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Anno 49 | N°2 del 17.01. 2018 | quindicinale | â‚Ź 5,50 | www.fashionmagazine.it

E H I S SI D GL IN EN ION RS VE

Il magazine di news, business e trend

New Confidence Le sfide di un mondo che cambia, esplorando nuove traiettorie per crescere

Nella foto: Monnalisa Chic


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N° 2 17 GENNAIO 2018

SOMMARIO

www.fashionmagazine.it

7 L’EDITORIALE

PROTAGONISTI

8 FRANCESCO PIZZUTI/UCW «Brand distintivi e made in Italy, così sfidiamo i big low cost»

BUSINESS

12 PITTI BIMBO 86 Tra conferme e rilanci tutto è in progress 14 50 YEARS OF MONNALISA «Ambiziosi e innovativi nel dna: così affrontiamo il futuro»

In copertina

Monnalisa Chic per l’inverno 2018/2019: l’azienda festeggia il 50esimo la sera del 18 gennaio in Fortezza da Basso a Firenze

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15 GRANT Più estero, più monomarca e più boy nel futuro 16 FOREIGN BUYERS «Dopo il mini-me e l’athleisure siamo pronti a nuove scoperte» 18 MINICONF «Ci alleniamo per il cambiamento»

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SOMMARIO

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23 28 32 23 BUYERS’ SURVEY

38 KID’S SOCIAL MARKETING

FALL-WINTER 2017/2018

L’experience parte sempre dal servizio

LAUNCHMETRICS

28 SHOWROOMS AND BUYERS Brand sì ma non a qualunque prezzo

TREND

32 DESIGNERS’ PREVIEW

FALL-WINTER 2018/2019

Startup, new deal, trend: il business si fa più grande

«Un post può fare la differenza»

39 IL GUFO Milano caput modae con sfilata e showroom 40 IL BOOM DEL MINI-ME Tale madre, tale figlia 47 PREVIEW FALL-WINTER 2018/2019 First: be yourself

PEOPLE

59 PORTRAITS/MILA ZEGNA BARUFFA «Credo nelle cose che durano per sempre» 63 Q&A/ VIVETTA PONTI «Volevo essere una principessa, ma che fortuna fare abiti da sogno» 65 FASHION PEOPLE 66 RED CARPET

56 BRAND TO WATCH

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ilgufo.com


Gennaio, tempo di chiudere un cerchio e riaprirne un altro per tutti, compresi gli operatori della moda infantile, per i quali il 2017, a giudicare dalle stime di Confindustria Moda, è terminato all’insegna di un moderato aumento dei ricavi +1,6%, oltre i 2,8 miliardi di euro -, di esportazioni oltre il miliardo (+3,1%), di un import che continua lentamente a declinare (per un valore di 1,7 miliardi, -0,5%) e di consumi interni che non riescono a scollarsi di dosso il segno meno, seppur minimo (-0,1%). Un linguaggio asettico, quello delle cifre, che dà indicazioni di massima - non sembrano esserci drammi in corso, tutto è fondamentalmente “sotto controllo” - ma dal quale non traspaiono i grandi mutamenti, vere rivoluzioni in alcuni casi, che stanno rimodellando il comparto. Tra cambi di proprietà, di strategie e di mentalità, le aziende ridefiniscono impostazioni e priorità, affrontando con le proprie forze di realtà spesso di piccolemedie dimensioni i cambiamenti epocali sotto gli occhi di tutti: globalizzazione, omnicanalità, riformulazione delle tempistiche di consegna, revisione profonda del prodotto, nuove forme di comunicazione e distribuzione. C’è più che mai da rimboccarsi le maniche, per dare nuovi impulsi al mestiere di crescere che già da un pezzo ha portato le nostre imprese a esplorare il mondo, a ribaltare le proprie certezze. Il bel vestire italiano è necessario ma non sufficiente per guardare avanti: il target di riferimento è complesso e composito, ma anche aperto e ricettivo verso chi lo sa convincere. Tutti, dalle aziende ai dettaglianti, protagonisti anche stavolta del nostro sondaggio sulle vendite, devono scendere in prima linea. Non per mantenere le posizioni, ma per alzare il tiro e uscire vincenti dalla comfort zone.

L’EDITORIALE

Il mestiere di crescere

Italian childrenswear is facing important transformations, in which also iconic brands are involved. Everybody knows that made in Italy remains an asset, but that it is no more syononimous of “comfort zone”. Staying tuned with an ever changing consumer, brands are ready for a new era: 2018 will be a key year for the whole sector.

Marc Sondermann

Direttore/Editor-in-Chief

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INTERVIEW

UCW/FRANCESCO PIZZUTI

«BRAND DISTINTIVI E MADE IN ITALY, COSÌ SFIDIAMO I BIG LOW COST» Dopo Patrizia Pepe Junior Girls’, Bikkembergs e Marcelo Burlon Kids of Milan, Ucw-Unique Children Wear accelera con l’ultima new entry, il mini-me Stella Jean Kids. E coglie nuove opportunità in key market come la Cina, dove cresce l’interesse per il childrenswear DI ANGELA TOVAZZI

Ucw faces a new phase with Stella Jean Kids and approaches the markets abroad, especially China.

IN CINA, DOPO L’ABOLIZIONE DELLA LEGGE SUL FIGLIO UNICO, SI STANNO APRENDO NUOVE OPPORTUNITÀ PER IL SEGMENTO KID

Francesco Pizzuti Ceo_UCW 1. Patrizia Pepe spring-summer 2018 2. Stella Jean Kids fall-winter 2018/2019

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cw-Unique Children Wear, società con sede a Chieti nata dalla sinergia fra Tessilform (proprietaria del marchio Patrizia Pepe) e Zeis Excelsa (con in portafoglio brand come Dirk Bikkembergs, Dockstep e Cult), affila le armi per crescere nel segmento kid, con nuovi marchi in licenza su cui scommettere (Stella Jean Kids) e progetti di espansione su base internazionale. L’a.d. Francesco Pizzuti racconta le strategie che faranno da fil rouge al 2018. Accanto a marchi storici in licenza come Patrizia Pepe Junior Girls’, Bikkembergs e, dal 2015, Marcelo Burlon Kids of Milan, a far parte della famiglia Ucw è entrato Stella Jean Kids. Che obiettivi avete per questo brand? Dopo una capsule test di circa mille pezzi per l’invernale, la stagione di lancio (la primavera-estate 2018, ndr) ha dato ottimi riscontri e ora ci prepariamo a presentare a Pitti Bimbo la prossima collezione per la stagione fredda. Abbiamo lavorato a strettissimo contatto con la stilista, per garantire un mini-me etnico-sartoriale dagli standard qualitativi molto alti, quasi integralmente made in Italy. E introdotto categorie merceologiche come felperia e T-shirteria, essenziali per il mondo del childrenswear, quasi assenti in passato. In ambito distributivo siamo partiti da una base di un centinaio di multimarca: come primo step puntiamo a consolidare questo parco clienti wholesale, sia in Italia che all’estero.

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concentrata esclusivamente sulle proposte da adulto. Ma con l’abolizione della legge sul figlio unico la partita è tutta da giocare.

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Come chiuderete il 2017? Ipotizziamo di raggiungere un fatturato di circa 10 milioni di euro, in linea con lo scorso anno, facendo leva su circa 500 multimarca, per il 70% italiani. Attualmente il mercato domestico incide ancora per il 50% sul business totale, ma l’obiettivo è di essere sempre più appetibili per l’estero, dove si stanno aprendo nuove opportunità. Abbiamo notato un risveglio della Russia e un certo interesse da parte della Cina. In questo mercato non abbiamo ancora né partner, né filiali dirette, eppure i clienti aumentano. Fino a poco tempo fa per il segmento bambino le strade erano sbarrate, perché la borghesia cinese era

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Sul digitale come vi state muovendo? Siamo presenti su tutti i siti delle case con cui lavoriamo, ma non abbiamo ancora un e-commerce gestito da noi. In realtà il progetto di sviluppare una piattaforma con i brand in portafoglio è da tempo sulla scrivania, con l’idea di trovare una formula che ci rappresenti. Indubbiamente il digitale è una strada obbligata: con l’e-commerce apri una finestra di dialogo con clienti di tutto il mondo. Ci sono nuovi marchi in arrivo? Abbiamo una vocazione multibrand e dunque siamo sempre alla ricerca di nuovi marchi, ma siamo selettivi. Miriamo a collezioni dalle caratteristiche distintive, che possano avere grande appeal anche all’estero. Da un lato dobbiamo puntare sulla qualità made in Italy per svincolarci dalla competizione con i colossi della fast fashion e dei prodotti low cost, e dall’altro guardare oltrefrontiera, verso nuovi mercati: l’Italia è ancora in affanno e la torta del childrenswear è ormai troppo piccola. ■

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NEWS

ph Giovanni Giannoni

A CURA DI ELISABETTA FABBRI

KIDSWEAR: IN ITALIA SALE SOLO IL MEDIO DI GAMMA According to Sita Ricerca, last Spring-Summer season, baby clothing market in Italy recorded a decline in value of around 1%.

PLAYER A CONFRONTO

Ricavi 2016 Preca Brummel 76,5 mln € Monnalisa 40,0 mln € Simonetta 34,0 mln € Follie’s Group 32,0 mln € Il Gufo 28,7 mln € Grant 18,0 mln € Gimel 15,0 mln € CHILDRENSWEAR ITALIANO

SOSTENIBILITÀ, QUALITÀ, FIDELIZZAZIONE DEL CONSUMATORE: LE NUOVE SFIDE DELLE PMI Italian childrenswear industry is extremely fragmented and only niche products don’t suffer. Sustainability, fabrics quality and consumer loyalty are next challenges. Alla scorsa edizione di Pitti Bimbo non sarà passata inosservata l’assenza di Spazio Sei e Gold Par-Keyart, noti produttori di abbigliamento infantile del distretto di Carpi. Al momento di andare in stampa si sa che Spazio Sei, orfano della licenza Miss Blumarine (passata a Follie’s Group, vedi a pag.36), ha mantenuto un solo business in piccole taglie, la linea bambina Ermanno Scervino. Sarà gestita dalla Manfra Italia, una società ad hoc creata lo scorso anno a Carpi, controllata per il 60% dalla Ermanno Scervino e per il 40% da Spazio Sei, cui fa capo anche la linea donna Ermanno. Per quanto riguarda Gold Par, è noto che ha richiesto e poi rinunciato (lo scorso novembre) al concordato preventivo e ora - con una nuova denominazione sociale, New Gold Par, ma tessa proprietà (i Romitti) e maestranze (una quindicina di persone) - si presenta in Fortezza con i brand di casa Illudia e Paesaggino e le novità di Brian Rush e Le Petit Coco. Quella del modenese non è la sola situazione sintomatica di una serie di cambiamenti in atto nel childrenswear italiano. Restando in Emilia, Grant avvia un nuovo capitolo della sua storia con la seconda generazione della famiglia fondatrice Dal Cin e un nuovo team creativo (vedi a pag.15). In Simonetta, invece, la questione del passaggio generazionale è stata gestita con la cessione dell’azienda da parte degli Stronati a Isa Seta (società che realizza intimo, mare, calzetteria e accessori tessili per note griffe della moda, vedi a pag.59). MiMiSol sta intraprendendo un nuovo

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percorso con FaseUno: la società pugliese cui fa capo il childrenswear ValMax, ha rilevato il brand lo scorso anno da Imelde Bronzieri (rimasta direttore creativo). La linea era stata lanciata nel 2011 da Bronzieri dopo la lunga esperienza in I Pinco Pallino (di cui è stata co-fondatrice), un altro kidswear brand in fase di trasformazione, dopo una serie i passaggi di mano (dai fondatori al fondo Opera, quindi nel 2014 al fondo cinese Lunar Capital, che ha fatto confluire la label nell’agglomerato Little Star Brands). A Varese invece Preca Brummel sta lavorando al piano di rilancio in attesa, che venga accettata la domanda di concordato in bianco con riserva. UN SETTORE DOVE PICCOLO NON È BELLO «Quello della moda bimbo - commenta Erika Andreetta, partner Retail & Consumer Goods della società di consulenza PwC - è un mercato dove i primi cinque player (Ovs, Original Marines, H&M, Prenatal e Zara Kids) in Italia detengono meno del 30% delle quote. Il resto è una moltitudine di aziende dai bassi fatturati e una presenza prevalente sul mercato domestico». «C’è una forte competizione - aggiunge - sugli entry-price. Realtà come Ovs, per esempio, hanno incrementato gli opening Ovs Kids e i contenuti moda nelle collezioni, mentre tante Pmi posizionate sulla fascia intermedia hanno problemi di sostenibilità. Le nicchie reggono, ma non hanno le stesse capacità di espandersi all’estero, specie in termini di risorse

Nella stagione primavera-estate 2017 il mercato dell’abbigliamento bimbo in Italia ha registrato un calo in valore dell’1% circa. Lo stima Sita Ricerca, che spiega la performance con una minore domanda soprattutto nel target 8-14 anni (-2%), mentre una flessione più contenuta riguarda il segmento 3-7 anni. Solo il neonato (fino a due anni) mostra una «modestissima» crescita. Le fasce di prezzo media e medio-alta sono le uniche a rivelare una buona crescita, il che riflette un’attenzione alla spesa anche da parte delle famiglie nelle fasce più alte di reddito. I due estremi, l’alto di gamma e le linee più economiche, subiscono un calo a due cifre. A livello di settori merceologici, in crisi gli accessori (a differenza delle passate stagioni) e in lieve flessione abbigliamento e calzature. In controtendenza soltanto l’intimo, che rappresenta il 10% delle vendite in valore. I due terzi del mercato restano in capo all’abbigliamento esterno e il resto a scarpe e accessori. Nella scorsa stagione estiva, come osservano da Sita Ricerche, oltre la metà delle vendite in quantità e in valore è avvenuta in occasione di saldi e promozoni.

finanziarie, dei francesi e degli spagnoli». Oltre all’assenza di una vera internazionalizzazione, come spiega l’esperta, c’è il problema delle scarse performance dei network retail e in franchising, legate agli scarsi investimenti volti a rafforzare l’identità del brand. A questo panorama si aggiunge un tasso di natalità stagnante in Italia e un calo dei multibrand specializzati. «Anche in questo settore - osserva Andretta - i passaggi generazionali sono un problema, ma il maggiore è la mancanza di un ridisegno del modello di business e di posizionamento, con l’evolversi dei consumi e il calo delle nascite. Purtroppo questo è un comparto dove “piccolo non è bello”». Quali sfide si prospettano per le aziende? «La sostenibilità - risponde Andretta - e la qualità dei materiali sono sicuramente due temi chiave. Ma la sfida più importante e creare un forte legame di fidelizzazione con le mamme, continuando a comunicare con loro, poiché in questo segmento il fenomeno “moda” è meno forte e l’infedeltà minore». «L’auspicio - conclude - è un ritorno alla natalità, con una politica di defiscalizzazione ad hoc per le famiglie numerose. In Francia ha funzionato. Per non parlare degli Usa, dove non si paga l’Iva sull’abbigliamento e sulle scarpe per bambini!».

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PITTI BIMBO 86

A FIRENZE

TRA CONFERME E RILANCI, TUTTO È IN PROGRESS Pitti Bimbo numero 86 come specchio di un settore in trasformazione, in cui i brand storici del made in Italy si trovano in alcuni casi ad aprire nuovi capitoli e in altri a celebrare traguardi significativi, guardando al futuro. Il salone rafforza i propri contenuti di ricerca e innovazione DI ALESSANDRA BIGOTTA

The 86th edition of Pitti Bimbo is scheduled from 18th to 20th January at Fortezza da Basso, Florence, with a strong commitment to strengthening innovation and lifestyle. For some iconic kids’ brands this is a special moment: some celebrate important anniversaries, others start new challenges.

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uella che si apre il 18 e la Isa Spa. A illustrare il gennaio e si chiude il new deal, alla Limonaia di 20 in Fortezza da Basso a Villa Vittoria, la donna che IN CIFRE Firenze non è un’edizione terrà d’ora in poi le redini 540 qualsiasi di Pitti Bimbo. del brand: Mila Zegna BaMARCHI, DI CUI Agostino Poletto, direttore ruffa, cui dedichiamo un generale dell’ente organizritratto nel numero e che 315 zatore Pitti Immagine, deassume il doppio incarico DALL’ ESTERO finisce la rassegna «un’endi ceo e direttore creativo. tità in continuo movimen128 to» e non si può che dargli IL SALONE STA AL NOMI NUOVI E RIENTRI ragione, pensando innanziPASSO CON I TEMPI tutto alle trasformazioni in Intanto Pitti Bimbo spinge 10 atto nel comparto: proprio l’acceleratore su ricerca ed SEZIONI, TRA CUI in una Fortezza da Basso esplorazione di nuovi terriLA NUOVA #ACTIVELAB eccezionalmente aperta tori, intesi in senso sia reale dopo l’orario abituale si fe(grazie anche ai programsteggiano, la sera del 18 gennaio, i primi mi di incoming di buyer stranieri, messi a 50 anni di un'azienda storica come Monpunto con il supporto di Mise e Agenzia nalisa, che su un dna consolidato innesta Ice), sia metaforico, «perché vogliamo esle sfide di domani. Ma ci sono altre realtà sere una piattaforma multisfaccettata e traitaliane in piena metamorfosi, che scelgosversale», ribadisce Agostino Poletto. Le no Pitti per dare un assaggio dei loro nuovi sezioni salgono a quota dieci: l’ultima nata assetti: due nomi per tutti, Grant in fase di è #Activelab@Cavaniglia, che intorno allo rilancio - con Stefano Dal Cin come amzoccolo duro delle tendenze urban, street e ministratore delegato, oltre che presidente sport sviluppa un forte spirito sperimenta- e Simonetta, che pur non facendo parte le, rivelandosi parente stretta di KidzFizz, della rosa dei 540 marchi espositori a Pitti l’area che raccoglie le collezioni più creatiBimbo, il 18 gennaio è tra i protagonisti più ve e controcorrente. Di scena all’interno di attesi, a pochi mesi dall’annuncio del pas#Activelab nomi come Bangbang Copensaggio di proprietà tra la famiglia Stronati hagen Aps (label danese di impronta agen-

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PITTI BIMBO

der, ideata nel 2008 da Louise Lundholm e Mia Risager), How to Kiss a Frog Stockholm (il guardaroba “made in Sweden” di principi e principessine dell’era digitale), Loud Apparel (un mix cosmopolita di capi, in cui confluiscono l’italianità di Serena Di Scalzo, co-fondatrice insieme a Sepehr Nosrati, e le atmosfere londinesi dove si trovano gli headquarters) e, dalla Polonia, Kids on the Moon, di spirito active e con il plus delle collaborazioni con artisti internazionali. Da notare, avendo citato KidzFizz, che torna alla ribalta la sfilata collettiva: appuntamento alla Sala della Ronda la mattina del 19 gennaio, subito dopo il fashion show dedicato ai marchi più significativi della sezione Apartment, cassa di risonanza delle aziende che hanno deciso di declinare il sartoriale contemporaneo in taglie mini. A proposito di sfilate, sempre la Sala della Ronda ospita, il 18 gennaio, il collettivo di marchi spagnoli

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Colmar Originals sceglie il salone per presentare per la prima volta la collezione bimbo: ispirata alle proposte per l’adulto, va dal baby ai 16 anni

Children’s Fashion from Spain. Tanta moda, anche indipendente ed emergente (da non perdere, a questo proposito, l’area The Nest al piano inferiore del Padiglione Centrale), oppure in versione mini-me, come accade in una nuova puntata dei progetti Fashion Comics e Kid’s Evolution, a cura di Alessandro Enriquez. Il lifestyle è un comprimario in piena regola: si prende la scena all’interno di Fancy Room, spaziando dagli occhiali ai complementi d’arredo, fino a esplorare il mondo dei giochi, della pocket technology, degli accessori utili e futili, in compagnia di realtà come 4moms, Aden + Anais, Nuna, Wonderers e Kaiko Clothing, solo per citare alcuni nomi. Ed è più che mai sotto i riflettori a Pitti Bimbo Editorials, due grandi pareti al piano inferiore del Padiglione Centrale, ricche di oggetti curiosi. Poco più in là, The Extraordinary Library: 100 volumi illustrati per ragazzi, selezionati da Bologna Children’s Book Fair, per la seconda edizione di questa iniziativa, che dimostra come moda e cultura vadano a braccetto, anche quando si parla di bambini. Dal 29 gennaio Pitti Bimbo trasloca per otto settimane sulla piattaforma web e-Pitti.com, con un catalogo di oltre 2mila prodotti e 360 brand e la possibilità di stendere ordini tramite iPad, grazie alla app B2B Readyto-Order. ■

PIROUETTE BLOG

PREMIA GLI “ONES TO WATCH” Pirouette Blog under the spotlight with its One to Watch award. Vengono annunciati il 18 gennaio a Pitti Bimbo i vincitori dell’One to Watch Award, ideato da Pirouette Blog per premiare i nuovi brand del kidswear, curiosando nelle sezioni The Nest e KidzFizz. Lanciato nel 2009 da Florence Rolando - giornalista e co-fondatrice del salone Bubble, con la designer Katie Kendrick come braccio destro dal 2016 - Pirouette Blog presenta in modo divertente marchi interessanti e lifestyle in taglie mini.

NICE LICENSING

LE LICENZE CHE CONQUISTANO I KID A space about licensing in childrenswear makes its debut at Pitti.

PROGETTI SPECIALI, LANCI, RIENTRI

IN FORTEZZA DA BASSO NON SOLO BUSINESS New projects, launches, comebacks and a lot of entertainment at Fortezza da Basso during Pitti. Chicco (nella foto) che torna al salone, Elisabetta Franchi La Mia Bambina che lancia il baby e il neonato, il debutto delle capsule di Sarabanda e di Fun&Fun, lo speciale allestimento di Roberto Cavalli Junior, l’attesa presenza di John Richmond Jr. E, ancora, le sfilate - dalle collettive di KidzFizz e Apartment, alla passerella dei brand spagnoli -, la mostra sui 10 anni di Style Magazine e la proiezione di Extreme, film realizzato da Achim Lippoth per Kid’s Wear Magazine: grazie a questi e ad altri highlight - compresa naturalmente la celebrazione dei 50 anni di Monnalisa -, la Fortezza da Basso si conferma epicentro non solo di business, ma anche di entertainment e creatività. C’è spazio anche per la presentazione di una ricerca sul rapporto tra infanzia e moda: un progetto finanziato dalle Università di Bologna e Parma, dalla Regione Emilia-Romagna e da Pitti Immagine. (a.b.)

Truner Broadcasting System Italia con i marchi Ben10 e We Bare Bears, Sanrio GmbH con Mr. Men, Little Miss ed Hello Kitty, Global Brands Group con Puffi, Simpsons e Keith Haring sono solo alcuni dei nomi che danno vita nel Cavedio del Padiglione Centrale a Nice Licensing: un nuovo spazio sulle licenze, legate soprattutto ai cartoon e all’entertainment per i ragazzi, allestito in collaborazione con Bologna Licensing Trade Fair e Bologna Children’s Book Fair.

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MONNALISA/CHRISTIAN SIMONI

«AMBIZIOSI E INNOVATIVI NEL DNA: COSÌ AFFRONTIAMO IL FUTURO» Monnalisa is ready to celebrate its first 50 years with a big event on 18th January evening at Fortezza da Basso in Florence. Founded by Piero Iacomoni and Barbara Bertocci, it has been able to evolve from a family business to a modern entrepreneurial model. Brand extension and a stronger retail presence are two cornerstones, as CEO Christian Simoni explains. I 50 anni di Monnalisa, celebrati con l’evento “The Golden Age” la sera del 18 gennaio in Fortezza da Basso, sono la base per progetti a tutto campo, come spiega Christian Simoni, a.d. dell’azienda da 42 milioni di fatturato consolidato, con un 68% di quota export, fondata da Piero Iacomoni e da Barbara Bertocci. Cosa rappresenta questo anniversario? Siamo nati con un dna ambizioso e abbiamo attraversato questo mezzo secolo trasformandoci da piccola realtà artigianale a impresa socialmente responsabile, presente in oltre 60 Paesi, con una managerialità diffusa e un sistema di governance efficace. Sono stati 50 anni di storia di impresa eccellente, all’insegna della capacità di innovare. 1

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Come avete espresso questo potenziale di innovazione nel 2017? Agendo su più fronti, a partire dalla distribuzione. Abbiamo rafforzato il canale retail diretto (che attualmente comprende 34 punti vendita in sette Paesi), per ribadire il passaggio da un’impostazione quasi esclusivamente wholesale a un maggiore equilibrio tra questo canale, il retail e l’ecommerce. Stiamo decollando nel travel retail, partendo dagli opening negli aeroporti di Napoli e Firenze. A livello internazionale, il ruolo di azienda che semplicemente esporta non ci appartiene più: quello a cui puntiamo sono gli investimenti diretti all’estero.

1. Un abito Monnalisa per la primavera-estate 2018 2. L’amministratore delegato Christian Simoni

Avete messo mano anche ai processi interni? Abbiamo lavorato di cesello su settori come il briefing, il pricing e il merchandising planning, concentrandoci anche sui nuovi processi logistici e le relative tecnologie, oltre che sugli ambiti amministrativo, di controllo e di corporate governance. Ad aprile sarà pienamente operativa la sede ampliata, con circa 6mila metri quadri in più e 2mila metri quadri destinati al magazzino, da moltiplicare per un’altezza di 20 metri e con un impianto logistico semi-automatico: un investimento necessario per adeguarci ai nuovi modelli di vendita e di business, in cui l’efficienza e i miglioramenti tecnologici servono per gestire da un lato il superamento del «blocco unico» stagionale dell’offerta - integrato da capsule, precollection, limited edition e prodotti speciali-e, dall’altro, a essere più «responsive» nei confronti delle esigenze del retail e dell’e-commerce.

EVENTI IN CITTÀ

PALAZZI E VILLE APRONO AL BAMBINO The new deal of Simonetta at Villa Vittoria and more in Florence during Pitti Immagine Bimbo. Non solo Monnalisa, la sera del 18 gennaio in Fortezza. A catalizzare l’attenzione sono anche gli eventi in città, tra cui l’installazione Quanti palloncini ci vogliono per far volare un sogno? a Villa Vittoria: un evento che ufficializza il passaggio di Simonetta dalla famiglia Stronati a Isa SpA. A fare gli onori di casa la neo-direttrice creativa e a.d. Mila Zegna Baruffa, che per l’occasione annuncia una collaborazione del brand con Vespa. Dalle 16 alle 19, cocktail da Dolce&Gabbana in via de’ Tornabuoni 18. Venerdì 19 breakfast con Emilio Pucci Junior a Palazzo Pucci, mentre la sera si inaugura a Palazzo Strozzi la mostra Non fate i bravi, con i bambini di Benetton fotografati da Oliviero Toscani: una retrospettiva che, attraverso immagini inconfondibili, ripercorre uno storico sodalizio, che ora si rinsalda con la campagna per la primavera-estate 2018. (a.b.)

Il concetto “monolitico” di offerta appartiene dunque al passato... Certamente. Oggi articoliamo le uscite in pre e main collection, sia nella primavera-estate che nell’autunno-inverno. In parallelo, abbiamo semplificato il portafoglio marchi: invece di ragionare per linee e funzioni d’uso, ora preferiamo raccogliere sotto l’unico ombrello Monnalisa le nostre proposte, pur mantenendo le label Chic e Couture. Non ultimo, guardiamo - e non da oggi - al di là dell’abbigliamento: dopo la partenza del progetto Monnalisa Living, lanceremo al Pitti la cosmesi.

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Siete stati pionieri dell’omnichannel: cosa mi può dire a proposito dell’e-commerce? I pilastri di Monnalisa in questo ambito sono i progetti country specific, l’integrazione con i social, la forte sinergia tra mondo fisico e virtuale. Siamo ottimisti sull’obiettivo che ci siamo posti: realizzare con l’e-commerce il 7% delle vendite entro i prossimi tre anni. (a.b.) 2

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1. Lo stile inconfondibile di United Colors of Benetton interpretato da Oliviero Toscani 2. Proposte di Dolce&Gabbana per l’autunnoinverno 2018/2019

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PITTI BIMBO 86

ACCORDI

RILANCI

PIÙ ESTERO, PIÙ MONOMARCA E PIÙ BOY NEL FUTURO DI GRANT The newly elected ceo of Grant, Stefano Dal Cin, outlines his strategy for the parents’ business: international expansion, openings of monobrand stores and a kid’s male line, new born included.

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1. Stefano Dal Cin 2. La sede di Grant nel bolognese

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«Sviluppo internazionale, espansione della rete retail e nuovi impulsi alla produzione già dalla primaveraestate 2019, con cambio di timing delle uscite e della struttura delle collezioni». Così Stefano Dal Cin - neoamministratore delegato di Grant, l’azienda di famiglia di cui era già presidente - sintetizza la sua strategia per il prossimo biennio, che riguarderà sia i marchi di proprietà (Miss Grant, Miss Grant Couture, So Twee by Miss Grant, Miss Grant Easy&Chic, LùLù by Miss Grant e Microbe by Miss Grant), sia quelli in licenza (N°21 Kids). E aggiunge: «Presto saranno lanciati la prima collezione maschio e il new born». L’inizio del nuovo corso per l’azienda di childrenswear di Bentivoglio (Bo) da 18 milioni di euro di ricavi (in linea con il 2016) è stato ufficializzato la scorsa estate. Facendo un bilancio a qualche mese di distanza Dal Cin dichiara: «Abbiamo chiuso una serie di importanti accordi di distribuzione, in linea con gli obiettivi e i progetti di crescita nei mercati extraeuropei». Altri cambiamenti riguardano l’ufficio stile. «Anna Mancini e Alessandra Mandrioli hanno preso il timone della creatività - annuncia l’a.d. - apportando aggiornamenti sensibili mirati a rinfrescare il marchio, pur nel rispetto del suo dna». Presente nei multimarca italiani ed esteri, oltre che in shop in shop dei maggiori department store del mondo, a oggi Grant conta un solo monomarca, in via Manzoni a Milano, ma entro i prossimi due anni ne saranno aperti altri due all’estero. «L’obiettivo - afferma Dal Cin - è arrivare a una distribuzione al 50% wholesale e al 50% retail». In più l’azienda emiliana ha un monomarca online, dedicato a tutte le declinazioni di Miss Grant. «L’eshop - conclude l’imprenditore - è il fulcro di un progetto di sviluppo digitale, che riguarda sito web e canali social, con l’intento di arrivare al consumatore in modo più diretto e coinvolgerlo nell’esperienza d’acquisto». (e.f.)

CASILLO SI ALLEA CON WARNER BROS. PER Y-CLÙ The kidswear group Casillo presents a sporty-chic limited edition from the partnership between Warner Bros. and its brand Y-Clù. Il gruppo del kidswear Casillo, con sede a San Giuseppe Vesuviano (Na), ha siglato un accordo internazionale con Warner Bros. per la linea Y-Clù. Si tratta di una capsule collection di capi sporty-chic, che avranno per protagonisti i più noti personaggi dei cartoni animati della major, visibile in anteprima a Pitti Bimbo 86. L’imprenditore Carlo Casillo stima di chiudere il 2017 con ricavi in aumento del 12% rispetto al 2016 (terminato a 32 milioni di euro) grazie anche al lancio del nuovo marchio di pronto moda femminile Briince Couture e all’affermarsi della licenza Jeckerson Junior nel segmento premium di mercato. L’export dell’azienda - cui fanno capo anche le linee Gaialuna, Ronnie Kay e To Be Too - è previsto in aumento, fino ad arrivare al 40% del fatturato totale, nel giro di tre anni, per effetto di recenti accordi commerciali con agenzie in Belgio, Olanda, Portogallo, Spagna e Germania. (e.f.)

IN SPAGNA

BOBOLI CONTINUA A CRESCERE A DUE CIFRE The Spanish company Boboli continues to grow at a double digit rate and plans to conquer new markets through the e-commerce channel. Il marchio di abbigliamento infantile Boboli archivia il 2017 con ricavi che sfiorano i 44 milioni di euro, in aumento del 12% rispetto all’anno prima, confermando così ritmo di marcia a tassi a doppia cifra innescato dal 2013. Italia, Grecia, Polonia e Russia sono i maggiori mercarti esteri ma anche il Messico, raggiunto da poco più di un anno, «sta dando soddisfazione», con tassi di incremento delle vendite del 30% a stagione. Le esportazioni sono arrivate a rappresentare il 43% del fatturato totale, ma la quota è destinata a crescere grazie anche agli investimenti nell’ecommerce: tra i nuovi mercati raggiunti figurano Germania, Francia e Inghilterra, a cui presto si aggiungeranno i Paesi Bassi, la Norvegia e la Danimarca. Nel 2018 è previsto anche lo sbarco in Cina sulla piattaforma Tmall (Gruppo Alibaba). L’obiettivo di Mónica e Arancha Algás, che guidano l’azienda, è di portare le vendite online dal 4% al 15% dei ricavi nel giro di pochi anni. In parallelo prosegue l’espansione nel retail tradizionale, sopratutto con opening in centri commerciali chiave. (e.f.)

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BUYER STRANIERI IN FORTEZZA

«DOPO IL MINI ME E L’ATHLEISURE, SIAMO PRONTI A NUOVE SCOPERTE»

Pitti Bimbo si conferma piattaforma di riferimento per i buyer da tutto il mondo. Ne abbiamo intervistati tre, da Regno Unito, Medio Oriente e Francia. Pronti al tour per gli stand in Fortezza, alla ricerca di conferme ma anche di novità DI CARLA MERCURIO

Pitti Bimbo as a reference platform for buyers from all over the world. We interviewed three of them, from the Uk, Middle East and France. Ready for their tour across the Fortress, looking for confirmations, but also for new proposals. MICHELE HARRIMAN-SMITH

CÉCILE ROEDERER

CHILDRENSALON, REGNO UNITO

SMALLABLE, FRANCIA

Quali sono i brand vincenti per l’autunno-inverno 2017/2018 nel vostro sito di e-commerce? Brand come Kenzo, Armani, Burberry e Dolce&Gabbana hanno sempre un grande successo, insieme a label dai prezzi più accessibili come Patachou, Billieblush e Ikks. Inoltre investiamo costantemente in nuovi designer, che il nostro team di buyer scopre in giro per i saloni.

Cosa piace di più ai piccoli consumatori? Il guardaroba dei bambini quest’anno privilegia i capi in velluto, liscio o a coste di Hello Simone, Little Creative Factory, East End Highlanders, Hundred Pieces o Velveteen. Un pezzo chiave sono anche le bluse in stile vittoriano di Atelier Barn, Scotch&Soda, Sœur o Les Coyotes de Paris. Lo stile sportivo rétro trova posto tra le creazioni di Louis Louise e Hundred Pieces. Per quanto riguarda i colori, basta dare un’occhiata ai capi di Polder Girl, Marni, Imps&Elfs, Caramel, Omibia e Oeuf NYC per ritrovare le tendenze della stagione: blu foglia di té, verde, bordeaux e ocra. A proposito di stampe, Caramel, Bonton e Atelier Barn propongono pied-de-poule, pied-de-coq e Principe di Galles. Le felpe stile hoodie sono particolarmente in (Acne Studios, Lennon+Wolfe), mentre i cappotti di Hartford, Simple Kids e Bellerose si vestono di eco-pellicce animalier. Infine un must-have: il piumino di Finger in the Nose!

Quali le tendenze più hot nel childrenswear in Gran Bretagna? Il recente boom di influencer e celebrità, insieme a quello dei social media, ha avuto un enorme impatto sul childrenswear. Negli ultimi anni spicca il fenomeno del mini-me, in contemporanea con la nascita delle linee bimbo dalle grandi maison di moda, che replicano in piccole taglie ciò che vediamo sulle passerelle. Ciò si traduce in un notevole aumento di collezioni di lusso dedicate ai più piccoli da griffe come Balenciaga, Gucci, Chloé, Fendi, Givenchy e molte altre. Pitti Bimbo: quali le aspettative per il prossimo inverno? Non abbiamo una lista di brand predefinita: siamo sempre molto curiosi di scoprire nuove marche e stilisti che ci sorprendano. Il vostro budget per l’autunno-inverno 2018/2019 è in crescita, stabile o in calo? È abbastanza flessibile e siamo in grado di ricalibrarlo ogni stagione, tenendo in considerazione variabili come i trend del momento e la domanda dei nostri clienti.

ANALYN MANDANE

KATAKEET–MALL OF THE EMIRATES, DUBAI E SOWWAH MALL, ABU DHABI Quali i best seller del momento? Hugo Boss, Fendi Kids e Burberry. Qual è il trend numero uno nel childrenswear in Medio Oriente? L’ispirazione mini me. È molto popolare sul web, dove i fashion addict possono vedere gli ultimissimi outfit gemelli di genitori e figli. Un altro filone è l’athleisure di lusso, perché i bambini sono molto attivi e il comfort gioca un ruolo importante nella loro vita. Le tute sono molto apprezzate dai maschietti, soprattutto con i logo dei marchi famosi. Cosa si aspetta di trovare a Pitti Bimbo? Conto di vedere marchi nuovi, con un’offerta interessante non solo in termini di stile e qualità, ma anche con un prezzo competitivo. Nell’attuale situazione economica dobbiamo adattarci ed essere attenti alle esigenze dei consumatori, per essere al passo con l’evoluzione della moda. Come sarà il budget per il prossimo inverno? Sarà stabile. Dobbiamo essere strategici nella nostra selezione, focalizzarci sul prodotto giusto e sulle categorie e le collezioni che vendono di più.

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Pitti Bimbo: cosa deve offrire il salone? Collezioni e designer che siano di grande ispirazione. Pitti Bimbo è un punto d’incontro con i brand con cui già collaboriamo, ma anche una possibilità di fare belle scoperte. È anche un momento per avere un’anteprima sulle tendenze delle stagioni a venire. Cosa ha deciso in merito ai budget per la prossima stagione fredda? Il nostro budget è in crescita a ogni stagione per ognuno dei nostri target: bébé, bambini, ragazzi, donna e casa. Questa evoluzione va di pari passo con quella del nostro pubblico, che si amplia e diventa sempre più internazionale.

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MINICONF

«CI ALLENIAMO AL CAMBIAMENTO» After the debut of e-commerce for an omnichannel shopping experience in 2017, Miniconf ended the year with the Sarabanda Made in Italy capsule, created for Italian and foreign top retailers. C’è stata Milano, prima ancora di Firenze, nell’autunnoinverno di Miniconf: dal 16 al 21 dicembre la showroom di via Solferino 40 ha fatto da cornice alla presentazione della capsule Sarabanda Made in Italy (nella foto), che arricchisce l’offerta di uno dei marchi di punta dell’azienda guidata da Giovanni Basagni con una selezione di capi eleganti, pensati per le grandi occasioni. Ideata dall’ufficio stile interno e realizzata con particolare cura da selezionate realtà tessili del nostro Paese, questa collezione punta a due obiettivi: aprire nuovi scenari distributivi in Italia e rafforzare le posizioni all’estero, che riguarda il 15% di un fatturato aziendale pari a 74,5 milioni. Comunicare il meglio dell’italianità è stato l’imperativo dell’evento milanese, rivolto ai buyer internazionali di retailer del calibro di Tsum, Harvey Nichols e Printemps e concepito come una full immersion nel mondo di Sarabanda e Miniconf, con rimandi al territorio casentinese dove tutto ha inizio e, per esteso, a valori quali la sostenibilità, l’attenzione alla sicurezza dei bambini, il rispetto della natura e del fattore umano, testimoniato tra l’altro dall’importante sostegno alla Lega del Filo d’Oro. In showroom erano presenti le sarte Miniconf, che confezionavano sotto gli occhi dei presenti omaggi in panno Casentino. Il 2017 è stato un anno chiave per la realtà di Ortignano Raggiolo (Ar), con il lancio dei progetti e-commmerce multicanale di Sarabanda e dell’altro core brand iDO, pensati in un’ottica di omnicanalità e di sinergia con i negozi fisici, di pari passo con investimenti nelle risorse umane e con l’acquisto di un software C.R.M. all’avanguardia, in modo da accorciare le distanze con il consumatore finale, comunicare in modo proattivo con lui e tracciarne le esigenze. Le priorità dell’anno in corso e del biennio successivo si chiamano ancora omnichannel e per quanto riguarda iDo sviluppo retail in Italia, mentre per Sarabanda il rafforzamento sul territorio nazionale riguarda il wholesale. All’estero si studia l’avvio di presidi diretti in Paesi chiave, oltre a presentazioni e uscite di alcuni pacchetti di prodotto ad hoc per le singole aree. Il motto? Allenarsi al cambiamento, in vista delle sfide future, digitalizzazione e maggiore internazionalizzazione in primis. (a.b.)

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MIMISOL

LA SQUADRA È TUTTO “Team” is the keyword of the new MiMiSol collection, designed by Imelde Bronzieri thinking about soccer, basket, but also boy scouts. I sei mesi successivi all’annuncio dell’intesa con Fase Uno sono stati intensi per MiMiSol: soprattutto a fine anno, il marchio fondato da Imelde Bronzieri è stato a fianco del Piccolo Coro dell’Antoniano (nella foto), di cui ha firmato il guardaroba in occasione di vari eventi per il 60esimo dello Zecchino d’Oro, dagli incontri con Papa Francesco e Sergio Mattarella, alla trasferta a Shanghai, senza contare le apparizioni in tv. La collezione di scena a Pitti Bimbo, spiega Imelde Bronzieri, «prende spunto dal concetto di squadra, spaziando dai campus agli scout, fino alla polisportiva. Modelli che amalgamano sport, street, poesia e contemporaneità, con le T-shirt “parlanti” come complemento, che stavolta riportano quello che per me è più di semplice slogan: “Non c’è estetica senza etica”». (a.b.)

FLORENS

STESSO DNA, MA IN CHIAVE PIÙ FASHION Born 30 years ago in the Marche region, the footwear company Florens is ready for new challenges. Tempo di rinnovamento per Florens: fondata 30 anni fa da Ortelio Ilari, con le scarpe under 14 di qualità come core business, l’azienda marchigiana presenta a Pitti Bimbo un nuovo concept espositivo, per comunicare una trasformazione a più ampio raggio. Come spiega Ilari, «il nostro obiettivo è confermare la leadership del marchio, forte in Italia ma anche in mercati esteri come Regno Unito, Francia, Olanda, Belgio e Medio Oriente, attraverso un prodotto sempre artigianale ma più fashion e una particolare attenzione al marketing». «Vogliamo dare vita a una community - sottolinea l’imprenditore - che si identifichi con le nostre creazioni, abbracciando con modelli trasversali il mondo dei teen, ma anche quello delle giovani mamme». Un impegno sostenuto anche dall’inserimento in azienda di figure professionali in grado di portare idee fresche e nuova linfa per una realtà storica. (a.b.)

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FRACOMINA MINI/FERDINANDO PRISCO

JARRETT

SI PARTE CON E-COMMERCE E RETAIL 2018 is a year of important projects for Fracomina Mini, as

UNA CAPSULE PER BRINDARE AI DIECI ANNI

CEO Ferdinando Prisco explains: the first monobrand boutique will be opened and from next summer the label debuts on the e-commerce site of the brand.

To celebrate its tenth anniversary, footwear brand Jarrett launches a special capsule, featuring a brand new logo.

Quali sono i progetti più eclatanti andati in porto nel 2017 per Fracomina Mini? Nel 2017 la collezione, che copre circa il 10% del fatturato dell’azienda, è cresciuta del 15%, confermando un trend positivo già in corso dal 2016. Cosa ci dobbiamo aspettare per questa linea nel 2018? Abbiamo in programma la prima apertura di un negozio dedicato alla linea bambina, con un layout esclusivo, a cui seguirà uno sviluppo retail. Ferdinando Prisco, a.d. Fracomina

Come stanno andando le vendite delle proposte bambina? Quali le prospettive in numeri per il 2018? Le vendite sono positive. Per il futuro puntiamo a crescere di un ulteriore 20%, selezionando attentamente i clienti. Dove è distribuita Fracomina Mini? Il focus è sull’Italia, che pesa per il 70%. All’estero sono importanti Russia e Spagna e ci stiamo muovendo bene anche in Francia. A che punto è la presenza su Internet del brand under 14? Puntiamo molto sui social media, perché si tratta di un mondo in grado di cogliere aspetti sempre nuovi della nostra label, rileggendola attraverso punti di vista differenti, capaci di arricchire il risultato finale. L’arrivo del web, ma soprattutto dei social, ha stravolto un equilibrio che funzionava secondo regole interne consolidate e ha reso tutto più immediato e direttamente fruibile. L’e-commerce a oggi è concentrato sulle linee donna di Fracomina, ma la vera novità è che già dalla prossima primavera-estate sarà possibile acquistare la linea Mini nel nostro shop online. (c.me.)

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Per festeggiare il decimo anniversario Jarrett, marchio di calzature luxury per bambini, si regala una capsule celebrativa, caratterizzata da un logo inedito. Come spiega Paolo Rossi (nella foto), product manager del marchio di proprietà di Rg Shoes dal 2008, «ho disegnato, studiato e creato una capsule ad hoc, maschio e femmina, pensata su un font totalmente differente. Ogni prodotto è caratterizzato da una stampa all-over, con il comune denominatore di un tocco di giallo». Le collezioni del brand, sottolineano dall’azienda, si caratterizzano per le linee pulite ed essenziali, con un’anima pop, e per l’attenzione alla qualità: le calzature sono prodotte all’interno dell’azienda, fondendo tecnologia e tradizione artigiana. Una scelta resa possibile dal know how del distretto marchigiano, dove viene realizzata l’80% della produzione mondiale di calzature per bambini e dove ha sede Rg Shoes: nata a Monte Urano, in provincia di Fermo nel 1984, oggi indirizza oltreconfine il 60% della distribuzione, tra Europa, Russia e Medio Oriente. (c.me.) GALLUCCI

SCOMMETTE SULL’ESTERO CON BARBARA STRONATI Gallucci, a reknown children’s footwear brand, entrusted Barbara Stronati (formerly at Simonetta) with the role of sales manager. Brand di riferimento nel mondo delle calzature da bambini, Gallucci ha affidato a Barbara Stronati (ex Simonetta) il ruolo di direttore commerciale. Consolidare la collaborazione con retailer di spicco a livello globale - come Tsum a Mosca, Harrods a Londra e Galeries Lafayette a Parigi - e aprire nuovi mercati sono le sfide per le prossime stagioni. Seconda generazione dell’azienda nata negli anni Cinquanta, Gianni Gallucci è l’artefice di una svolta importante per la realtà marchigiana, dal punto di vista sia della pianificazione strategica che della direzione creativa della collezione. (c.me.) Gianni Gallucci e Barbara Stronati

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VENDITE CHILDRENSWEAR A-I 2017/2018

L’EXPERIENCE PARTE SEMPRE DAL SERVIZI0

A sinistra, l’autunnoinverno 2017/2018 di Moncler Enfant, campione delle vendite di abbigliamento dell’autunno-inverno in corso, in base alle testimonianze dei dettaglianti interpellati da Fashion. Al secondo posto Monnalisa (sotto), che festeggia i 50 anni all’insegna del dinamismo e di nuovi progetti, tra cui la brand extension

Nel bimbo shopping experience non significa tanto interattività, quanto interazione fra chi sta in negozio e chi ci entra. Che, di fronte a proposte davvero innovative, chiude un occhio sul prezzo DI ALESSANDRA BIGOTTA

Multilabel Italian kid’s stores invest on customized service and a careful brand selection to safeguard their business. They ask brands to increase innovation, to hedge against the price war.

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l bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto? Dipende dai punti di vista e il nostro sondaggio sulle vendite di moda infantile dell’autunno-inverno 2017/2018 - realizzato insieme a una sessantina di qualificati dettaglianti italiani - non può che ribadirlo. I problemi, o meglio le complessità, sul tavolo sono tanti e si chiamano eccesso di offerta, saldi selvaggi, competitor di vario genere che erodono quote di mercato, clienti poco fedeli. Ma c’è anche tanta voglia di reagire e di mettere in pratica nella gestione quotidiana dei punti vendita quella creatività e quella speciale capacità di ascolto verso chi entra in negozio - figli, madri, nonne, a volte anche le zie - che da sempre connotano le migliori boutique del UN CLIENTE VIZIATO DAGLI SCONTI settore, quelle che sono rimaste in TUTTO L’ANNO, sella durante gli ultimi durissimi ONLINE MA ANCHE IN anni di selezione nel canale whoCERTI NEGOZI FISICI, lesale. Un impegno che per alcuni SI CONQUISTA CON LA non è sufficiente a smuovere il sell RICERCA: DA PARTE out, ma che ad altri assicura per lo SIA DEI NEGOZI, meno la stabilità delle vendite. Che SIA DEI MARCHI si parli di abbigliamento o di accessori, l’andamento è a grandi linee lo stesso e, pur non lasciando adito a trionfalismi (la maggior parte degli interpellati chiude la stagione in pari con un anno fa e solo un 25-26% registra un miglioramento), limita a un 16-17% la percentuale degli scontenti. Si resiste, dunque, con la consapevolezza che tutto è mutato, ma anche che non si intende sacrificare la propria specificità sull’altare del cambiamento a ogni costo. «Tastando ogni giorno il polso del mercato - dice Cristina Sartori dell’omonima insegna torinese - ho una certezza: che i clienti sono stanchi di vede-

Come sono andate le vendite di MODA INFANTILE nell’autunno-inverno 2017/2018?

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La parola ai negozi multibrand Che tipo di PRODOTTO cerca la clientela?

Come sono andate le vendite di ACCESSORI infantili nell’autunno-inverno 2017/2018?

1 Modelli street e urban 2 Il mini-me: figli vestiti come i genitori

58%

Come lo scorso anno

26%

Meglio

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Peggio

3 Un guardaroba a misura di bambino

Un NUOVO MARCHIO su cui scommettete? 1 Elisabetta Franchi La Mia Bambina 2 John Richmond Jr.

IL GUFO

3 Berna Kids, Neil Barrett, Pyrex

Quali sono i marchi BEST SELLER in negozio? 1 Moncler Enfant 2 Monnalisa 3 Il Gufo e Stone Island

PYREX

ELISABETTA FRANCHI LA MIA BAMBINA

STONE ISLAND

Il BACK TO SCHOOL è ancora un valido argomento di vendita? Quale il best seller nel vostro E-SHOP (o su piattaforme come Farfetch.com e About K1ds.com)? 1 Moncler Enfant 2 Liu Jo Junior, Msgm, Golden Goose 3 Gucci, Il Gufo, Monnalisa, Moschino LIU JO JUNIOR

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1. Barbera Junior Castellammare del Golfo (Tp) 2. Biancaneve, Termoli (Cb) 3. La Volpe Rossa, San Miniato (Pi) 4. Vesprini, Civitanova Marche (Mc) 5. Colognese 1882, Montebelluna (Tv) 6. Cristina Sartori, Torino 7. Marinely, Messina 8. Ninna Nanna, Pescara e Montesilvano 7

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re cose brutte. Questo è ciò che intendo per “negozio esperienziale”: non effetti speciali ma collezioni ancora in grado di emozionare, frutto di un’attenta selezione a monte dei marchi, integrata da un servizio accurato. Se un cliente mi chiede una riparazione a un anno di distanza dall’acquisto, non c’è problema». «I prodotti vanno spiegati e noi siamo qui per questo - aggiunge Manuela Bizzarri di Cavallucci Baby Junior a Terni -. Il marchio? Ha ancora il suo appeal, anche se non tutti accettano certi cartellini di vendita». I dettaglianti si rimboccano le maniche - e c’è chi, come Colognese 1882 a Montebelluna (Tv), investe proprio sull’area bimbo per il restyling di un negozio la cui superficie arriva a 900 metri quadri - ma chiedono ai brand di fare altrettanto, a partire dal

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SHOPPING EXPERIENCE: un’espressione che significa...

1 Coinvolgere la clientela

attraverso i social 2 Organizzare eventi instore 3 Investire su servizio e personale 4 Altro che shopping experience: il cliente guarda in primis il prezzo

prodotto. «Di sicuro - riflette Natalina Giuliani di Ninnamamma Più a Gavirate (Va) - ai clienti non interessa quello che hanno già visto 12 mesi prima. Basta ripetitività». «Più che altro - interviene Nadia Gagliardone di Gagliardone e Yop a Saluzzo (Cn) - è importante che le aziende capiscano che non hanno di fronte un settore unico e indifferenziato. Noi che abbiamo due punti vendita, uno per i bimbi e l’altro per i teen, notiamo esigenze ben distinte e non sempre troviamo quello che cerchiamo: di abiti freschi, ma fashion per la ragazzina ne venderemmo anche di più, ma a volte quello che abbiamo in mente non c’è». La flessibilità è d’obbligo, in un contesto sfidante: il back to school, un tempo definito il “Natale delle vendite”, difende le posizioni ma con il “bel vestire” c’en-

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tra ormai poco, «senza contare - osserva Angela Di Donato di Four Seasons Junior a Cerignola (Fg) - che nelle nostre zone in quel periodo si vende ancora l’estivo». «Funziona - informa Paola Sciacca di Ribes a Marsala - ma più che altro per marchi non certo formali, come Pyrex». Quanto al Black Friday, da un lato aiuta, dall’altro droga il mercato. Se la comunicazione sui social fa proseliti, l’e-commerce genera diffidenza: c’è chi lo teme, chi pensa che per il suo tipo di attività sia superfluo e chi lo sta valutando. Meno della metà degli intervistati lo ha lanciato e non sono pochi quelli che si affidano alla piattaforma italiana About 1

K1ds, il cui fondatore Luca Tacchetto elenca una serie di ragioni per buttarsi (ma solo con un buon “paracadute”) nell’arena del web, anche nell’ottica di internazionalizzare il business. «Il mercato del luxury e-commerce per il bimbo - afferma - progredisce del 50% anno su anno. Noi offriamo prodotto, ma anche un accurato customer service. Un asset in un comparto in cui, più che il prezzo, si ricercano la bellezza e praticità dei capi insieme alla capacità, anche in ambito digitale, di creare “punti emotivi” con le mamme». «Stiamo crescendo - conclude - e da febbraio il sito avrà una versione in giapponese e una in tedesco». ■

Ringraziamo IL NOSTRO PANEL Claudia Randellini - ADA E ZUCCHERO - Arezzo; Anna Castagna - AL NIDO DEL CONDOR - Piacenza; Cristina Tinelli - ALBERO BLU - Sanremo (Im); Andrea Astarita - ANDREA BABY BOUTIQUE - Vico Equense (Na); Elisabetta Bonello e Daniela de Luca - ANNA ANNIBALI - Civitanova Marche (Mc); Matteo Barbera - BARBERA JUNIOR - Castellammare del Golfo (Tp); Caterina Fanelli - BIANCANEVE - Francavilla Fontana (Br); Bruna Galli - BRUNA - Fossombrone (Pu); Francesca Cerqui - BUIZZA - Iseo (BS); Francesco Pennisi - CAPRICCI - Bari; Emanuele Sozzi - CASA DEL BAMBINO - Catania; Manuela Bizzarri - CAVALLUCCI BABY JUNIOR - Terni; Paolo Colognese - COLOGNESE 1882 - Montebelluna (Tv); Cristina Sartori - CRISTINA SARTORI - Torino; Elena della Volpe - DAIAMI LUXURY -

1. Gagliardone, Saluzzo (Cn) 2. Minimoda, Prato 3. Primamoda, Cosenza

Frattamaggiore (Na); Gaetano De Florio - DE FLORIO - Noicattaro (Ba); Francesco Depinto - DEPINTO KIDS - Barletta 2

(Bt); Waltraud Schaefer - DERBY YUNIOR - Brunico (Bz); Marinella Pancini - DIMENSIONE KID - Montevarchi (Ar); Ettore Bosti - EMTON NAPOLI - Napoli; Stefano Sparapano e Angela Di Donato - FOUR SEASONS JUNIOR - Cerignola (Fg); Chiara Nodari - FREEPORT BABY - Clusone (Bg); Nadia Gagliardone - GAGLIARDONE - Saluzzo (Cn); Federico Giglio - GIGLIO PICCOLO - Palermo; Vito Michele Andrisani - GIOIA DEI BIMBI - Potenza; Luisa ed Elisa Bergamaschi - I MONELLI - Gussago (Bs); Carlo Gabadoni - IDEABIMBI - Montecatini Terme (Pt); Marco Bollero - IL CUCCIOLO 2.0

3

- Rivarolo Canavese (To); Serena Santandrea - IMPRONTA - Forlì; Giordana Conte - IN MODA - Belvedere di Tezze sul Brenta (Vi); Martina Rossi - LA VOLPE ROSSA - San Miniato (Pi); Federica Sambo - LILIANA BIMBI - Chioggia (Ve); Mari Arena - MARINELY - Messina; Marcello Magistà - MAX 1980 - Conversano (Ba); Erika e Patrizia Bardazzi MINIMODA - Prato; Debora Mari - MORBILLO - Thiene

Come sarà il vostro BUDGET per la moda infantile dell’autunno-inverno 2018/2019?

(Vi); Natalina Giuliani - NINNAMAMMAPIÚ - Gavirate (Va); Emanuela Iannascoli - NINNA NANNA - Pescara e Montesilvano (Pe); Carmine Trapani - OK GROUP - Angri (Sa); Daniela Merlino - PEGASUS - Alassio (Sv); Giuliana Bianchi - PETER PAN - Como; Cristina Simionato - PETER PAN

Cosa vi PREOCCUPA di più in questo momento? 1 I saldi selvaggi e incontrollati 2 La concorrenza dell’e-commerce 3 Outlet e centri commerciali

70%

- Mirano (Ve); Marilena D’Urbano - PETITE MADELEINE -Termoli (Cb); Antonietta Di Dato - PICCOLI IDOLI - Torre

Stazionario

del Greco (Na); Gabriella Ghislandi - PINOCCHIO - Lecco; Massimo Cisario - PRIMA ELEGANZA - Torino; Fulvio Ciardullo - PRIMAMODA - Cosenza; Giuliana Bianchi - PETER

18%

In flessione

12%

In aumento

PAN - Como; Paola Sciacca - RIBES - Marsala (Tp); Daniela Ruggeri - ROBIRÒ - Bergamo; Jessica Fanton - TATO E TATA - Costabissara (Vi); Vincenzina Staropoli - TOPOLINO MODA - Vibo Valentia; Didi Corbetta - VALTELLINI - Rovato in Franciacorta (Bs); Andrea Diaz - VELA SHOP JUNIOR - Cagliari; Ivana Vesprini e Brando Saltari - VESPRINI - Civitanova Marche (Mc); Nadia Gagliardone - YOP - Saluzzo (Cn)

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RETAIL STRATEGY

LE SHOWROOM CONSIGLIANO

BRAND SÌ, MA NON A QUALUNQUE PREZZO Torna l’interesse per i marchi affermati ma a certe condizioni. Lo streetwear resta un must, emerge l’agender, dubbi sul bon ton DI ELISABETTA FABBRI

Showroom experts noted that customers are looking for branded, good value for money childrenswear. Unisex lines is the emerging trend.

È

un mercato in evoluzione, quello del childrenswear e forse non tutti i marchi riescono a cogliere appieno le potenzialità insite in questa fase (vedi anche a pag.10). Chi ha cambiato strategia, invece, sorprende per i riscontri. Lo confermano le maggiori showroom italiane del settore, a diretto contatto con i buyer ma anche osservatori delle nuove abitudini del consumatore finale, quel bambino che, sempre più incollato allo smartphone, sta mettendo in crisi anche i produttori di giocattoli (per citare due casi, la catena Toys “R” Us tenta di evitare il fallimento con il Chapter 11 e Mattel si è vista tagliare il rating, da parte di Moody’s, a livello “junk”). «Anche aziende con grande esperienza e competenza - osserva Anna Beritelli di Sicilia Uno Rappresentanze a Nicosia (En) - hanno difficoltà a unire la tradizione alla tecnologia, non hanno compreso che il mondo sta cambiando. Pure nel gusto: le bambine di quattro anni vogliono vestirsi come le ragazzine o le mamme, non più con gli abiti da bambola, di gusto bon ton, che fino a poco fa si vendevano fino agli otto anni». Parlando di una delle tante operazioni che ultimamente ha fatto più parlare di sé - la cessione di Simonetta a Isa Seta - Beritelli dice: «Resta la “Chanel” del mondo bimbo, con un fascino che non ha eguali nel settore: abbiamo fiducia nel rilancio da parte della nuova proprietà». La qualità, a suo parere, è ancora importante, ma c’è una maggiore attenzione al prezzo: «Non può superare un dato limite solo perché si tratta di un certo brand o di fatto in Italia. Gimel è un esempio di made in Italy accessibile». Tra i trend emergenti Beritelli cita l’unisex e Stone Island, acquistato indifferentemente da bambini e bambine, ne è

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Il bambino Marni, capsule che debutta in estate

un esempio. Tra le novità dell’agenzia elenca Marni, le calzature John Richmond Jr e Miss Blumarine, con il nuovo licenziatario Follie’s Group. Un progetto al debutto, quest’ultimo, ben accolto dai retailer specializzati. «Molti nostri clienti - spiega Paolo Crespo della torinese Crespo Rappresentanze - sono stati attratti dall’offerta molto ampia: da 0-2 anni ma anche nel target 2-7 e 8-16 anni, per un totale di circa 650 capi». Crespo scommette anche su un altro brand prodotto da Follie’s, AT.P.CO., e parla di un generalizzato ritorno al marchio, ma a nuove condizioni: «Funziona quello noto, che propone prodotti accattivanti, ma a prezzi accessibili». Per esempio Jackerson, da quando è in licenza a Casillo (vedi a pag.15), ma anche Stella McCartney, un marchio di fama internazionale, «dallo spirito ludico, con fantasie originali, alternativo al gusto italiano tradizionale, dal buon rapporto qualità/prezzo». Con proposte entry price poco sopra i

20 euro non si tratta di sicuro di capi made in Italy, ma la mamma che lo compra, come conferma Crespo, scende consapevolmente a un compromesso. Persino i buyer che da qualche stagione hanno seguito la strada del prodotto commerciale stanno reinserendo le label che hanno cambiato posizionamento (spesso reso possibile grazie all’affidamento della produzione a realtà specializzate del Sud, a scapito di altre aziende, come quelle del carpigiano). IL TREND CHE PREOCCUPA: LA VENDITA DI FALSI E “LEGAL FAKE” Altri negozianti vendono falsi o “legal fake”, che per qualche lacuna legale circolano liberamente nel nostro Paese, ma non hanno nulla a che vedere con il brand originario (Supreme Italia e Supreme New York, Pyrex Vision fondato da Virgil Abloh e Pyrex Original, per citare un paio di casi molto discussi sul web). «Alcuni - segnala Chia-

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1. La girl dell’olandese Les Coyotes de Paris 2. L’athletic brand americano Starter 3. Il bimbo Jeckerson 4. Una mini-polo Sun68

NEL REGNO UNITO

TAGLIE MINI GENDERLESS In UK some brands has decided to go gender neutral on their childrenswear.

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ra Bacchini dell’agenzia Bacch a Cattolica (Rn) - commercializzano copie di marchi che addirittura non esistono più. Noi, invece, preferiamo credere in progetti chiari, destinati a durare nel tempo, con un bel prodotto e precisione nelle consegne, come Diesel o la new entry Sun68». «Se abitui il cliente a comprare le magliette con il logo - aggiunge - cavalchi il boom ma non puoi reggere a lungo solo con quelle». Quanto ai cambiamenti in atto nel business dell’abbigliamento infantile, Bacchini dice: «Con i giri di licenze o di proprietà non si sa mai bene come saranno le consegne o la produzione. A volte si è scoperto che la vestibilità era sbagliata e le maestranze non erano adatte». Sulla ipotizzata obsolescenza dell’abito “da principessa” afferma: «Chi è posizionato sull’alto di gamma, abito da cerimonia o childrenswear classico che sia, credo debba restare dov’è. Magari svecchiandosi un po’ ma senza cercare di entrare in una fascia alternativa, già popolata da mille altri». Anche Nadia Davoli della showroom milanese Olimpia D. è sensibile alla questione fake: «Stanno inquinando il mercato, il cliente non sa bene cosa sia originale e cosa no». «I negozianti - aggiunge - dovrebbero optare per i marchi di qualità, non solo made in Italy, anche per differenziarsi dalla grande distribuzione». Sul tema del valzer delle licenze ha dei dubbi: «Cambiare licenziatario per abbassare i prezzi? Non so quanto valga la pena, se il marchio non è più interessante di per sé. Inoltre se è specializzato nell’adulto non

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sempre è all’altezza nel bambino». In merito alle etichette storiche in difficoltà dichiara: «Probabilmente non hanno capito che i piccoli già a quattro-cinque anni sono tecnologici, sollecitati dalle immagini che vedono online e decidono di propria iniziativa». A suo avviso essere molto attivi e tempestivi su social come Instagram potrebbe fare gioco a produttori e dettaglianti. Nel citare nuovi marchi in portafoglio come Napapijri e Les Coyotes de Paris, Davoli rivela che le linee che stanno funzionando di più sono quelle del mondo street, anche se in certe occasioni il formale resta di rigore. «Noi continuiamo a dare molta attenzione allo streetwear, sempre più apprezzato indistintamente da maschi e femmine» conferma Ferruccio Serafino della Serafino Rappresentanze con basi a Torino e Milano. «Dopo i successi di Shoeshine e Happiness - prosegue - ora puntiamo sullo statunitense Starter, che attinge ai mondi del basket, baseball e football americano». Altra novità è la linea Berna, che ricalca lo streetwear perbene dell’adulto.

Siamo sicuri che alla bambine piacciano i vestiti rosa e ai bambini le magliette con soggetti aggressivi? Dalla Gran Bretagna i segnali di un cambio culturale, con insegne che scelgono il “gender neutral” per le loro piccole taglie. John Lewis, che conta una cinquantina di negozi in UK, ha lanciato una linea unisex 0-14 anni con etichette applicate a caso “Boys & Girls” e “Girls & Boys”. Pare che il retailer si sia prima consultato con Let Clothes Be Clothes: un gruppo di genitori e una campagna, che invitano i brand britannici a ripensare il design e il marketing. Secondo gli attivisti vi sarebbero messaggi sessisti non solo nei vestiti e nei relativi slogan, ma anche nelle scarpe, nei prodotti per la toeletta, nei giochi e nei libri. Le statistiche dimostrerebbero invece che, entro una certa età, i bambini non hanno gusti troppo diversi e sono simili a livello fisico, per forma e dimensioni. Il marchio River Island ha deciso di cavalcare il nuovo trend con una linea di streetwear di 12 pezzi, da 5 a 12 anni, con lo slogan “Kids just want to be kids”. Nei mesi scorsi sui social media britannici si è dibattuto molto di prodotti per i bambini troppo stereotipati. Ad accendere la scintilla - sfociata persino in un dibattito politico - è stato il brand Clarks, accusato di sessismo per le calzature da bimba “Dolly babe”. Quelle per i maschietti, invece, si chiamano “Leader”.

Ma c’è pure l’outerwear “social” Divisibile, lanciato per i grandi allo scorso Pitti Uomo e pronto a debuttare a Pitti Bimbo in versione junior. La particolarità è che è composto da due metà separate dalla cerniera, ognuna della quali è reversibile. La giacca imbottita, in tessuto ecofriendly (ottenuto riciclando bottiglie di plastica), può essere acquistata scegliendo le singole metà, modificata con gli scambi tra amici e aggiornata con nuove varianti. La speranza è che faccia breccia su un bambino che, sempre più raramente, si lascia stupire. ■

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BABY RETAIL

LA STUPENDERIA

UNA NUOVA BOUTIQUE A FORTE DEI MARMI The childrenswear label La Stupenderia opens its third monobrand store in Versilia, at Forte dei Marmi. Già presente a Milano e a Londra, La Stupenderia inaugura una nuova boutique monomarca a Forte dei Marmi, in via Vittorio Veneto 2/C. In un ambiente caldo e accogliente, connotato da arredi in legno chiaro, sono protagonisti i capi di abbigliamento e gli accessori del marchio, compresa la sofisticata linea Layette. Fondato nel 1985 il brand dell’abbigliamento made in Italy da 0 a 14 anni punta da sempre sui contenuti artigianali, sulla qualità dei tessuti, sulla ricerca nei tagli e sull’attenta combinazione dei colori. Oltre ai tre monomarca offline l’insegna ha un propro store online ed è presente con shop-in-shop ad Abu Dhabi (Tryano), Seul (Grand Hyatt) e Dubai (Level Kids). (e.f.)

LEBEBÉ

PRIMO MONOMARCA SOTTO LA MADONNINA Jewelry, babywear and nursery interior brand leBebé recently opened its first monobrand store in Milan. Primo monomarca per leBebé, marchio noto nel mondo dei gioielli per mamme e bambini e da qualche tempo anche brand di abbigliamento bimbo, con leBebé enfant (in licenza a Follie’s Group), e di arredamento. Lo spazio di Milano - 85 metri quadrati, al civico 22 di corso Garibaldi - è stato progettato dallo studio di Alessandra Baldereschi, che già ha collaborato con leBebé per le camerette (prodotte da Baby Expert), presentate allo scorso Salone del Mobile. La designer è stata affiancata dal direttore creativo interno all’azienda, Chiara Montanaro. Il concept store ospita tutto il mondo leBebé compresa la linea new entry dei gioielli per il papà. (e.f.)

MAISON LÉON

IL WEB CONCEPT STORE PER BIMBI DA 0 -2 ANNI Two former Dior colleagues have opened a digital concept store, maison-leon.com, focused on 0-2 years old target. È online maison-leon.com, il primo concept store digitale che propone abbigliamento, complementi d’arredo, giocattoli fino a tutto il necessario per il bagnetto soltanto per i bébé da 0 ai 24 mesi. Il progetto di e-commerce nasce dall’idea di due mamme, Elise e Cecile, che si conoscono dal 2004, quando entrambe lavoravano per la maison Dior a Parigi. Dopo varie esperienze si ritrovano a Milano, dove si occupano di moda e marketing. Diventate mamme, decidono di avviare questo nuovo business che, con l’aiuto di un team, fa ricerca tra marchi di nicchia, con cui spesso vengono presi accordi di esclusiva. Comune denominatore: lo stile bohémien-chic e i cirteri di produzione eco-friendly. (e.f.)

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NICOL CARAMEL

TRASLOCO A MILANO The maternity wear brand Nicol Caramel changes location in Milan with a new shop near largo Cairoli. L’insegna di abbigliamento premaman Nicol Caramel cambia casa a Milano. La nuova boutique si sposta da via Francesco Petrarca a via San Giovanni sul Muro 17, nei pressi di largo Cairoli. Da 40 anni i suoi capi e accessori si attengono a rigorosi standard a livello di vestibilità e qualità delle materie prime. E si possono indossare anche dopo la gravidanza: Nicol Caramel, se necessario, pensa anche ai piccoli ritocchi. (e.f.)

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GRIFFE & KIDS

DESIGNERS’ PREVIEW FALL-WINTER 2018 & MORE

STARTUP, NEW DEAL, TREND: IL BUSINESS SI FA PIÙ GRANDE

CHLOÉ La collezione per bambine firmata Chloé abbraccia tutti i segni distintivi del marchio: romanticismo, femminilità, dolcezza ed eleganza. Per il prossimo inverno un’attenzione particolare è dedicata alle stampe e al colore, con nuvole art déco ed esplosioni di fuochi d’artificio.

Non solo sfilate e anticipazioni delle nuove tendenze, ma anche accordi di licenza (Miss Blumarine), store opening (Dolce&Gabbana e Moncler), debutti eccellenti (Balenciaga) e progetti di potenziamento (Marni): ecco tutto quello che di nuovo ruota intorno al mondo delle grandi griffe a proposito di kidswear DI ANDREA BIGOZZI

Not just fashion shows and new trends, but also new partnerships (Miss Blumarine), store openings (Dolce&Gabbana and Moncler), startups (Balenciaga) and new projects (Marni). This is all that turns around the world of big fashion brands dealing with kidswear.

KENZO KIDS Protagonista del inverno 2018/2019 di Kenzo Kids sono l’iconica tigre e la stampa occhio, che dominano ancora una volta sulle felpe con cappucci, piumini e zainetti. Un look decisamente urban, con le influenze esotiche delle stampe fantastic jungle.

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BALENCIAGA

PRIMI PASSI NELLA MODA BIMBO Balenciaga has just launched a junior collection for children from 2 to 10 years.

BOSS L’offerta Boss per la prossima stagione fredda è pensata per bambini che amano uno stile moderno e contemporaneo. La collezione è composta da pezzi timeless e innovativi al tempo stesso, come le giacche, i piumini e i chinos. Tra le novità di stagione la capsule collection dedicata alla Formula 1, con le bandiere a scacchi protagoniste su polo e felpe.

Con la primavera-estate è partita l’avventura nella moda junior di Balenciaga. I primi modelli in taglie mini sono arrivati nei negozi e sull’eshop lo scorso mese di dicembre. Per il momento si tratta di un esperimento che propone una serie di capi basici e unisex (T-shirt e felpe) per bambini dai 2 ai 10 anni. Nell’offerta non potevano mancare le Speed Trainer in miniatura. Annunciata come progetto one-off, la collezione è distribuita anche in una serie di e-shop mulltimarca.

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LITTLE MARC JACOBS

BIKKEMBERGS Per il guardaroba dei più piccoli il marchio Bikkembergs punta sulle stampe e sullo sport, declinate secondo varie discipline che spaziano dal calcio allo skateboard. I pattern sportivi vengono adottati prevalentemente per capi comodi: felpe, T-shirt e piumini perfetti da indossare con le sneaker.

BABY RAVIOLO, IL PIÙ AMATO DALLE GRIFFE Chiara Ferragni and Fedez’s son is set for a big success: a lot of fashion brands already dreams about an endorsement deal with him. In casa Lucia-Ferragni cresce l’attesa per la nascita di Leone: l’arrivo di Baby Raviolo è previsto per aprile e c’è da scommettere che fin da subito il figlio della coppia formata da Chiara Ferragni e dal rapper Fedez si imporrà come un nuovo testimonial (involontario) per il mondo della moda formato junior e social. In realtà la corsa a vestire il piccolo Leone è già partita: su Instagram la influencer ha già ringraziato Dsquared2 e Alberta Ferretti (nella foto) per il contribuito al corredino del nascituro. Ma dato che più di 11 milioni di persone stanno seguendo via social l’arrivo del bébé, c’è da scommettere che molte aziende contribuiranno a rendere sterminato il guardaroba di Leone, ovviamente nella speranza che la futura mamma si ricordi di ringraziarli con un post o una storia su Instagram.

Il graffitismo hip hop e la street art si incontrano nella collezione autunnoinverno firmata Little Marc Jacobs. Maglie, felpe, piumini, pantaloni jogging, denim, tutti o quasi con la scritta Marc Jacobs: per un salto negli anni 90 e nella nascita della cultura street style.

JOHN RICHMOND JR Che grinta le nuove proposte di John Richmond Jr, che per la prossima stagione autunno-inverno 2018/2019 presenta una serie di capi dal sapore glam rock: dal chiodo al parka, passando per i capi in denim impreziositi da ricami.

PAUL SMITH JUNIOR Colore e freschezza sono le ispirazioni principali dei bambini che scelgono di indossare la nuova collezione invernale di Paul Smith Junior, che punta su stampe fantasiose con dinosauri e cieli nuvolosi.

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GRIFFE & KIDS

DSQUARED2 L’ inverno di Dsquared2 è come sempre colorato e audace, proprio come quello disegnato da Dean e Dan Caten per l’uomo e la donna. Non resta dunque che tuffarsi in un guardaroba decisamente glamorous fatto di montoni, caban di velluto a coste e jeans strappati, maxi berretti di lana e camicie rosse a quadri.

MARNI Il guardaroba Marni bambina fall-winter 2018 si distingue per il mix di materiali e stampe, uniti alla ricerca sulla maglieria che caratterizza anche la capsule dedicata al maschio, new entry della linea. Il filo conduttore sono i colori accesi e lavorazioni variegate, curate in ogni dettaglio.

ICE ICEBERG

DOLCE&GABBANA I capi bambino fall-winter 2018/2019 sono un richiamo al mondo dello sport, in particolare al baseball. Righe su sfondo bianco decorano pantaloni, magliette e felpe, scritte e stemmi “corona” richiamano i simboli delle squadre sportive. I look sono completati da divertenti cappellini, anch’essi con patch ricamati e righe.

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È un mondo “pop-street”, quello da cui trae ispirazione il look autunno-inverno 2018/2019 di Ice Iceberg, grazie a grafiche e colori che rinforzano il legame della griffe con il mondo warholiano e con il panorama artistico dell’hip-hop americano. Un mood che si traduce in un mix dei tessuti come nylon, felpe, maglia e denim.

MONCLER ENFANT

A MILANO IL PRIMO STORE FOR KIDS ONLY Moncler opened its first ever shop dedicated to its children’s wear line. Dopo il trasloco in via Montenapoleone delle collezioni uomo e donna, Moncler ha deciso di riconvertire lo storico negozio di via della Spiga 7 e di trasformarlo nel primo store interamente dedicato alla collezione Enfant. Lo spazio si sviluppa su circa 200 metri quadrati, di cui 130 dedicati alla vendita. All’interno della boutique è presente un’area dedicata al gioco, con intrattenimenti interattivi.

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GRIFFE & KIDS

L’ultima campagna pubblicitaria di Miss Blumarine

FENDI KIDS I nuovi modelli assorbono il linguaggio dei social, trasformando hashtag ed emoji in elementi decorativi. Ma non mancano motivi che si rifanno al mondo dei bimbi di sempre e alla scuola: dall’aeroplanino di carta alla mela da mangiare durante la ricreazione, fino alle scritte tracciate con il gesso. Tra i materiali c’è spazio sia per mussole e organze, sia per i tessuti high tech.

MISS BLUMARINE

CON LA LICENZA A FOLLIE’S GROUP INIZIA UNA NUOVA ERA Blufin has inked a new licensing contract with Follie’s Group, which also produces the childrenswear lines of Manuel Ritz and Byblos. Il 2018 apre un nuovo capitolo per Miss Blumarine, che archiviata la storica collaborazione con Spazio Sei, si presenta alla nuova edizione di Pitti Bimbo con un nuovo accordo di licenza al via. A sviluppare le collezioni in taglia mini del brand della Blufin sarà infatti, a partire dall’autunno-inverno 2018/2019 Follie’s Group, azienda fondata nel 2009 da Michele e Franco Iovino, che già sviluppa le collezioni childrenswear per importanti brand come Paolo Pecora, Manuel Ritz, Byblos e Peuterey. La prima collezione targata Miss Blumarine e Follies Group sarà svelata nello stand allestito all’interno del Padiglione Centrale della Fortezza da Basso. Di scena una linea femminile, che interpreta il romanticismo in chiave contemporanea, in perfetta sintonia con lo spirito del marchio fondato da Anna Molinari.

N°21 KIDS Con N°21 Kids Alessandro Dell’Acqua veste bambini e bambine che in fatto di look amano ispirarsi al guardaroba di mamma e papà. Il che li porta a scegliere, data l’ispirazione piste da sci per il prossimo fall-winter, bomber dal taglio oversize per lui e felpe rivestite di eco-montone per la bambina.

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KARL LAGERFELD KIDS Giocare a fare i grandi, magari come un campione dello sport, indossando pantaloni (in felpa o in altro tessuto) con tanto di banda laterale che, abbinati a capi come la T-shirt con l’icona di Choupette (la gatta amatissima da Karl Lagerfeld), vengono rivisitati in chiave easy chic.

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KIDS’ INFLUENCER MARKETING

LAUNCHMETRICS/ALISON LEVY

«UN POST PUÒ FARE LA DIFFERENZA»

I 10 best Influencer nel kidswear - Natale 2017 Profili di bambini, adolescenti e genitori

Bambini sempre più connessi e genitori sensibili ai post su Instagram: uno scenario di cui le aziende del settore non possono non tenere conto. Anche nel childrenswear social media e influencer guadagnano terreno. Ne parla Alison Levy, chief marketing officer di Launchmetrics DI CARLA MERCURIO

Children and parents are always connected: a scenario that companies in the sector cannot ignore. Social media and influencers are gaining more and more ground, even in childrenswear, tells Alison Levy, chief marketing officer of Launchmetrics.

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uanto è importante per le aziende del childrenswear comunicare attraverso gli influencer bambini? Nell’era del digital i genitori sono sempre più influenzati dai social media nelle scelte relative all’abbigliamento bimbo. Burberry ha collaborato con Romeo Beckham, cantante e fanatico di football (oltre che figlio di celebrity) per conquistare il target giovane. Hudson Kroenig, figlioccio di Karl Lagerfeld, ha calcato più volte le passerelle di Chanel. Sono tanti i giovani che stanno catalizzando l’attenzione del settore. Ci sono altri spunti e stimoli che vengono dai social media? I genitori non guardano solo ai child influencer e alle celebrity ma anche alle mamme e ai papà famosi, per orientarsi nei loro acquisti. Spendono fino a cinque volte di più per il guardaroba dei loro figli rispetto al budget per il proprio e il 25% dei loro acquisti è influenzato dai protagonisti del web: per i marchi diventa strategico essere visibili in questi canali e in un panorama così affollato. Si tratta di un trend al femminile? Ovviamente le mamme blogger sono più popolari, ma non si tratta affatto di un fenomeno al femminile. Nell’ultimo anno si sono affermati molti blogger papà e, per quanto riguarda i bambini, la percentuale è al 50/50 tra maschi e femmine. Il più delle volte si tratta di “combinazioni”: una mamma (o un papà) che

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Alison Levy Chief marketing officer di Launchmetrics

parla dei suoi figli ed entrambi vengono considerati influencer. Tra gli esempi eclatanti, Luisa Fernanda Espinosa e suo figlio Alonso Mateo, Eva Chen e la piccola Ren Bannister e persino Kanye, Kim e North West. Come si può segmentare questo mercato? Esistono tre target: mamme e papà influencer, influencer (vedi il mondo della moda) che hanno dei figli di cui cominciano a postare le foto, trasformandosi in un ibrido, e i bambini. Quali sono i requisiti per avere successo? Per le campagne di influencer marketing (indipendentemente dall’età) è importante trovare una figura che parli una lingua simile a quello del marchio. La tentazione è contattare un influencer famoso, con un alto tasso di engagement e di follower, ma è importante raggiungere qualcuno che abbia lo stesso tono di voce e lo stesso look, perché i fan non possono essere ingannati. Identificando un in-

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fluencer con un’audience simile a quella del brand, si può generare più engagement e lead. A chi devono rivolgersi i marchi? In realtà non dovrebbero concentrarsi solo sulle mamme, sui papà o sui bambini. Gli under 14 aiutano i marchi ad aumentare la consapevolezza, ma sono gli adulti che effettivamente pilotano le vendite. Adulti che cercano la qualità, concentrandosi su aspetti come il bio, l’etica. Oggi c’è un enorme ondata di positività nel mercato del childrenswear. Non sono solo i marchi a cogliere questa chance, anche i social media sono in fase di exploit. Due anni fa gli hashtag principali erano #fashion #fashionbloggers, mentre ora ce ne sono tantissimi altri come #kidsblog, #minifashionblogger e #teenfashion. I teenager sono il target dove il fenomeno è più evidente. A differenza dei loro fratelli più giovani, leggono tutti i post e fanno sentire la loro voce quando chiedono prodotti e marchi. ■

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IL GUFO

LOSAN

MILANO CAPUT MODAE CON SFILATA E SHOWROOM

TERZO ANNO DI CRESCITA A DOPPIA CIFRA IN ITALIA

Il Gufo collects good results in Italy, «an increasingly stable market», says CEO Alessandra Chiavelli, and above all in Russia and Ukraine (+37%). Meanwhile, it sets to open a new showroom in Milan, where a fashion show is scheduled on January 21st.

For the third year in a row, in 2017 the turnover of Losan brand in our country grew “double digit”. At present the Spanish kids’ brand owned by Sonae is distributed in 800 multilabel Italian stores, aiming to reach 900 before the end of 2019..

Il ceo Alessandra Chiavelli

Come è andato il 2017? Confermiamo una chiusura a quota 30 milioni di fatturato, con un +4%, frutto di un’ottima performance del mercato estero dove Russia e Ucraina, anche grazie alle recenti aperture di Mosca e Kiev, hanno dato il contributo più importante (+37%), seguite da Uk e Middle East e da un mercato italiano sempre più stabile, anch’esso in leggero incremento.

Quali saranno le strategie di sviluppo per il 2018? Entro il primo semestre apriremo la nostra prima boutique londinese, al 313 di Brompton road. Sul fronte wholesale, che nel 2017 è cresciuto del 12% e incide per i tre-quarti sul fatturato totale, puntiamo a consolidare l’Italia, che per noi continua a pesare per più della metà del giro d’affari. Il 21 gennaio presenteremo la collezione dell’autunno-inverno 2018/2019 non più a Firenze, ma nella nuova showroom in via Bagutta 12 a Milano, presso lo storico Palazzo Reina, fresco di restauro. Uno spazio di 450 metri quadri, che ospiterà anche gli uffici della direzione commerciale e comunicazione. E all’estero, oltre ad aprire a Londra, come vi muoverete? Ci focalizzeremo su Germania e Svizzera, dove la capillarità di presenza del brand andrà di pari passo con la scelta di partner premium, che ci permettano anche di costruire progetti per stimolare il contatto con il consumatore locale. Stiamo definendo, in Russia, l’apertura di un corner al Barvikha Luxury Village, oltre ad altri progetti di franchising che toccheranno Odessa e alcune regioni del Medio Oriente. In Giappone e Cina lo sviluppo sarà supportato da una strategia di comunicazione in grado di aumentare la notorietà del brand, grazie a una presenza più strutturata sui social media. Avete appena rinnovato il sito. Quanto conta il digital per Il Gufo? Il payoff “Bambini vestiti da bambini” è stato, anche in questo caso, fonte di ispirazione. Ora tutti i capi e gli accessori sono sempre acquistabili, anche all’interno delle pagine del nostro Magazine. Il canale e-commerce ha chiuso l’anno con un +30%, rappresentando così il 5% del totale fatturato retail. Più del 70% degli acquisti sono stati effettuati da mobile, pur non avendo un sito responsive. Questo è uno degli indicatori che ci conferma quanto sia alto l’engagement del nostro target di riferimento e il potenziale di un sito che oggi è stato pensato interamente mobile first. Per il 2018 ci aspettiamo un +50%: una stima realistica, anche considerando l’entità degli investimenti marketing pianificati. (a.t.)

Terzo anno di incremento del fatturato per la piattaforma commerciale italiana di Losan, che chiude il 2017 a 13 milioni di euro, dopo le crescite del 2016 e del 2015. «Sulla falsariga dello slogan Happy Fashion, che connota uno stile gioioso e in cui “si sta bene” - racconta Federico Bareggi, country manager Italia proponiamo un mix fatto di moda con il miglior rapporto qualità/ design/prezzo, collezioni dalla vocazione internazionale, disegnate in Spagna e prodotte in maniera responsabile, offrendo al mondo capi casual, sbarazzini, accessibili e per ogni occasione». Il manager riporta parole come “divertimento”, “creatività”, “multiculturalità” e “squadra”, oltre alla già citata “responsabilità sociale e ambientale”, per definire il mondo Losan, una realtà da 60 milioni di ricavi, presente in oltre 4mila negozi e in più di 40 Paesi, acquisita tre anni fa dal gruppo portoghese Sonae. «Il nostro mercato è il numero uno per l’export - sottolinea Bareggi - con un 20% sul giro d’affari globale del brand e 800 clienti wholesale». Tra le novità del 2017 per la Piattaforma Italia di Losan (che presidia il territorio con 20 agenti, «una squadra ambiziosa e competitiva») spicca la rinnovata sede milanese presso Copernico Martesana, in viale Monza 259, mentre il 2018 si apre all’insegna di investimenti sul prodotto, arricchito da capsule e progetti ad hoc per il consumatore italiano, della crescita nel digitale - a un anno dal lancio della versione losan web in italiano, d’impostazione B2B -, dei rinnovati ambienti social Instagram e Facebook e di un canale You Tube dedicato. Sul fronte multimarca, «siamo pronti a sfondare il tetto dei 900 clienti entro il 2019». (a.b.) PETIT BATEAU

UN SECOLO DI CULOTTE The French brand Petit Bateau celebrates its 100th anniversary with a limited edition inspired to its first culotte. Ogni anno Petit Bateau vende circa 4,7 milioni di culotte, che ora compiono 100 anni. L’idea di successo di Etienne Valton - erede con i due fratelli della maglieria di famiglia, a Troyes - è stata quella di ideare nel 1918 una speciale tecnica di lavorazione. Il marchio Petit Bateau, ispirato a una ninna nanna popolare, verrà registrato nel 1920, di pari passo con il boom di un nuovo modello sgambato. Un’Anniversary Collection, sul mercato in estate, rivisita il modello originario, simile a un paio di boxer, a vita alta e con tagli sui lati. (e.f.)

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TREND

IL BOOM DEL MINI-ME

TALE MADRE TALE FIGLIA Vestite all’unisono, fotocopia l’una dell’altra: il mini-me abbatte le barriere generazionali e piace (sempre di più) al mercato. A una condizione: che resti un gioco e rispetti il mondo dei bambini, senza stravolgerne le tappe di crescita. Ecco cosa ne pensano gli specialisti DI ANGELA TOVAZZI

Mini-me (and maxi-you) collections break down the generations’ barriers and are more and more appreciated by the market. Provided that they remain a game and respect children’s world, without accelerating their growth steps.

C’

è una nuova parola magica, anzi due, nel childrenswear: mini-me. La bimba che gioca a fare la mamma, o forse la mamma che gioca a fare la figlia, con capi in miniatura che copiano in tutto e per tutto lo stile da grandi. Non si contano i brand, nelle ultime stagioni, che si sono cimentati in pezzi kidswear en pendant con quelli da adulto, oppure - viceversa - marchi in piccole taglie che si sono “allargati” verso proposte pensate su misura per le mamme (e in alcuni casi anche per i papà). Nel mercato proliferano capsule mini-me e maxi-you e cominciano a nascere i primi negozi che abbracciano in pieno questo trend - come MiniMe a Rimini, aperto a settembre 2016 e specializzato nell’abbigliamento coordinato - quasi a sottolineare che non si tratta più di una boutade-meteora, ma di un filone d’offerta dalle grandi potenzialità. A dimostrarlo non ci sono solo le foto delle celebrities, che si fanno immortalare con prole vestita all’unisono (tra le prime a dettare il trend è stata Katie Olmes con la figlia Suri), ma anche l’exploit di nuove collezioni. Segno che le aziende ci credono. E forse anche il trade e i consumatori, nonostante l’argomento non trovi tutti d’accordo e ponga qualche interrogativo

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sulle implicazioni valoriali di quello che a prima vista sembra un mero divertissement modaiolo. «Mia figlia Angelica, 11 anni, guardando uno degli abiti monospalla iconici di Genny, mi ha chiesto: lo fai anche per me?». Il direttore creativo Sara Cavazza Facchini racconta così l’incipit di Genny Princess, una linea 4-12 anni al via con la primavera-estate 2018, con una preview acquistabile già per lo scorso Natale sul sito della griffe con la formula seenow-buy-now. Un progetto nato per gioco e diventato poi una collezione composta da una trentina di pezzi «uguali in tutto e per tutto - spiega la designer - a quelli della main collection: stessi colori, stessi tessuti, stesse linee». Abiti speciali, disponibili nei monomarca del brand, sul suo e-shop e nei multimarca soprattutto di America e Medio Oriente, i mercati che insieme alla Russia stanno dimostrando maggior interesse per i prodotti mini-me. Tradurre in taglie mignon i capi della donna non è stato difficile: «Le linee di Genny - evidenzia Cavazza - sono pulite, le proposte poco elaborate: alla fine il disegno è lo stesso, cambiano solo le proporzioni». E sul fatto di vestire i propri figli a propria immagine e somiglianza la stilista non ha dubbi: «Credo rappresenti un pro-

cesso di identificazione positivo e rafforzi il valore della mamma come punto di riferimento». A credere nel trend è anche Elisabetta Franchi, che dopo aver lanciato per l’autunno-inverno 2016/2017 Elisabetta Franchi La mia Bambina, a Pitti Bimbo ribadisce la strada intrapresa, abbassando ulteriormente l’asticella dell’età con le linee New Born 0-18 mesi e Baby 6-36 mesi, come racconta la stilista, ottimista sugli sviluppi del business: «Tutti i top dealer specializzati nell’abbigliamento kid hanno subito dedicato un ampio spazio a Elisabetta Franchi La mia Bambina, non solo in Italia ma

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IN DIRETTA DAL MERCATO 1. Il maxi-you di Monnalisa, presentato alla scorsa edizione di Pitti Bimbo 2 . Sara Cavazza Facchini, direttore creativo di Genny, con la figlia Angelica, 11 anni: dalla primavera-estate 2018 debutta il mini-me Genny Princess, per la fascia 4-12 anni 3 . Elisabetta Franchi con la figlia Ginevra: dopo aver lanciato il mini-me Elisabetta Franchi La mia Bambina, la stilista raddoppia con le collezioni New Born 0-18 mesi e Baby 6-36 mesi

SARAH JESSICA PARKER CON GAP Sarah Jessica Parker è pronta a diventare un’icona fashion anche per i più piccoli. Gap ha infatti annunciato che l’attrice sta collaborando con GapKids per una nuova collezione in edizione limitata, disponibile dalla primavera 2018 nei negozi Gap e online in alcuni Paesi, tra cui Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Francia, Italia, Cina, Hong Kong e Giappone.

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anche a livello internazionale, dalla Russia al Medio Oriente, dalla Cina al Giappone, dove il made in Italy è un atout». Anche nel mondo dei neonati «non mancano la qualità e il comfort necessari a questa fascia d’età», osserva Franchi, ma protagonisti sono gli elementi clou del brand: ricami oro chiaro, colletti amovibili, tessuti e colori iconici.

SÌ A MINI-ME E MAXI-YOU SENZA BARARE SULL’ETÀ Insomma, il nuovo mini-me non riecheggia semplicemente lo stile da grandi, ma ne riproduce fedelmente il look in piccole taglie, abbattendo le barriere generazionali: «Tutto è diventato più fluido - osserva Christian Simoni, a.d. di Monnalisa -. I quarantenni si vestono come i loro figli adolescenti, lei ruba le cose dal guardaroba di lui e i generi non sono più così netti». Per questa ragione, dalla scorsa primavera-estate il brand ha aperto alla logica maxi-you con l’introduzione della taglia S e di un fit adatto sia alle ragazze che alle giovani mamme: «Il progetto ci ha dato risultati interessanti - racconta Simoni - tanto che una parte della colle3 zione diventerà transgenerazionale. Penso in particolare a capispalla molto stilosi, come le eco pellicce e i cappottini in bouclé, perfetti per la bambina ma interessanti anche per la donna». Un gioco dunque divertente, che conferma ancora una volta come ormai i target d’età non esistano più, anche quando si entra in territorio under 14. Ma per un’azienda come Il Gufo il payoff “Bambini vestiti

MONTELPARE FA LE SCARPE A EF Dall’autunno-inverno 2018/2019 Elisabetta Franchi La mia Bambina sarà sinonimo anche di calzature. Il progetto, protagonista a Pitti Bimbo 86, è frutto dell’accordo di licenza con il calzaturificio Andrea Montelpare, a cui sono affidate produzione e distribuzione.

LA FURRISSIMA DIVENTA TEEN Dopo il successo della sac-bag Furrissima, Simonetta Ravizza lancia Furrissima Teen, una capsule di 12 modelli pensati per le giovanissime, «ma che fanno sognare anche le mamme - dice la stilista - in un divertente gioco degli specchi e dell’età delle donne». Disponibili la Furrissima Teen nella misura classica e la Mini Furrissima Teen per la sera, che all’occasione diventa un piccolo marsupio.

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TREND

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1. Un look Liu Jo Junior 2. I “bambini vestiti da bambini” de Il Gufo 3. Lo stile MiMiSol, firmato da Imelde Bronzieri 4. Il negozio MiniMe di Rimini, aperto a settembre 2016 5. Il nuovo brand Le Gemelline, disegnato dalle giovani stiliste Francesca e Veronica Feleppa

da bambini” resta non solo un proclama, ma un punto fermo: «La nostra posizione è chiara - afferma il ceo Alessandra Chiavelli - ma questo non significa non accogliere positivamente la diversa offerta dei brand che sempre più declinano lo stile e i materiali dell’adulto in piccole taglie, prendendone ispirazione nel processo creativo o creando delle vere e proprie minirepliche». «L’importante - ribadisce - è che non manchi mai il rispetto per il mondo infantile. Perché i bambini non smettono di giocare, di correre e sporcarsi. È giusto si sentano liberi». Guarda caso, il marchio veneto non ha pensato di introdurre variazioni sull’onda dell’imperversare del mini-me, anche se da qualche stagione propone una capsule dedicata alle mamme. Ma Alessandra Chiavelli avverte: «Sono davvero pochissimi i pezzi che possiamo replicare nelle misure da adulto. Ogni stagione riusciamo a individuare al massimo tre o quattro stili, perché i nostri capi sono così radicati nell’universo bambino,

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FASHION COMICS BY ALESSANDRO ENRIQUEZ

TUTTI PAZZI PER LE SUPERCHICCHE At Pitti the creations of designers specialized in adult fashion are under the spotlights with mini-me capsules, inspired by The Powerpuff Girls. Una serie di capsule mini-me, composte da tre capi dedicati alla mamma e tre per la bambina: a questa edizione del salone fiorentino, Fashion Comics - il progetto ideato da Alessandro Enriquez con Pitti Bimbo - vengono presentate le creazioni dei giovani talenti di Kid’s Evolution (designer specializzati nella moda da grandi che si cimentano in quella per i piccoli) e ispirate alle Powerpuff Girls, in Italia conosciute come le Superchicche, la serie a cartoni animati di Cartoon Network. Sotto i riflettori Bad Deal, Cor Sine Labe Doli, I’m Isola Marras by Efisio Marras e The Dots... (nella foto).

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che risulterebbero davvero poco adatti per una donna». Imelde Bronzieri, nome storico del childrenswear prima con I Pinco Pallino e dal 2011 con MiMiSol (nell’orbita dell’azienda di Putignano FaseUno) rincara la dose, evidenziando i pericoli di una deriva del minime: «Sono la quarta di sei sorelle e spesso ci divertivamo a vestirci allo stesso modo. In tante famiglie si usava, e si usa ancora, fare così e trovo sia una cosa simpatica, anche bella esteticamente». «Invece - continua - il minime tout-court mi lascia perplessa: c’è qualcosa di stonato, quasi di falso nel guardaroba di mamme e bambine che si copiano». Fondamentale, come osserva la stilista, è che anche nella moda non si facciano diventare grandi i bambini prima del tempo e, nel caso specifico delle bambine, non le si trasformi in lolite: «L’abito uguale alla mamma - conclude - può essere la punta dell’iceberg, portandosi dietro il trucco, il tacco e, in generale, un’accelerazione della crescita che non approvo. Con le mie collezioni seguo un’altra strada». ■

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NEWS

LOREDANA/MARINA RICCO

«CONQUISTIAMO L’ESTERO CON IL MADE IN PUGLIA»

PICCOLE BIMBE CRESCONO

«It’s time to grow for Loredana girls collection», tells Marina Ricco, co-designer o f the brand. With a 45% of turnover covered by exports, the brand bets on stylistic research, the strengthening of the distribution network and a collection entirely made in Italy, in the Puglia region.

At its third season, Kocca Kids collection evolves both in the domestic market and across the border.

Con un 45% del fatturato realizzato all’estero, la collezione bimba firmata Loredana punta a evolvere, forte di un piano di sviluppo mirato. Lo racconta Marina Ricco, co-designer della label pugliese, che del made in Italy fa uno dei suoi cavalli di battaglia. Quali i principali progetti su cui avete scommesso nel 2017? Tra i capisaldi della nostra strategia ci sono la ristrutturazione aziendale e il cambio generazionale. Inoltre abbiamo posto maggiore attenzione alla selezione del personale, sia nell’ufficio stile che nel reparto modellistico. Infine, abbiamo lavorato al potenziamento delle rete distributiva su tutto il territorio nazionale ed estero. Quali i nuovi progetti e gli obiettivi del 2018? Vogliamo potenziare la distribuzione del brand, soprattutto all’estero ma anche in alcune regioni italiane. Sul fronte del prodotto, continuiamo a concentrarci sulla ricerca e siamo pronti a ricominciare a investire sulla promozione del brand. L’Italia è ancora il mercato principale? Un 55% viene realizzato con le vendite sul mercato interno, il restante all’estero. Acquistano sempre maggiore importanza aree come i Paesi Arabi, il Benelux, il Regno Unito e gli Stati Uniti. Chi sono le figure chiave al vertice e quanti sono i dipendenti? Siamo una piccola ma solida realtà: i dipendenti sono 15. Le figure chiave, sul fronte della direzione creativa, sono Loredana Leogrande, proprietaria dell’azienda nonché mia madre, che affianco con il ruolo di co-designer. Quanto conta per voi produrre in Italia, anzi in Puglia? È fondamentale. I nostri capi sono tutti realizzati esclusivamente nella nostra regione, da sarte italiane altamente specializzate. Tutte le dipendenti del reparto produzione e ciascuno dei laboratori pugliesi ai quali ci rivolgiamo per le produzioni più importanti vengono formati da esperte italiane, con alle spalle decenni di lavoro nel settore. Quale il prezzo medio sell in? Il prezzo medio sell in è di 45 euro circa. Le collezioni sono cinque, suddivise per fascia d’età e occasioni d’uso. Nelle proposte estive della linea cerimonia il cartellino medio sale fino a 80 euro. In quelle dedicate all’abbigliamento più casual resta attorno ai 35/40 euro. (c.me.)

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KOCCA KIDS

Alla terza stagione, la collezione bimba di Kocca evolve sia nel mercato interno che oltreconfine. Come riferiscono dall’azienda, il fatturato è in crescita e c’è grande interesse da parte dei buyer. Ora è il momento di spingere l’acceleratore sull’estero, con l’obiettivo di espandersi in tutti i mercati europei, facendo leva sul canale multibrand, composto da selezionati store. A dare forza alla label, la notorietà della linea donna: l’azienda campana è una realtà di riferimento nel panorama nazionale, con oltre 1.600 punti vendita nel mondo, di cui 17 monomarca, 200 dipendenti, un fatturato consolidato di oltre 50 milioni di euro, realizzato per il 60% sul mercato nazionale e il 40% all’estero. A sostenere il piano di sviluppo commerciale, una strategia di comunicazione multicanale. (c.me.)

TATRAS

ARRIVANO I KID From next fall-winter the Tatras down jackets will also be available in small sizes, for children from 4 to 14. Dal prossimo inverno i piumini di Tatras saranno disponibili anche in taglie piccole. Il brand italo-giapponese ha presentato infatti allo scorso Pitti Uomo le prime proposte per bambini e bambine dai 4 ai 14 anni: 18 modelli che si ispirano alla main collection per linee, vestibilità e materiali, tra cui gli innovativi nylon di genio nipponico. L’obiettivo di questa brand extension è affermarsi in un nuovo segmento di mercato, differenziando l’offerta con nuovi prodotti, nei mercati in cui la label è già presente. L’obiettivo è aumentare il giro di affari del 10% entro il 2018, restando ancorati alla filosofia della label, che da sempre scommette su prodotti contemporanei e di tendenza, in equilibrio tra funzionalità e sensibilità estetica. (c.me.)

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BE FREE... BE FREEDOMDAY

TRAVELLERS OF THE WORLD www.freedomday.it



PREVIEW FALL-WINTER 2018/2019

CHICCO

FIRST: BE YOURSELF

L’EDUCAZIONE AL GUSTO PERSONALE INIZIA FIN DA PICCOLI: QUESTO È IL MANTRA DELLE NUOVE GENERAZIONI. CREATIVITÀ IN PRIMO PIANO, PER COLLEZIONI NATE E PENSATE A MISURA DI BAMBINI CHE AMANO GIOCARE E MUOVERSI, SCOPRENDO IL MONDO ANCHE DA SOLI, ATTRAVERSO L’ESPERIENZA. GUARDAROBA DAI TONI GIOCOSAMENTE GRINTOSI NASCONO DA BRAND CHE FANNO RICERCA NELLO SPORTSWEAR, NELL’URBAN E NELL’ACTIVEWEAR, AMBITI CHE NEL MONDO DEL BAMBINO HANNO UN SEGNO SPECIFICO E COOL. MA ANCHE IL “BEL VESTIRE” NON SI SOTTRAE A UNA SALUTARE VENTATA DI INNOVAZIONE. DI ALBERTO CORRADO

Education to a personal style starts from an early age: this is the mantra of the new generations. Creativity is in the foreground in collections born and designed for children who love to play and move, but also to discover the world on their own, through experience. Playfully gritty outfits are born from brands that do a deep research in sportswear, urban and active design, areas that have a specific and cool sign in the child’s world. But also “fine dressing” takes advantage from a breath of fresh innovation. 17_01_2018

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PREVIEW FALL-WINTER 2018/2019

B ORN

T O RO CK

AEGEY

SARABANDA FLORENS

PATRIZIA PEPE

Uno stile ribelle e romantico, che guarda alle icone musicali del XX secolo e rende omaggio alla loro capacità di lanciare nuove tendenze. L’animo rock è reinterpretato con versatilità casual, nelle T-shirt con slogan e nei capi in denim personalizzati, per un eclettico mash-up di stili.

s A rebellious and romantic style, that looks back at the musical icons of the twentieth century and pays tribute to their ability to launch new trends. The rock soul is reinterpreted with casual versatility: T-shirts shows slogans and denim is personalized, for an eclectic style mash-up. JARRETT

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JIJILJOLIE

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M O U N TA I N

TRAIL

BLAUER JUNIOR

Dovete affrontare le piste da sci o i sentieri di montagna? Armatevi di colori naturali e sgargianti e partite! Tornano in auge le camicie a quadri, i parka imbottiti, i calzini di lana pesanti e gli scarponcini da trekking, insieme ai classici boot e ai berretti stile beanies. Il guardaroba perfetto per uno stile boscaiolo.

s To face ski slopes or mountain trails, arm up with natural, bright colors and go! Checked shirts, padded parkas, hesavy wool socks and hiking boots, together with classic boots and beanies caps are back. The perfect wardrobe for a lumberjack style.

TATRAS K-WAY

BOMBOOGIE KIDS COLMAR ORIGINALS

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PREVIEW FALL-WINTER 2018/2019

C OLLE GE

STYLE THE DOTS

HERNO KIDS

LEVI’S

PETIT BATEAU

Lo stile college diventa contemporaneo, se viene mixato con dettagli presi dallo streetwear e con accenni grunge. Il denim con l’orlo sfrangiato, le felpe oversize in tessuto mélange, la maglieria dallo stile unisex, felpe e giubbotti colorati sono i protagonisti di un tema che porta in primo piano anche le grafiche ispirate al mondo dei campus e le immancabili minigonne a pieghe.

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BUGATTI

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College style becomes contemporary, when mixed with details taken from streetwear and with hints of grunge. Denimwear with fringed hems, oversize mélange fleeces, unisex knitwear and colorful sweatshirts and jackets are under the spotlight, along with graphics inspired by the campus world and pleated mini skirts.

VINGINO

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JO I N

E R U T N E V D A THE

CARREMENT BEAU

ESPRIT TIMBERLAND

NATURINO

Per la vita all’aria aperta, nel rispetto della natura, i bambini indossano felpe, T-shirt e pantaloni in jersey, per un look confortevole nei movimenti e per il gioco, adatto allo sport e alla vita da campeggio. Must have di questo tema l’inedito bomber, con un’innovativa grafica camouflage.

s In their outdoor life respecting nature, children wear jersey sweatshirts, T-shirts and trousers, for a comfortable look, fit for movement and games, for sports and camping. Must have of this theme is the brand new bomber, with innovative camouflage patterns.

FRACOMINA MINI PRIMIGI

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PREVIEW FALL-WINTER 2018/2019

STREE T

S P O RT

ORIGINAL MARINES

GAUDÌ

BOBOLI

IDO

Loghi e cartoon: sono gli elementi per collezioni dal gusto urbano. Con bambini che sfrecciano in skateboard per le strade della città. I bomber sfoggiano cromie broillanti, dall’orange all’inchiostro, i giacconi in lana e gli smanicati imbottiti si indossano sopra i magliono a righe i le felpe, i pantaloni inevitabilment in denim.

TWINSET MILANO

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ZADIG&VOLTAIRE

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Logos and cartoon: these are the elements for urbanstyle collections.With children whizzing through the streets of the city. The bomber show off brooding colors, from the orange to the ink, the wool jackets and the padded sleeves are worn over the striped sweaters, the sweatshirts, the pants inevitably in denim.

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PREVIEW FALL-WINTER 2018/2019

PA R T Y

TIME

CATIMINI

MISS GRANT

JEAN BOURGET

MONNALISA

I PINCO PALLINO

MOA

Un mood pensato per piccole principesse e principi, declinato in broccati e jacquard metallici con un design raffinato, per dare vita a un look chic, semplice ed elegante. Una proposta per tutte le occasioni, fatta di capi scuri, con strati in nero tone sรปr tone, illuminati da luccichii argentei, high-shine ed ecopellicce.

s A mood dedicated to little princesses and princes, developed in brocade fabrics and metallic jacquards with a refined design, to give life to a chic, simple and elegant look. Items for all occasions, beginning from dark garments, with black tone sรปr tone layers, illuminated by shimmering silvery, high-shine glitters and faux fur.

GALLUCCI

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WINTER

IS C OMING

GALLO

BILLYBANDIT LOREDANA

DIXIE

Un inverno matchy, all’insegna dell’equilibrio tra lana e tessuti maschili, mixati con tocchi preziosi. Si gioca sulle sovrapposizioni dei capi, da indossare in assoluta libertà: capispalla, gilet, caban si indossano su maxi felpe, che si sovrappongono a camicioni da portare con legging.

s A matchy winter, in balance between wool and masculine fabrics, mixed with precious touches. Style plays with layering, in the name of an absolute freedom: coats, vests, cabans are worn over extra large sweatshirts, to be worn on maxi shirts paired with leggings.

PEPE JEANS LONDON

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LILI GAUFRETTE

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TREND

BRAND TO WATCH Brand al debutto o con alle spalle poche stagioni. Il loro fil rouge? Un concept originale e una storia da raccontare DI ANGELA TOVAZZI

Brands ready to debut, or collections born few seasons ago, with an original concept and a story to tell.

KISSY KISSY

MOTOMO

Acquired in 2017 by Mamiye Brothers, the brand is made in Peru.

Acronym for Monday to Monday, the collection is made with organic cottons, for everyday use.

Fondato da Roxana Castillo, il brand per neonati Kissy Kissy (acquisito nel 2017 da Mamiye Brothers) è un’istituzione negli Usa, dove è apprezzato anche dai genitori di Hollywood e presente nei più importanti department store, oltre che nei top shop internazionali. L’alta qualità è il suo punto di forza: l’intero ciclo produttivo, dalla raccolta del cotone Pima al capo finito, è 100% made in Perù. In Italia - dove per la distribuzione si è alleato con Alef - si trova, tra gli altri, da Canetta e Rosalba a Milano, Principe a Firenze e Siola a Napoli.

Nato a settembre 2015, Motomo prende il nome dall’acronimo inglese “Monday to Monday”, come espressione di articoli in tessuto (realizzati con cotoni biologici) per i bambini e la casa, pensati per l’utilizzo quotidiano. Brand a conduzione familiare, totalmente made in Bologna, Motomo è distribuito in negozi come Fantolini a Bologna, Rasselfish a Berlino e su siti quali Fridafritiof in Svezia. Competitivi i prezzi sell out, con copertine imbottite e tappeti circolari a 48 euro, borsette e ring teether fra i 15 e i 25 euro.

I LEONCINI LOULOU DES INDES Born in 2016, the brand is made with hand-cut and sewn fabrics in an atelier in New Delhi. Dietro Loulou des Indes, new entry alla sezione The Nest a Pitti Bimbo, c’è Daphné Ghesquière, francese con alle spalle un’esperienza di 18 anni in Asia (di cui 10 in India), che attraverso questa collezione vuol contribuire a mantenere vive le antiche tradizioni indiane: tutti i tessuti sono tagliati e cuciti a mano in un atelier a Nuova Delhi, per garantire «capi unici, dalla rara qualità nel kidswear». Con showroom a Berlino, il brand presenta prezzi medi retail intorno ai 75 euro.

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The Milanese brand offers Made in Italy clothing for the 0-11 age range, with a capsule of mini-me items. Lei, Giada Davolio Marani, diplomata all’Istituto Marangoni. Lui, Armando Leone, laureato in Economia. Insieme hanno dato vita, nel 2014, a I Leoncini, brand milanese dedicato ai bimbi fra zero e 11 anni, con una capsule di capi mini-me, pensati per mamme e papà. 100% made in Italy, la linea è distribuita dalla showroom milanese in via Sbodio con prezzi tra i 30 e gli 80 euro. Una trentina i clienti wholesale, sparsi in tutta Italia e all’estero (Emirati Arabi, Francia, Olanda e Uk), tra cui Mamà Modena, MiniMe a Rimini e Terrabimbo ad Alassio.

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EMILIA ROMAGNA CAFFÈ D’ORZO DIESEL KID DSQUARED2 JOHN GALLIANO KIDS MARNI MYTHS PINKO UP STONE ISLAND TRUSSARDI ROCK’NLULLABY WHITE SAND MUAM CAFFÈ D’ORZO DIESEL KID DSQUARED2 JOHN GALLIANO KIDS HERNO IL GUFO MARNI MSGM MYTHS STONE ISLAND TRUSSARDI ROCK’LULLABY TOSCANA CAFFÈ D’ORZO DIESEL KID DSQUARED2 JOHN GALLIANO KIDS MARNI TRUSSARDI ROC’NLULLABY

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PORTRAITS

MILA ZEGNA BARUFFA

«CREDO NELLE COSE CHE DURANO PER SEMPRE» Erede di una dinastia che ha fatto la storia del tessile biellese, Mila Zegna Baruffa, dopo l'acquisizione di Simonetta da parte di Isa Spa (dove dal 2007 siede sulla poltrona di a.d.), assume anche il ruolo di direttore creativo dello storico brand di childrenswear. La sua mission? Continuare a realizzare un prodotto capace di emozionare e durare nel tempo, associato ai momenti felici dell'infanzia

• Mila Zegna Baruffa, figlia di Giulio Zegna Baruffa, nasce a Sorengo (nel canton Ticino) il 7 luglio 1975 • Si forma alla Iulm, Università di Comunicazione e Lingue di Milano • Inizia a lavorare nell'azienda di famiglia, la Zegna Baruffa Lane Borgosesia, come responsabile marketing • Nel 2007 lascia Biella per diventare amministratore delegato di Isa Spa, con sede a Lentate sul Seveso

DI ANGELA TOVAZZI

• Nel 2014 lancia Mila ZB, una linea di leisurewear e eyewear

After the acquisition of 100% of Simonetta, Mila Zegna Baruffa, CEO of Isa Spa, becomes also creative director of the iconic childrenswear brand. «We want to continue to create garments able to excite over time».

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olida, come le sue radici biellesi. Appassionata di viaggi, buone letture, arte e artigianato. Asciutta e senza stucchevoli sovrastrutture, amante di tutte le cose belle, quelle dalla qualità intrinseca, che per convincere non hanno bisogno di alzare la voce. Mila Zegna Baruffa, classe 1975, è erede di un'azienda - il gruppo di filati made in Italy Zegna Baruffa Lane Borgosesia - che ha fatto la storia del tessile biellese e dal 2007, insieme al marito Giovanni Cagnoli (uno dei fondatori della società di consulenza Bain Italia) è al timone, nel ruolo di amministratore delegato, della brianzola Isa Spa: una società che fa capo alla holding Carisma e che è specializzata nella produzione di tessuti per abbigliamento, accessori tessili (sciarpe, foulard), intimo, homewear e beachwear, a servizio esclusivo dei marchi del lusso nazionale e internazionale. Da giugno

• Dopo l'acquisizione, da parte di Isa Spa, della marchigiana Simonetta, diventa anche direttore creativo dello storico marchio di kidswear

2017 la sua vita (almeno professionale) è diventata un po' più complessa, perché con l'acquisizione, da parte di Isa Spa, del 100% della storica realtà marchigiana del childrenswear Simonetta, lei occupa ora anche un'altra poltrona: quella di direttore creativo del marchio di abbigliamento junior fondato dalla famiglia Stronati. «Simonetta - osserva - racchiude tutti i valori a me cari. Mia mamma mi vestiva Simonetta e oggi con orgoglio mia figlia, che ha cinque anni e mezzo, dice "questo è di Simonetta"». La qualità tout-court è il grande valore per cui nutre rispetto e che fa da bussola a ogni sua scelta di campo: «Sono nata nel tessile e più passano gli anni, più mi rendo conto di quanto queste radici siano forti e profonde. Penso che l'Italia e le sue maestranze costituiscano un patrimonio incredibile che va difeso e sostenuto e per questo, anche per Simonetta,

credo in un prodotto capace di durare, di cui bisogna avere cura». «È vero - aggiunge - che i capi dei bambini resistono al massimo sei mesi, ma possono avere un'altra vita se passati ai fratelli e, comunque, quelli dal profilo distintivo e dalla carica emozionale riescono a portare con sé il ricordo imperituro dei momenti speciali». Proprio da Pitti Bimbo, con un evento extra-salone in programma alla Limonaia di Villa Vittoria, inizia il secondo capitolo di un marchio iconico, nato 60 anni fa a Jesi, intrecciato al destino di Isa Spa proprio grazie alla sua cultura della qualità: «L'ambizione - afferma Mila Zegna Baruffa - è che anche le generazioni future possano associare gli attimi felici, non necessariamente quelli di una cerimonia, al nome dolce di una donna, come Simonetta, al fruscio di un tessuto, al disegno o al colore di una stampa». ■

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SERAFINO RAPPRESENTANZE for

Passione, ricerca e professionalità nella cornice storica dei Docks Dora SAPER CRESCERE CON I PROTAGONISTI DELLA MODA BIMBO, AFFRONTANDO SFIDE, MUTAMENTI, INNOVAZIONI: NATA NEGLI ANNI OTTANTA, DAL SUO QUARTIER GENERALE NEI DOCKS DORA DI TORINO SERAFINO RAPPRESENTANZE CONFERMA IL PROPRIO RUOLO DI PUNTO DI RIFERIMENTO PER I BRAND PIÙ QUALIFICATI DEL SETTORE Nata a metà degli anni Ottanta, Serafino Rappresentanze presidia il mondo del childrenswear e dei marchi teen con dinamismo, professionalità, massima sinergia con i brand e capacità di anticipare le esigenze del mercato. Un anno chiave per Serafino Rappresentanze è il Duemila, quando la showroom torinese si trasferisce nalla nuova location presso i Docks Dora, edificio iconico di matrice post industriale (risale ai primi del Novecento) e polo commerciale logisticamente strategico, adatto a nuove sfide e nuovi mercati, con il servizio “dieci e lode” come punto fermo. Puntando sulla proattività, sulla puntualità e una mentalità “open” - agire trasversalmente su più fronti è una peculiarità dell’agenzia -, Serafino Rappresentanze si trasforma velocemente. Tiziana Lentini e Ferruccio Serafino costruiscono intorno al dna di realtà a matrice familiare

una struttura societaria solida, flessibile e al passo con i tempi, coniugando il fattore umano con la tecnologia: da un lato dunque un team fatto di professionisti dotati di esperienza ma anche di empatia con gli interlocutori, dall’altro strumenti di lavoro avanzati per elaborare tempi di risposta rapidi e fornire consulenze personalizzate, dal visual alle strategie. Nel 2014 Serafino Rappresentanze non si fa spaventare da un contesto generale tutt’altro che facile, anzi parte al contrattacco: amplia la superficie degli headquarters nei Docks Dora, aprendo un nuovo capitolo all’insegna della crescita. Oggi, grazie al bagaglio prezioso dell’esperienza unito alla tensione costante all’innovazione, è più che mai leader sul mercato: un punto di riferimento imprescindibile per il settore, con il quale è pronta a scendere in campo in vista delle sfide del futuro.

www.serafinorappresentanze.it

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SOPERGA 10 for

Un indirizzo professionale e innovativo nella capitale della moda L’ESPERIENZA E LE COMPETENZE COMPLEMENTARI DI CINZIA MORONI E FERRUCCIO SERAFINO, TITOLARI RISPETTIVAMENTE DI MORONI RAPPRESENTANZE E SERAFINO RAPPRESENTANZE, HANNO PORTATO SEI ANNI FA ALLA NASCITA A MILANO DI SOPERGA 10, SHOWROOM CHE DALLA “FASHION CAPITAL” ITALIANA LANCIA UN MESSAGGIO DI RICERCA, SERVIZIO, INNOVAZIONE E DINAMISMO NEL MONDO DELLA MODA UNDER 16. Un bagaglio di esperienza accumulato in quasi 40 anni di attività a tu per tu con il comparto della moda bimbo e teenager è sfociato nel 2012, per Cinzia Moroni e Ferruccio Serafino - titolari rispettivamente di Moroni Rappresentanze e Serafino Rappresentanze - in una nuova avventura imprenditoriale sotto la Madonnina, già premiata dal successo: Soperga 10, una showroom specializzata nei marchi under 16, nata da una richiesta specifica da parte di aziende e partner commerciali. Replicare a Milano i servizi all’insegna dell’alta professionalità garantiti per Piemonte e Liguria dallo studio di Torino ha rappresentato un’evoluzione naturale, sul filo conduttore dei valori di sempre: professionalità, tenacia, passione, ricerca, determinazione. Giovane anagraficamente, ma forte di importanti brand (prevalentemente di derivazione adulto),

destinati a una clientela top a livello di immagine e target, in un primo tempo Soperga 10 si trovava all’indirizzo da cui prende il nome. Ma l’esigenza di migliorare il servizio, ampliare l’organico, ottimizzare tempi e procedure ha spinto Cinzia Moroni e Ferruccio Serafino a trasferire nel 2017 gli headquarters in via Privata G. Ugolini. La scelta è caduta su uno spazio utilizzato negli anni Settanta come studio fotografico, ristrutturato ad arte, per esprimere il legame tra passato e futuro. Una location che, anche a livello logistico - dalla collocazione alla facilità di parcheggio - risponde perfettamente alle richieste dei clienti. Le parole d’ordine sono modernità, efficienza e crescita, con pragmatismo, fiuto strategico e al tempo stesso una grande energia creativa, punto di partenza per un’innovazione senza la quale l’evoluzione è impossibile.

www.soperga10.it

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Q&A A CURA DI ANDREA BIGOZZI

FASHION DESIGNER AND FOUNDER OF VIVETTA

VIVETTA PONTI

«VOLEVO ESSERE UNA PRINCIPESSA, MA CHE FORTUNA FARE ABITI DA SOGNO» Vivetta Ponti is the woman behind the Italian brand Vivetta. We met her before Pitti Bimbo for an interview about fashion and her momories. «My world - she says draws inspiration from many sources: dolls, movies, books and...my graundmothers» Oggi è un’affermata stilista, famosa per i suoi abiti un po retrò. Ma che mestiere sognava di fare da piccola? Oltre ai tipici lavori che ogni bambina vorrebbe fare, come la hostess, l’attrice o la principessa, ho sempre desiderato essere stilista. Mia mamma ricorda che tagliavo tutti i miei vestiti e non solo quelli delle bambole, poi li incollavo tra loro o ci applicavo sopra degli strani ornamenti. E poi avevo strani vezzi da “fashionista”, come quello di vestirmi solo di un colore: ho avuto il periodo del giallo, del verde, poi del celeste e del rosa, che sono rimasti i miei colori preferiti. Quale era il suo vestito preferito da bambina? Una salopette in seersucker a righe bianche e celesti con ricami applicati raffiguranti ombrellini colorati, bicchieri e un orsetto. E una giacca in lana blu, con i profili celesti e delle figure femminili ricamate (la cosa che mi piaceva di più è che avessero i capelli in 3D). Completavo il look indossando delle ballerine gialle in suede con mini fori effetto pois. Invece che cosa non le piaceva? I jeans! Non li ho mai usati, nonostante mi piaccia vederli sugli altri. È più difficile disegnare una collezione per adulti o per bambini? È divertente in entrambi i casi, anche se quando disegno la collezione junior posso davvero sbizzarrirmi, facendo cose che per la donna non potrei mai fare. Il suo primo ricordo legato alla moda? Ne ho tanti, perché mia nonna aveva un negozio di abbigliamento e vendeva tutti i marchi più famosi per l’epoca - eravamo tra fine ‘80 e inizi ’90 - tra cui Moschino. Andavo con lei a fare gli ordini e ricordo l’emozione di vedere le collezioni e l’attesa per averle in negozio.

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Mini-me: mamma e figlia vestono allo stesso modo. Favorevole o contraria? Favorevole! Il mio stile, sempre giocoso e sognante, si presta molto a questo tendenza. Mi piace reinterpretare l’abbigliamento dei più grandi in una chiave ancora più divertente, adatto alle bambine. Quali erano i suoi idoli da teenager? Nessuno in particolare, ne avevo molti: personaggi dei tanti libri che leggevo e dei film che guardavo. Se la sua moda bimbo fosse un film? Sarebbe “Zazie dans le Metro”. Quanto gioco esiste ancora nel mestiere del fashion designer? Per quanto mi riguarda, molto. Nella parte creativa ho assoluta libertà, poi entra in gioco qualche richiesta commerciale che però riesco sempre a gestire in libertà. Suo figlio la “consiglia” nel suo lavoro quando disegna moda per le bambine sue coetane? Mio figlio Otto, per ora, vive con grande gioia il momento dell’uscita delle collezioni, ma soprattutto ama il giorno dello shooting con le bambine, al quale partecipa sempre perché si diverte molto, entrando a volte anche sul set. E per finire, la sfilata. Uno degli eventi che più piace a Otto! ■

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CHICCO for

Pitti Bimbo, un grande ritorno CHICCO TORNA ALL’APPUNTAMENTO DI PITTI BIMBO CON UN MESSAGGIO CHE CELEBRA I BAMBINI E LA LORO SPONTANEITÀ. «LIBERI DI FARE I BAMBINI» È IL TITOLO DELLA CAMPAGNA MODA, CAPI STUDIATI PER DARE AI PICCOLI LA POSSIBILITÀ DI ESPRIMERSI LIBERAMENTE NELLA QUOTIDIANITÀ E PER ESSERE COMPLICI DELLE LORO AVVENTURE PIÙ DIVERTENTI E SCATENATE Chicco torna al Pitti: come e perché? Pitti Bimbo è un importante appuntamento e il brand Chicco non poteva non tornare con un messaggio che celebra i bambini e la loro spontaneità. Per questo la campagna Chicco dedicata al Pitti si intitola: «Liberi di fare i bambini». I bambini affrontano tutto con l’autenticità disarmante di chi impara per la prima volta cose nuove: è fondamentale dare loro la possibilità di esprimersi liberamente. La nuova collezione A-I 2018/2019 vede nella quotidianità la principale fonte di ispirazione: capi studiati per essere complici delle avventure più divertenti e scatenate di chi li indosserà.

cromatiche particolari - come bordeaux, blu e ruggine - immagini grafiche di grande impatto (il maxi lettering in tessuto termo-applicato su felpe e T-shirt) e costruzioni più sofisti­cate nei volumi e nel taglio.

Una compagna di viaggio da 0 a 8 anni, in quattro mood: Club delle Coccole, Party Star, Smart Fantasy, Belli da Baciare Ogni mood rappresenta una storia, un viaggio che si sviluppa in tut­te le fasce d’età, in cui tessuti e pellami, colori e ispirazioni grafiche dialogano tra loro, creando una relazione armonica. L’approccio cambia a seconda della fascia d’età: i capi dei più piccoli coccola­no e proteggono fin dal primo giorno con toni dolci e neutri, caldi, biscottati, dal beige al crema. Per i più grandicelli, invece, l’atten­zione alla praticità si unisce a una maggiore ricercatezza estetica, con combinazioni

Un look per ogni occasione... Maglie in lana o caldo cotone dalle lavorazioni a filo grosso o con disegni jacquard: in Club delle Coccole, la maglieria la fa da padrone, sia per la bimba che per il maschietto. Party Star racconta le occasioni più importanti, Smart Fantasy de­clina tessuti comfort, come il velluto o la flanella, su look attua­li e Belli da Baciare rappresenta il mood più legato al mondo fashion: il bordeaux trionfa per lui e per lei e il Principe di Galles, tradizionalmente maschile, è proposto nei capi da bambina.

Non solo creatività, dunque, ma anche ricerca e studio Le scarpine sono un esempio di quanto il design e la ricer­ca scientifica possano essere complementari. Materiali molto morbidi garantiscono flessibilità e comfort, mentre la praticità è assicurata da chiusure con velcri, lacci elastici e pratiche zip la­terali. Senza dimenticare il tocco estetico.

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PEOPLE PEGGY JUCHE/PAUL&PAULA

VALENTINA PICCINI

«SEGUITEMI, VI SVELERÒ LE NOVITÀ A PITTI BIMBO»

«MAMME PERFETTE, ANCHE IN TACCO 12»

Peggy Juche, fondatrice del blog Paul&Paula, è stata scelta da Pitti Bimbo per firmare un web diary nei giorni della rassegna, con le novità della manifestazione. Ci racconta del suo sito e di come sta evolvendo DI CARLA MERCURIO

Peggy Juche, founder of the Paul& Paula blog, has been chosen by Pitti Bimbo to write a web diary during the fair. She tells about her site and its transformation over the years. Cos’era Paul&Paula agli inizi e come è evoluto, dalla sua creazione nel 2010? Il blog ha debuttato subito dopo la nascita del mio secondo figlio. Volevo dedicarmi alla moda bimbi, con un focus su piccoli marchi, giocattoli interessanti, bei mobili e, naturalmente, un po’ della mia famiglia internazionale (Peggy è tedesca ma di stanza in Svezia, ndr). Nel 2010 non eravamo chiamati influencer e non rientravamo nei budget per il marketing. Ma Paul&Paula è stato uno dei primi a parlare di childrenswear con un’identità molto forte e una selezione attenta. Oggi è un punto di riferimento per la moda bimbi. Il blog offre un servizio di consulenza nel settore. Quando avete iniziato? Ho avviato la consulenza poco più di un anno fa. Ricevo e-mail che chiedono consigli, contatti, strategie, soprattutto da negozi e marchi giovani. Svolgere questa attività in modo professionale è stato un'evoluzione naturale. Pensa che l’influencer marketing e i social media siano importanti nel childrenswear? Sì e non solo nel childrenswear. La strategia sui social media è molto importante e influenza il modo in cui il marchio viene percepito dai clienti, potenziali e non. Dove trova i nuovi brand che propone? Ovunque. Durante i viaggi, navigando in

Etsy, Pinterest o Instagram. Molte informazioni mi arrivano via e-mail. Spesso trovo cose interessanti semplicemente cliccando una foto o un link. Da seguire in questo momento i marchi Poupee Kids da Atene e Carbon Soldier dalla Nuova Zelanda. Aiuta essere madre di quattro figli? Mi danno tanta energia, idee e ispirazione. Sono appassionata di moda bimbo e di design e voglio far capire loro che si può lavorare nel settore che più ci piace. Come sta evolvendo il childrenswear? Il settore sta crescendo. L’high street va meglio grazie agli stilisti e la competizione con le catene low cost è forte, ma ciò che fa la differenza è la storia del singolo marchio, che è unica. Se si combina questo ingrediente con capi di alta qualità e con fotografie di altissimo livello si può partire con il piede giusto. I social media in questo sono importanti.

With her blog mammeaspillo.it Valentina Piccini is the demonstration that it's possibile to be mothers, without giving up femininity. Valentina Piccini è la dimostrazione che si può essere pluri-mamme senza rinunciare al lavoro, al fascino e alle ambizioni. Laureata in Storia dell'arte medioevale con dottorato alla Sorbona sull’arte dei Templari, Valentina - quattro figli tra i 9 e l’anno e mezzo - ha lanciato il suo blog mammeaspillo.it cinque anni fa, con l’obiettivo di dare consigli di moda alle mamme, forte dell’esperienza di modella. Suggerimenti per vestire e curare i bambini, ma anche per non perdere il contatto con la propria femminilità, anche sfoggiando un bel tacco 12. «Dopo due anni il blog è diventato il mio lavoro a tutti gli effetti» spiega. Le collaborazioni sono tante, da Sarabanda a Chicco, da Brums a Boboli, fino alla bellezza con Mustela e Wella, solo per citarne alcune: «Sposo il cliente per periodi piuttosto lunghi e fornisco anche consulenze come social media strategist». Residente a Sansepolcro, ma spessissimo a Milano per lavoro, Valentina non si accontenta del successo in Rete: «Con mio marito abbiamo appena acquistato un casale in Toscana, dove nasceranno nuove attività. Coltiveremo lavanda ed elicriso e alleveremo alpaca per la produzione di lana, ma anche per la cura dei disturbi dell’alimentazione nei bambini». (c.me.)

È stata scelta come storyteller per questa edizione di Pitti Bimbo: cosa ne pensa? Sono onorata di far parte del salone e di vedere che sta aprendo le porte a marchi giovani. Questa fiera celebra la moda infantile come nessun'altra sa fare e dà la possibilità di abbinare designer high end e moda sostenibile. Invitare un blogger è emblematico: sono felice che abbiano scelto Paul & Paula. ■

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RED CARPET A CURA DI CARLA MERCURIO

PITTI UOMO

FIRENZE, PASSERELLA INTERNAZIONALE

Il 2018 è partito con il turbo, grazie ai buoni risultati di Pitti Uomo, che ha confermato il ruolo di palcoscenico di riferimento a livello internazionale per il menswear. Merito della selezione degli espositori e della girandola di eventi speciali, che hanno animato i giorni della manifestazione. A partire dai festeggiamenti per i 200 anni di Brooks Brothers, che ha organizzato una sfilata e una mostra a Palazzo Vecchio, per proseguire con le passerelle dei giapponesi Undercover by Jun Takahashi e TakahiromiyashitaThe Soloist alla Leopolda, e con la doppietta di M1992 e Magliano alla Dogana. Grande folla per l’opening del Gucci Garden, in piazza della Signoria e tanti ospiti di spicco da Replay, in pista con i nuovi jeans Hyperflex+. Riflettori puntati anche sui vincitori del Woolmark Prize e sugli stilisti emergenti dalla Finlandia.

La passerella di Undercover by Jun Takahashi

La collezione di TakahiromiyashitaThe Soloist, di scena alla Stazione Leopolda

Un momento della sfilata di Brooks Brothers, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio

Un outfit di M1992, special project negli spazi della Dogana

Il défilé di Magliano, Pitti Italics dell’edizione numero 93

REPLAY

GUCCI GARDEN

REVOLUTION TIME

APOTEOSI DELLA DOPPIA G

Con uno show esclusivo alla Manifattura Tabacchi, Replay ha presentato Hyperflex+, una capsule collection uomo e donna declinata in diversi lavaggi, rivoluzionaria in termini di flessibilità di trama e ordito del tessuto denim. Un evento esclusivo al quale hanno preso parte ospiti del calibro di Adrien Brody, la modella israeliana Bar Refaeli, Joan Smalls, Meredith Mickelson, Jessica Clarke e Lance Stroll. Dall’Italia, Alessandro Cattelan, Aurora Ramazzotti, Melissa Satta e Miriam Leone. Tutti a ballare con il dj set degli Ofenbach e con la musica dei Disclosure.

Celebrata l’apoteosi della Guccification in piazza della Signoria, dove Gucci ha aperto il suo “Garden”, contenitore della cultura eccentrica e curiosa voluto dal direttore creativo Alessandro Michele. A Palazzo della Mercanzia, dove un tempo c’era il museo della griffe, è nato uno spazio in cui convivono pezzi d’archivio del brand, affiancati da oggetti e capi recenti, libri, gadget, arte contemporanea e offerta gastronomica firmata dallo chef Massimo Bottura.

Matteo Sinigaglia e Bar Refaeli

L’attore premio Oscar Adrien Brody

Palazzo della Mercanzia, “vestito” da un gigantesco occhio proiettato sulla facciata nel corso dell’evento

Alessandro Michele e Maria Luisa Frisa

Ignasi Monreal e Coco Capitan

Pitti Uomo was as usual an important stage for the presentation of special events and guests from all over the world. Starting from Brooks Brothers, that celebrated its 200th anniversary with a fashion show and an exhibition at Palazzo Vecchio, and going on with the fashion shows of Undercover by Jun Takahashi, TakahiromiyashitaThe Soloist, M1992 and Magliano. One of the key moments during Pitti Uomo was the opening of Gucci Garden, a whole building in piazza della Signoria dedicated to the world of “the double G”, from the boutique with special items to the restaurant curated by chef Massimo Bottura and the Gallery, at floors one and two, with archive items flanked by the most recent proposals of the brand. Replay invited at Manifattura Tabacchi for the launch event of its brand new Hyperflex+, a special capsule made with a revolutionary denim with a threedimensional flexibility.

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