Italo i Viaggi del Gusto agosto 2015

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agosto 2015

ITALO i VIAGGI DEL GUSTO by VDG MAGAZINE I VIAGGI DEL GUSTO | ANNO 5 | N.50 | MENSILE | EURO 4,90

i Viaggi del Gusto

ALBERGO ITALIA VIAGGIO NELL’HOTELLERIE DEL BELPAESE

Dalle strutture storiche al lusso, dalle nuove tendenze alle curiosità: tutti gli hotel con “una storia da raccontare”

FOCUS

WINE PASSION

CIBO&TERRITORIO

NUTRITION

In Trentino c’è posto (letto) per tutti Le antiche masserie della Puglia Il pomodoro “in tutte le salse” Guida alle gelaterie artigianali

Sardegna, non solo Cannonau Elisabetta Rogai, la pittrice del vino

ITINERARI

La “Cavalcata” di Ostuni Lago Maggiore, le isole Borromee

VdG Magazine Come cuocere peperoni e melanzane Kilocalorie, istruzioni per l’uso Seguiteci su In foto, una camera con vista dell’Argentario Golf Resort&Spa di Porto Ercole


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editoriale

di Domenico Marasco

segreteriadiredazione@vdgmagazine.it

Gli hotel, un’altra eccellenza italiana Mettiamoli in rete coi territori e ripartiamo dal turismo Cari lettori, su questo numero agostano, anche per offrire un servizio a chi ancora non ha scelto dove andare in vacanza, abbiamo deciso di proporvi un viaggio nel mondo degli alberghi italiani. Un omaggio doveroso a un segmento, quello dell’hotellerie nazionale, che, manco a dirlo, vanta delle eccellenze mondiali assolute. Saremo noiosi e ripetitivi, ma le strutture ricettive che abbiamo in Italia, così come tante altre risorse che può annoverare il nostro Paese, non ce le ha nessun altro nel mondo. In copertina, ad esempio, vi presentiamo il Golf Resort & Spa dell’Argentario, un vero gioiello dell’Italian style in fatto di hotel. Questo resort è un compendio dell’italianità intesa nella sua accezione più alta: il design elegante e raffinato, un’accoglienza professionale e calorosa, un’offerta gastronomica a tante stelle, un contesto territoriale infine, quello dell’Argentario appunto, su cui è anche superfluo spendere commenti. Le “camere con vista” degli alberghi italiani, del resto, come sanno bene i tanti ospiti stranieri che li affollano in ogni stagione, sono insuperabili. Nelle pagine successive, trovate comunque una guida completa a tutti quegli hotel italiani “che hanno una storia da raccontare” e potrete leggere le nuove tendenze del settore, le novità, le analisi dei protagonisti e soprattutto soluzioni di viaggio per tutti i gusti e tutte le tasche. Dopo aver messo a punto e avervi regalato questo focus sull’hotellerie italiana, consentiteci però di fare anche un appunto alla categoria degli albergatori. Il cui unico difetto, a nostro avviso, è quello relativo alla mancanza di comunicazione. Gli alberghi, in sostanza, non investono in promozione, o meglio investono pochissimo. Forse perché troppo abituati

in passato alle segnalazioni “gratuite” gentilmente concesse dai tanti giornali di turismo. Oggi però molte di quelle testate sono scomparse dal panorama editoriale e gli albergatori, piuttosto che investire sui giornali che ancora resistono, pensano di risolvere il problema della visibilità con Booking o TripAdvisor. Cioè attraverso il mero commento dei clienti, obiettivo o meno che sia. Potremmo aprire qui una parentesi su certi scandali che hanno visto protagonisti gli utenti di queste piattaforme, tra i quali si annidano, ovviamente, anche furbetti pronti a estorcere danari alle strutture ricettive in cambio di una recensione positiva. Ma preferiamo non farlo. Piuttosto ci preme rilevare che i commenti possono aiutare, certo, ma sicuramente non sono in grado di esprimere le sensazioni che si provano alloggiando in un hotel e tutte le emozioni che regalano i luoghi e le location. Per cui, agli amici albergatori, diciamo: svegliatevi e pensate a comunicare meglio le vostre strutture. Una bacchettata va data, inoltre, anche alla classe politica, che alla stregua di quanto (non) ha fatto per l’agricoltura, non ha mai saputo vedere nel turismo un vero driver economico. Doppia colpa. Basterebbe mettere in rete, sulla scorta di quanto fatto dalla Francia, le risorse di questi due segmenti: hotel (e ristoranti) + territorio (e cibo e cultura) per ricostruire l'identità economica di un Paese che sta perdendo l'industria, pezzo dopo pezzo. Cari politici, fatela questa riflessione, sotto l’ombrellone. E buon viaggio del gusto a tutti

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sommario sommario agosto 2015

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12 Almanacco di Barbanera 14 Appuntamenti

22 Cover story Fin dagli albori della civiltà, le persone viaggiano e si spostano. E chi si sposta, va da sè, ha bisogno di un rifugio per rifocillarsi e passare la notte. Quella dell'ospitalità è dunque una storia che scorre in parallelo al progredire dei popoli. Con l'albergo che, da "mero alloggio per forestieri", nei secoli è diventato sempre più estensione di una filosofia, di una cultura e del senso del piacere. Una storia, nella quale l'Italia ha recitato da sempre un ruolo di primissimo piano. Quello che vi proponiamo è un breve viaggio, dall'Alto Adige alla Sicilia, nel mondo dell'hotellerie nazionale, tra antiche locande e nuove tendenze: ecco per voi tutti gli alberghi con una "storia da raccontare"

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panorama 34 Ospitalità Capitale Gli hotel che hanno fatto epoca: andiamo a Roma per un Grand Tour dei giorni nostri

36 L'intervista: Bernabò Bocca

Il presidente di Federalberghi fa il punto con noi sullo stato dell'arte dell'hotellerie italiana

38 Panorama Imprese

Così la BreBeMi potrà cambiare le autostrade lombarde: parla il manager Francesco Bettoni

40 Con la Calabria nel cuore L'Italia che merita è anche quella di Peppino Accroglianò, mentore dei calabresi nel mondo

cibo&territorio 44 Il pomodoro in tutte le salse

Il re della tavola italiana per eccellenza in tutte le varianti di forma, colore e utilizzo in cucina

52 Gelatai d'altri tempi

Prodotti freschi, metodi antichi e fantasia: guida alle gelaterie italiane più genuine

56 Wine tour: i vini sardi

Non solo Vermentino e Cannonau: ecco la Sardegna del vino che riserva tante sorprese

58 La salute nel piatto Peperoni e melanzane: Veronesi spiega come trasformarli in alimenti alleati della salute

68 Scienza e vita: le kilocalorie

Cosa c'è dietro quei numeri che leggiamo sulle etichette dei cibi? La parola all'esperto

70 Il buono a tavola, ricette d'estate



sommario sommario agosto 2015

magazine

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i Viaggi del Gusto Rivista ufficiale del CIM

Direttore Responsabile Domenico Marasco Direttore Editoriale Sergio Luciano Coordinatore di redazione Francesco Condoluci Grafica e impaginazione Daniel Addai Editing Gilda Ciaruffoli Redazione web Greta La Rocca Segreteria di redazione Monia Manzoni - Tel. 02.8688641 ufficiotraffico@vdgmagazine.it

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Responsabile relazioni esterne Roberto Patti Editore: Opera Italia Srl Via Pola, 15 20124 Milano Sito web: www.vdgmagazine.it Stampa: Tiber S.p.a. 25124 Brescia (Bs) Distribuzione Italia So.Di.P. S.p.A. Via Bettola 18 20092 Cinisello Balsamo (MI)

Abbonamenti

inviaggio

piaceri

74 Puglia, andar per masserie Tour nel Tacco d'Italia, seguendo un itinerario

108 L'Italia in mostra: Taverna

che passa dal turismo di campagna

Un museo diffuso e tanti eventi: il paese di Mattia Preti punta forte sulla cultura

82 Avanti, in Trentino c'è posto

112 Piaceri/home

114 Bellezza & benessere

....per tutti. Viaggio tra gli alberghi della regione con il più alto numero di strutture ricettive

88 Borromee, le isole incantate

L'Isola Bella e l'Isola Madre: le perle del Lago Maggiore, scrigni di storia, arte e di natura

94 Travel Quotidiano news 98 Proposte week-end

116 Soste d'arte 118 Shopping

Opera Italia Srl - Via Pola 15 - 20124 Milano Tel. 02.86886479 - fax 02.89053290 abbonamenti@vdgmagazine.it Il Servizio abbonati è in funzione dal lunedì al venerdì dalle 10,00 alle 12,30. L’abbonamento può avere inizio in qualsiasi periodo dell’anno. L’eventuale cambio di indirizzo è gratuito. Informare il Servizio abbonati almeno 20 giorni prima del trasferimento, allegando l’etichetta con la quale arriva la rivista. GARANZIA DI RISERVATEZZA PER GLI ABBONATI L’Editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione ai sensi dell’art. 7 del D. leg. 196/2003 scrivendo a: Opera Italia Srl Sede legale: via Pola 15 - 20124 Milano Redazione: via Pola 15 - 20124 Milano tel. 02.8688641 - fax 02.89053290 Registrazione Tribunale di Milano n. 92 del 10/02/2011 L’editore ha ricercato con ogni mezzo i titolari dei diritti fotografici senza riuscire a reperirli. È ovviamente a piena disposizione per assolvere quanto dovuto nei loro confronti

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Responsabile per i cambi merce pubblicitari Ruggero Marasco (VdG Market)

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agosto almanacco di barbanera

di M. Pia Fanciulli

La notte che piovvero stelle L'aria profuma di basilico, pronto per essere raccolto. E di pomodori, con i quali fare golose conserve. Dopo una giornata di mare e sole, si attende il calar della sera per assistere al “pianto” di San Lorenzo

Da ricordare Lunedì 10 agosto – San Lorenzo Sarà il cielo, come ogni anno, protagonista di una delle notti più attese. O meglio, saranno le sue stelle, quelle della notte di San Lorenzo, a tenerci tutti con gli occhi pronti a fare nostro quel rapido guizzo di luce a cui affidare sogni e desideri. Dette anche Perseidi, perché sembrano irradiarsi dalla costellazione di Perseo, quelle che vediamo cadere non sono in realtà stelle, ma meteoriti, lo sciame di polveri abbandonate da una cometa. Tradizione vuole che siano le “lacrime di San Lorenzo” arso vivo sulla graticola il 10 agosto del 258.

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Sole e Luna Il Sole Il 1° sorge alle 05.53 e tramonta alle 20.19 L’11 sorge alle 05.34 e tramonta alle 20.36 Il 21 sorge alle 06.14 e tramonta alle 19.52 Le giornate si accorciano Le giornate si accorciano. Il 1° Agosto si hanno 14 ore e 26 minuti di luce solare – mentre il 31 se ne hanno 13 ore e 12 minuti. Si perdono 74 minuti di luce solare.

Saggezza popolare

La Luna Il 1° tramonta alle 07.00 e sorge alle 20.51 L’11 sorge alle 03.05 e tramonta alle 17.49 Il 21 sorge alle 12.33 e tramonta alle 23.17

• Il sole d’agosto prepara un buon mosto. • Per San Lorenzo (10 agosto) della gran calura, dopo la Madonna poco dura. • Pesche e meloni: delizia dei ghiottoni. • Con le bevande amare, ogni sete scompare.

L'11 alle ore 07.31 il Sole entra nella costellazione del Leone. Il 23 alle ore 12.37 il Sole lascia il segno del Leone e entra in quello della Vergine.

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Belli e sani Se il caldo arrossa la pelle, una soluzione semplice e naturale può essere un bagno tiepido preparato sciogliendo nell’acqua 30 gr di amido di riso e 3 gocce di olio essenziale di lavanda. Avrà un effetto emolliente e rinfrescante.

Orti e dintorni In partenza per le vacanze, pensiamo alle piante in vaso. Se non c’è nessuno che potrà annaffiarle per noi, lasciare una o più bottiglie piene d’acqua con il collo infilato nel terreno. Nell’orto seminare in Luna calante bietole, cicorie, indivie, ravanelli e spinaci. Diradare i carciofi, raccogliere il basilico e le altre aromatiche che possono essere essiccate o congelate per l’inverno. Raccogliere cipolle, patate e pomodori da conservare.



italia eventi agosto

Cavalcando verso Ostuni di Mara Cinquepalmi

Un corteo di cavalli e cavalieri in casacca rossa e pantaloni bianchi, avvolti da una mantiglia scarlatta trinata di bianco, sfila per le vie della città pugliese a scorta del santo protettore: è il cuore dei festeggiamenti che dal 25 al 27 agosto tornano da oltre un secolo a richiamare nella Città Bianca visitatori da tutto il mondo

Ostuni

Puglia

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La tradizione, il culto religioso, la festa di popolo. Tre ingredienti che fanno della cavalcata di Sant’Oronzo a Ostuni uno degli eventi più attesi dell’estate. Tutto ha inizio il 25 agosto quando, ci racconta Donato Francioso – veterano della Cavalcato con ben trent’anni di par-

tecipazione alle spalle, prima come accompagnatore e poi come cavaliere –, «cavalli e cavalieri si ritrovano nell’area del mercato settimanale dove ricevono i numeri d’ordine per la sfilata. I primi dieci sono quelli che dalla piazza salgono in Cattedrale a prendere la statua d’argento del santo e poi dalla piazza si aggregano gli altri, circa 40 cavalli. Così al rientro scortano il santo fino in Cattedrale». Il 26 è il giorno della cavalcata vera e propria, mentre il 27 si ripete il corteo che si conclude con una premiazione simbolica dei partecipanti. Nel 1657 Ostuni fu risparmiata dalla peste e il miracolo viene attribuito a Sant’Oronzo. Nasce così il culto degli ostunesi che per ringraziare il santo ogni 26 agosto si recavano in processione al santuario eretto in suo onore, dove prendevano la statua e la portavano a spalla fino alla piazza del paese. La cavalcata nasce come manifestazione di riconoscenza dei vaticali, i carrettieri che trasportavano le merci da un paese all’altro, al patrono che ne proteggeva i traffici. La prima edizione risale all’estate 1803, quando il notaio Felice Giovine ufficializzò l’accompagnamento a cavallo della processione del Santo.


Scelti per voi dove mangiare Osteria Monacelle Locale piccolo ma accogliente. Cucina familiare, piatti della tradizione pugliese. Prezzo 18-35 euro Via Pietro Vincenti, 4-6 Traversa Via Cattedrale Tel. 0831.334212

Nel 1657 Ostuni fu risparmiata dalla peste e il miracolo viene attribuito a Sant’Oronzo. Nasce così il culto degli ostunesi che, per ringraziare il santo, ogni 26 agosto si recavano in processione al santuario eretto in suo onore, dove prendevano la statua e la portavano a spalla fino alla piazza del paese

Muna Restaurant Stile moderno, cura del dettaglio per questo ristorante e lounge bar sofisticato e minimale. Cucina a vista, 120 coperti. In settimana light lunch a 10 euro Via Leonardo Cisaria, 1 Tel. 0831.341467 http://munarestaurantbar.com

La Città Bianca

dove dormire Ostuni Palace Hotel Di recente costruzione, l’hotel vanta una strategica posizione da cui si può ammirare la Città bianca. Trentaquattro le camere. Prezzi da 90 euro Corso Vittorio Emanuele, 218 Tel. 0831.338885 www.ostunipalace.com Città Bianca Country Resort Sulle colline della Valle d’Itria e immerso in un uliveto di 4 ettari, propone 44 camere e due piscine circolari con idromassaggio. SP 17 Ostuni-Cisternino Km 4 – Contrada Vallegna Tel. 0831.301123 www.cittabiancahotel.com

Alle pendici della Murgia meridionale, Ostuni guarda verso l’azzurro della costa, con 17 km di spiaggia, protetta dal verde delle colline. Tra queste Pilone, che è riserva naturale regionale, Villanova, dove la torre castello domina il porto, o Monticelli. Le dune tra Torre Canne e Torre San Leonardo fanno parte del Parco Naturale Regionale Dune Costiere, un’area che mette insieme habitat naturali, masserie storiche e insediamenti rupestri. Ma Ostuni, cerniera tra una pianura costellata di ulivi secolari e una collina punteggiata dai trulli, offre anche itinerari culturali con particolare attenzione al patrimonio archeologico. Ne sono una testimonianza i reperti custoditi dal Museo Civico Archeologico, ospitato nell’ex monastero carmelitano di Santa Maria Maddalena dei Pazzi. Tra i reperti esposti i corredi delle tombe di età messapica venute alla luce nell’area del Foro Boario, oltre ai reperti di età medievale, rinascimentale e moderna provenienti dalla Torre Medievale di Ostuni e dal giardino del Con-

vento di Santa Maria Maddalena dei Pazzi. Il Museo, inoltre, custodisce la “madre più antica del mondo”: proprio sulle colline di Ostuni, nel 1991, all’interno della grotta-santuario di Santa Maria di Agnano, furono ritrovati i resti di una donna databili a 28 mila anni fa, e del suo feto. Oggi, dopo lunghe e complesse operazioni di restauro e sistemazione, il reperto “Ostuni 1”, come fu catalogato dagli esperti, è una delle attrazioni per i visitatori del Museo. La sepoltura della gestante di Ostuni viene interpretata dagli studiosi come una rituale di propiziazione dei cacciatori paleolitici di Agnano. La Città Bianca, inoltre, è un buon punto di partenza per visitare altre località suggestive e ricche di storia. Come, il sito archeologico di Egnazia, città risalente alla fine dell’età del bronzo, attraversata dalla Via Traiana che collegava Roma a Brindisi, a 20 km; oppure a soli 11 km Ceglie Messapica, antico centro della messapica Caelia con il castello ducale che domina le valli circostanti; a 12 km le Grotte di Montevicoli, ricche di stalattiti e stalagmiti. agosto 2015

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italia eventi agosto

di Gilda Ciaruffoli

fino al 25 ottobre L’Italia vista dalla tela

fino al 9 agosto Cibo per l’anima Guarda al tema di Expo 2015 il banchetto musicale preparato da Francesco Micheli per la 51a stagione del Macerata Opera Festival dell’Arena Sferisterio, intitolata Nutrire l’anima, che si conclude in agosto con due serate dedicate a La Bohème di Giacomo Puccini. Proseguono anche gli appuntamenti del Festival Off – in particolare il 5 agosto al Lauro Rossi, Carmela Remigio sarà protagonista di un recital dal titolo Salotto italiano, – e quelli con Aperitivi Culturali e Pomeridiana di Sferisterio Cultura.

Venezia e la sua laguna, il mare, la campagna e la montagna: luoghi della memoria sublimati dalla pittura in un’affascinante sequenza di paesaggi; vedute che rivelano la dimensione interiore dell’artista. Sono questi i tratti distintivi della mostra Bell’Italia. La pittura di paesaggio dai Macchiaioli ai Neovedutisti veneti, 1850-1950. Un itinerario dentro “quadri di paesaggio italiano” che descrivono il clima di rinnovamento e la metamorfosi in atto tra Ottocento e Novecento.

Caorle (Ve) – Veneto

www.comune.caorle.ve.it

Birre da tutto il mondo Alla sua prima edizione GoBeer Expo è la manifestazione dedicata al mondo della birra, che nel corso di 4 giornate dense di musica, spettacolo e workshops, guida i visitatori alla scoperta delle migliori birre nazionali e internazionali, con un occhio di riguardo al gusto autentico di alcune realtà artigianali. 
Oltre 6 mila mq di area espositiva che accolgono oltre 200 etichette accompagnate da un’offerta gastronomica mirata alla valorizzazione delle diverse tipologie di birra, con un’area dedicata al gluten free.

Trentola Ducenta (Ce) – Campania

Macerata – Marche www.sferisterio.it

6-9 agosto

1-5 agosto

www.gobeer.it

Antichi sapori e tanta festa

fino al 30 settembre Storie di ricordi e passioni Viaggi nell’anima è la mostra che Mimmo Morogallo presenta alla Fondazione Emmanus Dino Cusin (Via Galleria dell’Unione, 1). Il Maestro della pittura en plen air descrive in questo lavoro la civiltà contadina, il mare, e l’alimentazione in omaggio a Expo. La stessa mostra è stata protagonista negli scorsi mesi nel contesto dell'Esposizione Universale.

Milano – Lombardia

www.mimmomorogallo.it fondazioneemmausdinocusin.org 16

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Puntuale come ogni anno torna il Mercatino del Gusto di Maglie, manifestazione dedicata alla cultura enogastronomica tra le più longeve di Puglia. Una sorta di viaggio nella regione attraverso un centinaio di bancarelle allestite nel centro storico, dove incontrare gli espositori e soprattutto assaporarne i prodotti. Completano la festa laboratori e presentazioni di libri, proiezioni cinematografiche, degustazioni guidate e musica dal vivo, cocktail e dj set, appuntamenti dedicati ai bambini e spettacoli di danza.

Maglie (Le) – Puglia

www.mercatinodelgusto.it

6-9 agosto Arte sul Garda Decine di artisti di strada e di circo, acrobati, giocolieri, musicisti e gruppi etnici internazionali danno vita al Lonato in Festival – Artisti di Strada e Incanti dal Mondo, fra le più coinvolgenti rassegne di arte di strada e di circo in Italia, anche grazie allo straordinario fascino della location che lo ospita. Dal fare della sera al cuore della notte creeranno un mondo di meraviglie in un castello da favola, la possente Rocca Visconteo Veneta da cui si gode uno splendido colpo d’occhio sul lago di Garda. In quattro giorni, un centinaio gli eventi previsti.

Lonato del Garda (Bs) – Lombardia www.lonatoinfestival.it



italia eventi agosto

2 e 27-30 agosto C’è musica tra le vigne La Maremma è una terra di grandi spazi, grandi distanze, grandi silenzi. Ma anche grande musica, per lo meno da qualche anno (11 per la precisione). Merito dell’Amiata Piano Festival, la cui edizione 2015 ha preso il via lo scorso giugno in una location tutta nuova, l’avveniristico Forum Fondazione Bertarelli. Defilato, quasi nascosto tra vigneti e uliveti, per raggiungerlo bisogna percorrere strade arrampicate su pacifici colli, che attraversano borghi, immerse nella natura. Una volta lì però lo spettacolo è grande. E soprattutto aperto a tutti. Non bisogna infatti essere esperti di musica “alta” per godere del piacere dei concerti in cartellone, selezionati dal pianista Maurizio Baglini, fondatore e direttore del Festival, seguendo il filo della diversità. Per Baglini infatti «la musica non deve avere barriere, non deve essere ghettizzata in classica, jazz, pop... Quello che deve avere è un denominatore comune, ovvero la qualità». Ce n’è dunque per tutte le orecchie, ma anche i palati, visto che Festival e Forum nascono grazie all’impegno della Cantina ColleMassari per il territorio. La Cantina è presente durante le serate musicali con i suoi ottimi vini, proposti con una degustazione delle specialità maremmane.

Poggi del Sasso, Cinigiano (Gr) – Toscana www.amiatapianofestival.com

23 agosto Gourmet d’alta montagna Foodie Factory è una rassegna di eventi gastronomici, nei dintorni di Merano. Dal suo ricco programma segnaliamo Gompm Olm – the unplugged taste che si terrà presso la bella malga Gompm Alm. Per l’occasione, cinque noti chef altoatesini vizieranno gli ospiti con gli antichi sapori della malga preparati come una volta.

Località varie, Merano (Bz) Trentino Alto Adige www.foodiefactory.it

28 agosto – 6 settembre Che spettacolo di peperone! La Sagra del Peperone è un festival storico che propone 10 giorni di eventi gastronomici, culturali e artistici coinvolgenti per tutti i sensi e le età. In cartellone degustazioni, spettacoli di teatro e cabaret con ospiti d’eccezione. Protagonista ovviamente il peperone nelle sue varie forme, declinato in mille ricette.

Carmagnola (To) – Piemonte www.comune.carmagnola.to.it

www.ferriemestieri.com


DARIO GANAHL


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22 Cover story Fin dagli albori della civiltà, le persone viaggiano e si spostano. E chi si sposta, va da sè, ha bisogno di un rifugio per rifocillarsi e passare la notte. Quella dell'ospitalità è dunque una storia che scorre in parallelo al progredire dei popoli. Con l'albergo che, da "mero alloggio per forestieri", nei secoli è diventato sempre più estensione di una filosofia, di una cultura e del senso del piacere. Una storia, nella quale l'Italia ha recitato da sempre un ruolo di primissimo piano. Quello che vi proponiamo è un breve viaggio, dall'Alto Adige alla Sicilia, nel mondo dell'hotellerie nazionale, tra antiche locande e nuove tendenze: ecco per voi tutti gli alberghi con una "storia da raccontare"

34 Ospitalità Capitale Gli hotel che hanno fatto epoca: andiamo a Roma per un Grand Tour dei giorni nostri

36 L'intervista: Bernabò Bocca

Il presidente di Federalberghi fa il punto con oi sullo stato dell'arte dell'hotellerie italiana n

38 Panorama Imprese Così la BreBeMi potrà cambiare le autostrade lombarde: parla il manager Francesco Bettoni

40 Con la Calabria nel cuore L'Italia che merita è anche quella di Peppino Accroglianò, mentore dei calabresi nel mondo agosto 2015

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cover story

Albergo Italia di Antonella Aquaro

Fin dagli albori della civiltà, le persone viaggiano, si spostano. E chi si sposta – va da sé – ha bisogno di un ricovero, un rifugio per trascorrere la notte e rifocillarsi. Quella della “ospitalità”, dunque, è una storia che di fatto scorre in parallelo al progredire dell’umanità e dei popoli, con l'albergo che, da mero “alloggio per forestieri”, è diventato sempre più estensione di una filosofia, di una cultura e del senso del piacere locale. Si tratta anche di una storia che ha visto l’Italia recitare un ruolo di primissimo piano: andiamo dunque a scoprire il mondo dell’hotellerie nazionale che conta ufficialmente 33 mila strutture, per incontrare nuove tendenze e realtà con “una storia da raccontare”

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n origine erano alloggi occasionali riservati ai soldati che si spostavano per le campagne militari (la parola albergo deriva dal gotico hari-bairg, riparo dell’esercito) e ospizi (dal latino hospitium, che dà rifugio) che offrivano ristoro gratuito ai forestieri. I primi alberghi propriamente detti sono sorti invece in punti strategici lungo i percorsi dei pellegrini: è così che l’ospitalità, da episodica, si è trasformata in un mestiere. E se i più antichi alberghi del mondo si trovano in Giappone, a fare da scenario alla prima costituzione, nel ’500, di una “corporazione degli osti e dei locandieri” fu la nostra Venezia, snodo dei traffici commerciali del Vecchio Continente. Nella Serenissima si trova non a caso il più vecchio hotel del Bel Paese, il Cavalletto e Doge Orseolo nato nel 1200 e divenuto poi un prestigiosissimo 4 stelle.

Wellness: mai più senza «Oggi un terzo del mercato della ricettività italiana è nelle mani di piccoli operatori privati che, se da un lato regalano al segmento un tocco di creatività, dall’altro lo penalizzano per quanto riguarda il livello di standardizzazione, che solo le catene internazionali riescono a garantire». Una qualità oscillante, oltre a una spiccata originalità ed elevati tassi di diversificazione – stando alle parole di Aureliano Bonini, presidente di Trademarket italia (Osservatorio sul turismo) – sono gli elementi caratterizzanti l’hotellerie italiana che, a partire dagli anni ’90, ha fatto del marketing turistico la sua strategia vincente. Quello attuale per esempio è il momento degli Hotel Wellness e Sport, strutture che oltre a servizi di base offrono incentivi tematici per la clientela di settore. Un caso in questo senso è quello della Romagna, dove i principali operatori sono coinvolti nel lancio del progetto Wellness Valley, brand turistico finalizzato a soddisfare la domanda crescente di vacanze basate sul benessere inteso come attività fisica, contatto con la natura e cucina a km zero. Domanda che, secondo le stime del Global Spa and Wellness Summit, nei prossimi 5 anni dovrebbe crescere del 10%. È forse solo l’inizio di un fenomeno che, se da un lato ha già archiviato l’equivalenza fra benessere e terme mandando in pensione una serie di strutture legate al turismo della terza età, estende agosto 2015

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Il piccolo che “nicchia” Esempi da top ten, che si distinguono in uno scenario di piccole realtà gravate dalla mancanza di una politica strategica d’insieme. Ma l’Italia dei piccoli albergatori non si ferma, seppur rallentata dalla share-economy che ha sì democratizzato l’accesso ai servizi alberghieri ma ha dato il lascia-passare a temibili concorrenti. Come ad esempio Air b&b: case private, principalmente, che utilizzano la rete per entrare nel mercato e fare concorrenza nella fascia alberghiera occupata dai 2-3 stelle. Così, anche per i piccoli operatori alberghieri «il bisogno di diversificazione è diventato un mantra, che si traduce in un'offerte sempre più di nicchia e in proposte tagliate su misura», commenta Sergio Farinetti, responsabile del sito bookingblog.com. Ed ecco il fiorire di strutture gay e pet-friendly, allergyfree, eco-sostenibili e green; un settore quest’ultimo dove la sensibilità al cliente si misura a tavola. Il motore di ricerca hotel Trivago offre una classifica delle migliori strutture italiane con menu alternativi, dove l’offerta varia fra piatti vegani, vegetariani e gluten free. Il trend è in crescita, e tra le strutture coinvolte troviamo il Montali Vegetarian 24

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LA NOVITà

esponenzialmente l’accezione del termine accogliendo declinazioni estreme. È il caso della forest-terapy, la terapia del bosco che incentra il benessere nelle cure detossinanti a seguito di lunghe passeggiate nella natura.A offrire l’ultimissima novità in campo benessere, la Spa del Miramonte Boutique Hotel di Merano, insieme all’Hotel Aman Gran Canal di Venezia. Sempre a Merano Villa Eden Leading Health Spa ha puntato tutto sulla prevenzione anti-stress. La struttura offre infatti ai propri ospiti un innovativo sistema di check-up, la diagnostica tomografica, mediante il quale si possono individuare le “aree” del corpo sottoposte a diversi livelli di stress. Attraverso programmi di nutrizione, terapia biofisiche e attività fisica mirate, lo staff medico di Villa Eden assicura quindi il riequilibrio dell’organismo.

Familien, a misura di bimbo Sono nati più di 25 anni fa e nel panorama alberghiero dell’Alto Adige Südtirol rappresentano ormai una tradizione consolidata rivolta alla famiglia, grazie alle attrezzature e ai servizi di assistenza offerti. Il numero delle strutture Familien è arrivato a 25 unità, da 3 stelle a 4 super. Tutte organizzano programmi di intrattenimento per i bambini il cui scopo primo è quello di avvicinarli alla natura altoatesina. Fondamentale è dunque la preparazione del personale: gli assistenti dei Familienhotels Alto Adige Südtirol che seguono i piccoli ospiti hanno infatti frequentato dei corsi specifici in “pedagogia della natura” e sanno bene come trasformare l’ambiente circostante in un grande campo di giochi e ricerca dove scoprire tesori. Ogni struttura deve poter offrire appartamenti, camere o suite famiglia molto spaziose, tutte dotate di sistemi oscuranti, lettini e corredi per neonati e bambini, passeggini e zaini porta bebè, cucinino con frigorifero e stendibiancheria. Molta attenzione è riservata anche al menu, pensato per i piccoli; tra le idee più curiose: il buffet ad altezza bambino e il mini-bar aperto durante l’orario del mini-club. Tre le categorie nelle quali sono divise le strutture: al vertice c’è la Family Premium della quale fanno parte hotel riservati esclusivamente a famiglie con bambini e neonati. In tutto sono sei, e cioè: il Familienhotel Huberdi Valles di Rio di Punteria; il Baby e Familienwellness Residence Tyrol di Naturno nel Parco Naturale di Tessa; il Dolomit Family Resort Garberhof di Rasun Anterselva e il Familienhotel Sonnwies di Luson; il Familienhotel Alpenhof di Rio di Pusteria immerso nella natura dell’area di Maranza e infine il Family Spa Grand Hotel Cavallino Bianco a Ortisei premiato da TripAdvisor come miglior albergo per famiglie al mondo. Per saperne di più:

www.familienhotels.com


In apertura, l'alba dall'Hotel Alexander Museum Palace, museo-albergo a Pesaro. Qui, una famiglia in vacanza presso un Familienhotels, come il Cavallino Bianco, sotto

Country House in Umbria, l’Agriturismo Casa delle Erbe di Albereto, il cui plus è un ricco menu vegetariano, e il Posta Zirm Hotel di Corvara (primo in Alta Val Badia) dove va in tavola uno specifico menu vegano, una scelta legata anche alla filosofia alimentare seguita dai giovani proprietari Franz Kostner e la sorella Silvia. La decisione di introdurre un menu apposito completa l’offerta dei programmi Detox e Benessere, proposti dalla Wellness Farm dell’hotel. Sul versante glutenfree troviamo invece il Grand Hotel Borromees di Stresa, il Pietre Nere Resort di Modica, l’Oleandri Resort di Pestum, il sardo Hotel Marinedda, l'Hotel Grones di Ortisei, solo per fare qualche esempio. Ma green significa anche sostenibilità della struttura in senso più ampio (lo sanno bene al b&b Cancabaia a Lesignano de' Bagni in provincia di Parma, la struttura più apprezzata da TripAdvisor fra quelle con certificazione EcoLeader), e l'approccio etico può prendere anche connotazioni sociali. È con queste basi che ha recentemente aperto ad Asti il primo Albergo Etico d’Italia, un 3 stelle con ristorante annesso che impiega un gruppo di ragazzi affetti dalla sindrome di Down: il progetto è basato su un concetto ampio di accoglienza che passa anche attraverso la soddisfazione dei bisogni dei disabili.

Quando catena... vuol dire libertà Chiaramente quello di cui parliamo è un viaggiatore nuovo, anche anagraficamente. Stiamo parlando principalmente dei millennials, nuova categoria di spender ai quali le strutture guardano con grande interesse, cercando di offrire servizi tailormade. La catena Best Western per esempio ha aperto specifici Kids Hotel per famiglie con bambini e con la disponibilità di camere dotate di giocattoli, dvd, console e ogni tipo di intrattenimento. Rientrano in quest'ottica anche gli Woman Hotel, che rispondono alle esigenze delle viaggiatrici solitarie con soluzioni quali parcheggi particolarmente illuminati e posizionati accanto agli ingressi. E c'è anche la promozione Made of Italians, uno sconto del 20% dedicata a tutti gli italiani residenti all’estero che in occasione dell’Expo decidono di soggiornare negli hotel BW della penisola durante i mesi dell’Esposizione Universale. agosto 2015

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Una qualità oscillante, oltre a una spiccata originalità e elevati tassi di diversificazione sono gli elementi caratterizzanti l’hotellerie italiana che, a partire dagli anni ’90, ha fatto del marketing turistico la sua strategia vincente

Lusso diffuso

Per saperne di più:

www.hotelcavallettovenice.com www.hotel-miramonti.com www.amanresorts.com www.villa-eden.com www.montalionline.com www.casadelleerbe.it www.postazirm.com www.borromees.com www.pietrenereresort.it www.oleandriresort.com www.hotelmarinedda.com www.grones.info www.cancabaia.it www.albergoetico.it www.bestwestern.it http://borgoegnazia.com www.sextantio.it www.relaisdelmaro.it

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Ostello mon amour

tendenze

Al di là del marketing e dei suoi giochi di prestigio, resta sempre uno scenario fatto di lusso e esclusività. Il target è il top di gamma – 4/5 stelle, e anche oltre – dove il saper vendere un’offerta o un servizio non prescinde da fattori oggettivi raccolti alla voce “residenze da favola”. È sicuramente una favola infatti trovarsi risucchiati in borghi del Quattrocento dove tutto emana storia. È questa la vocazione degli Alberghi diffusi: strappare alla desertificazione antichi centri abbandonati e farne angoli di paradiso per il mondo dell’accoglienza. Sono nati così Borgo Egnazia in Puglia, SextantioGrotte della Civita in Basilicata, Relais del Maro in Liguria...Qui l’appeal è nella struttura, nella sua storia trasmessa dai Narratori dei Luoghi, guide certificate con il compito di raccontare il territorio. Un vero lusso! O meglio, un lusso alternativo, perchè quello vero, quello patinato, parla con la voce dei principali protagonisti delle passerelle come Bulgari, Moschino,Vesace, Ferragamo,Armani: ad ogni stilista il suo albergo, inteso come l'estensione di uno stile.

Fino a qualche anno fa, in Italia la realtà degli ostelli era pressoché inesistente fatta eccezione per quelli dell'Aig, Associazioni italiana Alberghi per la Gioventù. Oggi, giovani e non, viaggiano più spesso e gestiscono diversamente i propri budget. La novità è la presenza di un'offerta che oltre a soddisfare esigenze pratiche di viaggio regala molteplici occasioni di conoscenza e incontro. Lo scenario è quello di hostelsclub.com, portale italiano di promozione e vendita di posti-alloggio e stanze private nei più quotati ostelli del mondo. «La crisi degli ultimi anni non ci ha riguardato, anzi, ha stimolato un aumento di fatturato dovuto a una conversione di clientela – racconta Paola Bolgan, referente commerciale del portale – Il turista da 1-2 stelle si è lasciato catturare dall’ostello che, a parità di costo, offre servizi all-inclusive, compreso il comfort di strutture nuove o ristrutturate». Hostelclub.com vanta 200 mila utenti registrati, con gli italiani al primo posto, che utilizzano la piattaforma per pianificare

le proprie vacanze. «Nelle nostre strutture accogliamo anche famiglie con bambini sedotte dal piacere di ambienti multiculturali – ci racconta Andre Mehanna, proprietario di hostelclub.com – che all’occorrenza si rintanano nella privacy della propria stanza privata. E poi c’è anche chi decide di modificare il proprio tour all’ultimo momento all’insegna di amicizie nate sul posto». Questo è il nuovo profilo dell’ostello; non più anonime camerate low-cost, ma luoghi ricercati con livelli e standard diversificati di accoglienza. Ed è proprio così che si è arrivati alla creazione dell’Ostello Bello di Milano, la migliore struttura di settore nella Penisola. A ruota seguono il Bamboo Eco Hostel di Torino, il Villa Camerata di Firenze, The Yellow a Roma. Significativo anche A casa di amici di Palermo, The hostel a Genova, il Plus Hostel di Firenze e il Fabric hostel a Napoli. Per saperne di più: www.hostelclub.com



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Camere da (mille e una) notte di Maria Grazia Tornisiello

Vorreste provare l’ebbrezza di soggiornare in una grotta? Oppure siete dei solitari e preferite un’antica torre tutta per voi? Ogni vostro desiderio è un ordine. Da esaudire anche grazie ai nostri suggerimenti: quella che segue è una carrellata di hotel italiani che sanno raccontare un sogno. Dal più lussuoso, a Firenze, dove dormire tra affreschi e mobili antichi, al più eccentrico, a Pesaro, regno dell'arte contemporanea. Fino a quello dal quale potete portare via tutto, ma proprio tutto!

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S

e siete alla ricerca di un’esperienza originale e insolita, l’hotel Sextantio-Grotte della Civita a Matera è certamente il luogo giusto. Qui potrete dormire in camere ricavate da vecchie grotte a dirupo, proprio nel cuore della Città dei Sassi, Capitale della Cultura per il 2019, e pranzare in un ristorante situato all’interno di un’ex chiesetta rupestre del XIII secolo. È un albergo diffuso nato da un progetto del gruppo Sexantio con l’obiettivo di ridare dignità al patrimonio storico minore del nostro paese e al suo paesaggio. Le 18 “grotte”, in stile rural-chic, arredate con semplici materiali di recupero, sono il rifugio ideale per una romantica fuga al riparo da sguardi indiscreti, lontano dal caos cittadino. Decisamente meno minimalista è il Four Seasons Hotel di Firenze, considerato l’albergo più lussuoso d’Italia dove, “per soli” 18.500 euro a notte, si può alloggiare nella sontuosa Royal Suite che misura appena 234 mq e ostenta splendidi affreschi e stucchi originali sugli imponenti soffitti a volta e un pavimento in ceramica nello stile delle maioliche di Capodimonte. L’albergo, che si trova all’interno di due antichissimi palazzi, il rinascimentale Palazzo della Gherardesca e il Conventino, risalente al XVI secolo, ospita 116 tra camere e suites, l’una diversa dall’altra, ed è stato recentemente acquisito dall’emiro del Qatar, Hamad bin Khalifa Al-Thani. Il palazzo, inoltre, è immerso in uno splendido parco di oltre quattro ettari che custodisce al suo interno specie botaniche rare ed in via d’estinzione. Una vera oasi di pace nel cuore di Firenze.

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il Four Seasons Hotel di Firenze è l’albergo più lussuoso d’Italia. Per “soli” 18.500 euro a notte, si può alloggiare nella sontuosa Royal Suite tra splendidi affreschi e un pavimento in ceramica nello stile delle maioliche di Capodimonte In apertura, l'Hotel Sextantio-Grotte della Civita. Qui, l'eccentrico Conte Alessandro Ferruccio Marcucci Pinoli di Valfesina immerso nella piscina dell'Alexander Museum Palace Hotel di Pesaro. Sotto, la Royal Suite del Four Season. Nella pagina accanto, l'Hotel Corazziere


la curiosità

Ti piace? Può essere tuo di Isa Grassano Dagli arredi agli accessori, dai quadri ai mobili d’epoca. Tutto quello che c’è, in reception, nelle sale comuni, nei salotti e nelle camere, è acquistabile. È la nuova tendenza degli hotel che mettono in vendita i propri complementi d’arredo. Per i proprietari un modo di condividere le proprie passioni per l’arte, i viaggi o il vintage, per gli ospiti la possibilità di portare a casa pezzi unici e originali. È la formula vincente del b&b di charme trasteverino Buonanotte Garibaldi, una guest house concepita come atelier da Luisa Longo, maestra della fiber art o arte tessile, che mette in vendita le sue creazioni dipinte sulla stoffa, dall’arredo all’abbigliamento. Velluti e profumi sono, invece, i protagonisti al The Gentleman di Verona, tutti selezionati da Federica Valbusa, interior designer, e Angelo Spinalbelli, General Manager, che hanno voluto racchiudere in un solo luogo, tutto quanto hanno visto in giro per il mondo, con un tocco british. Racconta di viaggi lontani anche il The Yard a Milano, zona Navigli, con i suoi bauli in pelle che evocano arrivi e partenze. Girando nella lobby ci si può imbattere in un mobile bar in legno e vetro o in un beffardo teschio in metallo. E in questa location così stravagante, ogni cosa può diventare oggetto del desiderio. C’è poi l’Hotel Residenza 100 Torri ad Ascoli Piceno che sembra una vera galleria d’arte contemporanea nei locali di una vecchia fabbrica. I clienti possono scegliere pure tra pezzi d’arredamento come lampade e sedie, ceramiche artistiche, quadri dipinti a mano e una ricca selezione di volumi sulle città d’arte. Lo stesso succede al Romantik Hotel Turm di Fiè allo Sciliar (Bz), all’interno di una torre del XII secolo, e al Number Nine Hotel & Spa, situato nella zona di San Lorenzo a Firenze, concepito come un piccolo museo. Ricorda invece un cabinato appoggiato sulla spiaggia, l’Hotel Excelsior di Pesaro. Al suo interno, si trovano pezzi che mixano richiami alla tradizione velica dell’East Coast americana a divertissement stilistici che sembrano usciti da pellicole in bianco e nero. La scelta può spaziare su daybed in pelle, tavoli tondi in misure diverse, bauli in pelle anticata, cassettiere laccate, lampade realizzate seguendo la forma archetipica del cono in vetro bianco o nero. Infine, chi ha la passione per il vintage può scegliere lo storico boutique hotel Regina Adelaide, sul lago di Garda, dove trova spazio un mix di mobili d’epoca e oggetti di design, frutto della passione di Annalisa Tedeschi, instancabile esploratrice di negozietti d’antiquariato e mercatini vintage in tutta Europa. Per saperne di più:

www.buonanottegaribaldi.com www.myleoncino.com/gentleman www.theyardmilano.com www.centotorri.com www.romantikhotels.com/Voels www.condenastjohansens.com/firenzenumbernine www.excelsiorpesaro.it www.regina-adelaide.it

Il Corazziere di Merone, in provincia di como, è l’hotel più eco-sostenibile d’Italia. Da diversi anni la struttura ha scelto di ridurre al minimo impatto ambientale e sprechi energetici e si è aggiudicata il premio Talento Italiano 2014

A lume di candela A poco più di 100 km di distanza, nella dotta e grassa Bologna, sorge un hotel alquanto insolito, probabilmente il più piccolo d’Italia, la Torre Prendiparte. Seconda per altezza dopo quella degli Asinelli, la torre risale al XII secolo, quando fungeva da baluardo difensivo per la potente famiglia Prendiparte, trasformandosi, in seguito, prima in un seminario e poi, nel ’700, in un carcere gestito dalla Curia. Oggi, dopo un accurato restauro, vi si può trascorrere una notte nell’unica suite che occupa i primi tre piani della torre, assaporando così l’ebbrezza di essere gli unici ospiti di questa dimora medievale. All’ultimo piano c’è

un terrazzino da cui si gode un magnifico panorama sulla città e, per chi abbia voglia di fare un tuffo nel passato, un personal chef e una tavola apparecchiata con porcellane e cristalli che brillano al riverbero del lume di candela vi aspettano per una cena di charme in tutta tranquillità. Restando in tema di candele e in particolare di risparmio energetico, in provincia di Como, esattamente a Merone, c’è Il Corazziere, l’hotel più eco-sostenibile d’Italia. Da diversi anni la struttura ha intrapreso una serie di scelte per ridurre al minimo l’impatto ambientale e gli sprechi energetici, tanto che lo scorso anno si è aggiudicata il premio Talento Italiano 2014. agosto 2015

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Circa il 50% dell’energia prodotta dal resort, che si trova nel parco Valle Lambro, viene generata grazie a sole, acqua e vento. Recentemente, anche il vecchio mulino che si trova nelle vicinanze della struttura alberghiera e che versava in uno stato di totale abbandono, è stato riportato al suo antico splendore e trasformato in un museo e in un contenitore di eventi culturali.

L’arte dell’accoglienza

nel cuore di bologna, nelle stanze di una torre del XII secolo, la più alta della città dopo quella degli asinelli, si trova l'hotel più piccolo d’Italia, la Torre Prendiparte, dove trascorrere la notte

occhio ai consumi

nell’unica suite che ne occupa i primi tre piani

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A proposito di eventi culturali, avete mai dormito in una galleria d’arte? Perché è esattamente questa l’impressione che si ha una volta varcata la soglia dell’Alexander Museum Palace Hotel di Pesaro. Artisti, architetti, ingegneri, hanno lavorato a lungo per rendere l’Alexander una sorta di museo-albergo dove tutto, dalle stanze ai corridoi, dalle sale ristorante alla piscina, è diventato un’installazione artistica permanente che porta la firma di diversi autori come Arnaldo Pomodoro, Simon Benetton, Mimmo Paladino, Sandro

Non tutte le stelle sono uguali A cura del Codacons - Testo di Stefano Zerbi È una classificazione utilizzata in tutto il mondo che assegna un determinato livello alla struttura a seconda dei servizi che offre. Si tratta delle stelle, il cui valore è relativamente noto a tutti i turisti. Ciò che in pochi sanno, però, è che non esiste un parametro universale per assegnarle. Addirittura, fino a pochi anni fa in Italia non vi era alcuna omogeneità territoriale, e ogni singola regione stabiliva i requisiti che gli alberghi dovevano rispettare per far parte delle varie categorie. Dal 2009, invece, sono entrati in vigore i nuovi parametri nazionali per l’assegnazione delle stelle agli alberghi; di conseguenza i requisiti sono diventati omogenei per tutte le strutture presenti nel nostro paese. Permane tuttavia un altro grande problema del

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settore turistico: non esiste una legislazione internazionale sulla classificazione degli alberghi e ogni paese decide a modo proprio, con regole diverse da nazione a nazione. Ciò comporta che una struttura ricettiva a 5 stelle in Germania ha caratteristiche e servizi diversi rispetto un pari categoria italiano, francese o americano. Le differenze arrivano a essere addirittura estreme da continente a continente. Rimanendo in suolo italiano, sono le Regioni che assegnano le stelle alle strutture ricettive sulla base di determinati parametri. In sostanza la classificazione avviene per punteggio: a ogni servizio reso all’utenza, nonché alle caratteristiche strutturali e di arredamento, corrisponde un certo numero di punti. Per l’assegnazione del-

le stelle, quindi, si procede a un calcolo matematico. I criteri sono molteplici: orario della reception, dimensioni delle stanze, frequenza della pulizia in camere, lingue parlate dai dipendenti, presenza di un bar all’interno della struttura, parcheggio, trasporto bagagli... Da tempo enti e operatori del turismo si battono per giungere a criteri internazionalmente riconosciuti per la classificazione delle strutture ricettive. In attesa che ciò avvenga, il consiglio del Codacons ai turisti è di ricordare sempre che, quando ci si reca all’estero, le stelle locali non corrispondono a quelle italiane. Pertanto è possibile rimanere delusi dai servizi e dalla tipologia della struttura o, al contrario, imbattersi in piacevoli sorprese e godere delle stelle “straniere”.


Chia e tanti altri. L’originale idea del proprietario, il Conte Alessandro Ferruccio Marcucci Pinoli di Valfesina, detto Nani, di acquisire un vecchio albergo e di renderlo opera d’arte, nasce nel 2004 ed ecco che dopo soli quattro anni di lavori, nel 2008, le 63 stanze decorate da un centinaio tra pittori e scultori contemporanei, prendono corpo lasciando a bocca aperta la clientela proveniente da tutto il mondo. Persino le porte sono ognuna diversa dall’altra ed è davvero difficile scegliere quale aprire per scoprire le sorprese che vi si celano dietro. Esternamente, guardando l’hotel che si erge su 9 piani, si rimane colpiti dall’enorme stele in bronzo – ben 16 metri di altezza per una superficie di 63 mq – del maestro della Transavanguardia, Enzo Cucchi, che narra la storia della città di Pesaro dalle sue origini all’epoca moderna. Per saperne di più:

www.alexandermuseum.it www.sextantio.it www.prendiparte.it www.fourseasons.com www.corazziere.it

la case history

Nella pagina accanto Bologna, con le sue due torri che svettano sui tetti rossi. Qui la terrazza dell'Orso Grigio di San Candido

La leggenda dell’Orso Grigio di Maria Grazia Tornisiello C’era una volta a San Candido in Val Pusteria, una casa chiamata Orso Grigio che dava ristoro ai forestieri e ai commercianti di passaggio. Il nome è un omaggio all’incontro tra San Corbiniano (patrono, insieme a San Candido, del borgo), e un feroce orso che il santo riuscì ad ammansire, facendolo diventare suo amico fedele. Oggi, quella vecchia casa, è divenuta un delizioso hotel. La calorosa accoglienza della famiglia Landiser che lo gestisce da oltre 250 anni, lo rende una meta ideale per i turisti che vogliono trascorrere un soggiorno di storia e relax. Una passione, quella dei Landiser, che negli ultimi anni si è dovuta adeguare ai cambiamenti in atto nel mondo del turismo, non potendo più prescindere dalle richieste del mercato. «Stare al passo con i tempi, per un albergo così antico, è difficile – ci racconta Franz Landiner – Quando ero bambino le camere erano poco attrezzate. I pasti semplici. E tra il proprietario d’albergo e i suoi ospiti c’era spesso conoscenza se non addirittura amicizia». Con l’avvento della globalizzazione, anche per l’Orso Grigio molte cose sono cambiate e, se prima si rinunciava volentieri a tante comodità, adesso tutto è sentito come necessario. Non c’è posto per imprevisti, attese, fuori programma. «Il legame emozionale con l’oste viene sempre meno. Nonostante questo, con i nostri tanti aficionados riusciamo a mantenere un rapporto personale, e a proporre una vacanza “vecchia maniera” creando un ambiente rilassato che coinvolge anche i turisti più esigenti». Un elogio alla lentezza dunque, che fa dell’Orso Grigio un rifugio dove l’orologio va dimenticato in camera e il corpo e lo spirito possono ritemprarsi all’unisono. Per saperne di più:

www.orsohotel.it

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consumi&tendenze

Ospitalità Capitale di Isa Grassano

Fellini, Verdi, D’Annunzio e Freud. Sono solo alcuni dei grandi nomi dello scorso secolo che hanno soggiornato nelle stanze dei più prestigiosi hotel di Roma, e dei quali oggi il turista più curioso va ricercando tracce e aneddoti. Per un tuffo nella storia, nella cultura e nel lusso “Tu non potrai vedere nulla maggior di Roma”. La racconta così, Orazio, la bellezza della Città Eterna. Una sensazione che si ritrova affacciandosi dalla terrazza dell’Hotel Eden, del gruppo Dorchester, tra i più antichi della capitale. Ha aperto le sue porte nel 1889 e da allora ha dato il benvenuto a re e regine, dignitari e letterati, offrendo ai suoi ospiti superbe vedute: dalla cupola di San Pietro all’Altare della Patria, da Villa Borghese fino all’Eur. Ed è proprio il fascino della tradizione a prevalere tra i desideri dei turisti, anche in vista del giubileo straordinario di dicembre. Lo conferma Carla Diamanti, travel designer che disegna percorsi di viaggio su misura consigliando strutture in tema. «La tendenza – dice – è quella di scegliere alberghi che hanno una storia da raccontare, magari legata agli ospiti che vi hanno soggiornato. Artisti, filosofi, scrittori, registi e attori. Il soggiorno romano diventa così un voler ripercorrere i passi di grandi personalità e le emozioni del passato». Così all’Eden, a due passi da Via Veneto, la strada della Dolce Vita, sembra ancora di sentire le risate complici di Gabriele D’Annunzio ed Eleonora Duse che 34

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Un’oasi all’ombra del cedro L’Hotel Quirinale taglia quest’anno il traguardo dei 140 anni. Fu costruito nel 1865 su Via Nazionale, proprio accanto al Teatro dell’Opera. Il nome venne scelto perché l’albergo accoglieva gli ospiti delle visite di Stato alla Reggia del Quirinale. Verdi fu ospite per la prima romana del Falstaff: una targa sulla facciata ricorda l’episodio del vecchio Maestro che si affaccia dalla sua stanza per salutare la folla entusiasta. Nelle giornate estive ci si rilassa nel giardino interno, caratterizzato da un imponente cedro del Libano e da una bella fontana, e magari si può sorseggiare il cocktail che il barman Roberto Petri ha ideato per la speciale ricorrenza: Gin, Galliano, succo di ananas, succo di cranberry, ciliegia al Maraschino.

qui hanno trascorso momenti di passione, o l’eco delle parole di Sigmund Freud scritte in queste camere. Si racconta che Federico Fellini qui amasse ricevere i giornalisti sulla sua terrazza. L’Hotel propone tour in vespa sulle tracce de La Grande Bellezza di Sorrentino, o passeggiate in compagnia di un fotografo per scoprire scorci inediti da immortalare.

Un moderno Grand Tour A due passi da Piazza di Spagna e Via Condotti, l’Hotel d’Inghilterra, parte dell’hotellerie di lusso Small Luxury Hotels of the World, risale al 1845. Una targa all’ingresso ricorda la visita di Papa Pio IX del 2 luglio 1855: caso unico in cui un pontefice si allontanò dal Vaticano per incontrare “la Maestà Fedelissima di Don Pietro V, Re del Portogallo”. Un’altra insegna rammenta invece il soggiorno, nel 1893, dello


Scelti per voi Hotel Eden Prezzi da 400 euro Via Ludovisi, 49 Tel. 06.478121 www.dorchestercollection.com

Tra le sale e i corridoi dell'Hotel Eden, a due passi da Via Veneto, sembra ancora di sentire le risate complici del Vate e della Duse che qui hanno trascorso momenti di passione, o l’eco delle parole di Sigmund Freud scritte in queste camere

Hotel Quirinale Pacchetto 140° Anniversario: 470 euro (due notti, bottiglia di vino, cocktail 140 Special e cena per due) Via Nazionale, 7 Tel. 06.4707 www.hotelquirinale.it Hotel D’Inghilterra Prezzi da 260 euro Via Bocca di Leone, 14 Tel. 06.699811 niquesahotels.com/inghilterra Sole al Pantheon Prezzi da 200 euro. Sconti con tariffa “prenota prima” Piazza della Rotonda, 63 Tel. 06.6780441 www.hotelsolealpantheon.com

scrittore Enrico Sienkiewicz, autore del romanzo Quo Vadis. L’eleganza degli arredi si unisce al valore di opere artistiche contemporanee di Roberto Almagno e Franco Ruaro, che ne fanno un’intima galleria d’arte. In un’altra delle posizioni più ambite della città, si trova il piccolo Hotel Fontana, all’interno di un palazzo del XIII secolo, originariamente un monastero; dal Rooftop Lounge si ammira la fontana di Trevi (oggi in restauro). Antiche scale, stanze segrete, ambienti raccolti e salotti preziosi caratterizzano invece l’Hotel Barocco. Ricavato in un complesso nobiliare con vista sulla fontana del Tritone, vanta una piccola biblioteca di testi antichi con manuali di teologia ed ecclesiastici mentre dagli scaffali del bar spuntano volumi latini e una Divina Commedia. «Il primato per storicità, però – conclude Carla Diamanti – va al Sole al Pantheon, tra i più antichi al mondo. Pare che risultasse già censito nel 1467, e questo piace soprattutto agli stranieri che subiscono il fascino del Grand Tour». Un tempo si chiamava Montone e questo animale è raffigurato con le sue corna curve che spuntano a vista nei mobili della hall o nei paralumi del bar. Per saperne di più:

www.thetraveldesigner.it

In queste pagine, in senso orario: il ristorante panoramico dell'Hotel Eden, la splendida veduta dell'Hotel Fontana sulla fontana di Trevi e una stanza dell'Hotel Inghilterra

Hotel Fontana Prezzi da 192 euro Piazza di Trevi, 96 Tel 06.6786113 www.hotelfontana-trevi.com Hotel Barocco Prezzi da 180 euro Via della Purificazione, 4 Tel. 06.4872001 www.hotelbarocco.com

Per saperne di più: www.thetraveldesigner.it

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Ilpersonaggio

Offriamo la storia nei nostri hotel di Marco Gemelli

“Nell'immaginario collettivo, l’Italia è il Paese dei sogni, e noi dobbiamo impegnarci per alimentare questo sogno”. A fornirci un’analisi dell’hotellerie nostrana è il senatore Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi. Torinese di nascita e fiorentino d’adozione, dal 2002 è anche al vertice di Confturismo 36

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Partiamo da un dogma, la vocazione turistica del nostro Paese... Il turismo incide il 10-11% del Pil, ma può migliorare: visto l’appeal dell’Italia nei confronti dei visitatori stranieri, sia dei Paesi maturi sia di quelli emergenti, dobbiamo continuare a sfruttare ciò che ci rende la destinazione privilegiata, il “viaggio della vita” per intere generazioni in tutto il mondo. Oltre alle bellezze paesaggistiche, storiche e gastronomiche, il valore aggiunto del sistema alberghiero italiano è il senso dell’ospitalità che abbiamo insito rispetto ai competitors esteri. Per attitudine antica sappiamo essere flessibili, offrire un servizio di qualità e rispondere alle richieste del cliente meglio di quanto fanno altri pur eccellenti albergatori in Paesi dalla mentalità più schematica e formale. Altri fattori, oltre al “capitale umano”? Certo, c’è un aspetto che tendiamo a dare per scontato: la storicità della maggior parte dei palazzi che ospitano gli hotel. Chi arriva in queste strutture respira il fascino del passato, ed è una carta che dobbiamo continuare a giocare. Per far ciò è necessaria una politica vera di strategia turistica. A cosa si riferisce? In primis alle infrastrutture: non basta rendere facilmente raggiungibile l’Italia, è indispensabile agevolarne la fruibilità. I collegamenti aerei con Roma e Milano funzionano, ma non possiamo far-


ne beneficiare solo le regioni toccate dall’Alta Velocità. Sono stati fatti passi in avanti – pensiamo a Firenze e alla vecchia “tradotta” dall’aeroporto di Pisa – ma ancora oggi è difficile arrivare in Umbria o Versilia. Sharm-el-Sheik è diventata meta internazionali proprio grazie alla sua raggiungibilità. Inoltre oggi ogni Regione promuove il proprio territorio in autonomia, mentre sarebbe auspicabile una politica nazionale che promuova il sogno Italia nel complesso. Una volta arrivato il cliente, siamo in grado di offrire un buon servizio? Senza dubbio. Una delle critiche mosse all’hotellerie italiana è la scarsa presenza di catene internazionali, ma non sono d’accordo. Chi viene in Italia cerca il prodotto tipico locale, non solo in campo enogastronomico: il grande brand può funzionare in altri Paesi ma in Italia l’ospite preferisce quel mix di antichità e tradizione che continua a essere il nostro valore aggiunto. Rispetto al passato molte strutture hanno investito, e lo dimostrano gli indici che misurano la soddisfazione del cliente: siamo tra i primi in Europa. Abbiamo ancora il problema della fiscalità (Irap e Imu sugli immobili produttivi) che ha portato a non poche chiusure, ma i segnali di ripresa si iniziano a sentire, soprattutto grazie al dollaro che si è rafforzato sull’euro, e siamo convinti che se l’Italia uscirà dalla recessione il turismo sarà il primo a beneficiarne. Come sta cambiando il lavoro nel settore alberghiero? La rivoluzione copernicana è stata Internet: oggi il 50% delle prenotazioni avviene online, e ciò significa che gli hotel hanno dovuto cambiare modalità di vendita. Le vecchie tariffe statiche hanno ceduto il passo a aggiornamenti continui, che hanno richiesto figure professionali ad hoc. Tuttavia, pensavamo che Internet avrebbe abbassato i costi di transazione rispetto alla tradizionale agenzia di viaggio, ma abbiamo trovato commissioni fino al 25%. La vera forza del web è che permette anche gli hotel piccoli di promuoversi con investimenti minimi.

Chi viene in Italia cerca il prodotto tipico locale: il grande brand può funzionare in altri Paesi ma qui da noi l’ospite preferisce quel mix di antichità e tradizione che continua a essere il nostro valore aggiunto In apertura un ritratto del senatore Bocca. Qui l'Hotel Danieli di Venezia e l'Hotel Tornabuoni di Firenze

Tra i punti deboli dell’offerta italiana si indicano scarsa conoscenza delle lingue e assenza di wifi... Il problema delle lingue straniere c’è, e la soluzione fa parte di quella visione strategica cui accennavo. Mentre in tema wifi spingiamo per spiegare ai nostri associati che darlo gratis e veloce è determinante: chi non ce l’ha è praticamente morto, chi lo fa pagare viene criticato. Qual è il rapporto tra offerta e domanda di hotel in Italia? Un’offerta che conta 34 mila hotel “ufficiali” e 1,1 milioni di camere (a fronte delle 650 mila di Francia e Spagna) non ha bisogno di nuove strutture, bensì di una riqualificazione: meglio riempire gli hotel che già abbiamo, contrastando l’abusivismo, che aprirne di nuovi. In fondo, su 160 mila strutture oggi attive in Italia, ben 131 mila sono extra-alberghiere. agosto 2015

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panoramaimprese

Rimettiamoci in carreggiata di Sergio Luciano

Mobilità sostenibile. È il sogno (realizzato) da Francesco Bettoni, presidente della BreBeMi Spa, società di gestione della più importante opera infrastrutturale italiana degli ultimi 50 anni: la direttissima che collega Brescia, Bergamo e Milano e i cui lavori sono partiti proprio su input dell’imprenditore bresciano. Con lui facciamo il punto su quanto fatto e quanto ancora da fare 38

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«Il project financing è l’unico strumento valido per realizzare importanti opere di interesse pubblico a livello nazionale. Evidentemente bisogna fare tesoro dell’esperienza maturata da BreBeMi, che ha fatto da apripista, e dalle altre concessionarie che sono partite dopo di noi. Ma di questo credo che i pubblici decisori siano ben consapevoli»: è assertivo e combattivo come sempre Francesco Bettoni, presidente della BreBeMi Spa e “istituzione” dell’ambiente imprenditoriale bresciano da ormai trent’anni. Dopo un primo anno di attività in deciso affanno, la sua autostrada – destinata a dare finalmente agli automobilisti un’alternativa alla congestionatissima A4 eppure partita a rilento – si sta vivificando. La tangenziale esterna di Milano ha dirottato il traffico dall’Autosole colmando in parte i deficit di afflusso che hanno tradito il business plan Brebemi. Presidente Bettoni, l’apertura della Tangenziale esterna e delle nuove bretelle Camisano e Romano di Lombardia, e Morengo e Bariano hanno dato finalmente traffico alla Brebemi. Soddisfatto? Missione compiuta?


ne: Valcamonica, Valsabbia e Val Trompia. Nel frattempo però la società Teem ha lavorato bene e intensamente, consentendo l’apertura della nuova tangenziale esterna di Milano da Agrate a Melegnano (circa 30 km) e il General Contractor – il Consorzio BBM – ha consegnato alla A35-Brebemi diverse opere in interconnessione, fra cui quelle inaugurate di recente in provincia di Cremona e Bergamo.

Il project financing di Brebemi contemplava la realizzazione di una serie importante di opere indispensabili per connettere l’autostrada. Purtroppo le cose sono andate diversamente e non certamente per colpa nostra. E di chi? Ad esempio, l’importante raccordo di circa 17 km denominato Corda Molle – che avrebbe dovuto unire la A4 in area Brescia est con Brebemi all’altezza della interconnessione con la SP 19 in territorio di Ospitaletto (Bs) – non è stato realizzato da chi ne aveva la concessione (Autostrada A21 Centropadane). Il traffico che la Corda Molle avrebbe portato a Brebemi era stato calcolato sulla base di appositi studi effettuati, attorno al 20% di quello previsto. Si ritiene che l’opera potrà essere realizzata entro i prossimi 5 anni. Unico ammanco? No, purtroppo. Ci sono altri lavori in corso nell’area di Brescia città: la terza corsia della tangenziale Sud e l’interconnessione con le strade statali che scendono dalle valli brescia-

Da settembre 2014 al 15 giugno 2015 i transiti sulla BreBeMi sono aumentati di oltre il 70%. Un dato destinato a crescere con la connessione diretta con la A4, oggi congestionatissima, che verrà quindi liberata dal traffico eccessivo In apertura Francesco Bettoni, circondato da immagini della BreBeMi, della quale è presidente

E quindi? Beh, tutto questo ha fatto sì che i transiti dal mese di settembre dello scorso anno (la A35 è stata aperta al traffico il 23 luglio 2014) al 15 giugno 2015 siano aumentati di oltre il 70%. Considerando che siamo in concorrenza con un’altra importantissima autostrada e che siamo partiti durante la crisi economica più difficile e dura degli ultimi 70 anni, riteniamo che con la connessione diretta con la A4 – così come è prevista dalla delibera della nostra Concedente Cal SpA – la A35 sarà certamente in grado di raggiungere il livello di traffico e i risultati previsti nel nuovo Piano Economico e Finanziario. Come valuta l’andamento dell’economia reale nelle aree che conosce meglio e che per tanti anni ha governato da Presidente della Camera di Commercio di Brescia? Dopo molti anni di crisi profonda, che ha colpito tutti i settori dell’economia lombarda, finalmente assistiamo a qualche timido segnale positivo che viene, come era del resto prevedibile, dalle aziende che esportano. Purtroppo, invece, il mercato interno è ancora ingessato e ha bisogno di tempo e di misure draconiane per ripartire. Indubbiamente a livello di macroeconomia ci sono le condizioni favorevoli per una ripresa efficace: costo del petrolio contenuto, rapporto euro-dollaro favorevole, costo dl denaro che favorisce gli investimenti. Non è ancora però scattata quella molla imprenditoriale che è la vera forza propulsiva in grado di far decollare la nostra economia. agosto 2015

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faccedell'italiachemerita

Con la Calabria nel cuore Un titolo che è il riassunto di una vita dedicata alla propria terra e alle sue tante eccellenze, troppo spesso oscurate dalle ombre di una regione “grande e amara” come la definiva Leonida Repaci. Così ha passato gli ultimi 30 anni Peppino Accroglianò, fondatore del premio “La Calabria nel mondo” e impareggiabile aedo dei “calabresi che meritano”

di Piero Caltrin

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La Calabria nel cuore è il libro digitale con cui Peppino Accroglianò – Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana con un lungo cursus honorum in politica e come dirigente della Pubblica Amministrazione, ma soprattutto presidente e fondatore del C3 International, il Centro Culturale Calabrese con sede a Roma – ha voluto ripercorrere e immor-

talare gli ultimi 30 anni della sua vita, spesi a promuovere l’immagine della regione bruzia attraverso il prestigioso premio internazionale La Calabria nel mondo, di sua ideazione, che quest’anno è giunto all’edizione numero 34. «Da sempre un appuntamento speciale, una vetrina che celebra la nostra terra e i tanti calabresi illustri in Italia e all’estero» ama definirlo il suo patron. Il libro che riassume la storia del premio (600 pagine e più di mille fotografie), scritto a quattro mani con il giornalista Santo Strati, è stato dunque la ciliegina sulla torta dell’edizione 2015 del premio, nella quale Accroglianò ha chiamato a raccolta, nella Sala Promoteca del Campidoglio a Roma, personaggi, figure istituzionali e politiche, accademici ed esponenti del mondo delle professionali distintesi per meriti particolari nel nostro Paese e nel mondo e con il denomi-


natore comune di un Dna calabrese. A presiedere la cerimonia, l’ex magistrato e illustre giurista Corrado Calabrò, reggino di origine e figura emblematica della Calabria che merita per i successi (anche letterari) conseguiti nel corso della sua prestigiosa carriera. Accanto a Calabrò, non potevamo mancare le autorità politiche: il governatore della Calabria Mario Oliverio, il presidente del Consiglio Regionale della Calabria Antonio Scalzo, il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, i parlamentari Michele Baldi, Mario Borghese e il Sottosegretario all’economia Enrico Zanetti. In platea tanti calabresi, facce note e meno note che, come dice Accroglianò, «ogni giorno nella loro regione e in giro per il mondo rendono omaggio alla Calabria e alle sue bellezze con il loro impegno e il loro lavoro». «Ancora una volta – aggiunge il presidente del premio – abbiamo fatto sì che la cultura calabrese con i suoi valori forti di coraggio e onestà, possa essere diffusa e la Calabria non venga associata dall’opinione pubblica a un’immagine negativa e mafiosa. Il Centro Culturale Calabrese, con le sue attività, vuole onorare l’impegno dei calabresi che, anche lontano dai propri luoghi di origine, lavorano con impegno e sana competizione per far eccellere le qualità della loro terra».

I premiati I vincitori dell’edizione 2015 del premio Calabria nel mondo: l’imprenditore Fortunato Amarelli che da 14 generazione gestisce la fabbrica di liquirizia Amarelli di Rossano; l’avvocato Cinzia Ammirati figura di spicco nella giurisprudenza civilistica e Presidente dell’Associazione Mediamediando; il Generale dei Carabinieri Francesco Benedetto che si occupa di supporto del Personale nel Comando Generale dell’Arma; il giornalista Paolo Bolano, esperto di comunicazione di massa; Mara Bonfiglio, direttore sanitario dell’Ospedale Sant’Anna di Roma considerato un centro di eccellenza per la salute della donna; il professor Francesco Canonaco, direttore del Capri Beauty Farm. A questi si ag-

In apertura il tavolo dei relatori in occasione del premio La Calabria nel mondo, in piedi Accroglianò, accanto al governatore della Calabria Mario Oliverio e il giurista Corrado Calabrò; qui la platea

Il Premio La Calabria nel Mondo vuole essere l’occasione per celebrare le bellezze della regione e, in particolare, per presentare uomini e donne di “assoluta eccellenza”. Questa edizione ha premiato 14 calabresi che si sono distinti per il loro percorso professionale e i risultati raggiunti

giungono alcuni calabresi residenti all’estero come il designer di gioielli Stefano Canturi, le cui creazioni sono state indossate da star come Nicole Kidman, l’artista Natino Chirico e lo chef Luigi Ferraro che lavora a Mosca. E ancora: la dottoressa Anna Maria Monorchio della Presidenza della Repubblica; l’imprenditore Mario Romano, presidente dei giovani imprenditori della Calabria; Francesco Rubino titolare della Cattedra di Chirurgia Bariatrica e Metabolica presso l’Università di Londra; Robert Ruffolo che si occupa della sicurezza dell’Ambasciata americana a Roma, il Notaio Francesco Scaldaferri e la professoressa Raffaella Docimo per l’impegno profuso a favore della prevenzione dentale dei bambini meno abbienti. Per saperne di più:

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Cibo&Territorio Cibo&Territorio 56

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44 Il pomodoro in tutte le salse

58 La salute nel piatto

da pag. 70

Peperoni e melanzane: Veronesi spiega come trasformarli in alimenti alleati della salute

• Il buono a tavola

Il re della tavola italiana per eccellenza in tutte le varianti di forma, colore e utilizzo in cucina

52 Gelatai d'altri tempi

68 Scienza e vita: le kilocalorie

Prodotti freschi, metodi antichi e fantasia: guida

Cosa c'è dietro quei numeri che leggiamo sulle etichette dei cibi? La parola all'esperto

alle gelaterie italiane piĂš genuine

Rubriche

56 Wine tour: i vini sardi Non solo Vermentino e Cannonau: ecco la Sardegna del vino che riserva tante sorprese agosto 2015

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cibo&territorio

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Il pomodoro... in tutte le salse di Marco Gemelli Fuori dai confini nazionali è considerato uno dei simboli dell’italian-style, sia perché è alla base di moltissimi piatti della cucina nostrana sia perché il nostro Paese è stato la culla della sua lavorazione industriale. Eppure non possiamo certo dire di conoscere tutto, sul pomodoro. Ad esempio, tanto per sfatare un errore comune, non sono affatto pochi i nostri connazionali che resterebbero perplessi, sentendosi domandare se esso sia un ortaggio o una verdura. Domanda trabocchetto, perché il Solanum lycopersicum – questo il suo nome scientifico – non è né l’uno né l’altro, bensì un frutto. Non tutti poi sanno che la parola “pomodoro”, che richiama il pomo d’oro (per il colore giallo prima della maturazione), fu coniata nel 1544 dal botanico Pietro Andrea Mattioli. Eppure, se è vero che ogni anno in Italia se ne producono in media 5 milioni di tonnellate e se ne contano 320 diverse varietà, vale la pena approfondire il discorso e scoprire il pomodoro… in tutte le salse.

Una storia poco nota A grandi linee, la storia del pomodoro che arriva dall’America in Europa con Cristoforo Colombo è nota ai più, ma il racconto di come questa pianta abbia attraversato l’Atlantico è pieno di curiosità e personaggi ancora poco conosciuti. Come il gesuita Josè de Acosta, che per primo raccontò di “una strana grossa uva” che gli indios chiamavano tomate. Quando arrivò in Italia insieme a patate e mais, il po-

Rosso, tondo e dalle origini americane. Lo descriveremmo probabilmente tutti così uno dei protagonisti indiscussi della cucina italiana. E avremmo ragione, ma escluderemmo dal nostro racconto le innumerevoli varianti in forma, colore e provenienza che questo profumato frutto (sì, è un frutto) può assumere. Scopriamole insieme, imparando anche a usare il prodotto giusto per la giusta ricetta

modoro fu quello che riscosse meno successo, perché giudicato meno saziante e perché si credeva che il frutto fosse velenoso, tanto che nei giardini della Napoli del ’500 la pianta ebbe funzione per lo più ornamentale. Servì almeno un secolo, al pomodoro, per fare la sua comparsa sulle tavole italiane: se la prima salsa viene citata nel 1690, per l’abbinamento con la pasta (vermicelli, per la precisione) dobbiamo aspettare il 1839, quando viene menzionato nella Cucina casareccia di Ippolito Cavalcanti. Il trend cambia con l’Unità d’Italia, quando un’azienda di Felino (Parma) iniziò a produrre concentrato e conserva, mentre poco più tardi l’astigiano Francesco Cirio fondò a Napoli l’industria del pomodoro in scatola. Il pomodoro divenne anche l’ambito in cui si riciclarono d’estate prosciuttifici e salumifici che – privi di refrigerazione – potevano lavorare il maiale solo d’inverno.

Fu il gesuita Josè de Acosta a raccontare per primo di “una strana grossa uva” che gli indios chiamavano tomate. Quando arrivò in Italia insieme a patate e mais, il pomodoro fu quello che riscosse meno successo perché si credeva che il frutto fosse velenoso, tanto che nei giardini della Napoli del ’500 la pianta ebbe funzione per lo più ornamentale agosto 2015

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cibo&territorio

Rotondi e rossi? Macché!

Bianchi, gialli, arancioni, verdi, viola e neri... oggi le varietà di pomodoro conosciute sono 320

La Fabbrica 54 di Larzano ha trasformato lo stabilimento conserviero di inizio Novecento in un polo di riferimento, commerciale e culturale, al servizio del territorio. Un esempio di archeologia industriale che ha creato uno spazio dove vengono allestiti concerti, prosa, mostre d’arte

l’ italia che merita

L’industria ieri e oggi Culla della coltivazione del pomodoro è stata Parma, nelle cui campagne dopo la metà dell’Ottocento i contadini producevano pani di polpa essiccata al sole, non a caso chiamati “pani neri”. In pochi anni, i laboratori della zona si sono moltiplicati fino ad acquisire il primato europeo dopo l’importazione dalla Francia, nel 1905, delle apparecchiature per la condensazione del concentrato sottovuoto. L’industria si è poi allargata alla vicina Piacenza, dando alle due province l’indiscusso primato mondiale del concentrato, mentre la grande industria Cirio nel Mezzogiorno si è specia-

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lizzata nei pelati. Oggi che il settore continua a essere un vero e proprio distretto produttivo, c’è chi ha riscoperto un modo nuovo di vivere il pomodoro: quest’anno la Fabbrica 54 di Larzano, alle porte di Piacenza, ha trasformato l’antico stabilimento conserviero di inizio Novecento in un polo di riferimento, commerciale e culturale, al servizio del territorio. Un esempio di archeologia industriale che ha ricreato uno spazio dove vengono allestiti concerti, prosa, mostre d’arte. Per saperne di più:

www.lafabbrica54.com

Come detto, oggi si contano 320 varietà di pomodoro. Una biodiversità dovuta alle differenze geografiche e morfologiche, certo, ma non solo: il fatto di essere visti per secoli come una curiosità botanica (erano tempi in cui i dettami religiosi imponevano di mangiare “in bianco” come simbolo di purezza) ha fatto sì che ad esempio il pomodoro ciliegino venisse classificato come una grossa ciliegia, e come tale incrociato. Si potrebbe pensare che le differenze siano minime, e rappresentino solo sfumature di forma e colore rispetto a punti fermi come la rotondità e il colore rosso. Tutt’altro. Nonostante le varietà rosse siano le più diffuse in commercio in Italia, i pomodori possono assumere i colori più diversi: si va da quelli bianchi (White Queen, White Tomasol) a quelli gialli (Douce de Picardie, Wendy, Lemon), rosa (Thai Pink), arancioni (Moonglow), verdi a maturazione (Green Zebra), viola (Nero di Crimea o Purple Perfecr) e nero (l’Indigo Rose o il Sunblack, che sta prendendo piede in Toscana grazie all’opera della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa). In quanto alla forma, esistono varietà leggermente pelose, simili alla pelle di una pesca, e altri lunghi (il San Mar-



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Luciano De Crescenzo paragona il ruolo del San Marzano nella storia dell’alimentazione a ciò che la rivoluzione francese fu per lo sviluppo della coscienza sociale zano), molto grossi (Cuore di Bue), riuniti in grappoli (Reisentomaten), schiacciati, ombelicati, costoluti e persino cavi all’interno (Tomate à farcir).

Sua maestà il San Marzano Se è vero che dall’America arrivarono a metà Ottocento diverse qualità, nel nostro Paese nacquero il Genovese, il Riccio di Parma, il Riccio Costoluto e quello Romagnolo, il Roma e soprattutto il San Marzano. Questo è considerato oggi il “re” dei pomodori, anche al di fuori dei nostri confini, nonostante la varietà non possieda affatto pedigree immacolati: il San Marzano nasce infatti dall’incrocio di tre varietà – la Fiascona, la Fiaschella e la Re Umberto – che a inizio Novecento erano piuttosto diffuse nell’agro sarnese-nocerino. È apprezzato soprattutto per la caratteristica di non frantumarsi nella lavorazione, un po’ come se si mantenesse vivo nel barattolo. “Gli americani, in genere tenaci consumatori dei loro prodotti nazionali – raccontava lo scrittore napoletano Domenico Rea nel 1957 – non hanno dubbi nella scelta quando si tratta di pomodori: sanno bene che deve venire dall’Italia, anzi dalla Campania”. Dal canto suo, Luciano De Crescenzo si spinge ancora più in là, arrivando a paragonare il San Marzano nella storia dell’alimentazione a ciò che la rivoluzione francese fu per lo sviluppo della coscienza sociale. Secondo il disciplinare, può essere coltivato nell’area settentrionale della provincia di Salerno, con propaggini nel Vesuviano e nell’Avellinese, e la raccolta dei frutti dev’essere eseguita esclusivamente a mano, quando raggiungono la completa maturazione. agosto 2015

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cibo&territorio

Le eccellenze italiane

Umberto Veronesi ha dichiarato che la Pizza Margherita può essere utile per tenere lontano il cancro, proprio grazie alla presenza del licopene, l’idrocarburo contenuto nel pomodoro, preziosissimo per le sue qualità antiossidanti Pasta&pizza, ovviamente Nonostante siano infinite le possibilità di utilizzare il pomodoro in cucina, la tradizione italiana vede due abbinamenti principali: la pasta e la pizza. In quest’ultimo caso, soprattutto, l’oncologo Umberto Veronesi ha affermato che la “margherita” può essere utile per tenere lontano il cancro, proprio grazie alla presenza del licopene, l’idrocarburo contenuto nel pomodoro, preziosissimo per le sue qualità antiossidanti.

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«Le sue capacità sono potenziate se il pomodoro viene consumato sotto forma di salsa e combinato con l’olio extravergine di oliva – dichiara Veronesi – la cottura, infatti, libera il licopene e lo rende più assimilabile dall’apparato digerente. Sulla pizza, in particolare, i suoi benefici aumentano di cinque volte. Non a caso questo prodotto, nelle sue versioni più semplici come la marinara o la margherita, aiuta l’organismo a restare giovane: oltre al pomodoro, è merito anche della mozzarella ricca di calcio e vitamina D, degli antiossidanti contenuti nell’olio, delle sostanze contenute nel basilico e nell’origano, grande arma contro il tumore alla prostata». In quanto all’abbinamento con la pasta, per una salsa dal sapore dolce e delicato è più indicato il Ciliegino Pachino o il Datterino, mentre per chi ama i pelati o il ragù, il San Marzano è la variante più adeguata. Per la salsa fresca, dal sapore leggermente più acidulo, meglio il pomodoro Ramato.

Oltre al San Marzano, l’Italia vanta una serie infinita di varietà di pomodori, ognuna tipica di diverse regioni o territori. Come il Costoluto Fiorentino, dal colore rosso intenso e caratterizzato da grinze che rientrano molto all’interno, e la versione genovese con le grinze meno accentuate. C’è poi il Cuore di Bue ligure, che può raggiungere i 500 grammi di peso e – tagliato a fette spesse un centimetro e condito con olio, sale e basilico – viene definito la “bistecca dei vegetariani”, così come la sua versione di Belmonte, in Calabria, con frutti che arrivano fino a 1,5 kg. Su dimensioni più piccole troviamo il pomodoro di Pachino, siciliano, che cresce a grappolo, o i Vesuviani dalla forma leggermente allungata, tradizionalmente raccolti a grappolo e appesi ai balconi, prendendo il nome di piennolo (pendolo).



cibo&territorio

Gelatai

d’altri tempi di Riccardo Lagorio

Sedicenti gelaterie artigianali spuntano un po’ dovunque in Italia. Quelle vere invece restano una rarità (meno del 5% su 33 mila attività). La differenza? La totale assenza di polveri e semilavorati, e l'utilizzo di soli prodotti freschi, preferibilmente locali. E tanta passione. Dalla Puglia al Piemonte, da Modica a Milano, ecco per voi un itinerario davvero.... cremoso! Cambiano i gusti, passano le mode, ma il gelato non conosce declino, soprattutto in estate. I 12 kg di consumo pro capite sono in continua ascesa e le tonnellate previste nel 2015 sfiorano ormai quota 380 mila tonnellate. È questo il risultato di un’analisi del Cogel, il Comitato italiano dei gelatieri della Fipe-Confcommercio, sull’andamento della stagione 2015. I consumatori quest’anno sembrano inoltre rispolverare la tradizione, ma sono incuriositi dai gusti inconsueti e trovano sempre più spazio nelle preferenze i gelati che sanno regalare sensazioni inesplorate. È allora Antonio Adamo di Modica, nel Ragusano, che tra le gelaterie artigianali può vantare veri e propri primati partendo da materie prime fresche che lavora nel retrobottega. Equilibri per contrasti giocati sul filo del rasoio, che si fanno piacere assoluto quando alle mandorle siciliane vengono aggiunti sale e limone, o alle carrube si affiancano le arance rosse. «Ma il gelato che meglio di tutti mi rappresenta – confida – è quello ricotta e maggiorana, tipica farcia dei ravioli delle feste 52

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comandate modicane. Il 45% di questo gelato è ricotta vaccina e, se consumato al tavolo, lo guarniamo con una fetta di pomodoro Pachino».

Seadas, zafferano o mojito?

Un gelato che non... menta Un modo semplice per riconoscere il gelato artigianale da quello fatto con i semilavorati? «Chiedere, se disponibile, il gelato alla menta e se si trovano tracce di foglie di quest’erba, vi sono possibilità che il gelato artigianale sia davvero tale – suggerisce Sergio Dondoli. E continua – Per riconoscere un buon gelato artigianale con ingredienti naturali e sempre freschi basta osservare con attenzione i colori specie nei gusti alla frutta. Quelli troppo vivaci sono sintomo di un uso massiccio di ingredienti non naturali».

C’è poi chi, dopo anni trascorsi nei teatri, ha tirato fuori dal cassetto il sogno di una vita come Maria Agnese Spagnulo. Nel rione Parioli di Roma, «le pere vengono prima tagliate e cotte per diventare pera e cannella, le mandorle tostate e sbriciolate per ottenere la pasta del gelato alla mandorla – ci racconta – Molti apprezzano inoltre la novità del gelato alla seadas (il dolce sardo di pecorino, limone e miele ndr)». Persino il latte viene deciso in base al gusto finale, creando nuance che rendono unico il gelato ottenuto. Insomma, nulla di ciò che avviene in gelaterie cosiddette artigianali che utilizzano polveri ai gusti vari, senza necessità di confrontarsi con esperienza, fantasia e saper fare. E che sbrigano la preparazione del gelato in pochi minuti aggiungendo acqua o latte al mantecatore. Ci vogliono passione, dedizione e ingegno che meno del 5% delle 33 mila gelaterie italiane (che generano un reddito di oltre 3 miliardi di euro) riesce a fare propri. Doti che hanno reso riconoscibile nel complicato panorama nazionale Sergio Dondoli di San Gimignano. Dal 1982, anno in cui aprì la prima gelateria artigianale in Germania un crescendo di affermazioni e consensi in campo nazionale e non solo grazie alla decina di creme registrate (tra cui la Santa Fina, con zaffeIn apertura una golosa proposta della gelateria Fata Morgana di Maria Agnese Spagnulo. Qui Sergio Dondoli all'opera

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cibo&territorio

Il cono come monumento nazionale Dove il gelato artigianale è considerato un’autentica attrattiva turistica è la Val di Zoldo, nel Bellunese. «I tedeschi ne sono i più grandi estimatori e considerano il gelato di queste parti uno degli emblemi del territorio» dice Giovanni Carlo Piva, da 50 anni gelatiere de Al Solèr. Colpita da una grave crisi economica con il collasso della Repubblica di Venezia, la mancanza di lavoro spinse i valzoldini a trasferirsi al di là delle Alpi, diventando venditori ambulanti di caldarroste e mele caramellate in inverno e gelato preparato in apposite tinozze congelate con ghiaccio e sale durante l’estate. Ancora oggi gli strumenti utilizzati per la preparazione del gelato artigianale sono azionati con le braccia e solo l’esperienza riesce a intuire quando compiere determinati gesti, quasi rituali. In particolare i mantecatori sono mastelli provvisti da intercapedini dove vengono inseriti ghiaccio e sale, che ne evita il rapido scioglimento. Grazie a queste accortezze, e all’uso di materie prime fresche, nasce un gelato cremoso, dove i gusti tradizionali sono in assoluto quelli più gettonati: vaniglia, nocciola e cioccolato nelle creme; limone, fragola e pesca tra la frutta.

Donatella Di Stefano e Daniela Bertolo dietro il bancone del Naninà di Milano

rano di San Gimignano Dop e pinoli di Pisa), alla lavorazione di frutta fresca locale come le pesche bianche della Val di Chiana (la percentuale di pesca in un kg di gelato è del 55%) e un latte crudo superlativo che proviene da una fattoria d’agricoltura biodinamica in Camporbiano, poco distante dal laboratorio. A Milano, Donatella Di Stefano e Daniela Bertolo hanno aperto Naninà nel marzo 2012 e si stanno dilettando a proporre un nuovo modo di concepire il gelato, adatto per aperitivi (al gusto mojito o piña colada), come accompagnamento a primi piatti (al Parmigiano Reggiano Dop, sedano o salmone e robiola) o ai bolliti (al singolare gusto di senape): nascono così i gelati gastronomici, che giocano sui contrasti come freddo e caldo o consistenze morbide e solide. Nel gelato alla frutta o alla verdura non esistono intensificatori di gusto o coloranti, conservanti o additivi: solo pectina e zucchero d’uva, che nel gelato gastronomico è marginale.

Grandi classici... Dall’altro capo dell’Italia, a Polignano a Mare, i classici rimangono i più venduti. Ma rivisitati. «Siamo sollecitati dagli stessi clienti a proporre gusti nuovi, seppur nel banco al massimo se ne contino 20», informa il giovane Giordy Babbo della gelateria Caruso. A un cioccolato con cacao al 72% proveniente dal Venezuela si è aggiunta un’infusione di caffè e una di pepe; a uno con la stessa percentuale di cacao ma di origine malgascia un biscotto al cocco sbriciolato; il principe della frutta locale, il fico, si è provveduto ad arricchirlo con la cannella, e un pizzico di pepe rosa esalta il gettonatissimo mango. Sino a poche settimane fa le creme si producevano persino approvvigionandosi di latte crudo presso una masseria dei dintorni: un ineffabile sollazzo. Poi è intervenuta l’azienda sanitaria locale per fare cessare questa buona abitudine. Pensavate forse che è facile lavorare con scrupolo in Italia?

Scelti per voi Caffè Adamo Via Marchesa Tedeschi, 17 Modica (Rg) Tel. 0932.941308

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Gelateria Fata Morgana Via Lago di Lesina, 9 Roma Tel. 06.86391589

Gelateria Dondoli Piazza della Cisterna, 4 San Gimignano (Si) Tel. 0577.942244

I gelati di Naninà Via Vincenzo Foppa, 52 Milano Tel. 02.42296698

Gelateria Al Solèr Via Pecol, 19 Zoldo Alto (Bl) Tel. 043.7789114

Gusto Caruso Via Martiri di Dogali, 3 Polignano a Mare (Ba) Tel. 080.3218232


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winetour

Non solo Vermentino e Cannonau di Riccardo Lagorio

La Sardegna del vino (nulla di più lontano da quella del mare e delle coste) ha conservato un patrimonio colturale autoctono assai esteso, capace di preservare quelle caratteristiche proprie che sulla terraferma sono state talvolta indebolite da mode, esperienze cosmopolite e rapporti con viticolture foreste 56

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Rappresentano l’espressione più tipica di uno straordinario patrimonio fatto di prodotti dalla storia secolare, troppo spesso dimenticato, il Vermentino e il Cannonau. Siamo in Sardegna, dove il primo è arrivato a fine Ottocento dalla Corsica, trovando il suo habitat ideale sui terreni granitici della Gallura. Da qui si è diffuso in tutta l’isola occupando oggi 2800 ettari e raccogliendo sistematici apprezzamenti per la peculiare espressione che qui assume rispetto ad altre aree d’Italia. Viene declinato in Vermentino di Gallura Docg, Vermentino di Sardegna Doc e Alghero Vermentino Doc frizzante; a legarli il colore giallo paglierino intenso e i luminosi riflessi dorati, i profumi di pesca a polpa bianca e ginestra, la densa morbidezza e la fresca acidità in bocca con un finale di note minerali. Ottimo in accompagnamento a piatti marinari e alle paste ripiene ogliastrine con la chiusura a spiga, i cu-


che vira verso note di confettura nella tipologia Riserva, ideale sempre per i piatti di selvaggina o le preparazioni di carne ovina.

Bottiglie per pochi (ma buoni)

Pochi ancora conoscono i pregi e le virtù della vera viticoltura sarda che “nasconde segreti” come il Carignano Doc, l’Arvisionadu, la Malvasia di Bosa Doc, il Nasco, il Cagnulari, il Girò e la Vernaccia Doc di Oristano In queste immagini, l'entroterra sardo con le sue distese di viti, ben distante dall'immagine patinata che abbiamo delle coste dell'isola in estate

lurgionis, neoelette Igp. Il Cannonau richiama invece alla memoria più di ogni altro vitigno a bacca nera la Sardegna. La coltivazione è infatti diffusa in tutta l’isola, ma l’ambiente dove si concentra maggiormente sono le aree interne, in particolare la provincia di Nuoro. Il vino si qualifica come Cannonau di Sardegna Doc quando è elaborato con almeno il 90% di uva omonima mentre le 3 sottozone (Oliena, Jerzu e Capo Ferrato) sono un utile strumento nelle mani del consumatore per scegliere al meglio la bottiglia che fa per sé. In generale, si contraddistingue per il colore granato intenso, il complesso profumo floreale speziato, la tannicità e la robustezza della trama,

Nella botte piccola... È nell’incontro con le piccole produzioni locali che la Sardegna si presenta come un vero e proprio continente da scoprire. A partire dall’area di Bosa, ad esempio, dove la Malvasia è da sempre reputata un vino aristocratico, per le occasioni speciali. Dal punto di vista enologico la Malvasia di Bosa Doc sembra avere apparentamenti con il vino Jerez per la presenza di lieviti flor che, al termine della fermentazione alcolica, si adattano al nuovo ambiente e passano a un metabolismo ossidativo, concedendosi in singolarissimi aromi adatti ad essere goduti con paste secche a base di mandorle. Pochissimi gli ettari vitati a Bosa e nei territori contermini. Poi il Nasco, il Cagnulari, il Girò, adatto a deliziosi vini liquorosi. Ma ancora la Vernaccia, che nella Doc Oristano riprende le note ossidative della Malvasia di Bosa, e l’Arvisionadu, coltivato nei dintorni di Benetutti e che potrà giocare un ruolo primario per il lancio enoturistico del Goceano.

Attorno a questi due assi della viticoltura sarda si muovono numerose altre star. E non si tratta di comparse. Come il Carignano Doc, che si concentra nel Sulcis, fra le ultime propaggini montane della Sardegna sud occidentale e il mare. Terreni sabbiosi e venti salsi hanno consentito a numerose vigne di attraversare indenni la pestilenza della fillossera, condizioni ambientali che al tempo stesso giocano un ruolo fondamentale per ottenere vini di vigore e ricchezza in colore, profumi e gusto. Bocca aristocratica e tannini morbidi che richiamano liquerizia e pepe sono ricordi indelebili a chi stappa una di queste austere bottiglie. Più fresche quelle di Monica, uno dei vitigni sardi di più antica introduzione che si esprime al meglio su terreni a composizione calcarea, su zone collinari a media pendenza ben esposte al sole. Di fronte a un monovitigno si ritrovano i freschi sentori di mora e ciliegia, delicatamente speziati con sfumature di mandorla dolce. Unitamente a Bovale sardo e Cannonau dà vita alla Mandrolisai Doc, un vino di corpo pieno e intrigante, stoffa complessa e morbida. In generale, per i vini sardi, possiamo dire che i segnali che si colgono sono di estrema vitalità: il livello è cresciuto enormemente negli ultimi anni e meriterebbe ben altra visibilità. Nazionale e internazionale. Eppure è la metafora della terra che li genera: se ne sta sempre un po’ in disparte, come se non volesse disturbare, tranne due mesi all’anno, quando è presa d’assalto da orde affamate di esotismo nostrano. Pochi ancora conoscono i pregi e le virtù della vera viticoltura sarda che, al di là delle bottiglie in cui si incespica lungo la costa d’estate, offre importanti alternative all’infausto percorso industriale che si è voluto sinora percorrere. agosto 2015

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A cura della Redazione scientifica Fondazione Veronesi

la salute nel piatto

testi di

Serena Zoli

Rossa, gialla e viola, come l’estate! ... è la nostra tavola, quando arriva la stagione dei peperoni e delle melanzane, bombe proteiche cariche di acqua e preziosi antiossidanti. Per quanto a non mangiarli crudi si rinunci a qualche beneficio, la cottura è molto importante per evitare un eccesso di solanina. E di ricette da provare ce ne sono davvero tante

Ma quanta allegria, con i loro colori e sapori, mettono in tavola melanzane e peperoni? Sono gli ortaggi tipici dell’estate. E d’estate vanno consumati anche se si trovano sui ripiani dei negozi praticamente tutto l’anno, ma non certo al massimo delle loro proprietà benefiche per l’organismo. La “peperonata” e le “melanzane alla parmigiana” sono le loro due ricette di bandiera, ma sia l’uno che l’altra si prestano a molti tipi di cottura e, soprattutto al sud, se ne ricavano piatti variatissimi e quanto mai saporiti. Proprietà benefiche, dicevamo. Cominciamo dal peperone che vi stupirà: è una “bomba” di vitamina C, può contenerne ben quattro volte più degli agrumi. Addirittura, 50 gr di peperone giallo crudo possono coprire interamente il nostro fabbisogno giornaliero raccomandato di vitamina C, conferendoci una maggiore resistenza alle infezioni e aumentata capacità di assorbire il ferro. Attenzione però: con la cottura il 60% della preziosa vitamina sparisce. Altro importante nutriente è la provitamina A (carotene), maggiormente presente nei pepe58

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roni rossi. Le due vitamine esercitano un’azione antiossidante con potere di prevenzione rispetto all’invecchiamento precoce e alle malattie cardiovascolari. Tra i peperoni grandi, si consiglia di preferire quelli rossi e gialli perché i verdi sono più acerbi e per questo contengono più solanina, una sostanza non proprio benefica. Il bel frutto viola, ora tondo ora allungato, di cui siamo i maggiori produttori al mondo, è invece ricco di potassio ed è costituito, anche se non sembrerebbe, al 90% di acqua. Prezioso dunque in estate quando con la sudorazione si perdono liquidi e sali minerali, in particolare potassio. La melanzana, che è arrivata a noi dall’India attraverso gli arabi, contiene anche molta vitamina A; come tutti i vegetali viola contiene antocianine, molecole altamente antiossidanti; infine, stimola la produzione di bile e aiuta a tenere sotto controllo il colesterolo “cattivo”.

Per saperne di più:

www.fondazioneveronesi.it

Una soluzione a tutto Gli ortaggi dell’estate, peperoni e melanzane, appartengono alla categoria delle “solanacee” perché, con patate e pomodori, contengono questo alcaloide, la solanina, che in alta quantità potrebbe rivelarsi tossico. Ma niente paura, dopo la cottura, la solanina è quasi sparita.


i Viaggi del Gusto

benvenuti a bordo Il piacere di un viaggio ad alta qualità il network

gli ambienti

le novità

IL PROGRAMMA fedeltà di Italo

le nostre offerte

i partner

pag. 60 pag. 61 pag. 62

pag. 63 pag. 64 pag. 64

la sicurezza a bordo

pag. 65


il network VENEZIA

PADOVA

RIMINI

PERIODO ESTIVO

MESTRE TORINO

FIRENZE BOLOGNA

MILANO

PORTA GARIBALDI ROGOREDO RHO FIERA

NAPOLI ROMA

TERMINI TIBURTINA

SALERNO

REGGIO EMILIA

MEDIOPADANA

speciale EXPO 2015

Con Italo vai a Milano Expo Da giugno, diventano 14 i collegamenti per Milano Rho Fiera Italo aumenta l’offerta per l’Expo. Dal 14 giugno, salgono a 14 i collegamenti giornalieri del treno di Ntv per l’evento dell’anno. Venti milioni di potenziali visitatori in sei mesi, 144 paesi partecipanti, 1 miliardo di euro di investimenti, 8,8 milioni di biglietti già venduti: Italo aggiunge ai 9 già previsti, altri 5 collegamenti per la prestigiosa vetrina mondiale del made in Italy, dedicata all’alimentazione e alla biodiversità (“Nutrire il pianeta, energia per la vita”). Dal 1 maggio al 31 ottobre 2015, proprio in occasione dell’Expo 2015, Italo ha pro-

grammato le nuove fermate straordinarie a Fiera Rho, la stazione che trasporterà milioni di turisti all’esposizione mondiale. Nella stazione, con l’entrata in vigore dell’orario estivo, opereranno ben 14 collegamenti di Italo, di cui sette in arrivo da Sud e sette da Nord in direzione Sud. Italo inoltre per selezionate Agenzie di viaggi e Tour Operator mette a disposizione una proposta commerciale esclusiva, relativa agli ambienti Smart e eXtra Large, fruibile in abbinamento a un biglietto per l’Expo o a un soggiorno in hotel.

Come acquistare i biglietti Il treno Italo può essere acquistato attraverso tanti canali, a cominciare dal web: • Il sito internet italotreno.it • Il Contact Center Pronto Italo allo 06.07.08 • Le agenzie di viaggio convenzionate • Le biglietterie in Casa Italo in tutte le stazioni servite dal treno • L'app Italo Treno

Italo torna a Rimini Nei mesi di luglio e agosto Italo ritorna a Rimini con 6 collegamenti al giorno. Da giugno, inoltre, sono aperte le vendite delle connessioni tra i treni dell’Adriatica e i treni della dorsale; è possibile, infatti, viaggiare con un unico biglietto da Napoli, Roma e Firenze verso Rimini, Pesaro e Ancona e viceversa, con un cambio treno nella stazione di Bologna. Anche da Torino è possibile raggiungere le destinazioni della dorsale Adriatica con un solo biglietto e un cambio treno nella stazione di Milano Porta Garibaldi. Quest’anno, infine, è possibile acquistare un abbonamento da o per Rimini al prezzo incredibile di 99 euro per viaggiare nel weekend dal primo luglio al 24 agosto, in ambiente Smart. 60

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Foto di copertina di Massimo Rinaldi


le novità

ORARIO TRENI ROMA - MILANO MILANO - ROMA

06:00 - 14:00

6.45 | 7.40 | 7.55 | 8.55 | 9.55 | 10.50 | 11.55 | 12.45 | 13.45

14:00 - 20:00

14.40 | 14.45 | 15.48 | 16.40 | 16.45 | 17.55 | 18.40 | 19.55

06:00 - 14:00

6.27 | 7.03 | 7.34 | 8.03 | 8.27 | 9.34 | 10.27 | 11.03 | 11.34 | 12.34

14:00 - 20:00

14.03 | 14.27 | 15.34 | 17.03 | 17.27 | 18.27 | 19.34

Roma – Milano, sempre più vicine Dalle 6.00 alle 20.00 orario continuato, con 34 collegamenti di cui 10 No Stop Con Italo, Roma e Milano si avvicinano sempre di più. Diventano, infatti, 34 i collegamenti tra la capitale politica e la capitale economica d’Italia, con ben 10 treni No Stop, senza fermate intermedie tra le due città. Con l’orario estivo, in vigore dal 14 giugno, Italo

arriva alla centralissima stazione di Roma Termini con 48 collegamenti giornalieri. Passano invece a 32 le corse dirette a Napoli, mentre 14 sono i treni per Torino. Aumentano anche i collegamenti con Venezia: ogni giorno gli Italo da/per la Laguna diventano 10.

Un Agosto ricco di novità per il palinsesto di Italo Agosto è il mese della bellezza, dell’Italia, dei suoi scorci e dei suoi personaggi, raccontati da registi del calibro di Tornatore, Özpetek, Avati e Bertolucci. Italo porta a bordo della carrozza Cinema un palinsesto ricco di novità per rendere ancora più piacevoli i viaggi sui No Stop Milano - Roma. Dal 30 luglio al 20 agosto, sarà l’atmosfera delle pellicole d’autore ad accompagnare i viaggiatori da Sud a Nord, e viceversa. Si partirà dalla Sicilia degli anni ’30 del film diretto da Giuseppe Tornatore, Baarìa, per finire nella cantina del giovane Lorenzo, protagonista dell’opera del 2012 di Bernardo Bertolucci, Io e te , tratta dall’omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti. Su tutti i treni è disponibile un palinsesto composto anche da altri programmi di intrattenimento e attualità. Ricorda di portare con te i tuoi auricolari oppure acquistali a bordo. Per maggiori informazioni rivolgiti al personale di bordo.

Sud - Nord

Carrozza Cinema, speciale estate

Nord - Sud

Italo prolunga le vendite di tutti i suoi treni fino al 31 ottobre. Scopri tutte le offerte sul sito www.italotreno.it

Baaria

La solitudine dei numeri primi

Saturno contro

Non ti muovere

Baciami Piccina

Il cuore grande delle Ragazze

I gironi dell'abbandono

Io e Te

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le nostre offerte

Le proposte per viaggiare su Italo, sempre più convenienti e adatte alle esigenze di tutti i passeggeri Italo Special, metà prezzo il martedì, il mercoledì e il sabato Per usufruire della riduzione del 50% sull’offerta Flex, basta acquistare il proprio biglietto entro 48 ore prima della partenza del treno, attraverso il sito web italotreno.it, l’app “Italo treno”, il Contact Center Pronto Italo (06.07.08) e le agenzie di viaggio convenzionate. Chi viaggia il martedì e il mercoledì può beneficiare del vantaggio scegliendo i treni in partenza tra le 8:30 e le 14:30. Per chi viaggia il sabato, invece, l’offerta non ha limiti di orario.

-

Italo Senior, l’offerta per gli over 60 Italo dedica l’offerta Senior ai 60enni con una riduzione del 30% sulla tariffa Flex. Chi ha compiuto più di 60 anni, infatti, può beneficiare dell’offerta valida in tutti gli ambienti di viaggio. Per prenotare, basta andare sul sito italotreno.it e selezionare la voce “Senior” tra le tipologie di passeggeri; chiamare Pronto Italo (06.07.08); rivolgersi alle agenzie di viaggio convenzionate o direttamente al desk di Casa Italo in stazione.

-

Con Italo Famiglia i ragazzi viaggiano gratis Con l’offerta Italo Famiglia, i gruppi da 2 a 4 passeggeri, composti da ragazzi con meno di 15 anni e da almeno un maggiorenne, possono scegliere tra lo spazio e la convenienza dell’ambiente eXtra Large o la praticità della Smart. Gli adulti pagano la tariffa Flex, mentre i ragazzi al di sotto di 15 anni viaggiano gratis, sempre. I minori di 4 anni che viaggiano in braccio ad un adulto, non sono calcolati ai fini del gruppo.

Fino

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-

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Andata e ritorno a partire da 19 euro Viaggiare con Italo acquistando in un’unica soluzione un’andata e ritorno è comodo e conveniente. L’offerta permette spostamenti a partire da 19 euro: basta prenotare fino al giorno prima! È possibile acquistare il proprio biglietto attraverso tutti i canali Italo, ad eccezione delle Biglietterie Self Service nelle stazioni.


gli ambienti

Club Executive, il salotto in movimento Un vero salotto, riservato ai Viaggiatori più esigenti: comfort, tecnologia, spazi più ampi e un servizio su misura garantito dal personale di NTV. La carrozza Club Executive, collocata a una delle estremità del treno per garantire maggiore tranquillità, ha 19 comode poltrone, 11 delle quali organizzate in un’area “open space”, a cui si aggiungono due salotti separati da quattro posti ciascuno, acquistabili esclusivamente a corpo per assicurare una maggiore privacy. Ogni posto

In Prima, comfort e convenienza In Prima Italo coccola i suoi Viaggiatori con tanto spazio, comfort e attenzioni. Si comincia dal servizio di benvenuto, con caffè espresso servito al posto, snack dolci e salati, e un’ampia scelta di drink. Chi preferisce può, invece, usufruire dei distributori automatici in carrozza 3 per acquistare bevande calde, fredde, caffè e snack in completa autonomia. Poi tanto spazio, con poltrone in pelle Frau reclinabili disposte in file da tre su un largo corridoio, e tante comodità, dal poggiapiedi al nuovo poggiatesta con ali imbottite, dalle prese elettriche, al comando

luci di lettura personali, fino a un comodo vano porta oggetti tra i sedili doppi. Come in tutto il treno la copertura WiFi per l’accesso al portale di bordo e a internet è gratuita.

Un particolare del Poggiatesta in Prima

è equipaggiato con uno schermo da 9 pollici touch screen dal quale si accede al programma di intrattenimento offerto dal portale Italolive, film serie tv, giornali, notizie, ecc. Come in tutti gli altri ambienti di Italo, anche nella Club Executive è prevista la copertura Wi-Fi per connettersi gratuitamente a internet. Completano l’esperienza di viaggio il servizio di benvenuto con caffè espresso servito al posto, snack dolci e salati e un’ampia scelta di drink.

La Smart, dinamica e giovane Economicità e praticità, senza nulla togliere al comfort dei viaggiatori: sono le caratteristiche dello stile Smart, improntato al self-service per favorire la massima convenienza economica anche attraverso offerte commerciali mirate a questo

ambiente. Uno spazio giovane, sottolineato da colori vivaci, che permette al Viaggiatore di accomodarsi sui sedili in pelle Frau reclinabili, di usufruire di prese elettriche individuali e dei tavolini, in prevalenza singoli. La copertura Wi-Fi è gratuita, come nelle altre carrozze. In più è possibile accedere al portale di bordo Italolive, con decine di film gratuiti, quotidiani digitali e altri contenuti di intrattenimento. Per rendere il viaggio più gradevole, Italo mette a disposizione anche una piccola Area Snack, in carrozza 7, dove acquistare un caffè espresso, bevande fredde e snack, a prezzi competitivi e in modalità self-service dai distributori automatici.

E la comodità diventa, “eXtra Large” Si chiama eXtra Large, l’ultima arrivata a bordo di Italo: un ambiente che unisce alla convenienza del viaggio Smart, la grande comodità e lo spazio in più che caratterizzano le poltrone della Prima. Sedili in pelle Frau reclinabili, con un largo corridoio e ampi spazi individuali. Pochi euro in più rispetto al prezzo di un

posto in Smart, un’esperienza di viaggio in un ambiente superiore. Anche per questo ambiente, Italo mette a disposizione un’Area Snack in carrozza 3, dove acquistare bevande fredde e calde, caffè e snack in completa autonomia dai distributori automatici. Wi-Fi e portale di bordo sono sempre gratuiti. agosto 2015

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il programma fedeltà di Italo

Italo Più, il programma che premia la fedeltà dei Viaggiatori Italo ha messo a punto un programma fedeltà, Italo Più, che riserva vantaggi esclusivi pensati per dare ai Viaggiatori un valore in PIU’, come il riconoscimento immediato tramite l’accesso con username e password, sia se si acquista online sia se si chiama il Contact Center Pronto Italo. Oppure la possibilità di registrare la propria carta di credito per velocizzare gli acquisti, in totale sicurezza (se si desidera pagare con account PayPal, associandolo a quello Italo Più, il pagamento è ancora più rapido). Per tutti gli iscritti, NTV ha messo a disposizione il Borsellino Italo: un conto elettronico personale per l’accredito dei rimborsi e per i nuovi acquisti. Dopo il terzo viaggio, ogni iscritto riceverà inoltre la Carta Italo Più, in grado di velocizzare anche i pagamenti presso le Biglietterie Self Service Italo. Italo Più diventa Sprint Con Italo Più, più si viaggia più si guadagnano punti. Tutti gli iscritti ricevono 5 punti per ogni euro speso acquistando biglietti in tutti gli ambienti di viaggio. Per accumulare punti, basta indicare ad

ogni acquisto il proprio codice Italo Più. Se si acquistano i servizi offerti dai partner Ntv, i punti aumentano ancora. Ogni iscritto come premio potrà richiedere dei biglietti per viaggi futuri e perfino l’emozione di un viaggio in cabina proprio accanto al macchinista. E da oggi i vantaggi aumentano: se superi la soglia di 10.000 punti qualificanti diventi un cliente Italo Più Sprint. I clienti Italo Più Sprint ricevono ben 6 punti per ogni euro speso acquistando biglietti in tutti gli ambienti di viaggio. Tra i benefit, Italo offre, ad esempio, un accesso garantito con massimo un accompagnatore alle sale riservate, un upgrade gratuito dall’ambiente Prima alla Club Executive o dalla Club Executive al Salotto sui treni No Stop. Quest’anno, inoltre, Italo abbassa la soglia dei punti necessari per richiedere i biglietti premio. Ad esempio, è possibile prenotare gratuitamente un viaggio in ambiente Smart sulla tratta Milano-Torino con soli 2500 punti ottenibili con 6 viaggi andata e ritorno tra Roma e Milano. Visita il sito www.italotreno.it e Iscriviti subito al programma fedeltà.

Foto in alto “carta Italo Più” foto in basso “carta Italo Più Sprint”

Iscriviti al programma fedeltà sul sito www.italotreno.it e scopri tutti i vantaggi.

i partner Italo No stress

Booking.com e Italo in viaggio verso l’estate Tempo di vacanze. Alle spalle il solito tam-tam quotidiano si parte verso destinazioni estive e località di mare. Ci pensa la partnership tra Italo treno e Booking.com che quest’estate vi porterà alla scoperta di città e località di mare tra le più belle d’Italia. L’offerta di Italo propone ai turisti e viaggiatori rotte verso Napoli, con la Costiera Amalfitana, Venezia a due passi da Jesolo e Rimini porta d’ingresso per la Riviera Romagnola. Una volta a destinazione entra in scena Booking.com, leader mondiale nelle prenotazioni di soggiorni online e partner di Italo. A Napoli per esempio Booking.com offre oltre 620 strutture tra B&B, appartamenti, hotel, affittacame64

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re e case vacanze mentre sono oltre 700 le strutture della Costiera Amalfitana.Booking.com offre invece ai proprio utenti oltre 1000 strutture a Venezia e quasi 350 a Jesolo. Per gli amanti della Riviera romagnola infine l’offerta è ancora più abbondante, circa 3.000 strutture ricettive mentre a Rimini Booking.com propone quasi 680 tra alberghi, appartamenti, B&B, ostelli, e case vacanze. Non resta che scegliere la località, salire a bordo di Italo e prenotare, anche last minute con la nuova applicazione Booking Now (sia per Apple che per Android) dedicata a tutti coloro che vogliono scegliere in assoluta libertà.


sicurezza a bordo / on-board safety instructions La mappa a bordo treno / On-board train map Carrozza / Coach: 1

Carrozza / Coach: 2, 4, 5

Carrozza / Coach: 3

Carrozza / Coach: 6

Carrozza / Coach: 7

Carrozza / Coach: 8

Carrozza / Coach: 9, 10

Carrozza / Coach: 11

Legenda / Legend Cassetta di pronto soccorso

Uscita di emergenza Emergency exit

CASSETTA DI PRONTO SOCCORSO

Finestrino di emergenza

Toilette handicap Disabled toilet

Diaper change pad TOILETTE

Via di fuga Escape route

Distributore

Estintore

Automatic vending machine

Fire extinguisher

Hammer for breaking glass

Wheelchair spaces

Fasciatoio

Emergency window

Martello frangivetro

Posti per sedia a rotelle

First aid kit

PMR

Persona a mobiltĂ ridotta Persons with reduced mobility

Maniglia allarme passeggeri

Toilette

Handle passenger alarm

Toilet

Cestini carta Paper baskets

Cestini plastica Plastic baskets

Cestini indifferenziata Other waste baskets

aprile 2015 / April 2015 agosto 2015 XI 65


sicurezza a bordo / on-board safety instructions Come comportarsi in caso d’emergenza

/ What to do in an emergency

Nella condizione ordinaria di marcia in sicurezza, i passeggeri devono occupare esclusivamente gli spazi idonei al loro trasporto in modo da non ostacolare il personale di bordo nell’espletamento delle attività connesse con la sicurezza e eventuali operazioni di evacuazione del treno in emergenza. In caso di evacuazione del treno in emergenza è necessario attenersi alle istruzioni del personale di bordo prestando attenzione al rispetto delle seguenti istruzioni di carattere generale: • •

• •

Abbandonare il treno senza indugi, in maniera ordinata e con calma; Aiutare chi si trovi in difficoltà, con priorità a soggetti “sensibili” (bambini, donne in stato di gravidanza, portatori di handicap, ecc.); Abbandonare i bagagli e non tornare indietro per nessun motivo; In presenza di fumo o fiamme camminare chini.

In ordinary condition of safe running, travellers must remain in their assigned seats so that they do not prevent the work of on-board staff performing safety-related tasks or interfere with train evacuation in the event of an emergency. In the event of an emergency evacuation, follow the instructions of the on-board staff and the following general safety information: • •

• •

Evacuate the train quickly, calmly and in an orderly fashion; Help passengers requiring assistance, giving priority to children, pregnant women, the disabled; Leave your luggage behind, and do not re-enter the train for any reason; Walk bending down if there is smoke or flame.

Esodo galleria linea AV/AC Firenze-Bologna Tunnel AV/AC evacuation Florence-Bologna Per un ordinato e rapido esodo dalla galleria è necessario attenersi alle istruzioni fornite dal personale ferroviario direttamente o mediante gli impianti di diffusione sonora, prestando comunque osservanza alle seguenti indicazioni di carattere generale: 1. Una volta discesi dal treno occorre dirigersi verso la direzione più opportuna per l’esodo seguendo i cartelli segnaletici affissi sulla parete della galleria e/o le indicazioni fornite dal personale ferroviario; 2. La galleria dovrà essere percorsa camminando esclusivamente sul marciapiede laterale della stessa evitando di invadere i binari; 3. L’attraversamento dei binari, se necessario per raggiungere l’uscita, deve essere preventivamente autorizzato dal personale ferroviario; 4. Durante l’esodo occorre mantenere la calma, non spingere o accalcarsi con le persone che precedono, non creare allarmismo; 5. Aiutare, per quanto possibile, le persone a mobilità ridotta; 6. Una volta raggiunta l’uscita occorre non disperdersi e seguire le istruzioni impartite dalle squadre di soccorso.

For an orderly and efficient evacuation in a tunnel please follow the instructions provided by the train personnel either or over the train P.A. system, while bearing in mind the following general indications: 1. Once off the train, you must head in the most appropriate direction for evacuation by following the indications of the train personnel and/or, if there are, the signs on the tunnel walls; 2. While in the tunnel, walk along the side pavement only and be sure to avoid encroaching on the tracks; 3. Crossing of the tracks, if required in order to reach the exit, must be authorized in advance by the train personnel; 4. During the evacuation you must keep calm all the time. Avoid pushing or crowding the people in front and do not panic; 5. People with reduced mobility should be helped as much as possible; 6. On reaching the exit, remain in the area and follow the instructions provided by rescue teams.

Apertura porte di emergenza / Opening the emergency exits

Finestrini /

Per • • •

Prelevare il martello frangivetro (Fig. 2), colpire il finestrino nel punto indicato sul vetro (Fig. 3) e spingere il finestrino.

aprire la porta in emergenza: girare la maniglia verso il basso (Fig. 1, disegno A - 1); attendere l’accensione del pulsante rosso; premere il pulsante rosso ed aprire la porta (Fig. 1, disegno B - 2).

To open the emergency exits: • • •

Turn the handle downwards (Fig. 1, drawing A-1); Wait until the red light comes on; Press the button with the red light on it open the door (Fig. 1, drawing B–2).

Windows

Pick up the hammer for breaking glass (Fig. 2), use it to strike the window at the spot marked (Fig. 3) and push the window out. Fig. 2 Fig. 3

Fig. 1

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agosto 2015

aprile 2015 / April 2015 XII



scienza e vita

Il nostro cibo, energia per la vita Sarà che lo slogan di Expo 2015 – Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita – lo sentiamo ripetere da tempo; sarà perché in ogni confezione di alimenti troviamo riportato il valore energetico, sarà perché le diete sono basate principalmente sul contenuto energetico dei cibi... Così, un po' per tutti questi motivi, abbiamo deciso di (ri)proporvi due concetti fondamentali per ricordare cosa ci sia dietro un semplice numero

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agosto 2015

di Giuseppe Pulina

Professore Ordinario di Animal Science Università di Sassari

Noi umani, al pari di tutti gli esseri viventi, siamo macchine termodinamiche. Utilizziamo l’energia contenuta nel nostro combustibile, il cibo, per produrre un particolare tipo di lavoro: la vita con tutte le altre nostre attività. Così come l’automobile non è alimentata da petrolio ma da una sua parte raffinata (benzina, gasolio o gas), anche il cibo non è utilizzato (digerito) completamente dal nostro corpo, per cui una quota più o meno importante dello stesso, la parte indigerita, viene espulsa. Pertanto, per nutrirci bene dobbiamo conoscere al meglio la concentrazione energetica di un alimento. Kilocalorie: istruzioni per l’uso Occorre premettere che due alimenti non sono immediatamente confrontabili sotto questi aspetti: preso come tale, ad esempio, 1 kg di pere non è


confrontabile con 1 kg di biscotti, in quanto le prime hanno un contenuto d’acqua decisamente superiore dei secondi (l’80% contro meno del 10%). Per confrontare due alimenti, allora, si estrae in laboratorio l’acqua in essi contenuta (cioè li si disidrata in una stufa) e ciò che si ottiene è la loro sostanza secca. A questo punto, gli alimenti sono confrontabili in quanto l’acqua, ovviamente, non apporta energia al metabolismo. L’energia lorda della sostanza secca di un alimento si ottiene facilmente attraverso la combustione totale di 100 gr dello stesso in un apposito strumento (la bomba calorimetrica). Questo apparecchio misura il calore rilasciato dal campione di cibo e trasferito completamente (in termini tecnici, adiabaticamente) a una quantità nota di acqua. Considerato che una caloria è la quantità di energia necessaria per fare aumentare 1 gr di acqua di 1°C (1 kilocaloria, detta anche grande caloria o Cal = 1000 calorie = 1 litro di acqua di +1 grado), se i nostri 100 gr di biscotti nel bruciare hanno fatto aumentare 10 kg di acqua di 50°C, allora il loro contenuto energetico sarà di 500 kcal. Mettendo a bruciare la sostanza secca delle pere, tuttavia, ci accorgeremo che il loro contenuto energetico non é molto distante da quello dei biscotti e si aggira sulle 380 kcal per 100 gr. Tuttavia, se riportiamo questi valori al tal quale, troviamo una grande differenza: 450 kcal per 100 gr di biscotti e solo 76 kcal per 100 gr di pere in ragione della diversità nel reciproco contenuto in acqua. Fortunatamente il valore energetico di un alimento si può dedurre con facilità dalla sua composizione chimica in quanto 1 gr di carboidrati (sia zuccheri semplici, amidi o fibre) vale 4 calorie, 1 gr di proteine ne vale 5, e un grammo di lipidi ne vale 9,2. Tenuto conto che gli alimenti, oltre i composti sopra citati, contengono elementi minerali (le ceneri) che non apportano energia, il contenuto di energia lorda è facilmente calcolabile anche da ciascuno di noi: è proprio così che i produttori di cibi lo calcolano e lo riportano nelle confezioni degli stessi. Va da sé che, essendo carboidrati e proteine energeticamente quasi equivalenti, il valore energetico lordo di un alimento è tanto maggiore quanto maggiore è il suo contenuto in grassi. L’energia lorda, tuttavia, non è totalmente utilizzata dall’organismo in quanto una quota più o meno grande di alimento non digerito (contenente perciò energia) è espulso giornalmente e un’altra quota di energia, rappresentata da azoto ureico, è contenuta nelle urine. Due semplici meccanismi Occorre perciò, nella formulazione di una corretta razione giornaliera sotto il profilo energetico, tenere conto di queste perdite e calcolare per ogni alimento l’energia netta, cioè quella quota di energia realmente a disposizione del metabolismo

Cos'è una caloria? La quantità di energia necessaria per fare aumentare 1 gr di acqua di 1°C. Un grammo di carboidrati vale 4 calorie, uno di proteine ne vale 5, e uno di lipidi ne vale 9,2

Per nutrirci bene dovremmo conoscere la concentrazione energetica degli alimenti. Tra i principali aspetti da ricordare il fatto che, maggiore è il contenuto di fibra e proteine, minore sarà l’energia realmente utilizzabile dal metabolismo

corporeo. Il fattore che maggiormente incide sul valore di energia netta di un cibo è il suo contenuto in fibre. Questi composti (contenuti nelle verdure e in alcuni tipi di frutta) sono strutturalmente simili agli amidi (pane e pasta) e agli zuccheri semplici (glucosio contenuto in molte conserve, saccarosio dello zucchero, lattosio del latte...), ma sono totalmente indigeribili dagli enzimi dell’apparato digerente dell’uomo e solo parzialmente utilizzabili dai microbi che tutti noi ospitiamo nella parte dell’intestino detta colon-cieco. Perciò, maggiore è il contenuto di fibra dell’alimento, minore sarà l’energia realmente utilizzabile dal metabolismo, anche a parità di energia lorda. Infine: elevati contenuti di proteine nel cibo comportano un aumento dell’espulsione di urea nelle urine con perdita di energia e riduzione del valore nutritivo dell’alimento che la ha provocata. agosto 2015

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il buono a tavola

a cura dello chef Alessandro Borghese

Una cena in riva al mare... Questo mese chef Alessandro Borghese, protagonista in tv con Alessandro Borghese Kitchen Sound, Junior MasterChef e Alessandro Borghese 4 Ristoranti su Sky Uno, firma la sua rubrica su VdG con gustose ricette per le serate estive

alessandroborghese.com

Per info e contatti:

alessandroborghese.com

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agosto 2015

Estate, finalmente. La stagione delle materie prime dai colori vivaci e dai sapori freschi, come le gustose melanzane che si sposano con i pomodorini San Marzano in una succulenta parmigiana o i piselli verdi da gustare con le seppie. Per un pranzo in veranda a due o una cena con gli amici in riva al mare. Ricette da cucinare con gusto, e da assaporare un attimo dopo aver lasciato la spiaggia e le onde in sella a una moto.

Foto di AB Normal S.r.l.

Il lusso della semplicità

Rigatoni ricotta pane bruciato e crema di aglio nero Ingredienti per 4 persone: 400 gr di rigatoni 180 gr di ricotta di pecora 4 fette di pane toscano raffermo 2 pomodori verdi 8 foglie di basilico piccole 1 testa di aglio nero olio di oliva extravergine cultivar taggiasca sale q.b. pepe nero in grani della Tasmania Preparazione: Stempera la ricotta con un po’ di acqua tiepida e frullala con quattro spicchi di aglio nero, aggiusta di sale e pepe. Immergi la pasta in acqua fino a farla arrivare a ebollizione. Con i pomodori verdi fai una brunoise, usando solo la parte della pelle più coriacea. Inforna le fette di pane a 220° in forno preriscaldato, una volta tostato fanne una dadolata regolare. Impiatta.

Ascolto: A me me piace o blues – Pino Daniele Bevo: un bicchiere di Terre Alte Livio Felluga


Foto di AB Normal S.r.l.

Mini parmigiana di melanzane Ingredienti per 4 persone: 16 melanzane perline 8 foglie di basilico 4 pomodori San Marzano maturi 50 gr di Grana Padano 1 mozzarella di Bufala Dop sale, olio, pepe q.b. 1 limone 10 gr di zucchero a velo 1 spicchio di aglio 5 gr di origano fresco 1 lt olio di semi 30 gr di farina di riso Procedimento: Incidi i pomodori San Marzano con una piccola croce dalla parte del picciolo, immergili in acqua a bollore per 2 minuti, scolali e mettili a raffreddare in acqua e ghiaccio. In seguito rimuovi la pelle. Taglia a metà i pomodori per il lato della lunghezza e condisci sul fronte seme con zest di limone, aglio tagliato a listarelle finissime, origano, sale, pepe e zucchero a velo. Preriscalda il forno a 170°, una volta a temperatura inforna i pomodori, abbi cura di lasciare il forno socchiuso così da poter abbassare la temperatura lentamente e permettere ai pomodori di appassire dolcemente fino alla temperatura di 70° in camera del forno. Nel frattempo taglia le melanzane in lunghezza, passale in farina di riso e friggile in olio di semi a 180°. Scolale e asciugale tamponandole leggermente e delicatamente. Taglia la mozzarella di bufala a dadini e impiatta.

«A me me piace 'o blues e tutt'e journe aggio cantà' pecchè so stato zitto e mo è 'o mumento 'e me sfucà'»... Con la voce di Pino Daniele nell'aria e un pizzico di commozione nel cuore, brindiamo all'artista napoletano e prepariamoci ad assaggiare le ricette pensate per noi dallo chef Alessandro Borghese

Ascolto: Papillon – Editors Bevo: un bicchiere di Lambrusco di Sorbara

Seppie e piselli

In queste pagine, in senso orario: i rigatoni ricotta pane bruciato e crema di aglio nero, la mini parmigiana di melanzane e il piatto di seppie e piselli

Preparazione: Pulisci le seppie e togli l’osso, taglia in rettangoli della dimensioni di due dita (circa 5 cm x 3 cm). In una padella metti a soffriggere l’olio, l’aglio e il peperoncino. Batti la seppia tra due fogli di carta forno e incidi i pezzi a scacchiera. Fai rosolare fino a quando non si arricciano. Una volta rosolate, spegni la fiamma. In una casseruola con tre o quattro cucchiai d’acqua e uno di olio extravergine fai appassire i piselli e il cipollotto, aggiusta di sale e di pepe. Una volta cotti con un frullatore a immersione ottieni una crema e passala al setaccio maglia fine. Trita la menta insieme al pane e tostala in padella per ottenere la nota croccante. Versa la crema di piselli nel piatto, aggiungi le seppie, il pane croccante e completa l'opera con un giro di olio extravergine d’oliva.

Ascolto: Bad Medicine – Bon Jovi Bevo: un bicchiere di Ischia Biancolella

Foto di AB Normal S.r.l.

Ingredienti per 4 persone: 1 kg di seppie 500 gr di piselli 1 mazzo di prezzemolo 1 spicchio d’aglio 1 peperoncino sale e olio evo q.b. menta pane

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74 Puglia, andar per masserie

88 Borromee, le isole incantate

Tour nel Tacco d'Italia, seguendo un itinerario che passa dal turismo di campagna

L'Isola Bella e l'Isola Madre: le perle del Lago Maggiore, scrigni di storia, arte e di natura

82 Avanti, in Trentino c'è posto

da pag. 94 Rubriche

• Travel Quotidiano news • Proposte week-end

....per tutti. Viaggio tra gli alberghi della regione con il più alto numero di strutture ricettive

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inviaggio

Il fascino discreto della masseria di Antonella Aquaro

Il viaggio in Puglia inizia dal mare e da quegli 800 km di costa da sempre oggetto di conquiste. In passato, imperi stranieri; oggi un turismo dalle mille accezioni che ha trasformato il Tacco d’Italia in una delle mete più amate. La Regione vivrà la sua settimana da protagonista in Expo a Milano dal 21 al 27 agosto, e questa sarà l’occasione per conoscere meglio anche la tradizione delle storiche strutture che ne segnano oggi l’accoglienza 74

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Puglia

È diventata quasi una star, nonostante sia solo una dimora. Bella, elegante, a volte lussuosa, spesso rustica. In ogni caso imponente, anche se intima. In passato è stata centro nevralgico della vita contadina; oggi, richiamo del turismo internazionale. È la masseria, che in occasione di Expo si è aggiudicata un ruolo importante: illustrare al mondo il meglio dell'eno-gastronomia regionale. La Puglia la ringrazia vivamente celebrando sotto il cappello delle Masserie Didattiche storia, cultura e sapienza di un territorio, per tutti, sinonimo di fascino. È proprio lei, assieme ai trulli, a fare da filo conduttore per le strade della Valle d’Itria, intrecciando centri storici e periferie sino a sorprendere il mare, in questo triangolo di terra che fa da ponte fra l’Adriatico e lo Ionio.

La vita agraria che fu Immerse nella campagna, le masserie diventano così il fortino a protezione di una certa privacy; di un desiderio d’intimità, riservatezza e relax fuori dagli schemi. Uno scenario che sta diventando il regno degli stranieri veicolato da realtà come Thethinkingtraveller.com (agenzia turistica online specializzata nella commercializzazione di strutture di lusso) e dal passaparola. Chi può, vende proprietà in Inghilterra o in Svizzera per farsi la masseria in Puglia, o semplicemente abbraccia il business immobiliare delle seconde case.Tanti gli stranieri della Valle, ma anche gli extra-pugliesi che optano per una dependance all’ombra di ulivi secolari. «Nessun dato ufficiale, ma il fenomeno è tangibile e trapela da un giro di frequentazioni fra stranieri che arrivano in Valle attratti dall’aspetto un po’ ritroso e riservato del territorio. Qui investono, agosto 2015

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inviaggio

In apertura la Masseria San Domenico. Qui Torre Maizza e una veduta panoramica di Fasano

comprano, avviano attività turistiche o semplicemente decidono di ritagliarsi angoli di paradiso lontano dalle metropoli di provenienza». A parlare è Sabàto Russo, oggi affermato stilista sulle piazze della moda maschile, ma in Valle, semplice forestiero che, in arrivo da New York, ha affidato la sua vita privata a una contrada fra Locorotondo e Martina Franca. I suoi suggerimenti per soggiorni temporanei parlano di Masseria Torre Maizza, San Domenico, Masseria Cimino, Borgo Egnazia e, in posizione un po’ un po’ decentrata rispetto al baricentro fasanese, di Masseria La Rascina (Ostuni). E ancora, aggiungiamo noi, Borgo San Marco, per citare solo alcune delle strutture più prestigiose del territorio. In posizione vista mare, nella zona fra il Promontorio della Selva, Fasano e Savelletri, la masseria diventa così il luogo che oltre a un relax d’antan offre numerosi spunti d’intrattenimento. A disposizione, golf anziché piscina, vela e cavallo; corsi di fotografia, pittura ed escursioni in bicicletta, ma anche l’orto dove lasciarsi ingolosire dai frutti colti direttamente dalla pianta. Così a Masseria Maizza, ma non è la sola. Un po’ dovunque si trovano l’atmosfera informale e rurale di una vita agraria che fu, sigillata dietro l’invalicabilità e il silenzio delle mura di cinta. 76

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Le campagne pugliesi stanno diventando terra di conquista per gli stranieri: chi può, vende proprietà in Inghilterra o in Svizzera per farsi la masseria in Puglia, o semplicemente abbraccia il business immobiliare delle seconde case

Passione botanica Cisternino è famosa per la sua grande apertura verso il mondo e per essere incubatrice di culture naif e alternative. La musica, la creatività e l’arte hanno spesso trovato in questo luogo terreno fertile; lo stesso che ha permesso la creazione della particolarissima onlus Giardini di Pomona. Alla base, un’idea: recuperare le tradizioni botaniche più antiche e preservarle nel tempo insieme a una moltitudine di varietà locali, ma anche internazionali, in uno dei più qualificati conservatori botanici della Penisola. Prenotando una delle deliziose casette-trullo inserite nel contesto dei Giardini, un percorso didattico o un workshop, sono possibili full-immersion nei 10 ettari di paesaggio agrario per ammirare le 800 diverse varietà di alberi da frutto che compongono un percorso storico botanico di piante tradizionali e rare. Oppure, per osservare nei dettagli la collezione dedicata alla specie Ficus carica (fico) che con le sue 400 varietà è una delle più imPer saperne di più: www.pomonaonlus.it portanti del bacino del Mediterraneo.




Degustazioni frugali L’esplorazione di contrade e viuzze di campagna all’insegna di masserie nascoste segna così un possibile tour, il cui comun denominatore rimane il mare. E che ci porta ad esempio all’Orto Botanico Lama degli Ulivi (Monopoli), patrimonio di biodiversità, e a Savelletri: un tempo borgo di pescatori, oggi calamita per un pubblico internazionale che non disdegna di fare la spesa direttamente dai pescatori, così come fermarsi in qualche chioschietto della costa (in località Forcatella, ad esempio) dove scoprire la bontà dei ricci e dei frutti di mare in un ambiente informale. Lo stesso che ritroviamo anche poco più in là, in zona Speziale-Cisternino, nelle terre dove la sosta-panzerotto è diventata tendenza. Lo scenario che accompagna il viaggiatore con l’Adriatico alle spalle, puntando verso i monti di Cistenino, è da cartolina. Costruzioni rupestri che sorgono lungo strade secondarie, antichi dolmen (in frazione di Montalbano), e Masserie Didattiche dove organizzare uscite golose e istruttive. Lungo il cammino vale la pena di improvvisare una sosta alla prima insegna dove non dovrebbe essere difficile trovare la disponibilità di pane e focacce fatte in casa, formaggi di produzione interna, lampascioni (bulbi selvatici di muscari) e una collezione di erbe spontanee, verdure e ortaggi raccolti nei terreni circostanti.

Verso lo Jonio Spostandoci su Locorotondo, è curioso notare come i tetti delle abitazioni tipiche, solitamente conici, diventano spioventi e prendono il nome di cummerse. Come tutti i centri storici della zona, anche Locorotondo è arroccato, bianco, con un panoramico “lungomare” (invenzione di fantasia per alludere a scenari rivieraschi) che si affaccia sulla Valle con le sue 138 contrade. Per alcuni appun-

Piaceri “primitivi” a Milano La settimana dal 21 al 27 agosto la Puglia è protagonista ad Expo, presso il Cardo principale, dove è previsto un allestimento ispirato al lifestyle rurale di tutti i suoi territori. Per l’occasione non potevano mancare la tradizione e le feste patronali celebrate da un portale di luminarie e colori, ma neanche le degustazioni esclusive nella sala Symposium, allestita su una terrazza del Padiglione del Vino. Sei quelle previste: si assaggeranno Primitivo, Negroamaro, Nero di Troia, bianchi, rosati e bollicine per dare massima visibilità e riconoscibilità a tutto il ventaglio di prodotti enologici che contraddistinguono la regione. Vari anche gli appuntamenti di Expoincittà, come quelli organizzati presso l’ex Albergo Diurno Cobianchi, con i quali la Puglia intende promuovere l’immagine delle eccellenze territoriali dell’agroalimentare, del paesaggio e sul versante della sicurezza alimentare. Il cuore di Milano sarà così investito da una serie di manifestazioni che avranno come protagonisti la Rete delle Masserie Didattiche, associazioni di produttori di tipicità agroalimentari, artigiani di manifatture tradizionali e artigiani del gusto.

L’esplorazione di contrade di campagna alla ricerca di masserie nascoste segna possibili tour, il cui comun denominatore rimane il mare. E che ci porta ad esempio a scoprire tesori come Monopoli e Savelletri ti di gola segnate: involtini di trippa (gnummeredde suffuchete), funghi e vino bianco Locorotondo Doc (a base di Verdeca e Bianco di Alessano). Da qui, solo pochi chilometri e lo scenario cambia ancora. Il centro storico di Martina Franca sorprende con un tripudio in stile barocco facilmente intercettabile nelle facciate delle tante chiese e nella collezione di portoni di accesso a dimore nobiliari. L’ampiezza del Palazzo Ducale, con ben 300 stanze e una sontuosa collezione di affreschi, ricorda i fasti dei duchi Caracciolo e In alto la marina di Monopoli e qui un tradizionale trullo

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inviaggio

Qui la bella piscina di Borgo Egnazia a Savelletri di Fasano

Scelti per voi Masseria Torre Maizza Hotel Doppia da 460 euro C.da Coccaro Savelletri di Fasano (Br) www.masseriatorremaizza.com

Oltre a un relax d’antan, la masseria offre numerosi spunti d’intrattenimento. Spesso a disposizione campi da golf anziché piscine; corsi di fotografia, pittura ed escursioni in bicicletta, ma anche l’orto dove lasciarsi ingolosire dai frutti colti direttamente dalla pianta

Crocevia di artisti Camillo Pace, affermato jazzista della scena nazionale, ha ristrutturato la masseria di famiglia di metà 800, dotata di 4 stanze, suite e chiesetta, per trasformarla in una residenza per artisti. Non solo quindi un agriturismo con possibilità di soggiorno, visite guidate all’azienda zootecnica, esplorazioni dell’attiguo bosco di cedui e fragni e passeggiate in bicicletta lunga la neo-ciclovia dell’acquedotto pugliese: l’innovazione sta nel fondere l’arte alla natura trasformando la Masseria Agriturismo Pace di Martina Franca in un crocevia di artisti nel silenzio totalizzante e fascinoso della campagna pugliese. 80

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Masseria Cimino Doppia da 150 euro Contrada Masciola Savelletri di Fasano (Br) Tel. 080.4827886 www.masseriacimino.com Borgo Egnazia Doppia da 560 euro Savelletri di Fasano (Br) Tel. 080.2255000 www.borgoegnazia.it

di quella ricca borghesia che da secoli qui prospera. E quando si parla di cultura il richiamo è uno solo: il Festival Internazionale della Valle d’Itria, appuntamento di rigore per gli amanti della musica lirica e sinfonica giunto alla sua 41a edizione. Un evento straordinario che va in scena fra luglio e agosto nella cornice del Palazzo ducale, ma anche in chiostri, chiese e persino antiche masserie. Uno dei tanti simboli che raccontano la città, come il capocollo (insaccato ottenuto dalla macellazione di carni suine allevate allo stato semi-brado sottoposte a salagione e affumicatura agli aromi), il cavallo murgese, nonché l’asino locale la cui razza è considerata la più grande d’Italia. Poco più in là c’è di nuovo il mare. Questa volta lo Jonio, con le sue spiagge più gettonate: da Jamaica Beach a Porto Cesareo, passando per Lido Silvana e San Pietro in Bevagna; ma questo è un altro capitolo, un altro meraviglioso pezzo di Puglia che sulla strada verso Otranto ci regala un'altra chicca: la Masseria Le Pezzate, un ex allevamento di ovini, dove il tempo s'è fermato.

Masseria La Rascina Doppia da 140 euro Str. Prov. 19 - Ostuni (Br) Tel. 338.4331573 www.larascina.com Borgo San Marco Doppia da 200 euro Contrada Sant’Angelo, 33 Fasano (Br) Tel. 080.4395757 www.borgosanmarco.it Antica Masseria Mozzone Doppia da 90 euro Contrada Mozzone Montalbano di Fasano (Br) Tel. 338.9645454 www.masseriamozzone.it Masseria Le Pezzate Doppia in b&b da 100 euro Contrada Gallipoli - Maglie (Le) Tel. 368.3739551 - 348.3643697 www.masserialepezzate.com Masseria Agriturismo Pace Doppia da 70 euro Via Villa Castelli, 100 Martina Franca (Ta) Tel. 333.3196126


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In Trentino

c'è posto(letto) per tutti di Maria Grazia Tornisiello

Alberghi per famiglie, resort di lusso, piccoli chalet romantici, green hotel: qui ce n’è per tutti i gusti e per tutte le tasche! Dalla Valsugana alla Val Rendena, dalla Val di Fiemme alla Val di Fassa, vi portiamo alla scoperta di un itinerario insolito a cavallo delle Dolomiti, patrimonio Unesco dal 2009, che passa attraverso alcune strutture alberghiere d’eccellenza della provincia di Trento 82

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Foto di Alexander Debiasi - Ufficio Turismo Trentino

“L’ospite è un gioiello posato sul cuscino dell’ospitalità”. Una citazione questa dello scrittore statunitense Rex Stout, che senza dubbio gli albergatori del Trentino Alto Adige hanno fatto propria. Infatti, secondo una recente statistica elaborata da Federalberghi e Aipi (Associazione italiana progettisti d’interni), la provincia autonoma di Trento insieme all’Alto Adige, con le sue 5.862 strutture, risulta essere al primo posto in Italia per offerta ricettiva alberghiera. Inoltre, secondo la classifica dei Travellers’ Choice Hotel Awards 2015 di TripAdvisor, che si basa su milioni di recensioni e opinioni scritte dai viaggiatori di tutto il mondo, la regione si aggiudica il gradino più alto del podio per il maggior numero di hotel premiati, ben 37. E, con 85,40 punti su 100 va in testa anche al Trivago Online Reputation Ranking 2015 per l’alto numero di valutazioni positive da parte di clienti italiani e stranieri che, lo scorso anno, hanno soggiornato negli hotel della regione. Dalla Valsugana alla Val Rendena, dalla Val di Fiemme alla Val di Fassa, partiamo dunque alla scoperta di queste strutture d’eccellenza, strette nell’abbraccio dalle Dolomiti.

Il gusto del relax Chiudiamo quindi gli occhi e con un tuffo nel passato ritroviamo le atmosfere della belle époque, quando principesse e nobili dalle corti di tutta Europa amavano darsi appuntamento alle terme di Levico e Vetriolo nel centro della Valsugana per ritemprarsi dalle fatiche di corte e godere del clima mite e salubre della zona. Qui si trova uno dei 25 migliori hotel italiani per famiglie, il Family Hotel Primavera gestito dai fratelli Nicola e Roberta Prandel, ideale per il relax dei grandi e per il divertimento dei più piccini.Tra cure termali, animazioni, escursioni e passeggiate nei boschi o lungo il lago, corpo e spirito ne escono rigenerati e, se un certo languorino comincia a farsi sentire, allora una sosta da Gigi è d’obbligo. Bottega storica di prodotti artigianali enogastronomici, Gigi sorge nel cuore di Levico e, siatene certi, da lì non uscirete mai a mani vuote: speck, salumi, formaggi di malga, grappa, miele e polenta vi terranno allegra compagnia. Poco distante, nel cuore della Val Rendena, nota come la Perla delle Dolomiti, ecco Madonna di Campiglio che annovera una delle eccellenze dell’ospitalità trentina: il Biohotel Hermitage, un vecchio maso di proprietà della famiglia Maffei, ristrutturato e tra-

Foto di Carlo Baroni - Ufficio Turismo Trentino

In queste pagine due immagini evocative. In apertura la Val di Fiemme, qui invece siamo in Val Rendena

Trentino

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inviaggio

L’Hotel Hermitage: un ottimo punto di partenza per esplorare il Parco naturale dell’Adamello Brenta

sformato in un hotel di charme. Atmosfere raffinate ed eleganti, accoglienza calorosa e cordiale, ma soprattutto la cucina stellata, in una stube originale dei primi del ‘900, dello chef Giovanni D’Alitta, rendono l’Hermitage, un ottimo punto di partenza per esplorare il Parco naturale dell’Adamello Brenta che, con i suoi 620,51 kmq è la più vasta area protetta del Trentino. Fascino e mistero impregnano la valle e in lontananza riecheggia il rumore dell’acqua delle numerose cascate, la più famosa fra tutte quella di Nardis che, prima d’infrangersi fragorosamente sulle rocce sottostanti, compie un salto di oltre 130 metri. Ma la Val Rendena è anche il regno della Spressa delle Giudicarie Dop, uno dei più antichi formaggi d’alpeggio il cui nome deriva probabilmente da spress (massa spremuta) poiché il latte con cui viene lavorato subisce numerosi processi di scrematura. Il caseificio sociale di Pinzolo-Fiavé in zo84

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Secondo una statistica di Federalberghi e Aipi, la provincia di Trento insieme all’Alto Adige, con le sue 5.862 strutture, è al primo posto in Italia per offerta ricettiva alberghiera. Inoltre, nella Travellers’ Choice Hotel Awards 2015 di TripAdvisor, la regione si aggiudica il gradino più alto del podio per il maggior numero di hotel premiati, ben 37

Con il trenino tra i castelli di Silvana Delfuoco Tutti i sabati, fino al 5 settembre (escluso ferragosto), dalla stazione della Ferrovia Trento-Malé, a Trento, alle 8,30 parte il Trenino dei Castelli. Scopo del viaggio: la visita degli antichi manieri e l’assaggio dei freschi sapori delle Valli del Noce. Ad accogliere i viaggiatori un pool di esperte guide, che li accompagna per l’intera giornata fino al ritorno previsto intorno alle 19.30. La vista dai finestrini è quella di un paesaggio mutevole. Dai vigneti della Piana Rotaliana si passa ai meleti dei pendii della Val di Non e della Val Sole. Non è un caso se passa di qui uno degli itinerari più “golosi” del Trentino, la Strada della Mela e dei Sapori, che una serie di assaggi durante il viaggio consentirà di scoprire almeno in parte. Il trenino ferma la sua corsa alla stazione di Malé, suo capolinea storico, da dove si prosegue in pullman. Prima tappa è il Castello di San Michele a Ossana, il punto più alto della vallata. Da qui inizia la ridiscesa, con la visita a Castel Caldes, da secoli punto di accesso alla Val di Sole dalla Valle di Non; si prosegue quindi verso Castel Valer a Tassullo, elegante residenza privata dall’altissima torre poligonale che il proprietario, il conte Ulrico Spaur, apre al pubblico solo in circostanze eccezionali. Infine l’ultima tappa: Castel Per saperne di più: Thun a Vigo di Ton, che porta il nome di una delle www.iltreninodeicastelli.it www.stradadellamela.it famiglie più antiche della Mitteleuropa.


Fratelli Contorno dal 1916

Benvenuti in Sicilia è un marchio registrato di proprietà del gruppo Fratelli Contorno

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Solo da un’azienda siciliana con una tradizione secolare poteva nascere una salsa così


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na ne è uno dei maggiori produttori. Da non perdere assolutamente, a Pinzolo, la medioevale chiesa di San Vigilio, dove una simpatica e preparata guida vi illustrerà dettagliatamente i particolari del celebre dipinto posto sulla facciata, la Danza Macabra. L’affresco, che fu realizzato da Simone Baschenis nel 1539, su ordine della Confraternita dei Battuti, ha l’intento, ben riuscito, di imprimere nel tempo un messaggio di fraterna uguaglianza di fronte alla morte.

Passeggiando in bicicletta A Varena in Val di Fiemme, antico borgo di soli 800 abitanti, da tre generazioni la famiglia Mich gestisce l’Hotel Alpino, vincitore, per il secondo anno consecutivo, del prestigioso premio Travellers’ Choice di TripAdvisor. Dopo una giornata di camminate e, volendo, di arrampicate, il suo centro benessere con sauna finlandese, bagno turco e docce emozionali vi rimetteranno in sesto e vi stuzzicheranno l’appetito. Sì, perché non potete tornare a casa senza prima aver fatto un salto al caseificio sociale Val di Fiemme per acquistare il gustoso Formae Val Fiemme, un saporito formaggio a crosta lavata, o il caprino fresco spalmabile di Cavalese o ancora un bel pezzo di Trentingrana Dop. Il tutto rigorosamente accompagnato dalla pregiata birra di Fiemme prodotta nel birrificio di Daiano dalla famiglia Gilmozzi, secondo le ricette della tradizione. Dalla Val di Fiemme alla Val di Fassa il passo è breve e, se si percorre la pista ciclabile delle Dolomiti lunga circa 48 km costeggiando il torrente Avisio, si resta incantati dall’architettura e dai colori delle montagne che mutano aspetto a seconda della luce del giorno. Ed al rosso del tramonto, quando ormai le ombre si stendono sonnacchiose a ricoprire i versanti dei monti, ecco fare capolino il piccolo paesino di Vigo di Fassa dove troviamo il Grotta Family Hotel. Al 2° posto nella classifica italiana di TripAdvisor come migliore hotel per famiglie, la struttura fa parte anche dei 25 piccoli hotel più belli d’Italia ed è inoltre eco sostenibile. L’acqua, infatti, è riscaldata dal sole grazie a pannelli sola-

Spressa delle Giudicarie Dop, Puzzone di Moena, Formae Val Fiemme... sono solo alcune delle delizie che è possibile scoprire durante una vacanza sulle Dolomiti

Scelti per voi Family Hotel Primavera Doppia da 100 euro Via Augusta Claudia, 3 Levico Terme (Tn) Tel. 0461.706193 www.familyhotelprimavera.it Biohotel Hermitage Doppia da 210 euro Via Castelletto Inferiore, 69 Madonna di Campiglio (Tn) Tel. 0465.441558 www.biohotelhermitage.it

ri, l’energia elettrica è prodotta da un consorzio idroelettrico, le luci sono a basso consumo e gli ingredienti della cucina sono a km 0 in modo da ridurre il più possibile l’impatto ambientale. Ed a proposito di prodotti tipici, questa è la terra del famoso Puzzone di Moena, in ladino Spetz Tzaorì, un formaggio Dop dal caratteristico odore intenso e dalla crosta rosso mattone. Nella Casa del formaggio a Pozza di Fassa si può assaggiare il Puzzone con latte di malga, nonché il Cher de fascia/Cuor di Fassa, un altro formaggio a crosta lavata. Sopra, convivialità all’Hotel Alpino, due volte vincitore del premio Travellers’ Choice di TripAdvisor. Qui sotto il Grotta Family Hotel, tra i migliori hotel per famiglie

Hotel Alpino Prezzi da 114 euro a persona Via Mercato, 8 Varena (Tn) Tel. 0462.340460 www.hotelalpinovarena.it La Grotta Family Hotel Camere da 223 euro, mezza pensione Via Soraporta, 8 Vigo Di Fassa (Tn) Tel. 0462.764047 www.hotellagrotta.it

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inviaggio

Le isole incantate del Verbano di Francesco Condoluci

Spuntano a poche centinaia di metri da Stresa, la piccola perla della sponda piemontese del Lago Maggiore che da secoli è votata all’ospitalità. Sono tre come i cerchi che, a suggello del sodalizio tra le famiglie nobiliari Borromeo, Visconti e Sforza, compongono il logo di questo antico feudo tardo-medievale. L’Isola Bella, l’Isola Madre e quella dei Pescatori. Scrigni di natura e arte, architetture e giardini fioriti, sfarzosi saloni e grotte affacciate sulle acque 88

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Lago Maggiore

Piemonte

Man mano che, lasciata alle spalle la terraferma, s’avvicina la riva e le terrazze verdissime e svettanti di statue prendono forma stagliandosi sempre più nitide contro il cielo e l’acqua, il sospiro, credeteci, si fa oh di meraviglia. Se Stresa – dimora eletta di nobildonne, artisti, regnanti e intellettuali fin dai tempi del Grand Tour e oggi culla di alberghi storici, giardini fioriti e ville Liberty – è terra che per clima quieto e atmosfera minimal-chic riconcilia col mondo, le isole che affiorano a poche centinaia di metri dal suo lungolago e raggiungibili in battello nel tempo di un amen, sono estasi pura per chi ama la natura, l’arte e gli straordinari connubi fra esse che la mano dell’uomo è in grado di plasmare. Sono tre le Isole Borromee, e assomigliano ad altrettanti vascelli che la storia e il tempo hanno voluto e cristallizzato qui, proprio al centro del Verbano, in mezzo ai magici riflessi del lago e con la cima del Mottarone che incombe alle spalle. L’Isola Bella, l’Isola Madre e quella dei Pescatori: qualcuno dei loro innumerevoli cantori, non a caso, le ha ribattezzate “le isole incantate”.

Il più bello tra i giardini Difficile credere che nessuno ancora abbia iscritto queste mirabilie al patrimonio Unesco. I presupposti ci sarebbero tutti: l’Isola Bella, la più celebre del piccolo arcipelago che da secoli appartiene alla famiglia Borromeo, conserva intatti gli splendori di un’epoca che fu. Il sontuoso palazzo (Borromeo) che ne occupa quasi per intero il perimetro, è il frutto di un pensiero d’amore e di quasi quattrocento anni di progetti e di lavori (l’ultimo restyling risale al 1948) da parte degli ingegneri degli architetti, dei pittori e degli stuccatori assoldati dalle varie generazioni dei principi che si sono succedute. L’idea fu di Carlo III che nella prima metà del ’600 volle costruire su quella che al tempo era niente più che uno scoglio abitato da pescatori, un grandioso palazzo in omaggio alla moglie Isabella d’Adda (in origine l’isola venne detta appunto Isola In apertura veduta notturna dell'Isola Bella con l'imbarcadero e, sulla sinistra, l'ingresso del sontuoso Palazzo Borromeo

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inviaggio

L’Isola Madre Tanto appariscente ed esuberante è l’Isola Bella, quanto silente, raccolta e austera è l’Isola Madre, la più grande delle tre sorelle del Golfo Borromeo ma anche la più intima e la più elitaria. Amata in particolare dagli inglesi che da sempre ne apprezzano lo straordinario giardino fatto di piante rare, camelie, azalee, rododendri e persino protee del Sudafrica (un unicum, a queste latitudini) nel quale scorrazzano in libertà pavoni, fagiani e coloratissimi pappagalli. Un pergolato di rami e di pietra è il suo ieratico ingresso: “in cima, l’isola è un tuffo di verde che inarca al di sopra dell’acqua una fitta vegetazione di lauri, lecci, platani, melograni, alberi esotici, glicini, cespugli fioriti d’azalee” così il filosofo Ippolito Taine ne descriveva nell’Ottocento il suo giardino all’inglese il cui fiore all’occhiello è il maestoso cipresso del Kashmir, piantato nel 1862 e quasi abbattuto una decina d’anni fa da una tromba d’aria. Il suo salvataggio è stato un altro pezzo di bravura dei giardinieri delle Isole Borromee, il cui capo, Gianfranco Giustina, nel 2013, non a caso si è guadagnato il premio “Sir Peter Smithers”, ossia l’Oscar mondiale 90

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del giardinaggio. Di fronte al cipresso originario dell’Himalaya, si erge la dimora privata dei Borromeo, che dal 1978 è stata riaperta al pubblico, dopo un lungo lavoro di sistemazione da parte della principessa Bona Borromeo Arese, consorte del capostipite della famiglia, Giberto, scomparso nel febbraio scorso. Anche nel giorno delle esequie a Milano, in mezzo allo strazio per la perdita del marito, la principessa, raccontano i custodi, non ha mancato di raccomandare che la “sua” casa fosse sempre in ordine. Lì, in quel palazzo sull’Isola Madre, Bona del resto ha raccolto la quintessenza della sua vita, spesa a collezionare arte e cimeli della sua schiatta millenaria. Bambole, la sua passione, e quadri e porcellane e vetuste livree, e suppellettili e soprattutto i favolosi “Teatrini delle Marionette” alcuni dei quali realizzati da uno scenografo fatto venire apposta nel Golfo Borromeo dalla Scala di Milano nel 1828. E tra le stanze ovattate della dimora, si sente ancora tutta l’intimità di una casa che, a differenza del palazzo dell’Isola Bella, è ancora oggi pienamente vissuta dagli eredi di coloro che furono “i padroni del Lago Maggiore”.

A sinistra il maestoso cipresso del Kashmir. Qui sopra, in alto, un Teatrino delle Marionette dentro la dimora Borromeo sull'Isola Madre e sotto l'accesso al giardino

Isabella). Furono i figli tuttavia, il cardinal Giberto e soprattutto Vitaliano VI, a dare slancio alla costruzione della reggia e trasformarla in un luogo di feste per la nobiltà europea. Concepito in origine come un fantastico vascello galleggiante, solo parzialmente realizzato, il Palazzo Borromeo già alla fine del XVII secolo vide ultimati i suoi celeberrimi “giardini all’italiana”, fatti a terrazze e parterres su dieci livelli, che avrebbero dovuto rappresentare la poppa della nave.Ancora oggi, sulla sommità dell’anfiteatro – il monumento più importante del giardino su cui, in mezzo alle statue barocche che simboleggiano Arte, Natura, lo stesso Verbano e i fiumi Po e Ticino, svetta l’unicorno, simbolo araldico della famiglia – ci si sente esattamente come sul ponte d’una nave. E se vi capita di vedere la bandiera issata, ritenevi fortunati, perché vuol dire che i Borromeo (circostanza non frequentissima) sono presenti sull’isola.Ai piedi dell’anfiteatro, si fanno ammirare splendidi esemplari di pavoni bianchi che sfilano alteri in mezzo a filari di limoni e melograni e in un



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Uno scorcio dei meravigliosi giardini all'italiana dell'Isola Bella di fronte al lungolago di Stresa, la petite capitale del Lago Maggiore

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Concepito in origine come un fantastico vascello galleggiante, solo parzialmente realizzato, il Palazzo Borromeo già alla fine del XVII secolo vide ultimati i suoi celeberrimi “giardini all’italiana”, fatti a terrazze e parterres su dieci livelli, che avrebbero dovuto rappresentare la poppa della nave tripudio di fiori, alberi dalle chiome geometriche e piante esotiche. A primavera, il giardino botanico dell’Isola Bella vive un’esplosione di colori che definire magica è dir poco.

Humilitas sì, ma solo nel motto Non meno suggestivi gli interni della villa, nella quale si susseguono saloni impreziositi da collezioni pittoriche di grande pregio, soffitti a volta stellata e cupole. Poco a che vedere insomma con lo storico motto della casata che, risalente a San Carlo Borromeo, resta ancor’oggi “humilitas”. Affacciarsi a una delle alte finestre di queste sale che ospitarono Napoleone e Giuseppina e in tempi più recenti il banchetto di nozze di John Elkann e Lavinia Borromeo, vuol dire contemplare acquerelli: ogni apertura è un quadro ritraente gli scorci fatati del lago Maggiore, l’Isola dei Pescatori e le montagne del Sempione sullo sfondo. Scendendo nei sotterranei, lungo gradinate inframmezzate da busti e fregi che nascondono dettagli di volti spaven-

tosi, si giunge nell’ambiente più scenografico del palazzo: le grotte aperte sul lago ideate per regalare agli ospiti la frescura in estate – l'equivalente delle “stanze della contr’ora” dei palazzi siciliani –, fatte di pietra e decorate con conchiglie, mosaici, sculture e reperti archeologici. Gli appassionati d’arte rinascimentale rimarranno invece rapiti dalla Galleria degli Arazzi che prelude all’uscita: qui fanno bella mostra sei enormi tessuti di foggia fiamminga composti da una fittissima trama di lana, seta, oro e argento. Fuori dal palazzo, a sinistra dell’imbarcadero si snoda un piccolo dedalo di scalinatelle e viuzze: è l’unica parte di suolo pubblico dell’Isola Bella che oggi ospita negozietti e ristoranti pittoreschi dove gustare la cucina del Verbano: filetto di pesce persico alla Borromea, alborelle fritte, coregoni e, per dolce, le mitiche “margheritine”, i biscotti a base di burro che sono il vero simbolo di Stresa da quando un pasticciere locale ebbe l’idea di prepararli in onore della principessa Margherita di Savoia, in visita sul lago.

La Sacca Sosta golosa con incantevoli terrazze vista lago. Menu à la carte da 25 euro Via Sempione, 50 Stresa (Vb) Tel. 0323.31165 www.hotelasacca.com Il Clandestino Lo chef Franco Marasco stupisce con le sue specialità tradizionali di pesce in chiave moderna ed etnica. Si mangia con 35 euro bevande escluse Via Rosmini, 5 Stresa (Vb) Tel. 0323.30399 www.ristoranteilclandestino.com

dove dormire

Regina Palace Hotel Quattro stelle di prestigio, suite con vista sulle Isole Borromee e parco interno. Doppia da 190 euro Corso Umberto I Lungolago Stresa (Vb) Tel. 0323.936936 www.reginapalace.it Grand Hotel des Iles Borromées Da 150 anni, simbolo dell’ospitalità made in Stresa. Hanno dormito qui Hemingway e le teste coronate di mezza Europa. Ospita anche un bel centro benessere. Doppia da 298 euro Corso Umberto I, 167 Lungolago Stresa (Vb) Tel. 0323.30431 www.borromees.com

Per saperne di più:

Tel. 0323.30556 www.isoleborromee.it

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news travel quotidiano

Guardate la città da un altro punto di vista...

Pisa d’Amare: la lunga estate del litorale di Stefano Gianuario

Non solo torre pendente e Piazza dei Miracoli. La cittadina a due passi dal Tirreno con la bella stagione si anima di appuntamenti da non perdere, grazie ai quali scoprire anche la sua affascinante storia L’estate è più calda che mai in quel di Pisa. La bella stagione si protrarrà sul litorale sino a fine settembre ma è in agosto che le località più celebri, come Marina di Pisa, Tirrenia e Calambrone, daranno il loro meglio. «Questo è un mese tutto da sfruttare – commenta il presidente di Vivere Pisa, Maurizio Nardi – ovviamente sulle spiagge, visto che la stagione è al suo massimo, con eventi che si susseguono senza sosta. Su tutti cito “Fuori classe”, piccole olimpiadi della cultura che si svolgono ogni martedì negli stabilimenti balneari, per i ragazzi fino ai 13 anni che possono allenarsi allo studio senza rinunciare al mare. Ma è anche il momento giusto per scoprire tutte le eccellenze del territorio». Nasce così il claim “Pisa d’Amare”, che gioca sulle parole “amare” e “da mare”, mettendo in evidenza l’appeal del litorale ma anche di una provincia che 94

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offre un entroterra invidiato in tutto il mondo. «Pisa non è solo Piazza dei Miracoli con la sua celebre torre pendente, come non ci stanchiamo mai di ribadire. Pisa è il suo mare, con una storia lunghissima che passa anche dalle repubbliche marinare, ma è anche una provincia “da amare”, per la ricchezza di quello che offre – prosegue Nardi – Abbiamo un retaggio culturale che può sorprendere tutti: la città ha dato i natali a personaggi di grande rilievo per la storia italiana, come Galileo Galilei. A questo patrimonio si aggiunge, come sempre, un’offerta enogastronomica che soddisfa tutti i palati».

Per saperne di più:

www.viverepisa.it



news travel quotidiano

Cosa si fa? Chiediamo al Local Advisor! di Olga Carlini

Quante volte, persi tra le tante proposte di un territorio, siamo tornati a casa dalle vacanze delusi, con la sensazione di esserci persi qualcosa? I Resort JSH ci vengono incontro mettendo a disposizione dei clienti veri esperti che orientano ogni utente verso le attività a lui più congeniali, proponendo anche esperienze fuori dai soliti schemi, per vacanze davvero uniche

Si chiama Local Advisor ed è un moderno concetto di concierge evoluto che ha lo scopo di offrire esperienze di viaggio originali, in grado di valorizzare caratteristiche e peculiarità delle diverse location, dei territori, delle culture locali. A lanciare l’ambizioso progetto JSH Hotels Collection, giovane e dinamico gruppo impegnato in hotel management, con strutture situate tra Veneto, Toscana, Sardegna, Sicilia, Salento e Calabria. In alcune di queste realtà, in particolare quelle che rientrano nella categoria JLive – la Collezione di Resort JSH, è a disposizione un professionista, un Local Advisor per l'appunto, in grado di interpretare al meglio le esigenze dell’ospite consigliando attività e programmi pensati per discostarsi dalle rotte di massa. Le attività proposte possono includere percorsi enogastronomici, gli sport più in voga, tour via mare, itinerari culturali e ecoturistici, tour di shopping intelligente, uscite alla scoperta dei più significativi eventi locali, con uno speciale occhio di riguardo a chi ama viaggiare in famiglia. Qualche esempio? Tra le proposte del Galzignano Golf Spa & Thermae Resort troviamo la Voga alla Veneta, esperienza a bordo di storiche imbarcazioni in legno con le quali si discende lungo i canali, tra parchi naturali, pendii boschivi, splendide ville venete. Tra gli antichi ulivi dell'Acaya Golf & Spa Resort invece si svolge un laboratorio di scultura con pietra leccese tenuto da uno dei più rinomati maestri artigiani del Salento. A Il Pìcciolo Etna Golf Resort & Spa, sulle pendici del vulcano, l’ispirazione ai 4 elementi fondamentali acqua, fuoco, terra, aria trasporta in dimensioni suggestive con l’imbarazzo della scelta su come partire per scoprire l’incredibile bellezza di questo territorio. Sulla base delle specifiche esigenze, i Local Advisor possono poi consigliare ristoranti e prenotarli, suggerire locali in voga per la vita notturna, effettuare prenotazioni di yacht, limousine, elicotteri o aerei, o i biglietti per i migliori eventi locali in calendario, tra mostre, prime di concerti, rappresentazioni teatrali. Selezionate tra quanto di meglio il territorio possa offrire, tutte le proposte sono completamente personalizzabili, costruite su misura, e gestite a 360°. Un valore che si aggiunge all’offerta già ampia e strutturata presente negli hotel e resort JSH, da vivere in location straordinarie. Per saperne di più:

www.jsh-hotels.com http://j-what.tumblr.com

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A cielo aperto Proposte personalizzate, sia leisure che gourmet e un’offerta molto ricca e competitiva, fortemente legata alla tradizione dell’accoglienza, rendono l’Hotel Diana e il suo splendido Roof il punto di partenza ideale per scoprire la Capitale La zona è centralissima, quella del rione Monti, accanto al Teatro dell’Opera e a un passo da Via Nazionale, dalla Stazione Termini e dalla Basilica di Santa Maria Maggiore, ma sono la grande tradizione di ospitalità, il comfort e un servizio ineccepibile a fare la differenza per questo albergo nel cuore di Roma. L’Hotel Diana nasce da un’intuizione di Benedetto De Angelis, che

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dove&come Hotel Diana Roma Via Principe Amedeo, 4 – Roma Camere da 90 euro a notte Tel. 06.478681 www.hoteldianaroma.com

trasforma lo stabile in hotel già nel 1939. Oggi alla guida c’è la terza generazione con Carlo De Angelis, proprietario attento e appassionato dei dettagli di arredo. Soggiornare all’Hotel Diana è come ritagliarsi una piccola oasi di comfort nel cuore frenetico della città. Si può scegliere tra 157 camere i cui ambienti sono stati recentemente rivisitati, mantenendo il parquet in alcune e giocando su nuances armoniche tra il giallo ocra e il rosso per gli arredi in altre, sempre con grande cura dei particolari. Tutte le camere sono complete di ogni servizio, compresa la connessione internet wifi su fibra e tutti i canali tv Mediaset Premium. Si può anche scegliere la Junior Suite, quasi un mini appartamentino, comodo e funzionale, creato dall’unione di due camere e composto da un’accogliente soggiorno, un’ampia stanza con letto matrimoniale e un elegante bagno con doccia dove è possibile attivare la funzione bagno turco. A un’accoglienza così ricercata si aggiunge una gamma di servizi fondamentali, come la conciergerie aperta 24 ore su 24, la possibilità di transfert per l’aeroporto, il servizio di auto privata con autista, fino alla prenotazione di tour per la città su pullman privati o open bus, incluse visite guidate per piccoli gruppi, alla scoperta delle bellezze artistiche della Capitale. Vero punto di forza è la Terrazza dell’Hotel, in una posizione davvero unica, con il ristorante Roof Garden L’Uliveto, un colpo d’occhio dove oltre a una vista impareggiabile e panoramica a 360°, incorniciata dal verde delle piante di ulivo e dal profumo dei limoni, si possono gustare le specialità gastronomiche proposte dallo chef o sorseggiare un drink nell’angolo bar. Romantico ed esclusivo, dal Roof Garden sembrano vicini i Castelli Romani e le colline di Monte Mario, il Quirinale e il cupolone di San Pietro, tutto a cielo aperto, in un’oasi di verde e tranquillità, che diventa il luogo ideale per godere del tramonto sui tetti romani o per una cena romantica a lume di candela da non dimenticare.



week end relax

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Dolce Vita sull’Adriatico Anche i classici hanno bisogno di rinnovarsi per restare sulla cresta dell’onda. E lo sanno bene a Jesolo, meta storica delle vacanze estive, dove il Falkensteiner Hotel & Spa ha saputo portare una ventata di tendenza e contemporaneità. Il 5 stelle infatti, con il suo inimitabile “stile Miami” ha rinnovato l’offerta turistica della località a due passi da Venezia, e si propone come punto di riferimento ideale per tutti, dai gruppi di amici alle famiglie È dagli anni ’50 che Jesolo lega il suo nome all’estate, alle vacanze attese tutto l’anno da tanti turisti italiani, ma soprattutto europei. Ma Jesolo non vive solo nel ricordo di quanti vi hanno lasciato il cuore nelle passate stagioni. La cittadina adriatica infatti evolve e si trasforma sempre, mantenendo così inalterato il suo primato di meta estiva di tendenza. Non bastassero infatti la vicinanza con Venezia, Padova, Udine, Verona..., i 15 km di spiaggia, i 15 campi da golf nel raggio di 100 km, esistono oggi anche strutture come il Falkensteiner Hotel & Spa Jesolo che sanno dare a una località percepita come “un classico” un importante tocco contemporaneo. Sarà merito della firma di due architetti di grande fama come Richard Meier e Matteo Thun che hanno progettato rispettivamente gli esterni e gli interni della struttura giocando con forme, materiali ed elementi di Pop Art che creano una prospettiva imponente e mondana se vista da fuori, e un effetto rilassato ed eccentrico quando, entrati, si attraversano le sue sale e i suoi corridoi. Il tutto in perfetto stile Miami. Oppure della Spa Acquapura, un’area di circa 1500 mq con piscina interna ed esterna riscaldata, area relax, Jacuzzi, diverse ti100

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dove&come Falkensteiner Hotel & Spa Jesolo Piazza Le Corbusier, 6 Lido di Jesolo (Ve) Aperto tutto l'anno Doppia da 140 euro incluso accesso all’Acquapura Spa Tel. 0421.18310 - 0472.975650 www.jesolo.falkensteiner.com

pologie di sauna, cabine per trattamenti e massaggi... O ancora del ristorante vista mare, delle 126 confortevoli camere alle quali si affiancano esclusive suite, della Cigar Lounge dedicata a momenti di relax da trascorrere degustando i vini della ricca cantina, o del Beach Club, che dà la possibilità di accedere a una spiaggia privata dotata di tutti i confort, dove la sabbia è dorata e lambita da un mare cristallino... Insomma, ce ne sono mille di motivi che spingono coppie, famiglie – per le quali sono stati pensati speciali servizi su misura Falky Land –, single o gruppi di ragazzi a scegliere Jesolo e il suo Falkensteiner Hotel & Spa. E se tutto questo non dovesse bastare, è sufficiente ricordare che a pochi chilometri da qui si trovano attrazioni imperdibili come il parco a tema acquatico Aqualandia, la magnifica laguna veneta – con la possibilità di solcarne le acque a bordo di un vero galeone o di percorrerla lungo una affascinante pista ciclabile –, e ancora le discoteche, i locali, i club e il Casinò all’americana di Cà Noghera a soli 30 minuti da qui. Insomma, una vacanza completa, per il corpo e la mente, per rilassarsi e divertirsi. Per assaporare la Dolce Vita sulle sponde dell’Adriatico.



week-end benessere

di Olga Carlini

A Castrocaro, l’elisir di lunga vita Non sarebbe una cattiva idea se, come per le auto, anche noi prendessimo la buona abitudine di “fare il tagliando” annuale. Una sorta di punto sulla nostra condizione fisica, sul nostro livello di benessere, che ci aiuti a vivere meglio e più a lungo. Un approccio di questo tipo oggi è già possibile presso le celebri Terme della provincia di Forlì-Cesena, in Romagna, dove è stata messa a punto una “formula” davvero speciale... “L'uomo è programmato per vivere 180 anni, se non arriva a questa età le cause vanno ricercate nell'alimentazione non corretta, negli stili di vita inadeguati e negli inquinanti ambientali che ne accelerano l'invecchiamento”. È racchiuso nella frase dello scienziato americano Richard Gallo il principio che ispira le strategie di business development di Lucia Magnani (nella foto a sinistra), amministratore delegato di Longlife Formula SpA, società di gestione delle Terme di Castrocaro. Con una lunga esperienza da manager in ambito sanitario, Lucia Magnani ha sempre coltivato un grande interesse per il benessere, la prevenzione e l'anti-aging. «Al mio arrivo alle Terme di Castrocaro mi sono chiesta come sviluppare un progetto innovativo per rivisitare in chiave moderna l’offerta termale – racconta – Ho incontrato nel mio percorso un biochimico noto per i suoi studi nel settore dell’anti-aging e 102

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nella ricerca sull’antinvecchiamento cellulare. Abbiamo messo a punto delle metodiche di analisi sullo stress ossidativo tramite esami ematochimici che indicano la presenza nel sangue di stress ossidativo, responsabile principale dell’invecchiamento precoce delle cellule dei tessuti, e da lì è nata la formula di lunga vita». Lucia Magnani ha coniugato sapientemente la ricerca scientifica, il know how sanitario di Gvm Care&Research – holding sanitaria leader in Europa di cui le Terme fanno parte – e l'esperienza di benessere termale di oltre 170 anni per dar vita a Long Life Formula®, un metodo per impostare il corretto stile di vita, controllare i fattori di rischio e prevenire l'insorgere di malattie degenerative. «Chiunque può apprendere la formula di lunga vita nella nostra Clinica del Ben Essere, dove ogni cliente viene sottoposto a un checkup di prevenzione primaria di alto livello scientifico. In seguito un team di professionisti mette a punto un piano alimentare personalizzato, un'adeguata pratica fisica, una corretta postura, i trattamenti termali ed estetici da effettuare». Il metodo, da apprendere magari in occasione di un fine settimana tra le eleganti sale del Grand Hotel Terme & Spa, prevede il trasferimento delle corrette regole di vita da adottare per il resto dell’esistenza. «Continuiamo a seguire i nostri clienti anche una volta tornati a casa. Li monitoriamo per mesi, incameriamo dati e parametri per verificare nel tempo la loro condizione di salute e benessere. Non è un caso che oltre il 40% dei clienti torni periodicamente per “fare il tagliando della propria salute”».

dove&come Clinica del Ben Essere V.le Marconi 14/16 Castrocaro Terme (Fc) Promo Expo: 3 giorni da 1.600 euro Tel. 0543.412800 www.longlifeformula.it


week-end mare

di Simina Huma

Hotel Mamela le stanze del ricordo Capri, oasi marittima e nei secoli musa ispiratrice di molti poeti, domina un’area florida che si congiunge al mare più azzurro del mondo, dove i faraglioni fanno da corona a questo sogno campano. Quando il sole si abbassa all’orizzonte, dopo una giornata di escursioni, mare e buona cucina, non c’è niente di meglio che rilassarsi in una delle migliori strutture dell’isola In principio venne battezzato Hotel Pagano. Si era nell’800, quando il gentiluomo Giuseppe Pagano rinunciò al notariato per aprire a Capri un albergo, il primo dell’isola, nel quale accogliere i nobili e gli intellettuali nordeuropei dell’epoca che arrivavano da quelle parti attratti dalla fama del suo splendido panorama. La struttura, collocata proprio nel cuore dell’isola e contornata dal verde dei boschi e dalla sagoma dei Faraglioni, più tardi si vide aggiungere, dal suo fondatore, anche nomi di “Vittoria” e “Germania” al fine di blandire e attirare i visitatori inglesi e tedeschi. Negli anni il “libro d’oro” degli ospiti – tuttora gelosamente conservato – si fece sempre più prestigioso, arrivando ad annoverare personalità di grandissimo spessore tra le quali val la pena citare la poetessa Ada Negri e la pedagoga Maria Montessori. Dal 1964, tuttavia, quando ven-

dove&come Hotel Mamela Camere da 280 euro con prima colazione Via Campo di Teste, 8 – Capri Tel. 081.8375255 www.hotelmamela.com

ne rilevata dagli attuali proprietari, questa piccola perla di ospitalità porta un nome diverso, ovvero Hotel Mamela. “Mamela” cioè come l’affettuoso vezzeggiativo con cui l’allora titolare dell’albergo soleva chiamare la moglie, Carmela Maresca, donna di grande bellezza e saggezza proverbiale, prematuramente scomparsa appena prima che la sua famiglia iniziasse la gestione della struttura che era stata trasformata in una grande e lussuosa casa bianca, aspetto che conserva ancora oggi che a perpetuare la tradizione ci sono i figli di Mamela. Appena dieci minuti di macchina dividono l’albergo dalla briosa spiaggia di Marina Piccola, ma già all’interno ci si può immergere in un’atmosfera classica e insieme mediterranea, fatta di archi, volte, stucchi e marmi, un trionfo di bianco e di maioliche azzurre e verdi e fiori purpurei, collocato su uno sfondo magico di natura e bellezza nel quale il mare cristallino dall’alba al tramonto riflette il sole in tutto il suo splendore. Per chi vuol godersela senza uscire all’esterno per un bagno a mare o un’escursione sulla costa, l’hotel mette a disposizione un grande giardino privato e una bellissima piscina all’aperto. La tranquillità resta però il vero atout dell’Hotel Mamela: un’oasi di silenzio e relax, nella quale non è raro vedere su un balconcino un pittore che dipinge cercando di catturare un briciolo della prepotente bellezza che lo circonda. Anche i più mondani e gli amanti dello shopping però troveranno pane per i loro denti: a soli 150 metri dall’hotel si apre infatti Via Camerelle, la celebre strada dei negozi che in pochi metri racchiude il mondo dorato delle griffe al gran completo. agosto 2015

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Offrire una full immersion nella Storia senza rinunciare ai più moderni conforts. Ecco l’essenza racchiusa nella mission di chi ha voluto creare per pochi fortunati “viandanti” il prestigioso “Relais i Miracoli” dal quale si può stabilire quasi un contatto fisico con la bianca marmorea materia che ha dato forma e sostanza ad una delle Meraviglie del Mondo: la “Torre Pendente”!

Via Santa Maria, 187 - 56100 Pisa - Tel: +39 050 560572 - Fax: +39 050 8310034 info@relaisimiracoli.it - www.relaisimiracoli.it

ARCHIMEDIA COMMUNICATION

Camera con vista Storia


Piaceri Piaceri 114 148 112

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108 L'Italia in mostra: Taverna

Un museo diffuso e tanti eventi: il paese di Mattia Preti punta forte sulla cultura

114 Bellezza & benessere

da pag. 112 Rubriche

• Piaceri/home • Soste d'arte • Shopping agosto 2015

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l’italiainmostra

Taverna, il borgo di Mattia Preti testo di Sara Sanzi e foto di Marco Puleo

Ci sono Attila, Medicastena e Astiochema, le tre sorelle di Priamo sfuggite dalla distruzione della città di Troia, un pittore del ’600 le cui opere sono esposte nelle gallerie di tutto il mondo e un albergo costruito, secondo la leggenda, con l’aiuto delle fate, nella storia di questo paesino calabrese che racconta più miti di quanti ne ricordino i suoi abitanti... 108

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Tremila anime, undici chiese, un museo civico e i resti di una torre dell’anno Mille, che ai tempi serviva ad avvistare i Saraceni. Come la sua torre, Taverna guarda il mare (che da qui dista appena mezz’ora) e volta le spalle alla montagna, dove un bosco fittissimo di pini, faggi e abeti bianchi che scendendo di altitudine cede il posto a un’ampia distesa di ulivi, querce e castagne. Un pezzo di quella Sila Piccola che diede il suo legno alle navi che partivano dall’antica Kroton e alle travi della Basilica di San Pietro e sui cui prati, nella storia più recente, hanno trovato ristoro Silvana Mangano, Amedeo Nazzaro e Vittorio Gassman. Terra di un popolo guerriero e devoto che, tra i suoi figli, si fregia d’annoverare Mattia Preti, pittore secentesco dai toni scuri e dalle luci improvvise che fu allievo di Caravaggio.

Il giro delle sette chiese “Fai pure il giro delle sette chiese” diciamo oggi a chi ha voglia di perdere tempo. A Taverna, la stessa espressione, potrebbe essere utilizzata come un invito: visita le sette chiese comprese tra i cartelli “Benvenuto” e “Arrivederci”. E se non dovesse bastare, dai un’occhiata anche alle tre chiesette disseminate tra i villaggi della Sila. E ancora, a quella più piccola, quasi una semplice cappella, che puoi trovare lungo la strada che collega il paese alla montagna. È in una Chiesa, quella monumentale di San Domenico, che trovarono rifugio gli abitanti, nel 1861, quando furono assediati da duecento briganti. Né i briganti però, né i terremoti che a più riprese ne hanno compromesso la struttura, hanno tuttavia minato la bellezza dell’edificio che conserva ben undici tele pretiane, una Pietà a tutto tondo realizzata da Giovan Battista Ortega, un organo del ’700; e ancora cori e altari lignei e un crocifisso risalente al 1300. Soprattutto, la Chiesa di San Domenico è ricca di volti: quello dolce della Madonna della Provvidenza, dipinta da Gregorio Preti; quello di San Sebastiano trafitto dalle frecce e quello vispo dei due angeli che accompagnano la Predica di San Giovanni Battista, opera, quest’ultima, alla quale Mattia Preti ha aggiunto il suo autoritratto.Alle spalle dell’altare maggiore, il Cristo Fulminante del 1680, ennesimo regalo di Mattia Preti al suo paese d’origine. Una fierezza, quella del Cristo, che sembra piegarsi solo davanti alla visione del se stesso bambino

Taverna

Calabria

In apertura la piazza municipale di Taverna e nella pagina successiva il Cristo Fulminante di Mattia Preti nella chiesa di San Domenico

Silenzio, siamo in Sila La Sila Piccola è una distesa di pini larici: alberi secolari fra i quali trovano rifugio scoiattoli neri, gufi reali e cinghiali; volpi e salamandre pezzate; a volte un lupo. Viole, cardi selvatici, felce aquilina e rose canine riempiono i prati che separano i tre villaggi principali: Mancuso, Cutura e Racise; i grandi laghi si aggiungono a uno scenario che può essere ancor più apprezzato se ci si concede una buona dose di silenzio. Lo stesso che s’impone davanti al Grande Albergo Parco delle Fate, struttura nata grazie a un curioso pretesto: erano gli anni Trenta, la crisi economica partita dagli Stati Uniti aveva destabilizzato il mercato italiano e molto legname, in Calabria, era rimasto invenduto. Eugenio Mancuso, pioniere del turismo meridionale, decise quindi di regalare al villaggio, di proprietà della sua famiglia, un albergo che, appena completato, entrò nel novero delle strutture in legno più grandi d’Europa. Sophia Loren e Carlo Ponti, Silvana Mangano e Vittorio Gassman hanno preso il sole lungo i bordi della sua piscina. Adesso, dopo l’ultimo passaggio di proprietà, del grande, imponente albergo rimangono porte chiuse e stanze vuote. Conviene andarlo a vedere, forse cercare le Fate. E chiedere loro, nascoste tra gli anfratti, di tornare. agosto 2015

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l’italiainmostra

Il Cavaliere Calabrese È conosciuto così Mattia Preti, nato a Taverna nel 1613 e si trasferitosi, poco prima di raggiungere la maggiore età, a Roma, dove raggiunge suo fratello Gregorio, anch’egli pittore. Influenzato dalla dottrina caravaggesca, nella capitale realizza numerose opere, tra cui gli affreschi delle Chiese di San Giovanni Calabita, San Carlo ai Catinari e Sant’Andrea della Valle. Prima di spostarsi definitivamente a Malta, Vive per alcuni anni a anche a Napoli dove dipinge gli affreschi votivi sulle porte della città durante il periodo della peste; il ciclo di Storie della vita di San Pietro Celestino e Santa Caterina d’Alessandria sulla volta della Chiesa di San Pietro a Majella; diverse pale d’altare e tele oggi conservate presso il Museo Nazionale di Capodimonte e il Palazzo Reale. A Malta diventa pittore ufficiale dell’Ordine dei Cavalieri e muore nel 1699 dopo aver, tra le altre cose, realizzato buona parte della decorazione della Concattedrale di San Giovanni a La Valletta.

quando, ogni anno, durante le festività natalizie, in prossimità dell’altare viene esposta la statua di un Gesù infante, portata in processione il 6 gennaio. Quando ci si sposta, tutti insieme, di chiesa in chiesa: da quella di Santa Barbara, di origine francescana, che conserva sei opere pretiane, a quelle di Santa Maria, la più antica, e di San Martino, custode di un’icona bizantina dai poteri miracolosi. Come quelli di un’altra immagine sacra: la rappresentazione di una Vergine con in braccio il Bambino, il cui ritrovamento spinse un gruppo di monaci basiliani, nel 970 d.C, a costruire un’abbazia, intitolata a Santa Maria di Peseca, i cui resti sono ancora visibili dalla parte alta del paese, a pochi chilometri dalle cascate che alimentano il torrente Litrello. Un corso d’acqua che, insieme al fiume Alli, bagna le ampie vallate che circondano Taverna, ricche di ruderi di mulini utilizzati già nel XV secolo, la maggior parte dei quali restaurati e raggiungibili dai visitatori. Si completa l’excursus storico visitando il Museo Civico adiacente alla Chiesa di San Domenico, o con una passeggiata per le vie del paese dove è facile incappare nei quadri e nelle sculture del Macat, Museo d’Arte Contemporanea all’Aperto, o in formelle di terracotta sulle quali sono incisi i versi dei poeti, da Alda Merini a Vito Maida, selezionati per il progetto Le Vie della Poesia. 110

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La Piccola Sila è terra di un popolo guerriero e devoto che, tra i suoi figli, si fregia d’annoverare Mattia Preti, pittore secentesco dai toni scuri e dalle luci improvvise che fu allievo di Caravaggio

Scelti per voi dove mangiare

dove dormire

Il lago del passante Agriturismo dove la montagna calabrese nel piatto stupisce per gusto e porzioni. Prezzo medio: 25 euro C.da Imparaturello, 14 Sila Piccola (Cz) Tel. 0961.922034

Albergo della Posta A 1300 metri di altitudine, con ristorante tipico. Offerte da 29,90 euro a persona Via Eugenio Mancuso Taverna (Cz) Tel. 0961.922033 www.albergodellaposta.net

Ristoranre il Rifugio Da provare tagliatelle broccoli, porcini e salsiccia, e cotoletta silana. Prezzo medio: 20 euro Loc. Pantane Taverna (Cz) Tel. 0961.922004 www.ilrifugioristorante.com

Hotel Olimpo Nel cuore del Parco Nazionale della Sila, non distante dal Villaggio Mancuso. Prezzo medio stanza: 55 euro Villaggio Cutura Taverna (Cz) Tel. 0961.922105 www.olimpohotel.it



piaceri home

di Olga Carlini

Genuinità toscana “in cucina” E non stiamo parlando di ribollita o acqua cotta. Ci riferiamo alle scelte d’arredo che ci semplificano la vita nell’ambiente nel quale trascorriamo gran parte del nostro tempo. E proprio a una storica azienda toscana, la Stosa Cucine, abbiamo chiesto di illustrarci tendenze e novità in tema kitchen

Cosa cerca chi acquista oggi una cucina? «Un prodotto che sia la risposta perfetta alle diverse esigenze d’arredo, con elettrodomestici “intelligenti” e soluzioni salvaspazio, ma soprattutto attento alla salute dell’utente e dell’ambiente circostante, realizzato quindi solo con materiali che rispettano le vigenti norme europee». A rispondere alla nostra domanda Sabrina Brutti, responsabile Trade Marketing di Stosa Cucine, azienda a conduzione familiare nata nel 1964 e oggi tra le cinque realtà più importanti del settore in Italia. Siamo a Piancastagnaio, tra le splendide colline senesi, una terra capace di evocare, al solo nominarla, l’idea di genuinità, la stessa che ritroviamo nelle produzioni Stosa. Un concetto che si sposa a pennello con quello di cucina, ambiente più di ogni altro legato alla famiglia, quello per tradizione dedicato alla convivialità. Ed è proprio un materiale caldo e tradizionale come il legno

È dotata di elettrodomestici “intelligenti” e soluzioni salvaspazio realizzate con tecniche e materiali sostenibili, giocando sui contrasti tra legno e colori chiari, la cucina contemporanea secondo Stosa 112

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Affinità elettive Non è una semplice collaborazione, ma una vera e propria empatia quella alla base del rapporto tra Stosa Cucine e lo chef Simone Rugiati. «Toscano di nascita – ci racconta Sabrina Brutti – Simone incarna a pieno i valori in cui noi di Stosa crediamo, come qualità e tradizione. È un uomo sincero che arriva dritto alla persone, proprio come le nostre cucine e il connubio tra il brand e lo chef del Valdarno calza veramente a pennello. Insieme abbiamo già realizzato numerosi eventi sia nel suo Food Loft nel cuore di Milano che nei nostri punti vendita Stosa per far toccare con mano ai nostri potenziali clienti la qualità e la versatilità dei nostri prodotti».

a segnare la tendenza più contemporanea in tema di soluzioni d’arredo. «Legno, sì – prosegue Sabrina – ma abbinato a colori chiari, combinazione che conferisce una maggiore profondità agli ambienti. Molto ricercati sono inoltre i vani a giorno, che completano l’ambiente con un tocco di design in più». A incarnare le tendenze e i valori fin qui descritti c’è certamente il Programma Look System di Stosa Cucine che presenta queste caratteristiche, in aggiunta a una vasta possibilità compositiva e di scelta tra un’ampia gamma di colori, materiali, finiture e modularità. «Ultima arrivata nell’ampia gamma di modelli del Programma Look System è Aliant – conclude Sabrina Brutti –, cucina dal design ricercato e solido al tempo stesso, grazie alla sua raffinata anta in vetro montata su telaio in titanio, altamente resistente agli urti. È disponibile in un’ampia gamma cromatica declinabile in finiture sia lucide che opache. Aliant è un modello perfetto per chi ricerca qualcosa di nuovo in cucina senza rinunciare alla qualità che da sempre contraddistingue il brand Stosa».

Per saperne di più:

www.stosacucine.com


GRANDE

ECCELLENZA

ITALIANA

La Trota della Fattoria è allevata in aree di produzione ubicate nel Parco Naturale della Valle del Ticino, un ecosistema caratterizzato dalla presenza di acque risorgive incontaminate provenienti dai ghiacciai millenari delle Alpi occidentali. In questo ambiente di straordinaria naturalitĂ , in un ciclo di produzione OGM free, sostenibile per l’ambiente e pluricertificato, vive e cresce sino a diventare la pregiata materia prima con cui gli “Artigiani del Pesceâ€? realizzano un’ampia gamma di prodotti di altissimo profilo qualitativo:

I Freschi

I Preparati

PerchĂŠ scegliere la Trota della Fattoria? PerchÊ‌ ‌ è ricca di omega 3 ‌ è completa di aminoacidi essenziali ‌ è a basso contenuto di colesterolo ‌ è un prodotto nutraceutico ‌ è digeribile in soli 90 minuti

Gli Affumicati

I Pronti al Consumo

Indicata per i bambini fin dall’ottavo mese, è un alimento irrinunciabile per vivere sani e in forma

LE PROPOSTE CULINARIE DELLA FATTORIA Dal piatto raffinato al fast food dalla salute

Risotto con Trota

Spaghetti con Tartare di Trota

Polpette di Trota

Hamburger di Trota

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bellezza&benessere

Alkimy, la magia del Parfum Bar di Olga Carlini

Siete stanchi dei soliti profumi? Oppure, siete stanchi di spendere fortune nei soliti profumi? Non sarebbe bello poter avere a disposizione una serie di fragranze di alta qualità e al giusto prezzo per creare da sé l’essenza che meglio ci rappresenti? Grazie a speciali corner “alchemici” tutto questo oggi è possibile... 114

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Non è facile per una donna – ma anche per un uomo – riuscire a distinguersi al giorno d’oggi. Ogni scelta di stile, ogni vezzo finiscono per sapere di già visto o, nel migliore dei casi, fanno subito tendenza. C’è quindi chi si carica di accessori, di trucchi, di abiti eccessivi per “apparire se stesso”, spesso inutilmente. E chi invece ha fatto suo l’adagio “less is more” e all’apparenza preferisce l’essenza. Quella di un profumo, ad esempio. Una nota singola, personalissima, che riesce a farci distinguere in mezzo alla folla. Che introduce il nostro arrivo ancora prima di aver varcato una soglia. Certo, anche in questo mondo non è facile barcamenarsi. Di alternative, di sfumature, di aromi ce ne sono tanti... spesso però manca proprio il nostro. Quello che abbiamo in testa ma non ritroviamo mai, perfetta, nel naso. Ad aiutarci oggi troviamo il Parfum Bar Alkimy. Una sorta di laboratorio magico dove miscelare, provare, accostare fragranze per riuscire a trovare quella giusta per noi. Il nostro personalissimo profumo.


Più essenze per tutti «Inserire nel mercato dei prodotti nuovi non è cosa semplice. Siamo sommersi di offerte di ogni tipo, in tutti i settori e fasce di prezzo. È necessario quindi essere innovativi, nell’approccio e nei prodotti». Ci introduce così al mondo Alkimy Francesca Pittà, titolare del marchio Alkimy Parfum Bar e Project Manager della SBM parte del gruppo Venias Cosmetics. «L’idea ha preso forma concretamente nel momento in cui mi sono messa a pensare a cosa mi sarebbe piaciuto acquistare di particolare, ricercato, alla moda, con un occhio attento all’ambiente e alla qualità. E che, cosa fondamentale, non mi costasse uno sproposito! Nel frattempo mi sono dedicata allo studio approfondito delle più recenti normative in ambito cosmetico... E proprio mentre cercavo di dare un senso a questi pensieri, l’illuminazione». Nasce così Alkimy Parfum Bar, il primo format di profumi alla spina, vera e propria rivoluzione nel mondo della profumeria.Alkimy mette a disposizione del cliente una vasta gamma di prodotti (tutti realizzati in Italia e muniti di certificati di qualità), con possibilità di personalizzarli direttamente in negozio, a un prezzo eticamente corretto ma con un qualità eccellente; ogni corner offre una gamma di 20 fragranze diverse, dedicate all’uomo, alla donna o all’ambiente. «Per realizzare un profumo, in

In queste immagini, i corner Alkimy Parfum Bar con le varie fragranze, e una sorridente Francesca Pittà

Classici, al giusto prezzo Grazie ai corner Alkimy è possibile ricreare come per magia il nostro profumo preferito, inclusi i grandi classici della profumeria, grazie ai coni olfattivi realizzati in una carta speciale che trattiene la fragranza messa a disposizione, e miscelare quindi i tester corrispondenti al prodotto con un numero massimo di 4 fragranze per cono e quindi per bottiglietta. «Non dei falsi – ci tiene a sottolineare Francesca Pittà – ma fragranze progettate per essere armoniche e andare a sposare i gusti più diversi». E questo a un prezzo decisamente alla portata di tutti: al pubblico, bottigliette da 30 ml vengono vendute al prezzo di 14,90 euro ciascuna; quelle da 50 ml a 21,90 euro. Ma dove li possiamo trovare i corner Alkimy Parfum Bar? «Nelle farmacie che hanno il reparto cosmetico, nelle profumerie, nei negozi di abbigliamento di fascia alta e, solo per i profumi ambiente, anche nei negozi di articoli per la casa di alto livello», conclude Francesca soddisfatta. Per saperne di più:

www.alkimy.it

generale, vengono utilizzate innumerevoli fragranze che, unite ad altri elementi, danno origine al prodotto desiderato – ci spiega Francesca – La portata innovativa del nostro progetto sta nel fatto che all’interno del nostro corner ognuno può creare il proprio profumo, in quanto le nostre proposte sono già miscelate e realizzate in base alle normative, e si sposano tra loro per generare sempre profumi nuovi. Ma possono essere acquistate anche singolarmente». A questi risultati si è arrivati con un anno di lavoro di uno «staff eccezionale, competente, dinamico, composto da nasi e chimici specializzati». «Inoltre – prosegue Francesca Pittà, da 20 anni impegnata nello sviluppo e nella progettazione di prodotti commerciali per l’Italia e l’estero per diversi settori merceologici – mi sono stati utilissimi gli innumerevoli viaggi fatti in giro per il mondo, dove ho preso spunto per la parte estetica del progetto, per il tipo di profumi che mi sarebbe piaciuto proporre, per l' immagine in generale di Alkimy Parfum Bar. Quella elegante e curata che si esprime nella cura di ogni dettaglio relativo anche agli accessori dedicati alla spillatura del profumo». agosto 2015

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soste d’arte

di Elena Conti

Tesori di Contrada La creatività di Elisabetta Rogai, le materie prima della terra senese, tradizioni e devozione, si incontrano sulla tela in occasione dello storico appuntamento con il Palio di Siena. L’artista fiorentina è stata infatti chiamata a dipingere l’opera che verrà donata al vincitore della competizione

Per saperne di più:

www.elisabettarogai.it www.ilpalio.org

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Si chiama Drappellone, ed è il premio per il vincitore dello storico Palio di Siena. Protagonisti della manifestazione sono cavalli e fantini i cui nomi sono celebrati in tutti il mondo, e che da secoli si sfidano due volte l’anno (a luglio e agosto) nello scenario unico di Piazza del Campo, una delle più apprezzate in Italia per la sua originale forma a conchiglia, in leggera pendenza. Anticamente il Drappellone (meglio noto come Palio) consisteva in metri di prezioso tessuto damascato che venivano assegnati alla Contrada vincitrice per arricchi-

re la chiesa del rione. Nel tempo quest’usanza si è trasformata nella pittura verticale di una drappo di seta, realizzata secondo precise regole imposte dal Comune di Siena. Innumerevoli gli artisti che negli anni hanno prestato la loro creatività alla realizzazione del Palio – da Guttuso a Decca, da Sassu a Schifano a Botero, solo per citarne alcuni – e che hanno fatto dono alla città di Siena di veri e propri tesori oggi custoditi dalle varie contrade. Quest’anno, a realizzare il Drappellone/Palio è stata chiamata Elisabetta Rogai, nota come la “madre” della pittura con il vino, tecnica innovativa che l’ha portata ad affermarsi nel mondo. L’opera commissionata all’artista fiorentina dovrà integrare una dedica alla Madonna Assunta in cielo con contenuti allegorici che richiamano uno dei tratti più tipici dell’identità territoriale senese: quello della produzione agroalimentare e del secolare legame tra la città e le sue campagne. Con il tema “Terra di Siena Terra del Mondo”, la Rogai dovrà celebrare e attualizzare quella relazione virtuosa che connota il genius loci senese e la percezione complessiva della qualità della vita in questo straordinario territorio. Grande l’aspettativa per il dipinto che verrà tenuto segreto fino a pochi giorni prima di Ferragosto quando – aspetto unico di questo incarico – l’artista mostrerà per la prima volta la sua opera a una folla di contradaioli, che accoglieranno il Palio con applausi o con fischi, senza la mediazione di critici o esperti, con il puro istinto. «È uno dei momenti che mi emozionerà di più – afferma Elisabetta Rogai –, non succede mai nella vita di un artista: esponi i tuoi quadri, ci sono le critiche, gli articoli, i saggi, ma mai l’immediata reazione del pubblico!». Per questo incarico Rogai utilizzerà varie tecniche fra cui proprio la pittura con il vino attraverso una lavorazione che giunge a determinare un invecchiamento naturale della tinta, e la farina, come facevano anche gli antichi pittori senesi. Sulla seta del Drappellone si realizzerà dunque un connubio denso di significati, tra la creatività dell’artista e i frutti della terra senese.

Qui, Elisabetta Rogai e, in alto, il suo laboratorio dove il vino diventa arte



shopping shopping moda

di Olga Carlini

È l’ora della festa ... quella per i 20 anni di Capri Watch, anniversario che sarà celebrato il primo agosto con un evento ricco di sorprese. Si brinderà ad un successo imprenditoriale, certamente, ma anche ad una bella storia familiare di passione, ingegno e grande attenzione al Cliente

«Era il primo agosto 1995, lo ricordo bene. Era sera. La prima in cui gli orologi con il nostro marchio venivano esposti nella vetrina della boutique di famiglia in Via Camerelle, la strada glamour dell’isola azzurra. Fu un successo immediato». È commosso e orgoglioso Silvio Staiano mentre ci racconta di come ha preso il via la storia del prestigioso marchio di orologeria nato, in fondo, dalla sua inesauribile voglia di «seguire il cuore, senza esitare». Caprese doc, quella per lo stile e l’orologeria per lui è una passione che risale all’infanzia. Quando passava il suo tempo nel negozio del padre, Oreste, che insieme alla moglie Rosetta ha proposto alla sua clientela per 30 anni una selezione di ceramiche pregiate. Almeno fino al 1994, quando ai genitori sono subentrati i figli, Alba e Silvio… ed è iniziata la svolta! Un successo immediato quello di Capri Watch, come dicevamo, cresciuto negli anni assieme alla clientela internazionale e alle collezioni, sempre raffinate e contemporanee. «Il segreto del nostro successo? – ci confida Staiano – Forse il fatto che le nostre scelte più importanti non provengono solo dal managment, ma dal saper ascoltare i clienti. Per questo è necessario essere presenti in negozio, e accompagnare le scelte di chi apprezza e acquista gli orologi capresi. La nostra azienda – prosegue – si pone in una posizione singolare: è un negozio che diventa azienda e poi brand affermato che dal 2009 distribuisce anche fuori dall’isola; esattamente il percorso inverso dei competitors che quasi sempre dall’azienda cercano di raggiungere il mercato attraverso agenti, rappresentanti, distributori. La garanzia di 5 118

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anni, infine, è il nostro fiore all’occhiello: Capri Watch è forse l’unica azienda a offrire un’assistenza accurata postvendita. Una scelta che ci premia ponendoci di fatto all’avanguardia». Per festeggiare degnamente i 20 anni di attività, oltre a una campagna pubblicitaria «spettacolare», come la definisce Silvio, «il prossimo primo agosto abbiamo organizzato una grande festa durante la quale brinderemo anche con i nostri testimonial: Veronica Maya, volto noto della tv, e i tennisti, Fabio Fognini e Simone Bolelli».

Il Numero Uno della collezione MultiJoy. Cassa a strati bicolore con ghiera pavè che impreziosisce il famoso quadrante con cristalli colorati. Prezzo: 190 euro

La collezione Millefiori, diretta discendente della MultiJoy, si caratterizza per la cassa in madreperla e cinturini in acciaio, silicone e pelle. Prezzo (mod. in foto): 320 euro



shopping shopping hi-tech

di Olga Carlini

Tempo di sportwatch Monitor per spiriti creativi Monitor frameless e dal design ricercato, di fascia alta con display a tecnologia Ips e con una garanzia da parte del produttore HannsG di 3 anni. I monitor della serie Hs sono particolarmente indicati per applicazioni professionali, grafiche e multimediali, e per tutti coloro che cercano una straordinaria esperienza visiva in ambito gaming. Modello HS246HFW 23,6”, prezzo di listino: 199,90 euro

Destinato a chi vuole monitorare la propria attività fisica quotidiana, lo sportwatch Hannpree è un dispositivo wearable elegante, funzionale che si interfaccia con smartphone e iPhone, gestisce l’agenda, trasmette notifiche via bluetooth di messaggi e chiamate, monitora il sonno. La gamma di indossabili Hannspree si arricchirà nel prossimo autunno con nuovi modelli e funzioni elettroniche avanzate. Prezzo di listino: 39,60 euro

Una tecnologia davvero accessibile Smartphone, tablet, wearable, micro-pc e touch screen sono parole ormai entrate nel nostro linguaggio quotidiano. Troppo spesso però, la familiarità teorica che abbiamo con questi mezzi non corrisponde a una semplicità pratica di utilizzo. Hannspree ci viene incontro con soluzioni pensate proprio attorno ai consumatori, alle loro esigenze e desideri. Passioni e interessi si possono così esprimere al meglio grazie a una tecnologia facile a prezzi competitivi

Micro Pc, il computer tascabile Super compatto (meno di 10 cm per 40 gr) il micro-Pc Hannspree permette di trasformare qualsiasi monitor, touch screen o tv con porta hdmi, in un completo Pc Windows 8: basta tenerlo in tasca per disporre sempre e ovunque di tutti i contenuti digitali multimediali in hd. Sistema operativo Windows 8.1 pre-installato, CPU Quad Core Intel® Atom™, 2 gb di ram, 32 gb di memoria, wifi e bluetooth. Prezzo di listino: 199 euro

Tablet per tutti Dagli 8 ai 13.3 pollici: la gamma di Tablet Pc HannsPad soddisfa tutte le esigenze. I più piccoli nascono per chi vive in movimento e desidera un dispositivo pratico, ma con batterie e schermo maggiori di uno smartphone. I più grandi, di qualità e risoluzione elevata, sono ideali per chi ne fa uso professionale per molte ore al giorno, e necessita anche di una maggiore durata della batteria. Nella foto: Tablet Pc HannsPad 8" HD 3G SN80W71B (Black) Prezzo di listino: 154,00 euro

Per saperne di più:

www.hannspree.eu/it

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agosto 2015



maGazine

selezioni

Ode ai vini di Sardegna ... al rosso e nobile Carignano, prima di tutto, ma anche ai grandi bianchi come Vermentino, Nasco e Nuragus. È un omaggio ai profumi e agli aromi più tipici di questa terra, quello reso dalla Cantina Santadi con le sue ottime bottiglie, che sanno raccontare una storia e una cultura uniche al mondo Si trova nel Sulcis, la Cantina di Santadi. Immersa in una Sardegna ancora intatta, quasi selvaggia, nella zona sud-occidentale dell’isola; in linea d’aria siamo a pochi chilometri dalle spiagge e dalle dune bianche di Porto Pino. Nata nel 1960, l’azienda ha da subito conosciuto diverse difficoltà che sono state risolte con l’arrivo di un nuovo gruppo dirigente animato da quella determinazione che genera entusiasmo e passione e che ha portato la Cantina a intraprendere altre strade e adottare strategie diverse che le danno un nuovo volto con direttive più coerenti per i soci produttori. Prima di tutto è stato posto un obiettivo ambizioso, ovvero quello di puntare sul vino imbottigliato, sui rossi tipici in particolare, dando visibilità e legando la propria identità al cultivar principe del territorio: il Carignano. Tutto questo, senza trascurare i vitigni a bacca bianca da sempre parte della tradizione sarda come Vermentino, Nuragus e Nasco. Sotto il profilo enologico la Cantina di Santadi ha puntato decisamente in alto, avvalendosi della consulenza dell’enologo di fama internazionale Giacomo Tachis, il cui arrivo ha dato una svolta decisa all’attività. Oggi, seguendo la strada indicata dal dottor Tachis, dalle uve dei vigneti ad alberello (vigna latina) si ottengono vini a base Carignano, dal contenuto estrattivo esuberante, dal nobile quadro tannico e dal perfetto equilibrio tra componente acido organica, grado alcolico

e valore polifenolico. Il ponderato uso della barrique francese chiude meravigliosamente e armoniosamente il ciclo evolutivo di questi emozionanti vini. Ai grandi rossi Terre Brune, Rocca Rubia, Noras, Araja, Grotta Rossa e Antigua, si accostano quindi i raffinati bianchi Villa di Chiesa, Cala Silente, Pedraia, Villa Solais, Latinia, figli dell’antica tradizione enologica abbinata all’impiego delle nuove tecno-

Cantina Santadi Via Cagliari, 78 - Santadi (Ci) Tel. 0781.950127 - Fax. 0781.950012 www.cantinadisantadi.it

logie in materia di vinificazione, stabilizzazione e imbottigliamento. Lo spirito innovativo, con il rispetto della tradizione territoriale, diventa per i produttori della Cantina Santadi un impegno assiduo e costante, che non solo vuole onorare la stessa Cantina, ma anche salvaguardare un vero patrimonio di tradizione, cultura, gusto, stile e storia che sono la vera essenza della nostra realtà contadina.




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