa alla seduta del Consiglio d’amministrazione di Proviande e riceve le proposte della categoria per le importazioni di carne (categoria di carne, quantitativi e periodo di importazione). Ne dà quindi immediata comunicazione al Settore Importazioni ed esportazioni dell’UFAG.

2. Per determinate categorie di carne e prodotti carnei, il 10 per cento dei contingenti doganali parziali è assegnato sulla base di una prestazione all’interno del Paese. Tale assegnazione avviene immediatamente sotto forma di decisione generale inviata per fax o e-mail a coloro che hanno diritto d’importare e pubblicata sulla pagina Internet dell’UFAG e in pubblicazioni specialistiche. La decisione, inoltre, appare assieme al bando d’asta nel numero seguente del Foglio ufficiale svizzero di commercio (FUSC).

3. Si apre la vendita all’asta. Il bando viene inviato via e-mail (newsletter) a potenziali offerenti e abbonati, nonché pubblicato sul sito Internet dell’UFAG e nel FUSC.

4. Non appena un contingente doganale parziale o un volume d’importazione viene messo all’asta, i titolari di un PGI possono inoltrare le proprie offerte via Internet (vendita all’asta elettronica), fax o posta. Il termine d’inoltro è, in genere, di 6 giorni.

Attribuzione e decisione

5. L’UFAG elabora le offerte elettronicamente; una minima parte viene ancora registrata manualmente. Le attribuzioni, nonché tutte le decisioni e le fatture sono elaborate tramite un’applicazione informatica propria dell’UFAG. Gli aventi diritto possono visualizzare le quote in Internet (AEV14online); i dati vengono correntemente inoltrati all’Amministrazione federale delle dogane (AFD).

Inizio periodo d’importazione Controllo dei pagamenti

6. Solo gli aventi diritto all’importazione all’ADC possono inoltrare una relativa dichiarazione doganale. Onde garantire i controlli, per queste merci è obbligatoria già da tempo la dichiarazione doganale elettronica tramite e-dec.

7. Chi non ha fornito garanzie bancarie o fideiussioni all’UFAG non può importare la propria quota di contingente prima di aver pagato il prezzo d’aggiudicazione. L’UFAG controlla sistematicamente che tale disposizione venga rispettata, onde evitare, se possibile, procedure d’incasso successive all’aliquota di dazio fuori contingente (ADFC) o poter almeno concedere rapidamente un diritto di audizione.

129 2.1 Produzione e smercio
Mandato CA Proviande Liberazione di importazioni di carne da parte dell’UFAG Bando d’asta (Internet/newsletter) Inoltro delle offerte

n Prospettive

L’esecuzione delle norme d’importazione può essere ulteriormente semplificata e automatizzata, grazie agli strumenti informatici. Da un lato, infatti, Internet offre possibilità sempre migliori di fornire informazioni aggiornate e complete sulle norme in vigore; il sito contenente le disposizioni d’importazione e le pagine con dati sull’esportazione di prodotti agricoli sono un pilastro dell’esecuzione. Dall’altro, tale strumento sarà sempre più utilizzato per ricevere informazioni e indicazioni dall’esterno sviluppando, in tal modo, l’e-governement. Nel 2013, si prevede di riunire i due portali delle applicazioni Internet AEV14online e «Vendita all’asta elettronica» e integrarli nel sito Internet dell’UFAG; entrambe aiutano gli importatori nell’acquisto e nell’amministrazione delle proprie quote di contingente doganale. Per il futuro, l’idea è quella di poter svolgere via Internet anche altre attività quali richieste di permessi, notifiche, corrispondenza, fatturazioni e pagamenti. A seconda della procedura, sarà obbligatorio fornire indicazioni per via elettronica o potranno essere alternativamente utilizzati i canali finora usuali.

Nell’ambito dell’importazione è stato avviato anche un altro progetto che sarà realizzato gradualmente a causa della sua portata e complessità. Il numero d’identificazione delle imprese IDI dovrebbe sostituire quello del permesso generale d’importazione (numero di PGI). Da gennaio 2011, l’UST ha iniziato ad attribuire un IDI alle aziende che svolgono un’attività commerciale sul territorio svizzero, che consentirà loro di identificarsi presso tutte le autorità utilizzando sempre lo stesso numero. L’UFAG collabora affinché tale sistema venga applicato anche sul fronte delle norme d’importazione benché, nell’ambito dei PGI, ciò implichi un totale abbandono del concetto in uso. Attualmente, infatti, a ogni settore di produzione è attribuito un numero seriale, in base al quale viene assegnato un numero PGI agli importatori. A seconda dell’entità dell’attività d’importazione, un importatore ha quindi bisogno di più numeri di PGI, il che genera, soprattutto per le grosse aziende e case di spedizioni, un dispendio da non sottovalutare. Per tale motivo, si prevede di collegare le autorizzazioni agli IDI, in modo che all’atto della dichiarazione doganale l’importatore utilizzi il numero unico, a prescindere dal prodotto che importa. Tramite questo numero, si verifica elettronicamente se esiste il relativo permesso d’importazione e se, eventualmente, è disponibile una quota di contingente. Non si sa ancora quando si passerà definitivamente dai numeri PGI agli IDI. Entro fine 2012 all’UFAG vi saranno le condizioni per la registrazione degli IDI.

n Importazioni ed esportazioni di prodotti agricoli trasformati

Per compensare il divario di prezzo delle materie prime dell’industria agroalimentare svizzera riconducibile alla politica agricola e garantire lo smercio di materie prime elvetiche, alla frontiera viene applicato un sistema di compensazione del prezzo per i prodotti agricoli trasformati («legge sul cioccolato»). Mediante i dazi, il prezzo delle materie prime contenute nei prodotti trasformati importati viene adeguato al prezzo applicato in Svizzera, mentre i contributi all’esportazione consentono di ridurre il prezzo di determinate materie prime presenti nei prodotti trasformati esportati.

La «legge sul cioccolato», pur non essendo direttamente uno strumento di politica agricola, compensa i divari di prezzo da questa generati. Negli ultimi anni, l’importo iscritto nel preventivo ordinario è risultato troppo basso per coprire il fabbisogno nel settore della compensazione del prezzo delle materie prime; a questa situazione si è reagito, soprattutto, con crediti aggiuntivi e riduzioni delle aliquote dei contributi all’esportazione. Si deve partire dal presupposto che, per motivi finanziari, la Confederazione, in futuro, non potrà sempre garantire un’integrale compensazione dei prezzi per le materie prime interessate. Inoltre, va constatato che tali sovvenzioni all’esportazione, come anche altri rimborsi, subiscono una determinata pressione sul piano internazionale. Nella parte 3.1 Sviluppi sul piano internazionale viene trattata tale problematica.

130 2.1 Produzione e smercio

All’inizio del 2011 si poteva già prevedere che i 70 milioni di franchi iscritti nel preventivo ordinario non sarebbero bastati per compensare integralmente i prezzi per i quantitativi attesi. Per tale motivo, la Confederazione aveva deciso di compensare la differenza di prezzo al 70 per cento dal 1° gennaio e al 90 per cento dal 1° aprile. Il 31 agosto, la problematica del corso del cambio, ha indotto il Consiglio federale a introdurre misure di sostegno per la piazza economica svizzera che prevedevano un credito aggiuntivo di 10 milioni di franchi per il preventivo 2011 della legge sul cioccolato. Di conseguenza, dal 1° settembre al 31 dicembre è stata nuovamente garantita la compensazione integrale del prezzo, tenendo conto dei contributi massimi per l’esportazione convenuti con l’UE.

Evoluzione del preventivo della legge sul cioccolato

In termini di valore, la bilancia del commercio estero della Svizzera per i prodotti agricoli trasformati è positiva. Dopo gli elevati tassi di crescita degli anni precedenti (+96 % dal 2005 al 2008), negli ultimi quattro anni le esportazioni sono state relativamente costanti (+9 % dal 2008 al 2011). Lo stesso dicasi per le importazioni, che negli ultimi anni hanno praticamente mantenuto lo stesso, alto livello. Il principale partner commerciale per i prodotti agricoli trasformati rimane l’UE, con una quota d’esportazione del 65 per cento e una d’importazione del 76 per cento.

Importazioni ed esportazioni di prodotti trasformati

131 2.1 Produzione e smercio
Mio. fr.
0 200 180 160 140 100 120 80 60 40 20 1991/92 2011 2010 2009 2006 2007 2008 Credito aggiuntivo Preventivo ordinario
Fonte: AFD
Mio. fr.
0 6 000 5 000 4 000 3 000 2 000 1 000 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Esportazioni Importazioni
Fonte: AFD

2.1.2 Economia lattiera

Nell’anno oggetto del rapporto il quantitativo di latte commercializzato è aumentato dell’1 per cento toccando il livello da primato di 3,472 milioni di tonnellate. 26 000 tonnellate circa (0,7 %) provenivano dal Principato del Liechtenstein e dalle zone franche attorno a Ginevra. La quota di latte biologico rispetto al quantitativo di latte commercializzato è stata del 6,1 per cento, quella ottenuta senza somministrare insilati del 34 per cento. Le aziende d’estivazione hanno prodotto 0,1 milioni di tonnellate circa (2,8 %) di latte commercializzato.

Il 3 maggio 2011, l’Assemblea dei delegati dell’organizzazione di categoria Interprofessione Latte (IP Latte) ha deciso di prelevare 1 centesimo per chilogrammo di latte commercializzato al fine di promuovere lo smercio di grasso del latte e di prescrivere un contratto standard per l’acquisto di latte. Il Consiglio federale ha dichiarato tali misure vincolanti anche per i non membri con effetto a decorrere dal 1° ottobre 2011 e fino al 30 aprile 2013. Con questa decisione, il Consiglio federale ha sostenuto l’impegno profuso dall’IP Latte per la stabilizzazione del mercato lattiero e per il potenziamento dei rapporti contrattuali tra gli attori del mercato del latte.

Misure per il mercato lattiero svizzero – 2011

Prodotto Formaggio Burro Latte scremato Latte in polvere Latte di consumo, panna, prodotti a base di latte fresco

Misura

Protezione doganale 1 n

Supplementi n

Obbligo di notifica n n

della valorizzazione del latte, produzione di latte e contratti di acquisto di latte

1 La protezione alla frontiera vige per i Paesi non UE.

Fonte: UFAG

n
n
n
n n
n
132
2.1 Produzione e smercio

n

Nell’anno oggetto del rapporto la Confederazione ha concesso un supplemento per il latte trasformato in formaggio di 15 centesimi il chilogrammo e un supplemento per il foraggiamento senza insilati di 3 centesimi il chilogrammo. Per entrambi i supplementi sono stati spesi complessivamente 292 milioni di franchi. Per l’amministrazione dei dati sul latte e per i mezzi informatici in ambito lattiero la Confederazione ha stanziato 3,3 milioni di franchi circa.

L’UFAG ha concluso con la TSM Fiduciaria Sagl (TSM) un accordo di prestazione quadriennale, in base al quale essa è incaricata di registrare e verificare i dati della produzione lattiera, della valorizzazione del latte e dei contratti di acquisto di latte. I valorizzatori di latte sono tenuti a fornire tali dati a cadenza mensile. I dati sui contratti vanno invece notificati annualmente. La TSM è responsabile dell’ottemperanza dell’obbligo di notifica. In caso d’irregolarità, alle ditte e aziende interessate vengono irrogate sanzioni. Per l’elaborazione e l’amministrazione dei dati sul latte la TSM gestisce due applicazioni specifiche. Inoltre, avvalendosi dei dati sulla valorizzazione del latte trasmessile elabora i dati per il versamento dei supplementi. Essi vengono trasmessi due volte la settimana all’UFAG, il quale provvede al versamento ai valorizzatori di latte.

Conformemente all’ordinanza sul sostegno del prezzo del latte, i valorizzatori sono tenuti a trasmettere i supplementi entro il termine di un mese ai produttori dai quali hanno acquistato il latte trasformato in formaggio. Hanno altresì l’obbligo di registrare separatamente i supplementi nel conteggio concernente l’acquisto di latte e di tenere la contabilità in modo che risulti visibile quali contributi per i supplementi essi hanno ricevuto e pagato. Il grafico seguente mostra il numero di valorizzatori di latte che hanno ricevuto supplementi e l’importo dei supplementi erogati per classe di dimensioni nel periodo dal 1° novembre 2010 al 31 ottobre 2011.

Supplementi per il latte versati ai valorizzatori di latte, secondo le classi di dimensioni – 2010–2011

per il latte (mio. fr.)

Nell’anno oggetto del rapporto 2 413 valorizzatori hanno beneficiato di supplementi per il latte per un totale di 292 milioni di franchi; l’importo corrisposto mediamente a ciascun valorizzatore ammontava a 121 000 franchi. Dalla ripartizione emerge che i supplementi sono concentrati su pochi valorizzatori; il 15 per cento circa di essi ha infatti ottenuto oltre l’86 per cento dell’importo disponibile. Il 60 per cento circa dei valorizzatori, vale a dire 1 444, ha ricevuto annualmente meno di 10 000 franchi. In questi casi si trattava prevalentemente di aziende d’estivazione con produzione in proprio di formaggio.

1–1 0 000 1 0 001–2 0 000 2 0 001–5 0 000 5 0 001–10 0 000 10 0 001–20 0 000 20 0 001–30 0 000 30 0 001–40 0 000 40 0 001–50 0 000 50 0 001–1 00 0 000 > 1 00 0 000 Supplementi per il latte (mio. fr.) Valorizzatori di latte
N. dei valorizzatori di
Fonte: UFAG 0 125 100 75 25 50 0 1 500 1 200 900 600 300 Classe di dimensioni (kg) 1 444 260 102 70 154 125 89 49 84 36
Supplementi
latte
133 2.1 Produzione e smercio

L’Ispettorato dell’UFAG effettua controlli basati sul rischio, nel settore latte e latticini presso gli addetti alla valorizzazione che notificano i dati sul latte e richiedono i supplementi. Nell’anno oggetto del rapporto sono state controllate 300 aziende. L’Ispettorato ha contestato 145 aziende e in 49 casi ha avviato una procedura amministrativa. La maggior parte delle contestazioni ha comportato un’ammonizione, come ad esempio nel caso di lievi errori di registrazione o lacune riscontrate per la prima volta. I valorizzatori sono tenuti a restituire i supplementi in eccesso versati loro sulla scorta di notifiche scorrette dei dati sulla valorizzazione del latte.

Nell’anno lattiero 2010/11 (1° maggio 2010 – 30 aprile 2011), in Svizzera il numero delle aziende produttrici di latte ammontava a 14 231 nella regione di pianura e a 11 508 nella regione di montagna. Rispetto all’anno lattiero precedente (2009/10) il numero di tali aziende è sceso del 2,6 per cento, ossia di 695 unità. Praticamente, ogni giorno 2 aziende hanno abbandonato la produzione lattiera. Nel periodo dell’alpeggio, le aziende d’estivazione dedite alla produzione di latte sono state 2 791. Ciascuna di esse ha commercializzato un quantitativo di latte pari mediamente a 35 000 chilogrammi.

Nel 2011 il quantitativo di latte commercializzato mediamente ammontava a 159 712 chilogrammi per azienda di pianura e a 89 578 chilogrammi per azienda di montagna, con un aumento rispettivamente del 3,2 e dello 0,9 per cento. Rispetto all’anno lattiero 2000/01 si è registrato un incremento del 65 per cento per le aziende di pianura e del 46 per cento per quelle di montagna. Questa differenza palesa le opportunità di crescita decisamente migliori nella regione di pianura.

Andamento del quantitativo di latte commercializzato mediamente per azienda

Rispetto all’anno lattiero 1990/91 il quantitativo di latte commercializzato per vacca e per ettaro è aumentato del 50 per cento circa, toccando rispettivamente 5 991 e 5 520 chilogrammi.

Nell’anno lattiero 2010/11, le aziende produttrici di latte gestite tutto l’anno e quelle d’estivazione hanno commercializzato all’incirca rispettivamente 3,304 e 0,097 milioni di tonnellate di latte. La metà dei produttori di latte ne ha commercializzato meno di 100 000 chilogrammi all’anno e la loro quota rispetto alla produzione totale è stata solo del 22 per cento circa. I maggiori produttori di latte, pari al 5 per cento, hanno invece commercializzato il 17 per cento circa del volume totale. Tale quota è destinata ad aumentare. Nel 2011 in Svizzera c’erano già oltre 300 aziende che commercializzavano più di 0,5 milioni di chilogrammi di latte. Dieci anni fa le aziende con un simile volume di produzione erano soltanto 16.

134 2.1 Produzione e smercio
In kg Fonte: UFAG 0 180 000 160 000 140 000 100 000 120 000 80 000 60 000 40 000 20 000 2000 / 01 2002 / 03 2004 / 05 2006 / 07 2008 / 09 2010/ 11 Regione di pianura Svizzera (regione d'estivazione escl.) Regione di montagna
Tabella 28 Pagina A28

Quota del quantitativo di latte commercializzato rispetto alle forniture totali, secondo le classi di dimensioni delle aziende

n Contratti di acquisto di latte

L’articolo 36b LAgr sancisce che il produttore di latte è tenuto a concludere un contratto valido almeno un anno con il suo acquirente, nel quale vengono convenuti prezzi e quantità. Sono esentati da tale obbligo i venditori diretti. Lo stesso vale per le aziende d’estivazione che trasformano il latte prodotto. I contratti di acquisto di latte prescritti dal diritto pubblico si applicano soltanto alla prima vendita di latte dal produttore al primo acquirente. La durata di validità dell’articolo è limitata al 30 aprile 2015.

Il quantitativo contrattuale registrato dalla TSM fino al 23 settembre 2011 per un totale di 834 valorizzatori ammontava complessivamente a 3,445 milioni di tonnellate di latte per l’anno civile 2011 o per l’anno lattiero 2011/12. Rispetto al periodo precedente, il quantitativo contrattuale è aumentato di 1 423 tonnellate, ovvero dello 0,4 per cento. È importante osservare che queste cifre forniscono un’istantanea; valorizzatori e produttori possono concludere nuovi contratti d’acquisto di latte o modificare quelli già esistenti e sono tenuti a notificare tali cambiamenti alla TSM. Per questo il totale dei quantitativi contrattuali può subire variazioni.

n Interprofessione del latte svizzero

La IP Latte è la piattaforma dell’economia lattiera svizzera e riunisce circa 50 organizzazioni nazionali e regionali dei produttori e dei valorizzatori di latte nonché singole ditte dell’industria e del commercio al dettaglio. I suoi membri producono e valorizzano il 90 per cento circa del quantitativo di latte commercializzato in Svizzera.

In occasione dell’Assemblea dei delegati del 3 maggio 2011, la IP Latte ha deciso di introdurre un contratto standard per l’acquisto di latte. Gli elementi di tale contratto integrano le disposizioni di diritto pubblico vigenti in virtù dell’articolo 36b LAgr. Per tutte le vendite di latte crudo, dal produttore all’addetto alla trasformazione, dev’essere pertanto concluso un contratto standard scritto. Ciò significa che anche il commercio per intermediari sottostà all’obbligo di contratto. Nel contratto standard il quantitativo di latte deve essere ripartito in tre segmenti a seconda del canale di valorizzazione.

– Il latte del segmento A è destinato alla fabbricazione di prodotti a elevato valore aggiunto (protetti o no).

– Il latte del segmento B è destinato alla fabbricazione di prodotti a valore aggiunto limitato (protetti o no), latte trasformato in formaggio per progetti particolari compreso.

– Il latte del segmento C è destinato alla fabbricazione di prodotti di regolazione o di sgombero senza aiuti.

135 2.1 Produzione e smercio
In % Anno lattiero 2000/ 01 Anno lattiero 2005/ 06 Anno lattiero 2010/ 11 Fonte: UFAG 0 22 20 18 16 14 10 8 6 4 2 12 1–25 000 25 001–50 000 50 001–75 000 75 001–100 000 100 001–125 000 125 001–150 000 150 001–175 000 175 001–200 000 Classe di dimensioni (kg) 200 001–225 000 225 001–250 000 250 001–275 000 275 001–300 000 300 001–325 000 325 001–350 000 350 001–375 000 375 001–400 000 400 001–500 000 > 500 000

Per i tre segmenti l’IP Latte pubblica periodicamente i prezzi indicativi franco azienda del valorizzatore di latte.

L’Assemblea dei delegati dell’IP Latte ha altresì deciso di creare un fondo per lo sgravio del mercato, finanziato con una tassa imposta ai produttori di 1 centesimo per chilogrammo di latte commercializzato. Le risorse del fondo vengono utilizzate per finanziare provvedimenti temporanei di sgravio del mercato del grasso del latte. Parallelamente a ciò, l’IP Latte ha introdotto un’altra tassa di 4 centesimi il chilogrammo da applicarsi ai quantitativi estesi di latte negli anni 2011 e 2012 rispetto all’anno lattiero 2008/09. Anche questa tassa confluirà nel fondo di sgravio del mercato. È stata altresì introdotta una tassa per il finanziamento integrativo dei provvedimenti della «legge sul cioccolato». Al termine dell’Assemblea dei delegati l’IP Latte ha inoltrato una richiesta al Consiglio federale volta a estendere ai non membri tutte le quattro misure di solidarietà summenzionate.

Il 31 agosto 2011 il Consiglio federale ne ha accolte due, dichiarando vincolanti per i non membri dell’IP Latte la tassa di 1 centesimo il chilogrammo di latte commercializzato e gli elementi principali del contratto standard per l’acquisto di latte per il periodo dal 1° ottobre 2011 al 30 aprile 2013. Con tale decisione il Consiglio federale sostiene in maniera sussidiaria gli sforzi della categoria per un consolidamento duraturo del mercato lattiero. Siccome il Consiglio federale può entrare nel merito unicamente di deliberazioni consolidate dal profilo giuridico, la decisione concernente la tassa di 4 centesimi il chilogrammo sui quantitativi estesi di latte è stata rimandata. Alcuni membri dell’IP Latte avevano infatti promosso un’azione revocatoria di diritto civile. L’estensione ai non membri del finanziamento integrativo dei provvedimenti della legge sul cioccolato è stata respinta dal Consiglio federale perché non erano adempiuti i presupposti legali. Il finanziamento delle differenze di prezzo delle materie prime non è un problema del mercato temporaneo, bensì strutturale.

All’Assemblea dei delegati del 4 maggio 2012 l’IP Latte ha deciso di rinunciare alla tassa di 4 centesimi il chilogrammo sui quantitativi estesi di latte, adducendo che la maggior parte delle organizzazioni fuori contingentamento (organizzazioni di produttori e organizzazioni di produttori-valorizzatore) non volevano o non potevano fornire i dati sul latte.

Le misure di solidarietà adottate dall’IP Latte hanno consentito di ridurre le giacenze di burro da 10 500 tonnellate nel maggio 2011 a meno di 3 000 tonnellate a fine 2011.

136 2.1 Produzione e smercio

2.1.3 Produzione animale

L’economia animale e carnea continua a essere la fonte di reddito più importante per il settore agricolo. I requisiti per la detenzione, la qualità, la tracciabilità e la caratterizzazione degli animali e dei prodotti animali sono sempre più elevati. I produttori devono adeguarsi a tali evoluzioni e le misure devono essere continuamente sviluppate.

Il 1° gennaio 2012 è entrato in vigore l’obbligo di caratterizzazione per la carne di coniglio importata, proveniente da una forma di detenzione non autorizzata in Svizzera. Alcuni importatori vi si sono adeguati e da tale data importano carne di coniglio prodotta nel rispetto della legislazione svizzera sulla protezione degli animali. I produttori all’estero, inoltre, devono ottemperare direttive di produzione con requisiti di detenzione dei conigli analoghi a quelli vigenti in Svizzera, che vengono verificate in loco da un ente di certificazione accreditato dallo Stato. L’UFAG valuta tali direttive e le riconosce come equivalenti se vengono adempiuti tutti i requisiti. Le direttive di produzione e l’elenco degli importatori richiedenti vengono pubblicati sulla pagina Internet dell’UFAG. Se non vi è la prova che la carne di coniglio sia stata prodotta in base a direttive equivalenti, per poter essere distribuita nei punti vendita deve recare la menzione «proveniente da una forma di detenzione non autorizzata in Svizzera».

Il 25 gennaio 2012, il Consiglio federale ha licenziato un rapporto sui contributi per l’eliminazione dei rifiuti derivanti dal bestiame bovino e minuto, in adempimento di un postulato della Commissione delle finanze del Consiglio nazionale, nel qualeconclude che il divieto di somministrazione di farina animale agli animali da reddito potrebbe essere allentato, a condizione che si rispettino diverse linee guida, tra le quali si annoverano, ad esempio, una limitazione ai sottoprodotti di suini e pollame, l’ottemperanza di un cosiddetto divieto di cannibalismo, una separazione delle merci coerente e ordinata durante tutto il processo di lavorazione e un’armonizzazione con la procedura UE. Il Consiglio federale afferma, inoltre, che un sostegno annuale della Confederazione ai costi d’eliminazione di un massimo di 48 milioni di franchi continuerà a essere adeguato finché non si potrà ottenere una notevole riduzione dei costi d’eliminazione totali.

137 2.1 Produzione e smercio

Provvedimenti – 2011

Animale/Prodotto

Provvedimento

Protezione doganale n n n n n n n n

Sgombero del mercato sui mercati pubblici n n n

Azioni d’immagazzinamento n n n

Azioni di vendita a prezzo ridotto n n n n

Azioni di spezzatura n

Contributi per la valorizzazione della lana di pecora n

Effettivi massimi n n n n

Banca dati sul traffico di animali n n n n n n

Contributi d’infrastruttura per i mercati pubblici nella regione di montagna n n n

Promozione dell’allevamento di animali n n n n n n n n

Conservazione delle razze svizzere minacciate n n n n n n n n

Fonte: UFAG

Per la stabilizzazione dei prezzi sul mercato della carne e delle uova si sostengono provvedimenti di sgravio temporanei. In quest’ottica la Confederazione contribuisce, con i propri aiuti, allo stoccaggio di carne di vitello in primavera ed estate e si accolla una parte della perdita di valore riconducibile alle azioni di spezzatura di uova di consumo in periodi di eccedenze. Onde garantire lo smercio, i commercianti di bestiame da macello, titolari di quote di contingente doganale, in determinati periodi dell’anno sono tenuti a ritirare sui mercati pubblici gli animali non commerciabili in libera vendita. Un elemento fondamentale per il miglioramento delle basi di produzione è la promozione delle misure zootecniche. In particolare si finanziano la tenuta di libri genealogici e l’esecuzione di esami funzionali, mentre per la prevenzione e la lotta alle epizoozie si gestisce una banca dati sul traffico di animali. Inoltre, continua a esserci, per vitelli da ingrasso, suini e pollame (gallinelle escluse), una limitazione dell’effettivo per azienda.

n Mezzi finanziari 2011

Per i provvedimenti nel settore della produzione animale nell’anno oggetto del rapporto sono stati utilizzati, in totale, 95 milioni di franchi. Alla cooperativa Proviande che, su incarico della Confederazione, svolge compiti esecutivi nel settore del mercato del bestiame da macello e della carne, sono stati versati 6,2 milioni di franchi.

Le uscite per la gestione della banca dati sul traffico di animali (BDTA) sono state, nel 2011, di 11,1 milioni di franchi. I proventi delle tasse, pari a 10,3 milioni di franchi, non sono stati sufficienti per compensarle. La Confederazione ha investito 1 milione di franchi nel progetto TVKplus (riorganizzazione della BDTA). Per l’eliminazione di sottoprodotti di origine animale, Identitas AG ha versato, su mandato dell’UFAG, 48,1 milioni di franchi, dei quali circa un terzo è andato a beneficio degli allevamenti di bovini che notificano nascite di vitelli e circa due terzi a stabilimenti dediti alla macellazione di animali delle specie bovina, ovina, suina o caprina.

138 2.1 Produzione e smercio
Bovini Vitelli Suini Equini Ovini Caprini Pollame Api Uova Tabella 29 Pagina A28

Ripartizione dei mezzi finanziari – 2011

Totale 95,0 mio. fr.

Contributi per il sostegno alla produzione di uova indigene 1,9 %

Aiuti all'interno del Paese per il bestiame da macello e la carne e contributi d'infrastruttura nelle regioni di montagna 3,5 %

Promozione dell'allevamento 36,3 %

Aiuto finanziario Assicurazione della qualità Carne 0,4 %

Contributi per la lana di pecora 0,8 %

Accordo di prestazione Proviande 6,5 %

Eliminazione dei sottoprodotti di origine animale 50,6 %

n Provvedimenti sul mercato del bestiame da macello e della carne

Sulla base di un accordo di prestazione, l’UFAG ha delegato alla cooperativa Proviande compiti esecutivi nel settore del mercato del bestiame da macello e della carne.

Classificazione neutrale della qualità

In virtù dell’ordinanza sul bestiame da macello, Proviande provvede alla classificazione neutrale della qualità degli animali macellati nelle strutture di grandi dimensioni, ovvero in quelle aziende in cui vengono macellati mediamente più di 120 suini o circa 23 capi di bestiame grosso a settimana. Per gli animali delle specie bovina, ovina, caprina ed equina la muscolatura e il grado di ingrasso vengono determinati otticamente, applicando il sistema della cosiddetta CH-TAX. Per gli animali della specie suina, invece, la muscolatura (la quota di carne magra) viene stabilita mediante apparecchi. Alla fine dell’anno oggetto del rapporto, il servizio di classificazione di Proviande aveva controllato 31 aziende. Di queste, 3 macellavano esclusivamente animali della specie suina, 4 animali delle specie bovina, ovina, caprina ed equina ma non suina e 24 abbattevano animali di tutte le specie. I risultati della classificazione neutrale della qualità sono registrati in maniera centralizzata in un server di Identitas AG e vengono utilizzati per la sorveglianza, il miglioramento della qualità e la statistica. Salvo poche eccezioni, la qualità degli animali macellati va determinata anche in tutti gli altri macelli; tale compito è affidato agli impiegati. La classificazione neutrale della qualità si è dimostrata efficace in quanto contribuisce ad aumentare la trasparenza, a migliorare la qualità delle carcasse e a conteggiare correttamente gli animali da macello.

Il foraggiamento ottimale e l’impiego di adeguate razze da ingrasso hanno generato un notevole aumento di muscolatura degli animali macellati: nel 2011 sono stati classificati come bene in carne e molto bene in carne quasi il 60 per cento dei torelli, il 24 per cento dei vitelli e il 62 per cento degli agnelli, mentre nel 2005 erano stati solo, rispettivamente, il 43, il 17 e il 43 per cento. Per le vacche, invece, nello stesso periodo la muscolatura è rimasta la stessa: è rientrato nelle classi scarnate e molto scarnate tra il 42 e il 47 per cento delle vacche. Tale stabilità è riconducibile alla grande quota di vacche da latte e alla detenzione di speciali razze da latte.

139 2.1 Produzione e smercio
Fonte: Conto dello Stato

Ripartizione delle carcasse nelle classi di muscolatura – 2011

Fonte: Proviande

Sorveglianza dei mercati pubblici nonché organizzazione dei provvedimenti di sgravio del mercato

Prima dell’inizio dell’anno civile Proviande, in collaborazione con i Cantoni e le organizzazioni contadine, allestisce un programma annuale nel quale sono definiti i mercati pubblici per bestiame da macello e ovini. Tale programma indica il luogo e la data dei singoli mercati, nonché le categorie di animali che possono esservi presentate; Proviande lo sottopone all’UFAG per approvazione. Nel 2011, il numero dei mercati e quello dei capi di bestiame grosso presentati è rimasto relativamente costante. I vitelli presentati sono invece aumentati del 14 per cento e gli ovini diminuiti del 9 per cento. Per i vitelli si registra da anni una tendenza al rialzo, riconducibile innanzitutto all’aumento dei vitelli provenienti da aziende da ingrasso su mandato e venduti tramite i mercati pubblici. Nel quadro dello sgombero del mercato, Proviande ha assegnato più di 2 000 capi della specie ovina a commercianti titolari di una quota di contingente doganale che, per tali assegnazioni, devono pagare a Proviande il prezzo settimanale stabilito. Per la prima volta, dopo cinque anni, Proviande ha nuovamente proceduto all’assegnazione di vitelli.

Cifre inerenti ai mercati pubblici sorvegliati – 2011

In primavera ed estate l’offerta di vitelli da macello ha come sempre superato la domanda. A sostegno dei prezzi, i macelli hanno immagazzinato 666 tonnellate di carne di vitello, smaltite in autunno. L’UFAG ha contribuito, stanziando 3,2 milioni di franchi (ca. 5 fr. il kg), a ridurre i costi di stoccaggio e la perdita di valore causata dal congelamento.

140 2.1 Produzione e smercio
In %
C Classe di muscolatura: H T A X
0 80 70 60 50 40 30 20 10
C = molto bene in carne, H = bene in carne, T = muscolatura media, A = scarnato, X = molto scarnato Capretti Agnelli Vitelli Torelli Vacche
Caratteristica Unità Vitelli Bestiame Ovini grosso Mercati pubblici sorvegliati Numero 277 732 320 Animali venduti all’asta Numero 46 611 59 863 78 026 Numero medio di animali per mercato Numero 168 82 244 Quota degli animali presentati rispetto alle macellazioni totali % 17,8 15,1 29,5 Animali assegnati (sgombero del mercato) Numero 117 619 2 123 Fonte: Proviande

n Provvedimenti sul mercato delle uova

La domanda di uova cala considerevolmente soprattutto dopo Pasqua. Onde attutire le ripercussioni delle fluttuazioni di mercato stagionali, dopo aver sentito le cerchie interessate, l’UFAG ha messo a disposizione, nell’ambito dei crediti stanziati nel 2011, un importo di 2 milioni di franchi per il finanziamento di misure di valorizzazione. Nell’anno oggetto del rapporto, i fabbricanti di prodotti a base di uova hanno valorizzato nell’industria gli albumi e i tuorli di 15,3 milioni di uova di consumo indigene, tramite azioni di spezzatura, sgravando quindi il mercato delle uova di consumo in guscio. Sul fronte del commercio al dettaglio è stato ridotto il prezzo di 9 milioni di uova di consumo a beneficio dei consumatori: il contributo è stato di 9 centesimi per ogni uovo spezzato e di 5 per ogni uovo ribassato. In totale, alle azioni di spezzatura e di riduzione del prezzo hanno partecipato rispettivamente 14 e 10 aziende.

n Provvedimenti per la valorizzazione della lana di pecora

In virtù dell’ordinanza concernente la valorizzazione della lana di pecora indigena, l’UFAG ha sostenuto in primo luogo progetti innovativi di valorizzazione della lana di pecora e in secondo luogo organizzazioni di solidarietà, che al fine di valorizzarla hanno perlomeno il compito di cernirla, lavarla e venderla per la trasformazione in prodotti finiti. Eccezionalmente, il lavaggio può essere effettuato all’estero.

Nel 2011, l’UFAG ha sostenuto cinque progetti innovativi mettendo a disposizione un importo totale di circa 0,7 milioni di franchi. Le organizzazioni di solidarietà che, con il loro lavoro, hanno assicurato la raccolta, la cernita e il lavaggio di circa 105 tonnellate di lana di pecora per la trasformazione in prodotti finiti in Svizzera sono state cinque. Il contributo della Confederazione per chilogrammo di lana lavata è stato di 2 franchi, per un importo totale di circa 0,21 milioni di franchi.

n Studio sul mercato svizzero della carne di agnello: analisi di mercato e competitività

Su incarico dell’UFAG, M. Aepli e R. Jörin, del Gruppo Economia agraria, Istituto per le decisioni ambientali, PF Zurigo, hanno analizzato il mercato svizzero della carne di agnello. Lo studio mirava a individuare i motivi degli sviluppi dei prezzi negli ultimi anni, a valutare la struttura di mercato e la competitività e a indicare l’evoluzione della qualità degli agnelli. Di seguito se ne riportano i principali risultati.

Il calo dei prezzi alla produzione negli anni passati è riconducibile alle importazioni, in proporzione elevate, e alla flessione della domanda. Le disposizioni d’importazione consentono di stabilizzare i prezzi alla produzione a livello interno, mediante restrizioni del volume d’importazione.

– A livello di commercio di animali vivi, ma anche ai livelli a valle, la competitività è in uno stato critico. Ciò può influire negativamente sui prezzi. Di conseguenza, si rendono necessarie misure di promozione della competitività.

In previsione di ulteriori aperture dei mercati è essenziale che la carne di agnello svizzera guadagni una buona posizione, per continuare a essere smerciata. L’obiettivo prioritario è l’aumento della domanda.

– Va intensificato il marketing per la carne di agnello svizzera. L’approccio della vendita di agnelli d’alpe ha mostrato i primi frutti.

È necessario migliorare l’osservazione del mercato, rilevando anche i prezzi a livello di trasformazione e all’ingrosso.

– Negli ultimi anni è migliorata la qualità delle carcasse degli agnelli indigeni.

141 2.1 Produzione e smercio

n Provvedimenti nell’ambito del traffico di animali

La riorganizzazione della banca dati sul traffico di animali (BDTA) ha dato i primi frutti: il 3 gennaio 2011, come previsto, è stata avviata la nuova BDTA sul Portale Agate (www.agate.ch). Sono state attivate la BDTA Equidi (animali della specie equina) e la BDTA Suini, anche se, a causa di ritardi, per gli equidi non tutte le funzioni sono risultate operative sin dall’inizio. Da gennaio 2011 i proprietari di cavalli devono registrare nella BDTA Equidi i propri cavalli vivi e quelli presenti sul territorio svizzero, nonché notificare le nascite e le importazioni. Per gli equidi, infatti, è il proprietario a essere sottoposto all’obbligo di notifica e non, come per i bovini, il detentore che tiene l’animale nella stalla. Ciò perché, nella detenzione di equidi, soprattutto in quella a pensione, il detentore può cambiare spesso. Per i suini la novità consiste nella notifica delle entrate per gruppi (nascite escluse) (numero di suini, data, azienda di provenienza). Le due novità per equidi e suini sono state introdotte con l’obiettivo di mantenere l’equivalenza con l’UE nel settore animale. Un’ulteriore novità è che un terzo incaricato può effettuare, su mandato, le notifiche al posto di coloro che sono assoggettati all’obbligo di notifica; di tale possibilità usufruiscono soprattutto i commercianti di suini. Le funzioni mancanti della BDTA Equidi sono state attivate a fine aprile 2011. La nuova BDTA Bovini, soprattutto l’intero sistema di notifica e gli ordini di marche auricolari, incluse tutte le notifiche effettuate finora, è stata migrata nella nuova BDTA all’inizio di febbraio 2012. Parallelamente agli adeguamenti di natura tecnica, il 26 ottobre 2011 è stata sottoposta a revisione totale anche l’ordinanza concernente la banca dati sul traffico di animali.

Con l’introduzione del nuovo obbligo di passaporto per equidi, fino a marzo 2012 l’UFAG ha riconosciuto, 15 servizi preposti al rilascio. Si tratta di organizzazioni di allevamento riconosciute esclusivamente in Svizzera, che si aggiungono a identitas AG, gerente della BDTA, e alla Federazione Svizzera Sport Equestri (FSSE). Il rilascio decentralizzato del passaporto per equidi con i dati BDTA funziona da settembre 2011; i processi legati allo stesso andrebbero, però, ulteriormente migliorati.

n Provvedimenti per la promozione dell’allevamento

I contributi federali per la promozione dell’allevamento possono essere versati solo a organizzazioni di allevamento riconosciute. La base legale per tale riconoscimento è costituita dall’articolo 144 LAgr, mentre le disposizioni d’esecuzione sono fissate nell’ordinanza sull’allevamento di animali. Quest’ultima stabilisce le condizioni che deve adempiere un’organizzazione di allevamento di animali delle specie bovina, suina, ovina e caprina, nonché di equidi, conigli, pollame, api mellifere e camelidi del nuovo mondo per ottenere dall’UFAG un riconoscimento valido 10 anni.

Nel 2011, è stato versato un totale di circa 34,5 milioni di franchi a 25 organizzazioni di allevamento in favore della tenuta del libro genealogico, della conduzione di esami funzionali e della conservazione delle razze svizzere. In quest’ultimo ambito si conducono, nella maggior parte dei casi, progetti pluriennali. Fatta eccezione per le organizzazioni di allevamento delle razze svizzere, non sono stati fatti versamenti a organizzazioni di allevamento il cui contributo totale risultava inferiore a 30 000 franchi.

I fondi per l’allevamento di animali sono stati impiegati soprattutto nel settore dell’allevamento di bovini che ha beneficiato di un importo totale di 24 milioni di franchi (70 %), due terzi dei quali stanziati per l’esecuzione di esami funzionali del latte. I contributi federali per l’allevamento di animali consentono di ridurre i costi delle prestazioni zootecniche delle organizzazioni. Gli allevatori ne traggono vantaggio, ad esempio, pagando tariffe inferiori per gli esami funzionali del latte.

142 2.1 Produzione e smercio
Tabella 30 Pagina A29

Ripartizione dei mezzi finanziari – 2011

Totale 34,5 mio. fr.

Allevamento di suini; 3 400 000 fr.; 9,9 %

Allevamento di caprini e pecore lattifere;

1 799 834 fr.; 5,2 %

Allevamento di bovini; 24 092 325 fr.; 69,9 %

n Conservazione delle razze svizzere minacciate

Allevamento di ovini; 2 020 900 fr.; 5,9 %

Conservazione delle razze svizzere;

1 165 854 fr.; 3,4 %

Allevamento di equini;

1 899 040 fr.; 5,5 % Api e camelidi del nuovo mondo; 100 719 fr.; 0,3 %

Nel quadro del Piano d’azione nazionale per le risorse zoogenetiche, alcune organizzazioni di allevamento riconosciute, coadiuvate dall’UFAG, hanno condotto 11 progetti di conservazione di razze svizzere di bovini, cavalli, pecore, capre e api. Per una gestione efficiente delle risorse zootecniche sono necessarie istituzioni forti. L’UFAG svolge compiti importanti come il coordinamento tra i diversi rappresentanti di interessi, la collaborazione con gli stessi e la realizzazione di una rete attiva. Per potenziare la cooperazione a livello internazionale, sfruttare le sinergie, incentivare lo scambio di esperienze e conoscenze, l’UFAG ha condotto, in collaborazione con l’Associazione svizzera per la produzione animale, un secondo workshop sul tema «Risorse zoogenetiche», durante il quale sono stati presentati diversi progetti di conservazione di razze minacciate ed elaborate analisi SWOT per le razze svizzere. I risultati saranno utilizzati per individuare le priorità d’intervento. Il pool genetico nazionale Bovini ed equidi è in continua evoluzione: nel 2012 saranno aggiunti caprini e suini. La stato e il monitoraggio delle razze minacciate sono documentati costantemente in «EFABIS», un sistema d’informazione via Internet (http://efabis.ch). Il servizio specializzato Risorse zoogenetiche collabora attivamente a livello internazionale con lo European Regional Focal Point e la FAO alla verifica di linee guida per la conservazione delle risorse zoogenetiche. Nel 2011 ha altresì presentato progetti di conservazione in seno a questi organi.

n Verifica delle organizzazioni di allevamento

Per assicurarsi che i fondi per la promozione dell’allevamento di animali vengano utilizzati a norma di legge si effettuano verifiche presso le organizzazioni di allevamento. L’obiettivo è quello di controllarle tutte, in loco, almeno una volta ogni cinque anni. Nel 2011 sono state condotte ispezioni presso 6 organizzazioni, stilando i rispettivi rapporti, dove sono state presentate eventuali lacune e fornite indicazioni per eliminarle.

n Effettivi massimi

In virtù dell’articolo 46 LAgr, il Consiglio federale ha determinato gli effettivi massimi di ogni azienda per l’allevamento e l’ingrasso dei suini, la detenzione di ovaiole, l’ingrasso dei polli, dei tacchini e dei vitelli. In caso di superamento delle soglie stabilite, l’azienda dovrà pagare una tassa su ogni animale in eccesso. Su richiesta, l’UFAG può rilasciare un’autorizzazione eccezionale per la detenzione di un effettivo più elevato. Nell’anno oggetto del rapporto, hanno usufruito di tale autorizzazione 26 aziende che foraggiavano suini con sottoprodotti della trasformazione del latte e di prodotti alimentari e 10 aziende, che adempivano la prova che le esigenze ecologiche sono rispettate (PER) e spandevano i concimi aziendali sulle proprie superfici.

143 2.1 Produzione e smercio
Fonte: Conto dello Stato

2.1.4 Produzione vegetale

In aggiunta alla protezione doganale la Confederazione promuove la produzione vegetale con specifici contributi di coltivazione di singole colture in campicoltura e contributi per la trasformazione della frutta svizzera. Fino alla fine del 2011 ha inoltre sostenuto la riconversione a colture innovative.

Essendo la produzione vegetale di capitale importanza per l’alimentazione umana e animale, ma le innovazioni nell’ambito delle materie prime rinnovabili poche, a fine 2011 i contributi per la trasformazione di materie prime rinnovabili in impianti pilota e di dimostrazione riconosciuti sono stati soppressi.

Provvedimenti – 2011

Coltura

Provvedimento

Protezione doganale 1 n n n n n n n n

Contributi di trasformazione n 2

Contributi di coltivazione n n n n 3

Contributi per la ricon- n 5 n 5 versione e per l’impianto di colture innovative 4

1 A seconda dello scopo di utilizzo o della voce di tariffa non vi è imposizione doganale o vengono applicati dazi ridotti.

2 Riguarda solo una parte del raccolto (riserve di mercato di concentrati di succo di frutta a granelli).

3 Solo per patate, mais e piante foraggere.

4 Riguarda solo determinate colture.

5 I contributi sono versati per l’ultima volta nel 2011.

Fonte: UFAG

Cereali Leguminose a granelli Semi oleosi Patate Barbabietola da zucchero Sementi Verdura, fiori recisi, vitivinicoltura Frutta 144
2.1 Produzione e smercio

Mezzi finanziari 2011

Rispetto all’anno precedente, nel 2011 i mezzi finanziari destinati al sostegno del mercato nel settore della produzione vegetale sono aumentati, passando da 70 a 77,7 milioni di franchi. Del totale dei fondi impiegati l’89 per cento è stato destinato alla promozione della coltivazione, il 6 per cento alla trasformazione e valorizzazione, l’1 per cento a diverse misure di promozione e il 4 per cento all’indennizzo eccezionale EHEC degli orticoltori.

Rispetto all’anno precedente i mezzi impiegati per la campicoltura sono saliti di quasi 3 milioni di franchi e quelli per la valorizzazione della frutta di circa 1,7 milioni di franchi. Dopo la riduzione nel 2010 della produzione di zucchero operata dalla categoria, l’aumento di superfici nella coltivazione di barbabietola da zucchero si è tradotto, nell’anno oggetto del rapporto, in un maggiore fabbisogno di fondi di 2,8 milioni di franchi. L’indennizzo eccezionale degli orticoltori a causa di perdite finanziarie con la falsa notizia della diffusione, in Germania, del batterio Escherichia coli enteroemorragico (EHEC) attraverso cetrioli spagnoli ha comportato un’uscita straordinaria di 2,9 milioni di franchi.

Uscite per la valorizzazione della frutta – 2011

Totale 4,54 mio. fr.

Provvedimenti di adeguamento al mercato di frutta e verdura (riconversione)

Valorizzazione di frutta

41 %

40 %

Altri 19 %

Fonte: UFAG

Nel 2011 il sostegno per la valorizzazione della frutta è stato di 4,54 milioni di franchi. Rispetto all’anno precedente, nell’ultimo anno utile per il versamento di contributi per l’impianto di colture innovative di frutta e verdura, sono aumentate le uscite di oltre 1 milione di franchi. Sotto «altro» le uscite sono cresciute di 0,6 milioni di franchi a causa del sostegno del progetto pilota per l’assicurazione della qualità SwissGAP.

n Colture innovative

I provvedimenti di adeguamento al mercato sono stati introdotti con la PA 2007 e hanno come obiettivo la promozione delle colture innovative in Svizzera. Per colture innovative si intendono diverse colture di frutta a nocciolo come la coltivazione di ciliegie da conserva, pesche noci, pesche, mirabelle, prugne Regina Claudia nonché uva da tavola e asparagi. In otto anni, l’UFAG ha esaminato 177 domande inoltrate da uno o più produttori. In totale sono stati concessi contributi per un importo di 5,68 milioni di franchi per l’impianto di 344,8 ettari di colture innovative.

n
145 2.1 Produzione e smercio

Impianti autorizzati di colture innovative tra il 2004 e il 2011, secondo la coltura (totale 344,8 ha)

Fonte: UFAG

La coltivazione di asparagi bianchi e verdi è stata la più richiesta tra le colture innovative. La superficie di asparagi in Svizzera è più che raddoppiata passando da 117 ettari nel 2004 a 322 ettari nel 2011. Il grado di autoapprovvigionamento (2004: 2 %) è stato influenzato positivamente e nel 2012 potrebbe salire a circa il 5 per cento. Secondo l’ordinanza concernente i provvedimenti a favore del mercato della frutta e della verdura, le colture innovative sono state definite in generale come ogni coltura perenne di frutta da tavola o verdure per la quale non vi è protezione doganale. Quindi i produttori e i servizi cantonali hanno inoltrato domande per le colture più svariate, in particolare per la coltivazione di mirtilli (28 ha), mini kiwi (15 ha), sambuco (13 ha) e aronia (12 ha). Inoltre ci sono state anche alcune domande per la coltivazione di specialità come tartufo (4 ha) o caco (2 ha).

Impianti autorizzati di colture innovative tra il 2004 e il 2011, secondo il Cantone (totale 344,8 ha)

I Cantoni hanno partecipato in diversa misura ai provvedimenti. La Svizzera orientale è stata particolarmente attiva con Zurigo (52 ha), San Gallo e Turgovia (ognuno 49 ha), ma si sono contraddistinti anche il Vallese (44 ha) e il Canton Berna (38 ha). In questi cinque Cantoni si è preceduto alla piantagione sul 60 per cento delle superfici autorizzate.

146 2.1 Produzione e smercio
In ha
0 225 200 175 125 150 100 75 50 25
Asparagi Ciliegie da conserva Mirtilli Uva da tavola Mini kiwi Sambuco Aronia Mirabelle Altri
In ha Fonte: UFAG 0 55 50 45 40 30 35 25 20 10 15 5 ZH TG SG VS BE BL VD AG SH LU GR FR ZG Altri

n Contributi di riconversione per i vigneti

Prendendo spunto dai cambiamenti in atto sul fronte del consumo di vino e della crescente pressione concorrenziale determinata dalla fusione dei contingenti d’importazione di vini bianchi e rossi del 1° gennaio 2001, nel suo messaggio del 29 maggio 2002 sulla PA 2007 il Consiglio federale era giunto alla conclusione che le superfici coltivate a Chasselas e Müller-Thurgau dovevano essere ridotte di 500–1 000 ettari. Pertanto aveva disposto una serie di misure, limitate al 2011, per estirpare le viti e reimpiantare tali vigneti optando per altre specialità di uve bianche e rosse.

I contributi di riconversione vengono concessi soltanto per i vigneti di almeno 500 m2. Il trattamento delle domande e il calcolo dei contributi federali in funzione della pendenza e del terrazzamento spetta ai Cantoni che partecipano al programma di riconversione. Questi ultimi devono inoltre fissare una resa massima ridotta di 0,1 kg/m2 per Chasselas e Müller-Thurgau.

Bilancio

Il seguente grafico mostra i contributi di riconversione concessi per gli anni 2003–2011. Nel primo anno (2003), prima dunque dell’applicazione della PA 2007, oltre 1 000 aziende nei diversi Cantoni si sono annunciate per la riconversione dei vigneti. I mezzi finanziari approntati dalla Confederazione, pari a 4,9 milioni di franchi, hanno tuttavia consentito di prendere in considerazione soltanto 855 aziende per un totale di 204 ettari di vigneti. Per tale motivo, oltre al programma federale sono stati stanziati aiuti di riconversione cantonali (Ginevra: 12 ha; Vallese: 45 ha). Già nel 2004 tutte le richieste hanno potuto essere tenute in considerazione, 577 aziende con 119 ha in totale hanno preso parte al programma federale di riconversione e sono state sostenute con 2,9 milioni di franchi. Nel Canton Ginevra gli aiuti di riconversione cantonali, che coprono settori aggiuntivi, saranno mantenuti fino al 2014. Nel 2005 e 2006 si sono consolidati il numero delle aziende partecipanti (454 e 475) e le superfici di riconversione (83 e 82 ha) nonché i contributi (2 e 1,9 milioni di franchi).

Riconversione di vigneti con i contributi federali e iniziative cantonali tra il 2003 e il 2011

Nel 2007 il Canton Vallese ha sospeso il programma di riconversione. Ciò ha portato a un nuovo calo delle aziende partecipanti. Nel 2007 e nel 2008 hanno aderito al programma federale di riconversione rispettivamente 181 e 131 aziende con un totale di 35 e 29 ettari e 0,7 e 0,6 milioni di franchi di aiuti. Nel 2009 e nel 2010 il numero delle aziende partecipanti è diminuito ulteriormente ammontando rispettivamente a 107 e 84. Le superfici di riconversione si sono consolidate a 23 e 19 ettari e gli aiuti a 0,5 e 0,4 milioni di franchi. Nell’ultimo anno la riconversione ha registrato nuovamente un leggero aumento del numero di aziende partecipanti attestatosi a 112. La superficie ammontava a 29 ettari, mentre i contributi a 0,6 milioni di franchi.

147 2.1 Produzione e smercio
2003 In ha Numero di aziende Fonte: UFAG 0 300 200 100 0 100 900 700 800 500 600 400 200 300 12 45 204 2004 7 119 2005 83 2006 8 82 2007 8 35 2008 29 2009 23 2010 19 2011 29 Superfici Ct GE Superfici Ct VS Superfici Confederazione Aziende 13 3 3 10 4

Sull’arco di nove anni sono stati riconvertiti in totale 623 ettari di vigneti precedentemente messi a Chasselas o Müller-Thurgau. Per questo sono stati concessi contributi federali di 14,5 milioni di franchi. Inoltre, su iniziativa di alcuni Cantoni, sono stati convertiti ulteriori 113 ettari. L’obiettivo di una riduzione dei vigneti messi a Chasselas o Müller-Thurgau di 500 fino a 1 000 ettari è stato raggiunto.

Contributi federali per la riconversione di vigneti per Cantoni tra il 2003 e il 2011

Cambiamento nella gamma delle varietà di vite

Il seguente grafico mostra l’evoluzione delle principali varietà coltivate a partire dal 1996. Fino al 2002 i vigneti di Chasselas e Müller-Thurgau raggiungevano complessivamente una superficie di circa 5 750 ettari, ovvero l’80 per cento delle superfici coltivate a vitigni bianchi in Svizzera. Nel caso del Chasselas, già prima del 2002 era andato delineandosi un calo annuo dell’1–2 per cento; nel 2011 la superficie messa a questo vitigno era pertanto già diminuita del 21,9 per cento. Lo stesso andamento si è osservato per il MüllerThurgau, anche se complessivamente ha interessato una superficie meno estesa. Tra il 1998 e il 2002 il calo annuo delle superfici coltivate è stato pari all’1–2 per cento. Nel 2011 il calo complessivo è stato pari a circa il 20,8 per cento. Nel 2011 l’area totale dei vigneti di Chasselas e Müller-Thurgau era pari a 4 492 ettari, ovvero il 59,3 per cento delle superfici coltivate a vitigni bianchi in Svizzera.

148 2.1 Produzione e smercio
2003 In mio. fr.
0 5,0 4,5 4,0 3,5 3,0 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 GE NE VS VD FR Svizzera tedesca
Fonte: UFAG
Evoluzione di determinati vitigni in Svizzera In ha Fonte: UFAG 0 6 000 5 000 3 000 4 000 1 000 2 000 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Chasselas Blauburgunder / Pinot Noir Gamay Specialità rosse Specialità bianche Müller-Thurgau

Di questa flessione hanno beneficiato soprattutto i vitigni rossi, quali ad esempio Gamaret (+290 ha), Merlot (+182 ha) e Garanoir (+134 ha), ma anche alcune specialità di uve bianche quali Petite Arvine (+92 ha) e Sauvignon Blanc (+80 ha). Nel 2005 il processo di riconversione ha determinato anche un cambiamento ai vertici della classifica dei vitigni bianchi più diffusi in Svizzera. Il Chasselas, infatti, ha ceduto il primo posto al Blauburgunder (Pinot Noir).

n Crisi EHEC

Tra l’8 maggio e il 4 luglio 2011 nella Germania del Nord è scoppiata la più grande epidemia di EHEC (Escherichia coli enteroemorragico) mai osservata. In tutto, 3 067 persone sono state colpite da gastroenterite da EHEC e 905 da HUS (sindrome emolitica uremica, una grave forma di gastroenterite). I più colpiti sono stati i 5 Länder federali settentrionali di Amburgo, Schleswig-Holstein, Brema, MecklenburgoPomerania e Bassa Sassonia.

L’istituto federale tedesco per la valutazione del rischio (Deutsches Bundesinstitut für Risikobewertung, BfR) e l’Istituto Robert Koch (RKI) erano le autorità responsabili per arginare l’epidemia in Germania. Dopo i primi casi (in Germania la gastroenterite da EHEC sottostà all’obbligo di notifica), avevano interpellato le persone colpite e accertato che l’88 per cento dei pazienti aveva consumato cetrioli e/o pomodori. Inoltre avevano trovato germi di EHEC in cetrioli importati dalla Spagna. Perciò il 25 maggio 2011 avevano raccomandato di rinunciare al consumo di cetrioli, pomodori e insalata.

Il divieto è stato revocato dopo 6 giorni, il 1° giugno 2011. I germi EHEC rilevati non concordavano con il tipo di agente patogeno dei pazienti interessati e sempre più pazienti si erano ricordati di aver consumato germogli. Nelle prime indagini solo il 25 per cento aveva menzionato questo fatto. L’11 luglio 2011 veniva diramato il comunicato ufficiale secondo cui i semi di trigonella provenienti dall’Egitto erano responsabili dell’epidemia.

149 2.1 Produzione e smercio
Verdure smaltite durante la crisi EHEC (totale 1 661 t) Cetrioli per insalata In t In % Prodotti smaltiti (t) Raccolto perso giugno (%) Fonti: UFAG, CSO 0 800 700 600 500 400 300 200 100 0 5 40 35 25 30 15 20 10
Altri cetrioli Pomodori ramati Pomodori cherry Altri pomodori

Dopo la raccomandazione generale del RKI e del BfR del 25 maggio 2011 la vendita di diversi tipi di verdura è crollata in tutta Europa. Anche in Svizzera i produttori di cetrioli e di pomodori sono stati colpiti duramente dall’improvviso calo della domanda. In tutto il mese di giugno si sono dovute distruggere 766 tonnellate di cetrioli (per insalata, nostrani e mini cetrioli) e 895 di pomodori (ramati, tondi, carnosi e cherry), perché questa merce non trovava acquirenti. Tali quantità corrispondevano rispettivamente al 30 e al 13 per cento del raccolto di giugno di cetrioli e pomodori. Inoltre i produttori hanno dovuto sopportare riduzioni dei costi fino al 20 per cento. La situazione è lentamente migliorata a partire dalla prima settimana di agosto, due mesi dopo l’inizio della crisi. L’Unione svizzera dei produttori di verdure (USPV) ha stimato che il settore ha perso, a causa della crisi EHEC, 1,8 milioni di franchi nella produzione di cetrioli e 3,9 milioni di franchi in quella di pomodori a causa dello smaltimento e della vendita a prezzi ridotti.

Ripartizione degli indennizzi EHEC (totale 2,9 mio. fr.)

Cetrioli per insalata

La Confederazione ha adottato provvedimenti per aiutare i produttori in difficoltà. In virtù dell’articolo 13 LAgr, nel 2011 è stata emanata l’ordinanza sull’indennizzo eccezionale dei produttori di cetrioli e pomodori per il 2011 (ordinanza sull’indennizzo EHEC) per indennizzare i produttori di cetrioli e pomodori, che tra il 30 maggio e il 26 giugno 2011 avevano dovuto smaltire la loro merce o venderla a prezzi ribassati. L’aiuto federale è stato sussidiario, ovvero la Confederazione ha indennizzato il 50 per cento delle perdite riconosciute di 5,7 milioni di franchi; i produttori hanno dovuto sostenere il restante 50 per cento. Per tale finanziamento il Parlamento ha approvato un credito suppletivo di 2,9 milioni di franchi.

150 2.1 Produzione e smercio
Verdure smaltite in mio. t Per la vendita a prezzi ridotti Per lo smaltimento
0 1,2 1,0 0,8 0,6 0,4 0,2
Fonte: UFAG Altri cetrioli Pomodori ramati Pomodori cherry Altri pomodori

2.2 Pagamenti diretti

I pagamenti diretti sono uno degli elementi principali della politica agricola, utilizzati per promuovere le prestazioni richieste dalla società. Essi si distinguono tra pagamenti diretti generali e pagamenti diretti ecologici.

Uscite per i pagamenti diretti

1 2.2 Pagamenti diretti

Fonte: UFAG

Ambito di spesa 2010 2011 2012 1 mio. fr. Pagamenti diretti generali 2 201 2 192 2 178 Pagamenti diretti ecologici 598 618 631 Riduzioni 10 11 Totale 2 789 2 799 2 809
Preventivo
Avvertenza: non è possibile fare un paragone diretto con i dati del Conto dello Stato. I valori indicati nella parte 2.2. «Pagamenti diretti» si riferiscono all’intero anno di contribuzione, mentre il Conto dello Stato riporta le spese sostenute. 151
Tabella 32 Pagina A31

2.2.1 Importanza dei pagamenti diretti

n Promozione di prestazioni particolari e d’interesse generale

Le prestazioni fornite dall’agricoltura nell’interesse generale vengono indennizzate tramite i pagamenti diretti generali. Tra questi rientrano i contributi di superficie e quelli per gli animali da reddito che consumano foraggio grezzo. Tali contributi sono finalizzati a garantire la gestione e la cura della superficie agricola utile. Nella regione collinare e in quella di montagna i gestori percepiscono inoltre contributi di declività e contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione. Tali provvedimenti permettono di considerare le difficoltà di gestione e le più basse rese con le quali sono confrontati coloro che operano in queste regioni. I pagamenti diretti (esclusi i contributi d’estivazione) sono concessi soltanto agli agricoltori che forniscono la prova che le esigenze ecologiche sono rispettate (PER).

Mediante i contributi ecologici, etologici, per la protezione delle acque e d’estivazione (rientranti nella categoria dei pagamenti diretti ecologici) gli agricoltori sono spinti, tramite incentivi economici, a fornire prestazioni particolari che vanno oltre le esigenze in ambito legislativo e la PER.

I contributi ecologici comprendono i contributi per la compensazione ecologica, la qualità ecologica, la produzione estensiva di cereali e colza e l’agricoltura biologica. Mediante i contributi etologici la Confederazione promuove la detenzione di animali da reddito in sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali (SSRA) e l’uscita degli animali da reddito all’aperto (URA). I contributi per la protezione delle acque sono finalizzati a ridurre i carichi di nitrati e fosforo nelle acque. I contributi d’estivazione vengono erogati per la gestione sostenibile e rispettosa dell’ambiente delle superfici d’estivazione.

n Importanza economica dei pagamenti diretti – 2011

Nel 2011 sono stati erogati 2,799 miliardi di franchi, vale a dire mediamente 55 162 franchi per azienda. Il 56,6 per cento dei pagamenti diretti è andato a beneficio della regione di montagna e collinare.

152 2.2 Pagamenti diretti

Pagamenti diretti – 2011

non è possibile effettuare un paragone diretto con i dati del Conto dello Stato. I valori indicati nella parte 2.2 «Pagamenti diretti» si riferiscono all’intero anno di contribuzione, mentre il Conto dello Stato riporta le spese sostenute durante un anno civile. Le riduzioni si riferiscono alle deduzioni dovute alle limitazioni e alle sanzioni giuridiche e amministrative.

Fonte: UFAG

Quota dei pagamenti diretti giusta l’OPD rispetto alla prestazione lorda delle aziende di riferimento, per regione – 2011

Fonte: Agroscope

ART

Tipo di contributo Totale Regione di Regione Regione di pianura collinare montagna 1 000 fr. Pagamenti diretti generali 2 192 112 846 905 583 613 750 290 Contributi di superficie 1 217 595 632 398 290 743 294 455 Contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo 508 159 202 857 148 383 156 920 Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione 352 412 8 838 108 812 234 762 Contributi di declività generali 102 642 2 813 35 675 64 154 Contributi di declività per vigneti in zone in forte pendenza e terrazzate 11 303 Pagamenti diretti ecologici 618 037 245 053 133 806 115 201 Contributi ecologici 265 165 137 723 65 784 61 658 Contributi per la compensazione ecologica 133 462 78 680 32 621 22 160 Contributi giusta l’ordinanza sulla qualità ecologica (OQE) 71 479 26 224 19 640 25 616 Contributi per la produzione estensiva di cereali e colza 28 983 21 195 7 269 519 Contributi per l’agricoltura biologica 31 241 11 625 6 254 13 363 Contributi etologici 228 894 107 329 68 022 53 543 Contributi per sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali (SSRA) 63 908 36 210 18 568 9 131 Contributi per l’uscita regolare all’aperto (URA) 164 986 71 120 49 454 44 412 Contributi d’estivazione 101 529 Contributi per programmi sulla protezione delle acque e sulle risorse 22 449 Riduzioni 10 935 Totale pagamenti diretti 2 799 214 1 091 958 717 419 865 490 Pagamenti diretti per azienda 55 162 50 325 51 968 56 783 Avvertenza:
Caratteristica Unità Totale Regione di Regione Regione di pianura collinare montagna Aziende Numero 3 060 1 267 965 828 SAU in Ø ha 21,28 22,23 20,07 20,9 Pagamenti diretti generali fr. 45 699 39 521 45 937 55 820 Contributi ecologici ed etologici fr. 9 192 10 268 9 531 7 048 Totale pagamenti diretti fr. 54 891 49 788 55 468 62 868 Prestazione lorda fr. 259 834 318 563 245 734 175 510 Quota dei pagamenti diretti rispetto alla prestazione lorda % 21,1 15,6 22,6 35,8
Reckenholz-Tänikon
153 2.2 Pagamenti diretti
Tabelle 42a–43 Pagine A47–A49

L’importo dei pagamenti diretti versato per ettaro lievita proporzionalmente al grado di difficoltà gestionali con cui sono confrontate la regione collinare e quella di montagna. Visto che in queste regioni vengono conseguiti redditi meno consistenti, la quota di pagamenti diretti rispetto al reddito lordo aumenta.

n Esigenze poste per l’ottenimento di pagamenti diretti

Per avere diritto ai pagamenti diretti i gestori devono adempiere una serie di condizioni, tra cui rientrano quelle di natura generale quali la forma giuridica, il domicilio di diritto civile eccetera, ma anche criteri strutturali e sociali determinanti come ad esempio il volume di lavoro minimo, l’età del gestore, il reddito e la sostanza. A ciò si aggiungono condizioni specifiche di carattere ecologico in base al concetto della prova che le esigenze ecologiche sono rispettate (PER). Gli oneri della PER comprendono: un bilancio di concimazione equilibrato, una quota adeguata di superfici di compensazione ecologica, un avvicendamento disciplinato delle colture, una protezione adeguata del suolo, un’utilizzazione mirata dei prodotti fitosanitari e una detenzione degli animali da reddito agricoli rispettosa delle loro esigenze. Lacune in relazione alle prescrizioni determinanti comportano riduzioni o il diniego dei pagamenti diretti.

n Sistema d’informazione sulla politica agricola

La maggior parte dei dati statistici sui pagamenti diretti proviene dalla banca dati sviluppata dall’UFAG, denominata AGIS/SIPA (sistema d’informazione sulla politica agricola). In questo sistema affluiscono i dati delle rilevazioni annuali delle strutture effettuate dai Cantoni e i dati sui versamenti (superfici ed effettivi di bestiame che hanno beneficiato dei contributi e rispettivi importi) per tutti i tipi di pagamenti diretti (provvedimenti). La banca dati serve in primo luogo per assicurare un controllo, sul piano amministrativo, degli importi versati dai Cantoni ai gestori. Il sistema consente, inoltre, di redigere statistiche di carattere generale sui pagamenti diretti e di fornire risposte a un gran numero di questioni inerenti alla politica agricola.

Delle 56 176 aziende al di sopra del limite di rilevazione federale e registrate nel 2011 nell’AGIS/SIPA, 50 745 hanno ottenuto pagamenti diretti.

n Effetti delle graduazioni e delle limitazioni

Graduazioni e limitazioni si ripercuotono sulla ripartizione dei pagamenti diretti. Tra le limitazioni rientrano i limiti di reddito e di sostanza nonché il contributo massimo per unità standard di manodopera (USM), mentre le graduazioni si riferiscono alla riduzione progressiva dei contributi in base a superfici ed animali.

Effetti delle limitazioni dei pagamenti diretti – 2011

Limitazione Aziende Riduzione Quota rispetto al Quota rispetto interessate contributo delle all‘importo totale aziende dei pagamenti interessate diretti

154 2.2 Pagamenti diretti
Numero fr. % % Per USM 162 349 041 4,89 0,01 A causa del reddito 1 324 7 253 263 9,13 0,26 A causa della sostanza 267 4 603 207 50,07 0,16 Totale 12 205 511 0,44 Fonte: UFAG

Le limitazioni hanno determinato riduzioni dei pagamenti diretti pari a 12,2 milioni di franchi, di cui 11,8 milioni circa riconducibili a riduzioni dovute al superamento dei limiti di reddito e di sostanza. Rispetto all’anno precedente si registra un lieve aumento sia del numero di aziende interessate sia dell’importo delle riduzioni.

Effetti della graduazione dei contributi in funzione della superficie o del numero di animali – 2011

Aziende interessate Superficie/effettivo di animali per azienda sussidiabile Riduzione Quota rispetto al contributo delle aziende interessate Quota rispetto al contributo versato (tutte le aziende)

Le graduazioni previste dall’ordinanza sui pagamenti diretti hanno interessato complessivamente 5 424 aziende. Nella maggior parte dei casi sono state applicate deduzioni per diversi provvedimenti. Le riduzioni ammontano complessivamente a 27,8 milioni di franchi circa. Commisurate a tutti i pagamenti diretti, i quali sono graduati, rappresentano una quota dell’1 per cento circa. La riduzione progressiva dei contributi si ripercuote in modo massiccio soprattutto sui contributi di superficie. In questi casi le graduazioni interessano 3 696 aziende (circa il 7,3 % delle aziende che beneficiano di pagamenti diretti). Tra le aziende che percepiscono contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo, 1 268 si sono viste ridurre i contributi, in quanto altre limitazioni specifiche previste nell’ambito di questo provvedimento, come il limite di promozione, espletano i loro effetti prima della graduazione dei pagamenti diretti. Le riduzioni dei contributi hanno interessato anche i pagamenti diretti ecologici. Ad esempio 372 aziende biologiche hanno subito riduzioni dei contributi per l’agricoltura biologica per circa 518 000 franchi, che per le aziende in questione equivale all’8,6 per cento.

155 2.2 Pagamenti diretti
Provvedimento Numero ha o UBG fr. % % Contributi di superficie 3 696 54,3 18 179 540 7,2 0,65 Contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo 1 268 70,4 2 541 985 5,6 0,09 Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione 801 70,8 1 170 888 5,1 0,04 Contributi di declività generali 15 44,4 7 800 2,4 0,00 Contributi di declività per vigneti in zone in forte pendenza e terrazzate 1 45,3 4354 2,9 0,00 Contributi per la compensazione ecologica 15 50,9 57 318 7,6 0,00 Contributi per la produzione estensiva di cereali e colza 18 49,3 21 197 6,0 0,00 Contributi per l’agricoltura biologica 372 52,4 517 515 8,6 0,02 Contributi per sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali 2 060 83,6 2 458 773 10,7 0,09 Contributi per l’uscita regolare all’aperto 2 230 79,0 2 877 226 8,7 0,10 Totale 5 424 27 836 596 7,2 0,99 Fonte: UFAG

n Esecuzione, controllo, riduzioni dei contributi e autorizzazioni speciali

Conformemente all’articolo 66 dell’ordinanza sui pagamenti diretti, il controllo in relazione alla PER è delegato ai Cantoni. Per l’esecuzione essi si affidano a organizzazioni accreditate che garantiscono controlli obiettivi e imparziali, verificandole per campionatura. Le aziende dedite all’agricoltura biologica aventi diritto a pagamenti diretti devono adempiere gli oneri relativi all’agricoltura biologica (incl. le esigenze URA). Ogni anno tali aziende vengono controllate da un ente di certificazione accreditato. I Cantoni vigilano sul corretto svolgimento di questi controlli.

L’ordinanza sul coordinamento dei controlli delle aziende agricole fissa i criteri in base ai quali i Cantoni, o le organizzazioni alle quali essi si sono rivolti, devono controllare le aziende. Almeno ogni 4 anni va verificato se sono adempiute le disposizioni dell’ordinanza sui pagamenti diretti per quanto riguarda la PER nonché i contributi ecologici ed etologici. Almeno ogni 12 anni occorre verificare i dati strutturali determinanti per il versamento dei pagamenti diretti, vale a dire superficie, tipo di gestione o numero di animali e se sono adempiute le disposizioni dell’ordinanza sui contributi d’estivazione. Inoltre, ogni anno almeno il 2 per cento delle aziende è sottoposto a un controllo per campionatura. Di regola, nelle aziende in cui non sono state riscontrate lacune non deve essere effettuato più di un controllo all’anno, nelle aziende biologiche sono ammessi al massimo due controlli all’anno.

In caso di mancato adempimento delle prescrizioni determinanti per i pagamenti diretti, i contributi vengono ridotti in base a criteri uniformi e vincolanti. La Conferenza dei direttori cantonali dell’agricoltura ha emanato una direttiva al riguardo.

Nel 2011 le aziende aventi diritto a contributi ammontavano a 50 745, di cui 21 017 (41,4 %) sono state sottoposte a controllo in merito al rispetto della PER da parte dei Cantoni rispettivamente dai competenti servizi di controllo; 1 929 (3,8 % delle aziende controllate) hanno subito una riduzione dei contributi a causa di lacune in relazione alla PER.

In virtù dell’ordinanza sull’agricoltura biologica tutte le aziende dedite all’agricoltura biologica devono essere controllate su base annuale. Il 4 per cento di esse si è visto ridurre i contributi a causa di lacune.

Nell’ambito dei programmi SSRA e URA, in media, è stato controllato rispettivamente il 48,3 e il 44,3 per cento delle aziende aventi diritto a contributi. Di norma, i controlli vengono svolti parallelamente a quelli PER; la percentuale effettiva risulta quindi più alta. Nel quadro dei programmi SSRA e URA le aziende che hanno subito riduzioni dei pagamenti diretti sono state rispettivamente il 2,5 e il 2,8 per cento. Complessivamente sono state effettuate riduzioni di contributi pari a circa 5,6 milioni di franchi.

Ricapitolazione delle riduzioni di contributi – 2011

Aziende aventi diritto a contributi Aziende controllate Aziende soggette a riduzioni Riduzioni Motivi principali

fr PER 50 745 21 017 1 929 2 625 306

Categoria

Registrazioni lacunose, detenzione degli animali da reddito non rispettosa delle loro esigenze, altri motivi (mancata attuazione delle analisi del suolo, test sui trattamenti scaduti), bilancio di concimazione non equilibrato, fasce tampone e inerbite insufficienti, selezione e utilizzazione di prodotti fitosanitari, notifica tardiva, quota di SCE non commisurata alla SAU.

Fonte: rapporti cantonali concernenti i controlli e le sanzioni

156 2.2 Pagamenti diretti
Numero Numero Numero
Tabella 44 Pagina A49

Ricapitolazione delle riduzioni di contributi – 2011

1

Epoca dello sfalcio e/o provvedimenti di cura non rispettati, indicazioni non veritiere sul numero di alberi, malerbe, indicazioni non veritiere sulle superfici, concimazione non autorizzata, notifica tardiva e protezione delle piante.

Notifica tardiva, raccolto finalizzato all’estrazione di granelli effettuato prima della piena maturazione, impiego di prodotti fitosanitari non autorizzati.

Infrazione delle prescrizioni in materia di foraggiamento, aziende gestite per passatempo non conformi alle prescrizioni in materia di agricoltura biologica, detenzione di animali, protezione delle acque, registrazioni, impiego di concimi e prodotti fitosanitari non autorizzati nell’agricoltura biologica, notifica tardiva, indicazioni non veritiere.

Lettiera inadeguata, notifica tardiva, mancanza di un sistema di stabulazione ad aree multiple, detenzione non conforme alle prescrizioni di alcuni animali della medesima categoria, area di riposo insufficiente, indicazioni non veritiere, illuminazione delle stalle insufficiente.

Mancato raggiungimento della durata minima d’ingrasso del pollame, area di riposo con fessure o perforazioni, protezione degli animali, superficie di pascolo troppo piccola, entrata tardiva, giorni d’uscita insufficienti, notifica tardiva, registrazioni lacunose, detenzione non conforme alle prescrizioni di alcuni animali della medesima categoria, indicazioni non veritiere, corte insufficiente.

Carico inferiore o superiore a quello usuale, gestione dei pascoli inadeguata, utilizzo di superfici non destinate al pascolo, infrazioni di prescrizioni rilevanti per l‘agricoltura, notifica tardiva, spandimento di concimi non autorizzati, altri elementi (superamento contingente lattiero), indicazioni non veritiere sull’effettivo di animali, documentazione incompleta, manutenzione inadeguata degli edifici, ostacoli ai controlli, indicazioni non veritiere sulla durata d’estivazione, dati incompleti, impiego di erbicidi non autorizzati, recidive.

Indicazioni non veritiere sulle superfici e sull’effettivo di animali, altri elementi (indicazioni non veritiere sulla PER, quota di manodopera propria dell’azienda <50 %, notifica tardiva della (non) partecipazione ad un programma, ostacoli ai controlli), indicazioni non veritiere sull’azienda o sul gestore come pure sull’estivazione.

Nessuna indicazione possibile

Nessuna indicazione possibile

Nessuna indicazione possibile

il resto delle aziende agricole, nelle aziende biologiche è ammesso un secondo controllo annuale.

Fonte: rapporti cantonali concernenti i controlli e le sanzioni

157 2.2 Pagamenti diretti
Categoria Numero Numero Numero fr. SCE 48 294 - 642 533 699 Produzione 14 280 6 222 48 15 441 estensiva Bio 5 691 5 824 1 234 225 689 SSRA 120 177 9 751 498 298 245 URA 36 451 16 135 1 036 786 775 Estivazione 7 139 914 105 131 761 Dati di base - - 313 565 675 Protezione delle - - 153 349 776 acque Protezione della na- - - 34 23 295 tura e del paesaggio Protezione - - 39 80 518 dell’ambiente Totale - - 5 031 5 636 179
Al
di quanto accade
contrario
per
Aziende aventi diritto a contributi Aziende controllate Aziende soggette a riduzioni Riduzioni Motivi principali

n Autorizzazioni speciali nel settore della protezione fitosanitaria

Nell’ambito della PER l’impiego di prodotti fitosanitari è sottoposto a determinate restrizioni. Giusta il punto 6.4 dell’allegato dell’ordinanza sui pagamenti diretti, in determinate circostanze e in casi motivati gli agricoltori possono richiedere al servizio fitosanitario cantonale autorizzazioni speciali per proteggere le colture con altri prodotti. Nel 2011 ne sono state rilasciate 3 195 per 12 638 ettari di SAU. Rispetto all’anno precedente vi è stato un incremento. Le particolari condizioni metereologiche della primavera 2011 hanno favorito lo sviluppo di organismi nocivi, in particolare la criocera del frumento e gli afidi. Per proteggere le colture, i gestori hanno dovuto adattare in maniera adeguata i trattamenti fitosanitari e di conseguenza richiedere un’autorizzazione speciale. Nel settore frutticolo, inoltre, il motivo principale per il rilascio delle autorizzazioni è stato la lotta al fuoco batterico.

Autorizzazioni speciali rilasciate nel settore fitosanitario – 2011

1 Trattamenti con prodotti diversi da quelli che figurano nell’allegato dell’ordinanza sui pagamenti diretti (OPD).

2 Per la lotta agli afidi del tabacco i Cantoni FR e JU hanno concesso un’autorizzazione speciale regionale che non figura nella tabella.

3 Autorizzazioni speciali rilasciate per provvedimenti fitosanitari che non figurano nelle direttive specifiche riconosciute.

158 2.2 Pagamenti diretti
Totale Autorizzazioni Superficie Categoria Numero di % delle ha % della aziende aziende con superficie autorizzazioni interessata speciali Applicazione di prodotti fitosanitari durante il periodo di divieto di trattamento vigente d’inverno 173 5,41 715,85 5,66 Uso di insetticidi e granulati contro i nematodi 301 9,42 1 068,27 8,45 Cereali: lotta contro la criocera del frumento 1 1 569 49,11 7 428,33 58,78 Patate: lotta contro la dorifora 1 208 6,51 890,65 7,05 Leguminose, girasole, tabacco: lotta contro gli afidi 2 28 0,88 139,4 1,10 Lotta contro altri parassiti in ambito campicolo 348 10,89 1 199,39 9,49 Terreni permanentemente inerbiti: trattamento delle superfici 118 3,69 290,73 2,30 Applicazione erbicidi totali 375 11,74 614,72 4,86 Orticoltura 3 0 0 0 0 Frutticoltura 3 75 2,35 290,99 2,30 Viticoltura 3 0 0 0 0 Totale 3 195 100,00 12 638,33 100
Fonte: UFAG

2.2.1.1 Innovazioni 2012

n Revisione totale dell’ordinanza sul coordinamento dei controlli

La nuova ordinanza sul coordinamento dei controlli delle aziende agricole (Ordinanza sul coordinamento dei controlli, OCoC), risultante dalla revisione totale della precedente, è entrata in vigore il 1° gennaio 2012. Essa garantisce l’efficienza dei controlli nella produzione primaria, i quali devono essere eseguiti nelle aziende agricole conformemente al diritto agricolo, veterinario e sulle derrate alimentari. Il suo scopo principale è quello di organizzare la collaborazione dei diversi servizi coinvolti in modo che si possano coordinare i controlli basati su rischio, evitare doppi controlli e limitare le visite alle aziende agricole.

Le modifiche intraprese nell’ambito della revisione totale dell’ordinanza sul coordinamento dei controlli riguardano i seguenti punti:

– sostituzione del concetto restrittivo di «ispezione» con quello più generico di «controllo» (solo nel titolo dell’ordinanza dei testi tedesco e francese);

– Differenza tra «controllo di base» e «controllo supplementare», chiarimento delle disposizioni in relazione ai controlli supplementari;

– Uniformazione delle frequenze minime di controllo nel settore veterinario (controlli riguardanti medicamenti per uso veterinario, epizoozie e traffico di animali in un intervallo massimo di quattro anni) con un termine transitorio di due anni;

– Trasferimento ai Cantoni della competenza di definire le frequenze dei controlli per piccole aziende nonché per le aziende ittiche e apicole;

– Limitazione del campo d’applicazione: è esclusa dal campo di applicazione l’ordinanza sull’agricoltura biologica per i cui controlli annuali non sono responsabili i Cantoni ma i rispettivi enti di certificazione.

159 2.2 Pagamenti diretti

2.2.2 Pagamenti diretti generali

Nel 2009, nell’ambito dell’applicazione della PA 2011, sono stati adeguati diversi pagamenti diretti. Il trasferimento dal sostegno del mercato ai pagamenti diretti ha generato, per diversi tipi di contributi, nuove aliquote di contribuzione, in genere più elevate. Nel 2011 sono state modificate solo poche aliquote di contribuzione.

2.2.2.1 Contributi di superficie

Mediante i contributi di superficie vengono indennizzate le prestazioni d’interesse generale come la protezione e la cura del paesaggio rurale, la garanzia della produzione di derrate alimentari e la conservazione delle basi vitali naturali. I contributi di superficie sono stati integrati con un contributo supplementare per i terreni coltivi aperti e per le colture permanenti.

Aliquote 2011 fr./ha 1

– Fino a 40 ha

1 040

– Da 40 a 70 ha 780

– Da 70 a 100 ha 520

– Da 100 a 130 ha 260

– Oltre 130 ha 0

1 Il contributo supplementare per i terreni coltivi aperti e le colture perenni ammonta a 640 franchi per ettaro all’anno e soggiace alla graduazione delle superfici.

Nel caso di superfici gestite per tradizione familiare nella zona economica estera le aliquote dei pagamenti diretti legati alle superfici sono ridotte del 25 per cento. Dal 1984 nella zona economica estera vengono gestiti complessivamente circa 5 000 ettari. Le aziende svizzere che attualmente acquistano o prendono in affitto superfici nella zona economica estera non ricevono pagamenti diretti.

Contributi di superficie – 2011 (compreso il contributo supplementare)

Il contributo supplementare è stato concesso per 263 008 ettari di terreni coltivi e 21 480 ettari di colture perenni.

160 2.2 Pagamenti diretti
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Superficie ha 476 211 257 205 284 761 1 018 177 Aziende Numero 21 559 13 757 15 230 50 546 Superficie per azienda ha 22,1 18,7 18,7 20,1 Contributo per azienda fr. 29 333 21 134 19 334 24 089 Totale contributi 1 000 fr. 632 398 290 743 294 455 1 217 595 Totale contributi 2010 1 000 fr. 634 852 291 410 294 904 1 221 166 Fonte: UFAG
Tabelle 33a–33b Pagine A32–A33

2.2.2.2 Contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo

Questo provvedimento è finalizzato a dare un contributo, tramite la produzione di latte e carne mediante foraggio grezzo, alla sicurezza dell’approvvigionamento sugli erbai e al contempo a garantire, attraverso la gestione, la cura delle superfici in un paese, come la Svizzera, a vocazione pastorizia.

Nella definizione dell’effettivo di animali determinante per i contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo vi sono due categorie. Per gli animali della specie bovina e per i bufali l’effettivo medio è calcolato sulla base dei dati della banca dati sul traffico di animali, con periodo di riferimento che inizia il 1° maggio dell’anno precedente e termina a fine aprile dell’anno di contribuzione. Per gli altri animali da reddito che consumano foraggio grezzo l’effettivo determinante è il numero di capi tenuti in un’azienda durante il foraggiamento invernale (periodo di riferimento: dal 1° gennaio fino al giorno di riferimento dell’anno di contribuzione). Per animali da reddito che consumano foraggio grezzo si intendono quelli delle specie bovina ed equina nonché ovini, caprini, bisonti, bufali, cervi, lama e alpaca. I contributi vengono versati in funzione delle superfici permanentemente inerbite, dei prati artificiali, delle superfici coltivate a mais e a barbabietole da foraggio presenti. Le diverse categorie di animali vengono convertite in unità di bestiame grosso che consumano foraggio grezzo (UBGFG) e sono limitate per ettaro (limite di promozione). La limitazione è graduata in funzione delle zone. Per le superfici coltivate a mais e a barbabietole da foraggio gli effettivi di animali sono aumentati, fino a che non sono versati i contributi, della metà delle aliquote della superficie inerbita.

Le UBGFG sono suddivise in tre gruppi di contribuzione. Per gli animali delle specie bovina ed equina, i bisonti, i bufali, le capre lattifere e le pecore lattifere vengono versati 690 franchi per UBGFG, mentre l’importo dei contributi a favore delle altre capre e pecore nonché di cervi, lama e alpaca scende a 520 franchi per UBGFG. Per ogni 4 400 chilogrammi di latte fornito nell’anno precedente i produttori di latte commerciale subiscono la detrazione di una UBGFG. Per ognuna di queste ultime è stato versato un importo di 450 franchi per UBGFG. Complessivamente sono stati erogati 508 milioni di franchi.

Contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo – 2011

161 2.2 Pagamenti diretti
Limitazione della promozione UBGFG/ha superficie inerbita – Zona di pianura 2,0 – Zona collinare 1,6 – Zona di montagna I 1,4 – Zona di montagna II 1,1 – Zona di montagna III 0,9 – Zona di montagna IV 0,8
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna UBGFG che danno diritto ai contributi Numero 395 424 285 693 274 821 955 939 Aziende Numero 16 457 13 076 14 728 44 261 UBGFG per azienda che danno diritto ai contributi Numero 24,0 21,8 18,7 21,6 Contributi per azienda fr. 12 326 11 348 10 655 11 481 Totale contributi 1 000 fr. 202 857 148 383 156 920 508 159 Totale contributi 2010 1 000 fr. 203 488 148 775 158 020 510 283
Fonte:
UFAG

Contributi ad aziende con e senza latte commercializzato – 2011

Fonte:

Le aziende che commercializzano latte ricevono contributi UBGFG decurtati di 180 franchi circa per ogni UBGFG rispetto a quelle che non producono latte commercializzato, ma approfittano del sostegno del mercato previsto nel settore dell’economia lattiera (p.es. supplemento per il latte trasformato in formaggio).

2.2.2.3 Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione

Mediante questi contributi vengono compensate le condizioni difficili di produzione con le quali sono confrontati i detentori di animali nella regione di montagna e nella zona collinare. Contrariamente ai contributi generali per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo, volti in primo luogo a promuovere lo sfruttamento e la cura dei pascoli, questa misura persegue anche obiettivi sociali, strutturali e di politica d’insediamento. Le categorie di animali sussidiabili sono le stesse di quelle che beneficiano dei contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo. La limitazione dei contributi corrisponde a quella per i contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo (limite di promozione).

Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione – 2011

Caratteristica Unità Aziende con
commercializzato Aziende Numero 25 192 19 069 Animali per azienda UBGFG 29,6 15,3 Deduzione per la limitazione dei contributi sulla base della superficie inerbita UBGFG 2,5 1,1 Deduzione per il latte UBGFG 23,7 0,0 Animali che danno diritto ai contributi UBGFG 27,2 14,2 Contributi per UBGFG fr. 438 621
latte Aziende senza latte commercializzato
UFAG
Aliquote per UBGFG – 2011 fr./UBG – Zona collinare 300 – Zona di montagna I 480 – Zona di montagna II 730 – Zona di montagna III 970 – Zona di montagna IV 1 230
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna UBGFG che danno diritto ai contributi Numero 92 355 285 389 274 581 652 325 Aziende Numero 3 078 13 059 14 718 30 855 UBGFG per azienda Numero 30,0 21,9 18,7 21,1 Contributi per azienda fr. 2 871 8 332 15 951 11 422 Totale contributi 1 000 fr. 8 838 108 812 234 762 352 412 Totale contributi 2010 1 000 fr. 8 727 109 139 236 441 354 306 Fonte: UFAG 162 2.2 Pagamenti diretti

2.2.2.4 Contributi di declività

n Contributi generali di declività: compensazione delle condizioni difficili di gestione delle superfici

Mediante i contributi di declività generali vengono compensate le difficoltà connesse alla gestione delle superfici nelle zone declive delle regioni di collina e di montagna. Tali contributi sono versati soltanto per prati, terreni da strame, superfici coltive e colture perenni. I prati devono essere falciati almeno una volta l’anno mentre i terreni da strame ogni uno fino a tre anni. Le zone declive sono suddivise in due categorie.

Contributi per le superfici declive – 2011

diritto ai contributi:

Dei 211 000 ettari di SAU di superfici declive, quasi 2/3 appartengono alla categoria con declività del 18–35 per cento. L’entità delle superfici notificate varia leggermente di anno in anno, a seconda delle condizioni climatiche che esercitano un influsso sul tipo di gestione (estensione maggiore o minore dei pascoli o dei prati da sfalcio).

Aliquote 2011 fr./ha – Declività del 18–35 % 410 – Declività di oltre il 35 % 620
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Superfici aventi
– Declività del 18–35 % ha 4 664 60 997 68 913 134 574 – Declività di oltre il 35 % ha 1 451 17 198 57 888 76 537 Totale ha 6 116 78 195 126 801 211 111 Aziende Numero 2 160 12 388 14 272 28 820 Contributo per azienda fr. 1 302 2 880 4 495 3 561 Totale contributi 1 000 fr. 2 813 35 675 64 154 102 642 Totale contributi 2010 1 000 fr. 2 862 36 058 65 125 104 044 Fonte: UFAG
163 2.2 Pagamenti diretti

n Contributi di declività per i vigneti: conservazione dei vigneti nelle zone in forte pendenza e terrazzate

Mediante i contributi di declività a favore dei vigneti s’intende conservare quelli situati nelle zone in forte pendenza e terrazzate. Per tenere in considerazione le condizioni dei vigneti degni di essere sostenuti finanziariamente, si distingue tra vigneti in pendenza e in forte pendenza da un canto e vigneti terrazzati sorretti da muri di sostegno dall’altro. I contributi per i vigneti in zone in forte pendenza e terrazzate vengono concessi soltanto a favore delle superfici con una declività di almeno il 30 per cento. Le aliquote di contribuzione non sono stabilite in base alle zone.

del 30 fino al 50 %

Contributi per vigneti in zone in forte pendenza e terrazzate – 2011

La quota di vigneti in zone in forte pendenza e terrazzate aventi diritto ai contributi corrisponde al 30 per cento circa della superficie vitata totale.

2.2.2.5 Innovazioni nel 2012

Per l’anno di contribuzione 2012 il contributo di superficie fissato ammonta a 1 020 franchi l’ettaro.

Aliquote
fr./ha – Superfici con una
1 500 – Superfici con una declività superiore al
3 000 – Superfici in zone terrazzate 5 000
2011
declività
50 %
Unità Superfici aventi diritto
ha 3 690 Superfici con una pendenza dal
al
% ha 1 845 Superfici con una pendenza superiore al 50 % ha 360 Superfici terrazzate ha 1 485 Numero di aziende Numero 2 594 Superficie per azienda (in ha) ha 1,4 Contributo per azienda (in fr.) fr. 4 357 Totale contributi (in 1 000 fr.) 1 000 fr. 11 303 Totale contributi 2010 1 000 fr. 11 318 Fonte: UFAG
ai contributi in totale:
30 fino
50
164
2.2 Pagamenti diretti

2.2.3 Pagamenti diretti ecologici

2.2.3.1 Contributi ecologici

Mediante i contributi ecologici si incentivano prestazioni ecologiche particolari che soggiacciono a condizioni più severe rispetto a quelle previste nel quadro della PER. Ai gestori vengono offerti programmi con partecipazione facoltativa, indipendenti gli uni dagli altri. I contributi possono venir cumulati.

Ripartizione dei contributi ecologici su diversi programmi – 2011

OQE 27 %

Agricoltura biologica 12 %

Produzione estensiva 11 %

Compensazione ecologica 50 %

Fonte: UFAG Totale 265 mio. fr.
165 2.2 Pagamenti diretti
Tabelle 34a–34b Pagine A34–A35

n Compensazione ecologica

Attraverso la compensazione ecologica s’intende conservare e se possibile ampliare nuovamente lo spazio vitale della fauna e della flora indigene nelle regioni a vocazione agricola. La compensazione ecologica contribuisce inoltre alla conservazione delle strutture e degli elementi paesaggistici tipici. Determinati elementi della compensazione ecologica sono incentivati tramite contributi e possono nel contempo venir tenuti in considerazione per la compensazione ecologica obbligatoria nel quadro della PER, mentre altri non sono computabili al fine della PER.

Elementi della compensazione ecologica con e senza contributi

Elementi computabili per la PER Elementi computabili per la PER con contributi senza contributi

Prati sfruttati in modo estensivo Pascoli sfruttati in modo estensivo

Prati sfruttati in modo poco intensivo Pascoli boschivi (pascoli alberati, selve)

Terreni da strame Alberi indigeni, isolati o in viali alberati

Siepi e boschetti campestri e rivieraschi Fossati umidi, stagni, pozze

Maggesi fioriti Superfici ruderali, cumuli di pietra, affioramenti rocciosi

Maggesi da rotazione Muri a secco

Fasce di colture estensive in campicoltura Superfici viticole con biodiversità naturale

Striscia su superficie coltiva Altre superfici di compensazione ecologica sulla SAU definite dai servizi cantonali preposti alla protezione della natura Alberi da frutto ad alto fusto nei campi

Prati sfruttati in modo estensivo

Le superfici non devono essere concimate, devono esistere per sei anni ed essere falciate, a seconda della zona, al più presto tra metà giugno e metà luglio. Lo sfalcio tardivo assicura infatti la completa maturazione dei semi e promuove la biodiversità attraverso l’inseminazione naturale. In tal modo invertebrati, uccelli che nidificano al suolo e mammiferi di piccola taglia dispongono di un periodo di tempo sufficiente per riprodursi. Negli ultimi anni la superficie dei prati sfruttati in modo estensivo è costantemente aumentata.

I contributi per prati sfruttati in modo estensivo e terreni da strame sono disciplinati in maniera uniforme e sono calcolati in base alla zona in cui si trova la superficie.

166 2.2 Pagamenti diretti
Tabelle 35a–35d Pagine A36–A39
Aliquote 2011 fr./ha – Zona campicola e zone intermedie 1 500 – Zona collinare 1 200 – Zone di montagna I e II 700 – Zone di montagna III e IV 450

Contributi per prati sfruttati in modo estensivo – 2011

Prati

sfruttati in modo poco intensivo

Sui prati sfruttati in modo poco intensivo è autorizzato spandere quantitativi molto limitati di letame o compost. Per la gestione si applicano le stesse prescrizioni vigenti per i prati sfruttati in modo estensivo. In tutte le zone per i prati sfruttati in modo poco intensivo vengono erogati 300 franchi per ettaro.

Contributi per prati sfruttati in modo poco intensivo – 2011

Terreni da strame

Per terreni da strame s’intendono le superfici inerbite gestite in modo estensivo in luoghi bagnati o umidi. Il prodotto dello sfalcio, effettuato di regola in autunno o in inverno, viene utilizzato come lettiera.

Contributi per terreni da strame – 2011

167 2.2 Pagamenti diretti
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 18 949 10 505 10 322 39 776 Superficie ha 32 592 13 576 19 888 66 056 Superficie per azienda ha 1,72 1,29 1,93 1,66 Contributo per azienda fr. 2 519 1 319 1 017 1 812 Totale contributi 1 000 fr. 47 725 13 858 10 495 72 078 Totale contributi 2010 1 000 fr. 45 258 13 024 9 981 68 263 Fonte: UFAG
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 4 077 4 926 7 776 16 779 Superficie ha 3 512 4 620 14 787 22 919 Superficie per azienda ha 0,86 0,94 1,90 1,37 Contributo per azienda fr. 259 282 571 410 Totale contributi 1 000 fr. 1 054 1 388 4 438 6 880 Totale contributi 2010 1 000 fr. 1 189 1 492 4 572 7 253 Fonte: UFAG
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 1 949 1 923 3 367 7 239 Superficie ha 2 131 1 550 3 823 7 504 Superficie per azienda ha 1,09 0,81 1,14 1,04 Contributo per azienda fr. 1 593 787 705 966 Totale contributi 1 000 fr. 3 104 1 514 2 374 6 992 Totale contributi 2010 1 000 fr. 3 025 1 516 2 360 6 900 Fonte: UFAG

Siepi, boschetti campestri e rivieraschi

Per siepi e boschetti campestri o rivieraschi s’intendono siepi basse, arbustive e arboree, siepi frangivento, gruppi di alberi, scarpate boscate e boschetti rivieraschi a forma di siepe. La siepe comprende un orlo inerbito che può essere falciato, a seconda della zona, al più presto tra metà giugno e metà luglio. I contributi per le siepi, nonché i boschetti campestri e rivieraschi (orlo inerbito compreso) ammontano a 2 500 franchi nella regione di pianura e collinare, a 2 100 franchi nelle zone di montagna I e II e a 1 900 franchi nelle zone di montagna III e IV.

Contributi per siepi, boschetti campestri e rivieraschi – 2011

Maggesi fioriti

Per maggesi fioriti s’intendono le fasce pluriennali, seminate con sementi di erbe selvatiche indigene, non concimate, di almeno 3 metri di larghezza. I maggesi fioriti sono finalizzati alla protezione delle erbe selvatiche minacciate. Essi rappresentano un habitat e una fonte di nutrimento ideali anche per insetti e piccoli esseri viventi nonché un rifugio per lepri e uccelli. Per i maggesi fioriti vengono versati 2 800 franchi per ettaro. I contributi si applicano per superfici nella zona campicola fino alla zona collinare.

Contributi per maggesi fioriti – 2011

Maggesi da rotazione

Per maggesi da rotazione si intendono le superfici che vengono seminate per uno o due anni con sementi di erbe campicole indigene, non concimate e che misurano almeno 6 metri di larghezza e 20 are. Essi fungono da habitat ideale per uccelli che nidificano al suolo, lepri e insetti. In zone idonee è consentito anche l’inerbimento spontaneo. Per i maggesi da rotazione nelle zone campicola fino a collinare vengono stanziati 2 300 franchi per ettaro.

168 2.2 Pagamenti diretti
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 6 510 3 683 1 889 12 082 Superficie ha 1 663 956 365 2 984 Superficie per azienda ha 0,26 0,26 0,19 0,25 Contributo per azienda fr. 637 612 398 592 Totale contributi 1 000 fr. 4 148 2 256 752 7 156 Totale contributi 2010 1 000 fr. 3 938 2 132 723 6 793 Fonte: UFAG
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna 1 Aziende Numero 1 684 309 3 1 996 Superficie ha 1 633 230 1 1 865 Superficie per azienda ha 0,97 0,75 0,46 0,93 Contributo per azienda fr. 2 717 2 087 1 288 2 617 Totale contributi 1 000 fr. 4 575 645 4 5 223 Totale contributi 2010 1 000 fr. 4 315 623 4 4 942
1 Trattasi di aziende che gestiscono superfici nella regione collinare o di pianura. Fonte: UFAG

Contributi per maggesi da rotazione – 2011

1 Trattasi di aziende che gestiscono superfici nella regione collinare o di pianura.

Fasce di colture estensive in campicoltura

Fonte: UFAG

Le fasce di colture estensive rappresentano uno spazio vitale ideale per la flora campicola collaterale. Per fasce di colture estensive in campicoltura si intendono le fasce marginali di colture campicole gestite in modo estensivo, larghe almeno 3 e al massimo 12 metri, coltivate a cereali, colza, girasoli, piselli proteici, favette e soia ma non a granturco. In tutte le zone viene versato un contributo unitario di 1 300 franchi l’ettaro.

Contributi per le fasce di colture estensive in campicoltura – 2011

Striscia su superficie coltiva

La striscia su superficie coltiva è una striscia, seminata con sementi di erbe selvatiche indigene, su una superficie campicola o su una superficie permanentemente coltivata. La metà della striscia deve essere falciata alternativamente una volta all’anno. Essa deve essere larga almeno 3 e al massimo 12 metri ed essere mantenuta nello stesso luogo per almeno due periodi di vegetazione. A favore di questa striscia vengono erogati contributi di 2 300 franchi l’ettaro dalla zona campicola alla zona di montagna II compresa.

Contributi per la striscia su superficie coltiva – 2011

169 2.2 Pagamenti diretti
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna 1 Aziende Numero 347 61 1 409 Superficie ha 485 92 3 580 Superficie per azienda ha 1,40 1,51 2,81 1,42 Contributo per azienda fr. 3 217 3 471 6 463 3 263 Totale contributi 1 000 fr. 1 116 212 6 1 334 Totale contributi 2010 1 000 fr. 973 192 3 1 168
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 66 23 8 97 Superficie ha 41 14 1 56 Superficie per azienda ha 0,62 0,62 0,07 0,57 Contributo per azienda fr. 802 810 93 746 Totale contributi 1 000 fr. 53 19 1 72 Totale contributi 2010 1 000 fr. 40 11 1 52 Fonte: UFAG
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 279 82 1 362 Superficie ha 66 17 0 83 Superficie per azienda ha 0,24 0,20 0,19 0,23 Contributo per azienda fr. 544 463 437 525 Totale contributi 1 000 fr. 152 38 0 190 Totale contributi 2010 1 000 fr. 109 27 0 137 Fonte: UFAG

Alberi da frutto ad alto fusto nei campi

Vengono concessi contributi per alberi da frutto a nocciolo e a granella ad alto fusto che non fanno parte di frutteti nonché per i castagni e per i noci in selve curate. Vengono stanziati 15 franchi per albero notificato.

Contributi per alberi da frutto ad alto fusto nei campi – 2011

Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 15 027 11 340 5 170 31 537 Alberi ha 1 117 014 846 165 272 648 2 235 827 Alberi per azienda ha 74,33 74,62 52,74 70,90 Contributo per azienda fr. 1 115 1 119 791 1 063 Totale contributi 1 000 fr. 16 753 12 693 4 090 33 536 Totale contributi 2010 1 000 fr. 16 598 12 606 4 003 33 207 Fonte: UFAG 170 2.2 Pagamenti diretti

Composizione delle superfici di compensazione ecologica – 2011

Totale 138 063 ha

Pascoli boschivi 2 %

Pascoli sfruttati in modo estensivo 17 %

SCE in campicoltura 8 %

Boschetti campestri e rivieraschi 2 %

Terreni da strame 5 %

Altre SCE 1 %

Prati sfruttati in modo estensivo 48 %

Prati sfruttati in modo poco intensivo 17 %

Fonte: UFAG

Ripartizione delle superfici di compensazione ecologica per regioni – 2011 1

Elementi Regione di pianura Regione collinare Regione di montagna ha % della SAU ha % della SAU ha % della SAU Prati sfruttati in modo estensivo 32 592 6,53 13 576 5,16 19 888 6,90 Prati sfruttati in modo poco intensivo 3 513 0,70 4 620 1,76 14 787 5,13 Terreni da strame 2 131 0,43 1 550 0,59 3 823 1,33 Boschetti campestri e rivieraschi 1 663 0,33 956 0,36 365 0,13 Maggesi fioriti 1 633 0,33 230 0,09 1 0,00 Maggesi da rotazione 485 0,10 92 0,04 3 0,00 Fasce di colture estensive in campicoltura 41 0,01 14 0,01 1 0,00 Striscia su superficie coltiva 66 0,01 17 0,01 0 0,00 Pascoli sfruttati in modo estensivo 4 522 0,91 5 213 1,98 14 154 4,91 Pascoli boschivi (senza i boschi) 31 0,01 233 0,09 2 379 0,83 Fossati umidi, stagni, pozze 176 0,04 43 0,02 21 0,01 Superfici ruderali, cumuli di pietra, affioramenti rocciosi 189 0,04 39 0,02 129 0,04 Muri a secco 6 0,00 4 0,00 14 0,01 Vigneti con elevata biodiversità 348 0,07 48 0,02 35 0,01 Altre superfici di compensazione ecologica 148 0,03 30 0,01 80 0,03 47 542 9,53 26 665 10,14 55 682 19,32
1 Esclusi gli alberi da frutto ad alto fusto nei campi e alberi isolati conformi alle condizioni locali
171 2.2 Pagamenti diretti
Fonte: UFAG

n Ordinanza sulla qualità ecologica

Al fine di conservare e favorire la varietà naturale delle specie, la Confederazione promuove, mediante aiuti finanziari, SCE di qualità biologica superiore e l’interconnessione di SCE sulla SAU. I requisiti ai quali devono rispondere le superfici per poter beneficiare dei contributi giusta l’ordinanza sulla qualità ecologica (OQE) sono fissati dai Cantoni. La Confederazione verifica quanto stabilito dai Cantoni sulla base di esigenze minime. Se le esigenze cantonali corrispondono alle esigenze minime della Confederazione e la partecipazione finanziaria regionale è garantita, la Confederazione accorda aiuti finanziari per i contributi versati dai Cantoni agli agricoltori. Gli aiuti finanziari della Confederazione ammontano all’80 per cento dei contributi computabili. Il 20 per cento rimanente deve essere corrisposto da terzi (Cantone, Comune, privati, enti). I contributi per la qualità biologica e per l’interconnessione sono cumulabili. L’ordinanza si basa su principi quali volontarietà, incentivi finanziari e considerazione delle differenze regionali per quanto riguarda la biodiversità.

Aliquote computabili

Per la qualità biologica Per l’interconnessione (fr. per ha all’anno (fr. per ha all’anno e per albero all’anno) e per albero all’anno) Zona di pianura Zone di Zona di pianura Zone di e zone di montagna III a IV e zone di montagna III a IV montagna I a II montagna I a II

Una superficie di compensazione ecologica contribuisce a conservare e a favorire la varietà naturale delle specie soprattutto se presenta determinate piante indicatrici e caratteristiche strutturali e/o se è gestita secondo le esigenze delle specie bersaglio e faro. Nell’ambito della qualità ecologica il singolo gestore di una SCE può annunciarsi direttamente, mentre per quanto riguarda l’interconnessione di SCE è necessario un progetto che interessi almeno un’unità agricola ed ecologica.

172 2.2 Pagamenti diretti
Prati sfruttati in modo estensivo, prati sfruttati in modo poco intensivo e terreni da strame 1 000 700 1 000 500 Pascoli sfruttati in modo estensivo e pascoli boscati (pascoli boschivi e selve) 500 1 300 1 500 300 Siepi e boschetti campestri e rivieraschi 2 000 2 000 1 000 500 Superfici viticole con biodiversità naturale 1 000 1 000 1 000 500 Alberi da frutto ad alto fusto nei campi 30 30 5 5 Alberi indigeni, isolati o in viali alberati 5 5 Altre superfici di compensazione ecologica sulla superficie agricola utile 1 000 500 1 Il contributo è concesso nella misura del 50 % al massimo per la qualità della flora e delle strutture.
Tabella 36 Pagina A40

Contributi 1 giusta l’ordinanza sulla qualità ecologica – 2011

1 Riduzioni, rimborsi e pagamenti suppletivi esclusi.

2 Conversione degli alberi ad alto fusto (1 albero = 1 ara)

Fonte: UFAG

Il notevole incremento dell’importo è riconducibile da un lato all’aumento dei contributi nell’ambito della PA 2011 e dall’altro al buon riscontro dei programmi.

Contributi 1 per la qualità biologica e l’interconnessione 2 – 2011

modo estensivo, prati sfruttati in modo poco intensivo, terreni da strame

1 Riduzioni, rimborsi e pagamenti suppletivi esclusi.

2 Essendoci superfici che ricevono contributi contemporaneamente per la qualità e l’interconnessione, i valori delle colonne «Qualità biologica» e «Interconnessione» non vanno addizionati.

Fonte: UFAG

173 2.2 Pagamenti diretti
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 12 322 8 979 10 473 31 774 Superficie 2 ha 32 071 25 496 48 657 106 224 Superficie 2 per azienda ha 2,60 2,84 4,65 3,34 Contributo per azienda fr. 2 128 2 187 2 446 2 250 Totale contributi 1 000 fr. 26 224 19 640 25 616 71 479 Totale contributi 2010 1 000 fr. 21 434 16 986 23 557 61 978
Caratteristica Unità Qualità Interconnessione biologica Prati sfruttati in
Aziende Numero 17 436 23 056 Superficie ha 28 864 42 370 Pascoli sfruttati in modo estensivo, pascoli boschivi Aziende Numero 1 958 6 083 Superficie ha 5 384 11 745 Siepi, boschetti campestri e rivieraschi Aziende Numero 2 978 6 075 Superficie ha 729 1 410 Superfici viticole con biodiversità naturale Aziende Numero 159 96 Superficie ha 227 135 Alberi da frutto ad alto fusto nei campi Aziende Numero 8 899 14 488 Albero Pezzi 559 659 779 221 Altri elementi Aziende Numero 8 482 Superficie ha 1 970

Superfici con qualità giusta l’OQE (compr. gli alberi ad alto fusto)

in % della SAU 11–20 >20

0 1–5 6–10

Regione d’estivazione

Fonte: UFAG, GG25 © Swisstopo 2012 Valori per Comune

Superfici con interconnessione giusta l’OQE (compr. gli alberi ad alto fusto)

in % della SAU 11–20 >20

0 1–5 6–10

Valori per Comune

Regione d’estivazione

Fonte: UFAG, GG25 © Swisstopo 2012

174 2.2 Pagamenti diretti

n Produzione estensiva di cereali e colza

Mediante questo provvedimento s’intende promuovere la coltivazione di cereali e colza senza ricorrere a regolatori della crescita, fungicidi, stimolanti chimici di sintesi delle difese naturali e insetticidi. Il contributo per ettaro ammonta a 400 franchi.

Contributi per la produzione estensiva di cereali e colza – 2011

Ripartizione delle superfici a produzione estensiva – 2011

Totale 72 747 ha

Colza 4 %

Cereali da foraggio 34 %

Cereali panificabili 62 %

Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 8 921 4 811 548 14 280 Superficie ha 53 245 18 205 1 298 72 747 Superficie per azienda ha 5,97 3,78 2,37 5,09 Contributo per azienda fr. 2 376 1 511 947 2 030 Totale contributi 1 000 fr. 21 195 7 269 519 28 983 Totale contributi 2010 1 000 fr. 21 227 7 579 530 29 336 Fonte: UFAG
Fonte : UFAG
Tabella 37 Pagina A41 175 2.2 Pagamenti diretti

n Agricoltura biologica

A complemento del maggior ricavo che può essere ottenuto sul mercato, la Confederazione promuove l’agricoltura biologica come forma di produzione particolarmente in sintonia con la natura e rispettosa dell’ambiente. Per poter beneficiare dei contributi i gestori devono rispettare, sull’insieme delle superfici dell’azienda, le esigenze dell’ordinanza sull’agricoltura biologica. Vi sono eccezioni relative alla gestione sull’intero territorio aziendale per quanto riguarda la vitivinicoltura e la frutticoltura.

Nell’agricoltura biologica si rinuncia completamente all’utilizzo di mezzi di produzione ottenuti mediante sintesi chimica come concimi commerciali o pesticidi. Ciò consente di risparmiare energia e di proteggere acqua, aria e suolo. Per l’agricoltore è quindi particolarmente importante considerare i cicli e i processi naturali. Nel complesso l’agricoltura biologica si traduce in una maggiore efficienza nell’utilizzo delle risorse disponibili fornendo un indicatore importante della sostenibilità del sistema di produzione.

Nel 2011 l’agricoltura biologica veniva praticata sull’11 per cento dell’intera SAU.

Contributi per l’agricoltura biologica – 2011

Quota delle superfici gestite biologicamente per regione – 2011

176 2.2 Pagamenti diretti
Aliquote 2011 fr./ha – Colture speciali 1 350 – Superficie coltiva aperta senza colture speciali 950 – Superfici inerbite e terreni da strame 200
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 1 219 1 288 3 184 5 691 Superficie ha 24 801 23 226 65 873 113 900 Superficie per azienda ha 20,35 18,03 20,69 20,01 Contributo per azienda fr. 9 536 4 856 4 197 5 490 Totale contributi 1 000 fr. 11 625 6 254 13 363 31 241 Totale contributi 2010 1 000 fr. 10 570 5 899 13 211 29 680 Fonte: UFAG
Fonte: UFAG Totale 113 900 ha Regione
Regione di pianura
% Regione
collinare 20 %
22
di montagna 58 %
Tabella 34a Pagina A34

2.2.3.2 Contributi etologici

Con i contributi etologici si promuove la partecipazione volontaria a uno o entrambi i programmi etologici «sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali» e «uscita regolare all’aperto» (cfr. anche la parte 1.3.2).

n Sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali (SSRA)

Si promuove la detenzione di animali in sistemi di stabulazione che rispondono a requisiti, definiti nell’ordinanza sui programmi etologici, il cui livello è di gran lunga superiore a quanto prescritto dalla legislazione in materia di protezione degli animali.

e galletti, pulcini, polli da ingrasso, tacchini e conigli

SSRA – 2011

n Uscita regolare all’aperto (URA)

Viene promossa l’uscita regolare all’aperto degli animali da reddito, come definita nell’ordinanza sui programmi etologici, al pascolo, in una corte o in un’area con clima esterno.

Aliquote di contribuzione URA 2011 fr./UBG – Animali della specie bovina e bufali, animali della specie equina, animali della specie caprina e ovina di età superiore a 1 anno, agnelli magri e conigli 180

– Scrofe da allevamento non allattanti 360

– Altri suini, suinetti esclusi 155

– Galline e galli da allevamento, ovaiole, pollastrelle e galletti, pulcini, polli da ingrasso e tacchini 280

177 2.2 Pagamenti diretti
fr./UBG – Animali della specie bovina e bufali di oltre 120 giorni di età, animali della specie equina di oltre 30 mesi e animali della specie caprina di età superiore a 1 anno 90 – Suini, suinetti esclusi 155
Galline e galli da allevamento, ovaiole, pollastrelle
280 Contributi
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 9 401 6 239 4 537 20 177 UBG Numero 310 165 162 622 90 575 563 362 UBG per azienda Numero 32,99 26,07 19,96 27,92 Contributo per azienda fr. 3 852 2 976 2 012 3 167 Totale contributi 1 000 fr. 36 210 18 568 9 131 63 908 Totale contributi 2010 1 000 fr. 35 035 17 964 8 729 61 729 Fonte: UFAG
Aliquote di contribuzione SSRA 2011
Tabella 38 Pagina A42

Contributi URA – 2011

2.2.3.3 Contributi d’estivazione

n Gestione sostenibile delle regioni d’estivazione

Mediante i contributi d’estivazione s’intende garantire la gestione e la cura dei vasti pascoli d’estivazione nelle Alpi, nelle Prealpi e nel Giura. La regione d’estivazione viene gestita e curata con circa 300 000 UBG. Il carico di bestiame viene definito secondo i principi di una gestione sostenibile. Si parla del cosiddetto carico usuale. Partendo dal carico usuale, i contributi vengono versati in base al carico normale (CN). Per CN si intende l’estivazione di una UBG durante 100 giorni.

Contributi d’estivazione – 2011

178 2.2 Pagamenti diretti
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 13 458 10 780 12 213 36 451 UBG Numero 392 109 272 610 245 374 910 093 UBG per azienda Numero 29,14 25,29 20,09 24,97 Contributo per azienda fr. 5 285 4 588 3 636 4 526 Totale contributi 1 000 fr. 71 120 49 454 44 412 164 986 Totale contributi 2010 1 000 fr. 70 315 49 135 44 453 163 903 Fonte: UFAG
2011 fr. – Per UBG di vacche munte, pecore lattifere e capre lattifere (estivazione di 56-100 giorni) 330 – Per CN di ovini, eccettuate
lattifere in caso di sorveglianza permanente 330 per pascoli da rotazione 250 per altri pascoli 120 – Per CN di altri animali che consumano foraggio grezzo 330
Aliquote
le pecore
Caratteristica Contributi Aziende UBG o CN 1 000 fr. Numero Numero Vacche, capre lattifere e pecore lattifere 11 768 1 076 35 635 Ovini, eccettuate le pecore lattifere 5 640 904 24 187 Altri animali che consumano foraggio grezzo 84 121 6 598 245 727 Totale 101 529 7 139 Totale 2010 101 275 7 187 1
Totale delle aziende d’estivazione aventi diritto a contributi (doppi
esclusi)
UFAG
1
versamenti
Fonte:
Tabella 38 Pagina A42 Tabelle 41a–41b Pagine A45–A46

Dal 2003 vengono stanziati contributi d’estivazione per ovini (escluse le pecore lattifere) in maniera differenziata a seconda del sistema di pascolo. Con contributi più elevati per pascoli da rotazione e sorveglianza permanente da un lato si considerano i costi maggiori e, dall’altro, analogamente ai contributi ecologici, si incentiva un’estivazione sostenibile del bestiame ovino. Per sorveglianza permanente s’intende la conduzione del gregge effettuata giornalmente da un pastore con cani, in luoghi di pascolo stabiliti dal pastore stesso. Per pascolo da rotazione s’intende un pascolo effettuato per tutta la durata dell’estivazione, in parchi cintati o chiaramente delimitati da elementi naturali.

Estivazione di ovini secondo il sistema di pascolo – 2011

Evoluzione dell’estivazione 2009–2011: aziende, animali estivati in carichi normali, per categoria di animali

179 2.2 Pagamenti diretti
Sistema di pascolo Aziende Animali Contributi con contributi Numero CN 1 000 fr. Sorveglianza permanente 106 9 040 2 957 Pascoli da rotazione 234 5 796 1 448 Restanti pascoli 544 8 481 1 030 Combinazione di sistemi di pascolo 20 870 205 Totale 904 24 187 5 640 Totale 2010 920 24 440 5 628 Fonte: UFAG
Anno 2009 2010 2011 Categoria di animali Unità Vacche lattifere Aziende 3 924 3 854 3 772 Carichi 106 118 104 602 104 269 Vacche madri e nutrici e altre vacche Aziende 2 289 2 263 2 310 Carichi 32 044 32 343 33 543 Altri bovini Aziende 6 183 6 171 6 121 Carichi 123 294 123 816 123 258 Animali della specie equina Aziende 968 963 960 Carichi 4 421 4 376 4 555 Ovini Aziende 993 995 970 Carichi 25 297 25 252 25 264 Caprini Aziende 1 434 1 411 1 405 Carichi 5 817 5 928 6 104 Altri animali estivati Aziende 196 194 179 Carichi 465 532 503
Fonte: UFAG
1 carico = 1 UBG * durata / 100

2.2.3.4 Contributi per la protezione delle acque

n Prevenzione del convogliamento e del dilavamento di sostanze

Dal 1999, mediante l’articolo 62a della legge sulla protezione delle acque, la Confederazione può promuovere i provvedimenti presi dal settore agricolo per prevenire il convogliamento e il dilavamento di sostanze nelle acque superficiali e sotterranee. L’accento del programma è posto sulla riduzione del carico di nitrato nell’acqua potabile e del carico di fosforo nelle acque superficiali in regioni nelle quali la PER, l’agricoltura biologica, divieti e precetti nonché i programmi facoltativi promossi dalla Confederazione (produzione estensiva, compensazione ecologica) non sono sufficienti. Emergono nuovi sviluppi nel settore della riduzione dei prodotti fitosanitari.

Nel 2011 erano in corso d’attuazione 29 progetti, 26 relativi al nitrato, 1 relativo al fosforo (i 3 progetti relativi al nitrato del Lago di Baldegg, di Sempach e di Hallwil sono stati riuniti in un unico progetto) e 2 sui prodotti fitosanitari (PF).

In virtù dell’ordinanza sulla protezione delle acque, i Cantoni sono tenuti a designare un settore d’alimentazione per le captazioni di acque superficiali e sotterranee nonché a ordinare provvedimenti di risanamento qualora la qualità dell’acqua fosse insufficiente. Questi provvedimenti possono comportare limitazioni significative rispetto allo stato della tecnica per quanto concerne l’utilizzazione del suolo nonché perdite finanziarie insopportabili per le aziende. I contributi ai costi concessi dalla Confederazione ammontano al massimo all’80 per cento per gli adeguamenti strutturali e fino al 50 per cento per i provvedimenti di gestione.

Nel 2011 sono stati erogati 6,7 milioni di franchi.

180 2.2 Pagamenti diretti

Ricapitolazione dei progetti – 2011

Cantone Regione, Durata Sostanza Comprensorio Totale costi Contributi Comune del progetto del progetto previsti 2010 prevista

1 Proroga dei progetti concordata.

2 Progetto nel quadro di un raggruppamento terreni con contributo unico nel 2005

3 Con provvedimenti strutturali edili

4 Dal 2011 i progetti dei laghi di Baldegg, Sempach e Hallwil vengono portati avanti come un unico progetto.

5 Nel 2010 i progetti relativi al fosforo comprendono il contributo cantonale di 1 262 336 franchi. Solo il contributo federale ammonta a 6 855 944 5 franchi.

Fonte: UFAG

Anno ha fr. fr. AG Baldingen 2004–2015 1 Nitrati 69 593 200 37 771 AG Birrfeld 2002–2013 1 Nitrati 813 4 239 900 291 209 AG Wohlenschwil 2001–2013 1 Nitrati 62 703 396 72 434 AG Klingnau 2007–2012 Nitrati 101 486 600 34 225 AG Lago di Hallwil 2001–2010 Fosforo 1 200 2 209 970BE Gimmiz 2011–2016 Nitrati 180 1 275 632 596 687 BL Buus 2011–2016 Nitrati 220 458 541 125 173 FR Avry-sur-Matran 2000–2011 1 Nitrati 37 405 739 27 133 FR Courgevaux 2003–2015 1 Nitrati 27 164 838 29 537 FR Domdidier 2004–2016 1 Nitrati 30 195 588 22 707 FR Fétigny 2004–2016 1 Nitrati 63 1 526 110 128 862 FR Lurtigen 2005–2016 Nitrati 286 2 042 386 107 515 FR Torny (Middes) 2000–2012 1 Nitrati 45 369 853 21 955 FR Salvenach 2005 2 Nitrati 13,5 202 334FR Neyruz 2010–2015 Nitrati 8,1 66 432 8 858 FR Gurmels 2011–2016 Nitrati 81.3 492 091 65 005 GE Charmilles 2008–2013 PF 202 480 700 103 974 LU Lago di Baldegg 2000–2013 Fosforo 12 900 4 37 506 738 4 3 382 985 4 LU Lago di Sempach 1999–2013 LU Lago di Hallwil 2001–2013 NE Valangin 2009–2014 Nitrati 178 1 235 668 3 74 573 SH Klettgau 2001–2012 1 Nitrati 357 4 049 470 252 673 SO Gäu I e ll 2000–2014 1 Nitrati 1 508 4 339 000 554 237 VD Bavois 2005–2010 1 Nitrati 37 178 985 27 692 VD Bofflens 2005–2016 Nitrati 112 1 576 100 123 142 VD Boiron / Morges 2005–2016 PF 2 250 3 426 450 109 000 VD Bussy sur Moudon 2009–2015 Nitrati 34 404 100 55 096 VD Curtilles 2009–2015 Nitrati 28,5 298 400 73 089 VD Morand/ Montricher 2000–2013 1 Nitrati 403 1 082 996 224 914 VD Neyruz-sur Moudon 2009–2014 Nitrati 20 132 000 17 968 VD Thierrens 1999–2017 Nitrati 17 564 570 26 738 VD Sugnens 2007–2012 Nitrati 16 129 900 17 298 VD Peney-le-Jorat / Villars-Tiercelin 2009–2014 Nitrati 28 306 000 44 893 ZH Baltenswil 2000–2017 Nitrati 130 1 211 875 46 138 Totale 63 734 867 6 703 479 Totale 2010 8 117 280 5
181 2.2 Pagamenti diretti

n Valutazione del progetto giusta l’articolo 62a LPAc

Nel 2010 è stata valutata l’attuazione di progetti effettuati finora giusta l’articolo 62a LPAc, per verificare l’applicazione e l’efficacia dei progetti e poter ottimizzare i processi, anche in vista del loro costante aumento. Mentre la valutazione precedente si concentrava su un gruppo target di gestori, il presente lavoro era incentrato sull’esecuzione nei Cantoni. A tale scopo sono state intervistate persone coinvolte nei progetti selezionati, come capoazienda, collaboratori cantonali nonché persone facenti parte della ricerca e della gestione del progetto. La valutazione ha evidenziato che l’attuazione e il finanziamento funzionano bene per quanto riguarda le entità Confederazione, Cantoni e Comuni e che la qualità delle basi è elevata. Inoltre ha fornito indicazioni sul potenziale di miglioramento nell’attuazione di progetti e nell’impostazione delle politiche. In seguito alla valutazione, il gruppo di lavoro interdipartimentale Nitrato/PF ha definito raccomandazioni e provvedimenti concreti per i punti deboli e gli ostacoli rilevati (il riassunto della valutazione è consultabile sul sito Internet dell’UFAG).

Nell’ambito della valutazione sono stati individuati, tra gli altri, i seguenti potenziali di miglioramento e i relativi provvedimenti:

– I rappresentanti cantonali hanno criticato la penuria di personale dell’UFAG e la mancanza di rappresentanza dei fornitori d’acqua nel gruppo di lavoro. Con il coinvolgimento della Società Svizzera dell’Industria del Gas e delle Acque (SSIGA) e della ripartizione delle risorse interne dell’UFAG si sono potuti risolvere i punti deboli.

Per quanto riguarda la supervisione dei progetti, devono essere esaminati gli obiettivi delle tappe e l’attuazione dei provvedimenti, tale verifica è già applicata dalla Confederazione in occasione del controllo di vigilanza.

– Sulla base della valutazione, un aspetto particolare è la prosecuzione dei provvedimenti da parte del capoazienda al termine dei progetti (max. 3 x 6 anni).

È stata manifestata l’esigenza di discutere della limitazione temporale coinvolgendo il responsabile del progetto – in occasione di un incontro di responsabili di progetto.

182 2.2 Pagamenti diretti

n

Esempio: «Boiron de Morges» – Progetto per la riduzione dei prodotti fitosanitari.

Nel 2005 nel Comune di Morges nel Canton Vaud è stato avviato un progetto con l’obiettivo di ridurre la concentrazione di prodotti fitosanitari nel Fiume Boiron. Il comprensorio del progetto comprende 2 250 ettari, di cui 1 950 di superficie agricola utile e 132 aziende agricole.

Nel progetto vengono attuati diversi provvedimenti contro l’inquinamento puntuale e diffuso del Boiron. Un provvedimento per la riduzione dell’immissione diretta di prodotti fitosanitari è la pulizia delle irroratrici. Per la pulizia esterna delle attrezzature d’irrorazione e per lo smaltimento dei residui di poltiglia viene incentivata la costruzione di impianti centrali per la decomposizione biologica dell’acqua di lavaggio (vedi figura). Inoltre sono stati finanziati anche serbatoi di risciacquo per la pulizia interna delle attrezzature d’irrorazione sul campo.

Per la riduzione di immissioni diffuse viene promossa ad esempio la sostituzione di prodotti fitosanitari con prodotti non problematici. Per ridurre l’utilizzo di prodotti fitosanitari sulle particelle sensibili, viene sostenuto il cambiamento d’uso di superfici campicole in terreni permanentemente inerbiti.

Grazie a tali provvedimenti, durante la fase del progetto tra il 2005 e il 2010 è migliorato sempre più lo stato chimico e biologico del Boiron. Poiché l’obiettivo finale non è stato ancora del tutto raggiunto, il progetto è stato prolungato per altri sei anni.

Impianto per la pulizia delle attrezzature d’irrorazione e per la decomposizione biologica dell'acqua di lavaggio a Denens.

L’impianto comprende un tunnel coperto per la pulizia ➊, un settore scoperto per la pulizia dei trattori ➋. L'acqua di lavaggio viene raccolta in una cisterna ➌, in seguito ➍ spruzzata in un tunnel su un substrato di terra, paglia e compost e infine eliminata.

1 2 3 4
183 2.2 Pagamenti diretti

2.2.3.5 Impiego sostenibile delle risorse naturali (progetti sulle risorse)

In virtù degli articoli 77a e 77b LAgr, dal 2008 la Confederazione versa contributi tesi a migliorare l’impiego delle risorse naturali in ambito agricolo. Il provvedimento riguarda le risorse necessarie per la produzione agricola come azoto, fosforo ed energia, l’ottimizzazione della protezione delle piante, una maggiore protezione nonché un impiego più sostenibile del suolo, della biodiversità in ambito agricolo e del paesaggio.

I provvedimenti devono andar oltre le condizioni poste dalle leggi, dalla PER o da altri programmi d’incentivazione della Confederazione come l’ordinanza sulla qualità ecologica.

– Il miglioramento sul piano ecologico non dev’essere ottenuto riducendo la produzione indigena, bensì aumentando l’efficienza nell’impiego delle risorse.

I contributi, versati per un periodo di al massimo sei anni, sono volti a promuovere nuove tecniche e forme d’organizzazione nonché ad agevolare gli adeguamenti strutturali in vista di migliorare la situazione nei suddetti ambiti e per l’introduzione dei quali è necessario un sostegno finanziario.

– Le misure devono continuare a espletare i loro effetti anche dopo la conclusione del progetto.

L’UFAG partecipa ai costi nella misura dell’80 per cento al massimo. Il finanziamento dei costi residui del progetto deve essere garantito da un ente responsabile.

– La partecipazione ai provvedimenti è facoltativa.

I primi progetti sulle risorse sono in corso; altri sono in fase di elaborazione.

Risorse naturali / Progetti in corso nel 2011 Progetti iniziati nel 2012

Ambito

Azoto Cantoni di Turgovia, Lucerna, Cantoni Sciaffusa, Zurigo, Friburgo, Berna, Appenzello Interno, Basilea Campagna Appenzello Esterno, Soletta, Argovia, progetto Svizzera centrale (Cantoni Obvaldo, Nidvaldo, Uri, Svitto, Zugo), Vaud, Neuchâtel, Glarona, Grigioni, Basilea.

Fertilità del suolo Cantoni di Basilea Città, Berna e Soletta

Biodiversità Smeraldo Argovia superiore Promozione della flora concomitante dei campi (diversi Cantoni)

Energia Energie rinnovabili e motori elettrici nella viticoltura

Fonte: UFAG

Nel 2011 sono stati stanziati contributi per un ammontare di 15 745 135 franchi a favore di progetti per le risorse. Nel corso dell’anno sono stati approvati quattro progetti supplementari sull’azoto e la biodiversità, lanciati nel 2012.

2.2.3.6 Innovazioni nel 2012

Per l’anno di contribuzione 2012 non vi sono stati cambiamenti.

184 2.2 Pagamenti diretti

2.2.4 Contributi per la qualità del paesaggio per paesaggi rurali variegati

Il contributo fornito dall’agricoltura alla varietà e alla qualità del paesaggio rurale svizzero è notevole. Quasi 60 000 aziende annuali e 7 000 aziende d’estivazione gestiscono un milione e mezzo di ettari, ovvero un terzo del territorio nazionale. I contadini organizzano lo spazio aperto e vivibile tra il bosco e i margini d’insediamento, nelle regioni di montagna fin sugli alpi, fornendo una preziosa prestazione d’interesse generale. L’agricoltura si trova tuttavia sotto una crescente pressione di razionalizzazione che rende il nostro paesaggio rurale più monotono: i campi si espandono, gli alberi da frutto ad alto fusto scompaiono e forme di gestione tradizionali dispendiose vengono abbandonate. Per promuovere la varietà del paesaggio rurale, le prestazioni dell’agricoltura nell’ambito della cura del paesaggio devono poter essere incentrate sui bisogni regionali e orientate agli obiettivi. Oggi le regioni non mancano di idee su come preservare il loro paesaggio e continuare a svilupparlo: piani direttori, concetti di sviluppo paesaggistico o parchi naturali presentano obiettivi paesaggistici regionali variegati. Una promozione di prestazioni dell’agricoltura orientate a tali obiettivi è stata, però, finora impossibile. Per colmare finalmente questa lacuna, il Consiglio federale nel messaggio sulla Politica agricola 2014–2017 propone l’introduzione di contributi per la qualità del paesaggio, che consentono un sostegno globale di preservazione, cura e sviluppo dei paesaggi rurali variati tipici della Svizzera i quali rappresentano l’attrattiva del luogo e quindi un capitale per il turismo.

n Cambiamenti nel paesaggio: l’esempio dei pascoli alberati

I paesaggi possono essere intesi come un libro di storia: testimoniano le tracce dell’interazione di società, economia, cultura e natura. Sulla base delle esigenze concrete, a volte contrastanti, del paesaggio, questo libro non viene solo letto, ma anche continuato.

Lo testimoniano i pascoli alberati dell’Arco giurassiano. Le particolarità e qualità regionali di questo tipo di paesaggio sono sottoposte a un drammatico cambiamento: la struttura a mosaico del bosco e delle superfici inerbite si perdono sempre di più. Mentre le superfici di pascolo nelle vicinanze delle aziende vengono utilizzate in modo più intensivo e assicurare una gestione razionale gli alberi vengono eliminati o non più sostituiti, i settori periferici dei pascoli alberati sono completamente invasi da cespugli. Tale sviluppo evidenzia l’aumento della produzione postbellico, il lungo periodo di netta separazione tra bosco e pascoli nonché il cambiamento strutturale che impone al gestore la razionalizzazione.

La popolazione locale avverte questi cambiamenti come una perdita problematica della qualità del paesaggio. Nell’ambito di un progetto Interreg3A (2000–2006) è stato analizzato lo sviluppo dei pascoli alberati in tutto l’Arco giurassiano e sviluppato, come contromisura, un metodo per il piano di gestione integrata che si è affermato nel frattempo come strumento di pianificazione. In senso traslato in questo modo gli attori locali non hanno solo letto il libro della storia dei pascoli alberati, ma anche capito e scritto altri capitoli.

Le prestazioni dell’agricoltura e dell’economia alpestre fornite nel quadro dell’attuazione di un tale piano di gestione, non potevano essere sostenute con il sistema dei pagamenti diretti esistente, ma hanno dovuto essere indennizzate dal Cantone, Comuni o terzi.

185 2.2 Pagamenti diretti

n Diversità paesaggistica

La Politica agricola creerà incentivi per simili iniziative per lo sviluppo del paesaggio e ne sosterrà finanziariamente l’attuazione. I contributi per la qualità del paesaggio funzionano in riferimento al progetto e accordano alle regioni un margine di manovra maggiore: partendo dalle basi esistenti e collaborando con la popolazione e l’agricoltura, i promotori regionali elaborano obiettivi paesaggistici. Sulla base di ciò il servizio cantonale competente redige un piano dei provvedimenti per l’agricoltura. La Confederazione mette a disposizione una guida per promotori e Cantone e ne autorizza l’attuazione. Su base volontaria il Cantone stipula con i gestori convenzioni temporanee di 6–8 anni, prolungabili, e versa annualmente un contributo per la qualità del paesaggio, finanziato dalla Confederazione fino all’80 per cento. Il Cantone garantisce il finanziamento residuo. Su tali basi le prestazioni dell’agricoltura e dell’economia alpestre possono essere indennizzate equamente e per l’agricoltura si apre un nuovo ramo aziendale con effetti positivi dal profilo della diversificazione.

I contributi per la qualità del paesaggio sono quindi finalizzati a valorizzare le basi e i concetti esistenti per l’agricoltura e a fornire un contributo per l’attrattiva di ogni regione che si impegni per lo sviluppo paesaggistico. Da punto di vista nazionale è quindi importante poiché in tal modo si creano i presupposti per una Svizzera variata dal punto di vista del paesaggio.

n Sviluppo del concetto di contributo nei progetti pilota

Le disposizioni d’esecuzione dei contributi per la qualità del paesaggio vengono attualmente sviluppate insieme ai Cantoni di Argovia, Grigioni, Vaud e Giura in base a quattro progetti pilota. Paesaggi e interessi per lo sviluppo paesaggistico sono molto diversi nei vari comprensori di progetto:

La Bassa Engadina GR è una vallata arida delle Alpi centrali. I villaggi si trovano su terrazzamenti naturali. Pendii terrazzati testimoniano una campicoltura un tempo molto diffusa. Obiettivo: mantenere elementi tradizionali come scarpate terrazzate o vie per il trasporto del fieno e promuovere la campicoltura di montagna.

La Valle della Limmat AG è un paesaggio urbano con superfici abitative estese, zone industriali artigianali e di servizio. Le superfici paesaggistiche disponibili sono sotto pressione e adempiono allo stesso tempo un’importante funzione di spazi liberi. Obiettivo: rivalutare le superfici agricole per l’utilizzo come aree ricreative, affinché tali superfici libere e ricreative siano mantenute a lungo termine per l’agricoltura e la popolazione.

L’ampia Pianura dell’Orbe VD, in cui viene praticata la campicoltura in modo intensivo, si è sviluppata attraverso la bonifica. Gli insediamenti storici si trovano in una posizione leggermente rialzata ai margini della pianura, circondati da vigneti, prati e campi. Obiettivo: rivalutare la caratteristica varietà di colture e strutture arbustive, consentire e canalizzare aree ricreative lungo le piste ciclabili e sentieri.

I piccoli villaggi e le caratteristiche fattorie delle Franches-Montagnes JU si trovano in un altopiano aperto che deve la sua varietà al mosaico di prati e di superfici di pascolo, pascoli alberati e boschi chiusi. Obiettivo: mantenere le strutture a mosaico e i pascoli alberati.

Nel frattempo sono stati elaborati piani delle misure regionali. Nel 2012 e 2013 verranno attuati i provvedimenti. I risultati finora ottenuti sono promettenti: i provvedimenti proposti prendono in considerazione gli interessi regionali e sono estremamente mirati; allo stesso tempo è grande l’interesse degli agricoltori per la conclusione degli accordi di gestione. Per informazioni dettagliate sul tema obiettivi regionali e piano dei provvedimenti nonché un primo bilancio sui progetti pilota consultare il sito Internet dell’UFAG.

186 2.2 Pagamenti diretti

2.3 Miglioramento delle basi

Mediante i provvedimenti denominati «Miglioramento delle basi» viene promossa e sostenuta la produzione di derrate alimentari rispettosa dell’ambiente ed efficiente nonché incoraggiato lo svolgimento dei compiti multifunzionali.

Aiuti finanziari per il miglioramento delle basi e le misure sociali

2 Credito speciale per misure di stabilizzazione incluso

3 Riduzione unica a seguito della compensazione a favore dei pagamenti diretti

4 Inclusi nel limite di spesa per il miglioramento delle basi e le misure sociali a partire dal 2012

5 Non regolate mediante il limite di spesa per il miglioramento delle basi e le misure sociali

Gli obiettivi dei provvedimenti nel campo del miglioramento delle basi sono:

rafforzamento della competitività attraverso la riduzione dei costi di produzione;

agevolazione del lavoro quotidiano degli agricoltori;

promozione di uno sviluppo sostenibile nelle aree rurali;

strutture aziendali moderne e superfici agricole utili ben accessibili;

produzione efficiente e rispettosa dell’ambiente;

varietà resistenti e ad alto rendimento nonché prodotti di alta qualità;

protezione della salute dell’uomo e degli animali nonché dell’ambiente;

diversità genetica.

Provvedimento 2010 2011 2012 1 mio. fr. Contributi per i miglioramenti strutturali 85,0 2 83,0 87,0 Crediti d’investimento 47,0 13,0 3 54,0 Aiuti per la conduzione aziendale 2,2 0,9 1,9 Aiuti per la riqualificazione 0,05 0,1 0,9 Consulenza 4 e contributi per la ricerca 5 18,4 18,2 18,3 Lotta alle malattie delle piante e agli organismi nocivi 5 1,6 1,5 3,3 Produzione vegetale e allevamento di animali 37,6 37,6 38,0 Totale 191,9 154,3 203,4
1 Preventivo
Fonte: UFAG
187 2.3 Miglioramento delle basi

2.3.1

Miglioramenti strutturali e misure sociali collaterali

2.3.1.1 Miglioramenti strutturali

I provvedimenti nel settore dei miglioramenti strutturali consentono di migliorare le condizioni di vita ed economiche nelle aree rurali, segnatamente nella regione di montagna e nelle regioni periferiche. Il raggiungimento degli obiettivi ecologici, di protezione degli animali e di pianificazione del territorio, quali la rinaturalizzazione dei piccoli corsi d’acqua, l’interconnessione di biotopi e lo sviluppo di sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali, consente di tutelare gli interessi della collettività.

Gli aiuti agli investimenti per i miglioramenti strutturali vengono concessi quali incentivi all’autosostegno a favore di provvedimenti individuali o collettivi. Sono disponibili due strumenti:

contributi con partecipazione dei Cantoni, prevalentemente per provvedimenti collettivi;

crediti d’investimento sotto forma di mutui rimborsabili ed esenti da interessi, prevalentemente per provvedimenti individuali.

Gli aiuti agli investimenti sostengono le infrastrutture agricole e rendono possibile l’adeguamento delle aziende ai costanti cambiamenti delle condizioni quadro. Mediante la riduzione dei costi di produzione e la promozione dello sviluppo ecologico viene migliorata la competitività di un’agricoltura dedita alla produzione sostenibile. Anche in altri Paesi, in particolare nell’UE (2° pilastro della PAC), gli aiuti agli investimenti agricoli sono provvedimenti importanti volti a promuovere le aree rurali. Tuttavia, nell’UE gli aiuti vengono erogati esclusivamente sotto forma di contributi.

n

Mezzi finanziari per i contributi

Nel 2011 per le bonifiche fondiarie e gli edifici rurali sono stati erogati contributi per un totale di 83 milioni di franchi. Inoltre, l’UFAG ha approvato nuovi progetti con contributi federali per un importo complessivo di 71,5 milioni di franchi. Il volume degli investimenti totali è stato di 383,7 milioni di franchi. L’ammontare dei contributi federali relativi ai progetti approvati non corrisponde all’importo iscritto nella rubrica del preventivo «Miglioramenti strutturali agricoli», in quanto l’assicurazione di un contributo e il relativo versamento avvengono soltanto eccezionalmente nello stesso anno. Per un progetto approvato viene spesso assicurata soltanto una tranche.

188 2.3
Tabelle 45–46, 50a Pagine A50, A54
Miglioramento delle basi

Contributi della Confederazione 2011

Ricomposizioni particellari con provvedimenti strutturali Costruzione di strade Provvedimenti in relazione al bilancio idrico del suolo Approvvigionamento idrico Ripristini e consolidamenti Ripristino periodico

Altri provvedimenti nell’ambito del genio civile Progetti di sviluppo regionale (PSR) Edifici rurali per animali che consumano foraggio grezzo

Edifici alpestri

Altri provvedimenti per le costruzioni

Contributi della Confederazione per le bonifiche fondiarie e per gli edifici rurali – 2003–2011

25 0 5 10 15 20 In mio. fr. Regione di pianura Regione collinare Regione di montagna
Fonte:
UFAG
11 % 26 %
%
63
In mio. fr. Fonte: UFAG 0 20 40 60 80 100 120 2000/02 93 2003 102 2004 94,5 2005 85 2006 107,5 2007 92,4 2008 88,5 2009 82,8 2010 85 2011 83 189 2.3 Miglioramento delle basi

n Mezzi finanziari per i crediti d’investimento

Nel 2011 i Cantoni hanno autorizzato crediti d’investimento per un ammontare complessivo di 328,3 milioni di franchi da destinare a 2 127 casi. L’85 per cento di tale importo è stato riservato al finanziamento di provvedimenti individuali, il 12 per cento al sostegno di provvedimenti collettivi. A favore dei progetti collettivi nella regione di montagna possono venir concessi anche crediti di transizione, ossia crediti di costruzione con una decorrenza di tre anni al massimo.

Crediti d’investimento – 2011

I crediti per i provvedimenti individuali hanno riguardato principalmente l’aiuto iniziale, la diversificazione nonché la costruzione o la trasformazione di edifici d’abitazione e di edifici rurali. Vengono rimborsati mediamente sull’arco di 13,4 anni.

Nel settore dei provvedimenti collettivi sono stati stanziati crediti soprattutto per le bonifiche fondiarie, gli edifici e le installazioni per l’economia lattiera nonché per la lavorazione, lo stoccaggio e lo smercio di prodotti agricoli come pure per l’acquisto in comune di macchine o veicoli.

Nel 2011 la Confederazione ha assegnato ai Cantoni nuovi mezzi finanziari pari a 13 milioni di franchi che, unitamente agli importi costantemente rimborsati, vengono utilizzati per la concessione di nuovi crediti. L’attivo circolante del Fonds de roulement, istituito nel 1963, ammonta a 2,361 miliardi di franchi.

Crediti d’investimento secondo le categorie di provvedimenti, crediti di costruzione esclusi – 2011

Aiuto iniziale Acquisto dell'azienda da parte dell'affittuario

Edifici d'abitazione

Edifici rurali

Diversificazione

Provvedimenti collettivi 1

Altri provvedimenti nel settore delle costruzioni rurali 2

Bonifiche fondiarie

1 Acquisto in comune di macchine e veicoli, aiuto iniziale per le organizzazioni contadine di solidarietà, edifici e installazioni comuni per la lavorazione e lo stoccaggio di prodotti agricoli, impianti comuni per la produzione di energia rinnovabile da biomassa

2 Ortoflorovivaismo esercitato a titolo professionale, piccole imprese artigianali

Fonte: UFAG

190 2.3 Miglioramento delle basi
Numero Mio. fr. Quota % Provvedimenti individuali 1 904 278,9 85 Provvedimenti collettivi, crediti di costruzione esclusi 196 39,4 12 Crediti di costruzione 27 10,0 3 Totale 2 127 328,3 100 Fonte: UFAG
140 0 20 40 60 80 100 120 In mio. fr. Regione di pianura Regione collinare Regione di montagna
50 % 23 % 27 %
Tabelle 47–48, 50b Pagine A51–A54

2.3.1.2 Misure sociali collaterali

n Aiuti per la conduzione aziendale

Gli aiuti per la conduzione aziendale sono concessi sotto forma di mutui esenti da interessi e servono a evitare o a superare ristrettezze finanziarie temporanee non imputabili al gestore. Gli effetti degli aiuti per la conduzione aziendale corrispondono a quelli dello sdebitamento indiretto della singola azienda.

Nel quadro dell’aiuto per la conduzione aziendale, nel 2011 sono stati concessi mutui per un importo totale di circa 24,86 milioni di franchi a favore di 143 casi. Ciascun mutuo ammonta mediamente a 173 873 franchi e viene rimborsato sull’arco di 13,2 anni.

Mutui nel quadro dell’aiuto per la conduzione aziendale – 2011

Fonte: UFAG

Nel 2011 ai Cantoni sono stati assegnati nuovi fondi pari a 0,893 milioni di franchi. In seguito all’entrata in vigore della nuova perequazione finanziaria (NPC), la partecipazione cantonale ammonta per lo meno all’importo dei nuovi fondi federali. I nuovi mezzi finanziari della Confederazione e dei Cantoni, unitamente agli importi costantemente rimborsati, vengono utilizzati per concedere nuovi mutui. L’attivo circolante del Fonds de roulement, istituito nel 1963 con nuovi mezzi finanziari della Confederazione e con importi rimborsati, ammonta, unitamente alle quote dei Cantoni, a 222 milioni di franchi circa.

n Aiuti per la riqualificazione

Gli aiuti per la riqualificazione agevolano la conversione a una professione non agricola delle persone indipendenti attive nel settore primario. Tale misura comprende contributi ai costi di riqualificazione e di sostentamento per capiazienda che non hanno ancora compiuto il 52esimo anno di età. La concessione di un simile aiuto presuppone l’abbandono dell’azienda agricola. Nel 2011 è stato prospettato un importo di 94 275 franchi da destinare a un caso. Considerati gli aiuti per la riqualificazione concessi negli anni precedenti, a tre persone in fase di riqualificazione sono stati versati complessivamente 127 810 franchi. La durata della riqualificazione varia, a seconda della formazione, da 1 a 3 anni. Nel quadro della riqualificazione la gamma delle professioni è ampia e spazia da quelle in campo sociale (p.es. fisioterapista, catechista, infermiere, ecc.) a quelle artigianali e commerciali (p. es. falegname, fabbro, cuoco, montatore di riscaldamenti, meccanico, commerciante agricolo, ecc.). È stato versato anche un aiuto per una formazione in una scuola universitaria professionale.

I motivi dell’origine della bassa partecipazione a questo programma possono essere stati, in un primo tempo, la loro scarsa notorietà e, in certi periodi, anche le prospettive economiche sfavorevoli in altri campi professionali. Ma anche gli oneri che sono da adempiere per l’ottenimento degli aiuti potrebbero rappresentare un ostacolo, soprattutto quello della cessazione definitiva dell’attività.

191 2.3 Miglioramento delle basi
Numero Mio. fr. Rifinanziamento di debiti esistenti 102 18,71 Superamento di
finanziaria eccezionale 40 5,95 Mutuo
1 0,20 Totale 143 24,86
una difficoltà
in caso di cessazione dell’attività
Tabelle 49, 50b Pagine A53–A54 Tabella 51 Pagina A55

2.3.1.3 L’iniziativa collettiva di progetto costituisce la base per un progetto di sviluppo regionale

Il gran numero di domande di sostegno finanziario per gli accertamenti preliminari in relazione a un’iniziativa collettiva di progetto pervenute dal 2006 a oggi mostra che il «coaching» è uno strumento di politica agricola apprezzato e necessario per uno sviluppo sostenibile nelle aree rurali. Si tratta di un incentivo a lanciare e attuare idee di progetto che, nello stadio iniziale del processo, contribuisce in misura considerevole alla presentazione delle basi richieste per la successiva realizzazione in maniera uniforme e conforme ai criteri qualitativi prestabiliti. In tal modo è quindi possibile promuovere i progetti in modo mirato e potenziare la collaborazione a livello regionale. Dal 2006 al 2010 gli accertamenti preliminari si sono concentrati prevalentemente su idee di progetto relative a progetti di sviluppo regionale (PSR), su un progetto per un impiego sostenibile delle risorse naturali o progetti di interconnessione secondo l’ordinanza sulla qualità ecologica (OQE). Quasi la metà delle bozze di progetto inoltrate all’UFAG era finalizzata alla realizzazione di un PSR. Nel 2011 le domande di sostegno di progetti di interconnessione sono fortemente aumentate: occupano il primo posto nella graduatoria delle domande inoltrate.

Il gran numero di richieste di accertamenti preliminari (296, stato 31.12.2011) palesa il notevole interesse presente nelle aree rurali di lanciare progetti collettivi. Il numero d’iniziative promosse dalla pratica dipende tuttavia anche dall’importanza che i Cantoni o i Comuni attribuiscono a progetti di questo genere. Le iniziative sono generalmente impostate su uno strumento di promozione che presuppone l’impegno dell’ente pubblico. Per tale motivo, alcuni Cantoni erogano, nel loro proprio interesse, un contributo finanziario supplementare a favore di questo tipo di accertamenti preliminari.

Finora le aspettative riposte nella fase degli accertamenti preliminari sono state colmate. L’idea che, a lungo termine, la metà circa delle bozze di progetto concernenti un PSR potesse sfociare nell’allestimento di un piano dettagliato e nella realizzazione nell’ambito dei miglioramenti strutturali si è concretizzata. Delle 115 bozze di PSR inoltrate dall’introduzione del provvedimento a oggi, 8 sono in fase di realizzazione e 8 in quella di pianificazione dettagliata (tappa di acquisizione delle basi). Per 18 dei fascicoli degli accertamenti preliminari chiusi è prevista una continuazione nel quadro della tappa di acquisizione delle basi. Attualmente 44 iniziative di progetto si trovano nella fase degli accertamenti preliminari. 19 progetti sono stati sospesi durante o al termine di tale fase. Per altre 18 bozze di progetto l’UFAG non ha potuto prospettare alcun sostegno.

Il fatto che non tutte le idee di progetto abbiano potuto esser portate avanti indica chiaramente quanto sia utile condurre uno studio preliminare avvalendosi del modello messo a disposizione dall’UFAG. Esso contempla tutti gli elementi di un businessplan, piano di finanziamento compreso, nonché la conciliazione delle idee con altri obiettivi o progetti che riguardano la regione interessata. Inoltre, ci si attende che vengano valutati anche gli aspetti organizzativi in vista di una futura realizzazione dell’idea di progetto.

Siccome i fondi disponibili per gli accertamenti preliminari sono limitati, è possibile che vengano applicate determinate restrizioni nell’approvazione di queste domande. I PSR che, terminata la fase degli accertamenti preliminari e quella della pianificazione dettagliata, potranno venir realizzati sono finanziati dalla Confederazione con fondi dei miglioramenti strutturali. Sulla base delle esigenze finanziarie di tali progetti, è necessario fissare delle priorità. All’occorrenza vanno altresì verificate le condizioni.

Sulla carta seguente (stato 31.12.2011) sono riportati i luoghi in cui vengono realizzati i PSR con il rispettivo stato di avanzamento dei lavori. Oltre ai progetti in fase di realizzazione (8), sono indicati quelli (8) per i quali è in atto la tappa di acquisizione delle basi (pianificazione dettagliata) nonché tutti i PSR per i quali sono stati portati a termine gli accertamenti preliminari (18). Sulla carta non sono indicate le iniziative di progetto non ancora giunte allo stadio degli accertamenti preliminari (44).

192 2.3 Miglioramento delle basi

Legenda In attuazione In pianificazione dettagliata Accertamenti conclusi

193 2.3 Miglioramento delle basi
Fonte: UFAG, GG25 © Swisstopo 2012
Progetti di sviluppo regionali

2.3.1.4 50 anni di crediti di investimento – un modello vincente di politica agricola!

Come data di nascita dei crediti di investimento è considerato il 3 ottobre 1956. In tale giorno il consigliere nazionale Andreas Zeller di Walenstadt presentò una mozione sostenuta da 21 cofirmatari, con il seguente contenuto:

«Oggi la garanzia e il miglioramento dell’esistenza dei piccoli contadini e di quelli di montagna dipende ampiamente dalla radicale razionalizzazione delle aziende. Secondo l’attuale stato della tecnica spesso una tale razionalizzazione sarebbe possibile. Tuttavia a molti agricoltori, soprattutto ai piccoli contadini e a quelli di montagna, mancano i mezzi finanziari necessari.

Il Consiglio federale è perciò invitato a sottoporre alle Camere federali un progetto che consenta alla Confederazione di concedere mutui di investimento a lungo termine a condizioni più vantaggiose possibili per il miglioramento dei terreni e delle aziende agricole, soprattutto per i piccoli contadini e quelli di montagna.»

La Legge federale del 23 marzo 1962 sui crediti di investimento e gli aiuti per la conduzione aziendale agricola (LCI) del Consiglio federale, con le rispettive ordinanze (OCI), è entrata in vigore a seguito della mozione Zeller il 1° novembre 1962. La LCI ha costituito la base per la creazione di un Fonds de roulement per i crediti di investimento e i mutui nel quadro dell’aiuto per la conduzione aziendale con fondi federali.

La LCI era arrivata giusto in tempo. Rilancio economico, piena occupazione e aumenti salariali nell’industria e nell’artigianato avevano portato a una rapida migrazione della manodopera dal settore primario al secondario. Nell’agricoltura il lavoro doveva esser sostituito dal capitale.

n Prima fase dal 1962 al 1998

Nel periodo tra il 1962 al 1998 potevano essere concessi crediti di investimento per provvedimenti infrastrutturali di persone fisiche e giuridiche che dovevano essere rimborsati entro al massimo 25 anni. Prevalentemente venivano sostenuti:

edifici d’abitazione, di economia rurale e alpestri;

acquisto di inventario morto o vivo (sostanza dell’affittuario);

ripresa dell’azienda (acquisti di beni immobili, compresi acquisti di terreni di terzi);

provvedimenti di miglioramento strutturale come migliorie fondiarie, costruzione di strade, approvvigionamento idrico;

installazioni collettive agricole come caseifici, torchi.

I crediti di investimento venivano impiegati in primo luogo per le aziende a titolo principale e per il finanziamento residuo degli investimenti. Prima che a un richiedente potesse essere concesso un credito di investimento, l’azienda doveva già essere relativamente molto indebitata, normalmente al 60–100 per cento del valore di reddito. I fondi propri del richiedente e la possibilità di ricorrere a crediti bancari dovevano essere già esauriti. Con il cosiddetto «principio del finanziamento residuo», i grandi progetti di investimento potevano beneficiare di un credito di investimento maggiore, mentre le aziende poco indebitate o quelle con progetti di investimento poco costosi potevano contare solo su scarsi sostegni o venivano escluse del tutto da questi aiuti agli investimenti.

194
2.3 Miglioramento delle basi

Nuovo quadro dal 1999

L’ampia riforma della politica agricola degli anni novanta del secolo scorso ha portato numerose innovazioni nell’ambito degli aiuti agli investimenti. Sono state poste le basi legali per la concessione dei crediti di investimento e i contributi nel Titolo quinto della legge sull’agricoltura (LAgr) del 29 aprile 1998 e abbandonata la legge federale del 23 marzo 1962 sui crediti di investimento e gli aiuti aziendali. I dettagli sono stati disciplinati nella nuova ordinanza del 7 dicembre 1998 sui miglioramenti strutturali (OMSt). Fondamentalmente nuovo è l’abbandono del principio del finanziamento residuo. Al suo posto subentrano i contributi forfettari, concessi indipendentemente dalla situazione debitoria e dai costi effettivi di un investimento. Numerose modifiche hanno semplificato anche l’esecuzione. La rinuncia a un indebitamento precedente e una concessione forfettaria di crediti di investimento promuovono investimenti più vantaggiosi e aziende più redditizie.

Dal 1999 le possibilità di sostegno sono state continuamente ampliate e adattate a un’agricoltura multifunzionale:

– aiuto iniziale per i giovani agricoltori;

– impianti collettivi per la commercializzazione di prodotti fabbricati in proprio;

– progetti di sviluppo regionale e di promozione di prodotti indigeni e regionali;

– diversificazione dell’attività nel settore agricolo;

– costituzione di organizzazioni contadine di solidarietà nell’ambito della produzione e della gestione aziendale conformi al mercato;

– impianti collettivi per ricavare energia dalla biomassa;

– piccole aziende artigianali nella regione di montagna;

– ortoflorovivaismo a titolo professionale, colture speciali come funghi, germogli;

– pesca e piscicoltura.

La transizione dal finanziamento dei costi residui al finanziamento forfettario ha provocato essenzialmente una spinta alla riduzione dei costi. I nuovi importi forfettari ricompensano l’imprenditore, che realizza un progetto a un prezzo vantaggioso, e con ciò contribuiscono essenzialmente alla migliore economicità e al controllo dei costi. L’introduzione dell’aiuto iniziale ha ridotto l’indebitamento dei giovani agricoltori che avviano un’attività. La responsabilità individuale dell’imprenditore agricolo ha acquisito una maggiore valenza. Le condizioni di vita ed economiche nelle aree rurali, soprattutto nella regione di montagna, vengono così migliorate in modo duraturo. Nell’interesse pubblico vengono realizzati obiettivi ecologici, di protezione degli animali e di pianificazione del territorio. Gli aiuti agli investimenti sono concessi come aiuti all’autosostegno.

Come mostrano i seguenti indicatori, le aziende che beneficiano di un sostegno sono di grandi dimensioni, efficienti e con stalle rispettose degli animali.

Confronto tra le aziende che beneficiano di un sostegno e la media svizzera

Media delle aziende che Media di tutte le hanno beneficiato di un aziende svizzere sostegno 2009–2011 2009–2010 Unità

2,7 USM 1,66 USM Superficie

Quota

> 90 % SSRA

33,2 % SSRA

Fonte: UFAG

n
manodopera
agricola utile
17,7
di bestiame grosso 41,1
22,25
di fornitura di latte
123
standard di
27,9 ha SAU
ha SAU Unità
UBG
UBG Diritto
202 900 kg
128 kg
rispettose
di poste di stabulazione particolarmente
degli animali
195 2.3 Miglioramento delle basi

I crediti di investimento rappresentano da 50 anni un importante ed efficiente strumento di finanziamento per l’agricoltura. Essi agevolano le aziende contadine nell’adattare le loro infrastrutture alle nuove sfide. Oggi i crediti di investimento promuovono in maniera mirata aziende efficienti e comunità di produttori. Le condizioni di entrata in materia, come almeno 1,25 unità standard di manodopera (USM), formazione professionale completa, gestione aziendale comprovata, prova che le esigenze ecologiche siano rispettate o prova della possibilità di finanziamento e della sopportabilità dell’onere, sono impostate in maniera che in primo luogo agricoltori professionisti, ma pur sempre contadini che coltivano il suolo, ottengano i crediti di investimento. Così negli ultimi 50 anni con 2,36 miliardi di franchi di fondi federali si sono potuti assegnare in totale 11,2 miliardi di franchi di crediti di investimento, rimborsati mediamente entro 13 anni.

Fonds de Roulement per Cantone a confronto con le aziende aventi diritto ai pagamenti diretti – 2010

196 2.3 Miglioramento delle basi
Assegnazione in mio. fr. Numero di aziende aventi diritto ai pagamenti diretti Fonte: UFAG 0 450 400 350 300 250 200 150 100 50 0 12 000 10 000 8 000 6 000 4 000 2 000 ZH BE LU UR SZ OW NW GL ZG FR SO BL SH AR AI SG GR AG TG TI VD VS NE GE JU Assegnazione CI Numero aziende Crediti d'investimento – Nuovi fondi federali e rimborsi ai Cantoni In mio. fr. Fonte: UFAG 0 400 350 300 250 200 150 100 50 1963 1965 1967 1969 1971 1973 1975 1977 1979 1981 1983 1985 1987 1989 1991 1993 1995 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2009 2011 Rimborsi CI Nuovi fondi federali Autorizzazioni CI nominali

2.3.1.5 I mutui a titolo di aiuto sociale alle aziende agricole sotto la lente degli addetti alla valutazione

La valutazione si concentra unicamente su due misure dell’ordinanza concernente le misure sociali collaterali nell’agricoltura (OMSC): l’aiuto per rimediare alle difficoltà finanziarie non imputabili al gestore e l’aiuto per rimborsare mutui esistenti gravati da interessi (conversione del debito).

n Risultati della valutazione

L’evoluzione dei mutui per la riconversione del debito dipende dalla situazione del mercato dei tassi ipotecari. Il tasso d’interesse ipotecario attuale non agevola la scelta di una simile conversione che richiede un rimborso dei mutui entro un termine relativamente corto (massimo 20 anni). I mutui a titolo di aiuto per ovviare a difficoltà finanziarie presentano poche variazioni.

Nel 2002 è stato toccato il picco nell’approvazione di mutui a titolo di conversione dei debiti (33,9 mio. fr.), che corrisponde al massimo livello raggiunto dai tassi ipotecari. Nel 2005 sono stati approvati solo 12,3 milioni di franchi di mutui a titolo di aiuto alla conversione dei debiti, ovvero poco più di un terzo di quanto era stato concesso nel 2002. Tuttavia aumenta l’ammontare medio per caso approvato, passato da 92 670 franchi nel 1999 a 182 380 franchi nel 2010. Questa evoluzione è riconducibile in particolare all’aumento delle dimensioni dell’azienda e dell’importo massimo erogabile per azienda.

n Influenza sulla sopravvivenza e sull’indebitamento delle aziende

Le aziende che hanno beneficiato di mutui per ovviare a difficoltà finanziarie devono poter superare un problema finanziario e stabilizzare a lungo termine la loro situazione economica. Due terzi dei beneficiari giudicano in maniera positiva o piuttosto positiva l’efficacia dei mutui a tal fine. Secondo loro e secondo le autorità cantonali preposte all’esecuzione, i mutui contribuiscono in maniera determinante alla sopravvivenza delle aziende. Queste hanno gestito con successo la situazione difficile e hanno ritrovato la stabilità finanziaria dopo la concessione del mutuo.

Due terzi dei gestori interpellati sono riusciti a ridurre il loro indebitamento convertendo debiti gravati da interessi. In quattro casi su cinque, le aziende possono così ridurre l’onere degli interessi, migliorando altresì la loro situazione finanziaria e la loro competitività. Dati i tassi d’interesse attualmente bassi per le ipoteche bancarie, il vantaggio d’interesse è senz’altro minimo ma le aziende sono più indipendenti dall’evoluzione futura dei tassi d’interesse sul mercato dei capitali.

n Condizioni richieste dallo strumento di sostegno

Le condizioni richieste per beneficiare degli aiuti sono da considerarsi corrette e coerenti nel complesso. I criteri di sostegno offrono alle autorità cantonali preposte all’esecuzione un margine di manovra importante per quanto riguarda le possibilità e l’importo dei mutui consentendo di aiutare gli agricoltori che lavorano con successo dal profilo imprenditoriale ed economico.

Gli aiuti devono essere rimborsati sull’arco di 15–20 anni. Talvolta sono applicati anche termini di rimborso più brevi. L’obbligo d’ammortamento grava pesantemente sulle aziende e i rimborsi annuali incidono sulla loro liquidità. La condizione relativa alla sopportabilità dell’onere esclude una parte delle aziende che hanno problemi strutturali e sociali.

197 2.3 Miglioramento delle basi

n Raccomandazioni per l’attuale aiuto alle aziende contadine

Gli autori dello studio raccomandano un rafforzamento dell’aiuto alle aziende per un’evoluzione del settore agricolo accettabile sul piano sociale. Per avere un impatto più esteso, dovrebbero essere concessi più mutui. Il quadro finanziario attuale è mantenuto e non è rafforzato.

La priorità deve essere data ai mutui per convertire i debiti. Bisogna esortare con più fermezza i Cantoni a far un uso maggiore dei fondi e ad analizzare la possibilità di stanziare liquidità disponibili del fondo a beneficio degli aiuti agli investimenti. Una riassegnazione dei fondi è stata proposta dal Consiglio federale nel suo messaggio sull’evoluzione della politica agricola negli anni 2014–2017.

Le autorità cantonali preposte all’esecuzione devono informare regolarmente in merito all’aiuto per la conduzione aziendale e invitare gli intermediari quali fiduciarie e consulenti agricoli a richiamare l’attenzione dei loro clienti sulle possibilità d’aiuto per la conduzione aziendale e ad assisterli nella presentazione della domanda. La collaborazione tra le autorità cantonali e le istituzioni bancarie deve essere intensificata o istituzionalizzata per evitare che le aziende possano indebitarsi nuovamente.

Va vagliata l’eventualità di una maggiore armonizzazione dei criteri con quelli delle misure nell’ambito dei miglioramenti strutturali, puntando sull’omogeneità nell’attribuzione dei mutui nei vari Cantoni.

n Raccomandazioni per strategie di riduzione dell’indebitamento delle aziende agricole

Lo studio enuncia tre strategie al fine di ridurre l’indebitamento delle aziende agricole. Esse si basano sulla valutazione e sulle raccomandazioni concernenti l’attuale aiuto alle aziende contadine.

La prima strategia è un ampio programma di sdebitamento adattando il finanziamento in modo che la quota dei Cantoni venga ridotta oppure la misura sia portata avanti come un compito puramente della Confederazione. Tale cambiamento richiede un adeguamento della perequazione finanziaria e della ripartizione dei compiti tra la Confederazione e i Cantoni (NPC). La Confederazione dovrà mettere a disposizione dei fondi supplementari. L’aiuto per ovviare a difficoltà finanziarie dovrebbe essere alimentato unicamente da un Fonds de roulement alimentato dai Cantoni e subordinato alla Confederazione.

Una seconda strategia dà la priorità allo sdebitamento nell’ambito dell’aiuto attuale. Il Fonds de ruolement dovrebbe essere aumentato con fondi supplementari della Confederazione e dei Cantoni per accordare un numero maggiore di mutui. Lo sdebitamento delle aziende agricole dovrebbe essere intensificato ma l’efficacia dipenderebbe fortemente dalle risorse disponibili, soprattutto nei Cantoni.

La terza strategia mira a ottimizzare l’aiuto alle aziende senza aumentare il Fonds de roulement. La priorità è data all’aiuto alle aziende nel quadro della conversione dei debiti piuttosto che all’aiuto per ovviare alle difficoltà finanziarie. L’impatto dello sdebitamento potrebbe essere leggermente rafforzato.

Nell’ambito di un ampio programma di sdebitamento vanno presi in considerazione gli aiuti agli investimenti agricoli. A questo proposito, dovrebbe essere ricercata una decisione politica di principio sull’orientamento futuro delle misure sociali collaterali, sulla definizione degli strumenti e sulla ripartizione dei compiti con i Cantoni. Oggi l’aiuto alle aziende contadine è un compito condiviso tra Confederazione e Cantoni.

198
2.3 Miglioramento delle basi

Evoluzione del Fonds de roulement aiuti per la conduzione aziendale dal 1999 al 2010

Quota dei mutui sul Fonds de roulement (in %)

Evoluzione dei mutui a titolo di aiuto per ovviare a difficoltà finanziarie e per la conversione dei debiti dal 1999 al 2010

Mutuo medio per sup. diff. (in fr.) Mutuo medio per conv. deb. (in fr.)

In mio. fr. In % Cantone Confederazione Fonte: UFAG 0 250 225 175 200 150 125 75 100 50 25 0 100 90 70 80 60 50 30 40 20 10 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010
Numero In fr. Mutui per sup. diff. Mutui per conv. deb. Fonte: UFAG 0 280 240 200 160 80 120 40 0 210 000 180 000 150 000 120 000 60 000 90 000 30 000 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010
199 2.3 Miglioramento delle basi

2.3.2 Conoscenze agricole – ricerca, consulenza, formazione

2.3.2.1 Sistema delle conoscenze agricole

Nel sistema delle conoscenze agricole (SCA) vengono elaborate e comunicate le conoscenze sulla produzione delle derrate alimentari, sulla conservazione delle basi vitali naturali e la cura del paesaggio rurale.

Il SCA è costituito dalle quattro unità di sistema ricerca, formazione, consulenza e pratica. La Svizzera promuove sia la ricerca agronomica volta ad acquisire conoscenze dirette sia quella orientata alla pratica e dispone di una valida offerta formativa professionale e superiore nonché di un’ampia consulenza. Ricerca, formazione, consulenza e pratica devono interagire in modo ottimale, poiché l’esigenza di innovazione aumenta e l’elaborazione delle conoscenze nonché le conoscenze stesse diventano sempre più complesse.

Negli anni 2011 e 2012 diverse istituzioni si sono organizzate al fine di poter gestire le sfide attuali e future. Inoltre sul piano europeo vengono promosse delle iniziative nell’ambito dell’Agricultural Knowledge and Innovation System (AKIS), volte a sviluppare ulteriormente i sistemi nazionali delle conoscenze affinché diventino sistemi innovativi.

n Sviluppo di istituzioni di ricerca e formazione

La crescente complessità delle conoscenze e delle sfide future, ma anche l’ accelerazione della creazione di conoscenze e la maggiore esigenza di innovazione richiedono un sistema delle conoscenze agricole che funzioni in maniera flessibile, interconnessa, efficiente, sussidiaria e orientata ai clienti. Di conseguenza le istituzioni si devono adeguare costantemente al nuovo contesto.

Riorganizzazione di Agroscope

Finora Agroscope è stato gestito con una struttura di holding attraverso le tre unità Agroscope ChanginsWädenswil ACW, Agroscope Liebefeld-Posieux (ALP-Haras) e Agroscope Reckenholz-Tänikon ART. Dal 2014 Agroscope si presenterà come un unico istituto. Un obiettivo importante è il potenziamento della sua gestione strategico-operativa:

– il Consiglio di direzione di Agroscope sarà diretto da un responsabile della gestione operativa;

il Consiglio di direzione di Agroscope sarà composto dal responsabile suddetto, dai responsabili degli istituti ridefiniti nonché dal responsabile delle risorse;

– gli istituti non sono vincolati a una sede e operano nei seguenti ambiti: scienze della produzione vegetale, scienze della produzione animale, scienze alimentari e scienze della sostenibilità:

sarà istituito il Consiglio di Agroscope, un organo strategico direttivo presieduto dal direttore dell’UFAG.

La migliorata conduzione strategico-operativa contribuisce a una più elevata efficienza ed efficacia dell’istituzione.

200 2.3 Miglioramento delle basi

Dal Dipartimento di scienze agroalimentari al Dipartimento di scienze del sistema ambientale e Dipartimento di scienza della salute e tecnologia del PF di Zurigo

Con l’istituzione dei due nuovi dipartimenti si apre un nuovo capitolo anche per le scienze agrarie e ambientali. Prende così forma il maggiore cambiamento strutturale rilevato da anni a questa parte al PF di Zurigo. Ad aprile 2010 la direzione del PF annunciò due importanti cambiamenti strutturali tra loro connessi: da un lato l’istituzione di un nuovo Dipartimento di scienze della salute e tecnologia, creando sinergie tra scienze naturali e ingegneristiche e neuroscienze, scienze alimentari, scienze motorie e tecnica medica, dall’altro la fondazione di un secondo Dipartimento per le scienze agrarie e ambientali con il nome di Dipartimento di scienze del sistema ambientale. Il vecchio Dipartimento di scienze agricole e alimentari si divide in Dipartimento di scienze della salute e tecnologia e Dipartimento di scienze del sistema ambientale. I nuovi dipartimenti sono operativi dal 1° gennaio 2012.

Dipartimento di scienze del sistema ambientale: per le scienze agrarie, presenti al PF da quasi 150 anni, questa fusione rappresenta l’entrata in una nuova fase. Le prospettive precedenti, in parte contrastanti, protezione dell’ambiente e utilizzo (agricolo) dell’ambiente, saranno trattate in un nuovo dipartimento in un’ottica generale. In concreto ciò significa che da un lato la ristrettezza di terre fertili, acqua pulita o ricchezze del sottosuolo rivendica una comprensione completa dei sistemi ambientali in pericolo, delle sue complesse interazioni nonché di provvedimenti per la loro protezione, e dall’altro i sistemi di produzione devono conformarsi ai bisogni della crescente popolazione mondiale. L’agricoltura sostenibile, condizione fondamentale per la sicurezza alimentare mondiale, acquisisce notevole valenza. Questo obiettivo è utile anche per il centro di competenza, da poco istituito, World Food System (WFS), che rappresenta un ponte ideale tra il Dipartimento di scienze del sistema ambientale e il Dipartimento di scienze della salute e tecnologia. I cicli di studio scienze agricole e scienze naturali ambientali sono e restano i pilastri dell’insegnamento presso il Dipartimento di scienze del sistema ambientale.

Dipartimento di scienze della salute e tecnologia: con la creazione del nuovo dipartimento, il PF riunisce diverse attività nel settore della ricerca e tecnica per la salute, affidate in passato a diversi dipartimenti. La nuova unità è composta dai settori tecnica medica, neuroscienze, scienze motorie e sport nonché scienze alimentari e alimentazione. Secondo la direzione del PF, le scienze alimentari si adattano molto bene al portafoglio del nuovo dipartimento, poiché l’accesso garantito al cibo sicuro e un’alimentazione equilibrata sono indispensabili per la salute e il miglioramento della qualità di vita. Il potenziale racchiuso negli alimenti a buon prezzo, d’influenzare la salute, sarà uno dei temi salienti del dipartimento. In futuro il Dipartimento di scienze della salute e tecnologia offrirà due cicli di studio, ovvero Scienze della salute e tecnologia nonché Scienze alimentari.

Dalla SSSA alla SSAFA

Da gennaio 2012 la Scuola superiore svizzera di agronomia SSSA di Zollikofen si chiama Scuola superiore di scienze agrarie, forestali e alimentari (SSAFA). La SSAFA è ormai un dipartimento totalmente integrato nella Scuola universitaria professionale di Berna BFH. Il nuovo nome evidenzia chiaramente che gli ambiti di prestazione e l’orientamento della scuola superiore comprendono oltre all’agronomia anche la tecnologia alimentare e la selvicoltura. Restano invariati il ruolo della SSAFA nel sistema educativo svizzero, la sua offerta di prestazioni e l’orientamento.

201 2.3 Miglioramento delle basi

n Sviluppi sul piano internazionale

Lo Standing Committee on Agricultural Research (SCAR), un organo di controllo e di coordinamento per la ricerca agronomica istituito dalla Commissione dell’UE, è giunto alla conclusione che in molti Paesi gli attuali sistemi delle conoscenze agricole non sono all’altezza delle nuove sfide. Un gruppo di lavoro con rappresentanti provenienti da diversi Paesi europei si è posto la domanda come il sistema delle conoscenze possa promuovere l’innovazione nell’agricoltura.

È vero che nella maggior parte dei Paesi europei ricerca agronomica, formazione e consulenza sono sostenute almeno in parte dallo Stato. Un controllo centrale dell’intero sistema, invece, non esiste in alcun Paese. A volte si pensa perfino che si tratti di elementi separati di un sistema globale, ancora poco sviluppato. Una delle più importanti nozioni è che gli elementi parziali non possono funzionare indipendentemente l’uno dall’altro, altrimenti verrebbe ostacolato lo scambio delle conoscenze e delle esperienze e rese difficili le innovazioni. Il sistema deve essere abbastanza aperto per permettere ai nuovi attori di presentare i loro specifici interessi. I diversi approcci adottati dalla Svizzera suscitano l’attenzione a livello internazionale; è il caso di gruppi di esperti di Agroscope e forum, nei quali la ricerca, la consulenza e la pratica si scambiano le rispettive esperienze.

2.3.2.2 Ricerca

n Nuovo concetto di ricerca per la filiera agroalimentare

L’UFAG ha ricevuto l’incarico, da parte del Consiglio federale, di presentare un concetto di ricerca per il settore politico dell’agricoltura nell’ambito del messaggio concernente il promovimento dell’educazione, della ricerca e dell’innovazione negli anni 2013–2016. Il concetto presenta, su raccomandazione del Controllo federale delle finanze, una panoramica della ricerca nel settore agroalimentare in Svizzera, nonché i compiti e gli obiettivi della ricerca pubblica dell’UFAG.

I temi, grazie ai quali la ricerca svizzera si distingue da quella internazionale per il suo sviluppo, hanno un’elevata valenza per i consumatori e l’opinione pubblica svizzeri: sostenibilità ecologica, protezione fitosanitaria integrata, agricoltura biologica, processi a basso input, salute degli animali, benessere degli animali, tenuta al pascolo e derrate alimentari tradizionali. La ricerca contribuisce al consenso nei confronti dell’agricoltura svizzera e alla domanda di prodotti indigeni. I successi sono frutto di un’impostazione coerente degli obiettivi della ricerca a medio e lungo termine.

Considerati questi successi ci si può attendere dalla ricerca svizzera ancora un importante contributo alla risoluzione delle future sfide sociali ed ecologiche. L’arduo compito per il sistema alimentare mondiale consiste nell’approvvigionare in maniera sostenibile una popolazione crescente con derrate alimentari a prezzi ragionevoli, nonostante le risorse limitate. La filiera agroalimentare svizzera è chiamata a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento nel contesto della rarefazione delle risorse e del cambiamento climatico, a rafforzare la competitività dei produttori svizzeri e a garantire un consumo sostenibile.

Durante i colloqui degli esperti per l’elaborazione del concetto di ricerca sono state vagliate soluzioni per un «sistema alimentare integrato». Questo sistema, definito come obiettivo a lungo termine, si basa sulla sostenibilità ed è resistente alle interferenze esterne; inoltre è orientato alla salute e alla qualità. Affinché possa essere realizzato questo sistema alimentare integrato, sono raccomandati tre indirizzi di fondo per la ricerca che si ispirano ai compiti di base della ricerca agronomica tradizionale nell’ambito della produzione agricola e delle prestazioni ecosistemiche: alimenti di alta qualità, aree vitali ed efficienza delle risorse.

202 2.3 Miglioramento delle basi

Il gruppo di esperti raccomanda di potenziare la ricerca agroalimentare svizzera con un’azione comune strategica, una comunicazione comune e uno sviluppo degli ambiti tematici. In tal modo aumenta la visibilità della ricerca agroalimentare a livello di organi decisionali politici, promotori della ricerca, categorie, consumatori e opinione pubblica, nonché il grado di notorietà internazionale. Le forze devono essere concentrate attraverso il riconoscimento comune delle sfide future, lo sviluppo di strategie superiori di ricerca comuni e del processo di innovazione attraverso un migliore utilizzo delle sinergie per uno scambio di conoscenze rapido, mirato ed efficiente tra ricerca, consulenza e pratica. Si raccomanda di utilizzare al meglio le istituzioni di promozione esistenti per potenziare la ricerca e lo sviluppo e ampliare la cooperazione tra ricerca pubblica e imprese private. Inoltre si deve puntare anche in futuro su una partecipazione proficua ai programmi di ricerca nazionali e internazionali. Si raccomanda di affrontare l’applicazione e l’ulteriore sviluppo degli obiettivi comuni nell’ambito di un’alleanza.

Come centro di competenze della Confederazione nel settore della politica agricola, all’UFAG spetta il fondamentale compito di esprimere tempestivamente la sua necessità di ricerca in riferimento all’evoluzione della politica agricola e alla valutazione delle misure di politica agricola, nonché di individuare gli strumenti adatti. A tal fine l’Ufficio ha a disposizione i contratti di prestazione periodici con i partner della ricerca agronomica e i mandati e i contributi specifici di ricerca, laddove rivestono un particolare significato il mandato quadriennale di prestazione e gli accordi annuali di prestazione con Agroscope.

Sulla base delle sfide nazionali e internazionali, delle strategie e degli obiettivi del Consiglio federale e dell’UFAG nonché differenziandosi dagli istituti di ricerca nazionali, la Stazione di ricerca Agroscope formula visione, missione, valori fondamentali, caratteristiche uniche del prodotto nonché obiettivi strategici per i settori ricerca e sviluppo / scambio di conoscenze, trasferimento di tecnologie e compiti pertinenti all’esecuzione / posizionamento e collaborazione nonché sviluppo dell’organizzazione.

Agroscope è il centro di competenze della Confederazione per la ricerca agronomica e svolge la sua attività lungo l’intera catena del valore aggiunto della filiera agroalimentare per un’agricoltura competitiva e multifunzionale, per alimenti di alta qualità come base per un’alimentazione sana e un ambiente intatto. I compiti di Agroscope sono: ricerca e sviluppo nel settore agroalimentare e ambientale, preparazione di basi decisionali per la legislazione delle autorità (consulenza politica), compiti esecutivi nell’ambito delle prescrizioni a servizio dell’agricoltura e della collettività, nonché scambio di conoscenze e trasferimento di tecnologie con la pratica, la consulenza, l’economia, la scienza, l’insegnamento e il pubblico.

Nei prossimi 8–10 anni Agroscope si occuperà in particolare di sei ambiti: 1) intensificazione ecologica, 2) sicurezza delle risorse naturali, 3) contributo della filiera agroalimentare alla protezione del clima e adattamento alle variazioni climatiche, 4) derrate alimentari di alta qualità e sicure per un’alimentazione sana, 5) miglioramento della competitività della filiera agroalimentare e 6) vitalità e attrattiva delle aree rurali.

203 2.3 Miglioramento delle basi

2.3.2.3 Consulenza

La consulenza in ambito agricolo e in economia domestica rurale in Svizzera è organizzata su due livelli. La consulenza diretta alle famiglie contadine è fornita sul posto, in primo luogo dai servizi cantonali di consulenza. A seconda del Cantone, questi sono subordinati al centro di formazione e consulenza, all’ufficio dell’agricoltura o a un’associazione contadina cantonale. I responsabili sono affiliati al Forum Consulenza Svizzera. In alcuni settori specifici quali, apicoltura, avicoltura o economia alpestre, sono operativi i servizi di consulenza di organizzazioni agricole.

AGRIDEA sostiene il personale addetto alla consulenza nei Cantoni e nelle organizzazioni. Sviluppa nuovi metodi di consulenza, offre attività di perfezionamento metodiche e specifiche, elabora nuove conoscenze derivate dalla ricerca e dall’esperienza e mette a disposizione tali informazioni e documenti. Inoltre, AGRIDEA promuove e coordina le piattaforme e i forum o lavora al loro interno, facilitando in questo modo lo scambio di conoscenze ed esperienze. L’UFAG finanzia in gran parte queste prestazioni; con AGRIDEA ha stipulato un contratto di aiuto finanziario per altri due anni fino alla fine del 2013.

Di questo sistema globale delle conoscenze agricole e delle innovazioni fanno parte anche altri attori che partecipano più o meno attivamente alla consulenza e allo scambio di informazioni: Agroscope, scuole universitarie professionali, IRAB, associazioni, media ed economia privata.

Uscite della Confederazione per la consulenza – 2011

Fonte: Conto dello Stato

n Assegnazione previa gara pubblica nel settore della consulenza a partire dal 2014

La Commissione della gestione del Consiglio degli Stati CdG-S ha richiesto, in virtù di un rapporto del Controllo parlamentare dell’amministrazione, che nel settore della consulenza agricola il Consiglio federale provveda affinché l’amministrazione indica una gara pubblica per l’assegnazione del mandato ad AGRIDEA.

L’UFAG ha valutato, come suddividere il mandato di AGRIDEA ed emettere il rispettivo bando. Da un’analisi approfondita è emerso che per motivi di competitività sarebbe auspicabile l’emissione di un bando per i singoli mandati parziali. Ad ogni modo una suddivisione è problematica poiché incide sulla sinergia tra i settori dell’AGRIDEA. Inoltre è poco applicabile nella pratica in quanto le singole attività sono strettamente collegate tra loro dal punto di vista tecnico e per quanto riguarda il personale. Lo sviluppo dei metodi avviene sempre in base a progetti pratici nei settori specifici. I collaboratori lavorano contemporaneamente a più ambiti di prestazione (corsi, promemoria, reti). Inoltre il fatto di ordinare le prestazioni (con relativi potenziali falsi incentivi) determinerebbe un forte intervento regolatore della Confederazione invece dell’autoregolazione tra AGRIDEA e i clienti.

L’UFAG ha perciò delineato una soluzione che prevede di trattenere il 10 per cento degli aiuti finanziari previsti finora per AGRIDEA e impiegarlo per progetti, programmi o campagne voluti o promossi dall’UFAG. Il gruppo di lavoro ricerca e consulenza della KOLAS e il forum sulla consulenza in Svizzera sono favorevoli a tale approccio.

204 2.3 Miglioramento delle basi
Destinatario Mio. fr. Centrale di consulenza (AGRIDEA) 9,5 Servizi di consulenza speciali delle organizzazioni agricole 1,6 Iniziative collettive di progetto 0,9 Totale 12,0

Si distinguono tre diversi modi di utilizzo:

progetti realizzati da partner nel sistema delle conoscenze. Si tratta di aiuti finanziari in senso tradizionale, laddove all’UFAG ed eventualmente ad altri finanziatori, viene chiesto se intendono partecipare al finanziamento di questi progetti (contratti di aiuto finanziario);

– progetti voluti dall’UFAG: l’UFAG può lanciare autonomamente progetti prioritari e auspicati poiché d’attualità e dettati dalla politica agricola, per promuovere l’attuazione e l’utilizzo di conoscenze. La gara d’appalto dei progetti e l’aggiudicazione di tali fondi avvengono secondo i principi applicati nel settore degli acquisti pubblici;

prestazioni, per le quali l’UFAG conta sul know-how specifico di altre istituzioni (del tipo consulenza politica nell’ambito del sostegno all’esecuzione). Anziché assegnare direttamente questi mandati come fatto finora, essi verranno messi a concorso e attribuiti nel rispetto della concorrenza.

Il primo modo di utilizzo promuove, attraverso l’incentivo del sostegno finanziario, più dinamismo e innovazione nel sistema delle conoscenze; gli altri due garantiscono maggiore competitività. L’attuazione è prevista per il 2014.

2.3.2.4 Formazione professionale

n Introduzione del nuovo tirocinio professionale

Nell’estate 2011 hanno avuto inizio per la prima volta tutti e tre gli anni di tirocinio della nuova formazione triennale a livello di attestato federale di capacità (AFC). È quindi giunta a compimento l’introduzione dei nuovi tirocini professionali e per l’intero campo professionale. Il campo professionale agricolo comprende le seguenti sei professioni AFC: agricoltore, orticoltore, avicoltore, frutticoltore, viticoltore e cantiniere. Nella formazione di base biennale di diploma per agricoltori con certificato federale di formazione pratica CFP si è già più avanti. Nel 2011, infatti, sono stati conseguiti i primi diplomi professionali.

L’applicazione del nuovo tipo di formazione professionale triennale implica un numero decisamente maggiore di posti di tirocinio. Oltre ai maestri di tirocinio esperti vi sono nuovi capiazienda disposti ad assumersi responsabilità e compiti nella formazione professionale? Negli ultimi anni questo interrogativo ha impegnato molto tutti gli attori della formazione professionale agricola. Il sistema di formazione duale, quindi, è attuabile solo se nell’economia, presso le aziende, permangono la motivazione e la disponibilità ad impegnarsi nella formazione professionale e nella promozione delle nuove leve. Grazie ai grandi sforzi delle organizzazioni professionali e delle scuole si è riusciti a reclutare giovani professionisti da impiegare come formatori. In tal modo è assicurata la formazione di base nell’azienda. La collaborazione tra gli attori coinvolti (associazioni contadine cantonali, scuole, servizi per la formazione, Ufficio federale della formazione professionale e della tecnologia UFFT) è molto costruttiva. Ciò mostra che il principio «la formazione professionale è un compito comune a Confederazione, Cantoni e Organizzazioni del mondo del lavoro (associazioni professionali)» sancito dalla legge sulla formazione professionale è applicato in modo accurato ed efficace.

Il nuovo luogo di tirocinio «corsi interaziendali, CIA» viene generalmente valutato come un plusvalore della formazione aziendale. Nei primi due anni di formazione, i tirocinanti frequentano 4 giorni di CIA all’anno (nel caso del CFP 3 giorni all’anno). Il contenuto della formazione è conforme alla pratica e verte su temi quali prevenzione degli infortuni, tutela della salute e sicurezza sul lavoro. I giovani imparano, inoltre, come utilizzare correttamente macchinari (p.es. motosega), attrezzature e impianti tecnici nonché come comportarsi con gli animali da reddito. Nei CIA i tirocinanti, oltre alla formazione aziendale, acquisiscono competenze pratiche. I corsi sono tenuti da formatori competenti, docenti delle scuole professionali o da esperti (prevenzione degli infortuni).

205 2.3 Miglioramento delle basi

n Procedura di qualificazione (PQ)

La procedura di qualificazione è un elemento sostanziale dell’assicurazione della qualità. Gli esami devono consentire di appurare se sono stati raggiunti gli obiettivi in materia di qualità della formazione. Nel 2011 hanno avuto luogo per la prima volta a livello di AFC le due verifiche parziali pratiche in detenzione degli animali e meccanizzazione. I voti sono stati tenuti in considerazione nell’esame finale del 2012.

A tale proposito è fondamentale garantire un’assicurazione della qualità di portata nazionale. I mandati d’esame sono formulati in modo centralizzato e vengono applicati secondo standard validi a livello nazionale, dai Cantoni che sono responsabili della conduzione della procedura di qualificazione.

Nel 2011 si sono svolti i primi esami finali per addetti alle attività agricole CFP. 96 dei 100 candidati presentatisi li hanno superati.

n Formazione professionale superiore

L’esame di professione (EP) e l’esame di maestria (EM) (= esame professionale superiore) sono importanti diplomi di formazione professionale superiore anche per il settore agricolo. Accanto alle scuole universitarie professionali, rappresentano un importante sostegno per questo ramo dell’economia. L’esame di professione e l’esame di maestria devono essere sottoposti a una riforma «di media portata» per i seguenti motivi: 1. i contenuti del perfezionamento professionale devono essere in armonia con la nuova formazione di base; 2. l’UFFT richiede che cicli di formazione modulare vengano conclusi, secondo le condizioni dell’assicurazione della qualità, con un esame finale (prova di sintesi); 3. l’esperienza mostra che a livello dell’esame di professione devono essere fornite più nozioni sull’economia aziendale e sul mercato. Con questo adattamento si risponde meglio al profilo professionale di un capoazienda. Inoltre l’esame di professione e quello di maestria vanno sviluppati in comune nell’ambito del campo professionale e disciplinati attraverso un regolamento d’esame per ciascuno di essi. I lavori sono in corso; i primi corsi di perfezionamento professionale secondo il nuovo regolamento d’esame dovrebbero essere offerti e realizzati a partire dall’anno scolastico 2013/14.

Nel settore delle scuole specializzate superiori (SSS) si osserva un forte sviluppo. I cicli di studio per agrotecnico e commerciante agricolo sono offerti da diversi Cantoni e possono essere a tempo pieno (biennali) oppure paralleli all’attività professionale (triennali).

206 2.3 Miglioramento delle basi

2.3.3 Mezzi di produzione

2.3.3.1 Nuovo diritto in materia di alimenti per animali

L’ordinanza del Consiglio federale sugli alimenti per animali (RS 916.307) e quella del DFE sul libro dei prodotti destinati all’alimentazione animale (RS 916.307.1) sono state sottoposte a una revisione totale in data 26 ottobre 2011 e sono entrate in vigore il 1° gennaio 2012.

Questa revisione totale sancisce l’abolizione della lista positiva delle materie prime, particolarità svizzera rispetto all’UE, la cui soppressione era stata decisa dal Consiglio federale nell’ambito dell’ultima revisione della legge sugli ostacoli tecnici al commercio (LOTC). Un catalogo non esaustivo delle materie prime utilizzate negli alimenti per animali è ripreso dall’UE. Le imprese svizzere del settore dell’alimentazione animale che immettono sul mercato materie prime non contenute in questo catalogo sono tenute ad annunciarle all’ufficio competente che pubblica una lista. A parte ciò, le nuove ordinanze non comportano modifiche in materia d’igiene. A livello di prescrizioni tecniche, in particolare per quanto riguarda l’etichettatura, dovranno essere apportate modifiche rispetto alla prassi attuale. È stato concesso alle imprese un periodo di transizione di un anno per l’aggiornamento.

Dall’ultima revisione nel 1999, le due ordinanze sugli alimenti per animali sono state adattate a più riprese in funzione dell’evoluzione del diritto europeo in materia. Al momento della revisione totale, esse sono state riformulate in modo da essere coerenti con il nuovo diritto europeo entrato in vigore il 1° settembre 2010.

207 2.3 Miglioramento delle basi

2.3.3.2 Codex Alimentarius TF Feed

La quantità di derrate alimentari commercializzate a livello mondiale è letteralmente esplosa nel XX secolo raggiungendo oggi livelli e diversità inimmaginabili prima. Le norme alimentari, le linee direttrici e i codici di corretta prassi internazionale del Codex Alimentarius, fondato dalla FAO e dall’OMS più di 50 anni fa e che raggruppa più di 180 nazioni, contribuiscono alla sicurezza, alla qualità e a pratiche leali del commercio internazionale delle derrate alimentari.

Gli alimenti per animali che entrano nella catena alimentare non si sottraggono a questo movimento rapido e i numerosi scandali di questi ultimi anni sottolineano l’importanza della loro inclusione in questo processo. La Svizzera ha così accettato di presiedere un Gruppo speciale intergovernativo sull’alimentazione animale (Task Force Animal Feeding o TFAF). Il TFAF ha ricevuto due mandati dal Codex Alimentarius: il primo consiste nel preparare, all’attenzione dei governi, delle linee direttrici sull’applicazione delle valutazioni dei rischi in materia di alimenti per animali; il secondo prevede l’elaborazione di una lista di pericoli presenti negli alimenti per animali, classificati per priorità.

I progetti preliminari per questi mandati, redatti dalla Svizzera, sono stati oggetto di un processo di consultazione elettronico prima della prima riunione del TFAF che si è svolta dal 20 al 24 febbraio 2012 presso il Kursaal a Berna. I 139 delegati dei 43 Paesi e 11 organizzazioni internazionali presenti hanno dibattuto in un’atmosfera costruttiva, sotto la presidenza esperta di Eva Reinhard, vicedirettrice dell’UFAG. Alla fine di questa riunione, il testo concernente le linee direttrici sull’applicazione delle valutazioni dei rischi in materia di alimenti per animali è stato convalidato per essere sottoposto al Comitato esecutivo e alla Commissione del Codex Alimentarius per approvazione. Per quanto riguarda il secondo mandato, è stato istituito il gruppo di lavoro elettronico, guidato dalla Svizzera, per elaborare il nuovo progetto preliminare che sarà trattato nella prossima sessione che si terrà a febbraio 2013. È stato deciso di modificarne il titolo conformemente al contenuto proposto dall’assemblea denominandolo «Linea direttrice all’attenzione dei governi per la definizione delle priorità sui pericoli nazionali legati agli alimenti per animali». Sulla base dell’avanzamento dei lavori, la Svizzera ha buone speranze di raggiungere lo scopo di terminare i documenti nell’arco di tempo compreso tra i due incontri.

208 2.3 Miglioramento delle basi

2.3.3.3 Nuovi organismi nocivi

Con l’intensificazione dello scambio di merci sul piano internazionale aumenta costantemente anche l’importazione di piante e prodotti vegetali dall’Europa e da altri continenti in Svizzera. Ciò accresce il rischio di introduzione di nuovi organismi nocivi, tra cui anche alcuni particolarmente pericolosi per la flora e la fauna indigene in quanto possono minacciarle irrimediabilmente. Si tratta in particolare di malattie e parassiti delle piante con obbligo di notifica, i cosiddetti organismi di quarantena, la cui diffusione involontaria deve essere possibilmente impedita o rallentata.

I rischi fitosanitari del commercio globale di piante e prodotti vegetali vengono controllati e regolati con la Convenzione internazionale per la protezione delle piante. Sul piano europeo la collaborazione nell’ambito della salute delle piante è coordinata dall’Organizzazione europea per la protezione delle piante (OEPP). In Svizzera il compito del Servizio fitosanitario federale (SFF) è di evitare l’introduzione e la diffusione di organismi nocivi particolarmente pericolosi. Esso collabora con le competenti autorità svizzere ed estere, le organizzazioni internazionali nonché con associazioni ed aziende elvetiche. Un importante strumento nel commercio globale è il certificato fitosanitario internazionale. Esso attesta che la merce da esportare risponde alle esigenze fitosanitarie del Paese di importazione. I certificati fitosanitari vengono emessi dal Servizio fitosanitario nazionale del Paese esportatore e controllati all’atto dell’importazione al confine svizzero dal SFF.

Partite di merci, provenienti da Paesi terzi, controllate dal SFF

Nel commercio di piante e prodotti vegetali tra i Paesi membri dell’UE il passaporto fitosanitario sostituisce il certificato fitosanitario. Dal 2004 con gli accordi bilaterali la Svizzera si è inserita nel sistema di passaporto fitosanitario europeo, che garantisce la qualità fitosanitaria delle piante attraverso controlli ufficiali nel luogo di produzione. Il numero individuale del passaporto fitosanitario garantisce la tracciabilità della merce. I certificati e il passaporto fitosanitari svolgono un importante ruolo nell’arginare la propagazione di organismi nocivi particolarmente pericolosi.

Se, ciononostante, vengono introdotti nuovi organismi nocivi, il SFF prende le misure adeguate, che si basano su una specifica analisi di rischio dell’organismo nocivo, come illustrato nei due esempi seguenti.

L’invasiva drosofila del ciliegio (Drosophila suzukii) è diventata in breve tempo una grande minaccia per la frutticoltura e la viticoltura europee. Essa appartiene alle drosofile, dette moscerini della frutta e dell’aceto, ed è originaria dell’Asia. Diversamente dalle altre specie dello stesso genere, non colpisce solo frutta caduta ma anche frutti sani e dispone di uno spettro di piante ospiti molto ampio. L’alto tasso di riproduzione, il breve ciclo di sviluppo, il notevole potenziale di diffusione e l’elevato rischio di propagazione rendono molto velocemente la drosofila del ciliegio un nuovo organismo estremamente nocivo nella «nuova regione conquistata», soprattutto per le colture di frutta a granella e a nocciolo e, eventualmente, anche per determinati vitigni. L’analisi del rischio dell’OEPP ha mostrato che la drosofila del ciliegio ha un enorme potenziale nocivo per la frutticoltura e la viticoltura in Europa.

209 2.3 Miglioramento delle basi
Anno Numero di partite di Numero di partite di Numero di partite di merci merci controllate merci contestate 1 sospette di contaminazione da organismi di quarantena 2009 26 470 189 60 2010 28 285 258 100 2011 24 462 314 100 1 Contestazioni sulla base di controlli fitosanitari e/o di controlli dei documenti

Nel 2008 la drosofila del ciliegio è stata rilevata per la prima volta in Europa in Spagna, nel 2009 in Italia. Nel 2010 hanno fatto seguito le segnalazioni sulla sua presenza in altre regioni della Spagna e dell’Italia e in regioni della Francia e della Slovenia. Nel 2011 Agroscope Changins-Wädenswil (ACW), in collaborazione con il SFF, ha lanciato una campagna di monitoraggio per la Svizzera. Nel luglio del 2011 si è riscontrata per la prima volta in Svizzera un’infestazione da drosofila del ciliegio. Alla fine della campagna 2011 era stata notificata l’infestazione di diverse varietà di bacche e in due casi di vigneti nei Cantoni di FR, GE, TI, TG, VS, VD, ZH e GR.

Considerata la biologia dell’organismo nocivo, è prevedibile che la propagazione e la diffusione della drosofila del ciliegio non potrà essere evitata efficacemente solo attraverso l’introduzione di provvedimenti fitosanitari nel commercio internazionale. Appena l’organismo nocivo si propaga in una regione nella quale trova condizioni di vita adatte, a causa dell’elevato tasso di riproduzione e della difficoltà di individuarlo allo stadio iniziale, una strategia di debellamento non ha alcuna possibilità di successo. Per questo motivo, nonostante l’elevato potenziale nocivo, in Svizzera e nell’UE la drosofila del ciliegio non è stata inserita nella lista degli organismi di quarantena da notificare e combattere. Nel 2012 il principale provvedimento è stato l’intensificazione e la continuazione della campagna nazionale di monitoraggio in Svizzera. Contemporaneamente sul piano nazionale sono stati avviati la ricerca e lo sviluppo di provvedimenti di lotta sostenibili per contrastare il potenziale di pericolo della drosofila del ciliegio per la frutticoltura e la viticoltura.

Il tarlo asiatico del fusto (Anoplophora glabripennis) rappresenta una nuova minaccia per diverse latifoglie indigene. Esso appartiene al genere comprendente numerose specie della Anoplophora, la cui presenza naturale è limitata alla zona asiatica. In Svizzera e in Europa il tarlo asiatico del fusto è sulla lista degli organismi di quarantena da notificare e combattere. La procedura da adottare in caso di comparsa è disciplinata in maniera esplicita nell’ordinanza sulla protezione dei vegetali (OPV).

Il tarlo asiatico del fusto infesta anche gli alberi sani e in pochi anni può portarli alla morte. A causa dell’ampio spettro di piante ospiti questa cerambice può arrecare enormi danni economici ed ecologici al bosco. Inoltre sono minacciati anche gli alberi da frutto nonché gli spazi verdi pubblici. La principale via di diffusione del tarlo asiatico del fusto è il legname da imballaggio infestato. L’adempimento delle disposizioni fitosanitarie per il legname da imballaggio secondo la OPV è controllato in maniera mirata dal SFF.

Il tarlo asiatico del fusto dall’Asia si è dapprima diffuso negli USA. La sua presenza su alberi autoctoni in Europa è stata accertata nel 2001 in Austria, successivamente in Francia (2003), in Germania e Polonia (2004), poi in Belgio e Olanda (2011). Nel luglio 2011 il tarlo asiatico del fusto è stato trovato per la prima volta in Svizzera. Se un’infestazione è individuata in uno stadio precoce, una strategia di debellamento può avere successo, anche se dispendiosa, lunga e costosa. Il servizio cantonale fitosanitario competente, in stretta collaborazione con il SFF, ha perciò preso misure adeguate per il debellamento dell’organismo nocivo. Gli alberi infestati sono stati rapidamente estirpati e per un’ulteriore sorveglianza è stata delimitata la zona attorno al focolaio. La zona delimitata deve essere sorvegliata e controllata accuratamente per diversi anni. Nel 2012, come misura collaterale, è stato intensificato dal SFF il controllo del legname da imballaggio.

Per prevenire il rischio crescente di introduzione di nuovi organismi nocivi, nell’ultimo decennio il SFF ha rafforzato la collaborazione con l’UE, i Cantoni, gli attori coinvolti nel commercio internazionale e all’interno della Confederazione. I problemi transfrontalieri richiedono soluzioni comuni che varcano i confini politici.

210 2.3 Miglioramento delle basi

2.3.3.4 Organismi geneticamente modificati negli alimenti per animali

Per il quarto anno consecutivo, non sono stati acquistati sul mercato mondiale e importati alimenti per animali contenenti organismi geneticamente modificati. In quattro analisi su alimenti per animali da reddito è stata rilevata una quota di oltre lo 0,9 per cento di organismi geneticamente modificati, quindi contrassegnati in maniera errata. Per gli alimenti per animali da compagnia sono stati riscontrati due campioni positivi con oltre 0,9 per cento di componenti geneticamente modificati. Per gli alimenti per animali da compagnia la situazione pare essersi stabilizzata a un livello soddisfacente. Per gli animali da reddito, invece, la situazione sembra all’apparenza leggermente peggiorata. Ciò mostra che è più difficile per gli importatori ottenere la qualità auspicata, senza manipolazioni genetiche, sul mercato mondiale.

Alimenti per animali contenenti OGM notificati alla dogana all’importazione

Anno Volume totale di alimenti per Alimenti per animali Alimenti per animali animali importati contenenti OGM notificati contenenti OGM notificati

UFAG, DGD

Analisi sulla presenza di componenti OGM negli alimenti per animali da reddito a cura di Agroscope Liebefeld-Posieux ALP

Anno Campioni prelevati dalla Indicazioni Campioni prelevati da ALP Indicazioni dogana

Analisi sulla presenza di componenti OGM negli alimenti per animali da compagnia a cura di Agroscope Liebefeld-Posieux ALP Anno Alimenti per animali da Indicazioni compagnia

211 2.3 Miglioramento delle basi
in t in t in % 2007 486 743 55 0,01 2008 461 039 0 0 2009 380 018 0 0 2010 455 271 0 0 2011 491 419 0 0 Fonti:
all’importazione errate da prodotti sul mercato errate Numero Numero Numero Numero 2007 93 0 260 3 2008 93 0 242 0 2009 96 0 241 0 2010 60 0 237 1 2011 59 0 239 4 Fonte: Agroscope
Liebefeld-Posieux ALP
Numero Numero 2007 97 9 2008 116 4 2009 138 8 2010 109 1 2011 106 2 Fonte: Agroscope Liebefeld-Posieux ALP
controllati errate

2.4 Temi particolari

2.4.1 Ispettorato delle finanze

Il programma annuale dell’Ispettorato delle finanze è elaborato sulla base di analisi interne dei rischi, di valori empirici e di una pianificazione pluriennale. Al fine di evitare lacune e doppioni, esso viene concertato e allineato alle attività del Controllo federale delle finanze.

n Attività di revisione

Rendiconto sull’anno oggetto del rapporto

Nell’anno oggetto del rapporto sono state eseguite le seguenti revisioni:

revisione del sistema dei pagamenti diretti in tre Cantoni;

revisione di misure di miglioramento delle basi in tre Cantoni;

revisione delle chiusure contabili dell’esercizio 2010 presso UFAG e Agroscope;

revisioni intermedie presso UFAG e Agroscope;

revisione di due progetti di ricerca UE;

revisione delle misure di promozione dello smercio presso due organizzazioni partner;

revisione dei mandati di prestazione presso tre organizzazioni partner;

revisione di servizi presso un settore all’UFAG e – follow-up di revisioni concluse.

Tutte le ispezioni sono state eseguite in base agli standard per la pratica professionale dell’Institute of Internal Auditors (IIA) nonché dell’Associazione svizzera di revisione interna (ASRI).

Per quanto concerne il settore dei pagamenti diretti, lo scorso anno sono stati verificati i flussi finanziari tra Confederazione e Cantone nonché i pagamenti ai gestori presso tre Cantoni. Si è potuto constatare che si sono avuti progressi nei settori assicurazione della qualità, registrazione dati, rilevazione delle superfici e alta vigilanza su attività esternalizzate. In un Cantone vi è necessità di miglioramento, secondo l’Ispettorato delle finanze, nell’ambito dell’esecuzione delle attività di vigilanza, dell’assicurazione della qualità interna e della collaborazione all’interno dell’amministrazione cantonale. Si è raccomandato all’UFAG di incentrare la vigilanza sull’esecuzione nel Cantone interessato in maniera mirata sulle lacune riscontrate.

Nella revisione delle misure nel settore del miglioramento delle basi sono stati verificati i flussi finanziari tra Confederazione e Cantone nonché i pagamenti ai richiedenti di contributi, crediti di investimento e mutui nel quadro dell’aiuto per la conduzione aziendale negli stessi tre Cantoni. L’amministrazione delle misure è risultata chiaramente disciplinata in due Cantoni e l’organizzazione era ineccepibile, con processi comprensibili nonché strumenti di lavoro adeguati. Un Cantone ha ristrutturato questo ambito; i lavori hanno tuttavia subito una battuta d’arresto per mancanza di risorse. È stato difficile ricostruire le modalità di trattamento delle domande, poiché le basi giuridiche della Confederazione nel settore del miglioramento delle basi sono molto complesse e i fascicoli disponibili presso i servizi preposti all’esecuzione erano voluminosi. La legittimità si è potuta confermare in tutti e tre i Cantoni solo in maniera limitata. Una valutazione globale sull’esecuzione nel settore del miglioramento delle basi sarà possibile soltanto sulla base della verifica effettuata in ulteriori Cantoni.

La revisione delle chiusure contabili dell’esercizio 2010 e le revisioni intermedie presso UFAG e Agroscope sono state eseguite in funzione del rischio e sulla base delle constatazioni emerse in occasione delle revisioni presso i servizi dell’UFAG e presso Agroscope. La gestione contabile avviene in maniera regolare, nel rispetto dei principi della gestione finanziaria e della tenuta dei conti. Analogamente agli scorsi anni, le revisioni nell’ambito dei progetti di ricerca di Agroscope cofinanziati dall’UE hanno rivelato che non sempre i dati elaborati dal sistema contabile consentono di risalire direttamente alle risorse umane impiegate.

212 2.4 Temi particolari

Nell’ambito delle misure di promozione dello smercio e del Piano d’azione nazionale per la conservazione e l’utilizzo sostenibile delle risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura sono state eseguite revisioni in ognuno dei casi presso due organizzazioni partner, mentre nel settore lattiero presso un’organizzazione partner. La fatturazione all’UFAG è avvenuta conformemente a quanto convenuto contrattualmente e secondo le prestazioni realmente fornite; ne è stata confermata la regolarità e la correttezza. In un settore dell’UFAG è stata effettuata una revisione di servizi. Si è potuto constatare che le misure sono state attuate in maniera competente e con grande impegno. I processi sono stati descritti sufficientemente bene e in maniera comprensibile. Per quanto riguarda la valutazione del raggiungimento degli obiettivi e l’efficacia, la visione interna positiva del settore è stata confermata ampiamente dalla visione esterna dei Cantoni nonché dei promotori dei progetti. L’Ispettorato delle finanze ritiene che sia necessario migliorare la supervisione sull’esecuzione dei provvedimenti da parte dei Cantoni, il controllo dei pagamenti dei contributi nonché la garanzia dei mezzi finanziari per i provvedimenti.

Follow-up

Nell’ambito del follow-up, si è verificato lo stato di attuazione delle raccomandazioni in sospeso sulla base di 11 revisioni effettuate presso i settori interessati e presso cinque Cantoni (revisioni dei pagamenti diretti), stabilendo che alle raccomandazioni è stato ampiamento dato seguito. Lo stato di applicazione delle raccomandazioni non ancora attuate o in preparazione sarà nuovamente verificato nel corso dell’anno.

n Attività d’ispezione

Attività di controllo nell’anno oggetto del rapporto

Il Servizio d’ispezione dell’UFAG effettua controlli in tutti gli ambiti della legislazione agricola relativamente alla produzione e allo smercio per i settori dell’UFAG. Nel 2011 sono stati effettuati 354 controlli. Le verifiche hanno riguardato i seguenti settori:

– latte: 300 controlli;

– frutta e verdura, fiori recisi, carne, uova, esposizioni e fiere: 54 controlli.

La verifica dei dati sui contratti nonché sulla produzione e la valorizzazione nel settore del latte in relazione al versamento di supplementi ha avuto luogo secondo la norma internazionale ISO/IEC 17020, servizio d’ispezione accreditato di tipo B. Per gli altri ambiti di controllo sono state applicate le medesime norme di qualità.

La scelta delle aziende da controllare nel settore del latte viene effettuata sulla scorta di un’analisi dei rischi periodicamente aggiornata e di un mandato globale annuale concordato con il settore competente. Nell’anno oggetto del rapporto, 1 063 aziende hanno ricevuto supplementi per un importo totale di 292 milioni di franchi; di queste il 28 per cento è stato controllato e in 145 casi vi sono state delle contestazioni. 49 casi sono stati trasmessi al settore competente affinché li trattasse ed emettesse una decisione.

Infrazioni

Gli accertamenti e le indagini concernenti infrazioni della legislazione agricola vengono effettuati in collaborazione con autorità d’inchiesta federali e cantonali, con organizzazioni private e altri servizi di assistenza giuridica. Nell’anno oggetto del rapporto non si sono dovuti chiarire nuovi casi.

213 2.4 Temi particolari

2.4.2 Messa in rete delle banche dati agricole

Programma «ASA 2011»

L’obiettivo del programma «ASA 2011» (Amministrazione del Settore Agricolo) era creare una piattaforma ampliabile adeguata e flessibile, che potesse soddisfare anche esigenze future. In primo piano vi era una prassi d’esecuzione efficiente, unita a un’ottimale gestione delle informazioni e dei dati tramite il sostegno tecnico informatico. Le semplificazioni amministrative a cui si puntava erano rivolte agli utenti dell’amministrazione, così come ai gestori, alle persone soggette all’obbligo di notifica e ai detentori di animali, nell’obiettivo di consentire loro un facile accesso ai diversi sistemi informatici, oltre che l’inserimento e la richiesta di informazioni sulla propria azienda.

Dal profilo amministrativo, il programma ASA 2011 si è concluso il 31 dicembre 2011 dopo l’avvio, assieme al portale, dell’architettura orientata ai servizi (SOA) come elemento centrale. Altre applicazioni quali la Banca dati sul traffico di animali (per i bovini) o HODUFLU (gestione dei concimi aziendali) saranno allacciate al sistema ASA 2011 nel corso del 2012. Altri elementi del programma sono la banca dati dei controlli (Acontrol), la piattaforma di valutazione (Astat-2) e la registrazione online delle superfici gestite (GIS-ASA).

Dalla conclusione del programma, la segreteria ASA si occupa della gestione operativa del portale e del suo sviluppo globale. I progetti ancora in corso saranno via via eseguiti e conclusi.

Agate e i suoi sistemi collegati

La piattaforma Agate rappresenta la porta d’ingresso alle singole applicazioni indipendenti di «Agate». Le singole persone vi possono accedere una volta ricevuti i dati di login. Nel 2011, Agate è stata sottoposta a miglioramenti, grazie ai quali attualmente è possibile l’accesso contemporaneo di 2 000 persone. Tali lavori sono stati effettuati in vista dell’inserimento della banca dati sul traffico di animali per i bovini, previsto nel 2012. La banca dati sul traffico di animali è stata ristrutturata e contemporaneamente integrata in Agate tenendo conto del fatto che, nei momenti di punta, al portale può accedere un numero di persone cinque volte superiore rispetto al passato. L’obiettivo di miglioramento è stato raggiunto.

– Da aprile 2011 anche Acontrol è stato integrato in Agate. Tale programma fornisce una visione d’insieme di tutti i controlli e misure d’esecuzione riguardanti le aziende agricole svizzere. Per motivi di protezione dei dati, l’accesso ad Acontrol è possibile soltanto con un chiaro riconoscimento (p.es. SuisseID) degli utenti.

Il progetto Acontrol sarà successivamente completato con uno strumento per il coordinamento dei controlli, che consentirà una pianificazione semi-automatica dei controlli, nonché un più semplice coordinamento tra i vari uffici coinvolti.

Nel primo anno di funzionamento, Acontrol è stato utilizzato per migliorare le lacune iniziali del sistema e cercare di inserire quante più funzioni speciali possibili, richieste dagli utenti cantonali.

– Il sistema Asan, che coadiuva i processi aziendali dei servizi cantonali di veterinaria, è stato integrato nel portale a maggio 2011 e viene continuamente ampliato con nuove funzioni. La nuova banca dati sui risultati di laboratorio che svilupperà l’Ufficio federale di veterinaria sarà annessa ad Asan sotto forma di modulo.

214 2.4 Temi particolari

Con il progetto Astat-2 si vuole consentire un migliore accesso e utilizzo delle informazioni registrate nelle banche dati amministrative. Si prevede di convogliare in un unico sistema centralizzato tutti i dati delle applicazioni AGIS (strutture, pagamenti diretti e registri aziendali), HODUFLU (dati sui flussi di concime aziendale) e Acontrol (dati sui controlli condotti nelle aziende agricole). Tale sistema centralizzato fungerà da base per la presa di decisione e per l’ottimizzazione dell’uso delle informazioni. I rapporti, le analisi e le altre forme di trasmissione delle informazioni, quali le tabelle, dovranno, da un lato aumentare la trasparenza nell’utilizzo dei fondi pubblici e, dall’altro, migliorare la gestione e lo sviluppo delle misure di politica agricola. La realizzazione del progetto è prevista nel 2012. In seguito, la piattaforma potrà essere estesa ad altri settori del portafoglio S-FA (sicurezza della filiera alimentare).

Con il progetto GIS-ASA la rilevazione delle superfici utilizzate a scopo agricolo, destinata anche al calcolo dei pagamenti diretti, non avverrà più, come finora, numericamente, bensì in maniera geometrica attraverso un sistema d’informazione geografica (SIG). Il sistema consentirà agli agricoltori di registrare i terreni coltivati direttamente in Internet su una carta. Lo sviluppo del sistema è previsto per il 2012/2013 e sarà realizzato sulla base dei modelli di geodati minimi «Gestione agricola», entrati in vigore il 1° giugno 2012 e scaricabili alla pagina Internet http://www.blw.admin.ch/dienstleistungen/00568.

– I sistemi cantonali saranno connessi al portale Agate in maniera progressiva. Dopo l’integrazione, gli agricoltori potranno, tramite Agate, accedere direttamente non solo ai dati della BDTA, di Acontrol e Hoduflu, ma anche al loro sistema cantonale.

Il sistema LAWIS è già stato integrato nel corso del 2011, mentre per altri sistemi cantonali quali Acorda, Agricola e GELAN si prevede una connessione in una fase successiva.

AGIS in ambiente Agate

L’AGIS (sistema d’informazione sulla politica agricola) acquisisce dati concernenti persone, forme di azienda, animali, superfici, manodopera e contributi provenienti dalle banche dati cantonali e dalla banca dati sul traffico di animali. I dati nei settori di competenza dei Cantoni possono però essere modificati solo da questi ultimi, responsabili anche della loro correttezza e completezza.

AGIS serve altri sistemi come l’ISVet (banca dati per Asan e Acontrol), la banca dati nazionale sul latte (DBilch), Obst.ch (un’applicazione web per la registrazione di dati concernenti i frutteti), la Regia federale degli alcool o l’Amministrazione delle dogane (restituzione dei tributi doganali per il carburante). Ognuno di questi sistemi acquisisce solo i dati specifici necessari allo stesso e i beneficiari li completano con i propri dati tecnici. La DBMilch, ad esempio, integra i dati con informazioni concernenti i quantitativi di latte commercializzati.

Altri sistemi, invece, acquisiscono i dati da AGIS in maniera attiva. Tra questi vi sono, ad esempio, la banca dati sul traffico di animali, il registro delle imprese e degli stabilimenti (RIS), HODUFLU e la gestione dell’utente e dell’accesso (GAU) di Agate.

I dati AGIS vengono pertanto utilizzati in maniera polifunzionale attraverso entrambi i meccanismi e devono essere registrati e gestiti solo nel sistema di base.

Se in AGIS viene registrata una nuova persona, i dati di accesso vengono inoltrati automaticamente ad Agate via GAU. In caso di problemi con la password, l’utente può contattare l’help desk di Agate. Quest’ultimo può risolvere direttamente il problema o richiedere un intervento sui dati di base tramite il sistema cantonale e AGIS. AGIS, quindi, è la banca dati centrale che alimenta i diversi sistemi con i dati necessari provenienti dai Cantoni.

215 2.4 Temi particolari

2.4.3 Unità federale per la filiera alimentare

Mandato diretto della Confederazione

L’Unità federale per la filiera alimentare (UFAL), certificata ISO 9001:2008, è un servizio centrale di supporto agli Uffici federali dell’agricoltura (UFAG), di veterinaria (UFV) e della sanità pubblica (UFSP) nella vigilanza sull’esecuzione, in Svizzera, delle legislazioni sulla salute dei vegetali, sugli alimenti per animali, sulle epizoozie, sulla protezione degli animali e sulle derrate alimentari.

In virtù del decreto del Consiglio federale, l’UFAL, fondata nel 2007, si occupa della sorveglianza delle autorità d’esecuzione, nonché dell’allestimento e dell’aggiornamento del piano di controllo nazionale pluriennale della Svizzera, svolgendo tali compiti in stretta collaborazione con i tre Uffici federali.

Operazioni in loco

La vigilanza della Confederazione sull’esecuzione si svolge tramite audit. Si ispezionano i circa 50 servizi cantonali e le autorità federali, quali il Border Inspection Posts (BIP) dell’UFV e il Controllo ufficiale degli alimenti per animali dell’UFAG. I temi, ossia i programmi degli audit, sono dettati dal Piano di controllo nazionale (PCN) e dagli aspetti d’attualità e rilevanti a livello di UE, concernenti la filiera alimentare. Durante gli audit, l’UFAL sente i servizi preposti in loco e, a seconda del programma, accompagna gli ispettori nello svolgimento dei controlli. Constatazioni e risultati degli audit vengono riportati in un rapporto. Nel caso in cui si rilevino lacune nell’esecuzione, l’UFAL raccomanda i necessari adeguamenti e richiede, a nome degli Uffici federali competenti, un piano d’azione volto a colmarle.

Impostazione uniforme della procedura di audit

La legislazione vigente in relazione alla filiera alimentare non definisce come l’UFAL debba condurre le sua vigilanza e nel decreto del Consiglio federale il metodo è definito solo in maniera parziale.

L’UFAL ha pertanto ripreso le rispettive basi legali dell’UE, non da ultimo anche allo scopo di adempiere gli accordi presi nell’ambito dell’accordo veterinario tra la Confederazione Svizzera e l’Unione europea.

I requisiti per i sistemi nazionali di audit sono formulati all’articolo 4 (6) del regolamento (CE) n. 882/2004. Le spiegazioni a tale articolo sono riportate nella decisione della Commissione del 29 settembre 2006 (2006/677/CE) che fissa dei criteri quali linee guida per la conduzione di audit. L’UFAL si è pertanto basata su queste ultime per elaborare la propria procedura di audit. Onde impostare la procedura nazionale di audit, la stessa si è inoltre rifatta alle missioni dell’Ufficio alimentare e veterinario (UAV) della Commissione in Svizzera, utilizzando i suoi metodi come modello.

Prestazioni dell’UFAL

Il processo Piano di controllo nazionale implica che esso venga riallestito ogni cinque anni e aggiornato annualmente, includendo i profili cantonali ad esso collegati. Attualmente viene applicato il Piano di controllo nazionale 2010–2014.

Ogni anno, l’UFAL redige anche un rapporto sul PCN e uno sull’attuazione dei suoi obiettivi strategici. In collaborazione con gli Uffici federali, organizza una giornata PCN alla quale vengono invitati i rappresentanti delle autorità esecutive.

216 2.4 Temi particolari

Vigilanza della Confederazione sull'esecuzione: programmi di audit conclusi o ancora in corso

Settore della filiera alimentare Alimenti per animali

Salute degli animali

Importazioni: animali e sottoprodotti di origine animale

SVT e PIF SVT e PIF1 SVT e PIF SVT e PIF SVT e PIF

Protezione degli animali

Sicurezza delle derrate alimentari

Autorizzazione

Importazioni:

Esecuzione della protezione degli animali e importazioni di alimenti per animali – Programmi di audit che riguardano l’UFAG

Dal 2009 al 2011, nell’ambito del suo programma di audit «Esecuzione della protezione degli animali in aziende con animali da reddito» l’UFAL ha verificato se i servizi cantonali di veterinaria avevano introdotto le nuove norme della legislazione sulla protezione degli animali, del settembre 2008, e se si assumevano le proprie responsabilità in riferimento all’esecuzione della protezione degli animali.

Dai risultati del programma emerge che l’esecuzione della protezione degli animali in aziende con animali da reddito è efficace, ma che i servizi di veterinaria non hanno ancora applicato tutti i nuovi requisiti. L’applicazione lacunosa concerneva, in particolare, la conduzione di controlli sistematici durante i quali gli uffici dell’agricoltura si assicuravano, per lo più, che i controlli nelle aziende detentrici di animali da reddito beneficiarie di pagamenti diretti si svolgessero alle frequenze stabilite nell’ordinanza sul coordinamento dei controlli delle aziende agricole (OCoC) e, di conseguenza, conformemente all’OPAn. Per tale motivo, l’UFAL ha raccomandato all’UFV e all’UFAG di esaminare se la struttura di controllo duale (esecuzione OPD ed esecuzione LPAn) è adatta a garantire un controllo della protezione degli animali da reddito affidabile e sostenibile. Attualmente, pertanto, UFAG e UFV collaborano alla valutazione del sistema di controllo nel settore della protezione animale.

Il programma di audit riguardante gli importatori «Valutazione dell’esecuzione lungo tutta la filiera alimentare», avviato nel 2011 e in corso fino al 2013, comprende i tre settori Alimenti per animali, Animali e sottoprodotti di origine animale e Derrate alimentari e oggetti d’uso. Il suo obiettivo è esaminare la conformità legale dell’attività esecutiva delle autorità competenti.

Dai lavori del 2011 nel settore Alimenti per animali è emerso che il Controllo ufficiale degli alimenti per animali esegue i suoi controlli su importatori e relativi prodotti in maniera conforme alla legislazione sugli alimenti per animali. Nell’ambito di tale valutazione, l’UFAL aveva espresso un’unica riserva riguardante l’esecuzione di controlli e campionature proporzionate al rischio. L’approccio da questo punto di vista può essere adeguato ancora meglio ai rischi reali.

217 2.4 Temi particolari
1 Servizio veterinario di confine e posti d'ispezione frontalieri (border inspection posts) delle aziende attive nel settore della carne e del latte
aziende
derrate alimentari e oggetti d’uso Animali da reddito detenuti in
agricole
Importazioni 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
218

3. Aspetti internazionali

3.1 Sviluppi sul piano internazionale

L’anno scorso è nato, sotto l’egida dell’ONU, il progetto di ampio respiro «Il mondo che vogliamo». Dopo mesi di intense discussioni, talvolta anche frustranti, finalmente durante la Conferenza di Rio sullo sviluppo sostenibile quasi tutti gli Stati del mondo hanno adottato un testo universale. A vent’anni di distanza dal primo vertice mondiale, tenutosi sempre a Rio, i capi di Stato di molti Paesi si sono nuovamente riuniti in Brasile per concludervi una dichiarazione che spiani la strada alla realizzazione di un’economia verde al servizio di tutti. È evidente, però, che considerato l’enorme impatto dell’agricoltura sull’ambiente e sull’uomo, senza di essa non può esserci economia verde! Per tale motivo, la Svizzera è molto soddisfatta che in questo testo di altissimo livello siano stati riconosciuti come prioritari il ruolo e gli obiettivi di questo settore. Gli sviluppi internazionali sono stati altresì caratterizzati da un’intensa attività della Svizzera nell’ambito degli accordi con i Paesi terzi, oltre che dalle problematiche concernenti le relazioni con l’Unione europea, suo partner principale. Inoltre, i quattro Uffici federali UFAG, SECO, UFV e UFSP hanno lanciato la nuova piattaforma di scambio AGROEXPORT. L’obiettivo di questo forum è, da un lato, identificare i problemi di ordine non tariffario riscontrati dagli esportatori negli scambi con Paesi terzi. Gli stessi sono repertoriati e quindi trattati dall’Ufficio competente durante incontri con rappresentanti di questi Paesi, all’OMC o in seno ai comitati misti. Dall’altro lato, la piattaforma consente di rilevare gli interessi nell’ambito dell’esportazione prima dell’avvio dei negoziati per accordi di libero scambio. Lo scambio d’informazioni è garantito tramite riunioni tenute a ritmo regolare, semestrale o trimestrale.

219
3.1 Sviluppi sul piano internazionale

Su iniziativa dell’UFAG, nel 2011 la Svizzera ha avviato il processo d’integrazione nel modello di simulazione europeo CAPRI, per la parte «modulo di mercato». Questo strumento, utilizzato dalla Commissione europea e da altri Paesi, consente di allestire modelli dei flussi commerciali internazionali per un insieme di Paesi o per singolo Paese e di valutare l’impatto di nuovi scenari di politica commerciale. La Svizzera è diventata un’entità commerciale indipendente, il che le consente di effettuare simulazioni e numerose analisi economiche prospettiche. Il modello CAPRI sarà utilizzato principalmente nel quadro dei preparativi per i negoziati in vista di accordi con Paesi terzi. Si sfruttano altresì sinergie con strumenti esistenti all’UFAG e negli istituti di ricerca.

Le relazioni internazionali in ambito agricolo proseguono, per quanto a volte siano rallentate da costellazioni geopolitiche difficili dovute alla crisi economica e monetaria, che impediscono il consolidamento di legami duraturi con partner nuovi o di lunga data.

3.1.1 Accordo di libero scambio con l’UE nel settore agroalimentare (ALSA)

La Svizzera ha avviato negoziati con l’UE su un accordo nei settori agricoltura, sicurezza delle derrate alimentari e dei prodotti e sanità pubblica (ALSA&ASP) nel novembre 2008. In una prima fase le trattative avevano segnato progressi soddisfacenti e nel team «Accesso al mercato nel settore agricolo», ad esempio, erano stati trovati i primi, importanti denominatori comuni. L’ultimo ciclo di negoziati completo si è svolto nel giugno 2009, mentre quello nel settore dell’accesso al mercato il 22 giugno 2010.

n Trattative ancora in stallo a causa di questioni istituzionali

Le trattative sono ormai bloccate da metà 2010, fondamentalmente per due motivi. Da un lato, l’UE vuole che i progressi futuri in tutti e quattro gli ambiti negoziali siano vincolati ai risultati delle discussioni sulle questioni istituzionali orizzontali. Tale condizione incide anche su altri negoziati concernenti l’accesso al mercato tra la Svizzera e l’UE. Le questioni istituzionali da risolvere riguardano, essenzialmente, i seguenti quattro aspetti: (i) adeguamento dell’accordo all’evoluzione della legislazione europea rilevante, (ii) interpretazione dell’accordo, (iii) controllo dell’applicazione degli accordi, (iv) composizione delle controversie. Dall’altro lato vi sono ancora divergenze sull’oggetto dei negoziati, considerato che i mandati negoziali di entrambe le parti divergono in due importanti punti. L’UE sostiene che l’acquis globale sulla tutela dei consumatori è un elemento dell’accordo perseguito, mentre la Svizzera, dal canto suo, contesta all’UE di non essere pronta a trattare su una regolamentazione contrattuale orizzontale nell’ambito non armonizzato (cosidd. reciprocità del «Cassis de Dijon»). Per la Svizzera in questo contesto è imprescindibile una soluzione senza la quale, altrimenti, non è possibile garantire una vera reciprocità nell’accesso ai mercati.

Con decreto del 1° febbraio 2012, il Consiglio federale ha fissato le tappe successive dei negoziati bilaterali con l’UE, ribadendo l’intenzione di portare avanti in maniera integrata e coordinata i fascicoli ancora aperti, tra i quali i negoziati nei settori dell’agricoltura, della sicurezza delle derrate alimentari e dei prodotti e della sanità pubblica. L’obiettivo generale dell’approccio integrato e coordinato è, nell’ottica di un’ottimale compensazione degli interessi, trattare parallelamente i fascicoli pendenti con l’UE e migliorare, in tal modo, anche l’accesso al mercato interno europeo. Nello stesso contesto si dovranno trovare soluzioni anche alle questioni istituzionali, motivo per cui il Consiglio federale ha fissato principi in proposito. Questi dovrebbero costituire la base per una soluzione istituzionale concreta nell’ambito degli attuali negoziati su un accordo concernente l’elettricità. Una simile soluzione potrebbe fungere da modello per il futuro accordo per l’accesso al mercato tra UE e Svizzera, nonché per l’ALSA&ASP. Le proposte sono state trasmesse all’UE a giugno 2012.

220 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

Il Consiglio federale continua a essere convinto che una maggiore interazione dei mercati agricoli della Svizzera e dell’UE possa giovare alla filiera agroalimentare elvetica e garantire, a lungo termine, posti di lavoro in Svizzera. L’industria agroalimentare svizzera stessa rivendica un migliore accesso ai mercati dell’UE, ritenendo che soprattutto l’eliminazione degli ostacoli al commercio non tariffali genererà nuove possibilità d’esportazione.

n Dibattiti in seno al Parlamento

Durante la fase di stallo dei negoziati con l’UE, dovuta a questioni istituzionali di ordine superiore, le trattative nel settore agricolo hanno subito pressioni anche sul piano politico interno.

A giugno 2011, il Consiglio nazionale ha accolto tre interventi parlamentari, segnatamente le mozioni Joder (Interruzione dei negoziati), Darbellay (Sospensione) e Favre (Bilaterali III senza libero scambio agricolo), che invitano il Consiglio federale a interrompere o a sospendere temporaneamente i negoziati. Il 7 marzo 2012, il Consiglio degli Stati ha accolto e trasmesso al Consiglio federale la mozione Darbellay, che richiede una sospensione dei negoziati fino alla conclusione del ciclo di Doha dell’OMC. Lo stesso ha, al contrario, respinto l’interruzione definitiva delle trattative. Il 26 settembre 2012 il Consiglio nazionale ha respinto una mozione della Commissione dell’economia e dei tributi del Consiglio degli Stati (Mo. CET-S 12.3014), la quale incarica il Consiglio federale di condurre un’analisi dei negoziati agricoli con l’UE e di indicare alternative possibili all’attuale approccio, allo scopo di realizzare un’apertura del mercato graduale e controllata. Il Consiglio federale effettuerà un’analisi tesa a definire l’ulteriore procedura tenendo conto delle opinioni e dei pareri espressi ed esaminerà le possibili opzioni concernenti l’apertura del mercato. Nel quadro della suddetta analisi il Consiglio federale deciderà anche sull’ulteriore procedura nel settore dei negoziati sulla sanità.

3.1.2 Accordi di libero scambio con Paesi al di fuori dell’UE

Oltre che sulla Convenzione dell’Associazione europea di libero scambio (Convenzione AELS) e sull’accordo di libero scambio con l’UE, attualmente la Svizzera conta su una rete di 26 accordi di libero scambio con 35 partner al di fuori dell’UE. Questi vengono generalmente negoziati e conclusi nell’ambito dell’AELS, ma in singoli casi anche bilateralmente.

Il benessere della Svizzera dipende, per buona parte, dal commercio internazionale di beni e servizi e dagli investimenti transfrontalieri. Il continuo miglioramento dell’accesso ai mercati esteri costituisce pertanto un obiettivo della sua politica economica estera. La strada migliore per raggiungerlo è quello multilaterale nell’ambito dell’OMC abbinata, per il completamento della piattaforma multilaterale, alla conclusione di accordi di libero scambio. Alle imprese svizzere va consentito un accesso ai mercati internazionali almeno equivalente a quello delle loro principali concorrenti estere quali, ad esempio, quelle europee, statunitensi o giapponesi. Siccome questi Paesi ampliano la propria rete di partner tramite accordi di libero scambio, la conclusione di accordi di questo tipo è un importante strumento per tutelare e aumentare la competitività della piazza economica svizzera. Gli accordi di libero scambio contemplano disposizioni sul traffico di merci che disciplinano, in particolare, la riduzione dei dazi e altre restrizioni al commercio e che interessano altresì la compravendita di prodotti agricoli di base e trasformati. In genere essi inglobano anche la protezione della proprietà intellettuale e lo smantellamento degli ostacoli non tariffali al commercio. Accordi più estesi e recenti contemplano inoltre convenzioni per il mercato dei servizi, gli investimenti e gli acquisti pubblici. Nei negoziati attualmente in corso per nuovi accordi si introduce anche il tema della sostenibilità.

221 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

Gli accordi di libero scambio vigenti tra la Svizzera e Paesi al di fuori dell’UE coprono circa il 15 per cento delle esportazioni elvetiche. Se dovessero venir condotti a buon fine anche i negoziati con Cina e India, tale quota passerebbe al 25 per cento. Gli accordi di libero scambio rappresentano, per l’industria d’esportazione svizzera, un risparmio sui dazi di oltre 100 milioni di franchi all’anno, oltre che una maggiore sicurezza giuridica per servizi, investimenti e proprietà intellettuale.

n Accordi di libero scambio nel quadro dell’AELS

Il 1° luglio 2011 sono entrati in vigore gli accordi di libero scambio con Perù e Colombia, il 1° giugno 2012 quello con l’Ucraina. Inoltre, sono stati finalizzati, anche se non sono ancora entrati in vigore, accordi di libero scambio nell’ambito dell’AELS con gli Stati arabi del Consiglio di cooperazione del Golfo, Hong Kong e il Montenegro. Al momento sono in corso negoziati con Bosnia-Erzegovina, India, Indonesia, Unione doganale tra Russia, Bielorussia e Kasakstan, Vietnam e Stati dell’America Centrale (Costa Rica, Panama, Honduras e Guatemala), mentre sono sospesi quelli con Algeria e Tailandia. In fase di esplorazione o preparazione si trovano invece gli accordi di libero scambio con Georgia, Malesia e Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay).

n Accordi bilaterali di libero scambio

La Svizzera ha concluso accordi bilaterali di libero scambio con le isole Färöer e il Giappone. All’inizio del 2011 sono stati intavolati negoziati per un accordo di questo tipo anche con la Cina.

n Rinegoziazione della Convenzione AELS

La Convenzione AELS contiene disposizioni per lo scambio di merci tra gli Stati AELS, alcune riguardanti in particolare anche i prodotti agricoli. Nella primavera 2011 è stata avviata la rinegoziazione di detta convenzione con l’obiettivo di semplificarne la struttura e ridurre ulteriormente gli ostacoli al commercio. Il risultato ottenuto presenta migliori condizioni di accesso al mercato, quasi paragonabili a quelle che gli Stati AELS accordano ad altri partner di libero scambio sviluppati. Sono degni di nota, ad esempio, l’aumento del contingente doganale esistente per il formaggio da 90 a 200 tonnellate e i nuovi contingenti per specialità di carne (carne secca dei Grigioni e Walliser Trockenfleisch incluse) e concentrato di succo di mela. Per i prodotti agricoli trasformati il campo d’applicazione e il livello d’impegno sono stati adeguati ai rispettivi accordi AELS-UE.

222 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

3.1.3 Accordo agricolo Svizzera – UE

Anche nel 2011 si è sviluppato in maniera mirata l’accordo agricolo esistente tra la Svizzera e l’UE, ampliando ulteriormente le relazioni in ambito agricolo. L’undicesima riunione del Comitato misto (CM) per l’agricoltura ha avuto luogo a Berna, il 19 ottobre 2011, sotto la presidenza della Svizzera.

Il commercio bilaterale di formaggio è ormai totalmente liberalizzato dal 1° giugno 2007 e le modalità di transizione fissate all’allegato 3 dell’Accordo agricolo sono, pertanto, diventate obsolete. Con la decisione n. 1/2011 del CM, entrata in vigore il 1° aprile 2011, si è potuto tenere conto di tale evoluzione. Attraverso un più intenso scambio di esperienze riguardo al riconoscimento dell’equivalenza delle disposizioni dei singoli Stati terzi nel settore biologico e degli enti di certificazione di Paesi terzi si è potuta estendere ulteriormente la proficua collaborazione nel settore biologico. Con la decisione n. 2/2011 del CM, entrata in vigore il 1° dicembre 2011, si garantisce che la Svizzera e l’UE sviluppino ulteriormente e parallelamente i rispettivi regimi di Stati terzi nel settore biologico.

Con l’entrata in vigore delle decisioni 1/2012 e 2/2012 si sono potuti effettuare importanti adeguamenti anche nel settore vini e bevande spiritose. Si è, ad esempio, integrato nell’allegato 7 (commercio dei prodotti vitivinicoli) l’elenco svizzero aggiornato delle denominazioni viticole protette, estendendo la loro protezione anche nell’UE. Inoltre, nell’ambito di una modifica dell’allegato 8 (bevande spiritose), la denominazione «Damassine» ha ottenuto la protezione nell’UE dove finora era riconosciuta solo in relazione al nome di una località (p.es. Damassine d’Ajoie).

Sono altresì proseguiti i lavori volti a eliminare i controlli alla frontiera in ambito fitosanitario: entrambe le Parti concordano sull’eliminazione, a breve, dei controlli fitosanitari alla frontiera Svizzera-UE. L’attuazione prevista, tuttavia, sembra subire ritardi a causa di difficoltà di carattere legale.

n Accordo sulla protezione reciproca di DOP e IGP

Il 1° dicembre 2011 è entrato in vigore l’Accordo tra la Svizzera e l’UE sul riconoscimento reciproco delle denominazioni di origine protette (DOP) e delle indicazioni geografiche protette (IGP) dei prodotti agricoli e alimentari, che diventa l’allegato 12 dell’Accordo agricolo Svizzera-UE del 1999.

Nell’accordo in questione la Svizzera e l’UE si impegnano a riconoscere reciprocamente le loro indicazioni geografiche e a proteggerle, in base a termini transitori specifici, da qualsiasi imitazione o utilizzo abusivo. Per la Svizzera ciò comporta l’estensione della protezione di 22 denominazioni al territorio dell’UE con i suoi circa 500 milioni di consumatori. Di queste denominazioni fanno parte anche prodotti d’esportazione con una notevole rilevanza in termini economici, come la Carne secca grigionese, il Gruyère e il Tête de Moine. Al termine di una procedura chiaramente definita, l’accordo prevede anche la registrazione di nuove denominazioni. La procedura volta a sviluppare l’accordo in questo senso dovrebbe essere avviata già nel 2012.

223 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

3.1.4 Protocollo n. 2

Il Protocollo n. 2 dell’Accordo di libero scambio concluso tra Svizzera e CE nel 1972 disciplina il commercio di prodotti agricoli trasformati tra la Confederazione e l’UE. È stato rivisto nel 2005 nel quadro degli Accordi bilaterali II. L’UE è il principale partner commerciale della Svizzera anche per questi prodotti, con una quota di esportazioni del 65 per cento e di importazioni del 75 per cento.

Il Protocollo n. 2 permette alla Svizzera di compensare i divari di prezzo delle materie prime agricole nel commercio con l’UE attraverso la concessione di contributi all’esportazione per i prodotti trasformati e il prelievo di dazi sulle importazioni. Tali misure di compensazione dei prezzi non devono superare le differenze di prezzo delle materie prime di base esistenti tra Svizzera e UE. Il Protocollo n. 2 contempla i prezzi di riferimento e le differenze di prezzo determinanti per le misure di compensazione, da verificare, e all’occorrenza modificare, a scadenza almeno annuale. Esso è anche oggetto di trattative con l’UE riguardo a un ALSA&ASP e sarà soppresso dopo la realizzazione del libero scambio con l’UE nel settore agroalimentare.

Il 1° aprile 2012 sono stati rivisti, nell’ambito del Protocollo n. 2, i prezzi di riferimento allineandoli nuovamente alle attuali condizioni sui mercati di Svizzera e UE. Su questa base sono stati adeguati i dazi svizzeri sulle importazioni di prodotti agricoli trasformati. Dal punto di vista dell’esportazione occorre tenere in considerazione che le aliquote dei contributi previste dalla legge sul cioccolato per le esportazioni verso

l’UE non devono superare le differenze dei prezzi di riferimento concordate. A causa di un «preventivo della legge sul cioccolato» insufficiente a garantire un’integrale compensazione dei prezzi (cfr. cap. 2.1.1.6), dal 1° marzo al 30 giugno 2012 è stato compensato solo il 75 per cento, e dal 1° luglio 2012 solo il 60 per cento della differenza di prezzo della materia prima.

3.1.5 Politica agricola comune dell’UE (PAC) dopo il 2013

È in atto una riforma della Politica agricola comune dell’UE. Il 12 ottobre 2011, la Commissione UE ha presentato gli elementi fondamentali dell’ulteriore sviluppo sotto forma di proposte legislative. Come è il caso per la Svizzera, queste ultime dovrebbero far fronte alle seguenti sfide: sicurezza alimentare, cambiamenti climatici e ambiente, equilibrio e varietà delle aree rurali. Attualmente è in corso una discussione in seno alle istituzioni europee, nell’ambito della quale assumono un ruolo decisivo il Consiglio, ovvero gli Stati membri dell’UE ivi rappresentati, e il Parlamento europeo. Affinché la riforma agricola entri in vigore, come previsto, il 1° gennaio 2014, è necessario che le differenti basi legali vengano adottate entro fine 2013.

n Pagamenti diretti: distribuzione più equa e più ecologia

Le proposte di legge della Commissione prevedono una riforma del sistema dei pagamenti diretti europeo che elimini i periodi storici di riferimento utilizzati finora e converta i relativi pagamenti in contributi di superficie. L’obiettivo della riforma è una ripartizione delle risorse più equa tra gli Stati membri. Dal 2019 questi ultimi dovranno essere passati a un sistema di pagamento uniforme per ettaro, applicato a livello nazionale e regionale. Si discute molto, in questo contesto, dell’equa distribuzione delle risorse (che fa temere soprattutto ai «vecchi» Stati membri di perdere fondi), della riduzione progressiva dei pagamenti unici per azienda a partire da un importo di 150 000 euro e di un limite massimo dei pagamenti a 300 000 euro all’anno.

224 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

Elemento controverso nell’ambito della riforma è la proposta di «inverdimento» (greening) dei pagamenti diretti, la quale prevede che il 30 per cento degli aiuti diretti agli agricoltori sia subordinato al raggiungimento di determinati obiettivi ambientali. Tra questi vi sono i seguenti provvedimenti obbligatori:

1) utilizzo del 7 per cento delle superfici campicole dell’UE come superficie di compensazione ecologica,

2) diversificazione delle colture (un agricoltore deve coltivare almeno tre diverse colture agricole sui propri terreni) e 3) salvaguardia dei terreni permanentemente inerbiti. Contrariamente alla Svizzera, che nell’ambito delle superfici di compensazione ecologica e dell’avvicendamento delle colture ha un ruolo di precursore applicandone i principi da oltre 10 anni, diversi Stati membri dell’UE temono che tali elementi volti all’inverdimento abbiano pesanti conseguenze negative. Per tale motivo, alcuni Stati (p.es. Paesi Bassi e Spagna) chiedono il dimezzamento della quota del 7 per cento delle superfici di compensazione ecologica mentre altri, soprattutto a Sud, propugnano il riconoscimento degli alberi di ulivo e di altre colture perenni che contribuiscono, altresì, alla diversità delle specie. Francia e Austria, invece, mirano alla possibilità di coltivare sulle superfici di compensazione ecologica leguminose e piante proteiche. Inoltre, in fase di dibattito diversi ministri hanno proposto di stabilire una percentuale di superfici di compensazione non per le singole aziende, bensì per intere regioni. I pagamenti per il greening trovano automaticamente applicazione nella produzione biologica.

Tra le varie richieste vi è anche quella di continuare a promuovere in maniera mirata i giovani agricoltori, aumentando, ad esempio, il contributo di base per i contadini di età inferiore ai 40 anni. Le regioni sfavorite continueranno a beneficiare di un sostegno particolare.

n La Commissione vuole introdurre un nuovo strumento di stabilizzazione dei redditi

L’agricoltura è fortemente dipendente dalle condizioni esterne, variabili di anno in anno. I redditi degli agricoltori, pertanto, sono spesso sottoposti a notevoli fluttuazioni. Per tale motivo, le proposte di legge prevedono uno strumento di stabilizzazione dei redditi agricoli sotto forma di pagamenti compensatori per gli agricoltori che devono far fronte a pesanti perdite di reddito (–30 %). Si propone, inoltre, di estendere agli agricoltori il campo d’applicazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione.

Per quanto concerne gli strumenti d’intervento pubblico e di costituzione di scorte private attualmente in uso, la Commissione prevede di mantenere tali misure anticrisi, essendosi dimostrate un’efficiente rete di protezione. Per tutti i settori sarà introdotta una nuova clausola di salvaguardia che consentirà alla Commissione di agire tempestivamente, adottando provvedimenti urgenti, in caso di problemi generali sul mercato, come ad esempio la crisi EHEC del 2011. Per rafforzare la posizione degli agricoltori si propone altresì di potenziare le organizzazioni di produttori e le associazioni di categoria nonché di sviluppare canali di smercio brevi tra produttori e consumatori. Inoltre, dal 2015 non saranno più prorogate le quote per lo zucchero, che non hanno più ragione di esistere.

Per l’agricoltura saranno necessari anche in futuro fondi elevati. Le discussioni in corso indicano che il preventivo dovrebbe, in linea di massima, essere mantenuto sul livello attuale. È però doveroso osservare che, in termini reali, ciò equivarrebbe a una riduzione.

Per ulteriori informazioni sulle proposte di legge della Commissione visitare la pagina Internet: http:// ec.europa.eu/agriculture/cap-post-2013/legal-proposals/index_it.htm (in fr., ingl. e ted.).

225 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

3.1.6 Rapporti con il Principato del Liechtenstein nel settore agricolo

Il Principato del Liechtenstein (FL) ha, di base, una propria politica agricola. Tuttavia, considerate le sue modeste dimensioni e l’unione doganale con la Svizzera, in ambito agricolo è saldamente inserito nella politica elvetica. Sulla base del Trattato doganale CH-FL, ad esempio, esso riprende numerose leggi svizzere nel settore agroalimentare e in diversi settori è trattato come un Cantone. Allo stesso tempo, prende parte a molte delle misure elvetiche di sostegno del mercato e dei prezzi. Tale rapporto è disciplinato in un scambio di note tra i due Paesi. Anche il Principato, ad esempio, applica i supplementi per il latte trasformato in formaggio e le sue aziende partecipano alle vendite all’asta di carne. Per i servizi forniti esso indennizza la Svizzera versando una somma forfettaria per le spese amministrative. In contropartita, partecipa alle entrate dell’UFAG correlate al disciplinamento del mercato.

n Scambio di note per il disciplinamento delle misure del Principato nel settore del latte

Conformemente allo scambio di note, a integrazione delle misure elvetiche il Principato può, in casi motivati, adottare autonomamente provvedimenti di sostegno, con i quali ottenere condizioni concorrenziali comparabili nello spazio economico comune CH-FL. Così come in Svizzera, anche nel Liechtenstein l’agricoltura è basata soprattutto sulla produzione lattiera. In tale settore può pertanto introdurre misure di sostegno proprie, ma solo temporaneamente. Uno degli obiettivi di tali misure è la compensazione di sostanziali differenze di prezzo del latte. Questa base legale ha fatto da sfondo alla nuova legge del Principato sul disciplinamento del mercato lattiero, entrata in vigore nel 2005 e grazie alla quale esso può promuovere lo sviluppo e l’ampliamento delle strutture di trasformazione nell’economia lattiera. Finora, nel Principato, oltre ai contributi per lo sviluppo, come finanziamenti di progetti, aiuti agli investimenti e contributi d’infrastruttura, sono stati versati soprattutto premi di trasformazione.

n Adeguamento dello scambio di note e soppressione dei pagamenti in base ai quantitativi

I pagamenti in base ai quantitativi sono stati gradualmente ridotti e, infine, soppressi. La Svizzera è favorevole a tale cambiamento. In seguito a tale modifica, a gennaio 2012 è stato adeguato lo scambio di note tra Svizzera e Principato del Liechtenstein. Ora quest’ultimo è obbligato a vietare l’erogazione di tali pagamenti. Inoltre, considerato che nel Principato i supplementi per il latte trasformato in formaggio non sono uno strumento di sostegno tanto valido quanto in Svizzera, le parti si sono accordate in modo che il Principato mantenga, fino a fine 2017, uno speciale programma d’incentivazione adeguato ai sui bisogni.

Fruendo di prestazioni di servizio elvetiche, il Principato versa una somma forfettaria alla Svizzera, finora determinata in base a un conteggio complicato. Per semplificare le procedure, con la modifica dello scambio di note si è stabilito un importo forfettario di 50 000 franchi.

226
3.1 Sviluppi sul piano internazionale

3.1.7 OMC

Nella percezione generale l’Organizzazione mondiale per il commercio OMC viene sostanzialmente collegata alla mancata conclusione dei negoziati, avviati più di dieci anni fa, del cosiddetto ciclo di Doha. È un peccato che regni una simile percezione, tuttavia essa è rivelatrice del fatto che per l’OMC, contrariamente ad altri accordi multilaterali, in particolare quelli basati sul principio del consenso, vale quest’unico dato di fatto: alcuni dei grandi attori geopolitici non sono attualmente disposti ad accettare e ad adempiere impegni vincolanti. Ed è ancora più un peccato considerato che rappresenta solo un lato della medaglia. Il lato lucente della medaglia OMC, infatti, mostra che quest’istituzione, con sede a Ginevra, è, con i suoi 155 Stati membri una struttura effettiva, funzionante e rispettata, che ordina il commercio mondiale in un dispositivo normativo vincolante, al quale tutti gli Stati membri si rifanno e sulla cui procedura di composizione delle controversie essi fanno valere i propri diritti.

L’OMC conferma costantemente il proprio ruolo di organizzazione guida nel commercio internazionale. Di seguito si riportano solo un paio di aspetti a sostegno di questo lato, meno noto all’opinione pubblica.

Sorveglianza della politica commerciale: durante la crisi economico-finanziaria che dal 2009 campeggia sulle prime pagine dei giornali, l’OMC ha intensificato la sorveglianza della politica commerciale dei suoi Stati membri. Nell’ambito di un processo instauratosi con il Direttore generale Pascal Lamy, ogni sei mesi vengono documentati, commentati e pubblicati tutti i nuovi provvedimenti rilevanti dal profilo commerciale, siano essi di natura protezionistica tesi a un’ulteriore liberalizzazione. Tale maggiore attenzione consente, da un lato, di contrastare, in seno agli organi dell’OMC, interventi protezionistici in maniera rapida ed efficiente e, dall’altro, di informare l’opinione pubblica nel caso in cui, sulla scia della crisi economico-finanziaria, vengono introdotte sempre più misure protezionistiche. Per far ciò la Segreteria dell’OMC può contare su informazioni pubblicamente accessibili e verificate dagli stessi Stati membri dell’OMC.

227 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

Lavoro nei comitati OMC: mancando i progressi nei negoziati del ciclo di Doha genera aumenta l’importanza del lavoro svolto dai comitati ordinari dell’OMC come è il caso del Comitato agricolo, che in passato passava veramente inosservato nel contesto dell’OMC. Oggi, le sue sedute sono affiancate da numerosi colloqui informali, durante i quali si discute dei miglioramenti della trasparenza, dell’attuabilità degli impegni vigenti e dell’aggiornamento degli obblighi di notifica, ovvero dell’obbligo per gli Stati membri di fare rapporto. Tali colloqui indicano che la normativa esistente può essere ulteriormente migliorata.

Temi agricoli in diversi fori: varie questioni collegate all’agricoltura sono attualmente dibattute in diversi fori. Tra queste rientrano, ad esempio, le restrizioni all’esportazione, ovvero quei provvedimenti che per diversi motivi, per esempio di natura politico-fiscale (imposte all’esportazione) o politico-simbolica (divieto d’esportazione dei cereali), limitano l’esportazione di beni agricoli. Tramite diverse iniziative, come quelle del G20, si cerca di porre un freno a tali restrizioni all’esportazione escludendo, ad esempio, le acquisizioni del Programma alimentare mondiale (PAM). Anche l’OCSE si occupa spesso di temi correlati alla politica commerciale.

L’importanza dell’OMC si è palesata anche durante l’ottava Conferenza ordinaria dei ministri, tenutasi a Ginevra dal 15 al 17 dicembre 2011. Anche se per quanto concerne i negoziati di Doha c’è stato solo uno scambio d’idee, in altri ambiti si sono potuti ottenere risultati positivi. Dopo 18 anni di negoziati, ad esempio, la Russia è entrata a far parte dell’OMC e sono stati accolti anche Samoa e Montenegro. Dopo oltre 10 anni di trattative si è conclusa la revisione dell’Accordo OMC sugli acquisti pubblici e, non da ultimo, i ministri dell’economia hanno discusso di un accesso agevolato all’OMC per i Paesi meno sviluppati, informando che nel 2012 saranno presentate le rispettive proposte d’intervento.

Con la sua adesione all’OMC anche la Russia, uno dei partner più importanti della Svizzera nel settore agricolo, si impegna ad applicarne il regolamento. Inoltre, nei prossimi anni ridurrà notevolmente i dazi doganali per i prodotti agricoli. In tale contesto, la Svizzera si è particolarmente impegnata nei negoziati concernenti l’accesso al mercato per il formaggio. Il sostegno della Russia con effetti distorsivi sul mercato nella cosiddetta «amber box» sarà gradualmente ridotto da 9 a 4,4 miliardi di dollari statunitensi. Inoltre, la Russia rinuncia a versare sussidi alle esportazioni per i prodotti agricoli.

228 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

3.1.8 OCSE

n Maggiore trasparenza sul mercato e miglioramento sostenibile della produttività

Tali temi e problematiche non sono nuovi né in generale, né per l’OCSE. Dando un’occhiata agli ultimi rapporti agricoli si evince che la trasparenza e l’instabilità del mercato, nonché l’aumento sostenibile della produttività agricola e dell’efficienza energetica costituiscono le sfide e le opportunità per il futuro sistema globale agroalimentare. L’OCSE si occupa di tali sfide impiegando le proprie competenze, ovvero valutando politiche ed elaborando raccomandazioni politiche e analisi di mercato.

n Perché maggiore trasparenza sul mercato?

Le fluttuazioni dei prezzi sono caratteristiche dei mercati e quelli agricoli non costituiscono, a tale proposito, un’eccezione a causa della poca elasticità di domanda e offerta, nonché di cicli di produzione biologici imprescindibili. Le oscillazioni dei prezzi agricoli sono sensibilmente aumentate negli ultimi anni, per diversi motivi di natura globale: riduzione delle scorte, oscillazioni dei prezzi del petrolio e dei corsi di cambio, restrizioni dell’offerta a causa di siccità o inondazioni, aumento della domanda di derrate alimentari vegetali ed animali e di bioenenergia, crescita esigua della produzione agricola, restrizioni all’esportazione e disordini politici. L’OCSE e la FAO ritengono che le fluttuazioni dei prezzi, ovvero la loro volatilità, resteranno elevate anche in futuro e maggiori saranno, più difficili risulteranno la pianificazione e le decisioni d’investimento nel sistema agroalimentare, sul piano sia globale sia nazionale. L’aumento dei prezzi delle materie prime agricole genera il diretto rincaro delle derrate alimentari, a scapito soprattutto dei consumatori nei Paesi in via di sviluppo. A tal proposito, vi è la volontà comune, a livello internazionale, di mantenere entro limiti sostenibili la volatilità dei prezzi. Il commercio internazionale, così come un migliore accesso alle informazioni e alle conoscenze concernenti i mercati nonché una maggiore trasparenza di questi ultimi possono aiutare a ridurre le impennate dei prezzi.

n Come ottenere maggiore trasparenza sul mercato?

AMIS (Agricultural Market Information System) è stato sviluppato allo scopo di garantire un libero accesso a dati affidabili, aggiornati, periodici e internazionali. Esso dovrebbe consentire a chiunque di consultare e analizzare informazioni chiave su fattori d’influenza nel settore delle derrate alimentari. Basato su e a integrazione di sistemi informativi già esistenti, AMIS costituisce una piattaforma elettronica grazie alla quale Paesi, organizzazioni internazionali e il settore privato possono potenziare le rispettive sinergie e cooperazioni.

Le forti fluttuazioni dei prezzi del 2008 e 2010 nel settore alimentare hanno rivelato chiaramente l’assenza di un meccanismo efficiente e affidabile, a livello mondiale, che consente di individuare tempestivamente la penuria di derrate e le notevoli conseguenze che ne derivano. È emersa una serie di lacune sia nell’informazione di mercato sia nel coordinamento di provvedimenti e reazioni politiche. Tra queste si annoverano dati inattendibili e non aggiornati concernenti l’offerta, la domanda, le scorte di colture campicole e, in particolare, le possibilità d’esportazione nazionali e regionali specifiche. Tale mancanza di trasparenza, sommata all’assenza di indicatori chiari e completi che delineano le condizioni di mercato normali/anomale hanno dato vita a reazioni di panicocon corsa agli acquisti, accumulo di materie prime e strategie politiche subottimali. Di conseguenza, durante il loro incontro tenutosi nel giugno 2011, i ministri dell’agricoltura del G20 (Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Gran Bretagna, India, Indonesia, Italia, Giappone, Messico, Russia, Sudafrica, Turchia, UE, USA) hanno deciso di lanciare AMIS quale iniziativa comune volta ad aumentare la trasparenza di mercato. La direzione è stata affidata a una segreteria con sede presso la FAO di Roma, alla quale appartengono i rappresentanti delle seguenti 9 organizzazioni internazionali: FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura), FISA (Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo), OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), UNCTAD (Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo),

229 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

PAM (Programma alimentare mondiale), Banca Mondiale, OMC (Organizzazione mondiale del commercio), UN HLTF (United Nations High Level Task Force on Food Security) e IFPRI (International Food Policy Research Institute); coopera allo sviluppo di AMIS anche il CIC (Consiglio Internazionale dei Cereali). AMIS, pertanto, non è una nuova organizzazione internazionale.

Tenendo conto della situazione politica e di mercato attuale e futura, la segreteria raccoglie, valuta, analizza e distribuisce periodicamente e tempestivamente previsioni e analisi di mercato obiettive. Queste ultime si basano su indicazioni degli Stati membri e su indicatori e metodi in parte ancora da sviluppare. L’obiettivo di AMIS è sostenere i Paesi in via di sviluppo affinché migliorino le analisi e le previsioni di mercato, oltre a promuovere il dialogo politico. Nella sua fase iniziale, AMIS analizza quattro importanti materie prime agricole: frumento, mais, riso e soia. Oltre agli Stati del G20 e alla Spagna, attualmente sono membri di AMIS anche i partner commerciali e maggiori produttori al mondo di queste materie prime (Egitto, Vietnam, Tailandia, Filippine, Kasakstan, Nigeria e Ucraina). In questa fase l’obiettivo è consolidare AMIS nella sua formazione attuale, prima di decidere dell’inclusione di altri membri e materie prime.

Il libero accesso ad analisi e statistiche di AMIS è garantito attraverso la pagina Internet www.amis-outlook. org. Attualmente sono disponibili dati concernenti la produzione, il commercio, l’utilizzo e le scorte di frumento, mais, riso e soia. Tali dati riuniscono quelli già esistenti della FAO e del ministero dell’agricoltura statunitense USDA. Accanto alla realizzazione di rapporti e analisi, nel quadro di AMIS si discutono anche concetti, definizioni e indicatori, si definiscono le condizioni di mercato «anomale» e si cerca di individuare la maniera di prevederle.

230 3.1 Sviluppi sul piano internazionale
Paesi AMIS (stato: agosto 2012) Fonte: FAO-CBS Paesi AMIS

Sviluppo globale della produzione e dell‘utilizzo dei cereali (stato: agosto 2012)

n Migliorare in maniera sostenibile produttività, resilienza e innovazione

Le fluttuazioni dei prezzi delle derrate alimentari hanno effetti diretti sulla sicurezza alimentare. Quelle registrate negli anni passati, ad esempio, hanno visibilmente peggiorato la situazione, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. L’aumento della produttività agricola viene considerato un approccio adeguato al fine di migliorare la sicurezza alimentare mondiale. Per poter garantire cibo a una popolazione crescente, con abitudini di consumo in costante evoluzione si ritiene, pertanto, che sarà necessario aumentare la produzione agricola globale del 70–100 per cento entro il 2050. La parte più cospicua di tale incremento dovrà avvenire nei Paesi in via di sviluppo. Presupposti per una crescita sostenibile della produzione sono investimenti pubblici e privati in infrastrutture del settore primario e secondario, servizi di consulenza, formazione, ricerca e sviluppo, nonché trasferimento di tecnologie in questi Paesi. A ciò si aggiunge la speranza di realizzare mercati (locali) efficaci, efficienti e trasparenti e di migliorare la resilienza, ovvero la resistenza contro i picchi di prezzo. Per concludere, una maggiore produttività e migliori tecniche di produzione aiutano (piccoli) contadini ed economie domestiche, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, ma non solo, a reagire meglio alle oscillazioni dei prezzi generando, pertanto, una maggiore sicurezza alimentare.

Innovazione, ricerca e sviluppo nel settore agricolo sono considerati i presupposti per una crescita della produttività collegata a un utilizzo sostenibile delle risorse. Per tale motivo, questi tre soggetti assumono un ruolo particolarmente importante non solo nel programma di lavoro dell’OCSE in corso per il 2011–2012, ma anche in quello per il 2013–2014, del quale è stato discusso a maggio 2012 in seno al Comitato sull’agricoltura (COAG). Con il nuovo programma di lavoro si sottolinea ancora più marcatamente la correlazione tra un utilizzo sostenibile delle risorse a disposizione e l’aumento della produttività. Nelle sue analisi, l’OCSE si occupa di dare risposta a domande come: (1) quali incentivi è necessario creare o quali ostacoli bisogna superare per aumentare la produttività? e (2) cosa si può/dovrebbe fare per migliorare la collaborazione nazionale e internazionale nel quadro dei sistemi dell’innovazione e delle conoscenze agricole? Uno degli obiettivi è quello di sviluppare una proposta per migliorare la cooperazione pubblico-privata nell’ambito delle conoscenze/innovazioni e della crescita della produttività sostenibile.

231 3.1 Sviluppi sul piano internazionale 2000/01
In mio. t
500 1 000 1 500 2 200 2 500 2001/02 2002/03 2003/04 2004/05 2005/06 2006/07 2007/08 2008/09 2011/12 2012/13 prev. 2010/11 2009/10 Utilizzazione Produzione
Fonte: FAO-CBS

3.1.9 FAO

Sin dalla sua entrata in servizio, a gennaio 2012, il Direttore generale della FAO ha avviato un processo di riflessione strategica, con l’obiettivo di fissare orientamenti e priorità futuri dell’organizzazione. Allo scopo di stabilire i futuri ambiti d’intervento prioritari della FAO, nel quadro di un approccio partecipativo si sono individuate le tendenze mondiali riconosciute come principali cause del cambiamento e le relative sfide. Tra gli ambiti d’intervento, il Direttore generale ne ha fissati cinque fondamentali: lotta alla fame, produzione alimentare sostenibile, sistema internazionale di produzione alimentare equo, riforma istituzionale, decentralizzazione e cooperazione Sud-Sud. Tale processo di riflessione strategica, costituito da diverse fasi, sarà sottoposto al vaglio degli organi direttori dell’organizzazione nel 2012–2013. Si prevede che si concluderà con l’adozione, durante la 38esima sessione della Conferenza della FAO nel 2013, di un nuovo Quadro strategico 2010–2019 e del Piano a medio termine 2014–2017.

Durante la sessione di ottobre 2011 della Commissione sulla sicurezza alimentare mondiale (CFS), la Svizzera è stata designata membro dell’ufficio, con l’incarico di condurre una procedura di consultazione volta a elaborare principi per investimenti agricoli responsabili, a miglioramento della sicurezza alimentare e nutrizionale. È stato stabilito che tale procedura sarebbe stata avviata solo dopo la conclusione dei negoziati concernenti le Direttive volontarie per una governance responsabile dei regimi di proprietà applicabili alla terra, alla pesca e alle foreste nel contesto della sicurezza alimentare nazionale. Grazie a questi complessi negoziati, condotti nel quadro di un gruppo di lavoro della CFS composto da rappresentanti di governo, di organizzazioni delle Nazioni Unite, di organizzazioni non governative, di istituzioni internazionali di ricerca agricola, di istituzioni finanziarie regionali e internazionali, del settore privato e di fondazioni filantropiche, si è raggiunto un consenso nel marzo 2012. In seguito, le discussioni sono state adottate formalmente durante la seduta della CFS di maggio 2012, consentendo l’avvio della procedura sugli investimenti agricoli responsabili. La Svizzera si è notevolmente impegnata per l’elaborazione di queste Direttive volontarie. Durante l’anno, la CFS ha proseguito i suoi lavori per fissare un quadro strategico globale per la sicurezza alimentare e la nutrizione. Nel 2012, l’UFAG ha versato un ulteriore contributo al Gruppo di esperti di alto livello ad hoc, utilizzato per il finanziamento di uno studio sui cambiamenti climatici e i loro effetti sulla sicurezza alimentare e la nutrizione. Tale studio sarà presentato durante la sessione della CFS di ottobre 2012.

Al fine di realizzare un’agricoltura sostenibile, nel 2012 l’UFAG ha altresì rinsaldato la sua collaborazione con la FAO attuando iniziative globali, innovative e multilaterali. Molte di queste rientrano nel contesto della Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile, detta «Rio+20» (cfr. cap. 3.1.11). Considerato il ruolo essenziale dell’allevamento di bestiame dal profilo della sicurezza alimentare e dei mezzi di sostentamento, l’UFAG si è espresso a favore dell’avvio di un partenariato per lo sviluppo sostenibile in questo settore. Questo partenariato dovrebbe essere lanciato ufficialmente all’inizio del 2013. A febbraio 2012, inoltre, nel quadro del Codex Alimentarius, l’UFAG ha tenuto a Berna una conferenza internazionale sulla sicurezza degli alimenti per animali, alla quale hanno partecipato circa 200 esperti provenienti da 45 Paesi (cfr. cap. 2.3.3.2). L’UFAG intende altresì collaborare attivamente alla realizzazione del Partenariato globale del suolo, adottato a maggio 2012 dal Comitato FAO per l’agricoltura.

232 3.1 Sviluppi
internazionale
sul piano

3.1.10 Cambiamento climatico e sicurezza alimentare

n Obiettivo a lungo termine: un programma di lavoro per l’agricoltura nell’ambito della Convenzione dell’ONU sui cambiamenti climatici

Il settore agricolo è fondamentale per la sicurezza alimentare della popolazione mondiale e per la sopravvivenza di milioni di persone. Esso ha, inoltre, una notevole influenza sulla funzionalità degli ecosistemi locali e globali, clima compreso: è il responsabile, ad esempio, del 14 per cento delle emissioni dei gas a effetto serra. Se nel calcolo di queste ultime si includono anche quelle causate dalle superfici utilizzate da poco a scopo agricolo, tale percentuale si eleva addirittura al 32 per cento. L’agricoltura, però, è al contempo vittima dei cambiamenti climatici, in particolare nei Paesi del sud: cambiano le stagioni, aumenta lo stress da caldo per animali da reddito e piante utili, diventano sempre più frequenti eventi estremi come periodi di siccità e forti precipitazioni con esondazioni. Le conseguenze? Nella maggior parte dei casi imponderabilità e minori raccolti.

L’agricoltura, però, ha anche enormi potenzialità per contribuire alla risoluzione di tali problematiche. Per questo motivo, durante la diciassettesima Conferenza delle Parti (COP 17) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), tenutasi a Durban nel dicembre 2011, è stato deciso che dovrà aver luogo, sotto la direzione dell’Organo Sussidiario del Consiglio Scientifico e Tecnologico (SBSTA), uno scambio di opinioni su temi agricoli. Ai colloqui sul clima seguiti a Bonn, nel maggio 2012, l’Environmental Integrity Group (EIG), costituito da Svizzera, Messico, Corea del Sud, Liechtenstein e Monaco, si è impegnato ad avviare un programma di lavoro duraturo concernente l’agricoltura. Quest’ultimo è fondamentale per garantire che le questioni agricole legate ai cambiamenti climatici godano della necessaria visibilità e quindi le sfide concernenti la riduzione delle emissioni e l’adeguamento a livello globale possano essere affrontate come dovuto.

L’importanza della questione è riconosciuta da tutti i Paesi. Durante la prossima sessione dell’SBSTA a Doha, a dicembre 2012, si continuerà a discutere delle priorità contenutistiche e della forma istituzionale di tale scambio di opinioni sulle questioni agricole.

n Prosegue l’alleanza globale nella ricerca sui gas a effetto serra provenienti dall’agricoltura

La Global Research Alliance on Agricultural Greenhouse Gases (GRA) è nata dopo la COP 15 di Copenaghen, tenutasi a dicembre 2009 esternamente all’UNFCCC. Fondata sull’impegno volontario e comunitario dei Paesi membri, il suo obiettivo è incentivare la ricerca sulle emissioni di gas a effetto serra provenienti dall’agricoltura, tramite lo scambio attivo di dati e metodi e la collaborazione tra Stati membri. La Carta dell’Alleanza è stata sottoscritta a Roma, a giugno 2011, da oltre 30 Paesi, Svizzera inclusa.

L’Alleanza è costituita da un Consiglio, da una Segreteria e dai Gruppi di ricerca Detenzione di animali, Campicoltura, Coltivazione di riso, Dinamica di C e N nel suolo, Inventario e Misurazione. La Svizzera collabora attivamente ai gruppi Detenzione di animali, Campicoltura, Dinamica di C e N nel suolo. In seno al primo è attiva nelle reti Alimenti per animali e foraggiamento (direzione: PFZ) e Gestione dei concimi aziendali (rappresentanza svizzera: SSAFA). Si sta altresì lavorando alla creazione di una rete per la salute animale. I 23 Paesi che collaborano nella rete Alimenti per animali e foraggiamento si sono incontrati, per la prima volta, nel settembre 2012 in Svizzera.

Nella prima fase, l’Alleanza ha rilevato la situazione dei progetti di ricerca in corso, identificando e analizzando più di mille progetti sull’agricoltura e i gas a effetto serra. La rilevazione è un punto di partenza importante per riconoscere lacune nelle conoscenze e affrontarle in maniera coordinata.

233 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

3.1.11 Conferenza Rio+20

n Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile (Rio+20): «produrre di più con meno».

La Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile Rio+20 si è tenuta dal 20 al 22 giugno 2012, ovvero 20 anni dopo la prima conferenza di Rio de Janeiro. Quali temi principali di questa conferenza erano stati scelti «l’economia verde nel contesto dello sviluppo sostenibile e dell’eradicazione della povertà» e «la riforma delle istituzioni per lo sviluppo sostenibile». L’UFAG era responsabile del capitolo sull’agricoltura sostenibile e la sicurezza alimentare, ma ha condotto anche i negoziati sul capitolo dedicato all’acqua, alle foreste e alla biodiversità. Conformemente alla strategia fissata dal Consiglio federale, l’UFAG ha proposto iniziative concrete, basandosi sulla politica agricola svizzera e sulla visione strategica 2025, ma anche sui suoi impegni internazionali, in particolare quelli con la FAO. La risoluzione finale adottata a Rio riconosce il ruolo essenziale svolto dall’agricoltura nel contesto dell’eradicazione della fame e della povertà nel mondo, oltre che della tutela delle risorse naturali. Al capitolo sull’agricoltura viene pertanto assegnata priorità d’intervento e si identificano numerosi provvedimenti destinati a potenziare la sicurezza alimentare. Gli Stati rinnovano il loro impegno volto a garantire il diritto di ognuno a disporre di alimenti sani, in quantità sufficiente e di buona qualità nutrizionale; riconoscono che la maggior parte dei poveri vive nelle zone rurali e che i provvedimenti dovranno essere rivolti innanzitutto a queste popolazioni. I piccoli produttori agricoli, in particolare le donne, devono avere accesso alle terre, all’acqua, ai crediti, all’istruzione e alle infrastrutture necessarie per accedere ai mercati.

Gli Stati si sono impegnati nella promozione di sistemi agroalimentari sostenibili per affrontare le nuove sfide globali quali la crescita demografica e la fragilità delle risorse naturali. Tali sistemi agroalimentari dovranno «produrre di più con meno» ed essere più resilienti per adattarsi alle conseguenze del cambiamento climatico e alla volatilità dei mercati. La diversità dell’agricoltura e delle sue forme di produzione sono un fattore positivo di riduzione dei rischi. La Commissione sulla sicurezza alimentare mondiale (CFS), costituita da rappresentanti delle organizzazioni di agricoltori, degli Stati, dell’industria e della ricerca, è stata incaricata di garantire la coerenza delle politiche e della loro attuazione. Essa fornirà sostegno agli Stati nel realizzare i propri impegni in quanto a sicurezza alimentare, nutrizione e agricoltura sostenibile dopo la conferenza RIO+20. La priorità è data all’attuazione delle Direttive volontarie per una governance responsabile dei regimi di proprietà applicabili alla terra, alla pesca e alle foreste nonché all’elaborazione di principi per investimenti agricoli responsabili. Durante l’intervento ufficiale della Svizzera l’UFAG ha presentato il diritto fondiario rurale elvetico come uno strumento importante della sua politica agricola sostenibile. In conclusione, sarà necessario attribuire particolare attenzione allo sviluppo di un settore dell’allevamento sostenibile e alla riduzione degli sprechi di alimenti. L’UFAG è già impegnato in questi due ambiti. Ulteriori informazioni sull’argomento sono disponibili sul sito Internet svizzero dedicato a RIO+20 http://rio20.ch/.

234 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

3.1.12 Consiglio Internazionale dei Cereali e Convenzione sull’aiuto alimentare (CIC/CAA)

L’Accordo internazionale sui cereali del 1995 era costituito, fino al 30 giugno 2012, da due accordi giuridicamente distinti: la Convenzione sul commercio dei cereali del 1995 e la Convenzione sull’aiuto alimentare del 1999. La seconda non è più stata prorogata dagli Stati membri, poiché dal 1° gennaio 2013 dovrebbe entrarne in vigore una nuova. Quest’ultima sarà giuridicamente indipendente dalla Convenzione sul commercio dei cereali, ma la sua amministrazione continuerà a essere di competenza della segreteria del Consiglio Internazionale dei Cereali, con sede a Londra.

n Consiglio Internazionale dei Cereali

L’obiettivo principale del Consiglio Internazionale dei Cereali (International Grains Council, IGC) è fornire l’analisi e il resoconto della situazione dei mercati di cereali, mais, riso e semi oleosi a livello mondiale. Esso registra, in pubblicazioni quotidiane, settimanali e mensili, informazioni sull’evoluzione dei prezzi, sulle quantità prodotte e quelle smerciate e sulle attività principali dei Paesi d’esportazione e d’importazione (modifiche dei dazi all’importazione e all’esportazione, bandi, ecc.). Le informazioni da esso fornite contribuiscono in maniera fondamentale a creare maggior trasparenza sul mercato e a rafforzare la sicurezza alimentare a livello mondiale. Il Consiglio Internazionale dei Cereali, tuttavia, non interviene direttamente sull’andamento del mercato o nell’impostazione delle politiche cerealicole dei Paesi membri.

La Svizzera è membro dell’Accordo internazionale sui cereali fin dalla sua creazione (1949).

n Rinegoziazione della Convenzione sull’aiuto alimentare

Assieme ad Australia, UE, Giappone, Canada, Norvegia e Stati Uniti, la Svizzera è parte contraente della Convenzione sull’aiuto alimentare. I membri riconoscono la necessità di lottare, in particolare, contro la povertà e la fame che affliggono le popolazioni più deboli, mettendo a disposizione aiuti alimentari. La Convenzione fornisce ai membri un quadro giuridico per la collaborazione, il coordinamento e lo scambio d’informazioni in questo ambito. In seguito alla conclusione dei negoziati per una nuova Convenzione, il Comitato dell’aiuto alimentare competente ha deciso, con effetto al 30 giugno 2012, di non prorogare più la vecchia Convenzione, rimasta invariata dal 1999.

I negoziati per una nuova Convenzione sull’aiuto alimentare sono stati avviati nel dicembre 2009, in seguito agli sviluppi della politica umanitaria in alcuni Paesi membri, che generavano una discrepanza con la Convenzione del 1999.

Anche nella nuova Convenzione, fulcro dell’impegno delle parti sono gli aiuti alimentari di portata definita a cadenza annuale, che però ora possono essere fissati non solo quantitativamente, ma anche pecuniariamente. Nella vecchia Convenzione si trattava soprattutto di aiuti alimentari a base di cereali, forniti direttamente dai Paesi donatori a quelli di destinazione. La nuova Convenzione si basa su un concetto orientato alle necessità, così che, oltre alle forniture di derrate alimentari, in adempimento degli obblighi si possono prevedere anche altre attività, quali il sostegno alla popolazione con sostanze nutritive, trasferimenti di denaro o i cosiddetti programmi Voucher. Tale estensione si palesa già nel titolo inglese della Convenzione, cambiato da «Food Aid Convention» a «Food Assistance Convention» (Convenzione sull’assistenza alimentare).

Con la nuova Convenzione, le Parti si riconoscono nei principi enunciati, da rispettare nei programmi di aiuto alimentare. Inoltre, si introduce una procedura di resoconto più dettagliata, in base alla quale si richiede alle Parti di presentare un rapporto con dati sulla qualità oltre che sulla quantità e, ogni anno, sarà redatto e pubblicato un riassunto sulle attività svolte in tale ambito da tutte le Parti. La nuova Convenzione entrerà in vigore il 1° gennaio 2013.

235 3.1 Sviluppi sul piano internazionale
236

3.2 Confronti sul piano internazionale

3.2.1 Prezzi alla produzione e al consumo –confronto con i Paesi limitrofi

Di seguito si riporta un confronto tra i prezzi alla produzione e al consumo in Svizzera e nei Paesi limitrofi Germania, Francia e Austria presentando, da un lato i rispettivi prezzi assoluti di determinati prodotti scelti per l’anno del rapporto e, dall’altro, l’evoluzione degli stessi dal 2000/02 al 2011, sulla base degli indici.

237 3.2 Confronti sul piano internazionale

In Svizzera prezzi alla produzione più elevati di quelli dei Paesi limitrofi

Si presentano, di seguito, i prezzi alla produzione di una selezione di prodotti rilevati in Austria, Francia, Germania e Svizzera. La vera difficoltà, in questa fase, è quella di trovare prodotti veramente confrontabili. Nel settore ortofrutticolo vi si aggiunge quella di rilevare prezzi allo stesso livello. Laddove, pertanto, sia stato impossibile trovare un prodotto comparabile, manca un’indicazione del confronto.

Nei tre Paesi limitrofi i prezzi di latte, carne e prodotti campicoli sono relativamente omogenei, mentre per frutta e verdura si riscontrano, in parte, notevoli differenze. In Svizzera, a causa dei dazi, i prezzi alla produzione sono superiori a quelli dell’UE: nei tre Paesi limitrofi, ad esempio, il latte costa due terzi di quello svizzero, la carne quasi la metà e i cereali e i semi oleosi raggiungono un livello pari al 50–60 per cento di quello elvetico. In Svizzera costano di più anche frutta e verdura, ma dal confronto emergono differenze notevoli a seconda del Paese considerato. Il prezzo può pertanto ammontare, in alcuni casi, al doppio, e in altri essere uguale.

Prezzi alla produzione in Svizzera e nei Paesi limitrofi – 2011

Avvertenza: è difficile individuare prodotti paragonabili in maniera assoluta per tutti e quattro i Paesi. Quelli considerati, pertanto, sono quelli che meglio si prestano a un tale confronto dei prezzi e per i quali si dispone di dati accessibili e comparabili.

Tenore del latte: D (4 % grasso, 3,4 % proteine), F (3,8 % grasso, 3,2 % proteine), A (3,7 % grasso, 3,4 % proteine), CH (4 % grasso, 3,3 % proteine); mele da tavola, classe I: A (comuni); pere da tavola, classe I: A (comuni); cipolle: CH (gialle), D, F, A (comuni).

Fonti: FranceAgriMer, Agreste Francia; Agrarmarkt Austria (AMA), Bundesanstalt Statistik Austria, Bundesanstalt für Agrarwirtschaft Austria; Agrarmarkt Informations-Gesellschaft mbH (AMI) Germania; UFAG Osservazione del mercato.

n
Prodotti Ø 2011 D F A CH Latte ct./kg 42.99 39.26 42.00 61.11 Carne Torelli T3 fr./kg PM 4.36 4.03 4.39 8.29 Vitelli, T3 fr./kg PM 6.08 7.49 7.49 13.58 Suini fr./kg PM 1.86 1.81 1.90 3.60 Cereali e semi oleosi Frumento, classe I fr./100 kg 23.4 23.3 21.8 49.05 Orzo fr./100 kg 21.2 22.8 18.7 34.39 Mais da granella fr./100 kg 25.1 26.0 25.4 36.75 Colza fr./100 kg 51.0 n. d. 47.6 89.85 Sarchiate Patate stoccate fr./100 kg 17.15. n. c. 13.31 43.78 Barbabietole da zucchero fr./100 kg n. c. n. c. 3.24 7.48 Frutta Mele da tavola Golden Delicious classe I fr./kg 0.66 1.14 0.56 1.43 Pere da tavola Conférence, classe I fr./kg 0.64 1.18 0.93 1.13 Verdura Carote fr./kg 0.31 0.58 0.39 0.68 Lattuga cappuccio fr./pz. 0.27 0.46 0.24 0.74 Cetrioli fr./pz. 0.38 0.53 0.30 0.61 Cipolle fr./kg 0.40 0.36 0.23 0.82
238 3.2 Confronti sul piano internazionale

Per l’evoluzione delle differenze di prezzo alla produzione dal 2000/02 al 2011 si è potuto effettuare un confronto solo con l’Austria, poiché gli altri Paesi non disponevano di serie di dati complete fino al 2000. Considerato che i prezzi alla produzione dei Paesi limitrofi sono, nel complesso, piuttosto omogenei, aggiungendo la Germania e la Francia i risultati non dovrebbero variare di molto. Dal grafico emerge che fino al 2007 il divario è diminuito costantemente: se nel 2000/02 era del 48 per cento, nel 2007 si attestava solo al 33 per cento. Una simile evoluzione è riconducibile all’aumento dei prezzi dei principali prodotti agricoli sui mercati mondiali, soprattutto nel 2007, e al parallelo deprezzamento del franco svizzero rispetto all’euro. Tra il 2007 e il 2011, lo scarto è nuovamente cresciuto, raggiungendo il 42 per cento. Ciò è per lo più riconducibile al franco forte. Nel 2007 un euro costava 1.64 franchi, nel 2011 1.23, ovvero il 25 per cento in meno.

Indice ( CH = 100)
Evoluzione dei prezzi alla produzione in Austria rispetto alla Svizzera
0 20 10 30 50 40 70 60 80 100 90 2000/02 2004 2003 2005 2006 2007 2008 2009 2011 2010 239 3.2 Confronti sul piano internazionale
Fonti: Statistik Austria, UFAG

n Prezzi al consumo più elevati di quelli dei Paesi limitrofi

Come per i prezzi alla produzione, di seguito si presentano i prezzi al consumo di una selezione di prodotti rilevati in Austria, Francia, Germania e Svizzera. A livello di consumo è ancora più difficile che a livello di produzione individuare prodotti adatti al confronto e i dati sono quindi lacunosi.

Nei Paesi UE i prezzi al consumo risultano più eterogenei di quelli alla produzione. La spesa più economica si può fare in Germania, mentre Francia e Austria risultano un po’ più care per la maggior parte dei prodotti e in particolare per latte e carne. Il divario maggiore spicca tra la Svizzera e la Germania per la carne: i consumatori tedeschi la pagano meno della metà di quelli elvetici. Con l’Austria tale scarto è molto meno importante. I prezzi svizzeri sono i più alti anche per frutta e verdura, ma la differenza con i Paesi vicini è comunque più contenuta che non per la carne.

Prezzi al consumo in Svizzera e nei Paesi limitrofi – 2011

Avvertenza: è difficile individuare prodotti paragonabili in maniera assoluta per tutti e quattro i Paesi. Quelli considerati, pertanto, sono quelli che meglio si prestano a un tale confronto dei prezzi e per i quali si dispone di dati accessibili e comparabili.

Latte intero pastorizzato: F (latte UHT parzialmente scremato); mele da tavola classe I: A (comuni); pere da tavola: A (comuni); cipolle: CH (gialle), D, F, A (comuni).

Fonti: FranceAgriMer, Agreste Francia; GfK Austria, Bundesanstalt Statistik Austria, Bundesanstalt für Agrarwirtschaft Austria; Agrarmarkt Informations-Gesellschaft mbH (AMI) Germania; UFAG Osservazione del mercato.

240 3.2 Confronti sul piano internazionale
Prodotti Ø 2011 D F A CH Latte e latticini Latte intero past. fr./l 0.80 0.92 1.11 1.43 Burro fr./kg 5.48 8.23 7.03 14.80 Yogurt naturale fr./kg 1.22 1.67 2.23 2.47 Mozzarella fr./kg 5.84 n. c. 7.33 11.30 Emmentaler fr./kg 10.87 10.48 9.32 16.48 Carne e uova Entrecôte di manzo fr./kg n. c. 26.98 20.35 64.60 Bollito di manzo, aletta fr./kg 7.81 n. d. n. d. 19.95 Scaloppine di vitello (coscia) fr./kg n. c. 28.00 28.27 65.59 Scaloppine di maiale (coscia) fr./kg 8.10 n. c. 7.91 26.07 Cotolette di maiale fr./kg 6.25 n. c. 8.03 18.57 Pollo fresco fr./kg 4.70 n. c. 6.03 9.53 Uova da allevamento al suolo 10 pz. fr./uovo 0.17 n. c. 0.20 0.42 Sarchiate Patate (patate resistenti alla cottura e farinose, patate novelle incluse) fr./kg 0.67 n. c. 0.83 2.57 Frutta Mele da tavola Golden Delicious, classe I fr./kg 2.12 2.21 1.38 3.16 Pere da tavola Conférence, classe I fr./kg 2.27 2.70 2.04 3.59 Verdura Carote fr./kg 1.04 1.30 1.00 2.04 Lattuga cappuccio fr./pz. 0.83 1.06 0.69 1.71 Cetrioli fr./pz. 0.58 1.00 0.60 1.31 Cipolle fr./kg 0.93 1.63 1.31 2.12

A livello di consumo, l’evoluzione dello scarto di prezzo ricalca praticamente quella del prezzo alla produzione. Il divario si è ridotto tra il 2000/02 e il 2008, dopo di che è nuovamente aumentato. Nel 2000/02 esso era infatti del 32 per cento, nel 2008 del 18 e nel 2011 è tornato al 30 per cento. L’avvicinamento registrato fino al 2008 è dovuto, da un lato all’indebolimento del franco e, dall’altro, agli aumenti dei prezzi dei generi alimentari nei Paesi limitrofi, più consistenti che in Svizzera. L’allargamento della forbice tra il 2008 e il 2011 è invece dovuto, come riscontrato per i prezzi alla produzione, al rafforzamento del franco sull’euro. Inoltre nel 2011 i prezzi nominali dei generi alimentari in Svizzera sono diminuiti, mentre nei Paesi limitrofi sono costantemente aumentati.

Evoluzione dei prezzi al consumo nei Paesi limitrofi rispetto alla Svizzera

241 3.2 Confronti sul piano internazionale
Indice (CH = 100)
0 20 10 30 50 40 70 60 80 100 90 2000/02 2004 2003 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Fonte: Eurostat

Collaborazione al Rapporto agricolo 2012

Direzione del progetto, segreteria

Werner Harder, Alessandro Rossi, Monique Bühlmann

Autori

n Ruolo e situazione dell’agricoltura

L’agricoltura, parte integrante dell’economia

Alessandro Rossi, Esther Grossenbacher

Mercati

Manuel Boss, Arnaud De Loriol, Dominique Dietiker, Simon Hasler, Hanspeter Lüthi, Monika Meister, Théodore Muller, Vonimanitra Raharimanga, Frédéric Rothen, Beat Ryser, Peter Schwegler, Hans-Ulrich Tagmann

Situazione economica

Vinzenz Jung, Werner Harder

Aspetti sociali e società

Esther Grossenbacher, Christian Oeschger, Ruth Rossier

Ecologia ed etologia

Brigitte Decrausaz, Ruth Badertscher, Anton Candinas, Esther Grossenbacher, Samuel Vogel, Christine Zundel

n Provvedimenti di politica agricola

Produzione e smercio

Jean-Marc Chappuis, Niklaus Bernhard

Strumenti sovrasettoriali

Patrik Aebi, Priska Dittrich, Emanuel Golder, Kilian Greter, Samuel Heger, Karin Hulliger, Tim Kränzlein, Alessandra Silauri, Barbara Steiner

Economia lattiera

Simon Hasler, Monika Meister, Théodore Muller

Produzione animale

Simon Hasler, Hanspeter Lüthi, Catherine Marguerat, Théodore Muller, Colette Schmid, Yves Schleppi, Marcel Zingg

Produzione vegetale

Dominique Dietiker, Frédéric Rothen, Peter Schwegler

Pagamenti diretti

Thomas Maier, Corinne Juge, Victor Kessler, Denis Morand, Laurent Nyffenegger, Jonas Plattner, Markus Richner Kalt, Hugo Roggo, Olivier Roux, Daniela Franzelli, Maya Santschi, Patricia Steinmann, Beat Tschumi, Peter Zbinden

242 Collaborazione al Rapporto agricolo 2012

Miglioramento delle basi

Miglioramenti strutturali e misure sociali collaterali

René Weber, Johnny Fleury, Gustav Munz, Samuel Reusser, Wilhelm Riedo, Sten Smola

Conoscenze agricole – ricerca, consulenza, formazione

Anton Stöckli, Urs Gantner, Markus Lötscher, Jakob Rösch

Mezzi di produzione

Doris Bühler, Gabriele Schachermayr, Louis Tamborini

Temi particolari

Ispettorato delle finanze

Rolf Enggist

Collegamento in rete delle banche dati agricole

Wiebke Egli-Schaft, Stefan Schönenberger, Manfred Tschumi

Unità federale per la filiera alimentare

Thomas Lüthi

Aspetti internazionali

Sviluppi sul piano internazionale

Krisztina Bende, Kilian Greter, Michael Hartmann, Tim Kränzlein, Corinne Müller, Isabelle Pasche, Hubert Poffet, François Pythoud, Alessandra Silauri, Deborah Stotz, Christine Zundel

Confronti sul piano internazionale

Alessandro Rossi, Werner Harder

Servizi di traduzione

Italiano: Patrizia Singaram, Francesca De Giovanni, Giusy Morinelli, Simona Stückrad

Francese: Elisabeth Tschanz, Odile Derossi, Isabelle Gris, Anne Hegmann, Laure Klemm, Madeleine Kobel

Tedesco: Cornelia Heimgartner, Patrizia Werlen

Internet

Karin Bovigny, Monique Bühlmann, Anne Rizzoli

Assistenza tecnica

Hanspeter Leu, Peter Müller

243 Collaborazione al Rapporto agricolo 2012
n

Indice alfabetico

Accordo agricolo Svizzera – UE 223 Accordo di libero scambio con l’UE 220, 221

Effettivo di animali 111, 155, 161

Fasce di colture estensive in campicoltura 166, 169, 171

19, 200 Formazione di capitale proprio 49, 50, 52, 53 Formazione professionale 14, 205, 206

Gestione rispettosa dell’ambiente 152

Grado di autoapprovvigionamento, lordo 17

Grado di autoapprovvigionamento, netto 17

IGP

Norme d’importazione e d’esportazione 127

Ordinanza sulla qualità ecologica 153, 172, 173, 184

Organismi geneticamente modificati 211 Organizzazioni di categoria 120

244 Indice alfabetico E
G
F
Formazione
I
derrate alimentari
Indice dei
di produzione agricoli
Indice dei prezzi alla produzione, agricoltura 18 Indice nazionale dei prezzi al consumo 18 Interessi passivi 44 Ispettorato delle finanze 212 L Lavoratori 11, 13 Legge sul cioccolato 130, 131, 224 M Maggesi da rotazione 166, 168,
Maggesi fioriti 166, 168, 144 Margine lordo 31, 39 Mercati, pubblici 138, 140 Mercato delle uova 27, 138, 141 Mercato lattiero 21, 125, 132 Miglioramenti strutturali 187,
Misure di solidarietà 120,
Misure
N
Indicazione geografica protetta,
122, 123, 124 Indice dei prezzi all’importazione delle
18
prezzi dei mezzi
18
171
188, 192
136
doganali e tariffali 127
O
Organizzazioni
di produttori 120
A
Affitti
165, 176 Aiuti all’interno del Paese 139 Aiuti per la conduzione aziendale 43, 187, 191, 194, 198, 199 Alberi da frutto ad alto fusto nei campi 166, 170, 172 Allevamento di animali 142, 143, 187 Aziende a titolo accessorio 11, 13 Aziende a titolo principale 11, 13 B Banca dati sul traffico di animali 138, 142, 161, 214, 215 Bestiame da macello 19, 31, 138, 139 Biodiversità 86, 172, 184, 234 C Caratterizzazione 122 Cash flow 50 Classificazione della qualità, neutrale 139 Colture campicole 32, 107, 125, 145, 169, 229 Colture innovative 144, 145 Colture speciali 37, 47, 62, 104, 108 Commercio estero 9, 15, 16, 24, 28, 244 Compensazione, ecologica 166, 180 Consulenza 55, 200, 202, 203, 204 Consumi intermedi 40, 41, 42, 43 Consumo di alimenti concentrati per animali 95 Consumo di concimi minerali 95 Consumo privato 50, 52, 53 Contingente doganale 34, 38, 127 Conto economico, dell’agricoltura 40, 41 Contributi all’esportazione 130, 131, 224 Contributi di coltivazione 19, 42, 144 Contributi di declività 152, 153, 155, 163, 164 Contributi di superficie 125, 152, 153, 155, 160 Contributi di trasformazione 144 Contributi ecologici 152, 153, 165 Costi di terzi 46 Crediti d’investimento 20, 43, 187, 190, 194, 196 D Denominazione di origine protetta, DOP 122, 123, 124
41, 44 Agricoltura biologica
245 Indice alfabetico T Terreni da strame 163, 166, 167, 171, 172, 173 Traffico di animali 142 U Unità di lavoro della famiglia 48 Uscita regolare degli animali da reddito all’aperto, URA 113, 114 Uscite della Confederazione 19 Utilizzo del suolo 180 V Valore aggiunto lordo 15, 41, 43 Valore della produzione 21, 42, 43 Valorizzazione del latte 23, 132, 133 Valorizzazione della frutta 19, 145 Valorizzazione della lana di pecora 141 Vendite all’asta 127, 128 Vendite di prodotti fitosanitari 95 P Pagamenti diretti, ecologici 151, 152, 153, 165 Pagamenti diretti, generali 151, 153, 160 Patate 21, 33, 36, 121 Pollame 27, 29, 30, 43, 113, 114 Prati, sfruttati in modo estensivo 166, 167, 171, 172 Prati, sfruttati in modo poco intensivo 166, 167, 171, 172 Prezzi al consumo 18, 25, 237, 240, 241 Prodotti trasformati 131, 224 Produzione animale 43 Produzione animale 118, 137, 138 Produzione estensiva di cereali e colza 152, 153, 155, 175 Produzione vegetale 21, 42 Profitto del lavoro 46, 48, 49 Programmi di detenzione di animali 113 Promozione dello smercio 117, 118, 119, 121, 122 Protocollo n. 2 224 Provvedimenti di valorizzazione 141 Q Quota di capitale di terzi 49, 50 R Rapporto cash flow – investimenti 50 Razze, minacciate 143 Reddito da impresa netto 40, 41, 44 Reddito totale 46, 47, 48, 49, 50, 52, 53, 67 Reddito, agricolo 46, 81 Reddito, extraagricolo 46, 52 Ricerca 19, 200, 202 Rifiuti alimentari 86, 88, 89, 90, 91, 92 S Salario comparabile 49 Sgravio del mercato 118, 136 Siepi, boschetti campestri e rivieraschi 166, 168, 172, 173 Sistema d’informazione sulla politica agricola 154, 215 Sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali, SSRA 113, 153, 155, 177 Stabilità finanziaria 49 Strategia della qualità 119, 126 Superfici di compensazione, ecologica 94, 166, 171, 172
246
A1 Allegato
n Tabelle A2 Strutture A2 Mercati A3 Risultati economici A14 Conto economico dell’agricoltura A14 Risultati d’esercizio A16 Uscite della Confederazione A27 Uscite Produzione e smercio A27 Uscite Promozione dello smercio A27 Uscite Economia lattiera A28 Uscite Produzione animale A28 Uscite Allevamento di animali A29 Uscite Produzione vegetale A30 Uscite Pagamenti diretti A31 Uscite Miglioramento delle basi A50 Uscite Agricoltura e alimentazione A56 n Postulato Graf Maya A57 n Atti legislativi, Terminologia e metodi A59 n Abbreviazioni A60 n Bibliografia A62
Allegato

Tabella 1

Evoluzione delle aziende agricole, della superficie agricola utile e delle unità di bestiame grosso

Evoluzione del numero di lavoratori nell'agricoltura

Classi di dimensioni in ha Aziende Superficie agricola utile Unità di bestiame grosso di superficie agricola utile 2000 2010 2011 2000 2010 2011 2000 2010 2011 Numero Numero Numero ha ha ha Numero Numero Numero 0-1 3 609 2 999 2 462 1 336 895 886 61 016 64 784 57 637 1-3 4 762 3 660 3 661 8 861 6 756 6 729 14 753 11 598 11 457 3-5 5 393 3 375 3 224 21 348 13 514 12 918 27 714 18 096 17 421 5-10 13 149 9 280 8 935 99 056 70 209 67 500 127 361 89 289 85 658 10-15 13 812 10 263 9 914 171 817 128 251 123 908 230 628 172 489 165 138 15-20 11 172 9 042 8 814 193 856 157 345 153 553 247 517 209 628 204 659 20-25 7 244 6 761 6 641 161 311 150 911 148 319 191 057 195 613 192 206 25-30 4 430 4 671 4 679 121 005 127 924 128 182 130 901 154 457 154 904 30-40 4 168 4 951 5 047 142 266 169 252 172 641 142 628 189 651 194 947 40-50 1 591 2 099 2 161 70 501 93 217 95 936 61 914 94 476 99 237 50-70 921 1 422 1 482 52 672 82 127 85 462 42 707 80 835 84 346 70-100 209 423 473 17 021 34 239 38 007 13 290 30 605 33 947 >100 77 119 124 11 444 17 107 17 826 8 025 14 144 15 091 Totale 70 537 59 065 57 617 1 072 492 1 051 747 1 051 867 1 299 512 1 325 666 1 316 648 Fonte: UST
Tabelle Strutture
Tabella 2
Categoria Lavoratori a tempo pieno Lavoratori a tempo parziale Totale 2000 2010 2011 2000 2010 2011 2000 2010 2011 Capiazienda Uomini 49 339 37 638 36 865 25 385 18 600 18 038 74 724 56 238 54 903 Donne 524 1 009 963 1 822 1 818 1 751 2 346 2 827 2 714 Altri membri della famiglia Uomini 8 749 9 229 9 001 18 212 19 351 19 045 26 961 28 580 28 046 Donne 14 281 8 411 8 277 47 665 40 153 39 626 61 946 48 564 47 903 Manodopera familiare Totale 72 893 56 287 55 106 93 084 79 922 78 460 165 977 136 209 133 566 Man. extrafam., svizzeri Uomini 10 836 7 917 7 661 5 125 3 820 3 740 15 961 11 737 11 401 Donne 2 592 1 906 1 767 4 194 3 622 3 540 6 786 5 528 5 307 Man. extrafam., stranieri Uomini 8 061 6 469 6 396 3 454 3 174 3 162 11 515 9 643 9 558 Donne 1 613 1 760 1 785 1 941 2 585 2 450 3 554 4 345 4 235 Manodopera extrafam. Totale 23 102 18 052 17 609 14 714 13 201 12 892 37 816 31 253 30 501 Lavoratori Totale 95 995 74 339 72 715 107 798 93 123 91 352 203 793 167 462 164 067 Fonte: UST A2 Allegato

Mercati

Superficie agricola utile secondo le forme di utilizzazione

A3 Allegato
Tabella
3
Prodotto 2000/02 2009 2010 2011 1 2000/02–2009/11 ha ha ha ha % Cereali 178 576 152 842 151 513 129 719 -19.0 Cereali panificabili 96 527 86 692 86 341 82 707 -11.7 Frumento 91 045 80 798 79 853 76 446 -13.2 Spelta 1 878 3 288 4 136 4 164 105.6 Farro, piccola spelta 46 84 82 141 122.6 Segale 3 518 2 495 2 248 1 928 -36.8 Miscele di cereali panificabili 39 27 22 28 -34.3 Cereali da foraggio 82 049 66 150 65 171 62 565 -21.2 Frumento - 7 132 7 057 7 089 Orzo 42 916 30 891 28 949 28 336 -31.5 Avena 4 342 1 917 1 789 1 682 -58.6 Miscele di cereali da foraggio 311 189 170 170 -43.3 Mais da granella 22 280 16 713 16 898 15 553 -24.6 Triticale 12 201 9 279 10 274 9 708 -20.1 Miglio - 30 34 27 Leguminose 3 514 4 035 3 816 3 859 11.1 Piselli da foraggio (proteici) 3 165 3 715 3 483 3 496 12.6 Favette 294 259 274 319 -3.6 Lupini 55 62 59 44 0.1 Sarchiate 34 229 32 411 29 640 31 485 -8.9 Patate (comprese quelle da semina) 13 799 11 215 10 874 11 250 -19.5 Barbabietole da zucchero 17 886 20 191 17 842 19 378 7.0 Barbabietole da foraggio (zuccherine e semizuccherine) 2 544 1 004 924 857 -63.5 Semi oleosi 18 535 25 020 25 393 25 698 36.9 Colza 13 126 20 259 20 731 21 252 58.1 Girasole 4 389 3 633 3 544 3 289 -20.5 Soia 989 1 108 1 087 1 123 11.9 Zucche per l’estrazione d’olio 32 20 31 34 -10.3 Materie prime rinnovabili 1 304 1 204 1 100 998 -15.6 Colza 1 137 1 175 1 075 957 -6.0 Girasole 35 21 19 33 -30.4 Altre (kenaf, canapa, ecc.) 132 8 7 8 -94.3 Verdure in pieno campo 8 489 9 548 9 460 1 008 -21.4 Mais verde e da silo 40 652 46 126 46 759 47 643 15.2 Maggese verde e fiorito 3 392 2 414 2 385 2 574 -27.5 Altra superficie coltiva aperta 1 770 1 801 1 902 26 512 468.9 Superficie coltiva aperta 290 462 275 401 271 968 269 496 -6.3 Prati artificiali 117 671 129 460 131 401 133 203 11.6 Altra superficie coltiva 2 427 1 176 1 153 1 116 -52.7 Totale superficie coltiva 410 560 406 037 404 522 403 815 -1.4 Frutticoltura 6 756 6 578 6 607 6 527 -2.7 Viticoltura 15 048 14 820 14 942 14 920 -1.0 Miscanthus sinensis 257 229 224 212 -13.7 Prati naturali, pascoli 627 938 614 553 611 884 610 732 -2.5 Altro utilizzo nonché strame e torba 10 572 13 467 13 568 13 794 28.7 Superficie agricola utile 1 071 131 1 055 684 1 051 747 1 050 000 -1.7 1 Dati provvisori Fonti: viticoltura e frutticoltura: UFAG; altri prodotti: USC, UST

Tabella 4

Detentori ed effettivi di animali

A4 Allegato
2000/02 2009 2010 2011 2000/02–2009/11 Capi Capi Capi Capi % Detentori di animali da reddito Detentori di animali 58 602 50 714 50 018 48 706 -15.0 Detentori di bovini 49 598 41 903 41 095 40 309 -17.1 Detentori di equini 10 564 9 683 9 621 9 018 -10.6 Detentori di suini 14 656 9 126 8 848 8 324 -40.2 Detentori di ovini 12 158 10 035 9 779 9 428 -19.8 Detentori di caprini 6 977 7 190 6 976 6 612 -0.7 Detentori di pollame da reddito 19 943 13 784 13 500 12 753 -33.1 Effettivi Bovini 1 597 684 1 597 484 1 591 233 1 577 407 -0.6 di cui vacche 716 784 707 742 700 315 699 947 -2.0 Equini 50 566 60 156 62 113 57 246 18.3 Suini 1 534 217 1 557 204 1 588 998 1 578 687 2.7 Ovini 423 413 431 889 434 083 424 018 1.6 Caprini 63 828 85 131 86 987 86 215 34.9 Pollame da reddito 6 934 609 8 741 117 8 943 676 9 390 871 30.1 di cui galline ovaiole e da allevamento 2 124 632 2 318 296 2 438 051 2 437 016 12.9 Fonte: UST, bovini: dati 2009 e 2010 provenienti dalla banca dati sul traffico di animali

1 Dati provvisori

2 Media degli anni 2000/03

3 Variazione 2000/03–2008/11

Fonti:

Latte e latticini: TSM

Carne: Proviande

Uova: Aviforum

Cereali, sarchiate e semi oleosi: USC

Frutta: Associazione svizzera frutta, Interprofession des fruits et légumes du Valais

Verdura: Centrale svizzera dell’orticoltura e delle colture speciali

Vino: UFAG, Cantoni

Prodotto Unità 2000/02 2009 2010 2011 2000/02–2009/11 % Latte e latticini Latte di consumo t 505 764 491 546 493 181 486 683 -3.0 Panna t 68 213 68 173 68 022 69 750 0.6 Burro t 40 247 47 895 48 511 48 989 20.4 Latte in polvere t 47 152 60 467 57 213 56 341 23.0 Formaggio t 166 668 178 276 181 329 181 674 8.3 Carne e uova Carne di manzo t PM 110 111 109 360 111 216 111 687 0.6 Carne di vitello t PM 34 202 32 238 31 673 32 263 -6.3 Carne suina t PM 231 645 237 884 249 470 249 002 6.0 Carne ovina t PM 5 787 5 365 5 477 5 355 -6.7 Carne caprina t PM 534 493 498 521 -5.6 Carne equina t PM 1 164 802 748 775 -33.4 Pollame t peso di vendita 29 435 41 726 44 050 46 567 49.9 Uova in guscio mio. di pezzi 689 718 752 758 7.8 Cereali 1 112 267 1 005 806 923 602 1 970 061 1 -13.1 Frumento panificabili t 521 667 467 800 448 800 1 463 830 1 -11.8 Frumento da foraggio t - 69 206 58 694 1 70 083 1Segale t 20 833 15 900 13 708 1 12 734 1 -32.3 Orzo t 255 500 198 100 174 100 1 183 363 1 -27.5 Avena t 22 533 10 500 8 900 1 8 717 1 -58.4 Mais da granella t 206 333 174 000 143 500 1 151 290 1 -24.3 Triticale t 75 067 56 300 58 300 1 62 044 1 -21.6 Altri t 10 333 14 000 17 600 1 18 000 1 60.0 Sarchiate Patate t 539 933 522 000 421 000 515 000 -10.0 Barbabietole da zucchero t 1 288 852 1 719 707 1 302 055 1 828 184 25.4 Semi oleosi 59 956 82 153 81 983 83 800 1 37.8 Colza t 43 684 67 000 67 900 70 300 1 56.6 Girasole t 12 972 11 800 10 600 9 900 1 -17.0 Altri t 3 300 3 353 3 483 3 600 1 5.4 Frutta (da tavola) Mele t 99 540 2 119 910 100 300 86 943 34.5 3 Pere t 15 523 2 22 330 13 200 19 515 39.5 3 Albicocche t 1 485 2 6 730 5 705 6 875 429.5 3 Ciliegie t 1 810 2 2 225 1 960 3 118 58.6 3 Prugne t 2 418 2 3 446 2 716 3 730 68.2 3 Fragole t 5 064 5 199 5 663 6 419 13.8 Verdure (fresche) Carote t 56 474 74 263 62 638 63 381 18.2 Cipolle t 26 126 37 895 32 716 37 409 37.8 Sedano rapa t 10 359 11 203 9 796 10 270 0.60 Pomodori t 30 398 40 945 42 979 45 071 41.4 Lattuga cappuccio t 16 514 13 475 13 268 14 001 -17.8 Cavolfiore t 6 474 6 793 7 180 7 612 11.1 Cetrioli t 8 823 11 057 10 968 11 866 28.0 Vino Vino rosso hl 574 245 586 775 533 792 583 297 -1.1 Vino bianco hl 613 076 526 767 497 146 536 760 -15.1
Tabella 5 Produzione
A5 Allegato

Tabella 6

Produzione di latticini

di

EL)

Prodotto 2000/02 2009 2010 2011 2000/02 –2009/11 t t t t % Totale formaggio 166 668 178 276 181 329 182 750 8.5 Formaggio fresco 35 832 43 644 44 920 46 970 26.1 Mozzarella 12 208 17 176 18 820 20 557 54.4 Altro formaggio fresco 23 624 26 468 26 100 26 413 11.4 Formaggio a pasta molle 6 848 7 378 7 874 7 874 12.6 Tomme 1 229 2 043 2 030 1 934 62.9 Formaggio a crosta fiorita, da semigrasso a grasso 2 122 751 1 358 1 184 -48.3 Altro formaggio a pasta molle 3 497 4 584 4 486 4 756 31.8 Formaggio a pasta semidura 47 176 56 561 57 664 58 956 22.4 Appenzeller 8 505 8 853 9 113 9 096 6.1 Tilsiter 6 135 3 873 3 812 3 602 -38.7 Formaggio da raclette 11 871 11 211 11 744 10 787 -5.3 Altro formaggio a pasta semidura 20 665 32 624 32 995 35 471 63.1 Formaggio a pasta dura 76 215 69 572 69 765 67 828 -9.4 Emmentaler 42 171 25 723 27 059 25 257 -38.3 Gruyère 26 072 28 420 28 166 28 690 9.0 Sbrinz 2 940 1 863 1 857 1 939 -35.8 Altro formaggio a pasta dura 5 032 13 566 12 683 11 942 153.0 Prodotti speciali 1 663 1 121 1 106 1 122 68.4 Totale prodotti a base di latte fresco 704 033 760 427 754 884 744 846 7.0 Latte di consumo 505 764 491 546 493 181 486 683 -3.0 Altri 198 270 268 881 261 703 258 163 32.6 Totale burro 40 247 47 895 48 511 48 989 20.4 Totale panna 68 213 68 173 68 022 69 750 0.6 Totale latte in polvere 47 152 60 467 57 213 56 341 23.0 1 Formaggio di solo latte di pecora o di capra Fonti: TSM Tabella
7
Prodotto 2000/02 2009 2010 2011 2000/02 –2009/11 % Formaggio 1 375 908 1 429 872 1 453 442 1 443 145 4.8 Ricotta 19 366 16 808 15 999 16 223 -15.6 Latte di consumo 459 605 425 410 422 867 415 910 -8.3 Panna di consumo 258 197 262 261 266 864 279 259 4.4 Yogurt 70 003 114 997 114 555 113 230 63.2 Altri prodotti a base di latte fresco (compreso il gelato) 84 282 99 010 98 429 92 268 14.6 Conserve di latte 331 579 367 990 367 795 364 813 10.6 Burro 476 737 572 021 580 541 583 730 21.4 Altra valorizzazione 122 375 126 983 117 130 163 395 11.0 1 EL corrisponde a 1 kg di latte con una quota dello
Fonte: TSM A6 Allegato
Valorizzazione del latte secondo le componenti (equivalente-latte;
7,3 %
grasso e proteine

Tabella 8

Valorizzazione del raccolto della produzione vegetale

1 Media degli anni 2000/03

2 Variazione 2000/03–2008/11

la

contenenti alcol di distillazione: Regia federale degli alcol

svizzera dell’orticoltura e delle colture speciali

Prodotto 2000/02 2009 2010 2011 2000/02 –2009/11 t t t t % Patate - 521 000 421 000 515 000Patate da tavola 169 433 187 600 183 000 181 900 10.7 Patate destinate alla trasformazione 127 500 148 100 154 000 159 400 16.2 Patate da semina 28 300 24 400 24 000 24 000 -13.8 Somministrazione allo stato fresco agli animali 143 067 161 000 60 000 149 700 12.5 Trasformazione in alimenti per animali 71 633 0 0 0 -100.0 Mele e pere svizzere da sidro (trasformazione in stabilimenti artigianali) 151 950 1 117 238 75 722 185 605 -18.8 2 Quantitativo di frutta da sidro per succo grezzo 151 746 1 117 226 75 710 185 605 -18.7 2 Sidro fresco da torchio 9 376 1 8 146 7 756 8 129 -14.7 2 Sidro per la fabbricazione di acquavite 418 1 4 26 0 -98.0 2 Succo concentrato 140 271 1 109 012 66 144 173 838 -19.5 2 Altri succhi (compreso l’aceto) 1 682 1 64 1 784 3 638 43.5 2 Frutta pigiata 204 1 12 12 0 -93.5 2 Fabbricazione di bevande contenenti alcol di distillazione Di mele e pere svizzere 21 079 1 10 061 14 693 9 374 -43.9 2 Di ciliegie e prugne svizzere 12 137 1 7 392 10 641 9 656 -19.3 2 Verdure svizzere fresche per la fabbricazione di derrate alimentari Verdure congelate 25 157 30 942 32 504 32 027 26.5 Verdure da conserva (fagiolini, piselli, carote parigine) 14 607 13 877 12 915 15 090 -4.4 Cavolo (cappuccio) per crauti 6 410 3 716 5 561 5 125 -25.1 Rape 1 059 498 494 466 -54.1
Fonti: Patate:
Frutta da sidro: UFAG;
Verdure
A7 Allegato
swisspatat
bevande
per
trasformazione: Centrale

Commercio estero

1 Media degli anni 2000/03

2 Variazione 2000/03–2008/11

3 Voce di tariffa 0206

Tabella 9
Prodotto 2000/02 2009 2010 2011 2000/02 –2009/11 t t t t % Esporta- Importa- Esporta- Importa- Esporta- Importa- Esporta- Importa- Esporta- Importazioni zioni zioni zioni zioni zioni zioni zioni zioni zioni Latte e latticini Latte 19 22 919 368 23 443 266 23 141 606 26 211 2 075.6 5.9 Yogurt 3 494 148 5 509 9 765 6 905 10 635 5 190 11 415 67.9 7 065.5 Panna 918 246 5 354 1 401 2 794 1 986 3 773 1 838 332.7 607.0 Burro 447 4 960 4 201 55 4 145 220 5 512 252 932.6 -96.5 Latte in polvere 11 688 1 076 28 733 3 192 23 443 1 234 15 787 567 93.8 54.7 Formaggio e ricotta 52 295 31 087 57 014 44 101 58 379 46 892 60 059 48 872 11.8 50.0 Carne, uova e pesce Carne di manzo 876 7 854 1 613 15 827 1 884 18 891 2 346 21 666 122.3 139.3 Carne di vitello 0 1 115 0 331 0 746 5 572 0.0 -50.7 Carne suina 249 9 753 575 13 993 620 12 765 1 053 11 432 200.8 30.5 Carne ovina 0 6 940 3 5 646 5 5 750 4 5 939 0.0 -16.7 Carne caprina 0 358 0 267 0 304 0 315 0.0 -17.5 Carne equina 0 4 117 0 4 745 0 4 872 0 5 003 0.0 18.4 Pollame 331 42 770 120 56 428 236 53 933 687 54 940 5.0 28.8 Sottoprodotti della macellazione 3 1 552 6 934 20 809 18 360 21 467 15 025 22 011 14 905 1 280.7 132.1 Uova 0 24 839 27 33 562 12 34 336 90 32 147 0.0 34.3 Pesce, crostacei e molluschi 96 56 228 249 68 152 142 69 023 226 45 391 114.5 8.2 Cereali Frumento 74 284 629 173 377 001 197 336 015 709 462 000 591.8 30.7 Segale 1 7 250 0 3 649 67 4 719 0 2 242 6 290.6 -43.1 Orzo 11 52 079 233 30 937 250 71 357 267 102 884 2 427.0 11.4 Avena 5 540 50 469 1 43 781 23 56 391 0 53 932 -99.8 6.1 Mais da granella 196 26 496 96 67 465 104 96 419 102 132 861 -29.3 255.5 Sarchiate Patate 3 313 30 709 1 498 27 941 499 23 573 514 25 411 -71.3 -8.0 Zucchero 152 572 188 008 200 503 174 981 99 996 84 438 101 250 103 809 27.1 -10.7 Semi oleosi Semi oleosi 699 105 697 910 58 639 799 60 004 690 52 257 17.6 -41.2 Oli e grassi vegetali 7 327 95 762 3 797 128 711 4 460 124 943 3 012 129 628 -44.1 33.1 Frutta (fresca) Mele 1 342 1 8 595 1 730 9 477 689 7 503 2 850 7 275 7.5 2 -2.8 2 Pere 119 1 8 786 1 158 13 744 135 9 037 141 11 616 41.9 2 20.7 2 Albicocche 26 1 9 155 1 166 6 766 121 7 030 38 5 844 281.0 2 -28.2 2 Ciliegie 7 1 1 104 1 10 1 202 13 1 645 15 2 136 81.5 2 46.0 2 Prugne e susine 8 1 5 254 1 30 7 085 73 7 926 44 6 434 459.4 (2) 33.8 2 Fragole 22 11 240 0 13 043 58 13 503 4 13 268 40.9 13.5 Uva 10 38 448 286 34 286 181 35 109 157 35 425 2 987.1 -7.8 Agrumi 41 124 102 120 129 082 255 130 556 138 129 719 549.6 3.4 Banane 1 73 363 1 80 772 8 79 889 9 79 395 336.7 10.3 Verdure (fresche) Carote 26 6 739 1 216 2 458 64 5 626 15 3 508 1 539.2 -42.7 Cipolle 51 6 432 1 3 822 581 3 277 1 3 902 283.6 -43.0 Sedano rapa 0 287 0 147 0 130 2 485 - -11.4 Pomodori 25 42 449 162 39 918 115 39 155 54 39 562 347.3 -6.8 Lattuga cappuccio 3 2 537 6 2 945 4 3 460 6 3 225 60.0 26.5 Cavolfiore 1 9 067 48 9 260 27 9 067 65 9 042 4 566.7 0.6 Cetrioli 21 17 046 58 15 473 33 16 397 7 939 16 463 12 851.6 -5.5 Vino Vino rosso (in hl) 6 585 1 417 802 13 247 1 360 033 14 231 1 368 625 14 735 1 315 727 113.7 -4.9 Vino bianco (in hl) 5 997 214 349 5 422 299 130 5 998 314 033 5 598 324 683 -5.4 45.8
Fonti: Latte e latticini, carne, sottoprodotti della macellazione, uova, cereali, sarchiate, semi oleosi, frutta, verdura e vino: DGD Zucchero: réservesuisse A8 Allegato

Tabella 10

Commercio estero di formaggio

Prodotto 2000/02 2009 2010 2011 2000/02 –2009/11 t t t t % Importazioni Formaggio fresco 1 8 644 15 282 17 416 18 054 95.7 Formaggio grattugiato 2 420 1 088 1 195 1 406 193.0 Formaggio fuso 3 2 413 2 906 3 260 3 679 36.0 Formaggio a crosta fiorita 4 2 321 2 159 2 146 2 019 -9.2 Formaggio a pasta molle 5 5 731 8 308 8 191 8 677 46.4 Formaggio a pasta semidura 6 4 400 7 086 7 199 7 558 65.5 Formaggio a pasta dura 7 7 158 7 272 7 485 7 479 3.5 Totale formaggio e ricotta (quark) 31 087 44 101 46 892 48 872 50.0 Esportazioni Formaggio fresco 1 52 2 935 4 617 6 004 8 589.7 Formaggio grattugiato 2 99 165 147 175 64.0 Formaggio fuso 3 5 259 3 627 2 902 2 317 -43.9 Formaggio a crosta fiorita 4 11 14 12 11 8.8 Formaggio a pasta molle 5 109 1 432 1 743 1 484 1 324.8 Formaggio a pasta semidura 6 7 361 13 752 13 296 16 203 95.8 Formaggio a pasta dura 7 39 404 35 089 35 662 33 865 -11.5 Totale formaggio e ricotta (quark) 52 296 57 014 58 379 60 059 11.8 1 0406.1010, 0406.1020, 0406.1090 2 0406.2010, 0406.2090 3 0406.3010, 0406.3090 4 0406.4010, 0406.4021, 0406.4029, 0406.4081, 0406.4089 5 0406.9011, 0406.9019 6 0406.9021, 0406.9031, 0406.9051, 0406.9091 7 0406.9039, 0406.9059, 0406.9060, 0406.9099 Fonte: DGD A9 Allegato

Tabella 11

Consumo pro capite

2 Media degli anni 2000/03

3 Variazione 2000/03–2008/11

Fonti: Latte e latticini, zucchero e semi oleosi: USC

Aviforum

Proviande

Prodotto 2000/02 2009 2010 2011 1 2000/02 –2009/11 kg kg kg kg % Latte e latticini Latte di consumo 84.63 73.30 70.70 68.60 -16.3 Bevande a base di latte 3.53 9.10 8.20 8.60 144.3 Yogurt 16.57 18.50 18.20 18.30 10.7 Burro 5.93 5.40 5.40 5.30 -9.6 Panna 9.27 8.20 8.40 8.40 -10.1 Formaggio e formaggio fuso 19.63 21.40 21.50 21.40 9.2 Carne e uova Carne di manzo 10.22 10.99 11.20 11.29 9.2 Carne di vitello 3.86 3.23 3.15 3.22 -17.1 Carne suina 25.39 24.62 25.33 24.92 -1.7 Carne ovina 1.51 1.22 1.23 1.24 -18.5 Carne caprina 0.11 0.08 0.09 0.09 -21.2 Carne equina 0.64 0.66 0.66 0.68 4.2 Pollame 9.28 10.79 11.00 11.43 19.3 Uova in guscio (pz.) 188 187 189 181 -1.2 Cereali Pane e prodotti da forno 51.13 49.10 49.30 50.00 -3.3 Sarchiate Patate e prodotti a base di patate 43.43 45.63 47.5 47 1 7.2 Zucchero (compr. zucchero nei prodotti trasformati) 40.48 40.50 38.6 39 -2.3 Semi oleosi Oli e grassi vegetali 14.98 18.80 19 19 1 26.2 Frutta (da tavola) Mele 14.7 2 16.53 13.61 11.49 -6.6 3 Pere 3.33 2 4.61 2.81 3.90 2.3 3 Albicocche 1.46 2 1.71 1.60 1.59 7.9 3 Ciliegie 0.40 2 0.44 0.46 0.66 20.0 3 Prugne e susine 1.06 2 1.35 1.34 1.27 21.3 3 Fragole 2.25 2.34 2.43 2.48 7.4 Agrumi 17.15 16.57 16.56 16.29 -4.0 Banane 10.14 10.38 10.15 9.98 0.3 Verdure (fresche) Carote 8.73 9.70 8.67 8.41 2.3 Cipolle 4.49 5.36 4.50 5.19 11.6 Sedano rapa 1.47 1.46 1.26 1.35 -7.7 Pomodori 10.07 10.37 10.42 10.64 4.0 Lattuga cappuccio 2.63 2.11 2.12 2.17 -19.0 Cavolfiore 2.15 2.06 2.06 2.09 -3.7 Cetrioli 2.81 3.11 3.28 3.36 15.5 Vino Vino rosso (in l) 28.28 24.92 24.50 23.87 -13.6 Vino bianco (in l) 12.45 10.88 11.10 10.97 -11.8 Totale vino (in l) 40.73 35.80 35.60 34.84 -13.0
1 Dati in parte provvisori
Carne:
Cereali, frutta, verdura e vino: UFAG A10 Allegato
Uova:

Tabella 12

Prezzi alla produzione

1 Media degli anni 2000/03

2 Variazione 2000/03–2008/11

3 Prezzi franco macello, escl. suini da carne franco fattoria; prezzi applicati dal 2006 per animali del programma gestione della qualità Carne svizzera

4 Negli anni 2000–2002 non sono stati rilevati prezzi comparabili

5 Il prezzo non si applica alle eccedenze

6 Prezzo indicativo provvisorio

7 Gli anni di riferimento sono la media degli anni 2002/04, variazione 2002/04–2009/11

Fonti:

Latte e uova: UFAG

Bestiame da macello: Proviande

Cereali, sarchiate e semi oleosi: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Frutta: Associazione svizzera frutta e Interprofession des fruits et légumes du Valais; trattasi di prezzi indicativi alla produzione definitivi

Verdura: Centrale svizzera dell’orticoltura e delle colture speciali; trattasi di prezzi indicativi franco distributore all’ingrosso

Prodotto Unità 2000/02 2009 2010 2011 2000/02 –2009/11 % Latte Totale Svizzera ct./kg 79.23 64.78 61.79 62.67 -20.4 Latte trasformato in formaggio ct./kg 79.14 68.12 67.07 66.80 -14.9 Latte biologico ct./kg 94.18 77.50 74.72 77.42 -18.7 Bestiame da macello 3 e uova 4 Vacche T3 fr./kg PM 5.18 6.63 6.36 6.24 23.8 Giovani vacche T3 fr./kg PM 6.28 7.12 6.90 6.72 10.1 Torelli T3 fr./kg PM 7.64 8.09 8.16 8.29 7.0 Buoi T3 fr./kg PM 7.40 8.07 8.14 8.27 10.2 Manzi T3 fr./kg PM 7.39 8.07 8.11 8.05 9.3 Vitelli T3 fr./kg PM 12.31 13.28 13.48 13.58 9.2 Suini da carne fr./kg PM 4.57 4.31 3.80 3.60 -14.5 Agnelli fino a 40 kg T3 fr./kg PM 12.53 10.29 9.71 10.72 -18.3 Uova da allevamento al suolo ct./pz. - 22.85 21.98 21.67Uova da allevamento all’aperto estensivo ct./pz. - 23.64 23.06 23.02Cereali Frumento (panif) Top fr./100 kg 60.23 7 48.06 51.60 51.31 -16.4 7 Frumento (panif) Classe I fr./100 kg 57.38 7 46.65 50.33 49.05 -15.2 7 Frumento (foraggio) fr./100 kg 45.18 7 35.86 36.58 36.32 -19.8 7 Segale fr./100 kg 44.24 7 36.55 38.04 38.31 -14.9 7 Orzo fr./100 kg 42.68 7 34.42 34.43 34.39 -19.4 7 Avena fr./100 kg 39.45 7 29.50 30.76 30.40 -23.4 7 Mais da granella fr./100 kg 45.70 7 36.50 36.87 36.75 -19.7 7 Sarchiate Patate fr./100 kg 35.52 34.40 38.49 43.78 6.6 Barbabietole da zucchero fr./100 kg 12.21 8.39 8.50 7.48 -25.1 Semi oleosi Colza fr./100 kg 83.19 7 78.42 81.86 89.85 0.2 7 Girasole fr./100 kg 84.61 7 82.77 87.84 96.17 5.1 7 Frutta Mele: Golden Delicious, classe I fr./kg 0.98 1 0.90 5 0.93 5 1.00 5 0.3 2 Mele: Maigold, classe I fr./kg 0.77 1 0.90 5 0.60 6 0.93 16.6 2 Pere: Conférence, classe I fr./kg 1.05 1 0.99 5 1.41 5 0.93 5 12.8 2 Albicocche, tutte le classi fr./kg 2.69 1 2.55 2.73 2.82 2.4 2 Ciliegie, classe I fr./kg 3.40 1 3.70 3.70 5.88 25.6 2 Prugne, classe I, 33 mm fr./kg 1.75 1 1.80 2.00 2.21 15.9 2 Fragole fr./kg 5.03 6.40 6.20 6.47 21.9 Verdure Carote (scorte) fr./kg 1.21 1.26 1.44 1.47 14.9 Cipolle (scorte) fr./kg 1.14 1.09 1.30 1.38 10.2 Sedano rapa (scorte) fr./kg 1.86 1.87 2.58 2.87 30.9 Pomodori tondi fr./kg 2.12 2.38 2.78 2.22 15.9 Lattuga cappuccio fr./pz. 0.94 1.14 1.24 1.12 24.1 Cavolfiore fr./kg 2.06 2.50 2.69 2.60 26.1 Cetrioli fr./pz. 1.01 1.15 1.23 1.11 15.2
A11 Allegato

Tabella 13

Prezzi al consumo

1 Media degli anni 2000/03

2 Variazione 2000/03–2008/11

3 Negli anni 2000–2002 non sono stati rilevati prezzi comparabili

4 A partire dall’1.1.2009

Fonti:

Latte, uova, carne (paniere con carne label e convenzionale), frutta e verdura: UFAG

Patate e zucchero cristallizzato: UST, altri prodotti vegetali: UFAG dal 2006

Prodotto Unità 2000/02 2009 2010 2011 2000/02 –2009/11 % Latte e latticini Latte intero, pastorizzato, imballato fr./l 1.55 1.36 1.41 1.43 -9.9 Latte intero UHT standardizzato 35 g 4 fr./l 1.36 1.31 1.29Latte drink, pastorizzato, imballato fr./l 1.55 1.38 1.40 1.41 -9.9 Latte scremato UHT fr./l 1.44 1.52 1.49 1.45 3.2 Emmentaler fr./kg 20.37 20.88 20.28 17.99 -3.2 Gruyère fr./kg 20.47 20.70 20.63 20.06 -0.0 Tilsiter fr./kg 17.66 17.78 17.49 16.17 -2.9 Camembert 60 % (grasso s.s.) 125 g 2.68 2.60 2.57 2.31 -7.1 Formaggio a pasta molle, a crosta fiorita 150 g 3.50 3.37 3.36 3.35 -4.0 Mozzarella 45 % (grasso s.s.) 150 g 2.35 1.81 1.81 1.68 -24.7 Burro speciale 200 g 3.10 2.99 2.96 2.96 -4.1 Il Burro (burro da cucina) 250 g 3.01 3.14 3.11 3.06 3.1 Panna intera, imballata 1/2 l 4.89 3.58 3.46 3.28 -29.7 Panna per caffè, imballata 1/2 l 2.52 2.07 2.00 1.93 -20.5 Yogurt, aromatizzato o alla frutta 180 g 0.69 0.67 0.64 0.64 -6.3 Carne di manzo Entrecôte, tagliato fr./kg 49.80 62.90 62.88 64.60 27.4 Fettine, noce fr./kg 38.77 46.82 46.18 46.50 19.9 Arrosto, spalla fr./kg 26.68 30.94 30.62 31.01 15.6 Carne macinata fr./kg 15.47 19.16 19.01 17.88 20.8 Carne di vitello Costolette, tagliate fr./kg 40.89 50.87 49.69 47.54 20.7 Fettine, noce fr./kg 34.44 38.54 37.59 36.73 9.2 Spezzatino fr./kg 28.68 34.08 33.74 32.90 17.1 Carne suina Costolette, tagliate fr./kg 20.31 21.22 19.61 18.57 -2.5 Fettine, noce fr./kg 26.06 28.88 26.97 26.07 4.8 Arrosto, spalla fr./kg 19.09 21.08 19.05 17.57 0.8 Spezzatino, spalla fr./kg 18.02 20.29 18.26 17.33 3.3 Carne d'agnello, indigena, fresca Cosciotto senza osso femorale fr./kg 27.85 32.58 32.89 33.10 18.0 Costolette, tagliate fr./kg 34.21 50.27 49.57 50.98 46.9 Prodotti carnei Prosciutto cotto di coscia, nello stampo, affettato fr./kg 28.62 33.39 30.82 28.97 8.5 Salame indigeno I, affettato fr./100 g 3.82 5.21 5.09 4.82 31.8 Polli Indigeni, freschi fr./kg 8.99 9.64 9.66 9.53 6.9 Uova 3 Uova da allevamento al suolo ct./pz. - 49 48 46Uova da allevamento all’aperto estensivo ct./pz. - 64 63 62Produzione vegetale e prodotti di origine vegetale Pane bigio Fr./500 g - 2.05 - -Pane semibianco Fr./500 g - 1.79 - -Panini al latte / Michette fr./kg - 12.21 - -Cornetti fr./kg - 19.26 - -Patate fr./kg 1.99 2.51 2.69 2.57 26.8 Zucchero cristallizzato fr./kg 1.43 1.65 1.38 2.06 15.3 Frutta (indigena ed estera) Mele: Golden Delicious, classe I fr./kg 3.57 1 3.86 3.34 3.16 -1.3 2 Pere, classe I fr./kg 3.53 1 3.83 3.76 3.59 7.0 2 Albicocche, classe I fr./kg 5.50 1 6.60 7.06 7.15 31.8 2 Ciliegie, classe I fr./kg 9.27 1 10.61 12.45 10.80 25.9 2 Prugne, classe I fr./kg 3.96 1 4.37 4.45 4.23 12.9 2 Fragole fr./kg 10.01 12.43 12.37 11.83 21.9 Verdure (per consumo fresco; indigene ed estere) Carote (scorte) fr./kg 1.99 2.08 2.28 2.04 7.0 Cipolle (scorte) fr./kg 2.26 2.12 2.32 2.12 -3.4 Sedano rapa (scorte) fr./kg 3.64 4.17 4.87 4.95 28.0 Pomodori tondi fr./kg 3.49 3.59 4.17 3.25 5.3 Lattuga cappuccio fr./pz. 1.72 2.08 2.07 1.71 13.6 Cavolfiore fr./kg 3.92 4.32 4.34 3.76 5.7 Cetrioli fr./pz. 1.94 1.69 1.79 1.31 -17.7
A12 Allegato

Grado di autoapprovvigionamento

1 Compresi prodotti della molitura e cereali panificabili germogliati, esclusi i panelli oleosi; le variazioni delle scorte non sono considerate

2 Cereali panificabili e da foraggio, compreso il grano duro

3 In energia assimilabile

4 Mele, pere, ciliegie, prugne, susine, albicocche e pesche

5 Compresa la carne equina, caprina, di coniglio e la selvaggina, nonché pesci, crostacei e molluschi

6 Esclusi i prodotti di origine animale ottenuti a partire da alimenti per animali importati

7 In energia assimilabile, comprese le bevande alcoliche, in base al bilancio alimentare

8 Produzione indigena ai prezzi alla produzione, importazione ai prezzi della statistica sul commercio (franco frontiera, non sdoganati)

A13 Allegato
Tabella 14
Prodotto 2000/02 2008 2009 2010 2000/02–2008/10 % % % % % Percentuale quantitativa: Cereali panificabili 71 79 76 74 7.1 Cereali da foraggio 1 84 58 62 56 -30.1 Totale cereali 2 59 55 53 48 -12.4 Percentuale in energia 3: Totale cereali (compr. riso) 51 57 55 55 9.2 Patate commestibili 94 90 93 90 -3.1 Zucchero 67 75 86 70 15.4 Grassi e oli vegetali 20 17 19 19 -8.4 Frutta 4 77 68 74 67 -10.2 Verdura 52 46 49 48 -8.1 Latte di consumo 97 97 96 96 -1.1 Burro 91 103 108 111 18.4 Formaggio 117 116 110 110 -4.3 Totale latte e latticini 106 109 102 101 -1.5 Carne di vitello 96 97 99 97 1.6 Carne bovina 90 81 85 84 -7.2 Carne suina 94 91 94 95 -0.9 Carne ovina 39 41 42 42 8.3 Pollame 42 48 49 50 16.7 Carne di tutti i tipi 5 70 66 69 69 -2.6 Uova e conserve di uova 47 44 46 47 -3.8 Derrate alimentari di origine vegetale 45 46 48 44 1.2 Derrate alimentari di origine animale lorde 93 93 95 94 0.8 Derrate alimentari di origine animale nette 6 78 72 73 70 -7.6 Totale derrate alimentari lorde 62 61 63 60 -0.1 Totale derrate alimentari nette 7 56 55 56 52 -3.4 Percentuale in valore del totale derrate alimentari 8 63 68 70 72 11.1
Fonte: USC

Risultati economici

Conto economico dell’agricoltura

Tabella 15

Produzione dell’agricoltura ai prezzi base correnti, in 1 000 fr.

In seguito alla revisione parziale del conto economico di giugno 2012, sono state modificate tutte le sequenze di dati degli aggregati.

1 Dati semidefinitivi, stato 10.9.2012

2 Dati provvisori, stato 10.9.2012

3 Stima, stato 10.9.2012

Le cifre sono arrotondate per eccesso o per difetto, di conseguenza è possibile che la somma dei singoli elementi differisca dai totali o dai saldi.

UST

Prodotto 2000/02 2009 2010 1 2011 2 2000/02– 2012 3 2009/11–2009/11 2012 % % Produzione agricola di beni 9 820 052 9 397 351 9 083 307 9 148 515 -6.2 8 962 847 -2.7 Produzione vegetale 4 673 280 4 417 964 4 308 786 4 333 488 -6.8 4 231 050 -2.8 Cereali (incluse le sementi) 536 551 385 241 374 131 387 513 -28.7 366 347 -4.2 Frumento 296 542 241 173 245 350 256 226 -16.5 239 439 -3.3 Orzo 111 233 62 865 55 995 58 530 -46.8 54 873 -7.2 Granturco 77 169 54 917 46 732 46 446 -36.0 46 679 -5.4 Altri cereali 51 607 26 286 26 054 26 311 -49.2 25 356 -3.3 Piante industriali 261 299 274 746 243 880 287 523 2.8 265 569 -1.2 Semi e frutti oleosi (incluse le sementi) 71 607 83 181 83 367 94 719 21.6 90 593 4.0 Piante proteiche (incluse le sementi) 9 913 9 866 9 912 9 480 -1.6 9 252 -5.1 Tabacchi greggi 20 386 14 751 18 404 19 095 -14.6 18 172 4.3 Barbabietole da zucchero 154 982 160 159 126 879 158 772 -4.1 142 196 -4.3 Altre piante industriali 4 411 6 789 5 318 5 458 32.7 5 357 -8.5 Piante foraggiere 1 325 733 998 041 1 035 053 968 767 -24.5 1 026 728 2.6 Mais da foraggio 170 136 108 572 125 592 166 609 -21.5 132 533 -0.8 Piante sarchiate da foraggio 16 352 6 902 6 230 6 000 -61.0 5 623 -11.8 Altre piante foraggiere 1 139 245 882 567 903 231 796 158 -24.5 888 572 3.2 Ortaggi e prodotti orticoli 1 314 710 1 452 616 1 460 331 1 445 681 10.5 1 414 203 -2.7 Ortaggi freschi 480 734 645 116 647 198 671 301 36.2 648 082 -1.0 Fiori e piante 833 975 807 500 813 134 774 379 -4.3 766 122 -4.0 Patate (incluse le sementi) 195 487 193 466 179 511 188 095 -4.3 175 138 -6.4 Frutta 577 213 592 255 514 742 568 857 -3.2 503 778 -9.8 Frutta fresca 323 199 343 463 293 451 354 480 2.2 292 719 -11.4 Uve 254 014 248 792 221 291 214 377 -10.2 211 059 -7.5 Vini 438 193 472 770 451 114 431 530 3.1 423 041 -6.4 Altri prodotti vegetali 24 095 48 829 50 022 55 522 113.6 56 246 9.3 Produzione zootecnica 5 146 772 4 979 387 4 774 522 4 815 027 -5.6 4 731 797 -2.6 Bovini 1 051 705 1 255 608 1 216 737 1 244 332 17.8 1 255 161 1.3 Suini 1 071 629 1 015 621 938 818 886 919 -11.6 821 866 -13.2 Equini 6 787 6 602 1 414 2 906 -46.4 2 812 -22.8 Ovini e caprini 57 827 43 182 39 116 44 089 -27.1 42 039 -0.2 Pollame 190 394 238 314 246 742 254 287 29.4 267 179 8.4 Altri animali 13 028 13 287 14 338 12 300 2.1 13 092 -1.6 Latte 2 565 090 2 201 774 2 109 672 2 152 939 -16.0 2 118 948 -1.7 Uova 182 442 198 569 201 671 204 139 10.4 206 197 2.4 Altri prodotti zootecnici 7 871 6 430 6 012 13 117 8.2 4 503 -47.2 Produzione agricola di servizi 560 790 650 046 655 061 662 569 17.0 668 421 1.9 Servizi agricoli 526 408 650 046 655 061 662 569 24.6 668 421 1.9 Locazione di quote latte 34 382 0 0 0 - 0Produzione agricola 10 380 842 10 047 397 9 738 368 9 811 084 -5.0 9 631 268 -2.4 Attività secondarie non agricole (non separabili) 322 196 353 310 342 935 354 767 8.7 342 974 -2.1 Trasformazione di prodotti agricoli 182 811 209 128 206 972 203 222 12.9 190 488 -7.7 Altre attività secondarie non separabili (beni e servizi) 139 384 144 182 135 963 151 545 3.2 152 486 6.0 Produzione della branca di attività agricola 10 703 038 10 400 707 10 081 303 10 165 852 -4.6 9 974 242 -2.4
A14 Allegato
Fonte:

Tabella 16

Conto economico dell’agricoltura, ai prezzi correnti, in 1 000 fr.

In seguito alla revisione parziale del conto economico di giugno 2012, sono state modificate tutte le sequenze di dati degli aggregati.

1 Dati semidefinitivi, stato 10.9.2012

2 Dati provvisori, stato 10.9.2012

3 Stima, stato 10.9.2012

Le cifre sono arrotondate per eccesso o per difetto, di conseguenza è possibile che la somma dei singoli elementi differisca dai totali o dai saldi.

Prodotto 2000/02 2009 2010 1 2011 2 2000/02– 2012 3 2009/11–2009/11 2012 % % Produzione della branca di attività agricola 10 703 038 10 400 707 10 081 303 10 165 852 -4.6 9 974 242 -2.4 Consumi intermedi 6 188 135 6 366 051 6 254 687 6 330 958 2.1 6 292 420 -0.4 Sementi e piantine 320 477 340 964 322 846 318 193 2.1 313 169 -4.3 Energia; lubrificanti 391 791 450 246 451 123 477 395 17.3 489 076 6.4 Concimi e ammendanti 147 276 247 381 197 213 204 398 46.9 204 510 -5.5 Prodotti per la difesa delle piante e la lotta antiparassitaria 134 183 129 430 125 189 126 454 -5.3 124 864 -1.7 Spese veterinarie 161 451 209 481 212 698 202 807 29.0 202 571 -2.8 Mangimi 2 842 333 2 493 780 2 455 767 2 490 316 -12.7 2 449 938 -1.2 Manutenzione di attrezzi 399 129 503 903 502 942 510 445 26.7 510 628 1.0 Manutenzione di fabbricati 144 513 194 876 193 565 209 314 37.9 204 346 2.6 Servizi agricoli 560 790 650 046 655 061 662 569 17.0 668 421 1.9 Altri beni e servizi 958 620 1 069 744 1 064 642 1 053 561 10.9 1 049 928 -1.2 Servizi di intermediazione finanziaria misurati indirettamente 127 572 76 199 73 640 75 505 -41.1 74 969 -0.2 Valore aggiunto lordo ai prezzi base 4 514 903 4 034 656 3 826 616 3 834 893 -13.6 3 681 823 -5.6 Ammortamenti 1 983 081 2 195 572 2 141 917 2 129 141 8.7 2 099 425 -2.6 Ammortamenti, beni di investimento 1 012 685 1 181 417 1 153 990 1 117 632 13.7 1 108 890 -3.7 Ammortamenti, costruzioni 856 707 881 996 855 972 882 400 2.0 858 742 -1.7 Ammortamenti, piantagioni 98 704 105 193 106 580 106 980 7.6 108 195 1.8 Ammortamenti, altri 14 984 26 966 25 376 22 129 65.7 23 598 -4.9 Valore aggiunto netto ai prezzi base 2 531 822 1 839 084 1 684 699 1 705 752 -31.1 1 582 397 -9.2 Altre imposte sulla produzione 115 148 148 514 149 785 157 753 32.0 167 104 9.9 Altri contributi alla produzione 2 407 335 2 836 529 2 876 449 2 912 036 19.4 2 926 131 1.8 Reddito dei fattori 4 824 009 4 527 098 4 411 362 4 460 035 -7.4 4 341 424 -2.8 Redditi da lavoro dipendente 1 138 891 1 238 506 1 245 776 1 260 091 9.6 1 241 840 -0.5 Risultato di gestione netto / reddito misto netto 3 685 118 3 288 592 3 165 586 3 199 944 -12.7 3 099 584 -3.7 Fitti 219 139 233 411 233 810 234 196 6.7 234 677 0.4 Interessi da pagare 279 144 267 731 256 954 242 975 -8.3 241 260 -5.7 Interessi da riscuotere 30 765 12 094 11 193 11 393 -62.4 9 357 -19.1 Reddito da impresa netto 3 217 599 2 799 545 2 686 014 2 734 165 -14.8 2 633 003 -3.9
A15 Allegato
Fonte: UST

Risultati d’esercizio

Tabella 17

Risultati d’esercizio: tutte le regioni

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2000:

1.48 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti sovvenzioni e disinvestimenti

3 Formazione del capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell'inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell'azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell'azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell'azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF)

* Questi valori possono essere calcolati unicamente a partire dal 2003.

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Caratteristica Unità 2000/02 2008 2009 2010 2011 2008/10–2011 % Aziende di riferimento Numero 2 955 3 376 3 372 3 202 3 060 -7.7 Aziende rappresentate Numero 52 596 49 397 48 375 47 166 46 877 -3.0 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 19.09 20.44 20.69 21.06 21.28 2.7 Superficie coltiva aperta ha 5.20 5.38 5.38 5.46 5.49 1.5 Manodopera aziendale ULA 1.68 1.64 1.66 1.66 1.67 1.0 di cui: manodopera familiare ULAF 1.29 1.23 1.22 1.22 1.21 -1.1 Totale vacche Numero 13.8 14.8 15.1 15.2 15.2 1.1 Totale animali UBG 24.3 24.3 25.5 25.8 26.0 3.2 Struttura del capitale Totale attivi fr. 727 756 825 000 859 543 873 205 897 828 5.3 di cui: attivo circolante fr. 139 412 145 538 153 383 152 401 159 589 6.1 di cui: inventario vivo fr. 44 554 55 150 57 050 56 942 56 623 0.4 di cui: attivo immobilizzato fr. 543 790 624 313 649 109 663 861 681 616 5.6 di cui: attivo azienda fr. 678 557 779 294 807 930 823 594 845 498 5.2 Quota di capitale di terzi % 41 44 44 44 44 0.0 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 13 797 12 675 9 912 7 506 6 879 -31.4 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. * 254 343 255 656 250 181 259 834 2.5 di cui: pagamenti diretti fr. 42 700 51 522 57 924 59 874 60 864 7.8 Spese materiali fr. * 159 483 164 209 164 060 168 297 3.5 Reddito aziendale fr. * 94 860 91 447 86 121 91 537 0.8 Costi del personale fr. 12 042 15 806 16 912 16 847 18 105 9.6 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 8 301 7 867 7 374 6 991 6 725 -9.3 Canoni d’affitto fr. * 7 041 6 856 7 102 7 233 3.3 Costi di terzi fr. * 190 197 195 351 194 999 200 360 3.5 Reddito agricolo fr. 56 203 64 147 60 305 55 182 59 474 -0.7 Reddito extraagricolo fr. 18 806 24 131 26 204 26 308 26 737 4.7 Reddito totale fr. 75 009 88 278 86 509 81 490 86 211 0.9 Consumo privato fr. 63 222 71 532 71 568 71 421 72 113 0.8 Formazione di capitale proprio fr. 11 787 16 746 14 941 10 069 14 098 1.3 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 45 376 48 400 51 448 50 148 56 837 13.7 Cash flow 3 fr, 42 203 48 270 49 836 46 677 49 527 2.6 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 93 100 97 93 87 -10.0 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 64 66 68 66 68 2.0 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 45 42 42 38 41 0.8 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 20 25 24 22 25 5.6 Aziende con reddito insufficiente 8 % 19 17 17 20 18 0.0 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 16 16 17 19 16 -7.7 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULA 49 369 57 711 55 135 51 984 54 737 -0.4 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 4 340 4 640 4 419 4 090 4 302 -1.8 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 12.2 12.2 11.3 10.5 10.8 -4.7 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -2.1 -1.4 -2.0 -2.4 -2.0 3.4 Redditività del capitale proprio 11 % -5.7 -4.4 -5.2 -5.9 -5.1 -1.3 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 32 906 41 732 41 184 39 149 43 507 6.9 (Valore medio) Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 29 754 37 187 36 465 35 500 39 018 7.2 (Valore mediano)
3.95 %; 2001: 3.36 %; 2002: 3.22 %; 2008: 2.93 %; 2009: 2.22 %; 2010: 1.65 %;
2011:
A16 Allegato

Tabella 18

Risultati d’esercizio: regione di pianura*

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2000: 3.95 %; 2001: 3.36 %; 2002: 3.22 %; 2008: 2.93 %; 2009: 2.22 %; 2010: 1.65 %; 2011: 1.48 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti sovvenzioni e disinvestimenti

3 Formazione del capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell’inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell’azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell’azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell’azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF)

* Regione di pianura: zona di pianura

** Questi valori possono essere calcolati unicamente a partire dal 2003.

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Caratteristica Unità 2000/02 2008 2009 2010 2011 2008/10–2011 % Aziende di riferimento Numero 1 300 1 434 1 444 1 358 1 267 -10.3 Aziende rappresentate Numero 24 116 22 306 22 100 21 543 21 358 -2.8 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 20.01 21.63 21.66 22.17 22.23 1.9 Superficie coltiva aperta ha 9.40 9.92 9.78 9.97 10.11 2.2 Manodopera aziendale ULA 1.78 1.75 1.77 1.75 1.77 0.8 di cui: manodopera familiare ULAF 1.25 1.18 1.17 1.16 1.15 -1.7 Totale vacche Numero 13.6 15.2 15.0 15.3 15.1 -0.4 Totale animali UBG 24.4 25.5 26.1 26.7 26.8 2.7 Struttura del capitale Totale attivi fr. 833 276 956 736 990 381 989 105 1 013 252 3.5 di cui: attivo circolante fr. 173 511 182 549 192 554 187 802 194 100 3.4 di cui: inventario vivo fr. 45 056 55 354 56 159 56 401 55 506 -0.8 di cui: attivo immobilizzato fr. 614 709 718 833 741 668 744 903 763 646 3.9 di cui: attivo azienda fr. 772 248 903 745 926 845 929 868 952 198 3.5 Quota di capitale di terzi % 40 44 44 43 44 0.8 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 15 945 14 759 11 440 8 610 7 821 -32.6 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. ** 319 029 315 981 304 343 318 563 1.7 di cui: pagamenti diretti fr. 37 378 47 734 53 593 55 378 56 168 7.5 Spese materiali fr. ** 197 444 200 233 197 255 202 551 2.1 Reddito aziendale fr. ** 121 585 115 749 107 087 116 012 1.0 Costi del personale fr. 17 826 23 858 25 596 24 797 26 714 7.9 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 9 678 9 516 8 716 7 993 7 725 -11.6 Canoni d’affitto fr. ** 9 641 9 362 9 670 9 913 3.7 Costi di terzi fr. ** 240 459 243 908 239 715 246 903 2.3 Reddito agricolo fr. 67 865 78 570 72 074 64 627 71 660 -0.1 Reddito extraagricolo fr. 17 197 24 877 26 565 25 016 26 007 2.0 Reddito totale fr. 85 061 103 447 98 639 89 643 97 666 0.4 Consumo privato fr. 70 916 79 674 80 081 78 841 79 382 -0.2 Formazione di capitale proprio fr. 14 145 23 773 18 558 10 802 18 284 3.2 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 51 877 54 120 60 593 54 650 63 998 13.4 Cash flow 3 fr. 48 751 58 122 57 459 50 690 55 569 0.3 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 94 107 95 93 87 -11.5 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 65 69 69 64 70 4.0 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 46 46 43 37 44 4.8 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 18 26 25 21 25 4.2 Aziende con reddito insufficiente 8 % 20 15 17 22 15 -16.7 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 16 14 15 20 16 -2.0 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULA 58 142 69 453 65 491 61 347 65 555 0.2 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 5 196 5 621 5 345 4 831 5 218 -0.9 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 13.5 13.5 12.5 11.5 12.2 -2.4 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -0.6 0.2 -0.6 -1.2 -0.6 12.5 Redditività del capitale proprio 11 % -3.1 -1.5 -2.7 -3.6 -2.5 -3.8 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 41 391 53 885 51 700 48 458 55 696 8.5 (Valore medio) Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 38 364 50 668 47 488 44 682 52 226 9.7 (Valore mediano)
A17 Allegato

Tabella 19

Risultati d’esercizio: regione collinare*

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2000: 3.95 %; 2001: 3.36 %; 2002: 3.22 %; 2008: 2.93 %; 2009:

1.65 %; 2011: 1.48 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti sovvenzioni e disinvestimenti

3 Formazione del capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell’inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell’azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell’azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell’azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF)

* Regione collinare: zona collinare e zona di montagna I

** Questi valori possono essere calcolati unicamente a partire dal 2003.

%;

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Caratteristica Unità 2000/02 2008 2009 2010 2011 2008/10–2011 % Aziende di riferimento Numero 874 1 046 1 057 998 965 -6.6 Aziende rappresentate Numero 14 292 13 618 13 365 12 972 12 781 -4.0 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 17.96 19.24 19.55 19.71 20.07 2.9 Superficie coltiva aperta ha 3.01 3.09 3.12 3.12 3.06 -1.6 Manodopera aziendale ULA 1.58 1.53 1.56 1.58 1.63 4.7 di cui: manodopera familiare ULAF 1.26 1.20 1.21 1.21 1.22 1.1 Totale vacche Numero 15.7 16.3 16.9 16.7 17.1 2.8 Totale animali UBG 27.5 26.2 27.8 27.9 28.7 5.1 Struttura del capitale Totale attivi fr. 682 949 770 399 790 071 831 520 873 677 9.6 di cui: attivo circolante fr. 118 324 128 264 132 495 135 292 144 975 9.8 di cui: inventario vivo fr. 49 221 60 137 62 486 62 000 62 285 1.2 di cui: attivo immobilizzato fr. 515 404 581 998 595 089 634 228 666 417 10.4 di cui: attivo azienda fr. 635 008 729 139 746 603 787 205 826 916 9.6 Quota di capitale di terzi % 44 46 46 47 46 -0.7 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 12 207 11 434 8 834 6 848 6 506 -28.0 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. ** 232 618 233 174 234 042 245 734 5.3 di cui: pagamenti diretti fr. 41 567 49 256 56 977 58 886 60 100 9.2 Spese materiali fr. ** 148 562 153 069 156 779 162 663 6.5 Reddito aziendale fr. ** 84 057 80 105 77 263 83 070 3.2 Costi del personale fr. 9 095 11 521 11 974 12 629 14 063 16.8 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 8 213 7 514 6 945 7 137 6 876 -4.5 Canoni d’affitto fr. ** 6 212 5 807 5 929 6 084 1.7 Costi di terzi fr. ** 173 809 177 795 182 475 189 687 6.5 Reddito agricolo fr. 50 826 58 809 55 379 51 567 56 046 1.4 Reddito extraagricolo fr. 20 580 24 221 27 049 27 748 27 818 5.6 Reddito totale fr. 71 406 83 030 82 428 79 314 83 864 2.8 Consumo privato fr. 60 504 68 643 68 325 68 296 70 310 2.8 Formazione di capitale proprio fr. 10 901 14 387 14 102 11 019 13 554 2.9 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 42 487 48 289 48 822 49 956 55 245 12.7 Cash flow 3 fr. 40 021 45 479 47 387 47 279 49 598 6.2 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 95 94 97 95 90 -5.6 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 65 66 69 67 69 2.5 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 43 40 42 38 42 5.0 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 23 28 25 26 26 -1.3 Aziende con reddito insufficiente 8 % 16 16 14 17 15 -4.3 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 17 16 20 19 17 -7.3 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULA 46 461 54 760 51 231 48 972 51 048 -1.2 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 4 105 4 369 4 098 3 920 4 140 0.3 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 11.6 11.5 10.7 9.8 10.0 -6.3 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -2.6 -1.8 -2.5 -2.7 -2.3 -1.4 Redditività del capitale proprio 11 % -7.1 -5.3 -6.4 -6.8 -5.9 -4.3 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 30 537 39 318 38 479 37 025 40 444 5.7 (Valore medio) Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 28 530 36 325 34 794 33 728 37 197 6.4 (Valore mediano)
2.22
2010:
A18 Allegato

Tabella 20

Risultati d’esercizio: regione di montagna*

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2000:

%; 2009: 2.22 %; 2010: 1.65 %; 2011: 1.48 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti sovvenzioni e disinvestimenti

3 Formazione del capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell’inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell’azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell’azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell’azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF)

* Regione di montagna: zone di montagna II a IV

** Questi valori possono essere calcolati unicamente a partire dal 2003.

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Caratteristica Unità 2000/02 2008 2009 2010 2011 2008/10–2011 % Aziende di riferimento Numero 781 896 871 846 828 -4.9 Aziende rappresentate Numero 14 187 13 473 12 910 12 651 12 738 -2.1 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 18.68 19.70 20.23 20.55 20.90 3.7 Superficie coltiva aperta ha 0.26 0.17 0.17 0.16 0.19 14.0 Manodopera aziendale ULA 1.58 1.58 1.57 1.59 1.55 -1.9 di cui: manodopera familiare ULAF 1.37 1.34 1.33 1.33 1.30 -2.5 Totale vacche Numero 12.0 12.6 13.4 13.4 13.4 2.0 Totale animali UBG 21.0 20.2 22.1 22.1 22.0 2.5 Struttura del capitale Totale attivi fr. 594 017 662 087 707 487 718 585 728 526 4.7 di cui: attivo circolante fr. 102 662 101 722 107 952 109 664 116 388 9.3 di cui: inventario vivo fr. 39 028 49 769 52 949 52 678 52 813 2.0 di cui: attivo immobilizzato fr. 452 328 510 595 546 586 556 243 559 326 4.0 di cui: attivo azienda fr. 563 737 623 947 667 854 679 935 685 237 4.3 Quota di capitale di terzi % 40 42 43 43 44 3.1 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 11 749 10 478 8 413 6 302 5 675 -32.4 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. ** 169 208 175 661 174 501 175 510 1.4 di cui: pagamenti diretti fr. 52 913 60 083 66 317 68 544 69 506 7.0 Spese materiali fr. ** 107 672 114 075 114 998 116 517 3.8 Reddito aziendale fr. ** 61 536 61 587 59 503 58 993 -3.1 Costi del personale fr. 5 185 6 805 7 158 7 635 7 724 7.3 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 6 063 5 494 5 521 5 135 4 895 -9.1 Canoni d’affitto fr. ** 3 574 3 650 3 929 3 891 4.7 Costi di terzi fr. ** 123 545 130 403 131 697 133 028 3.5 Reddito agricolo fr. 41 789 45 663 45 258 42 804 42 483 -4.7 Reddito extraagricolo fr. 19 725 22 806 24 711 27 032 26 876 8.2 Reddito totale fr. 61 514 68 469 69 969 69 837 69 359 -0.1 Consumo privato fr. 52 925 60 971 60 352 61 990 61 735 1.0 Formazione di capitale proprio fr. 8 589 7 498 9 617 7 847 7 624 -8.4 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 37 235 39 044 38 513 42 679 46 429 15.8 Cash flow 3 fr. 33 246 34 781 39 320 39 225 39 323 4.1 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 89 89 102 92 85 -9.9 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 63 62 67 69 65 -1.5 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 45 37 40 41 35 -11.0 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 19 20 23 20 24 14.3 Aziende con reddito insufficiente 8 % 20 24 20 21 25 15.4 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 16 19 17 18 16 -11.1 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULA 35 483 39 026 39 210 37 508 37 957 -1.6 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 3 008 3 124 3 044 2 895 2 823 -6.6 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 10.0 9.9 9.2 8.8 8.6 -7.5 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -4.9 -5.0 -4.8 -5.0 -4.9 -0.7 Redditività del capitale proprio 11 % -10.0 -10.3 -9.9 -10.3 -10.1 -0.7 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 21 896 26 189 27 807 27 377 28 355 4.5 (Valore medio) Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 19 909 24 292 24 185 23 525 25 562 6.5 (Valore mediano)
3.95
3.36
2002: 3.22
2008: 2.93
%; 2001:
%;
%;
A19 Allegato

Tabella 21a

Risultati d’esercizio secondo i tipi di azienda* – 2009/11

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2009: 2.22 %; 2010: 1.65 %; 2011: 1.48 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti contributi e disinvestimenti

3 Formazione di capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell'inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell'azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell'azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell'azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF)

* Nuova tipologia aziendale FAT99

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Produzione vegetale Detenzione di animali Media di Caratteristica Unità tutte le Campi- Colture Latte Vacche Altri aziende coltura speciali commerciale madri bovini Aziende di riferimento Numero 3 211 128 117 1 263 200 179 Aziende rappresentate Numero 47 473 3 149 3 615 14 964 3 229 3 592 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 21.01 26.12 13.51 21.42 20.40 18.10 Superficie coltiva aperta ha 5.44 21.53 6.45 1.15 0.93 0.41 Mandopera aziendale ULA 1.66 1.20 2.47 1.65 1.32 1.44 di cui: manodopera familiare ULAF 1.22 0.90 1.27 1.31 1.10 1.22 Totale vacche Numero 15.2 2.4 0.9 20.5 18.9 8.2 Totale animali UBG 25.8 6.7 2.1 28.4 21.1 16.9 Struttura del capitale Totale attivi fr. 876 859 818 066 1 031 827 832 231 771 851 609 411 di cui: attivo circolante fr. 155 125 174 367 281 891 133 635 112 120 99 857 di cui: inventario vivo fr. 56 872 12 714 5 314 65 834 60 213 45 227 di cui: attivo immobilizzato fr. 664 862 630 986 744 623 632 763 599 518 464 327 di cui: attivo azienda fr. 825 674 756 574 962 261 784 969 723 814 567 305 Quota di capitale di terzi % 44 38 40 45 46 46 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 8 099 8 385 10 152 7 539 6 852 5 418 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. 255 224 246 092 336 135 216 119 167 133 153 162 di cui: pagamenti diretti fr. 59 554 60 364 30 247 64 220 67 607 60 018 Spese materiali fr. 165 522 153 308 168 255 137 487 107 899 106 519 Reddito aziendale fr. 89 702 92 785 167 879 78 632 59 234 46 644 Costi del personale fr. 17 288 10 842 61 550 11 034 8 242 5 381 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 7 030 6 466 7 976 6 463 6 605 4 827 Canoni d’affitto fr. 7 063 9 967 10 006 6 012 4 216 3 671 Costi di terzi fr. 196 903 180 583 247 787 160 996 126 962 120 397 Reddito agricolo fr. 58 320 65 509 88 348 55 123 40 171 32 766 Reddito extraagricolo fr. 26 416 32 199 22 976 23 122 38 000 29 708 Reddito totale fr. 84 737 97 708 111 324 78 244 78 172 62 474 Consumo privato fr. 71 701 85 346 89 798 65 951 67 805 57 361 Formazione di capitale proprio fr. 13 036 12 362 21 526 12 293 10 366 5 113 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 52 811 44 801 54 760 49 180 39 676 40 747 Cash flow 3 fr. 48 680 41 022 56 499 47 674 42 903 30 688 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 92 106 103 97 109 78 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 68 65 65 70 72 66 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 40 45 42 40 44 36 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 24 18 27 25 26 21 Aziende con reddito insufficiente 8 % 18 23 18 17 13 21 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 17 14 13 18 17 22 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULA 53 952 77 375 67 944 47 683 44 780 32 427 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 4 270 3 558 12 424 3 672 2 904 2 578 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 10.9 12.3 17.4 10.0 8.2 8.2 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -2.2 0.8 0.5 -3.3 -3.5 -7.2 Redditività del capitale proprio 11 % -5.6 -0.2 -0.6 -7.6 -8.4 -15.0 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 41 280 63 502 61 749 36 194 30 384 22 391 (Valore medio)
A20 Allegato

Tabella 21b

Risultati d’esercizio secondo i tipi di azienda* – 2009/11

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2009: 2.22 %; 2010: 1.65 %; 2011: 1.48 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti contributi e disinvestimenti

3 Formazione di capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell’inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell’azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell’azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell’azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF)

* Nuova tipologia aziendale FAT99 Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Detenzione di animali Aziende combinate Media di Equini, Latte Caratteristica Unità tutte le ovini, Trasforma- comm./ Vacche Trasformaaziende caprini zione campicolt. madri zione Altre Aziende di riferimento Numero 3 211 43 81 243 62 494 401 Aziende rappresentate Numero 47 473 2 257 1 439 3 169 1 044 4 565 6 448 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 21.01 13.26 11.37 29.38 24.75 21.92 23.22 Superficie coltiva aperta ha 5.44 0.50 0.93 15.54 10.67 7.34 7.63 Mandopera aziendale ULA 1.66 1.40 1.50 1.89 1.57 1.84 1.67 di cui: manodopera familiare ULAF 1.22 1.04 1.08 1.27 1.13 1.27 1.21 Totale vacche Numero 15.2 1.3 9.1 24.1 19.6 18.7 17.5 Totale animali UBG 25.8 14.5 47.8 32.4 22.0 50.9 28.0 Struttura del capitale Totale attivi fr. 876 859 645 719 993 723 1 017 997 958 311 1 077 350 954 530 di cui: attivo circolante fr. 155 125 87 348 201 793 191 473 170 679 173 936 156 551 di cui: inventario vivo fr. 56 872 24 610 65 387 74 515 63 559 87 038 69 741 di cui: attivo immobilizzato fr. 664 862 533 760 726 542 752 009 724 073 816 376 728 238 di cui: attivo azienda fr. 825 674 622 792 891 705 961 144 911 180 1 032 306 902 301 Quota di capitale di terzi % 44 48 46 42 43 46 45 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 8 099 5 671 8 594 9 808 9 093 9 752 8 795 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. 255 224 147 681 388 821 318 138 240 334 425 246 265 188 di cui: pagamenti diretti fr. 59 554 42 230 38 787 70 880 71 028 63 419 61 057 Spese materiali fr. 165 522 97 808 300 392 202 224 155 803 307 456 173 405 Reddito aziendale fr. 89 702 49 873 88 430 115 914 84 531 117 790 91 783 Costi del personale fr. 17 288 13 982 14 854 23 248 16 835 22 888 16 182 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 7 030 6 042 8 088 7 678 7 260 9 073 7 839 Canoni d’affitto fr. 7 063 3 466 5 983 11 322 7 636 8 940 7 729 Costi di terzi fr. 196 903 121 298 329 317 244 472 187 533 348 356 205 156 Reddito agricolo fr. 58 320 26 382 59 505 73 665 52 801 76 889 60 033 Reddito extraagricolo fr. 26 416 38 468 31 288 20 692 33 466 21 026 25 784 Reddito totale fr. 84 737 64 850 90 793 94 357 86 267 97 915 85 817 Consumo privato fr. 71 701 58 381 69 558 80 453 74 714 79 292 73 182 Formazione di capitale proprio fr. 13 036 6 469 21 235 13 905 11 553 18 623 12 634 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 52 811 38 419 54 145 58 440 53 678 80 669 58 852 Cash flow 3 fr. 48 680 33 674 65 326 54 021 39 378 68 042 50 024 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 92 92 126 94 92 90 85 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 68 59 71 66 62 68 68 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 40 31 32 45 38 42 41 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 24 20 37 19 22 24 24 Aziende con reddito insufficiente 8 % 18 32 12 20 21 16 18 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 17 17 19 16 20 18 17 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULA 53 952 35 703 58 893 61 406 53 851 64 180 54 984 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 4 270 3 762 7 784 3 946 3 417 5 374 3 954 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 10.9 8.0 9.9 12.1 9.3 11.4 10.2 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -2.2 -5.8 -0.9 -1.2 -2.4 -0.4 -2.0 Redditività del capitale proprio 11 % -5.6 -13.3 -3.4 -3.4 -5.6 -2.4 -5.2 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 41 280 19 869 46 791 50 453 38 854 52 680 42 312 (Valore medio)
A21 Allegato

Tabella 22

Risultati d’esercizio per quartili: tutte le regioni – 2009/11

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2009: 2.22 %; 2010: 1.65 %; 2011: 1.48 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti contributi e disinvestimenti

3 Formazione di capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell’inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell’azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell’azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell’azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF) Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

In base al reddito del lavoro Caratteristica Unità Media I quartile II quartile III quartile IV quartile (0–25%) (25–50%) (50–75%) (75–100%) Aziende di riferimento Numero 3 211 682 837 878 814 Aziende rappresentate Numero 47 473 11 873 11 869 11 876 11 855 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 21.01 15.53 18.78 21.98 27.76 Superficie coltiva aperta ha 5.44 2.65 3.44 5.22 10.46 Manodopera aziendale ULA 1.66 1.45 1.65 1.70 1.85 di cui: manodopera familiare ULAF 1.22 1.16 1.32 1.27 1.12 Totale vacche Numero 15.2 11.4 14.9 16.9 17.5 Totale animali UBG 25.8 19.5 23.6 27.2 32.7 Struttura del capitale Totale attivi fr. 876 859 733 832 756 187 922 666 1 095 076 di cui: attivo circolante fr. 155 125 115 769 134 410 166 517 203 869 di cui: inventario vivo fr. 56 872 45 376 53 890 60 533 67 702 di cui: attivo immobilizzato fr. 664 862 572 687 567 887 695 616 823 504 di cui: attivo azienda fr. 825 674 691 427 710 869 865 128 1 035 584 Quota di capitale di terzi % 44 46 44 42 45 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 8 099 6 605 6 977 8 751 10 067 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. 255 224 157 458 207 258 266 288 390 088 di cui: pagamenti diretti fr. 59 554 46 242 55 389 62 330 74 278 Spese materiali fr. 165 522 126 952 140 591 166 814 227 821 Reddito aziendale fr. 89 702 30 507 66 667 99 475 162 267 Costi del personale fr. 17 288 10 588 11 635 16 362 30 587 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 7 030 6 456 6 119 6 787 8 760 Canoni d’affitto fr. 7 063 4 268 5 475 6 961 11 556 Costi di terzi fr. 196 903 148 263 163 821 196 924 278 724 Reddito agricolo fr. 58 320 9 195 43 437 69 364 111 364 Reddito extraagricolo fr. 26 416 39 947 24 512 21 544 19 652 Reddito totale fr. 84 737 49 142 67 949 90 908 131 015 Consumo privato fr. 71 701 58 409 64 046 74 885 89 488 Formazione di capitale proprio fr. 13 036 -9 267 3 903 16 022 41 527 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 52 811 49 662 39 308 49 523 72 785 Cash flow 3 fr. 48 680 23 758 35 024 52 041 83 945 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 92 48 89 105 116 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 68 54 69 72 76 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 40 21 39 49 53 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 24 14 21 26 35 Aziende con reddito insufficiente 8 % 18 35 21 13 5 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 17 30 20 13 7 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULA 53 952 21 044 40 355 58 358 87 938 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 4 270 1 964 3 549 4 527 5 847 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 10.9 4.4 9.4 11.5 15.7 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -2.2 -9.0 -5.7 -1.3 3.9 Redditività del capitale proprio 11 % -5.6 -18.4 -11.9 -3.7 5.6 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 41 280 2 229 27 555 47 876 90 507 (Valore medio) Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 36 994 (Valore mediano)
A22 Allegato

Tabella 23

Risultati d’esercizio per quartili: regione di pianura* – 2009/11

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2009: 2.22 %; 2010: 1.65 %; 2011: 1.48 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti contributi e disinvestimenti

3 Formazione di capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell’inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell’azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell’azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell’azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF)

* Regione di pianura: zona di pianura

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

In base al reddito del lavoro Caratteristica Unità Media I quartile II quartile III quartile IV quartile (0–25%) (25–50%) (50–75%) (75–100%) Aziende di riferimento Numero 1 356 319 350 357 330 Aziende rappresentate Numero 21 667 5 422 5 427 5 429 5 389 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 22.02 17.70 19.51 22.60 28.32 Superficie coltiva aperta ha 9.95 6.77 7.88 9.96 15.24 Manodopera aziendale ULA 1.76 1.59 1.75 1.81 1.90 di cui: manodopera familiare ULAF 1.16 1.15 1.24 1.20 1.05 Totale vacche Numero 15.1 14.0 15.3 16.1 15.3 Totale animali UBG 26.5 23.4 24.9 26.8 31.2 Struttura del capitale Totale attivi fr. 997 580 903 400 907 718 1 027 022 1 153 473 di cui: attivo circolante fr. 191 485 158 394 175 764 204 242 227 794 di cui: inventario vivo fr. 56 022 51 780 53 231 59 292 59 833 di cui: attivo immobilizzato fr. 750 072 693 226 678 722 763 488 865 846 di cui: attivo azienda fr. 936 304 850 039 848 240 959 155 1 089 092 Quota di capitale di terzi % 44 47 43 41 44 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 9 290 8 036 8 452 9 938 10 747 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. 312 962 224 005 271 135 328 107 429 429 di cui: pagamenti diretti fr. 55 046 43 793 49 328 56 917 70 260 Spese materiali fr. 200 013 172 291 180 698 201 803 245 625 Reddito aziendale fr. 112 949 51 714 90 437 126 304 183 804 Costi del personale fr. 25 702 18 348 20 842 25 868 37 841 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 8 145 8 302 7 483 7 662 9 141 Canoni d’affitto fr. 9 648 7 169 7 513 10 148 13 789 Costi di terzi fr. 243 509 206 110 216 535 245 481 306 395 Reddito agricolo fr. 69 454 17 895 54 600 82 626 123 034 Reddito extraagricolo fr. 25 862 36 074 26 635 20 561 20 156 Reddito totale fr. 95 316 53 969 81 235 103 187 143 190 Consumo privato fr. 79 435 66 903 74 189 82 319 94 422 Formazione di capitale proprio fr. 15 881 -12 933 7 046 20 869 48 768 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 59 747 62 444 45 670 50 910 80 186 Cash flow 3 fr. 54 573 22 686 43 710 59 955 92 219 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 91 37 98 121 116 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 68 53 67 75 75 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 41 18 43 51 53 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 24 16 18 26 35 Aziende con reddito insufficiente 8 % 18 35 21 12 5 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 17 31 18 12 7 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULAF 64 131 32 501 51 694 69 847 96 907 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 5 131 2 929 4 639 5 582 6 508 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 12.1 6.1 10.7 13.2 16.9 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -0.8 -6.9 -3.5 0.2 5.1 Redditività del capitale proprio 11 % -3.1 -15.0 -7.8 -1.0 7.6 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 51 952 8 572 37 174 60 754 107 472 (Valore medio) Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 48 132 (Valore mediano)
A23 Allegato

Tabella 24

Risultati d’esercizio per quartili: regione collinare* – 2009/11

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2009: 2.22 %; 2010: 1.65 %; 2011: 1.48 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti contributi e disinvestimenti

3 Formazione di capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell’inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell’azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell’azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell’azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF)

* Regione collinare: zona collinare e zona di montagna I Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

In base al reddito del lavoro Caratteristica Unità Media I quartile II quartile III quartile IV quartile (0–25%) (25–50%) (50–75%) (75–100%) Aziende di riferimento Numero 1 007 196 251 282 278 Aziende rappresentate Numero 13 039 3 267 3 258 3 260 3 255 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 19.77 14.50 17.32 20.79 26.52 Superficie coltiva aperta ha 3.10 2.04 2.49 3.08 4.80 Manodopera aziendale ULA 1.59 1.39 1.55 1.64 1.77 di cui: manodopera familiare ULAF 1.21 1.07 1.29 1.30 1.19 Totale vacche Numero 16.9 11.8 15.7 18.8 21.3 Totale animali UBG 28.1 20.1 24.8 29.3 38.2 Struttura del capitale Totale attivi fr. 831 756 715 780 718 113 817 435 1 076 319 di cui: attivo circolante fr. 137 587 112 074 127 406 135 000 176 001 di cui: inventario vivo fr. 62 257 47 056 55 567 66 526 79 934 di cui: attivo immobilizzato fr. 631 911 556 650 535 140 615 909 820 385 di cui: attivo azienda fr. 786 908 680 550 673 471 777 894 1 016 316 Quota di capitale di terzi % 46 49 46 43 47 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 7 396 6 050 6 380 7 752 9 409 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. 237 650 153 313 191 468 238 366 367 805 di cui: pagamenti diretti fr. 58 655 42 869 51 460 62 008 78 341 Spese materiali fr. 157 504 126 478 131 038 151 210 221 448 Reddito aziendale fr. 80 146 26 836 60 430 87 157 146 358 Costi del personale fr. 12 889 10 419 8 252 10 716 22 183 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 6 986 6 872 5 895 5 893 9 287 Canoni d’affitto fr. 5 940 3 455 4 712 5 576 10 028 Costi di terzi fr. 183 319 147 223 149 898 173 395 262 945 Reddito agricolo fr. 54 331 6 091 41 570 64 971 104 860 Reddito extraagricolo fr. 27 538 45 509 25 023 19 852 19 720 Reddito totale fr. 81 869 51 600 66 593 84 823 124 580 Consumo privato fr. 68 977 58 553 60 931 70 122 86 343 Formazione di capitale proprio fr. 12 892 -6 953 5 663 14 700 38 237 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 51 341 43 196 43 100 47 488 71 628 Cash flow 3 fr. 48 088 27 674 36 478 48 058 80 239 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 94 64 91 102 113 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 68 59 68 72 74 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 41 25 39 48 51 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 26 16 21 28 37 Aziende con reddito insufficiente 8 % 15 25 20 12 4 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 19 34 20 12 8 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULA 50 417 19 323 38 896 53 040 82 507 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 4 053 1 851 3 488 4 193 5 519 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 10.2 4.0 9.0 11.2 14.4 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -2.6 -8.7 -5.8 -2.1 3.4 Redditività del capitale proprio 11 % -6.5 -19.3 -12.6 -5.1 4.7 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 38 650 10 27 248 43 989 80 165 (Valore medio) Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 35 240 (Valore mediano)
A24 Allegato

Tabella 25

Risultati d’esercizio per quartili: regione di montagna* – 2009/11

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2009: 2.22 %; 2010: 1.65 %; 2011: 1.48 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti contributi e disinvestimenti

3 Formazione di capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell’inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell’azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell’azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell’azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF)

* Regione di montagna: zone di montagna II a IV

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

In base al reddito del lavoro Caratteristica Unità Media I quartile II quartile III quartile IV quartile (0–25%) (25–50%) (50–75%) (75–100%) Aziende di riferimento Numero 848 160 214 235 239 Aziende rappresentate Numero 12 766 3 199 3 190 3 194 3 183 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 20.56 13.76 17.14 21.90 29.48 Superficie coltiva aperta ha 0.17 0.04 0.08 0.20 0.38 Manodopera aziendale ULA 1.57 1.35 1.64 1.63 1.66 di cui: manodopera familiare ULAF 1.32 1.19 1.44 1.38 1.26 Totale vacche Numero 13.4 8.2 11.9 14.7 18.9 Totale animali UBG 22.0 15.4 18.7 23.2 30.9 Struttura del capitale Totale attivi fr. 718 199 583 033 631 860 739 325 919 360 di cui: attivo circolante fr. 111 334 74 747 101 736 118 538 150 496 di cui: inventario vivo fr. 52 813 35 914 46 101 56 206 73 120 di cui: attivo immobilizzato fr. 554 052 472 372 484 023 564 581 695 743 di cui: attivo azienda fr. 677 675 555 431 591 292 696 517 868 183 Quota di capitale di terzi % 43 41 43 42 45 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 6 797 5 777 5 909 7 170 8 337 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. 175 224 106 218 147 011 185 520 262 514 di cui: pagamenti diretti fr. 68 122 47 306 59 277 73 240 92 773 Spese materiali fr. 115 197 90 593 101 960 116 604 151 775 Reddito aziendale fr. 60 028 15 626 45 051 68 916 110 738 Costi del personale fr. 7 506 4 978 5 936 7 186 11 941 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 5 184 4 767 4 574 5 159 6 238 Canoni d’affitto fr. 3 823 2 778 3 041 4 188 5 293 Costi di terzi fr. 131 709 103 115 115 511 133 137 175 247 Reddito agricolo fr. 43 515 3 104 31 500 52 383 87 267 Reddito extraagricolo fr. 26 207 39 751 25 157 20 365 19 512 Reddito totale fr. 69 722 42 854 56 657 72 748 106 779 Consumo privato fr. 61 359 52 140 55 236 62 250 75 868 Formazione di capitale proprio fr. 8 363 -9 285 1 421 10 498 30 911 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 42 540 35 338 30 731 38 488 65 678 Cash flow 3 fr. 39 289 19 074 29 122 41 994 67 079 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 93 54 99 110 103 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 67 51 70 74 74 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 39 20 36 45 54 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 22 10 16 27 36 Aziende con reddito insufficiente 8 % 22 44 25 15 4 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 17 26 22 14 6 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULA 38 225 11 559 27 460 42 212 66 882 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 2 920 1 133 2 629 3 147 3 760 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 8.9 2.8 7.6 9.9 12.8 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -5.0 -12.0 -9.2 -4.2 1.7 Redditività del capitale proprio 11 % -10.2 -21.9 -17.7 -8.6 1.8 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 27 847 -2 247 17 723 32 738 62 505 (Valore medio)
del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 24 424 (Valore mediano)
Profitto
A25 Allegato

Tabella 26

Risultati

d'esercizio per regione, tipo di azienda e quartile:

2000/02–2009/11

Unità Tutte le aziende Regione di pianura Regione collinare Regione di montagna Risultati d'esercizio per regione 2000/02 2009/11 2000/02 2009/11 2000/02 2009/11 2000/02 2009/11 Superficie agricola utile ha 19.09 21.01 20.01 22.02 17.96 19.77 18.68 20.56 Manodopera familiare ULAF 1.29 1.22 1.25 1.16 1.26 1.21 1.37 1.32 Reddito agricolo fr. 56 203 58 320 67 865 69 454 50 826 54 331 41 789 43 515 Reddito extraagricolo fr. 18 806 26 416 17 197 25 862 20 580 27 538 19 725 26 207 Reddito totale fr. 75 009 84 737 85 061 95 316 71 406 81 869 61 514 69 722 Profitto del lavoro della manodopera familiare fr./ULAF 32 906 41 280 41 391 51 952 30 537 38 650 21 896 27 847 Unità Campicoltura Colture speciali Latte commerciale Vacche madri Risultati d'esercizio per tipo di azienda 2000/02 2009/11 2000/02 2009/11 2000/02 2009/11 2000/02 2009/11 Superficie agricola utile ha 24.23 26.12 12.57 13.51 18.65 21.42 17.27 20.40 Manodopera familiare ULAF 1.10 0.90 1.36 1.27 1.34 1.31 1.10 1.10 Reddito agricolo fr. 69 492 65 509 73 163 88 348 50 192 55 123 39 811 40 171 Reddito extraagricolo fr. 22 200 32 199 14 907 22 976 18 215 23 122 31 247 38 000 Reddito totale fr. 91 693 97 708 88 070 111 324 68 406 78 244 71 058 78 172 Profitto del lavoro della manodopera familiare fr./ULAF 49 026 63 502 40 617 61 749 28 231 36 194 24 120 30 384 Unità Altri bovini Equini/ovini/caprini Trasformazione Risultati d'esercizio per tipo di azienda 2000/02 2009/11 2000/02 2009/11 2000/02 2009/11 Superficie agricola utile ha 15.90 18.10 13.64 13.26 11.30 11.37 Manodopera familiare ULAF 1.27 1.22 1.20 1.04 1.15 1.08 Reddito agricolo fr. 33 665 32 766 21 767 26 382 64 009 59 505 Reddito extraagricolo fr. 21 325 29 708 29 559 38 468 17 090 31 288 Reddito totale fr. 54 990 62 474 51 326 64 850 81 099 90 793 Profitto del lavoro della manodopera familiare fr./ULAF 18 432 22 391 10 267 19 869 42 428 46 791 Unità Aziende combinate: Aziende combinate: Aziende combinate: Aziende combinate: latte commerciale/ vacche madri trasformazione altre campicoltura Risultati d'esercizio per tipo di azienda 2000/02 2009/11 2000/02 2009/11 2000/02 2009/11 2000/02 2009/11 Superficie agricola utile ha 24.94 29.38 21.79 24.75 19.39 21.92 20.29 23.22 Manodopera familiare ULAF 1.33 1.27 1.16 1.13 1.29 1.27 1.27 1.21 Reddito agricolo fr. 70 405 73 665 57 703 52 801 69 752 76 889 56 658 60 033 Reddito extraagricolo fr. 14 369 20 692 26 966 33 466 15 977 21 026 19 538 25 784 Reddito totale fr. 84 774 94 357 84 669 86 267 85 730 97 915 76 197 85 817 Profitto del lavoro della manodopera familiare fr./ULAF 40 656 50 453 37 282 38 854 41 244 52 680 33 830 42 312 Unità I quartile II quartile III quartile IV quartile (0–25 %) (25–50 %) (50–75 %) (75–100 %) Risultati d'esercizio per quartile 2000/02 2009/11 2000/02 2009/11 2000/02 2009/11 2000/02 2009/11 Superficie agricola utile ha 14.41 15.53 17.05 18.78 19.82 21.98 25.08 27.76 Manodopera familiare ULAF 1.26 1.16 1.36 1.32 1.33 1.27 1.20 1.12 Reddito agricolo fr. 18 967 9 195 43 840 43 437 63 938 69 364 98 108 111 364 Reddito extraagricolo fr. 28 621 39 947 18 171 24 512 15 535 21 544 12 888 19 652 Reddito totale fr. 47 588 49 142 62 011 67 949 79 473 90 908 110 996 131 015 Profitto del lavoro della manodopera familiare fr./ULAF 4 883 2 229 23 160 27 555 37 512 47 876 68 236 90 507 Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART A26 Allegato

Uscite della Confederazione

Uscite Produzione e smercio

27

Uscite Promozione dello smercio

1 Chiusura dei conti definitiva ancora pendente in alcuni casi

2 Dati del 2011 provvisori, sono possibili correzioni nella voce Formaggio, estero

3 Importo supplementare per formaggio da esportazione a causa del franco forte

4 In virtù dell’articolo 10 dell’ordinanza sulla promozione dello smercio

5 Nuovo dal 2009

Tabella
Settori / Settori di prodotti di mercato Consuntivo 2010 Consuntivo 2011 1 Fondi stanziati 2012 fr. fr. fr. Produzione lattiera 30 985 596 32 339 700 31 261 700 Formaggio, svizzero / estero 2 22 822 396 23 375 000 22 000 000 Latte e burro 8 163 200 8 163 200 8 163 200 Importo supplementare per formaggio da esportazione 3 801 500 1 098 500 Produzione animale 6 597 000 6 475 438 7 893 300 Carne 4 806 000 4 836 400 6 000 000 Uova 1 066 000 1 115 905 1 132 300 Pesce 0 0 0 Animali vivi 625 000 443 899 661 000 Miele 100 000 79 235 100 000 Produzione vegetale 6 695 269 6 519 861 7 454 379 Verdura 886 623 537 900 624 600 Funghi 250 000 207 658 235 000 Frutta 2 327 500 2 402 200 2 327 650 Cereali 369 166 285 076 342 400 Patate 613 250 537 900 573 250 Semi oleosi 382 110 418 187 431 479 Piante ornamentali 420 000 420 000 420 000 Vino 1 446 620 1 710 940 2 500 000 Agriturismo 4 284 000 415 000 280 000 Promozione delle esportazioni 5 550 000 521 072 400 000 Provvedimenti collettivi 3 168 500 2 629 574 3 042 500 Provvedimenti sovrasettoriali (Bio, PI) 4 164 590 4 071 393 4 300 000 Pubbliche relazioni 2 778 410 2 782 108 2 815 000 Piccoli progetti e sponsorizzazione 4 000 A livello nazionale 55 223 365 55 754 147 57 446 879 A livello regionale 2 861 690 2 807 112 3 242 250 Totale 58 085 055 58 561 259 60 689 129
A27 Allegato
Fonte: UFAG

Tabella 28

Uscite Economia lattiera

Tabella 29

Uscite Produzione animale

Denominazione Consuntivo 2010 Consuntivo 2011 Preventivo 2012 fr. fr. fr. Indennità a organizzazioni private per il bestiame da macello e la carne 6 182 500 6 182 500 6 500 000 Sostegno del mercato della carne Contributi alle azioni d’immagazzinamento di carne di vitelllo 1 068 627 3 198 017 4 114 300 1 068 627 3 198 017 4 114 300 Sostegno del mercato delle uova Azioni di spezzatura 500 000 451 084 500 000 Azioni di vendita a prezzo ridotto 1 500 000 1 381 531 1 500 000 2 000 000 1 832 615 2 000 000 Contributi per la valorizzazione della lana di pecora Contributi per la valorizzazione della lana di pecora 274 532 209 370 253 240 Contributi per progetti innovativi sulla lana di pecora 471 056 508 360 546 760 745 588 717 730 800 000 Contributi per apparecchi e/o attrezzature di mercati pubblici nella regione di montagna 19 010 97 617 150 000 Aiuto finanziario Assicurazione della qualità Carne 220 000 394 902 0 Totale 10 235 725 12 423 381 13 564 300 Provvedimenti contro l’ESB: eliminazione dei sottoprodotti di origine animale 47 700 000 48 056 764 48 100 000 Entrate del traffico di animali -10 500 000 -10 334 966 -10 300 000 Spese d’esercizio per il traffico di animali 9 200 000 11 066 452 11 113 500 Fonti: Conto dello Stato, UFAG
Denominazione Consuntivo 2010 Consuntivo 2011 Preventivo 2012 fr. fr. fr. Sostegno del mercato Supplemento per il latte trasformato in formaggio 256 292 300 259 457 744 264 118 000 Supplemento per il foraggiamento senza insilati 32 707 700 32 542 256 33 882 000 289 000 000 292 000 000 298 000 000 Amministrazione produzione e valorizzazione latte 2 943 528 3 310 725 3 500 000 Totale 291 943 528 295 310 725 301 500 000 Fonti: Conto dello Stato, UFAG A28 Allegato

Tabella 30

Uscite Allevamento di animali

A29 Allegato
Specie animale e provvedimenti Consuntivo 2010 Consuntivo 2011 Preventivo 2012 Organizzazioni di Razze allevamento 2011 riconosciute 2011 fr. fr. fr. Numero Numero Bovini 24 304 246 24 092 325 23 678 725 6 40 Tenuta del libro genealogico 5 597 390 5 603 980 5 484 000 Apprezzamento della conformazione 1 308 192 1 301 832 1 243 600 Esami funzionali del latte 17 127 744 16 873 083 16 665 125 Esami funzionali della carne 270 920 313 430 286 000 Equini 1 701 860 1 899 040 2 064 540 14 54 Puledri identificati e registrati 1 393 800 1 447 400 1 572 000 Esami funzionali 280 360 430 140 415 740 Esami dello stallone in una stazione 10 500 8 500 10 000 Esami dello stallone nell’azienda 17 200 13 000 66 800 Suini 3 399 027 3 400 000 3 403 480 3 10 Tenuta del libro genealogico 1 272 285 1 262 565 1 089 000 Esami nell’azienda 189 737 181 191 186 480 Esami in una stazione 1 437 005 1 457 630 1 628 000 Infrastruttura 500 000 498 614 500 000 Ovini 2 016 025 2 020 900 2 032 875 6 17 Tenuta del libro genealogico 2 016 025 2 020 900 2 032 875 Capre e pecore lattifere 1 796 358 1 799 834 1 802 181 4 13 Tenuta del libro genealogico 1 347 360 1 431 040 1 272 915 Esami funzionali del latte 406 278 338 676 479 766 Esami della capacità di sviluppo dei caprini 42 720 30 118 49 500 Camelidi del nuovo mondo 33 588 34 524 42 300 1 4 Tenuta del libro genealogico 33 588 34 524 42 300 Api mellifere 62 245 66 195 127 860 1 3 Tenuta del libro genealogico 2 520 3 320 8 160 Determinazione della purezza delle regine 1 575 2 075 5 100 Esami funzionali nell’apiario sperimentale con campione reso anonimo 22 050 26 075 58 800 Esami funzionali nell’apiario sperimentale con campione conosciuto 0 425 1 800 Stazione di fecondazione A 28 000 28 000 36 000 Stazione di fecondazione B 8 100 6 300 18 000 Conservazione delle razze svizzere 1 127 592 1 165 854 1 360 210 Conservazione della razza delle Franches Montagnes 931 200 888 800 1 000 000 Progetti 196 392 277 054 360 210 Progetti di ricerca sulle risorse zoogenetiche 0 0 0 Totale 34 440 941 34 478 672 34 512 171 35 Fonti: Conto dello Stato, Organizzazioni di allevamento

Tabella 31

Uscite Produzione vegetale

A30 Allegato
Denominazione Consuntivo 2010 Consuntivo 2011 Preventivo 2012 fr. fr. fr. Contributi nella campicoltura 65 894 870 68 761 798 72 360 500 Contributi di superficie per semi oleosi 26 168 244 26 271 256 27 130 500 Contributi di superficie per leguminose a granelli 3 812 951 3 797 995 3 900 000 Contributi di superficie per piante da fibra 225 505 203 933 230 000 Contributi di superficie per barbabietole da zucchero 33 638 486 36 466 296 39 000 000 Contributi di superficie per sementi (dal 2009) 2 049 684 2 022 318 2 100 000 Contributi di trasformazione e di valorizzazione 2 911 482 4 555 990 3 425 000 Trasformazione di barbabietole da zucchero 0 0 0 Trasformazione di semi oleosi 0 0 0 Trasformazione di patate 0 0 0 Produzione di sementi 0 0 0 Valorizzazione della frutta 2 894 184 4 543 830 3 325 000 Impianti pilota e di dimostrazione 17 298 12 160 100 000 Promozione della vitivinicoltura 1 270 793 1 470 569 868 600 Controllo della vendemmia 842 823 841 883 868 600 Contributi di riconversione in vitivinicoltura 427 970 628 686 0 Indennizzi EHEC 2 897 518 Totale 70 077 145 77 685 875 76 654 100 Fonti: Conto dello Stato, UFAG

Uscite Pagamenti diretti

non è possibile fare un paragone diretto con i dati del Conto dello Stato. I valori relativi ai pagamenti diretti si riferiscono all'intero anno di contribuzione, mentre il conto dello Stato riporta le spese sostenute durante un anno civile. Le riduzioni indicano le deduzioni in ragione delle limitazioni e delle sanzioni giuridiche e amministrative.

A31 Allegato
2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Tipo di contributo 1 000 fr. 1 000 fr. 1 000 fr. 1 000 fr. 1 000 fr. 1 000 fr. 1 000 fr. 1 000 fr. Pagamenti diretti generali 1 993 915 1 999 606 2 007 181 2 070 357 1 986 617 2 190 245 2 201 118 2 192 112 Contributi di superficie 1 317 773 1 319 595 1 319 103 1 275 681 1 200 649 1 225 518 1 221 166 1 217 595 Contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo 286 120 291 967 301 213 412 813 406 223 509 591 510 283 508 159 Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione 284 023 282 220 281 258 277 786 276 528 352 540 354 306 352 412 Contributi di declività generali 95 308 94 768 94 227 92 671 91 721 91 015 104 044 102 642 Contributi di declività per vigneti in zone in forte pendenza e terrazzate 10 691 11 056 11 380 11 407 11 496 11 581 11 318 11 303 Pagamenti diretti ecologici 494 695 506 895 518 211 523 533 539 022 566 108 597 955 618 037 Contributi ecologici 207 458 213 582 216 999 217 737 224 472 234 928 249 710 265 165 Contributi per la compensazione ecologica 125 665 126 023 126 976 126 928 122 870 123 014 128 715 133 462 Contributi giusta l’ordinanza sulla qualità ecologica (OQE) 23 007 27 442 30 256 32 107 43 093 54 902 61 978 71 479 Contributi per la produzione estensiva di cereali e colza 30 824 31 516 31 094 30 629 30 529 29 075 29 336 28 983 Contributi per l’agricoltura biologica 27 962 28 601 28 672 28 074 27 980 27 937 29 680 31 241 Contributi per la detenzione di animali da reddito particolarmente rispettosa delle loro esigenze - - - - - - -Contributi etologici 190 651 195 767 203 247 207 796 216 590 222 950 225 632 228 894 Contributi per sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali 46 517 47 089 49 749 51 602 56 025 59 890 61 729 63 908 Contributi per l’uscita regolare all’aperto 144 134 148 678 153 498 156 194 160 565 163 060 163 903 164 986 Contributi d’estivazione 91 066 91 610 91 696 92 110 91 711 98 008 101 275 101 529 Contributi per la protezione delle acque e per i programmi sulle risorse 5 521 5 936 6 270 5 890 6 249 10 223 21 339 22 449 Riduzioni 18 120 20 378 25 820 18 851 20 667 14 668 9 839 10 935 Totale pagamenti diretti 2 470 490 2 486 122 2 499 572 2 575 039 2 504 972 2 741 686 2 789 234 2 799 214 Avvertenza:
Fonte:
Tabella 32 Evoluzione dei pagamenti diretti
UFAG

Tabella 33a

Pagamenti diretti generali – 2011

Contributi di superficie

Contributi per animali da reddito che consumano foraggio grezzo

Aziende Superficie Totale contributi Aziende UBGFG Totale contributi Numero ha fr. Numero Numero fr. Cantone ZH 3 246 69 928 89 830 218 2 531 55 966 29 415 184 BE 11 127 186 221 222 542 423 10 441 185 438 98 393 102 LU 4 635 76 254 87 664 032 4 381 89 634 46 729 401 UR 588 6 678 6 936 866 583 7 223 4 328 079 SZ 1 529 23 739 24 843 322 1 509 27 397 15 248 718 OW 622 7 666 7 989 767 616 11 061 5 787 504 NW 460 6 013 6 263 691 459 7 970 4 160 995 GL 369 6 812 7 109 104 367 7 683 4 204 881 ZG 509 10 223 11 401 798 494 11 854 6 119 379 FR 2 807 74 350 90 547 768 2 522 78 951 39 299 763 SO 1 294 31 227 38 516 211 1 171 26 334 14 105 638 BL 867 21 225 25 176 519 753 17 555 9 378 577 SH 536 14 184 19 904 930 326 6 592 3 723 370 AR 670 11 721 12 176 145 664 13 860 7 226 931 AI 476 7 045 7 323 512 469 8 024 4 108 382 SG 3 858 69 942 75 515 850 3 722 89 215 45 960 583 GR 2 355 53 284 55 854 527 2 293 48 074 29 142 771 AG 2 792 58 146 76 613 735 2 268 47 430 25 460 195 TG 2 369 48 364 61 566 749 1 945 49 350 24 054 745 TI 791 12 968 14 242 274 626 10 295 5 985 875 VD 3 520 105 906 142 017 497 2 398 65 516 35 076 175 VS 3 040 35 334 40 705 207 1 939 26 742 15 700 612 NE 815 31 320 33 834 386 733 26 004 13 459 053 GE 275 10 379 14 259 825 96 1 984 1 218 455 JU 996 39 248 44 758 539 955 35 787 19 870 728 Svizzera 50 546 1 018 177 1 217 594 895 44 261 955 939 508 159 096 Zona 1 Pianura 21 559 476 211 632 397 844 16 457 395 424 202 856 511 Collina 7 185 140 371 164 475 031 6 723 148 832 77 209 160 ZM I 6 572 116 833 126 267 517 6 353 136 860 71 173 838 ZM II 7 994 152 685 158 200 893 7 561 155 061 84 985 177 ZM III 4 690 82 727 85 676 507 4 636 78 424 46 872 434 ZM IV 2 546 49 350 50 577 103 2 531 41 336 25 061 976
superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG A32 Allegato
1 Classificazione della

Tabella 33b

Pagamenti diretti generali – 2011

Detenzione di animali in Contributi di declività generali Contributi di declività per vigneti condizioni difficili di produzione in zone in forte pendenza e terrazzate

A33 Allegato
Totale Totale Totale Aziende UBGFG contributi Aziende Superficie contributi Aziende Superficie contributi Numero Numero fr. Numero ha fr. Numero ha fr. Cantone ZH 759 17 673 5 399 642 727 4 883 2 290 971 190 186 355 170 BE 7 939 141 638 81 085 242 7 356 46 164 22 331 388 65 103 410 180 LU 3 084 60 275 24 706 872 3 004 20 111 9 587 079 22 22 38 840 UR 583 7 223 6 509 625 543 4 769 2 709 484 3 1 1 815 SZ 1 387 24 906 14 551 892 1 357 10 028 4 968 531 11 11 21 480 OW 593 10 474 6 277 505 572 4 475 2 438 584 2 2 5 010 NW 436 7 461 4 149 503 428 3 266 1 718 529 0 GL 341 6 938 4 866 997 337 3 072 1 533 785 1 2 7 650 ZG 344 7 502 3 489 764 340 2 914 1 398 368 3 1 1 815 FR 1 600 53 278 20 321 398 1 321 6 926 3 095 340 15 14 22 973 SO 581 14 410 5 809 285 544 4 684 2 017 258 0 BL 641 15 065 4 574 266 627 5 307 2 339 896 43 39 66 825 SH 119 2 654 483 744 142 943 394 670 120 100 166 285 AR 663 13 840 8 498 066 668 5 879 2 653 959 5 7 23 010 AI 468 8 018 5 586 489 465 2 930 1 333 984 0 SG 2 737 61 980 27 267 247 2 660 20 182 10 014 454 68 105 333 145 GR 2 261 47 380 46 580 846 2 219 29 334 15 131 868 26 19 39 150 AG 1 088 22 954 4 889 332 1 090 7 315 3 165 459 139 177 302 025 TG 173 4 644 1 256 848 151 1 218 624 855 68 94 143 670 TI 572 9 247 7 677 490 499 3 156 1 628 781 163 159 330 805 VD 1 182 37 670 15 713 331 891 5 421 2 427 851 440 734 2 481 585 VS 1 889 25 579 23 021 191 1 790 11 245 5 901 973 1 111 1 781 6 306 677 NE 682 24 653 15 414 909 542 3 348 1 400 503 57 76 154 560 GE 1 68 1 067 0 0 0 39 53 84 590 JU 732 26 795 14 279 576 547 3 542 1 534 625 3 4 6 030 Svizzera 30 855 652 325 352 412 127 28 820 211 111 102 642 195 2 594 3 690 11 303 290 Zona 1 Pianura 3 078 92 355 8 838 318 2 160 6 116 2 812 637 1 639 2 399 7 170 258 Collina 6 712 148 606 43 429 311 6 313 34 858 15 441 439 218 309 870 521 ZM I 6 347 136 783 65 382 828 6 075 43 338 20 234 056 175 219 654 198 ZM II 7 552 154 849 110 921 269 7 164 56 222 27 359 795 425 712 2 414 507 ZM III 4 636 78 428 75 344 658 4 591 43 659 22 507 278 96 39 144 861 ZM IV 2 530 41 303 48 495 743 2 517 26 919 14 286 990 41 13 48 945 1 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG

Tabella 34a

Contributi ecologici – 2011

Compensazione ecologica1 Agricoltura biologica Produzione estensiva di cereali e colza Totale Totale Totale Aziende Superficie contributi Aziende Superficie contributi Aziende Superficie contributi Numero ha fr. Numero ha fr. Numero ha fr. Cantone ZH 3 242 9 820 14 140 371 318 6 815 2 552 281 1 409 6 361 2 537 639 BE 10 891 18 954 19 572 259 1 131 18 082 4 744 946 3 872 12 251 4 900 459 LU 4 636 9 191 10 857 968 283 4 761 1 348 560 1 006 2 782 1 112 896 UR 585 1 339 682 777 55 862 173 804 0 0 0 SZ 1 514 3 441 3 040 227 157 2 579 526 625 10 11 4 480 OW 622 1 097 895 503 168 2 247 452 673 0 0 0 NW 457 937 735 175 66 913 186 552 0 0 0 GL 361 871 552 481 77 1 448 290 388 2 3 1 204 ZG 511 1 746 1 975 114 71 1 365 318 693 53 147 58 884 FR 2 731 6 502 7 381 037 127 2 931 1 098 718 1 000 5 403 2 161 126 SO 1 291 4 447 5 702 769 114 3 165 883 708 633 3 411 1 358 915 BL 868 3 433 4 464 595 121 2 750 818 294 534 2 753 1 087 692 SH 522 1 844 2 821 690 21 552 280 741 318 2 468 968 933 AR 625 854 691 060 111 2 206 442 835 1 1 297 AI 423 523 383 980 20 299 59 906 0 0 0 SG 3 827 8 039 8 782 403 397 7 177 1 638 025 205 505 198 865 GR 2 349 15 810 6 936 618 1 293 30 824 6 405 032 201 616 246 484 AG 2 789 8 067 11 555 972 212 4 233 1 794 178 1 464 7 066 2 825 364 TG 2 348 5 340 7 685 004 238 4 553 1 945 335 783 3 246 1 297 187 TI 753 1 660 1 298 171 117 1 981 472 925 54 208 83 036 VD 3 334 9 945 13 131 787 144 3 531 1 488 255 1 712 16 391 6 550 383 VS 1 789 4 168 2 452 635 293 5 136 1 498 066 123 268 107 407 NE 599 1 752 1 611 013 45 1 328 344 753 266 2 177 870 736 GE 273 1 195 2 087 805 13 395 273 663 197 3 433 1 316 985 JU 954 3 426 4 023 091 99 3 766 1 202 503 437 3 246 1 293 769 Svizzera 48 294 124 404 133 461 503 5 691 113 900 31 241 459 14 280 72 747 28 982 741 Zona 2 Pianura 20 862 53 293 78 679 960 1 219 24 801 11 624 702 8 921 53 245 21 194 593 Collina 7 101 17 883 21 909 239 591 11 313 3 511 411 3 295 13 167 5 254 244 ZM I 6 343 11 634 10 712 107 697 11 913 2 742 670 1 516 5 038 2 014 735 ZM II 7 164 14 840 10 599 236 1 084 19 959 4 110 629 411 1 159 463 708 ZM III 4 385 13 300 6 273 153 1 197 24 499 4 989 234 92 110 44 205 ZM IV 2 439 13 454 5 287 809 903 21 415 4 262 813 45 28 11 256 1 Alberi da frutto ad alto fusto convertiti in are 2 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG A34 Allegato

Tabella 34b

Contributi etologici – 2011

Detenzione di animali da reddito particolarmente rispettosa delle loro esigenze

A35 Allegato
Aziende UBG Totale contributi Numero Numero fr. Cantone ZH 2 010 52 527 12 608 716 BE 8 932 198 059 43 764 104 LU 3 849 117 719 28 907 121 UR 434 5 645 1 154 032 SZ 1 118 22 556 4 928 133 OW 472 9 684 2 241 037 NW 289 6 061 1 422 790 GL 304 6 519 1 372 022 ZG 396 12 005 2 762 071 FR 2 361 86 848 20 219 190 SO 1 021 27 105 6 239 052 BL 615 16 473 4 121 597 SH 267 9 110 2 242 517 AR 589 14 368 3 083 436 AI 400 10 201 2 348 494 SG 2 974 85 080 19 485 886 GR 2 191 46 911 10 652 386 AG 1 729 48 365 12 247 024 TG 1 695 57 515 13 675 632 TI 561 9 345 2 060 115 VD 2 091 65 640 15 319 431 VS 1 271 18 587 3 707 886 NE 649 24 250 5 503 604 GE 78 1 652 385 500 JU 897 36 026 8 442 332 Svizzera 37 193 988 251 228 894 108 Zona 1 Pianura 14 016 447 415 107 329 395 Collina 5 691 157 766 37 568 864 ZM I 5 268 133 970 30 453 055 ZM II 6 254 145 058 31 628 089 ZM III 3 830 68 223 14 379 606 ZM IV 2 134 35 819 7 535 099 1 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG

Contributi per la compensazione ecologica – 2011

Prati sfruttati in modo estensivo

Prati sfruttati in modo poco intensivo

Aziende Superficie Totale contributi Aziende Superficie Totale contributi Numero ha fr. Numero ha fr. Cantone ZH 3 043 5 916 8 376 773 479 355 106 518 BE 8 586 9 846 10 362 891 4 270 3 838 1 154 574 LU 4 279 5 035 5 401 133 974 731 219 259 UR 410 692 334 454 396 476 142 773 SZ 1 168 1 238 896 621 313 222 66 516 OW 564 701 446 166 148 83 24 939 NW 389 565 358 446 141 99 29 643 GL 339 653 395 577 106 95 28 386 ZG 420 533 612 616 154 106 31 895 FR 1 927 3 296 4 368 998 1 350 1 907 572 776 SO 1 189 2 865 3 625 147 314 409 122 746 BL 774 1 587 1 888 293 316 379 113 763 SH 502 1 300 1 816 280 59 80 23 916 AR 392 254 183 143 312 203 60 948 AI 290 188 133 102 117 75 22 536 SG 3 078 3 204 3 509 090 1 167 762 228 507 GR 2 096 8 583 4 164 460 1 974 6 662 1 997 948 AG 2 598 5 108 6 949 442 536 397 119 094 TG 1 960 2 401 3 536 816 611 397 119 027 TI 535 812 678 102 330 540 162 036 VD 2 922 6 368 8 634 781 813 1 497 449 031 VS 854 1 228 834 984 1 249 2 332 700 975 NE 466 1 027 1 103 669 239 545 163 542 GE 265 855 1 280 540 8 9 2 769 JU 730 1 800 2 186 106 403 719 215 778 Svizzera 39 776 66 056 72 077 627 16 779 22 919 6 879 895 Zona 1 Pianura 18 949 32 592 47 724 608 4 077 3 512 1 054 173 Collina 5 847 8 712 10 230 208 2 430 2 386 716 660 ZM I 4 658 4 864 3 627 908 2 496 2 233 671 001 ZM II 5 141 6 271 4 251 391 3 113 3 791 1 138 306 ZM III 3 235 6 996 3 246 766 2 692 4 667 1 400 907 ZM IV 1 946 6 621 2 996 746 1 971 6 329 1 898 848 1 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG A36 Allegato

Tabella 35b

Contributi per la compensazione ecologica – 2011

Terreni da strame

Siepi, boschetti campestri e rivieraschi

A37 Allegato
Aziende Superficie Totale contributi Aziende Superficie Totale contributi Numero ha fr. Numero ha fr. Cantone ZH 1 127 1 492 2 038 196 1 083 224 557 024 BE 746 570 371 039 2 187 419 974 635 LU 554 387 343 787 1 620 334 797 686 UR 77 71 54 184 4 0 1 127 SZ 871 1 275 1 006 275 132 14 30 756 OW 156 89 83 669 87 7 15 754 NW 120 94 76 542 22 2 4 895 GL 76 69 46 374 7 1 1 624 ZG 318 549 439 857 306 55 125 159 FR 122 65 64 531 843 278 679 648 SO 4 1 1 000 383 109 264 227 BL 0 294 103 248 873 SH 9 7 10 515 272 79 197 580 AR 266 196 139 463 76 11 22 686 AI 218 209 146 601 60 10 21 651 SG 1 684 1 793 1 516 609 632 94 222 331 GR 264 144 68 184 540 81 168 552 AG 166 162 239 732 1 269 355 879 976 TG 173 100 142 233 422 84 209 866 TI 58 62 65 007 39 11 25 153 VD 141 119 96 910 1 074 409 1 001 704 VS 31 17 9 604 84 16 35 070 NE 8 5 3 507 107 46 104 181 GE 3 2 2 460 116 34 83 800 JU 47 28 25 986 423 207 481 962 Svizzera 7 239 7 504 6 992 261 12 082 2 984 7 155 921 Zona 1 Pianura 1 949 2 131 3 103 937 6 510 1 663 4 148 382 Collina 838 691 831 404 2 278 621 1 544 963 ZM I 1 085 859 682 641 1 405 335 710 826 ZM II 2 091 2 620 1 805 063 1 227 270 568 888 ZM III 919 849 408 757 508 80 154 597 ZM IV 357 353 160 460 154 15 28 265 1 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG

Contributi per la compensazione ecologica – 2011

Tabella 35c
Maggesi fioriti Maggesi da rotazione Aziende Superficie Totale contributi Aziende Superficie Totale contributi Numero ha fr. Numero ha fr. Cantone ZH 275 189 528 453 70 77 176 985 BE 232 200 560 420 30 29 67 798 LU 30 20 56 868 12 15 34 776 UR 0 0 0 0 0 0 SZ 0 0 0 1 0 575 OW 0 0 0 0 0 0 NW 0 0 0 0 0 0 GL 0 0 0 0 0 0 ZG 10 7 19 740 1 0 920 FR 184 178 498 005 20 28 63 304 SO 49 58 162 085 19 25 57 578 BL 95 94 263 088 34 46 105 547 SH 168 154 430 052 12 7 16 399 AR 0 0 0 0 0 0 AI 0 0 0 0 0 0 SG 23 20 56 336 2 1 1 426 GR 19 15 42 364 4 10 22 264 AG 367 157 438 704 74 92 211 577 TG 98 95 267 092 15 17 37 996 TI 2 3 8 484 6 12 28 152 VD 288 411 1 151 976 64 112 256 956 VS 4 5 14 587 1 4 8 606 NE 21 31 86 828 4 1 3 381 GE 68 154 432 404 34 92 210 795 JU 63 74 205 912 6 13 29 371 Svizzera 1 996 1 865 5 223 398 409 580 1 334 406 Zona 1 Pianura 1 684 1 633 4 574 638 347 485 1 116 230 Collina 303 227 636 552 61 92 211 713 ZM I 6 3 8 344 0 0 0 ZM II 3 1 3 864 1 3 6 463 ZM III 0 0 0 0 0 0 ZM IV 0 0 0 0 0 0 1 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG A38 Allegato

Tabella 35d

Contributi per la compensazione ecologica – 2011

Fasce di colture estensive Striscia su superficie coltiva Alberi da frutto ad alto in campicoltura fusto nei campi

A39 Allegato
Totale Totale Totale Aziende Superficie contributi Aziende Alberi contributi Aziende Alberi contributi Numero ha fr. Numero Numero fr. Numero Numero fr. Cantone ZH 10 5 6 565 31 8 19 021 2 292 155 437 2 330 837 BE 17 8 10 677 43 9 19 945 7 552 403 421 6 050 280 LU 3 2 2 639 11 2 5 244 3 873 266 430 3 996 576 UR 0 0 0 0 0 0 210 10 016 150 240 SZ 0 0 0 0 0 0 955 69 299 1 039 485 OW 0 0 0 0 0 0 407 21 665 324 975 NW 0 0 0 0 0 0 332 17 710 265 650 GL 0 0 0 0 0 0 131 5 368 80 520 ZG 1 2 2 717 10 2 5 382 456 49 120 736 828 FR 9 3 3 463 45 11 25 247 1 671 73 671 1 105 065 SO 4 3 4 355 6 1 2 501 1 042 97 542 1 463 130 BL 0 0 0 22 9 21 091 813 121 596 1 823 940 SH 1 0 130 3 1 1 633 336 21 679 325 185 AR 0 0 0 0 0 0 323 18 988 284 820 AI 0 0 0 0 0 0 71 4 006 60 090 SG 2 1 1 612 3 1 1 633 2 634 216 324 3 244 859 GR 9 1 1 456 0 0 0 539 31 426 471 390 AG 3 0 520 153 28 64 837 2 304 176 806 2 652 090 TG 4 1 1 183 8 3 6 716 1 918 224 291 3 364 075 TI 0 0 0 1 0 1 012 253 22 015 330 225 VD 25 25 32 604 10 4 8 050 1 779 99 985 1 499 775 VS 1 0 637 3 1 1 955 764 56 414 846 217 NE 0 0 0 0 0 0 161 9 727 145 905 GE 1 0 65 3 0 1 127 104 4 923 73 845 JU 7 3 3 718 10 2 4 738 617 57 968 869 520 Svizzera 97 56 72 341 362 83 190 132 31 537 2 235 827 33 535 522 Zona 1 Pianura 66 41 52 962 279 66 151 710 15 027 1 117 014 16 753 320 Collina 20 12 15 596 67 13 30 325 6 168 512 786 7 691 818 ZM I 3 2 3 042 15 3 7 660 5 172 333 379 5 000 685 ZM II 0 0 0 1 0 437 3 659 188 323 2 824 824 ZM III 5 0 546 0 0 0 1 244 70 772 1 061 580 ZM IV 3 0 195 0 0 0 267 13 553 203 295 1 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG

Tabella 36

Contributi per la qualità biologica e l'interconnessione – 2011

A40 Allegato
Soltanto qualità biologica 1 Soltanto interconnessione 1 Contributi federali Aziende Superficie Aziende Superficie Aziende Totale contributi Numero ha Numero ha Numero fr. Cantone ZH 1 602 3 049 1 700 4 578 2 108 6 168 778 BE 4 402 4 444 8 920 18 468 9 137 15 423 048 LU 2 776 3 147 2 088 5 055 3 215 7 133 485 UR 315 658 352 1 000 442 810 538 SZ 1 242 2 854 1 075 3 152 1 296 4 032 253 OW 406 602 279 606 424 758 885 NW 306 590 268 607 342 776 122 GL 216 419 96 336 234 404 960 ZG 425 943 403 1 434 471 2 076 324 FR 516 689 785 2 273 1 059 2 168 326 SO 471 892 386 966 715 1 537 263 BL 619 1 808 564 1 788 635 1 825 771 SH 216 458 196 642 266 927 060 AR 290 303 183 254 305 467 177 AI 249 257 261 335 306 458 476 SG 2 251 3 237 1 820 4 024 2 638 5 834 049 GR 1 709 5 544 1 578 7 301 1 766 6 498 883 AG 1 033 2 662 761 3 072 1 043 4 284 199 TG 925 978 1 818 2 742 1 955 3 036 372 TI 260 619 103 584 284 630 296 VD 1 274 2 815 756 2 868 1 604 2 952 458 VS 470 908 157 809 531 737 337 NE 374 1 049 144 545 428 599 623 GE 49 71 0 0 49 45 388 JU 424 1 811 300 2 004 521 1 892 233 Svizzera 22 820 40 808 24 993 65 442 31 774 71 479 303 Zone Pianura 8 024 11 055 9 602 21 031 12 322 26 224 027 Collina 3 546 5 664 3 452 8 346 4 589 11 051 083 ZM I 3 102 4 311 3 505 7 182 4 390 8 588 462 ZM II 4 064 8 429 4 222 11 650 5 327 12 566 307 ZM III 2 545 6 387 2 794 9 972 3 296 7 536 952 ZM IV 1 539 4 962 1 418 7 261 1 850 5 512 472 1 Alberi ad alto fusto convertiti in are Fonte: UFAG

Contributi per la produzione estensiva di cereali e colza – 2011

A41 Allegato
Tabella 37
Cereali panificabili Cereali da foraggio Colza Totale Aziende Superficie Aziende Superficie Aziende Superficie Totale contributi Numero ha Numero ha Numero ha fr. Cantone ZH 1 164 4 712 710 1 457 80 192 2 537 639 BE 2 285 6 561 2 798 5 508 79 183 4 900 459 LU 653 1 492 580 1 123 78 167 1 112 896 UR 0 0 0 0 0 0 0 SZ 1 1 9 10 0 0 4 480 OW 0 0 0 0 0 0 0 NW 0 0 0 0 0 0 0 GL 0 0 2 3 0 0 1 204 ZG 26 65 30 62 6 21 58 884 FR 712 3 471 659 1 837 27 95 2 161 126 SO 473 2 030 459 1 297 36 85 1 358 915 BL 364 1 460 417 1 234 17 58 1 087 692 SH 309 2 063 113 297 35 109 968 933 AR 0 0 1 1 0 0 297 AI 0 0 0 0 0 0 0 SG 75 193 148 278 18 34 198 865 GR 118 348 135 236 13 31 246 484 AG 1 246 4 653 920 2 233 79 180 2 825 364 TG 667 2 439 382 717 43 90 1 297 187 TI 29 130 28 77 0 0 83 036 VD 1 340 10 458 1 160 4 399 392 1 533 6 550 383 VS 81 219 51 48 1 1 107 407 NE 143 858 242 1 215 31 104 870 736 GE 186 2 424 161 939 16 71 1 316 985 JU 264 1 671 338 1 439 33 137 1 293 769 Svizzera 10 136 45 248 9 343 24 411 984 3 089 28 982 741 Zona 1 Pianura 7 324 36 862 5 050 13 898 779 2 484 21 194 593 Collina 2 093 6 631 2 494 6 064 161 473 5 254 244 ZM II 562 1 480 1 341 3 441 40 117 2 014 735 ZM II 106 219 360 926 4 15 463 708 ZM III 34 43 66 67 0 0 44 205 ZM IV 17 13 32 15 0 0 11 256 1 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG

Tabella 38

Contributi per la detenzione di animali particolarmente rispettosa delle loro esigenze – 2011

Sistemi di stabulazione particolarmente Uscita regolare all'aperto rispettosi degli animali

Aziende UBG Totale contributi Aziende UBG Totale contributi Numero Numero fr. Numero Numero fr. Cantone ZH 1 300 35 875 3 806 166 1 936 48 393 8 802 550 BE 3 921 85 884 10 239 790 8 798 184 913 33 524 314 LU 2 747 83 641 10 049 394 3 753 103 240 18 857 727 UR 118 1 498 141 111 433 5 619 1 012 921 SZ 457 9 214 1 023 050 1 101 21 536 3 905 083 OW 268 5 380 569 498 467 9 171 1 671 539 NW 169 3 688 431 763 277 5 474 991 027 GL 103 1 922 197 108 303 6 509 1 174 914 ZG 260 8 519 844 891 387 10 805 1 917 180 FR 1 498 50 602 5 953 216 2 301 79 849 14 265 974 SO 623 16 349 1 735 716 1 000 24 983 4 503 336 BL 424 11 320 1 220 086 609 15 448 2 901 511 SH 208 8 011 1 013 982 225 6 780 1 228 535 AR 203 4 450 512 836 590 14 154 2 570 600 AI 163 4 135 598 374 397 9 338 1 750 120 SG 1 481 42 924 5 011 984 2 932 79 441 14 473 902 GR 1 084 23 835 2 256 678 2 189 46 418 8 395 708 AG 1 275 36 101 4 450 728 1 673 41 094 7 796 296 TG 1 135 41 923 4 885 328 1 603 48 768 8 790 304 TI 201 3 814 357 456 575 9 094 1 702 659 VD 1 211 40 182 4 362 157 2 030 61 083 10 957 274 VS 305 4 850 494 267 1 264 18 123 3 213 619 NE 359 13 322 1 287 074 647 23 739 4 216 530 GE 32 890 100 266 75 1 524 285 234 JU 632 24 871 2 364 907 886 34 490 6 077 425 Svizzera 20 177 563 202 63 907 826 36 451 909 988 164 986 282 Zona 1 Pianura 9 401 310 124 36 209 524 13 458 392 086 71 119 871 Collina 3 511 96 376 11 274 002 5 565 144 136 26 294 862 ZM I 2 728 66 183 7 293 740 5 215 128 404 23 159 315 ZM II 2 600 57 080 5 983 884 6 241 141 723 25 644 205 ZM III 1 245 21 936 2 083 341 3 837 67 926 12 296 265 ZM IV 692 11 502 1 063 335 2 135 35 713 6 471 764 1 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG A42 Allegato

Tabella 39

Partecipazione al programma SSRA – 2011

A43 Allegato
Base 1 Partecipazione SSRA Categorie di animali UBG Aziende UBG Aziende UBG Aziende Numero Numero Numero Numero % % Vacche lattifere 587 411 32 402 218 526 7 188 37.2 22.2 Altre vacche 86 489 14 655 69 812 5 777 80.7 39.4 Animali di sesso femminile, di oltre 365 giorni, fino al primo parto 157 589 37 913 67 613 12 663 42.9 33.4 Animali di sesso femminile, di età compresa tra 120 e 365 giorni 53 413 37 637 25 161 12 917 47.1 34.3 Animali di sesso maschile, di oltre 730 giorni 4 033 8 976 2 099 3 761 52.1 41.9 Animali di sesso maschile, di età compresa tra 365 e 730 giorni 11 544 14 934 6 247 4 893 54.1 32.8 Animali di sesso maschile, di età compresa tra 120 e 365 giorni 31 530 28 170 17 343 7 528 55.0 26.7 Totale animali della specie bovina 932 008 39 819 406 800 16 797 43.6 42.2 Animali di sesso femminile e animali castrati di sesso maschile, di oltre 30 mesi 32 311 9 617 4 370 1 340 13.5 13.9 Stalloni, di oltre 30 mesi 1 276 1 863 109 133 8.5 7.1 Totale animali della specie equina 33 587 10 108 4 479 1 361 13.3 13.5 Animali di sesso femminile, di età superiore a un anno 9 511 5 495 3 493 937 36.7 17.1 Animali di sesso maschile, di età superiore a un anno 658 2 605 165 506 25.0 19.4 Totale animali della specie caprina 10 169 6 162 3 658 1 018 36.0 16.5 Verri da allevamento, di oltre 6 mesi 701 2 077 148 428 21.1 20.6 Scrofe da allevamento non in lattazione, di oltre 6 mesi 22 826 2 508 15 458 1 246 67.7 49.7 Scrofe da allevamento in lattazione 17 161 2 676 11 028 1 361 64.3 50.9 Suinetti svezzati 18 050 2 623 11 549 1 260 64.0 48.0 Suini da rimonta, fino a 6 mesi e suini da ingrasso 102 255 7 287 65 324 3 245 63.9 44.5 Totale animali della specie suina 160 992 8 300 103 505 3 924 64.3 47.3 Conigli 817 2 545 228 86 27.9 3.4 Totale Conigli 817 2 545 228 86 27.9 3.4 Galline e galli da allevamento (produzione di uova da cova per razze ovaiole e da allevamento) 305 375 56 16 18.5 4.3 Galline ovaiole 21 880 10 735 19 351 1 673 88.4 15.6 Pulcini, galletti e pollastrelle (escl. i polli da ingrasso) 3 420 493 2 632 136 77.0 27.6 Polli da ingrasso 23 461 1 045 21 074 825 89.8 78.9 Tacchini 1 205 192 1 099 54 91.2 28.1 Totale pollame 50 271 11 949 44 213 2 595 87.9 21.7 Totale di tutte le categorie di animali 1 187 844 44 265 562 883 20 207 47.4 45.7 1 Aziende aventi diritto ai contributi (aziende che hanno ottenuto pagamenti diretti) Fonte: UFAG

Tabella 40

Partecipazione al programma URA – 2011

Aziende aventi diritto ai contributi (aziende che hanno ottenuto pagamenti diretti)

Base 1 Partecipazione URA Categorie di animali UBG Aziende UBG Aziende UBG Aziende Numero Numero Numero Numero % % Vacche lattifere 587 411 32 402 470 994 22 348 80.2 69.0 Altre vacche 86 489 14 655 76 384 7 325 88.3 50.0 Animali di sesso femminile, di oltre 365 giorni, fino al primo parto 157 589 37 913 122 078 25 440 77.5 67.1 Animali di sesso femminile, di età compresa tra 120 e 365 giorni 53 413 37 637 38 110 23 644 71.4 62.8 Animali di sesso femminile, fino a 120 giorni 10 863 36 986 3 917 13 055 36.1 35.3 Animali di sesso maschile, di oltre 730 giorni 4 033 8 976 2 601 4 918 64.5 54.8 Animali di sesso maschile, di età compresa tra 365 e 730 giorni 11 544 14 934 6 252 6 917 54.2 46.3 Animali di sesso maschile, di età compresa tra 120 e 365 giorni 31 530 28 170 16 721 10 668 53.0 37.9 Animali di sesso maschile, fino a 120 giorni 10 988 36 447 2 995 10 180 27.3 27.9 Totale animali della specie bovina 953 858 39 827 740 052 31 170 77.6 78.3 Animali di sesso femminile e animali castrati di sesso maschile, di oltre 30 mesi 32 311 9 617 26 996 7 324 83.6 76.2 Stalloni, di oltre 30 mesi 1 276 1 863 731 801 57.3 43.0 Animali, fino a 30 mesi 3 075 2 423 2 441 1 434 79.4 59.2 Totale animali della specie equina 36 662 10 287 30 168 7 470 82.3 72.6 Animali di sesso femminile, di età superiore a un anno 9 511 5 495 7 208 3 111 75.8 56.6 Animali di sesso maschile, di età superiore a un anno 658 2 605 378 1 350 57.4 51.8 Totale animali della specie caprina 10 169 6 162 7 586 3 298 74.6 53.5 Animali di sesso femminile, di età superiore a un anno 36 902 8 258 31 505 6 048 85.4 73.2 Animali di sesso maschile, di età superiore a un anno 1 474 5 891 1 074 4 057 72.9 68.9 Agnelli magri 225 606 150 253 66.4 41.7 Totale animali della specie ovina 38 601 8 311 32 728 6 066 84.8 73.0 Verri da allevamento, di oltre 6 mesi 701 2 077 385 1 108 55.0 53.3 Scrofe da allevamento non in lattazione, di oltre 6 mesi 22 826 2 508 15 235 1 312 66.7 52.3 Scrofe da allevamento in lattazione 17 161 2 676 1 097 238 6.4 8.9 Suinetti svezzati 18 050 2 623 777 193 4.3 7.4 Suini da rimonta, fino a 6 mesi e suini da ingrasso 102 255 7 287 62 452 3 242 61.1 44.5 Totale animali della specie suina 160 992 8 300 79 945 3 808 49.7 45.9 Conigli 817 2 545 12 142 1.5 5.6 Totale Conigli 817 2 545 12 142 1.5 5.6 Galline e galli da allevamento (produzione di uova
per razze ovaiole e da allevamento) 305 375 39 40 12.6 10.7 Galline ovaiole 21 880 10 735 15 731 2 600 71.9 24.2 Pulcini, galletti e pollastrelle (escl. i polli da ingrasso) 3 420 493 678 94 19.8 19.1 Polli da ingrasso 23 461 1 045 1 955 167 8.3 16.0 Tacchini 1 205 192 1 092 74 90.6 38.5 Totale pollame 50 271 11 949 19 495 2 842 38.8 23.8 Totale di tutte le categorie di animali 1 251 370 45 730 909 985 36 365 72.7 79.5 1
Fonte: UFAG A44 Allegato
da cova

Tabella 41a

Contributi d'estivazione – 2011

Cantone Pecore Vacche munte, pecore Altri animali che consumano Aziende e contributi (escl. pecore lattifere) lattifere e capre lattifere 1 foraggio grezzo Totale

A45 Allegato
Aziende Carico avente Aziende UBG aventi Aziende Carico avente Aziende Contributi diritto ai diritto ai diritto ai contributi contributi contributi Numero Carico normale Numero UBG Numero Carico normale Numero fr. ZH 0 0 0 0 7 325 7 107 128 BE 178 2 436 318 9 936 1 533 49 163 1 636 20 948 619 LU 31 275 1 8 231 6 158 235 2 085 062 UR 66 1 525 49 1 014 260 6 145 324 2 694 976 SZ 44 675 154 1 590 420 9 921 444 4 281 628 OW 21 192 42 546 235 8 448 252 3 014 080 NW 16 185 4 41 127 4 214 133 1 466 486 GL 12 463 1 10 111 6 676 119 2 363 023 ZG 0 0 1 3 9 212 9 70 907 FR 41 533 20 465 584 23 236 605 8 054 727 SO 1 3 0 0 63 2 533 63 836 247 BL 1 20 0 0 9 348 10 119 930 SH 0 0 0 0 1 100 1 32 878 AR 0 0 22 318 110 2 383 111 897 775 AI 8 90 73 1 115 140 1 888 146 1 090 976 SG 34 1 099 69 3 693 408 17 182 423 7 236 919 GR 174 7 756 198 10 212 850 36 647 964 18 121 906 AG 2 14 0 0 8 364 10 120 523 TG 0 0 0 0 7 371 7 122 389 TI 85 2 294 63 3 761 192 4 886 242 3 407 798 VD 32 698 7 110 613 33 113 634 11 203 732 VS 155 5 710 53 2 766 433 16 177 515 8 138 725 NE 1 117 1 46 142 4 238 144 1 452 310 GE 0 0 0 0 1 3 1 1 122 JU 2 103 0 0 104 10 997 104 3 659 415 Totale 904 24 187 1 076 35 635 6 598 245 727 7 139 101 529 281 1 Animali munti con una durata d'estivazione di 56–100 giorni Fonte: UFAG

Tabella 41b

Statistica sull'estivazione – 2011: aziende e carichi normali per Cantone

Cantone Vacche Vacche madri Altri Equini Ovini Caprini Altri lattifere e nutrici bovini e altre vacche Aziende Carico Aziende Carico Aziende Carico Aziende Carico Aziende Carico Aziende Carico Aziende Carico Numero CN Numero CN Numero CN Numero CN Numero CN Numero CN Numero CN ZH 0 0 0 0 7 305 0 0 0 0 0 0 0 0 BE 1 055 26 574 370 3 331 1 492 25 876 219 906 183 3 028 430 796 8 56 LU 90 1 141 99 928 231 3 572 16 28 32 274 36 42 4 24 UR 199 3 750 59 581 181 2 312 10 10 68 1 762 65 301 0 0 SZ 303 3 658 100 932 407 6 879 45 127 53 659 103 274 1 2 OW 202 4 767 25 345 227 3 359 16 22 23 203 31 42 22 95 NW 78 1 704 34 345 123 2 006 13 15 16 265 20 62 16 97 GL 99 3 832 27 440 110 2 588 23 27 12 442 37 45 52 99 ZG 3 38 2 4 9 163 0 0 0 0 0 0 0 0 FR 246 6 961 160 1 375 569 13 781 65 285 47 726 87 231 2 4 SO 7 91 24 487 62 1 616 9 114 1 6 4 7 0 0 BL 0 0 5 83 9 250 0 0 1 19 1 1 1 0 SH 0 0 0 0 1 101 0 0 0 0 0 0 0 0 AR 79 1 325 11 70 108 1 117 7 16 0 0 38 41 16 50 AI 115 1 526 7 16 134 1 253 5 2 8 86 46 97 18 37 SG 259 7 244 127 1 711 396 9 924 39 94 39 1 673 116 258 1 3 GR 364 12 641 611 12 092 745 18 946 224 857 191 7 333 142 1 167 6 6 AG 0 0 5 73 8 279 1 1 2 13 0 0 0 0 TG 1 17 6 117 7 194 1 1 0 0 0 0 0 0 TI 98 3 775 67 650 130 1 184 53 241 86 2 168 107 1 997 23 22 VD 309 12 252 238 3 956 589 14 667 93 212 42 878 62 130 7 7 VS 217 8 916 229 4 003 342 5 466 67 223 160 5 495 76 602 1 0 NE 23 563 53 517 136 2 936 15 89 2 121 0 0 0 0 GE 0 0 0 0 0 0 1 3 0 0 0 0 0 0 JU 25 3 493 51 1 487 98 4 483 38 1 281 4 114 4 10 1 1 Totale 3 772 104 269 2 310 33 543 6 121 123 258 960 4 555 970 25 264 1 405 6 104 179 503 Un carico normale (CN) = 1 UBG * durata dell'estivazione / 100 Fonte: UFAG A46 Allegato

Tabella 42a

Pagamenti diretti a livello aziendale 1: per zone e classi di dimensioni – 2011 2

1 I risultati si basano sui dati della centrale analisi di ART

2 Esclusi i tipi d’azienda colture speciali e trasformazione

3 Contributi d’estivazione, contributi di coltivazione, altri contributi

Tabella 42b

Pagamenti diretti a livello aziendale 1: per zone e classi di dimensioni – 2011 2

diretti in virtù della ordinanza sui pagamenti diretti (OPD)

1 I risultati si basano sui dati della centrale analisi di ART

2 Esclusi i tipi d’azienda colture speciali e trasformazione

3 Contributi d’estivazione, contributi di coltivazione, altri contributi

Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

A47 Allegato
Zona di pianura ZC Caratteristica Unità 10 – 20 20 – 30 30 – 50 10 – 20 20 – 30 30 – 50 ha SAU ha SAU ha SAU ha SAU ha SAU ha SAU Aziende di riferimento Numero 429 395 230 225 143 75 Aziende rappresentate Numero 7 039 4 877 3 382 2 741 1 477 836 Superficie agricola utile ha 15.55 24.41 37.16 15.02 24.28 36.63 Pagamenti diretti in virtù della ordinanza sui pagamenti diretti (OPD) Pagamenti diretti generali, totale fr. 28 624 44 631 66 538 33 491 51 808 76 245 Contributi di superficie fr. 20 204 31 923 49 877 17 240 28 879 42 756 Contributi per animali che consumano foraggio grezzo fr. 7 819 11 856 15 554 9 365 13 359 20 634 Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione fr. 355 582 804 5 058 6 883 9 487 Contributi di declività fr. 246 270 303 1 828 2 688 3 367 Contributi ecologici ed etologici, totale fr. 7 847 12 042 17 349 7 728 12 034 17 985 Compensazione ecologica fr. 2 529 3 767 5 880 2 374 3 867 5 253 Produzione estensiva fr. 715 995 2 042 490 863 1 237 Agricoltura biologica fr. 429 420 957 266 500 600 Contributi etologici fr. 4 173 6 860 8 471 4 599 6 804 10 896 Totale pagamenti diretti giusta l’OPD fr. 36 470 56 673 83 887 41 219 63 842 94 230 Prestazione lorda fr. 221 416 329 471 429 209 192 658 289 379 412 220 Quota di PD giusta l’OPD rispetto alla prestazione lorda % 16.5 17.2 19.5 21.4 22.1 22.9 Altri pagamenti diretti 3 fr. 4 576 6 997 11 054 3 626 6 136 6 800 Totale pagamenti diretti fr. 41 047 63 670 94 941 44 846 69 979 101 031 Quota totale di PD rispetto alla prestazione lorda % 18.5 19.3 22.1 23.3 24.2 24.5
Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART
ZM I ZM II Caratteristica Unità 10 – 20 20 – 30 30 – 50 10 – 20 20 – 30 30 – 50 ha SAU ha SAU ha SAU ha SAU ha SAU ha SAU Aziende di riferimento Numero 202 126 70 156 158 83 Aziende rappresentate Numero 2 568 1 281 797 2 358 1 720 1 001 Superficie agricola utile ha 15.27 24.79 37.63 15.19 24.74 37.34 Pagamenti
Pagamenti diretti generali, totale fr. 39 541 61 501 87 409 42 639 63 159 87 926 Contributi di superficie fr. 16 308 26 712 41 756 15 896 26 060 38 012 Contributi per animali che consumano foraggio grezzo fr. 10 087 15 413 21 226 9 520 14 042 19 141 Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione fr. 9 565 14 578 20 043 13 045 18 012 25 979 Contributi di declività fr. 3 580 4 798 4 384 4 178 5 045 4 795 Contributi ecologici ed etologici, totale fr. 6 344 10 870 14 410 5 826 8 906 11 733 Compensazione ecologica fr. 1 675 2 616 3 132 1 413 2 150 1 995 Produzione estensiva fr. 144 307 1 137 12 68 84 Agricoltura biologica fr. 439 1 218 694 747 1 139 1 408 Contributi etologici fr. 4 086 6 729 9 448 3 655 5 549 8 246 Totale pagamenti diretti giusta l’OPD fr. 45 884 72 371 101 820 48 465 72 065 99 659 Prestazione lorda fr. 193 063 256 704 338 337 164 060 220 921 283 699 Quota di PD giusta l’OPD rispetto alla prestazione lorda % 23.8 28.2 30.1 29.5 32.6 35.1 Altri pagamenti diretti 3 fr. 4 018 5 951 8 140 5 783 7 822 8 622 Totale pagamenti diretti fr. 49 902 78 322 109 960 54 248 79 887 108 281 Quota totale di PD rispetto alla prestazione lorda % 25.8 30.5 32.5 33.1 36.2 38.2
Fonte:

Tabella 42c

Pagamenti diretti a livello aziendale 1: per zone e classi di dimensioni – 2011 2

1 I risultati si basano sui dati della centrale analisi di ART

2 Esclusi i tipi d’azienda colture speciali e trasformazione

3 Contributi d’estivazione, contributi di coltivazione, altri contributi

Tabella 43

Pagamenti diretti a livello aziendale 1: per regioni – 2011

1 I risultati si basano sui dati della Centrale analisi di ART

2 Contributi d'estivazione, contributi di coltivazione, altri contributi

ART

Caratteristica Unità Tutte le Regione Regione Regione aziende di pianura collinare di montagna Aziende di riferimento Numero 3 060 1 267 965 828 Aziende rappresentate Numero 46 877 21 358 12 781 12 738 Superficie agricola utile ha 21.28 22.23 20.07 20.90 Pagamenti diretti in virtù della ordinanza sui pagamenti diretti (OPD) Pagamenti diretti generali, totale fr. 45 699 39 521 45 937 55 820 Contributi di superficie fr. 25 315 29 199 22 531 21 597 Contributi per animali che consumano foraggio grezzo fr. 10 620 9 372 11 786 11 543 Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione fr. 7 338 514 8 579 17 533 Contributi di declività fr. 2 426 435 3 042 5 147 Contributi ecologici ed etologici, totale fr. 9 192 10 268 9 531 7 048 Compensazione ecologica fr. 2 729 3 426 2 629 1 658 Produzione estensiva fr. 645 1 060 546 49 Agricoltura biologica fr. 677 537 477 1 111 Contributi etologici fr. 5 141 5 244 5 879 4 228 Totale pagamenti diretti giusta l’OPD fr. 54 891 49 788 55 468 62 868 Prestazione lorda fr. 259 834 318 563 245 734 175 510 Quota di PD giusta l’OPD rispetto alla prestazione lorda % 21.1 15.6 22.6 35.8 Pagamenti diretti per ettaro fr./ha 2 579 2 239 2 764 3 008 Altri pagamenti diretti 2 fr. 5 973 6 379 4 632 6 638 Totale pagamenti diretti fr. 60 864 56 168 60 100 69 506 Quota totale di PD rispetto alla prestazione lorda % 23.4 17.6 24.5 39.6
Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon
ZM III ZM IV Caratteristica Unità 10 – 20 20 – 30 30 – 50 10 – 20 20 – 30 30 – 50 3 ha SAU ha SAU ha SAU ha SAU ha SAU ha SAU Aziende di riferimento Numero 96 76 38 65 35 16 Aziende rappresentate Numero 1 461 909 564 1 197 457 292 Superficie agricola utile ha 14.77 24.55 36.94 14.65 24.44 35.50 Pagamenti diretti in virtù della ordinanza sui pagamenti diretti (OPD) Pagamenti diretti generali, totale fr. 45 795 69 422 94 866 47 709 71 723 95 363 Contributi di superficie fr. 15 812 25 593 38 066 15 610 25 365 36 588 Contributi per animali che consumano foraggio grezzo fr. 9 227 13 767 18 091 9 217 13 324 16 971 Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione fr. 15 237 22 845 29 472 16 783 25 197 33 144 Contributi di declività fr. 5 519 7 217 9 237 6 099 7 838 8 660 Contributi ecologici ed etologici, totale fr. 4 778 8 237 11 647 4 320 8 533 13 349 Compensazione ecologica fr. 1 373 1 664 2 655 1 387 2 350 4 288 Produzione estensiva fr. 0 22 16 0 0 3 Agricoltura biologica fr. 695 1 813 3 000 703 2 194 3 604 Contributi etologici fr. 2 711 4 738 5 975 2 230 3 989 5 455 Totale pagamenti diretti giusta l’OPD fr. 50 573 77 659 106 513 52 029 80 257 108 712 Prestazione lorda fr. 127 721 205 621 245 391 111 710 181 291 279 467 Quota di PD giusta l’OPD rispetto alla prestazione lorda % 39.6 37.8 43.4 46.6 44.3 38.9 Altri pagamenti diretti 3 fr. 6 141 9 312 10 250 6 549 8 660 16 097 Totale pagamenti diretti fr. 56 715 86 970 116 763 58 578 88 917 124 808 Quota totale di PD rispetto alla prestazione lorda % 44.4 42.3 47.6 52.4 49.0 44.7
Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART A48 Allegato

Tabella 44

Controlli PER – 2011

Cantone Aziende aventi diritto ai PD (cifre Rapporto agricolo 2006) Aziende controllate in % di tutte le aziende aventi diritto ai PD Aziende controllate Aziende con riduzioni Aziende con riduzioni per 100 aziende aventi diritto ai PD Aziende con riduzioni per 100 aziende controllate Riduzioni in fr. per azienda con riduzioni Totale riduzioni

La tabella 44 sostituisce le tabelle 44a e 44b pubblicate finora. Non vengono fornite indicazioni sulle contestazioni, poiché i rispettivi dati vengono registrati in maniera diversa nei vari sistemi informatici cantonali e di conseguenza è impossibile fare un confronto.

Fonte: AGIS/SIPA e rapporti cantonali concernenti i controlli e le sanzioni 2011

A49 Allegato
Numero % Numero Numero % % fr. fr. ZH 3 270 61.9 2 025 50 1.5 2.5 2 232 111 618 BE 11 154 26.4 2 945 301 2.7 10.2 1 216 366 039 LU 4 642 40.0 1 855 146 3.1 7.9 1 601 233 721 UR 589 62.5 368 55 9.3 14.9 682 37 532 SZ 1 533 47.3 725 61 4.0 8.4 1 048 63 945 OW 624 56.3 351 33 5.3 9.4 595 19 638 NW 462 50.6 234 29 6.3 12.4 576 16 701 GL 369 48.0 177 2 0.5 1.1 2 648 5 295 ZG 513 37.4 192 13 2.5 6.8 3 427 44 556 FR 2 815 34.3 966 117 4.2 12.1 1 324 154 903 SO 1 301 86.8 1 129 82 6.3 7.3 1 181 96 821 BL 872 55.7 486 16 1.8 3.3 4 577 73 238 SH 537 55.1 296 19 3.5 6.4 718 13 647 AR 673 30.6 206 32 4.8 15.5 1 391 44 526 AI 481 37.4 180 23 4.8 12.8 835 19 209 SG 3 880 33.0 1 281 217 5.6 16.9 1 419 307 944 GR 2 369 72.6 1 719 60 2.5 3.5 3 102 186 110 AG 2 808 41.7 1 171 232 8.3 19.8 767 177 998 TG 2 390 56.4 1 348 85 3.6 6.3 2 236 190 090 TI 794 39.8 316 59 7.4 18.7 806 47 577 VD 3 531 30.9 1 092 206 5.8 18.9 1 011 208 206 VS 3 046 38.9 1 185 35 1.1 3.0 1 543 54 016 NE 818 25.1 205 30 3.7 14.6 3 514 105 418 GE 276 74.3 205 13 4.7 6.3 1 333 17 331 JU 998 36.1 360 13 1.3 3.6 2 248 29 227 CH 50 745 41.4 21 017 1 929 3.8 9.2 1 361 2 625 306

Uscite Miglioramento delle basi

Tabella 45

Contributi versati ai Cantoni – 2011

Tabella 46

Contributi a progetti approvati, secondo i provvedimenti e le regioni – 2011

Cantone Bonifiche fondiarie Edifici rurali Totale contributi fr. fr. fr. ZH 2 019 326 501 400 2 520 726 BE 8 275 933 4 553 285 12 829 218 LU 4 107 492 1 270 300 5 377 792 UR 862 400 120 200 982 600 SZ 2 603 548 958 150 3 561 698 OW 352 800 525 818 878 618 NW 462 793 415 805 878 598 GL 67 896 256 500 324 396 ZG 62 609 86 085 148 694 FR 4 851 487 3 386 600 8 238 087 SO 2 017 877 337 377 2 355 254 BL 219 480 489 900 709 380 SH 615 178 92 600 707 778 AR 98 195 988 400 1 086 595 AI 497 480 380 200 877 680 SG 4 236 647 2 003 100 6 239 747 GR 12 422 633 3 878 600 16 301 233 AG 982 311 532 600 1 514 911 TG 302 602 221 800 524 402 TI 1 950 318 406 800 2 357 118 VD 3 028 509 1 440 800 4 469 309 VS 4 546 895 454 910 5 001 805 NE 686 053 1 167 300 1 853 353 GE 48 000 48 000 JU 1 889 294 1 189 800 3 079 094 Diversi 133 750 133 750 Totale 57 341 506 25 658 330 82 999 836 Fonte: UFAG
Provvedimenti Contributi Costi complessivi Regione Regione Regione Totale Totale di pianura collinare di montagna 1 000 fr. Bonifiche fondiarie Ricomposizioni particellari (infrastrutture incluse) 3 139 1 935 4 431 9 505 24 831 Costruzione di strade agricole 2 710 3 136 10 244 16 090 59 099 Altri impianti di trasporto 78 78 194 Provvedimenti in relazione al bilancio idrico del suolo 854 418 1 663 2 935 9 229 Acquedotti 245 2 994 5 951 9 189 45 330 Approvvigionamento elettrico 11 115 726 852 4 330 Ripristino e consolidamento 1 212 72 1 403 1 687 5 166 Acquisto dei dati di base 152 227 379 1 032 Ripristino periodico 735 1 973 580 3 288 22 953 Progetti di sviluppo regionale 227 747 974 3 369 Totale intermedio 8 285 10 641 26 049 44 976 175 533 Edifici rurali Edifici rurali per animali che consumano foraggio grezzo 7 329 12 783 20 112 166 411 Edifici alpestri 1 257 1 257 10 842 Piccole aziende artigianali 237 300 537 4 131 Edifici e installazioni comuni per lo stoccaggio e la commercializzazione di prodotti agricoli 213 4 414 4 627 26 766 Totale intermedio 7 779 18 754 26 533 208 150 Totale 8 285 18 420 44 803 71 509 383 682 1 Danni provocati dal maltempo inclusi Fonte: UFAG A50 Allegato

Tabella 47

Crediti d'investimento accordati dai Cantoni – 2011

Cantone Bonifiche fondiarie Edifici rurali Totale Provvedimenti collettivi P. collettivi P. individuali Crediti di costruzione Crediti d'investimento Crediti d'investimento Crediti d'investimento Numero 1 000 fr. Numero 1 000 fr. Numero 1 000 fr. Numero 1 000 fr. Numero 1 000 fr. ZH 4 781 119 22 010 123 22 791 BE 1 4 595 19 2 950 350 46 637 374 50 181 LU 12 1 920 7 564 195 26 292 214 28 776 UR 1 2 150 16 1 271 19 1 421 SZ 11 1 925 4 927 48 6 257 63 9 109 OW 2 3 174 18 2 430 23 2 604 NW 1 2 303 11 1 292 14 1 595 GL 1 30 1 1 308 16 2 104 18 3 442 ZG 20 2 546 20 2 546 FR 6 2 054 14 7 099 73 14 409 93 23 562 SO 3 1 087 2 129 61 9 939 66 11 155 BL 2 56 39 5 505 41 5 561 SH 1 70 24 3 570 25 3 640 AR 1 532 42 5 688 43 6 220 AI 1 153 16 1 892 17 2 045 SG 3 189 6 2 253 176 24 258 185 26 700 GR 18 5 089 9 1 744 131 18 345 158 25 178 AG 2 92 143 21 526 145 21 618 TG 119 19 687 119 19 687 TI 3 2 96 1 19 22 2 809 28 2 924 VD 1 160 72 7 096 146 22 531 219 29 787 VS 1 169 5 4 933 23 3 163 29 8 265 NE 10 1 665 33 5 553 43 7 218 GE 4 2 825 2 390 6 3 215 JU 1 40 6 251 61 8 773 68 9 064 Totale 53 10 051 32 4 494 164 34 884 1 904 278 874 2 153 328 303 Fonte: UFAG A51 Allegato

Tabella 48

Crediti d'investimento secondo le categorie di provvedimenti – 2011 (crediti di costruzione esclusi)

1 Impianti comuni per la produzione d'energia rinnovabile da biomassa

2 Acquisto in comune di macchine e veicoli, aiuto iniziale per organizzazioni contadine di solidarietà, edifici e installazioni comuni per la lavorazione e lo stoccaggio di prodotti agricoli

UFAG

Cantone Aiuto Acquisto Edifici Edifici Diversi- Ortofloro- Piccole Energia Provvedi- Bonifiche Totale iniziale dell'azienda d'abita- rurali ficazione vivaismo aziende rinnova- menti fondiarie da parte zione artigianali bile 1 collettivi 2 dell'affittuario 1 000 fr. ZH 4 140 800 2 259 11 558 3 253 534 247 22 791 BE 15 274 288 11 658 16 971 2 097 350 262 2 688 595 50 181 LU 4 428 8 097 11 780 1 986 564 26 856 UR 690 240 301 40 150 1 421 SZ 1 400 375 1 130 2 432 920 678 249 7 184 OW 1 120 400 828 82 174 2 604 NW 120 264 707 200 303 1 595 GL 720 320 931 133 1 308 3 412 ZG 290 654 1 344 258 2 546 FR 3 680 891 1 802 7 665 200 171 670 6 429 2 054 23 562 SO 2 150 535 1 510 3 353 2 391 129 10 068 BL 490 1 423 2 459 1 133 56 5 561 SH 630 1 120 1 209 611 70 3 640 AR 1 559 1 655 1 974 500 532 6 220 AI 480 931 408 73 153 2 045 SG 5 870 5 006 11 866 1 516 600 1 653 189 26 700 GR 4 324 360 3 307 7 506 2 848 1 744 20 089 AG 6 150 475 5 221 7 947 1 733 92 21 618 TG 6 110 2 390 9 828 1 359 19 687 TI 530 1 214 459 605 19 96 2 924 VD 4 590 3 182 11 249 2 910 600 760 6 336 160 29 787 VS 1 350 813 736 264 4 933 169 8 265 NE 2 160 140 1 046 1 851 356 1 298 367 7 218 GE 390 1 434 1 391 3 215 JU 2 860 250 1 543 3 795 325 251 40 9 064 Totale 71 505 4 114 57 185 119 157 25 292 1 621 6 236 28 647 4 494 318 252
Fonte:
A52 Allegato

Tabella 49

Mutui accordati dai Cantoni nel quadro dell'aiuto alla conduzione aziendale – 2011 (quote federali e cantonali)

Cantone Numero Importo Per singolo caso Durata ammortamento fr. fr. anni ZH 7 1 354 000 193 429 14.7 BE 18 3 086 000 171 444 13.7 LU 9 2 076 600 230 733 12.4 UR SZ 1 158 000 158 000 16.0 OW 1 215 000 215 000 15.0 NW GL 1 92 000 92 000 15.0 ZG 1 130 000 130 000 13.0 FR 7 839 000 119 857 8.4 SO 7 2 406 500 343 786 14.6 BL 3 432 800 144 267 13.3 SH 2 275 000 137 500 10.0 AR 3 400 000 133 333 11.3 AI 1 98 000 98 000 10.0 SG 15 2 287 000 152 467 14.4 GR 11 1 036 000 94 182 14.0 AG 8 1 122 000 140 250 13.3 TG 1 150 000 150 000 10.0 TI 1 71 320 71 320 7.0 VD 22 5 067 125 230 324 14.9 VS 6 1 155 500 192 583 13.2 NE 3 526 000 175 333 9.0 GE JU 15 1 886 000 125 733 11.5 Totale 143 24 863 845 Media 173 873 13.2 Fonte: UFAG A53 Allegato

Ricapitolazione dei contributi

Ricapitolazione dei crediti d’investimento e dei mutui per l’aiuto alla conduzione aziendale

1 Accordati dal Cantone

2 Acquisto in comune di macchine e veicoli, aiuto iniziale per organizzazioni contadine di solidarietà, edifici e installazioni comuni per la lavorazione e lo stoccaggio di prodotti agricoli Fonte: UFAG

A54 Allegato
Tabella 50a
Provvedimenti Progetti approvati in 1 000 fr. 2009 2010 2011 Contributi 86 204 89 852 71 509 Ricomposizioni particellari (infrastrutture incluse) 10 426 16 572 9 505 Costruzione di strade agricole 23 930 19 513 16 090 Acquedotti 10 110 12 528 9 189 Progetti di sviluppo regionale 1 571 6 115 974 Altri provvedimenti del genio civile (danni provocati dal maltempo inclusi) 15 877 12 574 9 218 Edifici rurali per animali che consumano foraggio grezzo 22 866 19 334 21 369 Altri provvedimenti nel settore delle costruzioni rurali 1 403 3 217 5 164 Fonte: UFAG
Tabella 50b
Provvedimenti Crediti accordati in 1 000 fr. 2009 2010 2011 Crediti d'investimento 1 303 631 300 091 318 252 Aiuto iniziale 76 613 68 478 71 505 Acquisto dell’azienda da parte dell’affittuario 3 019 1 695 4 114 Edifici d’abitazione 56 989 57 320 57 185 Edifici rurali 130 829 122 531 119 157 Diversificazione 10 338 9 684 25 292 Ortoflorovivaismo esercitato a titolo professionale 50 Piccole aziende artigianali 1 221 510 1 621 Impianti comuni per la produzione d’energia rinnov. da biomassa 1 678 1 840 6 236 Provvedimenti collettivi 2 17 256 31 343 28 647 Bonifiche fondiarie, crediti di costruzione esclusi 5 689 6 641 4 494 Mutui per la conduzione aziendale 1 18 806 30 837 24 864

Tabella 51

Aiuti per la riqualificazione – 2011

Cantone Contributi prospettati Contributi versati 1 Numero fr. Numero fr. ZH BE 1 94 275 1 48 910 LU UR SZ OW NW 1 41 200 GL ZG FR SO BL SH AR AI SG GR AG TG TI VD VS NE GE JU 1 37 700 Totale 1 94 275 3 127 810 1 Degli importi prospettati l’anno precedente Fonte: UFAG A55 Allegato

Uscite Agricoltura e alimentazione

Tabella 52

Uscite della Confederazione per agricoltura e alimentazione, in 1 000 fr.

Avvertenza: con l'introduzione, nel 2007, del Nuovo modello contabile (NMC) la Confederazione presenta la propria contabilità con un nuovo sistema, ragion per cui non sono possibili confronti con gli anni scorsi.

A56 Allegato
Ambito di spesa 2007 2008 2009 2010 2011 Compiti inerenti all’agricoltura e all’alimentazione 3 601 158 3 550 873 3 691 923 3 665 703 3 663 016 Nell’ambito del limite di spesa 3 318 647 3 265 861 3 383 444 3 369 167 3 370 376 Produzione e smercio 547 874 536 221 471 318 428 052 440 805 Promozione dello smercio 54 022 54 275 55 535 55 840 55 385 Economia lattiera 365 981 349 720 298 499 291 944 295 311 Produzione animale 18 483 18 218 17 798 10 191 12 423 Produzione vegetale 109 387 114 008 99 486 70 077 77 686 Pagamenti diretti 2 596 058 2 545 668 2 742 228 2 769 273 2 794 905 Pagamenti diretti generali 2 071 158 1 996 790 2 167 745 2 181 967 2 181 905 Pagamenti diretti ecologici 524 900 548 878 574 483 587 306 613 000 Miglioramento delle basi 174 715 183 972 169 898 171 842 134 666 Miglioramenti strutturali 92 366 88 521 82 792 85 000 83 000 Crediti d’investimento 53 875 50 980 47 000 47 000 13 000 Aiuti per la conduzione aziendale 6 040 2 239 2 006 2 213 1 021 Produzione vegetale e animale 22 434 42 232 38 100 37 629 37 646 Al di fuori del limite di spesa 282 512 285 012 308 479 296 537 292 640 Amministrazione 46 378 47 767 51 672 55 219 55 134 Consulenza 17 998 11 326 11 150 12 177 12 039 Protezione delle piante 12 865 11 088 2 094 1 631 1 499 Esecuzione e controllo (Agroscope) 44 484 44 897 47 466 47 671 51 189 Istituto nazionale svizzero d’allevamento equino 7 386 7 391 7 497 7 527 8 082 Prodotti agricoli trasformati (AFD) 79 200 75 000 93 000 76 711 76 321 Assegni familiari nell’agricoltura (UFAS) 74 200 87 600 95 600 95 600 88 376 Altre Uscite al di fuori dell’agricoltura 131 018 133 405 138 510 143 520 146 040 Ricerca e sviluppo nell’agricoltura 69 452 70 386 74 636 78 106 78 174 Salute degli animali 54 900 55 504 56 903 57 653 59 123 Altre 6 666 7 515 6 971 7 761 8 743
Fonte: Conto dello Stato

Postulato Graf Maya Consiglio nazionale, 11.3537 Rapporto sulla situazione della donna nell’agricoltura

Testo del postulato del 15.06.2011

Il Consiglio federale è invitato a presentare un rapporto con dati concernenti la situazione della donna nell’agricoltura svizzera. Sono necessari, in particolare, dati statistici concernenti le seguenti questioni:

1. Quante sono le aziende di proprietà di una donna? Quante vengono dirette da una donna? Quante donne sono giuridicamente pari al proprio partner nel gestire l’azienda e sono registrate come tali anche dal punto di vista dell’assicurazione sociale? Qual è la situazione giuridica delle altre contadine all’interno delle aziende?

2. In che misura le contadine partecipano al reddito imponibile delle famiglie?

3. Come può essere registrato in maniera adeguata il lavoro prestato dalle donne nelle aziende e finora non retribuito (p. es. vendita diretta, agriturismo, orto, lavori domestici e famiglia) considerandolo, tra le altre cose, per il calcolo dell’unità standard di manodopera?

4. Di quali garanzie godono le donne nell’agricoltura dal punto di vista economico, sociale e giuridico?

5. Come è distribuita la proprietà di terreni tra uomini e donne in Svizzera? Quante aziende contadine vengono cedute a successori di sesso femminile?

Cofirmatari

Carobbio Guscetti, Ingold, Meyer Thérèse, Prelicz-Huber, Weber-Gobet, Walter, Frösch, Marra, Kiener Nellen, Haller, Hodgers, Gadient, Girod, van Singer, Graf-Litscher, Moret, Häberli-Koller, Meier-Schatz, Thorens Goumaz, Müller Geri, Roth-Bernasconi, John-Calame, Schelbert, Aubert, Brélaz, Birrer-Heimo, Allemann, Moser, Gilli, Amherd, Egger, Schenker Silvia, Leutenegger Oberholzer, Simoneschi-Cortesi, Heim, Wyss Brigit, Lachenmeier, Bader Elvira, Bruderer Wyss, Eichenberger, Fässler Hildegard, Schneider-Schneiter, Bourgeois, Streiff, Glauser (45)

Motivazione

Le donne forniscono un importante contributo nell’agricoltura svizzera. Molte contadine e agricoltrici sono sottoposte a un triplo onere: oltre al lavoro in azienda, molte di loro svolgono anche un’attività extraaziendale e sono responsabili dei lavori domestici e della famiglia. Tale elevata prestazione da parte delle donne, tuttavia, ancora oggi è poco riconosciuta. Le contadine sono svantaggiate, in agricoltura, economicamente, socialmente e giuridicamente rispetto ai colleghi uomini. Le conseguenze concrete di ciò sono che, in caso di separazione, il terreno e l’azienda restano di proprietà del marito, mentre spesso la donna resta a mani vuote anche quando, ad esempio, ha sovvenzionato trasversalmente per anni l’azienda agricola con il suo reddito. Dal rapporto agricolo 2010 emerge anche un chiaro peggioramento della salute di contadine e agricoltrici. Per poter migliorare tale situazione è necessario, tra le altre cose, farne un adeguato quadro statistico già che, per quanto possa sorprendere, quasi non ci sono cifre a proposito. I dati sul possesso di terreni o aziende da parte di donne non sono chiari e le statistiche svizzere non rivelano quale sia il contributo che esse forniscono al reddito famigliare con il loro lavoro all’interno e all’esterno dell’azienda.

Parere del Consiglio federale del 07.09.2011

Conformemente all’ordinanza concernente l’analisi della sostenibilità in agricoltura (RS 919.118), l’Ufficio federale dell’agricoltura ha il compito di esaminare la situazione economica, sociale ed ecologica in agricoltura e di fornire un resoconto nel rapporto agricolo. Nell’ambito di tali verifiche, nel 2002 è stato condotto un progetto sul ruolo della donna nell’agricoltura. I risultati sono stati pubblicati nel rapporto agricolo 2002.

A57 Allegato

Nel quadro della valutazione della politica agricola, nel 2012 l’Ufficio federale dell’agricoltura e la Stazione federale di ricerca Agroscope Reckenholz-Tänikon condurranno nuovamente uno studio sulle donne nell’agricoltura, nel quale saranno trattate anche le questioni sollevate nel postulato. I risultati saranno pubblicati nel rapporto agricolo 2012. Tale studio funge altresì da base per l’applicazione di una raccomandazione del Comitato per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna (CEDAW) del 2009 sulla situazione della donna nell’agricoltura svizzera (ONU/CEDAW/C/CHE/CO/3 § 39-40; «Le donne nel contesto rurale»). Nel 2014, nel suo rapporto periodico la Svizzera è tenuta a presentare al CEDAW un’analisi su questo tema. Tale analisi rientra anche nel piano d’azione CEDAW dell’amministrazione federale, diretto dall’Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo.

Proposta del Consiglio federale del 07.09.2011

Il Consiglio federale propone di accogliere il postulato.

A58 Allegato

Atti legislativi, Terminologia e metodi

Atti legislativi

Gli atti legislativi possono essere consultati sul sito Internet seguente: – http://www.blw.admin.ch/dokumentation/00018/00498/index.html?lang=it

Terminologia e metodi

Terminologia e metodi possono essere consultati sul sito Internet seguente: – http://www.blw.admin.ch/dokumentation/00018/00498/index.html?lang=it

A59 Allegato

Abbreviazioni

Organizzazioni/Istituzioni

ACW Stazione di ricerca Agroscope Changins-Wädenswil ACW

AFD Amministrazione federale delle dogane, Berna

Agridea Sviluppo dell’agricoltura e delle aree rurali

ALP Stazione di ricerca Agroscope Liebefeld-Posieux ALP

AMI Agrarmarkt Informations-Gesellschaft mbH

ART Stazione di ricerca Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

DFE Dipartimento federale dell’economia, Berna

DGD Direzione generale delle dogane, Berna

FAO Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, Roma

IEA Istituto di economia agraria, Zurigo

IRABL Istituto di ricerche dell’agricoltura biologica, Frick

OCSE Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, Parigi

OMC Organizzazione mondiale del commercio, Ginevra

PFZ Politecnico federale, Zurigo

PSL Produttori svizzeri di latte, Berna

seco Segretariato di Stato all’economia, Berna

TSM Fiduciaria Latte Sagl, Berna

UE Unione europea

UFAE Ufficio federale per l’approvvigionamento economico del paese, Berna

UFAG Ufficio federale dell’agricoltura, Berna

UFAM Ufficio federale dell’ambiente, Berna

UFAS Ufficio federale delle assicurazioni sociali, Berna

UFFT Ufficio federale della formazione professionale e della tecnologia, Berna

UFS Ufficio federale di statistica, Neuchâtel

UFSP Ufficio federale della sanità pubblica, Berna

UFV Ufficio federale di veterinaria, Berna

USC Unione svizzera dei contadini, Brugg

UST Ufficio federale di statistica, Neuchâtel

Unità di misura

ct. centesimo

fr. franchi

ha ettaro = 10 000 m2

h ora

hl ettolitro

kg chilogrammo

km chilometro

m metro

m2 metro quadrato

m3 metro cubo

mia. miliardo

mio. milione

A60 Allegato

q quintale = 100 kg

t tonnellata

% per cento

Ø media

Terminologia/Denominazioni

ADFC Aliquota di dazio fuori contingente

AGIS/SIPA Servizio d’informazione sulla politica agricola

AI Assicurazione invalidità

AVS Assicurazione vecchiaia e superstiti

ca. circa

cfr. confronta

CO2 Anidride carbonica

compr. compreso

DOP Denominazioni di origine protette

ESB Encefalopatia spongiforme dei bovini («Malattia della mucca pazza»)

IGP Indicazioni geografiche protette

IPG Indennità per la perdita di guadagno

IVA Imposta sul valore aggiunto

LAgr Legge sull’agricoltura

MBD Monitoraggio della biodiversità in Svizzera

MPR Materie prime rinnovabili

N Azoto OGM Organismi geneticamente modificati

P Fosforo

PAC Politica agricola comune dell’UE

PER Prova che le esigenze ecologiche sono rispettate

p.es. per esempio

PI Produzione integrata

PM Peso alla macellazione

PTP Prodotti per il trattamento delle piante

risp. rispettivamente

SAU Superficie agricola utile

SCE Superficie di compensazione ecologica

SSRA Sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali

UBG Unità di bestiame grosso

UBGFG Unità di bestiame grosso foraggio grezzo

ULA Unità di lavoro annuale

ULAF Unità di lavoro annuale della famiglia

UMS Unità di manodopera standard

URA Uscita regolare all’aperto

ZM I, II, … Zona di montagna

Rinvio all’allegato (p.es. tabelle)

A61 Allegato

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Waste arisings in the supply of food and drink to households in the UK.

A64 Allegato
A65 Allegato
A66 Allegato
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