FlipPage Fashion n 7 2018

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Anno 49 | N°7 del 12.06. 2018 | quindicinale | € 8,00 | www.fashionmagazine.it

E H I S SI D GL IN EN ION RS VE

Il magazine di news, business e trend

Engaging

Millennials

Mentre cambiano i paradigmi del business, è tutta una rincorsa a colpire l’immaginario dei giovanissimi

Nella foto: Marcelo Burlon per Fashion



N° 7 12 GIUGNO 2018

SOMMARIO

www.fashionmagazine.it

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L’EDITORIALE

PROTAGONISTI

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«A 70 anni con tanto futuro ancora da costruire»

CLAUDIO MARENZI/HERNO

13 MARIE HONDA/COS «A Pitti con il nostro nuovo uomo» 17 ANDREA E LUIGI LARDINI «Fieri di noi, ma la sfida continua» 23 PITTI UOMO 94 A Firenze lo scibile del lifestyle maschile. Largo anche all’outdoor In copertina

Giacca a vento in tessuto tecnico con dettagli in ripstop e patch Marcelo Burlon County of Milan x NBA Chicago Bulls. Photo by Bratislav Tasic

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24 PITTI UOMO 94 Chi sarà il prossimo Demna Gvasalia? 28 PITTI UOMO 94

ROBERTO CAVALLI

Paul Surridge alla prova dell’uomo

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34 PITTI UOMO 94/

GRUPPO PIQUADRO

«La famiglia si allarga con Lancel»

38 PITTI UOMO 94/60TH RIFLE «E ora guardiamo ai giovani» 40 PITTI UOMO 94/LA MARTINA «Pronti a raccontarvi il new deal»

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46 PITTI UOMO 94/DIEGO M «Avanti tutta con l’uomo» 58 PITTI UOMO 94/SIVIGLIA «Un evento speciale per le nostre icone» 63 WHAT’S NEW@

MILAN FASHION WEEK

«Il dovere di sfilare non esiste più» 12_06_2017

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N° 7 12 GIUGNO 2018 www.fashionmagazine.it

SOMMARIO

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148 BUSINESS

70 WHITE MAN&WOMAN Tutto esaurito nelle location del Tortona district

72 MARCO BALDASSARI/ELEVENTY «Portiamo il nostro responsible luxury in tutto il mondo»

87 RETAIL 4.0 Un futuro chiamato wow service

74 PARIS FASHION WEEK Tra Kering e Lvmh è caccia all’uomo 76 BERLIN FASHION WEEK Saloni come contenitori di esperienze

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79 BUYERS’ SURVEY/S-S 18 Se il mercato (stabile) lo fa la T-shirt

95 FINANCIAL ANALYSIS Tutto quello che i margini non dicono 102 NEW MENSWEAR La parola d’ordine è ibridazione 109 CROWDFUNDING I fondi scarseggiano? Parte la colletta online 115 PITTI FILATI 83 High-tech e creativi: una sfida necessaria

TREND

121 PREVIEW MENSWEAR

SPRING-SUMMER 2019

Sketching 125 PREVIEW MENSWEAR

SPRING-SUMMER 2019

Ri(e)voluzione

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148 MARCELO BURLON «Sono ancora il Marcelo di 20 anni fa» 154 PREVIEW SNEAKER

SPRING-SUMMER 2019

Modern running

156 OPENINGS & RESTYLINGS 158 BRAND TO WATCH

PEOPLE

162 PORTRAITS/STEPHANIE PHAIR Una veterana del digital ai posti di comando del Bfc 164 CAREERS 166 Q&A/FEDERICO CURRADI «Sono un creativo puro e amo Johnny Cash» 168 ENGLISH VERSION 177 FASHION PEOPLE 178 RED CARPET

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Me and my Paul&Shark.

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Con la 94esima edizione di Pitti Uomo si delinea in modo sempre più chiaro una fase nuova del modo di vivere e di presentare la moda. I giorni in cui un selezionato drappello di compratori e di espositori si confrontavano serratamente su lotti, prezzi e condizioni di consegna sono ormai irrimediabilmente tramontati. Lo stesso vale per la sfilata in senso stretto, che vede sempre più ridotta la sua utilità pratica. Viviamo invece in un’epoca in cui i confini tra i rispettivi ruoli sono labili e anzi più si accavallano e si intersecano, più valore generano. Le collaborazioni in cui un negoziante prestato al mestiere di stilista si occupa di ringiovanire un brand fortemente iconico, come nel caso azzeccato di Nick Wooster per Paul&Shark, sono sintomatiche, ma si possono citare tanti altri esempi. Come quello di Herno, che ha ingaggiato un drappello di talentuosi studenti del Polimoda per ideare capi da far confezionare alle proprie maestranze nel corso di un evento happening della durata di tre giorni. Simile è l’approccio con cui torna sotto i riflettori Rifle, che ha affidato al vincitore di un apposito contest tra i giovani talenti dell’istituto fiorentino la creazione di una capsule esposta in Fortezza. Non per ultimo è da menzionare il nuovo corso di Moncler, che proprio nel capoluogo toscano ha scelto di far partire la commercializzazione della prima delle proprie capsule presentate lo scorso febbraio in occasione di Milano Moda Donna, nell’ambito di una collaborazione con Matchesfashion.com. L’e-tailer britannico avrà esattamente cinque giorni di esclusiva, dopodiché i capi entreranno in circolazione in modo molto selezionato - l’esatto opposto di quanto si faceva una volta, quando dopo l’assaggio a pochi eletti si passava alla spinta massiccia a 360 gradi. Il quadro si è fatto dunque molto più complesso, con molteplici punti di contatto e sinergia tra tutte le parti in campo. Tutto ciò, in realtà, non fa che sottolineare il salto di qualità che Pitti Uomo è riuscito a compiere, passo dopo passo, negli ultimi anni. Dal formato fieristico tradizionale, il megaevento fiorentino è diventato a tutti gli effetti un summit che raduna i key player del settore e da cui scaturisce un numero crescente di innovazioni, partnership e strategie. Il prossimo step ora è far sì che anche Milano si faccia contagiare appieno da questa benefica energia del fare.

L’EDITORIALE

Quando essere connessi paga

In recent years, Pitti Uomo has thoroughly evolved from a traditional trade fair to a strategic hub, where all relevant players cross paths and forge innovative partnerships, strategies and distribution models. This approach is the right way forward in a phase of overwhelming change. One’s willingness to play and to engage with others, beyond the scope of one’s traditional role, is more crucial than ever.

Marc Sondermann

Direttore/Editor-in-Chief

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INTERVIEW

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CLAUDIO MARENZI/HERNO

«A 70 ANNI CON TANTO FUTURO ANCORA DA COSTRUIRE» Herno compie 70 anni e festeggia con fatturati record: «Nel 2018 cresciamo a doppia cifra e supereremo il traguardo dei 100 milioni di euro» racconta Claudio Marenzi, che ha scelto una mostra alla Leopolada durante Pitti Uomo per celebrare l’anniversario. «Ma sarà solo uno dei tanti regali in arrivo quest’anno» DI ANDREA BIGOZZI

Herno is celebrating its 70th anniversary with a record turnover: «In 2018 we will exceed the 100 million euro milestone» reports Claudio Marenzi, who celebrates the anniversary with an exhibition at the Leopolda during Pitti Uomo. «This will be just one of the many gifts that await us this year».

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el 2018 si prepara a tagliare il traguardo dei 100 milioni di ricavi, un risultato impressionante per un’azienda che nel 2007 fatturava intorno ai 7 milioni di euro. Ma i conti non sono l’unico motivo per cui brindare alla Herno, azienda fondata a Lesa, sul Lago Maggiore, nel 1948. Che dunque è arrivata a soffiare su una torta con 70 candeline. Per l’occasione il patron Claudio Marenzi, figlio dei fondatori dell’azienda Giuseppe e Alessandra, ha deciso di rovesciare la scatola dei ricordi: ne è uscita una mostra-evento dal titolo Library alla Leopolda di Firenze (12-14 giugno), che racconta tutto il mondo nascosto dietro il gancio, iconico simbolo di Herno, partito come produttore di impermeabili e cappotti e oggi sinonimo di capospalla hi-tech. «L’abbiamo chiamata così - spiega Claudio Marenzi, che al ruolo di imprenditore affianca anche quello di presidente di Pitti Immagine e di Confindustria Moda - perché, come succede in una biblioteca, in questa exhibition si trova di tutto: passato, presente e futuro. Ci saranno i tasselli della storia dell’azienda: la famiglia, la manifattura, i successi i brevetti...». Dopo 70 anni trascorsi sempre proiettati al futuro, per Herno è arrivato il momento di guardarsi indietro? Difficile non farsi prendere dai ricordi in occasioni come questa, ma lo faremo senza tradire la vera natura di Herno, ovvero essere una realtà sempre occupata a costruire il futuro. È per questo che il per-

corso della mostra si concluderà con una sezione dedicata al lavoro dei giovani. Grazie a un accordo con il Polimoda, infatti, esporremo i capi realizzati da alcuni studenti, che hanno dato la loro interpretazione dell’Herno del futuro. Ma non ci limiteremo a questo: alla Leopolda arriveranno direttamente da Lesa le nostre maestranze che nell’arco dei tre giorni realizzeranno alcuni dei pezzi degli studenti del Polimoda. Un modo per sottolineare che il talento di Herno non è solo nell’ideare prodotti innovativi, ma anche nella capacità manifatturiera. Questa è la nostra forza, che poi è quella di tutto il miglior made in Italy. 2

HERNO IN CIFRE

100 MLN S FATTURATO STIMATO 2018

7 MLN S

FATTURATO 2007

200

Un desiderio spegnendo le candeline? Di poter consolidare il molto già realizzato in questi ultimi 10 anni. Non è una frase retorica, ma un progetto: avere le spalle sempre larghe abbastanza da fare gli investimenti necessari a vincere in un contesto esigente e difficile.

DIPENDENTI 2018

Intanto da quest’anno rientrerete nell’aggregato di aziende che fatturano più di 100 milioni di euro di fatturato... In effetti è così: il 2018 sarà un altro anno di crescita a doppia cifra

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INTERVIEW

1. Dal 1948, anno di fondazione, il trench è un evergreen di Herno, protagonista anche delle storiche campagna pubblicitarie dell’azienda 2. Ma il trench viene costantemente rinnovato da Herno, che lo propone anche nella collezione primaveraestate 2019 realizzato in microfibra opaca e con trattamenti antipioggia 3. Il nuovo store di Herno aperto a Soho-New York

per noi e visto che l’anno scorso l’avevamo chiuso a 96 milioni, il traguardo dei 100 milioni è già una certezza. Diciamo che il superamento di questa soglia è uno dei tanti regali che l’azienda riceve per i suoi 70 anni.

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Quale altra piacevole sorpresa dovremo aspettarci dopo Pitti Uomo? A luglio festeggeremo in maniera molto più intima a Lesa, con tutti i nostri quasi 200 dipendenti. Ma da settembre alla fine dell’anno saranno davvero tante le novità che lanceremo, compresa una biografia dell’azienda, che presenteremo a settembre in occasione di Milano Moda Donna. Vedremo anche una capsule collection per festeggiare il compleanno? Certo, ma la presenteremo nei negozi a ottobre: sarà la protagonista di vetrine speciali nei monomarca e in alcuni dei nostri partner wholesale. Tra i regali in programma ci sono anche nuovi punti vendita monobrand? Qualcosa di molto importante sul fronte retail succederà nel corso del 2018, ma è ancora troppo presto per svelare i dettagli. Non vogliamo certo rovinare la sorpresa. Dobbiamo aspettarci un futuro da retailer monomarca per Herno? Certo che no. Per noi un opening è quasi più uno strumento di comunicazione per incrementare la brand awarness. Il nostro modello distributivo continuerà a essere incentrato sul wholesale. Dal punto di vista del prodotto, ci sono rivoluzioni in vista? Se per rivoluzione s’intende l’ampliamento della gamma, ci sarà da aspettare ancora un bel po’, anche perché finora non abbiamo neanche mai pensato di introdurre in collezione capi come i pantaloni

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o le camicie, né tantomeno il knitwear. Poi il modo in cui siamo monoprodotto è decisamente variegato, non lo viviamo come un limite. I nostri capospalla fanno parte dell’abbigliamento urbano, ma usano fibre tipiche dello sport, mettendo insieme pelle, piume e maglieria. Insomma, non corriamo il rischio di annoiarci o di annoiare. A che punto siete nel progetto di internazionalizzazione? Dopo aver investito in Germania, in Giappone e in Russia, negli ultimi tre anni ci siamo concentrati sugli Usa, dove eravamo rimasti indietro. Abbiamo aperto da poco il primo negozio a New York e i risultati registrati nell’ultimo esercizio sono davvero incoraggianti. Ma stanno andando bene anche la Spagna e la Francia. In generale da tutta la Vecchia Europa ci attendiamo grandi soddisfazioni e proseguiremo negl investimenti. Tra i regali che Herno si farà per i 70 anni ci sarà anche l’e-commerce? Arriverà, ma non in tempo per festeggiare i 70 anni. Col digital contiamo di partire quanto prima, ma per il momento il nostro è un modello di business che cresce e si rafforza sulla base di un sistema tradizionale e offline. ■


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INTERVIEW

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MARIE HONDA/COS

«A PITTI CON IL NOSTRO NUOVO UOMO» Dopo la nomina di Christophe Copin a head of menswear, Cos entra nel calendario di Pitti con un evento speciale dedicato alla capsule maschile Soma. Un’occasione di incontro tra la label della fast fashion e la rassegna di riferimento del prêt-à-porter DI CARLA MERCURIO

With Christophe Copin as its new head of menswear, Cos enters the Pitti calendar with an event dedicated to Soma, a male capsule collection based on comfort and design. An encounter between fast fashion and the fair focused on ready-to-wear.

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ercoledì 13 giugno, all’Istituto degli Innocenti, Cos manda in scena Soma, capsule collection di capi maschili senza tempo, ideali per la quotidianità, basati sul comfort e sul design. Proposte pensate per il movimento di chi le indossa, così come è basata sul movimento la performance organizzata per l’occasione, concepita dal coreografo britannico Wayne McGregor. L’evento, che coincide con la nomina del nuovo head of menswear Christophe Copin, enfatizza l’evoluzione costante del marchio, legato alla sfera

della fast fashion e al tempo stesso focalizzato sui valori di una moda durevole e di qualità. «Un’occasione importante di interazione con un appuntamento iconico del menswear», racconta in questa intervista a Fashion Marie Honda, managing director del brand in capo al gigante svedese H&M. Come mai avete avete scelto Pitti Uomo per presentare la capsule Soma, visto che si tratta di una rassegna lontana dalle logiche della fast fashion?

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1. Un’immagine della capsule Soma, sotto i riflettori a Firenze, nei giorni di Pitti Uomo 2. Marie Honda, managing director di Cos. Nel 2017 il fatturato dell’insegna è stato di 9 miliardi di corone svedesi (Iva inclusa), pari a 876,1 milioni di euro, su un turnover di gruppo di circa 232 miliardi di corone svedesi (Iva inclusa), ossia circa 22,5 miliardi di euro

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INTERVIEW

Da tanto tempo Cos guarda con interesse e trae ispirazione dalla creatività di una rassegna internazionale come Pitti Uomo. La nostra partecipazione all’edizione di giugno coincide con la nomina di un nuovo head of menswear, Christophe Copin. Insieme presentiamo la capsule collection “Soma”, attraverso la collaborazione con il coreografo Wayne McGregor, ponendo l’enfasi sul movimento e sulla fluidità. Pitti è per tradizione un punto di incontro per i compratori, quindi lanciare una collezione “see now, buy now” in questa occasione è una scelta mirata. Abbiamo optato per una presentazione nuova e moderna, facendo in modo che il prodotto si possa comprare da subito nella boutique di Firenze. In autunno la collezione sarà disponibile online in Europa, Stati Uniti e Corea del Sud. Fin dalla sua fondazione Cos si è focalizzata sui valori di una moda senza tempo, durevole e di qualità, con un’enfasi sull’aspetto materico. Pitti Uomo ha sempre celebrato la creatività, i tessuti, i valori dell’artigianalità e dell’innovazione. È un’occasione importante di interazione con questo appuntamento iconico del menswear e non vediamo l’ora di vedere come sarà recepita.

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1. Lo store Cos in via Brera, a Milano. L’insegna ha attualmente oltre 200 punti vendita in 39 mercati. In Italia le vetrine sono in totale 10

Oggi la linea maschile copre il 20% della produzione di Cos: qual è la percentuale sul totale delle vendite? Il menswear rappresenta il 30% del business ed è una categoria importante, al pari della donna e del childrenswear. L’arrivo di un nuovo head of menswear design ci è sembrato un buon momento per celebrare la collezione. Quali sono gli aspetti più innovativi della collezione uomo? Lavoriamo continuamente per far evolvere il design e i tessuti, al fine di offrire i migliori risultati ai nostri clienti, rimanendo sempre fedeli al dna della label. Siamo costantemente influenzati dal lavoro di artisti e designer in tutto il mondo e il loro lavoro, insieme al nostro coinvolgimento più ampio in una serie consolidata di collaborazioni artistiche, ci fornisce una fonte di ispirazione continua. La partecipazione con Soma a Pitti Uomo segna la nostra prima incursione nel mondo della danza e della coreografia, dal momento che Wayne McGregor darà vita alla collezione tramite la danza, come celebrazione della forma e della funzione della capsule. Crediamo che i nostri clienti condividano il nostro interesse per l’arte e il design e per questo consideriamo l’opportunità di dare loro degli stimoli in tal senso.

In quali Paesi è più apprezzata Cos? Abbiamo suscitato l’interesse dei nostri clienti in tutti i mercati e speriamo di continuare così.

IL NOTO REGISTA E COREOGRAFO BRITANNICO WAYNE MCGREGOR SIGLA L’EVENTO PERFORMANCE DI COS, PONENDO L’ENFASI SUL MOVIMENTO E SULLA FLUIDITÀ DELLA COLLEZIONE, PER CELEBRARE LA FORMA E LA FUNZIONALITÀ DEI CAPI

In un contesto globale è necessario adattare la la vestibilità e i modelli in base ai diversi mercati? Crediamo che da parte di tutti i nostri fan in tutti i Paesi ci sia una notevole comprensione dell’ethos del nostro marchio, che identifica collezioni di alta qualità a prezzi in proporzione convenienti. E speriamo di continuare così. È sempre interessante vedere come i diversi consumatori interpretano le collezioni, in modo da assecondare i propri gusti.

Uomini e donne: come si diversificano nello stile Cos? Non pensiamo ai clienti come se fossero un uomo e una donna dalla fisionomia precisa. Il nostro riferimento è un gruppo di amici che condividono interessi ed estetica, ma con un gusto e un punto di vista personale sulla moda. Ciò che hanno in comune è il senso dello stile, la self confidence e la personalità. Hanno tutti vite molte impegnate e sono interessati al contesto culturale, finanziario e politico in cui vivono. E naturalmente alla moda. Queste persone hanno un atteggiamento positivo, sono attente allo stile, viaggiano e hanno un “big-city mind-set”. Apprezzano anche la qualità e il valore delle cose in ogni aspetto della loro vita.

Con che ritmo cresce il sito di e-commerce a quali sono le vostre strategie in materia di omnicanalità? Le nostre vendite online sono cresciute negli ultimi anni. Al momento vendiamo in Europa, America e nel 2017 siamo approdati in Corea. Il sito è un’estensione dei nostri negozi e noi lo consideriamo come il luogo in cui ingaggiare i consumatori tramite i nostri interessi condivisi, per esempio tramite la sezione “Things”.

Il vostro network di negozi è presente in quasi tutto il mondo: ci sono aree ancora da coprire? Quali le prossime aperture? Ci riteniamo davvero fortunati di aver aperto negozi in località eccezionali in tutto il mondo. Naturalmente speriamo di essere in grado di continuare a espandere la nostra offerta a un numero maggiore di clienti che apprezzano il nostro stile. Quest’anno abbiamo aperto il primo store in Thailandia e non vediamo l’ora di approdare in Middle East questo mese.

Progettate una brand extension nel mondo del design? Cos e Hay lavorano insieme da anni. Entrambi i marchi condividono valori ed estetica, l’heritage scandinavo e l’attenzione al design funzionale, abbinati alla scelta di dettagli sorprendenti e giocosi. Non abbiamo in programma di espandere ulteriormente la presenza nel mondo del design, ma mai dire mai. ■

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INTERVIEW

L’azienda dei fratelli Lardini (da destra Andrea, Lorena, Luigi e Annarita) è stata fondata nel 1978 e da anni ha aperto le porte a sei espomenti della seconda generazione della famiglia

i primi 40 anni di Lardini

«Fieri di noi, ma la sfida continua» «Il nostro modello di business non si tocca: far crescere il brand Lardini, senza trascurare la produzione per le griffe». Per Andrea Lardini il successo dell’azienda, che a Pitti Uomo festeggia 40 anni, sta nella sua doppia anima. «Il senso del dovere di noi fratelli - aggiunge Luigi Lardini - ha consentito la continuità: nel futuro più retail e innovazione tecnologica». di Andrea Bigozzi

Lardini kicked off the celebrations of the company’s 40th anniversary by launching a dedicated capsule collection. The high-end Italian company plans to grow by boosting the Lardini brand and raising their ability to produce for a number of luxury brands.

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primi 40 anni del gruppo Lardini coincidono con un altro anniversario: il ventennale del marchio Lardini. Anzi, le ricorrenze che convergono nel 2018 sono addirittura tre: 25 anni fa nasceva il brand Kashmir House, che benché congelato dopo soli cinque anni, ha segnato il debutto dell’azienda di Filottrano, inizialmente impegnata solo nella produzione conto terzi, nel mercato del prodotto finito. Impossibile quindi, persino per la prudente e riservata famiglia Lardini, anche solo pensare di far passare inosservato tutti questi compleanni concomitanti, che saranno festeggiati in un unico grande evento, fissato per il prossimo 15 settembre allo Sferisterio di Macerata. «Abbiamo scelto questo luogo - raccontano in coro Andrea e Luigi Lardini, rispettivamente presidente e direttore creativo, che insieme nel 1978 hanno dato vita a un’azienda di confezione con quasi 1.400 dipendenti, tra quelli diretti e l’indotto - perché potrà

ospitare tutti gli oltre 2mila invitati tra familiari, amici, dipendenti, collaboratori e produttore, ossia la nostra famiglia allargata. Nel frattempo l’appuntamento è a Pitti Uomo 94, dove il 13 giugno è previsto un incontro con stampa e buyer per ricordare le origini e raccontare i nuovi progetti dell’azienda. Una full immersion tra i fiorellini in stoffa, simbolo del brand.

Lardini in cirfre 70 mln S

fatturato 2017

20%-30%

previsioni di crescita nel 2018

1.400

dipendenti tra diretti e indiretti

Prima domanda di prassi: qual è stato il segreto del vostro successo? Luigi Lardini Non c’è dubbio, la famiglia. A mettere in moto tutto sono stato io nel 1978, ma già dopo pochi mesi Andrea era al mio fianco. Poi alla squadra si è unita Lorena e infine Annarita. Il senso del dovere di ognuno ha assicurato una grande continuità. Ora in azienda è entrata la seconda generazione, con sei dei nostri figli: insomma, è da 40 anni che quando parlo di Lardini lo faccio al plurale, usando il pronome noi.

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INTERVIEW

Andrea Lardini È vero la famiglia è un pilastro, ma per la nostra storia è stato determinante anche capire che avere un brand ti aiuta a fare business. Ci siamo resi conto che fare bene un prodotto e offrire un buon servizio, poteva non bastare per competere sul mercato o per assicurare lo sviluppo di un’azienda. Così abbiamo affiancato all’attività di produzione per altre aziende un progetto tutto nostro. Prima il test di Kashmir House, poi Lardini e infine anche la partnership con Gabriele Pasini. Un modello di business che non abbandoneremo: mai ci verrebbe in mente di sacrificare le aziende con cui lavoriamo da anni per i nostri home brand, né viceversa. Questa è un’accoppiata che funziona.

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1. Un’anticipazione della collezione Lardini SpringSummer 2019 2. Una delle prime campagne pubblicitarie di Lardini scattata da Aldo Fallai 3. Uno dei corner aperti recentemente dal marchio all’interno de El Corte Ingles 2

C’è stato un momento in cui avete pensato “Ce l’abbiamo fatta”? A.L. Non ragioniamo mai in questi termini, per noi la prima regola è tenere un basso profilo. L.L. Però ci sono stati dei momenti che ci hanno segnato particolarmente come l’apertura della prima fabbrica vera e propria nel 1987 e nel 2016, quando abbiamo ampliato lo stabilimento di Filottrano. La partita di solito si vince in anticipo, pianificando la strategia: che investimenti state facendo per il futuro? A.L. Investiamo continuamente per migliorare l’efficacia ed efficienza dei processi di innovazione e sviluppo. È fondamentale fornire alle nostre aziende il prodotto giusto, con il minor time to market: per questo vorremmo concentrare tutti i processi nelle nostre strutture, il che ci renderebbe più sicuri sulla qualità e ci farebbe risparmiare tempo. L.L. Budget importanti in questi ultimi anni li abbiamo destinati anche al retail. Abbiamo già una decina di monomarca e, siccome i risultati sono incoraggianti, ci piacerebbe continuare ad ampliare il nostro network. L›ultima apertura è stata poco fa a Rabat, le prossime potrebbero essere a Monaco o a New York. Per progetti del genere ci vogliono molti soldi, per questo ogni tanto penso che ci farebbe comodo trovare un partner che ci aiuti finanziariamente in questo genere di investimenti. Ma individuare il socio giusto non è mai facile in generale e penso che per noi sarebbe ancora più difficile. Quindi il wholesale fa parte del passato? il futuro sarà tutto orientato al retail? L.L. Non scherziamo: con oltre 500 clienti in giro per il mondo, per noi il wholesale resta centrale, e continuerà a esserlo. Ci teniamo a mantenere saldo il rapporto con i buyer, anche per questo abbiamo previsto l’evento a Firenze. A.L. A Pitti presenteremo la capsule collection 40th anniversario. Si tratta di due giacche che vedrete a Firenze in anteprima, mentre il 19 settembre compariranno nelle vetrine di 150 negozi multimarca nel mondo, oltre che in tutti i monomarca Lardini. Questo anniversario segnerà anche il raggiungimento del traguardo dei 100 milioni di euro di fatturato? A. L. No, però ci stiamo avvicinando alla cifra: abbiamo chiuso il

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2017 a 70 milioni e alla luce del primo semestre del 2018 prevediamo un incremento delle vendite del 30%, che ci porterebbe a superare i 91 milioni. Ormai i 100 milioni sono a portata di mano. I vostri primi 40 anni si chiudono senza un sito di e-commerce, di cui ormai sembra la moda non passa farne a meno... A. L. Arriverà prestissimo, probabilmente nel 2019, per ora continuamo a lavorare con piattaforme multimarca come Farfetch e Mr Porter, dove vendiamo moltissime giacche. A proposito di giacche, quante ne avete prodotte in 40 anni? L. L. A occhio e croce 10 milioni A L. Per me sono un po’ meno. Vede spesso non siamo d’accordo, mai poi in famiglia si trova sempre un accordo. E per le giacche ■ scriva pure 10 milioni.



NEWS a cura di ELISABETTA FABBRI

Fonte: Deloitte

Le lepri del lusso

FY2014-16 Cagr ricavi

Azienda

Paese

Canada Goose Holdings Pandora Valentino Furla SMCP Acne Studios Holding Moncler Richard Mille Restoque Eastern Gold Jade Co. Finos Ted Baker PC Jeweller Coty Luxury Dolce&Gabbana Joyalukkas India Brunello Cucinelli Hermès International Kering L'Oréal Luxe

Canada Denmark Italy Italy France Sweden Italy Switzerland Brazil China Italy UK India US Italy India Italy France France France

LO SHOPPING CINESE SALE ANCORA NEL QUADRILATERO

36.0% 30.3% 26.9% 25.8% 24.3% 23.0% 22.4% 21.7% 21.3% 20.5% 19.3% 17.0% 15.5% 15.1% 13.9% 13.9% 13.1% 12.4% 11.9% 11.2%

The weight of Tax Free purchases by Chinese tourists in the Quadrilatero area increased from 31.2% of 2016 to 33.5% of the period January-April 2018. I cinesi sono ormai la prima nazionalità di turisti presenti in Italia e in Europa e Milano, con via Montenapoleone e dintorni, è una tappa obbligata. Dal 2016 a oggi il peso degli acquisti Tax Free da parte dei turisti della Repubblica Popolare nel Quadrilatero è stato in costante aumento, passando dal 31,2% di due anni fa al 33,5% del periodo gennaio-aprile 2018 (fonte: Global Blue Italia). A livello nazionale, l’andamento è meno dinamico: si è passati dal 29,6% del 2016 al 30,5% dell’inizio di quest’anno (+1%). Ma cosa si aspettano i viaggiatori provenienti dalla Cina dagli addetti alle vendite? Secondo Global Blue Italia cercano cortesia, sorrisi, rapidità, efficienza, servizio (per esempio essere riaccompagnati in hotel) e attenzioni, come una tazza di tè o un piccolo regalo.

lusso

Netcomm FORUM

ITALIA la più DINAMICA nel triennio 2014-2016

l’e-commerce italiano corre con la moda (+21%)

In the Deloitte’s report “Global Powers of Luxury Goods 2018” Italy is the leading country in The Fastest 20 rankings between fiscal year 2014 and fiscal year 2016.

E-commerce in Italy is worth €27 billion in 2018 by Netcomm with an increase of 15% compared to 2017, sustained by the increase in fashion shopping (+21%).

Nel triennio 2014-2016, fra le 20 aziende dei beni di lusso più dinamiche, la maggior parte sono italiane e tra queste, ai primi posti, figurano Valentino e Furla (vedi tabella). Lo dice la società di consulenza Deloitte nel recente report Global Powers of Luxury Goods 2018, che ha esaminato le 100 maggiori società del comparto. L’Italia è leader anche nella top 100 per ricavi. Tuttavia, l’unica italiana nei primi 10 è Luxottica (quarta, con 10 miliardi di dollari) dopo Lvmh (23,4 miliardi), Estée Lauder (11,8 miliardi) e Richemont (11,7 miliardi). Per trovare un’altra società dello Stivale bisogna scendere al 19esimo posto, con Prada e al 24esimo, con il Gruppo Armani. Sulla base dei bilanci 2016, l’intero aggregato ha realizzato un fatturato di 217 miliardi di dollari: +1% a cambi costanti, in frenata dopo il +6,8% dell’anno precedente. Profumi e cosmetici hanno segnato la performance migliore (+7,6%), gioielli e orologi la peggiore (-4%). La classifica delle 20 a più alto tasso di crescita composito (cagr) fra il 2014 e il 2016 vede in testa la canadese Canada Goose, seguita dalla danese Pandora, con un cagr rispettivamente del 36% e del 30,3%. Al terzo posto Valentino (26,9%), seguito da Furla (24,3%), mentre Moncler è settimo (22,4%). Le altre italiane della top 20 sono Finos Spa (Trussardi), Dolce&Gabbana e Brunello Cucinelli.

L’e-commerce italiano corre anche nel 2018, con un valore degli acquisti online che dovrebbe arrivare a 27 miliardi di euro: +15% sul 2017, trainato dal +21% per la moda. Le stime arrivano dal 13esimo Netcomm Forum, evento organizzato il 30 e 31 maggio scorsi dal consorzio del commercio elettronico italiano Netcomm che, negli spazi del MiCo di Milano, ha registrato 15mila presenze (+27%). «È adesso la tempesta perfetta per l’e-commerce» ha detto il presidente Roberto Liscia all’apertura. «Nel 2022 gli e-shopper nel mondo arriveranno a 2,5 miliardi - ha spiegato -. Nel 2021 il valore globale delle vendite online sarà di oltre 4.800 miliardi di dollari, pari al 18% delle vendite totali». Dai momenti di approfondimento è risultato che l’ecommerce italiano deve ampliare gli orizzonti: non più del 22% degli e-shop vende anche all’estero, solo l’8% è in due lingue e appena il 4% consente pagamenti in valute diverse dall’euro (fonte: Idealo). Altra priorità è far convergere il mondo fisico con quello digitale. A una conferenza moderata dal direttore di Fashion, Marc Sondermann, è emerso un nuovo paradigma economico, l’onlife retail, dove i consumatori amano interagire con i brand, passando con disinvoltura from clicks to bricks e from bricks to clicks. La competizione richiede un’ottica integrata e centrata in toto sul cliente.

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RALPH LAUREN MEGLIO DELLE STIME NEL QUARTER Ralph Lauren reported fourth quarter earnings and revenue that beat expectations. Net income totaled $41 million after a loss of $204 million. La Ralph Lauren Corporation (nella foto, il ceo Patrice Louvet) chiude il quarto trimestre fiscale con un fatturato di 1,53 miliardi di dollari in calo del 2% (-7% a cambi costanti), ma meglio delle previsioni degli analisti (1,49 miliardi). A penalizzare il gruppo di New York è soprattutto il Nord America (-14%), mentre in Europa la domanda è aumentata del 13% e in Asia del 17%. Nei tre mesi l’utile operativo si è attestato a 25 milioni di dollari, dalla precedente perdita operativa di 266 milioni e l’utile netto è stato di 41 milioni (da -204 milioni). L’utile adjusted ha totalizzato 90 centesimi di dollaro per azione, anch’esso sopra il consensus degli analisti (86 centesimi). Il fiscal year terminato a fine marzo mostra un calo del 7% dei ricavi a 6,2 miliardi di dollari ma il risultato netto ha raggiunto i 163 milioni, dalla perdita di 99 milioni dell’anno prima.


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English version on pages 168-174

NEGLI STAND E IN CITTÀ

A Firenze lo scibile del lifestyle maschile. largo anche all’outdoor Una corazzata da 1.240 espositori, con un twist sempre più internazionale e un parterre di super special guest come Craig Green, Paul Surridge per Roberto Cavalli e Fumito Ganryu. Pitti Uomo dà appuntamento dal 12 al 15 giugno per il consueto brainstorming sulla moda maschile. Focus sull’outdoor, con la nuova sezione “I go out” di Carla Mercurio

A battleship of 1,240 exhibitors with an increasingly international twist and a parterre of super special guests such as Craig Green, Paul Surridge for Roberto Cavalli and Fumito Ganryu. Everything is ready, from June 12th to 15th, for the usual brainstorming on men’s fashion, with a new focus on outdoor style, at the «I go out» section.

PITTI UOMO in cifre

1.240 MARCHI 561 ESTERI (45,24%) 250

NOMI NUOVI E RIENTRI

60.00

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i preannuncia un’edizione piena di spunti, con numerosi eventi, ospiti illustri e nuove sezioni, che ridisegnano la geografia della rassegna per andare incontro alle evoluzioni del mercato. Pitti Uomo 94 dà appuntamento a Firenze dal 12 al 15 giugno con 1.240 espositori di cui 561 in arrivo dall’estero, 19.500 buyer attesi, di cui 8.500 stranieri, e circa 1.800 giornalisti accreditati.

METRI QUADRI SUPERFICIE ESPOSITIVA

«Lo scenario è foriero di buone attività e buone prospettive - conferma Raffaello Napoleone, a.d. di Pitti Immagine -. Come nelle ultime stagioni, abbiamo avuto una grande richiesta di partecipazione, con un alto contenuto di internazionalità, visto che il 45% degli espositori viene dall’estero. Continuiamo ad avere la fortuna di poter scegliere i nuovi ingressi

e a ogni stagione ci sono new entry interessanti nelle sezioni più innovative, per un totale di 250 nuove aziende, che vuol dire il 15-18% di turnover». Tutto è pronto, dunque, per il gigantesco brainstorming dedicato alle tendenze dell’estate 2019, declinate nelle molteplici accezioni del menswear,

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con il buon gusto e la concretezza a fare da comune denominatore. E con il filo conduttore dell’internazionalità, che si legge nei nomi degli ospiti - da Craig Green e Paul Surridge per Roberto Cavalli, fino ai giapponesi Fumito Ganryu e Bed j.v. Ford - e nelle etichette dei marchi esposti. Un mix di stili e tendenze presentati in un gigantesco contenitore, a cui gli organizzatori hanno assegnato il tema di stagione P.O.P. Pitti Optical Power, ossia un pot-pourri di stimoli grafici e un’esplosione di colori, per rendere giocose le strutture all’interno della Fortezza. Un fil rouge che a giugno contempla anche la nascita di un nuovo spazio, all’ingresso del Padiglione Centrale: un’area bar/relax, luogo di incontri e di networking, dove si svolgeranno anche alcuni degli eventi in programma. Tra le scommesse degli organizzatori per la prossima stagione calda c’è l’outdoor, a cui è stata dedicata la nuova sezione I go out, alla Sala Della Ronda, focalizzata sulla passione per gli spazi aperti e per gli sport legati alla natura, interpreta-

ta in ottica Pitti. E dove è atteso il debutto della collezione outdoor di Woolrich, in tandem con il partner giapponese Goldwin Inc. (vedi box). Ancora tanta attenzione sul mondo dello sport con il progetto Athlovers, lanciato la scorsa stagione, che confluisce all’interno della sezione Unconventional, dedicata agli stili luxury underground, con una selezione di marchi tra cui Aeance, Castore, Dyne, Gr1ps, Isaora, e Reda Rewoolution, al crocevia tra active, lifestyle e ricerca. Dallo sport all’artigianato, si puntualizza l’offerta di Make, la sezione che valorizza una nuova generazione di artigiani da tutto il mondo, in scena per la prima volta alla Sala del Rondino, con un concept studiato per dare enfasi all’anima sofisticata delle collezioni esposte, da Ammoment e Bourrienne Paris X, a Casablanca 1942, Chapal o Stefano Cau. Il tour al salone attraversa tutti gli stili del vestire maschile, nelle diverse sezioni all’interno della Fortezza: dal Padiglione Centrale, dedicato al classico più attuale, a Futuro Maschile, con le

DEBUTTI E RIENTRI

Hot topics in Fortezza Let’s explore the varios sections of the fair, in search of novelties and debuts. In giro per le sezioni di Pitti Uomo la proposta di novità è come sempre variegata. Alla Polveriera Giacomo e Franco Loro Piana portano Sease, il marchio legato alle passioni dell’uomo contemporaneo, con un kit dedicato al mondo urban, al sailing e allo skiing, tutti in un’ottica di sostenibilità, grazie all’impiego di innovativi materiali high-tech green , tra cui Evo by Fulgar (foto). Il Gruppo Gilmar presenta la nuova etichetta IcePlay, dedicata al mondo della street culture, Paul&Shark è in pista con la capsule in collaborazione con Nick Wooster, che ha interpretato il brand filtrandolo dal suo punto di vista. Al Padiglione delle Ghiaia da non mancare lo stand di La Martina, che rientra alla manifestazione per presentare il suo new deal, sempre più in sintonia con il mondo dei Millennials, e quello di BasicNet, che presenta in un nuovo spazio i suoi marchi K-Way, Sebago e Superga. Nel Padiglione Centrale Giada, licenziataria di Jacob Cohën, esordisce con un’etichetta propria battezzata Hand Picked: una linea alto di gamma, in cui il pantalone ha il ruolo di protagonista, in denim o in altri materiali. A proposito di denim, si segnala la colab tra il brand losangelino Atelier&Repairs, fondato da Maurizio Donadi e Candiani Denim, nata per l’80esimo anniversario dell’azienda tessile italiana: per l’occasione viene presenta una serie di capi che utilizzano la tela Re-Gen, al top sul fronte della sostenibilità. Il 13 giugno è in calendario in Fortezza la presentazione di Band of Outsiders con uno show dedicato alla quarta collezione realizzata da Angelo van Mol e Daniel Hettmann, rispettivamente design e brand director della label.

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7 MONCLER FRAGMENT HIROSHI FUJIWARA Moncler svela a Firenze 7 Moncler Fragment Hiroshi Fujiwara, il primo lancio del progetto Genius di scena al Museo del Bargello, il 13 giugno, con un evento di musica live. Lo stilista e musicista giapponese ha rivisitato gli iconici capi del brand in una collezione divisa in due parti, ognuna della quali sarà lanciata singolarmente a giugno e dicembre. A Firenze è di scena la prima parte, in vendita dal 14 giugno su moncler. com, nei monomarca del brand e su matchesfashion.com. Dal 19 sarà anche in selezionati wholesaler nel mondo.


collezioni contemporary-classic, da Touch!, dedicato alle proposte sperimentali, a L’altro Uomo. E via esplorando, alla ricerca degli spunti più interessanti (vedi box). L’Estero È sempre più presente... La rassegna diventa sempre più internazionale, con il 45% degli espositori in arrivo da oltreconfine e con progetti speciali dedicati a singole nazioni. Allo Spazio Carra c’è la guest nation, che questa volta è la Georgia, con una selezione di sei brand e designer emergenti, in collaborazione con la Mercedes-Benz Fashion Week di Tblisi. All’Arena Strozzi è on stage il progetto Scandinavian Manifesto, in partnership con il salone Revolver di Copenhagen, che porta a Pitti Uomo 17 talenti emergenti del menswear nordeuropeo. Anche il calendario degli special event è plurilingue: a partire dal lancio worldwide del menswear di Roberto Cavalli, firmato da Paul Surridge, in programma il 13 giugno alla Certosa, per proseguire con la sfilata del guest designer Craig Green, il 14 giugno al Giardino di Boboli, e con l’evento del designer project Fumito Ganryu, che il 13 presenta nella Galleria d’Arte Contemporanea Frittelli la sua etichetta indipendente, dopo l’esperienza nel gruppo Comme des Garçons. Vengono dal Giappone anche Hiroshi Fujiwara, autore della prima issue del progetto Moncler Genius e Bed j.w. Ford, label fondata nel 2010

I GO OUT

Outdoor e fashion si stringono la mano The outdoor universe at the crossroads between urban style and fashion research: Pitti Uomo focuses on an important expression of male clothing with the new section “I go out”, at Sala della Ronda.

Un outfit della nuova linea outdoor di Woolrich, che debutta nella sezione “I go out”

FASHION PLAYS FOOTBALL

Moda e calcio: questione di “fanatic” feeling The football game moves into the spotlight in Florence, thanks to the “Fanatic Feelings-Fashion Plays Football” exhibition, focusing on the mutual attraction between fashion and soccer. Il mondo del calcio sotto la lente a Firenze grazie alla mostra Fanatic Feelings-Fashion Plays Football. Si tratta del terzo episodio del progetto che lega la Fondazione Pitti Immagine Discovery e il Museo della Moda di Palazzo Pitti, che questa volta si svolge nel Complesso di Santa Maria Novella e che si apre il giorno 12 giugno. Curata da Markus Ebner, fondatore dei fashion magazine Achtung Mode e Sepp Football Fashion e dal critico d’arte contemporanea Francesco Bonami, la rassegna è un progetto multimediale che mette in luce l’attrazione che il mondo del calcio esercita sulla moda e sulla costruzione dell’immaginario maschile, realizzato grazie al contributo straordinario di MiSe e Agenzia Ice, con il patrocinio del Comune di Firenze e Gallerie degli Uffizi.

L’universo dell’outdoor al crocevia tra stile urban e moda di ricerca: Pitti Uomo mette a fuoco un’espressione importante del vestire maschile nella nuova sezione I go out, alla Sala della Ronda. «Non solo proposte tecniche ma anche aspirazione a un nuovo equilibrio tra uomo e natura - spiega Agostino Poletto, direttore generale di Pitti Immagine -. La passione per gli spazi aperti e gli sport legati alla natura incontrano il design e la ricerca stilistica più avanzata, confluendo in una nuova prospettiva di lifestyle». Il progetto, destinato a concept store e e-shop di tendenza, prevede la partecipazione di circa 30 aziende da tutto il mondo, tra abbigliamento, accessori e oggettistica, con la presenza di nomi come And Wander, Arc’teryx Veilance, Barena+La Sportiva, Christopher Ræburn, Danner, Diemme, Fase Factory, Filson, Goldwin Inc., Griffin, Hoka, Maranè, Mountain Research, Roa, South2 West8, Teva, Topo Design, Hemp Care. E con l’atteso debutto della nuova linea outdoor di Woolrich, realizzata con il partner giapponese Goldwin Inc.. Come racconta Andrea Canè, direttore creativo globale di Woolrich International, l’azienda è stata tra i primi supporter della nascita di questo nuova sezione, che coglie appieno una tendenza molto forte, soprattutto tra i Millennials. «Abbiamo fatto un primo test con l’autunno-inverno 2018-2019 rivolto al retail diretto, tra cui ovviamente il negozio di Milano, e ora ci presentiamo per la prima volta al wholesale in questo spazio che rispecchia appieno lo spirito della collezione - racconta -. È una proposta di capispalla, felperia e pantaloni di chiara matrice outdoor, interpretati in chiave contemporanea, con una grande enfasi sulla performance». Capi al crocevia tra outdoor e moda, «in cui la tradizione americana dell’outdoor si incrocia con la carica di innovazione giapponese. Un’offerta ideale per l’aria aperta ma anche in contesto urban, che andrà in vendita in negozi selezionati». Curata da Andrea Caputo Studio, la nuova area I go out si caratterizza per l’ambiente interattivo ed ecosostenibile, animato da esperienze tra digitale e fisico. All’ingresso è protagonista la linea di tessuti performanti Reda Active, dello storico Lanificio Reda, presente per la seconda volta al salone. (c.me.)

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...ma l’Italia non resta a guardare Non manca ovviamente al salone il contributo dell’Italia, con le proposte delle aziende apprezzate in tutto il mondo, che esprimono l’essenza del buon gusto e della qualità, con gli stimoli in arrivo dagli emergenti e con le molte new entry. Sul fronte degli eventi, spicca la celebrazione dei 70 anni di Herno, protagonista alla Leopolda del progetto dedicato a emozioni, oggetti e testimonianze che hanno fatto la storia del brand. A proposito di ricorrenze, LarAlessandro Squarzi dini festeggia i 40 anni con un evento in Fortezza. In città il percorso prosegue con l’inaugurazione di due nuove sale nella Gucci Garden Galleria e con la doppietta di inaugurazioni di Armani in via Tornabuoni e Scervino in dal designer Shinpei Yamagishi, nota per il via Strozzi. Da segnare in agenda i due apconcept tra sartoriale, design e e layering, che puntamenti di Marangoni con il menswear sfila alla Leopolda. Dalla penisola scandina(l’11 e il 14 giugno), la sfilata del Polimoda va arriva Cos con la capsule Soma, al centro (il 12 giugno) alla Manifattura Tabacchi, fudi uno special event siglato dal coreografo tura sede della scuola di moda, e l’installaWayne McGregor. Parlano tedesco infine zione-evento di Federico Curradi nel giargli happening di Mcm, presente in Fortezdino di in un palazzo nobiliare, il 14 giugno za e alla Dogana con uno show immersivo, (nelle pagine che seguono gli approfondie Birkenstock, protagonista di una sfilatamenti sugli eventi e le novità delle aziende showcase al Giardino Torrigiani, con la con■ presenti alla rassegna). sulenza di Rick Owens per la parte moda.

Credo che la moda maschile oggi non abbia più radici e attinenza con la sartorialità e il buon gusto. C’è una continua esasperazione degli stili. Il Pitti, tralasciando lo show che lo circonda, promette ancora di essere una vetrina sul mondo sartoriale

AL SALONE

Le aziende di Martina franca fanno piÙ che mai sistema 11 companies from Martina Franca launch a marketing campaign to promote manufacturing and territory. Lo spirito è quello di fare squadra per la valorizzazione del distretto tessile locale. Per questo una manciata di aziende affermate come Alessandro Dell’Acqua, Havana&Co., Fradi, 0909 Fatto in Italia, Angelo Nardelli, Berwich, Tagliatore, Bottega Martinese, Hevo e Tardia hanno deciso di lanciare a Pitti Uomo una campagna di marketing e comunicazione dal titolo “Martina is Fashion” volta a mettere in risalto le eccellenze locali legate al settore tessile e promuovere il territorio. «Dobbiamo creare sinergie capaci di aprire la strada sia alla valorizzazione della produzione (intesa come eccellenza del Made in Italy), sia alla valorizzazione delle tipicità del territorio» fa il punto Salvatore Toma (nella foto), presidente della sezione moda di Confindustria Puglia e di Confindustria Taranto, che ha potuto contare anche sul sostegno del sindaco di Martina Franca, Franco Ancona, e dell’assessore alle Attività Produttive, Bruno Maggi. «La campagna - prosegue Toma - è solo un primo passo. Ci sono molti altri progetti in campo, compreso quello legato alla formazione e che ci ha visto collaborare con l’Istituto Ettore Majorana, per far raddoppiare il numero di iscritti al corso di moda». (an.bi.)

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BY CREATIONS Made in italy

Beyond Italian Beauty A top selection of made in Italy menswear under the spotlight at Palazzo Corsini for the most exclusive Chinese retail: an initiative promoted by Chinese retailer By Creations Made in Italy. Il top del made in Italy maschile sfila a Palazzo Corsini davanti al gotha del retail cinese. La sera del 13 giugno, grazie all’iniziativa del retailer cinese By Creations Made in Italy, si svolge l’evento-sfilata Beyond Italian Beauty, per presentare i valori del made in Italy ad alcuni dei più importanti shopping mall cinesi, ai responsabili delle principali piattaforme online e agli opinion leader cinesi. In passerella per l’occasione le capsule Fall-Winter 2018 realizzate da Lardini, Moreschi e Santoni in esclusiva per By Creations. Ci sono anche i tessuti di Cerruti, Tallia Delfino e Canclini e postazioni speciali dedicate alle tecniche artigianali che rendono unico il made in Italy. By Creations è la business unit nel settore retail di Hengdian Group, multinazionale cinese che spazia dall’elettronica alla chimica, dalla farmaceutica fino al settore intrattenimento cinematografico. Con oltre 20 punti vendita monomarca in Cina che seguono il concept online-to-offline e forte di una moderna piattaforma online, By Creations attrae mensilmente milioni di utenti tramite i principali portali, tra cui TMall, JD, Vip e Secoo. (c.me.)



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ROBERTO CAVALLI SPECIAL GUEST A FIRENZE

PAUL SURRIDGE ALLA PROVA DELL’UOMO L’iconico marchio fiorentino gioca in casa. Una partita importante per Roberto Cavalli, che dopo la sfilata co-ed del febbraio scorso presenta a Firenze il nuovo corso del menswear disegnato da Paul Surridge

GUCCI GARDEN

ATTO SECONDO Gucci Garden expands itself and on June 12th opens two new rooms.

DI ANGELA TOVAZZI

After its co-ed show in Milan, last September, the Roberto Cavalli is special guest at Pitti Uomo, where it presents the new menswear course by Paul Surridge, creative director of women’s and men’s collections since May 2017.

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1. Un look fall-winter 2019 2. Gian Giacomo Ferraris

uella che si disputa a Firenze il 13 giuridefinirà i codici del menwear in chiave più gno è una partita decisiva nel percordinamica e urbana, dopo la svolta impressa al so di rilancio della Roberto Cavalli. Dalla womenswear, rivoluzionato nel segno della sua, la griffe fiorentina ha due vantaggi: un pulizia e dell’essenzialità, abolendo eccessi, match che si gioca in casa, proprio nella citsbavature ed iperdecorativismi. Del resto, la tà natale del brand, e soprattutto il fatto che sua visione pragmatica, dove creatività e saril menswear è nel dna del direttore creativo, torialità fanno tutt’uno con la funzionalità, deus ex machina dello stile maschile avevano proprio lo scopo ZZegna ed ex design director men di di creare una cesura, pur Jil Sander sotto Raf Simons. Parlianel rispetto dell’heritamo dell’inglese Paul Surridge, da ge, nella narrazione della maggio 2017 al timone stilistico di griffe, negli ultimi anni tutte le linee del brand nell’orbita di fiaccata da conti in rosso Clessidra. Dopo il primo test con la e da perdite, oltre che nel sfilata co-ed a Milano Moda Donna fatturato, anche nell’appedello scorso febbraio, questa volta al. «Lo sviluppo dell’abil designer avrà infatti la possibilibigliamento maschile è tà di iniettare tutta la sua expertise una grande opportunità nell’abbigliamento uomo di Cavalli, di business per la CavalPAUL SURRIDGE, una business unit riportata in-house li e il talento, la visione CLASSE 1974, È STATO l’anno scorso, dopo essere stata in e l’esperienza di Paul, STILISTA DI ZZEGNA licenza a Gibò. Niente anticipaziodi scena a Pitti Uomo, DAL 2011 AL 2014, DOPO ni, tutto top secret. L’entourage del costituiscono la base di ESPERIENZE DA CALVIN gruppo vuol mantenere la sorpresa partenza ideale» ribadiKLEIN, BURBERRY riguardo a un appuntamento (mersce il ceo Gian Giacomo E JIL SANDER, DOVE coledì 13) che si preannuncia un Ferraris. Se il compito HA LAVORATO COME big event, a partire dalla location: il di “ricaricare” lo stile DESIGN DIRECTOR MEN Monastero della Certosa. Tuttavia spetta a Surridge, al top SOTTO RAF SIMONS è facile immaginare che Surridge manager compete quello

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Il Gucci Garden conquista posizioni e il 12 giugno, durante Pitti Uomo, inaugura due nuove sale della Galleria all’interno dello storico Palazzo della Mercanzia, in piazza della Signoria. Per l’occasione, nella boutique sono presentati i nuovi prodotti con le illustrazioni di un artista, ancora top secret nel momento in cui andiamo in stampa, che collabora con la maison per la prima volta. Si tratta di un altro step di crescita per questo contenitore di cultura, moda, arte e food di qualità, ideato dal direttore creativo Alessandro Michele e aperto lo scorso gennaio, con spazi espositivi curati dal critico e curatore Maria Luisa Frisa, un ristorante a cura dello chef 3 stelle Michelin Massimo Bottura e un negozio dove sono disponibili prodotti in edizione unica. (a.t.)

del risanamento di un’azienda che nel 2017 ha registrato ancora performance negative (152,4 milioni di euro il fatturato, in flessione dell’1,8%), ma nel segno di una stabilizzazione dopo alcuni anni con tassi di decrescita a doppia cifra. In occasione della pubblicazione del fiscal year, Ferraris si è detto ottimista: «Siamo soddisfatti dei risultati dell’ultima campagna vendite (quella che ha sfilato a Milano per l’autunno-inverno 2018/2019, ndr). Oltre a crescere del 15% su scala mondiale, siamo di nuovo presenti nei migliori concept e department store, che sono tornati a scegliere Cavalli dopo sole due sfilate con la direzione creativa di Paul Surridge». A tutto beneficio dei conti che, ha assicurato il ceo, torneranno in nero nel 2018. ■

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MENSWEAR GUEST DESIGNER

BED j.w. FORD

craig green lascia la city per l’arno

A Firenze la moda out of the box di Yamagishi Japanese Shinpei Yamagishi, a selftaught fashion designer, arrives at Pitti to present his Bed j.w. Ford collection.

A soli 32 anni, l’inglese Craig Green è considerato uno degli stilisti internazionali più innovativi nell’abbigliamento maschile e questa stagione, anziché sfilare a Londra, debutta a Pitti Uomo come menswear guest designer di Angela Tovazzi

The Englishman Craig Green is considered to be one of the most innovative international menswear fashion designers. This season, instead of showing at London Fashion Week, he makes his debut at Pitti Uomo as the menswear guest designer.

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1. Craig Green 2. Un look Fall-Winter 2018/2019

on ci ha messo molto, Craig Green, a farsi notare. Lo stilista londinese, 32 anni, ha lanciato il suo brand nel 2012, dopo aver conseguito il Fashion master alla Central Saint Martins, e da quel momento ha bruciato le tappe. Merito della sua moda di derivazione workwear - ormai un benchmark distintivo - che sviluppa il concetto di uniforme e utility con silhouette scultoree e rigorose. Ma anche delle sue mise en scène: spettacolari e pensate per emozionare. Nel 2014 è stato nominato Emerging Menswear Designer of the Year ai British Fashion Awards e, per due anni consecutivi (nel 2016 e 2017) si è aggiudicato il prestigioso titolo di British Menswear Designer. Oggi è adorato dalla stampa e dai buyer e la sua attività creativa ha tracimato i confini del fashion system. Nel 2016 Green ha disegnato i costumi per Obisdian Tear di Wayne McGregor alla Royal Opera House e l’anno scorso Ridley Scott l’ha chiamato per realizzare quelli di Alien:Covenant. L’ultima soddifazione, per il giovane creativo, è venuta da New York, dove le sue creazioni compaiono nella mostra Heavenly Bodies: Fashion

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and the Catholic Imagination del Met. Naturale che a Firenze ci sia molta attesa. «Per me è un onore essere qui» dice Green, pensando ai designer che l’hanno preceduto. Non c’è che da attendere la sua performance, in agenda al Giardino di ■ Boboli giovedì 14 alle 20.30.

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A volte talento e determinazione bastano, senza il background di una formazione scolastica. È il caso del giapponese Shinpei Yamagishi, autodidatta appunto, che il 14 giugno approda in Italia, in occasione di Pitti Uomo, per far conoscere al pubblico internazionale la sua linea Bed j.w.Ford, fondata nel 2010. In realtà Shinpei è un nome noto agli addetti ai lavori, visto che nell’ottobre 2016 si è aggiudicato il prestigioso Tokyo Fashion Award e da allora presenta le sue collezioni durante le fashion week di Parigi e Tokyo. C’è attesa ora per vederlo all’opera a Firenze, anche perché il suo è uno stile che preferisce disertare il mainstream, in una visione personale che affastella formale e casual, maschile e femminile. Altra chicca nei giorni di Pitti: lo special project realizzato dal brand per Adidas Originals. (a.t.)

FUMITO GANRYU

Il pupillo di Comme des Garçons lancia la sua linea Raised in the creative forge of Comme des Garçons, Fumito Ganryu from Japan launches his eponymous brand at Pitti. Per Fumito Ganryu, nato a Fukuoka (Giappone) nel 1976, questa edizione di Pitti Uomo rappresenta la svolta. È lui infatti il “designer project” della manifestazione, scelta come piattaforma per il lancio della sua etichetta eponima. Un debutto en solitaire dopo gli anni passati nella fucina di Comme des Garçons: entrato nella fashion house giapponese nel 2004 come pattern maker per Junya Watanabe, Fumito ha creato la sua collezione Ganryu (sempre sotto l’egida di Comme des Garçons) nel 2007 e ora compie un altro step. «Farò del mio meglio per esprimere la mia visione - assicura - portandola verso nuove direzioni». (a.t.)



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NUOVI TALENTI a firenze

CHI SARà IL PROSSIMO DEMNA GVASALIA? La new wave dello stilismo georgiano sbarca in Fortezza con il progetto Guest Nation. Riflettori accesi su sei designer, di scena allo Spazio Carra, nel Padiglione Centrale, pronti a emulare il successo del direttore creativo di Balenciaga di AnGELA TOVAZZI

The most promising Georgian fashion designers land at Pitti Uomo with the traditional Guest Nation project. The focus lies on six collections, at the Spazio Carra.

SITUATIONIST Tra i creativi from Georgia più conosciuti a livello internazionale, Irakli Rusadze è un cultore delle creazioni dalla forte struttura tailoring, rigida ma sensuale, con atmosfere vintage e influenze culturali georgiane.

ANuka keburia

SCANDINAVIAN MANIFESTO

sulla fortezza soffia il vento del nord 17 collections of emerging and established designers are guests in the Fortezza, at Arena Strozzi.

Tanto nero e silhouette minimal in chiave streetstyle per l’abbigliamento, gli accessori e le calzature firmate dalla stilista, che ha fondato il suo marchio nel 2006, dopo essersi diplomata in Shoe Design alla St. Martins.

GOLA DAMIAN Un dandy in versione sporty: il designer fonde stile vittoriano e appeal contemporaneo, mescolando colori, geometrie e ispirazioni eclettiche. Volutamente sopra le righe.

AZNAURI Lanciato a Tbilisi nel 2016, il brand è disegnato da Irakli Rusadze (fondatore di Situationist) e dopo essere partito con una collezione agender, presenta ora un total look con scarpe e borse.

TATUNA nikolaishvili Nato nel 2003, il marchio si distingue per i tagli decisi, gli echi couture e le silhouette minimal, che nulla tolgono alla femminilità.

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VASKA Tessuti speciali, come antiche sete giapponesi, e linee scultoree sono il quid distintivo del brand, fondato da Vasili Tabatadze nel 2013.

Un po’ di Danimarca, Svezia e Norvegia a Pitti Uomo. In Fortezza - all’interno dell’Arena Strozzi - va in scena la prima edizione di un focus sui talenti del menswear dal Nord Europa, con un progetto a 360 gradi, sul crinale fra moda, arte e design. L’iniziativa, denominata Scandinavian Manifesto, nata in collaborazione con il salone Revolver Copenhagen: «In questa selezione - commenta Lapo Cianchi, direttore comunicazione ed eventi speciali di PItti Immagine - ci sono designer giovanissimi, accanto a brand affermati. Ciascuno con le proprie idee, ma tutti capaci di esprimere l’essenza più genuina dello Scandinavian design e lifestyle». In totale 17 collezioni, tra cui quella di Blanche (nella foto), Filippa K, Forét, Hope, Johannes Adele e Mfpen, per citarne alcune: un assaggio del gusto nordeuropeo che, come sottolinea Cianchi, «non si esaurirà con questa edizione». (a.t.)


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marco palmieri/gruppo piquadro

«la famiglia si allarga con lancel» Marco Palmieri arriva a Pitti Uomo dopo aver messo a segno un’altra acquisizione. A un anno di distanza dall’operazione The Bridge, nel paniere del Gruppo Piquadro arrivano le borse francesi di Lancel CALIBAN

di ANGELA TOVAZZI

Marco Palmieri arrives at Pitti Uomo after signing the acquisition of Lancel, the iconic leather goods brand, founded in Paris in 1876.

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iamo contentissimi» dice Marco Palmieri qualche minuto dopo la divulgazione del comunicato ufficiale riguardo all’ultimo “colpo” messo a segno dal Gruppo Piquadro. A circa un anno e mezzo dall’operazione The Bridge, la famiglia si allarga infatti con Lancel, un brand iconico, questa volta francese, con 142 anni di storia alle spalle. Quale prezzo per l’acquisizione, l’attuale proprietario Marco Palmieri Richemont (che a sua volta l’ha rilevato nel 1997) riceverà una quota degli utili realizzati da Lancel nei dieci anni successivi al closing, fino a un massimo di 35 milioni. Parliamo di una realtà, il gruppo Lancel (nella foto in basso), con un fatturato di circa 53 milioni di euro, che ha sviluppato una rete di 60 negozi a gestione diretta e 11 in franchising, dislocati in 39 Paesi, tra cui la Cina. Dopo The Bridge, Lancel: un marchio francese che finisce in mani italiane... Questo ci riempie ancora di più d’orgoglio. Non solo, sentiamo di avere anche una responsabilità in più. Perché parliamo di un marchio storico, che rappresenta un’eccellenza unica, un’icona di stile dal 1876. Uno straordinario patrimonio, con un grande potenziale di crescita. Un’acquisizione che si inserisce nell’ambito di una strategia di aggregazione di marchi di accessori iniziata appunto con The Bridge e che siamo determinati a portare avanti, per generare crescenti sinergie. Come vi muoverete? Quello che vogliamo è salvaguardare lo spirito della maison e offrire tutta la nostra capacità industriale. Non siamo finanzieri, né speculatori, ma industriali. Possiamo contare su due stabilimenti produttivi tra Emilia Romagna e Toscana: metteremo a disposizione tutti i nostri asset in termini di produzione, ricerca, sviluppo e velocità. Cosa cambierà per Lancel? Nutriamo un grandissimo rispetto per questa maison: non abbiamo intenzione di spostare nulla, ■ terremo tutto com’è.

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Il lusso è su misura The brand reinforces its partnership with the trade and bets on the service’s quality. Essere unici nel prodotto e distintivi nel servizio, per soddisfare i consumatori più evoluti, high spender e cultori del savoir faire sartoriale. Questo l’obiettivo di Caliban, marchio ammiraglio di Giemme BrandsCorporate: un’azienda sinonimo di otto linee uomo e donna, dalle diverse anime, con una specializzazione nella camiceria. Pitti Uomo è un’occasione per rinforzare l’identità del brand non solo in termini di alta qualità ma anche di standard nel servizio, sempre più ad personam: «Dalla fine del 2017 - racconta Michela Petrali, marketing manager dell’azienda e president di Gruppo Mattei Usa - abbiamo inaugurato alcuni strumenti volti a rafforzare la partnership con i punti vendita». Si tratta dello “Stock Program”, servizio di riassortimento rapido con un vasto magazzino a disposizione dei negozi, e del “Make Your Own service”, con la possibilità di creare velocemente camicie su ordinazione, tra un’ampia combinazione di modelli, tessuti e vestibilità. Per i consumatori più esigenti da tempo è attivo anche il “Made to Measure Service”, per un vero servizio su misura in store. Un pacchetto per migliorare l’appeal dell’offline in un momento in cui l’online sta conquistando sempre più posizioni: «Sicuramente l’evoluzione digitale - precisa Petrali - è uno degli asset dello sviluppo dei prossimi anni, ma la strategia di “produzione flessibile e su misura” sta registrando importanti risultati, con un +15% di nuovi clienti, soprattutto tra Canada e Stati Uniti». Un feedback importante per il brand, visto che il mercato americano (presidiato attraverso una showroom in Madison avenue a NewYork, che si aggiunge a quella milanese) è uno dei più ricettivi in questo momento, tanto che «entro il 2019 la crescita prevista - precisa Petrali - è tra il 10 e il 20%». Mercati clou da consolidare saranno anche Germania, Italia, Svizzera, Francia e Spagna, mentre nuove energie saranno dirottate su Paesi come Giappone, Russia e Far East. (a.t.)


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ci concentreremo anche sulla gestione dei siti di marketplace, al fine di garantire omogeneità d’offerta, pricing incluso. Nell’offline come vi state muovendo? Anche in questo ambito abbiamo importanti novità. A fine luglio apriremo a Roma, in via del Babuino, la nostra prima boutique con lo store concept dell’architetto Marco Costanzi. E poi ci prepariamo per volare a Londra, dove entro fine anno ci aspetta l’opening di un secondo negozio, in New Bond street.

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CORNELIANI

«A PITTI LA CC COLLECTION COME NON L’AVETE MAI VISTA»

About two years after the entry of Investcorp, Corneliani continues its refreshing process with the enhancement of e-commerce and the “spin-off” of CC Collection, which from now on will have independent aesthetic codes and distribution.

Il prodotto come si sta evolvendo? Faccio un preambolo. Noi non facciamo moda, ma design. Il design è un settore che realizza prodotti durevoli. Una lampada come Arco di Achille Castiglioni è ancora oggi attuale, assolutamente contemporanea. Ecco, noi puntiamo a realizzare prodotti d’eccellenza, che possano avere la meglio sul tempo. Però siamo pragmatici e duttili, capaci di assecondare le nuove esigenze dei consumatori. In quest’ottica si inserisce anche lo “spin-off” del brand CC Collection, finora considerato una sorta di fratello minore di Corneliani. Tradotto in pratica? D’ora in avanti la collezione vivrà di vita propria, con un’identità a sé stante, indipendente dalla main collection. Un modo per coinvolgere una clientela diversa da quella di Corneliani, grazie a un’immagine più ironica, grintosa, contemporanea. Con una comunicazione e distribuzione dedicate e un prezzo accessibile, il 35% in meno rispetto alla prima linea. ■

DI ANGELA TOVAZZI

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progetti sul tavolo sono tanti: online, retail fisico, esperienzialità e un’offerta in evoluzione, fedele all’heritage ma sintonizzata sulle frequenze dei consumatori più evoluti. A due anni di distanza dall’ingresso di Investcorp, Paolo Roviera, ceo di Corneliani, parla delle strategie del gruppo. Lo scorso Pitti era stato l’occasione per lanciare l’e-commerce. Come sta andando? Siamo andati live in Europa in maniera molto umile, prendendo quest’esperienza come un test. Ma ci crediamo molto. Un mese fa abbiamo aperto alla Russia e stiamo valutando l’ingresso negli Usa. Un’ipotesi che potrebbe concretizzarsi entro fine 2018. Quanto all’Asia, se ne parlerà dal 2019. Il prossimo anno

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1. Paolo Roviera, ceo di Corneliani 2 . Un capo Spring-Summer 2019 della CC Collection

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Edgardo Bianchi

LUBIAM

GLI USA (+25%) PREMIANO IL MADE IN MANTOVA Export drives the business, with Usa (+25%) in pole position. Dopo aver chiuso il 2017 con un fatturato in crescita del 4%, Lubiam guarda con ottimismo al 2018, confermando valori in linea con l’anno precedente e un turnover stimato intorno ai 54 milioni di euro. «Siamo molto soddisfatti - dichiara Edgardo Bianchi, a.d. e direttore finanziario -. In particolare possiamo affermare con orgoglio che il bilancio 2017 è stato il migliore degli ultimi anni, con il raddoppio sia del reddito operativo che del reddito netto». A trainare il giro d’affari è l’export, anche se per il momento rappresenta il 47% del business (con un +4% nell’autunno-inverno 2018), ma con la previsione di crescere fino al 70% nel lungo periodo. Punta di diamante gli Stati Uniti, che nell’ultima stagione hanno registrato un’impennata del 25%. Due i trend da tenere d’occhio: il boom della collezione Lubiam 1911 Cerimonia, forte di una crescita double digit in Italia (+15%) e il costante sviluppo del Su Misura, che nella primavera-estate 2018 ha messo a segno un +12%. (a.t.)

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I 60 ANNI DI RIFLE

«E ora guardiamo ai giovani» Una collezione legata all’heritage ma attualizzata con una sensibilità contemporanea, per agganciare i Millennials. Rifle festeggia il 60esimo anniversario con il ritorno a Pitti Uomo di carla mercurio

A collection linked to the heritage of the brand, but updated with a contemporary touch, to engage the audience of Millennials. Rifle celebrates its 60th anniversary returning to Pitti Uomo.

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er il 60esimo anniversario Rifle è pronta a scrivere un nuovo capitolo della sua storia. Un percorso partito lo scorso anno quando la famiglia fondatrice Fratini ha annunciato l’accordo con la holding svizzera Kora Investments, che oggi detiene il 55% del marchio. L’intesa ha portato alla nascita della newco Rifle & Co., di cui ha assunto le redini il nuovo amministratore delegato Franco Marianelli, esperto di denimwear con stessi incarichi nel curriculum da Guess e Gas. Il manager esce allo scoperto per raccontare obiettivi e strategie, con un punto di partenza emblematico: il ritorno a Pitti Uomo. «Vogliamo riconquistare il ruolo di brand di riferimento nel mondo del jeanswear a livello internazionale, puntando ad agganciare anche un pubblico più giovane», racconta l’a.d. del brand da circa 20 milioni di euro. Un obiettivo dietro il quale si cela un intenso lavoro sul fronte del prodotto, della distribuzione e della comunicazione, affrontato con un team completamente rinnovato. Nello stand a Urban Panorama va in scena una collezione reinterpretata e attualizzata secondo i nuovi codici del denimwear, senza tradire il dna del marchio, anche per quanto riguarda la fascia prezzi. Il messaggio si coglie appieno nel pacchetto Heritage Collection-The Legendary one da uomo, omaggio agli anni ‘60, quando è nato il brand, riletti con uno sguardo contemporaneo, o nei capi da donna, che interpretano la tela indigo in modo auten-

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1. Franco Marianelli, a.d. di Rifle 2. La campagna di Rifle della primavera-estate 2018

tico ma con un twist del tutto inedito. Nel percorso di rinnovamento del prodotto rientra anche il progetto che ha coinvolto gli allievi del Polimoda, con la mission di realizzazione una capsule collection, sotto i riflettori nella lounge dell’hotel Garibaldi Blu nei giorni di Pitti Uomo. Un’iniziativa destinata a proseguire, con il coinvolgimento dei giovani studenti, per portare nuova linfa creativa nelle vene del marchio. Un discorso che passa necessariamente dal web. «Stiamo attuando la progettazione di un e-commerce inte-

grato, dalla elevata usabilità e dal forte coinvolgimento esperienziale. Un portale che sappia raccontare il mondo di Rifle, con contenuti editoriali sempre aggiornati», spiega Marianelli. Tra i suoi obiettivi c’è anche l’ampliamento degli orizzonti a livello internazionale: «Continueremo a dialogare con i mercati storici dell’Europa dell’Est (Polonia, Russia, Bulgaria) spingendo l’acceleratore sui mercati del Nord Europa». Allo studio intanto c’è un nuovo concept store, ma Marianelli non ha fretta: «Il retail è una macchina molto complessa e oggi, con i problemi del traffico e della conversione, nonché della multicanalità, ancora di più. Bisogna che tutti gli strumenti siano ben raccordati tra loro. Partiremo quanto tutto sarà pronto». ■


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LA MARTINA/ENRICO ROSELLI

BAGUTTA

«PRONTI A RACCONTARVI IL NEW DEAL»

PRODOTTO E SERVIZIO VANNO DI PARI PASSO

La Martina officially returns to Pitti Uomo, ready to present its new deal, played on a renewed image, focused on Millennials. And also the stores gain a new look.

Bagutta aims at increasing its exports, with Japan among its main markets. Meanwhile the Italian shirt brand strengthens its NOS (Never Out of Stock) service with an online B2B platform.

Dopo una prima manovra di avvicinamento lo scorso gennaio, con l’evento di presentazione della capsule firmata da Mariano Di Vaio in Limonaia, La Martina torna ufficialmente a Pitti Uomo, all’interno delle Fortezza. Anzi, riprende possesso del suo spazio al Padiglione delle Ghiaia, con l’ingresso indipendente. Una rentrée che cade in un momento importante per il brand, pronto a presentare il nuovo corso, giocato su un’immagine rinnovata, focalizzata sul pubblico dei Millennials, racconta Enrico Roselli, ceo di La Martina Europe (nella foto). «Il nostro consumatore ultimamente era un po’ cresciuto. Ora vogliamo essere rilevanti per un target di età intorno ai 30 anni» sottolinea. «Fermo restando il legame con il contesto sportivo e il posizionamento premium del marchio - prosegue - il brand si allontana gradualmente dal gusto molto caratterizzato e decorato, scegliendo una sigla stilistica più sofisticata e pulita. Ciò non vuol dire rinnegare le proposte iconiche del marchio, che continuano a convivere con le nuove, anche nelle versioni reinventate con procedimenti di stampa e applicazioni in chiave tecnologica». Specchio del cambiamento saranno i negozi, per i quali è allo studio un nuovo concept, che debutta con lo store di Parigi, il prossimo settembre, in rue Saint Placide, nel quartiere di Saint Germain de Prés e di cui avremo un primo assaggio nello stand a Pitti Uomo. Per La Martina il primo aggancio con il mondo dei Millennials c’era già stato proprio in occasione della presentazione della capsule di Mariano Di Vaio, a Pitti Uomo. Un percorso che ha poi portato alla nascita della capsule Fair Play, firmata da Jacopo Pozzati, Danilo Paura e Leonardo Colacicco, dedicata a un target ancora più giovane, i 20enni. Un progetto che prosegue autonomamente e che vedrà la nuova issue in pista a Milano, nella parte Street Market del White, dove sarà protagonista di un evento di bike polo, e alla fashion week di Berlino, con uno special happening. E dopo Di Vaio, in autunno si attende l’annuncio di un nuovo nome. (c.me.)

Lo sviluppo della piattaforma B2B online del servizio NOS (Never Out of Stock), operativa a partire da settembre 2018, è uno dei progetti sui quali Antonio Gavazzeni e Mario Stefano Maran, rispettivamente a.d. e direttore generale di Bagutta (nella foto) stanno lavorando. «In questo modo - spiega Gavazzeni - i clienti potranno riordinare in ogni momento dal pronto ciò di cui hanno bisogno, usando semplicemente il proprio smartphone». In parallelo, grazie anche all’incremento robusto di mercati come il Giappone - che marcia al ritmo di un +35% -, è l’internazionalizzazione un’altra delle priorità strategiche dello storico marchio di camiceria. «L’Italia rappresenta il 65% del fatturato - sottolinea Maran - ma, oltre al successo nel Paese del Sol Levante, stiamo cooptando nuovi partner distributivi in Germania, Belgio e Olanda, in modo da arrivare a un bilanciamento fifty-fifty tra il mercato interno e l’estero». Il prodotto è il perno di quella che Gavazzeni e Maran chiamano la (R)evolution del brand. «Prendiamo la frase “non esistono più gli uomini di una volta” nella sua connotazione positiva - scherza Gavazzeni -. Così lo stile Bagutta si muove in modo fluido, tra classico aggiornato e fashion, senza tralasciare le radici». Non a caso, nella collezione primavera-estate 2019 di scena a Pitti, spiccano le stampe archivio della capsule Bagutta di Milano, che punta a raddoppiare, se non a triplicare, a livello sell in gli ottimi risultati sell out ottenuti durante la prima stagione di vendita. In primo piano anche i dettagli come i “colli vittoriani”, più alti ed eleganti della norma. Continua la collaborazione con Alessandro Squarzi, a sua volta trainata dal sell out «eccezionale» della capsule realizzata con l’imprenditore e influencer. A Firenze Bagutta è protagonista anche fuori dalla Fortezza da Basso: la sera del 13 giugno all’Obicà di via Tornabuoni 16 le sue camicie vengono abbinate agli abiti e alle giacche dei 27 sarti celebrati nel libro Sartoria Italiana di Yoshimi Hasegawa, presentato dal lanificio Vitale Barberis Canonico. (a.b.)

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ALESSANDRO BIASOTTO/NYKY

«CON OOF SBARCHIAMO NELL’E-COMMERCE» About two years after its debut, OOF men’s and women’s outerwear brand arrives at Pitti with important innovations, starting from the launch of its e-commerce: the first step in the online sales for Nyky company, also owner of Momonì and Attic and Barn brands. We talk about it with the entrepreneur Alessandro Biasotto.

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n che direzione sta evolvendo OOF? La collezione vuole coprire la fascia di mercato più fashion, presidiato attualmente solo dalle linee total look. Non vogliamo andare a concorrere con brand sporty o casual, ma offrire un prodotto a chi ricerca modelli e forme innovative e sicuramente di tendenza. La collezione resta focalizzata sul monoprodotto? Già dalla stagione invernale 2018/2019 abbiamo deciso di introdurre degli accessori, per poter rafforzare il brand e aumentarne la visibilità. Per la collezione estiva abbiamo mantenuto questa linea, disegnando e realizzando accessori divertenti come zaini/borsa e marsupi. Quanto incide OOF sul giro d’affari di Nyky? A oggi copre un 25-30% del fatturato globale, ma l’obiettivo è sicuramente molto più ambizioso. Come vi state muovendo a livello commerciale? La collezione è distribuita esclusivamente nel canale wholesale e attualmente può contare su 500 punti vendita, fra Italia ed estero. La quota export è pari al 60%, grazie alla presenza, a partire dalla Spring-Summer 2019, in tutta Europa, Giappone, Cina e Stati Uniti. L’obiettivo è ora di coprire i Paesi mancanti. Avete progetti anche nel digitale? Da fine luglio OOF sarà online con una piattaforma e-commerce. Il digital per noi è fondamentale e stiamo cercando giorno dopo giorno di svilupparlo al meglio, anche grazie all’uso dei social. (a.t.)

Alessandro Biasotto e Michela Klinz, titolari dell’azienda trevigiana Nyky, a capo, oltre che di OOF, anche dei brand Momonì e Attic and Barn

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Gilmar

1. Da sinistra, Damir Doma e Alessandro Locatelli 2. Preview collezione S/S 2019

Ice play nasce nel segno della street couture Gilmar launches a new brand called Ice Play under its umbrella, a collection for men and women. Gilmar ha scelto Firenze per presentare Ice Play, una nuova linea legata al mondo della street couture, che per raccontarsi ha scelto di assicurarsi uno spazio indipendente all’interno della Fortezza da Basso. Nonostante il nome lo lasci supporre, non si tratterà di una seconda linea di Iceberg, griffe ammiraglia del gruppo della famiglia Gerani, ma di un progetto indipendente per uomo e donna. A guidare il collettivo di designer al lavoro su Ice Play c’è Simone Conzato, che per questo esordio ha realizzato una collezione sporty couture 100% made in Italy, dove le keyword sono forma, contenuto e sperimentazione. (an.bi.)

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ROSSIGNOL

Per la collezione scendono in campo Damir Doma e reda Rossignol teams up with Damir Doma for Urban Mobility, a co-ed line included the French brand’s S/S19 collection.

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Continua la sperimentazione di Rossignol Apparel. La divisione moda del gruppo Rossignol, specialista degli sport di montagna, si presenta a Pitti Uomo con una collezione ricca di nuovi contenuti, grazie alla consulenza dello stilista Damir Doma, che ha disegnato la linea Urban Mobility, ispirata al mondo delle e-mountain bike, e la collaborazione con Reda, che ha fornito il suo nuovissimo tessuto in lana Active per la realizzazione di tre capispalla. Due partnership tattiche, che potenziano l’appeal e la credibilità del marchio francese agli occhi di una distribuzione selettiva e di alto livello. «La strada da seguire sul prodotto - assicura l’a.d. della unit, Alessandro Locatelli - è quella di costruire un ponte tra l’heritage e una visione più contemporary. Per questo a ogni stagione, anche grazie alle numerose designer collaboration, continuiamo ad aggiungere nuovi contenuti alle collezioni». Una strategia che sta dando i frutti desiderati: a tre anni dal lancio della divisione apperel di Rossignol il fatturato è triplicato. «I nostri piani - conferma Locatelli - sono di raggiungere 40 milioni di euro con l’esercizio fiscale 2018/2019 e il superamento dei 50 milioni entro il 2020». Decisive, oltre al canale wholesale, saranno le vendite dirette: «A breve lanceremo la nostra piattaforma e-commerce anche negli Usa, mentre prevediamo di aprire nuovi punti vendita diretti in Europa e in America nel biennio 2018-2019». Il primo opening in arrivo dovrebbe essere quello di Parigi, che porterà a quota otto il numero di monomarca. (an.bi.)

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BIRKENSTOCK

Da brand cult a fashion: A firenze con il new deal The comfortable footwear brand joins Pitti Uomo 94 with a runway showcase and party, setting the tone for the S/S19 collection. Se c’è un marchio che promette di approfittare di questa edizione di Pitti Uomo per fornire un’immagine forte e nuova di sé questo è Birkenstock, che ha organizzato un garden party con annessa sfilatashowcase all’interno degli storici Giardini Torrigiani, per presentare il mood della collezione primavera-estate 2019 (nella foto). Un’iniziativa che conferma la strategia di upgrading messa in campo dal brand tedesco da oltre 500 milioni di euro di ricavi annui e lanciata dalla fashion week uomo di Parigi un anno fa. Le Birkenstock, pur non essendo state pensate come prodotto dall’appeal fashion, sono riuscite a conquistare il mondo della moda e l’attuale amministratore delegato dell’azienda, Oliver Reichert, vuole capitalizzare al massimo questa circostanza come dimostra il coinvolgimento (non ufficiale e non confermato, ma praticamente certo) nel progetto di Rick Owens. Ma visto che ai Giadrini Torrigiani si vedranno solo una piccola parte dei quasi 1.800 modelli che compongono normalmente ogni collezione, il marchio di calzature comode sarà presente anche in Fortezza da Basso, dove allo spazio degli Archivi, presenterà un Natural Skincare foot treatment suite, un bar all’aperto e tutte le categorie di prodotto. (an.bi.)



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PINO LERARIO/TAGLIATORE

«ADESSO VI VESTIRÒ ANCHE con i capi in pelle» 1. Pino Lerario, proprietario e direttore creativo di Tagliatore 2. Un outfit del brand per la prossima estate

Pino Lerario, owner and creative director of Tagliatore, and very well known for his men’s blazers, has been working for a few seasons on a brand extension project. Now it’s time for leather garments.

Ci ha abituati a una nuova scommessa ogni stagione. Pino Lerario, 1 deus ex machina del brand Tagliatore, noto per le sue giacche maschili, lavora da tempo un progetto di brand extension. E dopo cravatte, pochette, polo, camicie, maglieria, pantaloni e, recentissime, le scarpe, è il momento dei capi in pelle. Non un salto nel buio, per il noto esponente della tradizione sartoriale pugliese, ma un ritorno alle origini, ai tempi in cui il nonno lavorava i pellami nel suo laboratorio di calzoleria. Nasce così il progetto che viene presentato a Pitti Uomo: otto capispalla tra modelli aviator, versioni chiodo e bomber, più tre borse. Ce ne parla il direttore creativo e titolare dell’azienda. A chi è stata affidata la produzione della linea? Ci avvarremo della preziosa collaborazione di un’azienda artigianale toscana. Quale lo stile delle nuove proposte? I capi sono realizzati in materiali pregiati come fiore di agnello naturale, washed o con effetto scamosciato, arricchiti da dettagli sartoriali, tasche applicate e zip logate. Lo stile e le forme ricalcano i fit della collezione Tagliatore, con prezzi in linea con l’offerta del capospalla. Il progetto di brand extension mira a rafforzare l’affezione al marchio da parte della clientela, che negli anni ci richiede di poter indossare non solo i blazer, nostro core business. Quanta parte del giro di affari di Tagliatore è realizzata con le nuove linee di calzature, maglieria, pantaloni? Il fatturato raggiunto con le linee di calzature, maglieria e pantaloni nell’ultimo anno ammonta a circa 1,5 milioni di euro, con un’incidenza del 6% sul fatturato globale. Una percentuale in costante crescita.

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Nel 2017 il giro di affari di Tagliatore è stato di 22,5 milioni: quali le previsioni per il 2018? Prevediamo di chiudere l’anno con un aumento del 5%. I nostri mercati di riferimento sono l’Italia, che vale il 50% del turnover, il Giappone (18%), la Germania (10%). A seguire Austria, Svizzera, Canada, Olanda, Svezia, Norvegia, Danimarca, Turchia e Corea del Sud. (c.me.)

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GIADA LANCIA HAND PICKED

«Puntiamo al top con Hand Picked» Pole of excellence in the heart of the Veneto denim district, Giada is ready with a new challenge, launching Hand Picked: a made in Italy collection produced with Japanese fabrics, aimed at a strictly selected circle of buyers. 1

1. Franco Catania, fondatore e ceo di Giada 2. L’icona della foglia spicca sulla salpa dei nuovi jeans firmati Hand Picked

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30 anni di esperienza nel mondo del denim valgono bene una linea propria. Lo sa bene Franco Catania, fondatore e ceo di Giada, l’azienda di Rovigo licenziataria di Jacob Cohën, Karl Lagerfeld Denim e Vilebrequin Denim, che si lancia in una nuova avventura con Hand Picked, il primo marchio di proprietà lanciato dall’azienda. «Uno sviluppo naturale, con cui poter esprimere la nostra storia e tutta la maestria della nostra squadra in un prodotto millesimato, di nuova concezione - spiega -. Una linea interamente made in Italy dedicata a una clientela attenta ai dettagli di alto livello, declinata in materiali naturali e con vestibilità impeccabili, che non a caso ha scelto come icona una foglia scura e carnosa, venata di rosso». Una capsule collection che debutta a Pitti Uomo e che il 16 giugno sarà protagonista di un evento alla Serra di Palazzo Serbelloni, in apertura di Milano Moda Uomo. Anima del brand è un denim di alta qualità, prodotto con un cotone coltivato usando tecniche tradizionali, da cui nasce una fibra dalle grandi prestazioni, che viene filata in Giappone. Ma non ci sono solo cinque tasche in denim, perché la collezione comprende anche pantaloni chino, camicie in cotone effetto denim, due giacche destrutturate e una proposta di jersey, che richiama i colori della foglia. Al debutto con la Spring-Summer 2019, Hand Picked sarà distribuita in 100 vetrine a livello mondiale, tra department e specialty store, con la prima uscita in calendario il prossimo novembre, in dieci store super selezionati. A partire dalla primavera-estate 2020 diventerà una collezione completa, con il progetto di lanciare anche il womenswear. Fondata nel 1987, Giada conta su una forza lavoro di circa 300 dipendenti diretti, più un indotto di circa 700 persone. L’azienda, che ha sfiorato gli 80 milioni di euro di turnover, in crescita double digit, è licenziataria di Jacob Cohën dal 2004, intesa in scadenza nel 2021. (c.me.)


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SHOWS: Pitti Firenze 12-15 June | Stand N.1 Cortile Cavaniglia Premium Berlin 3-5 July | Stand N. D08 Hall 3 LIBERTY Las Vegas 13-15 August

Who’s Next Paris 7-10 September | Fame Hall 22 Stand D10 COTERIE New York 15-17 September White Milano 21-24 September | Special Area


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DIEGO MAZZI E MANUELA BORTOLAMEOLLI/DIEGO M

Nella foto, un capo Ocean is my Home, nuovo brand di Save the Duck. L’azienda è recentemente entrata nell’orbita del fondo Progressio, dopo che la maggioranza era stata in mano per quattro anni a Marina Salamon

«AVANTI TUTTA CON L’UOMO» Diego Mazzi e Manuela Bortolameolli, coppia nella vita e nel lavoro, per la prima volta portano Diego M a Pitti Uomo, per acquisire visibilità nel menswear. Intanto il brand veneto, specializzato nel “fashionable outerwear”, macina ricavi e cresce all’estero, non solo in Russia DI ANGELA TOVAZZI

Diego Mazzi and Manuela Bortolameolli, a couple in life and work. bring the menswear brand Diego M to Pitti Uomo for the first time. Meanwhile the label, specialized in “fashionable outerwear”, multiplies its revenues and grows abroad.

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ate l’ingresso per la prima volta a Pitti Uomo: che cosa vi aspettate dalla manifestazione? L’intenzione è quella di dare un impulso alla collezione uomo di Diego M. Nata come una capsule collection qualche anno fa, ha raccolto molto consenso e questo ci ha spinto a investire sempre di più nella sua crescita. Presentarla in un contesto esclusivo come Pitti Uomo ci è sembrata quindi la scelta migliore, che ci darà modo di raccogliere i feedback di clienti e buyer di tutto il mondo. Come è andato il 2017? Previsioni per il 2018? Fortunatamente il trend per noi è sempre stato positivo fin dal primo anno di attività, con una crescita costante. Il 2017 si è chiuso con un incremento del fatturato del 50% rispetto al 2016. La previ1. Diego Mazzi, stilista di Diego M 2 . Un look della collezione SpringSummer 2019

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sione è quella di mantenere questa rotta positiva, grazie anche a un export al 78%, che puntiamo a far lievitare ancora. La Russia resta il vostro primo Paese di sbocco? L’Europa è il nostro primo 1 mercato e certo la Russia ha un posto altrettanto rilevante. Il progetto è di raggiungere i top client e department store di tutto il mondo. In quest’ottica di crescita abbiamo inaugurato una nuova showroom e press office interno a Mosca e contiamo di seguire questa strada in altre città internazionali. Quali gli altri Paesi più ricettivi al prodotto Diego M? Avete in previsione di approcciare nuovi mercati? La Corea ci sta dando molta soddisfazione e ha per noi un crescente interesse. Altro mercato che vogliamo approfondire sono gli Usa. Senza dimenticare il consolidamento dell’Europa. E in Italia come sta andando? Siamo contenti. Abbiamo raggiunto livelli alti di posizionamento e riconoscibilità, sia dal punto di vista della stampa che dei top buyer. Tra l’altro in settembre inizierà un progetto con Rinascente di Milano e Roma-Tritone. Vendete anche online? Abbiamo deciso di non farlo, per lasciare più spazio ai nostri clienti. ■

SAVE THE DUCK

E ADESSO, SAVE THE OCEAN! Save the Duck’s eco-commitment continues with Ocean is my Home brand, which will support the Surfrider Foundation Europe.

Dopo aver lanciato i piumini animalfriendly Save the Duck, Nicolas Bargi alza l’asticella sul fronte dell’ecosostenibilità e si fa paladino di un’altra causa: salvare gli oceani. Da imprenditore, naturalmente: con la primavera-estate 2019 arriva infatti sul mercato la linea Ocean is my Home, che con il claim “We clean the Ocean” sostiene Surfrider Foundation Europe, associazione internazionale impegnata nella salvaguardia dei mari e la pulizia delle spiagge. «Save the Duck devolverà parte del ricavato per ogni capo venduto - spiega Bargi - e grazie a questo impegno concreto si riusciranno a ripulire 300mila metri quadri di spiagge e a liberare i mari da 6mila chilogrammi di rifiuti». In sintonia con la mission anche i materiali utilizzati: si tratta del “Nety”, un tessuto speciale ottenuto dal riciclo delle reti da pesca recuperate nelle acque. Intanto prosegue anche il cammino di Save the Duck, che a Pitti Uomo svela la seconda luxury capsule nata in collaborazione con Dyne, il brand fondato dal creativo Usa Christopher Bevans: non solo piumini ma anche felpe, T-shirt e pantaloni tecnici. I capi sono visibili anche durante lo special event organizzato il 13 giugno alle 19.30 presso la spiaggia sull’Arno della Canottieri Firenze. Che promette un’altra sorpresa: la maxi installazione “The Giant Duck”. (a.t.)

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DAVIDE MOTTA/ RUCOLINE

RRD-ROBERTO RICCI DESIGNS

ALLA CONQUISTA DEI MILLENNIALS

«VI FACCIO INDOSSARE IL MARE IN CITTÀ»

Rucoline sneakers are now approaching new generations, betting on targeted collections like RCLN Progetto and on the artistic direction of Davide Motta (former designer at Givenchy), who recounts his new experience within the company.

Rrd-Roberto Ricci Designs interprets its Holistic Technology approach, proposing for next summer a collection based on lively colours, ideal for modern travellers. The goal is to widen the horizons of the brand with exports, today worth only 10% of turnover.

È stato un paio di scarpe tricot a lanciare Rucoline nel segmento della sneaker couture. Era il 1987. Poi è arrivato il modello 200, la prima sportiva col tacco. Oggi il brand perugino torna ad ispirarsi nuovamente alla maglia, con lo sprint di RCLN Progetto, un’ottantina di modelli per donna e uomo, nei negozi nella primavera-estate 2019. La collezione rappresenta anche una delle prime prove per il direttore creativo Davide Motta (nella foto), arruolato lo scorso marzo. Nel suo curriculum, collaborazioni con Givenchy (dove ricopriva il ruolo di senior designer uomo) e Dolce&Gabbana. A lui il compito di guidare il nuovo corso stilistico dei marchi Rucoline e Agile by Rucoline, e delle linee speciali, per incrociare desideri e preferenze dei Millennial.

Anche per la prossima estate Roberto Ricci (nella foto) resta fedele al presupposto fondamentale del suo brand, Rrd-Roberto Ricci Designs: «Indossare il mare in città». Così come non tradisce il concetto di Holistic Technology, che considera l’unione di più materiali per arrivare a un singolo elemento, più performante della somma dei singoli componenti. Nello stand a Pitti Uomo la parola d’ordine è technicolor: gli articoli dai tagli essenziali e puliti ricevono valore aggiunto dalla scelta di nuance accese come il giallo, l’arancio, il bianco ottico, il blu denim, l’oro e l’argento. «Capi perfetti per i viaggiatori, ripiegabili in piccoli astucci» spiega Ricci, che ripropone il Lycra anche per le camicie dal taglio classico, per i pantaloni realizzati su modelli sartoriali e le felpe. Campione di windsurf negli anni Ottanta, Ricci è diventato con il suo marchio Rrd-Roberto Ricci Designs un affermato produttore di tavole e attrezzature tecniche per il surf e il kite surf, che realizza con la sua società Ricci International. Poi sono arrivati anche i vestiti, gestiti in licenza dalla società Montecristo, in capo a Ricci insieme ai soci Roberto Bardini e Zelindo Guidati. Proposte in sintonia con il suo amore per il mare e con il concetto di perf-romance, che unisce la performance alla passione e al romanticismo. Legata ai due capi iconici, il capospalla e i pantaloncini da mare, la collezione si è arricchita nel tempo di spunti e prodotti, come la maglieria e i pantaloni, o come il womenswear, nato quattro anni fa, che vale circa il 40% del giro di affari. Proposte vendute in 600 negozi in Italia e 250 oltreconfine, e distribuite tramite piattaforme di e-commerce come LuisaViaRoma e Mytheresa. La scommessa ora è l’estero, che copre il 10% del giro di affari della Montecristo, 23 milioni previsti a fine 2018, in crescita rispetto ai 17 del 2017. «L’obiettivo è arrivare a una quota di export del 40%, che ci permetterà di superare i 50 milioni di turnover nei prossimi tre anni - racconta Ricci -. Ci concentreremo sull’area Dach, apriremo all’Inghilterra e continueremo il percorso avviato in Spagna e Francia». Strategico per l’espansione oltreconfine sarà l’opening di una showroom a Milano, previsto entro fine anno. (c.me.)

Una bella sfida. Perché hanno scelto lei? Il primo contatto con Rucoline, a dire il vero, mi ha stupito, perché arrivava da un mondo completamente diverso da quello in cui avevo gravitato. Poi ho iniziato a pensare a come avrei potuto trasferirvi la mia visione. Guardando al passato del brand, avevo individuato avanguardismo e voglia di sperimentare. Mi sono quindi presentato in azienda con ipotesi di prodotto audaci, che hanno però convinto il ceo Marco Santucci. Il brand era alla ricerca di un direttore creativo per apportare un grande rinnovamento, coniugando passato, presente e futuro. Su quali codici di Rucoline si è concentrato e come li ha reinterpretati? Ho ripreso i capisaldi storici del marchio, come la maglia, per raccontarli in chiave contemporanea. Nella collezione primaveraestate 2019 sono ripartito dagli Eighties, ossia l’origine di Rucoline. Ho lavorato da un lato sullo stile sporty-vintage tipico di quegli anni, quindi neoprene, reti tecniche, dettagli in suède, e dall’altro ho fatto riferimento al mondo dei computer anni Ottanta, con l’impiego di materiali plastici e stampe termosaldate che alludono ai circuiti elettronici. Ho giocato molto anche sull’ibridazione delle stampe con altri elementi grafici e sugli aspetti materici. Ci parli di RCLN Progetto. La collezione è la proiezione di Rucoline nel futuro. L’apertura alle nuove generazioni e quindi a un nuovo pubblico, attento alla contaminazione tra gusti e attitudini diverse. (m.b.)

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ALLEGRI SCOMMETTE SULL’EUROPA

MACCHIA J. E SPACE 2000

«PUNTIAMO AL TOP CON IL CORNER DA EXCELSIOR»

CON L’UOMO E LA DONNA IL PATTO SI RINSALDA

Allegri bets on the product and on its development in Europe, thanks to new strategic entries in the management team. It’s time to opens shop-in-shops and corners in the best department stores, starting from Excelsior in Milan.

Space 2000, in Fortezza da Basso with the Bomboogie brand, has also many things to say about Macchia J. After the kid’s license, the company from Turin also obtained the label’s man and woman licence.

Sinonimo di impermeabili dalle linee pulite e dai tessuti performanti, Allegri rilancia sul prodotto e scommette sull’Europa, e in particolare sull’Italia, forte di due new entry strategiche nel team manageriale. Nato negli anni Settanta e dal 2011 nelle fila del gruppo coreano LF “Life in Future”, il brand, già ben posizionato in Asia, mira a dare enfasi alla brand reputation, riagganciando i valori delle origini, legati all’”arte della pioggia” e scommettendo sull’innovazione e sullo sviluppo di nuove tecnologie. Un percorso che si coglie nello stand a Pitti Uomo e che si lega a un duplice approccio: rieditare i capi iconici in chiave moderna e sviluppare inediti key piece, con una collezione di total look che intende agganciare il segmento dei Millennials. Decisive, nel processo di riposizionamento del marchio, sono le recenti nomine di Young-Jin Lee, nuovo direttore generale e di Patrizio D’Alessandro, business development director, con esperienza commerciale nel settore abbigliamento di fascia alta e lusso/high end. La strategia ha messo al centro il potenziamento distributivo, per collocare la label in contesti commerciali più evoluti, tramite una politica di aperture di shop-in-shop e corner presso i migliori department store. La partenza è avvenuta sotto i migliori auspici, con la presenza all’interno di Excelsior a Milano. (c.me.)

Non solo Bomboogie, presente a Pitti Uomo, per Space 2000. Ci sono novità anche per Macchia J.: dopo la licenza del kid, l’azienda torinese si aggiudica anche le linee Macchia J. uomo e donna, partendo di slancio verso il consolidamento e lo sviluppo del brand sul mercato italiano ed estero. L’accordo avrà decorrenza dalla primaveraestate 2019. L’offerta delle due label si articolerà su una parte di collezione inserita storicamente nel filone del casualwear di fascia alta, con capi dai materiali ricercati e lavorazioni artigianali, e su un secondo nucleo denominato Luxury Active, che viaggia sui codici dello sport-street, con particolare attenzione al connubio stile-qualità. Attualmente il marchio - nato nel 2004 nel fashion district di West Hollywood a Los Angeles, dall’idea di Matteo Macchiavelli di mixare tendenze americane e giapponesi, con un’immagine tutta italiana - è posizionato in Italia, Francia, Giappone e Corea, presso 170 punti vendita tra multibrand e concept store. Ma le potenzialità di sviluppo, alla luce della recente firma, si potrebbero rafforzare ulteriormente. Space 2000 fondata negli anni Settanta da Giancarlo Musso, e portata avanti oggi da Manuele e Cristiano, la seconda generazione - ha raggiunto i 36 milioni di fatturato e vanta una rete distributiva capillare: i 12 marchi del suo portfolio, che include, oltre a Bomboogie, Proleather, Censured, Von Dutch e Waves, per citarne solo alcuni, sono in vendita in oltre 2.600 vetrine internazionali. (m.b.)

SHAFT JEANS

50 DI QUESTI ANNI! Shaft Jeans celebrates its 50th anniversary with an event during Pitti Uomo. Tempo di anniversari a Pitti Uomo. Oltre a Herno, che festeggia i 70 anni, e a Lardini, al traguardo dei 40, si brinderà anche per Shaft Jeans, che spegne 50 candeline con un cocktail il 12 sera, alla Cantinetta da Verrazzano. Nato in Francia nel 1968, Shaft Jeans è stato acquisito nel 2004 dalla fiorentina Francesca Bacci, che oggi è affiancata in azienda dai figli Letizia e Lorenzo Palchetti Tosi. Sono loro i testimonial della T-shirt anniversary, che porta impresso il logo storico dell’azienda, uno degli adesivi must have da attaccare al motorino negli anni Settanta e Ottanta. Ancora oggi, dopo tanti anni, Shaft Jeans è sinonimo di denim a zampa e per il touch anni Settanta, trendy e grintoso. Tutte le proposte sono realizzate in Italia, impiegando tessuti lavorati su antichi telai giapponesi, da cui nascono capi che vengono poi dipinti a mano, ricamati, borchiati o abbelliti da decori hand made. Con un prezzo sell out dai 180 ai 320 euro, la collezione è in vendita presso negozi come Merci a Parigi, G&B a Flero, Boyds a Philadelphia, Morini a Forte dei Marmi. (c.me.)

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DIGEL

Mix & Match e tre volte servizio per crescere ANCHE in Italia With growing sales of 110 million euro in 2017 (+10%), the German menswear brand Digel aims to gain positions in Italy, its third market after Germany and France. Obiettivi ambiziosi per Digel sul mercato italiano, dove il marchio tedesco da 110 milioni di euro di fatturato (una cifra che nel 2018 dovrebbe crescere del 10%) punta alla leadership negli abiti maschili, grazie al rapporto prezzo/qualità e al servizio. Allo stato attuale sono già oltre 400 i retailer della Penisola, da Nord a Sud senza distinzioni, che scelgono Digel e che fanno parte dei quasi 2mila multimarca internazionali che commercializzano il brand, cui si aggiungono un migliaio di punti vendita in madrepatria. Otto i monomarca per la realtà con sede a Stoccarda, il cui export è al 60% dei ricavi: quattro si trovano in Germania, il primo mercato di riferimento, e altri quattro all’estero ma non ancora in Italia, che comunque è seconda solo alla Francia tra le nazioni straniere che scelgono Digel. Come spiega Cristobal Machhaus, sales director Italy, «le leve del futuro sono quattro: la leadership nell’ambito del “mix and match”, ossia outfit combinabili in modi diversi a seconda di taglie e stili, di cui fanno parte un centinaio di articoli; il customer service, forte di consegne in 24 ore in Germania e in 48/72 ore in Europa e di un magazzino impostato sulla regola “never out of stock”; l’impostazione total look delle collezioni; la ricerca sulle differenti vestibilità». «Il quinto punto, che poi riassume tutti gli altri - conclude - è molto semplice: servizio, servizio, servizio». (a.b.)

GRUPPO PAOLONI

RETAIL, EXPORT, ONLINE: GLI INVESTIMENTI CONTINUANO New perspectives for the two brands of Gruppo Paoloni: Manuel Ritz is planning to land in China and Paoloni is strengthening its exports and launching new products. Manuel Ritz, uno dei cavalli di battaglia del Gruppo Paoloni, ha chiuso il 2017 oltre i 25 milioni di euro di ricavi, all’insegna di quella che in azienda definiscono una «crescita equilibrata», con l’export al 30% e mercati quali Germania, Francia e Benelux particolarmente ricettivi. Russia e Giappone, approcciati recentemente, stanno dato buoni esiti a livello di sell out, mentre si avvicina lo sbarco in Cina insieme a un partner locale. Il retail è al centro delle strategie del marchio, che sta valutando new opening in Italia - dopo quello milanese di via Solferino 1 - e nel resto d’Europa. Prosegue con successo il progetto Tailoring Modular System: corner, soft corner e shop in shop per rafforzare la presenza nei punti vendita, con nuove aperture presso il circuito Rinascente e le Galeries Lafayette a Istanbul. In primo piano anche l’e-commerce, con il restyling del sito a inizio 2019 e una presenza più forte in selezionati marketplace. Quanto a Paoloni, storico brand aziendale, il turnover 2017 è stato di 10 milioni, in aumento quasi a doppia cifra, con segnali positivi da Europa e Giappone e l’intenzione di incrementare decisamente il 40% di export. Sta dando soddisfazioni a livello di sell in P Paoloni, startup sul settore bottom (pantaloni e bermuda), ma più in generale si lavora a un potenziamento di alcune categorie merceologiche con la primavera 2019: accessori, pantaloni, proposte da cerimonia. Esordisce inoltre una capsule di capispalla leggeri, giubbini e impermeabili, realizzati in materiali sia tradizionali, sia inediti, rubati al mondo delle giacche. (a.b.)

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1. Stile easy-chic per Manuel Ritz, primavera-estate 2019 2. Sempre dedicato alla primavera-estate 2019 l’outfit di Paoloni

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#UrbanPoloLife



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GAZZARRINI

«Con GGM Italia a quota 15 milioni entro tre anni» GGM Italia’s brand aims at a turnover of 15 million within three years.

ALESSANDRO GHERARDI

«La camicia più bella? Sarà la prossima» Alessandro Gherardi, the italian entrepreneur known for his Made in Italy luxury shirts, makes his debut at Pitti Uomo whith the eponymous brand, between craftmanship and technology. Alessandro Gherardi è uno di quegli imprenditori emblematici del saper fare italiano che il mondo intero tanto apprezza. La sua “ossessione” sono le camicie, la passione di una vita che dopo tanti anni di lavoro si è trasformata nel 2001 in un’azienda sua, a Pieve Santo Stefano, in provincia di Arezzo, dove è nato. Una realtà con una componente di manualità che rappresenta un asset unico e al tempo stesso con un’apertura al nuovo senza riserve. Basti pensare al magazzino realizzato dalla Toyota interamente computerizzato e climatizzato. Una vetrata in azienda lo separa dal reparto in cui lavorano le sarte, che ancora oggi cuciono a mano la camicia nei passaggi fondamentali. Capi da vedere e da toccare a Pitti Uomo, dove il brand debutta al Piano Attico. «La nostra forza è la produzione. Un’azienda se vuole stare in piedi deve essere organizzata e poter contare su una ricchezza imprescindibile, che è il patrimonio umano» spiega Gherardi, che dà lavoro a 120 dipendenti qualificati, affiancato dal fratello Adriano, dai figli e dai nipoti (nella foto). La sua formula vincente nasce dall’equilibrio di due anime: da una parte le camicie realizzate per le griffe più importanti al mondo, dall’altra le proposte Alessandro Gherardi, che coprono il 60% su un giro di affari di 18 milioni di euro, di cui il 60% realizzati fuori dall’Italia. La collezione è articolata in più anime: «Ci sono la linea Blu più classica, la Blu lavata con un twist contemporary e la Luxury, interamente fatta a mano, che ci ha permesso di entrare nei negozi al top, come The Galleria a Seoul, Eredi Chiarini a Firenze, Silvia Bini a Viareggio, Barneys a New York», spiega. Una proposta abbinata a un servizio di riassortimenti, che assicura la consegna in 30 giorni anche di piccoli quantitativi. A cui si aggiunge il plus del Su Misura, arricchito con il Su Misura Smart, etichetta elettronica che permette ai rivenditori di accedere allo storico degli ordini dei clienti. E c’è spazio per evolvere. All’estero, oltre all’Europa, si punta su Corea, Cina, Vietnam e Stati Uniti. In azienda la mission è quella di sempre: continuare a innovare, perché «la camicia più bella sarà la prossima». (c.me.)

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Acquisita recentemente dal Gruppo Ggm Italia, Gazzarrini arriva per la seconda volta a Firenze forte di numeri in crescita. «La prima stagione - racconta Salvatore Napolitano, business trade manager dell’azienda campana - abbiamo raggiunto 260 door, mentre per la prossima prevediamo un incremento del 25%, con l’idea di consolidare i mercati europei e asiatici». La collezione FallWinter 2018 ha convinto department store come Harvey Nichols, Vakko e Galeries Lafayette e si prepara a debutterà con un corner da Kadewe a Berlino, apripista allo sviluppo retail previsto nel prossimo triennio. In progress anche il giro d’affari: «Le previsioni - dice Napolitano - sono di chiudere il 2018 a 4,5 milioni, mentre l’obiettivo a tre anni è di raggiungere i 15, con l’opening di due spazi retail». Ggm Italia fa parte del Gruppo Sorbino, realtà da 82 milioni di euro di fatturato a capo del brand omonimo e di Hamaki-Ho e Sseinse. (a.t.)

BIANCHI E NARDI 1946

Al via l’uomo e la prima boutique The Tuscan leather company opens its first boutique in Florence and makes its debut in the men’s segment. A Firenze, sua città natale, l’azienda di pelletteria Bianchi e Nardi 1946 aggiunge due step importanti nel suo percorso di sviluppo: l’avanzata nel retail e nel segmento maschile. La prima boutique dell’insegna apre i battenti in via Vacchereccia 15/R con un progetto firmato dallo studio Arcabi Associates: un contesto ispirato ai valori di artigianalità, preziosità e contemporaneità che prende ispirazione dalle gioiellerie del vicino Ponte Vecchio e che al suo interno fa spazio alla nuova collezione maschile. Forme rigorose e dal design essenziale, pratiche e funzionali sono le coordinate per un assortimento a prova di businessman, con doctor-bag, briefcase, messenger e articoli di piccola pelletteria. High-profile i materiali, con l’immancabile coccodrillo, struzzo e cervo. (a.t.)


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WHAT’s new @ Milan fashion week

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La settimana della moda uomo in trasformazione

«Il dovere di sfilare non esiste più»

Un look Dsquared2 della resort 2019

«L’importante è innovare». Carlo Capasa, appena riconfermato presidente di Camera della Moda, non ha dubbi: questa men’s fashion week mette a fuoco le priorità del mercato. «In tempi di fluidità di generi e di format, nel calendario uomo sfilano le collezioni donna e gli eventi alternativi alle passerelle crescono sempre più» di ANDREA BIGOZZI

«The most important thing is to innovate». Carlo Capasa, just confirmed president of the Italian Chamber of Fashion, has no doubt: this men’s fashion week focuses on the new priorities of the market, «with women’s collections in the men’s calendar and more new formats and events alternative to catwalks».

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erché ripensare la fashion week, perché cambiarla profondamente? Perché a chiederlo è il mercato che viviamo e perché è nel dna della moda stessa. Sono anni ormai che si discute su come debbano evolversi le fashion week, la cui lacuna principale oggi è quella di essere inadeguate all’era digitale. Nei primi quattro anni trascorsi alla guida di Camera Nazionale della Moda Italiana Carlo Capasa ha annotato tutto quello che cambiava e riflettuto sulle risposte da dare. Alcune di queste risposte arriveranno già a questa fashion week maschile che segna l’avvio del suo terzo mandato alla guida della Cnmi. Altre sono attese per settembre, quando però si dovrà fare i conti con l’assenza pesantissima (si spera per una sola stagione) di Gucci. «Il nostro obiettivo era offrire una manifestazione che potesse dare al sistema e agli addetti ai lavori qualcosa di fluido, ibrido e funzionale». Tre caratteristiche che non mancano all’edizione di Milano Moda Uomo (15-18 giugno) dedicata alla primavera-estate 2019 e che prevede 28 sfilate e altrettante presentazioni più 16 eventi per un totale di 56 col-

Il settore ha chiuso il 2017 a 87 miliardi (+3%), confermando la vivacità del sistema. Anche la moda uomo è in trend positivo con un + 2,4%

Dsquared2 pre-fall 2018 Carlo Capasa

lezioni. Un calendario aperto a tutto e a tutti: con sfilate e presentazioni messe finalmente sullo stesso piano, con i nomi dei grandi stilisti affiancati a quelli di talenti emergenti, con special guest internazionali che si alternano a marchi simbolo dell’heritage made in Italy e, non ultimo, con show co-ed (12 in tutto) in cui uomo e donna salgono insieme in passerella. Nel segno della massima deregulation

non mancheranno le sfilate esclusivamente “al femminile”, come quella di Alberta Ferretti (che apre la fashion week) e di Aalto, abituato a calcare le passarelle di Parigi. Insomma, a guardare il calendario sembra che la nuova regola sia è non avere regole? Ormai siamo entrati in un’era liquida anche nei calendari. Ma la presenza delle colle-

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1. Quella di 1 Ermenegildo Zegna è la prima sfilata maschile nel calendario della fashion week. Il marchio disegnato da Alessanro Sartori sfila il 15 giugno a Palazzo Mondadori 2. Stella McCartney è la special guest di Milano Moda Uomo

Al debutto

Osservati speciali New entries in the Milan fashion week calendar include the Diesel Red Tag capsule, Aalto and Triple RRR, the brand by Roberto Cavalli’s son Robert.

zioni donna nella settimana della moda maschile è un segnale della centralità di Milano nel panorama delle fashion week, dal punto di vista delle creatività e del business. Non pensa che il nuovo ordine della moda, pieno di eventi one shot e spesso slegati dalle fashion week, crei un po’ di confusione? Assolutamente no. Se guardo il calendario di questa edizione non mi pare affatto confuso, anzi è molto focalizzato. Certo, un tempo c’erano solo sfilate, ma non possiamo restare ancorati a un passato nostalgico. Se poi il fatto che nella manifestazione che si chiama Milano Moda Uomo trovino spazio anche le spring donna viene considerato un elemento di distrazione sa cosa le rispondo? Che per me le fashion week potrebbero cambiare nome: e chiamarsi capitolo 1,2,34. L’importante è innovare. Qual è l’appuntamento di questa edizione che più di tutti evidenzia il nuovo corso di questa fashion week? Certamente quello di Stella McCartney che chiuderà la manifestazione, per diversi motivi. Si tratta di un marchio internazionale in pieno rilancio, che torna a Milano dopo un periodo di assenza, dimostrando l’appeal della nostra fashion week. Anche l’evento organizzato rifletterà il nuovo modo di rappresentare la moda. saranno presentate la cruise donna e la collezione uomo, ma non sarà una sfilata, anche se ci saranno le modelle: in tre ore succederà di tutto. Che cosa ha spinto secondo lei Stella McCartney a tornare a Milano? Probabilmente su una stilista come lei, attenta al tema dell’etica, avrà pesato la percezione di Milano come la capitale della moda che me-

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GLEEN MARTENS @ Diesel Red Tag

glio interpreta l’esigenza di sostenibilità sociale e ambientale. Altre novità interessanti? Il progetto Red Tag di Diesel, che ospita designer diversi per realizzare esclusive capsule collection. La prima era stata 2 presentata a Parigi, ora tocca a Milano con il capitolo secondo. e anche in questo caso non sarà una sfilata. Però in calendario mancano nomi come Emporio Armani, Scervino, Furla... Solo perché hanno scelto di unificare le loro sfilate a settembre sulle passerelle della donna. Emporio Armani sta preparando qualcosa di molto nuovo, basti pensare che non sfilerà nella solita location, ma in un luogo iconico della città: sarà davvero incredibile. COme procede lo scouting di nuovi talenti? Ottimo, specialmente nella fashion week dell’uomo. Anche questa stagione supportiamo diversi nuovi talenti come M1992, Besfxxk e Vìen: che sfilerà con la collezione donna. Anche Sunnei da questa stagione lancerà il womenswear. E poi c’è il debutto milanese di Triple RRR di Robert Cavalli. A volerle trovare un difetto però, questa settimana dura solo tre giorni... In realtà in Italia la settimana della moda maschile è lunga e dura sette giorni: inizia a Firenze e finisce a Milano. Il legame fra le due città oggi è fortissimo: essuna altra piazza ■ offre una vetrina del genere.

Gleen Martens, creative director di Y/ Project, approda a Milano grazie a Diesel Red Tag. Sarà lui infatti a curare la seconda capsule collection sviluppata dall’incubatore di talenti, creato dal marchio di denim. La presenza di Red Tag alla fashion week ha spinto Diesel Black Gold a optare per un show co-ed a settembre.

TUOMAS MERIKOSKI @ Aalto Arriva da Parigi dove vive, lavora e sfila. Tuomas Merikoski porta a Milano per la prima volta il suo brand, Aalto. Lo stilista, che ha lavorato per Givenchy e Vuitton, approfitta dell’apertura della fashion week maschilie alle collezioni donna per presentare la resort 2019 nello spazio Area 56.

ROBERT CAVALLI @ Triple RRR Tutto è cominciato sei mesi fa a Pitti Uomo con il lancio della prima collezione battezzata Triple RRR, ma è a Milano che Robert Cavalli, 25 anni, ultimo genito di Roberto ed Eva, vuole trovare conferme al suo lavoro.



WHAT’s new @ Milan fashion week

sunnei Alberta Ferretti

«è l’ora della donna il futuro è lifestyle» Con una sfilata co-ed Sunnei presenterà la sua prima collezione femminile: «Una scelta obbligata: già il 30% di chi ci compra è donna». In vista il restyling dell’e-shop e un approccio lifestyle per il brand da 1,5 milioni di ricavi

Alberta Ferretti marks Milan Men’s Fashion Week with a double women’s show. «Pre-fall collections - she says - are a good chance to make June the calendar grow».

di Andrea bigozzi

Sunnei will unveil its first spring women’s range with a coed show on June 17 during Men’s Fashion Week.

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on più una semplice promessa della moda, ma una realtà consolidata. Entro il 2018 le vendite di Sunnei, brand creato due anni fa da Simone Rizzo e Loris Messina, toccheranno i 1,5 milioni di euro, mentre la stock list conta 75 nomi nel mondo. Numeri destinati a crescere grazie ai progetti in pipeline come il lancio del womenswear in occasione della sfilata del 17 giugno in cima al grattacielo Pirelli), il potenziamento dell’e-shop e l’intenzione di aprire un altro Spazio Sunnei, dopo il restyling di quello milanese. «Su questo fronte - dice Rizzo - ancora niente di ufficiale, ma qualcosa di bello succederà presto». Come è nata l’idea di lanciare la donna? Era nell’aria da tempo, ma finora non era arrivato il momento giusto. Alla fine è stato il mercato a chiedere di fare questo passo, visto che il 30% di chi ci acquista con l’e-commerce o nel nostro negozio sono donne. Come sarà questa prima collezione? 100% gusto Sunnei. Il nostro stile si riconoscerà da subito. Per noi non si è trattato di lanciare un’altra collezione, ma di aggiungere altre categorie di prodotto a quella esitenti.

Farete un doppio show: una scelta da “big”... La doppia sfilata ci serviva per lavorare al meglio: la location è piccola e le richieste sono tante. Non volevamo che ci fosse troppo caos: alla moda serve più relax, anche a una sfilata. I capi saranno in vendita da quando? Tra novembre e dicembre, con la stessa tempistica dell’uomo e con una distribuzione selettiva. In accordo con la nostra showroom, Tomorrow ltd, eviteremo una distribuzione a

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«La presenza femminile in calendario? una chance per tutti»

1 1. Loris Messina e Simone Rizzo di Sunnei 2. La linea donna del brand sfilerà il 17 giugno 2

tappeto puntando, come con l’uomo, solo su negozi con un buoni sell-through. Per iniziare ci bastano 20/30 store, oltre all’online. Per voi il canale digitale è fondamentale.... A settembre lanceremo un refurbishment dell’e-shop, perché vogliamo concentrarci sulla vendita diretta, che performa bene. Come vanno le cose in Italia? Un po’ a rilento: basti pensare che a Tokyo i multimarca che vendono Sunnei sono 15, in tutta Italia cinque. Ma con la linea donna le cose potrebbero cambiare. L’aggettivo più usato per definire la fashion week è fluida. Quanta fluidità c’è in Sunnei? Molta. Le nostre collezioni servono per esprimere la multidisciplinarietà che io e Loris abbiamo in testa. Oggi ci esprimiamo con gli abiti, ma in futuro potremmo farlo con la musica e con il design: l’obiettivo è essere un brand lifestyle. ■

Possibile per una marchio che non ha una linea maschile e che anzi è da sempre considerato sinonimo di moda iper femminile riuscire ad infiltrarsi in una fashion week maschile? In tempi di fluidità di genere e di offerte che si moltiplicano sì. Tocca ad Alberta Ferretti aprire la settimana della moda maschile di Milano. La designer , replicando una formula sperimentata nel gennaio del 2017, è presente nel calendario con una doppia sfilata-evento, in programma il 15 giugno alla Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, che vedrà protagoniste la nuova pre-collezione e l’Alberta Ferretti Limited edition e la presentazione in anteprima delle nuove divise disengate per Alitalia. Aveva già compiuto questa incursione di campo nela calendario uomo, perché ha atteso tre stagioni per ripetere il test? Perché da donna dinamica, che non sia accontenta di seguire l’onda dei successi più facili, mi piace mescolare le carte ogni stagione, per tenere il mio marchio vivo e dinamico. Il mio stile è sempre coerente ma non amo ripetermi, sia che si tratti delle collezioni, sia della loro modalità di presentazione. E in questa fase preferisco un approccio più gioioso. Quindi non sarà scontato ritrovarla a Milano Moda Uomo tra sei mesi... Questa stagione va così, la prossima dipenderà dai progetti che avrò in quel momento! L’unica certezza è che, in un momento così positivo per il mio brand, mi piace intraprendere progetti sempre


Vìen

1. Alberta Ferretti 2. I bozzetti delle divise di Alitalia che la stilista presenterà durante l’evento del 15 giugno

nuovi e diversi e ho voglia stimolare e conquistare di nuovo i miei sostenitori. Insomma, l’unica regola è quella di non avere più regole? Al giorno d’oggi il sistema moda non segue più i percorsi tradizionali. Anzi, sta al passo con l’evoluzione in termini sia di produzione che di comunicazione e vendite. Sono cambiate le dinamiche e le tempistiche: l’e-commerce e i social media rendono tutto più immediato, avvicinano noi designer al consumatore finale, ci espongono alla viralità del consenso ma anche delle critiche. Devo dire che tutto ciò è una sfida ma preferisco viverla come uno stimolo alla creatività. Anche le fashion week rispecchiano questa situazione... Senza dubbio. Da un lato la moda uomo, sempre più spesso fusa con quella femminile tramite le sfilate co-ed e, dall’altro, la necessità di comunicare le pre-collezioni in modo più forte, hanno modificato il contenuto delle fashion week. In questo scenario deregolarizzato c’è chi chiede di portare tutta la moda uomo a Firenze e di dedicare gli slot di giugno e gennaio alla moda donna, per anticipare i tempi delle collezioni. Lei cosa ne pensa? Credo che il tandem uomo Pitti-Milano funzioni e sia molto credibile. Ma Milano, giustamente, deve nutrirsi e arricchirsi delle nuove possibilità che arrivano dalle pre-collezioni donna. Facendo sistema nessuno perde nulla: al contrario, si vince in spessore e ■ credibilità.

«sfilo a giugno, quando i buyer hanno budget per i giovani» 1. Vincenzo Palazzo di Vìen 2. Un bozzetto della S/S 2019

Vìen by Vincenzo Palazzi is on stage during Men’s Fashion Week with a co-ed show: «For small brand a shift t to June is strategic»

Tra i nomi che contribuiscono a rendere “ibrida” questa edizione di Milano Moda Uomo c’è quello di Vincenzo Palazzo, che dopo una serie di riflessioni, per lo più di natura commerciale, ha deciso di presentare la collezione primavera-estate del suo marchio, Vìen, non più durante la fashion week donna ma nei giorni del menswear. Alla base della scelta, la convinzione che giugno sia il momento più propizio per conquistare i buyer, grazie anche alla prospettiva di una consegna anticipata. «Credo - ha spiegato Palazzo - che sfilare prima di una campagna vendite di “Pre” possa essere positivo, in quanto i buyer sono più aperti a inserire nuovi brand, assumendo qualche rischio in più rispetto a marchi più commerciali, dato che il prodotto ha la possibilità di rimanere negli store per un tempo più lungo». Altri stilisti, specie in America, hanno preso la sua stessa decisione di anticipare i tempi di presentazione e di consegna. Il risultato è che in molti stanno rinunciando alle pre-collezioni... Finché non si raggiunge un numero importante di clienti nel mondo, non c’è la necessità di proporre più collezioni l’anno. Meglio focalizzare tutte le forze, produttive e di comunicazione in una collezione a stagione, con consegne più interessanti per i clienti. Anticipare i tempi può aiutare sotto l’aspetto commerciale, ma non teme che questa scelta possa penalizzarla sul fronte della comunicazione? A settembre ci sono più riflettori accesi su Milano... No. In questo momento tutto è fluido: molti designer stanno facendo scelte alternative rispetto alle presentazioni delle collezioni. A giugno potrebbe esserci meno stampa rispetto alla fashion week di settembre, ma noto che sempre più brand scelgono di presentare la donna con le tempistiche dell’uomo, quindi la tendenza è in crescita e potrebbe attirare attenzione sulla collezione. Oggi, poi, la comunicazione digitale è sempre più strategica e il flusso delle informazioni continuo è slegato dagli appuntamenti canonici. A settembre farete ugualmente qualcosa per agganciare i buyer e la stampa che non prende parte alla fashion week di giugno? Stiamo pensando di presentare qualcosa, probabilmente una capsule collection, più incentrata sull’arte e il design, più concettuale che commerciale. Come sta evolvendo il progetto Vìen? Come va la distribuzione? Nella campagna vendite invernale - la prima “vera” campagna l’interesse maggiore è venuto dal territorio asiatico: IT Hong Kong, 10 Corso Como Shanghai e Rare Market Seoul sono tre punti di ■ riferimento per il mercato del brand.

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WHAT’s new @ Milan fashion week

Scouting Location

musei, scuole e grattacieli la cittÀ si apre alla moda Many new locations for the fashion shows: Palazzo Niemeyer, Mondadori’s headquarters, opens to Zegna, Pal Zileri chooses the Museo Diocesano, Msgm a gym in a school. La sede della Mondadori a Segrate, palestre scolastiche, musei e le vette dei grattacieli. Anche questa stagione non mancano le sorprese per quanto riguarda le location di Milano scelte per le sfilate. Ermenegildo Zegna ha fatto come sempre le cose in grande, scegliendo Palazzo Niemeyer, sede della Mondadori a Segrate (nella foto), ma passando in rassegna il calendario i luoghi dal forte appeal su pubblico sono numerosi. Sunnei sfilerà al 31esimo piano del Grattacielo Pirelli, mentre Eleventy salirà fino al 39esimo piano di Palazzo Lombardia (nella foto). Tra le novità Pal Zileri al Museo Diocesano e Palm Angels all’ex Scalo di Porta Romana di fronte alla Fondazione Prada, Msgm nella palestra di una scuola in via Cadore, Vìen all’ex cinema Arti. Anche Marni ha deciso di cambiare e sfilare in una location top secret in via Pantano 4. Confermata la rivincita della periferia sul centro: delle 28 sfilate in calendario, almeno 16 si svolgeranno in luoghi al di fuori della prima cerchia. (an.bi.)

dubbi e strategie sul calendario delle sfilate di settembre

Milano Senza gucci: che succederà? Doubts and strategies around the Milan Women’s Fashion Week, after Gucci’s choice to show its S/S 2019 collection in Paris. A Milano Moda Uomo l’argomento di conversazione preferito tra uno show e l’altro sarà il futuro della fashion week di settembre, dopo che Gucci ha annunciato il trasferimento, per una stagione, a Parigi, dove sfilerà il 24 settembre, giorno definito dal ceo Marco Bizzarri di transizione, ma che corrisponde all’ultima giornata ufficiale di Milano Moda Donna. «A questo punto - è il parere di Mario Dell’Oglio, presidente di Camera Italiana Buyer Moda - meglio far partire prima la fashion week e terminare la domenica». D’accordo Riccardo Grassi dell’omonima showroom. «Non mi preoccuperei della sovrapposizione con Londra, meglio anticipare ed evitare un calendario compresso». Servirà un brand forte in apertura della manifestazione. «Questo sarebbe il momento giusto - propone Antonia Giacinti di Antonia - per Miu Miu e Valentino di tornare a Milano». Per ora le certezze del calendario di settembre sono un evento “consolatorio” di Gucci il 19, i Green carpet award il 23 e la sfilata co-ed di Emporio Armani in una nuova location, ma già circolano rumors di un ritorno di Moncler Genius, ma in forma minore rispetto a sei mesi fa. (an.bi.)

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Milano Moda Graduate

più che una sfilata un acceleratore di carriera Milan Men’s Fashion Week hosts the closing event of the Milano Moda Graduate talent scouting program, dedicated to students of the most prestigious Italian fashion schools. Definire Milano Moda Graduate una sfilata collettiva di studenti provenienti dalle migliori scuole d’Italia è riduttivo. L’evento, giunto alla quarta edizione e in programma il 15 giugno, è la punta dell’iceberg di un programma di formazione voluto da Camera Nazionale della Moda, che offre agli otto finalisti non solo la produzione delle collezioni ma un percorso educativo duraturo, fatto di workshop come quelli promossi da Ykk, Ratti ed Eurojersey, consulenze specifiche, contatti diretti con le aziende. A usufruire del pacchetto sono Cecilia Juarez Balta (Ied), Mauro Muzio Medaglia (Accademia Costume & Moda), Giacomo Pavia (Accedemia Costume & Moda), Simona Pedone (Naba), Alejandra Rendon Felix (Istituto Marangoni), Ignacio Rodriguez Munoz (Naba), Francesco Salvi (Ied), Martina Trezzi (Istituto Marangoni). A essere valutati dalla giuria, presieduta da Renzo Rosso (nella foto con il vincitore del 2017 Alberto Furlan), non saranno solo gli stilisti, ma tutte le professionalità del fashion system: il Graduate è aperto ad aree come marketing e giornalismo, merchandising e design di accessori e gioiello e mondo digitale.


riflejeans.com


WHAT’S NEW@MILAN FASHION WEEK

WHITE MAN&WOMAN

TUTTO ESAURITO NELLE LOCATION DEL TORTONA DISTRICT The white Man&Woman fair presents 180 contemporary fashion brands the two locations within the Tortona district. Matthew Miller is the special guest. Nei giorni dal 16 al 18 giugno White Man & Woman fa il tutto esaurito di brand, tra le location di Tortona 27 e 54, grazie anche al debutto del progetto White Street Market (vedi news accanto). Sono 180 in totale, le label in vetrina, il 60% delle quali provenienti dall’estero, su una superficie di oltre 12mila metri quadrati. Special guest dell’edizione estiva è Matthew Miller, già vincitore del Woolmark Prize per il menswear nell’edizione 2017/2018. Abasi Rosborough il marchio ideato dal duo Abdul 1 Abasi e Greg Rosborough (il primo di origine nigeriana, il secondo scozzese) - è lo special designer, mentre Sagittaire A, che nasce come collettivo operante tra Parigi e la Cina, è stato scelto per lo special project. Il luxury lifestyle di Ih Nom Uh Nit ha un’area dedicata aperta al pubblico ed è protagonista di un evento, inserito nel calendario di Milano Moda Uomo. Uno dei must del salone sono le collezioni donna, nella sezione Only Woman, connotata da un nuovo layout. Tra i nomi da tenere d’occhio gli organizzatori di M. Seventy elencano Scrambled-ego, Xuan Paris, 2 Leoca Maison Parisienne e, tra 1. Matthew Miller gli italiani, Salvatore Vignola. 2. Abasi Rosborough Per quanto riguarda i marchi uomo e donna, spiccano Thom Krom, Art Comes First, Alexander Roys, Hi On Life e Mc Ritchie. Per il «see now, buy now» c’è la collezione donna di lusso sostenibile Avavav, ideata da Linda e Adam Friberg (già co-founder del marchio Cheap Monday). Inoltre prosegue la collaborazione con Tomorrow London per Ahead-The function room, che esplora il tema della funzionalità nell’athleisure. (e.f.)

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WHITE STREET MARKET

È AL BASE IL NUOVO FUORI SALONE DELLA MODA The first edition of the business&consumer event White Street Market hosts 30 streetwear brands, including adidas Originals, Patagonia, Sergio Tacchini and Fair Play La Martina. Nelle stesse giornate di White Man & Woman, allo spazio Base di via Tortona 54, debutta una nuova iniziativa business&consumer, creata dagli stessi organizzatori di White insieme a Paolo Ruffato (fondatore di Probeat Agency) e Walter D’Aprile (co-fondatore di Nss factory). Si tratta di White Street Market, «più che una fiera, un festival dello streetwear», che vede la partecipazione di una trentina di marchi fra i quali adidas Originals, Patagonia, Sergio Tacchini, G-Shock, Fair Play La Martina e Obey, oltre a label indipendenti come Gabber Eleganza e White Walls Worldwide. «Abbiamo coinvolto brand molto diversi fra loro - spiega D’Aprile - alcuni dei quali avevano abbandonato la formula dei trade show e altri che ne hanno sempre preso le distanze». «Buyer e consumatori - aggiunge Ruffato - possono interagire in un contesto dove si fondono moda, arte, food e talk. Il pubblico entra in contatto con i marchi, come fosse un Fuori Salone della Moda; i buyer hanno la possibilità di ftestare l’impatto di un brand sul pubblico finale, acquisendo informazioni sulle tendenze e su come vengono percepite». «Le aziende - osserva Massimiliano Bizzi, fondatore di White - hanno accolto a braccia aperte il progetto: il mercato sta cambiando, ha bisogno di storytelling. L’anno zero di White Street Market parte con una buona energia». Numerosi gli appuntamenti in programma, ispirati dai temi “subculture” e sostenibilità. Si parte sabato 16 giugno con Patagonia che organizza il talk “Good for business, good for the planet” e proietta il docu-film Bleu Heart. Dopo un torneo di ping pong con il brand Fred Perry, il marchio emergente Wrad presenta una fibra ricavata dalla menta. Domenica 17 il talk è con adidas Originals e Sneakerness (il maggiore evento europeo dedicato alle sneaker). Seguono il docufilm “Obey Giant” e, in serata, un’asta benefica organizzata da Only The Brave Foundation in favore della onlus Il Piccolo Principe. Lunedì mattina si conversa sul denim sostenibile e gli studenti della Naba incontreranno i professionisti della moda per discutere su come si crea un brand e come lo si può portare al successo. Non mancano party, workshop, mostre fotografiche e sessioni di yoga e meditazione. Il sound design è curato da Club to Club. (e.f.) Una capsule creata per l’evento da Sergio Tacchini con Andrea Crews

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what’s new @ milan fashion week

MARCO BALDASSARI/ELEVENTY

«PORTIAMO IL NOSTRO RESPONSIBLE LUXURY IN TUTTO IL MONDO» Tra i protagonisti della settimana della moda milanese, Eleventy ha un profilo sempre più “glocal”, con radici salde nel tessuto manufatturiero made in Italy e un respiro internazionale, con progetti di espansione al di qua e al di là dell’oceano. E una nuova sfida, appena iniziata, nel mondo digital di ANGELA TOVAZZI

Four years after the entry of Vei Capital, Eleventy has an increasingly “glocal” profile, with firm roots in made in Italy manufacturing and several worldwide expansion projects. And a new challenge, just begun, in the digital world. We talk about it with one of the founders, Marco Baldassari.

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uando si hanno radici solide si può volare in tutto il mondo. Nel caso di Eleventy, marchio fondato nel 2007 da Marco Baldassari e Paolo Zuntini, la solidità sta in una produzione 100% made in Italy, nei contenuti autentici, in una filiera sostenibile e rispettosa dell’ambiente. Valori che grazie anche al supporto di Vei Capital, che ha acquisito la maggioranza del marchio uomo e donna nel 2014, Eleventy sta esportando in tutto il mondo. A raccontarne l’evoluzione è uno dei fondatori, Marco Baldassari, direttore creativo uomo, alla vigilia dell’evento del 17 giugno in una location speciale, la terrazza al 39esimo piano del palazzo della Regione Lombardia. Come è andata nel 2017 e che progetti avete per il 2018? Abbiamo chiuso l’anno con un fatturato di 22 milioni, con una crescita di quasi il 20%. Per il 2018 pensiamo di ripetere la stessa performance, puntando ad arrivare al traguardo di circa 29 milioni. Qual è la vostra forza? Indubbiamente il prodotto. Il nostro è un lusso responsabile, fatto di contenuti veri. Niente eccessi, niente di ostentato. Eleventy è realizzato per il 100% in Italia, grazie a una rete selezionata di 94 microimprese, ciascuna specializzata in ogni categoria merceologica, che dal Veneto alla Puglia lavorano con noi per realizzare collezioni identificative e di alta qualità. Prezzi alti dunque... Tutt’altro. Questa scelta gestionale ci ha

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East. Oltrefrontiera abbiamo molti progetti, sia wholesale che retail, con la previsione di raggiungere, con gli ultimi opening, una quindicina di monomarca. Dopo aver inaugurato una boutique a Toronto, il mese di giugno segna l’apertura del primo flagship uomo e donna negli Usa, in una fashion destination come Soho, e il debutto con la nostra insegna in Turchia, a Istanbul, in tandem con il partner Dogus. Mentre la novità su Londra è che ad accogliere il menswear Eleventy è uno storico department store come Selfridges.

permesso di contenere al massimo i costi, per essere poi in grado di offrire alla clientela di tutto il mondo prodotti di alto profilo a un prezzo “responsabile”. Con il plus di un approccio sostenibile, grazie a una filosofia volta a ridurre i consumi del sistema produttivo e a utilizzare procedure che non inquinano. Come sta rispondendo il mercato? Il prodotto 100% made in Italy è molto apprezzato all’estero, che attualmente rappresenta oltre il 70% del business, con una trentina di Paesi presidiati, tra cui Russia, Turchia, Europa, Usa e Far

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Progetti nel digitale? Circa un anno fa abbiamo realizzato il restyling del sito, con il lancio dell’ecommerce, rivedendo parallelamente le dinamiche di comunicazione sui principali social come Facebook e Instagram. Il 29 maggio scorso siamo partiti con una campagna su Farfetch, per implementare la nostra awareness, dalla quale ci aspettiamo grandi riscontri. Per il momento il business online incide solo per l’1,8%, ma ci ■ crediamo molto. 1. Marco Baldassari 2. Due look Eleventy della Spring-Summer 2019


C R E AT E YO U R OWN ST YLE


BEYOND MILAN

PARIS FASHION WEEK

TRA KERING E LVMH È CACCIA ALL’UOMO Nel calendario parigino (19-24 giugno) alcune assenze eccellenti, ma spiccano due super debutti targati Lvmh: Virgil Abloh da Louis Vuitton uomo e Kim Jones da Dior Homme. Una mossa per affilare le armi contro Kering DI ALESSANDRA BIGOTTA

Virgil Abloh for Louis Vuitton’s menswear and Kim Jones at Dior Homme are two highlights of the upcoming Paris Fashion Week, scheduled from 19th to 24th June.

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BERLUTI E GLI ALTRI

I GRANDI ASSENTI

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entre la fashion week milanese sperimenta nuove formule, anche a Parigi spira forte l’aria del cambiamento, che non riguarda tanto l’irruzione delle precollezioni donna in un calendario che resta prettamente al maschile (dal 19 al 24 giugno), quanto le novità che si profilano ai vertici creativi di due big brand di casa Lvmh: il 21 giugno segna il debutto dell’eclettico e istrionico Virgil Abloh da Louis Vuitton homme, mentre il 23 è Kim Jones - di cui Abloh ha preso il posto da Vuitton - ad affrontare la sua prima prova passerella da Dior Homme. Un marchio, quest’ultimo, che negli ultimi 11 anni ha visto alla direzione artistica Kris Van Assche, ora in Berluti al posto di Haider Ackermann. C’è parecchio movimento tra i brand maschili d’oltralpe, che cercano di dare del filo da torcere a Demna Gvasalia da Balenciaga. François-Henri Pinault, patron di Kering, non ha dubbi: sarà questo brand il “Gucci del futuro”, che dopo aver macinato incrementi a doppia cifra nelle ultime stagioni può ambire al traguardo del miliardo di euro di fatturato annuo. Sorprendentemente, non è dalla donna ma dalla clientela maschile che giungono le più grandi soddisfazioni per Balenciaga, che ha fatto breccia tra i Millennials: «Ormai il 60% delle vendite arriva da loro» ha commentato il ceo Cédric Charbit, ricordando che «in alcuni comparti la crescita è talvolta superiore al +100%». In calendario figurano 53 fashion

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1. Virgil Abloh: il suo esordio alla guida creativa di Vuitton è fissato per il 21 giugno 2. Kim Jones debutta in pedana per Dior Homme il 23 giugno 3. Il menswear di Lanvin

show: tra questi Valentino il 20 giugno; Rick Owens, Issey Miyake, Yohji Yamamoto e Dries Van Noten il 21; Junia Watanabe, Maison Margiela e Alexander McQueen il 22; Sacai, Thom Browne, Balmain ed Hermès il 23; Paul Smith, Dunhill, Kenzo e Lanvin il 24. La griffe fondata da Jeanne Lanvin a inizi Novecento farà a meno di Olivier Lapidus per la donna, mentre sul fronte uomo non ci sono per ora notizie di rottura con Lucas Ossendrijver: ma tutto è in divenire, sotto l’egida dei nuovi proprietari di Fosun. Intanto si pensa già a settembre, quando Parigi potrà contare sul classico asso nella manica, Gucci in trasferta da Milano, mentre Raf Simons anticipa che a sua volta lascerà New York alla volta della Ville Lumière, per presentare la nuova collezione del suo brand. Ma c’è da scommettere che gli annunci non finiranno qui. ■

Van Assche’s debut at Berluti will be next January, while Ackermann will organize a co-ed show in September. Jacquemus opts for Southern France on 25th June.

BERLUTI Per vedere il nuovo corso di Berluti sotto la guida dell’ex Dior Homme Kris Van Assche (nella foto), bisognerà aspettare gennaio.

JACQUEMUS Simon Porte Jacquemus sceglie una località del Sud della Francia (forse Marsiglia o dintorni) per lanciare il 25 giugno la sua prima collezione completa di menswear.

HAIDER ACKERMANN Chiusa la liaison con Berluti, lo stilista colombiano si concentra sulla sua linea e decide di farla sfilare co-ed a settembre.

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BEYOND MILAN

settimana della moda di berlino

1. Visitatori a Seek 2. Un’immagine di Premium 3. L’ingresso di Panorama

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Una squadra compatta di saloni fa di Berlino la capitale della moda ai primi di luglio: in scena molto prodotto ma anche format sempre più “alla department store”, per riprodurre l’esperienzialità da vivere anche in negozio

© Jan Kapitaen

saloni come contenitori di esperienze 2

di ALESSANDRA BIGOTTA 3 © Wunderlich

From 3rd to 5th July Berlin turns the light on its fashion fairs, conceived with a lifestyle mood and built around customer experience as it is perceived in stores.

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aranno molti gli italiani che, in veste di espositori e visitatori, faranno rotta su Berlino ai primi di luglio. Secondo le stime recentemente diffuse da Confindustria Moda su dati Istat, nel 2017 la Germania si è confermata al quarto posto tra i Paesi di destinazione del nostro export di tessileabbigliamento, con un valore di quasi 5,2 miliardi di euro (+3,7%). La settimana della moda, che si concentra nelle giornate dal 3 al 5 luglio, vede molte conferme e qualche defezione, a partire dal salone del childrenswear Cookies, che viene sospeso, mentre Curvy Is Sexy, vetrina delle taglie più, si trasferisce a Düsseldorf. Si presenta compatta la corazzata degli eventi targati Premium Group, diversi tra loro ma accomunati dall’obiettivo - come ha ribadito Anita Tillmann, managing partner dell’ente fieristico - di fornire percorsi esperienziali, prima ancora che semplici prodotti. Così Premium, che schiera alla Station Berlin oltre 1.000 brand per 1.800 collezioni e può contare su un 30% di new entry, ospita un’installazione di Anselm Reyle e dedica uno spazio al padiglione 2 a tutto quanto sta intorno alla moda ma la sta trasformando radicalmente, a partire dall’innovazione digitale. Tra gli eventi, da segnalare una gara di polo sui generis, con le bici al posto dei cavalli, organizzata da La Martina. In condivisione all’Arena Berlin si presentano Bright e Seek. Il primo si sviluppa

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intorno al mondo dello skateboard e dello streetstyle, in un’ottica business to business ma anche business to community. Il secondo, che comprende brand come Napapjiri, Alpha Industries, Nudie Jeans e Russell Athletic, ha come filo conduttore uno stile contemporaneo e attento alla sostenibilità. Alla Külhaus si colloca Show & Order x Premium, studiato come se fosse un grande

department store. Ma Berlin Fashion Week è sinonimo anche di Panorama, rassegna articolata in 11 hall presso la Messe Berlin, che lancia una serie di novità: un’area di 160 metri quadri vicino all’ingresso, dedicata ai nuovi brand in modo da non doverli cercare tra un corridoio e l’altro, la prima Trend Guide cartacea sulla primavera-estate 2019, una sezione tutta al femminile di 3mila metri quadri alla hall 5, chiamata Belle, e la piattaforma Retail Solutions alla hall 6. Si conferma il concept Nova su active, sport e lifestyle e, sempre a proposito di lifestyle, la sezione Hot Shit offre un ventaglio di proposte curiose, dalle cuffie all’avanguardia per ■ lo smartphone ai tè più particolari.

#fashiontech

futuro, tessile, tecnologia: se ne parla qui Launched by Premium Group in 2015, #Fashiontech connects fashion with the tech and strtup industry: the summer edition is scheduled from 2nd to 4th July at Kraftwerk. Ultimo nato in casa Premium Group (è partito nel 2015), #Fashiontech rappresenta il punto di incontro tra il mondo del fashion e quello della tecnologia e delle startup, con un format che prevede sia un momento espositivo, sia una serie di conferenze e momenti di networking. L’appuntamento con questo evento, che da gennaio 2018 si è arricchito di una partnership con Messe Frankfurt - utile per esplorare gli sviluppi del tessili tecnici e della sostenibilità - è fissato alla Kraftwerk di Berlino dal 2 al 4 luglio, giornate scandite da meeting su Industry Insight (il 2 luglio, solo su invito), #Fashionsustain (il 3) e #Fashiontech (il 4). Da aprile la rassegna si avvale di un nuovo chief business development officer, Michael Stracke, che tra gli obiettivi futuri indica quello di esportare la formula in altri Paesi. (a.b.)


ISTITUTO MARANGONI for

The School of Fashion & Art protagonista a Pitti Uomo Tra innovazione e artigianalità: Istituto Marangoni Firenze wwdove nascono il menswear e gli accessori di domani. Centro di cultura e artigianalità, Firenze è una fonte d’ispirazione unica nel suo genere, ricca di storia ma in grado di anticipare i trend di mercato: non a caso, proprio qui sono nati alcuni dei maggiori Maestri dell’alta moda italiana ed è sempre qui che The School of Fashion & Art di Istituto Marangoni sta sviluppando forti sinergie con il territorio, sviluppando in particolare un focus sul menswear e l’accessorio, con uno sguardo sempre rivolto nel futuro. Per questo l’istituto rappresenta il luogo ideale per formarsi con una visione proiettata verso il mondo del lavoro, dove questo tipo di specializzazione è molto richiesta. Il piano di studi prevede corsi ad hoc, come quelli di Shoe Design e Accessories Design, oltre agli itinerari didattici nell’ambito dell’arte, con master in Arts Management e Curatorial Management e i programmi triennali in Art, History & Culture o in Multimedia Arts. Da quest’anno, inoltre, i corsi di Fashion Design, Interior e Product Visual Design, hanno ricevuto la validazione AFAM, acquisendo così valore di laurea a tutti gli effetti. Forte anche il legame con Pitti Immagine Uomo, evento in cui i

migliori studenti dei corsi di menswear presentano le loro collezioni di fronte a un’audience di giornalisti e professionisti del settore. Il fashion show in programma l’11 giugno alle 18.00 presso la Dogana porterà in scena una coinvolgente performance, caratterizzata da un concept completamente nuovo, che esplora il tema della contaminazione tra moda e arte. Un’altra iniziativa importante prevista il 14 giugno alle 17.30, presso la sede della Scuola in via de’ Tornabuoni sarà la talk con Sara Sozzani Maino, a chiusura del progetto “New Challenges by Istituto Marangoni and Vogue Talents”, il contest che premia i giovani talenti più promettenti. Al talk presenzierà anche Ermanno Scervino, Brand Ambassador della Scuola di Firenze, illustrando il progetto Scervino–Fondazione Zeffirelli, per il quale gli studenti di Istituto Marangoni hanno interpretato 12 outfit della Bisbetica Domata, riletti in chiave contemporanea. L’obiettivo è stato quello di coinvolgere i ragazzi, offrendo loro l’opportunità di riscoprire il connubio tra approccio creativo e manualità artigianale, all’insegna dell’eccellenza.

Istituto Marangoni Milano • The School of Fashion - Via Pietro Verri 4 - 20121 Milano - istitutomarangoni.com


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BuyerS’ SURVEY

VENDITE MENSWEAR primavera-estate 2018

SE il mercato (stabile) lo fa la t-shirt Un’estate senza sorprese, quella del 2018, con le magliette al top delle categorie più vendute. Riusciranno nuovi progetti come Moncler Genius o le idee di neodirettori creativi “non allineati” a ridare slancio alle vendite? I buyer restano fiduciosi di elisabetta fabbri

Summer 2018 has been a season without surprises, where sales remained flat compared to last year and with T-shirts elected as best sellers. Will new projects like Moncler Genius or creativity brought by new creative directors of important brands give momentum to sales? Buyers are confident.

Un look Palm Angels per l’estate 2018: la T-shirt è il best seller di stagione e il marchio fondato da Francesco Ragazzi figura tra le scommesse dei buyer

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omplice, forse, un’estate arrivata in ritardo, i consumi di abbigliamento maschile di stagione risultano stabili, rispetto a un anno fa. Lo dice il 57% dei titolari dei maggiori multimarca italiani che hanno risposto al nostro sondaggio periodico (vedi a pag.84). Non va sottovalutato, però, che quasi un terzo del campione parla di miglioramento rispetto a un anno fa (le proporzioni restano pressoché analoghe nel bilancio per gli accessori). A livello di merceologie, T-shirt e maglieria si collocano in cima alla lista dei best seller, mentre per quanto riguarda i marchi Stone Island continua a conquistare gli italiani nell’abbigliamento e Gucci negli accessori, risultando anche il marchio più acquistato dagli stranieri in ambedue le categorie. Online le preferenze cambiano: sul podio per l’abbigliamento c’è Off-White, secondo un terzo Givenchy e terzo Dolce&Gabbana, mentre del campione nei complementi del look Gucci è seguito da registra Alexander McQueen, pari merito con Bavendite lenciaga, Givenchy, Golden Goose, Prada in aumento rispetto a e Off-White. Alla domanda “Quali marchi un anno fa avete appena inserito?” i dettaglianti danno risposte molto variegate e nessuna etichetta ottiene una maggioranza “qualificata”. Tra noti e meno noti, figurano Gcds, Amiri, Palm Angels, Antony Morato, Department 5, Warren Lotas, Facetasm, Circolo 1901, Mastermind World e Rrd-Roberto Ricci Designs. Eterogenee anche le scelte nell’accessorio, dove compaiono nomi dello sportswear come Adidas, Puma, Diadora Heritage e Valsport, altri in fase di rilancio come Helmut Lang, nonché brand che calcano le passerelle vedi Saint Laurent, Alexander Wang, Paul Smith e Versace. Qualcuno ha anche già dato il suo ok alla novità delle novità, Moncler Genius, il

Qual è la tipologia di Prodotto più venduta in questo autunno-inverno?

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T-shirt

Scarpe

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Pantaloni

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Giacca

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BuyerS’ SURVEY

Marcos - Mondovì (Cn)

Beunique - Cividale del Friuli (Ud)

Agnetti - Villa Potenza (Mc)

Noha- Brindisi

Bonvicini - Montecatini (Pt)

progetto speciale del marchio dei duvet, che ha messo alla prova otto creativi, le cui proposte esordiscono a turno sul mercato con cadenza mensile, partendo da giugno. In occasione del sondaggio abbiamo interpellato i buyer su questa nuova strategia di Moncler, la cui periodicità a 30 giorni potrebbe anche essere estesa, in futuro, a tutta la produzione del brand, come dichiarato dal presidente Remo Ruffini in una recente intervista. La maggior parte ha accolto l’iniziativa con favore, usando aggettivi come “geniale”, “futuristico”, “rivoluzionario” e riconoscendo che la scelta è coerente con il momento attuale, dove “fast” è l’imperativo. «Le tempistiche di uscita sono discutibili - afferma Sabina Zabberoni di Julian Fashion - ma in linea con il modus operandi di tanti brand: proporre capsule all’interno delle collezioni, con diverse date di consegna, creando conti-

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Come sono andate le vendite di moda maschile nell’estate 2018?

57 % Stabili 31%

In aumento

12 % In calo

Folli Follie - Verona

nuo interesse tra i consumatori. Sicuramente avrà un importante riscontro commerciale». Non solo. «Probabilmente indurrà anche altri brand a cambiare registro», dice Maurizio Artusa (Artusa). «Ritengo che dalla molteplicità delle idee possano rafforzarsi l’unicità e la creatività del marchio» sostiene Angela Vitale (Vitale). «Moncler Genius commenta Maurizio Coltorti (Coltorti) va a coprire tutte le finestre temporali della stagione, con pacchetti diversi tra loro, che mostrano un salto di qualità stilistica». «Il progetto - spiega Carla Cereda (Biffi Boutique) - è supportato da qualità, innovazione e comunicazione: un messaggio forte, che verrà sicuramente apprezzato dai clienti». «Gli eventi di lancio, in diversi appuntamenti, impongono una cultura sempre più digitale» osserva Piero Marchesani (Filippo Marchesani), definendo il progetto



BuyerS’ SURVEY

La parola ai negozi multibrand Quali sono stati i marchi di abbigliamento più acquistati dagli italiani?

E quelli di abbigliamento più acquistati dai clienti stranieri?

1 Stone Island

1 Gucci

2 Gucci, Off-White

2 Stone Island

3 Tagliatore

3 Givenchy,

Moncler, Off-White

STONE ISLAND

givenchy

Quali marchi di accessori avete venduto di più agli italiani?

Quali marchi di accessori avete venduto di più agli STRANIERI?

1 Gucci

1 Gucci

2 Balenciaga

2 Prada

3 Philppe Model, Alexander McQueen, Valentino

3 Adidas

gucci

Qual è il marchio di abbigliamento più venduto online sul vostro sito Internet e/o piattaforme terze?

PRADA

Qual è il marchio maschile appena inserito su cui puntate? 1 Gcds

1 Off-White

2 Amiri

2 Givenchy

3 Palm Angels

3 Dolce&Gabbana

OFF-WHITE

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GCDS


Ratti - Pesaro

Filippo Marchesani - Cupello (Ch)

Artusa - Vibo Valentia

«coraggioso e visionario». Ma c’è anche chi pensa che forse questo nuovo percorso di Moncler sia sintomatico dei livelli di frenesia a cui si è arrivati nel fashion e che il marchio rischi di perdere la propria identità, in un momento in cui - al contrario - «emerge molta voglia di heritage». Qualcuno dice che il cliente non è ancora abituato a una rotazione così vorticosa dell’assortimento. Altri parlano di «puro marketing» e di «esperimenti di laboratorio». Nel mezzo gli attendisti che dicono: «Vediamo cosa deciderà il mercato». Se Moncler ha scelto di coinvolgere più designer “a puntate”, altri marchi di recente hanno cambiato i direttori creativi. Cosa ne pensano i retailer dei ripetuti cambi, talvolta dopo pochi mesi dalla nomina? Il 57% del campione ritiene che a volte non si dia al consumatore il tempo di assimilare i cambiamenti portati dal nuovo

Vitale - Crotone

La Boutique di Adani - Modena

Come sarà il vostro budget per l’estate 2019?

68% Stabile

32%

In aumento

Paolo Pessina - Monza

stilista. «Non si premia più la creatività - lamentano da Divo Boutique -. I manager vogliono profitti immediati, senza pensare alla storia del brand. In questo momento lo stile è dettato dal numero di follower su Instagram». Un altro 41% afferma che il nuovo che avanza è sempre salutare e solo il 2% reputa i giri di poltrone eccessivi. E se la new entry al design ha una provenienza non del tutto “in linea” con il marchio, per esempio nel caso di Virgil Abloh in Vuitton e Riccardo Tisci da Burberry? I più sono convinti che sia una scelta corretta, in grado di portare nuove idee e quasi necessaria, se si vuole raggiungere un pubblico giovane. I rari scettici temono che il brand si snaturi, altri sono disposti ad accettare il compromesso, ma solo se la creatività è al servizio dell’anima del brand. Ma tra i già citati Tisci e Abloh e neoincaricati come Kim

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BUYERS’ SURVEY

Ringraziamo IL NOSTRO PANEL

Vela Shop - Cagliari

Vinicio - Legnano

Jones (Dior Homme), Arthur Arbesser (Fay) e Kris Van Assche (Berluti) su chi si nutrono le maggiori aspettative? Oltre il 70% del campione punta su Tisci. Dicono da Franz Kraler: «Il punk, lo streetwear e la couture mixati rispettando l’heritage britannico: ne vedremo delle belle». «È italiano, cool, amato dalle star, venerato dalle sue modelle: siamo curiosi» ribattono da Valtellini. Molti pensano che Tisci sia un vero designer e un grande comunicatore (Fiacchini), che saprà avvicinare i Millennials al marchio (Vela) e che metterà il suo know how al servizio di categorie merceologiche per le quali ha una forte sensibilità (Folli Follie). Per esempio, lo attendono grandi sfide

nell’eveningwear, «che non è il core business di Burberry ma era il fiore all’occhiello di Tisci da Givenchy» (Coltorti). Di Abloh si dice che è bravo «a creare ponti fra classico e contemporaneo, con uno stile che parla ai Millennials» (Nugnes) e che potrà dare una nuova lettura a «un mood un po’ statico» (Mantovani). Quanto a Jones, c’è chi non vede l’ora di scoprire come reinventerà i codici tailoring di Dior Homme e chi si aspetta l’ampliamento di alcune linee di prodotto. Da Van Assche ci si attende lo sviluppo del ready-to-wear Berluti. Inoltre sarà interessante scoprire come Arbesser unirà il minimalismo allo sportswear per Fay (La ■ Boutique di Adani).

Cosa ne pensate dei continui CAMBI alla GUIDA CREATIVA delle griffe? 1 A volte non si dà il tempo al mercato di assimilare il cambiamento 2 Sono sempre salutari 3 Sono eccessivi

Su quali, tra i seguenti designer NEONOMINATI, nutrite più ASPETTATIVE?

1 Riccardo Tisci (Burberry) 2 Virgil Abloh (Louis Vuitton uomo) 3 Kim Jones (Dior Homme) 4 Arthur Arbesser (Fay) 5 Kris Van Assche (Berluti)

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57% 41% 2% 71% 38% 29% 12% 10%

Andrea Agnetti - AGNETTI - Villa Potenza (Mc); Maurizio Artusa - ARTUSA - Vibo Valentia e Lamezia Terme; Gianni Arteni - BEUNIQUE - Cividale del Friuli (Ud); Carla Cereda Biffi - BIFFI BOUTIQUES - Milano e Bergamo; Andrea Bonvicini - BONVICINI FASHION GALLERY & STORES - Montecatini Terme (Pt); Giancarlo Stella - BOUTIQUES STELLA Asiago (Vi); Paolo Colognese - COLOGNESE 1882 - Montebelluna (Tv); Maurizio Coltorti - COLTORTI - Jesi; Gaetano De Florio - DE FLORIO - Noicattaro (Ba); Marco Cateni - DIVO - Santa Maria a Monte (Pi) e Pontedera (Pi); Franco Fargetta - Eleonora Bonucci - ELEONORA BONUCCI - Viterbo; Fabrizio Fagni - FAGNI - Pistoia; Alberto Ferrante - FARGETTA Caltagirone (Ct); Massimo Fiacchini - FIACCHINI - Forte dei Marmi (Lu); Piero Marchesani - FILIPPO MARCHESANI - Cupello (Ch); Andrea Galbiati FOLLI FOLLIE - Mantova, Verona, Brescia, Bologna e Riccione (Rn); Daniela Kraler - FRANZ KRALER - Cortina d’Ampezzo (Bl) e Dobbiaco (Bz); Luca Santamaria - FULL MILANO - Palermo; Raffaele Galiano - GALIANO - Giugliano (Na); Anna Giordano - GIORDANO BOUTIQUE - Pompei (Na); Fausto Vanni - GUELFA - Santa Maria a Monte (Pi) - Sabina Zabberoni - JULIAN FASHION - Milano Marittima (Ra); Amos e Angela Adani - LA BOUTIQUE DI ADANI - Modena; Vincenzo Reggiani - LACERBA - Rimini; Paolo Mantovani - MANTOVANI - San Giovanni Valdarno (Ar), Castiglione della Pescaia (Gr) e Greve in Chianti (Fi); Paolo Marini - MARCOS Mondovì (Cn); Mirko Moras - MORAS BOUTIQUEIntimiano (Co); Natale De Stradis - NOHA - Brindisi; Claudia Sansonetti - NUGNES 1920 - Trani (Bt); Massimo Zanardi - PALAZZO MELCHIONNI - Alessandria; Paolo Pessina - PAOLO PESSINA Monza; Battista Martilotti - PAPILLON - Corigliano Scalo (Cs); Chicco Amato - PAPINI - Catania e Siracusa; Nicola Raimondi - RAIMONDI DRESS - Ravenna; Matilde d’Ovidio - RATTI - Pesaro; Andrea Neris e Marco Solieri - SIR ANDREW’S - Carpi (Mo); Aldo Carpinteri - STEFANIA MODE - Trapani; Ernesto Tufano - TUFANO - Pompei e Scafati (Sa); Didi Corbetta - VALTELLINI - Rovato in Franciacorta (Bs); Andrea Diaz - VELA SHOP - Cagliari; Vinicio Ravagnani - VINICIO - Arona (No), Genova, Legnano (Mi) e Novara; Angela Vitale - VITALE - Crotone




retail 4.0

shopping experience

Un futuro chiamato wow service Il mondo del retail fisico sembrava cedere terreno a causa del digital e invece App, realtà aumentata, stampa 3D e big data stanno offrendo ai negozi brick and mortar l’occasione per mantenere la leadership nel ciclo d’acquisto. Come? Consentendo di prevedere le richieste del cliente e sorprendendolo di Andrea Bigozzi

The physical retail world seemed destined to give way to digital, but Apps, augmented reality, 3D printing and big data are offering brick and mortar stores the opportunity to maintain their leadership. How? Allowing them to anticipate customers’ requests and to surprise them.

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ella moda la rivoluzione digitale ha diverse declinazioni. Se in principio esisteva solo l’e-commerce, oggi tutto ruota intorno a parole come big data e Internet of things. Osservando da vicino i trend attuali e studiando le scelte dei principali player del settore, abbiamo provato a riassumere quali sono le sfide fondamentali che i retailer dovranno affrontare nei prossimi anni per continuare a essere competitivi. Forse il più grande trend del momento è la personalizzazione su larga scala attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, applicata alla shopping experience e al customer care. Come fa notare Maurizio Coltorti - al lavoro su un format di retail phygital - la tecnologia dovrà permettere di tornare al negozio di un tempo, quando il titolare conosceva i clienti uno a uno e sapeva già prima di entrare che cosa poteva desiderare. Anche il conversational commerce, ovvero acquistare parlando, sembra diventato uno dei modi preferiti di fare acquisti. Rinascente ha lanciato il suo servizio on demand via WhatsApp, ma presto dalla messaggistica istantanea si passerà all’utilizzo di chatbot. Burberry, Nordstrom e Tommy Hilfiger sono alcuni dei brand che stanno sperimentando questo strumento per il customer service. E la tecnologia in negozio? «Non deve distrarre il consumatore, ma semplificare il processo di acquisto instore» rispondono Nadia Dhouib e Clara Cornet, rispettivamente general manager e creative and merchandising director del flagship store che Galeries Lafayette aprirà nel 2019 sugli Champs-Elysées di Parigi. Per questo motivo, c’è da scommettere che cresceanno i pagamenti digitali e strumenti come le casse intelligenti, testate da Miroglio Fashion, pioniere italiano del retail 4.0. In futuro ci saranno più servizi per esplorare e provare gli articoli in vendita online: lo sanno Nike, Sephora, Zara, ma anche Balmain e Gucci. Capire quale trend prenderà il sopravvento e cosa farà la differenza non è facile, ma una cosa è certa: i retailer vincenti sono quelli capaci di proporre ■ più esperienze possibile.

Balmain vuole stupire con la realtà virtuale Balmain’s new store in Milan introduces the “My City of Lights” virtual reality experience, part of Wonderlab, a new entertainment and innovation division.

Come è possibile affermare di voler quadruplicare i propri risultati di vendita nel giro di quattro anni e al tempo stesso sostenere di non voler superare la soglia delle 15 boutique monomarca all’attivo? La risposta per Massimo Piombini, ceo di Balmain, è una sola: la mediazione tra la Rete e il negozio fisico. Secondo il manager del marchio francese, che oggi fattura 154 milioni di euro, una dimostrazione di come sarà lo shopping del futuro l’ha fornita proprio il nuovo store di Milano, che all’inaugurazione offriva un’esperienza di realtà virtuale: indossando un casco di realtà aumentata, il consumatore poteva immergersi nella testa di Olivier Rousteing (nella foto). Chiamata My City of Lights, questa iniziativa (che nel frattempo si è spostata in altri store della griffe) è la prima iniziativa di una serie nella realtà virtuale per Balmain. L’azienda ha infatti creato una divisione dedicata all’entertaiment e all’innovazione, dal nome Wonderlab, il cui obiettivo è quello di ridefinire l’esperienza di vendita al dettaglio e trovare nuovi linguaggi di comunicazione con i clienti-follower.

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retail 4.0

Maurizio Coltorti

Phygital is now!

a settembre inaugureremo a jesi il nostro phygital Concept lab: sarà aperto su appuntamento e con allestimenti personalizzati. Il cliente troverà esclusivamente i brand che desidera

Maurizio Coltorti Coltorti Boutique

Italian multibrand retailer Coltorti tests a Phygital concept. «This is the future of retail. Buyers like us have to be more innovative» says Maurizio Coltorti. Conto alla rovescia per il debutto “phygital” di Coltorti. Non bisognerà attendere molto per conoscere di quali tool avveniristici sarà dotato questo multimarca del futuro. «Siamo pronti - esordisce Maurizio Coltorti - ma per ora preferiamo non dare anticipazioni. Posso dire che la personalizzazione sarà al centro di tutto, ma senza che noi risultiamo invadenti». La startup è prevista per settembre a Jesi, città dove l’avventura commerciale della famiglia Coltorti è partita e che negli anni ha portato alla costituzione di un gruppo con cinque negozi, 100 dipendenti e 50 milioni di euro di fatturato. Quali effetti spciali state preprando: wireless, realtà aumentata, cloud... Sarà una sorpresa, ma certo non abbiamo chiuso lo store di Jesi (nella foto) tutti questi mesi per installare solo qualche videowall qua e là. Il Phygital Concept Lab abbraccerà tutto il mondo digitale e multimediale. Ma il lavoro più importante è stato fatto sull’informazione, per tracciare i dati e i comportamenti dei clienti, perché solo se li conosci davvero sei in grado di offrirgli un servizio migliore. Un esempio del grado di personalizzazione offerto? Lo spazio sarà aperto solo su appuntamento e con allestimenti personalizzati. Il cliente troverà unicamente i brand che fanno per lui, nelle taglie e nei colori preferiti. Non avrà nemmeno bisogno di uscire con i sacchetti in mano, perché se vorrà spediremo tutto a casa. Puntiamo alla customizzazione assoluta.

su Facebook la prova prima dell’acquisto è digitale Sephora and Nike tested AR on Messenger allowing users to have a preview of something they want to buy beforehand, using augmented reality.

Uno dei limiti rimasti finora alla diffusione dell’e-commerce riguarda l’acquisto dì abbigliamento: non è mai facile scegliere quali vestiti comprare, senza avere prima la possibilità di provarli. Un inconveniente che Facebook sembra aver superato, grazie alla realtà aumentata. Il gruppo di Mark Zuckerberg attraverso la sua app di messaggistica istantanea, Messenger, ha lanciato una nuova funzionalità, che permette agli utenti, che interagiscono con la chat di un’azienda di testare virtualmente i prodotti desiderati. Basterà attivare la fotocamera dello smartphone. Si potranno poi condividere gli scatti o semplicemente scaricare i contenuti nel rullino fotografico del cellulare.Tra i primi marchi a sfruttare la nuova realtà aumentata di Messenger ci sono Nike e Sephora, che permettere di provare i suoi cosmetici, acquistabili poi on e offline.

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Come aggancerete il cliente e soprattutto come lo terrete legato a voi? Con l’app che abbiamo creato. È il comportamento digitale di una persona, tracciabile al 100%, che ci permetterà di preparare l’offerta nello store fisico. Tanto sforzo per un singolo acquirente, che potrebbe anche comprare semplicemente un paio di sneaker o addirittura niente? Anche se qualcuno uscisse dal Phygital Concept Lab a mani vuote, l’effetto sorpresa provato lo spingererebbe comunque a condividere l’esperienza positiva e a diventare un nostro ambassador. Tutta questa tecnologia conquisterà i Millennials, ma non rischia di spaventare la clientela più adulta? Abbiamo pensato anche a questo. il Phygital saprà essere discreto e abbassare i toni digitali, tornando ad assumere un assetto tradizionale. Il supporto tecnologico alla vendita, invece, resta sempre massimo. L’esperienza phygital si limiterà a Jesi? La strada intrapresa contaminerà tutta la piattaforma Coltorti. Da novembre l’e-shop sarà aggiornato e poi arriverà una finestra phygital negli store di Ancona, Pescara, San Benedetto del Tronto e Macerata. Lavorate con più di 100 brand: come hanno accolto la svolta phygital? Sono impazziti, letteralmente. Ho voluto questo cambiamento anche per loro. Mica potevamo continuare a offrire ai nostri partner le stesse modalità di vendita. (an.bi)


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retail 4.0

rinascente Rinascente bets on WhatsApp to engage its consumers.

Rinascente ha lanciato On Demand: un nuovo servizio che consente di fare shopping tramite il servizio di instant messaging. Basta un messaggio via WhatsApp e dall’altra parte dello smartphone un personal shopper si occuperà, nello store di Milano, di interagire con i clienti, trovando il prodotto segnalato e mettendolo da parte per 24 ore.

browns east Browns East creates a mix of technology and in-store experience that will evolve to meet customers’ needs.

Browns, multimarca londinese di proprietà di Farfetch, ha inaugurato a Londra un nuovo punto vendita, Browns East. Tra le novità tecnologiche gli specchi digitali, i pagamenti mobile, le etichette elettroniche. Se un cliente non trova quello che cerca in store e se lo stock lo consente, può richiedere la consegna in 60 minuti. A Londra è comunque garantita la consegna a domicilio in giornata.

Miroglio Fashion The Retail 4.0 program includes an intelligent cash desk.

Con il progetto Retail 4.0 Miroglio fashion ha implementato una serie di attività tecnologicamente avanzate a servizio dei punti vendita, tra cui le casse intelligenti per l’integrazione tra i negozi fisici e il canale online e Borsino, per combinare intelligenza artificiale ed esperienza del personale nel riassortimento nei negozi.

MISS Sixty 112 mini smartphones were used to create the first social shop window.

Tra le novità del retail 4.0 non poteva mancare la “vetrina social”. La prima in Europa è stata realizzata in esclusiva per Miss Sixty nello store di Milano: 112 piccoli smartphone, ai quali passanti e clienti possono inviare i propri selfie e fotografie e vedersi riprodotti.

Gucci In its new location in Soho, New York, Gucci is going a step further and customizing its in-store experience.

Non un semplice negozio, ma un centro di innovazione: lo store Gucci Wooster di New York sperimenta nuove modalità di servizio alla clientela. In primis la presenza dei Gucci Connectors, “narratori” prima ancora che commessi del brand, ma anche video e pareti interattive, per un’esperienza immersiva.

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Zara Zara offers AR experiences inside its stores for the launch of the Studio collection.

Ad aprile per due settimane Zara ha introdotto la realtà aumentata in 120 negozi sparsi per il mondo, di cui cinque in Italia. L’esperienza era legata al lancio della collezione Studio: bastava scaricare dallo smartphone l’app Zara AR e puntare l’obiettivo sulla vetrina o sul podio installato in negozio, che due modelle prendevano vita sul display del telefono.



www.bonaveri.com

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analysis

lusso Una proposta di Noir Kei Ninomiya per Moncler Genius

tutto quello che i margini non dicono Il margine sulle vendite è un indice tenuto sotto stretta osservazione dagli analisti. Nel lusso - oggi caro anche in Borsa - sta diventando una discriminante tra chi è capace di intercettare nuovi consumatori e chi no di ELISABETTA FABBRI

The ebitda margin is an index closely monitored by analysts. In the luxury sector it is becoming a discriminating factor between companies who are able to intercept new consumers and those who are not.

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oncler è l’unica azienda italiana, tra le quotate del lusso, a competere con grandi gruppi francesi come Hermès e Lvmh e con icone come Tiffany, se si confrontano i rispettivi margini sulle vendite (ebitda/fatturato, indicativo della redditività operativa e del cash flow di un’azienda). Parliamo di una percentuale oltre il 34% nel 2017, mentre Prada risulta poco sopra il 19% e Ferragamo sfiora il 18% (fonte FactSet, vedi tabella accanto). Da cosa è dettato questo divario, che nelle stime non è destinato a ridursi nemmeno nel 2018? Per capire meglio cosa si cela dietro una percentuale estrapolata dai bilanci, abbiamo girato la domanda agli esperti del settore. «Nel lusso - commenta Gian Luca Pacini, analista finanziario di Intesa Sanpaolo - si stanno evidenziando due fronti distinti: i “vincenti” e i “perdenti”. Da un paio d’anni a questa parte è emersa una competizione mai vista prima, innescata da fattori come le nuove abitudini di consumo, la presenza di acquirenti giovani, specie asiatici, e una maggiore volubilità negli acquisti: si comprano le proposte iconiche ma anche quelle più di tendenza». E se in passato andavano un po’ tutti nella medesima direzione positiva - marchi storici e altri più fashion oriented -, ora c’è chi registra ottime performance e chi deve fare i conti con vendite a segno negativo. «Molta parte del fatturato delle aziende del lusso - spiega Pacini - è ancora oggi realizzato nei negozi di proprietà, per cui la forza del marchio è

LUSSO: EBITDA MARGIN A CONFRONTO Hermès International Moncler Tiffany & Co. Lvmh Compagnie Financière Richemont Kering Burberry Group Prada Salvatore Ferragamo Brunello Cucinelli Tod’s Fonte: FactSet

2015 35.2% 33.7% 24.3% 23.0% 23.7% 17,1% 22.2% 22.6% 22.6% 16.7% 19.5%

2016 36.6% 33.6% 24.0% 23.7% 21.6% 18,3% 21.5% 21.0% 22.5% 17.0% 18.0%

2017 38.7% 34.3% 24.1% 24.0% 23.8% 21,9% 21.8% 19.2% 17.9% 17.2% 16.6%

2018* 37.8% 33.8% 23.1% 24.8% 24.9% 29,3% 21.2% 20.6% 16.6% 17.5% 16.5%

*Media delle stime degli analisti al momento di andare in stampa

espressa dalle vendite “a parità di perimetro”, che in casi come Cucinelli e Moncler accelerano, mentre Ferragamo, Tod’s e Prada perdono quote di mercato». «Un “like for like” positivo - prosegue Pacini - permette di mantenere i margini, fronteggiando i costi degli affitti e dei dipendenti. Dopo due o tre anni di flessione, invece, l’effetto sui margini è dirompente». Uno svantaggio di alcune realtà italiane, nella gara per accaparrarsi i clienti di alta gamma, è che restano soprattutto “family oriented” e gestite dalla “generazione precedente”. «Soffrono dal punto di vista della managerializzazione - dice l’esperto di Intesa Sanpaolo - e non hanno una visione forte sul fronte digital, specie

a livello di comunicazione, mentre proprio i contenuti sono utili a scovare il consumatore giusto, che fa sempre più attenzione al prodotto ed è portato a interagire». i driver di crescita cambiano e il lusso deve reinventarsi «I numeri di Moncler - afferma Giada Cabrino, analista di Banca Akros - mostrano che si tratta di un’azienda abile nel soddisfare una domanda che cambia. Credo che la sua sia una crescita sostenibile, perché le performance sono meno legate al fenomeno moda di quanto lo possano essere quelle di brand come Gucci». Il marchio ha sorpreso gli analisti con progetti come Moncler Genius,

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Ph. Imaxtree.com

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1. Un look Hermès per il prossimo inverno 2. In maggio Tiffany ha colorato i taxi di New York con il suo Tiffany Blue, per lanciare la nuova campagna “Believe In Dreams” 3. Dal mese scorso Gucci ha attivato il nuovo servizio di personalizzazione online DIY-Do It Yourself

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lanciato in febbraio (vedi anche il nostro sondaggio a pag. 79). «Un’offerta - osserva Cabrino - per target di consumatori molto diversificati che, se anche non si concretizzerà nella vendita di tutte le proposte presentate, si rivela un modo efficace di comunicare e di allocare risorse, in passato destinate alla pubblicità tradizionale». Il fatto è che i driver di crescita del lusso sono cambiati: «Negli anni ‘90 si parlava di democratizzazione e il settore puntava sulle proposte accessibili. Nei primi anni Duemila è stata la volta dell’espansione nei Paesi emergenti e in seguito nella Cina. Oggi le aziende si devono reinventare». Infatti, i mercati da conquistare sono sempre meno e occorre attrarre nuovi consumatori all’interno di quelli maturi. «Vie di sviluppo come l’espansione del retail diretto - spiega l’analista - sono passate in secondo piano in favore di progetti focalizzati sulla pura creatività come Moncler Genius:

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in gergo, si sta passando dal capex (capital expenditure) all’opex (operating expenditure)». «Il lusso - aggiunge - punta anche a una nuova clientela, ai Millennials abbienti e il modo di fare pubblicità e comunicare sta diventando un fattore chiave, benché nessun manager stia trascurando obiettivi “tradizionali”, come incrementare l’affluenza in negozio e aumentare le vendite al metro quadro». Intanto i numeri stanno dimostrando che antesignani delle nuove tecnologie e del digital come Burberry non vantano successi strabilianti (nell’esercizio terminato a fine marzo 2018 i ricavi sono scesi dell’1% a 2,73 miliardi di sterline). Da noi, dopo Moncler, anche il Gruppo Tod’s (-5,5% i ricavi 2017 a 983 milioni di euro, e -19% i profitti a 69,4 milioni) ha annunciato un cambio di strategia: con il progetto Factory pensa all’uscita di più collezioni nell’arco dell’anno in partnership con stilisti diversi, affermati ed

emergenti. «L’engagement sui social media, uno dei maggiori driver nel consumo del lusso, ha bisogno di essere sostenuto da prodotti di livello elevato» ha commentato il presidente Diego Della Valle alla presentazione del nuovo corso. «Tod’s - osserva Cabrino - è un mix di marchi: Hogan in Italia ha perso un po’ smalto ma in Cina e fuori dal mercato domestico cresce e Fay, che da qualche mese ha alla direzione creativa Arthur Arbesser, ha delle potenzialità anche in Italia». Cucinelli presenta margini coerenti con il business. «È difficile - dice l’analista - che assisteremo a scossoni in negativo: è l’Hermès italiano, non è fashion come Gucci ma ha il polso del suo consumatore-lusso tipo». Quanto a Ferragamo, «è in una situazione di impasse ma il brand è di estremo prestigio e in grado di attrarre un certo mondo e gli influencer». «La domanda di lusso - conclude Cabrino - c’è e ci sarà sempre, bisogna solo essere abili a intercettarla». la sfida per l’italia: coniugare tradizione ed esclusività «La crescita per il settore continuerà, a differenza di molti altri segmenti - concorda Patrizia Arienti, esperta di moda e lusso di Deloitte per l’area Emea -. La maggiore sfida per le aziende italiane sarà coniugare tradizione ed esclusività del prodotto con strategie e modelli di business innovativi, per rispondere alle mutate esigenze del consumatore». E aggiunge: «Attualmente i grandi gruppi francesi del lusso confermano la capacità di generare le marginalità più elevate e in costante aumento, consolidando la loro leadership. Il resto del comparto resta sostanzialmente stabile, ma con margini sem-



analysis

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1. Gli occhiali Ferragamo postati dalla top model Karolina Kurkova su Instagram (640mila follower) durante lo scorso Festival di Cannes 2. In dicembre Prada ha lanciato una piattaforma e-commerce su misura per il mercato cinese

pre molto interessanti. Gioielli e orologi, in particolare, non presentano ancora una inversione di tendenza rispetto alle performance degli ultimi anni, seppure la profittabilità del comparto continui a essere tra le più elevate». tutto il settore lusso in borsa risulta un po’ caro Tornando su Moncler, secondo solo a Hermès nella classifica per ebitda margin, «è un ottimo business - dichiara Luca Solca, analista di Exane Bnp Paribas - che gode di un prezzo medio elevato e un’eccellente produttività dello spazio (vendite al metro quadrato): questo fa sì che il suo margine sia tra i più alti». «Il pericolo per il marchio - aggiunge - poteva essere quello di una banalizzazione del prodotto, ma il management ha saputo evitarlo con un merchandising efficace e una pipeline di continua innovazione. “Best in class”, ormai anche nel prezzo delle azioni». Tutto il settore, in realtà, è un po’ caro. «Le nostre analisi - spiega - mostrano che il lusso tratta su tutti i multipli in media a due standard deviations sopra la media storica. Il settore ha grande momentum, ma quando il vento cambia, rischia una correzione». Mentre scriviamo il vento non c’è ma il cielo è offuscato da “nubi”: instabilità geopolitica su più fronti, misure protezionistiche Usa che rischiano di innescare guerre commerciali, consolidamento della crescita in Cina e deprezzamento del rublo, per citarne alcune. «Aggiungerei - dice Solca - un rallentamento apparente nella crescita core in Unione europea (si veda per esempio in Germania). Visto

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che l’Ue è il cliente principale dell’export cinese, anche questo non può essere bene». «Ai valori attuali - concorda Pacini di Intesa Sanpaolo - i titoli del lusso risultano in certi casi cari, in altri correttamente pagati sulla base dei fondamentali, con una generale aspettativa che tutto andrà bene nel 2018 e nel 2019. Il mercato sembra sottostimare possibili effetti depressivi sui consumi dei prossimi anni». Oltre alle nuvole già citate, al

momento non si vedono significativi segnali di ripartenza dei consumi nei mercati maturi e altri indicatori non vanno sottovalutati. In Cina, eletta a locomotiva dello shopping di lusso, le vendite di smartphone - indicative del sentiment della classe media - hanno registrato un -21% nel primo trimestre 2018: la prima flessione negli ultimi cinque anni. Negli Usa i department store accusano un calo del traffico e sono in ritardo con e-commerce e omnicanalità. Intanto aumenta lo shopping negli outlet e online, ma in questo canale il valore medio degli acquisti si sta abbassando. «La forte competizione - aggiunge l’analista - porta a limitare i ritocchi al rialzo dei prezzi delle nuove collezioni, in passato all’incirca del 6% l’anno: le aziende virtuose del momento non hanno una crescita sostenuta dai prezzi, ma dall’abilità di attrarre nuovi clienti». C’è un altro punto interrogativo sulle performance future del lusso. «Si parla tanto di un’accelerazione delle vendite derivanti dall’e-commerce - ricorda Pacini che nelle previsioni dovrebbero passare da una quota corrente dell’8-9% dei ricavi totali del comparto al 20-25% nel 2025. Ma che margini si riusciranno a registrare e saranno maggiori o minori di quelli realizzati sul canale fisico? Di certo ci sarà uno shift, ma il resto è ancora in parte da definire». ■

focus moda mediobanca

LA FRANCIA FATTURA OLTRE IL DOPPIO MA L’ITALIA è più solida e liquida In 2016 top 15 French fashion companies totalled € 76.9 billion revenues. Italian big fashion the companies totalled € 30.3 but were economically more stable and solvent. Dal confronto fra i 15 maggiori player (fatturato superiore al miliardo di euro) della moda italiana con altrettanti big francesi, gli analisti di Mediobanca hanno rilevato che nel periodo 2012-2016 i ricavi dei gruppi d’Oltralpe sono cresciuti in media del 24,4% a 76,9 miliardi di euro, dal +18,6% degli italiani (a 30,3 miliardi). Se si confrontano gli ebit margin, l’Italia perde di nuovo la sfida con l’11,6% di media, contro il 17,2% dei francesi. Vince invece il confronto sui debiti finanziari: 22,7% dei mezzi propri l’Italia, contro il 35,5% della Francia. Le realtà nazionali risultano inoltre più liquide, con un 120% di liquidità sull’indebitamento, mentre le francesi sono al 51,2%. Le 15 italiane maggiori stanno rafforzando il proprio peso nel più ampio aggregato delle aziende italiane della moda: alla fine del 2016 valevano il 53% delle vendite, per un totale di 30,3 miliardi (dove Luxottica è al vertice, con 9,1 miliardi di ricavi, seguita da Prada, con 3,2 miliardi), il 67% degli utili (oltre 10 miliardi) e il 63% della forza lavoro. Nel quinquennio 2012-2016 le società più dinamiche per crescita delle vendite sono state Valentino (+155,6% la crescita), Moncler (+66,8%) e Calzedonia (+41,6%). Il rapporto ebitda/fatturato è sceso dal 18,8% del 2012 al 16,9% del 2016 e l’ebit margin è calato dal 14% del 2012 all’11,16% del 2016. In base a questo indicatore salgono sul podio Moncler (28,6%), Ferragamo (18,4%9 e Luxottica (15,1%). Armani risulta il gruppo più solido e più liquido in rapporto all’indebitamento. (e.f.)



NEWS

FEDERICO IMPIOMBATO/ALYSI

«DOPO MILANO SOGNIAMO LONDRA E PARIGI» Alysi non si ferma. Dopo essere approdato in Brera con il primo flagship milanese, il marchio romano già pensa alla conquista di altre piazze internazionali. Senza dimentare il business online. Ne parliamo con Federico Impiombato, managing director dell’azienda di famiglia DI ANGELA TOVAZZI

Alysi conquers new positions and, after Rome, opens its first flagship store in Milan. Now the focus is to expand its retail network into other international cities, like London and Paris, and to strengthen its online business.

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vete iniziato con l’abbigliamento, poi sono arrivati accessori e scarpe. Il prossimo step? L’obiettivo è completare sempre di più il look della donna Alysi, andando a sviluppare nel futuro magari anche una linea bag. Dopo l’opening della showroom in via Tortona, è stata la volta di un monomarca in via Ponte Vetero, il primo in città: che aspettative avete su Milano? Nel percorso per il potenziamento del nostro nome, Milano è una tappa fondamentale: dopo una lunga e attenta analisi del territorio, e dei collaboratori con i quali sviluppare il progetto milanese, abbiamo scelto location e interior design che rispecchiano appieno il dna Alysi, per una sempre più chiara percezione del brand. Una boutique in Brera, quartiere storico e oggi molto legato al mondo del design, studiata e curata da Studio Pepe, una delle realtà più innovative degli ultimi anni, è sicuramente il miglior modo per presentare il marchio nella sua identità più autentica. Il negozio in Brera è il secondo dopo quello di Roma: avete altri progetti nel retail? Non escludiamo altre location italiane, ma il nostro focus ora è su città europee come Londra e Parigi, per rafforzare la risonanza internazionale del brand anche attraverso i monomarca.

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A che punto siete con l’internazionalizzazione? A oggi la nostra quota export è del 40%, potenziabile nel prossimo futuro. Copriamo la Cina e il Giappone per l’Estremo Oriente, la Spagna, il Belgio, la Svizzera, la Germania e Uk per l’Europa, oltre all’Italia, e last but not least, la Russia.

Quanto conta il digitale? Siamo presenti sulle principali piattaforme social con profili aziendali ufficiali, che rappresentano un importantissimo strumento per la veicolazione del brand e il rafforzamento della sua identità. Per questo, mai più di ora, lavoriamo nell’ottica del potenziamento del digital, come estensione dei canali di vendita diretti e whole2 sale. L’e-shop è presente sul nostro sito alysi.it, per proporre il marchio anche online, nonostante il wholesale continui a essere la nostra prima quota (con oltre 600 multimarca, oltre a quelli gestiti da partner in Asia, ndr), mentre il retail riveste un ruolo chiave nell’ottica di consolidare l’immagine del brand nella sua coerenza e totalità. ■ 1. Federico Impiombato e la designer Valentina Celata 2. Un look Spring-Summer 2019

DEGAIA

UNA STORIA FIORENTINA PRONTA A UN NUOVO CAPITOLO 2018 marks a new phase o growth for the Degaia brand, which is now ready to open new stores in China and Europe and to decidedly evolve its style. L’arrivo di un noto stilista italiano, di cui per il momento non si può rivelare il nome, per introdurre una collezione innovativa e, più in generale, evolvere l’identità del marchio. Ma anche l’apertura di nuovi monomarca, che si aggiungeranno a quelli di Firenze, Hong Kong, Macao e Hangzhou, collocandosi a Shanghai e in strategiche città europee. Fervono i progetti da realizzare entro fine 2018 per Degaia, marchio la cui storia si intreccia con quella del capoluogo toscano, dove tutto è iniziato. Era infatti il 2006 quando in città un gruppo di giovani creativi dava vita a una piccola “bottega di idee” da applicare a diversi settori, compresa la moda. Il 2010 è l’anno dell’avvio di un vero ufficio stile (sempre a Firenze) e il 2013 della prima showroom a Hong Kong. Una scelta mirata, visto che il mercato asiatico ha un’importanza fondamentale per Degaia, la cui distribuzione a livello wholesale conta circa 350 punti vendita. Nel 2014 è ancora Firenze il fulcro degli investimenti: la prima boutique Degaia nasce qui, in via de’ Rondinelli 1/R, e diventa l’emblema dello stile moderno, dall’anima rock ma con un forte contenuto di qualità, che contraddistingue le proposte uomo e, dal 2015, quelle per la donna. Ora i nuovi obiettivi da raggiungere, con un punto fermo: la produzione interamente made in Italy, passepartout per l’espansione internazionale. (a.b.)

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NEW MENSWEAR

SPORT-STYLE

La parola d’ordine è ibridazione Sdoganate sulle passerelle delle maison più blasonate, tute, felpe e T-shirt sono oggi parte integrante del guardaroba maschile, complici le numerose colab con marchi dello sport e il revival di etichette storiche del mondo active. La parola d’ordine è ibridazione: ossia mixare stili diversi, per ricreare un nuova nuova idea di urban. Il trend continua? Le opinioni di alcuni dettaglianti italiani di Carla Mercurio

On the catwalks of the most blazoned fashion houses, sweatpants, sweatshirts and T-shirts are now an integral part of men’s wardrobe, thanks to the numerous colabs with sports brands and the revival of historical labels of the active world. The watchword is hybridization: that is, to mix different styles, to recreate a new urban concept. Is this trend still going on? Retailers tell their side.

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rainato dalle proposte degli stilisti più all’avanguardia, che hanno sdoganato felpa, tuta e sneaker anche sulle passerelle dei brand più blasonati, lo sport-style ha sbancato tra i Millennials ed è stato assimilato anche dal pubblico adulto. Balenciaga, Gucci, Vetements, Off-White, Marcelo Burlon, ma anche Valentino, Louis Vuitton e Christian Dior hanno fatto incursione nel mondo active, complice anche il fiorire di colab con marchi sportivi come Adidas, Nike, The North Face e Converse, per citarne solo alcuni. Una reazione a catena che ha visto scendere in campo anche brand sportivi storici alla ricerca di una nuova chance, come Sergio Tacchini, Ellesse, Fila, Champion, Kappa e Diadora. Etichette che, grazie ad accorte politiche di rilancio, sono balzate nel giro di pochissimo ai primi posti nelle classifiche di vendita dei negozi. Non c’è da sorprendersi, del resto, visto che le sneaker continuano a essere uno degli articoli di punta nelle collezioni di tutti i brand, dalle griffe alle label sul

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sport, tempo libero, montagna, mare, sera: nel vestire maschile la scommessa è saper mixare spunti diversi in un unico outfit

mercato: perfette se indossate con l’abito formale o con i chino, ma ancora più coerenti se abbinate a tuta, T-shirt e felpa. La comodità è diventata un must per il consumatore, che oggi anche nella quotidianità urbana ha imparato la lezione e l’ha fatta propria, con un punto di vista inedito. Il trend dilaga nel segno dell’ibridazione, che vuol dire abbinare proposte di matrice diversa, mettendo insieme sport, tempo libero, surf, montagna e sera. «Siamo partiti qualche stagione fa con l’athleisure, con il fiorire di capi sportivi impiegati per il tempo libero - racconta Matteo Besana, buyer di Maxi Sport, insegna di negozi a Merate, Lissone e Sesto San Giovanni, in Lombardia, più un sito web -. Oggi è il momento dello “sport-chic style”, che ha sdoganato la felpa crop e il pantalone in acetato

anche nella vita quotidiana e senza confini di età, interpretati nell’ottica della contaminazione». Negli store Maxi Sport, racconta Besana, «oggi vanno alla grande le proposte di Nike, le felpe “Trefoil” o i pantaloni snap di Adidas con la banda e i bottoni laterali, che le donne indossano persino con i tacchi. Modelli ripresi con successo da altri brand, tra cui Kappa, che sulla fascia laterale ha sfoderato l’iconica silhouette del ragazzo e della ragazza. Un marchio, quest’ultimo, tornato in auge, che insieme a Fila, Diadora e Le Coq Sportif abbiamo introdotto di recente in negozio». Capi da indossare e mixare con articoli provenien-


Lo stile active continua a conquistare il pubblico maschile e si impone anche in passerella. Nelle foto, da sinistra, proposte di Valentino (estate 2018), Marcelo Burlon County of Milan (FallWinter 2018), Fila, Msgm (estate 2018), Balenciaga (Summer 2018), Adidas Originals Atric, Christian Dior (estate 2018). Sotto, a tutto logo i capi della linea Authentic di Kappa

ti da altri mondi come lo street, «firmati da brand come Octopus e Iuter - fa notare Besana - e da completare con le trainer, rigorosamente chunky, con lo zaino giusto e con un cappellino da basket americano. Uno stile che si reinventa di continuo grazie alle numerose partnership, che iniettano nuovi spunti e verve nel mercato». Sulla stessa lunghezza d’onda Paolo Bertacchi, titolare de La Ferramenta a Bologna: «Sono anni che porto avanti uno stile che miscela tempo libero, sport, sera e fashion - racconta -. Ci sono voluti gli stilisti, da Balenciaga, Vetements, Louis Vuitton, Gucci e Valentino per dare una scossa al mercato. Nomi che

lo sportchic-style abbraccia un target trasversale, dal giovane all’uomo maturo, dal casual al dressy

mai in passato sarebbero scesi a compromessi con il mondo della strada». «Nel mio negozio - prosegue - cerco di suggerire uno streetwear di ricerca in cui la fanno da padroni felpa e pantalone sportivo, interpretati con una visione più classica, grazie all’abbinamento con una camicia oversize indossata sulla T-shirt. Tra i brand vincenti ci sono Stone Island con la proposta Alligator Pack (magliette e felpe con o senza cappuccio in tiratura limitata), la linea Polo Ralph Lauren Wimbledon e la North Face Black Label, la più esclu-

siva del marchio, venduta solo in una rete selezionatissima di negozi a livello internazionale. In abbinamento proponiamo etichette come Ami Paris, Our Legacy e la giapponese Facetasm, oltre agli inossidabili Nike e Adidas». Nei punti vendita Fiacchini a Forte dei Marmi, varcity jacket, jogging pant e felpe sono le proposte più gettonate di questo filone che, sottolinea il titolare Massimo Fiacchini, abbracciano un target trasversale dal giovane all’uomo maturo, dal casual al dressy, con vestibilità regular e oversize a spartirsi

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NEW MENSWEAR

la monotonia del nero, con un’iniezione di colori come il rosso e il blu: «Un filone che sta coinvolgendo tutte le fasce di età, complice la riscoperta di etichette come Kappa, Fila, Ellesse e anche Tommy Hilfiger, tornata in auge alla grande. Una tendenza che forse ha già espresso il suo massimo potenziale, in attesa di nuovi sviluppi». D’accordo con lui Paolo Bertacchi de La Ferramenta: «Forse siamo in dirittura di arrivo forse il mercato per il cambiamento. Tutto È già saturo? si dipende da quello che sucattendono nuovi cederà sulle passerelle, che spunti dalle passerelle e dalle dettano legge in fatto di rassegne della trend e dove si attendono prossima le mosse di Virgil Abloh, spring-summer nuovo direttore artistico del menswear di Louis Vuitton e di Hedi Slimane, appena approdato al timone creativo di Céline. Due innovatori da cui mi attendo una visione originale, che di sicuro esploderà nella sua pienezza dalla stagione invernale 2019/2020, mentre la Spring-Summer 2019 sarà probabilmente una stagione inDolce&Gabbana ricamate e lavorate e le termedia». C’è ancora tempo, dunque, per T-shirt di Diesel Black Gold, con il netto le svolte: «Anche per la prossima stagione predominio di linee boxy: «Proposte perinvernale lo sport-style è tra le proposte delfette se ben miscelate e interpretate, per cui le griffe, che sono il termometro dei trend il cargo pant funziona bene con una felpa o - conferma Matteo Besana di Maxi Sport -. il jogger sposa un chiodo in pelle», puntuaI negozi di ricerca lo hanno già interpretalizza Galiano. Secondo Gianfranco Tufato in anticipo per la clientale più modaiola no dello store Kikama sempre a Napoli, il e ora viene recepito anche da un pubblico trend sportivo ha avuto il pregio di rompere più ampio, non solo di giovanissimi». ■ Due outfit di Diadora. Il brand è tornato prepotentemente in auge, cavalcando il successo dello stile sporty

fifty/fifty la torta. Tra i brand di punta Balenciaga, Off-White, Saint Laurent, Valentino, Thom Browne, Burberry, Dondup e Amiri. Cocktail vincente anche nei negozi Galiano a Napoli, dove Rossella Galiano cita i panta jogger di Valentino che si aprono sul fondo con zip o bottoni, i pantaloni ibridi di Fendi in lino con le pince, la coulisse in vita e le bande laterali, le felpe di

La parola ai rappresentanti

Tornano i miti del passato Fashion agents are still betting on sportstyle, under the sign of hybridization. Among techno-active brands, historical brands and street labels, the important thing is to achieve the right outfit. Anche i rappresentanti scommettono ancora sullo stile sporty, nel segno dell’ibridazione. Gianni Klemera di Fattore K a Milano parla di contaminazione tra sport, street, classico e fashion. «Si parte dall’active più tecnico, con le proposte di The North Face, Arc’teryx e Patagonia per proseguire con le linee

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heritage Kappa, Champion, Ellesse, Fila e Diadora, da abbinare con il giusto twist. Per cui oggi il chino largo o un pantalone in felpa si insossano con due felpe, una sull’altra, una T-shirt oversize al posto della camicia e con un parka di ispirazione military leggero». Un look che si completa con le sneaker, «rigorosamente chunky, mentre le versioni pulite bianche sono piuttosto in calo». Si tratta di un mercato veloce, in continua evoluzione, sottolinea Klemera, «alimentato dalle costanti uscite di capsule e colab che portano continuamente nuovi spunti e stimoli». Sulla stessa lunghezza d’onda David Sassoli di Diemmegi Contact a Firenze: «Dai teen ai 50enni, oggi tutti si sentono comodi ed eleganti con una sneaker, un giubbotto,

un pantalone da tuta in felpa, un K-way o una soft shell. Io vendo da tanti anni con successo le proposte di Happiness, che è stato un precursore in questo senso e oggi assistiamo al revival di marchi storici. In primis Diadora, un mito che si lega a protagonisti come Björn Borg, Roberto Baggio, Ayrton Senna, e Kappa. Per non parlare di certezze come Adidas e Nike. Oggi non ci sono più confini negli stili: il vintage può esser rivisto in chiave design con cuciture termosaldate, oppure in versione montagna o surf. Senza trascurare le proposte più performanti, come certi articoli di Superdry o quelle più urban, vedi i capispalla di Grifoni, che è tornato sul mercato alla grande. (c.me.)


Lumberjack presents the new SS/19 collection

The best Lumberjack quality and values are combined in this première line that transfers the UrbaNature value code, a brand heritage, to its top of the range products.

Pitti Immagine Uomo 12-15 June 2018 Fortezza da Basso – Padiglione Monumentale – Sala Cannoniera


NEWS

CARRERA

CON PASSPORT E ALOE È TEMPO DI UPGRADING Protagonista nella grande distribuzione, Carrera entra direttamente nei department store e nel dettaglio indipendente grazie a Passport e Aloe, due prodotti innovativi, con cui punta a dare una percezione più alta del brand DI CARLA MERCURIO

A protagonist in the large-scale retail sector, Carrera aims at positioning itself directly in department stores and independent stores thanks to Passport and Aloe, two innovative products. It’s time to give a higher perception of the brand.

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rotagonista nel settore della grande distribuzione, Carrera punta a posizionarsi direttamente nei department store e nel dettaglio indipendente, grazie a due innovative proposte di prodotto smart e di facile appeal. «L’obiettivo è dare una percezione più alta del brand» racconta l’a.d. Gianluca Tacchella. «Per l’uomo - spiega - l’asso nella manica si chiama Passport, ed è un jeans dal fit regular slim in cotone speciale, con una tramatura tipo felpa, studiato per essere comodo come una tuta e ultra pratico grazie a un sistema di tasche porta cellulare e taschini nascosti». «Per la donna - prosegue - la scommessa è Aloe, un “legg-jeans” con trattamento all’aloe che garantisce freschezza, idratazione e comfort sulla pelle, realizzato con il tessuto tecnologico Spintech Elastic brevettato da Carrera». Passport e Aloe sono acquistabili anche online, sul sito Internet concepito con la duplice funzionalità B2B e B2C, dove i dettaglianti possono fare direttamente i loro ordini. Con queste due nuove proposte l’a.d. dell’azienda è pronto allo sbarco negli Stati Uniti: «Stiamo costituendo una società a Los Angeles con un

partner locale, da cui distribuiremo i nostri prodotti al dettaglio specializzato e tramite l’e-commerce». Fondata nel 1965 in provincia di Verona, Carrera (50 milioni di euro di turnover) fa jeans da 50 anni e li vende in circa 10mila punti vendita, in 40 store monomarca e tramite il sito Internet. Prodotti presenti principalmente nei canali della grande distribuzione, destinati per l’80% al pubblico maschile, ma acquistati per l’80% dalle mogli, e distribuiti per l’80% in Italia, più 30 mercati tra Europa e Medio Oriente. Prima in Italia tra le marche per quota di mercato alla voce pantaloni da uomo (il 6,7% secondo le stime di Sita), Carrera si muove nel segmento dai 20 ai 49 euro, che vale il 70% del mercato. «Un territorio in cui le grandi catene low cost guadagnano terreno e in cui riusciamo a differenziarci perché siamo imbattibili sul fronte del rapporto prezzo/qualità» sottolinea Tacchella. Un plus reso possibile grazie al controllo di tutto il ciclo produttivo, dalla filatura alla tessitura e al finissaggio, fino al controllo di qualità. Ciò in virtù della scelta, negli anni Novanta, di portare l’intera produzione nei luoghi di coltivazione della materia prima (il cotone), in Tajikistan, dove oggi operano due stabilimenti che impiegano ciascuno 1.500 addetti, con una capacità produttiva di oltre 5 milioni di pezzi. Un concetto di filiera “a chilometro zero” «che garantisce controllo della qualità, attenzione alla sostenibilità ambientale e lavorativa e innovazione». ■ Gianluca Tacchella, a.d. di Carrera

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HEMP CARE A PITTI UOMO

L’OLIO DI CANAPA, ALLEATO PER IL BEAUTY Hemp Care beauty line makes its debut at Pitti Uomo. Made in Italy products made with an unusual ingredient: organic hemp oil. Nella nuova sezione I go out di Pitti Uomo, dove natura, design e ricerca si incontrano, debutta Hemp Care, la linea per la beauty routine prodotta da Allegrini Amenities. Una proposta made in Italy che ha come ingrediente l’olio biologico di canapa, elemento naturale noto per le proprietà antiossidanti, perché ricco di anti age come Omega 3 e Omega 6. La nuova linea promette di assicurare il benessere della pelle e dei capelli e il comfort di una rasatura perfetta, oltre a proporre un’efficace “spa experience”, grazie a oli, maschere e scrub per il settore professionale. A completare la gamma ci sono i prodotti dedicati a benessere, profumazione della casa e amenities per hotel. Hemp Care è il frutto dell’expertise di Allegrini, azienda di famiglia con sede a Grassobbio (Bergamo), che affonda le radici nel 1945 e che da 25 anni, con la divisione cosmetica Allegrini Amenities, è specializzata in prodotti 100% made in Italy. Una produzione a chilometro zero ed ecosostenibile, per rispettare la natura e garantire il minor impatto ambientale. «Siamo leader nella produzione e distribuzione di linee cortesia per hotel» ricordano i responsabili di Hemp Care, brand presente in tre continenti con il 70% del business derivante dall’export. (c.me.)

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industry 4.0

Lectra goes digital Lectra has unveiled its latest cutting room 4.0 at the recently held “Fashion Goes Digital” event in Bordeaux. Quando si parla di digital nella moda si pensa subito a e-commerce, social media e influencer. Ma a mettere in evidenza il côté “serio” della digitalizzazione nel fashion ci ha pensato Lectra, che dato appuntamento a 100 operatori e esperti del settore all’International Advanced Technology Center di Bordeaux-Cestas, in Francia per presentare le implicazioni più concrete delle tecnologie e dei servizio 4.0. «Il tema è troppo importante e non intendiamo distrarci. Continueremo a incrementare gli investimenti in Ricerca e Sviluppo, per proporre soluzioni sempre più integrate e migliorare i processi della clientela» ha confermato Daniel Harari,

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chairman e ceo della società transalpina che chiuso il 2017 a quota 277,2 milioni di euro, in crescita dell’8% e che prevede di continuare a crescere anche quest’anno tra il 6% e il 10%. Tra le novità principali c’è la Cutting Room 4.0 (nella foto a sinistra): una nuova soluzione da taglio, che lavora al ritmo di 110 metri al minuto e che è stata presentata in occasione della due giorni di Bordeaux ai rappresentanti delle aziende del lusso come Kering, Lvmh, Otb, Calzedonia e Moncler. Non un semplice macchinario, secondo il team di esperti di Lec-

tra che l’ha messo a punto, ma una piattaforma che risponde alle attese del mercato di ordinativi più ridotti, ma più frequenti. « I due grandi principi che guidano la nostra strategia sono l’Industria 4.0 e la digitalizzazione. L’obiettivo di questo evento era mostrare fino a che punto questi aspetti sono presenti nella nostra quotidianità. Il futuro del settore fashion non è più un lontano miraggio: è qui tra noi, nelle vesti della nostra nuova sala taglio 4.0» ha concluso Céline Choussy Bedouet, chief marketing and communications officer di Lectra. (an.bi.)

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Show Room Milano - Studio Poggio - Via Savona 43 - tel +39 3311116491

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crowdfunding

startup

i fondi scarseggiano? parte la colletta online Il crowdfunding sta prendendo piede nella moda. Necessita di un’adeguata preparazione, ma se ci si applica può essere il trampolino di lancio addirittura per entrare nella lista delle aziende “cool” di Fortune di elisabetta fabbri

Crowdfunding is catching on in the fashion sector. It needs an adequate preparation, but if you apply yourself it can become a springboard to enter Fortune’s “cool companies” list.

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più famosi si chiamano Kickstarter e Indiegogo ma i giovani designer frequentano anche Go Found Me e Kiss Kiss Bank Bank. Di cosa stiamo parlando? Delle piattaforme online di crowdfunding (crowd, folla e funding, finanziamento) grazie alle quali, a determinate condizioni, è possibile raccogliere risorse per realizzare un progetto innovativo. La durata è limitata e bisogna arrivare a una cifra (goal), al di sotto della quale la campagna è nulla. Se la si raggiunge, l’idea potrà diventare un prodotto che, entro un certo tempo, sarà consegnato al finanziatore (backer). Di numeri non se ne conoscono tanti ma il fenomeno sembra in espansione. Nella graduatoria di Kiss Kiss Bank Bank, la voce “moda e design” oggi è quinta per numero di progetti presentati dopo musica, film e video, arte e fotografia, teatro e danza. Il settore si colloca invece al terzo posto per somme raccolte. Anche stando ai comunicati che arrivano in redazione, le startup della moda sembrano aperte alla colletta in Rete. Ma è davvero uno strumento alternativo al finanziamento tradizionale?

con un’adeguata preparazione il crowdfunding gratifica Deborah Marx conosce il crowdfunding da quando nel 2014 ha creato, insieme al fidanzato Thomas Cridland, il marchio di moda sostenibile Tom Cridland, nel 2017 entrato nella lista delle Fortune Magazine Cool Company con estimatori come Hugh Grant, Daniel Craig, Clint Eastwood e Kendrick Lamar. «Lo abbiamo fondato racconta - mediante svariate campagne su Kickstarter e Indiegogo. Dopo il successo della The 30 Year Collection (giacche, felpe e T-shirt con una vita garantita di 30 anni,

Una recente campagna lanciata su Kickstarter dal marchio Tom Cridland per Half Century Jeans, in cotone organico garantito indistruttibile, che ha raccolto quasi 14mila euro. L’obiettivo era 1.140 euro

ndr), di recente abbiamo deciso di ripetere l’esperienza con Half Century Jeans, un jeans destinato a durare 50 anni. La ragione principale è che pensiamo di raggiungere un nuovo vasto pubblico di potenziali consumatori». La scelta è ricaduta su Kickstarter e Indiegogo perché sono riconosciuti i maggiori al mondo e Deborah si dichiara soddisfatta: «Il crowdfundig necessita di un’adeguata preparazione, un duro lavoro, ma se ti applichi è estremamente gratificante». Quando le chiediamo l’aspetto più critico di tutta l’operazione, risponde: «Bisogna avere chiaro il focus e la cifra necessaria a realizzare la tua visione del progetto. Questo porta a convogliare la creatività e il lavoro in qualcosa di tangibile che, se avrà successo, ti darà i mezzi per lavorare al tuo sogno». Lo consiglierebbe ad altri giovani creativi? «Senz’ombra di dubbio» risponde. Anche

Alberto Zivieri pensa positivo: 24 anni, studi in economia e informatica e una passione per la moda, ha scelto Kickstarter per il suo progetto Opera Campi. «Per ora - spiega - è un hobby, ci interessa recuperare i costi. La considero quasi una missione: preservare un prodotto e una storia, quella legata al tessuto in pura canapa». Un concetto complesso da far passare sulla piattaforma digitale, che ospita soprattutto progetti legati a tecnologie innovative. Che l’idea fosse interessante però Zivieri l’ha capita al Rural Festival di settembre 2017 (evento organizzato a Rivalta, nel piacentino, e Gaiole in Chianti), dove le sue giacche maschili in canapa stile free-range (il campionario, autofinanziato con alcuni soci) sono andate esaurite nonostante il prezzo di 350 euro l’una. «Per incrementare la produzione - spiega - in novembre abbiamo lanciato la prima la campagna su Kickstar-

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crowdfunding

1. Le giacche in canapa Opera Campi 2. Pebble, antesignano dello smartwatch, è ricordato tra i casi da record nel crowdfunding

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ter, senza però raggiungere l’obiettivo. A una seconda prova, con obiettivo più alto e prezzo delle giacche più basso, un altro nulla di fatto. Alla terza, dopo ulteriori aggiustamenti e l’inserimento delle felpe, abbiamo superato con successo il goal». Una designer delusa, che preferisce non essere citata, dice: «Bisogna investire molto tempo per studiare tutta l’operazione e mettere in piedi la campagna, a partire dai contenuti, mai scontati. Come strumento di finanziamento penso che in Italia abbia meno possibilità di successo rispetto agli Usa dove il sistema è più rodato, c’è l’attitudine a operare via Internet e a sostenere business nuovi». «Per il successo di una campagna - prosegue - è importante che emerga un netto consenso già nelle prime fasi, perché traina l’ingresso di altri sostenitori. Quindi andrebbero coinvolti più familiari, amici e conoscenti possibili. Inoltre conta come si viene indicizzati e promossi». Allo scopo ci sono agenzie ad hoc, ma alcune vogliono essere pagate in anticipo (anche 2030mila euro), altre trattengono una percentuale di quanto riescono a farti raccogliere. Le piattaforme richiedono invece una parte della raccolta (5% di media) e un’altra quota (tra il 3% e il 5%) per coprire i costi di transazione. «Il crowdfunding di Indiegogo e Kickstarter, che rientra nel reward crowdfunding, è l’ideale per chi vuole emergere - spiega Alessandro Maria Lerro, avvocato dello studio Lerro&Partners di Roma e presidente dell’Associazione Italiana Equity Crowdfunding -. Non necessita di grandi investimenti, ti porta all’attenzione del pubblico e se il prodotto è valido e comunicato bene ha buone probabilità di successo. Se non piace, l’ideatore non si rischia nulla, non investendo nemmeno un centesimo». Comunque vada, la campagna è un ottimo marketing tool che può attrarre il venture capital, le manifatture e possibili datori di lavoro. Un caso

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di successo citato da Lerro è lo Smart Parka, che ha raccolto 2,5 milioni di dollari su Indiegogo, con ordini medi di quasi 7.500 dollari: sintomo che, ad aderire alla campagna, sono stati principalmente i retailer. Il reggiseno con funzioni speciali Evolution Bra ha raggiunto su Kickstarter gli 1,1 milioni di dollari. Con una donazione media di 81 dollari, la campagna è stata quasi una prevendita retail, più che wholesale. Altro record nello storico della piattaforma è Pebble: antesignano dello smartwatch, nella prima campagna del 2012 ha raccolto 10 milioni di dollari (con obiettivo 250mila dollari) e l’anno dopo, per un nuovo modello, altri 20,3 milioni (il goal era 500mila). In Italia, da qualche anno, c’è anche l’equity crowdfunding, un vero e proprio investimento in capitale di rischio: se l’obiettivo è raggiunto, gli investitori entrano nel capitale sociale (equity) dell’impresa che lancia la campagna (il più delle volte senza diritti di voto, caso previsto dalla legge). Raccolte di

faccia

Kickstarter ha sede a New York dove impiega 126 addetti. Fondata nel 2009 da Charles Adler, Perry Chen e Yancey Strickler a oggi ha ospitato i progetti di 15 milioni di persone. Ammontano a 3,7 miliardi di dollari i finanziamenti e sono oltre 140mila le campagne di successo. Dal 2015 si è costituita come benefit corporation: pensa al profitto, ma con uno scopo sociale.

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questo tipo vanno pubblicate solo su portali online gestiti da soggetti iscritti in un apposito albo tenuto dalla Consob. «Di recente la normativa italiana è cambiata - segnala Lerro -. Possono lanciare una campagna non solo le startup innovative, che per lo più realizzano tecnologie brevettate e software, ma tutte le Pmi, pure della moda. Un vantaggio anche per i potenziali sostenitori: un progetto basato sul bello è più facile da percepire». «Il mercato italiano dell’equity crowdfunding - aggiunge - è piccolo, si parla di circa 100 milioni di euro l’anno. Ma sta crescendo tanto in valore e la percentuale di successo dei progetti è del 64,4%: più di uno su due. In banca, il più delle volte, non hai il 64,4% di probabilità di ottenere un finanziamento». «Noto tra gli investitori - conclude Lerro una gran voglia di investire nell’economia reale, in aziende vere, non in fondi comuni. E il fashion, più leggibile di altri settori, ha ■ di certo delle chance».

a faccia

Indiegogo nasce nel 2006 in una cucina di San Francisco su iniziativa di Danae Ringelman, Slava Rubin ed Eric Schell ed esordisce nel 2008 al Sundance Festival, per finanziare i filmmaker indipendenti. A oggi ha fatto sì che più di 800mila idee si siano concretizzate. Ogni mese ospita 19mila nuove campagne ed è visitato da 15 milioni di persone.


tollegno1900.it


NEWS

Bruno Manetti Cashmere

Il ritorno a Pitti Uomo E i progetti per l’Asia The Bruno Manetti Cashmere menswear line comes back to Pitti Uomo while the brand plans its expansion overseas, especially into Asia, Russia and the former CIS republics.

Tavex

Il marchio di maglieria Bruno Manetti Cashmere torna per la seconda volta a Pitti Uomo (nella foto, alcune proposte), con l’obiettivo di espandere il business maschile, che rappresenta il 20% circa del fatturato totale (oltre 10 milioni di euro nel 2017). A oggi sono più di 300 i punti vendita nel mondo, concentrati soprattutto all’estero, dove viene realizzato il 90% dei ricavi, ma il marchio di Montelupo Fiorentino continua a espandersi e, dopo avere conquistato il Nord Europa, sta virando verso Asia, Russia ed ex Repubbliche Sovietiche. «Con un partner locale - anticipa l’imprenditore Bruno Manetti - stiamo aprendo monomarca e corner in Cina, a partire da Shanghai e Shenzhen. Un altro progetto riguarda il Giappone, con aperture a Tokyo e Osaka, mentre sono in fase di definizione opening a Mosca, San Pietroburgo e Praga». In più, a fine luglio, potrebbe finalizzarsi un accordo con un department store del Sud Corea. «Il mercato coreano - spiega Manetti - sta crescendo in modo costante e ci sta dando sempre più soddisfazioni. Il cliente ha diversi punti vendita e vuole iniziare una joint venture, che include l’apertura di un negozio e alcuni corner monomarca dedicati sia all’uomo che alla donna. L’accordo potrebbe essere esteso anche al mercato giapponese, dove conta molti punti vendita». L’imprenditore, che per il 2018 prevede una crescita a due cifre dei ricavi, ha cominciato a occuparsi dell’azienda di famiglia con la creazione del proprio marchio negli anni Novanta e oggi ha all’attivo 30 dipendenti diretti, oltre a una serie di collaboratori esterni fra il perugino (il distretto del cashmere) e il leccese (per i capi handmade). Sul fronte e-commerce opera solo in proprio da circa un anno, anche se è corteggiato dalle maggiori piattaforme multibrand. «Conta ancora poco sul fatturato totale ma è partito bene» dice Manetti che, per non mettersi in competizione con la distribuzione fisica, nello store online pratica prezzi leggermente superiori e propone un’offerta limitata delle sue collezioni. Quanto all’Italia, dove l’etichetta del cashmere è distribuita in una trentina di multimarca, l’imprenditore dice: «Un monomarca mi piacerebbe: Milano e Firenze sono un sogno nel cassetto, che potrebbe concretizzarsi già nel 2019». (e.f.)

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Il denim evoluto e sostenibile ora si chiama “Evlox” Tavex, a brand with over 170 years of experience in denim production, has changed its name into Evlox and has a new image to represent the values of the company. Il produttore spagnolo di denim Tavex, originario dei Paesi Baschi, ha deciso di cambiare denominazione sociale e logo, in sintonia con le evoluzioni dell’azienda. Dal 2018 si chiama Evlox, dove la “e” sta per evoluzione, etica, esperienza, la “v” per valore e volontà, la “l” per leadership e legacy (eredità), la “o” per origini e ottimismo e la “x” è un ricordo di Tavex. Diverso anche il colore del logo, dove compare il claim “denimaker since 1846”: non più rosso ma indigo blue combinato al color tabacco. Questo step importante segue all’arrivo di un nuovo proprietario - un pool di investitori che nel 2016 hanno rilevato il gruppo tessile da Aurelius Group - e all’apertura, nel 2017, di un nuovo centro di ricerca nel denim a Valencia. Attualmente Evlox è presente in oltre 50 mercati, conta più di 500 addetti, ha un fatturato annuale di 45 milioni di euro e un ebitda di 9 milioni con clienti del calibro di Zara, Bershka, Tommy Hilfiger, G-Star Row, Lacoste e Guess. «Siamo convinti - spiega il ceo Luis Aguiar - che l’eccellenza e lo sviluppo muovano il mondo e vogliamo che il nostro nome rifletta questo concetto». «Non abbiamo cambiato l’azienda precisa David Bardin, sales manager -. Siamo gli stessi ma con uno spirito rinnovato e una nuova immagine che ci rafforza e ci riposiziona». «Le linee guida di Evlox - conclude il product development manager Chimo Lacomba - sono tradizione, tecnologia e sostenibilità: non c’è altra strada se vogliamo preservare il nostro denim per altri 170 anni». Il cambio di denominazione è stato presentato in aprile con un evento presso l’impianto di Settat, in Marocco. (e.f.)


ONE TOUCH OF NATURE MAKES THE WHOLE WORLD KIN

WILLIAM SHAKESPEARE

CARIAGGI

ENVIRONMENTAL SUSTAINABILITY


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YARNS & TEXTILES

pitti filati 83

high-tech e creativi: una sfida necessaria L’83esima edizione di Pitti Filati, a Firenze dal 27 al 29 giugno, rispecchia attraverso le collezioni autunno-inverno 2019/20, i progetti speciali e lo Spazio Ricerca un mondo in divenire, tra heritage e nuove sperimentazioni di ALESSANDRA BIGOTTA

At 83rd Pitti Filati, in Florence from 27th to 29th June, Fall-Winter 2019/20 collections, special projects and the Spazio Ricerca are the mirror of contaminations between a strong and sustainable heritage and new experimentations.

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itti Filati torna alla ribalta, dal 27 al 29 giugno alla Fortezza da Basso di Firenze, accompagnato da una notizia positiva e da una così così: secondo le stime del Centro Studi di Confindustria Moda per Sistema Moda Italia sull’andamento del nostro tessile-abbigliamento, alla voce “moda” la maglieria è stata la best performer del 2017 per quanto riguarda le esportazioni, progredendo quasi del 9%, contro il +1,9% dell’abbigliamento e il +5,3% delle calze. Non va tuttavia tralasciato il -0,2% dell’export dei filati, che denota una situazione poco dinamica. Il salone, che presenta in anteprima mondiale le novità per l’autunnoinverno 2019/2020 di 129 marchi (27 esteri), si connota ancora una volta come concept lab e piattaforma per le tendenze lifestyle, puntando da un lato sull’internazionalità (anche grazie al sostegno del Mise e dell’Agenzia Ice) e, dall’altro, sulla ricerca e l’heritage. Il progetto speciale dell’appuntamento di fine giugno nasce da una collaborazione con Mo-

secondo le stime di confindustria moda per smi, nel 2017 le performance migliori nel settore moda per quanto riguarda l’export sono state quelle della maglieria, con un aumento dell’8,8%

dateca Deanna, che apre gli archivi dello storico maglificio Miss Deanna per metterli a disposizione di espositori e visitatori: stavolta il focus è sulle collezioni di knitwear disegnate da Marina Spadafora, una delle stiliste più all’avanguardia nel panorama milanese degli anni Novanta, dopo il debutto nel 1987, prima con la maglieria e poi con il ready-to-wear. Paladina della sostenibilità ante litteram, Spadafora è coordinatrice per l’Italia di Fashion Revolution, movimento mondiale per la moda etica. Uno sguardo dunque al patrimonio del made in Italy, ma senza dimenticare i protagonisti di oggi, i nativi digitali che stanno trasformando radicalmente anche il mondo della moda: a loro è dedicato WWW, lo Spazio Ricerca che stavolta esplora il legame tra online e offline, approfondendone le ripercussioni sulle nostre vite e il nostro guardaroba. A

coordinarlo un team rodato: il direttore artistico Angelo Figus, l’esperta Nicola Miller e Alessandro Moradei, che ha curato l’allestimento. Da segnalare KnitClub, cassa di risonanza per i maglifici di qualità, e una nuova edizione di Feel The Yarn, iniziativa a metà tra il contest e il progetto formativo, rivolta agli aspiranti stilisti delle scuole di moda. Non manca all’appello Fashion At Work, con i bureaux de style, gli specialisti di punti, prototipi, stampa su maglia, macchine per maglieria e altro. Si rinnova, infine, l’abbinamento con Vintage Selection, al Padiglione Medici della Fortezza da Basso con un’ampia scelta di abbigliamento, accessori e oggetti di design per collezionisti e non. Anche Pitti Filati ha la sua versione digitale: infatti, dal 5 luglio a 23 settembre la rassegna sarà online sulla ■ piattaforma e-Pitti.com.

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yarns & textiles

TRABALDO TOGNA

quando il cashmere È naturalmente stretch Luca Trabaldo Togna explains why Estrato products are ones-of-akind: naturally stretch, they are made with wool and noble fibers. Luca Trabaldo Togna va un po’ controcorrente, come le trote del torrente Sessera che costeggia la sua azienda di Pray, nel biellese. Nell’era dei “tessuti intelligenti”, seminati di capsule e sensori, lui si specializza in stoffe di fibra naturale al 100%. Senza neppure un sospetto di additivo sintetico. «Da noi - afferma - di intelligente c’è l’uso della tecnologia con un approccio naturale». Quando dice “noi” si riferisce all’impresa di famiglia, fondata nel 1840 dal nonno di suo nonno, Quirico Trabaldo Togna, e convertita dal 2015 alla produzione di un’unica tipologia di prodotto: Estrato. Una collezione completa di tessuti stretch, lavorati in modo da sfruttare esclusivamente l’elasticità naturale delle fibre nobili e soprattutto della lana, «la più elastica in natura». Il livello di prestazione varia a seconda della zona di provenienza e della razza delle pecore. «Attraverso tecniche innovative - continua l’imprenditore - valorizziamo e amplifichiamo questa caratteristica naturale, controllando la stabilità dimensionale dei tessuti, affinché possano essere tagliati e confezionati come tutti gli altri». Il risultato sono articoli di pregio, confortevoli, anallergici e antipiega, che hanno dal 20% al 40% di elasticità, senza una punta di elastomero. «Siamo i primi produttori al mondo di tessuti stretch con fibre nobili - sottolinea Trabaldo Togna -. Lane 180’s, 150’s, 120’s, cashmere e seta e persino puro cashmere». Destinazione, il mercato internazionale del lusso. Negli stabilimenti di Pray vengono prodotti circa 1,5 milioni di metri di Estrato l’anno, all’insegna di ricavi pari a 21 milioni di euro nel 2017, realizzati per il 60% su mercati quali Italia, Germania, Usa e Giappone, con il 40% distribuito su tutti gli altri, compresa la Cina, con cui si prevede d’intensificare i rapporti nel giro di un paio d’anni. Il tutto con l’etica sempre in primo 1 piano: recente, per esempio, l’intesa siglata con il gruppo Chargeurs, che fornirà alla Trabaldo Togna, per una parte della produzione di Estrato, il suo Organica Precious Fiber, brand che identifica lane tracciabili, sostenibili, basate su protocolli rigidissimi in fatto di rispetto dell’ambiente, del 2 lavoro e degli animali. (m.b.)

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1. e 2. Close up sui tessuti Estrato in cashmere di Trabaldo Togna 3. La sede aziendale a Pray, nel biellese, dove vengono prodotti circa 1,5 milioni di metri di Estrato l’anno

CARIAGGI

ancora piÙ ricerca e sostenibilitÀ Combining hi-tech and noble fibres in its products, Cariaggi recently opened a new structure, based on sustainability. Con vendite di 88 milioni di euro (+70% nel Regno Unito, +40% in Corea e +6% in Francia), a Pitti Filati Cariaggi punta sul mix tra fibre nobili e hi-tech: il tweed, per esempio, si arricchisce di inedite percezioni tattili. «Il mantra del 2018 è questo dicono dall’azienda marchigiana -. Investire nell’avanzamento tecnologico, in ricerca e sviluppo, con la sostenibilità come asset». Un valore ribadito nel nuovo edificio adibito a magazzino, laboratorio, controllo qualità e campionatura: una struttura costruita su un’area edificabile di 15mila metri quadri vicino alla sede storica, a bassi consumi e con un concept studiato tenendo presente il comfort dei dipendenti. (a.b.)

TOLLEGNO 1900

HARMONY DIVENTA 4.0 Combining tradition and innovation, Tollegno 1900 presents at Pitti Filati an updated version of its iconic Harmony yarn. Da un’ultracentenaria realtà biellese come Tollegno 1900, guidata dalla famiglia Germanetti, arriva a Pitti Filati una novità, che non a caso riguarda uno dei filati-emblema dell’azienda, Harmony (nella foto). Realizzato in 100% lana Merino Extrafine, si presenta con un’immagine interamente ripensata e con performance potenziate: diventa così Harmony 4.0, un filato “quattro volte eccellente” dall’aspetto compact, con modalità di torsione più elevate e una diminuzione del pilling. Un prodotto che si inserisce nella variegata offerta di una delle linee di punta, Performance, che per l’inverno 2019/2020 mette l’accento anche sui filati Wooltech, Racing, Abarth, Cooper e Pagoda in versione total easy care. (a.b.)


COTTON USA

L’AMBIENTE NON PUÒ ASPETTARE Cotton Usa, the trademark of Cotton Council International, established six main sustainability goals, to significantly reduce cotton’s impact on the environment in ten years.

ZEGNA BARUFFA LANE BORGOSESIA

RITORNO ALLE RADICI “Radici” (“Roots”) is one of the colour themes of Zegna Baruffa Lane Borgosesia collections for Fall-Winter 2019/2020, in balance between heritage and a new twist. Un invito a ripensare l’heritage in chiave contemporanea arriva da Zegna Baruffa Lane Borgosesia, che in occasione di Pitti Filati propone nelle cartelle colori delle sue collezioni autunno-inverno 2019/2020 un tema come Radici, in cui nuance autentiche, che sanno di passato, vengono rilette alla luce di tonalità intense. Si sviluppano così fili come Diamante (in Merino extrafine, cashmere e seta), Cashmere in 100% cashmere cardato e Gold, che abbina questa nobile fibra alla seta. Si avverte un’esigenza di nuova essenzialità nella gamma Calmi Naturali, in equilibrio tra preziosità e lucentezza, con articoli come Cashwool stretch e le nuove mischie in Merino Extrafine e alpaca. Materie preziose e una gamma cromatica sempre più ampia caratterizzano la collezione: «Del resto - dicono dall’azienda - finora abbiamo creato più di 4 milioni di colori e continueremo a fissare nuove sfumature su chilometri di filato». (a.b.)

Tra le fibre naturali, il cotone è spesso messo sul banco degli imputati a causa dell’importante consumo di acqua ed energia legato al suo ciclo produttivo, oltre all’erosione del suolo e all’emissione di gas serra. Ma Cotton Usa (marchio del cotone americano che fa capo a Cotton Council International) corre ai ripari e stila una serie di obiettivi di sostenibilità da attuare entro i prossimi dieci anni, stabiliti in base a valutazioni scientifiche incrociate. Un’iniziativa che aggiunge un capitolo a un impegno portato avanti negli ultimi 35 anni da parte di coltivatori, ricercatori e altre realtà del settore oltreoceano. Questi gli obiettivi da raggiungere, attraverso nuove tecnologie, uso della robotica per la mietitura, selezione genetica delle fibre e molto altro: aumentare il “sequestro” di carbonio nel terreno del 30%; incrementare del 13% l’efficienza di utilizzo del suolo; arrivare a un -39% di gas serra; segnare un -50% di erosione del suolo per acro; diminuire del 15% il consumo di acqua e del 15% quello di energia. (a.b.)

LYCRA

SPEGNE 60 CANDELINE Lycra, the elastan fibre belonging to Invista, celebrates its 60 years. It is synonimous with more than 200 solutions for outerwear, beachwear and underwear. Il 29 maggio 1958 nasceva Lycra, fibra che liberò le donne da giarrettiere, pesanti costumi da bagno e abiti informi, in nome di un’elasticità senza precedenti. Oggi Lycra, che fa capo alla multinazionale Invista, è sinonimo di oltre 200 soluzioni differenti, progettate per rispondere a esigenze specifiche. Tre fra le più recenti: Lycra Beauty, basato sull’abbinamento tra sostegno delle forme e comfort, Lycra Xtra Life, pensata soprattutto per beachwear e denimwear, e Lycra Sport, marchio focalizzato sull’abbigliamento sportivo premium. (a.b.)

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yarns & textileS

HYOSUNG

INVESTE SULL’INDIA Leading elastane manufacturer Hyosung plans to build its first spandex plant in India and announces a new marketing director in Emea. Hyosung, player coreano leader mondiale nella produzione di spandex, avvierà nel 2019 il primo impianto per la produzione di questa fibra nella regione indiana del Maharashtra. Un progetto che ha comportato un investimento iniziale di 100 milioni di dollari, con l’obiettivo di portare la quota del brand creora in questo territorio al 70% del mercato dello spandex. Intanto in Emea Simon Whitmarsh-Knight è stato nominato direttore marketing di Hyosung: un executive con un background di 25 anni nell’industria tessile (nella foto, creora eco-soft e nylon tinto in pasta). (a.b.)

FULGAR

partnership a tutto campo

RADICI group

make fashion circular

Evo by Fulgar and Q-Nova at the centre of many projects, beginning from Pitti.

RadiciGroup is among the brands supporting Make Fashion Circular.

Anche Evo by Fulgar è a Pitti Uomo: il filato ricavato dall’olio di ricino (pianta che cresce spontaneamente) figura tra i materiali high tech green scelti dal marchio Sease di Franco e Giacomo Loro Piana per capi traspiranti, ultraleggeri e stretch. Fulgar è partner dell’evento di presentazione di Sease, alla Polveriera della Fortezza da Basso di Firenze il 12 giugno. Evo by Fulgar ha convinto anche 1stpat-rn, realtà trevigiana specializzata in limited edition d’avanguardia, che lo ha utilizzato per una traveler’s jacket maschile e un cappuccio/mantella unisex. Il gruppo svedese H&M ha scelto invece il filato Q-Nova di Fulgar per la collezione yoga del nuovo marchio Arket (nella foto). Nata cinque anni fa, Q-Nova proviene solo da materie prime rigenerate e nel 2017 ha consentito il risparmio di oltre 11 milioni di litri d’acqua, che potrebbero diventare 15 nel 2018, se il trend d’incremento di domanda di questo filato si attesterà intorno al +30%. (a.b.)

Non solo Burberry, Kering, Stella McCartney o, parlando di fast fashion, Gap ed H&M. Tra i firmatari di Make Fashion Circular c’è anche l’italiano RadiciGroup, produttore di fibre man made più che mai in prima linea sul fronte della sostenibilità. Make Fashion Circular è un’associazione creata dalla Ellen MacArthur Foundation, che sta raccogliendo intorno a sé un pool di core partner con un obiettivo comune, promuovere l’economia circolare. Tra le linee guida individuate, affinché la moda possa scrollarsi di dosso il ruolo di settore industriale tra i più inquinanti, spiccano l’impiego di materiali rinnovabili e sicuri e la progettazione di abiti concepiti per non trasformarsi in rifiuti. «Dobbiamo lasciarci alle spalle il modello takemake-dispose» ha sintetizzato Ellen MacArthur, 41enne ex (a.b.) velista da record.

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FLASH NEWS While Lineapiù Italia rewarded Marco Rambaldi at its Talents Lineapiù contest, C.L.A.S.S. launched its e-commerce operation. lineapiÙ italia

il talents award va a marco rambaldi Marco Rambaldi (nella foto) sul podio della seconda edizione di Talents Lineapiù, programma di Lineapiù Italia che sostiene i talenti della moda in maglia. Avviato nel 2017, Talents Lineapiù riserva al vincitore una borsa triennale, che gli garantisce per sei stagioni la sponsorizzazione tecnica dei filati Lineapiù e Filclass, per la messa a punto del proprio campionario. Nato nel 1990, Rambaldi ha esordito con la sua prima linea donna nel 2014 ed è stato finalista di Who Is On Next? 2017. A gennaio ha sfilato ad AltaRoma e a febbraio è stato special project di White.

C.L.A.S.S.

È IL MOMENTO DELL’E-COMMERCE C.L.A.S.S. (Creativity, Lifestyle and Sustainable Energy), piattaforma per il sourcing di materiali innovativi e responsabili disponibili in piccoli quantitativi, ha attivato l’e-commerce: una vetrina per i materiali di partner come Bacx by Centro Seta, Ecotech by Marchi & Fildi, Organic Cotton Colours, Re.Verso, Tintex Textiles e le lane Zignone, certificate Gots. Materiali acquistabili da un minimo di un metro a un massimo di 50.


ORGANICA

ancora piÙ tracciabilitÀ The label that guarantees quality and traceability of wool fibers across the value chain launches its blockchain. Organica Precious Fiber - prima filiera etica della lana merino avviata l’anno scorso dal gruppo francese Chargeurs attraverso Chargeur Luxury Materials - lancia la sua blockchain: una piattaforma software sulla quale verranno caricati tutti i dati (fatture, packing list della merce, documenti di trasporto, certificati relativi alla lana e alle aziende), senza poter essere più modificati, all’insegna della totale tracciabilità e trasparenza. Con un semplice QR il consumatore finale potrà conoscere l’intera storia di ogni prodotto, grazie a questo strumento tecnologico, con il quale il settore tessile ha ancora poca dimestichezza. Organica, «la label più all’avanguardia della lana Merino eco-friendly» come la definiscono i portavoce Salotto Milanese prove pagine_Layout 3 22/05/18 18:02 Pagina 1

di Chargeurs Luxury Materials, ha partecipato ai primi di giugno alla biennale parigina sulla sostenibilità 1.618, evento destinato ai professionisti del luxury e ai consumatori. Tra le iniziative messe a segno recentemente spiccano due partnership d’eccellenza. La prima è quella con il lanificio italiano Trabaldo Togna (vedi articolo a pag. 116), che ha realizzato una parte della produzione del suo articolo di punta Estrato con lane della filiera Organica, e l’altra riguarda il produttore francese Dormeuil. Le lane Organica, certificate e tracciabili, puntano soprattutto alla clientela di alta gamma o comunque esigente, visto che garantiscono proprietà isolanti, antitraspiranti e termoregolatrici che non hanno nulla da invidiare alle fibre man made, con i plus di naturalità e assoluta sostenibilità. Le fonti di approvvigionamento si trovano in Argentina, Uruguay, Nuova Zelanda, Australia e Tasmania, «in base a un protocollo - sottolineano da Organica - più completo di quello garantito dall’Rws (Responsible Wool Standard) e dallo Zq (New Zealand Merino)». (a.b.)

IL SaLotto DI MILano

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2, Via della Spiga, Milan 3rd floor, intercom 8 - 20121 Italy Phone: +39 02 76317715 | www.salottomilanese.com | info@salottomilanese.com


1 KG DI FILATO Q-NOVA BY FULGAR FA RISPARMIARE 159 LITRI DI ACQUA* OUR ECO STORY Q-NOVA® by Fulgar è una fibra di Nylon 6,6 ecosostenibile ottenuta esclusivamente con materie prime rigenerate e risponde a precise esigenze di tracciabilità.

A BETTER WAY TO THE FUTURE *Studio basato sugli standard ISO 14040 e ISO 14044 comparando la poliammide 6,6 vergine prodotta da Fulgar e il filato riciclato Q-NOVA® by Fulgar.


PREVIEW MENSWEAR spring-summer 2019

Le collezioni della prossima estate saranno caratterizzati da una grande varietà di influenze: gli anni Ottanta, la geometria, il Bauhaus, il surf, la natura e altro ancora. a cura di andrea bigozzi

The spring-summer men’s collections will feature a wide variety of influences: the Eighties, geometry, Bauhaus, surf, nature and more.

M1992

Un’indagine sul lato oscuro del surf, fra citazioni gothic-metal e romanticismo adolescenziale. Questa è l’isirazione della collezione S/S19 uomo e donna, dove l’abito sartoriale è impregnato di salsedine e petrolio, mentre smoking e tailleur si rinnovano con tessuti tecnici, broccati clericali e un denim speciale, studiato da Isko.

Lucio Vanotti

Lucio Vanotti si affida alla Bauhaus per esplorare l’estetica hip hop. Outfit dalle geometrie semplici in cui l’alternanza tra colori primari e nuance pastello evidenzia le sovrapposizioni. Il denim mostra un’inedita delicatezza. Linee e quadrati compongono materici Vichy, gessati, stampe e jacquard.

Luca Larenza

La collezione è composta principalmente da maglieria leggera in cotone e arricchita da fantasie jacquard e intarsio, da una parte in jersey e una in maglia in punto tessuto. Il pacchetto è decorato a intarsio, con la tecnica del punto flottante, ricamato o sovrastampato effetto vinile.

Besfxxk

Il brand uomo e donna si caratterizza per uno spaccato senso della sperimentazione. Anche la collezione S/S 2019 è all’insegna della combinazione (nella senso quasi chirurgico del termine) tra giacche a vento funzionali ed elementi streetwear anni ‘80. Per ogni outfit tessuti importati dal Giappone.

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PREVIEW MENSWEAR spring-summer 2019

Cividini

La geometria viene considerata di solito come un qualcosa di schematico, ma in questo caso il tentativo è di renderla più soft. Così i quadri di polo e giacche assumono un aspetto vagamente ortogonale. Le righe, sia orizzontali che verticali, si ammorbidiscono grazie alla caduta a pioggia del colore realizzato con l’aerografo.

Daks

Il check è un evergreen per Daks. Per la S/S2019 è riporoposto in versione macro sui trench, oppure sui pantaloni in tessuto di lino e cotone. Lo stesso disegno nero su base avorio, è riproposto in versione jaquard anche per il twin set di maglia, ma in scala ridotta.

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Federico Curradi

Per la prossima estate Federico Curradi punta su capi morbidi e rilassati, tra cui giacche con impunture a contrasto, camicie over, pantaloni in popeline. Linee sono sofisticate e romantiche, anche per i maglioni con cappuccio oversize. Tocco finale, berretti e calze di lino lavorate a mano.

AU197SM

Attraverso la fusione dell’oro con il tessuto Au197Sm propone uno stile contemporaneo, luxury & street, che per la prima volta con la S/S 2019 si apre agli accessori. I volumi sono rigorosi e impeccabili, con l’oro protagonista anche per i colori e le stampe.


Teflon Reimagined. ™

Teflon EcoElite™ finish is the world’s first renewably sourced, non-fluorinated fabric treatment for durable water repellency. Manufactured using 60% plant-based raw materials, it lasts up to three times longer than paraffin or silicone-based repellents, providing excellent performance through more than 30 wash cycles. It’s a breakthrough in repellent technology. It’s Teflon™ Reimagined. teflon.com/ecoelite ©2017 The Chermours Company FC, LLC. Teflon EcoElite™ and any associated logos are trademarks or copyrights of The Chemours Company FC, LLC. Chemours™ and the Chemours Logo are trademarks of The Chemours Company.


WHITE MAN & WOMAN

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PREVIEW MENSWEAR SPRING - SUMMER 2019

RI(E)VOLUZIONE LE AZIENDE SI RINNOVANO, RIPORTANDO ALLA RIBALTA IL PROPRIO HERITAGE E RILEGGENDOLO SOTTO NUOVA LUCE IN OCCASIONE DI PITTI UOMO. QUESTA VOLONTÀ DI CAMBIAMENTO PARTE DA UN’ATTENTA RICERCA ALL’INTERNO DELL’ARCHIVIO STORICO DEI BRAND, CHE NELLE COLLEZIONI SPRING-SUMMER 2019 REALIZZANO UNA SAPIENTE UNIONE TRA GLI ELEMENTI CHIAVE DELLE SINGOLE STORIE, MOLTE DELLE QUALI COMINCIATE ANNI FA, E LA CONTEMPORANEITÀ RACCHIUSA IN UN DESIGN PURO, RAFFINATO E INEDITO. IL TUTTO PENSANDO ALLE ESIGENZE DELL’UOMO DI OGGI: UN BUSINESSMAN SOFISTICATO ED ELEGANTE, AMANTE DELLA TRADIZIONE MA MAI BANALE NELLE SCELTE DI STILE. DI ALBERTO CORRADO

Fashion houses are revamping, returning heritage to the spotlight and reinterpreting it in a new light at Pitti Uomo. Their quest for change started with a thorough search of label archives, translating the past into an astute blend of key elements from distinct design traditions, many of which are longstanding, and inherently contemporary, pure, refined and unprecedented.The style for today’s man: a sophisticated, well-dressed businessman who values tradition yet steers clear of the boring and predictable.

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AMERICAN SUMMER

PROPOSTE DAL SAPORE ‘60/70 AMALGAMANO RICHIAMI ALLE SILHOUETTE DEL PERIODO CON UN APPROCCIO CONTEMPORANEO. NUOVI FIT, PROPORZIONI PIÙ AMPIE E MORBIDE, ATTUALIZZANO CAPI CAPACI DI DIVENTARE KEY ITEM PER UN PUBBLICO TRASVERSALE, FREQUENTATORE DELLE SPIAGGE DI WAIKIKI O DEGLI ARISTOCRATICI HAMPTONS. New offerings with a sixties and seventies flavor blend embroidery and period silhouettes with a contemporary approach. Inventive fits with roomier and more relaxed proportions modernize garments that are likely to become key pieces for a wide audience, whether Waikiki Beach regulars or the Hamptons elite.

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SI DICE CHE LA SEMPLICITÀ È L’ESTREMA FORMA DI SOFISTICAZIONE. L’ATTENZIONE VERSO LA RICERCA DI TESSUTI FRESCHI E IMPALPABILI DAI TAGLI PULITI E DELICATI SCOLPISCE UNO STILE ESSENZIALE ED ELEGANTE, IN GRADO DI GARANTIRE LIBERTÀ NEI MOVIMENTI E COMFORT. I COLORI, ISPIRATI A UNA TAVOLOZZA DI NUANCE ACCESE E SPEZIATE, CONFERISCONO AI CAPI LUMINOSITÀ E RAFFINATEZZA, EVOCANDO NUOVE SENSAZIONI.

Simplicity has been described as the ultimate form of sophistication. The painstaking pursuit of fresh and virtually indefinable fabrics creates sleek and refined silhouettes that a shape quintessentially elegant style, ensuring effortless movement and comfort. Inspired by a palette of vivid and invigorating shades, color choices are vibrant yet refined giving each piece exciting new appeal. 1. REPORTER 2. PAOLO PECORA 3. SARTORIA LATORRE 4. PT. PANTALONI 5. 0909 6. ELEVENTY 7. LBM1911

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ESCAPIST «I COLORI, COME I LINEAMENTI, SEGUONO I CAMBIAMENTI DELLE EMOZIONI» AFFERMAVA PABLO PICASSO. COSÌ IL COLORE DIVENTA IL PUNTO DI FORZA DELLE COLLEZIONI PRIMAVERILI ED ESTIVE, IN CUI LE TONALITÀ ACCESE E BRILLANTI CONVIVONO CON TONI PASTELLO PIÙ TENUI. IL GIOCO CROMATICO SI DECLINA IN UN MOOD VERSATILE CHE PUÒ ESSERE SPORTIVO ED ELEGANTE, DOVE L’UOMO SI SPOGLIA DI OGNI FORMALITÀ. Pablo Picasso claimed “colors, like features, follow the changes of emotions.” Accordingly, color is the plus point of Spring-Summer collections, where vivid and vibrant shades strike a balance with muted pastels. Contrasting color palettes are versatile and lend themselves to both the casual and the sophisticated, with absolutely no room for formality. 1. SEVEN7 2. CORNELIANI 3. MANUEL RITZ 4. ARTIOLI 5. FEDON 6. ALPHA STUDIO 7. PRINCE TEES

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In collaboration with NABA - Grafic project by Formenti, Girardi, Gomez, Morgese - Supervisors A. Anaclerio, A. Bianchi

When we name it gold, it’s real GOLD.

www.lampo.eu


PREVIEW MENSWEAR SPRING - SUMMER 2019

FLUFFY GEOMETRIES

UNA “REGOLA ESTROSA” SCOMPIGLIA E RINNOVA I CODICI DELLA GEOMETRIA: I QUADRI ASSUMONO UN ASPETTO ORTOGONALE, LE RIGHE - ORIZZONTALI O VERTICALI - SI AMMORBIDISCONO, LE LOSANGHE VENGONO PARZIALMENTE CANCELLATE. TUTTO ALL’INSEGNA DI UN’ESTETICA ARMONIOSA E ORDINATA.

A ‘whimsical rule’ disrupts and rewrites the dictates of geometry. Squares look more like polygons, horizontal and vertical lines become more fluid and diamond shapes are somewhat distorted, all in the spirit of an orderly and well-balanced design aesthetic.

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1. PAOLONI 2. TAGLIATORE 3. CIVIDINI 4. ANGELO NARDELLI 5. DIKTAT_ 6. DOPPIAA 8. SCAGLIONE

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TEN C for

Un masterpiece è per sempre TRASFORMARE CAPI ICONICI DI MATRICE MILITARE IN MODELLI COUTURE EVERGREEN, GIOCANDO CON SOVRAPPOSIZIONI MATERICHE E CROMATICHE PERSONALIZZABILI. È L’ESTETICA DEL GUARDAROBA TEN C

Sono quei capi che diventano una buona abitudine, concreti, eterni, che ti porti dietro per la vita, perché più invecchiano e più acquistano valore. Modelli esclusivi, degni di un sovrano (come suggerisce il nome Ten c, acrostico che sta per “The emperors new clothes”), che rileggono in chiave luxury alcuni iconici capispalla di matrice militare. L’idea di base è infatti quella di trasformare dei super classici, come il parka, in una nuova versione couture. Partendo da un tessuto esclusivo, il jersey OJJ made in Japan, e dal concetto di unicità, poiché ciascun capo è personalizzabile attraverso sovrapposizioni e abbinamenti liberi con interni assortiti. Il copione dell’outwear si riscrive quindi stagione dopo stagione, scegliendo un modello tra gli storici Ten c - un parka, un trench, un bomber - o recuperando quello del cuore dal proprio armadio, per poi

passare a un personalissimo mix & match, giocando con interni e imbottiture colorate, a loro volta reversibili e indossabili singolarmente nelle mezze stagioni. Il coup de foudre della primavera-estate 2019 saranno i modelli in leggerissimo nylon semitrasparente che, in contrasto materico con interni colorati, crea effetti 3D e bicromie. Reggono il confronto le creazioni in microfibra di nylon, in tinta unita o stampa camouflage double face, la sofisticata felperia taglio Guernsey, in cotone makò smerigliato, e le T-shirt con stampa a corrosione. La palette è piena, accesa, vibrante: giallo, arancio, gli azzurri marini, fino all’immancabile verde militare iconico del brand. La linea Ten c nasce da un progetto di Paul Harvey e Alessandro Pungetti e fa capo a FGF Industry, gruppo capitanato dall’imprenditore e designer Enzo Fusco.

www.ten-c.it - info@fgf-industry.com

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1. DIGEL 2. LUIGI BIANCHI MANTOVA 3. PALTÒ 4. BRUNO MANETTI CASHMERE 5. LUCA BERTELLI 6. TATRAS 7. MINO RONZONI 8. SOLDINI ANTICA CUOIERIA

OVER TIME

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L’ELEMENTO DISTINTIVO DELLA RAFFINATEZZA È AL CENTRO DELLA SCENA, ATTRAVERSO MODELLI PENSATI PER IL GUARDAROBA DI UN MODERNO GENTILUOMO. I TESSUTI E I PELLAMI SONO I PIÙ PREGIATI, L’ATTENZIONE VERSO I DETTAGLI È MASSIMA E LO STILE VIENE RAPPRESENTATO DA COLLEZIONI DESTINATE A DURARE E AD ANNIENTARE IL CONCETTO DI TEMPO. Sophistication reigns supreme in new staples created exclusively for the wardrobe of the modern gentleman. Fabrics and leathers are at their finest, attention to detail is at its utmost and collections embody a style that is designed to endure, eradicating the concept of time.

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PRINCE TEES for

L’insospettabile lusso della T-shirt PRINCE TEES. PIÙ CHE UN BRAND UN OSSIMORO STILISTICO CREATO DA ENZO FUSCO ED EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA, ACCOSTANDO LA PAROLA LUSSO AI DUE CAPI BASIC PER ANTONOMASIA: LA T-SHIRT E LA FELPA. REALIZZANDONE PREZIOSE VERSIONI FOUR SEASON PER LUI E PER LEI Tutti o quasi conoscono quella frase sull’eleganza che fa “la moda è di tutti, lo stile è di tanti, la classe è di pochi”. La sanno anche Enzo Fusco, leader carismatico di FGF Industry ed Emanuele Filiberto di Savoia. Anzi, ne hanno sottoscritto l’attendibilità progettando insieme, qualche stagione fa, una collezione di T-shirt e felpe, capi basic per definizione, che tuttavia possono rivelarsi un infallibile termometro di buongusto. Perché in fondo la maglietta è l’ago della bilancia del guardaroba, l’unica in grado di sdrammatizzare il look più formale o di rendere smart un outfit sportivo, e nel caso specifico delle Prince Tees, di regalare anche un tocco aristocratico. Non per la corona sull’etichetta,

ma per il lussuoso abbraccio di quel mix di fibre naturali, tra cui il cashmere, che si legge nella loro composizione e per l’origine assolutamente italiana, garante di qualità. La collezione - che comprende capi four season per uomo e donna - per la summer edition 2019 prevede accanto agli iconici modelli seamless, nuove proposte dai dettagli originali, animate al maschile da tinte vitaminiche come giallo, arancione, nuance marine, verde petrolio e bluette, oltre a sfumature romantiche al femminile, con gamme dal rosa antico al bordeaux. Le proposte sono anche sulla vetrina virtuale princetees.com., sito ufficiale completamente rinnovato, per consentire una navigazione agile e intuitiva.

www.princetees.com - info@fgf-industry.com

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PREVIEW MENSWEAR SPRING - SUMMER 2019

GITANIC ELAPSE

IL PUNTO DI PARTENZA È L’ANIMO GITANO, ELEGANTE E PIENO DI COLORI, DOVE L’ABITO NON DEVE NECESSARIAMENTE ESSERE ABBINATO ALLA CRAVATTA, MA DIVENTA PERFETTO CON UNA CAMICIA LASCIATA SBOTTONATA. I PANTALONI HANNO UNA FANTASIA MAXI CHECK, IL MAGLIONE È MESSO IN VITA, QUASI COME FOSSE UNA FASCIA, O ARROTOLATO INTORNO AL COLLO. TUTTO SECONDO UN DISCORSO GIOCATO SULLE PROPORZIONI, DOVE L’OCCHIO NON DEVE AVERE SBILANCIAMENTI, E LE FORME VANNO GESTITE CON SAPIENZA. Rooted in the quirky and colorful gypsy tradition, a suit doesn’t necessarily require a tie and leaving a shirt unbuttoned makes for the perfect look. Pants sport an oversized check print, a pullover is tied around the waist almost like a sash or even draped around the neck. Everything is in keeping with a design dialogue that plays on balanced proportions and creative silhouettes.

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1. TINTORIA MATTEI 954 2. REPLAY 3. GABRIELE PASINI 4. BAGUTTA 5. SEVENTY 7. ALESSANDRO GHERARDI 8. IMPULSO

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ANTONY MORATO for

Per Antony Morato l’espansione non si arresta EVOLUZIONE WHOLESALE, POTENZIAMENTO RETAIL, SERVIZIO, CREATIVITÀ E SOSTENIBILITÀ: SONO QUESTE LE LEVE DEGLI AMBIZIOSI PIANI DI SVILUPPO DEL BRAND TRICOLORE SUL MERCATO GLOBALE Si fa sul serio e la prova sta nei numeri: 2.500 punti vendita in 55 Paesi, 70 vetrine monobrand e l’e-commerce che cresce a ritmo sostenuto. Ma per Antony Morato il processo d’espansione internazionale non si ferma. Nelle sue mappe, tanto per cominciare, c’è il mercato britannico: è recente l’acquisizione di spazi nel department store House of Fraser, che rappresenta solo l’inizio di un piano di sviluppo determinato, che proseguirà con ulteriori azioni per tutto il biennio 2018-2019. Anche la Germania occupa un posto importante nei progetti dell’azienda: l’accordo con Galeria Kaufhof porterà Antony Morato nei punti vendita di livello più alto della catena, dislocati su tutto il territorio, attraverso la formula shop-in-shop. E poi il Belgio, dove è stata avviata l’intesa con Galeria Inno per la diffusione dell’etichetta nelle sue principali vetrine multibrand, 16 in tutto il Paese. Decisivi anche gli investimenti sul retail: il taglio del nastro del secondo monomarca in Francia, a fine maggio, presso il Grand Hotel Dieu di Lione, segna un percorso di crescita iniziato nell’agosto 2017 con il flagship parigino. La nuova apertura nel Palladium Mall di Mumbai sposta invece l’asse d’interesse verso l’India, dove Antony Morato è presente anche con sette shop-in-shop e vendite online. Canale,

quest’ultimo, che cresce a doppia cifra, presidiato sia attraverso il sito morato.it, sia in relazione con marketplace europei e non, come Vipshop in Cina, e Souq in Medio Oriente. L’espansione distributiva è solo un aspetto della crescita del marchio. Le strategie aziendali puntano su un servizio sempre più efficiente e puntuale, grazie a una piattaforma online di facile accesso; sulla riorganizzazione dell’offerta, scandita anche dall’uscita di flash collection ad alto indice di creatività, con equilibrio del pricing e un rigoroso monitoraggio della qualità; e su politiche produttive sostenibili e certificate, condotte su salvaguardia dell’ambiente, etica del lavoro e analisi dei materiali impiegati. Così le gratificazioni non tardano ad arrivare. L’Istituto Nazionale per il Commercio Estero ha incluso Essedi, società capogruppo di Antony Morato, nel suo piano di affiancamento delle aziende ad alto potenziale, collaborando ai progetti di sviluppo. Come recente è la certificazione Elite, secondo il programma di Borsa Italiana dedicato a un panel ristretto di aziende eccellenti. Riconoscimenti che rappresentano un’ulteriore garanzia di solidità della società e di qualità dei processi di governance e dei prodotti e che rafforzano l’intenzione di crescere sul mercato globale.

www.antonymorato.it

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DAYS TIPS

È LA VITA DI TUTTI I GIORNI A ISPIRARE UN NUOVO CODICE DI ELEGANZA MASCHILE, IN BILICO TRA LAVORO, SPORT E TEMPO LIBERO. IL RISULTATO È UN DIALOGO TRA STILI DIFFERENTI, CHE ACCOSTANO I CAPI DI SARTORIA A QUELLI CASUAL, COME LA FELPA DA INDOSSARE SOTTO UN ABITO, IL DENIM DECLINATO IN MODELLI INUSUALI PER DIVENTARE LUXURY, LE T-SHIRT LAVORATE COME MAGLIE. Everyday life inspires a new masculine elegance balancing work, sports and leisure. The result is a dialogue between diverse styles that mix the more tailored with the casual, as in wearing a suit with a sweatshirt, unique denim pieces as luxury items or knit t-shirts instead of standard cotton. 1. NORTON CLOTHING 2. PEPE JEANS 3. RIFLE 4. LA MARTINA 5. NAVIGARE 6. PENCE 1979 7. BERWICH 8. AT.P.CO

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CALZATURIFICIO FRATELLI SOLDINI for

Antica cuoieria, riscoprire il fascino dei classici L’ARTE CALZATURIERA TOSCANA APPRODA A PITTI UOMO CON I MODELLI SENZA TEMPO DI ANTICA CUOIERIA, BRAND ARETINO CHE RAPPRESENTA LA SINTESI PERFETTA FRA TRADIZIONE E STILE.

Per amarle non basta guardarle, bisogna calzarle. Perché solo così si riesce ad apprezzare fino in fondo la morbidezza dei pellami, il pregio delle lavorazioni, la leggerezza delle linee e la cura dei dettagli, che concorrono a definire e perpetuare quell’Italian touch sinonimo di classe nel mondo. Nessuna iperbole creativa, le scarpe di Antica Cuoieria puntano tutto su uno stile senza tempo, sul rispetto della tradizione, sull’arte centenaria dei maestri calzaturieri italiani. Ed è con questo bagaglio ricco di storia e manualità che si fa avanti per la prima volta a Pitti Uomo. Sotto i riflettori la collezione primavera-estate 2019, che racconta e riattualizza i grandi classici, campioni di raffinatezza. Si parte dalla Oxford, la stringata maschile per eccellenza, discendente, si racconta, di un mezzo stivaletto aperto sui lati molto di moda alla Oxford University nell’Ottocento. Per poi passare alla Derby, altro accessorio indispensabile nel guardaroba di un moderno gentiluomo, e arrivare al mocassino, con nappina o senza, modello dall’allure più disinvolta, ma dall’estetica impeccabile, che convinse Fred Astaire all’abbinamento ardito col frac. Quest’anno l’offerta si amplia includendo il

mondo casual, con una selezione di sneaker in pelle dalla suola ultra-leggera disponibili in nuances che spaziano dal bianco ottico al navy, fino al tabacco. Antica Cuoieria è un brand che fa capo al Calzaturificio Fratelli Soldini, realtà che nasce ad Arezzo nel 1945, capace di conquistare in pochissimi anni un ruolo di primo piano nel settore manifatturiero, consolidando la propria presenza sul mercato internazionale grazie alla valorizzazione pioneristica del concetto di made in Italy. Oggi produce centinaia di paia di scarpe al giorno ed è proprietaria anche dei marchi Soldini Uomo, Soldini Donna, Soldini Professional e del progetto ecologico Ecogreen. La sua forza sta nell’aver saputo intrecciare nel tempo la tradizione con le tecnologie industriali più avanzate, garantendosi un posto di primo piano nel panorama calzaturiero italiano. Le sue creazioni, realizzate nello storico stabilimento di Capolona, sono diffuse sul territorio nazionale attraverso una rete di oltre mille punti vendita, supportata da importanti capacità produttive e da un magazzino centralizzato che rende possibile un continuo riassortimento delle merci.

www.calzaturificiosoldini.it

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MORPHING FABRICS

COLLEZIONI DALL’APPEAL CASUAL, DOVE IL TESSUTO È IL PROTAGONISTA ASSOLUTO, CARATTERIZZATO DALLA RICERCA DI NUOVE TELE E LAVAGGI. PRODOTTI COSTRUITI PER RISPONDERE ALLE ESIGENZE DI UN UOMO CHE CAMBIA CONTINUAMENTE. UNA METAMORFOSI COERENTE, SEMPRE AL PASSO CON I TEMPI, MA CHE INTENDE MANTENERE UN FORTE LEGAME CON L’IMPRONTA SARTORIALE. Featuring new fabrics with innovative washes, collections with a casual appeal take the spotlight. Fashioned to meet the demands of the ever-changing man, constant metamorphosis is in lockstep with the times yet still maintains a strong tie to tailoring tradition.

1. PEOPLE OF SHIBUIA 2. MOOSE KNUCLES 3. ALLEGRI 4. DOLOMITE 5. NORTH SAILS 6. FREEDOMDAY 7. NAPAPIJRI

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KORALLINE for

Koralline conferma il trend positivo e punta al +30% anche per il 2019 NON SI ARRESTA IL SUCCESSO DI KORALLINE: IL BRAND MADE IN PRATO HA CHIUSO LE CAMPAGNE VENDITA 2018 CON UN RADDOPPIO DEI RICAVI. E L’ASCESA CONTINUA È un momento d’oro per l’azienda KLN che ha sede nel distretto tessile di Prato: Koralline, brand presente ormai da 13 anni sul mercato nazionale e internazionale, dopo aver chiuso le campagne vendita del 2018 con un netto raddoppio del fatturato, punta a un 2019 all’insegna di un ulteriore incremento e soprattutto di tante novità. Il segreto di un’ascesa esponenziale, in un momento dove sia il mercato interno che l’Export sembrano aver registrato una ripresa importante, è una “ricetta” studiata da tempo ad hoc per il consumatore. Andrea Tutolo e Luca Cappelloni pionieri e ambasciatori del marchio sottolineano: «Dopo anni di sacrifici, fatti di studio e intuizioni, oggi finalmente stiamo registrando un

momento storico per la nostra azienda, grazie a un team giovane, costruito per far bene, selezionato e che sente il brand anche un po’ suo». L’uscita della collezione Spring-Summer 2019 a maggio, è stata accompagnata dal lancio della collezione Shoes e dall’aumento del mark up, che ormai supera il margine del 3.0. Per il prossimo anno o già da fine secondo semestre sono previste pianificazioni sulla comunicazione, che possano arricchire la visibilità di Koralline. «Si sta puntando al rilancio del made in Italy - concludono Tutolo e Cappelloni - all’utilizzo di fibre naturali e a un servizio al cliente (sia business che consumer), che possa diventare uno dei fiori all’occhiello dell’azienda».

KLN S.r.l. Via Bruges, 56 - 59100 Prato PO - Tel. 0574 729208 - info@koralline.it - www.koralline.it

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URBAN LAYERING

RIDEFINENDO E RIPENSANDO COSTANTEMENTE L’ABBIGLIAMENTO SPORTIVO CONTEMPORANEO, LE COLLEZIONI OUTWEAR PRESENTANO SILHOUETTE DECISE E LINEE DAL TAGLIO ORIGINALE, IN MODO DA RISPONDERE ALLE ESIGENZE QUOTIDIANE DI PROTEZIONE E PERFORMANCE. DALLA PALESTRA ALLA VITA DI TUTTI I GIORNI, I CAPI TECNICI SI TRASFORMANO, ABBANDONANDO LE LINEE TROPPO INFORMALI E LASCIANDO SPAZIO A UN ABBIGLIAMENTO ESCLUSIVO, PERFORMANTE E DAL DESIGN D’AVANGUARDIA. Continually rethinking and redefining contemporary sportswear, outerwear collections are showing sleek silhouettes and creative cuts to meet the daily demands for protection and performance. From the gym to daily life, technical clothing is transformed, abandoning all-too-informal silhouettes to allow for exclusive performance apparel based on a state-of-the-art design. 1. BLAUER USA 2. BOMBOOGIE 3. HOLUBAR 4. ROSSIGNOL 5. ESEMPLARE 6. WOOLRICH 7. SEBAGO 8. CINI

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WEAVING TECH

L’HIGH TECH È UNA TESSITURA IMBASTITA SU UN’ISPIRAZIONE MILITARY-URBAN, PER SCRIVERE UN CODICE STILISTICO FATTO DI LINEE DRITTE, VOLUMI AMPI, FORME CHE SI FONDONO IN UN INTRECCIO METROPOLITANO: COSÌ LA MODA È SEMPRE PIÙ VICINA ALL’ESIGENZA DI COMODITÀ. MASSIMA ATTENZIONE È DATA A PLUS COME L’IDROREPELLENZA E LA TERMOREGOLABILITÀ DEI CAPI, PER FAR FRONTE A CLIMI SEMPRE PIÙ VARIABILI.

Spun from military inspiration, high tech is a weave that provides the structure for a design code of sleek lines, generous proportions and silhouettes fused in an urban twist to meet the fashion demands of comfort and convenience. The utmost attention is given to highly desirable details like waterproofing and temperature-regulating in performance apparel that will protect wearers against everchanging climactic conditions.

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1. DUNO 2. PIQUADRO 3. PUNTODODICI 4.OOF 5. EDEN PARK 6. PEAK PERFORMANCE 7.DIEGO M 8.PARAJUMPERS

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DATCH for

Datch, parte il nuovo corso FORTE IDENTITÀ STILISTICA, VALORIZZAZIONE DEL BRAND CON IN PROSPETTIVA IL LANCIO DELLA DONNA, NUOVO IMPULSO ALLA DISTRIBUZIONE: TUTTO PER GIOCARE UN RUOLO DI PRIMO PIANO SUL MERCATO GLOBALE. SVELATI I PIANI POST ACQUISIZIONE DI DST GROUP Datch volta pagina. Per il brand, acquistato nel 2017 da DST Group, inizia un nuovo capitolo, con l’incipit che è di per sé una strategia: “Impegno, passione ed efficienza”. Obiettivo del restyling è la valorizzazione dello stile per irrobustire la desiderabilità del prodotto, attraverso la creazione di capi dalla forte personalità, accattivanti e di tendenza, all’interno di un guardaroba sport-fashion. «La sfida - fanno sapere i fondatori di DST Group, Luigi e Alessandro Casillo - è mettere a disposizione di Datch la determinazione, la qualità e la grande attenzione al dettaglio che caratterizzano da sempre le produzioni dell’azienda, affinché il brand possa giocare un ruolo di primo piano sulla scena dello sportswear e del denim internazionale». Idee e progetti si rimettono in movimento per rilanciare il magnetismo, l’originalità e lo spirito cosmopolita di Datch, andando a intercettare, attraverso outfit graffianti, i desideri di un uomo giovane, tra i 20 e i 45 anni, amante di una moda grintosa, sfrontata, dalla modellistica perfetta. Di pari passo evolve la visione strategica di DST Group, nell’ottica di uno sviluppo di cui sarà vettore primario la politica distributiva: «Attualmente - dicono i vertici aziendali - oltre ai quattro monomarca Datch gestiti da una consociata, la diffusione del marchio è affidata a circa 200 vetrine multibrand qualificate e

selezionate in Italia. L’obiettivo è tagliare il traguardo dei 600 punti vendita entro il 2020». E poi c’è la ridefinizione del piano marketing, che prevede importanti investimenti in comunicazione da qui al prossimo biennio; ma anche dialoghi sul web con la community, tramite i social, Facebook e Instagram in primis, come pure attraverso il sito ufficiale datch.com. Una sinergia per veicolare l’identità di Datch e incrementare la brand awareness sul mercato globale. Nell’operazione visibilità è prioritaria anche la partecipazione alle più importanti fiere di settore: Pitti Immagine Uomo, Bright Berlin, Premium Berlin e Panorama Berlin. Ma c’è dell’altro. Datch avrà una compagna: in fase di studio è infatti il lancio di un’etichetta al femminile, che secondo i piani aziendali dovrebbe debuttare sul mercato nell’autunno 2020. Il nuovo corso di Datch è l’occasione per ripercorrere la storia di un’impresa italiana, la DST Group, nata nei primi anni Duemila con la creazione del marchio Yab, e affermatasi nel giro di poche stagioni quale partner di riferimento per marchi come Guru, Baci&Abbracci e Datch. Oggi, con lo stesso entusiasmo e la stessa risolutezza, il gruppo si dichiara pronto ad affermarsi ulteriormente nel contesto italiano, e maturo per affrontare nuove sfide in Europa. E anche più in là.

www.datch.com

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PREVIEW MENSWEAR SPRING - SUMMER 2019

WEAR & JUMP CLASSICI COMPLETI SPEZZATI RICEVONO UNA SFERZATA DI ENERGIA DAI COLORI VITAMINICI. GIACCHE DI LINO, PANTALONI BLU KLEIN E POLO E CAMICIE A CONTRASTO SONO DA INDOSSARE CON IL NUOVO MUST DI PRIMAVERA: LE SCARPE MULTICOLOR. PER UNO STILE ALLEGRO E DINAMICO, CHE STRIZZA L’OCCHIO ALLA POP ART DI ANDY WARHOL.

Classic suiting separates receive an extra burst of energy with vitamin-enriched colors. Linen jackets, international Klein blue pants, polos and contrasting shirts are paired with the new spring must-have, multicolor shoes. Vivacious and happy-golucky, these pieces pack a punch with a nod to the pop art of Andy Warhol. 1

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1. U.S. POLO ASSN 2. TEN C_TEMPEST ANORAK 3.GTA 4. VALSTAR 5. BROOKSFIELD 6. AEREONAUTICA MILITARE 7. RIVIERA 8.ANTONY MORATO

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DYSON SUPERSONIC for

James Dyson fondatore di Dyson

L’asciugacapelli del futuro è già qui INVESTIMENTI PER 75 MILIONI DI STERLINE E QUATTRO ANNI DI STUDI APPROFONDITI DA PARTE DI UN TEAM DI OLTRE 100 INGEGNERI HANNO DATO VITA A DYSON SUPERSONIC: POTENTE, SILENZIOSO, LEGGERO E ALLEATO DELLA BELLEZZA DEI CAPELLI, È L’ASCIUGACAPELLI CHE NON C’ERA E CHE NON PUÒ ESSERE IMITATO Chiamarlo asciugacapelli è riduttivo: Dyson Supersonic è frutto di investimenti per 75 milioni di euro, compresa la creazione di un laboratorio ad hoc, dedicato allo studio della scienza del capello, e di un lavoro intenso, durato quattro anni, che ha coinvolto un team ingegneristico di 103 persone. Sono stati creati 600 prototipi, depositati più di 100 brevetti (altri 16, relativi agli accessori, sono in attesa di deposito) e utilizzati ben 1.625 chilometri di capelli veri per testare il prodotto. Un impegno ripagato da un prodotto eccezionale e inimitabile. Dyson Supersonic spazza letteralmente via tutti i problemi legati agli asciugacapelli tradizionali che, spesso ingombranti e scomodi da manovrare, possono arrivare a danneggiare la cute a causa delle alte temperature e a intrappolare nel filtro i capelli. Dyson Supersonic proietta questo accessorio indispensabile per donne e uomini in una nuova era. I vantaggi sono molteplici: una velocità otto volte superiore rispetto agli altri asciugacapelli, un peso inferiore della metà, un sistema intelligente di controllo del calore che protegge la brillantezza e l’integrità del capello e un getto ad alta pressione ed elevata velocità, con la possibilità di asciugare e acconciare i capelli

www.dyson.it -

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in un unico passaggio. Il motore - potente ma compatto e inserito nel manico dell’asciugacapelli, anziché nella testa per un perfetto bilanciamento - è studiato in modo da ridurre turbini, vortici e rumore. Tre i livelli di calore per altrettanti flussi d’aria a diversa intensità, oltre a un getto freddo. Gli esperti di Dyson hanno messo a punto tre accessori magnetici, studiati nei minimi dettagli e in attesa di ottenere 16 brevetti: obiettivo, raggiungere il flusso d’aria perfetto, per rendere possibili le più disparate acconciature. Un miracolo di ingegneria che solo Dyson poteva trasformare in realtà: un’azienda che esporta i propri prodotti in 75 Paesi, investe 1,5 miliardi di sterline in tecnologia, collabora con oltre 30 università internazionali e sta sviluppando quattro nuovi portafogli tecnologici per il lancio mondiale di 100 prodotti nel prossimo quadriennio, senza contare il progetto di un laboratorio di robotica da 5 milioni di sterline, condiviso con l’Imperial College di Londra. Non male per una società che ha lanciato il suo primo aspirapolvere a cilindro (il modello DC02) nel 1995 e che da allora ha fatto passi da gigante. E il meglio deve ancora venire.

DysonItalia -

@dysonitalia

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Felpa con cappuccio e short in denim acid wash Marcelo Burlon County of Milan X NBA Lakers.

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MARCELO BURLON

«SONO ANCORA IL MARCELO DI 20 ANNI FA» TESTO DI MARC SONDERMANN

In queste pagine un racconto fatto di parole e immagini con al centro Marcelo Burlon, personaggio eclettico e controcorrente On these pages, Marcelo Burlon shares his eclectic and nonconformist world with, through images and words.

FOTO DI BRATISLAV TASICH SERVIZIO DI ALBERTO CORRADO E FABIO PRAVATO

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Anorak in tessuto tecnico con dettagli in rip stop spalmato Marcelo Burlon County of Milan X NBA Boston Celtics, jogger in tessuto tecnico con dettagli in rip stop spalmato Marcelo Burlon County of Milan.

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Come nasce la tua passione per la moda? In riviera all’inizio degli anni Novanta. Ero in pista al Cocoricò e mi trovai davanti a Jean Paul Gaultier. Indossavamo la stessa maglietta e avevamo i capelli uguali. Quando hai capito che le tue collezioni ‘bucavano’ tra i giovanissimi? Quando ho iniziato a trovare i ragazzini appostati sotto casa ho capito che il mio brand era diventato per loro un punto di riferimento. Quanto è importante viaggiare per te come fonte di ispirazione? Tantissimo. Nonostante tutto il mondo sia su Internet, per vedere certe situazioni ed entrare a contatto con un certo tipo d’atmosfera viaggiare è fondamentale. Per esempio a Tokyo, che adoro, lo

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street style è pazzesco, sono tutti vestiti in modo incredibile, ma se non sei lì è qualcosa che per vari motivi, per le barriere linguistiche anche, non riesci a vedere e vivere. Quanto conta per te il tuo profilo Instagram? Esserci è importantissimo. Ho lanciato County of Milan su Instagram, quando questo social network era ancora di nicchia e tuttora il mio profilo resta per me il principale strumento di comunicazione e il modo più immediato ed efficace di interagire con gli amici, i fan del brand, i clienti. Molte conversazioni iniziate su Instagram sono diventate collaborazioni. È fondamentale. Il Marcelo Burlon di domani come sarà? Come quello di 20 anni fa.

1. Felpa in french terry a rovescio senza maniche con patch e ricamo, T-shirt in cotone e jogger in jersey stampati allover, tutto Marcelo Burlon County of Milan X Muhammad Ali 2. T-shirt ricamata Marcelo Burlon County of Milan X Muhammad Ali, joggers con ricamo Marcelo Burlon County of Milan

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FASHION DOPPIA - UOMO COMPOSTO - 450x285.indd 2

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SNEAKERS SPRING-SUMMER 2019

KAPPA 

BARENA + LASPORTIVA

MODERN RUNNING

LOTTO LEGGENDA

SPORT E STILE SI INCONTRANO SPORTS MEET STYLE

MERREL

Mix di pelli, tessuti e materiali tecnici e naturali, innovativi, non convenzionali, differenti al tatto. Le collezioni di sneaker Spring-Summer 2019 uniscono il glamour all’eleganza classica, per uno stile urban. In linea con un’epoca in cui il gusto ha confini culturali ed estetici indefiniti e personalizzabili.

MBT

DI ALBERTO CORRADO

A mix of leathers, fabrics, innovative and unconventional natural and technomaterials deliver a wide array of textures and feels. The Spring-Summer 2019 sneaker collections fuse glamour with classic elegance for an inimitable urban style. In total lockstep with an era where great taste knows no cultural or personal aesthetic bounds.

LUMBERJACK 

TV BOY PER MOA MASTER

VOILE BLANCHE

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I29 TESTONI

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PHILIPPE MODEL PARIS

TIVA 

MIZUNO1906

ARKISTAR

HIDE&JACK

NIKE

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OPENINGs & restylings di andrea Bigozzi

Jacob Cohën riparte da Milano

MYTHERESA loves brick and mortar

Jacob Cohën is setting in motion a relaunch of the brand, starting with a Milan flagship store opening.

Known as Theresa, the flagship store in Munich reopened as Mytheresa, with a design of Roberto Baciocchi.

Jacob Cohën riparte da Milano e dal flagship store in via Spiga 31. L’obiettivo del marchio, sinonimo di luxury denim, è quello di aprirsi al lifestyle come dimostra il nuovo spazio di 200 metri quadrati in pieno Quadrilatero della moda che oltre all’abbigliamento uomo e donna offre una linea junior, gli accessori, candele e profumi per la casa.

Dopo un anno di lavori curati dall’archi-star del retail Roberto Baciocchi, lo storico multimarca di Maffeistraße 3 a Monaco ha riaperto i battenti in versione ampliata e rinnovata. Il cambiamento più significativo è nel nome sull’insegna: non più Theresa, come nel 1987 quando fu inaugurato, ma Mytheresa, in linea con la piattaforma di e-shop su cui si basa il successo del gruppo.

Gruppo PRADa a quota 100 store in cina

London calling per MSGM

The Prada group is strengthening its retail presence in China with the opening of seven stores, the latest in the city of Xi’an within the SKP Mall.

Msgm is to open a flagship in London: the store will showcase the concept designed by creative director Massimo Giorgetti.

Con l’apertura del nuovo luxury mall SKP nella città cinese di Xi’an il gruppo Prada ha inaugurato sette nuovi negozi: tre per il marchio Prada (donna, uomo e calzature femminili), due per Miu Miu (uno per abbigliamento, borse e calzature e l’altro solo calzature) e due per Church’s (uno per uomo e uno per donna). Salgono così a quota 100 i punti vendita cinesi per la società guidata da Patrizio Bertelli.

Prosegue la strategia di espansione di Msgm, che si preparara a inaugurare la prima boutique a Londra. Il nuovo spazio - situato in Brompton Cross, uno dei più recenti cuori pulsanti dello shopping londinese - sarà il primo realizzato con un nuovo concept, pensato dal direttore creativo e fondatore del brand Massimo Giorgetti.

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TREND

BRAND TO watch Collezioni al debutto, in fase di rilancio o con alle spalle poche stagioni, con un concept originale e una storia da raccontare DI ANGELA TOVAZZI

Let’s have a look at collections ready to debut, evergreen brands that are now undergoing a re-launch and lines born a few seasons ago, with an original concept and a story to tell.

Texas Robot

MOTHER

This footwear brand interprets the classic Texas boot, taking inspiration from the comfort of sneakers.

The Los Angeles premium denim brand makes its debut in the men’s segment with its first collection for summer 2018.

L’immaginario del Far West tradotto in chiave gym. Appassionato di vintage, l’imprenditore Massimo Sorgenti è l’ideatore di Texas Robot, marchio di footwear presentato alla scorsa edizione di White Milano che rispolvera i classici boot texani ispirandosi all’estetica e al comfort di un paio di sneaker, grazie a una suola running in gomma. Disponibile dalla milanese Areté Showroom, il marchio - sinonimo di stivali e stivaletti - ha iniziato una distribuzione wholesale, conquistando la fiducia di oltre 45 multimarca top, tra cui Block 60, Gigi Tropea, Morini e Zoe in Italia e diversi clienti in Giappone. Il prezzo medio al pubblico è intorno ai 400 euro.

A partire dall’estate 2018 l’universo del marchio premium denim di Los Angeles Mother (distribuito in Europa da Brama Group) si espande nel segmento maschile. «Con l’evolversi della collezione donna - racconta il direttore creativo e co-fondatore Tim Kaeding - abbiamo iniziato a utilizzare jeans, modelli e tessuti maschili, per un look preso a prestito dai ragazzi. Approdare successivamente a un’offerta uomo è stato per noi un passaggio naturale». La linea del debutto è composta da tre tipologie di denim - skinny, straight e universal - declinate in quattro lavaggi e, accanto ai pantaloni, sono disponibili giacche e camicie in jeans, T-shirt stampate, pant in twill e felpe con il cappuccio. In Italia ed Europa la collezione maschile è, per il momento, in vendita nell’e-shop del brand.

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DIMA LEU Launched in 2015, the Sport Suit project combines tailoring and aesthetics gym. Di origini moldave ma con un pedigree formativo tutto italiano, costruito allo Iuav di Venezia (dove si è diplomato nel 2013), Dima Leu aggiunge una visione originale alla corrente stilistica più in voga, dove la sartorialità è contaminata e compenetrata da elementi sport-oriented. Nel suo progetto Sport Suit, lanciato nel 2015, gli stilemi del mondo gym, come le bande laterali che richiamano le tute, le coulisse, i tagli al vivo, le vestibilità comfort si innestano su tessuti dobby e un approccio in chiave tailoring. Un mix che si sta facendo strada fra diversi top shop internazionali, come Antonia e Open Ceremony.

AWAY The direct-to-consumer startup was launched in New York by two friends, Jen Rubio and Steph Korey. Si chiamano Away e non vogliono essere delle semplici valigie, ma delle compagne di viaggio, che facilitano la vita e gli spostamenti, anche grazie ad accorgimenti tech. Con questo spirito le amiche e ora anche colleghe Jen Rubio e Steph Korey hanno pensato di lanciare, nel 2016, questa startup direct-to-consumer, di base a New York e con prodotti disponibili sul proprio e-commerce e in popup store. Sin dall’inizio uno dei must sono state le valigie azzurre (nella foto), riproposte ora nella collezione Sky, in vendita con prezzi compresi tra 195 e 325 euro.

VIAMONTENAPOLEONE Produced by Maglificio Mora, the brand makes its debut during Pitti Immagine Uomo and is ready to conquer markets such as Russia, China and the United Arab Emirates. Marchio registrato sin dal 2002, ViaMontenapoleone apre un altro capitolo della sua storia con una capsule di circa 35 capi uomo e donna, realizzati dal Maglificio Mora, storica azienda specializzata nella produzione di collezioni casual di lusso, 100% made in Italy. La sfida è quella di mettere a punto un’offerta, in vetrina a questa edizione di Pitti Immagine Uomo, sofisticata e curata nei minimi dettagli, capace di catturare i buyer internazionali, grazie anche a un headline altisonante, conosciuto in tutto il mondo. Realizzata con materiali e finiture di alta qualità, la collezione comprende T-shirt, polo, abiti e costumi. Dopo il lancio a Firenze, entrerà a far parte della showroom Settala 29 di Milano, pronta per conquistare Paesi come Russia, Cina ed Emirati Arabi. I prezzi medi sell in si aggirano sui 55 euro.

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ALEX&CO. The Alex&Co. brand represents the menswear project by the company Volpi Confezioni, known for its Volpi and Volpi Mood collections. Sartoriale e metropolitano, casual e dall’eleganza timeless. Questo l’approccio estetico di Alex&Co., nuovo progetto maschile nato in seno all’azienda Volpi Confezioni, fondata negli anni Cinquanta a San Romano, in provincia di Pisa, e conosciuta sul mercato grazie al womenswear Volpi (main collection di impostazione più classica) e Volpi Mood, linea glamour nata nel 2016 e presentata alla scorsa edizione di White Milano. Alex&Co. è pronta al debutto sul mercato con la primavera-estate 2019 ed è disponibile nella showroom direzionale di via Montenapoleone a Milano.



PORTRAITS

STEPHANIE PHAIR

UNA VETERANA DEL DIGITAL AI POSTI DI COMANDO DEL BFC Il suo compito non sarà facile, perché è stata chiamata a sostituire una donna della levatura di Natalie Massenet. Ma Stephanie Phair, attuale chief strategy officer di Farfetch, ha tutte le carte in regola per far sentire la sua voce in un settore in piena rivoluzione 4.0. Dalla sua ha un’esperienza ultradecennale nel digital e una «naturale propensione a sfidare le norme». Dal 5 luglio l’aspetta la poltrona di presidente del British Fashion Council DI ANGELA TOVAZZI

Her task will not be easy, because she has been asked to replace nobody less than Natalie Massenet. But Stephanie Phair, chief strategy officer for Farfetch, has the right credentials to make herself heard in a sector in full 4.0 revolution. She has over a decade of digital experience and a «propensity to challenge the norms». The chair of the British Fashion Council awaits for her on 5th July.

È

un’altra donna a sostituire Natalie Massenet, la fondatrice di Net-aPorter che per cinque anni, fino al dicembre scorso, ha guidato come presidente il British Fashion Council, l’equivalente britannico della nostra Camera Nazionale della Moda. Si tratta di Stephanie Phair, di origini argentine-canadesi, attuale chief strategy officer di Farfetch (ruolo che continuerà a mantenere) e una carriera di 15 anni alle spalle con vari ruoli nei settori del lusso e dell’ecommerce. Un biglietto da visita non di poco conto per vestire i panni di chair del Bfc accanto al ceo Caroline Rush, con il compito di operare in un contesto sfidante, dove la rivoluzione digitale ha fatto saltare schemi consolidati, ribaltato priorità e rivisto filtri di interpretazione. L’incarico, della durata di tre anni rinnovabili, sarà formalizzato nel cda del prossimo 5 luglio, ma la manager ha già preso posto negli uffici sul Tamigi. Cinque i pilastri strategici su cui si concentrerà il suo intervento e che faranno da bussola per disegnare il nuovo profilo della moda britannica a livello globale: reputation, investment, business, digital&innovation ed education. «Il British Fashion Council - ha commentato lei - è in una posizione di forza dopo l’incredibile lavoro di Natalie Massenet, Caroline Rush e tutto

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il team. Il mio ruolo sarà quello di costruire il futuro su queste basi e contribuire a guidare la continua innovazio• Mezza argentina, mezza canadese, Stephanie Phair ha ne in un settore in rapida conseguito un master in filosofia, politica ed economia evoluzione». Come skill all’Università di Oxford e parla quattro lingue porta un bagaglio ultrade• Ha iniziato la sua carriera presso Siren Pr, Issey Miyake cennale nel digital, visto e Vogue America, con esperienze come il lancio del Cfda/ che ha iniziato 13 anni Vogue Fashion Fund e il gala annuale del Metropolitan fa a New York da PorteCostume Institute ro, piattaforma online di capi di lusso di seconda • Il debutto nel settore e-commerce è 13 anni fa a New York, mano, per trasferirsi sucnel sito marketplace di capi second hand Portero cessivamente a Londra, dove è entrata nelle fila • Successivamente entra nelle fila di Net-a-Porter in qualità di presidente di The Outnet.com, da lei fondato di Net-a-Porter (lavorando nel 2009. Resta membro dell’executive team del gruppo proprio con la Massenet) dal 2009 al 2015 in qualità di presidente di The Outnet.com, sito con • Dal novembre 2016 è chief strategy officer di Farfetch, una selezione moda delle un incarico che continuerà a mantenere anche nella stagioni precedenti fonnuova veste di presidente del British Fashion Council dato da lei nel 2009 (nonché secondo business del inglese, fondata nel 1983, nella quale dogruppo) e come membro dell’executive vrà riversare la sua filosofia unconventioteam di Net-a-Porter dal 2009 al 2015. nal: la sua nomina, come ha commentato Dopo l’ingaggio di José Neves, che nel Caroline Rush, è stata infatti guidata dalnovembre 2016 l’ha voluta al suo fianco la sua reputazione di thinker strategica, in Farfetch per guidare le strategie glodalla sua visione e «dalla propensione a bali del gruppo, l’innovazione, le merger sfidare le norme, per creare nuove oppor& acquistion, ora l’aspetta un’esperienza nella stanza dei bottoni di un’istituzione tunità di crescita». ■

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careers a cura di elisabetta fabbri

Lvmh rafforza comunicazione e immagine con Antoine Arnault Lvmh chairman Bernard Arnault has put his son Antoine in charge of image and communication. He will manage the «growing attention» for the company in the media and public-at-large.

Più responsabilità per Antoine Arnault in Lvmh. Già ceo di Berluti e presidente di Loro Piana, il figlio 41enne di Bernard (maggiore azionista e presidente di Lvmh) ha ricevuto l’incarico di supervisionare tutte le agenzie di comunicazione, promuovendo una strategia globale per il gruppo da 42,6 miliardi di euro di ricavi l’anno. Questo in un momento in cui sta crescendo l’attenzione dei media e del pubblico, specie quello dei social, per il gruppo del lusso francese. «Per affrontare la maggiore esposizione e migliorare ulteriormente la valutazione dei risultati del gruppo - ha spiegato Bernard Arnault - ho deciso di rafforzare l’organizzazione della nostra comunicazione». La nomina di Antoine segue quella di Jean-Charles Tréhan lo scorso anno, a direttore delle realzioni esterne del gruppo. Antoine non è il solo Arnault ad occuparsi degli affari di famiglia. Sua sorella Delphine, 43 anni, è executive vice president del marchio Louis Vuitton. Da fine 2016, il terzo figlio di Arnault, Alexandre (26 anni) è stato eletto co-ceo del marchio tedesco di valigie Rimowa, mentre il fratello Frédéric, 23 anni, è stato messo a capo delle “connected technologies” per il marchio di orologi di proprietà Tag Heuer.

Matteo Gigli cfo di Keros Digital Matteo Gigli is the new chief financial officer of Keros Digital, the Swiss based company specialized in omnichannel solutions.

Matteo Gigli prende il ruolo di chief financial officer di Keros Digital, azienda svizzera che fornisce soluzioni tecnologiche innovative via cloud alle imprese che vogliono sviluppare una strategia omnichannel. Classe 1971, una laurea in Economia e Commercio all’Università degli Studi di Pisa con master in Auditing and Internal Control, Gigli ha iniziato la carriera come audit manager presso Kpmg per poi approdare al marchio Guess, prima come financial planning director e in seguito con il ruolo di European controller. Nel 2012 è diventato Emea service controller di Acer. Commentando la nomina, il ceo e cofondatore di Keros Digital, Leonardo Pecchioli, ha affermato: «La lunga esperienza nella finanza dei settori fashion e tecnologico di Matteo, oltre ad aiutarci ad assicurare una performance di business ottimale, sarà decisiva nella transizione verso la prossima fase della nostra strategia a lungo termine di crescita e creazione di valore».

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Viavai di manager tra Fendi e Dior Fendi has appointed Giuseppe Olivieri as managing director retail & wholesale: he replaces Charles Delapalme, who has promoted to Dior Couture.

Lvmh scambia le pedine in due suoi brand. Il ceo di Dior, l’ex Fendi Pietro Beccari, ha chiamato Charles Delapalme (a sinistra, nella foto) per il ruolo di managing director di Christian Dior Couture. Al suo posto in Fendi, dove aveva il ruolo di worldwide managing director retail & wholesale, arriva Giuseppe Oliveri (a destra), dal 2015 managing director China di Dior e un passato in Benetton, Stefanel e Banca di Roma.

Mark R. Anderson per il design di Istituto Marangoni The designer and architect Mark R. Anderson has been named director of education of the Istituto Marangoni-The School of Design.

Mark R. Anderson è stato nominato director of education di Istituto Marangoni-The School of Design a Milano. Statunitense, architetto e designer, dal 1991 vive nel capoluogo lombardo. Nella sua carriera vanta collaborazioni con nomi come Versace Home Collection e Samsung UX e si è dedicato alla formazione e ad attività di project management come free-lance tra Milano e Miami. Tra i suoi nuovi incarichi c’è la scelta di docenti in grado di guidare e ispirare i futuri nuovi talenti di Istituto Marangoni.



Q&A A cura di Angela Tovazzi

STILISTA

FEDERICO CURRADI

«sono un creativo puro e amo johnny cash»

Il magazine di news, business e trend

Direttore Responsabile e Amministratore Delegato

Marc Sondermann (m.sondermann@fashionmagazine.it)

He is “Florentine from Florence” and his idol is the country singer Johnny Cash. Two years after his debut with his own brand, Federico Curradi returns (on 14th June) to Pitti Uomo with an installation-event.

Caposervizio

Alessandra Bigotta (a.bigotta@fashionmagazine.it) Redazione

Andrea Bigozzi (a.bigozzi@fashionmagazine.it) Elisabetta Fabbri (e.fabbri@fashionmagazine.it) Carla Mercurio (c.mercurio@fashionmagazine.it) Angela Tovazzi (a.tovazzi@fashionmagazine.it) Segreteria di redazione

Daniela Locatelli (d.locatelli@fashionmagazine.it) Realizzazione grafica

Nadia Blasevich (n.blasevich@fashionmagazine.it) Carlo Maraschi (c.maraschi@fashionmagazine.it) Fashion Editor

Alberto Corrado (a.corrado@fashionmagazine.it) Collaboratori

Elena Azzola, Mariella Barnaba, Peppe Orrù (Londra), Giuliana Poletto (Parigi), Cristiana Lopez (New York) Direttore pubblicità

Stefano Giordano (s.giordano@fashionmagazine.it) Pubblicità e promozione

Barbara Sertorini (b.sertorini@fashionmagazine.it) Laura Pianazza (l.pianazza@fashionmagazine.it) Senior Digital Advisor

Stefania Navaretti (s.navaretti@fashionmagazine.it) Special Projects

Matteo Ferrante Veneziani (m.veneziani@fashionmagazine.it) Assistente di direzione

Valentina Capra (v.capra@fashionmagazine.it) Segreteria e servizi

Tiziana Grazioli (t.grazioli@fashionmagazine.it) Amministrazione

Cristina Damiano (c.damiano@fashionmagazine.it)

Che cosa porta delle origini fiorentine nel suo lavoro? Sicuramente il concetto di artigianalità, che contraddistingue la mia città. Qual è l’esperienza che le ha cambiato la vita professionale? Non citerei una singola esperienza. A farmi maturare sono state tante esperienze diverse. C’è qualcuno a cui deve dire grazie? A tutte le persone che mi hanno aiutato e sostenuto in questo progetto, in particolare a Davide Dallomo di Lagente e Francesca Tacconi di Pitti Immagine, ai miei collaboratori che mi sopportano tutti i giorni, a tutti i fornitori di tessuto e alle signore che confezionano i capi…grazie! L’aspetto più bello del suo lavoro? Sicuramente la parte creativa, il momento in cui si mettono insieme tutte le idee e si costruisce un vero e proprio puzzle, che sarà poi la collezione.

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E quello meno piacevole? La parte commerciale, pura razionalità, con i numeri che diventano dogmi.

Diffusione e abbonamenti

Daniele Costanzo (abbonamenti@fashionmagazine.it)

Edizioni Ecomarket Spa Redazione, Amministrazione, Pubblicità: piazza Pio XI 1, 20123 Milano telefono: 02 80620-1 telefax: 02 80620-444 (redazione) - 02 80620-333 (pubblicità e abbonamenti)

Se non avesse fatto lo stilista che cosa sarebbe diventato? Avrei scelto un lavoro simile, in cui la parte creativa è messa al centro del processo produttivo.

Edizioni Ecomarket Spa Fashion - Il magazine di news, business e trend Registrazione presso il Tribunale di Milano n. 389 del 6-11-1970 Iscrizione n. 1418 al ROC Registro Operatori della Comunicazione È vietata la riproduzione anche parziale Articoli, disegni e fotografie, anche se non pubblicati, non verranno restituiti © Fashion 2018 Edizioni Ecomarket - Milano

Tre aggettivi per definire la sua moda? Semplice. Leggera. Ricercata.

Abbonamento annuale 185,00 e (quindicinale) - c/c postale n. 16879207 È possibile richiedere gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo a: Edizioni Ecomarket Spa - servizio abbonamenti - piazza Pio XI 1 - 20123 Milano Numeri Arretrati: 11,00 e cad L’editore garantisce che i dati forniti dai sottoscrittori degli abbonamenti vengono utilizzati esclusivamente per l’invio della pubblicazione come quelli relativi agli invii in omaggio non vengono ceduti a terzi per alcun motivo. Garanzia di riservatezza per gli abbonati in ottemperanza al D. Lgs. n.196/2003 (tutela dati personali)

Ha icone di riferimento? Johnny Cash (leggenda della musica country, scomparso nel 2003, ndr). Qual è il suo motto, nella vita, ma anche nel lavoro? Cercare sempre e comunque di imparare dai propri errori. C’è qualcosa che non ha ancora fatto, ma che prima o poi farà? La Maratona di New York.

Stampa: Vela Web Srl - Via Copernico 8 - 20082 Binasco (Mi)

Fashion fa parte del Gruppo DFV Verlagsgruppe Deutscher Fachverlag www.dfv.de Le altre testate moda del gruppo sono: TextilWirtschaft, Frankfurt; TextilJurnal, Praha; Sportswear International, Frankfurt; ötz österreichische Textil Zeitung, Wien; DivatMarketing, Budapest; Images Business of Fashion, New Delhi.


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L’EVENTO ESCLUSIVO DEDICATO ALL’E-COMMERCE E ALL’EVOLUZIONE DIGITALE PER I SETTORI SIMBOLO DEL LIFESTYLE E DEL MADE IN ITALY

10 LUGLIO 2018 PALAZZO MEZZANOTTE SEDE DI BORSA ITALIANA Piazza Affari Milano AZIENDE PARTNER TITLE

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CON IL SOSTEGNO DI

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that make up the company's history: family, manufacturing, successes and patents».

Claudio Marenzi CLAUDIO MARENZI/HERNO

«A 70 YEARS OLD DREAM: TO BUILD A GREAT FUTURE» Herno is celebrating its 70th anniversary with a record turnover: «In 2018 we are experiencing a double-digit growth and will exceed the 100 million euro milestone» reports Claudio Marenzi, who celebrates the anniversary at the Leopolda during Pitti Uomo. «This will be just one of the many gifts that await us this year». BY ANDREA BIGOZZI

In 2018, Herno is ready to reach the milestone of 100 million euro in revenues, an impressive result for a company whose turnover was around 7 million euro in 2007. But this increased turnover is not the only reason to raise a glass to this company founded in Lesa, on Lake Maggiore, in 1948. It is also preparing to blow out the candles on its 70th birthday cake. To celebrate the occasion, Claudio Marenzi, son of the company's founders Giuseppe and Alessandra, has decided to dig up some memories from the past: an exhibition-event entitled Library at the Leopolda in Florence (12-14 June) will explore the world hidden behind the hook, the iconic symbol of Herno, which started out as a manufacturer of raincoats and coats and is now synonymous with high-tech outerwear. «We named the exhibition Library - explains Claudio Marenzi, who as well as being a businessman is also chairman of Pitti Immagine and Confindustria Moda - because, just like in a library, this exhibition contains everything: past, present and future. It will encompass the elements

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After 70 years spent looking towards the future, is it time for Herno to look back? It is hard not to get caught up in memories with an anniversary like this, but we will do so without betraying the true nature of Herno, a company that has always been focused on shaping the future. This is why the exhibition will end with a section dedication to young people's work. Thanks to an agreement with Polimoda, we will exhibit clothes made by students who have interpreted Herno's future. And that's not all: our employees from Lesa will come directly to the Leopolda for three days, to create some of the pieces created by students at Polimoda. We will thus emphasize how Herno's talent not only lies in designing innovative products, but also in our manufacturing ability. This is the strength of our company and indeed of all the best Italian manufacturers. Do you have a special wish on the company's anniversary? I hope that we can consolidate everything that we have achieved in the last 10 years. This isn't simply rhetoric, but a project: we need to always be strong enough to make the investments necessary to be successful in a difficult, challenging environment. This year you will rejoin the companies with a turnover of over 100 million euro… Indeed. 2018 will be another year of doubledigit growth for Herno and given that last year we had a turnover of 96 million, the 100 million milestone is already a certainty. Let's say that exceeding this threshold is one of the many gifts that the company will receive for its 70th anniversary.

Should we expect Herno to be a single-brand retailer in the future? Definitely not. For us, an opening is more than anything a communication tool to increase brand awareness. Our distribution model will continue to be focused on wholesale. Will there be any revolutions relating to your products? If by revolution you mean an extension of the range, people will have to wait a long time, because so far we have not even thought about introducing clothes like pants, shirts or even knitwear into the collection. We take a highly varied approach to our single-product focus, which we do not see as a limit. Our outerwear fits into the urban clothing category, but the garments are made of typical sport fibres, combining leather, down and knitwear. So, there is no risk of us getting bored or boring people. What point are you at with the internationalization project? Having invested in Germany, Japan and Russia, over the past three years we have focused on the US, where we have lagged behind. We recently opened our first store in New York and the results recorded last year are really encouraging. But things are going well in Spain and France. In general, we expect great results throughout "Old Europe" and will continue to invest in it. Will e-commerce be one of the gifts that Herno will receive for its 70th? It will come, but not in time to celebrate the 70th anniversary. We plan to start as soon as possible with digital, but for the moment our business model is growing and gaining strength on the basis of a traditional offline system. ■

What other pleasant surprise should we expect after Pitti Uomo? In July, we will celebrate more intimately in Lesa with all of our almost 200 employees. Then, from September until the end of the year, there will be many great new developments, including the release of the company's biography, which we will present next September during Milan Fashion Week. Will there be a capsule collection to celebrate the anniversary? Absolutely, but we will present it in stores in October: it will be featured in special showcases in single-brand stores and in a few of our wholesale partners. Will the anniversary gifts include new single-brand stores? Something very important on the retail front will happen in 2018, but it is still too early to reveal the details. We certainly don't want to ruin the surprise.

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Marie Honda MARIE HONDA/COS

«AT PITTI WITH OUR NEW MAN» Cos enters Pitti Uomo calendar on 13th June with a special event dedicated to Soma, a male capsule collection based on comfort and design, and a new head of menswear, Christophe Copin. An interesting encounter between a fast fashion label and the iconic fair focused on prêt-à-porter. BY CARLA MERCURIO

What can you tell me about your presence at Pitti Uomo, considering the essence of the fair, far from the logics of fast fashion? Why Italy as a sounding board? Cos has long admired and been inspired by the creativity and innovation of Florence’s Pitti Uomo and its internationalism. Our participation this June marks the appointment of a new head of menswear, Christophe Copin. Together, we introduce this capsule collection with a directional movement and fluidity, through a collaboration with Wayne McGregor. Pitti has traditionally been a buying forum, so it is fitting to launch a ‘see now, buy now’ collection on this occasion, yet showcasing it in a new and modern way, making product available to buy immediately in the Florence boutique. Next Autumn the collection will be available also online in Europe, US and South Korea. Cos, since the beginning, has focused on timelessness, quality and longevity, with an emphasis

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on materiality. Pitti Uomo has always celebrated creativity, materials, craftmanship and innovation and we are honoured to have been included in the schedule this June. This is a genuine interaction with this important moment for menswear.

ly, we hope that we will be able to continue to expand, offering our designs to a wider range of customers who appreciate our aesthetics. This year we opened our first stores in Thailand and look forward to opening in the Middle East in the coming months.

Today men's collection covers 20% of Cos's production: what is the percentage of menswear on total sales? Are you going to give more impetus to menswear. How? Menswear represents 30% of the business share and is an equally important category to Cos as womenswear or childrenswear. However, the arrival of our new head of menswear design seemed like a good time to specifically celebrate menswear.

Which are the countries where Cos is most appreciated? Can you provide us with the percentages represented by the different countries? And how much does the turnover grow? We have humbled to have been met by a positive reaction from our customers across all our markets and hope that this will continue in the future.

How are the men's and womenswear collections changing and will change in? How important is it to stimulate customers with co-labs and special capsules nowadays? At Cos, we are constantly evolving our designs and materiality to offer the best result for our customer, while always staying true to our brand DNA. We are constantly influenced by the work of artists and designers around the world, and their work, alongside our broader involvement through an established legacy of artistic collaborations provide a constant source of inspiration for our collections. However, Soma at Pitti Uomo marks our first foray into dance or choreographed art, as Wayne McGregor, will bring the collection to life through dance, in celebration of the capsule collection’s form and function. We believe that our customer shares our interest in the arts and design world and because of our relationship with the world of art and design we value the opportunity to give something back and share. What is the identikit of your male and female consumers considering age, nationality, taste and spending power? We do not think of our customers as being a specific man or woman, more of a group of friends, people sharing likes and aesthetics but with individual tastes and takes on fashion. What they share is their sense of style, confidence and personality. They all have busy lifestyles and are interested in current issues - cultural as well as financial and political, and of course, fashion. This group of friends tend to be confident, style conscious, well-travelled and have a big-city mind-set. They also appreciate exceptional quality and value in every element of their lives. Your stores are present in almost the whole world: are there areas still to be covered? We feel very lucky to have opened in our amazing locations across the world. Natural-

In a global context, is it necessary for you to adapt wearability and models according to different markets? We believe that there is a great understanding of our brand ethos, creating high quality collections at comparably affordable prices amongst our fans in each market and hope that this will continue. It is always interesting to see how different customers interpret the collection to appease their individual tastes. At what pace does the e-commerce site evolve and what are your strategies in terms of omnichannel activities? Our e-commerce presence has grown in recent years: we currently operate in Europe, America and in 2017 launched in Korea. The Cos website is an extension of our stores and we see it as a place to engage with our customers through our shared interests - for example through the ‘Things’ section. Today Cos identifies clothing for men, women, children, underwear, swimsuits and so on: which is the next challenge in terms of products? We don’t see challenges, only opportunities. 10 You have always been attentive to the world of design, through collaborations with artists, galleries and creative studios. Do you plan to expand the brand into the home interior design? Cos and Hay have worked together for many years: both brands share many values and aesthetics, a Scandinavian heritage and a commitment to functional design paired with surprising and playful details. We have no plans to expand further into interior design but never say never. You are part of a big group that includes many different brands: which of these compete with Cos? Could it be dangerous in terms of sales? All brands run independently and offer something different to customers; a different product offer and store experience. ■

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WHO’S NEXT for

IYU

PINK POWDER

CHLOÉ STORA SOPHIE CANO

HALMANERA ANTIK BATIK

INDIRA DE PARIS

The power of Africa at Who’s Next & Premiere Classe

BLAZING. VIBRANT. ASTONISHING. THIS IS AFRICA STREET, THE CREATIVE GENIUS OF THE STREETS OF AFRICA THAT, IN A COMPELLING WHIRLWIND OF EMOTIONS, WILL BRING ON THE NEXT EDITION OF WHO’S NEXT AND PREMIERE CLASSE FROM 7TH TO 10TH SEPTEMBER AT PARIS, PORTE DE VERSAILLES.

From Durban to Tunis, Addis Ababa to Dakar, the streets of Africa appear as fascinating, never-ending sources of inspiration for fashion design. Africa Street is a sacred path where brilliant, lively designs take life. Every moment codes and fashions are invented, renewed and upturned. On any African street, we double take on the dazzling colours and bold patterns of the majestically dressed women and men. Bodies jostle just as much as ideas. 3, 2, 1… Go! Along an electrifying main road, a group of artfully styled young people soar, heads held high. Lower down, a leather tanner-recycler adds the finishing touches to an innovative handbag: he enthusiastically combines wood, leather and scrap metal. A quick step to the side. Tick tick tick… In a little shop a tailor embroiders a sublime caftan. Once at the end of the street, you only want one thing: to go back. Returning after having left: the logic is in going and coming back. Africa Street is the spirit of the youth all over Africa. Proud and fearless, this new generation is reappropriating its own heritage as well as influences from all over the world. They reveal themselves everyday, via the Internet,

the media and in the suitcases of exiled loved ones returning home. Back... and forth. With their ancestral culture and hyperconnectedness, feet anchored on the powerful earth, with a head full of algorithms, young African designers eagerly adopt and reinterpret codes from the US, Asia, the Caribbean and Europe. Back...and forth. Africa Street is a form of DJing applied to fashion: an impulse is launched, travels and is filled with a thousand rhythms. On its return it is rethought, magnified and then remixed ad infinitum for a transcendent result. Moving. Spontaneous. Fiercely lyrical. Africa Street fashion is an unavoidable and astute tool of self-affirmation in a space where community takes priority again and forever. Who’s Next and Premiere Classe will celebrate modern African identities, activism and the breathtaking savoirfaire of brilliant designers from the four corners of Africa. To put the spotlight on Africa Street is to explicitly affirm that the streets of the 54 countries of the continent are an essential influence for fashion. Today, they are certainly its most jubilant image.

www.whosnext-tradeshow.com - www.premiere-classe.com


ENGLISH TEXT

P.O.P. Pitti Optical Power PITTI UOMO PREVIEW

ALL THERE IS TO KNOW ABOUT MASCULINE LIFESTYLE IN FLORENCE WITH MORE SPACE FOR OUTDOOR A battleship of 1,240 exhibitors with an increasingly international twist and a parterre of super special guests such as Craig Green, Paul Surridge for Roberto Cavalli and Fumito Ganryu. Everything is ready, from June 12th to 15th, for the usual brainstorming on men’s fashion, with a new focus on outdoor style, at the «I go out» section. BY CARLA MERCURIO

All is set for an inspiring programme, with numerous events, big guests and new sections, that retrace the landscape of the fair in line with market needs. Pitti Uomo 94 is in Florence from 12-15 June with 1,240 exhibitors (561 from abroad), 19,500 anticipated buyers (8,500 from abroad) and 1,800 accredited journalists. Raffaello Napoleone, CEO of Pitti Immagine, confirms: «The panorama promises great activity and excellent prospects. Demand for participation is high, as has been the case over the last few years, with notable international participation - 45%

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of exhibitors are from abroad. We are lucky in that we can select the new entrances and each season offers interesting new entries in the most innovative sections, with 250 new companies equating to 15-18% of turnover». Everything is ready for the massive brainstorming focused on trends for summer 2019, expressed in the many interpretations of menswear, with good taste and practicality the common denominator. Scanning the guest list and the labels, the international flavour is clear - names such as Craig Green and Paul Surridge for Roberto Cavalli and the Japanese Fumito Ganryu and Bed j.v. Ford. A mix of styles and trends presented in a giant container that the organisers have assigned the theme of the season P.O.P. Pitti Optical Power, a veritable potpourri of graphic stimuli and an explosion of colours to bring a joyful touch to the structures inside the Fortezza. A fil rouge that will also see the creation of a new space in June at the entrance of the Central Pavilion: a bar/relaxation area and a meeting/networking space that will host some of the planned events. The challenges for the organisers of the next event include the outdoor area, with the new I go out section at the Sala Della Ronda. This is all about passion for open spaces and for sports connected with nature, interpreted in the Pitti way. A space that will also host the Woolrich outdoor collection in collaboration with the Japanese partner Goldwin Inc.. There is even more attention on the sporting world with the Athlovers project launched last season. This will be situated within the Unconventional section dedicated to the luxury underground styles, with brands including Aeance, Castore, Dyne, Gr1ps, Isaora, and Reda Rewoolution, spanning the crossroads between sport, lifestyle and research. Moving from sport to artisan creation, we have the Make offer. The section promotes the new generation of artisan producers from all over the world. It will be staged for the first time at the Sala del Rondino, with a concept that highlights the sophisticated spirit of the collections, from Ammoment and Bourrienne Paris X to Casablanca 1942, Chapal and Stefano Cau. A tour through the salon takes in all forms of male dressing, in the different sections in the Fortezza. We move from the Central Pavilion, dedicated to more actual contemporary style to Futuro Maschile, with its contemporary-classic collections, on to Touch!, focusing on experimental offers and to L’altro Uomo. All all to be explored in the quest for the most interest sources of inspiration. AN EVEN GREATER INTERNATIONAL FEEL The event is more and more international -

45% of the exhibitors coming from beyond Italian borders with special projects designed for the individual countries. The Spazio Carra is the home to the guest nation and this year it's the turn of Georgia that features a selection of six brands and up-an-coming designers, in partnership with the Mercedes-Benz Fashion Week by Tbilisi. The Scandinavian Manifesto is centre stage at the Arena Strozzi, in partnership with the Revolver salon of Copenhagen that has brought 17 up-and-coming talents in the North-European menswear sector to Pitti Uomo. The special events programme is also multi-lingual. It all starts with the worldwide launch of Roberto Cavalli, designed by Paul Surridge, on 13 June at the Certosa. To follow there is the catwalk by the guest designer Craig Green on 14 June at Giardino di Boboli. To top it all there is the event by the Fumito Ganryu designer project on the 13 June at the Galleria d’Arte Contemporanea Frittelli, following on the heels of the experience in the Comme des Garçons Group. Japan is also the homeland of Hiroshi Fujiwara, author of the first issue of the Moncler Genius project and Bed j.w. Ford, the label brought to light in 2010 by the designer Shinpei Yamagishi, famous for his approach that bridges the sartorial, design and layering that will grace catwalk at the Leopolda. The Scandinavian Peninsula brings us Cos with the Soma capsule collection, the linchpin of a special event baring the hallmarks of the choreographer Wayne McGregor. German is the mother tongue of the Mcm happenings at the Fortezza and the Dogana with a highly involving show, and Birkenstock, the star of a parade-showcase at Giardino Torrigiani, with the support of Rick Owens for the fashion element. ITALIAN APPEAL Of course, the Italian contribution is everpresent, with offers by companies loved all over the world and an injection of life from up-an-coming artists and many new entries. Of note is the 70th-year celebration for Herno, the star of the stage at the Leopolda for a project that explores the emotions, objects and spokespeople that have created the brand story. Talking about anniversaries, Lardini will celebrates its first 40 years with an event to be held in Fortezza. In the city, events continue to unfold with the opening of two new rooms in the Gucci Garden Galleria and the double-act of the opening of Armani in via Tornabuoni and Scervino in via Strozzi. A must are the two Marangoni menswear events (11 and 14 June), the Polimoda parade (12 June) at Manifattura Tabacchi, the future location for the fashion school. Then there is the installation-event at the hands of Federico Curradi in the garden of the former palace on 14 June. ■

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BUYERS AT MILAN FASHION WEEK

«RUNWAY SHOWS ARE NO LONGER THE ONLY CHOICE» «The most important thing is to innovate». Carlo Capasa, just confirmed president of the Italian Chamber of Fashion, has no doubts: this men’s fashion week focuses on the new priorities of the market, «with women’s collections in the men’s calendar and more new formats alternative to catwalks». BY ANDREA BIGOZZI

Why rethink fashion week? Why change it significantly? Because it is the market that demands this change and because this evolution is part of the fashion industry's identity. For years, we have discussed how fashion weeks should evolve. Their main shortcoming today is that they are inadequate in the digital age. In his first four years at the head of the Italian National Chamber of Fashion, Carlo Capasa noted everything that changed and reflected on the appropriate responses. Some of these responses will be evident at this men's fashion week, which marks the

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start of his third term at the helm of CNMI. Others are due in September, when the fashion week will have to deal with the notable absence (hopefully only for a single season) of Kering's Gucci. «Our goal is to offer an event that could give the fashion industry and its professionals something fluid, hybrid and functional» says Capasa. These three qualities will certainly not be lacking at the Spring-Summer 2019 edition of Milano Moda Uomo (1518 June), which will feature 28 fashion shows and as many presentations plus 16 events, encompassing a total of 56 collections. It will be a calendar open to everything and everyone: with fashion shows and presentations finally taking place on the same level, with the names of great designers alongside those of emerging talents, with special international guests who Dsquared2 alternate with brands that are symbols of Made in Italy heritage, and finally, with co-ed (12 in all) shows in which menswear and womenswear appears together on the catwalk. As part of this maximum deregulation, there will be no lack of exclusively "female" fashion shows, such as that of Alberta Ferretti (which opens the fashion week) and of Aalto, a regular on the Paris catwalks. It seems like the new rule is not having any rules... We have now entered a fluid era, beginning from the calendar. The presence of women's collections during the men's fashion week is clearly a sign of Milan's central importance in the international fashion week scene, from the point of view of creativity but also for business. Don't you think that fashion's new order, full of one-off events that are often disconnected from the fashion weeks, could create a bit of confusion among fashion people? Absolutely not. If I look at this edition's calendar, it does not seem confused to me, but very focused. Of course, there used to be only runway shows, but we can't always be nostalgically linked to the past. If the fact that an event called Milan Men's Fashion Week also contains women's Spring collections is considered a distraction, then you know what I say? That fashion weeks could change their name and call themselves chapter 1,2,34. The

important thing is, now more than ever, to push innovation to the next level. What event during this edition best expresses this new direction? Definitely the Stella McCartney's show, which will close the Milano fashion week, for several reasons. First of all, it is an international brand that is currently being relaunched and will return to Milan after a period of absence, demonstrating the appeal of our fashion week. The organized event will reflect the new way of representing fashion. The womenswear cruise and men's collection will be presented, but it will not be a runway show, even though models will be involved: everything will happen during three hours. What do you think prompted a designer like Stella McCartney to return to Milan fashion week? Probably a designer like her, who cares about ethics, was swayed by the perception of Milan as the fashion capital that places most emphasis on the need for social and environmental sustainability. Any interesting new projects? Diesel's Red Tag project, for which different designers create capsule collections. The first was presented in Paris and now it is Milan's turn to host the second, which also won't be a runway show. Names such as Emporio Armani, Scervino and Furla are missing from the calendar... Only because they decided to align their shows in September with the women's catwalks. Emporio will prepare something very new: it won't be held in the usual location, but in an iconic place in the city, and it will be truly incredible. How is scouting for new talents going? Very well, especially for men's fashion week. Once again, this season we are supporting various new talents such as M1992, Besfxxk and Vìen, which will be on show with the women's collection. Sunnei will also launch its womenswear this season. And we will also witness the Milan debut of Triple RRR by Robert Cavalli. However, if we have to find a flaw, it would be that this week only goes on for three days and no more... Actually, men's fashion week in Italy is long and goes on for seven days: in fact, it starts in Florence and ends in Milan. Today, there is a very strong link between these two cities: nowhere else offers a showcase like this. ■

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Ministero dello Sviluppo Economico



PEOPLE DI CARLA MERCURIO

NINO BERTASIO

NICK WOOSTER

«INSIEME A FALCONERI VI PORTO TUTTI SUL GREEN»

«CON PAUL&SHARK HO PENSATO SOLO A ME STESSO»

Falconeri's brand ambassador Nino Bertasio is a golf champion appreciated internationally. He is the ideal spokesman to express the values of the label, it being linked to elegance and versatility. Falconeri ribadisce il legame con il mondo del golf, veicolo per esprimere i suoi valori di eleganza e versatilità. Il brand, che per la seconda stagione organizza il circuito di gare Falconeri Golf Cup, assegna per la terza volta il ruolo di ambassador a Nino Bertasio, campione del green. Come è nata in lei la passione per il golf? La passione è scattata quando avevo 10 anni e mio papà mi portò su un campo da golf. Il ricordo più vivido ed emozionante sono le Olimpiadi del 2016: è stata una grande esperienza poter gareggiare. Ora il mio obiettivo primario è giocare la finale riservata ai primi 60 giocatori in classica, che si disputerà a Dubai a fine anno. Da cosa è scaturito il sodalizio con Falconeri? Mi piace molto il brand. Sono capi che indosserei a prescindere dalla sponsorizzazione, perché di ottima qualità e manifattura e perché rispecchiano il mio stile. Qual è il suo approccio alla moda? Definirei il mio stile casual ma curato. Nel mio outfit non manca mai un capo Falconeri; infatti utilizzo quasi sempre T-shirt, polo, giacche e maglioni del brand. Mentre quando mi alleno in palestra indosso Under Armour. In che misura il suo ruolo di ambassador sta aiutando ad ampliare il pubblico di riferimento di Falconeri? Il mio ruolo di ambassador sta sicuramente aiutando ad ampliare il pubblico di riferimento di Falconeri, facendolo conoscere anche a golfisti e ragazzi più giovani. Allo stesso modo è rilevante l’azione di Falconeri, che organizza la Falconeri Golf Cup, promuovendo il golf in tutta Italia. Su Instagram ha un seguito di oltre 2mila follower: vuole ampliare la platea? Il mio obiettivo non è quello di diventare un influencer, bensì ottenere buoni risultati golfistici. Ma se qualche ragazzo si dovesse ispirare a me per quanto riguarda lo stile o il modo di vestire, ne sarei felice.

A consultant for Paul&Shark's main collection, Nick Wooster at Pitti Uomo presents a special capsule in cooperation with the brand. A reinterpretation of iconic items of the label, from his personal point of view. Collabora da qualche stagione alla creazione della main collection e ora la liaison di Nick Wooster con Paul&Shark si rinsalda grazie a una capsule speciale, sotto i riflettori a Pitti Uomo. Una proposta di capi riletti dal suo punto di vista. Come è nata l’idea della capsule? La collaborazione con Paul&Shark è iniziata con l’idea di ampliare i contenuti e il pubblico di riferimento del marchio. Il concetto era lavorare sui capisaldi del brand e renderli unicamente miei. A quale tipo di consumatore ha pensato quando l’ha concepita? L’unico consumatore che ho in mente sono io. È una collezione di capi che mi piace indossare. Collabora già da qualche stagione alla creazione della main collection di Paul&Shark: quale strada ha tracciato per il marchio? Spero che il lavoro fatto nelle passate tre stagioni con Paul&Shark sia stato come quello di una governante. Tutti gli ingredienti sono lì; ho semplicemente proposto un punto di vista fresco, per ripulirlo e reinterpretarlo. In che modo può evolvere un marchio senza tradire il suo heritage e quanto sono importanti le indicazioni che vengono dai social media? Tutti i marchi devono evolvere, altrimento muoiono. Visto che Paul&Shark ha un dna molto forte, ci sono tutti i presupposti per una vita lunga e in salute. Con i social media l’approccio è cambiato del tutto e i vestiti destinati a conquistare il pubblico sono quelli graficamente più forti. Come stanno evolvendo i social media in rapporto alla moda? Instagram, come tutto, continua a evolvere. E non dimentichiamoci che ha solo sette anni. Il pubblico è diventato più attento e sofisticato. L’asticella si è alzata e la gente chiede immagini più belle e più accurate. Cosa si aspetta da Pitti Uomo? Pitti Uomo continua a essere il vero inizio di stagione, la fiera dove si può prendere visione delle idee più stimolanti per la stagione successiva. È il solo posto al mondo in cui i marchi possono raccontare la loro storia, con forte impatto visivo e non semplicemente su uno standino per abiti. Un salone imprescindibile per gli addetti al visual dei negozi.

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RED CARPET A CURA DI ALESSANDRA BIGOTTA

CFDA AWARDS

SIMONS VINCE PER LA DONNA, SORPRESA SUPREME Ancora un podio per Raf Simons durante la recente edizione dei Cfda Awards a New York. Lo stilista belga, chief creative officer di Calvin Klein, ha conquistato il titolo di migliore designer per il womenswear. Una bella soddisfazione, anche se a Simons non è riuscita l’impresa di bissare la doppietta dello scorso anno, quando aveva vinto anche per l’uomo. Un titolo, quest’ultimo, che stavolta ha riservato una sorpresa: i blasonatissimi contendenti Virgil Abloh, Thom Browne e Tom Ford sono rimasti a bocca asciutta, perché a imporsi è stato il marchio streetwear Supreme, con il suo fondatore James Jebbia. Nella categoria accessori le sorelle Ashley e Mary-Kate Olsen di The Row hanno sbaragliato la concorrenza, mentre lo Swarovski Award for Emerging Talent è andato al brand Sander Lak. Spazio anche all’Italia, con Donatella Versace che, fasciata in uno scintillante abito nero, ha ritirato il Premio Internazionale. L’amica di sempre Naomi Campbell è stata insignita del Fashion Icon Award. Sull’influencer dell’anno la giuria dei Cfda Awards non ha avuto dubbi: è Kim Kardashian la più seguita sui social network. Protagonista della serata anche Ralph Lauren, che in occasione del 50esimo anniversario della sua griffe ha ricevuto un tributo speciale, il Cfda Members Salute.

Ralph Lauren, che ha ricevuto il tributo speciale Cfda Members Salute, insieme ad amici e colleghi, tra cui Diane von Furstenberg (al suo fianco)

Gigi Hadid con i gioielli Messika

Raf Simons, Womenswear Designer of The Year, insieme a Naomi Campbell, vincitrice del Fashion Icon Award

Donatella Versace si è aggiudicata l’International Cfda Award

Tommy Hilfiger e la moglie Dee Ocleppo durante l’evento newyorkese

LA RESORT DI MAX MARA A REGGIO EMILIA

GIOVANI IMPRESE

MODA E ARTE SI INCONTRANO

BATTAGLIA E LANIERI AL TOP

Per presentare la Resort 2019, il 4 giugno di fronte a un pubblico di addetti ai lavori tra cui numerosi influencer, Max Mara ha optato per la sede della Collezione Maramotti nella “sua” Reggio Emilia. Una scelta mirata, visto che le proposte in passerella hanno reso omaggio agli artisti più amati dal fondatore Achille Maramotti: in particolare Burri, Fontana, Calzolari, Anselmo e Manzoni.

Diala Makki, Alexandra Shipp, Bryan Boy e Maria Giulia Prezioso Maramotti, tutti vestiti Max Mara

La sfilata Max Mara alla Collezione Maramotti

Giorgio Guidotti in posa con Tiziana Cardini

Due nomi della moda sul podio del Premio Giovani Imprese di Altagamma, che sostiene le nuove aziende culturali e creative italiane. Sara Battaglia, fondatrice nel 2012 dell’omonimo brand di accessori e ready-towear (quest’ultimo lanciato due anni fa), ha vinto nella categoria Fashion. Lanieri, e-commerce di moda maschile made in Italy su misura, si è imposto nel Digital. Un riconoscimento è andato anche a César Mendoza di Nito, startup della smart mobility.

Foto di gruppo: al centro Sara Battaglia e Laudomia Pucci

Simone Maggi (Lanieri), Sara Battaglia, César Mendoza (Nito)

Raf Simons was crowned Womenswear Designer of the Year at Cfda Awards in New York, while for menswear the winner was Supreme streetwear brand. Italy also under the spotlight with the International Cfda Award to Donatella Versace. On 4th June, Max Mara organized its Resort 2019 show in its hometown, Reggio Emilia, inside the premises of Collezione Maramotti: the models paid homage to Achille Maramotti’s passion for art. Two fashion names, Sara Battaglia and Lanieri, were awarded at Premio Giovani Imprese by Altagamma.

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season of rarity

SS19 Collection Special Launch PITTI IMMAGINE UOMO 94 Fortezza da Basso, Florence

June 12th to 15th PADIGLIONE CENTRALE - PIANO ATTICO G8

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