Flip page fa n 13 2017

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Anno 48 | N°13 del 13.12. 2017 | quindicinale | € 5,50 | www.fashionmagazine.it

E H I S SI D GL IN EN ION RS VE

Il magazine di news, business e trend

Italians Do It

Better

In un momento topico di trasformazione globale, sono tanti i decision maker italiani ad avere una marcia in più. Ecco la nostra Top 30


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N° 13 13 DICEMBRE 2017

SOMMARIO

www.fashionmagazine.it

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L’EDITORIALE

PROTAGONISTI

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ELISABETTA FRANCHI

«Pronta per nuove sfide dagli Usa alla Borsa»

BUSINESS

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12 TOP EXECUTIVE 2018 Italians (Still) Do It Better

In copertina

Dalla Top 30 di Fashion, una selezione di alcuni tra i decision maker italiani che stanno facendo la differenza nel top management della moda a livello mondiale

20 MAPIC 2017 L’omnichannel è ormai out il futuro è “no channel” 26 SWAROVSKI «Per noi non c’è online senza offline»

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27 DECODED FASHION MILAN 2017 Dopo i grandi, finalmente scocca l’ora dei piccoli

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N° 13 13 DICEMBRE 2017

SOMMARIO

www.fashionmagazine.it

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40

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TREND

30 UPCOMING BRANDS Sentirete parlare di loro: parola di buyer 33 PRE-FALL 2018 New beats

PEOPLE

44 CAREERS 46 PORTRAITS/SEBASTIAN SUHL Torna in Italia e si parla di Ipo: nel 2018 toccherà aValentino? 47 Q&A/ JEAN-CHARLES

40 BRANDS TO WATCH

DE CASTELBAJAC

«Icona? Piuttosto un attivista dello stile, pronto a rimettersi in gioco»

49 FASHION PEOPLE 50 RED CARPET

49 4

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16 – 18 JANUARY

16 JANUARY 2018 BERLIN

2018 BERLIN

10 – 12 FEBRUARY 2018 MUNICH

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Non è il momento di andare per il sottile. È questo, in sintesi, il messaggio che emerge dalla nostra Top 30 sui manager italiani più importanti del sistema moda a livello globale. I profili di questi protagonisti del nostro business sono assai diversi tra di loro. C’è chi ha rilanciato con esiti travolgenti realtà miliardarie, chi ha fatto rinascere prestigiosi brand caduti nel dimenticatoio e chi ha cavalcato con determinazione il tradizionale percorso di crescita del comparto (affidandosi al cosiddetto “pizza model”), trasmettendo con il proprio curatissimo prodotto un ammaliante sapore di italianità, per poi esportarlo con immediatezza in tutto il mondo. C’è una componente, tuttavia, che quest’anno accomuna queste personalità così diverse tra di loro. In molti casi si coglie, infatti, dietro le quinte una predisposizione al rischio (calcolato, ovviamente) che in passato mancava. È il caso di Marco Bizzarri, di Francesca Bellettini e di Stefano Sassi, che hanno fatto risplendere tre storici brand con scelte coraggiose, in termini sia di direzione creativa, sia di budget messo in campo. Si può dire altrettanto di Remo Ruffini e di Claudio Marenzi, che hanno saputo imporsi in modo spassionato nella loro partita con i fondi, tenendo dritta la barra sul prodotto e vincendo la sfida commerciale. L’assunto vale anche per i proprietari di due eccellenze italiane di estrazione familiare, Cristina Calori e Andrea Dini, che quando si è presentata l’occasione di accrescere la presenza in importanti aree geografiche, quali rispettivamente gli Stati Uniti e la Cina, non si sono tirati indietro e hanno acquisito in toto i loro tradizionali partner in loco. Si tratta solo di alcuni esempi, per quanto significativi, di un trend che si può definire a ragion veduta planetario. In un momento in cui le dinamiche del gioco, con la rivoluzione digitale, cambiano radicalmente, i modelli di business si devono di conseguenza adattare. Proteggendo, da un lato, le cash cow. E chiamando all’appello, dall’altro, forze fresche, per innovare con caparbietà la value proposition.

L’EDITORIALE

La forza di chi ci crede

In our list of the world’s Italian top fashion managers and entrepreneurs a single common trait stands out: a propensity for strong yet calculated risktaking that was notably absent in the past. Who wants to heed the creed of innovation needs to protect one’s cash cows and to invest into rejuvenation. Today, not too much else matters.

Marc Sondermann

Direttore/Editor-in-Chief

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INTERVIEW

elisabetta franchi

«pronta per nuove sfide, dagli Usa alla borsa» Dopo l’uscita del fondo Trilantic, l’imprenditrice e stilista è tornata sola al comando dell’azienda, con molte idee in testa. «C’è tantissimo da fare: ci focalizzeremo sull’estero e sulle nuove sfide future». Con un fatturato in crescita, pensa agli Usa e alla Borsa. «Resto aperta a tutte le ipotesi, ma la quotazione non è la priorità»

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di Andrea Bigozzi

Italian entrepreneur-designer Elisabetta Franchi is once again the sole owner of the fashion brand bearing her name and plans to invest more into the Usa in the coming twelve months. The company closed FY 2017 with 110 million euros in revenues.«It’s time to expand our brand in Us market». 1

«N

on ho detto che sarebbe stato il compagno della vita: riprendo il 100% del marchio che ho fondato 20 anni fa, ma non mi sento né abbondonata né sola. Quella con il fondo è stata un’esperienza positiva, ci ha aiutato a fare una parte della nostra crescita». Elisabetta Franchi, prima ancora di cominciare l’intervista, vuole sottolineare che l’idea di riprendersi il controllo totale della sua società, la Betty Blue, di cui quattro anni fa aveva ceduto a Trilantic Capital Partners, non la spaventa. E perché dovrebbe? I suoi abiti piacciono alle celebrities di tutto il mondo e spopolano sui social. Il marchio, fondato nel 1998, vende bene:

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gli ultimi dati di fatturato parlano chiaro, 110 milioni di euro nel 2017, contro i 102 dell’anno precedente. Ora che è tornata sola al comando, quali sono le priorità per il futuro? Il fondo Trilantic ci ha permesso negli ultimi anni di avviare l’espansione internazionale del brand. Ora abbiamo 82 boutique monomarca nel mondo, di cui 25 in Italia, ma nei prossimi due/tre anni questi numeri cresceranno, specie all’estero. Nel 2017 abbiamo aperto a Mosca e Parigi, il 2018 potrebbe essere l’anno giusto per lo sbarco negli Usa. Anche sul fronte wholesale, vogliamo aprirci sempre più ai mercati stranieri: oggi contiamo più

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1.100 multimarca in Italia e 550 all’estero. Quindi per lei il negozio fisico resterà? Penso proprio di sì, perché l’esperienza resta fondamentale e non credo ci saranno stravolgimenti a breve. Certo il digital è importante, anche nelle vendite. Poi fa conoscere meglio il brand, avvicina il consumatore al tuo mondo (negozi fisico compreso). Detto questo per me il negozio sarà sempre un punto di riferimento importante. Dopo il percorso col fondo si sente pronta a nuove esperienze, magari la quotazione? Non ho preclusioni: Piazza Affari è sempre stata una possibilità e lo è ancora oggi. Ma non siano pronti, ci vorrà ancora qualche anno.


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1. Elisabetta Franchi 2. L’imprenditrice e stilista nel backstage della sfilata springsummer 2018 con l’head designer Filippo Zagagnoni 3. Lo store Elisabetta Franchi, aperto recentemente a Napoli 4. Nel 2017 il marchio ha lanciato la linea junior La mia Bambina, prodotta da Gimel 5. Tra le aperture più significative del 2017 rientra sicuramente il flagship store di Parigi, in rue de Castiglione 6. Tra le novità di quest’anno anche il debutto della linea di activewear Moves

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Quali sono i mercati ancora da scoprire? Ce ne sono tanti. In Cina stiamo praticamente ripartendo con un progetto nuovo: cambio di distributore, apertura di un flagship store a Hong Kong e presto una società controllata direttamente. Poi guardiamo con interesse al Sud America, anche se la mia priorità sono gli Usa, dove ci stiamo affacciando. Oltreoceano abbiamo diverse clienti, tra cui anche tante celebrities e un altro passo importante sarà entrare nei department store. Ma non vogliamo limitarci a questo. Il progetto americano prevede l’apertura di negozi fisici e il lancio dell’e-commerce.

La Russia si sta risvegliando... Verissimo, abbiamo aperto da pochi mesi a Mosca e i risultati sono incoraggianti. Sembra che stia tornando a essere quello che era qualche anno fa per il settore. Il mercato che vedo ancora un po’ critico è l’Italia. C’è qualche segnale di ripresa dei consumi interni, ma è anche vero che alcuni turisti che un tempo compravano da noi sono tornati a fare shopping a casa loro. A cosa deve il suo successo? Ci siamo basati su valori come la femminilità e l’eleganza. la nostra è una donna vera, forte e chic. Mai abbiamo abbandonato questo dna. Se il mio team commerciale mi chiede di fare qualcosa di diverso nella collezione, magari per assecondare l’esigenza di un mercato specifico, io dico no. Non potrei mai tradire la mia cliente. Abbiamo creato una forte energia con il nostro consumatore, in questo aiutati dall’esplosione del digital.

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Alla base di questo legame c’è anche la sua politica “fur-free”... Sono orgogliosa del fatto che il mio marchio sia fur-free e fiera che molte delle mie clienti amino il mio prodotto perché è senza crudeltà. Dire che la moda etica è il futuro non è uno slogan. È quello che vogliono i consumatori. E il fatto che anche Gucci quest’anno abbia deciso di dire addio alle pellicce mi ha riempito di gioia. Questa scelta porterà anche altri stilisti a fare altrettanto. Tornerà a far parte del calendario di Milano Moda Donna a febbraio? Per ora no. Uscire dal calendario non è stata una scelta semplice, ma a mio avviso la Camera della Moda non supporta il sistema. Quando davvero dimostrerà di voler fae squadra con tutti i marchi tornerò nel loro calendario. Per ora conti■ nuo a sfilare off.

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NEWS a cura di ELISABETTA FABBRI

TRIMESTRALI USA A CONFRONTO

LA LUNGA CORSA DI AEFFE

Ricavi* Var.%

FY Outlook

PVH

2.400 +5% +7%

2,058

Tommy Hilfiger

1.000

2,413

+10% +8%

1,703

Calvin Klein

943

+6%

+9%

1,348

Guess

554

+3%

+6%/+6,5%

0,992

Ralph Lauren

1.670

-9%

-8%/-9%

Michael Kors

1.150

+5%

-4,6%/+2,2%

Mag ‘17

Sett ‘17

Fonte: borsaitaliana.it

@Imaxtree.com

* Numeri in milioni di dollari

0,637

Gen ‘17

L’Autunno-Inverno 2017/2018 di Tommy Hilfiger

La Fall-Winter 2017/2018 di Moschino (Gruppo Aeffe)

trimestrali usa

a piazza affari

segnali positivi grazie all’export

Aeffe best performer in borsa

The US listed fashion houses showed positive results in the latest quarter, as sales are growing in Europe and Asia. The domestic market remains weak.

Aeffe (+116%), Piquadro (+63%) and Moncler (+39%) are among the best performers at Milan Stock Exchange. Safilo’s and Tod’s stocks are dropping.

Segnali positivi dalle trimestrali Usa, ma i maggiori benefici arrivano dalle vendite all’estero. Pvh è cresciuto del 5% nel terzo trimestre, a 2,4 miliardi di dollari, circa in linea con il quarter precedente (+6%). Tra i brand di proprietà, Calvin Klein ha registrato un +6% a 943 milioni grazie al +20% oltre confine (-5% in Nord America). Tommy Hilfiger ha messo a segno un +10% a 1 miliardo di dollari, supportato dal +16% all’estero (+2% negli Usa). In California, i ricavi trimestrali di Guess sono saliti del 3% a 554 milioni di dollari, con il contributo dell’Europa (+19%) e dell’Asia (+17%), che hanno più che compensato la delusione nelle Americhe (-13%). Tuttavia il terzo trimestre è terminato con una perdita di 2,9 milioni di dollari (da 9,1 milioni di utile). A New York, invece, Ralph Lauren ha più che triplicato dli utili del secondo quarter fiscale (a 144 milioni di dollari) e frenato la discesa dei ricavi: -9% (a 1,67 miliardi) dal -13% del primo trimestre. Il gruppo, che continua a razionalizzare retail e wholesale, ha subito un -16% in Nord America, mentre è salito del 4% in Europa. Michael Kors, che in luglio ha rilevato Jimmy Choo, ha chiuso il secondo trimestre con utili in aumento del 26%, a 202,9 milioni di dollari. Il giro d’affari si è attestato a 1,15 miliardi:+5,4% (dal +3,6% precedente) grazie all’Asia (+30%) e all’Europa (+9%). +0,9% nelle Americhe.

La moda corre a Piazza Affari e in molti casi batte gli indicatori di riferimento. Tenendo conto delle quotazioni alla data di andare in stampa, l’indice Ftse Italia Moda Prodotti per la Casa e la Persona è salito, da inizio anno, del 14% e il Ftse Mib del 16%. Tra i titoli della moda nettamente sopra la media spicca Aeffe che, nell’anno, si rivela il miglior titolo del comparto con un +118%, sulla scia delle buone performance di bilancio (+144% l’utile a nove mesi e +10% i ricavi). Segue Piquadro, che si avvia a chiudere il 2017 con 100 milioni di ricavi annuali e un +62% sul listino milanese. Medaglia di bronzo a Moncler, che registra un +49% e prospetta nuove strategie, dopo avere chiuso le linee lusso. Segue a ruota Geox (+36%), a breve distanza da Stefanel (+26%) le cui azioni restano però su livelli depressi (circa 0,18 euro): il mercato sembra dare fiducia al rilancio del gruppo, con l’ingresso dei fondi Oxy Capital e Attestor. Aumento del 36% per le azioni Brunello Cucinelli, mentre Ovs registra un +22%. BasicNet sale di quasi il 10% e il fashion e-commerce di Ynap registra un +9%. Risultano invece poco mossi i titoli Salvatore Ferragamo (+3%) e Luxottica (+0,3%). In flessione Safilo (-39%), che ha subito un calo del 15% delle vendite e nove mesi, e Tod’s (-6%), che sta cambiando modello di business.

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MODA ITALIANA: RIPARTONO I CONSUMI INTERNI Italian fashion exports rose by 2,4% and domestic demand returned to growth. In base dei dati Istat, nei primi sette mesi del 2017 le vendite estere di moda italiana hanno registrato un aumento del 2,4%, superando i 17,9 miliardi di euro. «A crescere - commenta il presidente di Pitti Immagine, Claudio Marenzi - sono tutti i mercati, con l’Asia in testa, ma anche l’Europa si è ripresa». Nel dettaglio, bene la Germania (+1%) e soprattutto la Spagna (+5,7%) e il Regno Unito (+3,8%), un po’ meno la Francia (-1,3%). Fuori dall’Ue, «gli Usa restano il mercato più stabile, anche se in frenata dello 0,6%», ha detto Marenzi. In Far East, se Hong Kong non va oltre un +1,4%, la Cina mette a segno un +11,5% e la Corea del Sud un +5% mentre il Giappone arretra (-1,4%). Buone notizie dalla Russia, la cui domanda è salita del 13,4%. Dopo anni di segno meno, emergono segnali positivi anche dalla domanda interna. Infatti, per la prima volta dopo anni, si registra una crescita dell’1,3% circa nei consumi degli italiani.

EY: L’ENTRY TO LUXURY FARÀ MEGLIO DEL PURO LUSSO EY foresees that premium and entry to luxury sectors will grow at a faster pace than true luxury. Nelle previsioni di EY fino al 2020 il premium e l’entry to luxury cresceranno con un cagr (tasso di crescita annuale composito) del 6%, contro il +3,4% stimato per il lusso, passando dal valore di 100 miliardi di euro nel 2016 (crica un terzo del mercato dei personal luxury good) a 127 miliardi nel 2020. La società di consulenza e revisione stima che le calzature sono la merceologia con più prospettive di sviluppo: +11% il cagr previsto nel lusso e +7% nel premium ed entry to luxury. Borse e abbigliamento dovrebbero realizzare un cagr del 6% in ogni declinazione del lusso. Per gioielli e orologi è previsto un -1% nel lusso e un +5% nel premium ed entry to luxury. Di fatto l’high-end luxury è ben lontano dai ritmi del 2009-2012 (11,7% il cagr), anche se recupera leggermente rispetto al quinquennio 2012-2016 (2,8%). Gli analisti spiegano la lenta ripresa con aspetti come la saturazione dell’espansione retail e le difficoltà a crescere su base like for like. In più il consumatore sta cambiando: sempre meno fedele alla marca, non indossa un unico brand, viaggia e compra su mercati diversi e confronta i prezzi online. Le migliori prospettive per il premium e l’entry to luxury sono legate alla crescita della middle class cinese, agli aumenti importanti dei prezzi nel true luxury, alla tendenza al mix and match (molto forte, specie nei Millennials), all’effetto “trading down” (i consumatori comprano l’entry level di alta gamma ma anche il fast fashion, semplicemente perché si divertono a fare shopping così) e al trend della “casualization”, previsto ancora molto forte nei prossimi anni.


PA R I S FEB. 13-15 | 2018

C L O U D

O F

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TOP EXECUTIVES 2018

Italians

Do It Better

Alcuni di loro guidano le nuove sfide di grandi griffe internazionali, altri hanno saputo portare marchi del made in Italy alla ribalta mondiale: abbiamo selezionato 30 nomi italiani che stanno facendo la differenza nel fashion business e che anche nel 2018 faranno parlare di sé DI ALESSANDRA BIGOTTA, CARLA MERCURIO, ANGELA TOVAZZI

2018 will be a key year for some Italian top managers and executives, chosen by big international brands for their challenges. But there are other names to keep an eye on: here are 30 Italians “doing it better”and ready to show that there is more.

REMO RUFFINI MONCLER

EY ha da poco assegnato a Remo Ruffini il premio “Imprenditore dell’Anno”, riservato a chi crea valore con spirito innovativo e visione strategica, contribuendo alla crescita dell’economia italiana. L’azienda che guida, Moncler, cresce a due cifre e si conferma un asset profittevole per i soci: in ottobre, con la cessione del 3,3% del capitale, il fondo Eurazeo ha incassato 6,7 volte il suo investimento. Per febbraio è atteso l’annuncio di zun nuovo piano aziendale «a 360 gradi».

BRUNELLO CUCINELLI BRUNELLO CUCINELLI

PIETRO BECCARI CHRISTIAN DIOR COUTURE

In gennaio Pietro Beccari trasloca dalla poltrona di ceo di Fendi a quella di Christian Dior Couture, rimasta in mano a Sydney Toledano dal 1994. Con Maria Grazia Chiuri, direttore creativo della griffe dal 2016, si costruisce una nuova coppia italiana, che parla la stessa lingua anche in senso metaforico, accomunata com’è da una «grinta gentile», come ha detto Beccari. 50 anni, poliglotta (parla francese, inglese e tedesco), il neo a.d. di Christian Dior Couture ha tre figlie e, da ex calciatore (era difensore nel Parma), conosce bene il gioco di squadra. Ad aspettarlo c’è una maison con 70 anni di storia, i cui ricavi nei primi sei mesi del 2017 sono stati di 1,05 miliardi di euro.

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È una «sana crescita a due cifre», quella della Brunello Cucinelli, e il fondatore conta di replicarla come di consueto anche nel 2018. Il suo modello di sviluppo “garbato” non sfugge all’attenzione della digital economy. Sul palco della Dreamforce Conference di San Francisco, organizzata dalla società di cloud computing Salesforce, l’imprenditore ha fatto riflettere, definendo Internet uno strumento di crescita «che non deve sfuggirci di mano». Cucinelli auspica che «non ci rubi l’anima» e che ci proietti in un futuro «di evoluzione e armonia».


CARLO RIVETTI

UBALDO MINELLI

SPORTSWEAR COMPANY STONE ISLAND

Pronto a chiudere un anno record a quota 147 milioni di euro (+36%), Carlo Rivetti ha portato Stone Island nell’empireo dei marchi più ambiti, come dimostra la classifica stilata da Bof in collaborazione con Lyst, che lo colloca al 33esimo posto tra gli hottest brand, in virtù anche delle collaborazioni di successo con Supreme e Nike. Ora è pronto a nuove sfide, in seguito all’accordo con il fondo di Singapore Temasek, a cui ha venduto una quota del 30%: un valido supporter per le politiche future di espansione in Asia.

OTB

FRANCESCA BELLETTINI YVES SAINT LAURENT

«Oggi il direttore artistico è l’elemento più importante per un marchio»: così Francesca Bellettini, a.d. di Yves Saint Laurent, riferendosi ad Anthony Vaccarello, arruolato dalla maison quasi due anni fa. Ma se il designer italo-belga sta riuscendo nell’impresa di far dimenticare Hedi Slimane, molto del merito va alla manager italiana, che ha creduto in lui sfidando le iniziali perplessità di alcuni. Nel terzo trimestre i ricavi di Ysl sono balzati del 22,2%. Un passo avanti verso l’obiettivo dei 3 miliardi di vendite annuali in un triennio, dopo aver superato il miliardo già nel 2016.

Da anni al vertice di Staff International, polo da oltre 390 milioni di euro nelle fila del gruppo Otb, Ubaldo Minelli lascia la poltrona di ceo dell’azienda per trasferirsi da gennaio in quella più prestigiosa di ceo dell’intero gruppo da 1,6 miliardi di euro, in capo a Renzo Rosso. Una nomina che si inquadra in una più ampia riorganizzazione ai vertici della società, per affrontare con nuova grinta le prossime sfide. Minelli - che ha preso il posto di Riccardo Stilli, in uscita dall’azienda -, coordinerà tutte le funzioni di Otb.

GIORGIO PRESCA GOLDEN GOOSE DELUXE BRAND

RICCARDO POZZOLI THE BLONDE SALAD

È l’artefice del successo di Chiara Ferragni, al vertice della classifica di Forbes sulle top influencer, con 11 milioni di follower e ricavi per 20 milioni di euro con le calzature. Di recente Riccardo Pozzoli, co-founder e ceo di The Blonde Salad, si è messo in gioco anche con Foorban, startup di food delivery fondata con due soci. La sua casa nel quartiere Isola di Milano, battezzata Rp Cave, è anche location per eventi. Molto business ma c’è spazio anche per la vita privata: nel 2018 convolerà a nozze con la modella Gabrielle Caunesil.

MASSIMO FERRETTI AEFFE

Si chiude un 2017 di crescita a doppia e tripla cifra per Massimo Ferretti, presidente esecutivo di Aeffe, cui fanno capo Alberta Ferretti, Moschino e Philosophy di Lorenzo Serafini, Moschino, Pollini, Jeremy Scott e Cédric Charlier. Le vendite a nove mesi sono salite del 10%, l’utile del 144%. Inoltre la raccolta ordini primavera-estate 2018 risulta in aumento del 15%. Aeffe si sta distinguendo pure in Borsa: mentre scriviamo, la variazione annuale del prezzo delle azioni registra un +157%.

Giorgio Presca è arrivato al timone di Golden Goose Deluxe Brand nel marzo scorso, in seguito al completamento dell’acquisizione del brand da parte di Carlyle, fondo di private equity di Marco De Benedetti. Nei piani del neo amministratore delegato della società da 100 milioni di fatturato (previsti in crescita double digit nel 2017) spicca il focus sul ready-to-wear - che allo stato attuale ha un peso marginale sul business, visto che le sneaker coprono l’80% circa del giro d’affari - ma anche sul retail, che per ora vale appena il 10%. L’obiettivo di Presca è inaugurare un network di 70 monomarca in cinque anni e in questo senso si sta già dando un gran da fare. Recenti le aperture di monomarca a Venezia, Los Angeles, Monaco di Baviera e Roma.

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TOP EXECUTIVES 2018

CLAUDIO MARENZI HERNO

È stato un uomo chiave nel 2017 e lo sarà ancora di più nel 2018, quando diventerà presidente della neonata superfederazione Confindustria Moda. Dal 2011 alla guida di Herno - azienda fondata dal padre Giuseppe nel 1948, che si prepara a chiudere il 2017 a 95 milioni di euro di ricavi - Claudio Marenzi da quest’anno indossa anche il cappello di presidente di Pitti Immagine, dopo essere stato ai vertici di Sistema Moda Italia per quattro anni (sostituito dalla prossima primavera da Marino Vago). Il suo mantra? Fare squadra e tutelare il valore della filiera italiana.

MARCO BIZZARRI GUCCI

Marco Bizzarri e Alessandro Michele, due facce della stessa medaglia. O forse si dovrebbe dire moneta, visto che anche nei primi nove mesi del 2017 di soldi ne sono entrati ancora parecchi sul conto della griffe di Kering, il cui fatturato è salito a 4,4 miliardi di euro (+45,5%), con un terzo trimestre a quota 1,6 miliardi (+49,4%). Alla faccia di chi prevedeva segnali di stanchezza da parte del marchio, che grazie alla sua forte riconoscibilità e identità sta diventando un classico oltre le mode.

ROBERTA BENAGLIA STYLE CAPITAL

ANDREA BALDO COCCINELLE

Risale al 2015 l’avvio del fondo di private equity Style Capital, incentrato su aziende del made in Italy di moda, design e lifestyle, con una dotazione da più di 100 milioni di euro. Quest’anno per la fondatrice Roberta Benaglia è arrivato il momento del primo investimento: la maggioranza di Forte_Forte, marchio vicentino di womenswear fondato dai fratelli Giada e Paolo Forte. Il prossimo sarà Msgm? L’intenzione della lady italiana del private equity è procedere a un investimento ogni sei mesi per i prossimi due anni.

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Quando si è insediato, nel febbraio 2016, ai vertici di Coccinelle (E-Land), Andrea Baldo - con trascorsi da Marni, Diesel e Maison Margiela - aveva le idee chiare: rafforzare la brand awareness e il posizionamento internazionale del marchio. Nella stanza dei bottoni dello stile ha messo due donne, Eleonora Pujia e Vinciane Stouvenaker, lavorando sodo per esportare lo stile giocoso e fresco della collezione, con aperture a Monaco di Baviera, Londra e Mosca. Il suo obiettivo? Tagliare il traguardo dei 100 milioni di euro di fatturato entro il 2018.


ANDREAS SCHMEIDLER

ALESSANDRO BOGLIOLO TIFFANY & CO.

TSUM

Da qualche mese al timone della “corazzata” Tsum, Andreas Schmeidler (ex country manager Italia di vente-privee) ha le idee chiare sul futuro dello storico department store russo in capo di Mercury, forte di un fatturato di 700 milioni di euro e di 70mila metri quadri di superficie a Mosca. La parola magica è omnicanalità, con l’e-commerce al 20% dei ricavi forse già nel 2018, «anche se il vero canale è il consumatore dice Schmeidler -. Alla fine l’importante è vendere».

Arruolato al posto di Frederic Cumenal, Alessandro Bogliolo, 52 anni, da ottobre è il ceo del big della gioielleria Tiffany & Co.. Porta con sé una visione “team oriented” e un’esperienza nel lusso maturata con 16 anni in Bulgari e, dal 2013 al 2017, come a.d. di Diesel. La nomina del manager italiano è arrivata a poca distanza da un consistente investimento del colosso Usa nel nostro Paese, l’apertura a luglio del terzo flagship a Milano, 1.000 metri quadri in piazza Duomo. Nel terzo trimestre le vendite globali di Tiffany & Co. sono salite del 3%, a 976 milioni di euro, ma Bogliolo sa che può, e deve, fare di più.

GIAN GIACOMO FERRARIS ROBERTO CAVALLI

Con la tenacia del piemontese d.o.c. e una laurea in Ingegneria Chimica in tasca, Gian Giacomo Ferraris è uomo di poche parole e molti fatti: lo ha dimostrato in Versace, dove in sette anni ha prodotto un raddoppio di fatturato, ed è pronto a ribadirlo in Roberto Cavalli, che ha preso in gestione nel 2016, ereditando una situazione finanziaria non brillante e procedendo a una ristrutturazione. Il 2018 è decisamente sfidante, da affrontare con Paul Surridge come neo-direttore creativo e una meta da raggiungere, il breakeven entro l’anno.

GIOVANNI ZOPPAS MARCOLIN E THELIOS

STEFANO SASSI VALENTINO

Stefano Sassi è arrivato in Valentino nel 2006, quando il marchio era sotto l’egida di Marzotto, e ha cavalcato le onde provocate dal cambio di due proprietari, Permira e (dal 2012) Mayhoola, riuscendo prima con la coppia Chiuri-Piccioli, e ora solo con quest’ultimo, a rendere contemporanea una griffe iconica. Dopo gli 1,1 miliardi di euro di fatturato del 2016, il luxury brand è in corsa per una crescita a doppia cifra anche nel 2017, in attesa del 2018: un anno ipotizzato dagli analisti come quello giusto per un maxi-collocamento in Borsa.

Ci lavorava da tempo e nel 2017 ha posto la prima pietra del nuovo corso: Giovanni Zoppas, patron di Marcolin, ha lasciato la carica di a.d. del gruppo veneto dell’occhialeria a Massimo Renon, per diventare chief executive officer di Thelios, la joint venture stretta con il colosso francese Lvmh, che ne detiene il 51%. La prima prova della newco è già all’inizio del 2018 con il marchio Céline, ma l’obiettivo del player di Longarone, nel bellunese, è diventare partner privilegiato di Bernard Arnault nell’occhialeria.

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TOP EXECUTIVES 2018

MASSIMO PIOMBINI BALMAIN

Nominato ceo di Balmain nell’aprile 2017 (nove mesi dopo l’acquisizione della griffe da parte di Mayhoola for Investments), Massimo Piombini, ex Valentino, ha chiare le sue priorità: spingere il retail con 30 nuovi monomarca in quattro-cinque anni di cui uno a Milano -, incrementare un fatturato di 150 milioni di euro e managerializzare il marchio. Ma il direttore creativo e frontman Olivier Rousteing non si tocca: su di lui si girerà addirittura un film, Wonder Boy, con la regia di Matt Tymauer.

SANDRO VERONESI CALZEDONIA GROUP

Calzedonia, Intimissimi, Tezenis, Falconeri, Atelier Emé e la catena food&wine Signorvino: Sandro Veronesi, classe 1959, ha costruito un impero in continua espansione. Nel 2016, anno del suo 30esimo anniversario, ha toccato i 2,12 miliardi di euro di ricavi e nel corso del 2017 ha posto le basi per un ulteriore sviluppo su scala internazionale, con lo sbarco in Cina e negli Usa. Dove ha intenzione di fare sul serio: il primo store Intimissimi aperto a ottobre sulla Fifth Avenue sarà il primo di una ventina previsti sulla East Coast entro il 2018.

ANDREA BUCALOSSI MR&MRS ITALY

MARCO GOBBETTI BURBERRY

Da luglio Marco Gobbetti è ceo di Burberry al posto di Christopher Bailey (che ad aprile 2018 lascerà il brand) ma solo in novembre ha delineato il suo «piano di trasformazione» per il gruppo, che ha chiuso l’ultimo bilancio con ricavi e utili in calo (a cambi costanti). Prodotto, comunicazione, customer experience sono i focus del suo programma, ma anche meno punti vendita, partendo da Usa ed Emeia. Per i prossimi due esercizi, però, ci si dovrà accontentare di ricavi e adjusted operating margin stabili a cambi costanti.

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Imprenditore prestato alla moda e al lusso, come ama definirsi, Andrea Bucalossi, con il socio Fabio Leoncini, ha fatto lievitare in soli quattro anni il fatturato di Mr&Mrs Italy da 1,5 milioni di euro agli oltre 55 milioni previsti per il 2017. Merito della forza del prodotto, il parka luxury made in Italy con la pelliccia all’interno, venduto anche nello store online, che copre il 10% del giro di affari. È tempo di sondare nuove opportunità, grazie all’accordo con il fondo cinese Hony Capital, a cui è stato ceduto il 30%.


CRISTINA CALORI WP LAVORI IN CORSO

FABIO GNOCCHI ASPESI

Passato sotto l’egida del fondo Armònia nel dicembre 2016, il marchio Aspesi «dovrà completare la migrazione da prodotto innovativo a marchio di stile», spiega il neo a.d. Fabio Gnocchi. Forte di esperienze presso Cucinelli ed Etro, Gnocchi parte da una base di 42 milioni di euro di ricavi (dato 2015) per disegnare la nuova Aspesi: più internazionale, più grintosa nel prodotto e nella comunicazione e più digitale, con un nuovo sito e il lancio dell’e-commerce. Anche più ambiziosa: per Gnocchi il raddoppio dei ricavi in cinque anni non è una mission impossible.

Dopo il merger che l’ha portata a detenere il controllo dell’etichetta americana Woolrich, Cristina Calori, presidente e a.d. di Wp Lavori in Corso oltre che presidente di Woolrich International, rilancia l’outdoor del marchio grazie al deal con lo specialista giapponese dell’abbigliamento tecnico, Goldwin Inc., divenuto azionista di minoranza di Woolrich International. Il marchio (190 milioni di euro di ricavi) è da poco approdato a Milano con uno store di 700 metri quadri dalle mille sorprese - ha persino una “stanza del freddo” in cui testare i piumini - ed è proiettato verso gli opening di New York, Londra e Tokyo.

ANDREA DINI PAUL & SHARK

Andrea Dini, terza generazione della famiglia fondatrice di Paul & Shark, proietta nel futuro la storia di questo marchio 100% italiano e fortemente export oriented, con un ricavi intorno ai 150 milioni. A marzo Dini ha voluto al suo fianco con il ruolo di direttore generale Enrico Airoldi, ex Lardini e Loro Piana. Un sodalizio che ha già dato i primi frutti: l’avvio di una società per la gestione diretta del Far East, opening di monomarca, il progetto e-commerce e il ritorno a Pitti Uomo a gennaio 2018, con il lancio di Typhoon, progetto tra artigianalità e high-tech, in sinergia con designer internazionali.

MARCO DE BENEDETTI CARLYLE GROUP

Da tempo Marco De Benedetti - managing director e co-head del Carlyle Europe Partners advisory team di Carlyle Group - scommette sulla moda italiana e pensa che ci sia ancora molto potenziale da esplorare. Nel 2017 ha acquisito Golden Goose Deluxe Brand. In più è salito dal 90% al 100% di TwinSet Simona Barbieri, marchio di womenswear che nel 2016 ha raggiunto i 243 milioni di ricavi (fatturava 100 milioni quando, nel 2012, Carlyle ha rilevato la maggioranza) e ora, con il rebranding Twinset Milano, è pronto a nuove sfide.

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TOP EXECUTIVES 2018

CLAUDIO ANTONIOLI-MARCELO BURLON-DAVIDE DE GIGLIO NEW GUARDS GROUP

Esiste da un paio d’anni circa il New Guards Group (Ngg) e, secondo stime, per la fine del 2017 supererà i 140 milioni di euro di ricavi, con marchi in scuderia come Marcelo Burlon County of Milan, Off-White, Palm Angels, Unravel Project ed Heron Preston. Ma si parla di un altro brand nel mirino della holding di Marcelo Burlon (nato in Patagonia, ma italiano d’adozione), Claudio Antonioli e Davide De Giglio: si tratterebbe di Alanui, il marchio di Carlotta e Nicolò Oddi, special guest allo scorso Pitti Uomo.

ROBERTO RICCIO ISTITUTO MARANGONI

FRANCESCO GALLI FOLLI FOLLIE

Francesco Galli, a.d. di Folli Follie (insegne a Mantova, Verona, Brescia e Riccione) è l’emblema della nuova generazione di dettaglianti, che escono dai confini delle proprie boutique per aprirsi a collaborazioni con i colleghi. Lo dimostrano la partnership con Ratti, che ha portato all’apertura di Fr, store di 1.200 metri quadri a Bologna, e quella con Gianni Peroni, da cui è nato Lagrange12 a Torino. Intanto rilancia sulle insegne di famiglia con l’e-commerce Thedoublef.com. E il business cresce, dai 100 milioni del 2015 ai 140 del 2016, con un 2017 ancora in progress.

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Già ceo dell’Istituto Marangoni, network con dieci sedi sparse per il mondo e oltre 4mila allievi, Roberto Riccio assumerà lo stesso incarico per Galileo Italia: una newco frutto di un’operazione da 225 milioni di euro da parte della londinese Galileo Global Education (Gge), per creare un polo forte della formazione di moda nel nostro Paese di cui faranno parte, oltre alla Marangoni, anche Naba e Domus Academy, cedute a Gge dall’americana Laureate Inc.. Le fashion school straniere sono avvertite: ora l’Italia fa sul serio e nel 2018 è pronta a dare del filo da torcere ai competitor europei e internazionali.

DANIELA RICCARDI BACCARAT

Daniela Riccardi è una delle poche italiane ad aver sfondato il tetto di cristallo, con ruoli di prestigio in Procter & Gamble (dove è rimasta 25 anni), Diesel (dal 2010 al 2013) e, da quattro anni a questa parte, ai vertici di una maison iconica come Baccarat, cristalleria francese con due secoli e mezzo di storia. È rimasta saldamente in sella anche nel giugno scorso, quando il marchio è passato in mani cinesi, con la Fortune Fountain Capital che ha acquistato l’88,8% della società dai fondi Usa Startwood Capital e L Catterton. Ora la sfida sarà rilanciare i ricavi del brand, investendo soprattutto sul continente asiatico.



the future of retail real estate

Mapic 2017

L’omnichannel è ormai out il futuro è “no channel”

Il nuovo Adidas Store a New York tra la 5th Avenue e la 46th Steet con i suoi oltre 4mila metri quadrati è stato eletto il miglior negozi dell’anno all’ultima edizione dei Mapic Awards

Per gli oltre 8 mila esperti dell’immobiliare commerciale che si sono incontrati a Cannes la parola d’ordine è azzerare le barriere tra on e offline. Basta spazi chiusi, il mall del futuro è un pezzo vivo della città. Focus su leisure e food di andrea bigozzi

Retail industry are phasing out the omnichannel era in favor of a “no channel” vision. At the last edition of Mapic in Cannes there was several examples to illustrate this approcach to unifyingh online and offline canal. The bet is on leisure and food

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egli ultimi anni la parola sulla bocca di tutti esperti dell’immobiliare retail presenti a Mapic era “omni-channel”, ma all’edizione 2017 gli 8.500 visitatori tra rappresentanti di centri commerciali, franchising, investitori, brand store parlavano solo di “no-channel”. Il mondo fisico e digitale non devono più semplicemente essere legati tra loro, ma far parte di un’unica realtà. L’ecommerce, dunque, non fa più paura, ma grazie a una visione 4.0 gli shopping center (sia mall che outlet) non vogliono più essere visti come delle destinazioni di acquisto, alternative ai marketplace internazionali, ma puntano a sviluppare una client experience, facendo leva sull’esclusività. Perché se all’inizio dell’era digitale si pensava che un’esperienza più “globale” e “social” potesse bastare, ora si è capito che per tenere alto il livello di traffico nelle grandi superfici della distribuzione ci vuole di più. Ecco allora che i retail concept devono farsi sempre più innovativi, coinvolgenti e soprattutto diversi tra loro. Tra le iniziative più all’avanguardia ce n’è una italiana, il Casalle Open Mall, che aprirà i battenti nel 2020 vicino a Torino. «Una parte importante del progetto - spiega Giuseppe Roveda di Aedes - è dedicata all’entertainment e all’edutainment, in linea con i nuovi trend in tema

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Le Sneaker sbancano agli oscar del real estate Non ci sono nomi italiani, nonostante le nomination, nell’elenco dei 16 vincitori dei Mapic Awards 2017. Gli Oscar dell’immobiliare retail, assegnati a Cannes durante una cerimonia di Gala (foto), sono andati tra gli altri a Nike (retailer of the year), Adidas (best retail store design) e Flying Tiger Copenhagen (best retail global expansion). Il miglior shopping centre dell’anno è il Victoria Gate a Leeds (UK), mentre la vittoria tra i mall ancora in fase di progettazione è andata al Centro Prado di Marsiglia, che supera la concorrenza di Citylife Shopping District di Milano e il Maximall Pompeii di Torre Annunziata (Napoli).

di shopping center. Per questo abbiamo coinvolto National Geographic, con cui realizzeremo il primo Family Edutainment Center d’Europa». «Più che temere l’e-commerce prosegue il manager - noi ci interroghiamo su come rompere le regole del settore, azzerando le barriere tra i canali. Conta solo essere unici». Altra tendenza chiave nel retail real estate è rendere i mall (in passato veri spazi chiusi) sempre più pezzi integranti della città. In questa direzione vanno CityLife Shopping District a Milano (vedi articolo pagini seguenti) e il Prado di Marsiglia, premiato a Cannes come miglior shopping center del futuro. Un altro trend di attualità è il Food & Beverage, cruciale in quanto legato alla “client experience”. Gli ultimi anni hanno visto crescere la Gla (superficie lorda) dedicata alla ristorazione dal 7% al 15% e gli esperti prevedono che in 10 anni raggiungerà il 20%. Per questo Mapic ha deciso di raddoppiare l’edizione italiana, affiancando a Mapic Milano il Mapic Food&Beverage, entrambi in programma il 23 e 24 maggio al Mico-Milano Congressi. ■


La ricetta di alibaba: sempre meno muri tra on e off line

The Mall

San Pellegrino Outlet Village

Moretti (Cncc): «il 2017 avrà 300mila mq in più» «Chiuderemo l’anno con 300mila metri quadrati in più e la crescita proseguirà anche nei prossimi anni», è questo il responso Massimo Moretti, presidente di Cncc Italia (Consiglio nazionale centri commerciali) a chi lo interroga sul futuro del settore immobiliare retail in Italia. Il merito di questa performance con il segno più va progetti importanti come Citylife o Adigeo. E i molti cantieri di centri commerciali destinati a concludersi a breve porteranno 220mila metri quadrati di nuova Gla (superficie lorda) anche nel 2018.

Massimo Moretti

Outlet: per il 2018 previsti 20 new opening a misura di millennials Il futuro degli outlet village passa per i Millennials. È proprio tra gli under 36 che il settore registra le maggiori percentuali di crescita per quanto riguarda le presenze e la frequenza. Ed è puntando a questo target che in Europa nel solo 2018 saranno inaugurati 20 nuovi outlet. Il dato è emerso dal primo Outlet Summit che si è svolto a Mapic. Di questi 20 new opening previsti, due sono in Italia, che resta il secondo mercato per gli outlet europei dietro all’Inghilterra. Uno è The Mall, la struttura che il gruppo Kering sta cercando di costruire tra molte difficoltà vicino a Sanremo, l’altro è il San a Pellegrino Outlet Village del gruppo Percassi.

Il futuro dei retailer? L’integrazione tra online e brick and mortar. Parola di Alibaba, anzi del suo managing director francese, Sébastien Badault, di passaggio a Mapic. «I confini tra i due canali si stanno azzerando - ha dichiararto il manager -. La maggior parte dei consumatori continuerà a fare acquisti offline, perché ama l’esperienza fisica dello shopping. Per questo a un gruppo come il nostro serve fovorire la fusione delle due esperienze di acquisto». Tra gli esempi di questo apporccio misto il manager cita l’introduzione degli specchi magici nei pop up store e i pagamenti con riconoscimento facciale.

Sébastien Badault

per Cushman&Wakefield La fifth avenue resta regina degli affitti, l’italia piazza 4 città nella top 8 europea La Upper 5th Avenue, con 28.262 euro al metro quadrato annui si conferma al primo posto nella classifica mondiale delle vie più care al mondo per canoni di locazione dei negozi elaborata da Cushman&Wakefield. Secondo Main Streets in the World, questo il nome del report giunto alla 29esima edizione, l’Italia conferma la sua posizione di vertice in Europa con ben quattro città presenti nelle prime otto posizioni della classifica europea. Oltre a Milano (via Monte Napoleone con 13.500 €/mq/anno è la seconda strada europea dietro a New Bond street con 16.200 euro e la quarta al livello gloabale), troviamo Roma, Venezia e Firenze, con affitti sostenuti dalla domanda turistica. Nel nostro Paese i canoni sono rimasti stabili rispetto a un anno fa, con incrementi significativi nelle città maggiori. «Il posizionamento di Via Montenapoleone - commenta Thomas Casolo, head of retail di C&W Italia - è la dimostrazione che il mercato delle high street in Italia ha raggiunto un importante livello di consolidamento, confermato dal crescente interesse da parte di brand internazionali».Tornando alla classifica mondiale, l’incremento dei canoni di locazione a Londra ha spinto New Bond Street al terzo posto, alle spalle della Fifth Avenue e Causeway Bay a Hong Kong che, nonostante un calo del 4,7%, conserva la seconda piazza con canoni medi di 25.673 €/mq/anno. Scende al 5° posto Avenue des Champs Élysées a Parigi, con canoni , stabili,di 13.255euro al metro quadrato annuo.

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the future of retail real estate

caselle apre nel 2020 con 200 store e national geographic

Il Com- Caselle Open Mall sarà sarà operativo nel 2020, ma a questa edizione di Mapic è uscito allo scoperto annunciando il suo format innovativo, che include un ampio spazio per l' area entertainment, inclusi 5mila metri quadrati (su un totale di 113mila) dedicati al primo Family Edutainment Center in Europa con il marchio National Geographic, un centro dedicato alle famiglie. La parte commerciale del mall, sviluppato da Aedes, prevede oltre 200 negozi con un' offerta trasversale (fast fashion, brand premium grandi marchi dello sport).

La rivoluzione digital arriva nel real estate Il digital sarà la prossima grande rivoluzione anche nel mondo delle consulenze nel settore immobiliare. Ne è convinto Marc-Christian Riebe, che ha portato al Mapic la sua startup: E-location. Si tratta di un marketplace dell' immobiliare (foto) che mette in contatto chi cerca e chi affittta negozi, con 10mila utenti registrati, il 60% dei quali sono retailer (per loro il sito è free) e il 35% sono broker che invece pagano per il servizio. La piattaforma, lanciata ad aprile, combina informazioni su aperture di negozi in 129 Paesi nel mondo con dettagli su location libere e costi. Le prospettive di business, secondo il suo fondatore, sono incoraggianti: 1 milione di user e un database di 3 milioni di immobili da gestire entro il 2020.

FLASH NEWS

McArthurGlen chiude il 2017 a 4,5 miliardi (+12,5) I 24 centri McArthurGlen segnano nel 2017 una crescita dobule-digit del +12,5%, raggiungendo 4,5 miliardi di euro. Nel 2016 l’aumento è stato del 13% a 4 miliardi di euro. Dopo aver portato a termine l’espansione di Serravalle, nel 2018 il gruppo avvierà un piano di ampliamento di tutti i centri italiani.

Ikea centres Russia pronti investimenti per 2 miliardi Ikea Centres Russia crede nella ripresa del mercato domestico e stanzia 2 miliardi di euro per i suoi 14 centri commerciali. Molto di questa cifra sarà investito nel potenziamento del servizio food, ma servirà a incrementare la presenza di tenants della moda, tra cui già si contano Armani Exchange, Benetton e Massimo Dutti.

Borletti: «il nostro outlet non temerà l’e-commerce»

Mauruzio Borletti

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Per Maurizio Borletti, erede della famiglia fondatrice dei grandi magazzini Rinascente, la nuova sfida si chiama The Market, l’outlet realizato in partnership con Aedes cheaprirà i battenti a San Marino tra il 2018 e il 2019. «Non c’è solo e-commerce. Il tempo degli outlet non è scaduto, certo la location diventerà sempre più determinante» assicura l’imprenditore. Per Borletti aprire sulla riviera romagnola è la scelta vincente in termini di ubicazione: «D’estate il focus sarà sul turista, durante il resto del’anno l’attenzione si sposterà sul mercato domestico, fino a Bologna». Ma cosa troveranno i 3 milioni di potenziali clienti nell’outlet? «Prevediamo inizialmente di aprire 90 negozi e in una fase successiva altri 40. Ci stiamo focalizzando su una fascia medio-alta di mercato, fino al segmento lusso».

Neinver: tre nuovi outlet e restyling di Vicolungo Nuovi opening per Neinver. La società spagnola ha presentato al Mapic il centro Alpes The Style Outlets, che dovrebbe essere inaugurato nel 2020. Il progetto si unisce alle prossime aperture dei centri a Praga e ad Amsterdam, rispettivamente nel 2018 e 2019. Previsto nel 2018 il refurbishment del centro di Vicolungo.


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the future of retail real estate

FLASH NEWS

150 milioni e 200 negozi per maximall pompeii

city life shopping district: con 100 negozi e il 30% di new entry punta a 7 milioni di visitatori

A Mapic era ancora un progetto «su carta», ma ormai il Citylife Shopping District è diventato realtà. Il centro commerciale ha infatti aperto i battenti il 30 novembre con 100 negozi e 32mila metri quadri di superficie dove sono attesi, quando la struttura sarà a regime al terzo anno di apertura, sette milioni di visitatori all’anno. Il fashion occupa il 40% circa dell’ offerta commerciale messa a punto da Sonae Sierra (contro il 20% del food) e l’ entertainment con un cinema multisala firmato Anteo. Per la struttura sono stati investiti quasi 2 miliardi di euro. Sonae Sierra, che oltre a coordinare la commercializzazione si occuperà della gestione del centro commerciale, ha selezionato molti marchi che aprono qui per la prima volta a Milano, se non addirittura in Italia. «Siamo soddisfatti - ha dichiarato Maria Robles, direttore property della società immobiliare spagnola -. Abbiamo chiuso il 95% delle negoziazioni per gli spazi commerciali e circa il 30% dei brand sono delle new entry sul mercato». Tra le insegne della moda, oltre ai grandi spazi assegnati a Ovs e Coin (che aprirà a marzo) ci sono marchi di primo piano come Adidas, Beatrice B, Ck, Dixie, Guess, Imperial, Marella, Max&Co., Napapjiri, Paolo Tonali, Piquadro, Tommy Hilfiger, Valerio 1966 e Timberland, oltre al multimarca Incontri.

Burton: «i brand del lusso ameranno Westfield Milano» Per quanto riguarda l’Italia dell’immobiliare commerciale è Westfield Milano “il progetto” di cui tutti parlano grazie a un investimento di 1,4 miliardi di euro e ai suoi 380 negozi, di cui 50 di lusso. «C’è interesse da parte delle aziende - racconta da Cannes John Burton, head of development di Westfield Uk/ Europe - e lo dimostrano gli accordi con Galeries Lafayette e il Gruppo Coin, ma ci sono altri contatti in corso con grandi player». Burton non può fare nomi, ma l’offerta luxury sarà uno dei magneti del centro realizzato dal gruppo australiano in partnership con Percassi e che inaugurerà a fine 2020. «Milano è una città in cui le aziende di alta gamma vogliono investire - conclude -. Non sarà un problema raccogliere adesioni, perché noi non siamo semplici sviluppatori di centri commerciali, ma una brand che rappresenta un’idea di shopping moderna, in linea con queste realtà».

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Un investimento da 150 milioni per un centro commerciale di 200mila metri quadrati, nel quale sorgeranno anche un hotel 4 stelle, un cinema e 200 negozi. Sono questi i numeri del Maximall Pompeii, che sorgerà nell’ex area Tecnotubi-Vega di Torre Annunziata, a pochi passi dal sito archeologico di Pompei entro il 2019. Il progetto è opera di Irgenre Group.

Baldan: «Le stazioni sono i mall del futuro» «Ogni anno in Italia 760 milioni di persone transitano nelle stazioni ferroviarie, tutte con una buona capacità di spesa. Quello che dobbiamo fare è trasformare in un’esperienza di shopping il passaggio in stazione, oggi vissuto molto rapidamente». Alberto Baldan, per 10 anni a capo di Rinascente, si è presentato a Mapic per raccontare la sua nuova avventura con Grandi Stazioni Retail, di cui è diventato ceo. Il primo obiettivo è avviare la riqualificazione della Stazione Centrale di Milano e degli spazi circostanti, per trasformare una zona in stato di semi abbandono in un distretto commerciale. «I lavori partiranno l’anno prossimo - spiega -. Si tratta di un progetto ampio: ci saranno negozi, ristoranti e parcheggi». A seguire sarà la volta di Roma Termini.


FIDENZA VILLAGE/THE CREATIVE SPOT FASHION

«INNOVIAMO, CON RESPONSABILITÀ»

Fidenza Village evolves with new ideas and projects. Among them, The Creative Spot Fashion, a pop up store dedicated to emerging designers, with a focus also on sustainability. Con una footfall in crescita dell’11% anno su anno e vendite in progress del 12%, Fidenza Village è una realtà in costante evoluzione. Merito di un tassello di investimenti ad ampio raggio che di recente hanno portato all’aggiunta di 3.500 metri quadri ai 21mila già esistenti, con una parola d’ordine, accoglienza a “cinque stelle”. Un percorso di upgrading che ha coinvolto anche l’experience, come spiega Desirée Bollier (nella foto), chair and chief global merchant di Value Retail, cui fanno capo, oltre a Fidenza Village, altre otto mete dello shopping in Europa e due poli in Cina). «Abbiamo aggiunto nuove boutique e rilanciato sull’immagine e godibilità della avenue - racconta -. In parallelo abbiamo migliorato l’experience, puntando sul food, sull’immagine, sull’inserimento di postazioni relax e di “vip lounge” su prenotazione per i clienti». «In ognuno dei nostri villaggi - prosegue - il brand mix cambia ogni anno

del 25%, per aggiornare costantemente l’offerta e incontrare le esigenze della clientela». In questo percorso di upgrading rientra The Creative Spot Fashion, la pop up boutique aperta fino a fine dicembre, dedicata agli stilisti emergenti, in collaborazione con Camera della Moda Italiana e con Sara Maino, per quanto concerne la selezione. Ci sono le creazioni di Vivetta e Arthur Arbesser, le calzature di Coliac, Bams e Susana Traça, le borse e gli accessori di Simone Rainer, Amanti, Avanblanc e Salar, i gioielli di Ca&Lou, i capi di Act n°1 e Miahatami, la maglieria di Tak.Ori e gli abiti di Taller Marmo e Parden’s. Quest’anno, grazie alla triangolazione con l’agenzia Eco/Age fondata da Livia Firth, le porte sono aperte anche alla sostenibilità, alle creazioni dei finalisti della Green Carpet Talent Competition, parte dei Green Carpet Fashion Awards Italia 2017, ossia Tiziano Guardini, il vincitore, insieme a Calcaterra, Co/Te, Leo Studio Design e Matea Benedetti. « La presenza dei cinque designer a The Creative Spot è il primo step del mentorship program creato da Value Retail - chiarisce Bollier -. Un’esperienza di formazione di 12 mesi, nei quali ciascuno avrà un percorso di upgrading in base ai propri bisogni. È ora di promuovere la sostenibilità, fondamentale per il futuro del pianeta e della moda». (c.me.)

VANDOM for

Una nuova sartorialità contemporanea da vivere per tutta la giornata LA SARTORIALITÀ NAPOLETANA INCONTRA LA REALTÀ 2.0: IL RISULTATO È VANDOM, NUOVO MARCHIO MASCHILE IN CUI SI AMALGAMANO PERFORMANCE ED ELEGANZA CONTEMPORANEA Vandom è un marchio di abbigliamento maschile di proprietà della start-up Mirado s.r.l.. Nasce da un’idea di Domenico Miranda ispirata alle nuove tendenze di mercato (smart casual), che puntano alla contaminazione tra il classico e il contemporaneo, tra il tailormade e l’avant garde. Vandom si rivolge all’uomo moderno, alla ricerca di un capo che emozioni indipendentemente dal prezzo. In un mondo costantemente accelerato, dove gli spazi per se stessi sono ridotti al minimo, Vandom punta su un formale che diventa una seconda pelle, in grado di accompagnarci durante tutta la giornata, dove i tempi sono sempre più

ridotti. Il concept affonda le radici negli anni 50/60 d’oltreoceano, in nome di un abbigliamento formale ma nello stesso tempo comodo, perfetto da mattina a sera. Questa nuova filosofia ha portato Vandom ad utilizzare tessuti altamente innovativi e performanti, di derivazione outdoor, reinterpretandoli in veste formale come abiti, cappotti, giacconi, etc. Tessuti bielastici con costruzione a maglia e trattamenti WR, membrane anti-vento, traspiranti e waterproof, ma soprattutto anti-piega, permettono di arrotolare i capi anche in uno zaino, per indossarli subito. In sintesi, Sartoria Italiana 2.0.

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news

SWAROVSKI

«non c’è offline senza online» La maison austriaca dei preziosi è pronta a un’ulteriore fase di sviluppo, all’insegna dell’omnicanalità. Entro il 2018 pronto il nuovo e-shop di Angela Tovazzi

Omnichannel is the next challenge of Swarovski. First step, the launch of a new e-shop, expected in the second half of 2018.

U

n’idea di quello che sarà Swarovski in futuro è in bella vista nella Galleria Emanuele, in quell’albero di Natale alto 12 metri, decorato da oltre 10mila ornamenti, illuminato da 36mila luci e impreziosito da un imponente puntale a forma di stella. Un concentrato di magia ma anche di interattività, con postazioni che invitano i visitatori a scattare foto, postare sui social e dialogare con il brand. Una 1 sintesi delle strategie 4.0 della casa austriaca dei preziosi, impegnata, come spiega Michele Molon, executive vice president omnichannel and commercial operations, in una rivoluzione: quella di portare ancora di più al centro la consumatrice, trasformando Swarovski in un’azienda omnicanale. «Non c’è offline senza online, e non c’è online senza offline - dice il manager -. Sembra facile a dirsi, ma in una realtà delle dimensioni e ramificata in oltre 150 Paesi come la nostra concretizzare questa idea non è semplice». La scommessa è 1. L’assessore Filippo Del Corno, Chiara Ferragni, Michele Molon, Fiona Pacifico Griffini-Grasser, (creative director di Swarovski by Fiona) e Massimo La Greca all’inaugurazione del Digital Christmas Tree 2. Un orologio Swarovski

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soprattutto quella di un intervento glocal, «diversificando l’approccio - spiega - a seconda delle latitudini e delle diverse abitudini d’acquisto». Uno dei tool fondamentali per giocare la partita omnicanale è il lancio del nuovo e-shop, previsto, come anticipa Molon, nel secondo semestre del 2018. Anche se i dettagli della piattaforma sono ancora top secret, di certo saranno disponibili servizi come “click & collect” e “click & reserve”, al fine di abbattere i confini tra negozio fisico e digitale. «Da questo punto di vista - aggiunge Molon - l’albero digitale ospitato a Milano (che illuminerà la Galleria fino al 7 gennaio, ndr) è un punto di osservazione e un termometro che ci permetterà di capire meglio le modalità di interazione dei consumatori, al fine di migliorare l’offerta e l’esperienza reale e virtuale sul territorio italiano». Un’area, quest’ultima, che rappresenta «il secondo mercato in Europa e il quarto al mondo per Swarovski», come spiega Massimo La Greca, managing director CGB (Consumer Goods Business) Italia. Attualmente il brand conta circa mille porte, tra monomarca diretti e in partnership (in totale 250), corner e multimarca. Dopo aver inaugurato i flagship di Milano e Roma, «in vista - anticipa il manager - c’è l’apertura di un nuovo negozio a Venezia». Con la medesima filosofia: l’approccio omnichannel. «Vogliamo - ribadisce La Greca - che la consumatrice possa avere la stessa esperienza, indipendentemente dal canale dove ■ ha deciso di incontrare la marca».

NAF NAF

Pronte a diventare #Nafchic blogger The contest “To be social to be Naf Naf” has selected 20 bloggers. The winner will be awarded on 6th February in Milan. Entra nel vivo il concorso To be social to be Naf Naf, lanciato dal brand di abbigliamento femminile lo scorso ottobre. Una call to action rivolta alle giovanissime blogger (dai 18 ai 35 anni, di bell’aspetto e always on), che abbiamo un blog ben organizzato, pagine social aggiornate e capacità di scattare belle foto, a cui è data la possibilità di diventare il volto del brand per un anno, vincere un outfit della label e un viaggio a Parigi. Alla prima fase del contest hanno aderito moltissime aspiranti blogger che una giuria speciale, di cui fanno parte Gabriella Tepatti, a.d. di Nnck Italia, un giornalista di TuStyle e la blogger Elena Schiavon, ha esaminato con attenzione. Ne sono state selezionate circa 20, che ora si sfidano a colpi di like e Instagram stories, sfruttando i capi del brand presenti in una speciale bag per interpretare lo stile della donna Naf Naf nella vita quotidiana. Un racconto che si snoderà sui propri canali social, contrassegnato dall’hashtag ufficiale #Nafchic Blogger. In base alle storie pubblicate, il 18 gennaio la giuria sceglierà la vincitrice, che sarà premiata il 6 febbraio nel corso di un evento ufficiale a Milano. (c.me.)


DECODED FASHION MILAN 2017

Dopo I GRANDI, finalmente SCOCCA L’ORA DEI PICCOLI 1. L’intervento di Carlo Capasa, numero uno di Camera Moda, a Decoded Fashion Milan 2. Il panel moderato da Marc Sondermann, direttore e ceo di Fashion magazine

Come è emerso da Decoded Fashion Milan, la rivoluzione digitale è più che mai la grande occasione per comunicare al mondo i veri valori del made in Italy, non solo dei big brand ma anche dei piccoli. A patto che tutto il sistema si rimetta in discussione DI ALESSANDRA BIGOTTA

Decoded Fashion Milan 2017 turned its spotlight on more than 50 top speakers, with an audience of more than 600 fashion professionals. Digital is a strong asset for made in Italy, but only if the whole system is able to open itself to a new era.

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all’e-commerce all’omnicanalità, fino all’unified commerce: di questo e molto altro si è parlato a Decoded Fashion Milan, il summit internazionale dedicato al fashion tech, che grazie a e-Pitti.com ha attivato una base in Italia, salendo alla ribalta il 14 e il 15 novembre nel Talent Garden Calabiana. Un evento che ha presentato a oltre 600 operatori (un numero in crescita) le testimonianze di relatori italiani e stranieri di primo livello, coinvolgendo marchi del calibro di Farfetch, Zalando, Prada, Gucci, Bottega Veneta, Moncler e Woolrich, solo per citarne alcuni. Qualche nome tra i più di 50 speaker: Jennie Baik (ceo e co-founder di Orchard Mile), Anit Van Eynde (vice president brand marketing di Levi Strauss EU), Ajlan Nihat Gun (vice president digital commerce di Al Tayer Retail), Andreas Schmeidler (president di Tsum) ed Ennio Capasa (chairman di Camera Moda), insieme ai portavoce di importanti realtà che lavorano dietro le quinte, ma il cui ruolo è fondamentale per lo sviluppo dell’unified commerce. Vedi l’americana Radial, rappresentata al convegno da Enda Breslin (head of sales & business development Europe di questo big player americano, attivo nelle tecnologie e nelle operation applicate all’e-commerce), che in un

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Q&A con il nostro direttore Marc Sondermann ha sottolineato l’importanza di una gestione accurata e tempestiva del post-click commerce, in grado di trasformare la complessità dell’omnichannel in un’esperienza ben orchestrata. Facile a dirsi ma difficile a farsi, come dimostra una ricerca condotta da Radial, in base alla quale a oggi solo la metà dei retailer tra UK, Italia, Germania e Spagna offre un’opzione di consegna espressa e appena il 6% la same day delivery. Logistica, dunque, come leva strategica, ma non va dimenticato che la trasformazione digitale è anche un fatto di cultura aziendale, come è emerso da un panel moderato da Sondermann, cui hanno partecipato Krister Karjalainer (Safilo), Emily Hopcroft (Google), Alessandra Guffanti (Guffanti Concept Showroom) e Luca Martines (Reda Rewoolution). «Le persone - ha affermato Karjalainer - devono diventare parte attiva della rivoluzione in atto». Quindi porte aperte all’intelligenza artificiale e al potere degli algoritmi, ma le radici del cambiamento sono sempre nel mondo reale. «Il futuro scaturisce dall’unione tra le innovazioni di prodotto e di processo, abbinata all’attenzione alla vera sostenibilità, che però ha un costo: i prodotti “sostenibili” a un prezzo democratico de-

vono insospettire» ha sintetizzato Claudio Marenzi (numero uno di Herno e di Pitti Immagine e pronto a guidare Confindustria Moda) parlando con il nostro direttore: «La tecnologia? - ha precisato -. Non è più una sfida per i grandi. Anche le Pmi devono scendere nell’arena del digital». Questi sono solo alcuni frammenti del “mosaico” Decoded Fashion, che ha acceso i riflettori anche sulle startup più interessanti del momento: a vincere The Frow (The Front Row Pitch) è stata la svedese Flowbox, piattaforma di visual marketing che, utilizzando strumenti di user generated content, incrementa la visi■ bilità e le vendite dei brand.

VENTE-PRIVEE

Con lo Shopping Clip lo stilista sei tu Vente-privee and Broken Back have launched Shopping Clip, a video where everyone can become “designer” in an immersive shopping experience.

Vente-privee lancia lo Shopping Clip, strumento interattivo ideato insieme a Broken Back - protagonista dell’electro-folk francese -, basato su un videoclip modificabile dall’utente, che può cambiare il look dei protagonisti con un click mentre in sottofondo scorrono le note di The sooner, the better di Broken Back. Ci si cala così in un’esperienza immersiva, avendo la possibilità di acquistare i capi selezionati sul sito di vendite-evento da 50 milioni di membri in Francia e all’estero.

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EYEWEAR

DEBUTTI

MARELLA SI METTE GLI OCCHIALI Marella, the womenswear brand of Max Mara Group, launches its first sunglasses in Spring-Summer 2018. Prima collezione di sunglasses per Marella, collezione del Gruppo Max Mara. Si tratta di tre modelli per la primavera-estate 2018 ispirati ai temi Rock, Indie e Swing: il primo di linea squadrata, con lenti sfumate e aste importanti; il secondo dalla silhouette arrotondata, ispirato ai Sixties; il terzo iperfemminile, grazie alla forma cat-eye. In vendita da novembre negli store Marella, gli occhiali sono accomunati da un terminale rosa, dall’utilizzo di uno speciale acetato prodotto da un’azienda italiana e dal fatto di essere handmade. (a.b.)

OCCHIALERIA ARTIGIANA

TRA SAPER FARE E DIGITAL CRESCE IN ITALIA E ALL’ESTERO Founded in 2015 by Raffaele Ricciuti, 1955 Srl is growing with its Occhialeria Artigiana brand: eyewear 100% made in Italy, open to technological innovation. Nel 2015 Raffaele Ricciuti, imprenditore lucano, ha rilevato una fabbrica di occhiali a Tito (Potenza): il primo passo per la startup 1955 Srl, che con il marchio 100% made in Italy Occhialeria Artigiana ha conquistato una trentina di negozi di primo piano tra Italia ed estero - tra cui Giglio a Palermo, Biffi a Milano e Lenoir a Conegliano - e sta valutando accordi di distribuzione tra Europa e Usa, anche grazie all’ottimo riscontro ai saloni White di Milano e Opti di Monaco di Baviera. La prima intesa in dirittura d’arrivo è quella con Strategy and Distribution di Düsseldorf, che prevede la distribuzione della linea ammiraglia in esclusiva per Germania, Austria, Svizzera e Polonia, ma anche Russia e Usa, senza esclusiva. A Tito, dove si lavora anche con l’ausilio della stampa 3D, vengono prodotte ogni giorno 150 paia di occhiali - sempre gli stessi 16 modelli, che Ricciuti vuole rendere iconici -, più uno in limited edition, chiamato Fausta come il direttore creativo, Fausta Padula. L’imprenditore, che viene dal mondo bancario, punta su un prodotto di nicchia, fatto con i criteri del passato. I progetti coinvolgono pure la produzione conto terzi. Nomi l’azienda preferisce non farne, ma ha già realizzato modelli di eyewear per alcuni dei più importanti luxury brand italiani. Non solo: Ricciuti ha messo a punto una serie di occhiali anche in occasione dell’ultima fashion week di New York. (an.bi.)

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L.G.R.

UN MARCHIO CHE PARTE DALLE RADICI With a new store in corso Garibaldi 36, Milan, the eyewear brand L.G.R., created by Luca Gnecchi Ruscone in honour of his grandfather’s story, is ready to grow. Gli occhiali non sono semplici accessori per Luca Gnecchi Ruscone, fondatore e ceo del marchio L.G.R., che ha aperto il primo monomarca a Milano, in corso Garibaldi 36 (nella foto). Dietro la sua scelta di fondare nel 2008 il brand - distribuito in un migliaio di negozi internazionali, oltre che online - c’è la storia della sua famiglia e del nonno Raffaello Bini. Fotografo ma anche imprenditore, con una tempra eccezionale (è morto a 101 anni), nonno Raffaello è uno degli italiani partiti per l’Africa nel secolo scorso in cerca di fortuna. Una fortuna che, grazie a intuito e tenacia, lo ha accompagnato nella realizzazione prima di una fabbrica e poi di un negozio, l’Ottica Bini di Asmara, ma lo ha anche abbandonato in seguito all’instabilità politica dell’Eritrea. L’iter del nipote Luca ha seguito inizialmente tutt’altre strade (la laurea in Economia negli Usa e poi il lavoro nella comunicazione e nella finanza a Shanghai), finché il richiamo dell’Africa lo ha portato nella vecchia Ottica Bini, a caccia di ricordi. «Quando mi sono trovato in mano alcuni modelli di occhiali abbandonati in negozio - racconta - ho avuto una folgorazione: perché non partire da lì per un progetto tutto mio?». Detto, fatto: Luca lascia la Cina e investe, inizialmente a fondo perduto, in un marchio simbolo dell’italianità nella produzione ma influenzato dall’Africa nello stile. «Sono partito da solo e oggi siamo una quindicina, con sede a Roma - spiega -. In questi dieci anni le soddisfazioni non sono mancate: l’apprezzamento da parte di vip come Marion Cotillard, Kate Hudson e i giovani Casiraghi, la fiducia di Carine Roitfeld che ha creduto in me quando ero uno sconosciuto, le collaborazioni con realtà quali il Cipriani di Venezia, lo Yacht Club di Montecarlo e il Pellicano di Porto Ercole». Ora è la volta del monomarca milanese, 100 metri quadri su due livelli, che nei dettagli e nei colori rende omaggio al nonno, dal quale tutto ha avuto inizio. (a.b.)


FESTIVAL DELLA MODA RUSSA

MODA ITALIANA ALL’ESTERO

IL DESIGN DELL’EST FA TAPPA A MILANO

SEUL, MOSCA, ALMATY TRA GLI APPUNTAMENTI DI EMI

Last November the Russian Fashion Festival organized by Società Italia returned to Milan. Sull’onda della ripresa economica nell’exUrss, il 24 e 25 novembre scorsi è tornato a Milano, dopo un periodo in stand by, il Festival della Moda Russa organizzato dalla showroom milanese di Società Italia. Per l’ottava edizione, patrocinata dal Comune di Milano e dalla Camera di Commercio Italo-Russa, sono stati invitati 17 designer da vari Paesi della Csi. Protagonista il womenswear nelle sue molteplici occasioni d’uso, da quelle più casual e urbane al red carpet. Alcuni marchi, selezionati da una giuria di ospiti d’onore, resteranno in esposizione per due mesi: si tratta di JKline dalla Georgia (nella foto), Brand No.8 (Estonia), New Look by Rudermel (Russia), Angela Le Borjois (Russia), Just_Anna_S (Russia) e Morphine (Moldavia). (e.f.)

Emi is preparing a rich calendar of exhibitions for the SMEs of Italian fashion. Emi - l’ente fiorentino che organizza la partecipazione delle Pmi italiane della moda alle maggiori fiere internazionali del settore - anticipa un ricco programma di appuntamenti per il 2018. Si parte in gennaio con la Corea e l’evento La Moda Italiana a Seoul. In febbraio seguono, in ordine cronologico, gli Stati Uniti, con Project Womens, durante la Magic Market Week di Las Vegas, la Russia con Cpm-Collection Première Moscow (nella foto) e di nuovo gli Usa con NY Women’s, dove Emi coordina gli italiani alle fiere Coterie ed Edit. In marzo la moda italiana migra in Kazakistan, ad Almaty, in occasione del salone Central Asia Fashion, per poi trasferirsi al Chic di Shanghai. Nel seconda metà dell’anno è già fissata la presenza (a settembre) al Centrestage di Hong Kong. (e.f.)

SASÀ GENGHI for

Un professionista per le nuove sfide di Stewart ESPERTO NELLA CONSULENZA COMMERCIALE PER NOTI MARCHI DEL FASHION, SASÀ GENGHI AFFIANCA LO STORICO BRAND TOSCANO STEWART NEI SUOI NUOVI PROGETTI Nell’ambito del servizio di consulenza commerciale, attivo già da molte stagioni con noti brand italiani, l’ufficio Genghi è coinvolto nel lancio della nuova linea donna e, nello specifico, nella direzione commerciale Italia uomo/donna della storica azienda toscana di pelletteria Stewart. Da circa dieci anni Sasà Genghi costruisce reti vendita in linea con le mission dei brand. Di recente ha concentrato l’impegno promozionale sulle nuove forme di comunicazione digitali, individuando

nei social network una valida vetrina virtuale e un impulso alla distribuzione. Il brand Stewart, icona di una generazione, ha scelto Genghi per una maggiore penetrazione sul territorio nazionale. Infine, attraverso un’attenta selezione di showroom in linea col prodotto, molte delle quali già all’interno del team e altre selezionate ad hoc per il progetto, l’ufficio ha individuato in un incremento percentuale superiore al 20% il punto di traguardo di questa prima stagione.

www.sasagenghi.com - salvatoregenghi1961@gmail.com 21_02_2017

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upcoming brands

in italia

SENTIRETE PARLARE DI LORO: PAROLA DI BUYER Alcuni sono marchi emergenti, altri sono già noti all’estero, ma solo ora stanno cominciando a essere scoperti dal mercato italiano. Li abbiamo selezionati tra le numerose segnalazioni forniteci da una sessantina di buyer italiani, a cui abbiamo rivolto una semplice domanda: «Su quali marchi donna avete deciso di puntare?» di Elisabetta Fabbri

We asked over 60 Italian buyers a simple question: «What women’s brand are you betting on?». Some are emerging brands, others well known abroad but not yet on our market: here you can find the most interesting ones.

Virginia D’Adda Lanciato lo scorso inverno da Barbara Manfredotti, il marchio Virginia d’Adda (in omaggio alle nonne Virginia e Ada) rivisita capi vintage o ne trae ispirazione, per un womenswear romantico e ironico, mai seriale. Lo produce la modenese Nicotess.

Cuero&Mør Originaria dell’Andalusia, la coppia Eugenia Diaz e Pepe Romero ha creato il marchio di borse Cuero&Mør nel 2014. La collezione «designed in Los Angeles, handmade in Spain» è connotata da un’estetica clean, da cui trapela la passione per i dettagli e le lavorazioni artiginali. Ne risulta un prodotto senza tempo, per minimaliste alla ricerca di proposte funzionali e di alta qualità.

h953 La “H” sta per “hunter” - nel senso di cacciatore di tendenze - e il 953 allude all’esperienza nella maglieria del suo team (dal 1953). La strada, l’arte, il design ma anche una vecchia polaroid ispirano i capi di questa label pensata e prodotta in Italia dalla Fool Company di Agerola (Na).

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Edward Achour Paris La couture-to-wear Edward Achour Paris nasce sulla soglia del nuovo millennio e si impone subito negli Usa e in Asia per il mood francese e i richiami agli anni Sessanta. Oggi è presente in 26 Paesi grazie anche al fatto che è un marchio intergenerazionale: quando entra in una famiglia, ogni componente femminile lo mixa e lo interpreta a modo suo.


Kat Maconie

Boyy Bag

Dal 2009 la londinese Kat Maconie realizza calzature che non passano inosservate. Tacchi scultura, colori squillanti, geometrie optical sono di casa nelle sue creazioni, che piacciono anche a Keira Knightley e a Pixie Lott.

Il marchio Boyy Bag nasce da un’idea del canadese Jesse Dorsey, ex musicista, e della stilista tailandese - con l’ossessione per le borse Wannasiri Kongman. I due, oggi marito e moglie, si incontrano nel 2004 a New York e lì nasce la loro prima collezione di borse, lanciata con la SpringSummer 2006. Il marchio è via via cresciuto e si è fatto notare worldwide per il design dai tratti nitidi, di ispirazione maschile (come lascia intendere la denominazione) e per la qualità dei materiali, spesso italiani.

march 11 Non fatevi ingannare dalla sede, a New York. March 11 ha molto della tradizione ucraina respirata dal suo fondatore, lo stylist Robert Mishchenko. Lo dichiarano apertamente le sue proposte evanescenti, dagli elaborati ricami: l’etnochic ideale per le torride estati urbane.

laurence decade Crea il suo primo paio di scarpe a 14 anni, reinventando delle ballerine. Nel 2003 la designer parigina Laurence Decade lancia il marchio eponimo con un obiettivo preciso: «Creare scarpe da Cenerentola ma sexy, con un tocco francese». Dove va a caccia di spunti? Negli aeroporti e nelle stazioni dei treni, dove osserva le persone che viaggiano. Sarà anche per questo che il comfort è uno dei suoi plus.

Ringraziamo il nostro panel AGNETTI - Villa Potenza (Mc); ALBERTA BOUTIQUE - San Miniato Bassa (Pi); AMR - Chiavari (Ge); ARTENI - Tavagnacco (Ud); BARBARO - Napoli; BASE BLU - Varese; BIFFI - Milano e Bergamo; BIRBA’S - Pordenone; BONVICINI STORE & GALLERY - Montecatini Terme (Pt) - BOUTIQUE CINZIA - Abano Terme (Pd); BOUTIQUE STELLA - Asiago (Vi); BOTTIGLIERIA STORE - Roma; CAMMALLERI - Caltanissetta; COLOGNESE 1882 - Montebelluna (Tv); COLTORTI BOUTIQUES - Ancona, Jesi (An), Macerata e San Benedetto del Tronto (Ap); DE FLORIO- Noicattaro (Ba); -DEI PERSONAGGI - Bogliasco (Ge); DELLA MARTIRA - Carpi (Mo); DELL’OGLIO - Palermo; DIVO - Santa Maria a Monte e Pontedera(Pi); E. MOLINARI EMPORIUM - Roma; ELEONORA BONUCCI Viterbo; ESA BOUTIQUE - San Benedetto del Tronto (Ap); FIACCHINI - Forte dei Marmi (Lu); FILIPPO MARCHESANI - Cupello (Ch); FOLLI FOLLIE - Mantova; GALIANO - Giugliano (Na); GIGLIO - Palermo; GIORDANO BOUTIQUE - Pompei (Na); GUELFA - Santa Maria a Monte (Pi); HELMÉ - Catania; L’INCONTRO - Modena; LA BOUTIQUE DI ADANI e TIP TAP DI ADANI – Modena; LA LUNA E LE STELLE - Thiene (Vi); LAURA PESSINA - Monza; LATTUADA - San Vittore Olona (Mi); LUSUARDI 1911 - Guastalla (Re); MANZETTI - Roma; MORAS - Intiminiano (Co); MUSCHIO E MIELE - Palermo; NUGNES 1920 - Trani (Bt); PAPILLON - Corigliano (Cs); PRATOLIVO - Arona (No); PRESTIGE BOUTIQUE – Arezzo; RABAINI - Borgomanero (No); RAIMONDI DRESS – Ravenna; RIGHI - Foligno e Bastia Umbra (Pg); ROSSELLA BOUTIQUE - Vicenza; SILVIA BINI PASSEGGIATA - Viareggio (Lu); SPINNAKER - Alassio (Sv), Sanremo (Im), Portofino, Santa Margherita Ligure (Ge); STEFANIA MODE - Trapani; STORE NALDI - Viterbo; SUGAR - Arezzo; TESSABIT - Como; TUFANO - Pompei (Na); VALTELLINI - Rovato (Bs); VOLONTÉ - Cagliari.

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Da domenica 11 a 14 febbraio 2018 LA FIERA INTERNAZIONALE PER LA MODA : TESSUTI, MERCERIA, ACCESSORI

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Pre-fall 2018

NEW BEATS

IL CLASSICISMO DIVENTA SINONIMO DI UNA NUOVA FRESCHEZZA, ESPRIMENDO UNO STILE CHE SI PROIETTA IN UN DOMANI DI MODERNITÀ. LE PROPOSTE EMANANO UN SENSO DI MOVIMENTO, FLUIDITÀ E LIBERTÀ, GRAZIE ALL’ENERGIA DEL COLORE E ALLA CAPACITÀ DI CONIUGARE LA CONTEMPORANEITÀ CON RIMANDI A EPOCHE DI GRANDE RICCHEZZA CREATIVA, A PARTIRE DAGLI ANNI SESSANTA E SETTANTA di ALBERTO CORRADO

Classicism becomes synonymous with a new freshness, in the name of a style projecting itself in the modernity of tomorrow. The new proposals express a sense of movement, fluidity and freedom, thanks to the energy of color and to the mix and match of a contemporary twist and echoes of the past, beginning from Sixties and Seventies: decades where creativity had the absolute power

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Pre-fall 2018

COACH 1941 Una vera favola americana-gotica, nata a New York, ispira la collezione firmata dal direttore creativo Stuart Vevers. Mele velenose, castelli spettrali, rose e rondini nere sono solo alcuni dei motivi affascinanti che prendono vita su abiti, jeans e maglioni. Il tutto impreziosito dalle, tra cui la nuova versione del classico borsone Bonnie Cashin. A true American-Gothic fairy tale, born in New York, is the inspiration of the collection signed by creative director Stuart Vevers. Poisonous apples, spooky castles, roses and black swallows are some of the fascinating motifs that appear on dresses, jeans and sweaters. Everything is embellished with bags, like the new version of the classic Bonnie Cashin bag.

DSQUARED2 Il profumo degli anni ’80 e le inebrianti notti dei ’70: queste le basi storiche da cui sono partiti Dean e Dan Caten, per realizzare una collezione destinata a una donna che accompagna i figli a scuola senza temere di indossare un pantalone cargo, con divertenti maglie strizzate in vita da cinture logate e gilet oversize in pelliccia. quando il sole tramonta le linee diventano slim, come nell’abito nero con un sexy scollo a V oppure nel tailleur tuxedo-like. The scent of the ‘80s and the inebriating nights of the’ 70s, this is the historical basis from where Dean and Dan Caten start, to create a collection for a woman who accompanies her children to school wearing a pair of cargo pants, with fun knitted sweaters personalized with branded belts and oversized fur vests. When the sun sets, lines become slimmer, for a black dress with a sexy V-neck or a tuxedo-like suit.

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N°21 la prima collezione N°21 Transitional attualizza il maschile/femminile alla luce di un’estetica punk e self confident, dal carattere sportswear. Soprabiti in tartan dal collo in ecofur maculato si affiancano ad abiti stampati con lo stesso motivo ma in colori forti, cardigan maschili in lana tricot si sovrappongono a gonne a tubo e scarpe maschili stringatE. parka oversize coprono bermuda color nudo, mentre gli anorak alternano il neoprene maculato a tessuti maschili. abiti e pijamas stampati si abbinano a scarpe Mary Jane, con cinturino alla caviglia e tacco quadrato. The first N°21 Transitional collection was born, that includes the actualization of the masculine/feminine in a punk aesthetic and a self-confident sportswear character. Tartan ecofur overcoats are flanked by dresses, printed with the same motif but in strong colors. Masculine wool knit cardigans overlap with tube skirts and lace-up men’s shoes. Oversized parka cover nude-colored bermudas, spotted neoprene anoraks are combined with masculine fabrics. Printed dresses and pijamas overlap with Mary Jane shoes with ankle strap and square heels.

TEMPERLEY LONDON Hybrid Mash-Up. La pre-fall è un remix di culture e suggestioni, atmosfere e frammenti estetici. Partendo dai diari di Peter Beard ma anche dalle strutture tipiche dei tappeti tibetani, per arrivare all’avventuriera Aloha Wanderwell, che attraversÒ il mondo negli anni 20 con una Ford Model T. Il verbo è il motivo geometrico, materico e concettuale, Lo spirito è multietnico, la silhouette femminile ma anticonvenzionale: gonne morbide, maglioni a vita alta, abiti ricamati o con stampe accese, caftani fantasia. Per definire uno stile che parla tutte le lingue del pianeta. Hybrid Mash-Up. Pre-fall is a remix of cultures and suggestions, atmospheres and aesthetic fragments. Starting from the journals of Peter Beard and from the structure of spikes and stripes, typical of the Tibetan carpets, to embrace the story of Aloha Wanderwell, who traveled the world in the 20s with a Model T Ford. The verb is a geometric, material and conceptual motif. The spirit is multi-ethnic. The feminine but unconventional silhouette is made of soft skirts, high-waisted sweaters, embroidered dresses, bright prints, caftans. For a style that speaks all the languages of the world.

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Pre-fall 2018

BOTTEGA VENETA Un excursus romantico, che riprende il motivo delle delicate tonalità degli affreschi palladiani, mentre la silhouette è raffinata ma, allo stesso tempo, trasmette una sensazione di giocosità e sorpresa. Linee grafiche decise caratterizzano i capi dai motivi a quadri o in double cashmere. Il rombo è il dettaglio che fa da fil rouge della collezione, facendo la propria comparsa su leggeri bomber stampati, su camicie button-down e sulle cuciture a contrasto di giacche e maglioni. A romantic excursus that recalls the motive of the delicate shades of the “Palladian Affresco”, while the silhouette is refined but, at the same time, conveys a feeling of playfulness and surprise. Strong graphic lines characterize garments with checked patterns or in double cashmere. The rhombus is the fil rouge detail of the collection, appearing on lightweight printed bomber jackets and button-down shirts and on the contrasting stitching of jackets and sweaters.

ESCADA Un viaggio negli archivi della Maison, ispirandosi alla moda della fine degli anni ’80 e dei primi anni ’90. un ottimo spunto per le donne di ogni generazione, che amano acquistare tailleur pantalone e completi dai toni accesi, oppure tuniche e camicie con stampe colorate, che rimandano alla ceramica turca di Iznik. Una rilettura dei fit classici , in grado di creare un ibrido fra tailoring e sportswear. A trip to the Maison’s archives, inspired by the fashion of the late ‘80s and early ‘90s, for customers of every generation, who love to buy trousers and suits with bright tones, or tunics and shirts with colored prints, that refer to the Turkish Iznik ceramics. A reinterpretation of classic fits, creating a contemporary hybrid between tailoring and sportswear.

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MISSONI Un tappeto lussureggiante di armonie cromatiche dÀ vita a una collezione in cui Le classiche stoffe sono caratterizzate da un’atmosfera folk urbana, come nei lunghi abiti in maglia di lana con bordo, o negli splendidi mantelli a quadri eseguiti all’uncinetto. Tuttavia, sono stati introdotti alcuni elementi che si ispirano al menswear e allo sportswear: i cappotti lavorati a maglia con motivi jacquard ikat somigliano ad accappatoi che avvolgono il corpo, mentre le cappe con cappuccio sono ampie e di forma rettangolarE. A lush carpet of color harmonies stands out in the collection. Classic fabrics are characterized by a urban-folk atmosphere, such as in long woolen knit dresses with hem or in the beautiful crochet cloaks. However, some elements of masculine and sportswear inspiration have been introduced: knitted coats with ikat jacquard motifs are like bathrobes that wrap around the body, while hooded hoods are wide and rectangular.

JUST CAVALLI Influssi esotici che si mescolano a influenze contemporanee e metropolitane, in una collezione in cui l’attitudine glamour incontra un mood divertente. Un collage di diverse stampe animalier , tra cui il leopardo, la zebra e il pitone, mentre sfumature metalliche di oro anticato e bronzo arricchiscono i modelli dallo spirito disco. L’offerta di pantaloni, che include iconici modelli skinny, si estende a comodi track pant e ai jeans con risvolto, che richiamano il look rockabilly degli anni Cinquanta. Exotic influences are blended with contemporary and metropolitan influences, in a collection in which the glamorous attitude meets a funny mood. A collage of different animal prints, including leopard, zebra and python, while metallic nuances of antique gold and bronze enrich the models with a disco spirit. Trousers, including the iconic skinny models, go from comfortable track pants to evergreen jeans with cuffs, that recall the rockabilly look of the Fifties.

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Pre-fall 2018

RED VALENTINO Rompere la consuetudine, per dettare uno stile proprio, è il diktat della nuova collezione. La libertà di giocare con gli archetipi del passato permette di creare una inedita interpretazione del romanticismo. materiali come angora, tweed, tulle, pelle, seta e un ventaglio di fantasie dai motivi botanici si concretizzano in piccoli cappotti, abiti, camicie, mantelle, piumini, trench e abiti da sera. Una nuova regola che spazza via le vecchie. Breaking the rules, to create a style: this is the diktat of this new collection. Freedom to play with the archetypes of the past gives way to a new interpretation of romanticism. Materials such as angora, tweed, tulle, leather, silk and patterns with botanical motifs renew coats, dresses, shirts, capes, quilts, trench coats and evening dresses. A new rule that breaks the old ones.

PIAZZA SEMPIONE le collezioni di Piazza Sempione sono cresciute in coerenza e coesione stilistica, grazie a un team di designer in grado di coniugare la praticità con un tocco di fashion. L’attenzione è rivolta alla costruzione di un guardaroba moderno e quotidiano. Ecco allora camicie, trench e cappe, tagliati in tessuti lussuosi come doppie lane a quadretti, faille incollate e maglie trapuntate, in linea con la sensibilità grafica nord europea che ispira la tavolozza dei colori. Piazza Sempione collections have grown in coherence and stylistic cohesion, thanks to a skilled team of designers who are able to combine practicality with a touch of fashion style. The focus is on the construction of a modern and daily women’s wardrobe. This season brings shirts, trenches and hoods, cut into luxurious fabrics such as double checked wool, glued faeries and quilted sweaters, in line with the northern European sensibility that inspires the color palette.

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VERONICA ROSSI for

Fabric works of art to express an Italian soul that looks to the future

Opere d’arte in tessuto, per esprimere un’anima italiana che sa guardare al futuro

CREATING IS NOT ENOUGH – YOU MUST SMILE WHILE DOING IT. AND ALWAYS FOCUS ON THE QUALITY OF TRUE MADE IN ITALY, COMBINING TRADITION AND INNOVATION: THE MESSAGE THAT EMERGES FROM THE VERONICA ROSSI COLLECTIONS IS DEVOTED TO AUTHENTICITY, FEATURING CLASSICISM THAT IS OPENING UP TO MODERN TRENDS

NON BASTA CREARE, SI DEVE SORRIDERE NEL FARLO. E PUNTARE, SEMPRE E COMUNQUE, ALLA QUALITÀ DEL VERO MADE IN ITALY, FONDENDO TRADIZIONE E INNOVAZIONE: IL MESSAGGIO CHE EMERGE DALLE COLLEZIONI VERONICA ROSSI È ALL’INSEGNA DELL’AUTENTICITÀ, IN NOME DI UNA CLASSICITÀ CHE SI APRE AI CANONI DELLA MODERNITÀ

The authenticity of the Italian handmade tradition and the care of single details, the research for innovative materials and ideas: this is the Veronica Rossi mission. The design of a pencil leads to fabric research and handmade cuts, ending with the creation of garments, true masterpieces. Authentic Made In Italy is enhanced by the value in which VR still believes above all: people. It’s not enough to create something, it must be done with a smile. “Contamination” is the fil rouge of the VR collection for F/W 2018/2019. Traditional male fabrics - flannel, check, tweed - are protagonists in women’s wardrobe with a chic, sophisticated declination and trendy colors, rich in glamour. A true fusion of tradition and innovation in colorings and in finishes, that give a soft hand to all these materials. Revisited in a modern key are also fabrics that have made the history of Italian fashion, like jacquard, wool and dévoré organza in floral patterns. The classicity of the raw material creates contrasts with modern lines and refined details. All of this blends harmoniously, expressing the true VR essence.

L’autenticità della tradizione italiana nel realizzare i capi a mano e curarli nei dettagli, unita alla ricerca di materiali e spunti innovativi, contraddistinguono le collezioni Veronica Rossi. Una storia che parte da un disegno a matita, per passare alla ricerca di stoffe e tagli artigianali e arrivare alla realizzazione del capo, quasi un’opera d’arte su tessuto. All’autentico Made In Italy si accompagna il valore in cui il marchio crede di più, le persone: non basta creare, si deve “sorridere” nel farlo. “Contaminazioni” è il fil rouge delle proposte VR per l’autunno-inverno 2018/2019. I tessuti maschili tradizionali (flanelle, tartan, check, tweed) entrano nel guardaroba femminile con una declinazione chic e raffinata, in colori glamour e di tendenza. Tradizione e innovazione si fondono nei cromatismi e nei finissaggi di mano morbida. Rivisitati in chiave moderna sono anche i materiali che hanno fatto la storia della moda italiana: jacquard, dévoré di lana, organze a motivi floreali. Alla classicità della materia prima si contrappongono linee moderne e dettagli ricercati. Tutto ciò si fonde in modo armonioso, esprimendo l’essenza VR.

HQ MAGIR via Aurelio Saffi 132 - 21100 Varese - 0332 226027 - info@magir.it Showroom via Durini 25 - 20122 Milano - www.veronica-rossi.it domenico.ghilotti@magir.it - 335 6805832


TREND

BRAND TO watch Collezioni al debutto, in fase di rilancio o con alle spalle poche stagioni. Il loro fil rouge? Un concept originale e una storia da raccontare DI ANGELA TOVAZZI

Collections ready to debut, brands undergoing a re-launch or lines born few seasons ago, with an original concept and a story to tell.

racine carrÉe The shoe brand was launched by Viviana Vignola in 2015 and is now in about 30 international top shops. Lei si chiama Viviana Vignola, è napoletana, figlia d’arte (la sua famiglia è titolare di una conceria) e nel 2015, quando ha lanciato Racine Carrée (“radice quadrata”), aveva un sogno: creare calzature belle e comode, unendo expertise artigiana e alta ingegneria. Ci è riuscita, almeno stando ai risultati raggiunti: le sue creazioni sono oggi vendute in una trentina di top shop tra Europa, Usa, Middle e Far East, tra cui LuisaViaRoma a Firenze, Tiziana Fausti a Bergamo, Bernardelli a Mantova, Printemps Haussmann a Parigi e Fred Segal a Los Angeles. Con showroom in via Cerva a Milano, il brand è distribuito con prezzi sell in fra i 140 e i 170 euro.

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Au197Sm Au197Sm was born in 2016 from a Stefano Maccagnani’s idea: a menswear and womenswear brand that combines fabrics with 24 kt gold. Dietro Au197Sm, il cui nome rappresenta il simbolo chimico dell’unico isotopo stabile dell’oro, c’è Stefano Maccagnani, imprenditore poliedrico che dal 2000 opera in diverse realtà industriali, spaziando dal settore automotive a quello biomedicale. Con Belumbery Fashion Group (che fa capo alla holding Eos) nel 2016 ha dato vita a un prêt-à-porter uomo e donna che, attraverso un’esclusiva tecnica brevettata dalla società stessa, fonde l’oro 24 carati e altri metalli preziosi con il tessuto. Il risultato è una collezione contemporary, luxury e street-oriented, che scommette su materiali tecnici, volumi destrutturati e il fil rouge dell’oro. Con la direzione generale affidata a Paola Emilia Monachesi, il brand con la prima stagione (la primavera-estate 2018) ha conquistato una trentina di top shop internazionali, come Harvey Nichols a Dubai, Lsquare al Cairo, Lusso Paris a Sidney e Drakes ad Amsterdam. I prezzi medi retail sono intorno ai 600 euro.


.SETTE The brand offers several limited collections of seven pieces, from apparel to accessories. Al debutto con la primavera-estate 2018, dietro .Sette ci sono Eliana Trentalancia e Renata Zuffi, che hanno avuto l’idea di proporre più collezioni a tiratura limitata per ogni stagione, dall’abbigliamento agli accessori, ognuna delle quali prevede capsule di sette pezzi. Filo conduttore il mood concettuale, volumi over o superaderenti e la manifattura made in Italy. I primi negozi che hanno sposato il progetto sono, tra gli altri, San Carlo a Torino, Alex Boutique a Milano e Renate Schuler a Norimberga. Base per la distribuzione, con prezzi medi sell in intorno agli 80 euro, è Tag Showroom di Milano.

DOTTI Dotti is the first house brand of the company led by the siblings Fabio and Sabrina Dotti.

LEO STUDIO DESIGN Among the first Green Carpet Talent Competition’s finalists, the brand designed by Leo Macina includes bags, shoes and ready to wear. Partito nel 2014 con una minicollezione di sette borse, il progetto Leo Studio Design è progressivamente cresciuto, fino a diventare un brand di accessori, calzature e ready to wear. Tutto made in Italy ed ecofriendly, visto che è entrato a far parte dei dieci finalisti della prima edizione della Green Carpet Talent Competition. Il marchio nel giro di tre anni ha costruito un network di punti vendita di alto livello, piazzando le proprie creazioni da Coin Excelsior (Roma e Venezia), Galiano (Napoli), G&B (Brescia), La Rinascente (Milano), Bus Stop (Tokyo), Harvey Nichols (Istanbul), Le Bon Marché (Parigi) e Level Shoe District (Dubai), per citarne alcuni. Distribuito da Daniele Ghiselli Diffusione, Leo Studio Design presenta prezzi sell out dagli 80 euro per le borse più semplici ai 600 euro per i capi di abbigliamento più elaborati.

Primo marchio in house dell’omonima realtà di Legnano, Dotti Milano è un womenswear raffinato, che punta sul valore aggiunto di una produzione 100% made in Italy, con tessuti esclusivi. Arrivato alla quarta stagione, il brand propone un total look distribuito con prezzi sell in compresi fra 90 e 140 euro. La famiglia, con Fabio e Sabrina Dotti alla guida dell’azienda e la supervisione del padre Enzo, ha iniziato la commercializzazione della collezione dal Nord Europa, tramite agenti come Flessa ModeAgentur in Germania, ma il marchio sta prendendo piede anche nel nostro Paese, con clienti come La Tenda a Milano, Ricciardi a Salerno e Donna Bugatti a Udine.

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TREND

ioanna solea After experiences at Valentino and Piazza Sempione, in 2013 Ioanna Solea launched her feminine and sophisticated bags collection. Padre cipriota e madre austriaca, Ioanna Solea ha lanciato il suo brand nel 2013 dopo una laurea multimediale in Inghilterra, un diploma all’Istituto Marangoni di Milano e 13 anni di esperienza nella moda, prima da Valentino e poi da Piazza Sempione. Oggi le sue borse rispecchiano la visione multiculturale in cui è cresciuta, giocando sul contrasto fra rustico e sofisticato, e rimanendo fedele ai crismi del made in Italy. Finalista di Who is on Next? 2016, Ioanna Solea ha conquistato vetrine come La Tenda a Milano, Cashmere & Silk in Russia, Isetan a Tokyo, Inluxe Casa a Taiwan e The Place London a Londra. Con base alla showroom Breraromode a Milano, presenta prezzi medi sell in intorno ai 290 euro.

tela blu Minimal items at affordable prices, sold only online: these are the assets of the menswear brand Tela Blu.

DÈpio haute DèPio Haute is the first apparel collection put forward by the hosiery company from Brescia. Dalla calza al total look. La collezione uomo e donna DèPio Haute è la risultante di quasi 70 anni di storia nel mondo della calzetteria, trasposta in abbigliamento. L’idea è stata di Mary Chiaruttini, seconda generazione alla guida dell’azienda bresciana, che aveva il progetto ambizioso di unire la qualità del tubolare all’utilizzo decorativo di cuciture e saldature in maglia, fil rouge della prima collezione, al via con la prossima primavera-estate. La linea presenta prezzi medi sell in intorno ai 200 euro e sarà venduta, oltre che in Italia, nel resto d’Europa, in particolare Germania e Benelux, e nel Far East, dove DèPio è conosciuto per la calzetteria.

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Si presenta come la start up che veste i Millennials, grazie a «abbigliamento di qualità a prezzi accessibili», come sottolineano i fondatori, i fratelli Edoardo e Carlo Danna e il padre Fabrizio (founder, nel 2001, del brand Jaggy), cui si è aggiunto Francesco Sama. La loro mission? Niente loghi, niente negozi, niente agenti. Solo vendita online. Accanto a camicie, T-shirt, maglie e pantaloni passe-partout, la forza di Tela Blu è il prezzo accessibile, oltre a spedizioni e resi gratuiti e allo strumento di misurazione Virtusize, sviluppato in Svezia, per bypassare l’ostacolo della mancata prova del capo. Recentemente i soci hanno chiuso un round di investimento privato di 300mila euro, finalizzato a supportare lo sviluppo in ambito operations, marketing digitale e risorse umane.


THE DAILY INTERNATIONAL FASHION BUSINESS NEWSLETTER. THE SPIN is the daily sum-up of fashion business news happening around the globe, well curated and carefully selected from all leading global news sources by TextilWirtschaft’s NYC office staff.

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CARRERS A CURA DI ANDREA BIGOZZI

Un ex eBay guiderà il digital di Kering

Nuovo ceo Nord America per Dolce&Gabbana

Kering named Grégory Boutté chief client and digital officer. The former eBay executive will report directly to managing director Jean-François Palus.

Dan Rothmann was appointed president and CEO North America of Dolce & Gabbana.

Il digitale è sempre più strategico per i gruppi del lusso, come dimostra Kering, che ha appena reclutato Grégory Boutté, ex executive di eBay, per posizionarlo a capo delle attività digitali. Boutté è stato nominato chief client and digital officer a partire da dicembre. L’esperto 43enne di nuove tecnologie non aveva mai lavorato nel mondo del lusso, ma questa scelta non sorprende: anche Lvmh circa un anno fa aveva strappato ad Apple Ian Rogers, guru della musica in streaming, per cavalcare il business online. Boutté ha iniziato a lavorare in Procter & Gamble a Parigi, prima di migrare nel settore high-tech, entrando nel 2000 a far parte da iBazar. In seguito viene promosso general manager di eBay France, passando poi a gestire eBay Europe e, successivamente, le divisioni eBay Motors and Electronics in California. Nel 2013 trasloca da Sidecar e nel 2015 da Udemy, una start-up di corsi online per studenti. Boutté - che riporterà a Jean-François Palus, managing director di Kering e diventerà membro dell’executive committee - gestirà lo sviluppo di e-commerce, crm e data management.

Nuova nomina ai vertici di Dolce&Gabbana: dal 27 novembre Dan Rothmann è in carica come presidente e ceo del gruppo in Nord America. Per lui è un ritorno nelle fila della griffe. Subentra a Tina Bhojwani, che ha ricoperto questo ruolo per un biennio. Rothmann era già stato in Dolce&Gabbana dal 2004 al 2010, come vicepresidente delle vendite di D&G North America. Dal 2010 al 2014 l’executive ha lavorato ai vertici di Staff International come vicepresidente Sales & Retail, per poi trascorrere il triennio 2014/2017 in Chloé come brand president Americas.

A Stefania Vismara la direzione generale di Camera Moda Stefania Vismara, a former manager of Condé Nast, was appointed managing director of the Italian Fashion Chamber.

Stefania Vismara è il nuovo direttore generale della Camera Nazionale della Moda Italiana. Vismara, già direttore executive di Condé Nast, è entrata a far parte dell’organico dell’associazione l’1 dicembre. «Questa scelta - fanno sapere dalla Camera della Moda - si inserisce nel progetto di potenziamento della struttura, in funzione dei piani di sviluppo dell’associazione». L’incarico che Vismara è andata a ricoprire era vacante dal gennaio 2015, quando Giulia Pirovano aveva lasciato Cnmi per entrare a far parte del team di executive di Istituto Marangoni.

Chanel: Corinne Berrios a capo dell’Italia Chanel has announced the appointment of Corienne Berrios as CEO of Chanel Italy. In the past she was responsible of operations in Benelux for the French maison. .

Cambio ai vertici di Chanel Italia. Corinne Berrios è il nuovo amministratore delegato della filiale italiana. La manager - che prende il posto di Pierre Yves Wecxsteen chiamato a diventare direttore generale moda Europa - era già all’interno della società francese, nel ruolo di a.d. per il Benelux. Nel passato esercizio fiscale, la holding che controlla la maison parigina ha registrato vendite per 5,67 miliardi di dollari (circa 4,7 miliardi di euro), in calo del 9% rispetto all’esercizio precedente.

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Cadwallader al posto di Koma chez Mugler After four years at the helm, David Koma is stepping down from his position at Mugler. His replacement is Casey Cadwallader.

Dopo quattro anni si interrompe il sodalizio tra David Koma e Mugler. Lo stilista lascia la poltrona di direttore creativo, per concentrarsi sul marchio eponimo. Al suo posto arriva l’americano Casey Cadwallader (nella foto). Ex Narciso Rodriguez e Loewe, Cadwallader più recentemente si è dedicato alle collezioni donna di Acne Studio. Lo stilista debutterà per Mugler con la collezione autunnoinverno 2018/2019.



PORTRAITS

SEBASTIAN SUHL

TORNA IN ITALIA E SI PARLA DI IPO: NEL 2018 TOCCHERÀ A VALENTINO? Ha contribuito al processo di quotazione di Prada mentre l'Ipo di Marc Jacobs, che in parte ha ristrutturato, è rimasta un'ipotesi. Ora sarà la volta di Valentino? Si vocifera della seconda metà del 2018 (mercati finanziari permettendo) DI ELISABETTA FABBRI

In 2011 Sebastian Suhl assisted at the debut of Prada on the of Hong Kong Stock Exchange. Now, that he left Marc Jacobs for Valentino, people speculate that the brand owned by Mayhoola could be one of the 2018 fashion listings.

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a recente nomina di Sebastian Suhl a managing director of global markets di Valentino ha fatto subito riaffiorare i rumors di un possibile ritorno in Borsa della maison e ora si vocifera della seconda metà del 2018, come probabile periodo per il listing, anche se molto dipenderà - come sempre in queste operazioni - dall'andamento dei mercati finanziari. Per certi versi la storia si ripete: si parlava di quotazione anche quando, nell'estate del 2014, Suhl classe 1969 - fu chiamato alla guida della Marc Jacobs, controllata dal gruppo francese Lvmh. Il progetto a tutt'oggi non si è concretizzato, ma Suhl ha compiuto una serie di passi significativi nell'ottica di ristrutturare la fashion house americana. In primis il taglio della diffusion line Marc by Marc Jacobs (sul mercato dal 2000), ma anche la chiusura di alcuni store, il ridimensionamento dello staff europeo e l'ampliamento della forchetta di prezzo dell'offerta. Con lo scadere della licenza all'italiana Staff International, anche per il menswear di fatto c'è stato uno stop. Non è noto cosa l'abbia portato alla decisione di abbandonare questo percorso di riassetto del marchio creato, e ancora partecipato,

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un precedente matrimonio - aveva guidato per circa due anni e mezzo Givenchy (altro brand in capo a Lvmh), ma la sua esperienza più lunga e diversificata nella moda è stata in Prada, che lo ha assoldato nel 2001 come general manager per la Francia per poi nominarlo ceo per l'Asia-Pacifico (dal 2005 al 2009) e promuoverlo a global chief operating officer. Ruolo che aveva quando, a inizio 2012, è uscito dal gruppo milanese, non prima di avere vissuto in diretta l'esperienza della quotazione della società alla Borsa di Hong • Nasce a New York nel 1969 Kong. Per questo quando Suhl • Nel 1989 consegue la laurea in Economia Politica arriva da qualche parte si coal Colorado College mincia subito a parlare di Ipo • Nel 1993 completa il master in Business Administration (Initial public offering). L'incaalla Esade Business School di Barcellona rico in Valentino sarà effettivo da gennaio 2018 e da quella data • Inizia la carriera nel 1992 alla Deloitte & Touche il manager riporterà direttamendi Barcellona te al ceo Stefano Sassi con il • Il suo percorso vira dalla consulenza alla moda compito di «supportare i piani nel 1997, a Parigi, con la nomina a managing director di espansione del brand e rafdella fashion house Thimister forzare la crescita a livello globale». Il marchio - di proprietà • Nel 1999 diventa director busness development di Mayhoola for Investments da Courrèges (società di investimenti ricon• Nel 2001 entra nel Gruppo Prada come general ducibile ai reali del Quatar) e manager per la Francia. Farà carriera fino a diventare sotto la direzione creativa di global coo Pierpaolo Piccioli - ha chiuso • Nel 2012 è nominato ceo di Givenchy il 2016 superando il miliardo di euro di giro d'affari, in crescita • Nel 2014 torna a New York per guidare la fashion del 13% rispetto all'anno prima. house Marc Jacobs Il fatturato è quasi quintuplicato • Nel gennaio 2018 assume la carica di managing nei dieci anni sotto la gestione director of global markets di Valentino di Sassi, che in un'intervista sulla stampa finanziaria ha detto: «Non mi dispiacerebbe crescere di 100 milioni l'anno». Di lui si dice che dal designer Marc Jacobs (di cui però è potrebbe passare alla guida degli investinota la fama di spirito ribelle). Il passagmenti nel fashion di Mayhoola (oltre a Vagio alla Valentino lo porta anche ad ablentino, Balmain, Pal Zileri e una quota bandonare di nuovo la sua terra natale per di Anya Hindmarch). A quel punto il perriavvicinarsi all'Europa e all'Italia. Prima corso di Suhl nella casa di moda romana di raggiungere la Marc Jacobs, infatti, il potrebbe prendere un'altra direzione. ■ manager - sposato, tre figli, di cui uno da


Q&A A cura di ALESSANDRA BIGOTTA

stilista, designer, artista

jean-charles de castelbajac

«Icona? Piuttosto un attivista dello stile, pronto a rimettersi in gioco» Jean-Charles de Castelbajac, a limitless creative. One of his latest works is a new capsule collection with Rossignol, but he is ready to come back on stage with a project of his own. La considerano un’icona: ma lei come si definisce? Mi sento un’attivista dello stile. Nella parola “icona” perdo il senso essenziale della mia vita, che è fatta di Energia e Futuro. Recentemente ho ritrovato le mie idee, le grafiche, i colori, i concetti come fonti di ispirazione anche di marchi e stilisti famosi, ma il modo in cui vengo copiato è obsoleto. L’arte, la moda: vecchie idee, corrotte dall’eccesso di marketing. Oggi io sviluppo lo stile e la tecnologia, il fashion e l’ecologia, il design e il riciclo, in una fase entusiasmante. Qual è stato per lei un momento clou? La genesi, a 17 anni, con la prima collezione insieme alla mia straordinaria madre. Volevo rompere le regole, creare un’anti-moda, con materiali “rubati” in giro, linee all’insegna di uno sportswear futuristico. Wwd mi ha definito “l’uomo sulla luna” ed è stato incredibile lavorare per Max Mara, Gilmar e Iceberg con i miei cartoon per maglie entrate nella storia, Ellesse e Starpoint: gli imprenditori italiani sono gli unici al mondo che sanno trasformare la creatività in un concept di successo. Ecco perché voglio trovare da voi un nuovo partner per i miei progetti. Il momento più alto per me è stato quando ho disegnato per il Papa: ho vestito Giovanni Paolo II con i colori dell’arcobaleno e questo ancora adesso mi riempie di emozione. Ma ricordo anche le collaborazioni con Mapplethorpe, Keith Haring, Lady Gaga, Jay Z e molti altri. Ha origini nobili: un privilegio o altro? L’anno scorso abbiamo celebrato i 1.000 anni della nostra famiglia: sono il Marchese de Castelbajac, il Capo delle Armi, ma questo non è un vantaggio. Anzi, rappresenta il dovere di essere umili e trasformare i valori del passato in linee guida per le generazioni future. Quando ho mosso i primi passi nella moda, un mondo legato all’apparenza, mi sono impegnato a non dimenticare i miei antenati e ciò per cui avevano lottato. Loro avevano una spada e io una matita,

sono un aristocratico, come il mio amico Emilio Pucci. Tra l’altro uno dei miei antenati, soprannominato il “cavaliere verde”, era capitano a Pescara durante le guerre italiane nel 1517: è sepolto lì e anche per questo mi sento un po’ figlio del vostro Paese. Lei è uno street artist ante litteram: da cosa nasce questa passione? Dall’incontro con Jean-Michel Basquiat e Keith Haring: osservarli al lavoro è stato per me un ritorno alle origini dell’arte come resistenza al sistema globale della società. Disegno angeli con un gessetto in tutto il mondo ormai da 20 anni. A più di 65 anni è anche un influencer... Instagram è la mia finestra sul mondo: curo i post seguendo l’intuizione, la poesia. Non è l’età che conta ma la sfida, la capacità di concepire immagini creative, un modo di comunicare che ha a che fare con il subconscio. Di recente è stato a Milano per presentare una nuova capsule con Rossignol: cosa la lega a questo marchio? Rossignol è la migliore realtà dello sci che ci sia, un marchio iconico. La mia sfida? Proiettarlo nel futuro. Amo la dimensione modernista delle collezioni frutto della nostra intesa: siamo i migliori, creativi e “über-functional”. Progetti per il futuro? Dare vita a un concept nuovo: sono due anni che non faccio uno show ed è ora di tornare in pedana. Penso a una collezione all’insegna di uno stile globale: sono pronto a lanciare la mia “Ré-evolution”. Mi piacerebbe anche assumere la direzione artistica di un marchio italiano. 68 anni sono un buon numero per un cambiamento, per partecipare alla small marathon di New York o semplicemente andare a vedere come sarà la mostra Heavenly Dressed al Met, sempre a New York, dove saranno esposti da maggio molti dei miei lavori. ■

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PEOPLE DI CARLA MERCURIO

MELISSA SATTA

«DA QUANDO È NATO MADDOX LA MIA VITA È CAMBIATA» Model, actress, tv conductor and, recently, also a designer of Changit, her own swimsuit line, Melissa Satta, super-influencer with three million followers, is a very busy woman. But since her son Maddox was born, her priorities have changed. Showgirl, modella, attrice, Melissa Satta ama mettersi continuamente in gioco. Per lei, che la moda la interpreta da anni come testimonial e sulle passerelle, è il momento di dare corso alla creatività. Beachwear e scarpe: questi i terreni di sfida, con Changit by Melissa Satta (nella foto), una collezione di beachwear, e con Bata, con cui ha realizzato una capsule. «Mi sono divertita tantissimo in entrambi gli ambiti - racconta a Fashion -. Il costume da bagno è fondamentale per l’estate e io da sarda lo so benissimo. Per questo ho realizzato una proposta di costumi e copricostumi articolata in più mood, che ho voluto dedicare a un pubblico ampio. Ragazze di 14 anni e le loro mamme, donne super slim e altre meno in forma: tutte possono trovare il capo adatto. E poi c'è la garanzia di un'azienda

GIULIA VALENTINA

«SE SONO UN’INFLUENCER DOVETE DIRMELO VOI» Giulia Valentina, 27 years old and 342,000 Instagram followers strong, is an influencer and content creator greatly appreciated for her spontaneity and liveliness. Now she aims to work in the tv world. Lifestyle writer per grazia.it, Giulia Valentina si è fatta notare dal grande pubblico per la love story con Fedez, prima dell’era Ferragni. Nata a Torino, laureata in Economia alla Cattolica di Milano, Giulia (tra i premiati al Digital Influencer Day organizzato dal nostro magazine Fashion, in collaborazione con la Camera di Commercio Italo-Tedesca) è molto apprezzata dai suoi seguaci per la spontaneità e la simpatia. La sua grande sfida, oggi, è farsi strada nel mondo della televisione. Si definisce un’influencer? Devono dirlo gli altri, non amo dirmelo da sola. L’attività principale a cui mi dedico è content creator. Ho sempre scritto articoli su grazia.it. Instagram è importante perché fornisce contenuti immediati, ma è anche strategico avere una piattaforma dove approfondire gli argomenti che ci appassionano. Per questo per me è importante collaborare con Grazia. Cosa la contraddistingue rispetto alle altre influencer? Il mio profilo è diverso dagli altri perché ogni ragazza è diversa da

come Giorgio, realtà già sul mercato da tempo con il brand F**K». Anche le scarpe sono una passione di Melissa: «Per il giorno adoro le sneaker super-comode di Nike ma la sera non toglietemi il tacco 12». Non a caso Bata l'ha scelta come icona: prima, nelle scorse stagioni, come testimonial, e quest'inverno come stilista per una special capsule: «Un'idea vincente - racconta -. La qualità delle scarpe è ottima, le ho regalate anche alle mie amiche e stanno avendo ottimi riscontri». Dalle calzature ai gioielli, il volto di Melissa spicca sulle pagine dei giornali, illuminato dai gioielli di Stroili, che l’ha scelta come testimonial per la nuova campagna. Con 3 milioni di follower su Instagram, Melissa è un’influencer a cui le aziende si affidano a colpo sicuro. Un volto televisivo apprezzato, da anni sotto i riflettori nella tramissione calcistica Tiki Taka su Italia 1, che va in onda tutti i lunedì per nove mesi l’anno. Ma anche una donna molto impegnata nella vita privata, che si divide tra Milano e Francoforte, dove suo marito Kevin Prince Boateng è centrocampista nell’Eintracht Francoforte. Dalla loro unione è nato Maddox, un bambino di tre anni e mezzo. «Da quando c'è lui la mia vita è cambiata. Oggi è il mio punto di riferimento, anche se il lavoro mi porta spesso via da casa. Per fortuna ho un marito meraviglioso e molto presente».

un’altra. Io sono curiosa, ironica, sarcastica, mi piace far ridere. Come definirebbe il suo stile? Non saprei. Sono una persona che nella scelta dei vestiti però non si affida mai al caso. Compro sempre negli stessi negozi e mi piace affidarmi alle commesse, che mi conoscono bene e sanno consigliarmi. Di recente ha collaborato con Coccinelle, personalizzando una borsa (nella foto). Come è nata questa liaison? Coccinelle è stato il primo brand in assoluto con cui ho collaborato tre anni fa. In un momento in cui “giocavo” solo sui social, mi hanno contattata e fatto capire che la mia creatività e la mia comunicazione avevano un valore reale e potevano essere usate nel mondo del lavoro. Per questo, oltre ad apprezzare le loro borse, provo un grande affetto per l’azienda che mi ha sempre sostenuta. Ha fatto altre collaborazioni stilistiche? Di recente ho collaborato con Melidé, marchio di T-shirt ricamate a mano da alcune ragazze di Roma, che vogliono sensibilizzare i consumatori sul diritto al lavoro delle donne e sull’importanza di scegliere capi etici. Hanno realizzato per me tre modelli di T-shirt con delle frasi che le mie follower conoscono bene e che ho commercializzato su Depop. Che progetti ha per il futuro? Scrivere di più e magari trovare uno spazio in televisione.

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RED CARPET A CURA DI CARLA MERCURIO

LA PERLA A NEW YORK

GWYNETH PALTROW, STAR AL LOBSTER

Per festeggiare la pre-fall 2018 del ready-to-wear femminile, disegnata dalla direttrice creativa Julia Haart, La Perla ha organizzato uno special dinner a The Lobster Club, a New York, nuovo esempio di design firmato da Peter Marino. Un evento per pochi, selezionati ospiti, tra cui ha brillato la stella di Gwyneth Paltrow, vestita con una giacca di lana stretch illuminata da una cintura ricamata con cristalli Swarovski. La brasserie di ispirazione giapponese sulla 53esima strada ha fornito l’ambientazione per il défilé: sotto i riflettori una collezione che mixa l’estetica bizzarra di Gaudì con i mosaici del sesto secolo custoditi a Ravenna. Presentata per l’occasione anche la prima collezione Haute Couture Uomo, che amplia l’offerta della linea menswear.

Gwyneth Paltrow, special guest all’evento

La direttrice creativa di La Perla, Julia Haart, posa con i modelli

Le modelle presenti al défilé organizzato a New York da La Perla indossano i capi della collezione pre-fall 2018

Jessica Joffe, Waaris Ahluwalia, Laura de Gunzburg

Calu Rivero, Praya Lundberg, HoYeon Jung

CARACTÈRE

CARLO PIGNATELLI

RITORNO DI FIAMMA

A RITMO DI VALZER

Forte di un nuovo concept inaugurato in piazza della Scala, Caractère rilancia su Milano. In occasione del vernissage, allietato dall’esibizione della “cantafiorista” Rosalba Piccinni, è stata lanciata la capsule Caractère Heritage, che si compone di 12 capi e tre accessori, rigorosamente made in Italy.

Anche le giovanissime sempre connesse sognano di rivivere il rito del debutto in società. A 30 fortunate la Reggia Sabauda ha aperto la Galleria Grande della Venaria Reale per una serata charity, con gli abiti realizzati da Carlo Pignatelli. Una serata a ritmo di valzer, accompagnate da cavalieri in alta uniforme.

La “cantafiorista” Rosalba Piccinni

Il nuovo store Caractère in piazza della Scala

Hans Hoegstedt,Giuseppe Miroglio,Stefano Depentor

La modella Svetlana Shashkova

Gli ultimi ritocchi all’abito per il ballo

Carlo Pignatelli con tre delle 30 giovani selezionate

Le debuttanti con gli Allievi Ufficiali dell’Accademia di Livorno

To celebrate the launch of its women’s pre-fall 2018 ready-to-wear, designed by creative director Julia Haart, La Perla organized a special dinner at The Lobster Club in New York. An event for few, selected guests, including the special guest, actress Gwyneth Paltrow. Under the spotlight a collection that mixes the bizarre aesthetics of Gaudì with the sixth century mosaics in Ravenna and, for the first time, the debuting Haute Couture Menswear collection, which expands the brand’s menswear range. After ten years Caractère opened a new home in Milan, inaugurating the store in piazza della Scala. During the vernissage, the Caractère Heritage capsule was launched: 12 garments and three accessories, rigorously made in Italy. Even young, always connected girls dream of living again the ritual of the debut in society. For 30 lucky ones the Reggia Sabauda opened the Great Gallery of Venaria Reale for a charity evening, with clothes made by Carlo Pignatelli.

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