Conflitti di opinione nel Salento

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CONFLITTI DI OPINIONE NEL SALENTO

UN’ANALISI POLITICO-COMUNICATIVA

Ilenia Colonna Introduzione di Stefano Cristante


Il Salentino Editore – Vincitore del concorso Principi Attivi Giovani Idee per una Puglia Migliore

Il Salentino Editore ÂŽ Via Larghi Case Sparse, 3 73026 Melendugno Tel. 0832 269377 Fax 0832 833918 www.ilsalentinoeditore.com info@ilsalentinoeditore.com ISBN 978-88-96446-01-0 Politica, Comunicazione e Territorio Collana diretta da Stefano Cristante Art director Edita Lecce


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ISTRUZIONI PER L’USO di Stefano Cristante

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DINAMICHE DELLA DOXASFERA di Stefano Cristante

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DOMANDE SULLA DOXASFERA SALENTINA. OBIETTIVI DELL’ANALISI

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CAPITOLO 1. DOXASFERA DELLE ISSUES SULLA TUTELA

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E LO SVILUPPO DEL PATRIMONIO TERRITORIALE

1.1. Il caso del taglio delle tratte ferroviarie 1.2. Il fenomeno della mucillagine 1.3. Il caso della voragine di Gallipoli 1.4. Il caso del comitato Prima la Salute 1.5. Il caso del randagismo a Crispiano 1.6. Il dissalatore del Chidro 1.7. Il caso dell’area industriale e del rigassificatore di Brindisi 1.8. Il caso della centrale a carbone di Brindisi 1.9. Il caso dei parchi eolici nel Salento 1.10. Il caso delle centrali a biomasse 1.11. Il caso della privatizzazione di un tratto di costa fasanese 1.12. Il caso Parco Corvaglia 1.13. Il caso della tratta degli ulivi secolari del Salento 1.14. Il caso dell’acqua color ruggine di Melendugno 1.15. Il caso Baia dei Turchi 1.16. Il caso di Punta Palascìa

CAPITOLO 2. DOXASFERA DELLE ISSUES SVILUPPATESI

IN CAMPAGNA ELETTORALE

2.1. Il caso della metropolitana di superficie 2.2. Il caso della movida leccese 2.3. L’inadeguatezza dei percorsi ciclabili a Lecce


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CAPITOLO 3. LE DOXASFERE DEI CASI TRA SVILUPPO E TUTELA DEL TERRITORIO E CAMPAGNA ELETTORALE

3.1. Il caso della strada Maglie-Leuca 275 3.2. Il caso del megaparco di Galatina

CAPITOLO 4. DOXASFERE “NEGATIVE” 4.1. Il caso della discarica di Nardò 4.2. Il caso dell’Hanife Ana di Ostuni 4.3. Il caso del basolato del Comune di Racale 4.4. Il caso del canile comunale di Monteroni CAPITOLO 5. LE ISSUES RAPPRESENTATE DA PROGETTI

POLITICO/SOCIO-CULTURALI

5.1. Coppula Tisa 5.2. La Notte della Taranta

CAPITOLO 6. LOBBICRAZIA, MEDIACRAZIA, PLUTOCRAZIA E NOOCRAZIA NEL SALENTO 6.1. Il caso Fitto-Pagliaro 6.2. Il caso dell’associazione SaLUG 6.3. Paride De Masi

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CAPITOLO 7. ALCUNI SEGNI DISTINTIVI DELL’OPINIONE PUBBLICA SALENTINA 7.1. L’importanza del contesto 7.2. Quando i gruppi di interesse si configurano come comunità 7.2.1 Il carattere sociale dei gruppi di interesse 7.3. Perché si sviluppano le doxasfere negative? 7.4. Le condizioni ideali per l’azione dei gruppi di pressione 7.5. Plutocrazia e lobbicrazia: poteri dominanti nella doxasfera salentina 7.6. Campagna elettorale: doxasfera in massima fibrillazione 7.7. I media nella doxasfera locale: narrano (spesso superficialmente), ma non fanno opinione 7.8. I grandi progetti politico-socio-culturali un affare per lobby e decisori 7.9. I new media locali: efficaci come “comunità” ma non come “classe”

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CAPITOLO 8. RISPOSTE ALLE DOMANDE DI PARTENZA Parco Corvaglia Privatizzazione di un tratto di costa fasanese


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L’acqua rossa di Melendugno Baia dei Turchi Punta della Palascìa La tratta degli ulivi secolari Le centrali a biomasse L’area industriale e il rigassificatore di Brindisi Il megaparco di Galatina La movida leccese La metropolitana di superficie Il taglio delle tratte ferroviarie La polemica Fitto-Pagliaro La Notte della Taranta Grande Salento L’Hanife Ana di Ostuni La discarica di Nardò

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

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SITOGRAFIA



ISTRUZIONI PER L’USO di Stefano Cristante

A partire dall’istituzione della laurea specialistica in Scritture giornalistiche per la multimedialità (anno accademico 2005-2006) ho insegnato Sociologia dei fenomeni politici presso il corso di laurea in Scienze della comunicazione dell’Università del Salento. Ho accettato con grande piacere la piccola sfida derivata da un insegnamento che pure non rientra in modo formale nella mia formazione (che è invece avvenuta sul piano della sociologia generale e poi della sociologia della comunicazione) perché fin dalla mia permanenza come ricercatore presso la facoltà di Scienze della comunicazione della Sapienza di Roma (dal 1999 al 2003) ho avuto l’opportunità di creare, con Alberto Abruzzese, un Osservatorio di comunicazione politica. L’esperienza dell’Osservatorio di Roma, condotta con ricercatori, dottorandi e laureandi della cattedra di Sociologia delle comunicazioni di massa mi ha portato a contribuire a ricerche specifiche sul rapporto tra media e politica. L’Osservatorio ha indagato le dinamiche delle campagne elettorali (in particolare quella delle elezioni politiche del 20011), lo svolgersi di grandi eventi politici e di movimento (tra cui il ruolo della comunicazione nelle tragiche giornate del G8 di Genova del 20012), l’andamento di campagne politiche e sindacali (tra cui quella della Cgil del 2003 contro l’abolizione dell’articolo 14 dello Statuto dei lavoratori3).

__________ 1 Cfr. Ocp (Osservatorio di comunicazione politica), La campagna elettorale del 2001. Descrizione di una battaglia mediale, Luca Sossella, Roma, 2001 (libro più CD). 2 Cfr. Osservatorio di comunicazione politica (a cura di Cristante Stefano), Violenza mediata. Il ruolo dell’informazione nel G8 di Genova, Editori Riuniti, Roma, 2003. 3 Cfr. Cristante Stefano, La Cgil e la difesa dell’articolo 18: interpretazione di una battaglia mediale, in Cristante Stefano, Media Philosophy. Interpretare la comunicazione-mondo, Liguori, Napoli, 2005, pp. 201-212.


Istruzioni per l’uso

Dal 2005, anno in cui la Puglia ha destato l’attenzione nazionale dei media e della politica per via del duello tra il candidato di centrosinistra Nichi Vendola e quello di centrodestra Raffaele Fitto, le attività dell’Osservatorio sono state concentrate a Lecce, dove ho potuto contare sulla collaborazione di colleghi e studenti universitari. Da allora le attività dell’Osservatorio hanno cercato di rendere conto attraverso specifiche attività di ricerca soprattutto di come si sviluppasse il rapporto tra media e politica in sede locale (particolarmente durante le scadenze delle campagne elettorali4) ma il raggio di investigazione, anche teorico, tendeva ad allargarsi. Diventava sempre più stringente passare a esaminare non solo il rapporto diretto tra media e decisori politici, ma anche la presenza di gruppi di pressione collocati nel territorio che, con la loro attività, potevano condizionare non poco le dinamiche e le iniziative politiche5. Nello stesso tempo, risultava evidente che il contatto tra cittadini e politica non poteva essere valutato solo al momento del voto, ma andava trattato attraverso un’osservazione attenta della partecipazione popolare (o della sua assenza) nei momenti di conflitto su specifiche tematiche (economiche, politiche, ambientali e così via). Nel mio pensiero ha preso corpo l’idea, sempre più supportata da iniziative e ricerche dell’Osservatorio, che il campo generale di investigazione dovesse coincidere con l’area dei conflitti di opinione, dove l’antica denominazione di “opinione pubblica” potesse riprendere un significato forte, in controtendenza rispetto alle impostazioni teoriche che ormai la consideravano un semplice simulacro della modernità e un residuo retorico6. La

__________ 4 Cfr. Cristante Stefano, Mele Paolo (a cura di), Da Vendola a Prodi. I media nelle campagne elettorali 2005-2006, Besa, Nardò, 2006. 5 Cfr. Cristante Stefano (a cura di), Enciclopedia di Smallville (volume I). Lecce 2007: descrizione di una campagna elettorale, Besa, Nardò, 2008. Si tratta della prima uscita editoriale di una ricerca promossa dall’Osservatorio di Comunicazione Politica sulla città di Lecce (ridenominata Smallville con riferimento alle sue ridotte dimensioni, che la rendono rappresentativa di un genere di città – universitaria, turistica e di servizi – molto diffusa in Europa). La ricerca si ripromette di studiare per cinque anni (2007-2012) diversi aspetti della città, esaminandola come oggetto sociologico sfaccettato ma unico. Il primo volume è dedicato, stante la vocazione dell’Osservatorio e le sue precedenti investigazioni, alle dinamiche politiche della cittadina durante la campagna elettorale per le amministrative 2007. 6 Per una ricognizione teorica del concetto di opinione pubblica mi permetto di rinviare al mio testo Potere e comunicazione. Sociologie dell’opinione pubblica, Liguori, Napoli, 1999-2004.

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Stefano Cristante

costruzione della politica nella sfera quotidiana, invece, non può evitare il momento della formazione delle opinioni, che orientano la definizione delle tematiche (issues) e creano un perimetro visibile per l’evoluzione dei conflitti che hanno rilevanza pubblica. Quindi l’opinione pubblica non è attrezzo teorico che riguarda il passato ideologico dell’individuo occidentale. Opportunamente esaminata in chiave sociologica e comunicativa, l’opinione pubblica è un processo fondamentale della società postmoderna, dove le grandi narrazioni novecentesche si sono sfarinate ma dove nuovi nodi emergono e chiedono di essere affrontati con urgenza. Essenziale è cogliere novità importanti della comunicazione politica, a cominciare dalla diffusione di un discorso generale di rappresentazione dei leader nella crisi della forma-partito (promosso dagli stessi protagonisti della politica ma riconfezionato – e in realtà ispirato – dai media). Essenziale verificare le novità colossali di un ridisegno mediatico che parte dalla tecnologia della rete. Decisivo saper dar conto e interpretare come i cambiamenti accadano in una cornice territoriale ben definita, pur condizionata da sconvolgimenti che occorrono in un reticolo di interdipendenze globali (e su questo molto ci dice la crisi economico-finanziaria di questa fine del primo decennio del nuovo millennio). Per questo il passaggio dall’opinione pubblica liberale del ’900 a una articolata doxasfera postmoderna dove sono all’opera attori stabili e complessi (decisori, media, gruppi di pressione e moltitudini) sembra fornire un modello di indagine capace di transitarci a una sociologia dei fenomeni politici dove la ricerca si svincoli dall’ortodossia dei sondaggi e dell’analisi del contenuto dei discorsi politici per fornire un quadro di nessi – dotati di senso e di significatività – tra attori sociali (ancorché idealtipici). Per questo il lavoro degli ultimi anni, condotto in massima parte con gli studenti dell’Università del Salento che hanno seguito le mie lezioni e le attività dell’Osservatorio di comunicazione politica, ha cercato di affrontare i conflitti sorti in un territorio reale del Sud Italia, zona piena di contrasti e inserita a pieno titolo in una transizione ancora misteriosa verso esperienze culturalmente postmoderne e socialmente postindustriali. A Ilenia Colonna, che ha partecipato con passione e serietà a questo processo intellettuale e operativo, ho chiesto di raccogliere, classificare e interpretare i tanti spunti emersi da lavori di indagine piccoli e concreti svolti dagli studenti nel corso degli ultimi anni. Ne emerge un’idea di territorio mai pacificato e piuttosto attraversato da conflitti di ogni genere, su

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Istruzioni per l’uso

cui il modello della doxasfera cerca di fornire una visione d’insieme, articolando le tematiche di rilievo pubblico e dimostrando come esse si riverberino all’interno delle dinamiche comunicative di intere comunità. Ho fatto precedere il suo lavoro, pieno di osservazioni interessanti e anche di interpretazioni assai mature sulla connessione tra i tanti conflitti territoriali esaminati, da un’introduzione generale sul modello della doxasfera, in modo da alleggerire la sua narrazione dalla necessità di una ricognizione teorica generale. A Ilenia e ai suoi coetanei che mi hanno aiutato e sostenuto in questi anni un ringraziamento di cuore e l’auspicio che il nostro comune lavoro sia stato in grado di accendere qualche lampadina e di rendere più sottile il nostro sguardo sul mondo.

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DINAMICHE DELLA DOXASFERA di Stefano Cristante

Le scienze sociali hanno investigato in varie forme l’opinione pubblica, senza tuttavia che si pervenisse a un significato pienamente condiviso del fenomeno. Per quanto mi riguarda, concordo con gli studiosi che ritengono l’opinione pubblica un “processo relazionale” che coinvolge l’umanità sino dalle sue prime differenziazioni (la società toennisiana, la solidarietà organica durkheimiana), e che, sulla base delle ricognizioni e delle analisi di Elisabeth Noelle-Neumann1, viene fatta risalire all’esigenza di allontanare la minaccia dell’isolamento sociale e di controllare e insieme integrare individui e gruppi. Vi è quindi un’accezione molto larga dell’espressione opinione pubblica, che si riferisce a una gamma molto estesa di comportamenti, i quali hanno in varia misura a che fare con l’espressione individuale, la battaglia politica e il conflitto in genere, la sorveglianza, la comunicazione. Un’area di fenomeni talmente vasta da rendere assai complessa la ricerca empirica, e affascinante (ancorché impervia) la ricerca teorica. Si ha quasi l’impressione, leggendo i testi di Noelle-Neumann, di trovarsi spesso di fronte a un uso di “opinione pubblica” che coincide con l’uso di “società”, con l’ovvia conseguenza di dover presto o tardi decidere qual è il punto di vista attraverso cui orientare l’osservazione, se verso la densità del cambiamento sociale (gli acuti sociali della trasformazione) o verso l’estensione temporale del permanere sociale (le spirali del silenzio). La visione olistica dell’opinione pubblica è forse la più corretta, dato che è impossibile negare che siano esistiti conflitti socio-comunicativi tra individui (e tra individui e gruppi; e tra gruppi e gruppi) fin dagli albori del-

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Noelle-Neumann Elisabeth (1984), La spirale del silenzio, Meltemi, Roma, 2002.


Dinamiche della doxasfera

l’umanità. Seppure con cautela, è possibile discutere definite vicende storiche attraverso la chiave d’accesso fornita dall’opinione pubblica. ***

In modo particolarmente efficace, Jurgen Habermas2 dimostra attraverso gli strumenti della storia sociale e della storia del diritto che la stessa espressione “opinione pubblica” (pur usata raramente anche in epoche precedenti) si è affermata a partire dall’avvento della modernità, a significare non più un insieme generico di relazioni conflittuali tra individui e società, ma la relazione privilegiata tra sfera pubblica e azione politico-culturale creata dalle classi borghesi europee a partire dal tardo XVII secolo. Il testo di Habermas è opposto alla successiva tesi generalista della Neumann. Solo l’edificazione di una sfera pubblica borghese, soggetto di intrapresa economica, culturale e politica consente di arrivare all’essenza dell’opinione pubblica. Sorretta dalla stampa, l’opinione pubblica è una meta-formazione sociale che spinge all’egemonia borghese, usando l’argomentazione razionale come sistema di comunicazione e ottenendo una progressiva negoziazione della partecipazione politica, minacciando (e mettendo in atto) rivoluzioni più o meno pacifiche. Tanto questa parte del ragionamento di Habermas sembra convincente, tanto meno lo sembra invece la conseguenza: messa in crisi dalla sua stessa fortuna politica, la sfera pubblica borghese – incapace di reggere all’urto dei movimenti di massa del ’900 e alle lusinghe del Welfare, nonché allo sviluppo ipertrofico dei media di massa – si dissolverebbe in un insieme di pure e semplici rappresentazioni. L’argomento di Habermas si presenta come una spiegazione drastica, ispirata alla visione “densa” dell’analisi storica e sociologica (una fase di forte cambiamento sociale), e che quindi rigetta la possibilità stessa di utilizzo dei concetti in epoche precedenti e successive al cambiamento sociale. Esaurita la fase specifica dell’instaurarsi dell’egemonia borghese, del concetto di opinione pubblica maturato in quella contingenza storica non si può più parlare in termini appropriati. Singolare considerazione, visto

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Habermas Jurgen (1962), Storia e critica dell’opinione pubblica, Laterza, Bari, 1978.


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che le parole non sempre muoiono e non necessariamente si svuotano di significato, quanto – più frequentemente – di significato cambiano. È accaduto infatti che, mentre per il lontano passato il processo relazionale chiamato opinione pubblica significava soprattutto il riferimento a una “pubblica stima” (o “pubblica reputazione”), laddove la creazione di opinioni ad hoc rispettava una gerarchia e una piramide sociale dal vertice eccezionalmente elitario (quindi l’opinione pubblica poteva riguardare solo soggetti appartenenti all’aristocrazia o al clero, era azione a loro consentita e a loro propria), nella prima società industriale il vertice della piramide si amplia significativamente fino ad accogliere la classe borghese e i suoi sistemi argomentativi e comunicativi, nonché la sua funzione di contropotere politico e culturale rispetto agli assolutismi monarchici (costretti a venire a patti con essa, attraverso le Costituzioni). Il significato di “opinione pubblica” assume il significato di soggetto storico, cioè di attore direttamente interveniente nella realtà moderna. Infine, nella società postindustriale l’opinione pubblica passa a significare l’insieme delle moltitudini composte di cittadini che possono accedere all’informazione su una o più issues in discussione. Dagli anni ’30 del Novecento esistono specifiche tecniche di accertamento delle opinioni delle moltitudini, che si chiamano sondaggi. È inutile negare che questa invenzione culturale non abbia modificato la percezione e il significato dell’opinione pubblica. ***

Resta da chiarire se il monitoraggio costante delle moltitudini attraverso campioni rappresentativi possa correttamente rappresentare l’opinione pubblica. Pierre Bourdieu scrisse un saggio acuminato, all’inizio degli anni ’70, il cui titolo3, L’opinione pubblica non esiste, enfatizzava quanto argomentato dal sociologo. Anche se le sue osservazioni critiche sulla costruzione dei sondaggi reggono bene l’usura del tempo, è soprattutto in un passaggio quasi frettoloso che si rivela la lungimirante preziosità del saggio: “L’opinione

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Bourdieu Pierre (1973), L’opinione pubblica non esiste, in “Problemi dell’informazione”, n. 1, 1976.

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pubblica che è manifestata sulle prime pagine dei giornali sotto forma di percentuale (il 60% dei francesi sono favorevoli a …), questa opinione pubblica è un artificio puro e semplice la cui funzione consiste nel dissimulare il fatto che lo stato dell’opinione, in un determinato momento, è un sistema di forze, di tensioni e non vi è nulla di più inadeguato di un calcolo percentuale per rappresentare lo stato dell’opinione”4. Dietro l’espressione “sistema di forze, di tensioni” è racchiuso un ragionamento che sposta l’attenzione dalle pretese soggettive dell’opinione pubblica a qualcosa di più complesso e di più realistico. Seguendo un linguaggio caro a Bourdieu, potremmo definire l’opinione pubblica come un campo. ***

Penso che il confronto tra “senso comune” e scienze sociali sia sempre utile. Per una sorta di deformazione professionale, da molto tempo mi capita di chiedere a una quantità di persone che incontro e con cui mi capita di conversare che cosa sia a loro avviso l’opinione pubblica. La risposta più frequente è: “ciò che pensa la gente”. Lo chiedo anche agli studenti a lezione, oppure nei seminari e nei convegni. La risposta è la stessa, anche se l’espressione “gente” viene in questi contesti tradotta con sinonimi più colti. Ciò che pensano le persone. Ciò che pensano gli elettori. Ciò che pensano i cittadini. In realtà credo che la brutalità della significazione comune (“ciò che pensa la gente”) sia quella con cui occorre confrontarsi, almeno per quanto riguarda la sociologia e la mediologia. Gente vuol dire tutti, o quasi. Dalle domande ulteriori che pongo al mio occasionale interlocutore, emergono risposte che indicano – attraverso l’uso di gente – una quasi-totalità: tutti, meno quelli che contano davvero. Nell’immaginario comune i decisori sono fuori dall’opinione pubblica. E quest’ultima appare un oggetto psichico collettivo, non sovrapponibile se non per estrema (e spesso velleitaria) riduzione di complessità ai risultati dei sondaggi. L’idea popolare di opinione pub-

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Ivi, p. 185.


Stefano Cristante

blica si identifica con le moltitudini pensanti, laddove il pensiero è il denominatore comune di percezioni, orientamenti e attitudini. È un’acquisizione importante, che ricorda all’analisi sociologica la necessità di sommare le emozioni e il sentire all’argomentazione razionale. Le percezioni – di cui l’opinione pubblica è cospicuamente dotata – sono decisive almeno quanto il ragionamento logico. Un’altra caratteristica di cui ci parla l’idea pop di opinione pubblica è il ruolo centrale svolto dai media nel processo di formazione delle opinioni. Anche se pochi si avventurano a spiegare in che modo i media sappiano influenzare i pubblici, e ancor meno sappiano definire quanto in profondità avvenga il processo mediale di costruzione (e percezione) dei significati. ***

L’accezione popolare è tuttavia ristretta, e si concentra solo su due degli attori in campo (moltitudini e media). Occorre alzare la visuale, e riconoscere un campo – propongo che si denomini doxasfera – dove si muovono almeno altri due attori. I decisori vengono espulsi dalla percezione popolare dell’opinione pubblica, perché si immagina una soggettività dal basso che si contrapporrebbe in maniera istintiva alla sfera del potere. È ancora la concezione di Habermas, e può dimostrarsi utile in fasi di grande trasformazione e di ricambio negli assetti culturali della società. Non è invece molto utile nelle fasi “normali”, quando inevitabilmente i decisori stabiliscono le regole e le modalità delle scelte politiche, da cui conseguono consenso o conflitti. Il decisore fa parte organicamente della doxasfera, ed è attore stabile e insostituibile. Ne fanno parte di diritto gli esecutivi di governo, ma anche le assemblee legislative e le commissioni parlamentari. Se la doxasfera si stabilisce sulla base di decisioni da prendere in sede internazionale il livello istituzionale sarà conseguente, e così per ogni altro livello. Persino un quartiere ha un proprio ambito decisionale. Ma i decisori potranno non essere esclusivamente istituzionali. Se la doxasfera si stabilisce su questione che non necessita di una decisione legislativa (legge o decreto o circolare), i decisori sono di altro tipo. Possono essere manager industriali, proprietari di azienda, gerarchie ecclesiastiche, collegi dei docenti: a loro è propria la decisione ultima e spesso anche l’avvio dell’iniziativa per arrivare ad attività normativa. Ma i loro poteri hanno limiti

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Dinamiche della doxasfera

che un tempo sarebbero apparsi eccessivi per poter governare. Nel modello della doxasfera i poteri del decisore vanno valutati contestualmente alle attribuzioni che spettano agli altri attori. ***

Da dove provengono i decisori? Questa domanda consente di illustrare anche il ruolo del successivo attore. Si tratta dei gruppi di pressione, dalle cui dinamiche prendono solitamente forma i potenziali decisori. Si tratta di attori stabilizzati (p.e. partiti politici e sindacati), di attori più fluidi (p.e. associazioni ambientaliste) e di attori quasi “gassosi” (gruppi culturali e movimenti). Di regola, ogni conflitto interno ai gruppi di pressione può determinare ulteriori gruppi, il cui livello di stabilità varia a seconda di variabili complesse (interne ed esterne al gruppo). Un gruppo di pressione esiste per estendere la propria influenza sulla sfera della decisione, ovvero per negoziare i propri interessi al miglior livello possibile con coloro che possono effettivamente prendere decisioni legittime. Nel corso del processo storico che ha portato all’interruzione del modello dominante di “partito ideologico” (che partoriva unicamente al proprio interno i quadri e i dirigenti e li promuoveva come potenziali decisori immettendoli in posizioni di testa nelle liste elettorali) il ruolo dei gruppi di pressione – specie quelli stabilizzati – si è alquanto dilatato, fornendo un bacino di pesca al sistema politico, in difficoltà nel promuovere uomini propri capaci di intercettare voti e consensi. ***

I gruppi di pressione, a loro volta, non nascono per spirito proprio. Il bacino di concepimento dei gruppi di pressione è la rete dei gruppi di interesse. Larga, diffusa, molecolare. È nell’alveo delle moltitudini, nello scorrere lento e improvvisamente accelerato delle azioni sociali diffuse che si manifestano le prime aggregazioni significative di individui. I gruppi primari (o di base, se si preferisce non privilegiare l’ambito strettamente familiare) possono portare alla cristallizzazione di interessi la cui difesa o estensione si trasforma in pressione. Non tutti gli individui vivono in modo significativo le reti dei gruppi di interesse. Una parte consistente delle moltitudini è costituita da individui socialmente atomizzati, che generalmente vivono un rapporto molto in-

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Stefano Cristante

tenso con i media generalisti, da cui derivano la massima parte del proprio patrimonio informativo e di opinione. Le moltitudini si riaggregano all’interno di cornici temporali definite, a esempio sia come audience sia come elettorato. La loro importanza in queste cornici aumenta moltissimo, fino a dotarle del ruolo di “decisore del decisore”in ambito politico e del ruolo di arbitro del palinsesto mediatico. ***

I media sono il quarto attore. Decisivo per molti motivi. Perché selezionano gli eventi di cui trattare. Perché la loro narrazione fornisce materia prima e materia “lavorata” all’attenzione dell’intera doxasfera. Perché la narrazione dei soli fatti è impossibile in assenza di un punto di vista, che deriva immancabilmente da opinioni dell’attore mediale, i cui compiti sono la vigilanza e l’arbitraggio (spesso dichiaratamente – e legittimamente – di parte). A loro modo anche i media derivano originariamente dai bisogni dei gruppi di interesse, e la loro disponibilità interessa i decisori e i gruppi di pressione, che non di rado puntano a possederli o a condizionarli. L’agenda dei media e la gamma dei toni usati dai media costituiscono l’ambiente audiovisivo della formazione delle opinioni. La particolarità di questo attore è che si definisce sia nella propria autonomia di giocatore sia nel suo fornire “territorio” ai conflitti e agli incontri tra gli altri attori della doxasfera. Il compito più difficile e strategico del simbolismo postmoderno: provvedere al campo di gioco, all’arbitraggio e alla radiocronaca della partita. Un compito immane, non a caso sovente interpretato in maniera lacunosa. C’è poi l’altro lato dei media da esplorare: quello dell’industria culturale, che non si limita a trasferire sul terreno dell’intrattenimento di massa l’egemonia delle classi dominanti (il “decisore culturale”) e delle tecnoelite (il “decisore tecnologico”), ma che elabora proprio materiale emozionale e cognitivo poi rielaborato dalle moltitudini secondo tempi e modi non lineari, e che hanno forme di corrispondenza negli orientamenti delle doxasfere legate all’attualità politica e di orientamento ideologico. Infine il problema dei problemi, in ambito di attorialità mediale, è il rapporto tra media tradizionali e new media. Questi ultimi premono per un riassetto della soggettività mediale. Elaborano informazioni attraverso processi interattivi sconosciuti o appena accennati dai media broadcast. Si assemblano nell’universo digitale, che rilegge e riforma la costruzione tecnologica del mondo attraverso il codice binario. I new media sono un altro

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Dinamiche della doxasfera

sconfinato territorio e insieme un nuovo complesso attore postmoderno le cui conseguenze sono a tutt’oggi non prevedibili. ***

Lo schema che segue mi sembra una sufficiente riduzione di complessità di quanto proposto sopra. Eccolo. DECISORI

Forma organizzativa: governi eletti democraticamente (a tutti i livelli). Deputati del governo e dell’opposizione. Partiti di governo. Possessori dei mezzi di produzione influenti su determinate collettività. Obiettivi manifesti: prendere decisioni valide e legittime per una determinata collettività. Governare. Legiferare. Obiettivi latenti: aumentare lo spazio discrezionale per porzioni specifiche di collettività. Mantenere o conquistare il potere politico, economico, culturale. Selezione dei decisori: a livello politico, i decisori si selezionano principalmente attraverso i conflitti interni ai partiti che saranno in grado di raggiungere l’area del governo. La scelta dei leader da presentare alle scadenze elettorali (frutto di conflitti interni tra correnti e fazioni) sarà quindi affermata o smentita dai comportamenti elettorali dei cittadini. Una parte dei leader presentati dai partiti alle elezioni proviene dai gruppi di pressione, e deve la propria posizione al successo della politica di pressione esercitata dal proprio gruppo nei confronti del potere politico. In altri casi si assiste a politiche di cooptazione tra differenti tipi di decisori. È a esempio possibile che vengano cooptati decisori economici (proprietari o manager d’impresa) direttamente nella sfera della decisione politica. Sostituzione dei decisori: esito di conflitti interni o elettorali. Tendenze: aumento di discrezionalità del potere esecutivo sul potere legislativo. Presenza di nuovi soggetti politici di provenienza extrapartitica nella competizione per la selezione del decisore politico. Ristrutturazioni ideologiche dell’ambito conservatore e dell’ambito progressista. Aree di crisi: autonomia dai gruppi di pressione, sovrapposizione con i gruppi di pressione. Relazioni e reputazioni mediatiche. Autorevolezza e riconoscimento da parte delle moltitudini.

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8. RISPOSTE ALLE DOMANDE DI PARTENZA L’analisi sulle dinamiche di formazione dell’opinione pubblica salentina, condotta attraverso il modello della doxasfera, ha avuto lo scopo di cercare risposte plausibili alle domande poste nelle prime pagine di questo elaborato, e che sono state proposte e motivate nell’ultima parte del testo. Per dare una visione delle doxasfere che si sono sviluppate a partire dalle situazioni esaminate, nella tabella di seguito sono stati riportati sinteticamente i tratti più importanti che hanno caratterizzato il ruolo avuto dai vari attori. Sono state prese in considerazione le questioni più esemplificative delle varie tipologie nelle quali i casi sono stati raggruppati all’inizio; il numero di simboli assegnato a ogni attore (da 1 a 5) segnala l’importanza avuta da questo nello sviluppo delle dinamiche della doxasfera.


Parco Corvaglia (issue: tutela e sviluppo del territorio inteso come patrimonio)

I gruppi di interesse manifestano i caratteri di una comunità e un forte coinvolgimento nelle iniziative dei gruppi di pressione (estrazione popolare); adottano forme di comunicazione dirette, quali passaparola e volantinaggio; Gruppi di interesse danno vita a gruppi di pressione non politicizzati (comitato)

Moltitudini

GGGGG

Gruppi di pressione Media New Media Decisori

Quelli nati dai gruppi di interesse restano apolitici, coinvolgono anche gruppi di pressione più formalizzati; ricoprono un ruolo fondamentale nelle dinamiche della doxasfera GGGGG

Ampio spazio agli sviluppi della vicenda ma con vuoti informativi importanti GGG

Ruolo rilevante anche come versione online dei gruppi di pressione; non destano l’attenzione dei decisori GG

Decisori comunali impongono le proprie scelte GGG

Autorità giudiziaria (Tar): intervento decisivo e in contrasto con le azioni del decisore comunale GGGG

Privatizzazione di un tratto di costa fasanese (issue: tutela e sviluppo del territorio inteso come patrimonio)

Nei gruppi di interesse si possono individuare alcuni tratti delle comunità (estrazione sociale mista), ma di intensità minore rispetto al caso di Parco Corvaglia; Gruppi di interesse danno vita a gruppi di pressione non politicizzati (comitato)

Moltitudini

GGG

Gruppi di pressione Media New Media Decisori

Il comitato originato dai gruppi di interesse svolge un ruolo fondamentale; coinvolge le moltitudini nelle sue iniziative; adotta forme di comunicazione dirette, quali passaparola e volantinaggio GGGGG

Gruppo di pressione costituito dal rappresentante della plutocrazia locale; il dialogo tra i due attori ha bypassato il decisore locale GGG

Vetrina per gli sviluppi del caso GG

Importanti nella diffusione delle informazioni da parte del comitato GGG

Decisori comunali poco disponibili al dialogo con i gruppi di pressione; decisori regionali più disponibili a scambi di informazioni con i gruppi di pressione GG


L’acqua rossa di Melendugno (issue: tutela e sviluppo del territorio inteso come patrimonio)

Moltitudini

Gruppi di interesse Gruppi di pressione Media New Media Decisori

Nei gruppi di interesse si possono individuare alcuni tratti delle comunità; danno vita a gruppi di pressione non politicizzati (comitato) che continuano a sostenere GGG

Gruppi di pressione originati dai gruppi di interesse e mossi dall’inerzia dei decisori locali; coinvolgono la cittadinanza e lobby fluide e solide; richiedono l’intervento della magistratura e dei media nazionali GGGG

Ampio spazio agli sviluppi della vicenda; presenza di media nazionali nel ruolo di denuncia

Hanno attivato i gruppi di interesse e svolto il ruolo di gruppi di pressione nei confronti del decisore GGGGG

Decisori locali inerti dopo un’iniziale interesse alla soluzione del problema GGGG GG

Aqp: reale antagonista dei gruppi di pressione GG

Magistratura: pone il decisore comunale sotto inchiesta GGGG

Baia dei Turchi (issue: tutela e sviluppo del territorio inteso come patrimonio)

Gruppi di interesse coinvolti nello sviluppo della vicenda; si possono individuare alcuni tratti delle comunità; si organizzano in Rete; Gruppi di interesse danno origine a gruppi di pressione non politicizzati (comitato)

Moltitudini

GGGG

Gruppi di pressione

Comitato nato da gruppi di interesse; gruppo di pressione costituito dal rappresentante della plutocrazia locale che in seguito alla sentenza del Tar non rappresenta più un avversario; new media GGGG

Media New Media Decisori

Ampio spazio agli sviluppi della vicenda GGG

Gruppo di pressione; vetrina per gli sviluppi della vicenda GGGGG

Decisori comunali e regionali condizionati dalla plutocrazia e dai new media GG

Tar-Consiglio di Stato favorevole alla sospensione dei lavori GGGG


Punta Palascìa (issue: tutela e sviluppo del territorio inteso come patrimonio)

Gruppi di interesse coinvolti nella vicenda soprattutto grazie all’azione di coinvolgimento del gruppo di pressione, anche attraverso i new media; moltitudini e gruppi di interesse si informano e si confrontano sul sito Gruppi di interesse on line del comitato (gruppo di pressione)

Moltitudini

Gruppi di pressione

GGG

Comitato di origine e composizione fondamentalmente lobbistica. Rafforza le azioni dei decisori locali, coinvolge i decisori giudiziari e i gruppi di interesse, questi ultimi in particolare attraverso il sito Internet GGGG

Media

Ampio spazio agli sviluppi della vicenda; presa di posizione a favore delle ragioni del comitato e dei decisori locali

New Media

Sito del comitato con funzione di aggiornamento, discussione, confronto sul caso

Decisori

GGG

GGGG

Decisori locali contro decisore nazionale (Marina-ministero Difesa); GGGG

Norme vigenti e organi giudiziari in merito al caso GGGGG

La tratta degli ulivi secolari (issue: tutela e sviluppo del territorio inteso come patrimonio)

Moltitudini

Gruppi di interesse Gruppi di pressione Media New Media Decisori

Gruppi di interesse interessati agli sviluppi della vicenda; individualizzabili nel pubblico dei media locali GGG

Gruppi di pressione stabilizzati (fluidi/solidi); “quiSalento”, stampa e new media; dialogo con i decisori GGGG

Ampio spazio agli sviluppi della vicenda; gruppo di pressione GGGG

Gruppo di pressione GGGGG

Decisore comunale e regionale, collaborazione con i gruppi di pressione GGG


Le centrali a biomasse (issue: tutela e sviluppo del territorio inteso come patrimonio)

Moltitudini

Gruppi di interesse Gruppi di pressione

Porzioni delle moltitudini coinvolte che danno vita a gruppi di pressione GG

Lobby politiche, anche interne ai decisori locali; gruppo di pressione costituito dal rappresentante della plutocrazia locale GGGGG

Quelli nati dai gruppi di interesse non riescono a coinvolgere le moltitudini GG

Media New Media Decisori

Ampio spazio riservato al dibattito politico e al rappresentante della plutocrazia GGG

Vetrina per gli sviluppi della vicenda GG

Decisori locali: contrasti interni hanno alimentato il dibattito politico GGGG

L’area industriale e il rigassificatore di Brindisi (issue: tutela e sviluppo del territorio inteso come patrimonio) Moltitudini

Gruppi di interesse Gruppi di pressione Media New Media

Rigassificatore: gruppi di interesse attivi solo i gruppi di interesse contrari al rigassificatore GG

Centrale a carbone: gruppi di interesse molto attivi, se stimolati da gruppi di pressione fluidi e solidi

Lobby politiche e plutocratiche; gruppi di pressione fluidi e solidi; i contrasti tra le lobby riflettono quelli tra gli schieramenti politici GGG

Ampio spazio agli sviluppi della vicenda e alle manifestazioni spettacolari di protesta GGGGG

Ampio spazio agli sviluppi della vicenda e alle manifestazioni spettacolari di protesta; utilizzati anche dai gruppi di pressione GG

GGG

Decisori

Decisori locali: (Provincia) si oppone alla plutocrazia, esercita pressione sul decisore nazionale, richiede intervento della Commissione Europea (decisori “esterni�); Procura della Repubblica determinante nel conflitto; decisori locali vs plutocrati e decisori nazionali GGGGG


Il megaparco di Galatina (issue tra tutela e sviluppo del territorio e campagna elettorale)

Moltitudini

Gruppi di interesse Gruppi di pressione

Scarso interesse e coinvolgimento G

Lobby politiche e plutocratiche (si manifestano i legami tra affari e politica) GGGGG

Media

Ampio spazio agli sviluppi della vicenda, ma con vuoti informativi rilevanti

New Media

Ampio spazio agli sviluppi della vicenda, ma con vuoti informativi rilevanti

Decisori

GG

GG

Decisori locali (legami affari-politica); conflitto di interessi che coinvolge in particolare il presidente della Provincia; Tar, Consiglio di Stato, sollecitati dai plutocrati GGGG

Moltitudini

Gruppi di interesse Gruppi di pressione

La movida leccese (issue: campagna elettorale)

Attivi solo i gruppi di interesse coinvolti nella issue GGG

Originati dai gruppi di interesse coinvolti: gruppo di pressione esercenti; hanno più possibilità di condizionare i decisori GGG

Gruppo di pressione: residenti che fanno ricorso all’autorità giudiziaria GG

Media New Media Decisori

Spazio agli sviluppi della vicenda, ma con vuoti informativi rilevanti GG

Vetrina per gli sviluppi della vicenda GG

Decisore comunale: azioni finalizzate al consenso elettorale GGGGG

Tar, Consiglio di Stato: sentenze rimaste inapplicate GG


Moltitudini

Gruppi di interesse Gruppi di pressione

La metropolitana di superficie (issue: campagna elettorale) Mobilitati da gruppi di pressione solidi (politici) e fluidi GG

Lobby politiche e gruppi di pressione interne ai decisori; gruppi di pressione fluidi e solidi; intenso dibattito politico a sfondo elettorale GGGGG

Media

Spazio agli sviluppi della vicenda, in particolare alla polemica politica, ma con vuoti informativi rilevanti

New Media

Ampio spazio agli sviluppi della vicenda, ma con vuoti informativi rilevanti; stimoli provenienti dal dibattito politico

Decisori

GG

GG

Decisori locali impongono le decisioni; azioni condizionate dal clima di campagna elettorale GGGGG

Il taglio delle tratte ferroviarie (issue: tutela e sviluppo del territorio inteso come patrimonio)

Moltitudini

Gruppi di interesse Gruppi di pressione Media New Media Decisori

Mobilitati dai gruppi di pressione politici e da gruppi di pressione fluidi GG

Lobby politiche e gruppi di pressione interni al decisore locale e nazionale GGGGG

Ampio spazio agli sviluppi della vicenda GGG

Vetrina per gli sviluppi della vicenda GG

Decisori locali, nazionali in contrasto; Commissione Europea interviene nei confronti del decisore nazionale su istanza di lobby politiche locali d’opposizione al Governo nazionale GGGGG


La polemica Fitto-Pagliaro (contesto di campagna elettorale)

Moltitudini

Gruppi di interesse Gruppi di pressione

Pubblico dei media, in particolare delle tv locali G

Lobby politiche e media (relazioni) GGGGG

Pubblicazione dell’inchiesta della magistratura e successivo spazio agli sviluppi della vicenda; gruppo di pressione (Telerama); territorio di scontro

Media

GGGGG

Vetrina per gli sviluppi della vicenda

New Media

GG

Magistratura di Bari: ruolo fondamentale, costruisce la issue raccogliendo le prove per muovere le accuse verso Fitto e Pagliaro

Decisori

Moltitudini

GGGG

La Notte della Taranta (issue: progetti politico-socio-culturali)

Gruppi di interesse Gruppi di pressione Media

Pubblico dell’evento GGG

Lobby politiche e plutocratiche, élites culturali e dello spettacolo GGG

Attore fondamentale, produce l’evento mediatico GGGGG

New Media

Attore fondamentale, partecipa alla produzione dell’evento mediatico

Decisori

Decisori locali (Comune e Provincia) e regionali investono nell’evento

GGGG

GGG


Grande Salento (issue: progetti politico-socio-culturali) Moltitudini

Gruppi di interesse Gruppi di pressione Media New Media Decisori

Moltitudini

Gruppi di interesse Gruppi di pressione

Attenzione solo di alcuni gruppi di interesse, verso i quali il progetto è maggiormente indirizzato (professionisti, commercianti, ecc.) G

Lobby politiche e gruppi di pressione fluidi GGGGG

Vetrina per gli sviluppi del progetto, ma con vuoti informativi rilevanti GG

Vetrina per gli sviluppi del progetto GG

Decisori locali (province in particolare) promuovono e investono nel progetto GGGGG

L’Anife Hana di Ostuni (issue negativa)

Poco interessate, inattive, si sono limitate al “chiacchiericcio” (caratterizzate da un habitus borghese) GG

Comitato nato dai gruppi di interesse, con all’interno esponenti politici GG

Media

Vetrina per gli sviluppi della vicenda; intervento media nazionali

New Media

Vetrina per gli sviluppi della vicenda

Decisori

GG

G

Decisore locale intervenendo tempestivamente non ha costituito un decisore inefficiente al quale potersi opporre GGG


Moltitudini

Gruppi di interesse Gruppi di pressione

La discarica di Nardò (issue negativa)

Gruppi di interesse attivi in modo discontinuo; maggiormente dedito al “chiacchiericcio” GG

Lobby politiche e plutocratiche; gruppo di pressione nato dai gruppi di interesse; non hanno prodotto particolari interazioni GG

Media

Vetrina per gli sviluppi della vicenda; vuoti informativi

New Media

Vetrina per gli sviluppi della vicenda

Decisori

GG

G

Decisore locale: nonostante abbia prodotto decisioni precarie, si è mostrato l’attore più attivo GGG


Ilenia Colonna

In conclusione, l’opinione pubblica salentina è il prodotto dell’interazione tra gli attori della doxasfera, i quali producono fibrillazione quando al centro della sfera pubblica sono poste delle issues che minacciano le identità territoriali o che incorporano interessi economici e politici importanti. Un’opinione pubblica nella cui composizione contribuiscono ancora, e in misura determinante, i caratteri e i valori delle comunità, ma che risulta condizionata pesantemente dai poteri forti della politica e della plutocrazia. Un’opinione pubblica nella quale i media ricoprono sempre un ruolo importante perché decidono ciò che è notiziabile, decidono anche l’intensità di una tematica all’interno di un trattamento mediatico delle notizie, rappresentando, inoltre, il territorio principale per il confronto degli altri attori della doxasfera; eppure non informano abbastanza, non svelano le interazioni, i processi che determinano gli sviluppi delle issues. Un’opinione pubblica nella quale questa lacuna è colmata dai new media che si pongono anche come agenti determinanti nella doxasfera, come gruppi di pressione, come comunità; ma succede ancora troppo raramente, la loro azione è limitata e condizionabile. Le doxasfere che si sviluppano nel Salento mostrano che i veri poteri della società attuale sono quelli che non si mettono in mostra, che si trovano nei salotti dei decisori politici, della lobbicrazia e della plutocrazia e che sfuggono all’occhio dei media.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Alberoni Francesco, Statu nascenti, il Mulino, Bologna, 1970. Allport Floyd H., Verso una scienza della pubblica opinione, in Cristante Stefano (a cura di), L’onda anonima, Meltemi, Roma, 2004. Bagnasco Arnaldo, Piselli Fortunata, Pizzorno Alessandro, Trigilia Carlo, Il capitale sociale. Istruzioni per l’uso, il Mulino, Bologna, 2001. Bourdieu Pierre, L’opinione pubblica non esiste, in Cristante Stefano (a cura di), L’onda anonima, Meltemi, Roma, 2004. Bourdieu Pierre, La distinzione. Critica sociale del gusto, il Mulino, Bologna, 2001. Bourdon Jérome, Introduzione ai media, il Mulino, Bologna, 2001. Cristante Stefano, Azzardo e conflitto, Manni, Lecce, 2001. Cristante Stefano, Potere e comunicazione, Liguori, Napoli, 2004. Cristante Stefano, Media Philosophy, Liguori, Napoli, 2005. Cristante Stefano (a cura di), Enciclopedia di Smallville (volume I), Besa, Nardò (Le), 2008. Cristante Stefano (a cura di), L’onda anonima. Scritti sull’opinione pubblica di Tocqueville, Lippmann, Töennies, Allport, Lazarsfeld, Habermas, Luhmann, Bourdieu, Noelle-Neumann, Landowski, Meltemi, Roma, 2004. Cristante Stefano, Dinamiche della doxasfera, (dispense) 2007. Crouch Colin, Postdemocrazia, Laterza, Bari-Roma, 2003. Dayan Daniel, Katz Elihu, Le grandi cerimonie dei media. La storia in diretta, Baskerville, Bologna, 1993. Edelman Murray, Costruire lo spettacolo politico, Nuova Eri, Torino, 2003. Formenti Carlo, Cybersoviet, Raffaello Cortina, Milano, 2008. Fromm Erich (1941), Fuga dalla libertà, Edizioni di Comunità, Milano, 1994. Habermas Jurgen, Delimitazione propedeutica di un tipo di sfera pubblica borghese, in Cristante Stefano (a cura di), L’onda anonima, Meltemi, Roma, 2004. Lazarsfeld Paul Felix, La ricerca empirica e la tradizione classica, in Cristante Stefano (a cura di), L’onda anonima, Meltemi, Roma, 2004. Lippman Walter, Gli stereotipi, in Cristante Stefano (a cura di), L’onda anonima, Meltemi, Roma, 2004. Luhmann Niklas, L’opinione pubblica, in Cristante Stefano (a cura di), L’onda anonima, Meltemi, Roma, 2004. Magnaghi Alberto, Il progetto locale, Bollati Boringhieri, Torino, 2000.


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Finito di stampare a novembre 2009 presso SEDIT SRL SERVIZI EDITORIALI

Bari




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