ARTEMISIA n°37 - luglio - settembre 2020

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ARTEMISIA N° 37 - Anno IX° - Luglio / Settembre - 2020

... in questo numero ... ESTATE NO STRESS ITALIA ARCAICA ITALIA TERRA DI DRAGHI I MITI SULLA CREAZIONE ALCHIMISTI PORTA ERMETICA LA PROIEZIONE ASTRALE LAVORARE CON LA LUNA FERRAGOSTO TEREZIN SABBA ed ESBAT wiccan ... e molto altro ...

* - ILApprofondimento * SENSO DI COLPA - L’ESIGENZA DI CAMBIARE -


Anno IX° N°37 Luglio Settembre 2020

IN QUESTO NUMERO... Siamo al numero che ci accompagna durante l’Estate. È un numero “leggero”, con argomenti interessanti certo, ma nessun articolo “negativo”, “complesso” o “allarmistico”, perché vogliamo che questa estate sia “leggera” dopo una primavera particolare. Questo numero si apre con una serie di suggerimenti su come vivere l’Estate senza stress, con una Dieta equilibrata (qual’è quella mediterranea), da dedicare in Sicurezza al Mare o in Montagna o nel Giardinaggio. Abbiamo la rubrica Dossier con articoli sull’Italia dei Draghi e dei luoghi “Arcaici”, sul mito della Creazione del Mondo, ma anche sull’origine di Ferragosto. Parleremo anche di Terezin, un luogo spesso dimenticato, legato però agli eventi della seconda guerra mondiale, ci sembrava giusto dedicare almeno un articolo a questo, visto che quest’anno ricorrono 80 anni dall’entrata in guerra dell’Italia nel secondo conflitto mondiale. Abbiamo un Approfondimento che Dovete Leggere, perché davvero utile, dovete leggerlo per cui non vi rivelo nulla. Sophia, la nostra rubrica filosofica/esoterica, ci parla invece di Alchimisti, della Porta Alchemica e della Proiezione in Astrale. Ovviamente abbiamo la rubrica sulla Wicca, con gli Esbat e i Sabba ma anche con un approfondimento su come Lavorare con la Luna. Che dire, un numero tutto da leggere.... Faccio notare che dal prossimo numero (ottobre/dicembre 2020), visto le visualizzazioni ottenute da Artemisia, diamo la possibilità di poter sponsorizzare le vostre attività o prodotti all’interno di Artemisia, maggiori dettagli a pag. 14. Buona Estate! Buona Lettura!

Tommaso Dorèl Direttore di Artemisia

Informiamo tutti che è possibile contribuire alla stesura di Artemisia. I lettori potranno inviare articoli scrivendo alla E-mail:

italus.info@gmail.com

Un particolare ringraziamento va al grafico impaginatore Francesco (VoxGraphic), a Sibilla e Claudia redattori della rivista, a Tommaso Dorel direttore della Rivista e a Leron presidente dell’Associazione Italus, un Grazie anche a tutti coloro che hanno contribuito a questo numero di Artemisia.


SOMMARIO • ITALUS COMUNICA............pag.3 • FORUM .........................pag.15 Estate no stress ......................pag.15 Dieta Mediterranea in estate.....pag.17 Estate e giardinaggio...............pag.19 Sicurezza in mare...................pag.21 Come comportarsi in montagna.pag.24 • DOSSIER .......................pag.28 Italia arcaica..........................pag.28 Italia terra di draghi................pag.32 La Creazione secondo le culture del mondo.............................pag.35 Ferragosto.............................pag.44 Terezin: ultima tappa..............pag.45 • Approfondimento ............pag.47 Il senso di colpa......................pag.47 L’esigenza di cambiare.............pag.49

• SOPHIA .........................pag.52 Alchimisti ..............................pag.52 Porta Ermetica........................pag.56 La proiezione astrale................pag.59 • WICCA ..........................pag.61 Lavorare con la luna................pag.61 Esbat della luna del raccolto............................pag.63 Esbat della luna del grano.........pag.64 Esbat della luna della vendemmia....................pag.65 Ppreparativi per il Raccolto o Lammas..........pag.66 Sabba del Raccolto..................pag.68 Preparativi per l’Equinozio........pag.69 Sabba dell’Equinozio d’Autunno..........pag.71 • Consigli per la Lettura .......pag.73

Artemisia è una rivista interattiva e ci tiene ad esserlo, noi non pontifichiamo ma comunichiamo, per cui ognuno di voi si senta libero di scriverci. Saremo lieti, per quanto possibile, di esaudire le vostre richieste e pubblicare i vostri lavori. Siamo cnsapevoli che alcuni articoli sono tratti da internet, ma è responsabilità dei singoli autori, da parte nostra c’è la voglia di comuncare e informare nel modo più corretto e indipendente.


ITALUS COMUNICA Siamo giunti alla conclusione di un altro anno associativo, certo un anno particolare questo 2020. Per via della pandemia in corso con le nostre attività associative ci siamo fermati a febbraio, ma siamo diventati invece molto attivi sul web, tramite le nostre pagine social, questa è forse l’eredità che il lockdown ci ha lasciato e che non vogliamo perdere. Abbiamo infatti iniziato a pubblicare periodicamente delle slides ma soprattutto abbiamo rilanciato il nostro Centro Studi Italus, con tante rubriche e video di approfondimento. Per cui, la pandemia si ci ha fermati, certo, però ci ha fatto scoprire un nuovo modo di essere attivi e vicini anche a quelle persone che non vivono a Roma. Comunque, questa momento ci ha fatto riflettere sul nostro modo di vivere, sul valore inestimabile della vita e della libertà, ricordatelo anche ora. Tutto è vita, iniziamo quindi a dar valore alla Natura e a Cambiare il nostro agire nel mondo. Per fortuna siamo però riusciti a celebrare il Solstizio d’Estate 2020, svolto il 19 giugno, e per l’occasione celebrare anche i 9 Anni della Italus. Già, 9 Anni! Il tempo scorre velocemente ma a noi sembra ieri quando la Italus è stata registrata, e quante persone abbiamo incontrato e conosciuto, quanti eventi e progetti, quante cose…. Quest’anno poi è stato un successo l’Accademia Wicca (che riapre a settembre). Abbiamo anche lanciato due progetti: il “Censimento Pagano 2020” e “Racconta la tua Regione”. Che dire, Godetevi questa Estate con tutte le precauzioni del momento, ma godetevela, rilassatevi e dedicatevi ai vostri affetti e ai vostri hobby. Una Felice Estate a tutti e grazie per il vostro affetto che anche quest’anno è stato grande. La Italus siete voi! Ci rivediamo a Settembre per un nuovo anno associativo. ITALUS Associazione Culturale Wicca www.italus.info italus.info@gmail.com

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Anche quest’anno, nonostante le restrizioni per la pandemia Covid e il tempo che non è stato dei migliori, Siamo comunque riusciti a Celebrare il Solstizio d’Estate 2020. Come ogni anno, da 10 anni, abbiamo svolto la celebrazione wicca presso il Parco della Caffarella, Roma, per accogliere il Solstizio d’Estate. E’ stato molto bello e ci siamo rallegrati per la partecipazione. Un grazie a tutti coloro che hanno preso parte al Solstizio, a Tutti una felice e serena Estate, che sia soprattutto serena. Ogni Bene. )0( Italus Ass. & Coven wiccan del Quadrifoglio

ITALUS COMUNICA

ITALUS 2020

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ITALUS COMUNICA

ITALUS CENSIMENTO PAGANO 2020 La Italus Associazione Culturale Wicca ripropone un Censimento on-line con l’intento di acquisire informazioni sul numero di pagani/neopagani presenti in Italia. Già nel 2011/2012 la Italus aveva proposto il primo “Censimento Neopagano”, a distanza di circa 10 anni lo vuole riproporre per rinnovare i dati e poter constatare se il Paganesimo è in crescita o meno. I risultati del Censimento 2011/2012 sono consultabili al seguente link: http://issuu.com/italuscentrostudi/docs/censimento_neopagano * COME FUNZIONA? Il Censimento Pagano 2020 sarà attivo dal 10 febbraio al 10 luglio 2020. Ognuno di Voi è invitato a inviarci i seguenti dati: - la tradizione pagana di adesione (che si segue o che si pratica), specificare la tradizione, esempio per la wicca segnalare se è gardneriana, sassone o altre correnti; - città e regione di residenza; - l’età e il sesso. - Specificate se vi riunite in dei Templi o luoghi specifici, per praticare la vostra spiritualità. - Se fate parte di gruppi o coven. - Specificate anche, quali sono i “canali” che voi usate maggiormente per informarvi sulla vostra tradizione/spiritualità. * Saranno considerati solo le tradizioni pagane, quindi: wicca, via romana agli dei, ellenismo, celtismo, druidismo, stregoneria ecc… * Non sono considerati la New Age, religioni monoteiste, Satanismo, Buddhismo, Induismo ecc… essendo questi non inerenti al paganesimo. * I dati personali (nome di account o indirizzi e-mail) non saranno divulgati a terzi, verranno infatti distrutti a fine Censimento. Non ci interessa chi siete, ci interessa cosa praticate. *Potete partecipare tramite e-mail italus.info@gmail.com , messenger, l’evento Facebook o il link del censimento su web, trovate comunque tutte le informazioni sul nostro sito www.italus.info

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Il progetto nasce dalla consapevolezza di vivere in una nazione particolarmente ricca di tradizioni, di usi e costumi “popolari”, questa iniziativa intende raccogliere il maggior numero di informazioni a riguardo per poi pubblicarle in un’opera editoriale. Vogliamo tutelare una memoria labile, crediamo che perderla sarebbe un grande errore! Non ci pensiamo, ma i racconti o le fiabe che ci raccontavano i nostri nonni, le tradizioni folkloristiche e le varie “usanze popolari”, sono delle memorie di una generazione e di una cultura “diversa” da quella odierna. Una memoria che rischia, per vari fattori, di essere persa. Perderla sarebbe come non averla mai avuta, tutelarla e ricordarla invece potrebbe essere una risorsa culturale (che servirebbe anche per incrementare il turismo). Questo progetto ha come intento quello di raccogliere informazioni sulle tradizioni, gli usi e i costumi delle varie regioni italiane.

ITALUS COMUNICA

ITALUS in collaborazione con Calendario Pagano & Sarah degli Spiriti RACCONTA LA TUA REGIONE

*IL PROGETTO INTENDE RACCOGLIERE: - tradizioni folkloristiche, - usi e costumi, - feste di paese, rievocazioni storiche (o di eventi), ecc... - fiabe, filastrocche, poesie. Il tutto sarà poi raccolto in una pubblicazione editoriale, edita dalla Italus Edizioni. * INVIATEi vostri resoconti, anche brevi descrizioni, tramite la mail: italus.info@gmail.com * Il progetto sarà attivo per un anno, si concluderà ad aprile 2021. Collaborate e condividete, è un progetto che serve anche a “rilanciare” l’Italia e il turismo, in un momento di crisi come questo che stiamo vivendo. Maggiori Info sugli organizzatori del progetto: www.italus.info – Italus Associazione www.monica-casalini.blogspot.com – Calendario Pagano www.sarahdeglispiriti.com - Sarah degli Spiriti

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ITALUS COMUNICA

ITALUS E I SUOI PROGETTI ITALUS ASSOCIAZIONE CULTURALE WICCA Italus è un’Associazione Culturale Wicca, senza scopo di lucro, apolitica, fondata sul volontariato, che opera nel campo delle spiritualità Wicca, della Cultura, del Benessere, dell’Ambiente e della Solidarietà e che, tramite attività rivolte ai soci e alla collettività, intende favorire la crescita culturale, etica e spirituale degli individui. Maggiori Info: Sito Ufficiale: https://www.italus.info Facebook: https://www.facebook.com/italus.associazione/?ref=hl Twitter: https://twitter.com/ITALUS_forum

CENTRO STUDI DELL’ASSOCIAZIONE ITALUS (C.S.I.) Il Centro Studi dell’Associazione Italus riunisce tutte le persone interessate, professionisti e semplici appassionati, che hanno un serio interesse per: • lo studio dei diversi aspetti delle culture del mondo; • la tutela dell’ambiente e del patrimonio culturale italiano (paesaggio e beni culturali); • lo studio, la pratica e la tutela della spiritualità comune wicca e in generale neopagana; • lo studio delle scienze naturali come supporto alla medicina occidentale; • uno sviluppo sociale, economico e tecnologico in armonia con la natura; • l’organizzazione di progetti d’interesse sociale. Maggiori Info: http://www.italus.info/centro-studi2.html

ARTEMISIA Rivista Artemisia è una rivista d’informazione, legata alla vita dell’Associazione Italus, ma con un occhio attento sul mondo che ci circonda, sulla cultura e sulla spiritualità Neopagana. Artemisia è una pubblicazione trimestrale on-line, gratuita, dunque non cartacea. Come organo di espressione dell’Associazione Italus, si propone come novità tra le pubblicazioni tipiche delle associazioni culturali. Maggiori info: http://www.artemisia1.blogspot.it

ITALUS EDIZIONI Italus Edizioni è un servizio editoriale (non è una vera e propria casa editrice) qualificato proposto dall’Associazione Italus a chi voglia avere la possibilità di veder stampati i propri libri in modo economico. Pubblichiamo libri, realizzati in vari formati, spaziando in ambiti disparati: saggistica e varia (storia, arte, fotografia, religione, filosofia, ecc.), narrativa, poesia, ecc. In formato cartaceo o anche digitale (e-book)! Maggiori info: http://www.italusedizioni.blogspot.it/

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Maggiori info: http://spiritualbenessere.blogspot.it/

PAGAN SERVICES (Servizi Pagani) Pagan Services è una serie di servizi offerti dall’Associazione Italus per la comunità Neopagana Italiana. Pagan Services offre a chi lo desidera, Cerimonie di Handfasting, Rituali di Benvenuto, Handparting e Cerimonia di Commemorazione. Maggiori info: http://paganservices.blogspot.it/

ITALUS COMUNICA

SPIRITUAL WELL-BEING (benessere spirituale) Spiritual Well-Being è un progetto che propone incontri, corsi e pratiche tutte concentrate al benessere spirituale/energetico. Come Associazione siamo certi e convinti che l’uomo può vivere serenamente, che il segreto sta in noi e dobbiamo solo scoprirlo, siamo convinti che si può vivere felicemente, senza sofferenze. Cercheremo di dimostrarvelo, invitandovi a partecipare ai nostri incontri e di provare in prima persona.

ACCADEMIA WICCA ITALIANA (a.w.i.) Una vera e propria Scuola on-line, un percorso dalla durata di 3 Anni. Il nome Accademia infatti è stato adottato non per caso. Essendo la Wicca una spiritualità influenzata da varie correnti filosofiche ed esoteriche, è inevitabile quindi uno studio anche delle filosofie (quelle più influenti nella wicca) e della storia (sia della wicca ma anche della decadenza del paganesimo antico oltre che della stregoneria). Ecco quindi che come un’accademia “classica” si darà modo di studiare materie che arricchiscono culturalmente il “neofita” (affronteremo anche nozioni di alchimia per esempio). Come tutte le scuole, anche l’A.W.I. ha un programma teorico e pratico e prevede una serie di valutazioni, con promozioni o bocciature se non anche le espulsioni. Maggiori Info: http://accademiawiccaitaliana.blogspot.com/ ARTEMIDEA ArtemIdea è un e-commerce della Italus Associazione. Per poter garantire buoni servizi gratuiti o a prezzi molto economici abbiamo ritenuto opportuno creare un e-commerce per auto-finanziarci e far fronte alle varie spese associative.…. ARTEM IDEA può considerarsi un bazar, dove al suo interno si può trovare un po’ di tutto; - Bijoux, - Idee Regalo, - Arte Visiva, - Oggettistica, - Accessori, - Artigianato di vario tipo, con una sezione riservata alla - WICCA. Maggiori info: http://artemideashop.blogspot.it/ MEMORIE STORICHE Memorie Storiche ha come intento la promozione culturale e stimolare la conoscenza, la valorizzazione e la salvaguardia del patrimonio culturale italiano. Concepiamo il viaggio (la visita) come occasione di arricchimento e di crescita personale, suscitando la curiosità delle persone per i nostri beni culturali in generale (musei, aree archeologiche, ecc.). È una iniziativa del Centro Studi dell’Associazione Italus. Al progetto collabora anche l’Associazione Artès. Maggiori Info: http://www.memoriestoriche1.blogspot.it

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PERCORSI ITALIANI Percorsi Italiani è un progetto ideato dal Centro Studi Italus, nasce dalla consapevolezza di vivere in una nazione particolarmente ricca di bellezze paesaggistiche, montane e marine, di tesori artistici e architettonici, di cultura e di storia. Grazie a chi collabora in questo progetto potremo creare video e guide totalmente gratuite! Maggiori Info: http://www.percorsitaliani.blogspot.it

SOPHIA Sophia è un progetto del Centro Studi della Italus Associazione. “Sophia” parla di Filosofia ma non la tratterà nel “modo classico”, ma in un “modo alternativo”. Il passato ci serve come spunto, ma è nel presente che vogliamo proiettarci! “Sophia” non vuole insegnare la filosofia, non vuole raccontare la biografia degli autori, ma vuole formulare nuove idee, nuovi pensieri, con persone comuni e pensanti, il tutto prendendo spunto dal pensiero passato proiettandolo però in un’ottica moderna. Maggiori Info su: http://www.progettosophia.blogspot.it

I RACCONTI DEI NONNI I Racconti dei Nonni è un progetto della Italus Associazione. Il progetto intende raccogliere: fiabe, filastrocche, poesie, o anche storie di vita, che i nostri Nonni ci raccontavano quando eravamo piccoli. Vogliamo tutelare una memoria ormai labile, crediamo che perderla sarebbe un grande errore. Maggiori Info: http://italusassociazione.blogspot.it/p/i-racconti-dei-nonni.html

CLIO Clio è un progetto ideato dal Centro Studi Italus, l’intento è quello di commemorare i più importanti personaggi che hanno contribuito alla nascita del Neopaganesimo e, più in generale, influenzato l’Esoterismo moderno. Maggiori Info: http://www.clioprogetto.blogspot.it

GIORNATA DELLA MEMORIA PAGANA La Giornata della Memoria Pagana è un progetto dell’ Associazione Italus, che vuole ricordare tutte le vittime innocenti, uccisi o torturati, solo perché fedeli ad antichi culti pre-cristiani o a ideali diversi da quelli dominanti nei secoli scorsi. Esso si ispira al più conosciuto evento del Giorno Pagano Europeo della Memoria. Maggiori Info: http://www.memoriapagana1.blogspot.it

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L’Evento si svolgerà ogni anno nella città di Roma, nel fine settimana successivo al Solstizio d’Estate. Maggiori Info: http://www.solstizioestate.blogspot.it

L’ITALIA NEL CERCHIO L’Italia nel Cerchio è un progetto ideato dal Centro Studi Italus, nasce con l’intento di promuovere la conoscenza di alcuni fra i più significativi siti archeologici d’epoca pre-romana presenti nella penisola. Si tratta d’insediamenti umani, di solito posti in altura, contornati da basse mura di pietre a secco dal tracciato più o meno circolare o ellissoidale, ancora non sufficientemente studiati, pur essendo da sempre conosciuti dalle popolazioni locali.

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SOLSTIZIO D’ESTATE Solstizio d’Estate, con questo progetto l’Associazione, con la collaborazione della Coven Wica Italica del Quadrifoglio, vuole condividere con chi lo vuole, i festeggiamenti del Solstizio d’Estate.

Maggiori Info: http://www.italianelcerchio.blogspot.it

SAKROS Sakros è un progetto ideato dall’Associazione Italus, ambizioso ma non impossibile, l’idea è quello di creare una costruzione, un luogo, un sito, in cui ogni neopagano potrà riunirsi e celebrare le proprie divinità, i propri riti, la propria spiritualità. Maggiori Info: http://www.progettosakros.blogspot.it

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ITALUS COMUNICA

ITALUS ASSOCIAZIONE CULTURALE WICCA Programma 2020 / 2021 Le date e maggiori informazioni saranno pubblicate all’interno del Sito Internet dell’Associazione e nelle Pagine Facebook e Twitter

www.italus.info

Per maggiori informazioni a riguardo scriveteci alla E-mail: italus.info@gmail.com oppure Telefonate al: 350 0457148 *** *** ***

Nell’Anno Associativo 2020/2021 saranno previsti sicuramente i seguenti workshop: Numerologia - Astrologia - La Wicca - Meditazioni; poi ci sarà l’Italus Weekend 2021 a maggio 2021, ovviamente i riti wiccan pubblici (solstizi ed euquinozi), visite guidate e altro ancora che è in via di preparazione... *** *** ***

Settembre 2020 * Eaquinozio d’Autunno * In Programmazione Maggiori info li troverete su www.italus.info *** *** ***

* A Settembre riaprono le Iscrizioni per l’Accademia Wicca Italiana, maggiori info al seguente link: www.accademiawiccaitaliana.blogspot.com * Per saperne di più, sui Trattamenti e sui Corsi che la Italus offre, potete farlo tramite il seguente link: www.spiritualbenessere.blogspot.it

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ITALUS COMUNICA SITO INTERNET (ufficiale): http://www.italus.info

E-MAIL (ufficiale): italus.info@gmail.com

FACEBOOK: https://www.facebook.com/italus.associazione/?ref=hl

TWITTER:: https://twitter.com/ITALUS_forum

Artemisia è consultabile gratuitamente su: * Issuu * piattaforma di pubblicazione digitale www.isuu.com/artemisia1

* ReadOm * App Mobile, per iOS e Android www.readazione.it

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CONTATTI

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ARTEMISIA

Anno IX°, N° 37 Qui di seguito riportiamo gli indirizzi di posta elettronica dell’Associazione Italus, strumenti di contatto tra l’Associazione e il pubblico tesserato e non.

Luglio / Settembre 2020 *** *** *** *** *** *** DIRETTORE:

Sito internet dell’Associazione Italus: www.italus.info http://www.italus.info

Blog della Rivista Artemisia: http://www.artemisia1.blogspot.it

Tommaso Dorel REDATTORI:

Sabrina Lombardini (Sibilla) Tommaso Dore Leron (Francis Voice) Claudia G. GRAFICO - Art Director:

E-mail per informazioni generiche sull’Associazione italus.info@gmail.com

Fracesco - VoxGraphic (http://www.voxgraphic.it)

*** *** *** E-mail del Presidente dell’Associazione e del Consiglio Direttivo dell’Associazione italus.info@gmail.com

E-mail della rivista on-line Artemisia, per collaborare e inviare articoli; per comunicare con la rivista o inoltrare suggerimenti italus.info@gmail.com

E-mail per il Centro Studi Italus italus.info@gmail.com

Questa rivista non rappresenta un prodotto editoriale, ai sensi della legge n. 62/2001, essendo strumento informativo interno all’Associazione Italus. Il copyright degli articoli appartiene ai rispettivi autori.

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PUBBLICIZZA I TUOI PRODOTTI O ATTIVITA’ ALL’INTERNO DI ARTEMISIA Visto le visualizzazioni che sta ottenendo Artemisia in questi ultimi periodi, la Italus ha deciso di consentire all’interno della Rivista la Pubblicità di prodotti o attività di terzi. Artemisia sarà e resterà sempre gratuita, ma dai prossimi numeri avrà al suo interno 4 pagine dedicate alla pubblicità (solo 4, prima delle rubriche Dossier, Sophia, Wicca e Consigli per la Lettura). * Saranno disponibili 2 pacchetti, uno trimestrale e uno annuale * - Pacchetto Trimestrale - prezzo €uro 1,50 da versare su Paypal italus.info@gmail.com massimo 3 fotografie del prodotto o attività sponsorizzata, una breve descrizione (massimo 10 righe) con i dettagli per l’acquisto e tutte le informazioni necessarie. La durata sarà di un solo numero di Artemisia (3 mesi). - Pacchetto Annuale – prezzo € 5,00 da versare su Paypal italus.info@gmail.com massimo 3 fotografie del prodotto o attività sponsorizzata, una breve descrizione (massimo 10 righe) con i dettagli per l’acquisto e tutte le informazioni necessarie. La durata sarà di un intero anno, quindi 4 numeri di Artemisia (12 mesi). Il ricavato dalle pubblicità servirà ad auto-finanziare le attività associative della Italus.

* Per maggiori informazioni scriveteci a italus.info@gmail.com *

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Qui di seguito gli screenshot delle visualizzaizoni di Artemisia.

> * Nello screenshot 1 quello relativo all’ultimo numero della rivista * Nello screenshot 2 quello annuale. V

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FORUM ESTATE NO STRESS RILASSARSI SENZA ANSIE

Il caldo avanza e le ferie sono alle porte: corpo e mente potrebbero avere bisogno di alcuni giorni per sciogliere le tensioni accumulate durante l’anno. Soprattutto nei primi due giorni di ferie per mandare in vacanza lo stress prenditi tempo per ascoltare le tue emozioni interiori, lasciati andare e evita di pianificare tutto, programmando una giornata fitta di impegni. Altrimenti non sarebbero ferie, giusto? Vacanza non è sinonimo di un posto nuovo, bensì di nuovi ritmi. Il piacere del tempo da gestire in libertà.

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Il primo passo per trovare pace? Spegni i dispositivi elettronici. Questo non significa bloccare ogni comunicazione, ma semplicemente ridurla a pochi momenti selezionati. Prenditi una pausa dal continuo brusio mentale del web, in cui spesso siamo coinvolti tra aggiornamenti e chat. La capacità di disconnettersi è proporzionale alla capacità di creare uno spazio di silenzio dentro di noi. Switch off senza remore! É il momento di osservare il mondo che ti circonda, sorride-

re, incontrare gli sguardi altrui. Ti capiteranno tanti incontri interessanti. E se ami prendere appunti, fallo con inchiostro e colori: ti basta acquistare un quaderno e iniziare il diario di viaggio dell’estate, dove scrivere emozioni, progetti e intuizioni. Il momento è adesso. Rilassati, goditi le ore della giornata senza trasformare le vacanze in una lista di cose da fare. Dedicati agli affetti più importanti che hai. Se hai figli gioca insieme a loro: far uscire la bambina che è in noi è l’avventura che riesce meglio ai più piccoli. Se sei in città organizza picnic al


dine. Questo esercizio potrebbe rivelarsi un’ottima strategia per diventare meno perfezionista e imparare a goderti di più la vita... anche al ritorno.

Cambia abitudini!

Via libera al movimento!

Ciò che anche da piccoli stimolava la nostra curiosità era la continua meraviglia dell’inesplorato: gioca a creare situazioni nuove. Attitudine semplice se sei in un posto nuovo, ma funziona anche in città. É una questione di saper esercitare l’arte dell’improvvisazione: lasciati guidare dall’istinto, fai colazione in un bar differente, gioca a scoprire quartieri mai visti o luoghi interessanti, vicini a casa, da raggiungere in bicicletta o in treno. Il mondo è saper guardare con occhi nuovi!

Nuota, balla, mettiti alla prova con un nuovo sport da imparare. Sfrutta le ore più fresche della giornata, al mattino o di sera, per fare jogging, sarà un potente elisir anche per l’umore. Secondo le ultime ricerche scientifiche la passeggiata serale, almeno di un quarto d’ora, è un’ottima abitudine: consente di abbassare la glicemia e migliora la circolazione.

Divertiti a assaggiare piatti nuovi e sperimenta con allegria ricette diverse, senza senso del dovere ma col piacere di viaggiare nei sapori. Cura ciò che mangi con attenzione e amore. Perché ciò che mangi è ciò che ti nutre. E se cucinare tocca sempre a te passa il compito al marito, almeno per le vacanze. La vita non chiede permesso per accadere! Impara a cogliere le potenzialità degli imprevisti: le vacanze sono un’ottima occasione per iniziare. Almeno in ferie cosa ne dici di essere un po’ più flessibile? Non prenderti troppo sul serio, non creare troppe aspettative, che rischiano di isolarti in un sistema chiuso. Sei in vacanza: pensa a sorridere e non prestare attenzione al disor-

Respira!

essere pigra e tuffati alla scoperta del fitness in acqua: puoi sperimentare l’acquagym oppure il sub. Il mare: un mondo silenzioso dove riscoprire ritmi ancestrali e avvertire la leggerezza del corpo che si muove nell’acqua. Una sensazione emozionante, da portare a casa con te.

FORUM

parco, o nel luogo ricco di verde più vicino a casa, e coinvolgi amici e conoscenti rimasti: potrebbe scattare un dialogo ravvicinato, il primo passo per nuove amicizie.

Riscopri nel silenzio la voce delle tue emozioni. Lasciati libera di esplorare il mondo dentro e fuori di te. Inizia a dare tempo e attenzione a ciò che ami. Cura le tue passioni. L’estate è il luogo dove fermarsi, per ripartire più carichi, di vita e progetti per l’orizzonte del domani.

Paradossalmente il primo passo per essere felici e vitali si scopre nell’accettare i problemi e le emozioni dolorose come parte inevitabile della vita. Solo quando diamo a noi stessi il permesso di sperimentare l’intera gamma delle emozioni umane ci apriamo alla reale consapevolezza delle sensazioni più intime. Anziché giudicare, prova a dare un nome a ciò che si agita nel tuo cuore: guardalo, ascoltati. Prendi tempo per te! Accetta i tuoi limiti: se sei stanca fai un pisolino. Un quarto d’ora è sufficiente per ritrovare l’energia, ma durante le vacanze puoi concederti più tempo. Per riposare, liberare la mente. L’acqua ricarica: rinfresca il corpo, rigenera lo spirito. Se sei al mare non limitarti a prendere il sole: nuota, muoviti passeggiando lungo il bagnasciuga, a zigzag dentro e fuori dall’acqua. Non

Vanessa Utri

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FORUM

DIETA MEDITERRANEA ANCHE IN ESTATE

L’Uomo è un animale imitativo. La facoltà di imitazione, che rappresenta una parte così importante nella vita dei nostri cugini, le scimmie, è molto pronunciata anche nella nostra razza umana. Una spiccata individualità è molto più rara di quello che generalmente si crede. Infatti, chi mostra di avere un gusto e un modo di agire individuale, viene considerato dalla maggioranza un “eccentrico” che si tende ad evitare perché “fuori dall’ordinario”, a meno che non sia abbastanza forte da imporre le sue idee alla folla, che finirà con l’imitarlo. Viviamo in un’Era di Imitazione, malgrado la nostra pretesa d’individualità. Spesso quando non si riesce ad

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imitare si tende a disprezzare o giudicare. Si copiano attitudini, le apparenze, gli accenti e ogni piccola caratteristica di personalità che spiccano, credendo in tal modo di acquistare le loro qualità (crediamo). Condividiamo i pensieri e le idee altrui in conformità alla legge di imitazione (annullando il nostro pensiero). Le idee, come gli abiti, hanno la loro moda. Nelle chiese e nei teatri avviene lo stesso, si imita ciò che ha già attratto l’attenzione del pubblico. Sembra esserci ben poco posto per chi preferisce seguire la propria via, anziché quella tracciata dalla moda.

Un nuovo sovrano o politico dà luogo a un profondo cambiamento nel modo di imprimere le proprie particolarità personali, egli sviluppa nel cittadino un diffuso desiderio di imitarlo, specie nelle abitudini pratiche. Filosofie, teorie, scuole di pensiero e sistemi religiosi, vengono accettati perché sono di moda. Tutti siamo portati a imitare l’espressione di un attore sul palcoscenico, accigliandoci o sorridendo come lui. Con un po’ di attenzione, possiamo accorgerci che stiamo imitando il modo di camminare, oppure qualche movimento fisico, delle persone con le quali ci troviamo. Pochissimi sono coloro che possono dirsi immuni dall’involontaria e a volte pericolosa imitazione!


La tendenza degli uomini a “mettersi alla pari”, “seguire il leader”, agire come un gregge umano, fa si che possano cadere molto facilmente nell’abitudine ad accettare le idee o le abitudini dell’altro (auto annullandosi). Con molta (forse troppa) facilità si può essere influenzati, a nostro svantaggio e a vantaggio di coloro che cercano di influenzarci.

FORUM

L’ambiente ha un ruolo molto importante nella nostra vita.

MA COME REAGIRE? Il rimedio è molto semplice: dovremmo essere Individui, ascoltare il nostro Io, seguire il nostro Istinto. Nessuno meglio di se stesso sa come difendersi! Basterebbe prendersi 5 minuti, prima di reagire, pensare e riflettere prima di accettare. Lorenzo Lucanto

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FORUM

ESTATE E GIARDINAGGIO

Le avete scelte con cura, annaffiate costantemente, viste crescere poco e poco, ma con l’afa estiva tutti i sacrifici fatti per le vostre piante rischiano di evaporare insieme all’acqua di irrigazione. Che abbiate un giardino o un semplice balcone, che possediate o meno il pollice verde, ecco qualche suggerimento per prolungare la vita del verde metropolitano anche in agosto. - Bagnare solo lo strato superficiale di terra, con il caldo estivo, non è sufficiente. L’acqua tenderà ad evaporare prima di raggiungere le radici, sepolte in fondo al vaso. Per avere la certezza che l’intera pianta sia stata irrigata, continuate a innaffiare finché non vedete l’acqua scorrere dai fori del suo recipiente.

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- Ogni tanto, concedete alle vostre piante una doccia completa

nella vasca del bagno, avendo cura di regolare la potenza del getto. In questo modo anche le foglie riceveranno la giusta dose di umidità e diventeranno più verdi e brillanti. - Foglie secche, pezzetti di corteccia e altri residui vegetali, se appoggiati sullo strato superiore di terra bagnata, aiuteranno a trattenere l’umidità nel vaso mantenendo bagnate le radici. Un sacchetto di corteccia si trova in tutti i centri di giardinaggio, altrimenti, meglio ancora, utilizzate a questo scopo residui di foglie secche tagliate da altre piante, o trucioli di legno riciclati da altre attività. - Se non possedete un impianto di irrigazione, i sottovasi possono risultare preziosi alleati contro la siccità. Vanno benissimo per le piante da fiore, che hanno bisogno di costanti innaffiature, o

se dovete assentarvi per qualche giorno. Lasciate un paio di dita d’acqua in questi contenitori e la pianta provvederà ad assorbirla quando ne avrà bisogno. Unico inconveniente? L’acqua stagnante può attirare le zanzare. - Scegliete vasi di plastica o di ceramica, saranno anche meno belli da vedere di quelli in terracotta, ma tratterranno meglio l’acqua. Al contrario i recipienti in cotto, naturalmente porosi, lasciano scivolare via l’acqua prima che la pianta abbia il tempo di assorbirla. Nei momenti più caldi della giornata ricordatevi di spostare i vasi all’ombra o di riporli sotto a un tenda. - Il mattino presto e la sera tardi sono i momenti più adatti per irrigare, a quest’ora del giorno il calore concede ancora una tregua e avrete qualche speranza che l’acqua non evapori appena scesa


- Durante l’estate come nel resto dell’anno non ne andrebbe sprecata neanche una goccia. Approfittate dei temporali per raccogliere l’acqua piovana in grandi contenitori di plastica: sarà perfetta per irrigare. Sfruttate anche gli scarti idrici “puliti” di casa: l’acqua di cottura della pasta, fatta raffreddare, sarà molto apprezzata dal vostro verde di casa.

- Una corretta fertilizzazione del suolo richiede molta acqua, e quando il termometro schizza sopra i 30 °C non è particolarmente utile. Le vostre piante a questa temperatura rallenteranno naturalmente la produzione di fiori e frutti per risparmiare risorse idriche. - Se dovete assentarvi per qualche giorno lasciate uno spiraglio di luce, come per esempio una tapparella alzata di qualche centimetro, per le piante rimaste in casa. Ricavate un angolo all’ombra per quelle da esterno, e in mancanza di impianti di irrigazione riempite d’acqua alcu-

ne bottiglie di plastica vuote, lasciandole conficcate nel terriccio a testa in giù. La pianta assorbirà l’acqua gradualmente, “bevendo” dalla bottiglia in base alle sue necessità. Se la vostra vacanza va per le lunghe, lasciate le chiavi di casa a un parente o a un vicino, chiedendogli di bagnare le piante di tanto in tanto.

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dall’innaffiatoio. Mai innaffiare le piante sotto il sole cocente (vedi foto), nemmeno se vi sembrano sofferenti: l’acqua fresca diventerà subito rovente, rischiando di bruciarle.

Rossella Vito

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SICUREZZA IN MARE In mare si può generalmente fare il bagno fino a 200 mt. dalla battigia. Tale limite deve essere segnalato con gavitelli rossi o, se non possibile, con il cartello “Attenzione limite acque interdette alla navigazione non segnalato”. Il limite acque sicure (- 1,60 mt.) deve essere segnalato con galleggianti bianchi o, se non possibile, con cartello “attenzione limite acque sicure non segnalato”. Le imbarcazioni a vela e a motore, inclusi gli acquascooter, possono accedere alla spiaggia solo attraverso i corridoi appositamente segnalati oppure a motore spento o a remi. Le tavole a vela devono essere condotte a mano nel tratto di mare frequentato dai bagnanti. E’ vietato esercitare la pesca subacquea con un’arma carica entro 500 mt. dalle spiagge frequentate dai bagnanti. Tutte le imbarcazioni devono possedere le dotazioni di salvataggio secondo il tipo di navigazione e la distanza dalla costa (consultare ordinanza della Capitaneria del posto). SICUREZZA IN MARE DURANTE LA NAVIGAZIONE La pilotina Per poter prendere il mare in sicurezza sono necessari interventi di verifica alla barca, che consistono nel controllo periodico e accurato delle attrezzature, degli interni, del motore e della strumentazione. Le verifiche principali sono: Controllare di avere carburante a sufficienza sia per l’andata sia per il ritorno, calcolando una riserva di carburante per gli eventuali

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imprevisti e ovviamente controllare l’efficienza del motore; Controllare di aver apposto il tappo d’aleggio.Nel corso della navigazione, controllare che l’unica valvola aperta sia quella della presa a mare per il raffreddamento del motore, e di portare sempre al seguito sufficiente acqua dolce da bere; Avere sempre a bordo i remi, i razzi di segnalazione, un mezzo d’esaurimento (sassola), i cavi d’ormeggio di riserva, la cintura di salvataggio per ogni persona; Verificare lo stato di carica delle batterie e il funzionamento dell’eventuale radio di bordo.

- non portare animali sulla spiaggia (se non dove consentito); - non montare tende o accendere fuochi sulla spiaggia. Quest’anno per la Pandemia Covid19 dovranno essere rispettate anche le distanze ed evitare assembramenti.

Fonte: Polizia di Stato

SICUREZZA IN MARE DEL BAGNANTE La sicurezza del bagnante Per evitare che una vacanza al mare si trasformi in una brutta esperienza, basta osservare poche e semplici regole: - Fare il bagno solo in perfette condizioni psicofisiche, attendere 3 ore dopo i pasti principali prima di fare il bagno e circa 2 ore dopo la colazione; - Non tuffarsi dagli scogli senza aver verificato prima la profondità; In caso di mare mosso usare particolare attenzione ed evitare di fare il bagno vicino agli scogli.Inoltre non fare il bagno se è esposta la bandiera rossa. Attenzione: con la bandiera rossa e gialla non è attivo il servizio di sorveglianza. Osserva quanto previsto nelle ordinanze per la disciplina delle attività balneari, per esempio: - non recare disturbo alla quiete dei bagnanti;

Giulia Orsini


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Preparate in anticipo il vostro itinerario consultando cartine e guide turistiche. Dotatevi di calzature specifiche per la montagna, vestiario ed equipaggiamento adeguati. Consultate i bollettini nivometeorologici ricordandovi che in montagna le condizioni meteo possono mutare radicalmente anche in pochi minuti. Prima di affrontare un’escursione scegliete un itinerario che tenga conto della vostra capacità e dello stato di allenamento. Sopravvalutare le vostre capacità potrebbe essere pericoloso per voi e per i vostri compagni. Accertatevi di saper usare l’attrezzatura e non dimenticate un set di pronto soccorso. Se scegliete di partire da soli portate con voi un telefono o una radio ricetrasmittente. In ogni caso lasciate informazioni sul vostro itinerario e sull’orario approssimativo di rientro. I rifugi sono attrezzati con un registro dove potete scrivere provenienza e destinazione certa del vostro itinerario. Durante l’escursione seguite attentamente le indicazioni e la segnaletica del vostro itinerario. Nel dubbio chiedete sempre informazioni,se possibile,ai gestori dei rifugi. Se le condizioni meteorologiche dovessero peggiorare poco dopo l’inizio dell’escursione ritornate velocemente al punto di partenza del vostro itinerario. Se il temporale vi dovesse sorprendere non riparatevi in gruppo sotto gli alberi isolati. E’ preferibile trovare riparo sotto una roccia o in un antro lontano da rivoli d’acqua.

Equipaggiatevi per proteggervi dal freddo e dai raggi solari con scarponi, giacca a vento, guanti, berretto, occhiali da sole e creme solari. Se vi avventurate fuori da percorsi segnalati è d’obbligo procedere in cordata. In caso di incidente di cui siete testimoni chiamate subito il numero di pronto intervento 118 fornendo con calma le necessarie informazioni.

I poliziotti specializzati dal Centro addestramento alpino di Moena intervengono in caso di infortuni per il primo soccorso, per ricostruire l’accaduto e anche per individuare eventuali responsabilità civili e penali. Ma la loro presenza serve anche a garantire un maggiore rispetto delle regole.

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COME COMPORTARSI IN MONTAGNA

Fonte: Polizia di Stato

MAL DI MONTAGNA Non tutti sanno che salire oltre i 2.000 metri comporta modificazioni dell’apparato cardiocircolatorio caratterizzate da palpitazioni, stanchezza, affanno e cefalea che si prevengono con un adeguato allenamento e la gradualità dell’ascensione. La loro cura è la perdita di quota, il riposo e una buona idratazione. Chi soffre di pressione alta dovrà stare attento ai violenti sbalzi di temperatura.

PRESTARE SOCCORSO Prestare soccorso ad un infortunato e dare l’allarme è un altro obbligo previsto dalla legge: l’omissione può essere perseguita penalmente. Ma chi cade da solo dovrebbe spostarsi a bordo pista per non creare problemi agli altri.

Giulia Orsini

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DOSSIER ITALIA ARCAICA L’Italia è un bellissimo paese ricco di storia, cultura, arte oltre che di paesaggi e biodiversità. Ma al di là dell’Italia che conosciamo, all’interno di questa penisola possiamo trovare siti e monumenti particolari, velati da un’aura di mistero…. Arcaici… LE PIRAMIDI DELLA VAL CURONE A Rovagnate, a pochi chilometri da Lecco, il paesaggio è dominato da tre colline verdeggianti, alte dai 40 ai 50 m, caratterizzate da una struttura che ricorda i gradoni delle piramidi egizie o mesoamericane. La loro curiosa conformazione ha spinto l’architetto Vincenzo di Gregorio ad analizzare il terreno attraverso rilievi satellitari. Le immagini raccolte hanno mostrato qualcosa di misterioso: le tre colline hanno lo stesso orientamento lineare delle piramidi della piana di Giza, che è sostanzialmente il medesimo di Alnitak, Alnilam e Mintak, le tre stelle centrali della costellazione di Orione. Inoltre, le tre alture lecchesi sembrano artificiali, modellate strappando dalle colline migliaia di tonnellate di roccia calcarea. Al momento è difficile stabilire chi le abbia realizzate: in molti suppongono siano stati i Celti, anche se la regione venne abitata molto prima. Il motivo della loro costruzione è altrettan-

Le piramidi della Val Curone

to oscuro. Poiché la zona è poco fertile, si ritiene che le colline avessero una funzione religiosa. Molto particolare è anche la loro sommità: la prima è coperta da cipressi, la seconda (chia- mata Belvedere Cereda, che secondo alcuni sarebbe stata utilizzata come osservatorio astronomico dai Celti) è spoglia, la terza ospita delle querce. LE TOMBE DEI GIGANTI IN SARDEGNA Tra le moltissime vestigia della Sardegna nuragica ce n’è una, risalente al II millennio a.C., che già dal nome dà l’idea del mistero che l’avvolge. Le Tombe dei

giganti, come sono chiamate da tempo immemore, sono sepolture collettive di dimensioni ciclopiche, presenti in tutta l’isola (i siti più importanti sono a Capichera, Coddu Vecchiu, Li Lolghi, Madau e Tamuli a Macomer). Il loro nome deriverebbe dalla convinzione che ospitassero il corpo di un’unica, titanica creatura. La struttura era lunga fino a 30 m e poteva essere alta 3 m. Oggi si conoscono circa 800 tombe, disseminate in tutta la regione, costruite conficcando nel terreno grandi monoliti di pietra e ricoprendo il tutto con una sorta di tumulo, che dava alla struttura l’aspetto di un barca rovesciata. Particolare era l’aspetto del fron-

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La tomba dei giganti in Sardegna tale dell’area d’ingresso, definito a “corna di toro”: un semicerchio di pietra che aveva il suo punto focale nell’ingresso. Al centro di questa ellisse si trovava una grande stele con una porticina alla base, che univa il mondo dei vivi con quello dei morti. Questa particolare conformazione fa pensare a una partoriente, dal momento che nascita e morte risultavano profondamente collegati in molte civiltà arcaiche. I misteri di queste tombe sono molti: dai metodi costruttivi alle dimensioni, che ne fanno monumenti unici al mondo. Ma è soprattutto la loro funzione a risultare enigmatica. Secondo alcuni studiosi erano tombe in cui veniva reso omaggio agli antenati, senza distinzione di censo, mentre per altri si trattava di ossari dove venivano deposti gli scheletri dei morti dopo essere stati scarnificati. Pare che le sepolture ospitassero fino a 200 defunti. La vera particolarità sta però nell’orientamento: in alcuni siti, durante gli equinozi, all’alba, il sole penetra nei corridoi che portano alla sepoltura. Altri,

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invece, sembrano orientati in direzione della costellazione del Toro. IL DOLMEN DELLA CHIANCA A BISCEGLIE Scoperta nel 1909 nei pressi di Bisceglie, in Puglia, questa costruzione risale all’età del Bronzo, tra il 3550 al 1200 a.C. Si tratta di un ritrovamento unico, sia

per lo stato di conservazione che per la quantità di reperti. Il dolmen deve il suo nome, Chianca (chienghe, in dialetto) all’enorme lastra che funge da tetto della struttura, lunga circa 100 m (di cui 7 m occupati dal corridoio che porta alla cella quadrata, che corrisponde alla tomba vera e propria). Il corridoio è costituito da lastre conficcate nel terreno, mentre la stanza è stata edificata con tre pietre alte 2 m, coperte da una quarta lastra lunga poco meno di 4 m e larga quasi 3. Secondo i ricercatori, per posizionarla a mo’ di tetto occorse il lavoro coordinato di almeno 100 uomini. Il dolmen di Bisceglie è il meglio conservato dei tre scoperti nella zona e rappresenta un unicum in tutta Europa, per la qualità della conservazione e, soprattutto, perché nei suoi pressi sono stati trovati 8 scheletri di giovani, resti di animali, coltelli, stoviglie e un pendaglio in bronzo. La particolarità di questa costruzione megalitica sta nel fatto che nel corso del tempo è sta la utilizzata

Il dolmen della chanca a Bisceglie


DOSSIER L’inferno di Dante a Castellana da popolazioni diverse. Nel 2011, il dolmen è stato riconosciuto dall’Unesco come “patrimonio testimone di una cultura di pace per l’umanità”. L’INFERNO DI DANTE A CASTELLANA L’imbocco della Grave (l’“inghiottitoio”, come viene chiamato) è al centro di molte leggende. La sua vera scoperta risale, però, solo al 1938, quando vi fu inviata la prima esplorazione scientifica. Lo scenario che si aprì di fronte agli speleologi era davvero unico. Il complesso di grotte si snodava per 3 km attraverso cavità, laghetti e canyon. Oggi questo luogo “dantesco” offre ai turisti un itinerario unico, che si snoda attraverso luoghi dai nomi magici: la Grotta nera, il Cavernone dei monumenti, la

Caverna della civetta, il Corridoio del serpente, la Caverna del precipizio, il Piccolo paradiso, la Caverna della Torre di Pisa e altri, per arrivare infine alla Grotta bianca. Benché questo complesso sotterraneo sia tra i più visitati d’Italia, nasconde ancora molti segreti, animali a lungo sconosciuti, tunnel e caverne tuttora inesplorate. In molti ritengono che esistano delle cavità che si snodano persino sotto Castellana, la cittadina pugliese nei pressi della grotta. Dal 2006, il complesso fa da sfondo a una serie di rappresentazioni dello spettacolo “Hell in the Cave, versi danzanti nell’aere fosco”, che mette in scena le suggestioni dell’Inferno dantesco: una sofisticata rappresentazione di teatro sotterraneo che unisce danza, voci, suoni e luci nella scenografia naturale delle Grotte di Castellana. L’allestimento multimediale ab-

braccia l’ambiente naturale come spazio scenico, in cui dinamiche teatrali innovative catturano il pubblico per condurlo in una suggestiva avventura nelle bolge della Commedia. LA NECROPOLI DI HYBLA A PANTALICA ? Tra il XIII all’VIII sec a.C., il regno di Hybla (o Ibla) dominava la Sicilia dalla valle dell’Anapo fino a Siracusa. Ma se la reale esistenza di Ibla è controversa, il mito è certo ricco di suggestioni, legate a una dea di cui non si conosce il nome, venerata come signora della primavera e al tempo stesso degli Inferi (poi identificata con Persefone o Artemide), e a una casta d’indovini capaci di interpretare i sogni. Recentemente, alcuni archeologi hanno identificato Ibla con Pan-

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talica, una grande necropoli in provincia di Siracusa, che comprende al suo interno ben cinque insediamenti diversi. Inserita in un paesaggio naturale estremo, caratterizzato da grandi canyon e strapiombi che rendono l’accesso al sito piuttosto complicato, si ritiene (anche in ragione del fossato artificiale che ne protegge l’ingresso) che sia stata scelta come estremo baluardo di difesa contro le invasioni. A partire dal XIII secolo a.C., le popolazioni indigene scomparvero dalle coste, molto probabilmente in con-

comitanza con l’arrivo dei Siculi, per rifugiarsi nei territori impervi dell’interno, dove prosperarono fino alla distruzione da parte dei Siracusani. Di quell’epoca, oggi, restano oltre 5.000 tombe a grotticella naturale e, sull’acropoli, i resti del palazzo del principe, l’unico costruito in muratura. Questi insediamenti tornarono a vivere come rifugio della popolazione ai tempi delle incursioni dei barbari, dei pirati e dei Saraceni. Pantalica è uno dei luoghi più affascinante della protostoria sici-

La necropoli di Pantalica

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liana e la sua visita è un salto nel passato più remoto e sconosciuto della Sicilia.

Francesco V.


Sono tante le leggende in Italia che narrano di draghi e mostri, in questo articolo facciamo un breve excursus dei principali... I MOSTRI DELL’ALTO ADIGE Sono molti i draghi di cui si narra in leggende altoatesine. Oltre a quello del lago di Silandro (tenuto buono dai contadini della zona con offerte di ogni genere e poi ucciso facendogli mangiare una gran quantità di sale), vanno ricordati il drago del castello di Rafenstein (una bella ragazza trasformata in bestia che attende un cavaliere tanto coraggioso da abbracciarla tre volte), quello del Sass della Croce (ucciso dal ca-

valiere Preck di Marebbe, di cui rimase solo un mucchio d’ossa), il sauro del monte Gardenazza (che custodiva gioielli preziosi), la bestia del Faloria (protettrice di un tesoro, che s’infuriò quando sorprese un contadino nell’atto di rubarne una parte), la dragonessa del Pissadù (che ogni cent’anni riceve la visita del drago del Lago Boè), il drago di Laives (ucciso dal gigante Starkwölfl) e quello di Calalzo di Cadore (una serie di laghetti sorti sulla schiena di un drago addormentato, in cui le fanciulle si vanno a bagnare per favorire la fertilità).

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ITALIA TERRA DI DRAGHI

I SEGRETI DEL LAGO GERUNDO Una delle leggende italiane più suggestive è certamente quella del lago Gerundo (forse dal lombardo gera, ghiaia), un vasto acquitrino oggi non più esistente che, secondo antichi racconti, si trovava non lontano da Lodi, tra i fiumi Serio e Adda. Stando a ciò che viene narrato, in quel lago dimorava un terribile drago chiamato Tarantasio, che divorava bambini e con il suo fiato pestilenziale ammorbava l’intera zona, uccidendo chiunque si avvicinasse. Il lago fu prosciugato da Uberto (XIII secolo), capostipite della dinastia dei Visconti, signori di Milano, per poter raggiungere il drago e ucciderlo.

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LA COSTOLA DI PALADINA In provincia di Bergamo si trova una piccola chiesa che conserva, appesa al soffitto, un’enorme costola che, secondo la tradizione, sarebbe appartenuta a un drago che infestava la zona. Un’altra costola simile è conservata nella vicina chiesa di Almenno San Salvatore, anch’essa appartenuta allo stesso drago. A ucciderlo sarebbe stato nientemeno che san Giorgio. Il dolmen della chanca a Bisceglie Dopo l’impresa, il coraggioso cavaliere avrebbe deciso di adottare il drago mangiatore di bambini (o biscione) come simbolo per il suo stemma nobiliare. Di questo mostro parla perfino Dante nel Canto VIII del Purgatorio, quando scrive “la vipera che il milanese accampa”, facendo forse riferimento a un’altra leggenda, secondo la quale il Visconti avrebbe ucciso una vipera che si era annidata dentro il suo elmo. Come sempre, in ogni leggenda c’è qualcosa di vero: l’aria mefitica che stagnava intorno alle rive del lago Gerundo, in realtà, era dovuta non al fiato di Tarantasio, ma ai giacimenti di metano che affioravano in superficie. In epoca recente, questa ricchezza gassosa del sottosuolo della zona ispirò lo scultore Luigi Broggini, creatore del famoso cane-drago sputafuoco a sei zampe, poi utilizzato dall’Agip come logo. Nella prima versione, l’animale era ritratto nell’atto di sputare fuoco in avanti, come un drago; fu il presidente dell’Eni Enrico Mattei a volerlo con la testa rivolta all’indietro, perché sembrasse meno aggressivo. Divenuto simbolo di Milano, il biscione venne adottato da im-

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portanti aziende milanesi che vollero legare al territorio il loro logo: dall’Alfa Romeo alla Fininvest (oggi Mediaset) all’Inter. LA VERTEBRA DEL LAGO D’ORTA La leggenda narra che San Giulio (IV secolo) decise di costruire proprio sul lago d’Orta la sua centesima chiesa. Per farlo, però, dovette liberarlo dai draghi che lo infestavano. Oggi nella chiesa di Orta San Giulio si possono ammirare alcune rappresentazioni di draghi, tra cui uno riprodotto in ferro battuto, sopra il quale è stata posizionata un’enorme vertebra che la tradizione vuole appartenesse a uno dei mostri abbattuti dal santo.

La vertebra del Lago d’Orta

La costola di Paladina IL NATURALISTA DI BOLOGNA Ulisse Aldrovandi fu il più insigne naturalista dei suoi tempi. Nato a Bologna nel 1522, divenne famoso per la sua raccolta di scritti e illustrazioni di draghi. Il 13 maggio 1572, nel Bolognese venne avvistato un drago bipede «che sibilava come fosse un serpente». Un contadino che stava passando in località Malavolta su un carro trainato da buoi se lo trovò di fronte. Usando il pungolo, lo colpì sul cranio e lo uccise. Dopo due giorni, il cadavere del mostro venne fatto recapitare ad Aldrovandi, che ne commissionò subito un ritratto, poi lo essiccò e lo espose nel suo ricchissimo museo. Siamo in un’epoca in cui credere in queste bestie è ancora piuttosto normale, tanto più che i resoconti dal Nuovo Mondo e dalle altre mete delle esplorazioni parlano di animali straordinari,


Ulisse Aldrovandi mai veduti in Europa eppure reali. Alla sua morte, Aldrovandi lasciò in eredità la sua immensa raccolta al Senato di Bologna. La collezione è stata ricostituita presso l’Accademia delle Scienze, accanto alla Biblioteca universitaria in Palazzo Poggi. Dopo le spoliazioni napoleoniche, quanto rimaneva della collezione venne ridistribuito in diversi istituti universitari. Le bacheche espongono alcune splendide tavole acquarellate tratte dai libri scritti da Aldrovandi, oltre a minerali, fossili, animali essiccati o impagliati, preparati di origine vegetale e animale. LO STEMMA DI TERNI Sullo stemma della città umbra è raffigurato un grosso drago alato chiamato Thyrus. Si tratta dell’omaggio a un’antica leggenda che racconta di come un coraggioso cavaliere della famiglia Cittadini abbia sconfitto un terribile mostro che minacciava la città seminando morte e distruzione. Il giovane, dopo aver col-

CATACLISMA IN VAL BREGAGLIA Poco a nord del lago di Como, in val Bregaglia, ai piedi del passo del Maloja, esisteva un paesino chiamato Viabella. Qui, secondo un’antica legenda, dimorò un drago nero messo a guardia di una bella fanciulla da un principe innamorato. Nelle vicinanze della grotta in cui abitava il drago sgorgava anche una fonte in grado di mantenere la ragazza sempre giovane e bella. Gli abitanti del luogo, stanchi di dover ammansire il mostro con enormi quantità di cibo e desiderosi di bere alla fonte, decisero di liberarsi di lui con uno stratagemma: gli fecero ingurgitare moltissimo sale. Ma la bestia, dopo quel pasto, bevve così tanto da scoppiare, finendo per spazzare via l’intero paese.

Lo stemma di Terni

LA NASCITA DI ATESSA Atessa è un bellissimo borgo abruzzese che sorge non lontano da Chieti. Nella chiesa del paese si può ammirare una reliquia curiosa: un’enorme costola, lunga più di due metri, che sarebbe appartenuta al gigantesco drago che anticamente viveva nella palude che separava i due villaggi di Ate e Tixa. La bestia feroce fu uccisa da san Leucio, che ne conservò il sangue miracoloso e portò con sé la gigantesca costola. Da allora i due villaggi prosperarono e, conservando la reliquia, si unirono dando vita ad Atessa.

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pito ripetutamente la bestia, riuscì ad abbatterla grazie al riflesso del sole sulla sua lucentissima armatura che, accecando il drago, gli consentì di colpirlo nei punti vitali.

Il coccodrillo di Ragusa IL COCCODRILLO DI RAGUSA La chiesa di San Giorgio a Ragusa conserva ossa appartenenti a un grosso coccodrillo che, in tempi passati, fu creduto un drago. Ancora oggi non sappiamo come lo scheletro del rettile africano sia sbarcato in Sicilia, forse fu portato fin lì da qualche furbo mercante di false reliquie. Fatto sta che ogni 23 aprile, per la festa di san Giorgio, la città porta in processione un’enorme statua del santo a cavallo, scolpito nell’atto di uccidere il drago, e un coccodrillo meccanico. Francesco V.

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LA CREAZIONE SECONDO LE CULTURE DEL MONDO

Con il termine creazione si indica l’opera di una divinità (o più di una) che per volontà “forma” il Creato; con un semplice atto porta all’esistenza ciò che prima non esisteva. In questa ricerca elencheremo sinteticamente la Creazione secondo alcuni popoli della Terra. ABORIGENI (popolazioni autoctone dell’Australia) Nella cultura degli aborigeni australiani, la creazione del mondo svolge un ruolo fondamentale. La creazione risale al Tempo del sogno, in cui gigantesche creature totemiche attraversarono la Terra cantando di ciò che incontravano (rocce, pozze d’acqua, animali, piante) e così facendo portarono questi elementi alla creazione vera e propria. AINU (popolazione abitante l’isola

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di Hokkaidō nel nord del Giappone) La cosmologia del popolo Ainu constava di sei paradisi e sei inferni dove vivevano divinità, demoni e animali. I demoni si trovavano nel paradiso basso, le divinità minori vivevano tra le nuvole. Nel sommo paradiso viveva Kamui, la divinità creatrice, coi suoi servi. Il suo reame era circondato da un resistente muro di metallo ed era accessibile solo tramite un grande cancello di ferro. Kamui creò il nostro mondo conformandolo come un grande oceano adagiato su di un’enorme trota. Secondo questa tradizione le maree sarebbero dovute a questo pesce che di volta in volta succhia o caccia fuori l’acqua del mare; sempre questo pesce, tramite il suo movimento, sarebbe la causa dei terremoti. Un giorno Kamui guardando dall’alto questo mondo acquatico decise di modificarlo. Così man-

dò un suo messo che fece sì che venissero a galla le isole. Quando gli animali videro quanto fosse bello quel mondo, convinsero Kamui a lasciarli liberi di vivere in quel luogo. Kamui, tuttavia, creò anche molte altre creature. Il primo popolo, gli Ainu, aveva corpi di terra e capelli di erba-gallina. Kamui mandò Aioina, l’uomo divino, sulla terra per insegnare agli Ainu come cacciare e cucinare. APACHE (popolazione nativa dell’area sud occidentale dell’America Settentrionale) All’inizio non esisteva niente, solo il buio era ovunque. Improvvisamente dal buio emerse un sottile disco, giallo da un lato e bianco dall’altro, che appariva sospeso a mezz’aria. All’interno del disco sedeva un piccolo uomo barbuto, l’Autore, “Colui che vive al di sopra”. Quando


BABILONESI Il mito della creazione babilonese è stato descritto nell’Enûma Elish, di cui esistono varie versioni e copie, la più antica delle quali è datata al 1700 a.C. Secondo questa descrizione, il dio Marduk si armò per combattere il mostro marino Tiamat. Marduk distrusse Tiamat, taglian-

dola in due parti che divennero la terra e il cielo. Dopo, distrusse anche il marito di Tiamat, Kingu, usando il suo sangue per creare l’umanità. BANTU (gruppo etnico dell’Africa sub sahariana) I Bantu descrivono, nei loro miti cosmologici, il demiurgo, entità plasmatrice del mondo. Ritenevano anche in origine la Terra fosse costituita da acqua e oscurità. Mbombo, il gigante bianco, governava l’universo caotico. Un giorno egli sentì un fortissimo dolore allo stomaco e vomitò il sole, la luna e le stelle. Il sole cominciò a splendere e l’acqua ad evaporare formando le nuvole. Gradualmente apparvero delle colline asciutte. Mbombo vomitò di nuovo e questa volta vennero fuori gli alberi, gli animali, le persone e molte altre cose: la prima donna, il leopardo, l’aquila, l’incudine, la scimmia Fumu, il primo uomo, il firmamento, la medicina e la luce. Nchienge, la donna delle acque, viveva ad Est. Ella aveva un figlio, Woto, e una figlia, Labama. Woto fu il primo re dei Bakuba. BUDDHISMO Il Buddhismo normalmente ignora le questioni riguardanti l’origine della vita. Il Buddha a questo riguardo disse che congetturare circa la fine del mondo porterebbe solo noia e follia. Il Buddha affermò di non avere intenzione di esplicare queste origini perché in contrasto con il suo obbiettivo: il raggiungimento dell’illuminazione. CABALA EBRAICA Nell’Ebraismo è dedicato ampio spazio alla sapienza sulla

Creazione e sull’origine di essa; il testo più antico è il Sefer Yezirah che si pensa risalga alla sapienza di Avraham. Gli studi e la contemplazione del Creato sono spesso accompagnati da quelli sulle modalità divine, i due aspetti unificati anche nell’esperienza e nelle situazioni storiche o particolari vissute dall’uomo. La conoscenza viene così approfondita nel confronto continuo tra le figure, gli elementi ed i sistemi di ambiti differenti. Tzimtzum: prima della Creazione il Signore riempiva tutto lo spazio; in seguito Si ritirò su Sé Stesso: si insegna che questo concetto di movimento di Dio, definito Tzimtzum, è solo metaforico sia perché Egli è immutabile sia per la Sua continua presenza in ogni luogo. Il concetto di “Tzimtzum” è un elemento centrale dell’approccio ebraico al concetto di Causa Prima. Ein Sof, linea e punto: in seguito Egli creò una linea i cui vertici toccano il centro ed un punto di una circonferenza immaginaria entro la quale poi venne creato il Mondo; da essa scaturì un punto di luce da cui poi sorsero tutto il creato ed ogni creatura; la formazione della prima luce avvenne attraverso un etere celeste da cui sorsero poi tutti i colori della prima luce, colori che rappresentano l’origine ancestrale di quelle che saranno poi le differenti nature e peculiarità delle creature e di ogni cosa creata. Ein Sof, il Signore Infinito o Nulla Infinito, è un nome che indica l’impossibilità di conoscere l’Essenza del Creatore Eterno che, secondo la Qabbalah, tutto circonda e pervade. Luci e vasi (cfr Altro lato, Cinque Mondi, Luce celeste e Tiqqun): l’Arizal narra della formazione di luci derivanti dalla prima

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egli guardò nel buio infinito, la luce apparve in alto. Egli guardò in giù e divenne un mare di luce. A est, egli creò le strisce gialle dell’alba. Ad ovest, tinte di diversi colori apparvero ovunque. C’erano anche nubi di diversi colori. Egli creò anche tre altri dei: una piccola ragazza, un Dio Sole e un piccolo ragazzo. Poi creò i fenomeni celesti, i venti, la tarantola e la terra, in forma di una pallina marrone non più grande di un fagiolo, dal sudore dei quattro Dei mescolato nelle mani del Creatore. Il mondo fu espanso fino alla sua attuale forma dagli Dei che prendevano a calci la piccola palla marrone. Il Creatore disse al Vento di andare dentro alla sfera e di farla esplodere. La tarantola, il personaggio imbroglione del mito, tessette un filo nero e, attaccandolo alla sfera, scappò ad est tirandosi dietro il filo con tutta la sua forza. La Tarantola ripeté quest’azione con un filo blu, tirando questa volta verso sud, con un filo giallo verso l’ovest e con un filo bianco verso il nord. Con poderosi strattoni in ogni direzione, la sfera si allargò fino ad una grandezza non misurabile. Diventò la Terra! Non c’erano colline, montagne o fiumi, ma solo pianure soffici e prive di alberi. Allora il Creatore creò il resto degli esseri e delle bellezze della Terra che divennero feconde.

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luce rimaste intatte e che non poterono essere contenute dai loro vasi per l’intensità troppo alta; essi si ruppero: i residui dei vasi rotti vengono definiti Qelippot, conosciute come forze impure o scorie, mentre le scintille delle luci vennero sparse per tutti i 4 Mondi e compito di alcuni tra gli eletti del popolo d’Israele è quello di recuperarle e riportarle alla propria origine; segno dell’arrivo del Messia sarà anche quello del completo recupero di tutte le scintille di luce. Adam Qadmon: la figura celeste originaria e risalente ai primordi della Creazione è quella dall’Uomo primordiale. Tramite gli elementi simbolici di tutte le parti componenti il corpo spirituale dell’Adam Qadmon è possibile risalire a tutti gli archetipi divini della Creazione. La tradizione qabbalistica parla di un Mondo creato da Dio totalmente spirituale e precedente a quello conosciuto qual è l’universo propriamente detto: secondo molti maestri ebrei questo Mondo primordiale era governato principalmente dalla Sefirah Chessed, che riguarda la modalità della grandezza, dell’amore e della gentilezza, mentre quello attuale si dice sia governato in modo più evidente da Ghevurah, Sefirah che riguarda la giustizia, la forza ed il timore. CINA La mitologia cinese della creazione si basa su concetti ribaditi da miti estremamente diversi. Secondo alcuni di essi non esistono prove utili per giustificare la creazione e risalire alle sue origini; secondo altri originariamente esisteva un’entità che dividendosi generò il paradiso e la terra. Il Taoismo, Il mito di Pangu e vari racconti tribali espongono con-

cetti cosmologici chiaribili mediante l’approfondimento delle voci sottostanti. CRISTIANESIMO ED EBRAISMO È un elemento fondamentale della fede cristiana (e anche ebraica), che il mondo e tutti gli esseri animati e inanimati sono stati creati da Dio. Ci sono due racconti della creazione, corrispondenti grosso modo ai capitoli 1 e 2 della Genesi, il primo, tra i libri che compongono la Bibbia. La Bibbia specifica che il mondo fu creato in sette giorni,indicazione recepita in senso letterale da molti teologi antichi, benché sin da allora esegeti autorevoli lo intendessero come un artificio letterario Secondo il libro della Genesi, Dio pre-esisteva eternamente all’ordine creato. La Genesi riporta il primo atto di Dio verso il mondo che noi conosciamo: “Dio creò...” (Genesi 1,1). Tutta la creazione, dalla luce delle stelle del cielo ai pesci del mare, alla compenetrazione tra polvere e soffio divino che ha dato vita all’umanità, fu realizzata da Dio per godere della meravigliosa natura e dell’ambiente della terra. L’uomo e la donna furono creati per riflettere la potenza di Dio, per amare e ben amministrare le risorse del mondo e per offrire preghiere a Dio. Unica in tutto l’ordine del creato, l’umanità, uomini e donne, è l’unica portatrice dell’imago Dei, l’immagine di Dio tra le cose animate e inanimate del creato. In quanto portatori della sua immagine, gli esseri umani hanno il mandato di camminare in comunità con Dio, e di prendersi cura l’uno dell’altro e del mondo. Resistendo all’invito al “Noi” della

comunità con Dio e con gli altri, gli esseri umani scelgono di vivere nell’”Io” dell’individualismo e dell’auto-realizzazione. Questo isolamento auto-inflitto muove l’anima umana verso l’auto-conservazione e l’auto-assorbimento. Questa “caduta nell’ombra”, ha liberato percorsi distruttivi per la razza umana, e il bisogno di un Adamo redentore che scelga di vivere una vita in comunità con Dio, rovesciando così gli effetti della caduta ANTICO EGITTO Nella mitologia egizia sono riportati tre miti cosmogonici distinti, corrispondenti a tre diversi culti dei maggiori centri sacerdotali. Secondo la teologia eliopolitana, nota attraverso i “testi delle piramidi”, al centro del mito della creazione c’è il dio solare Atum. Nato dall’oceano primordiale (Nun), Atum salì su una collina, creò, secondo alcune traduzioni con lo sperma e secondo altre con la saliva Shu, il vuoto, e la dea Tefnut l’umidità, che a loro volta generarono Geb e Nut, la terra ed il cielo. Da questi ultimi nacquero due coppie di fratelli e sorelle, Osiride, Iside, Seth e Nefti, i quali procrearono l’umanità. L’insieme di queste divinità formò la grande Enneade eliopolitana. Secondo la dottrina menfita, la creazione del mondo sarebbe opera di Ptah, che con il cuore, sede del pensiero, e con la lingua, la parola donatrice di vita, avrebbe generato otto emanazioni di sé. La cosmogonia tebana, basata su un’antica leggenda della città di Ashmunein (Ermopoli), narra di una collina di fango che sarebbe emersa dalle acque, originando otto dei primordiali, quattro maschili con testa di rana e quattro


GIAPPONE Il dio Izanagi e la dea Izanami agitarono l’oceano con una lancia per creare una piccola isola di sale coagulato. Le due divinità scesero sull’isola, si accoppiarono, crearono le isole principali, le divinità e i predecessori del Giappone

(Verità, Amore). Quando un eone chiamato Sophia (Saggezza) emanò senza il suo eone partner, il risultato fu il Demiurgo, o mezzo-creatore (nei testi gnostici a volte chiamato Yalda Baoth, o Rex Mundi per i Catari), una creatura che non sarebbe mai dovuta esistere. Questa creatura non apparteneva al pleroma, e l’Uno emanò due eoni, Cristo e lo Spirito Santo, per salvare l’umanità dal Demiurgo. Cristo prese poi la forma della creatura umana Gesù in modo da poter insegnare all’umanità la via per raggiungere la gnosi: il ritorno al pleroma. Gli gnostici ofiti, o naaseni veneravano il serpente, perché, come narrato nella Genesi (3,1), era stato mandato da Sophia per indurre gli uomini a nutrirsi del frutto proibito della conoscenza per acquisire una consapevolezza almeno pari a quella del loro creatore.

GNOSTICISMO Gran parte delle sette gnostiche teorizzavano che il mondo fosse stato creato non da Dio, ma da eoni che, nel loro complesso formavano il Pleroma. Gli eoni, in molti sistemi gnostici, rappresentano le varie emanazioni del Dio primo, noto anche come l’Uno, la Monade, Aion Teleos (l’Eone Perfetto), Bythos (greco per Profondità), Proarkhe (greco per Prima dell’Inizio), Arkhe (greco per Inizio). Questo primo essere è anch’esso un eone e contiene in sé un altro essere noto come Ennoia (greco per Pensiero), o Charis (greco per Grazia), o Sige (greco per Silenzio). L’essere perfetto, in seguito, concepisce il secondo ed il terzo eone: il maschio Caen (greco per Potere) e la femmina Akhana

GRECIA CLASSICA Platone, nel suo dialogo Timeo, descrive un mito della creazione che coinvolge un essere chiamato demiurgo. Esiodo, nella sua Teogonia, racconta che in principio c’era Caos, il quale diede vita a Gea/Gaia (la Terra), Tartaro (gli Inferi), Eros (amore), Nyx (l’oscurità della notte) ed Erebo (le tenebre degli Inferi). Gea partorì poi Urano, il cielo stellato, suo pari, per coprire sé stessa, le colline e le profondità senza frutto del Mare, e Ponto, tutto “senza la dolce unione dell’amore”, ma solo da sé stessa. Successivamente, narra Esiodo, essa giacque con Urano e generò Oceano, Ceo e Crios e i Titani Iperione e Giapeto, Teia e Rea, Temi e Mnemosine e Febe dalla corona d’oro e l’amabile Teti.

“Dopo di loro nacque Crono, scaltro, il più giovane e il più terribile dei suoi figli, e odiava il suo potente padre.” Crono, seguendo le raccomandazioni di Gea, evirò Urano. Egli sposò Rea che gli diede sei figli Estia, Demetra, Era, Ade, Poseidone, e Zeus. Zeus e i suoi fratelli rovesciarono Cronos e gli altri titani, quindi estrassero a sorte quello su cui ciascuno di loro avrebbe regnato. Zeus estrasse i cieli, Poseidone il mare, e Ade il sottosuolo, mentre la terra sarebbe stata governata da tutti e tre.

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femminili con testa di serpente. Queste otto divinità formarono l’Ogdoade ermopolitana. La leggenda passata a Tebe si sarebbe trasformata e gli dei avrebbero creato un uovo, da cui nacque Amon, il dio-sole. Col tempo, i gruppi rivali si fusero e Ra e Atum furono identificati in una sola divinità. Amon divenne per un certo periodo la somma divinità per poi divenire una manifestazione di Ra. Anche Ra e Horus furono identificati come uno solo quando si tentò, invano, di introdurre il monoteismo.

HMONG (popolazione che vive principalmente nelle regioni montane della Cina del sud nelle regioni del sud-est asiatico) Secondo la tradizione Hmong, in un’epoca remota i fiumi e l’oceano coprirono la terra. Due ragazzi, fratello e sorella, furono chiusi in un tamburo di legno giallo. Le persone del cielo guardarono giù e videro la terra. Tutto era morto. Solo il tamburo di legno giallo galleggiava sulle acque. “Colpisci la terra fino a forarla così che l’acqua dreni” disse il Re in Cielo. L’acqua fluì via. Finalmente, il tamburo batté contro il terreno. Il fratello e la sorella uscirono dal tamburo e si guardarono intorno, tutto era morto. “Dove sono le persone?” chiese la sorella. Il fratello ebbe un’idea. “Tutte le persone sulla Terra sono andate via. Sposami, potremmo avere dei figli”. “Non posso sposarti, siamo fratelli” Ma lui insisteva mentre lei continuava a dire “No!” Alla fine il fratello disse: “Por-

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tiamo delle pietre sulla collina e facciamole rotolare a valle. Se le pietre atterrano una sull’altra, allora mi sposerai.” La sorella fece rotolare la sua pietra, ma appena il fratello fece rotolare la sua, questi corse più veloce che poteva giù per la collina e mise le pietre una sull’altra. Quando la sorella vide le pietre scoppiò a piangere. Infine disse: “Ti sposerò, perché così doveva essere.” Un anno dopo la moglie diede vita a un neonato, ma non era umano. Non aveva né braccia né gambe, era proprio come una zucca. Il marito lo tagliò in pezzi e lo gettò via. Un pezzo cadde sul giardino e divenne il clan “Vang” perché “Vang” ha lo stesso suono di “Giardino” in Hmong. Un pezzo cadde nella stalla. Alcuni pezzi caddero su foglie ed erbe e divennero altri clan Hmong. Il Nhia, Mhoua, Pao, Ho, Xiong, Vue e così via. Il mattino seguente il villaggio era pieno di case. Tutti andarono

dai coniugi e dissero: “Madre e padre, mangiate con noi!” Il marito disse alla moglie: “Ti ho chiesto di sposarmi perché tutte le persone sulla terra erano morte. Ora queste persone sono la nostra famiglia, i nostri figli”. HOPI (popolazione Amerinda che vive nel Sud-Ovest degli USA) Gli anziani dicono che il primo Hopi aveva scelto di vivere nel deserto sterile, così essi avrebbero sempre dovuto pregare per avere la pioggia. Per questo essi non avrebbero mai perso la fede nelle loro cerimonie, che mantenevano il legame con la Madre Natura e il Creatore. Essi sostenevano che i veri Hopi rappresentassero tutti i popoli pellerossa attraverso l’autorità a loro conferita dal creatore, il dio Maasaw. INCA Il racconto inca della creazione è conosciuto grazie ai racconti tramandati dai sacerdoti oppure

dalla iconografia delle ceramiche o delle costruzioni architettoniche, e grazie ai miti e alle leggende sopravvissute tra i nativi americani. Secondo questi racconti, nei tempi antichi la terra era immersa nell’oscurità. Allora, da un lago chiamato Collasuyu (adesso Titicaca), emerse il dio Con Tiqui Viracocha, portando con sé alcuni esseri umani. Allora Con Tiqui creò il sole (Inti), la luna e le stelle per illuminare il mondo. È proprio da Inti che il Sapa Inca, imperatore del Tawantinsuyu, discende. Al di fuori delle grandi caverne Con Tiqui modellò numerosi esseri umani, incluse alcune donne che erano già incinte. Allora egli mandò fuori queste persone in ogni angolo del mondo. Tenne però con sé un uomo e una donna a Cusco, l’”ombelico del mondo”. Con, il creatore, aveva forma umana ma era senza ossa. Egli riempì la terra con cose buone per sopperire ai bisogni dei primi esseri umani. Le persone,


pietre sacre (huaca). In un’altra versione di questa leggenda, invece di apparire da una caverna a Cusco, i fratelli sarebbero emersi dalle acque del lago Titicaca. Secondo la leggenda di Tici Virachocha, invece, Manco Capac era il figlio di Tici Viracocha: egli e i suoi fratelli (Ayar Anca, Ayar Cachi e Ayar Uchu) e sorelle (Mama Ocllo, Mama Huaco, Mama Raua e Mama Cura) vivevano vicino Cusco, presso Pacari-Tampu (oggi Pacaritambo, a 25 km a sud di Cusco). Una volta formato un popolo piuttosto numeroso riunito in dieci ayllu essi tentarono di assoggettare le tribù della valle di Cusco. Questa leggenda comprende inoltre il bastone d’oro, sostenendo che questo era stato dato a Manco Capac da suo padre. La leggende inoltre narra che il giovane Manco avrebbe ucciso i suoi fratelli più grandi diventando così l’unico governante di Cusco. INDUISMO Nella filosofia induista, vi sono molteplici interpretazioni e convinzioni circa la nascita dell’universo, le sue cause e la sua fine. Presso le principali correnti devozionali, l’esistenza dell’universo è governata dalla Trimurti, composta da Brahma (il Creatore), Viṣṇu (il Preservatore) e Śiva (il Distruttore). La sequenza di avatar di Viṣṇu, il Dasavatara (sanscrito: Dasa, “dieci”, e Avatara, “incarnazione”) viene oggi generalmente accettata dalla maggior parte degli induisti come ben correlata con la teoria dell’evoluzione di Darwin, in cui il primo avatar si genera dall’ambiente acquatico. Gli induisti quindi non vedono molto conflitto tra creazione ed evoluzione. Un ulteriore ragione

per questo può essere il concetto induista di tempo ciclico, come il sistema degli Yuga, o i giorni di Brahma, cicli di circa 4,3 miliardi di anni (a differenza del concetto di tempo lineare presente in molte religioni). Infatti, il tempo è rappresentato come Kala Chakra — la Ruota del Tempo. Nell’induismo, le creazioni della natura e di tutti gli Dei sono Sue manifestazioni. Egli è all’interno e senza le sue creazioni, pervadendo l’intero universo ed osservandolo dall’esterno. Quindi tutti gli animali e gli esseri umani hanno un elemento divino in loro che è coperto da ignoranza e illusioni (il velo di Maya) di materia o esistenza profana. I testi indù e vedici come la Śrīmad Bhāgavatam descrivono che Maha-Viṣṇu (originato a sua volta dal dio Krishna), giace nell’oceano causale e quando espira innumerevoli universi vengono emessi dai pori della sua pelle, quando inspira gli universi sono riportati entro il suo corpo. « Il Mahaa-Viṣṇu, in cui tutti gli innumerevoli universi entrano e da cui tornano indietro semplicemente seguendo il suo respiro, è un’espansione di Krishna. Quindi io adoro Govinda, Krishna, la causa di tutte le cause. » (Brahma-samhitaa 5.48)

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però, dimenticarono il dio Con e si ribellarono. Così egli li punì smettendo di mandare la pioggia. La gente allora fu costretta a lavorare duramente arrangiandosi con la poca acqua che poteva trovare nei rigagnoli rimasti. Allora si affermò una nuova divinità, Pachacamac, che cacciò Con e trasformò le persone da lui create in scimmie. Pachachamac poi si impossessò della Terra e creò gli antenati del genere umano. Il fondatore della prima dinastia dei sovrani di Cusco fu Manco Capac. Secondo una leggenda egli emerse dalle profondità del lago Titicaca grazie al dio del sole Inti. Un’altra versione della storia sosteneva che egli fosse il figlio di Tici Viracocha. Comunque alle persone comuni non era permesso pronunciare il nome di Viracocha, cosa che fornisce una possibile spiegazione della necessità di due miti di fondazione. In uno dei due miti Manco Capac era il fratello di Pachacamac ed entrambi erano figli del dio del sole Inti, conosciuto anche con il nome di Apu Punchau. Lo stesso Manco Capac veniva onorato come un dio del fuoco o del sole. Secondo la leggenda di Inti, Manco Capac e i suoi fratelli di madre erano stati mandati sulla terra dal dio del sole ed erano fuoriusciti da una caverna del Pacaritambo portando un bastone dorato chiamato tapac-yauri. Essi dovevano creare un Tempio del Sole nel luogo dove il bastone sarebbe affondato dentro la terra. Essi viaggiarono fino a Cusco lungo gallerie sotterranee e finalmente trovarono il luogo adatto per costruire il tempio in onore del dio del sole Inti, loro padre. Durante il viaggio uno dei fratelli di Manco Capac e forse anche una delle sue sorelle vennero tramutati in

INUIT (popolo dell’Artico) La tradizione degli Inuit è che il trickster nella forma di Corvo creò il mondo. Quando le acque spinsero il terreno su dalle profondità il Corvo lo beccò e mise nel posto giusto. La prima terra era grande abbastanza per una sola casa occupata da una sola famiglia: un uomo, sua moglie, i loro figli e il Corvo che mise a posto il terreno. Il padre aveva

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una sacca appena sopra il suo letto. Dopo che il Corvo ebbe molto pregato il padre, questi permise al figlio di giocarci. Mentre il Corvo giocava danneggiò la sacca e una luce uscì. Il padre che non voleva tutta quella luce prese la sacca dalle mani del figlio prima che potesse danneggiarla ulteriormente. Questa lotta è all’origine del giorno e della notte. IROCHESI (popolazione nord americana originariamente stanziata tra gli attuali Stati Uniti e il Canada) Il racconto del demiurgo degli Irochesi è che in principio non ci fosse terra su cui vivere, ma solo un abisso d’acqua, ma sopra, nel Grande Blu, c’era una comunità chiamata il “Mondo del Cielo”, che comprendeva una donna che sognava i sogni. Una notte lei sognò l’albero che era la fonte della luce. Il sogno la turbò, così andò a chiedere all’uomo nel Mondo del Cielo di tirare su l’albero. Scavarono attorno alle radici dell’albero per fare spazio ad ancora più luce, ma l’albero cadde attraverso il buco e scomparve. Dopo ciò vi fu solo ombra. Colti di sorpresa e non sapendo cosa fare, spinsero la donna attraverso il buco. La donna si sarebbe persa negli abissi se un pesce falco non fosse giunto in suo aiuto usando le sue piume per farla appoggiare. Il pesce falco non avrebbe potuto tenerla tutta sopra di sé tutto da solo, così chiese come aiuto di creare un terreno solido su cui potesse stare la donna. Uno svasso (Podilymbus podiceps, uccello comune in America simile all’anatra) si calò fino al fondo del mare e riportò fango nel suo becco. Trovò una tartaruga, spalmò il fango sul suo guscio, e si

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rituffò ancora molte volte. Anche le anatre portarono i loro becchi pieni del fondo dell’oceano e lo spalmavano sul dorso della tartaruga. Il castoro aiutò a costruire il terreno, rendendo la copertura più grande. Gli uccelli e gli animali costruirono i continenti fino a che ebbero fatto l’intera terra tonda, mentre la donna era al sicuro seduta sulla schiena della tartaruga. La tartaruga continua a tenere la terra sulle sue spalle. Dopo questo, uno degli spiriti del Mondo del Cielo, scese e guardò la terra. Dopo che vi ebbe viaggiato, la trovò meravigliosa, e così creò le persone per viverci e diede loro capacità speciali; ogni tribù della nazione degli Irochesi fu dotata di doni speciali da condividere con il resto dell’umanità. ISLAM L’Islam condivide con il Cristianesimo la fede in una creazione del mondo ad opera di Dio, con uno svolgimento temporale: «Veramente il vostro Signore è Allah, che creò il cielo e la terra in sei giorni ed è saldamente stabilito sul trono, a regolare e governare tutte le cose.» [Corano 10:3] Nell’Islam ogni creazione è attribuita ad Allah (il nome proprio di Dio in arabo). Egli è l’unico Dio per i musulmani. È chiaramente identificato come la “prima causa” in numerosi versetti del Corano. In quanto Creatore ed Eterno, e in considerazione dell’impossibilità della materia bruta (madda) di sussistere senza il Suo continuo intervento, a Lui è attribuita la proprietà di qualsiasi atto creato, ivi compreso quello apparentemente riferibile all’essere umano, il quale ne avrebbe in definitiva il solo possesso (iktisāb) Seguono tre esempi:

XIII:16 … « Rispondi: “È Dio il Creatore di tutte le cose, è Lui l’Unico, il Vittorioso!” ». LVII:3 « Egli è il Primo, Egli è l’Ultimo, Egli è il Dispiegato, Egli è l’Intimo, Egli è sovra tutte le cose sapiente ». CXII:1-2 «Dì: “Egli, Dio, è uno - Dio l’Eterno. - non generò né fu generato - e nessuno Gli è pari” ». Riferendosi all’argomento della “prima causa” il Corano indirizza i non-credenti: LII:35-36 « Son essi che furon creati dal nulla, o son loro i creatori? Son forse loro che han creato i cieli e la terra? No! Nessuna certezza salda essi hanno ». MAYA All’inizio vi erano solo cielo e terra, personificati come una trinità di dèi chiamata Cuore-delCielo. Essi volevano che ci fosse qualcuno a lodarli. Cominciarono perciò col dire “Terra”, che dunque apparve dal mare, seguita da montagne e alberi; questo rese felice Cuore-del-Cielo che contento del proprio lavoro creò gli animali della foresta: uccelli, cervi, giaguari, serpenti. Venne loro detto di moltiplicarsi e spargersi, e lodare cuore del cielo Ma gli animali non facevano altro che stridere e ululare ciò non piacque agli dei che ressere gli animali essere inferiori, e destinati a divenire servitori di chiunque avrebbe adorato Cuore-del-Cielo. Allora Cuore-del-Cielo creò l’uomo dal fango. Ma non riusciva a stare in piedi aveva vista breve, e la nuova razza fu spazzata via e dissolta dall’acqua. Cuore-del-Cielo si rivolse ai due divini indovini per chiedere se avessero dovuto fare l’uomo in legno. Ma gli uomini di legno non si rivelarono altro che automisaldi e attivi ma senza cervello; così Cuore-del-Cielo provocò la distruzione di que-


MAORI (popolo polinesiano) Per i Maori la terra e la genealogia erano i riferimenti più importanti. Inizialmente esisteva Te Kore (il Vuoto) a cui fece seguito Te Poroa (la Notte). Da queste due divinità discesero il Cielo e la Terra. Il mito della creazione Maori racconta che in origine il cielo e la terra erano uniti, quando Ranginui, il Padre Cielo, e Papatuanuku, la Madre Terra, giacevano insieme stretti in un abbraccio. Essi ebbero molti figli, che vivevano nell’oscurità che vi era tra loro due; era una schiera di deibambini, ognuno dei quali aveva il controllo di una forza delle natura. Ma i figli desideravano

vivere alla luce, e così divisero i genitori contro la loro volontà. Dalla luce che brillò dopo quella separazione, ebbero allora origine le cose animate ed inanimate: da uno degli dei nacque l’uomo. Il dolore per la separazione da allora affligge Ranginui e Papatuanuku. Le lacrime di Ranginui cadono sotto forma di pioggia verso Papatuanaku per mostrare quanto egli l’ama. Le foschie che si levano dalle foreste sono i sospiri di Papatuanuku quando il calore del suo corpo brama il compagno e continua a nutrire l’umanità. NAVAJO (popolo nativo americano stanziato nell’Arizona settentrionale) In principio c’erano le Persone Sante, supernaturali e sacre, che vivevano sotto terra in quattro mondi sottostanti. Una grande inondazione sotterranea forzò le Persone Sante a risalire in superficie attraverso un sentiero, dove ricrearono ogni mondo che incontravano. Negli ultimi mondi, la Donna del Cambiamento diede vita agli Eroi Gemelli, chiamati “Mostro dilaniatore” e “Figlio delle acque” che hanno avuto molte avventure in cui hanno liberato il mondo dal male. Le Persone della Superficie, mortali, furono creati nel quarto mondo, e il Primo Uomo e la Prima Donna vennero creati dalle bucce del grano bianco e giallo. Gli dei insegnarono loro cerimonie, praticate ancora oggi. MITOLOGIA NORRENA Dalle gocce di brina si creò Ymir, il primo essere vivente, padre dei giganti di ghiaccio. Insieme a lui nacque la mucca Auðhumla. La mucca leccò le pietre salate e si generò Búri, il primo uomo. Da

lui nacque Borr, e da quest’ultimo nacquero Odino, Víli e Vé. Odino e i suoi fratelli usarono il corpo di Ymir per creare l’universo. Questo universo consta di nove mondi. Loro posero il corpo sul vuoto chiamato Ginnungagap. Loro usarono la sua carne per la creazione della terra e il suo sangue per il mare. Il suo teschio, tenuto su da quattro nani (Norðri Nord, Suðri Sud, Austri Est, e Vestri Ovest), fu usato per creare il paradiso. Quindi usando scintille da Muspellheimr, gli dei crearono il sole, la luna e le stelle. Le sopracciglia di Ymir invece furono usate per creare un posto dove la razza umana potesse vivere su; un posto chiamato Miðgarðr. I primi umani, Askr ed Embla, furono creati da tronchi.

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sta nuova razza per mezzo di un temporale anche gli animali, gli oggetti si rivoltassero contro gli uomini di legno privi di spirito. solo pochi uomini di legno fuggirono nelle foreste e si salvarono vivono ancora e sono le scimmie. Cuore-del-Cielo allora compì un altro tentativo di creare una razza convenientemente rispettosa, e plasmò gli esseri umani a partire da un impasto di mais a cui con una bevanda di mais fu data la forza, i primi esemplari furono 4 essi avevano vista, udito, movimento, parola ed erano molto saggi, pieni di riconoscenza verso i loro creatori elevarono lodi agli dei. Le facoltà di questi uomini li rendeva troppo simili agli dei così fu deciso di soffiare nebbia nei loro occhi e per limitare la loro capacità di conoscere fecero in modo che si scontrasse con il mistero. Gli dei crearono poi le donne per rendere felici gli uomini e per darle loro la possibilità di generarsi, da queste unioni sono nate tutte le tribù dei popoli maya.

POLINESIA Secondo le tribù polinesiane il mondo venne creato da una divinità, anche chiamata “Astan Gabum”, che secondo loro diede origine alle montagne, e poi alla terra ferma, con il tempo creò gli animali e li fece moltiplicare, fino a che per pura casualità non ne nacque l’uomo, secondo i reperti presenti all’interno delle isole orientali della Polinesia, l’uomo era causa di un errore della divinità la quale avrebbe desiderato una forma di vita più interessante. TAOISMO Il Taoismo concepisce il Tao come la forza basilare e funzionale per la creazione. Il Tao, ovvero il vuoto(senza nome), permette la formazione dell’esistenza; quest’ultima consta nello yin e nello yang da cui nasce ogni cosa (le Diecimila Cose). Secondo Lao Tzu il Tao è ciò che dà in eterno senza venire svuotato, e

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che riceve in eterno senza venire riempito. Ciò che non esiste per sé è in grado di durare. Mito di Pangu - Secondo questa spiegazione, proposta dai monaci Taoisti secoli successivi a Lao Zi, l’universo nacque da un uovo cosmico. La divinità Pangu nacque poi da quell’uovo rompendolo in due parti: quella superiore divenne il cielo e quella inferiore la terra. Man mano che la divinità crebbe le due parti dell’uovo si allontanarono sempre più e, quando morì, le parti del suo corpo diedero origini a varie zone terrestri.

ZEN Il tutto e il niente sono un tutto unico inseparabile. La filosofia Zen nega che la persona possa essere la causa scaturente. Nel parlare delle origini afferma che il piano dell’essere è la vera causa scaturente. ZOROASTRISMO Nella narrazione della creazione dello Zoroastrismo, Ahura Mazda creò 16 terre, una alla volta, tali che ognuna di esse fosse sorgente di piacere per la sua popolazione. Dopo la creazione di ognuna di

queste terre, Angra Mainyu intervenne con una contro-creazione, introducendo malattie e peccati di vario genere. L’idea dualistica di due spiriti primordiali, considerati gemelli da Zoroastro, riprende un prototipo delle mitologie indoeuropee.

Leron


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FERRAGOSTO

Nel 18 a.C. l’imperatore Augusto istituì le Feriae Augusti (riposo di Augusto), in suo onore, primo imperatore romano, da cui prende il nome il mese di agosto, in realtà fu dichiarata festa/riposo dal 1 al 31 agosto. Le Feriae vennero sostanzialmente istituite per celebrare i raccolti e la fine dei principali lavori agricoli. La festa aveva anche lo scopo di fornire un periodo di riposo dopo le fatiche dei lavori agricoli, inoltre si instaurò presto l’uso di elargire una mancia agli schiavi, ricompensa per i servizi svolti. Era un periodo di riposo e di festeggiamenti, che aveva origine dalla tradizione dei Consualia, feste che celebravano la fine dei lavori agricoli, dedicate a Conso che, nella religione romana, era il

dio della terra e della fertilità. In tutto l’Impero si organizzavano feste e corse di cavalli, e gli animali da tiro, esentati dai lavori nei campi, venivano adornati di fiori. Inoltre, era usanza che, in questi giorni, i contadini facessero gli auguri ai proprietari dei terreni, ricevendo in cambio una mancia. In una data molto vicina, il 13 agosto, si svolgevano i riti in onore di Diana. Templum Dianae (o Idi Diana), così era chiamata la festa in onore a Diana per la quale si svolgevano anche pellegrinaggi verso il santuario di Diana sul lago di Nemi. La ricorrenza fu assimilata dalla Chiesa cattolica intorno al VII

secolo, si iniziò a celebrare l’Assunzione di Maria, festività che fu fissata il 15 agosto. Il dogma dell’Assunzione (riconosciuto come tale nel 1950) stabilisce che la Vergine Maria sia stata assunta, cioè accolta, in cielo sia con l’anima sia con il corpo. Ricordiamo che Diana è una dea vergine, la Madonna è Immacolata (priva di peccato), questa similitudine è un’ulteriore prova del fatto che il cristianesimo ha usato feste pagane per affermare il suo potere. Oggi, l’Italia è l’unico paese che festeggia Ferragosto.

Tommaso

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TEREZIN ultima tappa prima della morte

“…Prova, amico, ad aprire il tuo cuore alla bellezza quando cammini tra la natura per intrecciare ghirlande coi tuoi ricordi: anche se le lacrime ti cadono lungo la strada, vedrai che è bello vivere.” (bambino ebreo, Terezin 1941) Nel Dicembre del 1942 la propaganda nazista deve far fronte ai crescenti sospetti che si addensano su Berlino per la sua politica omicida nei confronti degli ebrei. Appare in effetti sempre più chiaro che i campi di concentramento sono in realtà campi di sterminio. L’intelligence tedesca invece vuole assolutamente correggere questa percezione, sforzandosi

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di accreditare l’immagine di un Paese combattente “corretto”, di un nemico, cioè, che rispetta la morale, le norme e le convenzioni internazionali. Insomma i governi alleati si sbagliano. Gli ebrei rinchiusi nei ghetti o nei campi sono in realtà trattati bene e godono di ampia autonomia di organizzazione e di culto. Certo, devono lavorare duro, ma è la guerra! Per questa squallida operazione di “intossicazione informativa” viene scelto il campo di Terezin (Theresienstadt in tedesco), vecchia cittadella militare cecoslovacca situata a ottanta chilometri a nord- est di Praga. E’, per la verità, piuttosto un “campo di

transito” sulla via dei centri di sterminio di Teblinka, Sobibor, Majdanek, Auschwitz-Birkenau. Terezin, intanto non sarà più chiamato ghetto o campo ma pudicamente, “zona di popolamento ebraico”. Viene quindi artificiosamente costruito un piccolo “centro città” con strade, negozi, infermeria e persino un teatro per spettacoli e rappresentazioni varie, visto che molti sono gli ignari artisti e musicisti che si trovano raggruppati a Terezin. Insomma ciò che conta è l’apparenza e, apparentemente, a Terezin non è scomparso il senso dell’umanità: si danno concerti, i bambini vanno a scuola e scrivo-


Terezin no poesie. Viene anche girato un incredibile film propagandistico dal titolo “Hitler regala agli ebrei una città”, che però non verrà mai proiettato nelle sale cinematografiche. E’ riservato agli ospiti che visitano il campo. Chissà per quale motivo…. L’apice della “disinformazione” viene toccato nel gennaio del 1944, quando una delegazione della Croce Rossa Internazionale visita Terezin per verificare il trattamento riservato agli internati. Tutto appare regolare e ordinato. I delegati hanno visto un asilo nido, una scuola, hanno parlato con alcuni “ospiti” (selezionati ad arte), hanno assistito a un concerto nella piazza del villaggio (costruita per l’occasione) e hanno persino seguito una partita di calcio organizzata (e controllata) in loro onore. Insomma ripartono con un’impressione alquanto positiva! Sembra quasi l’allestimento di un set teatrale con attori che non sanno di esserlo e la sapiente manipolazione e deformazione della realtà fanno apparire a chi guarda, tutto quello che realmente non è. Gli esperti della CRI non han-

no capito che Terezin è sì ben organizzato, ma è solo una tappa provvisoria verso la morte, verso lo sterminio di massa. Se avessero effettuato visite a scadenze ravvicinate, avrebbero constatato che gli internati non erano mai gli stessi! La rotazione in effetti è molto rapida. Dal 1943 al 1945 circa cento mila ebrei transiteranno da Terezin verso i campi della morte. Finché si rimane nel lager modello si deve dare l’illusione di un campo di lavoro dove ci si prende cura dei bambini, i malati ricevono attenzione, agli anziani non manca l’assistenza e si hanno le carte in regola per accogliere delegazioni internazionali. E lo spettacolo continuerà. Altri inconsapevoli attori verranno a sostenere la parte di prigionieri trattati con umanità, in attesa di andare a morire, in un contesto dai contorni surreali, dove paradossalmente riesce a esprimersi una vivace vena artistica e culturale ebraica. Grandi musicisti come Viktor Ullmann o Hans Krasa, prigionieri nel campo, danno vita a una serie eccezionale di performance, creando tra l’altro la nota operetta

DOSSIER

Brundibar, nella quale i bambini esprimono il loro rifiuto del perfido mondo degli adulti e manifestano la loro straziante voglia di vivere. Scrive una ragazza, in una di quelle struggenti “poesie di Terezin” in attesa del trasferimento nei campi di sterminio: “Tra qualche giorno morirò, avrò vissuto solo quindici anni, ma avrò vissuto!” La situazione è così disperata che la ragazza è “contenta” di aver vissuto almeno quindici anni, “privilegio” di cui innumerevoli bambini non hanno potuto godere. Di quindicimila bambini non ne sono sopravvissuti nemmeno cento. Avevano tutti un’età compresa tra i 12 ed i 16 anni. Questa volta non ci sono immagini forti, non ci sono cumuli di scheletri. Ci sono quattromila disegni, sessantasei poesie di quelle giovani anime strappate alla vita ma hanno senza dubbio lo stesso effetto. Il campo di Terezin proprio perché di transito, è stato uno dei pochi che prevedeva uno spazio per i bambini. Stesse condizioni igieniche, stessa fame, stesse malattie. Proprio come gli adulti. Stessa Identica sofferenza. Una tragedia che a Terezin si compie tra poesie e musica, tra assistenze fittizie e visite sapientemente guidate. Una tragedia ancora più insopportabile perché nascosta tra le pieghe di un crudele “effetto notizia”, della squallida mistificazione perpetrata dalla propaganda nazista. Una tragedia nella tragedia.

Federica Baldi

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APPROFONDIMENTO

IL SENSO DI COLPA

Il senso di colpa assume più significati, con risvolti positivi e negativi. Qui prendo in considerazione il senso di colpa che ci blocca nell’impotenza e nella mancanza di libertà. Sovente appare quando decidiamo di dedicare a noi stessi tempo e attenzioni per migliorare la nostra vita. Il senso di colpa si genera quando cerchiamo di comportarci in modo diverso dal modello comportamentale costruito attraverso le introiezioni e i valori inerenti quel che è bene o male fare, trasmessi dalla nostra famiglia e dall’ambiente. Se mettiamo in discussione i modelli educativi acquisiti, anche se portatori di disagi, scatta il senso di colpa. Quando eravamo bambini il nostro subconscio ha registrato il ti-

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more del giudizio, dell’esclusione da parte degli altri, della sconfitta, dell’impossibilità di macchiarci della colpa di trasgredire. Tuttora, per proteggersi dall’eventuale isolamento, inadeguatezza e sconfitta, il subconscio attiva lo schema automatico della colpa. Incurante delle mutate condizioni esterne e personali ci rinchiude nella prigione del conflitto interno, che ci impedisce di agire e di migliorare la nostra vita attuale. Occorre affrontare questa sorta di tranello automatico del subconscio, riconoscere lo stato emozionale che lo sostiene, costituito dalle memorie di paura dell’esclusione e rabbia per l’ingiustizia e il disagio che stiamo provando. Riconoscendo le radici di questo conflitto interno, che ha assolto la funzione di garan-

tirci il sostegno quando eravamo bambini bisognosi, dipendenti, impotenti e senza scelta, potremo vedere come la situazione attuale sia profondamente diversa. Oggi siamo adulti, non dipendiamo più dall’approvazione degli altri, siamo in grado di sopportare eventuali giudizi avversi, i rifiuti e gli ostacoli, sappiamo assumerci la responsabilità di una valutazione autonoma della realtà e di riavvicinarci ai nostri autentici bisogni, alla nostra umanità. Liberi da questo inutile senso di colpa, coscienti del nostro diritto all’autonomia, la realtà non potrà fare a meno di rispecchiare il nostro cambiamento, proveremo i benefici gratificanti legati all’incremento del nostro potere e al miglioramento della nostra vita.


Per molto tempo gli scienziati hanno pensato che le informazioni dei nostri sensi fossero elaborate prima dalla neocorteccia cerebrale (centro del pensiero razionale) e solo in seguito trasmesse all’amigdala (situata nel sistema limbico) per una risposta emotiva. Questo ha implicato una decisa svalutazione dell’importanza delle emozioni come agenti nei processi mentali e come fondamentale fonte di energia. Oggi le ricerche hanno evidenziato che l’amigdala può prendere il sopravvento sulla neocorteccia, provocare reazioni fisiche, emozionali e mentali in base alle proprie memorie, escludendo un attento esame della realtà. Tale meccanismo di risposta automatico è estremamente veloce, si basa sul meccanismo di “sopravvivenza”, è applicato a tutte le situazioni fisiche e psicologiche quotidiane. L’amigdala non vuole rischiare, le basta una vaga somiglianza con una situazione del passato per scatenare azioni, emozioni, pensieri uguali al ricordo evocato. In questo modo il circuito razionale della neocorteccia è stato bypassato, ha guidato la nostra reazione l’amigdala, più rapida e dotata di connessioni neuronali più forti e numerose. E’ per questo funzionamento che spesso crediamo di non avere nessun potere sulle reazioni emotive forti. In realtà è possibile vivere meglio, stabilire relazioni soddisfacenti, per questo è opportuno trasformare queste memorie attive cariche di contenuti emozionali disfunzionali, di cui siamo inconsapevoli. E’ necessario riconoscere la loro presenza per affrontare adeguatamente la carica emozionale irrisolta, che condiziona la qualità della nostra

vita in ogni istante. In questo processo ricordiamoci che l’amigdala può solo riprodurre il passato, che spesso non ha nulla a che vedere con l’evento attuale ma è più rapida della neocorteccia. Quest’ultima pur avendo il potenziale creativo libero e originale è più lenta e risulta impotente quando il cervello limbico è carico emozionalmente. Le memorie attive non generano solo reazioni emozionali automatiche ma anche modi di pensare, siamo in presenza di una mente automatica “inferiore”, una sorta di computer programmato nel passato. La carica emozionale ha determinato la registrazione nella mente, la quale funziona in modo automatico anziché “intelligente”. Se l’amigdala rimane carica vince sempre e la grande riserva energetica costituita dalle nostre emozioni viene utilizzata in modo improduttivo. Le ricerche hanno dimostrato che le emozioni positive migliorano la salute, allungano la vita, ci sentiamo in uno stato di espansione che genera coerenza cardiaca, sicurezza, benessere, realizzazione e guardiamo con un nuovo atteggiamento le situazioni che generano ansia e stress. Per questo è utile utilizzare strumenti che permettano la ristrutturazione delle emozioni, la creazione di nuovi circuiti neuronali nel cervello. Alla luce delle evidenze che mostrano la difficoltà di provare simultaneamente emozioni positive e negative, sembra plausibile considerare le emozioni positive capaci di neutralizzare quelle negative. Provando emozioni positive trasformiamo noi stessi, accediamo allanostra energia, per canalizzarla verso il conseguimento dei nostri obiettivi.

* Riconosci la presenza di un’emozione indesiderata che vuoi cambiare: ansia, rabbia, senso di colpa, frustrazione. * Individua l’emozione positiva che vuoi sentire (gratitudine, sicurezza, benessere, adeguatezza, vitalità) e immagina di “soffiarla” nell’area del cuore, spingendo via quella negativa. Continua a soffiare per qualche istante per liberarti completamente dall’emozione negativa, Poniti l’obiettivo è ridare alle emozioni la dignità che gli abbiamo negato e ottenere la padronanza sulle stesse, per attingere al grande serbatoio di energia che permette di liberare la forza che ti permette di affrontare le sfide della vita.

IL SENSO DI COLPA

PADRONANZA EMOZIONALE

Liberà la Tua Unicità!

Arved

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L’ESIGENZA DI CAMBIARE

L’ESIGENZA DI CAMBIARE

A colui che sente il disagio per la vita che fa, la propria interiorità gli comunica che qualcosa non va, occorre cambiare, non può continuare ad aderire ai modelli adottati finora. Si fa strada in lui il “sentire” che c’è altro in se stesso che sta perdendo, non è consapevole di cosa si tratti ma il messaggio di fondo è inequivocabile. Ha deciso che non vuole più vivere come un automa, prigioniero delle abitudini, dei conformismi sociali e, a volte, delle aspettative che possono diventare veri e propri ricatti che alimentano i propri rapporti interpersonali. Ha deciso di affrontare la paura del nuovo, l’esploratore non può eludere questa emozione se vuole uscire dagli angusti confini che l’ambiente di provenienza gli ha dato, e riappropriarsi del proprio potere di autorealizzazione.

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La paura è un’emozione sana,

protettiva e giustificata, che tutte le persone intelligenti provano di fronte al pericolo reale, se non provassimo alcun timore nelle situazioni pericolose, agiremmo commettendo delle imprudenze fatali. Il problema è che oltre a questa paura protettiva, spesso, siamo soggetti a una paura emozionale, che non corrisponde a un evento pericoloso che ci sta minacciando nel momento stesso in cui la proviamo, ma è generata da eventi che pensiamo potrebbero accadere. E’ una modalità mentale disfunzionale, più fantastichiamo su questi futuri avvenimenti più la paura aumenta, si nutre dei nostri pensieri apparentemente razionali che la giustificano, si verifica una vera e propria escalation. Questa paura se non la affrontiamo può diventare invalidante, ogni volta che evitiamo delle situazioni che ci procurano difficoltà e dolore, ci restituisce la nostra debolezza e

inadeguatezza e la paura aumenta. Quando invece le affrontiamo, accade un fatto sorprendente, sentiamo che proprio quelle situazioni tanto “temute” ci donano piacere, e soprattutto incrementano la nostra autostima, il senso di efficacia personale e il coraggio. Le emozioni costituiscono la nostra miniera di energia accessibile per realizzare i nostri progetti. L’aspetto determinante è che vanno riconosciute e gestite per non perdere questa potente riserva di energia e metterla al servizio dei nostri progetti, per manifestare la nostra creatività e talenti. Se non liberiamo in modo appropriato l’energia imprigionata dalla paura che ci fa ipotizzare conseguenze negative per eventi futuri, ma la reprimiamo o tentiamo di mascherarla con le nostre giustificazioni apparentemente razionali,


Il CORAGGIO è la capacità di agire in presenza della paura, non è nulla di misterioso. * Quello che segue è un suggerimento per sviluppare il coraggio: - focalizza l’attenzione sulle tue sensazioni di paura, accoglila, accettala, ripuliscila dalle immagini mentali del temuto evento futuro, prova tutto il dolore che ti procura quando è senza oggetto, senti che si affievolisce gradualmente fino a lasciarlo andare. Ora, con quell’energia liberata, puoi entrare nel mondo delle possibilità infinite, passare all’azione, stare nel presente, l’unico luogo per realizzare le tue aspirazioni. Tendiamo a cercare sicurezza all’esterno, la nostra cultura si fonda sulla bugia che sia possibile essere certi del futuro. Iscriviti alla scuola giusta, mangia agli orari giusti, fai attività fisica nei momenti giusti, e la tua vita scorrerà in tutta sicurezza. E’ un’illusione che ci procura cocenti delusioni, occorre rinunciarci e focalizzarsi sul presente, ascoltati e agisci la tua energia, l’unico modo che ti garantisce di rendere reali i tuoi progetti. Solo accettando di “cadere” e “sbagliare” sviluppiamo le nostre capacità, rafforziamo il nostro sistema immunitario psicologico, siamo in grado di conquistare il diritto alla scelta, liberiamo le immense potenzialità che ci consen-

tono di ottenere soddisfazioni e gratificazioni. * Rivisita i tuoi errori, i fallimenti passati, scopri i preziosi insegnamenti che ti hanno offerto, costituiscono un patrimonio di esperienze costruttive per il tuo futuro, divieni consapevole della tua forza che ti ha spinto a vivere quelle situazioni per crescere. Ogni evento della tua vita è stato un investimento dal quale puoi trarre un prezioso rendimento. Si tratta di scoprire gli aspetti positivi presenti in ogni situazione, di operare la ricongiunzione e l’integrazione dei nostri vissuti e delle nostre parti. Occorre ripristinare l’unità, trasformare in azioni l’energia bloccata dalla paura che ci mantiene nello stato di separatività interna che si riflette anche all’esterno. La padronanza emozionale e i pensieri positivi sono indispensabili per un funzionamento ottimale, per sviluppare le nostre straordinarie capacità come l’intuizione. Prenditi la possibilità di agire in modo nuovo, di provare nuove sensazioni, di oltrepassare i tuoi limiti, se vuoi ottenere risultati diversi e più soddisfacenti. Sarai più vivo, avrai più sentimenti, contatterai la tua capacità creativa, i potenziali inespressi, ricordati cosa diceva Einstein “Le mie scoperte non sono mai il risultato di un ragionamento razionale”. Vogliamo essere più vivi ma ne abbiamo paura, così ci riempiamo d’impegni ripetitivi per non affrontare noi stessi, le paure irrazionali e separative che ci impediscono benessere e realizzazione. Prima di tutto permettiti di sentire le emozioni nel corpo, il conflitto interno che imprigiona l’energia e impedisce l’azione adeguata. Solo

riconoscendo la tua interiorità e accettando ogni parte di te, smetti di evitare la vita, ricominci a viverla in tutta la sua ricchezza e doni, che aumenteranno quanto più avrai padronanza delle tue emozioni e della tua mente. PERCHÉ NON CAMBIAMO? Molto spesso sappiamo quello che va modificato, conosciamo le migliori tecniche per ottenere quello che desideriamo, tuttavia non riusciamo a cambiare. Come mai? Purtroppo cadiamo in un errore comune, trasmesso con fini manipolatori, quello che basterebbe conoscere per cambiare. La conoscenza è esterna a noi, crea solo ulteriore conoscenza, per cambiare è necessario conoscersi, accettarsi e passare all’azione, per sperimentare e integrare il nuovo schema. Tuttavia nel momento di cambiare ci aspetta un altro problema, nonostante desideriamo fare diversamente si manifesta la resistenza al cambiamento, reazione che ha lo scopo di mantenere l’omeostasi, l’equilibrio interno vigente. Anche se quest’ultimo è disfunzionale e ci fa soffrire assolve il compito di garantire la stabilità. Rompere questo equilibrio richiede l’utilizzo di maggiore energia, per questo non abbandoniamo facilmente le nostre abitudini. Tale reazione di resistenza avviene in massima parte in modo inconsapevole, l’individuo non intende boicottarsi, semplicemente sente di non riuscire a far fronte e si oppone. E’ come se fossimo una sorta di macchina che possiede una struttura di risposte automatiche agli stimoli che provengono dall’ambiente o dal nostro interno, che entrano in azione con rapidità,

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questa energia prenderà altre vie e forme che ci danneggeranno in modo a noi inconsapevole. Organizzando le strategie di evitamento ci sembra di avere il controllo del nostro disagio, in realtà subiamo una serie di reazioni a catena non riconosciute, manifestazioni della nostra situazione fuori controllo.

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senza richiedere surplus energetici e azzerando la possibilità di attuare una risposta più adeguata alla situazione. La soluzione è decidere di affrontare gli stimoli esterni o interni a noi stessi, frapponendo un piccolo spazio di riflessione, con lo scopo di riappropriarci della libertà per scegliere la risposta che ci fa crescere.

Occorrono vigilanza e attenzione per aggirare la trappola della ripetitività che ci rende robot replicanti. Ovviamente nel percorso di cambiamento delle risposte automatiche, accade di “cadere” nel vecchio schema, non criticarti per questo, è previsto l’errore, anzi è utile per sviluppare l’attenzione e la consapevolezza, rafforza la decisione a procedere sulla via del cambiamento per la tua libertà e il successo.

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SOPHIA ALCHIMISTI

Se sfogliamo l’introduzione di un testo di chimica, impariamo che questa scienza ha origini remote e che i primi a praticarla venivano chiamati alchimisti. Tuttavia, su un libro di esoterismo leggeremmo esattamente l’opposto: gli alchimisti non erano affatto gli antenati dei moderni chimici, bensì filosofi alla ricerca dell’immortalità. Chi ha ragione? È una questione piuttosto complicata, che per di più parte da un materiale di studio sterminato: i libri dedicati all’alchimia lungo i secoli sono decine di migliaia, così tanti da rappresentare un vero genere letterario,

che costringe ogni grande libreria d’Europa a disporre di apposite sezioni destinate a custodirli. Si inizia con il Liber de compositione alchimiae, traduzione in latino di un saggio arabo a cura di Roberto di Chester (1144), per finire con l’incalcolabile messe di pubblicazioni dell’età d’oro di questa branca di studi, che va dal Rinascimento al pieno Seicento. Sono testi di difficile comprensione, non solo a causa dell’argomento trattato, ma anche perché gli autori celano le informazioni sotto forma di metafore e allegorie, talvolta esposte per mezzo di simboli e illustrazioni decisamente

enigmatici. Film e romanzi ci hanno spesso mostrato gli alchimisti medievali all’opera nei loro laboratori fumosi, stipati di alambicchi e serpentine. Questa disciplina, tuttavia, non è affatto un’invenzione di quel periodo, ma nasce già nel mondo classico, dall’incontro tra filosofia greca e religione egizia. Anzi, probabilmente risale agli albori dei tempi. La leggenda afferma che fu il dio Thot, chiamato dai Greci Ermete Trismegisto (“tre volte grande”), a insegnare l’alchimia agli uomini attraverso 42 libri sacri, di cui ci rimane soltanto la Tavola smeraldina.

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I segreti degli antichi fabbri Ciò che caratterizza questa dottrina è il suo rapporto con l’arte della metallurgia. Hanno dunque ragione i testi scientifici quando dipingono gli alchimisti come precursori della chimica (le due parole derivano da uno stesso termine arabo di origine greca che significa “fondere”, o forse da al-Kemi, “cose egizie”); ma è anche vero che, fin dalle origini, i riferimenti ai metalli e alla loro lavorazione celano un lato mistico, che travalica l’arte metallurgica. In Cina come in India, in Europa come in Medio Oriente, i fabbri hanno sempre avuto fama di maghi. Per millenni, coloro che sapevano ricavare il metallo dalle pietre, fonderlo e forgiarlo fino a farne armi, attrezzi e gioielli possedevano le chiavi della più alta tecnologia. Conservare i segreti di quell’arte significava custodire un grande potere, una conoscenza che poteva fare la differenza tra una civiltà evoluta e una primitiva. Si spiega così il curioso connubio tra metallurgia e magia, che caratterizza l’arte alchemica ed è attestato in quasi tutto il mondo. Scomparsi a seguito dell’espansione del culto cristiano, che combatté strenuamente la pratica delle arti magiche, gli alchimisti rispuntarono nel Vecchio Continente soltanto attorno all’anno Mille, grazie alle influenze arabe penetrate attraverso la Spagna islamizzata. In particolare, i primi studi di alchimia si dovettero a una figura singolare di intellettuale e religioso: Gerberto di Aurillac, che sarebbe divenuto papa nel 999 con il nome di Silvestro II. Filosofo, erudito e matematico, Gerberto insegnò a Reims e a Ravenna e, con largo anticipo per l’epoca, attinse a piene mani dal mondo musulmano. Ebbe fama

di scienziato e mago insieme, ma questa combinazione non deve sorprenderci troppo: il mondo medievale considerava la magia come “filosofia naturale”, secondo un punto di vista che avrebbe resistito addirittura fino al Settecento. Basti pensare che Isaac Newton (1642-1727), il sommo fisico e matematico, scrisse più di alchimia che di qualunque altro argomento. Del resto, tra tutte le dottrine misteriche, quella alchemica sembrava la più concreta: le sue operazioni non erano soltanto spirituali o speculative, bensì pratiche. Anche se alcuni esoteristi moderni cercano di negarlo, gli alchimisti hanno sempre lavorato con crogioli, alambicchi e serpentine. La chimica, non c’è dubbio, nasce da loro, tant’è vero che molti nomi di moderni composti, attrezzi e lavorazioni affondano le loro radici nel lessico alchemico: l’acqua regia è “l’acqua del re”, l’ammoniaca deriva dal dio egizio Ammone, così come il mercurio dall’omonima divinità greca. L’espressione “a bagnomaria” proviene invece dalla leggendaria alchimista Maria la Giudea, a cui si dovrebbe questo metodo di bollitura, oggi usato prevalentemente in cucina, in grado di unire le proprietà del Fuoco e dell’Acqua. Tali elementi, insieme all’Aria e alla Terra, sono alla base della filosofia alchimistica, che li condivide con altre discipline dell’epoca, quali astrologia e medicina. Un universo simbolico I simboli usati per rappresentare i metalli più importanti sono gli stessi dei pianeti corrispondenti (il Sole per l’oro, la Luna per l’argento, Saturno per il piombo eccetera), anche perché, ai tempi, i confini che separavano le varie branche del

sapere erano incerti: il medico osservava le stelle per capire quando cogliere una certa pianta officinale, proprio come l’alchimista sfruttava il favore degli astri che governavano i metalli coinvolti nelle sue operazioni. Non di rado i composti curativi comprendevano pozioni alchemiche, in quanto l’alchimia faceva parte di un sapere più vasto, di cui costituiva la branca pratica. Mentre i medici sfioravano appena il paziente, affidando gli interventi chirurgici ai cerusici, gli alchimisti cuocevano, distillavano e sublimavano con le proprie mani, esattamente come avevano fatto gli antichi fabbri, da cui proveniva la loro scienza. Ma il vero obiettivo dell’alchimista era ben più ambizioso che non sfornare pozioni e impiastri. Si trattava di ottenere la “pietra filosofale”, mediante una serie complicatissima di operazioni che alternava i sette procedimenti canonici: putrefazione, calcinazione, distillazione, sublimazione, soluzione, coagulazione e tintura. La cosa durava per anni, anzi per una vita intera. Si doveva portare la “materia prima” (nessuno sa bene cosa fosse: essendo descritta come particolarmente comune e odorosa, c’è chi azzardò l’ipotesi che si trattasse di feci umane) attraverso tre stadi, detti nigredo, albedo e rubedo per via dei loro colori: la prima, la cosiddetta “opera al nero”, simboleggiata dal corvo, si basava sulla putrefazione; nella seconda, l’“opera al bianco” raffigurata con un cigno, avveniva la purificazione attraverso la sublimazione (il passaggio diretto da materia solida a gassosa); nella terza, l’“opera al rosso” rappresentata dalla fenice, la materia si fissava e si ricomponeva definitivamente. Si operava


SOPHIA

principalmente attraverso l’azione di zolfo e mercurio, abilmente combinati e riscaldati per mezzo di uno speciale crogiolo, detto “athanòr”. Chi fosse stato in grado di operare con correttezza tutti i processi avrebbe ottenuto la pietra filosofale, la materia più preziosa del mondo. I poteri che le si attribuivano erano enormi. Anzitutto, la pietra donava l’onniscienza, come suggerisce il suo nome, ma ancora più importanti erano le altre due virtù: la capacità di trasformare il piombo in oro e quella di assicurare l’immortalità a chi l’avesse creata. Il miraggio di trasmutare i metalli vili in preziosi spinse molti sovrani a ingaggiare e finanziare gli studi alchemici di alcuni dei più rinomati studiosi della loro epoca. Celebre tra tutti è il caso dell’imperatore Rodolfo II d’Asburgo, che a cavallo tra Cinque e Seicento invitò nella sua nuova capitale, Praga, i più famosi alchimisti d’Europa. Uno di essi, l’inglese Edward Kelley, fu finanziato e insignito del titolo di barone dal monarca, che però poi lo fece imprigionare in un castello per costringerlo a produrre oro. Pare che in un primo momento Kelley riuscì a soddisfare le brame di Rodolfo e che per questo fu liberato e ricoperto di onori, ma il suo secondo tentativo fallì e venne di nuovo incarcerato dal sovrano, stavolta fino alla morte. Chi sa tace, chi parla non sa Alcuni sostengono che la capacità di trasformare il piombo in oro fosse simbolica: poiché il metallo aureo è inalterabile, mentre quello plumbeo è considerato il più pesante e malleabile, la trasmutazione significherebbe null’altro che rendere prezioso e imperituro

(ossia spirituale) ciò che è greve, senza valore e soggetto all’azione della forza (il corpo). Convincere la gente che si potesse davvero produrre oro sarebbe stata una bugia per ottenere finanziamenti e credibilità. Vero scopo di tutti gli alchimisti sarebbe stato invece quello di raggiungere l’immortalità attraverso la produzione dell’elisirdi lunga vita, ottenuto sempre per mezzo della pietra filosofale. Questa, funzionando come una sorta di catalizzatore universale, sarebbe stata in grado di agire sulla sostanza primigenia custodita in ciascun essere vivente quale eco della Creazione divina. Tale principio spiegava come la pietra fungesse da panacea per tutti i mali, compresa la vecchiaia. Gli alchimisti erano però tenuti a farne un uso oculato, a preservarla dalle brame altrui e a operare nella modestia anche dopo aver conseguito i massimi risultati. Uno dei loro motti era appunto “Chi sa tace, chi parla non sa”. Seguendo tale precetto, si dice,

coloro che effettivamente raggiungevano il traguardo non se ne vantavano, anzi conducevano un’esistenza modesta e riservata, simulando addirittura la morte per far perdere le proprie tracce e andare a vivere altrove. Sarebbe stato questo il caso dell’alchimista francese Nicolas Flamel, che all’età di 88 anni, nel 1418, avrebbe inscenato il proprio funerale a Parigi solo per potersi ritirare con la moglie Pernelle, più vecchia di lui e anche lei alchimista. Quelle che oggi sembrano fantasticherie da romanzo per adolescenti erano invece credute possibili; non solo nel Medioevo, ma anche molti secoli più tardi. Anzi, esiste ancora oggi una cospicua letteratura “esoterica” che insiste sulla veridicità dei poteri soprannaturali della pietra filosofale e dell’alchimia in generale. Dopo la nascita ufficiale della chimica, che risponde ai criteri sperimentali messi a punto da Galileo Galilei e da Isaac Newton, l’alchimia deve abbandonare

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ogni pretesa scientifica per rintanarsi nel mondo fumoso delle discipline spirituali, insieme all’astrologia e alla magia. Rispunta sotto nuove spoglie tra Otto e Novecento, con l’affermarsi della psicanalisi, specialmente per opera di Carl Gustav Jung, che vede nei suoi simboli e nelle sue dinamiche di trasmutazione una proiezione dei processi che hanno luogo nella psiche umana. Il mistero delle cattedrali Ma sono soprattutto gli esoteristi a tener vivo il fuoco dell’athanòr alchemico. In Francia, il massimo rappresentante è Fulcanelli, pseudonimo di un autore sconosciuto che, nel periodo tra le due guerre mondiali, pubblica diversi testi, tra cui Il mistero delle cattedrali. La sua tesi è che le grandi chiese gotiche francesi racchiudano un intrico di simboli nelle vetrate, nei capitelli e in altre sculture, tutte riferite all’arte alchemica, di cui gli architetti medievali (a cui, tra l’altro, viene attribuita la paternità della massoneria) sarebbero stati maestri. Le opere di Fulcanelli accendono numerosissimi studi, più o meno seri, che apriranno anche il filone letterario legato ai misteri magici, il cui più noto rappresentante è il Dan Brown autore del Codice Da Vinci. In Italia, l’alchimia divenne oggetto di studi da parte di una curiosa figura di esoterista, filosofo e politico: Julius Evola, cono-

sciuto, oltre che per i suoi studi sulle antiche tradizioni, anche per avere propugnato un “superfascismo” aristocratico e misticheggiante. Nel suo La tradizione ermetica (1931), Evola cerca di offrire una sintesi razionale del variegato universo alchemico. A suo parere, gli antichi alchimisti usavano i simboli chimici in modo allegorico, praticando segretamente delle tecniche ascetiche e magiche che li avrebbero condotti all’acquisizione di poteri soprannaturali. Una visione accettata ancora oggi da molti esoteristi. Leron


La Porta ermetica di Roma non è una vera e propria porta. Non ha un battente che può essere aperto, e anzi si spalanca su un muro, eppure sono in molti a pensare che abbia la capacità di condurre da qualche parte: non fisicamente, ma spiritualmente. Si ritiene infatti che questi quattro blocchi di marmo (un architrave con frontone rotondo, due stipiti, e la soglia), interamente scolpiti, contengano nientemeno che l’indicazione per compiere la Grande Opera, l’obiettivo finale ricercato dagli alchimisti. La Porta ermetica, che alcuni chiamano anche Porta dei cieli, Porta alchemica o Porta magica, si trova a Roma, addossata a un vecchio muro di tufo e terra all’interno dei giardini di piazza Vittorio Emanuele II. Le scritte che la

caratterizzano sono difficili da interpretare: gli alchimisti ritenevano che le loro operazioni magiche donassero poteri sovrumani, e che sarebbe stato pericolosissimo renderle accessibili a chiunque. Per questo la loro saggezza veniva celata a chi non avesse dedicato l’intera vita allo studio dell’alchimia e, tramite il duro e lungo percorso iniziatico, avesse raggiunto una levatura morale e spirituale che gli permettesse di gestire l’enorme conoscenza e ricchezza esclusivamente per fare del bene all’intera umanità e non per tornaconto personale. UNA GUIDA DI PIETRA La Porta ermetica contiene indicazioni che descrivono i vari passaggi necessari al raggiungimento della Grande Opera, ma lo fanno attraverso un linguaggio

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PORTA ERMETICA

criptico, che può essere interpretato solo dagli adepti. Questa simbologia ermetica, che sembra derivare dai misteri greco-egizi e dalla cabala ebraica, viene solitamente chiamata “lingua degli uccelli” o “gaia scienza”, e il suo scopo è proprio quello di tenere i non iniziati all’oscuro dei procedimenti necessari a ottenere la pietra filosofale, che rende onniscienti e immortali. La Porta ermetica fu scolpita basandosi sulle precise indicazioni di uno dei più celebri alchimisti della Storia, Francesco Giuseppe Borri (1627-1695). Milanese di nascita, Borri si trasferì giovanissimo a Roma per studiare chimica e medicina presso il prestigioso Collegio romano dei Gesuiti. Nel 1654, lasciò la vita mondana per dedicarsi anima e corpo

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alla teologia e agli studi ermetici. Divenne un grande esperto di alchimia e dopo anni di studio, come a Roma tutti sussurravano, raggiunse il premio più ambito: la Grande Opera. A testimoniarlo fu in particolare la regina Cristina di Svezia. La nobile svedese, dopo la conversione al cattolicesimo, aveva rinunciato al trono a favore del cugino Carlo Gustavo e si era trasferita a Roma, a Palazzo Riario. Per cercare di far fronte ai problemi finanziari che derivavano da uno stile di vita spropositatamente fastoso, teneva incontri riservati agli appassionati di arte alchemica, sperando che qualcuno di loro le rivelasse il segreto per ottenere oro partendo da altri metalli. Durante queste serate venivano allestiti diversi laboratori, in cui ognuno degli invitati aveva modo di mostrare le proprie capacità. Più volte, si dice, Francesco Borri provò pubblicamente di essere in grado di trasmutare metalli vili in oro puro. Francesco Borri fu condannato dall’Inquisizione nel 1656. Il motivo non era tanto legato ai suoi studi sull’alchimia, quanto alla dichiarazione di aver ricevuto visioni celesti nelle quali san Paolo e l’arcangelo Michele gli annunciavano grandi cambiamenti nella Chiesa e lo investivano del compito di riformarla. Per questo Borri fondò una sorta di comunità, racogliendo intorno a sé un gruppo di seguaci con cui cercare di risanare la cristianità corrotta e portare il regno di Dio in tutto il mondo. A uno degli incontri a Palazzo Riario, strinse amicizia con uno dei devoti gentiluomini che facevano parte dell’entourage della principessa Cristina, il marchese di Pietraforte, Massimiliano Savelli Palombara. Ricco e ap-

passionato di alchimia, il nobile possedeva una villa che affacciava sulla via Merulana, con un immenso giardino che occupava la zona oggi trasformata in piazza Vittorio Emanuele II. Proprio alla porta del marchese Borri andò a bussare quando il cappio dell’Inquisizione si stava facendo sempre più stretto intorno al suo collo. Chiese ospitalità per una notte, promettendo in cambio del segreto dell’alchimia. Il marchese Palombara fu ben lieto di ospitare nel suo laboratorio chi si diceva tanto esperto nell’arte di trasmutare i metalli. I due iniziarono insieme l’esperimento, poi l’alchimista disse a Palombara di andare a dormire e si offrì di coricarsi accanto al laboratorio per alzarsi di notte a controllare la buona riuscita delle operazioni. La mattina seguente, il marchese non trovò nessuno nel laboratorio, ma sul tavolo c’era un pesante blocco di metallo che, dopo le analisi, si dimostrò essere oro di qualità sopraffina. Francesco Borri, come promesso, aveva lasciato al suo gentile ospite un plico di fogli su cui aveva tracciato in un linguaggio ermetico, che neppure il marchese era in grado di decifrare, le varie fasi dell’esperimento. Dopo anni di vani tentativi alla ricerca di una soluzione agli enigmi del Borri, Palombara pretese che le criptiche indicazioni del famoso alchimista venissero tracciate sulle pareti del laboratorio e sui muri esterni della sua abitazione in una serie di epigrafi, che oggi purtroppo sono quasi tutte scomparse. L’unica ancora esistente, appartenente a una collezione privata, riporta la scritta “La pietra dei saggi non viene data ai lupi”, chiaro riferimento al

fatto che la pietra filosofale non può essere ottenuta da chi è mosso da avidità e cupidigia. Nel 1680, forse per essere certo che le indicazioni lasciate da Borri potessero giungere ai posteri e che qualcuno prima o poi avrebbe trovato la chiave per interpretarle, il marchese ordinò che fossero scolpite sull’architrave in marmo di una piccola porta che si apriva nel muro che circondava la sua proprietà, fungendo da ingresso secondario. Quella che, da allora, sarebbe stata nota come la Porta ermetica fu l’unica parte di villa Palombara a salvarsi dalla demolizione del 1873, dettata da un nuovo piano regolatore. Solo nel 1888 la soglia venne sistemata dove la si può vedere ancora oggi. In quello stesso anno, forse con la funzione simbolica di guardiani del segreto alchemico, accanto alla porta furono collocate due statue di marmo gemelle raffiguranti il dio egizio Bes, ritrovate durante una serie di scavi nella zona del Quirinale. VERSO ALTRI MONDI Come ogni porta, anche questa è un simbolo perfetto per sancire il punto di divisione tra due luoghi, che possono anche essere due distinte realtà o dimensioni. La porta è il simbolo del passaggio da un posto all’altro, da una dimensione all’altra, da una realtà a un’altra. Niente meglio di una porta, quindi, può contenere le indicazioni dei procedimenti arcani che consentirebbero di transitare da uno stato di esistenza a un altro, trasformandoci da semplici uomini a iniziati. La Porta ermetica è una soglia “parlante”, interamente ricoperta di simboli alchemici, oltre che di scritte in latino e ebraico dedicate ai segreti dell’alchimia. Le parti


SOPHIA più visibili e curiose sono indubbiamente i sette simboli che partono dall’architrave e scendono lungo i due stipiti. A ogni simbolo possono essere attribuiti molteplici significati, da quelli astrali a quelli legati agli elementi chimici, fino a vere e proprie operazioni alchemiche. I simboli sono accompagnati da brevi iscrizioni latine che ripercorrono, sempre in chiave allegorica ed ermetica, le diverse fasi del procedimento da compiere per ottenere la pietra filosofale. Nella parte bassa, un’iscrizione latina chiarisce che cosa debba fare chiunque sia in grado di interpretare la porta e raggiungere la Grande Opera: “È opera occulta del vero saggio aprire la terra, affinché germogli la salvezza per il popolo”. Un invito, una volta ottenuto il

premio più alto e ambito, a dedicarsi al bene dell’intera umanità e a impegnarsi affinché il maggior numero di persone possa trarne beneficio. Tra le tante curiose iscrizioni che decorano la porta vale la pena di citare quella che si trova sul piano della soglia: “Si sedes non is” (se ti siedi, non avanzi); l’iscrizione può anche essere letta al contrario, e in tal caso diventa “Si non sedes is” (se non ti siedi, avanzi). Si tratta di un invito a varcare la soglia, anche in senso simbolico, e a non restare in accidiosa immobilità. Il motto, di sapore classico, è poi un consiglio a mantenere attiva la parte più elevata dell’anima, non lasciandola languire in un’inutile inerzia spirituale. Molti esperti ritengono che le indicazioni visibili della Porta

ermetica non siano sufficienti al raggiungimento della Grande Opera: mancherebbero infatti una serie di procedimenti che, con ogni probabilità, erano tracciati sull’altro lato della struttura, oggi non più visibile perché addossato al muro. Secondo altri, l’intero processo alchemico non dev’essere interpretato in maniera letterale: si tratterebbe di una metafora che conduce a una trasformazione spirituale e psichica. Anche le incredibili capacità della pietra filosofale non andrebbero prese alla lettera, bensì come metafora di un invito continuo ad andare avanti per evolversi e migliorare.

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LA PROIEZIONE ASTRALE

La proiezione astrale è il processo con cui il tuo corpo eterico, o il tuo corpo dell’anima lascia il tuo corpo fisico per viaggiare verso i regni o i piani astrali. Il piano astrale è una dimensione, parte del cosmo che è superiore alla nostra realtà umana ordinaria. È il regno in cui viaggiamo ogni notte quando dormiamo, per esempio. Alcune persone possono accedervi senza dover dormire, inconsciamente o consapevolmente attraverso esperienze come la paralisi del sonno, la meditazione, il lavoro di trance e così via. Lavorare con la proiezione astrale è un’abilità che richiede pratica. Puoi indurre lo stato alterato in molti modi diversi e sarà unico per ogni persona. Ciò che funziona per me potrebbe non funzionare per te, né la proiezione astrale funzionerà per tutti durante il loro primo o secondo tentativo. Ma non ti devi scoraggiare. Stai alterando uno stato nel tuo corpo e questo richiede una certa quan-

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tità di energia e concentrazione. Consiglio vivamente di prendere qualche libro sull’argomento se ti interessa o di guardare video su Internet su come altre persone hanno sperimentato la proiezione astrale per ottenere alcune idee. Oggi affronteremo in maniera semplice uno dei modi più facili per iniziare la proiezione astrale e offrirò alcuni consigli per iniziare la pratica. La proiezione astrale è il processo attraverso cui si lascia il corpo con uno stato alterato di coscienza, mentre il viaggio astrale è ciò che fai quando sei arrivato in qualsiasi destinazione, quando sei all’interno del regno astrale e inizi a muoverti. Quando si tratta di viaggi astrali si può dire che in un certo senso sei il ​​turista della tua mente e del cosmo. È possibile fare un viaggio astrale anche attraverso la meditazione o il sogno. Ci sono molte storie contrastanti basate sulle esperienze che le

persone vivono nel regno astrale e alcune le vivono in maniera negativa. Questo può portare ovviamente ad avere un certo timore per questo tipo di pratica. Nella scelta della proiezione astrale, è importante trovare il modo di comprendere l’energia che si incontra e di controllare gli esseri in cui ci imbattiamo, ponendo loro domande e creando prove di conferma. Per un principiante, però, basta semplicemente scegliere un cristallo protettivo e basarsi sulle tecniche di meditazione mentre si fanno i primi tentativi. Se senti di dover smettere in qualsiasi momento, indipendentemente dal fatto che funzioni o meno, fermati. Puoi sempre riprovare dopo. Se un’esperienza è spaventosa o liberatoria dipende da noi, siamo noi a proiettarla attraverso le nostre menti. Più mentalità aperta e positiva sei, migliore sarà l’esperienza che fluirà serenamente.


a respirare. Quando ti senti rilassato, adesso immagina un oggetto che puoi usare per salire, sempre Uno dei modi migliori per cal- più in alto. Può essere una corda marti e rimanere radicato men- o una spirale, così come delle scatre inizi a praticare la proiezione le. Qualcosa che funziona per te, astrale è stabilire un’intenzione semplice da immaginare e che ti sul perché lo stai facendo e crea- porta verso l’alto. re un mantra per la tua intenzioAdesso con l’intenzione della ne. Diciamo che vuoi proiettarti proiezione astrale bene in mente, astralmente per esplorare l’aldilà usa l’oggetto per sollevarti dal tuo celtico. Inizia a scriverlo su un corpo. Immagina che ad ogni paspezzo di carta e considerare per- so ti elevi alla coscienza superiore. ché vuoi viaggiare in questo re- Potresti sentirti stordito man mano gno specifico. Vuoi incontrare una che ti avvicini alla cima della scanuova guida? Esplorare un luogo la. Trova la tua ancora e continua particolare nel tempo? Vuoi viag- a ripetere il mantra mentre sali. giare lì per esplorare la cultura? Quando raggiungi la cima, dovreQualunque sia la ragione che hai sti sentire una sorta di dissonanza per voler andare lì, scrivilo e affer- dal tuo corpo. Potresti guardare malo ripetendo la tua intenzione indietro per vedere il tuo corpo fino a quando non ti senti sicuro sdraiato lì, oppure potresti non e credi nella ragione del tuo viag- farlo. Dovresti esserti proiettato gio. La cosa più importane che ter- con successo quando senti quel rà salda la tua proiezione astrale è distacco dal tuo corpo e sei arrivala meditazione. Il modo in cui si to in un regno che non è il luogo può meditare durante le prime fasi in cui il tuo corpo sta riposando. della proiezione astrale è quello di Fidati del tuo intuito per farti satrovare un’ancora visiva. pere quando ti sei proiettato con Usare un’ancora visiva significa successo. Spesso l’esperienza ti avere un focus, un obiettivo ed è permette di acquisire consapevoben diverso rispetto alla tradizio- lezza o conoscenza ed esplorare nale meditazione che consiste nel altri mondi. Se accedi a queste incalmare la mente e svuotarla dai formazioni ma non riesci a vedere pensieri. Avere un’ancora, che sia il tuo corpo disteso, non ti preocun’immagine della tua Dea o Dio, cupare, fidati comunque delle tue un cristallo, una carta dei tarocchi informazioni. Ogni esperienza o il tuo mantra ti aiuterà a sentirti sarà diversa e unica. al sicuro, ti offrirà una direzione e Tenere il tempo dei viaggi astrati darà qualcosa che puoi evocare li all’inizio della tua pratica è un nel regno astrale se hai bisogno di modo per acquisire fiducia nelsostegno o concentrazione. Una le tue capacità crescenti. Oltre al volta che hai l’ancora, imposta un tempo, tenere traccia delle espeallarme di 10 minuti e concediti il ​​ rienze dopo ogni sessione è fontempo di costruire gradualmente damentale per integrare ciò che fiducia in te stesso e delle tue abi- si trova e ciò che si sta imparando lità. Usa le tecniche di rilassamen- all’interno dei regni. Una volta che to che funzionano per te o chiudi il brivido della novità riguardante gli occhi per esempio mentre ti la proiezione astrale è passato, e prepari a dormire, tenendo l’anco- via via che diventate più bravi a ra nella tua mente e continuando sprofondare e viaggiare tra i regni,

succede una cosa nuova che va a incidere sulla vostra consapevolezza e sulla vostra creatività. Una consapevolezza nuova acquisita vi permette di avere nuove idee per storie, soluzioni per i vostri problemi o una maggiore empatia. Inoltre, tenere traccia di queste esperienze e dei piccoli successi mantiene alta la motivazione e la spinta a continuare a imparare di più sul mondo astrale e soprattutto DAL mondo astrale. Non importa cosa usi per registrare le tue esperienze, può essere il telefono o la carta. Consiglio di provare a tenere e utilizzare un quaderno per aggiungere anche l’esperienza tattile e magica della carta poiché tenere un registro fisico aiuta ad incanalare la tua energia e i risultati ottenuti. Inoltre, la cosa migliore è cominciare ogni sessione da un posto che conosci e da questa posizione, inizi a salire. Ogni volta che ti impegni ad avere una mentalità aperta e a sperimentare diversi strumenti e tecniche, stai affermando all’universo e a te stesso di avere la capacità di sperimentare questa esperienza transpersonale. Soprattutto, ricordati di divertirti! Senza l’elemento di gioco, la curiosità e il desiderio di vagare e sperimentare un lato diverso del cosmo, si finisce per essere prosciugati o bloccati da un eccesso di pensiero o analisi che porta poi alla stagnazione. La proiezione astrale si basa sul fatto che sei rilassato nel tuo corpo e nella tua mente. Fidati di te stesso, delle tue abilità e del processo e goditi l’esplorazione.

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MODI PER PREPARARSI AL VIAGGIO ASTRALE.

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WICCA LAVORARE CON LA LUNA Nuova, crescente, piena e calante queste sono le fasi della luna quando si mostra ciclicamente a noi. Queste fasi hanno una diretta corrispondenza con le stagioni: l’inverno equivale alla luna nuova, la primavera con la luna crescente. Il mondo raggiunge il suo apice in estate, proprio come fa la luna nella gloriosa fase completa. Di solito tendiamo a prestare la massima attenzione e a celebrale la luna piena e la luna nuova, ma pochi di noi praticano rituali regolari per le fasi di luna in fase crescente e calante. Tendiamo a dare minore importanza a queste due fasi perché si può avere difficoltà nel dare una direzione alla nostra intenzione o alla nostra azione. Mentre in luna nuova o piena quello che vogliamo è che ci sia un cambiamento immediato, effettivo, nelle altre fasi il lavoro da fare è diverso. Ma anche quando fissiamo le nostre intenzioni con la luna nuova, dobbiamo ricordare che questo richiede un lavoro costante da parte nostra affinché la nostra intenzione si possa manifestare. Proprio come stabilire un obiettivo ci obbliga a lavorare giorno per giorno per raggiungerlo, obiettivi e intenzioni alimentati dal ciclo lunare non sono diversi. La magia non è semplice come schioccare le dita o accendere un po’ di incenso.

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La magia, la stregoneria e onorare la luna sono un modo per metterti alla prova, attenerti ai tuoi obiettivi e darti una piccola spinta spirituale. Sebbene tradizionalmente prendiamo risoluzioni a gennaio, la primavera è il momento in cui la nostra energia è al massimo. Il sole inizia a splendere di più e le giornate diventano un po’ più lunghe e un po’ più calde, abbiamo più energie per metterci in gioco e osare. Questa energia solare di rinascita e nuova crescita possiamo

incanalarla nella nostra vita spirituale! E con il prossimo ciclo lunare, possiamo aiutarci nell’impostare e raggiungere determinati obiettivi. Segui tutto il ciclo della luna, in tutte le sfumature delle fasi fino in fondo e mentre procedi con questo lavoro, prendi appunti sui tuoi pensieri, sentimenti e azioni magiche. • LUNA NUOVA Stabilisci un obiettivo piccolo e raggiungibile per te stesso. Forse


ti piacerebbe fare yoga più spesso o passare più tempo nel verde. Puoi anche scegliere un obiettivo correlato alle energie specifiche del segno zodiacale che cade durante la fase di quella Luna. Prova a scegliere qualcosa che abbia una sfumatura positiva, di crescita: per es decidere di mangiare cibi più sani rispetto a dire che vuoi perdere peso. Successivamente scrivi le tue intenzioni in cima ad un foglio e mettilo in una scatola o un cassetto, in un posto sicuro e nelle vicinanze ma fuori dalla vista. Potresti voler includere alcune buone vibrazioni come erbe o cristalli per potenziare (bergamotto o un cristallo di diaspro rosso sono tra quelli più indicati). • LUNA CRESCENTE Nei giorni successivi alla luna nuova, apri nuovamente la scatola o il cassetto e tira fuori quello che hai scritto. Leggi la tua intenzione ad alta voce. Inizia a scrivere cosa hai fatto quel giorno per aiutarti a raggiungere il tuo obiettivo. Forse hai

avuto una ciotola di fragole dopo pranzo invece di quella scatola di biscotti. Forse non sei riuscito a fare yoga per un’ora di seguito, ma ti sei alzato dalla scrivania e fatto stretching. Hai meditato per 5 minuti e non per 10 ma va bene. Qualunque cosa tu abbia fatto per avvicinarti al tuo obiettivo, scrivilo sul foglio. Fallo ogni giorno. • LUNA PIENA Fino alla luna piena, sono passate due settimane da quando hai fissato le tue intenzioni! Dai un’occhiata a tutte le cose che hai fatto per raggiungere il tuo obbiettivo, tutte le cose che hai scritto sul tuo foglio. Cosa hai visto manifestare? Cosa hai raggiunto? Anche se non hai raggiunto appieno l’obiettivo, avrai sicuramente fatto qualcosa, hai avuto una spinta nelle tue azioni e di questo devi essere orgoglioso. Riponi le intenzioni in un posto sicuro o nel tuo grimorio per poterlo rileggere in futuro. Man mano che lavori con ciclo lunare, diventa una risorsa essere in gra-

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do di vedere ciò riesci a realizzare e hai realizzato nei mesi e nelle fasi lunari precedenti. Se ti piace l’idea, puoi ripiegare il foglio su cui hai scritto i tuoi obiettivi, metterla in una busta e sigillala con la cera. Alla successiva luna piena nello stesso segno zodiacale (o la luna piena tra un anno solare da quel momento), rompi il sigillo e rivivi il tuo viaggio. • LUNA CALANTE Questa fase lunare è incentrata sulla riflessione. Come ti senti sul tuo obiettivo ora che hai lavorato così duramente su di esso? Sei riuscito a manifestare qualcosa di meraviglioso? Alla prossima luna nuova, ricomincia il ciclo impostando un’intenzione diversa ma che si basa su questa prima; man mano progredisci, lavori su te stesso e suoi tuoi obiettivi. Diventano più complessi e crescono. E se non hai raggiunto quello che volevi? Va bene lo stesso! Ricorda che comunque sono passate poche settimane, è bene riuscire a comprendere gli errori che hai fatto (obiettivo troppo grande? Magari lo puoi spezzare in altri mini-obiettivi). Prova a impostare di nuovo la stessa intenzione. Prova alcuni approcci diversi per alcuni mesi per capire cosa funziona per te. Il ciclo lunare con le sue fasi e la sua magia, si presta molto bene ad un lavoro su noi stessi. Possiamo attraversare ogni fase lavorando e crescendo con l’aiuto della luna.

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ESBAT DELLA LUNA DEL RACCOLTO luna piena di luglio Il plenilunio di Luglio prende il nome di “Luna del Raccolto”, il nome si riferisce ai raccolti dei frutti che la terra ci offre in questo periodo. Il nome di questa Lunazione (iniziata con il novilunio del 21 giugno) è “Lunazione dei Prati”, esso si riferisce ai prati coperti di erba alta e colmi di grano, che dona quella tinta d’oro, tipica dei prati estivi. La Natura è quindi al suo massimo splendore, inoltre iniziano i raccolti, tema principale dell Sabba che si festeggia il 1 Agosto. * La Luna sarà piena domenica 5 Luglio 2020, alle ore 6:44 am. . Questa è la Luna del Raccolto, quando la Terra rigogliosa ha già dato buona parte dei suoi frutti, e può permettersi di assumere al meglio quel carattere ricettivo e accogliente della Grande Madre. Il Dio è al massimo del suo splendore, quindi questo Esbat è dedicato a pratiche particolari, che richiedono molta forza e molta attenzione. La stagione dell’abbondanza è al culmine, i raggi del sole sono intensi, l’erba è alta nei prati ed è pronta per essere falciata ed anche i cereali sono vicini alla maturazione e alla loro mietitura. Approfittiamo di questo tempo dell’anno, che per molti coincide con le vacanze, per fare un passo avanti nel nostro legame con Madre Terra. A qualsiasi stadio della vita ci troviamo, possiamo decidere di progredire dalla capricciosa dipendenza infantile, verso una ma-

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tura assunzione di responsabilità, fino a scegliere consapevolmente di collaborare con Lei, con la Madre Terra, come esseri alla pari, individui finalmente maturi in grado di contribuire al benessere e alla tutela del nostro Pianeta. Il tempo delle vacanze è una condizione ideale anche per entrare in contatto con la propria interiorità. Nella momentanea assenza di attività frenetiche possiamo concederci il piacere di meditare, rielaborare le esperienze delle scorse stagioni, esercitando una delle più belle funzioni dell’elemento acqua: trattenere ciò che è utile, metabolizzandolo, ed espellere ciò che non ci serve più, lasciandolo veramente andare come una vela sul mare. Approfittiamo dell’energia di questo periodo, per esprimerci creativamente e rispolverare (o lasciar affiorare) quei talenti che spesso, presi dalla frenesia del lavoro, trascuriamo per tutto l’anno, per esempio lo scrivere, il

dipingere e tutte quelle piccole o grandi capacità che ognuno di noi possiede in qualche misura, ma spesso non esprime per mancanza di tempo. . SIMBOLI DELL’ESBAT: Piante: agrimonia, caprifoglio, samo di limone, issopo. Colori: argento, blu-grigio Fiori: loto, ninfea, gelsomino Profumi: iris, incenso Pietre: perla, agata bianca Alberi: quercia, acacia, frassino Animali: granchio, tartaruga, delfino, balena, ibis. .

Nota: Dalle ore 5:07 alle 7:42 am sarà possibile assistere alla terza eclissi lunare penombrale. Si tratta di un tipo di eclissi in cui la luna attraversa solo la parte esterna dell’ombra della Terra. Non sarà quindi un’eclissi mozzafiato, infatti la luna sembrerà un po’ meno luminosa del solito, quasi impercettibile ad occhio nudo.

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Il plenilunio di Agosto prende il nome di “Luna del Grano”, il nome fa riferimento ai campi di grano che sono stati ormai mietuti, ma anche al frumento che dona sostentamento all’uomo. Il nome di questa Lunazione (iniziata con il novilunio del 20 luglio) è “Lunazione del Sole”, il nome si riferisce ovviamente al Sole che si trova ormai al culmine del suo percorso annuale. . * La Luna sarà piena lunedì 3 Agosto 2020, alle ore 17:59 pm. . Questa Luna ci ricorda il grano, ed invita tutti i praticanti a prendere esempio da questo frumento, che oltre a fornire nutrimento si rigenera dai suoi semi. Invita a riflettere su quanto abbiamo fatto fin’ora, e da quali aspetti positivi della nostra vita possiamo “seminare” nuovamente per poterci migliorare ancora. Con l’arrivo del mese di Agosto la Ruota dell’Anno ci ha condotto al Sabba del Raccolto o di Lammas (il 1 Agosto), ricordando che è grazie ai raccolti di questa stagione che potremo provvedere al nostro nutrimento durante la stagione invernale, che è ormai alle porte. . Questo momento dell’anno, dominato dal calore solare e dalla generosità della natura, vede la fine degli sforzi umani. Sebbene questo sia per noi il tempo delle nostre vacanze, la stagione in realtà si avvia alla fine. La luce lentamente decresce giorno per giorno. Gioia di vivere, fiducia, otti-

mismo e positività, questi sono i sentimenti che caratterizzano l’energia di questa fase dell’anno e che ci accompagnano mentre ci tuffiamo tra le onde del mare, godiamo di un tramonto mozzafiato, o camminiamo tra i sentieri delle verdeggianti montagne, o ancora esploriamo nuove terre a caccia di avventure. . Approfittiamo di questo momento e dell’energia di questo periodo, per prepararci con ottimismo e positività, con forza e gioia, ad affrontare la nuova stagione autunnale che segnerà l’avvio delle attività lavorative o scolastiche. Il tutto sempre accompagnandoci con la meditazione, meditando magari su progetti futuri e come realizzarli al meglio.

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ESBAT DELLA LUNA DEL GRANO luna piena di agosto

SIMBOLI DELL’ESBAT: Piante: camomilla, angelica, lauro, iperico, finocchio, ruta, arancio Colori: giallo, oro Fiori: girasole, calendula Profumi: incenso, eliotropio Pietre: occhio di gatto, cornalina, diaspro, agata rossa Alberi: nocciolo, ontano, cedro Animali: leone, fenice, sfinge, drago, falco, aquila. Ogni Bene!

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ESBAT DELLA LUNA DELLA VENDEMMIA luna piena di settembre

Questa è la VI° Luna Piena dopo l’Equinozio di Primavera ed è l’ultima della stagione estiva. Questo Esbat è denominata “Luna della Vendemmia”, il nome si riferisce alla vendemmia e alla produzione del vino, fattore che caratterizza questo periodo. La Lunazione (iniziata con la Luna Nuova del 19 agosto) è denominata “Lunazione d’Oro e d’Argento”; oro e argento stanno ad indicare i due Divini Principi, nello specifico il nome si riferisce all’equilibrio delle due polarità Divine del Dio e della Dea, che si raggiungerà con l’Equinozio d’Autunno (il 22 settembre), argento = femminile - oro = maschile. . * La Luna sarà piena mercoledì 2

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Settembre 2020, alle ore 7:23 am. . Dopo l’esuberanza dell’Estate, la luna di settembre corrisponde a un tempo di bilanci e di equilibrio. Il tempo delle vacanze per i più è ormai terminato e si riprendono i ritmi lavorativi. Al contrario, la Madre Terra ha dato i suoi frutti più gustosi nella stagione estiva e lentamente si prepara per il meritato riposo. Le giornate si accorciano visibilmente, mentre la notte inizia ad allungarsi, in questa fase di passaggio da una stagione ad un’altra la natura si mostra a noi nel suo lato più dolce: l’aria è tiepida e l’atmosfera gradevolissima. Gli animali sono indaffarati nell’intento di raccogliere le prov-

viste in previsione dei mesi freddi, alcune specie migratorie si preparano al grande viaggio, ed anche per gli umani è tempo di stipare il raccolto nei luoghi preposti. E’ dunque un buon tempo per fare conserve di ogni tipo, per riflettere sulla continuità della vita, garantita proprio dalla sua ciclicità. L’invito è a connetterci con il senso di gratitudine nei confronti di Madre Terra, in questo momento in cui celebriamo il secondo grande raccolto, quello più abbondante e succoso: la vendemmia e la raccolta della frutta più carnosa. Questo è anche e l’occasione per fare un bilancio, dove bilanciare significa anche portare equilibrio nella propria vita, tra l’energia maschile e femminile dentro di noi. Onoriamo l’Equilibrio che regna nella Natura, la sua Armonia e la sua Bellezza! . SIMBOLI DELL’ESBAT: Piante: finocchio, segale, frumento, bursera, valeriana Colori: marrone, giallo-verde, giallo Fiori: narciso, giglio Profumi: storace, lentisco, gardenia, bergamotto Pietre: crisolito, olivina, citrino Alberi: nocciolo, larice, lauro Erbe: grano, foglie di vite e di quercia Animali: serpente, sciacallo Simboli: l’uva, il vino, i fichi, le ghirlande, le pigne, il granturco, le foglie secche, le ruote del sole, il melograno. Coven del Quadrifoglio www.wicaitalica.blogspot.it


E’ la festa del raccolto e cade nel periodo della mietitura dei cereali e della raccolta della frutta da conservare per l’inverno che verrà. In molte zone, dopo aver mietuto e raccolto, ci si raduna per festeggiare l’abbondanza dei doni di Madre Terra, anche con il lancio di ruote infuocate giù dai pendii delle colline. Le tante sagre che vengono svolte in questo periodo, in vari paesi dell’Italia, hanno origine proprio nell’uso atavico di celebrare i raccolti e augurare alla comunità abbondanza. . È un Sabba che si celebra il primo agosto ed è una festa di abbondanza, dove il pane simboleggia i frutti della stagione e della Madre Terra. Insieme all’Equinozio d’Autunno è un momento di raccoglimento interiore, in previsione della prossima venuta dell’inverno. E’ favorito tutto ciò che riguarda l’amore e la fertilità. IL TALISMANO DEL RACCOLTO: Il talismano del Raccolto serve soprattutto per la prosperità economica. Prendete un fascio di spighe e piegatelo per formare una corona, legandolo in più punti con del filo giallo. Inserite al suo interno tre pannocchie e legatele alle spighe con un nastro verde per simboleggiare la prosperità economica. Prendete delle monete e legatele alle pannocchie o incollatele so-

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PREPARATIVI PER IL RACCOLTO / LAMMAS

pra. Aggiungete qualche rametto di salvia e un fiore di girasole o margheritoni gialli. Conservate il tutto nella stanza dove studiate o lavorate. Se non riuscite a creare una ghirlanda potete fare un piccolo mazzetto. . INCENSO DEL RACCOLTO 4 parti di salice 2 parti di incenso 1 parte di fiori gialli 1 parte di cereali 1 parte di foglie di mirtillo Buon preparativi!

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Dalla Coven del Quadrifoglio (e dalla Wica Italica) questo Sabba è denominato “Raccolto”, in riferimento ai raccolti dei frutti che la Terra offre in questa stagione. Dai più questo Sabba è conosciuto come “Lammas” (da loafmass, “festa dei pani”) o Lughnasadh (nome che deriva dal Dio celtico Lugh “figlio del Sole” o “il luminoso”). . Questo Sabba si celebra il primo agosto ed è una festa di abbondanza, dove il pane simboleggia i frutti della stagione e della Madre Terra. Anticamente le società agropastorale, italiana ma in generale europea, al termine della mietitura usava riunirsi nelle piazze per festeggiare con balli e sagre l’avvenuto raccolto e il ritorno dell’abbondanza. In ricordo di questi usi, oggi nel mese di ago-

sto in molti paesi italiani si svolgono sagre culinarie. . Questo Sabba rappresenta l’apice dell’abbondanza. L’inizio del raccolto e nello stesso tempo l’inizio del declino. In chiave archetipo, il Dio è concepito come prossimo al suo “sacrificio”, le giornate infatti iniziano ad accorciarsi, ma il suo seme vive già nel grembo della Dea. È il momento per ringraziare della prosperità estiva e meditare sul ciclo di vita, morte e rinascita. . Il pane e la spiga, quindi il grano, sono i simboli per eccellenza di questo Sabba, un invito a prendere esempio da questo frumento, che oltre a fornire nutrimento si rigenera dai suoi semi. Un Sabba che invita a riflettere su quanto abbiamo fatto fin’ora,

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SABBA DEL RACCOLTO

e da quali aspetti positivi della nostra vita possiamo “seminare” nuovamente, per poterci migliorare ancora. Tutte le erbe, tutti i cereali (grano, frumento, miglio, riso, avena ecc...), le verdure, la frutta, sono sacri in questo giorno, infatti proprio in questo giorno si usano benedire i frutti, gli orti e gli alberi. . COME ADDOBBARE L’ALTARE: Fasci di spighe, pannocchie, bamboline di paglia o granturco, girasoli, cristalli e pietre di colore giallo, miele, monete dorate. Il colore è il giallo. Ogni Bene! Coven del Quadrifoglio www.wicaitalica.blogspot.it

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PREPARATIVI PER L’ EQUINOZIO Con il 22 Settembre arriva l’Autunno, giorno di equilibrio tra giorno e notte. Durante l’equinozio il giorno e la notte hanno la stessa durata e questo segna simbolicamente la discesa del sole nel mondo inferiore e l’arrivo delle tenebre e del freddo dell’inverno. Nel mondo agricolo è tempo di vendemmia, si immagazzinano i prodotti che la terra ci ha donato e si tirano le somme sull’andamento dell’annata. .

COME ADDOBBARE L’ALTARE: Una ciotola piena di patate, tre mele, un bicchiere di whisky o liquore ai cereali, un grappolo d’uva, more e frutti di bosco, fiori di campo, noci.

TALISMANO D’AUTUNNO: Il talismano d’Autunno serve soprattutto per l’armonia della casa. Prendete tre rami di nocciolo con le nocciole, e tre rami di quercia con le ghiande attaccate. Create una ghirlanda o un mazzetto, al suo interno potete mettere della salvia e del rosmarino, dei melograni, delle foglie. Legateli con un nastro di color marrone e poneteli al centro della tavola da pranzo. .

INCENSO DEL’EQUINOZIO D’AUTUNNO 4 parti di nocciolo 2 parti di incenso 1 parte di salvia 1 parte di petali di rose 1 parte di petali di girasole 1 parte di foglie di vite

Buon preparativi!

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SABBA DELL’EQUINOZIO D’AUTUNNO

Il Sabba dell’Equinozio d’Autunno è il giorno dell’equilibrio, dalla Coven del Quadrifoglio (e dalal Wica Italica) è denominato “Ringraziamento” ma dai più è conosciuto come Mabon o Secondo Raccolto. . Questo è un tempo di equilibrio perfetto tra le due polarità maschile e femminile, dove giorno e notte hanno la stessa durata. La notte dell’Equinozio d’Autunno, quando le ore di luce e le ore di oscurità sono equivalenti, è una notte che onora l’equilibrio della Dea e del Dio e l’armonia della materia e dello spirito, celebrando così non solo la vita spirituale del mondo ma anche quella fisica. . Quest’anno l’Equinozio d’Autunno avverrà martedì 22 Settembre 2020, alle ore 15:30 pm. . In chiave archetipico, in questo momento il Dio lo si venera come

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“anziano”, prossimo alla morte, così anche noi in questo periodo dobbiamo porre fine ai vecchi progetti per ricominciare con dei nuovi, mentre ci prepariamo al periodo buio dell’anno. . Questo Sabba va visto come una festa iniziatica, rivolta alla ricerca di un nuovo livello di consapevolezza. E’ tempo di volgersi all’interiorità. Nella parte declinante della Ruota dell’Anno si viaggia dentro noi stessi, entriamo nel tempo del buio per riflettere sui misteri della trasformazione attraverso il simbolismo della morte. Il tema è bilanciare le polarità, quindi fare qualcosa a proposito per portare equilibrio nella nostra vita. Gli elementi maschili e femminili della nostra personalità hanno bisogno di un uguale rispetto ed espressione. Bisogna vivere questa fase dell’an-

no senza inutili rimpianti, anzi con soddisfazione, pienezza, benessere e senso di opera compiuta, con promessa di continuità; come facevano gli antichi, che in questo periodo erano soliti fare riti per ringraziare la terra per il raccolto, pregando per avere una stagione invernale mite e clemente. . L’invito è a connetterci con il senso di gratitudine nei confronti di Madre Terra, in questo momento in cui celebriamo il secondo grande raccolto, quello più abbondante e succoso: la vendemmia e la raccolta della frutta più carnosa. È un momento in cui dobbiamo fermarci e apprezzare i frutti dei nostri personali raccolti. Onoriamo quindi l’Equilibrio che regna nella natura, la sua Armonia e la sua Bellezza. . In questo Sabba si usa ringraziare le Divinità per i loro doni, auspican-


COME ADDOBBARE L’ALTARE: Una ciotola piena di patate, tre mele, un bicchiere di whisky o liquore ai cereali, un grappolo d’uva, more e frutti di bosco, fiori di campo, noci. Il colore è il bordò. L’Animale Totem dell’Equinozio è il Cigno in quanto simbolo dell’immortalità dell’anima e guida dei morti dell’aldilà. Ogni Bene !

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do il futuro ritorno dell’abbondanza per gli anni successivi, ricordandoci di lasciare una parte del nostro “banchetto rituale” per la Terra e le sue creature. Tutto ciò che di commestibile abbiamo messo sulla tavola del Sabba per adornarla e ciò che è avanzato dal banchetto, verrà portato all’aperto ed offerto ad animali ed uccelli, un segno ulteriore di ringraziamento verso la Grande Madre Terra che ci ha elargito i suoi doni.

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Consigli per la Lettura GRIMOMBRUS La Coven wiccan del Quadrifoglio presenta un’opera che è una sintesi tra gli antichi Grimori e il moderno Libro delle Ombre. Per questo ciò che presentiamo lo abbiamo chiamato GRIMOMBRUS. Al suo interno, infatti, troverete dei consigli, delle istruzioni per la pratica, come nei vecchi Grimori appunto, ma al contempo avrete un grande spazio per poter annotare le vostre esperienze, come un vero e proprio Libro delle Ombre. Per cui, il nostro Grimombrus è un libro nel quale il praticante trova degli spunti, delle indicazioni, dove potrà annotare i propri rimedi con le erbe naturali, le corrispondenze, gli incanti, i riti, le formule, le riflessioni e le invocazioni alla Dea e al Dio. Buon Cammino! Autori: Coven del Quadrifoglio & Italus Associazione Formato 15 x 21 cm – 200 pp. Bn ISBN: 978 88 943006 9 7 PREZZO 15 €

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LA GRANDE UMBRIA Secondo Devoto l’origine del termine ‘Umbro’ deriverebbe da Umru, “un nome preindoeuropeo di tribù esteso a settentrione e oriente dell’area «tirrena». Esso è stato assunto dagli Italici che hanno occupato la regione tra il Tevere e il Topino, abbandonando il nome originario Sabh”. Umru-Indoeuropei-Celti-Naharki. Terni ha origini antichissime, più antiche di quelle della colta Perugia e dell’imperiale Roma, la ‘città eterna’; le sue radici affondano nella protostoria ma sono del tutto sconosciute ai suoi abitanti…Il libro La Grande Umbria intende anche ricordare, a vent’anni dalla morte, il Professor Manlio Farinacci ed i suoi pionieristici studi sulle origini ‘celtiche’ di Terni e dell’Umbria.

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Autore: Maria Teresa Scozza Formato 15 x 21 cm - 181pp. a Colori ISBN: 978-88-943-0067-3 MAGGIORI INFO : PREZZO 12 € www.italusedizioni.blogspot.com


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