Flip page fa n 7 2017

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Anno 48 | N° 7 del 12.06.2017 | quindicinale | € 5,50 | www.fashionmagazine.it

E H I S SI D GL IN EN ION RS VE

Il magazine di news, business e trend

ALESSANDRO SARTORI

«Punto sul clash tra artigianato e high-tech»

JW ANDERSON «Uno stile all'insegna della relaxation»

Forever

Young

In un momento di grande ricambio generazionale, si impone chi amalgama la febbre del cambiamento con la pacatezza del savoir faire

Nella foto: Alessandro Squarzi per Bagutta


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L U I G I B I A N C H I M A N TOVA . I T


n° 7 12 GIUGNO 2017

SOMMARIO

www.fashionmagazine.it

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l’editoriale

PROTAGONISTI

10 ALESSANDRO SARTORI

GRUPPO ZEGNA

«La mia moda è tutta un clash»

12 Jonathan anderson «Aspettatevi un JW Anderson relaxed» 15 BART DE BACKER E JENNY

In copertina

Abito tre pezzi in tessuto Vitale Barberis Canonico, realizzato dalla sartoria Alfonso, camicia BAGUTTAalessandrosquarzi, bandana Elephant vintage, orologio Rolex 6565 e scarpe Edward Green (Ph. Ko Street Style, Post Meg Stasi, Location Sheraton Diana Majestic Milano)

SWANK KRASTEVA/HUGO BOSS

«Con Hugo portiamo il big bang a Firenze»

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23 PITTI UOMO 92 La rivoluzione nel layout è la punta dell’iceberg 26 ALANUI «A Pitti per crescere in Italia» 27 FEDERICO CURRADII In un cardigan la risposta alla moda usa e getta

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n° 7 12 GIUGNO 2017 www.fashionmagazine.it

SOMMARIO

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73 TRENDS ACCORDING TO

SHOWROOMS AND BUYERS

Lo spirito L.A.-based e il rigore nordico

76 SCENARIOS Alla riscoperta dei mercati avanzati 83 MARKETS Australia: è adesso la tempesta perfetta 87 MARKETS Una locomotiva che viaggia in nuove direzioni

28 CHRISTIAN LOUBOUTIN A FIRENZE

Dal red carpet al bike polo il passo è breve

30 OFF-WHITE/VIRGIL ABLOH Un disruptor irrompe in Fortezza 32 BAGUTTA-SQUARZI «La camicia cool secondo noi» 38 NEW TALENTS I fantastici 6 pronti al podio di Who is on next?

BUSINESS

55 WHAT’S NEW@MILANO

MODA UOMO

Meno giorni ma più giovani

62 LA RINASCENTE

@ PALAZZO REALE

Con la città, nella città e per la città

95 SNEAKERS Tra sport e lifestyle 104 DIGITAL WORLD Online? Superato. È l’ora dell’onlife 107 FASHION&TEXTILE Nuovi spunti per la giacca-maglia

TREND

112 FASHION SCHOOLS Think tank in evoluzione 119 PREview menswear

SPRING-SUMMER 2018

Summer codes

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143 RESORT 2018 Never ending shows

150 BRANds TO WATCH 157 LIFESTYLE Contemporary gentleman 158 LVMH FRAGRANCE BRANDS

CORRADO RAIMONDI

Gentleman e cool è il nuovo Mr. Givenchy

162 OPENINGS & RESTYLINGS

PEOPLE

166 PORTRAITS MATCHESFASHION.COM

«L’omnichannel è il nostro mantra»

168 CAREERS 171 Q&A/JACOB ABRIAN «La mia storia come un film di James Bond»

65 BUYERS’ SURVEY

172 ENGLISH VERSION 177 FASHION PEOPLE

SPRING-SUMMER 2017

Più luxury streetwear, i Millenials vohgliono così

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178 RED CARPET



#UNCOMMONPEOPLE THE PARIS SESSIONS / FW 2017

MERRI / LE MARAIS S TAY T U N E D O N G A S J E A N S . C O M

PITTI IMMAGINE UOMO / 13–16 JUNE 2017 F L O R E N C E , F O R T E Z Z A D A B A S S O / PA D I G L I O N E D E L L E G H I A I A


In un momento di grandi cambiamenti, la staticità del business as usual è il peggior nemico dello status quo. Può sembrare un paradosso, ma la dura realtà è questa: chi rimane fermo, perde. E nel panorama nostrano di imprenditori geniali, ma spesso parecchio conservatori, vigono prime fra tutte due regole non scritte che non aiutano, per usare un eufemismo, il grado di innovazione aziendale. La prima: “Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”. Per quanto l’atavico detto sia pienamente condivisibile quando si conoscono i retroscena di talune casistiche di business alle nostre latitudini, è il momento di correre qualche rischio e di buttarlo alle ortiche. Ovviamente, questo non vuol dire abbandonare la tradizionale sana cautela con cui si approcciano gli interlocutori nuovi, specie in un mondo transazionale e a tratti anche smaccatamente speculativo, come può essere quello della moda. Vuol dire invece puntare con decisione su chi la fiducia ha dimostrato di meritarla. Basta con i sospetti morbosi o anche con i protagonismi eccessivi del ghe pensi mi. Bisogna dare il giusto spazio a nuove leve volenterose, energiche e competenti, per riguadagnare slancio e conquistare posizioni in un’economia in cui le graduatorie cambiano giorno per giorno. Vi sono folte schiere di bravissimi giovani italiani a Londra, Dublino, Berlino e Parigi che non vedono l’ora di tornare, oramai pienamente skillati, nel Belpaese. Diamo loro una chance, catapultandoci a nostra volta nel futuro. La seconda massima da rivedere, a mio modesto parere, è la seguente: “Non mollare mai”. Essere tosti e resilienti è certamente una grande virtù dei titolari delle nostre eccellenze, assediati come sono da fattori non sempre sinergici (e qui uso un altro eufemismo) come l’eccessivo labirinto normativo, l’invadente burocrazia statale, le gommose ragnatele corporative e gli eccessi di protagonismo sindacale, anche nelle cause più particolariste (spesso fini a se stesse). Ciononostante, nella vita il momento di passare la mano è sempre dietro l’angolo. Non ci si può trincerare dietro presunti pregi caratteriali inimitabili, ma occorre dare fiducia, per quanto ponderatamente, in modo sistematico. Solo così si risolve l’annoso problema del ricambio generazionale che, si sa, assilla da decenni le nostre piccole e medie aziende, autentica linfa del nostro territorio. Diamo loro l’ossigeno che si meritano. E sprigioniamone finalmente il pieno potenziale.

L’EDITORIALE

Vincere la sfida di domani

When change dominates the agenda, two mindsets have to be modified. Firstly, at the managerial level, new faces and skillbearers need to be entrusted. Now is not the time for withering. Secondly, at the ownership level, the ceremony of handover needs to be cherished. When the revolution comes, the gerontocrat perishes. It is better therefore to entrust a heir.

Marc Sondermann

Direttore/Editor-in-Chief

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PROTAGONISTi

ALESSANDRO SARTORI/GRUPPO ZEGNA

«La mia moda è tutta un clash» La metafora del “clash”, della collisione tra artigianale e contemporaneo, analogico e digitale, handmade e high-tech, è come un mantra per Alessandro Sartori, dalla scorsa stagione direttore artistico di tutte le linee Zegna. La sua nomina ha coinciso con l’inizio di una nuova era per il gruppo biellese, arbiter elegantiarum da 107 anni e oggi più che mai chiamato a dialogare con un mercato “liquido” e consumatori volubili, che sfuggono a facili clusterizzazioni di Angela Tovazzi

The metaphor of the“clash”, the collision between the artisan and the contemporary, analogue and digital, handmade and high-tech, is like a mantra for Alessandro Sartori, the artistic director, since last season, of all the Zegna lines. His appointment coincided with the start of a new era for the Biella group, an arbiter elegantiarum for 107 years and now more than ever required to interact with a “fluid” market and mercurial consumers, who defy easy categorization. 1

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enio (inteso come talento, visione, coraggio) e tanta regolatezza. Alessandro Sartori parla con calma e, mentre dà ordine ai pensieri, lascia filtrare il suo approccio al lavoro: si intuisce la creatività dello stilista, ma addomesticata dal metodo e dall’esigenza costante di coerenza, di spessore. È lui l’uomochiave che il ceo Gildo Zegna ha richiamato in casa e messo nella stanza dei bottoni dello stile, affidandogli tutte le linee del gruppo. Un’investitura che il designer ha trasformato in occasione di trasformazione, anzi di rivoluzione, per un’azienda centenaria: alla seconda stagione del suo mandato, ci racconta dove sta andando la moda Zegna. E qualche aneddoto, che lo ha portato a diventare quello che è oggi. Il 2016 è stato per Zegna un anno di consolidamento e transizione, ma il 2017 è

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già iniziato con un’inversione di tendenza, grazie al gradimento delle collezioni firmate da Alessandro Sartori. Che direzione sta dando all’universo moda del gruppo? Sto lavorando più sul lifestyle che sul prodotto, con un unico brief per le tre linee Ermenegildo Zegna, ZZegna ed Ermenegildo Zegna Couture. È questa la novità rispetto al passato: l’imprinting è comune per le tre collezioni, come se fossero un unico brand. Un approccio che sposa la coerenza e valido su tutti i versanti dell’immagine, dalla comunicazione alle vetrine, fino al visual nei negozi. Che cosa significano parole come innovazione e creatività 4.0 per un’azienda come Zegna, che vanta una storia lunga oltre 100 anni, improntata a tradizione e savoir faire artigianale?

Credo in un’estetica che crea un clash continuo tra artigianale e contemporaneo, fatto a mano e high-tech: elementi distanti che si scontrano e incontrano, sviluppando qualcosa di nuovo. Non si tratta solo di creare una tensione fra tailoring e sportswear, abbinando magari i pantaloni da jogging con la giacca classica, ma di arricchire i capi con contenuti innovativi reali. Due esempi: abbiamo introdotto la “Pelle Tessuta”, che tramite un particolare telaio trasforma strisce sottilissime di pelle in un materiale inedito, e la “Techmerino”, una lana intelligente, trattata meccanicamente, che mantiene le sue peculiarità igroscopiche, ma è easy care e si può mettere in lavatrice. Dopo il ruolo di direttore creativo di ZZegna, che ha mantenuto per otto anni, fino al 2011, è stato in forze da Berluti, dove


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in cinque anni ha contribuito a far triplicare il fatturato. Che cosa porta in Zegna di quell’esperienza? Naturalmente il savoir-faire nella pelletteria e nelle calzature, ma anche un modo diverso di approcciare il lavoro. Sappiamo che il prodotto è un fondamentale per le aziende italiane, mentre le case di moda francesi sono maestre nel branding e nella comunicazione. Ecco: ho imparato a coniugare meglio questi due aspetti. Ermenegildo Zegna ha da poco inaugurato il suo primo Bespoke Atelier, da cui usciranno abiti ad personam, con prezzi fra i 5 e i 10mila euro. Che cosa vi aspettate da questo segmento d’offerta? Ci crediamo molto. Oggi il mercato si sta polarizzando su due estremi: chi com-

1. Alessandro Sartori, direttore artistico di tutte le linee Zegna 2. Lo stile ZZegna per l’inverno 2017 3. L’ultima sfilata Ermenegildo Zegna Couture a Milano 4. Il Bespoke Atelier, aperto a marzo nel global store di via Montenapoleone 5. Sartori agli ultimi ritocchi prima dello show

pra il prêt-à-porter vuole capi di impronta sportiva, contemporanei, veloci, capaci di dare un’emozione immediata. I cultori del tailoring ricercano invece prodotti sempre più personalizzati, dei pezzi unici. Quello del bespoke è un concetto che va oltre il su misura. Si tratta di articoli che richiedono 70 ore di lavorazione da parte di mani esperte con 15-20 anni di esperienza: sono quasi oggetti da collezionisti. E per loro non c’è prezzo. Fondamentale è solo che sia corretto. Con il suo arrivo anche la comunicazione sta cambiando direzione, in chiave più “sharing”: che ruolo rivestono i social network, e più in generale il digitale, nel mondo Zegna? Il digitale potenzia la forza comunicativa, ma va filtrato in un disegno coerente e significativo per il marchio. Noi abbiamo cercato di dare un taglio lifestyle anche alla comunicazione, mettendo l’accento sul modo di essere di chi indossa capi Zegna. L’utilizzo del video ci ha permesso semplicemente di raccontarlo meglio di prima e di condividerlo in una modalità molto più ampia.

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Nell’ultima campagna, Robert De Niro e McCaul Lombardi parlano dei loro “Defining Moments”. Qual è stato il defining moment di Alessandro Sartori? Ce n’è stato più di uno. Il primo a 15 anni, quando ho realizzato da solo il mio primo vestito da uomo. Lì ho capito che tradurre un bozzetto in un abito era un lavoro che mi appassionava. Il secondo quando ho deciso di andare a Parigi (alla corte di Berluti, ndr) per affrontare un’esperienza sfidante e completamente diversa. E riguardo al terzo, non ci sono ■ dubbi: il re-incontro con Gildo Zegna. 12_06_2017

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ph. Scott Trindle

interview

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jonathan Anderson

«Aspettatevi un Jw Anderson relaxed» D Jonathan Anderson ha scelto Pitti Uomo per la prima sfilata fuori Londra del suo marchio. «Presenteremo un nuovo corso all’insegna di uno stile easy e un approccio relaxed», anticipa il designer. Che ha convinto 300 tra i buyer più influenti del mondo a credere in lui di Andrea Bigozzi

JW Anderson menswear line is under the spotlight at Pitti Uomo. It’s the first time out of London for the label designed by Jonathan Anderson, chosen by over 300 among the best stores worldwide and now at a commercial turning point. The designer anticipates that the new collection has a «relaxed» approach.

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a Londra a Firenze ci sono più di 1.600 chilometri di distanza. Percorrerli e arrivare a destinazione, con l’aiuto di un aereo, è un gioco da ragazzi, ma venirci a fare una sfilata è ben più complicato. Almeno per un designer come Jonathan Anderson che Londra ce l’ha nel cuore: è lo città in cui vive - quando non è a Parigi nel quartier generale di Loewe di cui è direttore creativo - e dove ha sempre sfilato con il suo marchio JW Anderson, che sta per compiere 10 anni. Eppure, non si sa bene come, gli organizzatori di Pitti Uomo hanno convinto lo stilista, nato in Irlanda del Nord 32 anni fa, a scegliere l’Italia per la sua prima sfilata lontano da casa. «Sono davvero entusiasta di essere a Firenze: è la prima volta in assoluto non sfileremo a Londra: per noi presentare la collezione fuori dal nostro contesto abituale è una vera sfida», racconta il designer alla vigilia dello show maschile dedicato alla spring-summer 2018, in agenda il 14 giugno a Villa La Pietra. A Firenze si presenta forte di un immagine innovativa, mix di input culturali, che lo hanno portato dritto dritto nelle 300 vetrine più belle del mondo tra cui Barneys New York, Dover Street Market, Selfridges, Le Bon Marché, Joyce, Isetan e 10 Corso Como, senza contare gli e- shop Net-a-Porter,


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1. Jonathan Anderson 2. Un look JW Anderson della collezione FW 2017/2018 3. Il JW Anderson Workshop di Shoreditch a Londra 4. La mostra “Disobedient Bodies”, presso la galleria The Hepworth Wakefield 5. L’etichetta della capsule con Uniqlo, ancora top secret

Con il suo brand sfila a Londra e con Loewe a Parigi. Cosa pensa delle fashion week e delle fiere di settore? Devono evolvere? Penso che tutti in questo settore dobbiamo sfidarci e accollarci più rischi! Inoltre, quando si crede in qualcosa, si deve andare fino in fondo! A proposito di credere in qualcosa, come sta procedendo il business? Gli affari stanno andando davvero molto bene, ormai abbiamo circa 300 clienti nel mondo. Non male direi!

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Moda Operandi, Matches e Mr Porter. Tutti conquistati dal lavoro di questo “wonder boy” instancabile: mentre molti dei suoi colleghi si lamentano dei ritmi eccessivi di lavoro, che pare intacchino la creatività, lui rilancia e, non contento delle oltre 10 collezioni annuali per JW Anderson e Loewe (entrambe le linee hanno uomo e donna e pre-collezione), si cimenta in una mostra - “Disobedient Bodies” presso la galleria d’arte The Hepworth Wakefield, nello Yorkshire - e lavora in gran segreto a una capsule collection con Uniqlo (nei negozi in autunno). Per Anderson una creativo vero non deve mai fermarsi: «Si sfila e poi si riparte». Proprio come farà anche questa volta dopo lo show di Pitti.

Pensa di essere vicino all’apertura del primo monomarca JW Anderson? Nel gennaio 2016 abbiamo aperto il JW Anderson Workshop a Shoreditch (l’ex quartiere industriale che sta vivendo un periodo di vera rinascita culturale, ndr), uno spazio 4 creato per dare una piattaforma alle nostre idee, ma anche per collaborare con persone che amo e rispetto come Jamie Hawkesworth, A$AP Rocky, Alasdair McLellan. Ci siamo ispirati ai laboratori degli Omega Workshops, il progetto del Bloomsbury Group, di cui faceva parte Virginia Woolf. Doveva essere un esperimento ed è ancora aperto: qui presentiamo le nostre collezioni insieme a collaborazioni esclusive. Quali fattori hanno consentito al suo marchio di avere un successo così rapido? Il nostro brand compie 10 anni quest’anno. Non direi che si tratta di un tempo breve! (Ride). Ho una squadra incredibile, che lavora molto duramente.

Cosa dobbiamo aspettarci dalla sua prima volta in Italia? Quello che presenteremo un nuovo corso del marchio all’insegna di uno stile easy e un approccio relaxed. La location di Villa La Pietra è assolutamente perfetta: cinematografica, un po’ romantica e con un’energia incredibile.

Quali sono i designer che ama di più? Sono un grande fan di Issey Miyake, Rei Kawakubo e Prada. Ho lavorato con Manuela Pavesi (storico braccio destro di Miuccia Prada, scomparsa nel 2015, ndr), che è stata e rimarrà un’enorme ispirazione per me.

Qual è stato il punto di partenza di questa collezione? Firenze: la città e la sua bellezza hanno giocato un ruolo davvero importante.

Qual è il prossimo step per il brand JW Anderson? Continuare a crescere.

Riguardo alle sfilate, ritiene che siano ancora importanti? Il fashion show rimane per noi un strumento di comunicazione fortissimo. Segna l’inizio e la fine di una collezione. E questo è un aspetto molto importante per un creativo. Sfili quando hai finito la collezione e subito dopo puoi passare a quella successiva.

Per finire, ci può svelare qualcosa sulla collaborazione con Uniqlo? Sono un appassionato di Uniqlo: praticamente i suoi capi sono la mia uniforme quotidiana! Quando ci hanno contattato, mi sono sentito subito a mio agio. Faremo un evento di lancio a Londra il 18 settem■ bre e dal 22 la collezione sarà disponibile in tutto il mondo.

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www.artioli.com


interview

BART DE BACKER E JENNY SWANK KRASTEVA

«con hugo portiamo il big bang a firenze» Hugo Boss torna dopo anni a Pitti Uomo con una sfilata co-ed dedicata a Hugo, il brand più all’avanguardia in scuderia. Una scelta strategica, in un momento di grandi cambiamenti per l’azienda. Ne parlano Bart De Backer e Jenny Swank Krasteva, che disegnano rispettivamente l’uomo e la donna del brand di carla mercurio

Hugo Boss is back at Pitti Uomo with a co-ed fashion show dedicated to Hugo, the most cutting-edge brand of the group. A strategic choice that coincides with a time of great changes for the company. We talk about it with Bart De Backer and Jenny Swank Krasteva, who design respectively the brand’s menswear and womenswear. Jenny Swank Krasteva, senior head of creative di Hugo womenswear e Bart De Backer, senior head of creative management & concept design di Hugo menswear

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opo cinque anni di assenza dalla ribalta di Pitti Uomo, Hugo Boss torna alla kermesse fiorentina con la collezione d’avanguardia Hugo. Alla Manifattura Tabacchi, la sera del 13 giugno, è in programma una sfilata co-ed che porta in primo piano il menswear e il womenswear del brand, disegnati rispettivamente da Bart De Backer e Jenny Swank Krasteva. Una scelta strategica, in un momento di grandi trasformazioni per la fashion house che coinvolgono anche il prodotto, nell’ambito di un piano di rilancio di am-

pio respiro, in cui rientrano la decisione di armonizzare i prezzi su scala globale, la razionalizzazione del network retail, fino alle scommesse sull’e-commerce. Di recente il gruppo tedesco da 2,7 miliardi di euro di fatturato nel 2016 ha scelto di semplificare la propria offerta, concentrandosi sui due brand Boss e Hugo. Il primo, che copre l’86% del giro di affari, è sinonimo di businesswear e casualwear raffinato nel segmento upper premium. Hugo, che rappresenta il 14% del turnover, è l’anima creativa dell’azienda di Metzingen, rivol-

to prevalentemente a un pubblico giovane, con una collezione di ricerca e all’avanguardia rivolta a un pubblico di consumatori attenti ai trend, con prezzi inferiori del 30% circa rispetto a quelli di Boss. «Il marchio ha un grande potenziale - ha dichiarato Ingo Wilts, chief brand officer di Hugo Boss - e la presentazione della nuova collezione a Pitti Uomo sarà per il brand come un Big Bang». “Diversità” è la parola chiave per comprendere l’essenza di questa label, come rivelano Bart De Backer e Jenny Swank Krasteva nell’in-

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INTERVIEW

Due immagini della campagna spring-summer 2017 di Hugo

Hugo Boss in cifre

2,7 mld S

tervista che segue. «Una collezione per persone che vogliono essere come sono ed esprimere la propria personalità attraverso i vestiti». Emblematica la campagna pubblicitaria digital, realizzata dalla fotografa Harley Weir, dedicata a una serie di ritratti di talenti emergenti, provenienti dal mondo dell’arte, della musica, del cinema e della moda: la cantante Soko, il modello Anwar Hadid e l’imprenditore Luka Sabbat. Intanto, mentre i riflettori stanno per accendersi sull’evento fiorentino, la maison scalda i motori in vista dell’altro grande appuntamento di stagione: l’11 luglio il menswear di Boss salirà in passerella a New York. Perché la scelta di presentare Hugo in occasione di Pitti Uomo? BDB: Pitti Uomo è il palcoscenico ideale per presentare le novità nel settore moda a una platea qualificata di compratori e giornalisti. L’unica cosa che posso dire è che siamo tornati all’essenza del dna di Hugo, esemplificata dal concetto di “diversità”. Per ulteriori informazioni, rimanete sintonizzati...

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fatturato 2016

JSK: Sono arrivata in Hugo Boss nel 2015 con il ruolo di Senior Head of Creative della linea womenswear di Hugo.

Quale l’identikit dell’uomo/ Cosa vi aspettate da 127 donna di Hugo? questa presentazione Paesi BDB: Hugo è sempre stato il pice perché la formula colo ribelle di casa. Un uomo che co-ed? 442 vuole sempre mettere in discusJSK: Bart e io lavoriaFreestanding sione le regole ma che ha sempre mo in stretta sintonia. Di store da ridire anche sul modo in cui la frequente facciamo dei gente si veste. Il dna della collebrainstorming per idea6.600 zione rimanda al concetto di diverre nuovi colori, grafiche, Plurimarca sità. Noi ragioniamo in termini di stampe e persino silhouatteggiamenti e non di età. Hugo ette che possano funzio14.000 è sempre stata una collezione per nare sia per l’uomo, sia addetti persone che vogliono essere come per la donna. Decidere sono ed esprimere la propria perdi sfilare il menswear e sonalità attraverso i vestiti. il womenswear di Hugo JSK: Il concetto è analogo per la donna di a Pitti Uomo con una presentazione co-ed Hugo. Lei ha uno stile più dinamico e all’aci permette di presentare un’estetica unica, vanguardia e ama mixare giacche di matrimostrando come viene applicata ai singoli ce sartoriale oversize con jeans dal sapore generi. vissuto. Una donna spontanea e gelosa della propria individualità, che ama scegliere In che anno avete iniziato in base al proprio gusto. Consapevole dei a disegnare la collezione Hugo? trend, ma libera nel modo di pensare e di BDB: Io sono Senior Head of Creative organizzare il proprio guardaroba. Non Management & Concept Design di Hugo amiamo dire alla gente come deve vestirsi. Menswear dal gennaio del 2010. Ma sono La parola chiave è versatilità. Cerchiamo di entrato in Hugo Boss nel 2008 come Head ■ non prenderci troppo sul serio. of Creative Management della label.


SALESFORCE for

intervista a ENRICO FANTAGUZZI - WOOLRICH

L’E-COMMERCE DI FASCIA ALTA FA DA PUNTO DI RIFERIMENTO fisicamente i prodotti, attraverso l’utilizzo diw descrizioni dettagliate A livello di e-commerce, come si prospetta la strategia di dei materiali, nonché delle performance dei capi. crescita internazionale di Woolrich? Quali sono i mercati di Come si cura e si ottimizza una vera seamless customer journey? riferimento? Abbiamo in programma l’apertura di diversi punti vendita La strategia di crescita è incentrata su tre pillar principali: monomarca Woolrich all’interno dei quali grande attenzione il primo prevede un consolidamento dell’ecommerce nei verrà dedicata a questo aspetto. L’esperienza del cliente mercati più importanti a livello europeo e l’espansione vogliamo sia guidata dal momento in cui si avvicina al nelle country in forte crescita per Woolrich come la negozio, all’accoglienza, all’acquisto e al servizio post Russia. Il secondo è quello del miglioramento della vendita. Un altro aspetto è legato al riconoscimento e user experience attraverso nuovi servizi online e alla fidelizzazione della clientela. E’ nostro interesse un’immagine di altissimo livello. Per fare questo conoscere bene i clienti, assicurarci che siano stiamo lavorando con i partner best in class in sempre soddisfatti e che diventino veri sostenitori Italia e all’estero, avendo internalizzato alcune del brand. A livello tecnologico contiamo molto sul funzioni e in particolare la digital production per Enrico fatto che il nostro sito diventi il passepartout per tutti arricchire l’ecommerce con immagini in linea con il Fantaguzzi i canali di vendita così come per tutti i punti posizionamento del brand. Infine stiamo lavorando E-commerce di contatto con i clienti. Deve essere sull’integrazione del business negli Stati Uniti che è Manager Woolrich disponibile da mobile, in negozio e il nostro vero nuovo mercato dopo la fusione dello dall’ipad, diventando il vero punto scorso anno e che sarà sempre più allineata in modo di riferimento per tutti gli attori che ruotano da proporre una vera esperienza globale. intorno al marchio. Quali sono gli approcci per garantire un tasso di conversione Quanto è importante la piattaforma ottimale in questi Paesi? informatica, nel vostro caso Salesforce Per garantire il tasso di conversione puntiamo sulla Commerce Cloud, per raggiungere gli personalizzazione dei servizi, sulla varietà dei metodi di obiettivi in ambito commerciale? pagamento e sull’ampiezza dei servizi di consegna, dunque sui Salesforce Commerce Cloud ha key driver del conversion rate. Ma anche un sito veloce e ricco di performato molto bene finora e immagini e di prodotto sono altrettanto fondamentali. ci aspettiamo di continuare a Nel contesto del mercato del digital fashion di fascia alta, a che crescere con il suo supporto. E’ cosa devono fare attenzione i brand posizionati come voi? uno strumento che reputiamo L’immagine e la corretta comunicazione del marchio sono due soddisfacentemente completo elementi imprescindibili. Il sito deve essere facile da usare e e di livello adeguato a un brand immediato, ma l’immagine e i contenuti vanno curati nei minimi come il nostro che vuole crescere dettagli. In particolare per le collezioni fall e winter che sono sui mercati internazionali. Ci ancora il cuore delle attività del brand stiamo lavorando a un sono ancora molte funzioni della programma di digital enrichment in modo che i prodotti siano piattaforma che non utilizziamo rappresentati sul web nel modo più ricco e completo. L’obiettivo e che sicuramente metteremo è rendere l’esperienza online ricca e emozionante quanto presto all’opera. quella offline, pur sapendo che sul web non è possibile provare

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Un look Woolrich Fall 2017


NEWS a cura di ELISABETTA FABBRI

LA TOP 10 DEI MARCHI ITALIANI DI MAGGIOR VALORE

Nella classifica di Brand Finance spicca la salita di Gucci, dalla quinta alla terza posizione. Prada passa dalla 10 alla nove e Armani dalla 12 alla 10.

Eurazeo: nuova divisione nei consumer good French investment company Eurazeo launces a new division to invest in U.S. and European high growth potential consumer brands. Il fondo francese di private equity Eurazeo, che ha in portafoglio quote di Moncler, Desigual, Vestiaire Cellective e Farfetch, lancia Eurazeo Brands: una nuova divisione che investirà in marchi europei e statunitensi, con ampio potenziale di crescita in settori quali il beauty, l’abbigliamento, gli accessori, i gioielli ma anche la casa, il tempo libero, il fitness, la salute e il food. La unit, che avrà sede a New York, potrà contare su un ammontare tra 600 e 800 milioni di dollari per le operazioni da effettuare nei prossimi tre-cinque anni.

Boglioli passa a PHI Industrial Acquisitions tessile-moda

marchi italiani di valore

smi prevede un +1,8% dei ricavi annuali

GUCCI sul podio nella lista di brand finance

Based on valuations by Sistema Moda Italia, the Italian textile-fashion industry reports a 2,3% surge in revenue for the first half of the year and will increase by 1,8% in 2017.

Gucci, Prada and Armani are the only fashion luxury label in the Top 10 of the “Most Valuable Italian Brands 2017” by Brand Finance, specialises in brand valuation.

In base alle stime di Smi-Sistema Moda Italia, rese note all’assemblea del 6 giugno, nella prima metà del 2017 l’industria italiana del tessile-moda ha evidenziato una crescita del fatturato del 2,3%, per effetto del +2,5% del tessile e del +2,1% del valle della filiera. Se si considera l’intero 2017, il settore dovrebbe registrare un giro d’affari di 53,8 miliardi di euro: +1,8% rispetto al 2016 (un progresso doppio rispetto a quello del 2016). Anche il saldo commerciale è atteso in aumento a 9,1 miliardi (+1,6% sul 2016). Dal 2013 a oggi, come osservano da Smi, il tessileabbigliamento-moda è cresciuto del 4,2%, contro una crescita del Pil nazionale dell’1,8%. «Il carattere “familiare” delle nostre imprese, che alcune volte è stato un limite allo sviluppo, ha agito da motivazione, concentrando investimenti, risorse ed energie, per traguardare la crisi e sfruttarla come opportunità di sviluppo» ha commentato Claudio Marenzi (nella foto), alla sua ultima assemblea in veste di presidente di Smi. «Dobbiamo saper cogliere le nuove opportunità - ha concluso - come quelle generate dall’accordo Ceta con il Canada, senza aver timore delle politiche protezionistiche ventilate dagli Usa. E occorre avere il coraggio di proseguire con determinazione sulla strada della sostenibilità e dell’innovazione».

Gucci è, tra i marchi italiani, quello il cui valore monetario è cresciuto di più in un anno, passando da 5 (2016) a 6,1 miliardi (2017) di euro. Nella classifica italiana stilata dalla società di consulenza Brand Finance soltanto Eni (oltre 10 miliardi) ed Enel (6,4 miliardi) hanno valori assoluti maggiori. Il brand del lusso è anche tra quelli che corrono di più: in un anno ha scalato due posizioni, piazzandosi al terzo posto. Tra le dieci label di maggiore valore ci sono altri due grandi nomi della moda: Prada (al nono posto, con una valutazione di 3,3 miliardi) e Armani (decimo, grazie a un brand value di 3 miliardi). Di poco fuori dalla Top 10 figurano Bulgari, 12esimo in salita, seguito da Salvatore Ferragamo che scende dalla 19esima alla 20esima posizione, mentre salgono Bottega Veneta e Moncler, rispettivamente 21esimo e 22esimo. Versace risulta la griffe italiana più rampante: passa da 26esima a 35esima, grazie a una valutazione di 1 miliardo. Perdono quota in classifica Dolce&Gabbana, Valentino, Benetton e Miu Miu. A livello mondiale la lista dei marchi di fashion e sportswear di maggior valore è guidata da Nike, seguito da adidas ed Hermès (nessun brand italiano figura ai primi posti). Nella classifica multisettoriale il podio è occupato da Google, Apple e Amazon.

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Wise Sgr has accepted a binding offer - made by the fund PHI Industrial Acquisitions - for its stake in Italian clothing company Boglioli. La Sgr Wise ha accettato un’offerta vincolante da parte del fondo PHI Industrial Acquisitions per la partecipazione detenuta in Boglioli. L’investment company con base a Madrid, focalizzata sulle aziende europee di medie dimensioni, ha confermato nel ruolo di ceo Andrea Perrone. Con i nuovi soci e l’apporto di capitale finanziario, il brand si appresta a presentare un piano di concordato preventivo, con la prospettiva di ripartire con un solido piano di crescita, orientato anche all’espansione nei mercati internazionali.

MARIA GRAZIA SEVERI IN AFFITTO A UN FONDO SVIZZERO Fund 21st Luxury Holdings rents Maria Grazia Severi business from Mmb Group (company owned by Jody Investment). Il fondo svizzero di private equity 21st Luxury Holding, guidato da Gualtiero Giori, ha siglato un’intesa per l’affitto e la licenza dei marchi modenesi Maria Grazia Severi e Severi Darling, in capo alla MmbManufacturing models brand Spa (dalla fine del 2015 controllata dalla svizzera Jody Investment). Fondata nel 2014, con base a Ginevra, 21st Luxury Holdings investe in aziende ad alto potenziale principalmente nel luxury brokerage e nel mercato delle tecnologie di lusso (come i device Feld & Volk e le cover Hadoro Paris).



NEWS

IL MERCATO DEI PERSONAL LUXURY GOODS

AL CUOA SI PARLA DI MODA 4.0 CON VENISTAR The 6th edition of the FashonAble World conference, organized by Venistar at Fondazione Cuoa Business School, was focused on fashion industry 4.0.

Fonte: Altagamma - Bain & Company

monitor altagamma-bain & company

lusso (beni personali): 290 miliardi il valore stimato per il 2020 The 2017 Spring update of the Worldwide Luxury Market Monitor, published by Bain & Company for Fondazione Altagamma, estimates a market for personal luxury goods growth to €254-259 billion in 2016 (+2/4%), to reach €280-290 billion in 2020. Il 2017 si profila migliore del 2016, con Cina ed Europa in ripresa, i consumi di beni personali di lusso vicini ai 259 miliardi di euro (dai 249 stimati per la fine del 2016) e uno sblocco dei flussi turistici: queste, in estrema sintesi, le conclusioni del Monitor Altagamma sui Mercati Mondiali, realizzato da Bain & Company insieme all’associazione che riunisce i marchi italiani di eccellenza. Nelle previsioni della società di consulenza, il mercato dovrebbe crescere del 3-4% annuo (cagr) per arrivare a un valore di 280-290 miliardi nel 2020 (vedi grafico in alto). «Dopo un 2016 di grandi cambiamenti - commenta Claudia d’Arpizio, partner di Bain & Company e autrice del Monitor - quello che ci dobbiamo aspettare per il 2017 è uno sviluppo sano, anche se va detto che il differenziale di performance tra i brand di alta gamma sta continuando ad ampliarsi, rendendo indispensabile per ogni azienda rivedere le proprie strategie, per adattarsi ai nuovi target di consumatori». Per quanto riguarda il primo trimestre, è partito con il piede giusto, registrando un aumento del 4%, anche se non tutte le aree geografiche si sono comportate allo stesso modo: mentre l’America deve fare i conti con la valuta forte, le incertezze politiche e l’andamento negativo dei department store, l’Europa è in ripartenza e così la Repubblica Popolare. Stabile il Giappone, un fronte «maturo e in rallentamento», e non brillante il resto dell’Asia, atteso sostanzialmente in calo per fine anno, perché sono previsti meno turisti (soprattutto da Cina e Corea) e la lenta risalita di Hong Kong e Macao non sarà sufficiente a colmare i gap. Sui 12 mesi si profila un +7/9% per l’Europa e un+6/8% per la Cina. Scarso dinamismo in America (con un range compreso tra il -2% e la stabilità), Giappone (stimato flat oppure in calo dell’1%), resto del mondo (a sua volta flat o con un +2%) e dell’Asia (-4/2%), escluso l’ex Celeste Impero. «Si sta passando da un approccio transazionale a uno di engagement - dice Claudia d’Arpizio, che coinvolge diversi aspetti a partire dalla vendita». Si sta imponendo uno scenario “consumer-centric”, con i Millennials - non solo anagraficamente, ma anche come attitudine mentale - nel ruolo di protagonisti, alla ricerca di una grande autenticità da parte dei marchi, e il digital che sta cambiando le carte in tavola, con il customer journey da monitorare e ripensare. In pratica, si assisterà a una polarizzazione tra “big winner” e “strong loser”, in base alle strategie adottate. Quelle vincenti non copieranno il vincitore del momento, ma lavoreranno sulla valorialità e, per quanto riguarda il marketing, sul passaggio da “storytelling” a “storyliving”.

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Si è discusso della rivoluzione 4.0 che sta radicalmente modificando lo scenario della moda alla sesta edizione di FashionAble World, convegno che si è svolto a fine maggio presso la Fondazione Cuoa Business School di Altavilla Vicentina. A organizzare l’evento, in sinergia con Fashion magazine, è stata Venistar, realtà specializzata nelle soluzioni per la gestione dei processi del fashion & luxury in ambito retail, wholesale e distributivo. Dopo i discorsi introduttivi di Roberto Da Re, (presidente Venistar) e Giuseppe Caldiera (direttore generale Cuoa), la parola è passata a Marc Sondermann, direttore e ceo di Fashion, che ha ribadito quanto ormai il digitale permei l’intero sistema moda. Non solo i meccanismi d’acquisto e di gestione aziendale, ma anche lo stile e l’evoluzione dei trend. Michele Bonelli (ceo Vendor) si è focalizzato sugli incentivi e le opportunità fiscali per sostenere l’innovazione. Il tema “Agile o Agility?-Miti, malintesi e realtà, per sviluppare il business in contesti complessi” è stato sviluppato da Andrea Provaglio (Agile Enterprise coach). L’azienda “agile” è stata inoltre al centro dell’intervento di Carlo Zuccon e Michele Budri (Venistar), seguito da altri approfondimenti su tematiche quali l’estensibilità delle soluzioni per l’innovazione digitale nella moda, illustrata da Shubradeep Ghosh (Infor) e la customer journey, ripercorsa da Juan Josè Llorente (Adyen). Massimo Savazzi (Oracle) ha tracciato gli scenari futuri all’insegna dell’intelligenza artificiale, del machine learning e del Cloud, mentre Lisa Prontu (Warda) ha dato consigli per il digital asset management (ossia come mettere ordine nel “media caos”). Nel pomeriggio è seguito un dibattito moderato da Marc Sondermann, cui hanno preso parte esponenti di Enigen, Space2000, Pagani Automobili e La Martina. In conclusione Romano Cappellari, docente di Marketing e Retailing (Cuoa e Università di Padova), ha tracciato un quadro della brand experience nel Fashion & Luxury.




PITTI UOMO 92

a firenze

la rivoluzione nel layout È la punta dell’iceberg Cambia la geografia espositiva all’edizione 92 di Pitti Uomo, che rivoluziona il layout per dare enfasi alla sua anima contemporanea, proiettandosi verso la moda del futuro. Fra debutti, rientri e special project, il panorama in Fortezza è quanto mai variegato. Intanto in città c’è grande attesa per gli special guest, a partire da JW Anderson e Virgil Abloh di carla mercurio

A new exhibition geography for Pitti Uomo 92 edition, revolutionizing its layout in order to give emphasis to its contemporary soul. Among debuts, returns and special projects, the landscape in Fortezza is extremely diversified. In the city there is great expectation for special guests: in pole position JW Anderson and Virgil Abloh. L’advertisement di Pitti Uomo dedicato al tema della rassegna Boom, Pitti Blooms

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opo il Pitti Uomo dello sportswear, lo scorso gennaio, l’edizione 92, in calendario dal 13 al 16 giugno, fa rotta verso i territori della ricerca e della sperimentazione, proiettandosi nel futuro. Un cambio d’abito che gli organizzatori hanno interpretato tout court, rivoluzionando la geografia della manifestazione, per dare slancio alla sua anima contemporanea. Mentre in giro per la Fortezza fiorisce il progetto Boom, Pitti Blooms, tema dell’edizione di quest’anno, con le marco aiuole gonfiabili

e le colorate installazioni ideate da Sergio Colantuoni, si possono vedere i frutti del lavoro di ripensamento del layout del salone, che ha portato a una ridistribuzione degli spazi e all’ampliamento delle sezioni più rappresentative degli stili di ricerca. «Abbiamo spostato oltre 250 aziende, accomunate dalla ricerca - ha spiegato Agostino Poletto, vice-direttore generale di Pitti Immagine - che oggi al salone vuol dire ben 600 collezioni, ossia la metà delle proposte, che affiancano il nuovo classico

e lo sportswear contemporaneo». A sorpresa i visitatori troveranno all’ingresso, al Padiglione Medici, l’area Touch!, che esprime l’eclettismo del guardaroba maschile contemporaneo, tra sperimentazione e internazionalità. Una scelta che crea una linea di continuità con sezioni altrettanto d’avanguardia come L’Altro Uomo e Unconventional. Quest’ultima raddoppia la superficie e amplia gli orizzonti con l’athleisure, estendendosi a entrambi gli Archivi. Evolve in parallelo Futuro Ma-

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schile, lo spazio dedicato alle espressioni più evolute del menswear contemporaryclassic, che aggiunge l’Arena Strozzi alla location storica della Sala delle Nazioni. Focus anche sull’artigianalità con il rilancio di Make, per la prima volta in pista alla Sala della Ronda, con una nuova generazione di artigiani in arrivo da tutto il mondo. Ritorni, esordi e tante special edition Fra gli highlight di questa edizione si segnalano i ritorni, dopo i riscontri dello scorso gennaio, di PS by Paul Smith e Tommy Hilfiger con la linea Edition, la partecipazione di Bally con una nuova collezioin cifre ne di sneaker e una particolare installazione nel Piazzale Centra1.220 le del salone, oltre al lancio del MARCHI progetto speciale di Bagutta con Alessandro Squarzi: 11 modelli 540 di camicie pensati per tutte le ocDALL’ ESTERO casioni dell’uomo contemporaneo, che verranno celebrati anche con un evento in città. Rientrano alla 60MILA 1 manifestazione D’Avenza, con un metri quadri progetto speciale sull’eleganza madi superficie Museo della Moda. Il 14 giugno riflettori complesso di Palazzo Pitschile che segna il suo nuovo corso, espositiva puntati su JW Anderson, il designer nordti/Giardino di Boboli, è la e K-Way nel Corridoio dell’Arco, irlandese che presenta per la prima volta in volta il 13 giugno del vercon le sue giacche anti-pioggia a Italia, a Villa La Pietra, la collezione uomo nissage a Palazzo Pitti della mostra Il Mucui affianca una collezione di capispalla della prossima primavera-estate 2018. seo Effimero della Moda, curata da Olivier dai modelli innovativi e dai tessuti speriL’indomani tocca a Off-White c/o Virgil Saillard e prodotta da Fondazione Pitti mentali. Da vedere inoltre le proposte di Abloh, marchio lanciato nel 2013 dal creaImmagine Discovery con Gallerie degli RRD-RobertoRicciDesigns, alla Sala tivo nato nel 1980: figlio di immigrati ghaUffizi e Palais Galliera: una rivoluzione delle Colonne con una collezione tecnonesi negli Usa, Abloh è laureato in ingetemporanea degli spazi, in vista del nuovo sartoriale realizzata impiegando la speciale tecnica Holistic Technology, un marchio registrato; Tretorn, storico brand scandinavo di outerwear e calzature pensati per DAL GIAPPONE ALL’AUSTRALIA il clima nordico, di scena nella sezione I-Play; Belstaff con “Origins”, collezione disegnata per il movimento e la performanAustralia is the guest nation of Pitti Uomo. But Japan is also under the spotlight. ce e Superdry, lifestyle brand di matrice È l’Australia, Paese a cui dedichiamo un articolo in questo numero, la guest nation dell’edizione 92 anglosassone, in un nuovo spazio all’interdi Pitti Uomo. Il progetto speciale promosso dalla Fondazione Pitti Immagine Discovery, in colno di Urban Panorama. laborazione con The Woolmark Company, schiera otto giovani designer, individuati anche grazie

Pitti

La moda che viene da lontano

Anderson e Abloh special guest. Ma c’è tanto di più Tanta l’attesa per gli eventi speciali, con un parterre di special guest quanto mai trasversale, che vede in pole position JW Anderson e Off-White c/o Virgil Abloh, insieme a Christian Louboutin, Hugo, Federico Curradi e Alanui. Dopo l’happening di pre-apertura del 12 giugno, nel

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all’Australian Fashion Chamber: nello Spazio Carra al piano inferiore del Padiglione Centrale saliranno alla ribalta Chris Ran Lin, Commas, Double Rainbouu, Exinfinitas, Sener Besim, Strateas. Carlucci, P.E Nation e Ten Pieces. Intanto continua l’intesa biennale tra Pitti Immagine e la Japan Fashion Week Organization, con l’obiettivo di gettare luce sui fashion designer giapponesi più promettenti. Dopo Sulvam, il focus è su Yoshio Kubo che, dopo essersi fatto notare da Giorgio Armani, organizza una sfilata durante la kermesse. L’ente fieristico ha inoltre stretto una partnership con Tokyo Fashion Award, della quale si vedono i primi frutti agli Archivi della Fortezza, in uno spazio allestito all’interno della sezione Unconventional. Una giuria di esperti ha selezionato sei nomi da tenere d’occhio: Bed J.W. Ford, Chika Kisada, Doublet, Roggykei, Taakk e Yohei Ohno. (a.b.)


TESSILE-MODA italiano

Dopo un 2016 poco brillante, si parte con il segno più An economic survey by Smi-Sistema Moda Italia reveals that in the first three months of 2017 Italian textile-clothing companies increased their average turnover by 1.8%, compared to the first quarter of 2016.

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1. Creazioni di Chris Ran Lin, fra gli stilisti australiani alla ribalta a Pitti Uomo 2. Una veduta della Fortezza da Basso 3. Il Primo Ministro Paolo Gentiloni inaugura l’edizione numero 92 di Pitti Uomo (courtesy governo.it)

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gneria civile, con una specializzazione in architettura, ma con una forte passione per il fashion. Tra gli special event spicca un terzetto di fuoriclasse. Si parte il 13 giugno con Hugo, la linea fashion di Hugo Boss, che ha scelto la Manifattura Tabacchi per la sfilata che combina menswear e womenswear. L’indomani in calendario c’è Federico Curradi, che torna a Pitti Uomo per presentare al Museo Bardini la collezione che porta il suo nome, dedicata alla figura di un guerriero romantico, mentre il 15 giugno è la giornata di Alanui, il pro-

getto in stile nomade-chic lanciato da Nicolò e Carlotta Oddi, ispirato al tema del viaggio, che viene presentato al Tepidarium del Roster. Tra moda e sport, da non perdere il 13 giugno Christian Louboutin, punto di riferimento nel mondo delle luxury shoe, che partecipa per la prima volta a Pitti Uomo con una nuova linea di calzature presentata con un evento sportivo, in programma in una piazza storica della città. Al designer frncese e agli altri protagonisti della rassegna sono dedicati appro■ fondimenti in questo numero.

Nei primi tre mesi del 2017 le aziende del tessile-abbigliamento italiano hanno incrementato il giro di affari in media dell’1,8% rispetto al primo trimestre 2016. Lo conferma un’indagine di Smi-Sistema Moda Italia, svolta su un panel di oltre 80 imprese in tutta la filiera. L’export ha realizzato un +2% , mentre le vendite interne, grazie al contributo del comparto tessile, sono salite dell’1,6%. Il “monte” ha registrato un +3%, mentre il “valle” è progredito dell’1%. La raccolta ordini ha segnato un +1,4%, per effetto del +1,7% di quella estera e del +0,5% di quella interna. Il 63,5% del campione propende per una fase di stabilità delle condizioni di mercato, un altro 20,8% confida in un miglioramento. Nel 2016 il tessile-moda ha raggiunto un fatturato, stimato da Smi (con l’università Liuc), di 52,9 miliardi di euro (+1% rispetto al 2015), con un’ulteriore, seppure lieve, diminuzione del numero delle aziende (da 47.079 a 46.891), mentre gli addetti sono passati da 402.800 a 402.000. Le esportazioni si sono attestate a 29,6 miliardi di euro (+1,7%). L’Europa ha performato meglio dei mercati extra-Ue (+2,2% e +1,1% rispettivamente), con le buone prestazioni di Germania (+2,9%), Francia (+1,3%), UK (+2,9%) e Spagna (+5,6%). La ristrutturazione in atto presso alcuni department store ha pesato sull’export negli Usa (-5,6%). Rallenta la crescita in Asia (+2,5% Hong Kong, +3,1% la Cina) mentre il Giappone ha acquistato il 6,9% in più. Feedback positivi dalla Corea del Sud (+5,3% nel 2016), nonostante il crollo delle visite dei turisti cinesi nei duty free. I viaggi in Russia dei cittadini della Repubblica Popolare fanno incrementare le vendite sul territorio, dove nel 2016 il tessile-moda italiano ha esportato il 7,3% in più. (e.f.)

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Alanui

In Un cardigan la risposta alla moda usa e getta In meno due anni Alanui è passato da zero a 128 store grazie a un cadigan emozionale fatto per durare. Nicolò Oddi: «Restiamo monoprodotto, non c’è fretta per il total look» di Andrea bigozzi

Alanui has gone from zero to 128 multibrand stores thanks to a handmade oversize cardigan.

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ervosi? No. Siamo felici e soprattutto curiosi di vedere cosa succederà dopo». Nicolò Oddi e sua sorella Carlotta sono il volto nuovo e promettente di questa edizione di Pitti Uomo. La loro creatura, Alanui, è un brand monoprodotto che ha raggiunto 128 store in meno di due anni. Il cardigan unisex, oversize in cashmere jacquard, senza bottoni con i pattern e le frange degli indiani d’America sono diventati la loro carta di identità. «D’altronde Alanui in lingua hawaiana significa “grande percorso”: io e mia sorella abbiamo appena iniziato un viaggio, che oggi ci porta a Firenze», racconta Nicolò Oddi alla vigilia del salone, dove Alanui è protagonista il 15 giugno di un’installazione al Tepidarium del Roster. Come nasce l’idea di concentrarsi su un singolo pezzo? Io e mia sorella (Carlotta è la musa del progetto, oltre che fashion editor di Vogue Giappone, ndr) volevamo provare a fare qualcosa di semplice, che andasse contro l’idea di moda usa e getta. Per noi il lusso vero non si esaurisce in una stagione, ma cresce col tempo. I nostri cardigan sono fatti per durare: pezzi unici, fatti con un chilo di cashmere, che richiedono 15 ore di lavorazione. Ci impegniamo nella cura di ogni dettaglio, comprese le etichette tessute a mano e la fragranza hawaiana spruzzata su ogni cardigan prima della spedizione.

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Nicolò e Carlotta Oddi di Alanui

A Pitti Uomo vedremo solo cardigan? Per ora è ancora presto per il total look, più avanti si vedrà. Procediamo per fasi. A Firenze portiamo la quarta collezione e presenteremo il nostro cardigan iconico con nuovi pattern, mentre le varianti delle passate stagioni diventeranno capi carry over. I vostri cardigan sono preziosi (fino 3mila euro sell out), ma con l’ultima campagna vendita siete passati da 80 a 128 punti vendita. Come avete fatto? Nella showroom di Riccardo Grassi abbiamo uno spazio, dove mettiamo in scena il nostro mondo. Questo approccio è fondamentale per un prodotto emozionale come il nostro. Funziona la strategia del monoprodotto senza connotazione di genere e senza stagione: per il momento il buyer non ci chiede la collezione completa a tutti i costi. Siamo un progetto internazionale: il 70% della distribuzione è all’estero, ma anche in Italia stiamo ottenendo risultati incoraggianti e siamo nelle vetrine migliori che si possano desiderare: Antonia, Biffi, Banner, Folli Follie, Ratti, Gente, Stefania Mode, tra gli altri. Progetti per il futuro? Vogliamo crescere ed evolvere per gradi. Presto apriremo un ufficio a Milano e porteremo lì la nostra sede. Finora avevamo un ufficio nell’azienda di famiglia, che tratta materiali termotecnici. Per il momento in ■ Brianza resterà solo la logistica.

YOSHIO KUBO

«Il senso di un abito sta nei dettagli» One of the most promising Japanese designers, Yoshio Kubo, is under the spotlight during Pitti Uomo, with a fashion show at Stazione Leopolda. «Fare vestiti è il mio destino»: senza perdersi in giri di parole, Yoshio Kubo risponde così a chi gli chiede se, oltre la moda, abbia altre passioni. «A cosa mi ispiro? - aggiunge -. Semplicemente alla mia storia». Lo stilista è uno dei protagonisti di Pitti Uomo: sfila il 15 giugno alla Stazione Leopolda, con un evento frutto della collaborazione tra Pitti Immagine e la Japan Fashion Week Organization. Sullo show mantiene il massimo riserbo, limitandosi a dire che il focus sui particolari sarà un elemento distintivo. «La sovrabbondanza di abiti - chiarisce - ha anestetizzato il piacere delle persone di indossarli. Io voglio che percepiscano il vero significato dei dettagli e della vestibilità». Un approccio che ha convinto nientemeno che Giorgio Armani, suo “sponsor” durante la settimana milanese della moda di gennaio, dove il marchio Yoshiokubo è salito in pedana all’Armani/Teatro insieme a Moto Guo e Consistence, con il supporto di Camera Moda. Ma è nell’ambito dell’active sportswear che si è concretizzato il più recente progetto diYoshio Kubo: una linea realizzata per Puma, lanciata lo scorso marzo. (a.b.) 1

1. Yoshio Kubo 2. Un tessuto tie-dye utilizzato per la collezione SS18

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Federico Curradi

«A Pitti per crescere in italia» 1. Federico Curradi 2. Un bozzetto della collezione SS 18 che sfilerà al Museo Bardini

Il designer torna a Firenze con un obiettivo: conquistare con i sui look poetici i buyer italiani e non solo gli stranieri di Andrea Bigozzi

Federico Curradi comes back to Pitti Uomo with a collection inspired by history and symbolizes “Florentineness”.

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orna a sfilare a Firenze Federico Curradi, il designer “fiorentinissimo” presenta la mattina del 14 giugno al Museo Bardini la collezione primavera-estate 2018 del brand omonimo, che proprio a Pitti Uomo è stato lanciato due stagioni fa. «Sono soddisfatto del lavoro fatto fin qui, l’offerta di prodotto è cresciuta: ormai siamo un total look incentrato sulla maglieria e capospalla. Ora è il momento di crescere ed evolverci anche sul piano del business» dice Curradi, convinto che la partecipazione al salone come special guest farà affermare la collezione venduta in più di 20 negozi nel mondo. è difficile imporre sul mercato un progetto artigianale come il suo? Certo, di questi tempi le startup non sono mai delle passeggiate, in particolare quando si tratta di moda uomo che è molto più conservativa. Le cose per noi si stanno dimostrando più facili in Usa e Asia che non in Europa. Ma le sfide ci piacciono e con No Season, la nostra showroom basata a Parigi, stiamo crescendo organicamente. Siamo in più di 20 negozi, tutti bellissimi: da L’Eclaireur di Parigi a Loft di Tokyo. Mi piacerebbe essere più presente in Italia: per ora vendiamo solo a Bologna da Barrow-Bibas, ma Pitti servirà a cambiare le cose.

HUNTING WORLD

Il viaggio continua con Yosuke Aizawa Yosuke Aizawa, the man beyond the success of White Mountaineering, joined forces with Hunting World, to launch the ready-to-wear line of the brand.

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Quali sono le ispirazioni per questa collezione? Al Museo Bardini sfileranno 30 look che raccontano una storia fiorentina, la vita di quartiere. Ho immaginato un artigiano che si divide fra il suo lavoro di restauratore e la sua passione, il calcio in costume. Produzione made in Italy e quasi artigianale equivale a dire collezione costosissima. Non necessariamente. Noi ci sforziamo di portare avanti un progetto dove i prezzi dei capi siano esclusivamente giustificati dalle lavorazioni e dalle materie prime. I nostri pezzi partono da 150 euro per il cliente finale e non ■ superano mai i 1.200 euro.

Quella di Hunting World - di scena alla Stazione Leopolda mercoledì 14 giugno, con il lancio di una collezione completa di ready-to-wear - è una storia da raccontare. Non un semplice marchio, ma un progetto nato nel 1965 dalla creatività del suo fondatore, l’americano Bob M. Lee: esploratore e anche imprenditore della moda, con questo brand il cui core business sono gli accessori. Borse, piccola pelletteria, orologi, lanterne, zaini, in altri termini il kit di un esploratore dall’anima urbana. Con l’evento fiorentino si apre un nuovo capitolo, quello di una linea di abbigliamento, realizzata con Yosuke Aizawa: un nome che gli addetti ai lavori conoscono bene grazie al brand White Mountaineering, che tuttora disegna, pronto ora a collaborare con il team di Hunting World per lanciare una gamma di proposte in cui si incrociano sportswear, fashion e high tech. La linea sarà distribuita prevalentemente negli Usa, in Giappone e in Italia. Un Paese, il nostro, fondamentale anche dal punto di vista produttivo, visto che i capi vengono realizzati soprattutto in Toscana. La distribuzione avverrà attraverso il canale retail in una trentina di punti vendita (compreso quello di Firenze) e nel wholesale. «Sfilare alla Leopolda ha per noi un significato simbolico - dicono dall’azienda -. Stazione vuol dire viaggio e il viaggio è al centro del nostro mondo». (a.b.)

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CHRISTIAN LOUBOUTIN A FIRENZE

Dal red carpet al bike polo il passo È breve Un nuovo punto di vista sull’universo di Christian Louboutin. A Firenze il designer francese di calzature si allontana dal mondo patinato dei red carpet per scendere nell’arena sportiva con un torneo di bike polo, di scena il 13 giugno. di Carla Mercurio

A new point of view on Christian Louboutin’s universe. The French shoe designer moves away from the glittered red carpet world to get into the sports arena with a polo bike tournament, held in piazza Santa Maria Novella on June 13th.

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a sempre legato all’excitement dei red carpet, ai set fotografici, ai redazionali sulle riviste patinate, Christan Louboutin scende in campo il 13 giugno a Firenze con un inedito special project: un torneo di bike polo della durata di un giorno, di scena in piazza Santa Maria Novella. Chi si aspetta di vedere comparire la Carrie Bradshow di Sex and the City in tacchi a spillo con l’iconica suola scarlatta rimarrà deluso. Niente tacchi ma sneaker. Niente dive del cinema ma atleti, fra cui i francesi campioni del mondo della specialità, i “Call me Daddy”. Protagoniste sono otto squadre provenienti da diversi Paesi del mondo e i vincitori saranno premiati da Louboutin in persona, che promette anche agli invitati un’esperienza sul campo, grazie a una serie di master class tenute dagli stessi atleti. Sotto i riflettori (e ai piedi dei giocatori), una proposta di punta della collezione maschile per il prossimo inverno: le sneaker “Aurelien”, evoluzione delle primaverili “Loubikick”, interpretate in versione low-top, in vendita da questo mese in boutique selezionate del marchio e online sul sito della maison. Emblema conclamato della femminilità, dal 2005 Louboutin si è messo in gioco con la linea maschile. Una label che oggi copre il il 20% circa del giro di affari: oltre 200mila paia di scarpe ogni anno che generano fatturati in crescita a doppia cifra ogni anno, fra cui spiccano modelli cult come

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“Greggo” e “Dandelion”, o come la sneaker “Louis”, fra i must have della griffe, insieme alle pump ultrefemminili “Pigalle”, “Fifi” e “So Kate”. A sorpresa le scarpe sportive performano alla grande. «All’inizio pensavo che sarebbero piaciute a una percentuale minima di clienti - ha rivelato il designer - ma in realtà è molto più di quanto mi aspettassi». Merito di un consumatore sempre più esigente, che non teme di osare anche con proposte audaci. La produzione è made in Italy, realizzata da aziende a conduzione familiare, e dei 135 monomarca al mondo alcuni sono dedicati esclusivamente alle proposte maschili (vedi Milano, in via Vincenzo Cappelli). In Italia Louboutin ha scelto di presentare le sue precollezioni durante le edizioni di Milano Moda Uomo del 2015 e 2016. Ora è il momento di Pitti Uomo, con lo special project. «Da sempre collego Firenze a momenti di piacevole vacanza - ha dichiarato il creativo francese -. Sono contento di unire, per la prima volta in questa città, la passione per il mio lavoro al divertimento». Passione è la parola chiave per entrare nel mondo di Christian Louboutin, partito nel 1992 con la label omonima. La sua è ancora una private company e lui non progetta di venderla, così come non ha mai voluto

Christian Louboutin

bruciare le tappe. «Le cose sono cresciute in maniera fisiologica e non abbiamo mai forzato la mano - ha tenuto spesso a precisare -. Abbiamo aperto gradualmente i negozi e le nuove merceologie sono arrivate un po’ alla volta. Mi sono preso tutto il tempo necessario per fare quello che volevo». E non sembra proprio intenzionato a cambiare registro: sicché niente abbigliamento o arredamento all’orizzonte. L’unica incursione fuori dal mondo delle calzature è la linea beauty, lanciata nel 2014 con il primo smalto per unghie, seguito da rossetti, fragranze e, recentissimo, il make-up. Un’intuizione vincente, come le scarpe. Anche in questo caso siamo nel regno del feticismo. A conquistare le consumatrici, bottiglie, bottigliette e con■ fezioni gioiello veramente uniche. 1. L’iconica pump So Kate di Christian Louboutin 2. La sneaker Aurelien, sotto i riflettori a Firenze 1

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off-white c/o virgil abloh 1. Virgil Abloh, special guest a Pitti Uomo con il brand Off-White 2. Uno scatto del womenswear inverno 2017 3. Un look uomo

un disruptor IRROMPE IN fortezza Virgil Abloh non ama le definizioni, né l’establishment. Lui è eclettico: designer, architetto, dj. E la sua moda è “offwhite”, nella zona grigia tra il bianco e il nero. Arriva a Pitti Uomo come special guest ed è pronto a spiazzare ancora di angela tovazzi

American of Ghanaian origins, Virgil Abloh has set himself up as an original voice, capable to reposition streetwear in the luxury segment. At Pitti Uomo he comes as a special guest and with a fashion show on 15th June in piazza Pitti.

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ff-White is between black and white, there is no choice». Virgil Abloh sta lì, in quella zona grigia tra il bianco e il nero, quasi sospeso, per non fossilizzarsi in una posizione, ma anche per lasciare spazio libero alle scelte dei consumatori. Classe 1980, nato a Rockford (Illinois) da emigrati ghanesi, questo stilista è guarda caso - non solo uno stilista: è anche ingegnere, architetto, designer, dj, influencer. Fino a qualche tempo fa di lui spiccava il fatto che fosse braccio destro di Kanye West e del suo think tank Donda (dall’età di 22 anni), ma da circa quattro anni a questa parte Abloh si è imposto anche en solitaire come una voce originale, disruptive, capace di sintonizzarsi sulle frequenze dei Millennials. Nel 2013 ha lanciato la sua linea Off-White e da quel momento è stata un’escalation: cifre ufficiali non ne trapelano, ma rumour parlano di crescite tripledigit, proporzionali all’aumento di popolarità, anche su Instagram (oltre 1,2 milioni i follower del suo brand). Nel 2015 Virgil è l’unico americano a rientrare nella rosa degli otto finalisti del prestigioso Lvmh Prize e nello stesso anno conquista un posto nel calendario della Paris Fashion Week. La sua è una moda “viva”, che ha saputo riposizionare lo streetwear nel segmento del lusso, con capi che oggi vediamo addosso a Rihanna, Gigi Hadid e Beyoncé. Lui dice di ispirarsi alla pittura di Caravaggio

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PITTI HA SEGNATO LA STORIA DELLA MODA NEL CORSO DEGLI ANNI. IL MIO OBIETTIVO è AGGIUNGERE UN CAPITOLO UNICO A QUESTA STORIA

e alle architetture di Mies van der Rohe e Rem Koolhaas, ma anche di seguire i principi di un collettivo creativo come il Bauhaus. Di certo c’è che appartiene a quella nuova generazione di creativi, come Demna Gvasalia o Shayne Oliver di Hood by Hair, che sta operando una rilettura del lusso, bypassando i canoni del fashion establishment. Indiscrezioni (poi smentite) lo

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davano come candidato papabile per prendere il posto di Riccardo Tisci da Givenchy. Non ce l’ha fatta, ma Virgil Abloh continua la sua corsa: recentemente ha firmato una capsule (la seconda) con Moncler e Mytheresa.com. Collaborazioni che si aggiungono a quelle (ovviamente a 360 gradi) fatte in passato con nomi come Takashi Murakami, Kim Jones, Nick Knight o Fendi. E ora, ultima conferma per il suo lavoro, arriva per la prima volta in Fortezza in qualità di special guest. «Pitti Uomo - commenta - è tra le piattaforme più importanti, che hanno segnato la storia della moda nel corso degli anni». «Il mio obiettivo - prosegue - è aggiungere un capitolo unico a questa storia». Cosa vedremo a Firenze? Virgil Abloh sarà protagonista con una sfilata giovedì 15 giugno alle 21.30 a piazza Pitti, con il menswear della primaveraestate 2018 e una selezione della pre-collezione donna. Nessuna indiscrezione sull’evento, ma l’effetto “spiazzamento”, cifra stilistica che lo ha contraddistinto sin dall’inizio, è assicurato. ■



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collaborazione BAGUTTA-Squarzi

la camicia cool secondo noi Per il neo direttore generale di Bagutta, Mario Stefano Maran, la capsule collection con Alessandro Squarzi è l’inizio di un rinnovamento strategico per il marchio. «Il prodotto c’è, ora dobbiamo essere cool». A settembre al via La.La Tex, il nuovo brand donna, sempre con Alessandro Squarzi di andrea Bigozzi

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According to the managing director of Bagutta, Mario Stefano Maran, the capsule collection with Alessandro Squarzi is the beginning of a new era: «We have to be cool». In September Bagutta and Squarzi will team up for a new womenswear brand.

1. Dall’alto in senso orario: Antonio Gavazzeni (in piedi) e Mario Stefano Maran, rispettivamente a.d. e direttore generale di Bagutta, con Alessandro Squarzi 2. Una delle 11 camicie firmate BAGUTTAalessandrosquarzi 3. Alessandro Squarzi indossa una camicia della capsule collection disegnata per Bagutta (foto Ko Street Style, post Meg Stasi, location Anniluce)

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agutta cambia immagine e dà il via a una capsule collection con Alessandro Squarzi, un’operazione che va oltre la semplice collaborazione con l’imprenditore talent scout e influencer e che rappresenta la punta dell’iceberg di una rivoluzione strategico-organizzativa varata da Mario Stefano Maran, da pochi mesi promosso a direttore generale del marchio che fa capo al gruppo Cit. Il nuovo dg, lavorando in squadra con il ceo Antonio Gavazzeni, ha già ottenuto un aumento degli ordini nelle ultime campagne vendita. Segno che il suo piano funziona. Ma quali sono gli ingredienti della sua ricetta vincente? Il principale su cui punta per rafforzare il brand Bagutta, che conta 260 clienti multimarca in Italia e 170 all’estero, è la comunicazione d’immagine. «Oggi fare una bella collezione non basta più, per vendere bisogna essere cool», dice convinto Maran, che anche per creare buzz sul marchio ha scelto di affidare la direzione creativa di una capsule collection proprio a Sqaurzi, seguitissimo sui social media con i suoi 125mila follower «veri» e di presentarla non solo in stand (rinnovato nel look), ma anche con un evento fissato per il 13 giugno a Pitti Uomo, dove

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Squarzi è da sempre uno degli uomini più fotografati dai blogger e più osservati dai buyer. «Con questa collaborazione - assicura Squarzi - che durerà almeno quattro stagioni vogliamo sorprendere e appassionare, puntando più sul bello che sul fashion». E questa dichiarazione di intenti sarà evidente non appena si materializzeranno nella showroom Bagutta gli 11 modelli di camicie, più due giacche, contraddistinti dall’etichetta Designed by one of the most extravagant men of Italian style. «Sono tutti pezzi dalla grande personalità - spiega l’imprenditore romagnolo, artefice del successo di marchi come Dondup e che recentemente ha creato i brand Fortela e AS65 - con riferimenti al mondo mili-

tare, a cui sono legato da sempre, e soprattutto di altissima qualità». «Per le nostre camicie - prosegue - abbiamo utilizzato tessuti come i cotoni cimosati giapponesi, lo chambray, la gabardina e il popeline». «Alessandro - gli fa eco Maran - ha creato il suo guardaroba entrando alla perfezione nel mondo Bagutta ed è la prima volta che mette il suo nome su una collezione, che sarà proposta solo ad un numero selezionato di punti vendita, in particolare stranieri, proprio per sottolineare l’esclusività dei capi, con un prezzo sell out a partire da 240 euro». Anche se tutta questa operazione deve essere ancora svelata, ha già innescato un processo di rinnovamento per Bagutta. Parallelamente alla capsule, infatti, a settembre sarà lanciato un nuovo marchio donna, chiamato La.La Tex, frutto della partnership con Squarzi. «È la prima volta - anticipa Antonio Gavazzeni - che Bagutta si lancia in un’avventura del genere: in passato avevamo fatto cobranding e licenze, ma mai dato via a un progetto in società con terzi che non riguardasse il nostro marchio. Il feeling con Alessandro Squarzi è stato immediato e ci ha convinto a creare questa linea di camicie per donna che debutterà al Super di settembre, con i primi 15 modelli in stile ■ texano».



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ENTRE AMIS

Il sartoriale partenopeo in chiave contemporanea Headquartered near Naples, the trousers brand Entre Amis links sartorial tradition with a contemporary twist: leader in Japan, it invests also into the internal market, through a partnership with La Rinascente. Una storia giovane, costruita intorno al pantalone maschile: Entre Amis nasce sette anni fa, facendo tesoro della tradizione sartoriale partenopea riletta con un’impronta contemporanea. A Pitti Uomo il marchio presenta una collezione all’insegna della sperimentazione, ribadita anche dall’ampliamento di Officina del Denim: dedicato alle proposte in denim kurabo, questo progetto cambia nome in Officina, estendendo i suoi trattamenti speciali anche a modelli di sapore tailoring. «Siamo il terzo marchio di pantaloni più venduto in Giappone ed entro fine 2017 prevediamo di sbarcare in Inghilterra e Francia» sottolineano dall’azienda, che ha chiuso il 2016 con un fatturato di 7,5 milioni di euro (+12%) e conta di arrivare a 8,5 milioni nel 2017, anche grazie al contributo dell’e-commerce. Ma il ruolo del retail fisico resta centrale: non a caso da agosto Entre Amis potrà contare su uno spazio presso La Rinascente a Milano e Roma. Gli headquarters nella zona industriale di Nola sono stati recentemente ampliati, raggiungendo i 7.500 metri quadri, per internalizzare il più possibile i passaggi della filiera, pur restando attive le collaborazioni in esclusiva con laboratori specializzati del distretto campano. (a.b.)

Allegri

sperimenta il tinto in capo The Allegri spring-summer collection 2018 includes a “garment dyed” outerwear capsule collection. La spring-summer collection 2018 di Allegri include, per la prima volta, una capsule collection di capispalla tinti in capo in quattro diversi modelli, declinati in otto colori. Ci sono il classico impermeabile oversize e il raincoat con cappuccio ergonomico, ma anche il doppiopetto con cintura in vita e cappuccio staccabile e il giaccone tecnico con doppio cappuccio e dettagli reflex. Il particolare processo di tintura ha permesso nuance originali ed effetti particolari sulla superficie, che risulta “distressed”. Ogni proposta è comunque idrorepellente, grazie a uno speciale trattamento post-tintura. (e.f.)

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Ernesto

il menswear con ironia Parma based brand Ernesto proposes the easy jacket in new colours and patterns, widens the offer of suits and plans to expand into Northern Europe and Korea. Il marchio Ernesto evolve mantenendo inalterati i contenuti che, dagli esordi, lo hanno fatto apprezzare nel segmento della giacca “easy”: svuotata, senza costruzione, in tessuti ricercati, espressione del saper fare sartoriale della Gianfranco Bommezzadri di Parma, che per questo progetto si avvale, sin dagli inizi, delle competenze di Vincenzo Reggiani (titolare della boutique Lacerba di Rimini). È lo stesso Reggiani ad anticipare i temi esplorati dalla collezione per l’estate 2018. «Diamo grande attenzione ai tessuti - spiega - realizzati in gran parte in esclusiva nel distretto biellese e pratese. Per l’estate abbiamo scelto lini mischiati al cotone e alla lana, non lavati ma nitidi, in colori ricercati: bianco ma anche rosso, che non manca mai in assortimento, ruggine, cammello e blu pavone». Abbandonato il tema etnico, i principali motivi sono le righe, regolari e non, e il macro galles, che il gioco di cromie rende più ironici e irriverenti. All’insegna del divertissement anche il completo maschile, dove la label si sta rafforzando. «C’è un ritorno di interesse per l’abito - conferma Reggiani - cui abbiamo deciso di rispondere con gli stessi canoni della giacca, specie nella palette e nelle note volutamente “stonate”». Il marchio, già apprezzato in Italia e in Giappone, sta inoltre investendo nello sviluppo all’estero. «Ci stiamo rafforzando in Corea - anticipa il titolare Enrico Mezzadri - e avviando in Svizzera e Austria. Tra gli obiettivi di lungo ci sono gli Stati Uniti». «Per intensificare i legami con il consumatore italiano - prosegue - abbiamo in programma eventi presso selezionati multibrand, sulla falsariga di quello organizzato di recente a Torino, da Lucifer Vir Honestus». Un’occasione per far indossare il particolare menswear targato Enrico e ricevere un feedback diretto (e non mediato dal social network di turno) dai clienti, reali o potenziali. (e.f.)


BALDININI

Progetti a tutto campo New worldwide shops, a double-digit growth in e-commerce, investments on new collections (Baldinini Trend) and on a brand extension for the Italian footwear brand Baldinini. Baldinini a Pitti Uomo: cosa vedremo in Fortezza da Basso? Qualità e artigianalità, in una collezione che presenta il giusto mix tra gusto italiano avantgarde e forme moderne. Tra i modelli di punta c’è il mocassino nella variante in vitello bianco, con fondo ricoperto in cuoio naturale e suola in gomma: il must dell’estate 2018! A cosa state lavorando in questo periodo? Una delle novità è la linea Baldinini Trend, rinnovata e che trova la sua massima espressione nella piattaforma online

baldininitrend.it, appena lanciata e gestita internamente. Baldinini Trend è inoltre distribuita in selezionati monomarca: Milano, Roma, Rimini e a breve Orio al Serio.

Pietroburgo, dove sono attive quattro nostre boutique, puntando parallelamente ad altri tre opening. Anche a Mosca è previsto un restyling dei negozi Baldinini. In America abbiamo scelto gli spazi a gestione A proposito di online, diretta, al Roosevelt Field Mall di New quanto conta per Baldinini? York, al Brickell City Centre di Miami Gimmi Baldinini Credo molto nell’omnicanalità. e da Short Hills a Long Island. In Cina Negli ultimi anni, oltre a puntare sono quattro i monomarca, ma novità sui siti di Baldinini e Baldinini Trend, abbiamo si profilano a Shanghai e Pechino. Non finisce fatto un importante investimento sul database, qui: nel Middle East abbiamo in vista una vetrina per profilare i clienti e fornire loro una customer in franchising nel Mall of Emirates di Dubai e experience omnichannel e multisensoriale. una, esclusiva, alle Galeries Lafayette di Doha. Registriamo un incremento worldwide a doppia In Italia il punto vendita milanese di piazza San cifra dell’e-commerce e l’obiettivo è arrivare, nel Babila è stato completamente ripensato. breve-medio termine, a realizzare in questo canale circa il 20% del turnover totale del marchio. Brand extension: a che punto siete? Le fragranze Baldinini “Multicolor Leather Cosa mi dice a proposito del retail fisico? Straps” stanno andando bene. E gli orologi C’è parecchia carne al fuoco: in Russia stiamo uomo e donna saranno pronti a partire dalla ■ rinnovando l’offerta e lo store concept a San seconda metà del 2017.

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ALEA

«Abbiamo 65 anni, ma siamo sempre più unconventional» On the occasion of the 65th anniversary of Alea, communication director Giancarlo Tafuro speaks about the future of the AFI’s brand, geared towards a more and more unconventional style. Alea festeggia 65 anni: come sta evolvendo il brand? Produce camicie dal lontano 1952 e ora, dopo avere intrapreso un’operazione di rilancio, inserendo tecniche o dettagli innovativi, punta sempre più verso un menswear contemporaneo e non convenzionale, senza mai dimenticare anche il formale, parte essenziale del suo background. Quali sono le novità che presentate a Pitti Uomo? Stampe inedite e ricami esclusivi, capaci di rendere le camicie ancora più preziose. Oltre a proposte realizzate con il tessuto seersucker, utilizzato per la prima volta, per un touch esclusivo e tridimensionale.

Alea Fashion Industries ha in portafoglio licenze come Calvin Klein, Michael Kors, Carlo Pignatelli, Ungaro e Tommy Hilfiger Tailored. Ci sono sviluppi? Sì, e importanti: in ballo ci sono trattative per l’acquisizione di altre due licenze. Si tratta di nomi internazionali, che sveleremo non appena avremo definito. (a.t.)

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2. Giancarlo Tafuro, direttore della comunicazione di Alea 1. Un outfit di Alea primavera-estate 2017

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DOPO MICHAEL COAL ARRIVA NON TO BE FOUND After gaining an international audience with Michael Coal casual trousers, Germin Group debuts in Florence, during Pitti Uomo, with the new Not to be found collection. Pants again, but with a different flair.

Progetti distributivi? Al momento Alea viene venduto principalmente in Italia. La prossima stagione segna un importante step, con l’apertura ai mercati del Nord Europa: Scandinavia, Benelux e Germania.

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GERMIN GROUP/specialisti dei pantaloni

Dopo aver conquistato un pubblico internazionale con la linea di pantaloni informali maschili Michael Coal (nella foto), Germin Group si lancia in una nuova avventura con Not to be found, che debutta a Firenze con un evento, in calendario durante Pitti Uomo. «Una label con cui puntiamo a conquistare un ulteriore target di clientela, concentrandoci su pantaloni con volumi aggiornati, vestibilità più ampie, con fondi di 18 centimetri e una vasta scelta a livello di pince, da una fino a tre», spiega Michele Carbone, titolare dell’azienda di Nola con i suoi tre fratelli, nonché responsabile della parte stile. Confezionati con tessuti cimosati realizzati in esclusiva da produttori selezionati, i pantaloni Not to be found comprendono chino e jeans in versione attualizzata e un pacchetto work con tasconi. Andaranno in vendita dai 40 ai 65 euro sell-in, con ricarichi

da 2,8 a 3,2. Una nuova freccia all’arco della realtà campana, che produce pantaloni anche in conto terzi e scesa in campo nel 2010 con Michael Coal, brand che ha generato un giro di affari di 12 milioni nel 2016, in netta crescita rispetto ai 7,9 del 2015. «In pochi anni ci siamo fatti apprezzare grazie ai contenuti del marchio, che si posiziona su una fascia prezzi analoga a Not to be found: una proposta casual chic made in Italy, che declina il pantalone informale nelle diverse versioni, a partire dal chino per arrivare al jeans, con linee pulite, una grande attenzione ai dettagli e alla scelta delle materie prime - spiega Carbone -. Una collezione che esponiamo a Pitti Uomo, venduta da boutique come Excelsior a Milano, Magenta Homme a Brescia, Gruppo Clark e Zita Fabiani nel Lazio, Della Martira in Emilia Romagna, per citarne alcune, oltre che nei siti di e-commerce più esclusivi». (c.me.)


TAGLIATORE/PINO LERARIO

«I pantaloni li portiamo noi. E anche le gonne» BALLY A PITTI UOMO

debutto con capsule Bally makes its debut at Pitti Immagine Uomo with a capsule of four vintage sneakers. Competition, Super Smash, Galaxy e Vita-Parcours: sono questi i primi modelli della nuova collezione di sneaker firmata Bally. Il marchio svizzero di abbigliamento e accessori, per la prima volta tra gli espositori di Pitti Immagine Uomo, pesca negli archivi degli anni Sessanta-Ottanta i suoi modelli di maggior successo e li ripropone in chiave contemporanea. Il risultato sono quattro “re-make”, che come stile spaziano dall’hip hop al tennis, fino al running e al casual: prima capsule di una collezione più ampia, disponibile nei punti vendita e online a partire da gennaio 2018. (a.t.) la special edition di SIVIGLIA

10 di questi anni

On the occasion of its 10th anniversary, Siviglia launched a special capsule. Presente a Pitti Uomo con le nuove proposte per la spring-summer 2018, Siviglia taglia il traguardo dei dieci anni nel 2017. Un importante anniversario, al quale è dedicata una special edition di cinque pantaloni realizzati per la stagione in corso, che raccontano la storia del brand, richiamandone gli esordi e sintetizzando gli atout dei capi iconici. Grazie alla collaborazione con alcuni tessitori, i cinque modelli si caratterizzano per altrettante etichette speciali: ognuna identifica un diverso tipo di stoffa ed è firmata dalla rispettiva azienda che ha fornito il tessuto. Sulle etichette, cinque diverse immagini, stampate e dipinte a mano, richiamano in modo evocativo le origini del brand, particolarmente legate al pantalone con toppa entro gamba, ispirato a quelli indossati dai picadores spagnoli.

Tagliatore’s diversification strategy goes on: the brand launches a line of pants and a jogging capsule for spring-summer 2018. Meanwhile cotton suits come in the foreground again. Pino Lerario, direttore creativo e titolare di Tagliatore (Confezioni Lerario) annuncia un nuovo step nella strategia di diversificazione del brand. A Pitti Uomo arrivano per la prima volta i pantaloni e una linea di jogging , mentre nuove merceologie sono in fase di studio. Intanto evolve la donna, che oggi rappresenta il 18% del giro di affari, e cresce il giro di affari. A Pitti Uomo lanciate i pantaloni e una capsule dedicata al jogging... La nuova collezione di pantaloni è costituita da sei modelli, dal classico con una/due pince, al chino o a modelli più particolari con predisposizione per le bretelle. Per la spring-summer 2018 inseriremo in collezione, tra le altre novità, una capsule jogging. Intanto siamo alla ricerca dei partner ideali con cui sviluppare ulteriormente il progetto di brand extension. Quali le novità nell’universo giaccheabiti di Tagliatore? Oltre alle nostre giacche iconiche, la collezione vede il ritorno dell’abito in cotone, la presenza di articoli in tessuti solaro, in lino miscelati con lana e cotone, in jersey di cotone e lino in varie fantasie e gli inconfondibili regimental. Verrà dato ampio spazio alla capsule da cerimonia e ci sarà l’inserimento di una field jacket rivisitata extra light. Come sta evolvendo il womenswear? La donna, che nel 2016 ha rappresentato il 18% del giro di affari, continua a darci grandi soddisfazioni, sia nei mercati stranieri che in Italia, dove cresce notevolmente. Ora a giacche e tailleur slim fit affianchiamo cappottini e trench dalla vestibilità più morbida e per l’estate proporremo un tailleur con gonna, in alternativa al classico con pantalone.

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Lo scorso anno aveva annunciato l’intenzione di aprire uno store a Milano… Stiamo valutando con particolare attenzione tutti gli elementi necessari per poter sviluppare al meglio il progetto: location, gestione, eccetera. Quale il giro di affari del 2016? Abbiamo raggiunto un fatturato di 21,5 milioni, rispetto ai 18,5 del 2015. Per il 2017 prevediamo un aumento del 5% circa. L’export rappresenta il 50% del nostro fatturato. I mercati di riferimento sono Giappone (18%), Germania (10%) e a seguire Turchia, Canada, Svezia, Norvegia, Danimarca, Austria, Svizzera, Francia e Corea del Sud. Abbiamo iniziato una collaborazione da circa due stagioni negli Stati Uniti, con feedback positivi, mentre stiamo valutando i partner e la strategia commerciale più adatta per entrare in Russia. Vendete anche online? I capi sono disponibili su LuisaViaRoma, Farfetch e negli e-store dei nostri rivenditori. (c.me.)

1. Pino Lerario, direttore creativo e titolare di Tagliatore 2. Un outfit del brand per la primavera-estate 2018

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NUOVI TALENTI A FIRENZE

i fantastici 6 pronti al podio di who is on next? Ecco i sei finalisti che si contendono la vittoria alla nona edizione del concorso per giovani talenti “Who is on Next? Uomo 2017”, organizzato da Fondazione Pitti Immagine Discovery e promosso da Pitti Immagine Uomo con Altaroma e L’Uomo Vogue. La proclamazione il 13 giugno a Palazzo Vecchio di AnGELA TOVAZZI

Here are the six finalists of the contest “Who is on Next? Uomo 2017”. The winners’ proclamation will be on June 13th at Palazzo Vecchio, in Florence.

magliano Nato a Bologna, dopo un’esperienza con la stilista Manuela Arcari (Hache e Ter et Bantine), Luca Magliano si cimenta prima nel womenswear e poi lancia una capsule uomo, prodotta da Arcari e Co.

milano140 Tailoring classico, con tessuti di pregio, e visione contemporanea: questa la ricetta su cui scommettono i fondatori Michele Canziani e Stefano Ghidotti.

bad deal Street art, cultura underground e sportswear si incontrano in Bad Deal, che i fondatori Zoow24 e Marina Rubini definiscono «un incidente estetico tra un tunnel metropolitano e un giardino di rose».

omar Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bologna, Omar Nardi ha studiato fashion design alla Royal Academy of Fine Arts di Anversa e dal 2015 firma il suo brand, focalizzato su capi gender fluid.

selfmade Selfmade by Gianfranco Villegas è un brand che trae ispirazione dalle origini filippine del designer, dalla sartorialità italiana, dalla musica hip-hop e da suggestioni street.

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matteo lamandini Classe 1989, l’ex studente Marangoni ha vinto nel 2014 il premio “Designer for Tomorrow” a Berlino e al concorso si candida con il suo stile, che interpreta in chiave ironica il tailoring tradizionale.

SAVE THE DUCK

christopher raeburn is back The eco-duvet brand collaborates for the second time with the British designer: at Pitti Uomo a 100% recycled luxury capsule collection. Fa il bis il sodalizio tra il brand di piumini animal-friendly Save the Duck e Christopher Raeburn. Dopo la capsule dell’inverno 2017/2018, a Pitti Uomo arriva la seconda luxury collection del progetto Recycled, disegnata dallo stilista britannico conosciuto per le sue sperimentazioni stilistiche su tessuti e materiali riciclati. Una collezione caratterizzata dal tema delle trapunte multiple dal peso ridotto, per capi 100% eco-sostenibili, che possono essere sovrapposti tra loro: bomber, field-jacket e parka termonastrati dal sapore urbano, oltre a una felpa-trapunta, che con i loro interni termici sono pensati per modulare a piacimento la protezione da un clima instabile e imprevedibile come quello della stagione estiva. La capsule verrà distribuita in un centinaio di top luxury store nel mondo, grazie alla collaborazione con la showroom Tomorrow. (a.t.)


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E-PITTI.COM

Salon of Excellence

ormai i talentI si scoprono sul digital

Nuovo look, con un occhio al mobile

Back in Florence on June 13th the appointment with Salon of Excellence, a hub of excellences in men’s tailoring universe and women’s craftsmanship..

The visibility of Pitti Uomo, Pitti Bimbo and Pitti Filati will be amplified as usual by the online fairs, under the umbrella of e-Pitti.com platform. Meanwhile the iPad Ready-to-Order app, launched to collect sales orders, is gaining ground.

Torna a Firenze nei giorni di Pitti Uomo il Salon of Excellence, momento di incontro di eccellenze del mondo sartoriale maschile e dell’artigianato femminile. La kermesse, organizzata da De Gorsi in partnership con la Camera Italiana dei Buyer Moda, presideduta da Mario Dell’Oglio, è on schedule il 13 giugno, ancora una volta a Palazzo Capponi Vettori. Come sempre sarà un momento di approfondimento di tematiche attuali: la consueta tavola rotonda, moderata da Marc Sondermann, direttore di Fashion, analizzerà l’importanza dello scouting di nuovi talenti tramite le piattaforme digitali. Non a caso il titolo è New Designers’ Scouting Becomes Digital (How The Digital Era Scouting Will Find Talented Fashion Designers). Nel parterre dei relatori figurano Mario Dell’Oglio, che presenterà la nuova piattaforma digital dei Best Shops, Elisa Cesari di Lambert & Associates, Claudio Betti di Spinnaker boutique ad Alassio, Andrea Molteni di Tessabit a Como, Bruna Caselli di Bernardelli Store a Mantova e Giorgia Caovilla, fondatrice e stilista di O’Jour calzature. Prevista come sempre l’assegnazione dei Fashion Excellence Award, che premiano il top della ricerca di giovani talenti. E tornano il Fashion Frames, area dedicata ai designer attenti alla ricerca stilistica nella moda femminile, e la presentazione dei progetti di (c.me.) Masters of Craftmanship, dedicati al top della sartoria.

La tavola rotonda alla scorsa edizione del Salon of Excellence. Moderatore Marc Sondermann, direttore di Fashion

Dopo i buoni risultati della stagione invernale si attende il debutto della tornata estiva delle fiere online di Pitti Uomo, Pitti Bimbo e Pitti Filati, che partono dopo la chiusura delle rispettive manifestazioni fisiche e restano on air per un periodo di circa due mesi. Ad attendere gli internauti un nuovo look per la piattaforma, con un occhio particolare all’esperienza di navigazione da mobile, visto che il 32% degli accessi a e-Pitti.com arriva da smartphone e l’8% da tablet. La fiera digitale continua il suo percorso di evoluzione, confermato dai buoni risultati dell’ultima stagione, con Pitti Uomo a +3,5% di buyer internazionali, Pitti Bimbo a +8,2% e Pitti Filati in progress dell’11,4%. In totale la rassegna online ha visto la partecipazione di 1.356 marchi nell’arco di 11 settimane, di cui 918 del menswear, 356 del bimbo e 73 dei filati. E ha permesso di incrementare del 13% il bacino di compratori che intervengono alla fiera fisica. Intanto prende piede Ready-toOrder, la app di raccolta ordini su iPad. Lanciata nel gennaio del 2016, comincia a dare i frutti attesi. «Sono 40 i brand che iniziano a usarla - spiega Francesco Bottigliero, ceo di e-Pitti.com - e l’obiettivo è raggiungere quota 80 entro la fine dell’anno fiscale in corso. Un tool che costa solo 40 euro al mese, ma rappresenta un’importante soluzione per le piccole aziende e non solo». (c.me.)

Award IN GERMANIA

Anche Pitti Uomo tra i premiati da TextilWirtschaft During the annual TextilWirtschaft Forum, held at Heidelberg und Schwetzingen, Pitti Uomo gained a honor award, thanks to its ability to create a unique platform, able to influence and constantly renew menswear sector. La carica innovativa di Pitti Uomo è valsa alla rassegna fiorentina il premio d’onore assegnato ad Heidelberg nel corso dell’annuale Forum organizzato dal settimanale tedesco TextilWirtschaft. «Il salone ha dato vita a una piattaforma unica, capace di influenzare e innovare costantemente il settore del menswear, introducendo contenuti creativi e di comunicazione», questa la motivazione per l’award assegnato alla kermesse. «Pitti Uomo e le sue aziende - è stato il commento di Michael Werner, direttore di TextilWirtschaft - sono riusciti a creare qualcosa di unico: un evento e un fenomeno culturale, la più importate piattaforma per il menswear al mondo, molto più di una manifestazione fieristica». Durante il TW-Forum sono stati premiati anche Adidas Originals («Per i prodotti innovativi, la comunicazione creativa e la forza nella distribuzione») e Outfittery, e-tailer fondato nel 2012 a Berlino da Alex e Julia Bösch, rivolto a una clientela maschile e basato su una formula innovativa, che permette agli utenti di usufruire di un servizio personalizzato, dove la consulenza gioca un ruolo chiave. (c.me.)

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LANEROSSI E VITALE BARBERIS CANONICO

I 50 ANNI DI LORETTA CAPONI

LA PAROLA VA ANCHE AI Tessuti

A Palazzo Vecchio, tra virtuale e reale

Fabrics come to the foreground at Pitti Uomo with two exhibitions. One is promoted by Gruppo Marzotto together with Filivivi for Lanerossi, the other is organized by Vitale Barberis Canonico.

A virtual fashion show at Palazzo Pitti, on June 15th, celebrates the 50th anniversary of Loretta Caponi, iconic Tuscan brand synonymous with high fashion lingerie and embroidery. For the occasion, a new collection of pajamas will be launched.

1. Tessuti di Vitale Barberis Canonico 2. Armando Testa per l’advertising di Lanerossi (1953)

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Anche i tessuti entrano a Pitti Uomo con due interessanti rassegne. Il Gruppo Marzotto e Filivivi celebrano i 200 anni di attività di Lanerossi con la mostra Il filo rosso delle idee. Lanerossi 200 anni, che si tiene alla Limonaia di Villa Vittoria dal 13 al 16 giugno, e anche durante Pitti Filati, al Teatrino Lorenese della Fortezza da Basso, dal 28 al 30 giugno. Un focus sulle opere dei maggiori autori che hanno collaborato con l’azienda sul fronte della comunicazione, a partire dagli anni Trenta del Novecento. Nomi come Adolfo Busi, Armando Testa e Ugo Mulas. In Fortezza, nei giorni di Pitti Uomo, Vitale Barberis Canonico trasforma la Polveriera in una camera delle meraviglie, per accogliere gli articoli provenienti dell’archivio storico. Il risultato di un saper fare di oltre 350 anni. Non a caso il titolo della rassegna è 1663. Fabric Tales, rimando all’anno di nascita dell’azienda. Nello stand sarà possibile anche accedere all’archivio digitale dell’azienda - oltre 2.500 volumi - e prendere visione della nuova collezione di tessuti nella lana speciale 21 Micron: volutamente non sottili, elastici e nervosi. (c.me.)

Nel 1967 Loretta Caponi apre il suo primo negozio a Firenze, in Borgo Ognissanti, ma già dai primi anni Cinquanta le sue creazioni erano apprezzate da un pubblico sofisticato e internazionale. Merito della maestria nell’arte del ricamo e di una façon impeccabile, che sono il trademark della maison, divenuta negli anni sinonimo di lingerie e camicie da notte d’alta moda, biancheria per la casa, vestaglie e pigiami maschili, e per i decori realizzati per ville e yacht di lusso. In occasione del 50esimo anniversario Loretta Caponi debutta a Pitti Uomo con una sfilata virtuale, di scena la sera del 15 giugno nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, per raccontare il percorso di questo marchio iconico del made in Italy, che nell’atelier odierno di via Tornabuoni (nella foto) continua il percorso avviato dalla fondatrice, scomparsa due anni fa, sotto la guida di sua figlia Lucia Caponi. Un happening per ricordare i successi del passato e, al tempo stesso, per guardare al futuro: viene presentata infatti una nuova collezione di 140 pigiami per lei e per lui, dedicata all’icona del fiore. Una proposta di alto artigianato, che si arricchisce di un sapore attuale e senza tempo. (c.me.)

A Palazzo Pitti

Il Museo effimero della moda “The ephemeral museum of Fashion”, starting on June 13 at Palazzo Pitti, is a reflection on the deepest sense of fashion: an occasion to offer a new point of view on the collections at Galleria del Costume e della Moda. La rassegna Il Museo Effimero della Moda, che si inaugura a Palazzo Pitti il 13 giugno e resta aperta fino al 22 ottobre, è una riflessione sui meccanismi della moda e sul suo senso più profondo. Prodotta da Fondazione Pitti Immagine Discovery, in collaborazione con Gallerie degli Uffizi e Palais Galliera, l’expo rappresenta il secondo episodio del programma triennale promosso dal Centro di Firenze per la Moda Italiana e dalle stesse Gallerie degli Uffizi. «Un’occasione per aprire gli archivi e offrire ai visitatori un nuovo punto di vista sulle collezioni e sugli spazi della Galleria del Costume e della Moda, che porta a compimento il percorso evolutivo verso lo status di Museo della Moda di Palazzo Pitti», come spiega Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi. Quasi 200 in totale le creazioni esposte, selezionate da metà Ottocento ai giorni nostri e distribuite in 18 sale: proposte che portano firme come Sartoria Worth, Mariano Fortuny Venezia o Sartoria Emilio Federico Schuberth e, ai giorni nostri, Gucci, Lanvin, Armani, Valentino, Prada, Dolce&Gabbana e altri. (c.me.)

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Moose Knuckles

I piumini from canada alla conquista dell’europa The Canadian duvet brand is emerging in Europe thanks to 450 doors and it’s ready to move the first steps in retail. Torna a Firenze con un tono energico e coinvolgente nel raccontare le ultime evoluzioni del business. È Marco D’Avanzo, general manager per l’Europa di Moose Knuckles, marchio canadese di piumini dall’anima fashion indossati da Chiara Ferragni, Olivia Palermo e Zac Efron. La divisione europea è nata da poco più di un anno (ottobre 2016), ma i risultati stanno già arrivando: «In questi mesi siamo riusciti a triplicare la distribuzione. Siamo già in 450 door con 257 clienti in Europa, e anche in Italia ci stiamo facendo notare, grazie a 100 vetrine e 47 clienti», fa il punto

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1. Marco D’Avanzo, general manager Moose Knuckles in Europa 2. Una preview Moose Knuckles che sarà a Pitti Uomo

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D’Avanzo, che prima di diventare general manager di Moose Knuckles in Europa lavorava per Woolrich proprio come il sales director Cristiano Citron. In Italia, la stock list include già nomi di multimarca importanti come Vinicio, Wise, LuisaViaRoma, ma al management team non basta. «A Pitti ci presentiamo con uno stand nel cortile della Fortezza, più bello e più grande di sei mesi fa. Ma il meglio di noi lo daremo a gennaio. Vi stupiremo». Tra le novità in arrivo, c’è il debutto nel retail: a ottobre aprirà a Toronto il primo monomarca. A livello di prodotto la collezione seguirà la stessa strada intrapresa con successo da diverse stagioni: uscire dalla logica del grande freddo per realizzare capi funzionali ma fashion, disegnati da un team creativo guidato da due designer, Steph Hoff e Tu Ly (ex Ports1961). «Il segreto del nostro successo è quello di non essere considerati un marchio di outwear, ma di moda. Nei grandi departmenrt store non siamo mai posizionati vicino a Canada Goose, ma piuttosto a Dolce&Gabbana e vogliamo che continui a essere così». (an.bi.)

FANGA

«il nostro sogno È aprire il primo negozio a milano» The footwear brand launched by Lorenzo Fusina and Bruno Riffeser Monti is slowly but steadily evolving: the project grows and conquers some top international stores. Waiting for the first flagship Fanga. 1 «Non vogliamo rimanere per sempre degli artigiani, ma promuovere la cultura artigianale essendo un’azienda». Sanno esattamente dove intendono andare Lorenzo Fusina, 26 anni, e Bruno Riffeser Monti, 25 anni, che nel 2016 hanno dato vita al marchio di calzature di alta gamma Fanga, che in dialetto bolognese significa scarpa. Il brand, che per la terza stagione sarà a Pitti Immagine Uomo, nello stand al Piano Attico del salone presenterà otto nuovi modelli, il doppio rispetto a sei mesi fa. Tutto il progetto è in lenta ma costante evoluzione: altro segnale di crescita è il fatto che le calzature non saranno più disponibili solo su ordinazione, ma da settembre saranno vendute anche da top shop come L’Eclaireur a Parigi e da L’inde Le Palais a Bologna. «A Pitti - spiegano Fusina e Riffeser Monti - c’è stato subito interesse

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1. Bruno Riffeser Monti e Lorenzo Fusina, amici-imprenditori artefici del brand di calzature di alta gamma Fanga 2. Un modello Fanga per la primaveraestate 2018

per Fanga e abbiamo avuto ottimi contatti con buyer importanti. Poi abbiamo fatto dei trunk show a Dubai e a Londra per far toccare con mano il nostro prodotto. Ora torniamo a Firenze per stringere partnership già ben avviate che ci porteranno anche a Los Angeles». Archiviata la fiera fiorentina, i due amiciimprenditori avranno altre novità a cui dedicarsi: affiancare alla showroom di Bologna un vero e proprio atelier e aprire un monomarca:«Contiamo di inaugurare l’Atelier Fanga entro pochi mesi - precisano - e lavoreremo alla realizzazione del nostro sogno, che è quello di aprire il nostro primo negozio a Milano nel 2019». (an.bi.)



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Lumberjack

«con dubai scatta il piano retail»

WRANGLER

«dopo l’opening di napoli, punteremo su milano»

Lumberjack is back at Pitti Uomo with We, the special collection that includes jackets and bags. Soon the first monobrand store will be opened in Dubai. And Italy will follow.

Wrangler’s 70th anniversary celebrations go on. The brand brings again at Pitti Uomo the capsule with Peter Max, and is ready for the opening of the first Italian store in Naples. Waiting for Milan, in 2018. Proseguono i festeggiamenti per il 70esimo anniversario di Wrangler. Il marchio storico del jeanswear torna alla ribalta di Pitti Uomo con le collezioni per la prossima estate e con un “nuovo capitolo” della capsule con Peter Max. Ne parliamo con Rino Castiglione, presidente Emea del brand, che annuncia l’opening del primo store italiano, a Napoli. «E per il 2018 puntiamo su Milano», annuncia. Come evolve il brand? Abbiamo effettuato un lavoro di rilancio sul prodotto per riagganciare i valori dell’etichetta nel momento di massimo splendore, gli anni Settanta. In questa direzione va anche la capsule in partnership con Peter Max, l’artista della stampa psichedelica, lanciata allo scorso Pitti Uomo di gennaio. Quali i riscontri di questa capsule? È la nostra punta di diamante, rivolta ai negozi al top (un jeans costa di media 160 euro): un supporto nel rilancio del marchio, che presentiamo nei templi dell’eleganza come Corso Como 10 a Milano e Colette a Parigi. E che potrebbe aprire la strada a future collaborazioni. Ora approdate a Napoli con il primo negozio italiano... L’apertura di Napoli, prevista in via Toledo entro giugno, rientra in un progetto che mira ad avviare 50 negozi in partnership in tutta l’area Emea entro il 2020, di cui 20 già quest’anno, che si sommeranno alle 210 door già operative. E per il 2018 puntiamo a anche su Milano. Quanto conta l’e-commerce? In Europa copre tra il 12 e il 15% del giro di affari, ma le progressioni sono rapidissime, grazie al nostro sito, inaugurato due anni fa, e alla presenza su piattaforme come Zalando, Amazon e Asos e Yoox. Quale l’outlook per il 2017? Puntiamo a una crescita dell’8-9% entro fine anno, con mercati come la Polonia dove andiamo a gonfie vele, considerando che 155 dei nostri 210 negozi monomarca sono in questo Paese (c.me.)

Dopo il debutto a Pitti Uomo con la nuova 1 etichetta We, lo scorso gennaio, Lumberjack affila ulteriormente le armi di questo progetto, che strizza l’occhio all’universo lifestyle con una proposta di giacche “modulari”, abbinate alle calzature. «I risultati sono andati oltre le aspettative - racconta Andrea Vecchiato, a.d. della label in capo al gruppo turco Zylan dal 2012 -. Il Modular Jacket System sarà distribuito infatti in quasi 200 punti vendita qualificati in Italia». Adesso è tempo di declinarlo in versione estiva: al salone fiorentino sono esposte tre giacche (gilet ultralight, giacca water resistant e antivento e giubbino leggero) abbinabili e indipendenti tra loro, vendibili anche singolarmente, che assicurano protezione e comfort, in un periodo dell’anno caratterizzato da notevoli variazioni climatiche. Sul fronte calzature, grande novità è la collaborazione con Vibram, con due inedite linee antiscivolo caratterizzate da battistrada con inserti full grip. E ora scatta il piano retail, con l’opening dei primi monomarca. «Entro settembre spiega Vecchiato - inaugureremo il primo concept store a Dubai, in collaborazione col nostro distributore di zona e poi sarà la volta dei primi punti vendita in Italia». «Ma - tiene a puntualizzare - la strategia distributiva di Lumberjack in Europa rimane fortemente indirizzata al canale multimarca, in cui vediamo il nostro vero partner». Prosegue l’espansione della label nell’Est Europa, in Middle East e in Asia, dove in progetto c’è l’opening dei primi shop in shop a Hong Kong. Dopo un 2016 chiuso a quota 36 milioni di euro, le previsioni per il 2017 sono di arrivare a sfiorare i 40 milioni. «Ci aspettiamo un export in crescita importante, che arrivi a pesare circa il 20% del fatturato, con l’obiettivo di arrivare al 35% nel 2021. (c.me.)

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1. Rino Castiglione, presidente Emea di Wrangler 2. Alcune proposte del brand 2

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1. Andrea Vecchiato, a.d. di Lumberjack 2. Close up su una proposta della nuova etichetta We di Lumberjack

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Rossignol apparel

sempre più fashion con pompilio

North Sails

torna all’heritage ma il team è tutto nuovo Paul Gautier, formerly Puma’s top manager, presents at Pitti Uomo the official re-launched plan of North Sails. Nuovo ceo (Paul Gautier, in arrivo da Puma), nuovo designer (Ben Mears, con un passato in Tommy Hilfiger), un nuovo retail concept (che debutterà a Milano): North Sails è riuscita a concentrare in pochi mesi tutta una serie di novità, gettando le basi di una strategia di rilancio per il brand che nel 2017 festeggia i 60 anni di storia (è stato fondato nel 1957). L’avvicendamento alla guida manageriale di North Sails Collection resta il cambiamento principale: fuori Eric Bijlsma, dentro Gautier. Il manager, che è arrivato in azienda a marzo 2017, ha subito deciso di attuare una rivoluzione: tornare alle origini. Con l’acquisizione da parte del fondo Oakley Capital nel 2014, il marchio che da sempre lega la sua immagine al mondo della vela era andato incontro a una serie di evoluzioni sul fronte del prodotto: la segmentazione della collezione in tre label diverse e la scelta di “nascondere” lo storico logo dai capi. Ora Gautier annuncia il dietrofront. «Torneremo ad avere una collezione unica - ha commentato alla vigilia di Pitti Uomo il ceo - e a parlare di lifestyle e innovazione tecnologica più che di fashion. Il nostro logo tornerà sui nostri capi. Perché è questo che i clienti chiedono: heritage». Al lavoro sulle collezioni uomo donna e bambino c’è Ben Mears in qualità di head designer. «Ci siamo capiti al volo - racconta il ceo -. Ben è un designer che condivide l’estetica classica di North Sails, ma in grado di portarla a un risultato più contemporaneo». Lo stand di Pitti Uomo a Firenze, incentrato sulla forza del marchio, sarà la prima occasione per comunicare ai buyer la svolta del brand. A seguire toccherà alle campagne di comunicazione e al nuovo retail concept raccontare il nuovo corso. «Testeremo la nuova immagine di negozio nel 2018, partendo da Milano», anticipa Gautier. «In Italia (dove sono presenti 20 monomarca, ndr) vogliamo consolidarci. Il nostro obiettivo è di rafforzare il marchio in Europa, Spagna in primis, senza dimenticare un’apertura negli Usa, dove abbiamo tre store». (an.bi.)

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1. Paul Gautier, ceo di North Sails 2. Una preview North Sails primavera-estate 2018

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Rossignol is continuing to evolve its apparel unit and in order to approach a premium clients has tapped Andrea Pompilio to design a part of the collection starting from winter 2018.

Da quando nel 2015 è stata lanciata la divisione apparel, l’obiettivo è sempre stato quello di tradurre l’heritage di Rossignol in una collezione di abbigliamento contemporanea da indossare in montagna come in città. Obiettivo centrato, assicura l’amministratore delegato della unit, Alessandro Locatelli: «Lo dimostra il fatto che la nostra distribuzione ormai non è solo fatta di negozi sportivi specializzati, ma anche di importanti boutique multimarca dell’high contemporary e dei più prestigiosi department store». Per dare ulteriore sprint a questa evoluzione, a partire dall’autunno-inverno 2018/2019, è stato chiamato lo stilista Andrea Pompilio a disegnare la parte più urbana della proposta Rossignol, quella denominata denominata Studio. In attesa dell’arrivo del designer italiano, che in passato ha lavorato per marchi come Bally e Prada, il marchio del gallo tricolore si presenta a Pitti Uomo con una collezione sempre più forte: «Continuiamo a concentrarci sui capispalla - spiega Locatelli - e sulla maglieria, che non è più solo tecnica. Siamo anche molto soddisfatti della vendita di calzature. Una vera sorpresa». Al di là del prodotto, i prossimi passi di Rossignol sono già segnati e vedono il potenziamento delle 2 vendite online. «A ottobre di quest’anno - annuncia l’a.d. 1. Alessandro Locatelli, lanceremo il nostro nuovo sito ceo di Rossignol Apparel di e-commerce. Non si tratta di 2. Un’anticipazione della collezione della primaveraun restyling, ma di un reboot estate 2018 vero e proprio con una nuova piattaforma e un nuovo concept grafico. In più continueremo a lavorare con i principali e-tailer come Farfetch». Parallelamente Rossignol porta avanti la sua strategia retail: in autunno aprirà un flagship store a Oslo, che porterà a quota sette le vetrine monomarca del brand: «Sarà un punto vendita diverso da tutti gli altri - conclude Locatelli - perché non venderà solo abbigliamento come in tutti gli altri negozi, ma ancbe l’attrezzatura sportiva, e in più sperimenterà una serie di funzionalità onmichannel per mettere insieme retail fisico e digitale». (an.bi.)



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Un’anticipazione della linea L.B.M. 1911 per la primavera-estate 2018

FLASH NEWS Both U.S. Polo Assn. and PT Pantaloni Torino present capsule collections at Pitti Uomo, the former dedicated to 2018 world soccer championship in Russia and the latter born from a partnership with designer Fabrizio Giugiaro.

PT PANTALONI TORINO

LUBIAM

Tra su misura ed e-commerce sono le persone che contano Pushing the Su Misura (tailor made) service and investing both on B2B e-commerce and foreign markets, Lubiam is constantly growing. But investing in know-how is as important for this menswear player as business. L’ampliamento del network di partner nell’ambito del servizio Su Misura è una delle priorità del 2017 di Lubiam che, dopo aver registrato nel 2015 un +11% del fatturato, ha superato i 50 milioni di ricavi nel 2017, crescendo del 6,5% e confermando un trend positivo che dura da sei anni. Attualmente il Su Misura, cui è dedicata una divisione specifica, rappresenta il 10% del giro d’affari, con un incremento del 39% sull’anno e un +24% nell’autunno-inverno 2017/2018 nei cappotti, «per i quali è stato introdotto un nuovo servizio di personalizzazione - spiega Giovanni Bianchi, a.d. e direttore dell’ufficio stile -. Anche sul fronte giacche e abiti abbiamo sviluppato modelli ad hoc lavorando sui dettagli, a partire dai revers». «In questo campo - precisa - in cui tradizione ed esperienza sono basilari, bisogna comunque continuare a innovare e innovarsi». Il servizio tailor made, già applicato alle linee Luigi Bianchi Mantova Sartoria, Luigi Mantova Flirt e Lubiam 1911 Cerimonia, è stato esteso nel 2016 al mondo del tinto in capo firmato L.B.M. 1911, con la boutique di via Spiga 30 a Milano come punto di riferimento per la clientela internazionale. Ma le sfide di Lubiam sono molte di più: dalla ricerca di una nuova sede aziendale a New York a un consistente investimento in comunicazione in Giappone, passando per la finalizzazione di una piattaforma di e-commerce business to business, uno strumento prezioso soprattutto all’estero, dove viene realizzato il 44% del turnover, con rialzi a doppia cifra su diversi mercati tra cui Canada (+30%), Norvegia (+35%), Spagna (+24%), Russia (+9%), Regno Unito (+21%) e il già citato Giappone (+10%). Da notare il ruolo fondamentale degli Usa, con il 22% delle esportazioni. Come sottolinea Edgardo Bianchi, a.d. e direttore amministrativo e finanziario, «l’autunno-inverno 2017 si è concluso con un +7,2% e i primi sei mesi non ci hanno delusi. Siamo convinti del fatto che il secondo semestre segnerà una sensibile crescita e per la chiusura d’anno ipotizziamo un +3% per il fatturato totale». Continuano infine per la realtà mantovana gli investimenti in formazione, con un fitto programma di corsi per i dipendenti: del resto, sono le persone a fare il business. (a.b.)

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Gli “ultimate trousers” con Fabrizio Giugiaro Dopo aver realizzato i rivestimenti della Supercar Techrules presentata al Salone di Ginevra 2017, PT Pantaloni Torino fa un passo avanti nell’intesa con Fabrizio Giugiaro (nella foto): il designer ha creato insieme all’azienda i Kult Ultimate Trousers, tre modelli rivoluzionari. Facendo tesoro dell’esperienza di Giugiaro nel settore auto è nato un prodotto che, come spiega il ceo di PT Pantaloni Torino Edoardo Fassino, «protegge da caldo e freddo, è traspirante, non perde la forma e si asciuga in dieci minuti. Un mix tra design, tecnologia e stile».

U.S. POLO ASSN.

A Pitti, pensando ai Mondiali russi Si ispira al calcio la capsule presentata da U.S. Polo Association a Pitti: polo, T-shirt, felpe e beachwear ideate pensando ai Mondiali 2018, che si svolgeranno in Russia, e personalizzate con ricami, applicazioni, stampe e patch. Il marchio - la cui licenza dell’abbigliamento è affidata per l’Europa a Incom, mentre Bonis realizza le scarpe - si presenta a Firenze con uno stand rinnovato: il concept di Riccardo Barthel ricostruisce in Fortezza il guardaroba di un giocatore di polo.



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WHAT’s new @ Milano Moda Uomo

Ph. Imaxtree.com

la fashion week specchio del cambiamento

Meno giorni ma più giovani Una settimana della moda maschile concentrata praticamente in tre giorni, con l’avvio per la prima volta riservato alle scuole. La manifestazione riflette i cambiamenti in atto, tra sfilate co-ed, focus sui giovani e griffe che si spostano a settembre. Capasa: «Il quadro è fluido e in movimento. Cosa mi aspetto? Un evento diffuso, grazie a 32 sfilate, 33 presentazioni e 800 showroom» di Elena Azzola

Milano Moda Uomo (16th-19th June) strengthens its focus on fashion schools and young designers. Main fashion shows are condensed in three days only Ermenegildo Zegna is on stage on 16th June - and the number of co-ed shows is important: one third of the brands chooses this formula.

L’

edizione di Milano Moda Uomo in programma dal 16 al 19 giugno appare per certi versi di transizione, ma racchiude correnti significative di cambiamento. La prima cosa evidente è che, sebbene la partenza ufficiale sia venerdì 16, nella prima giornata di calendario sono attesi solo due eventi: alle 16 Milano Moda Graduate, vetrina sulle scuole di moda italiane alla Fabbrica del Vapore (una delle sedi più gettonate della rassegna) e alle 20 la sfilata di Ermenegildo Zegna, con la seconda prova di Alessandro Sartori alla direzione artistica. Di fatto la kermesse si concentra in tre giornate: sabato 17, domenica 18 e lunedì 19. Inoltre, non era mai successo prima che aprisse con i giovani i quali chiudono anche il cerchio, visto che il 20 giugno, a défilé terminati, è prevista una “coda” con l’evento dedicato al contest internazionale Mittelmoda, sponsorizzato da Lectra. Alta quindi l’attenzione

Diesel Black Gold Resort 2018

piÙ che di fashion week maschile e femminile, È ormai arrivato il momento di parlare di due momenti di comunicazione

riservata ai new talent dalla Camera Nazionale della Moda Italiana, come tiene a sottolineare il presidente Carlo Capasa: «È la prima volta che iniziamo la rassegna con gli allievi dell’ultimo anno delle scuole di moda - ribadisce -. Abbiamo voluto dare un segnale forte: la fashion week dell’uomo, che parte da Firenze e si conclude a Milano, è un evento rivolto al futu-

Palm Angels

ro e in quanto tale ha come ponte i giovani, con il momento clou della sfilata di Milano Moda Graduate ma anche con un’esposizione dal 16 al 19 giugno dei lavori degli studenti, che non sono solo stilisti e modellisti, ma anche stylist ed esperti di marketing e comunicazione della moda». Camera Moda sceglie inoltre di supportare griffe che, pur non essendo emergenti, rap-

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presentano una creatività non “istituzionalizzata”: Christian Pellizzari, Sunnei, Sulvam, Gcds, Malibu 1992, Poan (People of All Nations), special guest a White, così come Wood Wood. «Per essere vitali - commenta Capasa - bisogna investire su novità interessanti e ci aspettiamo che la stampa sostenga questi marchi, presentandosi in forze ai loro show». Scorrendo il calendario emerge però anche che mancano big come Etro, Missoni e Jil Sander, tutti trasmigrati nella fashion week di settembre, in linea con la scelta già fatta da Bottega Veneta e Gucci. Cédric Charlier lascia invece dopo una sola stagione Milano, dove aveva debuttato con la collezione maschile a gennaio, a favore di Parigi dove sfila co-ed. Il brand, in licenza al Gruppo Aeffe, aveva precedentemente svelato le collezioni donna a New York e Parigi. Infine, Federico Curradi è tra i protagonisti di Pitti Uomo. «La situazione è fluida - sottolinea il numero uno di Cnmi - e prevale l’attitula dine a rompere gli settimana della schemi. Più che di moda parte una settimana delda firenze e la moda maschile si conclude a milano (o femminile), è rivolgendosi meglio parlare di al futuro, due momenti di rappresentato comunicazione». dai giovani Non sorprende che già a giugno il ruolo delle sfilate co-ed sia consistente: su 32 défilé, quasi un terzo (dieci per la precisione) adotta questa formula. C’è da dire che, prima ancora che inizino le danze, c’è già un vincitore di questa tornata di passerelle ed è Philipp Plein, mattatore all’ombra della Madonnina con tre show (vedi intervista nelle pagine seguenti). Intanto ci si proietta già verso Milano Moda Donna: la kermesse d’autunno dà il via a un nuovo corso, con le sfilate e i saloni che si presentano compatti in un super-evento e un maggiore coinvolgimento della città e del grande pubblico. Ma Capasa non intende sminuire giugno: «Mi aspetto una bella fashion week con 33 presentazioni in calendario, oltre a 32 sfilate, agli eventi e a 800 showroom aperte in città, che venderanno le collezioni sia uomo che donna, dando vita a una sorta di ■ fiera diffusa di grandi dimensioni».

PREVIEW SPRING-SUMMER 2018 CIFONELLI

DAKS

La giacca a righe sceglie un mix di cotone e lino irlandese. Cotone tinta unita per il pantalone di taglio morbido

MIAORAN

Caban con volumi over, camicie oversize che ricordano le uniformi ospedaliere ed “errori” voluti per sovvertire la perfezione della sartorialità: la fonte di ispirazione delle nuove proposte è la “non conformità”

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Con la collezione primavera-estate 2018 il brand torna al dna prendendo spunto dalla Dolce Vita romana, popolata da uomini sensuali con camicie dal colletto aperto, grandi occhiali da sole e sorrisi malandrini

FRANKIE MORELLO

Materiali e colori dall’allure metropolitana, grazie anche a dettagli come lo scudetto termosaldato sull’avambraccio del capospalla in lino a taglio vivo, da abbinare alla giacca in denim dall’effetto leggermente délavé, alla camicia in popeline super ritorto con grafica #Handmade e al pantalone cargo in felpa, con aspetto stone wash e micro-abrasioni

DIRK BIKKEMBERGS Echi dell’estetica brutalista e agganci al concetto di “utopia radicale” si traducono in uno stile che amalgama il classico con rimandi al workwear



What’s new @ milano moda uomo

Philipp Plein

«Questa sarà la Plein Week» Con tre sfilate in calendario, una per ogni giorno di manifestazione, Philipp Plein si candida a diventare il vero re di Milano e assicura: «Sarà la Plein Week, aspettatevi l’imprevedibile» pagine a cura di Andrea bigozzi

Philipp Plein is the “king” of Milan Fashion Week. The German designer is on styage with three brands: Philipp Plein, Plein Sport and Billionaire, once a day. «This will be the Plein Fashion Week» he says.

Philipp Plein

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re giorni di sfilate e tre giorni di show firmati Philipp Plein. In estrema sintesi la storia di questa settimana della moda, che si consumerà nell’arco di un week end lungo, si potrebbe riassumere così. Lo stilista tedesco ancora una volta ha messo in pratica il suo amore sempre dichiarato per Milano, portando in scena una tripletta di eventi a cui va aggiunto un mega party. Si inizia sabato con il défilé co-ed della prima linea (che sia annuncia più focalizzato sul menswear, mentre quello programmato per settembre a New York darà più spazio al womenswear) per proseguire la domenica con Plein Sport. Il gran finale è affidato a Billionaire, il brand acquisito nel 2016 e che vede Plein in società con l’amico di sempre Flavio Briatore. Philipp Plein Resort 2018

Sfilerà tre volte in tre giorni: come ci si sente a essere il re della fashion week? (Ride) Non sarà la Milano Fashion Week, ma la Plein Fashion Week! Sono entusiasta all’idea di presentare le collezioni dei miei tre brand qui. Milano è la città dove ho iniziato a sfilare e vedere il mio nome in calendario è sempre un onore. I suoi show sono sempre spettacolari: cosa ci dobbiamo aspettare stavolta? Expect the unexpected…come dico sempre! Con la produzione stiamo lavorando a qualcosa che lascerà tutti a bocca aperta. Chiaramente saranno tre show molto diversi fra loro ma accumunati dalla spettacolarità che ci caratterizza. Lei sfila con la prima linea sia a Milano, sia a New York: perché in un’epoca di show unici sceglie di raddoppiare? Mi piace l’idea di alternare le due città, presentando le collezioni uomo e donna in un unico show e come sempre non seguendo la corrente: sono sempre stato ■ un outsider in questo business e continuerò ad esserlo.

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Location

LE SFILATE SVELANO nuovi angoli della città Many shows will be in new locations. N°21 and Neil Barrett will unveil their new headquarters. Licei, ex magazzini, scali ferroviari in disuso, università, headquarters nuovi di zecca: sono solo alcune delle novità tra le location insolite che ospiteranno le sfilate. Tra le novità assolute il Liceo Artistico di via Hajech scelto da Sunnei e gli ex Magazzini Raccordati, sotto i binari della stazione in via Ferrante Aporti, opzionati da Damir Doma. Ci saranno poi Ermenegildo Zegna alla Statale e Palm Angels all’ex Scalo di Porta Romana. Ma la curiosità maggiore degli addetti ai lavori è per N°21 e Neil Barrett, che sfileranno all’interno dei loro nuovi quartier generali, che si trovano rispettivamente in via Archimede 26 e in via Ceresio 7, nell’ex sede Enel.


Les Hommes

Milano come punto fisso, ma nel futuro c’è la cina e...Farfetch Milan remains the source of inspiration for Les Hommes focused on the brand’s expansion plan, targeting the new e-commerce with Farfetch and the opening of 30 new stores in Asia within the next five years.

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1. Il nuovo headquarter di N°21 in via Archimede 2. Neil Barrett sfilerà nella sede appena inaugurata in via Ceresio 7

Arthur Arbesser

pronto per l’uomo e il ready to buy con Yoox In a special event during the fashion week, Arthur Arbesser will present a capsule collection with Yoox including the first menswear pieces by the Austrian designer. C’è attesa per un progetto svelato durante la fashion week maschile di Milano: la prima collezione di abbigliamento maschile firmata dallo stilista Arthur Arbesser e realizzata in collaborazione con Yoox. Una selezione di capi uomo e donna che include outerwear, camicie essenziali, T-shirt e felpe, pantaloni e accessori, che saranno presentati con un evento speciale in programma il 19 giugno in via Tortona 58. Il progetto, che si chiama ARTHUR ARBESSER X YOOX (nella foto), nasce nel segno del ready to buy: infatti sarà disponibile per la vendita su Yoox a partire da giugno, in concomitanza con la fashion week. Arbesser con questa capsule collection esaudisce le richieste di chi gli chiedeva da tempo di lanciarsi nel menswear. In realtà il primo test nel guardaroba maschile lo stilista lo aveva compiuto nel 2015 quando, ospite di Pitti Uomo con uno show, aveva fatto sfilare anche qualche look maschili. Ma questa con Yoox sarà la prima vera prova diretta con il mercato.

a strada che porta due designer nati e cresciuti ad Anversa a diventare una delle poche presenze fisse del calendario di Milano Moda Uomo può essere incredibilmente lineare. Tom Notte e Bart Vandebosch, direttori creativi e fondatori di Les Hommes, nel corso della loro carriera pluriennale hanno regolarmente rinnovato la loro fiducia a Milano, dove hanno sede ufficio stile e showroom, «perché pensiamo fermamente che questa città sia attualmente la piazza che più si contraddistingue quanto a credibilità e professionalità per presentare una collezione di abbigliamento maschile». Alla vigilia della loro sfilata, i due designer hanno raccontano a Fashion qualcosa del presente e del futuro del loro marchio che dall’Italia, primo mercato grazie a un monomarca e 100 negozi multibrand clienti, vuole partire alla conquista del mondo. Cosa vedremo in passerella? Una silhouette moderna, che esprime un mix di eleganza, forza e individualità. A parte la collezione, su quali progetti state lavorando? Stiamo già pensando alle nuove proposte autunno/inverno 2018: incredibile a pensarci! Inoltre siamo molto coinvolti nella definizione di una strategia di comunicazione digitale e nel sostenere il nostro nuovo e-commerce, legato a Farfetch.

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tempo fa, i designer belgi sono piuttosto cerebrali. Per noi la moda è più che semplice abbigliamento, è una forma di espressione. Vivere e lavorare a Milano ci ha portato ad aggiungere sensualità e creare silhouette che sono molto più body-conscious. Come è organizzata la distribuzione del marchio, in Italia e all’estero? Il nostro flagship store, che sta ottenendo buoni risultati, si trova in Porta Nuova a Milano e il negozio di Anversa è stato spostato alla fine dello scorso anno nell’area dedicata allo shopping di lusso nel cuore della città. Ad aprile abbiamo aperto il primo negozio indipendente a Pechino con un partner locale. Questa scelta fa parte di una strategia retail che prevede l’apertura di oltre 30 boutique in Cina nei prossimi cinque anni. Ad oggi, con oltre 100 negozi multibrand, l’Italia ■ rappresenta il principale mercato. 1. Tom Notte e Bart Vandebosch di Les Hommes 2. Preview della collezione SS 18 del brand

SPRING SUMMER 2018

Che legame avete con l’Italia? Ci sentiamo estremamente connessi con l’Italia in quanto è il luogo dove viviamo, lavoriamo, produciamo e vendiamo le nostre collezioni. Come ha scritto il New York Times qualche

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WHAT’s new @ Milano Moda Uomo

LA MOSTRA DE LA RINASCENTE A PALAZZO REALE

Con la città, nella città e per la città La storia centenaria de La Rinascente Duomo è indissolubilmente legata a quella della città di Milano, che le rende omaggio con una mostra a Palazzo Reale

MONTENAPOLEONE DISTRICT

The Modern Man

DI ALESSANDRA BIGOTTA

Opened until 24th September at Palazzo Reale, the LR100 Rinascente-Stories of Innovation exhibition pays homage to the first 100 years of the iconic department store, much more than a shopping destination.

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L

1. Un particolare della mostra 2. Il manifesto di Dudovich per la “Fiera del Bianco” 3. Kandinskij per La Rinascente

a definizione “department store” va racchiusa nella mostra LR100 Rinascentestretta a La Rinascente, soprattutto Stories of Innovation, nelle sale dell’Apquando ci si riferisce allo storico negozio partamento del Principe al piano nobile di nel centro di Milano. Parlando di piazza Palazzo Reale fino al 24 settembre: curata Duomo, il pensiero corre alla cattedrada Sandrina Bandera e Maria Canella, le, alla Galleria Vittorio Emanuele e, con il concept e l’exhibition design affidain contemporanea, a quelli che un tempo to allo studio Oma/Amo, è pensata come erano i magazzini Bocconi e che, un “archivio vivente”, acquistati nel 1917 dal senatore in grado di generare atBorletti, si diedero una marcia traverso 11 stanze espein più a partire dal nome, idearienze visive, fisiche e to nientemeno che da Gabriele multimediali. L’intento d’Annunzio. Nel suo primo sedel progetto è chiaro. colo di vita La Rinascente DuoCome ha ribadito Piermo non è stata solo artefice di un luigi Cocchini, a.d. modello di vendita innovativo e del Gruppo La Rinain evoluzione ma ha rispecchiato scente (che ha chiuso il Dal 13 al lo spirito milanese, connotandosi 2016 con ricavi per 615 19 giugno La come un’azienda commerciale milioni, +3%), «vogliaRinascente Duomo ma anche culturale - vedi le colmo essere con la città, ospita la limited laborazioni con Depero, Melotti, nella città e per la citedition Boom, Pitti Kandinskij, Fontana, Warhol e tà». Intanto il manager Blooms: accessori molti altri - e non come semplipensa già al prossimo e pezzi basic ce tempio dei consumi. L’essensettembre. «Accoglienreinterpretati da za di questo iter, che ha portato do l’invito del sindaco Sergio Colantuoni, La Rinascente Duomo a essere Sala e del Tavolo delche rende omaggio nominata nel 2016 numero uno la Moda, che fa capo al tema conduttore al mondo dall’Intercontinental al Ministero per lo di Pitti Uomo Group of Department Stores, è Sviluppo Economico,

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From 10th to 20th June, covering the days both of Pitti Uomo and Milano Moda Uomo, The Modern Man open air exhibition celebrates men’s elegance, beginning from one of its symbols, the jacket. La giacca, emblema dell’abbigliamento maschile, è protagonista della mostra a cielo aperto The Modern Man, di scena fino al 20 giugno in via Montenapoleone a Milano, in concomitanza non solo con le sfilate del menswear ma anche con Pitti Uomo, a Firenze dal 13 al 16 giugno, che allestirà all’interno della Fortezza da Basso un’installazione sul tema. Si tratta del primo di una serie di appuntamenti focalizzati sul guardaroba del gentleman contemporaneo e sul concetto di fair play applicato all’abbigliamento, che accompagneranno le settimane della moda uomo. The Modern Man nasce dalla sinergia tra MonteNapoleone District, Milano Unica e Robb Report Usa, con la collaborazione di Pitti Immagine Uomo e il patrocinio di Camera Moda. (a.b.)

per la fashion week autunnale della donna co-organizzeremo eventi e allestiremo location in tutta Milano - anticipa -. Il modello è la settimana del design, una festa: nessuno dovrebbe percepire il mondo delle sfilate come chiuso e autoreferenziale». Sarà un mese caldissimo, questo, anche a Roma, dove vedrà la luce La Rinascente di via del Tritone, un indirizzo per lo shopping e al tempo stesso una miniera di posti ■ di lavoro, con un migliaio di addetti.


PA R I S S E P T. 1 9 - 2 1 | 2 0 1 7

C L O U D

O F

F A S H I O N

YARNS | FABRICS | LEATHER DESIGNS | ACCESSORIES | MANUFACTURING PARC DES EXPOSITIONS, PARIS NORD VILLEPINTE


FROM MILAN TO PARIS

a Parigi

si parla piÙ inglese At Paris men’s fashion week Givenchy is a big absentee. But Alexander McQueen from London is under the spotlight and the city’s appeal is growing among US brands as well, also during the haute couture week. Bucking the trend is Virgil Abloh, who chooses Florence for his Off White show.

a milano

white punta alle showroom connection Contemporary fashion fair White creates a special format to connect buyers and Milan-based showrooms and presents new brands from Scandinavia and Korea. Salgono a 300 (da 250) i brand presenti al White, di scena con la moda contemporary nel Tortona Fashion District dal 17 al 19 giugno. Alcuni, come Casadei e Fragiacomo, hanno scelto Showroom Connection@White, il nuovo format nato per facilitare le connessioni tra i buyer e le showroom di Milano (oltre 600, che fanno della città quella dalla maggiore concentrazione al mondo). Sono infatti previsti collegamenti diretti tra il salone e gli spazi espositivi (per agevolare gli spostamenti dei buyer), ma anche servizi di marketing e comunicazione mirati in fiera, attraverso i suoi canali digitali e i media partner internazionali. In questa edizione la partnership con la Cnmi si rinsalda con due brand che sfilano in calendario: Poan-Peoples of all nations - marchio special guest di questa edizione, per il menswear (nella foto) - e Wood Wood. Special guest per la donna è invece Nehera, una realtà del premium ready-to-wear slovacco. Sotto i riflettori anche 40 marchi in rappresentanza della moda scandinava, frutto della rinnovata collaborazione con il salone Revolver di Copenhagen, nonché una ventina di label dalla Corea. Uno spazio inedito, curato in collaborazione con la showroom londinese Tomorrow, si focalizza sul mondo active. L’eccellenza artigianale, selezionata con Confartigianato Imprese, trova spazio nel concept It’s time to contemporary artisan mentre le ultra-avanguardie sono al Wow (ex-Ansaldo). Il consueto appuntamento con La tradizione, Il valore, Il bello è dedicato al Gruppo Albini, tra i leader nei tessuti per camiceria, che ha coinvolto stilisti affermati ed emergenti affinché sviluppassero il tema della camicia bianca. Talent Network mette invece in mostra alcuni capi che esprimono il “Ramponi mood” (l’azienda è specializzata negli accessori tessili come pietre in cristallo sintetico, strass e borchie) realizzati dai designer premiati nelle scorse edizioni del Premio Ramponi. (e.f.)

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Le griffe americane sono tutt’altro che insensibili all’appeal delle rassegne parigine di fine giugno e inizio luglio: mentre Proenza Schouler e Rodarte si preparano a sfilare come ospiti speciali della settimana della haute couture (2 al 6 luglio), portando in pedana collezioni femminili ibride tra cruise e runway Spring-summer 2018, sul fronte maschile un veterano della New York Fashion Week come John Elliott annuncia il “grande salto” e passa alla Paris Men’s Fashion Week, in programma dal 21 al 25 giugno. Del resto, già a febbraio Rihanna aveva scelto la capitale francese per lo show della linea Fenty, disegnata per Puma, benché in questo caso a motivare la decisione ci fosse anche l’appartenenza del marchio al Gruppo Kering, guidato da François-Henri Pinault. In controtendenza Virgil Abloh di Off White, che a giugno sceglie Pitti Uomo a Firenze, dove è tra gli ospiti speciali, mentre tra gli habitué della scena parigina confermano la propria presenza Thom Browne (nella foto, un momento della sfilata dello scorso gennaio) e Rick Owens. Un altro marchio “English speaking”, ma proveniente dal Regno Unito, è Alexander McQueen, in trasferta nella Ville Lumière il 25 giugno. In calendario troviamo il 21 giugno, tra gli altri, Valentino, Balenciaga e Cédric Charlier (quest’ultimo con uno show co-ed, che segna il ritorno a Parigi dopo aver sfilato in gennaio a Milano); Louis Vuitton, Rick Owens e Dries van Noten il 22; Maison Margiela e Berluti il 23; Dior Homme e Balmain il 24; Lanvin, Paul Smith, Thom Browne e Kenzo il 25. Givenchy congela il suo show, in vista del debutto di Clare Waight Keller come direttore creativo in ottobre, optando per una presentazione, con modelli creati dal team in-house. Anche l’haute couture della griffe salta il turno, in vista di una rentrée in grande stile a gennaio 2018. (a.b.)



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BuyerS’ SurVey

VENDITE MENSWEAR PRIMAVERA-ESTATE 2017

Gucci è il brand più venduto dai multimarca italiani secondo il nostro sondaggio, che decreta anche lo strapotere commerciale della T-shirt

Più luXury streetwear, i millennials vogliono cosÌ nonostante i saldi selvaggi e l’interesse da parte del mercato per un numero sempre più limitato di prodotti (t-shirt, sneaker e felpe) i multimarca del lusso archiviano una stagione che oscilla tra lo stabile e la ripresa. Per vendere si punta sullo streetwear di lusso e anche lo scouting si fa in strada o sui social più che nelle fiere. il brand best seller di stagione resta gucci. DI ANDREA BIGOZZI

According to our survey carried out with almost 60 Italian leading multi-brand stores, menswear sales are driven by some streetwear luxury product like T-shirts and sneakers. The best seller brand is Gucci. Amiri, Gcds, FourTwoFour are the upcoming one.

N

el settore c’è una convinzione a cui i i clienti risultati del nostro tradizionale referen- di tutto il mondo dum tra i buyer sull’andamento delle vendite vogliono gucci. di stagione sembrano dare ragione: i consu- in italia chi matori su cui puntare sono i Millennials, ov- va sul classico vero quella “Generazione Y” che sta vivendo Punta soPrattutto il boom della tecnologia. Conquistare i gusti su tagliatore. della Generazione Y, significa molto proba- eXPloit gcds, bilmente, conquistarsi uno spazio fondamen- che conQuista tale per gli anni a venire. E anche nell’ambito 180 store della vendita al dettaglio in Italia questo è un argomento molto sentito dai negozianti, che da qualche stagione hanno deciso di giocare a carte scoperte puntando senza mezzi termini alla conquista dei Millennials. Ce ne siamo accorti dai risultati del nostro sondaggio e non solo perché i prodotti best seller della stagione sono quelli che dominano nei guardaroba degli under 30 (ovvero T-shirt, sneaker e felpe) o perché i marchi che hanno registrato la maggior crescita relativa sono quelli più apprezzati dai ragazzi di età compresa tra i 20 e i 30. La nostra ricerca, basata su quasi 60 interviste ai buyer di tutta Italia, decreta - un po’ a sorpresa - che anche l’attività di scouting (che sta alla base del mestiere

Qual è la tipologia di PrODOTTO più venduta per l’uomo in questa primavera-estate?

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T-Shirt

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Sneaker

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Giacca casual

4

Felpa

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BuyerS’ SurVey

La parola ai negozi multibrand Come sono andate le vendite di MODA MASCHIle nella primavera-estate 2017?

47%

Come lo scorso anno

22%

Lo scouting sul pc o sui social

36%

Meglio

19%

Pitti Uomo

17%

Peggio

18%

Milano Moda Uomo

Qual è il marchio maschile APPenA InSerITO in negozio su cui PunTATe?

Quali sono i brand uomo più acquistati dagli ITAlIAnI? 1 2 3

Qual è lo strumento più efficace per individuare la BrAnD lIST di moda maschile?

Off-White FourTwoFour, Golden Goose 3 Amiri, GCDS, Kappa Kontroll 1 2

Gucci Tagliatore Saint Laurent, DSquared2 TAGLIATORE

GCDS

Quali sono le griffe più amate dai MIllennIAlS?

E quali i brand uomo più acquistati dagli STrAnIerI? 1 Gucci 2 Givenchy, Moncler 3 Off-White, Gosha Rubchinskiy

1 2 3

Marcelo Burlon Off-White Golden Goose

MONCLER MARCELO BURLON COUNTY OF MILAN

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1. 2. 3. 4. 5.

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del negoziante) passa ormai per la digitalizzazione. Ovvero i nostri buyer, alla domanda «Dove svolgete principalmente la vostra attività di scouting?» hanno risposto nel 22% dei casi “davanti al pc o sui social”. Luoghi “classici” come Pitti uomo o Milano Moda uomo restano indietro anche se di misura. Non che questi appuntamenti fieristici-commerciali vengano disertati dai compratori, che li giudicano anche un momento perfetto di networking, ma difficilmente i retailer si fanno tentare da una novità in stand o in passerella senza prima aver buttato un occhio in Rete o sui social network. «Non c’è da sorprendersene», commentano più o meno in coro i dettaglianti intervistati. «Anche quando andiamo in appuntamento in showroom si parla solo di quanto seguito ha un brand su Instagram o simili.

Folli Follie, Mantova Julian Fashion, Milano Marittima Filippo Marchesani, Cupello Dell’Oglio, Palermo Stefania Mode, Trapani

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Qual è il marchio uomo più venduto online sul vostro sito InTerneT e/o su FArFeTCH? 1 Stone Island, Dolce&Gabbana,

Gucci, Yves Saint Laurent 2 Givenchy 3 Marcelo Burlon, Off -White

STONE ISLAND

E noi ci adeguiamo perché in effetti se un capo lo indossa un influencer lo si vende davvero di più». Ma questa svolta “online” del mestiere - imposta dal cliente che naviga e acquista sul web, informandosi e condividendo contenuti sui social, così da risparmiare tempo e denaro - non convince molti intervistati che, pur rifiutando l’etichetta di nostalgici, si definiscono “social-scettici”. «Nascono molti progetti che durano tre stagioni e poi non si vedono più e questo non fa bene al mercato. Poi ci piacerebbe che il menswear tornasse ad essere un total look e non solo T-shirt o felpa». In attesa di vedere se il guardaroba maschile si ricomporrà di tutti i sui pezzi (formale incluso) o se la divisa dell’uomo resterà fatta ancora a lungo di pochi capi basici, l’analisi condotta da fashion registra che Gucci resta il mar-

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BuyerS’ SURVEY

chio best seller di stagione, in particolare tra gli stranieri. «Sta capitando qualcosa che non succedeva da tempo - racconta Tiziana Fausti, titolare dell’omonima boutique di Bergamo e Lugano -. La gente entra in negozio chiedendo se ci sono novità di Gucci». Il successo di Alessandro Michele non ha confini, ma i prezzi alti delle collezioni (almeno 500 euro per un paio di sneaker e 450 per un pantaloncino da bagno) fanno si che anche in Italia la clientela del brand sia in larga parte straniera. «In generale - fa il punto Toni Tanfani di Gisa Boutique - gli italiani sono attenti ai prezzi, mentre gli stranieri non guardano granché il cartellino e sono interessati a brand più riconoscibili». Lo straripante successo del marchio della doppia G ha messo momentaneamente in ombra alcu-

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ne griffe tradizionalmente ai po’ in tutte le graduatorie (tra Per gli primi posti della nostra classifii più venduti agli stranieri e Italiani il prezzo fa la differenza, ca: spariscono Prada e Valenai Millennials) è anche leader gli stranieri tino ed è meno citato del solito di una categoria molto intevogliono i anche Dolce&Gabbana, che ressante quella delle “novità” brand più per questa stagione deve acnella brand list dei multimarriconoscibili contentarsi di un solo primato ca. A dire il vero alla doman(condiviso peraltro con Gucci da «Qual è il marchio uomo e Stone Island), ovvero quelappena inserito in negozio su lo delle vendite attraverso e-commerce o cui avete deciso di puntare?» tanti buyer Farfetch. A proposito di brand in ascehanno risposto. «Nessun inserimento efsa che oscurano in parte la concorrenza, fettuato», oppure «Preferiamo sperimendeve stare attento Marcelo Burlon: il suo tare con la donna». Nonostante questa County of Milan continua a performantendenza conservativa dei buyer, non manre nei multimarca anche se il nome sulla cano brand da segnare in agenda, per chi bocca di tutti quando si tratta di brand con non li conoscesse ancora, come FourTuna forte attitude urban e streetwear è OffwoFour, Amiri, Kappa Kontroll e Gcds, White, protagonista a Pitti. Il marchio guiche sono riusciti a imporsi nel corso delle dato da Virgil Abloh, oltre a comparire un ultime stagioni sugli scaffali delle princi-

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Favorevoli o contrari alla liberalizzazione dei saldi?

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Contrario

32%

Favorevole

Come e quando vorreste i saldi?

28% 18% 9%

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Farli slittare di un mese All’americana Concertati con le singole aziende

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Voga, Arezzo Colognese 1882, Montebelluna Franz Kraler, Cortina d’Ampezzo Bonvicini, Montecatini Terme


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BuyerS’ SURVEY

Ringraziamo il nostro panel

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pali boutique italiane. Da manuale il caso di Gcds: il marchio fondato a Milano nel 2015 fratelli Giuliano e Giordano Calza è passato dagli 85 store della sua prima collezione (spring-summer 2016) ai 180 di questa primavera-estate e ora si prepara a fare il grande salto, con la sfilata in programma durante Milano Moda Uomo. Nonostante la massima attenzione ai Millennials e alla nicchia, sempre più grande, del luxury sportpoche new swear ancora i entry nelle brand buyer nel sonlist dei negozianti, daggio trova in una Stagione spazio anche penalizzata un modo di vedal meteo stire più clase salvata dalle sico (ma non vendite online troppo), rappresentato dalla giacca casual. In campioni di vendita in questo segmento restano Brunello Cucinelli, Lardini, ma è Tagliatore il nome più in salita. Tra i buyer, infine, sono due gli argomenti di discussione: le vendite online che per molti hanno salvato la stagione consentono alle vendite di restare stabili rispetto a un anno fa, se non addirittura in crescita, e i saldi che invece sono un vero e proprio “incubo” dei negozianti. Forse a sorpresa molti sono contrari alla liberalizzazione «Ognuno fa quello che vuole e questo non va bene». Piuttosto il nostro panel chiede regole certe, ma più moderne. «Oggi i saldi arrivano troppo presto, posticipiamoli di un mese», propongono in molti. Funzionerebbe? Chissà, la moda di solito di questi ■ tempi preferisce sempre anticipare.

1. Vela Shop, Cagliari 2. Sugar, Arezzo 3. Marcos, Mondovì

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Come sarà il vostro budget per la moda maschile della prossima primavera-estate?

55%

Stazionario

29%

In aumento

16%

In flessione

Andrea Stagi - ANDREA STAGI – Viareggio; Andrea Agnetti - AGNETTI - Villa Potenza (Mc); Claudio Antonioli - ANTONIOLI - Milano; Gianni Arteni ARTENI-PROGETTO MODA - Tavagnacco (Ud); Carla Cereda - BIFFI - Milano e Bergamo; Andrea Bonvicini - BONVICINI FASHION GALLERY & STORES - Montecatini Terme (Pt); Giancarlo Stella - BOUTIQUES STELLA - Asiago (Vi); Paolo Colognese - COLOGNESE 1882 - Montebelluna (Tv); Gaetano De Florio - DE FLORIO - Noicattaro (Ba); Mario Dell’Oglio - DELL’OGLIO - Palermo; Marco Cateni - DIVO - Santa Maria a Monte (Pi) e Pontedera (Pi); Franco Fargetta - FARGETTA - Caltagirone (Ct); Piero Marchesani - FILIPPO MARCHESANI - Cupello (Ch); Andrea Galbiati - FOLLI FOLLIE - Mantova, Verona, Brescia, Bologna e Riccione (Rn); Daniela Kraler - FRANZ KRALER - Cortina d’Ampezzo (Bl) e Dobbiaco (Bz); Luca Santamaria - FULL MILANO - Milano; Raffaele Galiano - GALIANO - Giugliano (Na); Gabriele Pancheri - G&B, NEGOZIO - Flero (Bs), Aosta, Courmayeur (Ao) e Ponte di Legno; Vito Addadi - GENTE - Roma; Federico Giglio - GIGLIO - Palermo; Giovina Moretti - GIO MORETTI - Milano; Anna Giordano - GIORDANO BOUTIQUE Pompei (Na); Toni Tanfani - GISA BOUTIQUE - Ancona e Chiaravalle (An); Fausto Vanni - GUELFA - Santa Maria a Monte (Pi); Alessandro Chimenti - INTERNI 32 - Cosenza; Sabina Zabberoni - JULIAN FASHION e MAISON J - Milano Marittima (Ra); Paolo Bertacchi - LA FERRAMENTA - Bologna; Vincenzo Reggiani LACERBA - Rimini; Cesare Tadolini - L’INCONTRO Modena; Piero Loschi - LOSCHI - Treviso e Conegliano Veneto (Tv); Paolo Mantovani - MANTOVANI - San Giovanni Valdarno (Ar), Castiglione della Pescaia (Gr) e Greve in Chianti (Fi); Antonio Errico - MARCELLO UOMO - Benevento; Piero Marchesani - MARCHESANI - Modena; Paolo Marini - MARCOS - Mondovì (Cn); Mirko Moras - MORAS BOUTIQUE- Intimiano (Co); Natale De Stradis - NOHA - Brindisi; Giordano Ollari - O’ - Parma; Massimo Zanardi – PALAZZO MELCHIONNI - Alessandria; Paolo Pessina - PAOLO PESSINA - Monza; Battista Martilotti - PAPILLON Corigliano Scalo (Cs); Nicola Raimondi - RAIMONDI DRESS - Ravenna; Matilde d’Ovidio Ratti - RATTI - Pesaro; Silvia Bini - SILVIA BINI - Viareggio; Memmo Porcu - SOLOUOMO - Cagliari; Claudio Betti - SPINNAKER - Alassio (Sv), Sanremo (Im) e Portofino (Ge); Aldo Carpinteri - STEFANIA MODE - Trapani; Beppe Angiolini - SUGAR - Arezzo; Paolo Molteni TESSABIT - Como; Tiziana Fausti - TIZIANA FAUSTI - Bergamo; Ernesto Tufano - TUFANO - Pompei (Na); Andrea Diaz - VELA SHOP - Cagliari; Marta Bonometti - VARCITY - Milano; Vinicio Ravagnani VINICIO -Arona (No), Genova, Legnano (Mi) e Novara; Maddalena Pelucchini - VOGA - Arezzo; Federica Zambon - WOK STORE - Milano



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emerging TRENDS

parlano agenti e retailer

lo spirito L.A.-based e il rigore nordico

Il military di Myar Collezione

Si respira un po’ di California ma anche aria del Nord Europa nei guardaroba del menswear. Un consumatore un po’ indeciso, che però ha un’idea chiara: più del logo valgono i contenuti, a prezzi equilibrati di Elisabetta fabbri

There are some Californian trends but also a Northern spirit in menswear wardrobe. The consumer, at times undecided, has a clear idea: contents are important, more than the logo, as well as balanced prices.

M

ilitary, vintage, nordico. Anzi no, un po’ californiano. Per le prossime stagioni il guardaroba maschile non riserverà grosse sorprese a detta degli esperti italiani del menswear, gestori di showroom e di negozi multimarca. Si tratterà, piuttosto, di conferme e riconferme, ma un fatto è certo: il consumatore contemporaneo è sempre più alla ricerca di capi di qualità, proposti a un prezzo corretto, e che durano nel tempo. «Un vero e proprio trend principale non c’è - conferma Giacomo Piazza di 247Showroom -. Molto dipende dalla community di riferimento e dalle età. Tra i nativi digitali aleggia uno spirito che viene da Los Angeles, da marchi come Amiri, FourTwoFour, Rhude che però non sono uniformabili a un’unica cifra stilistica». Più in generale, secondo Piazza, il denim è una storia che sta tornando molto e si apprezzano il concetto di riciclare e i materiali militari, ben rappresentati dal marchio Myar, di Andrea Rosso. «Per gli over 30 - prosegue - i temi cambiano e con Gucci, che ha riportato un po’ l’attenzione sul formale, il filone streetwear si sta un po’ esaurendo per un abbigliamento più costruito». A proposito di tendenze, 247Showroom ne sta avviando una che va controcorrente, soprattutto in epoca di “see now buy now”. Spiega Piazza: «Con marchi come Ami Alexandre Mattiussi, A.P.C., Massimo Piombo e Missoni, che fanno collezioni ricche di elementi, stiamo investendo sul concetto di guardaroba, pensando a un cliente fedele a un certo tipo di menswear». QUALITÀ AL PREZZO CORRETTO: IL CONSUMATORE LI RICONOSCE E LI APPREZZA La maggior parte, invece, proprio per le abitudini d’acquisto tipicamente maschili, resta sul concetto di monoprodotto. «Orientarsi su specialisti della camicia, della giacca o del pantalone - afferma Fabio Cristallini dello Studio Cristallini - è sempre stato premiante per il menswear: rispetto alla donna c’è meno competizione

a livello di aziende produttrici e di negozi. Resta fondamentale la ricerca nella qualità del made in Italy e dei materiali, a cui deve corrispondere un prezzo corretto: il consumatore li sa riconoscere e non è più interessato al fenomeno del momento ma a ciò che dura nel tempo, come nel caso delle borse Campomaggi». C’è spazio anche per brand di nicchia, come quelli selezionati da Slam Jam (distributore di streetwear, di cui lo studio Cristallini è la base romana), tra i quali spiccano le calzature Suicoke e Arkk. Se proprio deve parlare di total look, Cristallini fa il nome di Mauro Grifoni, che sta per essere rilanciato da alcuni soci tra cui la Market Industrie di Modena (nota per i brand Jucca, Tessa e Suoli) con il ritorno al design dello stesso Grifoni. «Monoprodotto o intera collezione, a fare la differenza sarà ciò che è autentico e che presenta un valore intrinseco - ribatte Davide Sassoli, della showroom Diemmegi Contact -. Prima compravano un certo marchio, oggi non più se non è allineato: il logo non interessa se non si ha la

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emerging TRENDS

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1. Uno sketch della prossima collezione uomo I’m Isola Marras 2. Le label LAbased Rhude e 3. Amiri 4. Le calzature americane stile workwear di Red Wing

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sensazione di avere fatto un investimento». La tendenza attuale più che altro è mixare: denim, chino, militare e c’è pure spazio per la California del surfwear. «Le sneaker la faranno da padrone. Non quelle più pubblicizzate ma quelle autentiche, comode e che resistono nel tempo. Ma tornerà anche la scarpa in cuoio». L’uomo non comprerà vestiti interi se non è obbligato, nel parere di Sassoli, e preferirà la giacca dal taglio sartoriale ma destrutturata. Il trench solo se aggiornato, al ginocchio, mentre per il cappotto c’è un ritorno tra i giovani. Marina Guidi della showroom Garage punta invece all’unisex, ma non a quello esasperato dove uomo e donna si scambiano integralmente il guardaroba. «Credo in un’immagine trasversale - specifica - all’insegna del comfort, fatta per esempio di giacche morbide, destrutturate, come fossero maglie. Mi piace il connubio di sportswear e dailywear, il mix di materiali, specie naturali ed ecosostenibili, e di fantasie, non necessariamente minimal». Guidi ha deciso di investire sul nuovo progetto di I’m Isola Marras, la linea contemporary che Antonio Marras ha di recente affidato al figlio Efisio. Il suo, come anticipano dall’azienda, sarà «uno sguardo fresco, contemporaneo, cosmopolita, leggero e confortevole ma allo stesso tempo di grande stile». Nel confermare che il pubblico maschile sta apprezzando le collezioni LA-based, la titolare di Garage aggiunge il collettivo di Parigi guidato da Demna Gvasalia, Vetements: «Provocatorio sì, ma da tenere presente, perché credo sia quella la strada verso cui stiamo andando».

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IL PRODOTTO DEVE SAPERSI RACCONTARE Dai retailer, i più vicini al consumatore, ar4 rivano conferme su alcuni concetti espressi dalle showroom. «Piacciono le giacche decostruite, di jersey o in tessuto elasticizzato. Sono apprezzati i tessuti operati e armaturati: il prodotto deve raccontare un qualcosa», afferma Paolo Ricci, che dà il nome alle note boutique di Arezzo e Siena e che cita tra i brand del settore Daniele Alessandrini, Bottega Martinese ed Exibit. Nelle calzature va per la maggiore lo stile vintage di qualità, come quello delle marchigiane Open Closed Shoes. Dal concept store Vela di Lucca parlano di pantaloni più confortevoli, «magari corti ma più ampi che in passato», mentre si sta abbandonando la moda del risvolto. Molto ricercato l’army style nei colori, nei tagli e nelle applicazioni, come quello interpretato dal marchio italiano Beaucoup. Secondo Luca Stasio del negozio Blu Basic, a Casalpalocco (Roma), emergono una corrente military e un’altra punk chic. Tra i brand in assortimento HTC, da Los Angeles, ma anche il marchio di Roma Overcome: un total look maschile apprezzato nella fascia 18-35 anni. Stasio parla anche di consumi molto legati alla comunicazione del brand. «Chi fa molta pubblicità - dichiara - ha più sell-out». Alla Bottiglieria, invece, circa il 70% del business è improntato al classico. «Per la ricerca guardiamo la Germania, la Svezia, il Regno Unito e gli Stati Uniti - dicono dallo store romano -. Effettivamente i pantaloni si stanno ammorbidendo, secondo le vestibilità nordeuropee. Chi osa di più compra anche modelli ampi a vita alta, ispirati al vintage inglese e americano. Dipende dalle occasioni d’uso». Anche le camicie vestono un po’ più morbido. La giac-


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1. Le intrecciate Open Closed Shoes 2. Un gilet Scarti-Lab 3. Una sneaker Arkk 4. Il menswear Overcome 5. Una ciabatta Suicoke 5 4

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ca va dal blazer a tre o due bottoni, drop basso, molto slim, a quelle ispirate al workwear, con tasche ampie «tipo quelle dell’outerwear Filson». Gli appassionati di vintage da lavoro scelgono il total look di Scarti-Lab e, per le calzature, le americane Red Wing. «Il menswear è più pulito, basico, con poche stampe - osserva Matteo Bonciolini di Montgomery, a Firenze -. I marchi nordici sono difficili in fatto volumi ma basta scegliere le proposte più vicine al gusto italiano». Le sneaker piacciono rétro e nelle previsioni di Bonciolini ci sarà una forte risalita delle Reebok mentre cresce l’interesse intorno ai progetti della label danese Norse Project. Spunti dal mondo street e dal militare arrivano con l’etichetta australiana Deus Ex Machina e con l’italiana Department Five. Per quanto riguarda i colori, il retailer è convinto che tornerà il bianco nell’estivo e un po’ anche nell’invernale insieme a blu, verde e nero (confermato quest’ultimo da vari dettaglianti). Pareri divisi invece in fatto di denim. «È in calo con qualche eccezione per le proposte più di ricerca, come il giapponese cimosato di Edwin», dice Bonciolini, aggiungendo di avere reinserito il marchio più noto al mondo, Levi’s. «Piacciono ancora i jeans strappati», osservano dalla boutique Vela. «Vanno i modelli elasticizzati, dal fitting perfetto, come i Dondup», spiega Paolo Ricci. Modelli più puliti che in ■ passato, magari con rotture «ma all’insegna della sobrietà».

http://www.berwich.com/it/?mntr=fashionmagazine

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SCENARIOS

l’italia del bello e ben fatto

Alla riscoperta dei mercati avanzati

Confindustria e Prometeia stimano il potenziale ancora inespresso per le aziende del bello e ben fatto italiano. Non negli emergenti ma nei Paesi maturi di elisabetta fabbri

Confindustria and Prometeia researchers estimate the unexpressed potential in advanced economies for companies of the Italian “beautiful and well-made” products.

A

nche Mario Draghi l’ha detto. «La ripresa nell’Eurozona sta diventando sempre più solida e continua a espandersi attraverso i vari settori e Paesi». «Il Pil in termini reali - ha spiegato a fine maggio, in audizione presso l’Europarlamento - è salito per 16 trimestri consecutivi, crescendo dell’1,7% anno su anno nel primo trimestre del 2017. Le prospettive economiche migliorano e i rischi al ribasso vanno moderandosi». Perché dunque non riconsiderare l’area come interessante mercato di sbocco per il “bello e ben fatto” (bbf) italiano? Se lo sono chiesti anche i ricercatori del centro studi di Confindustria e del centro ricerche Prometeia, che dopo alcuni anni di previsioni sui mercati emergenti, nel report Esplorare la dolce vita 2017 hanno stimato il potenziale nei mercati avanzati di aziende italiane dell’abbigliamento, accessori, arredo e alimentare, che producono nella fascia medio-alta (lusso escluso), unendo saper fare, qualità e innovazione. Dall’analisi emerge che, per il 2022, i mercati maturi del globo potrebbero importare 70 miliardi di euro di prodotti di bbf italiano: il 20% in più rispetto al 2016, ipotizzando che l’Italia mantenga le quote di mercato sui livelli attuali. Ma si arriva a 76,9 miliardi nella previsione più ottimistica, a quote crescenti, che nella simulazione adotta quelle del Paese miglior player nel 2011-2015. Uno dei mercati su cui scommettere sono gli Stati Uniti - al primo posto per attrattività di bbf (vedi grafico a destra e box nella pagina

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Il tessile italiano con Ice-Italian Trade Agency a Première Vision New York, lo scorso gennaio

che segue), tra i 31 esaminati - seguiti da Francia, Germania, UK, Svizzera, Spagna e Giappone. Più in dettaglio, nel 2022 i Paesi avanzati arriveranno a importare abbigliamento e tessile-casa bbf per un valore di 21 miliardi di euro: 4 miliardi in più rispetto al 2016 (+24% l’incremento cumulato atteso). Nell’ipotesi meno conservativa l’import sale a 6,3 miliardi. Per le calzature sono previsti 9 miliardi, dai circa 7,2 miliardi del 2016 (+26% in sei anni), ma si arriva a 9,7 miliardi nell’ipotesi più ambiziosa. L’import di gioielli dovrebbe

raggiungere i 4,1 miliardi (+18%) e i 5,4 miliardi nello scenario virtuoso. Anche l’occhialeria, seppure già leader nel mondo, può fare di più. Nel 2022 i mercati avanzati dovrebbero importare 3,3 miliardi di euro di occhiali (+21%), che salgono a 3,6 nella simulazione a quote crescenti. Tuttavia, per trasformare l’intero potenziale in realtà «sono essenziali - concludono gli analisti politiche di sistema coordinate e integrate: dalla politica estera a quella per l’internazionalizzazione e lo sviluppo economico, fino al turismo e alla cultura». ■

IL POTENZIALE DELL’ABBIGLIAMENTO BBF IN DUE SCENARI Le importazioni dall’Italia dei primi 7 mercati avanzati (in milioni di euro, a prezzi 2016) 4.000  Margine di crescita dell’Italia al 2022 (quote crescenti*)

3.500 3.000 2.500 -

 Margine di crescita dell’Italia al 2022 (quote costanti)  Livello delle importazioni dall’Italia nel 2016

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683

468

2.000 1.500 -

506

404

2.297

98 229

478

2.285

304 280

2.041

1.000 500

231

1.726

1.774

1.284

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0 Stati Uniti Mercati avanzati

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Francia

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Germania

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Regno Unito

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Svizzera

161 290 938

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Spagna

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Giappone

*Quote crescenti: si ipotizza che l’Italia riesca a replicare la performance già mostrata dal miglior concorrente nel recente passato Fonte: Centro Studi Confindustria e Prometeia su dati Eurostat, IHS e istituti nazionali di statistica


gli stati uniti

i più dinamici di qui al 2022 The United States are the first destination market and the most dynamic (among the advanced foreign countries) for Italian “beautiful and well-made” products. Con quasi 13 miliardi di euro di import dall’Italia previsto da Confindustria e Prometeia per il 2022, gli Stati Uniti si confermano il primo mercato di destinazione, tra i Paesi esteri avanzati, del bello e ben fatto italiano (bbf) e il più dinamico in termini assoluti (sono attesi 2,8 miliardi di maggiori importazioni in sei anni) e relativi (+28% la crescita cumulata tra il 2016 e il 2022). Le performance sono motivate in primis da una ricchezza media particolarmente elevata (37mila euro il reddito disponibile per consumatore) e da un ceto medio che supera i 220 milioni di persone, su una popolazione totale di 321 milioni, benché esistano vistose differenze fra stato e stato (circa 15mila euro tra i primi 10 e gli utlimi 10). Come osservano i ricercatori, nonostante le quote in ascesa, il posizionamento del bbf è inferiore al suo potenziale, a causa di fattori come la minor conoscenza del mercato, rispetto alle destinazioni europee, e una minore accessibilità, al momento per via di barriere più di carattere tecnico-regolamentare, che tariffarie (se le recenti minacce protezioniste fossero attuate, gli analisti stimano che si avrebbero minori importazioni di bbf per circa 1,4 miliardi di euro). Nello specifico caso dell’abbigliamento bbf, le importazioni dagli States dovrebbero salire a 3,1 miliardi di euro nel 2022 dagli attuali 2,3 miliardi (+36,4% l’incremento cumulato, il più intenso tra i 31 mercati avanzati analizzati), nello scenario base, mentre si potrebbero sfiorare i 3,5 miliardi nell’ipotesi a quote crescenti. Il 93% dell’export si concentrerà in 10 Stati (vedi grafico in basso). Il fenomeno si spiega con il fatto che alcuni territori ospitano grandi hub logistici. La prevalenza di Stati dell’Est è legata a gusti e tradizioni più vicini al bbf. Inoltre va tenuto in conto che 1/4 dei consumi di moda del Paese riguarda gli Stati interessati dal corridoio di Nord-Est: la ferrovia che va da Washinghton a Boston, passando per Baltimora, Filadelfia e New York City. Nel 2022 lo Stato di NY arriverà a importare 1,3 miliardi di euro: più della Spagna (sesto mercato maturo importatore di bbf). La Grande Mela fa la differenza, perché vanta i consumi abbigliamento e calzature per abitante più elevati degli States: 1.700 euro nel 2015, 700 in più rispetto alla media nazionale. (e.f.)

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GLI STATI USA DOVE L’ABBIGLIAMENTO BBF HA PIÙ CHANCE L’import dall’Italia dei primi 7 mercati avanzati (in milioni di euro, a prezzi 2016) 1.400 1.200 -

1.331

 Margine di crescita dell’Italia al 2022 (quote costanti*)  Livello delle importazioni dall’Italia nel 2016

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0

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61 |

Texas

58 |

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Florida Maryland

39 |

Georgia

30 |

Ohio

29 |

Pennsylvania

*Quote costanti: si ipotizza che le quote di mercato dell’Italia rimangano invariate. Fonte: Centro Studi Confindustria e Prometeia su dati US Trade

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NEWS

MARITHÉ+FRANÇOIS GIRBAUD

«IN EUROPA CON I MAD LANE TOUR. E ORA ARRIVA L’E-COMMERCE» Again on the foreground with a new company named Mad Lane, Marithé+François Girbaud choose an innovative way to propose their collections, organizing private sales in temporary locations across Europe. And e-commerce is arriving. Impossibile porre un freno alla creatività. E così, dopo la messa in liquidazione nel 2013, Marithé Bachellerie e Marithé Bachellerie François Girbaud sono tornati all’attacco nel 2015 con la loro label Marithé+François Girbaud. Un percorso partito sotto l’egida di una nuova società, denominata Mad Lane, e di una collezione in cui forma, funzione e tessuti vanno a braccetto, con i tessuti Sensitive Fabrics di Eurojersey a giocare un ruolo strategico. Ne parla a Fashion Marithé Bachellerie. Come è nato il progetto? Abbiamo riunito un collettivo di persone legate al marchio da anni che, come noi, volevano continuare a tenerlo vivo. È nata la società Mad Lane, nome che rimanda alla madeleine di Proust, ossia all’idea di mantenere il ricordo del marchio. Ma che evoca anche l’idea di “strada folle”, ossia la scelta di proporre la collezione bypassando i negozi, tramite momenti di vendita privati della durata di quattro giorni in location temporary, ai quali ci si può iscrivere sul sito Internet del brand. Come avete fatto a raccontare il progetto? «Avevamo il database dei nostri clienti e ci è stato facile ricontattarli. Siamo partiti da Parigi, per proseguire con Lione e altre città francesi. Poi siamo approdati in Belgio e di recente siamo stati per la prima volta in Italia, a Milano, in attesa di debuttare in Germania a ottobre. Ora partiamo con il sito di e-commerce, che esordisce tra il 26 e il 27 giugno con la versione europea, per poi estendersi agli Stati Uniti. Quali i contenuti della collezione? Si tratta di una collezione seasonless di target medio-alto, divisa in diverse sezioni: ci sono il mondo stretch, declinato in tutte le categorie, la maglieria, l’outerwear e il jeans. L’idea è mischiare e contaminare i materiali, dando vita a capi fortemente connotati dove spiccano tagli al vivo, trattamenti speciali, accoppiamenti di denim e stretch, nastrature. Una proposta in cui forma, funzione e tessuti vanno a braccetto. Che ruolo giocano i tessuti Sensitive Fabrics di Eurojersey, che voi avete scoperto già nel 1989? Dobbiamo essere grati a Eurojersey, che ha sostenuto la nostra creatività. Sono materiali pratici, molto richiesti dai clienti, che aggiungono sempre qualcosa di nuovo. Inoltre sono sostenibili al 100%, si lavano a basse temperature, sono antipiega, assicurano una protezione solare +50. Insomma, rappresentano la soluzione ideale per chi viaggia e vuole essere comodo. Basti pensare che le giacche si possono lavare in lavatrice! (c.me.)

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Un outfit di Marithé+François Girbaud

RUCO LINE/JEAN-MARIE MASSAUD

CON ESSENTIEL ’M ALLE RADICI DEL DESIGN After architect Jean Nouvel and Chinese pop star Karen Mok, Ruco Line goes on with partnerships, relying on the genius of French designer Jean-Marie Massaud. The Essentiel ’M capsule is born: two models of unisex shoes, dedicated to modern globetrotters. Dopo l’archistar Jean Nouvel e la pop star cinese Karen Mok, Ruco Line prosegue lungo la strada delle collaborazioni, affidandosi al genio del designer francese Jean-Marie Massaud. L’eclettico creatore - che dagli inizi degli anni Novanta si distingue per la visione olistica del mondo, con i suoi progetti di vita e consumo alternativi - firma per il brand di calzature, che festeggia quest’anno i 30 anni, la capsule Essentiel ’M: una linea studiata per i globetrotter di oggi, che non rinunciano al comfort e all’eleganza quando viaggiano. «È così che io vivo ed è pensando a questi requisiti che ho creato la collezione. L’unico paio di scarpe da inserire nel bagaglio a mano, che può accompagnarci ovunque» spiega Massaud che, grazie alla semplicità del suo design in cui convivono comfort, radicalismo raffinato ed eleganza senza tempo, ha convinto Marco Santucci, presidente e ceo di Ruco Line (a destra nella foto con Jean-Marie Massaud). La mini-linea, che comprende due modelli unisex e complementari, studiati per ogni momento della vita quotidiana, sarà presentata con un evento in occasione di Pitti Uomo e venduta a partire da settembre (c.me.)


ALESSANDRO GHERARDI

CAMICIE TAILOR MADE CON IL SISTEMA “SU MISURA SMART” The “Su Misura Smart” shirts by Alessandro Gherardi are the result of over 45 years of expertise mixed with technology. Creations tailored according to the tastes of the clients, thanks to the innovative NFC 1TrueID system. Nascono dall’expertise maturata in oltre 45 anni, unita alla tecnologia, le camicie Su Misura Smart di Alessandro Gherardi. Creazioni di matrice sartoriale, personalizzate secondo i gusti di chi le indossa, grazie al tag NFC 1TrueID posizionato sul capo finito mediante una tavoletta usb, che consente l’identificazione elettronica di ogni singolo articolo. I rivenditori convenzionati potranno in questo modo accedere, tramite smartphone e tablet, allo storico degli ordini di ogni singolo cliente, ai dati tecnici e a ogni altro dettaglio, necessari per riprogrammare in maniera del tutto digitalizzata

il successivo riordino. Attraverso un’applicazione dedicata, il cliente finale potrà accedere a contenuti speciali e conoscere la lavorazione della propria camicia, scoprire nuovi colli e polsini e iniziare a programmare la sua prossima creazione. Una marcia in più per l’azienda di Pieve Santo Stefano, in provincia di Arezzo, fra gli esempi significativi del made in Italy tanto apprezzato in tutto il mondo, grazie alle sue camicie da uomo, vendute da insegne del livello di Neiman Marcus a Dallas, Barneys a New York, The Store a Milano, Eredi Chiarini a Firenze. Proposte che si caratterizzano per la grande cura nella façon, con una forte componente di manualità, e per la selezione meticolosa dei tessuti e degli accessori. (c.me.)

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MARKETS

Un’immagine della spettacolare Sydney Opera House, icona della città e dell’intera Australia

australia

È ADESSO la tempesta perfetta Con una crescita economica che non si arresta da 25 anni e consumatori sempre più attratti dal made in Italy, l’Australia sta diventando uno degli sbocchi più dinamici per l’export italiano. Ma non per questo più facile, perché aprire un negozio a Sydney oppure a Melbourne costa quanto a Londra o Milano di angela tovazzi

With a 25-year-old economic growth and more and more consumers attracted by Made in Italy, Australia is becoming one of the most dynamic market for Italian export. But brands must consider that opening a store in Sydney and Melbourne costs as much as in London or Milan.

L’

Australia è uno dei Paesi geograficamente più lontani dall’Italia, eppure non è mai stato così vicino. È l’unica nazione industrializzata che da un quarto di secolo macina una crescita costante, con tassi superiori alla media delle economie Ocse, tanto che il 2016 è stato il suo 25esimo anno consecutivo di aumento del Pil. Una gestione oculata dei settori primari come quello minerario e agricolo, investimenti mirati nel turismo e riforme coraggiose anche nell’ambito dell’educazione, capaci di alzare l’asticella della qualità formativa, hanno contribuito a proteggere la terra dei canguri dai tumulti finanziari esogeni, come se l’Australia scrivesse una storia indipendente e riuscisse a rimanere incolume dall’ondata recessiva che ha colpito molte tra le maggiori potenze mondiali. «Pur essendo una nazione piccola, con una popolazione di soli 24 milioni di abitanti, in Australia sembra esserci la tempesta perfetta», osserva Tommaso Cancellara, direttore generale di Assocalzaturifici, reduce dalla

missione in questo Paese (oltre che in Vietnam e Cina), organizzata il marzo scorso da Confindustria e Ice-Agenzia e guidata dal viceministro allo Sviluppo Economico Ivan Scalfarotto. «Questo non solo per l’economia - precisa - che nonostante la crisi internazionale degli ultimi anni ha saputo tenere la barra dritta, ma anche per un maggior tasso di sofisticazione dei consumatori locali che, grazie alla digitalizzazione a all’aumento di viaggi e spostamenti, hanno ridotto le distanze, aprendosi al mondo e ai prodotti provenienti dai Paesi occidentali, Italia in primis». Una recente ricerca di mercato, commissionata dal Consolato Generale a Melbourne, per la quale è stato interpellato un campione di oltre mille australiani, ha confermato che il made in Italy è in testa alle loro preferenze d’acquisto, soprattutto nella moda: innanzitutto le scarpe (selezionate dal 59% degli intervistati), ma anche pelletteria e abbigliamento. Tanto che, per indossare l’Italian style, il 43% sarebbe disposto a pagare un prezzo più

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MARKETS

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elevato della media e il 30% a spostarsi dal proprio quartiere per andare ad acquistarlo. Altro driver per il comparto del lusso e del bello e ben fatto nelle città australiane è il flusso sempre più cospicuo di turisti cinesi: l’Istituto australiano di statistica evidenzia che degli 8,26 milioni di stranieri accolti nel 2016 (+11%), 1,2 milioni sono stati quelli from China che, per le loro vacanze, invece che rischiare nell’Europa minacciata dagli attacchi terroristici, hanno preferito la più vicina e sicura Australia. Dato significativo, in quanto TUTTE si tratta di consumatori che in LE CITTà PIù media sborsano di più rispetto ai IMPORTANTI HANNO turisti di altre nazionalità: basti LE VIE CENTRALI pensare che l’anno scorso nelle mo store in loco a Melbourne, IN RIFACIMENTO, casse nazionali sono entrati 8,3 370 metri quadri con le collePRONTE PER miliardi di dollari australiani zioni di abbigliamento, accesL’ARRIVO DI NUOVI (circa 6,2 miliardi di euro) prosori e fragranze uomo e donna INQUILINI, ANCHE venienti dai portafogli dei vacanDEL FASHION all’interno del mega-polo del zieri della Terra di mezzo, attirati lusso Chadstone. Centro comTommaso Cancellara dalle bellezze locali, ma anche merciale che lo scorso aprile ha Assocalzaturifici dallo shopping deluxe. Le inseospitato anche l’inaugurazione gne della moda europee e ameridel primo flagship australiano cane non si sono fatte attendere: «C’è grana insegna Moncler: 200 metri quadri con de fermento a livello di real estate - continua tutte le linee prêt-à-porter e accessori del Cancellara -. Tutte le città più importanti, da marchio. «Sono entusiasta di questa aperSydney a Melbourne, da Canberra ad Adetura - commenta il patron Remo Ruffini -. laide, hanno le vie centrali in rifacimento, Questo è un Paese che penso possa diventare pronte per l’arrivo di nuovi inquilini, anche importante per il nostro brand e dove abbiadel fashion». Recentemente in Australia è mo in progetto di consolidare ulteriormente sbarcato Valentino, che ha aperto il suo prila presenza su entrambi i canali distributivi,

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sia retail che wholesale, anche attraverso l’apertura di shop-in-shop». Nel 2016 un altro big del Belpaese, in questo caso dell’occhialeria, come De Rigo ha deciso di avviare nel New South Walles, l’area metropolitana di Sydney, la filiale De Rigo Vision Australia, «in una delle economie più dinamiche dell’area e con un potenziale straordinario», come sottolinea il ceo Michele Aracri. Di questa idea è anche l’a.d. di Furla, Alberto Camerlengo, che dopo l’exploit del 2016, con un +95% dei ricavi ottenuti nell’area, ha annunciato l’acquisizione del 100% della rete distributiva dal partner Luxury Retail Group. Attualmente il brand, arrivato in Australia nel dicembre 2013, è presente con 15 negozi di importanti dimensioni nelle prin-


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1. Uno scatto da backstage dell’adv primavera-estate 2017 di Furla: il brand ha da poco acquisito il 100% della rete distributiva australiana dal partner Luxury Retail Group 2. Due look Valentino uomo e donna presenti nel monomarca aperto recentemente a Melbourne 3. Un outfit Moncler: il marchio è sbarcato a Melbourne con il primo negozio australiano 4. Lo shopping mall Chadstone, una delle maggiori fashion destination di Melbourne e di tutta l’Australia 5. Un’immagine dell’hotel Palazzo Versace Gold Coast: la griffe è presente in Australia anche con due boutique

a pitti uomo

Un asse ItaliaAustralia per promuovere i giovani talenti A link between Italy and Australia to promote young talents: Pitti Uomo has chosen this country as a guest nation. Under the spotlight in Florence eight Australian designers.

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cipali città, come Melbourne, Sydney, Brisbane e Gold Coast, oltre che online, ma è pronto a spingere sull’acceleratore: «Nel 2017 - anticipa il ceo - ci aspettiamo che il business australiano rappresenti il 5% del fatturato globale di Furla. Abbiamo in programma l’apertura di altri cinque monomarca, tra cui il primo negozio ad Auckland, in Nuova Zelanda, oltre ad allargare la già esistente boutique di per avere Westfield Sydney, per arrivare successo in 5 a contare, nel medio termine, australia è 25 store». Nel guardare avanti, necessario un ostacolo - evidenzia CamerFurla non rinnega l’importanza avvalersi lengo - e per avere successo è del sodalizio con Luxury Redi parnter necessario avvalersi di partner tail Group: «È stato un partner forti e di una forti e di una gestione locale strategico - precisa Camerlengo gestione locale organizzata». Senza contare -. Per questo i due direttori di organizzata l’onere degli investimenti, in LRG faranno parte del consiglio Alberto Camerlengo quanto «avviare un negozio a di amministrazione della filiale Furla Melbourne o a Sydney - sotaustraliana». Insomma, l’humus tolinea Tommaso Cancellara fertile per l’arrembaggio comcosta quanto aprirlo a Londra o Milano. Gli merciale di questo lontano continente semstandard sono allineati a quelli delle grandi bra esserci, soprattutto per le aziende del capitali dello shopping, anche perché stancalzaturiero e della pelletteria italiane - con no arrivando property company che costruuna crescita dell’export rispettivamente iscono abitazioni luxury da decine di midel 14% e del 18,5% nel 2016 - ma non si lioni di dollari destinate ai cinesi. E quando tratta di un mercato facile. Anche qui serin un quartiere si insediano dei milionari, il vono strategie mirate a livello distributivo, ■ real estate va di pari passo». perché «la distanza geografica rappresenta

L’Australia non è solo un possibile sbocco per la nostra moda, ma anche una fucina di giovani talenti da scoprire nei giorni di Pitti Uomo (13-16 giugno), che ha scelto questo Paese come guest nation. Il progetto speciale Guest Nation Australia, promosso dalla Fondazione Pitti Immagine Discovery in collaborazione con The Woolmark Company, schiera otto giovani designer, individuati anche grazie all’Australian Fashion Chamber: nello Spazio Carra al piano inferiore del Padiglione Centrale salgono alla ribalta Chris Ran Lin, Commas, Double Rainbouu, Ex Infinitas, Sener Besim, Strateas.Carlucci, P.E Nation e Ten Pieces. A ogni designer è stato chiesto di realizzare la propria collezione primavera-estate 2017 utilizzando lana Merino australiana, per sottolineare le capacità di questa materia prima di adattarsi a tutte le condizioni climatiche. Ad accompagnare il lavoro degli otto stilisti sono anche la mostra fotografica e il progetto digitale concepito per l’occasione dal fotografo australiano Bartolomeo Celestino. (a.t.)

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PITTI UOMO 92 Sala delle Nazioni Stand 12

www.tatras.it


markets

il made in Italy alla prova dei saloni berlinesi

una locomotiva che viaggia in nuove direzioni Un gusto sempre più fashion e contemporary, un’attenzione sempre elevatissima al servizio: il mercato tedesco si evolve ed è, al tempo stesso, una certezza per i nostri marchi, alle prese con una nuova tornata di fiere berlinesi di alessandra bigotta

At the beginning of July Germany is under the spotlight with its fashion trade fairs: an important occasion for many Italian brands, in an evolving market that is still number one for our textile-clothing sector.

Compratori a Premium, una delle fiere berlinesi d’elezione per le aziende italiane

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a “locomotiva d’Europa” continua a trainare il business anche del tessileabbigliamento italiano. Lo ribadiscono i dati di Sistema Moda Italia sul 2016: mentre l’export del settore avanza più cauto in aree come la Cina, che si ferma a un +3,1%, e non si è ancora ripreso dalla batosta russa - nonostante la ripresa in atto, attestata da un +7,3% l’anno scorso -, la Germania resta una certezza soprattutto per il

comparto moda. Se infatti il flusso del tessile verso questo Paese subisce una battuta d’arresto nell’ordine del 2,9%, crescono quasi del 7% le esportazioni di abbigliamento e moda. Sintetizzando, la nazione guidata da Angela Merkel occupa ancora il primo posto tra i nostri mercati esteri, tallonata dalla Francia e dagli Stati Uniti, mentre per esempio il Giappone è nono, la Cina decima e la Russia undicesima. Non

sorprende quindi che le imprese italiane si presentino in forze ai saloni berlinesi di luglio (soprattutto Premium), in modo da tenere saldo il legame con i compratori prevalentemente tedeschi e del Nord Europa. «Investiamo in maniera importante sul Paese e crediamo che esistano opportunità di sviluppo davvero considerevoli - dice Marco Marchi, amministratore unico e direttore creativo di Liu Jo -. I risultati si

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markets

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1. Una visitatrice al salone Bright 2. Un modello di Alpha Studio 3. Una preview dell’estate 2018 di Colmar Originals 4. Un’immagine di Panorama Berlin 5. Gli stand a Seek 2

il t/a italiano in germania in cifre 2016 1,93 mld S

export moda (+6,4%)

1,09 mld S

vedono: nelle ultime stagioni export tessile (-2,6%) 3 siamo cresciuti a doppia cioltre 3 mld S fra, con un +35% di vendite totale export (+2,9%) nella primavera-estate 2017 e un +20% nell’autunnoinverno». «Ormai siamo a quota 220 clienti in Germania, con una presenza in circa 300 punti vendita - aggiunge Marchi - seguendo passo passo una realtà in trasformazione. Il mercato tedesco è una certezza, ma non è granitico: i cambiamenti ci sono, e anche significati5 vi». Cambiamenti a livello “macro”, a partire dai fattori demografici (secondo la Bundesbank la biti come il denim e gli accessori possano nazione sta progressivamente invecchiandarci ancora molte soddisfazioni» condo ed entro il 2025 la classe dei 55-74enni clude l’imprenditore. Per il marchio di arriverà a sfiorare il 40% della popolaziowomenswear Beatrice B la Germania è ne, con una ripercussione sui consumi), ma un mercato non ancora “maturo”, «perché anche relativi alla moda, che invece non volevamo trovare il giusto partner - affersembra affatto in una fase di “invecchiamano - e ora lo abbiamo individuato: un’amento”. Secondo Marchi, nel segmento genzia con quattro showroom in location di riferimento di Liu Jo, il premium constrategiche». Anche in questo caso, l’identemporary, «la ricerca del consumatore è tikit della donna tedesca tracciato dai resempre più indirizzata a prodotti dal gusto sponsabili dell’azienda sfata alcuni luoghi estremamente fashion, in una logica readycomuni: «Qualche tempo fa si pensava non to-wear». Questo va contro allo stereotipo fosse poi così informata in fatto di moda, che vuole i tedeschi legati a un’immagine ma nel nostro target di riferimento accade di tipo prevalentemente classico. «Siamo esattamente il contrario». Certo, come fa convinti che, per quanto ci riguarda, amnotare Stefano Colombo, direttore mar-

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nella capitale tedesca

tutta la cittÀ salone per salone From July 4th Berlin is the European fashion hub, with fairs and shows. Dal 4 luglio Berlino schiera le sue manifestazioni della moda, a partire dalla task force targata Premium Group e formata da Premium, Kraftwerk Show&Order, Seek e Bright, sinonimo di circa 1.800 brand (80% esteri) in tre location, con uno sguardo che spazia dal classico al contemporary, fino alla street culture. «Investiamo sulle “3 C”, commercio, contenuto e, non ultima, comunicazione, anche con la nuova App di Premium Group» anticipa la numero uno Anita Tillmann, che sottolinea anche l’importanza di #Fashiontech, summit del 5 luglio sul futuro della moda. Berlino significa anche Panorama: sempre dal 4 al 6 luglio, il salone all’ExpoCenter City schiera più di 800 marchi (circa 100 le new entry) e si affianca a Nova Concept, area che accende i riflettori sull’urbanwear e sul lifestyle, sempre più denim oriented. Da segnalare il fatto che Panorama, al decimo anniversario, lancia la fiera online Panorama Digital. Tra gli altri appuntamenti, vanno segnalate le sfilate della Mercedes-Benz Fashion Week (4-7 luglio), in fase di definizione mentre scriviamo, e Der Berliner Mode Salon, dal 3 al 7 luglio all’interno del Kronprinzenpalais, con una quarantina di nomi tra cui Allude, Lala Berlin, Golpira e Dawid Tomaszewski. (a.b.)



markets

1

1. A tutto denim la primavera-estate 2018 di Liu Jo 2. Ancora la primavera-estate 2018 nel modello di Manuel Ritz 3. Un insieme di Beatrice B

3

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keting di una realtà legata allo sportswear quale è Colmar, «non si può prescindere da elevati standard di affidabilità e lealtà verso clienti particolarmente esigenti». «Una volta trovata la sintonia con le richieste del mercato - precisa - quest’ultimo ripaga con la massima fiducia: la Germania è il nostro primo fronte di export, escludendo l’Italia, ed è da lì che ricaviamo il 10% del giro d’affari complessivo». Anche da Alpha Studio, marchio di abbigliamento sia maschile che femminile con una forte componente di maglieria, fanno notare quanto il servizio sia importante anche in questo Paese: cambi merce, riassortimenti attraverso piattaforme business to business, un’assistenza continua «e l’ingrediente imprescindibile, esprimere uno stile di vita tutto italiano». Federico Rosi, direttore commerciale di Manuel Ritz, fa il punto sul menswear, settore di riferimento della label, per la quale Germania significa un 10% del turnover: «Esistono due megatrend da tenere in considerazione - osserva -. Uno si identifica con un gusto lineare, di ispirazione scandinava, mentre l’altro apprezza la classicità dei tailoring, e quindi dell’Italian style». Al di sopra di ogni tendenza sta, anche per Rosi, il servizio: «Per questo vorremmo potenziare, qui e altrove, il progetto “Tailoring Modular System”,

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le sfide di settembre

da bread&butter all’evento di img After Zalando with Bread&Butter, also Img plans an event in September.

articolato in corner customizzati e shop in shop, fatti per rispondere alle più disparate esigenze di spazio e di immagine di punti vendita eterogenei, grazie a sistemi modulari». Per tutti gli intervistati il salone di riferimento è Premium, testa di ponte dell’ente organizzatore Premium Group, a Station-Berlin dal 4 al 6 luglio. Sempre alla realtà guidata da Anita Tillmann fanno capo Seek all’Arena Berlin come anche Bright, Kraftwerk Show&Order presso Kraftwerk Berlin Mitte e #Fashiontech, una conferenza sul futuro della moda in programma il 5 luglio alla Külhaus. Ma sulla scena cittadina c’è dell’altro: sempre dal 4 al 6 luglio all’ExpoCenter City si svolge Panorama Berlin, in tandem con Nova Concept, mentre dal 4 al 7 è prevista una nuova tornata della Mercedes-Benz Fashion Week. Proprio da Img, che organizza le sfilate, arrivano novità che potrebbero rimescolare in futuro le carte in tavola ■ (vedi box in queste pagine).

Settembre è un mese sempre più caldo per le rassegne della moda a Berlino. Dal primo al 3 è in programma all''Arena Berlin la seconda edizione di Bread&Butter by Zalando: un happening di moda, musica e lifestyle senza barriere, la cui parola chiave è stavolta Bold, «perché dopo l'esordio siamo pronti al “next level“ - commenta Carsten Hendrich, vp brand marketing di Zalando - celebrando i numerosi volti del fashion e utilizzando più tecnologia e canali digitali, per raggiungere gli appassionati europei di moda». Intanto il colosso Img, cui fanno capo le sfilate anche berlinesi, annuncia il lancio di un evento sempre a settembre, forse il 9 e il 10. Una svolta che provocherà uno scossone nei calendari? Al momento non sembrerebbe, visto che l'orientamento di massima degli organizzatori dei saloni “trade only“ è, almeno per ora, di mantenere le date tradizionali. (a.b.)





30/8–2 /9/2017

chewingthesun.com . photo sarah illenberger

International Fashion Trade Show Moscow

www.cpm-moscow.com


Sneaker

LA GARA DEI BRAND

tra sport e lifestyle Performce wear, streetwear e la terza via, fusione dei due. La competizione per diventare sneaker best seller si fa accesa ma per ora vince l’effetto-nostalgia di Elisabetta fabbri

The competition to become the best seller turns on among sneakers and producers move between performance wear and streetwear concepts. For now, however, the vintage factor wins

Le 247 Lux di New Balance per il formal e il casualwear

E

bbene sì, il leader mondiale dello sportswear Nike è stato, per la prima volta, battuto in casa dai tedeschi di adidas. Una classifica sulle sneaker più vendute negli Usa nel 2016, pubblicata di recente dalla società di ricerche NPD Group, mette al primo posto le adidas Superstar davanti alle Jordan XII (vedi a pag.96). Una spina nel fianco per il marchio dell’Oregon, che comunque domina la top 10, occupando tutte le posizioni dalla seconda alla decima (direttamente o indirettamente, con i brand Converse e Jordan). Un sogno realizzato e un segnale di incoraggiamento, invece, per il marchio del Trifoglio che, per andare alla conquista degli Usa, nel 2005 ha addirittura comprato il marchio Reebok (con sede in Massachusetts) per 3 miliardi di euro. Anche dai risultati trimestrali ci si può fare un’idea dei dominatori del mercato globale delle scarpe stringate e dei ritmi di marcia. Nel primo trimestre del 2017 il marchio adidas ha realizzato la maggiore crescita delle vendite consolidate a cambi costanti (+17,6%, vedi tabella accanto), seguito da Puma (+15%) e Rebook (+13,3%). Il giro d’affari di altri brand americani come Nike, Under Armour e Vans cresce a una velocità dimezzata rispetto alle

PERFORMANCE TRIMESTRALI A CONFRONTO

RICAVI mln €

VAR. % cambi correnti

VAR. % cambi costanti

ADIDAS brand

4.842

+20,0%

+17,6%

PUMA

1.005

+18,0%

+15,0%

492

+18,5%

+13,3%

UNDER ARMOUR

1.027

+7,0%

+7,1%

NIKE brand (*)

7.266

N.A.

+7,0%

VANS

N.A.

+5,0%

+7,0%

CONVERSE (*)

458

N.A.

+3,0%

ASICS

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-4,0%

-1,3%

REEBOK

(*) Per i marchi Nike e Converse il trimestre non termina il 31 marzo ma il 28 febbraio

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Sneaker

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1. Le Puma Tsugi con allacciatura Netfit 2.Un modello Asics Tiger Gel Lyte V 3. Allacciatura easy per le NikeLab ACG.07.KMTR 4. Le Futurecraft 4D di adidas

2

3

“lepri” (+7% circa). I ricavi di Converse, dopo tante stagioni alla ribalta, salgono del 3% e Asics, gruppo proprietario anche di Onitsuka Tiger, accusa una lieve flessione (-1,3% nel primo trimestre), probabilmente perché è una realtà ancora molto legata all’universo della performance e meno a quello street, conquistato dai big del settore a suon di collaborazioni con mondi al di

fuori dell’ambito sportivo come il fashion, la musica o l’arte. Con la collezione Asics Tiger, però, i giapponesi stanno tentando una terza via, che si rivolge ai mercati dello sport e del lifestyle. Coniugando gli elementi fondanti di Asics e Onitsuka Tiger, di recente hanno rivisitato due modelli running degli anni Novanta con le DS Trainer OG Wood Wood e le Gel Lite

I BEST SELLER DEL 2016 USA (*) ITALIA (°)

1. Adidas Superstar

adidas Superstar

2.

Jordan XII

3.

Converse Chuck Taylor low Puma Creeper

adidas originals Stan Smith

4. Nike Roshe Run

Nike roshe one NM Breeze

5. Nike Huarache

Nike Huarache Run

6. Nike Revolution

puma suede platform

(*) Fonte: NPD Group (°) Fonte: AW LAB

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V con tomaia in open mesh. A Boston, la rivale New Balance pensa alla versatilità con il modello 247 Luxe, in pelle premium e tessuto tecnico: tecnologico e confortevole, ambisce a entrare in «contesti formali e casual». Guarda oltre l’active anche Mizuno, che con la collezione 1906 ha creato una costellazione di modelli (Wave Sirius, Naos ed Etamin) per rispondere a stili che vanno dall’urban allo sporty, dalclassico all’hi-tech. Le ultime novità di Nike e Puma, invece, puntano ad agevolare l’allacciatura. Il gruppo dell’Oregon si è ispirato al sistema di apertura e chiusura dei paracadute per il nuovo modello della collezione NikeLab dal nome impronunciabile (ACG.07.KMTR): senza lacci, con fascette a chiusura magnetica e sistema di cordini regolabili, è stato progettato per il «moderno pendolare urbano». Puma propone invece una nuova versione delle Tsugi, con tomaia elastica stile calzino e un nuovo sistema di allacciatura Netfit, modificabile tenendo conto della confor-


Our unique and personal yet shared way of understanding our free time and life itself. Our chance to relax, dedicating time to our passions and freedom, when we can head off on a nice break, no matter its short or even imaginary, to really find ourselves.

Modular Jacket System

preview at

Pitti Immagine Uomo 13-16 Giugno 2017 Fortezza da Basso | Padiglione Monumentale | Sala Cannoniera


Sneaker

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2

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1. Le Superga 2750 per l’estate 2018 mazione del piede e dello stile personale. 2. Il lifestyle di Under Armour: Reebok si propone invece a un pubblico Threadborne Shift attento ai concetti della sostenibilità, con 3. Saucony Originals Jazz O’ il progetto di footwear “bio” Cotton & 4. Un prototipo di Reebok “bio” Corn. La prima scarpa di questa colle5. Mizuno 1906 Etamin disegnate da Andrea Borgini: un mix di Italian zione avrà la tomaia in cotone biologico e urban style ed expertise giapponese la suola in un materiale derivato dal mais (il propandiolo Susterra di DuPont Tate & Lyle Bio\Products). Una delle ultime innovazioni di adidas riguarda, invece, il I TOP BRAND DELLO SPORTSWEAR PER TOTAL ENGAGEMENT (*) mondo dell’high-performance footwear. Si tratta di Futurecraft 4D, sneaker con Facebook Instagram un’intersuola realizzata in collaborazione 74.570 Diadora Superga con Carbon, società della Silicon Valley che ha inventato un processo produtti-Facebook Instagram 64.466 84.596 New Balance Adidas vo basato sulle tecnologie digitali (Light 74.570 Diadora Superga digital synthesis), che permette di custo37.272 22.851 Superga New Balance mizzare, in base alle esigenze degli atleti, 64.466 84.596 New Balance Adidas aspetti quali il movimento, l’ammortizza28.411 Saucony Originals 10.916 Reebok zione, la stabilità e il comfort.

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TOP BRANDS SPORTSWEAR Total Engagement

TOP BRANDS SPORTSWEAR Total Engagement

Superga

37.272

ASICS

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New Balance

202.030

202.030

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ASICS

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I consumatori italiani, non 28.411 Saucony Originals 10.916 Reebok troppo distanti da quelli usa Metodologia Metodologia Metodologia La Facebook Top Brands Sportswear di Blogmeter viene realizzata a partire da un La Instagram Top Brands Sportswear di Blogmeter viene realizzata a partire da un panel di I profili70 sono selezionati dal "Clothing team &di analisti interno panel oltre 200 pagine Top ufficiali Brands di aziende del Sportswear mondo "Clothing & Accessories" profili ufficiali di aziende del mondo Accessories" dedicati al mercato La diFacebook di Blogmeter Tuttavia, ciò che ha conquistato gli ameri18.754 ASICS 9.291 ASICS dedicate al mercato italiano. Le pagine vengono selezionate dal nostro team di analisti italiano. I profili vengono selezionati dal nostro team di analisti in base al loro interesse e in baserilevanza all’interesse e alla rilevanza 2012 edal mercato. Il viene realizzata a partire da unsulla panel di oltreche 200 in base al loro interesse e rilevanza dal 2012 e integrate base di segnalazioni dal 2012 e integrate sulla base di segnalazionidal che provengono cani pare sia stato lo spirito vintage delle provengono dal mercato. Il dato di engagement di ciascun post del profilo viene dato di engagement di ciascun post del profilo viene scaricato fino al quinto giorno integrati sullaallabase di segnalazioni che provengono pagine aziende del mondo “Clothing scaricato fino ufficiali al quinto giornodi successivo alla sua pubblicazione. successivo sua pubblicazione. adidas: le Superstar sono state create nel dal mercato. Il dato di engagement di ciascun post & Accessories” dedicate al mercato italiano. La Metodologia Metodologia Periodo di analisi: 1 realizzata Gennaio 30 Aprile Top Brands Sportswear di Blogmeter viene da un2017 di Blogmeter La Instagram Top Brands Sportswear di Blogmeter viene da un panel di 1970 per il basket e a tutt’oggiLapanelFacebook sono ricodel profilo viene scaricato fino alrealizzata quintoa partire giorno Instagram Top Brandsa-partire Sportswear di oltre 200 pagine ufficiali di aziende del mondo "Clothing & Accessories" 70 profili ufficiali di aziende del mondo "Clothing & Accessories" dedicati al mercato dedicatein al mercato italiano. Le pagine vengono selezionate dal nostroateam di analisti italiano. I profili vengonoalla selezionati nostro team di analisti in base al loro interesse e successivo suadalpubblicazione. viene invece realizzata partire da un panel di 70 noscibili dalla punta a conchiglia gomin base al loro interesse e rilevanza dal 2012 e integrate sulla base di segnalazioni che rilevanza dal 2012 e integrate sulla base di segnalazioni che provengono dal mercato. Il ufficiali aziende dal mercato. Il dato diprofili engagement di ciascundi post del profilo del vienemondo “Clothing & dato di engagement di ciascun post del profilo viene scaricato fino al quinto giorno ma. Scorrendo una delle rare provengono liste fino che ri-giorno successivo scaricato al quinto alla sua pubblicazione. successivo alla sua pubblicazione. Accessories” dedicati al mercato italiano. guardano l’Italia, quella stilata dal retailer Periodo di analisi: 1 Gennaio - 30 Aprile 2017 di sportswear AW LAB (circa 180 punti (*) Periodo di analisi: 1 gennaio - 30 aprile 2017

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vendita nella Penisola, in capo al Gruppo Bata), si scopre che lo stesso modello è stato il best seller del 2016 anche da noi, seguito da un altro pezzo cult del gruppo tedesco, le adidas Originals Stan Smith (vedi a pag.96). Sebbene non al vertice, Nike occupa tre delle prime sei posizioni, ma piacciono tanto anche le Puma Creeper, frutto di un ripescaggio dall’archivio storico del marchio, di proprietà del gruppo francese Kering. Da un’altra classifica emergono invece alcuni noti marchi italiani. È quella compilata da Blogmeter che individua le etichette più abili nell’engaging sui social media (vedi pagina accanto). La società attiva nel settore della social media intelligence ha analizzato le performance delle pagine Facebook e Instagram dedicate al mercato italiano dei maggiori brand dello sportswear nei primi quattro mesi del 2017. Per quanto riguarda Facebook, Diadora è in cima al

La pagina Facebook di Diadora

podio con 74.570 interazioni. L’azienda di Treviso dedica la copertina alle scarpe da running Blushield, il cui video conta 3 milioni di visualizzazioni. Il secondo marchio più coinvolgente è New Balance (oltre 64mila interazioni), mentre la medaglia di bronzo va a Superga (oltre 37mila). La label americana Saucony Originals è quarta, mentre al quinto

P

SPRING SUMMER 2018

posto c’è Asics. Se l’analisi si sposta su Instagram, il social network delle immagini, in cima alla top five spicca Superga, con più di 200mila interazioni. Il marchio torinese ultimamente sta promuovendo la collezione spring-summer e Martinity, una versione dello storico modello 2750 100% waterproof, in gomma. Seguono a distanza adidas (più di 84mila) e New Balance (quasi 23mila). Reebok si colloca al quarto posto davanti ad Asics. Al di là del gioco delle graduatorie, si sa di certo che le sneaker sono il genere di calzatura più acquistato dagli italiani: 43,7 milioni di paia nel 2016, il 3,4% in più rispetto al 2015, che ha portato le stringate sorpassare le scarpe femminili non sportive (fonte: Assocalzaturifici). Risultano inoltre l’unico tipo di calzatura in crescita, in termini di spesa in valore: +2% l’anno scorso, raggiungendo la cifra di 2,08 mi■ liardi di euro.

08 09 10

LUGLIO 2017

Paris Expo Porte de Versailles Pad.1 02/43 43 531 | mode-city.com info@salonifrancesi.it

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TRAVELLERS OF THE WORLD. al

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www.freedomday.it


nEWS

JIjil

avant toi

quando il cashmere è arte Fiorella Ghignone, owner of Avant Toi with her brother Mirko, artist and fashion designer, talks about the brand: a knitwear line which has become a total look, ranging also in the homewear sector. Mirko e Fiorella Ghignone Always with a link with art. Nel 2017 il brand compie 23 anni. Come sta evolvendo? Avant Toi è un lifestyle che negli ultimi anni dalla maglieria si è sviluppato verso un total look, con giacche, cappotti, abiti e pantaloni, sinonimo da quest’anno anche di una collezione home. Attualmente esportiamo più dell’80% dei prodotti, con oltre 400 multimarca in circa 30 Paesi, tra cui Stati Uniti, Italia, Germania, Francia, Corea del Sud e Russia. In futuro, più che a un allargamento dei mercati, pensiamo a un rafforzamento della nostra presenza in quelli già esistenti, che sono comunque i nostri mercati target.

«la felpa siamo noi» New projects for the DG Group’s brand: a showroom in Milan, a bags collection and the beachwear. Waiting for the perfume. Dici Jijil e pensi alla felpa, in tutte le versioni. Un capo passepartout del guardaroba che ha fatto la fortuna del brand di Dg Group, pronto ad affrontare la prossima stagione forte di una collezione ancora più ampia (nella foto, uno scatto dell’autunno-inverno 2017/2018) e di nuovi progetti al via, come la prima collezione di borse e una linea mare, che vedranno la luce nei negozi nella primavera-estate 2018. Con la prospettiva di chiudere il 2017 con un fatturato a quota 16 milioni di euro (+13%), l’azienda pugliese entro la fine di giugno aprirà un importante avamposto a Milano: una showroom di 150 metri quadri in via Archimede 3. Obiettivo, rinforzare il proprio network di multimarca, composto attualmente da 650 clienti in Italia (450 per il womenswear e 200 per la collezione bimba) e circa 200 all’estero, che sul turnover incide per il 10%. In attesa del prossimo progetto: il lancio del profumo, atteso per l’inverno 2018. (a.t.)

Non avete ancora approcciato il retail: stanno maturando progetti su questo fronte? Non sono stati ancora sviluppati progetti concreti, anche se ci attira l’idea di far sperimentare ai nostri clienti finali un’esperienza a 360 gradi dello stile di vita Avant Toi. Non appena capiterà l’occasione giusta, la coglieremo al volo. E riguardo all’online? Ci state pensando? Pur sapendo che ci dovremo arrivare per forza, siamo un po’ reticenti nei confronti delle vendite online, perché non si allineano a un prodotto esclusivo come il nostro. Siamo tuttavia molto attivi sul nostro sito e sui social media: non è detto che in futuro non si possa pensare di vendere delle parti della nostra linea, anche con processi di customizzazione. Dopo l’homewear sono in cantiere altre diversificazioni? Per adesso non bolle altro in pentola, anche se qualche pensiero al bimbo o al profumo lo abbiamo fatto. Ma solo un pensiero. (a.t.)

FLO’REIZA

ora anche a milano The fast fashion brand has opened its largest store in Milan and plans to develop new markets abroad. Nato nel 2014, il marchio di fast fashion Flo’reiza inaugura in via Torino 51 a Milano lo store più grande d’Italia: 300 metri quadri su tre piani, ultimo di 70 opening nel Paese. Prodotta in Italia, Flo’reiza punta su un prodotto value for money, con proposte che si alternano in negozio con cadenza settimanale: un format che ha portato il marchio a tagliare il traguardo dei 12,5 milioni di euro di fatturato nel 2016, con la previsione di raddoppiarlo nel 2017. In crescita anche il network retail: per la fine dell’anno i punti vendita saliranno a 80, di cui 35 diretti e 45 in franchising. Prossimo step lo sviluppo all’estero, partendo dalla Spagna. (a.t.)

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EP7226 - TRENCH BLU NOTTE IN COTONE WATER REPELLENT 3 LAYERS. UN TESSUTO NATO DALLA RICERCA ESEMPLARE, CHE RENDE IL CAPO ANCORA PIÙ PERFORMANTE ALL’ACQUA E AL VENTO. INTERNO STACCABILE IN PANNO MISTO CASHMERE, TASCHE LATERALI, BOTTONI IN CORNO PERSONALIZZATI. FIT URBAN E TECNOLOGICO GRAZIE ALL’ICONICA COSTRUZIONE A Y ROVESCIATA CHE RIVELA L’ARCHITETTURA DEL CAPO

13-16 GIUGNO 2017 PITTI IMMAGINE UOMO – SALA DELLE NAZIONI WWW.ESEMPLARE.IT


DIGITAL WORLD

netcomm forum

online? superato. È l’ora dell’onlife Nel 2017 l’e-commerce in Italia crescerà del 17%: un dato emerso al Netcomm Forum, chiuso con un +18% di presenze. Ma parlare di vendite online è superato: la sfida è l’ “onlife”, con il fattore esperienziale al centro

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di Alessandra bigotta

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Netcomm Forum was the mirror of the new digital era: the “everywhere shopper” looks for an “onlife” experience on Internet, but likes also to buy in physical shops, provided that they are special and involving.

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e dintorni", destinato a mettere a segno un l successo della 12esima edizione del +37%, anche l'abbigliamento farà la sua Netcomm Forum dimostra quanto le parte, con un +25%. Il mercato è in mano tematiche legate al digitale e all’omnicaagli "everywhere shopper", che surfano tra nalità siano attuali: l’evento, organizzato negozi virtuali e fisici e tra differenti devia Milano a maggio per tracciare le nuove ce, in nome di un “onlife” - non più solo rotte dell’e-commerce, ha chiuso i battenti online - shopping. Come ha fatto notare con 11.800 ingressi (+18%), 170 tra espoRiccardo Mangiaracina di Netcomm, sitori e sponsor, 169 relatori, tre plenarie già solo chi utilizza tre dispositivi per i cui hanno preso parte oltre 3mila persone propri acquisti (tablet, smartphone e, seme 76 workshop, seguiti da più di 16mila pre meno in voga, pc) spende il doppio rivisitatori. Roberto Liscia, presidente del spetto a chi usa soltanto il computer. Ma si consorzio del commercio elettronico itafa presto a dire omnicanalità: per buttarsi liano, ha sottolineato come, numeri alla nell’arena senza farsi male occorre un supmano, non ci siano più scuse: «Il digitale porto tecnologico mirato, come - ha detto - è la strada necessaha fatto notare Fabio Maglioni ria per le aziende eccellenti che DAL 2014 della software house Splio duvogliono competere e vincere L’E-COMMERCE rante uno dei workshop, mentre nei prossimi anni». L’Italia, che È CRESCIUTO le aziende italiane che decidono luoghi comuni vorrebbero ancoIN ITALIA di potenziare l’export usando la ra “timida” nei confronti degli INTORNO Rete devono farlo a ragion veduacquisti in Rete, sta bruciando AL +37% ta: secondo quanto emerso in un le tappe, per accorciare le dipanel con i responsabili di Mostanze con Paesi come la Gran leskine, Lovethesign e Timex Bretagna, ormai avvezzi a questo tipo di Luxury Division, moderato dal nostro shopping experience. Netcomm ha diffuso direttore Marc Sondermann, la scelta dei alcuni dati: dal 2014 a oggi l’e-commerce partner giusti in loco e la conoscenza delle nella Penisola è cresciuto del 37% e per il norme vigenti nei vari Paesi sono solo due 2017 si prospetta un +16%, con un valore fattori da tenere in conto quando si inizia di oltre 23 miliardi di euro. Da notare che, ■ un percorso di questo tipo. nonostante il dinamismo del settore "food

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1. Una sessione del Netcomm Forum 2. Moleskine, Timex Luxury Division e Lovethesign protagonisti del panel moderato da Marc Sondermann

SUL PODIO AL FORUM

HA VINTO MARTHA’S COTTAGE Martha’s Cottage won the Netcomm eCommerce Award 2017. A guadagnare il gradino più alto sul podio dei Netcomm eCommerce Award 2017 è stata Martha’s Cottage, dinamica startup siracusana dedicata al matrimonio, che ora si candida allo European eCommerce Award. Alla voce «abbigliamento e accessori» si è distinto Lanieri, e-shop di abiti su misura, mentre nella categoria Kid B2X Chicco Shop Online, pronto a espandersi in Portogallo e altri Paesi dell' Unione Europea, ha sbaragliato la concorrenza. (a.b.)

Salvatore Cobuzio (ceo di Martha’s Cottage) insieme a Roberto Liscia


LVMH NELL’ARENA DELL’E-COMMERCE

AL VIA 24SEVRES.COM The new online luxury shopping destination by Lvmh is called 24sevres.com, from the address of Le Bon Marché and sells 150 brands of womenswear, accessories and beauty. Dopo tante illazioni, debutta con questo mese di giugno 24sevres.com, piattaforma online controllata da Lvmh, nuova destinazione del luxury shopping in Rete. Forte di 150 marchi, compresi Louis Vuitton e Christian Dior, si focalizza inizialmente sulla moda femminile, gli accessori e il beauty. Il nome prende spunto dall’indirizzo di Le Bon Marché, department store parigino con oltre 160 anni di storia, sempre di proprietà del colosso d’oltralpe. Attivo in lingua francese e inglese, 24sevres.com entra nell’affollata arena dell’e-commerce puntando su un modo alternativo e soprattutto accattivante di vendere sul web. Come ha spiegato il chief digital officer di Lvmh, Ian Rogers, presentando il progetto, il sito non è solo sinonimo di acquisti ma anche di contenuti quotidiani (testi, foto e video), collaborazioni con artisti e innovatori, curiosità da condividere anche sui social media,

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sfruttando le potenzialità di Internet come visual medium. Ma, come e più dell’immagine, conta il servizio: non mancano dunque il click-and-collect per Parigi, le consegne express (in più di 75 Paesi) e la possibilità di video chat con un team di esperti di moda. In occasione del lancio sull’e-store è disponibile una limited edition, creata in collaborazione con Le Bon Marché e 68 brand, tra cui Chloé, Givenchy, Loewe, Marni e Ferragamo. (e.f.)

WHERE THE BODYFASHION WORLD MEETS

Paris Expo Porte de Versailles Pad.1

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fashion&textile

L’EVOLUZIONE DI UN CLASSICO

NUOVI SPUNTI PER la giacca-maglia La giacca resta protagonista del menswear ma con nuovi presupposti. Mantiene un’appeal sartoriale però è totalmente destrutturata e all’insegna del comfort, grazie alla magia della maglieria e alla creatività dei fili, espressioni del più alto made in Italy. Si va dalle mischie cashmere+seta alla lana merino ultrafine, dalla microfibra traspirante e ingualcibile al cotone ecofriendly. giorgio armani

di elisabetta fabbri

Men’s jacket evolves with new assumptions. It maintains a tailor-made appeal but is totally destructured and comfortable. A new mood supported by the magic of knitting and the creativity of yarns, expressions of the highest made in Italy: from the mix of cashmere and silk to ultra-fine merino wool, from the breathable and wrinkleresistant microfiber to ecofriendly cotton.

La giacca per la FW 2017/2018 è sui toni del blu, in jacquard di lana stretch

tollegno 1900 Il filo Charme J 1/80 in 100% lana merino ultrafine, in grigio extramélange, dà forma a un jersey double, da un lato spigato e dall’altro gessato

Lubiam cariaggi Il filato fantasia Nuage, titolo 12.000, in cashmere (74%) e seta (26%)

La giacca-maglia in versione monopetto per l’autunno-inverno prossimo

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fashion&textile

altea Al suo 60esimo anniversario, il marchio intraprende la filosofia “On duty in comfort”: business e attività quotidiane, con uno stile all’insegna della comodità. La giacca è slim fitted con piccoli revers

trussardi jeans Il blazer a due bottoni è in maglia pied-de-poule

Eurojersey Il tessuto tecnico in microfibra Sensitive Fabric, traspirante e ingualcibile, si presta a cuciture termosaldate, nastrature, tagli laser, a ultrasuoni o al vivo

lardini La giacca-maglia in verde petrolio gioca sull’effetto velluto

ecotec

loro piana La giacca Ticket Pocket in filo cardato baby camel hair (titolo 2/32). Per la lavorazione è stato scelto il punto Rice-Stitch, realizzato da una macchina rettilinea per maglieria, che garantisce un effetto tridimensionale. Il cammello è una fibra rara, dalle proprietà termoregolatrici. Proviene dal sottovello dell’animale, che cade in primavera, nella stagione della muta

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Il jersey jacquard in Ecotec by Marchi & Fildi: si tratta di un cotone smart, ottenuto da ritagli tessili pretinti attraverso un processo traciabile e certificato, che permette un consistente risparmio di acqua ed energia

tagliatore Jersey con microfantasie in cotone e lana per la monopetto a due bottoni, con tasche a toppa, spalla insellata e maniche a camicia

zegna baruffa lane borgosesia Da sinistra, il filo fantasia Pony, di aspetto tweed, ma composto e strutturato e la speciale trama che si ottiene dal mix tra la lana merino extrafine Cashwool e il bouclé Vello


ONE TOUCH OF NATURE MAKES THE WHOLE WORLD KIN

WILLIAM SHAKESPEARE

CARIAGGI

ENVIRONMENTAL SUSTAINABILITY


Ph. AKAstudio-collective

TEXTILE NEWS

PITTI FILATI 81

con 130 marchi in vetrina il 2018/2019 è GIà qui From 28th to 30th June, Pitti Filati 81 houses 130 brands in Florence, 24 of which from abroad. Dal 28 al 30 giugno appuntamento a Firenze con Pitti Filati 81, che schiera le novità di 130 marchi (dai 140 di un anno prima), 24 dei quali provenienti dall’estero, con le anteprime per l’autunno-inverno 2018/2019. Tra nomi nuovi e rinnovi gli organizzatori di Pitti Immagine segnalano, per l’Italia, Filatura Cervinia, Filatura di Crosa e Pettinatura Lagopolane. Ma spiccano anche dal Regno Unito Gary Rooney, J.C. Rennie, Knoll e Sophie Steller; dal Giappone Burns & Factory, Maruyasu e Sato Seni; dal Sud Africa Mohair South Africa; dalla Nuova Zelanda Perino by WoolYarns; dal Perù Michell e Alpaca del Perù. In questa edizione lo Spazio Ricerca, curato da Angelo Figus, Nicola Miller e Alessandro Moradei - dal titolo “The Human Edition” - si sposta nel Salone M. Le tendenze, come spiega Figus, sono state individuate ispirandosi a Rudolf Steiner, filosofo e pensatore tra i più influenti del XX secolo, il cui pensiero ha contaminato molteplici discipline: dalla pedagogia, fino alla medicina alternativa e all’agricoltura biodinamica. Spostandoci nell’area KnitClub si entra in contatto con 15 espositori, in rappresentanza dei maglifici di qualità. La sezione Fashion at Work raggiunge quota 28, con realtà specializzate in campi come le consulenze stilistiche, la progettazione punti e prototipi, la stampa su maglia, le passamanerie, le minuterie e i ricami. Si rinnova, inoltre, l’appuntamento con Feel the Yarn, il concorso per aspiranti stilisti dalle migliori scuole di moda internazionali, curato da Pitti Immagine con il Consorzio Promozione Filati e la società di consulenza Elementi Moda. Torna inoltre in Fortezza, al padiglione Medici, il salone della moda e del design d’antan Vintage Selection, alla 30esima edizione. Tra gli eventi spicca il compleanno di Lanerossi, che in occasione di Pitti Uomo e Pitti Filati celebra i 200 anni di storia con una mostra. (e.f.)

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invista

più dual core con i brevetti di cone denim Invista has purchased Cone Denim’s dual core patent portfolio. They will take the technology to a next level. Invista - produttore di fibre controllato dall’americana Koch Industries, noto per il marchio Lycra - aggiunge una nuova tecnologia al suo portafoglio brevetti. Si tratta della “dual core” di Cone Denim, azienda tessile di International Textile Group - ITG specializzata nel tessuto indigo. Invista è stato il primo a sviluppare una tecnologia dual core con il marchio Lycra dualFX, introdotto nel 2010. Dalla combinazione della fibra Lycra con Lycra T400 si può ottenere un denim superelastico, che mantiene la forma. Cone Denim, invece, festeggia quest’anno i 10 anni dallo sviluppo della tecnologia SGene. Ora collaborerà con Invista nel fornire una piattaforma globale, che porti la tecnologia «a un livello superiore». (e.f.)

FILPUCCI

un libro per i 50 anni The Tuscan spinner Filpucci celebrates the 50th anniversary with a book, which tells its major steps in product and process innovation. A Pitti Filati la toscana Filpucci festeggia con un libro - History tells the future, in edizione limitata - i 50 anni di attività. «Abbiamo attraversato il periodo d’oro del prêt-à-porter italiano, collaborando con nomi come Gianni Versace, Giorgio Armani, Gianfranco Ferré ed Enrico Coveri - ricorda il fondatore Leandro Gualtieri (nella foto) -. Oggi è un mondo che corre veloce e in continua trasformazione, difficile da intercettare». «Con due collezioni l’anno - prosegue - si aveva un minimo di programmazione, ma il modello Zara ha portato a continui frazionamenti, che il monte della filiera si trova ad assecondare». Non è un caso se l’azienda, specializzata nei fili fantasia, oggi sta testando una nuova macchina, che permette di accorciare i tempi di lavorazione nella ritorcitura delle viscose. Tutta la sua storia, in realtà, è scandita da innovazioni che hanno lasciato il segno nella moda. «Nel ‘69 lanciavamo i filati in viscosa per maglieria e negli anni ‘70 inventavamo la spighetta di cotone - spiega Gualtieri - . Negli anni ‘90 abbiamo brevettato il procedimento di filatura “Soffili”, che ha alleggerito i filati del 40%, rispetto a quelli prodotti con metodi tradizionali». Il compleanno sarà anche l’occasione per il passaggio del timone al figlio Federico. (e.f.)



fashion school

scuole di moda

think tank in evoluzione Sfilate, eventi, debutti: il mondo delle scuole è in fermento, con un link sempre più stretto con le aziende e con gli happening che contano, da Pitti Uomo a Milano Moda Uomo. Ecco cosa bolle in pentola di angela tovazzi

Special events, fashion shows, debuts: the world of schools is in progress, with an ever closer link with the companies and happenings that count, from Pitti Uomo to Milano Moda Uomo. Here are the novelties.

raffles education

RAFFLES parte alla conquista di milano Raffles Education opens its first school in Milan, in Porta Venezia area: three courses and eight master classes will start next October. Dopo aver inaugurato il primo college nel 1990 a Singapore e portato la propria insegna in 24 città di 14 Paesi con 26 scuole, il gruppo Raffles Education approda anche a Milano. A partire da ottobre prenderanno il via i corsi triennali per 300 studenti, in una sede da 3mila metri quadrati su più livelli in via Felice Casati 16, in zona Porta Venezia. Product design, Visual design e Fashion design, oltre a otto master: questo il pacchetto dell’offerta formativa, affidata a un pool di nomi di spicco della scena internazionale della moda e del design, tra cui Cristina Ortiz, Massimiliano Giornetti e Gabriele Colangelo. A guidare la nuova scuola sarà Maurizio Cortese, che in precedenza è stato direttore generale dello Ied.

Un rendering della nuova Raffles Milano, in arrivo in via Felice Casati

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POLIMODA

tell me about you: 20 studenti si raccontano a Pitti On 15th June “Tell me about you”, a fashion show with the best 20 collections realized by Polimoda students is planned in Florence. Pitti Uomo non sarà un palcoscenico solo per presentare le collezioni della primavera-estate 2018, ma anche per dare voce alle leve del futuro. Si chiama “Tell me about you” il fashion show organizzato da Polimoda per accendere i riflettori sulle migliori 20 collezioni menswear e womenswear realizzate dagli studenti dell’ultimo anno del corso Undergraduate in Fashion Design, selezionate da un team di docenti guidato dalla mentor Linda Loppa. Un evento che celebra un percorso di studi durato quattro anni e che costituisce la presentazione ufficiale dei giovani designer a un pubblico di fashion insider e soprattutto a una giuria internazionale composta da nomi top, tra cui Damir Doma, Simonetta Gianfelici, Sara Maino (Vogue Italia), Christiane Arp (Vogue Germany), Fabrizio Fabbro (Burberry) e Sara Kozlowski (Cfda). L’appuntamento è il 15 giugno alle 19 a Villa Favard, in via Curtatone 1, sul Lungarno.


istituto MARANGONI the school of fashion and art

gli ex alunni tornano alla base e scervino diventa ambassador

First international meeting in Milan, for the former students of the Marangoni Institute, with four special speakers: Ermanno Scervino (new school brand ambassador), Alessandro Sartori, Maurizio Pecoraro and Fabio Novembre.

Uno scatto realizzato da Federica Fioravanti nel corso delle revisioni degli studenti del Polimoda con Linda Loppa

Sopra, Ermanno Scervino, nominato nuovo brand ambassador di Istituto Marangoni In alto a destra, un momento della prima reunion degli ex alunni, con l’introduzione del ceo Roberto Riccio

Dove sta andando la moda? Quale il ruolo dell’innovazione nel processo creativo? Quali le sfide in uno scenario sempre più digital oriented? Questi i temi al centro della prima reunion internazionale della “Alumni Community” di Istituto Marangoni, un network che raccoglie i circa 40mila ex allievi che hanno frequentato la scuola, forte di oltre 80 anni di storia. Sul palco, lo scorso 18 maggio, sono saliti quattro special speaker: Ermanno Scervino, Fabio Novembre, Alessandro Sartori e Maurizio Pecoraro, gli ultimi due provenienti proprio dalla “fucina” Marangoni. Ospiti che hanno parlato a ruota libera su argomenti quali formazione, innovazione, nuove tecnologie, made in Italy, cercando anche di dare qualche consiglio agli studenti presenti in sala. «Bisogna coltivare il talento e la volontà, ma con umiltà, lucidità e autocritica. Alla fine di ogni progetto non mi mando mai i fiori. Preferisco guardare le cose da migliorare, per fare meglio la volta dopo» ha detto Scervino, che ha portato a casa un altro riconoscimento. Lo stilista è infatti stato nominato nuovo brand ambassador di Istituto Marangoni e metterà le sue competenze tecniche a disposizione degli allievi.

ISTITUTO SECOLI

75 allievi alla prova sfilata Milan will host a fashion show with over 100 looks of 75 students from Istituto Secoli. The appointment is at Alcatraz, in via Valtellina, on 15th June.

Un outfit della sfilata dell’Istituto Secoli del 2016

Molto più di una sfilata: è l’evento più atteso dagli studenti dell’Istituto Secoli, il fashion show che va in scena il 15 giugno all’Alcatraz di Milano. Arrivato alla 34esima edizione, l’happening schiera oltre 100 outfit di 75 designer, chiamati a cimentarsi quest’anno con il concept “Im-Perfetto”. Riscoprire il valore dell’unicità, allontanandosi da modelli stereotipati e seriali: questo il brief proposto agli allievi al termine dei master e dell’ultimo anno dei corsi triennali in Fashion Design Uomo e Donna, che per ispirarsi hanno attinto al Wabi-sabi giapponese, all’arte contemporanea di Mimmo Rotella, alle sculture del polacco Igor Mitoraj, fino alle visioni concettuali della designer Rei Kawakubo. L’evento - che ha il patrocinio, tra gli altri, di Regione Lombardia, Comune di Milano, Cnmi e Smi - è frutto dell’alleanza con partner come Lectra, Asahi Kasei Fibers Italia, Shima Seiki Italia e con Akira Minagawa, designer e fondatore del fashion brand Minä Perhonen. A giudicare i ragazzi protagonisti in passerella sarà anche il pubblico: grazie al Secoli Fashion Contest tutti i look potranno essere votati sulla piattaforma secolifashioncontest.com e i tre designer più “cliccati” si aggiudicheranno una borsa di studio di 1.500 euro, per l’iscrizione a uno dei corsi formativi della scuola.

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NEWS

A sinistra, Marco Campomaggi, contitolare con Caterina Lucchi di Campomaggi & Caterina Lucchi Sotto, una borsa trasformabile di Gabs per la primavera-estate 2018

CAMPOMAGGI & CATERINA LUCCHI

«LO SVILUPPO DI GABS VA OLTRE CORSO COMO» Acquired last year by Campomaggi & Caterina Lucchi, bags brand Gabs is ready to open a monobrand store in corso Como, Milan. Marco Campomaggi, joint owner of the company with his wife Caterina Lucchi, explains this and other projects, «always in the name of true made in Italy». Aprite il primo monomarca Gabs a Milano: come e dove sarà? Abbiamo scelto una delle vie privilegiate per lo shopping: corso Como. Lo spazio si sviluppa su 100 metri quadri, che si affacciano con cinque vetrine sia su corso Como, sia su piazza XXV Aprile. Per il layout la scelta è stata di puntare su elementi innovativi, in modo da creare un’interazione con la clientela, partendo da un forte impatto visivo. Tutto ruota intorno al dna di Gabs, all’insegna di trasformazione, gioco e, immancabile, il colore. È il primo passo di un’espansione retail per il brand? Certo. A novembre abbiamo avviato monomarca a Tokyo e in Corea, con l’obiettivo di acquisire nuove quote di mercato a livello internazionale. E stiamo vagliando una collaborazione che ci permetterebbe di entrare con vigore nel mercato cinese. Avete acquisito Gabs nel 2016: qual è il bilancio del primo anno? Decisamente positivo, soprattutto dal punto di vista progettuale. Abbiamo attuato una rimappatura della clientela e riposizionato in modo più strategico il brand, anche grazie all’apertura di corner e monomarca. A proposito di distribuzione, come si sviluppa il network del marchio? Oggi Gabs è presente in circa 900 multimarca tra Italia ed estero, mentre i monomarca sono i tre citati (compreso Milano), più diversi corner. Quali le novità delle altre label di Campomaggi & Caterina Lucchi? Sempre in corso Como a Milano inaugureremo uno store Campomaggi, che va ad affiancarsi a quello già presente in via della Spiga 5, inaugurato a febbraio 2016. Come è andato il 2016? Il fiscal year è stato archiviato con un fatturato di 33 milioni, in linea con l’anno precedente se pensiamo che lo abbiamo chiuso, per esigenze aziendali, a 10 mesi. L’Italia rappresenta il 45% del nostro business e per quanto riguarda le principali destinazioni dell’export, ai primi posti ci sono Germania, Francia, Svizzera, Corea e Stati Uniti. Per noi è di sicuro premiante proporre un autentico made in Italy. (a.b.)

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K-WAY E IL NEGOZIO INTELLIGENTE

L’ora del Plug@sell Thanks to the hi-tech system Plug@sell, K-Way is revolutionizing its stores, beginning from London and Naples. L’avanzata dell’e-commerce comporta inevitabilmente un cambio di marcia anche per il retail fisico. Lo sanno bene in casa K-Way che, a partire dai nuovi store di Londra (in Henrietta street 4) e Napoli (in via Gaetano Filangieri 77), utilizza il format ultratecnologico Plug@ sell, un sistema che permette di fare acquisti senza passare dalla cassa e molto altro. Ogni commesso, grazie a un tablet, è in grado di svolgere tutte le funzioni legate a una cassa tradizionale con un sistema molto più immediato, completo e veloce. Pagare in qualunque punto della boutique, senza perdite di tempo, è infatti un vantaggio per il cliente. Non è l’unico servizio: la nuova impostazione permette di ottenere informazioni dettagliate sui capi, conoscerne l’ubicazione all’interno dello shop, ricevere comunicazioni su sconti, novità e promozioni. Ogni articolo si caratterizza per la presenza di un numero univoco e di un QR code, scansionabile con lo smartphone, che riporta al sito basiclabels.net. (c.me.)



LA MARTINA FOR

Sopra: La Martina Brand&Retail A destra: Alcuni dettagli del sistema e-commerce.

La svolta di La Martina tra polo, web e brand evolution L’ETICHETTA DEL POLO INVESTE SU UNA STRATEGIA DI SVILUPPO CHE METTE AL CENTRO LA DIGITALIZZAZIONE , STRUMENTO CHIAVE PER APRIRSI A NUOVI MERCATI, NUOVE FORME DI DISTRIBUZIONE E ALL’INTERAZIONE CON IL CONSUMATORE FINALE

Il futuro di La Martina coincide con i concetti di brand evolution e digitalizzazione. Non un colpo di spugna all’heritage del polo e ai suoi valori, ma un modo per riformulare lo sviluppo del business e la comunicazione sulla base delle nuove regole economiche e sociali. L’azienda fondata nel 1985 dall’imprenditore italo-argentino Lando Simonetti, con lo scopo di produrre equipaggiamento tecnico per il polo e diffonderne la cultura, è a tutt’oggi un’impresa a gestione familiare che firma articoli tecnici performanti, ma anche un inconfondibile lifestyle la cui icona di riferimento è il polo player e il suo entourage. Un mondo che richiede eccellenza nella qualità e uno stile originale tradotto in un guardaroba, che va dallo sportswear al formale, proposto oggi in oltre 90 store nel mondo. Esempio virtuoso di impresa dal profilo artigianale, La Martina ha percorso costantemente la strada dell’innovazione fino alla decisione di centrare le strategie di sviluppo sul digital, con un articolato progetto che agisce su più fronti strettamente connessi l’uno all’altro: la formazione dei rivenditori, attraverso eventi e summit volti a esplorare le ultime frontiere delle retail, «una vera e propria tribuna per condividere idee e nuovi modi di vedere le cose», come li ha definiti Lando Simonetti; il coinvolgimento di nuove figure

della comunicazione, come i digital influencer, per la costituzione di una PoloCommunity che produca un effetto empatia e diffonda la cultura del polo anche in ambienti inconsueti; l’attivazione di una piattaforma commerciale cui si lega il progetto di franchising TailorNet, che fa leva su marchio, prodotto, digitalizzazione e un programma di eventi di richiamo. Il nesso tra questi tre momenti del progetto è immediato: dai summit emergono i profili aggiornati dei consumatori, i trend e le esigenze del mercato, che indirizzano sia le strategie dei market player, sia le azioni degli influencer e a cascata si ripercuotono sull’immagine del brand e sulle vendite. Si sta via via definendo una visione inclusiva delle attività aziendali, che mette al centro il nuovo consumatore anche attraverso il suo coinvolgimento in una Community per condividere gusti, esperienze e valori con una rete di persone non necessariamente connessa al mondo del polo. Un flusso interattivo di conversazioni nelle quali si è di recente inserito il format di storytelling #LMpolostory. Il progetto raccoglie immagini, testi e video legati al marchio e al mondo del polo player, postati da digital influencer internazionali, che, in questa prima fase, si muovono tra Milano, Londra e Düsseldorf. Città che raccontano attraverso luoghi iconici, tradizioni culinarie, stile


di vita, valori, tutti aspetti con cui il giocatore di polo entra in contatto in ogni angolo di mondo. Il progetto, fin dalla prima tappa milanese ha generato migliaia di conversazioni trasformatesi in conversioni: nella settimana di attivazione le transazioni sul sito e-commerce La Martina hanno conosciuto picchi importanti legati in particolare ai capi indossati dagli influencer. Che esperienze reali e virtuali possano dialogare a tutto vantaggio delle vendite è la convinzione alla base di TailorNet, il progetto franchising che La Martina sta portando avanti da tempo. Un nuovo modello di retail che trova forza sì nella riconoscibilità del marchio e nell’eccellenza del prodotto, ma che oggi si lega a doppio filo ai processi di digitalizzazione, soprattutto all’e-commerce, e al concetto di experience. Fin dalla sua nascita TailorNet si è concentrato infatti sulla trasformazione del punto vendita in un hub connesso al brand: un luogo in cui anche chi acquista online possa recarsi a ritirare il capo e magari aggiungere d’impulso articoli allo scontrino, il posto dove vivere fisicamente la relazione con il marchio, partecipando a eventi reali e virtuali. La Martina mette infatti al servizio di ogni punto vendita le proprie competenze tecnologiche per una gestione vantaggiosa, e la propria disponibilità d’investimento su esperienze

uniche per i clienti. Eventi di polo nelle più belle località del mondo, con vip e celebrità, partnership con i più importanti magazine internazionali per eventi in store che accorcino le distanza tra il mondo del polo e il consumatore finale. Il progetto TailorNet sta coinvolgendo anche i rivenditori multimarca disposti a ospitare un corner dedicato all’interno del loro spazio, con l’intento di diffondere il brand più capillarmente e ampliare la community, offrendo al consumatore un contatto più vicino e immediato con il mondo e il servizio La Martina. Il rivenditore diventa il punto di riferimento del territorio, l’ambasciatore dello stile e dei valori del brand, il centro di gravità degli eventi social a esso legati, con un ritorno d’immagine e vantaggi commerciali e gestionali che includono una percentuale sulle vendite online e l’accesso al magazzino centrale in caso di necessità.


ALPHA-STUDIO.COM


PREVIEW MENSWEAR SPRING- SUMMER 2018

SUMMER CODES Si afferma un uomo nuovo che ha scelto di essere sempre impeccabile, anche nel tempo libero. Non ripudia la camicia e sceglie giacche perfette, ma sempre destrutturate. Come un esploratore vecchia maniera che ama il viaggio fatto di tele resistenti, cuoio e voglia di avventura. E che vuole appartenere a un mondo ben codificato da epoche che hanno segnato la storia. di ALBERTO CORRADO

New Men: how they like to be dressy also for their free time.

LUIGI BIANCHI MANTOVA

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PREVIEW MENSWEAR SPRING-SUMMER 2018

MODERN SHAPE

Un'eleganza colta, che profuma di storia e di linguaggio vicino alla contemporaneità. Giochi di forme riportati ai colori basici, creando scacchiere che animano outfit diversi, dal formale all’urbanwear. An educated elegance that smells of history and a language close to contemporary. Forms of shapes back to the basic colors, creating "chess pieces" that enliven diverse outfits, from formal to urban.

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1. JOHN SMEDLEY 2. DONDUP 3. EDEN PARK 4. TAGLIATORE 5. MANUEL RITZ 6. SARTORIA LATORRE 7. ALESSANDRO DELL'ACQUA 8. ROSSIGNOL 9. ALBERTO GUARDIANI

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1. LBM 1911 2. BERWICH 3. ELEVENTY 4. pence 1979 5. REPORTER 6.VOILE BLANCHE 8. DIADORA

SUMMER NORMCORE

Gli stilemi maschili vengono enfatizzati da proporzioni slim,. camicie e pantaloni minimal cambiano faccia grazie alla rilettura 70’s. Per un lusso understated, capace di osare tinte inconsuete come l’arancio e il kaki. Men's styles are emphasized by slim proportions. Minimal shirts and trousers change face, thanks to the 70's reinterpretation. For a understated luxury, capable of daring unusual colors, like orange and khaki.

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PITTI UOMO Firenze

13 -16 June

Pad. Centrale - Stand I12 PREMIUM Berlin

4 -6 July

Hall 4 - Stand H4 - A08

Info: Tel. +39 02 76024711 - 1953@minoronzoni.it minoronzoni1953.it


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KLEIN BLUE

Monocromie totali rubate alle tele del pittore francese. Per dipingere il formalwear di ultima generazione, HI-TECH e dalle incursioni artistoidi. Total monocromia stolen from the paintings of the French painter. To paint the latest hi-tech, artsy formalwear.

1. BAGUTTA 2. PASHMERE 3. Harmont & Blaine 4. LABORATORI ITALIANI 5. FRADI 6. ESEMPLARE 7. FRANÇOIS MARTIN CROSS

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BROKER MAN

Divise da lavoro: dai broker della City, agli squali ambiziosi del business. Pin-stripe up-to date, per creare una generazione ipermaschile e tailor-made.

Uniform by Work: from city brokers, to ambitious business sharks. Pin-stripes, up-to-date, to create a hyper-mainly and tailor-made generation.

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1. GABRIELE PASINI 2. FUTURO 3. LUIGI BIANCHI MANTOVA 4. THE GIGI 5. PAOLONI 6. SERAPIAN 7. ARTIOLI 8. INGRAM

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PREVIEW MENSWEAR SPRING- SUMMER 2018

YOUNGISH appeal

La tela di genova resta un must-have del guardaroba maschile. Facendosi morbida ed elegante, o scolpendo look dall’appeal youngish.

The Genua canvas remains a must-have of the male wardrobe. Making it soft and elegant, or sculpting looks with a youngish appeal.

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1. GANT 2. ROY ROGER'S 3. AT.P.CO 4. DORATEX 5. LUCA BERTELLI 6. NAVIGARE 7. GAS 8. REPLAY 9. SIVIGLIA

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PREVIEW MENSWEAR SPRING- SUMMER 2018

URBAN UNIFORM

Giacca o bermuda. Prediligendo il total white. La divisa quotidiana dei metro man sceglie un’estetica asettica, nel rispetto di un tailoring minimalista.

Jacket or bermuda. Loving total white. The daily uniform of the metro man chooses an aseptic aesthetic, always respecting a minimalist tailoring.

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1. HAMAKI-HO 2. MESSAGERIE 3. ALPHA STUDIO 4. PEOPLE OF SHIBUYA 5. SEVENTY 6. MIZUNO 7. BALDININI

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NOMAD BREEZE

Fantasie afro. Tinte etniche. Tracce folkish. La stagione calda si anima di nomadismo, con colori e arabeschi che citano culture lontane e ancestrali. Afro fantasy. Ethnic colors. Folk tracks. The warm season is characterized by nomadism with colors and arabesques, which cite distant and ancestral cultures. 1. ROBERTO P. LUXURY 2. K-WAY 3. ANTONY MORATO 4. CAMPOMAGGI 5. LA MARTINA 6. POLLINI 7. PT01 PANTALONI TORINO 8. PARAJUMPERS

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GTA for

GTA, il pantalone italiano dal 1955 Forte di una tradizione lunga oltre 60 anni legata al pantalone di alta qualità, GTA punta su ricerca, passione, qualità e un sempre più approfondito know-how tecnologico GTA, brand di pantaloni fondato nel 1955 dalla famiglia Tognolo, in oltre 60 anni di vita ha fatto la storia del pantalone italiano, combinando da sempre la passione per l’artigianato, unita alla cura dei dettagli e della costruzione, con l’innovazione e il design. Nel 2014 è stato rilevato da una cordata di imprenditori italiani che con impegno, dedizione e costanza lavorano per recuperare le tradizioni del made in Italy e la cultura produttiva locale, con l’intento di far crescere questo storico brand e portarlo alla conquista di nuovi e importanti mercati. Oggi GTA Il Pantalone ha deciso di puntare sulla tecnologia per affermarsi sia a livello nazionale che internazionale e unisce al contenuto stilistico, l’industrializzazione sartoriale, l’originalità e l’esclusività. Tessuti di prima qualità, leggeri e

sempre impeccabili, trattati, lavati e tinti con tecniche in continua evoluzione e sperimentazione, che fanno la differenza e permettono di proporre un prodotto sempre nuovo ed originale. Filati sempre più pregiati e all’avanguardia - con fantasie e geometrie, stampate in rilievo e non - che creano pantaloni unici e rileggono il passato attraverso nuovi codici di stile. E ancora, lane e cotoni della tradizione reinterpretati in chiave moderna, con un gusto minimale e pulito. L’unicità e la qualità dei pantaloni GTA si ritrovano anche nella passione, nella ricerca e nello studio dei dettagli sartoriali: passanti per la cintura inseriti all’interno del taglio vita, bottoni con il gambo rialzato, tirapancia in tessuto e spacchetto sartoriale, il taglio nella cintura posteriore che aumenta il comfort e la vestibilità.

GTA MODA Via Padova 115 - 35030 Tencarda di Selvazzano (PD) - Tel. 049 8685623 - www.gtamoda.it


PREVIEW MENSWEAR SPRING- SUMMER 2018

BLOOMING DAYS

maxi décor floreal-vegetali. Flowering shirt portate sotto abiti. stampe erbario dai toni multicolor. In scena capi che catturano lo sguardo e l' immaginazione. From flower-plant to maxi décor. Flowering shirts worn under dresses. Multicolored herbal prints. On stage models that capture gaze and imagination.

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1. L4k3 2. OFFICINE 36 3. BRETELLE&BRACES 4. BLU MINT 5. BROOKSFIELD 6. GTA 7. 120% LINO

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EDEN PARK for

30 anni di Eden Park: storia di un ex campione di rugby e un papillon rosa creato nel 1987 da Franck Mesnel e Eric Blanc, Eden Park festeggia 30 anni, FEDELE AL "French Flair" che lo ha reso famoso in oltre 30 paesi Eden Park è un brand parigino creato nel 1987 da Franck Mesnel e Eric Blanc, due giocatori di rugby internazionali. Oggi il marchio francese festeggia i suoi 30 anni. è presente in 34 Paesi con più di 534 punti vendita e continua il suo sviluppo. Le collezioni Eden Park sono create per gli uomini che curano la propria immagine in ogni circostanza. Classiche, ma allo stesso tempo moderne, fatte per sedurre gli uomini in ogni parte del mondo, sono la definizione del concetto di French Flair. Ma cos’è il French Flair? Ingegnosità, ispirazione, quel «savoir-faire» francese che fa sì che ogni capo Eden Park tragga ispirazione dalla tradizione del Paese e dallo statuto di marchio indentitario e firmato. Per la primavera-estate, Eden Park propone una apparente semplicità, tagli perfetti, una collezione che si indirizza a un uomo elegante in un'ottica tradizionale, sensibile alla qualità e ai dettagli. Questo amore del dettaglio rimane una delle caratteristiche principali del brand che da ormai 30 anni é il leader incontestato nell’universo premium. I colori sono naturali, beige, grigio, kaki, blu. La collezione abbina prestigio, charme e creatività, per una silhouette fluida, nuova definizione di eleganza maschile secondo Eden Park.

www.eden-park.fr


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MARTIAL CAMPUS

Un gioco di squadra. Per uomini che amano i bomber e il lettering sportivo. per Creare un’estetica da club o da Saturday Night Lights.

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A team game. For men wearing bomber and sports lettering. Create a club aesthetic in a Saturday Night Lights mood. 1. BLAUER 2. STEWART 3. PONY 4. VALSTAR 5. BARACUTA 6. MACKAGE 7. AERONAUTICA MILITARE 8. COLMAR 9. TEN C 10. MBT 136

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PASHMERE for

Pashmere si distingue al Pitti grazie al brevetto “Make Your Polo” e alle “Opere d’Arte su Maglia” CONTINUA LA CRESCITA DI PASHMERE, MARCHIO DI MAGLIERIA TOP DI GAMMA DALLA FORTE IDENTITÀ, CHE A PITTI UOMO PRESENTA DUE PROGETTI UNICI NEL LORO GENERE, ALL’INSEGNA DELLA PERSONALIZZAZIONE E DELLA CREATIVITÀ Dopo il grande successo nelle stagioni P/E17 e A/I17-18 della rivoluzionaria Polo 100% cotone fully fashioned con colli intercambiabili, Pashmere continua con la P/E18 presentata al Pitti il processo di crescita del brand a livello di immagine e di prodotto, con una serie di proposte uniche rispetto al panorama internazionale della maglieria di alto livello. Make your Polo ha come caratteristica principale la versatilità: partendo da una T-shirt con collo serafino realizzato con delle mini asole nella parte del collo, si può completare il tutto con un colletto-Polo del colore e della fantasia preferiti. Ogni Polo viene acquistata con due colli diversi per un uomo dinamico e poliedrico, che ha voglia di rinnovamento e che può quindi reinterpretare ogni mattina la sua Polo giocando a piacimento con corpo e colli diversi. «Dopo più di 50 anni di esperienza nel mondo della maglieria di alto livello ci siamo resi conto che il consumatore sta cambiando - spiega Laura Colombo, capo dell’ufficio stile di Pashmere e parte della famiglia che gestisce l’azienda - ed è alla ricerca di grande qualità ma allo stesso tempo di unicità e di innovazione. Proprio per questo il nostro brevetto “Make your Polo” è stato un grande successo e ha dato nuova linfa al concetto tradizionale di Polo, seguendo le tendenze attuali di ecletticità

e comfort che caratterizzano il mondo della moda di alto livello, lo slogan “Choose the Body, choose the Collar, make your Polo”è ora sulla bocca dei migliori stores del mondo». «Studiando il mercato e parlando con i nostri clienti - continua Laura Colombo- abbiamo capito quanto il mondo della maglieria classica stile countryman, presentato da moltissimi altri brand, sia inflazionato e in alcuni casi stia subendo una battuta d’arresto. Pashmere invece è in controtendenza e in crescita, grazie ad un’identità moderna, caratterizzata da lavorazioni artigianali uniche». Vanto del brand, infatti, è la ricerca di effetti presi dalla natura e realizzati con esclusive tinture eco-friendly, a base di estratti di bacche e radici, o con pitture a mano, aerografature e graffiature tutte hand made e rigorosamente “Made in Italy”, fatte da mani abili e creative. Vere opere d’arte su maglia con un carattere forte e distintivo,che rendono ogni capo unico e distinguibile rispetto ad altri brand. L’azienda, specializzata nella maglieria di altissima qualità e in particolare nelle finezze leggere luxury, ha prodotto per tanti anni per famose griffe italiane e francesi di alta gamma. Pashmere, sinonimo di raffinata unicità, conferma la sua crescita affermandosi in maniera sempre più decisa sia nel mercato nazionale che in quello internazionale.

Galassia srl Zona Ind. Molinaccio - Via Edison 2 (Perugia) - Showroom Milano Corso Venezia 39 - Tel. +39 02 7628 1571 showroom@pashmere.it - www.pashmere.it


PREVIEW MENSWEAR SPRING- SUMMER 2018

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sun SHADES

Nuovi bohemien che solcano le sabbie del deserto. La polvere delle dune si mescola alle fibre, stingendo la palette cromatica bruciata dai raggi del sole. Ocra, giallo, beige e verde dusty personalizzano giacche,e bomber da vero AVVENTURIERO. New bohemians racing in the desert sand. The dust of the dunes mingles with the fibers, stinging the chromatic palette burned by the sunrays. Ochre, yellow, beige and dusty green create coloured shadows on jackets and bombers fro a true explorer. 1. BOOMBOGIE 2. LANIFICIO COLOMBO 3. I29 A.TESTONI 4. DEPARTMENT 5 5. XACUS 6. ENTRE AMIS 7. FERRANTE 8. LARDINI

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smooth SAILING

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Cerate oversize, e parka riciclati, per sfidare ogni condizione meteorologica. La vita in alto mare regala fibre tecniche e forme esagerate. si va Dall’arancio al fluo, esplorando tutte le gradazioni del blu. Waxed oversize, recycled parka to challenge any meteorological condition. Life on the high seas gives technical fibers and huge forms. From the orange to the fluo, colours exoplore all the gradations of the blue.

1. MOOSE KNUCLES 2. MILANO 1914 3. ARMATA DI MARE 4.TATRAS 5. SEALUP 6. SUN68 7. ALLEGRI 8. NORTH SAILS 9. SAVE THE DUCK 10. Lumberjack 140

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STYLE WITH CONVICTION PITTI IMMAGINE UOMO – June 13TH - 16TH 2017 – Booth J / 11

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overview pre-collezioni

Never ending shows Da un lato le grandi maison che le spingono attraverso show colossali, dall’altro i brand indipendenti, che le cancellano ma anticipano i tempi di presentazione delle collezioni: risultato, i periodi di vendita di cruise e pre-fall continuano a rafforzarsi, rischiando di rivoluzionare lo scenario distributivo di andrea bigozzi

What do resort and pre-fall mean now in fashion? On the one side big brands “push” them through colossal shows, on the other independent brands erase them, but anticipate the timing of main collections: so sales periods of cruise and pre-collections continue to increase, with the chance of revolutionizing the distributive scenario.

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Miuccia Prada non piace chiamarle né cruise né resort, perché «sono parole che sanno di sfilatine insignificanti». Ma queste collezioni “anticipate” rispetto ai tempi della sfilata sono tutt’altro che insignificanti, tant’è che nelle ultime stagioni i periodi di vendita di cruise e pre-collezioni continuano a rafforzarsi. Tra i marchi indipendenti sono sempre più numerosi i casi di chi (come Rodarte, Jason Wu e Proenza Schouler) cancella le “pre” e torna a progettare solo due collezioni l’anno, ma presentate durante o dopo le sfilate

Nella foto: Gucci Collezione Cruise 2018 - Courtesy of Gucci Shot by Dan Lecca

maschili, in una rincorsa che potrebbe rivoluzionare un’altra volta lo scenario della distribuzione. Le grandi griffe, dal canto loro, hanno arricchito di tali contenuti moda sia resort che pre-fall, da giustificarne la presentazione attraverso una serie di fashion show che a maggio e dicembre-gennaio tengono i buyer lontani dai loro negozi. Risultato, le sfilate non finiscono mai. Sarà un bene? Abbiamo girato la domanda a quattro nomi di spicco del settore (stilisti, distributori, buyer), tutti ■ convinti del fatto che oggi sia indispensabile fare chiarezza. 12_06_2017

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1. Just Cavalli 2. Bottega Veneta 3. Albino Teodoro 4. Chanel

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Ian Griffiths direttore creativo Max Mara

«Sei collezioni all’anno, per non perdere mai di vista la cliente» Alcuni marchi stanno iniziando a ridurre il numero di collezioni, accorpando pre e runway collection. Max Mara invece progetta ben sei collezioni all’anno: non sarà troppo? In effetti sei può sembrare un numero molto alto, ma in realtà dietro c’è un quadro commerciale molto preciso. Due sono le pre-collezioni, la resort e la pre-fall, altrettante le runway collection che presentiamo a Milano e le altre due si connotano come collezioni che consegnamo nello stesso periodo delle nostre sfilate e che sviluppano in chiave commerciale le linee guida della runway collection. Più facili da portare, più accessibili, ma con la medesima ispirazione. È una formula che consente di coprire tutte le richieste. Non vorremmo mai riempire il mercato con un prodotto inutile. Nel settore c’è anche chi sta ripensando i tempi di consegna e annullando la divisione stagionale. Quale pensa sia la formula giusta? In qualunque modo le chiami, le collezioni affrontano la sfida di condizioni climatiche sempre più imprevedibili. A questo si aggiunge il fatto che Max Mara è un marchio globale, con punti vendita in più di 100 Paesi e che la necessità di produrre capi trans-stagionali diventa sempre più evidente. Di conseguenza, vendiamo cappotti nella nostra resort e pesi più leggeri in inverno. Ormai il cruise month è una realtà. Pensa che in futuro questo calendario sarà più importante delle fashion week? Durante la settimana della moda un marchio ha a disposizione uno slot di 20 minuti, in un giorno in cui ci sono tanti show diversi. Quando mostra la resort o la pre con un evento ad hoc, ha per due o tre giorni tutta l’attenzione concentrata su di sé, quindi è una bella occasione. Detto questo, non penso che sia indispensabile insistere ogni stagione con un evento in grande stile dedicato alle precollezioni. La stampa viaggia già molto. Inutile stressarla.

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PRIMADONNA COLLECTION

«Okay al cruise month, ma c’È il rischio di soffocare la creativtà»

Rosy Biffi

Cosa significa per un buyer il cruise month: viaggi, business, creatività? È un momento importante della stagione per chi fa il nostro mestiere, così come lo sono le settimane dedicate alle pre-fall in inverno. Peccato che questo alternarsi di show in giro per il mondo ci porta lontano dai nostri negozi , facendoci perdere di vista il territorio, che per noi è importante tanto quanto il rapporto con le aziende.

Titolare delle boutique multimarca Biffi e Banner

La vostra cliente viene in negozio apposta per le pre-collezioni? Sapere che un capo o un accessorio fa parte di una “pre” o di una capsule non è di per sé una leva di acquisto per il nostro pubblico. Abbiamo provato a spiegare tutto il meccanismo ma non interessa al consumatore finale, interessato solo a trovare qualcosa di speciale. Forse è perché la nostra cliente tipo è molto sicura di sé. Le aziende si sentono costrette a rinnovare l’offerta in store dal cliente, stanco di vedere sempre la stessa cosa. Penso che questa sovrapposizione di messaggi alla lunga sarà controproducente. Le pre-fall e le cruise vanno bene, ma solo se poi sono seguite da collezioni forti. Specie quando si tratta delle griffe, il mercato premia chi ha uno stile preciso e una coerenza di messaggio, non chi inonda il mercato di merce.

1. Fendi 2. Etro 3. Louis Vuitton 4. Valentino (ph. Gerardo Somoza) 5. Versus Versace

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Riccardo Grassi Titolare di Riccardo Grassi Showroom

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PRIMADONNA COLLECTION

«Il timing degli acquisti sta cambiando: a parigi tutti anticipano. E a milano?» Qual è la sua opinione a proposito dei cambiamenti in atto? Una cosa è certa, la moda in questo momento avrebbe bisogno di semplificazione. A voler guardare i dati, ma anche i contenuti fashion, quelle che si devono ripensare maggiormente in questo momento sono le runway collection. Arrivano troppo tardi e spesso sono deboli nei contenuti. Cosa potrebbe portare più chiarezza? Anticipare a giugno/luglio la fashion week donna di Milano aiuterebbe a dare più stabilità alle collezioni. Anche l’edizione invernale potrebbe essere collocata a gennaio anziché febbraio. I marchi più legati al wholesale se ne avvantaggerebbero. A Parigi le cose vanno già in questa direzione... Cioè? I francesi assecondano la voglia dei marchi di anticipare i tempi. Le settimane della couture di gennaio e luglio hanno aperto il calendario a special guest del ready-to-wear. Alcuni brand sono tornati a fare due collezioni all’anno, ma le presentano con i tempi della pre-collezione.

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Ph. Monica Feudi

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1. Philipp Plein 2. Prada 3. Antonio Marras 4. Christian Dior

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Albino d'Amato fashion designer

«Fare a meno delle “pre”? Possibile solo se si anticipa la fashion week donna» In occasione dello show di Milano, Miuccia Prada ha detto di non amare definizioni come “cruise”, perché tolgono dignità a una sfilata e a una collezione completa. È d’accordo? Miuccia Prada ha ragione. Un tempo le cruise e le pre-fall servivano solo a vendere ed erano quasi tenute segrete: pochi pezzi mirati e commercialmente sicuri. Ora invece non solo ci trovi tutto, ma sono anche diventate uno strumento di immagine, specie per le grandi maison, che intorno a queste collezioni creano eventi straordinari. Anche un brand indipendente come il suo è spinto ad ampliare le “pre” il più possibile? Certo, questa è una tendenza generalizzata. Ma ancora più vera per i brand legati al wholesale, visto che i buyer realizzano l’80% dei loro budget con le pre-collezioni. Anche per il mio marchio, Albino Teodoro, le “pre” sono le collezioni della stagione con più contenuto e più offerta: sono composte da diverse capsule, che potranno essere integrate o ridotte, per venire incontro alle esigenze dei compratori. In confronto, quella destinata alla sfilata è davvero una “collezioncina”. Che senso ha per un marchio investire risorse sullo show, quando poi i budget sono già chiusi? Io lo vedo come un investimento a lungo termine. E poi il problema è che il calendario commerciale è davvero troppo disallineato con quello delle fashion week. Se Milano volesse tornare al centro dell’attenzione dovrebbe anticipare le sfilate a luglio, con proposte davvero forti. Alcuni brand hanno deciso di concentrarsi solo su due collezioni all’anno. Lei cosa ne pensa? È una possibilità. Tutti quelli che hanno optato per questa soluzione hanno presentato le collezioni con i tempi delle pre. Quindi si torna al solito punto: anticipare la fashion week donna.

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TREND

BRAND TO watch Collezioni al debutto, in fase di rilancio o con alle spalle poche stagioni. Il loro fil rouge? Un concept originale e una storia da raccontare DI ANGELA TOVAZZI

Collections ready to debut, brands undergoing a re-launch or lines born few seasons ago, with an original concept and a story to tell.

WUSHU RUYI

var/city

The Wushu Ruyi footwear, by Walter and Paolo Lorini, is inspired by the martial art of wushu and, from July, will make its debut in a fashion wholesale network.

Launched by Marta Bonometti in 2013, Var/City is a contemporary men’s and women’s collection, distributed in about 40 international multibrand stores.

Alla più antica arte marziale, il wushu, i fratelli Walter e Paolo Lorini hanno dedicato la loro vita, portando a casa numerose vittorie e trofei. È proprio durante un allenamento al Tiantan Park di Pechino, nel 1985, che hanno l’intuizione di creare delle scarpe ispirate alla pratica outdoor di questa disciplina: calzature che prendono il nome di Wushu (“arte marziale” in cinese), con il logo RuYi, antichissimo simbolo del Paese. Da luglio le sneaker saranno distribuite anche nel canale fashion da Blackboard Group: nel mirino oltre 200 punti vendita in Europa tra cui Selfridges, Le Bon Marché, Biffi, Gerard Loft e Sugar. I prezzi medi sell in saranno intorno ai 50 euro.

Nato all’inizio del 2013 con la prima collezione presentata a Pitti Uomo, Var/City è un brand contemporary di moda uomo e donna che pian piano sta espandendo la sua visibilità grazie a collezioni urban, dal gusto streetwear americano ma 100% made in Italy, anzi made in Lombardia, tra Brescia, Bergamo e Milano. Marta Bonometti, una laurea all’università Bocconi, ha lanciato il brand dopo un’esperienza di alcuni anni nel settore distributivo e in particolare nel travel retail della Giorgio Armani, trasferendo poi in Var/City la sensibilità sia per il prodotto che per le dinamiche commerciali. Ora il marchio è disponibile in una quarantina di top shop internazionali, tra cui La Rinascente a Milano, Luisaviaroma a Firenze, Club 21 a Singapore. Rainbow a Macau, Harvey Nichols a Hong Kong. I prezzi sell in sono compresi fra i 40 e i 250 euro.

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©2017 INVISTA. CORDURA® est une marque déposée de INVISTA pour les tissus durables.

Nous poursuivons notre ascension. Nous continuons à explorer et à découvrir de nouvelles solutions pour réaliser des tissus plus durables, respirants et légers. Il s’agit d’une aventure sans fin. Il y a toujours une autre montagne à gravir et nous sommes ravis de la gravir avec vous.

cordura.com/50years


TREND

klokers Klokers arrives at Pitti Uomo with a watches collection that mixes Swiss technology and fashion performances. Debuttano a Pitti Uomo gli orologi Klokers, nati nel 2014 ad Annecy (Francia) da un’idea di Nicolas Boutherin. Gli ingredienti? Moda e alta orologeria, con la garanzia “Swiss made”, per segnatempo intercambiabili, grazie alla cassa dell’orologio agganciata al cinturino attraverso un sistema di fissaggio brevettato, la chiave klokers. Con prezzi fra i 300 e i 900 euro, la linea è venduta in Europa, Giappone, Singapore, Taiwan e Stati Uniti, in top shop come Le Bon Marché a Parigi, Luisaviaroma a Firenze e Brian&Barry a Milano.

crafted society The collection aims to combine luxury and social responsibility, with accessories made in Italy by craftsmen who sign each piece.

GILBERTO CALZOLARI The brand bets on a demi-couture with minimal silhouettes and sophisticated details. Nato a Milano, Gilberto Calzolari ha lanciato il suo brand nel 2015 dopo essersi formato all’Accademia di Brera e alla corte di big come Marni, Alberta Ferretti e Giorgio Armani. La sua poetica stilistica è un inno alla qualità e alla purezza sartoriale, grazie a una demi-couture che ricerca il contemporaneo negli opposti: maschile e femminile, naturale e artificiale, artigianale e avant-garde. Prodotta da Sfera Wear Industry, la linea è disponibile alla showroom milanese Spring Up e sta facendo i primi passi nella distribuzione wholesale, con prezzi sell in compresi fra circa 165 e 1.550 euro.

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È possibile abbinare lusso ed etica, moda e sostenibilità, profitto e responsabilità sociale? Martin Johnston, imprenditore inglese con base in Olanda, e la moglie Lise Bonnet sono convinti di sì. Il claim di Crafted Society, lanciato a maggio 2017, è “Luxury for good” e si concretizza in una collezione di sneaker, cappelli, sciarpe e jeans uomo e donna di alta qualità, realizzati da artigiani italiani che mettono la firma su ciascun pezzo, uscendo da dietro le quinte e riappropriandosi del loro ruolo da protagonisti. Le creazioni del brand, che destina parte del fatturato a progetti sociali volti a mantenere viva la tradizione degli antichi mestieri, sono vendute con prezzi tra i 225 e i 595 euro, esclusivamente sull’e-shop craftedsociety.com.

smarteez Designed by Marta Forghieri, the brand of the Padova company Plissé mixes men’s and women’s style, formal and sportswear details. È una guerriera la donna di Smarteez, marchio nato nel 2011 in seno all’azienda padovana Plissé di Paolo Mason e Morena Bragagnolo (titolari anche dei brand Beatrice B e Sfizio) e disegnato dalla giovane Marta Forghieri. Una collezione senza fronzoli, che mescola con creatività spunti formali e dettagli sportswear, tessuti e suggestioni maschili con silhouette ultrafemminili. Con base alla showroom milanese Elisa Gaito, il brand è venduto con prezzi medi intorno ai 350 euro in multimarca come Ferretti a Riccione, Re Sarl a Saint Tropez, Takashimaya a Tokyo. Baboushka al Cairo, Vakko a Istanbul.


ASAHI KASEI CORPORATION - OSAKA (Japan) - tel: +81 06 76363299 - fax: +81 06 76363479 ASAHI KASEI FIBERS ITALIA s.r.l. - GALLARATE (Italy) - tel: +39 0331 213716 - fax: +39 0331 705666 - info@asahikaseifibersitalia.com


TREND

MIAHATAMI Italian savoir faire and Persian inspiration for Narguess Hatami’s womenswear. Silhouette contemporanee, che nella trama e nell’ordito raccontano di tradizioni secolari, quelle dell’antica Persia. L’ispirazione di Narguess Hatami, nata a Teheran nel 1981 con studi a Milano, sta tutta in questa tensione e compenetrazione tra Oriente e Occidente: un melting pot di influenze multiculturali che, a partire dell’autunno-inverno 2017/2018, ha dato vita a Miahatami, un womenswear che nei colori, nelle fantasie e nei ricami evoca le radici della designer, ma con una ricercatezza sartoriale assorbita in Italia, grazie a esperienze presso top brand come Paola Frani e Msgm. Con prezzi sell out compresi fra i 300 e i 1.500 euro, la collezione è disponibile nella showroom milanese Spazio 38 e distribuita in luxury shop come Sugar, Tiziana Fausti, Penelope, Tessabit, Coltorti, Pupi Solari e Zita Fabiani.

CIGALA’S Born in the denim Italian district (at Urbania, in the Marche region), Cigala’s is a jeanswear collection with an essential design. Cigala’s è un brand-no brand. «Amiamo la sostanza del prodotto e il design semplice, con linee essenziali, che rifugge l’ostentata esibizione del marchio. L’eccesso e il superfluo non fanno per noi», dice il titolare Tarcisio Galavotti, che per affermarsi sul mercato si è affidato esclusivamente a una produzione made in Italy e al know how maturato in uno dei distretti italiani per eccellenza del denim: Urbania. Proprio qui nasce una collezione uomo e donna che ruota intorno al jeans, venduta in 75 punti vendita in Italia e uno a Parigi. I prezzi medi sell in e sell out sono rispettivamente intorno ai 53 e ai 159 euro.

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OBIDI Precious kimonos, made 100% in Italy with Indian silks: Obidi collection is born from an idea of Marcella Boidi. Kimono unici, numerati, realizzati in Italia con sete e passamanerie indiane. L’idea di Obidi è nata circa un anno fa da Marcella Boidi mentre era a Dubai, quando si occupava dell’immagine (dalle vetrine agli eventi) in Medio Oriente di un luxury brand italiano. Finita quell’esperienza, Marcella rientra in Italia, recupera ago e filo e tutto quello che aveva imparato molti anni prima all’Istituto Secoli di Milano e all’Isem di Parigi e dà vita a una collezione di kimono, apprezzati sin da subito da top retailer come Il Duomo a Novara, Clan e Incontri a Milano e Adriana a Pescara. Con prezzi compresi fra i 315 e i 330 euro, presto saranno disponibili online sull’e-shop del brand.



4 – 6 JULY 2017 BERLIN

5 JULY 2017 BERLIN

5 – 7 AUG 2017 MUNICH

CURATED TO INSPIRE w w w . p r e m i u m g r o u p . b e r l i n


LIFESTYLE

Aaron Taylor-Johnson, testimonial della nuova fragranza maschile Givenchy Gentleman

CONTEMPORARY gentleman L’arte di essere un gentleman si coltiva. Per farlo, basta poco: un sapiente mix di eleganza, disinvoltura e sicurezza in se stessi. Un cocktail che SI TRADUCE DA mattinA a sera l’obbligo di vestire in un lusso décontracté, fatta di capi semplici, classici, ma con accessori giusti come un orologio. Senza dimenticare il beauty, tra fluidi energizzanti e un profumo dall’eleganza boisé.

It doesn’t take much to cultivate the gentleman’s art: a clever mix of elegance, ease and self-confidence. A cocktail that brings together from the morning to evening the obligation to dress the luxury a décontracté, made of simple, classic garments, but with the right accessories like a watch. Not to mention beauty, between energizing fluids and a scent of boisé elegance.

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LIFESTYLE

LVMH Fragrance Brands/ CORRADO RAIMONDI

GENTLEMAN E COOL è IL NUOVO MR. GIVENCHY In attesa del lancio a settembre di Givenchy Gentleman, Corrado Raimondi, general manager di Lvmh Fragrance Brands, ci introduce in un mondo dinamico, creativo e in costante evoluzione di ALBERTO CORRADO

Waiting for the launch of Givenchy Gentleman next September, Corrado Raimondi, general manager of Lvmh Fragrance Brands, introduces us in a dynamic, creative and constantly evolving world. Partiamo dall’attualità: quali sono i risultati di Parfums Givenchy sul mercato? A livello internazionale c’è una grande soddisfazione sia a livello dei grandi mercati emergenti, che in Europa. Parfums Givenchy è una marca sana, con grandi progetti e grandi ambizioni. Per quanto riguarda l’Italia, negli ultimi anni abbiamo visto una crescita a doppia cifra del make up, un asse che per Parfums Givenchy è ancora una nicchia a livello di distribuzione, ma che per l’immagine, la performance e il valore universalmente riconosciuto rappresenta uno dei fiori all’occhiello del nostro catalogo. Ci può illustrare l’attuale geografia dei prodotti? Givenchy Parfums presidia i tre assi della profumeria, vale a dire fragranze, make up e skincare. Nello sviluppo dei nuovi prodotti, qual è il vostro punto di partenza e quale il punto forte? Ci piace definire Givenchy “The alternative fearless classic” e quindi nello sviluppo delle nostre creazioni partiamo sempre da una grande libertà creativa, senza mai dimenticare le radici della marca, l’estetica di Hubert de Givenchy. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: i nostri prodotti sono oggetti unici, curati in ogni dettaglio, volti a sottolineare l’unicità, la singolarità di chi li indossa. Oserei dire che il nostro punto di partenza è, a tutti gli effetti, il nostro punto di forza.

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1. Corrado Raimondi brand general manager di Lvhm Fragrance Brands Italia 2. Il logo creato nel 1 ° gennaio 1970 da Hubert de Givenchy per la casa di moda fondata nel 1952.

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Corrado Raimondi è il nuovo brand general manager di Lvhm Fragrance Brands Italia, divisione italiana di Lvhm Perfumes & Cosmetics finalizzata allo sviluppo e commercializzazione delle fragranze delle marche del gruppo. Ha maturato la sua esperienza professionale in diverse realtà industriali, con incarichi nazionali e internazionali di crescente responsabilità nelle aree commerciali e business management, presso gruppi di primaria importanza come l’Oreal , Sara Lee e Adidas.


Come vengono presentati i vostri prodotti nel punto vendita? Ovviamente è necessario distinguere il retail dal wholesale. Retail per noi sono i counter Givenchy nei grandi magazzini, presidiati da nostro personale, dove la marca si può esprimere a 360°gradi e dove oltre al prodotto offriamo anche un servizio di consulenza personalizzato. L’acquisto diventa a tutti gli effetti una brand experience, un’immersione nel nostro mondo fatto di glamour, ricerca, raffinatezza. Diversa è la situazione nel canale wholesale: adattiamo i nostri codici ai format dei negozi dei clienti e puntiamo moltissimo sul merchandising e sulla formazione degli addetti alla vendita, con l’obiettivo di far vivere una grande esperienza di marca anche nel corso dell’acquisto di un singolo prodotto. Sono fermamente convinto dell’importanza della customer experience per valorizzare il momento della vendita vera e propria. La comunicazione di Parfums Givenchy: come sta cambiando? Stiamo lavorando sempre di più insieme a Givenchy Couture per proporre un’immagine di marca coerente, unica, solida, che affonda le proprie radici nell’heritage, ma che non ha mai paura di osare. Nel make up questo processo è avvenuto prima e sono convinto che sia una delle chiavi del successo di questo asse. Ci stiamo arrivando anche sugli altri fronti soprattutto nelle fragranze. Tra pochi mesi vedrete una nuova fragranza maschile, Gentleman Givenchy dove l’immagine pubblicitaria, ma anche la narrazione dello spot, raccontano proprio questo. Un gentleman, inteso secondo i canoni di Hubert de Givenchy, calato nella contemporaneità. Il risultato è di grande impatto e anche la scelta del testimonial, l’attore inglese Aaron Taylor Johnson, è molto coerente. Quale profumazione vanta la migliore performance? Dipende…se guardo i dati di sell out del2 le fragranze, trovo nelle prime posizioni del ranking profumi molto diversi, ma non sempre le performance di vendita sono legate esclusivamente al jus. Sono molti infatti i fattori che concorrono a decretare il successo di un profumo: dal jus, alla comunicazione, dalla brand equity, all’entità degli investimenti pubblicitari. Dal punto di vista olfattivo noi cerchiamo di non essere mai scontati e di solito è una scelta che ci permette di raggiungere i nostri obiettivi. Quali novità ci aspettano per quanto riguarda le fragranze? Il nostro nuovo Gentleman Givenchy non avrà nulla di scontato ma per ora non posso dirvi di più, se non che questo è solo l’inizio. Dopo il successo incontrastato negli anni’70 di Givenchy Gentlemen, che ha ribaltato i codici abituali della profumeria maschile, cosa rappresenta per voi e per la maison questo nuovo lancio? Da un lato un ritorno alle origini, per valorizzare il nostro heritage, dall’altro una grande opportunità per proporci sul mercato con un progetto rilevante per la generazione dei Millennial di cui si parla tanto. Come vi muoverete a livello di comunicazione? Stiamo ancora facendo un po’ di valutazioni. Sicuramente cercheremo di colpire tutti i touchpoint del nostro consumatore, per essere rilevanti nella sua quotidianità. Ma i dettagli li stiamo ancora valutando. ■

AGATA MARINO

SEDUCTION DESTINATION La seduzione è il punto di forza caratterizzante dell’universo maschile. Grazie alla Training Coordinator presso Lvhm Fragrance Brands, ne scopriamo le strategie, dalle sfaccettature del nuovo consumatore alle ultime new entry

The new rules of the male universe explained by Training Coordinator of Lvhm Perfumes & Cosmetics. Rispetto a quando ha iniziato la sua carriera nel settore del make up e della profumeria, cosa è cambiato? Vorrei piuttosto porre l’attenzione su ciò che non è cambiato negli anni: soprattutto nell’ambito dell’alcolico, ho notato che è rimasta sempre viva la voglia nel consumatore di lasciare il segno. I profumi di nicchia si stanno facendo largo tra gli altri; l’unicità è tra le caratteristiche più ricercate dal consumatore di oggi. Come è il nuovo consumatore? Il nuovo consumatore è senza dubbio più attento e più informato rispetto a una volta, anche grazie al mondo digitale; non acquista più d’impulso, ma si informa, legge, naviga. E’ più cauto, pretende un certo livello di professionalità e di conoscenza del prodotto da parte delle vendeuse. E’ forse diffidente, ma più interessato a tutto quello che c’è dietro alla creazione di un profumo. Si lascia emozionare dal racconto, e trasportare in un viaggio emozionale. Parliamo dei prodotti: come si sono evoluti ? Quello che ho constatato è che negli ultimi anni si fa sempre più concreta la tendenza verso il mondo ecosostenibile. I flaconi sono riciclabili e le fragranze sono green. Quali le novità più interessanti? Riallacciandomi al discorso green, la novità più interessante è senza dubbio la nascita di una nuova famiglia nella piramide olfattiva, che “ruba” sfaccettature dal mondo home care, la famosa “nuova freschezza”. Un altro aspetto piuttosto inedito è la presenza sempre più massiccia di note tipicamente femminili, come quelle fruttate, all’interno di profumi maschili. La nostra novità di settembre Givenchy Gentleman, che si apre con le note fresche della pera, ne è un esempio. Quali possiamo ipotizzare siano le caratteristiche del consumatore maschile nei prossimi tempi? Con la moda hipster degli ultimi anni, l’uomo ha sviluppato una particolare attenzione per la cura del corpo, in modo molto più evidente, riprendendo la tendenza british degli anni 50. E’ tornata così in auge la sfaccettatura fugière, un classico di quegli anni.

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LIFESTYLE

OROLOGERIA GOBBI 1842/ Serena gobbi

UNA STORIA CHE SI RINNOVA MINUTO DOPO MINUTO Gobbi 1842 è da 175 anni “il salotto sartoriale” milanese dell’Alta Orologeria, con una storia tutta da raccontare. di ALBERTO CORRADO

An interview with Serena Gobbi, CEO of Gobbi 1842 flagship in Milan. Talking about the Gobbi history, the most prestigious brands and a changing market.

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oltarsi indietro, guardarsi alle spalle, è un gioco spesso utile per capire quanto il mondo si sia trasformato negli anni. Nei costumi, nelle mode, nella società, negli oggetti di uso comune. Un fenomeno inevitabile per dar vita a precise identità assegnando, a ogni cosa così come a ogni fatto, una catalogazione temporale ben precisa e riconoscibile. Voltarsi indietro è riconoscere anche l’espressione “il negozio di una volta”, per indicare un punto vendita i cui tratti distintivi sono cortesia, attenzione al cliente e alta qualità dei prodotti, il tutto completato da atmosfera familiare e tradizione. Esattamente quello che si ritrova da Gobbi 1842 che a Milano, dalla sua sede di corso Vittorio Emanuele II, è un punto di riferimento per generazioni di appassionati. Con i suoi 170

Il SEGNO DELLA STORIA Rolex Datejust è l’archetipo moderno dell’orologio classico, non solo per la sua estetica intramontabile, ma anche per le sue funzionalità. Sul piano estetico, il Datejust ha attraversato il tempo, mantenendo immutati i propri codici e ancora oggi, nella sua declinazione tradizionale, è uno dei segnatempo più riconosciuti e più riconoscibili al mondo.

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anni di storia, la ditta Gobbi può oggi affermare di servire da sei generazioni le famiglie dei propri clienti, rimanendo sempre fedele al principio di non sacrificare mai la qualità (Patek Philippe, Rolex e Tudor sono alcuni marchi che si possono trovare, oltre alle collezioni di gioielleria dell’insegna milanese) e assicurando sempre la massima serietà e competenza, nella convinzione che dietro un orologio di pregio non ci siano solo dei meccanismi perfetti, ma anche un servizio altrettanto preciso e puntuale. Sono elementi di tutto rispetto di un’azienda ora gestita da Luca Pozzolini Gobbi, figlio di Gastone, e da sua figlia Serena, che ci ha accolto nel punto vendita al cospetto degli arredi originali di quando fu aperto dopo la Seconda Guerra Mondiale, il 4 settembre 1949.

a watch that became a legend Rolex Datejust 69173 Movimento perpetual, meccanico, a carica automatica, calibro 2236, bracciale Jubilé, cassa Oyster, 28mm, acciaio e oro giallo, impermeabilità fino a 100 metri, diametro cassa: 28mm.


NEL SEGNO DELLA PRECISIONE

Patek Philippe 5230G-001

Cosmograph Rolex Daytona 116518LN

Movimento meccanico a carica automatica. Calibro 240 HU Indicazione 24 ore e giorno/notte per i 24 fusi orari. Quadrante laccato grigio antracite, guilloché a mano, indici applicati in oro. Cinturino in alligatore a squama quadrata. Fondo cassa in cristallo di zaffiro. Impermeabile fino a 30 m. Oro bianco Diametro cassa: 38,5 mm.

Movimento perpetual. Cronografo meccanico, a carica automatica. Calibro 4130. Ore e minuti al centro, piccoli secondi a ore 6. Quadrante champagne e nero. Visualizzazione ad alta leggibilità Chromalight con materiale luminiscente blu a lunga durata. Bracciale Oyesterflex. Cassa impermeabile fino a 100 metri. Oro giallo. Diametro cassa: Oyester, 40 mm.

Partiamo dal mercato. In un anno in cui l’orologeria in generale sta attraversando un momento di transizione, qual è l’andamento dell’azienda Gobbi 1842? Non ci sono dubbi sul fatto che il mondo dell’orologeria sia al centro di trasformazione, ma noi non conosciamo flessioni, dato che siamo una bottega sartoriale. Essere al fianco dei clienti che acquistano gli orologi per un evento felice è nel nostro dna. Ecco perché ci scelgono.

C’è poi una qualità del tempo che ha un grande valore. Come concilia i suoi impegni di lavoro con la sua vita privata? Qui si entra nel campo della negoziazione del tempo. Ecco perché mi assicuro di dedicare come minimo almeno alcune ore del giorno alla mia famiglia, anche se mi capita spesso che durante un evento o una cena con amici, mi chiedano informazioni su un orologio da acquistare.

A proposito di tecnologia, come giudica l’ingresso sulla scena degli smartwatch? Come una grande opportunità per tutto il settore. Non ha più senso domandarsi se questa tipologia di orologi faccia parte o meno di questo mondo. Certo che ne fa parte. Da una parte il futuro, quello rappresentato dai digitali, precisi e dirompenti; dall’altro la tradizione, pronta a schierare tra le sue fila marchi con un loro heritage. In mezzo ci siamo noi, in grado di consigliare orologi senza tempo, che senza saperlo si guadagnano l’immortalità. Il tempo. Che significato attribuisce a questa parola? Il tempo è un concetto che si presta a tante interpretazioni. Alcune persone credono che il tempo sia qualcosa di astratto. Può essere, è una considerazione. Oppure guardiamo anche ai modi che abbiamo escogitato per misurare quello che oggi definiamo il tempo: il giorno, la notte oppure le distanze. Ma se lo analizziamo in modo più approfondito, non è niente di tutto questo. E come lo viviamo. A volte può scorrere velocemente, sembra quasi di non averne a sufficienza. In altre occasioni invece non passa mai. Il tempo resta comunque un argomento affascinante, proprio perché si presta a tante interpretazioni e ognuno lo vive in modo soggettivo.

Tutto questo richiede anche molta disciplina? Diciamo che la disciplina è una soluzione da gestire al meglio quest’aspetto della vita, con la consapevolezza che devi saperti adattare anche alle situazioni che ti trovi ad affrontare di volta in volta. Qual è il vostro cliente tipo e che cosa cerca in un orologio? È un collezionista o appassionato al passo con i tempi, che apprezza le cose belle della vita, è esigente, presta particolare attenzione alle finiture degli orologi che sceglie di indossare. Inoltre ama la qualità, la creatività e i prodotti con una forte identità. E sa che può trovare consiglio in una storia di famiglia come la nostra. Gli orologi, si sa, sono affari di famiglia. Su quali modelli puntate per la stagione estiva alle porte? Il Rolex Daytona 116518LN in oro giallo ct. con cinturino in caucciù e il Patek Philippe 5230G-001 in oro bianco, con cinturino in alligatore a squama quadra. Un ricordo di un tempo felice? Quando mio padre mi fece il regalo per i miei 16 anni: un Rolex Lady DateJust 69173, acciaio e oro, con bracciale jubilee, quadrante bianco con ore ■ romane, che indosso sempre con molto affetto. 12_06_2017

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OPENING & restyling di alessandra bigotta

BALLY sulla madison nella cumberland house

MATCHLESS LONDON in cork st.

Cumberland House, a residential building protected by the Landmark Preservation Commission, is the location of Bally flagship in New York’s Madison avenue.

Born in England, but made in Italy, Matchless London opened a store in the centre of British capital city.

Nuova vetrina sulla Madison avenue newyorkese: si tratta di Bally, che ha aperto un flagship di circa 300 metri quadri al 689 dell’iconica via, all’angolo con la Sessantaduesima, al pianterreno di uno stabile di rilevanza storica quale è la Cumberland House. Insieme a David Chipperfield il brandha dato vita a un layout contraddistinto da sei vetrine alte fino al soffitto, pareti in legno che delimitano quattro stanze, tappeti in lana e mischie di seta.

Matchless London ha aperto il suo primo negozio londinese in Cork street. Un luogo per gli appassionati del brand - nato in UK nel 1899, ma fatto in Italia - dove fanno bella mostra di sé alcune giacche utilizzate in film famosi e modelli di moto da collezionisti.

MR&MRS ITALY riapre all’IFC centre

eleventy punta sul turismo esclusivo

Renown at an international level for its parkas with fur lining, Mr&Mrs Italy has reopened and widened its Hong Kong store, at IFC Centre.

With its new store in Piazzetta delle Chiacchiere in Porto Cervo Eleventy reaches 19 single brand stores between Italy and abroad.

L’Asia è uno dei mercati cardine di Mr&Mrs Italy e non a caso il brand - il cui capo emblematico è il parka foderato in pelliccia - ha riaperto e ampliato lo store all’Ifc Mall di Hong Kong. Come ricorda Andrea Bucalossi, azionista e ceo, il 45% del fatturato 2016, pari a 37 milioni di euro (erano 14 nel 2015) è stato realizzato nell’area dell’Asia Pacifico.

Progettata dallo Studio P+F Parisotto+Formenton Architetti, la nuova boutique Eleventy nella Sottopiazza delle Chiacchiere di Porto Cervo è suddivisa in due aree, per un totale di una sessantina di metri quadri. Un opening che segue quello di Cannes, in un’ottica di investimento sulle località turistiche più chic, e che porta a 19 i monomarca Eleventy.

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OPENINg & restyling

missoni porta l’heritage in thailandia

L’X store concept di geox

Interpreting Missoni’s heritage and housed over 140 square metres, the brand’s new boutique in Thailand chooses the Central Chidlom Department Store in Bangkok.

Beginning from five points of sale, Geox launches its Xstore Concept, sustainable and high tech.

Uno spazio accogliente, d’impronta contemporanea, giocato sui toni del ruggine e del grigio, con alternanze di legno e texture di materiali diversi: il nuovo monomarca Missoni alla Lux Gallery del Central Chidlom Department Store di Bangkok rende omaggio alla lunga storia della griffe, ma senza cadere nell’autocitazione. Uno spazio di 140 metri quadri, dove accanto all’abbigliamento trovano una collocazione anche le proposte della linea Missoni Home.

Parte dai negozi di Roma (via del Corso), Milano (corso Vittorio Emanuele), Londra (Covent Garden), Toronto e Kuala Lumpur l’X Store Concept di Geox: boutique in materiali green, con touchpoint e schermi digitali, in nome di una shopping experience innovativa.

DSQUARED2 tutto al maschile al plaza 66

UNDER ARMOUR PARLA ITALIANO

The new Dsquared2 Chinese single label shop chooses the high-end Plaza 66 shopping mall in Shanghai and is spread over more than 130 square metres.

Distributed in Italy by Oberalp, Under Armour opened the first of its Italian stores at Oriocenter (Bergamo).

Interamente dedicato all’uomo, il nuovo negozio Dsquared2 al Plaza 66 di Shanghai può contare su una superficie di oltre 130 metri quadri ed è caratterizzato da uno store concept progettato dai fratelli Dean e Dan Caten, insieme allo studio milanese Storageassociati. Tra i materiali utilizzati spiccano il vetro color champagne con dettagli neri per gli scaffali, il marmo ceppo di Gre per i pavimenti e la lana mista a seta per i tappeti.

Under Armour accelera in Italia, dove è distribuito da Oberalp. Il primo store sul nostro territorio si trova all’Oriocenter di Bergamo: uno spazio di 400 metri quadri, calcio d’inizio di un’espansione retail in Italia ed Europa per il brand americano di sportswear.

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order location Düsseldor f

INTERNATIONAL FASHION TRADE SHOW

EVENING & OCCASION

July 22 – 24, 2017 GALLERY-DUESSELDORF.COM

INTERNATIONAL TRADE SHOW FOR SHOES & ACCESSORIES

August 27 – 29, 2017 GALLERY-SHOES.COM

AREAL BÖHLER / DÜSSELDORF


portraits

MatchesFashion.com

«l'omnichannel è il nostro mantra» Da 30 anni sono sulla cresta dell'onda, surfando tra online e offline. Fra e-commerce e negozi fisici, i coniugi Chapman, oggi coadiuvati dal ceo Ulric Jerome, gestiscono un impero in espansione, che nel 2016 ha registrato risultati record, con il +61%. E non hanno intenzione di accontentarsi di ANGELA TOVAZZI

Matchesfashion.com, founded by Ruth and Tom Chapman and led by Ulric Jerome, is 30 years old. And looks forward, with the same mantra: the omnichannel strategy.

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uth e Tom Chapman, marito e moglie, sono precursori dell'omnicanalità. Nel 2017 la loro azienda compie 30 anni, ma è già da tempo che hanno iniziato a percorrere il doppio binario dell'online e dell'offline, riuscendo a diventare un brand globale. Muovono i primi passi nel 1987 con una piccola boutique a Wimbledon, a Londra, e sbarcano sul web con il loro eshop multimarca nel 2007, maturando negli anni un profilo sempre più digitale, con il 95% del fatturato generato oggi dall'ecommerce. Il loro impero, tre decenni dopo gli inizi, è una luxury destination virtuale con più di 400 marchi, tra realtà del fashion establishment (da Balenciaga a Gucci, da Valentino a Saint Laurent) ed emergenti, pronti a raggiungere i loro clienti in 176 Paesi. E, al tempo stesso, è anche sinonimo di un network di cinque negozi brick and mortar nella capitale inglese, che il prossimo autunno saranno affiancati da un nuovo concept retail nel cuore di Myfair, all'insegna dell'"unconventional". Detto altrimenti, il new opening coinciderà con l'apoteosi del multichannel-pensiero, grazie a cinque piani divisi tra store fisico vero e proprio e spazio per eventi e il private shopping, de-

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• I coniugi Ruth e Tom Chapman iniziano l'attività con una piccola boutique multibrand a Wimbledon, a Londra, nel 1987 • Nel corso del tempo i negozi multimarca diventano cinque, tutti nella capitale inglese • Nel 2007 la società sbarca sul web e nel 2013 prende il nome di Matchesfashion.com, a ribadire il suo profilo sempre più digitale • Nel 2013 entra in forze Ulric Jerome, che due anni dopo viene promosso ceo. I fondatori si ritagliano il ruolo di executive chairman, con voce in capitolo nelle strategie dell'azienda

stinato ai clienti heavy spending. «Vogliamo prendere il meglio da ambedue i canali, come fanno i consumatori», commentano i coniugi Chapman, che nel 2015 hanno fatto un passo indietro, ritagliandosi il ruolo di executive chairman e affidando la gestione al ceo 39enne Ulric Jerome. «Ci sforziamo continuamente - aggiungono - di rendere il fisico il più possibile digitale, e il digitale il più possibile fisico». Con, da 30 anni a questa parte, lo stesso chiodo fisso: il cliente finale. In quest'ottica il giovane ammini-

stratore delegato ha introdotto a fine 2016 un nuovo sistema di spedizione speed nella zona di Londra, che consente agli utenti di ricevere il proprio ordine a domicilio entro 90 minuti dall'acquisto: un'operazione che ha ottenuto subito un feedback positivo dagli habitué del sito e che ha confermato al "triumvirato" di Matchesfashion.com di essere sulla strada giusta. Del resto i numeri record del 2016 lo confermano: i ricavi hanno raggiunto i 204 milioni di sterline (circa 235 milioni di euro), in crescita del 61%, con la parte del leone rappresentata dal portale, che ha messo a segno un +73%. «Lo scorso anno - ha dichiarato alla stampa Jerome in occasione della divulgazione del fiscal year - abbiamo conquistato 175mila nuovi clienti e lo scontrino medio degli acquisti è aumentato del 14%, a 511 sterline». Risultati incoraggianti che avvicinano Matchesfashion.com al traguardo più agognato, anche se ambizioso: «Sfonderemo il tetto del miliardo. Prima o poi - ha detto ■ Ulric Jerome -. Questo è sicuro».


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careers a cura di carla mercurio

Patrice Louvet nuovo presidente e ceo di Ralph Lauren

Bruno Magli in America con Scott Prentice

Four months after the announcement of Stefan Larsson’s resignation, Ralph Lauren chose Patrice Louvet as chairman and ceo.

Bruno Magli bets on Scott Prentice to strengthen its presence in the United States, where it is active both in wholesale and retail channels.

Dopo le dimissioni di Stefan Larsson, Ralph Lauren ha scelto Patrice Louvet (già ai vertici della unit Global Beauty di Procter & Gamble, nella foto) come presidente e ceo, incarico che assumerà dal 17 luglio. Come spiega Ralph Lauren, chairman e chief creative officer della società che porta il suo nome Louvet «è un leader dalle notevoli capacità, con una grande passione per il mondo del consumatore e una capacità innata nel costruire marchi globali. Ha un modo di lavorare basato sulla massima collaborazione con il team e si concentra sui risultati. Insieme a lui diventeremo più forti e ci proietteremo nel futuro». Prima di diventare group president di Global Beauty nel febbraio 2015, Louvet è stato group president, global grooming di Gillette e numero uno di Global Prestige sempre presso P&G, con la responsabilità di un portafoglio di 23 fashion label, comprese Gucci e Hugo Boss. Attualmente fa parte del board of director di Bacardi Limited.

Valentina Curzi, nuovo art director di Oxs

Bruno Magli,, storico brand bolognese di calzature acquisito nel 2015 da Marquee Brands, braccio operativo del fondo Usa Neuberger Berman, scommette su Scott Prentice per rinforzare il footwear negli States, dove è attivo nel canale sia wholesale sia retail. Il manager, che in passato ha lavorato una decina d’anni per il brand (tra il 1995 e il 2005) approda alla filiale nordamericana di Bruno Magli - che si avvale del partner Harbor Footwear Group - dopo quattro anni da vice presidente del footwear di Calvin Klein e tre anni come director della divisione nord america di Bally. Dall’autunnoinverno 2017/2018 Bruno Magli ha stretto un accordo di licenza con Bruè per lo sviluppo anche in altri mercati chiave.

Valentina Curzi is the new art director of the shoe collection Oxs.

È Valentina Curzi la nuova art director di Oxs, brand di calzature made in Italy in capo a Linea Marche. Secondogenita di Renato Curzi e Nenella Impiglia, patron della realtà in provincia di Ancona, Valentina Curzi è figlia della Millennial generation, con cui condivide il culto per una bellezza imperfetta, contaminata, libera da stereotipi. Ha mosso i primi passi lavorativamente con l’architettura, curando il nuovo showroom di Linea Marche a Milano per approdare a Oxs con un ruolo incentrato sul prodotto. L’esordio di Valentina Curzi al timone creativo della label parte con la collezione primavera-estate 2018: una proposta di gusto contempraneo, in equilibrio tra passato e presente.

Corneliani punta sugli Usa con Mantovani Ready to face a new phase of development in the United States, Corneliani strengthens its management team in the area: Maurizio Mantovani becomes ceo for the Americas.

Pronta ad affrontare una nuova fase di sviluppo negli Stati Uniti, Corneliani rafforza il management team nell’area. Maurizio Mantovani (nella foto), ex Zegna, diviene amministratore delegato per le Americhe e riporterà al ceo Paolo Roviera, anche lui proveniente dalla “fucina” di Ermenegildo Zegna. Nelle fila di Corneliani Usa entra anche Sean Hieter, in qualità di vice presidente delle vendite. Con una presenza nell’area di lunga data (l’azienda è sbarcata negli Usa negli anni Ottanta) e con all’attivo 64 multibrand clienti, tra cui una quindicina di corner, ora Corneliani punta ad aumentare la propria leadership in questo mercato, cominciando a pensare anche in un’ottica retail. Mantovani è un veterano del settore, con una lunga militanza nel gruppo Zegna, dove ha ricoperto diverse cariche nella divisione nordamericana, fino a diventare vice presidente operations e outlets a New York. Hieter proviene da Robert Graham Designs, dove aveva il ruolo di vice presidente.

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Michele Norsa nel cda di Ermenegildo Zegna Michele Norsa, 10 years at the head of Salvatore Ferragamo and Valentino’s former number one, recently entered Ermenegildo Zegna’s board.

Michele Norsa, 10 anni ai vertici di Salvatore Ferragamo (è stato ceo fino alla fine del 2016) e prima ancora ex numero uno di Valentino, è entrato nel cda di Ermenegildo Zegna. Norsa, 69 anni (nella foto), farà parte del cda insieme al presidente Paolo Zegna, al ceo Gildo Zegna, a Marco Vitale, Domenico De Sole, Renata Zegna Schneider, Henry Peter e al presidente onorario Angelo Zegna. Norsa siede anche nel consiglio di amministrazione di Rocco Forte Hotels, di Oettinger Davidoff AG, ed è membro dell’International Advisory Board della China International Business School.



PITTI IMMAGINE FILATI 28-30 June 2017 Firenze Fortezza da Basso


Q&A A cura di Angela tovazzi

FONDATORE E CEO Della arab fashion week

jacob abrian

«La mia storia come un film di james bond»

At the age of 22 he founded the Arab Fashion Concil and, three years later, gathers the achievements of the Arab Fashion Week. His story, he says, looks like a James Bond movie. Ha studiato a Milano, dove ha fatto il modello: che cosa le ha insegnato questa esperienza? L’attenzione per i dettagli e l’immagine, gli standard e l’essere selettivo. Mi ha fatto girare il mondo, parlare e ascoltare tante persone. L’ho sempre considerata come passione più che come mestiere. Ha fondato l’Arab Fashion Council a 22 anni: aveva le idee molto chiare, considerata l’età... Era un vero sogno, tanti hanno pensato che fossi pazzo per credere che si potesse realizzare. Credo che l’avere 22 anni mi abbia aiutato ad andare avanti senza pensare a nient’altro e alle conseguenze nel caso in cui questo progetto non si fosse realizzato. Una persona più adulta avrebbe potuto esitare, per non rischiare e magari perdere. Però ho avuto la fortuna di trovare al mio fianco un vero cavaliere (Mario Boselli, ndr), che ha creduto in me e dato tutto il suo supporto. Dopo aver creato e realizzato progetti molto importanti, lui è ancora pronto a condividere la sua esperienza, per fare crescere quelli degli altri. Solo le grandi persone hanno queste caratteristiche. . L’Arab Fashion Week, alla sua quarta edizione, è cresciuta del 20%: che cosa sogna per questa manifestazione? Punto a trasformarla in una piattaforma della moda a 5 stelle e nella nuova mecca per il

lusso. L’obiettivo è di farla diventare la vetrina che mostra la parte creativa ed artistica del mondo arabo. Deve dire grazie a qualcuno per il percorso che l’ha portata fin qui? Devo dire grazie a tante persone, a partire dai co-fondatori che hanno sognato con me fin dall’inizio: il coo Fadi Nasr e il communication director Daline Eluar, il chief legal officer Nicole Purin e i membri del consiglio, che hanno lavorato con passione per fare crescere questo progetto. Ma anche ad Antonio Rubel, il nostro chief finance, che è stato più pazzo di me, investendo molti soldi sull’iniziativa di un ragazzino di 22 anni, e a Mario Boselli, che è sempre stato un grande presidente che sa mettere i puntini sulle i. Un grande ringraziamento all’Italia, che è sempre stata il mio Paese e mi ha dato il know-how e la passione per moda. Come vivono la moda i Millennials mediorientali? Fino a poco fa vestivano con il look che si vedeva nelle riviste, erano poco sicuri e si affidavano al gusto degli editor dei magazine, oppure ai visual merchandiser che allestiscono le vetrine dei negozi. Davano sempre molta attenzione ai nomi e ai brand. Apprezzavano molto i prezzi alti che contribuiscono a definire il loro social level. Ora gli older Millennial spendono, si affidano ancora ai brand e agli editorial, mentre gli younger Millennial sono più coscienti del prezzo e di come usare i soldi, si informano per creare il proprio stile e apparire in modo diverso.

Direttore Responsabile e Amministratore Delegato

Marc Sondermann (m.sondermann@fashionmagazine.it) Caposervizio

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La moda è diventata il suo lavoro. Ha altre passioni nella vita? La moda prende sempre la maggioranza del mio tempo. Faccio anche consulenza d’immagine alla famiglia reale e ad altri clienti di nicchia e non abbandono la mia carriera di architetto. Mi piace molto disegnare ville. Altra passione sono gli sport estremi, che mi fanno eliminare ogni paura. Tre aggettivi per definirsi Veloce, testardo, creativo. Ha solo 25 anni: come si vede a 50? In un posto circondato dalla natura, dove posso fare meditazione per tutto il tempo che voglio. Ha un sogno nel cassetto? Più che sogno preferisco dire piano. Voglio creare un sistema ecologico per i creativi, che dia loro la peace of mind necessaria per realizzare i loro obiettivi. Non nascondo che pian piano tornerò a fare l’attore e soprattutto a raccontare la mia storia all’Arab Fashion Council, che sembra un film di James Bond.

Il magazine di news, business e trend

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ENGLISH TEXT

2016 was a year of consolidation and transition for Zegna, but a turnaround in the trend has already started in 2017, thanks to the appreciation for the collections designed by you. In what direction are you taking the group’s fashion universe? I am working more on lifestyle than on product, with a single brief for the three lines Zegna, ZZegna and Ermenegildo Zegna Couture. This is the difference compared to the past: the imprinting is common to all three collections, as if they were a single brand. An approach that combines consistency and validity on all sides of the image, from communication to the window displays and the look of the stores.

ALESSANDRO SARTORI GRUPPO ZEGNA «FOR ME FASHION IS A CLASH» The metaphor of the “clash”, i.e. the collision between artisan roots and contemporary mood, analogue and digital, handmade and high-tech, is a mantra for Alessandro Sartori, artistic director since last season of all the Zegna lines. His appointment coincided with the start of a new era for the Biella group, an arbiter elegantiarum for 107 years and now more than ever required to interact with a “fluid” market and mercurial consumers, who defy easy categorizations.

by Angela Tovazzi Genius (meaning instinct, vision and courage) and great control. Alessandro Sartori speaks calmly and, while collecting his thoughts, gives clues to his approach to work: the designer’s creativity is tangible, but domesticated by the method and the constant need for consistency and substance. He is the key man that CEO Gildo Zegna called upon and placed in the control room of style, entrusting all the group’s lines to him. An investiture that the designer has turned into an opportunity for transformation, rather than revolution, of the century-old company: in his second season in the job, he tells us the direction being pursued by Zegna fashion. And some anecdotes about how he became what he is today.

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What do words like innovation and creativity 4.0 mean for a company like Zegna, with a long history of more than 100 years, marked by tradition and craftsmanship? I believe in an aesthetic that creates a clash between artisan and contemporary, handmade and high-tech: distant elements that come together and move apart, creating something new. This is not just creating tension between tailoring and sportswear, perhaps combining jogging pants with a classic

jacket, but enriching garments with really innovative content. Two examples: we have introduced the “fabric skin” that, through a special loom, transforms very thin strips of leather into a new material, and “merino tech”, an intelligent wool, treated mechanically, that retains its gyroscopic properties but is easy to look after and can be put in the washing machine. After the role of creative director of ZZegna, which you held for eight years until 2011, you worked with Berluti, where you helped triple the turnover in five years. What do you bring from that experience to Zegna? Expertise in leather and footwear, of course, but also a different way of approaching the work. We know that the product is a fundamental for Italian companies while French firms are masters in branding and communication. There you have it: I learned to combine these two aspects in the best possible way. Ermenegildo Zegna has just inaugurated its first Bespoke Atelier, from which individually tailored garments emerge with prices of between 5,000 and 10,000 euros. What are your expectations from this segment? We believe very much in it. Today, the market is polarising at two extremes: those who buy ready-to-wear want sporty, contemporary clothes, in a hurry that can create immediate excitement. Tailoring lovers, on the other hand, seek increasingly personalised products, unique pieces. Bespoke tailoring is a concept that goes beyond made-tomeasure. These are articles that require 70 hours of work in the hands of experts with 15-20 years’ experience: they are almost collectors’ items. And for them, price is unimportant. The only important thing is that they are right. With your arrival, communication is also switching to a more “sharing” approach: what role do the social networks and, more generally, information technology play in the Zegna world? Information technology empowers the communicative force but must be filtered in a way that is consistent and meaningful for the brand. We have also tried to give a lifestyle perspective to communication, putting the accent on the way those who wear Zegna garments conduct their lives. The use of video has simply allowed us to communicate in a better way than before and share it our ideas in a much more diffuse way.


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In the last campaign, Robert De Niro and McCaul Lombardi speak of their “Refining moments”. What was Alessandro Sartori’s refining moment? There have been more than one. The first was at 15 years of age, when I made my first suit as a man by myself. I realising that turning a sketch into a suit was work I was passionate about. The second was when I decided to go to Paris (to the court of Berluti, editor's note), to tackle a challenging and completely different experience. And as for the third, there’s no doubt: it was meeting  Gildo Zegna again.

easy with a relaxed feel. And the location, Villa La Pietra, is absolutely perfect for it - cinematic, a bit romantic, with an amazing energy. What has been your starting point for the collection you will show at Pitti? The city of Florence played an important role! How important are fashion shows to you? The fashion show remains for us a strong communication tool. It marks a beginning and an end, which is important for the creatives. You do it and then you move on! What are your expectations about this opportunity that Pitti Uomo gives to you? Specially from a commercial point of view? It a total different exercise as it’s going to be an outdoor environment. It’s challenging us all. How do you think about the four fashion week and trade event like Pitti Uomo. They need some evolution? I think we all need to challenge ourselves more and take more risks. But also, when we believe into something, just let’s make it work! How is your business doing? How many clients do you have in the world? The business is doing very good with around 300 clients.

By Scott Trindle

Do you think to be close to open your own store? In January 2016, we opened the JW Anderson Workshops in Shoreditch, a physical space iniJonathan anderson

«you will see a more relaxed JW Anderson» With over 300 stockists around the world, Jonathan Anderson is developing his own brand, alongside his long-time role creative director for Loewe. His men's spring 2018 collection will show at Pitti Uomo in Florence on June 14: a turning point for the provocative readyto-wear designer. His label, launched in 2008 with a menswear collection, is usually presented in London and this is the first time in ten years outside of home.

tiated to give a platform to our ideas but also to collaborate with people I like and respect such as Jamie Hawesworth, A$AP Rocky, Alasdair Mclellan. The inspiration comes from the Omega Workshops, a design enterprise founded by the Bloomsbury Group. It’s still open and we present there our collections together with exclusive collaborations. What do you think has made your label so successful in such a short period of time? It’s 10 years this year so not to short period of time! (laugh). Plus I have an incredible team that works very hard! Which other designers do you respect and maybe wear (specifically Italian designers)? I’m a big fan of Issey Miyake, Rei Kawakubo, Prada - I worked with Manuela Pavesi (Miuccia Prada’s close collaborator) and she has been and will remain a huge inspiration for me.

by Andrea Bigozzi

What's next for JW Anderson brand? To continue to grow!

What can you tell us about your event in Florence? Will it be a classic fashion show? This is the first time ever that we are showing outside London. I’m extremely honoured and very excited. What we will present is a new direction for the brand - a canvas of something

You can tell us a little bit about your next collaboration with Uniqlo? I’m a huge fan of Uniqlo, it’s my daily uniform. So when they approached us, it felt right. 18th September we are doing an event in London,  22nd September it will be available

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BART DE BACKER AND JENNY SWANK KRASTEVA «WITH HUGO, WE’RE TAKING THE BIG BANG TO FLORENCE» Hugo Boss is back at Pitti Uomo with a coed fashion show dedicated to Hugo, the most cutting-edge brand of the group. A strategic choice that coincides with a time of great changes for the company. We talk about it with Bart De Backer and Jenny Swank Krasteva, who design respectively the brand’s menswear and womenswear

by Carla Mercurio After five years away from the spotlight of Pitti Uomo, Hugo Boss returns to the Florentine exhibition with the avantgarde collection Hugo. At the Manifattura Tabacchi on the evening of 13 June, a co-ed fashion show is scheduled, that will showcase the brand’s menswear and womenswear designed, respectively, by Bart De Backer and Jenny Swank Krasteva. A strategic choice, at a time of great transformation for the fashion house that has also concerned the product, as part of a wide-ranging relaunch plan that includes the decision to harmonise prices on a global scale, the ra-

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tionalisation of the retail network and ventures in e-commerce. Recently, the German group, with a turnover of 2.7 billion euros in 2016, chose to simplify its range, concentrating on two brands, Boss and Hugo. The first, which covers 86% of the turnover, is synonymous with business wear and sophisticated casual wear in the upper premium segment. Hugo, which represents 14% of the turnover, is the creative spirit of the Metzingen company, mainly aimed at a young audience, with a sophisticated and avant-garde collection for a public of trend-conscious consumers with prices around 30% lower than Boss. «The brand has great potential - said Ingo Wilts, chief brand officer of Hugo Boss and the presentation of the new collection at Pitti Uomo will be like a Big Bang for the brand». ‘Diversity’ is key word to understand the essence of this label, as Bart De Backer and Jenny Swank Krasteva reveal in the interview below. «A collection for people who want to be as they are and express their personality through their clothes». Digital advertising created by the photographer Harley Weir is emblematic, dedicated to a series of emerging portraits from the worlds of art, music, cinema and fashion: the singer Soko, the model An-

war Hadid and the businessman Luka Sabbat. Meanwhile, while the footlights are about to be turned on at the Florentine event, the fashion house has its engine running ready for another major event of the season: on 11 July, Boss menswear will be on the catwalk in New York. Why the decision to present Hugo at Pitti Uomo and what shall we see? BDB: Pitti Uomo is the ideal setting for presenting innovations in fashion to a relevant audience of buyers and press. The only thing I can say is that we went back to the core of our Hugo Dna. Diversity in the Hugo collections is part of our dna. For more: stay tuned… What do you expect from this fashion show and why did you choose the co-ed formula? JSK: Bart and I are working very closely together. We are constantly brainstorming ways to create colors, graphics, prints and even silhouettes that work for both men and women. Presenting Hugo Menswear and Hugo Womenswear at Pitti Uomo in a combined show allows us to present one look and demonstrate how that can be applied to each gender.


When did you start designing the Hugo collection and where did you work before? BDB: I have been Senior Head of Creative Management & Concept Design of Hugo Menswear since January 2010. I joined Hugo Boss in 2008 as Head of Creative Management of Hugo Menswear. JSK: I joined Hugo Boss in October 2015 as Senior Head of Creative Management of Hugo Womenswear. What is the ideal man/woman for the Hugo collection? BDB: It has always been the little rebel of the company's brands. The Hugo man always wants to question the rules and has his own ideas about the way to dress. Diversity in the Hugo collections is part of our Dna. We think about attitude, not age. Hugo has always been a brand for people who want to be who they are and express their individuality through the way they dress. JSK: It’s the same for the Hugo woman. She has a style that is more edgy and progressive. She mixes her oversized tailored jacket with yesterday’s jeans. She is very individual and spontaneous…she chooses for herself. She is trend-conscious but liberated in both her thinking and the way  she dresses.

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people di Carla Mercurio

Federico Schwartz

Sergio Colantuoni

«Restare fermi mai. Per dare il meglio bisogna osare»

«A Firenze faccio il Boom con Pitti Blooms» »

An interpreter of streetstyle from a point of view close to high fashion: Federico Schwartz posts on Instagram his style vision that derives from contrasts and affinities, classical studies and rebellious instincts. His bold hair dyes and poses are true statements.

Image is his obsession: 360 degrees of refined taste that expresses itself in all areas of creativity. Now for Sergio Colantuoni it's time to invade Pitti Uomo with the giant and colorful flowers of "Boom, Pitti Blooms": the spring-summer theme of the fairs in Florence.

Filtrare lo streetstyle alla luce di una sensibilità vicina alla sfera dell'alta moda. Federico Schwartz propone su Instagram la sua visione dello stile che vive di contrasti e assonanze, di studi classici e istinto ribelle, di tinte di capelli ardite e pose che sono degli statement. Nato a Milano da padre tedesco e madre slava, Federico è partito giovanissimo come freestyle basket player, esibendosi in giro tra Italia ed Europa. Poi ha cambiato rotta. «Ho lasciato un mondo troppo competitivo, per diventare speaker a eventi di vario tipo - racconta -. Ho lavorato anche in televisione, compresi alcuni stacchetti per Le Iene, perché lo spettacolo mi ha affascinato fin da piccolo, quando frequentavo scuole di teatro e di circo». Dopo è arrivata la moda. Non una scoperta ma la conferma di un interesse nutrito da sempre, sotto forma di lavoro in un negozio di abbigliamento street di Milano: «Lì è scattata la molla, selezionavo i capi in vendita e mi facevo fotografare nell’agenzia fotografica accanto». Una passione che diviene lo spunto per voltare pagina di nuovo, lasciare la boutique e utilizzare i social media come trampolino di lancio, alla ricerca di una dimensione più libera. Iniziano i post "griffati", con brand come Supreme, Nike, Fred Perry, Fausto Puglisi, Adidas e Wrangler, sempre con un’idea fissa: «Rispettare il mio gusto ed essere a mio agio con quello che indosso». Per questo motivo Federico, che oggi ha quasi 110mila follower, ama cercare, sperimentare e curiosare tra quello che c’è di nuovo nella scena street e non solo. Fra i marchi preferiti ci sono anche Neighborhood, Louis Vuitton, Fausto Puglisi, Versace, 424, Yves Saint Laurent, per citarne alcuni. In attesa di “partire” per nuove esplorazioni: «Restare fissi in un punto è la morte dell’anima».

Non chiedetegli cos'è un lifestyler, perché neanche lui lo sa. «È così che mi definiscono ma l'etichetta non l'ho scelta io». L'immagine è il suo mestiere: 360 gradi di gusto raffinato, che si esprime in tutti gli ambiti della creatività. «Dopo il master alla Domus Academy - racconta Sergio Colantuoni - sono stato assunto nel 1985 a L’Uomo Vogue, dove ho lavorato per cinque anni. Poi la voglia di cambiare, la necessità di nuovi stimoli». È l'inizio di un caleidoscopico succedersi di iniziative. Non c'è nulla in cui Sergio Colantuoni non si sia cimentato, mettendo in gioco la fantasia e l'estro, il calore e la propositività delle sue origini napoletane. Ristrutturare boutique (vedi Ma Maison in via Cino del Duca a Milano oppure Flo Concept e Mila Schön a Firenze), scrivere libri (Il pranzo è servito, edito da Baldini Castoldi Dalai), gestire la pagina di cucina e un blog per Io Donna, preparare tavole sfarzose per Richard Ginori, organizzare serate danzanti, disegnare abiti sartoriali maschili. Persino realizzare allestimenti per clienti di primo piano come Pitti Immagine, che quest'anno gli ha affidato il concept, il layout e la direzione creativa del tema dei saloni estivi: Boom, Pitti Blooms. «Un mondo fantastico popolato da fiori macroscopici e coloratissimi, che sbocciano in Fortezza durante Pitti Uomo, per suggerire un’idea di energia, splendore e purezza». Un progetto da cui è scaturita anche una capsule, in vendita in un pop up store al primo piano de La Rinascente Milano dal 13 al 19 giugno, durante la fashion week maschile: uno spicchio di Pitti Uomo nel cuore del capoluogo lombardo, con accessori e pezzi basic riconcepiti da Colantuoni in veste inedita, dallo zaino di Invicta alle sneaker di Superga, dalla T-shirt di Virtus Palestre all’orologio di Timex Archive. Nel variegato mondo di Colantuoni c’è posto anche per un progetto tutto suo, le cinture Spirituality Belt. «Sono una persona spirituale - racconta -. Amo la meditazione e lo yoga e queste cinture, che abbracciano la vita con un insieme di piastrine in ottone che riportano simboli religiosi, vogliono dire che tutte le religioni sono giuste, che le persone possono pregare chi vogliono. È il mio modo di proporre un viaggio dentro se stessi, per soddisfare le istanze dell’anima, i desideri più complessi». A proposito di desideri, Sergio ne ha uno a cui tiene: «Vorrei che nella moda si tornasse a innovare e a osare, perché nei momenti di crisi la creatività e la comunicazione sono fondamentali. I manager da soli non bastano, occorrono prodotti e format nuovi. Un po’ come è successo nel mondo della ristorazione, che ha avuto il coraggio di rinnovarsi e reinventarsi. Con il fashion, purtroppo, ci siamo fermati».

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red carpet a cura di angela tovazzi

cruise month

gara di vip e super location

Dopo Chanel, cui è toccato aprire le danze con la sfilata al Grand Palais, il cruise month è proseguito a colpi di location. Dapprima con Prada alla Galleria Vittorio Emanuele di Milano, con ospiti del grande schermo made in Italy come Filippo Timi, Isabella Ferrari e Valeria Golino, e poi con Maria Grazia Chiuri e Dior: al fashion show, ambientato nella Upper Las Virgenes Canyon Open Space Reserve, vicino a Santa Monica, sono stati avvistati Charlize Theron, Laura Dern, Ferragni&Fedez. Louis Vuitton è volato invece al Museo Miho di Kyoto, dove Nicolas Ghesquière si è attorniato di special guest come Michelle Williams, Jennifer Connelly e Isabelle Huppert, mentre Gucci è tornato a “casa”, alla Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze, schierando un front row con Jared Leto, Miriam Leone e Kirsten Dunst. Scelta alternativa quella di Philipp Plein, che ha aperto le porte della sua “Jungle du Roi” sulle colline di Cannes: 250 i selezionatissimi ospiti, tra cui Eva Longoria, Paris Hilton e Sofia Richie.

Nicolas Ghesquière, direttore creativo di Louis Vuitton, tra Michelle Williams e Jennifer Connelly

Eva Longoria, special guest nella villa di Philipp Plein a Cannes

Il parterre di Prada: da sinistra, Filippo Timi, Isabella Ferrari, Valeria Golino, Jasmine Trinca e Alba Rohrwacher

Chiara Ferragni ospite di Maria Grazia Chiuri da Dior

max mara wool week

cfda award

omaggio alla lana merino

raf simons pigliatutto

È partita da Milano il 16 maggio, nello store Max Mara di corso Vittorio Emanuele, la Max Mara Wool Week, un evento nato dalla collaborazione fra Max Mara e The Woolmark Company per celebrare le qualità della lana merino australiana e la linea “Wool Denim”. Prossime tappe, Londra, Mosca, Pechino, Sydney e altre città. Diletta Leotta vestita Max Mara

Giorgio Guidotti e Laura Lusuardi, rispettivamente presidente della comunicazione e fashion coordinator di Max Mara

Scilla Ruffo di Calabria

Era capitato solo una volta, nel 1993, a Calvin Klein in persona, di aggiudicarsi entrambi i trofei come migliore stilsta dell’uomo e della donna ai Cfda Awards. La storia si è ripetuta il 5 giugno a New York con Raf Simons, da un anno chief creative officer della medesima casa di moda, premiato con il doppio, ambitissimo, riconoscimento. Lo stilista ha partecipato all’evento con le attuali testimonial del brand, Lulu e Julia Nobis.

L’attrice Kirsten Dunst alla sfilata di Gucci

Raf Simons ai Cfda Awards: per lui doppio riconoscimento

Vip race, but also location race, for the “cruise month”, which opened with the Karl Lagerfeld catwalk for Chanel at the Grand Palais in Paris. Then it was the turn of Prada in Galleria Vittorio Emanuele in Milan and of Christian Dior in Los Angeles, in the natural scenery of the Upper Las Virgenes Canyon Open Space Reserve, near Santa Monica. Louis Vuitton has chosen the Miho Museum in Kyoto, while Gucci the Palatine Gallery at Palazzo Pitti in Florence. Instead Philipp Plein opened the doors of his villa in Cannes. Starting point in Milan, at the Max Mara store, for the brand tour in collaboration with Woolmark Company, in order to celebrate Merino wool quality, it will continue in London, Moscow, Beijing, Sydney and other cities. Meanwhile, on June 5th, in New York, Cfda Awards took place, where Raf Simons, creative director of Calvin Klein, won both “Womenswear designer of the Year” and the “Menswear Designer of the Year”awards.

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