Farememoria - La stanza dei ricordi

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farememoria la stanza dei ricordi

Pesaro, 21-24 settembre 2012



La storia comincia raso terra, con dei passi. Ogni racconto è un racconto di viaggio.

Michel De Certeau, 1990


Comune di Pesaro Assessorato alla Cultura Sportello Informa&servizi Archivio storico Comunale

in collaborazione con Archivio storico Diocesano di Pesaro Archivio di Stato di Pesaro e Urbino

Farememoria - La stanza dei ricordi Pesaro, Palazzo Mazzolari Mosca, 21-24 settembre 2012 esposizione e libretto-ricordo a cura di Cristina Ortolani > collaborazione ai testi per la sezione La festa del patrono: Giovanna Patrignani; le notizie storiche e alcune immagini riguardanti il Palazzo Comunale di Pesaro sono tratte da Il Palazzo della Comunità. Mostra storico-documentaria: l’Archivio racconta il Comune, a cura di G. Patrignani, S. Bastianelli, A. Lanzerini (2005); la sezione Chièchi nasce da un’idea di Fausto Schiavoni > organizzazione Servizio Politiche dei Beni Culturali del Comune di Pesaro; stampe Max Studio > informazioni e segnalazioni: info@pesaromemolab.it; pesaromemolab.it; farememoria.com; cristinaortolanistudio.com > Avvertenza per la lettura. Il corsivo identifica le citazioni da documenti, fonti a stampa e testimonianze orali; tra [ ] sono indicati gli omissis. In corsivo sono riportati anche titoli di libri, articoli, siti internet, spettacoli e manifestazioni; titoli di riviste e periodici sono invece riportati tra “ ”; le fonti sono segnalate di volta in volta. > Le immagini appaiono con l’autorizzazione degli aventi diritto. Il materiale raccolto è stato inserito con la massima cura; gli organizzatori si scusano tuttavia per eventuali involontarie omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti, e restano a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare. > L’utilizzo delle immagini e dei testi è stato consentito dai titolari dei diritti al Comune di Pesaro e Cristina Ortolani esclusivamente per fini legati ai progetti Pesaromemolab e Farememoria. Nessun materiale qui contenuto può essere riprodotto o diffuso in qualunque forma senza espressa autorizzazione, salvo che per ricerche a titolo privato e non commerciale. Pesaromemolab e Farememoria_concept+image Cristina Ortolani - © Cristina Ortolani 2011


farememoria

- la Stanza dei ricordi


fotografia raccolta Laura Bertuccioli e Daniele Volpini, Fano


Vintage. Amarcord. “Come eravamo”. Le ricette della nonna e “come una volta”. “Effetto nostalgia”.“Per non dimenticare”, se si tratta di tragedie di massa. E poi, ineluttabilmente: “Si stava meglio quando si stava peggio”. La necessità, anzi l’ossessione del ricordo è connaturata al nostro tempo nervoso: la società liquida stigmatizzata da Zygmunt Bauman, con il suo affacciarsi all’oblio non può non trovarsi costretta a fare i conti con la durata, e dunque anche con la memoria. Ma è possibile che, nell’epoca della moltiplicazione bulimica delle informazioni, della condivisione (condivisione?) compulsiva di istanti che il buonsenso per secoli ha voluto appartati, la memoria, la sua costruzione e la sua custodia siano contenuti nel bordo smerlato di una foto color seppia? Non ci è dato di sottrarci all’urgenza del ricordo, allo struggimento di chi vuol fermare tra le dita il proprio lacerto di tempo, personale e della comunità cui appartiene. Si può però cercare di discernere, di operare una riflessione sul perché, per chi continuare a ricordare pubblicamente, e sul come.

fotografia Fausto Schiavoni, Pesaro

Con il solo proposito di render conto di un lavoro i cui primi passi datano ormai a una quindicina d’anni fa, farememoria - la Stanza dei ricordi prova a ‘mettere in scena’ il sedimentarsi di alcune memorie della nostra città. Come ogni messa in scena anche questa è del tutto soggettiva, parziale e circoscritta, delimitata da luci e segni già tracciati, dettata

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Non si possono risuscitare le vite finite nell’archivio. Ma questa non è una buona ragione per farle morire una seconda volta

Arlette Farge, 1991

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dal qui-e-ora e dalle sue contingenze. Spazi e tempi d’azione condizionati da diversi elementi (su tutti, la scelta obbligata di rappresentare gli oggetti attraverso le loro riproduzioni fotografiche), che se da un lato hanno imposto noiosi rallentamenti al percorso del progetto Pesaromemolab, di cui farememoria racconta, dall’altro hanno forse contribuito a far emergere una volta di più un aspetto costitutivo dell’esperienza compiuta: una caparbia vitalità. Una capacità generativa dello scambio attento tra le persone, che intorno ai ricordi - individuali o collettivi ma comunque da rileggere in vista di una condivisione reale - si sono ritrovate come nella piazza grande della città, a parlare del passato per trovarvi ragioni utili al futuro, soprattutto al presente. Di Pesaromemolab si dirà più avanti, con l’inesausta fiducia che all’officina della Stanza dei ricordi possa seguire la sistemazione organica di almeno una parte del materiale raccolto, in una pubblicazione o in altra iniziativa di più ampio respiro; ciò che occorre sottolineare qui è che nel tratteggiare una preliminare forma di restituzione si è imposta da subito l’esigenza di non tradire il senso di vivacità, di fermento testimoniato dai cittadini che si sono avvicinati al lavoro svolto. Un fermento che contrassegna l’intero nostro tempo, una domanda che nella memoria e nel suo racconto - non necessariamente ancorato alla mediazione delle carte o dei social network - cerca forse la possibilità di un tempo più umano (Il tempo diviene tempo umano nella misura in cui viene raccontato - Paul Ricoeur). Fare memoria è innanzitutto prestare attenzione alle persone e alle loro storie; alle loro vite, agli incontri. A chi ci ha accompagnato sin qui va la nostra gratitudine; a loro, e alle ombre della sera, come sempre, è dedicato questo lavoro. Cristina Ortolani, 14 settembre 2012 7


Il viaggio di Pesaromemolab, 2010 - 2012

Gennaio - Settembre 2011. Dopo una serie di incontri per definire le modalità di partecipazione dei soggetti interessati, il progetto sulla memoria condivisa della nostra città - Pesaromemolab - è ufficializzato e reso pubblico con l’invio all’Amministrazione Comunale del programma preliminare 2011-2012.

Agosto 2010. Prende forma l’idea di un progetto nel quale compendiare e sistematizzare il lavoro che dal 2005 diversi soggetti pubblici e privati, tra i quali anche molti cittadini, svolgono sui temi della memoria quotidiana della nostra città e del nostro territorio.

5 Dicembre 2011. Pesaro, Sala Rossa del Municipio: Pesaromemolab è presentato alla stampa e alla città. Sempre nel mese di Dicembre è registrato il dominio www. pesaromemolab.it: il sito sarà attivato nel Gennaio 2012.

14 Ottobre 2011. Gloriana Gambini, assessore alla Cultura del Comune di Pesaro e Cristina Ortolani, curatrice di Pesaromemolab illustrano in anteprima il progetto nel corso dell’incontro Archivi e archivisti nella crisi italiana: quale futuro per gli Istituti di conservazione, organizzato dall’Archivio di Stato di Pesaro.

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Giugno 2012. A Candelara un gruppo di cittadini, molti dei quali appartenenti alle associazioni del luogo, decide di riaprire per la serata del 23 Giugno (notte di San Giovanni Battista) l’antica Osteria del Baffon. Per Pesaromemolab, che coordina l’appuntamento, è una delle tante, belle occasioni di condivisione della memoria di tutti i giorni.

Febbraio - Aprile 2012. Non senza qualche difficoltà, dovuta alle eccezionali nevicate verificatesi nella nostra provincia, Pesaromemolab comincia il suo viaggio nel territorio comunale per la raccolta di storie e ricordi. Tra il I° Febbraio e il 19 Aprile si svolgono 14 incontri in Circoli, Biblioteche e altri luoghi significativi per il tessuto sociale dei quartieri pesaresi,

ai quali prendono parte in totale oltre 200 persone.

Giugno 2012. Tipi da spiaggia. Bagni, bagnini e bagnanti nella Pesaro del dopoguerra: a questa importante parte della storia e del costume della nostra città è dedicata la serata svoltasi il 28 Giugno nel parco di Villa Molaroni. Quattro ‘vecchi leoni’ della vita balneare sono festeggiati da un pubblico numeroso, partecipe e divertito.

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Settembre 2012. Il primo anno di attività di Pesaromemolab è raccontato attraverso la Stanza dei ricordi, aperta al pubblico nei giorni della festa di San Terenzio, Patrono di Pesaro.


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Il viaggio di Pesaromemolab, febbraio - giugno 2012. 1. Pesaro, Biblioteca di Baia Flaminia, 8 febbraio; 2-3. Pesaro, Biblioteca di Villa Fastiggi, 22 febbraio e 26 marzo; 4-6. Candelara, Società Operaia di Mutuo Soccorso, 29 febbraio; 7-8. Biblioteca di Borgo Santa Maria, 7 marzo; 9-10. Novilara, Circolo ACLI, 7 marzo; 11-12. Pesaro, Biblioteca San Giovanni, 14 marzo; 13-14. Trebbiantico, Circolo ARCI, 21 marzo; 15-16. Santa Maria dell’Arzilla, Circolo ARCI, 21 marzo; 17-18. Ginestreto, Circolo Ginestretese, 28 marzo e 19 aprile; 19-20- Villa Fastiggi, AUSER, 18 aprile; 21. Candelara, 5 giugno (foto C. Ortolani, Pesaro).

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In prima fila: Candelara di Pesaro, 23 giugno. Osteria del Baffon - storie e memorie di Candelara dal dopoguerra agli anni Settanta; in seconda fila: Pesaro,Villa Molaroni, 28 giugno. Tipi da spiaggia. Bagni, bagnini e bagnanti nella Pesaro del Dopoguerra (foto C. Ortolani, Pesaro).

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Pesaromemolab, la memoria condivisa

laboratorio per la memoria condivisa

Conservare traccia delle storie di un territorio, per restituirle alla comunità locale; ricomporre gli indizi del passato, prendersi il tempo di sostare e riflettere sul “come una volta”, per rintracciarvi ciò che è utile all’oggi: per rammentare, ricordare e, come ripercorrendo la scia di briciole o sassolini delle fiabe, ritrovare la strada. Fare memoria, attraverso le persone, le loro vite, gli incontri. Partecipa con un ricordo, un oggetto, un’immagine. Pesaromemolab racconterà anche la tua storia, attraverso un sito web, incontri, mostre e pubblicazioni. Dicembre 2011 - settembre 2012

La fotografia con la quale il progetto Pesaromemolab è stato presentato al pubblico è datata Pesaro, 1941, e ritrae Zaira Mazzanti Bertúccioli con il nipote Amedeo Bertúccioli. Professore di francese, scrittore in lingua dialettale pesarese (le sue composizioni vinsero diversi premi in concorsi nazionali), Amedeo era cultore di storie e vicende della nostra città: alcuni suoi scritti sono raccolti nel volume La bela fiola (Pesaro 2007).

Sul retro della cartolina pubblicata da Pesaromemolab nel dicembre scorso Amedeo compare con sua madre Carola (Anna) Spadoni. Ringraziamo la figlia e la moglie di Amedeo, Laura Bertúccioli e Rina Bellomarì, per aver consentito la riproduzione delle fotografie.

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Me l’ha detto un uccellino le storie di Pesaromemolab in 140 caratteri La memoria quotidiana offre spazio anche al gioco. E così in questo laboratorio dei ricordi proviamo un piccolo esperimento: dar conto delle storie raccolte da Pesaromemolab in centoquaranta caratteri, la misura di un tweet. Divertimento, certo, ma anche un salutare esercizio di sintesi, registro al quale non guasta allenarsi per restituire ciò che si è ascoltato: il ritmo delle pagine da sfogliare va ormai di pari passo con l’ovattato tap tap dei polpastrelli su un tablet, ed è un’opportunità da non perdere per un progetto che della memoria vuole mimare la molteplicità delle suggestioni, la sostanza del link. Quasi un contrappunto alle chiacchierate che hanno scandito il nostro viaggio tra l’inverno e la primavera scorsi, la possibilità di annotare i frammenti raccolti entro i confini di un luogo di passaggio (le stanze del Palazzo appartenuto alla Marchesa Vittoria Toschi Mosca). Un’altra bacheca, dalla quale di volta in volta prelevare un foglietto e, come in un grande juke-box, dare il la a un racconto. Molte di queste storie sono già pubblicate sul sito di Pesaromemolab; altre sono in attesa di essere dipanate e scritte: se vuoi ascoltarle in anteprima, o non perderne le tracce (si sa che una storia tira l’altra), chiedi di loro a chi collabora al progetto. Chissà, magari seguendo uno dei nostri fili rossi finirai per ritrovare un amico, riconoscere un pezzettino della tua città o, perché no, decidere di raccontarci qualcosa di te.

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#Ginestreto, 1900 - 1960. La voce di un #clerino, fantasmi e il #ciambellone della #nonna. La storia da cui è nata l’idea di #pesaromemolab.

Ginestreto, 1941. Antidio Corsini ‘dirige’ alcuni musicanti della Banda di Ginestreto (raccolta Raffaella Corsini, Pesaro).

Il Concerto di Ginestreto @Elvezia Baronciani, Nerina Gattoni e Armando Galanti, Raffaella Corsini e la Parrocchia di San Pietro in Rosis di Ginestreto

Una pagina del ricettario di Costanza Croce Porta, che reca in copertina la data 1874; Costanza nel 1861 (raccolta Concetta Mattucci, Pesaro).

#Pesaro, 1860 e dintorni. #Nonsoloeroi per le memorie di famiglia dei Conti Spada: da Costanza Porta a D’Azeglio l’Italia si fa anche a tavola.

L’Italia è servita @Concetta Mattucci e Fausto Schiavoni

#Via_Branca, 1937. Intraprendente gelataio crea la prima pizzeria di #Pesaro. Autarchiche delikatessen: biscotti di farina di #lupini. Pesaro, anni Trenta-Quaranta del ‘900: la Rosticceria Ventrella (raccolta Remo Fiorani, Pesaro).

Le palle di Calvori @Gabriella Procacci e la Biblioteca di Baia Flaminia

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Cucina autarchica e la prima pizza in città @Remo Fiorani

Naturalmente si parla di un anemometro, che vertiginosamente vorticava via col vento. All’#Osservatorio_Valerio, diretto dal professor #Pio_Calvori.


1954. Corrispondenza tra l’autore di #Don_Camillo e il suo attendente Bendino Magi, #selcino vissuto nei luoghi del #San Bartolo.

“Pedalo e fotografo, fotografo e pedalo”. Massimo Magi e il suo archivio: migliaia di scatti documentano angoli della nostra provincia.

Bendino Magi (1935 circa) e uno scatto realizzato dal figlio Massimo durante le sue escursioni in bicicletta (raccolta Massimo Magi, Pesaro).

Giovannino e il suo attendente - Il ciclista fotografo @Massimo Magi

La zitella curiosa @Maria Teresa Badioli (1926-2010)

#Zitella, insegnante e collezionista MTB raccoglie nella sua #wunderkammer tracce di vita (minerale, animale e vegetale) della sua città.

Con #Nobili giovanetto apprende i rudimenti dell’arte della stampa e nel 1875 apre in proprio. Vita di #Gualtiero_Federici, tipografo artista.

Il sogno di ogni #memory_hunter*: una sporta di foto (quasi) anonime rovesciata sul tavolo diventa spunto per un’avvincente #caccia_al_tesoro.

Tipi Art Nouveau e la

Omiccioli Erpalice, Tomba @Marcello Bacciaglia, Nario Gnaccolini, Ezio Malerba, Sisto Tagliaferri e la Biblioteca di Borgo Santa Maria

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@Cinzia Cangiotti Biblioteca di Villa Fastiggi


Americo Bertúccioli in un ritratto degli anni Trenta del ‘900; Pesaro, anni Sessanta del ‘900 (raccolta Laura Bertúccioli e Daniele Volpini, Fano).

Americo Bertúccioli, “le professeur”

Vita avventurosa di un professore elegante, tra #Pesaro, Livorno, Grénoble. Non manca una dama misteriosa, dal nome aristocratico: Ghislaine.

@Laura Bertúccioli, Daniele Volpini, Rina Bellomarì e il blogger di Gand

Tra #Pesaro e la Romagna, gli ambulanti ne sanno una più del diavolo. E la #Peppina dell’omonimo caffè sul #Trebbio guarda sorniona.

Ricordi d’occasione @Giorgio Lucenti, Giorgio Valchera, Giuliana Cermatori e Luciano Cecchini, e Giannino Pentucci

Pesaro, 1961. Luigi Cermatori davanti all’omonimo palazzo in costruzione (foto Semprucci, Pesaro; raccolta Giuliana Cermatori Cecchini).

Storie di pizzi, tuiles e torroni

Saverio e la Merica, bikini e valencienne, il #Bar_Gino, il torrone e certe paste da leccarsi i baffi. Tutto insieme, da un angolo di #Piazza_del_Popolo.

@Emilia Filippetti, Simonetta De Angelis

Il Bar Gino negli anni Cinquanta del ‘900 (raccolta Emilia Filippetti, Pesaro).

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Una scuola e una fotografia

Assurta agli onori della cronaca per il seggio 43, dove votava Forlani, la scuola di #Cerreto_di_Novilara torna in un’affettuosa filastrocca. #Novilara, 1946. Con don Terenzio Cecchini nasce il Circolo ACLI. I giovani al #bettolino; arriveranno poi il cinema, la TV, la #bocciofila.

@Maris Galdenzi

#Novilara, anni Sessanta del ‘900. La terra della #necropoli restituisce piccoli tesori, tra cui una lucerna d’ottone del II secolo d.C.

La lucerna ritrovata da Guerrino Delbianco durante i lavori agricoli nel podere di via Casale (raccolta Marco Delbianco, Novilara).

Novilara, una lapide e una lucerna - Il ‘Bettolino’ @Marco Delbianco e il Circolo ACLI di Novilara

Nonno Domenico e le api, Vita da mezzadri Amedeo e i cestoni, Rober- @Amedeo e Roberta Vitali, Giulia Vitali ta e le uova nel pagliaio. Una “Angoli che scompaiono”, Amedeo Vitali ritratto fotografia da primo premio da Marisa Betti nel 1976 (I premio alla XV Rase il declino della mezzadria. segna di pittura e fotografia del Circolo INPS di Milano; raccolta Famiglia Vitali, Pesaro).

Santa Maria dell’Arzilla, il Circolo con

Gilberto Giangolini e il Circolo ARCI di Santa Maria dell’Arzilla

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#Arzilla, 1913. Vedova vende fazzoletto di terra a soci della Cooperativa_di_Consumo. 1934 - 1966. Dal #Dopolavoro_Fascista al #Circolo_ARCI.


Il “ministro”

Dal 1870 la #Banda_di_Candelara accompagna la vita del paese. Con i complimenti di #Dario_Fo e @Jovanotti, e la benedizione di due papi.

@La Famiglia Roscetti

“Non stavamo nei panni” @La Banda di Candelara Da cent’anni l’osteria del Borgo di #Candelara. Riaperta con successo -una tantumper San Giovanni (2012). #Lupini, #porchetta e vino buono.

Osteria del ‘Baffon’ @La Famiglia Giorgi, Alberto Paoletti

Nel 1924 seguendo il Metauro arriva a #Candelara la Famiglia Roscetti: norcini, soldati, contadini. E il “ministro” della #trebbiatura. Candelara, 1979. Osteria del Baffon (fotografia Alberto Paoletti, Candelara). Sopra: marzo 2012. Due immagini della sede della Banda di Candelara (raccolta privata, Pesaro).

“Straniera ai politici patteggiamenti”. Che altro aggiungere? la S.O.M.S. di Candelara, nello Statuto del 1896. Prosit. Ginestreto, Pesaro. Maria Ranocchi Mosca con la sua scolaresca (19301935); volantino promozionale della III Sagra della Quaglia, fine anni Sessanta del ‘900 (raccolta Pier Luigi Tonti, Ginestreto - Pesaro).

Appassionato raccoglitore di memorie ginestretesi ci riporta al via: #il paese_dei_ nonni. Memorie buone, per augurare a tutti #buone_memorie.

Quaglie a Ginestreto @Pier Luigi Tonti, Maria Rita Tonti e il Circolo Ginestretese

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Non è casuale la scelta di aprire alla città la Stanza dei ricordi in occasione della festa di San Terenzio, il nostro patrono. La festa e la processione per le vie del centro storico con l’urna del Santo sono tuttora momenti nei quali riaffiora forte il senso di appartenenza alla città e alla sua storia. Ma dire “San Terenzio” a Pesaro è anche, per molti, andare con un sorriso al glorioso Circolo cattolico fondato nel 1892, la cui attività negli anni Cinquanta è documentata dalle immagini a destra. Un lavoro dedicato a questo tema è in preparazione: se hai notizie, fotografie e documenti al riguardo puoi segnalarli scrivendo a cristina@cristinaortolanistudio.it, info@ pesaromemolab.it o, ancora, telefonando al 348 2292021. Grazie!

Tutti i rituali hanno la capacità di svolgersi adesso, in questo istante. Mircea Eliade, 1949 20


24 settembre. La festa del Patrono San Terenzio e i suoi ‘ragazzi’ A sinistra, sopra: Pesaro, Circolo San Terenzio, 1959. Partita “Vecchi contro Giovani”; sotto: Tre uomini, gli alberi un cane, posa degli attori e degli aiutanti (foto Arceci, Pesaro; raccolta Giorgio Ortolani, Pesaro). Sotto: Roma, Rocca di Papa, 1959.VI Congresso nazionale C.S.I., “Centro internazionale di studi Pio XII per un mondo migliore” (raccolta Giorgio Ortolani, Pesaro). Nella pagina precedente: cartolina raffigurante il dipinto San Terenzio, di Terenzio Terenzi detto il Rondolino (Pesaro, 1575-1621; cartolina degli anni Trenta del ‘900, ed. Nobili, Pesaro; Pesaro, archivio storico Diocesano).

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Fiera di San Terenzio

Il calendario del Medioevo ha portato nelle città e campagne una serie di feste annuali dedicate ai santi patroni e protettori, in cui sacro e profano, religione e politica si intrecciavano e che scandivano i tempi del quotidiano, fra cui si inserivano anche sagre, mercati e fiere, intitolate ai santi locali. Anche a Pesaro si svolgevano nei secoli passati fiere e mercati, legati ad antiche consuetudini e tradizioni, di cui si è persa ormai la memoria, ma ricostruibili sulle tracce delle fonti documentarie. Speciali rubriche degli antichi Statuta civitatis Pisauri, sia manoscritti (1412) che stampati (1531) contengono le prescrizioni per l’osservanza delle feste religiose in onore dei santi protettori della città e descrivono le solennità e le festività durante le quali Pesaro ospitava varie fiere nel corso dell’anno, ricorrente motivo di aggregazione e meccanismo di scambio tra città e contado, con affluenza di mercanti da altre parti d’Italia ed anche stranieri: la fiera di Santa Mustiola (3 luglio), di San Gaetano (7 agosto), della Madonna di agosto (15 agosto), di San Nicola (10 settembre), di San Terenzio (24 settembre). L’”originale della concessione della fiera di San Terenzio”, patrono della città, risaliva alla richiesta da parte della comunità - in data 17 luglio 1567 - e conseguente approvazione del duca Guidubaldo II della Rovere, di istituire una fiera nel giorno della festa del santo, 24 settembre, al fine di provvedere la città di “animali da carne […] e massime delle carni migliori et alli infermi necessarie”, […] e perché darà grande aiuto a detta città non solo la provisione de detti animali e carni, ma in ciascuna altra cosa necessaria alla vita umana, se in essa si facesse almeno una volta l’anno una fiera generale di bestiame et altre merci come si fanno in Urbino, Fossombrone et in altre cittadi circonvicine” (Biblioteca Oliveriana, Pesaro, ms. 960,VII, fasc. 78, 78). La fiera era “libera” e “franca”, essendosi stabilita nei due giorni prima e dopo il 24 settembre l’esenzione dal pagamento di ogni dazio e gabella sia per le merci che per gli animali e l’istituzione di un’area di libero scambio che tutelasse gli interessi dei mercanti, per i quali veniva insediato uno speciale tribunale inerente esclusivamente questioni riguardanti la fiera.

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L’origine del “privilegio della fiera di San Terenzio”, documentata nelle carte dell’archivio segreto della comunità almeno fin dal 1550, è sicuramente più remota di quanto attestino le fonti archivistiche, per cui il documento del 1567 doveva piuttosto essere una conferma degli antichi privilegi e non la prima concessione. Infatti San Terenzio era il più antico fra i santi protettori della città di Pesaro e speciali solennità erano prescritte negli Statuta civitatis Pisauri per la festa del patrono, in cui la cerimonia religiosa del mattino era seguita durante la giornata dalla festa popolare, consistente in una corsa di cavalli, per la quale il podestà aveva stabilito tre premi cui potevano concorrere anche i forestieri: sette braccia di scarlatto fino, una porchetta con aglio e cipolle, un gallo ed una libbra di pepe. Con sentenza emessa dal luogotenente nel 1678, durante la fiera di San Terenzio era stata decretata l’esenzione dal dazio del vino a spina, la cui vendita, unitamente a quella al minuto, era regolata da precise norme statutarie contenute nella “provisione sopra al dazio del vino che si vende a spina”: la vendita poteva avvenire soltanto in città, nei borghi e al porto, ma non nella corte, per cui era necessaria una speciale licenza, così come, senza apposito permesso, il vino non poteva essere tenuto fuori dell’osteria o della taverna; gli osti e le loro famiglie erano obbligati a bere lo stesso vino che vendevano, per evitare qualunque frode a danno del consumatore. Nel 1719 un chirografo di papa Clemente XI (Gianfrancesco Albani) prorogava di sette giorni la fiera di San Terenzio, che veniva così a durare dodici giorni, dal 16 al 27 settembre. Ma già nel Settecento si manifestarono i primi sintomi di decadenza del fenomeno fieristico, che andarono rapidamente accentuandosi nel principio del secolo seguente: molte fiere scomparvero, altre restrinsero la loro influenza sopra un territorio locale o ridussero notevolmente l’attività. Con l’evoluzione del commercio, dei trasporti e dell’attività industriale, le antiche fiere, nella tipica veste medievale, persero definitivamente di importanza. Anche la fiera di San Terenzio col tempo cadde in disuso, probabilmente per la vicinanza cronologica con quella di San Nicola, la cui festività ricorre il 10 settembre: l’unica sopravvissuta, continua ancora a perpetuare l’antichissima tradizione delle fiere pesaresi, testimoniando la persistenza degli antichi miti della memoria popolare e dei consueti rituali dell’identità cittadina, che il progresso e il lavorio dei secoli non hanno ancora cancellato. Giovanna Patrignani In alto, a destra:“Concessione della Fiera di S.Terenzio” (Biblioteca Oliveriana, Pesaro, ms. 960, Indice); nella pagina precedente: San Terenzio, da Cesare Tortorino, Historia dell’antichissima, e fedelissima, città di Pesaro... (Biblioteca Oliveriana, Pesaro, ms. 1997).

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fotografie Archivio storico Diocesano, Pesaro; Archivio storico Comunale Pesaro; raccolta privata, Pesaro

Via San Francesco (già Via Roma)

Piazza Vittorio Eman (già Piazza Maggior

Piazza Terenzio Mamiani già Piazza di Sant’Ubaldo

Via Gioachino Rossini (già Via del Duomo )

Corso XI Settembre (già Via dei Fondachi)

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Piazza del Popolo Grande)

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“Piazza Grande”, un palinsesto della memoria

nuele, oggi

re, Piazza

Diorama

Via Giovanni Branca (già Via dei Calzolai)


ChièChi? cento fotografie pesaresi di

Mario Schiavoni

La Stanza dei ricordi accoglie con gratitudine l’offerta - e la proposta di un’esposizione ‘interattiva’ - di Fausto Schiavoni, fotografo, che presta a Pesaromemolab cento scatti realizzati dal padre Mario tra la fine degli anni Trenta e i primi anni Cinquanta del ‘900. Cento stampe che Fausto ha ‘distillato’ da altrettanti negativi; cento immagini scritte dalla luce e dal tempo (i graffi, le pieghe, la grana incerta, segni di traslochi e altre vicende), i cui dettagli restituiscono innumerevoli sfaccettature della Pesaro del dopoguerra, con rare incursioni in anni precedenti. Il set di piazzale I Maggio, dove Mario ambientava molte delle sue fotografie, i quartieri della città nuova in costruzione; il lusso modesto di un bottone o di un cappotto dalle maniche troppo lunghe o, ancora, il nitore delle vesti buone della domenica: frammenti che non ci si stancherebbe mai di scoprire, e che, tuttavia, non sovrastano i volti, gli sguardi, i sorrisi delle persone ritratte. Volti nei quali è facile riconoscerci, vite delle quali vorremmo sapere di più. Così eloquenti nel narrare, queste immagini tacciono però, in modo forse altrettanto significativo, sugli elementi che ne consentirebbero una catalogazione in piena regola. I negativi recuperati con cura da Fausto non sono infatti corredati da informazioni riguardo a date, luoghi, nomi. Indizi necessari, la cui ricerca diventa occasione per un dialogo più approfondito, capace di attraversare la patina del biancoenero e per riflettere, una volta di più, sulle ragioni della memoria. Aiutaci

a riconoscere le persone ritratte da

Mario Schiavoni, segnalandoci

riceverai in ricordo una copia della loro fotografia esposta. Grazie!

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i loro nomi:


Mario Schiavoni e l’amico Carlo Betti si ritraggono vicendevolmente in queste due immagini dei primi anni Cinquanta del ‘900 (Archivio Fausto Schiavoni, Pesaro). Uniti dalla passione per la fotografia - prezioso è il loro lavoro nel documentare l’evoluzione della nostra città, Mario Schiavoni (1903-1955) e Carlo Betti (1909-1993) condivisero anche la frequentazione della Bottega d’arte Della Chiara, testimoniata nell’Archivio Schiavoni da una serie di scatti raffiguranti opere di pittori e ceramisti quali Achille Vildi, Alessandro Gallucci, Guido Andreani ed Elso Sora. L’importante patrimonio di negativi e stampe lasciato da Mario Schiavoni è oggi custodito dal figlio Fausto, che del padre ha ereditato l’occhio attento e sagace del fotografo di razza. Tutte le immagini di questa sezione della Stanza dei ricordi provengono dal suo archivio.

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Grazie, signora Marchesa. Dai bauli di Vittoria Toschi Mosca La Stanza

di Pesatrova ospitalità nel palazzo di Vittoria Mosca (18141885), che la marchesa lasciò in eredità con le sue collezioni d’arte al Municipio di Pesaro, per l’istituzione di un Museo Artistico Industriale, a profitto dei giovanetti che amano le scienze e lo studio, affinché servisse loro di pratica e di eccitamento al ben fare. Commissionato da Antonio Maria Mazzolari e costruito nella seconda metà del Settecento su disegno di Gianandrea Lazzarini, il palazzo fu acquistato da Vittoria Mosca nel 1842, per la somma di 6.300 scudi. Già nel 1844 la marchesa si era trasferita nella nuova residenza, i cui lavori di ristrutturazione saranno portati a termine nel 1852. Sposatasi nel 1856 con Vincenzo Maria Toschi,Vittoria continuerà ad arricchire le collezioni conservate nel palazzo di via Rossini, prediletto tra le numerose case di famiglia. Tra il 1885 - anno della morte di Vittoria - e il 1886 tre sale a pianterreno furono adibite a Scuola serale e domenicale d’arte applicata all’industria, ufficialmente istituita nel 1887; il 29 luglio 1888 si inaugurava il museo voluto dalla marchesa, che testimoniava anche nella nostra città un’attenzione per le arti decorative diffusa in tutta Europa. Nel 1881 a Milano era stata aperta al pubblico la Casa Museo del collezionista Gian Giacomo Poldi Pezzoli; trent’anni prima, a Londra, dalla raccolta costituita per l’Esposizione Universale era nato il primo nucleo del futuro Victoria and Albert Museum. romemolab

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dei ricordi


Il Museo voluto da Vittoria chiuse però ben presto i battenti: già nel 1930, in seguito al terremoto, nei locali di Palazzo Mazzolari Mosca vengono trasferiti alcuni uffici comunali, che vi restano fino al 1954, quando sarà ultimato il nuovo Palazzo Comunale.Affittate fino al 1971 al Circolo Pesarese, le sale del palazzo di via Rossini accolgono dal 1974 l’Assessorato alla Cultura. Alcuni tra i pezzi più importanti della collezione di Vittoria Toschi Mosca sono oggi esposti presso i Musei Civici, nei cui depositi sono conservati anche un gran numero di oggetti e materiali di uso quotidiano: se molti di essi rappresentano una significativa testimonianza del gusto di un’epoca (oggi diremmo il design, e l’artigianato artistico), altri appaiono suggestivi soprattutto per le tracce lasciate dal tempo, come le calzature, i tessuti, le passamanerie e gli strumenti da lavoro che abbiamo scelto per comporre il nostro ricordo della lungimirante marchesa.

Le notizie storiche sono tratte da Palazzo Mazzolari Mosca, a cura di Grazia Calegari, Pesaro 1999; nella pagina precedente: Cesare Gaj, Ritratto della marchesa Vittoria Toschi Mosca (ante 1885), dettaglio (immagini Musei Civici - Pesaro).

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Hanno collaborato Riportiamo qui i nomi di coloro i quali con un’immagine, un oggetto o anche solo con una segnalazione o un pensiero hanno contribuito a dare forma a Pesaromemolab e alla Stanza dei ricordi.Tra loro vi sono enti locali, istituzioni culturali, associazioni, cittadini: una caleidoscopica moltitudine di fonti e di voci che costituisce la cifra distintiva del nostro progetto. A tutti va il nostro grazie. Maria Teresa Badioli (Pesaro, 1923-2010); Marcello Bacciaglia, Borgo Santa Maria - Pesaro; Elvezia Baronciani Zaffini, Ginestreto - Pesaro; Barbara Bartoli, Pesaro; Simonetta Bastianelli, Tavullia; Laura Bertuccioli e Daniele Volpini, Rina Bellomarì, Fano; Nicholas Blasi, Trebbiantico - Pesaro; Alfredo Boiani, Pesaro; Ninna Cabiddu, Pesaro; Cinzia Cangiotti, Pesaro; Sabina, Jacopo e Tino Cardinali, Pesaro; Alessandra e Fausto Cecchini, Santa Maria dell’Arzilla - Pesaro; Gianluca Cecchini, Pesaro; Giuliana Cermatori e Luciano Cecchini, Pesaro; Giancarlo Cesarini, Pesaro; Don Igino Corsini, Pesaro; Raffaella Corsini e Giorgio Ortolani, Pesaro; Lucia Curina, Mombaroccio; Simonetta De Angelis e Emilia Filippetti, Pesaro; Marina Della Bella, Pesaro; Marco Delbianco, Novilara - Pesaro; Lorenzo Di Loreto, Tavullia; Tina Filippetti e la sua Famiglia, Pesaro; Remo Fiorani, Pesaro; Flora Floriani, Severino Ridolfi, Olga Magi, Candelara - Pesaro; Gianfranco Gabucci, Pesaro, Famiglia Galanti - Gattoni, Ginestreto - Pesaro; Maris Galdenzi, Novilara - Pesaro; Paolo Gamboni e la sua Famiglia, Pesaro; Gilberto Giangolini, Santa Maria dell’Arzilla - Pesaro; Famiglia Giorgi e Alberto Paoletti, Candelara - Pesaro; Don Valentino Giovannelli, Pesaro; Elio Giuliani, Pesaro; Gino e Monica Guidi, Pesaro; Nario Gnaccolini, Borgo Santa Maria - Pesaro; Aldina Lanzerini, Pesaro; Giorgio Lucenti, Pesaro; Massimo Magi, Pesaro; Ezio Malerba, Borgo Santa Maria - Pesaro; Eleonora Mariotti Travaglini, Pesaro; Concetta Mattucci e Fausto Schiavoni, Pesaro; Antonio Moroni, Pesaro; Renato Nardelli, Pesaro; Giulio Oliva, Candelara - Pesaro; Sebastiano Ondedei, Novilara - Pesaro; Famiglia Antonia Patrignani e Giuliano Magnelli, Pesaro; Giovanna Patrignani, Pesaro; Raffaella Pandolfi, Pesaro; Gianni Pentucci, Pesaro; Luca Pieri, Pesaro; Filippo Pinto, Pesaro; Paolo Pompei, Pesaro; Mario Prandoni, Pesaro; Gabriella Procacci, Pesaro; Famiglia Roscetti, Candelara - Pesaro; Gabriele Stroppa Nobili, Ginestreto - Pesaro; Sisto Tagliaferri, Borgo Santa Maria - Pesaro; Maria Rita Tonti, Pesaro; Pierluigi Tonti, Ginestreto - Pesaro; Luciano Urso (Bologna, 1921-2011); Famiglie Luciano Urso e Roberto Urso, Bologna; Giorgio Valchera, Pesaro; Giulia Vitali, Pesaro; Roberta e Amedeo Vitali, Pesaro

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Archivio storico Diocesano di Pesaro Archivio di Stato di Pesaro e Urbino Biblioteca Oliveriana, Pesaro Parrocchia di San Pietro in Rosis, Ginestreto - Pesaro Circolo ACLI, Novilara - Pesaro Circolo ARCI, Santa Maria dell’Arzilla - Pesaro Circolo ARCI,Trebbiantico - Pesaro Circolo Socio-Culturale Ginestretese, Ginestreto - Pesaro Pro Loco Candelara Pro Loco Santa Maria dell’Arzilla, Santa Maria dell’Arzilla - Pesaro Società Operaia di Mutuo Soccorso, Candelara - Pesaro Corpo bandistico di Candelara - Pesaro AUSER,Villa Fastiggi - Pesaro Sportello Informa&servizi - Archivio storico Comunale di Pesaro Biblioteca San Giovanni - Pesaro Biblioteche di Quartiere - Pesaro Pesaro Musei Quartiere 3, Colline e Castelli Quartiere 4,Villa Fastiggi - Villa Ceccolini Grazie, infine, anche

a tutti coloro dei quali non conosciamo il nome, ma che hanno accompagnato e

sostenuto il viaggio di

Pesaromemolab e la preparazione della Stanza dei ricordi.


Cristina Ortolani, heartwork n. 7 (2009), dettaglio

foto Musei Civici, Pesaro


Indice Farememoria - La stanza dei ricordi pag. 5 Il viaggio di Pesaromemolab pag. 8 Pesaromemolab, la memoria condivisa Me l’ha detto un uccellino

pag. 13

pag. 14

24 settembre. La festa del Patrono pag. 20 La Fiera di San Terenzio pag. 22 Diorama. “Piazza Grande”, un palinsesto della memoria

pag. 24

Chièchi. Cento fotografie pesaresi di Mario Schiavoni

pag. 26

Grazie, signora Marchesa

pag. 30

Hanno collaborato

pag. 32

Il tempo diviene tempo umano nella misura in cui viene raccontato

Paul Ricoeur, 1987


finito di stampare nel settembre 2012 da SAT - Sant’Angelo in Lizzola (PU)



farememoria la stanza dei ricordi

Pesaro, 21-24 settembre 2012


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