Prato Review n.59

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n. 59

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13 EDITORIALE A braccia aperte

14 AGENDA MOSTRE

32 CARTOLINE DA CHINATOWN Un itinerario alla scoperta di una Prato oltre la tradizione di IIaria Mundula

16 AGENDA SPETTACOLO 18 FIANCO A FIANCO Tanti volontari, soprattutto giovani, protagonisti in positivo nei giorni tragici

42 MODA Back to cartoons di Teresa Favi

dell’alluvione di Matteo Grazzini

50 IL KIMONO NELLA MODA 26 ACCOGLIERE, UNA COSA RARA

Una storia di esotismo,

L’arte secondo Virgilio Sieni, dal palcoscenico del Metastasio di Teresa Favi

liberazione e trasformazione di Federico Poletti



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56 LA CADUTA DI UN SOGNO,

66 I DOLCI DELL’INVERNO

ULTIMO ATTO

Da gustare davanti al camino

I lupi dentro, bellissimo romanzo

Un viaggio goloso nelle pasticcerie

di Edoardo Nesi che racconta un’epoca di Francesca Lombardi

fra tradizione e novità assolute. top di Prato di Marzia Morganti Tempestini

74 UNCONVENTIONAL LOVE 58 A DOPPIO FILO Le Botteghe di Alta Specializzazione di Manifatture Digitali Cinema Prato di Virginia Mammoli

A Mag56 tra drink d’autore, piatti ricchi di contaminazioni e atmosfere internazionali di Martina Olivieri

76 A BORDO VERSO IL FUTURO Bartolozzi Giacomo, le automobili di ieri, oggi e domani

62 PROFESSIONE BOMBER Sulle orme di Juary e Diaz. Gabriele Gori racconta

78 SHOT ON SITE 81 PRATO ESSENTIAL GUIDE

la sua esperienza nell’Avellino di Matteo Grazzini

82 MESSAGGI DALLE STELLE


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DIRETTORE RESPONSABILE

Matteo Parigi Bini MODA

Teresa Favi REDAZIONE

Teresa Favi, Matteo Grazzini, Francesca Lombardi, Virginia Mammoli, Martina Olivieri CONTRIBUTORS

Claudio Cannistrà, Marzia Morganti Tempestini, Ilaria Mundula FOTO COVER

Andrea Macchia Serena Gallorini, Dario Garofalo, Francesco Giannella, Nicco Leone, Alessandro Moggi, Carlo Mogiani, Erika Pellicci, Ottavia Poli GRAFICA

Melania Branca, Clelia Giardina DIRETTORE COMMERCIALE

Alex Vittorio Lana PUBBLICITÀ

Nicola Brigandì, Gianni Consorti, Alessandra Nardelli, Monica Offidani, Stefano Papini

SOCIETÀ EDITRICE

Alex Vittorio Lana, Matteo Parigi Bini via Cristoforo Landino, 2 - 50129 Firenze - Italia tel +39.055.0498097 redazione@gruppoeditoriale.com Registrazione Tribunale di Prato - n° 5/2009 del 10.03.2009 Spedizione in abbonamento postale 45% art. 2, lettera b – legge 662/96 – Filiale di Firenze - Contiene IP STAMPA

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Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana



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EDITORIALE

A BRACCIA APERTE DAGLI ANGELI DEL FANGO ALLA SCOPERTA DI UNA CITTÀ, TRA LE POCHE IN ITALIA, ANCORA IN GRADO DI ACCOGLIERE Tra gli angeli del fango che si sono precipitati nei territori di Prato e provincia martoriati dalla tempesta Ciaran del 2 novembre, c’erano tanti ragazzi tra i 20 e i 30 anni giunti da tutta Italia per dare una mano. Chi era arrivato in maniera spontanea con una pala e degli stivali, chi rispondendo alla ‘chiamata’ dei social network, chi ancora si era organizzato col passa parola. Molte persone hanno perso tutto, molte aziende non si sono ancora riprese, ma il modo con cui quei giovani si sono mossi, riportando alla mente l’alluvione del 1966 a Firenze, ha lanciato un segnale positivo che abbiamo voluto raccontare con parole e immagini in queste pagine, consapevoli che Prato ha sempre avuto la forza di risollevarsi dalle difficoltà. Del resto, la città se la merita tutta questa attenzione e quegli aiuti perché, per dirla con le parole del ballerino e coreografo Virgilio Sieni, protagonista della cover story di questo numero: “Prato è una delle poche realtà italiane ancora in grado di ‘accogliere’. Un luogo dove i processi culturali coabitano con le questioni più urgenti dell’uomo e la fragilità del mondo urbano contemporaneo si rigenera in elemento sorgivo”. Chi accoglie si apre agli altri, si apre al mondo e guadagna la strada per la creatività secondo Ilaria Mundula, sinologa pratese ed esperta di marketing interculturale, che ci accompagna tra via Filzi e via Pistoiese (in una delle più grandi Chinatown del mondo!), spargendo qua e là frammenti splendenti di una cultura millenaria a noi, in gran parte, ancora sconosciuta e consigli per “perdersi tra idee, gusti e profumi mai sperimentati”. Ma aprirsi non significa dimenticare chi siamo, per questo vi raccontiamo le eccellenze – della tradizione ma anche quelle che dalla tradizione hanno spiccato il volo per viaggi più lontani… per poi, magari, tornare a casa – dei dolci invernali pratesi. Viaggio che ci ricorda che in fatto di dolci e dolcezze Prato ne ha da vendere…

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AGENDA MOSTRE

CENTRO PECCI

MUSEO DEL TESSUTO

L’ARTE IN CITTÀ

IL CONTEMPORANEO MA ANCHE RIFLESSIONI INTORNO A L T E S S I L E C H E H A FAT T O L A N O S T R A S T O R I A CENTRO PECCI Fino al 4 febbraio Diego Marcon. Glassa: il più ampio progetto espositivo realizzato ad oggi da Diego Marcon in un’istituzione italiana, l’artista ha fatto sue le dieci sale dell’ala Gamberini trasformandole in un’esperienza immersiva attraverso opere nuove o esistenti. Fino al 3 marzo Lara-Vinca Masini. La memoria del futuro, curata di Stefano Pezzato, è incentrata sull’esteso archivio-biblioteca di Lara-Vinca Masini, che ha costituito, curato e incrementato nel corso della sua carriera. Il percorso espositivo si articola in forma circolare, ponendo la figura di Masini al centro. Centro Pecci Commissione è un nuovo progetto appo-

sitamente pensato per la sala più grande e capiente dell’Ala Nio, inaugurata nel 2016. Per la prima edizione di Centro Pecci Commissione, il direttore Stefano Collicelli Cagol ha invitato l’artista Adelaide Cioni (Bologna, 1976, vive e lavora a Spoleto). Il suo lavoro si confronta con la tradizione del disegno, della pittura e della performance partendo dall’utilizzo dei tessuti. Per l’occasione, Cioni ha realizzato l’opera Il mondo, 2023 grazie al sostegno dell’azienda tessile Bellandi Spa. PALAZZO PRETORIO Al termine della mostra L’albero degli Zecchini il 7 gennaio si iniziano i preparativi per le celebrazioni dei 10 anni di apertura del Museo.

MUSEO DEL TESSUTO Prorogata fino al 7 gennaio la mostra Due Secoli di Texti le e Fashion Design. Oltre 100 oggetti tra abiti maschili e femminili, tessuti per abbigliamento e per arredamento, figurini di moda, libri campionario, accessori moda documentano le trasformazioni del settore tessile dalla fine del Settecento fino alla metà del Novecento. La mostra ripercorre un periodo storico caratterizzato da grandi cambiamenti, sociali, economici, di costume, dovuti soprattutto alla meccanizzazione dei processi produttivi e alla industrializzazione. Fino al 7 gennaio per KIMONO - Riflessi d’arte tra Giappone e Occidente, straordi-

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naria retrospettiva intorno a un oggetto iconico. IN CITTÀ Fino all’11 febbraio la Galleria Open Art di Prato presenta Opere 1978-1990 di Roberto Barni (Pistoia, 1939). A Villa Rospigliosi fino al 14 gennaio Duemila Duecento Settantacinque il progetto espositivo dell’artista-fotografo Giovanni Presutti: una riflessione ecologista che indaga sulla problematicità della relazione umana con l’ambiente. Sempre a Villa Rospigliosi dal 21 gennaio al 10 marzo, Ogni riferimento a persone o cose è puramente casuale, una meditazione sul linguaggio artistico e sugli stereotipi ad esso connessi di Franco Menicagli.


In un mondo c h e i n s e g u e l a p ro d u z i o n e d i m a s s a d i c a p i t u t t i u g u a l i , d i s u p e r f i c i a l e l avo ra z i o n e e s carsa qualità de i m ateri al i , l a n o s tra i d ea è stata q u e ll a d i re a li zza re u n p ro d o t to ch e a n d a s s e a d u n ire l a sto r ia e la t radizio ne d ella lavorazion e ar tigian ale di Pra to su t e ssut i preg i a t i , e l’a l t a q ua l i t à del l a m a g l i e r i a Made in It aly, tutto qu esto attraverso l ’ Ec o - C ash m e re . I l n o s t ro ECO - CASHM ER E, o ca s h m e re r ig e n e ra to , è u n f i l a to in puro cashmere, a b asso i mp atto amb i en t a le , re a li zza to s e g u e n d o i p r in cip i d e ll ’e co n o m ia circo la re . V I A S P E T T I A M O N E L L A N O S T R A N U O VA S E D E D I V I A F E R R U C C I , 9 5 / H A P R AT O

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AGENDA SPETTACOLO

TEATRO POLITEAMA

PIAZZ A DEL DUOMO

SPETTACOLI E CONCERTI T U T T E L E D AT E D A N O N P E R D E R E DURANTE LE FESTIVITÀ E FINO A FEBBRAIO

DICEMBRE Il 22, il corpo di ballo dell’Opera di Roma porta in scena al Teatro Politeama Giulietta e Romeo. Il 22 e 23, Officina Giovani offre due serate di musica che spaziano dal rock al rap, passando per elettronica e indie, cioè il Santa Valvola Xmas Fest, dalle 22.00. Il 24, nella Chiesa di San Francesco, durante la messa della notte di Natale viene eseguito il concerto che conclude il programma del XIII festival Zipoli, musiche di Charpentier, Zipoli e canti tradizionali natalizi. Il 26, lo spettacolo Alice nel paese della meraviglie delizia i bambini al Teatro Politeama. Il 28, visita guidata al Museo di Palazzo Pretorio alle 16.00

(prenotazione obbligatoria tel 0574 1837859). Il 31, a Il Garibaldi, spettacolo di fine anno con Giovanni Veronesi e Rocco Papaleo, accompagnati da Musica da Ripostiglio alle 21.45; alle 22.30 al Teatro Politeama il maestro Claudio Novati dirige la Camerata Strumentale e l’Orchestra Arché in un programma che tra Fate, Sirene, Villi e Pipistrelli esplora la magia dell’Operetta tra Parigi e Vienna. Dalle 23.30 grande party diffuso nel centro storico. In particolare: anni Settanta in via Pugliesi con i Fun Cool e in via Settesoldi con i Bandalarga; gli appassionati di musica anni Ottanta in via Santa Trinita con il celebre il duo drag Karma B, mentre

in piazzetta Buonamici i Planet Rebel. Gli anni Novanta sono in via Cesare Guasti con la band Dipende da Sally e in via Santo Stefano con i musicisti di Riccardo Mori. La musica degli anni Duemila è protagonista in piazza del Comune con il dj set by Radio Bruno e l’intrattenimento dei Gemelli Siamesi. GENNAIO Il 18, al Politeama, la Camerata Strumentale diretta da Filippo Maria Bressan esegue pagine incomparabilmente belle di Dittersdorf e Rameau. Dal 18 al 21 al Fabbricone, va in scena La semplicità ingannata. Satira per attrice e pupazze sul lusso d’esser donne. Il 20 gennaio, 2 e 17 febbraio a Officina Giovani aperte le

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competizioni nel match di improvvisazione teatrale. FEBBRAIO Dall’8 all’11, al Metastasio, il regista greco Theodoros Terzopoulos, riconosciuto a livello internazionale fra i maestri del teatro del Novecento, si confronta con Aspettando Godot di Samuel Beckett, uno dei testi più noti del ‘teatro dell’assurdo’ che ruota attorno ad un dialogo sterile tra due personaggi sospesi in una situazione d’attesa.

Il 10 e 11, Ambra Angiolini, al Teatro Politeama porta in scena Oliva Denaro: la storia vera, quella di Franca Viola, ragazza siciliana che a metà degli anni Sessanta fu la prima a rifiutare il cosiddetto ‘matrimonio riparatore’ dopo aver subito violenza


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FIANCO A FIANCO

TA N T I VO LO N TA R I , S O P R AT T U T T O G I O VA N I , P R O TA G O N I S T I I N P O S I T I V O N E I G I O R N I T R A G I C I D E L L’ A L L U V I O N E D I M AT T E O G R A Z Z I N I P H O T O S E R E N A G A L LO R I N I

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IN QUESTE PAGINE: ALCUNE IMMAGINI DELL’ALLUVIONE CHE HA COLPITO L A PROVINCIA DI PR ATO IL 2 NOVEMBRE


STORIE SOLIDARIETÀ

“Ragazzi, se c’è verso non buttate via il mobile di legno, il mì figliolo fa il falegname e me lo rimette a posto”. L’anziana signora che guida con la voce un gruppo di volontari scesi nello scantinato allagato dalle acque della Nosa, all’Isola, nel comune di Vaiano, a 48 ore dall’alluvione non ha, o non vuole avere, piena coscienza di quello che è successo. Intorno alla sua casa ci sono auto accatastate dalla furia dell’acqua, quattro metri di detriti scesi a valle travolgendo alberi e argini, e vicini che stanno usando una pompa elettrica per togliere acqua e fango non solo dalla cantina ma anche dal salotto. Il mobile in questione, dopo due giorni di immersione in un metro di fanghiglia, ha già perso le ante, uno dei cristalli della vetrinetta e qualsiasi possibilità di essere risistemato, foss’anche un mago il figlio della signora. Ma i giovani volontari, quasi tutte ragazze ventenni arrivate da Pra-

to con stivali di gomma e guanti, si guardano e cercano di illudersi che può aver ragione la signora e la consolano con un “va bene, lo lasciamo così”. Del destino del mobile non è dato sapere ma questo è uno dei tanti, tantissimi episodi che hanno segnato le giornate di fango e acqua di inizio novembre in tutta la provincia: da un lato volontari arrivati per salvare persone e cose, dall’altro famiglie che, in alcuni casi, hanno perso tutto quello che avevano accumulato in anni e anni di vita. Il flusso di volontari ha portato manodopera, solidarietà e speranza a Prato, da Cantagallo a Seano passando per Montemurlo. Volti e persone che probabilmente non si erano mai incontrati prima e che per una giornata o più hanno lavorato fianco a fianco passandosi secchi, badili e stracci marroni: molti hanno risposto alle richieste di aiuto arrivate via social network, altri, già formati e addestrati, sono

CANTAGALLO, VAIANO, FIGLINE, GALCETI, MONTEMURLO E SEANO TRA I LUOGHI PIÙ COLPITI

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STORIE SOLIDARIETÀ

stati inviati dalla Protezione Civile nei luoghi più disastrati, altri ancora hanno camminato lungo le strade piene di fango aiutando di volta in volta chi aveva bisogno di spostare un ramo, svuotare una cassa di sassi, forzare un cancelletto o rimuovere un’auto. 2.000, questa la stima del numero di persone che nei primi giorni post alluvione hanno prestato la loro opera in modo volontario. Una cifra calcolata dalla Protezione Civile di Prato: “E potevano essere molte di più se avessimo accolto le richieste arrivate da tutta Italia - dice Gabriele Bresci, il coordinatore pratese - ma in realtà il numero era sufficiente per quella che era la prima emergenza ed anche per controllare la situazione dopo le piogge del 2 novembre”. Prato può contare su 250 volontari ufficiali, persone cioè in grado di intervenire sulla scorta di un’adeguata preparazione ai rischi,

perché una delle questioni da considerare in certi casi è che il volontario improvvisato possa diventare persona da salvare: “Per fortuna è andato tutto bene - continua Bresci - e nessuno si è ferito. In certe situazioni l’adrenalina o la voglia di far del bene agli altri possono far dimenticare sicurezza e prudenza. Le persone, di qualsiasi estrazione sociale, nazionalità o colore politico si sono mosse, riportando alla mente l’alluvione del 1966 a Firenze, la madre di tutto il movimento volontaristico in situazioni di emergenze dovute al maltempo. C’è stata un’organizzazione spontanea in cui accanto a realtà preposte, come i Vigili del Fuoco, le forze dell’ordine, la Misericordia e la Pubblica Assistenza, si sono impegnati amici, vicini di casa o persone arrivate anche da fuori Toscana. La Protezione Civile ha il compito di non disperdere questa forza ma di controllarla e gestirla, evitando ulteriori incidenti in luoghi dove tra acqua, fango e mezzi

2.000 LE PERSONE SCESE IN STRADA PER AIUTARE FAMIGLIE E AZIENDE

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COVER STORY T E AT R O

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STORIE SOLIDARIETÀ

pesanti in movimento il rischio è grande”. Non esiste una lista ufficiale di chi ha passato il fine settimana a scavare o pulire nella piana di Prato, nelle cantine di Seano, lungo le scarpate dei fossi a Figline, nei capannoni di Montemurlo ma c’è una lunga serie di immagini condivise sui social che raccontano di studenti in fila ordinata a spalare il fango, di ragazzi che hanno fissato via WhatsApp per dedicare qualche ora agli alluvionati, di dipendenti e operai delle aziende tessili che già a poche ore dalla piena di fossi e Bisenzio erano in ditta a cercare di arginare gli effetti dell’alluvione. Ci sono stati gli ultras biancazzurri della Curva Matteo Ventisette che, felpa col fiordaliso ‘d’ordinanza’ indosso, sono stati tra i primi ad arrivare anche in zone impervie, come quella di Migliana, e immigrati che, addirittura in infradito, hanno tolto il fango nella zona industriale della Briglia.

“C’è stato un ampio movimento civico a fianco delle nostre quindici associazioni di riferimento - spiega Simone Faggi, assessore comunale alla Protezione Civile - e devo dire che anche a livello politico tutti hanno parlato con tutti, dimenticando maggioranza e opposizione, destra o sinistra. In alcuni casi, come ad esempio alla scuola di Pacciana, i genitori sono arrivati ancora prima di noi per fare tutto il possibile per liberare le stanze per i bambini. I volontari sono stati determinanti nelle operazioni di rimozione del fango, dando un bel segnale di comunità. La maggior parte di loro rientra nella fascia d’età 20-30 anni, quindi si può parlare di ‘rivincita dei giovani’ in un momento storico in cui i ragazzi sembravano più lontani dalle questione serie e importanti, una retorica negativa scrollata via a colpi di vanga”.

TORNA ALLA MENTE L’ALLUVIONE DEL 1966 A FIRENZE, AVVENUTA SEMPRE I PRIMI GIORNI DI NOVEMBRE

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UN FR AME DI CECITÀ L’ULTIMO SPETTACOLO DI VIRGILIO SIENI CHE HA INAUGUR ATO L A NUOVA STAGIONE DEL METASTASIO


COVER DANZA

ACCOGLIERE, UNA COSA RARA L’ A R T E S E C O N D O V I R G I L I O S I E N I , D A L PA L C O S C E N I C O D E L M E TA S TA S I O D I T E R E S A FAV I

È bello parlare con Virgilio Sieni perché è come affondare le mani nella terra. Semplicità e levatura, convivono in lui fluidamente. Radicale da un lato, politico nel senso più alto (da polis) dall’altro. E comunque, sempre aperto, sempre ospitale. Artista, architetto, ballerino e coreografo protagonista della scena contemporanea europea, fin dagli esordi è attivo in ambito internazionale, dialoga e collabora con le massime istituzioni culturali, si è dedicato a ricercare sui linguaggi del corpo e della danza. Ha ricevuto il premio UBU per tre volte (2000, 2003, 2011); nel 2013 è stato nominato Chevalier de l’Ordre des Arts et de Lettres dal Ministro della cultura francese; ha diretto la Biennale Danza dal 2013 al 2016. Classe 1957, vive a Firenze e nell’Oltrarno dirige la Compagnia Virgilio Sieni e il Centro Nazionale di Produzione della danza CANGO dove, dai primi anni Duemila, prende forma il suo interesse per la presenza scenica di ballerini non professionisti che lo porta a fondare l’Accademia sull’arte del gesto, incentrata sulla sperimentazione del movimento e aperta a persone di qualsiasi età. Ha lavorato con i principali teatri italiani tra cui, oltre al Metastasio, la Scala di Milano, il San Carlo di Napoli, il Massimo di Palermo, il Teatro del Maggio di Firenze, l’Opera di Roma e si è avvalso della collaborazione di numerosi artisti, musicisti e compositori, tra questi Ennio Morricone, Giorgio Battistelli e Steve Lacy.

Sulla scena dell’arte coreutica da quasi 50 anni, cosa ha conservato il Virgilio Sieni maturo delle sue prime intuizioni sulla danza? Sicuramente la percezione di un corpo sempre in ascolto, che si muove da dentro… mosso anche dagli altri; un corpo che vive nella sua apertura, nella vicinanza delle cose. Mi è rimasta anche la ricchezza austera di un corpo solo in cerca della sobrietà: spostarmi in cucina e accendere una lampadina mi è sufficiente per scrivere una produzione attingendo a quell’estrema povertà di spazi e mezzi. Mi è rimasto il senso del bricoler, dell’armeggiare con le poche cose che uno ha intorno. Preferisce sottrarre o aggiungere? Sicuramente sono più orientato alla sottrazione perché crea uno stato di sospensione che fa entrare di più nel dettaglio. Nell’ambito dei suoi spettacoli e delle sue performance, qual è il suo segreto per ottenere ciò che vuole dall’altro? Nessun segreto. Dare fiducia all’altro. Solo questo. Le persone che coinvolgo si ritengono inadatte nel 99% dei casi. Tutti all’inizio parlano del loro corpo come impossibilitato a muoversi, a tenere il ritmo, non hanno mai danzato. Il mio compito è dare fiducia sorgiva alle loro possibilità, grazie alla quale si ottengono risultati incredibili in pochissimo tempo. Siamo buffi, noi esseri umani, perché pensiamo che le cose non possono cambiare, invece

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4 1. CECITÀ (PH. ANDREA MACCHIA) 2. L A C ASINA DEI BISCOTTI, 1999 3. VIRGILIO SIENI IN DI FRONTE AGLI OCCHI DI

CHI RESISTE, NONOSTANTE TUTTO, 2021 4. COMPAGNIA VIRGILIO SIENI IN BACH DANCE SUITES DI VIRGILIO SIENI (PH. RICC ARDO C ASELLI)

NELL A PAGINA ACC ANTO: UN RITR AT TO DI VIRGILIO SIENI (PH. ANDREA MACCHIA) A PAGINA 30:

IL MONDO SALVATO DAI PULCINELL A , VIRGILIO SIENI, 2018 (PH. FL AVIA MAZZ ARINO)

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COVER DANZA

ARTISTA , ARCHITETTO, BALLERINO E COREOGR AFO PROTAGONISTA DELL A SCENA CONTEMPOR ANEA EUROPEA NOTO PER IL SUO INTERESSE PER L A PRESENZA SCENICA DI BALLERINI NON PROFESSIONISTI

con le pratiche che propongo, fin dall’inizio, le persone si addentrano in territori sconosciuti in un percorso molto bello legato alla scoperta del loro corpo e di nuovi gesti. Ha ricevuto molti premi, importati incarichi e riconoscimenti internazionali, ma su tutte qual è stata la più grande soddisfazione della sua vita? La direzione alla Biennale di Venezia è stata un’esperienza gratificante sicuramente; ma il lavoro fatto nel 2005 con mio padre Fosco, all’epoca ottantenne, per quel dialogo gestuale e intimo dal titolo Osso, con mia madre che assisteva alle prove, è stata una esperienza che porterò sempre nel cuore. Il suo ultimo spettacolo da drammaturgo e coreografo, liberamente ispirato al romanzo Cecità di José Saramago, ha inaugurato la nuova stagione del Teatro Metastasio. La sua genesi? È nato da una riflessione sulla mancanza,

condizione che - contrariamente all’opinione comune - può essere un arricchimento invece che un’assenza. Le persone fragili con cui mi capita di lavorare non mi indicano mai una mancanza, ma il contrario. Hanno qualcosa di più rispetto a me. Per esempio, le persone mancanti di un arto escogitano sempre una loro nuova maniera per camminare. Insomma, tutti possiamo cogliere lo splendore e la ricchezza dell’uomo che sa escogitare sempre nuove strategie; a patto di cambiare punto di vista. È il nodo che ci propone appunto Saramago nel suo libro. Prato, anche per vicinanza geografica, è sempre stata per lei un palcoscenico ma anche un bacino di ricerca. Cosa pensa di questa città: come la vive, che cosa le piace? Prato è un luogo che mi ha accolto per tutta la mia carriera, fin da quando, diciottenne, andavo a provare in un circolino della città.

‘PRATO È UNA DELLE POCHE CITTÀ ANCORA CAPACE DI ACCOGLIERE’

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INTERVISTA ARTE

A FEBBR AIO, VIRGILIO SIENI DEBUTTER À ALL A FIER A TESTO , ALL A STAZIONE LEOPOLDA DI FIRENZE CON UNA SPETTACOLO AL QUALE STA L AVOR ANDO CON PERSONE NON VEDENTI

Ho molti bei ricordi lontani, alcuni sono legati alla nascita del Centro Pecci, fu un momento di grande fermento per tutti. Prato oggi è una delle poche città italiane ancora in grado di ‘accogliere’, una cosa rara in Italia dove le città storiche si stanno museificando. Qui i processi culturali coabitano con le questioni urgenti dell’uomo; la fragilità della città nel mondo contemporaneo a Prato diventa elemento sorgivo, fertile, creativo. Quali sono i suoi progetti più importanti nei prossimi mesi a Firenze e in Toscana? Ne sto portando avanti alcuni molto belli in provincia di Firenze tra Montespertoli, Montelupo Fiorentino, Castelfiorentino, e anche a Carrara. Sono delle officine del gesto. Lavoro con i cittadini e danzatori professionisti, cercando di rigenerare il senso di alcuni luoghi, come dei piccoli musei. Percorsi ed esperienze che poi si riverseranno in performance pubbliche. Ho anche un altro progetto al quale sto lavorando insieme a dei non vedenti. Debutta a febbraio 2024, durante la fiera del libro Testo alla Stazione Leopolda a Firenze. Per questa performance sto formando dei danzatori che trasmetteranno attraverso i loro movimenti la visione di uno spettacolo.

Tra le produzioni memorabili fatte con il Metastasio di Prato, ne ricorda una in particolare? Al Metastasio ho realizzato dei progetti molto significativi, come la Casina dei biscotti (1999), spettacolo per uno spettatore, più di vent’anni fa; un’esperienza in collaborazione con la ditta Mattei che, se non erro, ci mise a disposizione circa 500 chili di biscottini di Prato per costruire una vera piccola casa. Il focus era il rapporto tra attore e spettatore. Tra gli spazi scenici dove lei ha lavorato a Prato qual è il suo preferito? Il Fabbricone, perché ogni volta che lo spettacolo finisce, quel luogo ha un’aura speciale che mi spinge a continuare a mescolare idee e a riconsiderare tutto quello è stato fatto in quello spazio fino a quel momento. È un vero spazio-laboratorio. Un desiderio non ancora realizzato? Mi piacerebbe far danzare una città intera, festivamente e politicamente, per capire se le persone potrebbero essere in grado di abbandonare le abitudini malsane per darsi gratuitamente all’ecologia del corpo e verificate se tutto questo potrebbe avere ricadute rivoluzionarie ma benefiche sulle loro vite.

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A SPASSO PER L A CHINATOWN PR ATESE (PH. ERIK A PELLICCI)

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CARTOLINE DA CHINATOWN UN ITINERARIO ALLA SCOPERTA D I U N A P R A T O O LT R E L A T R A D I Z I O N E DI ILARIA MUNDULA

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DA ZENTÈ È FACILE PERDERSI TR A SET DA DEGUSTAZIONE E VARIETÀ DI TÈ PROVENIENTI DA OGNI ANGOLO DELL A CINA


ITINERARI L A M I A P R AT O

A FEBBR AIO TORNANO I FESTEGGIAMENTI PER IL C APODANNO CINESE (PH. FR ANCESCO GIANNELL A)

Prato è una città dalle mille sfaccettature, ci costringe ad essere creativi, al confronto, all’apertura, a guardare oltre. Per questo dovremmo ringraziarla ogni giorno. La mia creatività, in qualità di sinologa, esperta di marketing interculturale e comunicazione strategica, è nutrita dal vivere e lavorare in una delle più grandi e importanti Chinatown al mondo. Una condizione talmente peculiare che affascina ricercatori da ogni parte del mondo, interessati a comprendere le ragioni e le caratteristiche di questo fenomeno. La mia storia d’amore con la Cina nasce proprio qui, a Prato e si snoda in un viaggio di oltre vent’anni tra metropoli asiatiche, lanterne, caratteri cinesi e foglie di bambù. In Oriente ho trovato tante risposte, ma soprattutto tante nuove domande, che hanno sviluppato un forte legame con questa terra. La mia passione nel

condividere la Cina e la sua meravigliosa cultura nient’altro è che gratitudine per le idee e le diverse angolazioni di pensiero che ho potuto sperimentare e portare a Prato con me. Tra i luoghi che più mi hanno avvicinato a questo mondo così speciale, sicuramente Zentè, un angolo di pace orientale nella frenesia del mondo occidentale, una casa da tè nel cuore pulsante dell’imprenditorialità. ‘L’acqua vince senza lottare’ ci ricorda un filosofo cinese del VI secolo a.c. Nella frenesia del lavoro e della città trovo un angolo orientale di pace in cui, come l’acqua, posso evitare di entrare in conflitto, assumere nuove forme e, nel farlo, nutrire ogni cosa. Zentè è una casa da tè in perfetto stile cinese. Il legno e la porcellana sono gli elementi dominanti e sono accompagnati da decine di varietà di piante orientali. È facile perdersi tra decine di set da degustazio-

UN VIAGGIO TRA LANTERNE, CARATTERI CINESI E FOGLIE DI BAMBÙ

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IL TEMPIO BUDDHISTA IN PIAZZ A DEL MERC ATO NUOVO (PH. FR ANCESCO GIANNELL A)




DOVE SCOPRI RE LA VERA CULTUR A CINESE

1 C APODANNO CINESE

Il 10 febbraio 2024 si entra nell’Anno del Drago sinonimo di potere, forza ed armonia. Il Capodanno cinese è festeggiato da milioni di persone in tutto il mondo ed è perfetto per conoscere più da vicino le tradizioni orientali.

2 ZENTÈ

Un angolo di pace orientale, ideale per assaggiare varietà di tè provienti dagli angoli più remoti della Cina e perdersi in incredibili degustazioni

3 TEMPIO BUDDHISTA

Un luogo in cui è facile avvicinarsi ad una profonda spiritualità, indipendentemente dalle proprie credenze religiose. Qui le statue sono bellissime, le offerte sugli altari sono tutte da ammirare e i momenti di raccoglimento sono assicurati.

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TARO GARDEN

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Il cat bar più della Toscana, reso ancora più speciale perché i gattini che vivono nel cortile interno sono tutti nani, pronti a farsi coccolare. Consigliatissimo anche per un pomeriggio con i più piccoli.

Dove perdersi e spulciare tra l’infinita varietà di stationery super cute.

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ne ed incredibili varietà di tè provenienti da ogni angolo della Cina: le mie preferite in assoluto sono le perle del drago al gelsomino e il The Pu’er fermentato all’interno di un’arancia verde. Spostandosi da un luogo iconico all’altro, facciamo tappa al Tempio buddista di piazza del Mercato Nuovo. “Il regno della propria mente”, è con questa citazione che ci addentriamo nel regno più profondo della spiritualità. Al vapore che sale dai campi di riso al mattino, a questa energia potente che viene dalla terra gli antichi cinesi hanno dato il nome qi. Potremmo tradurlo come spirito ed è un concetto molto profondo che si è sviluppato a varie latitudini: si chiama Prana nell’Indusimo, Mana nella cultura polinesiana, Manitù in quella dei nativi d’America. Persino nell’antica Grecia gli stoici avevano elaborato un’idea molto simile: pneuma, il respiro della vita. Il senso profondo di questo concetto è che la sfida più grande avviene nel regno della propria mente e visto che il più terribile dei nemici è spesso dentro di noi è necessario conoscere e occuparci della nostra energia vitale. A Prato un luogo in cui è facile avvicinarci a questa intensa e profonda spiritualità, indipendentemente dalle proprie

credenze religiose, è proprio questo Tempio buddista. Qui le statue sono bellissime, le offerte in cibo, fiori e frutta sugli altari sono tutte da ammirare. I momenti di raccoglimento sono assicurati. Al di là di ogni appartenenza, come recita un cartello all’ingresso, ‘qui sono accolte tutte le persone che vengono in pace’. Infine, ‘Mutare il senso delle cose, collocandole in un altro contesto’, è uno degli stratagemmi che vengono utilizzati nei manuali classici di strategia militare cinese. In generale, questo significa valutare strade ancora non battute. Il grande sinologo francese Francois Julienn una volta ha detto: ‘La Cina mi sembra un caso ideale per esaminare il nostro pensiero occidentale da fuori e farlo uscire dal suo atavismo’. Il mio invito, dunque, è quello di perdersi tra idee, gusti e profumi mai sperimentati, di aprirsi al nuovo, di vivere a pieno. Fatevi una bella passeggiata tra via Filzi e via Pistoiese, mangiate una porzione di Jiaozi, i famosi ravioli al vapore, fatevi una coccola andando al cat bar più cool della Toscana e poi spulciate nell’infinita varietà di stationery super cute della Cartoleria Choudeku. Lasciatevi coinvolgere e affascinare, ne rimarrete esterrefatti.

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L’ALLESTIMENTO DELL A MOSTR A KIMONO. RIFLESSI D’ARTE TRA GIAPPONE E OCCIDENTE CUR ATA DA ARIANNA SARTI


FOCUS MOSTRA

IL KIMONO NELLA MODA UNA STORIA DI ESOTISMO, LIBERAZIONE E TRASFORMAZIONE DI FEDERICO POLETTI

La mostra Kimono. Riflessi d’arte tra Giappone e Occidente, curata da Arianna Sarti e organizzata dal Museo del Tessuto di Prato in collaborazione con il Museo della Moda e delle Arti Applicate di Gorizia, ha puntato i riflettori sul Kimono e sulle contaminazioni e scambi creativi e culturali tra Europa e Giappone. Un evento che ha messo in luce la straordinaria collezione privata di Kimono appartenenti alla collezione di Lydia Manavello, storica dell’arte e collezionista trevisana, che sorprendono ancora oggi per la modernità. Dalla mostra sono nati alcuni talk che hanno innescato riflessioni sull’attualità del kimono nella moda e su come sia stato interpretato o utilizzato da creativi nei diversi periodi storici. E’ stata anche l’occasione per studiare il fenomeno del Japonisme, il termine francese con cui il critico Philippe Burty (Parigi 1830 - Parays 1890) indica l’enorme influenza culturale che il Giappone esercita sull’Occidente tra la seconda metà del XIX secolo e la Prima Guerra Mondiale. Tale fascinazione per il Paese del Sol Levante colpisce anche l’haute couture parigina che, proprio

in quegli anni, si sta conquistando il ruolo di faro della moda mondiale. Un capo in particolare raccoglie l’interesse dei couturier: il kimono, che all’alba del XX secolo diventa uno dei capi protagonisti della nuova era dell’abbigliamento femminile. Paul Poiret è sicuramente il principale esponente di questa nuova linea estetica: il suo cappotto Confucius appare nel 1903, con tutte le caratteristiche tipiche del kimono giapponese. La forma piatta, il taglio netto, le maniche ampie, l’apertura sul davanti. Lo scopo di Poiret è diffondere unnuovo ideale di bellezza che sia privo dell’artificiosità del corsetto. Seguono la scia i capi provenienti dalle maison Worth, Callot Sœurs, Laferrière e Mariano Fortuny. Quest’ultimo, dedicandosi in particolar modo alla produzione tessile a Venezia, trasferisce sui capi anche pattern a motivi tradizionali giapponesi con la stampa a matrici di legno. Negli anni Venti del Novecento, l’architetto della moda Madeleine Vionnet costruisce un abito a partire da un singolo drappo, ispirata dalla semplice costruzione del kimono.

L’EVOLUZIONE DEL KIMONO TRA ORIENTE E OCCIDENTE AL MUSEO DEL TESSUTO

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FOCUS MOSTRA

I KIMONO IN MOSTRA FANNO PARTE DELLA COLLEZIONE PRIVATA DI LYDIA MANAVELLO

Ispirandosi all’arte degli origami giapponesi poi, taglia il tessuto con grandissima abilità per sfruttarne le pieghe come fossero triangoli di carta. Così Vionnet riesce a creare mise dalle silhouette apparentemente semplici, ma che occultano grandi complessità. Complici le Guerre Mondiali l’interesse verso il kimono si ferma per tornare più forte di prima negli anni Sessanta, momento in cui torna un gusto e rinnovato interesse per il Giappone. Rudi Gernreich, stilista austriaco naturalizzato statunitense, conosciuto per il suo approccio innovativo alla moda, ha interpretato il kimono attraverso la maglieria, contestualizzandolo con stampe e colori della Op-Art. Il suo immaginario è popolato da samurai, sumo e uniformi da scuola elementare. I suoi esperimenti miravano a livellare le differenze tra il vestire maschile e femminile, privilegiando l’idea di comfort e spingendo i limiti dello stile unisex. Sempre attento alle

nuove tecnologie e ai materiali pìù all’avanguardia, Gernreich è stato uno dei primi stilisti ad utilizzare nelle sue creazioni acrilici e plastica, in combinazioni innovative di colori e fantasie. Kenzo Takada debutta a Parigi negli anni Settanta inserendosi nella sempre più ampia corrente del prêt-àporter, al fianco di Kansai Yamamoto e Issey Miyake. Yamamoto porta in Europa il concetto giapponese di Basara, l’amore per il colore, l’audacia delle stampe e dei tessuti, che riecheggiano la natura bidimensionale di molta arte asiatica. In generale il loro lavoro conduce all’era del cosiddetto ‘Neo-Giapponismo’, di cui Rei Kawakubo e Yohji Yamamoto sono i protagonisti. Siamo nel 1981 e i due designer presentano per la prima volta le loro collezioni a Parigi. Con una ventata di provocazioni contro l’estetica iper-colorata e le silhouette a clessidra che dominavano quegli anni, cambiano per

IL KIMONO NEL XX SECOLO DIVENTA PROTAGONISTA DELLA MODA

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FOCUS MOSTRA

FEDERICO POLETTI, GIORNALISTA, DIRETTORE ARTISTICO DI IMPORTANTI BRAND ITALIANI E CURATORE INDIPENDENTE. ATTUALMENTE COLLABORA CON L’OFFICIEL ITALIA

sempre il punto di vista eurocentrico della moda. Nel loro approccio all’abbigliamento occidentale ritornano spesso la decostruzione e la modernizzazione del kimono: temi che influenzeranno a loro volta la carriera del grande Martin Margiela. Nella seconda metà degli anni Novanta sono i riflettori della Haute Couture a far brillare il kimono sulle passerelle. Le nuove stelle del firmamento della moda sono John Galliano e Alexander McQueen, che dirigono le storiche maison di Givenchy (entrambi) e Dior (Galliano). L’eccezionale spirito creativo, il gusto per la teatralità e la superba abilità sartoriale permettono loro di portare in passerella abiti haute couture d’ispirazione nipponica che segnano la storia della moda. In particolare la collezione dedicata a Madame Butterfly di John Galliano per Dior Haute Couture (2007) ha voluto rendere omaggio al Giappone con una serie di creazioni di ispirazione orientale ma rilette in chiave moderna: le malinconiche geishe contemporanee di Galliano narrano una storia che è puro spettacolo, suscitano emozioni che incantano i sensi e che travalicano i confini del fashion per diventare arte pura.

Gli echi della cultura giapponese e del kimono hanno continuato a risuonare, in modo più o meno letterale, nelle collezioni delle maison e dei brand del lusso degli ultimi 20 anni. Sono davvero numerosi gli stilisti che hanno preso ispirazione dalle forme del Kimono o lo hanno reinventato, come ad esempio Haider Ackermann (SS 2011), Rick Owens (FW 2013), Gareth Pugh (SS 2013), Prada (SS 2013), Thom Browne (SS 2016), Christopher Kane (SS 2018) e Dolce & Gabbana (2018). Tra le maison che più di altre hanno un forte connessione con il kimono è Gucci, che sin dai tempi di Tom Ford ha mostrato un grande interesse verso questo articolo. Iconico rimane il kimono indossato da Rie Rasmussen nella pubblicità più iconica e provocatoria di tutti i tempi dell’era Gucci by Tom Ford. In tempi recenti Alessandro Michele è tornato a più riprese sul tema nelle sue collezioni, esplorando le potenzialità decorative del kimono sia per lui, sia per lei fino all’apoteosi della collezione Gucci Twinsburg (pe2023) dove hanno sfilato 68 coppie di fratelli gemelli facendo riflettere sul concetto di individualismo, di coppie e copie del fashion system.

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IN QUESTE IMMAGINI LO SCRITTORE EDOARDO NESI E IL SUO ULTIMO LIBRO, USCITO A SETTEMBRE (PH. DARIO GAROFALO)


FOCUS BOOK

LA CADUTA DI UN SOGNO, ULTIMO ATTO I LUPI DENTRO, BELLISSIMO ROMANZO DI EDOARDO NESI CHE RACCONTA UN’EPOCA DI FRANCESCA LOMBARDI

“Voi, cioè te, Carlo, Marty, i miei genitori, i vostri genitori... Tutti i pratesi e anche tutti gli italiani... Tutti voi occidentali, insomma, dovete rendervi conto una volta per tutte che siete nati nel momento migliore di sempre, cioè di tutti i tempi dei tempi, capito?... Accorgetevene, almeno, che avete avuto il culo più inenarrabile della storia dell’umanità... Vi è toccato tutto il meglio della Terra, e tutto insieme... Il progresso, la pace, l’uomo sulla Luna, Ginevra Buontalenti, la musica, il cinema, la moda... E così voi che eravate figli di ciabattini siete diventati ricchi sfondati e avete creduto che fosse merito vostro, ma non è mica vero... Vi siete visti o no? Vi siete sentiti ragionare? Ecco... E allora bisogna che vi mettete, no, scusa, mettiate in testa che però c’è un però... Eh sì... E il però è che tutte queste cose che ci sono oggi, non ci saranno per sempre... Nonono, assolutamente... Come vi è venuta dal nulla, tutta questa roba un giorno sparirà e tornerà nel nulla, oppure ve la porteranno via, è uguale, ma comunque insomma finirà tutto perché questa non è l’eternità, capito? È solo un momento, una fase... Voi non ve ne accorgete perché è una fase molto, molto, moooolto lunga, e siccome non finisce più, credete che sia l’eternità... No, ho sbagliato, voi credete che sia la vita, ma non è così, non è la vita... Non funziona così, nononononono... “. Uno degli estratti

più citati del nuovo libro di Edoardo Nesi, I Lupi dentro, è proprio questo. L’abbiamo individuato con Edoardo: è un momento epifanico, che fa parte dell’ultimo atto di questa “Pastorale Pratese”, come la definisce Christian Rocca nella sua bella recensione al libro su Linkiesta. “Un romanzo favoloso e tragico”, continua Rocca, ultimo di “otto libri, con la provincia italiana, le fabbriche, i tessuti, L’import-export, i miliardi, le macchine, la droga, il sesso, la musica, i viaggi, i sogni realizzati e le cadute rovinose”. Già leggendo qualche frammento, si è conquistati da una scrittura che avvolge, capace di creare immagini che corrono veloci davanti agli occhi e ricreano con pennellate intense l’incanto potente della nostra giovinezza, i desideri, i luoghi e le fascinazioni… Una scrittura capace di restituirci, almeno per lo spazio di qualche pagina, quel senso di onnipotenza che ha pervaso gli anni ’80, i nostri padri e anche noi che li abbiamo attraversati con la leggerezza dell’adolescenza. Ma la realtà è un’altra, e incombe su ogni parola di questo romanzo… La domanda che aleggia rimane una: come ci salva da questa caduta di sogni? Come si vive sapendo di non avere nessuna età dell’oro che ci aspetta? Lo proveremo a chiedere a Edoardo nell’intervista del prossimo numero.

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BOT TEGA DI ALTA SPECIALIZZ AZIONE LEONI DI SICILIA (REALIZZ ATI OLTRE 70 GILET MASCHILI E PIÙ DI 260 ACCESSORI)

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COSTUME TESSILE

A DOPPIO FILO

L E B O T T E G H E D I A LT A S P E C I A L I Z Z A Z I O N E D I M A N I FAT T U R E D I G I TA L I C I N E M A P R AT O DI VIRGINIA MAMMOLI

P H O T O A L E S S I O L A M A N N A ( M A N I FAT T U R E D I G I TA L I C I N E M A / F O N D A Z I O N E S I S T E M A T O S C A N A )

Con i tessuti e gli abiti made in Prato comparsi in film - con tanto di premi Oscar -, serie e importanti spettacoli teatri si potrebbe riempire le passerelle di intere Fashion Week. A prolungare le uscite di queste preziose sfilate, dal 2018, le creazioni delle Botteghe di Alta Specializzazione, laboratorio di sartoria di Manifatture Digitali Cinema Prato. Un’esperienza intensiva (ad accesso gratuito), diretta da costumisti di primo livello come Daniela Salernitano, premiata ai David di Donatello per Ammore e malavita, e Alessandro Lai, costumista di Mine vaganti, Magnifica presenza e Napoli velata - che dà vita a costumi e accessori che hanno poi vestito grandi del mondo del cinema, tv e teatro, tra cui la bellissima Miriam Leone, che con I leoni di Sicilia - serie tv diretta da Paolo Genovese tratta dal best seller di Stefania Auci e trasmessa su Disney+ - ha realizzato il sogno di recitare nella sua amata terra di origine. Ultimo, in ordine di tempo,

il laboratorio per i costumi di Belcanto, la serie Lucky Red prossimamente in onda sulla Rai con protagonista Vittoria Puccini diretta da Carmine Elia, regista di Mare fuori. Nel 2018 la prima Bottega, Costumi Rinascimento, in cui si sono prodotti i prototipi e i costumi per la terza stagione della serie tv di Lux Vide I Medici. Il laboratorio vide come ospite Gabriella Pescucci, costumista toscana premiata agli Oscar, Emmy e David di Donatello, e la produzione di circa 300 pezzi di abbigliamento, 100 cappelli, circa 60 borse e 60 cinture, più di 100 gioielli e 12 paia di scarpe. L’anno successivo fu la volta di un’altra serie Lux Vide con ambientazione storica, Leonardo, interpretato da Aidan Turner e con Matilda De Angelis nei panni di Caterina Da Cremona. Sempre nel 2019, dalla tv al teatro, con i costumi per Scene da Faust di Federico Tiezzi e Antigone di Massimiliano Civica, entrambe debuttate

TRA LE SERIE: I MEDICI, LEONARDO, I LEONI DI SICILIA, E BELCANTO

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COSTUME TESSILE

IL LABORATORIO DI ACCESSORI E COSTUMI PER LA SERIE BELCANTO

poi al Fabbricone di Prato. Nel 2020, il ritorno di Gabriella Pescucci, tra i direttori artistici del master La Stoffa dei Sogni, dedicato a vestiti popolari e signorili di epoca rinascimentale, tra cui una riproduzione dell’abito di Isabella d’Aragona. Ancora teatro, e di nuovo diretto da Federico Tiezzi, nel 2021, con gli abiti realizzati per Il Purgatorio. La notte lava la mente, ma anche creazioni orientali con il workshop Oriente e orientalismi. Ed eccoci, nel 2022, ai gilet (più di 70 in tutti) e accessori (più di 260) come gorgiere, mantelline, grembiuli, polsini, cravatte, colletti, scialli e cuffie in stile ottocentesco, per I leoni di Sicilia. Nel 2023, l’incontro con l’arte contemporanea, con la bottega The Mowlies

- Le Talpine, dove sono nati i costumi e gli oggetti scenografici in tessuto per l’opera audiovisiva di Diego Marcon Dolle, parte della mostra Glassa, ancora visibile al Centro Pecci fino al 4 febbraio 2024, data a partire dalla quale l’opera entrerà nella collezione permanente del Museo. Ma il 2023 è anche l’anno dei laboratori Turandot - Ombra della Luce, in collaborazione con Collinarea Festival del Suono, che ha visto la realizzazione dei costumi dei personaggi principali dell’omonima opera, diretta da Loris Seghizzi, andata in scena a Lari nel luglio 2023, e del già citato Belcanto. Un’altra eccellenza pratese che lega a doppio filo la nostra città con la settima arte e il mondo del teatro.

COSTUMISTI DI FAMA INTERNAZIONALE TRA I DIRETTORI ARTISTICI DI LABORATORI E MASTERCLASS

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GABRIELE GORI, CLASSE 1999, HA GIOCATO NELLE GIOVANILI DELLA FIORENTINA PRIMA DI DEBUTTARE DA PROFESSIONISTA NEL FOGGIA

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SPORT INTERVISTA

PROFESSIONE BOMBER SULLE ORME DI JUARY E DIAZ. GABRIELE GORI RACCONTA L A S U A E S P E R I E N Z A N E L L’ A V E L L I N O D I M AT T E O G R A Z Z I N I

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TIFOSERIA CALDA E TANTI DERBY GLI STIMOLI PER CERCARE LA VITTORIA DALL A PRIMAVER A DELL A FIORENTINA AI CAMPI DEL SUD ITALIA , CON UNO SGUARDO ANCHE A PR ATO, DOVE HA TANTI AMICI E UN LEGAME PARTICOL ARE CON I NONNI MATERNI

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SPORT INTERVISTA

Nella storia del calcio italiano Avellino si è ritagliata un capitolo speciale a fine anni ’70, quando i Lupi biancoverdi raggiunsero la serie A portando alla ribalta nazionale una città e un territorio in gran parte sconosciuti alla gran parte dei tifosi, che avevano orizzonti limitati a 90’ Minuto o alla Domenica Sportiva. Per un decennio le immagini del Partenio sempre esaurito, di Tacconi, Juary, Vignola, Lombardi e Diaz passarono di schermo in schermo, con un contraltare tragico col terremoto del 1980. Di tutto questo Gabriele Gori, attuale centravanti degli irpini con un po’ di sangue pratese nelle vene, ha letto sui libri o visto immagini su Internet: nato nel 1999 e con la carriera iniziata alla Sestese prima di passare nelle giovanili della Fiorentina, è arrivato a indossare la maglia biancoverde in estate, dopo le esperienze da professionista a Foggia, Livorno, Arezzo, Vicenza, Cosenza e Reggina, tra serie B e serie C. In questa stagione sta ritrovando i numeri e i gol che l’avevano lanciato tra i professionisti dopo aver lasciato Firenze: “Magari - dice con una punta di rammarico - arrivano adesso i risultati che avrei potuto avere nell’anno di Cosenza se non fossi stato male e non avessi saltato la seconda parte di campionato. Lavorando sono riuscito a trovare la mia dimensione, che va coltivata perché siamo all’inizio e c’è ancora da crescere”. Profeta del gol ma non più in patria. Come vivi la distanza da Toscana e famiglia? Ho girato nei vari campionati e tifoserie come quelle del sud è difficile trovarne.

Ti fanno sentire un calciatore importante e ti danno tanti stimoli. Con la mia fidanzata Sara (figlia di Beppe Bergomi, campione del mondo nel 1982, ndr) riusciamo a ricavare degli spazi tra la mia attività ed il suo lavoro, lei scende spesso ad Avellino. Con la famiglia invece ci sentiamo al telefono ma ci vediamo meno frequentemente. Che obiettivi ti poni a breve e media scadenza nel calcio e nella vita privata? Nel calcio scalare più limiti possibili, anche in previsione di una carriera ancora lunga. Poi mi piacerebbe realizzarmi anche in altri settori, avviare una mia attività come in parte ho già fatto, non necessariamente nel calcio. Calcisticamente il Prato è stato solo un avversario? Sì, in tutto il settore giovanile, sia con la Sestese che con la Fiorentina, ricordo sfide all’ultimo sangue perché il Prato ha sempre avuto un buon vivaio. Mi auguro che possa risalire di categoria al più presto. Come può riuscire a conquistare una serie più consona alla grandezza della città? Con persone competenti, giocatori e mister importanti che possono dare entusiasmo a piazze di valore come Prato e altre simili. I nonni materni sono pratesi. Hai vissuto la città grazie a loro? I nonni erano proprietari di Berretti, uno dei negozi storici del centro, quindi mi è capitato spesso di venire a Prato, e sono stato a lungo socio al Tennis Club Prato, quindi anche se non è propriamente la mia città lì ho tanti amici e mi ci sento legato.

IN QUESTA STAGIONE GABRIELE GORI STA RITROVANDO I NUMERI E I GOL CHE L’AVEVANO LANCIATO TRA I PROFESSIONISTI

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IL PANET TONE PESC A DI PR ATO DELL A PASTICCERIA FILIPPO & GIANC ARLO

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I DOLCI DELL’INVERNO D A G U S TA R E D AVA N T I A L C A M I N O FRA TRADIZIONE E NOVITÀ INEDITE. UN VIAGGIO GOLOSO N E L L E PA S T I C C E R I E T O P D I P R AT O DI MARZIA MORGANTI TEMPESTINI

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IL PANET TONE ANTICO TOSC ANO DI LUC A MANNORI


ITINERARIO FOOD

PANETTONE CLASSICO DELLA PASTICCERIA PERUZZI

Non ci sono dubbi su quale sia il profumo tradizionale dei dolci dell’inverno che invade le strade del centro storico di Prato, è quello del biscottino alle mandorle che invade le narici dei passanti appena mettono piede in piazza San Francesco e lungo il Corso. Quello del Biscottificio Antonio Mattei ha proprio fatto la storia della tradizione dolciaria pratese e, grazie ai nostri imprenditori, è stato esportato in tutto il mondo al seguito delle ‘pezze’ di tessuto per farne omaggio ai clienti stranieri. Oggi, al biscotto racchiuso nell’iconico sacchetto blu è stato dedicato anche un francobollo celebrativo e, grazie alla famiglia Pandolfini, a cui è saldamente in mano dai primi anni del Novecento, continua a essere un prodotto ottimo da gustare e da regalare. Neanche la vendita on line fa rinunciare ai pratesi Doc il piacere di fare la coda davanti al negozio di via Ricasoli, per uscirne con il mitico sacchetto blu tra le mani. Nel frattempo, i pasticceri nostrali hanno fatto passi da giganti diventando talentuosi artigiani del dolce sempre con la valigia in mano per partecipare ad eventi, fiere, concorsi, insomma per studiare, capire e elaborare nuove creazioni. Abbiamo fatto un giro a Prato e provincia per annusare cosa c’è di nuovo o di antico e non potevamo partire che dal cuore della città con

Luca Mannori e Paolo Sacchetti saldamente in cima alla classifica delle migliori pasticcerie italiane per la guida del Gambero Rosso - e non solo - che li vede da anni conquistare le tre torte, il massimo riconoscimento, peraltro unici in Toscana. Ma sono in buona compagnia… MANNORI Luca Mannori nel 1997 vince il Campionato del mondo con la squadra italiana con la torta Sette veli che diviene un must della filosofia del Luca, artista e musicista, innamorato della perfezione delle forme. Instancabile nel proporre nuove creazioni e gusti. “Nella mia famiglia quando ero piccolo il dolce dell’inverno e di Natale era il berlingozzo, un dolce semplice che fa parte della tradizione pratese da questa essenzialità prende forma la mia formazione e l’evoluzione mi ha portato a valorizzare ogni elemento della pasticceria per poi utilizzarlo nel modo migliore. In inverno proponiamo il classico tronchetto ed altri dolci tipici, e per Natale quest’anno proponiamo una limited edition di un panettone al caramello e pere candite”. Alla Pasticceria di Luca Mannori - che tra molti i premi annovera anche il riconoscimento di Relais Dessert - si trovano diverse varietà di panettoni tra cui l’Antico Toscano, la Nuvola d’oro, e focacce salate ideali per gli aperitivi e per accompagnare

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ITINERARIO FOOD

I BISCOTTI DI PRATO DELLO STORICO BISCOTTIFICIO ANTONIO MATTEI

salumi e formaggi (via Alessandro Lazzerini 2 ). NUOVO MONDO “La filosofia che guida l’elaborazione delle proposte e ancora di più da quando c’è mio figlio Andrea in prima linea, affonda le radici nella mia storia familiare - i miei nonni erano contadini - e nella tradizione ma che si evolve continuamente nel tempo offrendo sempre sapori contemporanei” afferma Paolo Sacchetti che annovera nel suo curriculum molti riconoscimenti ed è attualmente l’unico toscano che fa parte degli Artisti del panettone, la ‘Champions League’ dei concorsi dedicati ai lievitati. “Il Giulebbe ne è l’esempio: quando lo presentai per la Regione Toscana al Salone del Gusto nel 2002 ebbe un grande successo così decisi di usare i prodotti del territorio in un lievitato, racconta Sacchetti come alternativa al panettone da vendere tutto l’anno”. In inverno alla pasticceria Nuovo Mondo preparano anche il Soufflé con le castagne in-

vece del castagnaccio, si continuano a fare i ricciarelli, il torrone e tra le novità il Gianduioso: panettone al cioccolato ideato da Andrea Sacchetti, mentre fra i dolci freschi il Montebianco a forma di candela con una cilindro di meringa ripieno di crema chantilly, savoiardi inzuppato nel cognac e pezzi di marron glacés e la fiamma fatta con il cioccolato e spaghetti di pasta di marron che cadono come gocce di candela (via Giuseppe Garibaldi 23). PERUZZI Il lievito madre con cui Massimo Peruzzi produce i grandi lievitati dal panettone al pandoro vanta decenni di vita. Con quel lievito custodito come un gioiello Massimo ha partecipato, nel 2021 a Milano e nel 2019 a Lugano, alla fase finale della Coppa del Mondo sfiorando il podio del panettone rivolta professionisti della pasticceria e panetteria provenienti da tutto il mondo. Per Natale le sue vetrine ospitano pandori, panettoni, torroni, panforti: “Sono dolci

PER GLI AMANTI DELLA PASTICCERIA PRATO È UNA DESTINAZIONE CHE VALE IL VIAGGIO

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IL PANETTONE CL ASSICO DELL A PASTICCERIA PERUZZI PANETTONE GIANDUIOSO IDEATO DA ANDREA SACCHETTI DELLA PASTICCERIA NUOVO MONDO


A PRATO, SI CONTANO PIÙ DI 50 MAESTRI DEL DOLCE, TRA PASTICCERI E CIOCCOLATIERI IN QUESTA PAGINA, DALL’ALTO IN SENSO OR ARIO: I BISCOTTI DI PR ATO DI ANTONIO MATTEI, IL SOUFFLÉ DI CASTAGNE E IL GIULEBBE DELL A PASTICCERIA NUOVO MONDO, IL PAN DI STR ACCI DELL A PASTICCERIA PERUZZI XX

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ITINERARIO FOOD

IL PANFRUT TO DELL A PASTICCERIA CIOLINI

che andrebbero consumati tutto l’anno, ma la richiesta si ferma subito dopo le feste, racconta Massimo Peruzzi. Il nostro legame con la tradizione è molto forte, sono cresciuto in un quartiere dove battevano molti telai, continua Peruzzi, così abbiamo ideato il “pan di stracci”, è un dolce che si può personalizzare. Si utilizzano i ritagli dei cornetti all’italiana preparati con la pasta brioche, li intrecciamo come fossero degli stracci di stoffa, li mettiamo in uno stampo, lo facciamo lievitare poi lo mettiamo in forno e al momento della vendita si può personalizzare secondo il gusto del cliente con marmellata, frutti di bosco o altro. Sta avendo un grande successo”. Un dolce dedicato alla città di Prato in omaggio alla filosofia del recupero che da sempre contraddistingue l’industria tessile pratese (via Pistoiese 301). FILIPPO E GIANCARLO Filippo e Giancarlo Bettazzi dal 1984 perseguono una sola strada, quella della passione. Qui l’artigianalità regala i profumi e i sapori della tradizione come nella Torta Profumo d’Oriente con cui Giancarlo Bettazzi ha vinto la medaglia d’Argento a Berlino. “Il connubio tra tradizione innovazione si trova nell’ultimo nato - racconta Giancarlo Bettazzi -. E’ il Panettone Pesca di Prato che rende il cliente protagonista perché

deve completare il dolce al momento del servizio con la crema pasticcera che gli forniamo a parte”(via di Maliseti 10 ). CIOLINI “Da bambino i dolci che facevano erano molto semplici, parecchi biscotti - confida Massimo Ciolini – e, legata al periodo autunnale, la schiacciata di Vernio, ovvero una pasta di pane lievitata con lievito naturale con lo zibibbo. Era un prodotto povero, la facevano in inverno”. Una tradizione che arriva da lontano. Adamo, il nonno di Massimo, iniziò subito dopo la guerra a fare il fornaio. Oggi quella maestria è nelle mani dei Ciolini e il Panfrutto con lampone e fragole e il Pan di Cecco fatto solo con l’uvetta e canditi dell’arancio hanno il profumo della tradizione e della ricerca dei prodotti tipici del territorio (via Bologna 178/178 Cantagallo). LE DELIZIE DI MONTEPIANO Selezionate per rappresentare le imprese di Confartigianato all’evento Dolce Italia il gusto del natale artigiano raccontano una storia che affonda le radici nei secoli fatta di semplicità ed essenzialità con gli Zuccherini, il dolce delle feste e della convivialità in ogni momento di felicità (via dell’Appennino 166 Montepiano ).

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FOCUS FOOD

UNCONVENTIONAL LOVE A M AG 5 6 T R A D R I N K D ’ A U T O R E , P I AT T I R I C C H I D I C O N TA M I N A Z I O N I E ATM O S F E R E I N T E R N A Z I O N A L I DI MARTINA OLIVIERI PHOTO FRANCESCO GIANNELLA E NICCOLÒ LEONE

Proprio come in un viaggio da cui non si torna mai uguali, a Mag56 - Unconventional Food & Drinks è possibile vivere un’avventura unica. Qui non ci sono regole da seguire, ma le tradizioni si contaminano tra loro e i piatti più classici danzano insieme a sapori esotici per creare una sinfonia a cui si fa fatica resistere. Spezie da tutto il mondo, un’ampia proposta di crudo; carne e pesce cotte al josper - la griglia basca che permette di raggiungere un eccellente livello qualitativo di cottura - cucina nikkei con tiradito e ceviche ma, anche, ravioli, tagliatelle e tagliolini tutto con un tocco unconventional, che - come suggerisce il nome - è la filosofia adottata e messa in pratica da Mag56. Dinamismo, versatilità e divertimento caratterizzano questo locale pratese aperto dal martedì alla domenica dalle 19.00 all’after dinner, e già diventato un punto di riferimento della ristorazione in città. È possibile fermarsi per un goloso aperitivo, per una cena più elegante o per bere un buon drink dopo cena. La domenica è imperdibile la proposta brunch con gran buffet di dolci e salati per tutta la famiglia. Dietro al bancone, che presenta più di trecento bottiglie prove-

nienti dal territorio nazionale ed estero, c’è il capo barman Cosimo Lucchesini, esperto bartender e titolare insieme alla madre del locale. Cosimo collabora con grande estro creativo a stretto contatto con lo chef Francesco Cappiello, che è stato anche allievo di Massimo Bottura alla celebre Osteria Francescana di Modena e Gucci Osteria di Firenze. La cifra distintiva di Mag56 è, infatti, la grande commistione tra sezione drink e cucina. I due ambienti, in stretta correlazione tra di loro, si scambiano idee e preparazioni, è così che i distillati entrano in cucina, i succhi fermentano e dall’alambicco escono fuori acque idrolate per esaltare bevande e piatti. Non si tratta solo di pairing ma di spingersi ad una reale fusione. “Cerco quotidianamente di apportare crescita e innovazione alla miscelazione rivisitando i classici cocktail con un tocco personale. L’obiettivo è proporre da bere qualcosa che resti impresso e che non si possa trovare altrove”, afferma Cosimo, che insieme a tutta la sua famiglia ha dato vita ad un luogo del gusto che scombina le carte della ristorazione pratese e introduce un tocco di golosa modernità che senza dubbio mancava.

GUSTO E DIVERTIMENTO DA VIVERE FINO A TARDA NOTTE

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LA CONCESSIONARIA BARTOLOZZI GIACOMO RAPPRESENTA OGGI PEUGEOT, CITROËN E OPEL IN QUESTA PAGINA: ALCUNE FOTO DELL A SEDE IN VIA BOLOGNA 316, CHE DI RECENTE HA VISTO L’INGRESSO DEL MARCHIO OPEL E UN IMPORTANTE INTERVENTO DI RINNOVAMENTO. LE ALTRE SEDI SONO: VIALE MARCONI 50 (ATTUALMENTE SHOWROOM PEUGEOT E CITROËN) E VIA GALCIANESE 60 (CENTRO USATO SPOTICAR)

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FOCUS SERVICE

A BORDO VERSO IL FUTURO BARTOLOZZI GIACOMO, LE AUTOMOBILI DI IERI, OGGI E DOMANI PHOTO FRANCESCO GIANNELLA

Era il 1930 quando Giulio Bartolozzi aprì, insieme ai figli Carlo e Osvaldo, un’autofficina destinata a diventare una storica concessionaria specializzata, che conta oggi tre sedi su Prato, tra cui quella al 316 di via Bologna, che questa estate, con l’ingresso del marchio Opel, ha visto un importante rinnovamento degli spazi. A raccontarci la sua visione sul settore e la storia aziendale di famiglia giunta ormai alla quarta generazione, è Giacomo Bartolozzi, attuale titolare insieme al figlio Carlo. Ci racconta i capitoli principali di questa storia in continua evoluzione? La concessionaria Bartolozzi ha oggi 75 anni ma la nostra attività comincia già nel 1930, con l’autofficina aperta da mio nonno - già affiancato da un giovane Carlo Bartolozzi, mio padre, e da mio zio Osvaldo -, passata poi alla rivendita di automobili Simca e Peugeot. L’entusiasmo degli anni postbellici e il boom economico fecero da propulsori all’attività consentendogli di espandersi fino alla forma attuale: un punto vendita principale che conta oggi tre marchi - Peugeot, Citroën e Opel - assieme all’officina che copre il servizio di postvendita sui tre marchi; un punto vendita in viale Marconi con Peugeot e Citroën (presto in espansione) e un punto vendita per le occasioni sull’usato (marchio Spoticar) nella sede in via Galcianese. Come si è evoluto il mondo dell’automotive? È un settore che subisce enormi cambiamenti in media ogni dieci anni. Ho visto un grande passo avanti quando siamo passati alla gestione interna delle componenti e della sicurezza dell’auto completamente elettronica. Questo ha poi gettato le

basi per grandi cambiamenti dal punto di vista del design interno ed esterno dell’automobile, che risponde a esigenze diverse di comfort ma anche, ultimo grande cambiamento, a esigenze dal punto di vista delle emissioni, che culminerà con lo stop alle vetture endotermiche nel 2035. Secondo lei come sarà l’auto del futuro? L’auto del futuro corre veloce verso motori 100% elettrici sempre più performanti da un lato, dall’altro i centri urbani tendenranno a privilegiare la presenza di veicoli 100% elettrici. Si affermerà presto su larga scala un tipo di guida sempre più moderna e tecnologica, quella autonoma o semi autonoma. Progetti per il futuro in casa Bartolozzi? In un futuro molto prossimo il punto vendita di viale Marconi si espanderà e ospiterà anch’esso il marchio Opel. Contiamo di capillarizzare la nostra presenza su Prato, per questo motivo siamo felici che presto riusciremo a offrire sulla piazza pratese tutti e tre i nostri marchi sia nella zona est che nord. In particolare però siamo consapevoli che la cura del cliente soprattutto nel postvendita rappresenterà presto il fronte principale di lavoro di una concessionaria: questo è sintomo di un momento storico particolare, in cui il cliente necessita di far durare più a lungo la propria macchina. Per questo motivo contiamo di rafforzare e consolidare il servizio post-vendita, ma siamo certi di dover fare di più, quindi ci impegniamo a offrire nuove soluzioni di mobilità come il noleggio a breve e lungo termine, sempre più vantaggiosi.

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BUON COMPLEANNO SARTI ASCENSORI Alcune foto dell’evento presso lo spazio Il Garibaldi per i sessant’anni di Sarti Ascensori, che ha festeggiato con familiari, dipendenti, amici e clienti una storia d’eccellenza made in Prato, oggi nelle mani delle sorelle Carlotta e Elena Sarti.


UN NUOVO CAPPOTTO TUTTO PRATESE Il lancio della linea I’paltò, I’paltò, il primo cappotto rigenerato, tracciabile e riciclabile al 100%, nato dalla sinergia tra due esperti della tessitura eco come Papini Cashmere, che ha ospitato l’evento nella sua sede-showroom in via Ferrucci, e M&A di Alessandro Sanesi.



PRATO ESSENTIAL GUIDE I luoghi del gusto in città e dintorni APERITIVO APOTHEKE Via Verdi, 17 ph. +39 0574 25099 BAR MAGNOLFI Piazza San Francesco, 24 ph. +39 0574 25633 BIG EASY Piazza Mercatale, 177 ph. +39 0574 1824218 BARTAT Via Pugliesi, 24 ph. +39 0574 35613 BOTTEGA PRATO Piazza Sant’Antonino, 10 ph. +39 0574 1828554 CAFFE’ 21 Viale Piave, 5 ph. +39 0574 42064 CAVEAU Via Settesoldi, 36/38 ph. +39 0574 063153 CUL DE SAC Via Santa Trinita, 25 ph. +39 348 8950467 DA LUCIO Piazza del Comune FABBRICA IN PEDAVENA Via Galcianese, 23c ph. +39 0574 966269 FIASCHEMBERG Via Settesoldi, 42 ph. +39 393 3827850 FITZ GIN BAR Via Cesare Guasti, 14 GRADISCA 1973 Via Settesoldi, 30 ph. +39 0574 1827470 I FRARI Via Garibaldi, 120 ph. +39 334 3442532 I FRARI DELLE LOGGE Piazza del Comune,16 ph. +39 0574 35490 IL SINDACO BACARO DI PRATO Via Santa Trinita, 9 ph. +39 388 1441486 LAB 59100 Via Settesoldi, 25 ph. +39 348 0588472 LA TAZZA D’ORO Viale della Repubblica, 290 ph. +39 0574 593771 LE BARRIQUE Via G. Mazzoni, 19 ph. +39 0574 30151 MAG56 Via Don G. Arcangeli, 58 ph. +39 389 1689731 METHE Piazza Mercatale, 134 ph. +39 0574 965659 OZNE Via Pugliesi, 35 ph. +39 0574 076857 PLANTAGO NATURAL WINE BAR Piazza del Duomo, 12 ph. +39 0574 1824047 PO’STÒ CAFÈ Via Borselli, 89 ph. +39 0574 965208 PRATO CITY Via Valentini, 7 ph. +39 0574 964673

SQUISIO Via Santa Trinita, 87 ph. +39 328 4269495 TO WINE Viale della Repubblica, 23 ph. +39 0574 550462 ZERO Via Garibaldi, 65 ph. +39 0574 35041 RISTORANTI A CASA GORI Piazza Sant’Agostino, 14 ph. +39 0574 24893 ANTICHI SAPORI Via F. da Filicaia, 40/A ph. +39 0574 461189 ARDENGO Via dei Cimatori, 6 ph. +39 366 5318415 BAGHINO Via dell’Accademia, 9 ph. +39 0574 27920 BOVES Via dei Lanaioli, 31 ph. +39 0574 742052 CARGO BAR BISTROT Centro Pecci Viale della Repubblica, 277 ph. +39 0574 531829 CHE CICCIA C’È Piazza del Collegio, 9 ph. +39 0574 30416 CHEF REPUBLIC Viale della Repubblica, 236 ph. +39 0574 072744 OSTERIA DA NEDO Via Verdi, 15 ph. +39 0574 49027 I CORTI Piazza Mercatale, 136 ph. +39 0574 606082 IL DEK ITALIAN BISTROT Piazza delle Carceri, 1/2 ph. +39 0574 475476 L’ANTILOPE Via Pistoiese, 248 ph. +39 0574 21033 ENOTECA BARNI Via Ferrucci, 22 ph. +39 0574 607845 IL CAPRIOLO Via Roma, 306 ph. +39 0574 1825326 IL MERCANTE Via Traversa il Crocifisso, 47 ph. +39 0574 627174 IL PIRANA Via Valentini, 110 ph. +39 0574 25746 INTERLUDIO Via Pomeria, 64 ph. +39 0574 605200 LA BOTTEGA DEL TIRO A SEGNO Via di Galceti, 68 ph. +39 0574 693707 LE FONTANELLE Via Traversa del Crocifisso, 7 ph. +39 0574 622316 LE GARAGE BISTROT Piazza San Domenico, 26 ph. +39 0574 24842 LIMONAIA 22 Via Firenze, 83 ph. +39 0574 592515 MADDALENA Piazza Sant’Agostino ph. +39 0574 31734 MANGIA Via Ferrucci, 173 ph. +39 0574 57291 MEGABONO Via Ser Lapo Mazzei, 20 ph. +39 347 8908892

MOLO16 FISHBAR Via Settesoldi, 16 ph. +39 333 3254569 MURÀ Piazza San Marco, 24 ph. +39 0574 961941 MYO RISTORANTE Centro Pecci Viale della Repubblica, 277 ph. +39 0574 1597312 MYSEA Via Benvenuto Cellini, 9 ph. +39 375 6088656 NOS SIMUL Via Giacomo Matteotti, 8 ph. +39 329 7373677 OSTERIA SU SANTA TRINITA Via Neroni, 4 ph. +39 0574 605899 PACA Via Fra’ Bartolomeo, 13 ph. +39 0574 1820222 PEPE NERO Via Zarini, 289 ph. +39 0574 550353 RAGIONA Via del Melograno, 40 ph. +39 0574 1597416 RIXÒ Via Valentini, 39 ph. +39 0574 727019 SCHIACCINO Museo del Tessuto Via Puccetti, 3 ph. +39 380 1795969 SHARK Piazza S. M. delle Carceri, 5 ph. +39 0574 20523 SU.GO Via Pomeria, 84 ph. +39 324 7837711 TONIO Piazza Mercatale, 161 ph. +39 0574 21266 TO WINE IN PIAZZETTA Via Cairoli, 15 ph. +39 0574 965874 TRIPLO Via Giuseppe Verdi, 28 ph. +39 0574 1826528 TRATTORIE LA FONTANA Via di Canneto, 1 ph. +39 0574 27282 LAPO Piazza Mercatale, 141 ph. +39 0574 23745 OSTERIA CIRIBÈ Piazza Mercatale, 49 ph. +39 0574 607509 OSTERIA LE CENTO BUCHE Via degli Abatoni, 7 ph. +39 0574 694312 SOLDANO Via della Sirena, 10 ph. +39 0574.830913 Via Pomeria, 23 ph. +39 0574 34665 PIZZERIE CAVALLINO ROSSO DA GIOVANNI Via Curtatone, 3 ph. +39 0574 23143 DA TOMMI RIDAMMI UN BACINO Via Cesare Guasti, 11 ph. +39 0574 1594200 ELEMENTI Via Agnolo Firenzuola, 33 ph. +39 331 393 3068 FANCY KING Via Valentini, 21 ph. +39 0574 581343 IL BORGO ANTICO Via Gherardacci, 25/27 - Iolo ph. 0574 622707 IL RAGNO Via Valentini, 133 ph. +39 0574 596700

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IL SIPARIO Via Firenze, 40 ph. +39 0574 562282 LA TORTELLERIA Via Bologna, 196 ph. +39 0574 692641 KING’S PUB Via Garibaldi, 148 ph. +39 0574 28641 OFFICINA DEI GUSTI Via del Capannaccio, 4 ph. +39 347 4997110 OPIFICIO JM Piazza San Marco, 39 ph. +39 0574 870500 PASSAPAROLA Viale Galilei, 8 ph. +39 0574 468350 PIZZERIA MAGGIE Via Bologna, 326 ph. +39 0574 460493 SECONDO TEMPO Via F. Ferrucci, 164 ph. +39 0574 182 8960 VOGLIA ‘E TURNA! Via dei Lanaioli, 30 ph. +39 0574 754592 CUCINA ETNICA E BIO CAVEAU RESTAURANT Viale della Repubblica, 225 ph. +39 0574 022227 DE’STO BY KIZUNA Via Jacopo Modesti, 9 ph. +39 0574 1582336 FISH NUDE Via Quirico Baldinucci, 3 ph. +39 350 0936626 FUJIYAMA Via Valentini, 5 ph. +39 0574 623857 GINZA JAPANESE Via Traversa Il Crocifisso, 5 ph. +39 0574 966858 JINDALAI KOREANA Via Pietro Mascagni, 57-61 ph. +39 388 1778110 KALDI’S KAFFE Via Settesoldi, 31 ph. +39 339 535 5010 KOTO RAMEN Via Valentini, 102 ph. +39 0574 603162 LA COVA TAPAS BAR Via Santa Trinita, 3 LA FABBRICA ALIMENTARE Via Valentini, 102 ph. +39 0574 870315 L’ORTO DI NENÈ Via Santa Trinita, 47/A ph. +39 349 8478186 MOI OMAKASE Viale Piave, 14 ph. +39 0574 065595 NAGA THAI Via Santa Trinita, 53 ph. +39 0574 074031 ŌPAHA Piazza del Collegio, 3 ph. +39 0574 968838 POKÉ BY KOTO Via Valentini, 102 ph. +39 331 7542523 RAJA Piazza del Collegio, 8 ph. +39 0574 32032 RAVIOLI LIU Via Fabio Filzi, 39 ph. +39 0574 830973 RAVIOLI DI CRISTINA Via Cavallotti, 36 ph. +39 0574 1820920

TODO BIEN Via Settesoldi, 11 ph. +39 389 0013201 YOXI YOXI Via Valentini, 61 ph. +39 0574 596942 OUTSIDE ARTIMINO BIAGIO PIGNATTA Viale Giovanni XXIII, 1 ph. +39 055 8718086 BOTTEGA PERUZZI Via Cinque Martiri, 21 ph. +39 055 8718322 CANTINE DEL REDI Via 5 Martiri, 29 ph. +39 055 8751408 CIRCOLO DA MARIO Via Cinque Martiri, 70 ph. +39 327 8358590 DA DELFINA Via della Chiesa, 1 ph. +39 055 8718074 BACCHERETO LA VINSANTAIA DI CAPEZZANA Via Capezzana, 43 ph. +39 334 9499402 CANTAGALLO IL GHIRIGHIO Loc. Migliana, 29 ph. +39 0574 981103 LA CASTAGNA Via di Migliana, 40 ph. +39 0574 981791 CARMIGNANO SU PE’I’ CANTO Piazza Matteotti, 25/26 ph. +39 055 8712490 VILLA LE FARNETE Via Macia, 134 ph. +39 055 8719747 FILETTOLE LOGLI MARIO Via Carteano, 1 ph. +39 0574 23010 GALCIANA A MANGIA’ FORA Via Sant’Ippolito, 16 ph. +39 328 3032343 MONTEMURLO VICTORY CAFÉ Viale A. Labriola, 243 ph. +39 0574 650438 POGGIO A CAIANO LA FURBA Via Statale, 99 ph. +39 055 8705316 VAIANO BOTTEGA 325 Via Val di Bisenzio, 159/3 ph. +39 0574 1672052 LA LOCANDA DEGLI ARTISTI Via Bertini 76 - Schignano ph. +39 0574 983436 LA TIGNAMICA Via Val di Bisenzio, 112 ph. +39 0574 984424 VERNIO CIRCOLO ARCI Via del Bisenzio 337 ph. +39 0574 957466


OROSCOPO INVERNO 2024

MESSAGGI DALLE STELLE

Consigli a trecentosessanta gradi seguendo il percorso degli astri ARIETE (21 marzo - 20 aprile)

BILANCIA (23 settembre - 22 ottobre)

Marte, Mercurio e Venere, che in successione dal Capricorno quadrano il vostro Sole da gennaio a metà febbraio, possono creare tensioni, affaticamenti e malumori. Poi il Cielo si rasserena rapidamente.

L’anno si apre con contrasti e contrattempi, cui seguono piccoli malumori e incomprensioni. La buona notizia è che da fine gennaio Plutone non disturba più i nati 21-22 ottobre. Fisico in ripresa.

TORO (21 aprile - 20 maggio)

SCORPIONE (23 ottobre - 22 novembre)

Giove, che attraversa la prima decade, è favorevole ai progetti nel cassetto dei nati 22-30 aprile. Marte appoggia tutti i nati con forza fino a metà febbraio: datevi da fare con impegno!

Giove si mantiene opposto al Sole dei nati in ottobre, invitandoli alla moderazione, ma da inizio anno Marte e Mercurio in Capricorno e Saturno in Pesci aprono spiragli per soluzioni vantaggiose.

GEMELLI (21 maggio - 21 giugno)

SAGITTARIO (23 novembre - 21 dicembre)

I nati in maggio devono muoversi con grande attenzione e riguardare soprattutto il fisico: eliminate il superfluo! Da metà febbraio l’entrata di Venere e Marte in Acquario darà respiro a tutti.

L’asteroide Cerere fino al 10 febbraio passa sul Sole dei nati di dicembre, invitandoli a curare l’ambito familiare. I nati di novembre, alle prese con il quadrato saturnino, non trascurino il fisico!

CANCRO (22 giugno - 22 luglio)

CAPRICORNO (22 dicembre - 20 gennaio)

Come sempre il solstizio invernale non è molto propizio al vostro segno: Marte in opposizione fino a metà febbraio crea contrattempi, anche se Giove dal Toro supporta con forza i nati in giugno.

Traffico planetario in aumento! Marte consiglia pazienza fino al 10 febbraio, ma già da fine gennaio Mercurio e Venere addolciscono l’atmosfera. I nati di dicembre hanno sempre Giove e Saturno a favore.

LEONE (23 luglio - 23 agosto)

ACQUARIO (21 gennaio - 19 febbraio)

Fine 2023 e inizio 2024 vivaci e stimolanti, ma non sprecate risorse fisiche e finanziarie, se siete nati dal 27 luglio in avanti. Curate l’alimentazione e riguardate la salute da metà febbraio in poi.

L’entrata definitiva di Plutone nel segno trasformerà la psicologia dei nati 21-23 gennaio. Giove in Toro consiglia più precisione alla prima decade in tutte le questioni burocratiche e organizzative.

VERGINE (24 agosto - 22 settembre)

PESCI (20 febbraio - 20 marzo)

Saturno si oppone al Sole dei nati in agosto e li obbliga a confrontarsi con questioni pratiche, ma la reattività è buona. Continua il passaggio nel segno dell’asteroide Giunone che aiuta le relazioni.

Situazione controversa per i nati di febbraio che devono assumersi responsabilità inattese, ma hanno anche occasioni di evoluzione personale. Per tutti positivo l’appoggio di Marte fino a metà febbraio.

a cura di Claudio Cannistrà, la “Bottega dell’Astrologo”, Associazione culturale pratese Le indicazioni interpretative si riferiscono alla sola posizione del Sole nei segni, perché un’analisi previsionale specifica richiede la conoscenza di data, ora e luogo di nascita del soggetto. Per informazioni sui corsi e le attività culturali organizzate scrivere a: labottegadellastrologo@gmail.com; canniclau@libero.it Disegni dei segni zodiacali opera di Pacpainter - www.pacpainter.it 82 PRATOREVIEW




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