Neuroscienze e Pericolosità Sociale Psichiatrica

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NEUROSCIENZE E PERICOLOSITÀ SOCIALE PSICHIATRICA Ilaria Rossetto1, Antonino Calogero2, Eugenio Aguglia1 1 - U.C.O. di Clinica Psichiatrica - Università degli Studi di Catania 2 - Ospedale Psichiatrico Giudiziario, Castiglione delle Stiviere (MN)

Introduzione L’idea emergente nei più recenti studi di risk assessment è che la valutazione del rischio di recidiva da parte degli autori di reati violenti costituisca una delle funzioni centrali del sistema della giustizia criminale, collegata al giudizio sulla pericolosità sociale dell’imputato o del condannato. In una prospettiva psichiatrico-forense, l’obiettivo principale in questa direzione è fornire alla magistratura e al sistema penitenziario un’analisi del rischio di recidiva basata su strumenti specifici in grado di ampliare o integrare il giudizio clinico, pertinenti all’oggetto della valutazione e fondati scientificamente. Benchè la letteratura internazionale e le prassi operative dei sistemi penitenziari di molti Paesi anglosassoni forniscano valide indicazioni a riguardo, in Italia le indagini in quest’ambito sono rare, né sono molti i protocolli noti agli esperti di cui questi possano avvalersi in modo sistematico per dare maggiore fondatezza empirica alla loro valutazione. In tale prospettiva, scopi del nostro studio sono stati quelli di: a) individuare, attraverso l’applicazione retrospettiva di una metodica di tipo attuariale, il rischio di recidiva violenta in un campione di soggetti internati in un Ospedale Psichiatrico Giudiziario; b) indagare la correlazione tra l’indice di rischio attuariale ottenuto e la Misura di Sicurezza (MdS), sia quella stabilita al momento dell’internamento su indicazione peritale, che quella effettivamente applicata dopo le periodiche rivalutazioni da parte del Tribunale di Sorveglianza; c) esaminare quali variabili o fattori di rischio risultino correlati alla prognosi peritale di recidiva.

Materiali e metodi Sono stati esaminati 63 soggetti (M/F=43/20) con diagnosi di Disturbo di Personalità secondo il DSM-IV TR, internati nell’ OPG di Castiglione delle Stiviere e da qui dimessi tra gennaio 2002 e giugno 2009 per revoca della MdS (cessata pericolosità) o per trasformazione della stessa nella misura alternativa della libertà vigilata (pericolosità attenuata). E’ stata effettuata una valutazione clinico-anamnestica volta ad indagare: età, sesso, stato civile, scolarità, anamnesi psichiatrica personale e familiare, posizione giuridica (infermità/seminfermità), tipologia del reato (proprietà/persona), pregresse detenzioni o internamenti in OPG, istituzionalizzazione precoce. Per valutare, retrospettivamente, il rischio di recidiva violenta, collegato al giudizio di pericolosità, è stata utilizzata una scala di tipo attuariale, la Violence Risk Appraisal Guide (VRAG, Quinsey et al.,1998), il cui punteggio ponderato individua tre classi di rischio: bassa (-24/-8), media (-7/+13) e alta (+14/+32).

Risultati Tab. 1

Applicata al campione la scala VRAG, non si è osservata alcuna associazione tra il numero di mesi di internamento stabiliti al momento dell’assegnazione all’OPG (MdS prevista) e la classe di rischio individuata dalla scala; emerge invece una significativa correlazione (Spearman Rho=0.37) tra il punteggio VRAG e i mesi di proroga o modifica che la misura stessa ha subito durante l’internamento (MdS attuata-MdS prevista)(Tab.1).Questo parrebbe indicare che la “prognosi” di pericolosità, espressa dagli operatori dell’OPG al momento del riesame da parte del Magistrato di Sorveglianza, sia più conforme alla metodica attuariale rispetto alla valutazione accolta dal Tribunale d’assegnazione.

L’unico dato che correla positivamente con quanto deciso inizialmente dal Giudice di competenza su indicazione peritale, cioè la MdS prevista, è la tipologia del reato (MannWhitney p=0.003)(Tab.2),ossia i soggetti che hanno commesso reati contro la persona (omicidio,minacce) hanno una MdS prevista più elevata rispetto agli internati per reati contro la proprietà, indipendentemente dalla loro storia criminale. Ciò nonostante, i mesi di proroga della MdS che i pazienti con reati contro la proprietà ricevono, è mediamente il doppio (27,9 mesi vs 15.3), rispetto ai soggetti incriminati per reati contro la persona. Tab. 2

Discussione I dati analizzati evidenziano una significativa difformità tra le conclusioni peritali e il rischio di recidiva individuato dal sistema attuariale; questo, invece, correla significativamente con l’effettiva durata dell’internamento, dopo le proroghe/modifiche operate dal Tribunale di Sorveglianza nelle fasi di riesame della pericolosità. Inoltre, l’evidente associazione riscontrata tra la prognosi di recidiva espressa dai periti e la tipologia del reato, conferma quelle istanze teoriche, oggi da più parti confutate, che vorrebbero il giudizio sulla pericolosità fondato non tanto sulla probabilità di commettere qualsiasi reato, ma piuttosto sulla probabilità che vengano commessi atti lesivi dell’incolumità personale. Ci sembra perciò di poter condividere il giudizio di coloro che ritengono i sistemi attuariali non come un dato statistico puro, ma come elemento in grado di coadiuvare e integrare il giudizio clinico (Monahan, 2001). All’interno di questo problema, il diritto continua a cercare di valutare la pericolosità sociale utilizzando le conoscenze scientifiche in modi che non sempre corrispondono al pensiero degli psichiatri e prendendo decisioni talora drammatiche e inaccettabili in rapporto ad una prognosi di pericolosità. E’tuttavia pur vero che la tendenza ad influenzare sempre più il diritto nelle sue scelte da parte delle neuroscienze, e della prospettiva antropologica di cui esse sono intrinsecamente portatrici, è un processo inarrestabile.


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