Flip page fa n 11 2017

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Anno 48 | N° 11 del 23.10. 2017 | quindicinale | € 5,50 | www.fashionmagazine.it

E H I S SI D GL IN EN ION RS VE

Il magazine di news, business e trend

Kickstarting the

System Come negli Anni Ottanta, Milano è di nuovo motore dei cambiamenti in atto nelle fashion week

Nella foto: Moschino



N° 11 23 OTTOBRE 2017

SOMMARIO

www.fashionmagazine.it

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L’EDITORIALE

PROTAGONISTI

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HANS HOEGSTEDT MIROGLIO FASHION

«Si deve giocare per vincere»

BUSINESS

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12 WOMEN’S FASHION WEEK Avanti tutta con il future heritage 18 ANTONIO D’ANNA/KRIZIA «Anche la gen z scoprirà Krizia»

In copertina

Gigi Hadid indossa un modello di Moschino per la primavera-estate 2018 Foto @Imaxtree

21 NORTHERN EUROPE Soffia forte il vento del nord

22 BENELUX In Benelux a caccia di esclusività

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26 DENMARK, SWEDEN, NORWAY, FINLAND

C’è del nuovo in Scandinavia

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N° 11 23 OTTOBRE 2017

SOMMARIO

www.fashionmagazine.it

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30 FIRST FASHION EDUCATION

MARKET MONITOR SUMMIT

Mani sapienti e menti aperte, così si può crescere

34 THE MICAM Qualità e glamour, ma le date dividono 36 TEXTILE MONTH Un tessile a responsabilità illimitata

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TREND

41 EDITOR’ S PICK Milan’ s #topten

72 PORTRAITS

49 READY-TO-WEAR

SPRING-SUMMER 2018

Things of love

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SPRING-SUMMER 2018

Power to women

PEOPLE CLARE WAIGHT KELLER

La prima donna alla corte di Givenchy

73 CAREERS 74 Q&A/ AMBER VALLETTA «Cambiando la moda cambiamo il mondo» 76 ENGLISH VERSION

68 WHITE SPRING-SUMMER 2018 Più internazionale, ma l’estero cerca l’essence of Italy 70 SUPER SPRING-SUMMER 2018 Basta un twist 71 THEONEMILANO

Nuove declinazioni dell’haut-a-porter

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SPRING- SUMMER 2018

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Il sistema mondiale delle sfilate di moda sta vivendo un momento molto interessante. Da un lato, come è noto, alcune tra le maison più importanti stanno focalizzando i loro sforzi su sfilate co-ed, unificate tra uomo e donna, massimizzando il loro effetto mediatico e comunicativo. Dall’altro, su scala internazionale, assistiamo alla nascita di una pletora di fashion week locali, anche galvaniche ed effervescenti, con tanto di corredo di passerelle, che da Seoul a Copenhagen, passando per Tokyo e Tel Aviv, stanno inevitabilmente attraendo parte della luce dei riflettori su di sé. In questo contesto altamente competitivo il ruolo delle quattro capitali storiche del fashion system, che per ordine di importanza sono Parigi, Milano, New York e Londra, si trova per forza di cose messo in discussione. A farne le spese sono più che altro le due metropoli anglosassoni. Sembra quasi passare il mantra che presenziarvi sia importante solo per imporsi sui due relativi mercati che, per quanto strategici, non sembrano più garantire una vera visibilità mondiale a chi non abbia mezzi ingenti. Premesso che il dinamismo cosmopolita delle due città continua a essere un’imprescindibile fonte di ispirazione per tutti, le dimensioni minori delle due kermesse non le favoriscono. La sfida per il primato si svolge dunque più che mai tra Parigi e Milano. Per quanto riguarda la massa critica, si tratta di una partita decisa in partenza: l’heritage storico e il mastodontico peso commerciale di colossi quali Louis Vuitton, Chanel, Dior ed Hermès fanno inevitabilmente pendere l’ago della bilancia verso Oltralpe. In un contesto mutevole e in rapida evoluzione bisogna però anche mettere in conto il fattore dell’innovazione. Ed è in questo ambito che Milano sta facendo registrare un importante colpo di reni. Per la potenza virale del loro messaggio le maison sembrano per tanti versi essere tornate all’effervescenza degli Anni Ottanta. In un mondo in cui fare affidamento sui soli media tradizionali non è più sufficiente, iniziative come il “secret show” di Dolce&Gabbana, il revival delle storiche top da Versace, l’invasione di Piazza Affari da parte di Ferragamo, nonché tutto ciò che ha contribuito ad abbattere le barriere tra moda e città come Milano XL, il party di Vogue e la Green Carpet Initiative sono stati dei veri e propri toccasana. È assolutamente questa la via da percorrere. Quando sono l’agilità e l’inventiva che contano, l’Italia non ha eguali.

L’EDITORIALE

Prova di forza

In a very competitive global environment, the fashion weeks of Paris and Milan are strengthening their relative positions. While the French capital is banking on its undisputable historic heritage and sheer commercial weight, the Italian powerhouse is betting on innovative formats. With agility and inventiveness, this is the way to go and may well be the beginning of a winning streak.

Marc Sondermann

Direttore/Editor-in-Chief

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INTERVIEW

HANS HOEGSTEDT/MIROGLIO FASHION

«SI DEVE GIOCARE PER VINCERE» Da quando è entrato in campo come ceo di Miroglio Fashion, nell’ottobre 2016, Hans Hoegstedt ha subito giocato in attacco, convincendo la famiglia a sposare il suo piano industriale, con un investimento complessivo di oltre 40 milioni di euro. A circa a un anno di distanza, racconta al nostro giornale la sua sfida. E di come intende spuntarla. «Perché se si gioca, si deve giocare per vincere»

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DI ANGELA TOVAZZI

Since October 2016 Hans Hoegstedt has been the new CEO of Miroglio Fashion, a macro-division of the Piedmontese Miroglio group with brands such as Motivi, Elena Mirò, Oltre and Caractère. Digitalization, customized service, brand identity and multichannel approach are the assets of his strategy, in order to relaunch a company with 70 years of history. 1 4

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vedese trapiantato in Piemonte, 49 anni, una buona dose di carisma, grande passione per la moda e un pedigree professionale come manager in big company quali Fiat Auto, Coca-Cola e Prysmian Group, Hans Hoegstedt è da quasi un anno la nuova “punta” di Miroglio Fashion, la terza più grande azienda di abbigliamento donna in Italia (fonte Euromonitor). Una discesa in campo, la sua, a gamba tesa: poco dopo l’insediamento si è presentato alla famiglia - la quarta generazione - con l’ambizioso progetto retail “300 in 300” (ergo 300 negozi in 300 giorni sul mercato italiano ed europeo), primo step di un piano di riassetto per cambiare pelle a una realtà imprenditoriale che nel 2017 ha tagliato il traguardo dei 70 anni di storia. Una prima azione sfociata in un goal: i vertici l’hanno sostenuto, facendo propria la sua spinta innovativa e accettando l’onere di uno sforzo economico di oltre 15 milioni di euro per il rinnovamento

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dei punti vendita, seguito da altri investimenti in marketing e IT, per 40,8 milioni complessivi. Digitalizzazione, strategie eco-friendly, customizzazione del servizio, identità di marca e approccio omnicanale sono diventati il nuovo mantra e il lessico in uso tra i dipendenti del gruppo, che hanno iniziato a usare Workplace (la versione business di Facebook) e stanno prendendo confidenza con strumenti 4.0 come le “casse intelligenti” e le “etichette traccianti”. Insomma, una rivoluzione.

glia a spendere dei soldi è stata una scommessa, ma quando si decide di giocare, si deve giocare per vincere. Perché se giochi per non perdere, è probabile che perderai. Morale, a febbraio era già pronto il nuovo concept. E ormai, con l’inaugurazione degli store Elena Mirò e Caractère in piazza della Scala a Milano, siamo arrivati a quota 200. A novembre, quando completeremo il tour, forse superemo anche il traguardo pattuito dei 300.

A che punto è il restyling dei negozi? Riuscirà a mantenere le promesse? Il progetto “300 in 300” è quello di cui sono più orgoglioso. Ricordo che era il 16 dicembre quando l’ho presentato, un mese e mezzo dopo il mio arrivo. Ero e resto sicuro che per dare un segnale tangibile della svolta si dovesse partire dagli elementi fisici: il prodotto e il negozio. Convincere la fami-

La virata, diceva, c’è stata anche sul prodotto... Il lavoro sul posizionamento dei diversi brand è uno dei pilastri della nostra strategia di rilancio, insieme alla riorganizzazione dei talenti e delle competenze interne all’azienda e alla ridefinizione del retail concept, con un focus sulla shopping experience. La capsule Smart Couture by Francesco Sco-


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1. Hans Hoegstedt, ceo di Miroglio Fashion: nel 2016 il fatturato è stato di 513 milioni e per il 2017 è prevista una crescita del 5% 2. Il nuovo flagship Elena Mirò in piazza della Scala a Milano 3. La campagna Smart Couture di Motivi 4. Il manager con Vanessa Incontrada, in occasione della presentazione della capsule per l’autunnoinverno 2017/2018 5. Foto di gruppo alla sfilata Elena Mirò 6. Un outfit Caractère

gnamiglio per Motivi rappresenta un esempio del nuovo percorso, che ha l’obiettivo di marcare l’identità, specifica e distintiva, di ciascun marchio e di creare sogni. In questa direzione vanno anche le collaborazioni con Vanessa Incontrada per Elena Mirò e Noemi per Fiorella Rubino. I risultati già si vedono: tanti retailer del segmento premium vengono da noi, dimostrandoci il loro interesse. E le consumatrici? Come le conquistate? Per noi è cruciale non parlare ai consumatori ma con i consumatori, cercando di creare realazioni e intimità autentiche. Vogliamo capire dove stanno andando le nostre clienti e stare insieme a loro. Nei nostri negozi si devono sentire come a casa: accolte, seguite, coccolate.

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Oltre ai quasi 1.200 monomarca fisici, avete però oltre 2.400 clienti wholesale e il vostro e-commerce. Come gestite questa identità multichannel? Questa è la nostra sfida, ma anche un’opportunità. Stiamo iniziando a fare una vera regia tra i canali, puntando a una totale fluidità e coerenza. Ormai il 70% delle nostre clienti va online prima di comprare in negozio e noi ci stiamo adeguando a questi cambiamenti nel comportamento d’acquisto, con forti investimenti in chiave 4.0. Basti pensare che disponiamo di un magazzino unico, visibile da tutti, e che grazie a Workplace siamo in contatto con l’intera rete. Siamo tra le prime aziende italiane ad avere adottato questo tool di Facebook, che promuove la condivisione e la circolazione delle idee: stiamo creando una sorta di intelligenza collettiva, orizzontale e senza gerarchie, che genera effetti positivi sull’efficienza e sull’engagement delle persone. Non solo. Stiamo migliorando le performance del network commerciale con l’introduzione di strumenti innovativi come le “casse intelligenti”, sviluppate in partnership con Oracle, per generare nuove

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modalità di totale integrazione tra canale offline e online, e di un sistema di tracciatura dei singoli prodotti attraverso l’etichettatura con chip Rfid. Abbiamo anche messo a punto il “Borsino”, che combina intelligenza artificiale e l’esperienza del personale di vendita, per il riassortimento del magazzino centrale e lo scambio dei capi tra negozi. E stiamo finalizzando la nuova piattaforma di e-commerce grazie al supporto di Salesforce Commerce Cloud, uno dei più grandi operatori mondiali del settore. Come pensa di competere con colossi come Zara o H&M? Differenziandoci. Pensiamo possa esistere un’alternativa alla massificazione imperante del fast fashion. Noi puntiamo su un prezzo affordable, ma anche sulla qualità e su un prodotto distintivo. Offriamo il sogno, senza bisogno di spendere una fortuna. ■ 23_10_2017

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NEWS A CURA DI ELISABETTA FABBRI

IN NOVEMBRE TORNA LA CEO ROUNDTABLE DI FASHION Fashion magazine is organisig its Ceo Roundtable 2017. The event is scheduled for the 9th of November in Milan, at the Four Season hotel.

La SpringSummer 2018 di Christian Dior Couture

LUSSO

PRIVATE EQUITY

LVMH OLTRE LE STIME NEI NOVE MESI

IL MISTERO DEL VALORE DI SUPREME ($1 MLN)

Lvmh recorded a 14% increase in revenue, reaching €30.1 billion for the first nine months of 2017. The performance includes the impact of of Dior Couture’s integration.

In the Carlyle Group deal, Supreme has been valued around the $1 billion. The fashion system have questions about it, even because revenue is expected at $100 million.

I ricavi a nove mesi di Lvmh sono aumentati del 14% a 30,1 miliardi di euro (+12% la crescita organica): una performance che include l’impatto negativo delle valute e quello positivo dall’integrazione di Christian Dior Couture, finalizzata in luglio. Nel terzo trimestre, in particolare, il gruppo proprietario di marchi come Louis Vuitton, Fendi (nella foto, la recente sfilata per la primavera-estate 2018) e Loro Piana ha totalizzato 10,4 miliardi di giro d’affari (+12% la crescita organica) mentre gli analisti avevano previsto 10,2 miliardi. Anche nel quarter tutte le attività hanno mostrato tassi di incremento a due cifre, eccetto i vini e i liquori (forse non è un caso che da settembre la divisione abbia un nuovo boss, Philippe Schaus, proveniente dall’operatore del travel retail Dfs-Duty Free Shop). Il settore più dinamico, nel periodo, è stato quello dei profumi e dei cosmetici (+17% organico). La moda ha registrato un +13% a 3,9 miliardi di euro. A breve distanza dalla pubblicazione dei risultati, gli analisti di Invest Securities hanno confermato il giudizio “da acquistare” sul titolo Lvmh, alzando il target price da 256 a 265 euro per azione (240 euro il prezzo in Borsa mentre scriviamo). Bernstein ha spostato l’obiettivo da 255 a 270 euro, confermando il giudizio “outperform”.

Solo in ottobre si è appreso che la società di private equity Carlyle tre mesi prima aveva comprato il 50% di Supreme per 500 milioni di dollari. Ne risulta una valorizzazione del marchio dello streetwear di culto di un miliardo di dollari: cifra su cui in molti si stanno interrogando, anche perché si parla di ricavi stimati a 100 milioni di euro. Il business parte nel 1994, quando James Jebbia apre un negozio a Manhattan per gli appassionati di skate. Si dice che il marchio sia riuscito a mantenere un’allure di esclusività e una dimensione di nicchia, senza assimilarsi al mainstream, tanto da meritarsi l’appellativo di “Chanel dello streetwear”, dopo un articolo di Vogue del 1995. Numerose le collaborazioni che hanno rafforzato l’identità della label nel tempo, con artisti (tra gli altri Jeff Koons, Damien Hirst e Takashi Murakami), musicisti, designer e fotografi. A dare un’accelerata al prestigio di Supreme è stata anche la recente collaborazione con Louis Vuitton - arrivata dopo partnership con Stone Island, Vans, Lacoste e Schott e venduta, si dice, a cifre record. Una ricerca semestrale pubblicata in ottobre da Piper Jaffray sulle abitudini di consumo degli adolescenti americani rivela per la prima volta un calo di interesse per un marchio come Nike e un aumento per label come Supreme, ma anche Vans, Adidas, Puma e New Balance.

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Appuntamento da non perdere in novembre con Fashion, per fare il punto della situazione sulla digital innovation. La nostra testata organizza per il giorno 9, all’hotel Four Season di Milano, la Ceo Roundtable 2017 con lo slogan “Empowering the enterprise for change” (anticipata da un dinner la sera dell’8). All’avvio il direttore di Fashion e moderatore della tornata di talk, Marc Sondermann, presenterà i Fashion Innovation Awards. Seguirà un primo panel di discussione sul tema dell’innovazione con le esperienze di Hans Hoegstedt (da un anno circa alla guida di Miroglio Fashion), Marco Palmieri (ceo di Piquadro), Claudio Giuliano (managing partner di Innogest, venture capital che investe nei campi Ict/digital e medicale) e Ingo Heinrich (ceo della piattaforma social-shopping stylefruits.com). Un secondo momento di approfondimento è dedicato a come il lusso può modernizzare il modello di business. Attesi tra i relatori Andreas Schmeidler (presidente del department store di Mosca Tsum) e Fabio Gnocchi (al vertice di Aspesi). L’evento è sponsorizzato, tra gli altri, da Keros (e-commerce solutions), Astound Commerce (provider di servizi per il digital commerce) e Mapp Digital (digital marketing).

È LA CINA L’AREA DOVE IL LUSSO CHIUDE PIÙ STORE China has recorded the highest number of luxury stores closures between July 2016 and July 2017, as a Bernstein global report shows. Secondo i ricercatori di Bernstein, la Cina è il territorio interessato dal maggior numero di chiusure di boutique da parte di marchi del lusso. Gli analisti hanno contato 62 chiusure nel periodo fra luglio 2016 e luglio 2017: il valore più alto, esaminando i mercati più significativi per i beni di alta gamma. L’analisi tiene conto complessivamente di 7mila punti vendita, relativi a 36 marchi tra i quali Saint Laurent, Céline e Burberry. In particolare il gruppo britannico, insieme a Dunhill, è quello che nel periodo ha abbassato più saracinesche nella Repubblica Popolare. Le ragioni sarebbero legate a una sopravvalutazione del target di riferimento e una non approfondita conoscenza del mercato.


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WOMEN’S FASHION WEEK

I BUYER A MILANO MODA DONNA

AVANTI TUTTA CON IL FUTURE HERITAGE Dobbiamo farci una domanda: per una fashion week è necessario essere faro delle tendenze? A Milano più che di trend si è parlato di eredità e loghi vintage. Anche i giovani per farcela devono diventare iconici. Con budget stabili i buyer vanno sul sicuro e comprano Gucci, «tutto facile da vendere», e i pezzi signature DI ANDREA BIGOZZI

Does a fashion week necessarily have to be a trendsetting event? In Milan, the focus was on heritage and vintage logos. Even young designers try to become icons. Buyers confirm their budgets and are playing it safe, buying signature pieces.

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ogni fashion week e ogni apertura di campagna vendita, il quesito è più o meno sempre lo stesso: che cosa compreranno i buyer? Investiranno il loro budget in capi che inseguono gli ultimi trend di stagione, oppure opteranno per i classici, magari rivisitati, che hanno fatto la storia di un marchio? In vista della primavera-estate 2018 e con budget stabili (in rialzo solo per i player online), la scuola di pensiero prevalente sembra quella di giocare la carta dell’iconicità. Praticamente tutti i compratori stranieri e italiani, pur dichiarandosi convinti da trend come le paillette, il tulle e il power color (vedi le pagine seguenti), hanno poi ammesso di aver acquistato di più i “signature piece” un po’ di tutti i brand: le borse logate di Fendi, i comics di Prada, i nuovi classici dell’era Alessandro Michele da Gucci, la lingerie-couture tutta nera e il pizzo di Dolce&Gabbana, l’intrecciato da Bottega Veneta. Non è un caso che la collezione “d’archivio” firmata Versace sia stata acclamata come quella dal più sicuro riscontro commerciale: tra i buyer

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Fendi

incontrati durante le sfilate, Sebastian Manes di Selfridges, Ken Downing di Neiman Marcus e Alla Verber di Mercury Group/ Tsum (sia per Downing che per Verber, vedi le interviste in queste pagine) si sono dichiarati letteralmente innamorati dello show, concluso da Donatella insieme alle super top model più amate da Gianni, sotto una pioggia di flash e applausi. «È sbagliato bollare certe operazioni come nostalgiche o di mera comunicazione - fa notare Silvano Vangi, head womenswear buyer di LuisaViaRoma -. Al momento di fare gli ordini quella di Ver-

sace è una collezione con non delude, con moltissimi pezzi adatti alla vendita. Altri marchi con un heritage forte, come Missoni ed Etro, dovrebbero puntare sempre di più nelle loro collezioni sull’iconicità. Stesso discorso per i brand contemporary. Nomi come Fausto Puglisi, ad esempio, si vendono quando propongono il loro stile iconico e le radici». Milano e le aziende del made in Italy fanno bene, quindi, secondo i compratori a mantenere saldo il legame con le proprie radici, anche se questa scelta può far nascere l’accusa di un calo di creatività. È successo


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SORPRESA CO-ED, SEMPRE PIÙ CONVINCENTI E BEN INSERITE IN CALENDARIO

MUST HAVE

SPRING - SUMMER 2018

Prada

Allover prints

Animalier

Versace

Missoni

La sfilata co-ed non toglie niente ai contenuti (commerciali) di una sfilata, anzi aggiunge. Ne era convinta Angela Missoni alla vigilia della prima sfilata “co-ed” del marchio che guida da 20 anni e alla prova dei fatti questo si è dimostrato vero per Missoni e per tutti i marchi che hanno optato per la sfilata unica tra cui Etro, Trussardi e Jil Sander, a cui si aggiungono Gucci e Bottega Veneta, che avevano cambiato rotta già da una stagione. «Buona la rassegna stampa, soddisfatto il team commerciale» è il commento più ricorrente tra le aziende. «Un approccio nuovo da gestire, ma con un messaggio più potente e contemporaneo» per i buyer. Non c’è da sorprendersi se tutti stanno confermando la scelta co-ed anche per la prossima stagione.

Dolce&Gabbana

Missoni, Jil Sander and Etro joined Gucci and Bottega Veneta in combined shows and the result was stronger. Maybe it’s time to change.

Etro

Gucci

Leggings

Il Bisonte

Drome

CON LE SFILATE INIZIA L’AUTUNNO CALDO DEL RETAIL

Sparkling

Marco De Vincenzo

Sono rimasti delusi quelli che nel Quadrilatero si attendevano gli opening di Hogan, Moncler e Piazza Sempione (attesi per l’autunno), ma anche questa fashion week ha regalato allo shopping milanese nuovi indirizzi, a partire dal primo monomarca di Drome (150 metri quadrati in via Santo Spirito 18). Pochi metri più avanti (stessa via ma al civico 14) ha aperto i battenti Il Bisonte. Esperimento per Marco De Vincenzo nel Quadrilatero con un temporary all’interno di Larusmiani fino a novembre.

Marni

The hot retail season in Milan starts with Drome and Il Bisonte.

Pastel power

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WOMEN’S FASHION WEEK

proprio alle ultime sfilate, con la tra le mie preferite, tornata all’esgiornalista americana Vanessa senza con abiti femminili, femmiFriedman che sulle pagine del nisti ed eccentrici». «Certo non si è New York Times si è lamentata trattato di proposte pensate escludella scarsa propensione ad innosivamente per la vendita - chiosa vare da parte dei nostri stilisti. In Peroni - ma ormai le collezioni di IN MOLTI effetti anche tra i compratori c’è maggior successo non sono le più DOVREBBERO chi, come Sebastian Manes di SEGUIRE A VERSACE commerciali in senso stretto». Selfridges, non ha esitato a defiVincono perché capaci di moderE PUNTARE AL nire la fashion week milanese nizzare l’heritage di un intero PaMASSIMO SU «not surprising» (poco sorprenese, l’Italia, Stefano Gabbana e ARCHIVIO E dente), messo però a tacere da Domenico Dolce: «Sono bravisICONICITÀ Candice Fragis di Farfetch simi e hanno avuto un’idea semSilvano Vangi (vedi intervista in queste pagine), plice quanto geniale, portare la LuisaViaRoma a cui Milano piace proprio perché couture in strada», conclude il tiè iconica. Per Gianni Peroni, titolare di G&B Negozio. Anche il tolare di G&B Negozio, con all’attivo una divampare della logomania, a Milano forse decina di luxury multibrand in Italia, una più che nelle altre capitali della moda, è il cosa è certa: gli stilisti di casa nostra sono tentativo di giocare in chiave giovane con il tornati a fare quello che sanno fare meglio. passato: Gucci, Versace e Fendi sono stati i «Basti pensare a Dolce&Gabbana e a Prada, campioni della rivitalizzazione del logo sulle passerelle, e da questa stagione anche Max Mara si è lanciata nel progetto, recuperando dal suo archivio un monogramma vintage che ha trasformato in stampa e reso protagonista in passerella. Non sfugge alle regole dell’heritage anche un rivoluzionario come Alessandro Michele. Le sue collezioni - con il classico Web e il simbolo della GG che ritorna senza sosta - sono perfette dal punto di vista del merchandising. «In sfilata si privilegia il racconto rispetto all’abito, ma MERCURY/TSUM quando si fanno gli PER VICE PRESIDENT ordini in showroom MESTIERE PENSO la musica cambia, Alla Verber pointed to the energy at the BENE DI CIÒ Milan shows, and in particular Gianvito CHE SI VENDE E perché lì trovi tutto Rossi, Gucci, Dolce&Gabbana and Cucinelli. DICO CHE CE NE ed è tutto facile da VORREBBERO vendere. Gucci non «Per me è stata una settimana davvero ALTRI 10 DI BRAND è un fenomeno: è un positiva. C’è chi dice che Milano è COME GUCCI progetto studiato noiosa ma non la penso così. Mi è nei minimi dettagli» Silvia Bini, Càos piaciuta Bottega Veneta e sono rimasta sintetizza Andrea impressionata da Gianvito Rossi e Molteni di Tessabit Dolce&Gabbana. Tra gli accessori, le a Como, tra i numerosi fan del lavoro svolto borse di Gucci saranno il best seller della da Alessandro Michele con il ceo Marco prossima stagione, così come penso che Bizzarri e il capo del merchandising Jacopo in molte torneranno a vestire Versace: Venturini. La lista degli estimatori di questo i leggings, le giacche di pelle. Anche terzetto è davvero lunga, a partire da Coco Brunello Cucinelli oggi è tra i numeri uno. Chan di Stylebop.com - «I suoi abiti sono la La delusione? Roberto Cavalli: troppo quintessenza dell’ here-and-now» -, per arrilontano dallo spirito originario». vare a Federica Cesaretti della Rinascente:

ALLA VERBER

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BILANCI: IL TREND È AL RIALZO From Dolce&Gabbana to Trussardi and N°21: the revenues are strong.

DOLCE&GABBANA A 1,3 MLD Show kolossal per fatturati kolossal. Il massimalismo delle sfilate di Dolce&Gabbana si rispecchia nei conti dell’azienda: che ha archiviato l’ultimo esercizio con vendite consolidate a quota 1,296 miliardi di euro (+9,6%) e un risultato netto pari a 80 milioni.

TRUSSARDI: RICAVI A +27% Nuovo assetto e conti in salita per Trussardi: nel 2016 i ricavi di Finos, holding azionista unica della griffe, sono cresciuti del 27,3%, a 182,2 milioni. Non solo: nel corso dei 12 mesi è cambiata la compagine societaria con Tomaso salito al 50% del capitale.

N°21 VA AL RADDOPPIO A sottolineare il momento d’oro di N°21 non ci sono solo i nuovi head quarters dove si è svolta la sfilata, ma anche i dati di vendita. Il marchio di Alessandro Dell’Acqua ha chiuso il 2016 con un fatturato di 52 milioni di euro e una crescita del 117% rispetto al 2015.


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WOMEN’S FASHION WEEK

«Le scarpe sono una bomba». Emblematica Silvia Bini, che a Viareggio dove è presente da sempre ha appena inaugurato un nuovo punto vendita, Càos: «Sono una commerciante - ironizza - e quindi penso bene di ciò che si vende. Ce ne vorrebbero altri 10 di brand come Gucci», con Michele che ha smosso un’azienda con problemi da anni. Ora tutti si chiedono se e quanto durerà il successo. «Durerà eccome - risponde sicura Matilde D’Ovidio Ratti di Ratti a Pesaro -. Gli scettici dicono che ormai Gucci fa sempre Gucci, ma in realtà stanno nascendo dei nuovi classici, che il pubblico desidera». Dopo tanto parlare di heritage, dna e moda iconica, viene da chiedersi se ci sia spazio (e quanto) per i giovani designer. «Questo è un momento d’oro per gli emergenti - osserva Silvano Vangi di LuisaViaRoma - perché mai come adesso il nuovo consumatore è pronto a investire anche su nomi poco noti». «Certo - prosegue - devono trovare il modo di essere riconoscibili». Più facile a dirsi che a farsi, anche se a questa stagione qualche caso di successo c’è stato. Primo fra tutti Attico: il brand creato da Giorgia Tordini e Gilda Ambrosio in quattro stagioni ha fatto innamorare proprio tutti e grazie alla sua anima fun&stylish è il marchio emergente più promettente per MyTheresa, Neiman Marcus, LuisaViaRoma, Tessabit e Ratti. Un altro nome che ha iniziato a passare di bocca in bocca tra i buyer e quello del poco più che trentenne Antonio D’Anna (vedi intervista a pag.18): il suo lavoro ha fatto sì che il marchio Krizia tornasse nella brand list dei top retailer, come LuisaViaRoma e Farfetch. Ma

CANDICE FRAGIS FARFETCH BUYING AND MERCHANDISING DIRECTOR

A more iconic mood: Candice Fragis praises the heritage trend at Milan Fashion Week. «Il punto di forza di Milano è il suo heritage e questa edizione lo ha dimostrato. Missoni, Etro, Versace, tutti erano impegnati con importanti anniversari e hanno dimostrato che la loro moda sa ancora far parlare. Qui il prodotto iconico vince. Anche il nuovo Gucci di Alessandro Michele ormai ha i suoi classici e insiste su quelli. C’è Krizia che sta riscoprendo il suo heritage grazie al lavoro di Antonio D’Anna: mi piace il suo modo di reinterpretare il plissé».

questa stagione l’elenco dei nomi nuovi è lungo e non scontato. «Ho curiosato nelle showroom per cercare nuove collezioni interessanti - afferma Elena Kudina, general merchandise manager di Saks Fifth Avenue ad Almaty in Kazakistan - e mi ha colpito molto Act N°1: un prodotto fantastico. Un altro marchio che segnalerei è Giuseppe di Morabito, che ha presentato una prêt-à-cou-

Versace

ture davvero innovativa». Anche uno storico del mestiere come Cesare Tadolini de L’Incontro a Modena spende parole d’incoraggiamento per i giovani: «Cosa ho visto di bello? Il nuovo Marni di Francesco Risso mi ha emozionato. Tra i nomi emergenti ci tengo a citare anche Brognano, un ragazzo che ha veramente qualcosa da dire. Romantico, fresco, delicato: lo trovo già bravissimo.

DESIGNER CINESI ALL’ASSALTO DI MILANO, IL RITORNO IN QUATTRO STAGIONI Record number of Chinese designers in Milan: for them fashion week has become an important marketing tool to build a global recognition.

Ming Yue he

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Presenze record di stilisti emergenti cinesi alla fashion week di Milano: dalla prima giornata con Angel Chen all’ultima con la sfilata collettiva degli stilisti di Shenzhen (sinistra), passando per Annakiki, Ricostru e il primo show italiano di Nexy.Co, un brand che ha portato in prima fila la top model Karlie Kloss. Un fenomeno comune a tutte le capitali della moda internazionale come New York e Parigi: sono, infatti, oltre 30 i brand di designer dagli occhi a mandorla protagonisti del fashion month dedicato alla Spring-Summer 2018. Ma per questi talenti in erba, in cerca di visibilità internazionale, vale la pena affrontare i costi di una fashion week come Milano? «Sì, se hanno la pazienza di attendere due/quattro stagioni», è il responso dei buyer che hanno assitito ai loro eventi.

Angel Chen


MUST HAVE

MSGM

SPRING - SUMMER 2018

GREEN CARPET AWARDS: PER IL BIS PIÙ PRESENZE INTERNAZIONALI The Italian Chamber of Fashion aims at a second edition of Green Carpet Award. La speranza di Camera Moda è quella di avere tra un anno la seconda edizione dei Green Carpet Awards, ma molto dipenderà dai finanziamenti governativi non ancora confermati. Nell’attesa si pensa a come migliorare gli Oscar della moda ecofriendly. La prima edzione del gala è stata troppo “local”: poca stampa straniera, in particolare europea, si è fermata in città per l’evento. Chi lo ha fatto non se ne è pentito: «Milano ha bisogno di un evento come questo, con abiti da sera e super ospiti» dice Alla Werber.

Check

Max Mara

Eppure alla sfilata buyer e stampa lo hanno snobbato». Tutti erano invece presenti in blocco ai due debutti più attesi della fashion week: Luke e Lucie Meier da Jil Sander e Paul Surridge da Roberto Cavalli. In quest’ultimo caso il parere, specie tra i compratori, è unanime: sospendere il giudizio fino alla prossima stagione, nella speranza di ritrovare, tra sei mesi, un po’ di heritage in più. A venire in soccorso al lavoro della maison toscana Beppe Angiolini di Sugar: «L’ho vista in showroom: la façon è perfetta. Forse è mancato un po’ di glamour». Più positive le sensazioni sui coniugi Meier. Lo show ha entusiasmato i compratori tedeschi, che hanno molto a cuore il futuro della maison teutonica. Per i buyer di Mytheresa.com Jil Sander è stata la vera sorpresa di Milano: «Nessuno si aspettava qualcosa di così nuovo. La collezione è sofisticata, tutto senza tradire il dna del marchio». «I Meier conferma Coco Chan di StyleBop.com hanno fatto un lavoro promettente: c’era tutta la raffinatezza dei tempi d’oro». (Hanno collaborato Alessandra Bigotta, Elisabetta Fabbri, Carla Mercurio, Angela Tovazzi) ■

Logomania

Ferragamo

KEN DOWNING

NEIMAN MARCUS SENIOR VICE PRESIDENT/FASHION DIRECTOR

From Punk to Disco: for Ken Downing the collections seen in Milan hit the right note.

Mule

Jil Sander

«Probabilmente la miglior Milano Fashion Week di sempre. Il “wow” più grande se lo sono meritate Donatella Versace e le top model anni 90 riportate in passerella, ma ho trovato sensazionale anche Prada, così aggressiva, così punk. Per non parlare di Jil Sander: i nuovi stilisti hanno capito perfettamente cosa vuole la cliente del marchio. Tra gli emergenti scelgo Attico: mi ha riportato ai tempi della Disco. Nell’aria c’era voglia di anni 80 e 90 e mi sento pronto per questo ritorno».

Maxi pull

• Beppe Angiolini Sugar • Silvia Bini Càos • Federica Cesaretti e Delia Di Gregorio Rinascente • Coco Chan StyleBop.com • Matilde D’Ovidio Ratti • Ken Downing Neiman Marcus • Candice Fragis Farfetch • Elena Kudina Saks Fifth Avenue • Sebastian Manes Selfridges • Andrea Molteni Tessabit • Momo Z Youwei Design Studio• MyTheresa.com buying team • Gianni Peroni G&B Negozio Cesare Tadolini L’Incontro • Silvano Vangi LuisaViaRoma • Alla Verber Tsum

Fausto Puglisi

GRAZIE AI BUYER INCONTRATI ALLE SFILATE PERIL SUPPORTO

Tulle

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WOMEN’S FASHION WEEK

ANTONIO D’ANNA/KRIZIA

«ANCHE LA GEN Z SCOPRIRÀ KRIZIA» Antonio D’Anna ha lasciato Msgm per traghettare la maison in una dimensione contemporary, raggiungendo un pubblico più giovane. E per i buyer è missione compiuta PAGINA DI ANDREA BIGOZZI

Design director for Krizia for just a year, Antonio D’Anna has given the collection a younger appeal.

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a nomina di Antonio D’Anna come head designer di Krizia rende immediatamente leggibile il progetto di sviluppo del marchio italiano che la tycoon cinese Zhu ChongYung ha acquisito nel 2014. Con il nuovo stilista, che è stato a lungo il braccio destro di Massimo Giorgetti da Msgm, il brand diventa contemporary e prova a conquistare le nuove generazioni. I primi risultati già si vedono con Luisa ViaRoma e Farfetch che hanno inserito negli ordini la collezione Spring-Summer 2018. Si aspettava questo riscontro da subito? Ci speravamo. In questi mesi abbiamo lavorato duro, con l’obiettivo di riallacciare il dialogo con il canale wholesale. Secondo lei cosa della collezione ha attirato l’attenzione dei buyer? Il tentativo di ricreare l’effetto Krizia, ma per una nuova generazione. In collezione abbia-

Antonio D’Anna e un look SS2018 di Krizia

mo rievocato gli aspetti più iconici del marchio, senza però riportare in vita l’archivio. Basti pensare al tema dell’animalier: abbiamo inserito nuovi esemplari nel classico zoo di Krizia e li abbiamo collocati non più al centro dei capi, ma lateralmente. Anche la plisettatura c’è, ma è stata rivisitata e resa più vissuta, meno architettonica. Questa nuova Krizia resta made in Italy? Certo al 100%. E questo per espressa volontà di Mrs. Zhu, con cui c’è perfetta sintonia. Progetti per il futuro? Vogliamo lavorare sul gioiello di Krizia, da sempre uno dei simboli inconfondibili della maison. ■

HERNO

NUOVA SEDE A MILANO E FATTURATO VERSO I 100 MILIONI Herno has opened its new head quarters in Milan. Its turnover will reach 100 million euro in 2017. Nuova sede milanese e la prospettiva di sfiorare i 100 milioni di euro di fatturato. Herno continua il suo percorso di crescita e durante la fashion week ha inaugurato i nuovi uffici di via Solari 37, a pochi passi dagli headquarters di altri brand globali come Moncler e Fendi. A incoraggiare l’investimento sono i risultati messi a segno del brand guidato da Claudio Marenzi che stima di chiudere il 2017 a quota 95 milioni di euro di fatturato.

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FABIO GNOCCHI/ASPESI

«SAREMO SEMPRE PIÙ INTERNAZIONALI» After the departure of Lawrence Steel, Aspesi is ready to name a new designer. L’obiettivo di una svolta internazionale non poteva che portare Aspesi a prendere parte per la prima volta a una manifestazione globale come la fashion week milanese, dove è stata presentata la collezione donna primavera-estate 2018. Diverse le novità per il team creativo: la supervisione del womenswear resta un compito del fondatore Alberto Aspesi, ma a disegnarla non è più Lawrence Steele. «Abbiamo un nuovo stilista racconta Fabio Gnocchi, da aprile ceo del brand - ma è presto per fare il nome. Questa collezione è di passaggio: la prossima stagione aggiungeremo denim, pelle e accessori. Aspettiamo allora per fare gli annunci». Il recente passaggio di Aspesi sotto il controllo del fondo italiano Armònia Sgr, ha portato subito molte novità, «a cominciare dalla partecipazione a Milano Moda Donna. Farsi conoscere fuori dal nostro mondo non è mai stata una priorità, ora lo è», commenta Gnocchi (ex Etro e Cucinelli), anticipando che anche la collezione uomo sarà oggetto di una presentazione alla fashion week di gennaio. Sul fronte dei numeri il manager è cauto: l’anno in corso segnerà una crescita dai 42 milioni di fatturato del 2016, ma è dal 2018 che si attende l’exploit a doppia cifra. «Abbiamo 600 clienti nel mondo, un numero in crescita e siamo certi che riusciremo ad agganciare la crescita, specie in Europa, Usa e Asia».




NORTHERN EUROPE

SOFFIA FORTE

IL VENTO DEL

NORD

C’è grande fermento in Benelux e Scandinavia, due regioni ad alto tasso fashion, trend setter e teatro di concept store dall’identità glocal, con un ensemble di brand internazionali e locali. Dal Belgio alla Finlandia, viaggio tra i negozi e i marchi che fanno tendenza From Belgium to Finland: a journey through trendy stores, with a merchandising mix from ready to wear to design, top international brands and new emerging fashion names.

Linda Tol in Woolrich

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NORTHERN EUROPE

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BELGIO, OLANDA, LUSSEMBURGO

IN BENELUX A CACCIA DI ESCLUSIVITÀ Patria di stilisti dall’estetica concettuale e di fashion school prestigiose, il Benelux è in prima linea nella moda anche per i suoi negozi: concept store che scommettono su un mix di design, food e marchi top, blasonati ma anche unconventional. Tappe obbligate, Anversa e Bruxelles DI ANGELA TOVAZZI

Belgium, Holland and Luxembourg are at the forefront of fashion, not only for their conceptual designers and prestigious schools, but also thanks to concept stores that combine top and niche brands, design and food.

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ici Benelux e immediatamente si affastellano nomi e immagini che sono entrati nel nostro immaginario collettivo: i sei stilisti di Anversa, il museo MoMu, designer come Dries van Noten, Olivier Theyskens, Iris Van Herpen o Anouk Wipprecht. Minimo comune denominatore, una moda concettuale e visionaria, la stessa che ha contribuito a portare creativi come Martin Margiela, Raf Simons e Anthony Vaccarello sugli scranni di grandi maison. Un humus che si respira soprattutto ad Anversa, famosa per i diamanti, i numerosi ristoranti stellati (le Fiandre sono la patria dei giovanissimi chef Flanders Kitchen Rebels), l’architettura avveniristica (vedi la nuova Port House di Zaha Hadid) e le scuole di moda come la Royal Academy of Fine Arts. Ma anche nella vicina Bruxelles (che ha recentemente tenuto a battesimo il Mad, una piattaforma dedicata a moda e design con funzioni di incubatore e spazio espositivo), tra i canali di Amsterdam e sempre di più in nuovi centri in ascesa, più lontani dal meanstream in termini geografici e a volte anche di offerta. «Il Belgio - racconta Cathy Van Aerde, alla guida della showroom Studio C a Rhode-Saint-Genèse - mantiene lo scettro tra i Paesi del Benelux, con tantissimi ne-

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ANVERSA MANTIENE LO SCETTRO DI CITTÀ PIÙ ALLA MODA DEL BENELUX, MA ANCHE BRUXELLES STA CRESCENDO. DA TENERE D’OCCHIO CENTRI MINORI MA IN ASCESA COME UCCLE, LASNE E WEMMEL

Cathy Van Aerde, Showroom Studio C Una proposta per la primavera-estate 2018 di Dries Van Noten, presentata a Parigi. Il mondo onirico dello stilista di Anversa è ora raccontato anche in due volumi, pubblicati in occasione della sua centesima sfilata e arrivati in Italia a metà ottobre: 800 pagine per 40 anni di storia, con tutte le collezioni, i segreti e i retroscena della sua carriera, dal 1986 a oggi


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NUOVE METE DELLO SHOPPING New shopping destinations in Uccle, near Brussels, Kortrijk and Liège, with a merchandising mix of fashion and design.

NO CONCEPT 1

Lanciato più di 16 anni da Patricia Donadi (director e chief buyer), il format No Concept è sinonimo oggi di cinque multibrand store a Bruxelles e dintorni. Carta vincente, un merchandising mix dall’identità strong, con nomi internazionali e di nicchia come Coach, Rebecca Minkoff, American Vintage, See by Chloé, Essentiel e Zadig & Voltaire. Un universo diventato ancora più sfaccettato con l’opening del primo concept store a Uccle, con una sezione dedicata all’interior design e ristorante annesso.

PAPAGO

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gozi di alto livello, in primis ad Anversa ma anche a Bruxelles, che sta conquistando posizioni grazie a spazi all’avanguardia come No Concept e Kure. L’Olanda ha indubbiamente una densità inferiore in fatto di store, ma quelli che ci sono, sono davvero top. Quanto al Lussemburgo, si possono contare tre-quattro boutique fantastiche, una per tutte il Muse By». Come informa l’agente, stanno però acquisendo visibilità località belghe come Uccle, Lasne o Wemmel, comode da raggiungere da Bruxelles, dove spiccano top shop come Vert Chasseur, 100% Sisters e Lorca, oltre a Liegi, con realtà multibrand quali Irina Khä. Indirizzi cult per i marchi e i consumatori alla ricerca di location alternative, con un mix di nomi blasonati e della new wave, soprattutto dalla matrice streetwear deluxe.

1. Il Grote Markt, il cuore storico della città di Anversa 2. Una delle boutique Smets, catena nata con il primo store nel 1986 e ora presente con quattro negozi nel Lussemburgo e uno di 4mila metri quadri nel centro di Bruxelles. Propone un’esperienza di shopping cross-over, grazie a un mix di moda, design, arte, beauty, musica e food

Nel cuore di Courtrai (Kortrijk), comune di 75mila abitanti del Belgio fiammingo, Papago è un concept store con moda e design gestito da Rita Lacombe e Carl De Wachter: «Siamo nel mercato da oltre 50 anni - raccontano - e nonostante sia cambiato tutto, portiamo avanti la stessa strategia: ogni consumatore è unico e il solo approccio possibile è quello tailor made». Tra i marchi più amati, l’italiano Rosso35 e quello danese di design Hay.

IRINA KHÄ Abbigliamento, calzature e accessori con una rosa di luxury brand, tra cui spiccano gli italiani Marni, Prada, Etro, Herno, Seventy e Avant Toi. Questa l’offerta, offline e online, di Irina Khä, multibrand store di stanza a Liegi, fondato da Michel e Catherine Lindenberg.

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«Il nostro pubblico è giovane, globetrotter, multiculturale e superinformato, ma al tempo stesso tradizionalista, attaccato alle grandi case che hanno fatto la storia della moda» osserva Lucy Desjacques, marketing manager di Smets, catena con negozi in Lussemburgo e a Bruxelles, sinonimo di un’offerta che va dalla moda al design, dall’arte al beauty, dalla musica al food. «Per questo vincono gli stilisti che sanno proporre un concept personalizzato, senza scimiottare gli altri - continua - oppure quelli capaci di instillare nuova energia in griffe dal forte heritage, come hanno saputo fare Alessandro Michele con Gucci, Olivier Rusteing con Balmain, Shayne Olivier con Helmut Lang, Raf Simons con Calvin Klein. Nomi altisonanti a cui si affiancano, come top seller, Balenciaga, Marques Almeida, Off-White e Gosha Rubchinskiy». E gli italiani? «Hanno superato la concorrenza dei cinesi e sono tornati in auge», dice sicura Cathy Van Aerde. «Il made in Italy, quello vero - conferma Anthony Muroni, agente che lavora in Benelux e Francia - gioca un ruolo di primo piano. I clienti guardano sempre l’etichetta e se c’è scritto made in Romania storcono il naso. In questi Paesi l’autenticità viene prima di tutto, il prezzo è in secondo piano. Una regola aurea per il menswear, ma sempre di più anche per il womenswear». ■

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1. Un look della nuova limited edition del brand belga Essentiel, in vendita esclusivamente online dal 19 ottobre 2. Lo stile firmato Rosso35, uno dei marchi italiani nella scuderia del negozio Papago di Courtrai 3. Uno dei multibrand store Kure di Bruxelles, che vende ready to wear, scarpe, borse, lingerie e gioielli, con una sezione dedicata al design 4. Le case cubiche progettate dall’architetto Piet Blom nell’avveniristica Rotterdam

AL MOMU DI ANVERSA

I PRIMI 20 ANNI DI OLIVIER THEYSKENS The Antwerp Museum MoMu is hosting an exhibition dedicated to Olivier Theyskens. Dopo Margiela: The Hermès years, il MoMu-Mode Museum di Anversa dedica una retrospettiva a un altro stilista from Belgium. Si tratta di Olivier Theyskens, protagonista di una carriera ventennale che lo ha portato a disegnare per Rochas, Nina Ricci e Theory, fino a lanciare la sua linea nel 2016. She walks in beauty, questo il titolo della mostra, è in programma fino al 18 marzo 2018.


GUESS for

Il glamour di Ireland Basinger Baldwin, la grinta della capsule tattoo AL FASCINO SENSUALE E ACCATTIVANTE DI IRELAND BASINGER BALDWIN, NEW ENTRY NEL TEAM DI MODELLI E TESTIMONIAL, GUESS AFFIDA IL COMPITO DI FILTRARE IL MOOD DELLA COLLEZIONE FALL 2017: PROPOSTE GRINTOSE E SEXY PER UN GLAMOUR ALL DAY LONG. COME NEL CASO DELLA NUOVA CAPSULE DENIM, ISPIRATA AL MONDO DEI TATUAGGI. Trampolino di lancio nel mondo della pubblicità per Ireland Basinger Baldwin, la campagna Guess della Fall 2017 vede la modella americana, attrice e attivista per i diritti degli animali, figlia di Alec Baldwin e Kim Basinger, sotto i riflettori insieme a nomi già affermati come Kara del Toro, Simone Holtznagel, Solveig Mork Hansen e Alex Dellisola. Affidati all’art direction di Paul Marciano, chief creative officer di Guess Inc. e realizzati dalla fotografa Tatiana Gerusova, gli scatti danno risalto alla sensualità, grazie all’utilizzo di sfondi neutri e di un’illuminazione dall’effetto naturale. Protagoniste sono le proposte della collezione autunnale: corsetti senza spalline in eco pelle o in denim abbinati a jeans fascianti o a gonne a matita; faux fur declinate in una varietà di giacche multicolore o leopardate. Capi dedicati a quante

non rinunciano al glamour, in ogni momento della giornata. La palette cromatica al maschile è dominata dai toni del rosso lacca e del cammello, affiancati a diverse sfumature di azzurro. Denim lavati con acido e usurati giocano un ruolo di spicco nell’offerta, proposti in varie silhouette, compresi jeans e giacche. Tra le proposte più edgy di stagione c’è la capsule “tattoo”: un fiorire di applicazioni, stampe e ricami che riproducono i motivi dei tatuaggi, con riferimenti agli anni Novanta, proposta per una selezione di capi “statement”, in bilico tra influenze street ed echi vintage. Fiori, animali selvatici, scritte ton sur ton o in un’esplosione di colori irrompono su giubbini in denim, sui jeans e sulle T-shirt. Rose sensuali e cuori romantici in tinte pop spiccano su patch ricamati, a rivelare l’anima rock di questa capsule.

www.guess.eu


northern europe

DAnimarca, svezia, norvegia, finlandia

C’è del nuovo in Scandinavia La Scandinavia vive un momento di grande dinamismo in fatto di creatività, con un suo personale punto di vista sullo stile riconducibile a una parola chiave, minimalismo, da sempre identificativa del gusto nordeuropeo. Un termine che oggi acquisisce sfumature nuove, anche grazie agli stimoli che arrivano da oltreconfine, compresa l’Italia di Carla Mercurio

Scandinavia, which is experiencing a time of great creative energy, has its own perspective on style, encapsulated in a single word: minimalism. This approach has always been a hallmark of Northern European taste. The term has now acquired new meanings, partly due to influence from abroad, including from Italy.

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esign, moda, food: la Scandinavia vive un momento di grande dinamismo in fatto di buon gusto, con un suo personale punto di vista sullo stile riconducibile a una parola chiave, minimalismo. Non certo un termine nuovo, per quest’area, che fin dagli anni Cinquanta dello scorso secolo ha dettato legge in materia di arredamento e arte, con le sue interpretazioni basate sulla linearità, il comfort e la semplicità. Concetti arrivati fino ai giorni nostri senza aver perso la loro carica di innovazione, che oggi si esprime con successo anche nell’ambito della ristorazione e nell’universo dell’abbigliamento. Emblematico il caso di Copenhagen, città vibrante di vita e animazione, mecca del design e della gastronomia nordica con numerosi ristoranti stellati, punto di riferimento per la sostenibilità (vedi alla voce Copenhagen Fashion Summit) e per il fashion, grazie a una vivacissima settimana della moda. Un dinamismo che si coglie anche nei numeri: l’export di moda danese è cresciuto del 3,5% nel 2016, per un totale di 27,5 miliardi di corone danesi, pari a quasi 3,7 miliardi di euro (dati Dansk Mode & Textile association), ma la Svezia

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italia-scandinavia TESSILE-MODA gennaio-giugno 2017

export 276,1 milioni di euro (-0,1%)

IMPORT 88,2 MILIONI DI EURO (+1,9%)

non è da meno, con un giro di affari totale di 305 miliardi di corone svedesi nel 2015, pari a circa 32 miliardi di euro, in crescita del 15,3% sull’anno precedente e con l’export in progress del 19,6% (dati della Association of Swedish Fashion Brands). E se in Norvegia il settore moda ha valori meno rilevanti, balza in primo piano la Finlandia, con una schiera di nuovi brand da tenere d’occhio (vedi box). Comodità e understatement sono le parole chiave dello stile scandy, che ha trovato la massima espressione in una griffe come Acne Studios - punto di riferimento sul palcoscenico internazionale - e che sta dettando legge sul mass market, con l’espansione inarrestabile di H&M: oltre 4.500 negozi in tutto il mondo, comprese le insegne del gruppo Cos, Cheap Monday, Weekday, & Other Stories e Monki, a cui si è aggiunta di re-

cente la nuova Arket. Tenendo presenti anche le differenze di stile tra le diverse nazioni dell’area, perché tendenzialmente i danesi hanno un look più giocoso e meno strutturato, gli svedesi sono più ortodossi in termini di minimalismo e i norvegesi più glamorous e attenti ai decori. A chiarire le idee sulla nordic wave è appena uscito un libro dal titolo Dress Scandinavian: Style Your Life and Wardrobe the Danish Way, scritto da Pernille Teisbaek, stylist e influencer con quasi 500mila follower su Instagram, che insegna come creare un guardaroba minimalista, abbinare stili e fantasie, adottare uno stile androgino e nuove combinazioni di colori. Un pratico vademecum da cui si evince un concetto chiaro: il minimalismo inteso come tinte esclusivamente scure, tessuti rigidi e volu-


Ph. Kim Wyon/VisitDenmark

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finlAnDiA

teRReno FeRtILe PeR La CReatIvItÀ. e PIttI UoMo Lo Sa Finland is particularly interesting in terms of vitality and creativity and will be the guest nation for the next edition of Pitti Uomo. Meanwhile Italian brands are gaining ground in its shops and outlets.

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Ph. Imaxtree.com

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mi mortificanti non esiste più. C’è del nuovo in Scandinavia, e si fanno avanti marchi cool come Ganni, Wood Wood, Saks Potts, Henrik Vibskov o Cecilie Bahnsen dalla Danimarca o come gli svedesi Back, Hope, Atp Atelier, Rodebjer, che reinterpretano i codici nordici con una sensibilità inedita e senza paura di osare. E c’è anche maggiore apertura agli stimoli che arrivano da altri Paesi, compresa l’Italia. Una realtà che si coglie chiaramente nelle boutique più edgy dell’area, in cui la proposta di abbigliamento è contraddistinta da un mix di brand accuratamente selezionati (vedi box). I numeri forniti da Smi su dati Istat in realtà non sono eclatanti: nel periodo gennaiogiugno 2017 l’export di tessile-abbigliamento italiano verso i quattro Paesi nordici è sceso nell’insieme del 2,2% in quantità e dello 0,1% a valore, per un totale di 276

1. L’area di Strøget a Copenhagen 2. Un cappotto di Saks Potts, marchio emergente danese 3. Una proposta di Acne Studios, brand svedese che si è imposto sul palcoscenico internazionale, con negozi in tutto il mondo e un giro di affari di 200 milioni di euro

Dei quattro Paesi scandinavi la Finlandia è quello in cui l’export di tessile-moda italiano è cresciuto di più nei primi sei mesi del 2017 (+12,8%) ma è anche un terreno fertile, dove stanno germogliando fenomeni di grande interesse e creatività. «Si tratta di una realtà aperta alla sperimentazione e a una feconda contaminazione fra tradizione e modernità» spiega lapo cianchi, segretario generale della fondazione Pitti Discovery e direttore comunicazione ed eventi speciali di Pitti immagine. Non a caso l’ente fiorentino l’ha scelta come guest nation per la prossima edizione di Pitti Uomo. Dal 9 al 12 gennaio 2018, otto brand e designer del Paese presenteranno le loro collezioni alla Fortezza da Basso, in un’area speciale e con un evento che si svolgerà in città. Si va dai giovani ma già acclamati designer da poco laureatisi alla Aalto University, rolf ekroth e Julia männistö, fondatrice del marchio mannisto (nella foto) a realtà più consolidate, come la linea di urban workwear formal friday, le calzature saint vacant e la label minimalista nomen nescio. La selezione include griffe che in Finlandia (e non solo) sono considerate icone, come Turo e r-collection, artefici per l’occasione di speciali intese con alcuni creativi emergenti: Turo collaborerà con ikla Wright, attualmente basato a Londra, mentre R-Collection presenterà una capsule assieme a maria Korkeila, astro nascente del Finnish style. Heikki salonen, fra i creativi di maggior successo del Paese, già notato da erdem, Diesel e altri brand di otb, lancerà a Pitti Uomo la collezione vyner Articles. Intanto la Finlandia si prepara ad accogliere i primi outlet, dove anche la moda italiana avrà un ruolo importante. In apertura alla fine del prossimo anno, lo zsar outlet village di Vaalima (12mila metri quadri di superfice solo nella prima fase) ospiterà anche le proposte del gruppo giorgio Armani, insieme a marchi come Hugo Boss, guess e e nike. Più imminente l’inaugurazione del Kotka old Port Designer outlet village: 15.500 metri quadri a Kotka, località turistica a 130 chilometri da Helsinki, dove si preparano ad approdare genny, loriblu, Basile, Baldinini, missoni. Anche nelle boutique locali la moda italiana guadagna consensi: da lifestyle, a Helsinki, regno della maglieria in cashmere e filati pregiati, gabriella Tjeder-Kajander cita marchi come rosso35, apprezzatissimo per le proposte di buona qualità «classiche sì, ma con un twist», lisa corti «collezione diversa e colorata, insolita in Finlandia» e A.B Apuntob, «capi in cashmere costosi ma davvero di ottima qualità e con un alto contenuto stilistico». (c.me.)

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1. Un outfit di Gucci della prossima primavera-estate 2. Un’immagine dei grandi magazzini Illum, a Copenhagen, di proprieta di Rinascente 3. Un punto vendita di H&M a Stoccolma 4. Una veduta di Revolver, il salone di Copenhagen di riferimento per la moda scandinava e internazionale di ricerca 3

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LE CONSUMATRICI SCANDINAVE SI STANNO APRENDO SEMPRE PIù AL GUSTO ITALIANO, COMPLICE IL FENOMENO GUCCI,, CHE HA DATO IL LA a un MOOD FATTO DI RICAMI SGARGIANTI E CAPI VISTOSI

Clara Leone, Revolver

milioni di euro, una cifra esigua se paragonata agli esorbitanti valori registrati in singole nazioni europee come la Germania e la Francia, solo per citare i primi due sbocchi per il nostro export (rispettivamente 1,5 e 1,4 miliardi di euro nell’analogo periodo di riferimento). Nello specifico, è stata la Danimarca a dimostrare meno entusiamo nei confronti delle proposte in arrivo dal Belpaese, con un calo del 4,1% a valore, mentre la Finlandia ha compensato abbondantemente, registrando un’impennata del 12,8%. Tra le quattro nazioni è la Svezia il maggiore aquirente, con un valore di 116 milioni di euro. Come sottolinea Clara Leone (direttore della rassegna Revolver, dedicata alla moda scandinava e internazionale di ricerca, che si svolge due volte l’anno a Copenhagen in occasione della settimana della moda), «le donne scandinave amano un look pulito ed essenziale, apprezzano il made in Italy ma

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talvolta hanno difficoltà a scegliere marchi da indossare nella quotidianità, perché i costi sono troppo alti e lo stile è complicato rispetto a quello scandinavo. Non c’è dubbio però che negli ultimi anni le consumatrici si stiano aprendo sempre più al gusto italiano e possiamo notarlo nel fenomeno Gucci, che piano piano ha portato nel design essenziale e low key un mood fatto di ricami sgargianti e capi vistosi». «L’orientamento in fatto di moda resta ancorato al minimalismo - conferma Sofia Montero, dello studio di rappresentanze JayMJay, con sedi a Landskrona, in Svezia, e a Copenhagen -. Ma lo stile italiano si sta facendo sempre più strada, interpretato da griffe portabandiera come Gucci, Moschino, Dolce&Gabbana e Fendi». E prosegue: «Le donne sono sempre più consapevoli dell’importanza della qualità e disponibili a spendere per un articolo che possa durare. Forse per questo sono

soprattutto gli accessori italiani high end ad avere successo, mentre per l’abbigliamento si tende a spendere meno, con la preferenza accordata a linee quali Isabel Marant, M Missoni, Victoria by Victoria Beckham. Per non parlare dei brand locali come Cos, Hope e Filippa K, che hanno prezzi affordable senza tradire la qualità». «L’interesse nei confronti dei trend e della moda sta crescendo in tutta l’area, compresa la Svezia - racconta Hugo Wiik, dello store Nitty Gritty di Stoccolma, una delle boutique più propositive della Scandinavia -. Siamo un Paese al passo con i tempi e in questo momento le persone tendono a comprare meno fast fashion, per privilegiare proposte di qualità o capi vintage. L’economia da noi è florida e la gente ha un’alta capacità di spesa. Non dimentichiamo però che siamo il Paese di Ikea e di H&M, quindi una nazione molto attenta al prezzo, che premia le fasce medie». ■

Ph. Simon Paulin/imagebank.sweden.se

Ph. Imaxtree.com

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i negozi IN SCANDINAVIA

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Minimalisti, essenziali, soprattutto creativi Minimalisti ma attenti alle proposte in arrivo dall’estero. I negozianti scandinavi selezionano con attenzione i brand da proporre nelle loro boutique, dedicate a una moda raffinata e di ricerca

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1. La vetrina di Holly Golightly a Copenhagen 2. L’interno di Nitty Gritty a Stoccolma 3. La boutique Lifestyle a Helsinki 4. Il grande magazzino Stockmann a Helsinki

di CARLA MERCURIO

Minimalists and yet open to the proposals that come from abroad. Scandinavian retailers pay a lot of attention in the selection of brands within their stores, where excess is banished but creativity is always in the foreground.

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inimalisti sì, ma aperti alle proposte che vengono da oltreconfine. I dettaglianti scandinavi sono quanto mai attenti nella selezione di brand all’interno dei loro negozi, dedicati a una moda raffinata e di ricerca, in cui l’eccesso è bandito ma non manca certo la creatività. «Copenhagen si caratterizza per la presenza di tante boutique indipendenti - racconta Clara Leone, direttore del salone Revolver di Copenhagen -. 
Insegne come Norse Store, Wood Wood Store, Lot 29, Holly Golightly, che rappresentano il meglio della moda al femminile, con una vasta proposta di marchi che spazia dall’high end (Marni, Jil Sander, Dries Van Noten), alla ricerca, fino allo streetwear (Andersen-Andersen, Af Agger-Flachs, Gosha Rubchinskiy, Wood Wood, Rodebjer, Norse Projects, Adidas). Il department store Illum (di proprietà di Rinascente) è diventato da qualche anno mecca dello shopping di lusso, da Saint Laurent, Céline, Balenciaga, Valentino alle boutique di Salvatore Ferragamo e Tod’s». Anche in provincia non mancano gli stimoli. «La cittadina di Aarhus ospita Støy, uno dei negozi più importanti della

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Danimarca - sottolinea ancora Clara Leone - dove è possibile acquistare label come Proenza Schouler, Missoni, J.W. Anderson, ma anche nomi più commerciali quali Vans, Stüssy e le etichette scandinave S.N.S Herning, Libertine Libertine, Royal Republiq, Hope, Hestra e The Last Conspiracy. A Stoccolma la boutique di punta è Nathalie Schuterman, situata nel centro città, che abbina Prada, Vetements, Attico, Tom Ford a realtà locali più giovani ed emergenti quali Lxls, Stutterheim, Sophie Bille Brahe e All Blues.
Nel quartiere di Södermalm si

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trova Nitty Gritty, uno dei punti vendita con la selezione più interessante di hyped streetwear, emergenti scandinavi e label high quality heritage. A Oslo, in Norvegia, la tappa imprescindibile è Yme, con il suo mix di high-end streetwear affiancato a etichette moda più classiche. In Finlandia, a Helsinki, un punto di riferimento per la moda è il department store Stockmann, dove oltre all’abbigliamento donna, uomo e bimbo ci sono reparti per la casa, la cosmesi e il food, ma vanno segnalati anche negozi di ricerca interessanti come Centi■ meter, My o My e Beamhill.

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the future of training

istituto marangoni/first fashion education market monitor summit

mani sapienti e mente aperta, cosÌ si puÒ crescere Un’iniziativa senza precedenti, organizzata dall’Istituto Marangoni partendo da uno studio commissionato a Deloitte, ha riunito professionisti della formazione, imprenditori, stampa. Il settore della fashion education cresce, ma la sintonia con le aziende può ancora rafforzarsi di Alessandra bigotta

Istituto Marangoni organized in Milan a one-of-a-kind event, gathering spokespersons of fashion schools, entrepreneurs, journalists. A study by Deloitte revealed that in Italy the fashion education business is growing, but there is still much to do for a real synergy with the brands. 1

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ormazione: tutti ne parlano, ma finora nessuno aveva riunito in un unico evento gli esponenti delle principali scuole di moda, gli imprenditori e la stampa. Lo ha fatto l’Istituto Marangoni con il suo primo Fashion Education Market Monitor Summit, organizzato il 10 ottobre al Grattacielo Pirelli di Milano, sotto il patrocino di Regione Lombardia e Camera Nazionale della Moda Italiana e con Fashion magazine come media partner. È stato proprio Marc Sondermann, direttore e ceo della nostra testata, ad andare dritto al punto. «Il mondo della moda è radicalmente cambiato - ha detto -. Si pensi agli anni Ottanta, quando i grandi stilisti erano inarrivabili. Ora a dettare legge sono la strada, i social, gli influencer. Vince chi cavalca le nuove regole, vedi Gucci». Una formazione troppo teorica e accademica non può funzionare. Sia Brunello Cucinelli che Santo Versace, intervistati

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il mercato della fashion education vale a livello globale 760 milioni di euro, con un tasso medio di crescita del 6%. L’italia, a quota 75 milioni, mette a segno un +9%

da Maria Latella, lo hanno ribadito: la moda non è astrazione «ma mani sapienti, che devono ritrovare la dignità del lavoro» ha affermato Brunello Cucinelli, citando i tempi di Lorenzo Il Magnifico e Michelangelo, quando arte e artigianato andavano di pari passo. Cucinelli, come ha ricordato Sondermann, a novembre parlerà a San Francisco durante il Dreamforce summit, davanti a 170mila persone: vale a dire, l’imprenditore umanista che, grazie ai nuovi mezzi tecnologici, moltiplica e rafforza il suo messaggio. Anche Santo Versace ha incitato i giovani a «lavorare, lavorare, lavorare», iniziando il prima possibile: «Il lavoro delle mani dovrebbe essere retribuito più di quello da scrivania». L'incontro ha avuto anche il merito di mettere sullo stesso palcoscenico i portavoce di Ied Moda Milano, Naba, Accademia

1. Nella foto, da sinistra, Marc Sondermann (direttore e ceo di Fashion), Luigi Castellani (Suitex International), Brunello Cucinelli, Chiara Majoli (Ermenegildo Zegna) e Santo Versace 2. La platea dell’incontro organizzato da Marangoni

di Costume e Moda e la stessa Marangoni. Tutti d'accordo su alcuni punti: bisogna accorciare drasticamente le distanze tra formazione e aziende (tra le quali serpeggia ancora una certa diffidenza verso chi esce dalle scuole), educare alla flessibilità e alla trasversalità delle competenze, incentivare i ragazzi con più borse di studio e non peccare di esterofilia, perché in Italia i talenti non mancano. Nel nostro Paese il business della fashion education è in crescita: come è emerso da uno studio che Deloitte ha realizzato per Marangoni, oggi vale 75 milioni di euro, con un tasso medio ■ di incremento del +9% l’anno.


LARDINI

ENTRA NEL VIVO IL PROGETTO DONNA Lardini’s womenswear collection is growing at a very fast rate.

LORENA ANTONIAZZI

ANCORA PIÙ RAMPANTE SUI MERCATI ESTERI In 2017 the Perugia based company is annual revenues should exceed €20 million, thanks to an aggressive commercial policy abroad. L’etichetta di womenswear made in Umbria Lorena Antoniazzi procede a ritmo veloce con lo sviluppo del retail nei mercati esteri. In volo per un opening a San Pietroburgo (nella foto), Luca Mirabassi (presidente e ceo della Sterne International, che controlla il marchio) racconta a Fashion i progetti per la Russia - dove realizza circa un quarto del fatturato totale dell’azienda (16 milioni di euro nel 2016) e da due anni in crescita costante - e per i nuovi mercati. «Con il partner ultradecennale Cashmere & Silk progettiamo di avviare tre monomarca in tre anni. Dopo San Pietroburgo, la prossima stagione prevediamo di raggiungere Mosca, dove stiamo cercando la location giusta». Più a Est, Sterne International ha firmato un contratto per l’apertura di 12 punti vendita in Corea del Sud nei prossimi quattro anni (in agosto ha avviato due boutique a Seul e una a Daegu). Inoltre nel 2016 ha deciso di riprende lo sviluppo del mercato Usa tramite un agente, dopo un periodo di stand by. «È un’area tutta da esplorare spiega Mirabassi - dove in breve tempo siamo passati da 0 a un +70%, grazie all’ingresso in alcuni specialty store». Per quanto riguarda l’Europa, dopo un apertura a Ibiza in giugno, da fine novembre Lorena Antoniazzi avrà strutturato al meglio gli uffici di Düsseldorf, base strategica per il Nord Europa, dove ancora non è presente. L’apertura della sede di Parigi, circa un anno fa, prelude inoltre a nuove mosse nell’ottica di un consolidamento sul mercato francese. Quanto all’Italia, è destinata a un peso sempre più esiguo: circa 10% delle vendite totali, che nel 2017 dovrebbero superare i 20 milioni di euro. (e.f.)

A due stagioni dal lancio, entra nel vivo il progetto womenswear targato Lardini. A disegnare la collezione è Genea Lardini, figlia di Luigi uno dei quattro fratelli fondatori dell’azienda marchigiana. Con la stagione Spring-Summer 2018 la collezione si è ampliata, assecondando le esigenze dei clienti, che registrano ottimi sell out di vendita. La donna Lardini, scelta in Italia da boutique multimarca come Eraldo di Ceggia, Nugnes di Trani, Incontri Boutique di Milano, ha conquistato - proprio come la linea uomo - il Far East. Lardini, infatti, è presente da Shinsegae a Seoul e Isetan a Tokyo. (an.bi.)

L’AUTRE CHOSE

PIÙ HERITAGE PER IL NUOVO CORSO Erika Filipponi was appointed as new L’Autre Chose CEO:«We are focusing on the heritage of the brand». Prodotto e internazionalizzazione sono gli asset di riferimento per il rilancio di L’Autre Chose, marchio rilevato per l’84% dal fondo Sator e guidato da Erika Filipponi. «Recuperare l’heritage del marchio e rafforzare l’ufficio stile - ha spiegato il ceo - sono le nostre priorità. Per questo abbiamo riportato in squadra Luca Traini, che per molti anni era stato in azienda, con il ruolo di coordinatore dell’ufficio stile calzature ((il 70% del business, ndr ndr) mentre Lorenza Chiavarini è responsabile dell’abbigliamento». Altro tassello di sviluppo la distribuzione, sempre più worldwide. Con il 70% dei ricavi realizzati in Italia e buone performance in Francia, Spagna, Germania ed Europa dell’Est, L’Autre Chose vuole ampliare gli orizzonti, puntando a rafforzarsi in Usa e Giappone, «e sbarcare in Cina nostro secondo mercato - dice Filipponi - , dove sono in corso trattative con potenziali partner». Sul fronte retail, si lavora un paio di new opening a livello europeo. ««Store che saranno realizzati con il nuovo concept, che abbiamo usato per gli headquarters inauguratoia Milano», conclude Filipponi. (an.bi.)

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NEWS

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PESERICO

avanti tutta dall’asia agli states Riccardo Peruffo, CEO and creative director of Peserico together with his wife Paola Gonella, talks about the brand’s expansion: new projects in the USA, Japan, Russia and Europe.

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1. Riccardo Peruffo 2. Il nuovo store Peserico aperto la scorsa estate a San Pietroburgo

Avete aperto il primo store in Giappone a Osaka: quali i prossimi step in questo Paese? Stiamo consolidando la distribuzione del brand e, nelle prossime stagioni, saremo protagonisti anche di un importante piano di sviluppo di flagship store a insegna Peserico.

Beatrice B

Sbarca a Milano e pensa alla borsa Beatrice B, a brand of the Plissé group, is going to make its debut in Milan with its first flagship stores and is gearing up for an IPO.

Dopo l’inaugurazione della showroom a New York e il primo store negli Hamptons, come vi muoverete oltreoceano? Abbiamo approntato un piano di distribuzione molto ambizioso: a breve termine andremo a coprire in maniera capillare il territorio degli Stati Uniti. Progetti in Europa e Russia? Dopo l’apertura della showroom a Düsseldorf e l’ultimo opening ad Amburgo sono previste aperture nelle principali città europee, sempre in posizioni strategiche e di prestigio. Rafforzeremo la distribuzione, che già sta dando frutti eccellenti su ogni singolo territorio, anche grazie a partnership con importanti department store. In Russia, così come in tutto il territorio del Cis, abbiamo appena concluso una campagna vendite che ha portato grandissimi risultati e che è perfettamente in linea con il nostro piano di sviluppo approntato per quest’area. Come prosegue lo sviluppo in Cina? Per il mercato cinese abbiamo grandi progetti che verranno attuati a breve. Ma per il momento non vogliamo dire di più. (a.t.)

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Continua la corsa di Beatrice B, brand che fa capo alla padovana Plissé e disegnato da Morena Bragagnolo. Dopo aver inaugurato una nuova showroom (ora di proprietà) in viale Bianca Maria, Beatrice B rinforza la propria presenza a Milano con le prime boutique: «Il prossimo 30 novembre - anticipa il ceo e co-fondatore Paolo Mason 2 - taglieremo il nastro di uno 1. L’ultima collezione Beatrice B spazio a City Life, mentre presentata a settembre a Milano a gennaio arriveremo in via 2. Paolo Mason, ceo e fondatore con Morena Bragagnolo, della Spiga». Due opening dell’azienda padovana Plissé strategici che suggellano un anno in crescita per la label, sinonimo di una rete di 600 punti vendita nella Penisola e oltre 1.300 nel mondo: «Abbiamo chiuso il 2016 con un fatturato di 20 milioni di euro e un +10% - precisa Mason - e anche per il 2017 prevediamo un ulteriore 10% a chiusura della campagna vendite». All’orizzonte c’è ora la quotazione: «A settembre - informa il ceo - abbiamo varato l’ingresso al mercato dei capitali, con particolare riferimento ai nuovi strumenti di finanza innovativa. Questa vuole essere una fase di prova, che ci consentirà di entrare a tutti gli effetti nel mercato azionario». Intanto prosegue l’espansione internazionale, con buone performance registrate in Russia - «dove siamo cresciuti del 15%, precisa Mason» - e, da alcune stagioni, in Germania, Francia e Inghilterra. Tra i nuovi progetti spiccano quelli in Giappone negli Usa: «Ad agosto - racconta l’a.d. - abbiamo inaugurato un corner presso il department store FukuyamaHiroshima, mentre a breve avremo anche una nuova location a New York, che diventerà base operativa per la comunicazione e la gestione delle vendite sul mercato americano». (a.t.)


FORTE_FORTE

e-commerce e retail ai nastri di partenza The womenswear brand Forte_Forte, acquired by Style Capital, makes its debut in retail and online. The first stores are going to open in Milan and Paris. Con una presenza in oltre 500 punti vendita wholesale a livello internazionale, e mercati chiave come Italia, Europa, Stati Uniti e Giappone, Forte_Forte è pronto al prossimo step. Il marchio fondato nel 2002 dai fratelli Giada e Paolo Forte a Sarcedo (Vicenza) e rilevato quest’anno da Roberta Benaglia tramite il fondo Style Capital, cambia marcia e dà il via a due progetti importanti: il debutto nel canale retail e della propria piattaforma e-commerce. I primi due monomarca sorgeranno la prossima primavera in altrettante località strategiche per lo shopping, come Milano e Parigi, rispettivamente in zona Brera e, probabilmente, sulla Rive Gauche. Negozi che faranno da apripista ad altri opening in programma a Londra e in Asia, a Tokyo e Seoul, oltre che negli Usa, dove la collezione sta ricevendo buoni feedback. Intanto da questo mese partono le vendite online sul nuovo sito forte-forte.com, che presenta una grafica lineare, in cui vengono proposte le diverse categorie merceologiche della collezione “Oniric Rhapsody” (nella foto). Ad accogliere le clienti nella nuova dimensione digitale del brand sono gli scatti del fotografo Koto Bolofo, insieme alla mission aziendale: «Piccoli dettagli preziosi creano intimità veritiera e dissolvono la distanza tra i capi e la persona che li indossa». (a.t.)

PROGETTO MILANO for

Dedizione e passione per gli accessori, un valore da sempre una solida esperienza si unisce alla capacitÀ di individuare nuovi brand, grazie a un costante lavoro di ricerca: progetto milano showroom si distingue per professionalitÀ e dinamismo L’esperienza pluriennale nella distribuzione worldwide del titolare Paolo Smagliato - con un focus su Usa e Canada, Centro e Nord Europa ed Estremo Oriente - si traduce per Progetto Milano showroom in un giusto mix di brand storici e startup, come Fiorentini + Baker, NiRa Rubens, Angelo Bervicato, Eddy Daniele, Marabini, Deimille...Una costante ricerca sulle tendenze e il

mercato permette a Progetto Milano di selezionare designer emergenti e integrarli nei propri canali distributivi. Piattaforma attenta alle esigenze delle aziende e dei clienti - boutique, department store, eshop -, Progetto Milano dispone di un ampio showroom nel cuore di Milano, fulcro di una struttura dinamica, in espansione e dal linguaggio contemporaneo, perfettamente in linea con i brand rappresentati.

PROGETTO MILANO showroom Via Archimede 6 - Milano - Tel. +39.02.5464324 - salesshoes1@progettoshowroom.it - www.progettoshowroom.it

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ACCESSORIES

THE MICAM

QUALITÀ, GLAMOUR MA LE DATE DIVIDONO Il salone della calzatura chiude con un +5,6% delle presenze. Agli espositori piace una Milano XL ma in fatto di date i pareri non concordano. Per agevolare i buyer esteri non sarebbe meglio anticipare? DI ELISABETTA FABBRI

Footwear fair The Micam closed its September edition with an increase in visitors (+5.6%). Exhibitors approve the Milan XL initiative, but in terms of schedule are divided. Perhaps, as some say, it would be helpful to anticipate the dates to address the needs of foreign buyers.

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l premier Paolo Gentiloni all’inaugurazione, il top dj Bob Sinclar per ritmare la serata di apertura e Jimmy Choo tra gli espositori. Non solo: l’84esimo The Micam, salone della calzatura di scena a Fieramilano Rho dal 17 al 20 settembre scorsi, ha totalizzato oltre 47mila presenze (+5,6%), di cui più della metà estere (+5%). Oltre 1.400 gli espositori tra i quali sono aumentate le griffe, nella Fashion Square, con conferme del calibro di Gucci e Prada (per citarne un paio) e new entry come Giorgio Armani, Dolce&Gabbana, Sergio Rossi ed Ermenegildo Zegna, oltre a Jimmy Choo. Traguardo questo di cui Annarita Pilotti (al vertice di Assocalzaturifici, che organizza il salone) va orgogliosa, insieme al un nuovo posizionamento dell’evento nel calendario. Infatti, la chiusura di The Micam ha coinciso con l’avvio della fashion week, nell’ambito del più ampio progetto di Milano XL, dove la moda ha unito le forze per essere più in sintonia con i buyer, la città e i consumatori. Ma cosa ne pensano gli imprenditori? «Stiamo muovendo le leve giuste - dice Pasquale Della Pia, a capo del marchio Dei Mille e nel direttivo di Assocalzaturifici -. The Micam sta puntando sulla qualità e con le grandi firme presenti sta diventando più glamour». Tuttavia non basta. «Milano XL è un’iniziativa lodevole afferma Mario Rinaldi, global brand director di Alberto Guardiani - ma con queste nuove date siamo un po’ in ritardo per i compratori esteri». «Tutta la moda unita fa gioco - ribadisce Antonio Roma, marketing e retail director di Baldinini -. Ma forse sarebbe meglio presentare una settimana prima: l’anno scorso la fiera era troppo

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presto, ora rischia di essere un po’ in ritardo». Il manager conferma, come altri intervistati, il ritorno dei visitatori russi (+32% rispetto a settembre 2016, nelle statistiche degli organizzatori) e parla dell’arrivo dei buyer delle piattaforme ecommerce. «Le vendite non si fanno in fiera ma in showroom - spiega Luca Pampagnin, che dirige il marchio Pellico -. La maggior parte degli ordini è in giugno, con le pre-collezioni, quindi queste date non fanno differenza per noi». «Per i grandi nomi le campagne sono già finite» conferma Stefano Luzi a.d. della Aldo Brué, licenziataria Bruno Magli, in fase di rilancio con il nuovo proprietario Marquee Brands. «Il periodo migliore per presentare penso sia la seconda settimana di settembre - dichiara Davide Bellomi, export manager di AS98 - anche se per noi questa edizione è andata meglio della precedente». Sensazioni positive sono arrivate pure dalle vetrine-salotto dei brand del lusso. «Penso che The Micam sia l’unica fiera internazionale al mondo della calzatura - dice Francesca Casero, export manager di Jimmy Choo -. Abbiamo incontrato buyer anche dagli Usa e dall’Africa. Il nostro risulta uno degli stand più fotografati e postati sui social. Al contrario di altre griffe, che hanno preferito i video al prodotto, abbiamo portato diversi modelli in esposizione, anche maschili, per fare percepire di più da linea al mercato europeo. In Asia, invece, cresce già bene». «Abbiamo visto tanti curiosi, raccolto contatti commerciali e stampa - dicono Marco Gusmerotti e Silvano Scarpellini, rispettivamente wholesale manager Italia e head of wholesale leather Accessories di Ermenegildo Zegna

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-. Per noi partecipare è soprattutto un’operazione di awareness: vogliamo comunicare che Zegna è anche leather». «La campagna vendite - spiegano - è già terminata in luglio, ma qui ci interessa capire l’aria che si respira nel mondo degli accessori, una componente importante del marchio, benché sia un total look». Le prossime date di The Micam sono dall’11 al 14 febbraio 2018: dopo la seduzione, il nuovo tema sarà la vanità. ■


MIPEL

BOOM DI VISITE DA ITALIA E UCRAINA 2

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1. Jimmy Choo, new entry nella Fashion Square 2. Ernesto Esposito 3. Bruno Magli 4. Giovanni Fabiani 5. Lella Baldi 6. Annarita Pilotti con Paolo Gentiloni all’apertura del salone

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The bag fair Mipel recorded a +17% in visitors. In H1 2017 our leather exports rose by 14%. La prima edizione di Mipel guidata dal nuovo ceo Danny D’Alessandro si è chiusa con un +17% di presenze. Gli italiani sono saliti del 27%, mentre sul fronte internazionale c’è stato un exploit dei buyer provenienti dall’Ucraina (+29%). I russi hanno invece registrato un +5%. Questi risultati arrivano dopo un altro successo: per la prima volta dopo molti anni, il salone - a Fieramilano Rho nelle stesse date di The Micam - ha registrato il fully booked degli espositori (+10% rispetto a un anno prima). I numeri sono coerenti con gli ultimi dati congiunturali della pelletteria, recentemente presentati da Aimpes (l’associazione dei pellettieri promotrice di Mipel): nei primi sei mesi dell’anno il comparto ha registrato un +14% dell’export. Il risultato di Mipel, come riconoscono gli organizzatori, si deve anche alla concomitanza con le altre fiere del fashion, sinergia costruita grazie al lavoro svolto dal “Tavolo della Moda”, voluto dal ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda e dal sottosegretario Ivan Scalfarotto.(a.t.)

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7. Bob Sinclar, animatore della fiera con “Seduction Remix” (la seduzione era il tema di questa edizione) 8. Dei Mille 9. Gianna Meliani

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TEXTILE MONTH

lE nuovE sfidE dEllE maTEriE PrimE

un tessile a responsaBilitÀ illimitata non solo fashion month. settembre è stato anche il mese del tessile, con una propaggine in ottobre sulle materie prime con lineapelle. partito con munich fabric start in germania (a quota 20.500 visitatori), il textile month è proseguito con première vision, texworld e filo, alle prese con inedite sinergie, sfide digitali e una crescente internazionalizzazione. dalle aziende è arrrivato un messaggio forte e chiaro: innovazione significa più che mai sostenibilità PAGINE A CURA DI ALESSANDRA BIGOTTA

September was a true textile month, with Munich Fabric Start in Germany, Première Vision and Texworld in France and Filo in Italy, while October started with Lineapelle, the exbhibition of leather, components, accessories, fabrics and other materials. Different fairs, one keyword: sustainability as a core asset for the future.

swarovski

“funtasia” al potere, anche grazie a iris Swarovski crystals for Fall-Winter 2018/2019 are more and more high-tech and precious. The visionary style by Iris van Herpen gives life to the Growing Crystal special edition. Funtasia è - insieme a Nostalgia, Elegantia e Urbania - uno dei temi dell’autunno-inverno 2018/2019 di swarovski. Tra le proposte, sempre più complesse tecnicamente, spiccano Scarlet, che colora i cristalli di rosso, Crystal Velvet Brown Pearl con una speciale lucentezza e Jewel Cut Flat Back, che si identifica con il glamour delle pietre preziose. iris van herpen, stilista nota per la sua moda sperimentale, dà vita alla limited edition Growing Crystal, cristalli in cui vengono inseriti singolarmente a mano fino a 500 doppi coni, per ottimizzare la rifrazione della luce. Lo stile di Iris ispira inoltre i nuovi 3 Studs, in tre misure e altrettante varianti di placcatura, due tagli e 20 opzioni di colori ed effetti.

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1. Lo stand di Miroglio Textile a Première Vision 2. Compratrici all’altro grande salone parigino del tessile, Texworld

première vision

investe sul marketplace Première Vision invests on digital: in 2018 the fair will launch its B2B marketplace.

Roica by asahi kasehi

eco & stretch Sustainability and well being in the foreground for premium stretch yarns by Roica. New entry a Filo di Milano, Roica (gruppo Asahi Kasehi) ha presentato una serie di novità nell’ambito dei filati premium stretch, a partire da un ampliamento della gamma Roica Eco Smart, studiata all’insegna della sostenibilità, che recentemente ha aggiunto alle numerose certificazioni già ottenute la C2C (Cradle To Cradle) e l’Hohenstein Environment Compatibility Certification, confermandosi come unica nel suo genere nell’ottica di un’economia circolare. Da segnalare anche Roica Feel Good, alleata del benessere e con un’arma in più, la neutralizzazione degli odori, che resta intatta anche dopo i lavaggi.

suedwolle group italia

marchi & fildi

il cotone smart si chiama ecotec

Sarà avviato nella seconda metà del 2018 il marketplace B2B di Première Vision, al quale lavorerà una sussidiaria di Première Vision Group creata ex novo, Première Vision Digital. Obiettivo della piattaforma è radunare sotto uno stesso ombrello virtuale 1.500 aziende, 70mila prodotti e un database di 250mila potenziali buyer, producendo regolarmente contenuti non solo informativi ma anche di approfondimento, dalla notizia all’analisi di mercato (nella foto, Première Vision di settembre).

Sustainability is Marchi & Fildi’s mantra for Ecotec and Phoenix. Il cotone Ecotec di Marchi & Fildi è il primo materiale made in Italy ottenuto con un processo al 100% tracciabile e certificato, che trasforma i ritagli tessili già tinti in filati di cotone, con risparmio di acqua (-77,9%), energia (fino al 56,6%) ed emissioni di CO2 (fino al 56,3%). Ecotec viene utilizzato al 50%, con un 50% di poliestere riciclato, nel nuovo filato Phoenix (nella foto), certificato Grs e disponibile in un’ampia gamma di colori di tendenza, che non necessita di tinture aggiuntive.

l’unione fa la forza With the new Suedwolle Group Italia, Suedwolle Group is stronger in Italy. Le società italiane di Suedwolle Group (Safil, Biella Yarn by Suedwolle, Erwo Italia e Hf Filati by Suedwolle) sono ora riunite in un’unica ragione sociale, Suedwolle Group Italia, controllata dalla tedesca Suedwolle Gmbh & Co. KG e con Davide Marcante come ceo. Il Gruppo Tessile Industriale (Gti) continuerà a fare parte integrante di Suedwolle Group in Italia, pur non rientrando nella fusione.

i cotoni di albini

il riassetto premia I Cotoni di Albini is constantly growing, with +14,3% in 2016 and esteemed +10% in 2017.

performance days

future is now Intelligent textiles at Performance Days in Munich.

I Cotoni di Albini (Gruppo Albini) ha chiuso il 2016 con ricavi per 20 milioni di euro (+14,3%) e la prospettiva di un +10% (e oltre) nel 2017. Merito di una recente riorganizzazione e di sinergie ancora più strette con la casa madre.

Fibre, tessuti e tecnologie dedicati a workwear, athleisure e sportswear sono al centro dei Performance Days di Monaco di Baviera: in scena l’8 e 9 novembre le novità per l’inverno 2019/2020 e una serie di appuntamenti à côté.

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TEXTILE MONTH

boTTo GiusEPPE

da vallemosso a tarcento la parola d’ordine È efficienza

lanfranchi

le lampo che piacciono anche a greenpeace

Botto Giuseppe was back at Première Vision after three years, with contemporary and eco-friendly collections, produced in plants conceived with sustainable criteria. Rientrato a Première vision dopo tre anni di assenza, botto Giuseppe si focalizza su un lusso contemporaneo, per esempio nei cashmere stretch, nelle stoffe con microrilievi in 3D e nelle lane crêpe accoppiate a membrane ipertecniche, come accade nel tessuto Zero. Un altro asset è la sostenibilità, che ha varie declinazioni a partire dalla gamma Naturalis Fibra, ottenuta con filati mulesing free e realizzata nello stabilimento di Tarcento in Friuli: un impianto totalmente autosufficiente, con una centrale idroelettrica che produce circa 8 milioni di kilowatt/ora, pari a 3.376 tonnellate di CO2 risparmiata nei 12 mesi e pannelli fotovoltaici che consentono a loro volta alte performance e tagli sulle emissioni di CO2. Stessa impostazione nello stabilimento piemontese di Vallemosso, al centro di investimenti in efficienza e rispetto per l’ambiente, che continueranno con l’introduzione in azienda di nuovi macchinari.

Leader in the production of zippers, Lanfranchi has joined Greenpeace Detox and its editorial project “Neo Materials in the Circular Economy”. Fashion. Meanwhile it goes on with innovation and new 3D products. Anche gli accessori tessili in prima linea sul fronte sostenibilità. lanfranchi, il maggior produttore italiano di chiusure lampo, ha aderito al programma Greenpeace detox, partecipando anche al progetto Neo materiali nell’economia circolare.Moda: un volume pubblicato da Edizione ambiente, curato da marco ricchetti insieme a blumine e al social network sustainability-lab. «Ogni giorno - commenta il ceo Gaetano lanfranchi - produciamo 50 chilometri di chiusure lampo in base a funzionalità, estetica, made in Italy (anche i macchinari sono italiani) e, non ultimo, impatto ambientale». Un impegno attestato da varie certificazioni e da collaborazioni come quella con roica Eco smart e cupro by Gianni crespi per la realizzazione di una pochette in pizzo di iluna Group. Fra gli articoli di punta spicca la superlampo T2, con dimensioni e leggerezza adatte ai tessuti in seta o light, che nella foto in alto viene messa a confronto con una catena T14 Tank. Intanto Lanfranchi sperimenta il 3D, con nuove macchine che permettono di creare prototipi unici in tempi ultraveloci.

SENSITIVE FABRICS BY EUROJERSEY Camouflage, piedde-poule, effetti pelle e 3D print: parola d’ordine versatilità

ZEGNA BARUFFA LANE BORGOSESIA

LENZING ECOVERO L’ultima frontiera della viscosa, ricavata dal legno di foreste sostenubili

THINDOWN Al debutto a Première Vision, il primo e unico tessuto in piuma al mondo garantisce leggerezza, calore, comfort

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Nelle nuove collezioni per tessitura di Botto Poala, Baruffa e Chiavazza i fili nobilissimi in titoli e torsioni particolari creano superfici mosse e intrecci tridimensionali


paolo monfermoso/filo

«un dialogo piÙ forte con la filiera e con milano unica» After a successful edition of Filo, the fair’s director Paolo Monfermoso announces a new synergy with the textile fair Milano Unica, beginning from 2018.

TOLLEGNO 1900

parigi, tokyo, seoul: tre destinazioni per accelerare l’internazionalitÀ A “world tour” for Tollegno 1900: thanks to a synergy with Consorzio Promozione Filati, the brand based in Piedmont is showing its new proposals in Paris, Tokyo and Seoul. «Crescere, stringere collaborazioni e aprirci a nuovi mercati fa parte del nostro dna» dicono i portavoce di Tollegno 1900, che tra la seconda metà di ottobre e gli inizi di novembre intraprende un tour in alcuni mercati chiave, insieme al Consorzio Promozione Filati, per presentare le novità dell’autunno-inverno 2018/2019. Il punto di partenza è stato Parigi, il 10 e 11 ottobre, che ha visto Tollegno 1900 e altre 16 aziende che fanno parte del Consorzio protagoniste nella sede di Trend Union, società che fa capo a Li Edelkoort. Seconda tappa il 24 e 25 ottobre al Bunka Fashion Incubator di Tokyo, con le linee Classic e Luxury. Ultima destinazione Seoul, con un appuntamento il 31 ottobre e il primo novembre presso il JW Marriott, all’interno di Italian Yarns-Creativity and Excellence.

nel 2018 la nostra area tendenze sarÀ allestita all’interno di milano unica e lo stesso farÀ il salone tessile

Qual è la parola d’ordine di Filo per il prossimo futuro? Sicuramente sinergia. Abbiamo rafforzato l’intesa con il salone tessile Milano Unica e dalle prossime edizioni condivideremo con questo salone, leader per il tessile così come noi lo siamo per i filati, la presentazione delle tendenze. In pratica, a Milano Unica ci sarà un’area a noi dedicata e allo stesso modo Filo ospiterà nei suoi spazi un’area tendenze su Milano Unica.

Quali sono le conclusioni all’indomani di Filo? Abbiamo registrato un incremento di visitatori del 10%, molti dei quali stranieri anche grazie al supporto di Ice, ma in sé questa percentuale non ha un grande significato, perché è vedere l’affluenza negli stand che dà il polso della situazione. Stand che nell’edizione di settembre, la 48esima, sono stati per lo più molto affollati e questo non può che farci piacere. Sono cresciuti gli espositori, una novantina, la dimensione perfetta per quanto ci riguarda e siamo riusciti a fornire una visione più ampia della catena produttiva, affiancando ai produttori di fibre e filati alcune aziende di servizi e tintorie.

oltre il tessile/LINEAPELLE

dagli italiani un’iniezione di fiducia Lineapelle ended with an unexpected growth in the number of Italian visitors (+5%). Now it’s time for the fair to go abroad, with events in London and NY. A sorpresa, alla recente Lineapelle - fiera delle materie prime e dei trattamenti per l’abbigliamento e gli accessori - le presenze italiane sono cresciute del 5%, contro un +2% complessivo, a quota 21.687 visitatori. Presente in forze alla rassegna l’industria conciaria italiana, leader con ricavi per circa 5 miliardi, che ha presentato dati positivi sulla produzione nei primi sei mesi 2017 (+2,7% in volume) e sull’export, +12,3% . Ora Lineapelle è pronta per le trasferte del 23 gennaio (Londra) e del 31 gennaio-1 febbraio a New York (nella foto, l’artista Marcella Ballarin, parte del progetto Tele Contemporanee di Tessitura Attilio Imperiali e Segre & Schieppati, in mostra al salone, che ha permesso ad alcuni giovani artisti di interpretare in modo creativo i prodotti aziendali, realizzando dei prototipi).

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BEST OF MILAN

PRADA

MOSCHINO

VERSACE

EDITOR’ S Pick

MILAN’ S #TOP10 a cura di Marc Sondermann FASHION EDIT DI ALBERTO CORRADO

GUCCI

DOLCE&GABBANA

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PHILOSOPHY

FENDI

MISSONI

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MARCO DE VINCENZO


BEST OF MILAN

#1 PRADA

Mentre il business del Gruppo arranca, con l’ennesimo colpo di genio Miuccia Prada si reinventa in chiave di fumetto punk. Ne esce uno show adrenalinico, da combattente, nel pieno rispetto del suo lungimirante canone estetico. Even though the eponymous Group goes through turbulences, Miuccia Prada let the genie out of the bottle and showed off her fighting spirit. In a show drenched with comic-book punk rock vestiges, adrenalin flowed freely. And copiously. 42

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#2 VERSACE

Chi ha bucato lo schermo più di chiunque altro è stata Donatella Versace. In un crescendo di capi ispirati all’archivio del grande Gianni si è visto un tripudio di icone, che non potevano che culminare in un coup de thêàtre finale. Donatella Versace was able to enthuse her global audience by staging a veritable coup de théàtre. In a crescendo of looks straight out of the hitherto forbidden archive of Gianni, iconic stances reigned supreme. Superb.

#3 MOSCHINO Continua la marcia trionfale di Jeremy Scott. Confermatosi l’enfant terrible della settimana milanese, il mattatore dei social rende virale lo spirito delle origini, facendo risplendere il marchio alle più improbabili latitudini. Jeremy Scott at the height of his form. Milan’s self-declared enfant terrible goes viral with his provocative reinterpretation of the house’s origins. The brand is in the process of getting better known than it ever was. Uplifting.

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BEST OF MILAN

#4 GUCCI Nuova stella polare del fashion system, Alessandro Michele è un certezza, imbarcato com’è in una futuristica epopea che trascende i secoli, nonché le datate convenzioni del tempo che fu. As the new global polar star of the fashion system, Alessandro Michele continues in his epic quest to transcend the boundaries of history and conventional wisdom. Still in full bloom.

#5 Philosophy DI Lorenzo Serafini

Tra i giovani è la mano più sicura. Fresco e chic in modo anticonvenzionale, lo stilista ha conferito al marchio targato Aeffe la necessaria patina di glamour. Lorenzo Serafini is the most interesting young name on the Milanese piazza. He’s fresh, he’s chic, he’s unconventional. Voilà a brand with newly acquired glamour. Sophisticated.

#6 dOLCE&GABBANA Gli sgargianti e immaginifici exploit del duo siculo-milanese testimoniano una meravigliosa vitalità. Nel coinvolgere i Millennials la griffe non ha eguali. A magnificently vital show by an outlandishly immaginific duo. Domenico Dolce and Stefano Gabbana have no equals in the art of enticing the millennials. Mesmerizing.

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BEST OF MILAN

#7 FENDI Si conferma un imperdibile appuntamento di pure luxury, dove l’eleganza contemporanea culmina in vette assolute di preziosità artigianale. Una vera potenza mercantile. Again, an appointment not to be missed. This is pure luxury at its most elegantly artisanal, precious peak. A merchant’s true dream. Lavish.

#8 MISSONI Per il ventennale alla guida della maison Angela Missoni ha partorito un capolavoro di maestria. Un salto di qualità, che indica con lucidità la via da percorrere in futuro. After twenty years at the creative helm of her family’s house, Angela Missoni was able to enact a great leap forward. This is the way to go. Bold and far-reaching.

#9 N21 Alessandro Dell’Acqua si piace e piace (molto) nelle vesti di sofisticata voce fuori dal coro. Milano ne può gioire: la mano del Maestro ci arricchisce in maniera insostituibile. Amazing creations by one of the great artists in town. Without his powerful voice Milan would lack a unique hand that cannot be substituted. Thought-provoking.

#10 MARCO DE VINCENZO Un grande esempio di come, con umiltà e caparbietà, si possa scalare l’Olimpo. Il creativo messinese premia stagione per stagione chi ha voluto credere in lui. Marco De Vincenzo proves the old Sicilian adagio right that only humility and obstinacy reap results. A great talent, he has been rightfully endorsed by LVMH. Enlightening.

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ready-to-wear spring-summer 2018

philosophy di lorenzo serafini

Things of love a cura di ALBERTO CORRADO

photo Di FZEROPHOtOGRAPHERS/imaxtree/ PITTI UOMO 90: ENRICO LABRIOLA

Una molteplicità di suggestioni traspare nelle collezioni primavera-estate 2018, in una mescolanza di ispirazioni e passioni: motivi di un’estetica all’insegna delle contaminazioni, che si traducono in capi leggeri, contemporanei e urbani. Una femminilità complessa e variegata, con sprazzi di libertà nella scelta degli accessori, da abbinare con la stessa nonchalance con la quale le mise da sera o eleganti si alternano a fit outwear di spirito disinvolto.

A multiplicity of suggestions emerge from Spring-Summer 2018 collections, in a mix of inspirations and passions: a contaminated aesthetic translates into light, urban and contemporary clothes. A complex and varied femininity in which you can find touches of freedom in the way accessories are used, with the same ease with which evening or elegant models alternate with a nochalant mood. 23_10_2017

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REaDy-To-wEaR spRiNg-summER 2018

JoshUa sanders

GaBriele ColanGelo

Cesare paCioTii

Missoni

n°21

BILLOWING TROUSERS l’evolUZione Del gUARDARoBA, in noMe Di Un vesTiRe/invesTiRe Che ConiUgA eTiCA eD esTeTiCA. il PAnTAlone CoMe CoMPAgno feDele Del QUoTiDiAno: A viTA AlTA PeR slAnCiARe le gAMBe, si ADATTA Alle sCARPe BAsse MA AnChe Ai MoDelli Con TACChi sveTTAnTi.

eMporio arMani

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CalVin Klein

The evolution of the personal wardrobe, in the name of a vestiment/ investment that combines ethics and aesthetics. Trousers as a faithful chum of everyday life: high waisted to enhance legs and to be perfect with low and hyper-high shoes.

MoresChi

orCiani


KEY PIECES yVes sainT laUrenT

Maison Milano

DeMURe, elegAnTe, lADY-liKe: Un MiX Di sUggesTioni e ConTAMinAZioni, Che DivenTA Un inviTo A RifleTTeRe e A sCoPRiRe le Mille sfACCeTTATURe DellA MoDeRnA feMMiniliTÀ.

prada

Demure, elegant, ladylike: a mix of suggestions and contaminations that are a real invitation to reflect on the thousands of facets of modern femininity.

renÉ CaoVilla loUis VUiTTon

GianniCo

herMÈs

le silla Chanel

dior

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REaDy-To-wEaR spRiNg-summER 2018

aleXander WanG

MyVi

raCine CarrÉe MaX Mara

BlUMarine

SIZEABLE SHOULDERS ogni DonnA, nel RisPeTTo Del PRoPRio CoDiCe sTilisTiCo, in esTATe AMA sCoPRiRe il CoRPo, MeTTenDo in RisAlTo le sPAlle. ToP e ABiTi lAsCiAno liBeRe le BRACCiA, fino A RivelARe Con MAliZioso PiACeRe il DÉColleTÉ, AssiCURAnDo Un inTRigAnTe effeTTo giTAno.

roBerTo CaValli

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redeMpTion

In Summer every woman, in her stylistic code, loves to discover her body and emphasize her shoulders. The tops and clothes let arms free and unveil the décolleté with malicious pleasure, ensuring an intriguing gipsy effect.

serapian

GiUseppe zanoTTi



REaDy-To-wEaR spRiNg-summER 2018

paola BrUnazzi

Jil sander

pollini

MarCo de VinCenzo

CÉline

EASY ASIMMETRY UnA PoeTiCA Di AsiMMeTRie Che si snoDAno sU TUTTA lA silhoUeTTe Con sPiRiTo DisinvolTo eD effoRTless, ATTingenDo TAnTo Al MonDo Degli ATelieR, QUAnTo Al DAYWeAR MAsChile.

BorBonese

nina riCCi

A poetic asymmetry extends through the whole silhouette, suggesting an effortlessly chic attitude, inspired both by ateliers and men’s daywear.

sporTMaX

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Baldinini


EMBELLISHED TEXTURES

Ballin

elisaBeTTa franChi

TRAMe e TessUTi CoMe eleMenTi fonDAMenTAli Di Un CAPo. l’ARTigiAnATo AlTAMenTe sPeCiAliZZATo PoRTA ogni MoDello A Un livello sUPeRioRe, iMPReZiosenDolo Con PeRgole fioRiTe, DeliCATi RiCAMi, CRisTAlli e BAgUeTTe. Fabrics and textures as fundamental elements of an outfit. High skilled craftsmanship brings to a superior level every dress, embellished with flowered pergolas, delicate embroideries, crystals and baguettes.

MosChino

les peTiTs JoUeUrs

GiorGio arMani

Chiara ferraGni

paUla CadeMarTori

VersaCe

ChloÉ

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REaDy-To-wEaR spRiNg-summER 2018

MINI TEMPTATION

GiaMBaTTisTa Valli

aGl aTTilio GiUsTi leoMBrUni

Un CAPo Che esPloRA e sPeRiMenTA, Con RigoRe o liBeRTÀ, MeTTenDo Al CenTRo lA ConsisTenZA DellA MATeRiA e lA PUReZZA CoMPlessA Delle linee. UnA foRMA Di RiBellione genTile, PRofonDAMenTe PRAgMATiCA e feMMinile. Mini dress explores and experiments, with rigor or freedom, focusing on the consistency of matter and the complex purity of form. A kind of gentle, deeply pragmatic and feminine rebellion.

BoTTeGa VeneTa

fUrla

BroGnano

fraTelli rosseTTi

ChioCCiolini firenze

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philosophy di lorenzo serafini

eTro


TRENCH GAME

TrUssardi

alessandro enriQUez

il MUsT-hAve DellA sTAgione È il TRenCh, PoRTATo APeRTo o Con lA CinTURA, Con o senZA PUnTo viTA Ben DefiniTo. Un CAPo oUTWeAR Che CoMPone e sCoMPone vARi looK, ABBinAnDosi Con gonne e CAMiCie e DivenTAnDo seMPRe QUAlCosA Di DiveRso, in Un gioCo ConTinUo. The must-have of this season is the trench, worn open or with a belt, waist-defined or not. An outwear icon that can be combined with skirts and shirts to create different looks, in a continuous game.

Marni

Casadei

erManno sCerVino

CoCCinelle

ChUrCh’s

MiU MiU

salVaTore ferraGaMo

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REaDy-To-wEaR spRiNg-summER 2018

saMUele failli

GiVenChy

sara BaTTaGlia GUCCi

ValenTino

LES LIAISONS DANGEREUSES hA seMPRe Un non so Di Che MisTeRiosAMenTe AffAsCinAnTe, lA DonnA in sMoKing o in ABiTo lUngo. QUesTA PRiMAveRA gli sTilisTi si sono sBiZZARRiTi nei TessUTi, nei ColoRi e nelle fAnTAsie. il MoDello vinCenTe È QUello Che eviDenZiA lA silhoUeTTe e le gAMBe.

dolCe&GaBBana

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alBerTa ferreTTi

A certain “do not know” makes a woman in smoking or wearing a long dress mysteriously fascinating. For this Spring designers have come up with fabrics, colors and fantasy. The winning model is able to enhance the silhouette and legs.

rodo

BUlGari


PREMIER TAX FREE for

Sara Bernabè Country Manager di Premier Tax Free

Un leader che ora si apre a nuove intese CON UN RUOLO DI SPICCO NEL TAX FREE SHOPPING, PREMIER TAX FREE È IN RAPIDO SVILUPPO ED È MOLTO FORTE ANCHE IN ITALIA. IL RECENTE ACCORDO CON CTRIP, AGENZIA CINESE LEADER NELLA GESTIONE ONLINE DEI VIAGGI, PORTA CON SÉ STRAORDINARIE OPPORTUNITÀ DI SVILUPPO. Da oltre 30 anni Premier Tax Free è uno dei leader mondiali nei servizi di tax free shopping, con la crescita più rapida nel suo settore. Partner strategico di brand (tra cui tutte le griffe più importanti) e boutique, garantisce la gestione completa delle procedure di rimborso Iva agli shopper internazionali, risparmiando ai negozianti le incombenze burocratiche. Questo anche grazie a investimenti per più di 40 milioni di euro in tecnologia negli ultimi anni, che hanno portato all’integrazione con tutti i principali gestionali, terminali POS e piattaforme digitali di pagamento, comprese WeChat e Alipay, senza contare i diversi sistemi correnti di convalida elettronica delle esportazioni, tra cui Pablo in Francia, O.T.E.L.L.O. in Italia, Diva in Spagna e Trs a Singapore. Forte di una media di 16 milioni di transazioni l’anno, Premier Tax Free fa parte del gruppo londinese Fintrax, specializzato nei servizi finanziari legati al tax free shopping e ai pagamenti multivaluta. A fine 2015 l’azienda è entrata inoltre nel fondo Eurazeo, che vanta oltre 6 miliardi di euro di attività di gestione e un portafoglio in cui figurano tra gli altri Moncler e Desigual. L’Italia è presidiata tramite uffici a Milano e Roma, con Sara Bernabé (promotrice tra le

altre iniziative della Montenapoleone Card e del Vip Service negli aeroporti) nel ruolo di country manager dal 2005, affiancata dal direttore commerciale Stefano Uggeri e dal marketing manager Italy Andrea Dacò. Sono 55, tra diretti e affiliati, i punti di rimborso Premier Tax Free nella Penisola, tra cui la vip lounge in via Montenapoleone 21, quella nei pressi dell’outlet di lusso The Mall a Leccio (Firenze) e i refund point di Malpensa, Fiumicino e Roma in via Gregoriana. Recente la partnership globale con Ctrip, colosso dei viaggi online cinese con più di 300 milioni di clienti, volta ad agevolare il tax free shopping dei viaggiatori asiatici. «Un’intesa dal potenziale straordinario - commenta Andrea Dacò -. Si stima che il 2017 si chiuderà all’insegna di un +26% sul 2016 negli arrivi dei turisti cinesi in Europa, con uno scontrino medio di 1.052 euro e un +35% di ricavi su base annua». Ormai un terzo del business nazionale dello shopping tax free riguarda i cinesi: «Ne beneficiano soprattutto i marchi del lusso e della moda e, nello specifico, borse e valigie in pelle che, con il 54% delle preferenze, sono la categoria di prodotto made in Italy più apprezzata da questi viaggiatori».

www.premiertaxfree.com



Street photo @imaxtree

WOMENSWEAR SPRING - SUMMER 2018

POWER to WOMEN Un viaggio nelle anteprime delle collezioni primavera-estate 2018 delle aziende made in Italy, che rappresentano l’animo femminile in tutte le sue sfaccettature, traducendolo in abito e partendo dalla musica, dalla cultura, dallo street style, da un gusto squisitamente pop. Un inno alla donna che è fiera del proprio corpo e che sceglie di valorizzarlo con forme e colori iperfemminili. a cura di ALBERTO CORRADO

A trip into the new collections signed by made in Italy brands, able to represent the feminine mind in all its facets, starting from music, culture, street style, an exquisitely pop taste. A hymn to a woman who is proud of her body and who chooses to value it through hyperfeminine shapes and colors. ATTICO

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WOMENSWEAR SPRING - SUMMER 2018

MIA BAG

FABIANA FILIPPI

ROSSO 35

IL BISONTE

PENCE street style paris

NEW BALANCES s

Nuovi equilibri derivano dal semplice mutamento di un'angolatura, mentre i volumi vengono riconfigurati. Il micro diventa macro e viceversa. L’armonia si sprigiona dallo smontare e assemblare come atto giocoso. New balances arise from the flipping of an angle, while the volumes get reconfigured. Harmony emanates from disassemble and reassemble is a playful act.

PESERICO

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ANTONELLI firenze


giaNNa MEliaNi

shiRtaPORtER

aNgElO MaRaNi

stREEt stylE lONdON

alviERO MaRtiNi 1a classE

NENEttE

POETIC CONTRASTS s

Fiori e ruche attraversano gli abiti in modo inatteso, ricamando i tessuti leggerissimi con paillettes, jais, frange crystal. Una poetica dei contrasti che si snoda in tutte le collezioni, spaziando dal romanticismo al bohĂŠmien, fino a ritrovare uno stile classico ma creativo. Flowers and ruches randomly adorn dresses, embrodering ultra lightweight fabrics with sequins, jais, crystal fringings. Poetic contrasts extend through the collections, ranging from a romantic to a bohemian mood, till they find a classic yet creative style.

MaRiElla ROsati

laRdiNi

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WOMENSWEAR SPRING - SUMMER 2018

chiaRabONi la PEtitE RObE PatRizia PEPE

bRUNEllO cUciNElli

Piazza sEMPiONE

ElEvENty stREEt stylE MilaNO

FREEDOM DAY s

La bella stagione è libertà, rappresentazione estetica ed estatica di uno spirito che si smarrisce tra romanticismo e perdizione, tra sogno e disicanto. L’affermazione di un messaggio femminile di autorevolezza e personalità. Beautiful season means freedom: an aesthetic and ecstatic representation of a soul, that is lost between romanticism and perdition, between dream and disenchantment. The affirmation of a female message of authority and personality.

ROssElla JaRdiNi

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thE gigi


REWORKED TA I LO R I N G s

I pantaloni in varie lunghezze delineano la silhouette, per enfatizzare le camicie o le giacche, ridisegnate nei volumi. Tessuti ricchi e naturali sono lavorati con la rielaborata sartorialitĂ italiana, in modo da creare collezioni adatte alle esigenze e ai desideri di una donna in continua evoluzione.

lORENa aNtONiazzi

Pants with different lenghts outline the silhouette, emphasizing shirts or jackets, reinterpreted in volumes. Natural fabrics are handled with reworked Italian tailoring, creating collections fit for needs and desires of a constantly evolving society.

tagliatORE

JUcca

NENah

stREEt stylE MilaNO

XacUs

d.EXtERiOR

la MaRtiNa

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WOMENSWEAR SPRING - SUMMER 2018

cRiME Of lONdON

fRacOMiNa

WOOlRich

la caRRiE bag

diEgO M stREEt stylE MilaNO

SOCIAL CODES s

Nel percorso di semplificazione del codice dei comportamenti umani ormai imposto dai social, la donna ricerca un guardaroba piĂš che mai provocatorio, vivo tanto nelle proprie implicazioni concettuali, quanto nella forma estetica. Social networks simplify the codes of human behaviors. Meanwhile, women search for a more than ever provocative wardrobe, alive in its conceptual implications and in its aesthetic form.

gOOdMatch

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baRENa


bagUtta

bEatRicE b

tERRE altE

gabs

haRlEq POP bag

stREEt stylE NEW yORK

M A N I P U L AT E D FA B R I C S s

La manipolazione del tessuto, immerso nel colore, dà vita a motivi astratti, geometrici, oreali, con alcune parti coprenti e altre trasparenti, per terminare nelle cimature irregolari dei fili della trama. The manipulation of fabrics, immersed in color, brings life to abstract, geometrically, floral patterns, that alternate trasparent and opaque parts, to end in irregulary clipped welft yarns.

asPEsi

OttO d'aME

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spring-summer 2018 @ zona tortona

white

più internazionale ma l’estero cerca l’essence of italy È a questa fiera che i buyer esteri cercano l’italianità nella moda contemporary, mentre gli italiani ne apprezzano il respiro internazionale. Anche chi la trova dispersiva, un salto in zona Tortona lo fa di elisabetta fabbri

At White, foreign buyers look for local brands, while Italian ones appreciate its international offer. Some visitors complain that the fashion fair is too big but the majority can’t help deserving a look.

È

stata davvero extra large - in sintonia con Milano XL, festa della creatività italiana - l’edizione di settembre di White. Intanto perché il salone è durato un giorno in più del solito (dal 22 al 25). Ha aggiunto anche due nuove location: uno spazio al 27 di via Tortona - concesso dalla Camera Italiana dei Buyer Moda per le creazioni di Efisio Marras, special designer per I’M Isola Marras - e le stanze al civico 31, messe a disposizione da Archiproducts (portale di prodotti per l’architettura e il design), diventate una showroom di marchi emergenti. In aumento pure gli espositori (532, +6%) e gli ingressi (26.600, +20%), con una crescita del 40% degli stranieri (+22% gli italiani). «Abbiamo fatto più giri in showroom che alle fiere, ma White merita sempre un passaggio», dice una buyer dell’insegna Filippo Marchesani, presente in Abruzzo. Concorda Didi Corbetta della boutique Valtellini di Rovato (Bs) che aggiunge: «Dopo una visita anche ai saloni di Parigi, direi che White è più internazionale: a Tranoï erano tutti italiani». Corbetta segnala tra i marchi interessanti gli accessori in seta Pierre Louis Mascia e il marchio italiano di womenswear Nenah. Ma non manca qualche critica. Nicoletta Strano dello store Pratolivo di Novara osserva: «L’ho trovata un’edizione piatta, nulla mi ha colpito particolarmente». «Penso che il White sia dispersivo,

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Pommes de Claire

urban catwalk per ssheena The brand Ssheena designed by Sabrina Mandelli was on stage at Palazzo Reale. Il marchio Ssheena, creato dalla milanese Sabrina Mandelli - special guest di White - ha sfilato nel calendario di Milano Moda Donna a Palazzo Reale e in piazza Duomo, coinvolgendo la città, nell’ambito di Milano XL. L’ennesimo riconoscimento per la label, già vincitrice del Time Award 2016, che l’ha promossa con successo, attraverso un recente trunk show presso noti buyer Usa.

troppo grande e con troppi brand - commenta un buyer dell’insegna Base Blu di Varese -. Gli organizzatori dovrebbero selezionare di più, alla fine non si riesce a vedere tutto». Tra i brand che hanno attirato la sua attenzione cita Greta Boldini. Al contrario, Moshe Silberberg di Rijoux Boutique (a Tel Aviv, Israele) afferma: «Uno dei punti di forza di questa fiera è il mix in esposizione, ben organizzato in ogni area e comodo da visionare. In generale, credo che l’Italia sia il migliore posto al mondo per il fashion business». E se tra i buyer c’è chi ha apprezzato le nuove date più estese e chi è rimasto indifferente, perché visita il salone solo nel weekend, Silberberg pensa che uno dei punti di debolezza sia la

chiusura alle 18. «Potrebbe restare aperto di più, anche fino a mezzanotte». «Non ho potuto vederlo tutto - aggiunge - ma mi sono piaciute soprattutto le location di Tortona 27 e 35». I marchi più appealing? Silberberg elenca Isla Fontaine, Enrico Mazza, Soul Couture, Gemma Alus e BaliBali. Jamie J. Oh, buyer della coreana Fierté, segnala invece Natyoural («Il knitwear è soft, in materiali di qualità»), Sosud («Specie le camicie pesanti e i mix seta+cotone»), Zinga («I pantaloni in pelle sono top quality») e Giaquinto («Mi piacciono i colori e il design bold delle borse»). L’esperto apprezza le diverse atmosfere di White come il «mosaico di colori, espressione del contemporary chic» di Tortona 54 o il Tortona 27, «quasi un mercato rionale, per il calore e la frenesia che trasmette». Al contrario, White Bijoux all’hotel Nhow «dà un senso di serenità» con gli interni in velluto nero, illuminati dai gioielli nei display. Jamie J. Oh reputa positive le evoluzioni del salone, l’accesibilità, la vicinanza al centro e ai maggiori eventi. Interessante pure il mix di marchi italiani e stranieri anche se, da buyer asiatico, cerca soprattutto «brand local, essence of Italy». Uno dei problemi è la lingua: «Alcuni eventi sono solo in italiano». E chiude suggerendo di aggiungere chioschi e bar: «È un peccato non poter trovare con facilità ■ un buon caffé italiano e una focaccia».


Âme moi

Special Edition

FAUSTA c. 1

Woman sunglasses

Martina Spetlova Occhialeria Artigiana

Salvatore Vignola

Barleycorn

Black

preMi per crOMaticaMilanO ed enricO MaZZa Two womenswear lines were given an award by White: Cromaticamilano and Enrico Mazza.

D’Estrëe

In questa edizione di White l’Inside White Award è andato a Cromaticamilano, marchio di womenswear eco-responsabile ideato da Caterina Faenza, scelto fra 12 candidati. Menzione speciale per gli accessori Un te’ da matti. La settima edizione del premio Ramponi, che valorizza la creatività, è stata vinta dal designer enrico Mazza (nella foto, un capo della Spring-Summer 2018 ).

Nenah

Greta Boldini

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SPRING-SUMMER 2018 @ SUPER A CURA DI CARLA MERCURIO

BASTA UN TWIST

LINEE ESSENZIALI E PEZZI BASICI: SONO I DETTAGLI A FARE LA DIFFERENZA Essential lines and basic items: creativity is a matter of details

ANNABAIGUERA Ó Colore, fantasia, richiami orientali e tocchi romantici per ballerine, ciabattine e mule, accomunate dal filo conduttore dei tacchi bassi.

NICO GIANIÓ Tra gli emergenti più apprezzati alla fashion week. Da non perdere le borse in pelle intrecciata, con cui ha vinto il Who Is On Next? CASTAÑER Ò Colore e forme inedite per le nuove creazioni della label, che festeggia i 90 anni.

BAGUTTAÓ

IL GIOCO DEI RUOLI Trasformismo è la parola d’ordine per questa collezione, in cui lo chemisier può essere abito e overshirt allo stesso tempo, la camicia maschile è interpretata in chiave iper-femminile e le gonne a semi-ruota scandiscono il passaggio dai momenti di lavoro alle atmosfere leisure.

LAURA APARICIOÓ Nata a Bogotà, Laura Aparicio si diploma all’Istituto Marangoni e nel 2016 lancia la sua linea, fatta di silhouette semplici e forme fluide, ispirate ai tagli maschili.

L.A L.A TEX Ò

VIVA IL WESTERN ROCK Debutto a Super per L.A L.A Tex, il womenswear frutto della liaison tra la società Cit della famiglia Gavazzeni e l’imprenditore Alessandro Squarzi. La mission è chiara: il link con Los Angeles, culla delle nuove tendenze, l’atmosfera western rock, lo stile di vita “chill” e glamour al tempo stesso.

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OLIVIER BERNOUXÓ Ventagli e clutch per la capsule collection lanciata in occasione del cinquantenario della scomparsa di Robert Kennedy. Il ricavato sarà devoluto alla fondazione a lui intitolata.


SPRING-SUMMER 2018 @ THEONEMILANO A CURA DI ALESSANDRA BIGOTTA

NUOVE DECLINAZIONI DELL’HAUT-A-PORTER

A FIERAMILANOCITY THEONEMILANO HA RIPROPOSTO LA SFIDA DI UN “HAUT-A-PORTER” DI RICERCA, MA VENDIBILE

At its second edition, TheOneMilano strengthened the identity of its “haut-à-porter” exhibition, in the name of research and sellability.

VIA MASINI 80Ó Specializzata da oltre 40 anni nella produzione di pantaloni, la toscana L.Pucci propone con Via Masini 80 una nuova linea di appeal contemporaneo, ma in sintonia con il dna aziendale nella scelta del 100% made in Italy.

PARAKIAN PARISÓ

PER LA NUOVA CAMPAGNA SCEGLIE SARAH Immortalata da Yves Lavallette, Sarah Adler è protagonista della campagna di Parakian Paris, dedicata alla primavera-estate 2018. Nata nel 1978 e di doppia nazionalità (francese e israeliana), Sarah ha lavorato, tra gli altri, con il grande Jean-Luc Godard. LUISA MARIA LUGLI SWIMWEARÓ Non solo costumi da bagno, ma un’intera collezione di beach couture per il marchio, acquisito nel 2011 da Berlini Srl e ospitato nella nuova area Resort & Cruise del salone milanese, in sinergia con Cna Federmoda. ÑESEMPLARE

IL CAPOSPALLA DELL’ERA 4.0 La collezione in capo a Pattern è nota per la sua ricerca sul capospalla, che non si smentisce per la primavera-estate 2018. Tra i modelli di punta, il trend in tessuto jacquard e lurex, con bottoni automatici cuciti a mano (a sinistra) e, a destra, il parka water repellent in cotone spalmato doppia faccia, con cuciture termonastrate su fondo e carré.

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portraits

clare waight keller/creative director

la prima donna alla corte di givenchy Per Clare Waight Keller l'approdo sulla poltrona di creative director dell'iconica maison francese rappresenta una duplice sfida: rimpiazzare dopo 12 anni l'estetica impressa da un designer dalla forte personalità come Riccardo Tisci, e dimostrare di essere all'altezza del titolo di prima donna a entrare nella stanza dei bottoni dello stile da Givenchy. Ma a Parigi è partita con il piede giusto, confermando la sua levatura di Angela Tovazzi

Clare Waight Keller made her (successfull) debut at the Paris fashion week as the new Givenchy's creative director. Now she has to prove to be up to the title of first woman at the helm of Givenchy style and to replace Riccardo Tisci with honor.

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lare Waight Keller condivide un primato con Maria Grazia Chiuri di Dior: essere la prima donna a sedere sugli scranni creativi di una maison francese iconica, nel suo caso Givenchy. Una responsabilità non facile per questa designer inglese, che però ha già ampiamente dimostrato le sue doti a colpi di collezioni che hanno lasciato il segno. La sua è una carriera scandita da incontri e brand importanti: dopo aver studiato knitwear e moda al Royal College of Art di Londra e aver conseguito un Bachelor of Art in moda e tessuti alla Central St. Martins, a 21 anni approda da Calvin Klein (dove rimane per quattro anni), per poi passare nelle fila di un altro big della moda a stelle e strisce come Ralph Lauren, in qualità di direttore design del menswear Purple Label. Siamo nel 2001: Waight Keller ritorna a Londra ed entra nel team di Tom Ford come senior designer per Gucci. Si fa notare grazie a skill a 360 gradi: l'abilità nella maglieria, le competenze sia sull'uomo che sulla donna. La chiamano da Pringle of Scotland, storico brand scozzese che vede in lei la persona giusta per rilanciarsi. Missione compiuta: la Waight Keller prende le redini del brand nel 2005 e nel giro di sei anni riesce a modernizzarlo, mantenendone inalterato l'heritage. È forse proprio questo suo talento nel filtrare il nuovo dall'antico

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che colpisce i vertici della griffe francese Chloé, che nel 2011 la vogliono come • Clare Waight Keller nasce a Birmingham nel 1970 direttore creativo. Nel giro di sei anni Waight Keller • A Londra studia knitwear e moda presso il Royal College ne ringiovanisce l'immaof Art, conseguendo poi un Bachelor of Art in moda e gine, reinterpretando con tessuti alla Central St. Martins successo l'esprit della fon• Inizia la sua carriera da Calvin Klein e Ralph Lauren, per datrice Gaby Aghion. Non poi entrare nel team di Tom Ford per Gucci stupisce che quando Ric• nel 2005 viene arruolata come creative director di cardo Tisci lascia vacante Pringle of Scotland la poltrona da Givenchy, dopo un regno durato 12 • dal 2011 e per sei anni consecutivi è alla guida dello stile anni, i rumour sui possibili Chloé successori si concentrino • Il 16 marzo 2017 Givenchy annuncia la nomina di Clare anche sulla stilista inglese Waight Keller a direttrice creativa della maison dall'eccellente curriculum e • La prima sfilata va in scena con uno show co-ed il primo dal tocco d'oro. La nomina a ottobre, durante la fashion week di Parigi creative director della maison creata da Hubert de Givenchy arriva il 16 marzo 2017: è la prima donna cui tocca questo compito dalla fondazione del chic à la Givenchy, ma con una sensibilità marchio nel 1952. Una sfida. Come risulta fresca, contemporanea, alla Waight Keller. subito una sfida quello che l'aspetta: non far Alla vigilia della sfilata, la griffe d'oltralpe rimpiangere l'estetica gotico-couture di Tiha presentato al pubblico anche la sua nuosci, che al brand ha dato un'identità nitida, va piattaforma e-commerce omnichannel, contribuendo a far lievitare il fatturato. La con servizi esclusivi, limited edition e capprima prova non ha però deluso le aspetsule disegnate dalla direttrice artistica. Per tative. Sulla passerella a Parigi la stilista il marchio è iniziata una nuova era: staremo ha fatto quello che sa fare meglio: è partita a vedere se Clare Waight Keller riuscirà a dagli archivi della maison, distillando lo ■ vincere la sua (doppia) sfida.


careers a cura di Elisabetta Fabbri

A Marino Vago la presidenza di Sistema Moda Italia

Due co-direttori creativi per Twinset

Marino Vago succeeds Claudio Marenzi in the role of president of the Italian fashion industry association Sistema Moda ItaliaSmi. He’s owner and ceo of Vago Spa, a textile finishing firm.

The Carlyle Group is about to appoint Bill Shapiro and Lara Davies as co-creative directors for the Twinset label which is just rebranding in Twinset Milano.

La proclamazione ufficiale avverrà durante l’Assemblea dei soci 2018, il prossimo marzo ma si sa già che per la presidenza di Smi-Sistema Moda Italia è stato designato Marino Vago, ceo della Vago di Busto Arsizio. Il neoeletto è l’artefice, insieme al fratello Augusto, della trasformazione e modernizzazione della Tintoria Filati Bustese nell’attuale assetto della Vago Spa, specializzata nella nobilitazione di filati di cotone, lino, viscosa poliestere, lana e cachemire. L’imprenditore è, inoltre, da lunga data nel mondo associativo: tra le numerose cariche figurano quella di presidente degli industriali della Provincia di Varese, vice-presidente di Confindustria Lombardia, vicepresidente di Confindustria durante l’era Montezemolo e componente del comitato di presidenza di Smi. «Con un grande lavoro di squadra - ha dichiarato Vago dopo la nomina - il presidente uscente Claudio Marenzi è riuscito a far riconoscere il tessileabbigliamento italiano come uno dei settori trainanti dell’economia italiana, sia per i fatturati che per le quote di export e di saldo della bilancia commerciale». «Questa leadership - ha sottolineato - non è frutto del caso, ma dell’apporto delle piccole e medie imprese della nostra filiera tessile». Ora però si deve fare un altro sforzo. «Avere la capacità - anticpa Vago - riunendo le peculiarità dei distretti tessili, di presentarci al mondo come un unico distretto, capace di offrire le più innovative risposte a qualsiasi richiesta provenga dal campo della moda e non solo». Smi è tra le maggiori associazioni del tessile-moda: rappresenta oltre 50mila aziende che occupano 400mila addetti. Nel 2016 il settore ha realizzato quasi 53 miliardi di euro fatturato e circa 30 miliardi di esportazioni, che mantengono il saldo commerciale attivo per 8,9 milioni.

Ferragamo: tutta la responsabilità della donna a Paul Andrew New responsibility in Salvatore Ferragamo for Paul Andrew: the British designer has been named women’s creative director. He joined the brand as desiger of women’s footwear in 2016.

Dopo appena due stagioni Fulvio Rigoni non è più design director del womenswear Salvatore Ferragamo. I suoi incarichi sono passati al britannico Paul Andrew, dal settembre 2016 design director delle calzature, e ora direttore creativo del brand per la donna. Nel nuovo ruolo Andrew avrà la supervisione dello sviluppo stilistico di tutte le categorie di prodotto femminili, ma anche dei contenuti creativi delle attività di marketing, comunicazione e immagine. La prima collezione sotto la sua direzione debutterà nella stagione autunno-inverno 2018/2019, che sfilerà a Milano il prossimo febbraio. «Paul possiede una visione dinamica della donna Ferragamo - commenta Eraldo Poletto, ceo della griffe -. Ha la sensibilità per leggere i codici creativi e i valori del marchio, oltre alla capacità di rielaborarli e riaffermarli con contemporaneità».

La notizia non è ancora stata ufficializzata ma si dà ormai per certo che Lara Davies e Bill Shapiro saranno i nuovi direttori creativi di Twinset, marchio controllato dal fondo Carlyle che in più cambierà nome in Twinset Milano. Davies vanta esperienze in Chloé mentre Shapiro è stato direttore del menswear di Moschino. In precedenza la direzione creativa era in capo a Simona Barbieri, fondatrice del brand, che ad aprile ha ceduto al fondo il suo 10%, uscendo dal cda e dall’ufficio stile. Nel 2016 l’azienda ha totalizzato 243 milioni di euro di ricavi, in aumento del 2,5% sul 2015 e per il 40% realizzati all’estero.

Francesco Russo per il rilancio di Boglioli Phi Industrial Aquisition, new Boglioli owner, named Francesco Russo as president for a relaunch of the Italian company.

Il Tribunale di Brescia ha ammesso Boglioli alla procedura di concordato preventivo, approvando il progetto di rilancio del nuovo proprietario, il fondo Phi Industrial Acquisitions. Tutte le deleghe operative sono passate al neopresidente Francesco Russo (ex La Perla e Mascioni e dal 2014 nel team di Phi Industrial Acquisitions in Italia). «In questi primi mesi di lavoro - dice Russo - abbiamo già potuto toccare con mano l’enorme potenziale che Boglioli ha sui principali mercati mondiali, grazie alla forza del brand e all’eccellenza del prodotto».

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Q&A A cura di Carla Mercurio

modella, attrice

AMBER VALLETTA

«Cambiando la moda cambiamo il mondo»

Il magazine di news, business e trend

Direttore Responsabile e Amministratore Delegato

Marc Sondermann (m.sondermann@fashionmagazine.it) Caposervizio

Alessandra Bigotta (a.bigotta@fashionmagazine.it) Redazione

Andrea Bigozzi (a.bigozzi@fashionmagazine.it) Elisabetta Fabbri (e.fabbri@fashionmagazine.it) Carla Mercurio (c.mercurio@fashionmagazine.it) Angela Tovazzi (a.tovazzi@fashionmagazine.it)

Special guest in Milan for the launch of the third chapter of the Mercedes-Benz #mbcollective fashion stories, Amber Valletta speaks about the importance of sustainability and the need to preserve our planet. Cinema, moda, passerelle: su cosa si concentra oggi? Sono molto coinvolta sul fronte della sostenibilità. Ho una mia società di produzione (A Squared Film, ndr), che si occupa di girare docu-serie di cortometraggi su questo argomento. Partecipo anche a incontri e manifestazioni, come il Copenhagen Fashion Summit. Per quanto riguarda la mia attività di attrice, sono in attesa del film giusto. Vorrei lavorare con un regista importante o comunque interpretare storie belle e piene di significato. Perché ha aderito al progetto “Generation Now, Generation Next” di Mercedes-Benz, ossia le #mbcollective fashion stories in cui celebrity di spicco esercitano la propria mentorship nei confronti delle nuove generazioni? È un’iniziativa importantissima, che ha l’obiettivo di trasmettere valori importanti come l’integrità, l’autenticità e la sostenibilità alle giovani generazioni. Un discorso improntato alla coerenza (non a caso, protagonista della story che interpreta è un’automobile elettrica, la Concept EQ, ndr). Nella fashion story la affianca suo figlio Auden McCaw, 16 anni: come è stata questa esperienza? Questa scelta simboleggia proprio il passaggio del testimone da me, che credo nella sostenibilità e nel rispetto della natura, a mio figlio. Valori che lui condivide appieno. Anche lui, come me, è consapevole dell’importanza di preservare il nostro pianeta ed è coinvolto in prima persona in questa lotta. Pensa che le giovani generazioni siano sensibili ai valori della sostenibilità? Dobbiamo tutti per forza essere consapevoli dei rischi che corriamo. Consideriamo ciò che sta accadendo in tutto il mondo: ci sono

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stati tre uragani nel giro di pochissimi giorni e anche terremoti violenti. Non possiamo non pensare che tutto questo sia solo casuale. Insieme a Yoox ha lanciato lo store online Master & Muse, dedicato alla moda responsabile: è un progetto che prosegue? È stata una collaborazione molto interessante che ora si è conclusa. Ma ho già un progetto mio che sta prendendo forma: vorrei lanciare un marchio di abbigliamento sostenibile, molto probabilmente sul web. Moda e sostenibilità: quale il futuro? L’industria della moda è la seconda più inquinante dopo quella del petrolio. Abbiamo il potenziale per cambiare davvero il corso del nostro pianeta, realizzando una moda rispettosa della natura. Si può essere di moda e sostenibili al tempo stesso. Un mondo libero significa un pianeta in salute e condizioni di lavoro sicure per tutti. Combattiamo per la diversità, l’inclusione e la libertà politica: allora combattiamo anche per un cambiamento di mentalità nel settore del fashion, in grado di influenzare direttamente tutti questi ambiti. A Milano è stata ospite alla sfilata del brand coreano The-Sirius, invitato da Mercedes-Benz nell’ambito del programma “International Designer Exchange Program”: cosa pensa della collezione? Davvero cool, fresca e giovane, con contenuti interessanti dal punto di vista artigianale. È importante sostenere i giovani creativi di domani per dare nuova linfa e costruire il futuro della moda. Automobili e moda: sono mondi vicini? Mercedes-Benz realizza automobili di classe, con un’attenzione estrema al design. Un po’ come la moda, ma anche come l’arte, la cultura e il food. Se parliamo di espressioni di stile e di gusto ai massimi livelli, ci riferiamo a un universo unico.

Segreteria di redazione

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Nadia Blasevich (n.blasevich@fashionmagazine.it) Carlo Maraschi (c.maraschi@fashionmagazine.it) Fashion Editor

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Da domenica 11 a 14 febbraio 2018 ALTA TECNOLOGIA + INDUSTRIA DELLA MODA

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step in a reorganization plan to renew the company, that celebrated its 70th anniversary in 2017. His first decision was a success: the management accepted it, embracing his innovative impetus and accepting the economic burden of over 15 million euro for the renovation of the stores, followed by further investments in marketing and IT, totalling 40.8 million euro. Digitization, eco-friendly strategies, service customization, brand identity and an omni-channel approach have become the new mantra and lexicon of the group’s employees, who are using Workplace (the business version of Facebook) and 4.0 tools as “intelligent cash drawers” and “tracking tags”. In short, a revolution.

Hans Hoegstedt

HANS HOEGSTEDT MIROGLIO fashion

«YOU HAVE TO PLAY TO WIN» Since his appointment as CEO of Miroglio Fashion in October 2016, Hans Hoegstedt has taken a highly proactive approach, convincing the family to adopt his business plan, which requires a total investment of over 40 million euro. One year into the job, he tells us about his challenges and how he intends to achieve it. «Because if you play, you have to play to win».

Hans Hoegstedt, a 49-year-old Swede who has moved to Piedmont, has great charisma and an outstanding professional pedigree as a manager at major companies such as Fiat Auto, Coca-Cola and Prysmian Group. For almost a year, he has been at the helm of Miroglio Fashion (the third biggest Italian womenswear company, source Euromonitor), where he set off to a courageous start: shortly after his appointment, he presented the family - now in its fourth generation with the ambitious “300 in 300” retail project (300 stores in 300 days on the Italian and European markets), the first

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How is the shop restyling project going on? Are you keeping your promises? “300 in 300” is the project that I am most proud of. I presented it on 16th December, a month and a half after my arrival. I was and am convinced that to convey a tangible sign of change, it was necessary to start with the physical elements: the product and the store. Persuading the family to spend the money was a gamble, but when you decide to play, you have to play to win. Because if you play not to lose, you will probably lose. In February, the new concept was already ready. Now, with the opening of the Elena Mirò and Caractère stores in Milan’s piazza della Scala, we have reached 200. In November, when we complete the tour, we may even exceed the agreed target of 300. The change that you were describing also concerns the product... To work on the positioning of the brands is a key part of our relaunch strategy, along with the reorganization of talents and skills within the company and the redefinition of the retail concept, with a focus on the shopping experience. The Smart Couture capsule by Francesco Scognamiglio for Motivi is an example of the new direction of the group, which is aiming to define the specific, distinct identity of each brand. The collaborations with Vanessa Incontrada for Elena Mirò and Noemi for Fiorella Rubino are part of this new direction. The results are already visible: many retailers in the premium segment come to us, showing their interest.

And consumers? How will you win them over? We believe that it is crucial to speak with customers, rather than to them, so we try to create an authentic intimacy. We want to understand the direction that they are going in and to accompany them. They should feel at home in our stores: welcomed, assisted and pampered. In addition to almost 1,200 single-brand stores, you have over 2,400 wholesale customers and your own e-commerce. How do you manage this multi-channel identity? This is our challenge. We are beginning to properly coordinate the channels, aiming for total fluidity and consistency. Now 70% of our customers go online before buying in-store and we are adjusting to these changes in buying behavior with major 4.0 investment. Remember that we have a single warehouse that is visible to everyone and that, thanks to Workplace, we are in contact with the entire network. We are one of the first Italian companies to have adopted this Facebook tool, which promotes idea sharing and circulation: we are creating a sort of collective, horizontal, non-hierarchal intelligence that generates positive effects on people’s efficiency and engagement. And that’s not all. We are also improving the performance of our commercial network with the introduction of innovative tools, such as “intelligent cash desks”, developed in partnership with Oracle, to generate new methods of integration between the offline and online channel, and a system to track single products with RFID tags. We have also developed the “Borsino”, which combines artificial intelligence and sales staff experience to support the process of restocking the central warehouse and exchanging clothes between stores. Lastly, we are finalizing the new e-commerce platform, thanks to the support of Salesforce Commerce Cloud, one of the largest global players in the industry. How do you plan to compete with giants like Zara and H&M? By making ourselves stand out. We believe that there is an alternative to the prevailing massification of fast fashion. We focus on affordable prices, quality and distinctive products. We offer the dream, without the ■ need to spend a fortune.


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woMen’s fashion Week

Full speed ahead with future heritage We must ask ourselves a question: does a fashion week necessarily have to be a trendsetting event? In Milan, the focus was not so much on trends, but rather on heritage and vintage logos. Even young people must become icons in order to succeed. Buyers have stable budgets and are playing it safe, buying Gucci (“It is all easy to sell”) and signature pieces. BY ANDREA BIGOZZI (with contributions from Alessandra Bigotta, Elisabetta Fabbri, Carla Mercurio and Angela Tovazzi)

At every fashion week and every sales campaign opening, the question is more or less always the same: what will buyers purchase? Will they invest their budgets in clothes that follow the latest seasonal trends or opt for classics, perhaps restyled ones, that have defined a brand’s history? Buyers have stable budgets (which have only risen for online retailers) and are looking ahead to Spring-Summer 2018. Consequently, the prevailing school of thought is to focus on iconic products. Virtually all the foreign and Italian buyers, while stating that they were convinced by trends such as sequins, tulle and power color, then admitted that they had bought more “signature pieces” from all the brands: Fendi handbags, Prada comics, the new classics of the Alessandro Michele era by Gucci, Dolce&Gabbana black lingerie couture and lace and Bottega Veneta intrecciato. It is no coincidence that Versace’s “archive” collection was acclaimed as the one most likely to have commercial success: among the buyers that we met during the shows, Sebastian Manes of Selfridges, Ken Downing of Neiman Marcus and Alla Verber of Mercury Group/Tsum declared that they literally fell in love with the show, which ended with Donatella alongside Gianni’s favorite top models, who were showered with camera flashes and applause. «It is wrong to label certain events as nostalgic or as mere marketing strategies - comments Silvano Vangi, head womenswear buyer at LuisaViaRoma -. When it comes to making orders, Versace’s collection does not disappoint, featuring numerous pieces that are suitable for sale. Other brands with a strong heritage, such as Missoni and Etro, should focus more on their iconic past in their collections. The same is true of contemporary

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brands. Names such as Fausto Puglisi, for example, sell when they emphasize their iconic style and roots». So, according to buyers, Milan and Italian fashion companies should maintain a strong connection to their roots, even if this choice can sometimes lead to the accusation that they are less creative than in the past. This happened at the last fashion shows, when American journalist Vanessa Friedman complained in the New York Times that Italian designers showed little inclination to innovate. In fact, even among the buyers, some - such as Sebastian Manes of Selfridges - described Milan fashion week as “not surprising”, though Candice Fragis of Farfetch takes the opposite view, appreciating Milan precisely because of its iconic nature. According to Gianni Peroni, owner of G&B Negozio, which encompasses around ten luxury multi-brand stores in Italy, one thing is certain, that Italian designers are back to doing what they do best: «Take Dolce&Gabbana and Prada for example, two of my favorites, which have returned to their origins with feminine, feminist and eccentric clothes. Of course, their products were not designed exclusively for sale: the most successful collections are not the most commercial in the strictest sense» Stefano Gabbana and Domenico Dolce succeed because they are able to modernize the heritage of a whole country, Italy: «They are very talented and they have a simple and ingenious idea, namely bringing couture to the high street» concludes the owner of G&B Negozio. Even the spread of logomania, perhaps more evident in

Milan than in other global capitals, is an attempt to reinterpret the past with a youthful twist: Gucci, Versace and Fendi have been the champions of revitalizing the logo on the runways and this season Max Mara also joined the project, recovering a vintage monogram from its archive that it has transformed into a print and prominently featured on the runway. Even the revolutionary Alessandro Michele embraces heritage. His collections - with the classic Web and the ever-present GG symbol - are perfect from a merchandising point of view. «On the runway, the story takes precedence over the clothes, but this all changes when you place orders in the showroom, because you can order every piece and it is all easy to sell. Gucci is not a phenomenon: it is a meticulously designed project» remarks Andrea Molteni of Tessabit in Como, who is one of the many fans of the work made by Alessandro Michele, in collaboration with CEO Marco Bizzarri and of the head of merchandising Jacopo Venturini. These three professionals have a long list of admirers, such as Coco Chan of Stylebop.com «Their clothes are the quintessence of hereand-now» - and Federica Cesaretti of La Rinascente, who says that «Their shoes are fabulous». Silvia Bini, who has always been based in Viareggio and has just opened a new store, Càos, is a typical enthusiast: «I am a retailer - she says with a laugh - so I am focused on what sells. If only there were ten more brands like Gucci!», with Michele who has reversed the fortunes of a company that had problems for years. Now everyone is wondering if and how long this success will last. «It will certainly last» asserts Matilde D’Ovidio Ratti of Ratti in Pesaro and adds: «Sceptics say that now Gucci only does Gucci, but in fact new classics are emerging, that are proving to be popular among buyers». After so much talk of heritage, brand identity and iconic fashion, one wonders if there is space (and how much) for young designers. «This is a perfect time for emerging brands - observes Silvano Vangi of LuisaViaRoma - because now more than ever new consumers are ready to invest in little-known names. Of course, they must find ways to be recognizable». Easier said than done, though there have been a few success stories this season. Most notably Attico: in four seasons, the brand created by Giorgia Tordini and Gilda Ambrosio has enchanted everyone and thanks to its

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fun&stylish approach, it is the most promising emerging brand for MyTheresa, Neiman Marcus, LuisaViaRoma, Tessabit and Ratti. Another name that has been hot on the lips of buyers is that of Antonio D’Anna, a designer is barely over thirty: his work has enabled Krizia brand to return to the brand list of top retailers, such as LuisaViaRoma and Farfetch. However, this season’s list of new names is long and unpredictable. «I have had a poke around the showrooms to find interesting new collections - remarks Elena Kudina, general merchandise manager of Saks Fifth Avenue in Almaty, Kazakhstan - and I was very struck by Act N°1: a fantastic product. Another brand that I would single out is Giuseppe di Morabito, which presented a very innovative prêt-à-couture». The legendary retailer Cesare Tadolini of L’Incontro in Modena also has words of encouragement for young designers: «What was I impressed by? The new Marni line by Francesco Risso excited me. Among the emerging names, I should also mention Brognano, a guy who really has something to say. Romantic, fresh and delicate: I think he’s talented, but he was snubbed by buyers and the press on the day of the show». Everyone was present at the two most highly anticipated debuts at fashion week: Luke and Lucie Meier as new creative directors of Jil Sander and Paul Surridge at the stylistic helm of Roberto Cavalli. There was almost unanimous consensus about Luke and Lucie, while about Surridge at Cavalli buyers tend to suspend their judgement until next season in the hope that it will discover, in six months’ time, a little more (surprise, surprise) heritage. Beppe Angiolini of Sugar in Arezzo comes to the rescue of the work by the Tuscan fashion house: «I saw it in the showroom: it has a perfect style. All super-elegant, though perhaps it could have done with a little more glamor». The Meiers’ collection had a more positive reception. The show even wowed German buyers, who care deeply about the future of the Teutonic fashion house. For Mytheresa.com buyers, the new Jil Sander was the greatest surprise in Milan: «Nobody expected something so new. The collection is chic and sophisticated, but does not betray the brand’s DNA». «The Meiers - confirms Coco Chan of StyleBop.com - did an impressive, promising job: the line had all the sophistication ■ of the golden age».

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Belgium, Netherlands, Luxembourg

Hunting for exclusivity in Benelux Home to designers with a conceptual aesthetic and prestigious fashion schools, Benelux is at the forefront of fashion. The region boasts distinguished, yet unconventional concept stores that combine design, food and top labels. Antwerp and Brussels are absolute must-visits BY ANGELA TOVAZZI

When someone mentions Benelux, you immediately think of names and images that have entered our collective imagination: the Antwerp Six, the MoMu museum and designers such as Dries van Noten, Olivier Theyskens, Iris Van Herpen and Anouk Wipprecht. The lowest common denominator, a conceptual and visionary fashion that has contributed to the involvement of creatives like Martin Margiela, Raf Simons and Anthony Vaccarello in major fashion houses. This environment can especially be felt in Antwerp, which is famous for its diamonds, numerous starred restaurants (Flanders is home to the very young chefs known as the Flanders Kitchen Rebels), futuristic architecture (such as the new Port House by Zaha Hadid) and fashion schools like the Royal Academy of Fine Arts. It can also be experienced in nearby Brussels (which recently saw the launch of Mad, a platform dedicated to fashion and design intended as an incuba-

tor and exhibition space), among the canals of Amsterdam and increasingly in emerging towns. «Of the Benelux countries - remarks Cathy Van Aerde, head of Studio C showroom in Rhode-Saint-Genèse - it is Belgium that leads the way with its many high-level stores, primarily in Antwerp, but also in Brussels, which is gaining ground thanks to cutting-edge stores like No Concept and Kure. The Netherlands have less stores, but outstanding. The same is true of Luxembourg, which has three or four fantastic boutiques, first and foremost Muse By». However, Van Aerde informs us that other Belgian towns are starting to make a mark, such as Uccle, Lasne and Wemmel, which are easy to reach from Brussels and feature top shops such as Vert Chasseur, 100% Sisters and Lorca, as well as Liège, with its multi-brand stores like Irina Khä. Cult addresses for brands and consumers looking for alternative locations with a mix of prestigious and new wave names, with an emphasis on deluxe streetwear. «Our public is made of young, multicultural, highly informed globetrotters, but they are also traditional and maintain an attachment to the major houses that wrote fashion history» observes Lucy Desjacques, marketing manager of Smets, a chain with stores in Luxemburg and Brussels that offers everything, from fashion to design, art, beauty, music and food. «The winners are designers who offer a personalized concept, without imitating others - she continues - or those who can instil new energy into brands with a strong heritage, such as Alessandro Michele did with Gucci, Olivier Rusteing with Balmain, Shayne Oliver with Helmut Lang and Raf Simons with Calvin Klein. Top names alongside top sellers such as Balenciaga, Marques Almeida, Off-White and Gosha Rubchinskiy». And the Italians? «They have overcome Chinese competition and are back on top» asserts Cathy Van Aerde. «True Made in Italy products - confirms Anthony Muroni, an agent who works in Benelux and France - play a prominent role. Customers always look at the label and if it says Made in Romania, they turn up their noses. In these countries, authenticity is the most important factor - price is a secondary concern. This is a golden rule for menswear and increasingly also for ■ womenswear».


Acne

NORTHERN EUROPE

Change is in the air in Scandinavia Scandinavia, which is experiencing a time of great creative energy, has its own perspective on style, encapsulated in a single word: minimalism. This approach has always been a hallmark of Northern European taste. The term now has now acquired new meanings, partly due to influence from abroad, including from Italy. BY Carla Mercurio

Design, fashion and food. Scandinavia is experiencing a time of great aesthetic dynamism, with a distinctive take on style encapsulated in one word: minimalism. It is certainly not a new term for this area, which has had a major influence on furniture and art since the ’50s, producing designs geared around linearity, comfort and simplicity. These concepts remain innovative today and are now also successfully expressed in the restaurant and clothing industries. Copenhagen is an excellent example: it is a vibrant, bustling city, a mecca of design and Nordic cuisine, boasting a number of starred restaurants, and a benchmark for sustainability (see Copenhagen Fashion Summit) and for fashion, thanks to its very lively fashion week. This dynamism is also evident in the figures: Danish fashion exports grew by 3.5% in 2016, totalling 27.5 billion Danish kroner, equivalent to almost 3.7 billion euro (data from the Dansk Fashion & Textile association), and Sweden was not far behind with a

total turnover of 305 billion Swedish kronor, equal to almost 32 billion euro in 2015, up 15.3% over the previous year, with exports up 19.6% (data from the Association of Swedish Fashion Brands). Finland is also a prominent player, with a host of new brands to keep an eye on. Comfort and understatement are the keywords of Scandy style, bestevidenced by Acne Studios - a brand that has conquered the international scene - and that is dictating the direction of the mass market with the unstoppable expansion of H&M: almost 4,500 stores worldwide, including the group’s associated brands, namely Cos, Cheap Monday, Weekday, & Other Stories and Monki, with the recent addition of Arket. Though it should be remembered that there are stylistic differences between the countries in this area: the Danish tend to have a more playful, less structured style, the Swedish have a more conventional, minimalist look and the Norwegians are more glamorous and appreciate decoration. A book has just been published that clarifies ideas about the Nordic wave, entitled Dress Scandinavian: Style Your Life and Wardrobe the Danish Way, written by Pernille Teisbaek, a stylist and model with nearly 500,000 Instagram followers. The book explains how to create a minimalist wardrobe, to combine styles and patterns and to adopt an androgynous style and new color combinations. It is a practical handbook that explores a key concept: the notion of minimalism as exclusively dark colors, stiff fabrics and rigorous designs no longer exists. Change is in the air in Scandinavia and cool brands are emerging such as Ganni, Wood Wood, Saks Potts, Henrik Vibskov and Cecilie Bahnsen from Denmark and Back, Hope, Atp Atelier and Rodebjer from Sweden, which reinterpret Nordic style with new sensitivity and are not afraid to take risks. There is also greater openness to influence from other countries, including Italy. This is evident in the more edgy boutiques in the area, where the range of clothes is characterized by a carefully selected mix of brands. The figures supplied by Smi in relation to the Istat data are not particularly impressive: between January and June 2017, Italian textile-clothing exports to the four Nordic countries fell 2.2% in quantity and 0.1% in value, totalling 276 million euro, a small figure compared to the enormous figures recorded in individual European countries such as Germany and France,

the two leading destinations of our exports (respectively around 1.5 and 1,4 billion euro each in the same period). Denmark, in particular, has shown less enthusiasm towards Italian products, with a decrease of 4.1% in value, though Finland has abundantly compensated for this with an increase of 12.8%. Sweden is the leading buyer among the four nations, with imports worth 116 million euro. As Clara Leone (director of the Revolver trade show, dedicated to most progressive contemporary Scandinavian and international designer driven fashion brands, held in Copenhagen twice a year to coincide with fashion week) highlights, «Scandinavian women love a clean, essential look. They appreciate Italian-made products, but they sometimes find it difficult to choose brands that they can wear on a daily basis, because Italian clothes are too expensive and have a more complicated style than Scandinavian clothes. However, there is no doubt that in recent years consumers have been increasingly opening up to Italian style and we can observe this in the Gucci phenomenon, which has slowly embellished essential, low key design with gaudy embroidery and showy garments». «Scandinavia fashion is still rooted in minimalism - confirms Sofia Montero, of the JayMJay firm, which is headquartered in Copenhagen -. However, Italian style is gaining ground, thanks to standard-bearers such as Gucci, Moschino, Dolce&Gabbana and Fendi. Women are increasingly aware of the importance of quality and are willing to spend more on products that will last. This may be why high-end Italian accessories are particularly popular, while people tend to spend less on clothing, favoring labels such as Isabel Marant, M Missoni and Victoria by Victoria Beckham. Not to mention local brands such as Cos, Hope and Filippa K, which are affordable, but do not compromise on quality». «Interest in trends and fashion is growing throughout the area, including in Sweden - comments Hugo Wiik of the Nitty Gritty store in Stockholm, one of Scandinavia’s most prominent boutiques -. We are a country of trendsetters and currently people are buying less fast fashion, opting instead for high-quality or vintage clothes. Our economy is thriving and people are prepared to spend a lot. But let’s not forget that we are the country of Ikea and H&M, in other words a country that is attentive to prices, which rewards the ■ mid-range brands».

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people di Carla Mercurio

SYRIA

corrisponde. È molto capiente per raccogliere tutto quello che amo portare con me: libri, scarpe, borse, telefoni. Un po’ come la borsa di Mary Poppins. Mi sono ispirata ai tendoni da circo, con la scelta delle righe bianche e nere e con il rosso, colore che amo. All’interno ho scelto un tessuto nero con fantasia di uccelli tropicali. Un po’ la sintesi del mio gusto.

«NON SONO UNA FASHION VICTIM. NELLA MODA DECIDO IO» Singer and actress, mother and wife, Syria is one of those women who do not pull back in front of challenges. Recently she proved herself as a designer, creating a bag for the Cromia handbag brand.

Come definirebbe il suo stile? Non sono una fashion victim. Mi piace mixare le fantasie e i colori. Adoro i capi vintage: nel mio guardaroba ho pezzi di Valentino, Saint Laurent e Chanel che interpreto alla luce del mio gusto. Perché secondo me il viaggio più bello è quello personale.

Cantante e attrice di successo, mamma e moglie, Cecilia Cipressi, in arte Syria, è una di quelle donne che non si tirano indietro davanti alle sfide. Eclettica è uno degli aggettivi che meglio la definisce e che identifica il suo stile, anche nell’abbigliamento. Lo racconta in questa intervista, dove parla della sua esperienza come “stilista” per il marchio di borse Cromia. Quali le sfide più importanti per lei come cantante? Ho lanciato da poco l’album 10+10, sintesi dei miei 20 anni di carriera, che ho voluto suddividere in due periodi diversi: la giovinezza e la consapevolezza. Una raccolta di tutti i miei successi, in cui ho inserito quattro pezzi inediti. E come attrice? Sto mettendo insieme i tasselli di un progetto

dedicato a Gabriella Ferri, una donna e artista che ho molto amato. Dalla prossima primavera porterò in tournée la sua storia, in uno spettacolo con la regia di Pino Strabioli in cui canterò e reciterò.

Syria oggi è anche un’influencer su Instagram... Mi ha spinta mio marito (Pier Paolo Peroni, dj e produttore musicale, ndr). Per me era inconcepibile mettersi in mostra sui social network, poi ho capito che sono un canale importante per esprimermi. Sono divertenti se usati con ironia e leggerezza.

Di recente si è messa in gioco anche nella moda. Com’è andata? Il marchio di borse Cromia mi ha contattata chiedendomi di realizzare un modello di borsa. È nata la “party girl bag”, una creazione che mi

Nella sua vita c’è posto anche per la beneficenza? Collaboro da anni con Save The Children. È un piacere sostenerli, perché dare una mano a chi ha bisogno è il minimo che si possa fare.

Laura Comolli

«Addio TOGA. MEGLIO BORSE E TACCHI A SPILLO» «I would have never been successful if I hadn't been the stylist of myself,» Laura Comolli tells about her success on social networks. For Coccinelle she proved herself customizing a bag. Laureatasi con il massimo dei voti in giurisprudenza, Laura Comolli si è lasciata alle spalle toga, codici e aule di tribunale per seguire la sua grande passione. Oggi trentenne, è stata tra le prime influencer a sperimentare le potenzialità dei social, aprendo il suo blog (www.pursesandi.net) nel 2010. L’anno dopo è stata la volta di Instagram (@lauracomolli), dove conta oltre 300mila seguaci. In breve la passione si tramuta in lavoro a tempo pieno. «Non ce l’avrei mai fatta se non fossi stata anche la stylist di me stessa - racconta -. Scelgo personalmente ogni cosa che indosso, che sia un capo di abbigliamento, un accessorio o una borsa, che mi rappresentano in quel determinato momento». E prosegue: «Il mio profilo racconta la vera Laura, i miei viaggi, i piatti preferiti, i look quotidiani. Sono contenta di interagire con i follower: cerco sempre di rispondere ai commenti e ai messaggi privati, mi piace guardare i loro profili e le stories». Nel frattempo le priorità di Laura in fatto di social network sono cambiate: «Da quando si lavora

con Instagram è sempre più difficile trovare il tempo per realizzare contenuti di qualità anche per il blog. Quindi ho rallentato la pubblicazione su Purses & I, cercando di postare qualcosa di nuovo almeno una volta a settimana». Etro, Missoni, Dolce&Gabbana, Blumarine, RED Valentino, Tod’s, Zalando, Karl Lagerfeld, H&M: i suoi post su Instagram sono una passerella di marchi di punta, che indossa in giro per il mondo, tra eventi e fashion week. Alla scorsa edizione di Milano Moda Donna ha messo in gioco la sua creatività, invitata da Coccinelle, che l’ha coinvolta nella personalizzazione di una borsa con charms, foulard, disegni e fiori patch (nella foto). «Un’esperienza unica. La moda è creatività e nel corso del tempo mi sono trovata più volte a customizzare un prodotto», commenta Laura, che ha altri progetti in proposito: «Sto lavorando su più fronti, ma non posso ancora fare annunci». Per il futuro ha un sogno nel cassetto: «Mi sto impegnando per realizzarlo. Incrociate le dita per me».

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red carpet a cura di CARLA MERCURIO

RINASCENTE A ROMA

TAGLIO DEL NASTRO IN VIA DEL TRITONE

Per celebrare il debutto del nuovo department store di via del Tritone, a Roma - un sogno inseguito per 11 anni e divenuto ora realtà - Rinascente ha organizzato uno special event per mostrare a vip e special guest il gioiello di casa. 14mila metri quadri su otto livelli e sette vetrine, dedicati al top in fatto di moda, bellezza, design e gourmet, nel cuore della capitale, con un investimento totale di 250 milioni di euro. Tra gli ospiti intervenuti il sindaco di Roma Virginia Raggi, Beppe Fiorello, che per l’occasione si è esibito in una performance canora, Marcelo Burlon, Vittoria Belvedere e Ilaria Spada. Momento clou, il taglio del nastro. A tenere le forbici, Yuwadee Chirathivat, ceo di Central Retail Group, a cui fa capo Rinascente.

La scalinata del nuovo department store

Ilaria Spada

Il taglio del nastro: Vittorio Radice, Andrea Baffo, Yuwadee Chirathivat, Nicola Zingaretti, Andrea Coia, Francesco Prosperetti, Tos Chirathivat

Marcelo Burlon

L’esibizione canora di Beppe Fiorello

GOBBI

SWAROvski

175 anni di “gioie”

glittering party

Con un gala dinner al Castello Sforzesco, la gioielleria Gobbi ha festeggiato i suoi 175 anni. Un evento suggellato dalla partecipazione straordinaria di Rolex e Patek Philippe. Per l’occasione è stata presentata la nuova collezione di gioielli in house di Gobbi: 20 pezzi tra collane, anelli, orecchini e ciondoli.

Le protagoniste della nuova campagna Swarovski sono state celebrate con una serata scintillante a Villa Gernetto, in Brianza, con esibizione canora di Andrea Bocelli e dj set di Boy George. Accanto alla brand ambassador Karlie Kloss, in abito ultra-glittering, c’erano tra le altre Naomi Campbell e Chiara Ferragni.

Serena Pozzolini Gobbi, sesta generazione della famiglia e attuale a.d.

Sonia Raule e Franco Tatò

Luisa Beccaria e Luna Bonaccorsi

Naomi Campbell

Fiona Swarovski

Karlie Kloss, Robert Buchbauer, Andrea Bocelli e Veronica Berti

Chiara Ferragni

Rinascente celebrated the debut of the new via del Tritone department store in Rome - a dream pursued for 11 years and now become reality - with a special event, in order to show vip and special guests the new jewel of the house. Eight floors, for a total of 14,000 square meters, dedicated to the top of fashion, beauty, design and gourmet in the heart of the capital, for an investment of 250 million euros. With a gala dinner at Castello Sforzesco in Milan, Gobbi jewelery celebrated its 175th birthday. A happening sealed by the extraordinary participation of Rolex and Patek Philippe. The protagonists of the new Swarovski advertising campaign were celebrated with a sparkling evening at Villa Gernetto, in Brianza, with performances by Andrea Bocelli and Boy George. Together with brand ambassador Karlie Kloss there were also Naomi Campbell and Chiara Ferragni.

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