Il Segno gennaio 2020

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Segno Ilgrande Quello che gli altri non scrivono

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IL PRIMO A STUDIARE I DOCUMENTI

«Le carenze degli atti erano molto evidenti» A PAGINA

Io dissento da questo silenzio voluto o indotto su questo paese, il mio paese, il paese di tutti, il silenzio della rassegnazione di una situazione aberrante che ci ha feriti, distrutti, annichiliti, e che nessuno sembra poter o voler cambiare! Cosa ci aspetta è lecito saperlo? O dobbiamo desertificare del tutto questo paese martoriato?

La fondazione e il regalo da 2,5 milioni di €

Anno 19, n. 1 - GENNAIO 2020

Massimo Saba

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Riflessioni di una cittadina

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Fb: Il Segno di Rocca di Papa

L’Agenzia Nazionale Anti Corruzione smaschera il progetto della pseudo fondazione con sede a Londra che voleva finanziare gratuitamente la ristrutturazione della scuola centro urbano e a cui l’amministrazione comunale aveva aperto le porte senza nemmeno pretendere il certificato antimafia. Chi li ha portati a Rocca? Sulla vicenda indaga anche la Dda

Il comandante Di Bella

Da Nemi con furore e a Rocca con clamore

di ANDREA SEBASTIANELLI Da sette mesi c’è chi si sta facendo una domanda. Ma il sindaco di Rocca di Papa chi è? Sì certo, lo sappiamo che a fare le funzioni c’è la vicesindaco Veronica Cimino ma molti sospettano che a gestire un po’ tutto non sia più lei ma il comandante della polizia locale, Gabriele Di Bella, arrivato a Rocca di Papa su gentile omaggio della sindaca di Roma dopo l’esplosione del comune. Un omaggio a scadenza che invece sta mettendo solide radici, tanto che la Cimino pur di averlo ha annullato un concorso già fatto. segue a pag. 15

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Pasticcio antenne A PAGINA 7

La strana mozione

Spariti dei documenti dalla borsa di Crestini. Si sollecita la denuncia A PAGINA

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A PAGINA 17

Intervista a Massimiliano Calcagni A PAGINA 9

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Novità sul caso Pucci

A PAGINA 6


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Francesco Prete nominato Procuratore a Brescia

Il Procuratore Capo lascia Velletri dopo 6 anni

il Segno - GENNAIO 2020

TE R R ITO RI O

il

Segno

organo mensile dell’associazione culturale “Editoriale il Segno” C.F. 92028150586 P.IVA 12706861007 Registrazione Tribunale di Velletri n. 5/02 del 19/02/2002

DIREZIONE Via dei Monti, 24 - Rocca di Papa DIRETTORE RESPONSABILE Andrea Sebastianelli

ilpiccolosegno@libero.it REDAZIONE

Bruna Benelli, Federico De Angelis, Daniela Di Rosa, Vincenzo De Rossi, Mauro Giovanelli, Anna Giovanetti, Giovanni Mancini, Noga (Gabriele Novelli), Roberta Puglisi, Annarita Rossi, Vincenzo Rufini, Maria Pia Santangeli, Luigi Serafini, Alessandro Tabellione ILLUSTRAZIONI Franco Carfagna, Ermanno Gatta

Stampa: Arti Grafiche Roma

IL SEGNO NON USUFRUISCE DI ALCUN FINANZIAMENTO PUBBLICO SOTTOSCRIVI PER IL SEGNO:

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di MARCELLO MORRONE

Francesco Prete, 61 anni, lascia la Procura della Repubblica di Velletri, dove era arrivato nel 2013, per quella di Brescia. La decisione è stata presa dal Csm (Consiglio Superiore della Magistratura) con un voto che ha spaccato i giudici. Infatti a favore di Prete sono andate 12 preferenze contro le 7 a favore dell’altro candidato, Fabio Napoleone. Gli astenuti sono stati 6. Per l’ex Procuratore di Velletri hanno votato sei membri laici del Csm, i togati di Unicost (corrente moderata a cui aderisce lo stesso Prete) e quelli di Mi (Magistratura Indipendente, storica sigla nata negli anni Sessanta e che raduna i togati di destra). Per Francesco Prete si tratta di una nomina importante visto che la Procura di Brescia ha competenza per le inchieste che coinvolgono i magistrati di Milano.

E proprio alla Procura di Milano Prete fece parte del pool sui reati contro la pubblica amministrazione e della Direzione distrettuale antimafia. Tra le indagini condotte negli anni milanesi, si ricordano quelle sugli amministratori della cassa di risparmio di Asti e sull’incidente all'interno di

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Il Procuratore di Velletri Francesco Prete

una camera iperbarica presso l’istituto ortopedico Galeazzi che vide tra gli indagati anche Antonino Ligresti per incendio e omicidio colposo plurimo. Prete è stato anche sostituto procuratore a Brindisi, dove si è occupato di inchieste sulla Sacra Corona Unita, detta anche la quarta mafia. Infine, prima dell’esperienza a Velletri, è stato procuratore a Vasto, dove ha diretto indagini sulla criminalità organizzata e sui reati edilizi, culminate con il sequestro di interi villaggi turistici.

Per quanto riguarda la Procura di Velletri, il merito di Francesco Prete è stato quello di aver coordinato in modo esemplare, restituendo l’autorevolezza che

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meritava, il lavoro complesso di una procura spesso considerata, a torto, minore. Invece Velletri si trova in un territorio vasto in cui le infiltrazioni criminali provenienti dal Basso Lazio e dalla Campania, hanno ormai raggiunto livelli di allarme, emersi proprio grazie al lavoro svolto in questi anni. Tra le indagini più importanti anche quelle sull’abusivismo edilizio che portarono alla sottoscrizione di un protocollo d’intesa con la Regione Lazio per portare a conclusione migliaia di pratiche rimaste nei cassetti. Degna di attenzione anche la lotta della Procura rispetto alla violenza sulle donne. Al neo-procuratore di Brescia auguriamo buon lavoro.


il Segno - GENNAIO 2020

Rocca di Papa

N OTIZIE

IN FOR M AZION E

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ATTU AL ITÀ

Nell’interrogazione si parla di documenti asportati(!) a Crestini

La mozione presentata da Grasso chiama in causa i Carabinieri

di ANDREA SEBASTIANELLI

dove si trovava questa borsa: dentro il municipio crollato o Crestini l’aveva con se durante l’esplosione? Appare difficile credere che l’ex sindaco in piena confusione e impegnato ad uscire dal Comune abbia pensato a tenersi stretta una borsa.

Ho letto e riletto la mozione presentata in consiglio comunale da Massimo Grasso (prot. n. 35995 del 24 dicembre 2019) e ancora non ne ho capito il senso.

Il consigliere scrive testuale: «Premesso che la signora Wanda Ferri riferiva allo scrivente che a seguito del sinistro del 10 giugno 2019, veniva restituita dai Carabinieri di Rocca di Papa la borsa da lavoro del figlio nonché nostro sindaco Emanuele Crestini; - premesso che i Carabinieri riferivano alla madre del sindaco che dalla borsa era stata asportata della documentazione; - considerato che la signora Ferri riferiva altresì di aver rappresentato all’Autorità Giudiziaria la sopra citata circostanza; - ritenuto che ogni documento trattenuto dalle Forze di Polizia deve essere supportato da un verbale da trasmettere all’Autorità Giudiziaria; - ritenuto che di tale documentazione sembra non esservi traccia; - si chiede al consiglio comunale di votare affinché venga conferito incarico ad un legale che accerti la circostanza di cui sopra ed eventualmente denunci le violazioni riscontrate». Non so che cosa abbiate capito voi lettori, ma io ho capito questo: Grasso informa il consiglio comunale che alla mamma dell’ex sindaco Crestini è stata restituita la borsa che il figlio aveva al momento dell’esplosione. Ma ci dà anche un’altra informazione per niente se-

La seconda cosa da chiarire riguarda il contenuto stesso di questi documenti. Di che cosa si tratta? Certo è che se le Autorità hanno ritenuto di doverli trattenere, dovevano avere un nesso con i fatti accaduti. La terza cosa da chiarire e che Grasso (che tra l’altro fa anche l’avvocato) non dice, riguarda il movente: perché i carabinieri avrebbero dovuto asportare dei documenti da quella borsa per motivi diversi da quelli inerenti l’inchiesta avviata immediatamente dalla Procura della Repubblica di Velletri?

Sopra: la mozione consiliare presentata da Grasso (a lato)

condaria: che dalla borsa sarebbero stati asportati dei documenti per stessa ammissione dei Carabinieri di Rocca di Papa, i quali però non sembra siano stati interpellati da Grasso al fine di appurare la versione della signora Ferri. Da come è scritta la mozione pare di capire che i documenti sarebbero stati sequestrati dall’Autorità giudiziaria, la stessa che sta indagando sui motivi dell’esplosione del 10 giugno scorso e sui mancati allarmi costati la vita a due persone (oltre a Crestini, il delegato comunale Vincenzo Eleuteri). Dopo di che, il consigliere

Grasso scrive che la stessa Autorità Giudiziaria non ha redatto alcun verbale dell’accaduto e che quindi andrebbe denunciata. Ancora una volta sembra di capire (ma forse è l’unica cosa chiara dell’interrogazione consiliare) che Grasso stia chiedendo al consiglio comunale di nominare un avvocato per denunciare i carabinieri. Almeno questo è quello che ho capito io. In questa ipotetica sparizione di documenti dalla borsa di Crestini la prima cosa da chiarire riguarda

Infine, c’è un ultimo aspetto incomprensibile. Perché in tutto questo dovrebbe essere il Comune di Rocca di Papa a pagare un avvocato con l’incarico di indagare e di presentare una denuncia? Altre domande sorgono spontanee: perché tale denuncia non la presentano gli eredi dell’ex sindaco Crestini tramite un loro legale anziché far pagare la parcella dell’avvocato al Comune che già naviga in cattive acque? E perché, in alternativa, non la presenta Grasso in qualità di consigliere comunale? Non so voi che idea vi siate fatti, ma io continuo a non comprendere il senso di questa mozione. A meno che voglia essere di supporto a qualche altro motivo al momento sconosciuto. Ah saperlo!


È partita la campagna elettorale tra guerre lampo, silenzi e caos 4

il Segno - GENNAIO 2020

Intorno al centro storico si assiste alle strane battaglie tra commercianti R OCCA D I PA PA

di DANIELA  DI ROSA

Quello che succede nel nostro paese ha del farsesco, sembra di vivere sotto un grande tendone da circo, con tanti clown che un giorno ridono, l'altro piangono, sempre su ordine del "capocomico" di turno.

Dopo la tragedia del 10 giugno tra i commercianti del centro storico, oltre al dolore, regnava comunque l'armonia, la speranza e il pieno sostegno alla sindaca reggente. Poi una mattina di ottobre, come un fulmine a ciel sereno e con una motivazione più imbarazzante che plausibile (l'arrivo di un mercato contadino a scadenza settimanale) i commercianti per voce della loro presidente, Tiziana Ulisse, dichiarano "guerra" alla Cimino e a suon di duri post aprirono le ostilità. E giù accuse su accuse. In soli tre mesi da loro paladina era diventata la loro "nemica". A dicembre l'apoteosi per le luminarie mancanti, poi arrivate, ma descritte da loro come "brutte e misere". Nel frattempo anche loro si dividono e una parte prende le difese della sindaca, dichiarando "guerra" alla presidente dell'associazione e aprendo le ostilità verso i commercianti dissidenti, ostilità rigorosamente a suon

F ac u s ì s o C

di post su Facebook. Si crea una spaccatura simile alla spaccatura politica che nel mentre si concretizza dentro la maggioranza, con una sindaca che un giorno sì e l'altro pure è intenta a cacciare assessori e delegati non allineati e in alcuni casi da lei stessa nominati.

Insomma, una parte dei commercianti parteggia per la Cimino, l'altra per i parenti del defunto sindaco ormai entrati a gamba tesa in politica e, come avviene da anni, i pochi CCS rimasti (Commercianti Centro Storico) si "contendono" i candidati. Ma non gli viene mai il dubbio che una delle cause della fine del commercio potrebbe essere proprio il loro

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Saracinesche abbassate in via Duomo

asservimento alla politica? Il tutto dura circa un mese, poi così come era cominciata, senza preavviso e senza un valido motivo, la "guerra lampo" alla sindaca termina. E termina pure la "guerra lampo" verso la presidente dell’associazione mentre subentra un assordante silenzio su tutta la vicenda, come se la cosa riguardasse solo loro e non tutte le persone che avevano coinvolto con i loro comunicati. Nessuna spiegazione ai cittadini, che sono stati prima tramortiti dai loro comunicati di fuoco (con tanto di insulti, ogni gruppo accusava l'altro di fare i propri interessi) poi intorpiditi dal loro mutismo. Fino a quando un commer-

ciante (M.M.) scrive un post alla "libro cuore" (De Amicis non avrebbe saputo fare di meglio), dove tra il mai passato di moda "amore per il paese", orgoglio campanilistico (che secondo me non è proprio una bella cosa), il "volemose bene" a tutti i costi, invita all'unione, alla concordia e a lavorare insieme per un interesse comune, mi piacerebbe sapere: è un interesse comune a loro o a tutta la comunità? Anche la presidente, abbassate le armi, scrive: “Io ci sto, uniamoci”. Qualcuno ci spiegherà perché si erano divisi? Mi sa che hanno trovato il candidato che, come auspicava la stessa presidente, sarà almeno chiaro sui contentini da distribuire.

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Tra candidati veri o presunti in attesa di scoprire le carte il Segno - GENNAIO 2020

Aspettando la primavera le forze politiche si muovono per scegliere i futuri sindaci. L’ultima mossa è del Pd, che ha scelto la candidata a sorpresa Roberta Trombetta. Ma alla fine si è capito che tale proposta era stata decisa da non si sa quali vertici del partito. Motivo per cui è naufragata dopo qualche ora. Questo sta anche a significare che il Pd non sembra avere altri candidati spendere, ben sapendo che nessuno al momento (Andrea Croce in primis) vuole sacrificarsi. Più inciucista Italia Viva di Renzi a cui hanno aderito diversi esponenti ex Pd (da Mauro Fei a Raffella Taggi, da Massimo Litta a Maurizio De Santis+figlio, fino a Pino Calicchia). La loro strategia è stare con un piede in varie staffe. Alla fine Cinzia Botti (coordinatrice della Lega) e il consorte Gino Ferri avrebbero sciolto il nodo: il loro candidato sindaco dovrebbe essere l’Avv. Piero Faletti, già delegato alla sicurezza della Lega di Roma e Provincia. Faletti risiede a Rocca di Papa (zona Vigne) ma sul

RO CC A D I PA PA

profilo social preferisce scrivere che vive a Roma. Mah! E dopo un mese burrascoso, anche Veronica Cimino è scesa in campo all’insegna della continuità amministrativa. Queste due novità denotano che fra i due gruppi c’è un patto chiaro: alle elezioni divisi per prendersi i voti della destra (Faletti) e della sinistra (Cimino). Ma all’eventuale ballottaggio uniti fino alla meta. A sostenere la Cimino c’è l’ass.re Montalto e i consiglieri Paolo e Lorena Gatta oltre a Italia Viva. Massimo Saba, intanto, non ha ancora sciolto il nodo della sua candidatura. Una decisione definitiva potrebbe arrivare nelle prossime settimane.

Oltre al Pd, a sinistra guarda anche il movimento di Bruno Petrolati ed Elisa Pucci che fin’ora avrebbe avuto il sostegno di Piero Botti, Francesco Casciotti e Alessio Iadecola. Ma la Pucci, sarebbe intenzionata a non candidarsi. E a sinistra guarda anche il gruppo di Gennaro Spigola, già candidato nel 2016.

ROCCA DI PAPA 2020 IL BORSINO DEI CANDIDATI

Candidato Chi è

Veronica CIMINO

Sarà lei la candidata sindaco di una coalizione in continuità con l’amministrazione uscente. Sostenitrice della Lega alle ultime europee ora ha abbracciato un’idea più moderata.  Che cosa non si fa per la poltrona!

Massimo SABA

Le ultime notizie lo danno di nuovo in pole position nel guidare una coalizione trasversale ai partiti. Può contare sul sostegno di almeno tre consiglieri comunali. Sarebbe certo una candidatura forte. Vedremo.

Piero FALETTI

Sarà quest’avvocato civilista (classe 1971) il candidato della Lega targata Forest. Faletti, nato a Varallo Sesia (Vicenza) è il candidato misterioso di cui si parlava da tempo. Speriamo non si perda tra i vicoli di Rocca.

Bruno PETROLATI

Elisa Pucci non sarebbe intenzionata a candidarsi a sindaco. A questo punto potrebbe decidere di candidarsi l’esponente più in vista del costituito movimento, Bruno Petrolati. Aperto un dialogo con la sinistra.

Roberta TROMBETTA

Sembrava che il Pd avesse trovato nella figlia di Giancarlo, esponente storico della sinistra, la candidata a sindaco in grado di unire l’intero centrosinistra. Ma la candidatura, costruita male, sarebbe già naufragata.

Chi sale

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Chi scende


Il Comune sarà parte civile controilparere dell’ufficio legale 6

il Segno - GENNAIO 2020

Contenzioso con Elisa Pucci: modificata la stesura della delibera RO CC A DI PA PA

Pucci

di ANDREA SEBASTIANELLI

Sul numero scorso avevamo dato notizia della decisione dell’amministrazione guidata dalla vicesindaco Veronica Cimino di costituirsi parte civile nel processo che vede imputata la consigliera Elisa Pucci con l’accusa di aver siglato anche a nome di altri consiglieri (ma dietro la loro autorizzazione verbale) la richiesta di un consiglio comunale straordinario sulle antenne di monte Cavo. La denuncia per falso materiale in atto pubblico venne presentata dall’ex sindaco Crestini, anche se non è chiaro in quale veste la presentò. La novità rispetto a questa vicenda è che la giunta ha deciso di costituirsi parte civile contro il parere del proprio ufficio legale, cosa mai avvenuta in precedenza per quanto ne sappiamo.

Nella prima delibera pubblicata sull’albo pretorio, la n. 112 del 3 dicembre 2019, a pagina 4 appariva questa scritta: «Sul procedimento de quo il Responsabile del Settore Affari Istituzionali ha espresso parere con nota prot. n. 33727 del 02/12/2019, da intendersi qui integralmente riportato e trascritto». Leggendo queste poche righe sul parere rilasciato da Anna Maria Fondi («da intendersi qui integralmente riportato e trascritto») sembrava palese che la giunta avesse recepito le indicazioni del proprio ufficio legale. Ma nemmeno per sogno! Dopo il nostro articolo di dicembre, la delibera n. 112 è stata sostituita con un nuovo documento che presenta un’aggiunta a penna. Ecco la nuova frase: «Sul procedimento de quo il Responsabile del Settore Affari Istituzionali ha espresso parere con nota prot. n. 33727 del 02/12/2019, da intendersi

qui integralmente riportato e trascritto, su cui si reputa opportuno discostarsi, atteso che il consigliere (Elisa Pucci, n.d.d.) non ha avuto un comportamento corretto e in linea con i suoi doveri primari. Tant’è che il defunto sindaco Crestini aveva formalizzato la denuncia». Da questa seconda versione della delibera di giunta appare evidente che la giunta ha deciso la costituzione di parte civile in disaccordo con il proprio ufficio legale. Uno “scontro” istituzionale mai avvenuto in precedenza e che costa alle casse pubbliche, già solo con la nomina di un avvocato, 2.000 euro.

Delibera di Giunta N. 112

Da così...

Delibera di Giunta N. 112

... a così

La faccenda appare molto delicata per un motivo semplice: un parente della consigliera Pucci aveva lasciato

L’ufficio legale del Comune: «È un azzardo»

La Responsabile del settore affari istituzionali del Comune, Anna Maria Fondi, nel suo parere datato 2 dicembre 2019 sul contenzioso con Elisa Pucci, evidenziava già nelle premesse che per il Comune «non sussiste l’obbligo di costituirsi. È solo una facoltà». Circa l’opportunità di costituzione di parte civile, aggiungeva che «avendo preso atto in data odierna che l’amministrazione intende costituirsi parte civile per il risarcimento del danno arrecato all’Ente, rilascia il presente parere formale attraverso il quale si segnala l’azzardo di utilizzare somme pubbliche per costituirsi parte civile e chiedere danni che (escluso danno patrimoniale ed escluso danno morale) potrebbero essere ricondotti ad un danno all’immagine. Danno -aggiungeva- che si basa su giurisprudenza traballante e controversa». Un danno all’immagine che nel caso della Pucci l’avvocato Fondi «non solo non intravede ma non è in grado di quantificare».

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intendere che a pressare la vicesindaco affinché il Comune si costituisse parte civile fossero stati proprio gli eredi di Crestini tramite una lettera fatta pervenire all’amministrazione dal loro avvocato. Una pressione che, se confermata, avrebbe fatto sì che la giunta respingesse le conclusioni a cui era arrivato il suo ufficio legale circa l’opportunità di costituirsi parte civile. Il tutto stona con un’altra delibera di giunta che, approvata in ritardo circa la nomina di un legale del Comune nei ricorsi presentati da alcuni antennari, ha costretto il Tar a sospendere l’ordinanza di demolizione evidenziando proprio la mancanza di deposito degli atti da parte del Comune.

Veronica Cimino, insomma, continua a collezionare gaffe amministrative. Dopo l’ordinanza sulla scuola firmata solo due settimane prima della riapertura dell’anno scolastico, dopo l’approvazione di una delibera sul progetto di efficientamento energetico su cui l’Anac ha già espresso forti perplessità, dopo i ritardi con cui ha nominato un legale contro gli antennari di Madonna del Tufo (vedi articolo accanto), adesso è la volta della costituzione in giudizio contro la consigliera Elisa Pucci malgrado il parere contrario dell’avvocato del Comune di Rocca di Papa.


La Cimino non deposita gli atti e gli antennari gioiscono il Segno - GENNAIO 2020

Tralicci Madonna del Tufo, il Tar concede altri 3 mesi Giunta nel caos

di DANIELA DI ROSA

Il comune di Rocca di Papa non ha ottemperato al proprio dovere di depositare gli atti come stabilito dalla legge, e i giudici del Tar del Lazio, a cui si erano rivolte una decina di aziende radiofoniche, sono costretti a rinviare l’udienza a marzo. Non è uno scherzo di inizio anno ma è proprio quello che è accaduto.

La vicenda inizia quattro mesi fa, il 16 agosto 2019, quando, sulla scia delle ordinanze firmate nel 2003 dall’ex sindaco Ponzo per monte Cavo, l’amministrazione emette tre ordinanze di demolizione (numeri 79, 80 e 81) per una serie di abusi edilizi commessi da alcuni antennari in località Madonna del Tufo (su proprietà dei Padri Trinitari). Il Comune contesta la realizzazione di box, basamenti in cemento armato e l’innalzamento di tralicci in ferro con relative parabole. L’ordinanza di abbattimento riguarda diverse aziende radiofoniche, tra cui Editrice Reporter, Teleradio, Italia 7 Gold, Radio Italia e Radio Ies, le quali tra la fine di ottobre e i primi di novembre del 2019 presentano ricorso al Tar del Lazio contro l’ordinanza. Ed è qui che la macchina amministrativa comunale si inceppa, visto che il Comune nell’udienza del 17 dicembre 2019 risulta non aver ottemperato a depositare gli atti in base all’articolo 46 del codice di procedura civile. In base a questa norma, quindi, il collegio giudicante presieduto da Floriana Rizzetto, prendendo atto deldel l’inadempimento Comune, ha scritto nero su bianco la necessità «che l’amministrazione fornisca chiarimenti e una documentata relazione in ordine ai fatti di causa con particolare riguardo ai titoli edilizi legit-

R O CC A D I PA PA

Tralicci radiotelevisivi a Rocca di Papa

timanti le opere oggetto dell’ordinanza demolitoria e ai vincoli gravanti sulla zona». Così i giudici non hanno potuto fare altro che sospendere il giudizio, «ordina[ndo] al Comune di depositare gli atti di causa e una relazione dettagliata sui fatti di causa, entro 30 giorni dalla notificazione o comunicazione in via amministrativa della presente ordinanza».

Questo significa che gli antennari avranno a disposizione altri tre mesi di tempo (sempre che non intervengano altri fattori) prima del giudizio definitivo, la cui udienza è stata fissata al prossimo 10 marzo.

Perché il Comune di Rocca di Papa, come è scritto nelle otto ordinanze del Tar su altrettanti ricorsi, «non ha ottemperato a depositare gli

atti»? Il motivo è semplice. Alla base c’è il ritardo con cui la giunta Cimino ha approvato la delibera con cui si dà agli uffici l’indicazione su come procedere di fronte ai ricorsi degli antennari e sulla nomina del proprio difensore. Tale delibera, infatti, è stata approvata solo il 12 dicembre (assente Danilo Romei), cioè solo pochi giorni prima in cui il collegio giudicante si sarebbe riunito per prendere visione dei documenti prodotti. Documenti che quindi il Comune non ha potuto depositare nei tempi previsti concedendo agli antennari un po’ di respiro, non avendo ancora nominato un avvocato. Anche questo avviene ai tempi della vicesindaco Veronica Cimino. Ma in fondo, tre mesi in più che volete che siano di fronte a un sopruso che dura da 40 anni?

Dopo Zitelli via anche l’assessore De Santis

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Pare proprio che Veronica Cimino, dopo la parentesi della Lega (per la quale si era spesa durante le elezioni europee) abbia deciso di rifarsi una verginità politica cacciando dalla giunta proprio gli esponenti riconducibili alla destra salviniana. Il 2019 è finito con la cacciata dell’assessore ai lavori pubblici Gianluca Zitelli, e il 2020 è iniziato con un’altra cacciata eccellente: l’assessore all’emergenza e alla ricostruzione Giulio Andrea De Santis. E dire che era stata proprio la Cimino a chiamarlo da Roma quattro mesi fa su consiglio dei suoi amici leghisti. Ma i partiti per qualcuno sono semplicemente degli autobus da prendere e quindi si sale e si scende a seconda degli interessi del momento.

Ciò che si nota è il silenzio degli altri membri di giunta (a parte Montalto appiccicato alla Cimino come un francobollo alle lettere): né Zecchinelli né Danilo Romei hanno spiccicato parola a sostegno dei fuoriusciti.

Solidarietà verso Zitelli e De Santis non è arrivata nemmeno dai consiglieri di maggioranza. Segno evidente che stanno tutti a guardare l’attivismo della Cimino con grande attenzione, pronta a sparigliare a suo piacere. Per lei ormai la giunta è solo un organismo antiquato, se potesse farebbe tutto da sola con l’aiuto del comandante della polizia locale Di Bella. Ecco forse il motivo del silenzio di tutti gli altri: chi osa esprimere un’opinione o criticare potrebbe subire la stessa sorte e considerato che i consiglieri in carica hanno chi più chi meno deleghe cittadine, conviene a tutti tacere in attesa di capire come stanno davvero le cose. Intanto il paese appare sempre più abbandonato a se stesso, mentre la Cimino è intenta a festeggiare i 120 anni della Lazio.


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Danilo Romei assente 34 volte su 37 ma lo paghiamo

L’assessore ai servizi sociali c’è ma non si vede mai RO CC A DI PA PA

Danilo Romei c’è ma non si vede. Cioè: lui esiste perché da oltre un anno e mezzo i cittadini di Rocca di Papa gli pagano lo stipendio da assessore, ma non si vede mai perché da agosto del 2019 non si presenta più alle riunioni di giunta (su 37 sedute -fino al 12 dicembre 2019- ha partecipato solo a tre). È stato assente per ben 34 volte. Un record! Resta da capire a che cosa serva un assessore così. Sorprende anche l’atteggiamento della vicesindaco Cimino. Ma come! Togli le deleghe all’ormai ex assessore ai lavori pubblici Gianluca Zitelli poco prima di Natale, togli le deleghe all’ormai ex assessore De Santis dopo averlo nominato quattro mesi fa, e tolleri che un tuo assessore si dilegui in questo modo? Pare proprio che Danilo Romei, approdato sulle sponde della Lega a marchio The Forest, voglia manifestare con la sua assenza alle riunioni di giunta il contrasto con la vicesindaco. Infatti Danilo Romei, prima di agosto 2019, era uno dei

più presenti. Saltava le giunte raramente. Poi dalla fine di agosto, cioè quando è scoppiata la grana della scuola con la decisione di trasferire gli alunni del centro storico a Pocek, qualcosa è cambiato. Romei è sparito dai radar salvo ricomparire in piazza il 1° gennaio 2020 per farsi intervistare dal Tg della Rai dopo il discorso del presidente della Repubblica Mattarella che aveva citato Crestini e i fatti connessi all’esplosione del 10 giugno.

Guardando la tabella a fianco sulle presenze/assenze alle giunte comunali, torna alla mente la cacciata della ex consigliera comunale Roberta Carnevali, rea di aver mancato tre consigli comunali per partecipare a uno stage con un’associazione in qualità di ingegnere ambientale. La maggioranza allora non poteva tollerare che un consigliere si assentasse per troppo tempo dai suoi doveri, mentre oggi sembra non accorgersi di Romei. Perché non si dimette? Il sospetto è che continui a rimanere al suo posto

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esclusivamente per lo stipendio.

Cari cittadini, volete davvero continuare a pagare a uffa un assessore che non ottempera ai suoi doveri istituzionali? Peraltro Danilo Romei occupa anche un ufficio importante: assessore alla tutela e supporto dei servizi alla persona, al volontariato e al III settore, formazione e pubblica istruzione, promozione attività sportive. Ormai siamo davvero alla frutta, in giunta ognuno fa quello che vuole, il commercio è lasciato al suo destino, l’Agenzia Nazionale Anti Corruzione sta smontando gli atti più importanti dell’amministrazione, il paese è allo sfascio, e in tutto questo c’è pure chi ritiene di poter essere pagato senza ottemperare ai suoi doveri. Davvero le istituzioni meritano di essere trattate così? (A.S.)

Quasi sempre assente alle sedute di giunta

il Segno - GENNAIO 2020

delibera n. presente

83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 Totale

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assente

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«Oggi il bene di Rocca di Papa viene prima di ogni altra cosa» il Segno - GENNAIO 2020

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Intervista a Massimiliano Calcagni: ecco che cosa accadde con la Lega R O CC A D I PA PA

di ANDREA SEBASTIANELLI

Massimiliano Calcagni è il presidente del consiglio comunale di Rocca di Papa ed è uno degli esponenti più noti del centrodestra cittadino, avendo ottenuto 337 preferenze alle elezioni del 2016. Fu il più votato della coalizione che poi vinse le elezioni comunali. Un risultato che nell’ottobre del 2018 lo portò a diventare coordinatore della Lega locale, almeno fino al 21 maggio 2019 (pochi giorni prima delle elezioni europee) quando questo ruolo gli venne revocato per far posto a Cinzia Botti, moglie dell’imprenditore locale Gino Ferri (patron de La Foresta). Una vicenda quest’ultima mai chiarita definitivamente e che ancora oggi appare piena di ombre.

Presidente Calcagni, come andò questa vicenda? In quei giorni ero molto impegnato per le elezioni europee a favore della candidata della Lega Simona Baldassarre e quando contattai i vertici regionali per avere le deleghe per i rappresentanti di lista mi dissero che erano già state date alla vicesindaco di Rocca di Papa Veronica Cimino e che quindi avrei dovuto chiederle a lei.

La Cimino, quindi, era la referente della Lega? Sì. Rimasi interdetto. Ma come! Il coordinatore della Lega sono io e le deleghe vengono date alla Cimino? In quel momento capii che stava succedendo qualcosa alle mie spalle di poco chiaro. E infatti il 21 maggio alle 15,30 mi chiamò Mauro Gonnelli, che all’epoca era vice coordinatore regionale, per comunicarmi che aveva deciso di sospendermi dal ruolo di coordinatore. Lo stesso giorno intorno alle 17,30 Gonnelli era presente

alla cena a porte chiuse alla Foresta, presente anche la Cimino, dove venne indicata la Botti come nuova coordinatrice. E infatti l’8 giugno mi venne comunicata ufficialmente la revoca .

Se l’aspettava questo comportamento dei vertici regionali della Lega a pochi giorni dalle europee? Assolutamente no. Ero riuscito a creare un bel gruppo nel progetto della Lega per Rocca di Papa. Partecipavamo a manifestazioni, iniziative, allestivamo banchetti in piazza per far conoscere le nostre proposte. Avevamo da poco iniziato a fare campagna elettorale a favore della Baldassarre… e a pochi giorni dal voto europeo voi che fate? Mi togliete il ruolo di coordinatore? Stavamo facendo un bel lavoro. Avremmo potuto convogliare oltre mille voti a favore della Baldassarre e invece qualcuno preferì creare questa rottura imponendo un’altra candidata, Luisa Regimenti. Non solo, la sera del 20 maggio mi accorsi che un esponente della Lega copriva i manifesti elettorali della Baldassarre,

Massimiliano Calcagni

che avevo affisso, con quelli della Regimenti. Una cosa mai vista.

A quel punto che fece? Chiamai Daniele Giannini, consigliere regionale della Lega, e manifestai il mio dispiacere. Lui si dimostrò solidale e mi disse di proseguire nella campagna elettorale. Così feci e il risultato fu davvero entusiasmante malgrado mi avessero tolto il ruolo di coordinatore. La candidata Baldassarre, che portavo da solo, prese 479 preferenze, mentre quella portata dall’allora sindaco, dalla vicesindaco, da diversi assessori e consiglieri e dal gruppo di Cinzia Botti ne prese solo un centinaio in più. Dimostrai che il lavoro svolto nei mesi precedenti era stato ottimo, come il risultato ottenuto. L’esplosione del municipio dello scorso 10 giugno ha accelerato l’iter per tornare a votare a Rocca di Papa. Cosa che avverrà in primavera. Farà parte ancora della Lega? Dico subito che con l’attuale dirigenza locale della Lega non voglio avere nulla a che fare. Io resto un uomo del

centrodestra perché resto coerente con i miei ideali e i mei valori che sono a tutti noti, ma in queste elezioni locali non sarà in ballo la destra o la sinistra, sarà in ballo il futuro di Rocca di Papa. Metterò quindi il mio impegno a disposizione di un candidato sindaco forte, autorevole e competente, in grado di tirare fuori il paese da questo sfacelo generale. Oggi viene prima l’interesse di un’intera città rispetto all’interesse di un solo partito. Sia chiaro, però, che il mio essere di centrodestra non viene messo in discussione. Per come sono stato trattato, i miei elettori non capirebbero un riavvicinamento al gruppo che oggi fa capo a una famiglia di imprenditori locali che ritengono di fare politica nascondendosi dietro il simbolo di un partito.

Di che cosa ha bisogno oggi Rocca di Papa? Oggi Rocca ha bisogno dell’impegno e del senso civico di politici che devono avere a cuore esclusivamente gli interessi della città, che oggi si trova in uno stato che definire pietoso è poco. Io voglio impegnarmi per questo: far emergere il valore delle Istituzioni, cosa che ho sempre cercato di fare ricoprendo il ruolo di presidente del consiglio comunale.

C’è qualcuno che vuole ringraziare? A dicembre sono stato ospite al Parlamento Europeo su invito di Daniele Giannini e Simona Baldassarre. Li voglio ringraziare pubblicamente perché hanno dimostrato sempre vicinanza politica e umana nei miei confronti. Poi voglio ringraziare i tanti cittadini che dopo questi fatti mi hanno sostenuto e continuano a farlo semplicemente perché mi conoscono e sanno di che pasta sono fatto. Il rispetto che devo ai cittadini e a Rocca di Papa viene prima di ogni altra cosa.


«È il momento di rompere il silenzio in vista delle elezioni» 10

il Segno - GENNAIO 2020

Dalla sinistra “Bene comune” riceviamo e volentieri pubblichiamo RO CC A DI PA PA

di GENNARO  SPIGOLA*

Siamo quelli della sinistra che, pur avendo diversi modi di pensare sul piano politico, hanno deciso di anteporre questioni che ci uniscono a quelle che ci vedono fare valutazioni diverse. Siamo quelli che hanno partecipato negli anni precedenti a tutte le manifestazioni contro le varie riforme pensionistiche, contro il precariato e quindi il Jobs act, per una vera riforma fiscale che vada una volta per tutte a colpire le rendite finanziarie e i capitali spostati nei paradisi fiscali e contro i facili condoni che periodicamente si presentano, che hanno aborrito tutte le forme di razzismo e xenofobia, contro tutti i sovranismi e conseguentemente contro la destra. Siamo quelli che a Rocca di Papa, pur non essendo presenti nelle istituzioni, hanno sempre fatto battaglia politica parlando con la gente, facendo volantini e svolgendo assemblee pubbliche nelle quali denunciare tutte le inadempienze dell’attuale giunta in carica e di quelle precedenti:

- Hotel Europa: per il quale il Comune ha contratto un debito con il prestito richiesto di 700.000 euro e ulteriore aggravamento di bilancio di 170.000 euro, cifre da corrispondere alla società appaltatrice che aveva avviato i lavori di ristrutturazione dell’immobile, oneri che verranno scaricati sulla cittadinanza per l’ennesima imperizia politica; - abbiamo denunciato ripetutamente lo sperpero delle ingenti somme utilizzate per la funicolare, si è raggiunta la iperbolica cifra di oltre dieci milioni di euro, stanziamenti che potevano essere razionalmente impegnati per risolvere tutte le criticità dalle quali è ammantata la nostra città: trasporti, viabilità, riparazione delle strade e manutenzione delle scuole, rilancio del centro storico; - atavico problema delle antenne che pensavamo che finalmente avesse trovato una soluzione con la sentenza del Consiglio di Stato che dava come indicazione l’abbattimento delle stesse, situazione completamente disattesa, facendo passare in secondo piano le onde elettromagnetiche e le conseguenti malattie che generano (vo-

gliamo ricordare che per quest’ultima vicenda ci trovammo costretti ad occupare l’Aula Consiliare perché i rappresentanti delle Istituzioni, dopo aver concesso il permesso regolarmente richiesto con tutti i crismi, all’ultimo momento aveva deciso di revocarlo); - abbiamo sempre osteggiato l’abusivismo che da anni regna sovrano, su questa questione nessun rappresentante delle Istituzioni, vuoi di maggioranza che di opposizione, ha inteso affrontare tali tematiche concretamente per poter addivenire ad una possibile risoluzione ottemperando alle leggi vigenti. Per evitare che il silenzio assordante che si respira prenda il sopravvento sulla campagna elettorale, abbiamo scritto questa nota per aprire una seria discussione politica con tutti coloro che intendono seriamente affrontare tutte le problematiche irrisolte che si sono accumulate in questi anni, probabilmente per un’ingiustificata superficialità di chi avrebbe dovuto concretamente prendere in seria considerazione. *Per Rocca di Papa Bene Comune – la Sinistra

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Fondi per il commercio, c’è il bando ma nessuno sembra interessato il Segno - GENNAIO 2020

Le domande devono essere presentate entro il prossimo 28 febbraio

di MARIACHIARA CECILIA

La vera politica parte dallo spirito di servizio verso tutti i cittadini e le categorie, soprattutto di fronte a una crisi del piccolo commercio che rischia di far chiudere decine di saracinesche. A tale scopo mi preme segnalare, vista oltre tutto la latitanza dell’amministrazione, che il Decreto Crescita ha previsto agevolazioni che possono riguardare attività di riapertura e ampliamento di esercizi commerciali, artigianali e di servizio. Ecco di che cosa si tratta nello specifico: chi gestisce un’attività nei Comuni con una popolazione fino a 20.000 abitanti (come Rocca di Papa), potrà accedere agli incentivi calcolati in base ai tributi comunali dovuti. Complessivamente i fondi stanziati per l’anno in corso

R O CC A D I PA PA

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sono pari a 5 milioni di euro.

Stiamo parlando non di cifre consistenti per ogni singola attività ma sono pur sempre soldi da poter utilizzare per arginare la crisi. Le richieste per il 2020 possono essere presentate fino al prossimo 28 febbraio e possono essere avanzate solo attraverso i Comuni che dovranno mettere a disposizione una modulistica apposita. Ora mi chiedo, non era forse il caso che l’amministrazione di Rocca di Papa lo comunicasse ai commercianti attraverso un avviso pubblico? Allo stesso tempo penso che anche l'associazione commercianti, facendo prevalere quello spirito di servizio verso i propri aderenti che tanto sbandiera, avrebbe dovuto informarsi e spingere l’amministrazione ad attivarsi. D’altronde è la stessa associazione che mi

pare abbia già dato prova di sé… Rocca di Papa non ha nemmeno partecipato al bando regionale per le reti d’impresa del commercio che stanziava 13 milioni per 127 progetti. Quasi 2.000 imprese nella provincia di Roma ne hanno beneficiato. Chiediamoci allora perché a Rocca di Papa non esiste un piano preciso per il rilancio del commercio, e perché le varie associazioni di rappre-

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sentanza non si rapportano con altre realtà locali che potrebbero consigliare ed indirizzare su progetti fattibili ed efficaci. Va detto peraltro che l’adesione ai finanziamenti e agli incentivi, e la stessa capacità di programmazione e di supporto, avrebbe potuto evitare per tempo la morìa del commercio in città con tutte le conseguenze negative che comporta.

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il Segno - GENNAIO 2020

di ANDREA SEBASTIANELLI

A P P R O F O N D I M E N T O

L’Agenzia Nazionale Anti Corruzione (Anac) ha messo a nudo le falle della macchina amministrativa di Rocca di Papa in merito alla vicenda della “San Giovanni Bosco Arpa Foundation” con sede in Inghilterra. Da una parte c’è questa pseudo fondazione benefica (che non ha nulla a che vedere con la vera fondazione Don Bosco) che voleva regalare 2,5 milioni di euro al Comune per ristrutturare la scuola centro urbano senza avere un benché minimo progetto e una certificazione appropriata.

Dall’altra c’è un’amministrazione comunale (all’epoca guidata dall’ex sindaco Crestini) che aveva abboccato senza chiedere né garanzie né certificazioni attestanti l’autorevolezza dei proponenti. Possibile? Sì, a Rocca di Papa è stato possibile.

A smascherare l’infondatezza del progetto è stata l’Anac, l’ente pubblico chiamato a verificare la correttezza degli appalti pubblici per evitare fenomeni di corruzione. L’Anac, lo scorso 11 dicembre, ha approvato la delibera n. 1151. Leggete che cosa scrive il presidente Francesco Merloni circa quest’appalto:

«Nello schema convenzionale potuto esaminare […] è dato rilevare, oltre all’assenza di un adeguato inquadramento normativo della fattispecie, il mancato riferimento al progetto di fattibilità o comunque ad elaborati tecnici di qualsivoglia natura riferiti alle opere da eseguire, il mancato riferimento ad un preciso cronoprogramma delle opere a farsi, l’assenza di qualunque disciplina in ordine ad eventuali casi di inadempimento compreso l’indicazione di eventuali penali e poteri sostitutivi, nonché, ancora, l’assenza di un qualunque riferimento ad indicazioni relative ai requisiti di ordine non solo

Il progetto della San Giovanni Bosco Foundation si è rivelato solo un grande bluff

L’Anticorruzione ha bocciato tutti gli atti approvati dalla giunta Crestini

Martina

morale (qui il riferimento è proprio alla mancanza del certificato antimafia da parte della pseudo-fondazione, n.d.d.) , ma anche di carattere speciale, riferibili al soggetto contraente e/o all’esecutore delle opere; elementi questi che avrebbero dovuto essere previsti e considerati già nelle delibere e determine preliminari a monte della convenzione medesima». Una bocciatura totale. Tanto che la notizia è stata anche ripresa da uno dei più importanti quotidiani economico-finanziari italiani, Italia Oggi, a dimostrazione che l’operato dell’amministrazione in questo ambito è stato non solo carente ma anche privo di quelle accortezze necessarie quando si ha a che fare con soggetti sconosciuti e all’apparenza discutibili.

Infatti l’operato della “San Giovanni Bosco Arpa Foundation” è finito sotto i riflettori della Guardia di finanza

Cimino

I PROTAGONISTI e della Direzione distrettuale antimafia di Roma. Anche Il Segno fece un’inchiesta, pubblicata sul sito Internet, scoprendo chi si nascondeva dietro questa pseudo fondazione, e portando alla luce le troppe anomalie. Solo l’amministrazione comunale, a quanto pare, non capì con chi aveva a che fare. Oggi Crestini non c’è più e quindi non può chiarire i punti rimasti oscuri. Ma la Cimino c’è. Primo fra tutti: perché questa presunta fondazione presentò proprio al Comune di Rocca di Papa questo progetto farlocco? E poi: perché l’amministrazione approvò con tanta rapidità questo progetto? Infine: chi fece da tramite fra la “San Giovanni Bosco Arpa Foundation” e il Comune di Rocca di Papa? L’Anticorruzione è intervenuta dopo un esposto preconsiglieri sentato dai Lorenzo Romei, Massimi-

Zitelli

Romei

liano Calcagni e Roberta Carnevali, i quali per primi sentirono puzza di bruciato e chiesero spiegazioni in consiglio comunale.

Sorprende quindi che Veronica Cimino, a distanza di un mese dalla delibera resa nota dall’Anac, non abbia ancora detto nulla su questa vicenda. La Cimino (che all’approvazione della convenzione ricopriva il ruolo di vicesindaco), non ebbe dubbi nell’approvare la delibera di giunta n. 151 del 18 febbraio 2018, unitamente all’ex sindaco Crestini e agli altri membri di giunta (Gianluca Zitelli, all’epoca assessore ai lavori pubblici, e Laura Zecchinelli, assessore all’urbanistica). Una delibera stroncata ora totalmente dall’Anac perché forniva «apposito atto di indirizzo al Settore Lavori pubblici e Ambiente in orsegue a pag. 13


segue da pag. 12

Scrive ancora l’Anac nella sua delibera di cinque pagine: «Risultano parimenti manifeste e confermabili le carenze istruttorie già rilevate in sede di avvio procedimentale con nota del 6/03/2019, ritenendosi, lo schema convenzionale approvato dall’Amministrazione, avente ad oggetto “Convenzione per la realizzazione e successiva donazione dei lavori di adeguamento sismico scuola elementare centro urbano, nel comune di Rocca di Papa”, generico nell’individuazione degli impegni assumibili dalle parti e privo degli elementi essenziali».

Ricordiamo che l’Agenzia Anti Corruzione sta indagando anche su un altro dossier del Comune, quello sul progetto per l’efficientamento energetico da circa 8 milioni di euro, e su cui l’Anac ha già evidenziato falle e anomalie che mettono a rischio l’intero progetto. Come nel caso della San Giovanni Bosco Arpa Foundation, anche in questo appalto non viene mai spiegato negli atti prodotti dalla giunta, come l’azienda abbia deciso di proporre questo progetto proprio al Comune di Rocca di Papa.

Che dire poi del delegato all’anticorruzione Luigi Piero Martina? Di fronte ai gravi rilievi dell’Anac, al pari della vicesindaco, non ha detto una parola. Dov’era lui mentre l’amministrazione comunale produceva atti sbagliati oggi bocciati dall’Anac? Evidentemente se c’era dormiva. Ma è più probabile

«Capii subito che c’era qualcosa di strano»

A studiare le prime carte fu Massimo Saba

Il primo che si interessò alle carte relative alla San Giovanni Bosco Arpa Foundation fu Massimo Saba, esperto nello studio e nell’interpretazione degli atti pubblici anche in virtù del suo ruolo di funzionario presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Quale fu la sua prima impressione? «Rimasi subito colpito dalla superficialità con cui si stava procedendo rispetto a un appalto da 2,5 milioni di euro. A quel punto mi confrontai con alcuni consiglieri comunali mettendoli in guardia sulle tante criticità e anomalie riscontrate. Loro capirono la situazione e cominciarono a dare battaglia in consiglio comunale ricorrendo poi all’Anac».

Come mai l’amministrazione comunale non percepì le anomalie evidenziate da lei e oggi anche dall’Anac? «Questo resta il mistero da chiarire. Appare evidente che qualcuno non ha svolto appieno il proprio dovere. Un Comune dovrebbe avere funzionari in grado di avvertire se chi propone pro-

getti sia affidabile o meno. In questo caso addirittura hanno firmato una convenzione che non tuteMassimo Saba lava in alcun modo la pubblica amministrazione. Spero si faccia chiarezza».

La vicesindaco di Rocca di Papa, Veronica Cimino, non ha ancora detto nulla sulla bocciatura dell’Anac. «Evidentemente ritiene l’argomento troppo grave per poter esprimere un’opinione e per dire ai cittadini come andarono effettivamente le cose. Le responsabilità dell’amministrazione comunale, oggi esplicitate dall’Anac, sono sotto gli occhi di tutti, visto che la vicenda è stata anche ripresa da uno dei giornali finanziari più autorevoli d’Italia».

Il consigliere Atripaldi aveva chiesto la revoca dell’atto

Al responsabile della procedura Luigi De Minicis venne chiesto di annullare d’ufficio il provvedimento. Ma l’atto non è stato mai revocato

In occasione del consiglio comunale del 27 dicembre 2018, Ottavio Atripaldi inviò una diffida indirizzata al Responsabile dei lavori pubblici Luigi De Minicis, al segretario comunale e all’allora sindaco Crestini, oltre che alla giunta, per chiedere l’annullamento d’ufficio “della determinazione n. 1363/2018 in autotutela per vizi di legittimità e carenza di istruttoria”. Allo stesso modo veniva chiesto al segretario comunale in carica,

Il consigliere Ottavio Atripaldi

che esercita il controllo sugli atti prodotti dalla pubblica amministrazione, “la revoca della delibera di giunta comunale n. 151/2018 per vizi inerenti il merito della scelta

amministrativa (il procedimento di selezione e ponderazione comparativa degli interessi coinvolti nella vicenda amministrativa)”, avvisando che “in caso di

il Segno - GENNAIO 2020

dine all’attivazione delle procedure necessarie per la realizzazione di tale intervento a partire dall’approvazione e sottoscrizione della Convenzione che disciplini i rapporti». La giunta comunale, cioè, autorizzava il Responsabile del Settore Ing. Luigi De Minicis a sottoscrivere la convenzione e gli atti necessari all’affidamento dell’appalto alla “San Giovanni Bosco Arpa Foundation”. Un affidamento talmente improvvido che, se fosse andato in porto, avrebbe portato il Comune ad andare incontro a chissà quali e quanti guai, con tanto di infiltrazione nelle istituzioni pubbliche di personaggi che definire chiacchierati è poco.

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A P P R O F O N D I M E N T O

mancato riscontro alla presente si provvederà ad interessare le autorità competenti in materia”. La richiesta del consigliere Atripaldi rimase lettera morta perché l’amministrazione comunale non ritenne di revocare nessun atto prodotto fino a quel momento sul progetto presentato dalla San Giovanni Bosco Arpa Foundation che prevedeva un’elargizione gratuita di 2,5 milioni di euro per ristrutturare la scuola del centro urbano.


Dopo anni di disinteresse serve un progetto vicino ai cittadini 14

il Segno - GENNAIO 2020

Continua il nostro viaggio nell’importante quartiere delle “Vigne” R OCC A DI PA PA

di MARIACHIARA CECILIA

Torniamo a parlare del quartiere “Vigne” che brilla per la mancanza dei normali servizi che dovrebbero essere la norma in una città del ventunesimo secolo e specie se il quartiere in questione è di più recente formazione. Penso per esempio a una delegazione comunale con un ufficio distaccato della polizia locale, un centro per le associazioni di zona e il comitato di quartiere (che speriamo presto si possa riorganizzare), dei luoghi insomma di contatto con le Istituzioni anche per i cittadini di questa parte di città.

Diversa invece è la situazione di via delle Barozze, valle San Lorenzo e Calcare. Via delle Barozze è una strada provinciale importante che si collega con via dei Laghi ed è percorsa ogni giorno da migliaia di veicoli. Ma la zona, nata e cresciuta come zona residenziale, non è mai stata dotata di locali commerciali e centri di aggregazione: rimane solo, abbandonato da anni ai lati della strada, un manufatto (si dice dovesse diventare un supermercato) che parrebbe sia confiscato. Ad aggravare la situazione di disagio si aggiunge il Centro dei padri oblati Mondo Migliore, struttura utilizzata

negli ultimi anni per ospitare i migranti. Per completare il quadro passiamo al punto dolente, la zona Calcare/Valle San Lorenzo. Da via delle Barozze si arriva in una zona composta di villini con annessi giardini edificati in cooperative, un piccolo agglomerato con

una squisita piazzetta a verde, diventato un piccolo quartiere a se stante con i bambini che giocano per strada e vicini che si conoscono per nome. La strada prosegue fino alle campagne di Marino e, dopo questo piccolo quartiere, diventa una sorta di mulattiera percorsa da parecchie auto, visto che è circondata da numerosissime abitazioni sorte negli anni. L’intera area è poco servita (c’è solo il tra-

sporto pubblico locale che arriva fin dove può) e lasciata nel completo abbandono. Basti leggere le lamentele sui social: gli abitanti, oltre ad una carenza di strade e di marciapiedi e tutti gli altri normali servizi connessi con le opere di urbanizzazione, denunciano dei disagi gravi

Costruzioni nuove alle Calcare

poiché non ci sono adeguate canalizzazioni per le acque reflue, e quando piove si creano dei veri e propri fiumi in piena. Per non parlare della mancanza di una illuminazione pubblica decente, abbandono di immondizia, con evidente preoccupazione in materia di sicurezza. Questi problemi affliggono anche tutte le vie che dalla stessa via vanno all’interno verso Marino e Grottaferrata (via dei Colli e Vicinale dei

Colli.)

E veniamo alla zona Calcare. Nel 2007 fu inaugurata la nuova via, un tempo poco più di una strada di campagna, che avrebbe dovuto far la parte del leone del famoso “Snodo di Squarciarelli” di cui non si hanno più notizie, una strada che al momento fa parlare di se solo per l’eccessiva velocità a cui sfrecciano le macchine a qualsiasi ora del giorno.

Discorso a parte merita il Piano Particolareggiato delle Calcare, nato e “cresciuto” in epoca di boom edilizio, mal strutturato e mal programmato. In conclusione in riferimento già solo al quartiere “Vigne” è indispensabile auspicare che le future amministrazioni mettano finalmente mano alla ormai annosa questione del nuovo Piano Regolatore che venga finalmente non solo adeguato alle normative in essere ma soprattutto adeguato ad una nuova idea della città. Auspico uno strumento urbanistico che non sia esclusivamente orientato allo sviluppo residenziale per accontentare gli amici degli amici, ma che punti l’attenzione sui servizi in tutto il territorio. Un Piano che tenda ad incentivare il commercio diffuso e che preveda la creazione di centri di aggregazione.

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il Segno - GENNAIO 2020

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Alla scoperta del comandante tuttofare di Rocca di Papa, Gabriele Di Bella: da Nemi con furore e a Rocca con clamore!

LA SATIRA ROCCHEGGIANA AI TEMPI DEL SOVRANISMO

segue dalla prima

Non c’è settore in cui Di Bella non sia protagonista. C’è una riparazione stradale? La sostituzione di una lampadina? I politici ringraziano lui. La Protezione Civile pulisce il fosso della Molara (cosa che avviene tutti gli anni)? La vicesindaco ringrazia Di Bella che recentemente è stato nominato anche Responsabile del settore risorse umane del Comune. Persino i giornalisti danno voce solo a lui. L’ultimo esempio è un canalone in via delle Barozze ripulito dai rifiuti che lo ostruivano, motivo per cui la strada si allagava. Ma a capire il nesso tra allagamento e ostruzione è stato proprio lui, infatti alcuni giornali hanno titolato: Risolto il mistero del canalone. Tanto che uno distratto poteva pensare a un libro thriller appena uscito. E invece no: il canalone è proprio un canalone, e il mistero risolto è proprio che era ostruito. Anche in questo caso, il giornalista non ha chiesto informazioni all’ufficio dei lavori pubblici ma a lui, Di Bella. E la vicesindaco Cimino mica ringrazia chi ha lavorato per liberare il canalone, ma proprio lui.

Prendiamo le macerie di via Frascati. A posare per la foto celebrativa dopo la loro rimozione non c’erano mica gli operai che hanno eseguito il lavoro. No. Né tantomeno l’assessore ai lavori pubblici. No, assolutamente! Quello l’hanno defenestrato poche settimane fa… mica è Di Bella. Nella foto insomma, c’era sempre lui: da solo, con l’area liberata e i soliti ringraziamenti della Cimino. Tanto che uno pensa: ma il comandante ha preso pala, piccone e carriola per rimuovere le macerie oppure ha semplicemente gestito il traffico? Ma evidentemente il comandante della polizia locale di Rocca di Papa ha questo grande pregio: far sembrare straordinario l’ordinario.

Insomma, noi avevamo immaginato per il nostro paese un comandante molto diverso: che facesse sembrare ordinario lo straordinario. Un capo dei vigili che non avesse bisogno di urlare per strada per manifestare la propria autorità ma che dialogasse in modo pacato anche con chi incappa in una multa (un po’ alla De Sclavis per capirci, che è stato comandante qualche anno fa e che svolse il suo ruolo con autorevolezza). Invece Di Bella, quando c’è si vede (anche in felpa e bermuda), e quando non si vede si sente. Mi è capitato di sentirlo urlare con il caposquadra della ditta che raccoglie i rifiuti;

RO CC A D I PA PA

Il comandante Di Bella alla festa dei 120 anni della Lazio

oppure con qualcuno che aveva messo fuori posto l’automobile; o ancora gridare all’autista di un camion che stava facendo manovra: “Se non sei capace a guidare vengo io!” Un personaggio senz’altro colorito a voler essere gentili.

Recentemente, in un giorno festivo, l’ho addirittura visto arrivare in piazza della Repubblica su una Panda che non avevo mai notato, insieme a un agente di polizia locale mai visto prima. Sulla Panda c’era un numero telefonico, ho provato a chiamare e mi ha risposto la Polizia locale di Nemi. Ah però! Ho pensato, il nostro Comune ha fatto una convenzione con quello di Nemi per scambiarsi vigili e mezzi! Questo sì che è buon vicinato! E invece un cittadino, che stava osservando la stessa scena, mi ha detto che Di Bella è comandante anche a Nemi e quindi è double-face. Fatto sta che questa Panda della polizia locale di Nemi si è fermata in piazza a Rocca di Papa per multare un’automobile fuori posto. Tanto che la Panda è stata parcheggiata davanti alla stessa automobile, di traverso, proprio per impedirgli di muoversi. Scena da film americani, insomma! La multa è scattata quasi subito, con tanto di perquisizione al cofano e controlli di rito. L’automobilista incappato nella giusta intransigenza di Di Bella era un turista mai visto prima, e non è passato inosservato perché a Rocca di Papa se ne vedono sempre di meno, che quando ne vedi uno sembra di assistere a un evento memorabile. Onde evitare che possa tornare nel nostro paese, meglio

multarlo subito. Ovvio che la multa va sempre fatta alle automobili fuori posto. Ma il problema sta proprio qui. Di Bella domenica 19 gennaio lo abbiamo visto parlare amabilmente (e la cosa ci ha sorpreso perché finalmente dialogava sorridendo) con la proprietaria del veicolo in sosta proprio lì. Ma questa signora, che stava allo stand politico della vicesindaco, avrà ricevuto lo stesso trattamento dell’altro automobilista? Vorremmo saperlo. Resta da capire se i cittadini di Nemi saranno soddisfatti nel sapere che una loro automobile e un loro vigile sono stati per oltre un’ora a svolgere servizio a Rocca di Papa. Ve lo sapremo dire appena letta la convenzione tra i due Comuni.

Sempre domenica 19 gennaio finalmente lo abbiamo visto in altissima uniforme, ma il sospetto è che lo abbia fatto perché la vicesindaco Cimino doveva presenziare allo stand installato in piazza per annunciare la sua candidatura a sindaco della città. Un’iniziativa politica, quindi, e non istituzionale. Si metterà in alta uniforme anche per gli altri candidati? Fatto sta che la Cimino è arrivata in piazza come si addice a una vera star: accompagnata con l’auto municipale con alla guida proprio il comandante in alta uniforme. Che in confronto Wanda Osiris sarebbe impallidita. Mai nessun sindaco aveva osato tanto! Ma questo è Di Bella: se c’è la vicesindaco il suo stile è perfetto, se ci sono gli altri basta una felpa alla Pirozzi.

E che dire poi degli exploit di Di Bella in occasione della festa organizzata a Rocca per i 120 anni della Lazio? A parte la scalata alla fontana storica di piazza Margherita (senza che la polizia lo impedisse), in questo caso è giustificato dalla fede calcistica perché, si sa, al cuore non si comanda. Ma noi siamo fiduciosi perché, in fondo, si sa: Di Bella passa e Rocca di Papa resta. Andrea Sebastianelli

Di Bella dopo la rimozione delle macerie in via Frascati


Dal governo arrivano 2,4 mln € per progetti a difesa del suolo 16

il Segno - GENNAIO 2020

La ministra dell’Interno Lamorgese finanzia tre importanti interventi R OCC A DI PA PA

di MARCELLO MORRONE

Il governo si è dimostrato molto attento alle necessità di Rocca di Papa concedendo altri 2,4 milioni di euro (circa 7 miliardi delle vecchie lire) per progetti legati alla tutela e alla salvaguardia del suolo e del territorio e per la messa in sicurezza degli edifici pubblici per l’anno 2020.

Si tratta di contributi per investimenti in opere pubbliche di interesse generale. Tra queste sono incluse anche le opere per l’efficientamento energetico degli edifici. Lo stanziamento complessivo nazionale per la realizzazione di questi obiettivi ammonta a 8,75 miliardi di euro, così suddivisi: 350 milioni di euro per l’anno 2021, 450 milioni di euro per l’anno 2022, 550 milioni annui per ciascuno degli anni dal 2023 al 2025, 700 milioni di euro per l’anno 2026, 750 milioni di euro annui per ciascuno degli anni dal 2027 al 2031, 800 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2032 e 2033 e 300 milioni di euro per l’anno 2034. Non si tratta di una misura completamente nuova, ma dell’incremento delle risorse già previste con la Legge di Bilancio 2019 per inserire gli interventi di efficientamento energetico.

Per quanto riguarda Rocca di Papa, il ministero dell’Interno guidato dall’ex prefetto Luciana Lamorgese, ha finanziato tre progetti da 800.000 euro ciascuno per un totale di 2,4 milioni, in base alle esigenze inserite dall’amministrazione comunale nel piano triennale delle opere pubbliche relativo agli anni 2019-2021.

Purtroppo l’amministrazione non ha inserito alcun progetto inerente gli edifici scolastici che pure vertono in condizioni non proprio ot-

time, a cominciare dalla scuola media di Pocek. Gli interventi di progettazione a difesa del suolo e per la messa in sicurezza prevedono ancora una volta il rifacimento di muraglioni (come quello di via Palazzolo a ridosso della funicolare) e altri interventi in zone soggette a frane e smottamenti. Già lo scorso anno il Comune di Rocca di Papa aveva beneficiato di altrettanti fondi da parte del mi-

Contributi per interventi riferiti a opere pubbliche di messa in sicurezza degli edifici e del territorio

Regione

Provincia

LAZIO

ROMA

LAZIO

ROMA

LAZIO

ROMA

ENTE

Anno certi- Strumento Contrubuto Edilizia ficazione programm. in euro scolastica ROCCA 2019 Piano 800.000 NO DI PAPA Triennale ROCCA DI PAPA ROCCA DI PAPA

2019 2019

nistero dell’Interno per rimettere in sesto i tanti muraglioni presenti in varie zone cittadine dopo anni di

Piano Triennale Piano Triennale

800.000

NO

800.000

NO

FONTE: MINISTERO DELL’INTERNO

mancata manutenzione. Il 2020, insomma, sarà un anno ricco di cantieri per la difesa del suolo.

«Il nostro quartiere del tutto abbandonato» LA LETTERA sulla “Rocca Bassa”

Vi scrivo per complimentarmi per un articolo letto sul vostro giornale. Mi riferisco all’articolo scritto da Mariachiara Cecilia “Viaggio nel grande quartiere Vigne che la politica sembra dimenticare”. Mi complimento con la signora Cecilia perché mi sono riconosciuta nelle sue parole. Sono residente a Rocca di Papa da circa 4 anni in zona via delle Calcare, la famosa Rocca bassa di cui parla nell’articolo e anche io come lei ho scelto con la mia giovane famiglia Rocca di Papa come luogo dove farla crescere nel verde, nella natura ma devo dire che nonostante la bellezza del luogo, vedo intorno a me abbandono e mancanza di iniziativa. Anche io mi sento una forestiera! Più di una volta ho scritto all’amministrazione proprio per segnalare quanto il vostro articolo descrive, ovvero la sensazione di totale disinteresse che si avverte verso questa zona della cittadina abitata da famiglie contribuenti e, aggiungo, anche parecchio, visto che si tratta per lo più di case grandi e ville. Non riesco a capacitarmi come l’amministrazione possa essere così ottusa da non capire che risorsa possiamo essere, e quanto beneficerebbe dall’investire nella crescita e miglioramento di questa zona che attirerebbe tantissimi nuovi residenti se si vedessero dei servizi adeguati. Tutto è lasciato alla buona volontà del cittadino... ho scritto e riscritto tante volte di quanto noi lì ci sentiamo cittadini di serie B ma non ho avuto

mai risposta. Mai in questi anni, nemmeno in campagna elettorale, ho sentito un programma menzionare qualche progetto o iniziativa che riguardi la nostra zona. Anni fa si parlava di un parco pubblico nelle vicinanze, una piscina pubblica ma niente. Siamo tutte famiglie giovani con figli che crescono e che dovranno andare a scuola, possibile che non si pensi a potenziare l’utilizzo di via delle Calcare per esempio facendoci passare dei pullman del Cotral che colleghino con Roma? Via delle Calcare è probabilmente la migliore strada che c’è nel comune e invece non è sfruttata per niente, anzi più che altro abbandonata... Per non parlare del problema delle cabine Enel, tutto il nostro comparto sta combattendo da anni per avere e pagare a nostre spese una cabina Enel che possa servire la nostra zona perché la cabina attuale è satura. Ci rendiamo conto? Siamo disposti a pagare per un servizio di cui potrà beneficiare tanta gente senza che il comune ci metta una lira e nonostante questo ci stanno mettendo i bastoni tra le ruote da anni... e noi siamo ancora con la corrente di cantiere con tutto quello che ne consegue (costi elevati e impossibilità di usare la maggior parte dei nostri elettrodomestici, ah considerate che noi abbiamo tutte case esclusivamente elettriche di classe A++). Continuate a insistere su questi temi! Manuela Taglieri


Hotel Europa, pagata la 1 rata Entro febbraio altri 740.000 € il Segno - GENNAIO 2020

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Il Comune affida a una ditta la sistemazione della recinzione per 6.700 € LA STOR I A

di GIOVANNI MANCINI

L’ex hotel Europa oggi in attesa di diventare la nuova sede del Comune

Dopo la sentenza del tribunale di Velletri che ha riconosciuto il lavoro svolto dalla FAM Srl, affidataria dei lavori di recupero e sistemazione dell’ex hotel Europa di piazza della Repubblica, l’amministrazione comunale ha sottoscritto il piano di rientro con l’azienda abruzzese.

La prima novità riguarda il pagamento del dovuto, come stabilito dal tribunale: cioè la somma di 920.000 euro. Il Comune di Rocca di Papa ha quindi sottoscritto una scrittura privata con il dott. Carlo Maurizi, amministratore unico della Fam. Questo accordo prevede alcune tranche di pagamenti che l’amministrazione dovrà rispettare inderogabilmente. La prima rata di € 54.213,89 è stata versata lo scorso 31 dicembre. La seconda, quella più consistente, dovrà essere corrisposta entro il 28 febbraio 2020, e sarà pari a 737.104,29 euro. L’ultima rata di € 128.681,82 dovrà essere versata entro il 31 marzo 2020.

L’altra novità riguarda la sistemazione della recinzione che delimita il cantiere dell’edificio. L’amministra-

ma

zione, infatti, con determina n. 1279 del 30 dicembre 2019, ha affidato i “lavori di messa in sicurezza della scalinata adiacente l’immobile” direttamente alla ditta Edea Immobiliare Srl con sede a Grottaferrata. “Tali lavori -si legge- consistono nella realizzazione di una nuova recinzione con pannelli gialli di carpenteria con sostituzione dei pali deteriorati nonché, lo smontaggio del tunnel ed

esecuzione del ponteggio fino al ridosso del cornicione, la sostituzione delle tavole ammalorate delle mantovane esistenti, asportazione delle parti di muratura pericolanti del cornicione, trattamento del ferro, asportazione delle lavagne rotte, sostituzione con tavelle e quant’altro necessario per la definitiva messa in sicurezza dell’area”. Il tutto per un ammontare presunto di 6.700 euro.

Per Fabio Giansanti arriva la chiamata presso il settore risorse umane

Novità nella macchina amministrativa di Rocca di Papa. Dopo la nomina di Gabriele Di Bella, già comandante della polizia locale e dal 13 dicembre 2019 anche Responsabile del settore risorse umane del Comune, arriva la chiamata anche per Fabio Giansanti (54 anni), istruttore della polizia locale. Giansanti andrà a coprire il ruolo di dipendente proprio nel settore delle risorse umane e dei servizi cimiteriali, prendendo di fatto il posto di Giovanni Gatta andato in pensione. La richiesta era stata avanzata dallo stesso Giansanti lo scorso 17 dicembre. Ma la polizia locale non era in ristrettezze di personale? A Fabio, che in tutti questi anni abbiamo imparato ad apprezzare, va il nostro augurio di buon lavoro.

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Mondo Migliore

Sessantamila euro per la mensa e lo scuolabus dei migranti

Il Comune di Rocca di Papa aveva chiesto alla Prefettura di Roma un contributo straordinario per fronteggiare le spese derivanti dalla fornitura di servizi educativi ai minori ospitati nel centro di Mondo Migliore (nella foto), da inserire nella scuola dell’obbligo comunale. A tale richiesta il Ministero dell’Interno, al fine di fronteggiare le maggiori spese sostenute per l’integrazione dei minori migranti sul territorio, concedeva un contributo pari ad euro 180.000 di cui 60.000 da destinare a misure di integrazione per i minori, garantendo il trasporto scolastico, accessibile anche agli alunni diversamente abili, nonché l’attivazione del servizio di mensa scolastica e i servizi di mediazione culturale per garantire una integrazione educativa. (M.M.)

Tutto iI peso del traffico su via Umberto De Luca

di MASSIMO D’ALESSIO

Vorrei parlare del problema che c'è da quasi sette mesi in via Umberto De Luca, cioè da quando c'è stato l'episodio dell’esplosione. In questa strada dove ora passano obbligatoriamente le auto per via del divieto istituito lungo il corso, a causa dei continui flussi di automobili si stanno verificando dei danni alle case. Le vibrazioni che devono sopportare i cittadini sono enormi, stiamo vivendo una vibrazione continua. Lo avevo fatto presente all'assessore Zitelli prima che venisse rimosso, ma lui stesso aveva fatto spallucce pur avendogli solo chiesto se si potessero installare dei dissuasori per evitare che le auto passassero a grande velocità.

Perché dovete sapere che le auto appena oltrepassano la strettoia che costeggia il corso, all'imbocco di via Umberto De Luca, sembra che stiano su una pista passando ad alta velocità, con conseguente rischio per chiunque si trovi a passare da quelle parti. Se un bambino dovesse scendere da via delle Scalette in quel momento non oso immaginare che cosa potrebbe acEffettivamente cadere. basterebbero un paio di dissuasori, perché capisco e comprendo che l'unica via è questa per arrivare in piazza della Repubblica ma le case

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Il tratto finale di via Umberto De Luca, alle spalle del municipio esploso

che sono antiche non potranno sopportare a lungo il tremolìo continuo. Le strutture ne risentiranno ma, apponendo questi dissuasori, tali rischi si ridurrebbero di molto.

Dovete infine sapere che questa via è abbandonata del tutto anche per quanto riguarda l'immondizia. Siamo all'anarchia totale: se per caso dovesse malauguratamente avventurarsi un disabile sarebbe la sua fine, i posteggi che normalmente

sono a loro riservati, sono sempre occupati da chi non dovrebbe e puntualmente ogni mattina sulla piazzetta De Curtis ci sono sempre sacchi di immondizia che ogni notte vengono cannibalizzati dagli animali, con conseguente spargimento di immondizia.

I residenti sono davvero esasperati e non è tollerabile che il peso del mancato transito del corso principale del paese debba ricadere su questa piccola strada.


La chiave della Torre

il Segno - GENNAIO 2020

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«Il mio viaggio nel paese chiamato casa della nebbia» CU LT U RA e... di n tor n i

di ANDREA SEBASTIANELLI

Massimo d’Azeglio soggiornò a Rocca di Papa negli anni della sua giovinezza, all’inizio del 1800. Tra i più fervidi ammiratori del d’Azeglio come uomo politico (fu presidente del consiglio del Regno di Sardegna e del Regno d’Italia fra il 1848 e il 1852) vi fu Oreste Raggi (18121882), figura che ritroviamo negli anni della Repubblica Romana, da cui ne uscì esiliato in Piemonte dopo l’assassinio di Pellegrino Rossi.

A un certo punto il trentenne Raggi decise di seguire le orme del d’Azeglio andando a

Oreste Raggi

visitare i luoghi che lo statista ben descrisse ne “I miei ricordi”. E quindi fece tappa anche a Rocca di Papa, descrivendo i momenti qui trascorsi nel libro “Sui Colli Albani e Tusculani”, pubblicato nel 1844.

«Così noi ci andavamo avvicinando a Rocca di Papa che l’ampio castagneto di tratto in tratto ci nascondeva alla vista. Il paese in tetro aspetto e in gran parte ravvolto fra la nebbia pareva che scoscendendo si precipitasse giù per la china del monte, ma sul principiare di esso nella maggior via si fa bello di nuove fabriche che inviteranno facilmente a villeggiarvi coloro che vogliono fuggire il caldo di Roma nella stagione estiva, chè quivi l’aria

è sana e freschissima».

Appena giunto a Rocca di Papa, Oreste Raggi volle scorrazzare nei vicoli più oscuri del paese sperando di ritrovare le emozioni che furono del d’Azeglio. «Io mi sono aggirato per entro il paese nei luoghi più reconditi, inerpicandomi per viottoli e dirupi nei quali più che i piedi doveva adoperare le mani a salirvi. Vedendo asini e maiali uscire od entrare per certe grotte e tuguri neri e cadenti io pensava che a bella posta per quelle bestie fossero cotali ricoveri; ma crederesti, amico, che intiere famiglie d’uomini unitamente all’asino ed al maiale quivi abitassero?»

Questa condizione lo colpì molto, tanto che «sentiva ribrezzo ed inorridiva per loro e meravigliava ad un tempo vedere quelle facce d’uomini e di fanciulli nati e cresciuti nel lezzo di questi tuguri». E subito dopo il Raggi ci dà un ritratto inaspettato dei nostri avi roccheggiani.

Un ritratto che si scontra con il carattere fiero e orgoglioso descritto da altri visitatori. Un ritratto che, a ben vedere, sembra descrivere pienamente il comportamento di alcuni roccheggiani di oggi, sempre pronti a servire il potente di turno in cambio delle solite briciole. Leggete che cosa scriveva il Raggi intorno al 1830: «Non meno luridi di quei tuguri sono coloro che li abitano, segnatamente i fanciulli che in questa stagione di lassù discendono ad incontrare i forastieri affollandosi loro dintorno per chiedere la elemosina con questa espressione: “Signo' dà quac-

Veduta di Rocca di Papa dalla Madonna del Tufo (contenuta nel libro di Oreste Raggi)

ricca degli stessi proventi non uno solo trovai che mi chiedesse la carità, qui [a Rocca di Papa] sono venuti a frotta a dimandarla. Ecco un mal’abito propagato in una intiera popolazione, trasmesso di padre in figlio».

cosa?” Nè creder già che sieno tutti spinti a ciò dal bisogno ma piuttosto da mala costumanza onde fanciulli non solo, ma adulti e giovani donne senza alcun ritegno e quasi per gioco ti ripetono quell’espressione, poiché Rocca di Papa è paese ricco anziché no per molti proventi che danno le legna, il carbone, le castagne e la neve».

Insomma, non proprio un ritratto di cui andar fieri, soprattutto se confrontato con i paesi circostanti. E infatti a un certo punto, Oreste Raggi scrive che «a Rocca Priora

Ma una cosa che colpì il Raggi fu l’atmosfera, nel vero senso della parola. «Ciò che sommamente mi è piaciuto come spettacolo per me affatto nuovo è stato il vedere sotto i miei occhi la formazione della nebbia che da un momento all’altro sollevandosi con veloce movimento tutto nascondeva ad un tratto il sottostante paese, poi ad un tratto dileguandosi lo discopriva e di nuovo tornava ad addensarglisi intorno, e così ho compreso come spesso da Grottaferrata additandomi Rocca di Papa mi solevano dire essere questa la casa della nebbia». Non mancarono ovviamente gli elogi, soprattutto per un prodotto tipico di Rocca di Papa, per il quale andiamo fieri ancora oggi: «Giunti alla Rocca ordinavamo, perché al ritorno ci fosse ammanita una buona colazione nella quale la prima cosa ricercata furono i fonghi che di questo luogo hanno particolare rinomanza». Queste Lettere, insomma, vale davvero la pena leggerle pur non essendo all’altezza de “I miei ricordi”.


Rufus il cane girovago 20

PAG IN A A P E RTA

di ANNARITA ROSSI

È da stamattina che sono qui, ho trovato riparo sotto una tettoia. Piove forte, anzi fortissimo e non è il caso di stare a girovagare anche se prima o poi dovrò spostarmi per trovare qualcosa da mangiare. Ho fame. Quando mi hanno lasciato in questa zona faceva molto caldo. Stavo seduto al mio solito posto in macchina ma questa volta c’erano anche delle cose ingombranti attorno a me, le valigie le stavano preparando già dal giorno precedente. è ripartito. Ho cominciato a correre, non so quanto abbia La macchina si è fermata ed corso, ma alla fine, stremato è sceso il mio padrone, ha dalla fatica, mi sono fermato. aperto il portellone e mi ha Che sete che avevo! Ma di detto di scendere. Quel co- acqua non vi era traccia. Mi mando è arrivato con un sono accucciato ed ho protono diverso dal solito ma io vato a riposare. Riprendendo ho ubbidito, poi il mio pa- il cammino ho trovato una drone è tornato alla guida ed fontana e così finalmente ho

La vita nei modi di dire di ENEA TRINCA

Uno rimane scapolo perché quando si è giovani è troppo presto, quando si è vecchi è troppo tardi... nell’intervallo non ci si pensa. Certi politici non solo giocano a fare lo scaricabarile ma lo fanno dopo essersi bevuto tutto il contenuto. La malattia che i polli temono di più... è il torcicollo.

Ho un cane poliziotto talmente bravo che ha preso una gazza ladra. Se ami te stesso ma non sei contracambiato, ama qualcun altro.

Bisogna fare largo ai giovani perché vanno forte... me ne accorgo il sabato sera. Il problema degli anziani è che la gente considera gli anziani un problema.

Non parlate mai male di voi, ci pensano già i vostri amici.

il T o c c o

di Ermanno Gatta

placato la sete.

Durante il mio vagabondare in quei primi giorni da errante ho visto un cane legato ad un palo. Poi alcuni giorni dopo ho visto un uomo e una donna con una pettorina che lo stavano slegando. Dovevano essere simili a noi se portavano come noi cani la pettorina. Chissà se anche quel cane era stato preso da cucciolo per far giocare un bambino, proprio come era accaduto a me e, appena diventato adulto l’hanno portato qui. L’acqua ho capito dove trovarla, per mangiare invece è un po’ più complicato, ai secchioni della spazzatura qualcosa trovo. C’è una ragazza che mi viene a trovare spesso e mi porta ogni volta una scatoletta di carne che divoro all’istante. Non mi chiama mai come mi chiamavano i miei padroni, non sa che mi chiamo Rufus ma mi dà sempre qualche carezza.

Da qualche giorno ho incontrato un altro cane e siamo diventati amici. Gironzoliamo insieme alla ricerca di qualcosa da mangiare ma non litighiamo mai, la nostra è un’amicizia vera. I gatti quando ci vedono fanno la gobba e raddrizzano il pelo ma noi non li attacchiamo. Torno tutti i giorni nel preciso punto dove sono stato lasciato quel giorno assolato ed attendo speranzoso ma quella macchina non arriva mai.

il Segno - GENNAIO 2020

Parco dei Castelli

Si insedia il nuovo direttore, la geologa Emanuela Angelone

Dopo aver ricoperto per anni il ruolo di coordinatrice dei guardiaparco (uno dei settori più delicati della struttura), la geologa Emanuela Angelone è stata nominata poche settimane fa direttore del Parco dei Castelli Romani. Per la prima volta nella storia dell’ente una donna avrà le redini più importanti del Parco che, ricordiamolo, ha sede nella storica Villa Barattolo di Rocca di Papa. La dottoressa Angelone “vanta una vasta esperienza e professionalità avendo alle spalle anni di servizio prestato anche in altre aree naturali protette nell’ambito della Regione Lazio”. Una carta d’identità, dunque, di tutto rispetto. La neo direttrice dovrà dunque rimettere in sesto una struttura che negli ultimi anni è apparsa piuttosto affaticata e, soprattutto, distante dalle aspettative dei cittadini dei comuni che compongono l’area naturalistica che si aspettano un ente più attento alle azioni di tutela e salvaguardia del territorio. A Emanuele Angelone auguriamo quindi buon lavoro perché, vista la situazione generale, ne ha veramente bisogno.


il Segno - GENNAIO 2020

Le teorie sulla fine del mondo

CU LT URA

L’angolo della storia

di VINCENZO RUFINI

Nell’Ottocento gli storici romantici tesero a dare valorizzazione storica al Millenarismo, cioè a quel movimento dominato dalla paura della fine del mondo che in prossimità dell’anno Mille pervase le genti d’Europa. Il terrore di quelle popolazioni è un fatto storico acclarato, tanto più che si era in un’epoca successiva alla calata dei barbari sui resti dell’Impero Romano d’Occidente ed al conseguente stato di ignoranza che aveva coperto il vecchio continente, in cui la superstizione aveva preso il posto della ragione.

Ma gli storici del diciannovesimo secolo calcarono troppo la mano, descrivendo una paura collettiva e mutuandola in una fobia generalizzata, che se ci fu ebbe proporzioni meno vaste. Al giorno d’oggi, permeati come siamo dalla tecnologia imperante, quel vago senso di millenarismo vecchio e stantio, invece di rimanere chiuso nelle scaffalature ammuffite degli archivi storici, viene di tanto in tanto rispolverato.

Esempio classico su cui poggiano le presunte previsioni è la fine del mondo; spesso si ricorre ad antiche profezie formulate da popoli antichi, opportunamente distorte ad usum delphini. Un ultimo caso è rappresentato dalla profezia dell’antico popolo Maya sulla presunta fine del mondo vaticinata per il 21 dicembre del 2012 e non verificatasi, tanto più che i Maya avevano parlato di cambiamento d’epoca; ergo tra “fine” e “cambiamento” vi è una sostanziale differenza. Se le differenze epocali tra il millenarismo dell’anno Mille e quello attuale del 21mo secolo sono

abissali resta come comune denominatore la paura propria degli uomini, ma anche la mancanza, oggi come allora, di strumenti cerebrali capaci di filtrare i vari messaggi cui siamo sottoposti. Ma l’uomo contemporaneo non ha di questi appigli.

L’essere evoluto che la scienza chiama Homo Sapiens Sapiens degli inizi del terzo millennio non può accampare giustificazione alcuna, tanto elevato è il suo livello di informazione, di scolarizzazione, se non proprio di erudizione. Un essere ragionevole e razionale non può credere nelle favole, chiunque sia a propalarle e non può abbandonarsi a stati di psicosi collettiva tali

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Spunti di psicologia

A cura della Dott.ssa BRUNA BENELLI

da alterare il normale vivere della quotidianità. Non può e non deve regredire allo stato di bambino.

Tutto ciò fa riandare la mente al tempo dell’affermazione, nel mondo scientifico e sociale, della teoria evoluzionistica di Charles Darwin, in quei frangenti di tempo il letterato inglese Chesterton, commentando la proverbiale credulità umana anche al tempo della scienza trionfante, ebbe ad esclamare: “Da quando gli uomini hanno smesso di credere in Dio non è che non credono più in nulla, bensì a tutto”.

La poesia del mese

Doppo Natale freddu e fame di ANNA GIOVANETTI

Doppo Natale freddu e fame è n’dettu de i vecchi rocchiciani e n’fatti tutti se faceanu a remessa de facioli, farina e de patane; pecchè passata l’allegria de e feste e spesi lli do becchi pe fasse ‘na magnata, teneanu da i pe lena e stregne ‘a cinta pecchè etera ancora longa l’invernata. E n’vece mo’ Natale n’è più come na vota pecchè e magnate se fau pe tuttu l’annu etè solu ‘na curza a fa’ i regali e a pensa’ a Tizio a Caio che i faraio? E curi a destra, curi a sinistra, prepari pranzi da sentitte male e doppo recominci a stregne ‘a cinta ma solu pe fa ‘a dieta e no pe fame.

L’inverno po’ n’se sente più llo freddu che te taiea specie davanti a Chiesa e verso Campusantu niciunu va puiù pe lena a soffiasse ‘e mani e neve e gelu se fau vedè gnì tantu. Certo è na bella cosa che l’inverno s’è ccorciatu e che ‘o freddu è diventatu menu greve, ma io so’ sempre stata ‘na romanticona; n’te etera bellu Natale co a neve!

Auto affermarsi

Il nuovo anno è appena iniziato, viviamolo come un’opportunità che si apre davanti a noi per fare nuove conquiste e continuare le attività consuete con nuovo e rinnovato slancio. E’ per questo motivo che nel primo mese dell’anno, vi parlo di Autoaffermazione, ossia il processo che attiene al corretto sviluppo dell’identità in quanto ha a che fare con il raggiungimento del proprio successo psicofisico, inteso come il prendersi cura di sé sia dal punto di vista fisico che psichico. Tutti noi abbiamo paura di invecchiare e di ammalarci, non accettiamo il tempo che passa, spesso siamo tanto presi dalle cose di cui dobbiamo occuparci, da perdere il gusto di farle con piacere. Non abbiamo bisogno, però, di compiere grandi imprese, ci basta sapere di aver fatto quello che riteniamo giusto per noi, senza avere dei rimpianti tanto grandi da non potercelo perdonare, basta avere sempre dei progetti da realizzare, che sappiano aggiungere “del sale” alla vita, per non correre il rischio di cadere in depressione. Fare del bene agli altri ad esempio, facendo volontariato, o per le persone o per gli animali, è un buon modo di sentirsi utili. Vi propongo quindi, di stilare su un foglio una lista di propositi che ci proponiamo di conseguire nel 2020, scrivendo sia quelli che stiamo portando avanti e aggiungendone dei nuovi, che siano piacevoli e non stressanti, il fine è quello di arricchire la nostra vita, non di appesantirla. A fine anno poi, potremmo riprendere la nostra lista e spuntare quello che abbiamo realizzato o quanto meno iniziato a fare.


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RO CC A D I PA PA

il Segno - GENNAIO 2020

NON FARTI INFINOCCHIARE DAI SOLITI POLITICANTI politic i

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Il nuovo volto dell’AVIS il Segno - GENNAIO 2020

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Gloria Boccanera lascia il testimonial a Lavinia Casciotti di ALESSANDRO TABELLIONE

L’Avis dopo aver chiuso il 2019 superando le 1.000 donazioni di sangue, ottenendo un risultato importante, ha scelto la sua nuova testimonial. E sempre all’insegna dello sport al femminile. Il nuovo volto che accompagnerà l’associazione dei donatori di Rocca di Papa è quello della giovanissima Lavinia Casciotti, atleta pluridecorata della nazionale italiana

STOR I E

di kick boxing. Lavinia subentra a un’altra grande atleta del panorama sportivo roccheggiano, Gloria Boccanera, campionessa di nuoto paraolimpico che tante soddisfazioni ha dato con la sua partecipazione alle ultime Olimpiadi, supportata e incoraggiata dall’intera comunità. “Metti al tappeto l’indifferenza... vieni a donare” è lo slogan scelto dall’Avis per la nuova campagna per incentivare i cittadini a diventare

donatori di sangue. Lavinia Casciotti si è detta onorata di poter rappresentare l’Avis per l’anno in corso e i manifesti con il suo volto sono stati affissi in tutto il paese.

Il romanzo storico a puntate di Franco Antonucci/6

La vita del brigante è dura

SONNINO, MARZO 1812 Stavolta l'avversario era armato, infatti Luigi impugnava con le dita contratte della mano destra una scheggia di legno a mo’ di coltello. Gli girava intorno minaccioso con le gambe piegate e ben divaricate per distribuire meglio il peso, e nella sinistra teneva avvolta la giacca, che si era sfilato per proteggersi. Anche Antonio aveva raccolto una delle tante schegge che erano in cortile ed aveva accettato la sfida. Da ex capobanda, Luigi gli aveva spiegato che un brigante non può mai spogliarsi, né d’estate né d'inverno, né di giorno né di notte. Non può accendere il fuoco, veglia e dorme sempre negli stessi panni. Patisce la fame, ma la sete è una delle peggiori sofferenze: molte volte, vicini ad una fonte, per timore di essere scorti, ci si accontenta d'inghiottire la saliva. Così alle volte si prende tutto un acquazzone, per non avvicinarsi ad una capanna, dove potrebbe essere annidato il pericolo. Insomma, buttarsi alla macchia è facile; difficile è rima-

nerci, vivo. Con la sua banda non camminava mai di giorno, lo si trascorreva in mezzo ai boschi e per poter sopravvivere avevano bisogno di una gran quantità di denaro, che andava a finire nelle tasche di coloro che gli procuravano l’essenziale per vivere. Ripeteva spesso queste cose ad Antonio, nel timore che volesse seguire le orme sue e di Gennaro. Ma in quei giorni Antonio era troppo felice con Maria e a fare quella vita, lontano da tutti... nemmeno a pensarci! Insisteva però nel sottoporlo a tutte le prove possibili e quella del finto coltello era un'altra sua invenzione. Guizzò come una serpe, ma Antonio riuscì a schivare l'affondo che gli aveva sfiorato il petto e la gola. Ogni volta che era partito per colpirlo, Luigi lo aveva parato facilmente. Quando Luigi fece per partire, in un batter d'occhio, Antonio si passò fulmineamente il coltello alla mano sinistra e roteò il gomito sferrando una gomitata nell’occhio sinistro dell'avversario, che cadde disteso. “Bella questa mossa chi te

Lavinia Casciotti

Soddisfazione ha espresso anche il presidente Avis Bruno Eleuteri, che ha anche rivolto un invito ai cittadini di diventare donatori di sangue. Un consiglio da seguire!

Il coperchio del diavolo

Un racconto costellato di miti e leggende popolaresche del brigante piu’ famoso dello Stato pontificio: Gasperone

l'ha insegnata?” “L'ho inventata all'istante.” La sera prima s'era fatto come sempre il bagno nella tinozza e quella mattina sentiva il profumo di pulito nel suo letto, si girò vide la sveglia che segnava le 6 del mattino vicino alla branda vuota di Gennaro; per altri era presto ma per lui non c'era differenza. Aprì la cassapanca della sua cameretta e s'accorse che tutto il vestiario di Gennaro ed anche qualche sua sciarpa e maglione mancavano: evidentemente erano serviti a suo fratello Gennaro per sopravvivere nei boschi! Quella mattina era felice, avrebbe rivisto Maria in chiesa e, chissà, forse avrebbe potuto persino parlarle. Mentre tornava a casa, pensava a quanto fosse felice in quel periodo. Era tanto immerso nei pensieri della sua amata che, appena lo vide sulla soglia, Giustina gli chiese: ”Che ti succede Anto'?”. ”Niente” rispose lui”. Ma la sera successiva, Giustina tornò alla carica: “T'è successo qualcosa Anto'!” A quel punto Antonio le confessò come aveva cono-

sciuto Maria de Marchis e che era andato a casa sua. Giustina si rallegrò della buona notizia, conosceva la bellezza di Maria, nota a tutti in paese anche per la sua serietà e religiosità. ”Era ora Anto'! Mi stavo giusto preoccupando che tu non frequentavi nessuna ragazza. Se non stessi per caso sull'altra... sponda, dell'Amaseno!” risero abbracciandosi i due fratelli. Continua


Ultima pagina

La strada delle “barrozze”

IL SEGNO dei TEMPI

i disegni del Maestro

Franco Carfagna Oggi Via delle Barozze è una delle strade più trafficate di Rocca di Papa, mettendo in collegamento tra di loro varie cittadine dei Castelli. Ma da dove deriva questo nome? La scrittrice Maria Pia Santangeli nel suo libro “Boscaioli e carbonai”, alle pagine 113-115, ha ben descritto chi erano i “boari” e che cos’erano le “barrozze” che percorrevano questa strada. Le “barrozze”, dunque, erano dei grandi carretti con due ruote enormi, un potente asse, muniti di arcani. Il carro era trasportato di solito da una coppia di buoi (ma se il peso del legname trasportato era oltre il normale i buoi potevano diventare quattro) e i travi di castagno venivano agganciati con robuste catene proprio sotto alle ruote. Nel disegno, il maestro Carfagna è riuscito a fermare l’immagine di un carretto diretto verso Roma, dopo che i boscaioli avevano effettuato il taglio alla sinistra di Monte Cavo, partendo dal Guardianone, per poi proseguire verso Colle delle Querce, Valle dei Chiusini, Mezza Posta, Grotticelle, Valle Sbirlunga, Colle dell’Impero, Pisciatore di Betoldo, Piazzone Primo, Piazzone Secondo, 14 Rubbia, Valle Gnaccara, Serèula, Colle Giovannone, fino ad arrivare a Barbarossa. Nomi che nascondono chissà quali segreti aprendo il campo all’immaginazione! Vogliamo per-

il Segno - GENNAIO 2020

ciò ringraziare il boscaiolo Renato “de Pipino”, uno degli “spedicatori” storici di Rocca di Papa, per averci fornito questi nomi. Queste “barrozze” erano i trattori di oggi. Spesso i “barrozzari” venivano da Velletri (ed erano chiamati Cappelloni), Lariano, Artena, Valmontone e Cori. Speriamo che la modernità non porti a cancellare il nome di questa strada, magari sostituendolo con un semplice “autostrada di svincolo per Roma”.

Lettere, Proposte, Proteste e Reclami

Via dei Monti 24, 00040 Rocca di Papa (Rm) - ilpiccolosegno@libero.it

ALLARME DISCARICHE NEI NOSTRI BOSCHI I boschi di Rocca di Papa appaiono disseminati di discariche a cielo aperto un po’ ovunque. Caro Sebastianelli ma perché nessuno sembra voler fermare questo fenomeno in continua crescita? Si parla tanto delle cosiddette fototrappole ma quando si arriva al dunque non se ne sa più nulla. Giorni fa sono andato alle Faete e ho visto un bel mucchio di rifiuti sparpagliati in ogni parte. Uno spettacolo vergognoso verso il quale le istituzioni sembrano rassegnate. E i guardiaparco perché non riescono a controllare il territorio? Non sarebbe sufficiente fermare i camioncini che trasportano strano materiale chiedendo dove stiano andando? Insomma, io da camminatore instancabile non ne posso davvero più di vedere ogni volta i nostri boschi ridotti in questo stato pietoso. Fate qualcosa almeno voi. Santino Buzzi

TROPPI FURTI  AI CAMPI D’ANNIBALE Da circa un mese stiamo assistendo a continui furti nelle abitazioni ai Campi d’Annibale. Questo vuol dire che il territorio sta diventando preda di ladri che colpiscono indisturbati. Una mia vicina ha trovato una finestra completamente rotta e la grata addirittura divelta. Fortunatamente gli autori sono scappati prima di entrare a rubare. Poi, parlandone con altre persone, ho saputo che è successo anche ad altri. Non si può vivere nella paura costante che qualcuno ti entri in casa. Lettera firmata IL SEMAFORO DEL VIVARO CHE NESSUNO RISPETTA Caro direttore, una settimana fa mi trovavo fermo al semaforo che si trova uscendo dal Vivaro verso la via Olimpica. Il semaforo era rosso e mentre aspettavo il verde diverse automobili mi superavano per immettersi nella strada principale come se fosse la cosa più naturale del mondo.

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Poi ho capito perché: ho dovuto aspettare sei o sette minuti di orologio prima di vedere scattare il verde. Un’attesa infinita che porta alcuni automobilisti a non rispettare il semaforo. Fortunatamente non è successo niente ma non si potrebbe fare in modo che i tempi del semaforo fossero più attenti anche alle esigenze di chi esce dal Vivaro? B. Fondi

POSTEGGI PER DISABILI SEMPRE OCCUPATI Vi ho scritto già una volta per segnalare quello che avviene tutti i giorni davanti al Carrefour di via Frascati. I parcheggi riservati ai disabili sono sempre occupati da veicoli che non espongono il tesserino. Questo avviene da anni, tanto che è diventata la norma. Perché nessuno fa rispettare le regole? Al supermercato mi hanno detto che non è di loro competenza controllare i veicoli in sosta ma allora un cittadino a chi si deve rivolgere? Mail firmata


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