Il Segno settembre 2011

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Tutto fermo

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PICCOLO

il Segno

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Anno X, n. 9 - Settembre 2011

nica 25 settem br e

Marcia per la Pace Perugia-Assisi

Le grandi opere procedono a rilento, i cassonetti Il Segno è vivo per la raccolta dei rifiuti sono fatiscenti e vegeto! e il centro storico sembra abbandonato

Il grido di dolore del Duomo

di Daniele Iannotti Cari cittadini e cari membri dell’amministrazione comunale, vorrei lanciare un grido di dolore dal cuore ancora pulsante del nostro paese: il centro storico. Questa zona del paese è ormai segnata da un declino che a molti sembra inesorabile, e forse è così, perché non mancherebbero i mezzi per ovviare ma la semplice e pura volontà di farlo. Siamo vessati dalle tasse, dalla spazzatura che ci assale e che arriva sino alle serrande dei nostri negozi e questo non per colpa dell’operatore ecologico, ma a causa della mancata pianificazione, mediante apposito censimento, di tutte le utenze della “Tarsu”.

SEGUE A PAGINA 16

Micro-parcheggi

Approvato il progetto

A pagina 12

In pieno agosto

Rinasce la Proloco

A pagina 10

Servizi cimiteriali

Pronto l’appalto

A pagina 18

Servizi alle pagine 9 e 11

di Sergio Rasetti A qualcuno il nostro giornale non piace, tanto da sognare e diffondere la voce di una sua imminente sepoltura insieme a quei giornali che, finanziati dai politici con soldi pubblici, stante la crisi della finanza, si vedranno annullati o fortemente ridotti i contributi precedentemente concessi con troppa disinvoltura. La sopravvivenza di una testata periodica non è facile se non ha alle spalle un editore che vuole raccogliere frutti.

Segue a pagina 9

CentroAnziani, botta e risposta Polemiche per l’articolo di luglio

A pagina 14

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Degrado e caduta dell’Impero d’Occidente ATTUALITA’

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di Bruno Fontana Un brivido sta correndo lungo la schiena del mondo occidentale, ed è un brivido di inquietudine e di paura. Lo Zio Sam ha la febbre alta e il presidente Obama si sta barcamenando coinvolgendo i suoi avversari repubblicani nella ricerca di qualche ricetta che salvi il paese dal default. Ah, benedetto capitalismo selvaggio! Sono finiti i tempi in cui con un mazzo di carte di credito, fidi bancari e mutui senza freni si faceva vita da nababbi spendendo a gogò e comprando con un semplice clic le cose più superflue. Ora la bolla è scoppiata, è rimasta solo aria greve sopra una montagna di insolvenze. Le case sono tornate ai real estate, i fidi e i mutui sono diventati debiti delle banche e delle finanziarie e così oggi nel paesaggio delle periferie americane si vedono tendopoli dove non solo bambini neri e ispanici simulano allegria, ma anche bianchi, maPICCOLO

il Segno

organo mensile dell’associazione culturale

“Terre Sommerse Castelli” Registrazione Tribunale di Velletri n. 5/02 del 19/02/2002

DIREZIONE

Via dei Monti, 24 - Rocca di Papa

DIRETTORE RESPONSABILE Andrea Sebastianelli

gari figli di ex broker di Wall Street. Il fantasma della grande depressione del 1929 allunga la sua ombra sinistra sul paese che fu il più ricco e spendaccione del mondo. Questo, mentre l’Unione Europea chiude i portafogli e tenta di evitare il crack economico, mentre i paesi più deboli rischiano la bancarotta sotto i colpi della speculazione internazionale e il crollo delle borse. E l’Italia in questo patatrac? L’Italia piange. Come gli altri paesi occidentali, ma a questo scoraggiante background si aggiunge un tocco di patetico e di grottesco grazie a un ineffabile Presidente del Consiglio che dopo essersi meritato venti pagine di critiche feroci su l’Economist (L’uomo che ha fregato l’Italia), ha preso altri diciassette schiaffi dal Der Spiegel. Ora, non è che uno si diverte a leggere lo sputtanamento globale del nostro paese sulla stampa straniera, che ogni tanto non perde occasione di infangarci, ma quando il fango è già di casa, bisogna ingoiare REDAZIONE

Noemi Bevilacqua, Valentina Bucci, Gaetano Casilli, Stefania Colasanti, Daniela Di Rosa, Bruno Fontana, Paola Gatta, Rita Gatta, Daniele Iannotti, Toshi Kameda, La Pulce, Luisa Laurelli, Marzia Mancini, Loredana Massaro, Don Franco Monterubbianesi, Marcello Morrone, Noga (Gabriele Novelli), Massimo Onesti, Andrea Rasetti, Sergio Rasetti, Annarita Rossi, Maria Pia Santangeli, Luigi Serafini, Roberto Sinibaldi, Gennaro Spigola, Sandro Tabellione, il-sognatore.blogspot.com

gli insulti e accettare il sarcasmo. Stupisce però che questo stesso Presidente del Consiglio guidi ancora il nostro paese dopo 17 anni di degrado etico politico, insieme a un padano con velleità secessioniste che “si pulisce il culo con il tricolore” e prende lo stipendio da Ministro a Roma, alla faccia del buon senso e della decenza. C’è da pensare che gli italiani si sono rassegnati al peggio, confermando la loro idiosincrasia per chi li governa, preferendo dedicarsi al loro orto. Servirebbe invece un altro sussulto d’orgoglio, come per le elezioni amministrative e i referendum. Ma se l’Occidente piange, cosa fa l’Oriente? In un suo recente show, David Letterman ha mostrato uno spezzone di conferenza stampa di Obama con alle sue spalle, defilato ma ben riconoscibile, un cinese con gli occhiali scuri che lo tiene d'occhio. Era un fake, ovviamente, un joke. Il futuro si sta tingendo di giallo mentre sbiadiscono le stelle e strisce? La storia è come un serpente che si morde la coda. ILLUSTRAZIONI Franco Carfagna, Ermanno Gatta

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La beffa del “bonus bebè”...

Circa 8.000 famiglie che nell'anno 2005 beneficiarono del bonus-bebè di 1.000 Euro, nelle ultime settimane si sono viste recapitare una lettera dal Ministero dell’Economia che intima la restituzione dei 1.000 Euro più il pagamento di 3.000 Euro quale sanzione amministrativa e l’avviso che il giudice può pronunciarsi in merito alla possibilità di apertura di un procedimento penale a loro carico. Cosa è successo? È accaduto semplicemente che nell’informativa che venne a suo tempo inviata e firmata da Berlusconi al bebè nato che recitava testualmente “Caro …., felicitazioni per il tuo arrivo ! E’ il Presidente del Consiglio a scriverti per porti la prima domanda della tua vita: lo sai che la nuova Legge Finanziaria ti assegna un bonus di mille Euro? I tuoi genitori potranno riscuoterlo presso questo Ufficio Postale. Un grosso bacio” e veniva allegato un foglio che spiegava le modalità di riscossione del bonus, indicando che ne potevano beneficiare coloro il cui reddito era inferiore ai 50.000 euro. Così, secco senza indicare se i 50.000 euro erano da considerare al lordo o al netto. Così alcune famiglie (le 8.000 di cui parlavamo all’inizio) che non superavano il limite di 50.000 euro al netto, hanno fatto richiesta ed ottenuto i 1.000 euro Peccato che secondo il Ministero delle Finanze i 50.000 Euro erano da considerarsi al lordo ed addirittura comprensivi dell’eventuale reddito aggiunto da fabbricati, … ma non c’era scritto, ed inoltre il Ministero non l’ha chiarito subito, ma dopo solo … 6 anni !!! Così le 8.000 famiglie non solo dovranno restituire i 1.000 ricevuti e i 3.000 di sanzione, ma corrono anche il rischio di una condanna penale per mendace dichiarazione in atto notorio allegata alla richiesta. È evidente che tutta la storia è dovuta ad una comunicazione confusa, ma la mancata chiarezza deve essere fatta pagare solo ai cittadini? Ed in questo caso non esiste la prescrizione breve? La Pulce


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di Sergio Rasetti Centro anziani, comitati di quartiere, associazioni di ogni tipo fanno gola a molti politici che dimostrano sempre più arroganza e pretendono consenso senza controlli. Stanchi, incazzati, delusi, distratti, preoccupati per il nostro futuro li lasciamo agire incapaci di fare l’unica cosa assolutamente necessaria: riappropriarci della partecipazione nelle unità di base dei partiti, dove si possono e si devono discutere le cose da fare per il bene del paese e delle nostre famiglie. Negli ultimi anni il potere di decisione è restato nelle mani di poche manciate di persone. Dirigenti che praticamente rappresentano soltanto se stessi. Che alle elezioni presentano candidati che spendono troppi soldi senza che qualcuno ne accerti la provenienza. Morta e sepolta la vita politica di circolo o sezione per l’arroganza degli eletti, i quali non considerano un dovere concordare con la base quanto si apprestano a decidere come pubblici amministratori o dirigenti di partito. Soltanto tardivamente, per caso o per fortuna, veniamo a sapere cose incredibili sui loro stipendi, la loro previdenza, agevolazioni di ogni tipo che non servono per “fare politica”; delle assunzioni o attribuzioni di incarichi ben retribuiti per familiari e stretti collaboratori. Dei “favori“ concessi a grigi personaggi che si aggirano nei Palazzi per fare “affari”. Personaggi che riescono, chissà con quali mezzi, a “ingannare” troppo facilmente molti di coloro ai quali il popolo elettore ha assegnato una poltrona. Così la politica si è

chiuso il lunedì

ATTUALITA’

Riappropriamoci delle nostre bandiere

E’tornato il momento di ridiscendere in campo

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immersa in una palude nella quale ha trascinato larga parte del paese. Cosa può e deve fare chi è capace ancora di vivere qualche attimo di lucidità? L’unica cosa valida e possibile è tornare alla politica. Riappropriarsi delle bandiere in tanti; adeguarle agli anni 2000 e cacciare quelli che le hanno ridotte a brandelli. E’ un’operazione indispensabile, senza scorciatoie. La democrazia si fonda sui partiti. Se i partiti avranno dirigenti capaci e onesti proporranno candidati capaci e onesti. Soltanto così gli elettori potranno scegliere rappresentanti capaci e onesti. Se non ora quando? Questa terribile crisi economica e politica non può essere lasciata nelle mani di governanti che ogni giorno cambiano idea sui provvedimenti da prendere perché conoscono bene soltanto quello che riguarda le proprie tasche,

come è avvenuto negli ultimi due mesi. Questa crisi, probabilmente, costituisce per tutti noi una delle ultime opportunità per prendere coscienza di cosa possiamo e dobbiamo fare come cittadini. Ogni provvedimento economico che sarà deciso richiederà sacrifici a tutti: lavoratori, imprenditori, famiglie, giovani e anziani, risparmiatori e pensionati, artigiani e commercianti. E sacrifici ulteriori saranno imposti anche a coloro che sono già poveri. Ecco perché questo è il momento di scendere o ridiscendere in campo con una militanza politica. Dobbiamo garantire al paese una classe dirigente affidabile, perché i sacrifici che ci attendono li potremo sopportare soltanto se saremo messi in condizione di aver fiducia che essi serviranno davvero per assicurarci un futuro prossimo, accettabile.

“I PARLAMENTARI HANNO IL DIRITTO DI ESSERE RISPETTATI, QUINDI NIENTE TAGLI ALLE INDENNITA’” E’ finita così in Commissione Bilancio della Camera: bocciati gli emendamenti alla manovra presentati dalle opposizioni che puntavano a tagliare del 50% l’indennità dei Parlamentari. La Lega ha votato anche contro un proprio emendamento che prevedeva la stessa riduzione, segno evidente che i tempi di “Roma ladrona” per Bossi e compagni sono ormai lontani?

Altra misura incredibile e in odore di incostituzionalità è il Contributo di Solidarietà applicato soltanto ai dipendenti pubblici e ai pensionati “d’oro”: 5% sopra ai 90 mila euro; 10% sopra i 150 mila euro. Tutti gli altri cittadini con redditi sopra 90 mila e sopra 150 mila euro come mai sono esclusi dal dover essere solidali? Una spiegazione necessaria, soprattutto per quelli che hanno redditi da 10-20-30 mila euro e probabilmente sono già alla fame.

Nessuno tocchi la casta!

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Siamo sempre imeridionalidi qualcuno PAGINA APERTA

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di Daniele Iannotti Siamo il Paese che è culla della cristianità (ipocrita e perbenista come da nessuna altra parte del mondo); abbiamo dato i natali ad insigni poeti, artisti, pensatori e scienziati che sono vissuti e si sono formati in una Italia popolata da mille genti, e persino dominata dal potere di Stati stranieri; in quei tempi, quando di italiano c’era solo la cultura, abbiamo dato il nostro meglio. Ora, invece, che l’unità si è compiuta, che siamo un paese “progredito”, occidentale e democratico, alcune volte diamo il peggio del peggio. Non parlo di vicende note. Parlo, infatti, di qualcosa si subdolo che vedo sempre più diffuso; vedo cioè che, silenziosamente, si insinua il gene razzista. Esso è volte manifesto, a volte celato, ma si respira nell’aria e si abbatte tra italiani e stranieri, ma anche tra italiani e italiani. Vediamo se queste parole non vi suonano familiari: «Non amano l'acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per

molte settimane. Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l'elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici, ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal la-

NoTAV? No party!

Nel 1991 nasce il Tav per realizzare l’Alta Velocità. Nella totale assenza della politica impegnata più che altro nella nascente “tangentopoli”, si ndividua tra i principali gruppi industriali italiani i consorzi Cepav Due-Eni, Cociv, Iricav Due, Iricav Uno, Cepav Uno affidandogli senza gara i lavori e stipula con ognuno le relative convenzioni operative. Nel 1992 il governo Amato dispone “... l’applicazione della normativa comunitaria in materia di appalti pubblici ai lavori delle tratte ad alta velocità per i lavori non ancora iniziati i cui corrispettivi non fossero stati definiti ...”. In pratica sospende l’assegnazione diretta e dice che si devono fare le gare di appalto a livello Europeo. Nel 1994, appena insediato, il governo Berlusconi elimina la disposizione Amato e si torna all’assegnazione diretta senza gara. Nel 2007 il governo Prodi cancella quest’ultima disposizione e revoca le assegnazioni dirette senza gara. I consorzi Cepav Due-Eni per l’Alta Velocità, Cociv, Iricav Due fanno ricorso rispetto a quest’ultima decisione. Tutto risolto? Per niente. Nel 2008 Berlusconi nuovamente al governo, vara un Decreto Legge “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico” contenente, in mezzo a decine di articoli, la norma che “... dispone la prosecuzione, senza soluzione di continuità, delle convenzioni siglate da Tav ...”. Insomma, torna Berlusconi e i consorzi privati tornano in auge. Ma la causa per il periodo 1994-2007 va avanti, e dal Tar del Lazio la parola passa alla Corte di Giustizia Europea e nel 2008 l’Avvocato Generale, Verica Trstenjak, produce il suo parere legale che dice: “... l’interesse della Comunità ad una situazione di mercato libera da discriminazioni deve essere preso pie-

voro. I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali». La relazione prosegue, e ci fa meglio capire a chi si riferisce: «Propongo che si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti, ma disposti più di altri a lavorare. Si adattano ad abitazioni che gli americani rifiutano

namente in considerazione nella valutazione degli interessi contrapposti… il beneficiario può opporsi ad una correzione che gli sottrae un vantaggio di cui ha goduto fino a questo momento solo a condizione che sia in buona fede… non convincono argomenti come quello concernente la tutela del legittimo affidamento invocato dai consorzi”. È evidente che l'Avvocatura Generale della Corte Europea dà ragione allo Stato Italiano ed anche se il parere non è vincolante, apre le porte ad una alla decisione positiva a suo favore. Il governo sembra destinato a vincere risparmiando così miliardi di Euro di risarcimento, ma … subito dopo la pronuncia dell'Avvocatura Generale della Corte Europea ed ad un passo dalla sentenza, colpo di scena, …il governo e i privati rinunciano alla causa e si passa così all’arbitrato. In pratica è stato istituito un tavolo tra Imprese e Stato per stabilire consensualmente la cifra che quest'ultimo dovrà versare per chiudere definitivamente il problema senza attendere la sentenza. Ma perché pagare quando si sta per vincere? Perchè il governo Berlusconi ha abbandonato la causa? Quanto costerà l’arbitrato? Un quotidiano (il Fatto) ha provato a chiederlo direttamente al viceministro delle Infrastrutture, Roberto Castelli, che ha comunicato di “… non essere disposto a rispondere sull’argomento…”. Nessuna risposta all’interrogazione dell’onorevole Musso (Pdl), nessuna risposta dal viceministro delle Infrastrutture, Roberto Castelli ma l'arbitrato va avanti e quando troveranno l'accordo sulla somma che lo Stato Italiano gli regalerà (ma che in pratica pagheremo noi), continueranno a non farci sapere nulla. Chissà se questi miliardi risparmiati avrebbero consentito di alleviare la manovra fiscale. La Pulce

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pur che le famiglie rimangano unite e non contestano il salario. Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud dell'Italia. Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più. La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione». Relazione dell'Ispettorato per l'Immigrazione del Congresso americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti, ottobre 1912. Qualcuno diceva che si è sempre i “meridionali” di qualcun altro, il che significa che c’è sempre chi si crede migliore di noi. Alcuni stranieri mangiano aglio come molti nostri nonni del Sud facevano con la convinzione addirittura che ciò prevenisse le malattie più disparate; tra le altre cose, questa convinzione sembra essere confermata da alcuni studi. Ci lamentiamo che le donne di altri tra di loro portano il velo, ma cosa erano e sono ancora le donne della Sicilia più profonda? Loro non erano velate e sottomesse? Dimentichiamo che fino a poco tempo fa in Italia se un uomo uccideva la moglie fedifraga era punito in maniera ridicola ed era fatto oggetto di un’approvazione nemmeno tanto nascosta della comunità; ma se poi accadeva il contrario? Ovviamente massima severità. Vi invito a riflettere amici miei su che cosa significa vivere assieme. Abbiamo tutti da imparare perché culture altrettanto vecchie come la nostra o più giovani sono sempre sopravvissute al tempo, alle guerre ed ai cambiamenti e quindi hanno dimostrato tutte di essere in qualche modo fondate e ben strutturate, altrimenti perirebbero ad ogni cambio di vento. Il ventre che ci ha generato è lo stesso, diversi sono i nostri maestri, ma comuni debbono essere i nostri sforzi. Il male non si nasconde dietro la nostra etnia, e non è più forte se nasciamo in Romania o in Albania, ma dipende dalle scelte che facciamo. La mafia nel mondo l’abbiamo esportata noi italiani ed essa non poteva che nascere qui da noi, in quel contesto. Come è altrettanto risaputo che dietro le bande di stranieri che commettono crimini organizzati nel nostro paese si nasconde sempre un italiano. Anche noi, converrete, diventeremo barbari se fossimo costretti a condividere con troppe persone una ex stalla eretta a casa, e ovviamente chi è che offre queste sistemazioni al limite dell’umano, a prezzi esosi e senza ritegno… pensateci, non certo chi viene qui a vivere, ma qui chi già ci vive.


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da Tokyo Toshi Kameda Anche quest’estate è stata molto calda e afosa provocando diverse vittime ma del tutto diversa rispetto ad altri anni dopo la tragedia nucleare. Ce la facciamo senza il nucleare? L’estate è diversa perché siamo stati sotto la minaccia del black-aut elettrico soprattutto nell’est del Paese. La “riduzione” della produzione dell’energia elettrica si è sentita più forte con l’arrivo dell’estate quando sono aumentate le domande di aumenti di potenza per fuggire dal caldo. Per evitare il black-aut il governo ha imposto la diminuzione del 15% sul consumo elettrico durante il giorno per circa tre mesi da luglio a settembre, obbligo esteso ai grandi consumatori come le fabbriche e gli uffici. Un provvedimento simile ci fu solo nel periodo della crisi petrolifera del 1974. Anche la parte ovest del Paese è stata interessata dal provvedimento ma in modo meno vincolante. E così l’estate giapponese è iniziata sotto il regime del risparmio dell’energia elettrica. I negozi e gli uffici aprono prima quando fa meno caldo oppure riducono l’orario. Dovunque, anche sui mezzi pubblici, le luci se non spente sono ridotte e fa meno fresco con la temperatura dell’aria condizionata mantenuta più altra a 28°C. Nelle fabbriche lavorano il sabato e la domenica in cambio di giovedì e venerdì da passare in casa. Anche la gente fa ciò che è possibile e cerca di accendere di meno il condizionatore dell’aria che rappresenta il 25% sul totale dei consumi domestici. Stiamo così diventando dei grandi risparmiatori. La riduzione della produzione dell’energia elettrica è causata anche da alcuni reattori fermi per i controlli ordinari che non possono ripartire subito dopo i controlli come è previsto dalla legge, perché l’11 luglio il governo ha imposto gli stress-test alle centrali nucleari per verificarne la sicurezza in base ai criteri europei. A luglio i reattori operativi in tutto il Paese sono diminuiti del 33,9%, il livello più vicino al 30,3% raggiunto nel 1977. Alla fine di agosto erano fermi 42 reattori su 54 (circa l’80%) dei quali 11 erano nella fese finale dei controlli ordinari in attesa degli stresstest. I restanti 12 impianti operativi tra poco saranno sottoposti ai controlli e ai test. Per il momento gli stress-test stanno rimandando la riattivazione dei reattori. Intanto si discute se riattivarli o meno. Il mondo imprenditoriale e il governo vorrebbero farlo subito ma la gente è molto preoccupata visto che sono ancora in corso le indagini sulle cause dell’incidente della Fukushima n. 1. Tali preoccupazioni sono aggravate dal timore che il nuovo provvedimento possa finire per essere solo “un atto dovuto”. Non possono essere considerate un “atto dovuto” neanche la “riduzione” e la “restrizione” dell’energia, come a voler dire che senza l’energia nucleare siamo costretti a subire una sorta di regresso della vita moderna. Purtroppo le informazioni “vere” le hanno

DIRETTA da TOKYO

Contro il nucleare, dentro il nucleare

Un’estate vissuta pericolosamente

solo le compagnie elettriche. Comunque ce l’abbiamo fatta a sopravvivere quest’estate anche senza il sostegno dell’energia nucleare. Grazie a questa presunta emergenza energetica stiamo imparando che non è impossibile risparmiare energia elettrica, riflettendo sull’uso eccessivo fatto in passato. Non è male ad esempio l’iniziativa governativa “Cool Biz” (Cool più Business, cioè gli affari in fresco) per il periodo estivo avvitata nel 2005 che invitava gli uomini (compresi i parlamentari) a vestirsi in modo leggero senza la cravatta e la giacca per risparmiare l’uso dell’aria condizionata. Quest’estate i suggerimenti hanno riguardato anche i pantaloncini corti e il kimono, abito tradizionale giapponese. Se gli 11 reattori non dovessero ripartire e se gli altri 12 dovessero andare per sempre a riposo si fermerebbero tutti i reattori prima della prossima primavera e sarebbe la fine dell’era nucleare. I bambini in vacanze fuori di Fukushima L’estate è stata diversa anche perché la Fukushima n. 1 ha tolto ai bambini la gioia di trascorrere le vacanze estive all’aria aperta. I bambini non si possono tenere chiusi in casa avendo un gran bisogno di giocare all’aperto ma la contaminazione radioattiva non glielo permette. Le piscine, per esempio, cioè il luogo preferito d’estate dai bambini, sono chiuse perché non sanno dove scaricare l’acqua contaminata. Grazie alla solidarietà (sia dei giapponesi che degli stranieri) molti bambini della Prefettura di Fukushima sono stati ospitati in altre località lontane dalle zone contaminate. In questo non è certo mancato l’impegno dell’Italia, con progetti dal titolo: “Le vacanze italiane dei bambini di Fukushima”. Subito dopo l’incidente sono arrivate diverse offerte di ospitalità attraverso l’ambasciata del Giappone in Italia. A oggi sono stati ospitati 35 bambini tra 5 e 11 anni nell’ambito dei progetti “Kibou Japan” (Speranza Giapponese) per 40 giorni estivi presso le famiglie. Un altro progetto, “Italian friends for Japan” (Amici italiani per il Giappone) promosso da Advantage Financial e dall’ENIT Agenzia Nazionale del Turismo-, con la partecipazione del Ministro del Turismo, sta permettendo di ospitare i bambini insieme alle mamme in alberghi e in altre strutture per un periodo di permanenza di sei mesi. Ai primi di luglio il progetto ha già raccolto le richieste di 196 mamme e bambini.

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La centrale di Fukushima

Finite le vacanze purtroppo questi bambini devono fare ritorno nella nostra realtà. Con il passare del tempo veniamo a sapere quanto è diffusa e drammatica la contaminazione radioattiva. Sempre ai primi di luglio si è saputo che è su 1.080 bambini (tra 0 e 15 anni), il 45% ha avuto problemi alla tiroide. Tutti erano residenti intorno alla centrale. L’autorità come al solito ha tranquillizzato la popolazione. “Il 99% di essa sono al di sotto di 0,04 microsievert l’ora di radiazione” ha detto la commissione sulla sicurezza nucleare, e sembra che non saranno necessari ulteriori accertamenti “perché questa dose corrisponde per un bambino dell’età di un anno a 20 millisievert l’anno inferiori alla soglia dei 100 mSV l’anno/0,2 microsievert l’ora, considerata la soglia cancerogena”. Un’omissione criminosa. Le rassicurazioni sono tranquillizzanti solo per coloro che governano non certo per i bambini. E infatti molti bambini stanno lasciando la propria città, compreso il territorio di Fukushima. Dopo l’incidente nucleare fino ad oggi (è il 25 agosto) hanno cambiato città per evitare l’esposizione radioattiva il 6,5 % circa (cioè 11.546 bambini) degli alunni delle scuole elementari e medie di Fukushima. Tra questi 7.672 hanno abbandonato la Prefettura di Fukushima e dopo le vacanze sarà la volta di un altro migliaio mentre altri 755 lasceranno la città natale. Secondo alcuni esperti è ancora valida la proposta dell’evacuazione più estesa. Vi posso dare una piccola buona notizia. Dopo le forti indignazioni delle mamme il governo ha ritirato la discussa dose di 20 mSV l’anno/3,8 microsievert l’ora (il limite massimo di esposizione radioattiva) portandola a 0,534 mSV l’anno/1 microsievert l’ora. Ciò vuol dire che il governo deve impegnarsi a decontaminare il terreno, l’aria, il mare, ecc. per portare al limite minimo il rischio di esposizione interna. La strada sarà ancora molto lunga.


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il Segno - Settembre 2011

Un progetto per i diritti umani delle donne in India L’Occidente non può semplicemente far finta di niente

di Francesca Zoppi Immagini di Marta Gabrieli Ogni giorno in India le donne vengono sfruttate, vendute, trafficate e costrette ad una vita di violenza. Un gran numero di organizzazioni non governative, insieme ad alcuni progetti governativi e delle Nazioni Unite, lavorano per aiutare le vittime. La maggioranza dei progetti sono dedicati a donne Dalit (Intoccabili) o ad altre donne che come loro vengono trafficate, abusate, sfruttate ogni giorno nell’illecita realtà. Le vittime sono sia bambine che donne. Le loro voci non vengono mai ascoltate. “Voci di donne Indiane” (Voices of Indian Women,VIW) è un progetto che ha la speranza di documentare la visibile condizione di minorità delle donne a confronto con la società sciovinista in India. E’ nato grazie alla tesi di Master scritta dalla sottoscritta riguardo “il traffico sessuale in India. Quanto sono efficaci le nuove strategie? Un case study sulla Gulabi Gang”. Voices of Indian Women è un progetto nato con lo scopo di ascoltare queste voci, per poter sottolineare l’importanza del rispetto dei loro diritti umani. Insieme a me, a fondare il progetto, è stata un’altra ragazza, Marta Gabrielli. Entrambe lavoriamo nell’area internazionale dei diritti delle donne, appassionate dalla magia dell’India. Durante il nostro viaggio in India nel mese di giugno 2011, usando una metodologia di ricerca di livello qualitativo, abbiamo dato parola a ogni realtà indiana riguardante l’universo femminile dove i diritti umani vengono negati, documentandola attraverso interviste, fotografie, e video. Abbiamo così collaborato con Hijras (trans gender) e lesbiche, donne coinvolte nella prostituzione, donne e bambine

salvate dal tragico mercato della tratta sessuale, bambine la cui speranza è di avere una vita diversa e normale rispetto a quella delle loro madri, donne che lavorano per i diritti di altre donne ma che dubitano ogni giorno della loro riuscita come Sampat Pal leader della Gulabi gang, scrittrici Dalit, donne mendicanti e vedove che, dopo la morte del marito, aspettano la loro dedicandosi alla vita spirituale. Spendendo tempo con ognuna di loro, dedicandole attenzioni e sorrisi che raramente ricevono, abbiamo chiesto a ognuna di raccontare la propria realtà e di lasciare un messaggio rivolto a tutte le donne da portare in Occidente. Con molte difficoltà, dovute

Lo scopo del nostro progetto è quello di far ascoltare a tutti, nella comunità Occidentale, le loro voci, le voci di tante donne ed Hijras che vivono in una società dove i loro diritti umani vengono negati e le loro parole rimangono, troppo spesso, inascoltate. VIW al momento sta partecipando a differenti eventi in tutta Europa per dar conoscenza sulla questione e per far arrivare a tutti i messaggi lasciati dalle donne Indiane. Se interessati ad una collaborazione o donazione per Voices of Indian Women, potete contattarci tramite mail (viw1@hotmail.it), facebook (Voices of Indian women), twitter (@ V_i_W). sia alla differenza culturale che alla paura di essere scoperte da chi le controlla, come dal loro non essere abituate a esprimere la propria opinione, attraverso i loro occhi, i loro sospiri e speranze, ognuna di queste donne ha lasciato delle parole, un messaggio.

I nostri errori

Nell’articolo apparso sul numero scorso del Segno, inerente la presentazione svoltasi a Roma del progetto “Voices of Indian Women”, per errore è stato riportato il nome di Maria Gabrieli anziché di Marta. Ce ne scusiamo con lei e con i nostri lettori.


ATTUALITA’

il Segno - Settembre 2011

La LAC (Lega per l’Abolizione della Caccia) ha presentato una proposta che farà discutere

di Andrea Rasetti Sta per prendere avvio la più grande causa risarcitoria nella storia d’Italia che farà molto discutere visto che andrà ad interessare il settore venatorio nell’imminenza dell’apertura della caccia prevista il prossimo 18 settembre. A coordinare la richiesta di risarcimento, attraverso la recente normativa della class-action, è la LAC (Lega per l’Abolizione della Caccia) un’associazione riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente fondata nel 1978 dal prof. Carlo Consiglio (Ordinario di Zoologia alla Sapienza) che a tutt’oggi ne è Presidente. Ma di che cosa si tratta? L’art. 15 della legge n. 157 del 1992 prevede che per cacciare nei terreni gravati da “servitù venatoria”, le Regioni versino una indennità a tutti i proprietari. Prendiamo il caso della Regione Lazio. “Solo per il 2011, i proprietari di terreni laziali ove si svolge la caccia –spiega la LAC- vanterebbero un credito nei confronti della Regione Lazio di oltre 30 milioni di euro”. Una cifra enorme ma piccolissima se pensiamo che la nostra Regione (come tutte le altre regioni d’Italia) “non ha mai dato attuazione all’art. 15 della legge sulla disciplina della caccia” secondo cui è “dovuto ai proprietari un contributo da determinarsi a cura della amministrazione regionale in relazione alla estensione, alle condizioni agronomiche, alle misure dirette alla tutela e alla valorizzazione dell’ambiente” . Se tale somma la allargassimo agli ultimi dieci anni ecco che si arriverebbe alla cifra record di 300 milioni di euro che i proprietari dei terreni usati dai cacciatori dovrebbero incassare. Ma chi dovrebbe pagarla?

Una class-action contro i cacciatori Per la LAC non ci sono dubbi: i cacciatori attraverso la tassa di concessione venatoria regionale. Nel 2007 (ultimo dato Istat) i cacciatori nel Lazio erano 67.981 e, stando ai calcoli forniti dalla LAC, ogni cacciatore in base a questa norma dovrebbe pagare ogni anno una tassa di concessione di circa 445 euro (30.233.636,50 : 67.981 = € 445); per

In Piemonte pronto il referendum sulla caccia

Nel 1987 vennero raccolte in Piemonte 60.000 firme a sostegno della richiesta di un referendum popolare sulla caccia. I cittadini del Piemonte avrebbero dovuto votare nel 1988. Per 23 anni le Amministrazioni regionali di ogni colore, con strumentali iniziative legislative ed illegittimi provvedimenti amministrativi, hanno sempre impedito il voto popolare. Dopo ben 23 anni la Corte d’Appello di Torino –Sezione prima civile- con sentenza del 29 dicembre ‘10 ha dato ragione al Comitato promotore del referendum regionale (coordinato da Pro Natura e LAC). La Regione Piemonte dovrà da subito riattivare le procedure referendarie per fare esprimere gli elettori piemontesi sulla caccia. Il quesito chiede ai cittadini se sono favorevoli a ridurre drasticamente l’attività venatoria attraverso le seguenti azioni: a) protezione per 25 specie selvatiche oggi cacciabili (17 specie di uccelli e 8 specie di mammiferi); b) divieto di caccia sul terreno innevato; c) abolizione delle deroghe ai limiti di carniere per le aziende faunistiche private; d) divieto di caccia la domenica.

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gli anni addietro (10) il conto fa 4.450 euro a testa. “Il che significa che i cacciatori –conclude il comunicato dell’associazione ambientalista- se intendono continuare ad andare a caccia, dovranno sborsare a loro volta le somme dovute ai proprietari, pagando alle regioni salatissime tasse di concessione e non l’importo assolutamente irrisorio di 64 euro all’anno!”. La Lega per l’Abolizione Caccia è passata dalle parole ai fatti e ha già avviato la raccolta delle adesioni dei proprietari e dei conduttori dei fondi (compresi nell’80% del territorio agro-silvo-pastorale) ove si svolge la caccia, per una class-action civile nell’interesse di proprietari e conduttori di terreni contro tutte le Regioni per ottenere il pagamento del “canone venatorio” per il 2011 e per i dieci anni arretrati. La prima Regione in cui prenderà corpo la class-action sarà la Lombardia, attraverso uno studio legale “incaricato di patrocinare in un fronte comune tutti i proprietari ed i conduttori dei fondi rurali ove si svolge la caccia, che dovrebbero reclamare il canone 2011 non corrisposto, gli anni arretrati e i relativi interessi”. In sostanza i cacciatori italiani, dal 1992, vanno a caccia gratis su 18 milioni di ettari di terreni rurali altrui, quando invece le Regioni avrebbero dovuto pagare milioni di euro ogni anno ai proprietari di tali terreni, tassando i cacciatori. Tutto lascia pensare che la proposta della LAC creerà un vespaio di polemiche tra associazioni ambientaliste e venatorie con la politica che cercherà come al solito di prendere tempo per non decidere né in un senso né in un altro.

il Segno “ PICCOLO

www.issuu.com/ilpiccolosegno

Cara Regione ma quanto ci costi?

Anno X, nn. 7-8 - Luglio-agosto 2011

Dovunque e comunque si manifesti l’eccellenza, subito la generale mediocrità si allea e congiura per soffocarla. Arthur Schopenhauer

TUTTO QUELLO CHE C’E’ DA SAPERE SUI COSTI DELLA POLITICA REGIONALE

Via Gramsci Acqua e territorio, Finiranno beni comuni i lavori?

di Enrico Del Vescovo* Italia Nostra Castelli Romani desidera richiamare l’attenzione dei cittadini, ed in particolare degli amministratori comunali dell’area dei Castelli Romani, sul rispetto di alcune leggi fondamentali che riguardano la gestione del territorio e delle risorse idriche. Infatti molti cittadini spesso ignorano l’esistenza stessa di leggi che tutelano i loro diritti in materia di acqua, mentre, al contempo, gli amministratori dei Comuni dei Castelli troppo spesso sembra che abbiano sottovalutato il problema

Rasetti a pagina 8

Confini del Parco

Costruttori scalpitano

Picchioverde a pagina 13

Quattro Strade

Rotatoria pericolosa

Alle pagine 14 e 15

Che cosa succede al CentroAnziani? Cambia statuto e la politica comanda Ai Campi gli iscritti sono circa 1.200 A pagina 8

PROMOZIONI ESTATE 2011!

Hai perso qualche numero del Segno? Vuoi ritrovare un articolo che avevi letto? Da oggi puoi consultare tutti i numeri del nostro mensile collegandoti al sito internet: www.issuu.com/ilpiccolosegno. Buona lettura! SEGUE A PAGINA 17

Rufini a pagina 10

Trecentomila euro al giorno. E’questo il costo del Consiglio Regionale del Lazio per 24 ore. Nel solo 2010 il palazzo della Pisana è pesato alle tasche dei cittadini laziali la bellezza di 110 milioni di euro. Emolumenti, vitalizi, auto blu, rimborsi chilometrici e spese per portaborse, collaboratori e Gruppi Consiliari. Questo accade nel momento in cui i cittadini sono stati costretti a mandare giù il boccone amaro dei super-ticket per le prestazioni sanitarie.

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LA STORIA

Quando passato e futuro silegano nelleideecomuni In vacanza con i ragazzi di Capodarco

il Segno - Settembre 2011

A sinistra: Don Franco con i volontari, le volontarie e i ragazzi di Capodarco. A destra: Roberta di Rocca di Papa al mare con Armando

di Daniela Di Rosa L’estate appena trascorsa mi ha regalato una vacanza davvero speciale. Verso metà luglio vengo contattata da Don Franco (fondatore della Comunità Capodarco). Stava organizzando una vacanza per i ragazzi della sua comunità, mi era stato chiesto di partecipare dalla mamma di una di queste ragazze e io avevo accettato. Quel giorno al telefono mi confermava la partenza da lì a pochi giorni... niente di nuovo, eppure, per un attimo ho avuto timore e volevo rinunciare. Le mie ultime esperienze risalivano a tanti anni prima. Esperienze entusiasmanti e irripetibili, nuove e rivoluzionarie, come lo sono stati i vent’anni della mia generazione. Il vento sessantottino dopo dieci anni era arrivato anche in Italia, le grandi battaglie civili, l’emancipazione della donna, la lotta di classe, la legge Basaglia che cancellava l’orrore dei manicomi, l’obiezione di coscienza che portava centinaia di ragazzi fuori dalle caserme e li catapultava nelle comunità di disabili, la collettività che si prendeva cura dei suoi figli più deboli... anch’io fui sospinta da quel vento. Ma oggi sono cambiata, il mondo è cambiato ed è cambiata anche Capodarco. L’esperienza insegna: mai rincontrare

un vecchio amore, la delusione potrebbe essere cocente! Ma torniamo ora alla vacanza: destinazione Marche. A parte la ragazza che accompagnavo e Don Franco, non conoscevo nessuno... il viaggio è tranquillo grazie a Ilenia autista perfetta e giovane coordinatrice del gruppo, paese di arrivo Servigliano, grazioso centro vicino a Fermo. La casa che ci ospita è molto bella e antica con i soffiti decorati… e lì un attimo di sgomento, mi guardo intorno per conoscere i componenti del gruppo e noto che sono tutti giovani, troppo giovani, mi sento a disagio, mi chiedo: “che ci faccio qui?”. Che cosa ho da condividere con questi ragazzi? Non ho neanche il coraggio di dire che non mangio carne, vorrei scappare... ma ecco la prima sorpresa: io e due ragazze in carrozzina veniamo trasferite in un luogo più idoneo, fuori dal paese, e in pochi minuti ci ritroviamo nei pressi di una casa di campagna, in una piccola e confortevole depandance tutta per noi. Il posto è stupendo mi sembra di essere nel film di Pieraccioni, Il ciclone, colline verdeggianti e campi di girasole... e qui arriva la seconda sorpresa. I proprietari del casale sono una coppia che avevo conosciuto trent’anni prima a Grottaferrata. Lui,

Pancrazio, era obbiettore di coscienza e la moglie Margharet una giovane tedesca arrivata come tante a Capodarco (il vento di prima). Che gioia rivederli ma non era finita. Ecco la terza sorpresa, forse la più bella: Ludwig, un ragazzo tedesco, sprovvisto di entrambe le braccia e con una gamba artificiale. Il suo sorriso, la sua voglia di avventura (viaggia da solo guidando la sua auto), le sue confidenze fumando una sigaretta alla luce della Luna guardando la collina... mi ha fatto comprendere che cosa ci facessi lì, imparavo che si può amare la vita nonostante tutto! Eppoi la convivenza con le due ragazze di Rocca di Papa, Fa-

biola e Roberta. Della prima già conoscevo la dolcezza, della seconda ho apprezzato la simpatia, non ho mai riso tanto come con lei nelle nostre interminabili notti… E’ vero, niente è come trent’anni prima ed è giusto che sia così perché questa è un’altra storia, non è più la mia, ma di Flaminia, Letizia, Alice, Davide e Armando (i volontari di oggi a Capodarco), e di tanti altri giovani che spero si avvicineranno alla Comunità, un vento sicuramente passerà su di loro... simile al mio. “C’è il libeccio e il maestrale, son sempre venti sì, ma non è uguale” (Ivan Graziani).

Da Sinistra: Franco, Daniela, Ludwig e Margharet

Da Sinistra: Alice, Davide, Armando, , Letizia, Antoine e Vanessa


il Segno - Settembre 2011

INDOVINA QUANTI SIAMO?

Al 31 luglio 2011 i residenti censiti nel Comune di Rocca di Papa erano 16.296 (maschi 8.111; femmine 8.185). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.244.*

*dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

ROCCA DI PAPA notizie, informazione, attualità

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NUMERI UTILI

Farmacia Comunale: 06-9499986 Clinica San Raffaele: 06-9428601 Comando Carabinieri: 06-94749007 Polizia Municipale: 06-94286134 Centralino Municipio: 06-942861 TAXI Mario: 339-1669282

La Giunta Pd si trincera dietro il silenzio e nessuno informa i cittadini

Opere pubbliche ferme, lavori a rilento, cassonetti fatiscenti. Che cosa succede?

L’ex albergo Europa

di Marcello Morrone Che ne è dell’attivismo tanto decantato dal Sindaco Boccia? E della sua capacità riconosciutagli da molti di avviare opere pubbliche quando l’Italia arranca sotto il peso della crisi? A giudicare alle opere in corso di esecuzione sembra che la bacchetta magica non sia più tanto magica. In piazza della Repubblica l’ex albergo Europa sembra uno dei modelli di cartapesta prodotti dagli studi cinematografici di Cinecittà, davanti una facciata quasi-rifinita, dietro il nulla, il vuoto. Un’opera di re-

stauro conservativo che non si sa quando sarà portata termine. Ma i tempi appaiono davvero biblici. Altra opera altro dubbio: il parcheggio del Carpino. Anche lì tutto sembra essersi fermato, non si sente più il trambusto tipico di un cantiere. Che cosa sarà accaduto? Soldi finiti? Ferie prolungate degli operai? Problemi di tipo geo-morfologico? Non è dato saperlo. Il tour continua nel quartiere dei Campi d’Annibale dove ormai trovare un cassonetto per i rifiuti integro e pulito sembra un’impresa impossibile. Molti sono spaccati, senza coperchio, alcuni senza ruote, altri privi del con-

sono aperte le iscrizioni per settembre

gegno di apertura, altri ancora con la plastica fusa da roghi improvvisi… senza tener conto delle piazzolette a ridosso degli stessi, zeppe di rifiuti di ogni tipo che nessuno provvede a raccogliere. Anche in questo caso che sarà successo: fatture arretrate da pagare alla società Aimeri che gestisce il servizio? Problemi dovuti all’organizzazione del lavoro? O anche questa volta la colpa sarà solo dello scarso senso civico dei cittadini? I roccheggiani ormai sembra che a questo degrado diffuso si siano abituati, nemmeno si lamentano più, segno che la rassegnazione ha preso il sopravvento. In tutto questo l’aspetto più assurdo riguarda il silenzio dell’amministrazione comunale che non spiega, non dice, non parla. Di questi tempi incontrare un amministratore in giro per il paese disposto a fare quattro chiacchiere e a fornire qualche giustificazione nemmeno a parlarne. Fatto sta che la crisi economica che ha agguantato l’Italia sembra aver paralizzato anche Corso Costituente che rischia di lasciare ancora per troppi anni decine di opere incompiute.

Il Segno è vivo e vegeto!

SEGUE DALLA PRIMA

Ma gli editori del Piccolo Segno sono i lettori, i piccoli sostenitori, gli inserzionisti, coloro che inviano articoli, coloro che lo distribuiscono, gli esercenti che lo vogliono far trovare ai clienti, quelli che domandano quando e dove lo possono trovare. Un piccolo esercito che vuole essere informato, che vuole si parli dei problemi reali, che vuole sapere o scrivere di cose che interessano la città. Con il presente numero, dopo l’usuale pausa di agosto, il giornale riprende la pubblicazione con l’impegno di tutti i collaboratori, convinti che una presenza come questa non può che far bene al paese e alla sua vita democratica. per la redazione Sergio Rasetti

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ROCCA DI PAPA

il Segno - Settembre 2011

Sbagliati tempi e modalità ma comunque... in bocca al lupo! In pieno clima ferragostano nasce la nuova Proloco del paese

di Sergio Rasetti Un’estate roccheggiana sotto tono e l’autunno non promette nulla di buono. Vedere siti che sembrano fatti su misura per ospitare importanti eventi, come Piazza Claudio Villa o il Parco Comunale dei Campi d’Annibale, vuoti di iniziative significative, come avviene in tutti i paesi limitrofi, fa male al cuore. Dopo le elezioni comunali, casse vuote. Le poche risorse disponibili sembrano essersi volatilizzate al tempo della propaganda elettorale. La crisi economica allontana le speranze di mettere presto in moto l’unica macchina che il nostro comune avrebbe dovuto già avviare da molto tempo: quella per il recupero del Borgo; per lo sviluppo turistico; della salvaguardia, organizzazione e valorizzazione dell’ambiente; della promozione culturale, artistica, musicale e teatrale con respiro provinciale, regionale e nazionale. La politica locale coltiva da sempre la cultura della gestione sindacale e assessorile degli eventi e non ha permesso la nascita autonoma, per questo molto più motivata ed efficiente, di un’organizzazione cittadina promotrice e organizzatrice di iniziative per risollevare il bel paese. Una “Pro Loco” di tutti i cittadini che sappiano lasciare le loro tessere a casa ed evitare, così, i fallimenti del passato. Lo scorso agosto ha preso il via un’iniziativa per fondare una

nuova Pro Loco di Rocca di Papa. Il primo obbiettivo è quello di attivare la collaborazione con le associazioni e tutti coloro che vorranno partecipare. L’impegno manifestato e la breve esposizione fatta negli intervenuti dell’assemblea dei 67 soci fondatori, lascia ben sperare nella buona riuscita dell’impresa. Già perché sarà una vera e propria impresa difendersi dall’invadenza di politici che vorranno comunque stare in vetrina. Noi ci auguriamo che questa volta, con il Sindaco in testa che ha espresso tutto il suo compiacimento per l’impegno già dimostrato dagli organizzatori, essi, i politici, vorranno evitare quelle invasioni di campo che sono state già responsabili delle delusioni del passato. Intanto, ci permettiamo di sottolineare due aspetti che lasciano perplessi sulla bontà della procedura scelta. Il primo riguarda la tempistica. Avere scelto un mese di vacanza e concesso un tempo esiguo per aderire, proprio quando l’attenzione ai pochi manifesti affissi è minore, può aver privato l’iniziativa delle adesioni di altre persone competenti e disponibili oltre quelle di tanti altri assenti per le vacanze stive. L’eccessivo numero di soci non presenti alla prima riunione, per eleggere il Comitato Direttivo, che hanno dovuto delegare per non far mancare il numero legale, dimostra che qualche problema per l’eccessiva fretta si è

Da chi è composta la Proloco COMITATO PROMOTORE

Mario Giovanetti, Tonino Gentili, Paolo Vitale, Domenico Gatta, Rolf, Alberto Querini, Emiliano D’Andrea, Sergio Draicchio, Gennaro Draicchio e Laura Urbinelli

CONSIGLIO DIRETTIVO

Presidente: Emiliano D’Andrea Vice-Presidente: Mario Giovanetti Consiglieri: Cinzia Calcatelli, Luciano Ciavarella, Domenico Gatta, Paolo Gatta, Alberto Querini, Laura Urbinelli e Paolo Valbonesi

creato. Il secondo riguarda l’erogazione liberale (obbligatoria) di 100 euro da versare come socio fondatore e per avere diritto a candidarsi quale membro del direttivo. Una cifra eccessiva che ha determinato delle rinunce vistose, mentre, con una richiesta più sobria si sarebbe ottenuto un risultato migliore. Ma ora che il primo passo è stato Sopra: Il manifesto affisso per il paese. fatto non ci resta In alto: Il neo-presidente della “Proloco che augurare Rocca di Papa”, Emiliano D’Andrea buon lavoro e buona fortuna al Comitato Di- e mettere in campo iniziative rettivo eletto, certi che si met- capaci di far respirare a Rocca terà immediatamente al lavoro di Papa aria nuova. per allargare la partecipazione In bocca al lupo!

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La strada fantasma di via Cavour, alla scoperta della Via mai realizzata ROCCA DI PAPA

il Segno - Settembre 2011

La nuova opposizione in Consiglio Comunale non scherza. Con decine di interrogazioni e richieste di documentazioni su carta stampata, sta mettendo a dura prova gli uffici competenti che dovranno preparare migliaia di fotocopie di delibere, regolamenti, documenti di ogni genere. Una delle prime interrogazioni riguarda la mancata realizzazione della strada di collegamento tra Via Cavour e Via delle Barozze prevista in convenzione con la Soc. ricostruttrice della “Colonia”. Un’opera fondamentale per tutto il paese, scomparsa dalle cose di cui parlano gli amministratori che accennano ora ad un fantomatico parco pubblico che dovrebbe nascere nell’area dove insisteva quella meravigliosa terrazza sospesa nel vuoto che doveva essere “salvata” e ristrutturata ma che è disgraziatamente crollata

durante i lavori di costruzione della nuova “Colonia”. CONSIGLIO COMUNALE DEL 28 Luglio 2011: “… Il Consigliere Maurizio De Santis domanda se la strada di collegamento tra Via Cavour e Via Valle Vergine (Via delle Barozze) non sarà più realizzata e che cosa intende fare l’Amministrazione per recuperare le somme che la ditta RDP si era impegnata a investire per detto lavoro. Risponde brevemente il Sindaco comunicando che gli accordi presi con la società RDP saranno comunque rispettati, se non per fare la strada, per realizzare altri interventi di pubblica utilità, forse si realizzerà un parco pubblico …”. I cinque consiglieri di opposizione sembra che vogliono fare sul serio nel verificare quanto conviene al Paese procedere a simili “scambi” tra opere pub-

L’ex Colonia in via Cavour

Veduta della strada mai nata, della terrazza ristrutturata con la fantasia e della fantomatica area verde pubblica da realizzare al posto della terrazza

bliche, mentre si dimostrano sorpresi nel costatare che il sistema comunale funziona ancora con alcuni regolamenti degli anni cinquanta. La situazione non la vediamo facile. Gli attuali governanti

Ciao al mitico “Mimmo”, arrivato a Rocca di Papa nel ‘53 e mai più ripartito Qualche anno fa capitai ad una festa di partito che si svolgeva nel parco degli Squarciarelli a Grottaferrata. In un angolo della festa intravidi un gruppetto di giovani disposti in circolo, che prestavano grande attenzione al racconto di un uomo seduto con loro. Quando mi avvicinai fui sorpreso dallo scoprire che quell’uomo intento a parlare della sua vita era Girolamo Sampognaro, che tutti i roccheggiani conoscono come Mimmo. Il mitico “Mimmo” del Bar Centrale che a ridosso dello scorso Ferragosto è venuto a mancare all’età di 89 anni. Ancora lo vedo mentre raccontava il suo lungo e sofferto peregrinare in giro per l’Italia alla fine della Seconda guerra mondiale, dopo aver lasciato la sua amata Sicilia alla ricerca di nuovi luoghi in cui piantare radici e in cui proseguire la sua arte raffinata di pasticcere. Quando parlava del suo lavoro gli occhi si accendevano, e quando disse che era stata proprio l’arte pasticcera ad averlo salvato da morte sicura, l’emozione lo assaliva trasmettendola a tutti noi. Il racconto di quella sera ebbe la capacità di far sentire ai presenti le atmosfere di quell’Italia povera, distrutta dalle bombe, priva di guida e ormai alla fame. Il vagabondare di

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Mimmo è stato il vagabondare di tanti italiani che sui loro sacrifici e sul loro lavoro hanno pian piano ricostruito una nazione e la sua economia, arrivando a quel boom economico che fece dell’Italia un Paese moderno e organizzato. Mimmo arrivò a Rocca di Papa nel 1953 e sicuramente restò colpito da quel paese di montagna, bello e vivo, che richiamava migliaia di turisti provenienti da ogni parte d’Italia. Rocca di Papa seppe conquistare il suo cuore tanto che nel 1965 aprì il suo bar-pasticceria in piazza della Repubblica nello stesso luogo dove si trova oggi. Molti, soprattutto i più anziani, lo ricorderanno anche come dirigente di calcio della squadra del Monte Cavo e poi dei Canarini. Tutti lo ricorderanno per la sua umanità. Ora che Mimmo non lo vedremo più nel suo laboratorio di pasticcere, il pensiero va ai suoi figli, soprattutto a Fabrizio e a Claudio (che conosco meglio degli altri) che del papà hanno sicuramente preso la passione, l’energia e l’onestà, doti che di questi tempi sono davvero rare. Ciao Mimmo! Il direttore e la redazione del Segno

sono lì da quindici anni e ad aggiornare per rendere tutto più chiaro e funzionale non ci hanno ancora pensato. Vorranno occuparsene ora senza tentennamenti e fare la cosa giusta? Vedremo. Intanto si chiede ai singoli consiglieri di esprimere pubblicamente le loro motivazioni su quanto si approva o si respinge in Consiglio Comunale. Gli elettori hanno diritto di sapere che essi sono ben documentati e che le decisioni sono frutto dell’effettiva consapevolezza di ciascuno dei votanti. Tutti dovrebbero aver capito che il tempo dell’impegno “poco attento“ di alcuni amministratori, (i consiglieri sono tutti amministratori) ha causato seri danni alla città ed ora è arrivato il momento di metterci riparo. il-sognatore.blogspot.com P.S. Ci riferiscono della richiesta dei Gruppi Consiliari di opposizione di uno spazio attrezzato: stanza, scrivanie, sedie, computer per potersi riunire e lavorare. Sembra che un simile spazio, per maggioranza o opposizione, nel comune di Rocca di Papa non sia mai esistito. Come avranno fatto fino ad oggi i nostri rappresentanti a lavorare bene ai provvedimenti che regolano la vita comunale? Il dubbio è che non hanno mai potuto lavorare bene. La certezza è che se non cambiano subito sistema, subiremo altri notevoli danni.


ROCCA DI PAPA Stralciate alcune zone prive dei permessi 12

il Segno - Settembre 2011

Micro-parcheggi nel centro storico di Andrea Rasetti Micro-parcheggi in arrivo a Rocca di Papa grazie a un finanziamento regionale di circa 670 mila euro a cui il Comune di Corso Costituente ne ha aggiunti altri 286 mila per un totale complessivo di 955.500 euro. Il progetto, redatto dall’Arch. Stefano Ciaranfi della “SQS Ingegneria Srl”, rientrava già nel programma triennale (2009-2011) dei lavori pubblici approvato dal Consiglio Comunale il 25 marzo di due anni fa. Purtroppo, rispetto alle aree individuate inizialmente, che come scrive il Comune- non avrebbero ricevuto nei tempi previsti “i necessari nulla osta fondamentali per il proseguimento dell’iter, l’amministrazione comunale” tramite il suo tecnico di fiducia, Ing. Stefano Militello, “ha proceduto ad individuare nuove aree non interessate da vincoli particolari”. Per il momento a farne le spese sono state le zone Rampa Ortagia (sopra via Frascati), via della Fortezza, strada che taglia in due il centro storico, via Palazzolo (a ridosso di via delle Barozze) e via Alberobello, l’arteria che conduce ai Campi d’Annibale. Invece di microparcheggi in queste aree, quindi, che avrebbero risolto non pochi problemi ai residenti, ne sarà realizzato uno su

Viale Madonna del Tufo. Restano invariate le altre zone inserite nel progetto per le quali sono già stati rilasciati i permessi. Si tratta di via Cavour, via dell’Osservatorio, via della Pantanella e via della Portella nel centro cittadino, via San Sebastiano (cimitero comunale), via dei fienili e un’area nella frazione Vivaro (via Sardegna). La delibera di Giunta (n. 120) che praticamente ha dato il via libera all’esecutività del progetto definitivo si è tenuta il 28 luglio scorso. E ora seguirà la fase di affidamento dei lavori. Quello dei micro-parcheggi è un problema spesso entrato nella discussione politica locale, avendo Rocca di Papa un centro storico che non permette facili soluzioni alternative. Tanto più che, come è accaduto in questo caso, su diverse aree esistono e sussistono vincoli paesaggistici e architettonici che non possono essere superati tanto facilmente, essendo l’iter lungo e la burocrazia farraginosa. Resta esemplare la vicenda del mega-parcheggio del Carpino la cui progettazione e le successive autorizzazioni hanno necessitato di oltre vent’anni di attesa. Poi, può anche capitare che le autorizzazioni arrivino ma che i soldi siano finiti. Ma questa è un’altra storia.

Il “monumento” eretto in piazza della Repubblica

Che cosa ne facciamo?

Poco prima dell’ultima campagna elettorale, il Comune in fretta e furia installò un grande pannello elettronico in piazza della Repubblica, proprio all’inizio di Viale Enrico Ferri (foto sopra). A parte il fatto che non si capisce perchè l’abbiano collocato proprio lì visto che è andato a coprire perfino le segnaletiche dei monumenti cittadini poste alle sue spalle. Come se ciò non bastasse l’hanno pure installato dietro un altro segnale, quello con le indicazioni del parcheggio riservato ai bus turistici. Insomma, un luogo meno idoneo era difficile trovarlo eppure ci sono riusciti! Comunque resta il fatto che molti cittadini (ormai da diversi mesi) si stanno domandando a che cosa possa servire visto che non è mai stato messo in funzione. Qualcuno ci dice che servirà a mostrare l’ora e la temperatura del giorno, qualcun’altro che sarà utilizzato per informare la popolazione sugli avvenimenti cittadini. Altri ancora che saranno fornite informazioni circa gli orari degli autobus. Ma c’è anche chi dice che non servirà a niente. Cari amministratori, visto che ogni tanto vi fermate a piazza della Repubblica, illuminateci... ditecelo voi a che cosa serve e, soprattutto, diteci che cosa ne volete fare di questo moderno monumento in ferro nero. Paola Gatta

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“Case Ater, gli inquilini finalmente proprietari” ROCCA DI PAPA

il Segno - Settembre 2011

di Andrea Rasetti Il nostro giornale, lo ammettiamo, non risparmia critiche all’operato degli amministratori comunali ma, allo stesso tempo, sa riconoscere i loro meriti nello svolgimento delle pubbliche funzioni. E’ il caso di un settore che ha visto Rocca di Papa brillare per efficienza, diventando un esempio per molti centri della provincia romana. Stiamo parlando di edilizia residenziale pubblica, quella che una volta veniva identificata con il termine di “case popolari”. A Rocca di Papa gli alloggi popolari si trovano nel quartiere dei Campi d’Annibale (risalgono agli anni Sessanta) e in pochi anni da palazzine fatiscenti sono diventati veri e propri edifici signorili, che hanno ridato valore all’intero quartiere. Quando nel 1997 si insediò la nuova amministrazione guidata da Ponzo, le loro condizioni erano al limite dell’emer-

genza. Il merito di aver recuperato integralmente queste strutture va riconosciuto soprattutto a Roberto Sellati, che fino allo scorso anno ha ricoperto l’incarico di Ass.re all’edilizia pubblica residenziale. Il suo lavoro ha dato i frutti sperati e per capirlo basta parlare con qualche famiglia che vive proprio in queste “case popolari”. Tutti gli riconoscono impegno e fermezza nell’essere riuscito a mantenere le promesse. Qualcuno si è addirittura commosso ora che, pagando il dovuto grazie all’accensione di un mutuo, potrà riscattare l’appartamento che quindi diventerà di proprietà. Un sogno inseguito una vita e ora diventato realtà. Una volta avviati (e conclusi) i lavori di restauro delle suddette palazzine, con tutte le manutenzioni ordinarie e straordinarie (sono rimasti da eseguire i lavori di eliminazione delle cosiddette barriere architettoniche),

l’impegno di Sellati non si è fermato. Infatti, dopo circa 60 anni, Rocca di Papa tornerà a costruire “case popolari” e, se lo farà, sarà un evento davvero importante. I nuovi appartamenti (dodici) dovrebbero sorgere in località Monti. “Sono veramente soddisfatto del lavoro fatto –ci dice Sellati- e voglio ringraziare i funzionari dell’Ater della Provincia di Roma e la Regione per aver sempre rispettato gli impegni presi con i cittadini di Rocca di Papa che per troppi anni sono rimasti abbandonati a loro stessi e ai loro alloggi. Io sono nato alla Colonia –continua l’esponente del Pd- e a 6 anni mi sono trasferito alle case popolari dei Campi d’Annibale, e lo dico con orgoglio”. Lo schema di bando per l’assegnazione di questi alloggi di edilizia residenziale pubblica

“Acqua del Pantanello, riprendiamoci la fonte!” Enzo De Angelis avanza una proposta interessante

Egrego Direttore, Quando sono entrato in amministrazione nel 1998 siccome avevo idea di recuperare la fonte del Pantanello, la cui acqua era stata inquinata dai pozzi neri o fosse biolo-

giche delle case costruite a ridosso della stessa, ho voluto verificare di persona se la fonte fosse ancora attiva dato che mi era stato detto che da una recente analisi l'acqua risultava potabile. La cosa infatti mi lasciava alquanto perplesso visto che ancora non era stato costruito il tratto di su Via legna da ardere - giardinaggio fognatura Rocca Priora. portici in castagno - potature Con non poca fatica riuscii ad arrivare a una decina di metri dalla sorgente ormai Se vuoi risparambiare completamente ricoperta dalla vegetada Alessandro devi andare! zione e dai rovi. Pur non potendo avanzare ulteriormente potei sentire distintamente il rumore delV i a F r as ca t i , 2 2 6 l'acqua che sgorgava. allora di ritel. 06-9496204 - 333-1178973 Proposi prendere un progetto

d a A l e s s a nd r o

RO C C A D I P A P A

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Il Consigliere Pd Roberto Sellati

è stato approvato lo scorso 21 dicembre (delibera di Giunta n. 178) ed entro il primo novembre dovrebbe entrare nel vivo la fase di valutazione delle domande e la conseguente assegnazione. Intanto Roberto Sellati non ha più la delega all’edilizia residenziale pubblica, una scelta che ci lascia perplessi visti i buoni risultati ottenuti in questo delicato settore. “Ma ancora oggi gli assegnatari delle case ATER –conclude Sellati- mi chiamano per espormi i loro problemi e anche per ringraziarmi, segno che qualcosa di buono ho fatto”.

giacente presso l'ufficio lavori pubblici per riqualificare l'area e ripristinare la fonte, anche con acqua del Simbrivio se quella sorgiva fosse risultata ancora non potabile. C'era infatti da riapproEnzo De Angelis priarsi anche di un luogo ambientalmente, paesaggisticamente e turisticamente pregiato. La cosa passò quindi in mano all'assessore preposto e pur giungendomi notizie di finanziamenti promessi e buone intenzioni alla fine non se ne è fatto nulla. Ora a distanza di tredici anni vorrei riproporre la questione partendo dal basso e con l'aiuto del vostro giornale lanciare una iniziativa volta preliminarmente a verificare se l'acqua ancora sgorga e se è potabile e, in caso positivo, successivamente organizzare, anche con l'aiuto della protezione civile e di cittadini volontari, la pulizia della sorgente e del sentiero di accesso, onde poi proporre al comune il recupero e la valorizzazione della fonte e dell’intera area circostante. Certo della vostra sensibilità in merito mi pongo sin d'ora a disposizione per partecipare attivamente ad ogni iniziativà che si riuscirà ad organizzare. Cordiali saluti, Enzo de Angelis


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DIRITTO di REPLICA

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BOTTA E RISPOSTA SULL’ARTICOLO RIGUARDANTE LA POLITICA NEL CENTRO ANZIANI

“Il Centro Anziani “Ecco la verità dei fatti raccontati” va commissariato” La replica del Comitato di Gestione

E’ sempre antipatico e spesso inopportuno rispondere ad un articolo, special modo se il suddetto articolo esce su un giornale locale (Il Segno di luglio-agosto 2011) il che dovrebbe presupporre una corretta informazione e conoscenza di ciò che si vorrebbe portare all’attenzione dei lettori. Ma l’articolo in questione, riguardante il centro anziani, denota totale disinformazione su tutto, ma in particolar modo sul voto ai non residenti, al solo scopo di polemizzare, ergendosi a difesa di una posizione, senza averla valutata compiutamente, portando tesi inconciliabili tra loro, ed a loro sostegno ipotesi che nulla hanno a che vedere con la realtà dei fatti. Ma per meglio comprendere è bene andare per ordine: le elezioni per il rinnovo del Comitato di Gestione non ci sono state da qualche mese, bensì si sono tenute tre anni fa, e questo è l’anno (essendo in carica il Comitato per tre anni) del rinnovo. Le liste non sono ancora state preparate, quindi non si capisce quali sarebbero queste liste contrapposte, forse l’autore dell’articolo è stato informato da chi sa già, che è impossibile riproporre nella stessa lista tutti i componenti dell’attuale Comitato di Gestione. Qui diamo ragione all’autore, l’impossibile convivenza scaturisce dai continui scontri su posizioni inconciliabili, intollerabile a tal punto da non consentire una sana e corretta gestione del centro anziani. Avremmo voluto, che un giornale cosiddetto locale, invece di polemizzare affrontasse le tematiche dell’anziano oggi a Rocca, criticandoci laddove la critica potrebbe essere costruttiva sulle cose da fare, informandosi correttamente sulle iniziative tenutesi al centro (sempre dopo ingiustificati litigi per la realizzazione), confrontandoci su quali e sul come si potrebbero realizzare iniziative per soddisfare le richieste e i bisogni delle persone anziane, che non sono solo bisogni economici ma anche esistenziali, solitudine, emarginazione, bisogno di socializzazione. Avremmo voluto che si aprisse una discussione sull’opportunità di aprire una succursale del centro a Piazza della Repubblica, cosa questa che non può essere disattesa una volta completati i lavori della nuova sede co-

munale. Ecco questo avremmo voluto, ma non è mai troppo tardi. Per quanto riguarda i non residenti, non è assolutamente vero che non possono più iscriversi al Centro, quello che non possono più fare è votare per il rinnovo del Comitato, non può essere chi non risiede e non frequenta il Centro Anziani assiduamente, a determinare la composizione del Comitato. Comitato che dovrà poi deliberare come e quali iniziative finanziare, certamente le esigenze dei residenti non collimano con quelle dei non residenti. L’Amministrazione eroga dei contributi a favore dei cittadini locali, così Frascati fa per i frascatani, Nemi per i nemesi e così via, la Regione dà contributi ai vari Comuni in base al numero degli abitanti locali superiori ai 65 anni, quindi quei contributi sono a favore esclusivamente dei cittadini locali, ma non per questo sono state chiuse le porte ai non residenti, soltanto crediamo si sia voluto privilegiare il diritto del cittadino locale, rispetto al non residente (Marino quest’anno i non residenti non li ha nemmeno iscritti, così come altri paesi). Non è vero che chi ha una relazione con un partner non residente dovrà partecipare da solo, non cambia nulla i suoi diritti restano inviolati. Si potrebbe emendare il divieto di voto ai nativi anche se non residenti. Pensiamo su questo che non ci sia contrarietà. Portare a giustificazione il fatto che non avendo più voto i non residenti, non c’è più scambio di conoscenze e idee è veramente anacronistico. C’è proprio nel programma lo scambio d’informazione e di esperienze con gli altri centri anziani, e se ciò non è avvenuto è una delle concause degli scontri interni all’attuale Comitato. Per chiudere affermiamo che non avremmo potuto non rispondere essendo stati chiamati direttamente in causa. La nostra storia personale non dovrebbe consentire a nessuno di fare illazioni che ci offendono. La stessa foto che accompagna l’articolo (con Giuseppe che sta preparando i piatti con la polenta, le ormai famose polentate, anche loro all’inizio causa di scontri ma poi vista la massiccia partecipazione e il successo, qualcuno del Comitato di-

La contro-replica del Direttore

Da quanto scrivete emergono degli aspetti a dir poco sorprendenti se non sconcertanti. In questa lettera parlate di “impossibile convivenza” tra alcuni membri del Comitato, precisamente scrivete: “impossibile convivenza” che “scaturisce dai continui scontri su posizioni inconciliabili, intollerabile a tal punto da non consentire una sana e corretta gestione del centro anziani”. In questa lettera parlate di “scontri interni all’attuale Comitato”, a causa dei quali il Centro Anziani non ha potuto promuovere “lo scambio d’informazione e di esperienze con gli altri centri anziani”. Praticamente state dicendo ai cittadini che il Centro Anziani di Rocca di Papa negli ultimi anni non ha avuto una “sana e corretta gestione”. In un paese normale una simile affermazione e presa d’atto, un vero e proprio mea culpa del quasi intero Comitato di Gestione, porterebbe dritti dritti alle dimissioni in blocco di tutti i suoi componenti e, se ciò non accadesse, sarebbe il Consiglio Comunale (art. 18 comma 5 del vostro Statuto) a dover intervenire. Infatti il comma 5 dice: “Qualora il Comitato di Gestione non sia in grado di funzionare regolarmente […] il Consiglio Comunale con apposito dispositivo ne dispone lo scioglimento e nomina un commissario, scelto dall’Amministrazione Comunale”. Ma, poiché non viviamo in una paese “normale” questo non accadrà. E allora ritorna quel problemuccio (il ruolo della politica nel Centro Anziani) da me sollevato nell’articolo, cioè la stretta parentela esistente tra la maggioranza dei membri del Comitato di Gestione e alcuni Assessori in carica. Ossia: questi ultimi (gli Assessori) potrebbero trovarsi a decidere se commissariare un ente dove, tra i componenti del Comitato di Gestione, figurano genitori e zii. Secondo me, ma ovviamente posso sbagliare, si trovano in una condizione di aperto conflitto laddove l’influenza parentale può esercitare una pressione che un amministratore pubblico non dovrebbe subire. E non sto parlando di pressioni necessariamente illecite ma anche e solo di tipo psicologico. La mia domanda è semplice: è normale? Per concludere, circa i “favori e benefici ad altri vietati” che il sottoscritto avrebbe ricevuto dalla politica, l’invito che vi faccio è quello di elencarli così da consentirmi una risposta chiara. Ma se il vostro riferimento è ad un appalto pubblico inerente la ripulitura e la riqualificazione della Via Sacra, dolente dovervi dire che quell’intervento venne eseguito dalla cooperativa di cui allora ero Presidente con soldi del Ministero del Lavoro. Neanche una lira (perché nel 1997 c’era ancora il vecchio conio) venne tirata fuori dalle casse comunali. Il progetto venne ideato dal sottoscritto e semplicemente inviato al Ministero come previsto da un bando statale. Il Comune (Ponzo si era insediato da poche settimane) non avrebbe potuto né agevolarlo né ostacolarlo semplicemente perché non era di sua competenza. Se invece con ciò intendevate fare riferimento a favori di altra natura, magari illecita, essendo quindi a conoscenza di fatti ignoti al sottoscritto, allora l’invito che vi faccio è quello di rivolgervi alle Autorità competenti. Andrea Sebastianelli menticando il suo osteggiare tale iniziative, oggi se ne appropria con atteggiamento ipocrita come farina anche del suo vuoto sacco) afferma che far parte del Comitato è sinonimo del modo di fare volontariato, senza secondi fini e senza padrini politici, cosa questa che forse all’autore dell’articolo non

suona tanto familiare, visto che proprio lui “dai si dice” sembra aver ottenuto dalla politica favori e benefici ad altri vietati. Melchiorri Giuseppe Pierluigi Carla Querini Franco Sciamplicotti Carlo Trinca Giulio Cesare


ROCCA DI PAPA Riflessioni sul ruolo dei giovani nella politica roccheggiana

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Io so che tu sai che io so... ma almeno fatecelo sapere di Daniela Di Rosa Nel numero di luglio avevo risposto ad una lettera di un ragazzo di Rocca di Papa, precedentemente mi ero lamentata della mancanza dei giovani in politica, mi rispose che c’erano ma ero io a non vederli… e continuo dopo quattro mesi a non vederli. Lettere non ne sono arrivate e mi chiedo se per caso non ci siano dall’alto ordini superiori, tipo: non parlate con quelli del Segno. Nel corso degli anni (quest’anno sono dieci) il nostro mensile ha acquistato e perso vari “redattori” alcuni per motivi personali, altri (molti) perché gli veniva chiesto con consigli “amichevoli” di non scrivere per noi, ora chi potrebbe dare questi consigli? Ov-

viamente chi non accetta critiche! La pratica “omertosa” del silenzio è molto diffusa tra i politici, nazionali e locali, pensate al nostro paese e a questo mensile, per più di un anno abbiamo posto al Sindaco e a tutta la Giunta dieci piccole domande a cui non hanno mai risposto. È una tecnica, pensano: “ignoriamoli, loro si stancheranno e la gente dimenticherà”. Il primo obiettivo è stato mancato, per il momento non solo non siamo stanchi, ma dopo il piccolo Segno di Grottaferrata, dovrebbe uscire mensilmente anche a Marino e Ariccia. Il secondo obiettivo, la memoria corta dei cittadini, è stato quasi centrato, quasi perché noi con pazienza e perseveranza continueremo a fare ciò che ci piace, informare, a dispetto di un

Aiutiamo Gloria a vincere la sua battaglia per la vita

A seguito di un incidente avvenuto pochi mesi fa, Gloria Boccanera dovrà sottoporsi a lunghe e costose cure mediche. La comunità, su iniziativa dell’associazione culturale giovanile “Rocca Forte”, ha deciso di contribuire con un raccolta fondi, che vuole essere anche momento di incontro e di riflessione sull’importanza del dono della vita. La raccolta fondi è iniziata con riferimenti e modalità resi noti sul gruppo facebook dell’associazione “Rocca Forte”, sul gruppo “Inno alla vita – spettacolo di danza e musica” e “Gruppo Forza Gloria”. Un tam tam di auguri e post di sostegno e vicinanza subito si è messo in moto e fan ben sperare per l’esito dell’iniziativa. La raccolta durerà non più di quattro mesi. «È un’iniziativa pensata per stare vicini come comunità ad una nostra concittadina in un momento di difficoltà –è il commento del presidente di “Rocca Forte”, Chiara Guidi -. Già nella fase organizzativa, molte asso-

ciazioni, comitati ma anche privati cittadini si sono mostrati disponibili a sostenere questo evento, dimostrando di aver compreso da subito che lo spirito che anima il progetto è la volontà di istaurare un forte clima collaborativo, nella convinzione che sia il più efficace strumento per dare un contributo concreto». Nell’evento finale, a conclusione della campagna, si renderanno noti i fondi raccolti e tutta la solidarietà mostrata dai cittadini di Rocca di Papa e oltre, nello stringersi attorno ad una tragedia da un lato, e ad una lotta per la vita dall’altro. (Michela Emili)

I raccoglitori sono già presenti presso i bar ed i pub di Rocca di Papa. E’ possibile inoltre donare liberamente la somma che ognuno può permettersi sul conto corrente dell’associazione. Intestazione del c/c: ROCCA FORTE ONLUS PRO BOCCANERA GLORIA IBAN: IT 71 I 02008 39370 000101615620.

Il Consigliere Luca Santangeli con due giovani del Pd

mondo che rincorre il potere e la ricchezza, a dispetto dell’ipocrisia imperante in questa società e in questo nostro minuscolo spazio, continueremo (e con molto piacere) a ricercare la verità, a condannare l’arroganza dell’ultimo e del penultimo Consigliere, a scrivere di piccole cose che non vanno, dei Comitati di quartiere diventati Proloco, di

Proloco dove l’iscrizione viene fatta in pieno agosto e a cento euro, così da scartare da subito i giovani, le donne e i disoccupati per far posto a chi (forse) se ne servirà come trampolino di lancio alle prossime elezioni comunali, perché un posto da Consigliere non si nega a nessuno. Ora, tornando ai giovani in politica, li ho incontrati, ho chiesto loro che cosa stessero facendo, mi è stato risposto che fanno tante cose (vi ricordate Moretti in Ecce Bombo? Faccio cose-vedo gente) e che è colpa mia che non m’informo! A Rocca di Papa esiste da dieci anni questo mensile, dovreste esserne fieri, dove c’è la stampa, c’è cultura e libertà, scriveteci, informateci su quello che fate, molti di voi prima di appoggiare questa Giunta scrivevano per noi, che cos’è successo dopo, chi ve lo impedisce? A una nostra redattrice anni fa le fu chiesto dal suo partito di riferimento di non collaborare più con noi... oggi non sta più in quel partito, non è diventata Assessore o Consigliere o Delegata, in compenso scrive ancora per noi!

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ROCCA DI PAPA Che ne è delle promesse fatte in campagna elettorale?

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Proviamo a stimolare il dibattito politico di Gennaro Spigola Dopo diversi anni di attività politica sono arrivato a questa amara conclusione; la maggior parte dei nostri rappresentanti politici impegnati nelle istituzioni vive (meglio sopravvive) di proclami ed enunciazioni durante la campagna elettorale dimenticando, o meglio, annullando, la famosa ed indiscutibile prassi “dalla teoria alla pratica”. Un esempio “emblematico” sono state tutte le promesse riportate e scritte nei programmi elettorali e che sono rimaste sulla carta facendo emergere la totale inadempienza. Voglio solo citare alcuni dei punti completamente disat-

tesi: - cubatura zero, basterebbe prendersi la briga di fare un breve giro di ricognizione nel territorio di Rocca di Papa per avere delle prove inconfutabili di quanto il cemento sia aumentato, in barba a tutti gli impegni presi; - apertura di un ulteriore Centro Anziani per rispondere alle esigenze demografiche in continuo aumento e per la morfologia del territorio; - uno sportello bancario e una filiale dell’Ufficio postale in zona Campi d’Annibale; - mancata rimozione delle antenne. Per ultimo, solo per la scaletta delle problematiche, a quando la raccolta differenziata in tutto

Ora ci si mette anche quella che io chiamo “l’estate scippata”: non solo la “Notte Verde” è saltata per mancanza di fondi (riflettete cari cittadini… sapete quante entrate dirette ed indirette può portare un evento del genere?) ma ora anche una iniziativa legittima e lodevole come la “Contea della Birra” aggrava la situazione; in occasione della stessa festa il paese è infatti spopolato e tutta la residua vita sociale si sposta in quella che ormai è la vera ed unica piazza di Rocca di Papa, cioè Piazza delle Repubblica. Mi chiedo perché un evento del genere non possa essere esteso a tutto il centro storico, alle sue viuzze caratteristiche ed ai suoi scorci ancora incontaminati? Per quale motivo deve essere sempre tirata a lustro un’unica parte del paese, sempre la stessa? Per quale motivo solo quelli che hanno i mezzi economici e/o di personale da impiegare nell’affitto dello stand possono usufruire dell’opportunità che invece dovrebbe appartenere a tutti? Ricordate, cari cittadini e cara Amministrazione che noi commercianti paghiamo il doppio delle tasse in quanto siamo sia residenti che gestori di attività e con quelle tasse si finanziano i servizi della cosa pubblica, anche a livello comunale. Sappiate che prima e dopo che ci si siede “dietro il bancone” c’è un lavoro immenso di progettazione, di scelta del meglio e di passione, che però è invisibile ai più. Vorrei precisare chiaramente che io non ho nulla contro chi ha la possibilità di aprire lo stand in piazza della Repubblica, vorrei soltanto che questa opportunità fosse concessa a chi, pagando le tasse tutto l’anno, può utilizzare solo il proprio locale. I commercianti debbono già confrontarsi con una serie di concorrenze sleali di cui tutti igno-

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Riceviamo e pubblichiamo

Finanziamenti all’ACS

il territorio di Rocca di Papa? Visto che gli impegni presi avevano come programma che entro l’anno 2010 la raccolta differenziata sarebbe stata estesa a tutto il paese. Mi sono limitato a denunciare le inadempienze di alcuni dei tanti impegni presi dall’attuale Giunta Comunale in carica (voglio ricordare che la maggior parte facevano parte anche della precedente Giunta). Sicuramente ci saranno altre problematiche impellenti da risolvere, volutamente ne ho selezionate alcune visto che sono motivo di continua discussione nell’agorà di Rocca di Papa, per aprire un dibattito che dopo le elezioni comunali si è completamente narcotizzato.

Il grido di dolore di piazza del Duomo SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

rano misteriosamente l’esistenza e che spesso sono ai limiti della legalità ed in aperta violazione di ogni presidio igienicosanitario, chi vuole capire capisca.

Caro direttore, un recente “mezzo di comunicazione informativo” dell’ACS a pagina 2 racconta di finanziamenti regionali nel 2007, nel 2008 e nel 2011, senza fornire particolari. Per verificare se si siano avuti pure nel 2009 e nel 2010, per sapere di quanti baecchi ammontasse ognuno, per apprendere le persone che li hanno incassati – e quanto cadauno, e perché – ti sarei grato se tu raccogliessi e pubblicassi specifiche. Ben sapendo che anche da solo potrei/dovrei attivarmi. Ma, a parte che mi muovo col bastone, non sfuggirà alla tua sensibilità che per il principio della “casa di vetro”, tutti devono sapere tutto, un conto è un’informativa individuale, un altro l’informazione sociale. Specie di questi tempi, riguardo a chi scialacqua soldi di tutti e a chi li rampazza. Cordiali saluti. Gianfranco Botti

Per di più, voci sempre più insistenti di corridoio affermano che quest’anno anche la “Sagra delle Castagne” verrà sospesa causa assenza di fondi. Se la notizia risulterà vera, noi non staremo con le mani in mano ed useremo tutti i mezzi legali e morali per ribellarci. Così come pretendiamo, specie in piazza del Duomo, della quale sono ambasciatori “La Filosofia della Frutta” e “Regali Fondi”, di non essere lasciati da soli per quanto riguarda le luminarie e gli addobbi di Natale, così come accade da troppe feste natalizie. È assurdo che la piazza dinnanzi ad una chiesa così maestosa non abbia per Natale nemmeno la più micragnosa stella; trascuratezza che, inoltre, riscontriamo tutti i giorni avendo solo gli scarti del decoro urbano a livello vasi e fiori. Il centro siamo anche noi, piazza del Duomo è la piazza antistante la chiesa principale, così come importanti sono il Corso Costituente, Via Gramsci e le piazze Garibaldi e Valeriano Gatta. Chiediamo ai cittadini solidarietà non solo a parole ma anche nei fatti, a chi ci governa minore pressappochismo e più attenzione e agli altri commercianti, del centro come degli altri quartieri, minore invidia e più collaborazione, perché se Rocca muore ne risentiamo tutti, e per ogni serranda che non si riaprirà più il dazio prima o poi lo pagheranno tutti, anche chi si illude di lavorare lo stesso o chi pensa di venire rieletto, o chi presuppone di potersi accontentare di un paese dormitorio, popolato da stranieri, i quali guarda caso spendono in loco più dei roccheggiani. Umiltà e senso di comunità, solo questo chiediamo noi, commercianti di piazza del Duomo. Daniele Iannotti


ROCCA DI PAPA

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La Vermicino-Rocca di Papa rinasce col Club Auto Storiche

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L’appuntamento con la cronoscalata è per il 18 e19 settembre

di Angelo Cavalli* Finalmente ci siamo! I prossimi 17 e 18 settembre si terrà l’evento dell’anno a Rocca di Papa, nell’ambito del progetto di trasformazione della nostra Città in “Città della Cronoscalata”, che il Club Auto Storiche sta portando avanti autonomamente per lo sviluppo sia sociale che economico della nostra collettività, con il fine ultimo di riportare Rocca di Papa ad essere uno dei più importanti poli di attrazione nazionale dell’automobilismo sportivo, molto conosciuta anche all’estero. Gli anziani lo ricordano bene, ma i giovani e i nuovi residenti, “i forestieri” come vengono chiamati dai roccheggiani purosangue, non sanno di cosa parliamo, per cui è necessaria qualche spiegazione. Dal 1921 al 1964 l’Automobile Club di Roma organizzava la gara automobilistica in salita Vermicino-Rocca di Papa. Il percorso si snodava per 14,400 km con partenza dalla frazione di Vermicino presso la storica fontana del Vanvitelli, transito per Frascati, Squarciarelli e arrivo a Rocca di Papa presso il Santuario della Madonna del Tufo. La difficoltà della gara era rappresentata da curve a raggio variabile, tornanti in rapida sequenza e notevole dislivello tra partenza e arrivo, ben 465 metri. Il vero lancio in campo nazionale e internazionale, negli anni ‘50, lo si deve a Francesco Santovetti, grande appassionato, pi-

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Gli artisti Carfagna e Maccari mentre dipingono il murales

lota e benemerito mecenate dell'automobilismo storico, il quale riuscì a recuperare più di 300 auto storiche. Sulle nostre strade si affrontarono Ferrari, Maserati, Jaguar Alfa Romeo, Lancia, per dire solo le marche più note. Tra i piloti celebri che si affrontarono ci furono Marzotto, vincitore della corsa del 1949 con la Ferrari, Bracco con la Maserati, Biondetti, Borzacchini, Fagioli e Taruffi. Nuvolari partecipò alle prove ma, purtroppo, le sue richieste economiche per la gara risultarono troppo onerose per gli organizzatori. Su questo percorso si disputò per molti anni la famosa Coppa Gallenga, poi spostata all’autodromo di Vallelunga. Lo stesso Giannino Marzotto, grande pilota ed esperto del percorso affermava che chi era in grado di vincere la Vermicino– Rocca di Papa, poteva vincere

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riche, di importanza nazionale, unico Club riconosciuto dalla Jaguar Italia, la cui Presidente, dott.ssa Rita De Gaetano, è anche Presidente Onorario del Club di Rocca. Da questa unione nasce l'evento attuale, abbinando anche la celebrazione dei 50 anni, 1961-2011 della Jaguar E Type, l’auto di Diabolik ed Eva Kant, “l'auto più bella mai vista al mondo” , come la definì Enzo Ferrari. Nel corso della manifestazione verrà inaugurato in piazza Giuseppe Di Vittorio, ai Campi d’Annibale, il murales realizzato dal Maestro Carfagna e dall’artista Vittorio Maccari, ispirato al dipinto del pittore Bryan De Grimeau raffigurante la Maserati 4CS pilotata da Giovannino Lurani, mentre sfreccia su piazza della Repubblica, omaggio del Club alla Città a ai Cittadini di Rocca di Papa e si svolgerà, presso il parco comunale una mostra-mercato di auto storiche, ricambi, prodotti locali e artigianali. Saranno presenti anche le Poste Italiane con annullo postale speciale per gli appassionati filatelici. L’automobilismo storico fa parte della cultura della nostra Italia. Recuperarne una parte significa stimolare aggregazione sociale, sviluppo economico del territorio e crescita individuale e collettiva. *Direttore Sportivo Club Auto Storiche Rocca di Papa e Socio Fondatore Registro Storico Italiano Jaguar–Jaguar Italia

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INIZIO CORSI OTTOBRE 2011 presso la nuova sede di Rocca di Papa! Per informazioni e iscrizioni:

anche la Mille Miglia. Quando, alla fine degli anni ‘60, le corse automobilistiche su strada, a causa della loro indubbia pericolosità, sopratutto per gli spettatori, vennero abolite, purtroppo se ne perse la memoria. Ma, come da qualche anno è rinata la Mille Miglia sotto forma di gara di regolarità, così qui a Rocca, tre anni fa, ad opera di un gruppo di appassionati, è nato il Club Auto Storico con il preciso scopo di resuscitare la Vermicino–Rocca di Papa e riportare la Città sulla ribalta automobilistica nazionale e internazionale. Quest’anno è la terza rievocazione storica che il Club organizza, ma è un’occasione speciale, ricorrono i 90 anni (1921–2011),eè la festa deve essere speciale! Il Club di Rocca è già da un anno gemellato con la Scuderia Jaguar Sto-

Giovannino Lurani sulla sua Maserati 4CS

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ROCCA DI PAPA Dopo che gli operatori comunali sono stati messi a riposo 18

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Appalto servizi cimiteriali, Opere in ecco la gara d’affidamento mostra Il cimitero di Rocca di Papa

Dallo scorso primo gennaio il personale comunale impiegato presso il cimitero San Sebastiano di Rocca di Papa è stato messo a riposo. Per evitare il blocco dei servizi cimiteriali (servizi necroscopici, vigi-

lanza, custodia e ordinaria manutenzione), considerata anche la delicatezza e l’importanza del settore, il Comune di Rocca di Papa lo scorso 25 agosto ha approvato una delibera di Giunta per dare il via

Sulle politiche ambientali di Rocca di Papa è bene sfatare i luoghi comuni, la sinistra pretende di possedere il monopolio della sensibilità ecologica e imbastisce campagne tese a dipingere gli avversari come paladini della cementificazione. Ma è la realtà a smentire la loro demagogia. Infatti, da quando il centrosinistra si è insediato al Comune (da sempre), governando nel contempo per lunghi periodi Regione e Provincia, su Rocca di Papa è stata riversata una colata di cemento che ha riguardato le aree dislocate in tutti i punti cardinali. Oltre al fatto che la cementificazione è avvenuta anche dove non era possibile perché in contrasto con Decreti Galasso (150 metri dai fossi) ora alcune di quelle case (ville, villette, residence) scaricano abusivamente nell’alveo del fosso di Pentima Stalla, alcuni più diligenti (o meglio, furbi) scaricano durante la piena post-precipitazione, con veri e propri collettori, che da nasco-

sti quali erano prima, ora col risanamento del fosso da parte della Comunità Montana sono venuti fuori e qui viene il bello… anziché venire rimossi e denunciati per danno ambientale agli artefici di tutto ciò gli viene mantenuto lo scarico, anzi, in alcuni casi migliorato. Poveri cittadini a “Valle del fosso” ormai condannati a respirare in un ambiente malsano ormai compromesso dall’ignoranza di qualche cittadino dalla scarsa furbizia di qualche Santo… non in cielo… ma… in croce… Ritengo tutto ciò una cosa grave, i cittadini e l’Amministrazione non possono rimanere indifferenti alla responsabilità di Enti (Comunità Montana e Parco) designati e “stipendiati” al controllo del territorio ormai in mano ai Barbari… e non parliamo poi della minoranza! Il Direttivo Il Segretario Cittadino de “La Destra” R. di Papa Alvaro FONDI

libera all’affidamento in appalto di tali servizi attraverso l’espletamento di una gara ad evidenza pubblica con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa per le casse comunali. Il progetto dei servizi è stato predisposto dal Responsabile del Settore Affari Generali del Comune e l’importo a base d’asta sarà di 590 mila euro. L’affidamento in appalto dei servizi necroscopici è stato deciso durante la seduta di Consiglio Comunale del 27 luglio scorso. Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti gli operatori comunali che per tanti anni hanno svolto con dedizione e senso di responsabilità il loro lavoro nel cimitero di San Sebastiano. Andrea Rasetti

Espone Piero Botti

Piero Botti

Sabato 1° e domenica 2 ottobre, presso la Domus Artis di Viale Enrico Ferri 47 a Rocca di Papa, aprirà i battenti la mostra di pittura del noto artista-regista-musicista e pittore roccheggiano Piero Botti. Lo splendido spazio espositivo sarà visitabile, con ingresso libero, dalle 9.00 alle 20.00. Piero Botti allieterà i visitatori, oltre che con le sue opere, anche cantando e recitando.

Da Alvaro Fondi riceviamo e pubblichiamo Nuova sede per il CdQ delle “Vigne”

Il nostro territorio è ormai “Un nuovo spazio in cui in mano ai nuovi Barbari favorire la partecipazione”

Nuova sede per il Comitato di Quartiere “Le Vigne” che da questo mese potrà offrire ai suoi concittadini uno spazio più agevole in cui incontrarsi per discutere dei problemi che riguardano il quartiere basso di Rocca di Papa. La nuova collocazione si trova nell’ex scuola dell’infanzia di “Colle delle Fate” in via Europa. Si tratta ancora di una collocazione provvisoria in attesa di potersi trasferire in un nuovo locale all’interno del complesso del “Giardino degli Ulivi”. «Il nostro obiettivo –ha detto Franca Bonomo, presidente del Comitato- è quello di stimolare una maggiore e più attiva partecipazione di tutti i cittadini».

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ROCCA DI PAPA Staff del Sindaco, Ufficio Stampa del Sindaco, Addetto alla Segreteria del Sindaco

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il Segno - Settembre 2011

Come ai tempi dei Re e dei Vicerè aRoccadiPapaleregolevalgonopoco Da alcuni anni, come giornale, riceviamo decine di comunicati stampa da parte del Comune di Rocca di Papa. Per lo più si tratta di comunicati sulle iniziative di tipo cultural-popolare (più che altro feste, ricorrenze, sagre, corse sportive, ecc.) mentre poco viene diffuso sulle notizie “vere”, quelle che riguardano per esempio i grandi appalti, i ritardi nella consegna delle opere pubbliche, e via dicendo. Questo fatto ci permette di chiedere alcuni chiarimenti al Sindaco Boccia, partendo dall’incarico affidato proprio alla dott.ssa Michela Emili (delibera di Giunta n. 4 del 18 gennaio 2011) in qualità di “addetto alla segreteria del Sindaco”. Noi non sappiamo se la dott.ssa Emili sia iscritta all’Ordine nazionale dei giornalisti, ma una cosa la sappiano: essere addetti alla segreteria del Sindaco (inquadrata nello “staff del Sindaco”) non equivale a svolgere le funzioni di addetto di ufficio stampa. Ai cittadini la differenza potrà sembrare minima mentre per gli addetti ai lavori è abissale e qualcuno sembra che giochi proprio su questo equivoco, aggirando in tal modo la normativa sugli uffici stampa pubblici, cioè la Legge n. 150/2000 (Disciplina delle attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni); il Decreto del Presidente della Repubblica n. 442/2001 (Regolamento per l’individuazione dei titoli professionali da utilizzare presso le Pubbliche Amministrazioni per le attività di informazione…); la “Carta dei doveri del giornalista degli uffici stampa” (approvato dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti il 26 febbraio 2002). L’ufficio stampa del Comune di Rocca di Papa, se esiste (ma riteniamo di sì visto che sul sito internet del Comune

Da sinistra: il nostro direttore Andrea Sebastianelli, l’addetta alla segreteria del Sindaco Michela Emili e, davanti a lei, Valerio Ciaccia

tale ufficio figura in modo del tutto evidente), per esempio può elaborare sì una rassegna stampa con le notizie riguardanti il Comune (che poi invia ai cittadini) ma non si comprende perché debbano essere diffuse solo le notizie che elogiano Sindaco e amministrazione comunale tralasciando tutte le altre (per esempio quelle del Segno) contravvenendo in questo modo al principio basilare della deontologia professionale secondo cui “all’interno delle amministrazioni pubbliche” si “opera nella piena consapevolezza di salvaguardare due principi fondamentali: il diritto delle istituzioni ad informare e quello dei cittadini di essere informati”. Quindi, come specifica la “Carta dei doveri”, bisogna evitare “situazioni di confusione nelle quali il dovere di informare in maniera obiettiva ed accurata può finire in conflitto con le esigenze di una informazione personalistica e subordinata all’immagine”. In sintesi: un ufficio stampa se redige una rassegna stampa rivolta ai cittadini “deve” tenere presente il diritto degli stessi a ricevere

tutte le notizie che riguardano le attività amministrative e non solo quelle positive ed elogiative. In questo modo si fa informazione, nell’altro si fa propaganda (che non è nei compiti di un ufficio stampa). Poi c’è un altro aspetto su cui l’ufficio stampa del Comune di Rocca di Papa, se lo ritiene, dovrebbe dare dei chiarimenti. La Legge 150/2000 e la “Carta dei doveri” ribadiscono che “i coordinatori e i componenti dell’ufficio stampa non possono esercitare, per tutta la durata dei relativi incarichi, attività professionali nei settori radiotelevisivo, del giornalismo, della stampa e delle relazioni pubbliche”. Il perché è chiaro: chi fa attività di ufficio stampa, diffondendo quindi il punto di vista del proprio datore di lavoro (tanto più se questo datore di lavoro è un politico), non può essere imparziale nello scrivere articoli che riguardano proprio il suo datore di lavoro. Ancora una volta si contravverrebbe (si contravviene) il principio fondamentale della professione: il diritto dei lettori ad essere informati in modo corretto e trasparente. Invece sul “Corriere Tuscolano”, su “Il Tuscolo” e su “Cinquegiorni” (ma forse ne dimentichiamo qualcuno) continuiamo a leggere articoli a firma di Michela Emili che è anche componente (l’unica) dell’ufficio stampa del Comune di Rocca di Papa. Quest’ufficio, se esiste, ci sembra che contravvenga in modo palese i principii dettati dalle leggi nazionali, e lo fa in modo molto disinvolto, quasi sfacciato, forse perché pensa che Rocca di Papa, dopo la rivolta sociale del 1855, sia diventata davvero una Repubblica a parte, governata da re e vicerè, che delle leggi nazionali possono anche infischiarsene. Andrea Sebastianelli

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ROCCA DI PAPA

“Le interrogazioni di Romei sui problemi di Rocca di Papa” Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Continua intensa e con ardore l'attività politica, all'interno della minoranza, per il consigliere Danilo Romei. In seno al Consiglio Comunale svoltosi il 28 luglio, senza timidezza e con la perentorietà di chi conosce una sola strada, la buona politica al servizio dei cittadini, Romei ha fatto altre tre interrogazioni. 1. Rocca di Papa conta ormai più di 16.000 abitanti. Le farmacie presenti sul territorio sono quattro. La raccolta di farmaci scaduti, come quella della raccolta differenziata, va incentivata con l’introduzione di un maggior numero di raccoglitori e con una più assidua presenza della ditta incaricata allo smaltimento, perché si evitino situazioni di raccoglitori stracolmi. La raccolta differenziata, senza

scendere nella polemica della differenziazione di zona, fra il paese alto ed il paese basso, riguarda qualsiasi tipo di rifiuto, e quello dei farmaci scaduti non solo è fondamentale per l'ambiente, ma è segno di buona civiltà. 2. Via Frascati è un lungo parcheggio selvaggio. Impossibile per i passanti qualsiasi distrazione nello slalom fra i veicoli, senza il rischio d'esser investiti poiché costretti a camminare sulla strada. Nonostante i molti segnali verticali di divieto di sosta, e qualche rara eccezione, il rispetto del Codice della Strada ha ceduto per necessità ad una consuetudine pericolosa. Per la tranquillità dei residenti e dei pedoni di Via Frascati è necessaria un'area parcheggio e, all'altezza del fontanile, vi sa-

Caro Pdl che dici, è ora di rimuoverlo lo striscione?

rebbe lo spazio adatto per la costruzione di un parcheggio. 3. L'illuminazione pubblica. Fra doveri dei cittadini di Rocca di Papa c'è il pagamento dell'illuminazione pubblica; fra i diritti degli stessi cittadini c'è la pretesa che il servizio funzioni, sempre. Durante i giorni di festa patronale, l'”altare” di San Carlo era illuminato abbondantemente. Contemporaneamente, i lampioni di Via Roma venivano spenti. E’ possibile sottrarre una strada dalla sua pubblica illuminazione, per illuminare una festa patronale? Certamente sarebbe un onore per il roccheggiano donare la propria luce al santo! Ma, invero, è degna quell'Amministrazione che elargisce la stessa cura al cittadino ed al suo santo. L'impegno del consigliere

il Segno - Settembre 2011

Il Consigliere Danilo Romei

Romei non si è limitato alle interrogazioni, ma ha avanzato proposte. Grazie all'intervento dell'On. Erder Mazzocchi, presidente dell’ARSIAL e responsabile dei Cristiano Riformisti Italiani nel PdL, la “ciambella degli sposi” ha ottenuto il riconoscimento di “prodotto tipico”. L'idea di esportare oltre i confini nazionali i prodotti tipici roccheggiani, incrementerebbe il turismo e questo, in un sano effetto domino, porterebbe alla creazione di nuovi posti di lavoro, di nuovi incentivi per la tutela dei beni culturali, di rinnovato entusiasmo per la tutela di Rocca di Papa. Emilio Cioran

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Benvenuti a Rocca di Papa, città dove Garibaldi, Cavour,Vittorio Emanuele e Mazzini (rappresentati sullo striscione - vedi sopra) devono ricordare a un candidato Sindaco (che si è fatto sponsorizzare anche dal Papa) di togliere finalmente quello striscione passato di moda... e ai proprietari dell’edificio, che ai loro tempi le facciate degli immobili erano tenute in ordine per disposizione di Sua Maestà e la regola veniva fatta rispettare. (S.R.)

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il Segno - Settembre 2011

“A Toledo a spese nostre” Il Sindaco ci scrive

Vi invitiamo prontamente a smentire quanto dichiarato nel box a pag. 12 (sul Segno di luglio-agosto 2011, n.d.d.) in merito alla delegazione che lo scorso 3 luglio ha preso parte all’ordinazione di Padre Pierfilippo Giovanetti a Toledo. Si tratta di una considerazione puramente personale e priva di fondamento che offende tutti coloro che hanno voluto partecipare all’evento per far sentire la propria vicinanza al nostro concittadino, e che comunque non dovrebbe trovare spazio sul Vostro mensile. In merito ci preme quindi sottolineare che tutta la delegazione che ha preso parte all’evento lo ha fatto a titolo puramente personale, senza attingere in alcun modo alle casse comunali, così come in qualsiasi altra visita istituzionale, tra cui le più recenti a Montecosaro e a Landsberg Am Lech. Non solo, poiché conosciamo fin troppo bene il difficile periodo che stiamo vivendo, segnaliamo che le spese di rappresentanza, nell’ultimo anno, sono state drasticamente diminuite, passando da euro 13.400 nel 2010 a euro 2.551 nel 2011. Vi invitiamo, in futuro, a voler prestare maggior attenzione al contenuto degli articoli da Voi pubblicati e ad accertare preventivamente la realtà dei fatti. Certo di aver sufficientemente chiarito i termini della vicenda invio distinti saluti e resto in attesa della pubblicazione della rettifica. Il Sindaco Pasquale Boccia

DIRITTO di REPLICA

“Bastava dirlo nel comunicato” Il Direttore risponde

Gentile Sindaco, in merito alla Sua rettifica ritengo doverLe ricordare che non può essere Lei a dire al direttore responsabile di un periodico che cosa scrivere e che cosa no, di che cosa debba o non debba occuparsi. La libertà di stampa fortunatamente è tutelata non solo dalla Costituzione ma anche dalle leggi che ne regolano la materia. Un Sindaco che partecipa con una delegazione civica, annunciata peraltro da un vostro comunicato stampa, è motivo di interesse pubblico e, come tale, ne abbiamo parlato (si chiama diritto di informazione e di critica e, anche questo, è garantito dalla legge). Era del tutto legittimo, da parte nostra, porre dei semplici interrogativi. Nell’articoletto in questione, infatti, non abbiamo scritto che la delegazione “è” stata spesata dai contribuenti, abbiamo semplicemente posto la domanda. Ora Lei ci informa che la delegazione si è spesata da sé (cosa che noi stessi abbiamo supposto concludendo il trafiletto con la seguente frase: “Se invece il Sindaco e gli altri hanno pagato viaggio e soggiorno di tasca propria non avremo nulla da eccepire”). Sarebbe stato sufficiente, per evitare equivoci e interrogativi, scriverlo all’interno del comunicato stampa predisposto dal Suo ufficio stampa. Gentile Sindaco, se un Comune comunica ufficialmente alla stampa che una delegazione cittadina guidata dal Sindaco si recherà in un determinato luogo, e non viene specificato che i costi di viaggio e

21 Il Sindaco a Toledo con Padre Pierfilippo e la sua famiglia

soggiorno saranno a carico personale, tutti (giornalisti e cittadini) sono legittimati nel ritenere che i costi siano a carico dell’ente pubblico. Quindi, in conclusione, non capisco che cosa ci sia da rettificare. La Sua non è una rettifica ma una spiegazione che ci ha gentilmente fornito semplicemente perché lo avevamo chiesto noi stessi nell’articoletto, concludendolo con la frase: “Restiamo in attesa di sapere com’è andata”. Resta il fatto che questa Sua risentita rettifica non ci dice da quanti membri era composta la delegazione istituzionale. Circa le spese di rappresentanza, Lei le avrà sicuramente tagliate ma crediamo che a queste voci di spesa Lei debba aggiungere anche quelle per la Sua portavoce, dott.ssa Emili, che per contratto cura per Lei le attività di rappresentanza. Senza tener conto che fino a pochi mesi fa il Suo staff era composto anche da un altro professionista apprezzato, Valerio Ciaccia, che per molti anni si è occupato del Suo ufficio. La saluto cordialmente. Il Direttore Responsabile Andrea Sebastianelli


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Nonna Luisa

Cultura e ‘Gnese ‘e Rosarella, così nasce una tradizione ... dintorni

di Rita Gatta Nel cuore antico della nostra città, tra viuzze di basalto e muri che si spalmano su colate laviche, si può percepire nell’aria un profumo di pane e di dolci che invita a seguirne la scia. Poco lontano da Piazza Vecchia (Piazza XX Settembre), dirigendosi verso il Carpino (Piazza Valeriano Gatta) si incontra, sa- lui e i suoi figli, lendo sulla destra, un piccolo forno. Di una persona che ha poco si discosta, la visione che gli occhi preso in mano la colgono guardando verso l’alto, da quella situazione e non si che documentano le antiche immagini che è mai tirata indiesi trovano nei libri su Rocca di Papa: il tro, neanche datempo pare aver solo sfiorato via della vanti alle tante Cava, proprio là dove ancora oggi è pos- difficoltà: Rosa sibile acquistare, oltre a pane e pizza, ot- Gabrielli. Questa timi dolci, comprese le rinomate persona ha saputo Nonno Giuseppe ciambelle degli sposi. farsi amare da tutti Il nome confidenziale che tutti i Rocche- al punto che il suo nome è rimasto legato giani condividono è un allegro scioglilin- a quello di colei che poi sarebbe divenuta gua: ‘Gnese ‘e Rosarella. Lo ascoltano e la nuora, Agnese De Luca, moglie di Sillo pronunciano divertiti i miei amici vio. Insieme molto hanno saputo dare a quando li accompagno a visitare il centro quella che oggi è ancora adesso un’attistorico della mia città, ne vità commerciale fiorente. ammirano il vicino muraPrima della seconda les di Miro Fondi che imguerra mondiale, il forno mortala il vecchio forno e era stato trasferito da lo ricordano entusiasti Piazza XX Settembre in quando poi degustano i Via della Cava, sotto la prodotti tipici che hanno grande casa nella quale acquistato. Lo gestisce abitavano, dove nonno l’infaticabile Silvana Giuseppe anticamente riFondi e in un attimo di poneva i suoi attrezzi di sosta, gentilmente mi raclavoro e che pian piano conta e scioglie i miei inaveva ingrandito. Purterrogativi, rivelandomi troppo durante la guerra, qualcosa che non avrei imbrogliati da fornitori dimai immaginato: un lesonesti, con la penuria dei game affettivo talmente diversi generi di prima neforte che travalica la pacessità, il forno fallì. Non rentela di sangue e si cesi potevano far morire di menta addirittura nel Nonno Giuseppe a 17 anni fame i figli: Agnese, che nome. nel frattempo aveva spoAl tempo dei bisnonni dell’attuale pro- sato Silvio, prese in mano la situazione e prietaria, il negozio non era là: si trovava con la suocera cominciò a preparare e in Piazza Vecchia, la prima porta che si cuocere per conto terzi, dolci, pane e nota sul muro a sinistra dell’antica fon- quant’altro venisse richiesto dalle donne tana in pietra sperone. Me la indica pro- del paese che sapevano quanto un buon prio la mia narratrice su un bel plastico forno a legna ne valorizzasse il sapore e il che fa da ornamento nel suo negozio. E là profumo; l’esperienza della suocera con lavoravano Giuseppe Fondi e la moglie la buona volontà e l’intraprendenza della Luisa Gatta, i nonni di Silvana. Il destino nuora: un bel connubio. ha voluto che in seguito ad una forte agi- Le clienti portavano gli ingredienti necestazione dovuta a un diverbio con una sari (uova, farina, lievito) e naturalmente cliente, la povera Luisa morisse, proba- la teglia per cuocere, seguendo le precise bilmente di infarto, lasciando il vedovo indicazioni circa le dosi e le quantità. Incon tre bambini; tra essi Silvio, il papà di faticabile e sempre disponibile Agnese, Silvana. Giuseppe convolò a seconde dopo aver scritto il loro nome, realizzava nozze con una donna che ha saputo amare dolci che poi cuoceva nel grande forno:

il Segno - Settembre 2011

Nonna Agnese e Nonno Silvio

pangialli natalizi, pizze di Pasqua, ciambelle per gli sposi… In questo modo pian piano la situazione è gradualmente migliorata e nel 1956 Agnese e le tre figlie, Silvana, Anna e Luisa con il loro lavoro hanno riportato in attivo l’attività iniziata dai bisnonni. Mai però, Agnese ha dimenticato i tempi di magra: nel periodo di benessere, di volta in volta “adottava” persone bisognose, alle quali faceva pervenire periodicamente pane, pasta, riso. farina, uova, zucchero e, se Natale o Pasqua, anche un pangiallo o una pizza cresciuta, tipico dolce pasquale. Il suo era uno sguardo al passato per non dimenticare e, nello stesso tempo, al presente per offrire con l’esempio, una lezione di vita alle figlie che facevano da “fattorine”. Attualmente, come già detto, è Silvana che gestisce il forno e il negozio di alimentari. Convinta ricorda, racconta e con forza ribadisce l’orgoglio di essere parte di una stirpe che non si arrende: quella de chilli de ‘Gnese ‘e Rosarella. Proprio quella della brava Agnese che nella generosa Rosa, “suocera e matrigna” dal cuore immenso, ha sempre riconosciuto e rispettato lealmente nobiltà d’animo e disponibilità nell’affetto.


ARTE A Melbourne e Sydney la mostra dedicata all’Italia

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il Segno - Settembre 2011

L’arte di Anna Onesti sbarca in Australia

di Maria Pia Santangeli Born in Rocca di Papa, born in Rocca di Papa (nata in...) si legge qua e là per il mondo nei cataloghi delle mostre della nostra pittrice Anna Onesti. Lo vedo quasi fisicamente, e con grande senso di leggerezza e di allegria, il nome di Rocca di Papa che salta, che zampilla da una nazione all’altra, da un continente all’altro. Sapranno in Estonia, Iran, India, Giappone, Germania, Tailandia dov’è Rocca di Papa? Avranno idea del modo di essere di questo paese, della casta bellezza dei suoi vicoli antichi? Penso di no, in ogni modo questo nome viene letto, esiste, è lì sulla carta dei cataloghi sfogliati da centinaia di persone che hanno negli occhi altri paesaggi, nella mente e nel cuore altre culture, sulla bocca altra lingua. Mi sento più ricca dentro, più piena a pensarci. In questi giorni di settembre le lettere che compongono il nome di Rocca di Papa vengono lette in Australia: è in quel lontano continente che un’installazione di Anna -divisa in tre sezioni, due a Melbourne e una a Sidney- ha inaugurato l’XI Settimana della lingua italiana nel mondo denominata “Buon compleanno Italia”, e sarà visibile per tutto il mese. La stessa installazione è stata presentata nel marzo scorso presso l’Istituto Nazionale della Grafica di Roma in occasione dei festeggiamenti per il 150° dell’Unità d’Italia. E' stato bello a vedersi. Appena entrati, il colpo d’occhio era di quelli che non si dimenticano: 150 aeree lanterne di carta giapponese Kozo e stecche di bambù, appese al soffitto, ciascuna con una sottile lunga treccia di cotone che scendeva in basso a renderle più slanciate, tutte istoriate da segni diversi l’una dall’altra, ma unificate nella forma e nei colori della bandiera italiana, bianco, rosso e verde, in toni soffusi, sfumati. Sarebbe interessante descriverne la lavorazione e soprattutto tentare di penetrare il senso di quanto Anna ha voluto dire con le sue lanterne, ma lo spazio esiguo di questa pagina non lo consente. Certamente sono è un messaggio di luce, di il-

luminazione individuale e collettiva, di speranza per il futuro e nello stesso tempo un modo di guardarsi indietro per leggere meglio il passato. Lavoro di emozioni e di mani di donna: la morbidezza sensuale della carta, i colori vegetali naturali, il cotone delle trecce a me trasmettono un sentire al femminile, un femminile ricco di energia, di creatività, apportatore di luce, aperto al mondo, nella continuità con il passato dei lavori delle donne.

In alto e sopra due opere di Anna Onesti in occasione del 150mo dell’Unità d’Italia

Il Presidente della Repubblica ha inviato ad Anna i complimenti per il valore simbolico delle sue lanterne, uniti agli auguri per l’installazione in Australia. Anche noi, amici e concittadini, ci rallegriamo con un abbraccio affettuoso. Auguri, aspettiamo in allegra certezza: altre creazioni, altre mostre, altri luoghi.

Anna Onesti e la sua vita d’artista

ANNA ONESTI è nata nel 1956 a Rocca di Papa (Roma) e qui attualmente vive e lavora. Si è formata frequentando le Accademie delle Belle Arti di Roma, Urbino e Torino, diplomandosi in Scenografia ed in Decorazione. Ha studiato in Giappone approfondendo le conoscenze relative sia alle tecniche di fabbricazione della carta giapponese tradizionale che alle antiche pratiche decorative legate alla tintura dei tessuti. Le sue opere si compongono di carta, colore, di cose essenziali. La carta è quella orientale che l’artista usa e tinge sfruttando le cangianti possibilità dei colori vegetali. Le sue opere contengono forme realizzate attraverso procedimenti indiretti come: l’impronta, il ricalco, il frottage, tecniche mutuate dalle esperienze della sua formazione giovanile presso l’ Accademia delle Belle Arti di Roma sotto la guida di Toti Scialoja. Nel 2005 l’artista inizia a creare con le carte orientali gli aquiloni, le sue nuvole di carta, basando la loro costruzione anche su tipologie derivate da forme tradizionali giapponesi. La costruzione degli aquiloni indirizza sempre più il suo lavoro verso la ricerca della leggerezza e del movimento. La sua prima mostra personale è nel 1984 a Torino nell’ambito della rassegna: “Arti Visive Proposte”, inizia così un’attività espositiva che la porta a presentare i suoi lavori in Italia e all’estero. Ha esposto in Estonia, Germania, Giappone, Iran, India, Tailandia in un itinerario che privilegia l’Oriente sul percorso delle antiche strade che hanno portato la carta in Europa.


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L’angolo della storia

CULTURA

Industrializzazione

e disoccupazione

di Vincenzo Rufini Quando vide la completa realizzazione la prima rivoluzione industriale, nell’Inghilterra del 18° secolo, vi fu, per conto di una parte della popolazione, una sintomatica rivolta tesa a contrastare e in molti casi ad annullare le conquiste tecnologiche che la nascente scienza cominciava a mettere a disposizione dell’umanità. Questo movimento avversativo del nuovo che avanzava ebbe il nome di “Luddismo”, da Ned Ludd, il principale promotore della rivolta; ma in cosa consisteva questo vento nuovo che spirava per sconvolgere antiche certezze acquisite e stabilizzate nel corso del tempo? Consisteva nell’invenzione delle prime macchine impiegate nell’industria, le quali riducevano drasticamente la manodopera, agitando lo spauracchio della disoccupazione e quindi della fame nelle popolazioni direttamente coinvolte nel processo di evoluzione tecnologica. Questo avvenne più di due secoli or sono, oggi dopo l’ennesima rivoluzione tecnologica il fenomeno si è amplificato a dismisura, favorito dal terreno fertile della globalizzazione planetaria. La tecnologia si affida sempre più alla robotica, rendendo in molti casi superfluo l’apporto umano. Ciò genera da una parte una maggior razionalizzazione delle risorse ed una programmazione più determinata, dall’altra contribuisce ad emarginare sempre più l’elemento umano, eliminandolo dal processo lavorativo e quindi relegandolo ai margini della vita sociale, costringendolo ad un tenore di vita molto marginale e che elimina dal proprio orizzonte ogni aspettativa che la passione elabora. Si assiste così ad una divaricazione della società umana in due strati: quello minoritario dei fruitori dell’evoluzione

il Segno - Settembre 2011

Umberto Eco

della tecnologia, destinati a governare la medesima, anche se nella maggioranza dei casi esistenti e rendere partecipe è la tecnologia trionfante a l’intera umanità del messagrenderli succubi. In ogni caso gio positivo insito nella questa categoria sociale sarà scienza. Se la tecnologia e la portata a godere dei frutti scienza per esteso hanno il redell’evoluzione tecnologica condito scopo di sollevare nel campo professionale, so- l’umanità dal bisogno in ogni ciale, psicologico. Invece lo campo, sia esso dello scibile strato maggioritario degli che del sociale, allora è prinesclusi, per nascita, per in- cipale dovere di chi gestisce le competenza, per questioni leve dell’azione governativa geopolitiabbattere che, ingrosogni barriera serà sempre che possa dipiù le fila scriminare degli emared escludere ginati, che una parte potenzialconsistente mente podell’umana t r e b b e specie. divenire Fare in una bomba modo di renumana caderla edotta pace di della funsconvolzione posigere lo stativa che il tus quo motore tecsociale e nologico quindi po- Acquaforte dedicata a Ned Ludd esercita, aftenzialfinché non si mente annullare le conquiste a debba più dividerla nella clascui si è pervenuti. sificazione fatta a suo tempo Al fine di depotenziare questa dal semiologo Umberto Eco implosione in fieri è compito con il suo celeberrimo saggio precipuo delle classi domi- “Apocalittici o integrati”. E si nanti cercare di intraprendere cerchi di parlare sempre più il cammino della diffusione di Apertis verbis (con chiarezza) massa dell’alfabetizzazione di un’umanità erudita, la quale tecnologica, cercando di inse- abbia in godimento quegli rire nel cammino della tecnica strumenti che rendono opuogni singolo individuo, al fine lento e sereno il suo cammino di annullare le tensioni sociali nel sentiero dell’esistenza.

Nozze di Diamante

OLINDO D’AMBROGIO Classe 1927 e MARIA TERESA BASILI Classe 1931 il 19 Settembre 2011 festeggiano il loro

60° ANNIVERSARIO di MATRIMONIO.

Tanti auguri agli “sposini” dai figli Maria Assunta e Claudio, da tutti gli altri familiari e dalla redazione del Segno

Invito alla lettura

Seduzione dell’altrove

di Loredana Massaro Sono articoli e racconti questi itinerari di viaggio dagli anni ’90 ad oggi. Ci portano dalle savane dell’Africa nera alle baraccopoli offuscate da fumi di diossina, dall’Europa dei vecchi e recenti Stati all’Oriente che distrugge le sue radici, dai ricchi campus degli Stati Uniti alle città del Sudamerica che conservano memorie di un passato prezioso. Attraversiamo le ordinate città svizzere e la confusione di Tokyo, la povertà di Addis Abeba e di Nairobi e le contraddizioni della nuova Cina. Si parla molto anche dell’Italia, vista dagli occhi degli Istituti Italiani di Cultura all’estero. Ci offre acute analisi di società e culture in modo da far conoscere l’anima del luogo al di là della maschera offerta al turista. “L’esotismo può essere anche l’altra faccia dell’odio e della paura per il diverso”, così dice l’autrice, per la quale viaggiare è un destino, allenata dalla più tenera infanzia a girare il mondo, da bambina ha vissuto in Giappone, coniugando libertà e ragione. Per Dacia viaggiare significa entrare completamente nella mentalità e nelle usanze delle popolazioni che si incontrano, anche quando questo significa cercare di capire pratiche anche atroci e ingiuste. Dal saper cioè ascoltare, persino quando quello che sentiamo non ci piace o ci ferisce. La guerra è presente in maniera forte e trasversale lungo l’intero arco del libro, con le sue bombe, le sue folli conseguenze e le sue tristezze. Accanto ad essa, le decine di tentativi che le associazioni umanitarie, i pacifisti, le donne, le organizzazioni internazionali e gli intellettuali fanno nel mondo per arginarne la violenza. Si scopre dai resoconti della Maraini che tante sono le donne nel mondo, attive, caparbie: eppure non bastano a praticare la pace. L’osservazione costante della donna e delle sue condizioni di vita, sia che viva in uno sperduto villaggio somalo sia che si trovi nei Balcani durante l’orrore della pulizia etnica, è il filo conduttore che lega le istantanee di viaggio di una scrittrice che ha fatto della condizione femminile il leit motiv di tutta la sua opera letteraria. La seduzione dell’altrove dà al lettore la possibilità di imbarcarsi per un viaggio intorno al mondo senza muoversi da casa, e ad avere come unici mezzi di trasporto: immaginazione e fantasia.


STORIE

il Segno - Settembre 2011

IL RACCONTO DEL MESE

E’

così che succede: improvvisamente salta fuori dalle pagine del libro e si mette a sedere, stralunato, vicino a me. Come è successo a Cetara di Forìo (vedi nota) con Florentino Ariza. Ma questa volta è il Cavaliere dalla Triste Figura in persona, è il Cavaliere Errante, seguito dal suo scudiero Sancho Panza con l’asino e la sua bisaccia ripiena di cose, traballante sul basto. Cosa faccio? li seguo? Ma a cosa servirebbero la lancia e la spada e la bacinella del barbiere come elmo? Ronzinante... poi! Decidere di seguire fantasticando i personaggi evocati da Cervantes è un esercizio molto complicato. Ma allora: cosa fare? Getto lo sguardo al di là di un finestrone spalancato: collane di gabbiani sfrecciano in volo ruotando su loro stessi. Volano nel sole ormai al tramonto. Poi, in un attimo, si sparpagliano in tutte le direzioni: non riesco più a seguirli. Sembra che tentino di impedire, ai merli e alle cornacchie, di occupare il loro medesimo spazio. Non sembrano agguerriti: ma sfruttando il vento, che dal mare soffia ostinatamente verso terra, riescono a impedire momentaneamente a quegli estranei l’occupazione del loro cielo. E mentre, oltre le brevi dune della spiaggia, in un lampo di luce, intravedo di nuovo il Cavaliere Errante cavalcare stancamente, mi sorprendo ad osservare una fila di venditori neri con le camice sgar-

La poesia del mese

di Anna Giovanetti

Ricordi d’infanzia

Dolci ricordi di un’età felice, che tornate sovente nei pensieri mondo fatto di sogni e di illusioni chissà tristezza allora tu dov’eri?

Serapo 2011 di Noga

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Frammenti

di Scrittura

Allegria*

di Stefania Colasanti

gianti e i loro sacchi neri sulle spalle, che ritornano ai luoghi consueti per un riposo notturno difficile, in un prato d’erba verdastra e malata, sotto giovani pini pazienti. er quanto mi sforzi non sento il cavalcare di Ronzinante, né l’incitamento del Cavaliere. Ma allora perché lo intravedo qui, vicino a me, e lo sento ansimare? Ha gli occhi inquieti, la bocca spalancata come chi attende ansiosamente una risposta ad una domanda, che non potrà mai essere formulata. Mi sollecita forse a seguirlo? I gabbiani non lo sanno ma anche essi sono dei Cavalieri Erranti nel cielo scurito da una notte incombente, su un mare che meravigliosamente spasima, con le sue onde biancastre, contro una spiaggia ormai taciturna. Giugno 2011

P

Nota: vedi testo precedente sul “Segno” di dicembre 2010, pag. 21

Caro vicolo angusto e molto antico che nei miei sogni diventavi il mare, un’isola, un castello, il mondo intero, era ben lungi allor da me pensare cosa la vita fosse per davvero.

Quando i tuoi begli occhi mamma vedevo di nascosto velarsi di pianto non capivo allor che cosa fosse ma crescere credi mi ha insegnato tanto. E mentre il tempo passa inesorabile e di questa vita scandisce i lunghi giorni, io mi domando incredula ed assente dolce infanzia passata perché più non ritorni?

Allegria, è tuo figlio che giuoca in giardino. Allegria, è un vecchio che beve ridendo. Allegria, è una giovane donna all’altare, travestita di sogni. Allegria, è la morte che giunge senza invito, con passo sereno e sicuro. Allegria, è la guerra che ferma le disfatte. Allegria, è un grande poeta sconfitto e solitario che fischietta parole assieme al canto dell’upupa. Allegria, è un Dio che è morto e risorto, dalla terra al cielo. Allegria, è la speranza del suo ritorno. Allegria, l’allegria sei tu vita distratta dalla tua stessa Allegria. Dimmi, dove sei Dio? Ho cominciato oggi i miei scavi... riuscirò a trovarti prima che tu trovi me? *Brano tratto dal romanzo “Io, il ninnolo di Dio”, 2011, Stefania Colasanti

Prenderà il via dal prossimo ottobre il CORSO di YOGA condotto da Ilaria Cusano Si terrà tutti i giovedì alle ore 18.00 presso il Centro Olistico So.Ben., Via Pompeo Magno n. 34, Albano Laziale (RM). Il 29 settembre (sempre alle ore 18.00) si svolgerà una lezione di prova gratuita. Per info e iscrizioni: Ilaria, 327.857.64.51, ilaria.cusano@gmail.com, www.shaktilandia.blogspot.com (pagina YOGA)


MUSICA e DINTORNI Già al lavoro per la XV ed. della “Marathon Colli Albani-Via Sacra” del 2012

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il Segno - Settembre 2011

Nel segno della tradizione Appena archiviata la quattordicesima edizione della Marathon dei Colli Albani-La Via Sacra, suggellata dalla vittoria dell’instancabile Marzio Deho (Cicli Olympia), lo staff del Biciclo Team New Limits già pensa alla prossima che si terrà domenica 13 maggio 2012 con due date di riserva per il mese di giugno secondo le regole del calendario nazionale previste dalla Federazione Ciclistica Italiana. Un passo indietro sulla Marathon dell’8 maggio scorso: “Abbiamo dimostrato grande capacità organizzativa e siamo riusciti ad ottenere un risultato brillante con 958 bikers alla partenza. Non abbiamo fatto mancare nulla ai partecipanti e al pubblico presente dal punto di vista logistico e dell’accoglienza all’interno del Centro Equestre Federale dei Pratoni del Vivaro segno di enormi capacità e professionalità. Per il prossimo anno tante saranno le novità alle quali stiamo già lavorando sodo. Vi aspettiamo su percorsi tecnici, divertenti e alla portata di tutti” hanno affermato congiuntamente gli organizzatori Fabio Ottaviani, Luciano

Caucci, Federico Campoli e Wander Tricarico. Nel 2012 sarà la quindicesima edizione della manifestazione che continuerà nel segno della tradizione e dell’innovazione proponendo come quest’anno quattro percorsi. Escursionistico: tutto su Monte Artemisio; misurerà 22 chilometri e 480 metri (dislivello 640 metri, 40 in più rispetto all’edizione precedente) aperto anche alle categorie esordienti FCI. Short: tutto su Monte Cavo; misurerà 30,640 chilometri e 840 metri di dislivello aperto anche agli escursionisti e alle categorie allievi FCI con l’ascesa della Via Sacra. Sono stati introdotti due nuovi tratti di single track dopo 9 chilometri che toglierà il poco asfalto prima della Via Sacra mentre il secondo al rientro finale che copierà in parte la recente cross country dei Colli Albani evitando così anche l’asfalto della località di Vivaro che nelle edizioni precedenti ha creato qualche lieve problema di sicurezza. Point to Point: sarà la somma del chilometraggio del percorso escursionistico e

u m e r o sicali t v s e p i ett R

GENESIS/1 SE IL ROCK SI TINGE DI MAGIA E DI FIABA

L’ascolto sacrale della musica, l’ascolto intimo e in comunione con la propria anima bisogna dire che forse è una componente essenziale dell’uomo come ci fosse un bisogno primordiale e necessario che ci spinge a doverci raccogliere, anche per pochi istanti, in noi stessi, aiutati dall’accompagnamento della melodia delle note per poi allontanarci, per questi brevi e intensi attimi, dal frastuono e dal tourbillon della propria quotidianità… e così il rockn’roll che dai suoi esordi aveva tutti altri intenti, soprattutto nato per far ballare e far muovere gli ascoltatori, si evolve stagione dopo stagione, anno dopo anno, in un susseguirsi frenetico di stili, di mode, di generi che iniziano a intera-

L’arrivo di Marzio Deho all’ultima edizione della Marathon

della short che misurerà 53 chilometri e 120 metri con 1480 metri di dislivello. Marathon: oltre alle varianti dei percorsi precedenti, avrà una nuova bellissima discesa con soli 25 metri in più di dislivello. Il chilometraggio salirà a 77 chilometri e 870 metri con un dislivello superiore ai 2000 metri, precisamente 2085. Luca Alò

di Massimo Onesti

gire con la società tanto che i semi gettati producono sviluppi nuovi e inaspettati e forme mutevoli e varie si sviluppano nel mondo della musica e se la peculiarità del rocknroll era stata quella di aver attinto dal blues e dal country ora, che con il prog nuovi squarci si sono aperti, è come se questa nuova forma musicale del rock si sposi con la tradizione, soprattutto europea, proveniente dalla melodia e dalla musica classica, affinandosi quindi nella qualità tecnica delle composizioni ed elevandosi anche nei contenuti e nei temi trattati cosicchè da questa commistione nasceranno capolavori assoluti e che rimarranno per sempre unici nella storia della musica di questa nostra era e che quindi faranno sì di portare gli ascoltatori verso dimensioni più elevate e profonde rispetto alle semplicità della forma-canzone. Molti sono i gruppi che, ognuno a modo loro, percorre-

ranno strade nuove e ai confini del rock per esplorare mondi piu' complessi e vari e fra questi uno di essi si distinguerà particolarmente per certe atmosfere dolci, melanconiche e oniriche e che già dalla scelta nel nome dei Genesis fanno presagire una certa propensione al mito, alle tradizioni, all’esoterico, al sacro e al loro primo album From Genesis to Revelation, pur se grezzo e ingenuo come lo può essere quando una band di ragazzi di 18-19 anni affronta temi come alcuni passi della Bibbia, mette in luce le potenzialità creative di questo gruppo che esplode-

ranno in tutto il loro splendore soprattutto dal loro secondo album quando, forti dell’influenza dei King Crimson che apriranno le porte del progressive, potranno così lanciarsi a capofitto verso quel sound intriso di magia, di fiaba, di mistero, di sogno e in cui saremo trascinati, oltre che dal perfetto e morbido intreccio sonoro delle chitarre, delle tastiere, del drumming raffinato e preciso, soprattutto dalla voce particolarmente suggestiva piena di pathos e capace di continue trasformazioni, come se fosse plasmata col mondo onirico che descrive, ora come guida narrativa ora irrompendo improvvisamente, ergendosi a protagonista e dando così vita alle maschere che affollano le sue storie e quindi viene fuori una parte ancora più importante, per quanto riguarda i Genesis, e che ne andrà a costituire una caratteristica fondamentale e che li accompagnerà fino almeno che Peter Gabriel farà parte dell’ensemble e sarà il loro live act, in cui Gabriel incarna perfettamente il ruolo da Grand Guignol del Rock con travestimenti e capacità espressive mimiche che rendono ancora più affascinanti le storie allegoriche del gruppo. 1/ Continua


RIFLETTORI

il Segno - Settembre 2011

Santoro va via... al suo posto tutti gli uomini del presidente

di Daniela Di Rosa

Come previsto, in un modo o nell’altro, Santoro e il suo Annozero, sono stati cancellati dal palinsesto Rai. All’inizio La7 sembrava volesse fare ponti d’oro per avere gli epurati della Rai, e tutti quei programmi o personaggi che disturbavano il “ducetto” di Arcore. Il Cavaliere, si sa, oltre ad essere proprietario di tre reti private, da anni per interposta persona, è il padrone assoluto anche della televisione pubblica. Le controfigure di Emilio Fede a suon di milioni (vedi Minzolini) coi loro editoriali, vogliono farci credere che il pover’uomo non è colpevole di niente, se non del suo buon cuore. A reti unificate,

e a tutte le ore, i suoi “miracolati” ci ricordano la sua bontà… Ruby non era una escort minorenne ma la reincarnazione della piccola fiammiferaia, così come tutte le splendide e giovani ragazze da lui mantenute erano solo liceali che di giorno studiavano e di notte andavano a ripetizione da lui... per non parlare dell’On. Minetti che noi, e dico noi, manteniamo con quindicimila euro al mese solo per aver pulito i denti al caro premier (chissà quanto gli dolevano!). Poi ci sono le famiglie bisognose, come quella di Tarantini, ventimila euro al mese e la mogliettina si lamentava che

Quali sono i gusti della grattachecca?

All’Università “La Sapienza” di Roma, entri solo se sai come si fa la “grattachecca”. Sembra assurdo, ma nei test per accedere alla formazione della professione sanitaria è apparsa questa domanda: “Nei pressi del noto liceo Tacito di Roma si trova la grattachecca di Sora Maria, molto nota tra i giovani romani. Sapresti indicare quali sono i gusti tipici serviti? Menta, limone, amarena, cioccolato...”. L’Udu (Unione degli Universitari), tutelerà gli esclusi ritenendo “inaccettabile” il quesito. “Come si può pensare che per accedere si debbano sapere le specialità di un chiosco romano? Come può uno studente di Genova, Milano, Reggio Calabria o Cagliari sostenere il test senza aver la possibilità di conoscere già una risposta del test?” dice il coordinatore nazionale dell’Udu, Michele Orezzi. Sul web appaiono proteste del tipo “…è assurdo che mettano una domanda del genere in un test! Non è cultura generale... non posso essere giudicato in base alla mia conoscenza dei paninari e grattacheccari di Roma!”. La protesta corre sul web. Su facebook si è scatenata la rabbia dei partecipanti. Per la cronaca nel test oltre ai quesiti scientifici, c’erano anche do- di mande su Vasco Rossi e la sua Ermanno salute, su Peter Pan, su Benito Gatta Mussolini prigioniero sull’isola di Ponza, su Bill Clinton e lo scandalo Monica Lewinsky. Ma la domanda sulla grattachecca è stata… insuperabile! La Pulce

il T o c c o

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L’angolo della psicologia

Risponde la Dott.ssa Bruna Benelli

erano pochi... sa, ci sono due bambini, e noi gente comune sappiamo quanto costano i figli, infatti l’Italia è a crescita zero, non ne facciamo più! Eppoi è solo un caso che Tarantini presentasse a Berlusconi solo giovani prostitute o le belle mogli dei notabili di Bari. Tempo fa, una donna disoccupata, con due figli e lo sfratto di casa, scrisse al premier per avere un aiuto, rispose un suo segretario, dicendole che il premier non può aiutare una singola persona… poi si scoprì che la donna aveva quarant’anni e non era bella, forse doveva mandargli la foto di sua figlia sedicenne! Tornando a Santoro mi chiedo: come è stato possibile che milioni di spettatori non potranno più vederlo in Rai? Perché La7 voleva offrirgli un contratto capestro? E’ possibile che Tronchetti Provera abbia ricevuto pressioni? E di che tipo? E’ una questione di pubblicità negata sulle reti Mediaset oppure c’è qualche misterioso dossier in giro? Quello che so è che la Rai quest’inverno sarà colonizzata da “tutti gli uomini del presidente” titolo di un vecchio film americano, il presidente in questione era Nixon che fu costretto alle dimissioni... speriamo succeda così anche da noi!

L’ascolto del minore abusato

L’ascolto del minore vittima di abuso in sede processuale richiede una competenza professionale specifica, diverse sono le risorse umane impiegate allo scopo e le modalità adottate, che possono determinare un effetto positivo per la vittima (il racconto dell’esperienza traumatica può scaricare l’angoscia ad essa associata) oppure un effetto negativo (il rievocare ricordi penosi può essere vissuto con sofferenza e può rappresentare una nuova “violenza psicologica” per il minore). Sono numerose le ricerche che evidenziano i rischi di “vittimizzazione secondaria” per la vittima, successivi all’abuso sessuale, correlati al numero di interventi da parte di tanti esperti, a volte in maniera troppo invasiva, in aggiunta allo stress della testimonianza in un’aula giudiziaria. Il bambino abusato, spesso è il testimone chiave, se non l’unico, nei casi di violenza sessuale, fisica, psicologica, domestica, ha quindi un ruolo estremamente rilevante, ma non va mai dimenticato che in quanto soggetto in età evolutiva, attraversa un periodo delicato del suo sviluppo psicofisico. Emerge pertanto l’importanza di utilizzare tutte le accortezze necessarie nella raccolta della testimonianza, evitando l’interazione del bambino con troppe figure estranee, e il contatto visivo con l’abusante, e costruendo un procedimento probatorio speciale, per evitargli il trauma di comparire in un’aula giudiziaria. Occorre evitare gli errori che si sono verificati nel caso di Rignano Flaminio (sui “presunti” abusi avvenuti nella scuola materna «Olga Rovere») perché possono inficiare le testimonianze delle piccole vittime. Per scrivere alla Dott.ssa Benelli: dottoressabenellibruna@ virgilio.it


il Segno - Settembre 2011

il Segno dei tempi

nei disegni del Maestro Franco Carfagna

Caro, bello autunno

Ultima pagina

Con questo numero si conclude la passeggiata del maestro Carfagna alla scoperta dei nuovi murales di Rocca di Papa. L’ultima arrampicata nel cuore del centro storico riprende da Piazza Vecchia il cui selciato è stato risistemato di recente. Da qui bisogna prendere a sinistra via Achtermann, una breve salitella dedicata allo scultore tedesco dell’800 che si stabilì proprio da queste parti. Alla fine di questa via si arriva in piazza del Crocifisso dove si può ammirare la bellissima chiesetta che fu anche la prima parrocchia dei roccheggiani. Qui potrete riposarvi un po’, godere del panorama mozzafiato e ammirare il murales composto coi colori titpici dell’autunno, con l’ocra che prende il sopravvento sul verde. Questa stagione, l’autunno, è forse quella che meglio descrive la storia e le tradizioni di Rocca di Papa e infatti le autrici del dipinto, Danira Sciamplicotti e la figlia Clementina, hanno tratto ispirazione proprio da questo utilizzando i colori dei nostri castagneti. Le foglie di castagno, grandi e cariche di energia, sono poste ai piedi degli alberi stilizzati che trasmettono quella sensazione che solo il bosco sà dare. Non potevano mancare le tipiche castagne di Rocca, le rocchiscianelle, piccole e saporite. Le nostre due artiste hanno dovuto faticare più degli altri essendo questo il murales più alto e arduo da raggiungere ma alla fine la loro passione ha prevalso regalandoci un dipinto davvero particolare. Ora l’amministrazione comunale, per volontà del Sindaco Boccia e dell’Ass.re alla Cultura, sta continuando nella sua idea di rilanciare i murales e infatti una “squadra” di artisti proprio in questi giorni ne sta preparando degli altri. Abbiamo il sospetto che le passeggiate di Carfagna, seguendo la scia dei murales, proseguiranno ancora per molto tempo!

L e t t e ra s u l l a p a c e

Marcia per la pace Perugia-Assisi del 25 settembre 2011

Quello che segue è il testo della “lettera aperta” che 4 Presidenti di Regione (tra cui Vendola), 9 Presidenti di Provincia (tra cui Zingaretti) e 21 Sindaci d’Italia (tra cui quelli di Napoli, Cagliari, Milano, Torino e Assisi) hanno scritto ai loro colleghi invitandoli alla “Marcia della Pace Perugia-Assisi per la fratellanza dei popoli” che si terrà domenica 25 settembre. E’ un appuntamento molto importante poichè quest’anno ricorre il 50mo anniversario dalla prima marcia organizzata da Aldo Capitini il 24 settembre 1961.

Caro Sindaco, caro Presidente, domenica 25 settembre 2011 si svolgerà una nuova edizione della Marcia per la pace Perugia-Assisi. Una edizione speciale convocata a cinquant’anni dalla prima organizzata, nel nome della

nonviolenza, da Aldo Capitini. Noi ci saremo e ti invitiamo a partecipare coinvolgendo i tuoi concittadini, i giovani e le scuole della tua comunità. Per lungo tempo le questioni della pace e della guerra sono state affidate esclusivamente ai governi e alle diplomazie internazionali. Ma oggi appare chiaro che la costruzione di un mondo più giusto e solidale richiede l’impegno di tutte le istituzioni, comprese le nostre. Le città sono il posto dove si scaricano tutte le tensioni e i problemi irrisolti del mondo. La crisi globale è già entrata nelle nostre città seminando insicurezza e incertezza in particolar modo tra i cittadini più vulnerabili. E’ dunque innanzitutto nelle città e nei governi locali dove dobbiamo cercare le risposte più concrete ed efficaci ai problemi locali e globali che ci stanno investendo. Costruire la pace a partire

dalle nostre città vuol dire per noi impegnarci a costruire una città dove, insieme ai cittadini, sia possibile assicurare il pieno rispetto dei fondamentali diritti umani, consentendo a tutti di vivere bene, in pace con giustizia. Nelle nostre città nessuno si deve sentire abbandonato o escluso. Per questo, noi ribadiamo che le città, cuore vitale dell’Italia, e i governi locali non devono più essere bersaglio di tagli indiscriminati di risorse ma i luoghi dove più si investe per cercare la via di uscita più rapida ed efficace dalla crisi. Come ci ha testimoniato il Sindaco di Firenze, Giorgio La Pira, le città dei diritti umani hanno le porte, il cuore e gli occhi aperti sul mondo. Solo così, attraverso l’incontro, lo scambio e la collaborazione tra le città di tutto il mondo, sarà possibile promuovere anche lo sviluppo e il benessere delle

nostre comunità. La domanda di libertà, giustizia e democrazia esplosa in tanti paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente rappresenta per l’Italia e per le nostre città una straordinaria opportunità che non possiamo permetterci di sprecare. La via della pace e dello sviluppo passa dunque per le nostre città e per i programmi di solidarietà e cooperazione che riusciremo ad alimentare contro la miseria, le guerre e le violazioni dei diritti umani, per la difesa dei beni pubblici globali, per la legalità e la giustizia, che costruire un’Europa e un Mediterraneo di pace in un mondo più giusto per tutti. Con questo spirito ti chiediamo di aderire e partecipare alla prossima Marcia Perugia-Assisi e rinnovare insieme a tanti nostri cittadini l’impegno delle nostre città per la pace e la fratellanza dei popoli.


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