Il Segno febbraio 2014 - II

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“ il Segno PICCOLO

...quello che gli altri non scrivono...

In Italia non è la libertà che manca: mancano gli uomini liberi.

Radon, è allarme quindicinale indipendente

www.ilsegnoroccadipapa.blogspot.it

Anno XIII, n. 4 - 16/28 febbraio 2014

Leo Longanesi

Il radon è un gas naturale radioattivo che secondo l’Organizzazione mondiale della sanità rappresenta oggi la seconda causa del cancro ai polmoni dopo il fumo. Una serie di rilevazioni hanno dimostrato che a Rocca di Papa i livelli di radon si avvicinano pericolosamente alla soglia di sicurezza stabilita dalla legge. Si tratta del valore più alto dei Castelli Romani e malgrado l’allarme lanciato da un’associazione circa il rischio per chi frequenta gli edifici scolastici, l’amministrazione comunale non sembra intenzionata ad intervenire. Alle pagine 12 e 13

Il tribunale pignora Continua l’ex farmacia com.le il teatrino La ASP Ciampino e i debiti del comune

Consigliocomunale Il sindaco Boccia

Una lettera di Crestini Le notizie dopo le intimidazioni del Segno IL PUNTO

A pagina 6

A pagina 5

di Sergio Rasetti Come ha cercato di fare sempre con la massima obiettività, il Segno si occupa delle cose di casa nostra: Rocca di Papa. A guardare e sentire, casa nostra è ridotta abbastanza male. È opinione comune. Chi l’ha ridotta così? La politica!!! risponde il coro. Il coro è composto da tante voci ed è molto difficile sentirne una che dissente. Ma la risposta dovrebbe essere più articolata.

Segue a pagina 9

A pagina 7

Il “doppio” ruolo del commissario del Parco

A pagina 11

Bruciare gli scarti è reato!

A pagina 15

Scopri come far parte del gruppo FB per avere foto e anticipazioni sulla merce!

Qui lo dico... e poi lo nego

A pagina 10

Il Movimento sulla vicenda Edilmostra

Via Duomo 7

Abbigliamento uomo

A pagina 8

Mercoledì Orario Continuato

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ATTUALITÀ

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il Segno 16/28 febbraio 2014

La “sindrome del miracolato” quando il demerito vince sul merito I più furbi, con la complicità della politica, “conquistano” ruoli pubblici

di Antonia Di Lonardo Opere di bene dunque! Opere di bene non certo gradite al caro Papa Francesco che il 28 dicembre, in occasione dell’incontro con le Rappresentanze Diplomatiche presso la Santa Sede, ai diplomatici e ai vescovi presenti ha reso noto che nei suoi uffici non sono più firmati decreti per le cosiddette onorificenze per gli ordini cavallereschi laici e per i titoli prelatizi. Che cosa abbia mosso il Papa a tale decisione è facile intuirlo: la consapevolezza che molte onorificenze non erano date per merito, ma su segnalazioni e pressioni soprattutto di politici o di personalità molto influenti. Il merito deve essere il motore di ogni organizzazione sociale sana e proiettata verso il futuro senza comode scappatoie. L’assenza di merito genera un sistema sociale immobile, inefficienza nella macchina statale, disuguaglianza sociale che “viene allevata come figlia prediletta”. L’ascensore sociale rimane pertanto sempre guasto e molti restano in attesa che possa funzionare, ma l’attesa è spesso vana. Intanto i più furbi, con la complicità soprattutto dei politici, si insediano in tutti i gradi dell’amministrazione pubblica e negli alti gradi di PICCOLO

il Segno

organo quindicinale dell’associazione culturale

“Editoriale il Segno” C.F. 92028150586

Registrazione Tribunale di Velletri n. 5/02 del 19/02/2002

DIREZIONE

Via dei Monti, 24 - Rocca di Papa

DIRETTORE RESPONSABILE Andrea Sebastianelli

quella privata ad essa collegata. Entra così nella dinamica sociale la “sindrome del miracolato”, miracolato che dapprima esprime al protettore la sua gratitudine con servizi talvolta non proprio leciti, poi egli stesso si sente “predestinato” e vive il proprio ruolo con arroganza, infischiandosene di restituire alla società azioni positive. Gli esempi sono molti; ogni giorno assistiamo a scandali di doppi, tripli, ennupli incarichi, lautamente compensati, elargiti a manager incapaci e corrotti. Una macchina statale così assediata costa enormemente ai cittadini, non solo in termini economici, ma anche in termini di tempo per le file che essi dovranno affrontare agli sportelli e passando da un ufficio all’altro, spesso per incapacità di chi REDAZIONE

Patricia Antolovic, Mauro Artibani, Bruna Benelli, Federico De Angelis, Giulia De Giorgi, Daniela Di Rosa, Paola Gatta, Mauro Giovanelli, Anna Giovanetti, Toshi Kameda, Alberto Litta, Marcello Loisi, Camilla Lombardozzi, Nanci Marietto, Loredana Massaro, Noga (Gabriele Novelli), Massimo Onesti, Sergio Rasetti, Annarita Rossi, Paola Rufini, Vincenzo Rufini, Luigi Serafini, Roberto Sinibaldi, Gennaro Spigola, Sandro Tabellione, Alessia Tino, ilsognatore

amministra la burocrazia, ma anche per leggi e regolamenti non chiari e spesso contraddittori. I ricchi e più furbi riescono ad uscire dalla palude perché hanno a disposizione mezzi di varia natura, ma anche il cittadino comune spesso è costretto ad aggirare le regole. Ecco che si giunge all’illegalità di massa: mazzette, raccomandazioni, abusi edilizi, concorsi pilotati, distruzione del territorio e chi più ne ha più ne metta. In questi giorni assistiamo impotenti ai disastri, alle morti causate in gran parte dalle scelte scellerate dei comuni e dalla incuria. Nel 2008 una ricerca Medialab ha rilevato che circa il 65% degli italiani ha chiesto spintarelle ad amici, parenti e politici. Un rapporto Censis del ILLUSTRAZIONI

Franco Carfagna, Ermanno Gatta

ilpiccolosegno@libero.it

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2006 ha rilevato che il 61% degli italiani pensa che per fare carriera contino più le risorse economiche e le relazioni personali piuttosto che il merito. Solo il 2% degli italiani pensa che nella società siano necessari grandi esperti, grandi tecnici, grandi uomini di cultura, amministratori e politici onesti, competenti e preparati per una “governance” adeguata. Il trionfo del demerito scoraggia i più meritevoli e fiacca le qualità morali di un popolo che finisce col sentirsi impotente e collettivamente frustrato. La frustrazione si muta poi in un bisogno di ordine, nel culto del potere e, sostanzialmente, in una mutazione antropologica. Se si vuole una società che abbia come motore un minimo di giustizia e di efficacia è necessario rimuovere gli ostacoli presenti sul cammino collettivo. Lo impone l’articolo 3 della Costituzione che pone le basi per una sostanziale uguaglianza collettiva: i concorrenti siano allineati sulla stessa linea di partenza senza handicap, ma neppure senza “indebiti” vantaggi. Questa è la “mission” di una società meritocratica. Ogni cittadino però deve fare la sua parte e deve essere particolarmente vigile, non scendere a compromessi e non avere memoria corta.

Erri De Luca incriminato perché contro il TAV

Lo scrittore Erri De Luca è stato incriminato per “istigazione al sabotaggio” dei cantieri del TAV (Treno ad Alta Velocità). Qual’è la grande colpa di Erri De Luca? Quella di essere contrario a un’opera che serve a pochi e non certo ai cittadini. Un motivo in più per acquistare e leggere i libri dello scrittore anti-TAV.


il Segno 16/28 febbraio 2014

ATTUALITÀ

Polemiche sul web dopo un articolo della giornalista Giuliana Sgrena

“Così la Sgrena offende i nostri Marò”

di Camilla Lombardozzi È da qualche giorno ormai che il popolo del web è in fermento; non solo per Renzi che ha assunto la carica di Presidente del Consiglio; ma soprattutto per un articolo del 22 febbraio scorso, in cui la ex giornalista del Manifesto, Giuliana Sgrena parla della vicenda Marò. Per chi non lo ricordasse, Giuliana Sgrena è la giornalista di cui nel lontano febbraio 2005 venne rapita dalla Jihad islamica mentre si trovava a Baghdad, in Iraq, per realizzare una serie di reportage di guerra. La sua liberazione, costata al Governo italiano, secondo le fonti del Times, 4,6 milioni di euro, avvenne il 4 marzo 2005 ad opera dei servizi segreti italiani; nell’operazione perse la vita il funzionario del SISMI Nicola Calipari. Questo piccolo flash-back era indispensabile al fine di capire le polemiche e i dissensi createsi attorno alle parole scritte dalla giornalista, che qui di seguito riportiamo: “È sciocco ma ancor più umiliante che Vladimir Luxuria, nella sua disavventura russa sia stato paragonato al caso dei due Marò, cosa che mi lascia totalmente basita e più che altro inorridita dell’accostamento, in quanto si tratta di casi totalmente differenti. Aggiungerei inoltre, che sono stanca io stessa di venir sempre paragonata al caso dei militari italiani. Sia io che Vladimir, infatti, non abbiamo nulla da spartire con questi due individui, noi eravamo in missione di pace, Vladimir poi, che conosco bene, andava semplicemente a far valere dei diritti che in quel Paese ancora mancano, i tanto decantati Marò invece sono due assassini che devono ancora essere giudicati per un reato grave di cui l’Italia, colpevolmente, non vuole farsi carico. È vergognoso che due virtuali delinquenti ci vengano affiancati in maniera così ossessiva; anzi a mio avviso un successo della nostra diplomazia potrebbe tradursi in impunità” (fonte Secolo d’Italia). Capirete, quindi, perché tali affermazioni hanno lasciato di sasso i vari lettori del web, scatenando successivamente la loro

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“Ora finiamola con la santificazionedeiMarò”

di Daniela indignazione e rabbia, divamDi Rosa pata con sfottò, commenti, viAnch’io ho notato da gnette, non proprio qualche giorno il ferpoliticamente corretti. La domento del popolo web manda che sorge spontanea è, però, essenzialmente un’altra, sulla vicenda dei due Marò, e ovvero: “Perché il nostro Go- sull’articolo della Sgrena, ma in verno tende ad usare un peso e senso opposto da quel che dice Camilla Lombardozzi. Centinaia due misure?”. Per Vladimir Luxuria, arrestata di persone che esprimono gradipoiché presentatasi in Russia, mento per la Sgrena e contrarietà alle Olimpiadi di Sochi, con una per l’interferenza dell’Italia ribandiera arcobaleno con su guardo alla vicenda criminosa dei scritto “Essere Gay è ok”, l’ex “famosi” Marò, per il momento Ministro degli affari Esteri, presunti assassini, perchè voglio Emma Bonino, si è subito prodi- ricordare che due uomini sono gata per la sua liberazione, avve- stati uccisi, due pescatori che la nuta in poche ore; mentre i due Lombardozzi dimentica di citare, due padri di famimilitari italiani glia che pescavano sono in India da (su questo non ci ormai due anni, sono dubbi) malontani dalle loro gari per far manmogli, dai loro giare i propri figli, figli, in attesa di ci sono due veun giudizio, ormai dove e degli orarrivato ridicolfani, ma non li mente al ventisenomina... perchè iesimo rinvio. sono indiani? PoOra, allo stato dei veri? Perchè la vita fatti attuali, oltre a di due stranieri è volere noi popolo meno importante italiano una rispo- La Sgrena a Roma di quella di due sta alla domanda dopo la liberazione connazionali? È posta sopra, ciò che ci preme è sicuramente una questa la vostra bontà, il vostro conclusione positiva della vi- senso della giustizia? L’India è un cenda Marò, che dovrebbero es- Paese libero e democratico, la masere giudicati in Italia in quanto gistratura del posto ha appurato secondo l’articolo 87 della Con- senza ombra di dubbio che sono venzione delle Nazioni Unite sul stati loro a sparare e a uccidere, diritto del mare del 1982, nelle c’è un processo in corso per deciacque internazionali lo Stato dere la condanna o l’assoluzione, della bandiera è il solo soggetto come sarebbe successo da noi se normalmente legittimato ad eser- fosse accaduta una vicenda simile. citare poteri coercitivi nei con- Ora, che pretendete? Che bombarfronti delle navi iscritte nei diamo l’India? La Bonino ha popropri registri. Inoltre vorremmo tuto fare ben poco anche perché ricordare alla signora Sgrena, nessuna nazione appoggerebbe che pecca di memoria, che per la un’azione contro l’India per avere sua liberazione perse la vita un indietro due italiani che hanno funzionario in divisa, come commesso un crimine così grave. sopra citato, Nicola Calipari, Ogni tanto più del cuore bisogneperciò criticare in modo così rebbe usare il ragionamento! aspro due militari italiani che si Adesso veniano alla Sgrena. Non trovano in cella per aver svolto il ho compreso tutta quella “filiploro dovere, in quanto è lo Stato pica” sul suo rapimento, sulla che li ha inviati lì, non è sicura- morte di Calipari, sui soldi. Più che un articolo è sembrato una mente lodevole da parte sua. Circa settemila soldati italiani condanna, e questo nel giornaliogni anno partono in missione e smo non si fa, non ci si erge a giuahimè, spesso, molti di loro tor- dici. Ricordo a tutti che la Sgrena nano a casa avvolti nel tricolore. è stata per anni inviata di guerra, è Ci vorrebbe un po’ più di rispetto grazie a donne e uomini come lei per questi uomini e donne che ri- che conosciamo l’orrore del schiano la vita ogni giorno per mondo, ma forse a voi non interessa, basta curare il giardino di noi.

casa e del resto del mondo che vi frega! In quanto ai soldi, per ogni rapito viene pagato un riscatto, abbiamo pagato milioni per gente che era in vacanza e non dovevamo farlo per una giornalista? Camilla, che valore dai all’informazione? Zero? Vorrei sorvolare sul predicozzo contro Vladimir Luxuria perché il paragone coi Marò è puerile, due pesi e due misure? Quelli hanno ucciso, ripeto “ucciso”, Vladimir ha protestato semplicemente con la bandiera della pace con su scritto Gay è ok, e allora? Gli vuoi sparare? Certo che la Bonino si è prodigata per lei, ti dirò di più, forse non lo sai ma altre nazioni hanno protestato contro il trattamento ricevuto dalla Luxuria (forse ti darà fastidio) ex onorevole votato -e dico votatoda migliaia di italiani. Forse non sei al corrente che molti leader di diversi Stati non hanno presenziato alle Olimpiadi russe proprio per protestare contro il governo omofobo di Putin! I Marò resteranno in India tutto il tempo del processo e, se saranno condannati, ci resteranno. È una questione di giustizia e di sovranità nazionale, non è l’Italia (o la Bonino) a non fare niente, è il mondo intero che ci chiede di non intrometterci. Nazioni che invece ci chiedono di protestare per il caso Luxuria perchè i diritti civili di un popolo sono mille volte più importanti di un processo a due presunti assassini. Come giornalista dovresti o attenerti ai fatti o esprimere una tua opinione e mai parlare come hai fatto in nome del popolo italiano, il popolo italiano sono anche io e non esprimere giudizi mai nel mio nome. Che la Sgrena non ti piaccia è affar tuo, dal disprezzo con cui ne parli temo che tu sia offuscata da pregiudizi politici, quasi la incolpi della morte di un uomo del Sismi che, facendo il lavoro che faceva, sapeva anche dei rischi a cui andava incontro e che si è prestato volontariamente a quella missione... voleva salvare la vita di una brava giornalista che rischiava la propria per informarci! Il 99% di quei settemila uomini, per lo più giovani che partono in missione, ahimè, lo fa per soldi! Anch’io chiedo un po’ di rispetto: per l’India, per la magistratura indiana ma soprattutto per le famiglie dei pescatori uccisi.


4 Solo da poco tempo questi concetti si sono fatti largo nell’informazione non specialistica. I quotidiani di maggiore diffusione hanno riportato suggestive tabelle con le stime del valore monetario dei vari ecosistemi. Valori stratosferici per la barriera corallina o le foreste di mangrovie, meno indagati altri habitat, forse perché meno appariscenti. Le stime assegnano un valore dei servizi ecosistemici mondiali intorno ai 47 trilioni di dollari per anno (in altri termini 47 milioni di milioni). Ma al di là del valore economico in sé, i servizi degli ecosistemi, dalla produzione di acqua da bere e ossigeno per respirare, nascono dal buon funzionamento e dalla salute degli ecosistemi stessi. È importante essere coscienti che le nostre azioni indiscriminate di sovra-sfruttamento delle risorse naturali, del cambiamento dei principali assetti ecologici a scala globale e dell’enorme riduzione della diversità della vita sulla Terra, non hanno fatto altro che minare la nostra stessa sopravvivenza. Stiamo parlando del benessere di vita dell’uomo, della sua permanenza in un mondo finito, con risorse finite. Per le quali, al contrario, non è stato avvertito fino a tempi recentissimi il senso del limite. È chiaro che su questo versante si incrociano le competenze, le capacità, le sensibilità dei decisori politici che amministrano, gestiscono e assumono provvedimenti in nome della collettività. Come facciamo a rallentare la corsa alle trasformazioni territoriali senza freno, deregolamentate e basate sul profitto? Come facciamo a

AMBIENTE

tempi moderni

di Roberto Sinibaldi

rendere chiaro che la natura non è una cosa, una quantità di materiale disponibile all’uso? Come facciamo a spiegarlo a qualche assessore che pensa di se stesso di essere un ambientalista perché pianta qualche albero? Il benessere vagheggiato da uno sviluppo che si autoalimenta all’infinito mostra tutti i suoi limiti. I modelli economici universalmente accettati vacillano, anzi in più di qualche caso cominciano a regredire. Questi modelli contrappongono gli interessi degli uomini in carne ed ossa a quelli impersonali della finanza, senza considerare che coinvolgono, anzi, si basano sempre sulla natura. Una entità dapprima senza diritti e senza rappresentanze, ma che ha acquisito una percepibilità sempre più evidente. La produzione illimitata di ricchezza, sui cui questi modelli economici basano il loro consenso, coincide con la distruzione di ecosistemi limitati, le fonti stesse della prosperità e del benessere dell’uomo. Alla fin fine l’interesse alla salute e alla sopravvivenza coincide con i diritti della natura e questo rinnovato antropocentrismo può rappresentare un limite agli elementi fondativi dell’egemonia della finanza rispetto ai beni comuni della Terra. In un mondo in cui le decisioni politiche si fondano su cifre, numeri e trend azionari,

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È la natura checiconsente di vivere sulla Terra

il Segno 16/28 febbraio 2014

L’aria e l’acqua vengono dall’ambiente: sono i servizi ecosistemici

in cui il rispetto per gli ecosistemi, per gli animali e per i propri simili è subordinato alla crescita indiscriminata, il valore della natura è la possibilità stessa di continuare a vivere sul nostro pianeta. Forse dobbiamo rifondare il rapporto tra l’uomo e il suo ambiente. Attingere nuovi concetti da antichi comportamenti, oppure capovolgere il

moderno assioma antropocentrico e illuminista su cui è fondato il pensiero occidentale e trovare la strada per una nuova antropologia culturale che ci riporti agli ancestrali concetti di sacralità della natura. È necessario inventare un decalogo laico, semplice, diffuso e condiviso, che definisca una nuova etica della terra.

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il Segno 16/28 febbraio 2014

INDOVINA QUANTI SIAMO?

Al 31 gennaio 2014 i residenti censiti nel Comune di Rocca di Papa erano 16.712 (maschi 8.233; femmine 8.479). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.304.*

*dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

ROCCA DI PAPA notizie, informazione, attualità

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NUMERI UTILI

Clinica San Raffaele: 06-9428601 Comando Carabinieri: 06-94749007 Polizia Municipale: 06-94286134 Centralino Municipio: 06-942861 TAXI Mario: 346-3684911 06-9499151 (casa)

È stato notificatoilpignoramento dell’ex farmacia comunale L’Azienda Servizi Pubblici di Ciampino ha chiesto al comune di pagare i debiti

di Andrea Sebastianelli Il 2014 comincia a farsi davvero pesante per le casse del comune di Rocca di Papa. Dopo la lettera con cui la Schiaffini Travel ha chiesto il pagamento di fatture per un totale di 1,6 milioni di euro, adesso è la volta dell’Azienda Servizi Pubblici Spa di Ciampino (ASP). La società che gestisce le farmacie comunali, infatti, sta procedendo con un pignoramento immobiliare. La vicenda comincia il 17 maggio dello scorso anno quando l’ASP notifica al sindaco Pasquale Boccia un decreto ingiuntivo (il n. 171) per quasi 900 mila euro, somma comprensiva di una serie di fatture. Tra giugno e luglio dello stesso anno il comune, per evitare di vedersi arrivare l’ufficiale giudiziario, versa 620 mila euro mentre resta da saldare un debito di 277.698,03 euro che l’amministrazione a oggi (almeno fino a quando andiamo in stampa) non ha ancora saldato. A questo punto l’Azienda ciampinese prosegue nell’azione legale notificando al comune lo scorso 7 febbraio un atto di pignoramento im-

mobiliare. Scrive l’ASP: “Al fine di soddisfare il credito dell’Azienda Servizi Pubblici Spa si rende necessario procedere al pignoramento immobiliare dell’immobile ubicato nel comune di Rocca di Papa di cui risulta essere proprietario il comune”. L’edificio in questione si trova in via Leonida Montanari ai nn. 2-4, piano terra e piano primo di 122 metri quadrati, ossia la farmacia gestita dalla dottoressa Giuseppina D’Apolito, in precedenza assegnata dal comune alla stessa ASP che ora intende pignorare. C’è poi da considerare che ai circa 280 mila euro di debito vanno aggiunte le spese di notifica, gli interessi maturati e il costo della procedura di pignoramento. Insomma, una sommetta niente male per un comune che ha già seri problemi di liquidità. Ora la domanda è: ma dei 600 mila euro intascati dalla vendita della farmacia comunale del centro storico che cosa ne avete fatto, considerando che altri 6 milioni di euro (per saldare i fornitori) vi sono stati versati da Cassa Depositi e Prestiti? Il problema adesso è che il Tribunale di Velletri ha “ingiunto

Il municipio di Rocca di Papa

al comune di Rocca di Papa di astenersi da qualsiasi atto che possa sottrarre i beni pignorati ed i relativi frutti alla garanzia del credito per cui si procede”. In alternativa il comune, prima che il tribunale disponga la vendita dei beni pignorati, potrebbe versare il dovuto in tempi brevi.

Poi rimane da considerare il danno subito dalla dottoressa D’Apolito dall’intera vicenda, visto che dei locali è la legittima affittuaria. Fatto sta che in meno di un anno dal finanziamento di Cassa Depositi e Prestiti, le casse pubbliche sembrano più disastrate di prima.

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ROCCA DI PAPA

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il Segno 16-28 febbraio 2014

La maggioranza si chiude la bocca perevitareilconfrontocon Crestini Non mancano le sorprese nell’ultimo consiglio comunale del 24 febbraio

di Roberto Sinibaldi Nel consiglio comunale di lunedì 24 febbraio si è visto bene: la tattica prevale sulla dialettica. Insomma, vince non chi avrebbe più argomenti o elementi che possano far maturare decisioni soppesate collettivamente, no! Al contrario vince chi usa più tattica, sfrutta i meccanismi dei regolamenti, magari piegandoli alle proprie esigenze, a colpi di votazioni. Il voto di maggioranza, a cui più di qualche volta si ricorre senza stare a discutere troppo, ammazza il dibattito e fa prevalere sempre la sola forza dei numeri. Il senso più profondo della democrazia, della partecipazione, della capacità di ascolto ed eventualmente di convincimento vanno a farsi benedire. Ordine di scuderia: non rispondere alle “provocazioni” di chi vuole discutere e votare, senza offrire il fianco a “inutili” dibattiti. Questo deve essere stato l’invito di Boccia ai suoi compagni di partito e soci vari di maggioranza. Il suo comportamento personale è stato infatti quello di osservare un silenzio claustrale, che seppure in linea con le sue personali tendenze curiali, confligge non poco con la frenesia della spagnoleggiante foga oratoria che il sindaco ama esibire (meglio se in assenza di contraddittorio).

Da sinistra: Sellati, Boccia, Sciamplicotti, Barbante e la segretaria comunale

A coronare questo quadro, ci sono le ausiliarie del freno a mano. Le due signore che con devozione ancillare assistono il sindaco con il preciso obiettivo di buttarla in caciara. Sono il segretario comunale e la presidente del consiglio comunale. La prima esorbita volentieri da quello che sarebbe il suo ruolo istituzionale e sembra parteggiare così apertamente per la maggioranza da risultare imbarazzante. La seconda confonde sistematicamente il proprio ruolo super partes (?) con quello politico, sommando contemporaneamente l’incarico di presidente del consiglio comunale, con quello di assessore della maggioranza. Il caso è forse unico in Italia, ma la

Orlando Brunetti

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presidente/assessora sfoggia una sicurezza olimpica dicendo che lei sta nella legge. Nella legge forse sì, ma semplicemente perché a nessuno è venuto in mente di vietare per legge una cosa che dovrebbe essere interdetta dalla coscienza politica. Il dibattito, quando non è proprio azzerato o rimandato, viene deviato sul binario morto dell’inutile chiacchiericcio o di edulcorate presentazioni sempre tutte rose e fiori. Gli assessori dicono due parole, i capigruppo della maggioranza dichiarano in pochi secondi che loro sono d’accordo. Si vota e si passa a un altro punto. Su che hanno deciso? Non si sa bene. In queste condizioni il pub-

blico presente nei consigli comunali ha difficoltà a capire gli argomenti di cui si discute. È dato quasi tutto per scontato: il risultato è quello di riuscire a scacciare, quasi disprezzare, le persone che potrebbero avere interesse, giusto per confermare che la politica, almeno quella fatta così, è veramente repulsiva. Poi può accadere, come è successo lunedì 24 febbraio, che durante il dibattito si scopre, quasi per caso, che il comune ha una richiesta di pignoramento per mancati pagamenti. Mancati pagamenti di quasi un milione di euro! L’assessore Querini, vicesindaco e responsabile del bilancio, durante tutti i suoi interventi l’aveva bellamente omesso.

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ROCCA DI PAPA Dalconsigliere comunale Emanuele Crestini riceviamo e volentieri pubblichiamo il Segno 16/28 febbraio 2014

«Si preferisce intimidire il Segno pernon parlaredeifatticoncreti» di Emanuele Crestini* Non è che sia un’arte nobilissima, ma a Rocca di Papa è molto praticata. Si fa politica per le spicce: invece di rispondere a critiche con argomenti ragionati, invece di replicare con atti concreti, documenti, dimostrazioni logiche, si preferisce la scorciatoia vigliacca delle intimidazioni, delle pressioni personali, dell’avvertimento paramafioso, dell’avviso a persone care, del “suggerimento da amico”. Insomma, ti fanno sapere che è meglio che stai al posto tuo. Qualche critica la puoi fare, ma deve finire lì. Al massimo è tollerato uno scambio di battute in Consiglio Comunale, ma niente di più. Ti invitano a prendere un caffè e, con il sorriso sulla bocca, ti dicono che hanno sentito “uno” che si preoccupa per te. Per carità, loro sono amici tuoi e te lo riportano per il tuo bene. Però “poi se qualcuno ti brucia la macchina non ti venire a lamentare”. Ecco, questo è quello che sta succedendo a me in queste settimane. Ho letto con preoccupazione, ma non con stupore, che queste stesse pressioni sono state indirizzate al direttore del Segno, semplicemente per aver scoperchiato il verminaio degli interessi personali del sindaco e dei suoi soci. Gli articoli pubblicati erano ricchi di dati e di riferimenti ad atti

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amministrativi, con numero di protocollo, registrazioni dai vari notai, contratti, stipule, rilevazioni catastali, costituzioni societarie. Su questo nessuno ha replicato, nessuno ha confutato. Da lettore ho pensato che se gli elementi riportati sul giornale non fossero stati più che certi il direttore del giornale si sarebbe preso una denuncia immediata. Qualcuno nelle stanze della politica locale l’ha pure ventilata, ma era una battuta. Quindi l’interesse per il mattone che caratterizza i nostri amministratori non solo è certo, ma è certo anche che ha sconfinato oltre i limiti di quel famoso conflitto di interessi che tutti dicono di non avere e che invece per molti è stato dimostrato che esiste, che è forte e che è radicato da anni. Come si fa ad amministrare in

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questo modo? Semplicemente con la quasi certezza di posporre gli interessi collettivi a quelli propri. Ma è un caso isolato? Pare proprio di no, visto che dentro ci sono il sindaco, esponenti della Giunta, politici dell’opposizione. La politica fatta così diventa un gioco delle parti. Gli amministratori ratificano decisioni prese altrove, a Rocca di Papa si continuano a costruire case, non si sa per chi, visto che molte sono vuote. L’opposizione è un’opposizione di carta pesta e se qualcuno prova a mettere il naso nei cassetti della Giunta, se quel qualcuno (come il sottoscritto, per esempio) si ritrova in mano documenti nei quali ricorre il nome del sindaco e dei suoi soci in affari, ecco che per incanto arrivano degli amici che ti “suggeriscono” che “è meglio che torni a fare i cappuccini a Frascati”. Sì, è vero, personalmente faccio il barista, ma sono un barista con un pallino: che questo sistema si può migliorare. Cambiare modi e persone, ricominciare con nuove idee. Nel frattempo, insieme ai consigli di quelli che mi suggeriscono di farmi gli affari miei, mi arrivano pure attestati di solidarietà e sostegno per andare avanti. E sono di più di quanti il sindaco possa immaginare. *Consigliere comunale

Un 8 marzo con poesia e arte presso il bar enoteca

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L’8 marzo, in occasione della Festa della donna che, ricordiamolo, più che una festa dovrebbe essere una ricorrenza, l’associazione culturale L’Osservatorio di Rocca di Papa ha organizzato una serata all’insegna della cultura. L’iniziativa, che testimonia la vitalità di una delle associazioni più attive del nostro paese (ultimamente ha portato a Rocca il costituzionalista Michele Ainis che ha tenuto una bella conferenza), si terrà presso il bar enoteca di via Frascati, a pochi passi da piazza della Repubblica e vedrà l’attore Alberto Querini recitare alcuni versi al femminile. L’incontro si arricchirà anche di una mostra d’arte (anche questa tutta al femminile) che vedrà l’esposizione delle opere di Ida Abbati, Vittoria Trinca, Laura Patriarca e Zamira Croce. L’appuntamento è alle ore 17.00. Giulia De Giorgi

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ROCCA DI PAPA

il Segno 16/28 febbraio 2014

“Edilmostra, di male in peggio... proprio una gran furbata!” LA LETTERA

Con la richiesta di riesame e annullamento inviata all’Amministrazione comunale e a tutti i Consiglieri il 28 ottobre 2013, pensavamo di aver sufficientemente evidenziato il contrasto tra la proposta della società Edilmostra Galli e la normativa vigente. I punti fondamentali della richiesta inoltrata possono essere così riassunti: 1. La procedura seguita dal SUAP (articoli 7 e 8 del D.P.R. 160/2010) riguarda unicamente le attività produttive e gli esercizi di vicinato, cioè quelle attività commerciali che hanno una superficie di vendita non superiore a mq 250; 2. il titolare di un esercizio di vicinato potrà richiedere di incrementare la superficie commerciale fino a un massimo di mq 250; 3. sono escluse dal calcolo delle superfici commerciali, e perciò dall’incremento, gli uffici, i magazzini, i depositi, i locali di lavorazione e i servizi; 4. la Edilmostra Galli, come certificato, svolge esclusivamente attività commerciale e il SUAP avrebbe dovuto prendere in considerazione la sola superficie commerciale fino all’incremento massimo di mq 250; 5. volendo prendere per buona una superficie commerciale, come certificata dagli uffici comunali, pari a mq 107, l’incremento ammesso per arrivare ai mq 250 sarebbe dovuto essere di mq 143. Pertanto la superficie complessiva dell’attività, compresi magazzini, uffici e servizi sarebbe dovuta passare dagli attuali mq 1.117,16 a mq 1.260,16; 6. al contrario il SUAP, sottoponendo al Consiglio Comunale un progetto che prevedeva un incremento complessivo di mq 1.069 permette di raddoppiare l’intera superficie portandola a mq 2.260 compiendo un atto in contrasto con la normativa vigente sia nazionale che regionale. Ora, a seguito di tutto ciò e dopo una pausa di tre mesi, gli uffici comunali, invece di applicare le normative, hanno accolto e approvato le variazioni della società Edilmostra Galli, permettendo di cambiare, senza passare per il Consiglio Comunale, le destinazioni d’uso dei locali.

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Una bonifica attesa da anni

Negli elaborati integrativi la superficie di vendita certificata, che precedentemente era di mq 107 viene dichiarata pari a mq 184,31 e la nuova superficie commerciale di progetto dai previsti mq 240 passa a mq 155,90. Cosi arriviamo, per assurdo, ad avere un’attività commerciale che riduce la superficie di vendita, aumenta quella degli uffici e raddoppia quella dei magazzini, ovvero, l’esatto contrario di quello che prevede la normativa, nata per favorire lo sviluppo delle attività proVia Valle Vergine Campagna duttive e gli esercizi di vicinato e non Lo riconoscete? È l’incrocio tra via delle Barozze e via Borgo certo dei magazzini. Valle Vergine Campagna, la strada che porta all’isola ecologica Tutto questo all’in- comunale. Dopo anni di incuria delle autorità, che aveva persaputa del Consi- messo la trasformazione di questo angolo di via delle Barozze in glio Comunale che un ricettacolo di rottami di ogni genere lasciando immaginare nella seduta del 29 un paese ridotto male, finalmente qualcuno ha provveduto a agosto 2013 aveva fare pulizia. I viandanti e gli abitanti ringraziano. Ora quell’anapprovato tutt’altra golo non sarà più considerato parte integrante dell’isolo ecolocosa. Di male in gica, come sembrava prima, ma bisognerebbe metterci un bel peggio, proprio una cartello che indica come raggiungerla senza “sbagliare”! gran furbata! Ci chiediamo a questo punto se questi atti servano veramente più grave di quello originario nato al di fuori a favorire la riqualificazione dell’Edilmostra di ogni normativa urbanistica. Galli o, al contrario, ad onorare impossibili im- Continuiamo a chiederci perché in questo pegni presi in precedenza. La procedura se- paese di “furbi” lo sviluppo e la pianificaguita dagli uffici, che esclude il Consiglio zione territoriale non possano avvenire all’inComunale, conferma la fondatezza della no- segna della trasparenza e della legalità. stra denuncia e il rimedio proposto è ancor Movimento per Rocca di Papa

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il Segno 16/28 febbraio 2014

ROCCA DI PAPA

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Il Comitato Campi scrive al sindaco sul PRG

Segue dalla prima pagina

di Sandro Tabellione Regolatore) da noi ricontattato recenteIl nuovo Piano Regolatore Ge- mente, ha confermato che in base alla nerale di Rocca di Papa, per- normativa vigente quello discusso e apsosi nei meandri degli uffici provato dal consiglio comunale è ormai regionali o semplicemente de- decaduto essendo trascorso il periodo precaduto, torna sotto la luce dei riflettori. A visto per la sua definitiva approvazione occuparsene è nuovamente il Comitato di da parte della Regione Lazio. Quartiere dei Campi d’Annibale che lo Quindi è tutto da rifare e il rammarico scorso 24 febbraio ha scritto una lettera maggiore è che dalle casse pubbliche indirizzata al sindaco Pasquale Boccia, a sono usciti soldi, presumibilmente tanti tutti i consiglieri comunali e al referente soldi, per pagare studi, relazioni, cartocomunale per i comitati, Giovanni Gatta, grafie, consulenze, ecc. ecc. per ritrovarsi per avere notizie dello strumento urbani- senza niente in mano, a parte le promesse stico di cui si sono perse completamente di chi governa il paese. le tracce dopo averne discusso per anni. Si chiede il Comitato presieduto da Gianfranco Silvestrini: “Per avere un piano regolatore generale approvato, che cosa devono fare i cittadini di Rocca di Papa? Signor sindaco, a chi si devono rivolgere?”. La domanda appare ripetitiva visto che lo stesso Silvestrini poco tempo fa aveva inviato A destra, il presidente dei Campi, Gianfranco Silvestrini una lettera simile per la quale si è in attesa di una risposta. “An- E infatti, scrive Silvestrini, “oggi siamo cora una volta -scrive il comitato- si sol- al 2014 e se si considera che il PRG atlecita il signor sindaco per conoscere gli tuale risale al 1976 e che in questi 40 anni sviluppi sull’iter di detto Piano Regola- ha governato quasi sempre il centrosinitore Generale in modo da dare ai cittadini stra, sia al comune che alla Regione, se si informazioni il più possibile veritiere, considera anche che ad oggi pure il nostro perché -continua la lettera- gli stessi citta- signor sindaco è impegnato in un posto di dini di Rocca di Papa hanno tutto il di- rilievo presso la Regione Lazio, potrebbe ritto, dopo 40 anni, ad avere un PRG essere più facile per avere finalmente il approvato”. PRG approvato per le attuali e reali esiIn realtà la domanda a tale quesito appare genze del paese”. scontata visto che l’architetto Marco Pu- Il comitato, stavolta, spera almeno in una tano (autore del progetto sul nuovo Piano risposta esauriente da parte del comune.

Ora sembrano tutti affacciati alla finestra in attesa di eventi importanti. La crisi economica, sociale e politica morde a tal punto che si aspettano cambiamenti significativi ai vertici della politica e della macchina pubblica. Politici, funzionari, cittadini singoli o associati non potranno più far finta di nulla continuando a privilegiare se stessi e quelli della loro ristretta cerchia. Il coro ha cambiato definitivamente lo spartito, non è più disposto a tollerare ingiustizie, abusi, illegalità. Pretende che i “Palazzi” si facciano di vetro. Le notizie locali degli ultimi tempi, che naturalmente devono essere approfondite (sono centinaia i cittadini che si augurano l’immediato intervento delle autorità preposte per tali approfondimenti), sono un macigno che pesa sulla serenità dei roccheggiani. Si sentono traditi da tutta una classe dirigente. Ed è proprio dall’interno della classe dirigente che, in questa situazione drammatica, dovrebbe emergere una volontà di riscatto; di recupero di credibilità per far uscire il paese dal pantano; avviare quel processo necessario a riportare serenità tra i cittadini e recuperare l’indispensabile fiducia negli uomini al servizio dello Stato: politici, funzionari, dipendenti pubblici fissi o precari. C’è qualcuno che a Rocca di Papa vede classe dirigente che si affanna per questo riscatto e per il bene comune? Noi non lo vediamo e temiamo di dover aspettare ancora molto tempo per i primi avvistamenti. Ma non c’è altra strada. Soltanto con l’impegno concreto della parte sana dell’attuale classe dirigente, rincalzata da tanti altri che si faranno classe dirigente anche loro (tra i giovani locali germogliano già in questi giorni atteggiamenti consapevoli), potremo superare questi anni difficili. Sergio Rasetti

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ROCCA DI PAPA Convegno del prof. Mario Tiberi

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il Segno 16/28 febbraio 2014

l’articolo di Paola Gatta sul primo numero di gennaio del Segno) “il sindaco stesso, con un piccolo colpo di teatro, ha dichiarato testualmente che il presidente del consiglio comunale, ossia la stessa Marika Sciamplicotti, «conserva ancora le deleghe dell’urbanistica checché se ne dica». Checché se ne dica? Ma se l’aveva annunciato lui con la solita prosa roboante!”. Leggerlo così può lasciare più o meno perplessi ma sentire la registrazione vocale del sindaco che prima afferma una cosa e poi un’altra, senza fornire alcuna spiegazione, è tutta un’altra cosa! Questo è accaduto nell’ultimo consiglio comunale del 24 febbraio quando il consigliere d’opposizione Emanuele Crestini ha voluto sorprendere i numerosi cittadini presenti facendo sentire le due versioni e sbugiardando in diretta il primo cittadino. Ma la questione è più seria di quanto possa apparire visto che i consiglieri comunali, di maggioranza e opposizione, hanno votato l’elezione della Sciamplicotti a presidente del consiglio comunale convinti che si sarebbe dimessa da assessore e alcuni consiglieri (lo ha detto Enrico Fondi) votarono a favore proprio per questo motivo “altrimenti -ha spiegato Fondiavrei votato contro”. Evidentemente, per la maggioranza, i consigli comunali sono un optional, un circo dove si può parlare a ruota libera senza dare alcun peso alle parole. Ma meno male che il Segno c’è con la sua piccola telecamera, senza la quale sindaco e amministratori negherebbero di aver detto ciò che effettivamente dicono… ma ora sanno che verrebbero sbugiardati con tanto di prova e forse è per questo che preferiscono stare zitti.

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di Giulia De Giorgi Lo scorso 24 febbraio la sala conferenze della biblioteca comunale di viale Ferri ha ospitato una interessante e partecipata assemblea promossa dal Segno su iniziativa di uno dei suoi collaboratori, Gennaro Spigola, figura storica del sindacalismo dei Castelli Romani, che nell’occasione ha anche svolto il ruolo di mediatore. A presentare la relazione introduttiva, dal titolo “Uscire dalla crisi: da soli o con l’Europa?”, è stato il prof. Mario Tiberi, ordinario di politica economica all’Università La Sapienza (allievo del prof. Federico Caffè), che ha spiegato in modo chiaro e coinvolgente anche aspetti all’apparenza molto complessi, dall’organizzazione del lavoro alle normative su banche, intermediari finanziari e agenzie di credito. Un aspetto trattato dal professore è stato il cosiddetto New Deal europeo, per ripensare la logica dell’austerità, e il tema abnorme degli investimenti pubblici, senza dimenticare la crisi che ha completamente travolto la Grecia. Ma anche l’Italia economico-finanziaria è stata “vivisezionata” da Tiberi, a cominciare dalla gestione delle imprese fino alla riduzione del costo del lavoro e alla riforma degli ammortizzatori sociali, tutti temi che stanno alla base di molte proposte politiche tese unicamente a penalizzare il lavoro. L’ampia partecipazione dei cittadini, evidentemente più interessati di quanto si possa pensare ai meccanismi economico-finanziari che stanno alla base del nostro modello di sviluppo, dimostra che la partecipazione è un elemento essenziale per ripartire col piede giusto.

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La bellezza della trasparenza è che tutto avviene alla luce del sole, ma è anche il motivo principale per cui la politica la elogia solo a parole perché poi nei fatti cerca di ostacolarne la diffusione. Da alcuni mesi abbiamo preso l’impegno, come giornale, di video-registrare i consigli comunali proprio perché la più importante assise cittadina possa entrare nelle case dei cittadini desiderosi di informarsi su come nascono le scelte da cui dipende il funzionamento, o il malfunzionamento, della Il sindaco Boccia cosa pubblica. Allora può capitare che qualche politico venga preso in castagna, in consiglio dice una cosa e poi ne fa un’altra. È il caso del sindaco di Rocca di Papa Pasquale Boccia a proposito della vicenda legata alla nomina di Silvia Sciamplicotti alla presidenza del consiglio comunale. Ecco i fatti: nel consiglio comunale del 26 novembre 2013 il sindaco, a causa di problemi personali dell’allora presidente Ferazzoli, informa l’aula che un suo assessore lascerà tale incarico per assolvere alla funzione di nuovo presidente del consiglio comunale. Non solo, subito dopo aver annunciato le dimissioni da assessore della Sciamplicotti, afferma che gli assessorati passeranno così da 5 a 4, dando ad intendere che gli amministratori locali (cioè i suoi assessori) non sono attaccati alle poltrone, anzi… Poi, nel consiglio comunale del 16 dicembre 2013 (leggi

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ROCCA DI PAPA

il Segno 16/28 febbraio 2014

Lo strano caso dei terreni messi sotto tutela dal World Monuments Fund

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Commissario del Parco dei Castelli ma anche... “costruttore” a Ciampino

di Andrea Sebastianelli L’amministrazione comunale di Ciampino ha previsto di costruire delle case per l’edilizia residenziale convenzionata, ovvero per delle cooperative private, in alcune zone del suo territorio. Una starebbe in località Mura dei Francesi. Gli accordi prevedono di acquisire i terreni dai proprietari in cambio della concessione di costruire consistenti cubature per gli stessi proprietari, senza alcuna preventiva verifica sulla effettiva edificabilità delle aree. I cittadini però si sono opposti a questa scelta poiché l’area è ricca di emergenze storiche, archeologiche e paesaggistiche di pregio e lo scorso anno, durante gli scavi preventivi, sono emersi i sensazionali ritrovamenti della villa del console romano Marco Valerio Messalla Corvino. Tra i reperti più interessanti, ben sette statue di marmo bianco, alte ciascuna più di due metri, notizia che ha fatto il giro del mondo. Nell’aprile 2013 il Movimento Ciampino Bene Comune ha organizzato una petizione pubblica, sottoscritta da numerosi e prestigiosi nomi del mondo accademico nazionale e internazionale e da moltissime personalità della cultura di tutto il mondo (Salvatore Settis, Filippo Coarelli, Lo-

Ditta Edile

renzo Quilici, Vezio De Lucia, Ascanio Celestini, Alberto Asor R o s a , Adriano La Regina, solo per citarne alcuni), e ha segnalato la candidatura del sito al World Monuments Fund, organizzazione internazionale e indipendente. Per il sito destinato all’edificazione il Movimento ha evidenziato il conflitto tra la salvaguardia del patrimonio culturale e il suo azzeramento sotto il cemento armato. L’appello è stato accolto e ora l’intera Tenuta, composta dai casali e dai portali seicenteschi, dall’area archeologica e dagli uliveti secolari, è inserita nella lista Watch 2014 dei 67 siti mondiali del patrimonio culturale da proteggere per le generazioni future. Inoltre lo scorso dicembre la Direzione Generale per i Beni culturali e Paesaggistici del Lazio ha riorganizzato i vincoli esistenti sull’area ponendo una fascia di tutela. Questo provvedimento, che ri-

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Il commissario del Parco, Sandro Caracci

conferma l’importanza dei luoghi e la necessità della loro salvaguardia rispetto alle previsioni edificatorie del Comune, è stato impugnato dai proprietari delle aree con un ricorso al Tar. Tra gli accaniti ricorrenti c’è anche la Signora Carla Miscoli, moglie del Commissario del Parco dei Castelli Romani, Sandro Caracci, che esige risarcimenti milionari per i mancati affari che avrebbe potuto realizzare costruendo su quella che, ad oggi, è un’area agricola, di cui la Soprintendenza

impone “la tutela dell’ambiente”. Come dire che il Commissario del Parco dei Castelli Romani, che dovrebbe esprimere per il suo ruolo la massima tutela dell’ambiente e del paesaggio, quando torna a casa sua veste, tramite la consorte, i panni di un comune costruttore, che più del paesaggio ha a cuore il “ristoro economico” per la sua famiglia e condivide la richiesta di danni per mancati introiti. Stranezze e contraddizioni della nostra Italia, preda dei dottor Jeckyl e Mr Hyde.

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il Segno 16/28 febbraio 2014

di Andrea Sebastianelli Dopo l’elettrosmog è la volta del radon, un gas naturale radioattivo (derivante dal dec a d i m e n t o dell’uranio) che secondo l’Organizzazione mondiale della sanità rappresenta oggi la seconda causa del cancro ai polmoni dopo il fumo. L’altra cosa da sapere è che il radon è una “caratteristica” delle zone tufacee, qui infatti esso fuoriesce dal terreno oltre ad essere presente nei materiali da costruzione di derivazione vulcanica. Consultando un data base (presente sul sito de La7: http://x2tv/program/la7/radon/) contenente i valori delle concentrazioni medie rilevate in gran parte dei comuni italiani, abbiamo verificato che Rocca di Papa risulta essere il comune dei Castelli Romani con la più alta concentrazione media di radon. Nel nostro paese, infatti, le indagini effettuate presso gli edifici scolastici hanno riscontrato un livello di radon superiore ai 300 Bq/mc (radon al metro cubo), un valore vicino ai limiti imposti dalla normativa italiana (decreto Legislativo n. 241 del 2000). Quest’ultima, infatti, protegge la salute dei lavoratori negli ambienti di lavoro (nel caso in cui la concentrazione del gas superi i 500 Bq/mc), mentre per gli ambienti di vita si può fare riferimento a ciò che dice l’Euratom (l’ente della Comunità Europea) che pone il limite massimo di 400 Bq/mc per gli edifici esistenti e di 200 Bq/mc per quelli nuovi. Una questione seria su cui però il silenzio delle istituzioni fa paura, a parte qualche raro caso in cui i comuni in qualche modo sono intervenuti. È il caso di Marino. Qui le rilevazioni effettuate tra il 2006 e il 2007 in sette plessi scolastici e nella sede municipale evidenziarono un livello di 66 Bq/mc (quindi ben al di sotto del limite indicato dalla

A P P R O F O N D I M E N T O

Emergenza

RADON

Il monitoraggio presente sul sito de La7 indica per Rocca di Papa un valore di 311Bq/mc di radon, il più alto dell’area dei Castelli Romani

legge) ma l’amministrazione comunale decise di intervenire mettendo in pratica, a tutela dei lavoratori e dei bambini, una serie di interventi atti a ridurre gli effetti del radon. A rilanciare l’allarme radon è stato un recente articolo di Chiara Le Moglie apparso sul quotidiano Il Tempo. Ecco che cosa dichiara Roberto Troncarelli, presidente dell’Ordine dei geologi del Lazio, alla giornalista castellana: «Il decreto legislativo 241/2000 chiedeva alle regioni la perimetrazione delle aree a rischio radon e l’obbligo di legge ha trovato una parziale attuazione nella convenzione tra Ispra e Regione Lazio. Questo ha portato ad un’indagine dettagliata delle concentrazioni pericolose di gas radon ma i risultati, consegnati dall’Ispra alla Regione Lazio due anni fa, non sono stati mai divulgati. Se infatti fossero resi pubblici spiega Troncarelli - scopriremmo che molti comuni sono a rischio radon nella completa indifferenza della politica e degli organi istituzionali». Aggiungeva ancora il presidente dei geologi: «Vorrei ricordare che il Lazio insieme alla Lombardia è una delle regioni italiane dove il radon si concentra maggiormente e per una corretta prevenzione sarebbe necessario che tutte le amministrazioni castellane si

preoccupassero di effettuare le dovute misurazioni. Non è necessario allarmarsi, esistono infatti metodi di mitigazione adatti per ogni tipo di struttura e i comuni di Ciampino e Marino, a seguito degli studi condotti, si stanno giustamente muovendo in tal senso». La questione, come si può capire dalle parole di Roberto Troncarelli, è molto seria e non può essere né sottovalutata né nascosta dai comuni.

La scuola centro urbano di Rocca di Papa

Eppure a Rocca di Papa pare proprio che di radon non ne vogliano sentir parlare o, peggio, che preferiscano far finta di niente esponendo al rischio bambini e lavoratori per incoscienza o irresponsabilità. Alla fine di gennaio del 2013 il sindaco Boccia (in qualità di responsabile dei locali comunali finalizzati a scuola dell’obbligo e sede comunale) segue a pag. 19


segue da pag. 18

comune

livello Radon

Comune di Colonna

163 Bq/mc

Comune di Grottaferrata

106 Bq/mc

Comune di Frascati Comune di Lanuvio

123 Bq/mc 131 Bq/mc 66 Bq/mc

Comune di Marino

Comune di Monte Compatri 129 Bq/mc Comune di Monte Porzio C. 128 Bq/mc Comune di Nemi

137 Bq/mc

Comune di Rocca Priora

194 Bq/mc

Comune di Rocca di Papa 311 Bq/mc Comune di Velletri

104 Bq/mc

La tabella a fianco dimostra come la presenza di Radon a Rocca di Papa abbia raggiunto dei livelli preoccupanti che devono essere monitorati costantemente a tutela della salute degli operatori scolastici, degli insegnanti e dei bambini che frequentano la scuola dell’obbligo. Il livello di 311 Bq/mc è vicino ai limiti imposti dalla normativa italiana che, comuqnue, appare molto più tollerente di quella di altri Stati (negli USA, per esempio, questo limite è fissato in 148 Bq/mc).

Radon: che cosa occorre sapere e come affrontare il problema di Antonio Di Lisa* “Il radon (Rn) è un gas radioattivo incolore, inodore ed insapore, che deriva dal decadimento del radio (Ra), elemento appartenente a sua volta alla serie radioattiva dell’uranio (U) il quale è presente nel suolo e nelle rocce. Le rocce vulcaniche sia del Lazio sia della Campania hanno la caratteristica di essere tra le più ricche in uranio d’Italia, e addirittura del mondo nel caso della Campania, ed inoltre, in molti siti di queste due regioni, si verificano condizioni geologiche e geochimiche tali da favorire ulteriormente un aumento della concentrazione dell’uranio e dei flussi di risalita dal sottosuolo di radon. [...] I risultati preliminari ufficiali di studi condotti su popolazioni esposte al radon, evidenziano che il rischio di cancro alle vie respiratorie aumenta di circa il 10% se la concentrazione di radon aumenta di 100 Bq/m3 ed è la seconda causa di mortalità alle vie respiratorie dopo il fumo. Nonostante siano trascorsi abbondantemente i due anni per l’entrata in vigore della L.R. n. 14 del 31/03/2005, altri comuni dei Castelli Romani, come il Comune di Marino ed il Comune di Ciampino, aventi anch’essi [...] zone abitate ad elevati flussi di radon di anidride carbonica e di acido solfidrico [...], hanno predisposto ordinanze sindacali specifiche per il rilascio delle licenze edilizie. Nei Comuni di Marino e di Ciampino, a causa dell’intensa attività esalativa, sono state effettuate addirittura delle evacuazioni di abitazioni, pertanto, sono state attivate

che la situzione non solo assume toni preoccupanti ma addirittura drammatici. Per le antenne stiamo aspettando da anni un’indagine epidemiolo-

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il Segno 16/28 febbraio 2014

riceve una nota da parte di Corrado Colizza che da anni, attraverso la sua associazione, sta cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulle conseguenze che il radon ha sulla salute pubblica. Dal sindaco di Rocca di Papa non arriva nessuna risposta e allora il signor Colizza pensa bene di incontrare l’assessore ai servizi sociali del comune, Valentina Trinca, suggerendo “di procedere a un monitoraggio per sapere se ricorra o no l’obbligo di bonificare i locali per tutelare la salute dei bambini e dei dipendenti” ma anche in questo caso l’informazione non riceve alcun segnale di attenzione. Successivamente l’associazione scrive direttamente al dirigente scolastico che, nella sua veste di datore di lavoro, ha l’obbligo di garantire la salute ai dipendenti scolastici oltre che ai bambini che frequentano i plessi. Infatti, “la richiesta del documento della valutazione dei rischi spetta proprio al dirigente scolastico analogamente a tutte le altre certificazioni che assicurano la salubrità dei locali, così come previsto dall’art 3 “ex lege” 11.01.1996, n. 23”. Nella lettera Corrado Colizza spiega anche che “l’invio di questa nota nasce dalla conoscenza dei valori medi di concentrazione nel territorio dell’ente locale e la situazione documentata, con dati di monitoraggio nei plessi scolastici di Marino, ove in almeno tre plessi ci sono locali con concentrazioni di radon superiori al valore di soglia, malgrado quel territorio presenti una concentrazione media tra le più basse”. Malgrado l’allarme, dopo un anno, l’amminisrazione roccheggiana, per quel che ci è dato sapere, non ha ritenuto di dover fare nulla, nemmeno coinvolgere gli enti pubblici preposti (come ArpaLazio, Enea, Ispra o l’Istituto di Vulcanologia) così da avviare uno studio e un monitoraggio in grado di dirci con precisione se gli edifici pubblici di Rocca di Papa (soprattutto le scuole) garantiscono il giusto livello di sicurezza a tutti colori che le frequentano per molte ore al giorno. Se alla “questione radon” sommiamo i danni provocati dall’elettrosmog con le onde emanate dai ripetitori radio-tv di monte Cavo e dintorni, ecco

I livelli di radon nei Castelli Romani

A P P R O F O N D I M E N T O

procedure tecniche volte alla riduzione del radon negli edifici pubblici e nelle scuole ed hanno predisposto un tavolo tecnico tra gli enti locali e regionali sulla tematica specifica. [...] Le misurazioni della concentrazione di radon indoor presso l’edificio della Scuola di Santa Palomba a Pomezia hanno fornito valori superiori a quelli indicati dalla normativa vigente [...]. Non essendo stati predisposti azioni efficaci di mitigazione all’interno dell’edificio, la ASL ha negato la fruibilità delle aule costringendo il Comune a dislocare in altre strutture gli alunni della scuola. Di fronte a tale quadro il Sindaco essendo l’organo responsabile dell’amministrazione comunale e tutore della salute pubblica, è legittimato, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 50 D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267, ad emanare ordinanze contingibili ed urgenti per far fronte ad un pericolo imminente ed attuale. Dovrebbe attivarsi nel sollecitare la Regione Lazio e l’ARPA, struttura tecnica preposta, alla perimetrazione delle aree a rischio radon del proprio territorio [...] e di inserire gli elementi di rischio radon negli elaborati tecnici in seno alla proposta del Nuovo Piano Urbanistico Comunale (o Variante al Piano Regolatore Generale) come prevede la Legge Regionale n. 14 del 31.03.2005. *Sintesi tratta dalla relazione che in qualità di geologo presentò al Comune di Pomezia

gica ed è ragionevole pensare che anche per il radon dovremo attendere ancora molti anni. Intanto però bambini, insegnanti e lavoratori conti-

nuano a frequentare dei locali su cui pende il forte dubbio che il radon stia pian piano prendendo il sopravvento. Andrea Sebastianelli


Echi di ieri, espressioni di oggi... troppe le cose ancora da chiarire 14

di Paola Gatta Ritorniamo sulla vicenda del libro Echi di ieri - Espressioni di oggi. Come illustrato nel precedente numero del Segno, il libro è stato presentato due volte: nel 2011 e una seconda volta il 22 gennaio scorso (anche se quest’ultima non è stata una vera e propria “presentazioneâ€?). Il 13 maggio del 2011 era il venerdĂŹ precedente le elezioni comunali di Rocca di Papa e in quella occasione il libro fu presentato in una sola copia. La presentazione fu fatta a Villa del Cardinale, il noto ristorante su via dei Laghi. Dopo la presentazione seguĂŹ un buffet per centinaia di persone, pagato (almeno cosĂŹ pensiamo visto che nessuno dĂ conferme o smentite) con soldi pubblici. Tra i documenti riguardanti quell’iniziativa c’è una relazione (prot. 20169 del 21 luglio 2011) a firma del sindaco pasquale Boccia, che dichiara che “A tutti i presenti è stato fatto dono del volumeâ€?; e ancora: “I volumi inoltre sono stati distribuiti agli alunni delle scuole secondarie di primo gradoâ€?. Come sarebbe stato possibile avere quella grande disponibilitĂ di copie la sera del 13 maggio 2011, se al contrario il libro fu fatto vedere in copia unica e non fu distribuito proprio a nessuno? La riprova? Che nella seconda presentazione, quella del 22 gennaio 2014, sul libro c’è scritto: “Fi-

ROCCA DI PAPA

il Segno 16/28 febbraio 2014

Affiggere manifesti sĂŹ... ma solo se non paghi!

nito di stampare nel dicembre 2013â€?. E le copie sono 600, tutte stampate nel 2013. La possibile spiegazione? Nel 2011 l’amministrazione comunale doveva rendicontare le spese per prendere il finanziamento regionale di 30.200 euro. CosĂŹ ha fatto finta di aver stampato il libro, lo dichiarava il sindaco direttamente su un atto formale‌ tanto poi, quando i soldi sarebbero arrivati, si sarebbe aggiustato tutto. Con una parte di essi avrebbero stampato il libro (con comodo) dopo qualche anno, le copie sarebbero state molto meno di quelle preventivate perchĂŠ nel frattempo i soldi forse furono spesi per altre cose, tra cui (forse) il buffet della serata di festa a Villa del Cardinale. Una serata che è avvenuta due giorni prima delle elezioni per le quali – guarda un po’ il caso – era candidato Boccia. Tutto regolare? Tutto regolare, certo. E la nostra è una ricostruzione di fantasia. Ah, dimenticavo‌ a Rocca di Papa i somari volano.

di Luigi Serafini Ăˆ passato piĂš di un mese e mezzo da quando il Responsabile del Settore Bilancio e Sviluppo del Comune di Rocca di Papa ha segnalato l’impossibilitĂ di espletare il servizio affissioni al Segretario Comunale e all’assessore al Bilancio. Il problema esisteva ed era noto giĂ da prima. Che cosa è successo in seguito alla lettera formale del Responsabile del servizio? Semplicemente nulla. Nessuno ha dato una risposta, ma soprattutto nessuno si è preoccupato di trovare una soluzione per il disservizio. In pratica a Rocca di Papa non si possono affiggere manifesti, anche se è un servizio comunale, che peraltro porta soldi alle casse pubbliche. Il servizio deve essere assicurato per legge, ma qui pare che la legge sia sospesa. Un altro elemento che sottrae spazi alla democrazia, si potrebbe commentare. Ma, dopo il tenore dei recenti manifesti del Manifesti abusivi Pd, che nessuno riesce a capire, forse la maggioranza Pd che ci governa non ha proprio interesse a ripristinare un servizio del quale il Pd stesso non sa fare uso e che potrebbe essere utilizzato solo dall’opposizione. Come dire che è meglio lasciare tutto fermo. Nel frattempo se il comune non incassa i proventi del servizio affissioni pazienza. Tanto a Rocca di Papa abbiamo giĂ quasi sette milioni di euro di debiti, qualche migliaio di euro di mancato introito non sarĂ certo notato dai cittadini contribuenti. Intanto i manifesti abusivi impazzano e non pare proprio che qualcuno muova un dito o faccia una multa.

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ROCCA DI PAPA

il Segno 16/28 febbraio 2014

Bruciare sfalci e residui vegetali può costare anche 26mila euro!

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Il recepimento di una direttiva europea colpirà anche i piccoli orticoltori

di Valentino Tosatti Se bruciate anche piccole sterpaglie, magari residui di potature domestiche o di orto, rischiate una multa molto salata. In conseguenza del recepimento di un’ennesima Direttiva dell’Euromostro (la Comunità Europea) un’oculata modifica all’art. 185 del D.Lgs 152/2006 (il ben noto “Codice Ambientale”) ha trasformato con un tocco di bacchetta magica i residui dei tagli, delle potature, degli sfalci e di qualsiasi attività agricola in RSU, cioè rifiuti “normali” che, pertanto, dovranno d’ora in poi essere smaltiti secondo le prescrizioni europee. Per i violatori - anche se piccoli privati - sarebbero naturalmente pronte sanzioni che includono teoricamente il carcere, e partono da 2.600 euro per arrivare a 26 mila (come si vede, proprio una cosa studiata a tavolino per i piccoli agricoltori e proprietari-contadini!). Leggendo il testo di tali “normative” ho la sensazione che - per come formulato - i residui vegetali provenienti dai giardini privati potrebbero anche sfuggire ma la cosa pare assai dubbia. Un nuovo bell’“incentivo” per tutti coloro che ancora si ostinano a svolgere attività forestali, agricole, manutentive, ecc., magari in luoghi assolutamente sgarrupati e impervi, dove i mezzi meccanici non possono arrivare. Ed un’ulteriore consolazione per tutti coloro che ancora non hanno abbandonato le campagne. E magari anche per quei “mascalzoni” che come ad esempio noi - ancora si ostinano a coltivare rose e camelie intorno al loro villino, invece di dividere tutto in 4 lotti e intascarsi un pulito e certamente eco-compatibile assegnino… Le reazioni della gente sono state quel che ci si poteva aspettare, e da varie parti si tenta di correre ai ripari. Ho notizia che la

Semaforo in tilt!

Il semaforo posto di fronte al Santuario della Madonna del Tufo è ormai fuori uso da tanto tempo senza che nessuno se ne preoccupi. Le cose sono due: se il semaforo non serve toglietelo; invece se è necessario ai fini della sicurezza di pedoni e automobilisti riparatelo e fatelo funzionare!

Provincia di Viterbo avrebbe già stabilito una deroga al divieto assoluto (al momento mi chiedo come possa una Provincia, o addirittura un singolo Comune, come avrebbe fatto ad esempio Tarquinia, consentire di derogare da Direttive UE e da leggi nazionali; la cosa è evidentemente da approfondire!). Si tratta chiaramente di una questione di rilievo nazionale, e pertanto la segnalo ai lettori sperando che il “Piccolo Segno” possa dare un contributo di chiarezza. Tra l’altro qui non si tratta certo di un problema di Rocca di Papa bensì di tutti i Ca-

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stelli Romani, i quali potrebbero e dovrebbero fare pressione comune su Provincia e Regione affinché si metta un argine a queste pazzie. Tra breve proibiranno anche le stufe a legna e i caminetti (la cosa viene già ventilata in certi ambienti!), e poi la carne alla brace, le castagne e le pizze cotte a legna (ci avevano già provato anni or sono!), i barbecue e quant’altro ancora. Tutti sani, ecologici, igienisti ed obbedienti; lo esige mamma UE e lo vogliono alcune associazioni di ambientalisti sfaccendati e gli “esperti” che le sostengono!

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ROCCA DI PAPA

“Le nostre dimissioni ne dall’Ass. teatrocivico” Da Piero Gentilini riceviamo e volentieri pubblichiamo

di Piero Gentilini* L’ACS (l’Associazione Arte Cultura Spettacolo) di Rocca di Papa comunica che ha presentato le dimissioni dall’ATC, Associazione Teatro Civico di Rocca di Papa, in seguito a proposta presentata personalmente dal suo Presidente, Piero Gentilini, ed approvata dall’Assemblea dei soci ACS. Precisa, altresì, di aver chiesto al Presidente dell’ATC, Enzo De Angelis, di informare l’Amministrazione Comunale, prima della data dell’Assemblea dei soci ACS, della proposta di Piero Gentilini all’Assemblea ACS. La richiesta di informazione è stata inoltrata dopo l’incontro avvenuto in precedenza tra Amministrazione Comunale, Enzo De Angelis e Piero Gentilini, per rivalutare eventualmente il contratto di servizio, tra ATC e Comune, e Statuto dell’ATC. Successivamente è emersa un’importante novità comunicata dall’Amministrazione Comunale, sulla necessità di rivedere il sistema di gestione del Teatro Comunale in funzione dei mutamenti legislativi. A prescindere da questo, l’ACS stava, da un po’ di tempo, meditando l’opportunità di uscire dall’ATC in quanto stavano diminuendo, anche per ragioni di carattere ambientale ed incomprensioni, le motivazioni che hanno giustificato l’impegno dell’associazione in seno all’ATC. Inoltre, è importante comunicare che l’ACS ha utilizzato direttamente il teatro, in sei anni, per un proprio evento di spettacolo e con propri mezzi, una sola volta. Il resto del lavoro l’ha svolto per il teatro e per gli altri che l’hanno utilizzato. Dai volontari, tutti, alle persone coinvolte nei ruoli istituzionali, di rappresentanza, dal Presidente dell’ACS, Piero Gentilini, dal Presidente dell’ATC, anch’esso socio ACS, Enzo De Angelis, dal Direttore Artistico dell’ATC, Alberto Querini, l’impegno nella gestione del Teatro è stato rilevante, unito all’esperienza acquisita negli anni, oltre a quella specifica nell’ATC: maturata sia in campo artistico, anche professionale, sia in quello di gestione di associazione di promozione sociale, organizzazione di eventi culturali. Le difficoltà da superare in questi anni sono state tante ma, nei limiti delle risorse umane a disposizione, L’ACS crede di aver svolto degnamente il proprio compito come d’altronde gli è stato riconosciuto da chi ha frequentato il teatro in questi anni, non solo di Rocca di Papa. L’ACS ha invitato, tramite stampa, a collaborare, ma inutilmente. L’ATC oltretutto è stata sempre aperta all’ingresso di altre associazioni, ma mai altra organiz-

zazione si è fatta avanti. Non può essere una responsabilità dell’ACS questa. L’amministrazione sarà costretta a valutare un altro tipo di gestione, visti i cambiamenti legislativi. Questo sarà il momento di verificare se altre organizzazioni o persone, se valide e competenti, vorranno assumersi la responsabilità di gestire una macchina complessa come il teatro. L’ACS ringrazia comunque l’Amministrazione Comunale, il Sindaco, per aver accettato la nostra collaborazione in questi anni e fa un in bocca al lupo a tutti, Amministrazione Comunale, cittadini ed associazioni. In particolare, l’ACS vuole invitare chi ha criticato questa gestione

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Uno degli spettacoli degli anni passati

del teatro a farsi avanti ed operare, a prendersi finalmente la responsabilità e magari fare meglio, sarebbe un bene soprattutto per il teatro. L’ACS desidera ringraziare, oltre ai propri soci volontari, i tanti cittadini che hanno frequentato il Teatro Civico e che l’hanno sostenuta. *Presidente dell’Ass.ne Arte Cultura Spettacolo - ACS

Sul teatro ci ha scritto anche il Consigliere Crestini

«Il rischio ora è che il teatro resti chiuso per molto tempo» di Emanuele Crestini* Piovono dimissioni sul fronte del teatro comunale. Tutto il sistema gestionale, complesso per non dire farraginoso, mostra i suoi limiti. La passione dei volontari che curavano da anni la struttura è stata tradita, le attese degli appassionati che attendevano una programmazione anche per quest’anno è stata delusa, le speranze dei cittadini di vedere Rocca di Papa affrancarsi da quel triste destino di deserto culturale, nel quale sembra risucchiata, si sono dimostrate vane. Il risultato è che il teatro in pratica chiude i battenti. Chiude senza speranza di una riapertura immediata. La struttura, costata centinaia e centinaia di migliaia di euro di denaro pubblico, corre il rischio di diventare un altro rudere, un’altra opera non finita o non utilizzata, delle quali la Giunta Boccia è specialista. Accanto all’isola ecologica, finita e chiusa, alla sede del nuovo municipio – ex hotel Europa – che sta diventando un rudere, al par-

cheggio del Carpino, che doveva essere inaugurato nel 2013… possiamo aggiungere il teatro. Di chi sono le responsabilità? Dello Spirito Santo, secondo la teatrale ricostruzione dei politici nostrani. Le deleghe alla cultura le ha il sindaco, un sindaco che al teatro si è fatto vedere assai raramente, ma che, soprattutto, non ha mai curato. Insieme al suo attuale vice, l’assessore al bilancio Maurizio Querini, hanno lasciato che la struttura morisse lentamente. Nessuna attenzione per l’organizzazione e nessuna attenzione per le risorse. Forse erano indaffarati alla Regione, dove entrambi lavorano durante la settimana. Ma come possono dedicare tempo e risorse a una cosa che non conoscono? Che non praticano e per la quale mostrano evidenti segni di indifferenza? Alla fine la struttura è naufragata nel disinteresse del Comune e nell’ignavia di questi due amministratori. In questi anni hanno gestito il teatro come un proprio piccolo feudo, per spremere

consensi e accaparrarsi simpatie politiche. Hanno lesinato finanziamenti ma non promesse, ma ora siamo al capolinea. Nell’ottobre scorso l’Associazione teatro Civico di Rocca di Papa (ATC) ha comunicato l’interruzione delle attività del teatro e recentemente l’Amministrazione Comunale ha deliberato (“Presa d’atto scioglimento ATC e linee di indirizzo per la gestione del teatro civico di Rocca di Papa”) lo scioglimento delle strutture organizzative che facevano funzionare il teatro. Ora si dovrà ricominciare tutto daccapo. Ma a scarseggiare non sono solo i soldi, sono soprattutto le idee. Boccia e Querini sono entrambi amministratori a mezzo servizio perché hanno altri lavori; il sindaco si è dimostrato un inesistente assessore alla cultura e il vicesindaco più che un assessore al bilancio pare un curatore fallimentare, che amministra il dissesto finanziario e la bancarotta politica di questa giunta di teatranti, che di teatro non sanno nulla. *Consigliere comunale


ROCCA DI PAPA Dopo l’articolo di Massimo Onesti sul teatro civico il dibattito è cominciato il Segno 16/28 febbraio 2014

“Per la gestione del teatro civico sono due le strade percorribili”

di Enzo De Angelis* In risposta all’articolo firmato dal sig. Massimo Onesti, apparso sul numero di gennaio del Segno, vorrei precisare che la gestione del Teatro non è stata affidata all’ACS bensì all’ATC, di cui il Comune detiene la maggioranza delle quote sociali, mentre l’ACS è a tutt’oggi l’unico socio di minoranza, perché nessun’altra Associazione di Rocca di Papa ha mai voluto entrare nell’ATC. Il Teatro inoltre non è mai stato gestito come una struttura privata, in quanto tutte le sue attività sono state sempre effettuate con l’approvazione dei rappresentanti dell’Amministrazione comunale. L’erogazione di fondi comunali inoltre non è mai stata fatta all’ACS, che ha un suo proprio e distinto bilancio economico, ma sempre all’ATC, tanto è vero che se l’ATC dovesse sciogliersi le sue residue risorse economiche tornerebbero direttamente al Comune. Per ciò che riguarda le attività che si potrebbero realizzare esse sono già state in gran parte effettuate nell’ambito della gestione in scadenza e per quelle ulteriormente realizzabili bastava solo che le persone e le realtà culturali locali interessate si fossero date da fare per organizzarle. Ma ciò ovviamente dipendeva dalla loro libera volontà. D’altra parte all’interno dell’ATC e dell’ACS hanno già finora operato artisti con esperienza pluriennale,molta passione e professionalità. Vorrei anche precisare che il prezzo dei biglietti di ingresso degli spettacoli locali li stabiliva esclusivamente chi li organizzava e non potevano essere imposti né determinati dall’ATC. Infine voglio sottolineare ancora una volta che il Teatro è stato da sempre un luogo aperto a tutti gli artisti locali e che non è affatto colpa dell’ATC né dell’ACS se molti di essi non lo hanno percepito così,in fondo per accertarsene bastava andare a leggersi lo Statuto dell’ATC e il Contratto di servizio. Per quanto riguarda la modalità di gestione nell’ultima riunione avuta con l’Amministrazione comunale mi è stato comunicato che la legge presa a riferimento per la costituzione dell’ATC è stata superata da quella attualmente i vigore che non consente più la gestione del Teatro con una Associazione pubblico-privato, pertanto il Contratto di servizio con l’ATC non potrà essere rinnovato. La gestione del Teatro potrà perciò essere effettuata soltanto in due modi. O con un Ente partecipato al 100% dal Comune, con proprio personale retribuito, o con l’affidamento a terzi, e più precisamente a una Associazione privata, mediante bando di evidenza pubblica. La prima soluzione, per quanto ho appreso, non sembra venga presa in considerazione dal Comune, in quanto non soste-

Il teatro di Rocca di Papa

nibile economicamente. Ciò mi appare quantomeno singolare in quanto dopo aver accusato l’ACS di “gestione padronale”, pur possedendo il 66% delle quote sociali dell’ATC, ora il Comune dichiari di non essere in grado di gestire il Teatro in piena autonomia, cosa che, a mio parere, potrebbe fare semplicemente trasformando l’ATC in un Ente partecipato al 100% dal Comune. La seconda soluzione appare pertanto obbligata per evitare che il Teatro rimanga chiuso. In questo caso, sempre a mio parere, il Comune potrebbe trasformare l’ATC in un’Associazione privata, per dargli modo di partecipare al bando con la quasi certezza, data l’esperienza acquisita, che se lo aggiudichi. Visto però che l’Assemblea sociale dell’ACS,svoltasi il giorno 8 febbraio, su

proposta del Presidente Piero Gentilini, ha approvato all’unanimità le dimissioni dell’ACS da socio dell’ATC essa potrebbe continuare ad esistere, come Associazione privata, solo con l’ingresso di altre Associazioni o di singoli soci. Ciò semplificherebbe molto le cose, dal punto di vista burocratico, a chi volesse assumersi la gestione del Teatro, in quanto l’ATC, pur totalmente rinnovata sia nei soci sia negli organismi dirigenziali, resterebbe giuridicamente un’Associazione già legalmente registrata all’Agenzia delle entrate, con codice fiscale e partita Iva e iscritta all’Albo Regionale. Ovviamente se il Comune scegliesse di proporre questa soluzione e nessuno ne volesse cogliere l’opportunità ciascuna Associazione culturale potrebbe comunque partecipare autonomamente al bando. Per adesso, visto che per Statuto le dimissioni dell’ACS diventeranno esecutive dal 1° gennaio 2015, è molto probabile che il Comune provveda a prorogare nuovamente la gestione del teatro all’ATC fino all’aggiudicazione del bando di evidenza pubblica. Nel caso invece che anche il Comune decidesse di dimettersi da socio l’ATC verrà immediatamente sciolta. Per ultimo vorrei evidenziare che se fino ad ora la gestione del Teatro Civico è costata al Comune mediamente solo € 10.000 l’anno, tutto compreso, è proprio perché è stato mantenuto con l’aiuto di tutti: operatori volontari, utenti e spettatori. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento. *Presidente dell’Ass.ne Teatro Civico - ATC

“Quell’incontro di alcuni anni fa...” Mentre leggevo l’articolo di Massimo Onesti sul Teatro Civico a Rocca di Papa, mi è venuto in mente quell’incontro di alcuni anni fa, dove all’ingresso del teatro con la mia compagna mentre si aspettava l’apertura “dei cancelli”, feci quattro chiacchiere con il sindaco Boccia. In quel frangente il Sindaco, forse poco avvezzo alle critiche, si cimentò in un lungo monologo senza entrare nel merito della questione da me sollevata, che era: il teatro civico cattedrale nel deserto. Certo qui non stiamo parlando di chissà quale opera milionaria, ma tant’è, al Comune sarà pure costata

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qualche euro; e questo domandavo al sindaco: non era meglio concepire una struttura del genere in un luogo meglio servito e integrato? Non era preferibile pensarlo come un’opportunità per il paese di attirare persone anche dai paesi limitrofi? Un amministratore più oculato avrebbe forse dovuto pensare che parcheggiare per la strada del cimitero non è affatto comodo, non lo è per me che ho appena superato i 40 e non penso che lo sia per chi, più in là con l’età di me, deve parcheggiare per un precipizio e scalare una salita degna del miglior Pantani; avrebbe dovuto pensare che nel cir-

condario non vi è praticamente nulla se non un piccolo bar che tra l’altro era chiuso; avrebbe dovuto pensare che in quella zona la “popolazione presente” (persone molto anziane ed extracomunitari) non è certo quella tipica del fruitore di Teatro... sarò strano io ma forse in passato se si fosse pensato al vecchio centro anziani vicino piazza della Repubblica, con parcheggio limitrofo e quel poco di attività commerciale rimasta in piedi a Rocca di Papa, ecco allora, forse si sarebbe fatto un servizio alla comunità. Ringrazio per il tempo dedicato a questa mia. Roberto Serafini


“Il 2013 per l’Avis Rocca di Papa è stato un anno ricco di successi” 18

di Bruno Eleuteri* L’anno 2013, trentesimo anniversario dalla fondazione, si è concluso in maniera molto positiva per la nostra Associazione, riuscendo ad incrementare notevolmente rispetto al 2012, sia la quantità delle sacche di sangue raccolte, pari a 814, che il numero dei nuovi Soci donatori iscritti; complessivamente, a fine dicembre, i soci attivi per il biennio 2012/2013 raggiungevano il n° di 594. Questo risultato ci permette per il 5° anno consecutivo, di raggiungere l’autosufficienza sangue per la nostra cittadina secondo i parametri stabiliti dall’O.M.S. in base alla popolazione residente. Tra le molteplici attività e progetti che hanno visto promotore e partecipe l’Avis comunale di Rocca di Papa mi piace metterne in evidenza tre di maggior rilevanza: • Progetto Avis Scuola 2013; • Progetto prevenzione della salute dei donatori; • Giornata del Donatore per il 30° anniversario.

Progetto “Avis-Scuola 2013” Il progetto è stato realizzato nei mesi di aprile e maggio grazie alla disponibilità del Preside dell’Istituto comprensivo “Leonida Montanari” e delle insegnanti. Il progetto si rivolgeva agli alunni delle classi V elementare del nostro territorio proponendosi di divulgare le informazioni sulla donazione del sangue, i valori del volontariato e della solidarietà cercando di educare i bambini fin da piccoli e, attraverso di loro, coinvolgere i genitori incentivandoli alla donazione del sangue. Tutti i ragazzi hanno partecipato con molto entusiasmo realizzando dei lavori didattici sul tema della donazione, guidati dalle loro insegnati. Progetto prevenzione della salute dei donatori Grazie al sostegno della banca Intesa Sanpaolo, che ci ha finanziato interamente il pro-

ROCCA DI PAPA

nazione di sangue.

Il Presidente Avis, Eleuteri, con uno dei donatori storici di Rocca

getto, ed all’interessamento del suo direttore abbiamo realizzato nel mese di luglio una campagna di prevenzione per la salute delle donne relativa al tumore al seno suddivisa in due momenti: - un incontro/dibattito tenuto presso l’aula consiliare che ha visto la presenza come relatori della D.ssa Fabi, responsabile Senologia e Screening Mammografico ASL RMH, e della Prof.ssa Daniela TERRIBILE , Chirurgo Senologo - Responsabile dell’ U.S. Terapie Integrate Tumori del Seno Policlinico Universitario “A. Gemelli” – Roma - una giornata esami diagnostici specialistici (mammografia per le donne dai 40 anni in

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su, ecografia per le donne con meno di 40 anni) realizzata presso la nostra sede con un camper attrezzato messo a disposizione dal Policlinico Gemelli di Roma. Sempre per la tutela della salute del donatore, grazie a un programma stilato nell’ambito del coordinamento delle Avis della RM-H e ad un accordo con la ASL, nel periodo intercorso tra giugno ed ottobre, è stato effettuato un servizio aggiuntivo, (l’esame del PSA) per gli uomini oltre i 45 anni di età, mentre per le donne donatrici nell’arco dell’intero anno 2013 sono stati realizzati test tiroidei (analisi TS3, TS4 e TSH) , effettuati nell’ambito della do-

Tra le corali anche Ottava Nota

Festival della pace e della fraternità 2014

Si terrà il 13 marzo a Zagarolo, alle ore 18,00, presso Palazzo Rospigliosi, la cerimonia d’apertura del Festival Corale Internazionale. Anche quest’anno l’edizione vedrà impegnate molte corali sia nazionali sia internazionali, tra cui il coro della University of Northern Colorado Chamber Choir, quello dell’University of Wisconsin Stevens Point e il coro californiano Centerpoint Choir. Da segnalare la presenza di “Ottava Nota”, l’associazione di Rocca di Papa presieduta da Eugenio Del Ferraro e diretta dal maestro Fabio De Angelis. Tra gli appuntamenti da non perdere vi è il concerto presso il Duomo di S. Gregorio Magno a Monte Porzio Catone (14 marzo ore 20.00), quello che si terrà il 15 marzo a Roma presso la Basilica di Sant’Agnese fuori le mura (via Nomentana, ore 19.00) e il concerto conclusivo ospitato il 16 marzo (ore 16.30) al Teatro Principe di Palestrina.

Giornata del Donatore per il 30° anniversario Le maggiori energie sono state spese per la programmazione e realizzazione dei festeggiamenti del 30° anniversario che ha visto il suo culmine nella giornata del 14 luglio ricca di avvenimenti ai quali hanno partecipato numerosi Soci e 25 consorelle con i loro labari provenienti da diverse località del Lazio e della Campania. Sono state consegnate le benemerenze ai Soci, in base alle donazioni da loro effettuate, ed è stato inaugurato il monumento “Al Donatore” posto in piazza della Repubblica alla presenza del Sindaco del Vescovo di Frascati e delle varie autorità militari ed avisine partecipanti. Al tutto ha fatto da gioiosa cornice la banda folkloristica degli Screpanti con la loro musica. Evento conclusivo delle manifestazioni il concerto canoro “Auguri... in coro” tenuto il 22 dicembre nella chiesa del SS.Cuore di Gesù. Tenendo ben presente che l’impegno principale della nostra Associazione è rivolto soprattutto alla raccolta di sangue ed alla fidelizzazione dei Soci donatori, voglio ricordare che quanto è stato realizzato è dovuto all’ impegno del Direttivo ed al lavoro continuo dei suoi componenti nell’arco di tutto l’anno ed a loro va il mio personale ringraziamento. Un particolare ringraziamento va al nuovo Direttore sanitario, dottor Giuseppe De Biasi, che ha accolto l’incarico con molto entusiasmo e dedizione e a tutto lo staff sanitario, sia medici che infermieri, che oltre alla professionalità mettono in campo simpatia e collaborazione per la buona riuscita delle giornate di raccolta sangue. Ma il grazie più grande va a tutti i Soci donatori che con il loro impegno, generosità e spirito di altruismo permettono a Rocca di Papa di avere una realtà così bella ! *Presidente Avis Rocca di Papa


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Cultura e

... dintorni

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anni fa

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Il bombardamento non fu atto glorioso ma vera BARBARIE

Il primo bombardamento aereo di Rocca di Papa/3 di Gianfranco Botti Se un argomento lo porti per le lunghe, corri il rischio di renderlo noioso, perciò molesto, antipatico. Chi non lo sa? Pure, la trattazione sui bombardamenti e sul periodo in esso compresi merita ancora spazio. Siamo nel settantesimo del loro accadimento e, detto che la miscela di abitudini e di ricorrenze è il carburante che alimenta la comunità locale; è un modo di riconoscersi e consolarsi; costituisce la punteggiatura della nostra esistenza, nel senso che se punti e virgole rendono comprensibile la frase, la somma di fatti condivisi e il loro ricordo rende comprensibile la paesanità; si può aggiungere che gli anniversari, come rilancio della memoria verso il futuro ben vengano, rappresentano sempre un’occasione: vinta o persa. Vinta, se aumenta conoscenza; persa, se non fa crescere interesse. A rafforzare la loro opportunità c’è un’altra considerazione. È vero che la settantina di vittime complessive significa ognuna una croce personale per chi le portava nel cuore, ma è vero pure che se ai lutti si sommano le distruzioni e le sofferenze complessive, la catastrofe assume contorni e dimensioni totali, comprendenti Rocca di Papa nel suo insieme. Da individuale-familiare si fa comunale-istituzionale. E così entra nella storia, così va ricordata. Ciò richiamato, se si vuol provare a inserire il bombardamento del 14 febbraio 1944 in una credibile logica di guerra, balza subito evidente come sia da considerarsi strettamente connesso allo sbarco di Anzio, realizzato dagli Alleati il 22 gennaio precedente. Per convincersene, basta riandare allo sviluppo cronologico degli avvenimenti sul fronte italiano. Nel luglio 1943 gli Alleati Case bombardate sbarcano in Sicilia e, senza incontrare resistenza consistente, attraversano lo stretto e risalgono la Calabria. Nel settembre sbarcano a Salerno e, sul finire dell’autunno, completano la conquista dell’Italia meridionale. I tedeschi occupanti non dormono. Attrezzano la linea Gustav, sistema fortificato incentrato su Monte Cassino, coi fiumi Rapido, Garigliano e Sangro a tener unito lo sbarramento dal Tirreno all’Adriatico. La linea Gustav funziona, le truppe alleate marcano il passo. Il 1944 si apre con la decisione del premier inglese Churchill di assestare un colpo poderoso, rapido e spettacolare per uscire dal punto morto in cui stagnava la campagna alleata in Italia. È l’operazione Shingle, lo sbarco di Anzio, serve a concorrere allo sfondamento della linea Gustav aggirandola da nord. Lo sbarco avviene agli ordini del generale americano Lucas. I tedeschi sono stati sor-

presi. Gli anglo-americani non incontrano resistenza. Consolidata la testa di ponte, non avrebbero difficoltà ad espandersi verso Roma. La leggenda narra di una pattuglia americana a bordo di una jeep arrivata incontrastata a Porta San Sebastiano. Il fatto non ha trovato supporto storico; se è inventato, lo è per colpevolizzare la titubante lentezza operativa di Lucas, che consentì al feldmaresciallo Kesserling di raccogliere verso la zona dello sbarco truppe e armi in quantità tale da sfiorare la ricacciata in mare degli Alleati, infliggendogli, comunque, abbondanti perdite. Ad un Churchill deluso e irritato che chiede spiegazioni perché con lo sbarco di Anzio aveva sperato “di lanciare sulla spiaggia un gatto selvatico, mentre invece si trova sulla riva una balena arenata”, il generale inglese Alexander risponde: “La prima fase delle operazioni, iniziatasi con tante promesse, è ormai finita, data l’abilità dimostrata dal nemico nel concentrare così rapidamente forze sufficienti a stabilizzare una situazione per lui pericolosissima. La battaglia è ora entrata nella seconda fase, durante la quale noi dobbiamo infrangere a ogni costo il suo contrattacco per riprendere poi l’offensiva con le nostre unità raggruppate, avanzare nel retroterra e interrompere le sue comunicazioni tra Roma e il fronte meridionale. Questo è ciò che mi riprometto di fare”. E questo è ciò che causa il bombardamento su Rocca di Papa. Se si aggiunge, poi, che il 13 febbraio gli Alleati erano stati praticamente respinti sulle loro ultime difese sulla strada CisternaAnzio e che per il 16 è previsto un ulteriore attacco tedesco, si dovrebbe meglio capire come i presupposti del bombardamento del 14 febbraio ci stessero tutti, secondo gli anglo-americani. Ma è proprio così? Col bombardare Rocca di Papa davvero si spezzano le comunicazioni tedesche tra Roma, Anzio e il fronte

Un’incursione aerea

meridionale? Ammazzando 34 rocchiciani davvero si infrange il contrattacco di Kesserling? Sicuramente no. Nonostante il bombardamento, truppe e mezzi seguitano ad arrivare dove servono. Nonostante il bombardamento, il contrattacco tedesco previsto per il 16 febbraio, il 16 febbraio avviene e annulla, come scriverà Churchill, lo sforzo alleato di Anzio. Non riuscirà a vanificarlo solo perché, dopo tanti scontri ripetuti e violenti, era entrata in crisi la disponibilità tedesca di uomini e di risorse per lo scacchiere italiano. Allora, perché le incursioni aeree su Rocca e sui Castelli? La risposta è secca e brutale. Gli Alleati bombardarono per frustrazione. Come quel calciatore che non tocca palla e scalcia malamente l’avversario che con gliela fa toccare, così gli Alleati, con una superiorità di mezzi ormai schiacciante, non riuscendo con la strategia a sgominare il nemico, sfogarono la loro incapacità con le bombe, seminando morti e distruzioni indiscriminate, colpendo civili e paesi annichiliti. Tra questi il nostro. Una Rocca di Papa che in quell’inverno 1943/44 si dibatteva tra privazioni, sofferenze, fame, tipiche di tutte le zone di guerra in ogni tempo e in ogni luogo. Paese scompaginato e muto sotto l’occupazione tedesca, in trepida attesa di tempi migliori. Il bombardamento se lo potevano evitare. Non fu atto glorioso. Fu barbaro.


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di Daniela Di Rosa Domenica 23 febbraio è andata in onda la prima puntata della seconda fase di Masterpiece, il talent sugli scrittori di Raitre (ore 22.40). L’ho seguito e ho invitato a seguirlo perchè parla di libri, di scrittura e perchè ci partecipa mio figlio con un suo romanzo Russian Roulette. Ora dovrei dare un giudizio e, per onestà intellettuale, non posso astenermi dal farlo. La prima fase non mi aveva convinto molto, mettere in gara degli aspiranti scrittori non è far gareggiare (senza nulla togliere) cantanti, ballerini o cuochi, qui si parla, si scrive... è tutto molto complicato e adesso lo è ancora di più! Alla fine della puntata, perplessa, non riuscivo a dare un giudizio, ancora adesso non so che dire, è bello? È brutto? Boh! È appunto complicato seguire le eliminazioni, le varie prove, i sorteggi, non ho capito molto. Sono stata una settimana a Torino, ho assistito alle registrazioni, ho parlato coi dodici finalisti e nessuno di loro, quando hanno inviato il mano-

SCRITTURA

il Segno 16/28 febbraio 2014

Masterpiece e il sogno di diventare scrittori

Riprende il talent letterario di Raitre con la fase finale

I 12 finalisti di Masterpiece

scritto sapeva bene di che cosa si trattasse, pensavano a un

Lilith e la sua passione

«Perché scrivo?»

“Scrivo, perché scrivo? Dunque, perché… Che domanda, pensare di poterlo spiegare, mi fa venire le vertigini e il mal di testa, come quando mi domando se l’universo sia infinito o meno. Scrivere? Per la mia boria, quando mi immaginavo, affacciato ad una finestra di una mansarda. Tra i tetti di Amsterdam, con i fogli del mio romanzo sparsi sul letto. In una realtà in bianco e nero, come ogni film d’autore che si rispetti, con in sottofondo una canzone di Cohen, il mio sguardo ignaro e distante, e lei stesa bramante, che mi chiedeva “Cosa scrivi?”. Senza degnarla di risposta, accennavo un sorrisino compiaciuto e sbuffavo via una boccata di sigaretta. Scrivere? Semplice, troppo inetto per uno strumento musicale. Scrivere? Magari perché quando la mente lascia angusti angoli di pace, sarebbe bene coglierli, perché quando la mente è un mare in tormenta, sarebbe bene scriverne. Perché troppo grande per fare ancora castelli di sabbia sulla spiaggia, nascondendomi al lume della abat-jour, posso ancora illudermi di essere quel ragazzino. Perché rabbia e dolore, se non li mettessi su carta, potrebbero disperdersi nell’ambiente, e non sono prodotti biodegradabili.

concorso letterario, non certo a un talent. Io da spettatrice

Lilith Di Rosa

Per non rischiare di guardarmi allo specchio e disgustarmi, per non rischiare di guardarmi allo specchio ed innamorarmi di me. Perché che diavolo può fare un disgraziato come me, in fondo carta e penna si trovano ovunque, senza spendere un capitale. Per l’ego ed i suoi parenti, qualche soddisfazione bisogna pure dargliela, e poi va a finire che un ricordo balordo di me, su questo mondaccio infame, lo lascio davvero (è una minaccia)”. Lilith Di Rosa www.masterpiece.rai.it facebook masterpiece

con la “puzza” sotto il naso, che fuggo da tutti i reality show mi sono trovata nel bel mezzo di un Reality. Certo, non è il Grande fratello, né X-factor, l’ambiente (tolta la gara) mi è familiare, libri, cultura, alta e bassa, drammatica e leggera, i finalisti stessi, preparati e originali, nessun culturista che aspira al trono dalla De Filippi, nessuna ragazzina con le tette rifatte che sogna un posto da velina ma studendi universitari, medici, professoresse in pensione, belle ragazze senza culi al vento da mostrare ma orgogliose del loro manoscritto, impiegati di mezza età, solitari e taciturni ma con un immenso mondo interiore, ragazzi dal passato difficile con una sorprendente capacità di scrittura e di creatività! Sarà anche un talent, i meccanismi sono simili, ma sono loro i 12 finalisti a fare la differenza. La prima puntata ha già visto il primo eliminato, mentre il nostro concittadino Lilith di Rosa è ancora in gara, perciò “rassegnatevi” e guardate le altre puntate, forse il programma non è ciò che si aspetta un amante dei libri, forse la forma reality piacerà solo ai più giovani, però vale davvero la pena di guardarlo.


MUSICA

il Segno 16/28 febbraio 2014

scite v o u e U N

EASY POP

di Massimo Onesti

La jukeboxband roccheggiana fa sul serio

Avevamo lasciato gli EasyPop (vedi articolo sul numero di febbraio 2013) quando, dopo gli esordi in cui stavano affinando il loro tipo di spettacolo caratterizzato dalla capacità di spaziare in brani da jukebox dagli anni ‘50 fino agli anni ‘80, si proponevano soprattutto per feste di piazza e anche private facendo dell’intrattenimento allegro e frizzante la loro particolarità. Ora in una sorta di evoluzione del loro modo di fare spettacolo hanno aggiunto alcune chicche che vale la pena sottolineare anche per una certa originalità. Intanto c’è da dire che hanno creato una riproduzione molto fedele del jukebox Wurlitzern 1015, uno dei jukebox più popolari degli anni ‘50 che s’impose subito all’attenzione mediatica di quegli anni tanto da diventarne nel tempo una specie di simbolo e oggetto di culto per collezionisti di tutto il mondo, il quale Wurlitzern viene posto dagli EasyPop subito ai piedi del palco da far sì che il pubblico possa scegliere fra i brani (circa 130) che la band ha inserito nel jukebox e che rappresentano solo una parte del loro vasto repertorio che va da Carosone ai Beatles, dai Simple Minds e Talk Talk fino ad esempio ai nostri grandi Lucio della musica italiana come Battisti e Dalla, cosicché il pubblico può scegliere il brano schiacciando il relativo numero associato alla canzone che tramite un collegamento computerizzato arriva ai musicisti che a quel punto eseguiranno dal vivo, anche arricchendo con aneddoti e piccole storie, i brani via via proposti facendo rivivere così ai grandi i ricordi del passato e nel frattempo facendo conoscere ai più giovani quelle melodie e quei ritmi coinvolgendo quindi il più possibile il pubblico che partecipa anche ad una sorta di lotteria chiamata “Il gioco del

Jukebox”, un’estrazione a sorte simile a una tombola in cui i numeri estratti non sono altro che i numeri degli anni dal ‘56 all’‘85 - di cui il gruppo suona poi i grandi successi. Il pubblico tiene conto dell’estrazione su cartoline precompilate da dieci cifre e il primo ad avere tutti i numeri usciti vince un bellissimo pre-

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mio. Incentrato sulle composizioni del loro leader Luka Fiorentini hanno prodotto anche un cd caratterizzato soprattutto da atmosfere andine e messicane, fra ritmi mambo e latini, ballabili e allegri con in più un paio di brani molto intensi nel classico stile della melodia pop italiana, canzoni che possono essere scelte an-

ch’esse nel jukebox. La scena che quindi creano sul palco è molto piacevole e brillante e anche nel look hanno dato un taglio colorato e variegato alle loro figure, così abbiamo il figlio dei fiori Luka alle tastiere e voce; Patrick O’Leary, marine alla batteria; Zott il Watusso al basso; Frank Varano, cowboy alla chitarra; Rico Alicetta, gangster al sax; e, per finire, la voce femminile degli anni ‘60, Violetta. Ultimamente si avvalgono anche del contributo di sponsor come Mancini Pianoforti, l’Hotel Ristorante Polentone e la Basili Caffè e collaborano con RadioRadio (Fm 104.5) con delle ospitate nelle trasmissioni notturne della storica emittente romana. Quest’estate è in programma una tournéé che li dovrebbe vedere impegnati un po’ in tutta Italia e forse anche all’estero e quindi nelle loro intenzioni c’è anche quello di rendere il loro spettacolo sempre più ricco e appetibile, inserendo soprattutto ballerini e coristi, dimodoché quello spirito innovatore e trascinante della musica sia sempre quello travolgente di quando tutti insieme si ballava intorno al “JukeBox”.

Il bullismo ai tempi di Facebook di Marcello Loisi n questi giorni, stanno facendo notizia atti di bullismo da parte di giovanissimi, scoperti grazie a diverse piattaforme digitali, quali Facebook (primo fra tutti), Youtube ed Ask.fm. A Bollate, la settimana scorsa, una ragazzina di 14 anni, accusata di aver “rubato” il ragazzo di un’altra coetanea, è stata selvaggiamente aggredita all’uscita da scuola. Il tutto fomentato dall’incitamento di altri studenti che filmano la scena e la “condividono” su Facebook. A Padova, un’altra ragazza di 14 anni si è suicidata buttandosi dal tetto di un albergo in disuso dopo aver ricevuto, su Ask, diversi insulti e provocazioni di vario genere, come la richiesta di mostrare a tutti le foto dei suoi tagli autoinflitti e frasi che la invitavano alla morte. Già in passato abbiamo assistito ad atti di bullismo e cyberbullismo da parte di adolescenti nei confronti di altri coetanei considerati socialmente inferiori o dei rivali, e nella maggior parte dei casi il filo conduttore sono proprio i social network. Tutto viene postato, condiviso, commentato. I giovanissimi di oggi nascono in questa dimensione, dove la popolarità è tutto, i rapporti sono falsi ed è facile nascondere agli occhi degli altri le proprie incertezze, fragilità, dubbi, naturali e comuni tra gli adolescenti. Internet da risorsa diviene strumento di diffusione della violenza, verbale e non. Nell’era

della condivisione non si fanno eccezioni di alcun tipo, tutto può essere messo in rete e sembra non esserci nessuno che controlli certi video. Youtube censura ai minori i video dove vengono esibiti gli elastici delle mutande o qualche coscia di troppo, ma non quelli che mostrano violenza gratuita. Così anche Facebook, dove le foto di nudo (quello artistico) sono bandite dalla piattaforma, ma non quelle della giovane bulla che picchia la rivale. Ci si chiede, a questo punto, cosa fare per risolvere, o arginare, il problema dell’uso improprio di questi mezzi e chi può fare qualcosa, in tempi in cui la famiglia e la scuola stanno progressivamente perdendo la loro capacità educativa per fare spazio una nuova “civiltà” crudele e spettacolare.


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di

PAGINA APERTA

il Segno 16/28 febbraio 2014

Come adottare un manuale scritto soltanto da studenti

Pillole La bella iniziativa dell’Istituto IULM di Milano ECONOMIA di Mauro Artibani

La Domanda comanda

di Camilla Lombardozzi Chi conosce la vita universitaria sa che molto spesso i manuali che ci vengono dati da studiare risultano essere noiosi, ripetitivi e talvolta incomprensibili. Tanto da portare lo studente a pensare “Se lo scrivessi io, sono sicuro che studierei più piacevolmente”. Fino a qualche tempo fa, tale possibilità era collocata nell’emisfero dei sogni, forse mai raggiungibili, eppure, al Nord, questo sogno sembra essersi avverato; infatti all’Istituto IULM di Milano, alcuni studenti di Comunicazione, del corso in Strumenti e tecniche della produzione audiovisiva, si sono scritti da soli il libro di testo. L’esperimento è stato possibile grazie al docente che li ha guidati nel percorso di scrittura del manuale, Enzo Papetti, che in un’intervista al Giornale ha detto: “All'inizio gli studenti erano spaventati, restii a questo esperimento, poi ci hanno preso gusto ed hanno realizzato un manuale di duecento pagine, pubblicato dalle edizioni universitarie dell’IULM, ed io l’ho regolarmente adottato come libro di testo di quest'anno”.

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La cucina futurista

di Marcello Loisi Una sera del 1930, Marinetti, il fondatore del movimento futurista, seduto al tavolo di un ristorante milanese, si rese conto che il futuro doveva passare anche attraverso il cibo. Pochi mesi dopo pubblicò il Manifesto della cucina futurista, che conteneva una serie di considerazioni riguardo la gastronomia, in linea con lo spirito innovatore e provocatore che connotava l’avanguardista. Sono molti i passaggi del Manifesto che all’epoca hanno suscitato stupore, tra questi, l’abolizione della pasta-

Studenti della IULM

Insomma l’IULM ha dovuto giocare d’azzardo nell’autorizzare un progetto così all’avanguardia ma ha vinto la mano; dando vita ad un programma interessante ed innovativo. Tutto ciò è stato possibile grazie anche a Fastweb, l’azienda che ha finanziato l’intera iniziativa creando così una sinergia tra università, studenti ed impresa. Che ne dite, un giorno questo progetto si potrà realizzare anche a Roma, all’Università di Tor Vergata? Si accettano scommesse!

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di... u e s i t g io n Q

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Quando la capacità produttiva delle aziende confeziona una offerta superiore alla capacità di spesa degli acquirenti si contrae lo sviluppo. Si mostra evidente come la crescita economica risulti vincolata dall’esercizio della spesa. Crescita, ancora sostenibile, fin quando l’insufficienza cronica del reddito, che spende, ha trovato il soccorso del credito generando il 60% del PIL, fino ad affrancare i Consumatori dal bisogno; insostenibile quando il debito, entrato in sofferenza, ha reso quel credito inattingibile, bloccando il meccanismo dello scambio domanda/offerta. Questi fatti consentono ai Consumatori di guadagnare un vantaggio: hanno più bisogno i Produttori di vendere che i Consumatori di acquistare. La Domanda comanda, insomma. Mettere a reddito questo vantaggio confeziona l’opportunità di migliorare la produttività totale dei fattori, altrimenti… Altrimenti accade che la produzione industriale cala nella zona euro a dicembre dello 0,7%. Quella sovraccapacità non smaltita riduce il profitto; chi lavora a quell’eccesso non potrà reclamare alcun aumento del reddito e la spesa andrà ancor più giù. Se tanto mi da tanto i Consumatori, associati in network, hanno l’opportunità di commerciare la gestione delle risorse impiegate nell’acquisto: Tempo, Attenzione, Ottimismo. Un prodotto/servizio che rifocilla il portafoglio. Quel portafoglio che speso, smaltisce quella sovraccapacità, fa fare profitto; restituisce valore al lavoro produttivo, quindi adeguato reddito, proprio quello che spende. Ai Consumatori toccano sì gli onori, ma anche gli oneri! Eggià, Domanda che obbliga i Consumatori a prendere in carico la responsabilità di fornire indirizzo ai Produttori per una offerta di merci che si mostri sensibile al risparmio nell’impiego delle risorse. Domanda di ciò che si vuole, non acquisto di quel che si trova: innovazione assoluta. Domanda che rivendica ruolo economico all’esercizio di consumazione, dignità all’atto. Domanda che, esercizio plurale, chiama al consorzio gli individui, mettendo la sordina ad aride liturgie singolari di acquisto.

Marinetti

ust o

sciutta suonò come una blasfemia. Secondo Marinetti, il cibo di un popolo ne definisce le virtù e i difetti, perciò gli italiani dovevano evitare la pasta, considerata una “assurda religione gastronomica”. L’alimento principale della penisola doveva essere il riso, per la sua leggerezza e digeribilità, ma anche per consentire all’Italia di liberarsi dalla costosa importazione di grano dall’estero. Se alcuni asserzioni di Marinetti sembrano pura provocazione, è impossibile non notare abbia anticipato le tendenze e la prassi gastronomica della nostra contemporaneità, come l’armonia cromatica sulla tavola, la creazione di “bocconi simultanei e cangianti” dai mille sapori, l’utilizzo di strumenti tecnologici avanzati (ozonizzatori, elettrolizzatori e lam-

pade agli ultravioletti) e l’introduzione della chimica in cucina. Per di più, il Manifesto continua a stupirci quando invita a sostituire il cibo con “pillole, composti albuminoidei, grassi sintetici e vitamine”, un’ulteriore previsione di come si sarebbero evoluti i costumi alimentari globali, sempre più omologati e disumanizzati, privi di storia, relazioni e gusto, scomparsi per fare spazio ai nuovi “valori” dell’efficienza e dell’economicità alimentare.


il Segno 16/28 febbraio 2014

di Annarita Rossi Secondo un mito, quel magnifico piumaggio iridescente, il Martin Pescatore l’avrebbe ottenuto quando Noè lo lasciò libero con il compito di cercare terre emerse; a causa di una violenta tempesta, il volatile dovette volare così in alto che il sole si trovò sotto di lui e per questo motivo la parte superiore del piumaggio si tinse del blu del cielo mentre quella inferiore prese il colore rosso brace del sole. Ed eccolo, solitario su di un ramo secco ripiegato su se stesso, il bel Martin Pescatore dà un tocco di colore su quel lago semi ghiacciato. E’ in cerca di cibo ed in una piccola pozza d’acqua c’è qualcosa che affiora, spicca il volo, vi si precipita sfiorando con le esili zampine quell’acqua gelata, per constatare che quella sagoma informe non è altro che un brandello di plastica grigia. Una volpe artica, bianca come la neve dove è solita posarsi, annusa l’aria, sa per istinto che da dove e da come tira il vento dovrà ripa-

La vita in (20) lettere

TEMI D’OGGI

Quando arriva l’inverno

rarsi, approvvigionarsi di cibo e avvertirà chi o cosa si starà avvicinando, un altro animale, un uomo, una stagione. L’inverno è duro e lungo per tanti animali ma qualcosa si può fare per aiutarli. Nei paesi nordici non è raro notare sui rami di alcuni alberi nei giardini pubblici e privati, nei boschi ma anche sui balconi o nei sottotetti delle proprie abitazioni, le casette nido provviste di piccole mangiatoie ripiene di semi misti, pezzetti di biscotto e uva passa con cui gli uccellini selvatici potranno cibarsi e nelle quali potranno proteggersi quando nevica, sopravvivendo agli inverni più rigidi che spesso non lasciano loro del cibo a disposizione anche a causa dell’inquinamento. Ed infine, ma non in ordine di importanza, un valido aiuto a

di Enea Trinca

V

Disse un avaro: Quando morirò VOGLIO essere sepolto dentro una “Cassa di Risparmio”.

Quando si è soli, rivedere a ritroso la tua VITA, ci si accorge che si sarebbe potuto fare di più... ma purtroppo quello che è fatto è fatto.

Preferisco restare anonimo che VEDERE il mio nome su un manifesto funebre.

Una VOLTA ci si addormentava con il canto dei grilli, oggi per troppi Gr...... che abbiamo in testa, la notte non riusciamo a dormire.

Non è VERO che l’animale è ritenuto “sporco”, al contrario dell’uomo esso è talmente pulito che non usa nemmeno la carta igienica.

il T o c c o

di Ermanno Gatta

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L’angolo della psicologia

Risponde la Dott.ssa Bruna Benelli

tutti i cani randagi, a vantaggio persino dell’intera cittadinanza, potrebbe darlo l’istituzione dei “cani di quartiere” che, tramite accordi e convenzioni stipulati tra Regione, Comune, Asl, Ente Protezione Animali e con l’ausilio dei cittadini, vengono garantiti ai cani senza padrone, cibo, cure, sterilizzazione, microchippatura ed un luogo riparato dalle intemperie. Alla fine del 2013 Brindisi ha adottato il regolamento con il quale nella sua città non vi saranno più randagi ma solo cani di quartiere. Un gesto questo che le altre istituzioni italiane dovrebbero prendere in seria considerazione al fine di rimuovere quella cultura del canile che dovrebbe invece essere l’ultima destinazione per il miglior amico dell’uomo e mai quella definitiva. Per fortuna le colonie feline sono già tutelate per legge sia a livello regionale che nazionale. Occorre quindi ora adottare nuovi regolamenti e qualche utile accorgimento, sempre nel rispetto dell’ambiente, a tutela dei diritti degli animali, affinché questi possano vivere dignitosamente anche durante gli inverni più gelidi.

Tradimento virtuale

Questo articolo nasce dalla considerazione che al giorno d’oggi è divenuto molto più semplice tradire il proprio partner grazie alle chat e ai social network. Ci si chiederà se un tradimento che rimane solo virtuale, sia da considerare della stessa gravità di un tradimento reale… Questo dipende da quanto il partner tradito reputi importante una relazione basata sulle affinità elettive o una relazione esclusivamente sessuale. Fatto sta che ci sono uomini e donne delusi e/o disinnamorati, o solamente in cerca di “qualcosa di eccitante”, che utilizzano Internet per conoscere gente, prima virtualmente e poi nel mondo reale. Finché si tratta di fare amicizie o di trovare un partner, se si è liberi da vincoli amorosi, niente di male, ma tanti si rivolgono ad Internet perché cercano partner sessuali. Fin quando si rendono esplicite le proprie intenzioni e quindi la persona con cui si chatta ne è al corrente, rimane solo la responsabilità del tradimento nei confronti del partner, ma quando si inganna anche colui o colei con cui si stabilisce un iniziale contatto online si stanno ferendo due persone. Purtroppo il numero di coloro che sono impegnati nella vita reale e che cercano divertimento sul web è molto alto, forse un giorno si finirà per dare un nome a quella che potrebbe diventare una vera patologia. Le persone che adottano questi comportamenti sono pronte a mentire anche davanti all’evidenza, giurando il falso, ossia di non essere sposati o fidanzati, e mettono in atto una serie di comportamenti che servono a ingannare l’altro/a, telefonate in macchina, mai da casa, mai in ore serali, fino a sparire nei week-end ecc. Tutto questo senza provare la minima empatia né per il proprio partner né per il malcapitato/a di turno (spesso una donna), che viene manipolato/a e spesso talmente invischiato nel rapporto tanto da rimanerne stritolato, mi induce a pensare che siamo di fronte a problematiche narcisistiche e di manipolazione affettiva, che il più delle volte riguardano gli uomini che ingannano le donne, molte delle quali affette da “dipendenza affettiva”.


il Segno 16/28 febbraio 2014

senza età Foto di Paola Rufini

Testo di Alessia Tino

Giulia... la parrucchiera

U

n caschetto perfetto, una sforbiciata veloce alternata ad un tiro di sigaretta, è il primo ricordo che associo a Giulia, la parrucchiera. Avrò avuto circa otto anni quando mia madre mi portò a tagliare i capelli nella bottega dall’aria allegramente informale di cui era proprietaria. Nonostante l’inquietudine provocata dalla vista di teste di manichino sparse per il negozio con su parrucche che mostravano i vari tagli, da quel giorno non l’ho più lasciata ed i miei capelli hanno assunto varie forme e colori grazie alle sue mani esperte, ora un po’ più deformate e stanche, ma, sono sicura, ancora perfettamente in grado di svolgere un lavoro preciso e più che soddisfacente. Giulia è “ciuca”, se in giro una jeep color bordeaux cattura la vostra attenzione e vi sembra di non scorgere nessuno al volante, ecco, immaginate ci sia lei, che, così piccola, si perde all’interno di una macchina tanto grande! Ogni volta che la incontro sembra volermi dire di osare con i capelli, perchè chi osa con i capelli, riesce a farlo anche con la testa, con la vita; mi regala consigli su mode e tendenze di cui è sempre aggiornata, qualche costruttivo pettegolezzo ed uno un po’ meno, e puntual-

mente mi rimprovera per la non sufficiente cura della mia chioma, sempre troppo sciupata o arida; io sbuffo, sorrido, incamero ed aggiungo balsamo al lavaggio successivo! Una donna in miniatura, è vero, ma ha una grande forza d’animo e corpo, grinta da vendere, è creativa, non solo in quello che è stato il mestiere di una vita e, permettetemi, la definirei una donna con gli attributi che sa adattarsi, arrangiarsi e giostrarsi nelle più svariate situazioni! Una schizzata di lentiggini le decora con simpatia il volto e le braccia, ed un mantello di lunghi capelli biondi piastrati non cancella nella mente il castano ramato, suo colore d’origine; eterna fanciulla dentro, portatrice sana di pazzia ed, ubriaca di vita, se rientri particolarmente nelle sue grazie, ti trascina con sè in qualche speciale avventura, che sia anche una semplice passeggiata per la “macchia”. Cominciò a lavorare alla tenera età di tredici anni, da quando, adornata da una folta coda di cavallo riccissima, faceva lo shampoo ai clienti sopra uno sgabello ed il ricordo del nonno materno è sempre presente, le addolcisce lo sguardo in un misto tra amore e malinconia. Fuori dagli schemi, spigliata contestatrice di mentalità radicate in una spasmodica ed insopportabile chiusura, fa rumore, non ha doppie facce, dice sempre la sua

Ultima pagina

causando spesso l’antipatia di molti, ma, lei non se ne preoccupa, continua per la sua strada; non è raro che ti mandi anche “a quel paese” senza alcuna riserva, evidentemente te lo meriti! Un centro giochi, ahimè, da un paio d’anni ha preso il posto della bottega, ma, quell’angolo di Rocca conserverà sempre il rumore delle forbici, degli asciugacapelli e l’odore penetrante delle tinture.

Lettere, Proposte, Proteste e Reclami ilpiccolosegno@libero.it - www.ilsegnoroccadipapa.blogspot.it

Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico

ALL’ANZIANI NON SI COMMEMORA A San Valentino al comune, a camposanto e alla chiesa, il comune ha ricordato il bombardamento, invece all’anziani -che è comune- hanno mangiato, bevuto e ballato. Io non mi faccio meraviglia di essi perché so di che saccoccia sono, mi faccio meraviglia del sindaco che li fa fare e di chi è andato a falli ride tutta la giornata. Vergogna. Arnaldo Acciari I SASSI PERICOLOSI DI VIA ROCCA PRIORA Vi scrivo per segnalarvi le condizioni in cui si trova la strada

che dai Campi scende fino al Vivaro. Non solo via di Rocca Priora ma anche via dei Principi. Via Rocca Priora ormai sta diventando un pericolo non solo per le numerose buche che ogni tanto vengono riparate e che subito dopo si ripresentano, ma anche per i massi che pian piano si stanno staccando dalle scarpate finendo sulla strada. Qualche giorno fa ne ho visto uno bello grosso scivolare fino al centro della strada e se in quel momento passava una macchina sarebbero stati guai seri. Servirebbe una rete di protezione fissata a terra in grado di tenere le rocce ma mi rendo conto che il co-

mune non ha soldi. L’ho chiesto anche a un politico e mi ha ripetuto che bisogna avere un po’ di pazienza perché le emergenze sono tante. Discorso simile per via dei Principi, anche se qui il problema sono soprattutto le discariche lungo la strada e le buche pericolosissime. Franco Remo Gabrielli

ARIDATECE ALMENO IL PANTANELLO L’anno scorso avevo letto un appello del signor Enzo De Angelis a favore del recupero dell’area del Pantanello e della fonte d’acqua. Il signor De Angelis, se ricordo bene, addirit-

tura aveva prelevato un campione di acqua chiedendo al comune di Rocca di Papa di farlo analizzare al fine di verificarne la limpidezza e la potabilità. Sapete dirmi se qualcosa è stato fatto? Ogni volta che passo lì davanti vedo il degrado e l’abbandono che avanza mentre sarebbe una bellissima area in cui portare i bambini a giocare e a guardare il panorama. Non potrebbe essere il Parco Regionale ad occuparsi del suo recupero? Da troppi anni assistiamo a promesse mai mantenute e la pazienza ha un limite. Lettera firmata


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