Rapporto agricolo 2011

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r app O rt O agric OLO 2011

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2 Sigla editoriale
10.11 120i 860275668
3 Indice Indice n Prefazione 6 n 1. Ruolo e situazione dell’agricoltura 9 n 1.1 Economia 9 1.1.1 L’agricoltura, parte integrante dell’economia 10 1.1.1.1 Sviluppo strutturale 10 1.1.1.2 Indicatori economici 12 1.1.1.3 Uscite della Confederazione 16 1.1.2 Mercati 18 1.1.2.1 Latte e latticini 19 1.1.2.2 Animali e prodotti di origine animale 23 1.1.2.3 Produzione vegetale e prodotti di origine vegetale 28 1.1.3 Situazione economica del settore agricolo 36 1.1.3.1 Reddito del settore nel 2010 36 1.1.3.2 Stima del reddito del settore nel 2011 38 1.1.4 Situazione economica delle singole aziende 41 1.1.4.1 Reddito e profitto del lavoro 42 1.1.4.2 Altri indicatori economico-aziendali 45 n 1.2 Aspetti sociali e società 47 1.2.1 Aspetti sociali 48 1.2.1.1 Reddito e consumo 48 1.2.1.2 Formazione e lavoro 50 1.2.2 Società 57 1.2.2.1 Servizi sociali nell’agricoltura svizzera 67 n 1.3 Ecologia ed etologia 63 1.3.1 Ecologia 63 1.3.1.1 Uso della superficie e mezzi di produzione 64 1.3.1.2 Clima 66 1.3.1.3 Energia 82 1.3.1.4 Aria 86 1.3.2 Etologia 89 n 2. Provvedimenti di politica agricola 93 n 2.1 Produzione e smercio 93 2.1.1 Strumenti sovrasettoriali 95 2.1.1.1 Politica della qualità 95 2.1.1.2 Organizzazioni di categoria e di produttori 95 2.1.1.3 Promozione dello smercio 98 2.1.1.4 Caratterizzazione dei prodotti agricoli 101 2.1.1.5 Assicurazione della qualità 104 2.1.1.6 Strumenti del commercio estero 105
4 Indice 2.1.2 Economia lattiera 109 2.1.3 Produzione animale 114 2.1.4 Produzione vegetale 121 n 2.2 Pagamenti diretti 125 2.2.1 Importanza dei pagamenti diretti 126 2.2.2 Pagamenti diretti generali 133 2.2.2.1 Contributi di superficie 133 2.2.2.2 Contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo 134 2.2.2.3 Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione 135 2.2.2.4 Contributi di declività 136 2.2.2.5 Innovazioni nel 2011 137 2.2.3 Pagamenti diretti ecologici 138 2.2.3.1 Contributi ecologici 138 2.2.3.2 Contributi etologici 150 2.2.3.3 Contributi d’estivazione 151 2.2.3.4 Contributi per la protezione delle acque 153 2.2.3.5 Impiego sostenibile delle risorse naturali 155 2.2.3.6 Innovazioni nel 2011 156 n 2.3 Miglioramento delle basi 157 2.3.1 Miglioramenti strutturali e misure sociali collaterali 158 2.3.1.1 Miglioramenti strutturali 158 2.3.1.2 Misure sociali collaterali 161 2.3.1.3 Iniziative collettive di progetto 162 2.3.1.4 Agriturismo 163 2.3.1.5 Migliorie quale parte integrante di un’organizzazione globale del territorio 164 2.3.1.6 Effetti della gestione agricola sui pericoli naturali 166 2.3.2 Conoscenze agricole – ricerca, consulenza, formazione 170 2.3.2.1 Sistema delle conoscenze agricole e dell’innovazione 170 2.3.2.2 Ricerca 172 2.3.2.3 Agricola Consulenza 176 2.3.2.4 Formazione professionale 177 2.3.3 Mezzi di produzione 179 n 2.4 Temi particolari 180 2.4.1 Ispettorato delle finanze 180 2.4.2 Messa in rete delle banche dati agricole 182
5 Indice n 3. Aspetti internazionali 185 n 3.1 Sviluppi sul piano internazionale 185 3.1.1 Accordo con l’UE nei settori dell’agricoltura, della sicurezza dellederrate alimentari e dei prodotti, nonché della sanità pubblica 186 3.1.2 Accordi di libero scambio con Paesi al di fuori dell‘UE 188 3.1.3 Accordo agricolo Svizzera – UE 189 3.1.4 Protocollo n. 2 191 3.1.5 Politica agricola comune dell’UE 191 3.1.6 OMC 194 3.1.7 OCSE 197 3.1.8 FAO 201 3.1.9 Risorse genetiche / Agrobiodiversità 203 3.1.10 Consiglio Internazionale dei Cereali e Convenzione sull’aiuto alimentare 205 n 3.2 Confronti sul piano internazionale 207 3.2.1 Prezzi alla produzione e al consumo – Confronto con i Paesi limitrofi 207 3.2.2 Aziende lattiere svizzere a confronto con quelle austriache e tedesche 212 n Collaborazione al Rapporto agricolo 2011 216 n Indice alfabetico 218 n Allegato A1 Tabelle A2 Atti legislativi, Terminologia e metodi A59 Abbreviazioni A60 Bibliografia A62

Prefazione

Gli ultimi anni si sono distinti per le sfide sempre maggiori che hanno interessato la società e l’economia. Crisi finanziaria, economica, alimentare e, da ultimo, soprattutto crisi del debito, ne sono le parole chiave. Un’enorme sfida, per la Svizzera, è stato il franco forte. Essa ha interessato anche la filiera agroalimentare, con effetti diretti sull’esportazione di derrate e, indiretti, per via della maggiore pressione sulla produzione alimentare nel Paese, soprattutto a causa del turismo degli acquisti, notevolmente aumentato negli ultimi mesi. Nel suo pacchetto di misure a sostegno della piazza economica svizzera di fine agosto, il Consiglio federale ha deciso di aumentare di 10 milioni di franchi i contributi per l’esportazione di derrate alimentari trasformate. Il Parlamento ha approvato tale misura nella sessione autunnale. I provvedimenti della Confederazione, però, possono essere solo di tipo sussidiario. Il franco forte è una sfida per gli attori di tutta la filiera di valore aggiunto e il cambiamento nella competitività, legato al suo corso, sarà pienamente tangibile per il settore solo nei prossimi mesi. Per tale motivo, sono tutti chiamati a fornire un contributo per superare tale difficile situazione.

Il Rapporto agricolo non si occupa principalmente di attualità, ma informa sugli effetti della politica agricola nell’anno precedente. Alla base dello stesso, pertanto, vi sono l’economia, il contesto sociale e l’ecologia, ovvero le tre dimensioni della sostenibilità.

Per il settore economico, dal resoconto sul 2010 emerge, rispetto al 2009, un calo del 5 per cento del profitto per unità di lavoro della famiglia. È il secondo anno consecutivo in cui si registra una diminuzione del profitto del lavoro che, però, resta sopra la media degli ultimi dieci anni. Secondo le stime del conto economico dell’agricoltura, quest’anno si dovrebbe assistere a una stabilizzazione dei redditi. Nei prossimi anni, l’obiettivo è aumentare ulteriormente la produttività anche in agricoltura, grazie a idee innovative e creative. In Svizzera, la conoscenza e l’esperienza in questo settore sono enormi, tanto che l’agricoltura potrà fornire il proprio contributo al superamento delle sfide future.

Negli ultimi anni è aumentata in continuazione la portata economica delle attività nei settori affini all’agricoltura, quali la vendita diretta, i lavori per terzi o l’agriturismo: in un’azienda media, circa l’8 per cento delle entrate è riconducibile ad esse. Nel Rapporto agricolo 2011 si presentano nel dettaglio le proposte di servizi sociali offerte dalle aziende agricole. Dai risultati di un progetto della Stazione di ricerca Agroscope Reckenholz-Tänikon ART è emerso che questi ultimi, per le aziende, possono rappresentare una strategia di diversificazione. Oltre alle competenze sociali, al contesto idoneo di un’azienda a conduzione familiare e al consenso di tutti i membri, un’attività di questo genere richiede una forte dedizione. Sempre secondo lo studio, però, per mantenere e ampliare l’offerta di servizi sociali in agricoltura sono necessari ulteriori sforzi nell’assicurazione della qualità, nelle pubbliche relazioni, nelle possibilità di alleggerire l’onere di chi offre assistenza e nella tariffazione.

6 Prefazione

Forte impegno è richiesto anche per superare le sfide dei cambiamenti climatici. Nella parte dedicata all’ecologia, il clima è un tema cruciale dell’edizione 2011 di questo rapporto. Esso ha un’enorme influenza sulla produzione agricola: siccità e umidità possono provocare ingenti perdite di raccolto come accaduto, ad esempio, lo scorso anno in Russia e Ucraina. Negli ultimi anni, le perdite di raccolto causate da eventi meteorologici in importanti zone d’esportazione hanno anche contribuito notevolmente alle forti fluttuazioni di prezzo delle materie prime agricole. Nell’ambito del clima risulta particolarmente importante una politica lungimirante, considerato che le lacune di oggi produrranno effetti in un futuro molto lontano. Per tale motivo, l’UFAG ha elaborato una Strategia sul clima per l’agricoltura, contenente obiettivi ambiziosi. Più importanti di questi ultimi, però, sono le misure concrete per ridurre le emissioni di gas a effetto serra nell’agricoltura e la tempestività nell’avviare adattamenti ai cambiamenti climatici. L’UFAG si propone di elaborare ulteriormente tali, importanti questioni, con partner dalla ricerca e dall’economia privata. Per il futuro prossimo, però, l’attenzione è concentrata soprattutto sulla Politica agricola 2014–2017 (PA 14–17). In fase di consultazione, il progetto ha suscitato un enorme interesse: sono pervenuti, in totale, 687 pareri. Esso ha incontrato il consenso della maggioranza. Lo stesso vale per l’elemento principale della PA 14–17, ovvero il sistema rivisto dei pagamenti diretti. Sui singoli punti, tuttavia, i pareri sono molto discordanti; vanno pertanto esaminate minuziosamente le questioni controverse e cercate soluzioni coerenti in vista dell’elaborazione del messaggio. Nelle riflessioni concernenti quest’ultimo, inoltre, vanno anche inserite le differenze di cambio. Il Consiglio federale licenzierà il messaggio sulla PA 14–17 all’attenzione del Parlamento probabilmente all’inizio del 2012.

7 Prefazione
Direttore dell’Ufficio federale dell‘agricoltura
8

1. Ruolo e situazione dell’agricoltura

1.1 Economia

Per poter fornire le prestazioni richieste, l’agricoltura deve poter contare su una base economica sufficientemente ampia. La descrizione delle conseguenze economiche della politica agricola rappresenta pertanto un punto cardine del resoconto. Nello stesso sono contenute informazioni anche sui risultati economici delle aziende agricole, sugli sviluppi strutturali, sull’interconnessione con gli altri settori dell’economia o sulle condizioni dei diversi mercati.

Di seguito viene illustrato il ruolo economico dell’agricoltura in qualità di tassello dell’economia e si forniscono informazioni sulla produzione, il consumo, il commercio estero, i prezzi alla produzione e i prezzi al consumo rilevati sui singoli mercati nonché sulla situazione economica dell’intero settore e delle aziende individuali.

9 1.1 Economia

1.1.1 L’agricoltura, parte integrante dell’economia

1.1.1.1 Sviluppo strutturale

Nell’analisi delle strutture nell’agricoltura si pone l’accento sul numero di aziende e rispettive dimensioni nonché sul numero di lavoratori. Di seguito vengono illustrate le variazioni di questi due indicatori strutturali.

n Aziende

Dal 2000 al 2010 il numero di aziende agricole è diminuito complessivamente di 11 500 unità circa, ossia dell’1,8 per cento all’anno. Tra il 2009 e il 2010 la flessione era stata leggermente inferiore (–1,6 %).

Evoluzione del numero di aziende per classi di dimensioni e per regioni

L’evoluzione nelle singole classi di dimensioni mostra che tra il 2000 e il 2010 la soglia di crescita si è spostata verso l’alto. Attualmente essa ammonta a 30 ettari. Ciò significa che i 30 ettari rappresentano la linea di demarcazione tra le aziende in diminuzione e quelle in aumento.

Nello stesso periodo, nelle singole regioni il tasso di flessione ha segnato valori analoghi.

10 1.1 Economia
Caratteristica Numero di aziende Variazione annua in % 2000 2009 2010 2000–2010 2009–2010 Classe di dimensioni 0–3 ha 8 371 6 648 6 659 –2,3 0,2 3–10 ha 18 542 13 146 12 655 –3,7 –3,7 10–20 ha 24 984 19 865 19 305 –2,5 –2,8 20–25 ha 7 244 6 794 6 761 –0,7 –0,5 25–30 ha 4 430 4 760 4 671 0,5 –1,9 30–50 ha 5 759 6 937 7 050 2,0 1,6 >50 ha 1 207 1 884 1 964 5,0 4,2 Regione Regione di pianura 31 612 26 708 26 297 –1,8 –1,5 Regione collinare 18 957 16 468 16 221 –1,5 –1,5 Regione di montagna 19 968 16 858 16 547 –1,9 –1,8 Totale 70 537 60 034 59 065 –1,8 –1,6 Fonte: UST
Tabella 1 Pagina A2

Evoluzione del numero di aziende gestite a titolo principale o a titolo accessorio per regione

Osservando le aziende a titolo principale e quelle a titolo accessorio si constata che tra il 2000 e il 2010 il tasso di flessione è stato, nel complesso, simile. Si riscontrano invece differenze tra le regioni. Per le aziende a titolo principale, nella regione di pianura e in quella collinare si è registrata una flessione del 2 per cento, pari al doppio del tasso rilevato nella regione di montagna. La situazione è diversa per le aziende a titolo accessorio. La flessione più elevata ha interessato la regione di montagna, con il 3,3 per cento, seguita da quella di pianura e da quella collinare, rispettivamente con l’1,4 e lo 0,7 per cento.

n Lavoratori

Il calo del numero di aziende agricole è legato a una riduzione del numero di lavoratori.

Evoluzione del numero di lavoratori

Tra il 2000 e il 2010 il numero di lavoratori è diminuito, nel complesso, di circa 36 500 unità. Come per le aziende, la flessione è stata pari all’1,9 per cento all’anno. Il calo percentuale della manodopera familiare è stato praticamente uguale a quello della manodopera extrafamiliare, mentre in cifre assolute la manodopera familiare ha subito una flessione di 30 000 unità, quella extrafamiliare di 6 500 unità. Nell’ultimo anno si è rilevato un lieve incremento per quanto concerne la manodopera extramiliare.

11 1.1 Economia
Caratteristica Numero di aziende Variazione annua in % 2000 2009 2010 2000–2010 2009–2010 Aziende a titolo principale Regione di pianura 23 536 19 655 19 261 –2,0 –2,0 Regione collinare 13 793 11 629 11 402 –1,9 –2,0 Regione di montagna 11 910 10 930 10 771 –1,0 –1,5 Totale 49 239 42 214 41 434 –1,7 –1,8 Aziende a titolo accessorio Regione di pianura 8 076 7 053 7 036 –1,4 –0,2 Regione collinare 5 164 4 839 4 819 –0,7 –0,4 Regione di montagna 8 058 5 928 5 776 –3,3 –2,6 Totale 21 298 17 820 17 631 –1,9 –1,1 Fonte: UST
Caratteristica Numero di lavoratori Variazione annua in % 2000 2009 2010 2000–2010 2009–2010 Manodopera familiare 165 977 138 860 136 209 –2,0 –1,9 di cui: capoazienda (m.) 74 724 57 136 56 238 –2,8 –1,6 capoazienda (f.) 2 346 2 898 2 827 1,9 –2,4 Manodopera extrafamiliare 37 816 30 928 31 253 –1,9 1,1 Totale 203 793 169 788 167 462 –1,9 –1,4 Fonte: UST
Tabella 2 Pagina A2

1.1.1.2 Indicatori economici

n Valore aggiunto lordo

Nell’anno oggetto del rapporto l’economia svizzera ha realizzato un valore aggiunto lordo di 520 miliardi di franchi. Rispetto all’anno precedente vi è stato un aumento di 14 miliardi di franchi circa, vale a dire del 2,7 per cento. La quota del settore primario si attesta sull’1,1 per cento e di questa circa due terzi sono stati generati dall’agricoltura.

Evoluzione del valore aggiunto lordo dei tre settori dell’economia Dati ai prezzi correnti

n Commercio estero

Nell’anno oggetto del rapporto si segnala una lieve ripresa del commercio estero svizzero, che, nel 2009, aveva subito i contraccolpi della crisi economico-finanziaria mondiale. Le importazioni e le esportazioni, pari rispettivamente a 183,1 e 203,3 miliardi di franchi, hanno fatto segnare valori rispettivamente dell’8 e del 9 per cento al di sopra di quelli rilevati nel 2009. Il saldo della bilancia commerciale nel 2010 ha dato un’eccedenza d’esportazione di 20,2 miliardi di franchi, vale a dire 1,8 miliardi di franchi in più rispetto al 2009.

estero

Nell’anno oggetto del rapporto il commercio di prodotti agricoli ha avuto, nel complesso, un andamento positivo. Rispetto al 2009 le importazioni sono rimaste stabili e le esportazioni hanno segnato un ulteriore incremento. Benché nel 2010 la bilancia commerciale per i prodotti agricoli si sia chiusa con un’eccedenza d’importazione, prima d’ora non si era mai registrato un valore così basso (3,7 mia. fr.).

Nel 2010, il 77 per cento delle importazioni agricole proveniva dall’UE. Il 62 per cento dei prodotti esportati dalla Svizzera è stato destinato all’area UE. Per i prodotti agricoli la bilancia commerciale con l’UE, nel 2010, si è chiusa con un’eccedenza d’importazione di 4,0 miliardi di franchi.

12 1.1 Economia
Settore 2000 2008 2009 2 2010 3 Quota Variazione 2010 2008/10 In mio. fr. In % In % Primario 6 363 6 460 6 001 5 850 1,1 –9,4 di cui agricoltura secondo il CEA 4 830 4 573 1 4 105 3 878 0,7 –15,2 Secondario 107 852 142 119 133 611 141 068 27,2 –0,7 Terziario 281 559 365 576 366 281 372 614 71,7 1,9 Totale 395 774 514 155 505 894 519 533 100,0 1,0
Dati semidefinitivi
Dati provvisori
Stima Fonte: UST
1
2
3
Evoluzione del commercio
2000/02 2008 2009 2010 2000/02–10 In mia. fr. % Totale importazioni 137,2 197,5 168,8 183,1 33,5 Prodotti agricoli 8,5 12,2 11,5 11,5 35,3 di cui dall’UE 27 6,4 9,4 8,9 8,8 37,5 Totale esportazioni 137,0 216,3 187,2 203,3 48,4 Prodotti agricoli 3,5 7,6 7,5 7,8 122,9 di cui nell’UE 27 2,5 4,9 4,8 4,8 92,0 Fonte: DGD

Commercio estero di prodotti agricoli con l'UE – 2010

In termini di valore, i prodotti agricoli importati in Svizzera provenivano soprattutto dalla Germania, seguita da Italia e Francia. Praticamente due terzi dell’insieme delle importazioni dall’UE provenivano da questi tre Paesi. A Germania, Francia e Italia è stata destinata circa la metà del valore delle esportazioni nell’UE del 2010.

La bilancia commerciale con i Paesi UE confinanti nonché con la Spagna e i Paesi Bassi ha registrato eccedenze d’importazione. La peggiore bilancia della Svizzera è stata con l’Italia. Nel commercio con i restanti Paesi membri dell’UE la Svizzera ha avuto, nel 2010, un’eccedenza d’esportazione di 155 milioni di franchi.

Importazioni ed esportazioni di prodotti agricoli trasformati secondo le categorie di prodotti – 2010

Prodotti animali, pesce (1, 2, 3, 5, 16)

Frutta (8)

Verdura (7)

Piante vive, fiori (6)

Semi oleosi, grassi e oli (12, 15)

Cereali e preparati (10, 11, 19)

Bevande (22)

Foraggi, cascami (23)

Generi alimentari (20, 21)

Latticini (4)

Tabacco e diversi (13, 14, 24)

Generi voluttuari (9, 17, 18)

Fonte: DGD

13 1.1 Economia
Fonte: DGD 1 500 1 000 1 500 2 000 1 000 2 500 500 0 500 In mio. fr. Importazioni Esportazioni Eccedenza d'importazione e d'esportazione Altri Paesi Paesi Bassi Spagna Austria Italia Francia Germania 1 153 1308 155 1 010 657 312 51 353 693 381 369 977 862 318 1 744 1 243 501 1 727 750 2 091 1 229
2 500 2 000 1 000 1 000 1 500 1 500 500 2 000 500 0 In mio. fr. Importazioni Esportazioni Eccedenza d'importazione e d'esportazione
1 687 119 1 464 2280 816 441 803 362 582 712 130 1 020 1 009 1 568 630 575 11 634 4 580 361 128 5 587 491 96 1 044 683 1726 1 598 236 450 214 52 1 291 1 239

Nell’anno oggetto del rapporto le importazioni hanno interessato essenzialmente bevande, prodotti animali (compreso il pesce), generi voluttuari (caffè, tè e spezie) e preparati alimentari. In termini di valore le importazioni di bevande si compongono per il 64 per cento circa di vini, per il 15 per cento di acque minerali e per il 10 per cento circa di liquori. L’importazione totale di prodotti di origine animale si compone del 41 per cento circa di carne, del 29 per cento di pesce e, per il resto, di preparati e conserve di carne.

Com’era già stato il caso l’anno precedente, nel 2010 si sono esportati soprattutto generi voluttuari e bevande, seguiti da preparati alimentari, tabacchi e diversi nonché latticini. I generi voluttuari esportati sono soprattutto caffè (1 282 mio. fr.; 2009: 1 025 mio. fr.), cioccolata e generi alimentari contenenti cacao (773 mio. fr.; 2009: 743 mio. fr.). I preparati alimentari, gli estratti di caffè, le zuppe e le salse rappresentano la quota principale delle esportazioni totali di derrate alimentari.

Nel 2010 la bilancia commerciale secondo la categoria di prodotti registra un’eccedenza d’importazione soprattutto per i prodotti animali, compreso il pesce (–1 568 mio. fr.), e la frutta (–1 009 mio. fr.). Decisamente inferiore è invece quella registrata per le bevande (–128 mio. fr.). Nel 2010 sono state realizzate eccedenze d’esportazione per generi voluttuari, tabacchi e diversi nonché latticini.

n Grado di autoapprovvigionamento

Il grado di autoapprovvigionamento è la quota della produzione indigena rispetto al consumo all’interno del Paese. Si distingue tra grado di autoapprovvigionamento lordo e grado di autoapprovvigionamento netto. Quest’ultimo tiene in considerazione il fatto che una parte della produzione indigena si ottiene utilizzando alimenti importati per animali.

Totale netto derrate alimentari Derrate alimentari

La produzione di punta dell’agricoltura svizzera è quella animale, il che spiega anche il grado di autoapprovvigionamento relativamente elevato in questo settore. Nel 2009 la quota indigena di prodotti animali ha fatto segnare, con il 95,2 per cento, quasi 2 punti in più rispetto al 2008 (92,9 %) e addirittura 4 punti al di sopra del valore del 2007 (91,0 %). Nel 2009 anche la quota di prodotti vegetali è aumentata di 2 punti rispetto al 2008, attestandosi sul 47,9 per cento. Nel complesso, nel 2009 il grado di autoapprovvigionamento lordo si è attestato sul 63,3 per cento, segnando un incremento di quasi 2 punti rispetto al 2008 (61,4 %), quello netto ha raggiunto quota 56,0 per cento, superando dell’1,2 per cento il livello del 2008.

14 1.1 Economia
2000 Andamento del grado di autoapprovvigionamento Quota calorica in % Fonte: USC 0 20 40 60 80 100 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Derrate alimentari di origine animale Totale lordo derrate alimentari
di
vegetale
origine
Tabella 14 Pagina A13

n Evoluzione degli indici dei prezzi

Dopo il balzo al 105,3 per cento nel 2008, nel biennio seguente l’indice dei prezzi alla produzione dei prodotti agricoli (base 2000/02 = 100) è diminuito considerevolmente, attestandosi, nell’anno oggetto del rapporto, al 92,8 per cento.

Contrariamente all’indice dei prezzi alla produzione, dal 2000 gli altri indici non hanno cessato di aumentare. Tra il 2000/02 e il 2008 l’indice nazionale dei prezzi al consumo (INPC) del sottogruppo derrate alimentari e bevande è aumentato di 7.0 punti. Da allora si rileva una tendenza al ribasso (2010: 105,6 %).

Andamento degli indici dei prezzi alla produzione, al consumo e all'importazione di derrate alimentari nonché dell'indice dei prezzi dei mezzi di produzione agricoli

Indice dei prezzi all'importazione delle derrate alimentari

Indice dei prezzi dei mezzi di produzione agricoli

Indice nazionale dei prezzi al consumo, sottogruppo derrate alimentari e bevande analcoliche

Indice dei prezzi alla produzione, agricoltura

L’indice dei prezzi dei mezzi di produzione agricoli ha segnato un rialzo fino al 2008, toccando quota 110,6 punti. Negli ultimi due anni è diminuito lievemente, attestandosi al 108,0 per cento. L’indice può essere suddiviso in mezzi di produzione di origine agricola (sementi, alimenti per animali) e altri mezzi di produzione. Per entrambi, il 2010 ha comportato un ribasso che ha interessato in misura maggiore i mezzi di produzione di origine agricola a causa soprattutto della flessione dei prezzi degli alimenti per animali.

L’indice dei prezzi all’importazione delle derrate alimentari è evoluto quasi parallelamente a quello dei prezzi dei mezzi di produzione agricoli. La crescita è risultata tuttavia più marcata, raggiungendo, nel 2008, il 114,5 per cento per poi ridiscendere al 108,9 per cento.

Nel complesso, si può affermare che l’impennata dei prezzi registrata nel 2007/08 sul mercato mondiale ha avuto ripercussioni anche sui prezzi alla produzione e al consumo svizzeri.

15 1.1 Economia
2000 – 02 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010
Indice (200 0 / 02 = 100)
70 85 80 75 95 90 105 100 110 115 120
Fonti: UST, USC

1.1.1.3 Uscite della Confederazione

n Uscite per agricoltura e alimentazione

Nel 2007 è stato introdotto, nella Confederazione, il Nuovo modello contabile (NMC), che tra i vari cambiamenti della presentazione dei conti include quello relativo alle uscite secondo i settori. Queste ultime quindi non sono più confrontabili con quelle degli anni precedenti. I dati sono tuttavia stati ricalcolati applicando il nuovo metodo fino al 2004 (cfr. grafico).

Nell’anno oggetto del rapporto, le uscite globali della Confederazione ammontavano a 59 266 milioni di franchi che corrispondono a un incremento di circa 1 miliardo rispetto al 2009. Per agricoltura e alimentazione sono stati spesi 3 666 milioni di franchi, vale a dire circa 26 milioni in meno rispetto al 2009 (–1 %). La voce «agricoltura e alimentazione» figura al sesto posto dopo l’assistenza sociale (18 454 mio. fr.), le finanze e le imposte (10 102 mio. fr.), i trasporti (8 225 mio. fr.), la formazione e la ricerca (6 067 mio. fr.) e la difesa nazionale (4 395 mio. fr.)

Evoluzione delle uscite della Confederazione per agricoltura e alimentazione

Nel 2010 la quota di agricoltura e alimentazione rispetto alle uscite globali della Confederazione è stata del 6,2 per cento.

2004 In mio. fr. In % Valore assoluto (mio. fr.) in % delle uscite totali Fonte: Conto dello Stato 0 4 500 4 000 3 500 3 000 2 500 2 000 1 500 1 000 500 0,0 1,0 10,0 8,0 9,0 6,0 7,0 4,0 5,0 2,0 3,0 2005 2006 2007 2008 2010 2009 3 750 3 608 3 645 3 601 3 551 3 666 3 692
16 1.1 Economia
Tabella 52 Pagina A58

Nell’anno oggetto del rapporto sono state applicate le ultime modifiche scaturite dalla Politica agricola 2011. Nel 2010 sono state versate per l’ultima volta sovvenzioni all’esportazione e i contributi per la valorizzazione della frutta hanno subito una massiccia riduzione. Il fabbisogno finanziario per le misure di sgravio del mercato, segnatamente per gli aiuti per il bestiame da macello e la carne, è risultato inferiore rispetto all’anno precedente. Le uscite a favore dell’economia lattiera sono diminuite solo lievemente (–6 mio. fr.) a causa dello stanziamento di un credito aggiuntivo, per un ammontare di 10,5 milioni di franchi, volto a stabilizzare il mercato lattiero. Nel complesso, le uscite nel settore della produzione e dello smercio sono diminuite di 43 milioni di franchi rispetto al 2009.

Evoluzione delle uscite della Confederazione per agricoltura e alimentazione

Avvertenza: con l’introduzione, nel 2007, del Nuovo modello contabile (NMC) la Confederazione presenta la propria contabilità con un nuovo sistema, ragion per cui non non sono possibili confronti con gli anni precedenti.

Nell’anno oggetto del rapporto, la Confederazione ha erogato 27 milioni di franchi di pagamenti diretti in più rispetto al 2009. Nell’ambito dei pagamenti diretti generali la crescita maggiore si è rilevata per i contributi di declività in seguito alla maggiorazione delle aliquote. In quello dei pagamenti diretti ecologici la crescita, riconducibile a una maggiore partecipazione, ha interessato i programmi e le misure regionali.

Le uscite nel settore del miglioramento delle basi sono aumentate di circa 2 milioni di franchi rispetto all’anno precedente. Questa lieve crescita è dovuta alle maggiori uscite in relazione ai provvedimenti per i miglioramenti strutturali nell’agricoltura attuati in relazione ai progetti lanciati con le misure di stabilizzazione (fase 2).

Il calo di poco meno di 12 milioni di franchi delle altre uscite è essenzialmente dovuto a due fattori: da un lato sono diminuite di 16 milioni di franchi le spese per i prodotti agricoli trasformati (legge sul cioccolato) e dall’altro sono aumentati di circa 4 milioni di franchi i fondi che hanno dovuto venir impiegati nel settore dell’amministrazione. Queste maggiori uscite sono riconducibili soprattutto a un credito aggiuntivo di 1,9 milioni di franchi a favore del progetto ASA 2011 (Amministrazione del Settore Agricolo) e a una cessione di fondi del credito di sviluppo informatico della Confederazione per un ammontare di 3,4 milioni di franchi.

Ambito di spesa 2005 2006 2007 2008 2009 2010 In mio. fr. Produzione e smercio 677 606 548 536 471 428 Pagamenti diretti 2 464 2 553 2 596 2 546 2 742 2 769 Miglioramento delle basi di produzione 178 201 175 184 170 172 Ulteriori uscite 289 285 282 285 308 297 Totale agricoltura e alimentazione 3 608 3 645 3 601 3 551 3 692 3 666
Fonti: Conto dello Stato, UFAG
17 1.1 Economia

1.1.2 Mercati

Le premesse per il 2010 non erano delle migliori considerati il tardivo avvio della stagione e il clima umido e variabile di primavera e inizio estate. La situazione ha reso difficile la produzione foraggiera e ha pregiudicato la quantità e la qualità dei raccolti di frumento. Per le barbabietole da zucchero e le patate si sono registrati raccolti minori rispetto all’anno precedente, ma comunque ancora a un livello elevato. In viticoltura e frutticoltura si è sentito l’effetto benefico di un autunno soleggiato con temperature notturne miti. La vendemmia è stata molto soddisfacente dal profilo qualitativo. Nel complesso, i ricavi della produzione vegetale sono ammontati al 44 per cento del valore della produzione totale del settore agricolo nel 2010. La produzione animale (46 % del valore della produzione totale) ha incontrato notevoli difficoltà analogamente all’anno precedente. Dopo una leggera ripresa economica all’inizio dell’anno, nei mesi successivi l’indebolimento dell’euro ha avuto forti ripercussioni sulle esportazioni di prodotti svizzeri. Ciò ha determinato un ulteriore calo del prezzo del latte nell’anno oggetto del rapporto. Il mercato dei suini, infine, ha continuato a essere caratterizzato da eccedenze e prezzi bassi. La quota restante della produzione, costituita da prestazioni di servizio nell’agricoltura (lavori specializzati nella campicoltura o nella detenzione di animali) e da attività accessorie non agricole, è rimasta praticamente invariata rispetto all’anno precedente (10 % del valore della produzione totale).

Il valore della produzione dell’intero settore è stato, nel 2010, di 10,3 miliardi di franchi, mentre nel 2009 era stato di 10,7 miliardi di franchi.

Composizione del settore agricolo – 2010

Attività accessorie non agricole 3 %

Prestazioni di servizio nell'agricoltura 6 %

Altri prodotti vegetali 2 %

Vino 4 %

Frutta 5 %

Orticoltura 14 %

Piante foraggiere 12 %

Patate, barbabietole da zucchero 3 %

Cereali 4 %

Totale 10,3 Mia. fr.

Latte 21 %

Bovini 12 %

Suini 9 %

Pollame, uova 4 %

Altri prodotti animali 1 %

Fonte: UST

Il valore della produzione animale e vegetale è diminuito, complessivamente del 4 per cento rispetto al 2009. La produzione vegetale ha segnato il calo più marcato, pari a quasi il 5 cento, a causa essenzialmente della minore produzione di ortaggi, frutta, vino e barbabietole da zucchero. Com’era già stato il caso nel 2009, l’evoluzione, per quanto riguarda la produzione animale, è riconducibile, innanzitutto, alla situazione del mercato lattiero e di quello suino.

18 1.1 Economia
Tabella 15 Pagina A14

1.1.2.1 Latte e latticini

A cavallo tra fine 2009 e la primavera 2010, la piazza economica svizzera si è risollevata sorprendentemente presto dalla crisi economica mondiale. La domanda di prodotti agricoli è nuovamente aumentata e il consumo pro capite di latticini ha segnato un incremento dello 0,5 per cento circa. Tale evoluzione non ha tuttavia comportato un rincaro del prezzo alla produzione del latte, poiché anche la produzione di latte commerciale è stata lievemente superiore. Nel corso del 2010 lo smercio di latticini, soprattutto all’estero, è diventato sempre più difficile a causa del franco forte.

n Produzione: forniture di latte da primato

Nel 2010 la produzione totale di latte ha toccato quota 4,11 milioni di tonnellate, delle quali 668 000 circa sono servite per l’autoapprovvigionamento o per il foraggiamento degli animali della propria azienda. Le forniture di latte, incluso quello della zona franca attorno a Ginevra e del Principato del Liechtenstein, di 3,438 milioni di tonnellate, hanno segnato un incremento dello 0,7 per cento rispetto all’anno precedente. Nello stesso periodo è aumentata anche la produzione di formaggio e burro, mentre è diminuita quella di latte di consumo, panna e latte in polvere.

Evoluzione delle forniture di latte (incl. il latte proveniente dalla zona franca di Ginevra e dal Principato del Liechtenstein)

n Valorizzazione: aumento della produzione di formaggio e burro

Nella fabbricazione dei vari prodotti lattieri si utilizzano percentuali diverse delle componenti del latte. Nella caseificazione, ad esempio, a seconda della categoria di grasso del formaggio si aggiunge o si toglie grasso puro del latte. Per tale motivo, la valorizzazione del latte commercializzato è espressa in equivalentilatte (EL) in base alle sue componenti. Un EL corrisponde a 73 grammi di proteine o grasso, ovvero a un chilogrammo di latte di qualità media contenente 33 grammi di proteine e 40 grammi di grasso. L’EL funge dunque da unità di misura per il calcolo della quantità di latte trasformato in latticini. Il 43 per cento degli EL è tuttora destinato alla produzione di formaggio e ricotta (quark), che risulta pertanto il tipo di valorizzazione preminente.

2000 /02 2005 2006 2007 2008 2010 2009
In t Fonte:
3 000 000 3 100 000 3 200 000 3 300 000 3 400 000 3 500 000
TSM
19 1.1 Economia

Valorizzazione del latte in equivalenti latte – 2010

Totale 3 437 622 t di latte

Burro 16,9 %

Conserve di latte (latte condensato, latte in polvere, panna in polvere, ecc.) 10,7 %

Altri prodotti a base di latte fresco (gelato, bevande a base di latte, prodotti per dessert, ecc.) 2,9 %

Yogurt 3,3 %

Panna di consumo 7,8 %

Altre forme di valorizzazione (p.es. proteine in polvere ad elevata concentrazione)

3,4 % Quark 0,5 %

Formaggio 42,3 %

Latte di consumo 12,3 %

Fonte: TSM

Nel 2010 la produzione di formaggio è aumentata di 3 000 tonnellate, ovvero dell’1,7 per cento, rispetto all’anno precedente, attestandosi a 181 328 tonnellate. Il formaggio a pasta dura, con un totale di 69 765 tonnellate (+193 t), ovvero una quota del 38,5 per cento, è tuttora il prodotto con il volume di produzione più consistente. Incrementi di più ampia portata si registrano per il formaggio a pasta molle con il 6,7 per cento (+500 t), nonché per il formaggio a pasta semidura e quello fresco con rispettivamente il 2,0 (+1 103 t) e il 2,9 per cento (+1 276 t). In testa alla graduatoria delle varietà di formaggio con i volumi di produzione maggiori vi sono il Gruyère DOP e l’Emmentaler, con rispettivamente 28 200 e 27 100 tonnellate; segue, al terzo posto, la mozzarella con una produzione annua di 18 800 tonnellate e con la crescita più massiccia, pari quasi al 10 per cento. Nonostante le elevate forniture di latte, rispetto all’anno precedente è diminuita di 3 300 tonnellate, ovvero del 5,4 per cento, la produzione di latte in polvere e di latte in polvere condensato; tale flessione è tuttavia da ricondurre esclusivamente alla minore produzione di latte scremato in polvere. La produzione di burro, invece, è aumentata a causa dell’incremento delle forniture di latte, attestandosi a 48 511 tonnellate (+616 t) e segnando pertanto una crescita del 20 per cento rispetto alla media degli anni 2000/02. È invece rimasta stabile, a 141 000 tonnellate, la produzione di yogurt, mentre è diminuito ulteriormente il volume di produzione di bevande a base di latte, attestatosi a 65 712 tonnellate (–8,8 %).

n Commercio estero: bilancia ancora positiva

La bilancia commerciale della Svizzera per latte e latticini è stata positiva anche nell’anno oggetto del rapporto: rispetto al 2009 le esportazioni di yogurt sono aumentate di 1 400 tonnellate raggiungendo 6 905 tonnellate, mentre le importazioni sono state di 10 600 tonnellate (+900 t). Le quantità esportate di formaggio, latte in polvere, burro e panna hanno invece superato quelle importate.

Nell’anno oggetto del rapporto, l’esportazione di formaggio è aumentata del 2,3 per cento, raggiungendo 58 379 tonnellate, mentre l’importazione ha toccato le 46 892 tonnellate, registrando un aumento del 6 per cento. Nel 2010 è stato esportato e importato formaggio per un valore rispettivamente di circa 559 milioni e 372 milioni di franchi. La Svizzera ha esportato circa l’82 per cento, ovvero 47 700 tonnellate di formaggio nei Paesi dell’UE. Di questi la Germania e l’Italia sono stati i maggiori acquirenti con rispettivamente 20 742 e 14 380 tonnellate. La flessione del volume d’esportazione verso l’UE è stata di 688 tonnellate. Com’era stato il caso negli anni precedenti, la quota maggiore sul volume d’esportazione spetta al formaggio a pasta dura con 35 662 tonnellate. I consumatori stranieri hanno prediletto l’Emmentaler, del quale ne sono state esportate 19 339 tonnellate, la maggior parte delle quali (54 %) in Italia. Oltreoceano invece, il formaggio più richiesto è stato il Gruyère DOP, del quale si sono vendute agli USA 3 040 tonnellate. Il volume d’importazione dai Paesi dell’UE si è attestato a 46 834 tonnellate, segnando una crescita di 15 725 tonnellate rispetto alla media degli anni 2000/02. Il formaggio importato dalla Svizzera nel 2010 proveniva praticamente tutto dall’UE, segnatamente, nell’ordine, dall’Italia (17 512 t), dalla Francia (13 123 t) e dalla Germania (10 365 t). Le quote d’importazione più cospicue rispetto all’anno precedente hanno interessato il formaggio fresco, con 17 416 tonnellate e il formaggio a pasta molle con 8 191 ton-

20 1.1 Economia

nellate. L’importazione di formaggio a pasta molle ha subito un lieve calo di 117 tonnellate, ovvero dell’1,4 per cento, mentre quella delle varietà di formaggio a pasta dura e semidura ha, nel complesso, segnato un incremento di 326 tonnellate, pari al 2,3 per cento. Si segnala un massiccio aumento delle importazioni di formaggio fresco di 2 134 tonnellate (+14 %). Nel segmento del formaggio fresco il maggiore fornitore è stata l’Italia (7 142 t), mentre i due terzi del formaggio a pasta molle, ovvero 5 200 tonnellate, sono stati importati dalla Francia. Sono aumentate anche le importazioni di formaggio fuso (formaggio convenience destinato, come prodotto semilavorato, all’industria alimentare di trasformazione), segnatamente del 12,2 per cento, attestandosi a 3 260 tonnellate.

Commercio caseario Svizzera – UE

Anche nel 2010, il fabbisogno di burro è stato ampiamente coperto dalla produzione indigena. A causa prevalentemente delle elevate forniture di latte e dei problemi correlati allo smercio di singole varietà di formaggio, la produzione di burro è aumentata considerevolmente, raggiungendo quota 48 511 tonnellate.

Tali motivi, oltre all’esigua portata del contingente doganale parziale per il burro, hanno fatto sì che nel 2010 venissero importate soltanto 220 tonnellate di questo prodotto.

Nonostante il cambio sfavorevole, è stato possibile esportare 4 200 tonnellate di burro, ovvero un quantitativo pressoché analogo a quello dell’anno precedente. Se nel 2009 si erano potute esportare 5 354 tonnellate di panna grazie a misure straordinarie di sgravio del mercato, nell’anno oggetto del rapporto il volume d’esportazione è crollato a 2 745 tonnellate.

n Consumo: stabilità

Da diversi anni si segnalano variazioni soltanto lievi nel consumo pro capite di latte e latticini. Il consumo di formaggio e panna è in ascesa: nel 2010 sono stati consumati, pro capite, 21,5 chilogrammi di formaggio, ovvero 0,5 per cento in più rispetto all’anno precedente e 8,3 chilogrammi di panna, ovvero 0,1 chilogrammi in più rispetto al 2009. Il consumo pro capite di yogurt è invece diminuito di 0,5 chilogrammi a 18,2 chilogrammi (–1,6 %). Anche per burro, bevande a base di latte e latte di consumo si segnala un consumo in calo.

n Prezzi alla produzione: continua la pressione

Nell’anno oggetto del rapporto il prezzo medio alla produzione del latte è diminuito ulteriormente, seppure in misura minore rispetto al 2009. Esso si è infatti attestato su 61,79 centesimi il chilogrammo, segnando un calo di circa 3 centesimi.

I mercati esteri influenzano l’economia lattiera svizzera; il prezzo medio del latte dipende, quindi, dall’andamento dei prezzi a livello internazionale e, in particolare, dalla situazione dello smercio nell’UE. La ripresa dei mercati ha fatto ipotizzare un miglioramento sul fronte dello smercio di latte e latticini in Svizzera e all’estero. In considerazione del minore divario rispetto ai prezzi del latte praticati all’estero, in particolare rispetto al prezzo medio del latte nell’UE, ci si attendeva una spinta al rialzo del volume d’esportazione. Nel 2010 la differenza del prezzo del latte con l’UE ammontava, mediamente, a 20 centesimi il chilogrammo, ovvero 5 centesimi circa in meno rispetto al 2009. Nonostante tali buoni presupposti, però, non si sono avute ricadute positive sui prezzi alla produzione a causa del franco svizzero forte.

21 1.1 Economia
In t Importazioni dall'UE alla CH Esportazioni dalla CH all'UE Fonte: DGD 0 50 000 45 000 40 000 35 000 25 000 30 000 20 000 15 000 10 000 5 000 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2010 2009

Confronto tra i prezzi del latte in Svizzera e all'estero dal 2008 alla primavera 2011

Prezzo medio del latte CH (4,0 % grasso, 3,3 % proteine, IVA incl.)

Prezzo medio del latte UE (4,2 % grasso, 3,4 % proteine, IVA escl.)

n Prezzi al consumo: tendenza al ribasso

Fonti: UFAG, www.milkprices.nl

Nel 2010, sono diminuiti i prezzi medi al consumo della maggior parte dei latticini e del latte. Si segnalano rincari sui prodotti a base di latte fresco e sul formaggio a pasta dura. Nell’anno oggetto del rapporto

1 chilogrammo di Gruyère è costato 17.87 franchi (+0.05 fr./kg), per lo Sbrinz si sono dovuti sborsare 23.98 franchi il chilogrammo (+0.23 fr./kg). Nel 2010, i prezzi della maggior parte delle varietà di formaggio sono scesi. Per l’Emmentaler surchoix il consumatore ha speso mediamente 20.28 franchi il chilogrammo (–0.60 fr./kg), per l’Appenzeller 19.50 franchi il chilogrammo (–0.58 fr./kg) e per il Tilsiter dolce 15.13 franchi il chilogrammo (–0.38 fr./kg).

L’elevata produzione di burro ha comportato, nell’anno oggetto del rapporto, una flessione dei prezzi al consumo. Il prezzo medio del burro speciale è stato di 2.96 franchi per la confezione di 200 grammi (–3 ct.). I prezzi medi dello yogurt sono scesi di 3 centesimi circa il vasetto da 180 grammi, attestandosi a 0.64 franchi. Per la panna di consumo si sono registrate flessioni comprese tra 14 e 24 centesimi il litro.

ct. / kg
10 20 30 40 50 60 70 80 90 Mar 08 Mag 08 Lug 08 Set 08 Nov 08 Gen 09 Mar 09 Mag 09 Lug 09 Set 09 Nov 09 Gen 10 Mag 10 Lug 10 Set 10 Nov 10 Gen 11 Mar 11 Mar 10
dei prezzi al consumo di latte e latticini Indice (dic. 201 0 =100) Fonte: UST 85 115 110 105 100 95 90 2000 / 02 2006 2008 2010 Panna Latte Formaggio Altri latticini Burro 22 1.1 Economia
Indice

1.1.2.2 Animali e prodotti di origine animale

Dal punto di vista economico, per i detentori di animali il 2010 è stato nuovamente un anno difficile: rispetto al 2009 i prezzi medi alla produzione sono diminuiti del 12 per cento per i suini, del 6 per cento per gli agnelli e del 4 per cento per le vacche. Sul fronte del consumo, si segnala un aumento sorprendente del consumo di carne bovina e di carne di pollame, rispettivamente del 10 e del 19 per cento rispetto al 2000/02. Il mercato della carne di pollame è in crescita da anni e questa situazione giova sia all’agricoltura elvetica sia all’industria di trasformazione. Rispetto alla media degli anni 2000/02, la produzione di carne di pollame ha segnato un aumento del 50 per cento, raggiungendo quota 44 000 tonnellate. Questo sviluppo positivo è correlato alla crescita demografica, alla sempre maggiore predilezione per i prodotti svizzeri manifestata in questi ultimi anni da un’ampia fetta della popolazione e al consumo di carne di pollame costantemente in rialzo. Considerando tutti i tipi di carne, l’80 per cento di quella consumata era di produzione nazionale.

n Produzione: crescita degli effettivi di suini, pollame e caprini

Nell’anno oggetto del rapporto i contadini hanno detenuto lo stesso numero di bovini dell’anno precedente, vale a dire circa 1,6 milioni di capi. L’effettivo di vacche da latte e di vacche madri, tuttavia, è diminuito di 8 000 capi in seguito alla pressione sui prezzi sul mercato lattiero, attestandosi a 700 000 capi. È proseguita la crescita dell’effettivo di suini che ha toccato quota 1,588 milioni di capi (+2,0 %). Siccome, però, nell’ultimo decennio 5 800 allevatori di suini hanno abbandonato l’attività, in Svizzera ne restano 8 800. La detenzione di caprini è invece sempre più popolare: nell’anno oggetto del rapporto sono stati censiti 87 000 animali (+2,2 %). L’effettivo di pecore si è attestato a 434 000 capi dopo aver subito un aumento, segnatamente di 2 000 unità (+0,5 %). Grazie alla buona congiuntura per uova e carne di pollame, si è registrato un incremento del 2,3 per cento dell’effettivo totale di pollame che ha raggiunto quota 8,9 milioni di capi.

23 1.1 Economia

Com’era già stato il caso nel 2009, l’aumento degli effettivi di bestiame ha determinato un incremento della produzione di tutti i tipi di carne pari complessivamente al 3,6 per cento. La produzione di carne suina e quella di carne bovina sono cresciute rispettivamente del 5 e del 2 per cento, toccando 250 000 tonnellate PM la prima e oltre 111 000 tonnellate PM la seconda. La produzione indigena di carne suina e bovina ha coperto il consumo delle economie domestiche e della ristorazione nella misura rispettivamente del 95 (+1 %) e dell’84 per cento (–1 %). La domanda di carne di pollame, mantenutasi a un buon livello, ha generato una crescita di oltre il 6 per cento della produzione indigena, che ha superato le 44 000 tonnellate di peso alla vendita. Per la prima volta, oltre il 50 per cento del consumo di carne di pollame è stato coperto con la produzione svizzera. Si segnala invece una flessione del 7 per cento nella produzione di carne equina, attestatasi a 748 tonnellate. Essa ha perso più di un terzo rispetto alla media degli anni 2000/02 (1 164 t). La produzione di carne di pecora ha segnato un’inversione di tendenza rispetto agli anni scorsi in quanto è aumentata del 2 per cento, toccando quota 5 477 tonnellate.

Nel 2010 sono state prodotte 752 milioni di uova, vale a dire quasi il 5 per cento in più rispetto all’anno precedente. Nonostante le vendite di questo quantitativo supplementare di uova siano andate bene, i prezzi alla produzione sono diminuiti, segnatamente di 23 centesimi per le uova da allevamento all’aperto estensivo e di circa 22 centesimi per le uova da allevamento al suolo. Tale calo potrebbe essere dovuto alla flessione dei prezzi delle uova di consumo in guscio estere. In seguito alla lieve diminuzione del volume d’importazione (–2,5 mio. di uova), la quota di uova svizzere sulle vendite di uova di consumo è salita al 75 per cento. Se nella statistica dei consumi si considerano anche i prodotti a base di uova, tale quota corrisponde a circa il 50 per cento delle uova di consumo e dei prodotti a base di uova prodotti in Svizzera.

n Commercio estero: la carne secca di manzo è il prodotto più esportato

Nell’anno oggetto del rapporto, le esportazioni di carne e prodotti carnei sono state pari a 2 745 tonnellate, ovvero 430 tonnellate in più rispetto al 2009, delle quali più del 95 per cento verso i Paesi UE. Come sempre, con circa 1 800 tonnellate, il prodotto maggiormente esportato è stato la carne secca di manzo verso, quasi senza eccezioni, Francia (1 350 t) e Germania (477 t). Le esportazioni di insaccati sono aumentate ancora, segnatamente di 34 tonnellate (+17 %), raggiungendo quota 236 tonnellate, mentre quelle di conserve e preparazioni di carne sono crollate del 35 per cento a 213 tonnellate. Questi prodotti sono stati esportati prevalentemente in Germania (164 t) e in misura minore in Italia e nella Repubblica Ceca. La Svizzera, inoltre, ha esportato oltre 21 000 tonnellate di sottoprodotti della macellazione, utilizzati soprattutto nell’industria delle conserve di alimenti per animali. Nel 2010 il valore commerciale totale delle esportazioni svizzere di carne e sottoprodotti della macellazione è stato di circa 68 milioni di franchi, ovvero di 8 milioni in più rispetto al 2009.

24 1.1 Economia
Andamento della produzione di carne e di uova Indice (200 0 / 0 2 = 100) Fonti: Proviande / Aviforum 60 150 140 130 120 100 110 80 70 90 2000 / 02 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Carne di pollame Carne bovina Uova in guscio Carne suina Carne ovina Carne equina

Provenienza delle importazioni di carne – 2010

Nel 2010, le aziende svizzere hanno importato complessivamente 119 069 tonnellate di carne, prodotti carnei e sottoprodotti della macellazione. Il valore commerciale è stato di 841 milioni di franchi (non sdoganato, franco frontiera). Rispetto all’anno precedente il volume d’importazione è diminuito del 2 per cento, mentre il valore commerciale è aumentato del 3 per cento circa. I principali fornitori sono stati: Germania con 38 092 tonnellate (32 %), Brasile con 19 897 tonnellate (17,2 %) e Italia con 9 079 tonnellate (7,6 %).

Le importazioni provenienti da Paesi dell’UE sono state complessivamente di 81 976 tonnellate (68,8 %).

La carne di pollame e quella di manzo sono risultate quelle più importate con volumi d’importazione pari rispettivamente a 53 933 e 19 542 tonnellate. Sono state importate anche 69 023 tonnellate di pesce e crostacei per un valore commerciale di 670 milioni di franchi.

Per la carne di manzo e di maiale il maggior fornitore della Svizzera resta la Germania. Oltre un terzo della carne di pollame importata proviene invece dal Brasile, soprattutto come merce congelata. L’80 per cento circa della carne di pecora importata proviene dai maggiori esportatori a livello mondiale, Australia e Nuova Zelanda, mentre praticamente tutta la carne di capra importata arriva dalla Francia. Particolarmente apprezzati rimangono gli insaccati italiani, dei quali, nel 2010, ne sono state vendute circa 3 000 tonnellate. Sulle tavole elvetiche (economie domestiche e strutture di ristorazione) sono giunte anche preparazioni di carne e conserve provenienti dalla Germania e dalla Francia, per rispettivamente circa 1 700 e 1 300 tonnellate.

Il 1° gennaio 2010 sono stati soppressi gli aiuti per l’esportazione di bestiame. Nell’anno oggetto del rapporto sono state esportate complessivamente 555 manze e vacche, rispetto alle 5 531 nel 2009. 317, vale a dire oltre la metà delle bovine esportate, sono state vendute in Italia. Nell’anno oggetto del rapporto sono stati importati 4 294 capi della specie bovina, 3 313 dei quali, ovvero il 77 per cento, dalla Francia. Sono inoltre stati importati 3 939 asini e cavalli, con un incremento del 17 per cento, ossia di 578 capi, rispetto all’anno precedente riconducibile all’aumento, nel 2010, di 500 capi del contingente doganale, portato a 3 822 capi. Gli equini importati provenivano dalla Germania e dalla Francia nella misura rispettivamente del 41 e di poco meno del 40 per cento. Le esportazioni di cavalli e asini sono diminuite del 6 per cento, attestandosi a 1 559 capi. Per le pecore e le capre si segnala un aumento del 55 per cento delle importazioni, attestatesi a quota 580 capi e un calo delle esportazioni del 75 per cento a 213 capi. A tale evoluzione potrebbe aver concorso l’euro debole.

Le importazioni di uova in guscio (incl. quelle da cova e le uova in guscio importate nel quadro del traffico di perfezionamento) sono aumentate del 2,3 per cento, raggiungendo 34 336 tonnellate. Praticamente un uovo su tre proviene dai Paesi Bassi. Le aziende che fabbricano prodotti a base di uova ne hanno impiegate circa la metà nell’industria di trasformazione e i prodotti così ottenuti sono stati utilizzati nell’industria alimentare e nel settore della ristorazione. In Svizzera, inoltre, sono state importate 7 831 tonnellate di prodotti di uova liquidi ed essiccati nonché di albume d’uovo.

25 1.1 Economia
In % Altri Paesi Australia Nuova Zelanda Francia Germania Brasile Fonte: DGD 0 100 90 70 80 60 50 30 40 20 10
Carne bovina Carne suina Carne di pollame Carne ovina Carne caprina

n Consumo: aumento per la carne

Dopo la flessione rilevata nel 2009, il consumo di carne è aumentato di oltre il 3 per cento (427 138 t). La carne suina è la più consumata (201 919 t), seguita da quella di manzo (89 254 t) e dal pollame (87 665 t). Com’era già stato il caso nel 2009, il consumo di pesce e crostacei ha segnato un incremento del 3 per cento: la popolazione elvetica ne ha consumate complessivamente 70 292 tonnellate. L’unica flessione nel consumo si riscontra per la carne di vitello attestatasi, con una diminuzione di 380 tonnellate, a 25 100 tonnellate.

Andamento del consumo pro capite di carne e uova

La buona predisposizione dei consumatori, riconducibile alla situazione economica favorevole e al ribasso dei prezzi nei negozi, ha avuto ricadute positive sul consumo. Nell’anno oggetto del rapporto, il consumo pro capite di carne pronta alla vendita è aumentato del 2,3 per cento, raggiungendo 53,59 chilogrammi. La carne di maiale, con 25,33 kg pro capite, è tuttora molto apprezzata, ma hanno incontrato il gradimento dei consumatori anche la carne di manzo (11,20 kg) e quella di pollame (11 kg). Il consumo di carne di vitello è sceso a 3,15 chilogrammi pro capite (–2,3 %). Se, rispetto alla media degli anni 2000/02, il consumo pro capite di carne di pollame è aumentato di quasi un quinto, quello di carne di vitello e di pecora, invece, è sceso di un quinto. Il consumo di uova è rimasto praticamente stabile sul livello di 189 uova pro capite.

n Prezzi alla produzione: conferma della tendenza al ribasso

A causa della maggiore produzione riscontrata per quasi tutte le categorie di animali, i prezzi alla produzione del bestiame da macello e dei suini sono rimasti praticamente sempre al di sotto del livello del 2009. Siccome vi era stato un considerevole calo dei prezzi già nel 2009, in alcuni casi gli allevatori di bestiame hanno subito perdite considerevoli. Nell’anno oggetto del rapporto, per i suini da macello sono stati spuntati mediamente 3.80 franchi il chilogrammo PM, vale a dire il 12 per cento in meno rispetto al 2009. Rispetto al 2008 i prezzi medi al chilogrammo PM sono diminuiti di circa 1.20 franchi per i suini, di 80 centesimi per il bestiame da banco, di 70 centesimi per le vacche, di 1.60 franchi per gli agnelli e di 1.10 franchi per i vitelli.

26 1.1 Economia
Indice (200 0 / 200 2 = 100) Fonti: Proviande /
80 120 115 110 100 105 90 85 95 2000 / 02 2005 2006 2007 2008 2010 2009 Carne di pollame Carne bovina Carne equina Uova in guscio Carne suina Carne di vitello Carne ovina
Aviforum

Andamento dei prezzi alla produzione del bestiame da macello e dei suini

Vitelli cl. commerciale T3, GQ Agnelli cl. commerciale T3 Torelli cl. commerciale T3, GQ

n Margini lordi sulla carne

Vacche cl. commerciale T3, GQ Suini da carne, GQ franco fattoria

Rispetto al 2009, la media annuale del margine lordo trasformazione e distribuzione è diminuita su tutte le categorie di carne. La flessione maggiore ha interessato la carne di maiale (–9,4 %), seguita da quella fresca, dai prodotti carnei e dagli insaccati (–6,1 %), nonché dalla carne di manzo e d’agnello con perdite, ciascuna, del 5,7 %.

Andamento dei margini lordi di trasformazione – distribuzione della carne

27 1.1 Economia
fr / kg PM Fonte:
2.00 16.00 14.00 12.00 10.00 8.00 4.00 6.00 2000 / 02 12.53 12.31 7.64 5.18 4.57 2005 13.20 10.30 7.97 6.16 4.02 2006 14.43 10.34 8.44 6.35 3.85 2007 14.47 10.45 8.73 6.77 4.04 2008 14.57 11.31 8.93 7.08 4.96 2010 2009 13.31 13.48 10.30 9.71 8.09 8.16 6.62 6.36 4.29 3.80
Proviande
Indice (febbrai o –aprile 199 9 = 100)
90 170 160 150 140 120 130 100 110 2000 / 02 2005 2006 2007 2008 2010 2009 Carne di agnello Carne di vitello Carne fresca, prodotti carnei e insaccati
Fonte: UFAG
Carne bovina Carne suina

1.1.2.3 Produzione vegetale e prodotti di origine vegetale

n Colture campicole

Superficie coltiva aperta in calo

La superficie coltiva aperta e quella totale (superficie coltiva aperta più prati artificiali, coltivazioni protette di verdura, sementi [cereali e patate esclusi]) stanno, come la superficie agricola utile, diminuendo. Dal confronto tra i valori medi dei trienni 2000–2002 e 2008–2010 risulta che la superficie coltiva aperta è diminuita del 5,3 per cento, quella totale dell’1,1 per cento e la superficie agricola utile dell’1,5 per cento. Lo sproporzionato calo della superficie coltiva aperta è riconducibile all’aumento dei prati artificiali la cui superficie è cresciuta, nel periodo di riferimento, di circa il 10 per cento, raggiungendo circa 130 000 ettari. Tra le superfici coltive aperte, sono notevolmente aumentate (+13 % ca) quelle occupate da mais da silo e verde, che hanno raggiunto 46 000 ettari. Seppur su una superficie coltiva minore, aumenta la porzione coltivata a semi oleosi (30 %) e a barbabietole da zucchero (10 %). Il calo della superficie messa a cereali panificabili è dovuto alla liberalizzazione del disciplinamento del mercato (nel 2001 la Confederazione ha abrogato le garanzie di prezzo e di smercio) e alla maggiore resa di alcune varietà cerealicole. L’attrattiva economica dei cereali da foraggio si è ridotta (il che si manifesta nel calo della superficie da cereali da foraggio) a causa della compensazione solo parziale, tramite i pagamenti diretti, della riduzione della protezione alla frontiera per gli alimenti per animali in favore della detenzione di animali. Negli ultimi dieci anni le superfici sono state sempre più coltivate a foraggio grezzo per i ruminanti a scapito della coltura di cereali. Nonostante l’aumento dei prati artificiali, nel 2010 le importazioni di fieno, con 150 000 tonnellate, hanno registrato un record.

28 1.1 Economia

Dal 2006, la produzione indigena di frumento panificabile, commisurata alla qualità del raccolto, copre all’incirca il fabbisogno. Negli anni in cui ciò non è il caso, sono possibili importazioni supplementari nel quadro del contingente doganale di cereali panificabili di 70 000 tonnellate. La Federazione svizzera dei produttori di cereali (FSPC) ha declassato a proprie spese le eccedenze di cereali panificabili destinandole al foraggiamento. Nel 2005, la stessa aveva lanciato, con successo, una campagna in favore della produzione di frumento da foraggio, ottenendo un notevole aumento della stessa. Dal 2007, però, il raccolto è nuovamente in calo. La produzione di mais da granella dipende dalle quantità di raccolto nella foraggicoltura: se queste sono al di sotto della media, il mais da granella viene utilizzato per lo più sotto forma di foraggio fresco o conservato come insilato. Il quantitativo di triticale si è stabilizzato; la spelta registra continui aumenti di produzione.

1 Dati provvisori

Nel primo semestre 2010 i prezzi del frumento sul mercato mondiale sono risultati stabili, ma hanno ripreso a salire a metà anno, a causa della siccità e delle perdite conseguenti di raccolto in Russia e Ucraina. I divieti di esportazione imposti da entrambi i Paesi hanno quindi contribuito a mantenere i prezzi alti fino alla fine dell’anno. La quotazione maggiore è stata raggiunta a febbraio 2011 per poi ridiscendere, sulla borsa a termine delle merci di Parigi, nel giro di un mese, da circa 270 a quasi 200 euro la tonnellata in seguito a scorte stimate più elevate e a un’aspettativa di consumo inferiore. Le scarse precipitazioni nelle aree di coltivazione di USA, Cina, Russia ed Europa hanno, in seguito, spinto nuovamente al rialzo le quotazioni del frumento.

della superficie coltiva In 1 000 ha Altra superficie coltiva Ortaggi da pieno campo Patate Barbabietole da zucchero Colza Mais verde e da silo Prati artificiali Cereali da foraggio Cereali panificabili Fonte: USC 0 450 400 350 300 250 150 200 100 50 2000/02 2005 2006 2007 2008 2009 20101
Utilizzo
Mercato dei cereali
1 Dati provvisori
Evoluzione della produzione cerealicola In 1 000 t Fonte: USC 0 600 500 400 300 100 50 200 2000 / 02 2005 2006 2007 2008 2009 20101 Frumento panificabile Orzo Mais da granella Frumento da foraggio Triticale Avena Segale Spelta
29 1.1 Economia

Evoluzione dei prezzi del grano tenero del MATIF1 Parigi

Quotazione frumento in fr./t

Quotazione frumento in euro/t

Corso dell'euro in franchi

1 MATIF = mercato a termine internazionale di Francia

L’evoluzione dei prezzi sui mercati internazionali e la trasparenza nella modalità di calcolo dell’aliquota di dazio del contingente durante la verifica trimestrale hanno generato, nel quarto trimestre 2010, minori importazioni di cereali panificabili, a causa della riduzione dei dazi attesa per il 1° gennaio 2011. Nell’anno oggetto del rapporto, il contingente doganale, con circa 64 000 tonnellate importate, non è stato esaurito.

Le importazioni sono aumentate dopo le due riduzioni del tributo doganale per i cereali panificabili, al 1° gennaio da 23 a 18.30 franchi il quintale e al 1° aprile da 18.30 a 14 franchi il quintale. Alla fine di aprile erano già stati esauriti i primi due quantitativi parziali dei contingenti doganali per un totale di 40 000 tonnellate. A causa della riduzione dei prezzi delle materie prime e dei corsi di cambio, con effetto al 1° luglio 2011 il tributo doganale è stato aumentato a 17.80 franchi il quintale.

Nel settore dei cereali da foraggio si sono potute assorbire le fluttuazioni di prezzo delle materie prime per alimenti per animali sui mercati internazionali tramite il sistema del prezzo soglia.

Mercato dello zucchero molto movimentato

Prima della riforma del mercato zuccheriero dell’UE, attuata dal 2006 al 2009, il fabbisogno dell’industria di trasformazione indigena per l’approvvigionamento del mercato nazionale e d’esportazione era integrato prevalentemente con lo zucchero importato dall’UE. In seguito alla riforma, però, la produzione europea è notevolmente diminuita e, contrariamente alle attese, non sono aumentate le importazioni a dazio preferenziale di zucchero proveniente dai Paesi africani, caraibici e dell’area del Pacifico (ACP). Per questi ultimi le preferenze tariffali dell’UE sono poco interessanti poiché, da fine 2010, i prezzi dello zucchero sui mercati mondiali sono superiori a quelli praticati nell’UE.

Il basso approvvigionamento del mercato europeo e i prezzi praticati sui mercati mondiali superiori al livello UE, hanno avuto conseguenze sul mercato elvetico. L’esportazione delle materie prime per le bevande, ad esempio, ha perso quota in seguito ai rapporti di prezzo, di conseguenza, sono diminuiti il consumo lordo di zucchero (fabbisogno indigeno per il consumo diretto e la trasformazione) rispetto all’anno precedente, passando da 500 000 a 350 000 tonnellate, e le quantità importate.

30 1.1 Economia
Euro o franchi per t Fr. per euro Fonte: Reuters 0 400 350 200 300 250 50 100 150 0 6.0 4.5 3.0 1.5 01.01.2010 01.02.2010 01.03.2010 01.04.2010 01.05.2010 01.06.2010 01.07.2010 01.08.2010 01.09.2010 01.10.2010 01.11.2010 01.12.2010 01.01.2011 01.02.2011 01.03.2011 01.04.2011 01.05.2011 01.06.2011 01.07.2011 01.08.2011 01.09.2011

Evoluzione delle importazioni di zucchero cristallizzato1

Nel 2005 e 2006 il Brasile era, dopo la Germania e la Francia, il più importante esportatore di zucchero (con rispettivamente ca 1 700 t e 800 t). A causa della minore produzione nell’UE, nel 2007 le importazioni a dazio preferenziale dello zucchero bianco proveniente dal Brasile sono lievitate a 85 000 tonnellate e quest’ultimo è passato al secondo posto nella graduatoria, preceduto solo dalla Germania. Quale maggiore esportatore mondiale di zucchero il Brasile può precludere le importazioni provenienti da altri Paesi in via di sviluppo ragion per cui, a fine 2007, ha perso lo status di Paese in via di sviluppo nel settore dello zucchero e, di conseguenza, non beneficia più di condizioni preferenziali per l’esportazione verso la Svizzera. Dal 2008 al 2010 le importazioni annue di zucchero bianco dal Brasile sono passate da 27 000 tonnellate a meno di una.

La cosiddetta «soluzione a doppio zero» del Protocollo n. 2 tra la Svizzera e l’UE esclude il versamento di rimborsi sull’esportazione e il prelievo di dazi sullo zucchero contenuto in prodotti trasformati nell’ambito di applicazione del Protocollo n. 2. Lo scopo è quello di avere prezzi simili dello zucchero sui due mercati interessati, al fine di garantire condizioni quadro paragonabili per l’industria alimentare al di qua e al di là della frontiera. La Svizzera garantisce tale uguaglianza tramite valutazioni periodiche e, laddove necessario, un adeguamento dei tributi doganali sullo zucchero. Dopo aver azzerato le aliquote di dazio, con effetto al gennaio 2010, da dicembre dello stesso anno non rileva più neanche il contributo al fondo di garanzia. Le possibilità d’intervento sono quindi esaurite e il finanziamento delle scorte obbligatorie di zucchero mediante prelievo alla frontiera a destinazione vincolata sono in forse.

Mercato dei semi oleosi

Dal 2009 fino alla fine del contratto di prestazione con l’UFAG, la gestione del mercato dei semi oleosi è stata rilevata dal «pool di produzione semi oleosi» della FSPC, finanziato per due terzi dai produttori e per il restante terzo dagli oleifici.

In Svizzera, il consumo di grassi commestibili si suddivide nel modo seguente:

Fonte:

31 1.1 Economia
In 1 000 t Resto del mondo Paesi in
Paesi
via di sviluppo meno progrediti (PMP)
in via di sviluppo, PMP esclusi Brasile
Altri Paesi UE Germania Francia
0 350 250 300 200 100 150 50 2000/02 2005 2006 2007 2008 2009 2010
Fonte: DGD 1 Voce tariffale n. 1701.9999
Oli commestibili 84 000 t Grassi commestibili 35 000 t Margarine/minarine 21 000 t Burro 42 000 t
SwissOlio

Per quanto concerne il consumo di oli vegetali, si rileva che quello di girasole continua a detenere una quota dominante del mercato (33 %), per quanto da diversi anni in progressiva diminuzione (nel 2004 era del 41 %) in favore degli oli di colza (23 % con tendenza al rialzo) e di palma (19 %). Un aumento costante si registra anche per l’olio di oliva, con una quota di mercato del 10 per cento.

Mercato delle patate

Dopo il raccolto eccezionale del 2009, le cui eccedenze si sono dovute valorizzare tramite un aiuto della Confederazione, la campagna 2010 è stata caratterizzata da un livello di produzione più adeguato alle esigenze del mercato. In un anno la produzione totale si è ridotta di circa 100 000 tonnellate, ammontando a 421 000 tonnellate (rendimento di 387 q/ha). Un progressivo calo, per quanto debole, si registra sia per la superficie coltivata (10 874 ha) sia per il numero di produttori (6 100).

La valorizzazione del raccolto 2010 presenta:

Patate destinate al consumo

Prodotti a base di patate

Tuberi-semi di patate

Foraggiamento con finanziamenti privati

Foraggiamento normale

183 000 t

154 000 t

24 000 t

18 000 t

42 000 t

Fonte: Swisspatat

Gli accordi dell’OMC prevedono un accesso al mercato del 5 per cento, ovvero di 22 250 tonnellate di patate. Nel 2010, è stato concesso un aumento temporaneo del contingente parziale delle patate destinate al consumo per un totale di 6 300 tonnellate.

n Colture speciali

La superficie coltiva resta stabile

La superficie orticola (comprese le particelle coltivate a più riprese nell’arco di un anno) rilevata dalla Centrale svizzera dell’orticoltura (CSO) ha raggiunto, nell’anno oggetto del rapporto, 14 700 ettari. Essa corrisponde alla media nei quattro anni precedenti.

Come l’anno precedente, i meleti e i pereti hanno occupato, nel 2010, superfici di rispettivamente circa 4 200 e 830 ettari; sono aumentate di qualche ettaro le coltivazioni delle varietà di mele Gala, Braeburn e Pinova e si registrano superfici e tassi di crescita considerevoli per le varietà Jazz/Scifresh, DIWA/Milwa, Pink Lady e Mairac: sono state coltivate su 248 ettari, ovvero 39 in più rispetto all’anno precedente. Per la frutta a nocciolo continua la tendenza al rialzo. Rispetto all’anno precedente le superfici sono aumentate di 42 ettari, raggiungendo quota 1 529 ettari. Tale aumento ha interessato soprattutto albicocche e ciliegie. La superficie messa a bacche si è mantenuta sui valori degli anni passati a quota 700 ettari circa.

I vigneti della Svizzera hanno segnato un incremento di 122 ettari rispetto all’anno precedente, raggiungendo un’estensione di 14 942 ettari. Tale aumento è dovuto all’inclusione, nelle superfici viticole, di circa 135 ettari della zona di confine di Ginevra, la cui uva può essere utilizzata per la produzione di vini ginevrini o svizzeri. Senza tale zona, quindi, la superficie a vigneti sarebbe diminuita di circa 13 ettari. In totale vi erano 6 326 ettari (+81 ha) coltivati a varietà bianche e 8 616 ettari (+41 ha) a varietà rosse. La distribuzione delle varietà è rimasta invece stabile con quote del 42 per cento per le uve bianche e del 58 per cento per le rosse.

Nell’anno oggetto del rapporto sono state raccolte 341 000 tonnellate di verdura (non trasformata) e 131 000 tonnellate di frutta da tavola. Rispetto alla media del quadriennio precedente, si segnala un incremento di rendimento del 7 per cento per la verdura e un calo del 6 per cento per la frutta.

32 1.1 Economia

Grado di autoapprovvigionamento variabile per la verdura

Il volume di mercato delle varietà di verdura e frutta coltivabili in Svizzera è stato rispettivamente di 556 000 e 179 000 tonnellate. Rispetto alla media del quadriennio precedente, il volume della verdura è stato del 4 per cento superiore, quello della frutta del 3 per cento inferiore. Il grado di autoapprovvigionamento della verdura svizzera è stato pari al 61 per cento, quello della frutta al 74 per cento; i valori registrati erano dunque simili a quelli degli anni precedenti.

In genere le verdure destinate all’immagazzinamento rappresentano più del 90 per cento del grado di autoapprovvigionamento, mentre quelle fresche contribuiscono decisamente meno. Nel tempo, il grado di autoapprovvigionamento di questi due tipi di verdure è cambiato; di seguito si presentano tali differenze con l’esempio dei pomodori e delle carote.

Importazioni, quantitativi indigeni e grado di autoapprovvigionamento dei pomodori tondi e carnosi nel 2010

Nel 2010, in Svizzera, sono state importate 26 000 e prodotte 35 300 tonnellate di pomodori tondi e carnosi, per un grado di autoapprovvigionamento del 58 per cento. Per le verdure fresche il grado di autoapprovvigionamento registra, in genere, variazioni notevoli nel corso dell’anno. Per i pomodori, ad esempio, nel semestre invernale dominano le importazioni e il grado settimanale di autoapprovvigionamento è, pertanto, basso. In primavera, i pomodori esteri vengono generalmente sostituiti da quelli svizzeri e in estate, questi ultimi dominano il mercato. Durante l’effettivo periodo amministrato (disciplinamento delle importazioni) che corrisponde, più o meno, alla reale stagione elvetica dei pomodori, il grado di autoapprovvigionamento settimanale raggiungeva, in media, il 90 per cento. In autunno, in genere, i pomodori indigeni vengono nuovamente rimpiazzati da quelli importati.

Importazioni, quantitativi indigeni e grado di autoapprovvigionamento delle carote nel periodo di immagazzinamento 2010/11

33 1.1 Economia
1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 Settimana: 29 31 33 35 37 39 41 43 45 47 49 51 In t In % Quantitativi importati Quantitativi indigeni Grado di autoapprovvigionamento Fonti: KIC (UFAG) e Centrale svizzera dell’orticoltura 0 2 500 2 000 1 500 500 1 000 0 100 80 60 40 20
Effettivo periodo amministrato
22 2010 24 2010 26 2010 28 2010 30 2010 32 2010 34 2010 36 2010 38 2010 40 2010 42 2010 44 2010 46 2010 48 2010 50 2010 52 2010 2 2011 4 2011 6 2011 8 2011 10 2011 12 2011 14 2011 16 2011 18 2011 20 2011 Settimana: In t In % Quantitativi importati Quantitativi indigeni Grado di autoapprovvigionamento Fonti: UFAG (KIC), CSO 0 2 500 2 000 1 500 500 1 000 0 100 80 60 40 20 Effettivo periodo amministrato

Nel periodo di immagazzinamento 2010/11 in Svizzera sono state importate e prodotte rispettivamente 4 600 e 56 000 tonnellate di carote, per un grado di autoapprovvigionamento del 92 per cento. All’inizio della stagione delle carote, per pochi giorni il mercato è stato dominato da quelle d’importazione, ben presto sostituite da quelle indigene. Durante l’effettivo periodo amministrato, durato 49 settimane, il grado di autoapprovvigionamento è stato del 96 per cento e solo verso fine stagione si sono registrate nuovamente, per circa 4 settimane, notevoli quantità importate. In questo periodo, in cui le importazioni erano libere, il grado di autoapprovvigionamento era del 56 per cento.

Nell’anno oggetto del rapporto, il volume di produzione di vino ha raggiunto 1,031 milioni di ettolitri, registrando un calo del 7 per cento circa rispetto all’anno precedente. Tale riduzione è dovuta a grappoli non ben formati o ad acini di piccole dimensioni. In totale sono stati prodotti 497 146 ettolitri di vino bianco e 533 792 ettolitri di rosso.

Approvvigionamento completo di prodotti a base di succo di frutta a granella garantito con fatica

Nel 2010, negli stabilimenti di ammostatura artigianali sono state trasformate 65 175 tonnellate di mele da sidro e 10 547 tonnellate di pere da sidro indigene, corrispondenti rispettivamente al 60 e al 45 per cento della media dei raccolti dei quattro anni precedenti. Nel quadro del contingente doganale OMC di prodotti a base di succo di frutta a granella sono state importate 33 tonnellate di mele da sidro e 76 tonnellate di pere da sidro. Commisurati alle stime effettuate in agosto 2010 dall’USC, i due raccolti hanno fatto registrare un calo, segnatamente del 27 per cento per le mele e del 19 per cento per le pere. A fine 2010, il fabbisogno indigeno di prodotti a base di succo di mela e di pera, commisurato al normale approvvigionamento, è stato coperto nella misura del 102 per cento per le mele da sidro e del 130 per cento per le pere da sidro.

Il consumo di bevande non fermentate a base di succo di frutta è risultato, nell’anno oggetto del rapporto, inferiore del 2 per cento a quello dell’anno precedente e corrisponde a quello del 2006. La vendita delle bevande fermentate o semifermentate a base di succo di frutta ha registrato un valore pari soltanto al 44 per cento di quello del primo rilevamento nel 1980.

Leggero aumento delle importazioni di frutta e verdura

Nel 2010, le importazioni delle varietà di verdura e frutta fresche coltivabili in Svizzera sono state rispettivamente di 216 000 e 48 000 tonnellate. Rispetto alla media del quadriennio precedente ciò corrisponde a un aumento dell’1 per cento per la verdura e del 7 per cento per la frutta. Le esportazioni si sono mantenute ai livelli degli anni precedenti registrando, con 1 100 tonnellate per la verdura e 1 100 per la frutta, valori irrilevanti.

Rispetto al 2009 le importazioni di vino sono aumentate dell’1,7 per cento raggiungendo quota 1,940 milioni di ettolitri, di cui 1,679 milioni importati nel quadro del contingente doganale. Ancora una volta quest’ultimo, di 1,7 milioni di ettolitri, non è stato esaurito. Le importazioni di vino bianco hanno toccato un volume totale di 366 749 ettolitri, segnando un nuovo aumento (+11 626 hl ovvero +3,3 %). In particolare, si è assistito a un aumento della quota d’importazione di vini in bottiglia (+7,6 %) e a una diminuzione di quella di vini sfusi (–2 %). Il vino rosso ha segnato un volume d’importazione pari complessivamente a 1,382 milioni di ettolitri, facendo registrare un aumento per i vini in bottiglia (+6,3 %) e un calo per quelli sfusi (–5,3 %). Questi dati contemplano tutte le importazioni di vino comprese quelle di vino da trasformazione e quelle effettuate all’aliquota di dazio fuori contingente doganale.

Consumo di frutta e verdura stabile

Nel 2010, il consumo pro capite di verdura fresca è stato di 71 chilogrammi, quello di frutta da tavola di 23 chilogrammi (esclusa la frutta tropicale). Tali valori corrispondono alla media dei quattro anni precedenti.

Nel 2010 il consumo totale di vino (compreso il vino da trasformazione e quello esportato o riesportato) ha segnato un calo dell’1,7 per cento rispetto all’anno precedente, attestandosi su 2,803 milioni di ettolitri. Di questi, 1,062 milioni erano svizzeri: il volume di consumo di vini indigeni è pertanto aumentato del 3,2 per cento rispetto all’anno precedente riuscendo a compensare, in parte, le perdite del 2009. Il consumo di vini

34 1.1 Economia

esteri è incrementato dello 0,8 per cento, toccando quota 1,740 milioni di ettolitri. La quota di mercato del vino svizzero è aumentata dello 0,5 per cento, attestandosi al 38 per cento.

Verdura: aumentano i prezzi e il margine lordo

Nel 2010 la verdura è rincarata. Rispetto al 2009, il prezzo di costo e quello di vendita medi della verdura osservata sono aumentati rispettivamente di 18 centesimi il chilogrammo, raggiungendo 1.44 franchi il chilogrammo e di 23 centesimi il chilogrammo, toccando 3.29 franchi il chilogrammo. Il margine lordo è stato leggermente superiore a quello del 2009 (+5 ct./kg, 1.85 fr./kg).

Si nota, inoltre, che sia i prezzi di costo e di vendita sia il margine lordo hanno superato i valori medi del periodo 2000–2005 (rispettivamente +21 ct./kg, +27 ct./kg e +6 ct./kg). Dal 2000, il più alto margine lordo medio sulla verdura è stato registrato nel 2008 (1.93 fr./kg).

Evoluzione dei prezzi e dei margini lordi di determinate verdure

Frutta: prezzo di costo quasi stabile, prezzo al consumo in rialzo

Nel 2010, il prezzo di costo medio della frutta è rimasto praticamente stabile rispetto all’anno precedente (–2 ct./kg, 1.80 fr./kg), mentre il prezzo di vendita finale è aumentato di 14 centesimi il chilogrammo, raggiungendo 4.43 franchi il chilogrammo. Il livello dei prezzi è stato superiore alla media del periodo 2000–2005 (prezzo di costo: +4 ct./kg; prezzo di vendita: +39 ct./kg). Il margine lordo ha toccato, dal 2000, il livello record del 2006 (2.63 fr./kg contro 2.64 fr./kg).

Evoluzione dei prezzi e dei margini lordi di determinati frutti

35 1.1 Economia
In fr / kg
Fonte: UFAG
1.00 1.50 2.00 3.00 2.50 3.50 Ø 2000 – 05 2006 2007 2008 2009 2010 Margine lordo Prezzo di costo Prezzo di vendita
Verdura considerata: pomodori, cavolfiori, cipolle gialle, carote, cetrioli, cicoria belga e lattuga cappuccio
In fr / kg
Fonte: UFAG
1.00 1.50 2.00 3.00 4.00 2.50 5.00 4.50 3.50 Ø 2000 – 05 2006 2007 2008 2009 2010 Margine lordo Prezzo di costo Prezzo di vendita
Frutta considerata: mele, pere, albicocche, ciliegie, pesche noci, fragole e arance

1.1.3 Situazione economica dell’intero settore

n Due sistemi di indicatori per la valutazione della situazione economica

Conformemente all’articolo 5 LAgr, i provvedimenti di politica agricola hanno lo scopo di permettere alle aziende gestite in maniera sostenibile e redditizia di conseguire in media su vari anni redditi comparabili a quelli della rimanente popolazione attiva della stessa regione.

La valutazione è disciplinata nell’ordinanza concernente l’analisi della sostenibilità in agricoltura (art. 3–7) e viene effettuata avvalendosi di due sistemi di indicatori. La valutazione settoriale si basa sul conto economico dell’agricoltura (CEA) allestito dall’UST in collaborazione con il Segretariato dell’USC. Nel 2007

il CEA è stato oggetto di una revisione parziale. Tutte le cifre qui indicate si fondano sul nuovo metodo. L’apprezzamento delle singole aziende si basa sui risultati contabili della Centrale analisi di Agroscope

Reckenholz-Tänikon ART (cfr. parte 1.1.4).

1.1.3.1 Reddito del settore nel 2010

Nel 2010 il reddito da impresa netto del settore primario è risultato pari a 2,640 miliardi di franchi segnando una diminuzione di 248 milioni di franchi (–8,6 %) rispetto agli anni 2007/09. La flessione è risultata meno massiccia rispetto al 2009 (–86 mio. fr. o –3,2 %). Dal confronto con la media del triennio 2007/09 il calo dei ricavi (produzione agricola: –570 mio. fr. o –5,2 %) è stato più marcato di quello dei costi (soprattutto consumi intermedi: –137 mio. fr. o –2,1 % e ammortamenti: –30 mio. fr. o –2,8 %).

36 1.1 Economia

Risultati del conto economico dell’agricoltura in Svizzera Indicazioni ai prezzi correnti, in mio. fr.

1 Dati semidefinitivi, stato 12.9.2011

2 Dati provvisori, stato 12.9.2011

3 Stima, stato 12.9.2011

4 Nella bibliografia e nel metodo Eurostat viene indicato come utile aziendale netto Le cifre sono

Evoluzione del conto economico dell'agricoltura

Altri contributi

Produzione del settore primario

Uscite (consumi intermedi, imposte sulla produzione, ammortamenti, costo della manodopera, canoni d'affitto da pagare, interessi al netto degli interessi da riscuotere) Reddito

1 Semidefinitivo stato 12.9.2011

2 Provvisorio, stato 12.9.2011

3 Stima, stato 12.9.2011

15–16 Pagine A14–A15

2000/02 2007 2008 2009 1 2010 2 2011 3 Produzione del settore primario 10 749 10 674 11 229 10 679 10 291 10 251 – Consumi intermedi 6 250 6 485 6 655 6 687 6 472 6 470 Valore aggiunto lordo ai prezzi di fabbricazione 4 499 4 189 4 574 3 993 3 819 3 781 – Ammortamenti 2 056 2 216 2 283 2 287 2 232 2 129 Valore aggiunto netto ai prezzi di fabbricazione 2 443 1 973 2 291 1 706 1 587 1 651 – Imposte sulla produzione 114 143 139 149 150 171 + Altri contributi (non vincolati alla produzione) 2 407 2 707 2 655 2 837 2 876 2 915 Reddito dei fattori 4 737 4 536 4 807 4 394 4 313 4 396 – Costo della manodopera 1 139 1 244 1 276 1 239 1 251 1 257 Risultato netto di gestione / reddito misto 3 598 3 292 3 531 3 155 3 063 3 139 – Canoni d’affitto da pagare 205 201 203 204 203 203 – Interessi da pagare 246 244 270 239 230 232 + Interessi da riscuotere 33 14 17 13 11 11 Reddito da impresa netto 4 3 180 2 861 3 076 2 726 2 640 2 715
arrotondate per
per
saldi. Fonte: UST
eccesso o
difetto per cui la somma delle componenti può divergere dal totale o dai
Indicazioni ai prezzi correnti, in mio. fr. Fonte: UST 0 16 000 14 000 12 000 10 000 8 000 6 000 4 000 2 000 2000 / 02 2007 2008 20091 20102 20113
impresa netto
da
Tabelle
37 1.1 Economia

1.1.3.2 Stima del reddito del settore nel 2011

La stima del valore della produzione del settore primario per il 2011, pari a 10,251 miliardi di franchi, segna un calo del 4,5 per cento rispetto alla media triennale 2008/10, tuttavia soltanto dello 0,4 per cento rispetto all’anno precedente. Nonostante i problemi sul mercato lattiero e su quello dei suini, la stima relativa alla produzione animale si aggira sui valori dell’anno scorso. Il lieve calo rispetto all’anno scorso registrato nella produzione vegetale è riconducibile essenzialmente alle rese minori in foraggicoltura.

Per la produzione vegetale (4,440 mia. fr., ortoflorovivaismo esercitato a titolo professionale incluso) si stima una riduzione pari al 3,8 per cento rispetto alla media dei tre anni precedenti e dell’1,4 per cento rispetto all’anno precedente.

Nel 2011 si è registrata un’ulteriore riduzione della superficie messa a cereali. Considerate le rese e la qualità soddisfacenti i ricavi potrebbero tuttavia essere superiori a quelli del 2010. Si deve tener conto anche del fatto che i prezzi del 2011 si sono mantenuti sullo stesso livello del 2010. Il valore del raccolto cerealicolo del 2011 viene stimato a un livello dell’1,8 per cento inferiore alla media triennale, tuttavia del 5,7 per cento superiore all’anno precedente.

Le prime analisi svolte sulle barbabietole da zucchero fanno sperare in un raccolto molto buono. L’aumento, rispetto all’anno scorso, dei quantitativi contrattuali e l’elevato tenore di zucchero delle barbabietole potrebbero determinare un notevole rialzo del valore della produzione rispetto al 2010. L’ulteriore espansione della superficie coltivata a colza e le rese soddisfacenti fanno sperare in un incremento dei volumi di produzione. I prezzi alla produzione, contributi di coltivazione inclusi, dovrebbero essere superiori a quelli dell’anno scorso. La stima relativa ai raccolti di tabacco è buona. Il valore della produzione di piante industriali nel 2011 dovrebbe segnare un calo del 2,9 per cento rispetto alla media degli anni 2008/10, pur restando superiore dell’11,4 per cento al livello dell’anno scorso.

Si stima che quest’anno la produzione di foraggio grezzo subirà un calo riconducibile essenzialmente alle minori rese di fieno dovute alla siccità. L’espansione della superfici di coltivazione per l’insilato di mais e le buone prospettive di rese elevate potrebbero parzialmente compensare le perdite di raccolto di fieno. Secondo le stime, nel 2011 il valore della produzione di piante foraggiere dovrebbe scendere del 13,4 per cento al di sotto della media degli anni 2008/10 e del 12,2 per cento al di sotto del valore 2010.

Per quanto concerne l’orticoltura, dopo un’annata soddisfacente, quest’anno il valore della produzione dovrebbe diminuire rispetto a quello del 2010. Dato il clima primaverile bello e secco, l’offerta sul mercato ha raggiunto livelli elevati molto presto con una conseguente pressione sui prezzi. A fine maggio e a giugno l’emergenza EHEC ha causato ulteriori problemi nello smercio di cetrioli, insalata e pomodori. Rispetto alla media del triennio precedente, il valore delle produzione orticola perde soltanto lo 0,7 per cento, ma potrebbe scendere del 4 per cento rispetto al 2010.

Per quanto riguarda l’ortoflorovivaismo a titolo professionale, nel 2011 è attesa una crescita contenuta del valore della produzione rispetto al 2010. Ad avere un effetto positivo sulla situazione potrebbe essere un’ulteriore espansione della coltivazione di alberi di Natale; negativo, invece, sarebbe l’effetto del franco forte che determina una pressione sui prezzi di fiori e piante ornamentali. Secondo le stime, nel 2011 il valore della produzione subirà un calo dello 0,9 rispetto alla media triennale, mantenendosi comunque al di sopra del valore dell’anno precedente (+0,4 %).

Per quanto riguarda le patate, si prospetta una buona annata e i raccolti, dopo la flessione del 2010, dovrebbero raggiungere il livello del 2009. A frenare il calo in atto da diversi anni contribuisce la lieve estensione delle superfici coltivate. I prezzi alla produzione potrebbero essere inferiori ai livelli dell’anno scorso. Si stima che nel 2011 il valore della produzione sarà del 3,4 per cento inferiore alla media triennale 2008/10, ma dell’1,7 per cento superiore al valore del 2010.

Nel 2011 si attende un aumento delle rese di mele e pere rispetto al 2010. I prezzi, invece, dovrebbero scendere. Ciò considerato, si stima che il valore della frutta fresca segnerà un aumento del 10,3 per cento rispetto al 2010 e del 5,7 per cento rispetto alla media triennale 2008/10. Per quanto riguarda l’uva per il consumo allo stato fresco e la vinificazione al di fuori del primario, per il 2011 si stima una crescita, accompagnata da una certa stabilità dei prezzi, rispetto al 2010. Questa voce potrebbe dunque registrare un

38 1.1 Economia

aumento del 6,2 per cento. La frutta fresca e l’uva compongono la voce «frutta». Nel 2011 si prevede quindi un aumento del 3,3 per cento rispetto alla media del periodo 2008/10 e del 10,6 per cento rispetto al 2010.

Il valore della produzione di vino si fonda parzialmente sulle variazioni delle scorte del biennio precedente, che sono state qualitativamente molto buone, e ciò ha consentito di mantenere in gran parte il livello dei prezzi nonostante la pressione delle importazioni. Inoltre, rispetto al 2010 si attende una lieve crescita dei raccolti di uva. Il valore della produzione di vino nel 2011 potrebbe aggirarsi sul livello della media triennale 2008/10 con un aumento del 2,1 per cento rispetto all’anno precedente.

Per il 2011 si stima che la produzione animale (4,787 mia. fr.) subirà un calo del 6,6 per cento rispetto alla media del triennio precedente e dello 0,1 per cento rispetto al 2010. Il valore della produzione di bovini dovrebbe segnare un aumento del 3 per cento rispetto all’anno scorso. Il valore della produzione di suini è destinato a subire un’ulteriore diminuzione nel 2011, dopo il massiccio calo segnato nel 2010. Ciò è riconducibile al crollo dei prezzi in seguito all’aumento della produzione. Il valore della produzione di pollame, invece, dovrebbe segnare un nuovo aumento. Anche il valore relativo agli ovini dovrebbe crescere, seppur moderatamente. Il mercato lattiero versa ancora in una situazione critica. Le scorte di burro sono elevate e l’esportazione di formaggio risente del franco forte. Ciononostante, nel 2011 fino ad agosto il prezzo medio del latte ha segnato un lieve aumento rispetto all’anno scorso. Per questo motivo si stima che il valore della produzione 2011 potrà mantenere il livello del 2010. In base alle stime, il valore della produzione di uova dovrebbe aggirarsi sui livelli dell’anno scorso, mentre i prezzi alla produzione potrebbero subire un leggero calo. In pratica, il valore della produzione non dovrebbe subire variazioni di rilievo rispetto al 2010.

Stando alle stime, nel 2011 la produzione di prestazioni di servizio nell’agricoltura (659 mio. fr.) segnerà un aumento dell’1,3 per cento rispetto alla media del triennio precedente e dello 0,6 per cento rispetto all’anno precedente. Il valore della produzione delle prestazioni di servizio nell’agricoltura, che comprendono, in particolare, i lavori a pagamento per terzi (p. es. semina e raccolto), è aumentato costantemente negli ultimi anni e ciò indica una crescente specializzazione dei processi produttivi agricoli.

Per il 2011 il valore delle attività accessorie non agricole non separabili (364 mio. fr.) dovrebbe aumentare del 6,3 per cento rispetto alla media triennale 2008/10 e del 6,7 per cento rispetto all’anno precedente. In questa voce rientrano attività quali la trasformazione di frutta da sidro, carne o latte in fattoria o servizi quali la manutenzione dei bordi inerbiti delle strade e la cura del paesaggio, il servizio di pensione per animali (equini) e le offerte di pernottamento per i turisti («dormi nella paglia»).

Nel 2011 le uscite per i consumi intermedi dovrebbero ammontare a 6,470 miliardi di franchi, segnando un calo del 2 per cento rispetto alla media triennale 2008/10. Nessuna variazione, invece, dovrebbe registrarsi rispetto all’anno precedente. Si prevede un calo generalizzato delle uscite per gli alimenti per animali rispetto al 2010. Il valore degli alimenti per animali acquistati è destinato ad aumentare dati il maggior utilizzo e il rincaro dei prezzi. A ciò si contrappone un marcato calo dei valori della produzione di alimenti per animali propri dell’azienda. Dopo l’aumento record nel 2008 e il calo nel 2009, dal 2010 i prezzi dei prodotti petroliferi sono nuovamente aumentati tanto che le uscite per energia e lubrificanti sono cresciute del 5,2 rispetto al triennio 2008/10 e dell’8,8 rispetto all’anno precedente. Un’evoluzione analoga si osserva anche per i concimi. Dopo il drastico rincaro del 2008, nel biennio successivo i prezzi sono diminuiti prima di riprendere a salire nel 2011. Quest’anno le uscite per i concimi dovrebbero segnare un aumento del 5,5 per cento rispetto al 2010. I costi per le sementi e il materiale di moltiplicazione sono diminuiti del 4,7 per cento rispetto alla media triennale e ciò è riconducibile al ribasso dei prezzi e a un minor impiego. Si prevede che, in concomitanza con l’aumento degli effettivi di animali, si registrerà un elevato fabbisogno di prestazioni veterinarie e medicinali e che questi costi non subiranno variazioni di rilievo. Le uscite per la manutenzione di macchine e attrezzature e quelle per la manutenzione di impianti agricoli dovrebbero diminuire rispettivamente dello 0,6 e del 2 per cento rispetto al triennio 2008/10. Al contrario si prevede che le uscite per altri beni e servizi nel 2011 segneranno un aumento dell’1,7 per cento rispetto alla media del triennio precedente riconducibile essenzialmente ai maggiori costi idrici legati al clima primaverile particolarmente secco.

Per quanto concerne il valore aggiunto netto ai prezzi di fabbricazione (3,781 mia. fr.), si stima una diminuzione dell’8,4 per cento rispetto alla media del triennio 2008/10.

39 1.1 Economia

Nel 2011 gli ammortamenti (2,129 mia. fr.) dovrebbero diminuire del 6,1 per cento rispetto alla media del triennio precedente e del 4,6 per cento rispetto al 2010. Il calo degli ammortamenti rispetto all’anno scorso è in gran parte riconducibile a un adeguamento metodologico deciso già in precedenza. Questa situazione particolare si ripercuote anche sull’ammontare del reddito da impresa netto.

Le imposte sulla produzione (171 mio. fr.) potrebbero diminuire del 17,1 per cento rispetto al triennio 2008/10 e del 13,9 rispetto al 2010. Ciò è riconducibile principalmente all’aumento dei tassi dell’imposta sul valore aggiunto dal 1° gennaio 2011. Le imposte sulla produzione contemplano le altre imposte sulla produzione (imposte su veicoli, tassa sul bollo nonché tasse fondiarie) e la sottocompensazione dell’imposta sul valore aggiunto.

Gli altri contributi (2,915 mia. fr.) comprendono tutti i pagamenti diretti, gli interessi calcolati per mutui pubblici esenti da interessi (crediti d’investimento, aiuti per la conduzione aziendale) e gli altri contributi correnti erogati da Cantoni e Comuni. Non sono contemplati, invece, i contributi ai prodotti già considerati nel valore della produzione ai prezzi di fabbricazione (p. es. contributi di coltivazione e supplementi per il foraggiamento senza insilati in ambito lattiero). Nel 2011 gli altri contributi dovrebbero aumentare del 4,5 per cento rispetto alla media del triennio precedente e dell’1,4 rispetto al 2010.

Per il 2011 si stima che il costo della manodopera toccherà quota 1,257 miliardi di franchi, restando circa sugli stessi valori della media triennale 2008/10 e del 2010. La diminuzione del numero di lavoratori nel settore primario (–1,9 % rispetto al 2008/10 in unità di lavoro annuali) dovrebbe essere compensata dall’aumento dei costi salariali (compr. contributi sociali del datore di lavoro).

I canoni d’affitto da pagare (203 mio. fr.), stagnanti da anni, nel 2011 rimangono praticamente allo stesso livello (+0,1 %) rispetto alla media del triennio 2008/10. Gli interessi da pagare (232 mio. fr.) dovrebbero diminuire del 6 per cento rispetto alla media del triennio precedente. Tale calo è dovuto soprattutto alla riduzione dei tassi ipotecari. Questa voce resta comunque praticamente invariata rispetto all’anno scorso.

Il reddito da impresa netto viene stimato a 2,715 miliardi di franchi, il che equivale a una diminuzione del 3,5 per cento rispetto alla media del triennio 2008/10. Rispetto all’anno scorso, si stima una flessione di 74 milioni di franchi (+2,8 %). Senza l’effetto particolare correlato agli ammortamenti il reddito settoriale sarebbe comunque più basso e di poco superiore a quello dell’anno scorso.

40 1.1 Economia

1.1.4 Situazione economica delle singole aziende

La valutazione della situazione economica delle aziende si fonda sui risultati della Centrale analisi di Agroscope Reckenholz-Tänikon ART. Non soltanto i diversi dati concernenti il reddito, bensì, ad esempio, anche gli indicatori sulla stabilità finanziaria forniscono informazioni importanti in merito alla situazione economica delle aziende. Gli indicatori figurano dettagliatamente nella tabella in allegato.

Terminologia e metodi Pagina A59 41 1.1 Economia

1.1.4.1 Reddito e profitto del lavoro

n Calo del reddito agricolo nel 2010

Andamento dei redditi delle aziende agricole: media di tutte le regioni

Nel 2010 la prestazione lorda è rimasta praticamente costante rispetto alla media degli anni 2007/09 (–0,3 %). Il calo rispetto al 2009 è stato pari al 2,1 per cento. Ciò è riconducibile essenzialmente al ribasso dei prezzi alla produzione nei settori della produzione animale e vegetale nonché alle condizioni meteo poco favorevoli per alcune colture. I pagamenti diretti, invece, sono aumentati (+3,4 %).

Nel 2010 i costi di terzi sono stati del 3,2 per cento superiori alla media del triennio 2007/09, restando pressoché invariati rispetto all’anno precedente (–0,2 %). Le spese specifiche nel settore della produzione vegetale sono diminuite (–4,4 %) a seguito del ribasso dei prezzi dei concimi. Anche quelle nel settore della produzione animale hanno segnato una flessione (–1,6 %), principalmente riconducibile al calo dei costi per l’acquisto di animali. Si è registrato un aumento degli ammortamenti per macchine ed edifici (risp. +2,3 e 2,5 %), mentre gli interessi passivi sono ulteriormente diminuiti (–5,5 %) a causa del calo dei tassi d’interesse.

Il reddito agricolo è il risultato della differenza fra prestazione lorda e costi di terzi. Esso indennizza, da un lato, il lavoro della manodopera famigliare e, dall’altro, il capitale proprio investito nell’azienda. Nel 2010 si è registrato un valore del 10,8 per cento inferiore alla media del triennio 2007/09 e dell’8,5 al di sotto del livello dell’anno precedente.

Il reddito extraagricolo è aumentato rispetto alla media del triennio scorso (+7,0 %), ma ha segnato soltanto una lieve crescita rispetto al 2009 (+0,4 %).

La variazione del reddito agricolo ed extraagricolo determina un calo del reddito globale del 5,7 per cento rispetto agli anni 2007/09 e del 5,8 per cento rispetto al 2009.

Nel 2010, rispetto agli anni 2007/09, il reddito agricolo ha segnato un calo nella regione di pianura e in quella collinare pari, rispettivamente, al 13,2 e all’8,8 per cento. Nella regione di montagna la flessione è stata pari al 6,9 per cento. Il reddito extraagricolo è aumentato dello 0,9 per cento nella regione di pianura, del 10,9 per cento in quella collinare e del 13,7 per cento in quella di montagna. Il reddito globale è quindi diminuito nella regione di pianura del 9,7 per cento e in quella collinare del 2,8 per cento, mentre è rimasto praticamente invariato nella regione di montagna (+0,1 %).

42 1.1 Economia
fr. per azienda
0 10 000 20 000 30 000 40 000 50 000 100 000 90 000 80 000 70 000 60 000 2000 / 02 2007 2008 2009 Reddito extraagricolo Reddito agricolo 18 806 56 203 1.29 ULAF 23 417 61 143 1.24 24 131 64 147 1.23 26 204 60 305 1.22 2010 26 308 55 182 1.22 Unità di lavoro annuale della famiglia
Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART Tabelle 17–26 Pagine A16–A26

Reddito delle aziende agricole, per regioni

Nel 2010 la quota di pagamenti diretti rispetto alla prestazione lorda è stata del 18,2 per cento nella regione di pianura, del 25,2 per cento in quella collinare e del 39,3 per cento in quella di montagna. Per tutte e tre le regioni si osserva, pertanto, un lieve incremento.

La situazione relativa al reddito presenta differenze ragguardevoli a seconda del tipo di azienda (11 indirizzi di produzione).

Reddito delle aziende agricole secondo i tipi di azienda – 2008/10

43 1.1 Economia
Tabelle 17–20 Pagine A16–A19
Reddito per regione Unità 2000/02 2007 2008 2009 2010 2007/09–2010 % Regione di pianura Superficie agricola utile ha 20,01 21,22 21,63 21,66 22,17 3,1 Unità di lavoro della famiglia ULAF 1,25 1,17 1,18 1,17 1,16 –1,1 Reddito agricolo fr. 67 865 72 834 78 570 72 074 64 627 –13,2 Reddito extraagricolo fr. 17 197 22 961 24 877 26 565 25 016 0,9 Reddito globale fr. 85 061 95 795 103 447 98 639 89 643 –9,7 Regione collinare Superficie agricola utile ha 17,96 19,29 19,24 19,55 19,71 1,8 Unità di lavoro della famiglia ULAF 1,26 1,23 1,20 1,21 1,21 –0,3 Reddito agricolo fr. 50 826 55 520 58 809 55 379 51 567 –8,8 Reddito extraagricolo fr. 20 580 23 804 24 221 27 049 27 748 10,9 Reddito globale fr. 71 406 79 324 83 030 82 428 79 314 –2,8 Regione di montagna Superficie agricola utile ha 18,68 19,81 19,70 20,23 20,55 3,2 Unità di lavoro della famiglia ULAF 1,37 1,34 1,34 1,33 1,33 –0,5 Reddito agricolo fr. 41 789 47 046 45 663 45 258 42 804 –6,9 Reddito extraagricolo fr. 19 725 23 801 22 806 24 711 27 032 13,7 Reddito globale fr. 61 514 70 848 68 469 69 969 69 837 0,1
Agroscope Reckenholz-Tänikon ART
Fonte:
Tipo di azienda Superficie Unità di lavoro Reddito Reddito Reddito agricola utile della famiglia agricolo extraagricolo globale ha ULAF fr. fr. fr. Media di tutte le aziende 20,73 1,22 59 878 25 548 85 426 Campicoltura 25,51 0,92 65 292 31 064 96 356 Colture speciali 13,28 1,26 86 818 24 026 110 844 Latte commerciale 21,05 1,32 56 166 21 931 78 097 Vacche madri 20,12 1,1 41 250 36 981 78 231 Altro bestiame bovino 17,64 1,23 33 056 27 933 60 989 Equini/ovini/caprini 12,99 1,06 26 216 36 452 62 668 Trasformazione 11,71 1,11 70 336 32 624 102 960 Aziende combinate, latte commerciale/campicoltura 28,83 1,27 74 402 19 030 93 432 Aziende combinate, vacche madri 24,93 1,15 49 930 33 684 83 614 Aziende combinate, trasformazione 21,64 1,28 84 690 21 941 106 631 Aziende combinate, altre 22,89 1,23 61 545 24 732 86 277
Agroscope Reckenholz-Tänikon ART Tabelle 21a–21b Pagine A20–A21
Fonte:

Nella media degli anni 2008/10 le aziende attive nei settori «Colture speciali» e «Aziende combinate» (trasformazione, latte commerciale/campicoltura) hanno realizzato il reddito agricolo più elevato. Queste aziende, assieme alle aziende del tipo «Campicoltura» e «Trasformazione», hanno ottenuto anche il reddito globale più alto. Il reddito agricolo e il reddito globale più bassi sono stati rilevati nelle aziende dei tipi «Equini/ovini/caprini» e «Altro bestiame bovino». Le aziende specializzate del tipo «Latte commerciale» hanno fatto segnare valori intermedi. I loro risultati inerenti a tutte le categorie di reddito si sono attestati al di sotto della media.

n Calo del profitto del lavoro 2010 rispetto al 2007/09

Il profitto del lavoro conseguito dalle aziende agricole (reddito agricolo meno interessi per il capitale proprio investito nell’azienda) remunera il lavoro della manodopera familiare non salariata. Nel 2010, il profitto del lavoro per unità di lavoro della famiglia (valore mediano) è diminuito del 3,4 per cento rispetto alla media triennale 2007/09 e del 2,6 per cento rispetto al 2009. Rispetto al 2008 il profitto del lavoro ha pertanto subito una flessione minore di quella registrata per il reddito agricolo. Ciò è riconducibile ai minori interessi sul capitale proprio (interessi più bassi delle obbligazioni della Confederazione).

Il profitto del lavoro per unità di lavoro della famiglia ha seguito un andamento diverso a seconda della regione. Mediamente esso è stato decisamente più elevato nella regione di pianura che in quella di montagna. Divari notevoli si registrano anche per quanto concerne i quartili. Nel 2008/10, nella regione di pianura, il profitto medio del lavoro nel primo quartile ammonta al 16,1 per cento e nel quarto quartile al 207,9 per cento del valore medio di tutte le aziende della regione. Nella regione collinare la varianza è stata ancor più marcata (3,9 % e 203,9 %). Nella regione di montagna il profitto del lavoro nel primo quartile è stato addirittura negativo, quello del quarto quartile, invece, è stato pari al 222,7 per cento del valore medio.

Profitto del lavoro delle aziende agricole – 2008/10, per regioni e quartili

Profitto del lavoro 1 in fr. per ULAF 2

1 L’interesse del capitale proprio corrisponde al tasso d’interesse medio delle obbligazioni della Confederazione. 2008: 2,93 %; 2009: 2,22 %; 2010: 1,65 %.

2 Unità di lavoro annuale della famiglia: base 280 giorni di lavoro

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Nel 2008/10 nella regione di pianura e in quella collinare il quarto quartile delle aziende agricole ha superato mediamente il livello di salario lordo annuale della rimanente popolazione rispettivamente di 34 000 e di 11 700 franchi. Nella regione di montagna il quarto quartile ha mancato di 1 400 franchi il livello del rispettivo salario comparabile. Rispetto al periodo 2007/09 la situazione relativa del quarto quartile è migliorata in tutte le regioni.

44 1.1 Economia
Valore Valori medi mediano Regione I quartile II quartile III quartile IV quartile (0–25 %) (25–50 %) (50–75 %) (75–100 %) Regione di pianura 47 613 8 249 36 578 59 357 106 740 Regione collinare 34 949 1 487 27 319 43 845 78 022 Regione di montagna 24 001 –1 623 17 656 31 821 60 400
Tabelle 22–25 Pagine A22–A25

Salario comparabile 2008/10, per regioni

Regione

Regione di pianura

Regione collinare

Regione di montagna

1 Valore mediano dei salari lordi annui di tutte le persone impiegate nel secondario e nel terziario.

Salario comparabile 1

fr. per anno

72 729

66 330

61 810

Fonti: UST, Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Va tenuto in considerazione che le economie domestiche agricole non dispongono soltanto del profitto del lavoro per il proprio sostentamento. Il loro reddito globale, compreso quello non agricolo, è notevolmente maggiore del profitto del lavoro. Il reddito globale delle aziende della regione di montagna nel primo quartile con profitto del lavoro negativo, nel 2008/10, è ammontato a 43 000 franchi circa. Il loro sostentamento è finanziato essenzialmente attraverso il reddito extraagricolo, pari a 38 000 franchi.

1.1.4.2 Altri indicatori economico-aziendali

n Stabilità finanziaria

La quota di capitale di terzi rispetto al capitale globale indica il grado d’indebitamento dell’impresa. Se questo dato viene combinato con la formazione del capitale proprio, è possibile esprimere considerazioni in merito alla sopportabilità di un debito. Dal profilo finanziario un’azienda permanentemente confrontata con una quota elevata di capitale di terzi e una formazione del capitale proprio negativa non è in grado di sopravvivere.

Sulla base di queste considerazioni, le aziende sono state classificate in quattro gruppi con stabilità finanziaria diversa.

Classificazione delle aziende in quattro gruppi con stabilità finanziaria diversa

Aziende con …

Formazione di capitale proprio

Quota di capitale di terzi Bassa (<50 %)

… una situazione finanziaria buona positiva

… un reddito insufficiente negativa

Elevata (>50 %)

… un’autonomia finanziaria limitata

… una situazione finanziaria preoccupante

Dalla valutazione della stabilità finanziaria delle aziende scaturisce un quadro analogo per tutte le regioni. Il 39-42 per cento delle aziende ha una buona situazione finanziaria. Nel 33–40 per cento circa dei casi la situazione è considerata problematica (aziende con formazione di capitale proprio negativa). La media del triennio 2008/10 segna dunque un peggioramento rispetto al 2007/09, segnatamente nella regione di pianura, mentre in quella collinare e in quella di montagna la situazione è rimasta pressoché invariata.

45 1.1 Economia
Fonte: De Rosa

Valutazione della stabilità finanziaria 2008/10, per regioni

n Formazione di capitale proprio, investimenti e quota di capitale di terzi

Rispetto al 2007/09, nel 2010 si osserva un aumento degli investimenti effettuati dalle aziende di riferimento ART (+3,6 %) e un calo del cash flow (–2,5 %). Di conseguenza, il rapporto tra cash flow e investimenti ha segnato una diminuzione (–6,1 %). La formazione di capitale proprio (reddito globale meno consumo privato) è risultata decisamente inferiore rispetto al periodo di riferimento (–34,8 %) per il fatto che il reddito globale è diminuito mentre il consumo privato è rimasto stabile. Anche la quota di capitale di terzi si è mantenuta sul livello dell’anno prima.

Evoluzione della formazione di capitale proprio, degli investimenti e della quota di capitali di terzi

1 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti sovvenzioni e disinvestimenti

2 Rapporto fra cash flow (formazione di capitale proprio più ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell’inventario vivo) e investimenti

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

46 1.1 Economia
Quota di aziende in %
0 10 20 40 30 50 60 100 90 80 70 Regione di pianura Regione collinare Regione di montagna Situazione finanziaria preoccupante Reddito insufficiente Autonomia finanziaria limitata Situazione finanziaria buona 24 42 26 40 21 16 18 18 18 15 22 39
Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon
ART
Caratteristica 2000/02 2007 2008 2009 2010 2007/09–2010 % Formazione di capitale proprio fr. 11 787 14 627 16 746 14 941 10 069 –34,8 Investimenti 1 fr. 45 376 45 333 48 400 51 448 50 148 3,6 Rapporto cash flow – investimenti 2 % 93 100 100 97 93 –6,1 Quota di capitale di terzi % 41 45 44 44 44 –0,8

1.2 Aspetti sociali e società

Gli aspetti sociali sono una delle tre dimensioni del concetto di sostenibilità. Nel resoconto sulle conseguenze della politica agricola, gli aspetti sociali ricoprono dunque una posizione a sé stante. Di seguito vengono illustrati il reddito e il consumo delle economie domestiche agricole in base ai dati dell’Analisi centralizzata dei dati contabili di Agroscope Reckenholz-Tänikon ART. Vengono inoltre presentati i risultati della rilevazione delle forze di lavoro in Svizzera RIFOS rispetto alla restante popolazione nonché i servizi sociali nelle aziende agricole a gestione familiare.

47
1.2 Aspetti sociali e società

1.2.1 Aspetti sociali

1.2.1.1 Reddito e consumo

Reddito e consumo sono due indicatori importanti per valutare la situazione delle famiglie contadine sul piano sociale. Nella dimensione economica della sostenibilità, l’aspetto del reddito è interessante soprattutto come indicatore per appurare la produttività delle aziende. Nella dimensione sociale l’accento è posto sulla situazione reddituale delle economie domestiche agricole. Per tale motivo nell’analisi viene preso in considerazione anche il reddito extraagricolo delle famiglie contadine, analizzando sia il reddito globale che l’evoluzione del consumo privato.

n Reddito globale e consumo privato, per regione

Nel 2008/10 il reddito globale, formato dal reddito agricolo ed extraagricolo, ha registrato valori medi tra 69 400 e 97 200 franchi per economia domestica a seconda della regione: nella regione di montagna è stato rilevato un reddito globale pari al 70 per cento di quello delle economie domestiche della regione di pianura. Con un reddito extraagricolo medio compreso tra 24 800 e 26 300 franchi, le famiglie contadine hanno avuto una fonte di reddito supplementare importante, che per le economie domestiche nella regione di pianura ha rappresentato il 26 per cento del reddito globale, mentre ha costituito rispettivamente il 32 e il 36 per cento del reddito globale per le economie domestiche della regione collinare e per quelle della regione di montagna. Il reddito extraagricolo più alto, pari a 26 300 franchi, si registra per le economie domestiche della regione collinare.

Reddito globale e consumo privato, per azienda e per regione – 2008/10

La formazione del capitale proprio, ossia la parte del reddito globale non consumata, varia, a seconda della regione, tra il 12 e il 18 per cento circa del reddito globale. Il consumo privato si situa al di sopra del valore del reddito agricolo. Rispetto al volume del reddito globale, esso ha registrato i valori assoluti più elevati nelle economie domestiche della regione di pianura e quelli più bassi in quelle della regione di montagna.

Tra gli anni 2007/09 e il 2010, il reddito globale medio per economia domestica è passato da 86 400 a 81 500 franchi. Nello stesso periodo, invece, il consumo privato per economia domestica è leggermente aumentato, segnatamente di 400 franchi, attestandosi su 71 400 franchi.

In fr.
0 100 000 80 000 60 000 40 000 20 000 Regione di pianura Regione collinare Regione di montagna Consumo privato Reddito agricolo Reddito extraagricolo
Fonte: Analisi centralizzata, Agroscope Reckenholz-Tänikon ART
48 1.2 Aspetti sociali e società

n Reddito globale e consumo privato, per quartile

Reddito globale e consumo privato, per unità di consumo per quartile 1 2008/10

1 Quartile in base al profitto del lavoro per unità di lavoro della famiglia

2 Unità di consumo = membro della famiglia d’età superiore a 16 anni che partecipa al consumo annuo della famiglia

Fonte: Analisi centralizzata, Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Il reddito globale per unità di consumo delle economie domestiche del primo quartile ha raggiunto il 39 per cento di quello delle economie domestiche del quarto quartile. Per quanto concerne il consumo privato, la differenza fra il primo e il quarto quartile è decisamente più contenuta: il consumo privato delle economie domestiche del primo quartile è stato pari al 65 per cento di quello delle economie domestiche del quarto quartile.

Nel 2008/10, nelle aziende del primo quartile il reddito globale per unità di consumo non ha coperto il consumo della famiglia. La formazione del capitale proprio è stata negativa. Se tali aziende continueranno ad attingere alla loro sostanza per lungo tempo, presto o tardi dovranno cessare l’attività. Negli altri quartili il consumo privato è stato inferiore al reddito globale: nelle aziende del secondo quartile rappresentava il 94 per cento del reddito globale, nelle aziende del terzo e quarto quartile rispettivamente l’82 e il 68 per cento.

Nel 2010 il reddito globale per unità di consumo è risultato inferiore rispetto al triennio precedente 2007/09 in tutti i quartili: nel primo di 1 400 franchi, nel secondo di 800 franchi, nel terzo di 1 300 franchi e nel quarto di 2 300 franchi. Nello stesso anno, il consumo privato per unità di consumo è aumentato rispetto alla media degli anni 2007/09 nel primo e nel terzo quartile (risp. 500 e 1 000 fr.), mentre è diminuito nel secondo e nel quarto quartile (risp. 300 e 200 fr.).

I quartile II quartile III quartile IV quartile Tutte le aziende Reddito globale per UC 2 (fr.) 15 414 20 361 27 060 39 888 25 652 Consumo privato per UC (fr.) 17 717 19 052 22 100 27 072 21 474
49 1.2 Aspetti sociali e società

1.2.1.2 Formazione e lavoro

La formazione professionale e il lavoro sono componenti importanti nella vita di un individuo e ne determinano la situazione sociale. Nell’ambito del resoconto sugli aspetti sociali nell’agricoltura, questi elementi costituiscono dunque uno dei temi principali oggetto di rilevamento periodico sulla base di indagini rappresentative.

n Rilevazione delle forze di lavoro in Svizzera quale fondamento

La rilevazione delle forze di lavoro in Svizzera (RIFOS), effettuata annualmente dal 1991 dall’Ufficio federale di statistica, descrive la struttura e lo sviluppo della popolazione attiva e delle condizioni occupazionali in Svizzera. Vengono rilevati dati concernenti le condizioni di lavoro, la situazione dell’economia domestica e quella abitativa. Nell’ambito della rilevazione viene contattata telefonicamente una persona in qualità di rappresentante dell’economia domestica. Dal 1991 al 2009 l’indagine è stata condotta una volta l’anno nel secondo trimestre; dal 2010, invece, viene effettuata costantemente nell’arco dell’intero anno. Le persone interpellate vengono selezionate a caso dall’elenco telefonico (fino al 2001: 16 000 persone, dal 2002 al 2009: 35 000, dal 2010: 105 000). L’insieme di base di riferimento della RIFOS è rappresentato dalla popolazione residente di età superiore a 15 anni. Sulla base dell’esito di tale indagine sono estrapolati dati per l’intera popolazione.

I risultati importanti per il resoconto sugli aspetti sociali nell’agricoltura sono elencati nelle seguenti sezioni «Situazione dell’economia domestica e abitativa» e «Formazione professionale e situazione lavorativa». Le cifre corrispondono ai dati annuali della RIFOS 2010. Viene confrontata la situazione delle cinque categorie di lavoratori di seguito elencate:

– contadini (533 uomini e 259 donne);

– lavoratori indipendenti nell’artigianato/industria (1 108 uomini e 185 donne);

– altri lavoratori indipendenti (2 001 uomini e 2 140 donne);

– lavoratori dipendenti nell’agricoltura (93 uomini e 53 donne);

– altri lavoratori dipendenti (16 123 uomini e 16 220 donne).

Per lavoratori s’intende chi, nella settimana di riferimento, ha svolto un lavoro retribuito per almeno un’ora o chi, in qualità di membro della famiglia, ha lavorato gratuitamente nell’azienda familiare.

Nel Rapporto agricolo 2002, sono stati pubblicati per la prima volta i risultati della valutazione speciale della RIFOS 2001. Nell’edizione 2007, sono stati pubblicati quelli relativi al 2006, distinguendo, per quanto concerne la formazione e il lavoro, tra uomini e donne, com’è il caso, per quanto possibile, nell’attuale edizione 2011. Le variazioni e gli sviluppi riscontrati fra il 2001, il 2006 e il 2010 sono puntualmente menzionati nel testo.

50 1.2
Aspetti sociali e società

n Situazione dell’economia domestica e abitativa

In questa sezione vengono illustrati i dati relativi agli indicatori «età delle persone attive», «numero di persone nell’economia domestica», «condizioni di proprietà».

Età delle persone attive

Contadini Lavoratori ind. nell'artigianato/ industria

Altri lavoratori indipendenti Lavoratori dip. nell'agricoltura

I dati relativi alla categoria «contadini» indicano che il 14 per cento degli ultra 65enni è ancora attivo contro il 10 per cento degli altri gruppi dei lavoratori indipendenti. La percentuale dei lavoratori indipendenti della fascia d’età 15–39 anni è inferiore a quella dei lavoratori dipendenti. Rispetto al 2001, sia nel 2006 sia nel 2010, nella categoria «contadini» si osserva un calo della percentuale dei lavoratori di età compresa tra 15 e 39 anni (2001: 34 %, 2006: 30 %, 2010: 24 %).

100 20 40 0 60 80 In %
Fonte: UST (RIFOS 2010, dati annuali)
39 anni 40 – 64 anni 65 + anni
Altri lavoratori dipendenti 15 –
51 1.2 Aspetti sociali e società

Numero di persone nell'economia domestica

Contadini Lavoratori ind. nell'artigianato/ industria

Altri lavoratori indipendenti

Lavoratori dip. nell'agricoltura

Altri lavoratori dipendenti

1 persona

2 persone

3–4 persone

5+ persone

Fonte: UST (RIFOS 2010, dati annuali)

Quasi il 30 per cento dei contadini vive in economie domestiche composte da 5 o più persone. Questo aspetto è in netto contrasto con la situazione relativa alle altre categorie di lavoratori (lavoratori dipendenti nell’agricoltura esclusi), dove la percentuale si aggira attorno al 10 per cento. D’altro canto, solo il 6 per cento dei contadini vive in un’economia domestica formata da una singola persona, mentre per gli altri gruppi la percentuale sale al 15 per cento.

Condizioni di proprietà

Contadini Lavoratori ind. nell'artigianato/ industria Altri lavoratori indipendenti Lavoratori dip. nell'agricoltura Altri lavoratori dipendenti

Fonte: UST (RIFOS 2010, dati annuali)

Per quanto concerne le condizioni di proprietà, emerge che più dell’80 per cento dei contadini è proprietario o comproprietario. Il 60 per cento degli altri gruppi di lavoratori indipendenti è proprietario, mentre fra i lavoratori dipendenti tale percentuale ammonta al 40 per cento circa.

n Formazione professionale e situazione lavorativa

Nelle pagine seguenti vengono illustrati i dati relativi agli indicatori «titolo di studi», «frequenza di corsi di perfezionamento», «ore di lavoro settimanali», «lavoro nel fine settimana» e «giorni di ferie». Laddove possibile, viene operata una distinzione fra i dati che riguardano gli uomini e quelli concernenti le donne.

52 1.2 Aspetti sociali e società
100 20 40 0 60 80 In %
100 20 40 0 60 80 In %
(Com) proprietario di casa / appartamento Locatario / affittuario / inquilino

Contadini

Lavoratori ind. nell'artigianato/ industria

Altri lavoratori indipendenti

Lavoratori dip. nell'agricoltura

Altri lavoratori dipendenti

Livello secondario I

Livello secondario II

Livello terziario

Livello secondario I: scuola dell'obbligo (nove anni)

Livello secondario II: formazione di base professionale con o senza maturità professionale; scuola media per la formazione generale e professionale (scuole specializzate, scuole di commercio); liceo

Livello terziario: formazione professionale superiore (esami fed. professionali ed esami professionali superiori nonché scuole specializzate superiori) e scuole superiori (università, scuole universitarie professionali)

Per quanto riguarda il grado di formazione, spicca in particolare la quota di lavoratori indipendenti uomini con un diploma universitario o di scuola universitaria professionale (più del 30 %). Nel gruppo «contadini» la percentuale più elevata, invece, riguarda il livello secondario II (p.es. fine tirocinio). Ammonta al 20 per cento la quota delle contadine interpellate che si sono fermate alla scuola dell’obbligo. In linea generale, per quanto riguarda il più alto titolo di studio conseguito resta evidente una differenza tra sessi. Da questi dati emerge infatti che gli uomini possono vantare un grado di formazione più alto delle donne.

Frequenza di corsi di perfezionamento (nelle ultime quattro settimane)

Uomini

Donne

Uomini

Donne

Uomini

Donne

Uomini

Donne

Uomini

Donne

Nessun corso

Almeno un corso

Contadini

Lavoratori ind. nell'artigianato/ industria

Altri lavoratori indipendenti

Lavoratori dip. nell'agricoltura

Altri lavoratori dipendenti

Fonte: UST (RIFOS 2010, dati annuali)

Per «corsi di perfezionamento» s’intendono esclusivamente le varie forme di perfezionamento professionale. Per quanto concerne i lavoratori indipendenti di sesso maschile, i risultati parlano chiaro: il 10–15 per cento ha frequentato almeno un corso. Questa percentuale non supera il 3 per cento tra le contadine interpellate, mentre oltre il 15 per cento delle altre lavoratrici dipendenti ha investito nel proprio perfezionamento professionale durante il periodo di riferimento. Non è possibile effettuare un confronto con gli anni precedenti, siccome il periodo di riferimento è cambiato.

53 1.2 Aspetti sociali e società
Titolo di studi
100 20 40 0 60 80 In %
Fonte: UST (RIFOS 2010, dati annuali)
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini Donne
Donne
Donne
Donne Uomini Donne
100 20 40 0 60 80 In %

Uomini Donne Uomini Donne Uomini Donne Uomini Donne Uomini

Donne

1 – 19 20 – 39 40 – 49 50 +

1 orario di lavoro normalmente svolto in ore settimanali

Contadini

Lavoratori ind. nell'artigianato/ industria

Altri lavoratori indipendenti

Lavoratori dip. nell'agricoltura

Altri lavoratori dipendenti

Nelle ore di lavoro settimanali vengono considerate esclusivamente quelle dedicate all’attività lucrativa (fonte principale di reddito). I lavori domestici non entrano in linea di conto in quanto la RIFOS contempla soltanto il lavoro remunerato. Il totale delle ore di lavoro è alto nel caso degli uomini del gruppo «contadini». Quasi il 70 per cento di essi infatti lavora generalmente più di 50 ore alla settimana; tra i lavoratori indipendenti di sesso maschile, invece, questa percentuale si aggira attorno al 40 per cento. Anche in questo caso, i dati evidenziano una grande differenza fra uomini e donne: in generale gli uomini lavorano più delle donne, anche se spesso ciò è riconducibile al fatto che più frequentemente esse svolgono attività a tempo parziale. Se si tenesse conto anche dei lavori domestici e di assistenza, la percentuale di donne che lavorano più di 50 ore la settimana subirebbe un sensibile aumento. Nel 2010, la percentuale degli uomini del gruppo «contadini» che lavoravano più di 50 ore alla settimana è rimasta praticamente stabile rispetto al 2006, ma è cresciuta rispetto al 2001. Allora, infatti, la percentuale di coloro che accumulavano più di 50 ore alla settimana si attestava attorno al 60 per cento. Per quanto riguarda le contadine, invece, non si osservano variazioni di rilievo tra il 2001 e il 2010.

Lavoro nel fine settimana

Uomini

Donne

Uomini

Donne

Uomini

Donne

Uomini

Donne

Uomini

Donne

Mai

Talvolta il sabato

Contadini

Lavoratori ind. nell'artigianato/ industria

Altri lavoratori indipendenti

Lavoratori dip. nell'agricoltura

Altri lavoratori dipendenti

Ore di lavoro
1
settimanali
100 20 40 0 60 80 In %
Fonte: UST (RIFOS 2010, dati annuali)
100 20 40 0 60 80 In %
Fonte: UST (RIFOS 2010, dati annuali)
54 1.2 Aspetti sociali e società
o la domenica Normalmente il sabato o la domenica Normalmente il sabato e la domenica

Nella categoria «contadini», il 2 per cento degli uomini e il 9 per cento delle donne dichiara di non lavorare mai durante il fine settimana. Per quanto concerne le altre due categorie di indipendenti, tale percentuale varia tra il 36 (uomini) e il 38 (donne) per cento per i lavoratori del settore artigianato e industria e tra il 26 (uomini) e il 46 (donne) per cento per gli altri lavoratori indipendenti. Quasi il 70 per cento dei contadini e il 60 per cento delle contadine ammettono di lavorare spesso anche al sabato e alla domenica.

Giorni di ferie

Contadini

Lavoratori ind. nell'artigianato/ industria

Altri lavoratori indipendenti

Lavoratori dip. nell'agricoltura

Altri lavoratori dipendenti

Per semplificare il conteggio dei giorni di ferie, vengono presi in considerazione solo i dati relativi ai lavoratori a tempo pieno. Non è stato possibile operare una distinzione tra uomini e donne. Il gruppo «contadini» gode mediamente di 8 giorni di ferie all’anno e si colloca quindi all’ultimo posto della classifica. La cifra sale a 20 e 22 giorni rispettivamente per i lavoratori indipendenti del settore artigianato e industria e per gli altri lavoratori indipendenti. Gli altri lavoratori dipendenti dispongono, in media, di 23 giorni di ferie l’anno. Contrariamente agli altri lavoratori indipendenti, i contadini, segnatamente quelli che possiedono bestiame da reddito, non possono semplicemente chiudere temporaneamente l’azienda. Tra il 2001 e il 2010, la media di giorni di ferie di cui fruiscono i contadini è passata da 6 a 8 giorni.

5 10 0 15 20 Media dei giorni di ferie
Fonte: UST (RIFOS 2010, dati annuali)
25
55 1.2 Aspetti sociali e società

n Conclusioni

Come già evidenziato in passato, le differenze più marcate fra i contadini e i gruppi di confronto riguardano i giorni di ferie e il lavoro nel fine settimana. Nel 2010, i primi hanno fatto in media solo 8 giorni di ferie, mentre i lavoratori delle altre categorie 20 o più. I contadini che dichiarano di non lavorare mai durante il fine settimana sono solo il 2 per cento (uomini) e il 9 per cento (donne); per quanto riguarda le altre categorie, invece, tali valori sono decisamente superiori. Degno di nota è pure il divario fra il totale delle ore di lavoro settimanali. Nel 2010, quasi il 70 per cento dei contadini lavorava generalmente più di 50 ore alla settimana. Tra gli altri lavoratori indipendenti di sesso maschile, invece, questa percentuale si aggira attorno al 40 per cento. Nel 2001, era il 60 per cento circa dei contadini interpellati a lavorare generalmente più di 50 ore alla settimana, nel 2006, invece il 72 per cento. Per quanto riguarda le contadine la ripartizione delle ore di lavoro è rimasta pressoché stabile. Dai dati relativi al tempo di lavoro e alla formazione emergono, in generale, differenze fra i sessi: le donne interpellate lavorano più spesso a tempo parziale e possiedono titoli di studio inferiori rispetto agli uomini.

56 1.2 Aspetti sociali e società

1.2.2 Società

1.2.2.1 Servizi sociali nell’agricoltura svizzera

Per servizi sociali nelle aziende agricole a conduzione familiare si intendono tutte le offerte di assistenza, cura, educazione e formazione fornite dalle economie domestiche agricole. Si tratta, in particolare, delle seguenti offerte:

– abitazione e lavoro con assistenza per i disabili;

– assistenza familiare per bambini e adolescenti;

– time-out e soggiorni temporanei a motivazione pedagogica per adolescenti;

– assistenza e cura per anziani;

– riabilitazione e potenziamento delle proprie risorse, ad esempio dopo una dipendenza;

– scuola e pedagogia sperimentale in fattoria.

Queste offerte hanno una valenza particolare in quanto danno modo di entrare in contatto con flora e fauna, di vivere seguendo il ritmo delle stagioni e della giornata e di partecipare (a seconda delle proprie forze e capacità) a svariati lavori. Le attività agricole sono dettate dalle stagioni, strutturano il giorno e soddisfano i bisogni primari dell’uomo. L’agricoltura offre la possibilità a persone affette da limitazioni delle capacità cognitive o psichiche di prendere parte a un lavoro appagante. I processi educativi in un’azienda agricola possono essere trasmessi in maniera chiara e messi subito in pratica. Laddove siano disponibili le necessarie competenze o possano essere organizzate, possono venir presi in considerazione anche collocamenti in famiglie affilianti in ambito agricolo. Infatti, una struttura familiare agricola, se intatta, offre anche la possibilità di sopperire alle esigenze di bambini e adolescenti con alle spalle situazioni sociali particolari nel quadro di collocamenti in famiglie affilianti a breve o a lungo termine. Un aspetto tipico dei servizi di assistenza nell’agricoltura svizzera è che, nella maggior parte dei casi, questi vengono forniti in collaborazione con esperti di organizzazioni intermediarie o di sostegno (cosiddette organizzazioni di rete, OR), che offrono assistenza dal profilo socio-pedagogico seppur vi sia una notevole differenza a livello di qualità e intensità dell’assistenza. Queste OR sostengono le famiglie agricole nelle attività di assistenza, ad esempio mediante corsi introduttivi e di perfezionamento o per la gestione delle emergenze.

I servizi sociali nell’agricoltura rientrano nel concetto di «Green Care». In sé questo termine racchiude diverse attività che ricorrono ad aspetti della natura per la promozione del benessere, della qualità della vita, della salute e anche per l’assistenza e la terapia. Quali esempi si possono citare l’ippoterapia per i disabili o l’ortoterapia.

n Servizi sociali nell’agricoltura in Europa

I servizi sociali nell’agricoltura, attualmente, suscitano un crescente interesse. Sono diffusi in molti Paesi, sotto svariati nomi: in Germania, ad esempio, si parla di «Soziale Landwirtschaft», nei Paesi Bassi di «Groene Zorg» e in Gran Bretagna di «Social Farming» o «Care Farming». Nel 2005 è stata fondata la Comunità di Pratiche europea «Farming for Health» (http://www.farmingforhealth.org), che organizza regolarmente incontri su questo tema. Nell’ambito della promozione della ricerca europea, è stata sostenuta la COSTAction 866, finalizzata a incentivare lo scambio di conoscenze scientifiche sul tema dell’agricoltura sociale in relazione al miglioramento della salute umana e della qualità della vita (http://www.umb.no/greencare). Nel sesto programma quadro dell’UE per la ricerca e lo sviluppo tecnologico, è stato promosso il progetto «Social Services in Multifunctional Farms (SoFar)». Si trattava di un progetto che interessava più nazioni, incentrato sui punti di forza e di debolezza dell’agricoltura sociale nei vari contesti nazionali, in base ai quali sono state tratte le conclusioni per lo sviluppo di una strategia nei Paesi presi in esame. Il progetto è durato dal 2006 al 2009 (http://www.sofar-d.de).

57 1.2 Aspetti sociali e società

n Servizi sociali nell’agricoltura in Svizzera – Risultati di un sondaggio

In Svizzera, i servizi sociali offerti dalle aziende agricole non vengono rilevati in maniera sistematica ed esaustiva. Mancano, quindi, informazioni complete sulla loro diffusione e valenza nell’agricoltura.

La Stazione di ricerca Agroscope Reckenholz-Tänikon ART, nel quadro del programma di lavoro 2008–2011, ha effettuato un sondaggio per rilevare dove e come vengono forniti servizi sociali nell’agricoltura in Svizzera. Nel complesso, ART ha rilevato 536 aziende che forniscono servizi sociali tramite notifica diretta delle organizzazioni di rete, cui se ne sono aggiunte 15 individuate da altre fonti. A queste 551 aziende è stato sottoposto un questionario sul tema dei servizi sociali nell’agricoltura. I questionari compilati e rispediti sono stati 202, pari a una quota di adesione del 37 per cento.

Le aziende sono state classificate in base a 5 tipi di servizi sociali come riportato nella tabella seguente

Nove

potuto essere classificate in nessuna categoria. La classificazione dipende molto dalle OR rilevate. Le aziende con attività di «scuola in fattoria» non sono state ricercate in maniera attiva, siccome queste attività spesso non danno alcuna prospettiva occupazionale.

In media un’azienda familiare fornisce servizi sociali da più di nove anni. Gli assistiti, negli ultimi 12 mesi prima del sondaggio, erano per tre quarti di sesso maschile e per un quarto di sesso femminile. In oltre il 90 per cento dei casi vengono assistite una o due persone, in prevalenza soltanto una. I principali gruppi target sono i bambini e gli adolescenti con un trascorso sociale difficile e i disabili. Sono offerti, comunque, anche programmi di riabilitazione per adulti con dipendenze e time-out per adolescenti.

n Maggiore diversificazione nelle aziende che offrono servizi sociali

La struttura aziendale delle 202 aziende con servizi sociali è stata comparata con i dati del sondaggio complementare sulla rilevazione delle strutture agricole dell’UST (2005).

Nel complesso, le 202 aziende prese in esame gestivano all’incirca la stessa quantità di superficie agricola utile di quelle di riferimento. Al contrario è risultata maggiore la quota di colture speciali. Inoltre, il 25 per cento di esse produce secondo i principi dell’agricoltura biologica contro il 10 per cento delle aziende di riferimento.

Dal confronto emerge chiaramente che le aziende con servizi sociali si dedicano più frequentemente alla vendita diretta, alla lavorazione o alla trasformazione del legno e all’agriturismo. In queste aziende, inoltre, si delinea una maggiore differenziazione dell’attività. Nel campione aleatorio dell’UST è maggiore il numero dei gestori e/o dei rispettivi partner che si dedicano a un’attività extraaziendale (55 %). Nelle aziende con servizi sociali la percentuale ammonta «soltanto» al 39 per cento.

58 1.2 Aspetti sociali e società
Assistenza familiare per bambini e adolescenti 85 Assistenza disabili 59 Riabilitazione e potenziamento delle risorse a seguito di una malattia 32 Scuola e pedagogia sperimentale in fattoria 14 Cura di anziani 3 Totale 193 1
1 aziende non hanno

n Elevato dispendio di tempo per i servizi di assistenza

Gli interpellati dedicano in media 27 ore alla settimana ai servizi di assistenza. Il valore mediano ammonta a 17 ore. Ciò significa che la metà degli interpellati impiega non più di 17 ore. La media, decisamente più alta, è data da una minoranza di persone il cui dispendio di tempo supera di gran lunga le 27 ore. Oltre ai diretti interpellati, nell’assistenza sono coinvolte altre figure, in primo luogo il partner o altre persone. Nel complesso, per i servizi di assistenza vengono impiegate mediamente 48 ore, con un valore mediano di 30 ore.

L’assistenza è fornita da contadini e contadine. Queste ultime svolgono il 60 per cento circa del lavoro. In quasi il 90 per cento dei casi, l’assistenza è garantita 24 ore su 24 e nel 70 per cento dei casi 7 giorni su 7. Il 50 per cento circa degli assistiti rimane in fattoria per più di un anno, ma ciò dipende fortemente dalla forma assistenziale.

Dispendio di tempo settimanale per servizi sociali

59 1.2 Aspetti sociali e società Diversificazione
Aziende con Campione UFS servizi sociali in % in % Diversificazione Vendita diretta 34 23 Lavorazione e trasformazione del legno 25 3 Agriturismo 19 7 Lavori contrattuali 21 19 Trasformazione 18 17 Produzione di energia rinnovabile 3 4 Artigianato 1 3 Altro 13 5 Attività extraaziendale (gestore e/o partner) 39 55
e attività extraaziendali
Fonte dei dati UST: Sondaggio complementare sulla rilevazione delle strutture agricole, UST 2005, N=10 693
Valore medio Valore mediano in ore in ore Persona interpellata 26,8 17,0 Partner 17,3 10,0 Altri membri della famiglia e dell’economia domestica 2,9 0,0 Impiegati 0,7 0,0 Altre persone 0,3 0,0 Totale 48,1 30,0

n Aspetti economici

Due terzi delle aziende interpellate tengono una contabilità dei servizi sociali forniti. Le indicazioni delle aziende del sondaggio concernenti i costi e i ricavi correlati ai servizi sociali variano fortemente e non tutti gli interpellati hanno accettato di rispondere a queste domande. Le cifre di seguito riportate vanno quindi interpretate con la dovuta cautela.

Servizi di assistenza all’anno e ricavo annuo

Dai dati emerge una contrapposizione tra un numero considerevole di giorni di assistenza e un ricavo netto relativamente modesto. È tuttavia difficile, in relazione all’onere dell’assistenza, fare una differenza tra tempo effettivo di assistenza e presenza necessaria. Nelle economie domestiche interpellate il ricavo netto dei servizi sociali, in media, rappresenta a malapena un quarto delle entrate totali. A questa ultima domanda hanno risposto, però, soltanto 79 interpellati su 202.

Unità Valore medio Valore mediano Giorni con servizi di assistenza Giorni 262 300 Ricavo lordo annuo fr. 27 371 20 000 Ricavo netto annuo fr. 14 194 10 040
60 1.2 Aspetti sociali e società

n Effetti positivi e negativi dei servizi sociali

I contadini considerano in maniera prevalentemente positiva il loro rapporto con gli assistiti. L’affermazione nel questionario «Ho un buon rapporto con lui/lei» è stata valutata in maniera assai positiva. Piuttosto critiche le valutazioni riguardo all’affermazione «Mi dà molto». Gli interpellati ritengono, inoltre, che l’assistito sia ben integrato nella famiglia.

Nel sondaggio si è cercato altresì di scoprire quali effetti ha, nelle famiglie contadine, la prestazione di servizi sociali. È stato chiesto se il lavoro in fattoria è diventato più interessante, se è aumentata la soddisfazione nei confronti del lavoro e se l’orario di lavoro ha potuto essere ottimizzato. Nel complesso, la valutazione è stata moderatamente positiva. Parallelamente, tuttavia, gli interpellati confessano che l’onere è cresciuto. Nello specifico è stato chiesto se si è verificato piuttosto un aumento del carico di lavoro, di quello psichico o dei conflitti all’interno della famiglia. In media è stato parzialmente rilevato un incremento degli oneri. Le indicazioni più frequenti si riferiscono a un maggior carico di lavoro.

n Assistenza da parte di organizzazioni di rete

Gli assistiti sono assegnati alle famiglie direttamente dalle autorità oppure attraverso organizzazioni di rete. Un quarto degli interpellati afferma di aver avuto contatti con le autorità o i servizi sociali nei 12 mesi precedenti il sondaggio; oltre il 90 per cento indica, tuttavia, di aver avuto contatto anche con l’organizzazione di rete nello stesso arco di tempo. Se il contatto con le organizzazioni di rete è valutato generalmente in maniera positiva, la collaborazione con le autorità, invece, suscita alcune critiche. Anche il lavoro degli esperti delle organizzazioni di rete è considerato in maniera positiva.

n Servizi sociali nell’agricoltura – Risultati di workshop

L’Istituto per l’ambiente e le risorse naturali (IUNR) della scuola superiore di scienze applicate di Zurigo (ZHAW), nel 2010, ha tenuto diversi workshop, in collaborazione con ART, in cui è stata effettuata un’analisi della situazione attuale per quanto riguarda i servizi sociali nell’agricoltura in Svizzera e del potenziale di miglioramento, mettendo a punto le possibilità d’intervento.

Ai tre workshop organizzati nel 2010 sono stati invitati esperti di svariati settori. Tra i partecipanti erano presenti anche agricoltori che forniscono servizi sociali, persone che si avvalgono della loro assistenza, esperti delle organizzazioni di rete e rappresentanti di associazioni e autorità. Tutti concordano sul fatto che i servizi sociali nell’agricoltura sono richiesti e che le aziende agricole hanno un potenziale per perfezionare l’offerta. Quest’ultimo potrebbe essere sfruttato meglio attraverso le seguenti misure, che servirebbero altresì a colmare le lacune esistenti.

– Migliorare la trasparenza tra tutte le parti coinvolte, ovvero esplicitare le esigenze, gli indennizzi, le regole e le competenze.

– Accrescere la comunicazione e la connessione tra tutte le persone coinvolte.

– Sviluppare e gestire una centrale di coordinamento.

– Migliorare i sistemi di assicurazione della qualità.

– Creare e sviluppare il sistema di formazione.

– Semplificare i modelli di finanziamento e sviluppare nuove forme.

61 1.2 Aspetti sociali e società

Una valenza particolare è stata attribuita all’assicurazione della qualità, alle pubbliche relazioni e alle possibilità di alleggerire l’onere di chi offre assistenza. La qualità potrebbe essere assicurata con label esistenti o ne potrebbe essere creata appositamente una per i servizi sociali nell’agricoltura. Per far sì che i servizi sociali nell’agricoltura possano essere concepiti e riconosciuti come ambito professionale nel primario svizzero bisogna potenziare l’attività di pubbliche relazioni e renderla più uniforme. Un primo passo in tale direzione è la creazione di un sito Internet apposito (cfr. www.greencare.ch). Migliorando le condizioni quadro concernenti i servizi sociali nell’agricoltura si potrebbero evitare situazioni di sovraccarico per chi fornisce assistenza, concepire indennizzi equi e stimolare una maggiore partecipazione.

n Conclusioni e prospettive

I servizi sociali nell’agricoltura possono rappresentare una strategia di diversificazione per le aziende. Oltre che le necessarie competenze, il contesto idoneo di un’azienda a conduzione familiare e il consenso di tutti i membri, un’attività di questo genere richiede una forte dedizione. L’assistenza al prossimo comporta successi ma anche insuccessi. Considerata l’attuale forma dei servizi sociali, ciò si ripercuote direttamente su un livello relazionale molto personale. Una decisione di questo tipo deve essere presa con piena cognizione di causa e pianificata con estrema cura. Ciò significa, ad esempio, reperire informazioni sulle organizzazioni di rete e verificare i loro servizi prima di concludere un contratto. Oltre alle offerte di corsi introduttivi o di perfezionamento è indispensabile anche la disponibilità di una consulenza tecnica. Se si lavora 24 ore su 24 è particolarmente utile avere modo di staccare nel finesettimana.

I servizi sociali nell’agricoltura danno modo di conseguire un reddito supplementare. Le esigenze per questo tipo di diversificazione sono tuttavia elevate e vanno posti dei paletti anche se i contadini, in linea di massima, sono in grado di fornire servizi assistenziali. Per far sì che la qualità dei servizi forniti continui a essere elevata e altre aziende intraprendano questa attività, è necessaria una serie di misure collaterali. Innanzitutto si potrebbe migliorare la trasparenza tra i partecipanti e la comunicazione verso l’esterno. Per le aziende a conduzione familiare sarebbe opportuno poter presentare al pubblico le caratteristiche della famiglia così da facilitare la ricerca del contesto ideale per l’assistito. Un’altra misura potrebbe essere sviluppare la qualità del lavoro fornito dalle organizzazioni di rete e dalle aziende a conduzione familiare, perfezionando i sistemi di assicurazione della qualità in maniera sistematica. Sarebbe inoltre auspicabile che gli operatori sociali riuscissero a promuovere ulteriormente lo sviluppo e la sicurezza dei loro servizi attraverso una loro società/piattaforma. Ciò consentirebbe loro di decidere in prima persona dell’ulteriore sviluppo dell’offerta.

62 1.2 Aspetti sociali e società

1.3 Ecologia ed etologia

1.3.1 Ecologia

Il capitolo Ecologia esordisce presentando lo sviluppo di diversi indicatori concernenti la gestione del suolo e l’uso di mezzi di produzione agricoli (cfr. capitolo 1.3.1.1) e conclude toccando per la terza volta dopo il 2003 e il 2007, in base al ciclo quadriennale, i temi clima, energia e aria.

L’agricoltura è complice dei cambiamenti climatici, ma ne paga anche le conseguenze: da un lato, esercita un influsso diretto sull’evolversi della concentrazione dei gas a effetto serra (GES) nell’atmosfera liberando tali gas o immagazzinando carbonio, dall’altro, subisce le notevoli ripercussioni dei cambiamenti climatici sulle condizioni di produzione agricola. La strategia sul clima per l’agricoltura mette in luce tali correlazioni e indica gli ambiti rilevanti in termini di protezione del clima e adattamento ai cambiamenti climatici. Il capitolo 1.3.1.2 Clima è dedicato alla strategia sul clima e riporta informazioni di base su determinati aspetti della stessa.

Nel capitolo 1.3.1.3 Energia si analizzano più in dettaglio il fabbisogno energetico dell’agricoltura e la produzione di energia rinnovabile nello stesso settore.

Il capitolo 1.3.1.4 Aria è dedicato all’importanza della fuliggine da diesel e dei cattivi odori legati all’agricoltura.

63 1.3 Ecologia ed etologia

1.3.1.1 Uso della superficie e mezzi di produzione

Andamento della quota di superficie gestita in modo rispettoso dell'ambiente

Fonte: UFAG

1 Senza alberi da frutto ad alto fusto nei campi; prima del 1999 soltanto per superfici di compensazione ecologica

Fonte: UFAG

In % della SAU Gestione rispettosa dell'ambiente1 Quota bio
1 1993–1998: PI + bio; dal 1999: PER 0 100 90 70 80 60 50 40 30 20 10 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Superfici di compensazione ecologica computabili 1 In 1 000 ha Regione di montagna Regione di pianura
0 140 120 100 80 60 40 20 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Andamento dell'effettivo di animali In 1 000 UB G 1 Altri Suini Bovini Fonte:
1 UBG: unità di bestiame grosso 0 1 600 1 400 1 000 1 200 800 600 400 200 1990 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 64 1.3 Ecologia ed etologia
UST

Andamento delle vendite di prodotti fitosanitari

Fino al 2005 i dati sulle vendite di prodotti fitosanitari si basavano su quelli forniti dalle aziende affiliate alla Società svizzera dell'industria chimica. Dal 2006 sono disponibili dati relativi a tutte le aziende che vendono prodotti fitosanitari. Tal valori non sono direttamente comparabili con quelli contenuti nelle statistiche fino al 2005.

Fonti: Società svizzera dell'industria chimica, UFAG

In 1 000 t Azoto (N) Fosfato (P2O5) Fonte:
0 80 70 60 50 40 30 20 10 199092 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010
Andamento del consumo di concimi minerali
USC/Agricura
In 1 000 t Cereali da foraggio CH Panelli di semi oleosi CH Altro CH
Alimenti importati per animali
0 2 000 1 750 1 500 1 250 1 000 750 500 250 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 (provv.) 199092
Andamento del consumo di alimenti concentrati per animali
Trasformazione di alimenti importati per animali 1
Fonte: USC 1 Scarti delle materie prime agricole (p.es. semi oleosi, orzo da birra)
In t di principio attivo Insetticidi Rodenticidi Regolatori della crescita Fungicidi Erbicidi
0 2 500 2 000 1 500 1 000 500 1990 91 92 93 94 95 96 97 98 99 2000 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 Vendite di prodotti fitosanitari delle ditte SSIC
65 1.3 Ecologia ed etologia

1.3.1.2 Clima

n Strategia sul clima per l’agricoltura

Il mutamento delle condizioni climatiche è una delle maggiori sfide di questo secolo a livello mondiale. L’aumento delle temperature e la variazione delle precipitazioni si ripercuotono su condizioni meteorologiche, crescita dei vegetali, bilancio idrico delle regioni, diffusione geografica delle specie, salute umana e molto altro causando cambiamenti nella produzione di derrate alimentari e di energia, nelle strutture d’insediamento e in diversi settori economici come, ad esempio, il turismo. Per limitare il riscaldamento terrestre e danni irreversibili agli ecosistemi, la società e la politica, oltre che l’economia e la tecnologia, sono chiamate a sviluppare nuovi approcci. Di nuove idee e impegno c’è bisogno anche in vista dell’adeguamento alle nuove condizioni di vita.

Negoziati internazionali per un accordo incisivo

Con la firma della Convenzione quadro dell’ONU sulla protezione del clima (UNFCCC), nel 1992, la Svizzera si è impegnata a fornire il proprio contributo alla stabilizzazione delle concentrazioni di GES. Onde concretizzare le misure di protezione del clima della UNFCCC, in occasione del Vertice mondiale sul clima del 1997, è stato licenziato il Protocollo di Kyoto, con il quale i 192 Stati contraenti concordano le tempistiche e la portata della riduzione delle emissioni di GES.

Il Protocollo di Kyoto prevede che le parti intavolino tempestivamente negoziati su obiettivi di riduzione più ambiziosi. Durante la Conferenza sul clima del 2010, la Comunità internazionale ha riconosciuto l’obiettivo di mantenere l’aumento globale della temperatura al di sotto della soglia critica di 2° C. A tal fine, dovranno essere intrapresi sforzi di riduzione incisivi a livello mondiale. Fino alla fine del XXI secolo, a seconda della crescita demografica, per anno e persona verranno emesse da 1 a 1,5 tonnellate di anidride carbonica equivalente (CO2eq). Entro la metà del secolo, le emissioni di GES dovranno essere ridotte di almeno la metà rispetto al 1990 il che, secondo il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC), per gli Stati industrializzati significa un taglio al livello di emissioni dell’85–95 per cento. Anche i Paesi in via di sviluppo, però, dovranno fornire un sostanziale contributo.

La produzione agricola contribuisce alle emissioni globali nella misura del 14 per cento circa, ma se si aggiungono quelle provenienti dall’utilizzo di carburanti fossili per la gestione agricola, dalla fabbricazione di prodotti agrochimici e dalla conversione di superfici, tale quota è ben superiore, raggiungendo valori tra il 17 il 32 per cento. Nei prossimi cicli di negoziati internazionali, quindi, la produzione agricola sarà un tema importante. Dovrà essere lanciato un programma di lavoro che tratta nello specifico le sfide e le opportunità dell’agricoltura nel campo della riduzione delle emissioni di GES. Inoltre, verrà probabilmente ripreso il dibattito sull’eventualità di rendere obbligatoria l’indicazione delle emissioni riconducibili all’uso del suolo a scopi agricoli e forestali. La Svizzera si impegna per una riduzione delle emissioni agricole a condizione che siano garantite la sostenibilità e la sicurezza alimentare.

66 1.3 Ecologia ed etologia

Reimpostazione della politica nazionale sul clima

La politica climatica svizzera si basa principalmente sulla legge sul CO2, vigente dal 1° maggio 2000, che, in sintonia con il Protocollo di Kyoto, limita le emissioni di CO2 provenienti da energie fossili per il periodo 2008–2012. Attualmente si stanno svolgendo i dibattiti parlamentari sul progetto di revisione della legge sul CO2, che prevede nuovi obiettivi e provvedimenti per la riduzione delle emissioni di GES dopo il 2012. Questo nuovo progetto include tutti i GES, compresi quelli provenienti prevalentemente dall’agricoltura, ovvero metano e protossido d’azoto. Contrariamente agli altri settori, per l’agricoltura il messaggio non prevede alcuna misura vincolante di riduzione delle emissioni, ma fa riferimento alla Strategia sul clima per l’agricoltura e alla possibile applicazione di misure nell’ambito dell’evoluzione della politica agricola. Nonostante una rapida e massiccia riduzione delle emissioni globali di GES, numerosi effetti del cambiamento climatico saranno inevitabili. È pertanto previsto che oltre alla riduzione delle emissioni di GES, la futura politica climatica svizzera contempli anche l’adattamento alle conseguenze del cambiamento climatico. Ciò interessa diversi settori e ambienti politici con numerosi punti in comune riguardanti questioni agricole, in particolare per quanto concerne l’utilizzo delle acque (acqua potabile, produzione di energia, irrigazione), lo spazio necessario (protezione contro le piene, biodiversità, basi di produzione agricole) o il monitoraggio (accertamento precoce di organismi nocivi). A livello federale, attualmente, è in fase d’elaborazione una strategia d’adattamento che dovrebbe illustrare possibilità di sfruttamento delle sinergie e soluzioni ai conflitti d’obiettivo.

La Strategia sul clima per l’agricoltura fissa i punti cardine

Per fornire un quadro globale delle correlazioni tra clima e agricoltura, individuare tempestivamente sfide e opportunità future e impostare provvedimenti mirati, l’UFAG ha elaborato, in stretta collaborazione con l’Amministrazione (Confederazione, Cantoni), la ricerca, la consulenza e le associazioni una strategia sul clima. Quest’ultima, pubblicata a fine maggio di quest’anno, si focalizza sull’agricoltura ma, in analogia al documento di lavoro «Agricoltura e filiera alimentare 2025», prende in considerazione anche i settori a monte e a valle, compreso il consumo di derrate alimentari. Si rivolge al settore agricolo e al sistema delle conoscenze agricole (ricerca, formazione, consulenza), ma altresì agli addetti all’approntamento dei mezzi di produzione (tecnica agricola, industria chimica, coltivazione e allevamento, ecc.), ai settori a valle (commercio, trasformazione e consumo, ecc.) e ad altri importanti gruppi d’interesse.

La Strategia sul clima suggerisce alla filiera agroalimentare svizzera linee guida d’ausilio nei suoi sforzi per la riduzione delle emissioni di GES e nel processo di adattamento e fissa prescrizioni a lungo termine e punti cardini sotto forma di obiettivi principali e intermedi. Tramite un lungimirante adattamento ai cambiamenti climatici, l’agricoltura dovrebbe riuscire a incrementare a lungo termine la propria produzione e le prestazioni d’interesse generale. L’obiettivo concernente la riduzione dei GES è costituito da due elementi: nel primo le emissioni di gas dannosi per l’ambiente provenienti dall’agricoltura vanno ridotti di almeno un terzo entro il 2050; nel secondo si include l’evoluzione del modello di consumo indicando, nel settore dell’alimentazione (produzione e consumo), il traguardo di una riduzione di due terzi. L’obiettivo è certamente ambizioso, ma a lungo termine realistico. Comprende l’aspetto della sicurezza alimentare e si basa sull’obiettivo dei 2° C, perseguito dalla Comunità internazionale. La filiera agroalimentare fornisce così il suo contributo a una società sostenibile.

L’obiettivo principale si suddivide quindi in obiettivi intermedi corrispondenti agli ambiti rilevanti. Si tratta di importanti pilastri della protezione del clima e dell’adattamento ai cambiamenti climatici.

67 1.3 Ecologia ed etologia

Ambiti rilevanti per la riduzione delle emissioni dei GES e per l'adattamento ai cambiamenti climatici

Di seguito si presenta nel dettaglio una selezione degli ambiti riportati nello schema sovrastante. Dopo aver fornito una panoramica delle emissioni di GES provenienti dall’agricoltura, si presentano gli approcci per una loro riduzione nella produzione animale e nella gestione del suolo. Presentando gli effetti dei cambiamenti climatici sull’agricoltura si trattano anche temi quali la durata del ciclo vegetativo (idoneità al luogo) e la siccità.

Riduzione e adattamento Gestione del suolo Gestione dei concimi Produzione animale Utilizzo di energia Produzione di energia
Trasformazione, commercio, consumo,
Emissioni di gas serra Effetti
cambiamenti climatici Agricoltura e settori a monte Settori a valle Agricoltura e settori a monte Settori a valle
Fonte: UFAG
Siccità Forti precipitazioni Idoneità del luogo Stress da caldo Organismi nocivi Volatilità dei prezzi
smaltimento
dei
68 1.3 Ecologia ed etologia

Emissioni di GES di origine agricola

Metano e protossido d’azoto: i principali GES provenienti dall’agricoltura

Come prescritto dalla Convenzione sul clima, le emissioni di GES vengono registrate nell’inventario nazionale dei gas serra, attraverso metodi standardizzati. Secondo detto inventario, nel 2009 l’agricoltura svizzera ha emesso 5,6 milioni di tonnellate di CO2eq, ovvero un buon 10 per cento delle emissioni totali del Paese. I trasporti con il 30 per cento circa, nonché l’industria e le economie domestiche con, ognuna, il 20 per certo circa toccano valori superiori. Rispetto alla maggior parte dei settori economici, quindi, l’agricoltura produce una quota bassa di emissioni di CO2 fossile, ma è la maggiore produttrice di emissioni di metano e protossido d’azoto. Derivano dall’agricoltura, infatti, quasi l’85 per cento delle emissioni di metano e l’80 per cento di quelle di protossido d’azoto.

Le emissioni di metano (CH4) sono prodotte dalla digestione degli animali da reddito (soprattutto i ruminanti), oltre che dalla gestione dei concimi aziendali, che contribuisce anche alle emissioni di protossido d’azoto. Queste ultime (N2O), dirette e indirette, provengono anche dalla gestione di terreni agricoli, in particolare dalla concimazione con prodotti azotati. All’origine delle emissioni indirette di N2O sono anche le perdite di azoto sotto forma di ossido di azoto, nitrato e ammoniaca.

Vi sono anche altre emissioni di GES correlate all’agricoltura. Quelle sotto forma di anidride carbonica (CO 2), prodotte durante la combustione di carburanti e combustibili fossili, vengono inserite, in base alle prescrizioni della Convenzione sul clima, nel bilancio del settore «Energia». Nel 2009, includendo la silvicoltura, in Svizzera si sono calcolate emissioni pari a 0,6 milioni di tonnellate di CO2. Il CO2 viene anche assorbito o liberato dai terreni agricoli, sotto l’influenza dell’utilizzo dei terreni (lavorazione del suolo, concimazione, avvicendamento delle colture) e delle modifiche di utilizzo. Le rispettive emissioni sono catalogate come «land use, land use change and forestry» (LULUCF; emissioni di GES derivanti da uso delle terre, cambiamento di uso delle terre e silvicoltura). Nel 2009 le emissioni nette della Svizzera sono state pari a 0,8 milioni di tonnellate di CO2

Statistiche dell'inventario nazionale svizzero delle emissioni di gas serra provenienti dall'agricoltura, in base al gas e alla categoria, nel 2009

Superficie inerbita Utilizzo della superficie (LULUCF)

coltiva

N2O 0,6 0,3

CO2 0,3 0,4 0,6 2,1 2,5

Impiego di energia fossile

Fonte: UFAM

69 1.3 Ecologia ed etologia

n
In mio. t CO 2 eq
0 1 3 2 4 7 6 5
CH4 Superficie
Produzione agricola Utilizzo di energia Gestione del suolo Gestione Concimi aziendali Digestione degli animali da reddito
Il calcolo del bilancio nell’inventario viene effettuato dal punto di vista della produzione e secondo il principio di territorialità, il che significa che le emissioni sono poste a carico della fonte diretta e sono considerate solo le emissioni provenienti dalla Svizzera. Per esprimere considerazioni esaustive, tuttavia, è necessario includere anche le emissioni grigie, collegate alla fabbricazione e preparazione di prodotti intermedi (p.es. concimi), o il saldo tra esportazioni e importazioni (p.es. per gli alimenti per animali).

Vanno poi considerate le notevoli emissioni provenienti dai settori a valle della produzione agricola, ossia trasformazione, commercio, consumo e smaltimento, tutte collegate all’alimentazione. Per il consumo di generi alimentari, nello specifico, è importante anche la statistica su importazione ed esportazione. Secondo uno studio dell’UFAM (2011), la domanda finale di generi alimentari in Svizzera causa emissioni per circa 5,8 milioni di tonnellate di CO2eq all’interno del Paese e per altri 8,6 milioni di tonnellate di CO2eq all’estero. In base a tali considerazioni dal punto di vista del consumo, quindi, le emissioni di GES provocate dall’alimentazione sono riconducibili, per il 17 per cento dei circa 90 milioni totali di tonnellate di CO2eq, alla domanda finale interna.

Le emissioni di GES provenienti dall’agricoltura svizzera stanno, in generale, diminuendo

Tra il 1990 e il 2009, le emissioni di metano e protossido d’azoto provenienti dall’agricoltura si sono ridotte dell’8 per cento circa. Tale calo, avvenuto soprattutto prima del 2003, è riconducibile principalmente alla diminuzione degli effettivi di bovini e al minore impiego di concimi minerali azotati. Tra il 2004 e il 2008 si è registrato un leggero aumento, a causa del parallelo sviluppo del numero di bovini. Nel 2009 i valori sono nuovamente diminuiti rispetto all’anno precedente.

Evoluzione delle emissioni di GES, degli effettivi di bovini e dell'impiego di concimi in Svizzera

Differenza di emissioni risultante dal confronto internazionale

Dal confronto tra i diversi Paesi OCSE emergono notevoli differenze per quanto concerne le quote di emissioni provenienti dall’agricoltura (emissioni di CO2 dovute al consumo di energia e alle modifiche di utilizzo del suolo escluse). Nel 2008, ad esempio, in Nuova Zelanda la quota di emissioni provenienti dall’agricoltura è stata di oltre il 45 per cento rispetto a quelle totali, mentre in Giappone del 2 per cento. La Svizzera con un valore del 10 per cento circa, si situa nella media.

70 1.3 Ecologia ed etologia
Indice (199 0 = 100)
Emissioni totali Svizzera Metano agricoltura Protossido d'azoto agricoltura Obiettivo Kyoto (emissioni totali) Effettivo di bovini Impiego di concimi minerali 65 105 100 95 85 90 75 70 80 1990 91 92 93 94 95 96 97 98 99 2000 01 02 03 04 05 06 07 08 09
Fonte: UFAM

Fonte: United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC)

Dall’ecobilancio di aziende agricole non emerge alcun conflitto di obiettivi di base tra la protezione del clima e la redditività

Per valutare il potenziale di emissione di GES e gli altri possibili effetti ambientali delle aziende agricole svizzere, nel 2004 l’UFAG ha dato il via a un progetto sulla valutazione centralizzata degli ecobilanci delle aziende agricole (Hersener et al., 2011). Questo analizzava l’azienda agricola, ponendo quale limite del sistema le rispettive «porte». Per tutte le aziende, oltre a una serie di dati ecologici era disponibile anche una cospicua quantità di dati economici provenienti dai risultati dell’analisi centralizzata dei dati contabili. Nella scelta delle aziende sono stati considerati diversi tipi di azienda, forme di produzione (PER, bio) e regioni (di pianura, collinare, di montagna). In totale, nel 2008 sono stati valutati i dati di 105 aziende. Gli ecobilanci di queste ultime sono stati calcolati con il metodo SALCA, adeguato da Agroscope ART all’agricoltura svizzera. Di seguito si tratteranno i risultati di un solo effetto sull’ambiente, ovvero il «potenziale di emissione di GES» delle aziende dedite alla produzione di latte commerciale; per effettuare una valutazione esaustiva di un sistema, però, si dovrebbero considerare anche le altre conseguenze ambientali.

Dallo studio è emerso che la produzione di un chilogrammo di latte (uno dei prodotti più importanti dell’agricoltura svizzera) emette, in media, 1,3 chilogrammi di CO2eq. In questo calcolo sono considerate anche le emissioni provenienti dalla coltivazione e dall’acquisto di foraggio grezzo e alimenti concentrati, nonché dall’allevamento degli animali giovani. Tra il latte bio e quello proveniente dalle aziende PER non vi sono differenze significative in quanto a potenziale di emissione. Le aziende che producono un’elevata quantità di latte presentavano, tendenzialmente, un potenziale al chilo inferiore a quelle che ne producevano meno, considerato che il potenziale di emissione di base di un animale si distribuiva su una maggiore quantità di latte.

Non si è riscontrato un conflitto di obiettivi di base tra il profitto del lavoro e la protezione del clima: dall’analisi di tutto il campione non è risultata alcuna correlazione tra il successo economico, misurato tramite il profitto del lavoro per unità di lavoro della famiglia, e il potenziale di emissione di GES.

71 1.3 Ecologia ed etologia
Quota delle emissioni di GES rispetto alle emissioni totali in alcuni Paesi OCSE – 2008
50 10 20 0 30 40 In %
Giappone Germania Italia Austria Francia Svizzera Australia Nuova Zelanda USA

Il potenziale di emissione di GES delle aziende analizzate presentava elevata variabilità, anche all’interno dello stesso tipo di azienda. I motivi di questi risultati più o meno positivi sono numerosi ed è quindi impossibile dare raccomandazioni di validità generale. Per identificare l’effettivo potenziale di ottimizzazione, si dovrebbero analizzare singolarmente tutte le aziende.

Correlazione tra il potenziale di emissione di GES e il profitto del lavoro per unità di lavoro della famiglia nelle aziende con produzione di latte commerciale Potenziale di effetto serra in kg di CO 2 eq per ha di SAU
Hersener et al., 2011 2 000 0 20 000 18 000 16 000 14 000 10 000 12 000 4 000 8 000 6 000 –25 000 0 25 000 50 000 75 000 100 000 BIO PER BIO PER Potenziale di effetto serra in kg di CO 2 eq per MJ di energia dig. 0,2 0 1,4 1,2 1,0 0,8 0,6 0,4 –25 000 0 25 000 50 000 75 000 100 000 Profitto del lavoro in fr. per unità di lavoro della famiglia Profitto del lavoro in fr. per unità di lavoro della famiglia
Fonte:
72 1.3 Ecologia ed etologia

Riduzione dei GES

Gli additivi naturali nei foraggi riducono le emissioni di metano dei ruminanti

Una quota considerevole delle emissioni agricole di GES proviene dal metano che si sviluppa negli stomaci dei ruminanti in fase di digestione. In un esperimento del PFZ, che si svolge su un arco di tempo di diversi anni, attualmente si testa, in diversi sistemi di allevamento di ruminanti, il potenziale di formazione di metano di diverse razioni tipiche della Svizzera e di piante foraggere coltivabili sul territorio nazionale. Nello stesso ambito, si valuta altresì il potenziale di riduzione di metano degli additivi naturali nei foraggi. I dati concernenti le emissioni di metano degli animali vengono rilevati in camere di respirazione nella stazione di ricerca del PFZ di Chamau. Nelle camere si quantificano gli scambi gassosi totali (CO2, O2 e CH4) degli animali e si rilevano, al contempo, il consumo e la valorizzazione del cibo, nonché la produzione di latte e la resa all’ingrasso. In tal modo, si garantisce che le strategie testate per la riduzione di metano non si ottengano sulla base di una cattiva valorizzazione del foraggio o solo con una minore produzione. Contrariamente alle aspettative, il potenziale di formazione di metano dell’ingrasso con insilato d’erba è risultato solo poco più elevato di quello con insilato di mais. Tra gli additivi testati risulta particolarmente promettente l’aggiunta di estratti di tannini provenienti dalla corteccia di un tipo di acacia (prodotto naturale in commercio). Rispetto a una razione priva di tale additivo, infatti, per i torelli da ingrasso si è potuta ottenere una riduzione di metano fino al 36 per cento. L’aggiunta di altri additivi naturali, quali l’aglio, la maca e i lupini, invece, non ha generato alcuna riduzione significativa delle emissioni di metano.

L’estratto di tannino aggiunto ha ridotto notevolmente le emissioni di metano anche dopo un foraggiamento di circa 11 mesi. Non si deve quindi temere alcun adattamento dei microbi ruminali a questo ingrediente. Nell’utilizzo di tannini non ci si deve neanche preoccupare di emissioni più elevate di metano provenienti dai liquami, poiché queste erano paragonabili a quelle provenienti dai liquami degli animali a cui non erano stati somministrati additivi. Tra le piante contenenti un’elevata quantità di tannini si annoverano, oltre a certe specie di acacia, anche la ginestrina e la lupinella. La coltivazione e la somministrazione di queste piante foraggere ed estratti potrebbe quindi rappresentare un’interessante soluzione, per quanto la loro efficacia come riduttori delle emissioni di metano non è ancora comprovata.

Approcci globali di riduzione delle emissioni nel sistema di detenzione degli animali

Nell’agricoltura biologica, per ridurre le emissioni di GES provenienti dall’allevamento bovino, si prediligono approcci che tengono conto di aspetti ecologici, socio-economici e di etica degli animali. Nella produzione lattiera si mira ad allevare vacche foraggiate in maniera congrua, precocemente feconde, sane e longeve, che possano distribuire il loro livello base di GES su un’elevata produttività di latte e carne su tutto l’arco della vita e generino, quindi, un basso potenziale di GES per chilogrammo di prodotto.

Nel progetto «Pro Q» dell’Istituto di ricerche dell’agricoltura biologica (IRAB) è stata esaminata la produzione di latte delle vacche in base al numero di lattazioni, constatando che raggiunge il massimo solo dopo 4–5 lattazioni. Una vacca da latte svizzera, tuttavia, è oggi in media produttiva solo per 3,3 lattazioni. Se queste si portassero a 4,3, il tasso di rimonta potrebbe essere ridotto dall’attuale 30 a 23 per cento. Tale strategia potrebbe risultare vincente per ridurre le emissioni di GES legate alla produzione nella detenzione di bovini. Dopo due anni di assistenza nell’ambito del progetto, presso le aziende biologiche che vi hanno partecipato si è potuta prolungare significativamente la durata di utilizzo da 3,3 a 3,5 lattazioni (Ivemeyer et al., 2008).

Negli ultimi 25 anni, in Svizzera, la produzione media di latte per vacca è aumentata di quasi il 70 per cento grazie ai considerevoli risultati ottenuti nella selezione e a un foraggiamento più intensivo (più alimenti concentrati nella razione) anche nell’agricoltura biologica. Nell’ambito del progetto IRAB «Feed no Food», si sta al momento esaminando se si può diminuire la quota di tali alimenti nella razione senza che ne risentano la salute degli animali e gli odierni parametri di produzione delle vacche. Questo approccio è interessante poiché consente di evitare la concorrenza tra gli animali e l’uomo per quanto concerne i cereali a elevato contenuto calorico.

n
73 1.3 Ecologia ed etologia

Su una direttrice simile si muovono anche le considerazioni sulla strategia «pascolo integrale» della Scuola universitaria svizzera di agronomia (SUSA) e sul latte da erba dell’IP Suisse, che puntano innanzitutto all’utilizzo della base foraggiera svizzera di prati e pascoli. In primo piano vi sono la riduzione dei costi e una qualità del latte riconosciuta dai consumatori, che si distingua dal latte di massa sottoposto alla pressione dei prezzi. Una strategia a basso input coerentemente seguita potrebbe, accanto agli altri aspetti della sostenibilità, rappresentare anche per il clima un’alternativa promettente a una strategia a elevata produttività basata sugli alimenti concentrati.

Il suolo quale fonte e serbatoio di carbonio

Generalmente, i suoli costituiscono un importante serbatoio di humus e, quindi, di carbonio, correlato all’utilizzo umano e al clima. Storicamente, la maggior parte dei suoli ha perso humus tramite le bonifiche e ha rilasciato, di conseguenza, CO2 nell’atmosfera. Anche la gestione attuale dei suoli influenza i cicli delle sostanze e i tenori di humus. I suoli utilizzati, di conseguenza, rappresentano potenziali fonti o serbatoi di CO2 atmosferico.

Gestione delle zone palustri – Una cospicua fonte agricola di CO2, riportata anche nell’inventario nazionale dei gas serra, è costituita dalle ex torbiere alte e basse prosciugate della Svizzera. In particolare, le correzioni dei corsi d’acqua del Giura e la conseguente gestione intensiva delle superfici nel Seeland hanno indotto una riduzione della superficie di contatto tramite il consumo di torba e gli affossamenti, processi ancora in atto. Questo consumo di torba causato dall’ossidazione della sostanza organica del suolo (humus) continua fino a raggiungere il livello dell’acqua. Nel Seeland, dalla prima evacuazione delle acque del 1 864 sono andate perse tra 350 e 770 tonnellate di carbonio per ettaro, sprigionando ogni anno tra le 9 e le 20 tonnellate di CO2 nell’atmosfera (Leifeld et al., 2011). Effetti di tale portata si riscontrano anche nelle torbiere alte prosciugate delle Prealpi le cui perdite, finora, ammontano a 120 fino a 650 tonnellate di carbonio per ettaro (434 – 2 351 t CO2). Con tali quantità di emissioni, le ex zone palustri, ora prosciugate, rientrano tra le fonti principali di emissioni di GES nelle zone utilizzate a scopo agricolo. Volendo evitare che queste zone continuino a emettere elevate quantità di CO 2, si dovrebbero rinaturare aumentando e regolando il livello della falda freatica. In fase di rinaturazione, inoltre, si deve tener conto che potrebbero esserci temporanee elevate emissioni di metano, che potrebbero essere contenute tramite una buona regolazione delle acque sotterranee.

Gestione della superficie inerbita – Nella gestione della superficie inerbita, i tenori di humus nel suolo sono notevolmente influenzati dall’intensità di utilizzo (concimazione, frequenza dello sfalcio). Agroscope ART ha studiato gli effetti di quest’ultima sul carbonio depositato nel suolo in un esperimento pluriennale sul campo in una zona fertile dell’Altipiano svizzero. Si sono rilevate permanentemente, sull’arco di anni di osservazioni, immissioni ed emissioni di CO2 in un prato e, con queste, si è calcolata la variazione delle riserve di carbonio presenti nel suolo. I risultati dopo 6 anni e ½ dalla semina, mostrano che un utilizzo intensivo, con 4–5 sfalci e una concimazione massiccia, per lo più organica, ha effetti migliori sullo sviluppo delle riserve di carbonio nel suolo rispetto a un utilizzo estensivo (3 sfalci) senza concimazione. Tale variazione della riserva di carbonio è stata confermata tramite la misurazione diretta del tenore di carbonio del suolo. Essa è dovuta alla maggiore formazione di biomassa sotterranea generata dall’aumentata produttività vegetale, all’immissione di materiale organico con la concimazione nel sistema intensivo e alla maggiore aerazione del terreno nel sistema estensivo. Nel bilancio dei gas serra globale però, questo effetto positivo della gestione intensiva è ridotto a causa delle emissioni di N2O provenienti dalla concimazione e di CO2 causate dai veicoli e dai macchinari utilizzati.

74 1.3 Ecologia ed etologia

Da questi risultati emerge che la variazione del bilancio di CO2, generata dall’uso del suolo e dalla sua modifica, come ad esempio il passaggio da superficie campicola a inerbita, può essere rilevante per l’evoluzione del clima. Per la protezione di quest’ultimo, l’adeguamento al sito di un utilizzo intensivo può essere più vantaggioso rispetto a un’estensivazione. Per un bilancio dei GES dell’intero sistema di produzione su superficie inerbita (latte e carne) devono essere calcolate anche le emissioni di metano dei ruminanti, che valorizzano il foraggio dei prati, altre emissioni provenienti dalla detenzione in stalla e il consumo di energia per la fabbricazione di mezzi di produzione.

Campicoltura – In campicoltura, la variazione delle riserve di carbonio nel suolo è determinata, oltre che dall’avvicendamento delle colture, soprattutto dal tipo e dalla quantità di concime e dalla gestione dei residui del raccolto. La concimazione organica riduce, in parte, il carbonio esportato dal campo e immagazzinato nel raccolto. Per l’agricoltura biologica è più importante rispetto a quella convenzionale che la maggior parte possibile degli elementi nutritivi contenuti nei concimi organici venga reintrodotta nel sistema suolo-piante. In quanto a carbonio nel suolo, tale forma di produzione presenta quindi effetti migliori rispetto a quella convenzionale che utilizza prevalentemente concimi minerali. Dai dati ricavati dall’esperimento pluriennale DOK, condotto congiuntamente da ART e IRAB, risulta tuttavia che a parità di impiego di concimi aziendali, a lungo termine non vi è alcuna differenza nelle variazioni temporali dei tenori di carbonio tra le superfici convenzionali e quelle biologiche (Leifeld et al., 2009). Il tenore di carbonio nel suolo è diminuito notevolmente tra il 1977 e il 2004 in tutte le varianti gestionali, meno nei campi trattati con solo concime organico e di più in quelli non concimati. I diversi valori di partenza del 1977 erano dovuti alla disomogeneità dei campi sperimentali e non alle varianti di gestione.

Tenori di carbonio nel suolo risultanti da cinque differenti varianti gestionali tra il 1977 e il 2004 nell'ambito dell'esperimento DOK

NOFERT campione di controllo non concimato CONMIN convenzionale, con concimi minerali BIODIN biologicamente dinamico BIOORG biologicamente organico CONMINL convenzionale, con concimi minerali e letame

75 1.3 Ecologia ed etologia 1.1.2001 1.1.2002 1.1.2003 1.1.2004 1.1.2005 1.1.2006 1.1.2007 1.1.2008
g C / m 2
Variazione cumulativa delle riserve di carbonio nella superficie inerbita di Oensingen, SO
– 600 0 – 200 – 400 400 200 800 600 1 000 1 200 Prato intensivo Prato estensivo
Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART
t C / ha, 0–20 cm 1977
2004
0 60 50 40 30 20 10 NOFERT
BIODIN
Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART
CONMIN
BIOORG CONMINL

Ridotta gestione del suolo – La gestione del suolo senza aratura è ritenuta, in generale, rispettosa del clima, poiché la biomassa delle radici, dei residui di raccolto e del concime organico resta più a lungo nel deposito di carbonio del suolo rispetto a quanto accade nella lavorazione con aratura. Inoltre, consente di risparmiare carburante. Nell’agricoltura biologica la gestione senza aratura è una sfida particolare, considerato che la lavorazione profonda del suolo serve anche a regolare le malerbe. Nell’ambito del progetto «Campicoltura e orticoltura a impatto zero sul clima» l’IRAB ha valutato in che misura è possibile effettivamente ridurre la lavorazione del suolo in agricoltura biologica e quali sono gli effetti su rendimento, tenore di carbonio nel suolo e bilancio climatico. In un esperimento prolungato sul campo a Frick (AG), in un processo di ridotta lavorazione del suolo, il terreno non è stato rivoltato ma si è semplicemente smossa la terra a una profondità di 10–15 centimetri. Con l’aiuto di un vomere estirpatore ad ampio taglio, sono state recise le radici delle malerbe; si è quindi proceduto lavorando il terreno (con presa di forza) allo scopo di preparare bene il letto di semina. Durante l’esperimento, iniziato nel 2002, tale procedura ha consentito di aumentare del 17 per cento il tenore di humus degli strati superiori del terreno (0–10 cm) nonché di stabilizzare le rese vegetali rispetto alla lavorazione con aratura e, nella media di tutti gli anni, addirittura di aumentarle del 13 per cento (Gadermaier et al., 2011). Tali risultati sono incoraggianti. Attualmente sono in corso altri esperimenti in una dozzina di aziende dell’Altipiano e della Svizzera occidentale, dai quali si dovrebbero ricavare ulteriori informazioni.

Utilizzo di carbone biologico – Una tecnica sempre ritenuta sempre più interessante a livello mondiale è l’utilizzo di carbone biologico (biochar), un prodotto della pirolisi di diversi materiali organici (legno, paglia, sfalcio verde, ecc.), simile a normale carbone di legno. Lo spunto è stato fornito dagli indigeni dell’Amazzonia che nelle tradizionali carbonaie bruciavano legna, ma anche rifiuti vegetali e animali, per farne carbone e lo utilizzavano poi come fertilizzante per i suoli a basso contenuto di sostanze nutritive. Il carbone biologico viene impiegato per migliorare il bilancio delle sostanze nutritive, la ritenzione dell’acqua, la stabilità del suolo e l’attività microbiotica, oltre che per aumentare le riserve di carbonio presenti nel suolo (sequestro C) e, di conseguenza, compensare a lungo le emissioni di CO2, visto che parti di carbone biologico possono rimanere nel terreno per più di 1 000 anni.

A seconda della coltura presente, inizialmente soprattutto in esperimenti scientifici condotti in tutto il mondo, si apportano nei suoli, in un’unica volta o a intervalli di anni, tra le 10 e le 120 tonnellate di carbone biologico. L’apporto di quest’ultimo può stimolare anche la resa delle colture campicole e in diversi studi si è già osservata una riduzione delle emissioni di GES provenienti dal terreno (N2O, CH4). Anche in analisi preliminari svolte nei laboratori di Agroscope ART si è constatato che il carbone biologico inibisce notevolmente l’emissione di N2O nei terreni svizzeri, benché non si sia ancora riusciti a chiarirne i meccanismi di base. Si tratta ora di valutare quanto il carbone biologico possa contribuire al miglioramento del bilancio dei GES e a quello del suolo in diversi luoghi e in che quantità potrebbe essere disponibile a condizioni vantaggiose e nella qualità richiesta, senza trascurare gli eventuali effetti collaterali, quali le contaminazioni.

n Effetti dei cambiamenti climatici e possibilità di adattamento

In Svizzera il clima sarà più caldo e forse anche più secco

Il riscaldamento del Paese è chiaramente dimostrato dai dati climatici di più di 100 anni di misurazioni di MeteoSvizzera. In concreto, attualmente la temperatura in Svizzera è di circa 1,5° C superiore a quella rilevata alla fine degli anni sessanta. Negli ultimi 50 anni, sono notevolmente aumentati altresì i giorni di calura (con temperature massime superiori ai 30° C) sull’Altipiano, mentre sono diminuiti quelli di gelo (con temperature sotto i 0° C).

Sulla base degli attuali modelli climatici si prevede che le temperature medie, in Svizzera, continueranno ad aumentare anche nei prossimi decenni. Considerata la lentezza del sistema climatico, è inevitabile un riscaldamento da 1,8 a 2,8° C (a seconda della stagione e del luogo) entro la metà del XXI secolo. Nella seconda metà dello stesso, il clima sarà invece determinato dall’evoluzione delle emissioni di GES. Verso la fine del XXI secolo, pertanto, l’aumento delle temperature potrebbe essere ancora più marcato (OcCC, 2007).

76 1.3 Ecologia ed etologia

Contrariamente a quanto riscontrato per le temperature, in Svizzera, la distribuzione delle precipitazioni è molto variabile per tempi e luoghi. Di conseguenza, i dati dell’osservazione di tale fenomeno non consentono di individuare una tendenza significativa delle precipitazioni medie degli ultimi decenni.

Fino al 2050 e oltre, neanche gli scenari delle precipitazioni presentano un quadro uniforme per la Svizzera: sulla base dei modelli climatici si può tendenzialmente partire dal presupposto che esse diminuiranno soprattutto in estate (OcCC, 2007).

Primavera precoce

Le condizioni climatiche influenzeranno tantissimo la crescita e lo sviluppo dei vegetali. Il fattore più incisivo è la temperatura, ma influiscono anche la lunghezza delle giornate, il raffreddamento causato dal vento (chilling) e la disponibilità idrica.

Per stabilire quando inizia la primavera, gli esperti di fenologia hanno creato lo springindex (indice di primavera), con il quale si segue l’andamento temporale dello sviluppo vegetativo confrontandolo con gli anni precedenti. Si considerano, nel calcolo, i vegetali e le fasi fenologiche tipiche della primavera, quali l’apertura delle foglie del faggio, la fioritura dell’anemone o la germogliazione del larice.

Nel 1951 MeteoSvizzera ha fondato una rete di osservazione fenologica nazionale che monitora in 80 stazioni, situate in varie regioni e altitudini, le 10 fasi dell’anno che si manifestano per prime. Per caratterizzare l’arrivo della primavera si determina lo scarto dall’inizio medio del periodo di riferimento (1961–1990).

Indice di primavera: scarto dal periodo di riferimento

Anni con inizio tardivo della primavera

Media ponderata su un quinquennio

MeteoSvizzera

Fino alla fine degli anni ottanta la primavera è giunta per lo più tardi. Negli anni successivi, fatta eccezione per il 2006, la vegetazione si è sviluppata prima del solito: l’innalzamento delle temperature e l’anticipo del periodo vegetativo a questo collegato generano, di primo acchito, vantaggi per l’agricoltura. Resta, tuttavia, ancora da capire come la primavera anticipata agisca sullo sviluppo di malattie, parassiti, malerbe, disponibilità idrica, oltre che sull’intensità, la frequenza e gli effetti delle gelate precoci.

77 1.3 Ecologia ed etologia
Numero di giorni
– 9 12 9 6 3 – 3 0 – 6 1951 1956 1961 1966 1971 1976 1981 1986 1991 1996 2001 2006
Fonte:
Anni con inizio precoce della primavera

Necessità di adattamento ai nuovi periodi di crescita

Un inizio anticipato del periodo vegetativo a causa dell’aumento delle temperature potrebbe significare, entro il 2050, un prolungamento di 15–20 giorni, a seconda della regione e dell’altitudine, del potenziale periodo di crescita degli erbai (Calanca e Holzkämper, 2010). Per effettuare una valutazione, il periodo vegetativo è stato definito come il lasso di tempo, nell’anno, in cui la temperatura media giornaliera è superiore ai 5° C, senza considerare le interruzioni di crescita dovute alla siccità.

Evoluzione della lunghezza media del periodo vegetativo di prati e pascoli sull'Altipiano svizzero

Osservazioni degli ultimi 150 anni (livellate) Proiezione per il periodo 2011–2050 (livellamento del mediano delle catene modello; linea tratteggiata: intervallo d'incertezza)

Nelle colture primaverili come il mais, in seguito all’accelerazione dello sviluppo vegetativo vi è da prevedere, per le specie e scadenze di semina oggi usuali, un accorciamento della fase di crescita. A seconda della regione, tale accorciamento potrà essere, entro il 2050, di 30 giorni. Per effettuare tali calcoli, la semina è stata fissata al 10 maggio e si è determinato il momento di maturazione sulla base della somma dei gradigiorno efficaci (1 600 gradi-giorno). Quest’ultima viene calcolata sommando tutte le temperature medie giornaliere superiori ai 6° C a partire dalla semina. Periodi di sviluppo ancora più brevi sono stati registrati nel 2003, a causa dell’estate torrida. Conseguenza diretta di tale brevità, come si è appunto constatato in diverse regioni nel 2003, è stata una riduzione del rendimento dei cereali.

Questi risultati della ricerca sulle conseguenze del clima a cura di Agroscope ART indicano che le piante coltivate reagiscono in maniera sensibile ai futuri cambiamenti climatici. La pratica agricola dovrà adeguarsi alle nuove condizioni se non vuole correre il rischio, sempre maggiore, di mancati raccolti e minore sicurezza delle rese. La priorità è da attribuire all’adeguamento dei tempi di gestione, alla scelta di specie e colture maggiormente adatte a temperature più elevate e al passaggio a un avvicendamento delle colture più appropriato ai cambiamenti climatici. La ricerca ha il compito di mettere a disposizione della pratica le basi decisionali necessarie e il relativo materiale vegetale.

78 1.3 Ecologia ed etologia
1850
Numero di giorni
180 230 220 210 200 190 250 240 270 260 280 1900 1950 2000 2050
Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Durata media del periodo di sviluppo del mais (dalla semina alla maturazione) in determinati siti in Svizzera

Clima attuale (media 1981–2010) Proiezione 2021–2050

Siccità e irrigazione: una sfida sempre maggiore

Siccità, per l’agricoltura, significa un contenuto d’acqua del suolo talmente basso da limitare la crescita e i rendimenti delle colture. Una tale situazione si crea quando l’acqua evaporata dal suolo non viene compensata da precipitazioni e diminuisce il rapporto tra l’evapotraspirazione effettiva (ET) e quella potenziale (ETp). L’evapotraspirazione potenziale rappresenta la quota massima di evaporazione possibile, in base alle condizioni meteorologiche. Il rapporto (ET/ETp) è particolarmente adatto per misurare la siccità. Se il suo valore è inferiore a 0,8, le conseguenze da prevedere per la campicoltura e la foraggicoltura sono decisamente negative. Secondo i calcoli di Agroscope ART, nella media degli anni 1980–2006, durante il periodo di vegetazione tale valore è stato inferiore a quello soglia nelle regioni occidentali, in Vallese e nelle valli dei Grigioni del Sud (Fuhrer e Jasper, 2009), ma non si è potuto individuare una tendenza di intensificazione del fenomeno. Viceversa, nello stesso periodo la lunghezza dei periodi con valori inferiori a 0,8 è aumentata nelle regioni campicole del nord-est del Paese e della Svizzera centrale, con conseguente aumento delle superfici colpite dalla siccità. Per le superfici inerbite le tendenze sono meno marcate.

Evoluzione dei periodi di siccità per le superfici coltive

79 1.3 Ecologia ed etologia
Numero di giorni
Situazione 2003
0 180 160 140 120 80 100 60 40 20
Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART Basilea Berna Payerne Sion Zurigo Magadino Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART Nessuna tendenza In aumento

Secondo i modelli climatici, la tendenza a una maggiore siccità durante i mesi estivi si dovrebbe intensificare ulteriormente a causa dell’aumento delle temperature e della diminuzione delle precipitazioni. Verso la fine del secolo scorso, ogni due anni se ne è registrato uno di estrema siccità, con precipitazioni insufficienti e un’elevata evaporazione in estate. Gli scenari dei modelli climatici per le precipitazioni, tuttavia, sono molto più incerti di quelli per la temperatura.

In futuro, aumenterà il fabbisogno idrico per l’irrigazione delle colture agricole. Secondo i calcoli di Agroscope ART, onde evitare perdite di raccolto a livello nazionale, tra il 1980 e il 2006 per le superfici coltive ci sarebbe stato bisogno, in media, di 79 milioni di metri cubi di acqua (Fuhrer, 2010). Tale calcolo non considerava le perdite causate dall’inefficienza dei sistemi d’irrigazione. Con un’efficienza media del 70 per cento, sarebbe superiore anche la quantità: secondo la statistica delle superfici 1992/97, per l’intera superficie agricola (coltiva e inerbita nonché colture speciali) il valore medio è stato di 154 milioni di metri cubi, corrispondente a circa un quarto dell’acqua utilizzata per bere.

Verso la fine di questo secolo, in condizioni come quelle dell’estate 2003, per garantire le rese potrebbe essere necessaria una quantità d’acqua notevolmente superiore, pari al quadruplo di quella media attuale. Agroscope ART ha calcolato la portata d’irrigazione necessaria per un anno secco come il 2003, l’ha analizzata territorialmente e l’ha confrontata con il fabbisogno medio del periodo 1980–2006. Dai risultati emerge che il maggiore aumento percentuale si avrà nelle zone oggi ancora poco siccitose dell’Altipiano orientale fino al lago di Costanza.

Quantità d'acqua necessaria nel 2003 rispetto alla media del periodo 1980–2006

L’aumentato fabbisogno di acqua nell’agricoltura in condizioni future di maggior calore e siccità può causare, in zone con riserve idriche limitate (soprattutto nei corsi d’acqua), una minore disponibilità e conflitti di distribuzione tra i diversi utenti (agricoltura, famiglie, industria, approvvigionamento energetico, ecologia dei corsi d’acqua, navigazione, ecc.). Aumentare l’irrigazione non è possibile neanche in zone ricche d’acqua come la Svizzera. Per utilizzare con parsimonia la questa risorsa è necessario rendere più efficienti i sistemi d’irrigazione. Potrebbero inoltre venir sfruttate le possibilità di potenziamento della capacità di ritenzione e d’immagazzinamento dell’acqua dei suoli, lavorando meno il terreno. Acquisiranno altresì importanza i metodi di produzione a risparmio idrico e le colture con un minore fabbisogno di acqua.

Differenza in % <100 100 – 200 200 – 300 300 – 400 400 – 500 >500
Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART
80 1.3 Ecologia ed etologia

n Conclusioni

L’agricoltura è chiamata in causa sia in quanto fonte di emissioni dannose per il clima, sia come vittima dei cambiamenti climatici. Diversi concetti di riduzione delle emissioni di GES presenti in agricoltura sono adatti a superare meglio gli effetti dei cambiamenti climatici e viceversa. L’approccio fondamentale, in questo, è l’utilizzo efficiente delle risorse sempre più esigue. L’impiego di sistemi adeguati al luogo, incentrati su cicli di energia e di azoto il più possibile chiusi, adempie questi requisiti. Si aggiunge un utilizzo più ampio possibile delle superfici coltivabili per l’alimentazione umana e la detenzione di bovini su terreni che non possono essere sfruttati in altro modo. D’aiuto per la produzione in condizioni climatiche mutate e per la riduzione dei gas nocivi per l’ambiente sono anche un uso parsimonioso del materiale organico e la cura dei terreni in quanto depositi di acqua e carbonio.

Essendo i cambiamenti climatici un problema globale, nell’attuazione a livello nazionale di soluzioni volte alla riduzione dei GES e all’adattamento ai cambiamenti climatici è sempre necessario considerare anche le interazioni a livello internazionale. Per tale motivo, la riduzione della produzione agricola elvetica non è, di base, la soluzione adatta per ridurre le emissioni globali di GES, poiché i prodotti richiesti dai consumatori verrebbero, in questo caso, importati dall’estero. Viceversa, sarebbe opportuno, dal punto di vista della protezione del clima, acquistare dall’estero un prodotto agricolo se, al di fuori della Svizzera, la sua produzione avviene in condizioni maggiormente rispettose del clima. Per poter comparare l’impronta climatica dei diversi prodotti e provenienze occorre condurre studi con metodi unificati a livello internazionale. Un tale presupposto è fondamentale, affinché i consumatori possano riconoscere il proprio contributo alla protezione del clima.

Nella Strategia sul clima per l’agricoltura si presentano possibili opzioni e campi d’intervento e si delinea il quadro per l’ulteriore concretizzazione e applicazione della stessa. I lavori scaturiti dalla strategia concernono il «miglioramento delle condizioni quadro», lo «sviluppo delle conoscenze di base» e il «lancio di un processo d’accompagnamento». Si tratterà, pertanto, di tener conto delle nozioni della Strategia sul clima nella valutazione degli strumenti di politica agricola, di attribuire maggiore importanza alla questione nel quadro della ricerca e di affiancare ai progetti la pratica. Per raggiungere tali ambiziosi obiettivi è necessario l’impegno di tutti gli attori della filiera alimentare.

81 1.3 Ecologia ed etologia

1.3.1.3 Energia

In questo capitolo sono presentati i progressi nell’utilizzo e nell’efficienza dell’energia in agricoltura. L’uso di energia, in agricoltura, è sia diretto (diesel o elettricità per il funzionamento delle macchine) sia indiretto.

L’energia indiretta, detta anche energia grigia, comprende il fabbisogno energetico per la fabbricazione, l’impiego e la manutenzione di mezzi di produzione quali concimi, alimenti per animali, edifici e macchinari.

Si descrive, di seguito, la produzione di energia rinnovabile in agricoltura, con le sue molteplici possibilità (biomassa, solare, eolica, piccole centrali idroelettriche), prestando particolare attenzione alla produzione solare di elettricità e calore, nonché a quella di energia tramite gli impianti di biogas. L’energia solare (collettori solari e fotovoltaici) e gli impianti di biogas sono, infatti, assieme all’impiego di legname, le forme oggi più diffuse di produzione di energia proveniente dall’agricoltura.

n Energia: consumo in aumento, efficienza stabile

Nel triennio 2007–2009 il consumo energetico dell’agricoltura è aumentato dell’11 per cento rispetto al 1990–1992, in seguito al maggiore impiego diretto dell’energia, la cui quota rispetto al consumo totale è passata, nello stesso periodo, dal 50 al 56 per cento. L’impiego diretto di energia è costituito per metà dal consumo di carburanti e, per l’altra metà, da quello di elettricità. Il primo (+33 %; +2 570 MJ/ha), tuttavia, dal 1990–1992 ha fatto segnare un incremento decisamente più marcato del secondo (+13 %; +1 150 MJ/ha).

La maggior parte dell’energia grigia è tuttora costituita per circa l’80 per cento da edifici e macchinari. Rispetto ai primi anni novanta, però, si registra un maggior consumo per i macchinari (+8 %; +580 MJ/ha) e gli alimenti per animali importati (+220 %; +556 MJ/ha) e un cospicuo calo per i concimi (–33 %; –1 050 MJ/ha).

82 1.3 Ecologia ed etologia

Evoluzione del consumo energetico dell'agricoltura

A) Energia nei prodotti agricoli (MJ / ha)

B) Energia per la produzione (MJ / ha) Efficienza energetica (A / B)

Siccome la produzione, o più precisamente l’energia contenuta nei prodotti agricoli, è aumentata nella stessa misura del consumo di energia, l’efficienza energetica, con un fattore di 0,4 è rimasta, tra il 2007 e il 2009, allo stesso livello dei primi anni novanta.

In M J / ha
Elettricità Carburanti Edifici Macchine Concimi Sementi importate Alimenti importati per animali Pesticidi Fonte: Agridea 0 40 000 35 000 30 000 25 000 20 000 15 000 10 000 5 000 1980 1985 1990 1995 2000 2005 Evoluzione dell'efficienza energetica nell’agricoltura In M J / ha Fonte:
0 40 000 30 000 25 000 35 000 20 000 15 000 10 000 5 000 1980 1985 1990 1995 2000 2005
Energia diretta Energia grigia
Agridea
In % 0 80 70 40 60 50 10 20 30
83 1.3 Ecologia ed etologia

n Aumento della produzione di energia rinnovabile in agricoltura

Energia solare – La resa energetica di collettori solari termici è aumentata, in Svizzera, passando da meno di 100 gigawatt-ora (GWh) (1990) a poco più di 450 GWh (2009). Dalla rilevazione sull’energia solare è emerso che, nel 2009, in agricoltura sono stati installati 47 collettori a tubi e piani (850 m2) e 35 essiccatoi solari per foraggio (10 500 m2), ovvero in entrambi i casi, 11 in più rispetto al 2008.

I primi essiccatoi solari sono stati prodotti all’inizio degli anni ottanta e installati in aziende piuttosto grandi. Se nei primi anni novanta si era registrata una crescita di circa 200 impianti all’anno, tra il 1999 e il 2001 essa è scesa a 35 nuovi essiccatoi all’anno e dal 2002 al 2007 a 10. A partire dal 2008 la costruzione degli impianti ha ricominciato a crescere e attualmente, secondo la statistica parziale dei collettori solari per l’essiccamento del foraggio, sono in funzione 3 462 essiccatoi (corrispondenti a una superficie di 860 000 m2), che generano 110 GWh di calore. Essi sostituiscono l’utilizzo annuale di 19 GWh di elettricità e di 50 GWh di olio da riscaldamento.

Nuovi essiccatoi solari per foraggio prodotti in Svizzera

Il fotovoltaico, negli ultimi anni, ha guadagnato molto terreno: nel 2009, in tutta la Svizzera sono stati venduti moduli per una produzione totale di 37 000 kilowatt Peak (kWp). La superficie totale occupata, nello stesso anno, da collettori era di 71 400 metri quadrati, per una resa energetica di 50 GWh. In agricoltura i nuovi impianti sono stati 108, per una produzione totale di 5 385 kWp. Nel 2008, gli impianti erano 29 in più, ma la produzione di soli 3 430 kWp.

Biogas – Gli impianti agricoli di biogas producono, partendo dalla biomassa, energia a impatto zero sul clima sotto forma di elettricità, calore e gas. A tale scopo si utilizzano soprattutto liquame e letame, a volte con l’aggiunta di residui di raccolto, scarti vegetali e rifiuti organici dell’industria alimentare. In Svizzera i primi impianti agricoli di biogas sono stati costruiti alla fine degli anni settanta. Da allora la situazione è notevolmente cambiata: il numero degli impianti è diminuito da 102 nel 1990 a 75 nel 2009, ma sono cresciute efficienza e dimensioni. Nel 1990 sono stati prodotti, in totale, 17 GWh di biogas e se ne è usato il 62 per cento; nel 2009 la produzione è stata di 113 GWh e il grado di utilizzo del 74 per cento. Nel 2009, la parte più cospicua (37,5 GWh) è stata trasformata in elettricità, 32,8 GWh sono stati utilizzati per il riscaldamento del fermentatore e 8,1 GWh come calore per altri scopi. Dal 2008 il biogas agricolo viene immesso anche nella rete del gas naturale; nel 2009 la sua quantità era di 5,7 GWh.

84 1.3 Ecologia ed etologia
Numero
0 100 90 80 70 50 60 40 30 20 10 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 98 89 92 11 9 6 8 64 36 35 37 14 15 24 35
Fonte: Ufficio federale dell'energia

Considerata la discussione in corso nel settore energetico riguardo alla problematica dell’energia atomica, alla diminuzione delle risorse petrolifere e ai cambiamenti climatici, il biogas guadagna importanza. Costruire un impianto, tuttavia, comporta un ingente investimento e un rischio imprenditoriale. La crescita della produzione agricola di biogas, pertanto, dipende soprattutto dalle possibilità di gestire gli impianti in maniera redditizia. In questo contesto, ha un ruolo fondamentale il sito, decisivo per i costi di trasporto dei substrati, oltre che per la possibilità di utilizzo del calore. Incidono anche la disponibilità dei substrati e le condizioni per smaltirli che, considerata l’attuale forte domanda, evolvono in maniera svantaggiosa. La redditività è notevolmente influenzata anche dalle condizioni legislative (legge sulla pianificazione del territorio, legge sulla protezione dell’ambiente, bilancio delle sostanze nutritive) e politico-economiche (RIC). Sulla base delle precedenti considerazioni, si può supporre che tendenzialmente vi saranno impianti di maggiori dimensioni, gestiti collettivamente (cfr. anche rapporto ART 676, 2007, in tedesco).

n Conclusioni

L’utilizzo parsimonioso dell’energia e la produzione di energie rinnovabili sono sempre più importanti. L’impegno in tale ambito consente di contenere le emissioni di CO2. Esso prevede un impiego mirato di macchinari e apparecchiature efficienti, l’ottimizzazione energetica di edifici e lo sfruttamento del calore ottenuto. L’aumento di utilizzo e produzione di energie rinnovabili (biomassa, solare, eolica, piccole centrali idroelettriche) può, inoltre, contribuire a sostituire i vettori energetici fossili. Il potenziale di risparmio energetico e di produzione e sfruttamento delle energie rinnovabili nell’agricoltura, utilizzabile in maniera sostenibile, va rilevato ed esaurito. L’agricoltura deve coprire la maggior parte del proprio fabbisogno energetico con fonti rinnovabili e contribuire, per quanto possibile, all’approvvigionamento di altri utenti con energie rinnovabili. In tal modo, non solo si possono raggiungere gli obiettivi della Strategia sul clima per l’agricoltura, ma si può anche fornire un contributo al sicuro approvvigionamento di energie rinnovabili e, in agricoltura, ridurre i costi aziendali o generare fonti di reddito alternative. Per la produzione di energia possono essere utilizzati soprattutto i concimi aziendali e le grandi superfici dei tetti.

85 1.3 Ecologia ed etologia

1.3.1.4 Aria

Negli anni scorsi l’agricoltura è stata spesso citata dai media in relazione all’inquinamento dell’aria, ad esempio, come fonte di spiacevoli odori per i vicini quartieri residenziali o di polveri sottili poiché non vi era l’obbligo, per i trattori, del filtro antiparticolato.

In questa edizione non si trattano le emissioni di ammoniaca, altra importante tematica legata all’inquinamento dell’aria causato dall’agricoltura, poiché saranno analizzate nel Rapporto agricolo 2012, in relazione al bilancio agricolo dell’azoto.

n Fuliggine da diesel di origine agricola: alla ricerca di una soluzione

La fuliggine da diesel è il risultato di una combustione disomogenea dei motori e viene emessa assieme ai gas di scarico. Le fini particelle di fuliggine possono essere inspirate e giungere quindi nei polmoni, da dove si dipartono verso i vasi sanguigni e linfatici. La fuliggine da diesel contiene particelle potenzialmente cancerogene e costituisce, pertanto, un rischio per la salute umana. Negli ultimi anni, la situazione è migliorata grazie ai motori meno inquinanti e ai filtri antiparticolato. Secondo alcune stime, nel 2010 le emissioni provocate dai veicoli stradali sono state del 27 per cento inferiori rispetto al 2005, quelle causate dal settore «fuoristrada» (settore agricolo-forestale, macchine edili, industria, navigazione, rotaia, esercito) sono diminuite del 40 per cento. Nell’agricoltura, che nel 2009 non era interessata dall’introduzione obbligatoria per le macchine edili di filtri antiparticolato, la riduzione è stimata a 21 per cento.

Tutti i settori sono, in ogni caso, ben lungi dal raggiungere l’obiettivo ambientale che prevede emissioni annuali di fuliggine da diesel di 100 tonnellate in totale e 20 tonnellate per l’agricoltura. Per il 2010 si prevedono 1 500 tonnellate di emissioni totali di questa sostanza, 311 (21 %) delle quali saranno causate dall’agricoltura.

86 1.3 Ecologia ed etologia

Evoluzione delle emissioni di fuliggine da diesel

I filtri sono estremamente efficaci per ridurre le emissioni di fuliggine da diesel. Nella sua risposta del settembre 2010 alla mozione von Siebenthal (10.3405) sui filtri antiparticolato nell’agricoltura, il Consiglio federale ha ribadito di voler riprendere le prescrizioni dell’UE per le macchine agricole e forestali senza emanare, per il momento, norme più severe. Il calendario per le misure di riduzione delle emissioni per le macchine agricole e forestali dovrà tener conto soprattutto del criterio della sopportabilità economica per l’agricoltura svizzera. Ed è questa, anche, la difficoltà: sul mercato esistono già da anni trattori con filtri antiparticolato, ma sono più cari poiché i filtri non vengono ancora prodotti in serie. Inoltre, i filtri possono anche essere montati sui vecchi motori, ma l’operazione è decisamente dispendiosa e non è possibile escludere problemi tecnici (Rapporto ART n. 677, 2007, in tedesco).

Se, come da discussioni in corso, i valori limite dell’UE per il settore «fuoristrada» dovessero essere integrati con un valore limite per il numero di particelle, per raggiungere i valori limite dovranno essere assolutamente applicati sistemi di filtri antiparticolato chiusi. Con tali soluzioni in serie, i filtri saranno introdotti anche in agricoltura con vantaggi economici e tecnici, considerato che i filtri sono forniti direttamente dai produttori del motore e le due componenti sono quindi perfettamente compatibili.

n Quando l’agricoltura puzza

«Quanto può puzzare un investimento per l’ambiente? Un impianto di biogas, che di quando in quando emette cattivi odori, provoca le proteste dei vicini. Il gestore ha applicato un filtro, ma la situazione è cambiata di poco. Le autorità non sanno come comportarsi, considerato che per la puzza non ci sono valori limite.»

«L’aria di campagna è pesante: un Comune è alla ricerca di soluzioni contro i cattivi odori provenienti dall’impianto di biogas, dai porcili e dal compostaggio a bordo campo.»

«Se afferma che gli impianti di biogas non generano odori, allora devo dire che in questo campo ne capisco più di Lei. Se non si sentono più odori dall’impianto che avevamo nel nostro Comune è perché abbiamo dovuto intimarne la chiusura, con lettera raccomandata, perché i vicini non lo sopportavano più.»

Questi sono alcuni estratti dai giornali regionali e dai dibatti nei Consigli comunali. Gli odori sprigionati dall’agricoltura diventano un problema a causa dell’espansione degli insediamenti nelle zone rurali. Se, finora, i vicini dovevano confrontarsi soprattutto con odori provenienti da porcili e pollai, la costruzione sempre più frequente di impianti agricoli di biogas ha riportato il tema alla ribalta.

In t / anno Resto (rotaia, esercito) Navigazione Industria Macchine edili Silvicoltura Agricoltura Veicoli stradali
UFAM 0 2 500 2 000 1 500 1 000 500 2005 2010
Fonte:
87 1.3 Ecologia ed etologia

Per misurare questo tipo di emissioni non vi è alcuno strumento adeguato al di fuori del naso umano e, di conseguenza, non sono neanche previsti valori limite. Per proteggere la popolazione dall’eccesso di cattivi odori, la legge sulla protezione dell’ambiente e la relativa ordinanza contro l’inquinamento atmosferico (OIAt) prevedono un sistema a due livelli. Nel primo, le emissioni dovrebbero essere limitate preventivamente, per quanto possibile a livello tecnico-aziendale ed economicamente sopportabile: gli impianti devono quindi essere costruiti mantenendo distanze minime dalle zone abitate (Rapporto FAT n. 476, 1995, in tedesco). Se, nonostante tutte le misure preventive, continuano a esserci odori troppo forti, nel secondo livello si devono prevedere limiti più severi, con scadenze per il risanamento.

Nel calcolare le distanze minime si parte dal presupposto che il cattivo odore possa diffondersi in tutte le direzioni. Nella realtà, però, questo succede raramente: le principali e sporadiche direzioni del vento, la deviazione verso zone ricostruite e correnti di aria fredda mutevoli sono fenomeni (micro)climatici dalla notevole influenza sulla diffusione degli odori. Quest’ultima può essere calcolata tramite modelli che, nella maggior parte dei casi, però, forniscono dati insufficienti per fare previsioni affidabili. Nella detenzione di animali, inoltre, la ricerca sui fattori di influenza sulla portata delle fonti di cattivo odore non è particolarmente intensa.

La necessità d’intervento sul fronte della ricerca e dello sviluppo di nuove tecniche è duplice: da un lato bisogna intervenire sugli impianti già esistenti, cercando di sviluppare uno strumento di analisi che valuti il carico di odori con meno dispendio e con il quale valutare gli effetti delle misure per la riduzione degli odori; dall’altro, per le nuove costruzioni o ampliamenti è auspicabile un aggiornamento e un’integrazione delle basi per le raccomandazioni concernenti le distanze minime. Una scelta lungimirante della sede e un’accurata pianificazione sono infatti indispensabili per evitare conflitti tra i gestori degli impianti agricoli e gli abitanti delle vicinanze e costose migliorie. In tale contesto è chiamata in causa anche la politica, affinché da un lato non favorisca la proliferazione degli insediamenti nel paesaggio rurale e, dall’altro, crei i presupposti per lo sviluppo delle aziende agricole.

n Conclusioni

Per la riduzione degli inquinanti atmosferici e dei cattivi odori provenienti dall’agricoltura sono disponibili, già oggi, soluzioni tecniche. Esse sono, tuttavia, ancora troppo care e poco diffuse per ottenere risultati degni di nota. È probabile che una maggiore diffusione di queste tecnologie sarà accompagnata da una diminuzione del prezzo. I costi degli investimenti in agricoltura, però, sono troppo elevati e gli impianti e i macchinari esistenti vengono utilizzati, nella maggior parte dei casi, per decenni. Di conseguenza, è esiguo anche il tasso di rinnovamento e quindi la diffusione di tecnologie più moderne e pulite. In questi orizzonti temporali, una pianificazione lungimirante e accurata acquisisce importanza ancora maggiore, se ci si trova di fronte a nuovi investimenti. In questo contesto l’agricoltura deve tener debitamente conto, nella pianificazione, delle esigenze del resto della società.

88 1.3 Ecologia ed etologia

1.3.2 Etologia

n Partecipazione ai programmi URA e SSRA

Nel quadro dei pagamenti diretti ai gestori la Confederazione promuove mediante i programmi «Uscita regolare all’aperto» (URA) e «Sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali» (SSRA) la detenzione degli animali da reddito agricoli rispettosa delle loro esigenze. Il programma URA disciplina in particolare l’uscita degli animali al pascolo o nella corte oppure nello spazio esterno coperto nel caso del pollame. Il programma SSRA contiene soprattutto indicazioni di natura qualitativa concernenti le singole aree delle stalle ad aree multiple nelle quali gli animali possono muoversi liberamente. Nel 2009 le ordinanze SSRA e URA vigenti fino a quel momento sono state accorpate nella nuova ordinanza sui programmi etologici. La partecipazione a questi programmi è facoltativa. Le cifre riportate di seguito si riferiscono all’insieme delle aziende che beneficiano di pagamenti diretti, vale a dire a tutti gli animali da reddito ivi detenuti.

Il programma URA è stato introdotto nel 1993 e da allora al 2000 le aziende partecipanti sono passate da 4 500 a 30 000. Nel 2010 sono state 36 600 contro le 37 600 nel 2008. La flessione rilevata tra il 2008 e il 2010 è riconducibile soprattutto alla minore partecipazione da parte delle aziende specializzate nell’allevamento di suini, alle quali dal 1° gennaio 2009 vengono erogati contributi URA soltanto per le scrofe da allevamento allattanti che hanno la possibilità di uscire all’aperto. Il programma SSRA è applicato dal 1996 e da allora al 2000 le aziende partecipanti sono passate da 4 500 a 13 000. Nel 2010 sono state censite 19 700 aziende SSRA (2008: 18 900).

89 1.3 Ecologia ed etologia

Evoluzione della partecipazione ai programmi URA e SSRA

Tra il 2000 e il 2010 la quota degli animali da reddito detenuti secondo le condizioni URA è cresciuta dal 51 al 72 per cento (2008: 73 %). Nello stesso periodo, per il programma SSRA si è registrato un incremento della quota dal 23 al 46 per cento. Tali valori sono una media delle diverse categorie di animali (fino al 2008: bovini, altri animali da reddito che consumano foraggio grezzo, suini, pollame; dal 2009: animali delle specie bovina, equina, caprina, ovina – solo per l’URA: animali della specie suina, conigli, pollame da reddito).

Evoluzione della partecipazione al programma URA, secondo la categoria di animali

Pollame da reddito

Altri animali che consumano foraggio grezzo

Differenziando la partecipazione al programma URA secondo le categorie di animali da reddito, si osserva che tra il 2000 e il 2010 la quota di animali della specie bovina è cresciuta dal 52 al 77 per cento. In virtù della nuova ordinanza sui programmi etologici, dal 2009 gli animali delle specie equina, caprina e ovina nonché i conigli rientrano in tre categorie distinte, mentre prima facevano parte della categoria degli altri animali che consumano foraggio grezzo. Nel 2009 e nel 2010 la partecipazione ammontava all’82 per cento negli equini, al 76 per cento nei caprini, all’84 per cento negli ovini e al 2 per cento nei conigli. Nei suini la partecipazione è passata dal 37 al 63 per cento nel 2008 e ha segnato un calo al 50 per cento nel 2009 e nel 2010. Questo calo è dovuto principalmente al fatto che dal 1° gennaio 2009 i contributi URA sono erogati unicamente per le scrofe da allevamento allattanti cui è consentito uscire all’aperto.

90 1.3 Ecologia ed etologia
Quota di UBG in % URA SSRA Fonte: UFAG 0 80 70 60 50 40 30 20 10 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2010 2009
Quota di UBG in % Animali della specie bovina Animali della specie equina Animali della specie caprina Animali della specie ovina Animali della specie suina Conigli
0 90 80 70 60 50 40 30 20 10 2000 2008 2009 2010
Fonte: UFAG Altri animali che consumano foraggio grezzo – fino al 2008: cavalli, capre, pecore, conigli; dal 2009: quattro categorie distinte Tabelle 39–40 Pagine A43–A44

L’andamento della partecipazione per il pollame da reddito mostra due situazioni molto diverse per le galline ovaiole e i polli da ingrasso: mentre la partecipazione per le galline ovaiole è aumentata costantemente fino al 2010 (2010: 71 %), per i polli da ingrasso è terminata nel 1999 (42 %), momento dal quale si constata un chiaro recesso (2010: 10 %). Questa evoluzione è riconducibile all’introduzione della durata minima di ingrasso dei polli di 56 giorni. Tale durata, decisamente maggiore rispetto alla produzione convenzionale, comporta un aumento dei costi di produzione e, di riflesso, un rincaro del prezzo di mercato. Di conseguenza, vi è stato un calo della domanda di polli URA.

Evoluzione della partecipazione al programma SSRA, secondo la categoria di animali

Differenziando la partecipazione al programma SSRA secondo le categorie di animali da reddito, si osserva che tra il 2000 e il 2010 la quota di animali della specie bovina è cresciuta in misura considerevolmente minore rispetto al programma URA, passando dal 19 al 42 per cento. Ciò è riconducibile soprattutto al fatto che tale programma prevede, nella maggior parte dei casi, investimenti molto elevati (stabulazione libera) che pertanto vengono fatti di regola solo al momento di un investimento sostitutivo. Dal 2009 esiste un programma SSRA anche per gli animali della specie equina; la partecipazione ammonta al 12 per cento. Dal 2009 gli animali della specie caprina e i conigli rientrano in due categorie distinte, mentre prima facevano parte della categoria degli altri animali che consumano foraggio grezzo. La partecipazione al programma SSRA nei caprini (35 %) è inferiore rispetto a quella rilevata nel quadro del programma URA, mentre nei conigli (2010: 26 %) è di gran lunga superiore a quella registrata per l’URA.

Per i suini il programma SSRA è stato introdotto soltanto nel 1997. Tra il 2000 e il 2008 la partecipazione è passata dal 40 al 65 per cento, mentre nel 2009 è diminuita lievemente, attestandosi sul 64 per cento. L’elevata partecipazione al programma SSRA per il pollame (2009 e 2010: 86 %) è da ricondurre, prevalentemente, al successo di mercato delle label che promuovono una stabulazione particolarmente rispettosa delle esigenze di ovaiole e pollame da ingrasso.

91 1.3 Ecologia ed etologia
Quota di UBG in % Animali della specie bovina Animali della specie equina Animali della specie caprina Animali della specie suina Conigli Pollame da reddito Altri
che
animali
consumano foraggio grezzo
0 90 80 70 60 50 40 30 20 10 2000 2008 2009 2010
Fonte: UFAG Altri animali che consumano foraggio grezzo – fino al 2008: capre, conigli; dal 2009: due categorie distinte più una categoria per gli animali della specie equina
92

2. Provvedimenti di politica agricola

2.1 Produzione e smercio

L’articolo 7 LAgr fissa obiettivi prioritari in materia di produzione e smercio dei prodotti agricoli. L’agricoltura è tenuta a produrre in modo sostenibile e vantaggioso, mentre gli agricoltori devono ottenere un profitto elevato dalla vendita dei loro prodotti. Tramite tali obiettivi, la LAgr sancisce l’importanza degli aspetti economici e commerciali dell’attività agricola, già fissati a livello di Costituzione. La Confederazione dispone di diversi strumenti atti ad aiutare l’agricoltura svizzera a raggiungere tali obiettivi. Alcuni di essi, nei settori della qualità, della promozione dello smercio, delle denominazioni agricole, delle importazioni e delle esportazioni, sono validi in tutti i settori di produzione. Vengono integrati con strumenti specifici per la produzione lattiera e animale, la vitivinicoltura e la produzione vegetale.

93 2.1 Produzione e smercio

n Mezzi finanziari 2010

Nel 2010 sono stati accordati 428 milioni di franchi, valore inferiore del 9 per cento a quello dell’anno precedente, per misure a favore della produzione e dello smercio. Tale riduzione riguarda l’economia lattiera, la produzione animale e, soprattutto, quella vegetale. Nel primo erano iscritti a preventivo 274 milioni di franchi. Le minori spese sono riconducibili alla soppressione del sostegno del mercato e al trasferimento dei fondi ai pagamenti diretti nell’ambito della PA 2011. Per stabilizzare il mercato lattiero, tuttavia, i fondi dell’economia lattiera 2010 sono stati successivamente aumentati di 18,5 milioni di franchi rispetto al preventivo. Nel settore della produzione animale, sono stati utilizzati molti meno fondi per i provvedimenti stagionali di sgravio del mercato rispetto agli anni precedenti. Nella produzione vegetale, eccezion fatta per le misure di trasformazione della frutta, parzialmente mantenute, il 2009 è stato l’ultimo anno in cui sono stati versati i contributi di trasformazione. A causa della flessione della superficie coltiva, sono stati necessari minori fondi anche per la produzione di zucchero. La promozione dello smercio di prodotti agricoli, asse strategico per aumentare le quote di mercato dei prodotti elvetici, è stata mantenuta allo stesso livello.

Uscite per produzione e smercio

n Prospettiva

Nel Preventivo 2011 sono iscritti gli abituali fondi per lo sgravio del mercato nel settore della carne e per il sostegno alla produzione di zucchero; per tale ragione, il preventivo per la produzione animale e vegetale 2011 risulta superiore alle spese 2010, inferiori alla media. Per l’economia lattiera, nel 2011 il Parlamento ha stanziato 4 milioni di franchi in più rispetto all’anno precedente.

94 2.1 Produzione e smercio
Voci di spesa 2009 2010 1 2010 2011 1 mio. fr. Promozione dello smercio 56 56 56 55 Economia lattiera 298 274 292 296 Produzione animale 18 14 10 14 Produzione vegetale (vitivinicoltura incl.) 99 79 70 77 Totale 471 423 428 442
Preventivo Fonti: Conto dello Stato,
1
UFAG
Tabelle 27–31 Pagine A27–A30

2.1.1 Strumenti sovrasettoriali

2.1.1.1 Politica della qualità

In virtù della Costituzione federale (art. 104), la Confederazione deve provvedere a una produzione orientata verso il mercato. Ciò richiede, tra le altre cose, un’impostazione delle condizioni quadro politiche e degli strumenti che tenga conto delle esigenze di mercato in termini di qualità. Gli strumenti a disposizione permettono alla Confederazione di sostenere produttori e categorie nell’ambito della designazione dei prodotti e dell’assicurazione della qualità, affinché possano migliorare il valore aggiunto dei propri prodotti.

n Strategia della qualità

Considerata la sempre maggiore apertura delle frontiere, perseguire coerentemente con una strategia della qualità è una soluzione promettente per la filiera agroalimentare svizzera. Da un lato si devono poter garantire alimenti di elevato valore ai consumatori, dall’altro bisogna meglio valorizzare la qualità dei prodotti e dei processi agroalimentari, nonché sostenere la categoria verso uno sviluppo sostenibile. Riassumendo, per la filiera agroalimentare svizzera va consolidato il motto «Competitività attraverso la qualità». Per dare forma alla strategia della qualità, negli ultimi anni si sono incontrati, nell’ambito di workshop moderati dall’UFAG, rappresentanti dell’intera catena del valore aggiunto della filiera agroalimentare, che hanno deciso, oltre ai punti focali della strategia, anche importanti progetti per la sua attuazione.

Alle cerchie interessate è stata presentata, per consultazione, una Carta sulla strategia della qualità. Quest’ultima ha incontrato ampio consenso e, all’inizio del 2011, si è potuto procedere alla revisione. Quest’anno si stabilirà anche quando e dove la Carta sarà sottoscritta. I partecipanti ai workshop hanno altresì ribadito che è necessaria maggiore cooperazione per gestire i mercati esistenti e imporsi su quelli nuovi. Per sviluppare una strategia di base per la commercializzazione ed elaborare misure di comunicazione comuni dovrà essere istituito un Comitato strategico per il marketing. Si valuta, inoltre, se il marchio comune del turismo, la stella alpina dorata, debba essere impiegato anche nel settore alimentare. A tale scopo, l’UFAG ha già svolto i necessari lavori preliminari con i rappresentanti della filiera alimentare e di Svizzera turismo. Il presupposto per portare avanti tale, promettente progetto, è la volontà comune dei diversi membri della catena del valore aggiunto.

2.1.1.2 Organizzazioni di categoria e di produttori

Conformemente all’articolo 8 LAgr, le organizzazioni di categoria e di produttori possono adottare misure di solidarietà volte a promuovere la qualità dei prodotti o ad adeguare la produzione e l’offerta alle esigenze del mercato. Tali misure, decise collettivamente, possono essere estese o dichiarate obbligatorie dal Consiglio federale in virtù dell’articolo 9 LAgr, se si prevede che il loro funzionamento sia o rischi di essere pregiudicato dalle imprese non affiliate e che, quindi, non le adottano (cosiddetti «utilizzatori di frodo»). Affinché le misure siano dichiarate obbligatorie, devono essere adempiute le condizioni fissate nell’ordinanza sulle organizzazioni di categoria e sulle organizzazioni di produttori (RS 919.117.72). In tale contesto svolgono un ruolo fondamentale la rappresentatività delle organizzazioni e l’interesse pubblico relativo alla misura. Per essere accolte, le richieste di adeguamento della produzione e dell’offerta non devono essere motivate da problemi strutturali, bensì da una situazione straordinaria.

95 2.1 Produzione e smercio

Estensioni delle misure di solidarietà vigenti nel 2010

Organizzazione di categoria/produttori Misura

Interprofessione del Gruyère

Produttori svizzeri di latte PSL

Unione svizzera dei contadini USC

GalloSuisse

Emmentaler Switzerland

Gestione dei quantitativi di latte di latteria

Sanzionamento delle differenze di qualità Interprofessione del latte svizzero IP Latte

Contributi per ricerca di mercato, pubblicità di base, misure di promozione delle vendite, attività di pubbliche relazioni e provvedimenti di marketing

Contributi per comunicazione di marketing

Contributi per comunicazione di marketing

Contributi per pubblicità, pubbliche relazioni, fiere ed esposizioni

Contributi per pubblicità, pubbliche relazioni, fiere ed esposizioni del Vacherin Fribourgeois

Organizzazione di categoria

Organizzazione di Produttori svizzeri

Contributi per il finanziamento del programma volto a debellare di bestiame bovino PSBB la diarrea virale bovina (DVB)

Interprofessione del latte svizzero IP Latte

Contributi per la promozione temporanea dello smercio di burro

n L’Interprofessione del latte svizzero cerca soluzioni per il mercato lattiero

La crescente liberalizzazione del mercato del latte e la soppressione del contingentamento lattiero, ad essa correlata, il 1° maggio 2009, hanno portato alla fondazione, il 29 giugno 2009, dell’Interprofessione del latte svizzero (IP Latte). L’obiettivo di quest’ultima è il potenziamento della competitività del settore. Per rispondere alle sfide del mercato lattiero, all’assemblea del 27 novembre 2009 i delegati hanno definito un modello di gestione dei quantitativi di latte di latteria, nonché misure di finanziamento per provvedimenti temporanei di sgravio nel settore del burro. Su richiesta dell’IP Latte, il 17 febbraio 2010 il Consiglio federale ha dichiarato detto modello di gestione dei quantitativi vincolante anche per i non membri fino a fine 2010. Il Consiglio federale, inoltre, ha dichiarato obbligatoria per i non membri anche la riscossione temporanea di contributi per la promozione dello smercio di burro.

Difficoltà di attuazione della gestione dei quantitativi di latte

Il modello a tre livelli per la gestione dei quantitativi, comprendente latte contrattuale, latte di borsa e latte di sgombero del mercato, dovrebbe consentire di immettere sul mercato un grande quantitativo di latte in condizioni contrattuali stabili e di garantire un approvvigionamento conforme al mercato. I contratti si sono dovuti concludere tra gli addetti alla trasformazione di latte di latteria e i loro fornitori (organizzazioni di produttori, organizzazioni di produttori-valorizzatore e fornitori diretti). Tramite una regolazione dell’indice dell’intero quantitativo contrattuale, l’IP Latte voleva ottenere un equilibrio di mercato. Per raggiungere una formazione del prezzo trasparente, si è dovuto contrattare in borsa il latte prodotto al di fuori del contratto. Quale ultimo livello, in presenza di prezzi del latte molto bassi in borsa, si sarebbe potuto decidere lo sgombero del mercato.

Nel settembre 2010, l’IP Latte ha condotto un’analisi degli strumenti adottati, in base alla quale ha discusso le opportunità e i limiti di una gestione dei quantitativi a livello nazionale. In un sistema ampiamente liberalizzato, gli attori del mercato dovrebbero assumersi più responsabilità per la gestione dei quantitativi fornendo, di conseguenza, un contributo alla stabilità di mercato. È inoltre necessario potenziare gli aspetti inerenti al contratto tramite maggiori obbligatorietà e trasparenza. Condizioni quadro vincolanti dovrebbero contribuire alla conservazione e promozione del valore aggiunto a tutti i livelli. L’elemento principale delle misure è il pagamento specifico per il prodotto della materia prima latte in funzione del valore aggiunto realizzato nel punto vendita. Tale graduazione del prezzo del latte è definita come segmentazione. Quella dei quantitativi va stabilita direttamente in ogni contratto d’acquisto di latte. Tali azioni volte alla trasparenza nell’acquisto del latte forniscono ai produttori un’importante base decisionale per la pianificazione dei quantitativi.

96 2.1 Produzione e smercio

Nuovo intervento dell’IP Latte

L’assemblea dei delegati del 3 maggio 2011 ha definito nuove misure di solidarietà e ha deciso di richiederne al Consiglio federale l’estensione ai non membri. L’assemblea ha deciso di introdurre un contratto standard che dovrà essere obbligatoriamente utilizzato nella categoria per la prima e la seconda fase di acquisto di latte. In esso vanno regolamentati e fissati per iscritto i quantitativi e i prezzi del latte. Il quantitativo ivi concordato, inoltre, deve essere suddiviso in tre segmenti (A, B e C); le quote di ogni segmento sono stabilite in base ai latticini prodotti e al rispettivo valore aggiunto. In fase di assemblea, inoltre, è stato deciso un finanziamento delle misure di sgravio nel settore del burro, nonché uno integrativo delle esportazioni di materie prime del latte nei prodotti trasformati.

n Rapporto Bourgeois «Misure di potenziamento degli strumenti del mercato agricolo»

Il 1° ottobre 2010, il Consiglio nazionale ha incaricato il Consiglio federale di stilare, in risposta al postulato Bourgeois del 3 giugno 2010 (10.3374), un rapporto sulle possibili misure di potenziamento degli strumenti di economia di mercato per il settore agricolo. Il postulato formula cinque richieste, incentrate su tre temi principali: (1) le possibilità di migliorare la trasparenza del mercato, la trasmissione dei prezzi e la distribuzione dei margini nel mercato agricolo; (2) le possibilità di dare ampie competenze alle organizzazioni di produttori per creare fondi d’intervento; (3) le possibilità d’incentivare la contrattualizzazione nelle filiere alimentari al fine di proteggere i produttori dagli effetti negativi delle fluttuazioni di prezzo sui mercati. Il postulato, inoltre, richiede che tali questioni vengano analizzate anche tramite un confronto con strumenti corrispondenti applicati nell’UE e nei Paesi limitrofi.

Dalle analisi presentate nel rapporto emerge che le richieste dell’autore del postulato sono condivise a livello internazionale. Esse concernono il ruolo dei produttori agricoli nelle filiere alimentari, la loro posizione negoziale nei confronti di un numero sempre minore di acquirenti, la qualità delle informazioni disponibili su offerta, domanda e formazione dei prezzi, nonché il trasferimento degli aumenti e delle riduzioni di prezzo ai diversi livelli della filiera del valore aggiunto. Dal confronto internazionale emerge anche che la Svizzera possiede già un’ampia combinazione di strumenti per tener conto delle richieste dell’autore del postulato.

Il Consiglio federale ritiene che gli strumenti previsti dal legislatore, segnatamente l’osservazione del mercato, le disposizioni sulle organizzazioni di categoria e di produttori e i contratti, contribuiscono considerevolmente alla trasparenza del mercato, offrendo ai produttori un’ampia gamma di possibilità per consolidare il proprio potere negoziale all’interno della filiera agroalimentare. L’accento va pertanto posto su un corretto impiego degli strumenti esistenti da parte dei produttori e delle rispettive organizzazioni.

97 2.1 Produzione e smercio

2.1.1.3 Promozione dello smercio

Dal 1999 la Confederazione sostiene la promozione dello smercio di prodotti agricoli svizzeri nel quadro dell’articolo 12 LAgr allora introdotto. Tale strumento, compatibile con la normativa OMC, contribuisce a conservare la competitività dell’agricoltura in un contesto di crescente pressione concorrenziale all’interno del Paese e sui mercati esteri.

Negli anni scorsi la promozione dello smercio è stata sviluppata progressivamente, tant’è che oggi si nota una chiara professionalizzazione del marketing dei prodotti agricoli svizzeri all’interno del Paese e all’estero. A generare un’effettiva coesione delle forze sono state le diverse misure coordinative della Confederazione, prima fra tutte la ripartizione dei finanziamenti federali tra i singoli settori di prodotti di mercato in base alla loro attrattiva dal profilo dell’investimento. La Confederazione sostiene la promozione dello smercio per i prodotti agricoli in base al principio di sussidiarietà, il che implica che i promotori devono finanziare con i propri mezzi almeno la metà dei costi di marketing.

Ripartizione dei mezzi finanziari – 2010

Animali vivi ed embrioni 1,1 % Miele 0,2 %

Uova 1,8 %

Vino 2,5 %

Cereali 0,6 %

Frutta 4,0 %

Funghi 0,4 %

Verdura 1,5 %

Carne 8,3 %

Latte e burro 14,1 %

Formaggio 39,3 %

Patate 1,1 %

Semi oleosi 0,7 %

Piante ornamentali 0,7 %

Progetti pilota d'esportazione (risorse fin.) 0,7 %

Progetti interregionali 4,9 %

Provvedimenti collettivi 5,5 %

Provvedimenti inerenti ai SPM 7,2 %

Pubbliche relazioni 4,8 %

Fonte: UFAG

Per valutare gli effetti e l’orientamento verso gli obiettivi della promozione dello smercio, l’UFAG svolge un controllo dell’efficacia. A tal fine conduce, ogni due anni, un sondaggio rappresentativo con il quale valuta quanto i consumatori prediligano prodotti svizzeri e in che misura la provenienza dei prodotti agricoli incide sulle loro scelte d’acquisto. I risultati dell’ultimo sondaggio confermano un’elevata preferenza per prodotti svizzeri nel caso di alimenti di origine animale e rivelano una quota di preferenza del 60 e più per cento per uova, carne, latte e formaggio. Anche per la verdura, la frutta, le bacche e le patate, però, aumenta la tendenza a cercare l’alimento di produzione elvetica. Per queste ultime, nel 2002 era solo circa il 46 per cento della popolazione che faceva caso alla provenienza, oggi tale percentuale è decisamente aumentata.

98 2.1 Produzione e smercio
Tabella 27 Pagina A27

Preferenza di prodotti svizzeri – 2010

Uova (463)

Latte e latticini freschi (490)

Carne (insaccati escl.) (473)

Patate (469)

Formaggio (488)

Verdura (487)

Miele (371)

Insaccati (444)

Frutta/bacche (485)

Funghi (398)

Prodotti a base di patate (352)

Succo di frutta (404)

Olio commestibile (479)

Prodotti a base di cereali (445)

Vino (396)

Fiori recisi (341)

Piante in vaso (264)

Bevande cont. alcool di distill. (277)

Fonte: Demoscope

Il 50 per cento circa della popolazione conosce il logo «Svizzera. Naturalmente» e sa che si tratta di un’identità visiva comune della comunicazione di marketing per i prodotti agricoli svizzeri. Quasi la metà degli svizzeri si ricorda spontaneamente (senza aiuto) di una campagna pubblicitaria per un alimento promosso con tale messaggio. La pubblicità maggiormente nominata, segnatamente dal 17 per cento degli intervistati, è stata «Carne svizzera, il resto è contorno», mentre il 10 per cento ha citato da solo quella sul latte.

Super-combinata.

99 2.1 Produzione e smercio
100 0 20 40 60 80 In %
sempre / quasi sempre per lo più ogni tanto
raramente mai non so / nessuna risposta

n Offensiva di mercato all’estero

Nel quadro della strategia della qualità, gli attori della filiera agroalimentare hanno deciso che «l’offensiva di mercato» è uno dei tre ambiti d’intervento che occorre mettere in atto. In quest’ottica, le organizzazioni di marketing di diversi settori di produzione, coadiuvate dall’UFAG, hanno lanciato iniziative volte ad agevolare ulteriormente l’esportazione di prodotti agricoli svizzeri e a consentire alle aziende di acquisire le conoscenze necessarie per penetrare nuovi mercati all’estero.

Tramite il sostegno finanziario di progetti pilota è possibile individuare la situazione e le esigenze delle aziende esportatrici e mettere a disposizione strumenti e servizi adeguati per conquistare più efficacemente nuovi mercati. Vengono creati incentivi per le organizzazioni di categoria di diversi settori di produzione e le aziende ad esse affiliate affinché possano raccogliere le prime esperienze di esportazione o acquisire le conoscenze specifiche per un nuovo mercato.

Provvedimenti d’esportazione a integrazione della promozione dello smercio

Le misure necessarie alla penetrazione di nuovi mercati integrano gli strumenti nell’ambito della promozione allo smercio e vanno attuate prima della comunicazione. Le tappe che un’azienda deve percorrere prima di esportare su un nuovo mercato sono numerose. Spesso, il prodotto va testato tramite indagini di mercato presso i consumatori e talvolta se ne adegua anche la ricetta. Una tappa decisiva, per un’azienda che vuole lanciarsi nell’esportazione, è la ricerca e la scelta del partner commerciale adatto. Successivamente, essa dovrà rendere nota la propria offerta e presentare i propri prodotti alle fiere specializzate. Per avere accesso a un mercato target di un Paese terzo, un’azienda deve sottoporsi ai controlli tesi a stabilire se ottempera le norme in esso vigenti (p.es. norme in materia d’igiene) e fornire la prova della conformità alle esigenze. Le tappe di penetrazione di un mercato possono pertanto richiedere diversi anni, prima che si vedano risultati concreti e duraturi in termini di quantità esportate. Ma può anche succedere che un tale processo debba essere interrotto dopo diversi anni di investimenti per mancanza di risultati.

Un aiuto iniziale per i progetti d’esportazione gestiti e coordinati da un’organizzazione di categoria potrebbe far raggiungere più rapidamente i risultati sperati e, al contempo, ridurre i rischi per le aziende. Un aiuto finanziario accordabile dall’ente pubblico in base al principio di sussidiarietà, potrebbe incoraggiare più imprese a provare a penetrare un mercato e ad accumulare conoscenze specifiche nel settore dell’esportazione. In tal modo, le aziende disporrebbero di armi migliori per mantenere o addirittura aumentare il proprio volume di produzione e per stare al passo con la crescente apertura dei mercati. L’UE e diversi Paesi europei come la Germania, l’Austria e i Paesi Bassi hanno già incentivi all’esportazione per i prodotti agricoli. Nell’ambito della Politica agricola 2014–2017 si dovrebbero poter introdurre simili strumenti specifici anche in Svizzera.

100 2.1 Produzione e smercio

Creazione del portale informativo agroexport@blw.admin.ch

I primi progetti pilota nel settore delle esportazioni sono stati lanciati nel 2009 in collaborazione con produttori di specialità casearie e prodotti carnei. Nel 2010 sono stati avviati altri due progetti nell’ambito della produzione biologica e della zoogenetica. Attualmente, a raccogliere esperienze nell’ambito di progetti pilota vi sono complessivamente 4 organizzazioni di marketing, alle quali sono affiliate 11 aziende. Dopo i primi riscontri sull’andamento dei progetti, nel 2010 gli Uffici federali UFAG, SECO, UFV e UFSP hanno deciso di armonizzare le procedure all’interno dell’Amministrazione federale e con le associazioni di categoria nell’ambito di un gruppo di lavoro denominato «Apertura dei mercati». Da un lato, l’obiettivo è quello di coordinare le attività in relazione ai progetti d’esportazione verso mercati già accessibili e potenziali «nuovi» Paesi di destinazione. Dall’altro il gruppo di lavoro funge da piattaforma d’informazione al fine, ad esempio, d’intensificare la comunicazione con le associazioni di categoria in relazione a negoziati su accordi di libero scambio o di informare l’Amministrazione in merito alle attività promosse dalle aziende nel settore dell’esportazione. In tal modo le categorie e le aziende avranno a disposizione una piattaforma centralizzata per tutte le questioni inerenti ai progetti d’esportazione. Per informazioni e suggerimenti scrivere all’indirizzo e-mail: agroexport@blw.admin.ch.

2.1.1.4 Caratterizzazione dei prodotti agricoli

n Stato attuale del Registro DOP/IGP

Nel 2010 l’UFAG ha accolto due domande di registrazione di DOP/IGP. Il 31 marzo è stata pubblicata nel Foglio ufficiale svizzero di commercio la domanda di registrazione quale indicazione geografica protetta (IGP) per le denominazioni «Absinthe», «Fée verte» o «La Bleue». L’area geografica nella quale si produce questo distillato si estende per l’intero distretto Val-de-Travers, nel Cantone di Neuchâtel. A seguito della pubblicazione dell’elenco degli obblighi sono giunti 42 ricorsi dalla Svizzera e dall’estero. Il 13 luglio è stata pubblicata la domanda sulla denominazione di origine protetta (DOP) «Bündner Bergkäse», per la quale sono giunti 14 ricorsi, tutti per lo stesso motivo.

All’UFAG sono pervenute tre nuove domande di registrazione: due per le DOP Zuger Kirsch e Glarner Alpkäse e una per la IGP Zuger Kirschtorte. La domanda di registrazione quale IGP per la Tomme vaudoise è stata ritirata dal raggruppamento richiedente.

Sono inoltre state inoltrate richieste di modifiche per gli elenchi degli obblighi del Berner Alpkäse/Berner Hobelkäse (DOP), Walliser Roggenbrot (DOP) e Walliser Raclette (DOP), nonché per St. Galler Bratwurst/ St. Galler Kalbsbratwurst (IGP) e Walliser Trockenfleisch (IGP). Il Tribunale federale, con la sentenza del 10 dicembre 2010, ha confermato la decisione dell’UFAG di non acconsentire all’aggiunta di musetto di maiale nel Saucisson vaudois (IGP).

Attualmente è in corso l’esame delle domande di registrazione per Boutefas, Jambon de la borne e Huile de noix vaudoise quali DOP, nonché per Glarner Kalberwurst quale IGP. È al vaglio anche l’unica domanda giunta dall’estero, quella per il Café de Colombia quale DOP, mentre per quella del Bois du Jura quale IGP manca ancora la base legale che consentirebbe la registrazione di prodotti forestali.

101 2.1 Produzione e smercio

Registro DOP/IGP al 31 dicembre 2010

Denominazione Protezione Aziende Imprese Volume di Volume di Ente di produzione produzione certificazione certificato certificato 2009 2010

102 2.1 Produzione e smercio
Numero Numero t t Formaggio L’Etivaz DOP 69 1 383 445 OIC Emmentaler DOP 4 146 197 25 723 27 058 OIC Gruyère DOP 2 288 242 28 420 28 164 OIC Sbrinz DOP 135 13 1 566 1 534 ProCert Tête de Moine DOP 299 10 2 213 2 151 OIC Formaggio d’alpe ticinese DOP 40 210 260 OIC Vacherin fribourgeois DOP 1 070 100 2 400 2 536 OIC Vacherin Mont-d’Or DOP 191 18 547 550 OIC Berner Alpkäse/Hobelkäse DOP 38 472 1 205 1 129 OIC Walliser Raclette DOP 290 18 - 815 OIC Bloderkäse-Werdenberger DOP - 7 - 0,03 ProCert Sauerkäse/Liechtensteiner Sauerkäse Prodotti carnei Carne secca dei Grigioni IGP 24 958 914 ProCert Longeole IGP - - - - OIC Saucisse d’Ajoie IGP 11 55 56 OIC Carne secca del Vallese IGP 29 507 485 OIC Saucisson neuchâtelois IGP 12 124 121 OIC Saucisse neuchâteloise Saucisson vaudois IGP 15 806 1 099 ProCert Saucisse aux choux vaudoise IGP 35 780 651 ProCert Bevande contenenti alcool di distillazione Eau-de-vie de poire du Valais DOP 193 19 92 814 litri OIC alcool al 100 % Abricotine/Eau-de-vie DOP 12 2 - - OIC d’Abricot du Valais Altri prodotti Rheintaler Ribel DOP 7 2 29 36 ProCert Cardon épineux genevois DOP 3 1 69 75 ProCert Walliser Roggenbrot DOP 57 78 756 714 OIC Zafferano di Mund DOP 20 0,00033 0,00049 OIC Poire à Botzi DOP 4 0 41 35 ProCert St. Galler Bratwurst/ IGP - 22 - 2 620 OIC St. Galler Kalbsbratwurst IGP ProCert SQS q.inspecta Fonte: UFAG

n Agricoltura biologica – Inversione di tendenza all’orizzonte

Per diversi anni, nonostante la crescita del mercato dei prodotti biologici, in Svizzera si è registrata una stagnazione, se non addirittura una leggera diminuzione, del numero di aziende biologiche e delle superfici gestite secondo i principi dell‘agricoltura biologica. Nel 2011 si delinea un‘inversione di tendenza: per la prima volta, dal 2004, si segnalano più aperture di nuove attività che cessazioni. Al 1° gennaio 2011, si contava un numero addirittura doppio rispetto a quello dell‘anno precedente di nuove attività nell‘agricoltura biologica. Nel 2010, sono state 5 521 le aziende che hanno prodotto conformemente alle direttive di Bio Suisse e che, aggiunte alle circa 400 che producono secondo l‘ordinanza della Confederazione sull’agricoltura biologica, rappresentano l‘11 per cento circa di tutte le aziende agricole elvetiche. Sviluppi positivi si sono osservati anche sul mercato dei prodotti biologici: una crescita dinamica e un aumento di fatturato del 6,1 per cento, che ha toccato 1,639 miliardi di franchi.

È tale progresso del mercato, riflettutosi anche sui prezzi alla produzione e sui risultati aziendali, la ragione principale dell‘aumento di riconversioni all‘agricoltura biologica. La crescita del mercato totale, tuttavia, continua a essere dovuta soprattutto alla merce d‘importazione. Con effetto retroattivo all‘inizio del 2010, il Consiglio federale ha aumentato di 150 franchi l‘ettaro i contributi di superficie per le colture speciali gestite secondo i principi dell‘agricoltura biologica e per la restante superficie coltiva aperta, che hanno pertanto raggiunto, rispettivamente, 1 350 e 950 franchi. Inoltre, anche Bio Suisse, l‘organizzazione mantello degli agricoltori biologici, ha lanciato diverse misure volte a incentivare la conversione al biologico. Considerati tali segnali positivi, ci si aspetta che aumenteranno ancora le imprese che passeranno al biologico.

n Migliore protezione per i prodotti di montagna e dell’alpe

Dal 1° gennaio 2007 l’ordinanza sulle designazioni «montagna» e «alpe» (ODMA; RS 910.19) prescrive che i termini «montagna» e «alpe» siano impiegati soltanto per prodotti agricoli e generi alimentari da essi ottenuti provenienti dalla regione di montagna e dall’economia alpestre, proteggendo in tal modo i consumatori dagli inganni. L’ODMA offre ai produttori e agli addetti alla trasformazione uno strumento di segmentazione dell’offerta e di differenziazione della produzione, oltre che di difesa dalla concorrenza sleale. In futuro, sarà necessario proteggere meglio i prodotti autentici provenienti dalla regione di montagna e dell’economia alpestre. Mediante la revisione dell’ordinanza, la cui entrata in vigore è prevista per il 1° gennaio 2012, s’intende in primo luogo precisare le esigenze in materia di controllo e certificazione dei prodotti di montagna e dell’alpe. È previsto che anche il formaggio alpestre e altri prodotti dell’alpe sottostiano alla procedura di controllo e debbano essere certificati. La procedura di controllo dovrà essere semplice, ma efficiente, e occorrerà dotare i prodotti dell’alpe di ancora più autenticità e credibilità. Si dovranno proteggere meglio anche le traduzioni delle lingue in uso in Svizzera e i termini derivati al fine di evitare l’utilizzo di denomimazioni di fantasia, come ad esempio «Alp Beef» o «Mountain Tea», allo scopo di eludere l’ordinanza montagna/alpe. Anche l’impiego della denominazione «Alpi» è soggetta a restrizioni. Essa può essere ancora utilizzata per il latte e i latticini nonché per la carne e i prodotti carnei soltanto se questi adempiono le esigenze dell’ODMA e sono certificati. Nel contesto europeo l’ODMA non ha, finora, eguali e potrebbe dunque fungere da modello per una definizione comune dei prodotti di montagna e dell’alpe nella corrispondente regione europea.

103 2.1 Produzione e smercio

2.1.1.5 Assicurazione della qualità

Per garantire il rispetto di diverse esigenze qualitative, definite a livello di diritto pubblico o privato, sono necessarie specifiche misure di assicurazione della qualità come controlli, certificazioni e accreditamenti. Queste ultime esigono dai singoli attori grandi sforzi, richiesti altresì dal mercato, ma non sempre ricompensati dallo stesso. Nell’obiettivo di dotare la filiera agroalimentare svizzera di un orientamento coerente alla strategia della qualità, è opportuno che la Confederazione partecipi al finanziamento dei servizi di assicurazione della qualità. A suo sostegno vi è già di una base legale (art. 11 LAgr) che, però, lascia ampio margine di interpretazione riguardo alla possibilità di finanziamento di servizi collettivi di assicurazione della qualità. Per tale motivo si prevede la stesura, a medio termine, di una nuova ordinanza che garantisca la trasparenza dei criteri e della ripartizione dei fondi.

Onde precisare le condizioni per la concessione di un finanziamento e le attività finanziate nel quadro di un programma d’assicurazione della qualità, l’UFAG ha cofinanziato alcuni progetti pilota d’assicurazione della qualità: nel 2009 e 2010 ha approvato un progetto SwissGAP nel settore frutta e verdura, nonché patate e nel 2010 ha cofinanziato il progetto pilota AQ Carne svizzera. Considerato il principio di sussidiarietà e la volontà che il sostegno pubblico vada direttamente a beneficio degli agricoltori, il finanziamento della Confederazione è incentrato in primo luogo sulla partecipazione dei produttori ai sistemi di assicurazione della qualità, con l’obiettivo principale di ridurre i costi ad essa correlati per gli agricoltori.

104 2.1 Produzione e
smercio

2.1.1.6 Strumenti del commercio estero

n Modifiche delle basi legali ed esecuzione delle norme d’importazione

Nell’ambito del commercio estero, le norme d’importazione costituiscono tuttora uno strumento importante per l’agricoltura elvetica. Dopo aver attuato, negli anni scorsi, numerose semplificazioni per gli importatori e nell’esecuzione, il 2010 è stato all’insegna della preparazione della nuova impostazione dell’ordinanza sulle importazioni agricole. Quest’ultima contiene disposizioni per oltre 1 500 voci di tariffa. Con effetto al 1° gennaio 2012, sarà modificato oltre il 20 per cento di queste perché nella tariffa generale svizzera sarà integrata la versione rivista del Sistema Armonizzato internazionale. Contemporaneamente, si presenta l’occasione di strutturare in maniera diversa l’ordinanza e quindi di effettuarne una revisione totale. Un obiettivo importante, in questo contesto, è semplificare le attuali possibilità di ricerca nella versione elettronica dell’ordinanza e in Internet, tramite una nuova rappresentazione e la rispettiva grafia delle voci di tariffa nella forma a otto cifre. Occorre semplificare soprattutto la ricerca nella Tariffa d’uso elettronica pubblicata alla pagina Internet www.tares.ch. La voce di tariffa 0102.1010 contenuta nell’ordinanza, ad esempio può essere inserita, tramite i comandi copia-incolla, nella finestra di ricerca della Tares. Da tale ricerca, risulterà che si tratta di «Animali vivi della specie bovina, riproduttori di razza pura, importati nei limiti del contingente doganale».

Nell’anno oggetto del rapporto, oltre ai lavori in vista della revisione totale dell’ordinanza sulle importazioni agricole sono state applicate anche alcune modifiche. Tra queste ultime, è degna di nota la graduale riduzione dell’aliquota di dazio sullo zucchero attraverso la quale, dal 1° dicembre 2010, tale alimento può essere importato in Svizzera a dazio zero. È stata ridotta anche l’imposizione doganale sui cereali destinati all’alimentazione umana e sui cereali trasformati (farine). È stato invece aumentato, segnatamente di 500 capi all’anno a tempo indeterminato, il contingente doganale di equini. Osservando gli esempi, emerge che è stata ulteriormente moderata la protezione per i prodotti agricoli nell’ottica di una maggiore concorrenza nell’agricoltura e nei rispettivi settori a valle.

Le modifiche delle norme d’importazione sono descritte in maniera dettagliata nel rapporto del Consiglio federale concernente le misure tariffali 2010. All’interno dello stesso è altresì pubblicata l’attribuzione dei contingenti doganali. Sul sito Internet dell’UFAG, sotto Temi Importazione ed esportazione (www.import. ufag.admin.ch), è possibile consultare la «Pubblicazione dell’attribuzione dei contingenti doganali» e il rapporto sotto «Informazioni complementari».

Risultati delle vendite all’asta per il periodo di contingentamento 2010

Una parte considerevole dell’esecuzione delle norme d’importazione è costituita dalla ripartizione dei contingenti doganali. Per quelli che non possono essere assegnati tramite la procedura più semplice, ovvero in base all’ordine di entrata delle dichiarazioni doganali («procedura progressiva»), si effettua spesso la vendita all’asta. Tramite tale procedura, un contingente doganale può essere attribuito integralmente o suddiviso in più tranche ed essere messo all’asta in diversi momenti, precedenti o contemporanei al periodo di contingentamento. Il bando d’asta viene pubblicato sul Foglio ufficiale svizzero di commercio (FUSC) e sul sito Internet dell’UFAG oltre che essere spedito via mail a coloro che si iscrivono a una newsletter. Per il periodo di contingentamento 2010, l’UFAG ha effettuato circa 100 vendite all’asta, riguardanti più contingenti doganali parziali e periodi d’importazione (cfr. tabella).

105 2.1 Produzione e smercio

Risultati delle vendite all’asta per il periodo di contingentamento 2010

Settore di produzione e prodotti messi all‘asta

1

lordi: peso lordo in chilogrammi; kg netti: peso netto; kg eq: equivalente in merce fresca dei prodotti trasformati, il cui peso netto viene convertito applicando coefficienti fissi; kg 82% TMG: kg netti di burro con un tenore in materie grasse dell’82 %, le importazioni alla voce di tariffa 0405.9010 vengono convertite applicando il coefficiente 1,21 in kg 82% TMG.

2 Contingenti doganali n. 21 e n. 31 (contingente doganale autonomo con attribuzione sulla base delle esportazioni).

106 2.1 Produzione e smercio
Carne, prodotti carnei e insaccati inclusi, latticini e animali da allevamento Carne di pollame kg lordi 46 500 000 1,98 100 5 68 Carne di maiale kg lordi 3 050 000 1,00 100 5 25 Carne di animali della specie ovina kg lordi 5 355 000 2,74 90 6 45 Carne di animali della specie caprina kg lordi 330 000 0,50 100 2 14 Carne di animali della specie equina kg lordi 5 180 000 0,34 100 5 16 Carne di vitello kg lordi 382 500 8,30 90 4 24 Fegato di vitello kg lordi 135 000 0,19 90 5 8 Lombi/High-Quality-Beef kg lordi 4 365 000 11,40 90 13 65 Carcasse di vacche destinate alla trasformazione kg lordi 6 210 000 0,93 90 9 16 Carne di vacca da salumeria kg lordi 45 000 1,64 90 1 19 Lingue kg lordi 189 000 0,02 90 5 3 Muselli di bovini kg lordi 171 000 0,13 90 4 5 Carne bovina (kasher) kg lordi 311 700 0,06 100 5 2 Carne bovina (halal) kg lordi 350 000 1,56 100 4 7 Carne ovina (kasher) kg lordi 20 700 0,10 100 5 2 Carne ovina (halal) kg lordi 175 000 1,61 100 4 6 Prosciutto essiccato all’aria dall’UE kg lordi 3 507 200 8,13 100 1 82 Carne secca essiccata all’aria dall’UE kg lordi 1 410 350 7,96 100 1 55 Insaccati dall’UE kg lordi 4 086 500 3,70 100 1 94 Prosciutto cotto e in scatola kg lordi 71 500 7,34 100 1 121 Conserve a base di carne di manzo kg lordi 770 000 0,43 100 1 11 Latte in polvere kg netti 300 000 0,51 100 2 3 Burro kg 82% TMG 100 000 0,15 100 1 2 Animali della specie bovina capi 1 200 91,23 100 2 16 Prodotti di origine vegetale Fiori recisi kg lordi 200 000 0,90 2 1 27 Prodotti semilavorati a base di patate per la fabbricazione di salse e minestre kg eq 330 000 0,02 100 1 2 Altri prodotti semilavorati a base di patate kg eq 1 150 000 0,02 100 1 6 Prodotti finiti a base di patate kg eq 2 500 000 0,63 100 1 23 Prodotti di frutta a granella kg eq 244 000 0,45 38 1 12 Frutta da sidro e per la distillazione kg netti 172 000 0,01 100 1 2
kg
Fonte: UFAG Unità 1 Quantitativi messi all’asta Prezzo medio d‘aggiudicazione Quota venduta sul totale del contingente doganale (parziale) Vendite all’asta 2010 Partecipanti ai singoli bandi Numero unità fr./unità % Numero Numero o media

Com’era stato il caso nell’anno precedente, nel 2010 le aziende del settore della carne che hanno fornito garanzie sotto forma di garanzie bancarie e fideiussioni sono state un centinaio per un importo pari a 22 milioni di franchi circa. Sono quindi state esonerate dal pagamento del prezzo d’aggiudicazione prima dell’importazione della merce all’aliquota di dazio del contingente (ADC). Le garanzie consentono alle ditte di utilizzare immediatamente le quote di contingente acquisite all’asta, rappresentano uno sgravio per l’amministrazione per quanto riguarda i controlli all’esportazione e i pagamenti permettono di evitare procedure d’incasso di tributi d’importazione elevati.

Altre attività correlate all’esecuzione nel settore delle importazioni ed esportazioni

Nel 2009 l’UFAG ha ripreso dall’Ufficio federale di veterinaria (UFV) il compito di rilasciare i certificati di autenticità per l’esportazione di carne secca dei Grigioni. Alla pagina «Esportazione di prodotti agricoli» del suo sito Internet, pertanto, l’UFAG può fornire informazioni dettagliate sullo stato di utilizzo del contingente doganale dell’UE per la carne secca dei Grigioni. Nel 2010, il contingente a dazio zero di 1 200 tonnellate era stato esaurito già a fine luglio, mentre nel 2009 si era dovuto aspettare fino a metà ottobre. A conferma dell’autenticità della carne secca dei Grigioni sono stati richiesti 53 certificati.

Per importare determinati prodotti agricoli, come ad esempio il vino o diversi prodotti a base di carne, occorre essere titolare di un permesso d’importazione. Spesso tali prodotti sono anche contingentati, ossia è consentito importarne soltanto determinati quantitativi all’aliquota di dazio del contingente (ADC) più vantaggiosa. In circostanze particolari, segnatamente per fiere e manifestazioni analoghe, l’UFAG e, per quantitativi più contenuti, l’Amministrazione delle dogane possono autorizzare anche persone che non sono titolari di un permesso ad effettuare importazioni. A determinate condizioni, per esempio in caso di cessione gratuita dei prodotti nel quadro di una degustazione, possono essere autorizzate importazioni all’ADC. In stretta collaborazione con la SECO e con l’Amministrazione delle dogane, nel 2010 l’UFAG ha autorizzato una cinquantina di richieste di questo genere, ovvero il 50 per cento in più di permessi rispetto al 2009. Di questa prassi potrebbero approfittare anche gli esportatori elvetici in quanto possono aspettarsi agevolazioni simili nel momento in cui intendono presentare i propri prodotti all’estero.

n Importazioni ed esportazioni di prodotti agricoli trasformati

Per compensare il divario di prezzo delle materie prime dell’industria agroalimentare svizzera riconducibile alla politica agricola e garantire lo smercio di materie prime elvetiche, alla frontiera viene applicato un sistema di compensazione del prezzo per i prodotti agricoli trasformati («legge sul cioccolato»). Mediante dazi, il prezzo delle materie prime contenute nei prodotti trasformati importati viene adeguato al prezzo applicato in Svizzera, mentre i contributi all’esportazione consentono di ridurre il prezzo di determinate materie prime presenti nei prodotti trasformati esportati.

La «legge sul cioccolato», pur non essendo direttamente uno strumento di politica agricola, compensa i divari di prezzo da questa generati. Negli ultimi anni, l’importo iscritto nel preventivo ordinario è risultato troppo basso per coprire il fabbisogno in materia di compensazione del prezzo delle materie prime; a questa situazione si è reagito, soprattutto, con crediti aggiuntivi e riduzioni delle aliquote dei contributi all’esportazione. Si deve partire dal presupposto che, per motivi finanziari, la Confederazione, in futuro, non potrà sempre garantire un’integrale compensazione dei prezzi per le materie prime interessate. Inoltre, va constatato che tali sovvenzioni all’esportazione, come anche altri rimborsi, subiscono una determinata pressione sul piano internazionale. Nella parte 3.1 Sviluppi sul piano internazionale viene trattata tale problematica. Già all’inizio del 2010 era chiaro che i 70 milioni di franchi iscritti nel preventivo ordinario non sarebbero bastati per compensare integralmente i prezzi per i quantitativi attesi. Per tale motivo, dal 1° maggio al 31 dicembre 2010, la Confederazione ha garantito solo il 50 per cento della compensazione del prezzo delle materie prime. Per assicurare almeno tale compensazione parziale, è stato richiesto un credito aggiuntivo, approvato dal Parlamento nel dicembre 2010.

107 2.1 Produzione e smercio

In termini di valore, la bilancia del commercio estero della Svizzera per i prodotti agricoli trasformati è positiva. Dopo gli elevati tassi di crescita degli anni precedenti (+96 % dal 2005 al 2008), negli ultimi tre anni le esportazioni sono state relativamente costanti (+7 % dal 2008 al 2010). Lo stesso dicasi per le importazioni, che negli ultimi tre anni hanno praticamente mantenuto lo stesso, alto livello. Il principale partner commerciale per i prodotti agricoli trasformati rimane l’UE, con una quota d’esportazione del 66 per cento e una d’importazione dell’81 per cento.

Importazioni ed esportazioni di prodotti trasformati In mio. fr. Fonte: AFD 0 6 000 5 000 4 000 3 000 2 000 1 000 Esportazioni Importazioni 2005 2004 2006 2007 2008 2009 2010 Evoluzione delle risorse finanziare nell'ambito della legge sul cioccolato In mio. fr. Fonte: AFD 0 200 180 160 140 100 120 80 60 40 20 1991/92 2010 2009 2006 2007 2008 Credito aggiuntivo Preventivo ordinario 108 2.1 Produzione e smercio

2.1.2 Economia lattiera

Dalla crisi economica del 2008, la situazione del mercato lattiero è globalmente migliorata, tanto che sono aumentati i prezzi a livello internazionale. Nell’anno oggetto del rapporto, la produzione indigena è rimasta elevata come nel 2009 e, a causa dei problemi di smercio del grasso del latte, le scorte di burro hanno superato le 10 000 tonnellate. Il franco svizzero forte, inoltre, ha generato difficoltà d’esportazione per i formaggi e i latticini e, di conseguenza, è aumentata la pressione sul prezzo alla produzione del latte.

Dall’abolizione del contingentamento lattiero statale, il 1° maggio 2009, nella categoria si discute su misure per il consolidamento dei rapporti contrattuali sul mercato del latte e per la gestione dei quantitativi. Considerati i diversi interessi degli attori di mercato risulta particolarmente difficile trovare una soluzione che accolga il favore dei più. A causa di questa situazione, inoltre, sono stati inoltrati diversi interventi parlamentari nei quali si richiedono, al Consiglio federale, condizioni quadro vincolanti volte alla stabilizzazione e al potenziamento del mercato lattiero.

Misure per il mercato lattiero svizzero – 2010

Prodotto Formaggio

Misura

della valorizzazione del latte, produzione di latte e contratti di acquisto di latte

1 La protezione alla frontiera vige per i Paesi non UE.

Burro Latte scremato Latte in polvere Latte di consumo, panna, prodotti a base di latte fresco
Obbligo
n n
Protezione doganale 1 n n n n Supplementi n
di notifica n
n n
109 2.1 Produzione e smercio
Fonte: UFAG

n Mezzi finanziari e dati statistici 2010

Stando al Conto dello Stato, nel 2010 la Confederazione ha stanziato 291,9 milioni di franchi per i supplementi nel settore lattiero e l’accordo di prestazione con il Servizio d’amministrazione della TSM Fiduciaria Latte S.ag.l. Tale importo è inferiore di 6,3 milioni di franchi, ovvero del 2,1 per cento, rispetto all’anno precedente per via dell’abolizione degli aiuti per il burro concessi all’interno del Paese e degli aiuti all’esportazione per il formaggio. Per il latte destinato alla fabbricazione di formaggio, nell’anno oggetto del rapporto sono stati stanziati 15 centesimi il chilogrammo, per un totale di 253,6 milioni di supplementi. Le uscite per i supplementi per il foraggiamento senza insilati (3 ct./kg di latte trasformato in formaggio) sono state di 32,7 milioni di franchi, mentre per l’esecuzione dell’ordinanza sul sostegno del prezzo del latte da parte della TSM sono stati utilizzati 2,9 milioni di franchi, ovvero l’1 per cento del credito per il settore lattiero.

Il Servizio d’ispezione dell’UFAG effettua regolari controlli, nel settore latte e latticini presso gli addetti alla valorizzazione del latte che richiedono i supplementi. Nell’anno oggetto del rapporto sono stati condotti 308 controlli in aziende di valorizzazione del latte, che hanno dato luogo a 141 contestazioni e a 59 procedure amministrative; di queste ultime, circa il 90 per cento si è concluso a metà 2011.

Tramite un accordo di prestazione, la TSM è stata incaricata di registrare diversi dati sul latte, nonché le domande di versamento dei supplementi per il latte trasformato in formaggio e di quelli per il foraggiamento senza insilati. La TSM si occupa dell’elaborazione sia di dati di base provenienti dai valorizzatori e dai produttori di latte, sia di dati mensili e annuali concernenti la valorizzazione, i contratti d’acquisto e la produzione. Due volte a settimana, essa trasmette all’UFAG le informazioni riguardo i supplementi da versare a ciascun richiedente. Le applicazioni tecniche utilizzate dalla TSM per lo svolgimento dei propri compiti consentono un’amministrazione trasparente e sicura dei diversi dati sul latte.

L’ordinanza sul sostegno del prezzo del latte prescrive, inoltre, che la TSM irroghi sanzioni agli addetti alla valorizzazione del latte che, nonostante i richiami, non registrano i dati concernenti contratti, produzione, valorizzazione o vendita diretta.

Nell’anno lattiero 2009/10 (1° maggio 2009 – 30 aprile 2010) il numero delle aziende produttrici di latte ammontava a 14 718 nella regione di pianura e a 11 716 nella regione di montagna. Rispetto all’anno lattiero precedente (2008/09) il numero di tali aziende è sceso del 2,6 per cento. Il quantitativo medio delle forniture è stato di 153 734 chilogrammi per azienda nella regione di pianura e di 88 807 chilogrammi nella regione di montagna, con un aumento rispettivamente del 2,3 e del 4,6 per cento. Anche il quantitativo medio delle forniture per vacca ha registrato un incremento di 203 chilogrammi, ovvero del 3,6 per cento, giungendo a 5 890 chilogrammi.

Nell’anno lattiero 2009/10, le aziende produttrici di latte gestite tutto l’anno e le aziende d’estivazione hanno commercializzato, rispettivamente, circa 3,3 e circa 0,09 milioni di tonnellate di latte. La metà dei 26 434 produttori di latte ne ha commercializzato meno di 100 000 chilogrammi; la loro quota rispetto alla produzione totale è stata di circa il 23 per cento. 872 produttori ne hanno invece commercializzati più di 350 000 chilogrammi, che rappresentano il 13 per cento della produzione totale.

110 2.1 Produzione e smercio
Forniture medie per azienda In kg Fonte:
0 180 000 160 000 140 000 100 000 120 000 80 000 60 000 40 000 20 000 2000 / 01 2002 / 03 2004 / 05 2006 / 07 2008 / 09 2009 / 10 Regione di pianura Svizzera (regione d'estivazione escl.) Regione di montagna
UFAG
Tabella 28 Pagina A28

Quota percentuale di latte commercializzato, secondo la classe di dimensioni delle forniture

n Produzione lattiera dopo il 1° maggio 2009

Dall’abolizione del contingentamento lattiero, il 1° maggio 2009, non esistono più limitazioni statali dei quantitativi di latte prodotti. I produttori, tuttavia, hanno il dovere di concludere un contratto con il loro primo acquirente. In tal modo, la Confederazione non ha più alcun compito di controllo dei quantitativi, come invece era ancora il caso per l’anno lattiero 2008/09. La verifica del rispetto del potenziale di produzione 2008/09 e della corretta valorizzazione dei quantitativi supplementari approvati presso le 38 organizzazioni fuori contingentamento ha richiesto molto tempo nell’anno oggetto del rapporto. A 15 di esse è stato concesso il diritto di essere sentite perché avevano superato considerevolmente il potenziale di produzione. In totale, l’UFAG ha adottato provvedimenti amministrativi ai sensi dell’articolo 169 LAgr nei confronti di 24 organizzazioni; 9 di queste hanno presentato ricorso al Tribunale amministrativo federale, il quale, fino ad agosto 2011, non aveva ancora preso alcuna decisione.

Su richiesta degli addetti alla valorizzazione del latte di latteria, l’UFAG pubblica mensilmente, a partire da luglio 2009, un indice dei prezzi del latte di latteria (base: 2005 = 100 o 71,04 ct./kg). Si tratta di un’unità di misura che, basandosi su valori del passato, riproduce l’andamento dei prezzi dei prodotti del commercio al dettaglio (latte di consumo, panna di consumo, burro), dei prodotti per uso industriale (latte scremato in polvere, latte intero in polvere, burro per uso industriale) e del latte nei Paesi limitrofi. Esso viene utilizzato dall’Interprofessione del latte svizzero (IP Latte) per determinare il prezzo indicativo del latte di latteria. Tale compito è, difatti, di sua esclusiva competenza. Nel 2010, l’indice dei prezzi del latte di latteria è stato, in media, di 91,53 punti.

A partire da gennaio 2010, con l’indice dei prezzi della panna si è registrata, mensilmente, l’evoluzione del prezzo di costo della stessa, ripreso dagli addetti alla trasformazione. L’UFAG rileva i prezzi della panna dai produttori di burro. I più importanti acquirenti di panna notificano il prezzo di costo medio ponderato e i relativi quantitativi. L’indice è calcolato sulla base del prezzo della panna di dicembre 2009 (base dicembre 2009 = 100 o 10.92 fr./kg grasso del latte). In gennaio 2011 si attestava a 95,94 punti.

111 2.1 Produzione e smercio
Quota latte commercializzato (%) Anno lattiero
Anno lattiero
Anno lattiero 2009 /
Fonte: UFAG 0 25,0 20,0 10,0 15,0 5,0 21–25 000 25 001–50 000 50 001–75 000 75 001–100 000 100 001–125 000 125 001–150 000 150 001–175 000 175 001–200 000 Latte commercializzato per azienda (kg) 200 001–225 000 225 001–250 000 250 001–275 000 275 001–300 000 300 001–325 000 325 001–350 000 > 350 000
1999 / 2000
2004 / 2005
2010

n Contratti di acquisto di latte

Uno strumento di gestione dei quantitativi di latte è l’obbligo, per tutti i produttori, di concludere un contratto di acquisto di latte. Secondo l’articolo 36b LAgr, infatti, i produttori hanno il diritto di fornire latte solo se concludono un contratto di almeno un anno, nel quale ne convengono quantità e prezzi. Sono esentati da tale obbligo i venditori diretti, visto che i contratti di acquisto di latte prescritti dal diritto pubblico si riferiscono al primo acquisto di latte (dal produttore al primo acquirente). L’obbligo di concludere contratti e le clausole vincolanti dello stesso hanno l’obiettivo di contenere gli acquisti di latte speculativi, a breve termine e di fornire ai produttori una limitata garanzia di prezzo e di smercio. Nell’ambito dei suoi controlli, a inizio 2010, il servizio d’ispezione dell’UFAG ha esaminato l’applicazione dell’articolo 36b LAgr presso oltre 100 primi acquirenti di latte, appurandone diverse attuazioni e la mancanza, in parte, di contratti, nonostante precedentemente fossero stati notificati alla TSM dati relativi al contratto. Conclusosi il primo monitoraggio, l’UFAG, assieme ai rappresentanti di categoria, ha precisato raccomandazioni di applicazione e le ha comunicate alle organizzazioni.

Con la mozione «Latte. Potenziamento dei contratti d’acquisto» (10.3813), depositata il 1° ottobre 2010 dal consigliere nazionale Jacques Bourgeois, il Consiglio federale deve essere incaricato di esaminare l’applicazione dell’articolo di legge, di estendere l’obbligo di concludere contratti ai secondi acquirenti di latte, di fissare standard minimi nei contratti e di dichiarare obbligatoria, a livello nazionale, una quota minima del cosiddetto latte A (latte nel segmento di prezzo più elevato) nei contratti. L’intervento è stato motivato dall’errata applicazione dell’articolo 36b LAgr e dal fatto che la mancanza di condizioni quadro chiaramente stabilite lasci agli attori di mercato la libertà di decidere o cambiare le regole del gioco a propria discrezione o in base alla situazione del mercato.

Il Consiglio federale ha respinto la mozione ma, nella sua risposta, ha dichiarato che alcune richieste dell’autore della mozione potrebbero contribuire alla stabilizzazione del mercato del latte e al consolidamento dei rapporti contrattuali tra gli addetti alla trasformazione e i loro fornitori. È pertanto opportuno che i contratti standard per l’acquisto del latte ai sensi delle misure di solidarietà di cui all’articolo 8 LAgr siano discussi ed elaborati, innanzitutto, in seno all’IP Latte. Nell’ambito di un simile processo è necessario individuare gli interessi comuni a tutti i livelli della filiera del valore aggiunto per poter stabilire standard sostenibili e orientati alla pratica. L’IP Latte può valutare se sia opportuno fissare contrattualmente, a livello nazionale, una quota minima di latte nel segmento di prezzo più elevato, oltre che stabilire standard per altri elementi contrattuali quali i termini di disdetta, le possibilità di disdetta straordinaria e le sanzioni. Se i presupposti di cui all’articolo 9 LAgr sono soddisfatti, l’IP Latte può, in caso di necessità, inoltrare una domanda al Consiglio federale affinché i contratti standard vengano dichiarati di obbligatorietà generale anche per i non membri.

n Interprofessione del latte svizzero

L’IP Latte è la piattaforma dell’economia lattiera svizzera, composta da circa 50 organizzazioni nazionali e regionali di produttori e addetti alla trasformazione di latte, oltre che da singole aziende dell’industria e del commercio al dettaglio. I suoi membri gestiscono circa il 90 per cento del latte svizzero. In base al mandato statutario, il suo obiettivo è quello di potenziare l’economicità dei suoi membri provenienti dall’economia lattiera svizzera tramite la conservazione e la promozione del valore aggiunto e delle quote di mercato in Svizzera e all’estero. Al capitolo 2.1.1.2 sono descritte le misure concrete dell’IP Latte.

112 2.1 Produzione e smercio

n Gestione dei quantitativi di latte

Con la mozione «Regolare i quantitativi di latte affinché possano essere assorbiti dal mercato» (10.3472), depositata il 16 giugno 2010 dal consigliere nazionale Andreas Aebi, il Consiglio federale dovrebbe essere incaricato di sancire, su richiesta dell’organizzazione dei Produttori Svizzeri di Latte (PSL), l’obbligatorietà generale (estensione ai non membri) di un modello di regolazione dei quantitativi di latte. Quest’ultimo prevede che il quantitativo di base di latte sia stabilito per ogni organizzazione commerciale (OP, OPV) o azienda di trasformazione per i fornitori diretti in funzione dei diritti di fornitura dell’anno lattiero 2008/09, quantitativi supplementari esclusi. Sulla base di una pianificazione annuale dei quantitativi, i PSL dovrebbero riscuotere dalle OP/OPV o dalle aziende di trasformazione una tassa fino a 30 centesimi per chilogrammo di latte prodotto in eccesso, se la crescita della produzione è superiore a quella della domanda che genera un buon valore aggiunto.

La mozione è stata respinta dal Consiglio federale, poiché potrebbe generare un monopolio dell’offerta e, di conseguenza, un calo di competitività. Nonostante il parere del Consiglio federale, la mozione è stata accolta dal Consiglio nazionale nella sessione autunnale 2010. Nella sessione primaverile 2011, dopo un intenso dibattito, il Consiglio degli Stati ha rinviato la mozione Aebi alla propria Commissione d’esame preliminare. La stessa risoluzione è stata presa per la mozione della sua Commissione dell’economia e dei tributi, che invita il Consiglio federale a sostenere le misure di solidarietà dell’IP Latte al massimo per due anni.

n Piattaforma di valutazione dati sul latte

Il progetto Piattaforma di valutazione dati sul latte (VDL) è sospeso a causa di difficoltà tecniche dei software e di lacune ancora esistenti nelle conoscenze del gestore. Se il progetto «Astat-2» si concluderà con successo e, a quel punto, vi saranno necessità concrete per la valutazione dei dati sul latte, potranno essere utilizzati i documenti archiviati dalla VDL. Quest’ultima, con il suo lavoro pionieristico nell’ambito del BI-Tool, ha già notevolmente spianato la strada a un progetto successivo all’Astat-2 e a diversi progetti di Business Intelligence (BI) nel DFE.

113 2.1 Produzione e smercio

2.1.3 Produzione animale

Che sia per ragioni di polizia epizootica, economiche, politiche o zootecniche, la produzione animale è costantemente esposta a nuove sfide. Nell’anno oggetto del rapporto si sono valutati i provvedimenti esistenti e se ne sono presi di nuovi.

Il 12 maggio 2010, il Consiglio federale ha disposto che la carne di coniglio importata, proveniente da una forma di detenzione non autorizzata in Svizzera, soprattutto da allevamento in batteria, debba essere dichiarata come tale nei punti vendita. Tale obbligo di caratterizzazione entrerà in vigore solo il 1° gennaio 2012, per dare agli attori di mercato svizzeri ed esteri il tempo necessario all’adeguamento.

Su incarico del DFE, un gruppo di lavoro, costituito da otto rappresentanti delle associazioni mantello nazionali del settore del bestiame da macello e della carne, ha analizzato le disposizioni d’importazione della carne e ha proposto dei miglioramenti. Nel suo rapporto del 6 ottobre 2010, ha affermato che il coinvolgimento della categoria nella valutazione del mercato e nella determinazione del volume e del periodo d’importazione è tuttora adeguato, ma ha rilevato la necessità di un miglioramento puntuale nell’informatica e nelle prescrizioni in materia di utilizzazione delle quote di contingente doganale assegnate. Quale soluzione principale, il gruppo propone di reintrodurre la ripartizione di una parte delle importazioni di carne secondo i criteri della prestazione all’interno del Paese: per la carne di manzo e di pecora tale parte ammonterebbe al 50 per cento, per pollame, cavallo e capra al 33 per cento; i restanti contingenti d’importazione, nonché le altre categorie di carne, dovrebbero continuare a essere messi all’asta. I rappresentanti dei produttori dichiarano di sostenere un cambiamento del sistema d’importazione solo a condizione che non venga ridotto il sostegno finanziario garantito dalla Confederazione all’agricoltura. Il Consiglio federale ha inviato il rapporto del gruppo di lavoro in consultazione nel secondo trimestre 2011, assieme alla documentazione sulla Politica agricola 2014–2017.

Per il settore svizzero della produzione animale la salute degli animali ha una notevole importanza economica. Nell’anno oggetto del rapporto è proseguito il programma di eradicazione della diarrea virale bovina (DVB): tra i vitelli neonati si registra una quota proporzionalmente sempre più bassa di animali infetti, segnatamente 2 su 1 000. Il programma di eradicazione della DVB continua fino a fine 2011, allo scopo di individuare ed eliminare anche gli ultimi vitelli infetti. Si è continuata anche la lotta contro la malattia della lingua blu, riscontrata in Svizzera, per la prima volta, nell’ottobre 2007. Allo scopo di mantenere un elevato standard di salute degli animali, da allora è stata resa obbligatoria la vaccinazione, anche se nel 2010 i Cantoni hanno concesso deroghe su richiesta. Considerato il successo delle campagne nazionali di vaccinazione 2008–2010, grazie alle quali in Svizzera è stata debellata la malattia della lingua blu, nel 2011 non si rende più necessaria una simile campagna.

L’accordo bilaterale sull’agricoltura stipulato con l’UE implica, tra le altre cose, il continuo aggiornamento delle prescrizioni d’igiene veterinaria della Svizzera, allo scopo di mantenere l’equivalenza delle disposizioni.

Ciò riguarda anche l’eliminazione dei sottoprodotti di origine animale, che include, tra l’altro, la valorizzazione a scopo foraggiero, la fermentazione negli impianti per la produzione di biogas e l’utilizzo per scopi tecnici. L’ordinanza concernente l’eliminazione dei sottoprodotti di origine animale è stata sottoposta a revisione totale e la nuova versione è entrata in vigore il 1° luglio 2011. Il Consiglio federale ha altresì fissato il divieto di somministrare resti alimentari, poiché nel frattempo era scaduto il termine transitorio concordato con l’UE.

114 2.1
Produzione e smercio

Provvedimenti – 2010

Animale/Prodotto

Provvedimento

Protezione alla frontiera n n n n n n n n

Sgombero del mercato sui mercati pubblici n n n

Azioni d’immagazzinamento n n n

Azioni di vendita a prezzo ridotto n n n n

Azioni di spezzatura n

Contributi per la valorizzazione della lana di pecora n

Effettivi massimi n n n n

Banca dati sul traffico di animali n n n n n n

Contributi d’infrastruttura per i mercati pubblici nella regione di montagna n n n

Promozione dell’allevamento di animali n n n n n n n n

Conservazione delle razze svizzere minacciate n n n n n n n n

Fonte: UFAG

Il principale elemento di sostegno del mercato indigeno della carne è costituito dalla protezione alla frontiera, che implica dazi e contingenti. A questi, l’UFAG ha aggiunto aiuti per la stabilizzazione temporanea dei prezzi sul mercato della carne e delle uova. Onde garantire lo smercio, inoltre, i commercianti di bestiame da macello sono tenuti a ritirare sui mercati pubblici gli animali non commerciabili in libera vendita in determinati periodi dell’anno.

115 2.1 Produzione e smercio
Bovini Vitelli Suini Equini Ovini Caprini Pollame Api Uova

n Mezzi finanziari 2010

Per i provvedimenti nel settore della produzione animale (esclusi i costi correlati al controllo del traffico di animali) e i contributi per l’eliminazione di sottoprodotti di origine animale sono stati utilizzati 57,9 milioni di franchi.

Nel quadro del controllo del traffico di animali, per la gestione della banca dati sul traffico di animali (BDTA) sono stati spesi 9,2 milioni di franchi, interamente compensati dai proventi delle tasse pari a 10,5 milioni di franchi. Per l’eliminazione di sottoprodotti di origine animale, Identitas AG ha versato, su mandato dell’UFAG, 47,7 milioni di franchi. Di questo importo circa un terzo è andato a beneficio degli allevatori di bovini e circa due terzi a stabilimenti dediti alla macellazione di animali delle specie bovina, ovina, suina e caprina.

Ripartizione dei mezzi finanziari – 2010

Totale 92,4 mio. fr.

Contributi per il sostegno alla produzione di uova indigene 2,2 %

Aiuti all'interno del Paese per il bestiame da macello e la carne e contributi d'infrastruttura nelle regioni di montagna 1,2 %

Promozione dell'allevamento 37,3 %

Aiuto finanziario assicurazione della qualità carne 0,2 %

Contributi per la lana di pecora 0,8 %

Accordo di prestazione Proviande 6,7 %

Eliminazione dei sottoprodotti di origine animale 51,6 %

Fonte: Conto dello Stato

n Provvedimenti sul mercato del bestiame da macello e della carne

La cooperativa Proviande svolge, dal 2000, diversi compiti sul mercato del bestiame da macello e della carne, affidatile dalla Confederazione tramite un accordo di prestazione basato sull’articolo 51 LAgr. Di seguito ne forniamo una descrizione.

Classificazione neutrale della qualità

Nei macelli di grandi dimensioni, Proviande deve provvedere alla classificazione neutrale della qualità degli animali macellati. Per macelli di grandi dimensioni si intendono quelle aziende in cui vengono macellati più di 120 suini o circa 23 capi di bestiame grosso a settimana. A determinate condizioni, Proviande può occuparsi della classificazione della qualità delle carcasse anche in piccole e medie aziende. Nell’anno oggetto del rapporto, il servizio di Proviande ha eseguito la classificazione della qualità delle carcasse presso 32 aziende.

Dai risultati della classificazione della qualità emerge che la quota dei torelli bene e molto bene in carne è aumentata di quasi il 3 per cento rispetto al 2009 e del 12 per cento rispetto al 2005, a scapito dei torelli a muscolatura media. Il foraggiamento e l’ingrasso condotti in maniera ottimale e l’impiego di adeguate razze da ingrasso hanno influito positivamente sulla muscolatura. Gli stessi risultati si osservano anche per i vitelli, per i quali si registra un aumento di quelli bene e molto bene in carne del 3,6 per cento rispetto all’anno scorso e del 5,2 per cento rispetto al 2005.

116 2.1 Produzione e smercio
29
A28
Tabella
Pagina

Ripartizione delle carcasse in classi di muscolatura – 2010

In %

C Classe di muscolatura: H T A X

C = molto bene in carne, H = bene in carne, T = muscolatura media, A = scarnato, X = molto scarnato

Fonte: Proviande

Sorveglianza dei mercati pubblici nonché organizzazione dei provvedimenti tesi a sgravare il mercato

Prima dell’inizio dell’anno civile Proviande, in collaborazione con i Cantoni e le organizzazioni contadine, allestisce un programma annuale nel quale sono definiti i mercati pubblici per bestiame da macello e ovini. Tale programma indica il luogo e la data dei singoli mercati, nonché le categorie di animali che possono esservi presentate e deve essere approvato dall’UFAG. Rispetto all’anno precedente, si segnalano aumenti sia di mercati di vitelli e di bestiame grosso, sia del numero di animali presentati. Si riducono, invece, le cifre per gli animali della specie ovina: sui 331 mercati osservati (–2 %), il numero degli animali presentati si è ridotto di 3 920 capi, ovvero del 4,5 per cento.

Cifre inerenti ai mercati pubblici sorvegliati – 2010

Come consueto, in primavera ed estate l’offerta di vitelli da macello ha superato la domanda. A sostegno dei prezzi, una sessantina di macelli ha pertanto immagazzinato 247 tonnellate di carne di vitello, smaltita in autunno, destinandola alla trasformazione. L’UFAG ha contribuito per 1 milione di franchi (ca. 4 fr. il kg) ai costi di stoccaggio e alla perdita di valore causata dal congelamento.

117 2.1 Produzione e smercio
Caratteristica Unità Vitelli Bestiame Ovini grosso Mercati pubblici sorvegliati Numero 274 728 331 Animali venduti all’asta Numero 40 915 59 269 82 527 Numero medio di animali per mercato Numero 149 81 249 Quota degli animali presentati rispetto alle macellazioni % 15,9 15,1 34,0 Animali assegnati (sgombero del mercato) Numero 0 758 5 720 Fonte: Proviande
0 80 70 60 50 40 30 20 10
Capretti Agnelli Vitelli Torelli Vacche

n Provvedimenti sul mercato delle uova

La domanda di uova cala specialmente dopo Pasqua. Onde attutire le ripercussioni delle fluttuazioni di mercato stagionali, dopo aver sentito le cerchie interessate, nel 2010 l’UFAG ha messo a disposizione 2 milioni di franchi per il finanziamento di misure di valorizzazione. Nell’anno oggetto del rapporto, i fabbricanti di prodotti a base di uova hanno valorizzato nell’industria gli albumi e i tuorli di 17,7 milioni di uova di consumo indigene, tramite azioni di spezzatura, sgravando quindi il mercato delle uova di consumo in guscio. I commercianti di uova, dal canto loro, hanno ridotto il prezzo di 11,5 milioni di uova di consumo a beneficio degli acquirenti. Il contributo previsto era di 9 centesimi per ogni uovo spezzato e di 5 per ogni uovo ribassato. Quelli richiesti, però, sia per le azioni di spezzatura che per quelle di vendita a prezzo ridotto, superavano il credito massimo a disposizione di 2 milioni di franchi; si sono dovuti, pertanto, decurtare proporzionalmente i contributi su ogni uovo. In totale, alle azioni di spezzatura e di riduzione del prezzo hanno partecipato rispettivamente 14 e 9 aziende.

n Provvedimenti per la valorizzazione della lana di pecora

In virtù dell’ordinanza concernente la valorizzazione della lana di pecora indigena, entrata in vigore il 1° gennaio 2009, l’UFAG ha impiegato i fondi in favore innanzitutto di progetti innovativi di valorizzazione della lana di pecora, dando successiva priorità alle organizzazioni di solidarietà, che al fine di valorizzarla hanno perlomeno il compito di cernire, lavare e vendere per la trasformazione in prodotti finiti la lana indigena raccolta. Eccezionalmente, il lavaggio può essere effettuato all’estero.

Nel 2010 l’UFAG ha sostenuto sei progetti innovativi di valorizzazione della lana mettendo a disposizione un importo totale di circa 0,5 milioni di franchi. Le organizzazioni di solidarietà che, con il loro lavoro, hanno assicurato la raccolta, la cernita e il lavaggio di circa 82,5 tonnellate di lana di pecora per la trasformazione in prodotti finiti in Svizzera sono state cinque. Il contributo finanziario della Confederazione per chilogrammo di lana lavata è stato di 2 franchi, per un importo totale di circa 0,17 milioni di franchi.

n Provvedimenti nell’ambito del traffico di animali

La revisione totale della banca dati sul traffico di animali (BDTA) ha dato i primi frutti: il 3 gennaio 2011, la nuova BDTA ha iniziato a funzionare, come previsto, sul Portale Agate (www.agate.ch). Sono state attivate la BDTA Equidi e la BDTA Suini. A causa di ritardi, per gli equidi non sono ancora state attivate tutte le funzioni, ma le più importanti sono operative e i proprietari di cavalli possono registrarvi i propri dati, quelli dei loro cavalli in vita il 31 dicembre 2010, nonché le nascite e le importazioni. Il fatto che il proprietario sia sottoposto all’obbligo di notifica è una novità nell’ambito della BDTA ed è riconducibile alle situazioni reali nella detenzione di equidi. Spesso, infatti, il detentore non coincide con il proprietario. Per i suini la novità consiste nella registrazione delle entrate per gruppi (nascite escluse) (numero di suini, data, azienda di provenienza). Le due novità per equidi e suini sono state introdotte nell’ambito del mantenimento dell’equivalenza con l’UE nel settore animale. Un’ulteriore novità è che un terzo incaricato può effettuare le notifiche per coloro che sono assoggettati all’obbligo di notifica; di tale possibilità usufruiscono soprattutto i commercianti di suini. Le funzioni mancanti della BDTA Equidi sono state attivate a fine aprile 2011; la BDTA esistente, soprattutto l’intero sistema di notifica per i bovini, sarà probabilmente migrato nella nuova BDTA a fine 2011.

Con l’introduzione del nuovo obbligo di passaporto per equidi, nella prima metà del 2011 l’UFAG ha riconosciuto, su richiesta, 13 servizi preposti al rilascio.

A metà settembre 2010, l’applicazione AniCalc è stata integrata con il modulo Calcolatore UBG. Con AniCalc si calcolano i valori UBG di ogni azienda detentrice di animali durante il periodo di riferimento (dal 1° maggio al 1° maggio dell’anno successivo) tramite il calcolo dei pagamenti diretti dipendenti dai bovini. Il Calcolatore UBG completa tale sistema d’informazione, considerato che l’azienda detentrice o il servizio cantonale possono calcolare i valori UBG per un periodo liberamente definito nel passato.

118 2.1 Produzione e smercio

n Provvedimenti per la promozione dell’allevamento

I contributi federali per la promozione dell’allevamento possono essere versati solo a organizzazioni di allevamento riconosciute. La base legale per tale riconoscimento è costituita dall’articolo 144 LAgr, mentre le disposizioni d’esecuzione sono fissate nell’ordinanza sull’allevamento di animali. Quest’ultima stabilisce le condizioni che deve adempiere un’organizzazione di allevamento di animali delle specie bovina, suina, ovina e caprina, nonché di equidi, conigli, pollame, api mellifere e camelidi del nuovo mondo per ottenere dall’UFAG un riconoscimento valido 10 anni.

Dopo aver assegnato, nel 2009, il riconoscimento a tutte le grandi organizzazioni di allevamento, nel 2010 se ne sono potute riconoscere altre 18. La maggior parte delle richieste è giunta da organizzazioni di allevamento per equidi.

A 25 organizzazioni di allevamento sono stati assegnati contributi per un ammontare totale di 34,4 milioni di franchi per la tenuta del libro genealogico, gli esami funzionali, la stima dei valori genetici, le analisi genetiche, nonché per la conduzione di progetti di conservazione delle razze svizzere. Non sono stati fatti versamenti a organizzazioni di allevamento i cui contributi totali risultavano inferiori a 30 000 franchi (limite di promozione).

I fondi sono stati così ripartiti: 70,6 per cento all’allevamento di bovini, 10 per cento a quello di suini, 5,9 per cento agli ovini, 5,2 per cento agli equidi, 4,9 per cento a caprini e pecore da latte, 0,1 per cento a camelidi del nuovo mondo e 3,3 per cento alla conservazione delle razze svizzere. Per la prima volta, l’UFAG ha altresì assegnato lo 0,2 per cento dei fondi all’apicoltura.

Ripartizione dei mezzi finanziari – 2010

Allevamento di suini; 3 399 027 fr.; 9,9 %

Allevamento di caprini e pecore lattifere;

1 796 358 fr.; 5,2 %

Allevamento di bovini; 24 304 246 fr.; 70,6 %

Allevamento di ovini; 2 016 025 fr.; 5,9 %

Conservazione delle razze svizzere;

1 127 592 fr.; 3,3 %

Allevamento di equini;

1 701 860 fr.; 4,9 %

Api e camelidi del nuovo mondo; 95 833 fr.; 0,3 %

119 2.1 Produzione e smercio
Fonte: Conto dello Stato Totale 34,4 mio. fr. Tabella 30 Pagina A29

Conservazione delle razze svizzere minacciate

Il servizio specializzato «Risorse zoogenetiche degli animali da reddito» all’interno dell’UFAG è incaricato, dal 2001, di coordinare le misure adottate in Svizzera per la conservazione delle diversità delle razze. Nel 2010 sono stati condotti 9 progetti autorizzati di conservazione delle razze svizzere di bovini, cavalli, pecore, capre e api, coadiuvati dall’UFAG. Il servizio specializzato gestisce altresì lo European Farm Animal Biodiversity Information System (EFABIS), un programma per il monitoraggio delle principali razze di animali da reddito elvetiche. Visti l’articolo 16 capoverso 4 dell’ordinanza sull’allevamento di animali e la conclusione di una rispettiva convenzione, l’UFAG versa, dal 2010, un contributo allo stoccaggio prolungato di campioni congelati di origine animale. La Svizzera possiede, pertanto, una banca genetica nazionale con sperma delle razze svizzere di bovini, ovini, caprini ed equidi. Nell’ambito dell’ulteriore sviluppo del Piano d’Azione Nazionale (PAN) per la lotta contro l’erosione e l’utilizzo sostenibile delle risorse zoogenetiche, nel maggio 2010 l’UFAG ha organizzato, in collaborazione con l’Associazione svizzera per la produzione animale, un workshop per stabilire gli obiettivi zootecnici e individuare le necessità d’intervento, al quale hanno partecipato organizzazioni di allevamento riconosciute e relatori stranieri. Nell’ottobre 2010 ha avuto luogo la seconda tavola rotonda con stakeholder delle risorse zoogenetiche. Il servizio specializzato collabora attivamente anche a livello internazionale con lo European Regional Focal Point (piattaforma di scambio d’informazioni su progetti di conservazione) e la FAO all’elaborazione di basi per la conservazione delle risorse zoogenetiche. Il 2010 è stato l’anno della biodiversità. Per celebrare l’avvenimento, la Posta ha emesso un francobollo speciale sul quale è rappresentata la razza minacciata della capra colomba, presentato dall’allora Presidente della Confederazione Doris Leuthard.

Verifica delle organizzazioni di allevamento

Per assicurarsi che i fondi per la promozione dell’allevamento di animali vengano utilizzati a norma di legge si effettuano controlli presso le organizzazioni di allevamento. L’obiettivo è quello di controllarle tutte, in loco, almeno una volta ogni cinque anni. Nel 2010 sono state condotte ispezioni presso dieci organizzazioni, stilando i rispettivi rapporti, dove sono state presentate eventuali lacune e fornite indicazioni per eliminarle.

120 2.1 Produzione e smercio

2.1.4 Produzione vegetale

Onde promuovere una produzione vegetale adeguata all’approvvigionamento della popolazione, in aggiunta alla protezione alla frontiera vengono stanziati contributi di coltivazione in campicoltura, contributi di trasformazione per la frutta e contributi per la riconversione a colture innovative. Essendo la produzione vegetale di capitale importanza per l’alimentazione umana e animale, ma le innovazioni nell’ambito delle materie prime rinnovabili poche, i contributi per la trasformazione di materie prime rinnovabili, utilizzabili sia per l’alimentazione sia a scopo industriale, in impianti pilota e di dimostrazione riconosciuti, conoscono una fase di declino.

Provvedimenti – 2010

Coltura

Provvedimento

Contributi di trasformazione

Contributi di coltivazione

Contributi per la ricon-

versione e per l’impianto di colture innovative 4

1 A seconda dello scopo di utilizzo o della voce di tariffa non vi è imposizione doganale o vengono applicati dazi ridotti.

2 Riguarda solo una parte del raccolto (riserve di mercato di concentrati di succo di frutta a granelli).

3 Solo per patate, mais e piante foraggere.

4 Riguarda solo determinate colture.

5 I contributi sono versati per l’ultima volta nel 2011.

1 n n n n n n n n
Protezione alla frontiera
n 2
n n n n 3
n 5 n 5
Fonte: UFAG
121 2.1 Produzione e smercio
Cereali Leguminose a granelli Semi oleosi Patate Barbabietola da zucchero Sementi Verdura, fiori recisi, vitivinicoltura Frutta

n Mezzi finanziari 2010

Rispetto all’anno precedente, nel 2010 i mezzi finanziari destinati al sostegno del mercato nel settore della produzione vegetale sono diminuiti, passando da 99 a 70 milioni di franchi. In seguito alla rinuncia a misure di promozione delle esportazioni e all’orientamento ancora più coerente del sostegno verso la produzione, nell’anno oggetto del rapporto il 95 per cento dei fondi è stato assegnato alla promozione della coltivazione, il 4 per cento a trasformazione e valorizzazione e l’1 per cento ad altre misure di promozione.

Rispetto al 2009, i mezzi impiegati per la campicoltura e la valorizzazione della frutta sono diminuiti rispettivamente di quasi 13 e circa 16 milioni di franchi. Nel 2009, a causa dell’elevatissima produzione di patate, nel settore campicolo erano stati ancora accordati contributi straordinari per la valorizzazione delle eccedenze. A causa del raccolto da primato del 2009, tuttavia, l’organizzazione di categoria Zucchero ha ridotto la quota dello stesso; nel 2010, pertanto, vi sono state meno superfici messe a barbabietole da zucchero e, di conseguenza, un minore fabbisogno di fondi.

Uscite per la valorizzazione della frutta – 2010

Totale 2,89 mio. fr.

Provvedimenti di adeguamento al mercato di frutta e verdura (riconversione) 24 %

Anderes 9 % Valorizzazione

67 %

Fonte: UFAG

Nell’anno oggetto del rapporto il sostegno per la valorizzazione della frutta è stato di 2,89 milioni di franchi. Il Parlamento ha deciso di non accordare più contributi all’esportazione a partire dal 31 dicembre 2009. Per questa ragione, quindi, le spese sono notevolmente diminuite rispetto all’anno precedente.

n Dazio sulla farina (metodo di calcolo, importazioni)

Con decisione del 16 maggio 2007 il Consiglio federale ha ridotto, con effetto al 1° luglio 2008, l’elevatissima imposizione doganale sui cereali trasformati destinati all’alimentazione umana, portandola dai 143–148 franchi il quintale a 65 franchi il quintale. Per il farro a bassa resa in farina è stata concessa un’aliquota più alta. Già nel maggio 2007, il Consiglio federale aveva preannunciato un’ulteriore riduzione delle aliquote di dazio con effetto al 1° luglio 2009.

A causa delle condizioni meteorologiche, nel 2007 il raccolto mondiale di cereali è stato inferiore alla media per qualità e quantità; di conseguenza, sui mercati internazionali si è assistito a un aumento dei prezzi. Per limitare gli effetti dei prezzi sui prodotti indigeni di panetteria, il Consiglio federale, tramite una modifica dell’ordinanza sulle importazioni agricole, ha autorizzato il DFE a fissare l’aliquota di dazio del contingente per i cereali panificabili in funzione di un prezzo di riferimento. Al contempo, ha abbinato le aliquote di dazio sui cereali trasformati destinati all’alimentazione umana alla materia prima, incaricando il DFE di calcolarle, applicando un supplemento massimo di 20 franchi il quintale.

122 2.1 Produzione e smercio Tabella 31 Pagina A30
di mele e pere

Su richiesta dell’organizzazione di categoria, il DFE ha posticipato l’entrata in vigore dal 1° luglio al 1° ottobre 2009 e ha rinunciato a una modifica, in seguito a un’analisi aggiornata della situazione. In seguito alla notizia che l’applicazione del decreto del Consiglio federale sarà valutata trimestralmente, il DFE ha abbinato, con effetto al 1° luglio 2010, l’imposizione doganale sui cereali trasformati destinati all’alimentazione umana a quella della materia prima e ha concesso un supplemento di 20 franchi il quintale. Di conseguenza, l’aliquota normale per la farina di grano tenero è scesa da 65 a 50.70 franchi il quintale e quella per il semolino di grano duro da 65 a 23.40 franchi il quintale.

Secondo i dati statistici sul commercio estero, la riduzione della protezione alla frontiera per i cereali trasformati destinati all’alimentazione umana non ha avuto, finora, ripercussioni sulle importazioni nette. Sin dal 2008, le importazioni annuali nette di farina di grano tenero si aggirano attorno alle 400 tonnellate che, se rapportate a un fabbisogno di frumento di circa 430 000 tonnellate e a una resa media in farina del 75 per cento, corrispondono a una quota di mercato di circa l’1,2 per cento.

n Patate (contingentamento)

Nel dicembre 2009 non si sapeva se il Governo Egiziano avrebbe fornito i documenti ufficiali sulla situazione fitosanitaria nelle sue aree di coltivazione delle patate. Per tale motivo, la liberazione del contingente di patate destinate al consumo, assegnato all’Egitto nell’ambito dell’accordo di libero scambio, era stata rinviata, una prima volta, al 15 febbraio 2010. Siccome i documenti non erano stati trasmessi neanche in seguito, la decisione era stata temporaneamente rinviata. A fine 2010, l’Egitto ha finalmente fornito, per la campagna 2010/11, l’elenco delle regioni nelle quali non compare il marciume bruno della patata (Ralstonia solanacearum). La modifica dell’ordinanza dell’UFAG, grazie alla quale si sono potute autorizzare importazioni da questo Paese (a determinate condizioni), è entrata in vigore il 15 gennaio 2011. Nello stesso giorno è stato liberato il contingente annuale egiziano di 2 690 tonnellate. Il contingente doganale parziale OMC n. 14.1 si è potuto liberare il 1° gennaio 2011 per 6 500 tonnellate di patate destinate al consumo, 2 500 tonnellate di patate da semina e 9 250 tonnellate di patate a scopo industriale. Le importazioni effettuate nell’ambito del contingente egiziano vengono contabilizzate su quello OMC, se i periodi di utilizzo di entrambi i contingenti coincidono.

I dati concernenti le vendite sono stati migliori del previsto e, inaspettatamente, si sono conclusi nuovi contratti; la categoria ha pertanto richiesto, concorde, un aumento del contingente di 5 000 tonnellate di patate da trasformazione, concesso nel febbraio 2011. L’aumento temporaneo del contingente è disciplinato dall’OIAgr (RS 916.01). Di questa possibilità si può usufruire in caso di penuria sul mercato interno. Nell’ambito di tale disposizione e per assicurarsi che il trattamento delle richieste della categoria di aumenti temporanei di contingente sia pienamente conforme alla procedura amministrativa (pubblicazione della modifica d’ordinanza nella Raccolta Ufficiale inclusa), la categoria si è impegnata a migliorare le proprio previsioni. In futuro, baserà le proprie decisioni su stime periodiche dei raccolti.

n Repertorio svizzero delle denominazioni di origine controllata (DOC) dei vini

Al fine di raggiungere gli obiettivi della Politica agricola 2011 (PA 2011), si è dovuta adeguare la legislazione del settore vitivinicolo. Sono state modificate alcune disposizioni rilevanti per la produzione, per rispondere alla segmentazione del mercato e poter mantenere facilmente il passo con l’evolversi della legislazione UE. Gli obiettivi principali erano l’armonizzazione della classificazione dei vini dalla produzione alla vendita (vini DOC, vini con indicazione geografica tipica, vini da tavola) e la distinzione più marcata tra vini DOC.

A tale scopo, la Confederazione ha stabilito criteri, per i vini DOC, concernenti la delimitazione dell’area di produzione, la scelta delle varietà di vite, i metodi di coltivazione riconosciuti per la denominazione, il tenore naturale in zucchero, la resa massima per unità di superficie, nonché l’analisi e la valutazione organolettica. Spetta ai Cantoni regolamentare le DOC nel settore vitivinicolo e stabilire i dettagli di suddetti criteri. Per adeguare le proprie legislazioni sul vino DOC, i Cantoni avevano tempo fino al 1° giugno 2009.

123 2.1 Produzione e smercio

Sulla base delle leggi cantonali, adeguate al diritto federale e inoltrate all’UFAG dai Cantoni stessi, e dei relativi elenchi di DOC si è potuto aggiornare il Repertorio svizzero delle DOC, tramite il quale tali denominazioni sono protette, a livello nazionale, contro qualsiasi usurpazione, imitazione o allusione. A livello internazionale, invece, esso funge da riferimento per la protezione reciproca delle DOC tramite accordi bilaterali, come quello tra la Svizzera e l’UE (accordo agricolo del 1999).

Con l’applicazione di tali modifiche di legge da parte dei Cantoni si sono potute razionalizzare le norme di autenticità delle DOC. Da adesso, infatti, l’area di produzione delle uve deve corrispondere con la denominazione e quindi il numero di DOC è drasticamente diminuito: nel febbraio 2006 erano 658, nel marzo 2011 solo 74. La determinazione di requisiti in base ai quali valorizzare le caratteristiche delle DOC si è svolta diversamente nei singoli Cantoni. Alcuni di essi non hanno ancora apportato le necessarie modifiche di legge e, di conseguenza, le loro DOC non sono state introdotte nel Registro; i viticoltori, pertanto, non possono utilizzare il nome del Cantone o di un’area di produzione dello stesso nella denominazione dei loro vini e dovranno commercializzare il vino dell’annata 2011 con la designazione «indicazione geografica tipica» o «vino da tavola».

L’elenco aggiornato delle denominazioni dei vini può essere consultato alla pagina Internet dell’UFAG, sotto «Vini e distillati».

124 2.1 Produzione e smercio

2.2 Pagamenti diretti

I pagamenti diretti sono uno degli elementi principali della politica agricola, utilizzati per promuovere le prestazioni richieste dalla società. Essi si distinguono tra pagamenti diretti generali e pagamenti diretti ecologici.

Uscite per i pagamenti diretti

Avvertenza: non è possibile effettuare un paragone diretto con i dati del Conto dello Stato. I valori indicati nella parte 2.2. «Pagamenti diretti» si riferiscono all’intero anno di contribuzione, mentre il Conto dello Stato riporta le spese sostenute.

Ambito di spesa 2009 2010 2011 1 mio. fr. Pagamenti diretti generali 2 190 2 201 2 186 Pagamenti diretti ecologici 566 597 613 Riduzioni 15 10 Totale 2 742 2 789 2 799
Preventivo
Tabella 32 Pagina A31 125 2.2 Pagamenti diretti
1
Fonte: UFAG

2.2.1 Importanza dei pagamenti diretti

n Promozione di prestazioni particolari e d’interesse generale

Le prestazioni fornite dall’agricoltura nell’interesse generale vengono indennizzate tramite i pagamenti diretti generali. Tra questi rientrano i contributi di superficie e quelli per gli animali da reddito che consumano foraggio grezzo. Tali contributi sono finalizzati a garantire la gestione e la cura della superficie agricola utile. Nella regione collinare e in quella di montagna i gestori percepiscono inoltre contributi di declività e contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione. Tali provvedimenti permettono di considerare le difficoltà di gestione e le più basse rese con le quali sono confrontati coloro che operano in queste regioni. I pagamenti diretti (esclusi i contributi d’estivazione) sono concessi soltanto agli agricoltori che forniscono la prova che le esigenze ecologiche sono rispettate (PER).

Mediante i contributi ecologici, etologici, per la protezione delle acque e d’estivazione (rientranti nella categoria dei pagamenti diretti ecologici) gli agricoltori sono spinti, tramite incentivi economici, a fornire prestazioni particolari che vanno oltre le esigenze in ambito legislativo e la PER.

I contributi ecologici comprendono i contributi per la compensazione ecologica, la qualità ecologica, la produzione estensiva di cereali e colza e l’agricoltura biologica. Mediante i contributi etologici la Confederazione promuove la detenzione di animali da reddito in sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali (SSRA) e l’uscita degli animali da reddito all’aperto (URA). I contributi per la protezione delle acque sono finalizzati a ridurre i carichi di nitrati e fosforo nelle acque. I contributi d’estivazione vengono erogati per la gestione sostenibile e rispettosa dell’ambiente delle superfici d’estivazione.

n Importanza economica dei pagamenti diretti – 2010

Nel 2010 sono stati erogati 2,789 miliardi di franchi, vale a dire mediamente 53 866 franchi per azienda. Il 57 per cento dei pagamenti diretti è andato a beneficio delle regioni di montagna e collinare.

126 2.2 Pagamenti diretti

Pagamenti diretti – 2010

non è possibile effettuare un paragone diretto con i dati del Conto dello Stato. I valori indicati nella parte 2.2 «Pagamenti diretti» si riferiscono all’intero anno di contribuzione, mentre il Conto dello Stato riporta le spese sostenute durante un anno civile. Le riduzioni si riferiscono alle deduzioni dovute alle limitazioni e alle sanzioni giuridiche e amministrative.

Fonte: UFAG

Quota dei pagamenti diretti giusta l’OPD rispetto alla prestazione lorda delle aziende di riferimento, per regione – 2010

Tabelle 42a–43

Fonte: Agroscope

Tipo di contributo Totale Regione di Regione Regione di pianura collinare montagna 1 000 fr. Pagamenti diretti generali 2 201 118 849 928 585 382 754 489 Contributi di superficie 1 221 166 634 852 291 410 294 904 Contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo 510 283 203 488 148 775 158 020 Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione 354 306 8 727 109 139 236 441 Contributi generali di declività 104 044 2 862 36 058 65 125 Contributi di declività per vigneti in zone in forte pendenza e terrazzate 11 318 Pagamenti diretti ecologici 597 345 234 027 129 187 112 127 Contributi ecologici 249 710 128 677 62 088 58 945 Contributi per la compensazione ecologica 128 715 75 444 31 623 21 647 Contributi giusta l’ordinanza sulla qualità ecologica (OQE) 61 978 21 434 16 986 23 557 Contributi per la produzione estensiva di cereali e colza (produzione estensiva) 29 336 21 227 7 579 530 Contributi per l’agricoltura biologica 29 680 10 570 5 899 13 211 Contributi etologici 225 632 105 351 67 099 53 182 Contributi per sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali (SSRA) 61 729 35 035 17 964 8 729 Contributi per l’uscita regolare all’aperto (URA) 163 903 70 315 49 135 44 453 Contributi d’estivazione 101 275 Contributi per programmi sulla protezione delle acque e sulle risorse 21 339 Riduzioni 9 839 Totale pagamenti diretti 2 789 234 1 083 956 714 569 866 617 Pagamenti diretti per azienda 53 866 48 961 50 837 55 602
Avvertenza:
Caratteristica Unità Totale Regione di Regione Regione di pianura collinare montagna Aziende Numero 3 202 1 358 998 846 SAU in Ø ha 21,06 22,17 19,71 20,55 Pagamenti diretti generali fr. 45 346 39 541 45 237 55 342 Contributi ecologici ed etologici fr. 9 014 10 018 9 338 6 972 Totale pagamenti diretti fr. 54 360 49 559 54 575 62 314 Prestazione lorda fr. 250 181 304 343 234 042 174 501 Quota dei pagamenti diretti rispetto alla prestazione lorda % 21,7 16,3 23,3 35,7
Reckenholz-Tänikon ART
127
Pagamenti diretti
Pagine A47–A49
2.2

L’importo dei pagamenti diretti versato per ettaro lievita proporzionalmente al grado di difficoltà gestionali con cui sono confrontate la regione collinare e quella di montagna. Visto che in queste regioni vengono conseguiti redditi meno consistenti, la quota di pagamenti diretti rispetto al reddito lordo aumenta.

n Esigenze poste per l’ottenimento di pagamenti diretti

Per avere diritto ai pagamenti diretti i gestori devono adempiere una serie di condizioni. Tra queste rientrano quelle di natura generale quali la forma giuridica, il domicilio di diritto civile eccetera, ma anche criteri strutturali e sociali determinanti come ad esempio il volume di lavoro minimo, l’età del gestore, il reddito e la sostanza. A ciò si aggiungono condizioni specifiche di carattere ecologico in base al concetto di PER. Gli oneri della PER comprendono: un bilancio di concimazione equilibrato, una quota adeguata di superfici di compensazione ecologica, un avvicendamento disciplinato delle colture, una protezione adeguata del suolo, un’utilizzazione mirata dei prodotti fitosanitari e una detenzione degli animali da reddito agricoli rispettosa delle loro esigenze. Lacune in relazione alle prescrizioni determinanti comportano riduzioni o il diniego dei pagamenti diretti.

n Sistema d’informazione sulla politica agricola

La maggior parte dei dati statistici sui pagamenti diretti proviene dalla banca dati sviluppata dall’UFAG, denominata AGIS/SIPA (sistema d’informazione sulla politica agricola). In questo sistema affluiscono i dati delle rilevazioni annuali delle strutture effettuate dai Cantoni e i dati sui versamenti (superfici ed effettivi di bestiame che hanno beneficiato dei contributi e rispettivi importi) per tutti i tipi di pagamenti diretti (provvedimenti). La banca dati serve in primo luogo per assicurare un controllo, sul piano amministrativo, degli importi versati dai Cantoni ai gestori. Il sistema consente, inoltre, di redigere statistiche di carattere generale sui pagamenti diretti e di fornire risposte a un gran numero di questioni inerenti alla politica agricola.

Delle 57 153 aziende, al di sopra del limite di rilevazione federale e registrate nel 2010 nell’AGIS/SIPA, 51 781 hanno ottenuto pagamenti diretti.

n Effetti delle graduazioni e delle limitazioni

Graduazioni e limitazioni si ripercuotono sulla ripartizione dei pagamenti diretti. Tra le limitazioni rientrano i limiti di reddito e di sostanza nonché il contributo massimo per unità standard di manodopera (USM), mentre le graduazioni si riferiscono alla riduzione progressiva dei contributi in base a superfici ed animali.

Effetti delle limitazioni dei pagamenti diretti – 2010

Limitazione Aziende Riduzione Quota rispetto al Quota rispetto interessate contributo delle all‘importo totale aziende dei pagamenti interessate diretti

128 2.2 Pagamenti diretti
Numero fr. % % Per USM 166 296 674 4,31 0,01 A causa del reddito 1 228 6 852 750 9,68 0,25 A causa della sostanza 236 4 670 033 52,47 0,17 Totale 11 819 457 0,42 Fonte: UFAG

Le limitazioni hanno determinato riduzioni dei pagamenti diretti pari a 11,8 milioni di franchi, di cui 11,5 milioni circa riconducibili a riduzioni dovute al superamento dei limiti di reddito e di sostanza. Rispetto all’anno precedente si registra un lieve aumento sia del numero di aziende interessate sia dell’importo delle riduzioni.

Effetti della graduazione dei contributi in funzione della superficie o del numero di animali – 2010

Aziende interessate Superficie/effettivo di animali per azienda sussidiabile Riduzione Quota rispetto al contributo delle aziende interessate Quota rispetto al contributo versato (tutte le aziende)

Le graduazioni previste dall’ordinanza sui pagamenti diretti hanno interessato complessivamente 5 145 aziende. Nella maggior parte dei casi sono state applicate deduzioni per diversi provvedimenti. Le riduzioni ammontano complessivamente a 25,4 milioni di franchi circa. Commisurate a tutti i pagamenti diretti, i quali sono graduati, rappresentano una quota dello 0,9 per cento circa. La riduzione progressiva dei contributi si ripercuote in modo massiccio soprattutto sui contributi di superficie. In questi casi le graduazioni interessano 3 531 aziende (circa il 6,9 % delle aziende che beneficiano di pagamenti diretti). Tra le aziende che percepiscono contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo 1 169 si sono viste ridurre i contributi, in quanto altre limitazioni specifiche previste nell’ambito di questo provvedimento, come il limite di promozione, espletano i loro effetti prima della graduazione dei pagamenti diretti. Le riduzioni dei contributi hanno interessato anche i pagamenti diretti ecologici: ad esempio, circa 2 519 aziende (doppi versamenti esclusi) hanno subito riduzioni del 10,3 per cento (SSRA) e dell’8,4 per cento (URA) dei pagamenti diretti per la detenzione di animali da reddito particolarmente rispettosa delle loro esigenze (URA e SSRA), mentre 329 aziende dedite all’agricoltura biologica hanno dovuto sopportare riduzioni dell’8,3 per cento.

129 2.2 Pagamenti diretti
Provvedimento Numero ha o UBG fr. % % Contributi di superficie 3 531 54,1 16 935 878 7,0 0,61 Contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo 1 169 70,0 2 264 120 5,4 0,08 Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione 728 70,4 1 027 999 5,2 0,04 Contributi generali di declività 14 45,0 8 283 2,7 0,00 Contributi di declività per vigneti in zone in forte pendenza e terrazzate 0 0,0 0 0,0 0,00 Contributi per la compensazione ecologica 13 51,0 53 853 8,7 0,00 Contributi per la produzione estensiva di cereali e colza (produzione estensiva) 13 52,5 19 679 7,6 0,00 Contributi per l’agricoltura biologica 329 51,9 416 252 8,3 0,01 Contributi per sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali 1 881 82,2 2 133 772 10,3 0,08 Contributi per l’uscita regolare all’aperto 2 065 78,0 2 525 086 8,4 0,09 Totale 5 145 25 384 922 7,4 0,91 Fonte: UFAG

n Esecuzione, controllo, riduzione dei contributi e autorizzazioni speciali

Conformemente all’articolo 66 dell’ordinanza sui pagamenti diretti, il controllo in relazione alla PER è delegato ai Cantoni. Per l’esecuzione essi si affidano a organizzazioni accreditate che garantiscono controlli obiettivi e imparziali, verificandole per campionatura. Le aziende dedite all’agricoltura biologica aventi diritto a pagamenti diretti devono adempiere gli oneri relativi all’agricoltura biologica (incl. le esigenze URA). Ogni anno tali aziende vengono controllate da un ente di certificazione accreditato. I Cantoni vigilano sul corretto svolgimento dei controlli.

L’ordinanza sul coordinamento dei controlli delle aziende agricole fissa i criteri in base ai quali i Cantoni, o le organizzazioni alle quali essi si sono rivolti, devono controllare le aziende. Almeno ogni 4 anni va verificato se sono adempiute le disposizioni dell’ordinanza sui pagamenti diretti per quanto riguarda la PER nonché i contributi ecologici ed etologici. Almeno ogni 12 anni occorre verificare i dati strutturali determinanti per il versamento dei pagamenti diretti, vale a dire superficie, tipo di gestione o numero di animali e se sono adempiute le disposizioni dell’ordinanza sui contributi d’estivazione. Inoltre, ogni anno almeno il 2 per cento delle aziende è sottoposto a un controllo per campionatura. Di regola, nelle aziende in cui non sono state riscontrate lacune non deve essere effettuato più di un controllo all’anno, nelle aziende biologiche sono ammessi al massimo due controlli all’anno.

In caso di mancato adempimento delle prescrizioni determinanti per i pagamenti diretti, i contributi vengono ridotti in base a criteri uniformi e vincolanti. La Conferenza dei direttori cantonali dell’agricoltura ha emanato una direttiva al riguardo.

Nel 2010 le aziende agricole aventi diritto a contributi ammontavano a 51 781, di cui 21 247 (41,0 %) sono state sottoposte a controllo in merito al rispetto della PER da parte dei Cantoni rispettivamente dai competenti servizi di controllo. 2 365 (4,6 % delle aziende controllate) hanno subito una riduzione dei contributi a causa di lacune in relazione alla PER.

In virtù dell’ordinanza sull’agricoltura biologica, tutte le aziende dedite all’agricoltura biologica devono essere controllate su base annuale. Il 3,4 per cento di esse si è visto ridurre i contributi a causa di lacune.

Nell’ambito dei programmi SSRA e URA, in media, è stato controllato rispettivamente il 46,3 e il 43,3 per cento delle aziende aventi diritto a contributi. Di norma, i controlli vengono svolti parallelamente a quelli PER; la percentuale effettiva risulta quindi più alta. Nel quadro dei programmi SSRA e URA le aziende che hanno subito riduzioni dei pagamenti diretti sono state rispettivamente il 2,3 e il 2,7 per cento.

Complessivamente in 5 607 aziende sono state constatate lacune, che hanno comportato riduzioni di contributi pari a 6 milioni di franchi circa.

Ricapitolazione delle riduzioni di contributi – 2010 Categoria

Registrazioni lacunose, detenzione degli animali da reddito non rispettosa delle loro esigenze, altri motivi (mancata attuazione delle analisi del suolo, test sui trattamenti scaduti), bilancio di concimazione non equilibrato, fasce tampone e inerbite insufficienti, selezione e utilizzazione di prodotti fitosanitari, notifica tardiva, quota di SCE non commisurata alla SAU.

Fonte: rapporti cantonali concernenti i controlli e le sanzioni

130 2.2 Pagamenti diretti
Numero Numero Numero fr. PER 51 781 21 247 2 365 2 655 792
Aziende aventi
Aziende controllate Aziende soggette a riduzioni Riduzioni
diritto a contributi
Motivi principali
Tabelle 44a–44b Pagine A50–A51

Ricapitolazione delle riduzioni di contributi – 2010

Epoca dello sfalcio e/o provvedimenti di cura non rispettati, indicazioni non veritiere sul numero di alberi, malerbe, indicazioni non veritiere sulle superfici, concimazione non autorizzata, notifica tardiva e protezione delle piante.

Notifica tardiva, raccolto finalizzato all’estrazione di granelli effettuato prima della piena maturazione, impiego di prodotti fitosanitari non autorizzati.

Infrazione delle prescrizioni in materia di foraggiamento, aziende gestite per passatempo non conformi alle prescrizioni in materia di agricoltura biologica, detenzione di animali, protezione delle acque, registrazioni, impiego di concimi e prodotti fitosanitari non autorizzati nell’agricoltura biologica, notifica tardiva, indicazioni non veritiere.

Lettiera inadeguata, notifica tardiva, mancanza di un sistema di stabulazione ad aree multiple, detenzione non conforme alle prescrizioni di alcuni animali della medesima categoria, area di riposo insufficiente, indicazioni non veritiere, illuminazione delle stalle insufficiente.

Mancato raggiungimento della durata minima d’ingrasso del pollame, area di riposo con fessure o perforazioni, protezione degli animali, superficie di pascolo troppo piccola, entrata tardiva, giorni d’uscita insufficienti, notifica tardiva, registrazioni lacunose, detenzione non conforme alle prescrizioni di alcuni animali della medesima categoria, indicazioni non veritiere, corte insufficiente.

Carico inferiore o superiore a quello usuale, gestione dei pascoli inadeguata, utilizzo di superfici non destinate al pascolo, infrazioni di prescrizioni rilevanti per l‘agricoltura, notifica tardiva, spandimento di concimi non autorizzati, altri elementi (superamento contingente lattiero), indicazioni non veritiere sull’effettivo di animali, documentazione incompleta, manutenzione inadeguata degli edifici, ostacoli ai controlli, indicazioni non veritiere sulla durata d’estivazione, dati incompleti, impiego di erbicidi non autorizzati, recidive.

Indicazioni non veritiere sulle superfici e sull’effettivo di animali, altri elementi (indicazioni non veritiere sulla PER, quota di manodopera propria dell’azienda <50 %, notifica tardiva della (non) partecipazione ad un programma, ostacoli ai controlli), indicazioni non veritiere sull’azienda o sul gestore come pure sull’estivazione.

Nessuna indicazione possibile

Nessuna indicazione possibile

Nessuna indicazione possibile

resto delle aziende agricole, nelle aziende biologiche è ammesso un secondo controllo annuale.

Fonte: rapporti cantonali concernenti i controlli e le sanzioni

131 2.2 Pagamenti diretti
Categoria Numero Numero Numero fr. SCE 49 136 - 842 672 007 Produzione 14 603 4 526 27 8 824 estensiva Bio 5 641 5 788 1 194 130 068 SSRA 19 910 9 222 457 314 826 URA 36 795 15 947 989 760 604 Estivazione 7 187 962 98 261 931 Dati di base - - 391 655 315 Protezione delle - - 183 474 071 acque Protezione della na- - - 42 43 341 tura e del paesaggio Protezione - - 19 31 310 dell’ambiente Totale - - 5 607 6 008 089
Al contrario di quanto accade per
1
il
Aziende aventi diritto a contributi Aziende controllate Aziende soggette a riduzioni Riduzioni Motivi principali

n Autorizzazioni speciali nel settore della protezione fitosanitaria

Nell’ambito della PER l’impiego di prodotti fitosanitari è sottoposto a determinate restrizioni. In determinate circostanze e in casi motivati gli agricoltori possono richiedere autorizzazioni speciali per proteggere le colture con altri prodotti. Giusta il punto 6.4 dell’allegato dell’ordinanza sui pagamenti diretti, i servizi fitosanitari cantonali possono concedere autorizzazioni speciali. Nel 2010 sono state rilasciate 1 888 autorizzazioni speciali per 4 447 ettari di SAU. Rispetto all’anno precedente vi è stato un incremento. Nelle sottocategorie si sono registrate delle fluttuazioni. Nel 2010 sono state concesse autorizzazioni speciali ai produttori di patate e cereali. Nel settore frutticolo, inoltre, il motivo principale per il rilascio delle autorizzazioni è stato la lotta al fuoco batterico.

Autorizzazioni speciali rilasciate nel settore fitosanitario – 2010

1 Trattamenti con prodotti diversi da quelli che figurano nell’allegato dell’ordinanza sui pagamenti diretti (OPD).

2 Per la lotta agli afidi del tabacco i Cantoni FR e JU hanno concesso un’autorizzazione speciale regionale che non figura nella tabella.

3 Autorizzazioni speciali rilasciate per provvedimenti fitosanitari che non figurano nelle direttive specifiche riconosciute.

Fonte: UFAG

132 2.2 Pagamenti diretti
Totale Autorizzazioni Superficie Categoria Numero di % delle ha % della aziende aziende con superficie autorizzazioni interessata speciali Applicazione di prodotti fitosanitari durante il periodo di divieto di trattamento vigente d’inverno 140 7,42 447,27 10,06 Uso di insetticidi e granulati contro i nematodi 297 15,73 955,58 21,49 Cereali: lotta contro la criocera del frumento 1 159 8,42 546,73 12,30 Patate: lotta contro la dorifora 1 431 22,83 934,87 21,02 Leguminose, girasole, tabacco: lotta contro gli afidi 2 25 1,32 70,99 1,60 Lotta contro altri parassiti in ambito campicolo 182 9,64 507,18 11,41 Terreni permanentemente inerbiti: trattamento delle superfici 131 6,94 327,11 7,36 Applicazione erbicidi totali 444 23,52 518,13 7,36 Orticoltura 3 1 0,05 0,6 0,01 Frutticoltura 3 77 4,08 137,85 3,10 Viticoltura 3 1 0,05 0,25 0,01 Totale 1 888 100,00 4 446,56 100

2.2.2 Pagamenti diretti generali

Nel 2009, nell’ambito dell’applicazione della PA 2011, sono stati adeguati diversi pagamenti diretti. Il trasferimento dal sostegno al mercato ai pagamenti diretti ha generato, per diversi tipi di contributi, nuove aliquote di contribuzione, in genere più elevate. Nel 2010 sono state modificate solo poche aliquote di contribuzione.

2.2.2.1 Contributi di superficie

Mediante i contributi di superficie vengono indennizzate le prestazioni d’interesse generale come la protezione e la cura del paesaggio rurale, la garanzia della produzione di derrate alimentari e la conservazione delle basi vitali naturali. I contributi di superficie sono stati integrati con un contributo supplementare per i terreni coltivi aperti e per le colture permanenti.

Aliquote 2010 fr./ha 1

– Fino a 40 ha 1 040

– Da 40 a 70 ha

– Da 70 a 100 ha

– Da 100 a 130 ha

– Oltre 130 ha 0

1 Il contributo supplementare per i terreni coltivi aperti e le colture perenni ammonta a 640 franchi per ettaro all’anno e soggiace alla graduazione delle superfici.

Nel caso di superfici gestite per tradizione familiare nella zona economica estera le aliquote dei pagamenti diretti legati alle superfici sono ridotte del 25 per cento. Dal 1984 nella zona economica estera vengono gestiti complessivamente circa 5 000 ettari. Le aziende svizzere che attualmente acquistano o prendono in affitto superfici nella zona economica estera non ricevono pagamenti diretti.

Contributi di superficie – 2010 (compreso il contributo supplementare)

Nell’anno di contribuzione 2010 il contributo supplementare per le superfici coltive aperte e le colture perenni è stato aumentato di 20 franchi a 640 franchi.

Il contributo supplementare è stato concesso per 263 061 ettari di terreni coltivi e 18 854 ettari di colture perenni.

133 2.2 Pagamenti diretti
780
520
260
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Superficie ha 477 011 257 280 284 842 1 019 134 Aziende Numero 22 004 14 011 15 573 51 588 Superficie per azienda ha 21,7 18,4 18,3 19,8 Contributo per azienda fr. 28 852 20 799 18 937 23 672 Totale contributi 1 000 fr. 634 852 291 410 294 904 1 221 166 Totale contributi 2009 1 000 fr. 637 514 292 451 295 553 1 225 518 Fonte: UFAG
Tabelle 33a–33b Pagine A32–A33

2.2.2.2 Contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo

Questo provvedimento è finalizzato a dare un contributo, tramite la produzione di latte e carne mediante foraggio grezzo, alla sicurezza dell’approvvigionamento sugli erbai e al contempo a garantire, attraverso la gestione, la cura delle superfici in un paese, come la Svizzera, a vocazione pastorizia.

Nel calcolo dell’effettivo di animali determinante per i contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo vi sono due categorie. Per gli animali della specie bovina e per i bufali l’effettivo medio è calcolato sulla base dei dati della banca dati sul traffico di animali, con periodo di riferimento che inizia il 1° maggio dell’anno precedente e termina a fine aprile dell’anno di contribuzione. Per gli altri animali da reddito che consumano foraggio grezzo l’effettivo determinante è il numero di capi tenuti in un’azienda durante il foraggiamento invernale (periodo di riferimento: dal 1° gennaio fino al giorno di riferimento dell’anno di contribuzione). Per animali da reddito che consumano foraggio grezzo si intendono quelli delle specie bovina ed equina nonché ovini, caprini, bisonti, bufali, cervi, lama e alpaca. I contributi vengono versati in funzione delle superfici permanentemente inerbite, dei prati artificiali e delle superfici coltivate a mais e a barbabietole da foraggio. Le diverse categorie di animali vengono convertite in unità di bestiame grosso che consumano foraggio grezzo (UBGFG) e sono limitate per ettaro (limite di promozione). La limitazione è graduata in funzione delle zone. Per le superfici coltivate a mais e a barbabietole da foraggio l’effettivo di animali fino al quale sono versati i contributi è aumentato della metà delle aliquote della superficie inerbita.

Le UBGFG sono suddivise in tre gruppi di contribuzione. Per gli animali delle specie bovina ed equina, i bisonti, i bufali, le capre lattifere e le pecore lattifere vengono versati 690 franchi per UBGFG, mentre l’importo dei contributi a favore delle altre capre e pecore nonché di cervi, lama e alpaca scende a 520 franchi per UBGFG. Per ogni 4 400 chilogrammi di latte fornito nell’anno precedente i produttori di latte commerciale subiscono la detrazione di una UBGFG. Per ognuna di queste ultime è stato versato un importo di 450 franchi per UBGFG. Complessivamente sono stati erogati 510 milioni di franchi.

Contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo – 2010

134 2.2 Pagamenti diretti
Limitazione della promozione UBGFG/ha superficie inerbita – Zona di pianura 2,0 – Zona collinare 1,6 – Zona di montagna I 1,4 – Zona di montagna II 1,1 – Zona di montagna III 0,9 – Zona di montagna IV 0,8
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna UBGFG che danno diritto ai contributi Numero 397 356 286 634 276 857 960 846 Aziende Numero 16 802 13 321 15 057 45 180 UBGFG per azienda che danno diritto ai contributi Numero 23,6 21,5 18,4 21,3 Contributi per azienda fr. 12 111 11 168 10 495 11 294 Totale contributi 1 000 fr. 203 488 148 775 158 020 510 283 Totale contributi 2009 1 000 fr. 203 492 148 837 157 262 509 591
Fonte: UFAG

Contributi ad aziende con e senza latte commercializzato – 2010

Le aziende che commercializzano latte ricevono contributi UBGFG decurtati di 180 franchi circa per ogni UBGFG rispetto a quelle che non producono latte commercializzato, ma approfittano del sostegno del mercato previsto nel settore dell’economia lattiera (p.es. supplemento per il latte trasformato in formaggio).

2.2.2.3 Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione

Mediante questi contributi vengono compensate le condizioni difficili di produzione con le quali sono confrontati i detentori di animali nella regione di montagna e nella zona collinare. Contrariamente ai contributi generali per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo, volti in primo luogo a promuovere lo sfruttamento e la cura dei pascoli, questa misura persegue anche obiettivi sociali, strutturali e di politica d’insediamento. Le categorie di animali sussidiabili sono le stesse di quelle che beneficiano dei contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo. La limitazione dei contributi corrisponde a quella per i contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo (limite di promozione).

Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione – 2010

135 2.2 Pagamenti diretti
Caratteristica Unità Aziende con latte Aziende senza latte commercializzato commercializzato Aziende Numero 25 950 19 230 Animali per azienda UBGFG 28,9 15,1 Deduzione per la limitazione dei contributi in base alla superficie inerbita UBGFG 2,3 1,1 Deduzione per il latte UBGFG 23,2 0,0 Animali che danno diritto ai contributi UBGFG 26,6 14,0 Contributi per UBGFG fr. 440 621 Fonte: UFAG
Aliquote per UBGFG – 2010 fr./UBG – Zona collinare 300 – Zona di montagna I 480 – Zona di montagna II 730 – Zona di montagna III 970 – Zona di montagna IV 1 230
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna UBGFG che danno diritto ai contributi Numero 90 626 286 003 276 565 653 194 Aziende Numero 3 054 13 293 15 038 31 385 UBGFG per azienda Numero 29,7 21,5 18,4 20,8 Contributi per azienda fr. 2 857 8 210 15 723 11 289 Totale contributi 1 000 fr. 8 727 109 139 236 441 354 306 Totale contributi 2009 1 000 fr. 8 512 109 191 234 837 352 540 Fonte: UFAG

2.2.2.4 Contributi di declività

n Contributi generali di declività: compensazione delle condizioni difficili di gestione delle superfici

Mediante i contributi di declività generali vengono compensate le difficoltà connesse alla gestione delle superfici nelle zone declive delle regioni di collina e di montagna. Tali contributi sono versati soltanto per prati, terreni da strame, superfici coltive e colture perenni. I prati devono essere falciati almeno una volta l’anno mentre i terreni da strame ogni uno fino a tre anni. Le zone declive sono suddivise in due categorie.

Contributi per le superfici declive – 2010

Dei 214 000 ettari di SAU di superfici declive, quasi due terzi appartengono alla categoria con declività del 18–35 per cento. L’entità delle superfici notificate varia leggermente di anno in anno, a seconda delle condizioni climatiche che esercitano un influsso sul tipo di gestione (estensione maggiore o minore dei pascoli o dei prati da sfalcio).

Nell’anno di contribuzione 2010 le aliquote per la categoria con declività del 18–35 per cento sono stati aumentati di 40 franchi, quelli per la categoria con declività superiore al 35 per cento di 110 franchi.

n Contributi di declività per i vigneti: conservazione dei vigneti nelle zone in forte pendenza e terrazzate

Mediante i contributi di declività a favore dei vigneti s’intende conservare quelli situati nelle zone in forte pendenza e terrazzate. Per tenere in considerazione le condizioni dei vigneti degni di essere sostenuti finanziariamente, si distingue tra vigneti in pendenza e in forte pendenza da un canto e vigneti terrazzati sorretti da muri di sostegno dall’altro. I contributi per i vigneti in zone in forte pendenza e terrazzate vengono concessi soltanto a favore delle superfici con una declività di almeno il 30 per cento. Le aliquote di contribuzione non sono stabilite in base alle zone.

Aliquote 2010 fr./ha – Declività del 18 – 35 % 410 – Declività di oltre il 35 % 620
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Superfici aventi diritto
– Declività del 18 – 35 % ha 4 740 62 007 70 886 137 633 – Declività di oltre il 35 % ha 1 481 17 148 58 161 76 790 Totale ha 6 221 79 154 129 047 214 422 Aziende Numero 2 160 12 592 14 562 29 314 Contributo per azienda fr. 1 325 2 864 4 472 3 549 Totale contributi 1 000 fr. 2 862 36 058 65 125 104 044 Totale contributi 2009 1 000 fr. 2 488 32 049 56 479 91 015 Fonte: UFAG
ai contributi:
Aliquote 2010 fr./ha – Superfici con una declività del 30 fino al 50 % 1 500 – Superfici con una declività superiore al 50 % 3 000 – Superfici in zone terrazzate 5 000 136 2.2 Pagamenti diretti

Contributi per vigneti in zone in forte pendenza e terrazzate – 2010

La quota di vigneti in zone in forte pendenza e terrazzate aventi diritto ai contributi corrisponde al 30 per cento circa della superficie vitata totale.

2.2.2.5 Innovazioni nel 2011

Per l’anno di contribuzione 2011 non vi sono cambiamenti.

Unità Superfici aventi diritto ai contributi in totale ha 3 707 Superfici con una pendenza dal 30 fino al 50 % ha 1 857 Superfici con una pendenza superiore al 50 % ha 360 Superfici terrazzate ha 1 490 Numero di aziende Numero 2 672 Superficie per azienda ha 1,4 Contributo per azienda fr. 4 236 Totale contributi (in 1 000 fr.) 1 000 fr. 11 318 Totale contributi 2009 1 000 fr. 11 581 Fonte: UFAG
137 2.2 Pagamenti diretti

2.2.3 Pagamenti diretti ecologici

2.2.3.1 Contributi ecologici

Mediante i contributi ecologici si incentivano prestazioni ecologiche particolari che soggiacciono a condizioni più severe rispetto a quelle previste nel quadro della PER. Ai gestori vengono offerti programmi con partecipazione facoltativa, indipendenti gli uni dagli altri. I contributi possono venir cumulati.

Ripartizione dei contributi ecologici tra i vari programmi – 2010

OQE 25 %

Agricoltura biologica 12 %

Produzione estensiva 12 %

Compensazione ecologica 51 %

Fonte: UFAG Totale 250 mio. fr.
138 2.2 Pagamenti diretti
Tabelle 34a–34b Pagine A34–A35

n Compensazione ecologica

Attraverso la compensazione ecologica s’intende conservare e se possibile ampliare nuovamente lo spazio vitale della fauna e della flora indigene nelle regioni a vocazione agricola. La compensazione ecologica contribuisce inoltre alla conservazione delle strutture e degli elementi paesaggistici tipici. Determinati elementi della compensazione ecologica sono incentivati tramite contributi e possono nel contempo venir tenuti in considerazione per la compensazione ecologica obbligatoria nel quadro della PER, mentre altri non sono computabili al fine della PER.

Elementi della compensazione ecologica con e senza contributi

Elementi computabili per la PER Elementi computabili per la PER con contributi senza contributi

Prati sfruttati in modo estensivo Pascoli sfruttati in modo estensivo Prati sfruttati in modo poco intensivo Pascoli boschivi (pascoli alberati, selve)

Terreni da strame Alberi indigeni, isolati o in viali alberati

Siepi e boschetti campestri e rivieraschi Fossati umidi, stagni, pozze Maggesi fioriti Superfici ruderali, cumuli di pietra, affioramenti rocciosi Maggesi da rotazione Muri a secco

Fasce di colture estensive in campicoltura Superfici viticole con biodiversità naturale Striscia su superficie coltiva Altre superfici di compensazione ecologica sulla SAU definite dai servizi cantonali preposti alla protezione della natura

Alberi da frutto ad alto fusto nei campi

Prati sfruttati in modo estensivo

Le superfici non devono essere concimate, devono esistere per sei anni ed essere falciate, a seconda della zona, al più presto tra metà giugno e metà luglio. Lo sfalcio tardivo assicura infatti la completa maturazione dei semi e promuove la biodiversità attraverso l’inseminazione naturale. In tal modo invertebrati, uccelli che nidificano al suolo e mammiferi di piccola taglia dispongono di un periodo di tempo sufficiente per riprodursi. Negli ultimi anni la superficie dei prati sfruttati in modo estensivo è costantemente aumentata.

I contributi per prati sfruttati in modo estensivo e terreni da strame sono disciplinati in maniera uniforme e sono calcolati in base alla zona in cui si trova la superficie.

Tabelle 35a–35d Pagine A36–A39
Aliquote 2010 fr./ha – Zona campicola e zone intermedie 1 500 – Zona collinare 1 200 – Zone di montagna I e II 700 – Zone di montagna III e IV 450 139 2.2 Pagamenti diretti

Contributi per prati sfruttati in modo estensivo – 2010

Prati

sfruttati in modo poco intensivo

Sui prati sfruttati in modo poco intensivo è autorizzato spandere quantitativi molto limitati di letame o compost. Per la gestione si applicano le stesse prescrizioni vigenti per i prati sfruttati in modo estensivo. In tutte le zone per i prati sfruttati in modo poco intensivo vengono erogati 300 franchi per ettaro.

Contributi per prati sfruttati in modo poco intensivo – 2010

Terreni da strame

Per terreni da strame s’intendono le superfici inerbite gestite in modo estensivo in luoghi bagnati o umidi. Il prodotto dello sfalcio, effettuato di regola in autunno o in inverno, viene utilizzato come lettiera.

per terreni da strame – 2010

140 2.2 Pagamenti diretti
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 18 990 10 350 10 265 39 605 Superficie ha 30 902 12 788 18 922 62 612 Superficie per azienda ha 1,63 1,24 1,84 1,58 Contributo per azienda fr. 2 383 1 258 972 1 724 Totale contributi 1 000 fr. 45 258 13 024 9 981 68 263 Totale contributi 2009 1 000 fr. 43 428 12 361 9 625 65 414 Fonte: UFAG
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 4 582 5 448 8 066 18 096 Superficie ha 3 961 4 969 15 237 24 166 Superficie per azienda ha 0,86 0,91 1,89 1,34 Contributo per azienda fr. 259 274 567 401 Totale contributi 1 000 fr. 1 189 1 492 4 572 7 253 Totale contributi 2009 1 000 fr. 1 346 1 626 4 790 7 762 Fonte: UFAG
Contributi
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 1 944 1 945 3 348 7 237 Superficie ha 2 079 1 549 3 785 7 413 Superficie per azienda ha 1,07 0,80 1,13 1,02 Contributo per azienda fr. 1 556 780 705 953 Totale contributi 1 000 fr. 3 025 1 516 2 360 6 900 Totale contributi 2009 1 000 fr. 3 046 1 514 2 331 6 891 Fonte: UFAG

Siepi e boschetti campestri e rivieraschi

Per siepi e boschetti campestri o rivieraschi s’intendono siepi basse, arbustive e arboree, siepi frangivento, gruppi di alberi, scarpate boscate e boschetti rivieraschi a forma di siepe. La siepe comprende un orlo inerbito che può essere falciato, a seconda della zona, al più presto tra metà giugno e metà luglio. I contributi per le siepi, nonché i boschetti campestri e rivieraschi (incl. orlo inerbito) ammontano a 2 500 franchi nella regione di pianura e collinare, a 2 100 franchi nelle zone di montagna I e II e a 1 900 franchi nelle zone di montagna III e IV.

Contributi per siepi, boschetti campestri e rivieraschi – 2010

Maggesi fioriti

Per maggesi fioriti s’intendono le fasce pluriennali, seminate con sementi di erbe selvatiche indigene, non concimate, di almeno 3 metri di larghezza. I maggesi fioriti sono finalizzati alla protezione delle erbe selvatiche minacciate. Essi rappresentano un habitat e una fonte di nutrimento ideali anche per insetti e piccoli esseri viventi nonché un rifugio per lepri e uccelli. Per i maggesi fioriti vengono versati 2 800 franchi per ettaro. I contributi si applicano per superfici nella zona campicola fino alla zona collinare.

Contributi per maggesi fioriti – 2010

Maggesi da rotazione

Per maggesi da rotazione si intendono le superfici che vengono seminate per uno o due anni con sementi di erbe campicole indigene, non concimate e che misurano almeno 6 metri di larghezza e 20 are. Essi fungono da habitat ideale per uccelli che nidificano al suolo, lepri e insetti. In zone idonee è consentito anche l’inerbimento spontaneo. Per i maggesi da rotazione nelle zone campicola fino a collinare vengono stanziati 2 300 franchi per ettaro.

141 2.2 Pagamenti diretti
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 6 260 3 499 1 756 11 515 Superficie ha 1 578 905 351 2 834 Superficie per azienda ha 0,25 0,26 0,20 0,25 Contributo per azienda fr. 629 609 412 590 Totale contributi 1 000 fr. 3 938 2 132 723 6 793 Totale contributi 2009 1 000 fr. 2 203 884 199 3 285 Fonte: UFAG
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna 1 Aziende Numero 1 651 307 4 1 962 Superficie ha 1 540 222 2 1 764 Superficie per azienda ha 0,93 0,72 0,39 0,90 Contributo per azienda fr. 2 614 2 028 1 083 2 519 Totale contributi 1 000 fr. 4 315 623 4 4 942 Totale contributi 2009 1 000 fr. 4 248 654 5 4 906
1 Trattasi di aziende che gestiscono superfici nella regione collinare o di pianura. Fonte: UFAG

Contributi per maggesi da rotazione – 2010

1 Trattasi di aziende che gestiscono superfici nella regione collinare o di pianura.

Fasce di colture estensive in campicoltura

Fonte: UFAG

Le fasce di colture estensive rappresentano uno spazio vitale ideale per la flora campicola collaterale. Per fasce di colture estensive in campicoltura si intendono le fasce marginali di colture campicole gestite in modo estensivo, larghe almeno 3 e al massimo 12 metri, coltivate a cereali, colza, girasoli, piselli proteici, favette e soia ma non a granturco. In tutte le zone viene versato un contributo unitario di 1 300 franchi l’ettaro.

Contributi per le fasce di colture estensive in campicoltura – 2010

Striscia su superficie coltiva

La striscia su superficie coltiva è una striscia, seminata con sementi di erbe selvatiche indigene, su una superficie campicola o su una superficie permanentemente coltivata. La metà della striscia deve essere falciata alternativamente una volta all’anno. Essa deve essere larga almeno 3 e al massimo 12 metri ed essere mantenuta nello stesso luogo per almeno due periodi di vegetazione. A favore di questa striscia vengono erogati contributi di 2 300 franchi l’ettaro dalla zona campicola alla zona di montagna II compresa.

Contributi per la striscia su superficie coltiva – 2010

Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna 1 Aziende Numero 319 64 1 384 Superficie ha 423 83 1 508 Superficie per azienda ha 1,33 1,30 1,40 1,32 Contributo per azienda fr. 3 052 2 994 3 220 3 043 Totale contributi 1 000 fr. 973 192 3 1 168 Totale contributi 2009 1 000 fr. 1 130 228 6 1 364
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 56 20 6 82 Superficie ha 30 9 1 40 Superficie per azienda ha 0,54 0,44 0,09 0,49 Contributo per azienda fr. 708 573 119 632 Totale contributi 1 000 fr. 40 11 1 52 Totale contributi 2009 1 000 fr. 47 10 1 58 Fonte: UFAG
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 193 58 1 252 Superficie ha 47 12 0 59 Superficie per azienda ha 0,25 0,21 0,19 0,24 Contributo per azienda fr. 564 472 437 542 Totale contributi 1 000 fr. 109 27 0 137 Totale contributi 2009 1 000 fr. 66 13 0 80 Fonte: UFAG 142 2.2 Pagamenti diretti

Alberi da frutto ad alto fusto nei campi

Vengono concessi contributi per alberi da frutto a nocciolo e a granelli ad alto fusto che non fanno parte di frutteti nonché per i castagni e per i noci in selve curate. Vengono stanziati 15 franchi per albero notificato.

Contributi per alberi da frutto ad alto fusto nei campi – 2010

Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 15 225 11 472 5 144 31 841 Alberi ha 1 106 678 840 376 266 862 2 213 916 Alberi per azienda ha 72,69 73,25 51,88 69,53 Contributo per azienda fr. 1 090 1 099 778 1 043 Totale contributi 1 000 fr. 16 598 12 606 4 003 33 207 Totale contributi 2009 1 000 fr. 16 576 12 672 4 006 33 253 Fonte: UFAG 143 2.2 Pagamenti diretti

Composizione delle superfici di compensazione ecologica – 2010

Totale 131 119 ha

Pascoli boschivi 2 %

Pascoli sfruttati in modo estensivo 17 %

SCE in campicoltura 6 %

Boschetti campestri e rivieraschi 2 %

Terreni da strame 6 %

Altre SCE 1 %

Prati sfruttati in modo estensivo 48 %

Prati sfruttati in modo poco intensivo 18 %

Fonte: UFAG

Ripartizione delle superfici di compensazione ecologica per regioni – 2010 1

144 2.2 Pagamenti diretti
Elementi Regione di pianura Regione collinare Regione di montagna ha % della SAU ha % della SAU ha % della SAU Prati sfruttati in modo estensivo 30 902 6,17 12 788 4,85 18 922 6,55 Prati sfruttati in modo poco intensivo 3 961 0,79 4 969 1,89 15 237 5,28 Terreni da strame 2 079 0,41 1 549 0,59 3 785 1,31 Boschetti campestri e rivieraschi 1 578 0,31 905 0,34 351 0,12 Maggesi fioriti 1 540 0,31 222 0,08 2 0,00 Maggesi da rotazione 423 0,08 83 0,03 1 0,00 Fasce di colture estensive in campicoltura 47 0,01 12 0,00 0 0,00 Striscia su superficie coltiva 30 0,01 9 0,00 1 0,00 Pascoli sfruttati in modo estensivo 4 168 0,83 4 847 1,84 13 230 4,58 Pascoli boschivi (senza i boschi) 30 0,01 223 0,08 2 188 0,76 Fossati umidi, stagni, pozze 176 0,04 43 0,02 24 0,01 Superfici ruderali, cumuli di pietra, affioramenti rocciosi 211 0,04 37 0,01 140 0,05 Muri a secco 7 0,00 4 0,00 12 0,00 Vigneti con elevata biodiversità 217 0,04 24 0,01 1 0,00 Altre superfici di compensazione ecologica 140 0,03 40 0,02 83 0,03
Esclusi gli alberi da frutto ad alto fusto nei campi e alberi
1
isolati conformi alle condizioni locali
Fonte: UFAG

n Ordinanza sulla qualità ecologica

Al fine di conservare e favorire la varietà naturale delle specie, la Confederazione promuove, mediante aiuti finanziari, SCE di qualità biologica superiore e l’interconnessione di SCE sulla SAU. I requisiti ai quali devono rispondere le superfici per poter beneficiare dei contributi giusta l’ordinanza sulla qualità ecologica (OQE) sono fissati dai Cantoni. La Confederazione verifica quanto stabilito dai Cantoni sulla base di esigenze minime. Se le esigenze cantonali corrispondono alle esigenze minime della Confederazione e la partecipazione finanziaria regionale è garantita, la Confederazione accorda aiuti finanziari per i contributi versati dai Cantoni agli agricoltori. Gli aiuti finanziari della Confederazione ammontano all’80 per cento dei contributi computabili. Il 20 per cento rimanente deve essere corrisposto da terzi (Cantone, Comune, privati, enti). I contributi per la qualità biologica e per l’interconnessione sono cumulabili. L’ordinanza si basa su principi quali volontarietà, incentivi finanziari e considerazione delle differenze regionali per quanto riguarda la biodiversità.

Aliquote computabili

Per la qualità biologica Per l’interconnessione (fr. per ha all’anno (fr. per ha all’anno e per albero all’anno) e per albero all’anno) Zona di pianura Zone di Zona di pianura Zone di e zone di montagna II a IV e zone di montagna II a IV montagna I a II montagna I a II

Una superficie di compensazione ecologica contribuisce a conservare e a favorire la varietà naturale delle specie soprattutto se presenta determinate piante indicatrici e caratteristiche strutturali e/o se è gestita secondo le esigenze delle specie bersaglio e delle specie faro. Nell’ambito della qualità ecologica il singolo gestore di una SCE può annunciarsi direttamente, mentre per quanto riguarda l’interconnessione di SCE è necessario un progetto che interessi almeno un’unità agricola ed ecologica.

145 2.2 Pagamenti diretti
Prati sfruttati in modo estensivo, prati sfruttati in modo poco intensivo e terreni da strame 1 000 700 1 000 500 Pascoli sfruttati in modo estensivo e pascoli boscati (pascoli boschivi e selve) 500 1 300 1 500 300 Siepi e boschetti campestri e rivieraschi 2 000 2 000 1 000 500 Superfici viticole con biodiversità naturale 1 000 1 000 1 000 500 Alberi da frutto ad alto fusto nei campi 30 30 5 5 Alberi indigeni, isolati o in viali alberati 5 5 Altre superfici di compensazione ecologica sulla superficie agricola utile 1 000 500 1 Il contributo è concesso nella misura del 50 % al massimo per la qualità della flora e delle strutture.
Tabella 36 Pagina A40

Contributi 1 giusta l’ordinanza sulla qualità ecologica – 2010

1 Riduzioni, rimborsi e pagamenti suppletivi esclusi

2 Conversione degli alberi ad alto fusto (1 albero = 1 ara) Fonte: UFAG

Il notevole incremento dell’importo è riconducibile da un lato all’aumento dei contributi nell’ambito della PA 2011 e dall’altro al buon riscontro dei programmi.

Contributi 1 per la qualità biologica e l’interconnessione 2 – 2010

Prati sfruttati in modo estensivo, prati sfruttati in modo poco intensivo, terreni da strame

1 Riduzioni, rimborsi e pagamenti suppletivi esclusi

2 Essendoci superfici che ricevono contributi contemporaneamente per la qualità e l’interconnessione, i valori delle colonne «Qualità biologica» e «Interconnessione» non vanno addizionati.

Fonte: UFAG

146 2.2 Pagamenti diretti
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 11 164 8 456 10 168 29 788 Superficie 2 ha 25 922 21 678 44 447 92 046 Superficie 2 per azienda ha 2,32 2,56 4,37 3,09 Contributo per azienda fr. 1 920 2 009 2 317 2 081 Totale contributi 1 000 fr. 21 434 16 986 23 557 61 978 Totale contributi 2009 1 000 fr. 18 401 15 309 21 193 54 902
Caratteristica Unità Qualità Interconnessione biologica
Aziende Numero 17 104 20 008 Superficie ha 27 969 34 674 Pascoli sfruttati in modo estensivo, pascoli boscati Aziende Numero 1 708 5 205 Superficie ha 4 455 9 729 Siepi e boschetti campestri e rivieraschi Aziende Numero 2 488 5 029 Superficie ha 607 1 131 Superfici viticole con biodiversità naturale Aziende Numero 119 61 Superficie ha 182 88 Alberi da frutto ad alto fusto nei campi Aziende Numero 8 156 12 855 Albero Esemplari 500 205 661 828 Altri elementi Aziende Numero 6 995 Superficie ha 1 590

Superfici con qualità giusta l’OQE (compr. gli alberi ad alto fusto)

in % della SAU 11–20 >20

0 1–5 6–10

Regione d’estivazione

Fonte: UFAG, GG25 © Swisstopo 2011 Valori per Comune

Superfici con interconnessione giusta l’OQE (compr. gli alberi ad alto fusto)

in % della SAU 11–20 >20

0 1–5 6–10

Valori per Comune

Regione d’estivazione

Fonte: UFAG, GG25 © Swisstopo 2011

147 2.2 Pagamenti diretti

Colza 5 % Cereali da foraggio 34 % 2.2 Pagamenti diretti

n Produzione estensiva di cereali e colza

Mediante questo provvedimento s’intende promuovere la coltivazione di cereali e colza senza ricorrere a regolatori della crescita, fungicidi, stimolanti chimici di sintesi delle difese naturali e insetticidi. Il contributo per ettaro ammonta a 400 franchi.

Contributi per la produzione estensiva di cereali e colza – 2010

Composizione della superficie estensiva – 2010

Totale 73 654 ha

37 Pagina A41

Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 9 046 5 019 538 14 603 Superficie ha 53 349 18 980 1 325 73 654 Superficie per azienda ha 5,90 3,78 2,46 5,04 Contributo per azienda fr. 2 347 1 510 985 2 009 Totale contributi 1 000 fr. 21 227 7 579 530 29 336 Totale contributi 2009 1 000 fr. 20 791 7 707 577 29 075 Fonte: UFAG
Fonte: UFAG
Tabella
Cereali panificabili 61 % 148

n Agricoltura biologica

A complemento del maggior ricavo che può essere ottenuto sul mercato, la Confederazione promuove l’agricoltura biologica come forma di produzione particolarmente in sintonia con la natura e rispettosa dell’ambiente. Per poter beneficiare dei contributi i gestori devono rispettare, sull’insieme delle superfici dell’azienda, le esigenze dell’ordinanza sull’agricoltura biologica. Vi sono eccezioni relative alla gestione sull’intero territorio aziendale per quanto riguarda la vitivinicoltura e la frutticoltura.

Nell’agricoltura biologica si rinuncia completamente all’utilizzo di mezzi di produzione ottenuti mediante sintesi chimica come concimi commerciali o pesticidi. Ciò consente di risparmiare energia e di proteggere acqua, aria e suolo. Per l’agricoltore è quindi particolarmente importante considerare i cicli e i processi naturali. Nel complesso l’agricoltura biologica si traduce in una maggiore efficienza nell’utilizzo delle risorse disponibili fornendo un indicatore importante della sostenibilità del sistema di produzione.

Nel 2010 l’agricoltura biologica veniva praticata sul 10,7 per cento dell’intera SAU.

Contributi per l’agricoltura biologica – 2010

Quota della superficie gestita biologicamente, per regione – 2010

Regione di montagna 59 %

Regione di pianura 21 %

Regione collinare 20 %

Fonte:

Aliquote 2010 fr./ha – Colture speciali 1 350 – Superficie coltiva aperta senza colture speciali 950 – Superfici inerbite e terreni da strame 200
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 1 169 1 273 3 199 5 641 Superficie ha 23 109 22 288 65 048 110 445 Superficie per azienda ha 19,77 17,51 20,33 19,58 Contributo per azienda fr. 9 042 4 634 4 130 5 262 Totale contributi 1 000 fr. 10 570 5 899 13 211 29 680 Totale contributi 2009 1 000 fr. 9 258 5 453 13 226 27 937 Fonte: UFAG
UFAG Totale 110 445 ha
149 2.2 Pagamenti diretti
Tabella 34a Pagina A34

2.2.3.2 Contributi etologici

In questo ambito rientrano i programmi «sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali» e «uscita regolare all’aperto» (cfr. anche 1.3.2).

n Sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali (SSRA)

Si promuove la detenzione di animali in sistemi di stabulazione che rispondono a requisiti il cui livello è di gran lunga superiore a quanto prescritto dalla legislazione in materia di protezione degli animali.

Aliquote di contribuzione SSRA 2010 fr./UBG

Animali della specie bovina e bufali di oltre 120 giorni di età, animali della specie equina di oltre 30 mesi e animali della specie caprina di età superiore a 1 anno 90

Suini, suinetti esclusi 155

– Galline e galli da allevamento, ovaiole, pollastrelle e galletti, pulcini, polli da ingrasso, tacchini e conigli 280

Con effetto al 1° gennaio 2010 l’aliquota per i conigli è stata aumentata a 280 franchi per UBG. Contributi SSRA – 2010

L’incremento dell’importo è essenzialmente da ricondurre a un aumento del numero di animali tenuti secondo le prescrizioni SSRA.

n Uscita regolare all’aperto (URA)

Si promuove l’uscita regolare all’aperto degli animali da reddito. Per uscita regolare all’aperto si intende l’uscita al pascolo, in una corte o in uno spazio esterno coperto che risponde ai requisiti previsti dall’ordinanza URA.

Aliquote di contribuzione URA 2010 fr./UBG

Animali della specie bovina e bufali, animali della specie equina, animali della specie caprina e ovina di età superiore a 1 anno, agnelli magri e conigli 180

Scrofe da allevamento non allattanti

Altri suini, suinetti esclusi 155 – Galline e galli da allevamento, ovaiole, pollastrelle e galletti, pulcini, polli da ingrasso e tacchini 280

150 2.2 Pagamenti diretti
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 9 299 6 178 4 433 19 910 UBG Numero 297 637 156 741 85 844 540 222 UBG per azienda Numero 32,01 25,37 19,36 27,13 Contributo per azienda fr. 3 768 2 908 1 969 3 100 Totale contributi 1 000 fr. 35 035 17 964 8 729 61 729 Totale contributi 2009 1 000 fr. 34 191 17 343 8 356 59 890 Fonte: UFAG
360
Tabella 38 Pagina A42

Contributi URA – 2010

L’incremento dell’importo è essenzialmente da ricondurre a un aumento del numero di animali tenuti secondo le prescrizioni URA.

2.2.3.3 Contributi d’estivazione

n Gestione sostenibile delle regioni d’estivazione

Mediante i contributi d’estivazione s’intende garantire la gestione e la cura dei vasti pascoli d’estivazione nelle Alpi, nelle Prealpi e nel Giura. La regione d’estivazione viene gestita e curata con circa 300 000 UBG. Il carico di bestiame viene definito secondo i principi di una gestione sostenibile. Si parla del cosiddetto carico usuale. Partendo dal carico usuale, i contributi vengono versati in base al carico normale (CN). Per CN si intende l’estivazione di una UBG durante 100 giorni.

Contributi d’estivazione – 2010

151 2.2 Pagamenti diretti
Caratteristica Unità Regione di Regione Regione di Totale pianura collinare montagna Aziende Numero 13 553 10 888 12 354 36 795 UBG Numero 385 742 269 913 245 135 900 790 UBG per azienda Numero 28,46 24,79 19,84 24,48 Contributo per azienda fr. 5 188 4 513 3 598 4 454 Totale contributi 1 000 fr. 70 315 49 135 44 453 163 903 Totale contributi 2009 1 000 fr. 70 104 48 881 44 075 163 060 Fonte: UFAG
Aliquote 2010 fr. – Per UBG di vacche munte, pecore lattifere e capre lattifere (estivazione di 56–100 giorni) 330 – Per CN di ovini, eccettuate le pecore lattifere in caso di sorveglianza permanente 330 per pascoli da rotazione 250 per altri pascoli 120 – Per CN di altri animali che consumano foraggio grezzo 330
Caratteristica Contributi Aziende UBG o CN 1 000 fr. Numero Numero Vacche, capre lattifere e pecore lattifere 13 844 1 323 41 978 Ovini, eccettuate le pecore lattifere 5 628 920 24 440 Altri animali che consumano foraggio grezzo 81 803 6 628 243 126 Totale 101 275 7 187 Totale 2009 98 008 7 197 1
Totale delle aziende d’estivazione
esclusi) Fonte: UFAG Tabella 38 Pagina A42
1
aventi diritto a contributi (doppi versamenti
Tabelle 41a–41b Pagine A45–A46

Per l’anno di contribuzione 2010, fatta eccezione per gli «altri pascoli destinati agli ovini», i contributi sono stati aumentati di 10 franchi per carico normale o per UBGFG. Dal 2003 vengono stanziati contributi d’estivazione per ovini (escluse le pecore lattifere) in maniera differenziata a seconda del sistema di pascolo. Con contributi più elevati per pascoli da rotazione e sorveglianza permanente si considerano i costi maggiori e, analogamente ai contributi ecologici, si incentiva un’estivazione sostenibile del bestiame ovino. Per sorveglianza permanente s’intende la conduzione del gregge effettuata giornalmente da un pastore con cani, in luoghi di pascolo stabiliti dal pastore stesso. Per pascolo da rotazione s’intende un pascolo effettuato per tutta la durata dell’estivazione, in parchi cintati o chiaramente delimitati da elementi naturali.

Estivazione di ovini secondo il sistema di pascolo – 2010

Sistema di pascolo Aziende Animali Contributi con contributi

Evoluzione dell’estivazione 2008–2010: aziende, animali estivati in carichi normali, per categoria di animali

Numero CN 1 000 fr. Sorveglianza permanente 108 9 130 2 959 Pascoli da rotazione 229 5 567 1 388 Restanti pascoli 563 8 888 1 079 Combinazione di sistemi di pascolo 20 855 202 Totale 920 24 440 5 628 Totale 2009 907 24 275 5 386 Fonte: UFAG
Anno 2008 2009 2010 Categoria di animali Unità Vacche da latte Aziende 4 577 3 924 3 854 Carichi 114 579 106 118 104 602 Vacche madri e nutrici e altre vacche Aziende 1 654 2 289 2 263 Carichi 25 114 32 044 32 343 Altro bestiame bovino Aziende 6 242 6 183 6 171 Carichi 117 073 123 294 123 816 Animali della specie equina Aziende 1 000 968 963 Carichi 4 403 4 421 4 376 Ovini Aziende 995 993 995 Carichi 25 963 25 297 25 252 Caprini Aziende 1 508 1 434 1 411 Carichi 5 827 5 817 5 928 Altri animali estivati Aziende 240 196 194 Carichi 468 465 532 1 carico = 1 UBG * durata / 100 Fonte: UFAG 152 2.2 Pagamenti diretti

2.2.3.4 Contributi per la protezione delle acque

n Prevenzione del convogliamento e del dilavamento di sostanze

Dal 1999, mediante l’articolo 62a della legge sulla protezione delle acque, la Confederazione può promuovere i provvedimenti presi dal settore agricolo per prevenire il convogliamento e il dilavamento di sostanze nelle acque superficiali e sotterranee. L’accento del programma è posto sulla riduzione del carico di nitrato nell’acqua potabile e del carico di fosforo nelle acque superficiali in regioni nelle quali la PER, l’agricoltura biologica, divieti e precetti nonché i programmi facoltativi promossi dalla Confederazione (produzione estensiva, compensazione ecologica) non sono sufficienti.

Nel 2010 erano in corso d’attuazione 31 progetti, di cui 25 relativi al nitrato, 4 relativi al fosforo e 2 sui prodotti fitosanitari.

In virtù dell’ordinanza sulla protezione delle acque, i Cantoni sono tenuti a designare un settore d’alimentazione per le captazioni di acque superficiali e sotterranee nonché a ordinare provvedimenti di risanamento qualora la qualità dell’acqua fosse insufficiente. Questi provvedimenti possono comportare limitazioni significative rispetto allo stato della tecnica per quanto concerne l’utilizzazione del suolo nonché perdite finanziarie insopportabili per le aziende. I contributi ai costi concessi dalla Confederazione ammontano al massimo all’80 per cento per gli adeguamenti strutturali e fino al 50 per cento per i provvedimenti di gestione.

Nel 2010 sono stati erogati 8,12 milioni di franchi.

153 2.2 Pagamenti diretti

Ricapitolazione dei progetti – 2010

Cantone Regione, Durata Sostanza Comprensorio Totale costi Contributi Comune del progetto del progetto previsti 2010 prevista

1 Proroga dei progetti concordata

2 Progetto nel quadro di un raggruppamento terreni con contributo unico nel 2005

3 Con provvedimenti strutturali edili

L’aumento dei contributi erogati registrato rispetto al 2009 è riconducibile a una maggiore partecipazione delle aziende, alla proroga di progetti e agli adeguamenti dei contributi.

154 2.2 Pagamenti diretti
Anno ha fr. fr. AG Baldingen 2004–2015 1 Nitrati 69 593 200 30 190 AG Birrfeld 2002–2013 1 Nitrati 813 4 239 900 264 884 AG Wohlenschwil 2001–2013 1 Nitrati 62 703 396 77 620 AG Klingnau 2007–2012 Nitrati 101 486 600 28 542 AG Lago di Hallwil 2001–2010 Fosforo 1 200 2 209 970 127 871 FR Avry-sur-Matran 2000–2011 1 Nitrati 37 405 739 34 164 FR Courgevaux 2003–2015 1 Nitrati 27 164 838 37 319 FR Domdidier 2004–2016 1 Nitrati 30 195 588 30 581 FR Fétigny 2004–2016 1 Nitrati 63 1 526 110 162 078 FR Lurtigen 2005–2010 1 Nitrati 286 1 218 964 130 414 FR Torny (Middes) 2000–2012 1 Nitrati 45 369 853 28 084 FR Salvenach 2005 2 Nitrati 13,5 202 334FR Neyruz 2010–2015 Nitrati 8,1 66 432 11 072 GE Charmilles 2008–2013 PF 202 480 700 6 571 LU Lago di Baldegg 2000–2010 1 Fosforo 5 600 18 800 782 2 525 594 LU Lago di Sempach 2005–2010 1 Fosforo 4 905 17 577 455 1 886 943 LU Lago di Hallwil 2001–2010 1 Fosforo 3 786 7 312 967 1 196 043 NE Valangin 2009–2014 Nitrati 178 1 235 668 3 74 574 SH Klettgau 2001–2012 1 Nitrati 357 4 049 470 226 127 SO Gäu I und ll 2000–2014 1 Nitrati 1 508 4 339 000 527 910 VD Bavois 2005–2010 1 Nitrati 37 178 985 15 993 VD Bofflens 2005–2010 1 Nitrati 112 580 100 78 844 VD Boiron / Morges 2005–2010 1 PF 2 250 1 313 100 162 773 VD Bussy sur Moudon 2009–2015 Nitrati 34 404 100 54 489 VD Curtilles 2009–2015 Nitrati 28,5 298 400 –26 408 VD Morand/Montricher 2000–2013 1 Nitrati 403 1 082 996 231 483 VD Neyruz-sur Moudon 2009–2014 Nitrati 20 132 000 6 516 VD Thierrens 1999–2011 1 Nitrati 17 333 570 26 738 VD Sugnens 2007–2012 Nitrati 16 129 900 17 298 VD Peney-le-Jorat / Villars-Tiercelin 2009–2014 Nitrati 28 306 000 44 828 ZH Baltenswil 2000–2011 1 Nitrati e PF 130 712 000 45 328 Totale 63 734 867 8 117 280 Totale 2009 6 770 230
Fonte:
UFAG

2.2.3.5 Impiego sostenibile delle risorse naturali (progetti sulle risorse)

In virtù degli articoli 77a e 77b LAgr, dal 2008 la Confederazione versa contributi tesi a migliorare l’impiego delle risorse naturali in ambito agricolo. Il provvedimento riguarda le risorse necessarie per la produzione agricola come azoto, fosforo ed energia, l’ottimizzazione della protezione delle piante, una maggiore protezione nonché un impiego più sostenibile del suolo, della biodiversità in ambito agricolo e del paesaggio.

I provvedimenti devono andar oltre le condizioni poste dalle leggi, dalla PER o da altri programmi d’incentivazione della Confederazione come l’ordinanza sulla qualità ecologica.

– Il miglioramento sul piano ecologico non dev’essere ottenuto riducendo la produzione indigena, bensì aumentando l’efficienza nell’impiego delle risorse.

I contributi, versati per un periodo di al massimo sei anni, sono volti a promuovere nuove tecniche e forme d’organizzazione nonché ad agevolare gli adeguamenti strutturali in vista di migliorare la situazione nei suddetti ambiti e per l’introduzione dei quali è necessario un sostegno finanziario.

– Le misure devono continuare a espletare i loro effetti anche dopo la conclusione del progetto.

L’UFAG partecipa ai costi nella misura dell’80 per cento al massimo. Il finanziamento dei costi residui del progetto deve essere garantito da un ente responsabile.

– La partecipazione ai provvedimenti è facoltativa.

I primi progetti sulle risorse sono in corso; altri sono in fase di elaborazione.

Risorse naturali / Progetti in

Ambito

corso

nel 2010 Progetti iniziati nel 2011

Azoto Cantoni di Turgovia, Lucerna, Cantoni dei Grigioni, Vaud, Neuchâtel, Friburgo, Berna, Appenzello Interno, Glarona Appenzello Esterno, Soletta, Argovia, progetto Svizzera centrale (Cantoni Obvaldo, Nidvaldo, Uri, Svitto, Zugo)

Fertilità del suolo Cantoni di Basilea Città, Berna e Soletta

Biodiversità Smeraldo Argovia superiore Promozione della flora concomitante dei campi (diversi Cantoni)

Fonte: UFAG

Nel 2010 sono stati stanziati contributi per un ammontare di 13 221 952 franchi a favore di progetti per le risorse. Nel corso dell’anno sono stati approvati cinque progetti supplementari sull’azoto e la biodiversità, che saranno lanciati nel 2011.

155 2.2 Pagamenti diretti

2.2.3.6 Innovazioni nel 2011

Compensazione ecologica

I criteri che determinano l’esclusione dai contributi per le superfici di compensazione ecologica vengono integrati come segue: non vengono concessi contributi per la compensazione ecologica a terreni edificabili urbanizzati sui quali viene costruito prima della scadenza della durata obbligatoria per la superficie di compensazione ecologica o qualora la durata dell’affitto sia inferiore a quella obbligatoria per la superficie di compensazione ecologica.

156 2.2 Pagamenti diretti

2.3 Miglioramento delle basi

Mediante i provvedimenti denominati «Miglioramento delle basi» viene promossa e sostenuta la produzione di derrate alimentari rispettosa dell’ambiente ed efficiente nonché incoraggiato lo svolgimento dei compiti multifunzionali.

Aiuti finanziari per il miglioramento delle basi e le misure sociali

Gli obiettivi dei provvedimenti nel campo del miglioramento delle basi sono:

– rafforzamento della competitività attraverso la riduzione dei costi di produzione;

– agevolazione del lavoro quotidiano degli agricoltori;

– promozione di uno sviluppo sostenibile nelle aree rurali;

– strutture aziendali moderne e superfici agricole utili ben accessibili;

– produzione efficiente e rispettosa dell’ambiente;

– varietà resistenti e ad alto rendimento nonché prodotti di alta qualità;

– protezione della salute dell’uomo e degli animali nonché dell’ambiente;

– diversità genetica.

Misura 2009 2010 2011 1 mio. fr. Contributi per i miglioramenti strutturali 82,8 2 85,0 2 83,0 Crediti d’investimento 47,0 47,0 13,0 3 Aiuti per la conduzione aziendale 1,8 2,2 2,0 Aiuti per la riqualificazione 0,2 0,05 0,8 Consulenza e contributi per la ricerca 4 18,0 18,4 18,2 Lotta alle malattie delle piante e agli organismi nocivi 4 2,1 1,6 3,2 Coltivazione delle piante e allevamento di animali 38,1 37,6 38,1 Totale 190,0 191,9 158,3 1 Preventivo
2 Credito speciale per misure di
stabilizzazione
incluso 3 Riduzione unica a seguito della compensazione a favore dei pagamenti diretti 4 Non rientrano nel limite di spesa Miglioramento delle basi e misure sociali Fonte: UFAG
157
Miglioramento delle
2.3
basi

2.3.1

Miglioramenti strutturali e misure sociali collaterali

2.3.1.1 Miglioramenti strutturali

I provvedimenti nel settore dei miglioramenti strutturali consentono di migliorare le condizioni di vita ed economiche nelle aree rurali, segnatamente nella regione di montagna e nelle regioni periferiche. Il raggiungimento degli obiettivi ecologici, di protezione degli animali e di pianificazione del territorio, quali la rinaturalizzazione dei piccoli corsi d’acqua, l’interconnessione di biotopi e lo sviluppo di sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali, consente di tutelare gli interessi della collettività.

Gli aiuti agli investimenti per i miglioramenti strutturali vengono concessi quali incentivi all’autosostegno a favore di provvedimenti individuali o collettivi. Sono disponibili due strumenti:

contributi con partecipazione dei Cantoni, prevalentemente per provvedimenti collettivi;

crediti d’investimento sotto forma di mutui rimborsabili ed esenti da interessi, prevalentemente per provvedimenti individuali.

Gli aiuti agli investimenti sostengono le infrastrutture agricole e rendono possibile l’adeguamento delle aziende ai cambiamenti delle condizioni quadro. Mediante la riduzione dei costi di produzione e la promozione dello sviluppo ecologico viene migliorata la competitività di un’agricoltura dedita alla produzione sostenibile. Anche in altri Paesi, in particolare nell’UE (2° pilastro della PAC), gli aiuti agli investimenti agricoli sono provvedimenti importanti volti a promuovere le aree rurali. Tuttavia, nell’UE gli aiuti vengono erogati esclusivamente sotto forma di contributi.

n Mezzi finanziari per i contributi

Nel 2010 per le bonifiche fondiarie e gli edifici rurali sono stati erogati contributi per un totale di 85 milioni di franchi. Inoltre, l’UFAG ha approvato nuovi progetti con contributi federali per un importo complessivo di 89,9 milioni di franchi. Il volume degli investimenti totali è stato di 428,2 milioni di franchi. L’ammontare dei contributi federali relativi ai progetti approvati non corrisponde all’importo iscritto nella rubrica del preventivo «Miglioramenti strutturali agricoli», in quanto l’assicurazione di un contributo e il relativo versamento avvengono soltanto eccezionalmente nello stesso anno. Per un progetto approvato viene spesso assicurata soltanto una tranche.

158 2.3 Miglioramento
Tabelle 45–46, 50a Pagine A52, A56
delle basi

Contributi della Confederazione – 2010

Ricomposizioni particellari compr. le infrastrutture

Costruzione di strade agricole

Provvedimenti in relazione al bilancio idrico del suolo Acquedotti

Ripristino e consolidamento

Ripristino periodico

Altri provvedimenti del genio civile

Progetti di sviluppo regionale PSR

Edifici rurali per animali che consumano foraggio grezzo

Edifici alpestri

Altri provvedimenti nel settore delle costruzioni rurali

Contributi della Confederazione alle bonifiche fondiarie e agli edifici rurali – 2003–2010

25 0 5 10 15 20 mio. fr. Regione di pianura Regione collinare Regione di montagna
Fonte: UFAG
6 % 23 % 71 %
mio. fr. Fonte:
0 20 40 60 80 100 120 2000/02 93 2003 102 2004 94,5 2005 85 2006 107,5 2007 92,4 2008 88,5 2009 82,8 2010 85 159 2.3 Miglioramento delle basi
UFAG

Mezzi finanziari per i crediti d’investimento

Nel 2010 i Cantoni hanno autorizzato crediti d’investimento per un ammontare complessivo di 327 milioni di franchi da destinare a 2 047 casi. Il 79,6 per cento di tale importo è stato riservato al finanziamento di provvedimenti individuali il 12,2 per cento al sostegno di provvedimenti collettivi. A favore dei progetti collettivi nella regione di montagna possono venir concessi anche crediti di transizione, ossia crediti di costruzione con una decorrenza di tre anni al massimo.

Crediti d’investimento – 2010

I crediti per i provvedimenti individuali hanno riguardato principalmente l’aiuto iniziale nonché la costruzione o la trasformazione di edifici d’abitazione e di edifici rurali. Vengono rimborsati mediamente sull’arco di 13,4 anni.

Nel settore dei provvedimenti collettivi sono stati stanziati crediti soprattutto per le bonifiche fondiarie, gli edifici e le installazioni per l’economia lattiera nonché per la lavorazione, lo stoccaggio e lo smercio di prodotti agricoli come pure per l’acquisto in comune di macchine e veicoli.

Nel 2010 la Confederazione ha assegnato ai Cantoni nuovi mezzi finanziari pari a 47 milioni di franchi che, unitamente agli importi costantemente rimborsati, vengono utilizzati per la concessione di nuovi crediti. L’attivo circolante del Fonds de roulement, istituito nel 1963, ammonta a 2,348 miliardi di franchi.

Crediti d’investimento secondo le categorie di provvedimenti, crediti di costruzione esclusi – 2010

Aiuto iniziale Acquisto dell'azienda da parte dell'affittuario

Edifici d'abitazione

Edifici rurali

Diversificazione

Provvedimenti collettivi1

25 %

27 %

48 %

Altri provvedimenti nel settore delle costruzioni rurali2

Bonifiche fondiarie

1 Acquisto in comune di macchine e veicoli, aiuto iniziale per le organizzazioni contadine di solidarietà, edifici e installazioni comuni per la lavorazione e lo stoccaggio di prodotti agricoli, impianti comuni per la produzione di energia rinnovabile da biomassa

2 Ortoflorovivaismo esercitato a titolo professionale, piccole imprese artigianali

Fonte: UFAG

n
Numero Mio. fr. Quota % Provvedimenti individuali 1 797 260,3 79,6 Provvedimenti collettivi, crediti di costruzione esclusi 197 39,8 12,2 Crediti di costruzione 53 26,9 8,2 Totale 2 047 327,0 100,0 Fonte: UFAG
140 0 20 40 60 80 100 120 mio. fr.
Regione di pianura Regione collinare Regione di montagna
160 2.3 Miglioramento delle basi
Tabelle 47–48, 50b Pagine A53–A56

2.3.1.2 Misure sociali collaterali

n Aiuti per la conduzione aziendale

Gli aiuti per la conduzione aziendale sono concessi sotto forma di mutui esenti da interessi e servono a evitare o a superare ristrettezze finanziarie temporanee non imputabili al gestore. Gli effetti degli aiuti per la conduzione aziendale corrispondono a quelli dello sdebitamento indiretto della singola azienda.

Nel quadro degli aiuti per la conduzione aziendale nel 2010 sono stati concessi mutui per un importo totale di circa 30,8 milioni di franchi a favore di 172 casi. Ciascun mutuo ammonta mediamente a 179 282 franchi e viene rimborsato sull’arco di 13,5 anni.

Mutui nel quadro dell’aiuto per la conduzione aziendale – 2010

Numero Mio. fr. Rifinanziamento di debiti esistenti 140 25,534

Superamento di una difficoltà finanziaria eccezionale 31 5,213

Mutuo in caso di cessazione dell’attività 1 0,090

Totale 172 30,837

Fonte: UFAG

Nel 2010 ai Cantoni sono stati assegnati nuovi fondi pari a 2,163 milioni di franchi. In seguito all’entrata in vigore della nuova perequazione finanziaria (NPC), la partecipazione cantonale ammonta per lo meno all’importo dei nuovi fondi federali. I nuovi mezzi finanziari della Confederazione e dei Cantoni, unitamente agli importi costantemente rimborsati, vengono utilizzati per concedere nuovi mutui. L’attivo circolante del Fonds de roulement, istituito nel 1963 con nuovi mezzi finanziari della Confederazione e con importi rimborsati, ammonta, unitamente alle quote dei Cantoni, a 222,6 milioni di franchi circa.

n Aiuti per la riqualificazione

Gli aiuti per la riqualificazione agevolano la conversione a una professione non agricola delle persone indipendenti attive nel settore primario. Tale misura comprende contributi ai costi di riqualificazione e di sostentamento per capiazienda che non hanno ancora compiuto il 52esimo anno di età. La concessione di un simile aiuto presuppone l’abbandono dell’azienda agricola. Nel 2010 è stato prospettato un importo di 236 700 franchi da destinare a 2 casi. Considerati gli aiuti per la riqualificazione concessi negli anni precedenti, a una persona in fase di riqualificazione sono stati versati 48 910 franchi. La durata della riqualificazione varia, a seconda della formazione, da 1 a 3 anni. La gamma di professioni è ampia e spazia da quelle in campo sociale (p.es. fisioterapista, catechista, infermiere, ecc.) a quelle artigianali e commerciali (p.es. falegname, fabbro, cuoco, commerciante agricolo, ecc.).

I motivi all’origine della bassa partecipazione a questo programma possono essere stati, in un primo tempo, la loro scarsa notorietà e, in un secondo tempo, le prospettive economiche sfavorevoli, ma anche il grande ostacolo della cessazione definitiva dell’attività e la condizione di una riqualificazione in una professione riconosciuta.

Tabelle 49, 50b Pagine A55–A56
161 2.3 Miglioramento delle basi
Tabella 51 Pagina A57

2.3.1.3 Iniziative collettive di progetto

Le iniziative collettive di progetto nelle regioni rurali riguardano soprattutto i seguenti tipi di progetto:

progetti di sviluppo regionale (PSR);

progetti di interconnessione ecologica giusta l’ordinanza sulla qualità ecologica (OQE);

progetti per la promozione dell’impiego sostenibile delle risorse naturali.

Prima di procedere alla pianificazione dettagliata di un PSR occorre condurre uno studio di fattibilità. Dalla fine del 2006 la Confederazione sostiene tali accertamenti preliminari erogando un contributo. Secondo questo principio, per gli altri due tipi di progetto la Confederazione partecipa finanziariamente al trattamento della domanda di realizzazione.

Finora all’UFAG sono state inoltrate 260 bozze di progetto. Terminati gli accertamenti preliminari, per i PSR e i progetti sulle risorse inizia la fase di elaborazione di un piano dettagliato di realizzazione. I progetti d’interconnessione vengono realizzati sul piano cantonale senza la partecipazione della Confederazione.

Iniziative collettive di progetto da novembre 2006

Iniziative collettive di progetto incentrate su un progetto di sviluppo regionale (PSR)

Bozze di progetto inoltrate per le quali è stato assicurato un contributo di sostegno (diverse fasi del progetto, suddiviso in accertamenti preliminari, pianificazione dettagliata o realizzazione); stato marzo 2011.

Stato del progetto: accertamenti preliminari pianificazione dettagliata (tappa di acquisto delle basi) o realizzazione progetto non realizzato come PSR / sospeso

Fonte: UFAG

Iniziative collettive di progetto da nov. 2006 Stato: marzo 2011 Bozze di progetto inoltrate 263 Sostegno assicurato 209 Tipo di progetto: – progetti di sviluppo regionale (PSR) 88 – interconnessione ecologica (OQE) 87 – impiego sostenibile delle risorse naturali 25 – altro 9
162 2.3 Miglioramento delle basi

2.3.1.4 Agriturismo

L’agriturismo, quale attività affine all’agricoltura, consente di conseguire un reddito supplementare, generando valore aggiunto nelle aziende agricole. La Confederazione sostiene lo sviluppo di questo ramo aziendale con numerosi provvedimenti. Gli investimenti possono essere promossi nell’ambito dei miglioramenti strutturali sotto forma di provvedimenti individuali alla voce «diversificazione» o come provvedimenti collettivi alla voce «progetti di sviluppo regionale». Attraverso la promozione dello smercio vengono sostenute misure di comunicazione. Anche i pagamenti diretti vanno indirettamente a beneficio dell’agriturismo. In questo caso l’accento è posto sulla salvaguardia di un paesaggio bello e curato in quanto capitale principale del turismo.

L’offerta del settore agrituristico svizzero è molto variegata e va ben oltre l’accoglienza degli ospiti. Tuttavia, l’organizzazione carente e la frammentazione delle offerte indeboliscono la sua posizione. Il sostegno concesso dalla Confederazione alle misure di comunicazione non può quindi essere utilizzato in maniera ottimale. Le principali organizzazioni attive nell’agriturismo e l’UFAG hanno pertanto maturato la convinzione che deve essere creata un’organizzazione nazionale. L’UFAG ha accolto una domanda di aiuto finanziario mediante la quale intende sostenere il processo di fondazione di una piattaforma nazionale «Agriturismo Svizzera». La Scuola universitaria svizzera d’agronomia (SUSA) è stata incaricata di elaborare un concetto e di fornire la dovuta assistenza tecnica. La nuova piattaforma nazionale «Agriturismo Svizzera» è stata fondata il 31 maggio 2010 e ha la forma giuridica di un’associazione.

In vista della fondazione di Agriturismo Svizzera, l’UFAG ha consultato diversi esperti attivi nei settori dell’agricoltura, della consulenza, della formazione, della ricerca, del turismo e dell’amministrazione con l’obiettivo di acquisire maggiori informazioni sulle esigenze, gli interessi e le difficoltà degli attori. Affinché l’agriturismo possa svilupparsi ulteriormente, i provvedimenti vanno impostati in funzione dell’orientamento del turismo in Svizzera e coordinati meglio per quanto concerne la pianificazione del territorio, la politica agricola, i parchi o la nuova politica regionale. L’agriturismo deve trovare la sua collocazione in una strategia globale del turismo in Svizzera e fornire un contributo sostanziale al turismo ecosostenibile.

163 2.3 Miglioramento delle basi

2.3.1.5 Migliorie quali elementi di un’organizzazione globale del territorio

Negli ultimi anni i progetti di migliorie sono diventati sempre più uno spunto per una pianificazione globale degli interessi agricoli, ecologici e della pianificazione territoriale. Questo aspetto è illustrato nelle pagine seguenti prendendo a esempio la miglioria integrale realizzata a Boswil im Freiamt, nel Cantone Argovia.

Prima che il progetto venisse avviato, la situazione a Boswil era caratterizzata da una proprietà fondiaria frammentata e da una cattiva rete viaria, le cui strade necessitavano di un risanamento. I terreni in affitto erano molto piccoli e per nulla raggruppati, rendendo ulteriormente difficoltosa la gestione. Vi erano carenze dal punto di vista ecologico e il paesaggio mancava di elementi strutturali caratteristici quali siepi, alberi da frutto o ruscelli allo stato naturale. I numerosi impianti per la captazione delle acque sotterranee e delle sorgenti non erano abbastanza sicuri.

La miglioria integrale di Boswil è stata avviata il 30 novembre 1999 con la decisione dei proprietari fondiari. Nel Canton Argovia, il piano di utilizzazione dei terreni coltivi è stato rivisto parallelamente alla procedura di nuovo riparto. Per le aziende è stato un enorme vantaggio, poiché quasi tutti gli elementi ecologici sono stati assicurati a lungo termine.

n Ricomposizione particellare e migliorie ecologiche realizzate in un’unica tappa

L’acquisto, da parte del Consorzio per le bonifiche fondiarie, di una proprietà di circa 10 ettari poco distante dal comprensorio originario può essere ritenuto un colpo di fortuna per il progetto. Le rispettive superfici, infatti, sono state incluse nella procedura e hanno costituito il compenso in natura per il fabbisogno di terreno dei piccoli corsi d’acqua e per la rinaturazione del Bünz. La sottrazione generale di terreno per il completamento della rete viaria è stata effettuata in maniera differenziata in base al fabbisogno nei diversi settori del comprensorio, attestandosi tra lo 0 e il 2 per cento.

Nell’ambito del progetto generale della miglioria integrale di Boswil, il 15 per cento della superficie agricola utile è stato delimitato come superficie di compensazione ecologica. Questa superficie fa parte del nuovo piano dei terreni coltivi che si basa su un concetto di sviluppo paesaggistico comunale (CSP) e nel quale sono stati considerati tutti gli elementi e le prescrizioni del piano di sviluppo paesaggistico regionale (PSP).

Senza la delimitazione dei terreni tramite la miglioria sarebbe stato quasi impossibile realizzare la rinaturazione del Bünz, su una tratta di 2,8 km, la quale ha consentito di strutturare in maniera globale il fondovalle del Bünz con nuovi elementi paesaggistici quali piccoli corsi d’acqua, fasce d’interconnessione, superfici di protezione delle fonti sfruttate in modo estensivo, eccetera. Grazie a un’opportuna gestione del territorio, inoltre, 12 impianti comunali per la captazione delle acque sotterranee e delle sorgenti sono diventati di proprietà pubblica e sono stati assicurati a lungo termine con zone di protezione.

Con la pubblicazione combinata del progetto di nuovo riparto e del piano dei terreni coltivi, i proprietari fondiari hanno potuto visualizzare la situazione dei loro nuovi fondi e il possibile utilizzo previsto. Questa procedura aperta si è rivelata una soluzione vincente. Contro i numerosi elementi ecologici previsti nel nuovo piano dei terreni coltivi è stata presentata, in fase di pubblicazione, una sola opposizione.

n Integrazione degli interessi della pianificazione territoriale

Secondo la legge federale sulla pianificazione del territorio (art. 16a cpv. 3), è possibile delimitare speciali zone agricole per edifici e impianti per la produzione non vincolata al suolo. Il Canton Argovia ha fissato le basi necessarie per la delimitazione di tali zone nel piano direttore.

Nel piano di utilizzazione comunale il Comune ha delimitato i cosiddetti siti LEILA (Landwirtschaftliches

Entwicklungsgebiet und Intensiv-LAndwirtschaftszone – aree di sviluppo agricole e zone ad agricoltura intensiva), fissati sulla scorta di una rilevazione dettagliata dei dati di base «Concetto di sviluppo dell’agricoltura» quali elementi integranti del progetto di miglioria multifunzionale.

164 2.3 Miglioramento delle basi

I siti LEILA designano aree dove sono possibili, in linea di massima, sviluppi aziendali con edifici e impianti che vanno oltre il potenziamento interno. Le denominazioni delle zone sono scelte simbolicamente e, in caso di effettivo bisogno, dovranno essere fissate in maniera vincolante nell’ambito di una procedura di pianificazione semplificata (piano regolatore) con la delimitazione di una zona agricola speciale.

Con tale soluzione si anticipa la valutazione di questioni importanti dal profilo territoriale quali natura e paesaggio, corridoi per la fauna selvatica, località caratteristiche o collegamenti, in una pianificazione «positiva» indipendentemente da un progetto concreto (p.es. costruzione di un porcile). L’analisi di tutti i rimanenti aspetti ambientali o legali, quali l’ordinanza sugli effettivi massimi, l’esame dell’impatto sull’ambiente, avviene nell’ambito della procedura di autorizzazione edilizia.

Analogamente a quanto fatto per i siti LEILA, nel quadro dell’attuale revisione totale del piano direttore cantonale si prevede di aggiungere alle basi per le zone agricole speciali i siti di sviluppo dell’agricoltura.

La miglioria integrale di Boswil è un esempio di come oggi questo strumento sia diventato fondamentale per ovviare a molteplici problemi all’interno dei comuni. Sarebbe auspicabile che ne venissero realizzati ancora di più.

165 2.3 Miglioramento delle basi

2.3.1.6 Effetti della gestione agricola sui pericoli naturali

n Integrazione dell’agricoltura nella valutazione globale del rischio

La Piattaforma nazionale «Pericoli naturali» (PLANAT) ha innescato, una decina di anni fa, un cambiamento di paradigmi con il motto «Dalla prevenzione dei pericoli alla cultura del rischio», invocando un approccio globale rispetto a pericoli e rischi, un dialogo sui rischi e una gestione integrale dei rischi. Oltre all’equivalenza delle misure nel ciclo del rischio (prevenzione, intervento, ripristino) si tratta di armonizzare le misure di protezione dal profilo organizzativo, tecnico-edilizio, biologico e della pianificazione territoriale. Il ruolo della gestione e delle infrastrutture agricole come parte della prevenzione dei pericoli è stato tenuto poco in considerazione finora.

Ciclo del rischio

Mitigazione

· Organizzazione

· Preallarme Informazione

· Pianificazione dei mezzi

Pianificazione dell’intervento

· Istruzione Previdenza finanziaria

Prevenzione Misure di pianificazione del territorio Misure tecniche di costruzione

· Misure biologiche

Valutazionedeglieventi

Valutazione dei pericoli e dei rischi (basi e procedimenti)

Intervento

· Diffusione dell’allarme

Salvataggio Lotta contro i sinistri

· Info/Istruzioni di comportamento

Limitarel’estensione

Ripristino Ripristino provvisorio

· Approvvigionamento

Smaltimento dei rifiuti

Trasporti

· Comunicazioni

Finanziamento

· Dritto d’emergenza

·

Prevenzione, intervento, ripristino

Rigenerazione

Ricostruzione

Ripristino definitivo

· Ricostruzione Aumento della resistenza

Finanziamento

·

Fonte: Protezione della popolazione

In un progetto realizzato da Abenis AG (ingegneria e pianificazione), in collaborazione con Flury&Giuliani GmbH (consulenza in economia regionale e agricola), per la prima volta è stato analizzato, in maniera sistematica e integrata nella strategia globale della PLANAT, il possibile impatto sui pericoli naturali della gestione agricola, nell’ottica di una strategia di adeguamento per ridurre o evitare i pericoli. Da un’approfondita ricerca su varie opere bibliografiche è emerso che la gestione agricola non può impedire che i pericoli naturali si verifichino, ma può ridurne o aumentarne l’intensità e la frequenza. A seconda delle circostanze, l’agricoltura può contribuire a ridurre preventivamente i rischi e a contenere i danni, come peraltro già avviene. La prevenzione dei pericoli può contemplare, ad esempio, l’ottimizzazione del contenimento delle piene sulla superficie, la riduzione di erosione e smottamenti nonché l’attenuazione dello scivolamento delle nevi.

Valutazionedeglieventi
Ridurrelavulnerabilità
i s u r e precauzionali Fronteggiament o Evento
M
166 2.3 Miglioramento delle basi

Effetti della gestione e delle infrastrutture agricole

Lo studio dimostra che soprattutto i provvedimenti volti a migliorare la ritenzione idrica nel suolo possono ampliare considerevolmente le opzioni d’intervento di protezione contro le piene a scopo preventivo. Optando per metodi di lavorazione del terreno di tipo conservativo e rispettosi del suolo nonché riducendo la compattazione del suolo, l’agricoltura può accrescere la naturale capacità di ritenzione idrica del suolo. Ciò consente di ridurre del 10–15 per cento il volume e i picchi della portata di piena dei fiumi in caso di precipitazioni intense. In determinati casi i rischi alluvionali possono essere contenuti anche attraverso apposite aree allagabili o canali di deflusso. In questi casi l’agricoltura può contribuire alla prevenzione dei pericoli approntando superfici temporaneamente allagabili, ricorrendo, ad esempio, allo strumento delle migliorie integrali. Se la gestione agricola non è adeguata alle condizioni locali o le infrastrutture sono disposte in maniera poco idonea, i pericoli naturali esistenti possono aggravarsi (cfr. illustrazioni seguenti).

Fattori d’influsso e interazioni nei comprensori alpini dei torrenti

+ effetto rinforzante

– effetto attenuante

+/– entrambi gli effetti possibili

n
Fonte: PLANAT
Picco di portata Deflusso superficiale Portata solida di fondo Erosione Erosione +/–+/–+/–+/–+/–+/–+/–+/–+ + 167 2.3 Miglioramento delle basi

Fattori d’influsso e interazioni della gestione agricola in comprensori fluviali ampi nell’Altipiano e nelle Prealpi

Compattazione del suolo

Copertura del suolo

+ effetto rinforzante

– effetto attenuante

+/– entrambi gli effetti possibili

Fattori d’influsso e interazioni della gestione agricola in zone declive e nel fondovalle Composizione

Deflusso superficiale

Fonte: PLANAT

+ effetto rinforzante

– effetto attenuante

+/– entrambi gli effetti possibili

Fonte:

di
Picco
portata
Apporto
Deflusso superficiale
solido
Erosione
Colate di fango Capacità d'infiltrazione Ritenzione idrica Ritenzione idrica Picco di portata +/– +/–+/–+ + + + + –+
PLANAT
vegetazione Caratteristiche di radicazione
Compattazione del suolo Smottamenti Erosione Deflusso concentrato Mud flow Inondazione da acque superficiali +/–+/–+/–+ + + + + + + + 168 2.3 Miglioramento delle basi
della

Effetti degli attuali strumenti di promozione

I pagamenti diretti e i miglioramenti strutturali sono importanti strumenti di politica agricola che influiscono sulla gestione agricola. Finora, tuttavia, essi non erano impostati esplicitamente alla prevenzione di pericoli naturali, seppur contribuendovi. Un aspetto fondamentale al riguardo è che per beneficiare di pagamenti diretti è vincolante la prova che le esigenze ecologiche sono rispettate (PER). I vari oneri relativi alla gestione previsti dalla PER, quali una protezione del suolo adeguata, la riduzione dell’erosione o l’avvicendamento disciplinato delle colture, tendono concretamente a ostacolare il deflusso superficiale e l’erosione. Altrettanto importanti sono i contributi a favore di elementi strutturali che riducono il deflusso, quali le fasce di colture estensive in campicoltura, le strisce su superficie coltiva o le siepi e i boschetti. Per quanto riguarda pericoli naturali come erosione, smottamenti superficiali, scivolamento delle nevi e incendi di boschi, ad avere un effetto inibitore sono soprattutto gli incentivi alla gestione dei terreni (contributi di superficie e di declività, contributi d’estivazione) che contrastano l’avanzamento del bosco e l’abbandono delle superfici a basso rendimento. La coltivazione di tali superfici dipende in modo determinante anche dalle vie d’accesso che vengono sostenute mediante aiuti agli investimenti per provvedimenti nell’ambito dei miglioramenti strutturali. Per quanto riguarda l’utilizzo delle superfici inerbite, i pagamenti diretti riferiti agli animali vanno valutati in maniera più critica; Infatti, se da un lato promuovono la detenzione di animali che consumano foraggio grezzo e, quindi, la gestione delle superfici, dall’altro comportano anche il rischio di un’intensificazione dello sfruttamento dei terreni. La crescente meccanizzazione accresce il rischio di compattazione del suolo anche nelle superfici inerbite.

n Proposte per migliorare la prevenzione dei pericoli naturali in agricoltura

Nello studio sono avanzate proposte anche nel settore dei pagamenti diretti. I contributi d’estivazione vanno vincolati in maniera esplicita alla superficie effettivamente gestita, a differenza di quanto avviene oggi. Ciò consente di garantire meglio la gestione globale delle superfici. Inoltre vanno messi a punto incentivi specifici per il sito, come quelli offerti dai programmi sulle risorse, visto che nella maggior parte dei casi i pericoli naturali sono direttamente correlati al sito.

Il sistema rivisto dei pagamenti diretti concilia le proposte dello studio. In esso vengono sviluppati incentivi per la gestione specifica delle superfici e introdotti contributi per la qualità del paesaggio a promozione di elementi strutturali vincolati al sito che hanno un ruolo importante nella prevenzione dei pericoli naturali.

n Prospettiva

La promozione di forme di gestione in grado di ridurre ed evitare i pericoli s’inserisce nella strategia «Agricoltura sostenibile e alimentazione 2025», in particolare negli indirizzi di fondo «utilizzo sostenibile delle risorse» e «promozione dell’attrattiva delle aree rurali». Esiste, altresì, uno stretto legame con la strategia sul clima per l’agricoltura, che l’UFAG sta elaborando attualmente. I risultati dell’analisi mostrano, inoltre, l’influsso della gestione e delle infrastrutture agricole sul bilancio idrico di un intero bacino idrografico. È perciò evidente che nell’ambito della gestione integrale del bacino idrografico vadano presi in considerazione anche gli aspetti qualitativi della gestione agricola attinenti alle risorse idriche, ai corsi d’acqua e alle infrastrutture idriche.

n
169 2.3 Miglioramento delle basi

2.3.2 Conoscenze agricole - ricerca, consulenza, formazione

2.3.2.1 Sistema delle conoscenze agricole e dell’innovazione AKIS

Il sistema delle conoscenze agricole e dell’innovazione (AKIS, Agricultural Knowledge and Innovation System) racchiude in sé le conoscenze e le esperienze nel campo della produzione agricola, a partire dalla trasformazione e dallo stoccaggio delle materie prime agricole e delle derrate alimentari fino ad aspetti inerenti all’alimentazione umana, agli effetti dell’ambiente sull’agricoltura nonché a quelli dell’agricoltura su ambiente, natura e paesaggio. Nell’AKIS i fornitori di servizi sono la ricerca pubblica, la formazione e la consulenza. L’obiettivo di questo sistema è elaborare le conoscenze, svilupparle, divulgarle, scambiarle e applicarle per promuovere l’innovazione nell’ambito della filiera agroalimentare.

Negli anni 2010 e 2011 diverse istituzioni hanno subito un’evoluzione al fine di poter gestire le sfide attuali e future. Sempre nel 2010, l’UFAG ha lanciato lo studio «Procedura d’aggiudicazione competitiva nel settore della consulenza agricola». L’intenzione del Consiglio federale di effettuare tagli ai fondi per ricerca e consulenza ha scatenato un acceso dibattito.

n Sviluppo di istituzioni di ricerca e formazione

Prendendo spunto dal riassetto del Dipartimento di scienze agrarie e alimentari, al PFZ si è attuata una separazione dal profilo tematico tra agronomia tradizionale e scienze alimentari. L’Istituto di scienze agrarie (ex Istituto di scienze animali, vegetali e dell’ecosistema agricolo), a fine 2011, formerà, assieme all’ex Dipartimento di scienze ambientali, il nuovo Dipartimento di scienze del sistema ambientale. Di quest’ultimo farà parte anche l’Istituto per le decisioni ambientali che ingloba le scienze sociali. L’Istituto di scienze alimentari, alimentazione e salute diventerà parte del nuovo Dipartimento di salute e tecnica medica. L’iniziativa strategica «Sistema alimentare mondiale» (World Food System) conserverà la sua importanza fondamentale e sarà operativa quale centro di competenze a livello interdipartimentale. Il PFZ sottolinea che la nuova organizzazione consentirà di consolidare la propria posizione nei vari ambiti scientifici e di diventare una meta ancor più ambita per i migliori studenti e professori. La ricerca nel campo della sostenibilità dell’approvvigionamento alimentare e la formazione degli esperti assumono, pertanto, una particolare valenza per il PFZ.

La Scuola universitaria svizzera di agronomia (SUSA) ha un nuovo organo responsabile. Il Consiglio di concordato e il Parlamento bernese hanno, infatti, deciso di sciogliere l’organo responsabile vigente, ovvero il concordato di tutti i Cantoni svizzeri e del Principato del Liechtenstein. All’inizio del 2012 la SUSA sarà subordinata al Canton Berna e integrata nella SUP di Berna. Il Cantone si è nel contempo impegnato ad ampliare la sede della SUSA. I lavori sono in corso e la struttura sarà pronta a fine 2012.

Nell’attuazione della sua strategia 2015, in vista della cantonalizzazione e per gestire la costante crescita, la SUSA ha completamente rinnovato la sua gestione e organizzazione interna. L’istituto dispone adesso di una struttura prettamente gerarchica con cinque divisioni responsabili del tirocinio, del perfezionamento professionale, della ricerca applicata e dei servizi. Le divisioni Agronomia, Silvicoltura, Food Science & Management, Master e Discipline trasversali forniscono le proprie prestazioni nel quadro di un mandato di prestazione con preventivo globale in maniera sostanzialmente autonoma. Parallelamente, i tre corsi di studi post-universitari in agronomia, silvicoltura e Food Science & Management sono stati rivisti dal profilo organizzativo e contenutistico. Nel 2010 gli iscritti a Zollikofen sono stati 180, di cui 100 hanno conseguito il diploma. Tra questi spiccano le prime diplomate in agronomia con specializzazione in scienze equine.

170 2.3 Miglioramento delle basi

n Programma di consolidamento e verifica dei compiti

Nel quadro del Programma di consolidamento 2012–2013 (PCon 12/13), il Consiglio federale ha richiesto di ridurre di un terzo il contributo destinato alla consulenza agricola e di sopprimere quello per l’Istituto nazionale svizzero di allevamento equino al termine dell’attuale mandato di prestazione, a fine 2011. Questa richiesta ha suscitato accese reazioni da parte dei Cantoni e del settore equino nonché dei parlamentari. Ciò ha spinto il Consiglio federale a prospettare l’eventualità di una ripresa dell’Istituto da parte di un ente privato, vincolata a un finanziamento parziale della Confederazione. Considerate le cifre molto positive del Consuntivo 2010 della Confederazione, il Consiglio federale nel gennaio 2011 ha deciso di non procedere a diversi tagli ai fondi, tra cui quelli destinati alla consulenza e all’Istituto nazionale svizzero di allevamento equino.

Agroscope risente da anni di una pressione finanziaria. Il susseguirsi di misure di risparmio negli ultimi 15 anni lo ha portato a numerose riorganizzazioni (riduzione da 7 a 3 unità, intregrazione dell’Istituto nazionale svizzero di allevamento equino) e a snellire la sua organizzazione. Tuttavia, anche mantenendo costanti i fondi, senza contromisure, saranno inevitabili tagli all’organico e aleggia il rischio di ulteriori misure di risparmio.

– Nell’ambito del Progetto Laborportfolio si vagliano eventuali tagli (che non tangono il PFZ), per un ammontare di 20–50 milioni di franchi, alle installazioni di laboratorio della Confederazione. Questo progetto verte sull’analisi della situazione attuale dei laboratori federali e del loro potenziale di ottimizzazione nonché di alternative nella fornitura di prestazioni (cooperazioni, scorporo di compiti). Sotto la direzione del DFF sarà messa a punto una pianificazione dettagliata e sarà definita la procedura di sviluppo e attuazione della strategia per i laboratori federali.

Nell’ambito della pianificazione strategica e sotto la guida della Segreteria di Stato per l’educazione e la ricerca, si prevedono una definizione delle priorità in base ad ambiti tematici e programmi nonché una razionalizzazione complessiva della ricerca di settore della Confederazione. Quest’ultima auspica, in tal modo, di apportare uno sgravio, a partire dal 2014, pari a 30 milioni di franchi circa l’anno. È ancora da chiarire in che misura sarà interessato Agroscope. In caso di riduzione lineare si parla di 8 milioni di franchi circa.

Dopo le critiche espresse nel rapporto redatto dal Controllo parlamentare dell’amministrazione su mandato della Commissione della gestione del Consiglio degli Stati in merito alla libera assegnazione ad AGRIDEA del mandato per la consulenza agricola, l’UFAG ha analizzato l’eventualità d’istituire un bando di gara. Lo studio è giunto alla conclusione che sarebbe possibile procedere a una ripartizione e quindi a un bando di gara. In tal modo si potrebbero individuare i costi dei singoli ambiti di prestazione.

n Nuovo mandato di prestazione per il periodo 2012–2013

Negli anni 2010 e 2011 sono elaborati i mandati di prestazione 2012–2013 della Confederazione per Agroscope, l’Istituto di ricerca per l’agricoltura biologica (IRAB) e AGRIDEA. Per perfezionare i mandati di prestazione e i conseguenti programmi di lavoro, l’UFAG ha intensificato i suoi contatti con i beneficiari delle prestazioni di Agroscope, IRAB e AGRIDEA allo scopo d’individuare le prestazioni richieste dalla pratica. A tal fine ha tenuto un workshop con i Cantoni che ha portato alla creazione di un gruppo di lavoro «Collaborazione tra Confederazione e Cantoni nella ricerca agronomica e nella consulenza» (GL CoCaR+C), finalizzato in primo luogo a verificare e completare i mandati di prestazione per Agroscope, IRAB e AGRIDEA. In quest’ottica, esso svolgerà il ruolo d’interlocutore dell’UFAG per l’impostazione delle relazioni all’interno di AKIS. Il gruppo di lavoro è composto da tre rappresentanti cantonali dei settori consulenza e formazione nonché degli uffici dell’agricoltura (KOLAS).

171 2.3 Miglioramento delle basi

n AKIS international: dalla divulgazione delle conoscenze all’apprendimento in rete

Due anni fa il Comitato permanente sulla ricerca in agricoltura (SCAR – Standing Committee on Agricultural Research) degli Stati europei ha istituito il gruppo di lavoro AKIS. Lo spunto è arrivato dalla critica mossa ai sistemi delle conoscenze agricole esistenti ritenuti frammentari, concepiti secondo una logica puramente orientata alla produzione, lineare e basata soltanto sulla trasmissione e l’acquisizione del sapere, di conseguenza insufficienti a incentivare l’innovazione. Sebbene questi sistemi siano ben integrati a livello istituzionale e operino in maniera efficace, non sarebbero in grado di cogliere le nuove sfide e i cambiamenti sociali.

Il nuovo AKIS mira a coinvolgere altri attori, a sviluppare nuove iniziative e a favorire l’apprendimento in rete. I sistemi tradizionali prevedono conoscenze date che devono essere trasmesse dalla ricerca alle famiglie contadine attraverso la formazione e la consulenza; nell’apprendimento in rete, invece, l’accento è posto sul processo che rende possibili innovazione e apprendimento tra gli attori coinvolti. Le conoscenze sono in costante mutamento e possono essere adeguate dai più disparati attori, applicate e attuate.

2.3.2.2 Ricerca

n Nuova ordinanza per la ricerca agronomica

Basta un rapido sguardo al sito Internet di Agroscope per capire quanto siano variati e ampi i compiti e le attività delle stazioni di ricerca agronomica. I mandati sono molteplici e vanno dallo sviluppo di un’applicazione altamente specializzata per la campicoltura a complesse analisi di laboratorio, passando attraverso la valutazione economico-aziendale. Ciò implica un’interazione tra l’agricoltura e il settore agroalimentare. Per sintetizzare in maniera più efficace questo concetto di varietà e multifunzionalità, Agroscope ha ristrutturato i propri compiti e attività. La versione rivista dell’ordinanza concernente la ricerca agronomica (n. 915.7 della raccolta sistematica del diritto federale) contempla tre definizioni: «ricerca e sviluppo», «consulenza ai politici» e «compiti esecutivi». Quali sono gli obiettivi così perseguiti?

Nell’interfaccia scienza-politica i compiti e le attività di Agroscope sono caratterizzati da un approccio orientato ai problemi e conforme alla pratica. In tal modo le stazioni di ricerca agronomica possono avvalersi, da un lato, di conoscenze disciplinari, dall’altro di conoscenze inter/transdisciplinari. Questo permette di garantire al contempo un’attività di ricerca e sviluppo applicata e di alta qualità, attività specialistiche ex ante ed ex post nonché il sostegno scientifico dei compiti esecutivi statali in relazione alla politica agricola. Le nuove definizioni sottolineano anche lo scambio di conoscenze tra comunità di ricerca, amministrazione e pratica. Esso riveste un’importanza fondamentale per gestire le sfide future nei settori agricolo e alimentare.

Nemmeno le nuove definizioni bastano a rendere del tutto chiara la classificazione dei compiti e delle attività delle stazioni di ricerca agronomica. Ciò che importa, tuttavia, è la loro utilità reciproca, che accresce la reputazione e il posizionamento di Agroscope quale centro di competenza della Confederazione per la ricerca agronomica.

172 2.3 Miglioramento delle basi

n Ricerca di sistema orientata ai problemi: possibilità di concepire soluzioni

Le scoperte della ricerca s’impongono più semplicemente se rispecchiano le esigenze della clientela. In quest’ottica è giusto che la ricerca agronomica venga svolta in maniera essenzialmente orientata ai problemi. Nella ricerca agronomica incentrata sui sistemi biologici, i problemi raramente riguardano soltanto una singola disciplina. Pertanto le soluzioni vanno spesso ricercate seguendo un approccio interdisciplinare, dove entrano in gioco più discipline specifiche. Se a ciò si aggiungono gli interessi dei clienti e degli utenti, si segue un approccio transdisciplinare. Ciò significa che la ricerca deve estendere la propria collaborazione al di là dell’attività meramente scientifica fino ai vari stakeholder onde poter giungere alla soluzione del problema.

Attraverso l’approccio di sistema viene dato maggiore risalto alle relazioni e alle interazioni tra i vari elementi di sistema piuttosto che al singolo prodotto o processo. La ricerca orientata ai problemi e conforme alla pratica è sempre interdisciplinare, visto che i maggiori problemi in realtà racchiudono sempre aspetti che vanno oltre i limiti della singola scienza. Variando i limiti del sistema in funzione della problematica affrontata, è importante fissarli in base all’obiettivo della ricerca. Soltanto così si può acquisire il maggior numero di conoscenze possibile per la ricerca ma anche per l’applicazione. A seconda dei limiti di sistema si possono utilizzare conoscenze di un ambito scientifico in un altro ambito. Inoltre, la ricerca di base orientata ai problemi di un settore specifico può annullare quella di un altro. Pertanto nella ricerca di sistema orientata ai problemi il contesto è tale da favorire l’innovazione.

n AlpFUTUR – Futuro dei pascoli d’estivazione

Oltre ai tre programmi di ricerca interdisciplinari ProfiCrops, NutriScope e AgriMontana, avviati nel 2008, Agroscope è coinvolto anche in altri progetti nell’ambito dei quali diversi gruppi di lavoro e istituti di ricerca si dedicano a un problema ed elaborano soluzioni. Considerati gli sviluppi nei Paesi limitrofi e nelle regioni periferiche della Svizzera, è opportuno interrogarsi sul futuro delle regioni d’estivazione; si tratta, in prevalenza, di pascoli alpini che vengono caricati con animali soltanto in estate. Sono regioni caratterizzate da elevata biodiversità e gestite secondo pratiche alpestri antiche. I pascoli d’estivazione hanno una funzione ricreativa e turistica, possono proteggere dai pericoli naturali e incarnano l’identità svizzera. Ma cosa ne sarà della gestione, della natura e dell’occupazione di queste regioni che costituiscono un ottavo della superficie della Svizzera? Quale sarà il futuro di queste regioni alpine e dei posti di lavoro esistenti? Nell’interesse dell’opinione pubblica queste superfici vanno utilizzate anche in futuro oppure sono destinate a un progressivo abbandono come nel caso di ampie zone dell’Italia settentrionale? Che impatto avrebbe tutto ciò sul turismo svizzero, sugli altri settori economici e sulle infrastrutture di regioni come Alto Vallese, Diemtigtal, Bassa Engadina o Obwaldo?

Il progetto AlpFUTUR è condotto in rete con numerose istituzioni. Il suo obiettivo è tracciare le prospettive in uno spazio temporale di 10–40 anni per quanto concerne la gestione delle regioni d’estivazione svizzere. Il progetto valuta la necessità d’intervento sul piano politico e vaglia le opzioni in tal senso. Anche in questo caso la ricerca di sistema è importante considerato che questa problematica coinvolge la ricerca in ambito ecologico tanto quanto l’agronomia, l’economia e le scienze sociali. AlpFUTUR contempla, quindi, 15 sottoprogetti tra di loro coordinati che trattano un’unica tematica in modo interdisciplinare.

173 2.3 Miglioramento delle basi

Nei progetti collaborazione svolti nel quadro della ricerca a carattere cooperativo, le problematiche comuni e gli obiettivi dei partner coinvolti devono essere stabiliti in maniera precisa. È indispensabile, inoltre, selezionare esperti idonei e formare un’équipe efficiente. Il successo di un programma di ricerca, infatti, è strettamente correlato alla motivazione dei ricercatori di impegnarsi in modo costruttivo. A dare impulso alla motivazione sono la curiosità scientifica, la convinzione di poter dare un contributo utile e la prospettiva di ottenere fondi per la ricerca. Tra i membri del gruppo di ricerca deve esserci intesa. Per questo sono fondamentali, ad esempio, una lingua comune e un rapporto di fiducia tra le parti coinvolte che consentano di scambiare dati e di pubblicarli congiuntamente. La complessità della ricerca a carattere cooperativo si manifesta anche quando si tratta di stabilire a chi compete la comunicazione interna ed esterna, l’organizzazione del lavoro e il finanziamento. La ripartizione dei contributi per la ricerca è concordata in ogni progetto così come i processi di creazione del consenso e d’integrazione dei risultati.

Nel progetto AlpFUTUR tali compiti sono coordinati in maniera centralizzata da Agroscope e dall’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (FNP).

Anche in questo progetto si distingue un chiaro approccio transdisciplinare, orientato ai problemi, che prende spunto da interessi concreti, messi in evidenza nel quadro di colloqui con rappresentanti, ad esempio, dell’agricoltura e dell’economia alpestre, dei Cantoni e degli uffici federali. Regolari riunioni di coordinamento e un gruppo di esperti fanno sì che attraverso questo progetto si giunga a soluzioni praticabili per i diversi gruppi d’interesse. Questa procedura ha suscitato grandi aspettative nei confronti di AlpFUTUR. Non resta quindi che mettere a segno risultati sostanziali e soprattutto comunicarli in maniera adeguata ai gruppi target.

174
2.3 Miglioramento delle basi

FusaProg – una parola in codice sinonimo di benefici

La ricerca di sistema orientata ai problemi si distingue anche perché è in grado di impiegare la ricerca di base altamente specializzata al fine di ottenere un beneficio diretto e concreto nel contesto della pratica agricola.

Un esempio significativo è la ricerca di Agroscope nel campo delle fusariosi. I funghi appartenenti al genere Fusarium sono tra i più dannosi per i cereali e il mais. Ciononostante se ne sa poco. Provocano perdite di raccolto e di qualità e pregiudicano la germinabilità delle sementi. I metaboliti tossici da essi prodotti, le cosiddette micotossine, contaminano il raccolto e possono nuocere alla salute dell’uomo e degli animali. In Nord America, alla fine degli anni ’90, la perdita annua di frumento e orzo causata dalle fusariosi ammontava a circa un miliardo di dollari. Per l’Europa al momento non si dispone di dati al riguardo, perché mancano studi pertinenti. È sorprendente la grande varietà delle fusariosi che colpiscono i cereali evidenziata dalla ricerca condotta da Agroscope. Solo sul mais in Svizzera, finora, se ne sono riscontrate 16 specie diverse. Questa varietà, naturalmente, rende assai difficile impostare una strategia di lotta.

Gli studi condotti per diversi anni sul campo da Agroscope, in collaborazione con il Cantone Argovia, hanno dimostrato che la specie di fusariosi più diffusa in Svizzera è Fusarium graminearum. Essa produce essenzialmente deossinivalenolo, una micotossina che indebolisce il sistema immunitario e provoca vomito, nonché zearalenone, un estrogeno più attivo che provoca problemi di fertilità soprattutto nelle scrofe. Le analisi svolte nel Canton Argovia hanno inoltre dimostrato che, oltre alle condizioni meteorologiche, ad avere un notevole influsso sull’intensità della contaminazione e sulla carica di micotossine nel frumento sono la coltura precedente, la lavorazione del suolo e la varietà cerealicola. Recentemente, quindi, per la lotta alle fusariosi si ricorre a un programma di monitoraggio, denominato FusaProg a disposizione della pratica e della consulenza agricole. In tal modo ogni azienda agricola può valutare l’attuale livello di contaminazione da fusariosi in Svizzera e il rischio di infezione. Inserendo a inizio della stagione i dati relativi alle singole particelle quali varietà, lavorazione del suolo o coltura precedente, FusaProg è in grado di elaborare su base giornaliera il rischio di contaminazione della rispettiva particella. In questo modo l’azienda può attuare le misure di gestione più adeguate, evitando la diffusione delle fusariosi e limitando al massimo il loro potenziale dannoso per animali e uomo.

Questo esempio palesa che spesso per giungere a un miglioramento della pratica di coltivazione la strada è assai lunga. Partendo da un problema concreto, che riveste un’importanza nazionale e possiede anche una dimensione globale, è stata condotta la ricerca di base optando per un approccio di sistema e integrando aspetti quali lavorazione del suolo, avvicendamento delle colture, scelta delle varietà, effetti ambientali, nonché condizioni climatiche. Questo approccio inter/transdisciplinare consente, innanzitutto, di trovare la soluzione del problema in termini pratici, fornendo nel contempo un importante contributo alla ricerca internazionale sulle fusariosi.

La ricerca di sistema orientata ai problemi condotta da Agroscope crea un plusvalore per tutti gli attori: ricerca, amministrazione, politica, società e pratica agricola. Le tecniche e i metodi scelti sono molteplici e si adeguano ai singoli problemi. I limiti di sistema fissati per la soluzione del problema variano e sono scelti opportunamente in base alla problematica. La varietà dei progetti fa sì che la ricerca di sistema orientata ai problemi condotta da Agroscope sia ben più che un insieme di diversi elementi.

n
175 2.3 Miglioramento delle basi

2.3.2.3 Consulenza

La consulenza in ambito agricolo e in economia domestica rurale in Svizzera è organizzata su due livelli. La consulenza diretta alle famiglie contadine è fornita sul posto, in primo luogo dai servizi cantonali di consulenza. A seconda del Cantone, questi sono subordinati al centro di formazione e consulenza, all’ufficio dell’agricoltura o a un’associazione contadina cantonale. In alcuni settori specifici quali, apicoltura, avicoltura o economia alpestre, sono operativi i servizi di consulenza di organizzazioni agricole.

AGRIDEA offre un sostegno ai servizi di consulenza. Questa associazione, sostenuta da tutti i Cantoni e da una cinquantina di organizzazioni agricole o istituzioni, mette a punto metodi di consulenza, cura la formazione e il perfezionamento professionale dei consulenti e rende accessibili informazioni attraverso promemoria, opuscoli, pubblicazioni o programmi informatici. AGRIDEA è operativa anche nella rete per il sistema globale delle conoscenze agricole e dell’innovazione nell’ambito di numerosi gruppi di lavoro, forum, piattaforme e gruppi di esperti.

Di questo sistema globale delle conoscenze agricole e delle innovazioni fanno parte anche altri attori che partecipano più o meno attivamente alla consulenza e allo scambio di informazioni: Agroscope, scuole universitarie professionali, IRAB, associazioni, media ed economia privata.

Uscite della Confederazione per la consulenza – 2010

Fonte: Conto dello Stato

n Nuova struttura gestionale di AGRIDEA

Da inizio 2011, le due sedi di Losanna e Lindau della centrale di consulenza AGRIDEA sono subordinate a un’unica struttura gestionale e gestite da un nuovo consiglio di direzione.

AGRIDEA comprende cinque nuovi dipartimenti, ognuno diretto da un membro del consiglio di direzione: tre tematici «Economia aziendale e famiglia», «Produzione agricola e ambiente», «Sviluppo rurale, mercati, aspetti internazionali», uno comprendente tutte le interfacce «Formazione e informazione» e uno per i «Servizi interni». Anche i gruppi appartenenti ai dipartimenti operano in modo unificato. I responsabili e i rispettivi sostituti vengono ripartiti tra le due sedi di Losanna e Lindau. Anche per i processi interni si è imposta un’uniformazione. AGRIDEA opera da impresa che vuole offrire ai propri clienti le soluzioni migliori a favore dell’agricoltura svizzera.

Centrale di consulenza
9,5 Servizi
organizzazioni agricole 2,0 Iniziative collettive di progetto 0,7 Totale 12,2
Destinatari Mio. fr.
(AGRIDEA)
di consulenza speciali delle
176 2.3 Miglioramento delle basi

2.3.2.4 Formazione professionale

n Formazione professionale di base

I cicli di formazione triennale sono giunti al secondo anno. Per un periodo transitorio di tre anni si applicano, in parallelo, il vecchio e il nuovo sistema di formazione e ciò comporta una serie di sfide impegnative per tutti i diretti interessati, per i tirocinanti, per le loro famiglie e per quelle dei maestri, per i docenti e per i presidi.

Le cifre rilevate a inizio settembre 2010 indicano una tendenza positiva. Il numero dei tirocinanti in formazione di base triennale (attestato federale di capacità, AFC) è in aumento nella misura di circa 950 contratti di tirocinio all’anno. I circa 150 giovani lavoratori che vogliono imparare come seconda professione quella di agricoltore AFC e che entrano direttamente al secondo anno di formazione contribuiscono in maniera sostanziale all’aumento dei contratti di tirocinio. Il diploma di agricoltore AFC a indirizzo agricoltura biologica è l’obiettivo di una cinquantina di tirocinanti. I 100 contratti di tirocinio conclusi a livello nazionale ogni anno del nuovo tirocinio biennale (certificato di formazione pratica, CFP) rispecchiano le aspettative.

L’introduzione del nuovo tirocinio professionale è avvenuta in maniera positiva. La collaborazione tra gli attori coinvolti (associazioni contadine cantonali, scuole e servizi per la formazione) è molto costruttiva. Vale sempre il principio: la formazione professionale è un compito in comune di Confederazione, Cantoni e Organizzazioni del mondo del lavoro (associazioni professionali).

I nuovi corsi interaziendali «CIA» vengono generalmente valutati come un arricchimento della formazione aziendale. Nei primi due anni di formazione, i tirocinanti frequentano 4 giorni di CIA all’anno (nel caso del CFP sono 3 giorni all’anno). Il contenuto della formazione è orientato alla pratica e verte su temi quali prevenzione degli infortuni, tutela della salute e sicurezza sul lavoro. I partecipanti imparano, inoltre, come utilizzare correttamente macchinari (p.es. motosega), attrezzature e impianti tecnici nonché gestire gli animali da reddito. Nei CIA i tirocinanti, oltre alla formazione aziendale, acquisiscono competenze pratiche. I corsi sono tenuti da formatori competenti, docenti di scuole professionali o da esperti (prevenzione degli infortuni).

Le lezioni pratiche valorizzano ulteriormente la formazione presso le scuole professionali, creando un nesso tra la formazione aziendale e quella scolastica. Il cambio di azienda di tirocinio a livello intercantonale (anche al di là dei confini linguistici) continua a essere un obiettivo prioritario della formazione professionale agricola. Ciò implica un coordinamento intenso in quasi tutti gli ambiti, dalla ripartizione delle lezioni sui singoli anni ai contenuti della formazione nelle lezioni di base, dai corsi interaziendali al materiale didattico, eccetera.

Nel 2010 è stata sviluppata la procedura di qualifica (esami) sulla base dell’ordinanza sulla formazione professionale e del piano di formazione. Ne è scaturita una guida sulla procedura di qualifica nel campo professionale agricolo. Nel semestre invernale sono stati formati oltre 500 esperti d’esame, che garantiscono la qualità degli esami sostenuti nei Cantoni e contribuiscono in maniera fondamentale all’assicurazione della qualità. Nella primavera 2011 si sono svolti i primi esami intermedi a livello di AFC a indirizzo detenzione degli animali e meccanizzazione. I tirocinanti che aspirano al CFP, alla fine del biennio, arrivano direttamente all’esame finale.

177 2.3 Miglioramento delle basi

n Formazione professionale superiore

A livello di formazione professionale superiore (terziario B) sono in atto due cambiamenti.

Gli esami professionale e di maestro devono essere conformi alla nuova formazione di base agricola nell’ambito professionale agricolo. Viene intensificato l’insegnamento in economia aziendale, mercato e diritto (diritto agricolo e del personale). È importante che i lavori di riforma siano portati a termine prima che i primi diplomati del nuovo tirocinio professionale decidano d’intraprendere un percorso di perfezionamento professionale. Gli esami professionale e di maestro sono tuttora fortemente orientati alla pratica. Sono impostati verso la qualifica nel settore della gestione aziendale e della conduzione d’impresa. L’obiettivo è, inoltre, agevolare notevolmente la permeabilità all’interno del campo professionale, ovvero tra la professione di agricoltore e le altre professioni agricole specializzate. Parallelamente vanno rispettate le nuove prescrizioni legali dell’Ufficio federale della formazione professionale e della tecnologia (UFPT).

Le scuole universitarie professionali (diploma SUP) sono in voga. In numerosi Cantoni sono già stati attuati i necessari accertamenti e aperte scuole di questo tipo. I diplomati SUP (agrotecnico e commerciante agricolo) possono assumere funzioni interessanti nel settore dell’economia agricola. Anche in questo caso la legislazione fissa elevati requisiti in materia di accreditamento delle scuole e di assicurazione della qualità attraverso un attestato di competenza.

178
2.3 Miglioramento delle basi

2.3.3 Mezzi di produzione

n Organismi geneticamente modificati negli alimenti per animali

Per il terzo anno consecutivo, non sono stati acquistati e importati dal mercato mondiale alimenti per animali contenenti organismi geneticamente modificati. Secondo gli esiti delle analisi, la situazione relativa agli alimenti per animali da compagnia è migliorata rispetto agli anni precedenti. Nel periodo 2009–2010 sono stati importati semi di lino involontariamente contaminati da OGM. Questi semi di lino, non omologati nell’UE né in Svizzera, lo sono stati in Canada e negli USA per la coltivazione e per l’impiego quali derrate alimentati e alimenti per animali. Sulla base della disposizione derogatoria di cui al capoverso 2 dell’articolo 21b dell’ordinanza sugli alimenti per animali, previa apposita autorizzazione, è stato possibile utilizzare come alimenti per animali 739 tonnellate (10 partite) di semi di lino già importati contenenti tracce di organismi geneticamente modificati. L’autorizzazione è stata rilasciata soltanto per le partite con un grado di contaminazione inferiore allo 0,5 per cento. Tale valore limite è stato superato in 24 tonnellate (2 partite) di semi di lino già importati. Entrambe le partite hanno dovuto essere eliminate.

Alimenti per animali contenenti OGM notificati alla dogana all’importazione

Anno Volume totale di alimenti per Alimenti per animali Alimenti per animali animali importati contenenti OGM notificati contenenti

Analisi sulla presenza di componenti OGM negli alimenti per animali da reddito a cura di Agroscope Liebefeld-Posieux ALP

Anno Campioni prelevati dalla Indicazioni Campioni prelevati da ALP Indicazioni dogana all’importazione errate da prodotti sul mercato errate

Analisi sulla presenza di componenti OGM negli alimenti per animali da compagnia a cura di Agroscope Liebefeld-Posieux ALP

da

OGM notificati in t in t in % 2006 373 228 60 0,02 2007 486 743 55 0,01 2008 461 039 0 0 2009 380 018 0 0 2010 455 271 0 0 Fonti: UFAG, DGD
Numero Numero Numero Numero 2006 79 0 300 0 2007 93 0 260 3 2008 93 0 242 0 2009 96 0 241 0 2010 60 0 237 1 Fonte: Agroscope Liebefeld-Posieux ALP
Alimenti
errate Numero Numero 2006 114 10 2007 97 9 2008 116 4 2009 138 8 2010 109 1 Fonte: Agroscope Liebefeld-Posieux ALP 179 2.3 Miglioramento delle basi
Anno
per animali
Indicazioni compagnia controllati

2.4 Temi particolari

2.4.1 Ispettorato delle finanze

Il programma annuale dell’Ispettorato delle finanze è elaborato sulla base di analisi interne dei rischi, di valori empirici e di una pianificazione pluriennale. Al fine di evitare lacune e doppioni nel programma di verifica, esso viene concertato e allineato alle attività del Controllo federale delle finanze.

n Attività di revisione

Rendiconto sull’anno oggetto del rapporto

Nell’anno oggetto del rapporto sono state eseguite le seguenti revisioni:

revisione del sistema dei pagamenti diretti in 3 Cantoni;

revisione delle chiusure contabili dell’esercizio 2009 presso UFAG e Agroscope;

revisioni intermedie presso l’UFAG incluse le Stazioni di ricerca;

revisione presso un settore dell’UFAG;

verifica di 6 progetti di ricerca UE;

revisione delle misure di promozione dello smercio presso un’organizzazione partner;

follow-up di revisioni concluse.

Tutte le ispezioni sono state eseguite in base agli standard per la pratica professionale dell’Institute of Internal Auditors (IIA) nonché dell’Associazione svizzera di revisione interna (ASRI).

Per quanto concerne il settore dei pagamenti diretti, lo scorso anno presso tre Cantoni sono stati verificati i flussi finanziari tra Confederazione e Cantone nonché i pagamenti ai gestori. Vi è inoltre stato un followup delle constatazioni e contestazioni emerse dalle precedenti revisioni, dal quale è risultato che in un Cantone non viene ancora applicata in maniera coerente la direttiva relativa alla riduzione dei pagamenti diretti vincolante per l’esecuzione in caso di infrazioni. Si è raccomandato all’UFAG di incentrare la vigilanza sull’esecuzione nel Cantone interessato su tali lacune. In un altro Cantone si è constatato che la limitazione dei pagamenti diretti in base al reddito e alla sostanza determinante viene ora applicata in conformità dell’ordinanza. Era invece ancora pendente il follow-up di tutte le aziende nei confronti delle quali hanno dovuto essere applicate per la prima volta deduzioni a causa della nuova base di dati. L’Ispettorato delle finanze ha altresì indicato che le risorse umane messe a disposizione dal Cantone per il disbrigo dei pagamenti diretti non sono sufficienti per adempiere appieno i compiti esecutivi, soprattutto per quanto riguarda la supervisione. Nel terzo Cantone in questione, a settembre 2010, il 60 per cento circa delle particelle era stato oggetto di una nuova misurazione cui aveva fatto seguito la correzione e l’armonizzazione dei dati sulle superfici degli agricoltori. La misurazione avrebbe dovuto essere portata a termine entro fine 2010; la correzione dei dati delle superfici agricole dovrebbe invece protrarsi fino al 2012. Il Cantone non sarà quindi in grado di adempiere appieno le prescrizioni della Confederazione. I controlli previsti dall’ordinanza sulla qualità ecologica sono stati intensificati e nel 2011 dovrebbe essere possibile eseguirli per la prima volta in conformità dell’ordinanza. Anche in questo caso si è constatato che la supervisione prescritta dall’ordinanza non avviene conformemente alle disposizioni.

La revisione delle chiusure contabili dell’esercizio 2009 e le revisioni intermedie presso UFAG e Agroscope sono state eseguite in funzione del rischio e sulla base delle constatazioni emerse in occasione delle revisioni presso i servizi dell’UFAG e presso Agroscope. La gestione contabile avviene in maniera regolare, nel rispetto dei principi della contabilità. Come già constatato gli scorsi anni, le revisioni nell’ambito dei progetti di ricerca di Agroscope cofinanziati dall’UE hanno rivelato che non sempre i dati elaborati dal sistema contabile consentono di risalire direttamente alle risorse impiegate.

180 2.4 Temi particolari

L’Ispettorato delle finanze ha effettuato una revisione presso un settore dell’UFAG riscontrando che le misure vengono applicate in maniera competente. I compiti sono chiaramente definiti e i processi descritti esaurientemente e pertanto comprensibili. È stato riscontrato un potenziale di sviluppo nella gestione dei «Fonds de roulement» nei Cantoni, nella supervisione sull’esecuzione dei provvedimenti da parte dei Cantoni, nella documentazione delle domande esaminate, nel concetto di controlling per il settore delle costruzioni rurali nonché nella valutazione dei provvedimenti.

Nel settore delle misure per la promozione dello smercio è stata effettuata una revisione presso un’organizzazione partner. La fatturazione all’UFAG ha luogo conformemente a quanto convenuto contrattualmente e secondo le prestazioni realmente fornite; ne è stata confermanta la regolarità e la correttezza.

Follow-up

Nell’ambito del follow-up, si è verificato lo stato di attuazione delle raccomandazioni in sospeso sulla base di 10 revisioni effettuate presso i settori interessati e presso 8 Cantoni (revisioni dei pagamenti diretti), stabilendo che alle raccomandazioni è stato ampiamento dato seguito. Lo stato di applicazione delle raccomandazioni non ancora attuate o in preparazione sarà nuovamente verificato nel corso dell’anno.

n Attività d’ispezione

Attività di controllo nell’anno oggetto del rapporto

Il servizio d’ispezione dell’UFAG effettua controlli in tutti gli ambiti della legislazione agricola relativamente alla produzione e allo smercio per i settori dell’UFAG. Nel 2010 sono stati effettuati 367 controlli. Le verifiche hanno riguardato i seguenti settori:

– latte: 308 controlli;

– frutta e verdura, fiori recisi, concentrato di succo di frutta a granelli, carne, uova, patate, misure di adeguamento al mercato e di conversione: 59 controlli.

La verifica dei dati sui contratti nonché sulla produzione e la valorizzazione nel settore del latte in relazione al versamento di supplementi e tasse (contingentamento lattiero) ha avuto luogo secondo la norma internazionale ISO/IEC 17020, servizio d’ispezione accreditato di tipo B. Per gli altri ambiti di controllo sono state applicate le medesime norme di qualità.

La scelta delle aziende da controllare nel settore del latte viene effettuata sulla scorta di un’analisi dei rischi periodicamente aggiornata e di un mandato globale annuale concordato con il competente settore. Nell’anno oggetto del rapporto, 1 035 aziende hanno ricevuto supplementi per un importo totale di 289 milioni di franchi; di queste il 30 per cento è stato controllato e in 141 casi vi sono state delle contestazioni. 59 casi sono stati trasmessi al settore competente affinché li trattasse ed emettesse una decisione.

Infrazioni

Gli accertamenti e le indagini concernenti infrazioni della legislazione agricola vengono effettuati in collaborazione con autorità d’inchiesta federali e cantonali, con organizzazioni private e altri servizi di assistenza giuridica. Nell’anno oggetto del rapporto sono stati effettuati due accertamenti.

181 2.4 Temi particolari

2.4.2 Messa in rete delle banche dati agricole

Programma «ASA 2011»

Il programma «ASA 2011» (Amministrazione del Settore Agricolo) sostiene la cooperazione tra Cantoni e Confederazione dal profilo organizzativo, segnatamente nel settore dell’elaborazione di dati e informazioni. In primo piano vi è una prassi d’esecuzione efficiente che consenta di ridurre l’onere economico. Il programma comporterà, da ultimo, un’armonizzazione nel panorama dei sistemi in uso. «ASA 2011» vede la partecipazione di gruppi d’interesse della Confederazione: l’UFAG, l’UFV, la Segreteria generale del DFE, l’UFSP e l’UST e dei Cantoni: gli uffici dell’agricoltura, di veterinaria, della protezione delle acque e d’informatica nonché i chimici cantonali. Anche l’USC è coinvolta e tutela gli interessi dei contadini in veste di organizzazione mantello.

Agate e i suoi sistemi

Attraverso il portale Internet Agate (www.agate.ch) gli utenti possono, con un’unica registrazione, avere accesso ai propri dati. Inoltre, questo sito consente ad agricoltori, detentori di animali, collaboratori degli uffici cantonali e delle autorità federali, nonché ad altri aventi diritto di consultare informazioni e dati concernenti il primario.

Nel 2010 sono stati svolti numerosi lavori e progetti nel quadro di «ASA 2011» per poter raggruppare le applicazioni nuove e quelle esistenti. A oggi su Agate sono collegati in rete e accessibili i sistemi nei settori agricoltura e veterinaria.

Agate ha potuto essere attivato come previsto il 3 gennaio 2011 e registra giornalmente circa 380 accessi (picco di 8 000). È operativo anche un servizio informazioni (help desk) che fornisce assistenza agli utenti.

– A inizio 2011 in Agate è stata integrata anche una sezione della Banca dati sul traffico di animali BDTA, dove i proprietari di equini e i detentori di suini possono registrare i propri animali e notificare le rispettive entrate. I macelli di suini possono consultare e integrare le informazioni relative alle macellazioni. Da inizio 2012 si prevede di mettere a punto la possibilità di notificare via Agate alla BDTA anche gli spostamenti di bovini.

– Nel corso della prima metà del 2011 su Agate è stato reso accessibile anche Acontrol, il programma per i controlli delle aziende agricole svizzere. Acontrol non prevede l’introduzione di nuovi controlli, bensì fornisce una visione d’insieme di tutti i controlli e misure d’esecuzione. Il coordinamento dei controlli e lo scambio di informazioni tra le organizzazioni di controllo e i vari uffici coinvolti, grazie ad Acontrol, vengono semplificati riducendo anche l’onere che grava sulle aziende agricole. Al momento questa applicazione è utilizzata da diversi uffici cantonali dell’agricoltura e di veterinaria, in un secondo tempo saranno attivati tutti gli utenti. Per motivi di protezione dei dati, l’accesso ad Acontrol è possibile soltanto con un chiaro riconoscimento degli utenti.

Il sistema Asan, che coordina i processi aziendali dei servizi cantonali di veterinaria, diventerà operativo nel corso del 2011.

– I sistemi cantonali saranno progressivamente integrati nel portale Agate. Gli agricoltori che utilizzano questo sistema possono accedere via Agate al proprio sistema cantonale e anche a tutti gli altri dati di Acontrol, Asan e BDTA. Il sistema LAWIS sarà reso operativo nel corso del 2011. Successivamente saranno messi in rete su Agate anche gli altri sistemi cantonali quali Agricola, Acorda, GELAN e il sistema del Vallese.

182 2.4 Temi particolari

Altri progetti

Con il progetto GIS-ASA le superfici agricole per il calcolo dei pagamenti diretti non saranno più calcolate numericamente come avviene attualmente, bensì in maniera geometrica (grafica) attraverso un sistema d’informazione geografica (SIG). Il sistema consentirà agli agricoltori di registrare i terreni coltivati direttamente in Internet su una carta. Al momento si è giunti al termine dei lavori concettuali. Lo sviluppo vero e proprio del sistema è previsto da settembre 2011 a febbraio 2013.

Al momento la Confederazione sta effettuando i lavori di adeguamento di «AGIS 2011». Si tratta delle necessarie specifiche dei modelli di dati e dell’introduzione di un nuovo canale per una trasmissione sicura dei dati dai Cantoni ad AGIS.

183 2.4 Temi particolari
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3. Aspetti internazionali

3.1 Sviluppi sul piano internazionale

A causa della scarsa volontà politica di concludere il ciclo di Doha, le trattative a livello multilaterale hanno subito una battuta d’arresto. Le grandi potenze, quindi, puntano sempre più alla via bilaterale. L’UE, ad esempio, che finora si era concentrata sull’ampliamento delle proprie relazioni con i Paesi dell’area del mediterraneo, ha concluso un accordo con la Corea del Sud ed è in fase di trattative con l’India e il Mercosur, il grande blocco commerciale sudamericano. Gli USA si impegnano a concludere i propri accordi con tre importanti Paesi e seguono tale strategia anche Giappone, Cina, India e altre grandi potenze asiatiche. Mentre diventa sempre più improbabile che nei prossimi due anni all’OMC si giunga a risultati concreti, il commercio e la liberalizzazione vengono sviluppati in altri modi. La Svizzera, la cui economia è per metà dipendente dalle esportazioni, per non trovarsi in svantaggio ha ripreso la strategia delle grandi potenze. Siccome molti dei suoi futuri partner sono grandi esportatori di prodotti agricoli, si dovrà tematizzare anche l’apertura di mercato. La nuova situazione con Stati quali India, Cina, Russia e addirittura quelli del Mercosur comporterà proprio un’apertura che, a livello di settore, sarà globale come quella prevista dalla Svizzera nell’ambito delle trattative del ciclo di Doha. Se un partner è disposto ad aprire alla Svizzera il proprio settore dei servizi, inevitabilmente chiederà in contropartita ampio accesso al mercato agricolo svizzero per i suoi prodotti d’esportazione. Tuttavia, com’è stato il caso finora, il principale partner commerciale elvetico è l’UE, con la quale, negli ultimi dodici mesi, sono stati intensificati i rapporti. L’accordo sulla protezione reciproca delle indicazioni geografiche protette (DOP e IGP) o la revisione di numerosi punti dell’accordo agricolo del 1999 sono chiari esempi di avvicinamento nel settore agricolo. Tutte le trattative bilaterali importanti, anche quelle in vista di un accordo nei settori agricoltura, sicurezza delle derrate alimentari e dei prodotti e salute pubblica sono vincolate, oggi, a progressi nelle trattative sulle questioni istituzionali (ripresa dell’Acquis, sorveglianza, giurisprudenza, composizione delle controversie). Nell’attesa che le trattative su questi argomenti si concludano, la Svizzera e l’UE hanno già introdotto miglioramenti nelle condizioni che regolano gli scambi commerciali nei settori protezione fitosanitaria, agricoltura biologica e sementi. Una pietra miliare della protezione internazionale delle specialità agricole è costituita dall’accordo sulle denominazioni geografiche, i cui effetti si ripercuoteranno anche su altri accordi.

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3.1 Sviluppi sul piano internazionale

Considerata la tendenza dei prezzi sui mercati mondiali, l’agricoltura svizzera dovrebbe sfruttare la situazione per trovare nuovi sbocchi per i propri prodotti di qualità, che adempiono i principi dello sviluppo sostenibile. Perché proprio questo è l’atout della produzione agricola svizzera. A livello internazionale cresce la consapevolezza che l’agricoltura sostenibile stia acquisendo sempre maggior valenza, che essa è il fulcro di una «crescita verde». La produzione agricola è particolarmente colpita dalla carenza di risorse. Tale argomento, che solo circa dieci anni fa era quasi sconosciuto, è oggi al centro dell’interesse di organizzazioni che analizzano l’ambiente e le politiche agricole in tutto il mondo, tra le quali, in prima linea l’OCSE. Anche la decisione delle Nazioni Unite, di trattare nuovamente il tema della sostenibilità durante una conferenza che dovrebbe svolgersi nel 2012 a Rio («Rio+20») è una chiara prova che gli Stati hanno la volontà di realizzare un solido quadro istituzionale per lo sviluppo sostenibile e le politiche a suo sostegno, politica agricola inclusa.

3.1.1 Accordo con l’UE nei settori dell’agricoltura, della sicurezza delle derrate alimentari e dei prodotti, nonché della sanità pubblica

Il 4 novembre 2008 la Svizzera e l’UE hanno avviato negoziati per un accordo nei settori agricoltura, sicurezza delle derrate alimentari e dei prodotti e sanità pubblica (ALSA&ASP). Nei mesi successivi si sono tenuti tre cicli orizzontali di trattative e numerosi incontri tra esperti. Nell’ambito dell’«accesso al mercato nel settore agricolo» si sono svolti altri cinque cicli di negoziati, le cui trattative, nel 2010, erano a buon punto.

n Interruzione delle trattative a causa di questioni istituzionali

Le trattative ALSA&ASP, nel frattempo, sono state interrotte, fondamentalmente, per due motivi. Innanzitutto per le divergenze esistenti sull’oggetto dei negoziati, considerato che i mandati negoziali di entrambe le parti divergono in alcuni punti. Il cosiddetto acquis sulla protezione dei consumatori rappresenta, per l’UE, un elemento dell’accordo perseguito mentre per la Svizzera è una soluzione imprescindibile in ambiti non armonizzati senza la quale, altrimenti, non è possibile garantire una vera reciprocità nell’accesso ai mercati.

Il secondo motivo è che l’UE vincola tutti gli ambiti negoziali alle questioni istituzionali orizzontali. Si tratta, fondamentalmente, dei quattro aspetti (i) adeguamento degli accordi all’evoluzione della legislazione europea rilevante, (ii) interpretazione degli accordi, (iii) controllo dell’applicazione degli accordi, (iv) composizione delle controversie. Il Consiglio federale si è già dichiarato disposto a discutere tali argomenti, ma un’eventuale soluzione deve rispettare la sovranità di entrambe le parti e il buon funzionamento delle rispettive istituzioni.

Nell’agosto 2010, durante una seduta speciale, il Consiglio federale si è espresso in favore della prosecuzione del cammino bilaterale. Per chiarire le questioni istituzionali è stato creato, come deciso nel luglio 2010 tra l’allora Presidente della Confederazione Doris Leuthard e il Presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, un gruppo di lavoro informale Svizzera-UE. Nel dicembre 2010, il Consiglio federale ha preso atto del rapporto intermedio del gruppo di lavoro informale, che analizzava le posizioni dell’UE e della Svizzera. Nel gennaio 2011, lo stesso ha concluso che la soluzione più promettente è una procedura globale e coordinata che tenga conto di tutti i fascicoli bilaterali aperti. Il Consiglio federale ritiene che tra questi vi siano anche le questioni istituzionali. Nel febbraio 2011, durante i colloqui della Presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey con José Manuel Barroso, Presidente della Commissione europea e con Herman Van Rompuy, Presidente del Consiglio europeo, è stato deciso di intensificare e precisare tale approccio.

186 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

Il 4 maggio 2011, il Consiglio federale ha continuato, durante una seduta speciale, i dibattiti sulla strategia svizzera in materia di politica europea. In questa sede, ha deciso di affidare a esperti esterni all’amministrazione due mandati, uno per l’interpretazione dell’accordo bilaterale e l’altro per il controllo della rispettiva applicazione. Le discussioni tenute finora e i risultati delle perizie dovrebbero costituire le basi decisionali del Consiglio federale per le prossime tappe.

Non è ancora stato deciso come integrare l’accordo nei settori agricoltura, sicurezza delle derrate alimentari e dei prodotti e sanità pubblica nell’approccio globale coordinato. Per tale motivo, attualmente non si conosce l’agenda di ulteriori trattative, ma sia il Consiglio federale, sia i rappresentanti dell’UE hanno ribadito il loro sostanziale interesse per questo accordo e vogliono proseguire i negoziati.

n Il Parlamento prende posizione riguardo alle trattative con l’UE

Nell’estate 2011, le Camere hanno tenuto una sessione straordinaria sulla «politica europea e i bilaterali III», durante la quale hanno trattato alcuni interventi parlamentari concernenti un ALSA&ASP. Il 6 giugno il Consiglio degli Stati, in qualità di seconda Camera, ha respinto l’iniziativa parlamentare Joder (09.515), che chiedeva una decisione di principio sui negoziati della Svizzera con l’UE e l’OMC concernenti il libero scambio agricolo. Il successivo 9 giugno, il Consiglio nazionale ha accolto le tre seguenti mozioni:

– la mozione Joder (10.3473), che chiede un’interruzione dei negoziati con l’UE nei settori agricoltura e derrate alimentari;

la mozione Darbellay (10.3818), che chiede di interrompere i negoziati con l’UE «fino alla conclusione del ciclo di Doha dell’OMC»;

– la mozione Favre Laurent (11.3464), che chiede, «in preparazione a eventuali accordi bilaterali III, di escludere dal futuro mandato per i negoziati il capitolo in materia di «Accesso al mercato agricolo» e il programma di salute pubblica nella parte riguardante le norme svizzere sulla produzione di sigarette».

I tre interventi sono stati trasmessi al Consiglio degli Stati, che li discuterà in una delle prossime sessioni.

n Primi depositi nella riserva di bilancio

Il 18 giugno 2010, il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati hanno approvato una modifica della LAgr finalizzata alla costituzione di una riserva di bilancio per il finanziamento delle misure collaterali in relazione a un accordo con l’UE o alla conclusione del ciclo di Doha dell’OMC. Il relativo articolo 19a è entrato in vigore il 1° gennaio 2011. Esso prevede che i proventi dei dazi all’importazione sui prodotti agricoli e sulle derrate alimentari degli anni 2009–2016 vengano accreditati al finanziamento speciale. Il «finanziamento speciale misure collaterali ALSA / OMC» è stato inserito per la prima volta nel Conto dello Stato 2010 e dotato, assieme ai dazi all’importazione 2009 e 2010, di un totale di 1,178 miliardi di franchi.

187 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

3.1.2 Accordi di libero scambio con Paesi al di fuori dell’UE

Oltre che sulla Convenzione dell’Associazione europea di libero scambio (Convenzione AELS) e sull’accordo di libero scambio con l’UE, attualmente la Svizzera conta su una rete di 24 accordi di libero scambio con 33 partner al di fuori dell’UE. Questi vengono generalmente negoziati e conclusi nell’ambito dell’AELS, ma in singoli casi anche bilateralmente.

Il benessere della Svizzera dipende, per buona parte, dal commercio internazionale di beni e servizi e dagli investimenti transfrontalieri. Il continuo miglioramento dell’accesso ai mercati esteri costituisce pertanto un obiettivo della politica economica estera elvetica. La strada migliore per raggiungerlo è il multilateralismo nell’ambito dell’OMC abbinato, per il completamento della piattaforma multilaterale, alla conclusione di accordi di libero scambio. Alle imprese svizzere va consentito un accesso ai mercati internazionali almeno equivalente a quello delle loro principali concorrenti estere quali, ad esempio, quelle europee, statunitensi o giapponesi. Siccome da tempo questi Paesi hanno iniziato ad ampliare la propria rete di partner tramite accordi di libero scambio, essi sono un importante strumento per tutelare e potenziare la competitività della piazza economica svizzera. Gli accordi di libero scambio contemplano disposizioni sul traffico di merci che disciplinano, in particolare, la riduzione dei dazi e altre restrizioni al commercio e che interessano altresì la compravendita di prodotti agricoli di base e trasformati. In genere essi inglobano anche la protezione della proprietà intellettuale e lo smantellamento degli ostacoli non tariffari al commercio. Accordi più estesi (i cosiddetti accordi di libero scambio di seconda generazione) contemplano inoltre convenzioni per il mercato dei servizi, gli investimenti e gli appalti pubblici.

Il 15 per cento delle esportazioni totali è diretto verso Paesi non UE nell’ambito di accordi di libero scambio e corrisponde a più di un quarto delle esportazioni svizzere verso mercati non UE. Gli scambi con partner di accordi di libero scambio nel quadro dell’AELS presentano tassi di crescita significativamente più elevati rispetto a quelli con tutti gli altri partner commerciali. Mentre nel periodo 1998–2008 il commercio globale elvetico ha segnato una crescita media del 5,7 per cento annuo, gli scambi tra la Svizzera e i partner nell’ambito di accordi di libero scambio sono mediamente aumentati di oltre il 10 per cento l’anno nel quadriennio successivo all’entrata in vigore dei rispettivi accordi.

n Accordi di libero scambio nel quadro dell’AELS

Negli accordi AELS le disposizioni concernenti il commercio di prodotti agricoli trasformati sono contenute nell’accordo principale concluso tra l’AELS e il rispettivo partner commerciale. Il commercio di prodotti di base è invece disciplinato tramite accordi bilaterali, vale a dire tra la Svizzera e il rispettivo partner commerciale. Questo approccio consente di negoziare concessioni su misura e di garantire lo sviluppo autonomo delle politiche agricole dei singoli Stati AELS.

Il 1° ottobre 2010 è entrato in vigore l’accordo di libero scambio con la Serbia, il 1° novembre 2010 quello con l’Albania e il 1° luglio 2011 quelli con Perù e Colombia. Inoltre, sono stati finalizzati, ma non ancora attuati, accordi di libero scambio nell’ambito dell’AELS con gli Stati arabi del Consiglio di cooperazione del Golfo, l’Ucraina e Hong Kong. Attualmente sono in corso trattative con Algeria, India, Tailandia, Indonesia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro e l’Unione doganale tra Russia, Bielorussia e Kazakistan. Con il Vietnam le trattative dovrebbero essere avviate nel secondo semestre 2011. La Svizzera e gli Stati AELS mantengono i contatti, inoltre, con altri potenziali partner quali la Georgia, la Malesia, gli Stati dell’America Centrale e il MERCOSUR (Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay), allo scopo di discutere l’avvio o l’intensificazione di relazioni di libero scambio.

188 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

n Accordi bilaterali di libero scambio

La Svizzera ha concluso accordi bilaterali di libero scambio con le isole Färöer e il Giappone.

All’inizio del 2011 sono stati intavolati negoziati per un accordo bilaterale di libero scambio tra la Svizzera e la Cina.

n Rinegoziazione della Convenzione AELS

Su mandato dei propri ministri, gli Stati AELS hanno iniziato i lavori in vista di un aggiornamento della Convenzione AELS, allo scopo di ampliare la liberalizzazione del commercio di prodotti agricoli tra gli stessi. Sono state individuate numerose possibilità di esportazione che andranno concretizzate tramite concessioni globali. Le trattative a livello tecnico sono state avviate nella primavera 2011 e dureranno, prevedibilmente, fino a fine anno. In questo contesto saranno anche rielaborati gli aspetti non tariffari e la struttura della convenzione.

3.1.3 Accordo agricolo Svizzera – UE

Se i negoziati su un accordo nei settori agricoltura, sicurezza delle derrate alimentari e dei prodotti e sanità pubblica si trovano, per diversi motivi, in una fase di stallo, l’accordo agricolo esistente tra la Svizzera e l’UE continua a essere sviluppato da entrambe le parti in maniera mirata; di conseguenza, le relazioni in ambito agricolo si ampliano sempre più. Il 10 novembre 2010 si è svolta, a Bruxelles, la decima riunione del Comitato misto (CM) per gli accordi agricoli sotto la presidenza della Commissione europea (COM). Con l’entrata in vigore, il 1° gennaio 2011, delle decisioni 1/2010 e 2/2010 del CM, sono state poste altre pietre miliari per un migliore accesso reciproco al mercato agevolando, in particolare, il commercio di materiale di moltiplicazione della vite e di altre varietà vegetali.

Le parti concordano nel portare a termine, prossimamente, i lavori iniziati per l’adeguamento degli allegati 7 (commercio dei prodotti vitivinicoli) e 8 (bevande alcoliche) ai nuovi regolamenti UE. Lo stesso vale per l’allegato 9 (prodotti biologici) che va adeguato in seguito all’introduzione di un nuovo regime d’importazione UE per i prodotti biologici provenienti da Stati terzi. Quest’ultimo, che entrerà in vigore nel 2013, prevede che i prodotti biologici provenienti da Stati terzi certificati da un ente riconosciuto dall’UE e registrato in un apposito elenco vengano introdotti senza ostacoli sul mercato europeo. Si avrebbe, di conseguenza, una semplificazione della prassi attualmente in vigore che prevede la richiesta di un’autorizzazione per ogni prodotto o gruppo di prodotti proveniente da un Paese terzo.

Nel settore fitosanitario (allegato 4) si è ulteriormente concretizzata l’intenzione di realizzare uno spazio fitosanitario comune. Con la parallela eliminazione dei controlli alla frontiera, nell’accordo bisognerà stabilire esplicitamente che i controlli fitosanitari per le merci provenienti da Paesi terzi saranno di base condotti, come quelli veterinari, al punto d’ingresso. La revisione mira ad eliminare l’attuale rischio per la sicurezza dei dispendiosi controlli successivi di merci non controllate provenienti da Paesi terzi garantendo quindi una migliore protezione della produzione agricola e orticola.

Entrambe le parti, inoltre, si impegnano a sancire nell’accordo l’eliminazione dei controlli alla frontiera per gli alimenti per animali (allegato 5) e le sementi (allegato 6).

189 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

n Accordo sulla protezione reciproca di DOP e IGP

Conformemente alla dichiarazione d’intenti espressa nell’Accordo agricolo Svizzera-CE del 1999, entrambe le parti avevano intavolato, nell’ottobre 2007, negoziati per il riconoscimento reciproco delle denominazioni di origine protette (DOC/DOP) e delle indicazioni geografiche protette (IGP).

Tali trattative si sono concluse il 1° luglio 2010 con la parafatura di una bozza di accordo, in seguito alla quale entrambe le parti hanno avviato la procedura interna di approvazione. Dopo l’approvazione da parte del Consiglio federale per la Svizzera e del Consiglio dei Ministri per l’UE, l’accordo è stato firmato a Bruxelles, il 17 maggio 2011, dal Consigliere federale Johann N. Schneider-Ammann, dal rappresentante ungherese della presidenza del Consiglio, il ministro dell’agricoltura Sándor Fazekas, e dal commissario all’agricoltura dell’UE, Dacian Ciolos.

Nell’accordo in questione la Svizzera e l’Unione europea si impegnano a riconoscere reciprocamente le loro indicazioni geografiche e a proteggerle, a seconda di norme transitorie distinte, da qualsiasi imitazione o utilizzo abusivo. Di conseguenza, i prodotti DOP e IGP registrati in Svizzera e nell’Unione europea ottengono sul territorio dell’altra parte la stessa protezione giuridica di cui godono sul territorio d’origine. Al termine di una procedura chiaramente definita, l’accordo prevede anche la registrazione di nuove denominazioni. Al momento, sul territorio svizzero saranno protette 818 denominazioni europee, mentre la Svizzera si garantirà l’estensione della protezione per 22 denominazioni a un territorio di circa 500 milioni di consumatori. Di queste denominazioni fanno parte anche prodotti d’esportazione di notevole rilevanza, come la carne secca grigionese e il Gruyère. Quest’ultimo avrà, ad esempio, la denominazione unica «Gruyère AOC» su tutto il territorio europeo, mentre la denominazione elvetica «Emmentaler» e quelle europee contenenti le designazioni «Emmentaler» o «Emmental» sono state momentaneamente escluse dall’accordo.

L’accordo costituisce un importante segnale politico a favore di una migliore protezione delle indicazioni geografiche sia a livello nazionale, quale elemento della strategia della qualità, sia a livello internazionale, nel quadro degli sforzi profusi da entrambe le parti in seno all’OMC.

Affinché l’accordo possa entrare in vigore, da parte dell’UE manca solo il consenso del Parlamento. Una volta questo ottenuto, esso sarà integrato, come nuovo allegato, all’accordo agricolo concluso nel 1999 tra la Svizzera e l’Unione europea e applicato, sulla base del nuovo accordo di trilateralizzazione, anche nel Principato del Liechtenstein.

190
3.1 Sviluppi sul piano internazionale

3.1.4 Protocollo n. 2

Il Protocollo n. 2 dell’Accordo di libero scambio concluso tra Svizzera e CE nel 1972 disciplina il commercio di prodotti agricoli trasformati tra la Confederazione e l’UE. È stato rivisto nel 2005 nel quadro degli Accordi bilaterali II.

Esso permette alla Svizzera di compensare i divari di prezzo delle materie prime agricole nel commercio con l’UE attraverso la concessione di contributi all’esportazione per i prodotti trasformati e il prelievo di dazi sulle importazioni. Queste misure di compensazione dei prezzi non devono superare le differenze di prezzo delle materie prime di base esistenti tra Svizzera e UE. Il Protocollo n. 2 contempla i prezzi di riferimento e le differenze di prezzo determinanti per le misure di compensazione, da verificare, e all’occorrenza modificare, a scadenza almeno annuale. Esso è anche oggetto di trattative con l’UE riguardo a un ALSA&ASP e sarà soppresso al completamento del libero scambio con l’UE nel settore agroalimentare.

Il 1° febbraio 2011 sono stati rivisti, nell’ambito del Protocollo n. 2, i prezzi di riferimento validi dal 1° febbraio 2010 e avvicinati nuovamente alle attuali condizioni sui mercati di Svizzera e UE. Su questa base sono stati adeguati i dazi svizzeri sulle importazioni di prodotti agricoli trasformati. Dal punto di vista dell’esportazione occorre tenere in considerazione che le aliquote dei contributi previste dalla legge sul cioccolato per le esportazioni verso l’UE non devono superare le differenze dei prezzi di riferimento concordate. A causa di un «preventivo della legge sul cioccolato» insufficiente a garantire un’integrale compensazione dei prezzi (cfr. cap. 2.1.1.6), dal 1° gennaio al 30 aprile 2011 è stato compensato solo il 70 per cento, e dal 1° maggio 2011 solo il 90 per cento, della differenza di prezzo della materia prima.

3.1.5 Politica agricola comune dell’UE

n Similitudine di ambiti tematici nelle politiche agricole di Unione europea e Svizzera

Sin dalla sua introduzione, la politica agricola dell’UE è un compito d’interesse generale. La politica agricola comune (PAC) è notevolmente cambiata negli ultimi quattro decenni: inizialmente orientata al potenziamento dell’autoapprovvigionamento, oggi mira al sostegno di un’agricoltura multifunzionale e alla promozione delle aree rurali. La politica agricola svizzera ha seguito uno sviluppo simile ed entrambe hanno, attualmente, molti punti in comune. Si pensi ad esempio, tra le altre cose, all’ampio trasferimento del sostegno del mercato ai pagamenti diretti disaccoppiati e il vincolo di questi ultimi a prestazioni ambientali, la cosiddetta Cross-Compliance (rispetto di condizioni inerenti agli standard ambientali, di benessere degli animali e di sicurezza delle derrate alimentari), che può essere comparata alla prova che le esigenze ecologiche sono rispettate della Svizzera. Altre similitudini sono la promozione della fornitura di beni pubblici, il particolare sostegno alle aree sfavorite, nonché l’orientamento alla qualità, quale fulcro della futura politica agricola. Dal punto di vista degli strumenti, pertanto, la PAC e la politica agricola svizzera sono ampiamente comparabili; tuttavia, il livello di sostegno dell’UE è decisamente più basso di quello svizzero.

191
3.1 Sviluppi sul piano internazionale

n Proposte della Commissione sull’ulteriore sviluppo della Politica agricola comune

Le disposizioni della PAC vigenti si applicano fino al 2013 e i preparativi della prossima tappa di riforma procedono a ritmo serrato. Nel novembre 2010, la Commissione europea ha pubblicato una prima Comunicazione sull’ulteriore sviluppo della PAC per il 2013–2020, nella quale si rilevano le stesse sfide indicate dalla Svizzera nella Strategia per l’agricoltura e la filiera alimentare nell’orizzonte temporale 2025: – sicurezza alimentare – ambiente e cambiamenti climatici – equilibrio territoriale e varietà delle aree rurali.

Una maggiore focalizzazione dei pagamenti diretti su obiettivi concreti è un presupposto, sia nell’UE che in Svizzera, affinché la politica agricola venga accettata a livello politico. Un utilizzo efficiente e sostenibile delle risorse naturali, inoltre, è fondamentale per il superamento delle sfide globali ed è nell’interesse stesso delle parti per una filiera agroalimentare produttiva.

Per il superamento di tali sfide va mantenuto l’attuale sistema a due pilastri (primo pilastro: pagamenti diretti e mercati; secondo pilastro: sviluppo rurale).

Riguardo ai pagamenti diretti (primo pilastro), nella Comunicazione è riportato che il sostegno deve essere reimpostato sulla base di criteri più oggettivi, più equi e più comprensibili per i contribuenti, oltre che in maniera più mirata. Analogamente al sistema dei pagamenti diretti elvetico, la Commissione fa una distinzione tra criteri economici o sociopolitici («sostegno al reddito») e criteri ecologici («indennizzo dei beni pubblici forniti»). Alla base del futuro regolamento dei pagamenti diretti non dovrebbero più esserci periodi storici di riferimento (pagamenti unici per azienda erogati sulla base del sostegno alla produzione precedentemente assegnato), ma si mira a una più equa ripartizione dei fondi tra i Paesi, basata sui seguenti criteri:

premio base per ettaro, uniforme a livello regionale (sicurezza base del reddito);

pagamento base aggiuntivo con una «componente verde» in settori quali il clima e la biodiversità (greening);

integrazione di una compensazione della difficoltà nel secondo pilastro con un pagamento aggiuntivo riferito alla superficie;

mantenimento della possibilità di erogare pagamenti accoppiati, d’importo limitato, a settori particolarmente sensibili;

modifica/semplificazione del regolamento per piccoli agricoltori.

Si vaglia inoltre l’introduzione di un limite massimo per i pagamenti diretti a grossi agricoltori (capping), al fine di migliorare la distribuzione dei pagamenti tra gli agricoltori.

Gli strumenti di mercato del primo pilastro (p.es. interventi pubblici, contributi a scorte private) vanno mantenuti con fondi ridotti.

I temi ambiente, cambiamenti climatici e innovazione devono essere inseriti anche nel secondo pilastro, orizzontalmente in tutti i programmi. Inoltre, quale nuovo elemento della futura politica di sviluppo rurale, vanno introdotti strumenti di gestione del rischio.

192 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

Oltre a tali cambiamenti di principio, per la futura impostazione della PAC la Commissione ha abbozzato le tre seguenti opzioni.

1. Soppressione delle lacune più pressanti della PAC tramite l’introduzione di cambiamenti graduali –A tal fine, la PAC deve essere adeguata e migliorata nel suo ambito più controverso, ovvero la questione dell’equa ripartizione dei pagamenti diretti. I vantaggi di tale opzione sono la stabilità e la continuità, oltre che la possibilità di una pianificazione a lungo termine per la filiera d’approvvigionamento in derrate alimentari.

2. Impostazione di una PAC più rispettosa dell’ambiente, più equa, più efficiente ed efficace – Questa variante prevede una sostanziale modifica della politica in modo da rafforzarne la sostenibilità e instaurare un migliore equilibrio tra i vari obiettivi politici, gli agricoltori e gli Stati membri. Tale opzione contribuirebbe a una maggiore efficienza delle uscite e a un accento più forte sul valore aggiunto per l’UE.

3. Trasferimento del fulcro dalle misure di mercato e dal sostegno al reddito agli obiettivi ambientali e climatici – Il sostegno al reddito dovrebbe essere gradualmente abbandonato e gli sforzi finanziari concentrati su problematiche connesse all’ambiente e al clima nell’ambito della politica di sviluppo rurale. Tale soluzione dovrebbe promuovere le strategie regionali.

La Commissione esprime una preferenza per la seconda opzione. La Comunicazione ha dato avvio al dibattito istituzionale e spiana la strada alle proposte della Commissione di adeguamento della legislazione previste per il 2011.

L’agricoltura, quale maggiore voce di spesa dell’UE, è sottoposta a forte pressione. Nel giugno 2011 la Commissione ha pubblicato il quadro finanziario per il periodo 2014–2020, confermando il suo interesse verso una PAC forte, per quanto con determinati tagli. Si prevedono, ad esempio, riduzioni del preventivo agricolo tra il 5 e il 10 per cento, mentre dovrebbero andare a beneficio degli agricoltori anche i fondi a disposizione nell’ambito della riserva di assistenza, del fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, dei fondi per la ricerca e dell’aiuto alimentare.

n Diversità di reazione degli Stati membri dell’UE

La maggior parte degli Stati membri ritiene la Comunicazione della Commissione europea una buona base per i successivi dibattiti e sostiene la richiesta di una PAC forte, dotata di sufficienti risorse finanziarie.

Dal punto di vista del contenuto, però, le posizioni divergono in diversi punti. L’Europa dell’Est chiede una riforma ambiziosa che prevede soprattutto una ripartizione equilibrata dei pagamenti diretti e, pertanto, una diminuzione delle differenze tra gli Stati membri. Il Paese più agguerrito nel sostenere tale punto di vista è la Polonia: l’importante produttore agricolo chiede un premio forfettario. Si schierano contro tale richiesta Germania e Francia, che non vogliono una nuova ripartizione e si oppongono a un limite massimo nazionale per i pagamenti diretti. I membri fondatori della CE incontrano, in tale questione, il sostegno dell’Austria. Quest’ultima li segue anche nel richiedere la compensazione di particolari svantaggi e nel ritenere che la gestione in condizioni difficili (p.es. regioni di montagna) continua a essere necessaria e va incentivata. I tre Paesi sostengono la «svolta verde» della PAC, ma ritengono che non debba essere applicata se genera un maggiore dispendio amministrativo. Gli Stati membri del nord (p.es. Svezia, Danimarca, Paesi Bassi e Gran Bretagna) chiedono a gran voce una migliore competitività e orientamento al mercato. La Gran Bretagna, la quale ritiene che una profonda riforma sia necessaria, si allinea, indirettamente, alla posizione della Polonia e pensa che la riforma debba vagliare addirittura la prosecuzione del sistema dei pagamenti diretti in quanto tale.

193 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

n Il Parlamento dell’UE sostiene la proposta della Commissione

Sulla base del nuovo contratto UE, il Parlamento europeo ha, per la prima volta, pieno diritto a essere interpellato sulla futura politica agricola. Con una risposta sul documento di consultazione della Commissione ha definito, a giugno 2011, le sue posizioni riguardo al futuro della PAC. Approva, a maggioranza, il concetto della Commissione secondo cui una parte dei pagamenti diretti dovrebbe essere maggiormente vincolata a misure ambientali quali la riduzione delle emissioni di CO2 e il consumo di energia e si dovrebbero sviluppare ulteriormente i programmi ambientali. Al contempo, i deputati si sono detti categoricamente contrari ai tagli del preventivo agricolo e favorevoli all’intenzione della Commissione, fonte di controversia tra gli Stati membri, di introdurre limiti massimi per i pagamenti alle grandi aziende.

Per ulteriori informazioni sull’ulteriore sviluppo della PAC dopo il 2013 visitare la pagina Internet http:// ec.europa.eu/agriculture/cap-post-2013/index_it.htm. (in francese, inglese e tedesco).

3.1.6 OMC

n Andamento dei negoziati del ciclo di Doha dal settembre 2010

I negoziati del ciclo di Doha dell’OMC attraversano, da settembre 2010, una fase problematica. Sussiste, di fondo, una discrepanza tra la volontà politica espressa di concludere il ciclo di trattative e l’effettivo andamento delle stesse a Ginevra. I capi di Stato e di Governo del G-20, durante l’incontro al vertice a Seoul del novembre 2010, hanno dichiarato di voler portare a termine il ciclo di Doha in maniera rapida con risultati equilibrati e ambiziosi. Tale volontà è stata rinnovata alla conferenza dei ministri dell’economia presieduta dal Consigliere federale Johann N. Schneider-Ammann durante l’incontro del Forum economico mondiale a Davos, a fine gennaio 2011. Partendo dalla dinamica scaturita da tali dichiarazioni, il direttore generale dell’OMC, Pascal Lamy, aveva prescritto l’obiettivo di creare, entro Pasqua 2011, un nuovo pacchetto di testi negoziali in tutti i settori. In quello agricolo, nonostante le intense discussioni, non si sono compiuti progressi decisivi. Per tale motivo, il capo dei negoziati agricoli, il diplomatico neozelandese David Walker, ha presentato solo un rapporto sullo stato dei lavori dal quale emerge che sono fondamentalmente nove le questioni aperte per le quali vi è bisogno di un accordo tra le parti. Anche in altri ambiti, soprattutto in quello sui prodotti industriali, non è stato possibile imprimere una svolta. Dopo la Pasqua 2011, pertanto, si è instaurata una fase critica del ciclo di Doha, durante la quale si discute anche di alternative alla conclusione del ciclo quale pacchetto globale. In questa fase la Svizzera, quale membro del cosiddetto «Friends of the System», si è impegnata a fondo per un proseguimento delle trattative. I conflitti si delineano soprattutto tra gli USA da un lato e gli Stati emergenti (p.es. Cina, India o Brasile) dall’altro e concernono la portata delle concessioni che questi ultimi dovrebbero fare nell’ambito dell’accesso al mercato.

Un aspetto che, in tale contesto, non può essere trascurato è il fatto che gli USA, uno dei più importanti blocchi commerciali sviluppati, incontra forti difficoltà nel processo di ratifica, da parte del Congresso, degli accordi di libero scambio regionali, già conclusi, con Colombia, Corea del Sud e Panama. L’UE, al contrario, è in fase attiva di negoziati con importanti Paesi partner (p.es. India, Mercosur) e ha convenuto un accordo di libero scambio regionale con la Corea del Sud.

Alla conclusione della redazione del presente rapporto non è ancora noto il prosieguo dei negoziati del ciclo di Doha dell’OMC e se durante la Conferenza dei ministri del dicembre 2011 si potrà varare un primo pacchetto.

194 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

n Trade policy reviews: Giappone, Australia, Canada, UE

Lo scorso anno è stata valutata la politica commerciale di numerosi, importanti membri dell’OMC. La valutazione avviene a cadenza regolare e fornisce, da un lato, una panoramica sui cambiamenti della politica commerciale, compresa quella agricola, dei membri dell’OMC e, dall’altro, la possibilità per altri membri di porre domande e indicare lacune e problemi. Al centro dell’attenzione sono state, in particolare, le verifiche delle politiche commerciali di Giappone, Australia, Canada e UE.

Giappone

La verifica della politica commerciale del Giappone (effettuata prima delle catastrofi naturali e dell’incidente alla centrale nucleare) ha confermato il ruolo trainante del Paese all’interno del sistema commerciale internazionale. Il Giappone ha, infatti, intrapreso alcuni sforzi per effettuare ulteriori liberalizzazioni e ha diminuito considerevolmente il dazio applicato (stabilizzandolo in media sul 5,8 %). Ha inoltre seguito attivamente le trattative nell’ambito della cosiddetta Trans Pacific Partnership (TPP) con l’intenzione di aderirvi in un secondo momento. Ciononostante, in alcuni settori della politica commerciale, quali la protezione in ambito agricolo e le misure di polizia sanitaria per gli animali, mantiene un approccio molto difensivo e protezionistico che, in fase di valutazione, gli ha attirato diverse critiche. Tale approccio crea anche difficoltà alla Svizzera nell’esportazione di prodotti carnei verso questo Paese. Nella sua risposta, il Giappone fa riferimento alla valutazione dei rischi delle sue autorità e ai colloqui bilaterali ma non affronta direttamente la critica.

Australia

In generale, l’Australia pratica una politica commerciale relativamente liberale e ha già ridotto notevolmente buona parte dei suoi dazi (portandoli in media al 3,1 %). In ambito agricolo è un esportatore che segue una linea offensiva utilizzando relativamente pochi strumenti che influenzano il mercato. È un Paese molto attivo nel cercare di portare a termine il ciclo di Doha dell’OMC così come nell’ambito dei negoziati della TPP. La Svizzera ha criticato le tasse all’esportazione prelevate dall’Australia in ambito agricolo. Di rimando, quest’ultima ha affermato che tali tasse vengono utilizzate anche per la ricerca e lo sviluppo, nonché per programmi per la salute di animali e vegetali e che non è prevista una loro soppressione.

Canada

Nella valutazione della politica commerciale del Canada, molti membri dell’OMC hanno lodato il suo ruolo costruttivo nell’ambito dei negoziati del ciclo di Doha. Ha dato invece adito a critiche l’elevata protezione alla frontiera prevista dal Paese per alcuni gruppi di prodotti, tra i quali derrate alimentari e bibite. Il panorama da questo punto di vista è ambivalente: da un lato il Canada è un importante esportatore di materie prime agricole, tra le quali cereali o carne bovina e, dall’altro, mantiene un’elevata protezione alla frontiera per, ad esempio, latticini, pollame e uova. Le maggiori critiche da parte degli altri membri dell’OMC hanno riguardato il settore del latte, considerato che, per quanto da poco il Canada abbia rinegoziato le proprie concessioni OMC sulle quote d’importazione dei prodotti lattieri, di base non è prevista alcuna modifica della protezione alla frontiera. Nelle sue risposte, il Canada afferma che la normativa è conforme agli impegni assunti nell’ambito dell’OMC. Diversi membri, tra cui la Svizzera, hanno altresì messo in discussione il ruolo delle imprese commerciali statali nel settore agricolo.

195 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

Il 6 e 8 luglio 2011, a Ginevra, sotto la direzione dell’ambasciatore cileno Mario Matus, ha avuto luogo la decima, regolare valutazione OMC della politica commerciale dell’UE. Dall’entrata in vigore del Trattato di Lisbona era, questa, la prima valutazione del genere dell’UE. Quest’ultima ha ricevuto più di 1 200 domande da più di 30 membri, molti dei quali sottolineavano che l’UE, nonostante la partecipazione positiva, dovrebbe svolgere un ruolo di guida più determinato nei negoziati del ciclo di Doha. L’UE ha confermato di essere consapevole della propria responsabilità ribadendo che il sistema commerciale multilaterale dell’OMC resta la sua priorità (nonostante conduca negoziati di libero scambio a livello bilaterale). Tra le critiche rivolte all’UE vi era anche quella alla struttura doganale, considerata da molti membri dell’OMC troppo complicata, e ai dazi doganali per i prodotti agricoli, ancora molto elevati. L’UE ha dichiarato che non è prevista alcuna riduzione unilaterale dei dazi nell’ambito della nuova politica agricola e che potrebbe essere realizzata solo con la conclusione del ciclo di Doha. Si è, tuttavia, dichiarata disponibile ad accettare gli obblighi di riduzione concernenti le modalità agricole, quale parte del pacchetto Doha, che deve inglobare anche argomenti come il registro delle indicazioni geografiche di provenienza e l’estensione della validità della loro protezione. A destare interesse è stato anche il Sistema delle preferenze generalizzate (SPG) dell’UE: sono state elogiate le norme in materia di origine entrate in vigore il 1° gennaio 2011 sotto tale sistema. Riscontri positivi da parte dei membri dell’OMC sono giunti anche nei confronti della proposta della Commissione europea di un nuovo sistema delle preferenze. L’UE ha dichiarato che l’obiettivo di quest’ultimo sarebbe un maggiore orientamento alle necessità dei Paesi più poveri e, di conseguenza, l’esclusione dal Sistema dei Paesi in via di sviluppo avanzati o di recente industrializzazione.

Una parte sostanziale delle domande rivolte all’UE riguardavano il settore agricolo. Da parte di esportatori quali Australia e Brasile, ad esempio, sono giunte critiche alle misure di sostegno interne, ma anche alle sovvenzioni all’esportazione e ai rispettivi effetti distorsivi sui mercati agricoli mondiali. Sono state poste altresì numerose domande sulla protezione delle indicazioni geografiche di provenienza nell’UE e nell’ambito di accordi bilaterali di libero scambio. A questo riguardo è evidente soprattutto la posizione particolarmente scettica dell’Australia.

196 3.1 Sviluppi sul piano internazionale UE

3.1.7 OCSE

n Mercati agricoli mondiali – Prezzi in aumento e molto volatili

Fattori d’influenza noti e nuovi

Sui mercati agricoli mondiali, nell’ultimo decennio, si è rilevata una chiara tendenza al rialzo dei prezzi. Quelli dei cereali, ad esempio, hanno registrato un valore di due volte e mezzo superiore, quelli dello zucchero sono addirittura quadruplicati. Le ragioni sono note: da un lato la crescita demografica e l’aumento del potere d’acquisto nonché del consumo di carne nei Paesi di recente industrializzazione come pure la maggiore produzione di biocarburanti hanno generato un incremento della domanda di materie prime agricole; dall’altro l’offerta, limitata a causa della carente disponibilità di superfici agricole e acqua, della riduzione della crescita del rendimento e dei sempre più frequenti eventi meteorologici estremi, è avanzata in maniera insufficiente. La conseguenza della scarsa offerta è stata l’aumento dei prezzi che, secondo l’OCSE-FAO-Agricultural Outlook 2011–20, preposto ai pronostici sui prezzi per i prossimi dieci anni, non conosceranno un’inversione di tendenza. Dagli indicatori più importanti della domanda e dell’offerta, inoltre, risulta che tenderanno a salire anche nel prossimo decennio: entro il 2020 i cereali rincareranno del 20 e la carne addirittura

30 per cento rispetto all’ultimo decennio.

Negli ultimi anni, però, i prezzi non sono solo notevolmente aumentati, ma hanno anche subito le oscillazioni maggiori di tutto il periodo successivo alla crisi del petrolio degli anni settanta. Dopo un forte incremento nel 2007 e nel 2008, seguito da un crollo, nel 2010 e 2011 si è assistito a una nuova impennata dei prezzi (sopratt. per cereali, semi oleosi e zucchero). Negli ultimi mesi sono di nuovo leggermente diminuiti.

197 3.1 Sviluppi sul piano internazionale
del
US D / t Fonte: OCSE-FAO Outlook 2011–2020 0 800 700 600 300 400 500 100 200 2000 2005 2010 2015 2020 Frumento Mais Riso Semi oleosi Zucchero Pollame Carne bovina Carne suina Latte intero in polvere Pesce Olio di pesce Farina di pesce Olio vegetale Farina di semi oleosi 0 2 500 2 000 1 500 1 000 500 2000 2005 2010 2015 2020 0 4 500 4 000 3 500 1 500 2 500 2 000 3 000 500 1 000 2000 2005 2010 2015 2020 Tendenza nominale dei prezzi di diversi prodotti agricoli fino al 2020

L’elevata volatilità dei prezzi è una peculiarità dei mercati agricoli, i quali sono caratterizzati da scarsa elasticità di domanda e offerta e da cicli di produzione stabiliti biologicamente. A causa di questi ultimi, ad esempio, i produttori possono rispondere solo con un certo ritardo alle variazioni della domanda. Tuttavia, secondo l’OCSE e la FAO, l’aumento delle fluttuazioni dei prezzi degli ultimi anni è riconducibile anche ad altri fattori. La volatilità è esplosa a causa delle esigue scorte mondiali, dell’instabilità dei prezzi del petrolio e della conseguente impennata dei prezzi dei concimi, nonché delle fluttuazioni dei corsi di cambio. A gettare insicurezza sui mercati ha provveduto anche lo shock dell’offerta, causato dalla siccità in Russia e Cina e dalle inondazioni in Canada, Cina e Australia. I timori riguardo alla scarsità dell’offerta sono inoltre stati acuiti dall’introduzione di restrizioni all’esportazione in importanti Paesi esportatori quali la Russia e l’Ucraina e dai disordini politici in Nord Africa. L’OCSE e la FAO ritengono che a causa di questi fattori la volatilità dei prezzi rimarrà elevata anche in futuro e che, a determinate condizioni, la situazione potrebbe addirittura peggiorare se intervenissero nuove variabili, come conseguenze più marcate del cambiamento climatico. Gli esperti non concordano invece sul modo in cui le operazioni a termine speculative potrebbero agire sulla volatilità dei prezzi: alcuni parlano di effetti potenziati (p.es. tramite la formazione di bolle), altri di nessun effetto o addirittura di effetti che porteranno alla stabilizzazione dei prezzi (p.es. attraverso la messa a disposizione di ulteriore liquidità).

Problematica e possibilità d’intervento

La volatilità dei prezzi ostacola la pianificazione e le decisioni d’investimento di tutti gli attori dell’economia alimentare e può generare, in particolare per i produttori, oscillazioni dei redditi. Dal forte rincaro delle derrate alimentari sono colpiti soprattutto i consumatori nei Paesi in via di sviluppo, che spendono fino a tre quarti del proprio reddito per comprare alimenti. Esiste pertanto un lecito interesse nel voler mantenere a un livello sopportabile le oscillazioni dei prezzi sui mercati. Tuttavia, le misure d’intervento sui mercati non possono influenzare la formazione dei prezzi in maniera così pesante da evitare che modifiche dei fattori fondamentali si ripercuotano sui prezzi. I produttori devono riconoscere tempestivamente i cambiamenti di domanda e poter reagire con un’offerta conseguente.

198 3.1 Sviluppi sul piano internazionale
Indice (200 0 / 0 2 = 100) Fonte:
0 450 400 350 300 150 200 250 50 100 1/2000 6/2000 11/2000 4/2001 9/2001 2/2002 7/2002 12/2002 5/2003 10/2003 3/2004 8/2004 1/2005 6/2005 11/2005 4/2006 9/2006 2/2007 7/2007 12/2007 5/2008 10/2008 3/2009 8/2009 1/2010 6/2010 11/2010 4/2011
Evoluzione dei prezzi di importanti prodotti agricoli dal 2000 a oggi
FAO
Zucchero Olio Cerealli Latte Carne Indice dei prezzi dei generi alimentari

Considerato l’aumento della domanda sui mercati agricoli, l’OCSE e la FAO chiedono che in futuro si investa maggiormente nell’agricoltura globale, allo scopo di aumentare la produttività e l’efficienza delle risorse e ridurre la vulnerabilità dei sistemi di produzione. Gli investimenti dovrebbero essere fatti soprattutto laddove il potenziale di produzione non è ancora esaurito, il che vale, in particolare, nei Paesi in via di sviluppo, mirando, di base, a un’intensificazione sostenibile. Considerata la scarsità dell’offerta è altresì importante, in questi Paesi lottare contro le perdite di raccolto e, nei Paesi industrializzati, ridurre gli scarti alimentari a livello di distribuzione e consumo. Un contributo alla riduzione della volatilità sui mercati agricoli internazionali può essere fornito, oltre che dal potenziamento del commercio internazionale, anche dal miglioramento della trasparenza e del flusso di informazioni sui mercati a termini e sui mercati agricoli fisici. È particolarmente importante anche avere una migliore visione d’insieme sulle scorte nei diversi Paesi oltre a un accesso facilitato di tutti gli attori di mercato a informazioni importanti concernenti la produzione e il mercato (previsioni meteorologiche, prezzi, possibilità di trasporto, ecc.). Per i produttori, poi, rappresentano importanti strumenti per la stabilizzazione del reddito i provvedimenti di gestione del rischio, quali la diversificazione delle aziende e dei redditi, le assicurazioni o la produzione contrattuale.

Situazione svizzera

La protezione alla frontiera esistente per l’agricoltura svizzera attutisce gli effetti delle oscillazioni dei prezzi sul mercato internazionale sulla maggior parte dei prodotti. I rincari sui mercati mondiali, in ogni caso, sono stati percepiti anche in Svizzera: se nel 2007, ad esempio, i produttori di latte ricevevano circa 70 centesimi al litro, saliti a quasi 78 nel 2008, nel 2009 il prezzo alla produzione di un litro di latte è stato di 65 centesimi e nel 2010 di 62. In Svizzera, i pagamenti diretti e le entrate derivanti da attività non agricole hanno un effetto stabilizzante sul reddito dei produttori. Per i consumatori elvetici la volatilità dei prezzi è meno tangibile rispetto ai Paesi OCSE e, soprattutto, ai Paesi in via di sviluppo. In primo luogo, infatti, le oscillazioni sui mercati internazionali si ripercuotono meno sui prezzi di vendita delle singole derrate alimentari per via dell’elevata protezione alla frontiera e della quota relativamente bassa di materia prima. In secondo luogo, la parte di reddito spesa per l’acquisto di alimenti è relativamente esigua: in Svizzera corrisponde a circa il 7 per cento, contro la media del 22 per cento dei Paesi OCSE. Terzo, il rafforzamento del franco svizzero rispetto al dollaro e all’euro ha mitigato l’aumento dei prezzi.

n La strategia di crescita verde dell’OCSE per il settore agroalimentare

Siccome il fabbisogno di materie prime agricole è in crescita e la disponibilità delle risorse limitata, durante l’incontro dei ministri dell’agricoltura dell’OCSE, tenutosi a Parigi nel febbraio 2010, la crescita verde è stata individuata come uno degli obiettivi prioritari del futuro sistema agroalimentare. L’OCSE ha quindi elaborato il documento strategico «A Green Growth Strategy for Food and Agriculture», il cui obiettivo è mettere a disposizione di una popolazione mondiale in crescita quantità sufficienti di derrate alimentari, prodotte in maniera sostenibile ed efficace. Tale strategia dell’OCSE indica metodi per aumentare la produttività agricola e, al contempo, conservare le risorse naturali scarse e ridurre l’intensità di carbonio. In particolare, il suo obiettivo è quello di ridurre al minimo gli influssi nocivi dell’agricoltura sull’ambiente e promuovere prestazioni ambientali positive, quali il sequestro del carbonio e la conservazione della biodiversità.

199 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

La strategia si basa sui seguenti elementi chiave.

Aumento sostenibile della produttività – È necessario incrementare l’efficienza delle risorse (ricavo per unità utilizzata) a tutti i livelli di offerta. Le risorse acqua, suolo, aria, eccetera vanno gestite in modo sostenibile per essere conservate, mentre i rifiuti provenienti dall’alimentazione e dall’agricoltura devono essere ridotti, riciclati e meglio valorizzati. Per raggiungere tali obiettivi, l’OCSE consiglia di dare maggiore priorità a ricerca e sviluppo, alle innovazioni, alla formazione e alla consulenza.

– Segnali giusti dai mercati – Affinché le risorse vengano utilizzate in maniera più efficiente e i prodotti agricoli consumati in modo più sostenibile, i prezzi sui mercati devono rispecchiare la carenza delle risorse naturali e gli influssi, positivi e negativi, del settore agroalimentare sull’ambiente. Per le esternalità negative va applicato coerentemente il principio di causalità attraverso, eventualmente, tasse e regolamentazioni. È necessario ridurre i sostegni all’agricoltura svantaggiosi per l’ambiente e l’economia e informare meglio i consumatori. Provvedimenti in tale ambito potrebbero essere, secondo l’OCSE, la promozione tramite incentivi di beni e servizi agricoli correlati all’ambiente e la migliore integrazione di mercati indigeni e internazionali.

Acquisizione e affermazione dei diritti di proprietà – I diritti di proprietà incentivano un utilizzo ottimale delle risorse, in particolare dei mari, dei suoli, dei boschi, dell’aria (emissioni di gas serra incluse) e dell’acqua. La mancanza di diritti di proprietà o di un’affermazione degli stessi causa uno sfruttamento eccessivo e uno spreco di risorse naturali. La creazione di diritti di proprietà è complessa e, sempre più, una questione globale piuttosto che puramente nazionale. L’OCSE chiede alle autorità decisionali in ambito politico di dare maggiore importanza, in futuro, a tale aspetto.

Una strategia verde per il settore agroalimentare richiede, da parte della politica, dell’economia e della società, risposte mirate, ben coordinate e coerenti a sfide economiche, ecologiche e sociali. Per le autorità decisionali a livello politico, l’economia verde sarà un elemento cruciale della conferenza dell’ONU sullo sviluppo sostenibile, che si terrà nel giugno 2012 a Rio. La FAO è responsabile dei lavori preliminari di questa conferenza per la parte riguardante il settore agroalimentare. L’UFAG partecipa attivamente a questo processo e si impegna energicamente, a livello nazionale come internazionale, in favore di un settore agroalimentare sostenibile e sicuro dal punto di vista dell’approvvigionamento.

200
3.1 Sviluppi sul piano internazionale

n Conferenza 2011 / Comitato per la sicurezza alimentare mondiale

Il vero punto cruciale della 37esima conferenza della FAO è stata la nomina del brasiliano José Graziano da Silva a nuovo direttore generale, che entrerà in carica il 1° gennaio 2012 come successore di Jacques Diouf. È stato anche rieletto Luc Guyau (Francia) in qualità di presidente indipendente del Consiglio della FAO. Durante la conferenza sono stati licenziati il piano 2010–2013, a medio termine, modificato nell’obiettivo di migliorare la regolamentazione delle priorità, nonché il programma di lavoro e il Preventivo 2012–2013. Quest’ultimo è stato portato a 1,015 miliardi di dollari, ovvero aumentato dello 0,56 per cento. Per il prossimo biennio, inoltre, la FAO conta su circa 1,4 miliardi di dollari provenienti da contributi volontari di Stati membri e partner. La quota della Svizzera al preventivo ordinario della FAO per il 2012–2013 è stata ridotta all’1,135 per cento. La conferenza ha trattato anche la riforma dell’organizzazione e ha licenziato il rapporto sull’attuazione del piano d’azione immediato nel biennio 2010–2011. Il rapporto, pur mettendo in rilievo i progressi raggiunti, indica la necessità di azioni complesse e globali. Si tratta, in particolare, di proseguire ed estendere la riforma negli ambiti del cambiamento culturale, della politica in quanto a risorse umane e della decentralizzazione e di applicare una strategia di partenariato, nello specifico con l’economia privata.

Su iniziativa delle Svizzera, a margine della conferenza la FAO ha organizzato un evento allo scopo di preparare la conferenza ONU sulla sostenibilità del 2012 («Rio+20»). L’obiettivo era quello di sensibilizzare i numerosi partecipanti di fronte all’importanza di un’integrazione totale dell’agricoltura nell’economia verde, questione principale di Rio+20. La Svizzera sostiene i lavori della FAO con il motto «Greening economy with agriculture». Essa ha presieduto l’evento, che ha riscontrato un enorme successo.

3.1.8 FAO
201
3.1 Sviluppi sul piano internazionale

Il Comitato per la sicurezza alimentare mondiale (CFS), la cui riforma è stata licenziata al più elevato livello politico durante il Vertice mondiale per l’alimentazione, si è riunita nell’ottobre 2010, aprendo le proprie porte a un esteso gruppo di stakeholder, provenienti dalla società civile e dall’economia privata. Il Comitato dovrà diventare la piattaforma internazionale e intergovernativa per la valutazione e l’osservazione delle politiche nell’ambito della sicurezza alimentare mondiale. L’assemblea plenaria dell’ottobre 2010 ha avuto risultati estremamente positivi. Il CFS si è espresso in favore soprattutto della prosecuzione dell’avviato processo di elaborazione di direttive volontarie sulla governance responsabile nell’utilizzazione del suolo e delle altre risorse naturali. Le parti interessate, provenienti da tutto il mondo, sono state invitate a esprimere il proprio parere su un relativo progetto, attualmente oggetto di trattative. Sarà probabilmente presentato per approvazione all’assemblea plenaria del CFS di ottobre 2011. Il CFS, inoltre, ha incaricato il gruppo di esperti di alto livello «Sicurezza alimentare» di condurre studi sui temi (in ordine di importanza): instabilità dei prezzi agricoli, sicurezza sociale e cambiamenti climatici. Nel 2011, l’UFAG ha finanziato i lavori di questo gruppo di esperti. Il rapporto sulla volatilità dei prezzi sarà presentato all’assemblea plenaria di ottobre 2011.

Nel 2010, l’UFAG ha concentrato le proprie attività nell’attuazione delle decisioni prese durante il Vertice mondiale per l’alimentazione del 2009. È stata elaborata, in stretta collaborazione con la DSC, una relativa nota informativa all’attenzione del Consiglio federale nella quale sono stati segnalati quattro ambiti in cui la Svizzera, grazie alle proprie risorse finanziarie e umane, potrebbe intensificare la propria azione concreta per ottenere maggiore visibilità e un profilo più interessante a livello internazionale.

n Conferenza ONU sulla sostenibilità (Rio+20)

Il 24 dicembre 2009, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha licenziato una risoluzione (A/RES/64/236) dichiarandosi disposta a svolgere, nel 2012, la conferenza ONU sulla sostenibilità, detta anche «Rio+20» (http://www.uncsd2012.org/rio20/). La Conferenza, che si terrà a Rio dal 4 al 6 giugno, tratterà in particolare le due seguenti problematiche: la promozione dell’economia verde nell’ambito dello sviluppo sostenibile e della lotta alla povertà e l’elaborazione di un quadro istituzionale per lo sviluppo sostenibile. Attualmente la FAO è in piena fase di preparativi per il Rio+20 con l’obiettivo di colmare le lacune dell’Agenda 21, adottata nel 1992 in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo. I lavori si concentreranno in particolare sulle falle del capitolo 14, concernente l’agricoltura e lo sviluppo rurale sostenibile, ma anche su quelle dei capitoli sull’utilizzo del suolo, la deforestazione, la desertificazione, le montagne, la biodiversità, gli oceani e le acque dolci. La FAO valuta, praticamente, gli effetti dell’economia verde sul settore agroalimentare. L’UFAG coadiuva la FAO nei preparativi per Rio+20.

n Progetti in corso

Nel 2010 la Svizzera ha dichiarato la propria disponibilità a presiedere il gruppo di lavoro interstatale del Codex Alimentarius sugli alimenti per animali («Ad Hoc Codex Intergovernmental Task Force on Animal Feeding»). L’UFAG ne è il responsabile di progetto e la direzione è stata affidata al suo vicedirettore Eva Reinhard (http://tfaf.clicdesign.ch/index.php?id=2). Il gruppo di lavoro si incontrerà a Berna, sotto la presidenza della Svizzera, dal 20 al 24 febbraio 2012 con l’obiettivo di elaborare direttive per la valutazione e la gestione dei rischi per la salute causati da alimenti di origine animale, che potrebbero diventare standard internazionali. Inoltre, sarà preparata per i Governi una lista di priorità riportante i rischi dei costituenti e degli additivi.

202 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

3.1.9 Risorse genetiche / Agrobiodiversità

n Convenzione sulla diversità biologica

Durante la decima Conferenza degli Stati contraenti della Convenzione sulla diversità biologica (COP10 della CBD), tenutasi dal 18 al 29 ottobre 2010 a Nagoya, in Giappone, sono state prese diverse decisioni concernenti l’agrobiodiversità. L’evento più importante dal punto di vista politico, dopo più di dieci anni di trattative, è stata l’adozione del protocollo di Nagoya, sull’accesso alle risorse genetiche e l’equa condivisione dei benefici provenienti dal loro utilizzo (Protocole ABS, Access to genetic Resources and Benefit Sharing; http://www.cbd.int/abs/). L’obiettivo del protocollo è semplificare l’accesso alle risorse genetiche tramite un quadro internazionale determinato, volto a garantire che gli utilizzatori delle risorse genetiche rispettino le disposizioni degli accordi di trasferimento di materiale (ATM) concernenti la condivisione dei benefici, stabiliti dal Paese fornitore. Il protocollo vale per tutte le risorse genetiche, ma tiene conto delle particolarità e dell’elevato valore di quelle per l’alimentazione e l’agricoltura; riconosce, sulla base del principio del sostegno reciproco, i meccanismi internazionali esistenti, quali il Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura e concede sufficiente flessibilità per lo sviluppo, se necessario e possibile, di strumenti nuovi e specifici, a condizione che siano conformi con la Convenzione sulla diversità biologica e il Protocollo di Nagoya. L’11 giugno 2011 la Svizzera ha firmato il Protocollo e in Parlamento sono iniziati i lavori in vista della ratifica.

La COP-10 ha inoltre adottato il Piano d’azione strategico per la biodiversità, detto anche Aichi Target (2011–2020; http://www.cbd.int/sp/), comprendente 20 obiettivi e l’intenzione di raggiungere, entro il 2020, i seguenti traguardi:

– una gestione sostenibile delle superfici agricole a garanzia della conservazione della diversità biologica (obiettivo 7);

l’eliminazione degli incentivi che incidono negativamente sulla diversità biologica e lo sviluppo di incentivi positivi (obiettivo 3);

– l’attuazione di misure a garanzia della sostenibilità della produzione e del consumo di elementi della diversità biologica (obiettivo 4);

la riduzione delle eccedenze di elementi nutritivi (eccedenze di nutrienti comprese) a un livello tale da non pregiudicare l’ecosistema e la biodiversità (obiettivo 8);

– la conservazione di almeno il 17 per cento della superficie del suolo attraverso sistemi di tutela dell’habitat efficacemente gestiti, ecologicamente rappresentativi e ben connessi, integrati nell’ambiente terrestre circostante (obiettivo 11); e

la preservazione della diversità genetica delle piante coltivate e degli animali da reddito (obiettivo 13).

203 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

n Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura

Il Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura (di seguito: Trattato), entrato in vigore nel 2004, è un fondamentale strumento a garanzia della diversità delle risorse fitogenetiche, di cui agricoltori e allevatori hanno bisogno per poter superare le sfide globali nei settori della sicurezza alimentare e dei cambiamenti climatici. Esso costituisce il quadro di un sistema multilaterale, all’interno del quale si regolamenta l’accesso alle risorse fitogenetiche e l’equa condivisione dei benefici provenienti dal loro utilizzo. Le transazioni tra fornitori e utilizzatori di risorse fitogenetiche avvengono tramite un accordo tipo di trasferimento di materiale (ATM): ogni anno, sulla base dell’ATM, vengono scambiati più di 100 000 campioni, la maggior parte dei quali provenienti dai Centri specializzati del Gruppo consultivo per la ricerca agricola internazionale. In Svizzera, nel 2010, la banca genetica nazionale ha effettuato 71 ATM.

La quarta riunione dell’Organo direttivo del Trattato si è tenuta, in un’atmosfera molto costruttiva, dal 14 al 18 marzo 2011 a Bali. Con le decisioni riguardanti gli ultimi punti istituzionali rimasti irrisolti, ovvero le modalità nei settori finanziamento e mediazione nel caso di inosservanza dell’ATM, il Trattato è stato liberato da un pesante fardello e i tempi sono ormai maturi per concentrarsi sui principali obiettivi: la conservazione e l’utilizzo sostenibile delle risorse fitogenetiche. Sono stati fatti progressi altresì nell’attuazione della strategia di finanziamento del Trattato e si è potuta, quindi, sovvenzionare una seconda serie di progetti per la conservazione delle risorse fitogenetiche in Paesi in via di sviluppo nell’ottica di un adeguamento ai cambiamenti climatici. Si intensifica la collaborazione con la Convenzione sulla diversità biologica, nello specifico nel quadro del Protocollo di Nagoya.

Il concreto programma di lavoro per lo sviluppo di misure che incentivino l’utilizzo sostenibile delle risorse fitogenetiche, lanciato dalla Svizzera, che già durante la prima seduta dell’Organo direttivo nel 2006 aveva mostrato i propri punti di forza in questo ambito, è stato un successo. Ci si rammarica, invece, che non siano state prese decisioni concrete volte a sviluppare meccanismi per un’incentivazione più attiva di una partecipazione del settore delle sementi all’attuazione del sistema multilaterale del Trattato.

La ratifica da parte degli USA resta tuttora un elemento decisivo per il futuro del Trattato: il processo è a buon punto, ma nel 2010 è stato rinviato a causa, soprattutto, delle elezioni alla Camera dei rappresentanti.

n Commissione della FAO per le risorse genetiche per l’alimentazione e l’agricoltura

Nell’ottobre 2010, la FAO ha pubblicato il secondo rapporto sullo stato delle risorse fitogenetiche mondiali per l’alimentazione e l’agricoltura (PGRFA; http://www.fao.org/agriculture/crops/core-themes/theme/ seeds-pgr/sow/sow2/en/), elaborato dalla Commissione per le risorse genetiche. Nel rapporto è riportata una panoramica conclusiva degli sviluppi mondiali nell’ambito della conservazione e dell’utilizzo di risorse genetiche vegetali per l’alimentazione e l’agricoltura (PGRFA) a partire dalla pubblicazione del primo rapporto, nel 1996. Dalle informazioni ivi contenute, provenienti da più di 100 Paesi, tra i quali la Svizzera, da organizzazioni di ricerca e programmi di studio emerge che per la conservazione ex-situ della diversità di PGRFA sono stati fatti progressi nelle banche genetiche nazionali, ma che la diversità locale, presente nei campi, è ancora documentata e gestita in maniera lacunosa. La gestione delle PGRFA è un elemento fisso di strategie e misure politiche di numerosi Paesi, in conseguenza della conclusione e dell’applicazione di accordi internazionali quali il Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche. È però necessario intensificare la comunicazione e mirare a partenariati più solidi tra istituzioni di diritto pubblico e privato, attive nel settore della gestione delle PGRFA.

204 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

La Commissione per le risorse genetiche per l’alimentazione e l’agricoltura, riunitasi per la tredicesima volta tra il 18 e il 22 luglio 2011, a Roma, ha dato il via alla prima serie di progetti d’attuazione nei Paesi in via di sviluppo, impegnandosi e sostenendo diversi di questi nell’ambito del Piano d’azione globale per le risorse zoogenetiche, adottato durante la conferenza del 2007 a Interlaken. La Commissione ha inoltre approvato l’aggiornamento del piano d’azione globale per le risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura e ha deciso di creare il gruppo di lavoro «Accesso ed equa condivisione dei benefici». Quest’ultimo ha il compito di sviluppare strumenti e meccanismi a sostegno dell’attuazione del Protocollo di Nagoya nell’ambito delle risorse genetiche per l’alimentazione e l’agricoltura. La Svizzera è stata nominata per rappresentare la regione «Europa» in questo gruppo di lavoro e in quello per le risorse zoogenetiche.

3.1.10 Consiglio Internazionale dei Cereali e Convenzione sull’aiuto alimentare (CIC/CAA)

L’Accordo internazionale sui cereali del 1995 è costituito da due accordi giuridicamente distinti: la Convenzione sul commercio dei cereali del 1995 e la Convenzione sull’aiuto alimentare del 1999.

Se la Convenzione sul commercio dei cereali è oggetto di lavoro del Consiglio Internazionale dei Cereali, della Convenzione sull’aiuto alimentare si occupa, invece, il Comitato dell’aiuto alimentare, mentre il segretariato del Consiglio Internazionale dei Cereali, con sede a Londra, è responsabile dell’amministrazione generale.

n Consiglio Internazionale dei Cereali (International Grains Council, IGC/CIC)

L’obiettivo principale del Consiglio Internazionale dei Cereali è fornire l’analisi e il resoconto della situazione dei mercati di cereali, mais, riso e semi oleosi a livello mondiale. Esso riporta, in pubblicazioni quotidiane, settimanali e mensili, informazioni sull’evoluzione dei prezzi, sulle quantità prodotte e quelle smerciate e sulle attività principali dei Paesi d’esportazione e d’importazione (modifiche dei dazi all’importazione e all’esportazione, appalti, ecc.). Le informazioni da esso fornite contribuiscono in maniera fondamentale a creare maggior trasparenza sul mercato e a rafforzare la sicurezza alimentare a livello mondiale. Il Consiglio Internazionale dei Cereali, tuttavia, non interviene direttamente sull’andamento del mercato o nell’impostazione delle politiche cerealicole dei Paesi membri.

La Svizzera è membro dell’Accordo internazionale sui cereali fin dalla sua creazione (1949). Dal 1° luglio 2010 a giugno 2011 ha assunto la presidenza del Consiglio Internazionale dei Cereali.

n Rinegoziazione della Convenzione sull’aiuto alimentare (Food Aid Convention, FAC/CAA)

I membri della Convenzione sull’aiuto alimentare (CAA), ovvero Argentina, Australia, UE, Giappone, Canada, Norvegia, Svizzera e USA, si impegnano a fornire annualmente una determinata quantità di aiuto alimentare espressa in equivalenti grano. L’impegno della Svizzera è pari a una quota di 40 000 tonnellate di equivalenti grano. Nell’anno cerealicolo 2009/10 è stato registrato un aiuto alimentare pari a 7 milioni di tonnellate di equivalenti grano, 48 000 delle quali provenivano dalla Svizzera.

La Convenzione garantisce un quadro giuridico per i quantitativi vincolanti di aiuti alimentari, per il coordinamento e per lo scambio di informazioni. I membri si impegnano, in particolare, a lottare contro la povertà e la fame che affliggono le popolazioni più deboli, senza pregiudicare lo sviluppo rurale locale. In base alle direttive, gli aiuti alimentari dovrebbero giungere nella maniera più efficace ed efficiente possibile ed essere orientati alla qualità. La Convenzione sull’aiuto alimentare è efficace solo in maniera indiretta, poiché i membri sviluppano le attività in questo settore tramite altri canali e ne notificano periodicamente le operazioni. L’acquisto degli aiuti alimentari finanziati dalla Svizzera avviene, ad esempio, in gran parte in stretta collaborazione con il Programma alimentare mondiale PAM, a cui viene delegata anche la distribuzione della merce.

205 3.1 Sviluppi sul piano internazionale

La Convenzione sull’aiuto alimentare non è mai stata modificata dal 1999 e non rappresenta più quello che è, oggi, l’effettivo aiuto alimentare. Ne costituiscono punti critici soprattutto la rigida definizione, il concetto di equivalenti grano e la mancata connessione della Convenzione con altre componenti nell’architettura alimentare internazionale. Tra giugno 2009 e dicembre 2010 sono stati condotti colloqui informali per elaborare una nuova convenzione. A dicembre 2010 è stata aperta la rinegoziazione della Convenzione sull’aiuto alimentare e la «Food Aid Convention» dovrebbe diventare una «Food Assistance Convention».

206 3.1 Sviluppi
internazionale
sul piano

3.2 Confronti sul piano internazionale

3.2.1 Prezzi alla produzione e al consumo –Confronto con i Paesi limitrofi

Di seguito si riporta un confronto tra i prezzi alla produzione e al consumo in Svizzera e nei Paesi limitrofi, Germania, Francia e Austria, presentando, da un lato i rispettivi prezzi assoluti di determinati prodotti scelti per l’anno del rapporto e, dall’altro, l’evoluzione degli stessi dal 2000/02 al 2010, sulla base degli indici.

207 3.2 Confronti sul piano internazionale

In Svizzera prezzi alla produzione più elevati

Si presentano, di seguito, i prezzi alla produzione di una selezione di prodotti in Austria, Francia, Germania e Svizzera. La vera difficoltà, in questa fase, è quella di trovare prodotti veramente confrontabili. Nel settore ortofrutticolo si aggiunge quella di rilevare prezzi allo stesso livello. Laddove, pertanto, sia stato impossibile trovare un prodotto comparabile, manca un’indicazione del confronto. Nei tre Paesi vicini i prezzi di latte, carne e prodotti campicoli sono relativamente omogenei, mentre per frutta e verdura si riscontrano, in parte, notevoli differenze. In Svizzera, a causa dei dazi, i prezzi alla produzione sono superiori a quelli dell’UE: nei tre Paesi limitrofi, ad esempio, il latte costa due terzi di quello svizzero, la carne quasi la metà e i cereali e i semi oleosi raggiungono un livello pari al 60 per cento di quello elvetico. In Svizzera costano di più anche frutta e verdura, ma dal confronto emergono differenze notevolmente varie a seconda del Paese considerato. Il prezzo può pertanto ammontare, in alcuni casi, al doppio, e in altri essere uguale.

Prezzi alla produzione in Svizzera e nei Paesi limitrofi – 2010

Avvertenza: è difficile individuare prodotti paragonabili in maniera assoluta per tutti e quattro i Paesi. Quelli considerati, pertanto, sono quelli che meglio si prestano a un tale confronto dei prezzi e per i quali si dispone di dati accessibili e comparabili.

Valori del latte: D (4 % grasso, 3,4 % proteine), F (3,8 % grasso, 3,2 % proteine), A (3,7 % grasso, 3,4 % proteine), CH (4 % grasso, 3,3 % proteine); mele da tavola, classe I: F (Golden e Gala); pere da tavola, classe I: F (Conférence); cipolle: CH (gialle), D, F, A (comuni).

Fonti: FranceAgriMer, Agreste Francia; Agrarmarkt Austria (AMA), Bundesanstalt Statistik Austria, Bundesanstalt für Agrarwirtschaft Austria; Agrarmarkt Informations-Gesellschaft mbH (AMI) Germania; UFAG Osservazione del mercato

n
Prodotti Ø 2010 D F A CH Latte ct./kg 42.63 40.34 41.94 60.30 Carne Torelli, T3 fr./kg PM 4.35 4.27 4.43 8.16 Vitelli, T3 fr./kg PM 6.53 7.86 6.95 13.46 Suini fr./kg PM 1.91 1.80 1.94 3.79 Cereali e semi oleosi Frumento, classe I fr./100 kg 29.10 n. c. 28.01 50.26 Orzo fr./100 kg 22.62 19.81 19.89 34.30 Mais da granella fr./100 kg 26.40 25.51 24.45 36.91 Colza fr./100 kg 55.07 n. c. 47.68 81.15 Sarchiate Patate stoccate fr./100 kg n. c. n. c. 24.14 48.11 Barbabietole da zucchero fr./100 kg n. c. n. c. 3.64 7.77 Frutta Mele da tavola, classe I fr./kg 0.60 1.06 0.46 1.07 Pere da tavola, classe I fr./kg 0.68 1.39 1.02 1.12 Verdura Carote fr./kg 0.38 0.54 0.46 0.80 Lattuga cappuccio fr./pz. 0.55 0.72 0.39 0.68 Cetrioli fr./pz. 0.55 0.73 0.43 0.87 Cipolle fr./kg 0.38 0.43 0.43 0.79
208 3.2 Confronti sul piano internazionale

Per l’evoluzione delle differenze di prezzo alla produzione dal 2000/02 al 2010 si è potuto effettuare un confronto solo con l’Austria, poiché gli altri Paesi non disponevano di serie complete di dati. Considerato che i prezzi alla produzione dei Paesi vicini sono, nel complesso, piuttosto omogenei, aggiungendo la Germania e la Francia i risultati non dovrebbero variare di molto. Dal grafico emerge che fino al 2007 il divario è diminuito costantemente: se nel 2000/02 era del 48 per cento, nel 2007 si attestava solo al 33 per cento. Una simile evoluzione è riconducibile all’aumento dei prezzi dei principali prodotti agricoli sui mercati mondiali e al contemporaneo indebolimento del franco svizzero rispetto all’euro. Tra il 2007 e il 2010, lo scarto è nuovamente cresciuto, fino a raggiungere il 43 per cento. Il motivo principale è stata la ripresa del franco: nel 2007 un euro costava 1.64, nel 2010 1.38, ovvero il 16 per cento in meno.

Evoluzione dei prezzi alla produzione in Austria rispetto alla Svizzera

Indice (CH = 100)
0 20 10 30 50 40 70 60 80 100 90 2000/02 2004 2003 2005 2006 2007 2008 2009 2010 209 3.2 Confronti sul piano internazionale
Fonti: Statistik Austria, UFAG

n Prezzi al consumo più elevati di quelli dei Paesi vicini

Come per i prezzi alla produzione, di seguito si presentano i prezzi al consumo di una selezione di prodotti rilevati in Austria, Francia, Germania e Svizzera. A livello di consumo è ancora più difficile che a livello di produzione individuare prodotti adatti al confronto e i dati sono quindi lacunosi. Nei Paesi UE i prezzi al consumo risultano più eterogenei di quelli alla produzione. La spesa più economica si può fare in Germania, mentre Francia e Austria risultano un po’ più care per la maggior parte dei prodotti e in particolare per latte e carne. Il divario maggiore spicca tra la Svizzera e la Germania per la carne: i consumatori tedeschi la pagano meno della metà di quelli elvetici. Con l’Austria tale scarto è molto meno importante. I prezzi svizzeri sono i più alti anche per frutta e verdura, ma la differenza con i Paesi vicini è comunque più contenuta che non per la carne.

Prezzi al consumo in Svizzera e nei Paesi limitrofi – 2010

Avvertenza: è difficile individuare prodotti paragonabili in maniera assoluta per tutti e quattro i Paesi. Quelli considerati, pertanto, sono quelli che meglio si prestano a un tale confronto dei prezzi e per i quali si dispone di dati accessibili e comparabili.

Latte intero pastorizzato: F (latte UHT parzialmente scremato); yogurt naturale: A (yogurt naturale, marca in commercio, prezzo più basso austriaco, rilevato trimestralmente); pere: F (Conférence); cipolle: CH (gialle), D, F, A (comuni).

Fonti: FranceAgriMer, Agreste Francia; Agrarmarkt Austria (AMA), Bundesanstalt Statistik Austria, Bundesanstalt für Agrarwirtschaft Austria; Agrarmarkt Informations-Gesellschaft mbH (AMI) Germania; UFAG Osservazione del mercato

Prodotti Ø 2010 D F A CH Latte e latticini Latte intero past. fr./l 0.85 0.99 1.29 1.41 Burro fr./kg 5.35 8.77 8.05 14.78 Yogurt naturale fr./kg 1.37 1.84 1.61 2.97 Mozzarella fr./kg 5.86 n. c. n. c. 12.07 Emmentaler fr./kg 11.92 11.54 14.03 18.52 Carne e uova Entrecôte di manzo fr./kg n. c. 29.27 28.29 62.88 Bollito fr./kg 8.33 n. c. 15.82 20.06 Scaloppine di vitello fr./kg n. c. 30.86 37.41 68.97 Scaloppine di maiale fr./kg 8.79 n. c. 12.79 26.97 Cotolette di maiale fr./kg 6.68 n. c. 12.18 19.61 Pollo fresco fr./kg 4.57 n. c. 6.04 9.66 Uova da allevamento al suolo 10 pz. fr./uovo 0.19 n. c. n. c. 0.45 Sarchiate Patate fr./kg n. c. n. c. 1.47 1.72 Frutta Mele, Golden Delicious fr./kg 2.30 2.31 2.46 3.26 Pere fr./kg 2.71 2.93 3.40 4.04 Verdura Carote fr./kg 1.02 1.40 1.53 2.28 Lattuga cappuccio fr./pz. 1.16 1.40 1.29 2.07 Cetrioli fr./pz. 0.80 1.30 1.33 1.79 Cipolle fr./kg 1.30 1.66 1.58 2.32
210 3.2 Confronti sul piano internazionale

A livello di consumo, l’evoluzione delle differenze di prezzo ricalca la stessa struttura della produzione. Il divario si è ridotto tra il 2000/02 e il 2007, anno dal quale è nuovamente aumentato. Nel 2000/02 esso era infatti del 32 per cento, nel 2007 del 19 e nel 2010 è tornato al 27 per cento. L’avvicinamento registrato fino al 2007 è dovuto, da un lato all’indebolimento del franco e, dall’altro, agli aumenti dei prezzi dei generi alimentari nei Paesi limitrofi, più consistenti che in Svizzera. L’incremento della differenza a partire dal 2007 è invece dovuto, come per la produzione, al rafforzamento del franco sull’euro.

Evoluzione dei prezzi al consumo nei Paesi limitrofi rispetto alla Svizzera

Indice (CH = 100)
0 20 10 30 50 40 70 60 80 100 90 2000/02 2004 2003 2005 2006 2007 2008 2009 2010 211 3.2 Confronti sul piano internazionale
Fonte: Eurostat

3.2.2 Aziende lattiere svizzere a confronto con quelle austriache

e tedesche

n Introduzione

La Commissione UE, unitamente a tutti gli Stati membri dell’UE, gestisce una rete d’informazione sulla contabilità agricola (RICA), che si fonda su un metodo uniforme. La stazione di ricerca Agroscope ReckenholzTänikon ART dispone di risultati comparabili grazie alla conversione dei dati della rete contabile svizzera in base al metodo RICA. Il paragone avviene sulla base dell’euro. 1 euro equivale a 1.59 franchi nella media degli anni 2005–2008.

n Metodo

La rilevazione e la valutazione dei dati in base al metodo RICA presenta diverse differenze in numerosi settori rispetto alla rete contabile svizzera (Meier, 1996). Per illustrare i risultati contabili svizzeri in maniera da poterli confrontare con quelli RICA è necessario un adeguamento dei dati svizzeri. Per tale motivo i risultati delle aziende elvetiche di seguito presentati non sono comparabili con quelli scaturiti dalle analisi svizzere standard delle aziende di riferimento. I risultati delle aziende dedite alla produzione di latte (in base alla tipologia UE OTE 41) si riferiscono a una superficie tra i 30 e i 50 ettari. I confronti sono effettuati a livello di media di gruppo data la limitata disponibilità dei dati.

212
3.2 Confronti sul piano internazionale

Risultati

Struttura dell’azienda

Per quanto riguarda le aziende dedite alla produzione lattiera di 30–50 ettari, quelle svizzere fanno registrare un maggiore impiego di manodopera con oltre 2 unità di lavoro, segue l’Austria con 1,9 e la Baviera con 1,5 unità. I lavoratori dipendenti sono rari nelle aziende delle regioni di riferimento europee, mentre in quelle svizzere rappresentano 0,6 unità di lavoro. Le aziende austriache detengono un effettivo di animali minore sulla stessa superficie agricola utile e pertanto il volume di produzione lattiera per azienda in Austria raggiunge soltanto il 65 per cento di quello delle aziende svizzere e il 70 per cento di quello delle aziende bavaresi.

Strutture delle aziende specializzate nella produzione lattiera con 30–50 ettari di superficie agricola utile, 2008

2

3

n Produzione lorda e sovvenzioni

Fonti: Commissione UE, RICA, ART Analisi centralizzata

Le aziende svizzere produttrici di latte, rispetto ai Paesi europei di riferimento, realizzano dalla produzione agricola una produzione lorda maggiore, rispettivamente di 1,7 (Baviera) e 2,2 volte (Austria). Nel caso delle aziende austriache a incidere è l’effettivo di vacche più basso di circa un terzo. Rispetto al contesto bavarese, però, il prezzo del latte è più alto. I pagamenti diretti (sovvenzioni e imposte) delle aziende svizzere, pari a 53 000 euro, sono circa il doppio dell’importo a disposizione delle aziende austriache (26 000 euro).

Osservando l’arco temporale emerge che nei Paesi le forti fluttuazioni dei prezzi del latte hanno avuto un impatto d’intensità variabile e manifestatosi in momenti diversi. Nel caso delle aziende svizzere, la produzione lorda di latte ha segnato un aumento del 20 per cento tra il 2007 e il 2008, mentre in Austria si è registrato un costante incremento, pari al 20 per cento annuo, dal 2006 al 2008. In Baviera il 2007 è stato un anno straordinario, tuttavia nel 2008 la produzione lorda di latte è ripiombata a quasi lo stesso livello del 2006.

n
Paese / regione Svizzera Austria Baviera Dimensione economica [UDE 1] 80 33 44 Unità di lavoro totali [ULA 2] 2,1 1,9 1,5 Manodopera non salariata [ULA 2] 1,5 1,8 1,5 Superficie sfruttata a scopo agricolo (ha) 37,2 37,8 37,5 Effettivo totale di bestiame [UB 3] 53,1 37,0 54,7 Vacche da latte [UB 3] 31,6 20,9 31,3 Produttività (kg/vacca) 6 905 6 789 6 460 Produzione lattiera [migliaia kg] 218 142 202
Unità di dimensione europea
1
Unità di lavoro annue
Unità di bestiame
213 3.2 Confronti sul piano internazionale

Produzione lorda e sovvenzioni delle aziende specializzate nella produzione lattiera con 30–50 ha di superficie agricola utile, 2005–2008

Euro/azienda

Sovvenzioni e imposte (SE600+SE405)

Altre produzioni lorde (SE256)

Coltura e produzione vegetale lorde (SE135)

n Uscite e reddito

Produzione animale lorda, latte escl. (SE206–SE216) Latte di vacca e prod. (SE216)

Le aziende svizzere si differenziano da quelle dei Paesi vicini anche per quanto concerne le uscite. Il grafico mostra le uscite totali e il reddito dell’azienda familiare. L’altezza complessiva delle colonne rappresenta la somma della produzione lorda, delle sovvenzioni e delle imposte rappresentate nel primo grafico. Le uscite totali delle aziende austriache e di quelle bavaresi corrispondono rispettivamente al 43 e al 58 per cento di quelle delle aziende svizzere. In tutte le voci di spesa rappresentate le aziende elvetiche sono notevolmente al di sopra dei gruppi di riferimento UE. Sono i costi salariali a incidere maggiormente sulle uscite. Nelle aziende UE si è ben lungi da importi simili. In Svizzera, anche i costi dell’affitto e degli interessi sono superiori alla media. La quota dei terreni in affitto rappresenta il 60 per cento circa nelle aziende svizzere, il 50 per cento in quelle bavaresi e il 28 per cento in quelle austriache. I costi per la manutenzione di fabbricati e per le riparazioni nonché per altri consumi intermedi nelle aziende svizzere sono almeno il doppio di quelli sostenuti dalle aziende tedesche e austriache.

La differenza fra produzione lorda – sovvenzioni comprese – e uscite totali dà il reddito delle aziende familiari. Nel 2005 esso ammontava a 53 000 euro nelle aziende svizzere. Essendo i costi comparativamente bassi, questo valore scendeva a 34 000 euro in Austria e a 30 000 euro in Baviera. Va osservato che in Svizzera, dati gli elevati prezzi al consumo, il potere d’acquisto di un euro è più basso del 20–30 per cento rispetto ai Paesi presi a confronto (Eurostat, 2010). Occorre anche tener presente che nelle aziende austriache la manodopera non salariata si aggira su un valore pari a 1,8 unità mentre il reddito dell’azienda familiare in Germania e in Svizzera indennizza 1,5 unità di manodopera non salariata. Le forti variazioni sui mercati agricoli, nel 2008, in Austria, hanno determinato un aumento del reddito dell’azienda familiare che ha raggiunto i 50 000 euro. In Baviera il record è stato segnato nel 2007 con un valore pari a 45 000 euro, cui è seguita una forte flessione nel 2008 a 29 000 euro. In Svizzera le fluttuazioni sono state meno marcate. Nel 2008 il reddito dell’azienda familiare ammontava a 59 000 euro.

214 3.2 Confronti sul piano internazionale
0 250 000 200 000 150 000 100 000 50 000 2005 2006 Svizzera Austria Baviera 2007 2008 2005 2006 2007 2008 2005 2006 2007 2008
Fonti: Commissione UE, RICA, ART Analisi centralizzata

Uscite e reddito dell'azienda familiare delle aziende specializzate nella produzione lattiera con 30–50 ha di superficie agricola utile, 2005–2008

Fonti:

n Conclusioni

L’analisi mostra che le aziende lattiere svizzere nella classe di dimensioni 30–50 ettari presentano, da un lato, entrate decisamente più elevate, dall’altro, però, anche costi notevolmente maggiori rispetto alle aziende austriache e bavaresi. A determinare le maggiori entrate sono i prezzi alla produzione più cari e maggiori pagamenti diretti, ma anche un surplus in termini di produttività (più latte, più carne). Decisamente più elevati sono anche i costi. Ciò in parte è riconducibile ai prezzi più cari dei mezzi di produzione, segnatamente degli alimenti per animali acquistati e dei servizi (p.es. manutenzione di fabbricati, macchine e tariffe dei veterinari) nonché agli investimenti in edifici, installazioni e macchine. Sulla base di questa analisi non può essere fatta alcuna affermazione sulla produttività dell’impiego di manodopera, mezzi di produzione e capitale. Le aziende hanno quasi la stessa grandezza, ma presentano differenze considerevoli in fatto di produttività. Le aziende svizzere realizzano anche redditi più elevati. Ciò è il caso, in particolare, se si considera il reddito per unità di lavoro della famiglia. La differenza di reddito ha la portata della differenza di potere d’acquisto tra la Svizzera e l’Austria.

215 3.2 Confronti sul piano internazionale
Euro/azienda
Affitti, interessi (SE375+SE380) Retribuzioni pagate (SE370) Ammortamenti (SE360) Altri consumi intermedi (escl. SE310, SE340) Spese macchinari e fabbricati (SE340) Alimenti bestiame al pascolo (SE310) Reddito dell'azienda familiare (SE420)
0 250 000 200 000 150 000 100 000 50 000 2005 2006 Svizzera Austria Baviera 2007 2008 2005 2006 2007 2008 2005 2006 2007 2008
Commissione UE, RICA, ART Analisi centralizzata

Collaborazione al Rapporto agricolo 2011

Direzione del progetto, segreteria

Werner Harder, Alessandro Rossi, Monique Bühlmann

Autori

n Ruolo e situazione dell’agricoltura

L’agricoltura, parte integrante dell’economia

Alessandro Rossi

Mercati

Arnaud De Loriol, Simon Hasler, Théodore Muller, Vonimanitra Raharimanga, Frédéric Rothen, Beat Ryser, Beat Sahli, Hans-Ulrich Tagmann

Situazione economica

Vinzenz Jung, Werner Harder

Aspetti sociali e società

Esther Grossenbacher, Hans Wydler

Ecologia ed etologia

Brigitte Decrausaz, Daniel Felder, Esther Grossenbacher, Christine Zundel

n Provvedimenti di politica agricola

Produzione e smercio

Jean-Marc Chappuis, Martin Messer

Strumenti sovrasettoriali

Patrik Aebi, Priska Dittrich, Emanuel Golder, Kilian Greter, Samuel Heger, Jacques Henchoz, Karin Hulliger, Tim Kränzlein, Alessandra Silauri, Barbara Steiner

Economia lattiera

Simon Hasler, Théodore Muller

Produzione animale

Simon Hasler, Hanspeter Lüthi, Catherine Marguerat, Théodore Muller, Colette Schmid, Yves Schleppi, Marcel Zingg

Produzione vegetale

Arnaud de Loriol, Hans-Ulrich Tagmann, Michaël Würzner

Pagamenti diretti

Thomas Maier, Victor Kessler, Laurent Nyffenegger, Jonas Plattner, Hugo Roggo, Olivier Roux, Daniela Schmied, Patricia Steinmann, Beat Tschumi, Peter Zbinden

216 Collaborazione al Rapporto agricolo 2011

Miglioramento delle basi

Miglioramenti strutturali e misure sociali collaterali

René Weber, Gustav Munz, Wilhelm Riedo, Sandra Schärer, Andreas Schild, Christian Flury, Thomas Hersche, Robert Wernli, Andreas Zischg

Conoscenze agricole – ricerca, consulenza, formazione

Anton Stöckli, Urs Gantner, Etel Keller, David Raemy, Jakob Rösch

Mezzi di produzione

Doris Bühler

Temi particolari

Ispettorato delle finanze

Rolf Enggist

Collegamento in rete delle banche dati agricole

Wiebke Egli-Schaft, Ines Heer

n Aspetti internazionali

Sviluppi sul piano internazionale

Krisztina Bende, Kilian Greter, Tim Kränzlein, Martin Messer, Corinne Müller, Isabelle Pasche, Hubert Poffet, François Pythoud, Fabian Riesen, Deborah Stotz

Confronti sul piano internazionale

Alessandro Rossi, Werner Harder, Dierk Schmid

Servizi di traduzione

Italiano: Patrizia Singaram, Francesca De Giovanni, Simona Stückrad

Francese: Elisabeth Tschanz, Odile Derossi, Florent Gonnet, Isabelle Gris, Anne Hegmann, Madeleine Kobel, Martina Novotny

Tedesco: Cornelia Heimgartner

Internet

Denise Kummer

Assistenza tecnica

Hanspeter Leu, Peter Müller

217 Collaborazione al Rapporto agricolo 2011

Indice alfabetico

Effettivo di animali 64, 134

Esportazione di bestiame 25

Fasce di colture estensive in campicoltura

139, 142, 144, 169

Formazione 16, 163, 170

Formazione di capitale proprio 45, 46, 48, 49

Formazione professionale 177, 178

Gestione rispettosa dell’ambiente 64, 126

Grado di autoapprovvigionamento, lordo 14

Grado di autoapprovvigionamento, netto 14

Identificazione 95, 101

Indicazione geografica protetta, IGP 101, 102, 185, 190

Indice dei prezzi all’importazione delle derrate

alimentari 15

Indice dei prezzi dei mezzi di produzione agricoli 15

Indice del prezzo di produzione agricoltura 15 Indice nazionale dei prezzi al consumo 15

passivi 40, 42, 214

delle finanze 180

lordo

141, 144

141, 144

35

pubblici 115, 117 Mercato delle uova 23, 115, 118

Mercato lattiero 17, 18, 23, 39, 94, 96, 109, 112

Miglioramenti strutturali 157, 158, 163, 169

Misure di solidarietà 95, 96, 97, 112, 113

Misure doganali e tariffali 105

Norme d’importazione e d’esportazione 105

Ordinanza sulla qualità ecologica 127, 145, 146, 155, 162, 180

Organismi geneticamente modificati 179

Organizzazioni di categoria 95, 96, 100

Organizzazioni di produttori 95, 96, 97

218 Indice alfabetico E
F
G
I
L Lavoratori 10,
M
139,
139,
Margine
Mercati,
Interessi
Ispettorato
11 Legge sul cioccolato 17, 107, 108, 191
Maggesi da rotazione
Maggesi fioriti
27,
N
O
190 Accordo
188 Affitti 37, 40 Agricoltura biologica 138, 149 Aiuti all’interno del Paese 104, 110, 178 Aiuti per la conduzione aziendale 40, 157, 161 Alberi da frutto ad alto fusto nei campi 139, 143, 145 Allevamento di animali 119, 120, 157 Aziende a titolo principale 11 Aziende gestite a titolo accessorio 11 B Banca dati sul traffico di animali 115, 116, 118, 134, 182 Bestiame da macello 17, 26, 27, 114, 116, 117 Biodiversità 67, 120, 145, 155, 173, 192, 199, 202, 203 C Cash flow 46 Classificazione della qualità, neutrale 116 Colture campicole 28, 76, 122, 142 Colture innovative 121 Colture speciali 32, 43, 58, 103, 149 Commercio estero 9, 12, 13, 20, 24, 105, 188 Compensazione, ecologica 139, 153, 156 Consulenza 62, 67, 163, 166, 170, 176, 200 Consumi intermedi 36, 37, 39, 69, 214 Consumo di alimenti concentrati per animali 65 Consumo di concimi minerali 65 Consumo privato 46, 48, 49 Contingente doganale 21, 25, 29, 30, 34, 105, 107 Conto economico, dell’agricoltura 12, 36, 37 Contributi all’esportazione 107, 191 Contributi di coltivazione 38, 40, 121 Contributi di declività 17, 126, 127, 136, 169 Contributi di superficie 103, 126, 127, 129, 133 Contributi di trasformazione 94, 121 Contributi ecologici 126, 127, 138, 152 Contributi per la produzione estensiva di cereali e colza 126, 127, 129, 148 Costi di terzi 42 Crediti d’investimento 40, 157, 158, 160 D Denominazione di origine protetta, DOP 101, 102, 185, 190
A Accordo agricolo Svizzera – UE 189,
di libero scambio con l’UE

Pagamenti diretti, ecologici 125, 126, 127, 138 Pagamenti diretti, generali 125, 127, 133 Patate 18, 28, 32, 38, 98, 99, 104, 123

di valutazione dati sul latte, VDL

Unità di lavoro della famiglia 42, 43, 44 Uscita regolare degli animali da reddito all’aperto, URA 150

15, 22, 207, 210, 211

219 Indice alfabetico U
della Confederazione
Utilizzo del suolo 153,
V Valore aggiunto lordo 12
37,
Valore della produzione 18, 38, 39, 40 Valorizzazione del latte 20, 109 Valorizzazione della frutta 17, 122 Valorizzazione della lana di pecora 118 Vendite all’asta 105, 106 Vendite di prodotti fitosanitari 65 P
113 Politica della qualità 95 Pollame 18, 23, 24,
39, 89, 91 Prati, sfruttati in modo estensivo 139
Prati,
139,
Prezzi
consumo 9,
Prodotti trasformati 17,
191 Produzione animale 38, 39 Produzione animale 18, 94, 114, 116 Produzione vegetale 38 Profitto del lavoro 42, 44, 48, 51 Programmi di detenzione di animali 89 Promozione dello smercio 93, 94, 98, 100, 163 Protocollo n. 2 191 Provvedimenti di valorizzazione 118 Q Quota di capitale di terzi 45, 46 R Rapporto cash flow – investimenti 46 Razze, minacciate 120 Reddito da impresa netto 36, 37, 40 Reddito globale 42, 43, 44, 45, 46, 48, 49 Reddito, agricolo 42, 43, 44, 48 Reddito, extraagricolo 42, 48 Ricerca 16, 67, 163, 170, 172, 173 S Salario comparabile 44, 45 Sgravio del mercato 94 Siepi e boschetti campestri e rivieraschi 139, 141, 145, 146 Sistema d’informazione sulla politica agricola 128 Sistema del prezzo soglia 30 Sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali, SSRA 89, 127, 129, 150 Stabilità finanziaria 45 Strategia della qualità 95, 100, 104, 190 Superfici di compensazione, ecologica 64, 139, 144, 145, 156, 164 T Terreni da strame 136, 139, 140, 144, 145, 146, 149 Traffico di animali 118
Uscite
16
202
,
39
Piattaforma
26,
, 140, 144, 145, 146
sfruttati in modo poco intensivo
140, 144, 145, 146
al
31, 107, 108,
220
A1 Allegato
n Tabelle A2 Strutture A2 Mercati A3 Risultati economici A14 Conto economico dell’agricoltura A14 Risultati d’esercizio A16 Uscite della Confederazione A27 Uscite Produzione e smercio A27 Uscite Promozione dello smercio A27 Uscite Economia lattiera A28 Uscite Produzione animale A28 Uscite Allevamento di animali A29 Uscite Produzione vegetale A30 Uscite Pagamenti diretti A31 Uscite Miglioramento delle basi A52 Uscite Agricoltura e alimentazione A58 n Atti legislativi, Terminologia e metodi A59 n Abbreviazioni A60 n Bibliografia A62
Allegato

Tabella 1

Evoluzione delle aziende agricole, della superficie agricola utile e delle unità di bestiame grosso

Evoluzione del numero di lavoratori nell'agricoltura

Classi di dimensioni in ha Aziende Superficie agricola utile Unità di bestiame grosso di superficie agricola utile 2000 2009 2010 2000 2009 2010 2000 2009 2010 Numero Numero Numero ha ha ha Numero Numero Numero 0-1 3 609 2 911 2 999 1 336 959 895 61 016 60 210 64 784 1-3 4 762 3 739 3 660 8 861 6 919 6 756 14 753 11 914 11 598 3-5 5 393 3 477 3 375 21 348 13 947 13 514 27 714 18 787 18 096 5-10 13 149 9 669 9 280 99 056 73 025 70 209 127 361 93 356 89 289 10-15 13 812 10 561 10 263 171 817 131 833 128 251 230 628 176 603 172 489 15-20 11 172 9 303 9 042 193 856 161 778 157 345 247 517 217 470 209 628 20-25 7 244 6 794 6 761 161 311 151 546 150 911 191 057 193 721 195 613 25-30 4 430 4 759 4 671 121 005 130 219 127 924 130 901 155 683 154 457 30-40 4 168 4 889 4 951 142 266 167 215 169 252 142 628 185 676 189 651 40-50 1 591 2 048 2 099 70 501 90 905 93 217 61 914 92 355 94 476 50-70 921 1 370 1 422 52 672 79 009 82 127 42 707 76 811 80 835 70-100 209 407 423 17 021 32 871 34 239 13 290 29 670 30 605 >100 77 107 119 11 444 15 421 17 107 8 025 11 869 14 144 Totale 70 537 60 034 59 065 1 072 492 1 055 649 1 051 747 1 299 512 1 324 124 1 325 666 Fonte: UST
Tabelle Strutture
Tabella 2
Categoria Lavoratori a tempo pieno Lavoratori a tempo parziale Totale 2000 2009 2010 2000 2009 2010 2000 2009 2010 Capiazienda Uomini 49 339 38 373 37 638 25 385 18 763 18 600 74 724 57 136 56 238 Donne 524 1 022 1 009 1 822 1 876 1 818 2 346 2 898 2 827 Altri membri della famiglia Uomini 8 749 9 426 9 229 18 212 19 759 19 351 26 961 29 185 28 580 Donne 14 281 8 765 8 411 47 665 40 876 40 153 61 946 49 641 48 564 Manodopera familiare Totale 72 893 57 586 56 287 93 084 81 274 79 922 165 977 138 860 136 209 Manodopera extrafamiliare, svizzeri Uomini 10 836 7 826 7 917 5 125 3 959 3 820 15 961 11 785 11 737 Donne 2 592 2 044 1 906 4 194 3 498 3 622 6 786 5 542 5 528 Manodopera extrafamiliare, stranieri Uomini 8 061 6 293 6 469 3 454 3 015 3 174 11 515 9 308 9 643 Donne 1 613 1 731 1 760 1 941 2 562 2 585 3 554 4 293 4 345 Manodopera extrafamiliare Totale 23 102 17 894 18 052 14 714 13 034 13 201 37 816 30 928 31 253 Lavoratori Totale 95 995 75 480 74 339 107 798 94 308 93 123 203 793 169 788 167 462 Fonte: UST A2 Allegato

Mercati

Superficie agricola utile secondo le forme di utilizzazione

A3 Allegato
Tabella
3
Prodotto 2000/02 2008 2009 2010 1 2000/02–2008/10 ha ha ha ha % Cereali 178 576 156 105 152 842 151 513 -14.0 Cereali panificabili 96 527 84 328 86 692 86 341 -11.1 Frumento 91 045 79 255 80 798 79 853 -12.2 Spelta 1 878 2 822 3 288 4 136 81.8 Farro, piccola spelta 46 210 84 82 172.8 Segale 3 518 2 014 2 495 2 248 -36.0 Miscele di cereali panificabili 39 27 27 22 -35.6 Cereali da foraggio 82 049 71 776 66 150 65 171 -17.5 Frumento - 9 178 7 132 7 057 Orzo 42 916 32 958 30 891 28 949 -27.9 Avena 4 342 1 861 1 917 1 789 -57.3 Miscele di cereali da foraggio 311 218 189 170 -38.1 Mais da granella 22 280 17 593 16 713 16 898 -23.4 Triticale 12 201 9 969 9 279 10 274 -19.3 Miglio - - 30 34 Leguminose 3 514 4 604 4 035 3 816 18.1 Piselli da foraggio (proteici) 3 165 4 291 3 715 3 483 21.0 Favette 294 245 259 274 -12.0 Lupini 55 68 62 59 14.6 Sarchiate 34 229 32 600 32 411 29 640 -7.8 Patate (comprese quelle da semina) 13 799 11 058 11 215 10 874 -19.9 Barbabietole da zucchero 17 886 20 469 20 191 17 842 9.0 Barbabietole da foraggio (zuccherine e semizuccherine) 2 544 1 072 1 004 924 -60.7 Semi oleosi 18 535 24 440 25 020 25 393 34.6 Colza 13 126 19 203 20 259 20 731 52.9 Girasole 4 389 4 218 3 633 3 544 -13.5 Soia 989 997 1 108 1 087 7.6 Zucche per l’estrazione d’olio 32 22 20 31 -23.1 Materie prime rinnovabili 1 304 1 486 1 204 1 100 -3.1 Colza 1 137 1 455 1 175 1 075 8.6 Girasole 35 19 21 19 -43.5 Altre (kenaf, canapa, ecc.) 132 12 8 7 -93.2 Verdure in pieno campo 8 489 9 676 9 548 9 460 12.6 Mais verde e da silo 40 652 44 735 46 126 46 759 12.8 Maggese verde e fiorito 3 392 2 792 2 414 2 385 -25.4 Altra superficie coltiva aperta 1 770 1 793 1 801 1 902 3.5 Superficie coltiva aperta 290 462 278 230 275 401 271 968 -5.3 Prati artificiali 117 671 127 259 129 460 131 401 9.9 Altra superficie coltiva 2 427 1 935 1 176 1 153 -41.4 Totale superficie coltiva 410 560 407 423 406 037 404 522 -1.1 Frutticoltura 6 756 6 543 6 596 6 624 -2.5 Viticoltura 15 048 14 841 14 820 14 942 -1.2 Miscanthus sinensis 257 231 229 224 -11.3 Prati naturali, pascoli 627 938 617 481 614 553 611 884 -2.1 Altro utilizzo nonché strame e torba 10 572 11 615 13 449 13 551 21.7 Superficie agricola utile 1 071 131 1 058 134 1 055 684 1 051 747 -1.5 1 Dati provvisori Fonti: viticoltura e frutticoltura: UFAG; altri prodotti: USC, UST

Tabella 4

Detentori ed effettivi di animali

A4 Allegato
2000/02 2008 2009 2010 2000/02–2008/10 Capi Capi Capi Capi % Detentori di animali da reddito Detentori di animali 58 602 51 640 50 714 50 018 -13.3 Detentori di bovini 49 598 42 937 41 903 41 095 -15.4 Detentori di equini 10 564 9 906 9 683 9 621 -7.8 Detentori di suini 14 656 9 564 9 126 8 848 -37.4 Detentori di ovini 12 158 10 541 10 035 9 779 -16.8 Detentori di caprini 6 977 6 613 7 190 6 976 -0.7 Detentori di pollame da reddito 19 943 14 660 13 784 13 500 -29.9 Effettivi Bovini 1 597 684 1 604 287 1 597 484 1 591 233 0.0 di cui vacche 716 784 726 875 707 742 700 315 -0.7 Equini 50 566 58 969 60 156 62 113 19.5 Suini 1 534 217 1 540 129 1 557 204 1 588 998 1.8 Ovini 423 413 446 153 431 889 434 083 3.3 Caprini 63 828 81 445 85 131 86 987 32.4 Pollame da reddito 6 934 609 8 474 239 8 741 117 8 943 676 25.7 di cui galline ovaiole e da allevamento 2 124 632 2 254 875 2 318 296 2 438 051 10.0 Fonte: UST, bovini: dati 2009 e 2010 provenienti dalla banca dati sul traffico di animali

1 Dati provvisori

2 Media degli anni 2000/03

3 Variazione 2000/03–2007/10

Fonti: Latte e latticini: TSM

Carne: Proviande

Uova: Aviforum

Cereali, sarchiate e semi oleosi: USC

Frutta: Associazione svizzera frutta, Interprofession des fruits et légumes du Valais

Verdura: Centrale svizzera dell’orticoltura

Vino: UFAG, Cantoni

Prodotto Unità 2000/02 2008 2009 2010 2000/02–2008/10 % Latte e latticini Latte di consumo t 505 764 488 397 491 546 493 181 -2.9 Panna t 68 213 67 575 68 173 68 022 -0.4 Burro t 40 247 45 763 47 895 48 511 17.7 Latte in polvere t 47 152 54 128 60 467 57 213 21.5 Formaggio t 166 668 179 338 178 276 181 329 7.8 Carne e uova Carne di manzo t PM 110 111 105 143 109 360 111 216 -1.4 Carne di vitello t PM 34 202 30 251 32 238 31 673 -8.2 Carne suina t PM 231 645 231 013 237 884 249 470 3.4 Carne ovina t PM 5 787 5 394 5 365 5 477 -6.5 Carne caprina t PM 534 539 493 498 -4.5 Carne equina t PM 1 164 729 802 748 -34.7 Pollame t peso di vendita 29 435 40 816 41 726 44 050 43.4 Uova in guscio mio. di pezzi 689 686 718 752 4.3 Cereali 1 112 267 1 001 700 1 005 800 923 600 1 -12.2 frumento panificabili t 521 667 451 100 467 800 448 800 1 -12.6 frumento da foraggio t - 85 900 69 200 58 700 1Segale t 20 833 12 100 15 900 13 700 1 -33.3 Orzo t 255 500 200 300 198 100 174 100 1 -25.3 Avena t 22 533 9 500 10 500 8 900 1 -57.2 Mais da granella t 206 333 170 700 174 000 143 500 1 -21.1 Triticale t 75 067 58 900 56 300 58 300 1 -23.0 Altri t 10 333 13 200 14 000 17 600 1 44.5 Sarchiate Patate t 539 933 473 000 522 000 421 000 1 -12.6 Barbabietole da zucchero t 1 288 852 1 625 219 1 719 707 1 302 055 1 20.2 Semi oleosi 59 956 77 064 82 153 81 983 1 34.1 Colza t 43 684 62 100 67 000 67 900 1 50.3 Girasole t 12 972 11 700 11 800 10 600 1 -12.4 Altri t 3 300 3 264 3 353 3 483 1 2.0 Frutta (da tavola) Mele t 99 540 2 94 367 119 910 100 300 6.4 3 Pere t 15 523 2 9 898 22 330 13 200 3.4 3 Albicocche t 1 485 2 4 280 6 730 5 705 257.8 3 Ciliegie t 1 810 2 1 308 2 225 1 960 6.3 3 Prugne t 2 418 2 2 307 3 446 2 716 26.0 3 Fragole t 5 064 5 181 5 199 5 663 5.6 Verdure (fresche) Carote t 56 474 61 673 74 263 62 638 17.2 Cipolle t 26 126 29 033 37 895 32 716 27.1 Sedano rapa t 10 359 8 927 11 203 9 796 -3.7 Pomodori t 30 398 39 806 40 945 42 979 35.7 Lattuga cappuccio t 16 514 13 381 13 475 13 268 -19.0 Cavolfiore t 6 474 7 166 6 793 7 180 8.8 Cetrioli t 8 823 10 224 11 057 10 968 21.8 Vino Vino rosso hl 574 245 578 948 586 775 533 792 -1.3 Vino bianco hl 613 076 495 520 526 767 497 146 -17.4
Tabella 5 Produzione
A5 Allegato

Tabella 6

Produzione di latticini

di grasso e proteine

Prodotto 2000/02 2008 2009 2010 2000/02 –2008/10 t t t t % Totale formaggio 166 668 179 338 178 276 181 329 7.8 Formaggio fresco 35 832 42 620 43 644 44 920 22.0 Mozzarella 12 208 17 183 17 176 18 820 45.2 Altro formaggio fresco 23 624 25 437 26 468 26 100 10.1 Formaggio a pasta molle 6 848 7 181 7 378 7 874 9.2 Tomme 1 229 2 283 2 043 2 030 72.3 Formaggio a crosta fiorita, da semigrasso a grasso 2 122 1 234 751 1 358 -47.5 Altro formaggio a pasta molle 3 497 3 664 4 584 4 486 21.4 Formaggio a pasta semidura 47 176 55 650 56 561 57 664 20.0 Appenzeller 8 505 8 925 8 853 9 113 5.4 Tilsiter 6 135 4 177 3 873 3 812 -35.5 Formaggio da raclette 11 871 11 540 11 211 11 744 -3.1 Altro formaggio a pasta semidura 20 665 31 008 32 624 32 995 55.9 Formaggio a pasta dura 76 215 72 809 69 572 69 765 -7.2 Emmentaler 42 171 28 831 25 723 27 059 -35.5 Gruyère 26 072 28 207 28 420 28 166 8.4 Sbrinz 2 940 2 129 1 863 1 857 -33.7 Altro formaggio a pasta dura 5 032 13 642 13 566 12 683 164.2 Prodotti speciali 1 663 1 079 1 121 1 106 66.2 Totale prodotti a base di latte fresco 704 033 763 649 760 427 754 884 7.9 Latte di consumo 505 764 488 397 491 546 493 181 -2.9 Altri 198 270 275 252 268 881 261 703 35.5 Totale burro 40 247 45 763 47 895 48 511 17.7 Totale panna 68 213 67 575 68 173 68 022 -0.4 Totale latte in polvere 47 152 54 128 60 467 57 213 21.5 1 Formaggio di solo latte di pecora o di capra Fonti: TSM Tabella 7
del latte secondo le componenti (equivalente latte; EL) Prodotto 2000/02 2008 2009 2010 2000/02 –2008/10 % Formaggio 1 375 908 1 443 644 1 429 872 1 453 442 4.8 Ricotta 19 366 16 855 16 808 15 999 -14.5 Latte di consumo 459 605 438 267 425 410 422 867 -6.7 Panna di consumo 258 197 258 686 262 261 266 864 1.7 Yogurt 70 003 115 435 114 997 114 555 64.3 Altri prodotti a base di latte fresco (compreso il gelato) 84 282 109 295 99 010 98 429 21.3 Conserve di latte 331 579 361 144 367 990 367 795 10.3 Burro 476 737 550 636 572 021 580 541 19.1 Altra valorizzazione 122 375 129 086 126 983 117 130 1.7 1 EL corrisponde a 1 kg di latte con una quota dello
Fonte: TSM A6 Allegato
Valorizzazione
7,3 %

Tabella 8

Valorizzazione del raccolto della produzione vegetale

1 Dati provvisori

2 Media degli anni 2000/03

3 Variazione 2000/03–2007/10

bevande contenenti alcol di distillazione: Regia federale degli alcol

dell'orticoltura

Prodotto 2000/02 2008 2009 2010 2000/02 –2008/10 t t t t % Patate - 473 400 521 000 421 000 1Patate da tavola 169 433 185 100 187 600 183 000 1 9.3 Patate destinate alla trasformazione 127 500 142 000 148 100 154 000 1 16.1 Patate da semina 28 300 24 500 24 400 24 000 1 -14.1 Somministrazione allo stato fresco agli animali 143 067 116 000 161 000 60 000 1 -21.5 Trasformazione in alimenti per animali 71 633 300 0 0 1 -99.9 Mele e pere svizzere da sidro (trasformazione in stabilimenti artigianali) 151 950 2 114 879 117 238 75 722 -22.5 3 Quantitativo di frutta da sidro per succo grezzo 151 746 2 114 850 117 226 75 710 -22.5 3 Sidro fresco da torchio 9 376 2 7 941 8 146 7 756 -15.1 3 Sidro per la fabbricazione di acquavite 418 2 4 4 26 -97.9 3 Succo concentrato 140 271 2 102 737 109 012 66 144 -23.5 3 Altri succhi (compreso l’aceto) 1 682 2 4 168 64 1 784 39.2 3 Frutta pigiata 204 2 29 12 12 -65.9 3 Fabbricazione di bevande contenenti alcol di distillazione Di mele e pere svizzere 21 079 2 13 163 10 061 14 693 -39.5 3 Di ciliegie e prugne svizzere 12 137 2 11 473 7 392 10 641 -17.1 3 Verdure svizzere fresche per la fabbricazione di derrate alimentari Verdure congelate 25 157 24 268 30 942 32 504 16.2 Verdure da conserva (fagiolini, piselli, carote parigine) 14 607 15 828 13 877 12 915 -2.7 Cavolo (cappuccio) per crauti 6 410 5 570 3 716 5 561 -22.8 Rape 1 059 641 498 494 -48.6
Fonti: Patate:
Frutta da sidro:
Verdure per
A7 Allegato
swisspatat
UFAG;
la trasformazione: Centrale svizzera

Commercio estero

Tabella 9
Prodotto 2000/02 2008 2009 2010 2000/02 –2008/10 t t t t % Esporta- Importa- Esporta- Importa- Esporta- Importa- Esporta- Importa- Esporta- Importazioni zioni zioni zioni zioni zioni zioni zioni zioni zioni Latte e latticini Latte 19 22 919 404 23 074 368 23 443 266 23 141 1 721.1 1.3 Yogurt 3 494 148 6 411 8 166 5 509 9 765 6 905 10 635 79.6 6 333.8 Panna 918 246 3 022 1 905 5 354 1 401 2 794 1 986 305.4 616.1 Burro 447 4 960 19 296 4 201 55 4 145 220 523.3 -96.2 Latte in polvere 11 688 1 076 8 450 2 731 28 733 3 192 23 443 1 234 72.9 121.8 Formaggio e ricotta 52 295 31 087 56 143 41 081 57 014 44 101 58 379 46 892 9.3 41.6 Carne, uova e pesce Carne di manzo 876 7 854 1 503 22 282 1 613 15 827 1 884 18 891 90.2 141.9 Carne di vitello 0 1 115 0 795 0 331 0 746 - -44.0 Carne suina 249 9 753 543 22 017 575 13 993 620 12 765 132.7 66.7 Carne ovina 0 6 940 5 5 848 3 5 646 5 5 750 - -17.2 Carne caprina 0 358 0 301 0 267 0 304 - -18.8 Carne equina 0 4 117 0 4 958 0 4 745 0 4 872 - 18.0 Pollame 331 42 770 62 55 421 120 56 428 236 53 933 -58.0 29.2 Sottoprodotti della macellazione 3 1 552 6 934 15 793 21 723 20 809 18 360 21 467 15 025 1 147.2 164.9 Uova 0 24 839 3 34 370 27 33 562 12 34 336 - 37.2 Pesce, crostacei e molluschi 96 56 228 218 65 714 249 68 152 142 69 023 111.4 20.3 Cereali Frumento 74 284 629 1 170 403 022 173 377 001 197 336 015 591.8 30.7 Segale 1 7 250 122 4 000 0 3 649 67 4 719 6 290.6 -43.1 Orzo 11 52 079 348 71 697 233 30 937 250 71 357 2 427.0 11.4 Avena 5 540 50 469 9 60 397 1 43 781 23 56 391 -99.8 6.1 Mais da granella 196 26 496 216 118 658 96 67 465 104 96 419 -29.3 255.5 Sarchiate Patate 3 313 30 709 852 33 243 1 498 27 941 499 23 573 -71.3 -8.0 Zucchero 152 572 188 008 281 040 244 119 200 503 174 981 99 996 84 438 27.1 -10.7 Semi oleosi Semi oleosi 699 105 697 756 67 836 910 58 639 799 60 004 17.6 -41.2 Oli e grassi vegetali 7 327 95 762 4 033 128 732 3 797 128 711 4 460 124 943 -44.1 33.1 Frutta (fresca) Mele 1 342 1 8 595 1 1 504 9 169 730 9 477 689 7 503 -1.6 2 -8.2 2 Pere 119 1 8 786 1 243 8 025 158 13 744 135 9 037 116.6 2 16.8 2 Albicocche 26 1 9 155 1 75 6 666 166 6 766 121 7 030 291.4 2 -29.9 2 Ciliegie 7 1 1 104 1 11 1 461 10 1 202 13 1 645 188.9 2 18.0 2 Prugne e susine 8 1 5 254 1 32 6 677 30 7 085 73 7 926 425 2 25.4 2 Fragole 22 11 240 36 11 716 0 13 043 58 13 503 40.9 13.5 Uva 10 38 448 490 36 970 286 34 286 181 35 109 2 987.1 -7.8 Agrumi 41 124 102 424 125 200 120 129 082 255 130 556 549.6 3.4 Banane 1 73 363 4 82 125 1 80 772 8 79 889 336.7 10.3 Verdure (fresche) Carote 26 6 739 132 5 970 1 216 2 458 64 5 626 1 687.3 -30.5 Cipolle 51 6 432 2 7 095 1 3 822 581 3 277 284.2 -26.4 Sedano rapa 0 287 0 334 0 147 0 130 - -29.0 Pomodori 25 42 449 61 39 897 162 39 918 115 39 155 356.8 -6.6 Lattuga cappuccio 3 2 537 3 2 860 6 2 945 4 3 460 30.0 21.7 Cavolfiore 1 9 067 53 9 708 48 9 260 27 9 067 4 166.7 3.1 Cetrioli 21 17 046 58 14 346 58 15 473 33 16 397 140.3 -9.6 Vino Vino rosso (in hl) 6 585 1 417 802 13 369 1 307 144 13 247 1 360 033 14 231 1 368 625 106.8 -5.1 Vino bianco (in hl) 5 997 214 349 5 391 296 573 5 422 299 130 5 998 314 033 -6.6 41.5
1 Media degli anni 2000/03
Latte
oleosi, frutta, verdura
vino: DGD Zucchero:
A8 Allegato
2 Variazione 2000/03–2007/10 3 Voce di tariffa 0206 Fonti:
e latticini, carne, sottoprodotti della macellazione, uova, cereali, sarchiate, semi
e
réservesuisse

Commercio estero di formaggio

Tabella 10
Prodotto 2000/02 2008 2009 2010 2000/02 –2008/10 t t t t % Importazioni Formaggio fresco 1 8 644 13 568 15 282 17 416 78.4 Formaggio grattugiato 2 420 972 1 088 1 195 158.5 Formaggio fuso 3 2 413 2 118 2 906 3 260 14.4 Formaggio a crosta fiorita 4 2 321 2 220 2 159 2 146 -6.3 Formaggio a pasta molle 5 5 731 7 630 8 308 8 191 40.3 Formaggio a pasta semidura 6 4 400 7 174 7 086 7 199 62.6 Formaggio a pasta dura 7 7 158 7 399 7 272 7 485 3.2 Totale formaggio e ricotta (quark) 31 087 41 081 44 101 46 892 41.6 Esportazioni Formaggio fresco 1 52 2 183 2 935 4 617 6 140.4 Formaggio grattugiato 2 99 113 165 147 43.1 Formaggio fuso 3 5 259 4 083 3 627 2 902 -32.7 Formaggio a crosta fiorita 4 11 16 14 12 23.5 Formaggio a pasta molle 5 109 816 1 432 1 743 1 120.5 Formaggio a pasta semidura 6 7 361 12 420 13 752 13 296 78.7 Formaggio a pasta dura 7 39 404 36 512 35 089 35 662 -9.3 Totale formaggio e ricotta (quark) 52 296 56 143 57 014 58 379 9.3 1 0406.1010, 0406.1020, 0406.1090 2 0406.2010, 0406.2090 3 0406.3010, 0406.3090 4 0406.4010, 0406.4021, 0406.4029, 0406.4081, 0406.4089 5 0406.9011, 0406.9019 6 0406.9021, 0406.9031, 0406.9051, 0406.9091 7 0406.9039, 0406.9059, 0406.9060, 0406.9099 Fonte: DGD A9 Allegato

Tabella 11

Consumo pro capite

1 Dati in parte provvisori

2 Media degli anni 2000/03

3 Variazione 2000/03–2007/10

4 Pubblicazione fine 2011

5 Variazione 2000/02–2007/09 Fonti:

e latticini, zucchero e semi oleosi: USC

Aviforum

Proviande

frutta, verdura e vino: UFAG

Prodotto 2000/02 2008 2009 2010 1 2000/02 –2008/10 kg kg kg kg % Latte e latticini Latte di consumo 84.63 75.7 73.3 70.7 -13.5 Bevande a base di latte 3.53 10.10 9.10 8.20 158.5 Yogurt 16.57 18.40 18.50 18.20 10.9 Burro 5.93 5.70 5.40 5.40 -7.3 Panna 9.27 8.40 8.20 8.30 -10.4 Formaggio e formaggio fuso 19.63 21.20 21.40 21.50 8.8 Carne e uova Carne di manzo 10.22 11.32 10.99 11.20 9.3 Carne di vitello 3.86 3.12 3.23 3.15 -18.0 Carne suina 25.39 25.14 24.62 25.33 -1.4 Carne ovina 1.51 1.26 1.22 1.23 -18.1 Carne caprina 0.11 0.09 0.08 0.09 -21.2 Carne equina 0.64 0.68 0.66 0.66 4.2 Pollame 9.28 10.90 10.79 11.00 17.4 Uova in guscio (pz.) 188 186 187 189 -0.4 Cereali Pane e prodotti da forno 51.13 49.90 49.10 49.30 -3.3 Sarchiate Patate e prodotti a base di patate 43.43 46.35 45.63 4 2.1 5 Zucchero (compr. zucchero nei prodotti trasformati) 40.48 42.19 40.46 4 3.1 5 Semi oleosi Oli e grassi vegetali 14.98 18.59 18.78 4 21.7 5 Frutta (da tavola) Mele 14.7 2 13.25 16.53 13.76 -0.8 3 Pere 3.33 2 2.30 4.61 2.84 1.5 3 Albicocche 1.46 2 1.41 1.71 1.62 2.9 3 Ciliegie 0.4 2 0.36 0.44 0.46 3.8 3 Prugne e susine 1.06 2 1.16 1.35 1.36 17.8 3 Fragole 2.25 2.19 2.34 2.45 3.4 Agrumi 17.15 16.20 16.57 16.74 -3.8 Banane 10.14 10.66 10.38 10.26 2.9 Verdure (fresche) Carote 8.73 8.77 9.70 8.76 4.0 Cipolle 4.49 4.69 5.36 4.55 8.3 Sedano rapa 1.47 1.20 1.46 1.27 -10.9 Pomodori 10.07 10.34 10.37 10.53 3.4 Lattuga cappuccio 2.63 2.11 2.11 2.15 -19.4 Cavolfiore 2.15 2.18 2.06 2.08 -2.0 Cetrioli 2.81 3.02 3.11 3.31 11.8 Vino Vino rosso (in l) 28.28 25.29 24.92 24.50 -11.9 Vino bianco (in l) 12.45 11.11 10.88 11.10 -11.4 Totale vino (in l) 40.73 36.40 35.80 35.60 -11.8
Latte
Uova:
Carne:
Cereali,
A10 Allegato

Tabella 12

Prezzi alla produzione

1 Media degli anni 2000/03

2 Variazione 2000/03–2007/10

3 Prezzi franco macello, escl. suini da carne franco fattoria; prezzi applicati dal 2006 per animali del programma gestione della qualità Carne svizzera

4 Negli anni 2000–2002 non sono stati rilevati prezzi comparabili

5 Il prezzo non si applica alle eccedenze

6 Prezzo indicativo provvisorio

Fonti:

Latte e uova: UFAG

Bestiame da macello: Proviande

Cereali, sarchiate e semi oleosi: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Frutta: Associazione svizzera frutta e Interprofession des fruits et légumes du Valais; trattasi di prezzi indicativi alla produzione definitivi

Verdura: Centrale svizzera dell’orticoltura; trattasi di prezzi indicativi franco distributore all’ingrosso

Prodotto Unità 2000/02 2008 2009 2010 2000/02 –2008/10 % Latte Totale Svizzera ct./kg 79.23 77.65 64.78 61.79 -14.1 Latte trasformato in formaggio ct./kg 79.14 77.88 68.12 67.07 -10.3 Latte biologico ct./kg 94.18 86.12 77.50 74.72 -15.6 Bestiame da macello 3 e uova 4 Vacche T3 fr./kg PM 5.18 7.08 6.63 6.36 29.2 Giovani vacche T3 fr./kg PM 6.28 7.60 7.12 6.90 14.8 Torelli T3 fr./kg PM 7.64 8.93 8.09 8.16 9.8 Buoi T3 fr./kg PM 7.40 8.93 8.07 8.14 13.2 Manzi T3 fr./kg PM 7.39 8.90 8.07 8.11 13.1 Vitelli T3 fr./kg PM 12.31 14.57 13.28 13.48 11.9 Suini da carne, dal 2003 GQ fr./kg PM 4.57 4.97 4.31 3.80 -4.5 Agnelli fino a 40 kg T3 fr./kg PM 12.53 11.34 10.29 9.71 -16.6 Uova da allevamento al suolo ct./pz. - 22.73 22.85 21.98Uova da allevamento all’aperto estensivo ct./pz. - 23.46 23.64 23.06Cereali Frumento fr./100 kg 59.54 60.50 49.05 46.71 -12.5 Segale fr./100 kg 49.98 53.89 40.20 39.23 -11.1 Orzo fr./100 kg 46.16 40.86 37.31 36.77 -17.0 Avena fr./100 kg 46.20 46.97 44.77 41.54Triticale fr./100 kg 46.95 40.90 36.28 36.19 -19.5 Mais da granella fr./100 kg 45.38 41.73 36.96 36.01 -15.8 Sarchiate Patate fr./100 kg 35.52 40.68 34.40 38.49 6.6 Barbabietole da zucchero fr./100 kg 12.21 10.56 8.39 8.50 -25.1 Semi oleosi Colza fr./100 kg 69.94 103.04 81.09 80.41 26.1 Girasole fr./100 kg 78.45 103.66 87.10 87.45 18.2 Frutta Mele: Golden Delicious, classe I fr./kg 0.98 1 1.11 5 0.9 5 0.93 5 -2.3 2 Mele: Maigold, classe I fr./kg 0.77 1 1.16 5 0.9 5 0.6 6 15.9 2 Pere: Conférence, classe I fr./kg 1.05 1 1.42 5 0.99 5 1.41 5 12.6 2 Albicocche, tutte le classi fr./kg 2.69 1 2.92 2.55 2.73 -0.1 2 Ciliegie, classe I fr./kg 3.4 1 3.80 3.70 3.70 6.6 2 Prugne, classe I, 33 mm fr./kg 1.75 1 2.10 1.80 2.00 10.0 2 Fragole fr./kg 5.03 5.80 6.40 6.20 21.9 Verdure Carote (scorte) fr./kg 1.21 1.63 1.26 1.44 19.3 Cipolle (scorte) fr./kg 1.14 1.60 1.09 1.30 16.7 Sedano rapa (scorte) fr./kg 1.86 2.72 1.87 2.58 28.3 Pomotori tondi fr./kg 2.12 2.55 2.38 2.78 21.0 Lattuga cappuccio fr./pz. 0.94 1.14 1.14 1.24 24.8 Cavolfiore fr./kg 2.06 2.68 2.50 2.69 27.3 Cetrioli fr./pz. 1.01 1.21 1.15 1.23 18.5
A11 Allegato

Tabella 13

Prezzi al consumo

1 Media degli anni 2000/03

2 Variazione 2000/03–2007/10

3 Negli anni 2000-2002 non sono stati rilevati prezzi comparabili

4 A partire dal 1.1.2009

Fonti:

Latte, uova, carne (paniere con carne label e convenzionale), frutta e verdura: UFAG

Patate e zucchero cristallizzato: UST, altri prodotti vegetali: UFAG dal 2006

Prodotto Unità 2000/02 2008 2009 2010 2000/02 –2008/10 % Latte e latticini Latte intero, pastorizzato, imballato fr./l 1.55 1.48 1.36 1.41 -8.8 Latte intero UHT standardizzato 35 g 4) fr./l 1.36 1.31Latte drink, pastorizzato, imballato fr./l 1.55 1.49 1.38 1.40 -8.2 Latte scremato UHT fr./l 1.44 1.54 1.52 1.49 5.3 Emmentaler fr./kg 20.37 20.06 20.88 20.28 0.2 Gruyère fr./kg 20.47 20.16 20.70 20.63 0.1 Tilsiter fr./kg 17.66 17.52 17.78 17.49 -0.3 Camembert 60 % (grasso s.s.) 125 g 2.68 2.80 2.60 2.57 -1.0 Formaggio a pasta molle, a crosta fiorita 150 g 3.50 3.61 3.37 3.36 -1.5 Mozzarella 45 % (grasso s.s.) 150 g 2.35 1.91 1.81 1.81 -21.4 Burro speciale 200 g 3.10 2.97 2.99 2.96 -4.0 Il Burro (burro da cucina) 250 g 3.01 2.98 3.14 3.11 2.2 Panna intera, imballata 1/2 l 4.89 3.68 3.58 3.46 -26.9 Panna per caffè, imballata 1/2 l 2.52 2.09 2.07 2.00 -18.4 Yogurt, aromatizzato o alla frutta 180 g 0.69 0.68 0.67 0.64 -4.3 Carne di manzo Entrecôte, tagliato fr./kg 49.80 62.18 62.90 62.88 25.8 Fettine, noce fr./kg 38.77 46.76 46.82 46.18 20.2 Arrosto, spalla fr./kg 26.68 30.28 30.94 30.62 14.7 Carne macinata fr./kg 15.47 18.68 19.16 19.01 22.5 Carne di vitello Costolette, tagliate fr./kg 40.89 51.52 50.87 49.69 24.0 Fettine, noce fr./kg 34.44 39.08 38.54 37.59 11.5 Spezzatino fr./kg 28.68 34.53 34.08 33.74 19.0 Carne suina Costolette, tagliate fr./kg 20.31 23.04 21.22 19.61 4.8 Fettine, noce fr./kg 26.06 28.64 28.88 26.97 8.1 Arrosto, spalla fr./kg 19.09 20.66 21.08 19.05 6.2 Spezzatino, spalla fr./kg 18.02 19.59 20.29 18.26 7.5 Carne d'agnello, indigena, fresca Cosciotto senza osso femorale fr./kg 27.85 30.90 32.58 32.89 15.4 Costolette, tagliate fr./kg 34.21 47.34 50.27 49.57 43.4 Prodotti carnei Prosciutto cotto di coscia, nello stampo, affettato fr./kg 28.62 33.02 33.39 30.82 13.2 Salame indigeno I, affettato fr./100 g 3.82 4.87 5.21 5.09 32.2 Polli Indigeni, freschi fr./kg 8.99 9.79 9.64 9.66 7.8 Uova 3 Uova da allevamento al suolo ct./pz. - 48 49 48Uova da allevamento all’aperto estensivo ct./pz. - 63 64 63Produzione vegetale e prodotti di origine vegetale Pane bigio fr./500 g - 2.05 2.05 -Pane semibianco fr./500 g - 1.78 1.79 -Panini al latte / Michette fr./kg - 11.66 12.21 -Cornetti fr./kg - 18.05 19.26 -Patate fr./kg 1.99 2.38 2.51 2.69 26.8 Zucchero cristallino fr./kg 1.43 1.93 1.65 1.38 15.3 Frutta (indigena ed estera) Mele: Golden Delicious, classe I fr./kg 3.57 1 3.75 3.86 3.34 2.6 2 Pere, classe I fr./kg 3.53 1 4.00 4.06 3.88 11.1 2 Albicocche, classe I fr./kg 5.5 1 8.23 6.79 7.23 35.4 2 Ciliegie, classe I fr./kg 9.27 1 13.74 10.26 14.47 32.3 2 Prugne, classe I fr./kg 3.96 1 4.82 4.37 4.45 10.7 2 Fragole fr./kg 10.01 13.28 13.59 12.91 32.4 Verdure (per consumo fresco; indigene ed estere) Carote (scorte) fr./kg 1.99 2.35 2.08 2.28 12.2 Cipolle (scorte) fr./kg 2.26 2.47 2.12 2.32 1.8 Sedano rapa (scorte) fr./kg 3.64 4.59 4.17 4.87 24.7 Pomodori tondi fr./kg 3.49 3.68 3.59 4.17 9.4 Lattuga cappuccio fr./pz. 1.72 2.02 1.81 2.07 14.3 Cavolfiore fr./kg 3.92 4.39 4.32 4.34 11.0 Cetrioli fr./pz. 1.94 1.89 1.89 1.79 -4.3
A12 Allegato

Grado di autoapprovvigionamento

1 Compresi prodotti della molitura e cereali panificabili germogliati, esclusi i panelli oleosi; le variazioni delle scorte non sono considerate

2 Cereali panificabili e da foraggio, compreso il grano duro

3 In energia assimilabile

4 Mele, pere, ciliegie, prugne, susine, albicocche e pesche

5 Compresa la carne equina, caprina, di coniglio e la selvaggina, nonché pesci, crostacei e molluschi

6 Esclusi i prodotti di origine animale ottenuti a partire da alimenti per animali importati

7 In energia assimilabile, comprese le bevande alcoliche, in base al bilancio alimentare

8 Produzione indigena ai prezzi alla produzione, importazione ai prezzi della statistica sul commercio (franco frontiera, non sdoganati)

A13 Allegato
Tabella 14
Prodotto 2000/02 2007 2008 2009 2000/02–2007/09 % % % % % Percentuale quantitativa: Cereali panificabili 71 70 79 76 5.2 Cereali da foraggio 1 84 74 63 63 -20.8 Totale cereali 2 59 56 55 53 -7.9 Percentuale in energia 3: Totale cereali (compr. riso) 51 50 57 55 6.0 Patate commestibili 94 92 90 93 -2.4 Zucchero 67 75 75 79 14.8 Grassi e oli vegetali 20 19 17 19 -7.4 Frutta 4 77 80 68 74 -4.4 Verdura 52 46 46 51 -8.3 Latte di consumo 97 97 97 96 -0.8 Burro 91 83 103 108 8.0 Formaggio 117 118 116 110 -2.0 Totale latte e latticini 106 103 109 102 -1.0 Carne di vitello 96 96 97 99 1.1 Carne bovina 90 84 81 85 -7.2 Carne suina 94 96 91 94 -0.5 Carne ovina 39 41 41 42 7.5 Pollame 42 47 48 49 13.7 Carne di tutti i tipi 5 70 69 66 69 -2.5 Uova e conserve di uova 47 43 44 46 -6.3 Derrate alimentari di origine vegetale 45 46 46 48 2.5 Derrate alimentari di origine animale lorde 93 91 93 95 -0.3 Derrate alimentari di origine animale nette 6 78 72 72 73 -7.1 Totale derrate alimentari lorde 62 61 61 63 0.1 Totale derrate alimentari nette 7 56 54 55 56 -2.5 Percentuale in valore del totale derrate alimentari 8 63 65 68 70 7.4
Fonte: USC

Risultati economici

Conto economico dell’agricoltura

Tabella 15

Produzione dell’agricoltura ai prezzi base correnti, in 1 000 fr.

Prodotto 2000/02 2008 2009 1 2010 2 2000/02– 2011 3 2008/10–2008/10 2011 % % Produzione agricola di beni 9 865 686 10 248 009 9 676 381 9 295 230 -1.3 9 227 416 -5.3 Produzione vegetale 4 712 454 4 648 040 4 697 134 4 502 834 -2.0 4 440 191 -3.8 Cereali (incluse le sementi) 536 551 451 125 385 241 375 033 -24.7 396 577 -1.8 Frumento 296 542 292 723 241 173 247 541 -12.2 256 695 -1.5 Orzo 111 233 71 188 62 865 56 128 -43.0 61 245 -3.4 Granturco 77 169 57 450 54 917 45 272 -31.9 52 700 0.3 Altri cereali 51 607 29 763 26 286 26 092 -46.9 25 936 -5.3 Piante industriali 261 299 318 295 274 746 243 079 6.7 270 752 -2.9 Semi e frutti oleosi (incluse le sementi) 71 607 113 321 83 181 83 040 30.1 86 792 -6.9 Piante proteiche (incluse le sementi) 9 913 13 689 9 866 9 460 11.0 9 493 -13.7 Tabacchi greggi 20 386 18 554 14 751 18 404 -15.5 19 153 11.1 Barbabietole da zucchero 154 982 167 145 160 159 126 866 -2.3 149 656 -1.1 Altre piante industriali 4 411 5 585 6 789 5 310 33.6 5 657 -4.0 Piante foraggiere 1 366 815 1 249 724 1 270 322 1 235 354 -8.4 1 084 484 -13.4 Mais da foraggio 167 324 187 468 161 224 168 083 2.9 178 560 3.7 Piante sarchiate da foraggio 16 314 7 614 6 902 6 307 -57.5 6 039 -13.0 Altre piante foraggiere 1 183 178 1 054 642 1 102 196 1 060 965 -9.3 899 885 -16.1 Ortaggi e prodotti orticoli 1 312 854 1 403 432 1 457 944 1 447 575 9.4 1 424 680 -0.8 Ortaggi freschi 481 965 587 766 650 444 651 300 30.7 625 509 -0.7 Fiori e piante 830 889 815 666 807 500 796 276 -2.9 799 171 -0.9 Patate (incluse le sementi) 195 487 183 858 195 027 175 528 -5.5 178 588 -3.4 Frutta 577 213 536 024 592 255 523 815 -4.6 568 644 3.3 Frutta fresca 323 199 301 681 343 463 302 524 -2.3 333 739 5.7 Uve 254 014 234 343 248 792 221 291 -7.6 234 906 0.0 Vini 438 140 460 141 472 770 452 147 5.4 461 760 0.0 Altri prodotti vegetali 24 095 45 443 48 829 50 302 100.0 54 706 13.5 Produzione zootecnica 5 153 231 5 599 969 4 979 246 4 792 396 -0.6 4 787 224 -6.6 Bovini 1 048 511 1 314 703 1 255 439 1 224 132 20.6 1 260 632 -0.3 Suini 1 070 133 1 158 445 1 015 621 945 503 -2.8 883 896 -15.0 Equini 6 787 5 932 6 602 3 136 -23.0 2 718 -48.0 Ovini e caprini 57 827 44 803 43 182 41 469 -25.4 42 976 -0.4 Pollame 190 394 228 929 238 314 245 055 24.7 251 957 6.1 Altri animali 13 028 10 327 13 287 15 354 -0.3 16 161 24.4 Latte 2 576 239 2 644 560 2 201 803 2 110 061 -10.0 2 121 607 -8.5 Uova 182 442 184 660 198 569 201 671 6.9 200 558 2.9 Altri prodotti zootecnici 7 871 7 609 6 430 6 014 -15.1 6 719 0.5 Produzione agricola di servizi 560 790 647 887 650 046 655 193 16.1 659 364 1.3 Servizi agricoli 526 408 647 887 650 046 655 193 23.7 659 364 1.3 Locazione di quote latte 34 382 0 0 0 - 0Produzione agricola 10 426 475 10 895 897 10 326 427 9 950 423 -0.3 9 886 780 -4.9 Attività secondarie non agricole (non separabili) 322 782 333 382 353 002 340 472 6.0 363 901 6.3 Trasformazione di prodotti agricoli 183 398 210 234 208 820 204 604 13.4 206 828 -0.5 Altre attività secondarie non separabili (beni e servizi) 139 384 123 148 144 182 135 869 -3.6 157 072 16.9 Produzione dell’agricoltura 10 749 257 11 229 278 10 679 429 10 290 895 -0.1 10 250 680 -4.5
Semidefinitivo, stato
Provvisorio,
Stima, stato
cifre sono arrotondate per eccesso o per difetto, di conseguenza è possibile che la somma dei singoli elementi differisca dai totali o dai saldi. Fonte: UST A14 Allegato
1
12.9.2011 2
stato 12.9.2011 3
12.9.2011 Le

Tabella 16

Conti economici dell’agricoltura, a prezzi correnti, in 1 000 fr.

Prodotto 2000/02 2008 2009 1 2010 2 2000/02– 2011 3 2008/10–2008/10 2011 % % Produzione della branca di attività agricola 10 749 257 11 229 278 10 679 429 10 290 895 -0.1 10 250 680 -4.5 Consumi intermedi 6 250 118 6 655 228 6 686 794 6 471 828 5.7 6 470 048 -2.0 Sementi e piantine 320 477 330 631 340 964 319 205 3.1 314 816 -4.7 Energia; lubrificanti 391 791 499 961 450 246 452 127 19.3 491 893 5.2 Concimi e ammendanti 147 276 209 906 247 381 200 172 48.8 210 990 -3.7 Prodotti per la difesa delle piante e la lotta antiparassitaria 134 183 125 372 129 430 125 471 -5.5 122 224 -3.6 Spese veterinarie 161 451 214 264 209 481 212 709 31.4 210 716 -0.7 Mangimi 2 860 966 2 778 704 2 766 971 2 633 034 -4.7 2 582 717 -5.3 Manutenzione di attrezzi 399 129 500 663 503 903 503 612 26.0 499 829 -0.6 Manutenzione di fabbricati 144 513 195 171 194 876 194 222 34.8 190 931 -2.0 Servizi agricoli 560 790 647 887 650 046 655 193 16.1 659 364 1.3 Altri beni e servizi 967 338 1 048 623 1 087 648 1 079 372 10.8 1 090 223 1.7 Servizi di intermediazione finanziaria misurati indirettamente 162 204 104 045 105 848 96 711 -37.0 96 345 -5.7 Valore aggiunto lordo ai prezzi base 4 499 140 4 574 051 3 992 634 3 819 067 -8.2 3 780 632 -8.4 Ammortamenti 2 055 966 2 283 203 2 286 626 2 232 111 10.3 2 129 308 -6.1 Ammortamenti, beni di investimento 1 009 546 1 140 177 1 180 707 1 157 270 14.8 1 139 702 -1.7 Ammortamenti, costruzioni 936 902 1 008 938 974 701 943 801 4.2 860 514 -11.8 Ammortamenti, piantagioni 98 445 104 036 104 252 105 713 6.3 106 398 1.7 Ammortamenti, altri 11 073 30 052 26 966 25 327 147.9 22 694 -17.3 Valore aggiunto netto ai prezzi base 2 443 174 2 290 848 1 706 009 1 586 956 -23.8 1 651 325 -11.3 Altre imposte sulla produzione 113 699 138 796 148 634 149 929 28.2 170 770 17.1 Altri contributi alla produzione 2 407 335 2 655 424 2 836 529 2 876 449 15.9 2 915 349 4.5 Reddito dei fattori 4 736 810 4 807 475 4 393 904 4 313 476 -4.9 4 395 903 -2.4 Redditi da lavoro dipendente 1 138 891 1 276 157 1 238 506 1 250 781 10.2 1 257 371 0.2 Risultato di gestione netto / reddito misto netto 3 597 919 3 531 319 3 155 398 3 062 695 -9.7 3 138 532 -3.4 Fitti 204 609 202 525 203 571 203 438 -0.7 203 390 0.1 Interessi da pagare 246 449 269 844 238 914 230 421 0.0 231 686 -6.0 Interessi da riscuotere 32 701 17 459 12 927 11 383 -57.4 11 092 -20.3 Reddito da impresa netto 3 179 562 3 076 409 2 725 839 2 640 219 -11.5 2 714 548 -3.5 1 Semidefinitivo, stato 12.9.2011 2 Provvisorio, stato 12.9.2011 3 Stima, stato 12.9.2011 Le cifre sono arrotondate per eccesso o per difetto, di conseguenza è possibile che la somma dei singoli elementi differisca dai totali o dai saldi. Fonte: UST A15 Allegato

Risultati d’esercizio

Tabella 17

Risultati d’esercizio: tutte le regioni

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2000:

%; 2010: 1.65 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti sovvenzioni e disinvestimenti

3 Formazione del capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell'inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell'azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell'azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell'azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF)

* Questi valori possono essere calcolati unicamente a partire dal 2003.

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Caratteristica Unità 2000/02 2007 2008 2009 2010 2007/09–2010 % Aziende di riferimento Numero 2 955 3 328 3 376 3 372 3 202 -4.7 Aziende rappresentate Numero 52 596 49 203 49 397 48 375 47 166 -3.7 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 19.09 20.31 20.44 20.69 21.06 2.8 Superficie coltiva aperta ha 5.20 5.28 5.38 5.38 5.46 2.1 Manodopera aziendale ULA 1.68 1.63 1.64 1.66 1.66 1.0 di cui: manodopera familiare ULAF 1.29 1.24 1.23 1.22 1.22 -0.8 Totale vacche Numero 13.8 14.3 14.8 15.1 15.2 3.2 Totale animali UBG 24.3 24.1 24.3 25.5 25.8 4.7 Struttura del capitale Totale attivi fr. 727 756 821 324 825 000 859 543 873 205 4.5 di cui: attivo circolante fr. 139 412 142 097 145 538 153 383 152 401 3.7 di cui: inventario vivo fr. 44 554 54 356 55 150 57 050 56 942 2.6 di cui: attivo immobilizzato fr. 543 790 624 871 624 313 649 109 663 861 4.9 di cui: attivo azienda fr. 678 557 774 288 779 294 807 930 823 594 4.6 Quota di capitale di terzi % 41 45 44 44 44 -0.8 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 13 797 12 345 12 675 9 912 7 506 -35.5 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. * 242 567 254 343 255 656 250 181 -0.3 di cui: pagamenti diretti fr. 42 700 52 220 51 522 57 924 59 874 11.1 Spese materiali fr. * 152 903 159 483 164 209 164 060 3.3 Reddito aziendale fr. * 89 664 94 860 91 447 86 121 -6.4 Costi del personale fr. 12 042 14 375 15 806 16 912 16 847 7.3 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 8 301 7 528 7 867 7 374 6 991 -7.9 Canoni d’affitto fr. * 6 617 7 041 6 856 7 102 3.9 Costi di terzi fr. * 181 424 190 197 195 351 194 999 3.2 Reddito agricolo fr. 56 203 61 143 64 147 60 305 55 182 -10.8 Reddito extraagricolo fr. 18 806 23 417 24 131 26 204 26 308 7.0 Reddito totale fr. 75 009 84 561 88 278 86 509 81 490 -5.7 Consumo privato fr. 63 222 69 934 71 532 71 568 71 421 0.6 Formazione di capitale proprio fr. 11 787 14 627 16 746 14 941 10 069 -34.8 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 45 376 45 333 48 400 51 448 50 148 3.6 Cash flow 3 fr, 42 203 45 495 48 270 49 836 46 677 -2.5 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 93 100 100 97 93 -6.1 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 64 68 66 68 66 -2.0 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 45 42 42 42 38 -9.5 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 20 26 25 24 22 -12.0 Aziende con reddito insufficiente 8 % 19 17 17 17 20 17.6 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 16 15 16 17 19 18.8 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULA 49 369 54 978 57 711 55 135 51 984 -7.1 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 4 340 4 414 4 640 4 419 4 090 -8.9 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 12.2 11.6 12.2 11.3 10.5 -10.3 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -2.1 -1.7 -1.4 -2.0 -2.4 -20.0 Redditività del capitale proprio 11 % -5.7 -4.8 -4.4 -5.2 -5.9 -13.5 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 32 906 39 488 41 732 41 184 39 149 -4.0 (Valore
Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 29 754 36 630 37 187 36 465 35 500 -3.4 (Valore mediano)
medio)
2002: 3.22
2007: 2.91 %; 2008: 2.93 %; 2009: 2.22
3.95 %; 2001: 3.36 %;
%;
A16 Allegato

Tabella 18

Risultati d’esercizio: regione di pianura*

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2000: 3.95 %; 2001:

2008: 2.93 %; 2009: 2.22 %; 2010: 1.65 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti sovvenzioni e disinvestimenti

3 Formazione del capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell’inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell’azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell’azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell’azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF)

* Regione di pianura: zona di pianura

** Questi valori possono essere calcolati unicamente a partire dal 2003.

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Caratteristica Unità 2000/02 2007 2008 2009 2010 2007/09–2010 % Aziende di riferimento Numero 1 300 1 524 1 434 1 444 1 358 -7.5 Aziende rappresentate Numero 24 116 22 546 22 306 22 100 21 543 -3.5 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 20.01 21.22 21.63 21.66 22.17 3.1 Superficie coltiva aperta ha 9.40 9.71 9.92 9.78 9.97 1.7 Manodopera aziendale ULA 1.78 1.71 1.75 1.77 1.75 0.4 di cui: manodopera familiare ULAF 1.25 1.17 1.18 1.17 1.16 -1.1 Totale vacche Numero 13.6 14.4 15.2 15.0 15.3 2.9 Totale animali UBG 24.4 24.7 25.5 26.1 26.7 5.0 Struttura del capitale Totale attivi fr. 833 276 933 570 956 736 990 381 989 105 3.0 di cui: attivo circolante fr. 173 511 172 927 182 549 192 554 187 802 2.8 di cui: inventario vivo fr. 45 056 53 320 55 354 56 159 56 401 2.7 di cui: attivo immobilizzato fr. 614 709 707 323 718 833 741 668 744 903 3.1 di cui: attivo azienda fr. 772 248 880 586 903 745 926 845 929 868 2.9 Quota di capitale di terzi % 40 45 44 44 43 -3.0 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 15 945 13 946 14 759 11 440 8 610 -35.7 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. ** 297 284 319 029 315 981 304 343 -2.1 di cui: pagamenti diretti fr. 37 378 47 396 47 734 53 593 55 378 11.7 Spese materiali fr. ** 185 324 197 444 200 233 197 255 1.5 Reddito aziendale fr. ** 111 959 121 585 115 749 107 087 -8.0 Costi del personale fr. 17 826 21 125 23 858 25 596 24 797 5.4 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 9 678 8 951 9 516 8 716 7 993 -11.8 Canoni d’affitto fr. ** 9 049 9 641 9 362 9 670 3.4 Costi di terzi fr. ** 224 449 240 459 243 908 239 715 1.5 Reddito agricolo fr. 67 865 72 834 78 570 72 074 64 627 -13.2 Reddito extraagricolo fr. 17 197 22 961 24 877 26 565 25 016 0.9 Reddito totale fr. 85 061 95 795 103 447 98 639 89 643 -9.7 Consumo privato fr. 70 916 76 473 79 674 80 081 78 841 0.1 Formazione di capitale proprio fr. 14 145 19 322 23 773 18 558 10 802 -47.4 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 51 877 49 576 54 120 60 593 54 650 -0.2 Cash flow 3 fr. 48 751 54 103 58 122 57 459 50 690 -10.4 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 94 109 107 95 93 -10.3 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 65 69 69 69 64 -7.2 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 46 44 46 43 37 -16.5 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 18 28 26 25 21 -20.3 Aziende con reddito insufficiente 8 % 20 15 15 17 22 40.4 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 16 13 14 15 20 42.9 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULA 58 142 65 378 69 453 65 491 61 347 -8.1 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 5 196 5 277 5 621 5 345 4 831 -10.8 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 13.5 12.7 13.5 12.5 11.5 -10.9 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -0.6 -0.2 0.2 -0.6 -1.2 -500.0 Redditività del capitale proprio 11 % -3.1 -2.2 -1.5 -2.7 -3.6 -68.8 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 41 391 50 139 53 885 51 700 48 458 -6.6 (Valore medio) Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 38 364 46 484 50 668 47 488 44 682 -7.3 (Valore mediano)
3.22
2.91 %;
3.36 %; 2002:
%; 2007:
A17 Allegato

Tabella 19

Risultati d’esercizio: regione collinare*

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2000: 3.95 %; 2001: 3.36 %; 2002: 3.22 %; 2007: 2.91 %; 2008: 2.93 %; 2009: 2.22 %; 2010: 1.65 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti sovvenzioni e disinvestimenti

3 Formazione del capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell’inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell’azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell’azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell’azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF)

* Regione collinare: zona collinare e zona di montagna I

** Questi valori possono essere calcolati unicamente a partire dal 2003.

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Caratteristica Unità 2000/02 2007 2008 2009 2010 2007/09–2010 % Aziende di riferimento Numero 874 961 1 046 1 057 998 -2.3 Aziende rappresentate Numero 14 292 13 241 13 618 13 365 12 972 -3.3 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 17.96 19.29 19.24 19.55 19.71 1.8 Superficie coltiva aperta ha 3.01 2.94 3.09 3.12 3.12 2.3 Manodopera aziendale ULA 1.58 1.53 1.53 1.56 1.58 2.6 di cui: manodopera familiare ULAF 1.26 1.23 1.20 1.21 1.21 -0.3 Totale vacche Numero 15.7 16.3 16.3 16.9 16.7 1.2 Totale animali UBG 27.5 26.7 26.2 27.8 27.9 3.7 Struttura del capitale Totale attivi fr. 682 949 775 604 770 399 790 071 831 520 6.8 di cui: attivo circolante fr. 118 324 126 644 128 264 132 495 135 292 4.8 di cui: inventario vivo fr. 49 221 60 224 60 137 62 486 62 000 1.7 di cui: attivo immobilizzato fr. 515 404 588 736 581 998 595 089 634 228 7.8 di cui: attivo azienda fr. 635 008 732 093 729 139 746 603 787 205 7.0 Quota di capitale di terzi % 44 46 46 46 47 2.2 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 12 207 11 406 11 434 8 834 6 848 -35.1 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. ** 222 356 232 618 233 174 234 042 2.0 di cui: pagamenti diretti fr. 41 567 51 220 49 256 56 977 58 886 12.2 Spese materiali fr. ** 143 722 148 562 153 069 156 779 5.6 Reddito aziendale fr. ** 78 633 84 057 80 105 77 263 -4.5 Costi del personale fr. 9 095 10 332 11 521 11 974 12 629 12.0 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 8 213 7 211 7 514 6 945 7 137 -1.2 Canoni d’affitto fr. ** 5 569 6 212 5 807 5 929 1.1 Costi di terzi fr. ** 166 835 173 809 177 795 182 475 5.6 Reddito agricolo fr. 50 826 55 520 58 809 55 379 51 567 -8.8 Reddito extraagricolo fr. 20 580 23 804 24 221 27 049 27 748 10.9 Reddito totale fr. 71 406 79 324 83 030 82 428 79 314 -2.8 Consumo privato fr. 60 504 67 489 68 643 68 325 68 296 0.2 Formazione di capitale proprio fr. 10 901 11 835 14 387 14 102 11 019 -18.0 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 42 487 44 389 48 289 48 822 49 956 5.9 Cash flow 3 fr. 40 021 42 097 45 479 47 387 47 279 5.1 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 95 95 94 97 95 -0.3 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 65 69 66 69 67 -1.5 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 43 40 40 42 38 -6.6 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 23 28 28 25 26 -3.7 Aziende con reddito insufficiente 8 % 16 17 16 14 17 8.5 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 17 15 16 20 19 11.8 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULA 46 461 51 304 54 760 51 231 48 972 -6.6 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 4 105 4 076 4 369 4 098 3 920 -6.2 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 11.6 10.7 11.5 10.7 9.8 -10.6 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -2.6 -2.3 -1.8 -2.5 -2.7 -22.7 Redditività del capitale proprio 11 % -7.1 -6.1 -5.3 -6.4 -6.8 -14.6 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 30 537 35 877 39 318 38 479 37 025 -2.3 (Valore medio) Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 28 530 33 208 36 325 34 794 33 728 -3.0 (Valore mediano)
A18 Allegato

Risultati d’esercizio: regione di montagna*

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2000: 3.95 %; 2001: 3.36 %; 2002: 3.22 %; 2007: 2.91 %; 2008:

%; 2009: 2.22 %; 2010: 1.65 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti sovvenzioni e disinvestimenti

3 Formazione del capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell’inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell’azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell’azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell’azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF)

* Regione di montagna: zone di montagna II a IV

** Questi valori possono essere calcolati unicamente a partire dal 2003.

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Tabella 20
Caratteristica Unità 2000/02 2007 2008 2009 2010 2007/09–2010 % Aziende di riferimento Numero 781 843 896 871 846 -2.8 Aziende rappresentate Numero 14 187 13 416 13 473 12 910 12 651 -4.6 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 18.68 19.81 19.70 20.23 20.55 3.2 Superficie coltiva aperta ha 0.26 0.16 0.17 0.17 0.16 -4.0 Manodopera aziendale ULA 1.58 1.59 1.58 1.57 1.59 0.6 di cui: manodopera familiare ULAF 1.37 1.34 1.34 1.33 1.33 -0.5 Totale vacche Numero 12.0 12.3 12.6 13.4 13.4 5.0 Totale animali UBG 21.0 20.4 20.2 22.1 22.1 5.7 Struttura del capitale Totale attivi fr. 594 017 677 816 662 087 707 487 718 585 5.3 di cui: attivo circolante fr. 102 662 105 538 101 722 107 952 109 664 4.4 di cui: inventario vivo fr. 39 028 50 307 49 769 52 949 52 678 3.3 di cui: attivo immobilizzato fr. 452 328 521 970 510 595 546 586 556 243 5.7 di cui: attivo azienda fr. 563 737 637 296 623 947 667 854 679 935 5.7 Quota di capitale di terzi % 40 42 42 43 43 1.6 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 11 749 10 580 10 478 8 413 6 302 -35.8 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. ** 170 563 169 208 175 661 174 501 1.6 di cui: pagamenti diretti fr. 52 913 61 314 60 083 66 317 68 544 9.5 Spese materiali fr. ** 107 480 107 672 114 075 114 998 4.8 Reddito aziendale fr. ** 63 082 61 536 61 587 59 503 -4.1 Costi del personale fr. 5 185 7 022 6 805 7 158 7 635 9.1 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 6 063 5 450 5 494 5 521 5 135 -6.4 Canoni d’affitto fr. ** 3 564 3 574 3 650 3 929 9.3 Costi di terzi fr. ** 123 517 123 545 130 403 131 697 4.7 Reddito agricolo fr. 41 789 47 046 45 663 45 258 42 804 -6.9 Reddito extraagricolo fr. 19 725 23 801 22 806 24 711 27 032 13.7 Reddito totale fr. 61 514 70 848 68 469 69 969 69 837 0.1 Consumo privato fr. 52 925 61 356 60 971 60 352 61 990 1.8 Formazione di capitale proprio fr. 8 589 9 492 7 498 9 617 7 847 -11.5 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 37 235 39 136 39 044 38 513 42 679 9.7 Cash flow 3 fr. 33 246 34 381 34 781 39 320 39 225 8.5 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 89 88 89 102 92 -1.1 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 63 64 62 67 69 7.3 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 45 43 37 40 41 2.5 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 19 22 20 23 20 -7.7 Aziende con reddito insufficiente 8 % 20 18 24 20 21 1.6 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 16 17 19 17 18 1.9 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULA 35 483 39 655 39 026 39 210 37 508 -4.6 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 3 008 3 185 3 124 3 044 2 895 -7.1 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 10.0 9.9 9.9 9.2 8.8 -9.0 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -4.9 -4.5 -5.0 -4.8 -5.0 -4.9 Redditività del capitale proprio 11 % -10.0 -9.3 -10.3 -9.9 -10.3 -4.7 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 21 896 27 117 26 189 27 807 27 377 1.3 (Valore medio) Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 19 909 26 561 24 292 24 185 23 525 -5.9 (Valore mediano)
2.93
A19 Allegato

Tabella 21a

Risultati d’esercizio secondo i tipi di azienda* – 2008/10

medio)

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2008: 2.93 %; 2009: 2.22 %; 2010: 1.65 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti contributi e disinvestimenti

3 Formazione di capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell'inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell'azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell'azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell'azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF)

* Nuova tipologia aziendale FAT99

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Produzione vegetale Detenzione di animali Media di Caratteristica Unità tutte le Campi- Colture Latte Vacche Altri aziende coltura speciali commerciale madri bovini Aziende di riferimento Numero 3 317 138 117 1 292 201 180 Aziende rappresentate Numero 48 313 3 276 3 656 15 328 3 189 3 679 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 20.73 25.51 13.28 21.05 20.12 17.64 Superficie coltiva aperta ha 5.40 21.10 6.35 1.13 0.93 0.41 Mandopera aziendale ULA 1.65 1.21 2.39 1.64 1.34 1.43 di cui: manodopera familiare ULAF 1.22 0.92 1.26 1.32 1.10 1.23 Totale vacche Numero 15.0 2.7 1.0 20.2 18.6 8.2 Totale animali UBG 25.2 6.9 2.1 27.8 20.7 16.5 Struttura del capitale Totale attivi fr. 852 583 805 582 1 018 971 805 840 756 956 594 380 di cui: attivo circolante fr. 150 441 170 423 276 611 127 657 109 726 96 822 di cui: inventario vivo fr. 56 381 14 185 5 533 64 851 59 134 44 630 di cui: attivo immobilizzato fr. 645 761 620 975 736 826 613 332 588 096 452 928 di cui: attivo azienda fr. 803 606 748 360 950 806 761 184 710 541 555 344 Quota di capitale di terzi % 44 38 40 45 45 46 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 10 031 10 531 12 609 9 277 8 806 6 796 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. 253 393 243 116 327 851 215 628 167 341 148 695 di cui: pagamenti diretti fr. 56 440 56 752 29 365 59 950 65 954 58 710 Spese materiali fr. 162 584 151 230 164 187 135 886 106 986 102 147 Reddito aziendale fr. 90 809 91 886 163 664 79 742 60 355 46 548 Costi del personale fr. 16 522 10 391 58 292 10 685 8 181 5 015 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 7 411 6 854 8 906 6 768 6 785 5 015 Canoni d’affitto fr. 6 999 9 349 9 647 6 123 4 139 3 462 Costi di terzi fr. 193 516 177 824 241 033 159 463 126 091 115 639 Reddito agricolo fr. 59 878 65 292 86 818 56 166 41 250 33 056 Reddito extraagricolo fr. 25 548 31 064 24 026 21 931 36 981 27 933 Reddito totale fr. 85 426 96 356 110 844 78 097 78 231 60 989 Consumo privato fr. 71 507 84 646 86 453 65 756 68 310 56 498 Formazione di capitale proprio fr. 13 919 11 709 24 391 12 341 9 921 4 491 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 49 999 43 740 51 309 49 650 41 481 37 315 Cash flow 3 fr. 48 261 39 420 57 273 46 264 40 547 29 008 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 97 105 112 93 100 79 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 67 63 65 69 70 65 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 41 46 42 41 44 33 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 24 17 23 25 25 19 Aziende con reddito insufficiente 8 % 18 24 18 16 15 25 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 17 13 16 18 17 23 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULA 54 943 75 981 68 494 48 522 44 998 32 597 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 4 383 3 616 12 321 3 791 3 001 2 642 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 11.3 12.3 17.2 10.5 8.5 8.4 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -2.0 0.8 0.7 -3.1 -3.3 -7.1 Redditività del capitale proprio 11 % -5.2 -0.2 -0.5 -7.4 -7.9 -14.8 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 40 688 59 792 59 082 35 519 29 421 21 424 (Valore
A20 Allegato

Tabella 21b

Risultati d’esercizio secondo i tipi di azienda* – 2008/10

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2008: 2.93 %; 2009: 2.22 %; 2010: 1.65 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti contributi e disinvestimenti

3 Formazione di capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell’inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell’azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell’azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell’azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF)

* Nuova tipologia aziendale FAT99

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Detenzione di animali Aziende combinate Media di Equini, Latte Caratteristica Unità tutte le ovini, Trasforma- comm./ Vacche Trasformaaziende caprini zione campicolt. madri zione Altre Aziende di riferimento Numero 3 317 49 77 272 62 515 415 Aziende rappresentate Numero 48 313 2 276 1 320 3 347 1 052 4 616 6 574 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 20.73 12.99 11.71 28.83 24.93 21.64 22.89 Superficie coltiva aperta ha 5.40 0.55 0.99 15.27 11.12 7.21 7.36 Mandopera aziendale ULA 1.65 1.34 1.48 1.90 1.59 1.83 1.67 di cui: manodopera familiare ULAF 1.22 1.06 1.11 1.27 1.15 1.28 1.23 Totale vacche Numero 15.0 1.3 8.8 24.0 19.7 18.2 17.7 Totale animali UBG 25.2 14.2 46.3 31.8 22.3 49.2 27.8 Struttura del capitale Totale attivi fr. 852 583 607 977 1 025 178 986 237 951 870 1 047 401 915 306 di cui: attivo circolante fr. 150 441 84 093 216 037 182 248 168 247 171 123 150 038 di cui: inventario vivo fr. 56 381 24 823 64 471 73 763 64 964 86 847 68 894 di cui: attivo immobilizzato fr. 645 761 499 061 744 670 730 227 718 659 789 432 696 374 di cui: attivo azienda fr. 803 606 585 622 921 210 937 126 904 500 1 002 651 862 546 Quota di capitale di terzi % 44 47 46 42 44 46 45 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 10 031 6 744 11 367 11 984 11 381 12 251 10 671 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. 253 393 131 972 398 468 318 721 245 660 428 866 263 952 di cui: pagamenti diretti fr. 56 440 40 591 37 654 65 361 70 460 59 455 57 802 Spese materiali fr. 162 584 86 066 300 818 202 270 161 011 303 868 170 316 Reddito aziendale fr. 90 809 45 906 97 650 116 452 84 650 124 998 93 636 Costi del personale fr. 16 522 10 959 13 279 22 415 18 286 22 137 15 877 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 7 411 5 936 9 464 7 963 8 376 9 558 8 196 Canoni d’affitto fr. 6 999 2 796 4 571 11 671 8 058 8 613 8 019 Costi di terzi fr. 193 516 105 756 328 132 244 319 195 731 344 176 202 408 Reddito agricolo fr. 59 878 26 216 70 336 74 402 49 930 84 690 61 545 Reddito extraagricolo fr. 25 548 36 452 32 624 19 030 33 684 21 941 24 732 Reddito totale fr. 85 426 62 668 102 960 93 432 83 614 106 631 86 277 Consumo privato fr. 71 507 57 588 74 522 79 811 76 180 80 559 73 080 Formazione di capitale proprio fr. 13 919 5 079 28 439 13 621 7 434 26 072 13 197 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 49 999 32 328 49 876 60 524 59 117 61 891 55 309 Cash flow 3 fr. 48 261 28 883 74 131 52 200 42 909 73 575 49 682 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 97 91 148 87 88 121 90 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 67 54 71 64 61 71 67 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 41 27 38 44 34 45 41 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 24 20 41 21 22 27 25 Aziende con reddito insufficiente 8 % 18 34 8 20 20 13 17 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 17 19 14 15 25 14 17 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULA 54 943 34 438 66 160 61 376 52 977 68 277 56 065 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 4 383 3 534 8 320 4 044 3 393 5 781 4 092 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 11.3 7.9 10.6 12.5 9.3 12.5 10.9 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -2.0 -6.3 0.3 -1.0 -2.6 0.5 -1.8 Redditività del capitale proprio 11 % -5.2 -14.2 -1.3 -3.2 -6.3 -0.9 -5.1 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 40 688 18 532 53 142 49 000 33 630 56 442 41 461 (Valore medio)
A21 Allegato

Tabella 22

Risultati d’esercizio per quartili: tutte le regioni – 2008/10

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2008: 2.93 %; 2009: 2.22 %; 2010: 1.65 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti contributi e disinvestimenti

3 Formazione di capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell’inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell’azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell’azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell’azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF) Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

In base al reddito del lavoro Caratteristica Unità Media I quartile II quartile III quartile IV quartile (0–25%) (25–50%) (50–75%) (75–100%) Aziende di riferimento Numero 3 317 691 858 894 874 Aziende rappresentate Numero 48 313 12 083 12 079 12 080 12 072 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 20.73 15.45 18.64 21.70 27.14 Superficie coltiva aperta ha 5.40 2.78 3.31 5.25 10.27 Manodopera aziendale ULA 1.65 1.46 1.65 1.69 1.81 di cui: manodopera familiare ULAF 1.22 1.16 1.34 1.28 1.12 Totale vacche Numero 15.0 11.1 14.6 16.6 17.9 Totale animali UBG 25.2 18.5 22.5 26.7 33.0 Struttura del capitale Totale attivi fr. 852 583 722 717 736 877 892 536 1 058 375 di cui: attivo circolante fr. 150 441 114 642 129 779 161 741 195 635 di cui: inventario vivo fr. 56 381 44 316 52 244 59 951 69 023 di cui: attivo immobilizzato fr. 645 761 563 759 554 855 670 844 793 716 di cui: attivo azienda fr. 803 606 680 103 696 675 836 658 1 001 153 Quota di capitale di terzi % 44 46 43 43 45 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 10 031 8 247 8 916 10 650 12 313 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. 253 393 157 861 203 779 265 168 386 871 di cui: pagamenti diretti fr. 56 440 45 052 53 013 58 584 69 123 Spese materiali fr. 162 584 124 202 136 060 164 645 225 475 Reddito aziendale fr. 90 809 33 659 67 719 100 523 161 396 Costi del personale fr. 16 522 11 053 11 100 15 329 28 614 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 7 411 6 969 6 244 7 223 9 207 Canoni d’affitto fr. 6 999 4 286 5 279 7 135 11 300 Costi di terzi fr. 193 516 146 511 158 683 194 332 274 597 Reddito agricolo fr. 59 878 11 351 45 096 70 836 112 274 Reddito extraagricolo fr. 25 548 39 854 23 034 19 969 19 326 Reddito totale fr. 85 426 51 205 68 130 90 805 131 600 Consumo privato fr. 71 507 58 795 63 754 74 165 89 328 Formazione di capitale proprio fr. 13 919 -7 590 4 376 16 640 42 271 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 49 999 44 018 41 596 46 062 68 338 Cash flow 3 fr. 48 261 24 492 35 654 50 565 82 361 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 97 56 86 111 121 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 67 54 66 72 76 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 41 22 40 48 53 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 24 13 20 28 35 Aziende con reddito insufficiente 8 % 18 35 22 11 6 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 17 30 19 13 7 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULA 54 943 23 014 41 172 59 324 89 175 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 4 383 2 188 3 634 4 633 5 951 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 11.3 5.0 9.7 12.0 16.1 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -2.0 -8.6 -5.4 -1.1 4.3 Redditività del capitale proprio 11 % -5.2 -18.0 -11.2 -3.5 6.2 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 40 688 2 642 27 087 47 086 89 088 (Valore medio) Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 36 384 (Valore mediano)
A22 Allegato

Tabella 23

Risultati d’esercizio per quartili: regione di pianura* – 2008/10

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2008: 2.93 %; 2009: 2.22 %; 2010: 1.65 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti contributi e disinvestimenti

3 Formazione di capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell’inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell’azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell’azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell’azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF)

* Regione di pianura: zona di pianura

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

In base al reddito del lavoro Caratteristica Unità Media I quartile II quartile III quartile IV quartile (0–25%) (25–50%) (50–75%) (75–100%) Aziende di riferimento Numero 1 412 318 360 374 359 Aziende rappresentate Numero 21 983 5 506 5 499 5 507 5 470 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 21.82 17.58 19.44 22.67 27.63 Superficie coltiva aperta ha 9.89 6.90 8.00 10.06 14.62 Manodopera aziendale ULA 1.75 1.59 1.77 1.74 1.92 di cui: manodopera familiare ULAF 1.17 1.14 1.27 1.20 1.06 Totale vacche Numero 15.2 13.4 15.1 16.7 15.6 Totale animali UBG 26.1 21.6 23.6 27.2 32.0 Struttura del capitale Totale attivi fr. 978 741 902 114 882 527 996 071 1 135 424 di cui: attivo circolante fr. 187 635 159 382 173 519 198 425 219 449 di cui: inventario vivo fr. 55 971 49 873 52 098 59 186 62 786 di cui: attivo immobilizzato fr. 735 134 692 860 656 909 738 460 853 189 di cui: attivo azienda fr. 920 153 850 467 824 412 933 043 1 073 867 Quota di capitale di terzi % 44 45 42 42 45 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 11 603 10 533 10 625 12 105 13 162 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. 313 118 219 609 270 347 324 197 439 156 di cui: pagamenti diretti fr. 52 235 42 439 46 577 54 427 65 604 Spese materiali fr. 198 311 165 656 177 192 199 578 251 190 Reddito aziendale fr. 114 807 53 953 93 156 124 618 187 966 Costi del personale fr. 24 750 18 338 20 351 22 505 37 893 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 8 742 8 765 7 885 8 173 10 150 Canoni d’affitto fr. 9 558 6 879 7 633 10 438 13 303 Costi di terzi fr. 241 361 199 638 213 061 240 695 312 536 Reddito agricolo fr. 71 757 19 971 57 286 83 502 126 619 Reddito extraagricolo fr. 25 486 37 580 24 893 19 436 19 999 Reddito totale fr. 97 243 57 551 82 179 102 938 146 619 Consumo privato fr. 79 532 66 919 73 630 81 971 95 697 Formazione di capitale proprio fr. 17 711 -9 369 8 548 20 967 50 922 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 56 454 56 018 42 757 53 216 74 012 Cash flow 3 fr. 55 424 27 410 43 630 58 342 92 586 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 98 49 105 112 125 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 67 53 67 72 77 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 42 21 43 51 52 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 24 14 19 26 36 Aziende con reddito insufficiente 8 % 18 35 21 10 6 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 16 30 16 12 6 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULAF 65 430 34 032 52 542 71 554 97 913 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 5 266 3 091 4 797 5 493 6 817 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 12.5 6.3 11.3 13.4 17.5 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -0.5 -6.4 -3.3 0.5 5.6 Redditività del capitale proprio 11 % -2.6 -13.6 -7.5 -0.7 8.5 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 51 348 8 249 36 578 59 357 106 740 (Valore medio) Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 47 613 (Valore mediano)
A23 Allegato

Tabella 24

Risultati d’esercizio per quartili: regione collinare* – 2008/10

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2008: 2.93 %; 2009: 2.22 %; 2010: 1.65 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti contributi e disinvestimenti

3 Formazione di capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell’inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell’azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell’azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell’azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF)

* Regione collinare: zona collinare e zona di montagna I

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

In base al reddito del lavoro Caratteristica Unità Media I quartile II quartile III quartile IV quartile (0–25%) (25–50%) (50–75%) (75–100%) Aziende di riferimento Numero 1 034 201 258 283 292 Aziende rappresentate Numero 13 318 3 368 3 293 3 334 3 323 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 19.50 14.47 17.18 20.36 26.02 Superficie coltiva aperta ha 3.11 2.08 2.46 2.99 4.92 Manodopera aziendale ULA 1.56 1.41 1.53 1.59 1.71 di cui: manodopera familiare ULAF 1.21 1.08 1.28 1.28 1.18 Totale vacche Numero 16.7 11.7 15.4 18.4 21.3 Totale animali UBG 27.3 19.3 23.7 28.7 37.6 Struttura del capitale Totale attivi fr. 797 330 692 355 715 221 786 325 996 412 di cui: attivo circolante fr. 132 017 110 828 119 842 132 739 164 833 di cui: inventario vivo fr. 61 541 46 189 54 171 65 714 80 243 di cui: attivo immobilizzato fr. 603 772 535 337 541 209 587 872 751 336 di cui: attivo azienda fr. 754 316 652 391 677 523 746 471 941 923 Quota di capitale di terzi % 46 49 46 43 46 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 9 039 7 307 8 258 9 354 11 259 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. 233 278 153 983 192 255 234 730 352 940 di cui: pagamenti diretti fr. 55 040 41 461 48 945 57 244 72 632 Spese materiali fr. 152 803 122 732 129 897 147 817 211 089 Reddito aziendale fr. 80 475 31 251 62 357 86 913 141 850 Costi del personale fr. 12 041 11 033 7 912 9 692 19 515 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 7 199 7 325 6 433 6 142 8 893 Canoni d’affitto fr. 5 983 3 876 4 674 5 600 9 793 Costi di terzi fr. 178 027 144 966 148 916 169 252 249 289 Reddito agricolo fr. 55 252 9 017 43 339 65 479 103 650 Reddito extraagricolo fr. 26 339 43 120 24 010 19 099 18 936 Reddito totale fr. 81 591 52 137 67 349 84 577 122 586 Consumo privato fr. 68 421 58 290 61 119 69 835 84 526 Formazione di capitale proprio fr. 13 169 -6 153 6 230 14 742 38 060 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 49 023 40 715 43 904 44 642 67 004 Cash flow 3 fr. 46 715 27 037 37 034 45 902 77 089 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 95 67 90 104 116 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 67 59 66 70 75 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 40 24 39 44 52 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 26 16 23 30 37 Aziende con reddito insufficiente 8 % 15 26 19 13 3 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 18 33 19 13 8 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULA 51 654 22 204 40 696 54 844 82 946 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 4 129 2 169 3 629 4 267 5 453 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 10.7 4.8 9.2 11.7 15.1 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -2.3 -8.5 -5.2 -1.8 3.6 Redditività del capitale proprio 11 % -6.2 -19.4 -11.6 -4.6 5.0 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 38 274 1 487 27 319 43 845 78 022 (Valore medio) Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 34 949 (Valore mediano)
A24 Allegato

Tabella 25

Risultati d’esercizio per quartili: regione di montagna* – 2008/10

1 Applicazione del tasso medio d’interesse delle obbligazioni della Confederazione (2008: 2.93 %; 2009: 2.22 %; 2010: 1.65 %)

2 Investimenti lordi (senza prestazioni proprie) dedotti contributi e disinvestimenti

3 Formazione di capitale proprio (senza prestazioni proprie per investimenti) più gli ammortamenti più/meno le variazioni delle scorte e dell’inventario vivo

4 Rapporto tra cash flow e investimenti totali

5 Quota di aziende con cash flow > investimenti totali

6 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio positiva

7 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio positiva

8 Quota di capitali di terzi <50 % e formazione di capitale proprio negativa

9 Quota di capitali di terzi >50 % e formazione di capitale proprio negativa

10 Rapporto tra interessi passivi più utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse del capitale proprio e attivo dell’azienda

11 Rapporto tra utile calcolatorio/perdita calcolatoria più interesse capitale proprio e capitale proprio dell’azienda

12 Rapporto tra reddito agricolo meno interesse del capitale proprio dell’azienda e unità di lavoro annuale della famiglia (ULAF)

* Regione di montagna: zone di montagna II a IV

Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

In base al reddito del lavoro Caratteristica Unità Media I quartile II quartile III quartile IV quartile (0–25%) (25–50%) (50–75%) (75–100%) Aziende di riferimento Numero 871 165 222 239 244 Aziende rappresentate Numero 13 011 3 261 3 247 3 255 3 247 Struttura aziendale Superficie agricola utile ha 20.16 13.84 16.94 21.59 28.30 Superficie coltiva aperta ha 0.17 0.04 0.10 0.16 0.37 Manodopera aziendale ULA 1.58 1.38 1.63 1.66 1.65 di cui: manodopera familiare ULAF 1.33 1.21 1.46 1.41 1.26 Totale vacche Numero 13.1 8.3 11.8 14.3 18.3 Totale animali UBG 21.4 15.2 18.3 22.5 29.8 Struttura del capitale Totale attivi fr. 696 053 553 976 616 420 723 593 890 785 di cui: attivo circolante fr. 106 446 69 491 98 272 115 564 142 597 di cui: inventario vivo fr. 51 799 36 160 45 477 54 694 70 925 di cui: attivo immobilizzato fr. 537 808 448 325 472 671 553 335 677 262 di cui: attivo azienda fr. 657 245 528 937 576 421 682 509 841 624 Quota di capitale di terzi % 43 42 42 42 44 Interesse del capitale proprio dell’azienda 1 fr. 8 398 6 855 7 475 8 855 10 412 Conto perdite e profitti Prestazione lorda fr. 173 123 106 883 144 965 184 533 256 372 di cui: pagamenti diretti fr. 64 982 47 214 57 465 69 952 85 360 Spese materiali fr. 112 248 89 410 98 716 113 983 146 980 Reddito aziendale fr. 60 875 17 473 46 249 70 551 109 392 Costi del personale fr. 7 199 4 877 5 438 7 143 11 350 Interessi passivi, altri costi/ricavi finanziari fr. 5 383 4 860 4 714 5 511 6 451 Canoni d’affitto fr. 3 718 2 825 2 937 4 028 5 084 Costi di terzi fr. 128 548 101 972 111 804 130 665 169 864 Reddito agricolo fr. 44 575 4 911 33 161 53 868 86 508 Reddito extraagricolo fr. 24 850 38 051 24 586 18 914 17 810 Reddito totale fr. 69 425 42 962 57 748 72 782 104 318 Consumo privato fr. 61 104 51 780 55 646 62 706 74 325 Formazione di capitale proprio fr. 8 321 -8 818 2 102 10 076 29 993 Investimenti e finanziamento Totale investimenti 2 fr. 40 079 36 168 27 950 40 573 55 641 Cash flow 3 fr. 37 775 18 260 28 944 39 645 64 332 Rapporto cash flow-investimenti 4 % 94 51 105 98 117 Aziende con eccedenza di finanziamenti 5 % 66 48 70 71 76 Stabilità finanziaria Aziende con una situazione finanziaria buona 6 % 39 20 38 47 53 Aziende con autonomia finanziaria limitata 7 % 21 8 17 24 36 Aziende con reddito insufficiente 8 % 22 44 25 14 4 Aziende con una situazione finanziaria preoccupante 9 % 18 28 21 16 7 Rapporto reddito aziendale-impiego di fattori Reddito aziendale per unità di manodopera fr./ULA 38 581 12 704 28 415 42 542 66 340 Reddito aziendale per ettaro di superficie agricola utile fr./ha 3 021 1 265 2 731 3 269 3 867 Rapporto reddito aziendale-attivi azienda % 9.3 3.3 8.0 10.4 13.0 Redditività Redditività del capitale totale 10 % -4.9 -12.3 -9.0 -4.1 1.8 Redditività del capitale proprio 11 % -10.2 -22.9 -17.2 -8.6 1.9 Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 27 125 -1 623 17 656 31 821 60 400 (Valore medio) Profitto del lavoro della manodopera familiare 12 fr./ULAF 24 001 (Valore mediano)
A25 Allegato

Tabella 26

Risultati

d'esercizio per regione, tipo di azienda e quartile:

2000/02–2008/10

Unità Tutte le aziende Regione di pianura Regione collinare Regione di montagna Risultati d'esercizio per regione 2000/02 2008/10 2000/02 2008/10 2000/02 2008/10 2000/02 2008/10 Superficie agricola utile ha 19.09 20.73 20.01 21.82 17.96 19.50 18.68 20.16 Manodopera familiare ULAF 1.29 1.22 1.25 1.17 1.26 1.21 1.37 1.33 Reddito agricolo fr. 56 203 59 878 67 865 71 757 50 826 55 252 41 789 44 575 Reddito extraagricolo fr. 18 806 25 548 17 197 25 486 20 580 26 339 19 725 24 850 Reddito totale fr. 75 009 85 426 85 061 97 243 71 406 81 591 61 514 69 425 Profitto del lavoro della manodopera familiare fr./ULAF 32 906 40 688 41 391 51 348 30 537 38 274 21 896 27 125 Unità Campicoltura Colture speciali Latte commerciale Vacche madri Risultati d'esercizio per tipo di azienda 2000/02 2008/10 2000/02 2008/10 2000/02 2008/10 2000/02 2008/10 Superficie agricola utile ha 24.23 25.51 12.57 13.28 18.65 21.05 17.27 20.12 Manodopera familiare ULAF 1.10 0.92 1.36 1.26 1.34 1.32 1.10 1.10 Reddito agricolo fr. 69 492 65 292 73 163 86 818 50 192 56 166 39 811 41 250 Reddito extraagricolo fr. 22 200 31 064 14 907 24 026 18 215 21 931 31 247 36 981 Reddito totale fr. 91 693 96 356 88 070 110 844 68 406 78 097 71 058 78 231 Profitto del lavoro della manodopera familiare fr./ULAF 49 026 59 792 40 617 59 082 28 231 35 519 24 120 29 421 Unità Altri bovini Equini/ovini/caprini Trasformazione Risultati d'esercizio per tipo di azienda 2000/02 2008/10 2000/02 2008/10 2000/02 2008/10 Superficie agricola utile ha 15.90 17.64 13.64 12.99 11.30 11.71 Manodopera familiare ULAF 1.27 1.23 1.20 1.06 1.15 1.11 Reddito agricolo fr. 33 665 33 056 21 767 26 216 64 009 70 336 Reddito extraagricolo fr. 21 325 27 933 29 559 36 452 17 090 32 624 Reddito totale fr. 54 990 60 989 51 326 62 668 81 099 102 960 Profitto del lavoro della manodopera familiare fr./ULAF 18 432 21 424 10 267 18 532 42 428 53 142 Unità Aziende combinate: Aziende combinate: Aziende combinate: Aziende combinate: latte commerciale/ vacche madri trasformazione altre campicoltura Risultati d'esercizio per tipo di azienda 2000/02 2008/10 2000/02 2008/10 2000/02 2008/10 2000/02 2008/10 Superficie agricola utile ha 24.94 28.83 21.79 24.93 19.39 21.64 20.29 22.89 Manodopera familiare ULAF 1.33 1.27 1.16 1.15 1.29 1.28 1.27 1.23 Reddito agricolo fr. 70 405 74 402 57 703 49 930 69 752 84 690 56 658 61 545 Reddito extraagricolo fr. 14 369 19 030 26 966 33 684 15 977 21 941 19 538 24 732 Reddito totale fr. 84 774 93 432 84 669 83 614 85 730 106 631 76 197 86 277 Profitto del lavoro della manodopera familiare fr./ULAF 40 656 49 000 37 282 33 630 41 244 56 442 33 830 41 461 Unità I quartile II quartile III quartile IV quartile (0–25 %) (25–50 %) (50–75 %) (75–100 %) Risultati d'esercizio per quartile 2000/02 2008/10 2000/02 2008/10 2000/02 2008/10 2000/02 2008/10 Superficie agricola utile ha 14.41 15.45 17.05 18.64 19.82 21.70 25.08 27.14 Manodopera familiare ULAF 1.26 1.16 1.36 1.34 1.33 1.28 1.20 1.12 Reddito agricolo fr. 18 967 11 351 43 840 45 096 63 938 70 836 98 108 112 274 Reddito extraagricolo fr. 28 621 39 854 18 171 23 034 15 535 19 969 12 888 19 326 Reddito totale fr. 47 588 51 205 62 011 68 130 79 473 90 805 110 996 131 600 Profitto del lavoro della manodopera familiare fr./ULAF 4 883 2 642 23 160 27 087 37 512 47 086 68 236 89 088 Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART A26 Allegato

Uscite della Confederazione

Uscite Produzione e smercio

1 Chiusura dei conti definitiva ancora pendente in alcuni casi

2 Dati del 2011 provvisori, sono possibili correzioni nella voce Formaggio, estero

3 In virtù dell’articolo 10 dell’ordinanza sulla promozione dello smercio

4 Nuovo dal 2009

Tabella
27
Settori / Settori di prodotti di mercato Consuntivo 2009 Consuntivo 2010 1 Preventivo 2011 fr. fr. fr. Produzione lattiera 28 900 000 30 985 596 27 400 730 Formaggio, svizzero / estero 2 21 000 000 22 822 396 19 237 530 Latte e burro 7 900 000 8 163 200 8 163 200 Produzione animale 5 243 784 6 597 000 6 650 679 Carne 3 769 612 4 806 000 4 836 400 Uova 928 735 1 066 000 1 115 905 Pesce 0 0 0 Animali vivi 445 437 625 000 598 374 Miele 100 000 100 000 100 000 Produzione vegetale 6 547 958 6 695 269 7 640 624 Verdura 885 697 886 623 618 695 Funghi 166 266 250 000 250 000 Frutta 2 274 142 2 327 500 2 502 200 Cereali 416 741 369 166 320 000 Patate 646 758 613 250 598 250 Semi oleosi 351 101 382 110 431 479 Piante ornamentali 474 697 420 000 420 000 Vino 1 332 557 1 446 620 2 500 000 Agriturismo 3 284 000 284 000 280 000 Promozione delle esportazioni 4 162 618 550 000 400 000 Provvedimenti collettivi 3 315 210 3 168 500 3 148 390 Provvedimenti sovrasettoriali (Bio, PI) 3 365 884 4 164 590 4 229 590 Pubbliche relazioni 2 778 410 2 778 410 2 785 000 Piccoli progetti e sponsorizzazione 4 000 A livello nazionale 50 601 864 55 223 365 52 535 013 A livello regionale 2 617 000 2 861 690 3 229 150 Totale 53 218 864 58 085 055 55 764 163
Uscite Promozione dello smercio
Fonte: UFAG A27 Allegato

Tabella 28

Uscite Economia lattiera

Tabella 29

Uscite Produzione animale

Denominazione Consuntivo 2009 Consuntivo 2010 Preventivo 2011 fr. fr. fr. Indennità a organizzazioni private per il bestiame da macello e la carne 6 182 500 6 182 500 6 182 500 Sostegno del mercato della carne Contributi alle azioni d’immagazzinamento di carne di vitelllo 2 777 709 1 068 627 2 777 709 1 068 627 4 317 500 Sostegno del mercato delle uova Azioni di spezzatura 688 273 500 000 Azioni di vendita a prezzo ridotto 1 021 960 1 500 000 1 710 233 2 000 000 2 000 000 Aiuti per l'esportazione di bestiame da allevamento e da reddito Animali della specie bovina 6 171 700 Animali della specie ovina 36 100 Animali della specie caprina 96 800 Animali della specie equina 545 200 6 849 800 0 0 Contributi per la valorizzazione della lana di pecora Contributi per la valorizzazione della lana di pecora 734 759 274 532 Contributi per progetti innovativi sulla lana di pecora 0 471 056 734 759 745 588 800 000 Contributi per apparecchi e/o attrezzature di mercati pubblici nella regione di montagna 1 506 19 010 150 000 Aiuto finanziario Assicurazione della qualità Carne 0 220 000 0 Totale 18 256 507 10 235 725 13 450 000 Provvedimenti contro l’ESB: eliminazione dei sottoprodotti di origine animale 47 673 215 47 700 000 48 100 000 Entrate del traffico di animali -10 496 853 -10 500 000 -9 600 000 Spese d’esercizio per il traffico di animali 9 229 701 9 200 000 11 087 000 Fonti: Conto dello Stato, UFAG
Denominazione Consuntivo 2009 Consuntivo 2010 Preventivo 2011 fr. fr. fr. Sostegno del mercato (supplementi e aiuti) Supplemento per il latte trasformato in formaggio 247 759 007 256 292 300 258 608 000 Supplemento per il foraggiamento senza insilati 31 888 900 32 707 700 33 392 000 Aiuti all’interno del Paese a favore del burro 9 466 853 0 0 Aiuti all’interno del Paese per latte scremato e latte in polvere 1 688 074 0 0 Aiuti all’esportazione a favore del formaggio 2 224 333 0 0 Aiuti all’esportazione a favore di altri latticini 972 833 0 0 294 000 000 289 000 000 292 000 000 Sostegno del mercato (amministrazione) Commissioni di ricorso in materia di contingentamento lattiero 188 277 0 0 Amministrazione contingent. lattiero e valorizzazione latte 4 023 824 2 943 528 3 500 000 4 212 101 2 943 528 3 500 000 Totale 298 212 101 291 943 528 295 500 000 Provvedimenti di sgravio Aiuti all’interno del Paese a favore del burro (addebitato al fondo per l’importazione di burro) 9 000 000 0 0 Aiuti all’esportazione a favore della panna (addebitato al fondo per l’importazione di burro) 5 000 000 0 0 Misure di sgravio delle scorte di burro (addebitato al fondo per l’importazione di burro) 4 500 000 0 0 Totale sostegno del mercato 316 712 101 291 943 528 295 500 000 Fonti: Conto dello Stato, UFAG A28 Allegato

Tabella 30

Uscite Allevamento di animali

A29 Allegato
Specie animale e provvedimenti Consuntivo 2000 1 Consuntivo 2005 1 Consuntivo 2010 2 Organizzazioni di Razze allevamento 2010 riconosciute 2010 fr. fr. fr. Numero Numero Bovini 28 052 522 26 754 400 24 304 246 6 37 Tenuta del libro genealogico 5 036 242 4 929 712 5 597 390 Apprezzamento della conformazione 1 511 756 1 343 919 1 308 192 Esami funzionali del latte 17 219 327 16 659 701 17 127 744 Esami funzionali della carne 143 176 171 516 270 920 Provvedimenti cantonali 4 142 021 3 649 552 0 Equini 2 916 988 2 468 695 1 701 860 11 45 Puledri identificati e registrati 1 792 373 1 646 580 1 393 800 Esami funzionali 203 785 279 236 280 360 Esami dello stallone in una stazione 21 187 55 300 10 500 Esami dello stallone nell’azienda 0 0 17 200 Provvedimenti cantonali 899 643 487 579 0 Suini 2 794 903 3 530 742 3 399 027 3 10 Tenuta del libro genealogico 1 154 581 1 221 066 1 272 285 Esami nell’azienda 0 300 000 189 737 Esami in una stazione 1 460 322 1 344 676 1 437 005 Infrastruttura 0 485 000 500 000 Provvedimenti cantonali 180 000 180 000 0 Ovini 2 329 587 2 325 848 2 016 025 6 16 Tenuta del libro genealogico 2 090 390 2 070 475 2 016 025 Provvedimenti cantonali 239 197 255 373 0 Capre e pecore lattifere 1 609 029 1 807 852 1 796 358 4 14 Tenuta del libro genealogico 980 960 1 094 188 1 347 360 Esami funzionali del latte 408 069 483 664 406 278 Esami della capacità di sviluppo dei caprini 0 0 42 720 Provvedimenti cantonali 220 000 230 000 0 Camelidi del nuovo mondo 0 0 33 588 1 4 Tenuta del libro genealogico 0 0 33 588 Api mellifere 0 0 62 245 1 3 Tenuta del libro genealogico 0 0 2 520 Determinazione della purezza delle regine 0 0 1 575 Esami funzionali nell’apiario sperimentale 0 0 22 050 Stazione di fecondazione A 0 0 28 000 Stazione di fecondazione B 0 0 8 100 Conservazione delle razze svizzere 204 683 1 728 488 1 127 592 Conservazione della razza delle Franches Montagnes 0 1 006 840 931 200 1 1 Progetti 204 683 721 648 196 392 Progetti di ricerca sulle risorse zoogenetiche 0 0 0 Totale 37 907 712 38 616 025 34 440 941 1 Contributi federali e cantonali 2 Nuova perequazione finanziaria: contributi federali Fonti: Conto dello Stato, Organizzazioni di allevamento

Tabella 31

Uscite Produzione vegetale

A30 Allegato
Denominazione Consuntivo 2009 Consuntivo 2010 Preventivo 2011 fr. fr. fr. Contributi nella campicoltura 69 602 964 65 894 870 72 440 000 Contributi di superficie per semi oleosi 25 818 073 26 168 244 28 200 000 Contributi di superficie per leguminose a granelli 3 968 643 3 812 951 4 100 000 Contributi di superficie per piante da fibra 219 936 225 505 230 000 Contributi di superficie per barbabietole da zucchero 37 630 573 33 638 486 37 810 000 Contributi di superficie per sementi (dal 2009) 1 965 739 2 049 684 2 100 000 Contributi di trasformazione e di valorizzazione 28 070 335 2 911 482 3 326 000 Trasformazione di barbabietole da zucchero 0 0 0 Trasformazione di semi oleosi 2 153 500 0 0 Trasformazione di patate 4 060 867 0 0 Produzione di sementi 2 481 000 0 0 Valorizzazione della frutta 19 367 343 2 894 184 3 276 000 Impianti pilota e di dimostrazione 7 625 17 298 50 000 Promozione della vitivinicoltura 1 348 370 1 270 793 1 576 000 Controllo della vendemmia 837 821 842 823 856 000 Contributi di riconversione in vitivinicoltura 510 549 427 970 720 000 Totale 99 021 669 70 077 145 77 342 000 Fonti: Conto dello Stato, UFAG

Uscite Pagamenti diretti

Tabella 32

Evoluzione dei pagamenti diretti

non è possibile fare un paragone diretto con i dati del Conto dello Stato. I valori relativi ai pagamenti diretti si riferiscono all'intero anno di contribuzione, mentre il conto dello Stato riporta le spese sostenute durante un anno civile. Le riduzioni indicano le deduzioni in ragione delle limitazioni e delle sanzioni giuridiche e amministrative. Fonte: UFAG

A31 Allegato
2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Tipo di contributo 1 000 fr. 1 000 fr. 1 000 fr. 1 000 fr. 1 000 fr. 1 000 fr. 1 000 fr. 1 000 fr. Pagamenti diretti generali 1 999 091 1 993 915 1 999 606 2 007 181 2 070 357 1 986 617 2 190 245 2 201 118 Contributi di superficie 1 317 956 1 317 773 1 319 595 1 319 103 1 275 681 1 200 649 1 225 518 1 221 166 Contributi per la detenzione di animali da reddito che consumano foraggio grezzo 287 692 286 120 291 967 301 213 412 813 406 223 509 591 510 283 Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione 287 289 284 023 282 220 281 258 277 786 276 528 352 540 354 306 Contributi di declività generali 95 630 95 308 94 768 94 227 92 671 91 721 91 015 104 044 Contributi di declività per vigneti in zone in forte pendenza e terrazzate 10 524 10 691 11 056 11 380 11 407 11 496 11 581 11 318 Pagamenti diretti ecologici 476 724 494 695 506 895 518 211 523 533 539 022 566 108 597 955 Contributi ecologici 381 319 207 458 213 582 216 999 217 737 224 472 234 928 249 710 Contributi per la compensazione ecologica 124 927 125 665 126 023 126 976 126 928 122 870 123 014 128 715 Contributi giusta l’ordinanza sulla qualità ecologica (OQE) 14 638 23 007 27 442 30 256 32 107 43 093 54 902 61 978 Contributi per la produzione estensiva di cereali e colza 31 255 30 824 31 516 31 094 30 629 30 529 29 075 29 336 Contributi per l’agricoltura biologica 27 135 27 962 28 601 28 672 28 074 27 980 27 937 29 680 Contributi per la detenzione di animali da reddito particolarmente rispettosa delle loro esigenze 183 363 - - - -Contributi etologici 190 651 195 767 203 247 207 796 216 590 222 950 225 632 Contributi per sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali - 46 517 47 089 49 749 51 602 56 025 59 890 61 729 Contributi per l’uscita regolare all’aperto - 144 134 148 678 153 498 156 194 160 565 163 060 163 903 Contributi d’estivazione 91 381 91 066 91 610 91 696 92 110 91 711 98 008 101 275 Contributi per la protezione delle acque e per i programmi sulle risorse 4 024 5 521 5 936 6 270 5 890 6 249 10 223 21 339 Riduzioni 17 138 18 120 20 378 25 820 18 851 20 667 14 668 9 839 Totale pagamenti diretti 2 458 677 2 470 490 2 486 122 2 499 572 2 575 039 2 504 972 2 741 686 2 789 234 Avvertenza:

Tabella 33a

Pagamenti diretti generali – 2010

Contributi di superficie

Contributi per animali da reddito che consumano foraggio grezzo

Aziende Superficie Totale contributi Aziende UBGFG Totale contributi Numero ha fr. Numero Numero fr. Cantone ZH 3 307 69 844 89 884 900 2 577 56 177 29 411 883 BE 11 353 186 425 223 175 424 10 675 186 762 99 021 766 LU 4 711 76 314 87 611 900 4 439 89 780 46 729 796 UR 596 6 629 6 889 822 592 7 308 4 379 680 SZ 1 556 23 830 24 922 963 1 536 27 647 15 369 322 OW 633 7 655 7 976 314 628 11 095 5 803 118 NW 464 6 006 6 255 000 463 7 953 4 151 942 GL 378 6 796 7 096 370 375 7 740 4 226 207 ZG 517 10 216 11 381 540 501 11 802 6 060 529 FR 2 860 74 426 90 921 482 2 576 79 505 39 525 874 SO 1 312 31 258 38 602 896 1 182 26 392 14 136 696 BL 885 21 335 25 402 854 771 17 699 9 441 838 SH 540 14 225 19 956 814 335 6 646 3 739 173 AR 690 11 764 12 219 828 685 13 923 7 266 068 AI 491 7 042 7 321 962 483 8 063 4 120 487 SG 3 937 70 303 75 952 258 3 803 89 439 46 067 974 GR 2 406 53 170 55 812 598 2 344 48 709 29 538 853 AG 2 859 58 293 76 856 321 2 330 47 740 25 602 204 TG 2 421 48 407 61 652 861 1 986 49 334 24 002 487 TI 814 13 031 14 332 072 651 10 357 6 030 371 VD 3 588 105 857 142 776 688 2 449 66 174 35 423 908 VS 3 153 35 340 40 795 527 1 990 26 630 15 584 923 NE 832 31 194 33 865 376 745 25 954 13 419 866 GE 279 10 450 14 474 918 100 2 025 1 244 318 JU 1 006 39 323 45 027 727 964 35 993 19 983 976 Svizzera 51 588 1 019 134 1 221 166 415 45 180 960 846 510 283 259 Zona 1 Pianura 22 004 477 011 634 851 655 16 802 397 356 203 488 408 Collina 7 321 140 508 165 006 191 6 858 149 392 77 391 515 ZM I 6 690 116 772 126 404 101 6 463 137 241 71 383 666 ZM II 8 196 153 229 158 924 354 7 742 156 322 85 558 207 ZM III 4 801 82 829 85 915 545 4 753 79 368 47 482 658 ZM IV 2 576 48 785 50 064 569 2 562 41 167 24 978 805
della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG A32 Allegato
1 Classificazione

Tabella 33b

Pagamenti diretti generali – 2010

Detenzione di animali in Contributi di declività generali Contributi di declività per vigneti condizioni difficili di produzione in zone in forte pendenza e terrazzate

A33 Allegato
Totale
Totale Aziende UBGFG contributi Aziende Superficie contributi Aziende Superficie contributi Numero Numero fr. Numero ha fr. Numero ha fr. Cantone ZH 765 17 768 5 434 781 740 4 884 2 291 008 190 183 346 650 BE 8 093 142 198 81 491 191 7 513 46 315 22 403 534 65 103 406 106 LU 3 119 59 864 24 684 900 3 048 20 120 9 593 567 20 22 38 705 UR 592 7 307 6 597 197 551 4 744 2 694 108 3 2 3 060 SZ 1 410 25 088 14 686 529 1 377 10 058 4 982 629 11 11 21 480 OW 606 10 529 6 334 673 584 4 479 2 440 238 2 2 5 010 NW 441 7 451 4 140 684 433 3 250 1 710 265 0 0 0 GL 346 6 897 4 893 110 342 3 058 1 525 605 1 2 7 650 ZG 347 7 333 3 491 550 345 2 923 1 403 148 3 1 1 815 FR 1 627 53 341 20 512 399 1 355 6 940 3 101 575 17 15 26 004 SO 584 14 458 5 849 591 550 4 674 2 013 262 0 0 0 BL 655 15 150 4 627 425 637 5 340 2 352 322 43 38 66 135 SH 119 2 655 488 802 145 948 396 289 117 94 155 590 AR 684 13 914 8 551 430 687 5 902 2 665 573 5 7 22 995 AI 483 8 063 5 627 968 478 2 925 1 332 846 0 0 0 SG 2 767 61 817 27 375 701 2 682 22 999 11 184 480 67 100 306 915 GR 2 312 48 073 47 209 396 2 259 29 394 15 137 856 27 20 43 935 AG 1 128 23 280 4 990 775 1 115 7 324 3 167 633 140 182 311 465 TG 173 4 548 1 280 428 148 1 159 594 488 72 97 148 710 TI 587 9 221 7 669 270 511 3 161 1 630 626 168 165 344 555 VD 1 185 37 442 15 758 460 896 5 444 2 440 261 448 731 2 482 150 VS 1 939 25 507 22 893 221 1 826 11 496 6 050 627 1 172 1 799 6 333 420 NE 695 24 659 15 415 967 544 3 335 1 394 820 58 76 155 705 GE 1 67 1 132 0 0 0 40 54 83 190 JU 727 26 563 14 299 634 548 3 552 1 537 247 3 4 6 585 Svizzera 31 385 653 194 354 306 214 29 314 214 422 104 044 007 2 672 3 707 11 317 830 Zona 1 Pianura 3 054 90 626 8 726 612 2 160 6 221 2 861 703 1 693 2 458 7 410 110 Collina 6 844 149 010 43 557 730 6 416 35 277 15 606 248 207 274 699 894 ZM I 6 449 136 993 65 581 188 6 176 43 878 20 451 474 177 223 652 043 ZM II 7 736 156 234 112 000 625 7 318 58 116 28 172 677 454 699 2 360 754 ZM III 4 745 79 267 76 223 558 4 699 44 196 22 768 316 100 40 148 555 ZM IV 2 557 41 065 48 216 501 2 545 26 734 14 183 589 41 12 46 474 1 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG
Totale

Tabella 34a

Contributi ecologici – 2010

Compensazione ecologica1 Agricoltura biologica Produzione estensiva di cereali e colza Totale Totale Totale Aziende Superficie contributi Aziende Superficie contributi Aziende Superficie contributi Numero ha fr. Numero ha fr. Numero ha fr. Cantone ZH 3 300 9 514 13 621 467 312 6 612 2 413 152 1 423 6 319 2 520 238 BE 11 103 18 563 18 873 574 1 149 18 049 4 684 495 4 003 12 846 5 138 658 LU 4 712 8 866 10 259 080 277 4 555 1 276 165 1 046 2 802 1 120 696 UR 592 1 320 673 680 57 850 171 386 0 SZ 1 538 3 404 2 994 543 153 2 539 515 397 13 16 6 240 OW 633 1 076 882 400 169 2 220 446 243 0 NW 462 932 727 282 66 901 184 257 0 GL 369 844 522 934 77 1 448 290 401 1 2 604 ZG 519 1 707 1 909 462 70 1 330 303 548 53 126 50 396 FR 2 781 6 439 7 145 076 113 2 506 933 556 1 027 5 440 2 176 187 SO 1 310 4 277 5 441 479 115 3 120 863 876 634 3 427 1 365 348 BL 885 3 405 4 422 184 120 2 710 798 377 561 2 874 1 133 507 SH 529 1 771 2 682 513 19 508 256 305 325 2 569 1 009 914 AR 642 839 673 078 111 2 182 438 119 1 1 297 AI 434 530 386 111 21 301 60 324 0 SG 3 906 7 989 8 664 375 410 7 373 1 672 645 228 595 235 444 GR 2 385 15 392 6 697 544 1 311 30 514 6 346 087 209 646 258 324 AG 2 861 7 900 11 256 727 212 4 054 1 693 292 1 508 7 162 2 863 985 TG 2 397 5 218 7 452 638 231 4 238 1 794 165 766 3 149 1 258 703 TI 777 1 655 1 292 545 114 1 909 449 995 59 254 101 464 VD 3 394 9 575 12 432 808 131 3 029 1 242 525 1 718 16 149 6 454 527 VS 1 758 4 154 2 391 231 265 4 868 1 401 629 89 287 114 708 NE 608 1 754 1 581 372 41 1 242 330 314 285 2 258 903 364 GE 276 1 122 1 927 371 12 346 235 078 205 3 521 1 343 831 JU 965 3 287 3 803 694 85 3 039 879 108 449 3 211 1 279 990 Svizzera 49 136 121 535 128 715 165 5 641 110 445 29 680 439 14 603 73 654 29 336 425 Zona 2 Pianura 21 214 51 628 75 444 401 1 169 23 109 10 570 450 9 046 53 349 21 227 427 Collina 7 239 17 543 21 206 039 576 10 643 3 230 072 3 431 13 635 5 441 164 ZM I 6 447 11 397 10 417 251 697 11 645 2 668 908 1 588 5 345 2 137 854 ZM II 7 314 14 727 10 424 853 1 096 19 834 4 075 980 426 1 188 475 260 ZM III 4 462 13 108 6 105 073 1 201 24 230 4 952 236 85 112 44 696 ZM IV 2 460 13 133 5 117 548 902 20 984 4 182 793 27 25 10 024 1 Alberi da frutto ad alto fusto convertiti in are 2 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG A34 Allegato

Tabella 34b

Contributi etologici – 2010

Detenzione di animali da reddito particolarmente rispettosa delle loro esigenze

A35 Allegato
Aziende UBG Totale contributi Numero Numero fr. Cantone ZH 2 032 51 901 12 402 306 BE 9 040 197 185 43 492 536 LU 3 873 115 488 28 359 990 UR 429 5 641 1 144 191 SZ 1 120 22 212 4 804 002 OW 475 9 622 2 209 092 NW 284 5 968 1 385 413 GL 305 6 487 1 358 302 ZG 398 11 765 2 699 258 FR 2 394 86 604 20 182 192 SO 1 043 26 922 6 186 421 BL 617 16 130 4 046 498 SH 265 8 548 2 048 084 AR 601 14 242 3 028 645 AI 413 10 382 2 382 770 SG 2 971 82 761 19 118 580 GR 2 224 46 990 10 554 073 AG 1 741 47 003 11 715 549 TG 1 713 56 490 13 409 422 TI 582 9 335 2 082 247 VD 2 113 65 108 15 192 572 VS 1 270 17 926 3 643 968 NE 651 23 930 5 387 480 GE 82 1 746 404 757 JU 899 36 021 8 393 225 Svizzera 37 535 976 405 225 631 573 Zona 1 Pianura 14 119 439 055 105 350 563 Collina 5 752 155 826 37 011 891 ZM I 5 305 132 687 30 087 383 ZM II 6 356 145 059 31 428 126 ZM III 3 869 68 481 14 346 079 ZM IV 2 134 35 297 7 407 531 1 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG

Contributi per la compensazione ecologica – 2010

Prati sfruttati in modo estensivo

Prati sfruttati in modo poco intensivo

Aziende Superficie Totale contributi Aziende Superficie Totale contributi Numero ha fr. Numero ha fr. Cantone ZH 3 075 5 657 8 009 406 533 412 123 591 BE 8 392 9 166 9 545 818 4 700 4 124 1 240 656 LU 4 246 4 685 5 047 022 1 200 895 268 512 UR 415 675 327 750 405 478 143 526 SZ 1 165 1 206 873 649 343 238 71 427 OW 576 689 438 772 145 76 22 815 NW 391 552 348 344 147 104 31 149 GL 342 618 364 075 116 103 31 011 ZG 423 515 588 968 160 111 33 429 FR 1 920 3 138 4 142 400 1 437 2 023 607 431 SO 1 194 2 705 3 420 875 325 427 128 087 BL 775 1 535 1 832 718 330 391 117 222 SH 507 1 257 1 757 019 68 83 24 888 AR 389 244 176 127 322 204 61 119 AI 293 188 132 625 118 81 24 402 SG 3 059 3 079 3 375 065 1 314 843 252 987 GR 2 087 8 025 3 898 130 2 021 6 831 2 048 685 AG 2 632 4 899 6 663 592 608 448 134 343 TG 1 961 2 292 3 377 535 655 431 129 243 TI 545 811 680 241 338 543 162 921 VD 2 947 6 023 8 155 692 885 1 585 475 500 VS 813 1 167 778 658 1 249 2 393 717 811 NE 465 993 1 065 768 249 583 175 002 GE 270 834 1 249 520 8 9 2 769 JU 723 1 659 2 013 199 420 749 224 568 Svizzera 39 605 62 612 68 262 965 18 096 24 166 7 253 094 Zona 1 Pianura 18 990 30 902 45 257 707 4 582 3 961 1 188 673 Collina 5 772 8 187 9 607 426 2 756 2 639 792 632 ZM I 4 578 4 601 3 416 385 2 692 2 329 699 708 ZM II 5 095 5 963 4 041 487 3 303 4 001 1 201 169 ZM III 3 252 6 707 3 110 556 2 771 4 836 1 451 311 ZM IV 1 918 6 252 2 829 404 1 992 6 399 1 919 601 1 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG A36 Allegato

Tabella 35b

Contributi per la compensazione ecologica – 2010

Terreni da strame

Siepi, boschetti campestri e rivieraschi

A37 Allegato
Aziende Superficie Totale contributi Aziende Superficie Totale contributi Numero ha fr. Numero ha fr. Cantone ZH 1 133 1 435 1 956 754 1 059 215 534 641 BE 744 567 371 364 2 234 441 1 020 628 LU 554 391 345 241 1 285 255 611 690 UR 76 67 52 472 3 0 877 SZ 867 1 263 997 631 96 9 20 061 OW 155 88 83 133 75 5 11 025 NW 120 98 78 910 22 2 4 895 GL 79 68 45 501 6 1 1 498 ZG 322 548 438 159 306 53 120 497 FR 116 62 61 861 816 263 642 704 SO 4 2 2 146 365 101 243 124 BL 0 0 0 283 98 237 936 SH 9 7 10 650 270 75 186 750 AR 268 198 140 722 77 11 22 455 AI 220 210 146 902 59 10 21 462 SG 1 709 1 791 1 522 837 604 91 213 312 GR 230 122 58 047 479 76 157 206 AG 164 162 240 347 1 250 345 853 885 TG 173 99 140 699 417 81 202 116 TI 61 65 71 016 35 11 25 618 VD 139 118 94 980 1 062 398 974 143 VS 33 17 9 641 81 17 37 478 NE 8 5 3 507 104 44 100 566 GE 3 2 2 460 117 34 86 075 JU 50 28 25 381 410 200 462 282 Svizzera 7 237 7 413 6 900 360 11 515 2 834 6 792 924 Zona 1 Pianura 1 944 2 079 3 024 600 6 260 1 578 3 937 937 Collina 855 696 840 196 2 176 586 1 457 041 ZM I 1 090 853 676 029 1 323 318 675 126 ZM II 2 103 2 622 1 808 771 1 159 264 554 555 ZM III 898 820 394 919 462 74 143 550 ZM IV 347 343 155 845 135 13 24 715 1 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG

Contributi per la compensazione ecologica – 2010

Tabella 35c
Maggesi fioriti Maggesi da rotazione Aziende Superficie Totale contributi Aziende Superficie Totale contributi Numero ha fr. Numero ha fr. Cantone ZH 279 184 515 099 62 77 177 468 BE 228 204 571 882 34 34 77 384 LU 30 16 44 072 9 6 14 582 UR 0 0 0 0 0 0 SZ 0 0 0 0 0 0 OW 0 0 0 0 0 0 NW 0 0 0 0 0 0 GL 0 0 0 0 0 0 ZG 8 5 12 628 2 1 2 300 FR 193 182 509 705 15 22 49 795 SO 41 50 140 285 15 21 48 001 BL 97 91 253 736 34 49 112 930 SH 158 134 374 164 9 7 14 950 AR 0 0 0 0 0 0 AI 0 0 0 0 0 0 SG 25 18 49 616 0 0 0 GR 19 13 37 016 5 11 24 794 AG 367 163 457 380 77 86 197 800 TG 93 88 245 448 18 18 41 262 TI 4 4 12 544 5 11 25 093 VD 273 373 1 044 260 59 92 212 727 VS 3 4 10 388 1 4 8 602 NE 25 30 83 748 7 4 8 901 GE 64 137 383 236 28 55 127 121 JU 55 70 197 176 4 11 24 610 Svizzera 1 962 1 764 4 942 383 384 508 1 168 320 Zona 1 Pianura 1 651 1 540 4 315 392 319 423 973 483 Collina 299 219 612 609 64 83 191 617 ZM I 8 4 10 052 0 0 0 ZM II 4 2 4 330 1 1 3 220 ZM III 0 0 0 0 0 0 ZM IV 0 0 0 0 0 0 1 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG A38 Allegato

Tabella 35d

Contributi per la compensazione ecologica – 2010

Fasce di colture estensive Striscia su superficie coltiva Alberi da frutto ad alto in campicoltura fusto nei campi

A39 Allegato
Totale Totale Totale Aziende Superficie contributi Aziende Alberi contributi Aziende Alberi contributi Numero ha fr. Numero Numero fr. Numero Numero fr. Cantone ZH 9 4 5 720 26 6 13 409 2 313 152 401 2 285 379 BE 13 4 5 144 36 8 17 965 7 653 401 585 6 022 732 LU 3 2 1 963 6 1 3 105 3 884 261 527 3 922 893 UR 0 0 213 9 937 149 055 SZ 0 0 954 68 785 1 031 775 OW 0 0 413 21 777 326 655 NW 0 0 331 17 599 263 985 GL 0 0 132 5 390 80 850 ZG 1 1 1 755 6 1 2 691 459 47 269 709 035 FR 8 2 2 839 28 9 19 616 1 693 73 915 1 108 725 SO 1 3 3 822 5 1 1 789 1 056 96 890 1 453 350 BL 0 17 8 18 952 832 123 246 1 848 690 SH 1 0 130 1 1 1 242 346 20 848 312 720 AR 0 0 321 18 177 272 655 AI 0 0 75 4 048 60 720 SG 4 2 2 795 3 1 1 748 2 673 216 401 3 246 015 GR 8 1 1 196 0 539 31 498 472 470 AG 3 0 234 91 17 39 836 2 345 177 954 2 669 310 TG 4 1 1 183 9 2 4 554 1 938 220 735 3 310 598 TI 0 1 0 1 012 247 20 940 314 100 VD 19 16 21 112 9 2 5 589 1 791 96 587 1 448 805 VS 2 2 3 094 1 0 690 747 54 994 824 869 NE 0 0 162 9 592 143 880 GE 1 0 65 3 0 690 104 5 029 75 435 JU 5 1 780 10 2 3 818 620 56 792 851 880 Svizzera 82 40 51 832 252 59 136 706 31 841 2 213 916 33 206 581 Zona 1 Pianura 56 30 39 648 193 47 108 908 15 225 1 106 678 16 598 052 Collina 16 7 9 298 49 10 22 091 6 263 511 542 7 673 130 ZM I 4 2 2 171 9 2 5 270 5 209 328 834 4 932 510 ZM II 0 0 0 1 0 437 3 676 187 395 2 810 884 ZM III 5 0 637 0 0 0 1 212 66 940 1 004 100 ZM IV 1 0 78 0 0 0 256 12 527 187 905 1 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG

Tabella 36

Contributi per la qualità biologica e l'interconnessione – 2010

A40 Allegato
Soltanto qualità biologica 1 Soltanto interconnessione 1 Contributi federali Aziende Superficie Aziende Superficie Aziende Totale contributi Numero ha Numero ha Numero fr. Cantone ZH 1 465 2 667 1 616 4 156 2 045 5 198 995 BE 4 839 5 797 8 497 16 296 8 794 14 478 848 LU 2 606 2 876 1 442 3 413 2 906 5 687 602 UR 309 627 283 762 401 691 299 SZ 1 222 2 683 1 061 3 026 1 290 3 793 597 OW 403 588 264 556 422 718 182 NW 306 580 272 586 343 748 747 GL 204 402 61 216 217 344 756 ZG 420 886 404 1 377 478 1 966 696 FR 474 620 647 1 799 903 1 753 729 SO 246 415 219 474 404 841 558 BL 610 1 481 562 1 694 629 1 894 347 SH 208 406 170 508 248 773 128 AR 274 283 170 232 287 430 596 AI 236 244 255 322 297 436 534 SG 2 172 3 058 1 754 3 713 2 604 5 400 892 GR 1 637 5 033 1 342 5 171 1 674 5 167 593 AG 988 2 510 704 2 763 994 3 937 039 TG 891 889 1 656 2 230 1 843 2 558 574 TI 234 565 56 323 251 464 696 VD 1 152 2 347 370 1 387 1 333 1 893 316 VS 458 865 157 840 520 732 116 NE 329 864 126 447 379 504 914 GE 49 66 0 0 49 43 174 JU 382 1 480 244 1 543 477 1 516 780 Svizzera 22 114 38 230 22 332 53 833 29 788 61 977 708 Zone Pianura 7 255 9 516 8 244 16 414 11 164 21 434 361 Collina 3 335 5 051 3 052 6 825 4 305 9 571 935 ZM I 2 942 3 871 3 193 5 933 4 151 7 414 513 ZM II 4 099 7 973 3 951 10 136 5 131 11 548 169 ZM III 2 817 6 627 2 624 8 603 3 234 7 047 133 ZM IV 1 666 5 193 1 268 5 921 1 803 4 961 597 1 Alberi ad alto fusto convertiti in are Fonte: UFAG

Tabella 37

Contributi per la produzione estensiva di cereali e colza – 2010

A41 Allegato
Cereali panificabili Cereali da foraggio Colza Totale Aziende Superficie Aziende Superficie Aziende Superficie Totale contributi Numero ha Numero ha Numero ha fr. Cantone ZH 1 165 4 680 731 1 427 85 212 2 520 238 BE 2 361 6 939 2 889 5 669 110 238 5 138 658 LU 675 1 492 610 1 134 86 175 1 120 696 UR 0 0 0 0 0 0 0 SZ 2 3 11 13 0 0 6 240 OW 0 0 0 0 0 0 0 NW 0 0 0 0 0 0 0 GL 0 0 1 2 0 0 604 ZG 24 49 31 61 4 16 50 396 FR 717 3 385 690 1 864 56 191 2 176 187 SO 472 1 993 472 1 337 42 97 1 365 348 BL 396 1 531 440 1 269 20 74 1 133 507 SH 315 2 127 118 323 44 119 1 009 914 AR 0 0 1 1 0 0 297 AI 0 0 0 0 0 0 0 SG 69 197 181 360 18 37 235 444 GR 121 362 142 248 14 36 258 324 AG 1 282 4 756 970 2 214 94 193 2 863 985 TG 657 2 395 356 661 40 93 1 258 703 TI 29 132 34 117 1 4 101 464 VD 1 277 9 856 1 174 4 324 508 1 969 6 454 527 VS 66 237 32 48 1 1 114 708 NE 148 862 262 1 277 34 119 903 364 GE 190 2 529 167 910 20 82 1 343 831 JU 283 1 690 345 1 413 27 107 1 279 990 Svizzera 10 249 45 215 9 657 24 674 1 204 3 765 29 336 425 Zona 1 Pianura 7 355 36 565 5 150 13 785 945 2 999 21 227 427 Collina 2 174 6 862 2 629 6 199 200 574 5 441 164 ZM II 582 1 535 1 408 3 636 53 174 2 137 854 ZM II 98 203 386 966 6 19 475 260 ZM III 26 37 68 75 0 0 44 696 ZM IV 14 13 16 12 0 0 10 024 1 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG

Tabella 38

Contributi

per la detenzione di animali particolarmente rispettosa delle loro esigenze – 2010

Sistemi di stabulazione particolarmente Uscita regolare all'aperto rispettosi degli animali

Aziende UBG Totale contributi Aziende UBG Totale contributi Numero Numero fr. Numero Numero fr. Cantone ZH 1 275 34 405 3 669 985 1 952 47 953 8 732 321 BE 3 887 83 672 10 012 426 8 912 184 123 33 480 110 LU 2 729 80 160 9 738 118 3 777 101 415 18 621 872 UR 111 1 399 132 721 428 5 614 1 011 470 SZ 435 8 447 925 896 1 109 21 393 3 878 106 OW 262 5 161 547 421 469 9 160 1 661 671 NW 160 3 485 413 755 274 5 404 971 658 GL 99 1 825 188 811 305 6 482 1 169 491 ZG 254 8 038 806 682 389 10 662 1 892 576 FR 1 475 49 071 5 846 850 2 336 79 758 14 335 342 SO 617 15 789 1 686 636 1 013 24 889 4 499 785 BL 422 11 046 1 190 978 612 15 174 2 855 520 SH 202 7 469 917 462 220 6 247 1 130 622 AR 196 4 048 472 367 603 14 029 2 556 278 AI 164 4 194 616 150 411 9 410 1 766 620 SG 1 463 40 275 4 774 904 2 948 77 892 14 343 676 GR 1 064 22 678 2 144 732 2 221 46 687 8 409 341 AG 1 256 34 363 4 236 635 1 670 39 639 7 478 914 TG 1 121 39 777 4 678 066 1 623 48 271 8 731 356 TI 199 3 610 345 214 598 9 106 1 737 033 VD 1 213 39 353 4 288 930 2 044 60 577 10 903 642 VS 299 4 424 464 052 1 267 17 453 3 179 916 NE 351 12 390 1 221 022 646 23 374 4 166 458 GE 35 920 104 904 80 1 617 299 853 JU 621 24 223 2 303 812 888 34 464 6 089 413 Svizzera 19 910 540 222 61 728 529 36 795 900 790 163 903 044 Zona 1 Pianura 9 299 297 637 35 035 192 13 553 385 742 70 315 371 Collina 3 494 93 080 10 943 604 5 617 142 534 26 068 287 ZM I 2 684 63 662 7 020 753 5 271 127 379 23 066 630 ZM II 2 565 54 496 5 767 651 6 336 141 739 25 660 475 ZM III 1 201 20 621 1 965 719 3 880 68 217 12 380 360 ZM IV 667 10 727 995 610 2 138 35 179 6 411 921 1 Classificazione della superficie in base alla quota di SAU gestita dall'azienda in una zona Fonte: UFAG A42 Allegato

Tabella 39

Partecipazione al programma SSRA – 2010

A43 Allegato
Base 1 Partecipazione SSRA Categorie di animali UBG Aziende UBG Aziende UBG Aziende Numero Numero Numero Numero % % Vacche lattifere 587 870 32 769 207 757 6 982 35.3 21.3 Altre vacche 86 541 15 160 67 688 5 619 78.2 37.1 Animali di sesso femminile, di oltre 365 giorni, fino al primo parto 155 733 38 642 63 542 12 137 40.8 31.4 Animali di sesso femminile, di età compresa tra 120 e 365 giorni 54 275 38 403 24 248 12 435 44.7 32.4 Animali di sesso maschile, di oltre 730 giorni 3 948 8 864 1 974 3 608 50.0 40.7 Animali di sesso maschile, di età compresa tra 365 e 730 giorni 12 155 15 191 6 378 4 539 52.5 29.9 Animali di sesso maschile, di età compresa tra 120 e 365 giorni 31 292 29 103 16 482 7 174 52.7 24.7 Totale animali della specie bovina 931 813 40 580 388 069 16 371 41.6 40.3 Animali di sesso femminile e animali castrati di sesso maschile, di oltre 30 mesi 32 445 9 908 4 049 1 219 12.5 12.3 Stalloni, di oltre 30 mesi 1 322 1 874 108 123 8.2 6.6 Totale animali della specie equina 33 766 10 417 4 157 1 241 12.3 11.9 Animali di sesso femminile, di età superiore a un anno 9 301 5 664 3 279 889 35.3 15.7 Animali di sesso maschile, di età superiore a un anno 676 2 760 168 533 24.9 19.3 Totale animali della specie caprina 9 977 6 436 3 447 980 34.6 15.2 Verri da allevamento, di oltre 6 mesi 736 2 183 164 482 22.3 22.1 Scrofe da allevamento non in lattazione, di oltre 6 mesi 22 616 2 616 15 117 1 289 66.8 49.3 Scrofe da allevamento in lattazione 17 354 2 822 11 035 1 405 63.6 49.8 Suinetti svezzati 17 540 2 736 11 082 1 281 63.2 46.8 Suini da rimonta, fino a 6 mesi e suini da ingrasso 101 364 7 642 64 193 3 319 63.3 43.4 Totale animali della specie suina 159 609 8 750 101 591 4 021 63.6 46.0 Conigli 846 2 829 216 94 25.5 3.3 Totale Conigli 846 2 829 216 94 25.5 3.3 Galline e galli da allevamento (produzione di uova da cova per razze ovaiole e da allevamento) 929 1 561 306 60 32.9 3.8 Galline ovaiole 21 286 11 364 18 568 1 622 87.2 14.3 Pulcini, galletti e pollastrelle (escl. i polli da ingrasso) 3 246 513 2 506 142 77.2 27.7 Polli da ingrasso 22 906 1 059 20 269 807 88.5 76.2 Tacchini 1 133 201 1 079 57 95.2 28.4 Totale pollame 49 500 12 636 42 728 2 534 86.3 20.1 Totale di tutte le categorie di animali 1 185 511 45 091 540 208 19 749 45.6 43.8 1 Aziende aventi diritto ai contributi (aziende che hanno ottenuto pagamenti diretti) Fonte: UFAG

Tabella 40

Partecipazione al programma URA – 2010

Aziende aventi diritto ai contributi (aziende che hanno ottenuto pagamenti diretti)

Base 1 Partecipazione URA Categorie di animali UBG Aziende UBG Aziende UBG Aziende Numero Numero Numero Numero % % Vacche lattifere 587 870 32 769 468 370 22 687 79.7 69.2 Altre vacche 86 541 15 160 75 213 7 187 86.9 47.4 Animali di sesso femminile, di oltre 365 giorni, fino al primo parto 155 733 38 642 118 484 25 273 76.1 65.4 Animali di sesso femminile, di età compresa tra 120 e 365 giorni 54 275 38 403 38 048 23 561 70.1 61.4 Animali di sesso femminile, fino a 120 giorni 10 771 37 816 3 882 13 184 36.0 34.9 Animali di sesso maschile, di oltre 730 giorni 3 948 8 864 2 561 4 806 64.9 54.2 Animali di sesso maschile, di età compresa tra 365 e 730 giorni 12 155 15 191 6 307 6 662 51.9 43.9 Animali di sesso maschile, di età compresa tra 120 e 365 giorni 31 292 29 103 15 967 10 482 51.0 36.0 Animali di sesso maschile, fino a 120 giorni 11 061 37 335 2 969 10 011 26.8 26.8 Totale animali della specie bovina 953 645 40 587 731 803 31 381 76.7 77.3 Animali di sesso femminile e animali castrati di sesso maschile, di oltre 30 mesi 32 445 9 908 26 907 7 453 82.9 75.2 Stalloni, di oltre 30 mesi 1 322 1 874 773 835 58.5 44.6 Animali, fino a 30 mesi 3 037 2 481 2 397 1 493 78.9 60.2 Totale animali della specie equina 36 803 10 673 30 077 7 645 81.7 71.6 Animali di sesso femminile, di età superiore a un anno 9 301 5 664 7 169 3 153 77.1 55.7 Animali di sesso maschile, di età superiore a un anno 676 2 760 375 1 405 55.4 50.9 Totale animali della specie caprina 9 977 6 436 7 544 3 374 75.6 52.4 Animali di sesso femminile, di età superiore a un anno 37 690 8 545 31 838 6 145 84.5 71.9 Animali di sesso maschile, di età superiore a un anno 1 558 6 122 1 090 4 170 70.0 68.1 Agnelli magri 228 639 178 366 78.0 57.3 Totale animali della specie ovina 39 476 8 608 33 106 6 167 83.9 71.6 Verri da allevamento, di oltre 6 mesi 736 2 183 396 1 163 53.8 53.3 Scrofe da allevamento non in lattazione, di oltre 6 mesi 22 616 2 616 15 079 1 354 66.7 51.8 Scrofe da allevamento in lattazione 17 354 2 822 1 046 267 6.0 9.5 Suinetti svezzati 17 540 2 736 783 204 4.5 7.5 Suini da rimonta, fino a 6 mesi e suini da ingrasso 101 364 7 642 61 833 3 328 61.0 43.5 Totale animali della specie suina 159 609 8 750 79 135 3 943 49.6 45.1 Conigli 846 2 829 14 147 1.6 5.2 Totale Conigli 846 2 829 14 147 1.6 5.2 Galline e galli da allevamento
razze ovaiole e da allevamento) 563 572 240 25 42.7 4.4 Galline ovaiole 21 286 11 364 15 021 2 678 70.6 23.6 Pulcini, galletti e pollastrelle (escl. i polli da ingrasso) 3 246 513 658 99 20.3 19.3 Polli da ingrasso 22 906 1 059 2 216 187 9.7 17.7 Tacchini 1 133 201 1 072 79 94.6 39.3 Totale pollame 49 133 12 636 19 207 2 942 39.1 23.3 Totale di tutte le categorie di animali 1 249 489 46 597 900 885 36 610 72.1 78.6 1
Fonte: UFAG A44 Allegato
(produzione di uova da cova per

Tabella 41a

Contributi d'estivazione – 2010

Cantone Pecore Vacche munte, pecore Altri animali che consumano Aziende e contributi (escl. pecore lattifere) lattifere e capre lattifere 1 foraggio grezzo Totale

A45 Allegato
Aziende Carico avente Aziende UBG aventi Aziende Carico avente Aziende Contributi diritto ai diritto ai diritto ai contributi contributi contributi Numero Carico normale Numero UBG Numero Carico normale Numero fr. ZH 0 0 0 0 7 330 7 108 917 BE 182 2 344 387 11 243 1 557 48 940 1 662 20 882 737 LU 36 298 2 28 231 6 149 236 2 113 089 UR 65 1 521 111 2 096 252 5 015 329 2 708 117 SZ 48 678 165 1 787 416 9 779 441 4 256 600 OW 21 190 47 549 237 8 453 254 3 013 541 NW 17 188 4 29 128 4 159 134 1 445 608 GL 13 460 2 26 110 6 686 118 2 359 715 ZG 0 0 1 3 9 208 9 69 534 FR 42 530 28 652 585 22 975 607 7 997 655 SO 1 3 1 7 62 2 458 62 816 076 BL 1 20 0 0 9 348 10 119 930 SH 0 0 0 0 1 100 1 32 878 AR 0 0 22 318 110 2 374 111 895 830 AI 8 90 76 1 129 141 1 863 147 1 093 236 SG 32 1 062 75 3 828 415 17 135 428 7 218 129 GR 176 7 910 225 11 207 839 36 314 957 18 119 305 AG 2 15 0 0 6 343 8 116 921 TG 0 0 0 0 6 329 6 108 548 TI 87 2 277 59 3 500 195 4 643 247 3 304 358 VD 32 748 8 175 622 32 808 639 11 056 445 VS 154 5 884 109 5 357 440 16 382 522 8 288 392 NE 1 117 1 46 145 4 348 147 1 490 606 GE 0 0 0 0 1 6 1 1 841 JU 2 103 0 0 104 10 983 104 3 656 697 Totale 920 24 440 1 323 41 978 6 628 243 126 7 187 101 274 705 1 Animali munti con una durata d'estivazione di 56–100 giorni Fonte: UFAG

Statistica sull'estivazione – 2010: aziende e carichi normali per Cantone

Cantone Vacche Vacche madri Altri Equini Ovini Caprini Altri lattifere e nutrici bovini e altre vacche Aziende Carico Aziende Carico Aziende Carico Aziende Carico Aziende Carico Aziende Carico Aziende Carico Numero CN Numero CN Numero CN Numero CN Numero CN Numero CN Numero CN ZH 0 0 3 13 7 270 0 0 0 0 0 0 0 0 BE 1 074 26 029 360 3 117 1 519 26 191 226 920 192 2 903 446 815 8 54 LU 85 1 122 95 844 230 3 711 17 25 37 290 36 48 4 20 UR 206 3 618 57 583 180 2 241 11 10 68 1 639 64 295 0 0 SZ 306 3 559 85 845 402 6 732 43 127 57 687 109 260 2 1 OW 204 4 731 21 273 232 3 297 19 23 23 196 29 39 21 108 NW 80 1 687 32 321 124 1 911 15 18 17 256 19 62 21 106 GL 99 3 632 25 398 109 2 539 21 25 13 410 35 39 48 91 ZG 2 39 1 0 9 161 0 0 0 0 0 0 0 0 FR 251 6 887 167 1 460 569 13 470 71 231 49 688 94 243 3 1 SO 9 109 27 512 60 1 594 9 95 4 18 4 6 0 0 BL 0 0 4 72 9 259 0 0 1 18 1 1 0 0 SH 0 0 0 0 1 95 0 0 0 0 0 0 0 0 AR 80 1 308 8 58 106 1 113 7 12 0 0 38 41 16 48 AI 118 1 511 3 12 134 1 267 5 4 8 80 45 84 20 41 SG 263 7 100 138 1 665 401 9 980 33 88 37 1 632 120 232 2 3 GR 365 12 880 597 11 629 739 19 084 233 826 195 7 435 138 1 075 7 8 AG 0 0 3 57 6 267 1 1 2 15 0 0 0 0 TG 0 0 5 131 6 200 0 0 0 0 0 0 0 0 TI 96 3 573 76 679 128 1 081 49 160 90 2 135 105 1 940 33 45 VD 321 12 481 236 3 960 600 14 675 90 249 36 929 50 102 7 6 VS 247 10 551 223 3 687 363 6 067 59 180 162 5 711 73 631 1 0 NE 23 585 47 522 137 2 995 15 94 1 97 1 1 GE 0 0 0 0 0 0 1 6 0 0 0 0 0 0 JU 25 3 201 50 1 501 100 4 616 38 1 283 3 113 4 13 1 1 Totale 3 854 104 602 2 263 32 343 6 171 123 816 963 4 376 995 25 252 1 411 5 928 194 532 Un carico normale (CN) = 1 UBG * durata dell'estivazione / 100 Fonte: UFAG A46 Allegato

Tabella 42a

Pagamenti diretti a livello aziendale 1: per zone e classi di dimensioni – 2010 2

1 I risultati si basano sui dati della centrale analisi di ART

2 Esclusi i tipi d’azienda colture speciali e trasformazione

3 Contributi d’estivazione, contributi di coltivazione, altri contributi

Tabella 42b

Pagamenti diretti a livello aziendale 1: per zone e classi di dimensioni – 2010

diretti in virtù della ordinanza sui pagamenti diretti (OPD)

1 I risultati si basano sui dati della centrale analisi di ART

2 Esclusi i tipi d’azienda colture speciali e trasformazione

3 Contributi d’estivazione, contributi di coltivazione, altri contributi

A47 Allegato
Zona di pianura ZC Caratteristica Unità 10 – 20 20 – 30 30 – 50 10 – 20 20 – 30 30 – 50 ha SAU ha SAU ha SAU ha SAU ha SAU ha SAU Aziende di riferimento Numero 469 441 231 229 157 74 Aziende rappresentate Numero 7 268 4 961 3 322 2 908 1 490 940 Superficie agricola utile ha 15.52 24.28 37.17 15.02 23.96 36.28 Pagamenti diretti in virtù della ordinanza sui pagamenti diretti (OPD) Pagamenti diretti generali, totale fr. 28 697 45 037 66 497 33 842 51 162 77 992 Contributi di superficie fr. 20 155 32 049 49 657 17 328 28 676 43 651 Contributi per animali che consumano foraggio grezzo fr. 7 873 12 123 15 732 9 440 13 102 20 421 Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione fr. 405 596 791 5 080 6 714 10 145 Contributi di declività fr. 265 269 316 1 995 2 671 3 776 Contributi ecologici ed etologici, totale fr. 7 837 11 411 17 001 7 488 11 239 17 373 Compensazione ecologica fr. 2 483 3 333 5 519 2 239 3 380 5 014 Produzione estensiva fr. 696 1 009 1 802 528 886 1 531 Agricoltura biologica fr. 442 404 1 035 304 488 479 Contributi etologici fr. 4 217 6 665 8 646 4 417 6 485 10 350 Totale pagamenti diretti giusta l’OPD fr. 36 534 56 448 83 498 41 330 62 401 95 365 Prestazione lorda fr. 214 218 321 095 414 113 185 543 274 523 400 625 Quota di PD giusta l’OPD rispetto alla prestazione lorda % 17.1 17.6 20.2 22.3 22.7 23.8 Altri pagamenti diretti 3 fr. 4 317 5 980 10 675 3 358 5 258 6 742 Totale pagamenti diretti fr. 40 851 62 428 94 173 44 689 67 659 102 108 Quota totale di PD rispetto alla prestazione lorda % 19.1 19.4 22.7 24.1 24.6 25.5
Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART
2 ZM I ZM II Caratteristica Unità 10 – 20 20 – 30 30 – 50 10 – 20 20 – 30 30 – 50 ha SAU ha SAU ha SAU ha SAU ha SAU ha SAU Aziende di riferimento Numero 214 131 64 170 168 71 Aziende rappresentate Numero 2 635 1 272 668 2 402 1 759 896 Superficie agricola utile ha 15.20 24.80 37.82 15.06 24.32 38.01 Pagamenti
Pagamenti diretti generali, totale fr. 39 027 60 188 88 083 41 671 63 009 89 077 Contributi di superficie fr. 16 326 26 802 42 248 15 787 25 799 38 781 Contributi per animali che consumano foraggio grezzo fr. 9 873 15 054 20 711 9 254 13 719 19 352 Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione fr. 9 271 13 891 20 390 12 623 18 395 26 151 Contributi di declività fr. 3 558 4 440 4 734 4 007 5 096 4 793 Contributi ecologici ed etologici, totale fr. 6 104 11 983 15 027 5 700 9 222 12 776 Compensazione ecologica fr. 1 505 3 094 2 931 1 408 2 007 1 924 Produzione estensiva fr. 144 419 1 143 17 71 119 Agricoltura biologica fr. 478 1 541 1 205 789 1 282 1 569 Contributi etologici fr. 3 977 6 929 9 748 3 486 5 862 9 165 Totale pagamenti diretti giusta l’OPD fr. 45 131 72 171 103 110 47 370 72 232 101 853 Prestazione lorda fr. 175 073 252 655 342 436 154 945 221 818 292 720 Quota di PD giusta l’OPD rispetto alla prestazione lorda % 25.8 28.6 30.1 30.6 32.6 34.8 Altri pagamenti diretti 3 fr. 3 511 5 609 8 478 5 581 7 161 7 473 Totale pagamenti diretti fr. 48 642 77 780 111 588 52 952 79 393 109 326 Quota totale di PD rispetto alla prestazione lorda % 27.8 30.8 32.6 34.2 35.8 37.3
Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Tabella 42c

Pagamenti diretti a livello aziendale 1: per zone e classi di dimensioni – 2010 2

1 I risultati si basano sui dati della centrale analisi di ART

2 Esclusi i tipi d’azienda colture speciali e trasformazione

3 A causa dell’esiguità del campione non vengno forniti risultati

4 Contributi d’estivazione, contributi di coltivazione, altri contributi Fonte:

ZM III ZM IV Caratteristica Unità 10 – 20 20 – 30 30 – 50 10 – 20 20 – 30 30 – 50 3 ha SAU ha SAU ha SAU ha SAU ha SAU ha SAU Aziende di riferimento Numero 111 70 44 59 39 13 Aziende rappresentate Numero 1 665 820 636 1 111 500 Superficie agricola utile ha 14.84 24.79 37.16 14.97 24.58 Pagamenti diretti in virtù della ordinanza sui pagamenti diretti (OPD) Pagamenti diretti generali, totale fr. 45 742 71 003 93 719 49 496 74 272 Contributi di superficie fr. 15 286 25 882 37 975 15 862 25 504 Contributi per animali che consumano foraggio grezzo fr. 9 613 14 563 17 370 9 807 14 515 Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione fr. 15 308 23 202 29 349 17 596 25 672 Contributi di declività fr. 5 534 7 355 9 024 6 232 8 580 Contributi ecologici ed etologici, totale fr. 4 894 8 292 11 798 5 026 7 897 Compensazione ecologica fr. 1 437 1 804 2 665 1 745 1 995 Produzione estensiva fr. 2 19 19 0 0 Agricoltura biologica fr. 694 1 822 2 903 1 032 1 879 Contributi etologici fr. 2 762 4 647 6 210 2 249 4 023 Totale pagamenti diretti giusta l’OPD fr. 50 636 79 295 105 516 54 522 82 169 Prestazione lorda fr. 131 596 202 593 239 651 119 832 189 716 Quota di PD giusta l’OPD rispetto alla prestazione lorda % 38.5 39.1 44.0 45.5 43.3 Altri pagamenti diretti 4 fr. 6 128 7 793 10 065 6 295 8 604 Totale pagamenti diretti fr. 56 764 87 088 115 581 60 817 90 773 Quota totale di PD rispetto alla prestazione lorda % 43.1 43.0 48.2 50.8 47.8
A48 Allegato
Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

Tabella 43

Pagamenti diretti a livello aziendale 1: per regioni – 2010

Caratteristica Unità Tutte le Regione Regione Regione aziende di pianura collinare di montagna Aziende di riferimento Numero 3 202 1 358 998 846 Aziende rappresentate Numero 47 166 21 543 12 972 12 651 Superficie agricola utile ha 21.06 22.17 19.71 20.55 Pagamenti diretti in virtù della ordinanza sui pagamenti diretti (OPD) Pagamenti diretti generali, totale fr. 45 346 39 541 45 237 55 342 Contributi di superficie fr. 25 125 29 113 22 333 21 195 Contributi per animali che consumano foraggio grezzo fr. 10 583 9 476 11 535 11 490 Contributi per la detenzione di animali in condizioni difficili di produzione fr. 7 206 521 8 333 17 434 Contributi di declività fr. 2 433 431 3 037 5 222 Contributi ecologici ed etologici, totale fr. 9 014 10 018 9 338 6 972 Compensazione ecologica fr. 2 591 3 200 2 486 1 660 Produzione estensiva fr. 627 1 006 572 38 Agricoltura biologica fr. 691 540 537 1 105 Contributi etologici fr. 5 105 5 272 5 742 4 169 Totale pagamenti diretti giusta l’OPD fr. 54 360 49 559 54 575 62 314 Prestazione lorda fr. 250 181 304 343 234 042 174 501 Quota di PD giusta l’OPD rispetto alla prestazione lorda % 21.7 16.3 23.3 35.7 Pagamenti diretti per ettaro fr./ha 2 581 2 236 2 769 3 032 Altri pagamenti diretti 2 fr. 5 515 5 819 4 311 6 230 Totale pagamenti diretti fr. 59 874 55 378 58 886 68 544 Quota totale di PD rispetto alla prestazione lorda % 23.9 18.2 25.2 39.3
I risultati
Fonte: Agroscope Reckenholz-Tänikon ART A49 Allegato
1
si basano sui dati della Centrale analisi di ART 2 Contributi d'estivazione, contributi di coltivazione, altri contributi

Tabella 44a

Controlli PER – 2010

Cantone Aziende aventi diritto ai PD (cifre Rapporto agricolo 2006) Aziende controllate in % di tutte le aziende aventi diritto ai PD Aziende controllate

Notifica tardiva

Detenzione degli animali da reddito rispettosa delle loro esigenze

Contestazioni

Registrazioni Bilancio di concimazione equilibrato Quota adeguata di superfici di compensazione ecologica Fasce tampone e di superficie inerbita

Avvicendamento disciplinato delle colture

Protezione adeguata del suolo Selezione e utilizzazione mirate dei prodotti per il trattamento delle piante Altro Totale contestazioni

aziende notificate che aziende aventi diritto ai PD

Fonte: AGIS/SIPA e rapporti cantonali concernenti i controlli e le sanzioni – 2010

Numero % Numero Numero Numero ZH 3 330 54.14 1 803 0 0 76 6 3 18 0 0 0 189 292 BE 11 376 20.97 2 386 11 211 74 113 60 79 6 12 113 7 686 LU 4 718 33.91 1 600 0 46 357 75 11 14 4 2 16 12 537 UR 597 69.35 414 0 27 23 0 3 3 0 0 0 5 61 SZ 1 558 42.68 665 0 53 29 30 0 6 1 1 0 0 120 OW 635 63.31 402 0 37 2 3 3 2 0 0 0 0 47 NW 466 54.29 253 0 87 69 0 3 6 0 2 0 39 206 GL 378 26.72 101 0 8 2 2 1 8 0 0 0 0 21 ZG 521 44.34 231 0 9 5 3 1 0 0 0 1 0 19 FR 2 868 28.14 807 1 80 7 7 8 2 2 4 1 8 120 SO 1 320 100.38 1 325 4 51 8 0 1 7 1 0 0 0 72 BL 890 65.62 584 0 22 21 2 0 2 2 0 3 18 70 SH 541 51.57 279 0 6 4 0 0 3 2 3 7 7 32 AR 692 27.02 187 0 16 12 4 0 6 0 0 0 10 48 AI 497 36.22 180 0 19 12 2 0 0 0 0 0 0 33 SG 3 958 32.11 1 271 0 90 289 4 18 3 0 0 0 19 423 GR 2 413 95.98 2 316 0 68 59 1 80 24 0 0 7 0 239 AG 2 877 39.90 1 148 13 77 83 1 15 29 6 43 6 3 276 TG 2 443 51.53 1 259 0 46 126 38 27 49 7 7 29 29 358 TI 821 37.64 309 0 30 40 0 0 1 0 0 0 25 96 VD 3 600 34.92 1 257 21 95 29 29 2 33 2 13 15 1 240 VS 3 159 51.95 1 641 174 40 83 4 4 1 1 0 1 99 407 NE 835 36.77 307 10 0 5 0 2 3 1 1 0 31 53 GE 280 67.86 190 8 0 2 2 2 0 6 1 7 2 30 JU 1 008 32.94 332 0 0 29 7 7 7 2 1 3 0 56 CH 51 781 41.03 21 247 242 1 118 1 446 333 251 306 43 90 209 504 4 542 Se il numero di aziende controllate è superiore al numero di aziende aventi diritto ai PD significa che nel Cantone in questione vi sono più
A50 Allegato

Tabella 44b

Controlli PER – 2010

Se il numero di aziende controllate è superiore al numero di aziende aventi diritto ai PD significa che nel Cantone in questione vi sono più aziende notificate che aziende aventi diritto ai PD

Fonte: AGIS/SIPA e rapporti cantonali concernenti i controlli e le sanzioni – 2010

% % Numero % % fr. fr. ZH 8.77 16.20 65 1.95 3.61 1 398.95 90 932 BE 6.03 28.75 686 6.03 28.75 578.39 396 774 LU 11.38 33.56 91 1.93 5.69 1 887.67 171 778 UR 10.22 14.73 48 8.04 11.59 725.69 34 833 SZ 7.70 18.05 68 4.36 10.23 1 613.76 109 736 OW 7.40 11.69 47 7.40 11.69 843.15 39 628 NW 44.21 81.42 36 7.73 14.23 663.41 23 883 GL 5.56 20.79 8 2.12 7.92 2 416.50 19 332 ZG 3.65 8.23 14 2.69 6.06 1 240.21 17 363 FR 4.18 14.87 105 3.66 13.01 1 557.94 163 584 SO 5.45 5.43 71 5.38 5.36 2 134.82 151 572 BL 7.87 11.99 19 2.13 3.25 527.05 10 014 SH 5.91 11.47 16 2.96 5.73 900.38 14 406 AR 6.94 25.67 26 3.76 13.90 2 540.88 66 063 AI 6.64 18.33 13 2.62 7.22 3 897.15 50 663 SG 10.69 33.28 422 10.66 33.20 518.54 218 822 GR 9.90 10.32 86 3.56 3.71 3 459.19 297 490 AG 9.59 24.04 143 4.97 12.46 1 436.28 205 388 TG 14.65 28.44 120 4.91 9.53 1 321.37 158 564 TI 11.69 31.07 6 0.73 1.94 689.83 4 139 VD 6.67 19.09 183 5.08 14.56 1 457.45 266 714 VS 12.88 24.80 50 1.58 3.05 1 152.62 57 631 NE 6.35 17.26 18 2.16 5.86 2 160.39 38 887 GE 10.71 15.79 11 3.93 5.79 1 564.00 17 204 JU 5.56 16.87 13 1.29 3.92 2 337.85 30 392 CH 8.77 21.38 2 365 4.57 11.13 1 122.96 2 655 792
Cantone Contestazioni per 100 aziende aventi diritto ai PD Contestazioni per 100 aziende controllate Aziende con riduzioni Aziende con riduzioni per 100 aziende aventi diritto ai PD Aziende con riduzioni per 100 aziende controllate Riduzione in fr. per azienda con riduzioni Totale riduzioni A51 Allegato

Uscite Miglioramento delle basi

Tabella 45

Contributi versati ai Cantoni – 2010

Tabella 46

Contributi a progetti approvati, secondo i provvedimenti e le regioni – 2010

Cantone Bonifiche fondiarie Edifici rurali Totale contributi fr. fr. fr. ZH 1 520 197 247 800 1 767 997 BE 8 098 135 4 469 225 12 567 360 LU 5 304 937 886 500 6 191 437 UR 553 000 364 300 917 300 SZ 1 923 990 992 200 2 916 190 OW 236 589 707 928 944 517 NW 493 741 409 115 902 856 GL 285 904 264 710 550 614 ZG 235 000 235 000 FR 4 674 865 3 391 000 8 065 865 SO 2 029 173 765 370 2 794 543 BL 393 247 504 100 897 347 SH 430 822 93 100 523 922 AR 494 230 547 050 1 041 280 AI 278 370 237 000 515 370 SG 3 624 578 1 855 700 5 480 278 GR 15 861 174 3 818 200 19 679 374 AG 1 060 659 427 000 1 487 659 TG 259 508 124 500 384 008 TI 826 185 515 000 1 341 185 VD 5 143 703 868 700 6 012 403 VS 3 698 600 531 100 4 229 700 NE 699 392 1 013 782 1 713 174 GE 34 234 34 234 JU 3 097 732 610 680 3 708 412 Diversi 97 975 97 975 Totale 61 120 940 23 879 060 85 000 000 Fonte: UFAG
Provvedimenti Contributi Costi complessivi Regione Regione Regione Totale Totale di pianura collinare di montagna 1 000 fr. Bonifiche fondiarie Ricomposizioni particellari (infrastrutture incluse) 1 199 3 616 11 757 16 572 39 893 Costruzione di strade agricole 1 587 4 560 13 366 19 513 74 763 Altri impianti di trasporto 732 732 3 917 Provvedimenti in relazione al bilancio idrico del suolo 1 377 621 3 224 5 222 18 400 Acquedotti 44 2 096 10 388 12 528 51 934 Approvvigionamento elettrico 23 6 572 601 2 373 Ripristino e consolidamento 1 487 1 661 2 149 6 550 Acquisto dei dati di base 168 363 531 1 529 Ripristino periodico 1 124 258 1 958 3 340 19 072 Progetti di sviluppo regionale 250 5 865 6 115 24 338 Totale intermedio 5 771 11 644 49 886 67 301 242 769 Edifici rurali Edifici rurali per animali che consumano foraggio grezzo 6 757 11 098 17 855 149 673 Edifici alpestri 66 1 413 1 480 12 033 Piccole aziende artigianali 293 348 642 5 869 Edifici e installazioni comuni per lo stoccaggio e la commercializzazione di prodotti agricoli 1 778 798 2 575 17 874 Totale intermedio 8 894 13 657 22 551 185 449 Totale 5 771 20 538 63 543 89 852 428 218 1 Danni provocati dal maltempo inclusi Fonte: UFAG A52 Allegato

Tabella 47

Crediti d'investimento accordati dai Cantoni – 2010

Cantone Bonifiche fondiarie Edifici rurali Totale Provvedimenti collettivi P. collettivi P. individuali Crediti di costruzione Crediti d'investimento Crediti d'investimento Crediti d'investimento Numero 1 000 fr. Numero 1 000 fr. Numero 1 000 fr. Numero 1 000 fr. Numero 1 000 fr. ZH 5 197 103 19 462 108 19 659 BE 1 130 7 2 297 15 1 657 354 47 281 377 51 365 LU 12 4 690 7 682 1 540 185 25 105 205 31 017 UR 1 240 14 1 515 15 1 755 SZ 11 3 300 1 45 3 438 55 7 766 70 11 549 OW 2 860 1 85 1 1 500 27 3 337 31 5 782 NW 1 899 1 83 1 50 15 2 264 18 3 296 GL 1 500 14 1 857 15 2 357 ZG 13 1 561 13 1 561 FR 6 1 003 23 6 053 101 17 625 130 24 681 SO 3 412 1 74 1 37 46 8 737 51 9 260 BL 3 208 45 6 043 48 6 251 SH 2 94 30 4 197 32 4 291 AR 31 3 696 31 3 696 AI 1 176 19 2 010 20 2 186 SG 1 100 8 2 700 177 23 948 186 26 748 GR 18 14 130 12 2 949 115 15 525 145 32 604 AG 5 4 380 104 13 964 109 18 344 TG 2 63 78 13 979 80 14 042 TI 3 1 800 1 40 4 338 13 1 650 21 3 827 VD 2 830 64 9 099 141 21 402 207 31 331 VS 4 1 226 2 2 100 29 4 017 35 7 343 NE 5 510 22 3 359 27 3 869 GE 4 171 4 569 8 740 JU 3 100 62 9 400 65 9 500 Totale 53 26 961 33 6 641 164 33 183 1 797 260 267 2 047 327 053 Fonte: UFAG A53 Allegato

Tabella 48

Crediti d'investimento secondo le categorie di provvedimenti – 2010 (crediti di costruzione esclusi)

Cantone Aiuto Acquisto Edifici Edifici Diversi- Ortofloro- Piccole Energia Provvedi- Bonifiche Totale iniziale dell'azienda d'abita- rurali ficazione vivaismo aziende rinnova- menti fondiarie da

artigianali bile

1 Impianti comuni per la produzione d'energia rinnovabile da biomassa

2 Acquisto in comune di macchine e veicoli, aiuto iniziale per organizzazioni contadine di solidarietà, edifici e installazioni comuni per la lavorazione e lo stoccaggio di prodotti agricoli

parte
1 collettivi 2 dell'affittuario 1 000 fr. ZH 4 490 1 845 12 040 1 037 50 197 19 659 BE 12 569 14 576 19 436 700 200 1 457 2 297 51 235 LU 6 449 7 473 10 573 610 540 682 26 327 UR 530 360 414 74 137 1 515 SZ 2 150 1 700 3 515 401 438 45 8 249 OW 1 360 560 1 360 57 1 500 85 4 922 NW 590 792 807 75 50 83 2 397 GL 700 680 376 101 1 857 ZG 610 500 451 1 561 FR 3 630 2 821 10 516 658 6 053 1 003 24 681 SO 1 920 960 4 450 1 034 373 37 74 8 848 BL 1 350 1 869 2 668 156 208 6 251 SH 1 090 937 2 170 94 4 291 AR 1 060 1 760 876 3 696 AI 370 970 670 176 2 186 SG 8 410 640 5 269 9 409 220 2 700 100 26 748 GR 4 660 2 841 5 609 2 415 2 949 18 474 AG 2 670 600 3 027 6 957 710 140 4 240 18 344 TG 3 320 1 781 8 618 260 63 14 042 TI 230 452 449 519 338 40 2 027 VD 5 100 2 654 13 548 100 9 099 830 31 331 VS 1 700 900 1 204 213 2 100 1 226 7 343 NE 780 455 771 1 233 120 510 3 869 GE 460 109 171 740 JU 2 280 1 713 5 183 224 100 9 500 Totale 68 478 1 695 57 320 122 531 9 684 50 510 1 840 31 343 6 641 300 091
zione
Fonte: UFAG A54 Allegato

Tabella 49

Mutui accordati dai Cantoni nel quadro dell'aiuto alla conduzione aziendale – 2010 (quote federali e cantonali)

Cantone Numero Importo Per singolo caso Durata ammortamento fr. fr. anni ZH 3 893 000 297 667 16.0 BE 25 4 761 800 190 472 13.7 LU 18 3 009 500 167 194 13.9 UR 1 320 000 320 000 16.0 SZ 2 351 000 175 500 14.0 OW NW 1 90 000 90 000 12.0 GL 1 160 000 160 000 19.0 ZG 1 348 500 348 500 10.0 FR 5 611 000 122 200 9.6 SO 11 1 963 000 178 455 13.4 BL 9 711 000 79 000 10.6 SH 2 209 500 104 750 11.0 AR 5 620 000 124 000 13.0 AI 3 522 000 174 000 9.3 SG 16 2 527 000 157 938 15.1 GR 6 740 000 123 333 15.3 AG 8 1 881 000 235 125 14.4 TG 6 590 000 98 333 9.3 TI VD 20 5 635 250 281 763 15.2 VS 7 1 435 000 205 000 15.0 NE 3 550 000 183 333 12.7 GE JU 19 2 908 000 153 053 12.9 Totale 172 30 836 550 Media 179 282 13.5 Fonte: UFAG A55 Allegato

Ricapitolazione dei contributi

Ricapitolazione dei crediti d’investimento e dei mutui per l’aiuto alla conduzione aziendale

1 Accordati dal Cantone

2 Acquisto in comune di macchine e veicoli, aiuto iniziale per organizzazioni contadine di solidarietà, edifici e installazioni comuni per la lavorazione e lo stoccaggio di prodotti agricoli Fonte: UFAG

A56 Allegato
Tabella 50a
Provvedimenti Progetti approvati in 1 000 fr. 2008 2009 2010 Contributi 93 408 86 204 89 852 Ricomposizioni particellari (infrastrutture incluse) 25 104 10 426 16 572 Costruzione di strade agricole 19 423 23 930 19 513 Acquedotti 7 321 10 110 12 528 Progetti di sviluppo regionale 1 554 1 571 6 115 Altri provvedimenti del genio civile (danni provocati dal maltempo inclusi) 14 620 15 877 12 574 Edifici rurali per animali che consumano foraggio grezzo 24 781 22 866 19 334 Altri provvedimenti nel settore delle costruzioni rurali 606 1 403 3 217 Fonte: UFAG
Tabella 50b
Provvedimenti Crediti accordati in 1 000 fr. 2008 2009 2010 Crediti d'investimento 1 343 063 303 631 300 091 Aiuto iniziale 76 054 76 613 68 478 Acquisto dell'azienda da parte dell'affittuario 3 706 3 019 1 695 Edifici d'abitazione 53 908 56 989 57 320 Edifici rurali 147 263 130 829 122 531 Diversificazione 21 695 10 338 9 684 Ortoflorovivaismo esercitato a titolo professionale 528 50 Piccole aziende artigianali 479 1 221 510 Impianti comuni per la produzione d'energia rinnov. da biomassa 2 923 1 678 1 840 Provvedimenti collettivi 2 33 496 17 256 31 343 Bonifiche fondiarie, crediti di costruzione esclusi 3 010 5 689 6 641 Mutui per la conduzione aziendale 1 23 270 18 806 30 837

Tabella 51

Aiuti per la riqualificazione – 2010

Cantone Contributi prospettati Contributi versati 1 Numero fr. Numero fr. ZH BE 1 48 910 LU UR SZ OW NW 1 123 600 GL ZG FR SO BL SH AR AI SG GR AG TG TI VD VS NE GE JU 1 113 100 Totale 2 236 700 1 48 910 1 Degli importi prospettati l’anno precedente Fonte: UFAG A57 Allegato

Uscite Agricoltura e alimentazione

Tabella 52

Uscite della Confederazione per agricoltura e alimentazione, in 1 000 fr.

Avvertenza: con l'introduzione, nel 2007, del Nuovo modello contabile (NMC) la Confederazione presenta la propria contabilità con un nuovo sistema, ragion per cui non sono possibili confronti con gli anni scorsi.

A58 Allegato
Ambito di spesa 2006 2007 2008 2009 2010 Compiti inerenti all’agricoltura e all’alimentazione 3 644 826 3 601 158 3 550 873 3 691 923 3 665 703 Nell’ambito del limite di spesa 3 359 451 3 318 647 3 265 861 3 383 444 3 369 167 Produzione e smercio 605 644 547 874 536 221 471 318 428 052 Promozione dello smercio 31 796 54 022 54 275 55 535 55 840 Economia lattiera 442 742 365 981 349 720 298 499 291 944 Produzione animale 18 791 18 483 18 218 17 798 10 191 Produzione vegetale 112 316 109 387 114 008 99 486 70 077 Pagamenti diretti 2 553 000 2 596 058 2 545 668 2 742 228 2 769 273 Pagamenti diretti generali 1 989 000 2 071 158 1 996 790 2 167 745 2 181 967 Pagamenti diretti ecologici 564 000 524 900 548 878 574 483 587 306 Miglioramento delle basi 200 806 174 715 183 972 169 898 171 842 Miglioramenti strutturali 107 474 92 366 88 521 82 792 85 000 Crediti d’investimento 68 500 53 875 50 980 47 000 47 000 Aiuti per la conduzione aziendale 2 250 6 040 2 239 2 006 2 213 Produzione vegetale e animale 22 372 22 434 42 232 38 100 37 629 Al di fuori del limite di spesa 285 375 282 512 285 012 308 479 296 537 Amministrazione 45 180 46 378 47 767 51 672 55 219 Consulenza 18 000 17 998 11 326 11 150 12 177 Protezione delle piante 1 618 12 865 11 088 2 094 1 631 Esecuzione e controllo (Agroscope) 46 615 44 484 44 897 47 466 47 671 Istituto nazionale svizzero d’allevamento equino 7 472 7 386 7 391 7 497 7 527 Prodotti agricoli trasformati (AFD) 90 000 79 200 75 000 93 000 76 711 Assegni familiari nell’agricoltura (UFAS) 76 100 74 200 87 600 95 600 95 600 Altre 390 Uscite al di fuori dell’agricoltura 126 724 131 018 133 405 138 510 138 307 Ricerca e sviluppo nell’agricoltura 72 636 69 452 70 386 74 636 72 893 Salute degli animali 47 547 54 900 55 504 56 903 57 653 Altre 6 541 6 666 7 515 6 971 7 761
Fonte: Conto dello Stato

Atti legislativi, Terminologia e metodi

Atti legislativi

Gli atti legislativi possono essere consultati sul sito Internet seguente: – http://www.blw.admin.ch/dokumentation/00018/00498/index.html?lang=it

Terminologia e metodi

Terminologia e metodi possono essere consultati sul sito Internet seguente: – http://www.blw.admin.ch/dokumentation/00018/00498/index.html?lang=it

A59 Allegato

Abbreviazioni

Organizzazioni/Istituzioni

ACW Stazione di ricerca Agroscope Changins-Wädenswil ACW

AFD Amministrazione federale delle dogane, Berna

Agridea Sviluppo dell’agricoltura e delle aree rurali

ALP Stazione di ricerca Agroscope Liebefeld-Posieux ALP

AMI Agrarmarkt Informations-Gesellschaft mbH

ART Stazione di ricerca Agroscope Reckenholz-Tänikon ART

DFE Dipartimento federale dell’economia, Berna

DGD Direzione generale delle dogane, Berna

FAO Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, Roma

IEA Istituto di economia agraria, Zurigo

IRABL Istituto di ricerche dell’agricoltura biologica, Frick

OCSE Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, Parigi

OMC Organizzazione mondiale del commercio, Ginevra

PFZ Politecnico federale, Zurigo

PSL Produttori svizzeri di latte, Berna

seco Segretariato di Stato all’economia, Berna

TSM Fiduciaria Latte Sagl, Berna

UE Unione europea

UFAE Ufficio federale per l’approvvigionamento economico del paese, Berna

UFAG Ufficio federale dell’agricoltura, Berna

UFAM Ufficio federale dell’ambiente, Berna

UFAS Ufficio federale delle assicurazioni sociali, Berna

UFFT Ufficio federale della formazione professionale e della tecnologia, Berna

UFS Ufficio federale di statistica, Neuchâtel

UFSP Ufficio federale della sanità pubblica, Berna

UFV Ufficio federale di veterinaria, Berna

USC Unione svizzera dei contadini, Brugg

UST Ufficio federale di statistica, Neuchâtel

Unità di misura

cts. centesimo

fr. franco

ha ettaro = 10 000 m2

h ora

hl ettolitro

kcal chilocalorie

kg chilogrammo

km chilometro

l litro

m metro

m2 metro quadrato

m3 metro cubo

mia. miliardo

mio. milione

A60 Allegato

pz. pezzi

q quintale = 100 kg

t tonnellata

% per cento

Ø media

Terminologia/Denominazioni

ADC Aliquota di dazio del contingente

ADFC Aliquota di dazio fuori contingente

AGIS/SIPA Servizio d’informazione sulla politica agricola

AI Assicurazione invalidità

AVS Assicurazione vecchiaia e superstiti

ca. circa

cfr. confronta

CO2 Anidride carbonica

compr. compreso

DOP Denominazioni di origine protette

ESB Encefalopatia spongiforme dei bovini («Malattia della mucca pazza»)

IGP Indicazioni geografiche protette

IPG Indennità per la perdita di guadagno

IVA Imposta sul valore aggiunto

LAgr Legge sull’agricoltura

MBD Monitoraggio della biodiversità in Svizzera

MPR Materie prime rinnovabili

N Azoto

OGM Organismi geneticamente modificati

P Fosforo

PAC Politica agricola comune dell’UE

PER Prova che le esigenze ecologiche sono rispettate

p.es. per esempio

PI Produzione integrata

PM Peso alla macellazione

PTP Prodotti per il trattamento delle piante

PV Peso vivo

risp. rispettivamente

SAU Superficie agricola utile

SCE Superficie di compensazione ecologica

SSRA Sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali

UBG Unità di bestiame grosso

UBGFG Unità di bestiame grosso foraggio grezzo

ULA Unità di lavoro annuale

ULAF Unità di lavoro annuale della famiglia

UM Unità di manodopera

UMS Unità di manodopera standard

URA Uscita regolare all’aperto

ZM I, II, .. Zona di montagna

Rinvio all’allegato (p.es. tabelle)

A61 Allegato

Bibliografia

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Ufficio federale dell’agricoltura (UFAG), diverse edizioni. Rapporto agricolo 2000 / 2001 / 2002 / 2003 / 2004 / 2005 / 2006 / 2007 / 2008 / 2009 / 2010.

Ufficio federale dell’agricoltura (UFAG), 2011. Strategia sul clima per l’agricoltura. Protezione del clima e adattamento ai cambiamenti climatici per una filiera agroalimentare svizzera sostenibile.

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Umwelt-Wissen n. 1111.

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A63 Allegato
A64 Allegato
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