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Genos di Adriana Del Duca | Daniela Luzzu Rita Martinez | Nobahar Design



4 jewels



27.05.2019 4Jewels
 Wunderkammern effimere

Via Giovanola 19/c Milano

microbo.net attraverso lo spazio espositivo microLive presso Circuiti Dinamici presenta al pubblico i gioielli di: Genos di Adriana Del Duca, Daniela Luzzu, Rita Martinez, Nobahar Design. Le quattro designers sono state da noi scelte e segnalate in occasione ella VII edizione di Ridefinire il Gioiello tenutasi al Museo del Bijou di Casalmaggiore (Cremona). 
 Curatela: Anna Epis e Aldo Torrebruno
 Presentazione: Aldo Torrebruno
 Coordinamento: Sonia Patrizia Catena
 Allestimento: Lorenzo Argentino








GENOS 
 DI ADRIANA 
 DEL DUCA


MOTUS LEPORARIUS






collana
 MOTUS LEPORARIUS

Polimetilmetacrilato (plexiglass), onice, gomma, magneti, 2018

La collana è ispirata alla spilla “cane decò” esposta al museo del Bijoux di Casalmaggiore (Cremona). Leporarius, ovvero adatto alla caccia della lepre, è il termine da cui deriva levriero, la razza di cani che ha ispirato il creatore della spilla. Ho scelto questo gioiello per la sua forma essenziale e stilizzata dal forte potere comunicativo. Nella spilla è colta la quintessenza, ovvero ciò che anima la figura, l’energia latente che la rende viva, in movimento.


La collana Motus Leporarius è realizzata mediante l’assemblaggio di 56 sagome in plexiglass che compongono la figura dei levrieri. Il loro accostamento restituisce un gioco di linee sovrapposte che donano ulteriore dinamicità alla collana. La tecnica adoperata tiene conto del comportamento delle forme attraverso la trasparenza, il movimento ed i riflessi. Il processo creativo prende spunto da alcuni principi dell’arte ottica e dell’arte cinetica tipici del movimento artistico che fa capo ai venezuelani Carlos Cruz Diez, Jesus Soto e Alejandro Otero. A partire da questo processo creativo ho disegnato pezzi unici ai quali ho dato il nome di Transparencia. Questo criterio non prevede termine poiché ogni gioiello scaturisce da un disegno fatto a mano ogni volta diverso, originale. Motus Leporarius è una collana leggera con chiusura dotata di magneti ed offre la scelta d’indossarla in due versi, tutto dipende se si vuole vedere correre i cani o richiamarli a sé. Fotografo: Gennaro Navarra


TRANSPARENCIA

Regina | TRANSPARENCIA


Regina | TRANSPARENCIA | Modella: Sara Ancona





Ovo | TRANSPARENCIA





Sea Hedgehog Skeleton | TRANSPARENCIA





Blue Hole | TRANSPARENCIA


Adriana Teresa Del Duca nasce in Venezuela nel 1969 a Caracas, dove cresce in un florido periodo culturale. La metropoli offre innumerevoli esperienze in campo artistico e scultoreo permettendo che i cittadini si fondano con un ambiente pieno di opere contemporanee. Il fermento artistico è costante, l’arte è per tutti e ne fruiscono soprattutto gli studenti. Dopo aver frequentato il corso di laurea in Scienze della Comunicazione presso l’Università Cattolica di Caracas si trasferisce a Milano e frequenta la scuola Pa o l o G ra s s i d o v e o tt i e n e i l d i p l o m a i n Drammaturgia. Nel 1995 si trasferisce a Napoli dove si dedica al teatro e alla scrittura e contemporaneamente collabora presso una ditta orafa in cui assorbe i processi creativi mirati alla re a l i z z a z i o n e d i g i o i e l l i n o n t ra d i z i o n a l i . L’ammirazione per la gioielleria messicana degli anni 30’ e 40’ di Margot de Taxco e Antonio Pineda fanno sì che nel 2014 il proprio potenziale creativo venga definitivamente incanalato in una sola strada artistica: il gioiello d’autore, quello anticonformista, imprevedibile. Nasce così Genos, un contenitore di idee dove prima con le collezioni Genesis, Gemme, Aquiloni si addentra nei concetti geometrici e poi con Where are you? testa innumerevoli combinazioni spaziali. Ma è con Transparencia che inizia un percorso di sperimentazione vera e propria con il plexiglass ed i metalli dove si percepiscono raffinatezza, originalità ed effetti ottici.



DANIELA 
 LUZZU


ANTITHESIS





collana
 ANTITHESIS Ottone e legno, 2018

Un oggetto da indossare che nasce per far “ponte” tra il passato e il presente, tra il classico e il moderno. Un concetto mutato con il volgersi del tempo, che ho rappresentato liberato e svincolato nella forma e nella sua immagine più convenzionale. Un valore che non viene più rappresentato dalla preziosità del materiale, ma dal concetto, dall’idea, ed è per questo che ho utilizzato materiali poveri come l’ottone e il legno: per segnare il passaggio che compie un gioiello quando da prezioso diventa contemporaneo. La pietra ottagonale che compone la spilla nel gioiello preso in riferimento e che ho voluto interpretare, perde la sua forma ottagonale e si duplica in due punti focali nel mio progetto. Una collana, la mia, che è composta da più elementi che si pongono in antitesi alla solidità della materia e che richiama come un eco lontano la tradizionale mentre si staglia e si destrutturalizza raccontando il presente. La collana è ispirata ad una piccola spilla della collezione del Museo del Bijou di Casalmaggiore (Cremona).














Daniela Luzzu vive e lavora a Pordenone come graphic designer free lance, ha completato gli studi artistici a fine anni '80, all’Accademia di Belle Arti di Venezia, nella sezione di pittura. Ha i n s e g n at o m at e r i e a rt i s t i c h e e s t u d i a n d o contemporaneamente graphic design, percorso che completa e approfondisce molti anni dopo con una successiva specializzazione in marketing in Francia. Si dedico negli anni '90 lavorando dapprima come grafica poi come art director in varie agenzie grafiche. Da alcuni anni si dedicata a seguire il sogno di quella che è diventata la sua più intensa passione: la creazione di “gioielli” non convenzionali, coniugando e sperimentando altre manualità. Così parla dei suoi lavori: <<Se dovessimo dare un significato: tutti i “gioielli” che rappresentano un concetto divengono superamento della staticità dell’oggetto- icona quadro. Infatti come avviene nell’arte contemporanea: il pubblico non guarda, diventa necessario ed entra nell’opera fino a farne parte. L’arte che è espressione soggettiva diviene nel caso degli “oggetti arte” e nell’interazione con la persona, nuova dimensione e nuova veicolazione di pensiero. Così avviene come disse Umberto Boccioni nel 1910 riferendosi alla pittura futurista: “Noi porremo lo spettatore nel centro del quadro”. Così presuntuosamente indossando un oggetto concettuale, noi diveniamo il focus e la sua funzione rappresentativa >>.



RITA 
 MARTÍNEZ


IL DRAGO PEDRO





spilla
 IL DRAGO PEDRO

Cartapesta con anima in alluminio, 2018 Il gioiello è ispirato ad una antica spilla con dipinto un trittico dedicato alla Vergine con Gesù, San Giorgio e San Nicola, conservata al Museo del Bijou di Casalmaggiore (Cremona). Rita Martinez parla così del proprio progetto: << Della spilla di medagliette con 1a Vergine Maria e Gesù Bambino, San Nicola e San Giorgio, mi ha colpito di quest'ultima 1a figura del drago e in particolare 1a negatività che l'ha sempre accompagnato dal Medioevo in poi nella cultura europea. Subito ho sentito quasi il bisogno di riscattarlo da questa sua immagine che si portava addosso e ho cercato figure simili in altre culture, fino ad incontrare quelle degli 'alej ibres' messicani, la cui .


funzione demoniaca è di spaventare gli spiriti cattivi e di proteggere le abitazioni. Così ho cominciato a crearne uno con scheletro in filo metallico e mi è piaciuto giocare con le ombre che 1a sua anima creava, quasi a ricordarmi dei miei profondi demoni con i quali sentivo il bisogno di rappacificarmi. "Gli 'alejibres' potrebbero aiutarmi a far pace con le mie ombre" pensai. E cosi ho iniziato a ricoprire queste sombre—strutture con garza blu (per sottolinearne 1a nobiltà) e poi, come 1a tradizione vuole, con papier mâché mista a sabbia per dare un senso di pesantezza alla vista e di leggerezza al tatto, riflettendo 1a gravosa mostruosità e 1a sottile fragilità delle mie ombre >>.



Wunderkammer Collection


Bronze gold-plated phallus ring


Resin giant's feet


Bronze/silver omniscent fly ear-rings


Bronze gold-plated phallus ring


Rita Martínez si laurea in storia presso l'Università Nazionale Costa Rica nel 2001, segue poi un Master su "Enfasi, Potenza e controllo sociale". Nel 2007/2008 continua la sua formazione con un Master in "Risoluzione di conflitti interculturali" presso l'Università di Verona. Dal 2011 si dedica a Workshops a Firenze, sotto la guida della designer Eugenia Ingegno, sulla progettazione di gioielli e tecniche; attualmente risiede a Verona.



NOBAHAR 
 DESIGN


BĀZĀR





BÄ€ZÄ€R" collection limited edition, 2019 Modella: Golnar Khalesi | Fotografa: Sogand Nobahar


bracciale e anello
 BĀZĀR Polymero, 2018

Sogand Nobahar spiega il suo concept: << Nel Gennaio del 2018, quando mi sono recata in visita al museo del bijou di Casalmaggiore per scattare alcune foto, ho avuto la fortuna di scambiare quattro chiacchiere con la direttrice Letizia Frigerio. Nella stanza in fondo al corridoio principale, dove è ancora presente l’arredamento originale dell’ufficio del fondatore delle Fabbriche Riunite Placcato Oro. Letizia mi ha raccontato la storia della nascita del museo. Mi ha raccontato come diverse fabbriche di Casalmaggiore, ciascuna specializzata in un determinato prodotto, si siano messe insieme per fare sistema in un periodo in cui Casalmaggiore rappresentava un .


centro importantissimo per la lavorazione della bigiotteria, uno dei più importanti in Italia. U n ’a re a p i e n a d i f a b b r i c h e , i n c u i t u t t i conoscevano il mestiere e riuscivano a tramandare capacità e tradizioni. In macchina, di ritorno verso Milano, persa nei bei racconti di Letizia, spiegavo a mio marito come un centro così tradizionale, dedicato ad uno specifico prodotto e pieno di capacità artigianali mi ricordasse un bāzār. Un concetto identico, un'area permanentemente vocata al commercio e costituita da un insieme abbastanza vario di vie e slarghi in cui si affacciano laboratori e botteghe. Tradizionalmente il bāzār era diviso in corridoi, ognuno specializza- to in una merce, tra cui rame, tappeti, carta, spezie e metalli preziosi, sia per quanto riguarda la produzione che il commercio. Così, quando ho letto il tema del concorso, non ho potuto pensare ad altro che al bāzār e al museo. Il concetto di base c’era, dovevo solo trovare il modo di collegare, anche fisicamente, il bāzār e il museo. Ho iniziato come sempre da una macroricerca, per poi passare ad una microricerca e infine al risultato finale>>.


BĀZĀR" collection limited edition, 2019 Il processo di colorazione
 Fotografa: Sogand Nobahar


The Rebirth Of Lotus limited edition, 2017 
 Fotografa: Sogand Nobahar


My Little Persia, 2018 Modella: Golnar Khalesi | Fotografa: Sogand Nobahar


Fluidity Is The Way To Life limited edition, 2017 Modella: Golnar Khalesi | Fotografa: Sogand Nobahar


My Inner Freedom limited edition, 2019 Modella: Golnar Khalesi | Fotografa: Sogand Nobahar


My Little Perfume, 2018 Modella: Golnar Khalesi | Fotografa: Sogand Nobahar



Sogand Nobahar parlando di se' afferma: <<Non posso dire di essere un’artista, né una designer e neanche un’ingegnera. Credo di rappresentare un giusto mix di tutte queste cose. Grazie ad una mentalità curiosa e fortemente dinamica, ho sempre accettato le sfide che si sono di volta in volta presentate nella mia vita e ho sempre affrontato in maniera efficace nuovi problemi. Nonostante un fortissimo interesse per i lavori artigianali e una naturale predisposizione alla pittura e al disegno, ho deciso di studiare matematica. Mi sono successivamente specializzata in Design Industriale a Tehran (Iran) e ho completato la mia formazione in design e ingegneria in Italia. Una formazione fortemente interdisciplinare ed alcune successive esperienze di lavoro mi hanno portato a fondare Nobahar Design e a non identificarmi in alcuno schema>>.






WUNDERKAMMERN EFFIMERE 2019


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