Boom Economy: banche, armi e paesi in conflitto

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Un quadro generale

Come si può vedere dalla tabella sulle autorizzazioni rilasciate dal Ministero degli Esteri per esportazioni di armamento, raffrontate con la tabella dei conflitti armati intensi del SIPRI, vi sono undici dei ventotto paesi in stato di conflitto cui, in ottemperanza all’art.1.6 della legge n. 185/90 non è stata rilasciata alcuna autorizzazione all’esportazione di armamenti: Angola, Burundi, Repubblica Democratica del Congo, Congo, Liberia, Ruanda, Sudan, Uganda, Myanmar e Azerbaijian e Yemen. Agli altri 18, invece, è stata autorizzata la vendita di armi italiane, nonostante si trovassero in stato di conflitto armato intenso oppure in stato di guerra. In alcuni casi, come quello statunitense (versus Iraq, Al Qaeda), si è trattato di coalizioni o di operazioni delle Nazioni Unite, cui l’Italia partecipava o che appoggiava e che possono rientrare all’interno dell’eccezione prevista dall’art.1.6.a, che applica il divieto salvo diverse deliberazioni del Consiglio dei Ministri. In questi casi l’autorizzazione si colloca nel quadro di scelte di politica estera dell’Italia. Ma in molti altri casi, utilizzando i rigorosi criteri scientifici dell'Università di Upsala, valutazioni di natura economico commerciale o politico strategica sembrano prevalere sul rispetto della lettera della legge.

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