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Anno 47 | N°16 del 14.12 2016 | quindicinale | € 5,50 | www.fashionmagazine.it

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Il magazine di news, business e trend

Top

Disruptors of

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N° 16 14 DICEMBRE 2016

SOMMARIO

www.fashionmagazine.it

Anno 47 | N°16 del 14.12 2016 | quindicinale | € 5,50 | www.fashionmagazine.it

E H IS SID GL IN EN ION RS VE

Il magazine di news, business e trend

Top

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In copertina

I 20 “disruptor” selezionati da Fashion nella sua classifica di fine anno

L’EDITORIALE

PROTAGONISTI

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8 INTERVIEW

Disruptors

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CARLO RIVETTI

«Le collaborazioni servono, ma innovare conta di più»

BUSINESS

12 UPCOMING SCENARIOS TOP FASHION CHART E se la Russia rientrasse in partita? 17 TOP FASHION CHART 20 ways to be disruptive 25 RETAIL REAL ESTATE/MAPIC «Ciao sono Pepper. Vieni a fare un giro nel mall?

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TREND

31 ANTICIPAZIONI WOMENSWEAR Pre.-fall 2017

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N° 16 14 DICEMBRE 2016

SOMMARIO

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34 STORE TO WATCH/

ZITA FABIANI A ROMA

Di quartiere sì, ma internazionali

38 AUTOMOTIVE MARKETING AWARDS-FASHION Dove c’è moda c’è emozione 41 ITALIAN LIFESTYLE A dreamer’s christmas

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46 CAREERS 47 Q&A/VALERIO TATARELLA «Una passione di famiglia» 49 FASHION PEOPLE 50 RED CARPET

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PEOPLE 44 PORTRAITS/CRISTINA CALORI «Le sfide mi fanno sentire viva»

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Quando i modelli di business sono in discussione, bisogna decidere chi emulare: perché innovare non è affatto sinonimo di inventare. Nel momento in cui gli apripista hanno già scelto la loro strada, il percorso più saggio spesso consiste nell’ispirarsi alle strategie dei vincitori. Si tratta di un approccio tutt’altro che rinunciatario: anzi, per le piccole e medie imprese dell’industria creativa può essere la sola via realmente percorribile. Soprattutto quando la mole più importante di investimenti da attuare si colloca oggi, per forza di cose, nell’ambito del digitale: nel campo delle tecnologie, insomma. Qui sbagliare è facilissimo e i danni possono essere ingenti, non fosse altro per le opportunità che si perdono. Ben venga, allora, una bussola per capire come si muovono, a livello internazionale, gli spiriti più brillanti. Quali sono i veri rivoluzionari, per il business della moda, in questo preciso momento storico? E chi sono, viceversa, coloro che in modo ‘garbato’ riescono a coniugare, vincendo, la forza della modernità con i dettami della tradizione? Muovendo tra questi due poli, la redazione di Fashion ha identificato i 20 protagonisti mondiali che, per usare un termine molto in voga, riteniamo essere i più disruptive del 2017. Ciò che, come italiani, ci può rendere il più possibile orgogliosi è che in cima alla lista si trovi un nostro connazionale. Negli ultimi anni, nel gotha del lusso assoluto a livello globale nessuno come Brunello Cucinelli è stato capace di esprimere una tale persistenza nel crescere a due cifre - partendo, per giunta, pressoché da zero. Le sue scelte si sono rivelate quelle di più ampio respiro: sia quando ha saputo evitare la bolla speculativa dell’espansione retail a tutti i costi, sia quando è stato tra i primi a optare per un’internalizzazione forte della divisione digital. Insieme ai vari trasformatori più radicali, lo reputiamo un vero e proprio faro; importante soprattutto perché ha saputo indicare una rotta valida per chi, nel sistema moda, miliardario non è.

L’EDITORIALE

È il momento delle scelte

In a broad overview ranging across regions and cultures, the editorial staff of Fashion Magazine has identified twenty personalities that we deem to be the most disruptive players of 2017. First among them all, Brunello Cucinelli: the cashmere entrepreneur has avoided the most insidious pitfalls of the industry and continues his double-digit growth regimen unabated.

Marc Sondermann

Direttore/Editor-in-Chief

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INTERVIEW

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CARLO RIVETTI/STONE ISLAND

«LE COLLABORAZIONI SERVONO, MA INNOVARE CONTA DI PIÙ» Il marchio di Sportwear Company, che in ciunque anni ha radoppiato le vendite, continua la sua corsa e, chiuso il 2016 a 105 milioni di euro, marcia verso una crescita double digit anche l’anno prossimo. «Il segreto del successo? Fare innovazione, ancor più che creatività, ed essere see now-buy now» DI ANDREA BIGOZZI

Stone Island expects to close 2016 with revenues of 105 millions euros, up 20% compared to 2015. «We are very happy with these results - Rivetti said -. We are growing in all markets and across every product category. It’s an organic growth» molto fortunati, però ha pagato «Siamo anche essere innovativi. Che per noi

non vuol solo dire avere profonde conoscenze tecniche, ma anche lavorare in squadra, realizzare progetti con tenacia, pensare fuori dagli schemi e interrogarsi costantemente su cosa cambiare» dice Carlo Rivetti, divertito ma anche un po’ imbarazzato, quando ricorda forse per l’ennesima volta i numeri principali della storia recente di Stone Island. Il marchio di Sportswear Company ha registrato un aumento delle vendite del 100% in cinque anni, nel 2016 ha per la prima volta ha superato il tetto dei 100 milioni di fatturato in

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crescita a doppia cifra, con la prospettiva di replicare il trend nel 2017. Siamo alla fine dell’anno, tempo di bilanci: come chiuderà il 2016 e quali prospettive ci sono per il 2017? Benissimo!Abbiamo raggiunto quota 105 milioni di euro di ricavi, con un incremento del 20% sul 2015 e l’ebitda salito a circa 18 milioni (+35%). Le prospettive per il prossimo anno sono in linea con quelle del recente passato, forse anche un po’ migliori, visto che gli ordinativi per la primaveraestate 2017 segnano +30%.

C’è un mercato particolare, o una categoria merceologica, a cui l’azienda deve queste performance double digit? Fortunatamente stiamo vivendo una crescita che mi piace definire olistica: perché registriamo trend positivi in tutti i mercati, in tutti i canali e con tutti i prodotti. E questo nonostante la selezione fatta sul wholesale. Sono andate particolarmente bene l’Inghilterra nonostante la Brexit, la Germania e l’Olanda, ma anche l’Italia (+23%). Siamo soddisfatti del childrenswear (+25%) e, visto che non abbiamo bisogno di spingerlo troppo, nel 2017 non saremo a Pitti Bimbo. Performa sempre

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1. Carlo Rivetti 2. Una veduta della sede di Stona Island a Ravarino (Modena) 3. Lo store di New York: il gruppo ha 20 monomarca nel mondo 4. Un look della primavera-estate 2017 5. Un capo frutto della collaborazione con Nike 6. Una proposta della linea junior per la prossima spring-summer

meglio anche l’e-store, che ormai pesa per il 5% sul nostro fatturato. Noi viviamo questo canale principalmente come uno strumento di story telling e di brand awareness, ma quest’anno le collaborazioni con Nike hanno dato impulso anche alla vendite. Persino il peso delle stagioni si sta equilibrando sempre più: l’estivo vale circa il 40%. Altro che marchio di capispalla, ormai siamo un’azienda che vende tutto e tutto l’anno. Siete a quota 20 monomarca. Ci sono nuovi opening all’orizzonte? Al momento prevediamo la relocation del temporary store di Los Angeles. Lo spazio definitivo sarà sempre su La Brea avenue e con i suoi 500 metri quadrati si tratterà del nostro più grande punto vendita al mondo. Non dovrebbero esserci altre operazioni retail nel 2017: d’altronde, dopo sei aperture nel giro di anno e mezzo (l’ultima a New York, ndr), sentiamo che è venuto il momento di consolidare.

In tanti, specie tra i coccolatissimi Millenials, si aspettano nuovi capitoli delle collaborazioni con Nike e Supreme. Saranno accontentati? Le partnership con questi marchi ci hanno dato una bella spinta, specie per farci conoscere in America, a cui proviamo a dare l’assalto. Ma non si può riproporre la stessa formula troppo a lungo. Per noi le limited edition e le capsule devono essere di stimolo per la creatività e non per le vendite. Altri co-branding arriveranno di sicuro, ma ora ci piace di più l’idea di sviluppare progetti speciali “in house”, come quello che abbiamo appena lanciato, Prototype Research Serie ovvero capi numerati, in edizione limitata, realizzati in materiali sperimentali, non ancora industrializzati. A proposito di futuro, lei crede nel see nowbuy now? Per noi il see now buy now è praticamente già realtà. Con Stone Island non abbiamo mai

sfilato, e non abbiamo intenzione di iniziare, specie finché si continuerà a farlo sei mesi prima dell’arrivo dei capi in negozio. Lo dico da sempre: le fashion week dovrebbero essere eventi in season, aperti al pubblico. Le nostre collezioni, prima della vendita al cliente finale, le vedono soltanto i buyer durante le campagne vendita e a nessuno di loro permettiamo di scattare foto. Quindi non ci bruciamo sui social con delle anticipazioni che 6 confonderebbero il consumatore. Anche l’attività di comunicazione sui media tradizionali e online inizia con la commercializzazione nei negozi delle collezioni, niente preview. Quindi su Stone Island non ci sono nuvole all’orizzonte? Le preoccupazioni che abbiamo sono legate principalmente al gestire al meglio la crescita. Siamo riusciti a inserire in azienda giovani figure professionali, per organizzare il ricambio generazionale di una parte importante della nostra forza lavoro. In questi anni ci stiamo anche confrontando con il problema dei falsi e delle truffe online. Abbiamo dovuto affidarci a una serie di società esperte nella lotta alla contraffazione. Un po’ ci preoccupa la capacità produttiva: abbiamo appena ampliato lo stabilimento di Ravarino, ma ora che siamo arrivati a realizzare 1.350.000 capi all’anno siamo già quasi al limite delle strutture. Dovremo potenziarci ancora. Ma sono felice di questo problema. ■

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NEWS

DECODED FASHION

LA MARTINA BRAND & RETAIL SUMMIT

GUCCI «TRA ARTE E SCIENZA», CUCINELLI CHE DÀ VALORE AL SILENZIO E PUGLISI CHE ODIA IL WEB

SE CHI COMPRA È UN CONSUM-AUTORE

“Digital Diversity & The Connected Consumer” was the focus of the 4th edition of Decoded Fashion in Milan. The items discussed included the winning strategies adviced by Mytheresa.com, Farfetch, Zalando and Ynap, but also the new digital projects at Gucci, «between art and science» and the investments in technology by Brunello Cucinelli, but «not to chase after customers».

Improving the relationship producer-consumer was one of the key issues al last La Martina Brand & Retail Global Summit, along with the “consum-author” and the “digital narcissism”.

Incentrata sul tema “Digital Diversity & The Connected Consumer”, la quarta edizione di Decoded Fashion a Milano (il 15 e 16 novembre allo spazio Talent Garden Milano Calabiana) ha portato sotto i riflettori personalità di primo piano, in rappresentanza di brand della moda e specialisti del fashion e-commerce. Michael Kliger, presidente del web store multimarca tedesco Mytheresa.com, ha esordito: «La nostra prima regola è amare il cliente che, nel caso del lusso, è soprattutto donna: una professionista, che acquista in Rete perché è più conveniente e le permette di comprare in qualunque luogo si trovi e in qualunque momento lo desideri». A proposito di strategie digitali efficaci, «occorre fare in modo - ha suggerito Giorgio Belloli, cco di Farfetch - che il proprio sito di e-commerce diventi il primo luogo visitato da un consumatore quando vuole acquistare qualcosa». In quest’ottica occorre ricreare un’esperienza simile a quella offline, «per esempio con un’ampia offerta e assortimento di taglie». Kasia Luczak (nella foto con Belloli, intervistati dal direttore di Fashion, Marc Sondermann), che si occupa di fashion direction, trendscouting & concept design presso il fashion e-tailer Zalando, ha ribattuto: «L’importante è pensare alla comodità per il cliente, a far sì che l’esperienza d’acquisto sia il più facile possibile, dalla consultazione al pagamento» . All’appuntamento presentato da e-Pitti.com, Paolo Mascio si è focalizzato sull’omnicanalità. Il president online flagship stores di Yoox Net-a-Porter Group (Ynap) ha detto: «Dalle intenzioni a essere omnicanale bisogna passare ai fatti, garantendo al consumatore servizi tailor made, che vanno dalla possibilità di ritirare l’articolo o effettuare un reso in negozio al fare un ordine online dallo store fisico, fino al verificare online la disponibilità di un capo in store». Robert Triefus, evp e cmo di Gucci, ha invece raccontato i progetti digitali del brand nell’era di Alessandro Michele: «È come se avessimo cominciato a dipingere un quadro partendo da una tela bianca». Le nuove strategie hanno preso forma in itinere, «tra arte e scienza». «Autenticità, fedeltà ai valori del marchio, espressione del sé» sono le coordinate di riferimento del brand, che cerca di intercettare la generazione Y. Singolare l’approccio di Brunello Cucinelli. «Non ci importa chiederci quanto venderemo online - ha affermato il co-ceo Riccardo Stefanelli - ma quanto vivrà il nostro marchio». «Investiamo nella tecnologia per essere ancora di più noi stessi - ha aggiunto - e non per rincorrere le persone. Persone, appunto, non consumatori. Per noi hanno la massima importanza valori come il tempo, la comunicazione che fa battere il cuore e, quando necessario, il silenzio. Se ci si deve parlare, meglio farlo direttamente piuttosto che via mail». In contro tendenza anche lo stilista Fausto Puglisi, che ha detto a chiare lettere: «Il web non mi piace: ha tolto la dimensione del sogno e del desiderio».

Al recente Brand & Retail Global Summit, organizzato ai Chiostri di San Barnaba di Milano dal marchio La Martina (nella foto, il ceo Enrico Roselli) si è parlato di rivoluzione digitale e dei risvolti nelle abitudini di consumo e nella distribuzione. Piers Fawkes, a capo della società di Business Intelligence Psfk, ha indicato come migliorare la relazione con il consumatore in 10 punti. «Creare fiducia e un facile accesso al prodotto - ha detto - è il primo aspetto imprescindibile». Poi occorre eliminare ogni ostacolo e guidare le persone all’interno dello store, democratizzare l’accesso ai servizi, riconoscere il cliente e personalizzare l’offerta. Fawkes ha raccomandato di promuovere la trasparenza, perfezionare le partnership, coltivare le expertise e dare un servizio continuo al cliente. In ultimo, bisogna creare una community intorno al brand, incoraggiare l’interazione (così anche il cliente guida il cambiamento) e trovare delle modalità di attrazione alternative, il cui fine è la soddisfazione del consumatore. Il sociologo Francesco Morace ha parlato del “consum-autore”, per il quale saranno sempre più importanti la vera qualità, l’eccellenza e il “less but better”. Brian Solis, analista di Altimeter (Gruppo Prophet), ha parlato del digital shopper, che passa 177 minuti al giorno sul telefonino. Lo contraddistingue una vita egocentrica, pervasa di “narcisismo digitale”.

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SCENARIOS

RITORNI DI FIAMMA

E SE LA RUSSIA RIENTRASSE IN PARTITA? Gli economisti prefigurano un miglioramento dell’economia mondiale da qui al 2018, ma le incognite dentro e fuori i confini europei non si contano, mettendo a rischio le ipotesi alla base dei modelli econometrici. Di certo, quando si parla di Russia, in molti vedono un inizio di turnaround DI ELISABETTA FABBRI

Economists predict global growth between 2016 and 2018, even the uncertainties, inside and outside Europe, are threatening the assumptions underlying the econometric models. Russian Federation is one of the countries which could affect the recovery, after two years of recession.

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li italiani hanno appena votato “no” al referendum costituzionale, aprendo a molteplici scenari sul dopo-Renzi, e gli austriaci, tornati alle urne per il ballottaggio delle presidenziali, hanno confermato il verde Alexander Van der Bellen, nel duello con l’ultranazionalista Norbert Hofer. L’Olanda, invece, ha in agenda le elezioni parlamentari il 15 marzo 2017, la Francia sceglierà il nuovo presidente tra il 23 aprile e il 7 maggio e la Germania eleggerà il Cancelliere in autunno. Come se le incognite non bastassero - per azzardare qualche previsione per il business della moda italiana - non c’è nulla di chiaro sulle dinamiche dell’uscita del Regno Unito dall’Europa e, oltreoceano, tutti aspettano alla finestra per capire quanto verrà realizzato del programma di Donald Trump, discusso vincitore delle recenti presidenziali Usa. «Lo scenario non è semplice - ribadisce Stefania Trenti, responsabile Industry della direzione Studi e Ricerche del gruppo bancario Intesa Sanpaolo -. La domanda estera di abbigliamento, borse e calzature italiani cresce lentamente, con l’eccezione di pochi Paesi (vedi tabella accanto)». Cosa c’è da aspettarsi, in particolare per l’Eurozona? A detta del presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, l’economia «continua a espandersi a un tasso moderato ma stabile, nonostante l’impatto avverso dell’incertezza dell’economia globale e della politica». «Questo graduale trend positivo - ha aggiunto, parlando di recente a una commissione del Parlamento Ue - si prevede continui, anche grazie alle nostre misure di politica monetaria». Nelle stime di Intesa Sanpaolo per il

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2017, il Pil dell’Eurozona dovrebbe aumentare dell’1,3%, dal +1,5% del 2016, principalmente per effetto del rallentamento della Germania. «Per la moda - prospetta Trenti - non sarà un anno particolarmente brillante ma nemmeno negativo, grazie anche al buon ritmo di marcia atteso dalla Spagna, che nei primi nove mesi del 2016 ha importato il 4,9% in più rispetto allo stesso periodo del 2015». Per quanto riguarda l’Inghilterra - che assorbe una quota importante del fashion made in Italy, ma su cui gravano numerose

incognite post-Brexit - da gennaio a settembre di quest’anno ha incrementato le importazioni del 2,7%, rispetto all’analogo periodo del 2015. «L’effetto della svalutazione della sterlina - dice l’economista - è ancora tutto da capire: finora non è successo granché. La spesa dei turisti a Londra sta aumentando, ma non è ancora possibile stimare le implicazioni sugli acquisti dei britannici. Più in generale, va ricordato che l’acquirente di capi italiani non è particolarmente sensibile alle variazioni di prezzo per effetto della valuta».

ESPORTAZIONI DEL SISTEMA MODA ITALIANO*

Mondo Paesi UE di cui: Area Euro di cui: - Francia - Germania - Spagna Regno Unito Paesi extra UE di cui: Russia Svizzera Turchia Stati Uniti Cina Giappone Fonte: Intesa Sanpaolo su dati Istat

Export 2015 in mln. di euro

Var. % settembre 2016 su sett. 2015

48.033,4 24.538,6 16.913,2 5.085,3 4.423,0 2.282,6 2.864,8 23.494,8 1.336,2 3.536,5 756,6 4.010,8 1.745,2 1.595,3

3,6 1,2 -1,4 -4,1 0,3 5,2 7,8 6,6 19,4 18,4 -2,6 -5,0 10,3 11,4

Var. % primi 9 mesi 2016 su 9 mesi 2015

1,2 1,5 1,2 0,4 2,4 4,9 2,7 0,9 3,3 4,9 -6,7 -4,2 -3,0 8,2

*Prodotti tessili e dell’abbigliamento, pelli e accessori


1. Il Gum di Mosca addobbato per le festività natalizie 2. La boutique Versace inaugurata nel Gum in ottobre 3. Il flagship store Giuseppe Zanotti Design aperto in autunno a Londra, in zona Bond street. Il marchio ha inaugurato di recente anche il suo primo monomarca diretto a Mosca

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NEL 2017 CONSUMI INTERNI SIMILI A QUELLI DEL 2016 L’Italia - dove la fiducia dei consumatori ha toccato il livello più basso dal luglio 2015 (107,9 l’indice Istat di novembre, da 108 di ottobre) - merita un capitolo a parte. «A livello di consumi interni di moda - spiega Trenti - il 2016 non è andato troppo male e ci attendiamo un 2017 abbastanza simile, anche perché si spenderà meno a livello di auto ed elettrodomestici». In base alle previsioni di Intesa Sanpaolo e Prometeia, in generale il trend dei consumi interni di abbigliamento dovrebbe passare dal +0,5% del 2016 al +0,4%, mentre per le calzature si sale da +0,1% a +0,2%. «Si viene da un andamento anomalo - commenta l’esperta - con il forte

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crollo dei consumi del biennio 2012-2013, che ha portato i dati pro-capite su livelli bassissimi. In più il nostro è un mercato dove la popolazione non cresce, invecchia ed è difficile da stimolare». Per il nostro Paese sia il Fondo Monetario Internazionale-Fmi, sia l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico-Ocse (vedi tabella a pag.15) prevedono una crescita del Pil dello 0,6% per la fine del 2016 e dello 0,8% l’anno prossimo. Ciò che forse sorprende di più, esaminando le previsioni globali delle due organizzazioni, è il recupero della Federazione Russa. L’Fmi parla di «inizio di turnaround» (+1,1% la crescita del Pil stimata nel 2017), grazie all’assorbimento dello shock petrolifero e di quello derivante dalle sanzio-

ni. «Molto dipenderà dal rialzo dei prezzi del greggio», ribadiscono dall’Ocse, ma va proprio in questa direzione la decisione, annunciata ai primi di dicembre dall’Opec (l’organizzazione dei maggiori esportatori di petrolio), di ridurre la produzione. L’Ocse stima un +0,8% del Pil nel 2017, dopo due anni di recessione, sostenuto da un aumento dei salari reali, che andrà a incrementare i consumi privati. Tassi di interesse più bassi potranno invece supportare gli investimenti. In parallelo, dovrebbero diminuire i russi sotto la soglia di povertà, che nel 2014 erano l’11% della popolazione e nel 2015 il 13%. Ma c’è anche chi parla di uscita dalla crisi anche per effetto del disgelo con gli Usa, dopo l’elezione di Trump, e del possibile riavvicinamen-

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SCENARIOS

1. Barack Obama incontra il presidente eletto Donald Trump, all’indomani delle elezioni Usa 2. Uno speciale tributo alla bandiera americana di Thom Browne per Moncler in occasione del recente opening a New York, in Madison avenue

to con la Cina. «Dalla Russia - conferma Stefania Trenti - arrivano segnali positivi, rafforzati dai dati di settembre: +19% l’export di moda italiana, che però si confronta con un settembre 2015 su livelli molto bassi. La crescita cumulata dei primi nove mesi del 2016 è stata comunque del 3,3%, facendo pensare che forse il peggio è alle spalle. Le nostre stime sono di un miglioramento del Pil, a fronte di un riequilibrio dei prezzi delle materie prime». IN CINA UN ULTERIORE FISIOLOGICO RALLENTAMENTO Spostandoci ancora più a Est, in Cina, secondo Intesa Sanpaolo lo scenario macroeconomico è quello di un nuovo lieve rallentamento, fisiologico dopo anni di crescita forsennata. «Restano squilibri da correggere - precisa Trenti - come l’eccesso di indebitamento delle famiglie e delle imprese. I finanziamenti che non avvengono attraverso i canali bancari hanno raggiunto livelli molto elevati, ma il governo dovrebbe avere le risorse per drenare gli squilibri». «La Cina - aggiunge - è un mercato dove il livello di incertezza è alto, da trattare con le dovute cautele. Non va affrontato con strategie basate sul dato congiunturale o sulla notizia del momento e si deve mettere in conto che nei primi anni l’investimento non viene premiato. Ma sarà difficile non esserci nei prossimi anni: basti pensare alla crescita della classe media». Quello degli Stati Uniti, invece, è tutto un capitolo ancora da scrivere (vedi box qui accanto). «Dopo un 2016 anomalo - afferma Trenti - siamo tutti in attesa di vedere se quanto detto da Trump in campagna elettorale si trasformerà o meno in policy. In materia di protezionismo non pensiamo a una presa di posizione drastica, nemmeno nei confronti della Cina. Non va scordato, inoltre, che il programma di Trump è orientato a una politica economica espansiva». E prosegue: «Anche il mercato statunitense, come la Cina, non si affronta in un’ottica “mordi e fuggi”: è sofisticato, con regolamentazioni particolari e consumatori agguerriti. Dopo un 2015 molto positivo per il made in Italy, nei primi nove mesi del 2016 le nostre esportazioni negli Stati Uniti sono diminuite anche per via di un andamento non così brillante dell’economia locale, a inizio d’anno. Le nostre attese per il 2017 sono di un’accelerazione degli Usa, che si affiancherà a un rafforza-

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mento del dollaro, con effetti negativi sulla spesa dei turisti ma positivi sulla capacità di acquisto degli americani all’estero». Per l’industria del fashion che fosse interessata a previsioni più di lungo termine, si segnala che il Conference Board di New York ha appena pubblicato il suo Global Economic Outlook da cui emerge la geografia dei Paesi a più alto tasso di crescita del Pil nel 2026: tra i più promettenti figurano Kenya, Tanzania, Etiopia, Ghana, Turkmenistan, Uzbekistan, Vietnam, oltre ai più scontati Cina e India. ■

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GOLDMAN SACHS

POSITIVI SUGLI USA, MA NEL BREVE PERIODO The fiscal stimulus package in the US President-elect Donald Trump agenda could provide a further temporary growth. However - Goldman Sachs analysts predicted - trade and immigration policies could weigh on growth. Con l’elezione a presidente di Donald Trump, per gli Stati Uniti si prospetta un pacchetto di stimoli fiscali che andrebbe a sostenere la crescita, a partire dalla metà del 2017. Tuttavia l’effetto - come emerge da un report di Goldman Sachs - potrebbe risultare temporaneo, perché ostacolato dalle aggressive politiche sul commercio estero (in un ottica protezionista) e sull’immigrazione (che impatterebbe sul tasso di crescita della popolazione e sulla forza lavoro). Gli esperti della banca d’affari di New York prevedono una moderata crescita del Pil Usa: +1,6% nel 2016 e +2,4% nel 2017 (+1,2% il consensus degli analisti). Tuttavia ogni assunzione fatta - precisano - è soggetta a una forte incertezza, in questa prima fase post-elezioni. Una riguarda il fronte fiscale: la leadership repubblicana rappresentata in Congresso potrebbe ostacolare i progetti di Trump (meno tasse e più investimenti pubblici) per contenere il deficit di bilancio. Per quanto riguarda gli scambi commerciali, gli economisti ipotizzano un aumento medio dei dazi del 4% circa (corrispondente a circa un terzo dell’impatto che avrebbe l’incremento delle tariffe per Cina e Messico, proposto da Trump in campagna elettorale). I riflessi sull’economia mondiale sarebbero positivi nel breve periodo, ma negativi alla lunga, soprattutto per i mercati emergenti legati al dollaro o con cambi semi-fissi. L’agenda di Trump dovrebbe portare a un aumento dei tassi di interesse e, di conseguenza, a un dollaro più forte. I più si aspettano, già dalla prossima riunione della Fed (il 13-14 dicembre), una stretta sui tassi, come dimostrano anche i livelli attuali del cambio euro/dollaro, intorno alla parità. (e.f.)


MORGAN STANLEY

NUOVA VIEW SU HONG KONG E CINA Back from Hong Kong, Morgan Stanley analysts observed more optimism even if perfromances across brands remain mixed.

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1. Il Global Economic Outlook 2016-2026 del Conference Board: in blu scuro i Paesi che tra 10 anni mostreranno la maggiore crescita del Pil 2. La recente sfilata di Diesel a Shanghai

L’ECONOMIA DELL’EUROZONA CONTINUA A ESPANDERSI A UN TASSO MODERATO MA STABILE

Mario Draghi

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PREVISIONI DI CRESCITA DEL PIL A CONFRONTO FMI*

Eurozona di cui: - Germania - Francia - Italia Regno Unito Russia Cina Giappone Usa Mondo *

Previsione pubblicata in ottobre 2016 Previsione pubblicata nel novembre 2016

(*)

2016 1,7 1,7 1,3 0,8 1,8 -0,6 6,6 0,5 1,6 3,1

2017 1,5 1,4 1,3 0,9 1,1 1,1 6,2 0,6 2,2 3,4

OCSE (*)

2016 1,7 1,7 1,2 0,8 2,0 -0,8 6,7 0,8 1,5 2,9

2017 1,6 1,7 1,3 0,9 1,2 0,8 6,4 1,0 2,3 3,3

2018 1,7 1,7 1,6 1,0 1,0 1,0 6,1 0,8 3,0 3,6

Il sentiment migliora a Hong Kong ma restano molte differenze, in termini di performance, tra brand e brand. Lo dicono gli analisti di Morgan Stanley, di ritorno da una recente visita nell’ex-colonia britannica, dove hanno incontrato retailer, operatori di mall e case di moda. Dopo un’estate «depressed», con cali delle vendite a due cifre - settembre ha rivelato una ripresa (sotto il 5%), sostenuta dai consumatori della Cina Mainland. In novembre e ottobre, invece, sono arrivati segnali misti. Ricordando che la Greater China rappresenta tra il 20% e il 30% delle vendite di molti gruppi del lusso, gli esperti della banca d’affari profilano una stabilizzazione a Hong Kong («che non implica necessariamente una crescita») e un certo dinamismo nella Cina Continentale, che concentra il 10% delle vendite dei grandi marchi (contro il 18% di Hong Kong) e dove, nel terzo trimestre, Burberry ha registrato incrementi a cifra singola e Louis Vuitton a cifra doppia. In realtà le performance differiscono a seconda del settore: orologi e gioielli hanno ancora dei problemi, per via dell’eccesso di scorte dei distributori, i marchi dello sportswear stanno sovraperformando la media e il settore soft-luxury differisce da label a label. Tra i marchi più dinamici in assoluto, oltre a Vuitton, c’è Gucci per il quale gli analisti parlano di «strong momentum» anche nel 2017. Uno degli aspetti critici dell’area non è tanto il differenziale rispetto ai prezzi europei (in riduzione, dal +50% della prima metà del 2015 al +25%), quanto la lobby dei retailer per ridurre i prezzi (specie negli orologi). Ma c’è anche il fenomeno delle vendite private Vip, gestite direttamente dai brand o da terze parti. Gli analisti prevedono che a Hong Kong continueranno le chiusure di store, mentre l’e-commerce è visto come uno strumento per incrementare la produttività in negozio. Resta cruciale l’andamento del renminbi, la cui svalutazione avrebbe effetti sulla confidenza al consumo e la capacità di acquisto dei cinesi. (e.f.)

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La Fondazione Fashion research italy in collaborazione con l’Università di Bologna

Master

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edizione 2016-17

Design and Technology for Fashion Communication Edizione: a.a. 2016 - 17 / Inizio corsi: Marzo 2017

Un percorso didattico volto a formare esperti di comunicazione che, attraverso i moderni linguaggi digitali, valorizzino e promuovano le aziende del settore moda, accompagnandole nel complesso orizzonte della comunicazione contemporanea.

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TOP FASHION CHART

20TOWAYSBE

DISRUPTIVE

Chi l’ha detto che per fare le rivoluzioni bisogna essere giovanissimi? Nella moda non è così. O almeno non lo è stato nel 2016, anno che ha visto spiccare per carica innovativa e capacità di cambiare le regole del gioco personaggi non classificabili secondo criteri anagrafici. Ne abbiamo selezionati 20, in rappresentanza di un palcoscenico variegato, che vede protagonisti stilisti, imprenditori, manager di successo e, sempre più, figure legate al mondo del digital: strateghi dell’e-commerce, esperti del web e influencer. Con una consapevolezza: che essere se stessi, anche a costo di andare controcorrente, è il gesto più rivoluzionario.

DI CARLA MERCURIO (HA COLLABORATO ALESSANDRA BIGOTTA)

To be revolutionary doesn’t necessarily mean to be young. A concrete proof of this are the 20 people selected by our magazine, that in 2016 stood out for innovative power and ability to change the rules of the game. 20 innovators in different sectors: designers, entrepreneurs, successful managers and, more and more, people linked to digital world like e-commerce strategists, web experts and influencers.

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TOP FASHION CHART

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MARCO BIZZARRI

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BRUNELLO CUCINELLI

Più rivoluzionario dei rivoluzionari, Brunello Cucinelli porta in tutti gli ambiti del business la sua visione umanistica. Persino nel digital, dove investe sì, ma senza forzare la mano. Un artigiano del web, come si è definito, dove «vanno postate poche cose», perché «troppo disturbo non fa comprare». Un approccio controcorrente, in sintonia con le regole di un’azienda sui generis, capace di far leva sulla sua diversità per incrementare “garbatamente” un fatturato che nei primi nove mesi 2016 ha sfiorato i 349 milioni di euro, in aumento del 9,7%. Una realtà che incoraggia i dipendenti a comunicare direttamente, piuttosto che via mail, e a «lavorare sì, ma il giusto», e che si tiene lontana dai “vortici” e dall’impostazione budget-driven.

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Dopo le accoppiate Ford-De Sole e Giannini-di Marco, in casa Gucci è il momento del duo Alessandro Michele-Marco Bizzarri. La new wave della griffe è tuttora nella sua parabola ascendente, in virtù delle visioni disruptive del nuovo direttore creativo e di quelle altrettanto di rottura del ceo Marco Bizzarri, che grazie alla scommessa su Michele e alle sue scelte strategiche nel segno della discontinuità, ha ridato verve alla griffe della doppia G, tornata a crescere nel 2016, e per di più a doppia cifra (1,088 miliardi di euro, a +17,8% nell’ultima trimestrale), di gran lunga sopra le aspettative degli analisti. Ma Bizzarri non è uno che si accontenta, e ora promette ulteriori crescite di ricavi a doppia cifra: «Dagli attuali 4 miliardi di euro di fatturato, contiamo di passare nel breve a 6 miliardi» ha annunciato di recente.

PHILIPP PLEIN

Un 2016 col botto per Philipp Plein, che ha aperto l’anno con l’inaugurazione di un flagship a Roma, in piazza di Spagna, per proseguire con una serie di importanti progetti. In primavera l’acquisizione del 51% di Billionaire Couture, a settembre l’opening della showroom milanese da sette piani in via dei Giardini e il lancio della collezione Plein Sport, già approdata in 500 punti vendita multimarca, in attesa dei primi monomarca a Parigi, Amsterdam e Berlino, in apertura in questo mese. Prossima tappa gennaio, per l’opening dello store di corso Venezia (700 metri quadri), insieme alle sfilate di Plein Sport e Billionaire Couture. A febbraio è previsto il debutto della main collection sulle passerelle newyorkesi, dopo oltre 15 anni a Milano: per la griffe da 200 milioni di euro è tempo di unificare menswear e womenswear in un unico appuntamento.

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DEMNA GVASALIA

Demna Gvasalia, 35enne designer di origine georgiana, che insieme al fratello Guram ha conquistato il favore di addetti ai lavori e fashion victim con il marchio Vetements, sta rivoluzionando i contenuti stilistici di Balenciaga, marchio nell’orbita del Gruppo Kering di cui è stato nominato direttore creativo. Ai recenti Fashion Awards 2016 ha avuto una doppia soddisfazione, aggiudicandosi la “statuetta” come International Ready-to-Wear Designer con Balenciaga e, con Vetements, il premio per l’International Urban Luxury Brand.

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JOSÉ NEVES

Farfetch, l’e-tailer inglese fondato da José Neves nel 2008, che ha costruito il proprio successo sui multimarca, nel 2016 ha cambiato le regole del gioco e, dall’oggi al domani, ha tolto dal sito la visibilità diretta agli oltre 460 multibrand store, parte della piattaforma. Una scelta in linea con la volontà di Neves di quotarsi in Borsa, probabilmente nel 2017, e con il suo obiettivo di focalizzarsi su un più stretto e remunerativo - rapporto con i brand. Un’inversione di rotta che ha lasciato di stucco i negozianti, privati all’improvviso della visibilità e della pubblicità indiretta di cui beneficiavano in passato. Ma Neves ha sempre dimostrato di vederci lungo e il 2017 dirà se anche questa sarà la scelta giusta.

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MICHAEL PREYSMAN

All’insegna della “radical transparency”, il portale di e-commerce everlane.com guidato da Michael Preysman fa dello slogan “Know your factories. Know your costs. Always ask why” il proprio motto. Il sito garantisce il controllo diretto delle realtà con cui lavora e fa della trasparenza il cavallo di battaglia. Il cliente viene informato della provenienza del capo e può ricevere notizie sull’azienda che lo produce. Inoltre può conoscerne il prezzo dell’articolo in base alle sue componenti: quanto incidono i materiali, quanto il lavoro, quanto il trasporto, eccetera. Con la chiara indicazione del risparmio che l’acquisto online consente, rispetto al dettaglio tradizionale.

GIGI HADID

Da top model superpagata (quinta nella classifica stilata da Forbes nel 2016 e vincitrice dei Fashion Awards), a influencer con quasi 26 milioni di follower, Gigi Hadid non è una che si accontenta e nel 2016 ha fatto il suo esordio come stilista con la linea TommyXGigi, realizzata in collaborazione con Tommy Hilfiger. Presentata per la prima volta al Bread & Butter di Berlino e subito dopo alle sfilate newyorkesi di settembre, la label ha conquistato il favore dei fan, che hanno potuto comprare i capi con la formula del “see now, buy now”. Si attende il bis a febbraio, con la collezione estate 2017.

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PABLO ISLA

Non un rivoluzionario nel senso stretto del termine, ma certo un manager illuminato. A inizio 2016, dopo che i profitti nel 2015 di Inditex erano aumentati del 15%, il ceo Pablo Isla ha premiato i dipendenti distribuendo loro il 10% dei guadagni ottenuti (pari a 37 milioni di euro). A settembre è arrivato per lui un bonus pari a 60mila azioni, dal valore di 1,9 milioni di euro, sulla base del piano di incentivi stabilito tre anni fa dal gruppo. In novembre una nuova gratificazione per Isla, terzo classificato nella Top 100 CEO dell’Harvard Business Review, primo nel settore moda. Intanto il digital avanza nelle fila dell’azienda: il flagship Massimo Dutti inaugurato a fine ottobre a Barcellona è all’avanguardia nelle tecnologie utilizzate e sul fronte della sostenibilità. A proposito di Massimo Dutti, a Milano sarà questo brand a impossessarsi di una location di 1.000 metri quadri in Galleria Vittorio Emanuele, dopo la rinuncia di Hugo Boss e Valentino.

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CHIARA FERRAGNI

Non si appanna il successo di Chiara Ferragni, che di stagione in stagione trova nuove chiavi di lettura: non solo influencer da quasi 7 milioni e mezzo di follower su Instagram, ma sempre più imprenditrice di talento, in grado di attorniarsi di figure strategiche (vedi la recente nomina di Andrea Lorini, nuovo ceo). Nel 2016 la grande decisione: il lancio dell’e-commerce su The Blonde Salad, dove oggi sono in vendita quasi 50 brand. Intanto il suo marchio di calzature miete consensi, con un giro di affari di circa 20 milioni di euro e un network di 350 multimarca in tutto il mondo. E prende forma il piano retail: nel 2017 è previsto il debutto a Milano. E poi rotta sulla Cina. (Nella foto, Chiara Ferragni indossa un capo della capsule realizzata in partnership con Levi’s).

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Dieci anni vissuti intesamente per J.W. Anderson, che dopo aver debuttato con la prima collezione uomo nel 2008, e con quella donna nel 2010, si è guadagnato un posto al sole nel fashion, grazie allo stile delle sue collezioni, caratterizzate dall’approccio unisex, dalle forme geometriche e dai tessuti particolari. Dal 2013 lo stilista 32enne è direttore creativo di Loewe, griffe storica spagnola a cui è riuscito a dare un nuovo twist e una nuova visibilità. Di recente, un evento aperto al pubblico ha festeggiato l’apertura del primo store in Spagna con il concept ideato da Anderson. Peccato per l’esito dei Fashion Awards 2016, dove era il superfavorito con diverse nomination, ma è rimasto a bocca asciutta.

KEVIN PLANK

Dopo aver raggiunto il successo in patria, dove realizza quasi il 90% del proprio giro di affari (3,96 miliardi di dollari nel 2015, a quota +28,5%), il big dell’activewear americano Under Armour parte alla conquista dei mercati stranieri, con l’obiettivo di diventare il numero tre al mondo nel settore dopo Nike e Adidas. In Europa, nel 2017, è prevista l’inaugurazione di una avveniristica sede e del primo flagship, entrambi ad Amsterdam, a cui farà seguito l’esordio retail in Italia, a Milano. In patria, a Baltimora, è stato inaugurato un nuovo polo futuristico per lo sviluppo di prodotti innovativi, grazie a tecnologie avanzatissime. Il brand fondato da Kevin Plank si è dato un’impronta più fashion, affidando allo stilista Tim Coppens il ruolo di executive creative director della nuova collezione UAS.

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J.W. ANDERSON

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JENNIFER HYMAN

Creato nel 2009 da Jennifer Hyman, Rent the Runway è un portale americano che propone abiti firmati in affitto. Partito come un pure player dell’e-commerce, nel tempo è divenuto insegna di negozi fisici a New York, Chicago, Washington, San Francisco e Las Vegas. Ha appena stretto un accordo con Neiman Marcus, che ha aperto il primo spazio Rent the Runway nel punto vendita di Union Square, a San Francisco. Una scelta di rottura per una realtà come Neiman Marcus, che con un’utenza di età media intorno ai 51 anni mira ora a intercettare il pubblico dei millennial.

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RUBIN RITTER, DAVID SCHNEIDER E ROBERT GENTZ

Non si arresta la crescita di Zalando. L’e-tailer tedesco fondato da Rubin Ritter, David Schneider e Robert Gentz, ha chiuso i primi nove mesi del 2016 con ricavi pari a 2,547 miliardi di euro, in salita del 21,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lievitato il numero di dipendenti: dai 10mila del 31 dicembre 2015 agli 11.200 del 30 settembre del 2016. La nuova frontiera è l’integrated commerce, che mira a coinvolgere i negozi fisici di piccole dimensioni, ai quali è data la possibilità di gestire ordini arrivati alla piattaforma, grazie a un tool online battezzato gax-system. È ora anche di mettersi in gioco su altri fronti: il 2017 è l’anno in cui il nuovo Bread & Butter aperto al pubblico dovrà dimostrare la validità del suo format sul lungo termine.

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DOMENICO DOLCE E STEFANO GABBANA

Un marchio consolidato, Dolce&Gabbana, ma che si tiene alla larga dall’establishment, grazie alle scelte di Domenico Dolce e Stefano Gabbana, che riescono a conciliare il business con l’entertainment, la serietà di imprenditori-stilisti con la voglia di stupire. Complici i social, dove Stefano è sempre più attivo con le sue visioni autoironiche, che sconfinano nel dissacratorio. Ecco che la sfilata dell’alta moda a Napoli diventa un grande evento a cielo aperto, l’opening dello store di via Montenapoleone dà lo spunto per un dinner placé in strada, l’inaugurazione al Mall of Emirates di Dubai viene anticipata da iniziative sui social sotto il segno dell’hashtag #DgLovesDubai. E intanto Patrizio Di Marco ha fatto il suo ingresso nel board.

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ELON MUSK

Emblema dirompente dell’importanza della sostenibilità è Tesla, la casa automobilistica statunitense produttrice di auto elettriche, fondata nel 2003 da Elon Musk. L’ultima versione, la Model 3, presentata lo scorso 1 aprile e in attesa di entrare in produzione, è stata studiata per rendere la mobilità elettrica più abbordabile a livello di prezzi: in Italia costerà circa 45mila euro, rispetto ai 100/180mila dei precedenti modelli S e X. Una vera corsa ai preordini: due al secondo nelle prime 24 ore e 400mila in totale nei 20 giorni successivi. Un fenomeno assimilabile a quello della Apple, che secondo indiscrezioni avrebbe messo gli occhi sull’azienda.

DAVID GILBOA

In soli sette anni il marchio di occhiali statunitense Warby Parker, fondato nel 2010 a Filadelfia da Neil Blumenthal, David Gilboa, Andrew Hunt e Jeffrey Raider, ha bruciato le tappe con un business model originale, sia online che con negozi fisici. La label è nata con l’obiettivo di proporre un eyewear a prezzi rivoluzionari (si parte da 95 dollari) ma anche con un intento sociale, ossia dare la possibilità di avere un paio di occhiali anche a chi non ha i mezzi per comprarli. Per ogni articolo venduto, infatti, Warby Parker si impegna a donarne uno, affidandosi alla collaborazione di associazioni no-profit come VisionSpring. Per chi compra, un modo per sentirsi utili agli altri, ma anche una digital shopping experience gratificante, con la possibilità di ricevere a casa cinque paia di occhiali da provare, per scegliere quello giusto.

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CARINE ROITFELD

Alla non verdissima età di 62 anni Carine Roitfeld rinsalda i rapporti con la casa editrice Hearst, dove è già attiva con il ruolo di global global fashion director di Harper’s Bazaar. L’ex direttrice di Vogue France ha siglato un accordo con Hearst Digital, che si è accaparrata i contenuti digitali di CR Fashion Book, il semestrale da lei lanciato e diretto. La parte cartacea viene affidata alla newco CR Fashion Book, gestita da Vladimir Restoin, figlio di Carine.

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JEFF BEZOS

Con il gigante dell’e-commerce Amazon, Jeff Bezos lancia la sua sfida ad altri colossi, quelli della moda online, prendendo sempre più piede nei loro territori. Lo scorso marzo ha debuttato con sette private label dedicate a uomo, donna, accessori e bimbo: Society New York, Lark&Ro, Scout+Ro, Franklin&Freeman, Franklin Tailored, James&Erin e North Eleven. Una discesa in campo netta per uno sfidante che fa paura a e-tailer leader come Asos, Zalando e Yoox Net-À-Porter e che in Europa conta già su un giro di affari di 2,8 miliardi di dollari nell’area abbigliamento e accessori.

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FEDERICO MARCHETTI

Ph. Nikolai von Bismarck

Più che mai sulla cresta dell’onda, e unico imprenditore italiano invitato a cena da Bill Gates, Federico Marchetti, a.d. di Yoox Net-a-Porter, si è imposto all’edizione 2016 del premio EY. Merito delle sue intuizioni originali e dalle capacità di valorizzare le possibilità offerte dalla rete e dall’innovazione tecnologica, per costruire un gruppo con un giro di affari di 1,7 miliardi di dollari nel 2015 (1,33 miliardi a settembre 2016), con oltre 2,5 milioni di clienti attivi e 27 milioni di visitatori unici mensili in tutto il mondo. Nel futuro Marchetti vede sempre più il mobile, che oggi rappresenta il 40-45% dei ricavi e che cresce inesorabilmente, ma anche il “t-commerce”, l’acquisto tramite Apple Tv. «Nel 2012 - ha dichiarato - la gran parte delle nostre transazioni avverrà tramite le app».

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ROSE MARCARIO

Nel giorno del Black Friday, in cui scattava la corsa tra i brand a chi guadagnava di più, il gruppo dell’outdoor Patagonia ha deciso di devolvere il 100% degli incassi (pari a 10 milioni di dollari) a 800 gruppi attivisti ambientalisti. L’azienda destina già fin dal 1985 l’1% dei ricavi globali ad associazioni ecologiste no-profit, con una cifra raggiunta fino a oggi di 74 milioni di dollari. Come ha scritto in un post Rose Marcario, presidente e ceo del gruppo: «La minaccia che ha di fronte il Pianeta interessa tutte le persone indistintamente».

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RETAIL REAL ESTATE

DISTRIBUZIONE 4.0

«CIAO SONO PEPPER VIENI A FARE UN GIRO NEL MALL?» Focus su innovazione, digital entertainment e robotica alla 22esima edizione del Mapic di Cannes. Nuovi progetti di mall, outlet center e retail park in Europa, Asia e Medio Oriente, compreso l’Iran. Attenzione anche al Nord Africa. DI ELISABETTA CAMPANA

Focus on innovation, digital entertainment and robotics at the Mapic in Cannes. New projects of malls, outlet centers and retail parks in Europe, Asia and Middle East, including Iran. News also from North Africa.

1. Lo spazio dedicato alla realtà aumentata all’interno di WeArena 2. Pepper, l’humanoid robot di SoftBank Robotics

you a boy or a girl?» «I’m a robot» «Arerisponde prontamente Pepper. L’ul-

timo progetto di SoftBank Robotics, con voce e sembianze di un bambino, è stato il vero protagonista della 22esima edizione del Mapic di Cannes, la fiera di riferimento per il retail real estate, svoltasi dal 16 al 18 novembre scorsi. Una dimostrazione della sempre maggiore interazione tra i mega progetti di centri commerciali, outlet center, retail park e le nuove frontiere dell’innovazione e del digitale. Pepper, oltre a conquistare il cuore di tutti, ha meravigliato per i suoi molteplici usi in ambito retail, entertainment, education, ricerca, turismo, ospitalità e benessere. Ricevere informazioni dal piccolo humanoid robot

in un mall o in un negozio Uniqlo e Kiabi l’hanno già adottato in Europa - potrà fare la differenza. Non a caso quest’anno all’interno della manifestazione, organizzata da Reed Midem, ha suscitato non poca curiosità il nuovo “Hub Trends” di circa mille metri quadri, dedicato a 130 società leader in entertainment, pop-up store, e-innovation e start up. In primo piano i progetti di digital entertainment, come WeArena: «È un nuovo format di intrattenimento giocato su mondo virtuale e realtà aumentata, in grado di personalizzare qualunque iniziativa

immobiliare commerciale. Tenendo presente che l’experience è il frutto dell’engagement, non viceversa» spiega Davide Padoa, ceo di Design International, partner del parco tematico digitale ideato da Gian Gherardo Aprile e Fran2 cesco Monastero. Il primo WeArena Turin di 4mila metri quadri esordirà a Torino, nel JVillage, la prossima estate e sarà suddiviso in “edutainment”, “live&entertainment”, “contest&gaming” e “virtual reality-augmented reality”. «Nel 2018 apriremo a Roma e Milano ed entro il 2021 14_12_2016

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contiamo di realizzare oltre 20 WeArena in Europa» conferma Aprile. «Il retail business ha sposato l’innovazione in tutte le sue forme: qui al Mapic cresce il numero delle aziende coinvolte nel retailtainment, nello specialty leasing o nel digitale» conferma Nathalie Depetro, direttore del Mapic. «Fermo restando che per intercettare i consumatori sempre più connessi è indispensabile utilizzare al meglio i big data - precisa François Loviton, direttore retail di Google France -. Le informazioni da sole contano poco, è indispensabile avvalersi di persone e piattaforme creative per gestirle e utilizzarle al meglio». NUOVE DESTINATION DA SCOPRIRE Al Mapic quest’anno gli addetti ai lavori hanno superato quota 8.300, con Francia, Gran Bretagna e Italia in testa fra i 78 Paesi presenti. «È cresciuta la presenza dall’Asia e dal Medio Oriente, così come sono aumentati gli americani - dichiara Depetro -. Abbiamo dato il benvenuto a 2.100 retailer, di cui 470 new entry. Oltre mille gli investitori, di circa 350 società». Tra i vari progetti di immobiliare commerciale visti alla rassegna - alcuni dei quali già proposti nelle edizioni precedenti, dati i lunghi tempi di realizzazione - spiccano alcune iniziative particolari, vuoi per localizzazione geografica, vuoi per tipologia. «In Nord Africa il Mall of Sousse nell’omonima città tunisina - racconta Habib Bouhlila, direttore della commercializzazione - sarà il mall più grande di un Paese dove al momento la grande distribuzione organizzata, contrariamente per esempio al vicino Marocco, è poco sviluppata». L’opening della struttura - di 52mila metri quadri di superficie lorda affittabile (gla), pari a 120 negozi e 15 ristoranti, 26

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1. Iniziati i lavori del Malaga Designer Outlet di McArthurGlen 2. Il Mica Mall debuterà nell’isola iraniana di Kish 3. Il progetto di restyling delle Corti di Bayres in corso Buenos Aires angolo via Petrella a Milano a opera di Rustioni&Partners 4. Dream Island a Mosca è focalizzato sull’entertainment 5. L’outlet center The Market a San Marino, promosso da Borletti Group insieme agli advisor di Dea Real Estate

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WESTFIELD MILANO

ANTONIO CITTERIO E PATRICIA VIEL FIRMANO IL CONCEPT Westfield Milano’s groundbreaking ceremony is scheduled next autumn. The opening should be at the end of 2019, with the concept designed by Antonio Citterio and Patricia Viel. Milano continua a essere protagonista nel retail real estate. Dopo le importanti inaugurazioni di quest’anno de Il Centro ad Arese e di Scalo Milano a Locate di Triulzi, l’attenzione nella città è rivolta a Westfield Milano, il mega progetto di Westfield Corporation (che detiene il 75%) e Stilo Immobiliare Finanziaria del Gruppo Percassi (il restante 25%), pari a un investimento di circa 1,4 miliardi di euro, che sorgerà vicino all’aeroporto di Linate. «Il nuovo Westfield di 185mila metri quadri di superficie lorda affittabile (gla), con circa 380 negozi, il department store Galeries Lafayette (nella foto) e Uci Cinemas mixerà fashion, design, food, eventi, intrattenimento e digital experience» premette John Burton, head of development di Westfield Europe. «Per quanto riguarda il concept architettonico, a cui comunque collaborerà anche il nostro team interno - spiega abbiamo chiesto ad Antonio Citterio e Patricia Viel di interpretare l’eleganza e il gusto minimalista milanese, in modo che gli elementi tipici della città siano riconoscibili». «I visitatori devono sentirsi a casa - sottolinea - in un luogo confortevole, di grande impatto emozionale, nel quale desiderino trascorrere più tempo possibile e, soprattutto, vogliano ritornare. Un posto dove incontrarsi». «Con il vantaggio prosegue - che in una sola destination, sicura, funzionale e sostenibile concentreremo tutto ciò che di meglio è spalmato in una città e che sarebbe logisticamente impossibile visitare in poche ore». «Sul fronte moda - precisa - l’offerta sarà a 360 gradi, e in special modo per quanto riguarda il lusso, non vogliamo creare barriere. Faremo in modo che la shopping experience sia il più piacevole e fruibile possibile». Con il fashion system Westfield vuole creare una relazione particolare: «Apriremo nella capitale della moda italiana e pertanto intendiamo collaborare con il settore, realizzando iniziative durante le settimane della (e.c.). moda, magari anche ospitando sfilate e supportando i giovani talenti» conclude Burton.

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MAPIC AWARDS

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L’ITALIA PROTAGONISTA CON “IL CENTRO” Il Centro won the Mapic Award 2016 as best new shopping center.

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è previsto per la fine dell’estate 2018. Altra destination è il Mica Mall - 70mila metri quadri di gla e 180 punti vendita - che aprirà nel marzo 2018 a Kish, isola iraniana del Golfo Persico, visitata da 15 milioni di turisti l’anno. «Il complesso, il cui nome significa pietra preziosa, giocherà la carta dell’intrattenimento presentando tra le varie proposte anche un “wind tunnel”» dice Sylvie Saddik, manager business development di McArthur Company. Entertainment à gogo anche a Mosca per Dream Island, «la cui insegna suggerisce l’idea, ancor prima dello shopping, di voler intrattenere la famiglia con un mondo di divertimento: si tratta di un progetto di 140mila metri quadri di gla, la cui prima parte esordirà all’inizio del 2018» spiega Ekaterina Loshkareva, marketing manager di Regions Group. Nel Far East, CapitaLand Mall Asia ha in cantiere nove Raffles City, otto in Cina e una a Singapore, per oltre un milione di metri quadri di gla. Tra questi spicca il progetto di Chongqing, in apertura nel 2018: il complesso presenterà mall e torri dedicate ad abitazioni, uffici, alberghi, servizi, con un concept ispirato a enormi vele che si rifanno alla cultura locale della navigazione fluviale. Passando all’Europa, McArthurGlen annuncia di aver superato i 4 miliardi di euro di fatturato nei suoi 22 designer outlet. «Sul fronte progetti afferma il ceo Julia Calabrese - abbiamo iniziato i lavori a Malaga, dove inaugureremo nel

2018 e abbiamo già affittato il 75% degli spazi del centro in Provenza, in apertura nel 2017». L’ITALIA TRA FULL PRICE E OFF PRICE In Italia, con l’opening dello store Piacenza 1733 è partito In Biella Factory Stores, il primo inner-city outlet del Paese, promosso dall’Associazione 015 Biella. «L’iniziativa di rivitalizzazione del centro cittadino e di promozione del territorio - racconta Cesare Nonnis Marzano di Ros Retail Outlet Shopping - prevede l’apertura in primavera di 30-35 negozi di moda, a cui si aggiungeranno 30-40 shop nel 2018. A San Marino sono iniziati i lavori dell’ outlet center The Market il cui opening è on schedule a metà 2018: «La struttura eco-sostenibile ospiterà oltre 120 negozi di brand di moda» dice Luca de Ambrosis Ortigara a.d. di Dea Real Estate. A Milano procede la costruzione del CityLife Shopping District (nell’ex Fiera Campionaria), al debutto in autunno, mentre il progetto che darà nuova vita alle Corti di Bayres in corso Buenos Aires si concretizzerà nel nel marzo 2018. «Si tratta di cinque store dai 1.200 ai 2.100 metri quadri, per complessivi 8mila metri quadri di superficie commerciale - spiega Wilford Chelhot di Rustioni&Partners - e ospiteranno insegne top della fast fashion». Infine, Westfield Milano: se non sopraggiungeranno ulteriori intoppi, la prima pietra del mall (vedi ■ box a sinistra) sarà posata a fine 2017.

Il Centro di Arese, alle porte di Milano, ha ricevuto l’ambito riconoscimento “Best new shopping center”, assegnato dal Mapic di Cannes. Erano anni che un centro commerciale italiano non vinceva questo premio, a dimostrazione di come il settore non solo stia recuperando posizioni, ma stia anche producendo delle eccellenze. «Considero questo award il più prestigioso al mondo nel nostro settore - dice Davide Padoa, ceo di Design International che ha progettato il mall -. Lavorare con il Gruppo Finiper, diretto dal patron Marco Brunelli, e collaborare quindi con uno sviluppatore che è al tempo stesso anche retailer, è stata un’esperienza molto entusiasmante». Il Centro - a cui hanno collaborato anche gli architetti Arnaldo Zappa e Michele de Lucchi - è stato premiato per l’approccio sostenibile dei materiali, per la semplicità di fruizione, per l’utilizzo della luce naturale e dei fuochi visivi, oltre che per il successo commerciale. Per quanto concerne gli altri Mapic Awards, il “Retailer of the year” è andato a Tesla (Usa), il “Best new retail concept” a Zing Pop Culture (Francia), il “Best retail store design” a El Palacio de Hierro (Città del Messico), il “Best retailtainment concept” a Samsung 837 (Usa) e il “Best 020 strategy” a Neinver (Spagna). Ancora, il “Best Redeveloped shopping center” è stato assegnato al Wuhan Mall City (Cina), il “Best outlet village” al Belaya Dacha Outlet Village (Mosca), il “Best retail urban project” a Les Docks Village (Marsiglia), il “Best future shopping center” a Jewel Changi Airport (Singapore) e lo “Special Jury Award” al Westfield World Trade Center di New York. (e.c.)

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NEWS

LOVABLE

200 MONOMARCA ENTRO TRE ANNI Lovable, brand of Hanes Italy (HanesBrand) aims to reach 200 stores within the next three years. E-commerce will start in 2017. Brand ammiraglio di Hanes Italy (parte del colosso americano HanesBrands) e con un fatturato in aumento del 32% negli ultimi tre anni, Lovable si prepara a una nuova fase di crescita. Nato nel 1962, questo iconico marchio dell’intimo ha progressivamente ampliato l’offerta, fino a comprendere homewear e pigiami, beachwear, collant, calze e maglieria, allargando al contempo la propria base di consumatori con l’introduzione delle linee Lovable Man e Lovable EasyStyle, dedicata al pubblico delle Millennial. Un’expertise attenta a coniugare vestibilità con tendenze moda che ha permesso al brand di fidelizzare un network di 6mila negozi multimarca in tutta Italia, con una presenza anche in department store come La Rinascente, Coin e Ovs, e di trasformarsi in un’insegna che oggi è sinonimo di 133 monobrand, 78 diretti e 55 in franchising. Una filosofia multicanale che disegnerà anche le coordinate del futuro, come spiega Francesco Burei, alla guida di Hanes Italy dal 2013: «Pensiamo di avere ancora spazio per crescere, tanto che sul fronte retail puntiamo a raggiungere, entro i prossimi tre anni, i 200 negozi monomarca, spingendo in particolare sul franchising». In questo sviluppo in chiave multichannel, che ha portato ricavi per circa 100 milioni di euro, un ruolo da protagonista sarà recitato dal côté online, che entro la fine del 2017 si concretizzerà nel lancio di un e-store Lovable: «Un canale che si integrerà in maniera sinergica con gli altri format di vendita», assicura Burei, e che sarà coadiuvato dal dialogo instaurato con le consumatrici più digital sui principali social network. (a.t.)

SWAROVSKI

UN’APPLICATION ROOM PER LO IED The Application Room of Swarovski comes to Milan, at “Istituto Europeo del Design” (IED): a space where students can realize their light creations. Swarovski approda allo Ied di Milano. L’Istituto Europeo di Design è l’ultima tappa scelta dalla maison austriaca dei gioielli per l’Application Room, uno spazio dedicato dove gli studenti possono realizzare le loro luminose creazioni, utilizzando strumenti specializzati per le diverse applicazioni dei cristalli. La struttura, attiva da questo anno accademico, si aggiunge a quelle già presenti in scuole di tutto il mondo: Donghua University di Shanghai, Skenkar College of Engineering & Designer di Tel Aviv, Royal College of Art di Londra, Bunka Fashion Graduate College di Tokyo, Ima di Instanbul, School of Design di Konding (Danimarca), Parsons-The New School for Design di New York e Design Academy di Eindhoven (Olanda). Un’iniziativa portata avanti per «formare le stelle del design di domani - spiegano i vertici di Swarovski - e poter aggiungere nuovi nomi alla lista delle preziose collaborazioni dell’azienda, che include nomi prestigiosi come Coco Chanel, Elsa Schiaparelli e Christian Dior, designer contemporanei quali Yves Saint Laurent, Armani, Versace e stilisti d’avanguardia come Viktor & Rolf e Vivienne Westwood». (a.t.)

LIU JO

TORNA IN TV CON “SEI MIA” After two years of absence, Liu Jo is back on TV with a spot by DLV BBDO, dedicated to its it bag for Christmas. Dopo due anni di assenza Liu Jo torna sul piccolo schermo con “Sei Mia”, una campagna dedicata alla sua it bag per il Natale, frutto della collaborazione con l’agenzia DLV BBDO. Realizzato nei formati 30 e 15 secondi, lo spot è accompagnato da un’inedita versione al femminile del brano evergreen “Io che non vivo senza te” e racconta la giornata di una donna insieme alla sua borsa. «Abbiamo scelto una comunicazione che racconta questa relazione intensa e profonda - spiega Cristiano Sturniolo, global marketing & communication director di Liu Jo - e che si concretizza in un progetto organico, con la Tv al centro, ma anche moltissime attività in grado di arricchire la narrazione, come la realizzazione di snack content per la pianificazione sui canali social». (a.t.)

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EVENTO FILOBLU for

FiloBlu mette in primo piano omnicanalità e personalizzazione A MILANO SI È DISCUSSO DI “REAL EXPERIENCE OF SHOPPING EXPERIENCES” In concomitanza con il settimo anniversario di attività, più divertente e più piacevole». Per questo diventa recentemente FiloBlu ha organizzato un evento al indispensabile investire nel reporting e negli analitycs. Superstudio Più di Milano dal titolo “Real experience Federico Bonelli, principal della multinazionale della of shopping experiences”, per discutere di esperienze consulenza strategica di business Boston Consulting d’acquisto, mentre i confini fra canale online e offline Group, ha prospettato che nel 2020 metà della diventano sempre più labili. Lo specialista nello sviluppo crescita del mercato dei luxury goods sarà trainata di soluzioni digitali per le aziende, con focus anche su dall’online. Le prossime sfide per la moda? «Generare moda e lusso (tra i clienti René Caovilla, Santoni e traffico in negozio, maturare capacità di ascolto e Christian Nucibella, Lamborghini di cui è stata esposta un’autovettura, parlare correttamente al consumatore, mantenendo fondatore e ceo di FiloBlu la Huracán Spyder), ha invitato a intervenire partner di le promesse». Il fondatore e ceo di FiloBlu, Christian primo piano come il colosso cinese dell’e-commerce Alibaba Group, Nucibella, ha chiuso i lavori parlando dei nuovi progetti dell’azienda. nella persona di Christina Fontana, che ha presentato le piattaforme Come quello di realizzare negozi fisici «tipo showroom, senza stock, di proprietà TMall, TMall Global e Lazada come un’opportunità sia dove tutto è gestito online». Un altro focus è la personalizzazione del per i marchi affermati che per le Pmi. «Si prevede - ha dichiarato prodotto, nell’ottica di una strategia che mette sempre di più al centro che il 60% della crescita della domanda di lusso sarà nelle città di il consumatore. Così è nato il configuratore delle scarpe iconiche terza fascia: si tratta di 5-7mila destinazioni e non si potrà arrivare Santoni che, pensato per l’online, in seguito è stato integrato anche dappertutto con i negozi fisici». Secondo Vincent Brach sales negli store fisici. A proposito di Cina, Nucibella ha ricordato che una manager Sud Europa e Africa di Magento (tra i leader di mercato delle chiavi di penetrazione del mercato è una logistica in grado di dare nelle piattaforme e-commerce), nei prossimi anni per competere risposte in linea con la domanda dei consumatori. «In quest’ottica - ha occorrerà fare leva su customer service e customer experience. spiegato - FiloBlu ha aperto una società a Shanghai e un’altra a Hong «Le aziende dovranno convincere il consumatore che - dovunque si Kong, che hanno già permesso l’ingresso di Automobili Lamborghini trovi e con qualsiasi dispositivo - fare shopping da loro è più facile, nei principali marketplace orientali».

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LA FIERA INTERNAZIONALE PER LA MODA : TESSUTI, MERCERIA, ACCESSORI PARIS 6 – 9 FEBBRAIO 2017

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TREND ANTICIPAZIONI

PRE-FALL

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Istantanee rubate a New York, Londra, Milano e Parigi. Mentre i main board della moda studiano nuove tempistiche di presentazione delle collezioni femminili, ecco una preview dei marchi che con le loro collezioni infiammeranno i buyer del globo.

ETRO

Una pre-collezione all’insegna di una sgargiante tavolozza di colori, improntata sulle stampe e sui ricami che nell’insieme realizzano un disegno Paisley floreale ben definito.Wrap dress di seta plissé stretto in vita da una cintura si mixa con gli accessori, creando un senso di eleganza in armonia con lo spirito eccentrico ed estetico della nuova globetrotter firmata da Veronica Etro.

A CURA DI ALBERTO CORRADO

Snapshots stolen from a New York, London, Milan and Paris. While main board of Fashion are studying new deadlines for women’s presentatitons, the future is still here with the upcoming pre-colleciton.

DIESEL BLACK GOLD

Alla base della prefall di Diesel Black Gold c’è la volontà di bilanciare la linea sottile tra la moda streetwear e il minimalismo urbano. Così la collezione diventa una sorta di esperimento genetico, dove la giacca sartoriale si trasforma in abito, il bomber diventa un parka e il grembiule si fa un vero passe-partout, da abbinare a pantaloni cargo, a camicie maschili o a sofisticati denim dall’anima athleisure.

TSE

Semplicità ed eleganza understated tornano a essere i punti di forza della collezione invernale di Tse fatta di silhouette pulite e diritte, realizzate con maglie lussuose e tessuti fluidi, a volte vivacizzati da texture tridimensionali che evocano i petali di un fiore. Si punta su colori neutri, rassicuranti, osando solo nel toni del ceruleo o del verde prato.

M MISSONI

Nella precollezione M Missoni fall 2017 si respira la nostalgia di New York, in particolare negli anni 80. Quella del Meatpacking District e della Manhattan romantica e vibrante dove stampe rave, leggings e il cappotto con l’effige di Marylin ci riporta alla parola “osare”.

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TREND ANTICIPAZIONI

ELISABETTA FRANCHI

ANNARITA N

Un hi-tecnology sartoriale, che sceglie da copione il rosa antico, il nudo più audace e lo smokey blue. Elisabetta Franchi porta in pedana una sapienza artigianale su texture e materiali. Fortifica i capi strutturati che evidenziano la silhouette e introduce le vestibilità fluide per chemisier e maxi cardigan. E illumina con intarsi di stelle le stampe, che diventano charms o motivo a ricamo negli accessori.

Uno stile tipicamente china, riletto in chiave contemporanea, un mood a metà tra urbanwear e oriental style per Annarita N che veste l’inverno di bomber con texture dragon rock e dress dalla vita alta, da accostare al decoro gioiello della fibbia che richiama gli stilemi tradizionali dell’obi. L’atmosfera sognante delle stagioni passate lascia spazio alle atmosfere vibranti del Bund. Nei top sottoveste in seta plissé fino agli abiti shanghai night, in cui il pizzo nero si alterna a sbiechi di plissé soleil in chiffon cipria, per un “In the mood for love” assolutamente unico.

BOTTEGA VENETA Sartorialità e colore sono le parole d’ordine per questa collezione firmata Tomas Maier. Le silhouette sono definite, precise, lunghe al ginocchio, con occasionali arricciature e drappeggi per la sera. I colori della terra regnano sovrani contrastati, dalle tinte pastello neutre e polverose e da tonalità metallizzate.

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ROBERTO CAVALLI

Femminile e romantica, lussuosa ed esuberante, la Main Collection di Roberto Cavalli propone un guardaroba poliedrico, che raggiunge apici di raffinatezza tanto nell’abbigliamento da giorno-metropolitano ma costellato di motivi decorativi, quanto in quello per la sera, ricco di glamour. La linea sinuosa dei capi prende forma nel moderno mix di colori dai toni vivaci come ciclamino e rosso, ma anche nel lussureggiante dégradé di paillettes degli abiti da cocktail, per terminare nei delicati strati di lurex stampato, che scendono a cascata nei lunghi abiti da sera.

ALTUZARRA

Joseph Altuzara s’ispira ai Preraffaelliti e alla loro devozione alla natura. Il risultato è una collezione iperfemminile, flirty e sensuale, con un tocco sexy nei giochi di volant o nei ramage delle maniche. Abiti con sfumature del rosa antico e del verde mela si fanno sempre più preziosi incrostandosi di paillette.

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BUSINESS

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FASHION

BUSINESS


STORE TO WATCH

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ZITA FABIANI A ROMA

DI QUARTIERE SÌ MA INTERNAZIONALI

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Superata la boa del mezzo secolo, il multimarca romano volta pagina. Rimane fedele al quartiere Talenti, dove la fondatrice Zita Fabiani iniziò l’attività, ma si ingrandisce e rinnova gli spazi, con il tocco dell’archistar Marco Costanzi DI ANGELA TOVAZZI

Founded in 1963, Zita Fabiani renews its multibrand store with the architect Marco Costanzi. The result is a space of 2,500 square meters, which continues its story far from the historic city center, but with an international appeal.

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ianni Colasanti è un uomo fedele alle radici, e al tempo stesso un imprenditore che guarda sempre in avanti. Durante il grande evento per il re-opening del multimarca di via Ugo Ojetti 205 a Roma è accompagnato dalle due persone che rappresentano idealmente il passato e il futuro: Zita Fabiani, la mamma 90enne che nel 1963 partì dal niente creando la sua piccola bottega di abbigliamento, e Marco Costanzi, l’archistar che strizza l’occhio alla moda e che, tra gli altri progetti, ha fatto rinascere il Colosseo Quadrato, monumento simbolo dell’Eur, diventato il quartier generale di Fendi. Quando ha deciso di fare il grande salto, Colasanti è riuscito a mantenere l’equilibrio facendo perno su due forze di per sé contrapposte: da un lato non ha tradito le origini, rimanendo ancorato al quartiere Talenti, un’area periferica rispetto al salotto buono dei luxury brand del centro, e dall’altro non ha rinunciato a pensare in grande, deci-

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dendo di ingrandire e cambiare volto allo store con un «investimento importante», che per lui rappresenta «non solo una ristrutturazione e una ridistribuzione degli spazi, ma un nuovo inizio». Dopo l’imponente restyling di un’area di 600 metri quadri distribuita su quattro piani, il multistore si presenta ora come uno spazio di 2.500 metri quadri, con un’offerta che include oltre 300 brand di abbigliamento e accessori. «Ci siamo evoluti negli anni - racconta l’imprenditore affiancando a big brand come Burberry, Brunello Cucinelli, Etro e Salvatore Ferragamo nomi avantgarde quali Rick Owens, Maison Margiela, Dries Van Noten, fino a designer che si sono imposti più recentemente all’attenzione del pubblico più evoluto, come Fausto Puglisi e Uma Wang». Oggi l’assortimento spazia dalla donna, che rappresenta il 65% del business, all’uomo, con la prospettiva di crescere ancora, grazie a un nuovo concept store dall’immagine

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1. L’area dedicata al womenswear 2. Il titolare del multistore Gianni Colasanti, figlio di Zita Fabiani 3. Uno scatto del pianterreno 4. Il primo livello del negozio, con un focus sugli accessori 5. Le vetrine su via Ugo Ojetti 6. L’architetto Marco Costanzi 3

di forte impatto. Per dare corpo al suo sogno, Colasanti ha chiamato un architetto che conosce bene il mondo della moda e che per Zita Fabiani ha immaginato un percorso espositivo aperto e luminoso. «Il nostro primo obiettivo è stata la funzionalità, per rendere praticabile un edificio che si sviluppa su quattro piani», spiega Marco Costanzi, mostrando la scala sospesa nel vuoto che ridisegna i collegamenti verticali. «Poi - prosegue - è toccato all’estetica, frutto di un lavoro incredibile sui materiali. Volevamo una palette contemporanea, che potesse abbinarsi al lusso dei prodotti esposti». Risultato: marmo, ottone, cuoio e tessuto dialogano in maniera armoniosa, per un concept che unisce installazioni Led e tecnologie interattive con tappeti realizzati a mano e sontuose sedute di velluto. «Una grande operazione che apre nuovi orizzonti di sviluppo - sintetizza Gianni Colasanti - e consente di rafforzare il rapporto con la clientela estera, che attualmente contribuisce al business per il 40%, grazie anche all’e-commerce». Un segmento, quello online, anch’esso negli ingranaggi della trasformazione di Zita Fabiani, con un restyling messo in mano a FiloBlu, che avrà il compito di ottimizzare l’e-shop e renderlo ancora più sinergico con le vendite offline. «Per il momento l’e-commerce vale il 20-30% del nostro giro d’affari - conclude Gianni ■ Colasanti - ma non c’è dubbio: è il futuro». RE-OPENING PARTY

TUTTI A PALAZZO COLONNA After a cocktail in via Ugo Ojetti, a gala dinner at Palazzo Colonna, one of the oldest and largest private palaces of Rome.

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Stuolo di vip, lo scorso 17 novembre, per la riapertura del multistore Zita Fabiani. In via Ugo Ojetti si sono avvistati, tra gli altri, Pierfrancesco Favino, Rocío Muñoz Morales, Gianmarco Tognazzi, Fabio Troiano, Elisabetta Gregoraci, Rossella Brescia, Elena Santarelli e Vittoria Belvedere. Dopo il cocktail nel quartiere Talenti, la troupe si è trasferita a Palazzo Colonna, uno dei più grandi e antichi palazzi privati di Roma, residenza da otto secoli della famiglia Colonna.

Pierfrancesco Favino e Gianni Colasanti

Rocío Muñoz Morales

L’ARCHITETTO «LO STORE È FRUTTO DI UN GRANDE LAVORO SUI MATERIALI, PER OTTENERE UNA PALETTE CONTEMPORANEA IN LINEA CON PRODOTTI DELUXE» 5

Rossella Brescia

Fabio Troiano e Gianmarco Tognazzi

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CAMOMILLA ITALIA FOR

Mario Pierro Amministratore Delegato di C.M.T. Srl

«Come ogni donna, anche noi non ci fermiamo mai» OLTRE 200 NEGOZI IN ITALIA, 3 MILIONI DI CAPI VENDUTI ALL’ANNO: IL SUCCESSO DI CAMOMILLA ITALIA NASCE DALLA CAPACITÀ DI RISPECCHIARE LO STILE DI UNA DONNA IN PERENNE EVOLUZIONE. ORA, PARTENDO DAL CONCEPT “WOMEN NEVER STOP”, LANCIA CON GREYUNITED UN’INNOVATIVA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE INTEGRATA. UN TASSELLO DI UNA STRATEGIA A PIÙ AMPIO RAGGIO, CHE SI PROIETTA NEL FUTURO UNENDO A UNA STORIA ULTRAQUARANTENNALE LA CAPACITÀ DI ESPLORARE NUOVI ORIZZONTI.

Le donne non si fermano mai e cercano uno stile che rispecchi la loro natura dinamica, curiosa e multitasking. Con Camomilla Italia, fashion brand di proprietà della Cmt-Compagnia Manifatture Tessili Srl di Napoli, sanno di poter trovare una risposta al loro desiderio di un total look spigliato ed eclettico. Forte di un’azienda con 42 anni di esperienza alle spalle e un network di oltre 200 negozi sul nostro territorio, Camomilla Italia sta attraversando un momento di grande espansione ed evoluzione, la cui punta dell’iceberg è una strategia di comunicazione integrata, messa a punto insieme a GreyUnited, che ruota intorno al concept “Women never stop”, “Le donne non si fermano mai”: un inno all’universo femminile in perenne movimento e,

di riflesso, lo specchio di una realtà «storica ma sempre in progress», come tiene a precisare Mario Pierro, amministratore delegato che, insieme alle sorelle, sta portando avanti «un’evoluzione dell’azienda nel segno della continuità, ma anche dell’innovazione, per uno zoccolo duro di circa 800mila clienti iscritte al nostro programma fidelity». Come spiega Pierro, l’anello di congiunzione tra Camomilla Italia e questo esercito di persone, diverse ma accomunate dalla stessa ricerca di stile e qualità, è la voglia e capacità di guardare avanti. Nel caso dell’azienda questo significa store pensati in un’ottica di servizio avanzato, collezioni eclettiche, solidità ma anche tanta flessibilità. D’altro canto, chi sceglie Camomilla Italia sa di trovare un interlocutore

sempre all’altezza delle proprie aspettative: una consapevolezza da rafforzare anche attraverso gli strumenti del marketing, a partire da un catalogo autunno-inverno 2016 in grado di rispecchiare con chiarezza, ma anche con glamour e ironia, i vari momenti della giornata di una donna: Daily Wear per quanto riguarda gli appuntamenti diurni, Sports Wear per il tempo libero ed Elegant per la sera. Ma c’è dell’altro. «Lo scorso ottobre - informa Pierro - è partita insieme a GreyUnited la campagna “Women never stop” sull’intero territorio nazionale, presidiando la carta stampata, il web, i negozi, le affissioni outdoor e, non ultimi, i canali social. Una novità assoluta è stato l’ingresso in TV con un piano media intenso e continuo, declinato in uno spot girato


a Barcellona dal regista Victor Carrey sulle note di I feel love di Donna Summer, veicolato anche online». Come chiarisce Mario Pierro, “Women never stop” non è un semplice slogan, né tantomeno una trovata pubblicitaria fine a se stessa: «Il nostro obiettivo era quello di proporre un contenitore valoriale - dice - da declinare su tutte le leve di comunicazione. A giudicare dai feedback di questi mesi, anche attraverso i principali social sui quali stiamo crescendo in modo esponenziale, abbiamo fatto centro. Il legame con la clientela è diventato più saldo, dialettico e interattivo». Le sfide non finiscono qui. «L’azienda è un organismo che si sviluppa, in un contesto complesso in cui occorre affilare le armi in ogni campo - prosegue Pierro -. Noi siamo una

realtà focalizzata sul retail e contiamo di avanzare con una media di 10-15 aperture ogni sei mesi tra centri commerciali, centri storici, travel retail (un ambito fondamentale per noi, in cui siamo leader) e outlet». Il 98% del fatturato proviene dal mercato interno, «ma dall’anno scorso abbiamo iniziato ad affacciarci ad altre aree - rivela l’imprenditore - come Russia, Ucraina e Medio Oriente, partendo dalla presenza nei marketplace online più qualificati, in modo da gettare le basi per una presenza anche nella distribuzione fisica, non escludendo in questo caso il canale wholesale». «L’attenzione è alta anche verso l’Europa

- aggiunge -. Germania, Austria e Francia ci stanno dando feedback decisamente positivi tramite il travel retail e questo ci incoraggia ad andare avanti. Dal 2017 potremo tra l’altro contare su una business unit specifica per l’estero, un’arma in più per competere sul piano internazionale». L’e-commerce, lanciato a fine 2014, sta mettendo a segno incrementi a doppia cifra, incentivati da un restyling a tutto tondo, che ha riguardato sia la parte B2C sia quella B2B. Tanta carne al fuoco, dunque. «Ma senza scottarci» scherza Pierro, consapevole del fatto che non sono solo istinto e intuito a determinare una strategia vincente, ma anche la capacità di giocare di freno e acceleratore, sapendo ascoltare con attenzione la voce del mercato.

C.M.T. Compagnia Manifatture Tessili Srl - Piazzetta Matilde Serao, 7 - Napoli - www.camomillaitalia.com


COMUNICAZIONE

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AUTOMOTIVE MARKETING AWARDS-FASHION

DOVE C’È MODA C’È EMOZIONE 2

Auto e moda: la sinergia è sempre più forte. Lo dimostrano le campagne pubblicitarie selezionate dal concorso “Automotive Marketing Awards-Fashion”, che ha premiato lo spot di Fiat 500 Riva, lo yacht su ruote più piccolo al mondo. DI ANGELA TOVAZZI

The first edition of “Automotive Marketing Awards-Fashion”, launched in Milan during the Automotive Marketing Forum, has awarded the spot of Fiat 500 Riva, a tribute to the Italian lifestyle.

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osa accomuna lo spot di Fiat 500 Riva, quello della Lancia Ypsilon MYA e della nuova DS3? Tutti hanno un link con la moda: vuoi nella scelta del testimonial oppure nello storytelling, nel modello comunicativo aspirazionale o nell’estetica delle immagini, e con la moda duettano al fine di creare un humus fertile per seminare emozioni. «In un mercato profondamente cambiato la comunicazione deve puntare all’ingaggio emotivo: questo è un terreno dove il linguaggio e le logiche del fashion sono una continua ispirazione» evidenzia Leonardo Buzzavo, presidente di Quintegia - azienda da sempre promotrice di contaminazioni intersettoriali - e ideatore dell’Automotive Marketing Forum, di scena negli East End Studios di Mi-

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lano il 17 e 18 ottobre scorsi. Da qui l’idea di premiare la campagna marketing che più strizza l’occhio alla moda, istituendo gli “Automotive Marketing Awards-Fashion”. Dopo aver richiesto le candidature a tutte le case auto presenti sul territorio nazionale, Quintegia ha individuato le tre campagne più votate, al vaglio successivamente di una giuria presieduta da Marc Sondermann, direttore e ceo della nostra testata. Risultato: sul primo gradino del podio è salito lo spot di Fiat 500 Riva con protagonista il Premio Oscar Adrien Brody, che ha battuto gli altri due video promozionali candidati a portarsi a casa l’award, quello della Lancia Ypsilon MYA con la campagna “Non può essere che tua” con Kasia Smutniak e quello della nuova

DS3 di DS Automobiles, premium brand del gruppo francese Psa, che per “Driven by Style” ha ingaggiato l’evergreen Iris Apfel. «Si è imposta una pubblicità che ha saputo esaltare due brand storici del made in Italy, Fiat e Riva, veicolando un’immagine di italianità completa e dalle diverse sfaccettature, da quella architettonica a quella della moda», ha commentato Sondermann al termine della tavola rotonda dedicata al tema “Il marketing delle case auto e il mondo fashion”. Un concept giocato su uno scambio di ruoli, sul terreno comune del lifestyle italiano: al ritmo della canzone “La Mer” di Charles Trenet, la 500 Fiat Riva attraversa le vie più eleganti di Milano e Parigi come se fosse un motoscafo. Le inquadrature sono un

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PIERA GALLO

Brand marketing communication manager Fiat Emea

CHE LUSSO NAVIGARE SU QUATTRO RUOTE

In the spot of Fiat 500 Riva, the citycar led by Adrien Brody crosses the most elegant streets of Milan and Paris like a speedboat.

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ping-pong tra Adrien Brody, la sua giovane compagna dalla bellezza mediterranea, ambedue vestiti Dolce&Gabbana, e il design della nuova citycar, che nell’habitat metropolitano vuol portare le stesse emozioni di una crociera (vedi box). La moda e i diversi modi di vivere la moda fanno da fil rouge anche alle altre due campagne selezionate dagli addetti ai lavori. Iris Apfel, arruolata da DS3, non ha bisogno di presentazioni: 95 anni portati con orgoglio e ironico distacco rispetto al mito della giovinezza a tutti i costi, interior designer che ha arredato la Casa Bianca per ben nove presidenti degli Stati Uniti, donna eccentrica, fashion icon e influencer, nello spot sradica tutti gli stereotipi femminili legati ai motori e racconta che «una volta qualcuno mi ha detto che non ero carina e che non lo sarei mai stata. Però avevo stile, che è molto meglio». Una massima che la DS3 fa propria perché, come ha spiegato Giorgio Contu, marketing manager di DS Brand Italia, «crediamo che le mode passino ma che lo stile resti». L’età avanzata della testimonial ha posto «qualche dubbio all’inizio, visto il tar-

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1. Gli interni della Fiat 500 Riva 2. Giorgio Contu di DS Brand Italia 3. Fabrizio Giachello di Fca Italy 4. Il pubblico dell’Automotive Marketing Forum 5. La premiazione con Piera Gallo di Fiat e Leonardo Buzzavo, presidente di Quintegia e ideatore dell’Automotive Marketing Forum 6. Uno scatto di Adrien Brody in Dolce&Gabbana

get di riferimento, subito fugato dalla risposta entusiastica dei social media». «Per noi - aggiunge - era importante veicolare il concetto che attraverso la DS3 è possibile esprimere la propria personalità e a questa idea Iris Apfel ha regalato un endorsement di spessore». Un’altra donna che piace alle donne, l’attrice di origini polacche ma italiana d’adozione Kasia Smutniak (già volto del brand) è la musa scelta per il lancio della nuova Lancia Ypsilon MYA. Nonostante la colonna sonora evochi “La bambola” di Patty Pravo, la Smutniak interpreta in un gioco dialettico una donna tutt’altro che docile e arrendevole: «Abbiamo scelto Kasia perché ha saputo dare un viso al nostro target primario - racconta Fabrizio Giachello, Lancia & Abarth marketing & communication manager Fca Italy - ossia quello di una donna contemporanea che vive in città, che lavora e al tempo stesso è mamma, che soprattutto è soggetta a tante tentazioni d’acquisto, ma che grazie alla sua forza di carattere va dritta alla meta e si prende quello che vuole. In questo caso la Ypsilon MYA». ■

Nella campagna si alleano due marchi iconici dell’automobilismo e della nautica, ma c’è anche una spiccata atmosfera fashion. Che ruolo ha la moda nello spot? La moda ci ha indubbiamente ispirato, ma è il prodotto stesso che ha dettato questo taglio di comunicazione. Fiat 500 Riva è il frutto di una contaminazione tra due icone italiane, due veri e propri evergreen noti in tutto il mondo. Il dialogo con Riva ha intriso di eleganza e lusso la nostra auto e di conseguenza anche la campagna. Tre aggettivi per definire lo stile di Fiat 500 Riva? Fiat 500 Riva ha uno stile esclusivo, iconico, credibile. 500 Riva è il manifesto compatto della Dolce Vita dei giorni d’oggi, un’unione che celebra il concetto di “Italian beauty”. Lo spot rievoca la Dolce Vita ma in chiave contemporanea, gettando un ponte tra heritage e futuro, e il claim “The smallest yacht in the world” suggerisce la volontà di parlare a un pubblico globale, pur preservando l’esclusività del lusso, grazie al connubio con il mondo Riva. Lo spot è un omaggio all’italianità e al made in Italy. Perché la scelta del protagonista è caduta su Adrien Brody? Il nostro progetto era quello di sottolineare i valori positivi del lifestyle italiano con uno sguardo internazionale. Adrien Brody è l’attore più giovane ad aver mai vinto un Oscar, è un artista selettivo e credibile, in più non solo è un fan di Riva, ma è un amante della 500. E non è la superstar che ti aspetti, ma un vero simbolo internazionale di stile. Non è stato facile centrare l’obiettivo, perché non è un attore che lega abitualmente la sua immagine al mondo commerciale, ma si è rivelato perfetto per evocare l’apprezzamento del made in Italy in tutto il mondo ed elevare così il percepito del brand. (a.t.)

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ITALIAN LIFESTYLE

DOLCE&GABBANA Baroque Night Out. Una collezione make up in limited edition

A DREAMER'S CHRISTMAS CULT PIECE. LOOK, OGGETTI E ACCESSORI DA AVERE. OSSESSIONI DA FASHIONISTA E SINGLE PIECE IMMANCABILI. SONO GLI OGGETTI DEL DESIDERIO PER NATALE. MUST-HAVE INCORONATI DALLO STAR-SYSTEM INTERNAZIONALE TRA NY, LONDRA , MILANO E PARIGI. UNA RASSEGNA DI ABITI, CALZATURE, BAG, PROFUMI E JOAILLERIE. DETTAGLI SOFISTICATI E CAPACI DI RIASSUMERE UN GUARDAROBA IN PERENNE EVOLUZIONE/RIVOLUZIONE. ELEMENTI PRONTI A TRACCIARE IL PORTRAIT DEGLI SHOPAHOLIC, SOSPESI FRA TRADIZIONE E AVANT-GARDE. DI ALBERTO CORRADO

Cult pieces. Must-have looks, items and accessories to have. Obsessions for fashionistas and unmissable single pieces. These are the objects of Christmas desire, sought for the international star-system.

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READY TO ITALIAN LIFESTYLE WEAR SPRING-SUMMER 2017

FOR THE STILISH GUYS

ALBERTO GUARDIANI Modello stringato e stivaletto con applicazioni di borchie e fondo in gomma.

CHOPARD Gemelli Wings Tourbillon in acciaio inossidabile placcato in oro rosa e onice

VERSACE Collezione "Greca Men" in oro bianco e brillanti

POLICE Occhiale da sole in metallo color fumo e parte superiore specchiata in azzurro

LANCÔME HYPNOSE Il potere della sensualità maschile nella fraganza speziata con accenti di lavanda e muschio

PHILIPP PLEIN Papillon nero in velluto

PIAGET Emperador Coussin: orologio in oro bianco e diamanti BOGGI Camicia da smoking in cotone e popeline doppio ritorto

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GUCCI Bracciale con testa di tigre Le Marché des Merveilles

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FOR THE LUXE LADIES

RE CARLO Collezione Eternity in oro bianco 18kt, diamanti taglio brillante e pavé di diamanti.

WOODONE Modello Light Bling realizzato in legno con sbriciolatura della Galena, pietra tipica delle Dolomiti.

SALVATORE FERRAGAMO Tracolla ricamata con motivo a mosaico

DAMIANI Collezione Fiocco: bracciale con pavé di brillanti

BAUME &MERCIER Collezione Promesse: orologio in diamanti e doppio giro di maglia fine in acciaio lucido

BURBERRY Borsa "The Patchwork Gold" PRADA CANDY La nuova femminilità Prada nelle sensuali e audaci fragranze costruite su accordi floreali

RACINE CARREE Modello Athena realizzato in color oro con lacci e punta pronunciata.

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PORTRAITS

CRISTINA CALORI

«LE SFIDE MI FANNO SENTIRE VIVA» È partita nel 1982 facendo scouting di brand internazionali ispirati al workwear da portare in Italia e non solo. Dal 1984 crede e investe su Woolrich di cui oggi, con la nascita di Woolrich International, è diventata socia di maggioranza, facendolo diventare un marchio “italiano”. La descrivono come una donna con un fiuto incredibile per gli affari, ma è anche mamma e nonna

• Nel 1984 la sua società inizia a distribuire Woolrich nel nostro Paese • Nel 1985 viene fondata W.P. Lavori in Corso e apre il primo WP Store a Bologna • Nel 1998 la compagnia diventa licenziataria dei prodotti Woolrich, prima per l’Italia e poi per tutta l’Europa e l’Asia • Nel 2000 diventa presidente e direttore generale di W.P. Lavori in Corso al posto del padre, dopo esserne stata direttore marketing e comunicazione • Nel 2016 dalla fusione tra Woolrich Inc. e Woolrich Europe nasce Woolrich International, di cui il gruppo bolognese controlla l’80%

DI ELENA AZZOLA

In 1982, she began scouting for international brands inspired by workwear, that she could take to Italy and beyond. Since 1984 she has believed and invested in Woolrich, of which today, with the foundation of Woolrich International, she has become majority shareholder, turning it into an “Italian” brand. They describe her as a woman with amazing business acumen, but she is also a mother and grandmother.

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ristina Calori si dice «molto orgogliosa del percorso fatto». Grazie a lei, il marchio americano Woolrich è diventato un po’ più italiano, senza tradire ovviamente la sua lunga storia, che parte in Pennsylvania nel 1830 per opera di John Rich, che dette vita al più antico lanificio a ciclo integrato degli Stati Uniti, ancora oggi funzionante. Per la verità, la sua W.P. Lavori in Corso è partner di Woolrich dal 1984, inizialmente come distributore e dal 1998 come licenziatario per il design, la produzione e la distribuzione, dapprima in Italia e successivamente in tutta Europa e in Asia. Ora un passo ancora più importante: la nascita della nuova Woolrich International, in cui si fondono Woolrich Inc. e Wo-

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• Nel 1982, dopo gli studi al liceo artistico, va all’estero con Andrea Canè (attuale direttore creativo di Woolrich) alla ricerca di nuovi marchi di abbigliamento e accessori da portare in Italia

olrich Europe e di cui W.P. Lavori in Corso detiene la quota di maggioranza dell’80%. «È stata un’evoluzione credo davvero unica - riconosce Cristina Calori -. Da distributore a licenziatario e, ora, socio di maggioranza. Io e il mio team abbiamo sempre creduto in Woolrich, lavorando con passione e visione. Penso sia uno dei marchi con maggiore potenziale sul mercato: condensa 186 anni di storia americana, rappresenta valori senza tempo ma allo stesso tempo contemporanei». «Il piano industriale che abbiamo elaborato è sfidante - prosegue - ma sono certa che porterà grandi soddisfazioni». La nuova Woolrich International parte con un fatturato 2016 di 170 milioni di euro e una forza lavoro di 300 persone. In cinque anni punta a raggiungere 266 milioni di euro di ricavi, 500 dipendenti e a investire 45 milioni di euro per portare avanti tre linee di sviluppo: espansione geografica, negozi monomarca (destinati a salire da 25 a 60) e implementazione del marchio Woolrich John Rich&Bros, oltre a una rivisitazione di Woolrich Outdoor. Nei piani anche la quotazione in una Borsa internazionale. Una bella scommessa, ma chi conosce bene Cristina la descrive come una donna con un fiuto per gli affari incredibile. Del resto, dopo gli studi al liceo artistico, la sua carriera si è giocata tutta sulla ricerca e la selezione di marchi di abbigliamento in tutto il mondo e il loro sviluppo in Italia e all’este-

ro. In un’intervista rilasciata lo scorso anno in occasione dei 30 anni di W.P. Lavori in Corso (fondata nel 1985, ndr) così lei stessa descrive gli esordi: «Nel 1982 partimmo in tre: io, Andrea Canè (attuale direttore creativo delle collezioni Woolrich) e mio padre. A mio padre Giuseppe, che aveva un’azienda di lubrificanti, proposero infatti di partecipare a una nuova avventura imprenditoriale: trovare all’estero nuovi marchi di abbigliamento da portare in Italia. Lui finanziò, noi cominciammo a viaggiare. Scovammo etichette come Parashute, Avirex, Paraboot, Vans e Barbour». Cristina e i suoi collaboratori sono stati pionieri nel portare nella Penisola un nuovo modo di vestire ispirato al workwear. Nel 1985 apre il primo WP Store a Bologna. Si trattava di una delle prime formule di negozio in cui trovare un po’ di tutto: marchi di abbigliamento e accessori di ricerca, arredamento e cosmesi. «Mi piacciono le sfide e i progetti nuovi: mi fanno sentire viva», afferma. L’intensa carriera in giro per il mondo non ha preculso a Cristina le gioie della famiglia. Ha due figlie («Sono il mio grande amore») e ora due nipotini («Meravigliosi, mi hanno fatto tornare indietro di 30 anni»). Quanto al futuro, fa sapere che le sue giornate le passerà tra Bologna e New York. «In ogni città mi aspetta una scrivania» conclude, cosciente dell’impegno e della responsabilità che si è assunta. ■

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Q&A A CURA DI ELENA AZZOLA

FONDATORE E CEO DI PRIMADONNA COLLECTION

VALERIO TATARELLA

«UNA PASSIONE DI FAMIGLIA»

Come vedeva il suo futuro da ragazzo? Inizialmente avevo scelto l’istituto tecnico per geometri, perché volevo fare l’arredatore o l’architetto. Ma poi è stato più forte il richiamo dell’attività di famiglia e sono passato a ragioneria. Da quando avevo 14 anni aiutavo mio padre in azienda e dai 17 ho lavorato con lui praticamente a tempo pieno. Che miti aveva? Il mio mito è sempre stato mio padre. Ero un ragazzo che conduceva la normale vita di un adolescente ma ero animato dalla voglia di dimostrare a mio padre e a me stesso che potevo fare bene nell’azienda di famiglia. Come è nata l’idea di sviluppare una catena di negozi? Abbiamo avuto l’intuizione che il mondo della distribuzione tradizionale era finito, che in Italia eravamo indietro e i passaggi dalla produzione al consumatore finale andavano accorciati. Così non abbiamo aspettato e ci siamo mossi.

Il magazine di news, business e trend

Direttore e Amministratore Delegato

Marc Sondermann (m.sondermann@fashionmagazine.it) Caposervizio

Alessandra Bigotta (a.bigotta@fashionmagazine.it) Redazione

Elena Azzola (e.azzola@fashionmagazine.it) Andrea Bigozzi (a.bigozzi@fashionmagazine.it) Elisabetta Campana (e.campana@fashionmagazine.it) Elisabetta Fabbri (e.fabbri@fashionmagazine.it) Carla Mercurio (c.mercurio@fashionmagazine.it) Angela Tovazzi (a.tovazzi@fashionmagazine.it) Segreteria di redazione

Daniela Locatelli (d.locatelli@fashionmagazine.it) Realizzazione grafica

Nadia Blasevich (n.blasevich@fashionmagazine.it) Carlo Maraschi (c.maraschi@fashionmagazine.it) Laura Marcarini (l.marcarini@fashionmagazine.it) Fashion Editor

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Mariella Barnaba, Filippo Bellini, Peppe Orrù (Londra), Giuliana Poletto (Parigi), Cristiana Lopez (New York) Direttore pubblicità

Stefano Giordano (s.giordano@fashionmagazine.it) Pubblicità e promozione

Ilaria Roberta Galli (i.galli@fashionmagazine.it) Raffaella Giannattasio (r.giannattasio@fashionmagazine.it) Barbara Sertorini (b.sertorini@fashionmagazine.it) Special Projects

Matteo Ferrante Veneziani (m.veneziani@fashionmagazine.it) Ufficio traffico

Stefania Aguanno (traffico@fashionmagazine.it)

Valerio Tatarella, born in 1966, is the entrepreneur from Apulia who enabled the Primadonna Collection chain of women’s footwear to grow to 380 stores, some directly owned and some under franchise, in Italy and abroad. Turnover reached 100 million euro in 2015, but the forecast for 2016 is of a 10-11% increase. Recently he launched the Valerio 1966 brand and distribution concept. This is a higher segment footwear line for men and women, with eight stores in Italy and plans to invest in the wholesale segment as well. Lei si occupa di calzature: per dna o per scelta? Mio nonno era un commerciante di pellami. Mio padre ha ereditato la vena imprenditoriale e ha iniziato giovanissimo come ambulante, per poi creare una società per la vendita all’ingrosso di calzature in Puglia. Un business che abbiamo continuato i miei due fratelli e io, affrontando anche il retail con Tata Italia loro e con Primadonna Collection io.

Dove vive? Tra la Puglia e Milano. Viaggia molto? Moltissimo. Sono sempre in giro a visitare, sia le aree produttive, che le nazioni, in cui apriamo negozi. Come sceglie i suoi collaboratori? Cercando di capire se hanno il potenziale e la giusta passione per questo lavoro. Il messaggio deve essere chiaro: non vogliamo mercenari, ma gente che condivida i nostri valori e il nostro progetto. Ha dei punti di riferimento tra gli imprenditori? Sì, Sandro Veronesi. Il Gruppo Calzedonia, da lui fondato e guidato, penso sia la realtà retail più bella che abbiamo in Italia. Quali sogni professionali ha nel cassetto? Dare al marchio di calzature uomo e donna Valerio 1966 la stessa riconoscibilità di Primadonna Collection e portarlo a sempre maggiori traguardi.

Segreteria e servizi

Valentina Capra (fashion@fashionmagazine.it) Tiziana Grazioli (fashion@fashionmagazine.it) Amministrazione

Cristina Damiano, Ester Miazzo Diffusione e abbonamenti

Daniele Costanzo (abbonamenti@fashionmagazine.it) Edizioni Ecomarket Spa Redazione, Amministrazione, Pubblicità: piazza Pio XI 1, 20123 Milano telefono: 02 80620-1 telefax: 02 80620-444 (redazione) - 02 80620-333 (pubblicità e abbonamenti) Edizioni Ecomarket Spa Fashion - Il magazine di news, business e trend Registrazione presso il Tribunale di Milano n. 389 del 6-11-1970 Iscrizione n. 1418 al ROC Registro Operatori della Comunicazione Direttore responsabile Gianni Passavini È vietata la riproduzione anche parziale Articoli, disegni e fotografie, anche se non pubblicati, non verranno restituiti © Fashion 2016 Edizioni Ecomarket - Milano Abbonamento annuale 185,00 e (quindicinale) - c/c postale n. 16879207 È possibile richiedere gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo a: Edizioni Ecomarket Spa - servizio abbonamenti - piazza Pio XI 1 - 20123 Milano Numeri Arretrati: 11,00 e cad L’editore garantisce che i dati forniti dai sottoscrittori degli abbonamenti vengono utilizzati esclusivamente per l’invio della pubblicazione come quelli relativi agli invii in omaggio non vengono ceduti a terzi per alcun motivo. Garanzia di riservatezza per gli abbonati in ottemperanza al D. Lgs. n.196/2003 (tutela dati personali) Stampa: Vela Web Srl - Via Copernico 8 - 20082 Binasco (Mi) Distribuzione esclusiva per l’Italia: MEPE Distribuzione Editoriale Via Ettore Bugatti, 15 - 20142 Milano Fashion fa parte del Gruppo DFV Verlagsgruppe Deutscher Fachverlag www.dfv.de Le altre testate moda del gruppo sono: TextilWirtschaft, Frankfurt; TextilJurnal, Praha; Sportswear International, Frankfurt; ÖTZ Österreichische Textil Zeitung, Wien; DivatMarketing, Budapest; Images Business of Fashion, New Delhi.

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PEOPLE DI CARLA MERCURIO

IL LIBRO DI ROBERTA ANTONELLI

«METTO A NUDO IL MIO CUORE GRAFFIATO» Owner and ceo of womenswear company Antonelli Firenze, Roberta Antonelli reveals unknown aspects of her personality in the book "Cuore graffiato" ("Scratched heart"). A collection of thoughts and poems dedicated to crucial moments of her life.

CAROLINE DE MAIGRET PER CHANEL

DA MODELLA A MUSA. E ORA STORYTELLER» After being a model for Chanel, Caroline de Maigret has become spokeperson anch ambassadress of the French fashion house, that recently charged her with a new role: www.cdmdiary.com is a lifestyle platform dedicated to her, who is the official narrator of the page. Da modella a musa, da ambasciatrice a storyteller online, il matrimonio di Caroline de Maigret con Chanel si rinsalda e dà ulteriori frutti, grazie al nuovo indirizzo online www.cdmdiary. com. Influencer con oltre 500mila follower su Instagram, questa nobile parigina, altissima e disinvoltamente elegante, è nota per il libro best seller Come essere una parigina ovunque tu sia (che ha scritto con le amiche Anne Berest, Audrey Diwan e Sophie Mas), nel quale spiega cosa rende le abitanti della Ville Lumière così tremendamente chic. Ma scrive anche articoli, produce dischi, posa per marchi e sta pensando già concretamente al prossimo libro. Una donna super impegnata, che riesce anche a dedicarsi al figlio di dieci anni e ad accompagnarlo a scuola tutte le mattine. «Il mio telefono è spento dalle 18 per stare con lui», ha dichiarato. Ora per Caroline de Maigret è arrivata una nuova sfida, in tandem con Chanel, con cui collabora dal 1998, quando Karl Lagerfeld la scelse con modella per la sfilata all’Opéra Bastille, e di cui è diventata spokeperson e ambasciatrice. La maison parigina le ha affidato la cura di www. cdmdiary.com., piattaforma online che dovrà riempire di contenuti, puntando l’attenzione sul proprio stile di vita. Una sorta di ritorno a uno storytelling ante social network, che oltre al suo rapporto con la moda presenta interviste a celebrity, notizie di carattere culturale su libri, concerti e film, indirizzi di posti speciali e approfondimenti sulla musica. Nel corso dell’evento di presentazione della nuova piattaforma, nella boutique Chanel di avenue Montaigne, erano in mostra i capi preferiti di Caroline: la giacca, il little black dress, la maglieria, i pantaloni e le camicie, insieme a una selezione di pezzi e accessori speciali. I capisaldi che compongono il look di questa splendida quarantenne. «Lo stile si costruisce con tutto ciò che incontriamo - ha affermato -. È questo che fa la differenza rispetto alla moda: prendere ogni stagione dei pezzi che ci piacciono, ma che siano in sintonia con il nostro gusto. Basta imparare a trovare ciò che va bene per noi».

Cosa spinge una imprenditrice e manager di successo, una donna di numeri e strategie, a mettersi a nudo emotivamente e intimamente, con un libro appena uscito che si intitola «Cuore graffiato»? Lo abbiamo chiesto all’autrice, Roberta Antonelli, amministratore delegato della propria azienda, Antonelli Firenze: fondata con la sorella Enrica, questa realtà toscana produttrice di abbigliamento femminile prevede di chiudere il fiscal year 2016 a 11,7 milioni di euro, in progress del +30,5%. «È una raccolta che amo definire di pensieri, come fermi immagine di attimi salienti della mia vita. Una serie di riflessioni personali, che ho scritto nei momenti di libertà dal lavoro e dalla famiglia, in cui ritengo che tutti possano

riconoscersi». Edito dalla casa editrice Pagine, il volume riunisce componimenti in forma di prosa e di poesia legati dal filo conduttore dell’amore, declinato in tutte le sue manifestazioni, anche quelle più dolorose, rielaborate in chiave di accettazione e di crescita personale. Non a caso il componimento più struggente si intitola “Cuore graffiato” ed esprime la sofferenza provata per la perdita del padre, Luciano Antonelli, anche lui imprenditore della moda, da cui Roberta ha raccolto il testimone. «Era anche un musicista, amante del jazz. Non a caso in copertina c’è l’immagine di un sax!», spiega. Una figura che attraversa le pagine del libro, così come ha attraversato quelle della vita di Roberta, interpretata dalla «grande quercia» che «silenziosamente sovrasta la collina», a significare una presenza costante ma non invasiva. «Ho fatto studi classici e ho sempre amato leggere e scrivere - racconta -. Uscire allo scoperto con un libro equivale a mettersi a nudo emotivamente e intimamente: è stato un modo per liberare la mente dai pensieri e dai ricordi e per raccontare ai miei due figli un aspetto di me che forse non conoscevano. Per spiegare loro che la vita è come un mare, con le alte e le basse maree, ma pur sempre un mare bellissimo».

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RED CARPET A CURA DI CARLA MERCURIO

FASHION AWARDS 2016

KERING PIGLIATUTTO

Marco Bizzarri, vincitore dell’International Business Leader award per Gucci

Alessandro Michele, International Accessories Designer per Gucci

From Instagram

Il top del fashion internazionale è firmato Kering. Questo il verdetto ai Fashion Awards, assegnati a Londra alla Royal Albert Hall nel corso dell’evento realizzato in partnership con Swarovski. Nelle principali categorie, infatti, splendevano i brand nella scuderia del gruppo francese, con premi ad Alessandro Michele, Accessories Designer per Gucci, Marco Bizzarri, Business Leader sempre per Gucci, Demna Gvasalia, Ready-towear Designer per Balenciaga e Alexander McQueen. Premiati anche, fra gli altri, Simone Rocha per il womenswear, Craig Green per il menswear, Vetements, Urban Luxury Brand, Ralph Lauren, outstanding achievement, Gigi Hadid, International Model e Franca Sozzani, con il neocostituito Swarovski Award for Positive Change, per il sostegno alle cause umanitarie.

Gigi Hadid, International Model

Ralph Lauren e David Beckham

Franca Sozzani e Tom Ford

Nadja Swarovski, Natalie Massenet, Caroline Rush

VALENTINO

DOLCE&GABBANA

CHRISTMAS IN ROME

HONG KONG MON AMOUR

L’albero di Natale di Valentino in piazza Mignanelli

Per la prima volta Domenico Dolce e Stefano Gabbana hanno portato la loro Alta Moda e Alta Sartoria fuori dall’Italia, nello storico hotel Peninsula di Hong Kong. Un evento dedicato a 200 “happy few”, divenuto di dominio pubblico grazie al tam tam dei social network, scandito dall’hashtag #dgloveshongkong.

From Instagram

Anche quest’anno la Maison Valentino ha regalato a Roma l’albero di Natale in piazza Mignanelli. Occasione per un evento celebrato da Pierpaolo Piccioli, direttore creativo di Valentino, con i cittadini e con tanti special guest. Un’occasione per fare beneficenza alla Croce Rossa, con i proventi della candela Rouge Absolute Cire Trudon per la maison.

Ilaria Spada

Nicoletta Romanoff

Pierpaolo Piccioli con Fabrizio Ferri, Rosario e Beppe Fiorello

Domenico Dolce e Stefano Gabbana festeggiano nella boutique all’interno della Alexandra House

Un outfit in passerella al Peninsula hotel

From Instagram

La Royal Albert Hall di Londra, sede dell’evento

Un momento social del big happening di Hong Kong

The top of international fashion is signed Kering. This is the verdict at the Fashion Awards ceremony at London’s Royal Albert Hall, the event organized in partnership with Swarovski. In the main categories, in fact, the brands of the French group were on the foreground, with awards to Alessandro Michele, Accessories Designer for Gucci, Marco Bizzarri, Business Leader for Gucci, Demna Gvasalia, Ready-to-wear Designer for Balenciaga and Alexander McQueen. This year, as usual, Valentino gave Rome the Christmas tree in Piazza Mignanelli. The opportunity for an event, celebrated by Pierpaolo Piccioli, creative director of Valentino, with the citizens and with many special guests. Domenico Dolce and Stefano Gabbana brought for the first time their Haute Couture collection outside Italy, in the historic Peninsula Hotel in Hong Kong. An event for 200 “Happy few”, that entered the public domain thanks to the tam tam of social networks, with the hashtag #dgloveshongkong.

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Laura and Kate Mulleavy Rodarte

VISIT SWAROVSKI.COM/PROFESSIONAL


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