Il Segno maggio 2012

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“ il Segno PICCOLO

...quello che gli altri non scrivono...

Miracoli! Anno XI, n. 5 - Maggio 2012

Parco,isoldiricompaionoeiboschispariscono

Non andare dove ti porta la strada. Va piuttosto dove non c’è strada, e lascia una traccia

Ralph Waldo Emerson

Immobili pubblici

Ok a nuove destinazioni

Morrone a pagina 17

Tutela castagno

Lanciato il Torymus

L’Alveare a pagina 20

Gite d’estate Regione Lazio

ARTICOLI alle PAGINE 18 e 19

Il collasso del centro storico di Rocca

Caso Pro Loco

E’ l’ora della verità

Domande dell’Udc

A pagina 23

di Roberto Sinibaldi Il centro storico di Rocca di Papa è in agonia. Non è una grande scoperta e chiunque può constatarlo, basta fare un giretto nei vicoli più alti: molte le case disabitate, abbandonate, fatiscenti. Il “fai da te” impera; un po’ dappertutto si colgono elementi fuori posto, colori dissonanti, recinzioni sbagliate, grondaie di plastica, infissi dorati, tubi colorati che scendono dai tetti. Segue a pagina 12

Querce abbattute

E nessuno vede niente

A pagina 7

Arduino Gatta

L’anarchico roccheggiano A pagina 29

Una famiglia a Rocca... Rasetti a pagina 21

Sull’Imu pesa l’incognita PRG

Brusco aumento delle rendite catastali

Serafini a pagina 11

per crescere insieme il vostro bambino

Cucina interna Ampio giardino Psicologa e Pediatra in sede

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ATTUALITA’ Con gli ultimi aumenti e le nuove tasse la depressione avanza

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Famiglie impoverite dalla crisi dell’alta finanza

di Cristiana Zarneri La soluzione alla crisi, per Bruxelles, ci sarebbe: reddito di base incondizionato, riduzione delle tipologie contrattuali e salario minimo garantito; grande utopia per i moltissimi italiani che portano a casa meno dei famosi 1000 euro mensili. Dalla nuova tassa sulla casa, l’Imu, alle bollette di acqua, luce, gas, acqua e raccolta rifiuti, passando per il carocarburanti e le nuove imposte provinciali sull’auto, con l’aggiunta del preannunciato aumento dell’Iva che da ottobre passerà dal 21 al 23%, questo è lo scenario che ci aspetta. Dall’inizio di questo mese sono già scattati i nuovi aumenti delle bollette di luce (+5,8%) e gas (+1,8%), rincari stabiliti dall’Autorità per l’energia, così tra gas e luce il rincaro a famiglia sarà di 70 euro circa. Ma parliamo della categoria delle nuove micro tasse: tasse di imbarco (per gli PICCOLO

il Segno

organo mensile dell’associazione culturale

“Editoriale Il Segno” C.F. 92028150586

Registrazione Tribunale di Velletri n. 5/02 del 19/02/2002

DIREZIONE

Via dei Monti, 24 - Rocca di Papa

DIRETTORE RESPONSABILE Andrea Sebastianelli

aerei) aumento di circa 2 euro, tassa di sbarco (sulle isole minori) aumento di circa un euro e 50 centesimi ed è in fieri anche “l’imposta di scopo”, tassa per consentire ai comuni di finanziare parcheggi ed opere pubbliche. Ed ecco qui che l’Italia raggiunge il suo nuovo record, in Europa dal 2004, tre milioni di italiani hanno smesso di cercare un lavoro e, come tutti ormai sappiamo, siamo un Paese ad altissimo rischio di povertà. La percentuale dei nostri connazionali che potrebbe precipitare al di sotto delle soglie di povertà è aumentata del 7%, il tutto dovuto anche ai forti aggravi economici di cui sopra. Gli scoraggiati e gli inattivi (coloro che hanno smesso di cercare un lavoro) REDAZIONE

Noemi Bevilacqua, Valentina Bucci, Stefania Colasanti, Daniela Di Rosa, Paola Gatta, Rita Gatta, Daniele Iannotti, Toshi Kameda, Loredana Massaro, Don Franco Monterubbianesi, Marcello Morrone, Noga (Gabriele Novelli), Massimo Onesti, Andrea Rasetti, Sergio Rasetti, Annarita Rossi, Maria Pia Santangeli, Luigi Serafini, Roberto Sinibaldi, Gennaro Spigola, Sandro Tabellione, Cristiana Zarneri il-sognatore.blogspot.com

sono un milione e mezzo circa ed altissima è la percentuale di donne e giovani. La quota degli inattivi rispetto alle forze lavoro è dell’11,6%, dato superiore di oltre tre volte a quello medio dell’Unione Europea. Tanto per incoraggiarci e renderci “più attivi”, la notizia che Equitalia controllerà anche le nostre bollette telefoniche per stabilire chi evade e chi no. La cosa che più ci lascia inorriditi è vedere che il passo tra lo scoraggiato ed il depresso è breve, troppo breve, ed è così che, intanto, i suicidi di Stato aumentano. ILLUSTRAZIONI Franco Carfagna, Ermanno Gatta

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Un encomio solenne per la Gabanelli

di Francesco Carlomagno* Nella puntata di “Report” del 6 maggio scorso, Milena Gabanelli ha trasmesso un’inchiesta svolta dalla redazione del programma sui problemi di Monte Paschi di Siena in relazione all’acquisizione da parte del suddetto istituto di Banca Antonveneta. I giornali del 9 maggio riportavano la notizia di perquisizioni e sequestri operati dalla Guardia di Finanza presso Monte dei Paschi in relazione alle notizie date dalla trasmissione “Report”. Anche circa un anno fa la Guardia di Finanza aveva sequestrato quadri di autori a Callisto Tanzi solo dopo che la Gabanelli aveva sollevato il caso scovando i quadri nascosti. La Gabanelli da brava giornalista indaga e la Guardia di Finanza interviene. Ma se la Gabanelli non avesse indagato ci sarebbero stati i medesimi risultati? Brava la giornalista, che ha sollevato i casi con le sue indagini. Italia Oggi del 30 marzo 2012 ha riportato la notizia che il gen. Di Paolo comandante Generale della Guardia di Finanza ha tributato encomi solenni a ufficiali e sottufficiali del Corpo con motivazioni particolari (per me anche eccessive) quali “aver svolto le funzioni di speaker in una cerimonia”, “aver guidato un veicolo con perizia nella medesima cerimonia”, “aver dimostrato impeccabile marzialità alla testa di una formazione in parata” (questo riferito a un Generale che la marzialità si presume abbia nel dna). Forse qualcuno dovrebbe suggerire al Comandante Generale della Finanza di tributare un encomio solenne alla gabanelli. Lei sì che se lo merita per le operazioni contro l’evasione fiscale e i reati che ha realizzato con i suoi servizi giornalistici. * Tratto da: Italia Oggi del 12 maggio 2012, pag. 11


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ATTUALITA’

Riappropriamoci del referendum “acqua bene comune”

La privatizzazione dei servizi è un rischio che va scongiurato

di Gennaro Spigola Dopo tanti anni di passivizzazione una stragrande maggioranza di cittadini con il Referendum svoltosi a giugno 2011 per il mantenimento dell’acqua pubblica e contro la privatizzazione dei servizi (in modo particolare il trasporto pubblico locale perché fortemente coinvolto), ha ripreso coscienza e con 27 milioni di consensi ha ripristinato la regola della democrazia, obbligando tutto l’arco costituzionale a prendere atto del risultato ottenuto. Dobbiamo obbligatoriamente (visto anche l’attuale comportamento delle scelte politiche che sta operando il Governo con il bene placito di altre cariche istituzionali che ci stanno oramai portando alla deriva), riaprire la partita di un vero confronto democratico, che la maggior parte della politica evita per convenienza, ridando l’opportunità ai cittadini di avere un ruolo determinante nelle decisioni politiche ed

L’autismo e la terapia con il cavallo

Il contatto dei bambini autistici con i cavalli può aiutarli a ristabilire il contatto con la realtà. Questo è quanto accaduto al figlio di due anni di Rupert Isaacson, inglese che vive negli Stati Uniti, il quale lo portò in Mongolia, terra di duratura tradizione per quanto concerne il rapporto tra equini ed esseri umani, per vivere un’esperienza indimenticabile. Il primo beneficio ricevuto dal bambino è stato quello di diventare subito più calmo grazie al passo cadenzato del cavallo; inoltre, in sella all’animale, Rupert è riuscito ad introdurre il figlio nel mondo del linguaggio, cosa che precedentemente sembrava impossibile. Bisogna però dire che questa terapia non ha gli stessi effetti benefici su tutti gli autistici, tutto dipende dalle loro passioni.

economiche che si intendono intraprendere e per confermare l’esito referendario, evitando che venga cancellato dalla testa della gente l’archetipo, l’idea, che lo straordinario risultato ottenuto con il referendum venga definitivamente depauperato e che invece fin da subito (il giorno dopo lo spoglio elettorale) doveva vedere applicato l’abbattimento del 7% dei profitti assegnati ai capitali privati, abbassando di fatto le pesanti bollette dell’acqua ed implicitamente anche quelle del Comune di Rocca di Papa, togliendo qualsiasi opportunità alla maggior parte delle aggregazioni partitiche rimaste in letargo, le quali, svegliandosi all’improvviso, tramite la politica di piccolo cabotaggio decidano, per riacquistare consensi, di utilizzare la rivisitazione delle bollette, per verificare se è possibile recuperare qualche piccolo emolumento, lasciando di fatto invariato il vero nodo che

La fontana al Duomo

è quello che tutte le forze politiche dovrebbero avere: la coerenza di far rispettare il risultato referendario perché attraverso questo canale democratico si mettono i cittadini in condizione di poter decidere delle politiche e quindi di poter respingere le privatizzazioni ed avere effettivamente con la gestione pubblica dell’acqua (e non solo) un reale e costante ritorno economico.

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RosarioBentivegna

Un saluto al grande Partigiano

Lo scorso 2 aprile è venuto a mancare il partigiano Rosario Bentivegna, tra i più valorosi protagonisti della Resistenza e noto per essere stato l’artefice dell’attentato di Via Rasella a Roma che provocò una terribile rappresaglia da parte dei nazisti. All’indomani della sua morte non sono mancate le polemiche soprattutto da parte della destra che ancora oggi considera quell’azione di Bentivegna un atto criminale. Sul problema della rappresaglia citiamo la sentenza del processo di Norimberga: “La rappresaglia di guerra contro le popolazioni civili, contro prigionieri di guerra o persone detenute estranee ai fatti, è un crimine contro l’umanità. La responsabilità degli orrori di un’ingiusta rappresaglia di guerra ricade esclusivamente su chi la commette”. Questo ha sancito in modo inequivocabile il tribunale di Norimberga con buona pace della destra che da anni vorrebbe equiparare i morti nazifascisti con chi diede la vita per la democrazia liberale. Il Pungolo


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PAGINA APERTA

Un convegno su “Crisi del welfare e servizio sociale”

I tagli imposti dalla Regione avranno conseguenze pesanti di Emanuela Trinca Il 29 marzo scorso, presso la Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione dell’Università di Roma la Sapienza, si è tenuto un seminario sulla “Crisi del welfare e servizio sociale”; nell’ambito del convegno è stata discussa la “Proposta di Legge della Regione Lazio n. 226/2011 riguardante il Sistema integrato degli interventi, dei servizi e delle prestazioni sociali per la persona e la famiglia nella Regione Lazio”. A questo appuntamento hanno partecipato i docenti e gli studenti del corso di Laurea in “Scienze e Tecniche del Servizio Sociale”, numerosi esperti del mondo sociale e assistenti sociali che operano nei servizi sociali territoriali. In questa sede sono stati presi in esame tutti gli articoli della suddetta proposta di legge e con grande sdegno e preoccupazione è stato rilevato che la Regione Lazio ha intenzione di apportare una grave diminuzione del numero degli assi-

stenti sociali: il rapporto proposto dalla legge è di 1 assistente sociale ogni 10mila abitanti, nonostante sia ormai diffuso il parametro di 1 assistente sociale ogni 3.000/5.000 abitanti. Questo standard è assolutamente insufficiente per la tipologia di interventi e per il numero di persone e famiglie che usufruiscono dei servizi sociali territoriali che lamentano già carenze di organico aberranti e che porteranno ul-

teriormente alla diminuzione dei posti di lavoro disponibili per gli assistenti sociali. La legge presa in esame ha altresì proposto la creazione di un Organismo per le Azioni Integrate (O.A.S.I.), individuato in un consorzio di comuni, corrispondenti ai distretti delle Asl, che porterà ad effettuare tutti gli interventi e le funzioni dei servizi sociali, su un territorio molto ampio e dispersivo e che quindi mi-

Sognando l’Africa... A proposito dell’hobby di Re Juan Carlos di Spagna di Annarita Rossi All’arrivo, sistemazione nel lodge sito all’interno della riserva privata del parco nazionale. Sveglia all’alba e colazione nel portico terrazzato dal quale si potranno ammirare molto da vicino gli elefanti e altri animali. Partenza in fuoristrada alla scoperta della savana più vera e safari fotografico. Un’emozionante viaggio per gli amanti della natura, un sogno per tutti quelli che possono ritrovarsi immersi in vaste e sconfinate radure lontano da tutto quello a cui si è abituati vivendo nelle grandi città. Ma non vi è soltanto un turismo di questo tipo, esiste anche un turismo venatorio che organizza battute di caccia in Europa come negli altri Continenti, un business che si fatica a credere possa ancora oggi entusiasmare uomini, spesso di alto rango sociale, che, come nei tempi passati, tornano a casa con il loro trofeo, magari su fotocamera digitale mentre, un tempo vi adornavano le

loro dimore con pelli di orso e di tigre, zanne di elefante e teste di cervo, dal risultato di un deplorevole gusto kitsch. Nel mese scorso, un’immagine veniva data ai telegiornali, un elefante, accasciato di fronte ad un grande albero, con le zampe anteriori che circondavano l’enorme tronco e le zanne appoggiate sopra, ormai inermi, accanto, la figura trionfante e compiaciuta del Re Juan Carlos di Spagna che lo aveva abbattuto. Una scena di una tristezza infinita che colpiva ancora più indignata quella Spagna che scendeva in piazza a protestare e a chiedere l’abdicazione del re nel rispetto di un popolo che ormai quasi al tracollo deve vedere il suo monarca andare a divertirsi in Botzwana. Quale divertimento potrà mai esserci nel togliere la vita ad un esemplare libero, non si riesce proprio a comprenderlo. E ancora in Spagna la corrida che, nonostante la sua crudeltà, viene tutt’oggi applaudita, per fortuna viene contrastata da diversi spagnoli

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nerà, inevitabilmente, la qualità e l’efficienza del servizio sociale territoriale di rete e la possibilità di completare la realizzazione dell’integrazione socio-sanitaria; questo punto della legge pone in una posizione subalterna l’assistenza rispetto alla sanità. Questa riforma arriva in un momento di profonda crisi economica per il nostro Paese e le manovre di risoluzione della crisi si stanno materializzando e concretizzando attraverso “tagli selvaggi e indiscriminati” che colpiscono in primis, settori vicini al cittadino quali sanità e servizi sociali, settori che dovrebbero essere considerati il motore di una società civile e democratica. Il benessere del cittadino non deve essere considerato un “bene accessorio” ma deve essere garantito in quanto “diritto” e come tale non può essere né sottovalutato né declassato nella scala delle priorità di uno Stato Civile e di Diritto. Speriamo molto vivamente, nei prossimi tempi e in occasione del prossimo Consiglio Regionale, indetto per discutere la suddetta proposta di legge, di portare a conoscenza dell’Assessore Regionale Aldo Forte, tutti i danni irreversibili che porterà, sul nostro territorio, tale proposta.

e non solo, che si battono per abolirla anche se la strada da percorrere è ancora lunga infatti, questo orrendo spettacolo è vietato nella sola regione della Catalogna per il momento. Per tornare in Africa e poi spostarsi in Asia, malgrado la caccia ai rinoceronti, fortemente minacciati di estinzione, sia vietata nelle riserve, il bracconaggio del corno del rinoceronte, dalle chissà quali proprietà afrodisiache, è molto attivo e sono purtroppo tanti i malcapitati che vengono lasciati dissanguare agonizzanti con il corno tagliato. Ma sono troppe le violenze perpetrate dagli uomini sugli animali, che ne verrebbe fuori un elenco lunghissimo. Gli animali, che hanno l’unico svantaggio di non avere voce per protestare e far valere i propri diritti, hanno una grande capacità empatica, sanno emozionarsi e provare gioia e dolore, si affezionano all’uomo e lo difendono. Spontaneamente adottano cuccioli rimasti orfani, come fanno i maschi dei gorilla di montagna, gli ultimi sliver back, dalla schiena argentata, mentre altri animali riescono ad allattare anche cuccioli non appartenenti la stessa specie e gli elefanti vegliano un loro simile una volta deceduto, per tanto tempo. A questo punto viene da domandarsi, troppo spesso chi è la bestia tra l’uomo e l’animale?


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L’ARGOMENTO

Termovalorizzatore dei Castelli, “doppio gioco” dei Sindaci? “Lettera Aperta” al Sindaco di Albano Laziale, Nicola Marini

Pubblichiamo di seguito la “lettera aperta” che il Coordinamento “No-Inc” (che da anni si batte contro la realizzazione dell’impianto di termovalorizzazione ai Castelli) ha inviato al primo cittadino di Albano Laziale, Nicola Marini (Pd). Le considerazioni espresse, in realtà, potrebbero valere per tutti i Sindaci del comprensorio castellano che sulla vicenda del termovalorizzatore, così come su tante altre, hanno sempre avuto posizioni ambigue. La questione dell’inceneritore che potrebbe sorgere ad Albano non riguarda solo i cittadini albanensi ma tutti quelli dei Castelli Romani che, solo uniti, possono vincere questa difficile battaglia per la salute e la legalità.

Egregio Sindaco, mi chiamo Elena Taglieri, sono cittadina di Albano Laziale e Le scrivo quale mia personale ed autonoma iniziativa. La Sua ‘riflessione’ da Lei scritta oggi (16 aprile, n.d.d.) su facebook riguardante il corteo No-Inc di sabato 14 aprile mi lascia sconcertata, rammaricata, amareggiata, tradita. A pochi giorni dall’avversa sentenza del Consiglio di Stato, nessun improrogabile ‘impegno famigliare’ avrebbe potuto trattenerla dal partecipare a

questo corteo, in prima fila e con la fascia tricolore: solo la malaugurata ipotesi di un lutto, di un incidente, di una malattia sarebbero valsi come motivi più che giustificabili di assenza. Neppure il matrimonio del miglior amico o di un parente. A nulla serve ora questa sua ‘riflessione’, che francamente mi trasmette solo una sensazione di pura formalità, nè serviranno quelle dichiarazioni che Lei nei prossimi giorni sicuramente rilascerà alle varie testate giornalistiche, e che la cittadinanza tutta si troverà a leggere sia sui vari “Cinque”, “AlbanoTeam”, “Eco16”, “Albano In Comune”, che su tutto quel sottobosco di giornalini locali, più o meno indipendenti politicamente, e in ultimo sullo stesso sito del Comune di Albano, nella sezione News. Lei ora commenta e commenterà un film raccontato da altri, un qualcosa che non ha vissuto in prima persona, ‘mettendoci la faccia’, al contrario di quanto scriveva in campagna elettorale fino a due anni fa. La sua ‘faccia’ non è stata vista al corteo, che, insieme alla cittadinanza che stava a guardare dietro le finestre, si è trovata come un gregge senza pastore. Questa sua assenza ha mandato un chiaro ma confuso messaggio: che la questione inceneri-

tore non merita tanta importanza, nè lo scopo del corteo stesso. Lei, signor Sindaco, non è sceso in campo ‘arrabbiato’ per la sentenza del Consiglio di Stato, nè per le ultime dichiarazioni del Ministro all’Ambiente Clini, rassicurando la cittadinanza di Albano che le illegalità non avranno futuro. Gli altri Sindaci, quelli veramente arrabbiati debbono essere per forza in altri comuni, come a Terzigno, a Monasterace? Ed uno spiegamento di Forze dell’Ordine così fin troppo abbondante non sarebbe stato necessario se Lei fosse stato presente, nè sarebbero occorse sofferte trattative all’ultimo minuto per strappare l’autorizzazione per un percorso più lungo. Lei ci ha abbandonati a noi stessi! E gli altri ci hanno scambiato per un manipolo di disperati, potenzialmente violenti. Questo è emerso dai massmedia e questa è l’idea che Lei forse continuerebbe a farsi senza documentarsi approfonditamente a riguardo. Ed uno spiegamento di Forze dell’Ordine, sprecate e strappate ad altri territori per la prevenzione della sicurezza in aree ben più critiche, non necessita di essere così spro-

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porzionatamente massiccio laddove ci sia proprio il Sindaco in persona, il primo cittadino, ad essere il primo a testimoniare con la propria presenza, a prendere parola al microfono, a fare un piccolo ‘comizio’, come quando ne teneva prima di essere eletto, stavolta però di incoraggiamento e di esempio a non mollare la speranza. A noi cittadini non bastano i suoi vice: due anni fa è stato votato lei come Sindaco, non l’Amministrazione. La Giunta l’ha formata Lei. Signor Sindaco, si ricordi che tutto quanto di increscioso è accaduto ed è ancora in essere, quasi sicuramente non sarebbe capitato se Lei fosse stato in prima fila a capo del corteo, dall’inizio alla fine. Questo succede quando la gente esasperata trema al pensiero che un cantiere possa iniziare anche l’indomani. Ma forse per questo pensiero, per questa spada di Damocle, per questa imminente possibilità, ecco, forse Lei ancora deve concedersi una riflessione che ha bisogno ancora di una attesa. Tanto era dovuto, Cordialità. Elena Taglieri “Coordinamento No-Inc”

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da Tokyo Toshi Kameda Oggi è il 5 maggio e in Giappone è la festa nazionale dei bambini. Ma è anche il giorno da ricordare nella storia del nucleare del Paese. Siamo infatti arrivati allo zero nucleare. Si è fermato anche l’ultimo reattore attivo, il terzo della centrale nucleare Tomari a Hokkaido, nella parte settentrionale. E così tutti i 50 reattori (oltre ai 4 distrutti di Fukushima) che fornivano il 30% dell’energia elettrica necessaria, sono ora spenti. È la prima volta dal 1970. Adesso siamo senza energia nucleare ma la nostra vita va avanti ugualmente. Non siamo più minacciati dal nucleare e ci sentiamo più sicuri. Dopo il disastro di Fukushima hanno cominciato a fermarsi uno a uno per le ispezioni ordinarie e da quel momento non sono stati più riattivati anche se c’è sempre qualcuno che vorrebbe ad ogni costo ripristinare il tutto, come il governo Noda (partito democratico) pur avendo al suo interno una forte opposizione. I primi due reattori che potrebbero essere riattivati sono quelli della centrale Ohi gestita dalla Compagnia elettrica Kansai in provincia di Fukui, a ovest del Giappone, dove vi è un’alta concentrazione di reattori (13 su 54), ma le ispezioni ordinarie non sono sufficienti a garantirne la riattivazione perché stavolta sono stati imposti gli stress-test. La compagnia ha dovuto perciò presentare la prima verifica dei risultati degli stress-test nell’ottobre scorso per un reattore e nel novembre per l’altro, e le analisi (valutate dall’Agenzia per la sicurezza nucleare del Ministero dell’Economia) hanno accertato che sarebbero state adottate tutte le misure in grado di prevenire incidenti come quello della Fukushima anche in presenza di scosse di terremoto e tsunami. Un mese dopo, questi risultati sono stati studiati dalla Commissione sulla sicurezza nucleare del Consiglio dei Ministri che ne ha confermato i parametri di sicurezza ma ciò non è bastato a rassicurare i cittadini che ormai poco si fidano delle autorità chiamate a valutare le condizioni dei reattori. Come ci si può fidare dell’Agenzia per la sicurezza appartenente al Ministero dell’Economia la quale oltre a essere la promotrice dell’energia nucleare è allo stesso tempo l’ente che dovrebbe effettuare i controllore sulla sicurezza? Rimane un forte dubbio anche nei confronti della Commissione per la sicurezza governativa visto che 24 scienziati su 89, compreso il suo presidente Madarame, stando al quotidiano Asahi, avrebbero ricevuto per cinque anni (fino al 2010) fondi per un totale di 800mila euro da diverse imprese e organizzazioni collegate alle centrali. Ora comprendiamo i motivi per cui sottovalutavano il rischio e non prendevano i provvedimenti necessari nascondendo la verità su ciò che stava accadendo a Fukushima. A favore della riattivazione dei reattori sarebbe soltanto il 33% della popolazione contro il 62% dei contrari (e ben l’84% ha dichiarato di non fidarsi della Commissione sulla sicurezza). Toccava al governo dare il via libera definitivo alla riattivazione. Il 3 aprile il Consiglio dei Ministri ha iniziato ad esaminare la prima

DIRETTA da TOKYO

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Contro il nucleare, dentro il nucleare

La vita va avanti... anche senza nucleare Le icone nere sono gli impianti in esercizio

MAPPA DELLE CENTRALI NUCLEARI IN GIAPPONE (tratta da: www.jaif.or.jp/ja/nuclear_world/data/image/jp_npp-location.jpg)

verifica tenendo conto dei due precedenti giudizi positivi degli esperti ma ci voleva qualcosa in più per convincere i cittadini. In soli tre giorni ha approvato le nuove misure provvisorie per la sicurezza chiedendo alla compagnia di presentare un ulteriore piano. 72 ore dopo, tale piano era già sul tavolo del Governo. Il 13 aprile, dopo l’ennesima riunione, il Consiglio ha preso una decisione definitiva circa la riattivazione dei reattori confermando che è “tutto a posto”. In appena undici giorni tutto è stato messo in sicurezza. Siamo di fronte a un miracolo o ad un inganno? Di quale sicurezza si sta parlando? Qui cito due cose che fanno riflettere. La prima: il piano prevede la costruzione di uno stabilimento dentro il sito (una specie di bunker antisismico da cui gestire la crisi), fra tre anni, nel 2015, e non prima della riattivazione. Tutti si sono meravigliati che nella centrale Ohi non esistesse già una strutture simile. In caso di un nuovo incidente da qui al 2015 il Paese ne sarebbe nuovamente devastato. Come dice giustamente il Presidente della Commissione, non basta una prima verifica ma ne occorre una seconda che dia risposte chiare in caso di un incidente. Questa doveva essere presentata a fine 2011 da tutte le compagnie ma nessuno ha adempiuto alla richiesta. E poi ripeto ancora, non possiamo sapere quali saranno le misure necessarie se primo non vengono chiarite tutte le cause dell’incidente della Fukushima e proprio per questo sono in corso diverse commissioni di indagini. Ora il governo deve convincere il Comune di Ohi, che ospita la centrale, e la provincia di Fukui. Ma si sa che il problema non può riguardare solo queste due comunità locali

quando si parla delle conseguenze di un incidente. Entrano così in scena due nuovi soggetti, le province Kyoto e Shiga, contrarie alla riattivazione, ma queste -trovandosi nel raggio di 30 km dalla centrale- sono “fuori pericolo” stando alle attuali norma sull’evacuazione. Infatti, il problema è che ancora non esiste un piano dell’evacuazione nel raggio di 30 km non solo per la centrale Ohi ma per quasi tutte le altre. Il governo non vuole allargare l’area, altrimenti renderebbe più complicate tutte le riattivazioni. Quando il capo di gabinetto del Governo Fujimura dice che la riattivazione e l’evacuazione della popolazione sono due cose diverse, dimostra di non avere appreso nulla dal disastro di Fukushima. In questa fase un ruolo lo potrebbe giocare anche il Comune di Osaka il cui Sindaco Hashimoto, uno dei politici più influenti del Paese essendo il maggior azionista (9%) della compagnia Kansai, potrebbe porre una serie di condizioni per la riattivazione dei reattori tra cui proprio il consenso di tutti gli enti locali posti nel raggio di 100 km, oltre a chiedere stress- test basati su nuovi criteri. Il Governo avrebbe voluto riattivare le centrali alla fine d’aprile in tutta fretta prima che tutte le centrali si fermassero, cercando di evitare a ogni costo lo “zero nucleare” che ha dimostrato che il Giappone “può andare avanti anche senza il nucleare”. E qui sta il punto. Un dirigente del Pd, Sengoku, ha domandato: “sarebbe un suicidio collettivo se venisse a mancare l’energia nucleare oppure se il Paese rimanesse con il nucleare?”. La risposta è che lo decidiamo noi tutti e non solo coloro che traggono interessi dalla nuova nuclearizzazione.


7 ATTUALITA’ Gli alberi d’alto fusto tagliati senza i necessari permessi nell’area della Doganella il Segno - Maggio 2012

Decine di querce secolari abbattute nel silenzio generale

Lo scempio è stato consumato dall’Enel per liberare alcuni tralicci. Ma le regole di salvaguardia delle aree boscate valgono oppure no? E perchè nessuno interviene prima del disastro?

di Andrea Sebastianelli Guardando le foto che pubblichiamo si ha un senso di sconcerto, di avvilimento, di rabbia. Un intero boschetto di magnifiche querce, alcune delle quali secolari, completamente tagliato! I tronchi rimasti testimoniano lo stato di buona salute delle piante, la loro grandezza. Il posto si trova alla Doganella, nel Comune di Rocca Priora, nei prati lambiti dall’acqua di uno stagno pieno di vita. Le farnie sono state abbattute perché pare che “interferivano con un elettrodotto”, in altre parole gli alberi davano fastidio ai pali della luce, non il contrario! Per la manutenzione dei piloni, peraltro piuttosto piccoli, come si vede dalle foto, non ci si è limitati a tagliare qualche ramo, ma si sono abbattuti direttamente tutti gli alberi presenti. Come è stato possibile? Evidentemente chi ha tagliato non ha chiesto alcun permesso, che proprio non poteva essere dato. E chi doveva controllare non ha controllato. Un pezzo di macchia così non si taglia in pochi minuti, occorrono mezzi e uomini, le motoseghe fanno rumore, insomma è un’operazione che non passa, o non do-

vrebbe passare, inosservata. Invece evidentemente l’Enel, o chi per esso, ha ritenuto che era un intervento che poteva essere fatto, anteponendo le proprie necessità industriali a quelle del bosco, che in definitiva sono quelle di tutti noi. Agli omessi controlli, specialmente da parte del Corpo Forestale e dei guardiaparco del Parco dei Castelli Romani, che avrebbero potuto evitare lo scempio, potrebbero almeno se-

guire dei provvedimenti sanzionatori: una multa per quello che è stato fatto. Non ne abbiamo notizia e temiamo fortemente che non si farà neanche questo. Ma certo si tratterebbe comunque di una magra consolazione rispetto allo spettacolo di distruzione

di un bosco abbattuto. A questo punto un dubbio viene: ma se le cose stanno così, la Forestale e i guardiaparco a che cosa servono? La risposta non l’abbiamo. Probabilmente fanno altre cose, come per esempio girare con le loro jeep.


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DIRITTO DI REPLICA

il Segno - Maggio 2012

CHIESA E POVERTA’, UNA DISCUSSIONE ATTUALE Replica all’articolo di Daniela Di Rosa La risposta di Daniela

“Guardare oltre “L’esempio del le apparenze” povero d’Assisi” di Daniela Di Rosa Cara Anna, da ragazzina come quasi tutti noi ho fatto la cresima e la comunione, non solo, in quegli anni lo studio della religione cattolica era obbligatorio nelle scuole italiane e per quanto cerchi di ricordare non mi torna in mente nessun passo dove Gesù dica che il suo successore, essendo umano, dovrà vivere da ricco tra i poveri, così… solo per dimostrare la potenza di Dio, anzi… ricordo l’opposto, e cioè abbandonare i beni materiali perché non è con la ricchezza che si guadagna il paradiso. Ricordi anche tu? E’ più facile che un cammello entri nella cruna di un ago che un ricco nel regno dei cieli! E che cosa fa il nostro Signore? A noi comuni mortali chiede di amare la miseria perché saremo ricompensati in cielo, e ai suoi successori li fa vivere tra gli agi e i privilegi perché sono espressione del divino… ma Dio non è in ogni cosa e dentro ognuno di noi ? Non ha creato tutto e tutti? Come mai queste disuguaglianze? Non so se Dio esista e sinceramente non mi pongo il problema ma so che lo avete male interpretato! Ci mancherebbe che un Papa non vivesse di Vangelo e che Ratzinger/Be-

nedetto XVI non fosse mite e umile, sono o non sono i successori del Cristo? Potrebbero mai essere violenti o arroganti? Anche se Lui si arrabbiò e cacciò i mercanti dal tempio! Chissà oggi che direbbe Gesù dello IOR (famosa banca vaticana con molti scheletri negli armadi). Sono sicura che i primi a non credere in Dio siano proprio i vertici della gerarchia ecclesiastica altrimenti farebbero come San Francesco, si spoglierebbero dei loro costosi e ridicoli abiti per andare poveri tra i poveri come fece lui, come fece Gandhi, come fanno tanti umili preti e laici in giro per il mondo… loro sì che sono la verità. A questo proposito voglio parlare di uno studio fatto su 30 Paesi, i numeri parlano chiaro: i credenti tra il 1991 e il 2008 sono calati in 14 dei 18 Paesi che hanno partecipato all’indagine mentre sono aumentati gli atei; in Italia i credenti hanno registrato un calo del 10,5% e gli atei un aumento del 3,5% (resistono gli anziani, presumo più per paura della morte che per spirito religioso). Che ci sia un nesso tra l’abbandono di tanti fedeli della chiesa cattolica e lo sperpero di denaro che il Vaticano mette in pratica per mantenere i privilegi della sua casta? www.issuu.com/ilpiccolosegno

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servono! La Chiesa, inoltre, è diffusa nel mondo e necessita di una grande organizzazione! Certo a volte le cose di cui si serve sembrano in contrasto con la povertà evangelica, e a volte lo sono. Non voglio difendere la ricchezza ingiusta, non voglio giustificare l’utilizzo sbagliato della stessa, né i vari abusi che ci sono e ci saranno; nella Chiesa c’è chi sbaglia, anche gravemente, ma si tratta di responsabilità personali. E comunque finalmente il 12 marzo 2000 Giovanni Paolo II ha pubblicamente chiesto perdono per tutti gli errori e le colpe dei Cristiani! E dei beni sottratti in passato alla Chiesa, invece, cosa dire! E se anche il Vaticano donasse tutti i suoi beni ai poveri riuscirebbe a sfamarli per uno… tre anni e poi chi li aiuterebbe! Noi o i nostri governi! E i soldi come verrebbero gestiti? Ricordo gli scandali in alcuni casi di aiuti umanitari! Ricordo invece che la Chiesa è da sempre, in vari modi, in prima linea negli aiuti ai bisognosi! Ma la Chiesa è, per Grazia di Dio, insieme divina ed umana, e tolto l’umano, con i suoi limiti ed errori, c’è Cristo, Dio fatto uomo, ed è su questo che la Chiesa Cattolica si fonda ed è per questo che ancora esiste nonostante i cristiani. Solo Cristo è la Verità.

PICCOLO

di Anna Scardecchia D’accordo, Gandhi è stato un grandissimo uomo. E il Papa? Il Papa è il successore di Pietro alla guida della comunità dei cristiani. Gesù stesso ha attribuito questo compito all’Apostolo e proprio per questo la figura del Pontefice ha un valore assoluto, indipendentemente dalla persona che la riveste. Quindi i privilegi che la Chiesa riserva al Papa sono attribuiti non alla persona, ma alla funzione che deve svolgere. Per questo motivo il Pontefice è tenuto pubblicamente a comportarsi secondo cerimoniali e forme che servono solo a rendere onore alla figura che rappresenta. Ma questo è un comportamento profondamente umano, in ogni organizzazione al capo vengono riservati privilegi. Va precisato, a questo punto, che la Chiesa è una realtà insieme divina ed umana: Cristo è il capo e gli uomini le membra. E in quanto umana non può fare a meno di esprimersi secondo linguaggi umani! Inoltre il cristiano non annuncia sé stesso, ma Cristo; ecco allora la difficoltà di testimoniare, con i limiti umani, Gesù, il Dio fatto uomo! Vi sarà sempre discrepanza tra Cristo che annunciamo e quello che siamo! Il che non vuole dire però che il Papa non debba vivere il Vangelo, anzi deve essere lui il primo testimone. Ma cosa sappiamo della vita privata del Pontefice? E’ giusto giudicare un uomo da quanto visto in tv durante cerimonie pubbliche? Di Giovanni Paolo II si dice che conducesse una vita radicata nel Vangelo! Benché vivesse in Vaticano, e viaggiasse in aereo personale! Alcuni che hanno incontrato in privato Benedetto XVI hanno detto di lui che è mite ed umile! Il problema non è il bene in sé, ma l’utilizzo che se ne fa. La Chiesa pur parlando di Dio deve utilizzare strumenti umani, non può farne a meno. Per annunciare il Vangelo, per aiutare chi ha bisogno i soldi purtroppo

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Il 28 settembre scorso gli uomini del Corpo Forestale dello Stato, su mandato della Procura della Repubblica di Velletri, hanno posto sotto sequestro l’ecocentro in località Valle Vergine. L’ennesima vicenda che testimonia il fallimento ambientale della Giunta guidata dal Sindaco Boccia

Sebastianelli a pagina 7

Nuovo Municipio CentroAnziani, si vota il 18 novembre Ambiente il dibattito continua e solidarietà.. Sarà un’opera GianfrancomaBotti Enea Trinca ma non a parole incompiuta? Rasetti a pagina 8 “Ecco la mia Intervista al di Daniela Mensa scolastica proposta” Presidente Di Rosa Ogni tanto leggo A pagina 10 A pagina 11 su Comune In- E’scontro forma (organo di propaganda del sull’appalto

nostro Sindaco) che Rocca di Papa si attribuisce varie qualifiche, ne cito alcune in ordine sparso: Città del castagno e Città dell’ambiente… ancora per poco, visto quel che rimane dei boschi, l’ultimo abuso, in via dei Corsi, zona Barbarossa, quindici giorni fa è stato avvistato un camion con sopra un prefabbricato in cemento, ci attiviamo con altri cittadini per cercare un vigile. Per mandarne uno sul posto c’è voluta un’ora, nel frattempo il prefabbricato era stato montato. SEGUE A PAGINA 9

Serafini a pagina 17

La parola all’ACS

“Un attacco vergognoso”

Gentilini a pagina 18

Ciclofficina

Così il Centro rinasce

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A pagina 9


il Segno - Maggio 2012

INDOVINA QUANTI SIAMO?

Al 31 marzo 2012 i residenti censiti nel Comune di Rocca di Papa erano 16.479 (maschi 8.196; femmine 8.283). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.355.*

ROCCA DI PAPA

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notizie, informazione, attualità

Numerose questioni irrisolte ma il Sindaco ci mette la faccia *dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

Il Comitato di Quartiere dei Campi d’Annibale ha incontrato l’Amministrazione

di Andrea Sebastianelli Il Comitato di Quartiere dei Campi d’Annibale il 20 aprile ha incontrato l’amministrazione comunale per affrontare le questioni rimaste sul tappeto. Insieme al Sindaco Boccia erano presenti l’Ass.re al Bilancio, Querini, quello ai Lavori Pubblici, Fei, il Comandante della Polizia Locale, Tiziano Onesti, e il nuovo responsabile comunale per il servizio di igiene ambientale,

Un momento dell’incontro

Giovanni Gatta. Assenti, più o meno giustificati, gli altri amministratori invitati per rispondere alle domande dei membri del Direttivo e dei cittadini presenti. La prima cosa che sento di dover dire è che non si è trattato del solito incontro tra politici e cittadini che spesso non affronta i temi centrali e dove, alla fine, tutto resta com’è, senza aver risolto dubbi e perplessità iniziali. Quello avvenuto nella sede del Comitato, invece, è stato un confronto corposo dove sono stati affrontati gran parte degli argomenti

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che continuano a non far dormire sonni tranquilli agli abitanti del quartiere più popoloso di Rocca di Papa, a cominciare dal servizio di vigilanza urbana fino alla raccolta dei rifiuti, dalle tasse locali al nuovo ufficio postale, dalla viabilità alla questione dei ripetitori radio-tv, fino alla gestione dell’acqua. Tutti temi caldi ai quali gli amministratori e i dirigenti presenti hanno dato risposte concrete e, anche queste, non scontate. E’ stato convincente il Sindaco Boccia, che ha ribadito su ogni punto messo in evidenza da Gianfranco Silvestrini, presidente del Comitato, le cose fatte dall’amministrazione e quelle che saranno fatte nei prossimi mesi; è stato convincente Maurizio Querini che soprattutto sulla vicenda delle tasse locali, dati alla mano, ha confermato che l’Imu sulla prima casa sarà mantenuta allo 0,4 permille, mentre sull’evasione della Tarsu molto è stato fatto, recuperando il 20% nel quartiere Vigne e circa il 30% ai Campi; è stato convincente anche l’Ass.re

Da sin.: Querini, Fei, Boccia e Onesti

Fei che ha fatto una disamina competente sulle opere pubbliche fatte e in fase di esecuzione; sono stati convincenti anche il Comandante dei Vigili, Onesti, e il dirigente comunale, Gatta, che hanno descritto con dovizia di particolari l’organizzazione dei loro rispettivi uffici. A loro facciamo i nostri auguri per aver iniziato ad occuparsi di settori molto delicati come sono quelli della vigilanza e dei rifiuti. Incontri di questo tipo hanno sicuramente il merito di riavvicinare i cittadini alla politica, intesa come impegno per il bene comune.

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Perfermare la deriva del quartiere scendono in campo i cittadini ROCCA DI PAPA

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Da alcune settimane negli esercizi commerciali di Rocca di Papa, in particolare in quelli del centro storico, si nota la presenza di volantini con la scritta ben evidenziata “Ora basta!”, in merito ai quali viene chieso ai cittadini di firmare una petizione per chiedere la risoluzione di una serie di problemi a cominciare da quelli che attanagliano i commercianti roccheggiani. Promotore dell’iniziativa è Stefano Maria Meconi, che risiede proprio nel centro storico di Rocca di Papa e che forse, come molti altri cittadini, ha deciso di scendere in campo evitando di limitarsi a constatare il degrado e l’inefficienza ma cercando di fare qualcosa per smuovere gli altri e per inviare dei segnali di incoraggiamento. La petizione è indirizzata al Sindaco Boccia e le richieste dimostrano che gli argomenti su cui sarebbe necessaria una sterzata sono tanti. “Basta con i progetti e i cantieri iniziati e mai portati a termine -si legge-, basta con i vicoli trasformati in parcheggi improvvisati o in tracciati da formula 1 per motorini e ogni altro genere di mezzi di trasporto; basta con i negozi costretti a chiudere perchè i clienti non possono fermarsi anche solo per pochi minuti”. La petizione ideata da Stefano, però, vuole essere anche un modo per spronare i politici di maggiornaza e di opposizione, oltre che “tutti coloro che, avendone la possibilità concreta e avendo a cuore le sorti di un paese che lentamente muore, non si muovono”. Un altro argomento molto sentito da tutti i residenti del centro storico è quello relativo alla sicurezza e anche su questo punto il volantino spinge il piede sull’acceleratore: “Basta con l’emergenza costante della sicurezza, con l’assenza di

regole e con il vandalismo (chi ricorda i danni provocati dai vandali nella palestra comunale di inizio marzo?)”. Infine, dopo aver fatto un accenno al sito internet del Comune che fa “concorrenza ai trionfalismi delle dittature d’inizio Novecento”, la petizione tocca anche il delicato tema

delle antenne dicendo “Basta con l’immobilismo, con i continui ritardi e con gli ignobili silenzi sull’agonia di Monte Cavo”. Chi volesse firmare la petizione “Ora basta!”, la può trovare nei negozi del centro storico di Rocca di Papa.

D’Azeglio tra... i rifiuti

Che cosa direbbe Massimo D’Azeglio se tornasse oggi a Rocca di Papa e vedesse la lapide con la sua frase (dedicata a Rocca di Papa) circondata da cassonetti trabordanti di rifiuti? Il suo giudizio, ne siamo convinti, non sarebbe molto lusinghiero, e forse ripenserebbe anche la sua “storica” frase. Non sarebbe il caso di trovare una diversa sistemazione per questi contenitori?

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ROCCA DI PAPA

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Sui pagamenti Imu pesa anche ilPRGnon approvato einscadenza Molti cittadini si sono visti aumentare la rendita catastale per i terreni agricoli

Rocca di Papa dall’alto

conto che, stando ai calcoli effettuati dall’Arch. Marco Putano (che ne è stato il realizzatore), il Piano scadrebbe a giugno prossimo o, tuttalpiù, a settembre 2012, date confermate e mai smentite, considerando che la stessa richiesta di VAS non ne può interrompere la scadenza dettata dalle leggi. Il tutto ovviamente avrà conseguenze anche sull’importo che molti cittadini dovranno pagare per l’Imu a seconda che si applichi, per esempio sui terreni, una rendita domenicale (terreni agricoli) prevista dal PRG del ‘74 o una rendita commerciale (terreni edificabili) prevista dal nuovo Piano. Molti terreni, infatti, come è il caso del sig. Antonio, con il nuovo PRG hanno cambiato rendita catastale pur non avendo

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la sicurezza che quel Piano Regolatore sarebbe entrato effettivamente in vigore. Molti lettori, infine, ci chiedono notizie su come calcolare l’Imu e, in questo caso, dobbiamo segnalare la velocità con cui il Comune di Rocca di Papa, attraverso il suo sito internet (www.comune.roccadipapa.rm.it) ha messo a disposizione dei suoi cittadini un format base molto semplice in cui, inserendo la rendita catastale del proprio immobile, la percentuale di possesso e il numero dei residenti, istantaneamente consente a ciascun utente di stamparsi il modello F24 compilato, bello e pronto da portare in banca per effettuare il pagamento. Un servizio utile per il quale ringraziamo il Sindaco. Per i casi più complessi rivolgersi a un tecnico.

R

di Luigi Serafini Accertato che l’Imu sulla prima casa a Rocca di Papa sarà mantenuta al livello base dello 0,4 permille, e in attesa di sapere a quanto ammonterà invece l’Imu sulle altre tipologie di immobili (secondeterze case, negozi, terreni, ecc. ecc.) alcune questioni restano irrisolte soprattutto per quei cittadini che, avendo situazioni particolari, non riescono a trovare le risposte che cercano ma anzi stanno subendo i disastri di un Piano Regolatore adottato ma non ancora approvato. Abbiamo ricevuto, infatti, alcune mail e lettere, che ci ponevano gli interrogativi più disparati. Voglio segnalarvi, per esempio, il caso del sig. Antonio il quale, avendo dovuto fare qualche mese fa una pratica di successione si è trovato a dover pagare una cifra al di sopra di ogni aspettativa poichè il terreno oggetto di successione da agricolo era diventato edificabile in base al nuovo Piano Regolatore di Rocca di Papa che (come detto) non ha ancora concluso il suo iter autorizzativo e che, secondo autorevoli tecnici, sta per avviarsi alla sua scadenza naturale, ma per il quale l’Agenzia del Territorio già farebbe pagare le tasse riviste al rialzo. “Ho pagato in base a un costo di circa 70 euro a metro quadrato... anche se il Piano Regolatore non è ancora vigente. Come è possibile pagare le tasse su un Piano che non si sa come andrà a finire? E se non dovesse mai entrare in vigore?”. Domande legittime visto che oggi il nuovo PRG di Rocca di Papa, dopo essere rimasto fermo per diversi mesi, è ritornato al mittente (cioè al Comune) avendo la Regione Lazio chiesto la VAS (Valutazione Ambientale Strategica). Bisogna inoltre tener

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ROCCA DI PAPA

il Segno - Maggio 2012

Un’analisi sulle condizioni del primo quartiere roccheggiano

Il collasso del Centro storico di Rocca di Papa

Ci sono comunque anche alcuni segni di attenzione, di identificazione, di proprietà culturale, ancora prima che fisica: vasi, piante, murales, sculture, pulizia dei vicoli, sistemazioni di angoli o tratti che sono la naturale continuazione di chi ci vive. Gli abitanti originari molto spesso sono stati sostituiti da persone di nazionalità diversa, i bambini che giocano con irruenza, liberi da troppi condizionamenti, parlano tra loro in rumeno e saranno i nuovi roccheggiani nel giro di una generazione. Ecco il problema e forse la soluzione allo stesso tempo. Ma qualche interrogativo si pone comunque. Una riflessione doveva essere avviata già da tempo, da anni. Da quando i primi segni di spopolamento del centro storico e la sostituzione di un’intera collettività ha segnato il destino di un patrimonio storico-antropologico che va ben al di là del degrado edilizio – assai preoccupante – di un quartiere addensato su un versante collinare. A questa riflessione, che probabilmente c’è stata, doveva seguire una qualche azione conseguente, soprattutto per arginare la diaspora degli abitanti, la perdita delle attività artigianali, la chiusura dei negozi. In una parola, il decadimento del centro storico. A Rocca di Papa si è scelta una scorciatoia, perdente e costosissima, in termini economici, sociali e ambientali: costruire nuove case a valle. Cancellare boschi e abbattere alberi per fare spazio a villette e casette a schiera. Si è costruita un’edilizia più rarefatta di quella del centro storico, quindi più onerosa per la dotazione di servizi, strade, luce, acqua, gas, telefono, raccolta spazzatura: tutte cose che costano se fatte in ambiti più allargati, più lontani. Si è edificato terreno libero per ospitare gli stessi abitanti (almeno numericamente) che potevano trovare alloggio in un centro storico riqualificato. Poi si è ampliato a dismisura il numero dei residenti, accogliendo, anzi incentivando

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

Pochi abitanti e case in abbandono

Foto Sinibaldi

Foto Sinibaldi

Sopra: Via del Duomo In alto a sinistra: Via 20 Settembre A lato: Vicolo dell’Osservatorio Sotto: Corso Costituente

una residenzialità che spesso usa le nuove case come alternativa agli esosi costi immobiliari metropolitani e non per scelte riferite a un radicamento territoriale. L’abbandono del centro storico, un processo ancora tristemente in atto, porta a una progressiva desertificazione sociale, all’oblio delle più profonde radici storico-culturali di un’intera collettività, alla perdita di usanze, tradi-

Foto Sinibaldi

zioni, senso di identità, partecipazione… Insomma, di tutto quello che fa di un gruppo di abitanti una comunità. A Rocca di Papa c’è un assessorato al Centro storico. Evidentemente l’Amministrazione comunale si è posta il problema, la politica almeno formalmente ha mostrato sensibilità. Il dilemma però è che non si vedono azioni in grado di incidere sul processo in

atto, di invertire la rotta, di dare almeno un segno di cambiamento. Siamo condannati ad assistere a un degrado ineludibile oppure si può fare qualche cosa? Non ci sono ricette magiche, né prontuari miracolistici, ma certo quello che è stato fatto finora è poco e non è stato incisivo. Anzi in molti casi alcune scelte hanno accelerato la defunzionalizzazione del centro storico, che, solo per fare un esempio, si impoverisce sempre più se – come è stato fatto – si aprono centri commerciali molto lontani dal suo ambito pedonale. Forse sarebbe il caso di mettere mano a un piano di riqualificazione edilizia, di premialità per chi ristruttura case o singoli appartamenti. Premialità che non significa distribuire soldi, ma consentire – a chi ristruttura – di avere case con i confort che altrimenti è costretto a cercare altrove. Accorpare appartamenti, prevedere la realizzazione di servizi adeguati, offrire incentivi economici a tassi agevolati, proporre perequazioni nell’ambito degli stessi comparti, prospettare riduzione di canoni, tasse e imposte, là dove possibile. Costerà sempre di meno che pianificare la dissipazione del residuo terreno libero esistente per tirare su nuove villette. Gli esempi ci sono, anche in Italia, e la “Carta di Gubbio” del 1960, per i tecnici che si ricordano il suo valore sostanziale, sta lì ad indicarci che un centro storico è di per sé un monumento, tutto intero; ma che non esiste senza abitanti. Solo le case, seppur risistemate, non sono un centro storico vivo. Qui non si tratta di aderire ai suggestivi ed interessanti assiomi dello “stop al consumo di suolo”, che sembra imporre la moratoria a nuove costruzioni. Al contrario, qui dobbiamo costruire, anzi ricostruire un intero pezzo di città, fatto di case, sì, ma fatto soprattutto di persone, di abitanti, che tutti insieme facciano una comunità. Roberto Sinibaldi


Cambiano le regole inerenti la Tarsu ROCCA DI PAPA

il Segno - Maggio 2012

Cambia il regolamento comunale sulla Tarsu, la tassa sui rifiuti solidi urbani. A modificare gli articoli 4, 5 e 19 è stato il Consiglio Comunale nella seduta dello scorso 13 aprile. Ma andiamo a vedere nel dettaglio di che cosa si tratta. L’art. 4 è quello che “individua i presupposti e i soggetti passivi della tassa”; l’art 5 invece “definisce i locali e le aree esterne tassabili”; l’art 19, infine, “disciplina le modalità di accertamento, riscossione e contenzioso”. In particolare il nuovo art. 4 chiarisce che “la tassa è dovuta per l’occupazione o la detenzione di locali e/o aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti”. E’ poi con l’art 5 che la modifica al regolamento comunale decisa dall’amministrazione Boccia, non lascia scampo ad equivoci: “Si considerano locali tassabili tutti i vani comunque denominati, esistenti in qualsiasi specie di costruzione stabilmente infissa o semplicemente posata sul suolo, chiusa o chiudibile da ogni lato verso l’esterno, qua-

lunque ne sia la destinazione o l’uso”. E ancora: “Si considerano aree esterne tassabili tutte le superfici [...] scoperte o parzialmente coperte (da tende o simili) destinate [...] a banchi di vendita, a mercato settimanale all’aperto, a parcheggio posti auto, ad attività esercitate all’aperto”. In tutti questi casi si pagherà una tassa al 50%. Il Comune ha riscritto anche l’art 19 sulle modalità di riscossione (che vengono effettuate direttamente dall’amministrazione comunale) e in base al nuovo regolamento la richiesta di rateizzazione non sarà accettata per importi inferiori a 51,65 euro, tenendo presente che “il funzionario responsabile del tributo può concedere una dilazione in base a temporanee situazioni di obiettiva difficoltà del contribuente debitamente documentate e motivate”. Viene inoltre precisato che il contribuente “deve effettuare il pagamento dell’importo dovuto entro il termine di 60 giorni dalla notifica dell’avviso di accertamento”. Paola Gatta

Senza censimento, rischio eliminazione dall’anagrafe della popolazione

Si sono concluse le complesse operazioni legate al 15mo Censimento Generale della Popolazione e anche per il Comune di Rocca di Papa è tempo di bilanci per un intervento che ha coinvolto tutta la macchina amministrativa di Corso Costituente con gli uffici d’anagrafe impe-

gnati nel dare spiegazioni e supporti a migliaia di cittadini impauriti dalla compilazione del modello ricevuto. Il Comune, lo scorso 7 maggio, ha affisso un comunicato in cui avvisa i cittadini che “al fine di non incorrere nella cancellazione per irreperibilità dal-

l’anagrafe della popolazione residente, le persone che non si sono censite pur mantenendo la presenza continuativa sul territorio, sono invitate a presentarsi entro il 30 giugno all’ufficio anagrafe presso la sede municipale per confermare la dimora abituale nel comune”.

Idee da imitare

Insegne d’arte per le vie del centro storico

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Arredo urbano e attività commerciali: due temi che spesso sono entrati in conflitto soprattutto quando si parla di centro storico e della sua storia più o meno recente. Questa volta, però, l’idea della norcineria di Gino Testa in via Gramsci, la più nota di Rocca di Papa, di collocare un’insegna artistica per segnalare la propria attività è una di quelle che andrebbe ripresa dall’amministrazione comunale e dal Laboratorio Centro Storico (se ancora esiste!) per ridare un tono e un’identità all’antico quartiere, sempre più invaso da insegne luminose, da pannelli ultravisibili e da troppe cose che cozzano con la bellezza delle strade e dei vicoli. Facciamo i complimenti alla famiglia Testa per aver indicato la strada da seguire. Le insegne delle attività commerciali e artigianali dovrebbero, come tutto il resto, essere ben inserite nei centri storici così da dare una caratterizzazione all’intero territorio. Un argomento di cui in passato si è molto parlato, anche troppo, senza mai riuscire a risolverlo. L’invito a seguire l’esempio della norcineria Testa lo rivolgiamo anche ai commercianti e agli artigiani del centro storico di Rocca di Papa. Anche da loro dipende la rinascita del quartiere. (P.G.)

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ROCCA DI PAPA Intanto proseguono i lavori ai Campi per una perdita d’acqua

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Torna l’acqua potabile in via dell’Osservatorio

Piazza Di Vittorio ai Campi d’Annibale

di Luigi Serafini Dopo circa un mese le sei famiglie di via dell’Osservatorio 3 (nel popoloso quartiere dei Campi d’Annibale) hanno rivisto l’acqua sgorgare dai loro rubinetti. Per oltre una settimana i residenti sono stati costretti a caricarsi taniche di acqua potabile da un rubinetto provvisorio collocato dalla società “Acque Potabili”, per riempire a mano i cassoni, e visto che alcune famiglie abitano all’ultimo

tempi moderni

di Roberto Sinibaldi

Un plauso al Comune, che sul proprio sito internet ha pubblicato il “regolamento per la disciplina dell’accesso ed utilizzo dei boschi di proprietà comunale”. Il regolamento definisce norme e comportamenti da tenere nel bosco, l’uso e la frequentabilità dei sentieri, le attenzioni da porre per la gestione di un patrimonio così prezioso ed esteso: si tratta di oltre 1.500 ettari, che oltre ad avere un valore economico specifico, rappresentano il retaggio storico più profondo di Rocca di Papa. Qualche sottolineatura qua e là però non si può omettere e viene da sorridere pensando agli “Alberi artistici e di pregio” citati all’articolo 12. Cosa sono gli alberi artistici? Mistero! Nessun problema però, tra un anno, quando secondo lo stesso regolamento sarà redatta la loro ricognizione, lo sapremo. Non troppo chiaro ri-

piano della palazzina (peraltro priva di ascensore) la fatica e la sopportazione era arrivata ormai a livelli molto elevati. Adesso la società che gestisce l’acqua potabile ha installato una tubazione provvisoria, che cammina direttamente sul manto stradale, e l’acqua è tornata a fare capolino. Intanto, nel punto in cui parte il tubo provvisorio di cui sopra, stanno proseguendo anche i lavori tesi ad individuare la perdita d’acqua che ha provocato l’allagamento di un garage posto sotto il bar di Luciana, sulla piazza Di Vittorio. I lavori, iniziati tra fine aprile e inizi di maggio, hanno fin’ora provocato una voragine sul lato della piazza e visto che non sono nemmeno noti i tempi di riparazione e successivo ripristino della strada, il rischio è che l’estate trascorra con la piazza principale dei Campi occupata da strisce rosse da cantiere e paletti di metallo. Comunque, c’è da dire che anche in questo caso, come in molti altri, l’intervento del Presidente del Comitato, Gianfranco Silvestrini, è stato determinante affinchè “Acque Potabili” intervenisse per risolvere i tanti problemi legati al servizio idrico comunale.

Alberi artistici

sulta quanto scritto all’articolo 4, sulle “Modalità di esercizio di uso civico di legnatico”. Pare di capire che per l’esbosco sia necessaria una attestazione relativa a zone specifiche. Non c’è scritto come si richiede, se è onerosa, chi la rilascia, entro quanto tempo, se l’attestazione ha una durata stagionale o di poche ore, visto che alla fine dell’articolo 2 si parla di 72 ore per l’uso delle chiavi per aprire le sbarre di accesso ai sentieri. Ma se a me non servono le chiavi l’attestazione quanto dura? Sempre 72 ore? Oppure è stagionale? La vigilanza e le sanzioni sono definite agli articoli 28 e 29. Ma sarà ben difficile, per non dire impossibile, controllare quanta legna viene asportata. Tra l’altro si intuisce che si possono prendere 20 quintali di legna l’anno, ma non c’è scritto

chiaramente che il quantitativo è annuale. Vedi comma 3, articolo 3. Insomma sul “diritto di uso civico di legnatico” più che un regolamento questo documento pare un rebus. Forse vale la pena di mettere mano a una declaratoria, una specifica, un chiarimento. Insomma qualcosa che faccia capire meglio. Infine un ultimo dettaglio: su qualche giornale a proposito del nostro regolamento si citano due operatori di una non meglio specificata ditta di controllo, che dovrebbero vigilare su furti, scarichi abusivi e danneggiamenti. Nel regolamento queste figure non sembrano esserci, ci sono sfuggiti o è una voce incontrollata?

il Segno - Maggio 2012

LA LETTERA

Salviamo i nostri boschi

Già l’anno scorso avevamo denunciato la situazione critica dei nostri boschi di castagno, purtroppo nulla è stato ancora fatto e il fenomeno della malattia da virus si è ormai esteso ad oltre il 70% del nostro patrimonio boschivo. Salendo verso Rocca di Papa da Squarciarelli, il verde appare meno intenso ma è inoltrandosi che ci si rende conto della rovina dei poveri alberi di castagno; i rami sono carichi di protuberanze rosse, simili a bacche, che sembrano soffocare la pianta. Nei boschi del viterbese sembra che l’impianto di una coppia di insetti capaci di contrastare e distruggere l’azione di questo microscopico e micidiale “animaletto” sia riuscito, almeno in buona parte delle zone. Ci domandiamo perché il Comune di Rocca di Papa non riesca ad ottenere i fondi necessari a favore di quella che, forse, è l’unica grande ricchezza rimasta nella nostra amata Rocca di Papa, un patrimonio che non possiamo permetterci di perdere, come pressoché avvenuto in precedenza per tutto quanto il resto. La nostra cittadina é già abbastanza penalizzata nel commercio e nei servizi, settori per i quali un intervento, ci rendiamo conto, sarebbe molto dispendioso ma l’inquinamento ambientale è, unicamente, espressione e segnale di incuria e ignoranza da parte della popolazione e di poco controllo da parte dell’Amministrazione comunale che non ha saputo imporsi con i mezzi che ha a disposizione; questa diffusa superficialità ha trasformato i boschi in discariche. Vorremmo passeggiare nella nostra “macchia” senza dover più assistere a questo scempio, andare a camminare, a correre, in bicicletta o a spasso con i nostri figli e con i nostri fedeli amici a quattro zampe respirando a pieni polmoni, felici di essere circondati da un ambiente sano e pulito che ci appartiene e di cui tutti noi siamo responsabili; é giunto il momento di far capire, a grandi e piccoli, l’importanza di mantenere inviolato e intatto il verde dal quale siamo, fortunatamente, ancora circondati ma in questo il Comune e la cittadinanza devono essere attivamente partecipi e responsabili. Associazione Rocca di Papa “Il Gruppo Randagio”


il Segno - Maggio 2012

Alvaro Fondi replica a Maurizio De Santis

“La Destra ha fatto sempre scelte chiare” di Alvaro Fondi* La “facoltà” di predicare bene ma razzolare male… con troppe dimenticanze! Il Consigliere di minoranza (?) De Santis Maurizio poiché considera la politica una palestra (lettera sul Piccolo Segno scorso) penso abbia preso qualche colpo ben assestato per poter scrivere quello che ha scritto nei miei confronti e del movimento che rappresento. Dimentica che Berlusconi si è alleato con i Cameragni-finiani e non con noi de La Destra, dimentica che noi non sediamo sui banchi del Parlamento, dimentica le “sue” mansioni ricoperte nelle ultime legislature a Rocca, dimentica la tolleranza zero, dimentica di aprire gli armadi (dichiarati per mezzo stampa e convegni), etc.. Scrive che condivide la risposta della Sig.ra Di Rosa nei miei confronti... a essere sinceri penso che ho risposto nei modi dovuti. Cerchi, se può, di rispondere al direttore del Segno Andrea Sebastianelli. Dimentica che alle regionali ci siamo alleati con la Polverini e non c’era il Pdl, dovevamo forse andare con la sinistra? Ci siamo alleati con la Polverini per portare il mutuo sociale (incluso nel Piano Casa) in Regione e ne siamo molto soddisfatti poiché è l’unica Regione in Italia in cui è stato approvato. È un male che giovani coppie con stipendi di contratti a Co.Co.Co. (voluti dalla sinistra con il placido consenso del centro) possono essere proprietari di case? I tuoi ex alleati di Palazzo ancora ci devono rispondere circa il numero delle particelle demaniali libere a Rocca di Papa, pur sapendo che La Destra ha fatto stanziare un milione e mezzo di euro (interrogazione fatta durante il terzo Consiglio Comunale). Chissà perché non rispondono. Oppure: la Regione acquista case già costruite con regolare licenza per darle alle giovani coppie (tutte) per un mensile pari al 15% dello stipendio e senza passare per le banche; in più se uno viene licenziato rimane nella casa. Questo è il Mutuo So-

Anche Vivaro avràlafarmacia

ROCCA DI PAPA

ciale… spiegato in sintesi. E’ un male? Solo qui a Rocca i cittadini (forse) per le vostre maldicenze non hanno letto o chiesto il nostro programma e nessuno, neanche il Sig. Rasetti del Piccolo Segno era presente al nostro convegno dove veniva spiegato il Mutuo Sociale incluso nel Piano Casa, perciò scrivono, parlano senza sapere cos’è... e se lo sanno tacciono! Prima di parlare della mia “non” coerenza sarebbe meglio farsi una bella porzioncina di “ca…i suoi (papale papale). Dimentica che nelle ultime amministrative La Destra è andata da sola senza prendere in “giro” nessuno! Paragonarmi ad “altri” che hanno scelto lidi a sinistra, questo proprio non lo accetto. Io sono sempre rimasto della Destra Sociale e non lo rimpiango. Per mettere i puntini sulle “i”, io sono per quella Destra per il Popolo, non per la casta, non per i banchieri e non per gli affaristi. Perciò prima di scrivere le solite “barzellette” nei miei confronti ti suggerisco “serenamente” di scegliere nel “mazzo”, che di “quaglie” e cameragni ne trovi a bizzeffe. Non vedi, o forse non vuoi vedere dove “voi” avete portato Rocca di Papa e l’Italia. Certo, adesso vi giustificate dicendo: “io sto con”… ma prima con chi stavi? Forse con tutti i cambiamenti fatti non ti ricordi nemmeno chi sei! Ti ricordi solo quando ti fa “comodo” per prendere voti... non “ricordi” neanche i vari “personaggi” che siedono in Parlamento? Te lo ricordo io... li avete messi “voi” perciò per me siete voi che avete portato Rocca e l’Italia non in crisi ma nella miseria più profonda e per giunta in mano ai banchieri. Perciò, Sig. De Santis vedi di prendere “di petto” i tuoi simili… i circoli di Sel di Rocca di Papa dichiarano che non li rappresenti… perciò fai un altro circolo così andremo “nuovamente” tutti allo spettacolo! Ho tanti avversari, se poi a Rocca sono considerato un “nemico”, mi viene spontaneo un motto: “molti nemici…molto onore!”. *Segretario Cittadino LA DESTRA Rocca di Papa

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di Paola Gatta Lo scorso 19 aprile la Giunta municipale di Rocca di Papa ha deliberato la revisione della pianta organica delle farmacie sul proprio territorio, decidendo di coprire tale servizio anche nella frazione verde del Vivaro. Si tratta di una decisione attesa per il caratteristico Il Vivaro borgo roccheggiano che finalmente potrà contare su un servizio importante per tutti i cittadini, soprattutto per gli anziani spesso impossibilitati a raggiungere Rocca di Papa anche solo per acquistare le medicine occorrenti. L’amministrazione Boccia ha deliberato la quinta farmacia

EUR

di Rocca di Papa dopo che la Regione Lazio aveva chiesto l’invio dei dati riguardanti il numero di abitanti in base alle norme vigenti, che prevedono una farmacia ogni 3.300 cittadini residenti. Adesso il Comune sta concludendo l’iter per l’istituzione definitiva.

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Il 27 maggio

Arriva il Giro delle auto storiche

Si svolgerà domenica 27 maggio la III Edizione del “Giro dei Castelli Romani di Auto Storiche” organizzato dal Club auto storiche di Rocca di Papa presieduto da Pio Fondi. L’atteso evento, che ha ricevuto il patrocinio del Comune roccheggiano, viene svolto con la collaborazione della XI Comunità Montana e del Parco dei Castelli Romani, e si svolgerà su un percorso di circa 90 chilometri attraversando tutti i Comuni castellani, da Frascati a Rocca Priora, da Grottaferrata a Marino, da Nemi a Genzano, da Ariccia ad Albano, fino a Monte Porzio, Monte Compatri e Castel Gandolfo (oltre naturalmente a Rocca di Papa e alla frazione del Vivaro). Si tratta di una delle manifestazioni più importanti del settore “auto storiche” a cui parteciperanno decine di associazioni a livello locale e nazionale. (L.S.)

ROCCA DI PAPA In occasione delle ricorrenze del 25 aprile e del 1° maggio

il Segno - Maggio 2012

Danneggiato il monumento alle vittime del fascismo

I “soliti ignoti” hanno deturpato anche le targhe stradali

vittime del fascismo, non è la prima volta che accade. Già due anni fa si verificò la stessa cosa con l’Amministrazione che provvide rapidamente al restauro del ceppo in pietra che risale agli anni ‘50 rinnovandone la scritta. Vorremmo sapere però, visto che il Comune installò alcune telecamere a circuito chiuso proprio per garantire sicurezza ai cittadini e al decoro urbano, se sono state eseguite riprese dell’avvenimento. Comunque, in ogni caso, l’Amministrazione dovrebbe presentare una denuncia su quanto accaduto. il-sognatore.blogspot.com

Il monumento oltraggiato in occasione del 25 aprile

Il 25 Aprile e il Primo Maggio sono passati a Rocca di Papa completamente ignorati da Amministratori e partiti. Nemmeno un manifesto per salvare la faccia come avevano fatto negli anni precedenti. Intanto il ceppo dedicato ai Martiri della Resistenza, collocato nei giardini pubblici, è stato nuovamente sfregiato da mano “ignota” e alcune strade e piazze sono state “ribattezzate” con nomi che richiamano alla stessa mano “ignota”. Non agiscono e tacciono mentre la loro credibilità si avvia al

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definitivo naufragio. E’ il tempo di organizzazioni politiche locali importanti che restano per mesi senza una direzione politica per motivi poco comprensibili. Il tempo in cui gli stessi che hanno ridotto partiti e istituzioni in luoghi dove è difficile respirare, restano ad occupare la scena e impediscono l’indispensabile rinnovamento. Non è questo che ha ridotto anche il nostro paese in un luogo con poche speranze? Per quanto riguarda lo sfregio ai danni del monumento alle

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ROCCA DI PAPA

il Segno - Maggio 2012

Immobili comunali, passa il Piano che cambia le destinazioni d’uso Tra gli edifici individuati anche il teatro, l’ex sede comunale e le scuole

di Marcello Morrone Il Consiglio Comunale nella seduta del 13 aprile scorso ha approvato il “Piano delle alienazioni e valorizzazioni del patrimonio immobiliare di Rocca di Papa”, così come disposto dall’art. 58 della legge n. 133 del 6 agosto 2008 che prevede la ricognizione delle proprietà pubbliche di Comuni, Province e Regioni “non strumentali all’esercizio delle proprie funzioni istituzionali” e quindi finalizzata alla dismissione di edifici, palazzi, uffici, ecc. da allegare al bilancio di previsione. Il Comune, per le proprietà individuate, potrà decidere se dismetterle o semplicemente cambiarne destinazione d’uso. In totale sono 13 gli edifici inseriti nel Piano (vedi elenco sotto). Tra questi vi è anche l’attuale sede comunale, il nuovo municipio di piazza Margherita (per il quale sarà cambiata destinazione d’uso), il teatro civico, le due scuole dei Campi d’Annibale,

Immobile

Ex Municipio Palazzo comunale Nuovo Comune Aula Consiliare Scuola El. Vivaro Edificio Vivaro Scuola Vgne Scuola Media Magazzino Botti Ex Mattatoio Magazzino Cavour Scuola Mat. Campi Scuola El. Campi

Indirizzo

Viale E. Ferri Corso Costituente Piazza Repubblica Via S. Francesco Via Lazio Via Calabria Via del Vallone Via Villa Poceck Via S. Francesco Via S. Sebastiano Via Cavour Via Vecchia Velletri Via Campi d’Annib.

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Discarica in via Palazzolo

Complimenti al concittadino che ha rinnovato i sanitari della sua casa. Riprovazione per il concittadino che ha usato via Palazzolo come discarica. Forte critica agli occupanti del Municipio che si sono fatti sequestrare l’isola ecologica, segno evidente che non avevano individuato bene tutti i punti Cardinali indispensabili. l’ex scuola del quartiere Vigne e le due ex scuole del Vivaro. Molti edifici comunali risultano non accatastati e quindi l’amministrazione ha dovuto inserirli nell’elenco visto che la normativa prevede che “l’inserimento degli immobili nel Piano ne determina la conseguente classificazione come patrimonio disponibile e ne dispone espressamente la destinazione urbanistica” in quanto l’approvazione del Piano “costituisce variante allo strumento urbanistico generale”. Non sono mancate le polemiche in sede di discussione. Il Consigliere Enrico Fondi (Pdl), per esempio, non si è detto d’accordo con il cambio di destinazione d’uso dell’ex scuola materna di Colle

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delle fate, che diventa edificio polifunzionale, considerata la carenza di strutture scolastiche. Il Consigliere di Sel (o ex Sel) De Santis, a sua volta non ha condiviso la variazione proposta per l’edificio di viale Enrico Ferri (ex sede comunale), mentre Mario Gatta (Udc) ha invitato l’amministrazione a tagliare le spese evitando di concedere gratuitamente alle associazioni alcuni locali già individuati. Il Sindaco Boccia a sua volta ha ribadito, vista la crisi economica, la necessità di valorizzare il patrimonio immobiliare del Comune. Alla fine il Piano è passato con i voti favorevoli della maggioranza, un astenuto (De Santis) e 4 contrari (Fondi, Romei, Cristini e Gatta).


il Segno - Maggio 2012

di Andrea Sebastianelli Quando per “valorizzare” l’ambiente si punta a costruire nuove case. La storia sembra quella di un romanzo di appendice, ma il lieto fine non è assicurato. Ecco qualche elemento di base. Un Parco regionale: quello dei Castelli Romani; un piano di assetto: lo strumento per gestire il territorio, che è stato fatto solo tre anni fa; un commissario straordinario, che per ordine della Regione Lazio sostituisce da solo (da due anni!) l’intero consiglio direttivo del Parco. Il mandato politico del commissario, nominato dalla destra, è quello di dimostrare che i parchi non servono. La cosa riesce benissimo, perché il Parco ultimamente non combina niente, e quindi risulta dimostrato che le Aree protette non servono proprio. Mandato compiuto! La destra deve comunque pagare una cambialuccia: nella campagna elettorale per le elezioni regionali, nel 2010, aveva promesso la riduzione del Parco dei Castelli Romani, in particolare a Velletri e Lariano. In affollate assemblea cittadine dove si distribuivano gratuitamente porchetta e vino, aveva assicurato a folle di famelici ottuagenari, per lo più cacciatori, che avrebbero potuto andare a caccia sulle falde del Monte Artemisio. Detto (e quasi) fatto. Dopo un paio d’anni di estenuanti riflessioni ecco l’ideona: mettere mano a una cosa che si chiama Vas (Valutazione Ambientale Strategica) così da dimostrare che “effettivamente” alcune parti del Parco sono inutili. Si dà una bella consulenza - piuttosto costosa - a un tecnico sopraffino che in poche paginette sostiene che il bosco di 600 ettari che sta sulle pendici dell’Artemisio è di scarsa qualità e che quindi

A P P R O F O N D I M E N T O

L’area che il Parco (?) ritiene priva di pregio

Così ti declasso il bosco

Il Commissario del Parco dei Castelli, Orciuoli, tenta l’ultima carta per restringere i confini dell’ente come richiesto da cacciatori e costruttori prima delle scorse elezioni regionali: presentare una VAS (Valutazione Ambientale Strategica) con cui declassare una consistente fetta di bosco nell’area del Monte Artemisio, la stessa area che la Comunità Europea ha classificato come SIC (Sito di Importanza Comunitaria). Ora siamo davvero alle comiche finali.

può tranquillamente essere messo fuori dal Parco. A nulla valgono le semplici obiezioni logiche che se in quel bosco c’è un Sic, ovvero un Sito di Importanza Comunitaria, apposto addirittura dalla Commissione Europea, un valore ambientale qualcuno lo avrà pure ravvisato; se quel bosco è Parco da quasi trent’anni qualcosa vorrà dire. Del resto la credibilità tecnica della relazione di Vas è messa a dura prova, come per esempio quando si legge (a pag. 23) che i castagni nei nostri boschi furono introdotti al tempo dei romani (!). In realtà furono introdotti per motivi economici intorno al XVII secolo. O quando si avanzano molte doglianze sull’impossibilità del taglio dei boschi cedui. Cosa del tutto falsa, visto che, come noto, il piano di taglio è stato concordato tra la Regione Lazio e i comuni di Velletri e Lariano. Inoltre le regolamentazioni esistenti sulla gestione del bosco sono quelle derivanti dalla legge forestale, e non certo da vincoli apposti dal Parco, e quindi rimarrebbero anche se il bosco stesse fuori dal Parco.

La sede (Villa Barattolo) del Parco dei Castelli Romani. In alto: una visione a “volo d’uccello” del territorio del Parco

Forse il documento è stato scritto senza avere mai l’occasione o il tempo si salire a piedi sull’Artemisio, dare un’occhiata al bosco nelle parti più nascoste, considerare davvero le sue qualità, osservare per esempio la presenza del carpino. Del resto pure ammettendo che il bosco non sia di qualità eccelsa, uno degli obiettivi di un Parco dovrebbe essere quello di migliorarlo,

non certo disfarsi di una delle ultime aree non edificate dei Castelli Romani. Insomma, la relazione della Vas sembra avere un solo ed esclusivo scopo: dimostrare la necessità di ridurre i confini del Parco dei Castelli. Un obiettivo politico dichiarato dalla destra. Una cambiale per soddisfare le richieste dei cacciatori oggi, e quelle dei costruttori domani.


Che fine hanno fatto i finanziamenti che il Parco dei Castelli ha restituito alla Regione Lazio rinunciando ai progetti ambientali?

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1,8 milioni di euro di finanziamenti Punto Informativo Loc. Grotticelle

Rocca di Papa

Ninféo Bergantino Lago Albano

Castel Gandolfo € 426.000

Punto Informativo Frazione Vivaro Sentieristica generale del Parco

Rocca di Papa Tutti i Comuni

€ 380.000 € 367.000 € 600.000

ECCO INVECE A CHI ANDRANNO

Restauro e valorizzazione Cattedrale Albano Laziale Completamento Museo Diocesano

Albano Laziale

€ 700.000

€ 1.000.000

Mattei meglio di Houdinì

Il Commissario del Parco, Orciuoli, e (a destra) l’Ass.re regionale all’Ambiente, Mattei

Sul numero scorso vi avevamo dato notizia di cospicui finanziamenti che il Parco dei Castelli Romani, dopo essere stato bravo a ottenerli, aveva restituito alla Regione Lazio con una lettera di cinque righe. 1,8 milioni di euro destinati al recupero di importanti aree archeologiche e naturalistiche di cui il Parco è ricco. Ci siamo poi chiesti che fine avessero fatto quei soldi. La risposta non ha tardato ad arrivare. Sfogliando il Bollettino Ufficiale della Regione Lazio (il n. 15 del 21 aprile 2012, pagg. 114-115, foto in alto) li abbiamo

“ritrovati” e invece di essere stati destinati a interventi di recupero delle numerose zone degradate del Parco sono stati sì riassegnati al Parco ma per essere destinati al restauro e alla valorizzazione della Cattedrale di Albano Laziale e al completamento del Museo Diocesano sempre di Albano Laziale. Sarà un caso che l’Assessore all’Ambiente alla Regione Lazio, Mattei, sia stato Sindaco proprio di Albano Laziale? E perchè finanziamenti destinati alle aree protette del Parco dei Castelli Romani sono invece finiti per il restauro di edifici religiosi?

“Giù le mani dal Parco, Orciuoli dimettiti”

Dopo due anni di Commissariamento del Parco Regionale dei Castelli Romani i risultati sono ormai evidenti: cancellazione del lavoro svolto negli ultimi anni per migliorare l’immagine e le attività del Parco, annullamento di qualsiasi attività che promuova la green economy locale e il turismo sostenibile ai Castelli Romani; diminuzione sostanziale delle attività di promozione del territorio come ad esempio “Cose mai Viste” (Programma di visiti guidate ed escursioni); rinuncia ad importanti finanziamenti regionali ed europei. Inoltre il Commissario in vari convegni e incontri pubblici ha promesso una riduzione della perimetrazione del Parco. Queste azioni ledono fortemente gli interessi della collettività dei Castelli Romani che ormai ha capito che solo attraverso un’economia sostenibile può esserci la creazione di posti di lavoro stabili e non in mano a pochi poteri forti. La cementificazione del territorio non da sufficiente lavoro e taglia le gambe

al futuro dell’area. Chiediamo quindi le dimissioni del Commissario straordinario del Parco e l’insediamento di una amministrazione ordinaria che inizi a far decollare finalmente le attività sia di difesa del territorio sia di promozione di una economia sostenibile per i Castelli Romani. L’atto particolarmente grave è che la carica di Commissario dovrebbe svolgere solo le attività ordinarie mentre si assume l’incarico di de-finanziare il Parco, quindi alla diminuzione delle attività di difesa dell’ambiente, e ridurre la perimetrazione che sono invece azioni fortemente straordinarie e contro gli interessi pubblici. Ricordiamo infatti che il Parco dei Castelli Romani è stato fortemente voluto dalla sua popolazione che con una proposta di legge regionale lo ha di fatto creato. Ora l’azione del Commissario lede gli interessi della collettività, della difesa delle risorse idriche e del suolo a vantaggio solo della speculazione edilizia.

I soldi cui il Commissario ha rinunciato, cosa di per se già grave in questo periodo di crisi economica, potevano servire a risolvere i problemi del settore della selvicoltura del castagno e promuovere la difesa del patrimonio boschivo, difendere la fauna e la flora in pericolo come la popolazione di lupi o poiane e le varie essenze vegetali, promuovere il turismo sostenibile, tutelare le falde idriche e il lago di Nemi e il lago Albano, controllare gli abusi edilizi e il sorgere delle micro e macrodiscariche, avviare misure a sostegno del’economia sostenibile e altre cose molto importanti per il nostro territorio. [...] In questi anni solo la legge istitutiva del Parco e la sua perimetrazione ha impedito la cementificazione del cuore verde dei Castelli Romani, dove sono ancora presenti animali e piante preziose che, con il loro ciclo vitale, difendono il suolo e le falde idriche così provate dallo sfruttamento dell’ambiente. Nel territorio del Parco vivono an-

il Segno - Maggio 2012

ECCO A CHI ERANO DESTINATI

A P P R O F O N D I M E N T O

cora lupi, poiane e altri importanti animali oltre a una flora con una biodiversità pari ad un quinto di quella nazionale. Seguono le firme: - Comitato per il Parco dei Castelli Romani - Italia Nostra - Centro Studi Storico Archeologici “Oreste Nardini” - Ass. Cult. Lanuvio “Pane e le Rose” - La Spinosa Velletri - Velletri a 5 Stelle - Ass. cult. Albano “L. Sabatini” - EcoIstituto Castelli Romani - Greeneconomy Cast.lli Romani - EcoCooperative - EcoCastelli.it - Gruppo 5 terre - Fiori Gialli - EcoHub Castelli Romani - Movimento Pichiorosso - Blog Picchio Verde Viridis – - Legambiente Appia Sud “il Riccio” onlus - Mir Castelli Romani - Ass. La Fonte - Amici di Beppe Grillo Genzano - SPQG


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Ce l’abbiamo fatta! Dopo due anni di lavoro abbiamo ottenuto quello che volevamo: sta iniziando la lotta biologica al Cinipide galligeno del Castagno, l’insetto di origine cinese che ha devastato i boschi di Rocca di Papa. Proprio nei giorni scorsi il personale scientifico incaricato dalla Regione Lazio ha effettuato sul nostro territorio il primo lancio dell’insetto antagonista naturale del cinipide, il Torymus sinsensis. A margine di questa notizia, già di per sé ottima (e vedremo più avanti per quale ragione) ce n’è un’altra altrettanto positiva e importante: Velletri ospiterà il secondo centro regionale per la moltiplicazione del Torymus (il primo centro opera da anni nel Viterbese). Per chi non conosce la realtà dei castagneti locali questa nostra soddisfazione potrà sembrare eccessiva, ma a noi sembra letteralmente di sognare. Quando due anni fa iniziammo a sollevare il problema, infatti, ci sembrò di scontrarci contro un muro di gomma. La politica, cui toccava risolvere il problema, o non lo capiva o lo sottovalutava. Anche persone sinceramente volenterose come l’ex assessore Cardinali si scontravano con ostacoli burocratici apparentemente insuperabili: primo fra tutti quello della normativa che vieta l’introduzione di specie “non autoctone” nei boschi. Ma il problema vero era un altro: un problema, se vogliamo definirlo così, di mentalità. Sembrava che tutti gli organismi presenti sul territorio facessero a gara a infilarsi reciprocamente i bastoni fra le ruote. Se si pensa che sui nostri boschi hanno competenze il Comune di Rocca di Papa, l’XI Comunità Montana, il Parco Regionale dei Castelli Romani, la Provincia di Roma e La Regione Lazio si può capire quanto fosse difficile soltanto sperare di riuscire ad arrivare ad un risultato concreto. Già sembrava arduo riunire tutti intorno a un tavolo e parlare un linguaggio comune. I primi convegni che organizzammo a Rocca di Papa per

Studio

ROCCA DI PAPA

Ci scrive l’Ass.zione “L’Alveare”

Avviatoilpianoper salvare il castagno Sbarca il Torymus contro il Cinipide sensibilizzare l’opinione pubblica e le Autorità competenti sulla gravità dell’invasione del Cinipide andarono pressoché deserti. Gli amministratori erano convinti di avere tutto sotto controllo, salvo lamentare la difficoltà di collaborare con gli altri organismi territoriali. Insomma, nessuno sembrava riconoscere che il problema c’era davvero, era grave e poteva essere affrontato seriamente soltanto unendo le forze. Quando in un convegno presentammo un documento che - oltre a spiegare la gravità del problema e a proporre le soluzioni - caldeggiava anche l’assegnazione del secondo centro regionale di moltiplicazione del Torymus a Velletri, qualcuno ebbe l’impressione che fossimo matti. Ma come, si mormorava, fate gli interessi degli altri Comuni? Perché non chiedere che il Centro venga assegnato a Rocca? Noi, semplicemente, conoscevamo l’impegno specifico degli amministratori veliterni, sapevamo che a Velletri c’era una struttura pubblica disponibile, e – soprattutto – eravamo consapevoli che il bosco era sempre lo stesso: loro come nostro. Loro, semplicemente, avevano migliori possibilità di successo. Perché non sostenerli? Poi ci furono le aste bandite dal Municipio di Rocca di Papa per il taglio di alcuni castagneti comunali. Aste che andarono deserte. Anche al Comune, a quel punto, fu chiaro che il problema non soltanto esisteva, ma era grave e arrecava un danno patrimoniale immediato, concreto, enorme. Se i castagneti non si vendono è perché il loro

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stato di abbandono ne riduce drasticamente il valore e perché le modalità dei tagli fissate dalle norme vigenti scoraggiano gli imprenditori onesti del settore. Come rimediare? Semplicemente con impegno e pazienza. Nel momento stesso in cui l’Amministrazione Comunale ha preso atto della gravità del problema, e di questo diamo atto soprattutto al Sindaco Boccia e agli assessori Barbante e Fei, l’Alveare ha potuto svolgere il compito che si era posto fin dall’inizio: mettersi a disposizione della comunità, gratuitamente e senza secondi fini. Il Sindaco ha capito la situazione e ha nominato responsabile del settore forestale la dottoressa Avv. Anna Maria Fondi. Sono iniziate le consultazioni periodiche e si è cominciato a collaborare. Il primo obiettivo era quello di dotarsi di un Regolamento per l’accesso ai boschi comunali, diventati terra di nessuno. E’ stata preparata una bozza sulla base delle migliori esperienze di altri territori, l’Ufficio Forestale del Comune ha rivisto ogni articolo alla luce delle proprie esigenze e ha raccolto i pareri preliminari e le osservazioni delle Amministrazioni interessate. Si è controllato insieme il testo finale e lo si è subito portato all’attenzione del Consiglio Comunale che l’ha rapidamente approvato e adottato. Con lo stesso metodo, grosso modo, il Comune sta preparando il bando di concorso per l’affidamento del Piano di Assestamento Forestale: quello che sarà il vero e proprio Piano Regolatore del patrimonio boschivo

il Segno - Maggio 2012

di Rocca. Il fatto che la redazione di questo strumento essenziale venga finalmente assegnata per concorso pubblico e con un bando che indica chiaramente gli obiettivi da conseguire è un altro motivo di soddisfazione. Per molti anni, purtroppo, è mancata la consapevolezza di quanto sia importante un quadro normativo ben fatto. Per i boschi vale esattamente lo stesso discorso dell’urbanistica. Dove non ci sono regole e obiettivi o dove le regole sono inapplicabili regnano l’arbitrio e il degrado. E in mancanza di una legge e di chi la fa applicare vince la giungla. Essere riusciti, pian piano, a farlo capire è – forse – la cosa di cui andiamo più fieri. Tanto più che - come si dice - le voci girano. Nel momento stesso in cui le diverse Amministrazioni hanno avuto la percezione che a Rocca di Papa la musica stava cambiando, che dal “tutti contro tutti” si sta passando al metodo della collaborazione per risolvere i problemi, molti ostacoli che parevano insormontabili come per incanto non lo sono stati più. Finalmente, ad esempio i lanci del Torymus sono iniziati. Sarà un caso? Se anche lo fosse, scusate, ma chi se ne importa: noi siamo contenti lo stesso. L’essenziale è che adesso si guardi ai nostri 1.500 ettari di castagneti comunali con un’altra ottica. Ci vorranno anni, inutile nasconderselo, perché il nostro bravo Torymus sconfigga definitivamente il Cinipide e i castagni roccheggiani siano del tutto fuori pericolo. Ma intanto, mentre tifiamo per l’animaletto, ci stiamo attrezzando perché in futuro il territorio forestale di Rocca di Papa diventi il “Giardino d’Europa”. Un esempio di gestione all’avanguardia che coniughi la salvaguardia dell’ambiente con lo sviluppo e il lavoro. Le potenzialità ci sono tutte. Noi ci crediamo e, nella nostra piccola follia, siamo pure ostinati. Associazione “L’alveare” di Rocca di Papa

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ROCCA DI PAPA

il Segno - Maggio 2012

L’estate sta arrivando e restano i soliti problemi Viaggio al seguito di una famiglia romana arrivata a Rocca

di Sergio Rasetti Avevano rinnovato l’impegno di fare il possibile per il rilancio di Rocca di Papa, dal Centro Storico al Patrimonio Forestale. A noi sembra che siamo fermi ancora alle enunciazioni. La mentalità centralistica di questa Amministrazione si sta rivelando un disastro per il paese. Solo belle frasi su partecipazione e ascolto dei cittadini. “Tutti Sindaci” per ricordare lo slogan elettorale del dott. Boccia. Resta la pratica quotidiana: decisioni a porte chiuse mentre i Comitati di Quartiere sono ridotti a dispenser di sacchetti per la raccolta di immondizia. La speranza di recuperare presenze giornaliere che Roma e provincia possono fornire risulta negata dagli atti concreti dell’Amministrazione che non affronta questioni improrogabili per dare respiro a commercio, impresa e agli stessi residenti. Una famigliola di romani giunge a Rocca di Papa passando da Grottaferrata. Il quartiere Vigne funge da buon biglietto da visita (ma recinzioni di attività stabili fatte con brutte lamiere non aiutano). La casa fatiscente (foto n. 1) all’imbocco del ponte (in virtù di quali regole le facciate delle abitazioni possono essere lasciate degradare in quel modo?) smentisce la prima impressione messa definitivamente in discussione all’uscita del ponte, dove il cantiere di un edificio in ristrutturazione (foto n. 2) risulta inequivocabilmente abbandonato mentre un autobus di linea (foto n. 3) è restato bloccato da auto in sosta vietata proprio davanti al cantiere. Lunghi minuti di completa paralisi della circolazione stradale. Il giro della piazza è d’obbligo per chi vorrebbe fermarsi; con le giuste indicazioni sosta a Piazza Claudio Villa. Un buon caffè e un gelato per i ragazzi a questo punto sono praticamente indispensabili. La

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prima impressione non è però positiva. Numerosi contenitori colorati sono allineati nei pressi dei tavoli antistanti i bar della piazza (foto n. 4). Proprio in quel momento, sono le ore 11 circa, un automezzo della raccolta rifiuti si ferma (foto n. 5), scende l’operatore che aggancia un cassonetto, scarica il contenuto nel cassone e dopo averlo ricollocato riparte alla volta di un altro punto di raccolta della piazza. Anche questa attività comporta intralcio alla circolazione automobilistica. Mentre la famigliola scatta foto, il traffico si blocca di nuovo a causa di un camion che trasporta legname; non può passare per l’ennesima auto in divieto di sosta. Arriva un vigile che fischia più volte, nes-

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suna reazione e il vigile comincia a scrivere quando, con passo misurato, si presenta una signora che dice di essere stata in farmacia ma ha la sporta della spesa ricolma e il naso sporco di caffè; sale in auto e con una sgommata corre via. La famigliola dopo essersi scambiata sguardi di intesa, senza dire una parola, torna alla

macchina e riparte in direzione della Via dei Laghi alla ricerca di un posto meno problematico. Una realtà quotidiana che si può modificare nel modo seguente: 1° Rimozione dei cassonetti presso tutti i bar di Piazza della

21 portunamente rifinita. 3° Delimitazione dello spazio antistante il cantiere con strisce bianche di spessore evidente e segnali di divieto di fermata verniciati anche a terra. 4° Multe per divieto di fermata senza se e senza ma a cominciare dagli usuali privilegiati: parenti, amici, conoscenti, coinquilini, dipendenti e Amministratori Comunali. Una severità da compensare con un uso più discreto dell’autovelox. P.S. Non saranno queste righe a modificare quanto si ripete ogni giorno sulla piazza principale di Rocca di Papa commentato da tutti in modo negativo. Per questo oggi chiediamo ai diretti interessati di farsi immediatamente parte attiva per concertare con gli Amministratori le opportune misure.

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Repubblica sostituendoli con cassonetti in comune, chiusi a chiave, da collocare in Via Marino sotto il ponte. Anche gli orari di raccolta possono essere opportunamente riprogrammati. 2° Sostituzione della brutta recinzione di cantiere della futura sede comunale con una nuova struttura in tavolato op-

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ROCCA DI PAPA L’iniziativa decisa dal Movimento per Rocca di Papa dopo il silenzio del Comune 22

il Segno - Maggio 2012

Inizia la raccolta pubblica di firme per chiedere il “bilancio partecipato”

Alcuni membri del “Movimento per Rocca di Papa”

di Luigi Serafini Il “Movimento per Rocca di Papa” è tornato a parlare di bilancio partecipato. Nella riunione del 2 maggio scorso l’associazione, che su questo tema aveva chiesto un confronto pubblico all’Amministrazione comunale così da coinvolgere direttamente i cittadini nelle scelte economicofinanziarie dell’ente, ha deciso di dare corso all’iniziativa “Bilancio Partecipato” con il coinvolgimento dei Comitati di Quartiere e la successiva raccolta di firme nelle piazze di Rocca di Papa. L’associazione ha incontrato i Comitati di Quartiere durante un’assemblea svoltasi presso la sede del movimento, in via Gramsci, nel cuore del centro

storico. Successivamente saranno organizzati i gazebo per la promozione dell’iniziativa, il volantinaggio e la raccolta delle firme. “Presto saremo in grado di dare ulteriori notizie hanno spiegato i rappresentanti del movimento- confidando sempre sulla partecipazione di tutti e sui loro suggerimenti e consigli”. Ecco il testo del volantino e del documento per la raccolta delle firme: “E’ ora che la giunta Boccia ascolti i cittadini. Il Movimento per Rocca di Papa il 27 febbraio 2012 ha presentato la richiesta per la formazione di un “Bilancio Partecipato”. Come tutte le altre richieste e iniziative, anche questa, è rimasta chiusa

nei cassetti dell’Amministrazione Comunale. Contribuire alla formazione del bilancio comunale rientra in una visione costruttiva di partecipazione alle scelte che coinvolgono la nostra città ed interpreta la più alta espressione di democrazia. Questa iniziativa è anche l’occasione per eliminare dubbi, malumori ed equivoci che da sempre accompagnano la formazione del bilancio. Bilancio che, nella maggior parte dei casi, viene calato dall’alto, redatto al chiuso del palazzo e per lo più da una esigua minoranza di Consiglieri Comunali. Riteniamo di poter interpretare la volontà dei cittadini nel voler conoscere ed affrontare l’insieme delle problematiche che riguardano: • La gestione dei beni comuni (acqua , boschi, ambiente… ); • L’organizzazione, i benefici e i costi della raccolta dei rifiuti; • I costi della manutenzione e della gestione delle reti (strade, fognature, acquedotto, illuminazione) e dei depuratori; • I lavori straordinari delle scuole comunali, la loro organizzazione e l’introduzione di nuove tecnologie; • La manutenzione delle aree pubbliche, giardini, attrezza-

ture per lo sport; • La programmazione delle “opere pubbliche” per conoscerne le priorità, i benefici collettivi, la qualità, i costi e i tempi d’attuazione; • I programmi per i giovani, le attività culturali e il turismo; • La possibilità di sviluppare le offerte di lavoro e supportare le attività produttive; • La rivitalizzazione e rivalutazione del Centro Storico; • La programmazione e la tutela del territorio (urbanistica). Chiediamo, perciò, al Sindaco Pasquale Boccia, agli Assessori Maurizio Querini, Roberto Barbante, Marika Sciamplicotti, Mauro Fei, Valentina Trinca e al Presidente del Consiglio Comunale Luigi Ferazzoli la convocazione di un Consiglio Comunale aperto con il seguente ordine del giorno: La partecipazione dei cittadini alla formazione del bilancio comunale”. Come si vede l’argomento è serio e importante e i temi affrontati riguardano tutti i settori su cui il Comune è chiamato a dare risposte attraverso una programmazione economico-finanziaria che dovrebbe essere condivisa anche dai roccheggiani, troppo spesso messi nell’impossibilità di partecipare alle scelte da cui dipende il futuro dell’intera cittadina.

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23 ROCCA DI PAPA Dalla segreteria dell’Udc di Rocca di Papa riceviamo e volentieri pubblichiamo il Segno - Maggio 2012

“Dimissioni in massa di iscritti... ma la Pro Loco esiste ancora?” Armando Serafini dell’Udc

Sembrerebbe azzerata la Pro Loco di Rocca di Papa, girano strane voci che ci siano state dimissioni in massa di un folto gruppo di iscritti. Interrogativi aperti (che meriterebbero delle risposte) e che al tempo stesso metterebbero in luce coni d’ombra che sembrerebbero denotare la poca trasparenza nel modo di operare degli ultimi mesi. Incomprensioni, mancanza di dialogo o c’è dell’altro? Certamente queste presunte o probabili dimissioni sono sintomatiche di una crisi interna in atto già da qualche tempo, questo carrozzone sembrerebbe avere con queste dimissioni e le precedenti dimostrare un equilibrio molto precario. Abbiamo chiesto ufficialmente con interrogazione in data 28 ottobre 2011 con prot. 30029, di avere copia dei bilanci ufficiali di come è stato speso il denaro pubblico, abbiamo ricevuto un foglio di carta

Emaila Marmi Snc di Orofino Prospero

generico format excel, da cui non si capisce che fine hanno fatto i soldi e chi li ha spesi. Ma chi è il proprietario del sito web della Pro Loco... forse c'è qualche conflitto di interessi? Le dimissioni dal Consiglio Direttivo della Pro Loco (di cui non vengono resi pubblici i verbali di assemblea) sembrerebbero motivate da decisioni unilaterali di pagare questo o quel “fornitore” prima di altri... che i cittadini hanno pagato a caro prezzo... Queste notizie per noi non fanno scalpore tanto che avevamo duramente contestato nella seduta del Consiglio Comunale la nascita di questo carrozzone che è in palese contrasto con l’art. 3 del regolamento comunale approvato con delibera C. C. n. 52 del 7 novembre 2003. Il consigliere Mario Gatta aveva pubblicamente contestato le irregolarità legate all’applicazione del regolamento comunale circa la costituzione della Pro Loco ma all’epoca il Presidente del Consiglio Comunale con un atto di “democrazia” trovò il modo di non farlo parlare passando la parola all’allora neo presidente della Pro Loco e Gatta abbandonò l’aula in segno di protesta. Un terremoto che va ad aggiungersi a quanto già successo nelle scorse settimane mentre in paese in fretta e furia sono apparsi volantini per cercare nuovi ‘adepti’ alla Pro Loco che di fatto oggi non esiste più. E questo dovrebbe essere un Ente che deve rappresentare e promuovere Rocca di Papa? Tutto questo succede quando si ha la presunzione di voler fare le cose per forza e di fretta, “la gatta frettolosa fece i figli ciechi” e si pensa che i Consiglieri di minoranza non contano niente. La segreteria Udc Rocca di Papa

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A nove mesi dalla nascita

E’ il momento della chiarezza

Sabato 12 maggio si è svolta l’assemblea generale degli iscritti della Pro Loco di Rocca di Papa. Per quel che siamo riusciti a sapere si è trattato di un incontro poco partecipato, segno evidente che a nove mesi dalla nascita la nuova Pro Loco non solo non è riuscita a “conquistare” i cittadini, ma si ha l’impressione che dopo l’entusiasmo iniziale dei suoi componenti ci si sia già avviati sul viale del tramonto. Questo clima di “fuga” dalla Pro Loco lo avvertivamo da alcuni mesi, visto che molte associazioni che D’Andrea ci inviavano comunicati stampa sulle loro attività, ci tenevano a precisare che “la Pro Loco non c’entra niente con l’iniziativa”. In questa vicenda, però, è il ruolo giocato dal Sindaco Boccia a lasciarci perplessi: dopo essersi speso più di tutti per far nascere la Pro Loco in pieno ferragosto e con una quota iniziale di 100 euro, adesso anche lui sembra essere già sceso dall’ex “carro dei vincitori”. L’impressione è che la Pro Loco gli sia servita solo per organizzare la Sagra delle Castagne visto che il Comune, con i conti fuori controllo, rischiava di saltare la festa locale più popolare. Da questo fallimento, perchè di ciò si tratta, due soggetti ne stanno traendo benefici: l’Ente Pro Rocca (della Brandani, cerimoniera del Sindaco), ricicciato dopo mesi di assenza, e il delegato alla cultura Pizziconi, tornato a riappropriarsi della sua legittima delega. Andrea Sebastianelli

chiuso il martedì

Sala per cerimonie


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di Roberto Sinibaldi Tre amici trentenni, tre bici, un sogno: dimostrare che l’automobile non è l’unico mezzo utilizzabile per fare un viaggio, anche lungo. Il primo giugno partiranno da Roma, attraverseranno gli Appennini e le Alpi e in 24 tappe da circa 100 chilometri al giorno arriveranno a Copenaghen a fine mese (compreso qualche meritata giornata di riposo lungo il percorso). Sono organizzati di tutto punto, con bagagli e il necessario per essere autosufficienti. Tuttavia accettano offerte di ospitalità da chi voglia accoglierli lungo il percorso. Tutti i dettagli sono su un sito, piacevole e completo, www.sentieriluminosi.org, che sarà aggiornato anche durante il viaggio. Già da ora, sullo stesso sito, è comunque possibile seguire tutte le fasi dell’organizzazione. Intanto i tre si allenano soprattutto ai Castelli Romani e in particolare vanno su e giù per le salite di Rocca di Papa. Abitando a Roma sud il profilo di Monte Cavo rappresenta il limite fisico dell’orizzonte e la prima cosa che fa qualsiasi ciclista è quella di scalarlo. Abbiamo parlato con Tommaso, uno dei tre. Perché andare a Copenaghen e perché andarci in bici? «Le due cose sono legate: partiamo dalla capitale europea ciclisticamente meno attrezzata per arrivare nella patria della bicicletta. Con una linea virtuale vorremmo collegare Roma a Copenaghen, ma siamo consapevoli che rendere Roma almeno un po’ più simile a Copenaghen, o a una qualunque città dell’Europa più avanzata, è un processo lungo e difficile».

ROCCA DI PAPA

Missione Copenaghen percambiarestiledivita I tre ciclisti romani si allenano spesso ai Castelli

sotto una macchina. Lì piove e d’inverno fa freddo, eppure tutti si spostano in bici. Da noi c’è il sole dieci mesi l’anno e invece qui in bici non ci va nessuno! Se domani mattina in molti, moltissimi, decidessero di prendere la bici per i loro spostamenti in città, assisteremmo a una piccola rivoluzione che obbligherebbe i nostri politici a correre ai ripari e fare finalmente qualcosa per la mobilità ciclistica pure da noi!».

L’italiano è attaccato alla macchina, si sa! «Non sempre e non dappertutto. A Ferrara e più in generale in molte zone dell’Italia settentrionale la situazione non è drammatica come a Roma. Il recente caro benzina ha poi fatto abbandonare la macchina a un bel numero di persone. Penso però che la scelta della bici dovrebbe essere una scelta consapevole dei benefici indotti, personali e collettivi, che procura. Dalla salute individuale, perché non si sta più chiusi immobili dentro una scatola di

Come si può cambiare? «Per prima cosa dovremmo cambiare la nostra mentalità, le nostre scelte collettive. Girare in bici nella città di Copenaghen -ci sono già stato- a noi romani dà una epidermica sensazione di libertà, di semplicità, di piacere. Tutti rispettano le regole. Se vai su una ciclabile puoi stare tranquillo che nessuno ti taglia la strada, che non rischi ad ogni metro di finire

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il Segno - Maggio 2012

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Tommaso a Rocca di Papa

latta, fino a quelli collettivi relativi alla riduzione dell’inquinamento. Non so quanto valga in termini economici, credo molto. Comunque personalmente non ho la macchina e non la uso. Per tutti i miei spostamenti, anche d’inverno o di sera, uso la bici. Per me è una scelta di vita. Un modo di agire che, vorrei dimostrare, può essere non solo personale».

Insomma, non andate a Copenaghen solo per fare qualche migliaio di chilometri… «Naturalmente anche per quello: a noi piace andare in bici. Ma vogliamo anche dimostrare che se vai in bici ti riappropri del tuo corpo e sei più libero con il tuo cervello. Del resto le rivoluzioni culturali non si basano sul cambiamento degli stili di vita?».

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Case fantasma e ruolo pubblico, un tema da non sottovalutare ROCCA DI PAPA

il Segno - Maggio 2012

di Sergio Rasetti Mentre Monti vorrebbe rimettere in ordine i conti del Paese pescando nelle tasche di lavoratori, pensionati, proprietari di prima casa e la crisi economica divora posti di lavoro, la maggioranza dei politici sembra destinata a scomparire dalla scena, travolta da scandali di ogni tipo e dalla responsabilità di aver condotto il Paese in una situazione molto più grave di quella determinata dalla congiuntura che ha colpito il mondo intero. Mentre troppi politici importanti finiscono sulla cronaca nera, l’opinione pubblica fatica a trovare punti di riferimento credibili ai quali affidarsi per superare questi anni difficili. In questo quadro, anche localmente, quando un’organizzazione politica mettendo sotto la lente di ingrandimento un elenco di cittadini che, salvo errori degli uffici competenti, non risultano in regola con leggi e regolamenti scopre la presenza di alcuni politici, amministratori o loro familiari, quel poco residuo di fiducia che i più tenaci vorrebbero conservare vacilla pericolosamente ed è legittimo che si chiedano agli interessati spiegazioni pubbliche ed eventuali dimissioni. E’ accaduto a Rocca di Papa dove, come già abbiamo scritto lo scorso mese, il circolo Fli (il partito di Gianfranco Fini) consultando la lista pubblica di immobili “cosiddetti fantasma”

perché sconosciuti a catasto e fisco, avendo costatato la presenza di Consiglieri Comunali, Amministratori e/o relativi familiari, ha chiesto, con un comunicato pubblicato sul giornale online Meta Magazine, le dimissioni degli interessati per “fatto politico”. Sono seguite repliche che attribuiscono la presenza di alcuni nominativi ad errori per i quali sono state richieste immediate rettifiche. La questione si può considerare chiusa? Non sappiamo se le parti siano soddisfatte di chiarimenti e repliche. Per quanto ci riguarda siamo restati colpiti dalla risposta a Fli del Primo Cittadino, pubblicata dallo stesso giornale, nella quale dopo aver documentato come l’immobile di famiglia fosse in regola con il catasto rimanda al mittente “tutte le accuse affinché chiarisca, al pari del sottoscritto, la posizione urbanistica riguardante l’immobile del quale è proprietario sul territorio di Rocca di Papa”. Alla nota di un’organizzazione politica si risponde chiamando in causa una singola persona, della quale non si indica nemmeno il nome, perché chiarisca la sua posizione (a chi? al catasto? al fisco? agli uffici comunali? agli altri presenti in quella lista? a tutti gli altri politici? soltanto a quelli del suo partito?). Un modo non usuale di interloquire in ambito politico che può dare adito a interpretazioni sbagliate, cosa che dovrebbe essere sempre scongiurata.

La parola al Consigliere Danilo Romei

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Intervista al Sindaco Pasquale Boccia

“La mia residenza è regolarmente accatastata”

In merito alla vicenda sollevata dal circolo territoriale “Fli Rocca di Papa”, che vede accusati alcuni politici locali di non aver accatastato degli immobili, abbiamo rivolto qualche domanda al Sindaco Pasquale Boccia. Ci può spiegare quanto accaduto? “Ho provveduto immediatamente a chiarire al giornale online, che ha pubblicato l’articolo di Fli, non il mio punto di vista, bensì la realtà dei fatti. Nella mia nota ho riferito, citando i documenti, che la mia residenza è regolarmente accatastata e oggetto di variazione di classamento in atti dal 17 luglio 2009 per quanto riguarda l’abitazione principale, cat A7 (protocollo n. RM1081020) e del garage C6 (protocollo n. RM1081021), regolarmente edificati giusta concessione edilizia n. 3/1992. Per quanto riguarda invece i due accessori di cat. C7, realizzati con autorizzazione n. 2/1999, per i quali è ancora in corso la pratica di perfezionamento catastale presso l’Agenzia del Territorio, ritengo opportuno ricordare che sino all’entrata in vigore dell’Imu, trattandosi di accessori dell’abitazione principale, erano esenti dall’ICI. Dunque è fuorviante parlare di danno erariale”. Come mai secondo lei il circolo di Fli ha deciso di agire a mezzo stampa anziché, eventualmente, adottare altre vie? “Sempre più spesso ormai ci troviamo di fronte a un’informazione diffamante e denigratoria da parte di alcuni soggetti verso l’Amministrazione comunale, che purtroppo non trova filtro alcuno, e che, lontana dalla realtà, propina un’immagine pilotata e confacente ai propri scopi”. Sporgerà querela per diffamazione? “Abbiamo sottoposto la questione al nostro penalista, il quale provvederà a farci sapere se ne sussistono i presupposti”. Trattasi di mera strumentalizzazione politica? “Ovviamente sì. Se l’intenzione di questi signori, e parlo sia di chi ha scritto il comunicato, sia di chi ne ha dato risonanza, fosse stata quella di raccontare ai cittadini la verità, sarebbero venuti da me a sentire anche l’altra campana. Ma evidentemente lo scopo era un altro. Rimando quindi al mittente tutte le accuse affinché chiarisca, al pari del sottoscritto, la posizione urbanistica riguardante l’immobile del quale è proprietario sul territorio di Rocca di Papa”. (Cristiana Zarneri)

“Nessuna irregolarità, è una strumentalizzazione”

In merito alla vicenda sollevata dal circolo territoriale “Fli Rocca di Papa”, abbiamo rivolto le stesse domande fatte al Sindaco anche a Danilo Romei, uno dei Consiglieri di minoranza (Pdl) chiamati in causa. “Le accuse dei locali esponenti del Fli a me rivolte sono solo frutto di totale disinformazione. Infatti, la pubblicazione dell’elenco degli immobili non dichiarati in catasto è un obbligo di legge e include immobili individuati con l’ausilio di foto aeree digitali sovrapposte alla cartografia catastale. Nel mio caso si tratta di un ripostiglio in lamiera di mq 2 per il quale non sussiste obbligo di accatastamento, e nel quale custodisco una

vanga ed un rastrello. Ho inoltre già provveduto a presentare ricorso avverso l’errato accertamento dell’UTE”.

Come mai secondo lei, il circolo territoriale Fli Rocca di Papa ha deciso di agire a mezzo stampa anziché, eventualmente, adottare altre vie? “Le accuse diffamatorie recano sempre scandalo quindi il mezzo stampa utilizzato dagli esponenti del Fli altro non è che la necessità di diffondere notizie false e denigratorie. In realtà tale azione ha avuto un risvolto contrario a quello voluto: infatti conforto e solidarietà mi sono arrivati da tanti miei concittadini”.

Lei sporgerà querela per diffamazione? “Non è nel mio stile e non trovo né utile né edificante interpretare come offese personali quelle che ritengo essere solo schermaglie politiche. Quindi non intendo intraprendere alcuna azione legale”.

Trattasi di mera strumentalizzazione politica? “Senza dubbio. Ritengo che azioni di così basso livello evidenzino solamente la totale mancanza di valide argomentazioni e contenuti politici”. (Cristiana Zarneri)


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ROCCA DI PAPA

Torna Frusley... ilvillaggiodellosport

il Segno - Maggio 2012

L’evento si svolgerà nella piazzetta della Funicolare Al campo Gavini Leonello

di Sandro Tabellione Dopo il successo della passata edizione, il 22, 23 e 24 giugno torna a Rocca di Papa “Frusley Street Sport Village 2012”, l’innovativa ed entusiasmante iniziativa dell’associazione presieduta da Gennaro Draicchio (foto a lato) che, grazie allo sport, riesce a coinvolgere centinaia di giovani. Anche quest’anno gli incontri si terranno nella storica “piazzetta della Funicolare”, a ridosso di piazza della Repubblica. Molte le novità annunciate. In quest’edizione 2012, “grandi e bambini potranno non solo sfidarsi nella Frusley Street Soccer Cup ma anche cimentarsi nello Street Basket, nel Ping-Pong, oppure divertirsi in interminabili partite di Subbuteo. Un calendario ricco di eventi per i quali si avverte già una sorta di “tutto esaurito” sia di partecipanti attivi che di spettatori. “Frusley Street Sport Village è dedicato a tutte le categorie, Bambini, Junior e Over –ci ha spiegato Gennaro Draicchio-, e all’interno dell’area verrà inoltre allestito un maxischermo per la visione dei Quarti di Finale del Campionato Europeo di Calcio 2012”. Ricordiamo a tutti gli appassionati che iscrizione e partecipazione sono gratuite per tutte le categorie coinvolte. E anche questo è un bel segnale di come per organizzare eventi non sempre bisogna chiedere soldi ai cittadini. Inoltre sono previsti premi per i vincitori e gadget per tutti i partecipanti. L’iniziativa, che ha ottenuto il patrocinio del Comune di Rocca di Papa, della Provincia di Roma e della Regione Lazio, nell’edizione scorsa interessò ben tre Co-

muni (Rocca di Papa, Marino e la città di Roma), coinvolgendo oltre trecento atleti e una grandissima cornice di pubblico. Un’edizione conclusasi con l’aggiudicazione per la “Frusley Soccer Promotion” del premio “Live Soprt” di AICS e di Roma Capitale. Anche in questa occasione il Gruppo Roma Radio è media partner dell’evento sulle emittenti Retesport, Radiosei e Radio Roma Capitale. “Iscriversi e partecipare è molto semplice –conclude Draicchio-, basta collegarsi al sito web www.frusley.com e compilare il form online. In alternativa al web è possibile iscriversi compilando l’apposito modulo disponibile presso “la Casina dei Pini” in piazza della Repubblica a Rocca di Papa”. Info: tel. 06.94749499 mail: info@frusley.com

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Al via l’VIII Trofeo Città di Rocca di Papa

E’ iniziato lo Aldo Gatta scorso 15 maggio l’VIII Trofeo Città di Rocca di Papa, organizzato dalla società calcistica Polisportiva Canarini. Si tratta di un torneo federale che coinvolge ben cinque categorie della scuola calcio, dai bambini classe ‘99 fino a quelli nati nel 2003, e a cui parteciperanno diverse società calcistiche del panorama dei Castelli Romani e non, tra cui il Cinecittà Bettini, la Lodigiani e la Lazio. L’evento sportivo è stato presentato il 7 maggio presso l’aula consiliare di Corso Costituente, e ha visto la partecipazione delle squadre aderenti. Durante il torneo, ed è questa una novità rispetto alle edizioni precedenti, dal 20 maggio al 14 giugno, si terrà anche il “Festival dei piccoli amici città di Rocca di Papa – memorial Antonio Paris e Manolo Pizzicannella”, riservato alle categorie 2004 e 20052006, in ricordo del custode del campo, scomparso proprio quest’anno, e di suo nipote, morto tragicamente 20 anni fa cadendo in un burrone. “Quest’anno abbiamo voluto ricordare Antonio e il piccolo Manolo con un torneo a loro dedicato – ha commentato il responsabile della scuola calcio Aldo Gatta -, con lo scopo di promuovere, come sempre fatto nel corso degli anni, il divertimento e la sana competizione tra i bambini, e l’unità dei genitori, coinvolti in momenti conviviali e di festa”. Gli incontri, fino al 23 giugno, si svolgeranno tutti presso il campo sportivo ‘L. Gavini’ di Rocca di Papa, nel quartiere dei Campi d’Annibale. Luigi Serafini

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ROCCA DI PAPA Intanto continua l’avvelenamento dei cani nel quartiere dei Campi d’Annibale

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il Segno - Maggio 2012

Addio a Checco... “cane del cimitero”

Il monumento dedicato a Tocco, cane di Monte Porzio Catone

amico Luca Rossetti il soggiorno fu abbastanza breve e piacevole, poi Luca lo prese con se e lo portò in un luogo tranquillo, seguito e amato ha vissuto sereno gli ultimi due anni. Il destino è sempre strano: un sabato sera in casa di mio fratello incontravo Argia, cugina di Amedeo, le dico che Checco sta bene e mentre parlo di lui mi arriva la telefonata di Luca che mi dice che Checco stava morendo… grazie Luca per le Checco, il “mitico tue lacrime, per le tue parole, cane del cimitero” con Luca per tutto quello che hai fatto di Daniela Di Rosa per un cane, non il tuo cane ma un vecOgni tanto qualcuno mi ferma chio bastardino senza nome. e mi chiede notizie di Checco, Non so quale sia stata la sua vita prima di il “cane del cimitero”. Chi incontrarlo ma so che tu gliel’hai resa legge Il Segno lo ricorderà si- bella dopo! curamente per gli articoli e le foto a lui dedicati tempo fa. Apparve al- Continuo a parlare di cani, per ogni l’improvviso in via Rocca Priora, ai persona che li ama e li rispetta ce n’è Campi d’Annibale, era anziano, cammi- un’altra che li odia e maltratta, ma la nava piano verso il paese. Con un’altra cosa più terribile è che vigliaccamente volontaria-animalista cercammo di pren- li avvelena. Ma che uomo è (per quanto derlo per portarlo al sicuro, non fu possi- ne so le donne non hanno questa barbara bile, poi nonostante le nostre ricerche abitudine) uno che getta polpette avvelesparì per riapparire giorni dopo fuori al ci- nate a dei poveri cani, cuccioli, gatti… un mitero. Restò lì, come se in quel posto ci mostro, un assassino seriale… in via dei fosse il suo vecchio padrone, per mesi si Monti ne ha uccisi un bel po’, tra cui un presero cura di lui Amedeo, Giorgio ma giovane e splendido labrador nero, un insoprattutto Luca, c’era però un problema: crocio volpino, un meticcio marrone e pur essendo un cane dall’indole mansueta l’incrocio boxer che stazionava sempre non amava farsi toccare dagli estranei ma insieme a un suo inseparabile compagno solo da loro tre, probabilmente perché, es- tra il bar e la frutteria di via dei Campi sendo mezzo cieco un’ombra improvvisa d’Annibale. A chi giova la morte di questi poteva sembrargli un pericolo. cani? Sono andata dal delegato ai diritti Dopo varie lamentele, un triste mattino fu degli animali, era dispiaciuto per l’accaportato al canile sanitario ma grazie al suo duto e aveva dei sospetti… e allora?

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Quanto ci vuole a fare una denuncia ai Carabinieri? Metà dei cani uccisi avevano un padrone, quanto ci vuole a far rispettare le leggi? I cani padronali vanno tenuti nelle proprie case o giardini, quanto ci vuole ad indagare se si hanno sospetti? Ci vuole coraggio, questo ci vuole. Si è parlato di pecore o galline uccise, di gente che non può fare jogging, di ladri infastiditi dal loro abbaiare… Sono stata giorni fa a Monte Porzio Catone per vedere la statua che il paese ha dedicato a Tocco, piccolo grande cane amato da tutti. Invito il nostro delegato a fare un manifesto contro l’avvelenamento dei cani che qui avviene troppo spesso, magari dando una ricompensa (possiamo pensarci noi volontari) a chi darà informazioni utili a identificare l’avvelenatore, perché questo è reato penale!

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il Segno - Maggio 2012

Una serata al Bar Enoteca all’insegna della canzone romanesca

Con le note e la voce di Paolo Valbonesi alla scoperta della bella musica romana di Rita Gatta Una serata all’insegna di Roma, della sua cultura culinaria e delle sue belle canzoni in dialetto: questo quanto un selezionato pubblico ha potuto gustare il 31 marzo scorso a Rocca di Papa nel Bar Enoteca di via Frascati. La voce di Paolo Valbonesi, istrionico artista naturalizzato da tempo nella nostra città, componente di un altro gruppo “Le storie sospese” che magistralmente interpreta indimenticabili canzoni di Fabrizio De Andrè, stavolta ha condotto i presenti in un percorso canoro caratterizzato da vecchi suoni e modi di dire del vernacolo di Roma, ricercando tra i brani, alcuni pezzi non molto conosciuti, ma di grande valore storico per quanto riguarda il repertorio romanesco. Tra questi “ Bella quanno te fece mamma tua”, un sonetto del 1200, musicato due secoli fa che fa parte ormai della tradizione… Un impegno che Valbonesi assume sia quando si esibisce da singolo cantante, sia quando si presenta con un altro suo gruppo “Li mejo fichi der bigonzo” . I temi canori della serata sono stati vari:

Paolo Valbonesi

dalle serenate ai canti che maliziosamente conducono ai doppi sensi, alle storie d’amore disperate, alla malavita; non potevano mancare, data la grande sensibilità dell’artista, un omaggio a Rocca di Papa con “La Regina dei Castelli” di Terenzio Botti e al compianto Graziano Diadei, noto cantautore in vernacolo, nostro con-

cittadino con “Ce rosichi” e “Serenataccia”. Un altro pezzo, di cui il nostro Valbonesi è autore, “Sotto ar celo de Rocca de Papa” è un sentito omaggio canoro che l’artista ha voluto esprimere nei confronti della nostra città nella quale si è ambientato e dalla quale è accolto e amato come un figlio del territorio. “Ho preparato questa selezione di brani più o meno noti ma secondo me molto significativi; il mio intento è stato quello di far conoscere alcuni pezzi poco ascoltati, ma bellissimi che dovrebbero rivalutare l’opinione che si ha della Canzone Romana, considerata da troppi solo come macchietta, non tenendo conto al contrario, di pezzi molto intensi ed emozionanti come alcuni di quelli appunto proposti nella serata”. Dato il successo dell’incontro non possiamo che confermare che l’obiettivo è stato pienamente raggiunto e attendere una prossima occasione per viaggiare ancora indietro nel tempo, ripensando ai canti e alle serenate che i nostri nonni e bisnonni suonavano e cantavano sotto i balconi per conquistare l’amata.

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Cultura e

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Storia dell’anarchico roccheggiano Arduino Gatta

il Segno - Maggio 2012

... dintorni

di Andrea Sebastianelli Con il n. 53356, Arduino Gatta viene schedato come anarchico nel Casellario Politico Centrale del Ministero dell’Interno. E’ il 1913. Nato a Rocca di Papa il 5 ottobre 1890 si trasferisce poi a Roma pur mantenendo relazioni con la cittadina castellana. Per gli organi della Pubblica Sicurezza del regime fascista, Arduino Gatta non era un semplice “segnalato” ma, addirittura, un uomo considerato “pericoloso” e infatti dopo una lunga persecuzione, viene inserito nella categoria 2da. La Questura utilizzava queste categorie (1ma, 2da, 3za) in base alla presunta pericolosità delle persone sottoposte a controllo. La categoria 1ma comprendeva, per esempio, persone ritenute in grado di rappresentare un serio rischio per la vita stessa del Regime.

Il nome di Arduino Gatta figura in un elenco a favore della stampa anarchica

Occhi celesti, capelli castani e baffi biondi, 1,52 metri di altezza… il suo rapporto con la Polizia inizia, come dicevo, nel 1913 ad appena 23 anni, prima dell’avvento di Benito Mussolini. Con una nota riservata, la Direzione Generale del Ministero chiede al Prefetto di Roma informazioni circa i “precedenti morali, politici e giudiziari” di Arduino Gatta, “il cui nome –si legge ancora nella nota- figura in un elenco di sottoscrizioni inviate da questa città (Roma, n.d.d.) a favore della stampa anarchica”. Siamo agli inizi di febbraio, la Prefettura della Provincia di Roma non riesce a trovare segnalazioni su di lui e la vicenda sembra essere conclusa. Ma sette anni dopo, precisamente il 2 marzo 1920, la Regia Questura di Roma torna a interessarsi dell’anarchico roccheggiano inviando una relazione “riservata-urgente” al Prefetto e al Direttore Generale di Pubblica Sicurezza, nella quale si rileva che “Gatta Arduino di Mariano e Fazi Anna […] abitante in via Scipioni n. 17 scala 2 int. 4, cameriere, anarchico pericoloso […] aveva fatto pubblicare clandestinamente un libretto di canti estremamente rivoluzionari ed inneggiando al regicidio di Monza…”.

Dopo il regicidio di Gaetano Bresci, il fermento invade gli anarchici italiani

Proprio l’attentato a Umberto I del 29 luglio 1900 a Monza, commesso da Gaetano Bresci, fa nascere negli ambienti

Sopra: il Questore di Roma Cesare Mori A lato: la foto segnaletica di Arduino Gatta

anarchici italiani una grande euforia che si traduce nella conquista di migliaia di giovani verso le idee rivoluzionarie. Infatti, a parte un gruppo di anarchici romani, nessuno sconfessa il gesto del Bresci e questo fatto suscita entusiasmo tra i giovani che vedono rinverdirsi i miti risorgimentali della lotta per la libertà. Le persecuzioni di questi giovani anarchici si intensificano in una rete di controlli che non lascia scampo. A reprimere con drammatiche misure di polizia i movimenti anarco-socialisti è dapprima Francesco Crispi, Presidente del Consiglio dal 1887 al 1891 e dal 1893 al 1896; poi il marchese Antonio Di Rudinì, Presidente dal 1891 al 1892 e dal 1896 al 1898, quando si dimette per l’eccidio di Bava Beccaris; poi il Presidente del Consiglio Nitti con una vera e propria repressione che ha i suoi effetti più drammatici nei primi mesi del 1920; infine, con l’avvento del fascismo, Benito Mussolini che instaura un vero e proprio regime poliziesco.

Rocca di Papa agli inizi del ‘900 è un fiorire di giovani anarchici

Per ben inquadrare il periodo storico in cui si colloca la storia di Arduino Gatta e, insieme a lui, quella di centinaia di giovani anarchici che nei primi anni del Novecento rappresentavano il “vero

problema politico” del Regno d’Italia, è necessario un breve quadro storico. Oltre al Gatta si segnalano le vicende di altri anarchici roccheggiani, anch’essi perseguitati (come Francesco Casciotti, Francesco Fazi, Riccardo Gabrielli, Serafino Rufini, ecc.) ed è importante capire perché in una cittadina piccola come Rocca di Papa fioriscono, a cavallo dei due secoli, decine di giovani legati alle idee dell’anarchismo. Sulla storia di ognuno di essi appare evidente l’influenza, almeno inizialmente, di Andrea Costa, fautore del primo anarchismo italiano. Seguace di Bakunin, Costa dimostra una grande capacità nell’infiltrarsi nel mondo contadino fino all’approdo verso il socialismo che lo porta alla rottura con i movimenti anarchici. A Rocca di Papa la sua influenza è ancora più forte proprio perché Andrea Costa per un periodo risiede nella cittadina castellana. E, dopo Costa, l’influenza maggiore viene esercitata da un altro anarchico di spicco, Errico Malatesta. In questo periodo Arduino lavora nella Capitale come cameriere presso una pizzicheria di prodotti napoletani in via Tor Sanguigna, a pochi passi da piazza Navona. I suoi precedenti con la giustizia (e le sue precoci idee anarchiche) per la verità, iniziano all’età di 19 anni quando nel 1909 viene condannato a un mese di segue a pag. 30


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di Rita Gatta Abbandonarsi alla fantasia, leggere, scrivere, lasciarsi andare dietro una scia di versi, trovare attimi tutti per sé da condividere poi con gli altri: questo è stato il sunto del bell’incontro che c’è stato nella Biblioteca di Rocca di Papa, in via Ferri, il 12 aprile, ospiti del direttore Carlo Cofini e delle infaticabili bibliotecarie Sabrina Novelli e Maria Rita Panci. Si tratta di uno degli appuntamenti previsti in un’iniziativa, “Castelli di Scrittori”, nata nella Biblioteca di Frascati, dove da qualche tempo diversi autori noti o emergenti del territorio si incontrano e leggono le loro opere edite o inedite. Gli onori di casa sono stati fatti con il solito garbo e competenza da Maria Pia Santangeli e dal poeta e giornalista storico Mario Leoni, caporedattore della rivista Castelli Romani. Anche il 24 Aprile a Ciampino presso la Sala Convegni del Comune si è

Laculturacrescecon “Castelli di scrittori” CULTURA

svolto un altro incontro che come quello nella nostra biblioteca cittadina, ha visto la partecipazione di diversi autori: Riccardo Agrusti, Yuri Bizzoni, Angelo Chieti, Rita Gatti, Silvia Gentile, Ugo Intini, Patrizia Pallotta, Eliana Rossi, Natale Sciarra, Edoardo Silvestroni, Matilde Ventura e Daniela Zanetti, infine Rosanna Massi, direttrice della Biblioteca Archivio Storico comunale di Frascati e attiva organizzatrice dell’evento insieme alla Santangeli. Assente a Rocca di Papa, per un grave lutto familiare il critico e scrittore Franco Campegiani, ha partecipato invece a Ciampino con versi molto sentiti come tutti gli altri poeti e scrittori che

il Segno - Maggio 2012

hanno presentato brani e versi anche inediti, regalando al selezionato pubblico, momenti di condivisa partecipazione. Tornando al Reading svoltosi a Rocca di Papa, va sottolineata la bella partecipazione musicale del M° Stefano Troìa (e non Simone come erroneamente scritto in un’altra occasione) che con la sua chitarra classica ha presentato in due riprese tre brani: La Espiral Eterna di Leo Brouwer, Fuga di J. S. Bach e Aria Mediterranea di Maurizio Colonna. Il successivo incontro letterario si è svolto l’11 maggio ad Ariccia nella Locanda

Martorelli, piazza della Corte. Altri incontri saranno organizzati a Monte Porzio Catone il 24 maggio e a Lanuvio il 23 giugno. Dall’1 al 3 giugno presso le Scuderie Aldobrandini di Frascati sarà poi allestita una mostra dedicata interamente alle opere e ai libri dei Castelli Romani, con la partecipazione di autori e case editrici. Un modo per far conoscere e rendere visibile l’attività letteraria del nostro territorio, ricco di scrittori e poeti che molto offrono al pubblico e ai lettori dei Castelli Romani e dintorni.

Storia dell’anarchico roccheggiano Arduino Gatta

reclusione e lire 30 di multa per usurpazione di terre a danno della duchessa Sforza Cesarini, proprietaria di molte terre a Rocca di Papa tra cui Monte Cavo. Nel 1913 lo stesso tribunale di Roma lo condanna a un anno di reclusione e 100 lire di multa per appropriazione indebita.

Il 2 marzo 1920 scatta la perquisizione della Polizia nella sua casa romana

Arriviamo così al 1920, l’anno in cui ha inizio la prima grande repressione che a Roma colpirà soprattutto i quartieri popolari. Il 2 marzo, in seguito alle informazioni provenienti dal tribunale ma soprattutto all’accusa di appartenere a gruppi anarco-comunisti, scatta la perquisizione della Polizia in via degli Scipioni, quartiere Prati. Il bottino risulta piuttosto corposo: 3 bombe ad innesto, 2 pugnali, una rivoltella calibro 7 con cartucce, centinaia di libretti dal titolo “Canti e bozzetti libertari” scritti dallo stesso Gatta, alcuni ritratti dei più noti rivoluzionari italiani e stranieri, alcuni motti sovversivi dai timbri di gomma (uno dei quali con la scritta Boston V.R. Tipografia Sociale 1920 “con lo scopo –si legge nella relazione del Questore Cesare Mori- di avvalersene per pubblicazioni clandestine”. Arduino Gatta viene subito tratto in arre-

sto e condotto nel carcere di Regina Coeli. Interrogato, confessa di essere l’autore dell’opuscolo e di non essere iscritto ad alcun partito. Anche a proposito delle bombe, ammette di averle confezionate egli stesso con l’intenzione di commettere un attentato a Rocca di Papa contro l’amministrazione comunale e contro un certo Giuseppe Gatta a causa di una casa di proprietà della sua famiglia. A proposito dell’opuscolo, le sue dichiarazioni non convincono il Questore Mori che, a tal proposito, scrive: “…inverosimilmente dice di averlo fatto stampare nella tipografia del Giornale d’Italia, senza nulla pagare neanche per la spesa della carta, ma non sa indicare a chi dell’amministrazione dal giornale si è rivolto… I diversi scritti che l’opuscolo contiene – si legge ancora in una nota del 4 marzo- sono tutti ispirati all’odio fra le classi sociali, ed incitano alla rivolta ed ai delitti contro le persone. Vi è tra essi –continua- una poesia dal titolo 29 luglio 1900 nella quale si fa l’apologia del regicidio di Gaetano Bresci. E’ facile ritenere –conclude Moriche le bombe erano destinate a scopo ben diverso di quello, pur delittuoso, che lui vorrebbe far credere”. Il 13 settembre 1920 viene rimesso in libertà per insufficienza di prove con l’obbligo di restare a

La lettera anonima che accusava Arduino Gatta

disposizione della Regia Procura del Re per l’omessa denuncia delle armi e degli esplosivi.

L’incontro con Errico Malatesta presso il giornale anarchico Umanità Nova

Arduino lascia l’abitazione di via Scipioni e prende alloggio sempre a Roma alla Locanda di Nerva in via Tor dei Conti, rione Monti. Nel frattempo lavora come facchino presso il giornale anarchico “Umanità Nova” fondato e diretto fino al ‘22 dal Malatesta. Nei suoi confronti, comunque, viene attivata la necessaria sorveglianza. Intanto, con la marcia su Roma del 28 ottobre 1922, il fascismo “conquista” l’Italia. Passano altri quattro anni, Mussolini ha ormai consolidato la dittatura reprimendo ogni forma di libertà, e un fatto nuovo porta Arduino Gatta al centro dell’interessamento da parte della Pubblica Sicurezza fascista. 1/Continua


il Segno - Maggio 2012

L’angolo della storia

L’arrivo del Positivismo

di Vincenzo Rufini Nella tarda parabola del diciannovesimo secolo sulla scena culturale europea sorge un movimento filosofico che sparge le menti della colta Europa di granelli di ottimismo e di fede nel progresso, incarnato dalla scienza. Il movimento filosofico prese il nome di Positivismo, grazie ad una felice intuizione del francese Auguste Compte e pervase ogni campo culturale con il suo messaggio improntato alla visione ottimistica del presente e del divenire. Il progresso allora imperante sembrava avere un carattere assoluto e definitivo, che aveva il potere di spazzare via antiche concezioni che l’orma della scienza metteva alla berlina. Era il tempo in cui si faceva strada la teoria evoluzionistica del naturalista inglese Charles Darwin, destinata a rivoluzionare l’intera antropologia della specie; il dottor Sigmund Freud muoveva i primi passi con il suo scandagliare l’inconscio onde dare risposte ai mali atavici intrisi nella psiche umana. L’Europa affermava sempre più il suo primato in campo internazionale, dando sfogo ad una politica imperialista e colonialista, la quale dava una lettura unilaterale, deteriore ed eurocentrica in modo assurdo, che contraddiceva il messaggio reale contenuto nel Positivismo. Il quale con il suo vento innovatore fondato sulle certezze della scienza avvolse anche la religione cattolica, con il movimento modernista che tendeva a dar ascolto alla scienza tentando di dare una risposta razionale agli antichi dogmi della religione, ma la parabola fu di breve durata, perché repressa duramente dalle gerarchie ecclesiastiche e dal pontefice Pio X, con l’enciclica Pascendi. Il modernismo cattolico lasciò, però, una vasta seminagione che fiorirà nella seconda metà del vente-

CULTURA

simo secolo ed avrà come teatro il Concilio Vaticano II. Il Positivismo imperò incontrastato con la sua filosofia fin tanto che ebbe ad affermarsi una nuova idea dell’Idealismo incarnato da Benedetto Croce e Giovanni Gentile, che ne mise a nudo i limiti e le imperfezioni. Andando a sfumare in una parabola discendente, come succede ad ogni espressione umana, il suo messaggio di fede assoluta nel progresso, ebbe un lascito che condizionò e cambiò la mentalità dell’epoca. Ma se da un lato incentivò l'umana specie a cercare nella scienza un supporto per un’evoluzione accelerata, dall’altro fornì alle menti dell’epoca quella presunzione di infallibilità che nel corso del Novecento sfocerà nei totalitarismi e nelle grandi deflagrazioni delle due guerre mondiali. Oggi viviamo un’esperienza simile al tempo del Positivismo imperante; il progresso e la scienza, sua arma precipua, hanno di nuovo conquistato le nostre menti e le nostre co-

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Charles Darwin

scienze, grazie anche ad acquisizioni tecnologiche un tempo inimmaginabili; ci forniscono tutto ciò che può allietare la nostra esistenza. Al contempo ci permettono di intravedere i limiti e i possibili orrori cui si potrebbe imbattere l’umanità. Compito nostro, fruitori dell’antica episteme (scienza), è tenere a bada i suoi prodigi e le sue deviazioni, tenendo a mente l’insegnamento di quel grande filosofo che fu Giovambattista Vico e la sua teoria dei “corsi e ricorsi storici”; affinché il seme della scienza di oggi non generi l’alienazione futura, bensì abbia come unico faro l’evoluzione positiva ed armoniosa dell’umanità, realizzando l’auspicio che Giacomo Leopardi fa nella poesia “La ginestra”: “Son dell’umana gente le magnifiche sorti e progressive”.

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Fai bei sogni

di Loredana Massaro La storia si muove attorno ad un segreto, rimasto nascosto per quarant’anni, e vede protagonista un bambino di nove anni che fino all’età adulta, non sa spiegarsi i fatti connessi alla morte di sua madre. Il silenzio che lo circonda, cancella e rende estranee le tragedie della vita. Eppure a volte non sono solo gli altri a nasconderci la realtà, ma siamo noi stessi a rifiutare di capire gli eventi drammatici. Chiudere gli occhi e non ascoltare diventa un modo per proteggersi dalla sofferenza, uno stratagemma dell’anima a cui ricorrere per fronteggiare il dolore. Ma il rifiuto e la paura sono condizioni che trascinano alla lunga verso lo smarrimento. Così il protagonista si trova ad essere un uomo insicuro e tormentato a causa di una perdita che non è mai riuscito a superare. Poi un giorno decide di prendere coscienza, di immergersi nel dolore, decide di sapere per vivere un’esistenza davvero autentica. Fai bei sogni è un romanzo in cui Gramellini parla dei percorsi che uomini e donne compiono per cercare di superare i drammi dell’esistenza. Il romanzo è autobiografico ma non è un’autobiografia vera e propria. E’ un’opera che prende avvio dalla scoperta della verità fatta con quarant’anni di ritardo. “Un’opera che non può lasciare impassibili i suoi lettori” ha detto Fabio Fazio, grande amico e collaboratore dello scrittore nella trasmissione Rai Che tempo che fa. “Fai bei sogni” è dedicato a quelli che nella vita hanno perso qualcosa. Un amore, un lavoro, un tesoro. E rifiutandosi di accettare la realtà, finiscono per smarrire se stessi. Immergendosi nella sofferenza e superandola, ci ricorda come sia sempre possibile buttarsi alle spalle la sfiducia per andare al di là dei nostri limiti. Massimo Gramellini ha raccolto gli slanci e le ferite di una vita priva del suo appiglio più solido. Una lotta incessante contro la solitudine, l’inadeguatezza e il senso di abbandono, raccontata con passione e delicata ironia. Il sofferto traguardo sarà la conquista dell’amore e di un’esistenza piena e autentica, che consentirà finalmente al protagonista di tenere i piedi per terra senza smettere di alzare gli occhi al cielo.


STORIE

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IL RACCONTO DEL MESE

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La botte incatenata

pritz, un bastardino di razza, nessuno sapeva da dove era sbucato. Spritz da molti giorni era scomparso: tutti si chie- di Noga devano dove fosse finito. Veramente non era una grande perdita anche se quel cagnetto nero nero ormai faceva parte a tutti gli effetti della piazza principale del paese. A dire il vero non era poi molto simpatico con le sue zampe storte e i suoi occhietti dall’espressione prepotente e impunita. Alcuni sostenevano e non senza ragione che, fra i suoi molti antenati, doveva certamente trovarsi un vero cane mafioso nato a Broccolino. Ma, come spesso accade, le persone non vedendolo più sculettare per il paese, ne sentivano loro malgrado, la mancanza. Specialmente quel gruppo di vecchietti che gli avevano affibbiato quel nome molto “crucco”. Invece chi era strafelice di non avercelo più tra i piedi era l’ex carrettiere perché Spritz al tramonto usava accomodarsi sotto la pergola del giardino che circondava la sua villetta e non passava notte che non abbaiasse a tratti ritmati sempre uguali e dal tono lugubre e prolungato. Tanto che il professore di musica, che abitava nei pressi, si era convinto che quel cane aveva un metronomo incorporato. E Spritz era sempre lì, al suo posto. Nessuno seppe mai per quale motivo avesse scelto quel luogo per passare le sue nottate sia estive che invernali.

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omunque in paese l’abitante più infastidito da Spritz era Peppe il vinaio il quale si era convinto che, quando quel bastardino si aggirava per la sua vigna (e la cosa si ripeteva spesso), il vino nuovo non sarebbe riuscito bene. E nessuno mai lo aveva convinto del contrario: con Spritz di mezzo il vino sarebbe riuscito torbido e sarebbe finito tutto in aceto. Sicuramente. Ma come di consueto, quando era il momento giusto, Peppe il vinaio si preparava di lena, ormai da anni, a mettere in opera quegli accorgimenti che gli avrebbero assicurato, così credeva ogni volta, una vinificazione perfetta. E una delle lavorazioni più delicate era la ripulitura dell’interno della botte che secondo le regole da lui ritenute segrete e dettategli prima da suo

il Segno - Maggio 2012

Frammenti

di Scrittura

Bellezza

di Stefania Colasanti

nonno e poi da suo padre, si assicurava introducendo una robusta catena dentro la botte che, allo scuotere della medesima in tutte le direzioni, avrebbe assicurato una pulitura perfetta.

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a, per la verità, non era proprio vero perché la catena rotolando dentro la botte, smuoveva dalle doghe una quantità di sostanze, antiche e recenti, che non avrebbero certamente giovato al mosto durante la fermentazione. Ma il vinaio Peppe non lo avrebbe mai ammesso se non altro per rispetto della memoria di suo padre e di suo nonno. Infine toglieva la catena dalla botte e la riponeva dentro un cestino di vimini. Ma prima di richiudere la botte vi introduceva accortamente un lungo candelotto di zolfo acceso: l’odore acre e intensissimo che si sprigionava all’istante lo confortava e ogni volta mormorava a se stesso, mentre tappava velocemente la botte: -E’ fatta! Adesso ho proprio finito!Ma quale profumo emanava dal mosto in fermentazione! E fu proprio quel profumo che inebriò Spritz quando, all’insaputa di tutti, entrato di soppiatto nella cantina di Peppe il vinaio si ritrovò, insieme allo zolfo e al mosto, dentro la botte, non riuscendo più ad uscirne. Il povero Spritz non fu mai ritrovato e da allora nessuno più comprò il vino di Peppe: era troppo aspro e pieno di impurità.

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eppe il vinaio, disperato, vendette la piccola vigna, la cantina, compresa la botte e la catena, e la casetta ed emigrò in Australia.

Aprile 2012

Quanto è stato scritto, disegnato, cantato e recitato sulla Bellezza? Eppure, ancora, non è chiaro il suo concetto. Bellezza è utopia; se non ci soffermiamo solo su di essa, ci rendiamo conto che ciò che i nostri occhi stanno realmente vedendo, è solo una costruzione. Bellezza è rarità; pochi sono coloro che vantano perfezione del corpo, della mente, dello spirito e dell’anima. Bellezza è inganno; piacersi fino all’ossessione per sentirsi amati. Bellezza è semplicità; nascere e morire restando alti o bassi, magri o grassi, odiare il proprio naso grosso e storto, le orecchie alla “Dumbo”, con i capelli lisci piuttosto che ricci, con i capelli ricci piuttosto che lisci... sentirsi a volte carini, altre eccezionalmente belli solo perché abbiamo sorriso... perché abbiamo amato... perché ci amiamo. L’opinione di una donna che voleva i capelli lisci e quei dieci centimetri di altezza che le sono stati negati... ma che sorride anche quando non si sente una Bellezza...

Dedicato ad una meravigliosa creatura, schernita da chi crede ancora che la bellezza sia quella costruita.


LA STORIA Così nel 1837 Marino vietò il transito ai carri roccheggiani

il Segno - Maggio 2012

La catena della discordia tra Marino e Rocca di Papa

di Rita Gatta 14 Luglio 1837: si riunisce a Marino – Comarca di Roma - il Consiglio Comunale; 42 i presenti, sotto la presidenza dell’ “Illustrissimo Sig. Giuseppe Camporesi”, Governatore della città. Uno dei punti trattati nella seduta ci riguarda: viene discusso e approvato, infatti, il “Divieto ai carri di Rocca di Papa di transitare la via di San Rocco a Capocroce”(1). Chiesti lumi ad amici marinesi, mi è stato indicato come luogo della disputa una zona poco distante dall’attuale cimitero di Marino. Qual è la motivazione di questo divieto, che oggi fa un po’ sorridere visto che ormai tutti i centri abitati dei Castelli Romani si sfiorano l’uno con l’altro nei confini? In quel tempo, si legge nel documento che fa parte del “Registro dei Consigli Comunali dal 1835 al 1844”, le parti lese avevano avuto modo di verificare – relaziona all’Assemblea il Gonfaloniere anziano Signor Vincenzo Del Frate - “l’abusivo transito di un numero vistoso di carri che con assiduità transitano per la Via che dal Romitorio di San Rocco conduce a Capocroce”; pare che tale tratto di strada fosse stato per questo motivo “considerevolmente devastato”. Al Consigliere Vincenzo Maldura il merito di aver trovato una soluzione al problema: egli

consiglia di prelevare dal fondo di sopravanzo la somma occorrente per le spese di riparazione della strada e, sempre con tale somma, “mettere le catene alle due estremità della strada” per impedire il passaggio ai carri rocchegiani. Nella votazione finale la proposta venne approvata all’unanimità con 22 voti bianchi favorevoli e nessun nero contrario... Fa un po’ divertire, credo, questa notizia trovata quasi per caso spulciando tra la preziosa documentazione raccolta dalla dott.ssa Nocenzi, direttrice della biblioteca comunale di Marino, alla quale va un meritatissimo plauso. Eppure molto fa riflettere questa disputa sul territorio che inevitabilmente mi fa pensare a un’altra via, poco distante, pensate la coincidenza, dal luogo della disputa marinese-rocchegiana. Si tratta di Via dei Castelli Romani, che da Via Frascati, a Rocca di Papa, proprio vicino al distributore di benzina, conduce al cimitero di Marino. Quella via attraversa, si fa per dire, tre Comuni: Rocca di Papa, Grottaferrata e Marino. È una stradina stretta, a doppio senso, la cui manutenzione lascia un po’ a desiderare. Non facile mettere d’accordo i membri di un’Amministrazione, figurarsi di tre! Così si continua a transitare con prudenza, cercando di rispettare le precedenze, sperando che a nessuno dei tre Comuni venga in mente di applicare quel drastico provvedimento di quasi due secoli fa. Immagino, conoscendo la natura dei miei compaesani, che probabilmente quel rimedio lasciò il tempo che trovò: chissà che fine avrà fatto quella catena quando i primi carrettieri hanno trovato quella novità? Probabilmente sarà stata utilizzata per altri scopi molto più pratici e più utili che quello di impedire il transito a “lli cristiani che jeanu a buscasse a giornata”! 1. M. A. Nocenzi, Comune di Marino - Registro dei Consigli Comunali dal 1835 a tutto il 1844 Vol. 1

La poesia del mese

Le nuvole

di Anna Giovanetti

per poter continuare ad andare avanti.

E t’incanti nel guardare le tante forme che cambiano ai tuoi occhi così viaggia, galoppa la tua fantasia, cercando in loro dolci principesse o spaventosi orchi!

Screpanti

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Il primo “ozzista” fu Remo Gatta dettopungico

Sul numero di marzo del Segno avevamo parlato dei più famosi suonatori della “ozza”, il particolare strumento diventato una caratteristica del concertino degli “Screpanti”. Nel citare gli ozzisti, però, abbiamo commesso l’errore di dimenticarci proprio del “primo ozzista” della storia roccheggiana, che cominciò a suonare la ozza dopo la fine della seconda guerra mondiale! Si tratta di Remo Guglielmo Gatta, detto “pungico”, il quale, essendo calzolaio e grande appassionato di musica, fu chiamato a realizzare questo strano e immancabile strumento. Remo fu anche colui che insegnò a suonare la ozza a tanti roccheggiani.

e appare un guerriero con cavallo e spada, o un’aquila che distende le sue ali immense e laggiù una grande torta di panna montata, che quasi vorresti assaggiare per come perfetta appare ai tuoi occhi ma rapido muta il suo aspetto e nuove altre immagini cerchi!

Così sono le nuvole, immagini che ti scorrono davanti un po’ come la vita a volte sono cumuli scuri che tingono tutto Ecco adesso un leone con le fauci spalancate di nero e un piccolo agnellino spaventato e spandono attorno una tristezza infinita; e ancora un grande veliero con le vele gonfie a volte sono lievi e trasparenti che lasciano che naviga verso isole incantate. spazio, al sole, al sereno A volte restano immobili nel cielo, e ti fanno gioire, sperare nel domani Spazia ancora curioso lo sguardo cercando ricordandoti che dopo la tempesta spunta come giganti che cercano di spezzare le catene, per liberarsi altre forme, altre cose sempre l’arcobaleno!

Passano silenziose le nuvole, a volte lentamente, a volte invece, sospinte dal vento svaniscono d’incanto, come un velo di fumo, repentinamente.


LIBRI e MUSICA

34

Per non dimenticare le stragi mafiose del 1992

In un libro l’eredità morale di Falcone e Borsellino

di Luigi Serafini Molti ricorderanno Ettore Zanca per essere stato collaboratore del Segno prima che la passione viscerale per la scrittura lo portasse a dedicarsi anima e corpo a raccontare storie e vicende spesso legate alla “sua” Palermo, oltrechè a esperienze personali, con un occhio rivolto all’influenza che la Mafia ha avuto sulla città palermitata e, di riflesso, sull’Italia intera. Con piacere, quindi, abbiamo appreso della pubblicazione di un libro (in uscita il 18 maggio - Coppola editore) che definire importante è poco, essendo rivolto all’eredità morale che due personaggi come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, assassinati dalla Mafia,

Ettore Zanca

hanno lasciato in dono all’Italia. “Abbiamo provato a riportare e riportarci alla memoria due stragi del 1992 -scrive Ettore nella quarta di copertina del libro- nel modo più dolce possibile. Come riaprire una ferita per curarla meglio, con più amore. (…) Sono venuti fuori ricordi con la sete di giu-

u m e r o s t v s e icali p i e t t R

LA CARRIERA SOLISTA DI PETER GABRIEL

L’ARCANGELO CHE HA ESTESO I CONFINI DEL ROCK/3 Terza parte Gabriel 3 e 4 è come se fossero il giorno e la notte di una condizione nuova dello sviluppo interiore dell’uomo alla prese con la tecnologia che avanza. Le atmosfere elettroniche e drammatiche ma che nella contaminazione afro risplendono di luce come Biko, Not one of us ect, ora in Gabriel 4 si lanciano in urli più lancinanti, violenti e scioccanti. Il ritmo assume una rilevanza ancora più evidente e portante, l’elettronica combacia perfettamente con il sound che sembra quasi come se questa tribalità tecnologica sia quasi naturale da non farci accorgere che i paesaggi delle

giungle e gli urli che provengono dagli anfratti sono quelli che lanciamo nelle nostre foreste urbane dalle nostre coscienze violentate dal tecnicismo esasperatamente teso anche verso catastrofismi nucleari. Ora non stiamo più chiedendoci, o con il lumicino cercando, tracce Genesis, niente di tutto questo! Ormai qui Gabriel è un altro Gabriel, completamente nuovo. Come se si fosse resettato completamente, come se fosse uscito, finalmente dopo i tre album precedenti, come dopo un lavaggio psicofisico totale e dove in copertina nemmeno compare e, se compare, come io credo nella foto iniziale, lo fa lasciando intravedere una sagoma a metà fra un alieno e la trasposizione surreale delle nostre paure di esperimentazioni ai raggi x e dove gli occhi sono ben vivi e allarmanti seppure allucinati e tutte

stizia, la voglia di consegnare un mondo più onesto, l’eredità morale (…) la consapevolezza che non c’è ancora un colpevole certo e non ha pagato del tutto chi dovrebbe pagare…”. Il libro, dal titolo enigmatico “Vent’anni”, che lascia trasparire una sorta di attesa storica rispetto a ciò che non è stato fatto e alla verità che non è ancora diventata un fatto compiuto, si articola in racconti, interviste, testimonianze, impressioni, monologhi teatrali e testi di canzone, per non dimenticare

di Massimo Onesti

le sensazioni, che le foto di copertina lasciano presagire, i solchi, che mano mano procedono inesorabili sul disco, le confermano appieno. Addirittura rispetto al Gabriel 3 il drumming è più incisivo, in dei momenti il sound è più duro e trovo gli orizzonti che si allargano in esplorazioni anche totali dell’emisfero terrestre dove cercare forse luoghi incontaminati e dove la presenza dell’uomo, in contatto quasi sciamanico con la natura, sia forte. Gabriel 3 ha come sfondato un’ideale bar-

il Segno - Maggio 2012

le stragi del ’92 in cui persero la vita i due magistrati siciliani e i componenti – uomini e donne – delle loro scorte. Ettore sta ora presentando il libro a Roma e in varie città della provincia, speriamo di incontrarlo presto anche ai Castelli Romani. riera del suono. Gabriel 4 è la consacrazione e la presa di posizione cosciente di quel suono. Sono due album facce di una stessa medaglia. Giorno (Pg3) e Notte (Pg4), verticale (Pg3) ed orizzontale (Pg4). Frenesia allucinata che vuole essere gioiosamente schizofrenica in 3 e una lucidità drammatica che rasenta la follia ma che invece ne tiene le briglie in 4. E’ l’apice della produzione gabrieliana. La perfezione del sound che Gabriel si è inventato, la celebrazione totale della trascendenza della voce di Peter, in dei momenti quasi inumana per quanto va a fondo nell’emozionalità dell’anima... radiografia completa della coscienza umana di questo secolo! SHOCK!! THE MONKEY!!


il Segno - Maggio 2012

di Daniela Di Rosa

RIFLETTORI

Niente uccide più delle... cattive abitudini

Se il Segno fosse un quotidiano potrei parlare della tv del giorno, del programma da vedere o da evitare, o del film da non perdere assolutamente o da rivedere, ma non lo è. Se fosse un settimanale avrei sette giorni per criticare… o se fosse almeno un quindicinale! Ma il Segno è un mensile e quindi tutto ciò che ho visto è già passato e non ha senso… però se vi capitasse di vedere la replica di uno spettacolo su Galileo di Marco Paolini andato in onda su La7 non perdetevelo! L’ho visto due volte e mi ha sempre sorpresa! Alla fine sono costretta a parlare dei programmi eterni della De Filippi perché sono talmente brutti che hai materiale per vent’anni di critiche senza vederne una puntata; potrei dire le stesse cose di Beautiful di trent’anni prima, tanto tutto in quella soapopera è immutabile, corna, corna e ancora corna concentrate in un gruppo di parenti che non conoscono nessuno al di fuori dei familiari, eppure è ambientato nel mondo della moda, i maschi e le femmine di questo club di individui avrebbero decine di giovani con cui accoppiarsi… invece no, si fanno e si rifanno la cinquantenne Brooke, si sposano e risposano il sessantenne Ridge… ma chi scrive la sceneggiatura? Sicuramente uno

sotto l’effetto di funghi allucinogeni. Qualche giorno fa ero a pranzo da un’amica, credevo fossero delle vecchie repliche, Taylor sull’altare con Ridge, lei mi ha risposto: “no, sono nuove puntate ma tanto torna con Brooke!”. Le ho chiesto: perché lo guardi? non sei scema! Mi ha risposto: “così, per abitudine!”. Ecco che cosa uccide la gente… le cattive abitudini. Quindi, visto che il Segno è a cadenza mensile, posso solo ripetermi e ripetermi cercando di non annoiare… l’unica sfortuna è che annoio me stessa e dato che scrivo per

il T o c c o

GUESS

Appaio... o non appaio

passione (perché di soldi non vedo un centesimo) ho deciso di non parlare più di tv almeno per sei mesi, con la speranza che tra sei mesi la De Filippi si sia data all’ippica e Beautiful sia finito con il suicidio di Brooke, Taylor, Ridge e tutta la pervertita parentopoli.

di Ermanno Gatta

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L’angolo della psicologia

Risponde la Dott.ssa Bruna Benelli

Chi ha notizie della funicolare?

Gioielleria

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Campagna‘Ekospet’

Per sterilizzare cani e gatti

L’Associazione animalista dei Castelli Romani, “Ekos Pet onlus”, nei prossimi mesi di giugno e luglio promuoverà una “campagna di sterilizzazione per cani e gatti” rivolta a tutti i cittadini che hanno un amico a quattro zampe. Per informazioni è possibile collegarsi al sito internet www.ekospet.org, inviare una mail (ekospet@gmail.com), oppure telefonare al 393.2857203.

Allargando lo sguardo alla società non si può fare a meno di constatare che al giorno d’oggi conta più “apparire” che “essere”. Accendendo la televisione si può osservare un fiorire di programmi che rendono protagonista la gente comune, almeno per un giorno. Sia che si tratti di raccontare una propria esperienza personale dolorosa o meno, sia che si tratti di esprimere il “proprio talento”, tutti (o quasi) vogliono andare in tv. Se proviamo a chiedere a un bambino che cosa vuol fare da grande, sono molto più rare rispetto al passato risposte come il “vigile del fuoco” o la “maestra”, ma molto più comuni risposte come il “calciatore” o l’“attore” e il “cantante”, la “velina”, la “ballerina”, la “modella” e l’“attrice”. Per diventare famosi o più in generale per piacere agli altri, bisogna essere il più belli possibile. Per “apparire” sembra che occorra curare più che la propria cultura, o la propria educazione, il proprio aspetto, ed è così che si spendono migliaia di euro per sottoporsi a interventi estetici, che rendono le persone “artificiali”. Viene da chiedersi: “che eredità stiamo lasciando ai nostri figli?”, gli stiamo insegnando con il nostro comportamento e attraverso la televisione e la pubblicità, che non sono “abbastanza”: non sono abbastanza belli (orde di adolescenti che sognano di rifarsi il seno a 18 anni, ragazze di taglia 40 che si sentono obese); non sono abbastanza intelligenti, (infatti al giorno d’oggi non basta la laurea ma occorre avere anche delle specializzazioni e dei master, per trovare un lavoro, sempre che si riesca a trovarlo); non sono alla pari con gli altri: i compagni che possiedono i cellulari dell’ultima generazione, gli I-phone, gli I-pad, ecc. Ecco che il “possesso” diventa strumentale allo sforzo di “apparire” sempre al meglio, sempre dovunque e comunque… E in tempi di crisi, quando il denaro manca, creando bisogni fittizi, non si fa altro che aumentare la propria frustrazione.


il Segno dei tempi

nei disegni del Maestro Franco Carfagna Il bozzetto del maestro Carfagna ci fa tornare al 1968, alla scoperta di un personaggio che anche i più giovani hanno sentito nominare. Era facile, in quegli anni lontani, incontrarlo per i vicoli di Rocca di Papa intento a disegnare e a dipingere. Un giorno ebbe un’idea, aprire in via Umberto De Luca un laboratorio di pittura per ragazzi, chiamato “la taverna”. In tanti aderirono all’iniziativa e la scuola divenne un punto di riferimento per molti artisti. Il personaggio in questione è il compianto Miro Fondi. Miro aveva un carattere scherzoso ma ai suoi allievi non risparmiava i suoi giudizi critici. Proprio da quel laboratorio nacque la prima edizione della Sagra dell’Arte, un evento rimasto insuperato fino ai nostri giorni. Al nostro Carfagna, Miro diede l’incarico di scrivere gli striscioni con cui annunciare l’esposizione delle opere in via dei Condotti, in piazza del Duomo e poi in via delle Scalette... un’edizione della Sagra si tenne lungo il Corso e un’altra presso l’ex ristorante “Il pappagallo”. Per allestire l’esposizione all’aperto si lavorava di notte, si facevano delle spaghettate, il vino non mancava mai perchè c’era sempre chi apriva la propria cantina ricca di bottiglie. La mattina presto i vari collaboratori e pittori estemporanisti (oltre a Miro e Carfagna, ricordiamo Marisa, Zamira, Gino, Anna, Ida, Amedeo, Geusa, Antonella, Miriam, Franco Pagliuso, Margherita, Roberto e tanti altri) erano stanchi ed esausti per aver dormito poche ore. Oltre agli artisti dobbiamo ricordare anche Antonio Calicchia (il vero “trattore” dell’iniziativa, cercatore di sovvenzioni e premi) e i Sindaci e gli Assessori che si sono succeduti nel corso delle varie edizioni della Sagra dell’Arte, dal mitico Nestore a Brunetti, da Enrico Fondi (Richettu) ad Alberico, da Onesti a Carrarini, da Salvischiani a Trombetta, da Giovanazzi a Claudio Botti, da Lucatelli a Carnevali, fino a Mario Calicchia. Un’altra geniale idea nacque ne “la taverna”, presidente sempre Miro, quella dei murales nei vicoli di Rocca di Papa. Era il 1975. Purtroppo molte opere sono quasi scomparse ma la cosa positiva è che l’idea dei murales è stata recentemente ripresa dal Sindaco Boccia con il nome di “Rocc’Arte”.

La Sagra dell’Arte dal 1970 al 1985

Ultima pagina

il Segno - Maggio 2012

Lettere, Proposte, Proteste e Reclami ilpiccolosegno@libero.it

Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico

CI SCRIVE PAOLO VALBONESI Vorrei fare una piccola ma doverosa precisazione essendo stato citato negli ultimi due numeri del “nostro” Giornale in merito alle dimissioni dalla ProLoco. Ringrazio l’autore degli articoli che molto benevolmente mi ha definito “Artista e Musicista”, aggettivi questi che non credo di meritare, a Rocca di Papa ci sono tanti Veri Artisti professionisti che hanno diritto ad essere definiti tali e che potrebbero sentirsi in qualche modo offesi ad essere accomunati al sottoscritto, io sono e resto un grande appassionato di musica e un dilettante che si diverte con la sua chitarra a proporre musica per diletto

personale che qualche volta incontra il parere favorevole di chi ascolta, non è falsa mode-

stia è semplicemente la realtà, vi prego quindi di pubblicare queste poche righe ad onor del

vero. Per quanto riguarda le dimissioni dalla ProLoco invito i soci che ne volessero conoscere le motivazioni a chiedere in sede di assemblea la lettura della lettera messa agli atti con cui appunto mi sono dimesso. Auguro quindi buon lavoro alla Pro Loco, e ringrazio “Il Piccolo Segno” per la pubblicazione di questa mia. Buon lavoro a tutta la redazione. Paolo Valbonesi Il Segno è uscito dopo l’assemblea della Pro Loco e quindi l’invito di Paolo Valbonesi non si è potuto diffondere. Ci diciamo però fin d’ora disponibili a pubblicare la lettera citata qualora la Pro Loco ne autorizzasse la diffusione.


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