Vdg maggio 2017

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MAGGIO 2017

Coverstory: Milano gourmet | Mondo vegano | Pistoia | Genova | Parma golosa | Pesce azzurro | Il Ciliegiolo di Narni | L’oro di Arezzo

Maggio 2017

VDG MAGAZINE I VIAGGI DEL GUSTO | ANNO 7 | N.68 | MENSILE | Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Aut. C/RM/19/2011 | Germania Euro 10,90 | Belgio Euro 8,30 | Svizzera Chf. 9,90 | Costa Azzurra Euro 11.90

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I VIAGGI DEL GUSTO

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i Viaggi del Gusto

MILANO GOURMET VIAGGIO NELLA CAPITALE ITALIANA DEL FOOD

Locali eclettici, trattorie “stellate” e grandi classici che si rinnovano per il “Rinascimento gastronomico meneghino”

ITINERARI

CIBO&TERRITORIO

ARTIGIANATO

CONSUMI&TENDENZE

APPUNTAMENTI

VdG Magazine Seguiteci su

Le mille virtù di Pistoia Parma golosa a 360 gradi Italia vegana non solo in cucina Dolcificanti: istruzioni per l’uso

Pesce azzurro, il pane del mare Wine tour: il Ciliegiolo di Narni La festa dell’Udienza a Sambuca Modigliani in mostra a Genova

L’oreficeria di Arezzo Le bici in legno di Carrer




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S OFFIO D’AMO RE

LA NU VO LA

“Niente mi emoziona come guardare

“L’amore è un talismano

“Sono sempre pronta a spiccare il volo.

dall’alto lo skyline di una città.”

da tenere sempre vicino.”

Qual è la prossima meta?”


editoriale maggio 2017

Seguiamo la via maestra Ci sono tanti modelli positivi in Italia: studiamoli e replichiamoli altrove

di

Domenico Marasco

C

ari lettori, anche se di questi tempi in molti, in troppi, sembrano esserselo dimenticati, in Italia del buono, ma tanto buono, c'è. E non è una questione di campanilismo stupido o di voler vedere sempre e comunque il bicchiere mezzo pieno. Oltre alle solite cose trite e ritrite che pure i ciechi ormai sono in grado di vedere – ossia le bellezze paesaggistiche, l'arte, il buon cibo – c'è tanto altro. Ci sono storie di uomini, idee geniali e modelli vincenti. Bisogna solo cercarli, individuarli e tirarne fuori l’esempio più utile alla collettività. Noi cerchiamo di farlo ogni mese e, nel nostro piccolo, di belle storie, di casi positivi, ne abbiamo raccontato e ne raccontiamo tante. Penso ad esempio a quei territori dove la gente s’è saputa aggregare, ha saputo “collaborare per competere”. Uno di questi è certamente il Trentino. Sulle colonne di VdG magazine, i Viaggi del Gusto, lo abbiamo raccontato ormai quasi cinque anni fa, dopo esserci andati e averlo visitato in lungo e in largo per vedere con i nostri occhi come quel modello riesce a produrre risultati straordinari. Vino, mele, trasformazione, commercializzazione, tutela e promozione del territorio, distribuzione equa della ricchezza tra gruppi industriali e piccoli produttori: il Trentino è senza dubbio il miglior archetipo italiano di cooperazione vincente e soddisfacente per tutti. E dovrebbero andare tutti a studiarlo, a cominciare dai politici e dalla classe dirigente di questo Paese, per provare a replicare quel modello anche altrove.

Ma ci sono anche tante, tantissime altre case history che varrebbe la pena prendere ad esempio: consentiteci qui di ricordare anche la zona di Bolgheri: l’El Dorado dei vini toscani di qualità, dove il marketing territoriale ha fatto un lavoro straordinario e dove un litro di vino oggi vale quasi quanto l’oro. E non è soltanto merito della natura. Anche a Bolgheri bisognerebbe andare, per studiare il modello e provare a replicarlo in altri territori. Ma non ci sono solo territori capaci di produrre valore e ricchezza. Ci sono anche esempi di uomini illuminati e di strategie intelligenti. Anche se sembrerà strano, c’è, ad esempio, un ministero dove, negli ultimi anni, sono successe cose incredibili. Incredibili per come di solito vanno le cose in Italia, beninteso. Nel Paese che, nell’ambito delle “nomine politiche”, ha eretto a sistema il demerito, facendone l’architrave del disviluppo, per una volta un Ministro, quello dei Beni Culturali, ha deciso di fare una selezione vera per la direzione dei musei nazionali. Ci credereste? È così: per una volta il merito e la competenza hanno vinto. E i risultati, in termini di aumento del numero dei visitatori nei nostri templi della cultura, nel corso del 2016, si sono visti. Non è che poco poco sarebbe il caso da ripartire da qui? Voi che ne dite? Buon viaggio del gusto a tutti

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sommario

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Maggio

duemila17 RUBRICHE

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News dall'Italia 3B

14

Facce dall'Italia che merita

20

Nutrition

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COVERSTORY 22

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Milano, capitale del gusto Che il capoluogo lombardo sia la capitale gourmet d’Italia, dove tradizioni, qualità e tendenze si incontrano per allietare i palati più raffinati e quelli sempre a caccia di novità, è un dato di fatto. A sottolinearlo proprio questo mese è la prima edizione di Week&Food, il fuorisalone di TuttoFood, fiera dell’agroalimentare che si svolge nei quartieri di Rho Fiera. Un’occasione golosa per gustarsi una città in evoluzione, tra nuove aperture, architetture all’avanguardia e trend destinati a fare storia

IL BELLO d’Italia 37

Le virtù di Pistoia

56

Gli hotel del mese

Un anno da ricordare per la città toscana Capitale della Cultura 2017

57

Camera con vista

58

30

Personaggi. Andrea Berton

42

Piccolo grande Alto Adige

Lo chef stellato si racconta e ci racconta la "sua" Milano del gusto

La meta ideale per una vacanza attiva tra natura, arte e gastronomia

32

Tendenze. Mondo vegano

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Genova e Modigliani

Un fenomeno che ha preso piede anche in Italia, e non solo in cucina

Il capoluogo ligure ospita la mostra su Modì e celebra lo "Slow Fish"

maggio 2017

60

Emozioni in Val d'Aosta Cultura e cucina protagoniste nei prossimi appuntamenti in Vallée

Arte, spettacoli, cultura

L'agenda di maggio: i migliori eventi del Bel Paese selezionati per voi



sommario maggio 2017

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IL BUONO d’Italia 63

Parma golosa

Cibo e arte contemporanea si incontrano nella Food Valley

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Il pesce azzurro

È buono, fa bene e ci fa risparmiare. Ma lo conosciamo abbastanza?

72

Il Ciliegiolo di Narni

Un borgo magico nel cuore di pietra dell'Umbria e il suo vino ritrovato

76

Le cantine Colli Zugna

Il Trentino "green" nel bicchiere

78

La Castanella cilentana

Nuova vita per la tipicità campana

80

Bacco, pistacchio divino

I professionisti del tesoro di Bronte

82

Ecorì, l'eccellenza del riso

Un consorzio per "l'oro" di Vercelli

84

L'Almanacco di Barbanera

91

L'oreficeria aretina

86

In processione a Sambuca

In Sicilia si fa festa alla Madonna dell'Udienza tra fede e folklore

Un settore, fiore all'occhiello del Made in Italy, che non teme la crisi

94

Le mani raccontano

60

Cibo, vino, tradizioni

Nascono in una falegnameria friulana le Stradivari delle due ruote

96

Compagne di strada

L'agenda di maggio: i migliori eventi del Bel Paese selezionati per voi

magazine

i Viaggi del Gusto

DIRETTORE RESPONSABILE Domenico Marasco COORDINATORE EDITORIALE Francesco Condoluci GRAFICA E IMPAGINAZIONE Liliana Nori, Raffaela Jada Gobbi

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72 IL BEN FATTO d’Italia

EDITING Gilda Ciaruffoli SEGRETERIA DI REDAZIONE Monia Manzoni Sito web: www.vdgmagazine.it REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Via Pola, 15 - 20124 Milano Tel. 02.8688641 - fax 02.89053290 STAMPA Grafica Nappa Srl Via Gramsci 19, Aversa (CE) DISTRIBUZIONE ITALIA Edicola e circuito alberghiero

EDITORE Opera Italia Srl - Via Pola, 15 - 20124 Milano

Registrazione Tribunale di Milano n. 92 del 10/02/2011

CONSIGLIO D'AMMINISTRAZIONE Presidente: Nicola D. Cosola Consiglieri: Roberto Patti, Marco Melicchio ABBONAMENTI

94 PER LA VOSTRA PUBBLICITÀ Prenotazione spazi e ricevimento impianti Tel. 02.8688641 - fax 02.89053290 e-mail: ufficiotraffico@vdgmagazine.it sito web: www.operaitaliasrl.com N.B. Ci riserviamo il diritto di accettare solo la comunicazione pubblicitaria coerente con i contenuti e le immagini della testata.

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INIZIATIVE SPECIALI / SERVICE ADV Media Company *L’editore ha ricercato con ogni mezzo i titolari dei diritti fotografici senza riuscire a reperirli. È ovviamente a piena disposizione per assolvere quanto dovuto nei loro confronti


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News dall’Italia del Bello, Buono, Ben fatto

di Isa

Grassano

È italiano il sito più bello al mondo

La Ferrari spopola in Cina

S

i chiama stylenovels.com e si è appena aggiudicato un Webby Award, l’equivalente Web di un Oscar, con tanto di premiazione a New York, imponendosi su ben 13mila progetti. A sviluppare l’innovativa piattaforma è stata l’agenzia di comunicazione digitale Vergani&Gasco con un sito che presenta una collezione di complementi d’arredo e creazioni artistiche ispirate alle bellezze del Lago di Como. I fondatori, Nicola Gasco e Luigi Vergani, si sono conosciuti ai tempi dell’Università ma, come nelle migliori leggende dell’imprenditoria tecnologica, non si sono mai laureati. Il sito ha tre ambientazioni – giardino segreto, lago e viaggio – corredate da una serie di animazioni che danno forma a una visione del web antitetica a quella che vorrebbe solo contenitori e contenuti snelli, rapidi da fruire e capaci di convertire la visita in clic o in un ritorno economico immediato. E tutto questo piace ai visitatori – 50mila coinvolti in un anno – che hanno un tempo di permanenza medio di 2 minuti. www.stylenovels.com

La ciclabile più bella d’Europa

B

isognerà aspettare cinque anni perché sia completato ma poi il risultato sarà di quelli che lasciano senza fiato. L’anello ciclabile del Garda sarà il più spettacolare d’Europa: un’opera unica a livello mondiale di oltre 140 km, connessa con altre importanti percorsi ciclabili. Intanto un nuovo tratto di costruzione di oltre un chilometro sarà pronto entro l’estate: «sarà come camminare in bicicletta sul lago», hanno detto i politici che hanno dato il via ai lavori. La pavimentazione sarà realizzata con un materiale simile al legno, ma resistente alle intemperie, e lungo tutto il tratto correrà una sottilissima barriera protettiva d’acciaio che avrà un bassissimo impatto visivo sul territorio. www.visitgarda.com

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Al Salone di Shanghai che si è tenuto lo scorso aprile, tutti gli occhi erano puntati sulla Ferrari 812 Superfast, dal design altamente innovativo. Con il nuovo motore V12 da 6,5 litri la 812 Superfast rappresenta un punto di riferimento per il settore delle sportive a motore centrale, raggiungendo la potenza massima di 588 kW, che si traducono in 800 CV a 8500 giri/min. Per la prima volta inoltre viene montato l’Electric Power Steering (EPS) su una vettura Ferrari, il che aiuterà a raggiungere il massimo potenziale che un propulsore del genere può garantire. Le consegne della 812 Superfast partiranno in Cina nella parte finale dell’anno con prezzi da 730mila euro in su. autoshanghai.auto-fairs.com

Un riconoscimento all’arte barocca

Il Museo Cappella San Severo di Napoli è uno dei più singolari monumenti che l’ingegno umano abbia mai concepito. Alla grandiosità davanti agli occhi di tutti si aggiunge anche l’impeccabile gestione museale che è stata riconosciuta a livello internazionale; il Financial Times ha infatti inserito il noto istituto partenopeo nella nuova FT 1000 – Europe’s Fastest Growing Companies, la speciale classifica composta dalle società con il più alto tasso di crescita in Europa. La posizione? 881, unica realtà, tra quelle menzionate, ad avere un core business incentrato sulla cultura, che nel 2016 ha registrato oltre 460mila visitatori paganti. www.museosansevero.it


Una vacanza indimenticabile

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News dall’Italia del Bello, Buono, Ben fatto

I 150 anni della Società Geografica

T

aglia il traguardo dei 150 anni la Società Geografica Italiana, fondata a Firenze nel 1867 (e poi trasferita a Roma), per promuovere la conoscenza geografica e sostenere la sua applicazione alle tematiche ambientali, politiche e sociali. Ineguagliabile il patrimonio della Società: 400mila i volumi e oltre 2mila i periodici, che ne fanno la raccolta documentaria specializzata più importante d’Italia; centinaia gli atlanti antichi e oltre 400mila i fototipi, materiali rari che documentano luoghi, genti e paesaggi di quasi tutte le regioni della terra. Il cartellone degli eventi per i festeggiamenti prevede un convegno, una mostra documentaria, a Roma e Firenze, dal titolo La geografia di una storia. La Società Geografica Italiana in 150 anni di storia italiana tra ricerca scientifica, diffusione culturale e impegno sociale, e visite guidate alla sede nello storico Palazzetto Mattei a due passi dal Colosseo. I tour si ripeteranno per una volta al mese nell’arco di tutto l’anno, per gruppi di massimo 30 persone su prenotazione. www.societageografica.it

Il Wine Awards for Friends all’Amarone Per la prima volta in quindici anni un’associazione italiana è stata premiata dal magazine enogastronomico tedesco Feinschmecker. Le Famiglie dell’Amarone d’Arte (Associazione che riunisce 13 produttori storici) sono state infatti insignite con il Wine Award for Friends. La motivazione ufficiale? L’Associazione si pone come un gruppo forte e coeso, riconosciuto dai mercati e dalla critica internazionali per l’importante impegno a favore della Valpolicella, nel segno del rigore e della grande professionalità. www.amaronefamilies.it

Medaglia di bronzo all’olio siciliano Non ancora commercializzato (lo sarà a partire da giugno) Oliove, olio extravergine di qualità superiore Igp Sicilia, blend di olive Nocellara del Belice, Cerasuola e Biancolilla, proveniente dai territori di Menfi e Sciacca (Ag), ha ottenuto già un doppio prezioso riconoscimento internazionale per l’innovazione del prodotto e l’originalità del packaging. L’azienda produttrice Scirocco Agricola è stata premiata con due medaglie di bronzo al London International Olive Oil Competition 2017. Dietro questo progetto c’è una squadra affiatata, dove Carmen Bonfante, una delle poche donne sommelier e tecnico esperto degustatore di oli extravergine di oliva, ha giocato un ruolo fondamentale nel determinare la qualità finale del prodotto. www.loscirocco.it

Il Consorzio del Brunello compie mezzo secolo Il Consorzio del Brunello di Montalcino ha festeggiato i suoi 50 anni celebrando l’orgoglio dei fondatori e guardando al futuro del mercato internazionale. L’occasione è stata quella giusta per confrontarsi sugli scenari futuri e sulle sfide del mercato internazionale sia sotto l’aspetto dei nuovi media e tecnologie, sia sotto l’aspetto della comunicazione e della trasformazione della domanda a livello mondiale. Obiettivo, dare agli associati stimoli e provocazioni per continuare a vincere nella sfida del mercato mondiale mantenendo il fattore distintivo del Consorzio: l’unicità del territorio unita alla sensibilità e capacità dei produttori. www.consorziobrunellodimontalcino.it

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le facce #ItaliaCheMerita

di

Marco Gemelli

Romano, 45 anni, dopo aver studiato all’Accademia del costume e della moda di Roma esordisce nel mondo del fashion in Fendi, entra in Gucci nel 2002 assunto da Tom Ford a Londra e diventa “associate” alla direzione creativa di Frida Giannini; nel 2014 è l'anima del rilancio delle porcellane Richard Ginori e dal 2015 è il direttore creativo di Gucci. Il suo stile progressista e anticonformista è oggetto del desiderio dal jet set internazionale; amato come una rockstar, per presentarne il profilo sul Time, Jared Leto ha scritto: “ha incendiato il mondo sartoriale”.

Massimiliano Veltri

Armando Cristofori

C'è un giovane calabrese dietro i disegni di Wolverine e Assassin’s Creed. Cosentino, 33 anni, autodidatta come artista ma con un master in marketing e comunicazione, dopo aver esordito su una fanzine della sua città si è fatto conoscere fino a riscontrare l’interesse di case editrici internazionali, tra cui la Marvel. Per il colosso americano delle strips ha curato i disegni per Wolverine e gli X-Men. Per la Titan Comics, invece, ha collaborato alla realizzazione dei fumetti di Assassin’s Creed, la saga resa celebre dall’omonimo videogame.

Italiano di nascita ma trasferitosi in Australia all’età di 11 anni, è stato tra i precursori delle strategie di promozione delle destinazioni turistiche basandosi sul potenziale attrattivo della gastronomia come espressione del territorio. Dopo aver lavorato per anni nel marketing per colossi come Thomas Cook e per i governi di diversi Stati asiatici, è diventato ambasciatore mondiale della World Gourmet Society e della World Food & Travel Association. Tornato in Italia, ha iniziato l’organizzazione di un mega-evento legato agli chef che si terrà nel Bel Paese l'anno prossimo.

Fumettista

Ricercatore

Giovanni Rana Imprenditore

Estro creativo e buona tavola sono due degli assi portanti della nostra cultura, e le facce di questo mese ce ne mostra risvolti inediti. Si va dalle pagine dei fumetti più amati al mondo alle passerelle dell'alta moda, con una “pausa pranzo” ricca di iniziative che valorizzano il patrimonio nazionale puntando anche sulla solidarietà 14

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Alessandro Michele Stilista

Il Time lo ha definito uno dei 100 personaggi più influenti al mondo, unico italiano in classifica quest’anno.

Fondatore del gruppo Pastificio Rana e da sempre impegnato nel sociale, è il promotore di un’iniziativa solidale che per quest’anno ha garantito a 370mila famiglie bisognose e circa 1.600mila persone in difficoltà la possibilità di ricevere gratuitamente 3.354.936 piatti di pasta fresca ripiena grazie al progetto Duetto. Semplici i termini dell’iniziativa: da novembre 2016 a gennaio 2017 per ogni confezione acquistata della linea di ravioli Duetto, il Pastificio Rana ne ha donata una di pasta ripiena a Banco Alimentare, i cui volontari hanno contribuito alla distribuzione. Un’iniziativa, giunta al secondo anno, gestita in tutta trasparenza, certificata dall’IRI e accompagnata dalla pubblicazione di tutte le bolle di consegna relative alle 419 tonnellate di pasta.



i Viaggi BOLOGNA

GRAND HOTEL BAGLIONI Via Indipendenza 8 UNAWAY BOLOGNA SAN LAZZARO Via L. Fantini n° 1 INTERNAZIONALE Via Indipendenza 60 ROYAL HOTEL CARLTON Via Montebello 8 STARHOTEL EXCELSIOR Viale Pietramellara 51 UNA HOTEL BOLOGNA Viale Pietramellara 41 HOTEL MERCURE Via Pietramellara n° 59 HOTEL METROPOLITAN Via dell'Orso n° 6 AL CAPPELLO ROSSO Via dè Fusari 9 NOVECENTO P.zza Galileo 4-3 COMMERCIANTI Via dè Pignattari 11 CORONA D'ORO 1890 Via Oberdan 12 EXPRESS BY HOLIDAY INN Via del Commercio Associato 3 NOVOTEL BOLOGNA FIERA Via Michelino n° 73 AC 10 HOTEL BOLOGNA Via Sebastiano Serlio HOTEL BOLOGNA FIERA P.zza della Costituzione 1 HOTEL FIERA Via Stalingrado n° 82 ALLIANCE HOTEL BOLOGNA AIRPORT Via M. Lepido 203 AEMILIA HOTEL Via Zaccherini Alvisi n° 16 NOVOTEL BOLOGNA Via Villanova n° 31 NH BOLOGNA DE LA GARE Piazza XX Settembre n° 2 BW Hotel San DonatoVia Zamboni, 16 BW City Hotel Via Magenta, 10 BW Plus Tower Hotel Bologna Via Lenin, 43

FIRENZE

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GENOVA

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MILANO

TOWN HOUSE GALLERIA Via Silvio Pellico n° 8 FOUR SEASONS Via Gesù n° 8 GRAND HOTEL ET DE MILAN Via Manzoni n° 29 PARK HYATT Via Tommaso Grossi n° 1 PRINCIPE DI SAVOIA Piazza della Repubblica n° 17 THE WESTIN PALACE Piazza della Repubblica n° 20 HOTEL BULGARI Via Fratelli Gabba n° 7/b CARLTON HOTEL BAGLIONI Via Senato n° 5 HOTEL PIERRE MILANO Via De Amicis n° 32 MARRIOTT HOTEL Via Washington n° 66 SOL MELIA' MILANO Via Masaccio n° 19 ARMANI HOTELS Via Manzoni n° 31 AC HOTEL MILANO Via E. Tazzoli n° 2 ACCADEMIA Viale Certosa n° 68 ATAHOTEL CONTESSA JOLANDA Via Murat n° 21 ATAHOTEL DE ANGELI Via Trivulzio n° 8 ATAHOTEL EXECUTIVE Via Don L. Sturzo n° 45 ATAHOTEL LINEA UNO Viale Monza n° 139 ATAHOTEL QUARK Via Lampedusa n° 11/A ATLANTIC Via N. Torriani n° 24 CAPITOL MILLENIUM Via Cimarosa n° 6 CARLYLE BRERA HOTEL C.so Garibaldi n° 84 CONCORDE Viale Monza n° 132 CROWNE PLAZA MILAN CITY Via Melchiorre Gioia n° 73 DE LA VILLE Via Hoepli n° 6 DEI CAVALIERI Piazza Missori n° 1 RESIDENZA ALBERGHIERA SAN RAFFAELVEia Olgettina n° 60 DOUBLETREE BY HILTON MILAN Via Ludovico di Breme n° 77 FOUR POINTS SHERATON Via Cardano n° 1 GRAND HOTEL PLAZA Piazza Diaz n° 3 GRAND HOTEL VERDI Via M. Gioia n° 6 GRAND VISCONTI PALACE Viale Isonzo n° 14 HOLIDAY INN MILAN GARIBALDI Via Ugo Bassi n° 1/A HOTEL AMBASCIATORI Galleria del Corso n° 3 HOTEL ARISTON Largo Carrobbio n° 2 HOTEL ASCOT Via Lentasio n° 3 HOTEL AURIGA Via Pirelli n° 7 HOTEL BERNA Via Napo Torriani n° 18 HOTEL BRISTOL Via Scarlatti n° 32 HOTEL BRUNELLESCHI Via Baracchini n° 12 HOTEL CAVOUR Via Fatebenefratelli n° 21 HOTEL CRISTOFORO COLOMBO Corso Buenos Aires n° 3 HOTEL CRIVI'S Corso di Porta Vigentina n° 46 HOTEL ENTERPRISE Corso Sempione n° 91 HOTEL GRAND DUCA DI YORK Via Moneta n° 1-a HOTEL HERMITAGE Via Messina n° 10 HOTEL LIBERTY Viale Bligny n° 56 HOTEL LLOYD Corso di Porta Romana n° 48 HOTEL MANZONI Via Santo Spirito n° 20 HOTEL MEDIOLANUM Via M. Macchi n° 1 HOTEL MICHELANGELO Via Scarlatti n° 33 HOTEL MIRAGE Via Casella n° 61 HOTEL MONTEBIANCO Via Monterosa n° 90 HOTEL NHOW Via Tortona n° 35 HOTEL RAFFAELLO Viale Certosa n° 108 HOTEL REGENCY Via G. Arimondi n° 12 HOTEL REGINA Via Cesare Correnti n° 13 HOTEL ROMANA RESIDENCE Corso di Porta Romana n° 64 HOTEL SAMPI Via L. Palazzi n° 18 HOTEL SILVER Via Riccardo Lombardi n° 9-11 HOTEL STRAF Via San Raffaele n° 3 HOTEL SUNFLOWERS Piazzale Lugano n° 10 HOTEL THE GRAY Via San Raffaele n° 6

MADISON Via Gasparotto n° 8 MERCURE MILANO SOLARI HK Via Pietro Orseolo MIHOTEL Via dei Fontanili n° 26 NH MACHIAVELLI Via Lazzaretto n° 5 NH MILANO TOURING Via U. Tarchetti n° 2 NH PRESIDENT Largo Augusto n° 10 NOVOTEL MILANO EST Via Mecenate n° 121 NOVOTEL MILANO NORD Viale Suzzani n° 13 RADISSON BLU HOTEL Via Villapizzone n° 24 RAMADA PLAZA MILANO Via Stamira d'Ancona n° 27 RUBENS Via Rubens n° 21 SHERATON DIANA MAJESTIC Viale Piave n° 42 SPADARI AL DUOMO Via Spadari n° 11 ST. GEORGE Viale Tunisia n° 9 STARHOTEL ANDERSON Piazza L. Di Savoia n° 20 STARHOTEL BUSINESS PALACE Via Gaggia n° 3 STARHOTEL E.CH.O. Viale A. Doria n° 4 STARHOTEL RITZ Via Spallanzani n° 40 STARHOTEL ROSA Via Pattari n° 5 STARHOTEL TOURIST Via F. Testi n° 300 THE BIG RESIDENCE Via De Cristoforis n° 6/8 UNA HOTEL CENTURY Via F. Filzi n° 25/B UNA HOTEL CUSANI Via Cusani n° 13 UNA HOTEL MEDITERRANEO Via Muratori n° 14 UNA HOTEL SCANDINAVIA Via Fauchè n° 15 UNA HOTEL TOCQ Via di Tocqueville n° 7/D HOTEL TIZIANO Via Tiziano n° 6 BW Plus Hotel Galles P.zza Lima, 2 BW Hotel City Corso Buenos Aires, 42/5 BW Hotel Major Viale Isonzo, 2 BW Plus Hotel Felice Casati Via Felice Casati, 18 BW Hotel Ascot Via Lentasio, 3 BW Hotel Blaise & Francis Via Butti , 9 BW Hotel Astoria Viale Murillo, 9 BW Hotel Madison Via Leopoldo Gasparotto, 8 BW Hotel St. George V.le Tunisia, 9 BW Atlantic Hotel Via Torriani Napo, 24 BW Antares Hotel Concorde Viale Monza, 132 BW Hotel Mirage Viale Certosa, 104/106

NAPOLI

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del Gusto PA L E R M O

GRAND HOTEL WAGNER Via Riccardo Wagner 2 GRAND HOTEL VILLA IGIEA Salita Belmonte 43 NH PALERMO Foro Umberto I 22 b GRAND HOTEL PIAZZA BORSA Via dei Cartari 18 EUROSTARS CENTRALE PALACE HOTELVia V. Emanuele 327 POLITEAMA PALACE HOTEL Piazza Ruggiero Settimo 15 GRAND HOTEL ET DES PALMES Via Roma 398 ARTEMISIA PALACE HOTEL Via Roma 499 MERCURE PALERMO CENTRO Via Mariano Stabile 112 IBIS STYLES PALERMO Via Francesco Crispi 230 BW Ai Cavalieri Hotel Via Sant'Olivia, 8

ROMA

AMBASCIATORI PALACE Via Vittorio Veneto 62 GRAND HOTEL DE LA MINERVE Piazza della Minerva 69 HOTEL BERNINI BRISTOL Piazza Barberini n° 23 HOTEL CAVALIERI HILTON Via Cadlolo 101 HOTEL DE RUSSIE Via del Babuino 9 HOTEL EDEN Via Ludovisi n° 49 HOTEL EXCELSIOR Via V. Veneto n° 125 HOTEL INDINGO ST. GEORGE Via Giulia n° 62 HOTEL MAJESTIC Via Vittorio Veneto n° 50 HOTEL PARCO DEI PRINCIPI Via Frescobaldi n° 5 HOTEL ST. REGIS - LE GRAND HOTEL Via V. Emanuele Orlando n° 3 INTERCONTINENTAL DE LA VILLE Via Sistina n° 69 NH COLLECTION PALAZZO CINQUECENTO P.zza dei Cinquecento 90 GRAND HOTEL PALACE Via Vittorio Veneto 70 GRAND HOTEL PLAZA Via del Corso 126 HOTEL HASSLER Piazza della Trinità dei Monti 6 HOTEL RAPHAEL Largo Febo 2 ALDROVANDI HOTEL Via Ulisse Aldrovandi 15 HOTELGRIFFE Via Nazionale 13 AMBRA PALACE HOTEL Via Principe Amedeo n° 257 ASTORIA GARDEN HOTEL Via V. Bachelet n° 8-10 BEVERLY HILLS Largo Benedetto Marcello n° 220 BLU HOTEL ROMA L.go De Dominicis n° 4 BOSCOLO HOTEL EXEDRA P.zza della Repubblica 47 COURTYARD BY MARRIOTT Via G. Moscati n° 7 CROWNE PLAZA ROME ST.PETER'S Via Aurelia Antica 415 EMPIRE PALACE Via Aureliana 39 EUROSTARS ROMA AETERNA Via Casilina 126 EUROSTARS SAINT JOHN Via Matteo Boiardo n° 30 FORTY SEVEN Via Petroselli n° 47 GRAND HOTEL TIBERIO Via Lattanzio n° 51 HOLIDAY INN ROME AURELIA VIA AURELIA KM 8,4 HOTEL ART BY THE SPANISH STEPS Via Margutta 56 HOTEL ART DECO Via Palestro n° 19 HOTEL ARTEMIDE Via Nazionale 22 HOTEL BARBERINI Via Rasella 3 HOTEL BRITANNIA via Napoli n° 64 HOTEL CICERONE Via Cicerone 55/c HOTEL COSMOPOLITA Via di Sant'Eufemia n° 5 HOTEL DEL SENATO P.zza della Rotonda n° 73 HOTEL DELLE PROVINCE Via delle Province n° 103 HOTEL DIOCLEZIANO Via Gaeta n° 71 HOTEL FARNESE Via Farnese 30 HOTEL FENIX Viale Gorizia 5/7 HOTEL GENOVA Via Cavour 33 HOTEL GIOBERTI Via Gioberti 20 HOTEL GIULIO CESARE Via degli Scipioni 287 HOTEL MONDIAL Via Torino 127 HOTEL MONTECARLO Via Palestro n° 17/a

HOTEL NAZIONALE P.zza Montecitorio 131 HOTEL PIRANESI Via del Babuino n° 196 HOTEL PRINCIPESSA ISABELLA Via Sardegna 149/151 HOTEL RAFFAELLO Via Urbana n° 3/5 HOTEL STHENDAL Via del Tritone n° 113 INTERNATIONAL PALACE Via Nazionale n° 46 KOLBE HOTEL Via di S.Teodoro 44 LUDOVISI PALACE Via Ludovisi n° 43 MASCAGNI Via V. Emanuele Orlando n° 90 MASSIMO D'AZEGLIO Via Cavour n° 18 MELIA' ROMA AURELIA ANTICA Via degli Aldobrandeschi n° 223 MERCURE ROMA P.ZZA BOLOGNA Via Reggio Calabria 54 NH VILLA CARPEGNA Via Pio IV 6 NH VITTORIO VENETO Corso Italia 1 PANTHEON HOTEL Via de Pastini n° 131 PARK DEI MASSIMI L.go Vincenzo Ambrosio 9 RIVER CHATEAU Via Flaminia n° 520 RIVER PALACE HOTEL Via Flaminia n° 33 ROSE GARDEN PALACE Via Boncompagni 19 HOTEL ALBANI Via Adda 45 STARHOTEL METROPOLE Via Principe Amedeo n° 3 STARHOTEL MICHELANGELO Via Stazione S. Pietro n° 14 THE DUKE HOTEL Via Archimede 69 UNA HOTEL ROMA Via Giovanni Amendola 57 VISCONTI PALACE HOTEL Via Federico Cesi n° 37 BW Artdeco Hotel Via Palestro, 19 BW Hotel Spring House Via Mocenigo, 7 BW Hotel I Triangoli Via Ermanno Wolf Ferrari, 285 BW Hotel Astrid Largo Antonio Sarti, 4 BW Premier Royal Santina Via Marsala, 22 BW Hotel Roma Tor Vergata Via Vico Viganò, 24 BW Cinemusic Hotel via Tuscolana, 128 BW Plus Hotel Milton Roma Via E. Filiberto, 155 BW Plus Hotel Universo Via Principe Amedeo, 5/B BW Hotel Piccadilly Via Magna Grecia, 122 BW Hotel Rivoli Via T. Taramelli, 7 BW Hotel President Via Emanuele Filiberto, 173

TORINO

HOTEL AC TORINO Via Bisalta 11 PRINCIPI DI PIEMONTE Via Gobetti n° 15 ART HOTEL OLYMPIC Via Verolengo n° 19 GRAND HOTEL SITEA Via Carlo Alberto 35 HOLIDAY INN TURIN CORSO FRANCIA Piazza Massaua, 21 HOTEL CONCORD Via Lagrange 47 HOTEL DIPLOMATIC Via Cernaia 42 HOTEL NH TORINO LINGOTTO Via Nizza n° 262 HOTEL NH TORINO CENTRO Corso Vittorio Emanuele II 104 HOTEL NH TORINO SANTO STEFANO Via Porta Palatina 19 NOVOTEL TORINO Corso Giulio Cesare 338/34 PACIFIC HOTEL FORTINO Strada Del Fortino, 36 STARHOTEL MAJESTIC Corso Vittorio Emanuele II 54 ART HOTEL BOSTON Via Massena n° 70 HOLIDAY INN TURIN CENTRE Via Assieta n° 3 BW Plus Hotel Genova Via Sacchi, 14/B BW Plus Executive Hotel and Suites Via Nizza, 28 BW Crystal Palace Hotel Via Nizza, 11

TRENTO

GRAN HOTEL TRENTO Piazza Dante 20 HOTEL BUONCONSIGLIO Via Romagnosi 16 ALBERGO ACCADEMIA Vicolo Colico 4/6 HOTEL AQUILA D'ORO Via Belenzani 76

NH TRENTO Via Adalberto Libera s/n HOTEL VILLA MADRUZZO Via Ponte Alto 26

TREVISO

HOTEL RESIDENCE LE TERRAZZE Via Roma 72 HOTEL HOLIDAY LA MARCA Via Roma 104 31020 Villorba HOTEL CRYSTAL Via Baratta Nuova 1 31022 Preganziol VILLA PACE PARK HOTEL BOLOGNA Via Terraglio 175 Preganziol BEST WESTERN PREMIER BHR TREVISO HOTEL S.R.53, Via Postumia Castellana 2 31055 Quinto Treviso BEST WESTERN TITIAN INN HOTEL Via Callalta 87 Silea HOTEL CARLTON Largo Porta Altinia 15 HOTEL CA' DEL GALLETTO Santa Bona Vecchia 30 31100 HOTEL MAGGIO CONSIGLIO Via Terraglio 140 31100 HOTEL CONTINENTAL Via Roma 16 31100

VENEZIA

HOTEL CA' SAGREDO Campo Santa Sofia 4198 30121 HOTEL DANIELI Riva degli Schiavoni 4196 30122 BAUER IL PALAZZO Piazza San Marco 30124 HOTEL GRITTI PALACE Campo Santa Maria del Giglio 2467 LUNA HOTEL BAGLIONI San Marco 1243 SAN CLEMENTE PALACE HOTEL Isola di San Clemente n° 1 VILLA FRANCESCHI Via Don Minzoni n° 28 BOSCOLO HOTEL DEI DOGI Madonna dell'Orto 3.500 HOTEL METROPOLE Castello 4149 - Riva degli Schiavoni BAUER PALLADIO HOTELS San Marco 1459 THE WESTING EUROPA & REGINA San Marco 2159 HILTON MOLINO STUCKY Giudecca 810 CROWNE PLAZA VENICE EAST Viale Della Restistenza 18/20 - Quarto D'Altino HOTEL COLOMBINA Calle del Rimedio , Castello 4416 BOSCOLO HOTEL BELLINI Lista di Spagna 116/A CA' VENDRAMIN DI SANTA FOSCA Cannaregio 2400 HOTEL AL PONTE DEI SOSPIRI San Marco 381 UNA HOTEL VENEZIA Ruga Do Pozzi , 4173 HOTEL AI DUE PRINCIPI Castello 4972 HOTEL BUCINTORO Castello 2132 BW Plus Hotel Bologna Via Piave, 214 BW Premier Hotel Sant'Elena Calle Buccari, 10 BW Plus Quid Hotel Venice Airport Via Terraglio, 15 30174 MESTRE (VE)

VERONA

DUE TORRI HOTEL Via Sant'Anastasia n° 4 HOTEL GABBIA D'ORO Corso Porta Borsari n° 4 BEST WESTERN HOTEL FIRENZE Corso di Porta Nuova n° 88 ROSEO HOTEL LEON D'ORO Viale Piave n° 5 CORTE ONGARO HOTEL Via Scuderlando n° 40 GRAND HOTEL VERONA Corso di Porta Nuova n° 105 SHG HOTEL VERONA Via Unità D'Italia n° 346 HOTEL ACCADEMIA Via Scala n° 12 HOTEL COLOMBA D'ORO Via Carlo Cattaneo n° 10 HOTEL FIERA Via Zannoni Ugo n° 26-8 HOTEL GIBERTI Via Giberti n° 7 HOTEL LEOPARDI Via Leopardi n° 16 HOTEL MAXIM Via Belviglieri n° 42 HOTEL SAN PIETRO Via Santa Teresa n° 1 MONTRESOR HOTEL PALACE Via Luigi Galvani n° 19 RESIDENCE ANTICO ZENO Via Rosmini n° 15 SAN MARCO CITY RESORT & SPA Via Baldassarre Longhena n° 42 HOTEL IBIS VERONA Via E. Fermi n° 11-c

più prestigiosi hotel italiani



PANORAMA 20

NUTRITION

Dolcificanti e antibiotici: tutte le istruzioni per l'uso

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IL PERSONAGGIO

Lo chef stellato Andrea Berton ci racconta la Milano del gusto

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MONDO VEGANO

Una tendenza che spopola in Italia, e non solo in cucina

MILANO gourmet

pag.22

VIAGGIO NELLA CAPITALE ITALIANA DEL FOOD

Locali eclettici, trattorie stellate e grandi classici riveduti e corretti per il Rinascimento gastronomico meneghino maggio 2017

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di

ALMANACCO FATTI e contraffatti di barbanera

Claudio Modesti

ANTIBIOTICI, L’INGREDIENTE SEGRETO Secondo dati dell’agenzia italiana del farmaco (AIFA), l’Italia si pone tra i Paesi Europei con maggior consumo di queste sostanze, terza in Europa per il loro utilizzo in zootecnia. Piccole dosi quindi se ne trovano in molti prodotti alimentari e questo a lungo andare rappresenta un grave problema per la nostra salute

L’

antibiotico-resistenza viene definita dall’OMS come “resistenza dei batteri a uno specifico antibiotico che originalmente era efficace per il trattamento di infezioni causate dagli stessi”. Ogni anno in Europa sono ben 4milioni le infezioni da antibiotico-resistenza registrate; circa 37mila le persone morte perché gli antibiotici sono ormai inefficaci. Le cause di questo fenomeno sono varie, ma tra le principali troviamo, ahinoi, l’alimentazione. Attualmente infatti circa il 70% della produzione mondiale di antibiotici è destinato alla cura degli animali negli allevamenti da reddito, diretta conseguenza della poca salubrità ambientale degli allevamenti stessi derivata dalla loro eccessiva promiscuità ma anche dell’irresponsabile e fraudolento utilizzo di queste sostanze come fattore di crescita rapida degli animali. E sovente residui di questi antibiotici finiscono nel nostro piatto. Dove li troviamo? Nelle carni, nel latte e nei suoi derivati, nei pesci quando questi alimenti sfuggono ai controlli. Si tratta ovviamente di piccole dosi, ma che accumulandosi creano le condizioni ottimali per lo sviluppo dell’antibiotico-resistenza. L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha ribadito la necessità di ridurre l’uso, l’abuso, e l’utilizzo a scopo preventivo degli antibiotici negli animali da reddito al fine di preservare la salute pubblica. Il discorso è ovviamente più ampio, legato al rispetto della vita animale, e necessita la creazione di spazi di allevamento più salubri e l’uso privilegiato di probiotici, vaccini e batteriofagi per combattere le malattie animali. L’entità del

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fenomeno sembrerebbe evidenziare che in Italia le istituzioni competenti in materia siano in ritardo per quanto riguarda l’adozione di provvedimenti; così non è invece in Norvegia, Danimarca e Svezia dove stanno introducendo normative molto restrittive in questo senso. D’altro canto, secondo Unai-

LA SALUTE nel piatto

a cura della

Redazione scientifica Fondazione Veronesi testi di

Serena Zoli

DOLCE ILLUSIONE La notizia arriva dall’Università di Sydney, in Australia: i dolcificanti tolgono sì ai nostri pasti le calorie dello zucchero, ma nascondono un amaro segreto… stimolano l’appetito, quindi ci spingono a mangiare di più!

«A

bbiamo sottoposto degli animali a una dieta con dolcificanti e abbiamo visto che hanno cominciato a mangiare molto di più. Nel caso dei moscerini della frutta dopo cinque giorni di questa alimentazione, mangiavano addirittura il 30% in più». Gli stessi risultati sono stati ottenuti dal team del professor Greg Neely dell’Università di Sydney con altre cavie. L’aspetto più importante della ricerca è però l’avere constatato che, nei diversi animali, è sempre lo stesso percorso neuronale ad attivarsi. Ed ecco come. Il dottor Neely e i colleghi hanno osservato che nei centri cerebrali della gratificazione il senso del dolce fa tutt’uno con una certa quantità di contenuto energetico. Ora, se il duo dolce/energia si sbilancia, il cervello cerca di ritrovare l’equilibrio facendo aumentare il numero di calorie ingerite. Nei fatti “comunica” al soggetto sottoposto a regime con dolcificanti, che non ha assunto energia a sufficienza. E gli fa provare fame. I ricercatori australiani, il cui


talia sono stati fatti consistenti progressi in questa direzione negli allevamenti avicoli dove, secondo dati del 2015, il consumo di antibiotici è stato ridotto del 39,95% rispetto al 2011. Quali strategie possono essere adottate dai consumatori per la tutela della salute e per favorire il benessere negli animali da allevamento? Si parte dalla lettura delle etichette, grazie alla quale scegliere prodotti italiani e comunitari con maggiori garanzie di sicurezza rispetto ai prodotti di origine non comunitaria. Sarebbe quindi opportuno scegliere prodotti provenienti da allevamenti locali o estensivi e semi-estensivi, cioè sostenibili, e ancora meglio se biologici e biodinamici, realtà che danno certamente maggiori garanzie sulla mancata presenza di antibiotici nell’alimentazione degli animali e dunque nella loro carne ma anche, in generale, sulla loro qualità della vita.

studio è comparso sulla rivista Cell Metabolism, sono andati oltre: «Quando abbiamo cercato di capire perché gli animali mangiavano di più anche se avevano ingerito un numero di calorie sufficiente, abbiamo scoperto che il consumo cronico di edulcoranti fa aumentare l’intensità della dolcezza “percepita” dello zucchero, e questo aumento fa crescere la spinta degli animali a ingurgitare più cibo». Un meccanismo di “falsa” trasmissione di dati nel cervello che si ripete, pur diversamente modulato. «Sì,

sembrerebbe agire un falso segnale – commenta Elena Dogliotti, nutrizionista della Fondazione Umberto Veronesi – La ricerca rientra nel filone di studi sull’obesità e trova una correlazione tra il gusto dei cibi a livello neurologico e l’istinto di mangiare; qui è il sapore del dolce che ai neuroni dà l’idea di un maggiore apporto di calorie, e se que-

MEGLIO SCEGLIERE PRODOTTI PROVENIENTI DA ALLEVAMENTI LOCALI O ESTENSIVI E SEMI-ESTENSIVI, ANCORA MEGLIO SE BIOLOGICI E BIODINAMICI, REALTÀ CHE DANNO MAGGIORI GARANZIE SULLA MANCATA PRESENZA DI ANTIBIOTICI NELL’ALIMENTAZIONE DEGLI ANIMALI E DUNQUE NELLE LORO CARNI, MA ANCHE SULLA QUALITÀ DELLA LORO VITA

sto non avviene, ecco il messaggio interno che spinge a consumare più calorie». Un no deciso all’uso di dolcificanti? «No – è la risposta – piuttosto bisognerebbe abituarsi a ridurre gli zuccheri semplici, diminuendoli un po’ alla volta fino a che rappresentino un ridotto numero di calorie. La parola d’ordine è: ridurre, non sostituire».

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MILANO,

città del gusto Che il capoluogo lombardo rappresenti ad oggi la capitale gourmet d’Italia, dove tradizioni, qualità e tendenze si incontrano per allietare i palati più raffinati e quelli sempre a caccia di novità, è ormai un dato di fatto. A sottolinearlo proprio questo mese (dal 4 all’11) è la prima edizione di Week&Food, il fuorisalone di TuttoFood, fiera internazionale dell’agroalimentare che si svolge nei quartieri di Rho Fiera. Un’occasione golosa per gustarsi una città in continua evoluzione, tra nuove aperture, architetture all’avanguardia e trend destinati a fare storia di Elisabetta Canoro

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L’APPUNTAMENTO

A tutto… food

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Dal 4 all’11 maggio Milano si è trasformata nella capitale del gusto con Week&Food. Nato dal progetto Milano Food City voluto dal Comune di Milano, si tratta del “fuorisalone” di TuttoFood, la fiera internazionale dell’agroalimentare, in programma nei quartieri di Rho-Fiera dall’8 all’11 maggio. Numerose le iniziative che animano gli otto giorni di eventi, sapori e spettacoli in città. Come il progetto FoodFriends, che vede protagoniste le associazioni di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza con showcooking, approfondimenti culturali e progetti di solidarietà. La Fondazione Feltrinelli di Viale Pasubio – una delle più recenti architetture all’avanguardia spuntate in città e firmata dallo studio Herzog & De Meuron – è invece sede di talk, dibattiti, laboratori e spettacoli, mentre Palazzo Giureconsulti sabato 6 maggio ospita la Festa del Bio. Dal 4 al 7 maggio, Taste of Milano dà inoltre il via alle tre tappe italiane dei Taste Festivals, celebrando l’alta cucina del capoluogo lombardo e i suoi protagonisti e offrendo a tutti gli appassionati e i curiosi la possibilità di assaggiare le migliori cucine stellate a prezzi minimi. Infine, sempre nell’ambito della prima edizione di Week&Food, dal 6 al 10 maggio, Italian Gourmet racconta le radici dell’alta cucina nel nostro Paese al Superstudiopiù di Via Tortona. In concomitanza, le ultime tendenze del food&beverage si scoprono anche con la Milano Food Week, che ha come headquarter lo spazio Bergognone 26 in zona Tortona.

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A

vanguardista, colta, dinamica. Milano è viva più che mai. C’è la cultura (basti pensare al Silos di Armani, alla Fondazione Prada, alle mostre di Palazzo Reale, ad esempio), c’è il design, c’è il fervore intellettuale. All’indomani di un’edizione del Salone del Mobile da record – 343mila visitatori in 6 giorni, mentre 500mila sono stati quelli che hanno vissuto la città del Fuorisalone – Claudio Luti, che del Salone è presidente ne parla come di «un momento unico, in cui cultura e sistema industriale diventano punto

di riferimento internazionale e modello virtuoso di un’Italia che funziona», e il sindaco Giuseppe Sala con ironia si scusa se il motto scelto dal Salone, “Il design è uno Stato a sé e Milano è la sua capitale”, ha un sapore indipendentista. E mentre ancora l’eco di questa grande festa si fa sentire forte sotto la Madonnina, la città viene travolta da una nuova ondata entusiasmo con l’arrivo della stagione più golosa di sempre, che trasforma il capoluogo lombardo in un enorme palcoscenico ad alto tasso gourmet. Si tratta della Week&Food, frutto del progetto Milano Food City voluto dal Comune di Milano, una sorta di “mini Expo del cibo”, nel segno dell’hashtag #MilanoaPlaceToBe, che porta fuori dal quartiere fieristico le iniziative di TuttoFood, per dar vita a una settimana ricca di eventi, incontri e show cooking diffusi, tra Porta Venezia e l’Arco della Pace, Palazzo Bovara e The Mall, il Capac e la Fondazione Feltrinelli.


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Rinascimento a Porta Volta Moda, design, food, quindi. I numeri parlano chiaro. La locomotiva dello Stivale è qui, tra piazza Castello e il pennone della Isozaki. Del resto già nel 2015 New York Times e Financial Times certificavano Milano e il suo Rinascimento. Dopo un monumentale restauro, ad esempio, la Galleria Vittorio Emanuele è tornata a splendere, e nuove aree sono nate: Porta Nuova e City Life prima di Expo, mentre oggi è Porta Volta a rappresentarne lo sviluppo in chiave contemporanea. Qui, tra ex case popolari e fabbriche fatiscenti, crescono architetture moderne e avveniristiche, e si amalgamano e confondono armoniosamente nel tessuto urbano d’inizio Novecento. È ancora qui che in soli 16 mesi ha preso forma l’Hotel Viu, cinque stelle di design della famiglia Viscardi, gli hotelier milanesi che nel progetto hanno investito 40milioni di euro tra struttura e interni.

MORELLI È SOLO L’ULTIMO DEGLI CHEF-IMPRENDITORI SBARCATI A MILANO CHE INCARNANO LA TENDENZA AD APRIRE, ISPIRARE, PRESIEDERE IN CITTÀ LOCALI SEMPRE NUOVI DAI CONCEPT PIÙ DIVERSI: RISTORANTI, BISTROT, TRATTORIE...

Dalla terrazza la vista spazia sul cimitero Monumentale, Chinatown, la Torre dell’Unicredit, il Bosco Verticale disegnati dallo Studio Boeri, la Torre Velasca e la Madonnina, la Milano di ieri e di oggi, insomma, che si ammira sempre più dai tanti rooftop disseminati in città. A cominciare dalle piscine panoramiche dell’adiacente Ceresio 7 di Desquared, in questo contesto emergente che ospita anche la nuova sede di Google, e in futuro la Biblioteca degli Alberi, il Museo del Design e la nuova sede di Microsoft, che sarà “la più sorprendente del mondo” promette l’azienda di Redmond e, all’insegna dello smartworking, sfrutterà le ultime tecnologie in ambito SmartBuilding con sensori, assistenti virtuali, schermi multimediali e applicazioni che renderanno sempre più dinamica l’interazione tra persone, spazi e informazioni. Tornando all’Hotel Viu, il suo piano terra vuole essere un ritrovo per i milanesi, dannatamente social e orientati a far salire l’OTS, la cosiddetta Opportunity to See, il “vedere ed essere visti”, che tanto piace a una città sempre più cosmopolita e internazionale come Milano. All’interno trovano spazio il Bulk Restaurant, dal piglio informale, con camerieri in salopette, il

Mixology Lounge Bar and Garden, con dj set e il nuovo Ristorante Giancarlo Morelli, che porta nel capoluogo 25 anni di esperienza e di sperimentazione, nel segno del gusto e della convivialità: «è il sogno di una vita», ci racconta. Di recente Morelli aveva già firmato il menu della Trattoria Trombetta di Largo Bellintani (Viale Tunisia), giocata sul contrasto tra lo stile contemporaneo e la memoria della trattoria, dove lo chef ha voluto proporre «una cucina diretta, pulita e sana in un ambiente informale, dove cenare anche seduti al bancone, osservando cuochi e barman al lavoro».

Mangiando con le stelle Morelli è però solo l’ultimo degli chef-imprenditori sbarcati a Milano, che incarnano la tendenza ad aprire, ispirare, presiedere in città locali sempre nuovi dai concept più diversi. Ecco allora spuntare come funghi ristoranti, bistrot, trattorie, ma anche linee di suppellettili, prodotti alimentari... Tra gli altri, Carlo Cracco, con l’omonimo ristorante gourmet, presto in Galleria Vittorio Emanuele; Carlo e Camilla in Segheria, dove il bartender Filippo Sisti intrattiene gli avventori con la sua cucina liquida e, da settem-

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LA PAROLA ALLE IMPRESE

Obicà: “voglia di condivisione e qualità” «I milanesi sono attenti allo stile e alla qualità, mangiar bene e sano è importante anche quando si ha poco tempo a disposizione e da noi è possibile trovare piatti genuini preparati con ingredienti provenienti da produttori italiani selezionati». Il “noi” al quale Davide Di Lorenzo fa riferimento è Obicà, un brand internazionale da 12 anni a Milano con una location in Brera e dal 2007 anche in Duomo, del quale Di Lorenzo è Amministratore Delegato. «I nostri Mozzarella Bar hanno uno stile cosmopolita e al contempo un’atmosfera accogliente. La nostra offerta è pensata per un pubblico eterogeneo, dai professionisti che in pausa pranzo non sacrificano la qualità al poco tempo ai giovani che non rinunciano al rito dell’aperitivo, dalle coppie che decidono di concedersi una cena romantica alle famiglie che la domenica si godono la nostra ultima novità: ogni settimana a pranzo proponiamo uno speciale menù che associa i piatti tipici Obicà a base di Mozzarella di Bufala Campana Dop a quelli della tradizione italiana». Come si è evoluto negli anni il rapporto con la città? Per continuare a essere nelle preferenze dei nostri clienti e per attrarne di nuovi è importante sapersi rinnovare. Nei menu dei Mozzarella Bar di Milano, così come negli altri ristoranti del mondo, abbiamo appena introdotto una selezione di nuovi Piattini perfetti come Food to Share da degustare con gli amici, ideati da Alessandro Borghese che da marzo è il nostro Chef Creativo. Abbiamo voluto dare nuovo lustro alla nostra filosofia che punta sulla condivisione di un’esperienza. Anche in una città frenetica come Milano le persone amano infatti concedersi delle pause di gusto, dove chiacchierare mentre si assapora del buon cibo. Nuovi progetti di espansione? Abbiamo in programma alcune nuove aperture in Italia e tra i progetti più vicini c’è quello di una nuova apertura a Milano a giugno, proprio in virtù dell’importanza strategica che la città ha per noi e per il gradimento del pubblico, che negli anni ha dimostrato di apprezzare i nostri ristoranti e i nostri prodotti.

bre, il ristorante di Garage Italia Customs, la storica stazione di servizio dell’Agip di Piazzale Accursio che Lapo Elkann ha fatto ridisegnare dall’architetto Michele De Lucchi. E poi c’è Davide Oldani che, oltre al D’O e le sue ramificazioni, firma anche libri, stoviglie, tavolette di cioccolata. Senza dimenticare Andrea Berton che ha appena presentato il nuovo Dry e il suo primo libro di ricette Non è il solito brodo (Mondadori Electa) ed Enrico Bartolini, chef del bistellato omonimo ristorante all’ultimo piano del Mudec.

Ultime tendenze e grandi classici Parallelamente alla cucina stellata, poi, non manca nel capoluogo lombardo un’offerta altrettanto valida e accattivante. Più a portata di tasca, ingolosisce sublimando la pizza in gourmet, incuriosisce con nuove soluzioni e abbinamenti, soddisfa per ricercatezza e cura di piatti, servizio e ambiente. Ne è un esempio Garage Pizza & Co., aperto da meno di un anno in Corso Sempione: ambiente informale dallo stile industriale metropolitano, plasmato da ferro e le- ➧

MILANO È UNA CITTÀ IN GRAN FORMA, UN BRAND RICONOSCIBILE, IL POSTO MIGLIORE DOVE VIVERE. DA GUSTARE E BERE TUTTA D’UN FIATO

Qui lo stile metropolitano del Garage Pizza & Co., a sinistra un piatto del locale di Corso Sempione

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In queste immagini oriente e occidente si incontrano ai tavoli del Ghe Sem

DA PROVARE

Già gustato il Giass?

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Una città all’insegna della convivialità e della cultura dello sharing, Milano. Che non si fa mancare nulla, nemmeno un gin tutto suo, il neonato Giass (“ghiaccio”, in dialetto), il primo dry gin nato all’ombra della Madonnina, già in carta in 30 locali meneghini. Diciotto botaniche selezionate, perché bere bene a Milano è un imperativo assoluto. L’idea è di cinque amici, giovani che hanno trasformato in business la passione per il gin tonic, cocktail simbolo di una generazione attiva e intraprendente. Tra questi Andrea Romiti che ci dice: «Milano è una città in gran forma, un brand riconoscibile, il posto migliore dove vivere». Da gustare e bere tutta d’un fiato.

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gno di recupero, dove si ordinano pizze fantasiose, leggere, croccanti e digeribili (farine biologiche di grano 100% italiano, macinate a pietra e lunghe lievitazioni ne sono il segreto) abbinate a indimenticabili cocktail creati su misura. Non è da meno la Taverna Gourmet di Via Maffei, che rinnova il suo menu introducendo sei nuove ricette esclusive per le sue pizze gourmet (anche in questo caso il grano utilizzato è al 100% italiano) firmate dal suo nuovo executive chef Roberto Di Pinto, che dopo sei anni lascia il Bulgari Hotel per dedicarsi a nuovi progetti. In tema di nuovi format, propone assaggi orientali dal sapore italiano, con una drink list studiata ad hoc, Ghe Sem: due i locali, uno in Via Borsieri uno in Vincenzo Monti. «Milano premia chi lavora seriamente e con passione», ci racconta il titolare Fabrizio Casolo. «È una città molto competitiva – gli fa eco Andrea Provenzani, chef patron de Il Liberty, 15 anni e un restyling appena concluso –, qui bisogna saper cogliere tempi e modi giusti, bisogna sempre evolversi». In zona Isola, una cucina molto curata ed eclettica si gusta da Sulle Nuvole, che a maggio lancia invece un nuovo menu

e un percorso degustazione. Si tratta di locali che ormai a Milano sono certezze, allo stesso modo di location storiche come la pasticceria Cova di Via Montenapoleone, 200 anni di storia, che ha appena terminato un restyling in tempo record, riaprendo con più spazio e un dehors nella corte interna del palazzo progettato alla fine del XVII secolo dal Piermarini. È un’istituzione anche Peck, che si rinnova proponendo la colazione e il pranzo della domenica. Non si contano poi gli opening di cucina nostrana regionale, etnica, o le iniziative come Aromatica Restaurant Lounge Bar, il concept del Gruppo CIR food per l’alta ristorazione studiato in collaborazione con Chic, Charming Italian Chef, l’associazione che annovera tra i più importanti chef italiani. Un palinsteso che spazia dalla colazione alle cene gourmand e la possibilità ogni trenta giorni di assaporare menu nuovi e diversi, curati da chef guest. www.weekandfood.it www.tuttofood.it www.milanofoodweek.com


learning to excel since 1969


ANDREA BERTON

il PERSONAGGIO

La mia non è la solita

MADUNINA

Un nuovo locale, il primo libro, un ristorante fuori porta. Berton va a pieno ritmo, proprio come Milano, la città che ha scelto per la sua dinamicità ed energia: «una metropoli difficile ma che ti riconosce, se lavori bene». Friulano, 47 anni e 25 di esperienza ai fornelli, ci racconta le sue scelte in cucina e di vita, e l’amore per il luogo che ha scelto di chiamare casa di Elisabetta Canoro

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È

alto, altissimo, Andrea Berton, ben un metro e 96 cm, ma la sua presenza “importante” lascia trasparire un animo riservato e cortese, un carattere chiaro, deciso e preciso come un orologio svizzero (guarda caso, la sua passione). Forma ricercata e grande sostanza gustativa firmano la sua cifra stilistica in cucina, fatta di piatti dai sapori netti e distinti. Friulano, classe 1970 con 25 anni di esperienza in cucina, è stato uno degli enfant prodige di Gualtiero Marchesi, che di lui dice: «un allievo modello, una persona di valore». Dopo l’esperienza con il Maestro, il Mossiman’s a Londra, l’Enoteca Pinchiorri a Firenze, con Carlo Cracco e quattro anni al Louis XV di Montecarlo con Alain Ducasse. La prima stella Michelin arriva alla Taverna di Colloredo a Monte Albano (Ud), poi ci sono otto anni e due stelle al Trussardi alla Scala di Milano. Non si ferma. Nel 2012 con tre soci apre due locali in Via


Solferino, il Pisacco (ristorante e bar) e Dry (cocktail e pizza), che ha appena raddoppiato. Nel 2013 inaugura il Ristorante Berton nell’area di Porta Nuova, «un luogo simbolico dell’Italia che sta cambiando», dice. Una scelta subito premiata con una stella Michelin. Risale alla scorsa estate, infine, l’apertura del Ristorante Berton al Lago, nel lussuoso Sereno Hotel firmato da Patricia Urquiola, a Torno, sul lago di Como, dove l’executive chef è Raffaele Lenzi. «Ogni locale ha la sua personalità – ci racconta – comun denominatore però resta la qualità degli ingredienti, semplici e riconoscibili. Oltre ad affidarmi ai produttori di fiducia, vado sempre alla ricerca del meglio che c’è sul mercato, dell’eccellenza da ogni parte del mondo». In occasione del Salone del Libro è uscito il tuo Non è il solito brodo, edito da Mondadori Electa, a cura del giornalista Maurizio Bertera con le foto di Marco Scarpa… È il mio primo libro di ricette, è la storia della mia cucina e raccoglie, tra ricordi e aneddoti, i miei piatti gourmet più famosi “tradotti” in ricette riproducibili a casa. Una versione più semplice studiata per i miei clienti, che spesso mi chiedono le ricette dei piatti che provano al ristorante. Ecco perché il libro è stato concepito in versione double face: da una parte una selezione di 35 ricette realizzate negli ultimi dieci anni; dall’altra (si capovolge letteralmente il volume, ndr) la versione più facile. E poi ogni piatto parla di un pezzo della mia vita. Come ad esempio lo spaghetto ai frutti di mare, saltato in padella con pomodori datterini e scalogni, preparato la prima volta una domenica d’e-

state insieme a mia moglie Sandra e ai nostri figli. Come definisci la tua cucina? Immediata, trasparente, dai sapori riconoscibili e chiaramente distinguibili. Rispecchia il mio carattere, preciso e diretto. Quali sono gli ingredienti a cui sei più affezionato? A parte il brodo, il riso, che può essere declinato in più preparazioni, e mi permette di spaziare con le consistenze, dalle chips alla crema. E poi le erbe fresche, i legumi che danno un sentore di acidità nel piatto, o prodotti come la quinoa e la tapioca che possono essere proposti in abbinamento e hanno diverse possibilità di lavorazione. Quali cucine straniere hanno influenzato le tue ricette? Quella giapponese ha segnato molto il mio stile, soprattutto da quando ho aperto il ristorante e sviluppato il menu legato ai brodi,

In apertura, Andrea Berton. In questa pagina, dall’alto, uno dei suoi piatti, l’insalata di frutta e verdura con sorbetto di fragola, e gli interni del ristorante Berton a Milano

MILANO MI HA DATO MOLTO E MI STA ANCORA DANDO MOLTO. L’IDEA DI APRIRE QUI IL MIO RISTORANTE GASTRONOMICO È LEGATA ALLA NASCITA DEL QUARTIERE DI PORTA NUOVA: CERCAVO L’AREA GIUSTA, CHE FOSSE UNO STIMOLO, ECCO PERCHÉ HO DECISO DI NON ACCETTARE ALTRE OFFERTE ALL’ESTERO. E QUESTO MI STA RIPAGANDO un’idea che deriva dai miei viaggi in Oriente, dove questa preparazione è utilizzata per diverse ricette. Ho voluto poi mutuare questa tradizione in Italia: il brodo fa parte della cultura culinaria nostrana, ma è sempre rimasto dietro le quinte, non è mai stato attore protagonista. Le tue passioni finiscono nel piatto? La mia passione per gli orologi ad esempio sì. Mi piace molto confrontare la precisione della cucina alla precisione dei meccanismi di un orologio, che devono sempre essere sincronizzati, così come ai fornelli i movimenti devono sempre essere precisi: la cucina è precisione, attenzione, sincronismo. E in cucina il tempo è fondamentale, bisogna prestare attenzione altrimenti si sbagliano le cotture. Il tuo futuro? È e sarà Milano, che sarà sempre più importante: fucina di idee, punto di riferimento per il mondo del food, per la moda, l’arte, il design. Per me è la città ideale dove vivere e lavorare, dieci anni fa non lo avrei detto. maggio 2017

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CONSUMI &Tendenze

Italia sempre più VEGANA Una tendenza che abbraccia i consumi alimentari, ma non solo: cresce nel nostro Paese il numero di chi ha bandito dai propri acquisti i prodotti di derivazione animale in ogni ambito della vita. Una scelta vissuta da molti come etica, ma anche salutare, che oltreoceano però sta già aprendo la strada a sperimentazioni discutibili di Greta La Rocca

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C

he sia una tendenza o una vera presa di coscienza poco importa, il Rapporto Italia 2017 presentato dall’Istituto di Ricerca Eurispes dichiara che 1.800mila italiani hanno imboccato la via del veganesimo. Un numero in crescita pari al 3% della popolazione nazionale, contro l’1% della precedente indagine datata 2016. In un anno, quindi, i vegani sono triplicati. Seppur non possiamo parlare ancora di una vera e propria tendenza poiché i numeri nel complesso sono ancora contenuti, il dato resta comunque interessante.


Vegano a chi?

«Per la prima volta i vegetariani, che non consumano né carne né pesce, diminuiscono – scendendo del 2,5% (sono pari al 4,6% della popolazione) – a favore dei vegani, che escludono dalla propria dieta qualsiasi alimento di provenienza animale», ci dice la dottoressa Raffaella Saso, ricercatrice Eurispes. È nel Nord Italia – con picchi al Nord Ovest dove troviamo il 7,5% dei vegani e il 4,8% dei vegetariani – che il numero dei vegani è più alto e questo conferma un trend già registrato in passato. Le percentuali s’abbassano invece a Est e in particolare al Centro e al Sud, mentre nelle isole la quota è addirittura irrisoria. La volontà di mangiare cibi salutari è la motivazione che spinge il 47,6% dei vegani a scegliere quest’alimentazione, complice l’offerta sempre più alta e specifica negli esercizi commerciali. «Più attente sono le donne e i giovanissimi, tra i 18 e i 24 anni, poiché sono meno influenzati

I cibi surrogati del futuro La notizia è questa: la Silicon Valley investe nel cibo vegano. Secondo l’Istituto Markers and Markets, negli USA il settore cresce del 6,4% l’anno e pare che nel 2019 avrà un fatturato di quasi 5 miliardi di dollari l’anno. Se in Italia, però, essere vegani significa cucinare e mangiare prodotti salutari realizzati con materie prime di qualità, negli Stati Uniti questa tendenza ha portato alla creazione di prototipi vegani. Multinazionali e start up sono al lavoro per produrre – e il termine ha un suo significato poiché molto spesso si tratta di ritrovati frutto di analisi e sperimenti in laboratori – cibi che sostituiscono la carne. L’uovo veg a base di proteine vegetali della californiana Hampton Creek, finanziato anche da Bill Gates e già finito sott’accusa; l’hamburger vegetale realizzato con un composto presente nel sangue animale della start up Impossible Foods, o il gamberetto di soia della giovane New Wave Foods sono le ultime novità che stanno nascendo oltre oceano. Mentre il Bel Paese sembra guardare ancora con scetticismo a questi surrogati, i blogger statunitensi, ad esempio, dicono di aver assaggiato un surrogato del latte vaccino in provetta realizzato con le biotecnologie dalla start up Muufri e giurano che abbia identico sapore di quello che beviamo abitualmente. Tutto ciò è ancora in via di sperimentazione e l’ostacolo maggiore alla diffusione di questi nuovi cibi sembra essere il prezzo, tuttavia una notizia certa sembra esserci: in Italia, secondo Eurispes, il 15% abbandonerà presto il consumo di carne e di prodotti di origine animale.

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CONSUMI &Tendenze

dalla tradizione culinaria italiana, sono più sensibili all’ambiente e agli animali, sono più flessibili e più propensi a compiere delle scelte nuove» afferma Saso. Il 31,7% sceglie cibi vegani nel rispetto degli animali; mentre solo il 12% desidera tutelare l’ambiente.

Verde è meglio

Rimane generalmente alto il numero di italiani che dichiara di scegliere un’alimentazione priva di carne, pari al 7,6%. I benefici di questo tipo di scelta sono stati confermati anche da una ricerca pubblicizzata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in cui alcuni tipi di carne sono stati considerati cancerogeni, mentre l’organizzazione alimentare americana Academy of Nutrition and Dietetics ha confermato che le diete vegane e vegetariane aiutano a prevenire molte patologie. «Uno stile alimentare vegetale – precisa la nutrizionista Mara Di Noia – è ricco e completo per il nostro organismo poiché è fondato su sette diverse categorie di cibo: cereali integrali, frutta, verdura, legumi, semi e frutta secca, condimenti di buona qualità, olio evo e sale marino integrale, infine alimenti fermentati, quali olive giardiniere, crauti, cibi ricchi di vitamine del gruppo B per gli occidentali, e miso, tempeh, salsa di soia per gli orientali». Tanti ingredienti per altrettante ricette: «Possiamo avere un’alimentazione divertente, gustosa, ricca e mai

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banale anche senza prodotti di derivazione animale» continua Di Noia.

C’è chi dice… e le proteine?

Nonostante la varietà della nostra alimentazione, l’OMS afferma che annualmente un italiano mangia 90 kg di carne, 70 di formaggi e derivati del latte, poca frutta, ancora meno verdure e legumi, tantissime calorie e zero fibre. «Questa alimentazione non è sana. Il cibo di origine animale è molto facilmente di qualità scarsa per le pessime condizioni in cui ormai versano i

nostri allevamenti intensivi», prosegue Di Noia. E a chi afferma che un’alimentazione vegana è carente di proteine e vitamine? «Gli alimenti vegetali fermentati, per esempio, contengono la vitamina B12 che è prodotta da batteri, non è di pertinenza vegetale né animale. La tradizione italiana è ricca di ricette vegetali per natura, non è necessario che venga reintegrata» conclude la nutrizionista. Un altro fattore pro vegan è il prezzo. Una dieta che rispetta l’ambiente e gli animali, priva quindi di carne, formaggi e pesce, è anche più economica.


Stefania De Peppe: «Vi racconto la moda etica»

L’INTERVISTA

Scegliere di essere vegani significa non solo modificare le proprie abitudini alimentari ma adottare anche nuovi comportamenti che inevitabilmente si riflettono sui consumi e sulle decisioni d’acquisto. Per rispondere a uno stile di vita vegan, molte aziende al di fuori del settore alimentare hanno scelto di convertirsi a una produzione etica. Questo accade in particolare nel beauty (i cosmetici biologici sono un trend che in Italia, secondo gli ultimi dati presentati da Cosmoporf, vale circa l’8% del mercato per un fatturato che supera i 460milioni di euro) e nella moda, dove sempre più marchi promuovono l’addio alla pelliccia e presentano nuovi materiali vegetali e sintetici che sostituiscono pelle e piume. Ne abbiamo parlato con Stefania De Peppe, doppiatrice ed ex modella vegana, che ha fondato il blog Ethical-code proprio per raccontare queste nuove tendenze. Cosa significa per un’azienda essere vegana? Non basta certo escludere ogni tipo di materiale di origine animale (pelle, pelliccia, piume, seta o lana) dalla propria produzione. Importante è anche l’uso consapevole di risorse e materiali a basso impatto ambientale, non inquinanti e possibilmente riciclabili. Molti vegani ad esempio non sanno che il processo di lavorazione di un capo in pile, da usare in sostituzione della lana, è uno dei più inquinanti e impattanti. Se si ha un approccio davvero etico, inoltre, non si può trascurare il rispetto delle persone che lavorano nel processo produttivo dell’azienda, garantendo loro condizioni igienico-sanitarie dignitose e un salario equo. Quello dei brand etici è un segmento in forte espansione… I vegetariani e i vegani sono sempre di

più e molte realtà del mondo fashion hanno risposto a questi nuovi bisogni prima producendo anche solo con singoli item o capsule collection e poi ideando delle vere linee. Molti brand vegani, invece, sono nati da una personale esigenza: non trovando sul mercato il prodotto che avrebbero voluto indossare, hanno scelto di crearlo, trasformando poi l’idea in un vero e proprio business. Penso che poco importa se un brand diventi vegano per questioni di marketing o per una reale esigenza etica, l’obbiettivo è stato comunque raggiunto: vengono uccisi o sfruttati meno animali, molte più persone acquistano quel prodotto, le aziende scoprono materiali innovativi e la richiesta di mercato aumenta. Quali sono le tendenze? Parlare di tendenze in ambito etico è un po’ azzardato. Diciamo che c’è un uso più consapevole con una declinazione maggiormente fashion di alcuni materiali vegetali come canapa e lino, oppure di fibre innovative come quelle derivanti dall’ananas, dalla buccia di arancia, dalla soia o dal caffè. La strada, ahimè, è ancora lunga... Purtroppo l’immagine della moda etica è ancora fortemente ancorata a una visione cheap o molto basic. Manca creatività e più coraggio, ma qualcosa sta già cambiando. L’Italia come si comporta rispetto al resto del mondo? Stiamo procedendo lentamente, un po’ perché nel nostro Paese la dicitura “vero cuoio” è ancora considerata come un plus in termini di qualità, un po’ perché non si è disposti a spendere 200 euro per una borsa o un paio di scarpe vegane, seppur di altissimo livello.

C’È DIFFERENZA TRA MODA ETICA E VEGANA? SÌ, C’È. SPESSO SI PARLA DI MODA ETICA RIFERENDOSI A BRAND CHE VENDONO BORSE O SCARPE DI PELLE TINTE CON PRODOTTI NON TOSSICI O INQUINANTI, OPPURE REALIZZATE DA COMUNITÀ DI DONNE O ARTIGIANI IN PAESI SOTTOSVILUPPATI. IL DISCORSO ETICO È PUR SEMPRE VALIDO, MA NON È SINONIMO DELL’ESCLUSIONE DI MATERIE PRME DI ORIGINE ANIMALE Per saperne di più:

www.ethical-code.com

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Foto: Davide Da Ponte | Gerhard Wolkersdorfer

“La salute come scelta, non come destino! Questo è il motto di Villa Eden e questo è il messaggio che ogni giorno ci impegniamo a comunicare ai nostri ospiti.”

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IL BELLO d’Italia 42

ALTO-ADIGE

Meta ideale per una vacanza attiva tra arte, food e natura

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GENOVA

Il capoluogo ligure mette in mostra i dipinti di Modì

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GLI HOTEL DEL MESE

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CAMERA CON VISTA

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VALLE D'AOSTA

Cultura e cucina mattatrici nel calendario della Vallée

PISTOIA,

Capitale della Cultura 60

L'AGENDA

Arte, cultura, spettacoli: i migliori eventi del mese

La città toscana accende i riflettori sul suo centro storico ricco di tesori e si apre alla visita di un pubblico internazionale grazie al prestigioso riconoscimento conferitole per il 2017 dal Ministero per i Beni Culturali. Fuori e dentro le tre cerchie di mura, stupisce con la sua arte, le sue architetture, il suo verde e ovviamente la sua tradizione gastronomica di Alessandro Luongo

S

ituata sulle vie mercantili e dei pellegrinaggi sin dal Medioevo – come il cammino verso Santiago de Compostela, con cui la città toscana condivide dal 1145, il culto del santo patrono – Pistoia ha valorizzato nei secoli questo suo essere fulcro d’incontri, traffici, scambi commerciali e intellettuali. Peculiarità che la città intende sviluppare ancora più nel 2017 in seguito alla nomina di Capitale italiana della Cultura continua a pag. 38

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IL BELLO d’Italia

L’appuntamento “La cultura ci rende umani. Movimenti, diversità e scambi” è il tema dell’8a edizione di Dialoghi sull’uomo, Festival di antropologia del contemporaneo. Per l’occasione il centro storico sarà animato da un ricco palinsesto di incontri, spettacoli, conferenze rivolti a un pubblico alla ricerca di nuovi stimoli per comprendere e decodificare la realtà. In occasione di questa edizione nasce inoltre il Premio internazionale Dialoghi sull’uomo, un riconoscimento conferito a una figura che con il proprio pensiero e lavoro abbia testimoniato la centralità del dialogo per lo sviluppo delle relazioni umane e contribuito a migliorare lo scambio interculturale, in Italia e nel mondo. Per il quarto anno infine i Dialoghi ospitano un’esposizione fotografica: Gianni Berengo Gardin realizzerà la mostra In festa. Viaggio nella cultura popolare italiana, dal 26 maggio al 2 luglio presso le sale affrescate del Palazzo Comunale.

26-28 maggio www.dialoghisulluomo.it

Sopra, Palazzo della Sapienza. A sinistra la torre campanaria del Duomo

per l’anno in corso, un’iniziativa del Ministero per i Beni culturali che permette alla vincitrice di ricevere un contributo di un milione di euro e l’esclusione delle risorse investite nella realizzazione del progetto dal vincolo del patto di stabilità. La città toscana è stata premiata anche per l’impegno con cui l’amministrazione cittadina promuove e sostiene progetti e iniziative che ne valorizzano l’identità e le tradizioni.

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Nell’abbraccio delle mura Passeggiando per il centro storico di Pistoia, che ha il suo punto focale nel “salotto” di Piazza del Duomo, ci si accorge chiaramente come le tre cerchie di mura medievali, di cui sono ancora visibili i resti, ben ne delimitino il cuore. Lungo il percorso si incontrano la Cattedrale di San Zeno, con il prezioso altare d’argento dedicato a San Jacopo, una delle maggiori testimonianze


PISTOIA È STATA NOMINATA CAPITALE DELLA CULTURA ANCHE GRAZIE AI TANTI PROGETTI E INIZIATIVE SOSTENUTI PER VALORIZZARNE IDENTITÀ CULTURALE E TRADIZIONI

Imperdibili bontà

di oreficeria gotica italiana ed europea, nonché il Battistero di San Giovanni in Corte e il Palazzo Comunale, realizzato attorno alla metà del Trecento. All’interno di quest’ultimo si trova il Museo Civico, che conserva oggetti della storia artistica pistoiese dal XIII al XX secolo. A fianco del Palazzo Comunale è visibile la Torre di Catilina, esempio di casa-torre medievale, mentre accanto alla Cattedrale sorge l’An-

tico Palazzo dei Vescovi, anch’esso medievale, con i suoi Musei. Racchiusi dentro un unico contesto troviamo allora un percorso archeologico attrezzato, il Museo della Cattedrale di San Zeno, che accoglie anche il Reliquiario di San Jacopo realizzato nel 1407, le tempere murarie del pittore Giovanni Boldini, la Collezione Bigongiari, dedicata alla pittura del Seicento fiorentino, il Museo Tattile – La città da toccare,

Pistoia si trova al centro di un territorio ricco di eccellenze gastronomiche. La tradizione culinaria trae le radici nel Medioevo e in una cultura di origine povera, valorizzata da materie prime locali di grande qualità. Fra le ricette tipiche di allora è il carcerato, nato quando i detenuti per debiti, che non ricevevano il vitto dal comune, inventarono una pietanza fatta d’interiora scartate dal vicino macello, di pane e verdure. Piatto tipico della festa di San Jacopo, il 25 luglio, sono invece i maccheroni di pasta fresca al sugo d’anatra, mentre il pane toscano è protagonista della zuppa di pane alla pistoiese e della nota pappa al pomodoro. Con ingredienti poveri è ricavato anche il biroldo, insaccato fatto con le parti meno pregiate e il sangue del maiale e aromatizzato con pinoli e uvetta; e i migliacci, frittelle di sangue di maiale. Sul versante dolci, la Capitale Italiana della Cultura 2017 è famosa per la produzione di confetti dalla superficie bitorzoluta, detti birignoccoluti. Da gustare anche i necci, crepes di farina di castagne ripiene di ricotta, e il berlingozzo, un ciambellone la cui origine si ritrova in epoca medicea. Vicino a Pistoia, infine, Lamporecchio vanta l’origine dei brigidini, piccole cialde croccanti di sfoglia al sentore d’anice, che secondo la leggenda furono inventati dalle monache di Santa Brigida aggiungendo uova, zucchero e anice all’impasto per le ostie della Comunione.

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In alto, una veduta panoramica sui tetti della città. A sinistra l'Antico Palazzo dei Vescovi; nella pagina accanto una via del centro e un piatto di tipici necci, dolci della tradizione

che espone modellini dei principali monumenti della città e, ultimo ma non ultimo, l’arazzo “millefiori” creato in Fiandra attorno al 1530. Poco lontano si apre Piazza della Sala, una delle più antiche di Pistoia, luogo di scambi e commercio sin dall’età comunale: nel 1453 la piazza fu abbellita con il Pozzo del Leoncino, che prende il suo nome dalla statua di un leone in pietra arenaria collocata sul monumento.

Riqualificazioni capitali Altro edificio fortemente caratteristico della città è l’Ospedale del Ceppo, con la sua loggia cinquecentesca abbellita dal fregio policromo in terracotta smaltata di Santi Buglioni, che rappresenta le sette Opere di Misericordia. L’area in cui sorge l’antico ospedale è interessata da un

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progetto di rigenerazione che la trasformerà in un quartiere pedonale e immerso nel verde. Al suo interno è già visitabile il padiglione di emodialisi dell’architetto Giannantonio Vannetti, che ha lavorato con artisti di levatura internazionale.

CI PIACE il ricco cartellone di eventi teatrali, museali e musicali previsti per tutto il 2017 nonché la grande attenzione ai bambini NON CI PIACE che le periferie non siano adeguatamente valorizzate rispetto al centro storico


figura del grande architetto pistoiese. Riqualificazione in vista anche per i circa 3 km di mura – polmone verde della città – insieme alle fortezze angolari costruite a difesa del borgo, che prevede la riapertura di camminamenti sotterranei, dall’attuale ingresso del museo di Pistoia Sotterranea in Piazza San Lorenzo fino alla Fortezza Santa Barbara (futuro luogo di manifestazioni ed eventi culturali), e dall’ipogeo dal Bastione Thyrion all’approdo in Via dei Macelli.

Giochi da ragazzi

Nell’area del Ceppo è prevista soprattutto l’apertura della Casa della città, un urban center dotato di spazi multifunzionali, che ospiterà anche il Centro di Documentazione Giovanni Michelucci, con il patrimonio archivistico legato alla

Pistoia è quest’anno anche amica delle bambine e dei bambini con oltre mille eventi dedicati a loro, e uno spazio nel cuore della città, il Giardino Volante, di oltre 8000 metri quadrati voluti dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia. Qui i più piccini possono giocare e vivere le loro avventure ispirati dalla natura e dall’arte; la storica dell’arte Stefania Gori ha convocato per l’occasione artisti come Alessandro Mendini, Luigi Mainolfi e Gianni Ruffi per realizzare le opere-gioco esposte nell’area verde, simboli dell’importanza della creatività.

SCELTI PER VOI Vetrina Toscana Creata nel 1999, raggruppa 752 ristoratori e 268 botteghe alimentari regionali. Nella forma attuale con sito dedicato, social e una rete di altissima qualità nasce nel 2011. I ristoranti e le botteghe aderenti hanno l'adesivo all'entrata e se ne fregiano come fosse una stella Michelin. Di seguito un ristorante e un albergo che ne fanno parte.

dove mangiare I Salaioli Nel cuore di Pistoia, propone piatti del territorio e di stagione rinnovati con abbinamenti insoliti, ma anche pizze gourmet e hamburger “d’autore”. Prezzo medio: 25 euro Piazza della Sala, 20-22 Tel. 0573.20225 www.isalaioli.it

dove dormire Hotel Patria Albergo quattro stelle nelle immediate vicinanze di Piazza Duomo ha 27 camere eleganti e offre servizi di personal shopper, baby sitter, dog sitter e transfert con autista. Doppia classica: 115 euro Via Francesco Crispi, 8 Tel. 0573.358800 www.patriahotel.com

dove comprare Storica Norcineria da Romolo Da quasi quarant’anni la migliore selezione di carni e prodotti alimentari della zona. Qui si trovano vere prelibatezze come il migliaccio pistoiese e il biroldo. Via Porta Carratica, 84 Tel. 0573.21397

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IL BELLO d’Italia

Piccolo, grande ALTO ADIGE Tra Mediterraneo e Mitteleuropa, questo lembo di territorio fatto di castelli medievali e architetture contemporanee, montagne rigogliose, cime rocciose e picchi innevati, valli di viti e mele, laghi dalle acque tiepide e città dal clima più mite d’Italia… stupisce a ogni angolo. E ce n’è davvero per tutti i gusti di Riccardo Lagorio

A

cque limpide, un reticolo di fiumi, laghi e ruscelli che scorrono sdraiati su verdi valli e rilievi. Cura e attenzione per la natura e i suoi aspetti più intimi e discreti. L’eden di qualche Paese lontano? No, l’Alto Adige! È sufficiente arrivare a Salorno, la località più a sud dell’area linguistica tedesca, per accorger-

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si che il paesaggio diventa più rilassato e sereno, con le case che portano tracce del Rinascimento lombardo e dalle graziose finestre quadrate e a doppio arco, spesso abbellite da gerani in fiore. I ruderi del castello Haderburg danno nome alla tenuta della famiglia Ochsenreiter nel cui maso nascono alcune delle migliori bollicine

della provincia, tutte ottenute con il metodo biodinamico. E sono proprio i vigneti a caratterizzare l’asta del fiume Adige, porta d’ingresso in Italia dei turisti teutonici; terreni fortemente eterogenei contribuiscono a una produzione variegata: accanto ai vitigni autoctoni come Gewürztraminer, Vernatsch e Lagrein, e le Doc come il Lago di


L’appuntamento

Info utili L’aeroporto di Bolzano è appena fuori dalla città; Merano è raggiungibile in treno, in taxi o con gli autobus della linea SASA; utili anche lo scalo di Verona (1 ora e 45) e quello di Orio al Serio (2 ore e 40). Tutti i treni interregionali della linea Monaco di Baviera-Verona fermano a Bolzano; da qui vi sono collegamenti per Merano ogni mezz’ora.

Quelle tra aprile e maggio a Terlano sono Le Settimane degli asparagi. In questa zona tra Bolzano e Merano, infatti, la valle dell’Adige si allarga e il terreno alluvionale diventa ideale per la coltivazione degli asparagi, bianchi e sodi, che prendono il nome di Margarete in onore della contessa tirolese Margarete Maultasch. Entrare nel “triangolo degli asparagi” composto da Terlano, Vilpiano e Settequerce, si trasforma così in un’esperienza unica. Da vivere prima di tutto presso gli otto “ristoasparagi”, ristoranti specializzati nel creare piatti a base del delicato ortaggio, ma anche partecipando alle tante iniziative organizzate alla scoperta del territorio, dalle passeggiate culinarie a quelle in carrozza o in bicicletta.

fino al 31 maggio www.spargelwirte.it

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IL BELLO d’Italia

In apertura uno scorcio di Val di Funes. Qui, da sinistra: la torre di Castel Firmiano e il Passirio che attraversa Merano

Caldaro, il Santa Maddalena e il Meraner Hügel, trovano infatti spazio anche varietà internazionali come Sauvignon, Merlot e Cabernet. Tante le iniziative che accompagnano il turista alla scoperta di tali bontà, come il VinoSafari, originale viaggio alla scoperta della Strada del Vino, ogni primo venerdì del mese. E proprio sulla celebre Strada troviamo Cortaccia, che offre un percorso didattico grazie al quale, passeggiando per circa 1,5 km, si passano in rassegna tutte le specialità tipiche loca-

li, imparando a riconoscere i vini dal solo profumo.

La cultura del benessere Seguire la Strada del Vino significa anche inoltrarsi in un contesto naturale unico. A partire dalle Dolomiti, con le celebri tre cime di Lavaredo in Alta Pusteria, l’Alta Badia, cuore della cultura ladina, la Val Gardena, punto di ritrovo per l’elite sciistica mondiale, l’Alpe di Siusi, l’alpeggio più esteso d’Europa, e la Val d’Ega con il

Assoluto relax e sapori tirolesi Vicina al paese, la Gasthaus Waldruhe offre in splendida posizione panoramica un’eccellente cucina slow food ricca di specialità tipiche tirolesi da gustare d’inverno nella suggestiva stube e d’estate nella terrazza con vista sulla Meridiana di Sesto. Inoltre 4 belle camere con prima colazione e, tutt’attorno, tante escursioni nella natura fra le quali anche quella alla Cappella del Bosco, ideale per una sosta meditativa in questi tempi di frenesia. Gasthaus Waldruhe Monte di Fuori - Sesto (Bz) Tel. 0474 .710512 - www.gasthof-waldruhe.com

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lago di Carezza. E ancora, le Valli di Tures e Aurina nel cuore delle Alpi Aurine, nella regione turistica più a nord dell’Alto Adige, la Valle Isarco e la Val Venosta con il massiccio dell’Ortles e il campanile di Curon che emerge dalle acque del lago di Resia come simboli. Immersi in tante meraviglie, i due principali centri altoatesini, Bolzano e Merano. Il capoluogo di provincia è un passaggio obbligato per arrivare ai piedi delle più affascinanti vette del mondo. La città che ospita, all’interno del Museo Archeologico dell’Alto Adige, la mummia di Ötzi (3300-3200 a.C.), è una perla che racchiude capolavori gotici e architetture contemporanee, celebri per la loro gestione sostenibile dell’energia, circondata da vitigni sui quali si affacciano oltre 200 borghi medievali e una miriade di castelli. Come lo splendido Castel Firmiano che dal 2006 custodisce uno dei poli del progetto museale Messner Mountain Museum dell’alpinista Reinhold Messner. Alla confluenza tra il Passirio e l’Adige troviamo invece Merano, centro termale con sorgenti al radon, la cui acqua è utilizzata per scopi terapeutici fin dagli Anni ’60. Situate nel cuore della città, le Terme offrono un’oasi di benessere le cui


SCELTI PER VOI dove mangiare Anna Stuben Arredamento in stile tradizionale tirolese per il raffinato ristorante dell’Hotel Gardena Grödnerhof. Prezzo medio: 90 euro Via Vidalong, 3 Ortisei www.annastuben.com Tilia Solo 15 coperti, materie prime di ricercato livello. Ma soprattutto una mano felice, quella dello chef Chris Oberhammer. Prezzo medio: 55 euro Via Dolomiti, 31 Dobbiaco (Bz) Tel. 335.8127783

dove dormire

piscine e le sale massaggi sono state ricavate all’interno di un gigantesco cubo di vetro e acciaio disegnato da Matteo Thun che si cala perfettamente nel tessuto urbano d’epoca medievale. I trattamenti prevedono l’impiego di prodotti naturali altoatesini: dalla mela all’uva, dal siero di latte biologico alle erbe aromatiche. Per godere di una vista panoramica mozzafiato sulla città recatevi ai Giardini di Castel Trauttmansdorff – i preferiti di Sissi, per intenderci – e affacciatevi alla piattaforma firmata sempre dall’architetto altoatesino: un’esperienza unica. Per gli inguaribili salutisti, da non perdere le iniziative dell’Alto Adige Balance, programma di appuntamenti legati alla scoperta del territorio e di se stessi, che prosegue fino a giugno, e rientra nel progetto Primavera Meranese ricco di momenti d’arte e di cultura.

Il concetto di “rarità” Assaggi di Alto Adige, dunque, metaforici ma anche letterali. Tanti infatti i prodotti www.vinialtoadige.com www.suedtiroler-weinstrasse.it www.merano-suedtirol.it www.termemerano.it

Sport & Kurhotel Bad Moos Accogliente hotel con centro termale, incluso una sorgente sulfurea. Doppia da 122 euro Via Val Fiscalina, 27 Sesto Pusteria (Bz) Tel. 0474.713100 www.badmoos.it Post Hotel Ambiente rilassante, posizione strategica, bambini ammessi dagli 8 anni. Camere da 108 euro Via dei Benedettini, 10/C - San Candido (Bz) Tel. 0474.913133 www.posthotel.it Hotel Loewe Accogliente con stile, offre vacanze di benessere fra maestosi paesaggi dolomitici. Dotato di camere, suite e appartamenti, vanta un rigenerante centro benessere e una cucina che saprà deliziarvi dalla ricca prima colazione sino all’ottima cena con pregiati vini. Via Bolzano 6 San Candido (Bz) Tel. 0474 .910070 www.hotel-loewe.info

Una data importante Merano compie 700 anni! Nel giugno del 1317, re Enrico di Carinzia dotò infatti per la prima volta la città di un ordinamento civico. Per tutto il 2017 dunque il centro altoatesino celebra l’anniversario con un anno di appuntamenti culturali e artistici. Fra le iniziative Meran007, viaggio audiovisivo di 40 minuti attraverso i momenti salienti della storia cittadina raccontati con moderne tecniche di proiezione e video mapping al Teatro Puccini in numerose date.

da non perdere da queste parti, a partire dalle mele, coltivate da più di un millennio, con le quali preparare ad esempio l’apfelschmarren, la frittata dolce di mele, o i canederli. E ancora il pane, con il croccante schüttelbrot o le pagnotte pusteresi, quelle accoppiate venostane, o il pane segalino, solo per ricordarne alcuni. E se questi sono i prodotti più noti, non mancano certo le specialità di nicchia. Il concetto di rarità è ben rappresentato ad esempio da salumi e formaggi. Alla prima categoria appartiene senz’altro lo speck, anzi il bauernspeck, prodotto elaborato da suini selezionati e allevati in piccoli gruppi nei masi, con l’abbondante strato di grasso attorno alla parte magra che è segno di allevamento rustico e l’affumicatura con legno odorosi. Da ricordare il Maso Bachpeinte che si trova ad Anterselva e fornisce non più di un migliaio di capi l’anno alla locale macelleria Steiner. In località Versciaco, a quattro passi dal confine con l’Austria, la famiglia Weitlaner va invece ricordata per la produzione di graukäse, il formaggio che assume striature vagamente color grigio e consumato tradizionalmente con cipolle e aceto. Le due differenti modalità di produzione, sempre partendo da latte crudo e scremato, fanno sì che si presenti come formaggio dalla doppia generalità. Quasi una metafora dell’Alto Adige: un po’ centro Europa, un po’ Mediterraneo. maggio 2017

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mangia bev PERLE d’Italia

TRA COCCOLE E FANTASTICA CUCINA Situato su un altopiano soleggiato con splendida vista sulla Val Pusteria, l’Hotel Panorama è punto di partenza ideale per escursioni e giri con la mountabike. L’ambiente caldo e familiare e le specialità gastronomiche tirolesi costituiscono il segreto di questa casa. Completo di zona benessere con sauna alle erbe, sauna finlandese, bagno a vapore e idromassaggio, offre tutti gli ingredienti per una vacanza indimenticabile: coccole, relax e il piacere di sentirsi liberi. Mezza pensione da 59 euro e promozione per famiglie valida dal 1.06 al 22.07.2017: bambini fino a 8 anni gratis e sino a 12 anni -50%.

Hotel Panorama Strada del Sole, 11 Chienes (Bz) - Tel. 0474.565238 www.h-panorama.it

SPORTHOTEL WILDGALL: TRA MONTAGNE DAL FASCINO UNICO Nel cuore della meravigliosa Valle Anterselva, a pochi passi dall’omonimo lago incastonato fra le vette delle Dolomiti, la struttura offre nella posizione più alta e soleggiata della valle ottima accoglienza con formula hotel o residence. Tranquillo, dotato di accoglienti camere con i più moderni comfort ma anche Sporthotel Wildgall di un suggestivo chalet in stile tirolese e di comodi apparVia Paul Zingerle, 2 tamenti indipendenti, vanta terrazza panoramica, zona Anterselva di Sopra sauna con idromassaggio e giardino con sdraio e lettini Rasun Anterselva (Bz) prendisole. Eccellente la cucina, ricca di specialità altoateTel. 0474.492136 www.wildgall.it sine e italiane preparate solo con prodotti del territorio.

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vi scopri DOVE LA VACANZA È SPORT E NATURA Benvenuti nella terra di “Un passo dal cielo”! Qui l’Hotel Villa Waldheim, situato in una pittoresca cornice fra prati e boschi nel cuore di una regione dichiarata patrimonio mondiale Unesco, vi attende ai piedi del Monte Baranci, a 5 minuti dal centro storico, di fronte a un panorama affascinante, ideale per trascorrere giorni sereni e indimenticabili. Direttamente sulle discese del comprensorio 3 Zinnen Dolomites e sui tracciati da fondo, è un ottimo punto di partenza per escursioni invernali, estive e in bici lungo le piste ciclabili dell’Alta Pusteria come la classica San Candido-Lienz.

Hotel Villa Waldheim Via Pascolo, 1 - San Candido (Bz) Tel. 0474 .913187 www.villawaldheim.it

Per veri amanti della montagna Familiare ed esclusivo, il nuovo Zin Senfter Residence è un delizioso rifugio nell’incantato mondo delle Tre Cime Dolomiti. Ideale per famiglie, escursionisti, rocciatori, mountain biker e amanti della montagna, offre 21 curatissimi appartamenti e prima colazione a buffet nella soleggiata stube tirolese. Zona Benessere con biosauna, bagno turco, cabina a raggi infrarossi, docce emozionali, terrazza, massaggi e trattamenti estetici. Zin Senfter residence Piazzetta Senfter - San Candido (Bz) Tel. 0474.916160 - www.zinsenfter.com

Acque, boschi, emozioni uniche Piccolo e molto curato da un’attenta gestione familiare, l’Aqua Bad Cortina sorge in una posizione magica, sul ruscello e sulle passeggiate ma anche a pochi passi dal centro del paese. Vera e propria oasi al limitare del bosco, trova un ulteriore motivo di unicità nella sua sorgente di acqua minerale che scorre da ogni rubinetto e viene usata per bagnare l’orto e, in cucina, per creare le eccellenti specialità “Aqua Nature Cuisine”. Aqua Bad Cortina Strada Fanes - San Vigilio (Bz) Tel. 0474.501215 - www.aquabadcortina.it maggio 2017

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mangia bev PERLE d’Italia

UN’OASI DI RELAX FRA ALTE VETTE Mirjam e Willy vi attendono al Goldene Rose per offrirvi una meravigliosa vacanza nel cuore della splendida Val Pusteria. Qui troverete non solo comode e spaziose camere in stile tirolese ma anche un accogliente centro benessere con varie saune, vasca idromassaggio e zona relax e, per concedervi i piaceri del palato, un raffinato ristorante con un menu ricco di tentazioni e prelibatezze culinarie. E appena fuori il magico universo delle Dolomiti Patrimonio dell’Umanità Unesco, d’inverno ideali per gli sport sulla neve, d’estate per il trekking, le scalate, le gite in moto e sulla mountain bike.

Hotel Goldene Rose Via Pusteria, 5 - Monguelfo (Bz) Tel. 0474.944113 www.hotel-goldenerose.com

I QUATTRO ELEMENTI NELLA NUOVA SKY SPA Vero e proprio tempio dove coltivare l’energia del corpo con i quattro elementi – acqua, fuoco, aria e terra – la Sky Spa al quarto piano del prestigioso Hotel Terme Merano vi attende come una grande oasi del benessere con ampie zone relax all’aperto panoramicamente affacciate a 360° su magnifici paesaggi alpini. Qui, oltre al giardino con palme, 3 whirlpool e l’infinity pool riscaldata lunga 22 metri e con postazioni di micromassaggio, troverete una vasta zona sauna, sala fitness, cabine per massaggi e trattamenti wellness. Hotel Terme Merano Piazza Terme, 1 - Merano (Bz) Tel. 0473.259000 www.hoteltermemerano.it

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vi scopri TRA PARCHI NATURALI E PISTE DA SCI All’Hotel Aichner **** & Residence**, ai piedi del Plan de Corones, la natura vi invita a scoprire i suoi tesori: ammirare le Dolomiti, ritrovare nuove forze nel verde, camminare per ombrosi boschi verso i luoghi più suggestivi del paesaggio alpino. Qui ogni attimo è unico, parte di un qualcosa di grande e infinito, lontano dalle tensioni e dallo stress. Chi non ha mai trascorso le vacanze invernali in Alto Adige si è sicuramente perso qualcosa. E non stiamo parlando solo di sci. L’Hotel & Residence Aichner offre una serie infinita di allettanti proposte per una vacanza attiva, ricca di indimenticabili esperienze: sci da fondo, visite turistiche, passeggiate con le ciaspole,

escursioni, discese in slittino al chiaro di luna, pattinaggio e molte altre attività. Che ne direste ad esempio di una giornata dedicata al relax e al wellness al centro benessere dell’Aichner? In più, come clienti dell’Hotel, avrete l’Holidaypass con cui potrete usufruire gratuitamente dei servizi pubblici della provincia di Bolzano: corriere di linea, citybus, treni regionali, funivie di Maranza, San Genesio, Renon Mendola e trenino del Renon. Offertissime: in Hotel dal 1/7 al 22/10 una settimana a mezza pensione in camera con ampio balcone da 300 euro a persona e, nel Residence a 400 metri, dal 1/5 al 30/11 una settimana per due persone in monolocale da 155 euro.

Hotel Aichner Via Hans Von Perthaler, 3 Valdaora di Mezzo (Bz) Tel. 0474.496286 www.hotel-aichner.com

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mangia bevi scopri PERLE d’Italia

UNA CASA ESCLUSIVA NELLE DOLOMITI Ispirato al carattere e alle tradizioni secolari dell’Alta Badia ma progettato in chiave moderna, il Lagaciò Hotel Mountain Residence si propone come una “seconda casa” sorprendentemente diversa, permeata dal fascino unico delle Dolomiti, Patrimonio dell’Umanità Unesco dal 2009, favoloso e mistico mondo di antiche saghe dove fortissimo è il legame tra uomo e natura. La struttura certificata Casa Clima A, ricorda la montagna in ogni dettaglio: nel profumo dei legni locali, nelle pareti d’argilla, nei pavimenti in legno e pietra naturale, nei fini tessuti di loden e lino delle sue spaziose suite… Ovunque una piacevole e raffinata atmosfera pensata per offrire agli ospiti una nuova dimensione del tempo. Tutto qui racconta del vigore della montagna, della spontaneità del popolo ladino, di paesaggi talmente belli da sembrare scolpiti da una mano divina. Il Lagació Hotel Mountain Residence è un delizioso e panoramico “nido” da assaporare e vivere intensamen-

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te, perfetto per una vacanza scandita solo dai ritmi individuali. Qui, immersi nella più assoluta tranquillità, troverete intimità e riservatezza, un servizio efficiente e discreto, ogni comfort, una gustosa prima colazione gourmet a base di prodotti biologici e locali e una cucina ai più alti livelli nei ristoran-

ti circostanti. Un luogo eletto dove trascorrere indimenticabili soggiorni nella massima libertà personale. Lagaciò Hotel Mountain Residence Strada Micurà de Rü, 48 San Cassiano (Bz) Tel. 0471 849503 - www.lagacio.com



IL BELLO d’Italia

GENOVA per noi Crocevia di traffici dal 1400, il capoluogo ligure è stretto nell’abbraccio di mare e montagna. Bello perdersi nel reticolo di strade del suo centro storico, oppure arrivare ad ammirarla dall’alto, volgendo però sempre lo sguardo verso il mare. Suggestivo infine scoprirla seguendo i versi e i luoghi dei cantautori, dei poeti e degli scrittori che tanto l’amarono di Mara Cinquepalmi

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È

una città dalle tante identità, lunga e stretta, schiacciata tra il mare e la montagna, Genova. Una vecchia signora che conserva il suo fascino e che oggi vive una nuova entusiasmante stagione turistica. Crocevia di traffici e mercanti, dominatrice dei mari e uno dei vertici del triangolo industriale d’Italia, ha attraversato secoli di storia che ancora oggi vivono nelle strade, nelle piazze, sulle facciate dei palazzi. Visitare il capoluogo ligure è un’esperienza che unisce storia e arte, declinate in tanti modi. «Da Genova 2004 Capitale Europea della Cultura – spiega Alessandro Cavo, presidente dell’associazione regionale ligure dei pubblici esercizi FIPE Confcommercio – la città è riuscita ad avviare un turismo di qualità. Oggi chi la visita ama scoprirla e viverla proprio come fanno i genovesi». Partendo, ad esempio, da Sottoripa, la parte bassa tra la città vecchia e il porto, inoltrandosi “lungo le calate dei vecchi moli, in quell’aria spessa carica di

sale, gonfia di odori”, come cantava Fabrizio De Andrè. A pochi passi da qui ci sono il Porto Antico, la piazza che guarda verso il mare ridisegnata da Renzo Piano negli anni ’90 che l’ha restituita alla città, e la Lanterna. Tanti però i possibili itinerari per conoscere questa antica Repubblica Marinara da vicino: si può entrare nel centro storico, il più grande d’Europa per estensione, e perdersi in una sorta di città nella città; o scoprirne la zona più moderna, come i quartieri San Vincenzo e Foce; e ancora salire al Castelletto, il quartiere che si affaccia sulla città dove lasciarsi sedurre da uno splendido panorama che abbraccia il golfo intero. Oppure si può scegliere di seguire la musa, e andare alla scoperta della Genova vissuta da poeti e scrittori.

Passeggiando tra le righe “Vedrai una città regale, addossata ad una collina alpestre, superba per uomini e per mura, il cui solo aspetto la indica signora del mare”.


«GENOVA È IL LUOGO IDEALE DOVE AMBIENTARE UN NOIR. SOPRATTUTTO IL CENTRO STORICO, CROCEVIA DI TRAFFICI DAL ’400 A OGGI E NEL DOPOGUERRA TESTA DI PONTE DI IMMIGRAZIONI. È UN POSTO DECISAMENTE AFFASCINANTE PER COSTRUIRE TRAME» (Gianluca Ferraris, giornalista) Si deve a Francesco Petrarca, che così scrive di Genova nel 1358, l’appellativo di Superba con cui è conosciuta ancora oggi. Il poeta aretino è stato il primo dei moderni a scriverne, ma nella storia della letteratura Genova può contare sulle parole di Cechov, Mark Twain,

Flaubert e molti altri. Così, un percorso sulle tracce della Genova letteraria non può non iniziare dall’ascensore di Castelletto protagonista di un componimento di Giorgio Caproni, il poeta livornese che della città d’adozione scrisse tanto fino a dire: “Genova sono io. Sono io che sono ‘fatto’ di Genova”. Da questo Belvedere (“Quando mi sarò deciso/d’andarci in paradiso/ci andrò con l’ascensore/di Castelletto…”) si gode una splendida vista su tutta la città e sul porto. Scendendo verso il mare, in Corso Dogali 5, una targa ricorda invece la nascita di Eugenio Montale. Proseguendo oltre, si arriva fino a Via del Campo, la strada resa famosa da De Andrè. E proprio dalla città vecchia, tra i caruggi, i palazzi nobiliari, la Cattedrale e il Porto Antico, si snoda un percorso lungo i luoghi che hanno ispirato i versi del cantautore e moderno poeta protagonista di quella Scuola Genovese che nacque negli anni ’60 tra il quartiere Foce e la città vecchia.

L’appuntamento Sono trenta i dipinti, e altrettanti i disegni, che ripercorrono il percorso creativo di Amedeo Modigliani in mostra a Palazzo Ducale. Tra le opere esposte provenienti dal Musée de l’Orangerie e dal Musée National Picasso di Parigi, dalla Pinacoteca di Brera e da prestigiose collezioni europee e americane, numerosi i dipinti che il pittore livornese dedica a occasionali modelle, ma anche ad amici e compagni d’avventura, protagonisti della Parigi di inizio ’900. Celebri i suoi nudi come il Nudo accovacciato del Museo di Anversa, eccezionalmente prestato per l’occasione, e lo splendido Nudo disteso (Ritratto di Celine Howard).

fino al 16 luglio www.modiglianigenova.it

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IL BELLO d’Italia

SCELTI PER VOI dove mangiare Ristorante da Rina Dal 1946 sinonimo di tradizione genovese. Menù da 20 euro Mura delle Grazie, 3 R (Porto Antico) Tel. 010.2466475 ristorantedarina.it Trattoria dell’Acciughetta Cucina espressa e di stagione. Si mangia con 20 euro Piazza Sant’Elena Tel. 010.8693918/347.8844028 www.acciughetta.it

dove dormire Grand Hotel Savoia Hotel di charme nel centro della città. Per i più piccoli c’è il Giardino dei pirati. Singola da 117 euro Via Arsenale di Terra, 5 Tel. 010.27721 www.planetariahotels.com

In apertura una suggestiva veduta notturna del porto di Genova. Qui invece un angolo di città che sa di antico: Boccadasse

La scelta di Lady Frankenstein Quelli trascorsi a Genova furono i dieci mesi più drammatici della vita della scrittrice Mary Shelley, che arrivò con il figlioletto nel capoluogo ligure nel settembre 1822. Da poco vedova dell’amato Percy, l’autrice di Frankenstein trovò casa a Villa Negrotto, mentre pochi passi più in là, a Villa Saluzzo, abitava Lord Byron che in quei mesi fu per lei di grande aiuto. I due scrittori presero casa in un quartiere residenziale sulla collina di Albaro, descritta dalla Shelley come “solitaria e battuta dal vento”. Qualche decennio più tardi un altro inglese sceglierà questa stessa collina: è Charles Dickens, che si fermerà per qualche mese in Via San Nazaro. Oggi, in Via Zara 24b, grazie all’impegno della Società delle Letterate, l’Associazione Amiche e Amici di Mary Shelley, insieme col Comune e i condomini di Villa Negrotto, una targa sul muro esterno della residenza seicentesca che Shelley affittò, ricorda la scrittrice inglese.

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Il verde in città Parchi e giardini abbracciano Genova ed è la primavera il momento migliore per immergersi tra i colori e i profumi di questi piccoli angoli di paradiso. I parchi sono anche occasione per visitare le splendide ville che li ospitano. Il tour può cominciare da Nervi, a pochi chilometri dal centro cittadino, con Villa Grimaldi Fassio e il suo parco all’inglese che scende verso il mare, oltre la ferrovia, sulla Passeggiata Anita Garibaldi. Poco distante troviamo Villa Luxoro, sede del Museo Giannettino che custodisce una collezione di statuine da presepio del XVII e XVIII secolo e una raccolta di orologi antichi e pendole. A Pegli troviamo Villa Durazzo Pallavicini, con il suo parco di ispirazione romantica sviluppato su 8 ettari di collina, mentre a Voltri, sempre a Ponente, il Parco Storico di Villa Brignole Sale Duchessa di Galliera custodisce, nel suo immenso giardino all’italiana di 32 ettari, un teatro-bomboniera del 1785.

Hotel Astor Immerso in un giardino ricco di essenze mediterranee. Singola da 75 euro Viale delle Palme, 16 – Genova Nervi Tel. 010.329011 www.astorhotel.it

dove comprare Finollo Abbigliamento Dal 1899 cravatte, camicie e altri capi di abbigliamento per uomo su misura. Via Roma, 38 R Tel. 010.562073 www.finollo.it Libreria Bozzi La più antica libreria d’Italia, dal 1810. Via San Siro, 28 R Tel. 010.2461718 www.libreria-genova.it

#portoanticodigenova #genovamorethanthis #vieniagenova www.comune.genova.it www.visitgenoa.it www.palazzoducale.genova.it


l’acqua che fa bene

Un luogo unico in cui il piacere del benessere termale si coniuga a natura, sport e cultura, tra le bellezze del Trentino e un’ospitalità autentica, di qualità. Un lago “Bandiera Blu”, con acque limpidissime e balneabili, immerso nel verde. Un’acqua termale rara, che sgorga dal cuore del Lagorai, fonte di preziose proprietà benefiche e curative, per la salute di corpo e mente.

www.visitvalsugana.it/levicoterme Per informazioni su hotel e alloggi: info@levicoholidays.it tel. 0461 706481 cell. 320 3184751

Per informazioni sulla tua vacanza: info@visitvalsugana.it tel. 0461 727700

Per informazioni e prenotazioni info@termedilevico.it tel. 0461 706077


di Laura Ruggieri

GLI HOTEL del mese

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UMBRIA

ALTAROCCA WINE RESORT Albergo diffuso composto da 4 ville e ubicato tra Roma e Firenze con vista panoramica su Orvieto, è la perfetta base di partenza per scoprire le bellezze di Umbria, Toscana e Lazio. Da non perdere il Ristorante Altarocca, due forchette Michelin, e la Cantina dove degustare vini Doc e olio extravergine bio provenienti dai terreni di proprietà. Completano l’offerta due piscine e la Spa. Per chi desiderasse abbinare al soggiorno una visita alla Città Eterna, c’è Altarocca Embassy Rome, residenza in zona Sallustio a Roma: tre appartamenti che possono ospitare fino a dieci persone. Suite in alta stagione a partire da 100 euro Loc. Rocca Ripesena, 62 – Orvieto (Tr) Tel. 0763.344210/393437 www.altaroccawineresort.com

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LAZIO BELLI36 ROOMS Nel cuore del quartieri Prati tutto il fascino di una casa borghese primo Novecento rivista con occhio contemporaneo. Eleganza e charme naturale emergono già sulla soglia; intimità e calore fanno di questa dimora con personale sempre presente la scelta di soggiorno ideale per chi dell’hotel apprezza lo standard di qualità ma non rinuncerebbe mai a sentirsi veramente a casa. Quattro camere matrimoniali e la king suite da 30 metri quadrati sono tutte arredate con pezzi di design pur mantenendo elementi decorativi tipici degli Anni ’50. La location è anche sede di eventi d’arte periodici e mostre site specific. Doppia B&B: 180 euro Via Giuseppe Gioachino Belli, 36 – Roma Tel. 339.3792667 www.belli36rooms.com

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VENETO

CONTINENTAL TERME HOTEL Ai piedi dei Colli Euganei, include tre piscine termali esterne circondate da un vasto parco, e due interne, di cui una per i più piccoli; nonché trattamenti di fango-balneo-terapia nel Centro Termale Thermarius, rituali di bellezza nella Beauty Farm DamaDama e percorsi benessere dell’oasi salina Spa Thalasso e della Spa Aqva&Thermae a picco sull’acqua. L’hotel vanta il più alto numero di suite all’interno del Bacino Termale Euganeo, ben 68, e 110 camere luminose. Il ristorante Le Magnolie coniuga gusto, dieta equilibrata e attenzione verso il mondo gluten-free e veg. Pensione completa da 81 euro a persona Via Neroniana, 8 - Abano-Montegrotto Terme (Pd) Tel. 049.793522 www.continentaltermehotel.it

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CAMPANIA

RAITO La Costiera amalfitana fa da cornice a questo splendido hotel e alle sue 77 camere affacciate sul golfo. Bella la Spa boutique con trattamenti personalizzati all’insegna del mare e due piscine. Altrettanto di qualità il food con i ristoranti Il Golfo, dall’atmosfera gourmet nel piatto e dalla vista che spazia sui faraglioni, dove trovare in tavola sapori meditati ma che sanno trasmettere tutta l’autenticità della cucina campana, e il Bar&Grill il più friendly e easy, ideale per una cena tra amici con affaccio sulla piscina. Due sale, Luna Vietrese e Gli Ulivi, e la grande terrazza sono riservate ai ricevimenti in grande stile. Doppia B&B: 190 euro Via Nuova Raito, 9 – Vietri sul Mare (Sa) Tel.089.7634111 www.hotelraito.it

Paradise Resort & Spa

Non si può non approfittarne subito, prima che la Sardegna sia presa d’assalto dal turismo estivo: a maggio, dopo una splendida ristrutturazione, riapre il Paradise Resort & Spa, sulla costa nord orientale, a San Teodoro. Immerso in un’oasi naturale in un’area protetta dove vivono aironi e fenicotteri rosa, il resort è un parco privato, proprio di fronte all’esclusiva spiaggia bianca di Lu Impostu e non troppo distante dall’isola di Tavolara. Nuovo design che cita lo stile tradizionale isolano in chiave minimalista per gli appartamenti immersi nella macchia mediterranea. Pezzi di design anche negli spazi comuni come il Sunrise Bar da cui si gode una vista fantastica sulla laguna sorseggiando cocktail e succhi mentre si ascolta musica live. Al ristorante Verandah affacciato sulla piscina l’esperienza gastronomica è di taglio informale mentre diventa gourmet al Piccola Cucina: lume di candela e atmosfera raffinata. Last but not least, l’area benessere e la zona termale con trattamenti anche in totale privacy ed esclusività. Doppia B&B: 220 euro Loc. Lu Impostu San Teodoro (Ot) Tel. 0784.1908000 www.paradiseresortsardegna.com

SARDEGNA


CAMERA con vista

Non solo BUSINESS in zona fiera Situato nel cuore del quartiere espositivo e congressuale di Milano, The Hub è un autentico urban hotel dove atmosfere cosmopolite e metropolitan chic riflettono e interpretano al meglio lo spirito di una delle città più internazionali della vecchia Europa di Olga Carlini

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esign dalle linee essenziali con sapienti tocchi glamour che reinterpreta con spazi anticonvenzionali e soluzioni innovative il più raffinato stile italiano, utilizzando materiali ricercati e inediti e tonalità di colore calde, qua è là intercalate da note fluo. È questa l’atmosfera che si respira al The Hub: 162 camere di diverse tipologie dove trovare il giusto momento di relax ma anche il set ideale per presentazioni, lanci prodotto, meeting o per una rilassante pausa nel giardino, un party a bordo piscina o un evento privato nella Spa. Scenografica la lounge, vero e proprio salotto aperto su Milano: ambienti moderni e trendy che si prestano a ogni tipo di evento e appuntamento e possono ospitare mostre d’arte, sfilate, ricevimenti, esposizioni di auto e di arredi design. Al di là delle vetrate ammicca il giardino dell’hotel con i suoi romantici e acco-

glienti gazebo dove rilassarsi sugli avvolgenti divanetti magari sorseggiando un drink. Al primo piano un moderno centro congressi ospita un ampio foyer con internet point, cabina regia, spazio espositivo e 9 sale a luce naturale con una capienza totale di oltre 500 persone (200 in sala unica) tutte dotate della tecnologia più avanzata; la terrazza esterna, accessibile direttamente dal giardino, è ideale come area per l’allestimento di un coffee break. All’insegna del totale relax anche il 14° piano con pareti a vetro che, nelle giornate più terse, regalano una vista mozzafiato sulla città e sulle montagne: l’area wellness ospita un’ampia piscina riscaldata interamente circondata da vetrate, una sala fitness aperta 24 ore su 24 e la Spa Sensation che offre ai clienti dell’hotel, ma anche agli esterni, bagno turco, idromassaggio, sauna, possibilità di trattamenti, area relax

e angolo tisane. D’obbligo infine una tappa al Mirror Lounge&Restaurant, un’ampia sala dal design moderno che si affaccia sulla cucina a vista. Lo stile è minimalista e lo spirito metropolitano degli arredi si traduce in una cucina che ama giocare con le ricette tradizionali e gli ingredienti del territorio rinnovandole però con creatività e fantasia per stupire e conquistare anche i gourmand più esigenti.

dove&come The Hub Via Privata Polonia, 10 Milano Prezzi su richiesta Tel. 02.78627000 www.thehubhotel.com

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di

AGENDA Il buono d’Italia IL BELLO d’Italia

VALLE D’AOSTA: eccellenza e autenticità È una Valle d’Aosta da assaporare, dalle mille sfacettature e dai tanti colori quella che il turista può scoprire in ogni stagione dell’anno. Una regione dove natura e paesaggio sono sovrani, ma dove anche cultura agroalimentare ed enogastronomia sanno stupire, in cui passato e futuro, tradizione e creatività si incontrano per regalare emozioni ed esperienze sempre nuove

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lla base delle manifestazioni culturali e degli eventi enogastronomici promossi dall’Assessorato Agricoltura e Risorse naturali della Regione autonoma Valle d’Aosta c’è la convinzione che la valorizzazione di una regione alpina non possa prescindere dal rapporto che si ha con il territorio, con il mondo agricolo e rurale nella sua complessità. Un mondo autentico che da sempre si caratterizza come motore di sviluppo per l’economia di questa terra, coniugando tradizione e modernità, portate avanti con passione per fare del settore agroalimentare un volano per sviluppi futuri, con importanti ricadute economiche e di valorizzazione delle numerose professionalità che fanno capo al settore. Svariate le proposte in calendario per l’anno 2017 capaci di rispondere alle richieste dei differenti target di visitatori che sceglieranno la

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Valle d’Aosta quale meta per il loro soggiorno. Si comincia con Alpages ouverts, manifestazione estiva itinerante sul territorio che offre occasioni per scoprire il fascino della vita d’alpeggio e le eccellenze d’alta quota; si prosegue con gli show cooking organizzati in collaborazione con l’Office – Agenzia di promozione del territorio, che uniscono l’utilizzo dei prodotti tipici a nomi di grandi chef, per giungere alle Batailles de reines e alla promozione delle eccellenze valdostane, dalla fontina al miele ai vini da viticoltura eroica ed estrema. Nel corso dell’estate e dell’autunno il visitatore potrà avvicinarsi all’autenticità e alla tipicità valdostane. Nel corso dell’autunno, infatti, sul territorio regionale, l’enogastronomia sarà al centro dell’offerta, dal Marché au Fort, grande vetrina delle eccellenze enogastronomiche nella spettacolare cornice del Forte di Bard,

Olga Carlini

Gli appuntamenti www.lovevda.it

Alpages ouverts Varie località, luglio/agosto www.arev.it La désarpa Fine settembre/inizio ottobre www.regione.vda.it Marché au Fort Forte di Bard, 8 ottobre 2017 www.fortedibard.it Batailles de reines Aosta, 21-22 ottobre 2017 www.amisdesreines.it Sagra del miele Châtillon, 27-29 ottobre www.comune.chatillon.ao.it Vins extremês Forte di Bard, 25-26 novembre www.vins-extremes.it Marché Vert Noël Aosta, Area archeologica del teatro romano novembre 2017 − gennaio 2018 www.regione.vda.it

vero centro della produzione culturale della Valle, alla finale regionale delle Batailles de reines che festeggia quest’anno il 60° anniversario, per finire con la Sagra del miele, una tre giorni di degustazioni, animazioni e percorsi di scoperta del territorio che abbinano gusto, storia e cultura. In inverno ancora una suggestione, il Marché Vert Noël, mercatino di Natale, organizzato nell’Area archeologica del Teatro romano di Aosta, che unisce storia e tradizione in un’atmosfera natalizia di grande fascino, con iniziative per tutta la famiglia.

dove&come

promoagri@regione.vda.it twitter PromoAgriVda tel. 0165 275246


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Il senso del gusto I prodotti tipici della Valle d’Aosta raccontano, attraverso il gusto, la storia di un territorio alpino e della sua identità. Sapori unici, frutto irripetibile di una particolare localizzazione geografica, della qualità delle materie prime e di antiche tecniche di produzione. Imperdibili, tra le tante specialità, sono quelle a «Denominazione di Origine Protetta»: la Fontina, il Valle d’Aosta Fromadzo, il Valle d’Aosta Jambon de Bosses e il Vallée d’Aoste Lard d’Arnad, da gustare in abbinamento con i migliori vini DOP della Valle d’Aosta.

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© Stefano Venturini - archivi Assessorato regionale Agricoltura e Risorse naturali. Informazioni su www.regione.vda.it - Annuncio a cura della Presidenza della Regione autonoma Valle d’Aosta

ALMANACCO di barbanera


AGENDA il BELLO d’Italia

Loc. varie, fino al 3 settembre

rinascimentosegreto.it

RINASCIMENTO SEGRETO

PICASSO E NAPOLI: PARADE Nel 2017 si celebra a Napoli e a Pompei il centenario del viaggio di Picasso in Italia che l’autore compì insieme a Jean Cocteau per lavorare con i Balletti Russi a Parade, balletto che andò in scena a Parigi a maggio del 1917. Due le prestigiose sedi che ospitano l’evento espostivo: la reggia di Capodimonte, che accoglie il sipario Para-

La regione Marche rende omaggio al’arte rinascimentale promuovendo una grande mostra a cura di Vittorio Sgarbi allestita in tre sedi: Palazzo Ducale, Sale del Castellare, a Urbino; Museo Archeologico e Pinacoteca del Palazzo Malatestiano, Sala Morganti, a Fano; Musei Civici di Palazzo Mosca a Pesaro. Esposte oltre ottanta opere, tra dipinti e sculture, disegni e oggetti d’arte dall’inizio del Quattrocento alla metà del Cinquecento, di proprietà di fondazioni bancarie, istituzioni e collezionisti privati con l’obiettivo di valorizzare un patrimonio artistico quasi sconosciuto perché non esposto nei musei pubblici.

de, una tela di 17 metri di base per 10 di altezza, la più grande opera di Picasso che proprio per le sue dimensioni viene esposta solo in rare occasioni, accompagnata in mostra da un’ampia selezione di lavori del pittore spagnolo; e l’Antiquarium di Pompei che invece accoglie i costumi del balletto disegnati dall’artista.

FOTOGRAFIA EUROPEA Mappe del tempo. Memoria, archivi, futuro, ovvero l’archivio come sintesi tra storia e memoria, chiave di lettura del presente e visione del futuro. Questo il tema della 12a edizione della rassegna che, partendo da Reggio Emilia, abbraccia parte del territorio Emiliano con oltre trenta esposizioni cui si affiancano le iniziative dei partner regionali e le trecento mostre del circuito off. Tra le varie esposizioni segnaliamo Objets trouvés – Archivi per un grande magazzino (7 maggio – 30 ottobre), percorso espositivo tra fotografia, grafica, design e moda, che occupa gli spazi dell’Abbazia di Valserena, a pochi chilometri da Parma (in foto).

Napoli e Pompei, fino al 16 luglio www.museocapodimonte.beniculturali.it www.pompeiisites.org

Loc. varie, 5 maggio – 9 luglio

LA PREMIÈRE FOIS La mostra porta per la prima volta a Brescia 20 grandi fotografi dell’agenzia Magnum. Centotrentuno fotografie e undici proiezioni raccontano “la prima volta” di maestri del calibro di Robert Capa, Bruce Gilden, Christopher Anderson, Eli Reed, Harry Gruyaert, Olivia Arthur, David Alan Harvey… dove per “prima volta” si intende l’attimo della vita professionale in cui l’artista prende distanza dai suoi maestri e inventa il suo linguaggio. A Santa Giulia ciascun fotografo racconta con immagini e parole la sua Première fois, rivelando la ragione che lo ha portato a individuare esattamente quelle immagini e non altre; ognuno dei reportage segna quello che ciascun autore individua come un suo personalissimo cambio di paradigma. La mostra è parte dei tanti appuntamenti del Brescia Photo Festival 2017. In foto: Gouyave, Grenada. 1979, Alex Webb/Magnum Photos.

Brescia, fino al 3 settembre www.bresciaphotofestival.it

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www.fotografiaeuropea.it

BOTERO AL VITTORIANO Una dimensione onirica e fiabesca dove si percepisce l’eco di un mondo che non c’è più; uomini, animali, vegetazione i cui tratti e colori riportano alla memoria l’America Latina. Questa è la cifra stilistica di Fernando Botero, popolare in tutto il mondo per il suo inconfondibile linguaggio pittorico. Alla sua arte, nel suo 85° genetliaco, si rende omaggio con un’esposizione che ripercorre attraverso una cinquantina dei suoi capolavori oltre 50 anni di carriera.

Roma, 5 maggio – 27 agosto www.ilvittoriano.com


di

GIORNATA NAZIONALE DELLE DIMORE STORICHE Iniziativa annuale promossa dall’Associazione Nazionale Dimore Storiche che apre gratuitamente a centinaia di migliaia di visitatori italiani e stranieri oltre 200 splendide residenze d’epoca in tutto il Paese: castelli, ville, casali, cortili e giardini, parte rilevante del patrimonio storico-architettonico italiano. Per celebrare i 40 anni del’Associazione questa edizione del Grand Tour si avvale del contributo di ciceroni d’eccezione: numerosi studenti delle scuole medie superiori, sempre più coinvolti dal sistema delle dimore storiche. La Giornata ha anche l’obiettivo di dare visibilità e riconoscimento ai maestri artigiani, che hanno un ruolo fondamentale nella manutenzione delle dimore storiche, dei loro giardini e degli oggetti d’arte che le adornano: restauratori, corniciai, vetrai, ceramisti, argentieri, giardinieri e orologiai mostreranno al pubblico le loro tecniche d’intervento e le loro realizzazioni. In ogni regione, il programma della giornata dedicata al tour delle dimore storiche prevede numerosi eventi, quali mostre, concerti, convegni e spettacoli teatrali, che coinvolgeranno i visitatori di tutte le età.

Località varie – 21 maggio www.adsi.it

BIENNALE D’ARTE I Giardini e l’Arsenale ospitano la 57a Esposizione Internazionale d’Arte dal titolo Viva Arte Viva che si sviluppa intorno a nove capitoli o famiglie di artisti, con due primi universi nel Padiglione Centrale ai Giardini e sette altri universi che si snodano dall’Arsenale fino al Giardino delle Vergini; 120

gli artisti partecipanti, provenienti da 51 Paesi. Come sempre sono previsti eventi collaterali, mostre e iniziative allestite nelle più suggestive location cittadine, come ad esempio End Of Utopia, mostra site-specific di Jacob Hashimoto e Emil Lukas a Palazzo Flangini (in foto).

Venezia, 13 maggio – 26 novembre www.labiennale.org

Gilda Ciaruffoli

LA FABBRICA DELLA BELLEZZA

Firenze, 18 maggio – 1 ottobre www.museodelbargello.it

Il Museo Nazionale del Bargello ospita la prima mostra realizzata in Italia sulle statue di porcellana prodotte dalla manifattura di Sesto Fiorentino fondata nel 1737, la più antica in Italia tuttora funzionante. Nel percorso espositivo le sculture, divise in sei nuclei tematici, sono messe in dialogo con opere della collezione permanente del museo e presentate in confronti inediti con cere, terrecotte o bronzi che servirono come modello totale o parziale delle porcellane.

FESTIVAL DEI SENSI Giunto all’8° anno, il Festival – che vanta una storia ormai consolidata nello splendido scenario della Valle d’Itria, in Puglia – per l’edizione 2017 raddoppia e si arricchisce di una nuova tappa primaverile proposta nel palcoscenico naturale dello splendido Parco dei Gessi Bolognesi e dei Calanchi dell’Abbadessa, sulle prime pendici delle colline bolognesi nei territori dei comuni di San Lazzaro di Savena, Ozzano dell’Emilia e Pianoro, le tre località che ospiteranno gli eventi. In programma incontri, dibattiti, proiezioni, laboratori e mostre fotografiche che si propongono, attraverso gli interventi di scienziati, umanisti e artisti di statura internazionale, di raccontare il ruolo del “corpo” in molte accezioni, offrendone letture nuove e inaspettate. In foto una cava di argilla tipica della zona.

Località varie, 26-28 maggio www.festivaldeisensi.it

SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO Si rinnova l’appuntamento con la grande letteratura nei quattro padiglioni di Lingotto Fiere, un evento è che al tempo stesso la più grande libreria italiana del mondo, un prestigioso festival culturale, un essenziale punto di riferimento internazionale per gli operatori professionali del libro e un importante progetto educational dedicato alla promozione del libro e della lettura presso i giovani lettori. Nello stesso periodo, Torino si anima con Narrazioni Jazz (17-21 maggio) festival che si sviluppa in stretto rapporto con il Salone e punta i riflettori sul rapporto tra il jazz e il racconto.

Torino, 18-22 maggio www.salonelibro.it www.narrazionijazz.it

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IL BUONO d’Italia 68

IL PESCE AZZURRO

Buono, salutare e conveniente. Ma lo conosciamo abbastanza?

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IL CILIEGIOLO DI NARNI

Umbria: un borgo magico fatto di pietra e il suo vino ritrovato

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LE STORIE

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L’ALMANACCO

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SAMBUCA IN FESTA

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L’AGENDA

In Sicilia una processione che vive di fede e folklore

Cibo, vino e tradizioni: i migliori eventi del mese

Una città GOLOSA... a 360° Parma apre le porte all’arte contemporanea. Fino alla metà del mese il suo territorio si anima di eventi e mostre, senza dimenticare però la buona tavola, già “premiata” dall’Unesco nel 2015, e protagonista di un Festival a giugno di Silvana Del Fuoco

È

la città di Maria Luigia e del profumo delle sue violette; della musica di Verdi e del Festival del Prosciutto. Sede universitaria dall’XI secolo e del R.I.S. dei Carabinieri per l’Italia settentrionale dal 1994; celebrata da autori come Stendhal e Proust e giudicata quarto “miglior luogo del mondo in cui risiedere” nel 2014 dal The Telegraph. Un riconoscimento che suona ancor più valido oggi dopo la conquista, nel dicembre 2015 e prima città italiana della storia, del titolo di Città Creativa Unesco per la Gastronomia. Per ottenerlo è stato necessario dimostrare di saper coniugare sviluppo sostenibile e rispetto delle tradizioni continua a pag. 64

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IL BUONO d’Italia

L’appuntamento Installazioni, fotografie, architettura e design, videoarte, realtà aumentata, food design, musica… Questa la ricca offerta della seconda edizione del Parma360-Festival della Creatività Contemporanea. Da Il colore delle stelle – Mitigrafie al femminile nelle collezioni CSAC a Palazzo Pigorini, una mostra sui manifesti cinematografici dagli anni ’40 agli anni ’60, icone fissate nella memoria collettiva; alle istallazioni urbane, come la riapertura dell’Edicola ottocentesca di Piazza della Steccata Il Terzo Paradiso; alla Rassegna di concerti e mostre con musica dal vivo, dj set, visual mapping all’Antica Farmacia San Filippo Neri riaperta per l’occasione; e ancora, mostre fotografiche, spazi-off, stazioni creative trasformano la città emiliana in un enome museo diffuso estemporaneo.

fino al 14 maggio www.parma360festival.it

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nel settore alimentare. E chi meglio della città emiliana poteva avere tutte le carte in regola per concorrere, sicura della vittoria finale? Una comunità, quella parmense, che ha imparato, lungo secoli di storia, a esprimere attraverso il cibo una parte rilevante della propria cultura e della propria identità. A cominciare dalle cosce di maiale conservate sotto sale – prosciutti ante litteram, anche se non ancora Dop – che i parmigiani dell’epoca, freschi di colonizzazione romana, offrirono festosi all’africano Annibale, salutato come un liberatore all’alba di quel lontano 217 a.C. E non è mai corsa voce che il prode condottiero non le abbia gradite…

Di qua e di là dal fiume Crocevia di pellegrinaggi e commerci grazie soprattutto alla Via Francigena che ancora ne attraversa il centro, Parma continua a conservare un felice equilibrio tra le tre diverse anime del suo nucleo storico. I monumenti della fede, dal Duomo allo splendido Battistero, alla chiesa di San Giovanni Evangelista, per citare soltanto i più noti; i luoghi della vita comunale, che attorniano la laica Piazza Garibaldi; le imponenti costruzioni della città ducale, dal complesso Palazzo della Pilotta al Teatro Regio, allo stesso Palazzo Ducale con il suo parco principesco, disegnano itinerari di visita che s’intersecano non solo senza intralciarsi ma anzi completandosi a vicenda. Non si può però dire di conoscere davvero Parma senza aver fatto l’esperienza dell’Oltretorrente, il vivace quartiere popolare che fronteggia la città signorile dall’altro lato del greto del fiume. Appena di là dal ponte Verdi, ecco la casa natale di Arturo Toscanini a ricordarci come la passione per la musica sia da queste parti un forte elemento di coesione, così come pure la passione politica. Qui era nata, già nel 1922, la resistenza al fascismo da parte degli Arditi del Popolo di Guido Picelli, l’eroe popolare di cui ancora, nei vicoli del borgo, si narrano le gesta.

Altro che peccato! Proprio nel centro di Parma si svolgerà, dal 2 al 4 giugno, GolaGola, il festival del cibo sotto l’egida dell’Unesco che trasformerà Parma in un palcoscenico di eventi, ovviamente gastronomici, a cielo aperto. Nell’attesa, concediamoci qualche assaggio, anche soltanto virtuale, della cucina del territorio. È dall’eccellenza delle materie che qui nascono piatti davvero unici, a cominciare dai mitici tortelli di erbetta che, vuole la leggenda, un tempo si preparassero con un esclusivo ripieno di “erbe” selvatiche raccolte sul greto del torrente cittadino. Il secondo della tradizione


In questa pagina, il Duomo e il Battistero di Parma. Nella successiva, una golosa fetta di spongata ricca di frutta secca, miele e marmellata

non è da meno: la vecia col pisst, una sorta di spezzatino a base di verdure e carne di cavallo finemente tritata, anzi “pestata”, aggiunta a metà cottura. Per chi vuole chiudere con un dolce tipico, ecco una fetta di castagnaccio o di spongata o una scarpetta di Sant’Ilario, biscotti di pasta frolla ricoperti di glassa e perline dolci.

Per turisti, ma non solo Se siete in giro per Parma e vi accontentate di “un panino e via”, dovete sapere che anche questo, qui, è un’esperienza da non sottovalutare. In pieno centro – in Borgo Sant’Ambrogio, 2 – c’è Pepèn, un posticino piccolissimo,

Il Parma Quality Restaurants Appena nato e già operativo è il primo Consorzio dei ristoratori del territorio, voluto dai protagonisti della cucina locale con l’intento di fare squadra per creare sinergie utili alla valorizzazione di tutto il settore. «Il Consorzio nasce con uno spirito fortemente inclusivo – spiega il presidente di Parma Quality Restaurants, Enrico Bergonzi – dove a fianco della cucina tradizionale si pone quella creativa, a fianco dell’osteria il ristorante rinomato: l’importante è che ciò avvenga nel rispetto del territorio e delle sue materie prime. Rappresenta il traguardo naturale di un discorso nato tempo fa con un gruppo di colleghi e amici e che si è progressivamente rafforzato con il riconoscimento Unesco di Parma Città Creativa della Gastronomia». Una scelta coraggiosa e, a suo modo, rivoluzionaria, pensando a città dove spesso ci si chiude a guscio, coltivando esclusivamente il proprio orticello. Succede anche questo, a Parma. www.parmaqualityrestaurants.it


IL BUONO d’Italia

SCELTI PER VOI dove mangiare Osteria dei Mascalzoni Una confortevole trattoria in centro città, dove assaggiare i piatti della tradizione accompagnati dai vini di una selezionata cantina. Prezzo medio senza vino: 30 euro Vicolo delle Cinque Piaghe, 1/A Tel. 0521.281809 www.osteriadeimascalzoni.it Inkiostro Fresco di stella, nasce dall’incontro tra la tradizione della ristorazione di qualità e la creatività di un giovane chef. Prezzo medio senza vino: 100 euro Via San Leonardo, 124 Tel. 0521.776047 www.ristoranteinkiostro.it

dove dormire Grand Hotel de la Ville Un esclusivo 5 stelle a due passi del centro storico, nell’elegante contesto del Barilla Center. Doppia da 113 euro Largo Calamandrei, 11 Tel. 0521.0304 - www.grandhoteldelaville.com Park Hotel Pacchiosi Un elegante 5 stelle arredato in stile neoclassico, immerso nella quiete di uno splendido parco nel cuore della città vecchia. Doppia da 130 euro Strada dei Quartieri, 4 Tel. 0521.077077 www.parkhotelpacchiosi.it

dove comprare Casa del formaggio Da 30 anni propone eccellenze gastronomiche ricercate con passione e competenza in tutto il mondo, salumi, formaggi, vini e champagne. Inoltre pasta fresca e gastronomia di propria produzione, servizio catering, consegne a domicilio e spedizioni in tutta Europa. Strada Nino Bixio, 106 Tel. 0521.230243 - www.lacasadelformaggio.it

dove la coda non manca mai per accaparrarsi una “carciofa” o un “pesto di cavallo crudo”, magari con un bicchiere di Lambrusco. Se invece amate il pesce crudo (sì, siamo a Parma, e allora?) con qualche passo in più arrivate in Via Maestri, 15 al F.I.S.H. dove, se avete tempo, potete anche sedervi per un freschissimo carpaccio. Un hamburger a km 0? In Via XX settembre 8, all’Hamburger Gourmet dove, precisano, “non siamo un fast food”: componete voi stessi il panino, scegliendo ogni ingrediente, dal tipo di pane alle salse ai condimenti. L’ora dell’aperitivo? Piccolino, ma con-vista-torrente è Le Petit Bar&Cucina, in Piazza Marsala 11: atmosfera giusta per capire la città e inoltrarsi con curiosità tra i vicoli della Parma più autentica. Dove troverete il locale che davvero non vi aspettereste: La Pulcinella in Piazzale Picelli. Lui parmigiano, lei cantante lirica islandese, gestiscono felicemente insieme questo luogo magico, in stile liberty con musica classica di sottofondo. Perchè anche questa, anzi soprattutto questa, è Parma: tradizionale e multietnica, antica città ducale in cammino verso il futuro. #parmangio #parma360 #parmaham www.visitparma.it www.turismo.comune.parma.it www.museidelcibo.it

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Cordialità e buona cucina Nato dal sogno di due giovani ristoratori, Perlage è felice espressione non solo di una cucina emiliana e parmigiana ai più alti livelli ma anche di uno stile d’accoglienza così caldo e cordiale da farvi sentire sempre come a casa vostra. Qui, dove i due proprietari sono quotidianamente impegnati a proporre con passione cibi e vini di ottima qualità, fiori all’occhiello sono soprattutto gli eccellenti piatti a base di pesce. Ristorante Perlage Viale Antonio Fratti, 22/A – Parma Tel. 0521.781137 www.perlageristorante.com


un italiano vero


IL BUONO d’Italia

PESCE AZZURRO il pane del mare Le più amate lungo le coste italiane sono le acciughe. Belle e slanciate, azzurre e argentate, sono le regine dei “pesci poveri”, ma non per questo le altre specie ittiche che rientrano in tale definizione – quanto meno discutibile – meritano meno attenzione. Simboli del Mediterraneo, Genova se ne fa capitale proprio in questi giorni con incontri e degustazioni di Giovanna Benetti

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“L

L’appuntamento A Maggio Genova si trasforma nella capitale dello Slow Fish. In occasione della manifestazione che porta proprio questo emblematico nome, sarà possibile ascoltare la testimonianza dei pescatori delegati della rete internazionale e italiana di Slow Fish, ma anche assaggiare i piatti dei cuochi che si battono per un pesce etico presso la Cucina dell’Alleanza e durante gli appuntamenti Fish-à-porter del Mercato; e ancora incontrare commercianti virtuosi e accademici che dedicano ogni giorno i loro sforzi allo studio e al racconto dello stretto e delicato rapporto che lega l’uomo alla vita marina. Gli incontri si svolgono nella Casa Slow Food, ma anche in molti altri luoghi della manifestazione di cui sono protagonisti indiscussi con le loro proiezioni, i laboratori e ovviamente gli appuntamenti gastronomici.

14-17 maggio slowfish.slowfood.it

e acciughe fanno il pallone che sotto c’è l’alalunga” cantava Fabrizio De Andrè in Anime salve riferendosi al momento in cui, attirati dalla luce che fa brillare il plancton, i pesci rimangono intrappolati nelle reti. È infatti l’imbrunire, coadiuvato dalla luce delle lampare che attira i grandi banchi nella rete, l’ora magica per pescare la specie ittica più amata in Liguria. Le alici di Monterosso, ad esempio, sono una vera prelibatezza. Per generazioni, da queste parti, il compito della pesca era demandato agli uomini; le donne, a casa, si occupavano della conservazione del pesce invenduto: privavano le acciughe della testa e delle interiora e le disponevano nelle arbanelle di vetro (o in vasi di coccio) incrociando testa e coda, in modo che i ventri non si toccassero. Ogni strato veniva ricoperto con sale grosso e l’ultimo strato era infine coperto da una lastra di marmo o di ardesia.

Il gusto della storia

Una pratica antica, la si fa risalire addirittura a 4mila anni prima di Cristo, e tutt’oggi utilizzata. E se uno degli alimenti più noti dei Romani è il garum, salsa realizzata con le interiora del pesce fermentate, le acciughe sono state fin dal Medioevo anche merce di scambio. Gli acciugai infatti partivano dal mare salendo la Via del Sale a piedi oppure a dorso di mulo, e mettevano in comunicazione due mondi: quello ligure e quello piemontese. Senza di loro ad esempio non sarebbe mai esistita la bagna caoda, piatto regale della cucina piemontese composto in buona parte da prodotti che partono dalla Riviera: acciughe, olio, aglio rosato. I liguri pescavano anche il pesce piccolo, da friggere e conservare sotto aceto (scabeccio), destinato anch’esso all’entroterra, e bollivano i pesci più grossi in acqua e mirto in modo che non si detemaggio 2017

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IL BUONO d’Italia

Poveri ma buoni Sardine, spratto o papalina, sgombro, aguglia, suro o sugherello, cicerello, tonno, pescespada, lampuga, pesce sciabola e ultimi, ma non ultimi, gli squisiti bianchetti, novellame di sardina e di acciuga… insomma, i “pesci poveri”. Quando si parla di pesce azzurro è a loro che ci si riferisce di solito, chiamati così per la sfumatura sulle pinne del dorso. Veri alleati della salute, contengono proteine, minerali (calcio e fosforo), iodio, selenio, acidi grassi insaturi Omega 3.

riorassero durante il viaggio verso le Langhe e il Monferrato, spedendoli poi a dorso di mulo. Famosi sotto aceto sono anche i cicerelli di Noli fritti.

Italia ancora più azzurra

Ma da dove vengono le acciughe? Questo pesce vive in banchi nelle profondità dei mari aperti, e lungo le coste del Bel Paese arrivano in primavera varcando lo stretto di Gibilterra alla ricerca di acque più calde che favoriscano la riproduzione. Si pescano con le lampare da marzo ad ottobre, e

IN LIGURIA L’ACCIUGA È DETTA “U PAN DU MÄ”, IL PANE DEL MARE. MOMENTO IDEALE PER LE BATTUTE DI PESCA CON LE LAMPARE È TRA FINE GIUGNO E INIZI LUGLIO il periodo migliore è l’estate, quando depongono le uova a riva, non per niente il 29 giugno, San Pietro, è la giornata in cui si celebrano. Oltre alle acciughe, sono tanti i “pesci poveri” ad avere un ruolo da protagonista nella cucina tradizionale italiana. Come la sardina, che è caratteristica del Mediterraneo ma si trova anche nel Nord; in Cornovaglia ad esempio, dove la pichard (sardina appunto) ha sostenuto l’economia per secoli. È un pochino grassa, ma il suo grasso non è nocivo, anzi. Per qualità organolettiche e virtù dietetiche è superiore all’acciuga, si può mangiare alla griglia, appena scottata, fritta e al forno. Quando si parla di acciuga e di sardina non si possono non ricordare i bianchetti, neonati di queste due specie pescati con le sciabiche. Sono prelibati e carissimi, si possono fare bolliti, fritti o impastellati. Lo spratto o papalina è talmente simile alla sardina che un occhio non tanto esperto può anche confondersi; lo si cuoce persino come la più famosa gemella. Anche l’aguglia non è molto conosciuta. Ha il muso simile al becco del colibrì, si pulisce come l’anguilla eliminando la pelle che è grassa; si fa alla griglia, al forno, in umido. Lo sgombro, detto anche maccarello o laxerto, anch’esso piuttosto grasso, è delizioso al forno o con i piselli e pomodoro. Lo si può trovare anche inscatolato sott’olio, come del resto le sardine, i tonni e la palamita. Quest’ul-

www.agriligurianet.it www.lig.camcom.it www.slowfood.com

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SCELTI PER VOI dove mangiare Antica Trattoria Barisone Ambiente essenziale e atmosfera familiare, ideale per chi ama i localini alla mano, offre una cucina casereccia specializzata nel pesce fresco. Menù da 25 euro (bevande escluse) Via Siracusa, 2/r Genova Tel. 010.6049863 La cucina di Nonna Nina Ingredienti di qualità sopraffina: olio e basilico, focaccia, acciughe, pane e pasta fatti in casa. Si mangia con 30 euro Via Molfino, 126 San Rocco di Camogli (Ge) Tel. 0185.773835 www.nonnanina.it

dove dormire Nelle immagini di queste pagine il pesce azzurro dai fondali marini alle reti dei pescatori, alla nostra tavola

tima si pescava un tempo con le palamitare, grandi reti a maglia larga oggi non più utilizzate; pesce grasso si cuoce come il tonno in umido o al forno. Quest’ultimo, soprattutto quello più pregiato, il rosso, è da qualche anno di gran moda in carpaccio, oppure con gli spaghetti o a fette alla griglia. I genovesi furono prima produttori di tonno salato e poi sott’olio; lo vendevano oltre l’Appennino dove sostituiva l’aringa e la salacca. A Camogli esiste invece, sembra da prima del 1600, la tonnarella che viene calata in mare 6 mesi l’anno, da aprile a settembre. Nata per pescare i tonni, ora sempre più rari, pesca varietà di pesci di passo di taglia piccola, tradizione tutelata da un presidio Slow Food. Da non scordare infine gli squisiti mosciame e bottarga. Il primo è il muscolo del tonno salato ed essiccato, la bottarga invece è

costituita dalle ovaie, svuotate dei liquidi, salate e pressate. Ultimo ma non ultimo, il pescespada: anche lui rientra nell’universo “azzurro”, si può mangiare al carpaccio ed è comunque ottimo anche cotto alla brace e alla graticola.

Sapori di Costiera A Cetara, in Costiera, in provincia di Salerno, nota è la colatura di alici, presidio Slow Food. Le acciughe, decapitate e eviscerate sono messe in un recipiente di legno di rovere e coperte dal sale. Il liquido viene raccolto e esposto al sole per 4-5 mesi; successivamente viene rimesso con le acciughe nel loro recipiente. Venendo a contatto ne prende il gusto e il profumo e, grazie a un foro praticato apposta, viene recuperato. Il suo gusto è forte e corposo e il colore ambrato.

La Camogliese Sulla passeggiata di Camogli splendida perla della riviera di Levante albergo accogliente affacciato sul mare. Vi sveglierà il rumore delle onde. Doppia da 60 euro Via Garibaldi, 55 Camogli (Ge) Tel. 0185.771402 www.lacamogliese.it Romantik Hotel Villa Pagoda Immersa in un’oasi verde vicino al mare, dimora ottocentesca dalle forme orientaleggianti, è stata testimone di eccentrici stili di vita e incontri illustri. Doppia da 185 euro Via Capoluogo, 15 Genova Nervi (Ge) Tel. 010.323200 www.villapagoda.it

dove comprare Pescheria Granara Via Al Ponte Reale, 2/r Genova Tel. 010.2472416

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IL BUONO d’Italia

Cronache da NARNI: il rosso, il chiaro e lo scuro Storia e leggende si incontrano all’ombra di un ponte augusteo del 27 a.C., là dove passava la Via Flaminia e i vicoli del centro fanno da tetto a una rete di cunicoli sotterranei. Insomma, è una cittadina speciale questa, e non potrebbe essere altrimenti visto che siamo letteralmente nel cuore d’Italia. E speciale lo è anche il suo vino, quel Ciliegiolo solo di recente riscoperto e finalmente valorizzato di Francesco Condoluci

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n vino dal sapore antico. Una magnifica pala del Ghirlandaio. Una rocca papalina che da secoli guarda dall’alto la città. Se cercate un motivo per andare a Narni, ve ne diamo tre. E a quelli a cui non dovessero bastare, val la pena ricordare che, ai primi dell’800 il tedesco Johann Gottfried Seume, dopo essere arrivato nei pressi di questo borgo – cuore di pietra dell’Umbria e centro geografico d’Italia – scrisse: “alcune miglia prima di Terni mi si aprì la Valle del Nera e mi si spalancò davanti agli occhi il paradiso!”.


Foto Marco Asprea

CI PIACE che Narni Sotterranea, malgrado non abbia risorse illimitate, riesca a portare 40mila visitatori all’anno in città NON CI PIACE che la Walt Disney, per una questione di copyright impedisca a Narni di poter utilizzare le “Cronache di Narnia” per fare incoming turistico

«IL CILIEGIOLO RAPPRESENTA NARNI – CI RACCONTA BUSSOLETTI MENTRE CI CONDUCE ALLE SUE VIGNE SULLE COLLINE STRIATE DAL VERDE DELLE VITI E DAL GIALLO DEI GIRASOLI CHE COSTELLANO IL NARNESE – INVESTIRE LE ENERGIE IN QUESTO VITIGNO PER ME Di ombre e misteri Chissà pure se Lewis immaginava che a SIGNIFICARE TRASMETTERE Narni “vivesse” un leone che tanto ricorda il L’AMORE PER LA MIA TERRA»

E chissà se lo scrittore inglese C.S. Lewis, quando puntò il dito su una vecchia cartina del Bel Paese avrebbe mai immaginato che quel paesone medievale dal nome che gli piacque tanto da sceglierlo per il suo celebre ciclo di romanzi per ragazzi – Le cronache di Narnia per l’appunto – fosse davvero un luogo magico, dove storia e mistero si fondono in un ineffabile continuum.

suo Aslan, nelle fattezze e nell’espressione mansueta. La statua in pietra che lo immortala oggi è custodita nel Palazzo Comunale e attorno al suo ritrovamento, negli anni ’30 del secolo scorso, circolano dicerie e leggende. A stupire è anche la presenza, nel museo di Palazzo Eroli, d’una mummia egizia portata qui nel 1920, con tutto il sarcofago, dal viaggiatore e appassionato di esotismo Edo-

ardo Mantinori. È in questo stesso Museo che fa bella mostra di sé la pala d’altare del pittore Domenico Ghirlandaio: una tempera su tavola da 3x2 metri risalente al 1486 e raffigurante l’Incoronazione della Vergine di Narni, con sullo sfondo tutto un gioco di cherubini, santi e raggi dorati. Ma più

L’appuntamento Ciliegiolo d’Italia è la manifestazione che punta i riflettori su questo rosso tipico del territorio di Narni con due giorni di approfondimenti, seminari, banchi di assaggio alla presenza di circa trenta produttori presso l’Auditorium di San Domenico, edificio del XII secolo nel centro storico della cittadina umbra che conserva intatta tutta la sua bellezza. Grazie alla collaborazione con Slow Food Terre dell’Umbria Meridionale si potranno inoltre degustare e acquistare alcuni presìdi e piccole produzioni di questa terra. La manifestazione sarà inoltre animata da cooking show che mostreranno l’esecuzione di alcune ricette eseguite da noti chef del territorio e i relativi abbinamenti con il Ciliegiolo.

20-21 maggio www.ciliegioloditalia.it maggio 2017

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IL BUONO d’Italia

Nella pagina precedente, Leonardo Bussoletti in mezzo alle sue vigne. Qui sopra una veduta del centro di Narni, sotto le arcate che sovrastano i suoi viottoli. Nella pagina a sinistra: una selezione di etichette della società agricola “Bussoletti Leonardo”, un bicchiere di ciliegiolo e sotto la Rocca Albornoziana

che nella luce, è nell’oscurità che il borgo umbro trova la sua allegoria: la Narni Sotterranea è infatti l’itinerario che richiama migliaia di visitatori all’anno. Un percorso che muove dal convento di San Domenico, appena fuori dal centro storico, e s’infila dritto in una chiesa del XII secolo che custodisce affreschi tra i più antichi della città, per attraversare una cisterna di epoca romana e sbucare, dopo un lungo corridoio, nella Stanza dei Tormenti: una camera – scoperta per gioco nel 1979 da un gruppo di ragazzini appassionati di speleologia – che anni di studi dentro gli Archivi Vaticani e il Trinity College Library di Dublino, hanno

individuato come luogo degli interrogatori della Santa Inquisizione. A rendere ancora più enigmatico il tutto, c’è, a ridosso, una cella ricca di graffiti e segni massonici, pare disegnati da un condannato nel XVIII secolo. Usciti dalle viscere della città e riguadagnata la luce, nei pressi dei giardini di San Bernardo, lo sguardo non potrà non fermarsi ad ammirare il panorama della splendida vallata del fiume Nera (dall’ebraico Naar, fiume): una macchia di verde lussureggiante in mezzo alla quale spicca, solinga, l’abbazia di San Cassiano, caduta in completo abbandono, dopo la morte dell’ultimo monaco benedettino che la popolava.

Memorie di pietra

In un posto così fitto di intrichi, sarà solo un caso che qualche anno fa, nella sede distaccata dell’Università di Perugia, sia

stato istituito uno dei pochi corsi di laurea in Criminologia d’Italia? Magari no. Fatto sta che il chiaro e lo scuro, qui a Narni, si confondono e giocano ad alternarsi, come fanno le arcate e gli acciottolati, le salite e le discese che caratterizzano un centro storico sospeso nel tempo. A Piazza Garibaldi, con la sua fontana sormontata da una coppa trecentesca in bronzo e la cattedrale romanica che la domina, se si chiudono gli occhi si può sentire quasi il calpestio degli zoccoli del cavallo di quell’Erasmo di Gattamelata, condottiero e capitano di ventura, che qui nacque nel 1370. Alle spalle della piazza, un dedalo di vie conduce al centro vero e proprio, dove si ammirano i palazzi d’un tempo oggi sede di teatro, municipio e altre istituzioni. Ma ovunque voi siate, tra Narni e dintorni, alzando lo sguardo non potrete non scorgere la sagoma autoritaria della

Per saziarsi di cibo e parole

Foto Marco Asprea

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Criniera bianca, sopracciglia mefistofeliche e carattere fumantino: Cesare Passoni non è solo l’oste di Terra&Arte, piccola ma fornitissima bottega-simbolo nel cuore di Narni, ma anche una sorta di aedo dell’enogastronomia locale. «Qui da noi trovate il meglio, ma solo se siete di bocca buona» attacca con il tono falso-burbero che usa riservare ai forestieri. Poi però si scioglie e inizia a favellare di norcineria e altre ghiottonerie locali: «Conosci la sella di San Venanzo? È un lardo speciale con aggiunta di carne magra, lo hanno inventato i miei amici della David Salumi, qui ai piedi del Monte Peglia, vicino Orvieto. Lo trovi solo da me» si vanta, mentre ci fa assaggiare del guanciale servito con aceto e salvia su una fetta di bocconcello, il tipico pane umbro sciapo fatto con lievito madre e condito con olio, pepe e formaggio. «Aspetta che ti faccio assaggiare anche una birra artigianale fatta dai nostri mastri birrai. E poi una delle mozzarelle di bufala del caseificio Le Perle degli Angeli di Magliano Sabina». Dopo un paio d’ore vi alzerete da tavola sazi di cibo e di parole. Perché, oltre a panini gourmand e chicche gastronomiche narnesi, da Passoni potete gustare anche le storie di gossip locale, politica e costumi vari, che questo vulcanico oste è sempre in vena di raccontare. Ma solo a chi è di bocca buona, ovviamente.


Foto Marco Asprea

SCELTI PER VOI dove mangiare

Rocca voluta dal cardinale Egidio d’Albornoz, un vero gioiello del patrimonio architettonico umbro che, a lungo abbandonato al suo destino, oggi è stato riportato a nuova vita da una cooperativa di residenti che vi organizzano visite guidate e rievocazioni in costume.

Il vino che visse due volte

Maggio è il momento ideale per venire a scoprire i tesori di Narni. Perché questo è il mese che celebra la più “moderna” delle sue attrazioni: quel Ciliegiolo, vitigno unico nel suo genere che deve il nome al caratteristico aroma richiamante la ciliegia e la frutta rossa dal colore rubino intenso con sfumature violacee. Usato a lungo per produrre vino da taglio, da qualche anno sta riscoprendo le sue antiche origini, grazie all’impegno di un gruppo di viticoltori che hanno

deciso di mettersi in gioco. Primo tra tutti, Leonardo Bussoletti deus ex machina del Consorzio Ciliegiolo – costituito nel 2014 – la cui azienda da poco ha ottenuto i tre bicchieri del Gambero Rosso per il Brecciaro ’14. Leonardo è un self-made-man: alle spalle non ha una tradizione vitivinicola familiare né grandi investitori, ma solo passione e competenza. «Il Ciliegiolo non è un autoctono – spiega – dagli studi che abbiamo fatto svolgere all’Università di Milano dovrebbe essere arrivato da Santiago di Compostela. Quel che è certo è che, nonostante le sue potenzialità, è stato a lungo snobbato, probabilmente perché non è un vitigno facile: è problematico, quando si vinifica va in ossidazione, soffre il caldo. Ma rispetto al tipico rosso umbro molto strutturato, è più bevibile. Noi lo consideriamo una sorta di contraltare del Sagrantino».

Gattamelata Il nome lo deve al leggendario capitano di ventura, la vista suggestiva alla piazzetta centrale, i sapori decisi a piatti come il suino nero della Valnerina e i manfricoli con sugo alla carne di lepre. Menù da 40 euro Via Pozzo della Comunità, 4 Narni (Tr) Tel. 0744.717245 www.ristoranteilgattamelatanarni.com Nascostoposto La sua cucina? Un compromesso tra la napoletanità del cuoco Armando Beneduce e la varietà delle tipicità italiane. Da standing ovation la Noce di maialino al forno. Prezzo medio: 40 euro Via Sant’Alò, 10 – Terni - Tel. 0744.608309 www.facebook.com/Nascostoposto

dove dormire Le Stanze del Giglio – Fondaco Per chi ama le atmosfere d’altre epoche. Camere old style e un affaccio sui tetti del centro che riserva piacevoli sorprese. Appartamenti da 150 euro Via del Campanile, 4 Narni (Tr) Tel. 0744.717134 www.lestanzedelgiglio.it Podere Calledro In una storica azienda agricola a 2 km dal casello di Orte. Pacchetti da 360 euro in appartamento per 4 persone Strada di Calledro, 7 Narni (Tr) Tel. 338.9326803 www.poderecalledro.com

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STORIE il buono IL BELLO d’Italiad’Italia

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Si fa filosofia (green) in CANTINA ... ma anche ottimi vini, sia chiaro! Anzi, è proprio grazie a un approccio il più possibile sostenibile e rispettoso del territorio, dei suoi ritmi e della sua storia, che la produzione della cantina Mori Colli Zugna in Vallagarina, riesce a raggiungere vette altrimenti impossibili e a raccontare il Trentino nel bicchiere come nessun altro

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na cantina dal cuore tecnologico ma dall’anima verde, il cui obiettivo è di valorizzare le peculiarità del territorio attraverso la produzione di vini di qualità a forte identità. Si presenta così la cantina Mori Colli Zugna, nata nel 1957 ma rinnovata nel


2011 nella sua nuova sede nel comune di Mori in Vallagarina, che rappresenta la più grande cantina ipogea d’Europa. «La struttura è altamente innovativa – spiega l’enologo Luciano Tranquillini che la dirige – nasce infatti sotto il livello del suolo. Sui due ettari di terreno che occupa l’immobile, la quasi totalità della copertura è stata realizzata con il “tetto verde”, parte ricoperta dal vigneto che ripristina integralmente l’ambiente originario, parte semplicemente inerbito, andando così a “restituire” la cantina alla campagna». Del resto sono numerosi gli ulteriori accorgimenti che la rendono ecologica e a basso impatto ambientale, dall’utilizzo di un impianto geotermico così come di quello fotovoltaico, a un sistema di utilizzo razionale dell’acqua che ha permesso una riduzione di consumi del 70%, fino alla realizzazione di un ciclo produttivo “per caduta”, che risulta più rispettoso della materia prima e garantisce un’alta qualità del vino prodotto. All’attenzione per la sostenibilità si unisce poi una forte propensione all’innovazione tecnologica: ecco allora che, ad esempio, un moderno strumento informatico chiamato Gis permette una minuziosa tracciabilità dei vini, dalla vigna fino alla tavola. «Allo stesso modo, siamo forse i primi al mondo a fare il conferimento a gestione informatizzata (RAìS) e possiamo scaricare più di 400 trattori al giorno separandoli per potenzialità qualitative e obbiettivi enologici» commenta Tranquillini.

Vini di personalità La Cantina, nata dall’unione di due precedenti realtà cooperative – la Cantina Sociale Mori e la Cantina Sociale Colli Zugna – conta oggi quasi settecento soci che coltivano a vite altrettanti ettari di terreno, su un territorio che si estende tra la Val dell’Adige e la Valle di Loppio, inerpicandosi a nord verso la Val di Gresta e a sud sull’altipiano di Brentonico fino alle pendici del monte Baldo. Ciò che nasce da un lavoro svolto con passione e dedizione – che si estrinseca nella coltivazione e nella raccolta manuale delle uve ma si integra ai più moderni processi produttivi – sono vini dalla grande personalità che esprimono al meglio il territorio. Tre le linee: i Vini del Gelso, con bianchi come il Muller Thurgau, lo Chardonnay e il Pinot grigio e rossi come il Marzemino, il Teroldego e il Merlot; i vini delle Pendici del Baldo con il Muller Thurgau, il Gewurztraminer e il Pinot Nero; e i vini della Terra di San Mauro, con il Marzemino Trentino Doc Superiore d’Isera e il Lagrein Trentino Doc Superiore. Tra i vini speciali spicca il Vicarius, un rosso corposo affinato in barrique, senza dimenticare gli spumanti Trento Doc prodotti con Metodo Classico. I vini della Cantina Mori Colli Zugna vengono distribuiti in Italia esclusivamente attraverso il canale horeca, ma possono essere anche degustati e acquistati nella bella enoteca che trova la sua ideale collocazione all’interno del grande complesso ipogeo della cantina.

Una vera sfida e un valore aggiunto La sede in località Formigher della Cantina Mori Colli Zugna rappresenta un progetto all’avanguardia sia sotto il profilo del ciclo produttivo, sia in merito alla sostenibilità dell’insediamento e del processo. L’adozione di una filosofia improntata al rispetto dell’ambiente incarna una concezione nuova nell’ambito della produzione vitivinicola, in quanto consente di ripensare completamente un prodotto senza per questo gravare sulla sua qualità. C’è anche da dire che Cantina Mori Colli Zugna vanta una grande tradizione nell’ambito della produzione vinicola che si articola nella realizzazione di prodotti fortemente legati al territorio e che la rendono, non a caso, meta del turismo enogastronomico. L’associazione di un prodotto già così affermato con una filosofia basata sul rispetto del territorio e sulla capacità di mettersi in gioco, rappresenta sì una sfida, ma non può non rivelarsi pure un valore aggiunto, anche sotto il profilo commerciale. Tutto questo costituisce una forma di applicazione pratica dei valori della cooperazione, così radicati nel territorio trentino, che traggono le proprie origini dal senso di responsabilità sociale. L’immagine della Cantina risulta così indissolubilmente legata a quella della sua sede, ove vengono concretizzate le istanze e gli obiettivi di una particolare concezione dell’imprenditoria agricola.

dove&come

Cantina Mori Colli Zugna Loc. Formigher, 2 Mori (Tn) uscita A22 Rovereto Sud direzione Riva del Garda Tel. 0464 918154 www.cantinamoricollizugna.it

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STORIE il buono d’Italia

Una tradizione da SPALMARE Si chiama Castanella ed è stata riconosciuta come prodotto identitario del territorio in cui nasce, ovvero il Parco Nazionale del Cilento, entrando a pieno diritto negli alimenti inclusi nella Dieta Mediterranea. Scopriamo insieme questa delizia a base di castagne cilentane e cioccolato, destinata a cambiare la nostra idea di creme spalmabili

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isale ai tempi degli antichi etruschi la coltivazione del castagno in Cilento. La misteriosa popolazione che abitava il centro Italia infatti si spinse verso sud, raggiungendo le sponde del fiume Tusciano, oggi in provincia di Salerno, ed ebbe intensi rapporti commerciali con i greci di Paestum

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e di Elea nel Cilento, ai quali portò in dono proprio quegli alberi il cui frutto era conosciuto come “ghianda di Giove”. Una coltivazione, quella dei castagni da frutto (Castanea sativa), che nei secoli si diffuse in tutto il Cilento montano tanto da costituire, al giorno d’oggi, un elemento caratterizzante l’entro-

Olga Carlini

IL SOGNO AD OCCHI APERTI DI PERSONE QUALI MASSIMO ORICCHIO, ANGELO CATINO E MOLTI ALTRI CILENTANI, È DIVENUTO REALTÀ CONCRETA IN UN PRODOTTO CHE RINNOVA E CUSTODISCE L’ANTICHISSIMA TRADIZIONE CASTANICOLA DEL CILENTO terra. O almeno così è stato fino ad ora. Oggi infatti anche questo prezioso e caratteristico frutto rischia l’estinzione, e Massimo Oricchio, Presidente della Cooperativa Agricola Castagne del Cilento, ha pensato di valorizzarlo e diffonderne la conoscenza grazie a una nuova crema spalmabile che richiamasse


Sogni ad occhi aperti Castanella nasce dalla passione di un uomo, Massimo Oricchio, Presidente della Cooperativa Agricola Castagne del Cilento, e dal lavoro di molte persone, tra le quali non si può non ricordare il compianto Angelo Catino al quale è stato intitolato il premio Castanella doverosamente assegnato per l’edizione 2016 alla giovane moglie a margine di una manifestazione tenutasi il 29 dicembre 2016 a Magliano Vetere (Sa), paese di origine del grande cilentano scomparso. Il sogno ad occhi aperti di persone quali Massimo, Angelo e molti altri cilentani, è divenuto realtà concreta in un prodotto che rinnova e custodisce l’antichissima tradizione castanicola del Cilento.

uno dei dolci tipici del Cilento, il castagnaccio, ma che potesse raccogliere il consenso di una platea più ampia di consumatori attenti a una sana alimentazione e al proprio benessere.

Sapore genuino Nasce così Castanella, crema prodotta soltanto con buone e sane castagne del Cilento coltivate secondo i metodi della tradizione agricola locale, senza utilizzo alcuno di elementi estranei al salubre e incontaminato ambiente naturale del Parco Nazionale del Cilento. Le castagne vengono raccolte a

mano, una ad una, secondo tradizione dal 5 di ottobre al 3 novembre, poi vengono essiccate mediante disidratazione in essiccatoi ad aria quindi trasformate in farina. Questa stessa farina è quella contenuta per almeno il 30% in ciascuna confezione di Castanella. Nella ricetta rientra anche cacao di ottima qualità ma è del tutto assente l’olio di palma e qualsivoglia grasso animale. Rispetto alle altre creme spalmabili attualmente sul mercato quella Made in Cilento vanta un buon contenuto di carboidrati e di grassi insaturi (benefici per il colesterolo), e un basso contenuto di zuccheri e grassi saturi (“cattivi” e

dannosissimi per la nostra salute). Essendo prodotta con farina di castagne è inoltre ricca di vitamina B1 (importante nella nutrizione dei bambini), B2 e PPP (nota per le sue qualità antiossidanti quindi contro l’invecchiamento). Castanella è stata inoltre riconosciuta dalla Scuola Ambulante di Agricoltura Sostenibile come un prodotto identitario del territorio in cui nasce, ma anche innovativo poiché rilegge in una chiave completamente nuova la millenaria tradizione castanicola di una delle aree protette più vaste d’Europa, il Parco Nazionale del Cilento, che copre buona parte della parte meridionale della provincia di Salerno. Inoltre è stata inclusa a pieno titolo nella grande famiglia degli alimenti della Dieta Mediterranea ed è recentemente approdata sul mercato nazionale italiano. Castanella sta infine riscuotendo un notevole successo anche nel mercato americano dove è stata presentata nella prestigiosa vetrina del temporary store di Official Made in Italy in Broadway Street, tra i rinomati quartieri di Soho e Manhattan, a New York.

dove&come Nel 2017 Castanella è stata protagonista a: gennaio-febbraio New York - USA, presso il temporary store di “Official Made in Italy” al 434 di Broadway marzo Milano, alla fiera “Fa la cosa giusta!” Fiera Milano City Luxembourg City - Lussemburgo, alla fiera “Springbreak Fair” , Luxexpo aprile Napoli, presentata allo store “Eccellenze Campane”, Via Benedetto Brin, 49

Castanella è in vendita nelle province di Salerno e Napoli presso rivenditori autorizzati, “I Castanella Point” (elenco è consultabile alla pagina Facebook www.facebook.com/castanella) e anche on-line sul portale: www.cilentotaste.com

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STORIE il buono d’Italia

Olga Carlini

BACCO, pistacchio divino L’azienda di Bronte, borgo catanese reso celebre dalle sue preziose “pepite verdi”, ci racconta le sue nuove proposte per un anno di gusto e dolcezza. Il segreto del suo successo è una golosa materia prima che dai terreni lavici dell’Etna arriva sulle tavole di tutta Europa 80

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ragees dal cuore di pistacchio, cioccolata bianca e pasta pura di pistacchio. È questa l’ultima novità di casa Bacco, presentata lo scorso inverno dall’azienda siciliana che ha fatto del pistacchio verde di Bronte Dop la sua bandiera. «Si chiamano I Cesaresi e sono sfiziose pepite verdi che, grazie a un comodo pack da 70 grammi, possono essere portate in borsa ed essere gustate nei momenti di pausa», ci racconta la dottoressa Ilary Rey, responsabile marketing e comunicazione di questa realtà artigianale nata dall’iniziativa imprenditoriale di Claudio Luca, che si occupa dell’intera filiera di produzione e trasformazione del pistacchio: dalla raccolta allo stoccaggio fino alla lavorazione e al prodotto finito. Tutto a

partire da una materia prima d’eccellenza che cresce sui terreni lavici dell’Etna e proprio grazie alla sua origine ha un colore verde smeraldo, un profumo intenso e un gusto particolarmente saporito. Buono, genuino, lavorato senza l’aggiunta di conservanti o di grassi di origine animale, il pistacchio è utilizzato da Bacco per realizzare prodotti ricchi di vitamine, sali minerali, fibre e acidi grassi essenziali, ottenuti attraverso tecniche di lavorazione che, pur rimanendo artigianali, combinano la sapienza del lavoro manuale all’utilizzo di macchinari vieppiù perfezionati.

Il gusto della primavera Dal pistacchio lavorato al semilavorato, dalle torte al pistacchio al liquore, dal tor-


rone alla farina di pistacchio, dal croccante alla granella di pistacchio, le creazioni Bacco coprono tutte le sfaccettature della dolcezza. Ma non solo. «Dal mese di giugno fino a settembre le vendite si concentrano sul Pesto alla Brontese – ci spiega Ilary Rey – Si tratta di un condimento già pronto al pistacchio facile da abbinare a pesci come lo spada, o a crostacei come i gamberetti, e quindi molto utilizzato per primi piatti freddi o come salsa di ripieno per secondi piatti. Sempre nei mesi estivi parte del fatturato è dovuta alla vendita della Pasta Pura di pistacchio, nocciola e mandorla per realizzare il gelato nel canale Ho.re.ca, quindi pasticcerie, gelaterie, ristoranti e alberghi nei formati da un chilo; oppure in formati ridotti, da 100 e 200 grammi, per i consumatori che vogliono provare a realizzare il gelato a casa». Par-

QUANDO NELLE NOSTRE ETICHETTE SCRIVIAMO “MADE IN SICILY” LO FACCIAMO CON L’ORGOGLIO DI CHI HA STRETTO UN PATTO CON I PROPRI CLIENTI, IMPEGNANDOSI A FORNIRE SOLO QUALITÀ SICILIANA CON IL MASSIMO DELLA TRASPARENZA

ticolarmente adatte al periodo sono poi le Creme Spalmabili Naturali 3 Ingredienti che, prosegue la Rey, «lo scorso anno hanno ottenuto le 3 stelle oro al Superior Taste Award a Bruxelles. Realizzate solo con 3 ingredienti – pistacchio/nocciola o mandorla, zucchero e olio extravergine d’oliva – non contengono latte e lattosio, possono essere utilizzate per la colazione e la merenda spalmate sulle fette biscottate e sul pane, o come farcia per dolcetti e torte. Contengono il 50% di frutta secca, quindi hanno un gusto intenso che appaga i consumatori più esigenti». Lo showroom Bacco si trova in Via Palermo a Bronte, ma per chi non avesse la fortuna di passare di lì, nei prossimi mesi è possibile incontrare l’azienda in occasione di varie manifestazioni gastronomiche come TuttoFood a Maggio, dove saranno presenti

nel padiglione 10 con uno stand di 36 metri quadri. Ma Bacco è protagonista anche dei principali eventi europei: «a maggio avremo una serie di incontri B2B a Budapest e Bucarest, mentre a giugno saremo a Bruxelles per la consegna dei premi del Superior Taste Awards. Nei mesi caldi le fiere di settore si arrestano per poi riprendere nel periodo autunnale, quindi inizieremo gli eventi di settore a settembre con il Sial a Parigi» conclude Ilary Rey.

Collezione autunno/inverno Il lavoro in casa Bacco non si ferma mai e sono già in pista progetti per la prossima stagione. «A settembre presenteremo un’elegante scatola di cioccolatini al pistacchio da 110 grammi; sul retro della confezione abbiamo inserito l’Inno a Bacco di Omericchio concentrando l’attenzione del consumatore sul brand, legato fin dalla fondazione ai caratteri distintivi del dio romano quali l’estasi, l’ebbrezza e il caos, sensazioni che riteniamo si possano provare assaggiando i nostri prodotti », ci racconta Ilary Rey, che prosegue: «Per quanto riguarda il Natale presenteremo la nostra versione siciliana del panettone milanese, il Panbacco Classico, cercando di sposare la qualità di Bacco alla ricetta tradizionale. Quindi un panettone con uva sultanina, senza canditi, ma impreziosito dal sapore e dall’aroma inconfondibile del pistacchio; il pack riprenderà la forma cubica e gli elementi decorativi dalla scatola del già famoso Panbacco al pistacchio, per mantenere un filo di continuità tra i prodotti da ricorrenza. Anche per il Natale 2017 sarà riproposto il Panbacco Oro Limited Edition, il panettone prodotto nel Natale 2016 per il decennale dell’azienda nella latta in alluminio da collezione che ha ottenuto un importante successo ed è legato alla realizzazione del cortometraggio Il nostro viaggio».

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STORIE il buono d’Italia

ECORÌ: il riso buono e garantito Nasce nel 1999 nel vercellese questa realtà che ad oggi raduna 9 soci produttori e un trasformatore legati dalla volontà di portare sul mercato il prodotto più tipico della loro terra, non solo di eccellente qualità ma anche sostenibile

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l riso è per molti popoli il cibo per eccellenza: un cereale considerato in gran parte del mondo alimento nobile e sacro. Lo sanno bene i soci di Ecorì Agricola, realtà nata dall’amore per la terra di 9 agricoltori vercellesi e novaresi e un socio trasformatore che decidono di mettere sul mercato un prodotto di altissima qualità. I soci (Cascina Brignona, Cascina Cascinassa, Cascina Castello, Cascina Castellone, Cascina Mandria, Cascine Strà, Cascina Sandra, Cascina Marena, Cascina Besina) curano personalmente ogni minimo dettaglio: coltivazione, raffinazione, confezionamento e commercializzazione, per garantire la massima qualità del prodotto. Tutti i produttori vantano una solida tradizione agricola che

per la maggior parte di essi risale a metà del 1800. Su ogni confezione viene indicato il nome del singolo produttore e il lotto: in tal modo è possibile individuare persino l’appezzamento in cui è stato coltivato, come è stato trasformato/raffinato e conservato. Il riso è prodotto in modo “pulito” nel pieno

ECORÌ GARANTISCE AI SUOI CLIENTI L'ECCELLENZA DEL MIGLIOR RISO ITALIANO, UNA PRODUZIONE SOSTENIBILE, PUREZZA VARIETALE AL 100% E RINTRACCIABILITÀ CERTIFICATA

rispetto dell’ambiente in cui viene coltivato secondo tecniche tradizionali, ma con l’ausilio delle tecnologie più innovative; la coltivazione avviene sotto il diretto controllo dei tecnici della regione Piemonte, e tutte le fasi di conservazione dopo la raccolta escludono l’uso dei prodotti chimici. L’obiettivo di Ecorì è infatti quello di produrre un riso interamente ecocompatibile: il rispetto per l’ambiente è stato fin da subito l’elemento caratterizzante del marchio, e tutti i prodotti Ecorì vengono certificati da SGS. Il Riso Ecorì ha la conformità per il Sistema di rintracciabilità di Filiera Agroalimentare. Acquistando il Riso Ecorì si ha la certezza di potersi affidare a un alimento sano sicuro e di qualità superlativa.


I formaggi del Piave dal 1955

LA NUOVA BONTÀ

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NATURALE

C’è una nuova storia che nasce ogni giorno nel cuore puro delle nostre terre, continua nel caseificio Tomasoni e arriva buona e sana sulla vostra tavola. È una storia nuova, ma dolce e tradizionale come le storie di una volta. Questa buona storia è la nuova linea biologica Tomasoni. 100% biologico dal pascolo alla tavola.

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ALMANACCO di Barbanera barbanera

Belli &sani

FAVE,

regine degli orti

Protagoniste indiscusse della bella stagione, piene di allegria come la gita fuori porta del 1° maggio di cui sono cibo rituale, accompagnano da millenni la storia dell’uomo. Semplici e frugali, svelano, sorprendendo, un legame profondo con Eros e Thanatos

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e è nostra intenzione andare alla ricerca della verità, allora l’ultima cosa da fare sarà proprio mangiare l’ortaggio che più di ogni altro abbonda in questi giorni negli orti: le fave. A suggerirlo è Platone – V secolo a.C. – ricordando che ai pitagorici era proibito consumarle perché causa di gonfiori nocivi alla tranquillità spirituale di chi cercava la verità. Per non parlare di Plinio, che nella Roma del I secolo a.C. si spinge addirittura oltre attribuendo al legume la capacità di intorpidire i sensi e provocare visioni. Per quanto ci riguarda, le fave sono un gustoso cibo tipico della primavera, eccellente fonte di acido folico, potassio e magnesio, oltre a contenere rame, fosforo, ferro e una notevole quantità di vitamine. Per il basso apporto calorico, sono poi l’ideale nelle diete. Ma con un segreto: nel piatto mettiamole crude perché la cottura elimina gran parte delle proprietà. Coltivata già in epoca biblica dagli Ebrei, la pianta si diffuse poi nel mondo romano e greco. E furono i Greci a credere che nelle fave si potessero reincarnare le anime.

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M. Pia Fanciulli

Non è un caso allora se anche nella nostra cultura capita di trovare tra i dolcetti tipici del periodo dei Defunti le “fave dei morti”. Per lungo tempo unica leguminosa nota in Europa, venne affiancata dai fagioli solo dopo la scoperta dell’America, mentre furono nello stesso periodo le fave a solcare l’Oceano. Il frutto, il baccello, cresce su una pianta dal fitto fogliame alta dai 50 cm a oltre un metro, e contiene al suo interno dai 5 ai 10 teneri e gustosi semi da mangiare crudi, cotti o da essiccare. E capaci di scaldare anche l’amore se, come accadeva nelle feste romane dedicate alla dea Flora protettrice della natura in germoglio, si gettava sulla folla una cascata di fave quale augurio di prosperità. In tempi più vicini a noi, nella notte di San Giovanni, antico solstizio d’estate, le ragazze da marito nascondevano sotto il cuscino tre fave: una sbucciata, l’altra sbucciata a metà, la terza con la buccia. La prima che capitava in mano al risveglio indicava lo stato del futuro marito: povero in canna, benestante o molto ricco. Insomma, portentose fave, non solo buone!

Per una chiusura di giornata all’insegna del relax che al tempo stesso permetta di tornare in forma, seduti sul bordo della vasca da bagno, facciamo scorrere acqua calda sulle gambe. Tamponiamo poi via l’eccesso e applichiamo, ove occorre, un abbondante strato di miele, meglio ancora di melassa. Armiamoci di libro e tappetino e rilassiamoci così per 30 minuti.

Da ricordare Lunedì 22 maggio Giornata mondiale della biodiversità. La parola è importantissima, e ha in sé il segreto della vita sul pianeta Terra, ma biodiversità non vuol dire soltanto necessità di un equilibrio virtuoso tra ambiente e uomo. Biodiversità è anche bellezza, ricchezza, e per dirla con la filosofa ambientalista Vandana Shiva, è il cuore della grande democrazia della terra. Per questo l’ONU ha istituito 17 anni fa la Giornata mondiale della biodiversità scegliendo per celebrarla la data del 22 maggio. Giorno in cui si fanno i conti sulle specie in via di estinzione, sui paradisi naturali assediati dal cemento, sulle nostre tante dannose “disattenzioni”.

Saggezza popolare · Di maggio, ciliegie per assaggio · Non è san Bernardino, se non riempie di fave il cestino · Quando maggio è tutto in fiore, il sorriso è in ogni cuore



Foto Franco_Alloro

AGENDA Il SAMBUCA buono d’Italia Sicilia

Andiamo a “udienza” a SAMBUCA In programma la terza domenica di maggio la suggestiva processione che rende omaggio alla statua miracolosa del borgo in provincia di Agrigento. Una visita nel centro siciliano ci porta alla scoperta delle sue bontà tipiche

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na manifestazione di profonda fede e folklore. La Festa della Madonna dell’Udienza a Sambuca è il momento in cui tutta la comunità locale ritrova la sua identità. L’annuale appuntamento religioso, quest’anno dal 21 maggio fino alle 7 del mattino del 22, è il più importante in assoluto del borgo della parte più occidentale della provincia agrigentina incastonato al centro dei Monti Sicani. Siamo in un tipico paesaggio agrario, tra pianura e collina, fra il Lago Arancio e il Bosco della Risinata.

Una notte da ricordare La tradizione narra che nel 1575 la popo-

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lazione sambucese afflitta dalla peste fu miracolosamente “guarita” al passaggio del simulacro della Madonna. La scultura dallo sguardo amorevole che reca in braccio il Bambino Gesù, firmata dall’artista rinascimentale Antonello Gagini, diede dunque “udienza”, cioè ascolto, alle suppliche dei fedeli, liberandoli dal flagello. Nel 1903 la statua venne incoronata Patrona di Sambuca, e da allora il rito si ripete e si rinnova: uno spettacolo in cui ogni sambucese riscopre la propria appartenenza storica e identitaria. Cuore della festa è la processione del fercolo di legno che contiene la statua di marmo portato a spalla per le

Foto Franco_Alloro

di Alessandro Luongo


Foto Franco_Alloro

SCELTI PER VOI dove mangiare Lu saracjnu Trattoria in zona prossima al Quartiere Saraceno, immediatamente a ridosso del centro e soprattutto della Chiesa Madre. Cucina tradizionale a km 0. Menù da 20 euro Via Fantasma, 39 − Vicoli saraceni Tel. 092.5942477 www.facebook.com/lusaracjnu

dove dormire Don Giovanni Quattro stelle costruito sul modello dei vecchi bagli siciliani, con 25 camere, ristorante, 2 piscine, centro benessere, parco giochi e giardino aromatico. Doppia da 100 euro Contrada Pandolfina sn Tel. 092.5942511 www.dongiovannihotel.it

Tra sacro e profano La processione, momento clou della festa, è corredato da numerosi appuntamenti, quali corse di cavalli, sfilate, concerti... Come ad esempio il Palio dell’Udienza, spettacolo equestre con cavalieri e amazzoni in Piazza del Palio, ma anche eventi che s’ispirano alla tradizione dell’antica Zabut (Sambuca) e dei suoi quartieri. Inoltre, dai primi di maggio, tutta la popolazione è al lavoro per trasformare lo spazio profano in spazio sacro allestendolo con luminarie e percorrendolo più volte per nove sere consecutive recitando canti e preghiere.

vie del centro storico lungo tutta la notte dai membri della Confraternita, i cui abiti sono ricamati in seta e oro. La discesa della statua di Maria SS. dell’Udienza è accompagnata da antichi canti popolari e la processione culmina in maniera trionfale con i fuochi d’artificio. Per l’occasione è montata una vecchia luminaria, unica nel suo genere, la cosiddetta “illuminazione alla Veneziana”, costituita da elementi in legno sagomati e bocce in vetro di Murano (ora di Ebron) che creano un’atmosfera unica.

La tradizione nel piatto Non solo saperi, ma i anche sapori sono protagonisti a Sambuca. A dover essere menzionate la produzione enologica della Doc Sambuca di Sicilia (Chardonnay, Grillo e Nero d’Avola) e quella casearia,

in particolare la vastedda del Belice, il formaggio Dop ottenuto interamente dal latte di pecora della Valle del Belice, assunto a simbolo di un patrimonio storico, culturale e produttivo da promuovere e tutelare. Rinomate sono poi le minni di virgini (seni di vergine), dolce tipico sambucese, ideato da Suor Virginia del Casale di Rocca Menna nel 1725 in occasione del matrimonio del marchese Pietro Beccadelli con donna Marianna Gravina; la religiosa, secondo una consolidata leggenda letteraria locale, ispirata dalle dolci colline di questa valle, ideò una leccornia che nelle forme richiamasse questi luoghi e nel gusto la genuinità di questa terra, ottenendo un dolce al quale il borgo ha dedicato anche una sagra. Il centro belicino è rinomato, infine, per l’allevamento della lumaca. Sambuca offre pertanto al visitatore un viaggio tra storia e arte, tradizioni e credenze popolari, coniugando la bellezza dei luoghi alla genuinità dei suoi prodotti. maggio 2017

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Gilda Ciaruffoli

cibo

SAGRA DEL CARCIOFO MORETTO

CANTINE APERTE... E SOLIDALI È l’evento enoturistico più importan-

ve gastronomiche e culturali che fiori-

te in Italia, con circa 900 cantine so-

scono attorno all’evento su iniziativa

cie del Movimento Turismo del Vino

degli stessi vignaioli: concerti, reading,

che aprono le loro porte al pubblico,

escursioni... Da ricordare inoltre la

favorendo l’incontro e lo scambio

Bottiglia Solidale, progetto realizzato

tra produttori e appassionati. Oltre

dall’MTV delle Marche e adottato da

alla possibilità di assaggiare i vini e di

tutte le regioni italiane per sostenere

acquistarli direttamente in azienda,

le popolazioni colpite dal sisma. L’e-

anche durante questa 25a edizione

tichetta potrà essere apposta a ogni

sarà possibile scoprire i segreti del-

bottiglia che sarà venduta al prezzo

la vinificazione e dell’affinamento, e

simbolico di 10 euro, interamente de-

partecipare alle innumerevoli iniziati-

voluto in iniziative solidali.

Il grazioso borgo di Brisighella celebra con una festa fatta di degustazioni e piatti tipici, uno dei suoi prodotti d’eccellenza, un carciofo che si coltiva solamente in una specifica area del comune sito sulle colline del Ravennate. Ad oggi sono una trentina i produttori di Moretto, di cui 10 sono stati insigniti del titolo di Custode del Carciofo Moretto nell’ambito di un progetto per il recupero di questo storico prodotto e per la sua valorizzazione.

LAMBRUSCO MIO

Modena, 13-14 maggio

www.movimentoturismovino.it

Nel cuore dei Castelli Romani si svolge la terza edizione della manife-

stazione che accende i riflettosi sulla

migliore produzione enologica nazio-

nale e internazionale. Quattro infatti le aree di degustazione: i vini dei Ca-

stelli e del Lazio, che propone le migliori bottiglie prodotte nel territorio che circonda Nemi; i vini d’Italia, con cantine che provengono da varie regioni, tra le quali il Trentino Alto Adige, la Toscana e la Sardegna; i vini naturali e biodinamici, con vitigni italiani, francesi, austriaci e sloveni, la cui produzione non fa ricorso all’utilizzo di metodologie o ingredienti aggiuntivi; gli eleganti calici francesi, novità dell’edizione 2017, con pregiate bottiglie dell’Alsazia, della Loira, della Borgogna e del Bordeaux.

Nemi (Rm), 20-21 maggio www.castelliexperience.it

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www.brisighella.org

Per la prima volta un Museo Civico apre le porte a un vino: dall’antenato del Lambrusco a oggi, viene proposto un percorso sulle tracce di questa secolare tradizione tra degustazioni, incontri con esperti e visite guidate alle raccolte del Palazzo dei Musei di Modena. Per l’occasione oltre 20 tra le migliori cantine emiliane presentano le loro produzioni per accompagnare il pubblico alla riscoperta delle bollicine rosse Dop simbolo della cultura di questo territorio.

Località varie, 27-28 maggio

BORGO DIVINO

Brisighella (Ra) 7 e 14 maggio

tradizioni

di

AGENDA il buono d’Italia

www.tutelalambrusco.it

FRANCIACORTA IN FIORE Accogliente, vivace, unica: anche quest’anno la Rassegna botanica di rose ed erbacee perenni. Storia, fragranze e sapori di Franciacorta, fiorisce nel borgo antico di Bornato in provincia di Brescia. Tema conduttore della manifestazione Il paesaggio come risorsa – Dal paesaggio per il territorio, una proposta per ripensare la Franciacorta che accomunerà tutte le iniziative in programma, da quelle espositive-commerciali a quelle culturali e gastronomiche. Undici le dimore storiche aperte al pubblico dove vivere una giornata tra fiori, arte e calici di vino.

Bornato (Bs), 19-2 maggio www.franciacortainfiore.it


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IL BEN FATTO d’Italia

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LE MANI RACCONTANO Da una falegnameria friulana le “Stradivari” delle due ruote

AREZZO,

dalla terra all’oro

Castiglion Fibocchi, Monte San Savino, Subbiano, Cortona, Foiano della Chiana e Lucignano sono alcuni dei centri toscani che compongono il distretto dell’oreficeria aretino. Un fiore all’occhiello della produzione italiana che non teme rivali perché sempre capace di rinnovarsi e diversificarsi

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COMPAGNE DI STRADA

di Marco Gemelli

È

un percorso che muove i passi da un’economia agricola e arriva alla nascita del distretto orafo, quello che delinea lo sviluppo di Arezzo nei decenni dal dopoguerra a oggi. Durante il boom economico, in particolare, la tradizione orafa della cittadina toscana ha vissuto una seconda giovinezza, dopo essere fiorita per la prima volta al tempo degli etruschi: accanto ai laboratori per la lavorazione di pelli, pietre e continua a pag. 92

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IL BEN FATTO d’Italia

Nelle immagini di queste pagine: gli interni del museo Unoaerre, la parure Nuvole disegnata per l’azienda da Giò Pomodoro nel 1999 e un momento della lavorazione artigianale dei preziosi

ferro battuto, infatti, le piccole botteghe vocate alla realizzazione di oggetti in oro hanno conquistato l’attenzione e la stima dei mercati internazionali. A spingere le sorti dell’oreficeria aretina è stata più di tutte l’impresa Unoaerre che dal 1926,

L’appuntamento Il nome completo è Mostra Internazionale dell’Oreficeria, Argenteria e Gioielleria, ma tutti la conoscono come Oro Arezzo: dal 1980 la fiera (dedicata agli addetti ai lavori) presenta il meglio della produzione orafa italiana, più qualche espositore estero. In mostra gioielli, pietre preziose, perle, cammei e coralli, montature, ma anche macchinari, attrezzature e servizi per oreficeria, sistemi di sicurezza e software e tutto quanto rientri in questo prezioso ambito.

6-9 maggio www.oroarezzo.it 92

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anno della fondazione, è cresciuta fino a conquistare rilevanza mondiale grazie anche a collaborazioni artistiche con Manzù, Annigoni, Dalì o Pomodoro.

Dagli etruschi ai giorni nostri Dal colosso Unoaerre fino ai piccoli artigiani, il legame tra il distretto orafo e la città – nato nella notte dei tempi, da quando cioè la capacità degli etruschi di lavorare i metalli si è affinata fino è entrata nel Dna stesso degli abitanti della zona – è diventato col tempo inscindibile: praticamente ogni aretino ha in famiglia o nella cerchia di amici qualcuno che ha lavorato o lavora nel mondo dell’oreficeria. In questo comparto esistono infatti una cultura elevata e una competenza diffusa tali da far sì che anche chi non è del settore conosca i rudimenti dell’arte orafa. Oggi il lavoro è equamente diviso tra uomini e donne: le lavorazioni meccaniche sono appannaggio di manovalanza maschile, mentre quelle di finitura (lu-

CIÒ CHE ANCORA MANCA AD AREZZO È UNA VERA “STRADA DELL’ORO” CHE POSSA DARE ANCHE IMPULSO AL TURISMO. UN IMPORTANTE PASSO IN AVANTI AL RIGUARDO SARÀ L’APERTURA DEL MUSEO ORAFO ARETINO CHE STA PER ESSERE ULTIMATO NELLE SALE DEL PALAZZO DELLA FRATERNITÀ DEI LAICI


Il Museo dell’Oro è realtà L’autentica eccellenza territoriale trova la sua collocazione in un museo situato nel Palazzo Fraternita dei Laici, edificio realizzato tra il ‘300 e il ‘500. Dopo il restauro terminato nel 2011, il palazzo, che ha ospitato per secoli il Tribunale, diventa la casa dell’oro. Il 6 maggio l’inaugurazione ufficiale di un progetto che non riguarda solo l’oro: il museo si compone di 10 stanze, di cui 7 dedicate alla pittura e all’archeologia. Tre invece, sono quelle interamente adibite all’arte orafa cittadina.

cidatura, saldatura…) vedono più spesso al lavoro maestranze femminili. C’è poi il caso di aziende “rosa” tout court: Elisa Cencini da 20 anni è titolare e art director di Mariasole Gioielli, una delle eccellenze del territorio. A vent’anni ha aperto il suo primo atelier nel centro storico di Arezzo dove esponeva monili disegnati da lei e realizzati a mano da artigiani del territorio. Ciò che ancora manca ad Arezzo però è una vera “strada dell’oro” – era un

vecchio progetto, mai portato a compimento – che possa dare anche impulso al turismo. Un importante passo in avanti, al riguardo, sarà l’apertura del museo orafo aretino che sta per essere ultimato nelle sale del Palazzo della Fraternità dei Laici.

Tra crisi e rinascita Il successo dell’oro di Arezzo è merito anche della versatilità della produzione, che oscilla tra monili e alta gioielleria, arte sacra, servizi da tavola, complementi d’arredo, incisioni, sculture e quadri. I committenti arrivano da ogni parte del mondo, al punto che con le sue 1.206 aziende il distretto aretino pesa un terzo dell’export italiano del comparto (1,3 miliardi). Nonostante la crisi economica degli utimi anni abbia lasciato tracce importanti, ancora oggi – insieme ai distretti di Valenza, in Piemonte, e Vicenza – Arezzo tiene alte le insegne italiane sia per quanto riguarda l’oreficeria tour court sia per nicchie più peculiari, nonostante un mercato interno fermo e quelli esteri condizionati da cambi monetari, fattori geopolitici e instabilità. «Lo stato di salute del distretto rispecchia l’andamento del Paese – spiega il presidente della consulta orafa, Gabriele Veneri (Cna) – e restiamo in attesa di politiche nazionali più lungimiranti per sprigionare il nostro potenziale, ancora sottosfruttato. Abbiamo perso il mercato medio e quello nazionale ma siamo pronti alla rinascita, perché Arezzo è senza dubbio la città più attrattiva d’Europa per fatturati e quantitativi di oro».

dove&come

Località San Zeno - Strada E5 Tel. 0575.9251 www.unoaerre.it maggio 2017

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IL BEN FATTO d’Italia

Le STRADIVARI della strada Sono otto, tra alto di gamma e prêt-à-porter, i modelli di CarrerBikes tra i quali è possibile scegliere. Non semplici biciclette ma capolavori realizzati in legno e lavorati a mano come fossero barche di lusso. Uniche come lo è ogni essenza lignea, con i suoi nodi, le sue venature, il suo fascino naturale di Isa Grassano

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i guarda il telaio con le sue perfette venature e ci si chiede quanto tempo ci sarà voluto per trovare il colore giusto, come si raggiunge quel livello di maestria che permette di esaltare ogni dettaglio. I misteri del legno e l’abilità dell’uomo sono i protagonisti alla falegnameria e carpenteria nautica Fratelli Perin nella Marina Sant’Andrea di San Giorgio di Nogaro. È qui che nascono le CarrerBikes, volute da Gianni Carrer, architetto e imprenditore con la passione per il mare.

In sella a un’opera d’arte

C’è il profumo del legno che si mescola a quello del mare, che si mischia con la polvere di seghetti e attrezzi che tagliano, limano, rifiniscono. C’è il lavoro di ore

per plasmare come sculture ogni pezzo. Ci sono le mani di Attilio e Renato Perin, maestri d’ascia formatesi nei Cantieri Camuffo, tra i più antichi al mondo, un po’ artigiani e un po’ artisti, che costruiscono e ristrutturano barche in legno ma che per amicizia con Gianni Carrer hanno iniziato a realizzare biciclette, chiamate le “Stradivari della strada”. «Da sempre amo andare in barca, ma anche muovermi in punta di pedale. Poi un giorno ho avuto un incontro fortuito con una barca di legno abbandonata a Trieste. L’ho recuperata e fatta restaurare dai Perin – dice Gianni e aggiunge – Mentre li guardavo lavorare ero incantato e ho chiesto loro se sarebbero stati in grado di fare anche una bici. Abbiamo iniziato così».


I MISTERI DEL LEGNO E L’ABILITÀ DELL’UOMO SONO PROTAGONISTI ALLA FALEGNAMERIA E CARPENTERIA NAUTICA FRATELLI PERIN NELLA MARINA SANT’ANDREA DI SAN GIORGIO DI NOGARO. È QUI CHE NASCONO LE CARRERBIKES VOLUTE DA GIANNI CARRER La preziosità del loro operare è riconosciuta. Non creano solo un prodotto ma un’idea, una storia. Il materiale principe, il legno, deve essere conosciuto perfettamente dal maestro d’ascia in tutte le sue caratteristiche, perché ogni essenza – per duttilità, resistenza, elasticità, durezza – nella barca ha un posto preciso, e così anche nelle biciclette. Le due ruote Carrer hanno un telaio in legno costruito artigianalmente e passano controlli di tolleranza paragonabili ai migliori maestri dell’arte orologiera. Pure la chiusura dei telai e l’installazione della componentistica è manuale, così come molti passaggi tra cui la verniciatura finale che, paragonabile a quella delle imbarcazioni, è fatta rispettando pazientemente i tempi di asciugatura di ogni mano, prima di passare a un’altra. A questo si aggiungono strumenti moderni di alto livello e buone prestazioni. Ogni telaio è unico, così come ogni albero è unico in natura: la dimensione di un nodo, la tonalità di una venatura sono elementi che lo impreziosiscono, rendendo assolutamente originali essenze come rovere, frassino, wengé, olmo. Grazie alle caratteristiche intrinseche del legno si ottiene una pedalata morbida e confortevole e non si avvertono le vibrazioni trasmesse dalla strada alle ruote. E così si sta on the road pedalando una piccola opera d’arte, con una filiera tutta italiana, senza eccezioni. E ciascun modello non passa inosservato. «Una volta – continua Gianni Carrer – sono stato a Venezia per un evento nell’ambito della Biennale

In apertura: una “Stravidari della strada” in tutta la sua bellezza. In questa pagina, immagini della sua creazione; in alto Gianni Carrer, Renato e Attilio Perin

di Architettura. Per raggiungere la sede ho caricato in spalla la bici; a ogni ponte mi riposavo un po’ e la posavo: vedevo che la gente si fermava incuriosita a fotografarla. E la stessa cosa succede quando la mettiamo in bella mostra in qualche showroom o boutique raffinata».

dove&come Carrerbikes Via Valgrande 35 Bibione (Ve) Tel. 0431.430035 www.carrerbikes.it

Quale scegliere? I modelli sono otto, l’alto di gamma è rappresentato dalle quattro biciclette sportive Bibione, Maranello, Milano e Valgrande e dalle due city bike Iroko e Venezia, anche in versione e-bike. A queste si sono aggiunte Garda e Dolce Vita, una collezione prêt-à-porter, con il telaio realizzato in legno di rovere, sicuramente più accessibile a tutti. Una scelta democratica del lusso, come sottolinea Carrer. E quando gli si chiede chi vorrebbe vedere in sella a una delle sue bici, risponde senza esitare: «mi piacerebbe Bruno Cucinelli perché lo considero il nostro punto di riferimento come imprenditore e perché è un uomo capace di valorizzare l’artigianalità e le tradizioni. Un po’ quello che sto cercando di fare io. A lui la regalerei».

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IL BELLO d’Italia COMPAGNE di strada

Federico Ferrero

TIPO SW, familiare per tutti i gusti In queste immagini la nostra prova in anteprima sulle strade dell’ultimo modello station wagon firmata Fiat

Dopo il debutto della nuova Fiat, la famiglia si è allargata con l’arrivo della versione 5 porte e, infine, con la station wagon, la familiare tanto attesa nella gamma Fiat. Abbiamo deciso di mettere alla prova a la nuova station wagon per scoprirne tutte le caratteristiche: a colpirci il confort sartoriale e la possibilità di scegliere l’allestimento giusto per ogni esigenza 96

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rodotta a Bursa in Turchia – in uno dei migliori siti industriali automotive del mondo – la nuova Tipo SW è stata concepita e firmata dal Centro Stile FCA, orgoglio italiano in fatto di design. Lunga 4,57 metri, riprende in tutto e per tutto il frontale della hatchback con i gruppi ottici caratterizzati da una striscia LED per le luci diurne. Anche la silhouette è simile a quella delle cinque porte, con la differenza che in questo caso il corpo vettura è semplicemente allungato, caratterizzato da proporzioni ben dosate. Anche il posteriore rimane fedele alla “sorella minore”, propone fari che ricordano un bastone da hockey e mantiene le stesse linee che stanno facendo il successo di tutta la famiglia. La maggiore lunghezza si concretizza in un vantaggio sia per i passeggeri, anche quelli più alti, sia per il bagagliaio, che ora vanta una capienza di ben 550 litri,

senza “scalini”. Una capacità di carico tale, rende la Tipo SW l’auto ideale per chi cerca praticità di utilizzo, nel tempo libero come in ambito professionale.

Comodi e connessi Prima di metterci in marcia abbiamo apprezzato il nuovo schermo tablet da 7 pollici touchscreen. Si tratta del sistema di infotainment Uconnect 7″ HD Live con schermo capacitivo che permette il “pinch&swipe”, ovvero un utilizzo del tutto simile a quello dei moderni tablet. Il sistema di ultima generazione include l’interfaccia Bluetooth con vivavoce, streaming audio, lettore di SMS e riconoscimento vocale, porte AUX e USB, comandi al volante e, a richiesta, telecamera di parcheggio posteriore e il nuovo sistema integrato di navigazione TomTom 3D. Inoltre a colpirci positivamente sono state


SCARICANDO L’APP GRATUITA UCONNECT LIVE SI PUÒ GODERE DELLA MUSICA IN STREAMING CON DEEZER E TUNEIN, DELLE NEWS CON REUTERS, DELLA NAVIGAZIONE CONNESSA CON TOMTOM LIVE E DELLA POSSIBILITÀ DI ESSERE SEMPRE CONNESSI CON FACEBOOK CHECK-IN E TWITTER

le numerose regolazioni di sedile e volante che ci hanno permesso di trovare presto la corretta posizione di guida. Il propulsore che abbiamo scelto per la nostra prova su strada è il noto 4 cilindri turbodiesel 1.6 l di casa Fiat, con una buona risposta fin dai bassi regimi che la rende agile nel traffico cittadino e briosa fuori, grazie alla potenza di 120 CV. La Tipo vede come habitat ideale sia la città, sia i percorsi extra-urbani, dove i consumi sono al vertice della categoria e la buona insonorizzazione dell’abitacolo rende piacevole ogni viaggio. Positivo anche l’assetto, grazie alle sospensioni che assorbono bene le sconnessioni stradali e, allo stesso tempo, garantiscono un buon feedback in curva. A livello di motorizzazioni, sono disponibili il diesel Multijet 1.3 da 95 CV, il benzina 1.4 da 95 CV e il T-jet da 120 CV, disponibile anche a Gpl. Pronto in gamma anche il nuovo cambio automatico a doppia frizione DCT, abbinato al motore 1.6 Multijet da 120 CV.

Una per ogni esigenza La nuova Fiat Tipo Station Wagon si articola su 5 allestimenti: Pop, Easy, Lounge, Business Easy e Business. Quest’ultimi due sono pensati espressamente per le flotte

aziendali. L’allestimento Easy Business è arricchito della regolazione lombare sedile guidatore e della presa di corrente nel vano bagagliaio, che si aggiungono ai sensori di parcheggio, Cruise Control, Brake Control e Speed Limiter, sistema di infotainment Uconnect NAV 5” con navigatore Tom Tom 3D. Mentre l’allestimento Business, che offre di serie ulteriori importanti contenuti di tecnologia, comfort e sicurezza: Uconnect NAV 7” HD LIVE, dotato di sistema di navigazione integrato Tom Tom 3D, sensori di parcheggio posteriori, regolazione lombare del sedile di guida, fari fendinebbia e uno specifico pacchetto di ausilio alla guida che comprende Adaptive Cruise Control, Full Brake Control e Speed Limiter. La Business si caratterizza inoltre per i cerchi in lega da 16’’, mentre 17’’ sono offerti come opzione senza sovrapprezzo. Una formula pensata per i liberi professionisti e per le ditte individuali sull’acquisto di Tipo è “Be-Free Pro” un concetto di mobilità per muoversi senza i pensieri legati alla gestione dell’auto. Si tratta di un canone fisso per tutta la durata del contratto e inclusivo dei principali servizi assicurativi, di assistenza e di infomobilità. Il pacchetto “Be-Free Pro” per Fiat

Tipo è disponibile anche nella formula integrata “Be-Free Pro Plus” inclusiva di coperture riparazione danni, furto, incendio e manutenzione ordinaria e straordinaria senza anticipi e un cambio gomme Il listino prezzi della Fiat Tipo Station Wagon parte da 17.300 euro

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VINI&motori

di

Francesco Condoluci

MÉGANE,equilibrata come un VALPOLICELLA Al pari della pregiata Doc veneta, la versione Sporter dell’auto francese piace subito: per l’aerodinamica raffinata, il design stiloso e l’accuratezza dei dettagli. Ma approfondendo la “degustazione” - così come il vino rosso veronese rivela retrogusti inaspettati - anche la station wagon stupisce per le sue “doti nascoste”: guidabilità, confortevolezza, tecnologia all’avanguardia

S

i scrive Sporter, si legge station wagon. Ma, attenzione: perché l’ultima versione “familiare” della Renault Mégane riscrive un po’ le regole delle tradizionali auto per la famiglia. La casa francese, infatti, non si è limitata ad aggiungere centimetri (alla scocca) e spazio (nel bagagliaio) alla berlina. Niente di tutto questo: quello della Mégane Sporter, al contrario, è un progetto concepito “ad hoc”. Un’idea sviluppata in parallelo alla versione Mégane berlina che sembra fatta apposta per ammaliare i papà (o le mamme) amanti del design e dell’eleganza abbinata alla sportività. Pensata per la famiglia sì, ma senza perdere di vista linee flessuose e stile accattivante, in buona sostanza. Se dovessimo paragonarla ad un vino, la accosteremmo subito a un Valpoli-

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cella: un rosso equilibrato, che piace a tutti, di ottima beva, ma anche di gran personalità. Come il pregiato vino Doc della provincia di Verona, la Sporter piace subito, per l’aerodinamica raffinata, armoniosa e slanciata (affatto scontata in un station wagon), l’estrema spaziosità e confortevolezza, l’accuratezza dei dettagli: dall’assetto ribassato che ne dinamizza la silhouette ai gruppi ottici sempre minuziosamente rifiniti. Ma se approfondite la “degustazione”, così come il Valpolicella vi lascerà stupiti per il suo retrogusto amarognolo che fa capolino appena dietro il sapore immediatamente asciutto e vellutato al palato, la vettura francese vi lascerà incantati anche per le sue doti meno appariscenti ma non meno sostanziali: ovvero la piacevole guidabilità, la sicurezza,

l’abitabilità del divano per i passeggeri e – ultima ma non meno importante – la dotazione tecnologia all’avanguardia offerta dal sistema di infotainment R-Link 2 installato sul touchscreen verticale da 7 pollici che fa bella mostra sulla plancia. Navigatore, telefono, multimedia, climatizzatore e assistente alla guida, oltre al sistema Multisense che dà la possibilità di personalizzare l’abitacolo anche sul piano del colore delle luci (in modalità “Comfort”, mentre state guidando, il sedile vi regalerà un delizioso massaggio lombare): a bordo di Mégane Sporter avete a disposizione tutto ciò che vi serve, e anche di più! Una permanenza, quella all’interno dell’auto, resa ancora più gradevole dalla perfetta insonorizzazione e dai materiali di ottima qualità usati. Molto ampia infine, la gamma delle motorizzazioni che fanno della Sporter un’auto di grande versatilità. Noi abbiamo provato la Energy dCi da 130 cavalli con cambio manuale a 6 rapporti: un compromesso perfetto tra brio del motore e comfort alla guida. Mégane Sporter 1.6 Bose dCi 130 Prezzo di listino: 28.550 euro



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www.lambrusco.net

www.enzopancaldi.it - ph: Carlo Guttadauro, Archivio www.lambrusco.net


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