FASHION N 7

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Anno 50 | N°7 del 20.06. 2019 | quindicinale | € 8,00 | www.fashionmagazine.it

Poste Italiane S.P.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N.46) Art. 1, Comma 1 Lom/Mi/1769

Il magazine di news, business e trend

THE

ROAD

AHEAD Nella foto: Elisabetta Franchi La mia Bambina



N° 7 20 GIUGNO 2019

SOMMARIO

www.fashionmagazine.it

5 L’EDITORIALE

PROTAGONISTI

6 BARBARA GENDRE/CWF «Lanvin e Charabia sono l’inizio: non ci fermiamo»

11 PITTI BIMBO 89 Al salone l’innovazione trova il suo pianeta 14 PITTI BIMBO 89 Protagonisti, novità, eventi

BUSINESS

27 BUYERS’ SURVEY La strategia? Essere diversamente attrattivi

In copertina

La collezione primavera-estate 2020 di Elisabetta Franchi La mia Bambina Photo: Federico Barbieri Stylist: Elisabetta Franchi Hair style e make up: Studio Camilla Buzzi Communications Model: Isabella Dotti

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32 INTERNATIONAL BUYERS «Il made in Italy? Un riferimento ma si può fare di più» 36 ITALIAN SHOWROOMS Dal logo al mini-me vincono selezione, competenza, modernità

TREND

40 DESIGNERS’ BRANDS

SPRING-SUMMER 2020

Prêt-à-jouer

45 PREVIEW SPRING-SUMMER 2020 Eye-catcher

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PEOPLE

52 PORTRAITS/ANNE VALÉRIE HASH Un ritorno alla ribalta in mini taglie pensando anche alla donna 54 Q&A/PUPI SOLARI «Ai loghi preferisco la semplicità ma che fatica fare tutto da sé» 55 CAREERS 57 FASHION PEOPLE 58 RED CARPET

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elisabettafranchi.com


Il comparto della moda bimbo continua la propria espansione sui mercati mondiali. Secondo gli ultimi dati di Confindustria Moda, durante gli ultimi cinque anni l’esposizione del settore verso l’estero è cresciuta di ben sei punti percentuali, dal 34 al 40% del fatturato complessivo dell’industria italiana di abbigliamento per i piccoli. Nel corso del 2018 la domanda internazionale è stata particolarmente vivace, crescendo al ritmo dell’8,5% annuo, facendo registrare di fatto il tasso d’incremento più elevato registrato nell’ultimo quinquennio. Di fronte a importanti progressi su tutte le piazze principali, tra cui soprattutto i mercati tradizionali dell’Europa Occidentale, è evidente come ci sia ancora un forte potenziale inespresso da realizzare. Vi è dunque, impellente, la necessità di valorizzare meglio un comparto composto da eccellenze che ancora non riescono, nonostante i buoni risultati di fondo, a ottenere la visibilità internazionale che meritano. In un mondo in cui continuano ad aumentare gli ultra-high net worth individuals, coloro che possono permettersi di vestire i figli con il meglio che il made in Italy sa esprimere in termini di qualità, stile e artigianalità, questo equivale a un’enorme opportunità che rischia di andare persa. Non a caso, sempre secondo Confindustria Moda, la metà del mercato bimbo di fascia alta è presidiata da una decina di brand. In assenza di alternative ben comunicate, nel soddisfare la domanda dei ricchi del pianeta continuano a predominare i grandissimi marchi come Moncler, Burberry e Gucci. Dato che si tratta di realtà che producono una fetta importante del loro assortimento nel Belpaese, questo è ovviamente tutt’altro che negativo. Una preponderanza così netta indica, però, che i piccoli ancora faticano a spiccare il volo in modo analogo a quanto avviene nel segmento adulto. Dal nostro consueto sondaggio tra i buyer di riferimento emerge, in realtà, un segnale incoraggiante. Sia realtà in forte crescita, come Stone Island e Gcds, sia brand di puro kidswear come Il Gufo e Monnalisa continuano a riscuotere importanti riconoscimenti di mercato. È da qui che bisogna partire. Nel momento in cui si affermeranno, magari in sinergia con credibili baby influencer, formati multibrand capaci di servire il mercato mondiale, anche facendo leva sull’e-commerce, questo segmento strategico potrà dire di aver conquistato il rilievo che gli spetta.

L’EDITORIALE

Ruggire sui mercati esteri

Italian childrenswear has the ability to make the world’s most demanding parents dream. Not always, though, are the artisanal competences of the country’s best producers recognized on the world stage. Approximately 50% of global turnover is generated by ten extremely famous brands. Therefore, opportunities for digitally savvy intermediaries abound.

Marc Sondermann

Direttore/Editor-in-Chief

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INTERVIEW

BARBARA GENDRE/CWF

«LANVIN E CHARABIA SONO L’INIZIO: NON CI FERMIAMO» Il gruppo francese si presenta a Pitti Bimbo con un nuovo assetto societario e con una serie di importanti novità sul fronte strategico. Oltre alla licenza siglata con Lanvin e all’acquisizione di Charabia, è pronto un nuovo piano retail per Givenchy e Boss, oltre al lancio di nuove collezioni di scarpe e accessori. DI ANDREA BIGOZZI

U

n nuovo azionista di riferimento (Arkéa Capital), una riorganizzazione manageriale, una nuova licenza (Lanvin), l’acquisizione di un marchio storico (Charabia), nuovi progetti retail (al debutto in Cina), il potenziamento del business degli accessori. Cwf-Children Worldwide Fashion è riuscita a concentrare nel giro di pochi mesi tutta una serie di novità, gettando le basi di una strategia di potenziamento del gruppo che verrà raccontata al mercato in occasione dell’89esima edizione di Pitti Bimbo, dove il gruppo francese è presente con uno spazio al Padiglione Centrale e i brand Billieblush, Boss, Little Marc Jacobs e Karl Lagerfeld. Il nuovo assetto societario, che vede attualmente Cwf in mano a tre azionisti (oltre a Arkéa Capital è entrato anche Raise Investissement, che affiancano Dzeta Private Equity presente dal 2014) resta il cambiamento principale come sottolinea Barbara Gendre, direttore marketing e comunicazione: «L’ingresso dei nuovi soci aiuterà lo sviluppo del nostro gruppo su più fronti, dal lancio di nuove collezioni di scarpe e accessori, al rafforzamento dei nostri canali digitali. Abbiamo in programma di continuare a potenziare la nostra presenza in Asia, Nord America e Medio Oriente e ci impegneremo a firmare ancora nuove licenze e ad acquisire nuovi marchi».

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A FINE GIUGNO INAUGUREREMO AL THE MALL DI SANREMO. IN ITALIA CRESCONO VELOCEMENTE LE LICENZE DI GIVENCHY E KARL LAGERFELD

Barbara Gendre

L’intesa con Lanvin e l’acquisizione del nuovo marchio rappresentano i primi frutti del riassetto o sono operazioni già siglate in precedenza? Tutto è stato portato avanti in parallelo: era un anno che lavoravamo su tre piani in contemporanea. Debutterete con la nuova licenza Lanvin a partire dall’autunno-inverno 2020: che strategia avete messo a punto? Inizieremo a seguire il dna della collezione adulta del brand, che è a sua volta al centro di un processo di riposizionamento legato anche all’arrivo del nuovo direttore creativo Bruno Sialelli. Quindi aspettatevi un radicale cambiamento tra il Lanvin kids della Fall-Winter 2020 e quello dell’inverno precedente. Stenterete a riconoscere che si tratta di due collezioni dello stesso marchio.

Arriveranno presto altri accordi di licenza con maison del lusso? In generale siamo sempre alla ricerca di nuove opportunità, ma penso che nei prossimi mesi ci concentreremo sui nuovi progetti siglati: c’è davvero tanto lavoro da portare avanti. Tra ready-to-wear, scarpe e accessori, il prossimo autunno-inverno dovremmo occuparci di 12 marchi. Un’altra new entry, Charabia, è un marchio storico, che però non ha mai goduto di grande popolarità. Questa situazione sta per cambiare? Assolutamente sì. Finora l’Italia non era considerata un mercato di riferimento per Charabia. Noi invece pensiamo che, specie al Sud dove l’interesse per un prodotto ricercato e di qualità è ancora forte, il brand potrà cogliere grandi opportunità. Per que-


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1. Una campagna Chloé per l’autunno-inverno 2019/2020 2. Un look SS2020 Billieblush 3. Il monomarca Boss, appena inaugurato a Riyadh 4. Un’anticpazione della prossima estate firmata Karl Lagerfeld Kids 5. L’adv firmato Billieblush & Billybandit

sto stiamo organizzando sulla distribuzione che coinvolgerà l’online, i multimarca e i grandi magazzini. Con tante griffe in portafoglio, siete dei veri trend setter della moda junior: quale sarà la tendenza più forte per la prossima stagione? Direi che non dobbiamo aspettarci grossi scossoni rispetto al recente passato: il mini me, insieme alla logomania, resta il trend forte del momento. Avete appena lanciato nuovi concept store monobrand kidswear a insegna Givenchy e Boss: come si svilupperanno? I primi due negozi Givenchy Kids sono stati inaugurati a maggio nei department store Ifc Chengdu e Mixc a Shenzhen. Il concept mixa i codici luxury delle bouti-

que per adulto con colori e dettagli giocosi in linea con il mondo del bambino. Il primo negozio monomarca Boss Kidswear, invece, è stato inaugurato il 24 maggio a Riyadh, in Arabia Saudita. Il concept di questa boutique, di 60 metri quadrati, è largamente ispirato alla nuova generazione di negozi Boss. Altri due opening sono già in programma per la fine del 2019, a Panama e Tel Aviv. In generale concentreremo lo sviluppo retail di entrambi i brand in Cina e Middle East. Passando ai numeri, come avete chiuso il 2018 e che previsioni avete per l’anno in corso? L’anno scorso il nostro giro d’affari ha rag-

giunto quota 160 milioni di euro e il target è di arrivare a superare i 170 milioni nel corso del 2019. Per l’Italia che programmi di sviluppo avete? Per quanto riguarda le licenze Givenchy e Karl Lagerfeld si stanno sviluppando velocemente in Italia. Il nostro marchio Billieblush ha successo e saremo presenti come sempre a Pitti Bimbo, presentando la collezione SS20. Sul fronte retail, abbiamo già un negozio Kidsaround a Roma e tre negozi outlet (Serravalle, Noventa e Roma). La prossima grande apertura sarà al The Mall di Sanremo (gruppo Kering). Si tratta di una versione aggiornata dei nostri outlet che coinvolgerà anche i nostri marchi di lusso Givenchy, Chloé, Karl Lagerfeld, Marc Jacobs e Boss. ■

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NEWS

Ph. Giovanni Giannoni

A CURA DI ELISABETTA FABBRI

L'INDUSTRIA ITALIANA DELLA MODA JUNIOR (2015-2018)* LE EVOLUZIONI DEL MERCATO DEL LUSSO

Fatturato

2015 2016 2017 2018 2687

2762

2861

2980

Val. della Produzione 980

977

969

943

Variazione

1,7

2,8

3,6

4,2

Variazione %

-4,8

-0,3

-0,7

-2,8

Esportazioni

997

1041

1102

1196

Impostazioni

1787

1777

1787

1974

Saldo commerciale -790

-737

-685 -777

Variazione % Variazione %

5,3 6,7

4,4

-0,6

5,9

0,6

10,4

(*) Abbigliamento ragazzo/a in maglia e tessuto 0-14 anni, intimo ed accessori inclusi Fonte: Confindustria Moda su dati Istat, Sita Ricerca, indagini interne

LE PREVISIONI DI BAIN & CO.

L'ANDAMENTO DEL KIDSWEAR

IL LUSSO CRESCERÀ DEL 4-6% GRAZIE ALLA CINA

LIEVE ACCELERAZIONE DELLE VENDITE

In base alle stime di Bain & Company, presentate di recente a Milano in collaborazione con Fondazione Altagamma, nel 2019 il mercato globale dei beni di lusso salità fra il 4% e il 6% a cambi costanti, raggiungendo un giro d’affari di 271-276 miliardi di euro, dopo un 2018 chiuso a quota 269 miliardi (+6%). Per il 2025 la cifra dovrebbe lievitare a 320365 miliardi (vedi grafico). La Repubblica Popolare continuerà a dominare la scena con una performance attesa paria al +18-20%, alimentata dagli acquisti cinesi in patria. In America è attesa un'espansione del 2-4% a cambi costanti, grazie a un incremento dei consumi domestici, soprattutto nel canale retail a prezzo pieno, a fronte di un calo del turismo cinese. L’Europa è vista a +1-3%, condizionata da rischi socio-politici e da un previsto indebolimento della congiuntura economica. In Giappone le stime sono di un aumento del 2-4% e nel resto dell’Asia si ipotizza un +10-12%, specie grazie a Indonesia, Filippine, Vietnam e Corea del Sud. Resta stabile il Medio Oriente. Quanto alle merceologie, leather good e gioielli mantengono un ritmo di sviluppo sostenuto, ma se un tempo erano le calzature a sostenere il business, ora c'è una ripresa delle borse. L'abbigliamento è ancora fiacco, con il menswear che dà segnali di ripartenza. Fa ben sperare il ritorno di una tendenza più dressy.

Trend positivo per le aziende italiane di abbigliamento infantile (compreso l'abbigliamento in maglia, il tessuto per capi da 0 a 14 anni, l'intimo e gli accessori), che mostrano auna leggera accelerazione. Grazie a un aumento del 4,2%, il giro d’affari è salito a 2,98 miliardi di euro, come emerge dal consuntivo di Confindustria Moda. Nel 2017 la crescita era stata invece del 3,6%. A dare impulso è stato soprattutto l'export, mentre i consumi interni, dopo un triennio di stabilità si sono deteriorati. Le vendite all'estero sono aumentate dell'8,5% a 1,2 miliardi ma sono salite anche le importazioni (+10,4%). Ne risulta che il saldo della bilancia commerciale è negativo per 777 milioni, in peggioramento dal precedente valore negativo di 685 milioni. Per quanto riguarda le principali destinazioni estere del childrenswear italiano, limitato al solo abbigliamento per neonati (l’unico per il quale si possono isolare le voci doganali di pertinenza e quindi i flussi commerciali per l'estero), nei 12 mesi le vendite sono aumentate a 182,6 milioni (+24,3%), soprattutto grazie ai grandi brand della moda. Il Regno Unito spicca tra i buyer, con una quota del 16,4% dell’export settoriale, seguito dal 12% della Spagna, 11,2% della Germania e 9,3% della Francia. Quanto agli acquisti degli italiani, sono soprattutto in Cina, primo fornitore con una quota del 24,7% dell'import totale, ma in fase calante (-10,7% nel 2018).

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Per un giorno Lugano è stato al centro della “e-nnovation”: un termine coniato da Netcomm Suisse, associazione svizzera del digitale e dell’ecommerce, per descrivere la tendenza che sta profondamente cambiando l’industria, specie della moda e del lusso e che comincia a imporsi anche nell’interior design. Il primo evento dedicato si è tenuto il 18 giugno presso la Fondazione Otaf della città del Ticino. Tra i presenti, relatori come Carlo Ratti, architetto che insegna al Mit, oltre a grandi nomi del design tra i quali Boffi, Penta, Poliform, Vitra, Mooris e Flou, nonché aziende come Tintex, Facebook e Google. All’evento sono anche state premiate le startup più innovative del designtech con l’E-nnovation Award 2019.

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Dati in milioni di euro

Fonte: Bain & Company

A LUGANO PROTAGONISTA LA E-NNOVATION

WALMART LANCIA UN NUOVO FORMAT WEB CON KIDBOX L'abbigliamento bimbo si compra a scatola chiusa sul web e si risparmia, grazie a un'alleanza fra Walmart e la startup Kidbox. Il nuovo format online prevede l'invio alla clientela - su abbonamento, sei volte l'anno - di scatole contenenti capi assortiti per bambini. «Una scatola, molti look» è lo slogan che accompagna l'iniziativa, che permette di risparmiare anche il 50%, rispetto all'acquisto dei singoli capi. Inoltre c'è il plus della personalizzazione: rispondendo ad alcune domande online si può tarare l'offerta sui gusti e le esigenze di chi compra. Chi acquista le box fa pure del bene a un bimbo in difficoltà, in collaborazione con Delivering Good.

GLI ITALIANI RISPARMIANO SULL' ABBIGLIAMENTO BIMBO Sita Ricerca ha intervistato 4.500 famiglie italiane in merito al comportamento d’acquisto nel settore dell’abbigliamento infantile. Ne è risultato che la spesa del 2018 è diminuita dell’1,2% rispetto all’anno prima. Un dato migliore rispetto all’andamento generale della spesa nel fashion (-2,5%) che, secondo gli analisti è stato favorito dalla stabilità dei prezzi. Cali minori interessano il segmento neonato (-0,2%) mentre il comparto più in sofferenza è l’abbigliamento esterno (-2%). Invece non soffrono accessori e calzature. Secondo Sita Ricerca il 2018 ha visto una ripresa delle vendite full price e una stabilizzazione di quelle a prezzi scontati. Aumentano gli acquisti online, che raggiungono una quota dell’11% del totale, contro il -2,3% dello shopping nei negozi fisici, su cui influisce la discesa del dettaglio indipendente e degli ambulanti. «Il mercato si va concentrando - notano i ricercatori - e ormai i primi 10 marchi fanno il 40% del totale. Le vendite sono sempre più in mano alle catene, generaliste e specialiste».


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PITTI BIMBO 89 Padiglione Centrale Stand J 4\6


ilgufo.com


PITTI BIMBO 89

LE NOVITÀ IN FORTEZZA DA BASSO

AL SALONE L’INNOVAZIONE TROVA IL SUO PIANETA Pitti Bimbo non è più l’armadio del bambino, ma la sua stanza: una metafora che rispecchia efficacemente l’evoluzione costante della rassegna, in programma dal 20 al 22 giugno in Fortezza da Basso. Oltre all’esordio dell’area The Kid’s Lab, un concentrato di creatività, da segnalare nuovi ingressi eccellenti e altri highlight DI ALESSANDRA BIGOTTA

C

on 560 collezioni, di cui 337 dall’estero (il 60% del totale) e poco meno di 5.400 buyer attesi su 10mila presenze complessive, Pitti Bimbo - in programma alla Fortezza da Basso di Firenze dal 20 al 22 giugno - si conferma come il più importante salone internazionale del suo settore, con una componente lifestyle ormai molto forte. Un universo «prospettico e multiplo», come lo definisce il direttore generale di Pitti Immagine, Agostino Poletto o, riprendendo una metafora coniata da Giuliana Parabiago (pr & marketing consultant dell’ente fiorentino), «una rassegna che non è più l’armadio dei piccoli, ma la loro stanza». Una delle novità più eclatanti è il lancio di The Kid’s Lab! al Top Floor del Padiglione Centrale: un nome significativamente accompagnato da un punto esclamativo per definire quello che, come spiega Poletto, «è un pianeta della ricerca, della creatività e dell’innovazione». Un ambiente di 6mila metri quadri, ideato dallo studio Storage Milano, che riunisce sotto lo stesso tetto le sezioni KidzFizz, #Activelab, The Nest, EcoEthic e Kid’s Evolution (progetto, quest’ultimo, messo a punto in esclusiva per Pitti da Alessandro Enriquez), esplorando in parallelo altri mondi. Si va dalle iniziative dedicate all’illustrazione e all’editoria (The Extraordinary Library e Off The Page...And The

Creatività, ricerca, prodotto ma anche eventi al Top Floor del Padiglione Centrale: tutto da scoprire il nuovo spazio The Kid’s Lab!, che riunisce KidzFizz, #ActiveLab, The Nest, EcoEthic e Kid’s Evolution

World Of Fashion, con un focus su 25 illustratori), a spazi comuni aperti a mostre e altro, pensate per coinvolgere la community fluida di giornalisti, compratori e influencer, a partire dalla partecipazione di Chopard insieme alla Andrea Bocelli Foundation per la ricostruzione della scuola di Muccia, distrutta dopo il terremoto nelle Marche. Tra le new entry spicca Emporio Armani junior, una novità assoluta per la manifestazione: c’è molta curiosità intorno all’installazione alla Sala della Scherma, che rivela le novità Spring-Summer 2020 di questa linea, nata nel 1982 con il nome Armani Junior e confluita

La primavera-estate 2020 di Emporio Armani junior, per la prima volta al salone

in Emporio Armani con l’autunno-inverno 2018/2019. All’appello di Pitti rispondono poi, tra gli altri, Dolce&Gabbana Kids, il Gruppo Cwf, C.P. Company Undersixteen, Herno, Miss Blumarine, Monnalisa, Petit Bateau e Philosophy by Lorenzo Serafini, prodotto e distribuito da Gimel. Al debutto in fiera Araia Kids, G-Star Raw, Jacob Cohën Junior, Lotto, Pinko Up e Tia Cibani Kids. Rientrano inoltre Manila Grace, North Sails e Sundek. C’è dell’altro, vedi l’ingresso di Seletti, Meri Meri e Maileg nella sezione sul design Fancy Room (in crescita, da 40 a 70 aziende), l’adesione dei brand

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IN BREVE

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1. Il backstage della sfilata di Apartment 2. Uno zainetto di Goodordering, uno dei brand protagonisti in fiera della “design week” di Unduetrestella 3. L’immagine-simbolo di questa edizione 4. Modelli di Alberta Ferretti Junior, realizzati da Manifatture Daddato

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La città diventa a misura di bambino Pitti Bimbo non si esaurisce nei tre giorni in Fortezza da Basso, ma contamina tutta la città di Firenze. Tra i protagonisti della serata del 20 giugno il brand Ocarina, che celebra il quinto anniversario al Conventino di via Giano della Bella, Kiddin’ e Gughi in via Giampaolo Orsini, Il Gufo alle Serre Torrigiani e, last but not least, Monnalisa al Giardino Torrigiani. Il 21 mattina breakfast con Emilio Pucci (nella foto) a Palazzo Pucci e la sera tutti al Pitti Special Click Party.

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made in Andalusia, promossa da Extenda al Padiglione Centrale, uno spaccato della nuova creatività georgiana all’interno di KidzFizz, EcoEthic, Fancy Room e #Activelab e, naturalmente, gli eventi, che sono sempre numerosi. Concentrandosi sulla Fortezza, da citare il 21 giugno la sfilata collettiva dei brand della sezione Apartment alla Sala della Ronda, curata da Emiliano Frangipane. Calcano la passerella durante il salone anche I Natural Angel, Manila Grace, Stefania e le collettive Children’s Fashion From Spain e Kids.Modaportugal. Impossibile citare la miriade di cocktail e presentazioni nel-

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la sede espositiva durante la tre giorni, ma per esempio giovedì 20 c’è molto di nuovo da scoprire al cocktail di MiMiSol con Swarovski, mentre l’inaugurazione di The Kid’s Lab!, alle 17.30, rappresenta l’occasione per consegnare il primo premio alla carriera di Pitti Bimbo a Pupi Solari, retailer che taglia il traguardo dei 50 anni d’attività e a cui Fashion dedica un’intervista in questo numero. Pitti Bimbo è anche online, con la piattaforma B2B e-Pitti.com e con il debutto dell’account Instagram del salone, @pittibimbo_official, collegato agli hashtag #pittibimbo, #pb89 e #thepittispecialclick. ■

In arrivo buyer da tutto il mondo

Grazie al contributo straordinario di Mise e Agenzia Ice, Pitti Immagine aumenta di edizione in edizione gli investimenti nel suo programma di incoming di top buyer e operatori della distribuzione internazionale. In arrivo alla rassegna, tra gli altri, i decision maker di Al Garawi, Harvey Nichols Riyadh e Rubaiyat dall’Arabia Saudita, Shinsegae dalla Corea, Takashimaya e Isetan Mitsukoshi dal Giappone, Shinsegae dalla Corea del Sud, Bosco di Ciliegi e Tsum/Mercury dalla Russia, solo per citarne alcuni.


sarabanda.it


PITTI BIMBO 89

NEW ENTRY

SIAMO PICCOLI MA CRESCEREMO Riflettori accesi su collezioni al debutto in fiera e sulle nuove promesse dello stilismo in piccole taglie, con un occhio alla creatività e uno alla sostenibilità DI ANGELA TOVAZZI

ARI LONDON La moda che piace all’ambiente Realizzare capi belli e rispettosi del pianeta non è una mission impossible. Parola di Fatimah Hussain, che nel 2018 ha creato il brand Ari London, ispirandosi nel nome a sua figlia Arianna. Dedicata a bambine con un’età compresa fra 1 e 8 anni, la collezione è prodotta con tessuti provenienti da lotti di fine rotolo, che altrimenti finirebbero in discarica, fibre naturali a base vegetale e materiali ottenuti da prodotti riciclati, come bottiglie raccolte negli oceani. A Pitti Bimbo è presente nella sezione The Nest.

MINI MOLLY Una francese a Firenze Il brand d’oltralpe Molly Bracken partecipa per la prima volta a Pitti Bimbo con la sua collezione Mini Molly, linea dedicata alle fashion victim in miniatura, con proposte spesso abbinabili al womenswear, tutte acquistabili sull’e-shop nella sezione Mommy&Me. Attiva sul mercato dal 2011, Mini Molly veste bambine e ragazzine dai 4 ai 14 anni ed è venduta in oltre 5mila punti vendita worldwide, tra cui Bloomingdale’s, El Corte Inglés e Galeries Lafayette. A Pitti è in mostra al piano inferiore del Padiglione Centrale.

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STMA KIDS Pronto al bis in Fortezza FOLPETTO Costumi a prova di raggi UV Folpetto, dal veneziano “polipetto”, nasce nel 2017 da un’idea di Camilla Brugnoli, nata in Laguna ma cosmopolita per vocazione. Dopo aver vissuto a Parigi, New York e a Londra, dove ha lavorato per 12 anni nella City, il cambio di passo, grazie soprattutto alla nascita dei due figli. Folpetto è infatti un swimwear dedicato ai bambini dai sei mesi in su, sinonimo di costumi hi-tech ed eco-friendly realizzati in Econyl (riciclato al 100% da reti di nylon abbandonate in mare) e in grado di proteggere dai raggi UV. Venduti sull’e-shop del brand, in Fortezza sono in vetrina nella sezione EcoEthic.

Dopo l’esordio lo scorso gennaio, torna a Firenze Stma Kids, brand lanciato nel 2019 da Stefania Marra e Andrea Capiluppi e pensato per le bambine dai 6 ai 12 anni. Pronto a entrare in boutique come Ma-Ma a Nagoya e Tuttomoda a Shanghai, Stma Kids sarà a breve acquistabile anche online, insieme alle proposte donna. A Pitti la collezione si trova presso l’area Kid’s Evolution.



PITTI BIMBO 89

SIMONETTA/ NICCOLÒ MONICELLI

«Con le nuove licenze puntiamo a +30% nel 2019» On stage a Firenze con un evento a Palazzo Pucci per la presentazione di Emilio Pucci Junior, l’azienda di Jesi (ri)accoglie in “famiglia” il childrenswear di Fay e accelera oltreconfine, come racconta il nuovo a.d. Niccolò Monicelli, operativo da maggio

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Dalla vostra scuderia è uscito Lanvin, ma in compenso stanno entrando altri marchi in licenza... Il contratto di Lanvin era giunto a naturale scadenza. Di comune accordo abbiamo deciso di interrompere la collaborazione con la maison, per concentrarci su altri progetti. Tra le novità, il rientro in Simonetta di Fay Junior a partire dalla primavera-estate 2020, ma abbiamo anche trattative riservate in corso.

1. Niccolò Monicelli, nuovo a.d. dell’azienda 2. Uno sketch SS 2020 firmato Simonetta

Come vi state muovendo a livello commerciale? Oggi il mercato è spaccato in due. La guerra di prezzo purtroppo vede player specializzati con i quali è davvero difficile competere. Noi puntiamo a essere partner di riferimento per le maison del lusso, alle quali possiamo offrire tutto il nostro know how a 360 gradi. L’estero è sempre più importante, con una quota export che ora è pari al 55% del fatturato. In futuro puntiamo a crescere, andando in profondità su molti mercati nei quali oggi siamo presenti solo in maniera superficiale: Russia, Nord Europa e Stati Uniti in testa. Previsioni per il 2019? Abbiamo archiviato l’anno a 21 milioni di euro di fatturato e nel 2019 puntiamo a crescere del +30%, grazie alla spinta data dagli ultimi contratti siglati, sia di produzione che di licenza. Con questi nuovi importanti progetti anche la marginalità operativa ritornerà a dei livelli in linea con gli standard di settore. (a.t.)

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Monnalisa: altri 7mila metri quadri per l’azienda, mentre avanza il retail Da oltre 50 anni sulla cresta dell’onda nel mondo dell’abbigliamento in piccole taglie, Monnalisa ha inaugurato una nuova ala del suo quartier generale ad Arezzo (altri 7mila metri quadri che si sono aggiunti ai 5mila esistenti), investendo in tecnologia e sostenibilità. Gran parte del nuovo edificio è stato infatti dedicato al magazzino semiautomatico, che grazie a software customizzati consente performance di warehouse management elevate, muovendo fino a 9mila capi al giorno. Il restante spazio è occupato da uffici stile, showroom e sale riunioni, dove l’attenzione per l’ambiente e per i dipendenti non mancano: Monnalisa infatti si impegna sia nella sostenibilità, dotandosi di pompe di calore e vetri isolanti per ridurre l’impatto ambientale, sia con politiche di welfare innovative (smartworking e orari part-time). Sul fronte commerciale l’azienda, che nel 2018 ha fatturato 51,1 milioni e dal luglio scorso è quotata in Borsa sul mercato Aim, «da qui al 2021 punterà sull’apertura di 30 negozi e sull’e-commerce», anticipa l’a.d. Christian Simoni, mentre per quanto riguarda il Pitti, come dichiara Piero Iacomoni, presidente e fondatore della società, «il core target resta il childrenswear, senza dimenticare la gamma Maxi You, che integra l’offerta bambino con quella donna. Per il futuro gli obiettivi sono allargarsi al mondo della cosmetica e mettere a fuoco tutto quello che è inerente al mondo del bambino, con il nostro core business come fulcro». (c.bo.)

GRUPPO CASILLO

In scuderia arrivano il kidswear di Lotto e Manila Grace Il Gruppo Casillo punta a crescere non solo con i marchi di proprietà (tra cui Gaialuna e Yclù), ma anche grazie a una politica mirata di licensing. Nel paniere dell’azienda campana arrivano infatti altre due collezioni: il kidswear di Lotto e Manila Grace (nella foto). L’accordo con il brand di sportswear avrà una durata di cinque anni e andrà a coprire le taglie Baby e Junior (dai 2 ai 16 anni), mentre quello con Manila Grace, label di abbigliamento donna nell’orbita di Antress Industry che da qualche anno traduce il suo stile anche in piccole taglie, prevede lo sviluppo di una linea bambina dai due ai 16 anni. In particolare, l’intesa tra Manila Grace e Gruppo Casillo durerà tre anni, con un primo banco di prova a Pitti Bimbo, dove sarà protagonista con una sfilata il 20 giugno, primo giorno del salone, all’interno della Sala della Ronda. Come informa Carlo Canelli, direttore licensing del Gruppo Casillo, la società punta a portare il fatturato della linea Manila Grace bambina a 6 milioni di euro in tre anni, mediante una penetrazione forte nel segmento premium: «Partiremo - precisa - dal mercato domestico, spagnolo, portoghese, francese e russo, per poi ampliarci al resto del Nord dell’Europa e del bacino del Mediterraneo». (a.t.)

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PITTI BIMBO 89

PROGETTI FUTURI

Per Gimel più web, più green e spazi di crescita E-commerce e digital marketing gli impegni imminenti dell’azienda pugliese, ma c’è spazio per investimenti nella tracciabilità e nella sostenibilità

La dichiarazione d’intenti è categorica: «Migliorare la presenza sul web, rendere i prodotti sempre più eco-compatibili e puntare sulla multicanalità». Alberto Dalena, a.d. di Gimel, non perde tempo, perché in realtà i progetti sul futuro sono molti di più e piuttosto ambiziosi. Dopo il riassetto societario dello scorso autunno, che ha portato la maggioranza dell’azienda pugliese del childrenswear nelle mani di Italglobal Partners, si prosegue con nuova energia. Nell’immediato ci sono la realizzazione di una piattaforma e-commerce e investimenti più decisi nel digital marketing, mentre nel prossimo sono in primo piano sostenibilità e tracciabilità della filiera. Ma la crescita passa anche da una visione più internazionale del business: «Al momento - fa sapere Dalena - l’Italia rappresenta una quota rilevante del fatturato (21,5 milioni di euro nel 2018, ndr), tuttavia il progetto di sviluppo dei mercati procede a pieno ritmo, con una nuova strategia che coinvolge tutti i canali, wholesale, retail e online». Un altro obiettivo riguarda l’ampliamento del portfolio marchi. Al presente Gimel, appena insignita del premio Industria Felix, produce in licenza le collezioni Elisabetta Franchi

La Mia Bambina (nella foto), Philosophy by Lorenzo Serafini, Berwich, Dondup e Roberto Cavalli. Più un brand di proprietà di recentissima acquisizione: Le Petit Coco, disegnato da Consuelo Pinoca. «Siamo sicuri - commenta il ceo di Gimel - che unendo il suo estro alle nostre competenze riusciremo a creare un prodotto dallo stile pulito, sofisticato, in tessuti organici e made in Italy, per il quale stiamo valutando anche la possibilità di un flagship store a Milano». Ma c’è spazio anche per nuove licenze: «Abbiamo diverse interlocuzioni in corso - dice Dalena - sia con marchi affermati o in rilancio, sia con nomi in fase d’approccio al bambino. Ma non posso anticipare troppo, suggerisco di tener d’occhio i nostri canali social per gli aggiornamenti». Intanto le novità di stagione includono due capsule di scena a Pitti Bimbo: quella di Le Petit Coco, ispirata all’arte e al cinema, con T-shirt iconiche dedicate a Salvador Dalì, Frida Kahlo, Andy Warhol, Anna Wintour, Audrey Hepburn, Arancia Meccanica e Pulp Fiction; e quella di Philosophy by Lorenzo Serafini, realizzata in co-branding con Smiley, che punta su divertenti stampe spray. (m.b.)

ACCORDO PRODUTTIVO E DISTRIBUTIVO

Follie’s Group rileva Grant e prende Love Therapy in licenza

La nuova scommessa di Manifatture Daddato si chiama Pinko Up

Scatta l’intesa tra l’azienda, in costante crescita e la versione mini me del marchio di abbigliamento guidato da Pietro Negra

Una grande famiglia che si amplia ulteriormente «e non finisce qui», dicono il fratelli Dario e Giuseppe Daddato, a capo delle Manifatture Daddato. A Pitti Bimbo l’azienda da circa 38 milioni di fatturato, destinati a salire almeno a 40 milioni nel 2019, porta una novità significativa, l’acquisizione della licenza Pinko Up, la versione girl di Pinko. Manifatture Daddato è già licenziataria di griffe del calibro di Msgm kids, Neil Barrett Kids, Gcds Mini, Diadora e Alberta Ferretti Junior, forte di un’esperienza di 20 anni nella moda infantile. «Non possiamo che dirci onorati di questa nuova sfida - commentano i fratelli Daddato -. Il brand donna Pinko è conosciuto nel mondo e ha uno stile preciso, che ci impegniamo a mantenere e a rendere un’icona anche nel segmento bambina». Il progetto è partire dal mercato italiano, posizionando Pinko Up nelle migliori boutique di settore, per poi estendere il campo d’azione all’estero. Pietro Negra, direttore e amministratore delegato di

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Pinko, sottolinea la grande esperienza di Daddato, sia nella produzione che nella distribuzione. «Siamo sicuri - afferma - che affronteremo al meglio le sfide che ci attendono, in Italia e nel mondo». Appuntamento, dunque, dalle 13 del 20 giugno al piano inferiore della Fortezza da Basso, per un “candy shop cocktail” di presentazione della nuova intesa. Manifatture Daddato è sinonimo di un’azienda (nella foto) che occupa una sessantina di persone, «tutte importanti - sottolineano i Daddato - perché non c’è un reparto meno vitale dell’altro». I ricavi sono realizzati per il 55% nel nostro Paese, ma la prospettiva è raggiungere un equilibrio fiftyfifty tra l’Italia e le aree oltreconfine. Attualmente le più importanti sono Russia, Paesi arabi e Asia. Niente e-commerce per ora: «Non siamo contrari, ma aspettiamo il momento giusto». (a.b.)

Presente a Pitti con i marchi Miss Blumarine, Paolo Pecora Milano, Manuel Ritz, Byblos Boys & Girls e Le Bebè, Follie’s Group ha acquisito i marchi di Grant SpA, che a ottobre aveva richiesto il concordato preventivo con riserva al Tribunale di Bologna. Entrano nella scuderia della realtà campana Miss Grant, Miss Grant Couture, Miss Grant Easy Chic, So Twee, U+E, Lu.Lu e Microbe. Follie’s Group ha inoltre stipulato un accordo di licenza di sei anni, rinnovabile, con Love Therapy, per produrre e distribuire la linea bimba 3-14 anni. (a.t.)


IN FORTEZZA ARRIVA ANCHE LA T-SHIRT GREEN DI SARABANDA

LA CORSA DI MINICONF TRA RETAIL E SOSTENIBILITÀ L’azienda ha messo a punto due differenti strategie per i marchi Sarabanda e Ido che presenterà a Pitti Bimbo. Investimenti su retail e sostenibilità: «Essere responsabili aiuta il business» assicura il patron Giovanni Basagni DI ANDREA BIGOZZI

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iniconf ha scelto questa edizione di Pitti Bimbo per separare, strategicamente parlando, le strade dei suoi marchi di punta iDO e Sarabanda. L’azienda aretina di childrenswear, infatti, è di base al Padiglione Centrale con iDO, mentre per Sarabanda si aprono le porte, sempre all’interno della Fortezza da Basso, della Sala delle Grotte, dove viene presentato anche uno special project nel segno della sostenibilità. «Per i due marchi - ha spiegato Simona Luraghi, chief global markets & brand officer di Miniconf - seguiremo politiche commerciali diverse: creare due eventi distinti in fiera è stato naturale. iDO è il marchio dell’everyday style, all’insegna di capi comodi per tutte le occasioni, che vendiamo bene all’estero e per cui stiamo sviluppando un network di monomarca con almeno 30/40 aperture di punti vendita nel prossimo triennio, di cui molti in partnership. Sarabanda è legato alle occasioni speciali, per cui immaginiamo un futuro da protagonista nei department store e nei multimarca». «Con questo marchio - prosegue Luraghi - abbiamo lavorato sul sell out e anche le prospettive sul fronte internazionalizzazione sono ottime, perché Sarabanda rappresenta il bello dello stile italiano. La strategia di sviluppo del brand passerà anche dall’apertura di flagship store selezionati in importanti città italiane». E proprio Sarabanda è protagonista a Pitti Bimbo di un evento speciale per il lancio di una T-shirt 100% cotone biologico, voluta per portare avanti

Giovanni Basagni e Simona Luraghi. A sinistra, anticipazioni S/S 2020 di Sarabanda (in alto) e di iDO (in basso)

un messaggio di sostenibilità che per l’azienda di Ortignano Raggiolo non significa solo ambiente, ma anche trasparenza della filiera, qualità sul prodotto, lavoro sostenibile. «Siamo convinti - dice il presidente e d.g. Giovanni Basagni che un’azienda possa fare ottimi affari ed essere etica allo stesso tempo». «Da sempre - prosegue il titolare del gruppo, a cui fa capo anche il marchio Dodipetto - investire in qualità e durabilità dei capi per noi è prioritario. Bisogna smettere di portare sul mercato più prodotti di quelli che si vendono: i nostri abiti si passano tra fratelli e di questo siamo felici». Per Miniconf il 2019 sarà all’insegna del consolidamento e del focus sull’Italia, mentre il 2020 sarà l’anno della crescita, grazie anche allo sviluppo internazionale. «In questo processo di espansione - conclude Luraghi - ci aiuterà l’e-commerce, che vogliamo portare al 3% delle vendite, anche se il suo compito principale dovrà essere quello dell’integrazione con gli altri canali distributivi». ■

FATTURATO A +12%

MALVI & CO. CRESCE, PENSA ALL’ESTERO E LANCIA LA LINEA GIRL Abilità manuali e creatività sono le linee guida di Malvi & Co, marchio nato 15 anni fa che porta avanti l’artigianalità delle maestranze italiane nella cura dei dettagli. Attento alla scelta dei tessuti, per la collezione primavera-estate 2020 delle due linee di abbigliamento - Malvi, che veste fino a 14 anni, e Isi Baby, dedicata ai bambini fino ai 4 anni - punta su cotone e il lino, coprendo così un’ampia fascia di mercato. La ricerca sui nuovi trend hanno portato Malvi & Co. ad essere presente in circa 300 multimarca, in Italia e all’estero, segnando un aumento del 12% in più rispetto allo scorso anno. L’Italia rappresenta il 55% del mercato, seguita dal Giappone al 25%, mentre l’Europa e il resto del mondo valgono il 10%, ma la ricerca di nuovi agenti per l’estero continua. Una crescita a 360 gradi che vede il brand guidato dalla managing director, Alessia Costa (nella foto), presentare a Pitti Bimbo alcune novità. Nella linea Malvi verrà inserito, a completamento dell’offerta, un nuovo pacchetto dedicato alle ragazzine, Malvi Girl, con linee over e stile minimalista, la gamma Isi Boy continuerà a mantenere un mood più classico e Isi baby e per Isi Baby sono in arrivo le scarpine. (c.bo.)

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LA SVOLTA INIZIA DALLA FORTEZZA DA BASSO

Francesco Sbiroli (Fase Uno): «Vi racconto il nuovo corso di MiMiSol» Stessa collocazione alle Costruzioni Lorenesi ma il resto cambia, come spiega il titolare di Fase Uno, azienda licenziataria del brand, che riporta al salone anche il proprio marchio ValMax, al traguardo dei 60 anni

Volta pagina MiMiSol: il marchio creato da Imelde Bronzieri otto anni fa, un successo del made in Italy in piccole taglie in licenza dal 2017 a Fase Uno, svela a Pitti Bimbo un nuovo corso in cui l’azienda di Putignano prende in carico, oltre alla produzione e distribuzione dell’abbigliamento (le calzature sono affidate ad Andrea Montelpare, ndr) anche l’ufficio stile, mentre la fondatrice si proietta verso nuove sfide professionali. Il ruolo di responsabile stilistico di MiMiSol - la cui neo-proprietaria è la società MM Capital Ag dell’investitore svizzero Michele Martucci - viene affidato a Umberto Consiglio: un nome noto e apprezzato nel settore, avendo collaborato tra gli altri con D&G Junior e Young Versace. Francesco Sbiroli, ceo e proprietario di Fase Uno, commenta questo passaggio servendosi di una metafora: «Diciamo che è un po’ come cambiare un pilota di Formula 1. È il momento di agire su alcuni fronti come il consolidamento della linea Girl Junior, che vede accanto alle proposte da cerimonia quelle per il quotidiano, e il potenziamento sia del maschio che del neonato». «Sono cresciuto con i piedi nudi a Lampedusa e lo stile costruito non mi appartiene - interviene Umberto Consiglio -. Il mondo di MiMiSol nella mia interpretazione è spontaneo e naturale, frutto dell’armonizzazione tra il mio dna creativo e l’identità del marchio». «Più che spiegate - osserva Francesco Sbiroli - le proposte vanno toccate con mano e l’occasione migliore è il cocktail che organizziamo il 20 giugno alle Costruzioni Lorenesi, durante il quale presentiamo una capsule con cristalli Swarovski a favore di Fondazione Operation Smile Italia Onlus». MiMiSol, i cui ricavi provengono al 90% dall’export, è presente in circa 100 multimarca e otto mono-

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brand, tra cui quello da poco aperto in Kuwait. Paesi arabi, Middle East, Asia e Usa sono i mercati d’elezione. Finora l’Italia non è stata molto battuta, «ma mai dire mai». L’e-commerce è allo studio, «nel rispetto dei nostri clienti». Negli States va forte il brand aziendale ValMax: disegnato da Patrizia Loliva (comproprietaria e responsabile dell’ufficio creativo di Fase Uno), torna a Pitti per il 60esimo compleanno, ribadendo il suo dna 100% femminile. «Lo esponiamo in-

Le stagioni di Nathalie Lété Si intitola Craft the Seasons: 100 Creations il primo libro in ligua inglese di Nathalie Lété, designer e illustratrice francese che ha collaborato con brand del calibro di Anthropologie, Gucci, Issey Miyake e H&M e con molte celebrities. Il volume contiene oltre 200 pagine di illustrazioni e istruzioni per realizzare i più svariati oggetti decorativi. Per saperne di più, appuntamento giovedì 20 giugno alle 11.30 nello spazio eventi dell’area The Kid’s Lab di Pitti Bimbo, al Top Floor del Padiglione Centrale. (a.b.)

NUOVI PROGETTI

Pan Con Chocolate: «Ora abiti ad hoc per il mercato italiano»

Un’anticipazione della primavera-estate 2020 di MiMiSol

sieme a MiMiSol perché i due brand sono complementari - afferma Sbiroli -. Vogliamo ampliare gli orizzonti oltre gli States, dove ValMax realizza il 50% delle vendite, facendo rotta verso il Sud Est asiatico e forse un domani anche la Cina. E poi rinsaldare il dialogo con il mercato interno». Fase Uno, che ha recentemente avviato una partnership produttiva con Young Versace, ha chiuso il 2018 con 5 milioni di euro di ricavi: «L’obiettivo è una crescita organica, bruciare le tappe non è nelle nostre corde». (a.b.)

Nato a Bilbao nel 1998, il marchio Pan Con Chocolate ha trasformato negli ultimi tre anni un progetto locale in un brand internazionale, grazie all’impegno del gruppo Inversiones Satwind. L’acquisizione di un laboratorio a Talvera de la Reina, in Spagna, consente di migliorare ancora di più la qualità dei materiali e di rendere possibile una proiezione di crescita dei ricavi del 10% nel 2019. Anche quest’anno il brand è a Pitti Bimbo con la collezione SS20 e presenta alcune novità, tra cui le linee Junior e Teen. Al momento Pan Con Chocolate è commercializzata in 20 punti vendita in Italia e per il futuro progetta l’apertura di corner all’interno dei department store, una riorganizzazione della rete distributiva ma soprattutto la creazione di collezioni esclusive per il nostro mercato. Il brand è presente in circa 180 negozi multimarca, integrati da 11 monomarca, e l’export è pari al 40% delle vendite. I mercati di riferimento sono, oltre all’Italia, Spagna, Regno Unito e Paesi arabi. (c.bo.)



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ALESSANDRA CHIAVELLI/IL GUFO

«I NOSTRI BAMBINI VESTITI DA BAMBINI ALLA CONQUISTA DEL MONDO»

Alessandra Chiavelli, ceo dell’azienda specializzata in piccole taglie con sede ad Asolo (Treviso)

Il marchio veneto di childrenswear, protagonista con un fashion show alle Serre Torrigiani di Firenze, avanza sullo scacchiere internazionale con nuovi progetti offline e online. Ce ne parla la ceo Alessandra Chiavelli DI ANGELA TOVAZZI

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om’è iniziato il 2019? Con importanti novità: la relocation della boutique di New York, in uno spazio triplicato e con un concept di design più ricercato, e l’apertura del primo monomarca a Kuwait City, in partnership con un gruppo presente in loco dal 1972, situato all’interno di The Avenues, uno dei più grandi e prestigiosi shopping mall al mondo. In Europa stiamo invece rafforzando la nostra presenza con l’opening di un corner presso Galeries Lafayette, previsto per il prossimo autunno-inverno, inserito all’interno di un innovativo concept kidswear nella sede storica di boulevard Haussmann. Per Il Gufo l’estero è sempre più importante. Quali i mercati in pole position? L’export incide ormai per quasi il 70% sul fatturato, con la Russia come mercato più ricettivo. Anche la Gran Bretagna è un’area

degna di nota, con un turnover che è il frutto di un mix virtuoso tra online pure player, department store, piccola distribuzione e, ultimo ma non meno rilevante, un monomarca che ha poco più di un anno di vita. Un altro Paese che corre in Europa è la Germania, in primis grazie alle performance del canale online. L’Asia rimane invece una regione sulla quale puntare per rafforzare la presenza del marchio nel prossimo futuro. Ottimi i risultati in Corea, dove il brand è sempre più apprezzato e la sinergia con il distributore locale ha portato a un incremento del turnover pari al 17% nell’ultimo anno, con la prospettiva di una possibile apertura a Seoul. Dati e progetti molto positivi, controbilanciati tuttavia da una fase di poca dinamicità del mercato italiano, che porta a mantenere le previsioni di fatturato dell’anno 2019 al pari dei risultati del 2018, a quota 31 milioni.

BIKKEMBERGS IN TANDEM CON ELISABET PER LE CALZATURE KIDS Accordo di licenza tra Bikkembergs, controllato da Levitas (nell’orbita del gruppo cinese Canudilo), ed Elisabet, che dalla primavera-estate 2020 si occupa della produzione e distribuzione worldwide delle calzature kids del marchio. Una partnership che va ad ampliare il portafoglio di brand in licenza e di proprietà del calzaturificio marchigiano: «Siamo entusiasti di questa nuova collaborazione - commenta la ceo Lara Vallasciani -. Crediamo che la capacità di Bikkembergs di catturare i più giovani con il suo stile contemporaneo e la nostra esperienza nel settore, possano rappresentare un connubio vincente in un contesto di mercato sicuramente non semplice. È una sfida stimolante». La nuova collezione by Elisabet debutta a Pitti Bimbo: «Bikkembergs ha una forte riconoscibilità anche per i consumatori più piccoli, grazie anche all’abbigliamento junior presente nelle nostre collezioni da diverse stagioni - affema Dario Predonzan, coo di Levitas -. L’accordo con Elisabet ci consente di offrire una vasta gamma di prodotti, coprendo la maggior parte delle categorie merceologiche». (a.t.)

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Come va l’e-commerce? Il canale online per Il Gufo è una componente irrinunciabile della customer journey e gli ulitmi dati sono positivi: il periodo gennaiomaggio 2019 ha registrato un +20% di fatturato rispetto allo scorso anno, con l’Italia che si posiziona al primo posto per valore totale di transazioni, seguita da Usa e Germania. L’obiettivo è quello di mantenere questo trend, anche grazie a una comunicazione digitale che metta in luce gli aspetti unici legati al prodotto e al savoir faire, esaltando il legame tra valori e storia del brand e che trasmetta desiderabilità attraverso le qualità intrinseche dei capi di collezione. Oggi per noi è importante veicolare autenticità e coerenza - valori nei quali ci riconosciamo - soprattutto attraverso canali così diretti e immediati, ma anche infinitamente mutabili, come quelli digitali. Cosa vedremo alle Serre Torrigiani? Lo show della primavera-estate 2020 parte dall’idea di un giardino nascosto e di una porta oltre la quale si rivela un mondo incantato. L’elemento naturale è però preceduto da un momento antitetico, dove lo spirito metropolitano si esprime con un’energia dirompente. L’antitesi tra urbano e bucolico è tradotta in una collezione dapprima ricca di inaspettati contrasti nelle forme e nelle grafiche, che si ingentilisce successivamente rivelando un carattere romantico e morbido, nelle tonalità e nei tessuti. Una dicotomia di linguaggi opposti e complementari che arricchisce la collezione rendendola ancora una volta unica. ■


NEILBARRETT.COM


PITTI BIMBO 89

JENNIFER TOMMASI BARDELLE

Jacob Cohën: «Tutti in California per il lancio del junior» New entry a Pitti Bimbo il childrenswear di Jacob Cohën: un total look made in Italy dai 4 ai 16 anni, costruito con la stessa cura della linea adulti. Per la prossima estate il tema è la California: «In stand veri surf e una casetta alla ‘Baywatch’», racconta Jennifer Tommasi Bardelle, presidente di Jacob Cohën spa

Come è nata l’idea di lanciare una linea bimbo? La linea bambino esisteva già in passato, nata dalla volontà e dall’idea di Nicola Bardelle e affidata ad Altana. Poi si era deciso di interrompere la licenza per gestire direttamente la collezione. Nel 2012, putroppo, Nicola Bardelle è scomparso e il progetto non ha avuto tempo di prendere vita. Dove saranno prodotti i capi? Saranno interamente made in Italy. Tutti i cinque tasche sono prodotti in un nostro laboratorio a Cavarzere, in provincia di Venezia, e il resto in laboratori artigianali del Veneto. A chi avete affidato la distribuzione e a quali canali vi rivolgete? Siamo partiti lo scorso inverno con un test nel negozio monomarca di Milano e quest’estate abbiamo realizzato una proposta rivolta ai nostri monomarca. Dal prossimo inverno abbiamo affidato la distribuzione a Guffanti con ottimi risultati, visto che siamo entrati in realtà come LuisaViaRoma e Tsum. UNA NUOVA SCOMMESSA

Rifle: al via il childrenswear con Mauli Sotto i riflettori a Pitti Bimbo la collezione in taglie piccole di Rifle, frutto della recentissima intesa quadriennale con il gruppo Mauli di Revello, titolare delle insegne Idexè. «I nostri negozi vengono visitati sempre più da famiglie intere accompagnate dai ragazzi in età adolescenziale e dai bambini più piccoli», racconta il presidente e ceo del brand, Franco Marianelli. «Abbiamo intravisto una grande opportunità - prosegue - per la quale abbiamo scelto un partner d’eccellenza. Ci uniscono gli stessi valori: mettere il consumatore al centro delle nostre azioni, una particolare attenzione ai corretti

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1. Jennifer Tommasi Bardelle, presidente di Jacob Cohën spa, con i figli Leonardo ed Edoardo 2. Due outfit della linea Junior del brand

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Chi segue lo stile? Me ne occupo io con l’aiuto di un mio collabora- 2 tore diplomato all’Istituto Marangoni di Milano nel 2008, Enrico Linassi. Quale il mood della collezione? Siamo partiti dall’heritage di Nicola: dai jeans con fili multicolor ripresi poi anche nelle polo, agli short per le bimbe con pince e bottoni, fino al trucker in denim ispirato al bomber in pelle, con fascia ai polsini e alla vita smacchinata. Ci sono capi “minime”, come le T-shirt e le felpe bimbo con il logo embossed, la camicia bimba in denim con la seconda tasca di riserva e il giubbino in bull bianco con quattro tasche sfrangiato effetto bon-ton. Altri capi prendono ispirazione dal guardaroba dei grandi ma con colori più accesi, più young. I jeans e gli altri pantaloni rispecchiano quelli dei genitori che indossano Jacob Cohën. Come si posiziona a livello di prezzi? Siamo nella fascia premium, in sintonia con l’adulto. Il costo è dovuto al made in Italy, alla maniacale attenzione all’eccellenza dei dettagli e dei materiali utilizzati, e alla cura per la costruzione dei capi. Come avrebbe voluto Nicola Bardelle. (c.me.) standard e un ottimo rapporto qualità/prezzo. Mauli, tra i leader del settore con oltre 50 anni di storia, ci aiuterà con la sua expertise a realizzare una proposta adatta ai bambini e ragazzi di età dai 3 ai 16 anni». I capi sono declinati nei colori corporate del brand quali il rosso, il blu del denim e il bianco, con l’inserimento di blocchi di colore. Grande spazio verrà riservato al logo, ad applicazioni e grafiche d’impatto. Nell’offerta non mancherà la proposta denim, core business della label da sempre, con le tele e i dettagli tipici del mondo jeans interpretati secondo un linguaggio adeguato ai più giovani. (c.me.)

I Pinco Pallino: tra daily e haute couture vince la qualità Vestibile, accessibile e moderna: sono questi i tre pillars della collezione I Pinco Pallino, di scena a Pitti Bimbo. «Presentiamo una felpa personalizzata che, insieme ad altri capi, rafforza il concetto di daily couture, a cui stiamo dando sempre più spazio racconta Suzanne Basini, presidente dell’azienda -. Una proposta di capi ideali anche per i momenti social. Per la haute couture, invece, le proposte sono sempre sofisticate e iconiche e raccontano la storia del brand». Comune a entrambe le linee è la politica prezzi, rivisti al ribasso, mantenendo l’artigianalità e la qualità delle proposte. La label, che realizza all’estero l’80% del turnover, principalmente in Cina e Hong Kong, è tornata a scommettere sul Belgio e sulla Spagna, dove ha aperto un corner presso El Corte Inglés a Marbella. Per il prossimo settembre ha in programma l’apertura di due negozi a Hong Kong. In Italia verrà ripetuto invece il pop up alla Rinascente Duomo. «Da quest’anno - conclude Basini - ci affidiamo all’agenzia Ad Store per l’upgrading dell’immagine, mirando a essere presenti sui social e ad aprire un nuovo sito e-commerce». Il brand, cui fanno capo due monomarca in Italia e dieci all’estero, ha chiuso il 2018 con un turnover di 5 milioni di euro, con la previsione di crescere del 12%. (c.me.)



IN THE BEST SHOW ROOM OF EUROPE PITTI BIMBO - CAVANIGLIA Y 1 PRODOTTO E DISTRIBUITO DA ZERO & COMPANY


BUYERS’ SURVEY

I campioni di vendite per la stagione primaveraestate 2019 sono stati, secondo i negozianti interpellati da Fashion, Stone Island Junior per il maschio e Monnalisa per la femmina

VENDITE CHILDRENSWEAR PRIMAVERA-ESTATE 2019

LA STRATEGIA? ESSERE DIVERSAMENTE ATTRATTIVI La stagione si chiude senza risultati brillanti, se non per una minoranza di retailer. A fare la differenza in negativo le condizioni atmosferiche penalizzanti. La tentazione di proporre un “summer Black Friday” è stata forte, ma c’è chi ha resistito cercando strade alternative, a partire da un’offerta più fresca e mirata DI ALESSANDRA BIGOTTA

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MEGLIO on si chiude con risultati di uno sportswear lontano anni STIMOLARE I esaltanti, la primaveraluce dal basic e con importanti CLIENTI CON estate 2019 secondo il nostro contenuti di ricerca sui matePRODOTTI NUOVI selezionato panel di una cinriali. In pole position per la PIUTTOSTO CHE quantina di dettaglianti italiani femmina un classico del setCEDERE ALLA del childrenswear. Il 58% inditore, Monnalisa, che intorno TENTAZIONE DEL ca risultati in linea con lo scoral dna cerimonia ha costruito SUMMER BLACK so anno e può già ritenersi foruno stile più composito e vario FRIDAY tunato, visto che quasi il 30% e che si sta proiettando verso ammette un calo delle vendite e una dimensione lifestyle. Da solo il 13% afferma che le cose sono andate notare che sul podio della bimba si colmeglio di un anno fa. A frenare gli acquisti locano brand di lungo corso nel kidswear tanti fattori, ma sicuramente le bizzarrie (il secondo posto è de Il Gufo), insieme del clima, troppo caldo a marzo e aprile e a una griffe come Gucci. Invece il froninsolitamente freddo in un maggio che da te maschile è appannaggio della versione molti è stato soprannominato "maggem- piccole taglie di nomi affermati nel monbre", non ha aiutato. Sul podio dei brand do dell'adulto: a parte Stone Island, la mebest seller si sono piazzati marchi che rap- daglia d'argento va a Diesel Kid, mentre presentano efficacemente il dualismo che a dividersi quella di bronzo sono ancora il settore sta vivendo: per il maschio si è Gucci e poi Ralph Lauren e Gcds. Una imposto Stone Island Junior, sinonimo realtà, quest'ultima, in forte espansione

Come sono andate le vendite di ABBIGLIAMENTO INFANTILE in questa primavera-estate?

58% Peggio

Come lo scorso anno

29% 13%

Meglio

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BUYERS’ SURVEY

La parola ai negozi multibrand Qual è la TIPOLOGIA di PRODOTTO bimbo più venduta in questo momento?*

67% 31%

Qual è stato il marchio BIMBO (maschio) più acquistato dai clienti?

Cerimonia

1 Stone Island Fashion

2 Diesel Kid 3 Gucci, Gcds, Ralph Lauren

27%

Sportswear

19%

Streetwear *Risposte multiple

Il best seller sul vostro sito di VENDITA ONLINE e/o su un portale multimarca dove vendete?

DIESEL KID

I PINCO PALLINO

E il marchio best seller per la BIMBA? 1 Monnalisa 2 Il Gufo 3 Gucci

1 Burberry, Moncler Enfant 2 Gucci

IL GUFO

3 Non faccio e-commerce MONCLER ENFANT

Qual è un NUOVO MARCHIO che incontra il favore del pubblico? 1 Gcds

Qual è l’ACCESSORIO vincente della stagione per gli under 14? Sneaker fashion

23%

2 Berna Kids

Zaini

GCDS

28

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48% 21% NIKE

Sneaker basiche


ANDREA BABY BOUTIQUE - Vico Equense (Na)

MORBILLO - Thiene (Vi)

ZINGONE - Roma

VALTELLINI - Rovato in Franciacorta (Bs)

ADA & ZUCCHERO - Arezzo

PINOCCHIO - Lecco

AL NIDO DEL CONDOR - Piacenza

Come sarà il vostro BUDGET bimbo per la primavera-estate 2020? Stazionario

62% 23%

In aumento

15%

In calo

anche nella moda da grandi, e che viene indicata anche tra i nomi emergenti più interessanti. Segno che le contaminazioni street e sporty non lasciano insensibili gli under 14, anche se poi durante la primavera, stagione per eccellenza di cresime e comunioni, a dominare il sell out è ancora la cerimonia, con il 67% delle segnalazioni, seguita a distanza dal fashion (31%), dallo sportswear (27%) e dallo streetwear, che delude le aspettative fermandosi al 19%. Quando si parla di online, a colpire non sono tanto le griffe segnalate - Burberry e Moncler Enfant in primis -, quanto il fatto che la maggior parte degli intervistati ammette di non essere ancora scesa nell’arena dell’e-commerce. Qualcosa però sta cambiando. Abbiamo chiesto ai retailer su cosa stiano investendo di più e in che direzione vadano i loro punti vendita: la mag-

BARBERA JUNIOR - Castellammare del Golfo (Tp)

gior parte ha risposto citando un’offerta più ampia e anche una maggiore presenza delle griffe, che piacciono soprattutto alle ragazzine. Lo sportswear guadagna posizioni in diversi punti vendita, ma quello che colpisce è che il 19% ha dichiarato di stare investendo di più nell'omnicanalità: non è molto, ma nemmeno pochissimo. Un termine, questo, che significa anche utilizzo dei social network come strumento di engagement della clientela. «Il coinvolgimento di grandi e piccoli attraverso i social è fondamentale - ribadisce Verdiana Pedico di Pedico a Barletta - insieme agli eventi e ai lanci periodici di capsule». A proposito di Instagram & co., abbiamo introdotto una domanda sui baby influencer: piacciono, non piacciono, ma soprattutto incidono in un modo o nell'altro sulle vendite? A quanto pare abbastanza. Il

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BUYERS’ SURVEY

DEPINTO KIDS - Barletta (Bt)

FOUR SEASONS JUNIOR - Cerignola (Fg)

STYL BABY - Crotone

grosso del panel è convinto del fatto che, in parte o in toto, i vari Leone Lucia Ferragni o Nathan Leone Di Vaio (che sul suo account personale ha 233mila follower) possano muovere il sell out. E non sono poche le boutique che trasformano i piccoli clienti in micro-influencer, immortalandoli su Instagram con i capi delle griffe più in voga. Il fatto che le previsioni sui budget per la primavera-estate 2020 non siano esaltanti (solo il 15% degli intervistati pensa di aumentarli) è una cartina di tornasole di un mercato ancora in difficoltà. Ma da cosa dipendono? La "bestia nera" è l'e-commerce, dei siti generalisti ma anche delle aziende stesse, che non riescono a convincere i partner commerciali di sta-

Qual è il CANALE che vi preoccupa di più come possibile competitor?*

67% 27% 13%

Grande distribuzione *Risposte multiple

30

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MINIMODA - Prato

PAPALLA - Novara

BABY INFLUENCER che fanno il pieno di follower su Instagram: cosa ne pensate?

Siti di e-commerce delle aziende

38%

Siti di e-commerce multimarca

re agendo anche a loro favore. Gli outlet fanno meno paura di un tempo e la grande distribuzione quasi non preoccupa. «Sul web mancano regole e controlli - osserva Saverio Passero di Styl Baby a Crotone e quello che ne deriva è una concorrenza scorretta». «I portali multimarca - aggiunge Cristina Simionato di Peter Pan a Mirano - iniziano ad applicare gli sconti su molti brand già da aprile e la conseguenza per noi è che le persone entrano, guardano, provano i capi e poi escono senza acquistare, perché “tanto c’è Internet”». La battaglia dei prezzi è durissima: «Anche i grandi department store - fa notare Mari Arena di Marinely - cedono alla lusinga delle vendite ribassate in season». «Alcuni

52% Incidono sulle vendite

Outlet Il fenomeno mi preoccupa

Incidono solo in parte sulle vendite LEONE LUCIA FERRAGNI

31% 11%

Non incidono sulle vendite

6% NATHAN LEONE DI VAIO


RINGRAZIAMO IL NOSTRO PANEL

VELA SHOP JUNIOR - Cagliari

IL CUCCIOLO 2.0 - Torino

COLOGNESE 1882 - Montebelluna (Tv) PRIMAMODA - Cosenza

CREA - Treviglio (Bg)

marchi - informa Matteo Barbera di Barbera Junior a Castellammare del Golfo ci hanno suggerito di adottare il “summer Black Friday”, applicando in stagione un -30%. Non abbiamo aderito, perché così si finisce per abituare il cliente a sconti decisamente anticipati. Avendo una lunga esperienza alle spalle, possiamo dire con cognizione di causa che la scontistica non è la soluzione dei problemi. Meglio scommettere su nuovi brand di tendenza, quali Alberta Ferretti Junior e Msgm, più vicini ai teenager e ben pubblicizzati sui social, in modo da sopperire ai cali in ambiti tradizionali come la cerimonia». Annalisa Crea di Crea a Treviglio introduce un’e-

BIANCANEVE - Francavilla Fontana (Br)

spressione che rende bene l'atteggiamento da adottare tra i dettaglianti indipendenti: «Occorre essere “diversamente attraenti”, nell’offline ma anche nell’online, per distinguersi dagli improvvisati che come unica arma hanno il prezzo». Emanuela Schiavone di Paperino Bambini a Martina Franca annuncia: «Ci siamo appena trasferiti in una location di 400 metri quadri su tre livelli e, nonostante i tempi, siamo carichi di entusiasmo. Ricerca, servizio, assortimento ed emozioni: un mix sul quale si deve puntare nell’era di Internet, per fornire alle persone una valida ragione di entrare nei nostri punti vendita e soprattutto comprare». ■

Claudia Randellini ADA & ZUCCHERO Arezzo - Anna Castagna AL NIDO DEL CONDOR Piacenza - Annalisa Cuomo ANDREA BABY BOUTIQUE Vico Equense (Napoli) - Elisabetta Bonello e Daniela de Luca ANNA ANNIBALI Civitanova Marche (Mc) - Susanna Caniglia ANNI VERDI SUSI Prato e Montemurlo (Po) Roberta Baccari ARREDO BABY Fidenza (Pr) - Michele Speranzini e Nicla Cascella BABY & CO Molfetta (Ba) - Debora Motta BABY MOTTA Milano - Angela Frisone BABY DRESS Bari - Matteo Barbera BARBERA JUNIOR Castellammare del Golfo (Tp) - Caterina Fanelli BIANCANEVE Francavilla Fontana (Br) - Bruna Galli BRUNA Fossombrone (Pu) - Emanuele e Aghina Sozzi CASA DEL BAMBINO Catania - Manuela Bizzarri CAVALLUCCI Terni - Paolo Colognese COLOGNESE 1882 Montebelluna (Tv) - Annalisa Crea CREA Treviglio (Bg) Cristina Sartori CRISTINA SARTORI Torino - Francesco Depinto DEPINTO KIDS Barletta (Bt) - Marinella Pancini DIMENSIONE KID Montevarchi (Ar) - Stefano Sparapano FOUR SEASONS JUNIOR Cerignola (Fg) Alexander Kraler FRANZ KRALER Dobbiaco (Bz) - Chiara Nodari FREEPORT BABY Clusone (Bg) - Annalisa Di Siervi GIBOT KIDS Roma - Federico Giglio GIGLIO PICCOLO Palermo Marco Bollero IL CUCCIOLO 2.0 Torino - Paola Morelli IL GABBIANO Sirmione (Bs) - Anna Maria Cammi IL MONELLO Piacenza - Gianni D’Apostoli INFANZIA ELEGANTE Roma Giordana Conte IN MODA Belvedere di Tezze sul Brenta (Vi) - Angelilli Gigia LA FATINA Lucera (Fg) - Federica Sambo LILIANA BIMBI Chioggia (Ve) - Paolo Marini MARCOS Mondovì (Cn) - Maria Arena MARINELY Messina Erika e Patrizia Bardazzi MINIMODA Prato Debora Mari MORBILLO Thiene (Vi) - Franca Bojeri e Veronica Galbero PAPALLA Novara - Emanuela Schiavone PAPERINO BAMBINI Martina Franca (Ta) - Verdiana Pedico PEDICO Barletta (Bt) - Daniela Merlino PEGASUS KID’S WEAR Alassio (Sv) - Cristina Simionato PETER PAN Mirano (Ve) - Marilena D’Urbano PETITE MADELEINE Termoli (Cb) - Antonella Franco Costabile PICCOLI IDOLI Torre del Greco (Na) Gabriella Ghislandi PINOCCHIO Lecco - Fulvio Ciardullo PRIMAMODA Cosenza - Saverio Passero STYL BABY Crotone - Didi Corbetta VALTELLINI Rovato in Franciacorta (Bs) Andrea Diaz VELA SHOP JUNIOR Cagliari Ivana Vesprini VESPRINI Civitanova Marche (Mc) - Virginia Zingone ZINGONE Roma

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KIDSWEAR MARKET

PARLANO I BUYER DI EUROPA, USA E ASIA

«IL MADE IN ITALY? UN RIFERIMENTO MA SI PUÒ FARE DI PIÙ» I trend di stagione, i marchi best seller e da lanciare, ma anche i nuovi investimenti e le strategie in store che vanno oltre la shopping experience: i buyer dell’abbigliamento infantile italiani ed esteri ci raccontano a che punto stanno le cose. E mentre si preparano a fare ricerca a Pitti Bimbo, esaltano all’unisono la qualità del made in Italy, dando qualche suggerimento alle aziende italiane: «Non copiate i grandi marchi ma innovate, create emozioni e diversificate nelle classi di età, con un occhio di riguardo ai gusti nei mercati di destinazione» DI ELISABETTA FABBRI

Elisabetta Giacomello RINASCENTE Italia Nella stagione Spring-Summer 2019 il kid Rinascente registra trend di vendita positivi, con crescite anche a doppia cifra in alcuni store. «Gli incrementi riguardano tutte le aree di riferimento, ready to wear ma anche accessori e calzature», specifica Elisabetta Giacomello, buying manager kids per l’insegna italiana di department store. «Tra i nostri clienti - racconta - c’è un’attenzione speciale per l’activewear, sia abbigliamento (soprattutto T-shirt e felpe) che sneaker, ma anche per il denim, con un focus sui brand attenti al rapporto qualità/prezzo». Piacciono pure la cerimonia (vestitini romantici per le bimbe e abiti eleganti per i maschietti) e l’universo neonato, dove «risulta vincente tutta la parte del corredo, sia per le occasioni speciali come il battesimo, sia per un utilizzo quotidiano». Parlando di materiali, cresce

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l’appeal del lino per abiti, camicie, bermuda e giacche. Trasversalmente a tutte le categorie merceologiche, è riconfermata l’attenzione al mini-me e alla sostenibilità, propria di quei capi che sono prodotti con fibre e tinture ecologiche e processi produttivi rispettosi dell’ambiente. Negli accessori c’è richiesta di mini bag e di cerchietti, per la bimba. Vendite interessanti per le slipper e i sandali con allacciature alla schiava.


Andrew Mandell BERGDORF GOODMAN Usa Da Bergdorf Goodman il capo del momento è l’abitino, sia casual che formale, mentre tra gli accessori spiccano quelli per capelli, gli zainetti e i mini-gioielli. Un trend che non si esaurisce è il mini-me, come pure la casualizzazione del lusso. Tra le preferenze dei clienti di moda bimbo dell’insegna americana, il buyer delle taglie

mini Andrew Mandell elenca gli italiani Gucci, Moncler e Dolce&Gabbana, insieme a Billieblush, Givenchy e agli accessori di Bari Lynn (nella foto piccola). «I plus del made in Italy sono qualità, lusso e artigianalità», spiega l’esperto, mentre anticipa che dall’autunno l’assortimento sarà arricchito con Brunello Cucinelli. A penalizzare i marchi italiani a volte è il fatto che sono così «tradizionalmente europei» nello stile, da non potere essere convertiti per il mercato Usa. «Per esempio - spiega Mandell - i completi per bambino con i pantaloncini corti o le proposte con loghi eccessivi». In più alcuni marchi non accettano una fase di test del prodotto sul mercato statunitense. In ogni caso, a Pitti Bimbo il buyer dice di voler andare alla ricerca di nuove label casual nei segmenti boy, girl e baby.

Caty Gandossi BONGÉNIE-GRIEDER Svizzera In Svizzera, nei department store Bongénie Grieder, si vendono soprattutto abitini, T-shirt e il jogging style, mentre negli accessori gli acquisti si concentrano su cappellini e sneakers. «In una stagione di vendite che si sta rivelando abbastanza positiva, gli stili che si impongono sono il casual e rock per quanto riguarda la clientela locale, mentre gli stranieri acquistano soprattutto capi firmati, in particolare dello sporty chic». Lo racconta la buyer Caty Gandossi, che cita tra i marchi best seller Fendi, Little Marc Jacobs, Kenzo, Gucci, Zadig & Voltaire e Dolce&Gabbana. L’insegna continua a credere nel business del childrenswear. «Stiamo rinnovando lo spazio bambini del negozio di Losanna - anticipa Gandossi - con l’aggiunta di nuovi brand tra i quali AO76 (nella foto accanto) e Dolce&Gabbana». Il marchio italiano entrerà anche a Zurigo, dove lo spazio verrà spostato e ingrandito. A Ginevra, invece, arriverà la bambina Liu Jo.

Kazunori Fuke MA MERE Giappone I ricavi da Ma Mere sono in crescita, mentre viene esteso il network distributivo. «A oggi sono 20 i punti vendita, compresi i corner, in 15 location giapponesi - spiega il buyer Kazunori Fuke -. Oltre ai quattro nuovi corner avviati tra Tokyo e Nagoya, l’insegna ha aperto il suo primo franchising a Kagoshima, nel sud del Giappone». Più che di novità di prodotto, per vivacizzare i consumi, l’esperto preferisce parlare di strategie. Come gli eventi speciali ideati per stimolare la sensibilità e la creatività dei bambini, attraverso l’incontro tra la moda di alta gamma e la cultura. «Abbiamo pensato a esperienze speciali, possibili solo nei nostri shop, non online o altrove - dice Fuke -. Per

esempio in maggio, nel flagship di Tokyo, abbiamo organizzato un talk e un workshiop di danza classica con la nota ballerina Emi Hariyama. In parallelo abbiamo deciso di supportare la sua nuova compagnia, la Japan International Ballet Company diretta da Vladimir Malkhov». Tanto è stato il successo, che ora in quello store vengono organizzate lezioni di danza classica ogni settimana: «Pensiamo che sia un’esperienza indimenticabile per i bambini, di cui potranno beneficiare anche in futuro».

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KIDSWEAR MARKET

Arianna Vaccas CHILDRENSALON.COM Regno Unito La clientela internazionale di childrensalon.com in questa stagione ha acquistato soprattutto T-shirt, bluse e vestiti, oltre alle collezioni per le occasioni speciali, tra cui le festività dell’Eid. «Con l’avvio della stagione estiva - specifica la communication director Arianna Vaccas - i nostri best seller sono costumi, vestitini, sandali e cappelli. Per questo motivo in maggio abbiamo inaugurato l’Holiday Shop: una sezione del sito dove si trova tutto il necessario per le vacanze dei piccoli». «Con il caldo - prosegue - gli accessori più importanti sono i cappellini e tutto l’occorrente per proteggere dal sole. Nella seconda metà dell’estate cominciano ad andare forte gli zainetti, perché ci si prepara al back to school». Parlando di brand che vanno per la maggiore, la portavoce di childrensalon cita per le occasioni speciali Lesy, Eirene e Junona (nella foto a sinistra), mentre nel casualwear fa i nomi di Stella McCartney Kids, Balenciaga e Boss. Più in generale griffe come Gucci, Balmain, Armani, Burberry e Dolce&Gabbana hanno sempre un

grande successo in piccole taglie, così come marchi più accessibili come Patachou, Billieblush e Chloé. In più childrensalon.com investe costantemente in nuovi designer, che spesso scopre a Pitti Bimbo. Ora porta avanti due nuovi progetti: una propria linea di abiti da cerimonia per bambine, Dresses by Childrensalon, e l’area Wedding Shop.

Barbara Freres BARBARA FRERES Germania A Düsseldorf i bambini hanno le idee chiare. «Nel target 10-14 anni il trend del momento è vestire Stone Island, mentre alla fascia 3-9 anni piace abbinare una T-shirt Gucci o Givenchy ai jeans destroyed», osserva Barbara Freres, titolare dell’omonima boutique. Tra le girl dai 10 ai 14 anni, invece, impazza la logo-mania e i colori vanno dal black &white fino al blu cielo di Balmain. Conferme per le camicie romantiche, specie bianche, mentre le stampe floreali hanno perso appeal. La passione delle più piccole dai 3 ai 9 anni sono invece le T-Shirt Gucci, Kenzo o Tstwo (nella foto piccola) in tutti i colori tranne il nero, indossate con gonne in tulle o pantaloncini. «Anche il mercato del neonato è vivace - afferma Freres - alimentato da una ripresa delle nascite e dagli influencer, che sostengono una moda di alta qualità e dal design moderno». In generale i best seller sono i mini-me di Gucci, Stone Island, Givenchy, Balmain e Kenzo, «perché i bambini sono molto ben informati, grazie ai social media e vogliono seguire lo stile e acquistare i brand dei loro idoli». Il made in Italy è un riferimento in termini di qualità, oltre che di produzioni e materiali green ma Freres dà un consiglio alle aziende: «Non copiate le grandi label ma innovate e create emozioni. E poi diversificate: un’unica collezione da 3 a 14 anni non soddisfa al meglio la domanda».

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Anche perché la concorrenza è forte: lo store tedesco ha appena inserito una linea franco-peruviana di moda sostenibile per bambine, Anaychay, ispirata a diverse culture. Intanto Freres cerca partner «per crescere e proporre servizi sempre più customizzati, anche attraverso media come WhatsApp e WeChat, nonché offrire una più eccitante esperienza d’acquisto».


pincopallino.it


PARLANO I RAPPRESENTANTI

DAL LOGO AL MINI-ME VINCONO SELEZIONE, COMPETENZA, MODERNITÀ Puntare su marchi selezionati e di qualità, con un occhio ai prezzi e alle tendenze: in uno scenario difficile si impone chi è in grado di anticipare i tempi, in sintonia con le richieste dei bambini e con il portafoglio di mamma e papà DI CRISTIANA BONZI

U

na stagione difficile (anche climaticamente) che si aggiunge alla crisi generale dei consumi e alla difficoltà di competere in un’arena sempre più popolata dalle catene della fast fashion e dalle piattaforme digitali multibrand. Lo scenario pone non poche sfide ai retailer tradizionali della moda in piccole taglie, che devono puntare sempre più su selezione, competenza e modernizzazione, come spiegano i rappresentanti coinvolti nella nostra inchiesta. Puntare all’upgrading con pochi marchi selezionati è la ricetta proposta da Anna Beritelli di Sicilia Uno, a Palermo. «Per differenziarsi dalle insegne del pronto moda e offrire al consumatore un’esperienza d’acquisto gratificante - spiega - bisogna costruirsi un’identità precisa, scommettendo su brand di qualità, rivolti a un target alto». Tra i brand che danno i migliori riscontri, spiega Beritelli, c’è Stone Island, da sempre interprete di una ricerca della qualità che oggi viene riconosciuta anche dal mercato. Saper cogliere i cambiamenti di gusto, che variano molto a seconda del territorio: è questo il punto fermo per Paolo Crespo di Crespo Rappresentanze, a Torino: «Nel Nord Italia l’abito da cerimonia deve essere attualizzato affinché si possa indossare anche in modo più disimpegnato». «La giacca resiste - prosegue - ma deve essere sdrammatizzata in versione casual, magari in felpa, abbinabile alle sneaker o ai jeans, numero uno delle preferenze. Emblematiche, in questo senso, le interpretazioni di Jeckerson e Daniele Alessandrini». Al femminile, invece, la richiesta si è concentrata su giubbottini in ecopelle e denim in contrasto con l’abitino elegante. «Particolarmente apprezzata la proposta di Elsy - conclude Crespo - con un mix di prezzo competitivo e ottimo servizio». Anche fuori dal segmento cerimonia, la portabilità e gli accenti sporty si delineano come uno dei trend principali, non solo per lui. «Le piccole consumatrici hanno abbandonato i vezzi e desiderano un abbigliamento più sportivo, portabile, unisex che le porta a scegliere mar-

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chi come Stone Island», spiega Chiara Bacchini di Bacch Rappresentanze, a Cattolica. «Le bambine hanno abbandonato il mondo delle principesse - conferma Anna Beritelli e vogliono vestirsi da donnine, sono quindi vincenti quei marchi come Elisabetta Franchi, che puntano sulle proposte mini-me». Da segnalare, fra i trend emersi, il ritorno della logo mania, soprattutto per lui. «Il maschietto junior rispetto alla ragazzina è più attento ai brand - prosegue Bacchini - e cerca la riconoscibilità, attraverso il marchio ostentato. Se invece è più piccolo, opta per la praticità. Diesel Kids accontenta tutte e due le fasce». E per le prossime stagioni? Secondo Paolo Crespo nel Nord-Ovest, dove da qualche tempo lo scontrino medio è un po’ più basso, la richiesta si concentra sul mondo ginnico: felperia, pantaloni e T-shirt. «Stiamo lavorando bene con la licenza Lotto acquisita dal Gruppo Casillo, legata al mondo del calcio e quindi molto amata dal target 6-14 anni. Mentre per quanto riguarda il target femminile, il negoziante tende a inserire più flash di varie aziende, come Odi et Amo, Liu Jo, Elsy per quanto riguarda la proposta sporty, Y-Clù per il colore, Gaëlle che imita la donna». «Emerge l’attenzione alla sostenibilità - aggiunge Chiara Rasi di Rasi Showroom a Milano - e alcuni produttori si stanno muovendo per cercare materiali certificati, seguendo un filone già forte all’estero». In questo scenario il retailer ha bisogno di essere supportato dalle aziende a tutti i livelli. «I clienti premiano le realtà attente al servizio, come Brave Kid (del gruppo Otb di Renzo Rosso) - sottolinea Chiara Bacchini - che fanno magazzino, cambi merce, riassortimenti, consegnano più del 90% dell’ordinato a fronte di un buon prodotto. Le collezioni N°21 e

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1. Due outfit di Diesel Kids della Spring-Summer 2020 2. Una proposta di Stone Island della prossima stagione invernale

Diesel Kids, infatti, sono riuscite a crescere in un momento molto difficile. Anche la campagna vendite di Celine è andata molto bene». Black 2 friday, promozioni online, saldi selvaggi: che si tratti di vendite online o offline, la scontistica è un grande problema. «Danno fastidio le offerte proposte dalle piattaforme multimarca degli stessi brand presenti in negozio - conferma Paolo Crespo -. Molti retailer rispondono eliminando questi marchi dalla loro selezione». Ma anche i saldi in store sono un problema, come dichiara Chiara Bacchini: «Dovrebbero cominciare ai primi di agosto». Per chi lo sa sfruttare, il mondo digitale può diventare un’opportunità: «Abbiamo trasformato la nostra showroom in uno spazio multifunzionale connesso – spiega Beritelli – per spingere soprattutto l’aspetto social, in linea con aziende come Diesel ed Elisabetta Franchi, che hanno creato canali social dedicati al segmento kid». Il futuro è l’integrazione del fisico con il digitale. E ci siamo già. ■


NEWS

IL NUOVO E-PLAYER GLOBALE

Una delle leve del futuro di Veepee è la moda under 14 È diventata realtà l’evoluzione di vente-privee in Veepee, il nuovo e-tailer globale capitanato da Jacques-Antoine Granjon, che in Italia vede i ricavi del childrenswear crescere a doppia cifra

Non un semplice rebranding, ma l’avvio di un unico marchio globale, Veepee, che prende il posto di vente-privee: il nuovo corso è iniziato nelle scorse settimane e rappresenta un’evoluzione chiave per l’e-tailer fondato nel 2001 da Jacques-Antoine Granjon, dal 2006 protagonista di un’escalation europea a suon di acquisizioni. A fine 2018 erano sei i siti di vendite-evento del gruppo attivi in 14 nazioni, con 72 milioni di soci, 4,5 milioni di visitatori unici al giorno, 120 milioni di prodotti commercializzati e ricavi per 3,7 miliardi di euro nel 2018 (+12%). Un gigante che ora trova compattezza e nuove prospettive come entità unitaria, Veepee appunto, scommettendo sullo shopping esperienziale, sul lifestyle, sui giovanissimi con l’app Veepeez e anche sui bambini. Soprattutto in Italia questo settore per Veepee è strategico: nel 2018 sono stati venduti nel nostro Paese quasi 1,5 milioni di pezzi e superati i 390mila ordini, con un aumento del 44% contro, per esempio, il +21% della moda. Nel biennio precedente

Barbie vince l’oscar del Cfda Il kidswear su vente-privee (ora Veepee) in Italia nel 2018

l’incremento è stato del 37%, con un +22% nel numero di vendite. «La nostra customer base è molto femminile - commenta Fabio Bonfà, regional manager Southern Europe & Latam di Veepee - e il kidswear ne risente positivamente. La crescita a doppia cifra continuerà». Nel primo trimestre 2019 sono stati già oltre 500mila gli articoli under 14 venduti: al primo posto l’abbigliamento (nel 25% dei casi comprato online almeno due volte al mese), seguito da scarpe e giocattoli. I ragazzini scelgono lo sportswear, le ragazzine il mini-me. (a.b.)

Non solo Rick Owens, Brandon Maxwell e Jennifer Lopez: ai Cfda Awards, gli oscar americani della moda, a vincere la statuetta è stata anche Barbie, che si è aggiudicata il Tribute Award in occasione del suo 60esimo compleanno. Un riconoscimento che in passato è andato nientemeno che a Michelle Obama e Tom Ford. Barbie è salita sul podio grazie alla sua influenza determinante sulla moda e sulla cultura d’oltreoceano e non solo. (a.b.)

OVS INSIEME A WWF

Con il progetto C’è di Mezzo il Mare torna il Kids Creative Lab Parte la settima edizione di Kids Creative Lab, progetto educativo di Ovs per i bambini delle scuole primarie. In sinergia con Wwf Italia, fulcro di questo Kids Creative Lab è l’iniziativa C’è di mezzo il mare, per sensibilizzare i piccoli sui danni della plastica nelle acque. Il laboratorio si svilupperà tra azioni didattiche e workshop, che si concluderanno a maggio 2020 con una giornata di pulizia di spiagge e rive di fiumi in tutta Italia. «L’attenzione alla sostenibilità e al futuro del pianeta è un tema chiave della nostra strategia», afferma Ismail Seyis, direttore generale del brand Ovs, che dal 2015 con il programma #wecare si impegna a 360 gradi a favore della moda circolare: con l’estate 2019 arriva per esempio negli store una capsule collection di costumi realizzati con materiali ricavati da bottiglie in Pet e filati Econyl (nylon rigenerato), mentre dal prossimo autunno saranno usati trattamenti “zero PP” nel denim. In generale, l’azienda punta a essere plastic-free e ha ridotto di quasi il 90% le emissioni di CO2. A novembre Ovs lancerà un’edizione limitata di T-shirt e felpe bimbo in biocotton Ovs x Wwf. (c.bo.)

NUOVI OPENING IN ITALIA

Prénatal: quattro nuovi store aperti in meno di un mese Tempo di nuovi opening per Prénatal, insegna fondata in Francia nel 1947, sbarcata in Italia nel 1963, acquisita nel 1996 dal gruppo italiano Artsana e oggi parte del Prénatal Retail Group insieme a Toys Center, Bimbo Store e King Jouet. Sono infatti stati avviati punti vendita a Genova Sestri, dove è stato aperto uno spazio di oltre 1.000 metri quadri, Settimo Torinese (800 metri quadri nel parco commerciale Settimo Cielo), Brindisi (600 metri quadri presso Toys Center) e, ultimo in ordine di tempo sempre da Toys Center, Novara: uno store di 400 metri quadri in corso Vercelli. Questa location si aggiunge alle oltre 160 distribuite lungo la Penisola e agli 82 negozi europei. (a.b.)

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KOC C A . I T

FALL-W IN T ER - 1 9 - 20


PITTI BIMBO 89

NUOVO PROGETTO PER DEAN E DAN CATEN

Retro-future per Dsquared2 arriva la linea Sport Edtn.01 A novembre debutta sul mercato, prodotta da Brave Kid, la nuova linea unisex che si ispira al meglio dello sport anni 70 e 90 rivisitato in chiave irriverente in perfetto stile del marchio dei fratelli canadesi. Tute, short e felpe alla base dell’offerta

Ph. Achim Lippoth

Cresce il mondo Dsquared2 boys and girls, che si arricchisce di un nuovo progetto battezzato Sport Edtn.01, al debutto sul mercato a partire da novembre. Nei piani, la linea prodotta e distribuita da Brave Kid, diventerà un progetto continuativo destinato a evolversi stagione dopo stagione. Si tratta di una collezione sportiva e colorata: l’ispirazione è un mix di momenti diversi nella storia dello sport degli anni 70 e 90, con rivisitazioni in chiave ultra contemporanea e spunti irriverenti e playful, nel più puro stile Dsqaured2. Il segno distintivo scelto per questa produzione che potremmo definire come una Resort sport 2020, è il logo, con la classica foglia dell’acero canadese, patria dei due designer fondatori di Dsquared2 Dean e Dan Caten, mentre su ogni capo si ripete la scritta Sport Edtn.01. A livello di prodotto si parte da una base unisex, scelta che privilegia l’intento

Retail e omnichannel nel piano di rilancio di Preca Brummel

funzionale dei capi: tute, tee, short e felpe, ma non mancano declinazioni più specifiche come i top per lei, anche con frange super sporty glam. E poi sneaker, costumi da bagno e cappellini concludono l’offerta. I colori invece, decisamente bold e pop, anche in accostamenti shock, ricordano la potenza visiva delle epopee olimpiche degli anni ’90 trasmesse da megaschermi catodici. (an.bi.)

Il gruppo Preca Brummel, a cui appartengono i marchi Brums e Mek, è in fase di rilancio, dopo aver ottenuto l’omologa al concordato con continuità aziendale. Il piano di ristrutturazione presentato per il quinquennio 2018-22 prevede tre macro aree di lavoro focalizzato sul settore retail: il rinnovamento dell’immagine dei negozi, lo sviluppo della rete di distribuzione a livello nazionale ed internazionale e la valorizzazione delle vendite omnichannel. Il progetto di restyling ha già coinvolto alcuni punti vendita, tra cui Brums Orio al Serio, nel centro commerciale Orio Center. Sempre in Italia new opening ad Alassio e a Torino, mentre il focus all’estero è su Russia e Medio Oriente, dove si sono concentrati una serie di aperture negli ultimi mesi.

DALLA LINEA JUNIOR IL 6% DEI RICAVI

Stone Island: a Milano arriva il primo store dedicato al bambino

Stone Island si mette alla prova nel bambino. Dopo l’apertura in corso Matteotti a Milano di un nuovo flagship store tutto dedicato alla collezione maschile, il marchio che fa capo a Sportwear Company ha deciso di trasformare lo storico punto vendita di corso Venezia 12 nel primo monomarca completamente riservato a Stone Island Junior. «Nel 1999 questo fu il nostro primo monomarca - ricorda il numero uno del brand Carlo Rivetti - e non ci piaceva l’idea di abbandonarlo. Abbiamo deciso di donargli una seconda vita con il progetto Junior, un segmento che per noi vale il 6% del fatturato». Per diventare il nuovo punto di riferimento per bambini e i ragazzi dai 2 ai 14 anni, lo store è stato rinnovato completamente, a cominciare dalla parte

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frontale dello spazio caratterizzata da due armate di manichini che rendono a colpo d’occhio la sintesi dell’intera collezione. Ancora è presto per dire se se questo test porterà in futuro all’apertura di altri punti vendita riservati alla collezione, pensata per i bambini e i ragazzi dai 2 ai 14 anni. «Dal childrenswear ci aspettiamo ulteriori sviluppi - prosegue Rivetti -. Nelle ultime stagioni ha continuato a crescere organicamente, proprio come la linea per adulti». (an.bi.)


DESIGNERS' BRANDS SPRING-SUMMER 2020

PRÊT-À

JOUER

LE GRIFFE INTERPRETANO LA MODA JUNIOR CON CREAZIONI RAFFINATE E ORIGINALI, TRA UN'ATTITUDINE COUTURE E UNA FORTE IDENTITÀ. UNO SGUARDO ALLE COLLEZIONI DELLA PRIMAVERA- ESTATE 2020 ALL'INSEGNA DI UNA RICERCATEZZA IN CUI COESISTONO LA TRADIZIONE DEL BEL VESTIRE, IL MEGLIO DELL'INNOVAZIONE TECNOLOGICA SUI TESSUTI E L’UTILIZZO DI MATERIALI BIO E CERTIFICATI NEL RISPETTO DELL’AMBIENTE. DI ALBERTO CORRADO

N°21 KIDS Lo stile dei boys and girls di N°21 Kids non ha nulla da invidiare al look di mamma e papà. L’estetica delle linee Transitional e Resort si traduce nel comfort e nella praticità elegante del kid. I T-dress in felpa, con bouquet di micro fiori, le T-shirt con sgargianti immagini fotografiche di tramonti sull’oceano, la maglieria a righe mixate al pizzo macramé con sfumature tropicali sono emblemi di una collezione che sa sempre sorprendere.

DKNY Mix and match per Dkny: una collezione dedicata al free time, con un'inclinazione street che strizza l'occhio al pianeta sport. La palette colori rivisita in chiave contemporanea nero, rosa e rosso per la ragazza e nero, blu e verde tropicale per il ragazzo. La contaminazione si traduce anche nel logo, con gli hashtag #nymademe e #iamdkny.

GUESS KIDS La nuova collezione Guess Kids è ispirata agli elementi naturali, in primis acqua, aria e terra, per evocare le atmosfere californiane vicine al mondo del surf e dello skateboard, con accenni rétro. Uno stile fresco e vivace, che si traduce in una scala cromatica dai tocchi neon che spaziano dal giallo al corallo, fino all'arancione. Stampe grafiche richiamano la spiaggia e le attività all’aria aperta.

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DOLCE&GABBANA I codici del dna della griffe si ritrovano nella nuova collezione, presentata a Pitti Bimbo in una casa delle bambole molto speciale. In primo piano, dunque, l'abitino della festa, il broccato rosso, i pois, i patch, il gessato, in nome di uno stile elegante ma sempre divertente. Alla voce accessori c'è solo l'imbarazzo della scelta: sneaker, sandali, ciabattine, loafer, cerchietti, borsine. Con una novità, le Dolls: quattro bambole vestite da principessine.

LITTLE MARC JACOBS Per la primavera-estate lo spirito leggero e giocoso prende il sopravvento nei modelli con maxi check e cartoomics. A riscaldare i look sono tinte come il rosso, il blu cargo e l'écru con sfumature viola, rosa e corallo, tra bon ton e cultura pop. I jeans si divertono a sfoggiare patch e gli abiti si fanno brillanti, per ragazzini e ragazzine che adorano festeggiare ed essere festeggiati.

FENDI KIDS Un design raffinato, tessuti pregiati e cura dei particolari per la versione piccole taglie di Fendi. Abiti freschi e colorati si alternano a maglie sbarazzine a capi ideali per i momenti speciali. Stampe come se fossero uscite dai libri delle bamboline di carta da ritagliare ravvivano vestiti e accessori. Le principessine della nostra epoca non possono restare indifferenti verso i modelli ad A realizzati in cotone o lino, con le scritte Fendi Family all-over o FF Karligraphy ricamata.

EMPORIO ARMANI La linea junior di Emporio Armani fa il suo ingresso alla Sala della Scherma della Fortezza da Basso durante Pitti Bimbo: c'è attesa nei confronti delle nuove proposte primavera-estate 2020, di cui circolano le prime anticipazioni. In primo piano nella collezione forme morbide, la coesistenza di colori soft e più squillanti e qua e là il logo, stampato o ricamato sulle T-shirt, da portare con gli ampi jeans délavé.

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DESIGNERS' BRANDS SPRING-SUMMER 2020

KARL LAGERFELD KIDS L'influsso del movimento artistico Bauhaus si ritrova nelle linee moderne di T-shirt, felpe con cappuccio e jeans, pezzi iconici per il tempo libero, le merende con gli amici, i giochi all’aria aperta, oppure per fare shopping con la mamma da Le Bon Marché. Un mood pulito, minimale, volutamente poco avvezzo al colore.

PHILOSOPHY DI LORENZO SERAFINI Un ritorno alla tradizione e ai suoi valori, per regalare a tutte le bambine il sogno di diventare principesse per un giorno, indossando capi romantici o ispirati alla mamma. Dalle stampe a micro fiori in georgette di seta si passa con nonchalance al mood più sportivo dell’ispirazione marina. Ampia la scelta di T-shirt e felpe logate, proposte in vari colori. La collezione copre la fascia 4-14 anni.

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ZADIG & VOLTAIRE Prendendo spunto dall’arte, dalla musica e dallo skateboarding, mondi cari alla maison francese, la collezione estiva è pensata per petit enfant sicuri di sé, che prendono la vita come un gioco e che non temono di confrontarsi con stili diversi tra loro. Parka, felpe e salopette si indossano su pantaloncini camouflage o cargo, ma non mancano tessuti iridescenti, per vestiti abbinati a un capispalla d'impronta militare.

BOSS Una palette di colori ben definita, silhouette curate nei dettagli e una qualità elevata nei tessuti. Per Boss la contaminazione tra codici dello sportswear e dell’eleganza urban è sempre più forte. Bomber e parka in tessuto lucido si abbinano ai pantaloni con elastico o coulisse, ma non mancano i completi classici per le occasioni più importanti. Tra gli accessori spiccano le sneaker con o senza lacci, con suola a volte bicolore, insieme a capi e zainetti logati.


www.malvi.net


TRUSSARDI JUNIOR for

Trussardi Junior: contemporaneità, freschezza e un dna forte IN ATTESA CHE VENGANO SVELATE LE NOVITÀ PER LA PRIMAVERA/ESTATE 2020, IL MARCHIO TRUSSARDI JUNIOR, IN LICENZA A BRAVE KID PER LA RICERCA E SVILUPPO, PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE DELLA LINEA, PRESENTA LA COLLEZIONE AUTUNNO/INVERNO 2019/2020 Per la prossima stagione fredda Trussardi Junior trae ispirazione dai mondi della marina e del college. In particolare, per la bambina il tema marina si declina in pantaloni realizzati in tessuto di lana blu con bottoni araldici e nella felpa bianca con rouge rigate in blu, bianco e rosso. Il bambino indossa felpe e T-shirt a righe bianche e blu, impreziosite dalla stampa àncora, in versione sia macro che mini. Magliette e felpe maschili si lasciano conquistare anche dal tema college, in cui le grafiche si rifanno al mondo

degli sport americani, in primis il baseball e il basket. Al femminile questa tendenza viene interpretata attraverso disegnature originali, effetto diario strappato, che danno un tocco di unicità soprattutto alla parte felperia. A completare la collezione mini-me della griffe del Levriero sono gli abiti per le occasioni formali, frutto di una cura particolare non solo nelle forme, ma anche nei tessuti: si impongono materiali classici e senza tempo, come il fresco di lana, che rendono il maschietto decisamente elegante, senza impedire la liber-

www.trussardi.com - www.otb.net/en/brave-kid

tà di movimento. Nel guardaroba delle bimbe non mancano tocchi metallici e in lurex in grado di personalizzare i piumini imbottiti, mentre gli abiti in georgette laminata e le gonne plissé sono il punto d’incontro tra delicatezza e modernità. Come accade nell’adulto, la ricetta vincente di Trussardi Junior è il perfetto connubio tra un dna forte e immediatamente riconoscibile e la capacità di captare gli stili contemporanei, creando un mix and match unico nel suo genere, che mette d’accordo grandi e piccoli.


PREVIEW SPRING-SUMMER 2020

EYE

CATCHER

C’È QUALCOSA DI SPECIALE CHE SCATTA OGNI SEI MESI, A PITTI BIMBO E NON SOLO. UN’ALCHIMIA CHE DIVENTA REALTÀ QUANDO LA RICERCA DELLE AZIENDE SU NUOVI STILI E PROGETTI INCROCIA LE ESIGENZE DI BUYER E ADDETTI AI LAVORI. UNA SCINTILLA DA CUI SCATURISCONO COLLEZIONI COLORATE, COMODE, CREATIVE, PER BAMBINI LIBERI DI GIOCARE. DI ALBERTO CORRADO

DIESEL KID

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PREVIEW SPRING-SUMMER 2020

STMA KIDS

FOLPETTO

BLAUER JUNIOR VILEBREQUIN

MIMISOL

CARRYOVER KIDS

GALLO

BAYWATCH

ARENA

NATURINO

I costumi da bagno e le linee mare delle collezioni estate 2020 sono realizzati con tessuti di altissima qualità, che offrono un’eccellente protezione solare UPF 50+ e cavalcano l’onda eco-friendly. Resistenti a cloro e creme, sono super morbidi, si asciugano in fretta e garantiscono la massima traspirabilità.

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CARRÉMENT BEAU

LULE DESIGN

PEPE JEANS JUNIOR

CHERRY PAPAYA

C’ERA UNA VOLTA

PAN CON CHOCOLATE GIOSEPPO

CASUAL GAMES

CHRISTIAN LOUBOUTIN

Un appeal urbano, combinato con elementi casual, sul leitmotiv di tessuti leggeri, per un guardaroba estivo e trasversale. La palette cromatica evidenzia l’idea di freschezza, partendo dal bianco per arrivare al sabbia, mentre al grigio, al nero, al verde militare e al navy si aggiungono toni più accesi.

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PREVIEW SPRING-SUMMER 2020

PAOLO PECORA

TWINSET GIRL

MONNALISA

GALLO

ANDREA MONTELPARE

BOBOLI

GLAMOUROUS MEMORIES

SHOT

Le it-girl e gli it-boy più cool viaggiano con un bagaglio fatto di pezzi iconici e, ça va sans dire, nelle tinte più particolari. Via libera ai pattern fiorati, declinati su fondi denim o rosa, e ai giochi di volumi e texture, mentre impalpabili tessuti come la georgette, lo chiffon, il taffetà e il satin creano codici stilistici dedicati alle occasioni speciali.

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PETIT BATEAU

BRUMS

TIMBERLAND

MEK

IDO IDO

SARABANDA

NEWBORN

MELANIA

Le collezioni 0-18 mesi e 6-36 mesi puntano su linee essenziali e su un design che non passa inosservato, in modo da permettere a mamma e figlio di avere un guardaroba coordinato fin dalla nascita. Immancabili i contenuti di funzionalità ed ergonomia, per bimbi che già da piccolissimi reclamano individualità e personalità.

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PREVIEW SPRING-SUMMER 2020

RIFLE KIDS

LE PETIT COCO

FRACOMINA

G-STAR RAW MINI MOLLY

THRILL SEEKERS

U.S.POLO ASSN.

Adatto ad ogni occasione, il denim esce dalla sua dimensione originaria di tessuto destinato ai capi da lavoro, per arricchire il guardaroba di piccoli esploratori. Declinato in tutte le forme e in tutte le tonalità del blu, che virano fino all’azzurro più chiaro, è al centro dell’attenzione nella primavera-estate 2020.

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HERNO KIDS

BILLYBANDIT

IZIPIZI

BOMBOOGIE FREEDOMDAY JUNIOR

WIND BREAKER

BIKKEMBERGS

Anche il mondo del bambino è invaso dagli intramontabili nylon ultralight degli imbottiti in piuma o in ovatta termica, perfetti per le fresche giornate primaverili. La novità di questa stagione è l’antipioggia traspirante e antivento, con dettagli high-tech e dinamiche zip.

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PORTRAITS

ANNE VALÉRIE HASH

UN RITORNO ALLA RIBALTA IN MINI TAGLIE, PENSANDO ANCHE ALLA DONNA Esperienza internazionale, visione e know how: sono le caratteristiche della stilista francese Anne Valérie Hash che hanno fatto breccia sul marchio per bimbi e mamme Bonpoint, di cui è neo-direttrice creativa. L'azienda in mano alla holding Epi è in una fase di grandi cambiamenti e alla ricerca di un ceo DI ELISABETTA FABBRI

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nne Valérie Hash è il nuovo direttore creativo di Bonpoint, al posto di Christine Innamorato, che era stata portata in azienda dalla co-fondatrice del marchio francese di abbigliamento per bimbi e mamme, Marie-France Cohen, nel 2006. Un segnale di cambiamento per la realtà in capo alla holding familiare Epi e probabilmente le novità non terminano con lo stile, dal momento che in maggio è arrivato l’annuncio dell’uscita di scena della chief executive Marie-Sabine Leclercq, al vertice da metà 2017 che, mentre scriviamo non è ancora stata sostituita (l'incrico ad interim è passato a Christian Piat, già boss di Epi in Asia). «Di Anne Valérie apprezziamo l'esperienza internazionale, la visione creativa e il know how - aveva detto Leclercq alla nomina della Hash -. Sono sicura che saprà interpretare alla perfezione i nostri valori». Ma è evidente, visto il curriculum della neo incaricata alla direzione creativa, l’intento di dare un impulso al segmento woman, che nel 2018 ha portato anche al lancio di una nuova linea, Bonpoint Paris, espressione di un lusso contemporaneo e discreto. Hash - francese, classe 1971 - è nota per i virtuosismi nei tagli e per il sapiente uso del tulle e del pizzo. Tanto che è stata la prima di una serie di stilisti a essere invitata con il suo marchio a sfilare durante la settimana dell'Alta Moda di Parigi, nonostante non avesse i requisiti tradizionali per essere riconosciuta come appartenente alla Haute Couture. Il debutto uffciale risale al 2001, con il lancio del brand

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eponimo. Prima studia all'École des Arts Appliqués Duperre (1992) e presso la prestigiosa École de la • Nasce a Parigi nel 1971 Chambre Syndicale de la Couture Parisienne (1995). Dalla teoria • Nel 1992 comincia la sua formazione nella passa alla pratica presso blasonate moda alla École des Arts Appliqués Duperre, masion francesi come Nina Ricci, seguita dagli studi alla École de la Chambre Chloé, Christian Lacroix e ChaSyndicale de la Couture Parisienne (dal 1995) nel. Per il suo talento nel 2003 vince • Nel 2001 lancia il suo marchio, che debutta l’Andam Prize: sarà il primo di una con la Spring-Summer 2002 serie di onorificenze, tra le quali anche quella assegnata dal ministero • Nel 2003 vince il suo primo premio, della Cultura per il suo contributo l'Andam Prize all’arte in Francia. Nel 2008 decide di lanciare una propria linea per le • Nel 2008 entra nel calendario della Haute bambine, Mademoiselle. Nel 2014 Couture di Parigi la decisione di esplorare nuove pro• Il 2014 è l'anno della messa in pausa del suo spettive, comunicata al mondo con business per seguire il brand Comptoir des la collezione Spring-Summer 2014, Cotonniers intitolata Pause. Lo stesso anno, infatti, la stilista annuncia di essere • Nel marzo 2019 l'annuncio della sua nomina a stata chiamata al design di Comdirettore creativo di Bonpoint ptoir des Cotonniers, marchio francese di proprietà del colosso giapposuo senso per la moda, tratto dal sito ufficianese Fast Retailing, dove Hash anticipa i le della designer: «Il fashion design è un'arte tempi nello scommettere sulla tendenza del complessa, che richiede anni di studio per mini-me, lo stile che si trasmette di madre essere padroneggiata. Alcuni elementi esin figlia (ricordate la campagna interpretata senziali non dovrebbero mai essere trascurada Charlotte Gainsbourg e dalla figlia Aliti. Qualsiasi tipo di indumento o accessorio ce?). Si torna a parlare di lei nel 2016 (anno dovrebbe basarsi su quattro elementi: sildel termine del contratto con Comptoir des houette, cuciture, colore e texture dei tessuti. Cotonniers) quando a Calais, il museo Cité Il fatto che siano tutti presenti può aiutare a de la dentelle et de la mode le dedica la far sì che i capi piacciano a una moltitudine mostra Anne Valérie Hash. Décrayonner. In attesa del suo debutto con Bonpoint ecco il di persone». ■


ALICE PI for

Alice Pi: un mondo tutto da scoprire e riscoprire ALICE PI DÀ SPAZIO ALLA CREATIVITÀ E LIBERA IL POTENZIALE GIOIOSO E GIOCOSO CHE È LATENTE IN OGNI BAMBINO, PUNTANDO SU UN’EVOLUZIONE NELLA CONTINUITÀ Bellezza ed eleganza dei capi, morbidezza e pregevolezza dei tessuti impiegati, uso magistrale dei colori e delle forme: come spiega Luca Cappelloni, project & export manager di Alice Pi, «i valori del brand sono il punto fermo di un nuovo processo gestionale, all’insegna di un rilancio operativo e commerciale che li mette ancora più in primo piano». Al centro c’è più che mai il bambino, con i suoi oggetti del desiderio che spesso travalicano gli ordinari spazi percorsi dall’adulto. Il suo è un mondo fatto di spensieratezza, divertimento, poesia, sogno, bellezza, qualità, armoniosità, semplicità, praticità, novità, unicità e caratterizzazione. Le collezioni Alice Pi, già apprezzate per la bellezza, la qualità, la cura dei dettagli e i materiali, si arricchiscono di nuovi spunti: viene introdotta una speciale collezione junior insieme a un prodotto giornaliero, grazie all’inserimento nell’ufficio stile di

Daniela Caprioni, che avrà il compito di puntare all’ideazione, realizzazione e valorizzazione di questa nuova linea. Vengono inoltre confermate le altre due storiche stiliste, Serena Vannucchi e Alice Minacci, che come sottolinea Luca Cappelloni dovranno saper abbracciare l’evoluzione, mantenendo l’anima del brand. Una filosofia rinnovata che punta a un più stretto legame tra le esigenze imprenditoriali e quelle di uno stile in continuo divenire. In primo piano ricerca, sviluppo e formazione, oltre a un potenziamento dei controlli qualitativi, della logistica e dell’esplorazione di nuovi mercati. La produzione, dunque, resta il cuore della gestione aziendale, ma viene dato uno spazio più ampio a una creatività contemporanea, in cui la poesia e il gioco trovano un punto di congiunzione con la praticità, in un insieme armonico di elementi di pregio.

Alice Pi. www.alicepi.it


Q&A A CURA DI ANDREA BIGOZZI

BUYER E TREND SETTER

PUPI SOLARI

«AI LOGHI PREFERISCO LA SEMPLICITÀ MA CHE FATICA FARE TUTTO DA SÉ»

Il magazine di news, business e trend

Direttore Responsabile e Amministratore Delegato

Per la fashion community italiana è un’icona, ma lei si definisce semplicemente una bottegaia. Pupi Solari, 92 anni e 50 di attività, è a Pitti Bimbo per ritirare il premio alla carriera. E si racconta: «A Firenze vado con la famiglia e le ragazze del negozio, per vincere l’imbarazzo». «Questo mestiere? Bello, ma faticoso: oggi creare uno spazio come il mio, che non insegue i loghi ma uno stile personale, non è facile». «Io stilista? No, ho solo un gusto deciso». Il premio alla carriera a Pitti Bimbo, che effetto le fa? Sono grata agli organizzatori: è un premio che non mi aspettavo affatto e che mi gratifica, ma a dire il vero genera in me anche un certo imbarazzo. Così ho deciso di trasformare questa occasione in una festa di famiglia: il 20 giugno a Firenze ci andrò con le ragazze che lavorano in negozio, i miei figli, Marco e Andrea, e le mie nipoti. Con tutti loro intorno sono certa che l’imbarazzo si allevierà. Eppure dovrebbe esserci abituata: a Milano il mese scorso nel negozio di piazza Tommaseo c’è stata la festa per i 50 anni di attività... È stato un bel momento. Sono venute tantissime persone, soprattutto tra le mie clienti storiche. Purtroppo non sono riuscita a ricreare con le mamme 20-30enni lo stesso feeling avuto con quelle delle generazioni precedenti. Oggi vesto i nipoti delle nonne, più che i figli delle mamme. Ma non mi stupisce: io non ha mai seguito le mode, le nuove generazioni, invece, forse le subiscono un po’ troppo. Un anno fa ha ceduto i punti vendita uomo e donna al suo fornitore di cashmere, tenendo per sé solo quello bimbo e sposa. Si è pentita? No, mai. Ho deciso così non solo perché ho 92 anni, ma perché non mi sentivo più in sintonia con la moda donna di oggi: è troppo esasperata e non mi rappresenta. Ho pensato che era meglio concentrarmi sul bambino, da cui 50 anni fa è iniziato tutto, e sulla sposa. Questo mestiere la impegna ancora molto? Sì, anche perché il mio negozio devo sempre inventarmelo completamente, visto che il mercato segue una direzione diversa: per me i bambini devono vestire da bambini e non scimmiottare gli adulti. Trovare collezioni adatte al mio gusto è tutt’altro che semplice.

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Amo l’artigianato, non la massificazione. Anche per questo sono felice di portare a Pitti Bimbo le mie ragazze, così potranno guardarsi intorno e capire che creare un luogo come il mio oggi non è facile.

Marc Sondermann (m.sondermann@fashionmagazine.it) Caposervizio

Alessandra Bigotta (a.bigotta@fashionmagazine.it) Redazione

Andrea Bigozzi (a.bigozzi@fashionmagazine.it) Elisabetta Fabbri (e.fabbri@fashionmagazine.it) Carla Mercurio (c.mercurio@fashionmagazine.it) Angela Tovazzi (a.tovazzi@fashionmagazine.it) Realizzazione grafica

Nadia Blasevich (n.blasevich@fashionmagazine.it) Carlo Maraschi (c.maraschi@fashionmagazine.it) Fashion Editor

Alberto Corrado (a.corrado@fashionmagazine.it) Collaboratori

Elena Azzola, Mariella Barnaba, Cristiana Bonzi, Peppe Orrù (Londra), Giuliana Poletto (Parigi), Cristiana Lopez (New York) Pubblicità e promozione

Con quanti marchi lavora? Molto pochi. Quelli importanti saranno una decina. Arriviamo a 18, considerando le aziende che ci forniscono accessori vari e giocattoli. Ho sempre comprato molto da pochi. Quali sono le aziende che in questi 50 anni si sono rivelate i migliori compagni di viaggio? Difficile scegliere. Per i neonati Kriss è la più brava, anche Mariella Ferrari fa un bellissimo lavoro, così come Confezione Fiore e Amaia per i cappotti. Anche Le Nouveau Né è un marchio che è stato davvero importante per me. Non ci sono stilisti nell’elenco: non le piacciono? Questo non è mai stato il negozio delle griffe, era il mio modo di lavorare a escluderlo: preferivo trattare direttamente con i titolari delle aziende fornitrici e questo con le case di moda non sarebbe stato possibile. A lungo ho venduto Aspesi, era il migliore per quanto riguarda il maschietto. Peccato che a un certo punto Alberto Aspesi, che è un grande amico, ha deciso di non produrre più il bambino.

Senior Digital Advisor

Stefania Navaretti (s.navaretti@fashionmagazine.it) Special Projects

Matteo Ferrante Veneziani (m.veneziani@fashionmagazine.it) Assistente di direzione

Valentina Capra (v.capra@fashionmagazine.it) Amministrazione

Cristina Damiano (c.damiano@fashionmagazine.it)

Edizioni Ecomarket Spa Redazione, Amministrazione, Pubblicità: piazza Pio XI 1, 20123 Milano telefono: 02 80620-1 telefax: 02 80620-444 (redazione) - 02 80620-333 (pubblicità e abbonamenti) Edizioni Ecomarket Spa Fashion - Il magazine di news, business e trend Registrazione presso il Tribunale di Milano n. 389 del 6-11-1970 Iscrizione n. 1418 al ROC Registro Operatori della Comunicazione È vietata la riproduzione anche parziale Articoli, disegni e fotografie, anche se non pubblicati, non verranno restituiti © Fashion 2019 Edizioni Ecomarket - Milano Abbonamento annuale 199,00 e (quindicinale) - c/c postale n. 16879207 È possibile richiedere gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo a: Edizioni Ecomarket Spa - servizio abbonamenti - piazza Pio XI 1 - 20123 Milano Numeri Arretrati: 16,00 e cad L’editore garantisce che i dati forniti dai sottoscrittori degli abbonamenti vengono utilizzati esclusivamente per l’invio della pubblicazione come quelli relativi agli invii in omaggio non vengono ceduti a terzi per alcun motivo. Garanzia di riservatezza per gli abbonati in ottemperanza al D. Lgs. n.196/2003 (tutela dati personali)

Si è mai sentita una stilista? No, sono solo una brava compratrice. Ho un gusto sicuro. Ma se si trattasse di creare, finirei con il copiare quello che c’è già. Il segreto del suo successo quindi è essere brava a scegliere? La considero una dote fondamentale, che non mi ha mai abbandonata. Certo, di errori negli acquisti ne ho fatti anche io, eccome.

Barbara Sertorini (b.sertorini@fashionmagazine.it) Laura Pianazza (l.pianazza@fashionmagazine.it)

Stampa: Vela Web Srl - Via Copernico 8 - 20082 Binasco (Mi) MDM Milano Distribuzione Media Srl

Fashion fa parte del Gruppo DFV Verlagsgruppe Deutscher Fachverlag www.dfv.de Le altre testate moda del gruppo sono: TextilWirtschaft, Frankfurt; TextilJurnal, Praha; Sportswear International, Frankfurt; ÖTZ Österreichische Textil Zeitung, Wien; DivatMarketing, Budapest; Images Business of Fashion, New Delhi.


CAREERS A CURA DI ANGELA TOVAZZI

Cheryl Abel-Hodges prende le redini di Calvin Klein

Kenzo volta pagina: dopo otto anni la coppia Leon e Lim lascia la direzione creativa Cambio della guardia da Kenzo. Dopo otto anni sotto l’egida creativa di Humberto Leon e Carol Lim - che avevano preso il testimone da Antonio Marras nel 2011 - il marchio nell’orbita di Lvmh si divide dal duo stilistico. La coppia di designer presenterà l’ultima collezione Kenzo il 23 giugno, durante la fashion week parigina dedicata al menswear, e dal primo luglio tornerà a occuparsi del proprio store-marchio newyorchese Opening Ceremony, fondato nel 2002. Durante il loro mandato, Humberto&Carol hanno modernizzato il brand, che si prepara a festeggiare i 50 anni, avviando numerose collaborazioni creative e traghettandolo nell’era digitale, grazie anche alla loro expertise in qualità di retailer.

Una ex Balenciaga ai vertici di Carven

Cédric Charbit nell’esecutivo di Kering Dal prossimo primo luglio Cédric Charbit, boss di Balenciaga, entra a far parte del Comité exécutif di Kering, che controlla la maison. Un riconoscimento per il manager francese, 41 anni, dopo due anni di forte crescita del marchio disegnato da Demna Gvasalia, che in base ai dati del primo trimestre 2019 sta trainando la voce di bilancio “altri marchi” del gruppo d’oltralpe.

In attesa di sapere chi prenderà le redini creative di Carven dopo l’uscita di scena di Serge Ruffieux, dal gruppo cinese Icicle (che ha acquisito la maison lo scorso ottobre con un deal da 4,2 milioni di euro dopo la bancarotta) arriva l’annuncio della nomina a general manager di Daphné Cousineau. Di nazionalità franco-canadese, l’executive proviene da Balenciaga, dove da due anni era presidente Emea e membro del comitato esecutivo. Nel suo curriculum, partito con un’esperienza presso McKinsey & Co., spiccano anche esperienze in Valentino, Celine e Lanvin, oltre a consulenze a livello internazionale. Riporterà a Shawna Tao, ceo di Carven.

Pvh, società cui fa capo Calvin Klein, ha scelto una manager interna al gruppo per rilanciare il brand. Si tratta di Cheryl Abel-Hodges, che assume il ruolo di ceo di Calvin Klein al posto di Steve Shiffman, lo stesso che aveva arruolato Raf Simons come direttore creativo. A due anni dall’uscita del designer, il marchio sta attraversando una fase critica: è stata interrotta la produzione della collezione prêt-à-porter, chiuso lo storico flagship newyorchese in Madison avenue, smantellata la sede italiana e tagliati 50 posti di lavoro a New York. Cheryl Abel-Hodges, che in precedenza ha ricoperto i ruoli di presidente per la divisione Calvin Klein North America e di The Underwear Group, riferirà al neopresidente di Pvh, Stefan Larsson. Intanto prosegue la ricerca di un nuovo creative director.

L’a.d. Fabio Gnocchi esce da Aspesi Dopo due anni alla guida di Aspesi, l’amministratore delegato Fabio Gnocchi lascia il brand nell’orbita del fondo di private equity Armonia per ragioni personali. Ad annunciarlo è stata la società stessa, che lo ha ringraziato per il lavoro svolto e «per aver gettato le basi per una crescita ancora più importante di Aspesi nel futuro». Durante il suo mandato Gnocchi ha rivisto la supply chain e seguito la relocation del monomarca di Milano, trasferitosi in via San Pietro all’Orto. L’azienda, che ha archiviato il 2018 con un giro d’affari intorno ai 48 milioni di euro, prevede di raggiungere gli 80 milioni nel giro di cinque anni.

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PEOPLE VERONICA BERTI BOCELLI A PITTI BIMBO CON CHOPARD

«SOLIDARIETÀ È GIOIA DI CONDIVIDERE» Divisa tra il ruolo di madre, moglie di Andrea Bocelli nonché sua manager, Veronica Berti è anche vicepresidente della fondazione benefica intitolata a suo marito, che segue iniziative volte ad aiutare le persone in difficoltà. Tra queste, la ricostruzione di una scuola in un paese delle Marche colpito dal terremoto. Un progetto che viene presentato al salone fiorentino DI CARLA MERCURIO

Moglie, madre, supersportiva, manager di suo marito e vicepresidente della Andrea Bocelli Foundation: come si tengono insieme così tante cose? Provo a conciliare ruoli pubblici e privati, professionali e familiari. Il problema sono i risultati, che talvolta rischiano di essere non soddisfacenti. La maternità è una dimensione che sento molto, ma quella professionale è una parte rilevante della mia vita. Sono orgogliosa di poter dire che mi guadagno da vivere, anche se naturalmente faccio una vita meravigliosa. Credo sia importante che ogni donna individui il proprio ruolo nella società. A Pitti Bimbo presenta con la Andrea Bocelli Foundation (Abf) il progetto di ricostruzione di una scuola a Muccia, paese marchigiano colpito dal terremoto... Muccia è uno degli splendidi centri delle Marche, purtroppo tra i più colpiti dal terremoto del 2016. Ancora oggi oltre il 90% delle abitazioni risultano inagibili. Abbiamo voluto restituire al paese la sua scuola d’infanzia e primaria: una struttura moderna, funzionale, antisismica ed ecosostenibile, intorno alla quale l’intera comunità potrà ripartire. L’intervento è costato circa un milione e mezzo di euro. Alcuni mesi fa abbiamo fatto una promessa ai bambini di Muccia: edificare per loro una scuola bella e sicura in 150 giorni. Oggi la struttura è pronta. E la promessa mantenuta. Al vostro fianco c’è Chopard: quale il ruolo della maison nell’iniziativa? La realizzazione della nuova scuola è stata possibile grazie al prezioso, generoso supporto di alcuni partner, quali appunto Chopard. Una realtà imprenditoriale amica della fondazione e che con Abf condivide prima di tutto una

gerarchia di valori. Un’ottima compagna di viaggio, grazie alla volontà comune di fare del bene agli altri. Come mai avete scelto la ribalta di Pitti Bimbo per presentarla? Perché è una bella occasione, frutto di positive sinergie e portatrice di un significato anche simbolico importante. Insieme a Chopard presentiamo il progetto con una mostra fotografica che racconta il viaggio di ricostruzione della scuola. Una struttura edificata intorno alle esigenze dei bambini e della comunità. Ci auguriamo che tale format vincente possa essere preso ad esempio da altre realtà. Non è la prima volta che sostenete un paese colpito dal terremoto delle Marche. L’anno scorso è stato inaugurato un progetto gemello a Sarnano: in quel caso abbiamo edificato la locale scuola secondaria, che oggi è un vivacissimo vivaio di saperi. Che effetto le fa gestire una fondazione che segue progetti volti ad aiutare le persone in difficoltà, tra Italia e Paesi in via di sviluppo? Io offro il mio contributo, con impegno e passione. La fondazione però è gestita da un team di professionisti. È come un “laboratorio vivo”, dove sono valorizzate le singole competenze. La sensazione è sempre quella di non fare mai abbastanza, anche se i numeri delle persone che beneficiano dei progetti Abf iniziano a essere importanti. Come sottolinea mio marito, prendersi cura delle persone è un atto d’intelligenza, un percorso che tutti dovremmo percepire come senza alternative. Perché la solidarietà è gioia di condividere. E senza solidarietà non c’è accoglienza, non si superano le diversità, non c’è empatia.

Il suo ruolo l’ha portata a tenere uno speech alle Nazioni Unite: quali emozioni ha provato in un’occasione così formale? Sono rientrata da quella esperienza ancora più felice d’essere donna, riconoscente verso le tante eroine dei giorni nostri, il cui esempio può rappresentare la scintilla d’un circolo virtuoso, in ogni ambito della società. Qual è stato il progetto più importante finora seguito con la fondazione? In alcuni casi, come nelle iniziative legate alle scuole, agli ospedali, alla distribuzione dell’acqua negli slum di Haiti, l’impatto può essere emotivamente più forte. Ma la verità è che teniamo a ogni progetto, proprio perché esprime la medesima mission, “Empowering people and communities”. Cioè la volontà di adoperarci affinché a ciascuno sia offerta l’opportunità di esprimersi al meglio delle proprie capacità, creando opportunità di crescita e di valorizzazione del talento. Nella fondazione c’è anche una sezione che opera nell’ambito della ricerca scientifica e tecnologica: su cosa state lavorando? Si tratta del progetto “Challenges” che prosegue, in collaborazione con il Mit di Boston e con prestigiosi atenei italiani, con la finalità di progettare un device in grado di accrescere l’indipendenza delle persone non vedenti. Lei e Andrea Bocelli avete una figlia di 7 anni, Virginia: cosa le piace indossare? Per il momento sceglie la mamma. Ma Virginia sembra avere già le idee chiare e i suoi gusti non sono in contrasto coi miei. Si diverte, talvolta, magari per un saggio di danza o in un’occasione speciale, a sfoggiare capi più elaborati o eleganti o sgargianti, ma usualmente ricerca quell’equilibrio tra grazia e comodità che vale per piccoli e grandi. ■

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RED CARPET A CURA DI CARLA MERCURIO

PITTI UOMO 96

NON C’È EXPERIENCE SENZA LOCATION SPECIALE Firenze ha prestato il suo volto migliore alla moda di Pitti Uomo, a fare da sfondo agli eventi in scena, con le sue meravigliose location. Come Villa Palmieri, dove Boccaccio ha ambientato la terza giornata del suo Decameron, scelta da Clare Waight Keller per presentare il menswear di Givenchy, in un riuscito mix di passato, presente e futuristiche intepretazioni dell’heritage della maison. In piazza della Signoria, dove Salvatore Ferragamo ha ambientato la sua prima sfilata maschile sotto la direzione creativa di Paul Andrew (coadiuvato dall’head of menswear, Guillame Meilland), spiccava la fontana del Nettuno, fresca di restauro a opera della maison. Le Pagliere, un tempo deposito di fieno per il bestiame, è stato l’ideale background per l’esordio della collezione di abbigliamento dell’artista statunitense Sterling Ruby: un patchwork di tessuti, stili e suggestioni. Protagonista con il debutto della sua collezione uomo, Marco De Vincenzo ha selto il Tepidarium del Roster, mentre Msgm ha brindato ai suoi dieci anni al Mandela Forum.

Paul Andrew, direttore creativo di Ferragamo, e Guillame Meilland

Un momento dello show di Sterling Ruby

Massimo Giorgetti saluta dopo la sfilata di Msgm

Clare Waight Keller, ospite speciale al salone con la collezione menswear di Givenchy

Marco De Vincenzo festeggia il lancio del suo menswear

Yushan Li e Jun Zhou, stilisti di Pronounce

ISTITUTO MARANGONI

LUISAVIAROMA

UNEXPECTED: IL BELLO DELL’EFFETTO SORPRESA

90 ANNI TRA STAR E TOP MODEL: VINCE IL FORMAT BY ROITFELD

Un itinerario fatto di suggestioni e traiettorie culturali, da cui sono scaturiti capi disegnati per i consumatori di oggi: la sfilata di Istituto Marangoni a Firenze, dal titolo Unexpected, ha visto sotto i riflettori le creazioni dei primi diplomati del corso triennale in Fashion Design. Dieci upcoming designer tra cui si è imposta Jinyang Mana, vincitrice con abiti disgnati per donne che hanno qualcosa da dire e nessuna paura di mostrarsi.

Un investimento di 5 milioni di euro, 90 capi iconici di 70 supermarchi, con concerto finale di Lenny Kravitz. Piazzale Michelangelo è stato lo scenario ideale per il mega evento che ha suggellato i 90 anni di LuisaViaRoma, sotto la sigla di Cr Runway, il format annuale ideato da Carine Roitfeld, che ha debuttato in questa occasione. L’happening, al quale sono stati invitate 3.700 persone, è stato tutto un viavai di ospiti speciali. Così come erano speciali le modelle in passerella: a partire da Gigi Hadid, in apertura di défilé, seguita da sua sorella Bella e da Irina Shayk. E poi ancora Mariacarla Boscono, Lara Stone, Alessandra Ambrosio, Stella Maxwell e via discorrendo.

Bella Hadid

Irina Shayk

Jinyang Mana, prima classificata al fashion show

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Carine Roitfeld, Virgil Abloh e Andrea Panconesi

Lenny Kravitz

Gigi Hadid




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