Salento da Mare TV

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Periodico sulle meraviglie sommerse del Salento

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Prima edizione

SCUOLA DI DIVING il RELITTO ATTILIO DEFFENU Le MARINE LECCESI

intervista all’assessore GUIDO

Storia: IL PORTO DI SAN CATALDO

Prof. Mario De Marco

La PESCA IN APNEA SUB IN ROSA la CARETTA CARETTA ANS - MARE E SICUREZZA

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Anche su canale8

parola al Manager Vito Calise


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IN QUESTO NUMERO DENIS VERGOLINI

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il RELITTO ATTILIO DEFFENU

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Le MARINE LECCESI

intervista all’assessore GUIDO

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Storia: IL PORTO DI SAN CATALDO

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La PESCA IN APNEA

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PAOLO FOSCARINI

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SCUOLA DI DIVING

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SUB IN ROSA

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Prof. Mario De Marco

Redazione Lecce, via Cavoti, 11 0832.000000

Progettazione grafica e impaginazione Francesco Zarcone francesco.zarcone@gmail.com

la CARETTA CARETTA 22 la MURAENIDAE RAFINESQUE 23 24

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parola al Manager Vito Calise

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ANS - MARE E SICUREZZA

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DENIS VERGOLINI DENIS VERGOLINI è un giovane imprenditore di origini friulane, trasferitosi da 10 anni per lavoro nel Salento. In questa terra nasce la sua passione per la subacquea, che lo porta nel giro di pochi anni a conseguire 10 brevetti, 3 dei quali per il primo soccorso, il salvataggio in mare e la somministrazione di ossigeno. L’aspetto delle immersioni che maggiormente lo affascina è quello di fotografare e filmare, quindi “foto conservare” una testimonianza dei tesori che i fondali marini offrono. In seguito nasce il piacere e l’idea di creare un sito web (www.salentodamaretv.it), per mettere a disposizione di tutti ciò che Denis cattura e osserva attraverso i propri obiettivi. Il secondo step per la diffusione della sua raccolta fotografica è proprio questo giornalino, al momento il primo ed unico dedicato alle meraviglie dei fondali dei mari salentini, ma più ampiamente anche pugliesi e rivolto al mondo delle immersioni a 360°. Qual è la forza motrice di questo progetto e la sua finalità? La premessa da fare, per introdurre in maniera chiara il progetto, è quella di rendere noto che è composto da tre canali differenti ma correlati tra loro che possano abbracciare tutta l’utenza con le loro attitudini. Infatti per gli amanti del web è stato creato il sopra citato sito in rete già da due anni, adesso con la nascita del giornalino a colori, ci si rivolgerà direttamente agli amanti del cartaceo. Ultimo canale di diffusione, ma non meno importante, sarà il format tv su Canale 8 al canale 5092 di Sky e canale 92 del digitale terrestre 4

con diversi episodi mensili, che tratterà gli argomenti del giornalino, fornirà elementi visivi quali foto e filmanti, spiegazioni, interviste e approfondimenti vari per dare l’opportunità a tutti di poter beneficiare del patrimonio naturale esistente nelle profondità dei nostri mari. Sito web, giornalino e format vanno a completare assieme in maniera differente per utenza ma simile per contenuti il progetto “Salentodamaretv”. Quello che si vuole creare è inoltre un’interazione con il lettore e lo spettatore, un filo diretto per ricevere suggerimenti, approfondimenti, arricchimenti fotografici con i vostri scatti e le vostre segnalazioni. Troverete nel giornalino tutti i contatti utili per interagire e divenire parte attiva del progetto. ___________ PROVERBIO DEL MESE: Se regali un pesce ad un uomo lo nutri per un giorno. Se gli insegni a pescare lo nutrirai per la vita…


IL RELITTO ATTILIO DEFFENU Categorie: • Incrociatore ausiliari della Regia Marina • Nave affondata da sommergibili Il Relitto “Attilio Deffenu”, giace a 33 m di profondità sui fondali sabbiosi della nostra costa, precisamente a 3 miglia da San Cataldo, nelle acque di Torre Rinalda, leggermente sbandato sulla dritta. Cenni storici: La nave che fu costruita nei cantiere Ansaldo di Sestri Ponente tra il 1927 e il 1929, nacque come “postale” nei collegamenti con la Sardegna. Ecco perché il nome è preso da un giovane intellettuale e giornalista sardo, scomparso prematuramente all’età di soli 27 anni durante il primo conflitto mondiale. Il giovane era membro attivo del sindacalismo isolano rivoluzionario a favore dell’autonomismo. La storia di questa nave inizia nel 1932, con il primo cambio di “destinazione di uso”, infatti venne iscritto al compartimento marittimo di Napoli, poiché la sua stazza contenuta era

comunque sufficiente a consentire la navigazione d’altura senza problemi, vece abbastanza per essere impiegata in missioni di trasporto. Nel 1940 venne iscritta nel ruolo del naviglio ausiliario dello Stato come incrociatore, dotato di due cannoni da 102/45 mm, uno da 76/40, sei mitragliere da13,2 mm e ferro guide per il trasporto e la posa di 80 mine e venne assegnato al Gruppo Navi Ausiliarie Dipartimentali del Comando Militare Marittimo «Sardegna», con base a La Maddalena, ed impiegato inizialmente proprio come posamine. Successivamente venne destinata al servizio di scorta ai convogli sulle rotte per il Nordafrica. Missioni svolte durante la seconda guerra mondiale: l’incrociatore ausiliario svolse complessivamente 108 missioni di guerra (89 di scorta, 8 di posa mine, 11 di altro tipo). Nel 1941 salpò da Tripoli per scortare a Paler-

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mo e quindi a Napoli delle navi cargo, venne però attaccata da un sommergibile britannico, il Deffenu iniziò a sua volta a sparare con il cannone prodiero all’indirizzo dell’unità subacquea. Dopo l’attacco si decise di far rientrare le navi a Tripoli ma fortunatamente un aeroplano italiano avvistò il sommergibile che tentava di attaccare nuovamente il convoglio e lanciò una bomba contro l’unità avversaria. I britannici ci riprovarono nuovamente a distanza di mesi ma anche in occasione di quell’episodio il Deffenu ne usci indenne. La nave venne in seguito destinata alle rotte per il Levante (Grecia ed Albania). Il 24 novembre 1941 il Deffenu salpò da Patrasso per scortare a Brindisi due piroscafi. Nel tardo pomeriggio del giorno successivo il convoglio, che procedeva alla modesta velocità di sei nodi ed era giunto a 13 miglia da Brindisi, venne attaccato dal sommergibile britannico Thrasher: da bordo dell’incrociatore vennero avvistate le scie di tre siluri (su quattro lanciati), e una delle armi andò a segno.. Gravemente danneggiato, il Deffenu lanciò un segnale di soccorso. I feriti abbandonarono la nave mentre l’equipaggio la condusse ad incagliarsi nelle coste brindisine, ove due rimorchiatori cercarono di condurre il Deffenu agonizzante a riva senza raggiungere l’obiettivo, infatti alla fine si inabissò nelle acque di San Cataldo in posizione 40°30’ N e 18°15’ E.. Nel maggio 1942 il relitto del Deffenu venne bombardato accidentalmente dalla torpediniera Orsa, che stava dando la caccia ad un sommergibile: i palombari della Regia Marina, immersisi sul relitto per verificarne l’identità, ne recuperarono in quell’occasione bandiera e fiamma. (Fonti tratte da “Wikipedia”)

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NARRAZIONE DELL’IMMERSIONE

DEFFENU

Appena scesi sulla corda dell’ancora agganciata al relitto arriviamo a poppa, dove notiamo un cannone sradicato e stesosi sulla plancia. Inoltre ci accorgiamo che la nave è adagiata sul fianco destro, proseguiamo pinneggiando dietro il timone costeggiando lo scafo dove notiamo la mancanza delle eliche. Proseguendo verso prua sul lato sx, circa a metà nave ci accorgiamo della potenza di una detonazione militare di profondità, tale da far accartocciare la nave di 20° internamente e dopo altri dieci metri addirittura capace di troncarla a metà. Proseguendo, arriviamo sulla prua dove scattare una foto seduti sul fondo provoca una forte emozione, come quella di girarsi a dx verso nord e vedere a pochi metri l’enorme cannone da 120 mm staccatosi sicuramente durante i bombardamenti. Risaliamo sul lato dx verso la parte interna della nave, dove notiamo un infinito ammasso di lamiere contorte e si riconoscono la sede del canone, i boccaporti, gli argani e, arrivando fino alla sala macchine, si intravedono bene le ciminiere e tutto l’apparato propulsivo. Ritorniamo nuovamente a poppa dove si inizia la risalita con la relativa decompressione. Guarda il video: www.salentodamaretv.it/attilio-deffenu


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LE MARINE LECCESI LE MARINE DI LECCE (SAN CATALDO, TORRE RINALDA, FRIGOLE) Le marine appartenenti alla città di Lecce San Cataldo,Torre Rinalda, Frigole, Torre Chianca, Spiaggiabella e Casalabate. La costa adriatica che abbraccia queste sei località ha scarsi tratti rocciosi poichè prevalentemente composta da spiagge sabbiose. San Cataldo è definita “la marina dei lecce-

si”, per via della sua vicinanza alla città. , 10 chilometri percorribili per una toccata e fuga balneare, attraverso l’antica strada di collegamento costruita nel 1833. La costa prevalentemente sabbiosa ma con tratti rocciosi fa da cornice all’importante pineta della Riserva Naturale delle Cesine. San Cataldo possiede un piccolo porto turistico che in passato era uno dei punti di scambio più importanti con l’Oriente, era stato costruito per volere dell’Imperatore Adriano ed attualmente in prossimità del faro, sono ancora visibili i resti archeologici. Proprio quel porto accolse lo sbarco di Ottaviano in seguito alla notizia della morte di Cesare. E’ solo agli inizi del ‘900 che la litoranea che congiunge San Cataldo ad Otranto venne bonificata per poter divenire meta di villeggiaturada parte dell’Opera nazionale Combattenti. Alcune foto in bianco e nero sono testimonianza unica del Tram che collegava la cittadina balneare a Lecce. A soli 15 chilometri da Lecce troviamo ubicata Torre Rinalda, nome ereditato dall’antica 8

torre presente semidistrutta, edificata a scopi difensivi. Nuovamente la zona propone uno splendido binomio tra il paesaggio marino di sabbia color oro e mare verde ed un entroterra ricco di storia grazie alla presenza dell’ importante Abbazia di Cerrate risalente al XII secolo d.C., nota come uno dei monumenti più noti delle opere artistiche del medioevo in Puglia per l’originale decorazione architettonica e i vari affreschi visibili sulle mura interne. Il rudere dell’antica torre ha una struttura troncopiramidale a base quadrata, sono ad oggi visibili due finestrelle ed una parte della volta a botte. Attualmente è ivi ubicato un museo di Tradizioni Popolari, che presenta attrezzi di un tempo utilizzati per la coltivazione dei campi e per la spremitura delle olive dei meravigliosi uliveti salentini. Frigole, località salentina ha di pregio un litorale composto da una distesa sabbia dorata finissima ed un mare cristallino, e la presenza di un bacino d’acqua artificiale


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(Acquatina), popolato da una fauna ittica variegata si conginge al mare mediante due canali che attraversano una distesa bianca di dune completamente ricoperte da vegetazione incontaminata. Inoltre, è presente un porto turistico per imbarcazioni di piccola dimensione, ove presente una sede della “Lega Navale Italiana”. Nel giorno di ferragosto si celebra la festa in onore della “Stella Maris”: viene officiata la S. Messa in riva al mare eseguita da una processione di alcune barche che seguono la statua della Madonna, condotta per mare dai pescatori locali. Guarda il video: www.salentodamaretv.it/marine-di-lecce

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LE MARINE LECCESI

Intervista ad Andrea Guido, assessore del Comune di Lecce tale del territorio e renderlo così ospitale per chiunque ne voglia fruire. Inoltre, ci siamo impegnati in un progetto pilota di rispristino del cordone dunale, utlizzando residui di foglie di Posidonia oceanica frammista a sabbia che molto spesso si deposita in notevoli quantità, durante l’inverno, lungo le nostre coste. Tale materiale viene, sebbene costituito principalmente da foglie, percepito, dai fruitori delle spiagge, come un rifiuto da rimuovere, con notevoli costi per le amministrazioni in quanto molto spesso viene portato in discarica.

Assessore Guido, quali importanti opere sono state effettuate quest’anno sulle marine leccesi per riqualificarle ed iniziare a competere con le altre presenti sul litorale?

La mia attività di Assessore ha da subito avuto come obiettivo quello di affrontare con i residenti delle marine, le problematiche ambientali di tutto il litorale. Infatti, mi sono immediatamente prodigato affinché si potesse intervenire sui servizi di raccolta rifiuti e di sorveglianza del territorio per cercare di contenere al massimo la brutta abitudine dell’abbandono incontrollato dei rifiuti che violenta tutto il territorio, convinto che la riqualificazione delle marine leccesi debba in primo luogo partire da recupero ambien-

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Assessore Guido, quali progetti ha in mente per le marine e che vorrebbe realizzare per quest’anno 2015? In quest’anno abbiamo predisposto un progetto denominato “SAVE the COAST”, già presentato al Ministero per l’Ambiente. Tale progetto è nato dalla necessità di definire un Piano di Azione Pluriennale che coinvolga anche i vari portatori di interesse sul territorio, per sviluppare una strategia atta ad evidenziare l’attrattività del territorio, attraverso una serie di azioni utili a indirizzare, con maggiore consapevolezza ed efficacia, ogni scelta privata e politica pubblica verso la realizzazione di infrastrutture integrate, fisiche, virtuali e verso una gestione del patrimonio ambientale e naturale, fortemente connesso, insieme a quello storico, artistico e socio-antropologico, all’indice di attrattività del territorio, anche tale a garantirne il mantenimento futuro. Assessore Guido, quali novità potremmo importare dal mondo per le nostre marine


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per aumentarne l’offerta dedicata ai turisti e non solo? Il suddetto progetto si pone tra gli obiettivi quello di favorire, ogni iniziativa di natura tecnico-scientifica, formativa, culturale e progettuale per avviare programmi di investimento utili alla rigenerazione economica ed ambientale del sistema costiero, che tenga conto dell’esigenza di riconnettere mare e terra, anche in riferimento ad un nuovo sistema turistico di qualità. Inoltre, si sta ponendo particolare attenzione agli stabilimenti turistici, attraverso la promozione di partenariati con il Parco Naturale Regionale bosco e paludi di Rauccio di cui sono il Presidente, per promuovere un turismo eco sostenibile e compatibile con l’ambiente costiero, sempre più fragile per la crescente pres

Essendo Presidente del Parco Naturale Regionale Bosco e Paludi di Rauccio, mi sono sin da subito impegnato per stimolare politiche di salvaguardia degli habitat marino e costiero, infatti in cantiere abbiamo la presentazione di progetti LIFE-Natura che mirino principalmente alla salvaguardia di Habitat prioritari presenti sia in area parco che sul litorale. Poi attraverso il nostro centro di recupero tartarughe Caretta caretta siamo impegnati alla protezione e salvaguardia di questa specie che popola il nostro mediterraneo. Inoltre è in cantiere un progetto per l’ampliamento del centro in maniera tale che lo stesso possa essere utilizzabile per attività didattica da offrire principalmente alle scuole.

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Breve cronistoria del porto di San Cataldo di Mario De Marco Prof. Mario De Marco Nato a Novoli (Lecce) il 30/04/1946, MARIO DE MARCO da cinquantacinque anni vive a Lecce dove si è laureato in filosofia l’11/11/1971. Docente emerito di filosofia e di storia. Giornalista (pubblicista), ha collaborato e collabora con diverse testate di informazione. Ha diretto le riviste storiche “Rassegna Salentina”, “Presenza & Memoria” e “lu Lampiune”. Critico letterario e d’arte, è stato commissario della sezione novolese della Società di Storia Patria per la Puglia. Grande la produzione di Opere, Iscrizioni latine, Libri. Ha pubblicato diverse storie municipali. Ha curato la riedizione di diverse opere importanti.

La marina di Lecce, o porto di S. Cataldo, dista circa 10 km. dalla città. Il sito, a causa delle correnti marine, periodicamente si insabbia, per cui di tanto in tanto occorrono lavori di manutenzione per garantire la navigazione che, comunque, data la scarsa profondità dell’acqua e poi esistendo il problema delle secche, consente il transito di piccoli natanti. Sin da epoca immemorabile la marina di Lecce costituì il porticciolo da e per l’altra sponda adriatica per merci e passeggeri. Qui nel 44 a. C. approdò Augusto, proveniente dalla Grecia, fermandosi per qualche tempo a Lecce in attesa di capire se poteva fidarsi delle legioni di istanza a Brindisi, e ciò in seguito all’uccisione di Cesare. E proprio a Lecce Augusto fu proclamato imperatore di Roma. L’imperatore Adriano (II sec.d.C.) amò assai Lecce, ritenendosi di discendenza salentina, e fece costruire un molo nella marina della città, molo che fu detto di Adriano, di cui oggi appena si individua qualche rudere. Causa le incursioni piratesche, nel medioevo il sito fu abbandonato, ma nel XII secolo cambiò denominazione poiché qui scampò la morte

Tancredi, conte di Lecce, che di ritorno dalla Grecia era naufragato proprio nelle acque del Molo Adriano. Il conte, normanno, aveva invocato San Cataldo, un vescovo irlandese a cui erano molto devoti gli uomini del nord, per cui da allora la marina leccese fu detta di San Cataldo. Sempre su questa spiaggia nel I sec. d. C. era naufragato S.Giusto, discepolo di San Paolo, il quale fu soccorso dal nobile leccese Oronzo, che da Giusto fu convertito al cristianesimo, ragion per la quale fu martirizzato, guadagnandosi così la santità. Ampliato nel XV sec. da Maria d’Enghien, contessa di Lecce, il porto di San Cataldo fino agli inizi dell’800 fu porto commerciale tra Venezia e la Terra d’Otranto. Poi il luogo si impaludò, imperversava la malaria, e solo alla fine del XIX secolo iniziò il graduale recupero con la costruzione di una tramvia elettrica che lo collegava alla città. Iniziarono le bonifiche completate dal fascismo che ivi installò una colonia marina per i bambini. Dopo il secondo conflitto bellico il luogo ha via via incrementato il proprio sviluppo urbanistico.


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LA PESCA IN APNEA di Impero Delle Donne

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Per apnea si intende una interruzione volontaria del respiro. In molte discipline sportive il gesto atletico viene eseguito in apnea, soprattutto laddove è un atto di forza esplosiva. L’apnea in acqua, invece, è una condizione che obbliga l’interruzione del respiro per eseguire un esercizio, o una serie di azioni, rimanendo immersi. Contrariamente a quanto si può pensare l’apnea ha origini millenarie, ma non nel continente Europeo. Nel secolo scorso ha avuto un incremento anche in Europa, in particolare dal dopoguerra, subendo una impennata nell’ultimo trentennio. Ma veniamo ad oggi! Il richiamo a praticare l’apnea a volte si manifesta fin dalla tenera età, spesso si scopre in età avanzata, di fatto non esiste un determinato periodo della propria esistenza per avvicinarsi a questa fantastica disciplina. 14

La scienza oggi afferma che le nostre origini provengono dal fondo degli oceani quindi mi piace pensare che in qualche angolo del nostro DNA sia nascosto un gene, tanto remoto e primordiale, oserei dire ancestrale, che risveglia l’irrefrenabile desiderio di immergere il nostro corpo nell’acqua trattenendo il respiro. Inoltre non bisogna trascurare il fatto che fin dal concepimento siamo immersi nel liquido amniotico fino alla nascita. A questa fantastica disciplina che fa entrare in simbiosi consapevole, mente e corpo, si unisce, quasi sempre, l’impulso di procacciare per il sostentamento, formando la figura del cacciatore subacqueo rendendo nobile questa tecnica in quanto molto selettiva se praticata con consapevolezza. Questo, però, è un argomento che tratteremo in futuro, come tanti altri, poiché stiamo affrontando un viaggio di incommensurabile fascino pur trattandosi di uno sport estremo.


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CAPRARICA DI LECCE

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Paolo Foscarini

A.S.D. Bluewave Gallipoli-Scuola Subacquea dal Messico alle Maldive, dallo Sri Lanka al Mar Rosso, come video-operatore e guida subacquea.

Come è nata la mia passione per la subacquea? Sin da piccolo il mare era tutto per me, ma la passione è nata guardando una vecchia videocassetta sul documentario “Il mondo del silenzio” del padre della subacquea Jacques Cousteau. Il mio primo respiro con autorespiratore è avvenuto durante una vacanza in Messico. Al rientro in Italia, ho completato i diversi livelli di brevetto seguendo la didattica PADI, fino a raggiungere il grado di Divemaster DSD Leader, addetto al primo soccorso e Instructor Oxygen Provider. Il mio obiettivo era riuscire a condividere con il mondo esterno le emozioni che questo sport mi trasmette. Per questo motivo mi sono avvicinato al mondo della fotografia e videoripresa subacquee, grazie alle quali ho potuto fare una notevole esperienza nei mari più belli del mondo, 16

E proprio la passione per la subacquea mi ha spinto a fondare l’Associazione Sportiva Dilettantistica Bluewave con sede a Gallipoli e a Merine, insieme ai miei collaboratori Emanuela Vergallo, Instructor Master Scuba Diver Trainer PADI, Alessandro Greco IDC Staff Instructor PADI, Lorenzo Spennato, abilitato al primo soccorso. Lo scopo della nostra associazione è la promozione e diffusione dell’attività subacquea, dai corsi di primo livello PADI fino ad Assistant Instructor, proponendo l’educazione continua con vari corsi di specialità, corsi di fotografia subacquea, organizzazione di crociere per subacquei, avendo come primo obiettivo la sicurezza e il divertimento.

Associazione Sportiva Dilettantistica Bluewave Per info Paolo Foscarini cell. 329 0065726 email: paolodivemaster@virgilio.it web: http://bluewavediving.it


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SCUOLA DI

DIVING

INTERVISTA A GIANNI SPEDICATO ISTRUTTORE, TRAINER E FONDATORE DELL’ASSOCIAZIONE SPORTIVA DILETTANTISTICA SSS SALENTO SCUOLA SUB.

Domanda di rito, come nasce la tua passione per la subacquea? Da bambino avevo già una forte attrazione

per il mare in quanto praticavo pesca subacquea, ma all’età di 25 anni decisi di frequentare il primo corso per avvicinarmi al mondo delle immersioni. Compresi sin da subito quanto ciò mi piacesse e desiderando trasmettere la mia passione ad altri, intrapresi l’iter per di18

ventare a mia volta istruttore. Poiché in Puglia non vi erano Trainer Pss (agenzia didattica con la quale iniziai l’attività formativa) che mi permettessero di diventare istruttore, mi recai in Egitto per l’esattezza a Marsa Alam, dove conseguì il mio primo brevetto ScubaInstractor. Successivamente col passare del tempo e con l’esperienza maturata, conseguì il brevetto di Instructor Trainer, cioè “formatore” per istruttori subacquei. Desiderando però arricchire le mie conoscenze, non solo a livello subacqueo ma anche a livello della fisiologia, della fisica, dell’ambiente acquatico nel 2006 mi avvicinai alla subacquea tecnica, che si differenzia da quella ricreativa per via dei vari limiti da oltrepassare (profondità maggiori, maggiore durata delle immersioni, obbligo di decompressione, tipi di gas da respirare ecc. ecc.), divenendo così Istruttore Tecnico. Come nasce SALENTO SCUOLA SUB?


Salento Scuola Sub è un’Associazione Sportiva Dilettantistica, nata dalla passione per il mare di tre Istruttori subacquei: Gianni Spedicato, Beatrice Ferreri e Laura Leo. L’associazione ha come scopo quello di promuovere l’attività subacquea a 360 gradi, organizzando periodicamente corsi di formazione che spaziano dallo snorkeling (nuoto in superficie con maschera, pinne ed aeratore), all’ ambìto corso Istruttori, nonché corsi di subacquea tecnica con l’utilizzo di miscele respiratorie binarie e ternarie, il tutto nel pieno rispetto delle regole e avendo come obiettivo principale la sicurezza. Oltre alla formazione dei subacquei, ogni fine settimana la Salento Scuola Sub organizza immersioni guidate per le varie località marine del Salento, avvalendosi della collaborazione dei Diving locali, sulla costa Otrantina con l’utilizzo del proprio

gommone, nonché escursioni in altre località d’Italia e tropicali. L’associazione dispone di dieci attrezzature complete, compressore per la ricarica di aria e miscele e un gommone equipaggiato con un motore da 150 cavalli per il trasporto di dieci subacquei… A chi sono rivolti i vostri corsi? I corsi sono rivolti a tutti coloro che vogliano provare l’ebbrezza delle immersioni, che abbiano un’età minima di 12 anni compiuti per quanto riguarda l’ara (auto respiratore ad aria), e dai 5/6 anni è possibile provare lo “snorkeling”, ovvero nuoto in superficie con maschera e pinne respirando da un aeratore. Per info Gianni Spedicato cell.328.7545915

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LAURA LEO Giovane donna leccese, istruttrore sub.

Ciao Laura come è nata la passione per le immersioni? Ho sempre amato il mare, e ad un certo punto della mia vita ero determinata a fare un viaggio in Mar Rosso per poter frequentare un corso subacqueo, quando poi, un’amica mi chiese se avessi voglia di frequentare un corso organizzato dal cognato, istruttore sub, Decisi di accettare subito, dal momento che quest’opportunità mi veniva incontro…

marino, toccando i fondali ricchi di flora e fauna, percepiscono tutto quello che al nostro occhio può sfuggire. E’ bellissimo avvertire quanto questo possa aiutarli a vivere un momento di aggregazione in un ambiente diverso da quello a cui tutti siamo abituati e quanto le loro percezioni si trasformino in emozioni… Cosa ti piacerebbe trasmettere o poter comunicare a chi non si è ancora avvicinato al mondo della subacquea? Beh, innanzitutto vorrei precisare che ognuno vive le immersioni diversamente e mette il focus su quelle che sono le attitudini ed inclinazioni personali, per esempio io sono più interessata all’aspetto emotivo delle persone

E il viaggio in Mar Rosso? Lo feci successivamente, già da subacquea, e devo ammettere che ogni volta che ci ritorno, anche se in località diverse, è sempre un esperienza entusiasmante, benchè anche in Italia vi siano posti incantevoli ma con peculiarità diverse. Adesso sei un’istruttrice. Parlaci del tuo percorso… Ho iniziato a fare immersioni nel 2004 e, prontamente ho voluto cominciare l’iter per diventare istruttruttore. Questo percorso mi ha portata a raggiungere l’obiettivo nel giro di tre anni. In seguito però ho voluto raggiungere un’ulteriore obiettivo, cioè istruttruttore per non vedenti. Per me era un’esigenza e una volontà poter avvicinare persone con questa disabilità al mondo delle immersioni, col tempo mi sono resa conto di quanto loro possano “vedere” con il tatto quanto più di noi possiamo con la vista. Infatti, nell’ambiente 20

che con me vengono sott’acqua, c’è poi chi ama le profondità, o chi sviluppa la passione per le fotografie o i filmati. Ecco ognuno dovrebbe sperimentare sulla propria persona per poter capire che cosa tutto ciò significhi. Ma più ampiamente credo che dovremmo tutti avere la volontà di trasformare i nostri sogni in realtà, che si tratti di un corso subacqueo o altro…


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Francesca LOMBARDO Biologa

LA TARTARUGA MARINA Caretta Caretta! IMPARIAMO A CONOSCERE MEGLIO GLI ABITANTI DEL NOSTRO MARE E INIZIAMO A CONOSCERE UNO DEGLI ANIMALI PIU’ BELLI… La tartaruga marina Caretta Caretta è uno tra i pochi Rettili viventi nei nostri mari e l’unica che ancora nidifica sulle nostre spiagge: l’ultima nidificazione e schiusa è avvenuta proprio qui nel Salento, a Torre Lapillo nel 2011! E depongono le uova nella sabbia, nelle spiagge soleggiate e non troppo lontano dal mare in quanto i piccoli quando nascono devono dirigersi subito verso il mare. Poco prima della stagione riproduttiva (inizio del periodo estivo) il maschio della C. caretta migra verso le spiagge dove avverrà la nidificazione e si ferma al largo in attesa delle femmine. Una volta che le femmine arrivano, i maschi iniziano il corteggiamento. L’accoppiamento dura molte ore ed il maschio rimane attaccato alla femmina grazie agli artigli delle zampe anteriori. Il tempo di incubazione delle uova dipende dalla temperatura nel nido (influenzata dalle condizioni climatiche): circa 65gg a basse temperature (intorno ai 25°C). il sesso dei nascituri è determinato proprio dai fattori ambientali esterni. Non si sa con precisione come le piccole tartarughe C. caretta appena nate, riescano ad orientarsi verso il mare: si è ipotizzato che forse distinguano l’orizzonte o l’inclinazi0ne della spiaggia. Qualunque sia la motivazione sembra comunque certo che una volta in acqua utilizzino segnali chimici e magnetici per orientarsi. Esistente già dal Giurassico, questo gruppo fa parte dell’Ordine dei Cheloni. Alla nascita è lunga solo 5 cm, ma da adulta può raggiungere anche i 140 cm, considerando solo il carapace, l’esoscheletro, il guscio e pesare fino a 150kg. Dotata di polmoni e per questo effettua respirazione aerea e non acquatica, da qui la necessità di risalire periodicamente in superficie per respirare, ma non solo… anche per riposarsi e scaldarsi al sole. Ha potenti pinne: anteriori, a cui è affidata la propulsione e posteriori, che controllano la direzione. E grazie a 22

queste che riesce a spostarsi in tutto il Mediterraneo. Se osservata in alcuni momenti, per esempio durante la nidificazione, sembra quasi che ‘’pianga’’: in realtà sta solo espellendo il sale in eccesso dall’acqua per poterla bere grazie alla presenza di particolari ghiandole poste vicino agli occhi. I maschi si distinguono dalle femmina sia perchè la pelle ha una colorazione più marrone e la testa è più gialla rispetto alle femmine sia perchè hanno una lunga coda che si sviluppa quando raggiungono la maturità sessuale. Piccola curiosità: le femmine, dopo aver percorso lunghi tragitti in tutto il Mediterraneo, dopo circa 25 anni ritornano ‘’a casa’’: ritornano nel sito di nidificazione per… rinidificare!! Purtoppo però il loro più grande pericolo non sono gli squali o altri grandi predatori, ma… l’UOMO: a causa della pesca e soprattutto a causa dei rifiuti che ogni anno abbandonano sulle spiagge e che poi vanno in mare… un esempio eclatante sono le buste di plastica che le tartarughe scambiano per meduse, di cui sono ghiotte, e ingeriscono. Per questo motivo ora la specie è a rischio di estinzione e quindi bisognerebbe sensibilizzare, a partire già dalle scuole, la popolazione: sensibilizzarla verso la tutela ed il rispetto dell’ambiente!!!


MURAENIDAE RAFINESQUE

I Murenidi (Muraenidae RAFINESQUE, 1810) sono una famiglia di pesci dell’ordine Anguilliformes, composta da svariate specie di pesci conosciuti in italiano con il nome di murene. Distribuzione e habitat: Vivono nei mari tropicali (dove hanno la massima diversità) e temperati caldi, di solito su fondi duri a bassa profondità. Sono comunissime nelle barriere coralline. Nel mar Mediterraneo è molto comune la specie Muraena helena e, piuttosto rara, Gymnothorax unicolor. Descrizione: Questi anguilliformi hanno un corpo serpentiforme, leggermente compresso ai lati, non ricoperto da scaglie. Le pinne pettorali e ventrali sono assenti mentre la pinna dorsale e l’anale si prolungano senza discontinuità dalla testa alla coda mentre sul lato ventrale questa pinna è più corta. La testa è breve, i denti sono lunghi e appuntiti, spesso caniniformi. Le aperture branchiali sono piccole e rotonde. Molte specie hanno narici tubulari simili a brevi tentacoli. Alcune specie di questa famiglia sono dotate di una “mascella” aggiuntiva nell’esofago allo scopo di inghiottire al meglio prede voluminose. I colori sono spesso bruni, in molte specie però possono presentare reticolature o macchie chiare, talvolta questi disegni formano trame complessi. Poche specie invece hanno colori gialli, arancioni e blu molto vivaci. Sono pesci in media piuttosto grandi, alcune specie (genere Gymnothorax e Strophidon sathete) possono superare i 3 m. Biologia: Sono predatori notturni, cacciatori di pesci, molluschi (soprattutto cefalopodi come i polpi) e crostacei. Le larve sono leptocefali, come in tutti gli anguilliformi, che vivono nel plancton superficiale. Pericoli per l’uomo: I morsi di questi pesci sono piutto-

sto dolorosi e sembra che nella saliva sia presente una tossina anche se in quantità minime. La fama sinistra che circonda le murene è in gran parte immeritata, la leggenda che gli antichi Romani nutrissero le murene dei loro vivai con schiavi è del tutto priva di fondamento. Alcune specie possono essere aggressive e mordere, soprattutto se ferite. Grandi specie tropicali possono essere pericolose a causa degli avvelenamenti da ciguatera. Pesca: Si catturano con reti da posta, palamiti e lenze di vario tipo. È anche una tipica preda dei pescatori subacquei. Le carni sono buone ed apprezzate ma solo quelle degli esemplari più grandi, i piccoli sono molto liscosi. Di solito viene consumata in zuppa.

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www.anseuropa.it Parola al General Manager di A.N.S. Vito Calise MARE E SICUREZZA: binomio necessario A.N.S. organismo Notificato alla Commissione europea per la nautica da diporto ai sensi del Dlgs 171/05 (Ente marcatore CE) ha come punto di forza il servizio offerto: solido e trasparente. Il nostro compito è quello di effettuare visite ispettive per il rinnovo, il rilascio, la convalida del certificato di sicurezza a seguito di evento straordinario, verifiche emissione gas di scarico ed acustiche e tutti gli accertamenti previsti dal Codice della Nautica e dal regolamento di attuazione. ANS in qualità di Ente notificato alla Commissione Europea ed autorizzato dallo Stato Italiano può rilasciare le seguenti certificazioni: Annotazioni di Sicurezza (rilascio, rinnovo, convalida); Idoneità al Noleggio (rilascio, rinnovo, convalida); Marcatura CE di Imbarcazioni da 2,5 fino a 24 mt di lunghezza; Marcatura CE dei relativi Componenti (serbatoio, boccaporti, timone, ecc.); Estensione Limiti Navigazione Natanti; Post Construction Assessment; PCA a seguito di variazioni strutturali; PCA Aumento Persone Trasportabili; Sostituzione Motore; Certificazione CE Barche di importazione; Emissioni Acustiche; Emissioni Gas di Scarico, ecc… Attualmente i porti turistici al sensi del Dlgs 81/2008 contestualmente alla sottoscrizione del contratto di ormeggio devono accertarsi che l’unità da diporto che ormeggia sia in regola con la documentazione in modo da non rappresentare un pericolo per le altre imbarcazioni e per il porto. Durante le fasi di rinnovo del certificato di sicu-

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rezza infatti gli ispettori dell’ANS verificano anche il tubo del gas ed altre attrezzature che possono rappresentare un pericolo. I periti assicurativi che non accertano se le barche erano in regola con quanto previsto dal dlgs 171 rischiano richieste di risarcimenti danni da parte delle assicurazioni. In realtá anche l’assicuratore prima di procedere alla stipula della polizza per l’unità da diporto dovrebbe accertarsi della regolarità delle annotazioni di sicurezza o dell’idoneità al noleggio nel caso di società che fanno chartering. Rendo noto che esiste la possibilità di aprire gratuitamente uno Sportello Autorizzato per acquisizione di nuova clientela ed un sicuro aumento del fatturato della vostra azienda. Per maggiori informazioni è possibile contattare il nostro Numero verde 800.135.627.

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