Il Segno luglio-settembre 2017

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Segno

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mensile indipendente

Il Segno di Rocca di Papa

ANNO XVI, nn. 7-9 - SETTEMBRE 2017

IL SEGNO NON USUFRUISCE DI ALCUN FINANZIAMENTO PUBBLICO

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LA RICORRENZA: Il 15 agosto 1799 nasceva lo scultore Theodore Wilhelm Achtermann

L’artista tedesco ben presto legò la sua storia a quella di Rocca di Papa, realizzando a proprie spese (circa 80.000 mila lire di allora) la chiesetta di Santa Maria (poi chiamata “del Crocifisso”) che si trova nel cuore del centro storico. L’Achtermann la abbellì con le sue sculture

e i suoi bassorilievi, che ancora oggi si possono ammirare all’interno dell’edificio. Presso il Duomo dell’Assunta si può mirare anche la sua Pietà, realizzata nel 1849. Il 26 maggio del 1884, dopo una lunga malattia, Wilhelm Achtermann muore in povertà e in solitudine”.

Ecco i politici che vogliono legalizzare le antenne L’INCHIESTA ALL’INTERNO

N A W CRESTINI Sindaco

CIMINO

Ass.re Ambiente

CARNEVALI

GIANNONE Vicesindaco

FICO

Consigliera

ROMEI

ROSSETTI

Ass.re Bilancio

FONDI

Consigliere

RUFINI

D TE MONTALTO Ass.re Sociale

GATTA

ZITELLI

Ass.re LL.PP.

GATTA

Consigliere

Consigliera

SANTORO

ACCIARI

Approvando in Giunta il Documento Economico, di fatto Crestini ha neutralizzato gli effetti della sentenza del CdS Consigliera

Consigliere

Consigliera

nni 50 atività di at

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LE DOMANDE

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il Segno - Settembre 2017

10 DOMANDE ALLA VICESINDACO DI ROCCA DI PAPA

SUI SOPRALLUOGHI Le due abitazioni ricavate da una cantina (accatastata come tale) di 170 metri quadrati, sono state oggetto di verbale della Polizia locale per accertarne l’abuso e della relativa ordinanza di demolizione e acquisizione?

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SULLA VENDITA Lei era al corrente del fatto che suo marito stesse vendendo due appartamenti irregolari dal punto di vista urbanistico? E perché non l’ha impedito?

da 137 giorni

Che attendono una risposta

Veronica Giannone

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SULLE DELEGHE Ci può spiegare i motivi per cui, il 19 giugno 2016, il sindaco Crestini le ha conferito la delega di vicesindaco e di assessore all’urbanistica, all’edilizia privata, alla riqualificazione e valorizzazione centro storico, al recupero e valorizzazione patrimonio immobiliare privato e alle politiche abitative pur essendo il suo curriculum privo di competenze in questo specifico settore?

SULLA TRASPARENZA 5 Il 19 giugno 2016, quando ha rice-

SULL’ACCESSO AGLI ATTI Alcune richieste di accesso agli atti della pratica 176, quella relativa alla sanatoria, avanzate sia dallo studio tecnico incaricato da suo marito sia dall’avvocato di una delle due incaute acquirenti, hanno ricevuto un trattamento differente. Perché?

vuto le suddette deleghe da parte 9 SULLE CALCARE Lei è membro effettivo, forse il più del sindaco Crestini, lo ha messo al corrilevante essendo assessore all’urrente dell’esistenza della pratica di condono n. 176 e degli abusi commessi banistica, della Commissione d’inchiesta sulle Calcare, che ha il compito di portare successivamente? alla luce eventuali irregolarità urbanistiche e amministrative commesse in quelSUL CONFLITTO 6 D’INTERESSE l’ambito. Non crede di non essere nella Nell’accettare le suddette deleghe, condizione di valutare eventuali irregolanon riteneva di trovarsi in una evidente po- rità urbanistiche commesse dai suoi consizione di conflitto d’interessi visto che la cittadini vivendo lei stessa nell’edificio in richiesta di condono n. 176 risultava essere cui si trova una cantina trasformata in apuna pratica ancora “aperta”, cioè in itinere, partamenti, poi venduti da suo marito? e considerando anche che sarebbe stata SULLE TASSE LOCALI prerogativa del suo ufficio predisporre le carte per avviare la procedura di acquisi- 10 I due appartamenti abusivi venduti pagano le tasse locali (tra cui quella zione di opere abusive (in questo caso quelle già vendute da suo marito) al patri- sui rifiuti) con le stesse caratteristiche apmonio pubblico? plicate alle abitazioni di Rocca di Papa?

«La sua è soltanto disinformazione cronica» LA REPLICA DELLA VICESINDACO

abusivamente sono stati venduti da suo marito malgrado l’impossibilità a ottenerne il cambio di destinazione d’uso?

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SULLA PRATICA 176 3 Da quando è assessore all’urbanistica, all’edilizia privata, alla riqualificazione e valorizzazione centro storico, al recupero e valorizzazione patrimonio immobiliare privato e alle politiche abitative, ha mai consultato il contenuto della pratica di condono n. 176?

SULL’USO DELLA CANTINA 7 Perché i due appartamenti ricavati

Stimato Direttore, comprendo che le falsità hanno la capacità di arrivare più lontano della verità e che qualcosa la deve pur dire, ma la sua più che cronaca per informare - perdoni la battuta - sembra essersi metamorfizzata in disinformazione cronica. In merito alle “10 domande 10” che furono dell’ex Sindaco Boccia per ben altre vicende (del tipo “La confraternita del mattone” “Compra tu che compro io” “Cemento legale” “Le mani sulla città”- questi sono i suoi titoli se li ricorda?) e che oggi sono rivolte alla sottoscritta, ribadisco quanto già asserito in una precedente nota: “riguardo le notizie apparse sul periodico il Segno, le stesse risultano NON VERITIERE e finalizzate unicamente a ledere il mio decoro personale e politico, di talchè sarà mia cura agire verso tutti coloro che vogliono diffamarmi”. Immagino che il virgolettato non sia di suo gradimento e da buon giornalista con tutta probabilità non la sazierà a sufficienza, ma ribadisce il concetto e chiarisce il fatto che non è logicamente possibile rispondere ad affermazioni false. Ovviamente detto questo, mi auguro che da buon giornalista voglia pubblicare la mia risposta in modo integrale sul prossimo numero de “il Segno”. Non solo per bloccare la conta, in modo che non superi quella che fu per Pasquale Boccia, ma anche per dimostrare che è ben intenzionato a garantire parità e uguaglianza nella pubblicazione, che di certo non è un obbligo di legge, ma è moralmente e deontologicamente corretto. Con immutata stima. Veronica Giannone

«È sufficiente rispondere sì o no alle nostre 10 domande» LA RISPOSTA DEL DIRETTORE

Gentile vicesindaco, la sua “non risposta” non interromperà quella che lei chiama “conta” (cioè i giorni che separano le domande dalle risposte). Quella si interromperà quando invierà, appunto, le risposte. Lei afferma che i fatti esposti non sono veritieri. Quali fatti esposti non lo sono? La storia della cantina trasformata in appartamenti, poi venduti da suo marito? Il fatto che lei risieda proprio in quella stessa palazzina? Che le due acquirenti abbiano fatto dei tentativi di mediazione? Che le chiediamo di chiarire se esistano o meno verbali da parte della polizia locale e dei suoi uffici sugli abusi più recenti? La rassicuro, però, su un aspetto. L’intenzione del Segno non è certo quella di colpire lei in quanto persona. Non lo abbiamo mai fatto con nessuno nel corso della nostra lunga storia editoriale. Quello che ci interessa è sapere se, nello svolgimento del suo incarico pubblico, la vicenda accaduta a suo marito possa rappresentare un ostacolo alla trasparenza, al rigore e all’autorevolezza che richiedono i suoi numerosi incarichi pubblici. Apprezzo invece il suo richiamo ad altre dieci domande, quelle che in passato Il Segno ha rivolto all’ex sindaco Boccia. Come vede il nostro giornale non fa sconti a nessuno, ieri come oggi. Circa la querela di cui parla, il sottoscritto, come è sempre avvenuto in 16 anni di direzione del giornale, difenderà quanto scritto nei modi e nelle sedi opportune, informandone successivamente i lettori. L’invito che le rivolgo, infine, è semplicemente quello di rispondere davvero alle nostre dieci domande. Un detto popolare recita: domandare è lecito, rispondere è cortesia. Andrea Sebastianelli


il Segno - Settembre 2017

INDOVINA QUANTI ERAVAMO?

Nel 1931 a Rocca di Papa la popolazione residente si componeva di 4.996 persone. Nel 1936, cinque anni dopo, erano già 5.288.

ROCCA DI PAPA notizie, informazione, attualità

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NUMERI UTILI

Clinica San Raffaele: 06-9428601 Comando Carabinieri: 06-94749007 Polizia Municipale: 06-94286134 Centralino Municipio: 06-942861 TAXI Mario: 346-3684911 06-9499151 (casa)

Per Litta (Pd) arriva la chiamata Crestini lo assume all’urbanistica

A Grottaferrata il neo-segretario Pd era Vigile, da noi farà il tecnico istruttore

di Daniela Di Rosa

Il 2 luglio viene eletto segretario cittadino del Pd. Qualche settimana dopo arriva per lui la chiamata da parte del Comune di Rocca di Papa che lo vuole assumere per due mesi in posizione di comando presso l’ufficio tecnico. La doppia scalata di Massimo Litta ha qualcosa di memorabile, soprattutto se si tiene conto che il suo partito, il Pd appunto, a Rocca di Papa dovrebbe stare all’opposizione visto che Crestini vinse al ballottaggio proprio contro il Pd. E invece per lui la poltrona di segretario sembra aver aperto altre porte. Come potrà ora Litta-segretario del Pd fare opposizione, considerato che Litta-dipendente di Rocca di Papa andrà a ricopriree il delicato ruolo di tecnico in uno degli uffici più complessi della macchina ammnistrativa crestiniana? E infatti opposizione non ne fa. Da quando è stato eletto non si ricorda un suo commento sulle tante questioni che attanagliano il paese, a cominciare dalla vicenda antenne.

Massimo Litta

Silvia Sciamplicotti

L’inciucio, quindi, appare servito. Appena Litta viene eletto segretaio del Pd, il 26 luglio è il sindaco di Rocca di Papa a richiederlo per due mesi al collega di Grottaferrata, per potersene avvalere per le esigenze del settore urbanistica con la qualifica di istruttore capo. Il 7 agosto arriva il via definitivo da parte di Grottaferrata e così il neosegretario del Pd approda a Rocca. Ma non è finita perché Massimo Litta ottiene anche un’altra cosa: la modifica del proprio profilo professionale da agente di polizia locale (vigile), ruolo che rico-

priva a Grottaferrata, a istruttore tecnico, ruolo che ricoprirà a Rocca di Papa. Non sappiamo se effettivamente il segretario del Pd il 21 agosto, giorno da cui partiva il suo nuovo contratto, si sia effettivamente presentato a corso Costituente per assumere l’incarico, sappiamo però che, per quel che ci hanno riferito fonti interne al Comune, il segretario risulta essere in malattia. Fino a quando non lo sappiamo. Fatto sta che la vicenda Litta ha scoperto le carte di Crestini, alla ricerca di un partito

in grado di dargli quell’autorevolezza politica che oggi sembra non avere.

Il partito democratico, di fronte alla vicenda Litta, è rimasto in silenzio. Se questa è la strategia del partito democratico per recuperare voti a Rocca di Papa, le altre forze politiche possono dormire sonni tranquilli. Soltanto la consigliera d’opposizione Silvia Sciamplicotti (l’unica esponente del Pd in Consiglio) ha invocato chiarezza sull’assunzione di Litta nell’ufficio urbanistica, chiedendone anche le dimissioni come segratrio del Pd.

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ROCCA DI PAPA

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A ottobre la funicolare tornerà (quasi) in funzione

il Segno - Settembre 2017

Manca ancora la strada di accesso alla stazione inferiore Sì allo sportello Acea

di Renzo Lay Sono in corso i collaudi per la funicolare. Si prevede l’apertura parziale per il 15 ottobre in occasione della Sagra delle castagne. Per l’apertura ufficiale, invece, si dovrà attendere il perfezionamento dello svincolo stradale da via di Frascati alla stazione inferiore di Valle Vergine (circa 1 chilometro), salvo possibili ritardi degli espropri, delle gare d’appalto, ecc.

Purtroppo le speranze sono al di là della realtà! Se può consolarci, ho fotografato lo stato dei lavori: 58 metri! con il ritrovamento dei gradini di pietra sperone (oggetto di una passata interpellanza dell’attuale sindaco) della stazione a valle. Sarebbe auspicabile il loro riutilizzo in maniera più degna. Inviai le foto, come informazione, anche al sindaco, come risposta alle sue interrogazioni. Io, purtroppo, sono di Roma, ma sono sicuro che qui ci sono tanti che possono spingere alla realizzazione dell’opera ed accelerarla, avendo subìto già diversi ritardi. Si legge sulla targa-programma dei lavori: - Inizio lavori: 18/11/2013; - Fine lavori: 07/07/2014.

Ad oggi si è accumulato un ritardo di 3 anni! E ancora manca lo svincolo!

La funicolare com’era

La funicolare fu chiusa nel 1963 e ora si spera di vedere definitivamente in funzione la nuova, dopo mezzo secolo (54 anni); inaugurata (posa della prima pietra) il 29 ottobre 2013 ora sta per essere definitivamente realizzata.

Dopo anni di collaborazione e di ripetuti solleciti a proseguire (per ripetuti fermi...), ho rilanciato il compimento della seconda parte dell’antico progetto: la FUNIVIA, che nel 1933 era in progetto dopo la FUNICOLARE (1932).

Credo, ma spero, che questa sfida venga raccolta, perché solo con la FUNIVIA il turismo a Rocca di Papa sarà assicurato, insieme al

Rag. MARINA CALABRO’ Consulente del Lavoro Dott.ssa ELEONORA GIANCARLI Consulente del Lavoro

conseguente smantellamento delle antenne che hanno invaso la vetta di Monte Cavo (previsto dalla sentenza del Consiglio di Stato dell’11 maggio 2017), togliendo l’antico punto panoramico, disturbando le comunicazioni telefoniche e rovinando le vestigia archeologiche del Tempio di Giove Laziale con la sua Via Sacra, ecc.

Saluto tutti con la canzone principe di Rocca di Papa: “La Regina dei Castelli”, testo e musica di Giulio Terenzio Botti, cantante Graziano Diadei, indimenticabile, che ho avuto l’onore di fare in tempo a intervistare, ricevendo il dono di 19 sue interpretazioni storiche.

La raccolta delle firme ha avuto successo

Il 30 agosto scorso, il nostro Gennaro Spigola si è fatto promotore di una raccolta di firme finalizzata all’apertura a Rocca di Papa di uno sportello dell’Acea. La petizione, inviata al sindaco Crestini, ha avuto i suoi effetti e l’8 settembre l’amministrazione ha comunicato che “sarà a breve programmato un calendario di presenze straordinarie di un incaricato Acea all’interno degli uffici comunali, in modo tale da assistere i cittadini nel disbrigo delle pratiche inerenti la fatturazione”. Non un vero e proprio sportello, insomma, ma un punto di riferimento comunque importante per i cittadini, viste le bollette recapitate in queste settimane dopo circa due anni di attesa. Nella lettera consegnata da Spigola, infatti, si chiedeva al sindaco di farsi carico per richiedere ad Acea un presidio a Rocca di Papa (come già precedentemente avveniva in piazza Valeriano Gatta, zona Carpino) almeno due giorni a settimana, per mettere in condizione la cittadinanza (in modo particolare le persone anziane) di poter avere le dovute delucidazioni relativamente al consumo e al conseguente conteggio. La sollecitazione era motivata anche dal fatto che il presidio più vicino è situato nel comune di Frascati.

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ROCCA DI PAPA

il Segno - Settembre 2017

Tra Fb e realtà: ilmagico mondo di Emanuelì...

Anche in Rete imperversa la propaganda stile “regime” Torna l’autovelox

di Daniela Di Rosa

La nostra cittadina ultimamente ha sviluppato una realtà parallela, esiste Facebook, dove per alcuni, da quando c’è LUI, tutto è superlativo, grandioso, unico, stellare... ed esiste la realtà, dove tutto rientra nella più triste normalità. Il nostro nuovo sindaco (nuovo per modo di dire, è ormai un anno e mezzo che Crestini governa la città) ha amplificato la propaganda di “regime”. Potature di aiule, tagli di rami e sterpaglie, diventano meraviglie mai viste prima; rifacimenti stradali, anche solo le strisce pedonali, sono oggi azioni che occhio rocchiggiano non vedeva da decenni; feste di piazza così belle e stracolme di forestieri che a memoria d’uomo non si ricordano; centro storico e negozi presi d’assalto da truppe di paesani pronte a spendere i loro soldi qui e non nei centri commerciali o nei discount, con risollevamento dell’economia cittadina (salvo vedere ancora decine di locali chiusi e strade semivuote). Il tutto condito da foto e video a ritmo giornaliero del sindaco al bar, il sindaco controllore di bus, il sindaco vicino ai cittadini. Fin qui il virtuale. Poi c’è la realtà, c’è un sin-

daco introvabile in comune, un sindaco agguerrito e aggressivo su Facebook, per niente “buono”, dove addirittura riprende i “dissidenti”, cioè coloro che osano criticarlo, dove incurante del suo comportamento da “dittatorello” della repubblica delle banane stila una blak-list con i nomi di chi ha osato mettere in dubbio la sua “buona politica” e li pubblica sul suo profilo, lasciandoli insultare dai suoi sostenitori.

C’è anche la realtà di un cittadino che, dopo aver scritto una critica all’amministrazione, riceve una telefonata e si sente dire: “Sono io, se non la smetti ti prendo a calci nelle palle”. Esiste un sindaco che da oppositore fece dimettere un

vicesindaco di Boccia per conflitto di interessi e che oggi non risponde alle domande sul conflitto di interessi della sua vicesindaco. Esiste un sindaco che accusò Boccia di far cassa con le multe sulla pelle dei cittadini (autovelox soprattutto), e oggi è lui a far cassa con le multe sempre sulla pelle dei cittadini. Esiste un sindaco che rimane immobile sul tema case abusive (in campagna elettorale era una questione vitale per il paese, mentre oggi evidentemente non lo è più). Ma soprattutto esiste un sindaco che, nonostante la sentenza del Consiglio di Stato favorevole allo spegnimento o spostamento delle antenne, da 4 mesi se ne sta in religioso silenzio.

Controlli tutti i giorni fino a dicembre

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Riparte l’autovelox. E riparte a gran velocità. Occhio quindi alle strade e cercate di non incappare nelle diaboliche macchinette. La nuova ondata di controlli è stata decisa dall’amministrazione comunale l’11 settembre scorso con l’approvazione della determinazione 947 per il servizio di noleggio dell’autovelox e per il controllo della sicurezza stradale. L’affidamento prevede l’utilizzo di un supporto autovelox e di un operatore specializzato per un totale di 25-28 servizi mensili. Praticamente tutt i giorni, fino a dicembre (Natale compreso?). Oltre al controllo autovelox verrà utilizzato il Targa System che verificherà la regolarità assicurativa leggendo la targa del veicolo. Il Comune targato Crestini, dunque, a quanto pare deve coprire un altro buco di bilancio e quale idea migliore se non controllare tutti i giorni gli automobilisti? L’intervento è stato affidato, per circa 12mila euro, alla società M.C. Sistem Srl, società riconducibile a Maria Chiara Cecilia, da poco eletta all’interno del direttivo cittadino del Pd. Che si apra un nuovo caso dopo quello del segretario Massimo Litta, chiamato da Crestini a lavorare presso l’ufficio urbanistica?

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ROCCA DI PAPA Le firme dei cittadini contro le antenne sono state inviate anche alla Regione

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il Segno - Settembre 2017

La sentenza del Consiglio di Stato deve essere rispettata di Gennaro Spigola Quello che i roccheggiani non sanno sulle antenne... In data 11 maggio 2017 il Consiglio di Stato, con sentenza n. 2200/2017, si è categoricamente espresso imponendo l’abbattimento delle antenne situate sulla vetta di monte Cavo e dintorni nel territorio del Comune di Rocca di Papa. I cittadini di Rocca di Papa attendevano da oltre trenta anni questo provvedimento e ora, grazie a esso, vengono premiati tutti coloro che non hanno mai smesso di lottare consapevoli del fatto che gli impianti radiotelevisivi producono effetti devastanti per l’ambiente e per la salute della popolazione a causa dei campi elettromagnetici generati. Nonostante ciò, ad oggi, non è intervenuto nessun atto am-

ministrativo a firma dell’attuale Giunta per rendere esecutivo quanto ordinato dalla sentenza sopra citata. Neanche il consiglio comunale del 20 giugno 2017 con ordine del giorno riguardante la tematica delle antenne, è giunto a una soluzione, lasciando invariata la situazione in essere, generando un consistente e ingiustificato vulnus alla democrazia.

Però alcuni cittadini, che ancora credono che la politica debba avere un ruolo importante, hanno deciso caparbiamente di reiterare quanto deciso dal Consiglio di Stato, promuovendo una petizione popolare firmata in modo trasversale da tutte le forze politiche, compresi coloro che nelle ultime votazioni avevano appoggiato l’attuale giunta. La scelta operata ha voluto stigmatizzare il paradossale comportamento delle istituzioni

La vetta di monte Cavo con i tralicci abusivi

sollecitandole l’applicazione della sentenza sopra citata. Considerato che la sentenza potrebbe prescriversi hanno deciso di inviare la petizione popolare con le relative firme al presidente della Regione Lazio, Nicola Zinga-

retti, e all’assessore regionale all’Ambiente Mauro Buschini, affinché procedessero, come ente superiore abilitato, intervenendo nell’immediato. Si attende un riscontro a questa legittima richiesta.

Rag. Alfredo Orlando Commercialista e Revisore dei Conti

Rag. Ercole Gatta La fortezza militare di monte Cavo chiusa nel 2011 Commercialista e Revisore dei Conti Dott.ssa Irene Orlando Dottore in Economia e Commercio

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A antenne La guerra Cper le T S E HI L’ I N

Così la giunta Crestini ha deciso di legalizzare le antenne abusive

Dopo la storica sentenza del Consiglio di Stato la politica è corsa ai ripari

A 120 giorni dalla sentenza del Consiglio di Stato che ordinava lo spegnimento degli apparati di trasmissione di Mediaset su monte Cavo, la giunta guidata dal sindaco Crestini ha ufficializzato la decisione di collocare le antenne su un’area comunale, dando seguito al progetto avviato nel 2016, subito dopo la sua elezione, per legalizzare i tralicci e per entrare nel business dell’etere. Comune e antennari hanno giocato una delicata partita a scacchi, giocata nell’ombra a discapito degli interessi dei cittadini di Rocca di Papa che combattono i mega-tralicci da oltre quaranta anni. di Andrea Sebastianelli In sei mesi, tra novembre 2016 e aprile 2017, si è consumata una vera e propria guerra, in cui il sindaco di Rocca di Papa, Crestini, ha ricoperto il ruolo di generale. Non una guerra alle antenne ma una guerra PER le antenne. Cominciamo dall’inizio, quando a giugno, appena eletto, il neo primo cittadino affida a Bruno Petrolati la delega per fare piena luce sulla situazione dei tralicci radiotelevisivi presenti a Rocca di Papa, che ne fanno il sito più inquinato d’Europa, e avviare una serie di incontri con le parti in causa (Regione, Stato, Comuni e antennari) per dare seguito, da un lato, al processo di delocalizzazione degli apparati, dall’altro per accordarsi sugli indennizzi da corrispondere al Comune per i danni subiti fino ad oggi.

Ma mentre Petrolati lavorava in questa direzione, il sindaco in mente aveva ben altro: sostituirsi integralmente agli antennari al fine di gestire in prima persona il sistema delle telecomunicazioni con l’intento di percepirne i canoni di affitto. Crestini lo

dice chiaramente il 15 novembre 2016 durante l’incontro convocato per la «verifica dello stato delle entrate del Comune». Il piano della giunta è chiaro: «L’obiettivo di raggiungere [l’accordo con gli antennari] -afferma il sindaco- è diventato quello sul quale l’amministrazione comunale sta puntando in via principale onde garantire sia l’equilibrio del bilancio corrente sia quello dei bilanci futuri».

Così ha inizio la scalata del sindaco

Sull’onda di questo indirizzo politico-amministrativo, arriva l’«intuizione» di Crestini: il Comune deve diventare l’unico interlocutore della Regione per la trattativa connessa al mantenimento sul proprio territorio comunale dei tralicci necessari per continuare a trasmettere. Un’intuizione che, ben presto, porterà il delegato Petrolati a rimettere il proprio mandato.

In questo momento, dunque, la guerra «alle» antenne diventa la guerra «per» le an-

delloo a z n i ente 1 magg s a L so 1 scor

tenne. Gli antennari, riuniti nell’«Associazione emittenti radio Monte Cavo», ne vengono a conoscenza e mutano anche la loro visione sul Comune di Rocca di Papa: non più un Comune nemico perché intenzionato a mandare via tutti i tralicci dal paese, ma un concorrente che vuole sfilare

Emanuele Crestini

loro il business della gestione delle antenne. Un cambio di rotta che spiazza lo stesso consiglio direttivo dell’associazione. In una infuocata riunione, infatti, sulla graticola viene messo il presidente Ezio Valente (noto a Rocca di Papa per aver ricoperto ruoli

importanti nel settore del calcio), reo di essere rimasto solo spettatore esterno e silente nella discussione fra il Comune e la Regione.

L’associazione delle emittenti è in subbuglio

La riunione si tiene a Roma il 17 novembre 2016, due giorni dopo la dichiarazione sopra riportata del sindaco Crestini, le cui intenzioni, quindi, sono ormai note anche agli antennari. Mentre l’obiettivo di Valente è quello di bloccare in qualche modo la sentenza del Consiglio di Stato relativa a Ei Towers (Mediaset), così da estenderne il blocco anche alle altre emittenti citate nella famosa ordinanza di Ponzo del 2003, più decisa è la posizione di uno dei membri dell’associazione delle radio, Franco Nicolanti, editore di Radio6. Nicolanti è segue a pag. 8


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il Segno - Settembre 2017

QUI SI

SANA

Così la giunta Crestini ha deciso di legalizzare le antenne abusive

furioso non solo per l’attendismo del presidente Valente, giudicato controproducente per gli interessi degli associati, ma soprattutto per l’intenzione del Comune di gestire almeno due dei tre tralicci previsti sulla vetta di monte Cavo. Tralicci alti tra i 100 e i 120 metri. E li vuole gestire al posto della IDA, società riconducibile a Edoardo Caltagirone, attuale «gestore» di gran parte del «sistema monte Cavo». Nicolanti, poi, aggiunge che interesse primario delle radio presenti sulla vetta deve essere quello di gestire in proprio almeno un traliccio: «La nostra sola forza è nel realizzare direttamente il traliccio», dice, «i nostri interessi vanno salvaguardati e se il Comune di Rocca di Papa dovesse firmare accordi di tipo esclusivo senza coinvolgerci, ci metterebbe in grosse difficoltà».

Parole che descrivono perfettamente la partita a scacchi in atto per controllare l’intero «sistema monte Cavo». Il termine “partita a scacchi” è stato ben spiegato dal consigliere comunale di maggioranza Mario Santoro durante il consiglio del 20 giugno scorso convocato dalle opposizioni. Ha

Monte Cavo

spiegato Santoro: «Questa è una partita a scacchi molto complicata, ci sono le regine e i cavalli che si spostano continuamente, e quando pensi di

La guerra per le antenne - L’INCHIESTA

Manifesti e interrogazioni contro Boccia

Bei tempi... quando Crestini le antenne le voleva abbattere!

La verità il sindaco di Rocca di Papa l’ha detta in occasione del consiglio comunale del 20 giugno 2017 quando, rispondendo a Boccia che lo incalzava sull’abbattimento delle antenne (tema ricorrente di quando Crestini era consigliere comunale d’opposizione e chiedava a Boccia la stessa cosa), rispondeva che “una cosa è fare opposizione, un’altra è governare”. Tutti i cittadini ricordano i suoi volantini e le sue interrogazioni in cui diceva all’allora sindaco che “la salute dei roccheggiani non è in vendita” e che “le antenne vanno abbattute subito”. Slogan ripetuti anche nel suo programma politico uscito vittorioso alle ultime elezioni. In poco più di un anno abbiamo assistito a una vera e propria metamorfosi: da anti-antennaro a sindaco pro-antenne. Cosa non si fa per incassare un po’ di soldi!

mangiarti la regina, cadendo nel tranello, è il momento che perdi la partita». Partita che invece il sindaco Crestini vuole vincere a tutti i costi. E in fretta. Con l’approssimarsi della sentenza del Consiglio di Stato, viene prodotto un carteggio frenetico con la Regione Lazio. Il 10 aprile 2017 (prot. 8320) il sindaco scrive al capo gabinetto della Regione (riferimento diretto del presidente Zingaretti) non solo per «accelerare il processo di delocalizzazione degli impianti abusivi radio e tv SUL territorio comunale» ma anche per confermare, «prima di procedere a qualsivoglia variante al Piano Regolatore Generale», la disponibilità del Comune ad ospitare «ex novo sul territorio, gli impianti Tv».

Per il Comune il progetto IDA non è fattibile

Ma Crestini dice anche un’altra cosa alla Regione: che la trattativa con la IDA è saltata, perché il progetto da questa presentato non è fattibile a causa dei vincoli esistenti sulla vetta (particolare quest’ultimo da tenere a mente). Ormai la strategia del generale Crestini è chiara: interloquire direttamente con la Regione, scalzando gli antennari, al fine di realizzare in proprio, e su terreno comunale, i tralicci necessari per ospitare gli impianti di trasmissione. Crestini tira in ballo anche il Consiglio di Stato chiedendo espressamente che la Regione rela-

zioni al Collegio giudicante sulla fine di ogni accordo con la IDA. Perché il sindaco di Rocca di Papa fa questa richiesta piuttosto inusuale? Per far capire che ormai gli antennari, l’azienda di Caltagirone in primis, sono fuorigioco nella partita per la gestione dei tralicci? Oppure per condizionare in qualche modo la sentenza?

Due giorni dopo, il 12 aprile, (prot. 8564), tale strategia entra nella fase più delicata, forse decisiva per chiudere la partita. Crestini scrive all’avvocato Piergiorgio Abbati (che cura la questione legale per conto del Comune), agli assessori Giannone e Cimino, e ai Responsabili dei settori urbanistica e affari istituzionali, Rocco Di Filippo e Anna Maria Fondi, per dire non solo che il rinvio dell’udienza proposta da Ei Towers deve essere rigettata (e ci mancherebbe!), ma anche per avvisare che «a sentenza

emanata […] verranno verificati eventuali margini per soluzioni amministrative anche al fine di consentire alla scrivente amministrazione di operare scelte corrette e ponderate».

Il sindaco vuole gestire i tralicci lo dice sul DUP

Quali siano questi «eventuali margini» lo abbiamo scoperto solo di recente, quando l’amministrazione Crestini inserisce nel DUP (il Documento Unico di Programmazione economica) la volontà della sua maggioranza di legalizzare le antenne rediotelevisive di monte Cavo. Un atto che, di fatto, abbatte la sentenza del Consiglio di Stato, superandone l’ordine di spegnimento. segue a pag. 9


La guerra per le antenne - L’INCHIESTA

Ci si è fatto beffa di 40 anni di lotte

il Segno - Settembre 2017

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Così la consigliera comunale di MdP, Elisa Pucci, ha smascherato il sindaco Crestini

Il DUP è il Documento Unico di Programmazione, cioè l’atto più importante che un’amministrazione redige delineando le linee guida della sua azione amministrativa, dai lavori pubblici alle assunzioni, fino alle strategie di bilancio. Quello relativo al triennio 20182020 è stato approvato dalla giunta Crestini lo scorso 28 luglio (delibera n. 64). A smascherare le vere intenzioni dell’amministrazione comunale circa la legalizzazione delle antenne sul territorio di Rocca di Papa è stata la consigliera d’opposizione Elisa Pucci, capogruppo in consiglio di MdP (il movimento fondato da Bersani dopo l’uscita dal Pd). Quanto emerso è a dir poco sconcertante. Nel capitolo dal titolo “Antenne” si

QUI SI

legge: “L’amministrazione comunale intende concretamente porre mano alla questione antenne e a tal fine, di concerto con la Regione Lazio, sta individuando le aree sulle quali, in fase di riordino, potranno essere realizzate strutture regolarmente munite di permesso a costruire che comporteranno per l’Ente la riscossione del canone di locazione Elisa Pucci dei terreni sui quali insisteranno, considerando che i siti individuati sono di proprietà comunale”. Ma non è finita perché, se non fosse ancora chiaro, ecco che cosa viene scritto nel paragrafo relativo alla Missione 9 (programma 2): “Delocalizzazione dei tralicci e delle emittenti adibite alle trasmissioni radiotelevisive su siti individuati di concerto con la Regione, al fine di ri-

SANA

Il documento che inchioda la giunta

muovere i vincoli di carattere amministrativo e rendere l’area individuata atta a porre in essere quanto necessario per la delocalizzazione”.

Quaranta anni di battaglie combattute da associazioni e cittadini e una storica sentenza del Consiglio di Stato che, dopo 14 anni ha dato ragione all’Ordinanza di Ponzo del 2003, sono state così stracciate dalla giunta Crestini in appena un anno dal suo insediamento.

Così la giunta Crestini ha deciso di legalizzare le antenne abusive

La macchina da guerra di Crestini per mettere le mani sul business delle telecomunicazioni è ormai inarrestabile. Altre due lettere (prott. 8563 e 8565) prendono corpo il 12 aprile per muovere il fatidico scacco matto alla IDA e agli antennari. I due funzionari più importanti di corso Costituente, Rocco Di Filippo e Anna Maria Fondi, relazionano al sindaco (prot. 8565) circa la riunione dell’11 aprile presso la Regione, in cui viene consegnata anche «una planimetria esplicativa avente ad

oggetto l’ipotesi di delocalizzazione delle emittenti Tv sulla particella di nostra proprietà (posta a ridosso della vetta, n.d.d.), ad oggi ancora gravata da un diritto di superficie di Ente Poste». Il Comune ormai ha messo in piedi il suo progetto e deve arrivare a definirne tutti gli aspetti prima che si pronunci il Consiglio di Stato. In quella riunione la Regione, però, dice che «per poter valutare la fattibilità dei progetti di

realizzazione di tralicci ospitanti radio e Tv», devono «avere a disposizione uno studio di fattibilità tecnico-economica che contenga anche gli elementi per procedere alla variante» del P.R.G.. Alla Regione i due incaricati

Alberi e tralicci a Monte Cavo

comunali pongono quindi una sfilza di domande, ben 18, sulle caratteristiche che devono avere i tralicci per non incappare in dinieghi e sopratsegue a pag. 10


La guerra per le antenne - L’INCHIESTA

QUI SI

SANA

il Segno - Settembre 2017

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Così la giunta Crestini ha deciso di legalizzare le antenne abusive

tutto su come impostare la variante al P.R.G., da “aree verdi con inedificabilità assoluta” a “servizi tecnologici”, necessaria per realizzare i tralicci. Addirittura chiedono alla Regione di modificare il Piano territoriale di coordinamento, approvato nel 2007, in cui Monte Cavo e Costarelle non sono più siti per le antenne ma aree da riqualificare. Vanno, quindi, inseriti nuovamente nelle lista delle aree idonee ad ospitare tralicci. Ma chiedono anche un’altra cosa alla Regione, forse la più grave: come rimuovere i vincoli esistenti su monte Cavo che, di fatto, renderebbero impossibile realizzare il progetto dei tralicci comunali. Ricordate? Vincoli che per il Comune avevano reso impossibile il progetto presentato dalla IDA.

Le 18 domande che il Comune fa a Zingaretti

Crestini non fa una piega e in tutta fretta, sempre il 12 aprile (prot. 8563), queste stesse domande/sollecitazioni le invia per iscritto (con la sua firma) al capo gabinetto di Zingaretti, per le opportune valutazioni, confermando che

per «avere risposte pronte e concrete, come da disposizioni del sottoscritto (quindi Di Filippo e Fondi hanno posto le 18 domande su ordine del sindaco, n.d.d.), il Comune ha consegnato anche la copia di una planimetria», non potendo più (il Comune) «attendere all’infinito la disponibilità di altri Comuni per i quali -aggiunge Crestini- mi risulta che non esistono neppure le strutture di urbanizzazione primaria per raggiungerli». Crestini, insomma, lancia anche un altro messaggio alla Regione: visto che gli altri Comuni (Capranica Prenestina e San Polo dei Cavalieri) non sembrano intenzionati a ospitare i tralicci delle emittenti in base al Piano regionale del 2007, ci pensiamo noi.

A questo punto, i timori di Franco Nicolanti dell’«Associazione emittenti radio monte Cavo», appaiono fondati: «Non essendo noi presenti negli uffici dove si prendono le decisioni che contano, queste rischiano di passarci sopra con esiti imprevedibili e dannosi». È lo scacco matto studiato da Crestini per vincere la partita. Il 14 aprile (prot. 8784) il Comune invia una nuova lettera alla direzione regionale urbanistica per riproporre le stesse identiche 18 domande già inviate due

Una protesta dell’allora Comitato di quartiere dei Campi

giorni prima, confermando «la necessità di avere le risposte in modo tale da esser pronti a trattare la questione sotto ogni punto di vista». Una corrispondenza frenetica da parte dell’amministrazione comunale in attesa della sentenza del Consiglio di Stato. Sentenza che viene pubblicata un mese dopo (l’11 maggio) e che, nelle conclusioni, sembra spiazzare lo stesso Crestini il quale, dopo oltre 120 giorni, continua ad emettere comunicati in cui a parole dice di voler eseguire quanto disposto dai giudici mentre nei fatti sta definendo l’area da destinare alle emittenti.

Nel frattempo non sappiamo se e come la Regione abbia risposto alle 18 domande del sindaco ma, con la sentenza dell’11 maggio, la cosa è irrilevante avendo stabilito che gli impianti di Canale 5, Italia 1 e Rete 4 sono abusivi e devono essere semplicemente rimossi. La partita a scacchi con gli antennari e la IDA, insomma, è finita con le pedine in frantumi e lo scacco matto tentato da Crestini si sta

rivelando sempre più un clamoroso autogol.

Resta da chiarire un ultimo aspetto. Nel caso in cui il Comune riuscisse nel suo intento di diventare il gestore del «sistema monte Cavo», chi gestirebbe materialmente gli apparati di trasmissione? Una società costituita ad hoc? E chi verrebbe chiamato a dirigerla? Forse quell’Ezio Valente, già presidente dei Canarini (la squadra di calcio di Rocca di Papa) e presidente dell’«Associazione emittenti radio monte Cavo»? Forse per questo l’altro socio dell’associazione, Franco Nicolanti, nutriva forti dubbi sull’operato dello stesso Valente circa la tutela degli interessi degli associati?

E chi gestirebbe le fasi di installazione dei tralicci e il successivo controllo delle emissioni? Forse qualche Comitato che si batte contro le antenne? Domande che pesano come macigni sulla stagione politica di Crestini, il sindaco che vuole legalizzare le antenne di Rocca di Papa.

Cronologia breve (ma essenziale) dell’inchiesta

13 novembre 2014: il TAR del Lazio dà ragione all’Ordinanza firmata nel 2003 da Ponzo: le antenne Mediaset sono abusive e vanno abbattute. Giugno 2016: Crestini presenta il suo programma elettorale nel quale ribadisce che la salute non si baratta e che le antenne vanno spostate. 26 giugno 2016: il sindaco Crestini delega Bruno Petrolati alle antenne. 29 settembre 2016: l’amministrazione comunale organizza l’incontro pubblico “Le antenne di Rocca di Papa”. 15 novembre 2016: si svolge un incontro in Comune tra tutti i Responsabili di settore. Il sindaco Crestini in questa sede ribadisce l’importanza di accordarsi con gli antennari per percepire i canoni di affitto, necessari per il bilancio. 17 novembre 2016: si tiene l’assemblea dell’Ass.ne Emittenti Radio Monte Cavo. 10 aprile 2017: il sindaco Crestini scrive alla Regione Lazio per fare il punto sugli incontri avuti con la IDA e gli antennari. 12 aprile 2017: il sindaco Crestini scrive all’Avv. Abbati, legale del Comune, circa l’avvicinarsi della sentenza del Consiglio di Stato.

12 aprile 2017: Rocco Di Filippo e Anna Maria Fondi scrivono al sindaco sull’incontro svoltosi presso la Regione sulla delocalizzazione delle antenne. 12 aprile 2017:il sindaco Crestini scrive alla Regione Lazio ponendo le fatidiche 18 domande su come realizzare tralicci regolari. La lettera riprende integralmente i contenuti di quella di Rocco Di Filippo e Anna Maria Fondi. 14 aprile 2017: Rocco Di Filippo e Anna Maria Fondi scrivono alla Direzione regionale Territorio e Urbanistica riproponendo le 18 domande. Viene consegnata anche una planimetria con l’area comunale in cui collocare ex novo i tralicci. 11 maggio 2017: anche il Consiglio di Stato dà ragione all’Ordinanza firmata nel 2003 da Ponzo: le antenne Mediaset sono abusive e vanno abbattute. 20 giugno 2017: visto il silenzio dell’amministrazione, i partiti d’opposizione chiedono la convocazione di un consiglio comunale straordinario sulle antenne. La maggioranza cambierà l’ordine del giorno rinviando la discussione. 28 luglio 2017: la giunta Crestini approva il DUP (Documento Unico di Programmazione) in cui si dice chiaramente che l’intenzione del Comune è trasferire le antenne di monte Cavo su un’area comunale sempre a monte Cavo.


il Segno - Settembre 2017

Come annunciato sul numero di giugno, abbiamo rivolto qualche domanda a Massimo Saba, esponente di primo piano della storia politica recente di Rocca di Papa. Già editore de La Spiga, che ha pubblicato tra le più interessanti opere storico-letterarie sul nostro paese, Saba da qualche anno vive stabilmente a Roma a causa dei suoi impegni professionali tra le Università Lumsa e La Sapienza e la collaborazione con la presidenza del Consiglio dei Ministri.

A distanza di un anno dall’insediamento della nuova amministrazione comunale, che idea ti sei fatto dell’attività amministrativa, pur vivendo fuori dal paese? Sinceramente parlando, guardo e penso oltre. Lascio ad altri, e ben volentieri, le analisi sul passato e sul presente: spesso veri esercizi di dialettica troppo interessata e personalistica, che non portano da nessuna parte. Ma prima di parlare di azioni amministrative è necessario ricostruire una comunità, purtroppo disgregata.

Parliamo di antenne. Il Consiglio di Stato ha scritto la parola fine. Che ne pensi? La sentenza del Consiglio di stato dell’11 maggio ha stabilito che gli impianti Mediaset sono stati realizzati in violazione delle norme urbanistiche e che quindi vanno demoliti come tutte le costruzioni abusive. Come avrei proceduto io? Non è possibile abbattere il traliccio perché sullo stessa struttura sono posizionate anche altri apparati non sanzionati dalla sentenza: se i titolari degli impianti non daranno seguito all’Ordinanza del Tribunale sono due le strade da seguire: o imporre all’ENEL, con una Ordinanza sindacale, l’immediata interruzione di fornitura di energia elettrica (procedura che si usa per tutte le opere realizzate abusivamente) o inviare dei tecnici specializzati a smontare le parabole e gli altri apparati trasmittenti riconducibili alle società interessate dalla sentenza. Punto! Questo è il minimo sindacale; ovvero: un segnale serio, deciso, chiaro ed inequivocabile diretto alla cittadinanza frastornata, ai titolari degli apparati radio-televisivi e alle istituzioni interessate (Regione, Ministero, Governo) e senza dover far fronte a particolari costi per le finanze del Comune. Il quale, in ogni caso, può sempre rivalersi, per le spese affrontate, sulle società inadempienti con le così dette “Ordinanze in danno”. Non ci vorrebbe poi tanto! In 24

L’INTERVISTA

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Abbiamo rivolto qualche domanda al Cav. Massimo Saba

«Rocca di Papa deve ritrovare il senso dell’essere comunità» Tanti i temi affrontati: dalle antenne alle case da acquisire

Massimo Saba

ore si stila un’ordinanza con tutti i crismi della legalità, sia sotto il profilo amministrativo, nonché giuridico e procedurale.

E allora secondo te, che la metti così facile, perché non si procede con la disattivazione degli impianti? Per ora (e sottolineo, per ora), rimane tutto molto indecifrabile e nebuloso; direi che c’è un pochino di confusione, analizzando anche ciò che è successo negli ultimi mesi: infatti, un giorno si dice “via le antenne”; il giorno dopo si chiede alla Regione Lazio - attraverso una “manina” molto sapiente (e alla vigilia di una sentenza molto favorevole al Comune) - quale siano le procedure per creare un nuovo sito dove spostare, sempre sul territorio di Rocca di Papa, tutti gli apparati radio-televisivi. Poi si ricambia idea e si domanda alla stessa Regione e al Ministero competente - questa volta con una “manina” molto “innocente” (ahi ahi!) - qual è la procedura da seguire per disattivare gli impianti. Di pari passo, con vero candore, si rimanda ogni tipo di decisione ad una commissione consiliare che non ha nessun potere esecutivo. Alla luce di questi episodi mi domando se non si rischia di essere poco credibili e autorevoli di fronte ai titolari delle emittenti, con la Regione, col Ministero e con i Tribunali competenti. Obiettivamente rimango un po’ perplesso. E quindi come finirà? Rebus sic stantibus (così stando le cose) tutto rimarrà al suo posto.

Ora parliamo delle procedure di acquisizione delle case abusive. Quando su temi così delicati come quello dell’abusivismo interviene la magistratura, tutto quello che si dirà o si farà è sempre sub judice, ovvero è fortemente condizionato dal controllo e dalla volontà dell’Autorità giudiziaria, con pochissimi margini di azione per la politica, che ha dato, nel tempo, prove di incapacità e, finanche, di spregiudicatezza e di irresponsabilità, vendendo illusioni. Spero comunque che prevalga, da parte di tutti, il buon senso e si arrivi presto a una soddisfacente soluzione del problema che riguarda tante famiglie, a ragione, preoccupate.

Ma non si può risolvere il problema con i famosi “Piani di recupero”, ovvero con le famose perimetrazioni? Sono trent’anni (già ai tempi del sindaco Enrico Fondi, anni ‘80) che attraverso le Varianti al Piano Regolatore Generale si tenta questo percorso e ogni volta, puntualmente, ci si imbatte nel Piano Urbanistico Regionale che, attraverso i PTP - Pianti territoriali paesaggistici, impone al nostro territorio dei vincoli paesaggistici, storici, archeologici e ambientali insuperabili. Quindi è inutile continuare con queste proposte illudendo i malcapitati di turno. L’amministrazione cittadina allo stato attuale potrà al più fare delle acquisizioni al patrimonio comunale (e saranno altri grandi problemi) degli immobili

abusivi andati a sentenza. Più chiaro di cosi!

E il PRG approvato nel 2001? Per quanto mi consta, è morto e sepolto negli scantinati della Regione Lazio; che se ne dica!

Rocca di Papa, da anni, non riesce ad affrontare l’abbandono del centro storico. Che cosa, in concreto, si puòfare? Si potrebbero mutuare i progetti di recupero e vendita di strutture del centro storico da parte di grandi immobiliari estere, così da rimetterle poi sul mercato internazionale, incentivate anche dai finanziamenti legati alla messa in sicurezza sismica. Questo progetto, oltre al recupero di un’area ormai in totale dismissione e progressivo abbandono, rimetterebbe in moto tutta l’attività edilizia ed artigianale con notevoli ricadute sull’occupazione e sull’economia locale in generale.

In conclusione, Rocca di Papa riuscirà a tornare quel paese turistico che molti anziani ricordano? Ci riuscirà se saprà ritrovare quello spirito unitario che ha sempre contraddistinto la comunità. Oggi Rocca di Papa è divisa su tutto. Spesso sono proprio gli interessi personali a determinare questo stato di cose. Ritrovare il senso della comunità dovrebbe essere la priorità, coinvolgendo tutti nelle scelte e nelle decisioni che riguardano il futuro del paese. Andrea Sebastianelli

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ROCCA DI PAPA LA LETTERA - Il turismo per valorizzare il paese

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«Aprirsi all’esterno è l’unica alternativa» Da appena due anni residente a Rocca di Papa sono rimasta molto colpita dall’articolo di Daniela Di Rosa su “Il Segno”, di cui ho conosciuto l’esistenza casualmente ad aprile 2017, in cui si denunciava la mancata rimozione dell’impalcatura natalizia alla Fortezza con la conseguente chiusura della stessa.

A prescindere dalla denuncia fatta, che ovviamente rappresenta una sentita preoccupazione per il discapito che porta alla comunità per l’ importanza storica ed archeologica del sito, sono rimasta inoltre colpita dalle considerazioni estese alla mancata volontà degli abitanti di fare tutto il possibile per aprirsi all’esterno.

Pur non avendo vissuto molto la città di Rocca fino a questo momento, mi sono resa subito conto delle potenzialità del

I tetti del centro storico di Rocca di Papa

territorio e di quanto le persone ne parlassero entusiaste rispetto al turismo che anni fa la animava.

Enogastronomia, storia, arte, cultura, curiosità, territorio, sarebbero aspetti da potenziare anche come volano economico e dovrebbero essere

completamente staccati dalla politica. Ho visitato la pagina Facebook della pro loco, è ferma ad eventi di ottobre ed oltre alle sagre e feste non mi sembra, ma forse non ho guardato bene, di rilevare promozione turistica. La pagina dell’history… pro loco di Rocca di Papa è ferma al

il Segno - Settembre 2017

2015, sempre su Facebook, e non sono riuscita a trovare un indirizzo con una sede dell’Agenzia di Promozione Turistica.

Il concetto di pro loco, secondo il mio umilissimo parere, non è solo quello di punto d’informazione turistica nel momento in cui viene richiesta, ma da dove partono iniziative per farceli arrivare i turisti! Sicuramente avere Roma città eterna come concorrente non è il massimo, ma è pur vero che percorsi alternativi od iniziative attraenti potrebbero essere richiesti da altre tipologie di turismo e/o utenza. Avendo poi pro loco attive su tutti i territori dei Castelli, si potrebbero creare delle sinergie tra le stesse utilissime allo sviluppo economico di questi territori con la conseguente creazione anche di posti di lavoro.

Non ho idea, e me ne scuso, su chi potrebbe essere il referente per ricreare un volano da cui partire. Certamente sono nuova del posto, ma quello che ritengo certo è che, come storica dell’arte di formazione ed estimatrice del bello è un vero peccato. Un cordiale saluto Tiziana Bacco


il Segno - Settembre 2017

Cultura e

... dintorni

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Molta storia italiana è passata in quella «sala»

Un altro pezzo di storia roccheggiana ha lasciato il nostro paese

di Andrea Sebastianelli È stato talmente impegnato nel cercare di accaparrarsi la gestione dei tralicci, che non sì è accorto che una prima importante delocalizzazione è già avvenuta nei mesi scorsi. Stiamo parlando del sindaco di Rocca di Papa, Emanuele Crestini, che ha passato un intero anno della sua amministrazione a rincorrere gli antennari, senza accorgersi di quello che stava avvenendo sotto il suo naso e proprio sulla vetta di monte Cavo.

La «mitica» sala operativa del COSMA (il Centro Operativo Stato Maggiore Aeronautica), considerata il punto forte del bunker di monte Cavo, è stata interamente musealizzata. Ma non a Rocca di Papa, che sarebbe stata la sua sede naturale, ma a monte Soratte nel comune di Sant’Oreste. La sala è stata ufficialmente aperta al pubblico lo scorso 13 maggio ed è stata subito un successo di pubblico. L’iniziativa, dal titolo “bombing day”, ha permesso di svelare tutti i segreti della segretissima sala comandi di monte Cavo da cui l’Italia guidò parte della difesa aerea a partire dal 1960. È stata una vera e propria rievocazione storica allestita a 300 metri di profondità nel bunker di Soratte, spiegata in ogni particolare dal Capitano Daniele Sgambati.

La sala allestita nella montagna di Sant’Oreste, a circa 80 chilometri da Rocca di Papa, è un altro pezzo importante di storia roccheggiana andata perduta nell’indifferenza generale. Eppure da un paio d’anni si parlava della possibilità di trasformare il bunker

La sala “monte Cavo” ricostruita a Soratte

La «mitica» sala operativa del Centro Operativo dello Stato Maggiore dell’ Aeronautica, considerata il punto forte del bunker di monte Cavo, è stata interamente musealizzata a Sant’Oreste

roccheggiano in un museo sotterraneo unico nel suo genere. Ma evidentemente il disinteresse ha prevalso.

All’interno dell’evento “Bombing day 2017” oltre ai nuovi allestimenti dell’area della Seconda Guerra Mondiale, con figuranti e decine di veicoli storici, è stata inaugurata quella che fu la sala operativa del 3° settore della D.A.T. (Difesa Aerea Territoriale) prima, divenuta dal 1963 S.O.C. (Sector Operation Center), successivamente ampliata in 2° R.O.C. (Regional Operative Command) ed infine C.O.S.M.A. (Centro Operativo Stato Maggiore Aeronautica). Quest’ultimo, non essendo inserito nella catena di comando e controllo NATO, non aveva compiti di carattere operativo, ma doveva fungere da struttura di rischieramento dello Stato Maggiore

sione e alla disponibilità del 5° Reparto dello SMA i visitatori potranno visionare un luogo storico legato alle operazioni di comando e controllo aeree che per anni sono state operate dal sito di monte Cavo. All’atto dell’inaugurazione, alla presenza del Sindaco di Sant’Oreste, sig.ra Valentina Pini, del presidente dell’associazione, architetto Gregory Paolucci, il comandante del 31° Stormo ha ripercorso la storia della sala ed i più importanti eventi storici ad essa legati, con un racconto che ha coinvolto tutte le persone presenti. La giornata è terminata con uno scambio di doni tra il Colonnello Quagliato, il sindaco di Sant’Oreste e il presidente dell’Associazione Bunker Soratte.

Aeronautica in caso di guerra. Il colpo d’occhio è da vertigine: oltre 18 metri di pannelli con mappe di tutta

Tutte le parti coinvolte, grazie a questo coordinamento, hanno realizzato i rispettivi “desideri” riportando alla luce un luogo storico per l’Aeronautica, dando lustro ad un percorso già ricco di elementi unici, e rin-

Europa su cui si registravano simulazioni ed esercitazioni di attività operative aeree, navali o sottomarine. Le visite guidate sono curate dall’associazione di volontari Bunker Soratte e grazie alla loro pas-

forzando la volontà di una comunità che, grazie al volontariato, ha permesso nel solo 2016 a più di 26.000 persone provenienti da tutto il mondo di ammirare un pezzo di storia italiana».

Uno dei momenti della visita guidata nel bunker del Soratte


INIZIATIVE

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il Segno - Settembre 2017

Un’estate con luci e ombre È la tradizione a salvare le feste

Molte le iniziative, alcune belle e impegnative, ma il centro storico fatica

La Festa della Pizza al Carpino (foto tratta da ilgrilloonline.it)

di Luigi Serafini L’estate appena finita ci permette di fare un bilancio su alcune iniziative culturali che si sono svolte da giugno a settembre, in attesa della nuova edizione della sagra delle castagne. Un bilancio con luci e ombre visto che alcune manifestazioni sono state un vero e proprio flop mentre altre

hanno rivelato spunti interessanti e sono riuscite a riportare per le strade del paese molti cittadini. È il caso della Festa della pizza che ha coinvolto il centro storico, da piazza Margherita fino al Carpino. Una bella iniziativa che ha fatto tornare il centro storico ai momenti più belli della sua storia. Questa festa, biso-

La poesia del mese

Autunno di Anna Giovanetti

Se ne sta andando ormai la calda estate e i primi freschi venti di libeccio spazzano via l’afa del solleone cariche nubi appaiono in lontananza e le ultime rondini che partono annunciano l’arrivo di una nuova stagione.

gna ricordarlo, ha ricevuto un consistente contributo (circa 20mila euro) dalla Regione Lazio e i risultati si sono visti. Non abbiamo ancora avuto modo di vedere i costi e le entrate della Festa e sollecitiamo la Proloco a renderli pubblici. Ora passiamo ai flop. Il primo è senza dubbio la ritrovata pseudo-infiorata (segaturata). Il grande impegno messo in campo da volontari e associazioni non è stato ripagato dal successo. D’altronde fare un’infiorata lo stesso giorno che si svolge quella internazionale di Genzano non è stata proprio una grande intuizione. Turisti arrivati: zero. Un grosso flop (ma ormai siamo purtroppo abituati) è stata anche la Festa del patrono mentre continua la confusione sul giorno in cui San Carlo dovrebbe essere festeggiato. Una ricorrenza sempre

Francesca Gatta, la 24enne si laurea in Medicina e chirurgia con una tesi da 110 e lode

Le piogge che tra poco arriveranno daran sollievo alla terra arroventata troveranno ristoro campi e boschi assetati sarà più fresca l’aria, più chiara la vallata. Sull’aia le grosse botti son pronte già sciacquate e si prepara a vendemmiare il contadino pensa al canto allegro delle donne tra i filari e già pregusta il sapore del novello vino.

Di giallo e arancio si tingono le foglie e il vento ad una ad una le volteggio, le sparpaglia e le rinserra staccandole dagli alberi in un turbinio danzante e come in un magico tappeto le adagio sulla terra.

Torneranno rassegnati i bimbi a scuola ripensando ai lunghi giorni di vacanza, ai giochi pazzi, più corte si fanno le giornate e avverti in senso di malinconia, l’autunno si avvicina a grandi passi.

meno partecipata, diventata soltanto la sfilata delle vanità con i politici in prima fila. La festa di San Carlo quest’anno si è salvata soltanto grazie a due colonne della tradizione artistica roccheggiana: Piero Botti e il concertino gli Screpanti. I loro spettacoli hanno permesso alla festa di salire di tono e di partecipazione. Piero Botti, però, ha anche un altro merito, quello di aver ricordato Luigi Pirandello nell’ambito della ritrovata Festa della Madonna del Tufo (dopo anni di assenza). Quest’anno ricorrono i 150 anni della nascita di Pirandello e visti i suoi legami con Rocca di Papa (qui nel 1901 scrisse il suo primo romanzo L’esclusa) siamo lieti che qualcuno, Piero Botti appunto, abbia voluto rendergli omaggio. Grazie Piero per averci pensato!

Francesca Gatta

Ad appena 24 anni, la giovane Francesca Gatta ha conseguito la Laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata con la votazione di 110 e lode. L’importante traguardo è stato raggiunto da Francesca lo scorso 27 luglio, discutendo una tesi in Cardiochirurgia pediatrica. Relatori sono stati il Prof. Giovanni Ruvolo, primario del Dipartimento di Cardiochirurgia del Policlinico Tor Vergata, e la Dott.ssa Sonia Albanese, cardiochirurgo dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Titolo della tesi: «Stenosi polmonare valvolare e sopravalvolare isolata: evoluzione dell’approccio chirurgico ed analisi di una nuova tecnica di montaggio del patch di ampliamento del tronco polmonare». Grande soddisfazione in casa Gatta, con papà Piero e mamma Laura Marcotulli che hanno seguito sempre con molta attenzione la crescita professionale di Francesca. A lei vanno i nostri auguri per il futuro. I giovani come Francesca sono la speranza più bella e concreta per il futuro del nostro paese.


TEMI D’OGGI

il Segno - Settembre 2017

La psicologia universale nei ritratti del Manzoni

La nostra storia

di Vincenzo Rufini Nel corso del ‘900 e in maggior misura in questo inizio del XXI secolo quella particolare scienza dello scibile umano che ha per nome psicologia ha assunto un’importanza vitale nel contesto della vita sociale.

Ogni fenomeno viene analizzato tenendo presente il metro psicologico; ma la psicologia ha avuto degli antecessori filosofici e letterari. Nel campo della parola scritta la psicologia assume una posizione di privilegio in quel capolavoro della letteratura italiana, e non solo, che è conosciuto col nome di Promessi Sposi, il romanzo assoluto di don Lisander (Alessandro Man-

zoni).

In questo scritto letterario che il Manzoni scrive e riscrive nel corso dell’Ottocento romantico e la cui trama, pur apparentemente semplice, evidenzia una serie di situazioni e di archétipi il cui fondo psicologico traspare in modo perentorio. Il romanzo è pervaso da una linea di fondo impregnata ai valori religiosi di cui Alessandro Manzoni ne era il portatore, primo fra questi l’esasperato senso del perdono; l’esaltazione di una società rurale che ha come scopo la semplicità, cui vengono contrapposti lo strapotere e le angherie dei potenti dell’epoca, riflesso condizionato di uno stato di vita sociale riflettente situazioni similari in ogni

Le società degli animali Mondo Animale

di Annarita Rossi Soldatini diligenti al cospetto della loro regina. Si impegnano costantemente e scrupolosamente per tutto il loro arco vitale. In fila indiana li vediamo dalla nostra altezza mentre trasportano pezzetti di legno, aghi di pino, residui di cibo, oppure li osserviamo al lavoro sui fiori. Eserciti ben organizzati dove possiamo riconoscere tra i numerosi insetti, le formiche, le api e le termiti. Le formiche e le api appartengono a quei gruppi socialmente più evoluti tra gli animali che comunicano attraverso dei suoni emessi, le une, dai ferormoni, le altre, con una danza alare. Le api operaie per tutta la loro esistenza nutrono l’ape regina con la pappa reale per consentirle la riproduzione e sono persino disposte a sacrificare la loro vita quando, per difendere l’alveare, si vedono costrette a pungere l’intruso, infatti, una volta che iniettano il loro pungiglione, muoiono. Le termiti, tra i più valorosi architetti nel regno animale, sono capaci di costruire alti termitai come monoliti dove vivono e

depongono le uova, sono organizzate in caste dove regna una coppia. Le società degli insetti che per un innato istinto sono organizzatissime, sono anche estremamente complesse e articolate, al fine di assicurarsi una migliore sopravvivenza e difesa dai predatori. Molte le società femminili nel mondo animale, non vi sono solo regine tra gli insetti, tra i mammiferi sono diverse le so-

il T o c c o

di Ermanno Gatta

tempo. Laddove lo scritto manzoniano raggiunge l’apice è nella descrizione dei vari protagonisti della vicenda narrativa in cui vengono analizzati con finezza psicologica, degna del miglior dottor Freud, quegli archétipi dell’umanità che in ogni epoca segnano il cammino evolutivo. I protagonisti della storia, Renzo e Lucia, vengono descritti dalla penna d’oro dell’autore come dei normali contadini, semplice e remissiva lei quanto focoso e determinato lui, cui gli avvenimenti più grandi di loro si frappongono nella loro esistenza turbando la loro storia d’amore. Un altro personaggio analizzato è un individuo tragico e venale, il curato don Abbondio; un essere assolutamente privo di coraggio e di dignità, il quale viene meno ai doveri del suo ufficio pur di garantirsi un sereno quieto vivere. In contrapposizione al curato di campagna si erge maestosa e imponente la figura del frate cappuccino Cristoforo, un uomo che non esita a metter in gioco la sua vita pur di rendere beneficio agli altri.

Nel panorama romanzato si susseguono altre figure, quali il

cietà matriarcali, come quelle dei gatti, degli elefanti, delle iene, delle manguste e di alcuni primati. Insomma, quello fem-

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bieco e violento don Rodrigo, esempio classico di chi approfitta della propria posizione di privilegio per vessare coloro i quali la vita sociale ha relegato in posizioni subalterne. Altre due figure meritano di essere citate: l’Innominato, che ha fatto della sopraffazione la sua ragion d’essere, ma cui il destino ha fornito un’àncora di salvezza, auspice il buon cardinal Federigo Borromeo, in cui non esita ad aggrapparsi onde rivedere la sua vita, riparandone il passato tragico ed iniziare un nuovo cammino nella rettitudine per riscattare il male fatto.

Il romanzo, scritto nel secolo XIX ma ambientato nel ‘600, il “siglo de oro” come lo chiamavano gli spagnoli, rispecchia in pieno la società, non solo dell’epoca ma di tutte le epoche, anche se le forme mutano col tempo la sostanza rimane identica. Predatori voraci e prede sacrificali! Alessandro Manzoni, però, è un letterato animato da una visione dell’essere molto positiva, per lui alla fine di ogni storia il bene e la bontà hanno sempre la meglio su ogni nequizia.

minile è tutt’altro che il sesso debole per alcune specie animali! Ciascuna società ha delle regole ben precise, dove all’interno di un gruppo si stabiliscono una gerarchia e quindi un rango e ciascun individuo ricopre una posizione in ordine d’importanza; vengono divisi i compiti, così c’è chi procaccia il cibo, chi si occupa dei piccoli e chi della difesa. Poi vi sono alcuni animali solitari come l’orso e il leopardo che si aggregano ai loro simili soltanto per la riproduzione. Quasi tutti gli altri mammiferi vivono in gruppi anche numerosi come i delfini che arrivano a formarne alcuni da 1000 e fino a 10.000 esemplari. Anche la maggior parte dei pesci sono animali sociali capaci di riconoscere le stesse specie appartenenti a un gruppo e farne squadra. Molte coppie di uccelli, monogame per tutta la loro vita, si occupano dei propri piccoli alternandosi. E tutte le singole specie di animali comunicano tra loro, chi cantando, chi fischiando, emettendo suoni e versi contraddistinti, altre avvalendosi delle movenze del corpo. E infine, tra gli animali sociali non si può dimenticare il cane che, anche se predisposto per necessità a vivere in branco, da sempre ha scelto di vivere accanto all’uomo.


il Segno dei tempi

il Segno - Settembre 2017

nei disegni del Maestro Franco Carfagna Stavolta il maestro Carfagna spiegherà che cosa significa quel cavallo nel centro storico, ripreso nel suo disegno. Erano gli anni ‘70 e a ritirare la “monnezza” per i vicoli stretti di Rocca di Papa non erano le ditte private ma il comune e gli “scopini”. Così, infatti, si chiamavano amichevolmente quelli che oggi definiamo operatori ecologici. Gli scopini pulivano le strade con la scopa fatta di ruschi (pungitopi)... ma veniamo al cavallo e alla convinzione di oggi che il ritiro dei rifiuti “porta a porta” sia un’invenzione moderna. In realtà questo sistema veniva già praticato in passato, quando le donne la mattina mettevano il secchio fuori dall’uscio in attesa che passasse la cavalla bianca tedesca di Stafforte (e da lui stesso addestrata) che si fermava da sola ogni volta che vedeva un secchio. Stafforte era un simpatico brontolone e ogni secchio veniva da lui svuotato nei biconzi e, per essere sicuro che non restassero residui sul fondo, lo sbatteva sul bordo con forza... per poi brontolare: “Non casca n’gniente da stu secchiu”. Spesso chiamava anche le signore che avevano dimenticato di lasciare fuori i contenitori. All’epoca non c’erano buste di plastica e i secchi venivano foderati di giornale (ma non tutti riuscivano e remmediallu), così come non si gettavano le bottiglie di vetro visto che il latte veniva portato direttamente dagli allevatori nelle case. Le bottiglie, insomma, erano di pro-

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La raccolta dei rifiuti di tanti anni fa

prietà! Neanche i barattoli erano in commercio, ce l’avevano solo i negozianti. La carta, poi, serviva per accendere il fuoco oppure i fornelli (era il “gas a carbone” dei tempi passati). Per l’olio, invece, si doveva portare un recipiente da casa. I grandi barattoli da 5 chili dei negozi venivano prenotati dai clienti, che li portavano all’orto e li utilizzavano per cucinare, oppure li tagliavano creando la lamiera per fare i tetti alle capanne (tipo tegole canadesi). Infine, gli avanzi del cibo venivano dati agli animali. Anche il nostro Stafforte nutriva così la sua cavalla bianca tedesca. Torniamo proprio a questa cavalla che doveva fermarsi davanti a tutti i secchi che trovava lungo gli stretti vicoli, dove spesso non entrava nemmeno un carretto. Dopo la poca immondizia raccolta, e dopo aver fatto mangiare la cavalla bianca tedesca, Stafforte (che avrebbe voluto vedere i biconzi pieni) a malincuore scendeva per via della Cava, arrivava al Carpino, imboccava la via del cimitero per scaricare il tutto al curvone di pentima stalla. I biconzi (realizzati dallo stesso Stafforte) avevano un’apertura in basso così da poter essere adoperati dallo “sco-

pino”. Ogni due-tre mesi il sindaco mandava una ruspa a spianare i rifiuti rimasti dopo che i contadini l’avevano setacciata per utilizzarla come fertilizzante per la vigna. Grazie “mitico” Stafforte. Un sincero grazie anche ai figli che hanno autorizzato la pubblicazione di questa storia.

Lettere, Proposte, Proteste e Reclami ilpiccolosegno@libero.it

Le lettere non superiori alle 10 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico

LA PULIZIA DEI TOMBINI A proposito delle piogge che hanno provocato danni in molte città, volevo segnalare che la pulizia dei tombini stradali è una di quelle attività che vengono svolte solo di rado. Anche a Rocca di Papa ci sono decine di tombini, soprattutto

nel centro storico, pieni di terra che non vengono puliti da anni. Una corretta manutenzione potrebbe essere una prima risposta. Lettera firmata

LA CHIAMATA DEL SEGRETARIO PD Ho appreso che il segretario

CANTINA FAZI vini D.O.C. e spumanti

“dal cuore dei Castelli Romani”

Pd di questo paese, Rocca di Papa, appena eletto è stato chiamato a lavorare presso il municipio. Questa voce mi è stata riferita in piazza ma vorrei sapere se corrisponde al vero. Mail firmata Ne parliamo in un articolo.

il

Segno

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ROCCA DI PAPA - Via Campi d’Annibale, 78/a


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