Amici della ceramica Pesaro - Catalogo

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Tombari, Schettini e Gramaglia, quest’ultimo di Faenza. Per pochi mesi dirige un piastrellificio a Campoleone (LT) e poi va a Bari per dedicarsi all’insegnamento (1954). Nel ’63 torna a Urbino e oltre ad istruire i giovani partecipa ai corsi di specializzazione di tecnologia ceramica a Faenza, disciplina che successivamente va ad insegnare nelle Università di New Plaz (USA), Maputo (Mozambico), Luanda (Angola). Gli è affidata la museificazione di collezioni ceramiche in molte città; organizza numerose mostre all’estero e in Italia. Muore in Urbino nel 1991. È stato un pioniere dell’informale italiano accostandosi sin dagli anni ’50 alla corrente antifigurativa.

SORA ELSO e figlio CLAUDIO - Elso è della classe 1915 e dodicenne frequenta la fabbrica Molaroni dove apprende dagli anziani maestri la tecnica della ceramica divenendone lui stesso uno dei maggiori esecutori. Nel ’30 partecipa ad una collettiva a Monza e visitando la mostra Giò Ponti, direttore della Ginori, ne apprezza l’opera. Saputolo poi disoccupato, l’invita a lavorare a Sesto Fiorentino (FI), luogo dove rimane pochi mesi poiché l’anno successivo è riassunto dalla Molaroni - e dove in seguito torna per brevi periodi. Nel ’50 apre ditta in proprio. Muore nel 1991. Ceramista poliedrico, ha aderito con ottima riuscita a diverse correnti artistiche. Claudio, nato a Sesto Fiorentino nel 1934, segue la scuola paterna sin da bambino esprimendosi prevalentemente nella plastica. Iscrittosi all’Accademia di arte drammatica di Roma, nelle pause della professione di attore si dedica alla pittura. Attualmente mantiene attiva la vecchia ditta.

SPERINDIO ADELMO - Nasce a Novilara (PU) nel 1937. A causa del periodo bellico inizia le Elementari in tarda età e necessità economiche lo costringono poi ad abbandonare anticipatamente la Scuola d’arte per lavorare nella fabbrica Molaroni (’54). L’anno successivo è per breve tempo nel laboratorio Franceschini, quindi passa a San Marino ed esplica l’attività di modellatore e decoratore nelle principali fabbriche locali sino alla


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