Fashion Magazine n° 10/2018

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Anno 49 | N°10 del 17.09. 2018 | quindicinale | â‚Ź 8,00 | www.fashionmagazine.it

Il magazine di news, business e trend

Raiders at the Gates

Il poker finanziario intorno ai brand di punta del Paese è appena iniziato e lascia presagire un turbine di operazioni societarie

Nella foto: Giulia Gaudino per Fashion



Bianca Balti per


X LONDON, MAY 2018

ELISABETTAFRANCHI.COM


N° 10 17 SETTEMBRE 2018

SOMMARIO

www.fashionmagazine.it

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L’EDITORIALE

PROTAGONISTI

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ALESSANDRO VARISCO/TWINSET

«Il prodotto è una commodity. La vera sfida è il copione»

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11 RICCARDO SCIUTTO/SERGIO ROSSI «Di lusso e per tutti. Anche per le Millennials e... per gli uomini» 15 JEAN CASSEGRAIN

LONGCHAMP

«Inventiamo il futuro celebrando il passato»

18 BRUNELLO CUCINELLI «La mia vita come ode alla dignità» In copertina

Giulia Gaudino indossa una giacca in seta con ricami poligonali in plexi (Redemption), abito in crêpe de Chine con ruche (N° 21), panama quito a tesa larga, con fantasia leopardata, dipinto a mano (Borsalino), anello della collezione “Spicchi di luna” in oro giallo e diamanti fancy (Damiani) e sandali in pelle metallizzata, con cinturino alla caviglia e fascia in tessuto (Malone Souliers by Roy Luwolt) Photo: Alberto Tandoi Fashion editor: Alberto Corrado Stylist: Fabio Pravato Hair&Make Up: Branislav Nikic @ Face to Face Agency, using Mac Cosmetics Per la location si ringrazia Circolo Marras, Milano

20 ALICE CARLI/L’AUTRE CHOSE «Voglio un’impresa che consegni con i droni»

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BUSINESS

25 WHAT’S NEW@

MILAN FASHION WEEK

Capasa: «Nomi nuovi e numeri positivi. Vi pare poco?»

28 WHAT’S NEW@

MILAN FASHION WEEK

«Forte e chiaro: così sarà il nostro Byblos»

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30 WHAT’S NEW@

MILAN FASHION WEEK

«Per la nuova Fila un solo show non basta»

34 WOMENSWEAR FAIRS White Milano, Super, TheOneMilano 17_09_2018

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N° 10 17 SETTEMBRE 2018

SOMMARIO

www.fashionmagazine.it

45 57 37 MICAM & MIPEL Fra creatività, eventi e percorsi multisensoriali 40 PARIS FASHION WEEK Tra Slimane e Michele è un bel match 43 ROOPAL PATEL/SAKS FIFTH AVENUE «Altro che abiti, per noi la moda è una cosa viva» 45

BUYERS’ SURVEY S/S ‘18 Digital timing, la guerra dei prezzi: i buyer nel pieno della disruption

52 BEPPE ANGIOLINI «Da Arezzo a Milano un’ondata di energia»

TREND

83 FABRICS @ MILANO UNICA L’autunno-inverno 2019/2020 sarà tutto una performance 88 TEXTILE ACCESSORIES Accessori in vena di go green 92

GIANCARLO PETRIGLIA

«Sogno una mia borsa al braccio di Meghan Markle»

97 PREVIEW WOMENSWEAR

SPRING-SUMMER 2019

Sketching: close up on the new styles on catwalk

105 PREVIEW WOMENSWEAR

57 NETCOMM FOCUS

FASHION&LIFESTYLE La rivoluzione non aspetta,

128 GIULIA GAUDINO WEARS

è ora di cambiare passo

68 FINANCIAL ANALYSIS Nella Cina minacciata da Trump il lusso non perde appeal 4

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SPRING-SUMMER 2019

Around the world and back DESIGNERS’ COLLECTIONS

Italian Cinderella

137 WOMEN’S RESORT 2019 Look, creativity & feel

105 144 BRAND TO WATCH

READY TO WEAR

146 NEW YORK FASHION WEEK Tutti insieme strategicamente 149 PREVIEW ACCESSORIES

SPRING-SUMMER 2019

An enchanted season

158 BRAND TO WATCH ACCESSORIES

PEOPLE

161 PORTRAIT/JENNY GALIMBERTI Un’esperta di comunicazione al fianco di Jonathan Anderson 162 CAREERS 163 Q&A/ TIANYI LI «Il mio debutto a Palazzo Reale? Una chance incredibile, anzi surreale» 165 FASHION PEOPLE 166 ENGLISH TEXT 170 RED CARPET


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Si preannuncia una stagione concitata negli ambienti della moda milanese. Conti alla mano, a fronte di coloro che ce la fanno (Gucci, Moncler, Cucinelli e Valentino ne sono gli indubbi capofila) si contrappone la schiera di chi palesemente fa fatica (spiccano Ferragamo, Tod’s, Cavalli e Trussardi). È evidente che siamo entrati in una fase in cui il triplice diktat di internazionalizzazione, innovazione e managerializzazione comporta un necessario accesso a capitali che non tutte le maison riescono a reperire senza passare per un passaggio di proprietà. Da qui la vasta partita di Risiko che si presenta all’orizzonte. Le ultime indiscrezioni parlano di negoziazioni in corso dietro le quinte per quote di maggioranza in Ferragamo, Versace, Trussardi, Cavalli nonché di pacchetti minoritari sul mercato per Moncler e Philipp Plein. In Borsa starebbe per decollare Liu Jo, Furla è pronta ai bocchi di partenza, mentre qualche fondo occhieggia goloso Woolrich. Ovviamente si tratta solo della punta dell’iceberg. Anche all’interno della variegata galassia di realtà di dimensioni inferiori sono in atto movimenti analoghi. Da una parte i fondi di private equity hanno le casse stragonfie, dall’altra la fame di capitali per investire in crescita e know-how non è più procrastinabile. Ne è il migliore esempio quanto è successo in Missoni. La celebre griffe ha un potenziale inespresso più che ragguardevole, ma sembrava saldamente in mano a una famiglia non intenzionata a vendere. Poi, poco tempo fa, la svolta con l’ingresso del Fondo Strategico Italiano con una quota del 41,2%. Per il made in Italy tutto questo interesse del mondo finanziario è un’ottima notizia, dato che segnala quanto il sistema sia in salute e in grado di diventare prospetticamente molto più grande. Vi è, specularmente, anche un margine di rischio non indifferente. Da un lato, i fondi hanno spesso dato prova di poca esperienza, con un business basato su beni effimeri e volubili, quali quelli della moda. Dall’altro, la fine del quantitative easing potrebbe portare, addirittura già nel 2019, a un repentino prosciugamento delle casse di guerra. I giochi si fanno dunque ora. Che compri il migliore.

L’EDITORIALE

Un sistema alla prova del riassetto

Within the Italian fashion industry big movements are on the horizon. While some players win in a big way, such as Gucci, Moncler, Cucinelli and Valentino, others do not, and need to inject capital in order to shoulder the necessary ramp-up in their critical dimension. A round of poker is currently said to be under way around Ferragamo, Versace, Trussardi and Cavalli. Liu Jo and Furla may well, or not, go public. The landscape of fashion ownership seems about to shift.

Marc Sondermann

Direttore/Editor-in-Chief

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INTERVIEW

Alessandro Varisco, laureato in Economia Aziendale all’Università Cattolica di Milano, prima di approdare a Twinset è stato direttore generale di Moschino (Gruppo Aeffe) dal 2009 al 2015

ALESSANDRO VARISCO/TWINSET

«IL PRODOTTO È UNA COMMODITY. LA VERA SFIDA È IL COPIONE» Una bella collezione non basta. La scommessa è l’engagement. Ne è convinto Alessandro Varisco, dal 2015 al timone di Twinset, nell’orbita di Carlyle. Storytelling, entertainment, feeling con le consumatrici sono il suo mantra per far crescere il business del brand. Che ora parla una lingua più internazionale, più digital e si prepara a nuove evoluzioni DI ANGELA TOVAZZI

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opo l’ingresso di Carlyle e Alessandro Varisco, che cosa è diventata Twinset? Abbiamo continuato a scrivere lo stesso libro, non abbiamo cambiato storia. Più che altro si deve parlare di evoluzione: del prodotto e, soprattutto, dell’approccio. L’obiettivo era quello di portare Twinset nel mondo, rendendolo un player globale, con un appeal internazionale. Abbiamo investito per migliorare gli standard qualitativi e deciso di mantenere i listini invariati, puntando a fare del marchio non tanto un affordable luxury brand, quanto una alternativa al lusso. Ma in primis abbiamo scommesso su una visione olistica, lavorando molto sui contenuti.

riconoscersi in una community. Il prodotto, anche se è di qualità e a un prezzo corretto, non è una molla sufficiente. Ci vuole una storia in cui il pubblico possa specchiarsi. Per questo abbiamo investito con convinzione sui cortometraggi. Lo dico sempre: oggi un’azienda non può essere solo un’azienda di moda, ma anche di entertainment. Il ceo e i manager sono il regista e gli attori di una sceneggiatura scritta per ingaggiare le consumatrici. Il prodotto è una commodity, la vera sfida è creare un valore aggiunto in termini emozionali. Con i capi Twinset vogliamo offrire alle donne una sorta di corazza-armatura che certo non risolve i loro problemi, ma che può contribuire a farle sentire più self-confident in una quotidianità diventata più complessa.

Ossia? Vede, oggi sul mercato c’è di tutto e di più. I nostri armadi sono pieni. Alle consumatrici bisogna dare una reason why perché scelgano il tuo brand. E questa viene solo dal senso di appartenenza, dal fatto di

Che novità porteranno i due nuovi stilisti? Bill Shapiro viene da Moschino, dove era braccio destro di Jeremy Scott. Lara Davies è una ex Chloé. Hanno debuttato con l’autunnoinverno e i primi feedback sono positivi. Tra i progetti c’è anche

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1. La campagna Twinset Milano per l’autunno-inverno 2018/2019. Gli ultimi cinque anni sono stati all’insegna di grandi trasformazioni per l’azienda: nel 2012 i fondatori, Tiziano Sgarbi e Simona Barbieri, hanno ceduto il 72% del marchio a Carlyle, che è salito al 90% nel 2015 e si è accaparrato il rimanente 10% nella primavera del 2017. Nel marzo scorso il marchio ha concluso con successo un’emissione obbligazionaria da 170 milioni di euro, che scadrà nel 2025

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2. Un rendering del nuovo monomarca Twinset Milano in corso Vittorio Emanuele 3. Un look Twinset Milano Fall-Winter 2018/2019

quello di sviluppare il menswear. Non è facile in un’azienda specializzata nella donna, ma abbiamo gettato un primo “semino” con una capsule e penso che nel giro di massimo un anno dovremmo essere in grado di sfornare un progetto vero e proprio. Qual è l’outlook per il 2018? Abbiamo archiviato il 2017 con un fatturato di 245 milioni di euro. L’ebitda è cresciuto negli ultimi anni a doppia cifra, passando a 46 milioni, con un incremento di circa il 13%. Il primo trimestre del 2018 è stato impegnativo, ma puntiamo a chiudere l’esercizio in linea con le aspettative. L’obiettivo è raggiungere il traguardo dei 350 milioni, con un ebitda margin del 19-20%, nel giro dei prossimi 4-5 anni. Di solito i fondi restano nelle aziende per un tempo limitato. È ora di aspettarsi un cambio nell’azionariato? Ipo in vista? Al momento non ci sono segnali tangibili che vanno in questa direzione. In ogni caso nel futuro dell’azienda non vedo tanto uno sbarco in Borsa, visto che non abbiamo ancora le dimensioni giuste per questa operazione, ma semmai l’ingresso di un nuovo fondo. Come vi state muovendo a livello distributivo? La strategia è di crescere nel retail, che attualmente rappresenta il 40% della torta, rispetto al 60% detenuto dal wholesale, con l’idea

di portare questa percentuale al 50%. Attualmente contiamo su circa 90 monomarca, oltre ai 50 in franchising, ma stiamo spingendo con gli opening, soprattutto all’estero. A Londra ci sono due nuove boutique, in King’s Road e a Westfield, negli Usa abbiamo aperto un pop-up come test per iniziare a penetrare il Paese, in estate Twinset è approdata a Shanghai. Tutto il Far East è importante, a partire dalla Cina, dove con un partner miriamo ad avviare 20-25 boutique nei prossimi 4-5 anni. Altre aperture sono in programma a Mosca e San Pietroburgo. Senza dimenticare l’Italia. Durante la fashion week di settembre inauguriamo un flagship store di circa 300 metri quadri su due piani in corso Vittorio Emanuele a Milano. Il quinto in città ma di grande prestigio, vista la location. Quanto è importante il digitale per Twinset? Con l’e-shop negli ultimi tre anni abbiamo sestuplicato il fatturato. Certo, l’online incide ancora poco, siamo nell’ordine del 4-5%, ma vogliamo far lievitare questa quota al 10-15% nei prossimi 4-5 anni. Abbiamo una piattaforma che gestiamo direttamente, con un chief digital officer e 15 persone, ma la sfida più importante è riuscire a pensare in maniera digitale. Avere un dipartimento per l’online non è sufficiente, tutta l’azienda si deve muovere in modo digitale. Di analogico ci deve essere solo la soddisfazione da parte delle clienti. Vedremo presto Twinset in passerella? Considero Twinset un marchio democratico. Se decidessimo per la sfilata, vorrei fosse un evento aperto al pubblico, non solo per gli addetti ai lavori. E all’insegna dell’omnicanalità. La moda deve essere più diretta. Andare nelle piazze. Questa è la modernità. Questo è il futuro. ■

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Me and my Paul&Shark.


INTERVIEW

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riccardo sciutto/sergio rossi

«di Lusso e per tutti. anche per le millennials e...gli uomini» Il rilancio del sito produttivo di San Mauro Pascoli e l’aver fatto breccia nei cuori delle Millennials, senza aver tradito il dna femminile del marchio, sono i risultati ottenuti in questi due anni che più gratificano l’a.d. Riccardo Sciutto. «E ora stiamo pensando a rilanciare la collezione uomo firmata Sergio Rossi».

1. Riccardo Sciutto, ceo di Sergio Rossi 2. Le pump Sr1 sono tra i best seller della nuova era del marchio italiano

DI andrea bigozzi

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l ritorno all’utile? «Arriverà a breve, intanto ci godiamo il successo commerciale del modello Sr1, che vale già la metà del nostro giro d’affari, e le migliori performance in termini di marginalità degli ultimi 15 anni». Il rilancio della linea uomo? «Il mercato ce la chiede, in autunno prenderemo una decisione». L’apertura di nuovi negozi? «Indispensabile, stiamo lavorando dentro e fuori dall’Italia, in Cina c’è un grande feeling con Adrian Cheng». Dal giorno in cui è diventato amministratore delegato di Sergio Rossi, Riccardo Sciutto ha da sempre avuto le idee chiare su come rilanciare il marchio che gli è stato affidato da Andrea Bonomi di Investindustrial, il fondo che nel 2015 ha acquistato l’azienda di calzature da Kering. In due anni Sciutto ha rimesso lo stabilimento romagnolo di San Mauro Pascoli al centro dell’attività produttiva, ha riaperto l’archivio, ha preferito puntare su un team di designer piuttosto che su un direttore creativo. Tutte scelte che fin qui gli hanno dato ragione. In questa

intervista il top executive, in passato al timone di Hogan, svela a Fashion le prossime mosse che riporteranno l’azienda in utile e incrementeranno il fatturato, oggi a quota 62 milioni di euro.

Sergio Rossi in cifre

62 milioni S fatturato 2018

1.500

Le scarpe prodotte ogni giorno a San mauro Pascoli

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I paesi dove è attivo l’e-commerce

Qual è la decisione presa in questi anni che più di tutte sta condizionando il business? Non c’è dubbio, aver riportato l’80% della produzione nella nostra fabbrica, da cui oggi escono 1.500 paia di scarpe al giorno, mentre sotto la gestione francese si superavano a stento le 300 paia. Era un obiettivo che ci eravamo dati a tre anni e lo abbiamo raggiunto in due. Una scelta che ci permettereà di essere più competitivi: ora possiamo lanciare produzioni più mirate, anche per i singoli mercati, abbreviare il time to market e intensificare le collaborazioni speciali. Quindi continuerete a valorizzare la vostra fabbrica? Certo, questo luogo è il nostro tesoro e intendiamo ren-

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INTERVIEW

1. Il successo delle Sergio Rossi Sr1 sneaker dimostra l’appeal del marchio sulle Millennials 2. Dal sito industriale di San Giovanni Pascoli esce l’80% delle calzature Sergio Rossi 3. Il monomarca di Milano realizzato con il nuovo concept store

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derlo una cosa sempre viva. È qui che stiamo ricostruendo l’archivio di Sergio Rossi che conta già 6mila paia di scarpe, ma abbiamo molti altri progetti legati al sito: aprirlo alla formazione e anche ai giovani designer. Ci piace l’idea di aiutare silenziosamente i nuovi talenti nella produzione delle loro collezioni, ma non ci interessa solo supportarli: vogliamo parlare con loro, conoscere i loro gusti e la loro visione del mercato.

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Un bel modo per fare talent scouting. Siete alla ricerca di un nuovo direttore creativo? Da subito abbiamo preferito un team di designer, piuttosto che puntare su un solo nome e continueremo così. Siamo sempre pronti a introdurre nuovi elementi con punti di vista diversi nella nostra squadra, che oggi conta su una head designer più altri tre creativi fortissimi. E poi ci sono io che, pur non sapendo disegnare, conosco bene la donna Sergio Rossi.

decisione di tornare a produrre nuovi modelli maschili. Per la nuova era di Sergio Rossi anche il governo della distribuzione è stato e sarà un fattore chiave... Oggi i nostri negozi monomarca sono 43, ma contiamo di arrivare a 46 entro fine anno. In questi anni abbiamo chiuso e riaperto una ventina di negozi. Tra i progetti futuri e imminenti c’è un opening a Londra nel 2019 e poi prevediamo di aprire quattro/cinque store in Cina nei prossimi sei mesi, grazie al new deal con Adrian Cheng.

Si tratta di una donna allineata al mercato, ossia più incline a indossare le sneaker piuttosto che i tacchi? La nostra cliente ama il lusso e la femminilità. Il lancio della linea Sr1, focalizzata sul daywear, ha segnato la svolta e vale già la metà del giro d’affari. In questi due anni siamo stati capaci di parlare anche con le Millennals: la fetta di clientela tra i 25 e i 30 anni è in continuo aumento. Per loro sono arrivate le sneaker, diventate subito una parte importante delle nostre vendite, ma le abbiamo realizzate alla nostra maniera, sempre femminile e divertenti, ma senza cedere a facili provocazioni.

Qual è stato il mercato che ha recepito meglio il nuovo corso? L’Asia e in particolare il Giappone, che resta il nostro primo mercato e sta registrando una crescita a tre cifre. Siamo di nuovo il marchio di calzature femminili più venduto da Isetan e questo equivale più o meno a essere il best seller in tutto il Paese.

Con il mercato delle calzature maschili in ripresa, si è pentito di aver congelato la collezione uomo? Sospendere la linea maschile era stata un’esigenza: in fase di rilancio la donna era la priorità. L’idea è sempre stata quella di riproporla più avanti, ma le tante richieste che stanno arrivando potrebbero portare a un’accelerazione. Non è da escludere che già in autunno si prenda la 12

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E gli Stati Uniti? Li stiamo preparando. Un tempo per avere successo negli Usa bastavano i department store, oggi non è più così. L’e-commerce da solo non è sufficiente: per questo prevediamo di fare al più presto un’operazione retail su New York. Sergio Rossi è stato uno dei marchi più amati dai multimarca... E tornerà ad esserlo, anzi lo sta già facendo. In Europa e in Italia i migliori multimarca hanno ripreso ad acquistare le nostre collezioni. Oggi abbiamo una rete di 500 multimarca, dove la penetrazione del brand ■ aumenta stagione dopo stagione.



AMERICAN SOUL SINCE 1830 THE MISEDUCATION OF LAURYN HILL 20TH ANNIVERSARY WOOLRICH.COM


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INTERVIEW

JEAN CASSEGRAIN/I 70 ANNI DI LONGCHAMP

«INVENTIAMO IL FUTURO CELEBRANDO IL PASSATO» Longchamp, label francese da oltre 600 milioni di fatturato, ha festeggiato i 70 anni con una sfilata a New York e un evento a Parigi. Una scelta simbolica, per una realtà che guarda al futuro senza tradire il proprio heritage, legato alla storia di una famiglia tutt’oggi sul ponte di comando. Partito con la pelletteria, il marchio è approdato nel tempo a una dimensione più vasta. «E c’è ancora spazio per creare», racconta l’a.d. Jean Cassegrain

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DI CARLA MERCURIO 1

I

70 anni di Longchamp non sono tanto un punto di arrivo, quanto un trampolino di lancio verso nuovi orizzonti per l’azienda francese, che taglia questo importante traguardo con tante iniziative e progetti. Apprezzata per il savoire-faire francese e per la componente di artigianalità delle proposte, Longchamp è uno dei pochi marchi indipendenti francesi nelle mani di una famiglia, che oggi vede sul ponte di comando l’a.d., Jean Cassegrain, omonimo del fondatore, suo nonno. Un percorso partito con la produzione di pipe foderate in pelle, poi benedetto da una scelta felice: produrre accessori da viaggio e borse. Un’offerta che oggi si è arricchita a comprendere il ready-towear, le scarpe e gli occhiali (ultimi nati grazie all’accordo con Marchon). La collezione oggi è distributa in tutto il mondo e genera un giro di affari di 600 milioni di euro in 80 Paesi, con un network di 1.500 negozi, tra cui 300 vetrine gestite direttamente. Una Living Heritage Company, come l’ha classificata il governo francese, che oggi è pronta per nuove sfide e nuove emozioni. Perché c’è spazio per evolvere.

1. Jean Cassegrain, a.d. di Longchamp e terza generazione della famiglia fondatrice 2. Longchamp ha scelto New York per il debutto in passerella, che ha suggellato il 70esimo anniversario della griffe. La creative director Sophie Delafontaine ha mandato in pedana una collezione ispirata a due icone di stile come Anita Pallenberg e Veruschka

Avete appena festeggiato il vostro 70esimo anniversario con due eventi, a New York e Parigi. Perché questa doppia location? Abbiamo organizzato la nostra prima sfilata alla New York Fashion Week (l’8 settembre scorso al World Trade Center, ndr), perché la città riassume lo spirito libero e audace di Longchamp, tra le poche aziende indipendenti del lusso gestite da una famiglia. L’evento ha coronato un anno focalizzato sull’America, nel corso del quale abbiamo aperto un flagship sulla Fifth avenue, lanciato una collaborazione con il designer Shayne Oliver e presentato la nostra nuova brand ambassador, Kendall Jenner. Il défilé di New York è stato uno dei due eventi di punta di settembre, insieme alla celebrazione del 70esimo anniversario all’Opéra Garnier di Parigi (l’11 settembre, ndr). Per ribadire la fedeltà all’artigianalità e alla creatività francese, infine, stiamo inaugurando un nuovo sito produttivo a Pouzauges, in Francia. Fondata a Parigi da suo nonno, Jean Cassegrain, Longchamp è ancora un’azienda famigliare: come resistete alle lusinghe della finanza? Le nostre parole chiave sono famiglia, pelle, divertimento, qualità e

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INTERVIEW

3. La boutique Longchamp di Milano, in via della Spiga 4. La prima campagna pubblicitaria con Kendall Jenner come testimonial

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creatività. Nel corso degli anni abbiamo fatto in modo di mantenere un buon mix di tutte e il nostro obiettivo è continuare a creare, assumendoci i nostri rischi. Il fatto di essere indipendenti ci consente di essere liberi di innovare. Cosa che altrimenti non potremmo fare. Essere una realtà famigliare ci permette di adottare una visione a lungo termine in molte delle nostre decisioni. Avete lanciato il sito Internet nel 2000 e siete partiti con l’e-commerce nel 2003: come conciliate l’heritage con il futuro che avanza, tra digital, IT e quant’altro? Il digital è una priorità per noi dal 2000, quando abbiamo inaugurato il nostro primo sito Internet, pionieri rispetto alle altre label del lusso francese. Abbiamo anche varato il portale di e-commerce dove vendiamo le nostre collezioni, insieme ad alcune opzioni tailor-made per alcuni prodotti. Credo che Longchamp potrà attrarre nuovi consumatori attraverso l’innovazione costante e la qualità dei prodotti e grazie a piattaforme di comunicazione dedicate al pubblico dei più giovani. Cosa ha significato per voi approcciare i social media? Le nuove piattaforme di comunicazione sono un’opportunità straordinaria per stabilire una comunicazione creativa e innovativa con il nostro pubblico di riferimento e al tempo stesso una chance importante per essere visibili presso nuovi target di consumatori. Stiamo sperimentando e riscontrando risultati positivi e siamo ansiosi di mantenere un focus costante sulle veloci evoluzioni dei nuovi media. Negli ultimi due anni le nostre vendite con WeChat in Cina, legate a collaborazioni esclusive e a lanci specifici, sono state molto positive. Come è cambiata la collezione negli anni e come intendete ampliare ulteriormente l’offerta di prodotto? Sono in arrivo delle licenze, dopo quella per gli occhiali? Longchamp evolve di continuo e tutto questo si deve riflettere nella nostra offerta, che ora comprende il ready-to-wear, le scarpe (da uomo e da donna) e gli occhiali. La nostra expertise è legata a tessuti e materiali leggeri, così come con l’ultima collezione di occhiali l’innovazione per noi non è nei materiali ma nella funzionalità. Vogliamo creare una

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connessione tra il marchio, le diverse categorie di prodotto e l’offerta di eyewear. Si tratta di sviluppare questa relazione con il tipo di donna che indossa i nostri occhiali e con il suo stile di vita. Invece non posso ancora rivelare nulla per quanto riguarda altri accordi di licenza. Avete scelto Kendall Jenner come testimonial: quali le affinità di una modella e top influencer con la griffe? È stata una scelta naturale. La sua grinta, la sua energia e il suo outlook metropolitano riflettono l’ethos pionieristico di Longchamp. Lei rappresenta tutte le aspirazioni delle nuove generazioni: libertà, freschezza, sensualità e autenticità. E incarna davvero i nostri valori: Longchamp è un marchio dedicato a una donna attiva e indipendente, con molte doti e uno spirito creativo. Longchamp realizza il 29% del giro di affari in Francia: quali le prospettive di sviluppo all’estero? Continuiamo a evolvere in nuovi mercati, dove abbiamo ancora un forte potenziale di crescita, mentre al tempo stesso incrementiamo la distribuzione nei Paesi più maturi con nuove categorie di prodotto. Grazie al network di punti vendita nelle località più fashion del mondo, la prossima sfida sarà focalizzarci sull’evoluzione del marchio, mentre continuiamo a rinforzare la nostra esperienza retail e a dare impulso alla sfera digital. Avete inaugurato di recente un nuovo sito produttivo a Pouzauges, dove lavoreranno 100 artigiani: come è nata l’idea? Longchamp è famosa per il savoir-faire francese, per l’eccellente componente di artigianalità e per i materiali di qualità. Questo progetto rientra nella nostra intenzione di sviluppare e modernizzare i processi produttivi. Avvicinandoci ai maggiori snodi di comunicazione e a un’area che offre molte risorse dal punto di vista lavorativo, puntiamo a incrementare il potenziale di reclutamento per poter mantenere vivo il nostro patrimonio di abilità e competenze e per sostenere lo sviluppo internazionale. Questo nuovo polo offrirà condizioni di lavoro in linea con l’expertise in evoluzione dell’azienda. Ci sarà anche un laboratorio di apprendimento, per sostenere la formazione e l’integrazione del nuovo staff. ■



reportage

BRUNELLO CUCINELLI

‹‹Vado Da Jeff Bezos a parlare di dignità›› Di fronte a oltre 500 giornalisti da tutto il mondo l’imprenditore umbro ha celebrato la realizzazione del sogno di creare un rifugio spirituale intorno al suo borgo d’elezione, Solomeo. L’obiettivo dichiarato è di contribuire, con l’azienda, ancora per centinaia di anni al benessere del circondario DI MArc Sondermann

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runello Cucinelli sembra non conoscere fatica quando parla, davanti alle firme più famose della stampa di moda mondiale, delle sue umili origini e dei suoi ambiziosi progetti, compreso un viaggio a Seattle per incontrare il numero uno di Amazon, Jeff Bezos. L’occasione, a dire il vero, è di quelle memorabili: ricorre in questi giorni il quarantenario dalla nascita dell’omonimo brand, quando il talentuoso ex-modello della Ellesse fece decollare la propria impresa con una prima vendita di maglioni di cashmere alla signora Waltraud Alber, titolare di Alber Mode a Naturno, in Alto Adige. Non stupisce, allora, che mentre l’imprenditore scandisce il suo credo il cielo si schiarisca, dopo un imprevisto scroscio di pioggia, fino a immergere, nel bel mezzo della conferenza stampa all’aperto, la scena in una calda luce aurea. Sembra quasi che anche la Natura voglia rendere onore al merito. Oggi Cucinelli, infatti, è un’autorità riconosciuta a livello mondiale non solo per quanto riguarda le sue collezioni, che secondo un recente report di Goldman Sachs sono sinonimo di lusso assoluto, ma anche di calzanti motti umanistici, che ora ha sistematizzato in un libro, denominato “Il sogno di Solomeo – La mia vita e l’idea del capitalismo umanistico”. I risultati economici ottenuti fino ad oggi sono impressionanti e sotto gli occhi di tutti. L’azienda è valutata alla Borsa di Milano oltre 2,3 miliardi di euro, il giro d’affari generato nel 2017 ammontava a 503,6 milioni, il trend di crescita nel primo semestre faceva segnare un vigoroso +9%, mentre la redditività netta si muove intorno al 10%. 1.800 sono i posti di lavoro diretti creati in Italia, senza parlare dell’indotto. Non è però questo di cui preme parlare a Brunello Cucinelli, al di là di crescita “garbata” e di “giusto” profitto. La sua narrazione, compiuta davanti a stampa, questore, prefetto, cardinale e sindaco, parte

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1. Le vigne che circondano Solomeo 2. Il Teatro, che Brunello Cucinelli definisce «un monumento alla cultura laica» 3. L’imprenditore, a capo di un’azienda da oltre 500 milioni di ricavi 4. Il Castello, dove si è svolto l’evento celebrativo dello scorso 4 settembre con la stampa internazionale

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dalle umiliazioni patite dal padre, fiero contadino, che sembra subisse parecchie angherie quando si trasferì in città per diventare operaio. Da qui la volontà, da parte del figlio rattristito, di contribuire in qualche maniera a un mondo del lavoro che tutelasse la dignità dell’uomo. Lo stabilimento sito nella valle ai piedi di Solomeo, nuovo di zecca ed esteso su 40mila metri quadrati, ne è vivida testimonianza. Le postazioni di lavoro sono ampie, irrorate di luce e circondate dal verde. Una grande fontana con

giochi d’acqua ne segna il perimetro centrale. A poca distanza Cucinelli ha acquistato alcuni capannoni industriali con il solo scopo di abbatterli, sostituendoli con un vigneto, una cantina e un Monumento alla Dignità Umana di cui va fierissimo. Al centro di tutto si erge il borgo, munito di biblioteca, circolo e teatro alla portata di tutti. Lo spettacolo è impressionante e armonioso allo stesso tempo. L’esempio è stato posto. Ben vengano, dunque, nel nostro ■ Paese dieci, cento, mille altri Cucinelli.


Byblos 225x285 Fashion.pdf

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INTERVIEW

1. Alice Carli, 37 anni, a.d. di L’Autre Chose, con Nicolò Beretta, nuovo direttore creativo del marchio, che ha fatturato 14 milioni di euro nell’ultimo esercizio 2. Un’immagine della campagna autunno-inverno 2018/2019

ALICE CARLI/L’AUTRE CHOSE

«VOGLIO UN’IMPRESA CHE CONSEGNI CON I DRONI» Alice Carli, nuovo a.d. di L’Autre Chose, non ha dubbi: creatività, immediatezza, flessibilità e coinvolgimento delle persone sono il motore del rinnovamento per l’azienda. Non a caso ha affidato il ruolo di direttore creativo a Nicolò Beretta: «È giovane, internazionale, reattivo; una miniera di idee» DI CARLA MERCURIO 1

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iunta al timone de L’Autre Chose solo tre mesi fa, l’a.d. Alice Carli gioca senza indugio le carte del rilancio del brand marchigiano controllato dal fondo Sator, scommettendo sul concetto di contemporaneità a 360 gradi. Si parte dallo stile, affidato al talento del giovane Nicolò Beretta, fondatore del marchio di calzature Giannico, nominato direttore creativo di tutte le collezioni (calzature ma anche ready-to-wear, borse e piccola pelletteria). Ma c’è molto altro sul tavolo, come racconta la giovane manager, che annuncia: «Vogliamo fare le consegne con i droni».

Milano Marittima e il nuovo canale e-commerce, progettato in collaborazione con FiloBlu, che ha debuttato lo scorso 3 settembre. Un portale multilingue con una live chat attiva 24/7 e una piattaforma CRM multitasking.

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Come vede il futuro di L’Autre Chose con Alice Carli al timone? Innanzitutto vedo un team coeso e dinamico, formato da professionisti, che stiamo rafforzando ulteriormente. Vedo un’azienda che prima ancora di conquistare il placet del mercato e del consumatore finale possa vincere come squadra, capace di coniugare savoir-faire e contemporaneità nella sua visione manageriale. Perché avete scelto Nicolò Beretta per dare slancio allo stile? Stiamo ripensando le collezioni nell’ottica di una creatività globale più dinamica, veloce e coinvolgente. Un compito che affidiamo a Nicolò Beretta, scelto per il talento contemporaneo e l’internazionalità della visione creativa. È giovane, pieno di idee e parla la lingua del mercato di oggi, sempre più veloce e digitale e sempre meno fisico. Una persona capace di cogliere il momento e di trasformarlo in idee appetibili, senza snaturare il dna della label, con un occhio attento al rapporto prezzo/qualità e alla sostenibilità. Scenderà in campo dal prossimo anno con una prima capsule, nei negozi a marzo 2019. Contemporaneità vuol dire anche omnincanalità? Abbiamo implementato una nuova strategia omnichannel che punta alla velocizzazione del flusso Time to market, grazie all’integrazione diretta tra i negozi monomarca di Milano, Roma, Torino, Bologna e

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In questa evoluzione che ruolo ha l’offline? Stiamo modernizzando la shopping experience instore, con il lancio di un “pop-up concept itinerante” che fino al periodo pre-natalizio porterà le collezioni nei punti vendita di Rinascente a Roma, Milano, Torino e Firenze. È da poco operativo, inoltre, un corner permanente presso Coin Excelsior di Roma.

A che punto siete con l’internazionalizzazione? Abbiamo siglato accordi di collaborazione con i più importanti e-tailer e department store come Farfetch, LuisaViaRoma, Galeries Lafayette, Tsum e Bosco di Ciliegi. Il percorso di crescita internazionale sarà, inoltre, rafforzato da accordi con partner di spicco nelle aree geografiche di maggiore interesse per il marchio, Asia e Stati Uniti in primis. In che modo sta ridisegnando la struttura aziendale? Desidero costruire un’azienda che vada alla velocità di Whatsapp e che utilizzi le new technology non solo come strumento business to consumer ma anche come piattaforma di condivisione interna. Per questo sto già applicando il metodo del Direct Messenger Management, per accelerare le comunicazioni - tramite Whatsapp, Skype, video conference e live chat 24/7 - generando maggiore coinvolgimento, allineamento e creatività su ogni decisione e attività aziendale. Come si riesce a bilanciare passato, presente e futuro di un’azienda? È fondamentale valorizzare il passato - fatto anche di aspetti che per natura non possono essere istantanei, come nel caso della nostra produzione interna di calzature - e saperlo coniugare con la velocità del presente e con una visione del futuro che soddisfi le nuove categorie di consumatori. ■


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NEWS a cura di ELISABETTA FABBRI

ARMANI: FLESSIONE DEI RICAVI COME DA ATTESE

SEMESTRALI SOTTO LA LENTE

Il Gruppo Armani ha chiuso il 2017 con ricavi pari a 2,33 miliardi di euro, in calo del 7% rispetto al 2016 (-5,8% a cambi costanti). L’ebitda è sceso del 5,4% a 438 milioni e l’utile del 10% a 242 milioni. «I risultati - commentano dalla società - si collocano nel contesto di un ciclo di prevista e contenuta flessione, riconducibile alla fase di consolidamento e razionalizzazione della rete distributiva internazionale e all’avvio della strategia di semplificazione e riposizionamento dei propri marchi».

Ricavi Var.%*

Moncler 494 27,0% Aeffe 171 15,0% Cucinelli 270 11,9% Tod’s 492 1,80%

NEL 2020 INDITEX VENDERÀ OLINE IN TUTTO IL MONDO

Ferragamo 674 -3,40% * Variazione 1° sem. 2018 su 1° sem. 2017 a cambi costanti Numeri in milioni di euro

semestrali italiane

listing

trend positivo sostenuto dall’asia

farfetch pronto a raccogliere $600 mln

Le quotate italiane di moda e lusso archiviano un semestre positivo, sostenuto dalle buone performance in Asia. A partire da Moncler, che fra gennaio e giugno ha totalizzato ricavi pari a 493 milioni di euro (+21%). Dall’azienda dei piumini parlano di «significativa accelerazione» in Giappone, crescita organica «a doppia cifra» in Cina e «ottimi risultati» in Corea. Brunello Cucinelli ha, invece, archiviato il periodo con un giro d’affari globale in aumento del 9% a 269,5 milioni di euro (+11,9% a cambi costanti). Le vendite all’estero sono aumentate del 9,9%, raggiungendo l’83,7% del totale. L’area più dinamica è stata la Greater China, dove il marchio umbro ha realizzato un +35%, mentre sul mercato principale per volume d’affari, il Nord America, ha segnato un +2,4%. Aeffe ha chiuso il primo semestre con vendite a 171,1 milioni di euro (+14%). Il gruppo, che ha in portafoglio marchi come Moschino e Alberta Ferretti, ha messo a segno un +41% in Greater China. La Salvatore Ferragamo ha accusato un -6% del fatturato (a 674 milioni) e l’Asia-Pacifico è rimasto il primo mercato nonostante il -5,5%. A Hong Kong, in particolare, i negozi diretti hanno segnato un +32% (-1% in Cina). Quanto al Gruppo Tod’s, il fatturato è cresciuto dell’1,3% a cambi costanti a 491,9 milioni (-1,3% a cambi correnti), sostenuto dal +7,5% di Hogan e dal +2,6% di Roger Vivier. La Greater China è risultata dinamica quanto l’Europa (il primo mercato): +6% il tasso di incremento.

Il fashion e-tailer di Londra Farfetch potrebbe raccogliere 600 milioni di dollari con il collocamento a Wall Street. L’offerta, come riporta Renaissance Capital, riguarda 37,5 milioni di azioni (il 20% in offerta secondaria) in un range di prezzo tra 15 e 17 dollari. Supponendo un valore intermedio nella forchetta di prezzo, il marketplace online è valorizzato 4,9 miliardi di dollari, oltre 10 volte il fatturato stimato nei 12 mesi terminati in giugno (481 milioni di dollari). Il prezzo dell’Ipo dovrebbe essere comunicato nella settimana dal 17 settembre. Mentre si avvicinano i tempi per il listing, si ipotizza l’interesse della famiglia Pinault, proprietaria del gruppo del lusso Kering, a entrare nell’azionariato della piattaforma web, che vede già Chanel e JD.com tra i soci della moda (secondo Reuters tra gli altri azionisti figurano anche Condé Nast e la società di venture capital DST Global del miliardario Yuri Milner). Una mossa apparentemente coerente con il rafforzamento nell’ecommerce di concorrenti come Lvmh, che nel 2017 ha lanciato il suo multimarca online 24 Sèvres, e Richemont, che quest’anno si è aggiudicato il controllo di Ynap attraverso un’Opa. In base alle stime di Bain & Company, nel 2017 le vendite online di prodotti di alta gamma sono cresciute nel mondo del 24% e nelle previsioni per il 2025 dovrebbero arrivare a rappresentare un quarto delle vendite totali di beni di lusso per la persona. Sul canale fisico transiterà ancora il 75% del totale.

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«Entro il 2020 tutti i brand di Inditex saranno disponibili online in tutto il mondo». Lo ha annunciato il presidente e ceo del gruppo iberico, Pablo Isla, a Milano per la recente riapertura del flagship Zara in corso Vittorio Emanuele II (uno dei cinque negozi del marchio che fatturano di più al mondo). Per la stessa data tutte le insegne potranno contare su uno stock integrato nei rispettivi punti vendita. «Questo significa - ha precisato Isla - che si potranno consegnare gli ordini online in qualsiasi negozio fisico di ogni marchio». Il manager ha ribadito inoltre l’impegno ambientale di Inditex: «Prevediamo che entro il 2020 tutti i negozi worldwide aderiranno al piano di eco-efficienza». Il programma (già seguito dal nuovo flagship milanese) prevede una riduzione del 20% dei consumi energetici e un risparmio fino al 50% di acqua.

PRADA RECUPERA NEI SEI MESI Primo semestre in ripresa per il Gruppo Prada. I ricavi sono saliti del 3% a 1,5 miliardi di euro (+9% a tassi di cambio costanti), l’ebitda si è portato a 271 milioni (+8%) e l’ebit è cresciuto a 159 milioni (+16%). L’utile si è attestato a 106 milioni (+11%). Tra i segmenti più dinamici spicca il ready-to-wear, che ha registrato un +20% a cambi costanti, contro il +4% del footwear e il +2% dei leather goods.




What’s new @ milan fashion week

carlo capasa/Camera nazionale della moda italiana

«Nomi nuovi e numeri positivi, vi pare poco?»

A questa edizione di Milano Moda Donna Missoni si presenta con il nuovo assetto societario, che vede il Fondo Strategico Italiano con una quota del 41,2%

L’assenza di Gucci pesa, ma il numero 1 di Cnmi non vuol sentir parlare di credibilità in calo per la manifestazione, che bilanci contabili alla mano, «è la fashion week con più giro d’affari». E sul calendario delle sfilate aggiunge: «Sogno un lunedì più forte e con gli associati ci stiamo lavorando. Parigi? Tutti dicono che è troppo lunga. Tra le novità Fila e Plan C, tra i ritorni Byblos e Iceberg DI Andrea bigozzi

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L’industria della moda italiana

vero, a questo organizzato a Milaround di Milano no con il coreografo Moda Donna non ci Michael Clark non in cifre sarà il marchio del sarà qualcosa di semomento, Gucci, condario, ma di fatto 66,7 mld S che per una stagione anticiperà i contenuti fatturato previsto trasloca a Parigi, citdella sfilata parigi2018 tà preferita dai buyer na del 24 settembre. 3% in fatto di tendenze, Quindi non vedo che ritmo di crescita ma il presidente di problema ci sia se annua dal 2008 Camera Nazionale nel nostro calendario della Moda Italiana compare lo show in +2,9% non vuol sentir parprogramma al Palace crescita primo lare di credibilità in di Parigi. Gucci resta semestre 2018 calo per la manifestaun baluardo della no52,2 Mld S zione. Anzi, rivendica stra fashion week. export 2018 il ruolo che gli anni e i bilanci contabili Questo nonostante Fonte: Camera Nazionale della Moda Italiana hanno riconosciuto la sua scelta finisca alla fashion week. In per rafforzare un una parola: la sua strategicità. «Siamo competitor come Parigi, che di fatto la settimana della moda con più giro a questa edizione conquista un d’affari» rimarca Carlo Capasa. giorno in più? Con i francesi, ma anche con le altre Partiamo dal grande assente, fashion week internazionali, viviamo Gucci: c’era bisogno di inserire nel in un clima di sana competizione. Nel calendario di Milano la sua sfilata, mondo perfetto mi piacerebbe avere che invece si terrà a Parigi? una settimana della moda lunga 10 Gucci è un nostro associato forte, giorni, ma il sistema va veloce, manca che ha dato un grande contributo alla sempre il tempo: anzi, tutti si lamensettimana della moda e continuerà a tano invece che Parigi è troppo lunga. farlo anche in futuro. L’evento che ha Certo, il calendario di Milano è mi-

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What’s new @ milan fashion week

Pensa che uno degli elementi di successo del sistema moda italiano sia l’essere all’avanguardia in fatto di sostenibilità? Tutta la settimana sarà incentrata sulla sostenibilità, perché siamo i capofila mondiali per quanto riguarda questo tema e Siamo la questa posizione pionieristica settimana della alla lunga non può che avvanmoda con più giro taggiare tutto quanto il setd’affari. Sento Secondo lei qual è la forza tore. I Green Carpet Fashion positività intorno della fashion week? Awards, evento organizzato alla città e al Le tantissime presentazioni e da Cnmi ed Eco-Age (in prosettore sfilate in programma: non ci gramma domenica 23 settemCarlo Capasa sono solo 165 collezioni, 60 bre al Teatro alla Scala, ndr) sfilate e 80 presentazioni, ma chiuderanno alla grande la anche gli eventi culturali, come i 90 anni di fashion week. Quest’anno la serata dediLuisa Spagnoli e la mostra per i 50 anni di cata alla sostenibilità ambientale e sociale Etro che si terrà al Mudec. Sul fronte stretsarà davvero sensazionale: interverranno tamente fashion vanno ricordati i ritorni star internazionali di primissimo piano. in calendario di Byblos, Iceberg e Philpp Plein. Poi c’è Agnona, che sfila per la prima volta, così come Fila, che è impegnata anche con una mostra in Triennale. gliorabile, mi piacerebbe che il lunedì fosse una giornata più piena e più forte ed è in questa direzione che con i nostri associati lavoreremo in vista delle prossime edizioni. Resta il fatto che oggi vedo grandi ritorni e nuovi brand che vengono a Milano e sento un momento di positività intorno alla città e al settore.

Quindi dobbiamo aspettarci una terza edizione? La nostra volontà è di rendere i Green Carpet un appuntamento annuale, ma prima dovremo vedere come si muoverà il nuovo governo. Questa è una manifestazione che fino a oggi ha potuto contare su un contributo pubblico. Non sappiamo che cosa ha intenzione di fare questo esecutivo: abbiamo bisogno di avere un piano che ancora non c’è. Il nuovo governo sembra intenzionato a confermare l’appoggio al made in Italy, quindi anche alla moda... La moda è la seconda industria italiana: mi auguro che il premier Conte e i suoi ministri capiscano che la strada giusta è dare attenzione a questo settore. Le modalità con cui questo sostegno arriverà da Roma magari saranno nuove, ma la strada da se■ guire è quella della sinergia.

Ci sarà spazio anche per i nomi nuovi? A ogni stagione il nostro impegno per gli emergenti cresce. In calendario ci sono le sfilate di nomi come Act n°1 e Tiziano Guardini. Sono giovani designer che stanno crescendo e che Camera Moda sostiene. Non vedo tanti brand nuovi in fermento quanto i nostri. Per la prima volta, poi, a questa edizione di Milano Moda Donna saranno presenti anche i 12 finalisti dell’International Woolmark Prize 2018/19, progetto creato da The Woolmark Company per celebrare i talenti emergenti della moda. Noi esprimiamo un sacco di forza e novità e soprattutto numeri positivi, che non è da tutti.

Da Linate all’ex fabbrica di panettoni: i nuovi spazi per le sfilte

A proposito di numeri, come sono le previsioni per il settore? Nel 2018 il comparto della moda allargato a gioielli, bigiotteria, cosmetici e occhiali ha prodotto un giro d’affari di 90 miliardi, con un +2,8%. Solo la moda cresce del 3% e quest’anno i livelli di fatturato sono tornati a quelli di inizio 2008. In particolare, il secondo trimestre ha avuto un +6%, che ha portato alla media del +3%. Anche per la fine dell’anno si prevede di rimanere su questi livelli.

L’ hangar dell’aeroporto di Linate, un attico in cima al grattacielo di piazza Repubblica, un ex garage e una fabbrica di Panettoni dismessa. Anche questa stagione non mancano le sorprese per quanto riguarda le location di Milano scelte dagli stilisti per le sfilate. Punta sul wow effect Emporio Armani che farà scalo a Linate per una sfilata co-ed . Gli appassionati di spazi industriali non resteranno delusi da Jil Sander che ha scelto i suggestivi spazi industriali della ex fabbrica di panettoni Cova per lo show. Spazio per la ricerca e la sperimentazione anche da Byblos, che allestirà la sua passerella in un garage degli anni 50 in via Gorizia, per la prima volta utilizzato per un evento. Gilda Ambrosio e Giorgia Tordini di Attico mostreranno agli ospiti della loro presentazione Milano vista dal 29° piano della Torre Breda, più nota come il grattacielo di piazza Repubblica. Arthur Arbesser come sempre non rinuncia a sperimentare quando si tratta di location e per la sua sfilata sceglie una ex fabbrica vicina allo scalo Farini mai usata per un evento fashion, mentre per la presentazione di Fay, marchio di cui è direttore creativo, si è assicurato gli spazi di Tenoha il concept store giapponese di via Vigevano. (an.bi.)

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what’s new @ milan fashion week

1. Da quando Manuel Facchini ha preso il controllo della Byblos srl, ha nominato Enrico Vanzo direttore generale 2. Un bozzetto della collezione Byblos Spring-Summer 2019 3. Uno sketch Manuel Facchini della prossima primavera-estate

Manuel Facchini & Enrico vanzo

«forte e chiaro: ecco come sarà byblos» Per cogliere appieno lo spirito del nuovo corso di Byblos si dovrà attendere la sfilata, ma stilista e direttore generale sanno bene come rilanciare il brand: prodotti sempre più contemporanei, un nuova linea diffusion, massima attenzione ai prezzi e un’espansione geografica in tre fasi. Sono queste le mosse per raggiungere i 50 milioni di euro di fatturato in 4 anni 1

di andrea bigozzi

Foto di Giovanni Gastel

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adesso? «Adesso puntiamo a crescere di fatturato, ma soprattutto a tornare quello che eravamo: un marchio brillante, amato tra le giovani generazioni per la sua immagine contemporanea». Quando incontriamo Manuel Facchini, nel quartier generale milanese di Byblos, sta esaminando i dati della campagna vendita. Gli ordini relativi alla Spring-Summer 2019 non sono ancora chiusi: dopo la collezione main, nella showroom di via Monte Grappa arriverano i capi della sfilata co-ed, in programma il 19 settembre, primo giorno di Milano Moda Donna. Ma come è andata la stagione è chiaro. «i risultati fin qui sono più che soddisfacenti, ma c’è ancora tanta strada da fare e per capire appieno i nostri nuovi valori bisognerà attendere il fashion show» ammette Facchini che da marzo ha assunto il controllo diretto della Byblos srl, società a cui fa capo oltre all’omonimo marchio anche il brand Manuel Facchini, di cui lo stilista italiano resta direttore creativo. Per dare solide basi al progetto Facchini ha affidato a Enrico Vanzo, manager con con un passato in Giorgio Armani e Tommy Hilgfiger, il compito di definire la nuova strategia di sviluppo. La base su cui si riparte, come spiega il nuovo direttore generale, sono gli 11 milioni di euro di ordini ottenuti fin qui dalla campagna vendita. Ma la prospettiva, stando ai piani di Vanzo, è di superare i 50 milioni in quattro anni. «Per fare questo - spiega Vanzo - abbiamo messo a punto un piano in tre fasi. Il primo passo è stato quello di fare pulizia e cancellare licenze non più profittevoli o non in linea con l’immagine del marchio. D’ora

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in poi lavoreremo sulla collezione principale Byblos, alla quale abbiamo affiancato una linea diffusion By Byblos. Rivedremo anche tutta l’offerta legata alle fragranze: ce ne sarà una con un posizionamento alto a marchio Byblos, mentre due nuovi prodotti, legati alla diffusion line, saranno lanciati nei duty free». Decisivo nella fase uno sarà il lavoro sul prodotto. «L’offerta, per quanto riguarda la prima linea - sottolinea Facchini - sarà ricca e fresca. Per ripartire ci siamo focalizzati sulla collezione donna, ma l’uomo sarà ulteriormente potenziato già dalla prossima stagione. Stiamo investendo moltissimo sugli accessori, borse in primis, e tra sei mesi vorremmo uscire con un nuovo modello di sne-

aker». Grande attenzione anche sul progetto diffusion, che per la maggior parte sarà prodotto in Italia: «Grazie 3 all’ampia offerta e ai prezzi competitivi sta già dando ottimi risultati - assicurano direttore creativo e manager -. Mentre per il brand Manuel Facchini (la nuova collezione sarà presentata il 23 settembre,ndr), è stato pensato un futuro di nicchia e si concentrerà su proposte per celebrities e red carpet». Il passo successivo sarà quello di attivare una serie di co-branding, anche con aziende estranee al settore moda. «Progetti che servono ad attirare l’attenzione sui social», chiosa Facchini, mentre la riapertura del flagship store di Milano è già in agenda tra la fine del 2018 e l’inizio dell’anno prossimo. Nel 2019 - quando prenderà il via la fase due - dovrebbero arrivare anche un secondo monomarca in un’altra capitale europea e l’implementazione del progetto ecommerce, a cui sta lavorando Triboo Digitale. «Nel nostro piano distributivo - prosegue Vanzo - il ruolo del wholesale è centrale e anche in questo ambito procediamo per fasi. Inizialmente il focus sarà sull’Europa, in particolare dell’Est, e il Middle East e a seguire l’Asia, mentre l’ultimo mercato che affronteremo saranno gli Usa. Ma non prima del 2020/2022, quando contiamo di raggiun■ gere i 50 milioni di fatturato».



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diventare grandi (anche da giovani)

Per Act N°1 Ordini a +300% e accessori in arrivo Il coreano Gene Yoon è il global chairman di Fila e dal 2010 è cittadino onorario di Billa, città dove il marchio è nato

Gene Yoon racconta il debutto in passerella e i nuovi stilisti

«per La nuova fila un solo show non basta» Il marchio con 107 anni di storia sfila per la prima volta in occasione della fashion week e organizza una retrospettiva alla Triennale. «I due nuovi direttori creativi portano il marchio a un livello superiore», dice il chairman

Dopo la vittoria al Who Is On Next? del 2017, l’attenzione intorno a Act n°1, il marchio creato dall’italiano Luca Lin e dal georgiano Galib Gassanof, è cresciuta: gli ordini registrano percentuali di incremento a tre cifre e le richieste di accredito alla loro prima sfilata a Milano Moda Donna (è il premio per il trionfo al contest di Altaroma) fanno scommettere sul potenziale anche mediatico di questo duo. Quanto vi reputate soddisfatti dei risultati commerciali ottenuti fin qui? Fin dall’inizio abbiamo avuto una showroom (quella di Riccardo Grassi, ndr) che ci ha seguiti da vicino, portando il brand in stores come Luisaviaroma, Tsum, Rinascente. Dopo Who Is On Next? la crescita è stata del 300% e oggi la collezione è venduta in 40 negozi nel mondo tra cui Harvey Nichols, Bloomingdale’s, Saks, Penelope, Sugar, Dante 5, Tessabit. Speriamo lo show di Milano crei ancora più buzz.

di Andrea bigozzi

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l simbolo rappresentato dalla Effe rossa e blu che tra gli Anni 70 e 80 ha dettato legge nel tennis, nello sci e nel basket, sta ottenendo talmente tanto successo tra le fashion victim e gli addetti ai lavori da convincere il presidente coreano di Fila, Gene Yoon, ad aprire un nuovo capitolo per il marchio. Per la prima volta, alla fashion week di Milano, salirà in pedana con una collezione disegnata da due nuovi direttori creativi, Antonino Ingrasciotta e Joseph Graesel. Perché avete deciso di sfilare? Negli ultimi due anni il mondo della moda si è accorto di Fila. Abbiamo collaborato con Fendi, Gosha Rubchinskiy e Jason Wu e i risultati sono stati tali da convincerci che era arrivato il momento di entrare nell’arena fashion. E quale modo migliore per farlo di una sfilata? Quindi questo sarà il primo di una lunga serie di fashion show? Siamo entusiasti di questo debutto e siamo convinti che porterà molti benefici al marchio. Per questo non abbiamo

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intenzione di fermarci alla sfilata del 23 settembre. Un solo evento non basta a dimostrare il nostro potenziale e a raccontare il futuro che ci aspetta. L’heritage del brand, che celebreremo anche con una mostra alla Triennale di Milano aperta durante tutta la settimana della moda, è tale da ispirare ancora molte altre collezioni. A proposito, chi disegna la collezione che vedremo in pedana? Abbiamo da poco nominato Antonino Ingrasciotta e Joseph Graesel come direttori creativi di Fila. Il loro background (hanno lavorato per Adidas, ndr) fonde lo sport e la moda. Sono perfetti per il nostro nuovo corso. Perché avete scelto proprio Milano per questo debutto? Principalmente perché volevamo che la nuova era di Fila partisse dal Paese in cui il marchio è nato nel 1911 e poi perché riteniamo che questa fashion week sia tra le più rilevanti in circolazione, in termini di presenze di addetti ai lavori e ■ di visibilità mediatica.

La new A.G.E. di COlmar by shayne Oliver

«così l’heritage dà spettacolo»

Le prime sfilate sono in programma dal 19 settembre, ma a Milano si comincia a fare sul serio già dalla sera prima, quando all’Arco della Pace, nel Casello di Ponente, sarà presentata la colab tra Colmar e lo stilista Usa Shayne Oliver, co-fondatore del brand cult Hood by Air, nonché artefice del rilancio di Helmut Lang. Una liaison della durata prevista di tre stagioni, che rientra nel progetto A.G.E.- Advanced Garment Exploration lanciato dall’azienda italiana: uno spazio dedicato alla


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1. Un look della resort 2019 di Act n°1 2. Luca Lin e Galib Gassanoff

la startup della fashion week

Carolina castiglioni dopo marni tocca a plan c

A cosa si ispira la collezione S/S 2019? La nuova collezione racconterà una storia coinvolgente, una protesta sull’abuso delle spose-bambine, che in molte culture vengono costrette dalle famiglie a sposarsi prematuramente con estranei. Dove producete le collezioni? Facciamo tutto in Italia: i tessuti e le stampe arrivano da Como e Biella, la confezione invece è tra Reggio Emilia e il Veneto. Progetti futuri? Abbiamo sempre fatto accessori artigianalmente, per completare il nostro total look. Adesso abbiamo l’obiettivo di integrare presto gli accessori e le calzature anche a livello commerciale. Cosa vi piace della fashion scene milanese? Ci piace che stia aumentando l’attenzione ai temi della sostenibilità, che per noi è molto importante. (an.bi.)

La collezione del debutto è già stata presentata a giugno a un ristretto gruppo di buyer che da subito l’ha apprezzata (e acquistata). Ora per Plan C è il momento della consacrazione mediatica: il marchio disegnato Carolina Castiglioni - primogenita della fondatrice di Marni, Consuelo - sarà svelato su larga scala a Milano Moda Donna il 21 settembre con una presentazione nel quartier generale del brand, che un tempo ospitava l’atelier di pellicceria della nonna di Carolina. La famiglia è alla base del progetto che vede al fianco della stilista anche il padre Gianni Castiglioni (ceo) e il fratello Giovanni Castiglioni (direttore operativo). Previste due collezioni all’anno, che includeranno abbigliamento donna e accessori, tutti realizzati in Italia. (an.bi.)

L’A.D. Mariani e i 60 anni di LES COPAINS

ricerca, che ospita creativi internazionali a cui è affidato il compito di rileggere il dna di Colmar con una sensibilità nuova. La collezione (capi agender dalle vestibilità ampie, all’insegna del trasformismo) sarà da subito sul mercato e prevede una distribuzione selettiva. Della stock list fanno parte negozi come il portale Ssense in Canada, Browns a Londra, I.t a Hong Kong, Totokaelo a New York, Gr8 a Tokyo ed Excelsior Milano. «Questo incontro è un esperimento che spinge al massimo la collezione outerwear, trasformando i prodotti iconici di Colmar con il mio senso dello spettacolo», commenta Oliver. «All’inizio - spiega il ceo del brand Giulio Colombo - far convivere i nostri due mondi mi sembrava difficile e invece Shayne ha conservato l’anima di Colmar a tal punto che è facile intuire quali sono le giacche e le felpe da cui ha preso ispirazione». A.G.E. avrà un sito dedicato, dove seguire tutti gli sviluppi del progetto. (c.me.)

«Una sfilata retrospettiva e un modello per il futuro» Con un evento il 22 settembre alla Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, Les Copains corona 60 anni di storia, in un momento in cui è importante festeggiare, ma anche pensare al futuro. «Abbiamo deciso di raccogliere in un tableau vivant i temi e le icone che hanno segnato la storia di Les Copains, come la flag jacket, le righe, il punto pizzo, declinati in colori neutri», spiega l’a.d. Alessandro Mariani. «Ci sarà anche una galleria dedicata a una capsule collection di 12 outfit, realizzati da tre studenti dell’Istituto Marangoni - aggiunge - che hanno riletto alla luce della loro sensibilità le tematiche legate al brand». La scommessa ora è riuscire a conciliare la fedeltà alla propria immagine con l’esigenza di agganciare un pubblico più giovane, mirando al mondo dei social. Presto potrebbero nascere colab con stilisti noti. Prevista, in occasione della fashion week, anche l’inaugurazione del monomarca della griffe, che torna nel palazzo della famiglia Bandiera, in via Manzoni 21, dove c’è anche la showroom, lasciando la location di via Spiga. La realtà boognese taglia il traguardo dei 60 anni in un momento delicato. Di recente si è interrotta la licenza con Giambattista Valli, mentre i rumors parlano di una possibile vendita dell’azienda. «Noi ci concentriamo sul nostro marchio, cosa che ha comportato una ristrutturazione totale del gruppo e una riduzione del giro di affari. Ma c’è una famiglia presente guidata da Mario Bandiera, con la forza dei nostri prodotti». (c.me.)

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What’s new @ milan fashion week

UNA MOSTRa in via bagutta firmata zanEllato

Omaggio al cinema italiano

Per etro una fashion week più movimentata che mai

50 anni tra mostre, capsule, opening e sfilate Una retrospettiva (aperta a tutti e gratuita) sui 50 anni di storia al Mudec che inaugura il 22 settembre, il re-opening dello store di via Montenapoloene da dove sarà lanciata la Capsule50 dedicata all’anniversario e, ovviamente, la sfilata della collezione S/S 2019, fissata per il 21 in via Piranesi. Sono questi gli eventi in programma a Milano Moda Donna voluti per celebrare il mezzo secolo di Etro, la maison di moda da oltre 300 milioni di euro di fatturato annui, fondata nel 1968 da Gimmo Etro e ora guidata dai quattro figli Jacopo, Veronica, Kean, Ippolito. Jacopo è direttore creativo della parte tessile e casa, mentre Kean e Veronica presidiano rispettivamente il menswear e il womenswear, mentre Ippolito si occupa della gestione strategica. I due fratelli, Kean e Veronica, hanno lavorato in tandem per creare la capsule: T-shirt, felpe, maglie in cotone, sciarpe in seta e cashmere e altri accessori,molti dei quali con i paisley tradizionali della griffe. Mentre la mostra al Mudec è frutto del lavoro di squadra di tutta la famiglia, che ha puntato su un progetto non troppo didattico o autocelebrativo, arricchito da elementi di gioco e intrattenimento e con alcuni pezzi delle collezioni personali di famiglia che interagiranno con le opere d’arte presenti permanentemente nella sede espositiva. (an.bi.)

tra le iniziative anche il pop up store da tearose

tutto pronto per il philosopy day Il 22 settembre a Milano Moda Donna sarà il Philosophy Day. Nell’arco della giornata, infatti, si concentreranno tre eventi legati al brand disegnato da Lorenzo Serafini. Si comincia con la sfilata della collezione S/S2019 alla Triennale, a cui seguirà un cocktail per il popup store allestito da Tearose, aperto dal 18 settembre. La serata si chiuderà con un after-party con la performance di Amanda Lear da Cracco in Galleria. (an.bi)

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30 anni di storia italiana del cinema rivivono nella mostra organizzata da Zanellato. Mariangela Melato, Monica Vitti, Sophia Loren, Claudia Cardinale e Laura Antonelli sono solo alcuni dei volti ritratti all’epoca dai paparazzi di Palmiro Muci. Una gallery di immagini riscoperte grazie a Zanellato, fatta di 200 scatti, alcuni inediti, delle attrici fotografate Lo scatto dedicato con le loro borse. Doppio all’attrice Laura Antonelli l’appuntamento: il 21 settembre l’exhibition sarà in anteprima nei nuovi spazi Zanellato di via Stendhal 35, mentre il giorno dopo verrà allestita in versione open air in via Bagutta, nei pressi della boutique del marchio. Per l’occasione il ceo e direttore creativo Franco Zanellato ha disegnato 15 creazioni esclusive, con le iconiche Postina, Duo e Nina Zanellato ispirate alle foto in mostra. (a.t.)

store ed eventi In VIA SPIGA 2

Metti la moda nel Salotto Il Salotto di Milano, nuovo concept store di via della Spiga 2, coniuga moda, arte, design ed eventi e conferma la sua vocazione durante la fashion week, ospitando il 22 settembre le sfilate del marchio made in Italy JMonteiro, disegnato dalla stilista Jenny Monteiro. L’ultimo di una serie di appuntamenti, che questo mese hanno visto protagonisti tra gli altri gli scatti fotografici di Marco Marezza, un trunk show di marchi dalla Monte-Carlo Fashion Week. (a.b.)

tutto pronto per la seconda edizione

Luca Stoppini firma Milano XL

La settimana della moda sarà extralarge, grazie a Milano XL, l’evento del ministero dello Sviluppo Economico e Comune con Confindustria Moda. Dal 12 al 24 settembre in città compariranno sei cubi dedicati al saper fare italiano e alla sostenibilità. La kermesse è curata da Luca Stoppini. L’installazione in piazza della Scala sarà una sorta di presentazione dei Green Carpet Awards. I restanti cinque cubi sono il caleidoscopio delle associazioni di settore: Federorafi, Anfao (occhiali), Cosmetica Italia, Unic (concerie) e Milano Unica (tessuti). (an.bi)


PROUDLY PEOPLE Circolo 1901 supports real people.

*No models were harmed in the making of this ADV

circolo1901.it


what’s new @ milan fashion week

Ph. Michele De Andreis

al padiglione visconti

«pronti a una super experience» «Abbiamo lavorato per offrire ai buyer una “Super experience”, con oltre 100 collezioni donna, divise fifty-fifty tra abbigliamento e accessori e con un 40% di brand esteri e una nuova sede»: Antonio Cristaudo, direttore commerciale e sviluppo dell’ente organizzatore Pitti Immagine, sintetizza le informazioni più significative a proposito della 12esima edizione di Super, che dal 21 al 24 settembre (su quattro giorni anziché tre, ndr) lascia Porta Nuova per il Padiglione Visconti di via Tortona, «oltre 1.500 metri quadri nell’hub più significativo per la moda e il design in città. Una location che può contare inoltre su caratteristiche intrinseche, dall’architettura moderna a un allestimento realizzato con lo studio al femminile Archivio Personale». Qui, tra l’altro, si era svolto in passato il salone “by Pitti Immagine” Cloudnine, antesignano di Super. La ricerca è, per la kermesse, «un valore identitario assoluto» che si traduce anche nelle iniziative in programma, tra cui una nuova tappa del progetto Super Talents. New Countries To Watch - in tandem con Sara Sozzani Maino, con un close up sul Sud America. Ulteriori designer provengono dalla Georgia, insieme alla Mercedes-Benz Fashion Week Tbilisi, e altri quattro dall’Armenia, in sinergia con la Fashion Design Chamber di questo Paese: Vahan Khachatryan, Kivera Naynomis, Ariga Torosian e Loom Weaving. (a.b.)

contemporary fashion

Al white più marchi (+5,6%) e nuovi spazi Il White cresce e amplia le aree esposititive. Il salone della moda contemporary, dal 21 al 24 settembre al Tortona Fashion District, presenta 562 marchi (+5,6% sull’anno prima), di cui 375 italiani e, in netta ascesa, 187 esteri. Mentre i debutti salgono a 243, la superficie raggiunge i 22mila metri quadrati (da 20.500), soprattutto grazie alle nuove location di Tortona 31. Questo indirizzo non è solo il contenitore di The Belgian Focus, la collettiva di designer che puntano sulla sostenibilità, supportata dal Flanders District of Creativity (nella foto, le proposte Marylen Madou). Include delle temporary showroom come Ilaria Nistri, forte_forte e Fila, un’area speciale creata con la fiera olandese Modefabriek, la zona Interspazio, con le creazioni di Sharra Pagano e Showroom 31, che mette in mostra l’artigianalità del made in Italy. Presso Tortona 31/Archiproducts è invece aperto al pubblico un pop up store

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Marylen Madou

dove si può acquistare l’autunno-inverno 2018/2019 di Fiorucci. Il marchio, che sta riprendendo quota con Janie e Stephen Schaffer, è lo special guest di settembre, con uno spazio dedicato al Superstudio Più. Lo special project è invece il belga A.F. Vandervorst: in occasione del 20esimo compleanno il brand sfila in calendario (il 22 settembre) e ha un pop up store, con in vendita una capsule di T-shirt, borse e abbigliamento. (e.f.)

Ioanna Solea

The One Milano lancia la fiera virtuale Quarta edizione, a Fieramilanocity dal 21 al 24 settembre, per The One Milano. «Il salone, dedicato a quello che noi definiamo haut-à-porter - spiega il segretario generale della rassegna, Elena Salvaneschi - presenta tre novità di rilievo: lo spazio New Gen sui nuovi talenti, un’area sul see now, buy now e, non ultima, Always On». Si tratta di una vera fiera virtuale, realizzata con il contributo di Regione Lombardia, che permette agli espositori di restare in contatto per tutto l’anno con i buyer, mostrando loro le collezioni ma senza azioni di vendita diretta sulla piattaforma. Ogni sei mesi gli organizzatori stileranno un report delle query sul sito, in modo da orientare le aziende nelle loro scelte strategiche. (a.b.)

Swim & Resortwear in via Tortona 14 Alla fashion week non manca un appuntamento con lo swimwear e il resortwear: si tratta di Blue Lounge, dal 21 al 24 settembre in via Tortona 14 con una ventina di brand tra cui 2bekini, Maison Lejaby, Miss Bikini, Parah, Off Limits e Wacoal. Un’iniziativa che fa parte di un progetto più ampio, volto a creare un punto di riferimento per gli addetti ai lavori, comprese le showroom, anche attraverso il sito www.blue-lounge.it. (a.b.)




What’s new @ milan fashion week

Da sinistra, le scorse edizioni di Micam e Mipel a Fieramilano-Rho

micam e mipel

fra creatività, eventi e percorsi multisensoriali I saloni dedicati agli accessori, che anticipano la fashion week, cercano di valorizzare al meglio i giovani creativi, dedicando loro delle sezioni speciali. Reinventano gli spazi e, per intrattenere i visitatori, organizzano workshop sulle tendenze e incontri con gli influencer americani

Pollini @Micam

Stonefly @Micam

DI ELISABETTA FABBRI

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i ispirano alla meditazione le collezioni per la primavera-estate 2019 esposte all’86esimo Micam (dal 16 al 19 settembre a Fieramilano-Rho). Le tonalità rilassano e infondono buon umore, i materiali sono particolarmente piacevoli al tatto e il design mira al comfort e alla funzionalità. Gli organizzatori di Assocalzaturifici segnalano, fra i trend del salone della calzatura, anche il bohémien, sorta di percorso a ritroso dei concetti che hanno caratterizzato la moda dagli anni ‘90 ai primi anni Duemila. Altra novità di stagione la ricerca di autenticità, che si traduce in accessori senza tempo, pronti a diventare il tratto distintivo di ogni look. Luxury, Con-

temporary, Active, Cosmopolitan, iKids: sono cinque le aree del percorso espositivo dell’edizione ispirata all’Invidia, ultima tappa di viaggio allegorico nel Purgatorio dantesco, a indicare un vizio diffuso che tuttavia, «nel caso delle scarpe - spiegano gli ideatori - è un desiderio realizzabile, un lusso accessibile». In attesa del 2019 e della svolta in Paradiso, a settembre debutta un concept realizzato in collaborazione con Honegger che promuove gli Emerging Designers 2018, mentre nella Fashion Square sono in programma una serie di incontri su trend, visual merchandising e tendenze in negozio, consumatori e strategie di comunicazione (in collabora-

Nicoli @Mipel

YNot? @Mipel

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What’s new @ milan fashion week

IN BREVE Pelletteria italiana: +7,2% l’export a tre mesi Soldini @Micam Firminio @Mipel

Daniele Ancarani @Micam

Nel primo trimestre 2018 la pelletteria italiana registra un +7,2% dell’export a 2 miliardi di euro (fonte: Confindustria Moda su dati Istat). L’import sale del 12% ma il saldo commerciale resta attivo per 1,24 miliardi. Tra i buyer spiccano Germania (+15%), Cina (+22%) e Paesi Bassi (+33%) mentre la Russia (-7%), interrompe la ripresa del 2016 e 2017.

per i fanatici delle sneaker arriva Plug-mi

Cromia e Michele Chiocciolini @Mipel Tailor Made Pepe Jeans Footwear @Micam

Nel 2017 in Italia si sono venduti quasi 27 milioni di paia di sneaker, per un valore di 1,2 miliardi di euro. Non a caso, nell’edizione di febbraio 2019 Micam muoverà i primi passi nel mondo B2C con Plug-Mi, un evento dentro il salone per appassionati delle stringate, pensato con Fandango Club. Isipirato a convention come ComplexCon a Los Angeles e Kixfair ad Atlanta, Plug-Mi mixerà presentazioni, giochi, nonché eventi musicali ed esperienziali.

avvio d’anno sotto tono per il footwear italiano Calicanto @Mipel

Arcadia e Irma Cipolletta @Mipel Tailor Made

zione con Wgsn). Nella stessa area, la sera di domenica 16 settembre è prevista l’anteprima del musical Kinky Boots, mentre nel pomeriggio di lunedì 17 settembre, presso la galleria Lounge di Fieramilano-Rho, tre top influencer americane animano un workshop dal tema “To be influencer”. Stesse date e stessa location per la 114esima edizione di Mipel, che mira a diventare un’esperienza immersiva, con il nuovo mood ideato da Matteo Zara. Protagoniste sono le collezioni di borse e accessori di oltre 300 marchi internazionali. Il padiglione 10, come anticipano i promotori di Assopellettieri, si trasforma in un Memories Box che stimola i sensi dei visitatori attraverso quattro percorsi. Tra i progetti all’esordio c’è Tailor Made, dove l’offerta è “su misura” e sono protagoniste le capsule collection realizzate da una decina di designer emergenti, che hanno collaborato con altrettante aziende espositrici. Per la

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prima volta è presente un’area dedicata alle borse ecosostenibili, in partnership con l’organizzazione umanitaria Humana. Inoltre sono confermate le sezioni speciali Scenario (che raddoppia) e The Glamorous: entrambe sono focalizzate su proposte innovative a livello di borse e accessori, frutto dell’incontro tra giovani stilisti e, rispettivamente, aziende produttive italiane e Camera Italiana Buyer Moda. Al padiglione 12, nella Mipel Hall, torna la pelletteria overseas, con l’intento di creare opportunità commerciali tra produttori cinesi e indiani e realtà internazionali della grande distribuzione. Al padiglione 10 c’è anche la possibilità di approfondire l’operatività della filiera della pelle, dall’idea al prodotto finito, attraverso un docu-film, realizzato grazie a un’intesa fra il produttore di cerniere Ykk, l’Unic-Unione Nazionale Industria Conciaria e l’Alta Scuola di ■ Pelletteria di Scandicci (Fi).

L’export dei calzaturifici italiani segna un +0,1% nel primo trimestre 2018 e accusa un calo di oltre il 3% in volume, rispetto allo stesso periodo del 2017 (fonte: Assocalzaturifici). Preoccupano il -7% (in valore) nell’area Cis e il -6% in Far East.

9.800 visitatori al terzo gallery shoes Igedo Company si dice soddisfatta di Gallery Shoes, il tradeshow di Düsseldorf dedicato a scarpe e accessori alla sua terza edizione. Tra il 2 e il 4 settembre ha totalizzato 9.800 visitatori, il 75% dei quali tedeschi. In mostra più di 500 i marchi di circa 350 espositori, di cui il 65% esteri.



beyond milan

1. Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci 2. Un modello di Marques’Almeida, brand che lascia New York per Parigi 3. Cédric Charlier rientra in calendario 4. Hedi Slimane alla prima prova con Céline 5. Il Théâtre Le Palace, sede dello show di Gucci il 24 settembre

PARIS FASHION WEEK

TRA SLIMANE E MICHELE È UN BEL MATCH Nove giorni anziché otto per la settimana della moda parigina che, c’è da scommetterlo, farà parlare di sé più del solito, con gli show di Gucci e di Celine by Slimane. Tutto fa presagire un’edizione sopra le righe DI ALESSANDRA BIGOTTA 1

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el primo semestre di quest’analcune foto no le vendite di moda e tessile in bianco e nero su in Francia, stando ai dati dell’Ininstagram, il logo stitut Français de la Mode, sono senza accento, arretrate del 2,2% rispetto allo stesla bag di lady gaga so periodo di un anno fa ma questa e l’e-commerce flessione sembra non riguardare il momentaneamente lusso, in vena di grandeur durante sospeso: i primi segnali la fashion week parigina. Si parte della nuova era di subito col turbo, lunedì 24 settemceline sotto l’egida bre: oltre a Jacquemus, che sfila in di hedi slimane serata, i riflettori sono per Dior, che 4 solitamente si collocava il martedì, e soprattutto per Gucci. Il marchio della te più accento nel logo, una borsa nera al doppia G, che lascia Milano a bocca quasi braccio di Lady Gaga, foto in bianco e asciutta a parte un evento con il coreografo nero centellinate su Instagram (che seMichael Clark, si impossessa del Théâtre condo alcuni fan della griffe sono «troppo Le Palace: un luogo simbolo della (sub) Slimane») e la decisione di sospendere mocultura cittadina, cornice ideale per l’ultimentaneamente l’e-commerce. I due matma parte della trilogia francese del brand, tatori della settimana, che nel calendario iniziata con la campagna Pre-Fall dedicata ufficiale conta circa 80 show e si protrae al 1968 e proseguita con la Cruise 2019 per nove giorni anziché otto, rischiano di nella necropoli di Arles. Vedremo cosa inmettere in ombra altri protagonisti, come venterà stavolta Alessandro Michele, graAnthony Vaccarello da Saint Laurent zie al quale il brand ha registrato nel primo di ritorno dallo show maschile di giugno trimestre dell’anno una crescita organica a New York e on stage il 25 settembre -, del 49% e nel secondo del 40%: riuscirà lo Maison Margiela che il 26 rivela un nuostilista-alchimista a stregare anche questa vo format, Dries Van Noten a tre mesi di volta buyer, giornalisti e soprattutto il merdistanza dal deal con Puig, i debutti di Cacato? Di sicuro anche Hedi Slimane, di risey Cadwallader da Mugler e di Yolantorno da Lvmh dopo una parentesi di oltre da Zobel da Courrèges. Assenti Lanvin, 10 anni, dovrà usare la bacchetta magica in cerca di un direttore creativo, Lacoste, per essere all’altezza delle aspettative di Carven in difficoltà e Nina Ricci, dove i Bernard Arnault, che affidandogli Celine neo-direttori creativi Rushemy Botter e punta per questo marchio a raddoppiare il Lisi Herrebrugh sono in rodaggio. Rienfatturato a 2/3 miliardi di euro entro cinque tra tra gli altri Cédric Charlier, di scena anni. Mistero sullo show del 28 settembre, il 28 settembre nella residenza dell’ambama nel frattempo si lavora sui social: nien■ sciatore del Belgio.

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virgil abloh

con ikea alla citÉ de la mode Anche se il lancio della collaborazione tra Virgil Abloh e Ikea avverrà non prima della seconda metà del 2019, l’infaticabile stilista e il colosso svedese non sono stati con le mani in mano e hanno deciso che un teaser alla fashion week di Parigi non sarebbe stato una cattiva idea. Detto, fatto: il 29 settembre, all’interno di un pop up presso la Cité de la Mode et du Design, saranno in vendita alcuni tappeti, primo frutto della “strana coppia”, tra lusso e design democratico. (a.b.)


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TOP BUYERS

Roopal Patel/Saks fifth avenue

«altro che abiti, per noi la moda è una cosa viva» A tu per tu con Roopal Patel. Alla vigilia della Milano fashion week, la fashion director di Saks Fifth Avenue parla di nuovi trend di stagione, criteri di selezione, sfilate preferite, marchi su cui scommettere, sostenibilità. E dà qualche consiglio agli stilisti alle prime armi DI ANDREA BIGOZZI

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embra un lavoro semplice: andare alle sfilate e scegliere il meglio delle proposte degli stilisti. Ma trasformare questi ordini in acquisti da parte dei clienti alla stagione successiva, semplice non lo è per niente come spiega in questa intervista Roopal Patel, da tre anni esatti fashion director di Saks Fifth Avenue. Secondo lei nella moda questo è un buon momento per... ...Sperimentare e pensare fuori dagli schemi. Qual è il suo consiglio per i nuovi designer che là fuori stanno cercano di farsi strada? È importante per ogni designer, e non solo per quelli non ancora afffermati, avere uno stile distintivo, su cui costruire la propria visione. Solo questo oggi permette di distinguerti in un mercato già disordinato.

Una cosa da ricordare e una da dimenticare, per uno stilista disegnare una collezione perfetta per Saks? Penso che gli stilisti dovrebbero essere sempre molto focalizzati quando realizzano le loro collezioni. Invece alcuni preferiscono strafare e inserire molti elementi diversi, forse per vedere cosa funziona meglio. Ma questo approccio può essere fonte di confusione e penalizzare le vendite. Come e perché un capo finisce sugli scaffali dei vostri department store? Tutto inizia sempre dal prodotto, ma anche dalla visione del designer. Poi tocca all’uffi-

cio moda e al merchandising lavorare insieme, per essere sicuri che tutti i messaggi e le tendenze di stagione siano presenti nei nostri assortimenti: i nostri clienti devono poter sperimentare. Ci sono molti incontri e discussioni prima di riuscire a definire quale sarà il messaggio di Saks per la stagione successiva. Alla fine mettiamo a punto la nostra “it list”. Insomma, si tratta di un lavoro di squadra. Ogni stagione assiste a 300 sfilate: riescono ancora ad attirare la sua attenzione? Certo, ma solo quando sono originali e ben sintonizzate sulla realtà che ci circonda. Uno dei fashion show che ho amato di più recentemente è stato quello di Virgil Abloh per il debutto da Louis Vuitton, durante la settimana della moda maschile di Parigi. La passerella con i colori dell’arcobaleno all’interno del Palais Royal era simbolica ed evocativa di tutto quello che sta accadendo nel mondo. Virgil è stato magnifico, aggiungendo qualcosa di vivo a ogni elemento dello spettacolo: il cast, la musica, il set, il front row. Tutto era stimolante per gli occhi, ma anche per il cervello. Qual è il trend #1 in questo momento? Il Gloss/Shine. Ce n’era così tanto sulle passerelle autunnali che mi sembrava di veder sfilare Trinity, la protagonista di The Matrix. Cosa pensa dominerà ai fashion show femminili della primavera-estate 2019 ? C’è un grande ritorno negli anni ‘80 e ‘90.

Da tre anni esatti (la sua nomina è del settembre 2015) Roopal Patel è fashion director di Saks Fifth Avenue. Una vera veterana del settore, avendo lavorato anche per Neiman Marcus e Moda Operandi

Ci aspettiamo di ritrovare i colori al neon alle sfilate maschili da Louis Vuitton a Dior, da Palm Angels a Marcelo Burlon e Acne anche nelle collezioni donna. Come sarà la moda tra qualche anno? Sempre meno legata al semplice abbigliamento e sempre più interessata al tema dell’esperienzialità. Secondo il suo fashion radar, quali sono i nuovi brand italiani pronti per l’America? Alanui e Attico sono due marchi che stanno creando molto entusiasmo da Saks. E invece quali nomi americani che i negozianti italiani dovrebbero? Monse, Khaite, Tre e Rosie Assoulin sono le attuali stelle nascenti di Saks. Ci sono abiti o accessori lanciati nel 2018, destinati a restare attuali anche nell 2019? A giudicare dalla quantità di tinte al neon delle ultime sfilate maschili, penso che le borse in nylon Prada, che per prime hanno individuato questo trend, si porteranno anche nella primavera del 2019.

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BuyerS’ SURVEY

VENDITE womenswear primavera-estate 2018

digital, timing, la guerra dei prezzi : i buyer nel pieno della disruption

Gucci superstar. Il brand disegnato da Alessandro Michele anche nella primaveraestate 2018 ha svettato in cima alla classifica come best seller nelle categorie abbigliamento e accessori

Anche se per il 40% del nostro panel il sell out è andato come un anno fa (per il 36% addirittura meglio), il mercato resta difficile e chiede nuove competenze, digitali in primis. Cambiano le tempistiche e i format di presentazione e, in questa nouvelle vague creata dal web, anche il trade è chiamato a scelte disruptive. Intanto Gucci chiude la stagione da re delle vendite. E Dolce&Gabbana vince online a cura di ANGELA TOVAZZI

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on è facile, quando si è nel bel mezzo di una rivoluzione, capire le mosse giuste da fare. L’ondata prepotente del digitale, l’escalation dell’e-commerce, la vita parallela sulle piattaforme social hanno resettato i vecchi schemi analogici e imposto al commercio logiche inedite, alcune ancora tutte da esplorare. Dai risultati del nostro sondaggio, al quale hanno partecipato oggi, più che le quasi 60 negozianti sparsi in tutta Italia, trapesfilate, risultano lano la criticità e il disorientamento, ma anche strategici eventi l’entusiasmo di fronte a modalità di vendita, ad alto tasso promozione, relazione con i clienti che stansocial e le capsule no trasformando il loro mestiere. Il terreno di collection, gioco, in particolare nel mercato italiano, resta perché viviamo in insidioso e non permette azioni inconcludenti, tempi di consumo anche se il 40% del nostro campione dichiara velocissimo che le vendite di abbigliamento donna della primavera-estate 2018 sono andate come l’anno scorso, per il 36% addirittura meglio. Eppure la sfida maggiore, nell’era multicanale, sembra essere quella di riuscire a indovinare le corde giuste per creare un filo diretto con le consumatrici, soprattutto le più giovani. Che oggi non fanno distinzioni tra offline e online, vivono a pane e Instagram, vedono un outfit di sfilata in streaming e con un click se lo portano a casa, paragonano costi e benefit, sono

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Abiti

Qual è la tipologia di Prodotto più venduta in questo autunno-inverno?

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T-shirt

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Calzature

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Borse

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Maglieria

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BuyerS’ SURVEY

La parola ai negozi multibrand Come sono andate le vendite di accessori femminili nella primavera-estate 2018?

Come sono andate le vendite di abbigliamento femminile nella primavera-estate 2018?

40%

40%

Come lo scorso anno

Come lo scorso anno

36%

Meglio

42%

Meglio

24%

Peggio

18%

Peggio

Quali sono stati i marchi di ABBIGLIAMENTO donna più acquistati dai clienti ITALIANI?

Quali sono stati i marchi di ACCESSORI più acquistati dai clienti ITALIANI? 1 Gucci

1 Gucci

2 Valentino

2 Dolce&Gabbana

3 Balenciaga

3 Balenciaga

4 Givenchy, Zanellato

4 Moschino, Givenchy Balenciaga

VALENTINO

Quali sono stati i marchi di READY TO WEAR donna più acquistati dai clienti STRANIERI?

Quali sono stati i marchi di ACCESSORI donna più acquistati dai clienti STRANIERI?

1 Gucci 2 Balenciaga

1 Gucci

3 Burberry, Moschino

2 Valentino 3 Balenciaga, Givenchy

Burberry

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Givenchy


Vela Shop - Cagliari

10 Corso Como - Milano Amr - Chiavari (Ge)

Colognese 1882 - Montebelluna (Tv)

Valtellini - Rovato in Franciacorta (Bs)

esigenti sul fronte del servizio e volubili per eccesso di offerta. La maggior parte delle insegne interpellate si è attrezzata, oppure si sta attrezzando: una fetta in crescita di negozianti dispone di un proprio e-shop e ragiona sempre più in un’ottica omnichannel, una buona parte si affida a Farfetch (nonostante le alte commissioni), quasi tutti hanno capito l’importanza dei social. «Ormai ogni acquisto in boutique è assistito con l’iPad collegato al nostro sito e-commerce», commenta Mario Dell’Oglio di D’O Donna di Palermo, sottolineando l’importanza cruciale dell’experience. Raffaele Galiano, titolare dello store Galiano a Napoli sta investendo su «un progetto di integrazione delle boutique con i nostri canali online, ecommerce e social network, con il plus di un bot-assistant per l’e-shopping, che possa aiutare a scegliere il look perfetto». E ancora: per Vinicio Ravagnani, titolare delle Vinicio Boutique, in primo piano è la «comunicazione tra e-commerce e crm, per pro-

Filippo Marchesani - Cupello (Ch)

Agnetti Boutique - Macerata

filare meglio l’utente finale e corteggiarlo con l’invio di messaggi personalizzati». Del resto in questa direzione, al ritmo incalzante dell’innovazione tecnologica, vanno anche le grandi griffe, Gucci in testa, che con lo stile impresso da Alessandro Michele continua imperterrito a mantenere lo scettro di best seller, sia sul fronte dell’abbigliamento che quello degli accessori, mancando la vetta della classifica solo nelle vendite online, dove si è imposto Dolce&Gabbana. A settembre il brand della doppia G sfila a Parigi e per il 62% dei buyer intervistati è un punto a sfavore per la squadra del made in Italy. «Gucci è un marchio evoluto - interviene a sua difesa Federico Giglio dei negozi Giglio a Palermo -. Pensa in termini di evento, non di sfilata. Oggi è protagonista a Milano, domani a New York, oppure a Shanghai o Tokyo. La location non importa. Adesso è il momento di eventi ad alto tasso social, dal forte impatto mediatico, oltre che di capsule, perché viviamo in tempi di

consumo velocissimo». È proprio la “diretta” worldwide del web che ha fatto saltare le tempistiche tradizionali: «Il pubblico - continua Giglio - vede le proposte in passerella insieme agli addetti ai lavori, a volte anche prima di loro. Pensare di continuare a utilizzare il vecchio format della sfilata, con le collezioni che arrivano in negozio sei mesi dopo, è anacronistico». Anche sul fronte della tempistica i buyer si dividono, con un 45% che auspicherebbe défilé co-ed a giugno. Lo shopping in chiave 4.0 ha inoltre disarcionato i paletti temporali delle svendite: un tema caldissimo tra i buyer, che parlano di una giungla senza regole, con una corsa a chi arriva prima. «I saldi non esistono più - commenta Paolo Mantovani, degli store Mantovani -. La multicanalità utilizzata dai clienti per reperire prodotti scontati non pone più limiti, né di tempo né di stagione». Responsabile sarebbe soprattutto il web: «Online non viene rispettato l’inizio delle date ufficiali - sottolinea Mirko Moras di

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BuyerS’ SURVEY

La parola ai negozi multibrand Qual è stato il marchio di READY TO WEAR più venduto ONLINE sul vostro sito e/o su altre piattaforme?

Qual è stato il marchio di ACCESSORI più venduto ONLINE sul vostro sito e/o su altre piattaforme? 1 Dolce&Gabbana 2 Givenchy, Gucci, Saint Laurent, Valentino

1 Dolce&Gabbana

3 Burberry, Moschino, Off-White

2 Moncler 3 Gucci MONCLER

Quali sono i MARCHI donna appena inseriti in negozio su cui avete deciso di puntare? 1 Jacquemus 2 Versace 3 Off-White

DOLCE&GABBANA

Quale sarà la TENDENZA vincente del WOMENSWEAR primavera-estate 2019? 1 Luxury sportswear e streetwear 2 Abiti romantici e da sera 3 Stampe e colori 4 Logomania

4 Heron Preston, Isabel Marant versace

Cambiano le Modalità della presentazione: quali preferite?

45% Sfilate co-ed a settembre 26% Tempistiche e modalità tradizionali 26% Altri format 3%

1 Sfilate co-ed a giugno 2 3 4

Quale sarà la TENDENZA vincente degli ACCESSORI primavera-estate 2019? 1 Sneaker 2 Borse grandi 3 Marsupi ZANELLATO

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BuyerS’ SURVEY

Ringraziamo il nostro panel

Issima - Genova

La Boutique di Adani - Modena

Moras Boutique a Intimiano (Co) -. A giugno è già tutto scontato. Spesso anche a maggio». Una deregulation che ha investito anche il mondo fisico, come fa notare Simona Pessina dell’insegna Laura Pessina di Monza: «Purtroppo quello degli sconti è un problema che ci affligge su più fronti. Da un lato le aziende, che dovrebbero supportarci, sono le prime che ci fanno concorrenza con svendite in showroom e online. Dall’altro molti retailer, che non sono stati in grado di capire l’evoluzione del mercato e non hanno diminuito gli ordini, si sono trovati pieni di merce e hanno iniziato a maggio con midseason-sale, Red Friday, anniversary sale,

Come sono andati i SALDI rispetto allo scorso anno?

46%

Come sarà il vostro BUDGET per la moda femminile della primavera-estate 2019?

66%

Stabili

Stazionario

42%

20%

In flessione

In aumento

12%

14%

In aumento

50

pre-sale e chi ne ha più ne metta, rovinando gli acquisti sia in stagione che nel periodo canonico dei saldi. E, soprattutto, minando la credibilità di tutti i commercianti agli occhi del pubblico». Il rischio è che alla fine, come evidenzia Didi Corbetta di Valtellini a Rovato in Franciacorta (Bs), «le svendite, concepite in questo modo, perdano presa sui clienti». Soluzioni? «Solo se i saldi venissero riportati a settembre e a febbraio i multibrand potrebbero avere un po’ di serenità», risponde Andrea Stagi dell’omonimo multibrand a Viareggio. Tornare indietro appare però difficile. «Tra pre-sale e Black Friday ormai siamo sempre in saldo - sintetizza Federico Giglio -. Va però detto che in assenza di sconti si distinguono i marchi veramente forti, quelli che non hanno bisogno di promozioni. Gucci, Balenciaga e Moncler li vendiamo bene anche a prezzo pieno». ■

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In flessione

Silvia Bertocchi - 10 CORSO COMO - Milano; Andrea Agnetti - AGNETTI BOUTIQUE - Macerata; Martina Bacigalupo - AMR - Chiavari (Ge); Andrea Stagi - ANDREA STAGI - Viareggio; Mario e Maurizio Artusa - ARTUSA - Vibo Valentia e Lamezia Terme (Ct); Carla Cereda - BIFFI BOUTIQUES Milano e Bergamo; Andrea Bonvicini - BONVICINI FASHION GALLERY & STORES - Montecatini Terme; Lorenzo Selmin - BOUTIQUE CINZIA - Abano Terme (Pd); Giancarlo Stella - BOUTIQUE STELLA - Asiago (Vi); Mario e Pietro Cammalleri - CAMMALLERI GROUP - Caltanissetta (En); Fabio Bisogno - CLAN UPSTAIRS - Milano; Paolo Colognese - COLOGNESE 1882 - Montebelluna (Tv); Gabriella Billi - CUCCUINI - Livorno, Forte dei Marmi (Lu), Punta Ala (Gr) e Massa; Gabriella Razzi - DEI PERSONAGGI - Bogliasco (Ge); Gaetano Deflorio - DEFLORIO - Noicattaro (Ba); Daniela Novelli - DIVO - Santa Maria a Monte e Pontedera (Pi); Mario Dell’Oglio - D’O DONNA - Palermo; Massimo Fiacchini - FIACCHINI - Forte dei Marmi (Lu); Piero Marchesani - FILIPPO MARCHESANI - Cupello (Ch); FOLLI FOLLIE/THEDOUBLEF - Mantova, Verona, Brescia, Bologna e Riccione (Rn); Daniela Kraler - FRANZ KRALER - Cortina d’Ampezzo (Bl) e Dobbiaco (Bz); Raffaele Galiano - GALIANO - Giugliano (Na); Annalisa Di Siervi - GIBOT - Roma; Federico Giglio - GIGLIO BOUTIQUE - Palermo; Anna Giordano - GIORDANO BOUTIQUE - Pompei (Na); Marco Frazzetta - HELMÈ – Catania; Laura Mazzarone - ISSIMA - Genova; Ercole Cellino - IL DUOMO NOVARA - Novara; Cesare Tadolini - L’INCONTRO - Modena; Amos e Angela Adani - LA BOUTIQUE DI ADANI - Modena; Giorgia Apolloni - LA LUNA E LE STELLE - Thiene (Vi); Simona Pessina - LAURA PESSINA - Monza; Paolo Loschi - LOSCHI - Treviso; Paolo Mantovani - MANTOVANI - San Giovanni Valdarno (Ar); Paolo Marini - MARCOS - Mondovì (Cn); Irene Scagliola - MELCHIONNI - Alessandria; Mirko Moras - MORAS BOUTIQUE - Intimiano (Co); Lodovico Motta - MOTTAFASHIONPLACELissone (Mb); Alessandra Cantelli - NIDA - Caserta; Carla Cataldi - NOHA - Brindisi; Battista Martilotti - PAPILLON - Corigliano Scalo (Cs); Annamaria Polci - PRESTIGE BOUTIQUE - Arezzo; Gianni Arteni - PROGETTO MODA/ARTENI - Tavagnacco (Ud); Nicola Raimondi - RAIMONDI DRESS - Ravenna; Lucia Andreani - RATTI - Pesaro (Pu); Silvia Bini - SILVIA BINI PASSEGGIATA - Viareggio; Lorenza e Claudio Betti - SPINNAKER- Sanremo (Im), Alassio (Sv), Portofino e Santa Margherita Ligure (Ge); Maria Teresa Vidotto - STILMODA Lignano Sabbiadoro (Ud); Andrea Molteni - TESSABIT - Como; Lignano Sabbiadoro (Ud); Fabrizio Buzzoni - TIZIANA FAUSTI - Bergamo; Ernesto Tufano - TUFANO - Pompei (Na) e Scafati (Sa); Didi Corbetta - VALTELLINI - Rovato in Franciacorta (Bs); Andrea Diaz - VELA SHOP - Cagliari, Porto Rotondo (Ol) e Pula (Ca); Vinicio Ravagnani - VINICIO BOUTIQUE - Legnano (Mi), Arona, Genova e Novara; Alessia Volonté - VOLONTÉ - Cagliari.



TOP BUYERs

L’estate calda di beppe Angiolini di sugar rosy BIFFI e l’e-commerce

«da arezzo a Milano, un’ondata di energia»

«L’amore per la ricerca ci segue sul web»

È un momento d’oro per il negoziante, che ha inaugurato in contemporanea un nuovo store ad Arezzo e lanciato la collaborazione con Excelsior Milano.: «Il retal fisico per un buyer è centralr come la collezione sfilata per uno stilista» 1 DI ANDREA BIGOZZI

N

uovo flagship store da 1.200 metri quadrati con annesso ostello di lusso e bar ad Arezzo, nuova collaborazione con Excelsior Milano: Beppe Angiolini è riuscito a concentrare all’inizio di settembre, nel giro di pochi giorni, tutta una serie di novità intorno a Sugar, l’insegna multimarca che ha fondato nel 1979 e che si prepara a festeggiare nel 2019 i suoi primi 40 anni. Ci racconti lo store di Arezzo: tutti lo definiscono lo store-museo... È un luogo dove convivono moda, arte, cultura e ospitalità. Il puntovendita con collezioni uomo, donna e accessori è stato disegnato da Vincenzo De Cotiis, mentre Roberto Baciocchi ha firmato le 12 stanze delle Sugar rooms. Ci sono anche un bar e una zona riservata alle mostre. Tutto è ospitato nello storico Palazzo Lambardi, rimasto intatto con i mosaici romani e gli affreschi antichi. Non era meglio investire sull’e-commerce invece che sul mattone? Lo abbiamo già fatto due anni fa, lanciando sugar.it e continuiamo a farlo, aggiornando la nostra piattaforma online con contenuti e funzionalità sempre nuovi. Ma chi fa il mestiere di buyer non può pensare solo alla tecnologia. Per essere di riferimento, i multimarca fisici restano fondamentali: sono come la collezione sfilata per uno stilista. Il concept non prevede corner. Perché? È un›ipotesi che all›inizio ho preso in considerazione: le aziende ne sarebbero

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1. Beppe Angiolini 2. Un particolare del nuovo store di Arezzo

state felici e lo spazio non mancava. Poi ho cambiato idea: volevo che emergesse il carattere di Sugar e per questo serve la formula multimarca. Cosa ne sarà dei due spazi dell’ex Sugar? L’idea c’è già. In uno vorremmo aprire uno store dedicato al vintage, nell’altro un ufficio logistico dell’online. Da Arezzo a Milano: che effetto fa collaborare con Excelsior Milano? Ne sono entusiasta. Sono soddisfatto del lavoro fatto. Tutti e quattro i piani sono stati pensati come temporary store perché dall’anno prossimo Excelsior Milano lascerà la Galleria del Corso e si trasferirà. La collaborazione con il gruppo Coin è di lunga durata: ci sono tanti progetti da realizzare insieme, su Milano e a livello inter■ nazionale.

Dopo avere a lungo resistito alle sirene delle vendite online, Rosy Biffi ha deciso di cedere al richiamo dell’e-commerce e insieme a The Level Group di Andrea Ciccoli ha messo a punto un nuovo progetto digital, che dopo una fase di test, è entrato nel vivo a settembre con l’arrivo delle nuove collezioni. «Non sarà solo una boutique online - tiene a precisare la negoziante - ma una piattaforma di idee sempre in evoluzione, che abbraccerà womenswear, menswear e accessori. Ci potranno essere dellec differenze tra l’offerta online e offline, ma una cosa è certa: trasmetteremo anche ai clienti di biffi.com la nostra passione per la ricerca e lo scouting». E anche se la buyer milanese la priorità per il suo gruppo restano i tre negozi fisici attivi tra Milano e Bergamo, per il lancio dell’eshop sono state fatte comunque le cose in grande: un team di 10 persone dedicato e la creazione di un dipartimento logisitco dedicato. «Abbiamo anche creato - dice

gli exploit di Luisaviaroma

130 milioni di ricavi e italia a +50% Non è una novità che per LuisaViaRoma dei 130 milioni di euro di fatturato 2017, ben il 95% arrivino dall’online. La novità invece riguarda i dati dei primi sei mesi del 2018 che vedono l’Italia, per la prima volta, al primo posto in Europa per fatturato, in crescita del 50%, raggiungendo i livelli degli Stati Uniti. «Finalmente - va ripetendo soddisfatto il patron Andrea Panconesi (nella foto)- gli italiani hanno superato le titubanze relative ai pagamenti via web, che rimangono i più sicuri».


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1. Per fotografare tutti i prodotti presenti su biffi.com è stato creato un set a due passi dal punto vendita milanese di corso Genova 2. L’istinto e la ricerca di Rosy Biffi sono alla base anche dell’offerta online

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Biffi - il nostro set fotografico per la produzione del materiale da pubblicare sull’e-shop e lo abbiamo voluto proprio in corso Genova a due passi dai nostri negozi e uffici». La buyer e il suo staff preferisce non fornire dati su obiettivi fi fatturato, ma si limita a confermare che i risultati delle vendite digitali sono inncoraggianti: «Lo scontrino medio è alto, certo non quanto quello delle boutique fisiche, ma ne siamo rimasti favorevolente sorpresi. C’èun grande interesse dai mercati ome Uk, Usa e Europa del Nord, ma anche l’Italia sta andando bene». Quanto ai prezzi Biffi è determita a adottare la stessa politica tra online e off line: «Non ci saranno sconti speciali online ». (an.bi.)

come sarà stefaniamode.com nel 2020

«tra farfetch e 10 new opening faremo tutto e di più» Da un lato i continui investimenti nel digitale, che hanno portato alla collaborazione con la divisione Black & White di Farfetch, dall’altra il progetto di aprire una serie di negozi satellite nelle destinazioni più iconiche al mondo, Milano e New York comprese. Il retailer Aldo Carpinteri (nella foto), fondatore di stefaniamode.com, è intenzionato a trasformare entro il 2020 la sua azienda in una piattaforma di vendita onmichannel e internazionale. «Oggi l’incidenza dell’ecommerce sulle vendite totali è del il 6570% e, anche se questa percentuale è destinata a crescere, continueremo a investire nel retail fisico, a cominciare da Milano dove abbiamo una bellissima location in piazza Risorgimento, che apriremo come spazio creativo. Non aspettatevi nulla di tradizionale». (an.bi.)

shirtaporter.com

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TRIUMPH for

Il visual merchandising di Triumph per la linea Shape

«I multimarca sono forti, con noi ancora di più» I “negozi di prossimità” sono la spina dorsale della distribuzione di moda nel nostro Paese. Triumph International scende in campo al fianco dei multimarca con il progetto “Empowered business empowers business”, che con gli strumenti giusti li rende più competitivi nelle tecniche di vendita e nell’engagement della clientela

Storia, innovazione ed empowerment, tre parole che per Triumph International significano molto. Storia, alla luce di un heritage di oltre 130 anni; innovazione, perché il marchio di underwear e beachwear di alta qualità ha saputo rinnovare la propria immagine, conquistando un pubblico femminile trasversale per gusti ed età; e, non ultima, empowerment, ossia il messaggio positivo di un brand che non si limita a vestire la donna, ma ne celebra la forte personalità. Non a caso, al centro della nuova campagna #TogetherWeTriumph c’è il concetto del potere che scaturisce dalla solidarietà tra le donne, dalla capacità di fare rete. Allo stesso modo, parlando di distribuzione, i multimarca sono una community e un motore per il business. Come spiega Olga Iarussi, ceo South Europe del marchio, «abbiamo pensato a loro per

un nuovo programma di partnership, Empowered business empowers business, costruito su misura sulle esigenze dei cosiddetti negozi di prossimità, che costellano la nostra penisola e che fanno ancora la differenza rispetto alle grandi superfici, con conversion rate in alcuni casi anche dell’80%90%. «Un insieme vivo e dinamico, ma che può fare ancora di più - osserva Olga Iarussi - mettendosi in gioco insieme a noi per aumentare la propria competitività». Sono 300, su circa un migliaio, i top retailer italiani coinvolti nella fase di avvio del programma, estensibile anche ai multibrand che non sono clienti Triumph - e che non necessariamente si occupano solo di underwear - ma che vogliono beneficiare degli efficaci strumenti di empowerment che l’azienda mette a disposizione dei partner. Sono cinque i pilastri su cui


CINQUE asset PER COGLIERE AL VOLO LE potenzialità DEL MERCATO

TRIUMPH IN CIFRE

LEaDER ANCHE IN ITALIA

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Ricavi 2017 Milioni per L’ITALIA

Monomarca

7

10

in Italia

spazi in franchising

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outlet

Multimarca circa un migliaio

Amourette, serie iconica di Triumph, focus commerciale del mese di settembre

si regge Empowered business empowers business. Il primo è la formazione del personale e dei responsabili dei negozi, con un pacchetto che va dalle tecniche per incrementare il sell out alle strategie più efficaci di visual merchandising e allestimento vetrine, durante i periodi di vendita a prezzo pieno ma anche in occasione dei saldi. «Non meno importante - sottolinea Olga Iarussi - è la conoscenza profonda dell’andamento del proprio business attraverso il monitoraggio continuo del sell out, per il quale mettiamo a disposizione strumenti tecnologici avanzati». Per incrementare la vendita sono poi fondamentali le attività di engagement

con un visual merchandising mirato e altri strumenti l’empowerment è realtà

delle consumatrici, ma quali sono quelle davvero efficaci? Insieme agli esperti di Triumph è possibile avere risposte personalizzate a questa domanda, che passano dalla messa a punto di eventi Olga Iarussi e programmi di fidelizzazione, all’utilizzo CEO South Europe Triumph efficace dei social network. Non manca poi il supporto logistico, per una gestione ottimale di consegne e resi, di cui la semplificazione delle procedure di gestione e vendita è una parente stretta. «Si parla tanto di condivisione - conclude Olga Iarussi - e questo è il nostro modo di mettere in pratica un concetto così attuale, a fianco del wholesale. Obiettivo, incanalare nella direzione giusta un’energia che va valorizzata».

www.triumph.com


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NETCOMM FOCUS FASHION&LIFESTYLE

UN CONVEGNO ALLA BORSA DI MILANO

la rivoluzione non aspetta, È ora di cambiare passo L’impatto delle nuove tecnologie nella digital age, l’evoluzione dell’omnichannel, le aspettative dei consumatori always on: temi caldi al Netcomm Focus Fashion&lifestyle, dove è stata anche presentata una ricerca sui contemporary brand italiani alle prese con le sfide del web

Foto Dante Marrese

A CURA di alessandra bigotta - HANNO COLLABORATO andrea bigozzi, carla mercurio, angela tovazzi

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e imprese del made in Italy spesso non superano i 50 milioni di euro di ricavi, ma esportano ovunque: una specificità solo nostra, ma che in molti casi non si accompagna a un salto di qualità nella digitalizzazione, anche perché per attuare investimenti importanti l’ideale sarebbe andare oltre il “muro del suono” dei 100150 milioni di fatturato. Ma esiste un patrimonio di flessibilità che è solo nostro e che potrebbe avvantaggiarci anche nel mondo virtuale. Un quadro chiaroscurale ma proprio per questo stimolante, quello presentato da Marc Sondermann (ceo e direttore di Fashion, oltre che del nuovo magazine eBusiness) in apertura della seconda edizione di Netcomm Focus

nel 2018 le vendite online nel mondo saliranno a 2.800 miliardi di dollari (2.300 nel 2017). per la moda si parla di 435 miliARDI di euro e per il 2022 di 645 miliARDI

Fashion&Lifestyle, convegno organizzato a luglio da Netcomm insieme alle nostre testate. D’eccezione la sede, la Borsa di Milano, e selezionata ma numerosa la platea di oltre 500 persone. Al centro le sfide di fashion, beauty e lifestyle analizzate da relatori qualificati, che come riportano le pagine seguenti hanno scandagliato pro e contro della digital age. «Occorrerà scommettere su integrazione omnichannel, marketing digitale, Crm, programmi di loyalty - ha sintetizzato il presidente di

Da sinistra, Marc Sondermann e Roberto Liscia

Netcomm, Roberto Liscia -. In primo piano ci sono poi il brand building, la difesa del prezzo e gli investimenti in IT». Intanto l’e-commerce cresce: Liscia ha ricordato che nel 2017 gli e-shopper mondiali sono stati 1,77 miliardi, una cifra destinata a sfiorare i 2 miliardi quest'anno e a supe■ rare i 2,5 miliardi nentro il 2022.

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NETCOMM FOCUS FASHION&LIFESTYLE

AGILI PRIMA CHE DIGITALI

1.

Governing Innovation: spunti per una strategia della crescita

Ripensare le procedure aziendali, far crescere con l’omnicanalità i negozi fisici, distinguersi in un mercato sovraffollato: sfide possibili per i marchi italiani, partendo da una innata flessibilità Alessandra domizi/google

«l’intelligenza artificiale OFFRE CHANCE UNICHE» Roberta Benaglia

Ceo e founding partner Style Capital Sgr

I Alice Carli

Amministratore delegato L’Autre Chose

Alessandro Varisco Ceo Twinset

Pietro Negra Ceo Cris Conf

Alessandro Rizzoli Ceo & co-founder GetConnected

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l saper fare ha bisogno di tempo, ma il mondo corre veloce: come conciliare questi due aspetti? Un interrogativo sollevato da Marc Sondermann al Netcomm Focus Fashion&Lifestyle. Che trova risposte concrete, come attestano le parole di Roberta Benaglia (ceo e founding partner di Style Capital sgr), Alice Carli (ceo de L’Autre Chose), Pietro Negra (ceo di Cris Conf, cui fa capo il brand Pinko), Alessandro Varisco (ceo di Twinset) e Alessandro Rizzoli, ceo e co-founder di GetConnected, realtà specializzata nelle soluzioni digitali per le imprese. Testimonianze diverse, ma su un filo conduttore: che la rivoluzione digitale non deve mettere in secondo piano la personalizzazione e la capaciIL MADE tà di emozionare il cliente. Se Varisco IN ITALY HA LA ha definito i nuovi capi azienda come VELOCITÀ DI «registi e sceneggiatori di un copione PRODUZIONE E da scrivere, perché il nodo da sciogliere IDEAZIONE NEL è trovare la storia giusta da raccontare DNA E QUESTO ai clienti», Negra ha ricordato il ruolo LO AIUTA NELL’ERA centrale che i multimarca continuano a DIGITALe rivestire, purché comunichino contenuti emozionali: «Non dimentichiamo che tuttora la parte del leone nei ricavi la fanno i negozi fisici». «Il nostro obiettivo - ha aggiunto Alice Carli - è velocizzare i tempi e valorizzare reparti come l'It. Tutto sta cambiando». «Infatti ha osservato Alessandro Rizzoli - io più che di digital transformation parlerei di agyle transformation». Agilità che, del resto, è nel dna italiano. «Realizzare 20 pezzi, velocemente e custom made, è un asset impagabile soprattutto per i department store: gli italiani lo sanno fare» ha ricordato Roberta Benaglia di Style Capital, che però tiene d'occhio anche le «belle storie di crescita» straniere e infatti ha acquisito una quota nella startup ■ americana del denim Re/Done.

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I marchi di moda devono prendere dimestichezza con espressioni come intelligenza artificiale, realtà aumentata, big data, machine learning e stampa 3D, ma finora solo in pochi lo hanno fatto. Alessandra Domizi, industry head retail and fashion di Google Italia, tra gli speaker al Netcomm Focus Fashion&Lifestyle, è convinta che non bisogna perdere tempo: «Gli strumenti tecnologici - ha sottolineato - offrono la possibilità di personalizzare la relazione, il prodotto e il servizio». Domizi ha citato l’e-tailer tedesco Zalando che, in collaborazione con Google, ha lanciato Gift Finder, un’applicazione conversazionale che mette in contatto l’utente con un assistente virtuale, in grado di consigliare il capo giusto. «Quale stilista non vorrebbe che un cliente, appena provato un abito o un accessorio, dicesse “Sembra pensato proprio per me”?» ha osservato la manager. Sempre in partnership con Google, la svedese Ivyrevel ha sviluppato il “data dress”: con un’app per smartphone si crea un capo su misura, in base alle informazioni fornite dagli utenti. «La criticità maggiore - ha messo in guardia Domizi - sta non tanto dell’avere dati a disposizione, ma nel riuscire a estrapolarne valore». Interessante da questo punto di vista l’esempio di Google Lens: una app che, partendo da una determinata immagine, ricerca nella Rete un prodotto simile, rendendo così decisamente più mirato e facile l’acquisto.



NETCOMM FOCUS FASHION&LIFESTYLE

2.

Personalized Experience: Come il digitale travalica i confini del device

Claudio Antonioli Ceo Antonioli

Alexandra Tobler Global creative director Westwing Home & Living

Roberto Serafini D.G. L’Oréal Luxe Ceo Giorgio Armani Parfums e Helena Rubinstein

Stefano Orrea Sales director Patrizia Pepe

Ivano Fossati

Head of Emea Business Development & Center of Excellence Sap Customer Experience

competitivi con un approccio multidevice Store fisici che accelerano nell’online, e-tailer alla prova dell’offline: così il retail diventa multiforme e multidevice

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IL DIGITAL HA INTRODOTTO MOLTA PIÙ LIBERTÀ E DINAMISMO IN SETTORI COME MODA E BEAUTY: VINCE CHI GIOCA BENE LA PARTITA

a definizione di un modello di business dove fisico e virtuale si intreccino in modo costruttivo è stata uno dei temi al centro del Netcomm Focus Fashion&Lifestyle. Del resto, il 75% dei consumatori cerca i prodotti online prima dell’acquisto e, ciononostante, il punto vendita fisico resiste. Deve però investire in tecnologia, per diventare un settore multidevice. «La digitalizzazione ha introdotto molta più libertà e dinamismo nella moda e il legame è ormai indissolubile», ha affermato Claudio Antonioli, fondatore nel 1985 dell’omonima boutique, che oggi realizza con l’e-commerce il 70% delle vendite, mentre il New Guards Group - fondato con Marcelo Burlon e Davide De Giglio e a cui fanno capo marchi come Marcelo Burlon e OffWhite c/o Virgil Abloh - ha ricavi per 200 milioni e si prepara al lancio del brand con la dj Peggy Gou. Una delle merceologie più richieste sul web è il beauty: Roberto Serafini, d.g. di L’Oréal Luxe Italia, nonché a.d. di Giorgio Armani Parfums, ha confermato che «entro il 2020 il 20% delle vendite globali di L’Oréal

arriverà dal web e avremo una relazione diretta con almeno la metà dei nostri consumatori, due miliardi di persone». Una cliente in possesso di app «acquista 2,7 volte in più rispetto a una che utilizza mezzi tradizionali». Per questo in casa Tessilform, azienda cui fa capo il brand Patrizia Pepe, «si lavora per portare l’incidenza dell’e-commerce monomarca al 7-8% dei ricavi, anche grazie a nuove figure, non facili da trovare, da inserire nell’organico» ha informato Stefano Orrea. «Siamo un e-tailer di arredo e lifestyle - ha detto Alexandra Tobler, global creative director di Westwing Home & Living, ex Dalani per quanto riguarda l’Italia - ma nella nostra strategia all’insegna dell’emotional commerce c’è spazio anche per i pop up store fisici, di cui uno in apertura a Milano». Ivano Fossati di Sap Customer Experience, consulente nelle strategie digitali dei brand, ha ricordato: «Tecnologia sì, ma occorre una strategia chiara da parte delle aziende tenendo presente che, grazie alla digitalizzazione, il nuovo negozio fisico non deve essere più visto come semplice canale offline». ■

leonardo PECCHIOLI/keros digital

«gestire LE COMPLESSITÀ non È un gioco da ragazzi»

«La nostra mission è offrire tecnologie e-commerce con un approccio scalabile e completo all’omnicanalità. Destinatarie, le aziende che mirano a una presenza digitale anche internazionale, risolvendo gli aspetti tecnici con soluzioni personalizzabili»: così Leonardo Pecchioli, ceo di Keros Digital, la cui attività di consulenza si focalizza soprattutto su moda e lifestyle per importanti nomi italiani, cui si aggiungono sempre più spesso realtà straniere di spicco. Una delle ultime in ordine di tempo è l’e-tailer inglese Everything5Pounds, «che supportiamo nelle nuove sfide, tra cui i primi pop up fisici e una presenza più forte oltre il Regno Unito». Pecchioli ha fatto notare che «i consumatori si aspettano soluzioni e servizi avanzati: online shop nella propria lingua, valuta e tassazione, prodotti sempre disponibili, varie modalità di pagamento, spedizioni rapide e tracciabili, resi online e instore». Complessità da gestire adeguatamente, per non restare indietro rispetto ai competitor.

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NETCOMM FOCUS FASHION&LIFESTYLE

store fisici sÌ ma evoluti

3.

Omnichannel Lifestyle: l’impatto del digitale su P&L

L’online amplifica l’impatto dei marchi, ma l’offline mantiene la propria forza nella fidelizzazione dei clienti: un asset che va valorizzato LARS FLEDSCHER/ASTOUND

«IN ITALIA SI PUÒ FARE MOLTO DI PIÙ»

Olga Iarussi

Ceo South Europe Triumph International

Andrea Di Nicolò

Global communication & marketing director Gilmar Group

Fabio Bonfà

Country manager Italia vente-privee e Privalia

Paola Trecarichi V.P. Italy Hipay

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personale di vendita meno preparato del cliente: questo nell’era 4.0 non deve piÙ succedere

inita l’era del retail solo fisico, è sull’aggettivo “diretto” che occorre lavorare: questa l’opinione di Andrea Di Nicolò, global communication & marketing director di Gilmar Group, durante il panel moderato da Roberto Liscia. «L’e-commerce cresce, ma il 90% delle persone va ancora in boutique - ha chiarito Di Nicolò -. Persone spesso più informate dei commessi grazie al web, una lacuna assolutamente da colmare». «L’online amplifica il raggio d’azione di un brand - ha aggiunto Olga Iarussi, ceo South Europe di Triumph International - ma i multimarca sono tuttora forti, per non parlare dei department store: una realtà come El Corte Inglés è di per sé sia un marchio, sia una potente cassa di risonanza per altri marchi. Crediamo nel rapporto diretto con il consumatore ed è per questo che investiamo in un programma di partnership evoluta con i clienti multibrand». «È stato proprio l’e-commerce a rimettere il cliente al centro» ha osservato Fabio Bonfà di vente-privee e Privalia, che ha citato come esempio di interazione tra fisico e virtuale l’intesa di vente-privee con Elena Mirò, marchio di Miroglio Fashion, a cui il gruppo ha messo a disposizione la propria expertise per creare un digital temporary store nel flagship di piazza della Scala a Milano. Bonfà ha sottolineato che «il 23% di chi compra su vente-privee e Privalia ha poi visitato il punto vendita fisico di una label». Paola Trecarichi di Hipay (payment gateway che offre 150 valute e 220 metodi di pagamento, una soluzione data analytics e un sistema anti-frode avanzato) ha rivelato infine che «tramite le piattaforme sui pagamenti si delinea un utente sempre più viziato: si aspetta modalità di pagamento e reso semplici e veloci, il pick & pay, le consegne on demand e altro. Questo comporta un salto di qualità, anche nella gestione di logistica e stock». ■

Lars Feldscher (head per l’area Dach di Astound Commerce, implementatore leader nei progetti e-commerce) ha presentato i risultati di un sondaggio, da cui emerge che in Italia la penetrazione delle vendite online sul totale è del 5%, contro il 25% in Germania. E se il 40% degli statunitensi compra articoli di moda in Rete, da noi ci si ferma al 28%. «Chi vende sul web - ha detto - deve garantire uno shopping piacevole, programmi fedeltà, personalizzazione e scegliere i partner giusti per una digital experience di respiro internazionale».

marco adamo/DHL

«servono nuovi modelli logistici» Senior product manager & business development di Dhl Express Italy, Marco Adamo ha parlato dell’importanza della logistica, «per consumatori che decidono come, quando e dove ricevere i prodotti». «Le aziende - ha aggiunto - non possono che ritarare il proprio cultural mindset, in base a strategie omnicanale avanzate e nuovi assetti organizzativi».


so-be.fashion | +39 0535 61 64 11


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digital competitive map/netcomm e contactlab

contemporary brand: LA SFIDA in rete CONTINUA Dalla Digital Competitive Map di Netcomm e Contactlab su 19 marchi italiani del contemporary emerge che gli ambiti in cui investire di più sono la cross-canalità, nuovi mercati come l’Asia e la tracciabilità dei capi

fashion NETCOMM AWard: ecco i vincitori

Durante la presentazione della Digital Competitive Map sono stati premiati con i Fashion Netcomm Award tre brand contemporary, che si sono messi in luce attraverso la somma dei punteggi ottenuti: Pinko è considerato in complesso il più competitivo, Furla si distingue per il livello di globalizzazione e Patrizia Pepe offre ai clienti una piacevole esperienza di navigazione e interazione digitale (nella foto, da sx., Marco Pozzi, Roberto Liscia, Pietro Negra e Marc Sondermann)

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artendo dall’analisi di un panel di 19 brand italiani del contemporary fashion - dalla C di Coccinelle alla W di Woolrich - nel periodo tra febbraio e giugno 2018, Netcomm e Contactlab hanno stilato una Digital Competitive Map. Obiettivo, valutare i fattori di competitività digitale dei 19 marchi, in base a 189 parametri ripartiti tra due assi: il Digital Strategic Reach e la Digital Customer Experience. Il primo, come ha spiegato al summit Marco Pozzi (board member e senior advisor di Contactlab, con all’attivo un passato come ceo in Boston Consulting Group) «riguarda criteri strategici, come la presenza sui mercati e-commerce mondiali e sui principali e-tailer, l’ampiezza dell’offerta, l’engagement del cliente, l’utilizzo dei social e la trasparenza sull’origine dei prodotti». Invece sotto l’ombrello della Digital Customer Experience si trovano gli aspetti relativi alla qualità ed efficacia dell’interazione tra marchio e clientela, «verificando per esempio l’esperienza di acquisto online, i servizi cross-channel, i metodi di pagamento, le opzioni di consegna e reso e, non ultima, la comunicazione attraverso il direct marketing e i social». A proposito del presidio dei mercati e-commerce tramite canali di vendita diretti, si osserva nel panel un robusto 95% di presenza sul territorio europeo, una buona copertura di Usa e Russia (rispettivamente con il 70% e il 65% circa) «mentre si può fare di più in Asia - ha osservato Pozzi - e in particolare in Cina, dove la percentuale scende al di

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sotto del 40%, anche perché esiste una diffusa difficoltà ad attuare una strategia di distribuzione diretta, ma anche a servirsi di piattaforme come JD.com e WeChat». Da notare che, rispetto alle griffe del lusso, i player della moda contemporary sono meno presenti su portali come Net-àPorter, LuisaViaRoma e MyTheresa.com, mentre risultano più attivi su Amazon Moda. Molto presenti sui social, con i post ma anche nella vendita, i marchi contemporary possono fare di più nella cross-canalità: «Sono poco più del 30% quelli che offrono il ritiro in negozio dopo l’acquisto online e non si va oltre il 25% circa se si parla di resi in-store di ciò si è comprato sul web. I cambi di prodotti e la prenotazione di un appuntamento per provare un abito nel punto vendita sono pratiche poco diffuse». Importante la tracciabilità di capi e accessori: «In pochi ci pensano, ma l’indicazione del Paese di produzione è importante per il made in Italy anche in Rete, soprattutto in mercati come quello asiatico». ■

a novembre la ceo roundtable di fashion

Torna giovedì 8 novembre un appuntamento organizzato da Fashion magazine e da eBusiness, sempre più seguito e apprezzato dagli addetti ai lavori: la Ceo Roundtable on Corporate Strategy, moderata dal nostro direttore Marc Sondermann al Four Seasons di via Gesù 6/8 a Milano.


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analysis

nella cina minacciata da trump

il lusso non perde appeal I nuovi dazi prospettati dal presidente americano indeboliscono le Borse asiatiche e mettono un punto interrogativo sulle performance del lusso in Cina. Ma i brand tagliano i prezzi, nelle province investono nel retail fisico e customizzano l’online DI ELISABETTA FABBRI

L

e notizie più fresche sullo stato di salute del lusso in Cina all’ import sono arrivate da Ginevra poco prima di andare in stampa. Nei dal 15,7% cinque mesi al 31 agosto, Richeal 6,9% mont (Cartier e Van Cleef & la revisione per Arpels tra i marchi) ha registrato circa 1.500 beni di una buona crescita nella Repubconsumo, in vigore in blica Popolare, e incrementi a cina dal 1° luglio cifra doppia a Hong Kong (+23% in Asia-Pacifico). Da oltreoceano, però, quasi in contemporanea, partivano nuove minacce di dazi sui beni cinesi da parte del presidente americano Donald Trump, che indebolivano le Borse asiatiche, condizionate anche dal timore di una guerra commerciale con il Giappone. L’incertezza in Borsa - come osservano certi analisti e alcuni top manager del lusso, che restano cauti sul secondo semestre 2018 - potrebbe riflettersi sui contesto resteremo vigili», ha avvertito il consumi, insieme a fattori quali il calo dei presidente e ceo Bernard Arnault. Niente prezzi degli immobili e la volatilità dello effetti negativi anche sui sei mesi di Keyuan (legata, oltre alle tensioni con gli Usa, ring (+37,6% le vendite in Asia-Pacifico, al rallentamento dell’economia). «Non si Giappone escluso, su base comparabile) ed nota alcuna flessione della domanda per Hermès (+14,9%). «L’attuale guerra comLouis Vuitton», ha detto in luglio Jeanmerciale tra Usa e Cina non dovrebbe aveJacques Guiony, cfo di Lvmh, in occare un impatto immediato», ha stimato Axel sione della semestrale, che ha mostrato una Dumas, chief executive del produttore delforte accelerazione in Asia. «L’incertezza le borse Kelly, parlando di «crescita a due monetaria e geopolitica rimane: in questo cifre in Cina, come negli anni precedenti».

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dazi

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Indicazioni positive arrivano anche dalle italiane Prada, Moncler e Brunello Cucinelli (vedi a pag.22). In luglio, inoltre, i maggiori player del settore hanno deciso di dare una sforbiciata ai listini cinesi, dopo il taglio dei dazi alle importazioni (dal 15,7% al 6,9%) deciso dal governo di Pechino su svariati beni di consumo tra i quali la moda e i cosmetici. Decisione che dovrebbe contribuire allo sviluppo della domanda interna, a scapito dello shopping all’estero, già frenato dall’euro forte. Il primo è stato Lvmh con una riduzione del 4%, seguito da Gucci, con un -5% di media e l’obiettivo di «trasferire i benefici del taglio dei dazi ai consumatori». Hermès si è adeguato con un -4%, Moncler con un -3,5%, mentre


swatch e ferragamo i più esposti alla Greater China

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la spesa dei cinesi salirÀ a ¤162 bn nel 2024

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spending indicators +15%

gli acquisti di cognac da parte dell’area Apac (80% greater china) in luglio

era già in atto un avvicinamento ai prezzi europei. «L’obiettivo - dicono dall’azienda dei piumini, che conta circa 30 store diretti nell’area - è stare sempre più vicini al cliente. La Cina continua a essere un mercato molto interessante e pensiamo lo sia ancora di più nei prossimi anni». Concetto ribadito da Hermès, che tra gennaio e settembre ha aperto a Hong Kong, Changsha (Cina centro-meridionale) e Xi’an (Nord-ovest del Paese). Di recente il gruppo Prada ha inaugurato sette negozi nel mall Skp di Xi’an e Vuitton ha aperto a Wuhan (Cina centrale). I GIOVANI DELLE PROVINCE CAMBIANO LE REGOLE DEL RETAIL Opening in città minori ma in espansione e restyling sembrano strategici per intercettare nuovi consumatori, che preferiscono la provincia alle costose metropoli, sono poco sensibili ai fattori economici e meno influenzati dal giro di vite su corruzione

1. La campagna per la Louis Vuitton New Wave dal sito louisvuitton.cn 2. In settembre Hermès ha inaugurato a Xi’an il 25esimo store cinese 3. Con l’apertura del mall Skp, il Gruppo Prada ha avviato sette negozi a Xi’an: tre a insegna Prada, due Miu Miu e due Church’s

+20% e spese stravaganesposti alla Greater China gli i viaggiatori cinesi in ti. Come emerge da analisti elencano Swatch, Fervolo all’estero un’analisi di Reuragamo e Richemont (vedi in giugno ters, spesso sono 20grafici). Tuttavia, dagli indi34enni, figli unici di catori arrivano segnali misti. Fonte: Morgan Stanley famiglie benestanti, Gli analisti osservano che i che comprano l’alto valori delle case, la crescita di gamma di frequente e da quando erano dei salari e il rapporto offerta/domanda di molto giovani. Per i brand diventa inoltre lavoro tengono bene e si notano segnali indispensabile la creazione di web store di stabilizzazione sul mercato del credito. dedicati: Vuitton e Gucci sono già partiti, Inoltre, spending indicators come viaggi, Hermès dovrebbe muoversi entro l’anno. import di orologi svizzeri e acquisti di coSecondo McKinsey & Co. i ricavi del gnac a luglio sono rimasti circa in linea con segmento luxury in Cina sono saliti del 15i numeri del secondo trimestre 2018. Tra le 20% nella prima metà del 2018 e i cinesi note dolenti, gli esperti evidenziano il detesono i primi clienti, con una quota di circa rioramento degli indici di Borsa in luglio e un terzo del mercato globale del lusso. Bain agosto e la previsione di un rallentamento, & Co. calcola una market share del 32%, nel secondo semestre, dei valori degli imche dovrebbe salire al 40% nel 2024 (era il mobili residenziali. Non ultimo, il China 2% nel 2003). Secondo Morgan Stanley, retail team di Morgan Stanley prevede che a oggi i cinesi sono responsabili del 70% il trend discendente delle vendite al detta■ della crescita del settore. Tra i gruppi più glio continuerà per il resto dell’anno. 17_09_2018

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NEWS

Tempo di rilanci

Plein Sud rivaluta la sua anima rock

Moreschi punta su Best Treck con Camera Buyer

Un look contemporary, una nuova rete distributiva e una proposta ricca di spunti: Plein Sud torna alla carica grazie a un pool di investori. Tra gli obiettivi, l’apertura di monomarca a Milano e Parigi

Dall’incrocio tra una sneaker e un hiking boot è nata Best Treck, la proposta di Moreschi frutto della collaborazione con la Camera Italiana Buyer Moda. Segni particolari, la suola che ricorda i denti di uno squalo e la scritta Best+ (Camera Italiana Buyer Moda) sulla tomaia, con le coordinate di longitudine e latitudine dell’associazione. Una creazione presentata in anteprima lo scorso agosto in boutique selezionate come Spinnaker, Parisi, Russo, Vela Shop, Cuccuini in località turistiche quali Capri, Portofino, Punta Ala, Porto Cervo e Taormina. Che ora approda in tutta la rete distributiva di Moreschi. «Ci siamo fatti veicolo di diffusione di questo progetto esclusivo proposto da Moreschi, un’azienda che sta investendo sempre maggiori risorse nella ricerca e sviluppo» commenta Mario Dell’Oglio, presidente della Camera Italiana Buyer Moda. (c.me.)

Cambia pelle senza tradire il suo dna Plein Sud, marchio iconico francese di nuovo alla ribalta grazie all’impegno di un pool di investitori. Fondata negli anni Ottanta dallo stilista Fayçal Amor, la label è aprezzata da sempre per i capi in pelle elasticizzata e gli abiti da sera ultra-femminili: proposte in vendita presso un network di 180 negozi come Dantone, Gio Moretti e Super a Milano, H.Lorenzo a Los Angeles, Bosco di Ciliegi e Gum a Mosca, nonostante ultimamente la collezione avesse perso un po’ dello smalto iniziale. Ora è tempo di ridarle grinta, grazie alla scommessa di un family office con base in Svizzera, sotto la guida del ceo Gaetano Sallorenzo, anche lui tra gli investitori. In azienda c’è stata un’iniezione di creativi, per dare un twist più attuale alla collezione, che accanto alle proposte iconiche inserisce una parte di uso più giornaliero, riunendo l’offerta jeans e la main collection in un unico brand, suddiviso in due uscite. «La prima uscita si articola in 200 pezzi dal look casual chic e dall’anima rock, con tanto denim, giacche strutturate, camicie in cotone, bluse in chiffon, pantaloni e abiti in pelle stretch lavata e mineralizzata, oltre a capi per il cocktail. Questo mese di settembre è la volta della sera, che presentiamo sia a Parigi sia a Milano: abiti lunghi di chiffon ricamati, smoking, gonne lunghe». Strategico, racconta Sallorenzo, «è stato il confronto con Giulio di Sabato, presidente di Assomoda e titolare della showroom Sari Spazio, e con alcuni agenti di spicco, che hanno partecipato allo sviluppo della

collezione. Un contributo significativo per orientare la collezione e i suoi contenuti». Oggi Sari Spazio funge da showroom centrale per Russia e Paesi dell’ex Unione Sovietica, Medio Oriente, Far East e Italia, accanto a una serie di agenzie di primo piano che operano per la Germania, la Spagna, il Belgio, il Portogallo, la Grecia, e con gli Stati Uniti in dirittura di arrivo. «Tutta la collezione è fatta in Italia, come è sempre stato. Così come non si cambiano i listini, posizionati nella fascia contemporaryluxury», sottolinea Sallorenzo. Intanto è arrivata la bigiotteria e il prossimo inverno stoccherà alle scarpe. Tra gli obiettivi imminenti, per la label che parte da una base di 10 milioni di fatturato, c’è l’apertura di due vetrine monomarca a Milano e Parigi, entro il 2019, che si aggiungeranno allo store di Saint Tropez. (c.me.)

Licenze

Debuttano con Minoronzoni le calzature di Ermanno-Ermanno Scervino La collezione Ermanno-Ermanno Scervino aggiunge una nuova freccia al proprio arco, grazie alla recente licenza siglata con Minoronzoni, che segna il debutto di una linea di calzature legata al brand. L’accordo, della durata di quattro anni, parte con la collezione primavera-estate 2019: una proposta che rilegge con uno spirito attuale spunti legati all’Italia degli anni Cinquanta e Sessanta, tra Portofino, Capri e la Costiera amalfitana. Creazioni all’insegna del colore e della fantasia, che spaziano dal pois mixato al vichy agli zebrati, dai motivi botanici al pizzo su tessuto perlato e glitterato arricchito di strass. Si può scegliere tra ballerine, mocassini slim, sneaker e ciabattone a fascia con la suola importante. Di scena al Micam, la nuova linea è rivolta ai canali di abbigliamento e ai rivenditori di calzature e accessori e andrà in vendita a un prezzo sell out dai 150 ai 230 euro. La licenza di Ermanno-Ermanno Scervino si aggiunge ai marchi di proprietà di Minoronzoni: Tosca Blu borse e accessori, Tosca Blu Studio calzature e Minoronzoni 1953, capispalla, cinture e accessori maschili. (c.me.)

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17_09_2018


Con il concetto Easy Outfit

Womenswear sempre più in progress per Circolo 1901 Partita con il menswear, Circolo 1901 sta guadagnando sempre più consensi con la collezione donna, che oggi copre circa il 40% del giro di affari. Una proposta che interpreta con un taglio femminile e un touch glamour capi rubati al guardaroba maschile, nelle stampe o nei volumi. «Il pijama suit tinta unita con profili o stampe foulard, l’insieme di ispirazione smoking blazer senza maniche più pantaloni, le giacche sahariana e i pantaloni fatigue sono tra i capi più nuovi della prossima estate racconta Gennaro Dargenio, fondatore del marchio -. Proposte interpretate con lo spirito Easy Outfit del brand, che vuol dire un total look declinabile in ogni momento della giornata». Un concetto particolarmente apprezzato all’estero,

dove la label prodotta dallazienda pugliese S.G.L. realizza il 75% del giro di affari. Mercati chiave sono la Corea e il Giappone, ma anche l’Europa ha avuto uno sviluppo rilevante, principalmente con Italia, Germania, Svizzera, Francia e Olanda. Tra le aree di riferimento ci sono anche Canada e Usa. Distribuita in oltre 1.000 boutique nel mondo - da Gerard Loft a Firenze, Maximilian in Trentino Alto Adige, Blue Marlin a Roma, Daniels e Breuninger in Germania, fino ai department store in Giappone, Corea, Germania e Svizzera - la collezione è disponibile da un paio di stagioni anche sul sito di e-commerce, dove viene presentata una selezione limitata di pezzi chiave, sia uomo che donna. Il portale è anche un importante veicolo per lo storytelling del marchio, affidato a una serie di ritratti di persone comuni, che incarnano lo spirito del brand e che sono protagonisti della campagna pubblicitaria. (c.me.)

DEPARTMENT FIVE

SPRING SUMMER 2019


news

Un piano di rilancio ambizioso

Nuova verve a Vdp-Via delle Perle grazie alla padovana Paci Torna alla ribalta Vdp, marchio del ready-to-wear italiano rilevato lo scorso marzo da Fabrizio Lenzi, a capo dell’azienda padovana Paci. La label resta fedele al proprio dna, con un’ottica attuale.

Grazie all’expertise dell’azienda padovana Paci e alla passione del suo titolare, Fabrizio Lenzi, torna sotto i riflettori Vdp-Via delle Perle, marchio di riferimento del ready-to-wear italiano. Una rentrée suggellata da un piano di rilancio ambizioso, con investimenti pari al 30% del giro di affari di Paci, azienda da 15 milioni di euro di turnover, cui fanno capo anche le label NewYorkIndustrie e Gold Case. Nata a Carpi nel 1985, Vdp è partita come collezione di intimo donna per divenire un total look dall’impronta femminile, che ha raggiunto l’apice del successo tra il 2000 e il 2014, toccando i 40 milioni di euro di fatturato. Poi il declino, dopo l’acquisizione del fondo Argos Soditic, che in pochi anni ha portato il marchio al concordato in continuità e all’asta, dove ha prevalso l’offerta di Lenzi. Punto di partenza, per l’imprenditore, sono state le persone: «Ho riportato in casa il team che ha reso possibile l’affermazione del marchio, ossia la senior designer Lorenza Mailli, la fondatrice Nuziella Saltini e i responsabili del commerciale, del prodotto e dell’estero». Strategico è stato il lavoro sull’assetto aziendale: «Ho aperto

un’azienda a Carpi, dove il brand è nato, che accoglie il centro stile e i reparti di modelleria e prototipia dedicati esclusivamente a Vdp, mentre le altre funzioni sono gestite dagli headquarters di Padova». «La sfida sul prodotto - racconta Lenzi - è stata rimanere fedeli al dna, con un’ottica attuale». È nata una collezione con un gusto nuovo, in cui la femminilità si reinventa con un mood athleisure, divisa tra una parte più informale e una Collection per le occasioni. La forza di Lenzi è la sua azienda, che fin dagli esordi, nel 1983, gestisce l’intero iter produttivo al suo interno, aspetto che le consente di ideare, produrre e consegnare oltre 1.200 modelli diversi l’anno. Un valore aggiunto, che nel caso di Vdp ha consentito il controllo diretto della filiera, prima mancante. Un lasciapassare con cui Lenzi punta a ripristinare la rete vendita storica del brand, tra Italia, mercati dell’ex Unione Sovietica, Francia, Far East e Middle East. «Puntiamo a un fatturato di circa 5 milioni con la primavera-estate 2019, per chiudere il 2019 a 12,5 milioni di euro solo per Vdp. Una cifra che porterà Paci a superare quota 25 milioni di euro» (c.me.)

Lineapelle lancia l’Innovation Square Innovazione è la parola chiave di Lineapelle, che dal 25 al 27 settembre schiera a FieraMilano Rho oltre 1.200 espositori tra concerie, produttori di accessori e componenti, tessuti e materiali sintetici, provenienti da 109 nazioni. In occasione della 95esima edizione nasce infatti l’Innovation Square: posizionata lungo corso Italia, si presenta come un “hub dell’ispirazione” da cui le aziende possono attingere idee nuove, grazie a un fitto programma di interventi di una quarantina di esponenti del mondo accademico e della ricerca di provenienza internazionale. Contribuiscono al progetto la Tufts University di Boston, l’Harvard Innovation Lab, il London College of Fashion, il Politecnico di Milano, l’Adolph Merke Institute dalla Svizzera e lo statunitense Virginia Tech. Si parla di biomateriali realizzati con cellule e batteri, seta di ragno ottenuta con i lieviti, self print 3D, circuiti elettrici flessibili in seta, stampabili su superfici morbide, applicazioni del grafene, robotica, automazione e di un futuro sempre più a portata di mano. (a.b.)

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17_09_2018

Internazionalizzazione

Il knitwear by So.Be si espande all’estero

Si ampliano gli orizzonti di So.Be, marchio di maglieria di ricerca, che dalla primaveraestate 2019 entra in nuovi mercati strategici. Alla seconda uscita la label, caratterizzata dal concept minimal timeless, approda infatti in Spagna, Germania, Austria, Svizzera, Inghilterra e Irlanda, in seguito a intese con agenti e distributori, a cui è affidato il compito di inserire la collezione in selezionati punti vendita multimarca e department store. Dalla prossima stagione calda la label arriva anche in Giappone, grazie a un accordo in esclusiva con Link&Partners. «Crediamo nello sviluppo del brand in questi Paesi e in collaborazione con agenzie dinamiche in linea con noi - spiega Giuseppe Bellini, direttore commerciale della label -. Inoltre è nostro intento consolidare i mercati dove siamo già presenti, Francia e Italia, proponendo collezioni sempre nuove». Per questo motivo, sempre nella strategia di sviluppo, l’azienda conferma la presenza al White Milano in questo mese di settembre. So.Be è prodotta e distribuita da Baroni, azienda del made in Italy in provincia di Modena, che realizza anche i marchi Baroni e Roberta Puccini. (c.me.)


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NEWS

focus anche su milano

Tra marchio e negozio la partnership paga

Alpha Studio più internazionale Chiuso il 2017 con ricavi in crescita del 10% e l’avvio di una showroom a Milano, il marchio lavora su più estero e, nel retail, sul progetto di un monomarca nel capoluogo lombardo

Alpha Studio, marchio nato circa 30 anni fa in Toscana con un dna nella maglieria di alta qualità, ha aumentato il fatturato di circa il 10% nel 2017, a quota 14,5 milioni, e aperto una showroom di 450 metri quadri su due piani, in via Friuli 75 a Milano (nella foto). «L’Italia resta il nostro primo mercato, ma siamo forti anche in Germania, Svizzera, Olanda, Spagna, Regno Unito e Giappone» informa Paolo Rossi, ceo e direttore commerciale, che insieme ai due fratelli Simona e Maurizio traghetta verso il futuro l’azienda fondata dal padre Franco. «Recentemente - prosegue l’imprenditore - ci siamo spinti anche in Australia, realizzando complessivamente un export al 30-35% dei ricavi, anche se puntiamo a salire al 50-60% nel giro di due anni». Il marchio conta sulla presenza in circa 750 multimarca, tra cui 250 oltreconfine. «Abbiamo anche monomarca tra Firenze, Santa Margherita Ligure, Taormina e Roma - informa Rossi - ma non ci accontentiamo: già nel 2019 potremmo approdare a Milano, preferibilmente in Brera». Per l’e-commerce bisognerà aspettare circa un anno e mezzo: «Con un magazzino di oltre 30mila capi B2B per i nostri clienti, siamo già strutturati per affrontare al meglio il discorso B2C, ma non affrettiamo il passo: vogliamo dare il meglio anche in questo campo». (a.b.)

cambio della guardia

In Ovs Sama cede la poltrona a Seyis

rivoluzione in centro a milano

Con Starbucks prende forma la nuova Cordusio In tandem con Percassi, ha aperto in piazza Cordusio a Milano il primo Starbucks italiano, fiore all’occhiello dell’insegna di Seattle con 2.300 metri quadri nel palazzo delle ex Poste, un layout da postare sui social e un’offerta che va ben oltre il caffè. È il primo passo della radicale trasformazione di quest’area: il prossimo sarà l’opening nei prossimi mesi di uno store di 2.500 metri quadri di Uniqlo, marchio di punta del gruppo giapponese Fast Retailing. (a.b.)

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Francesco Sama non è più il direttore generale del brand Ovs. Il manager lascia il gruppo dopo oltre 10 anni. Al suo posto viene promosso Ismail Seyis, con un passato in Gap e in azienda da due anni. Prima di arrivare in Ovs Seyis, fino a oggi direttore internazionale del gruppo, è stato vice-president di Gap International. il manager avrà il compito «di sviluppare la crescita del brand Ovs grazie alla solida esperienza internazionale» ha dichiarato l’a.d. Stefano Beraldo (an.bi.)

In un mercato complesso, non sempre per i negozianti la formula “chi fa da sé” funziona. Ci sono aziende che investono sulla partnership avanzata con i retailer. Davide Aversa, proprietario e amministratore unico delle società Gfs e Famar, ha puntato sulla sinergia con Triumph per i suoi tre negozi a Roma: uno datato 1939 in piazza dell’Unità/via Cola di Rienzo, uno aperto nel 2013 sempre in piazza dell’Unità e uno, recentissimo, in via del Corso. Alcuni anni fa lei ha fatto una scelta “disruptive”: perché? Avevo collaborazioni commerciali con diversi marchi del mio core business (lingerie, homewear, leisurewear, ndr) ma cercavo una collaborazione costruttiva, a livello di prodotto e di supporto marketing: l’ho trovata in Triumph. Mi sono concentrato su questo marchio, in nome di una partnership solida e affidabile. Quanto conta oggi il servizio? È una priorità e Triumph lavora a 360° sulle esigenze della clientela affiancandoci in tutto, dalla corretta esposizione delle collezioni all’individuazione della taglia perfetta fino alla visibilità all’esterno, grazie allo store locator e ai social. Com’è cambiata la sua clientela? È più informata: cerca un prodotto di qualità in rapporto al prezzo.


shopping experience

Integra Fragrances seduce l’olfatto

Una delle recenti collaborazioni riguarda Fendi e il flagship store di Parigi, in avenue Montaigne. Integra Fragrances ha profumato il lussuoso spazio con Ambre Romain, una fragranza legnosa, cuoiata, cipriata creata dal naso Olivia Giacobetti. «Il brand voleva garantirsi che le pellicce non fossero intaccate dalle diffusioni olfattive, tenendo conto delle possibili intensità - spiegano dall’azienda di Reggio Emilia, con sedi anche a Parigi, New York e Hong Kong -. Per questo sono stati necessari sei mesi di test di laboratorio». Una procedura indicativa dell’approccio di Integra Fragrances ai singoli marchi - dal lusso al fast fashion - nella realizzazione delle loro «identità olfattive». «Con ogni cliente - raccontano - studiamo il marchio, lo stile, il prodotto, a chi si rivolge e come è comunicato». Il tutto, tenendo presente i trend olfattivi del momento. Poi ci sono le tecnologie: se in passato i diffusori si settavano manualmente nel punto vendita, oggi qualsiasi aggiustamento è possibile in real time, con un software progettato per il controllo remoto. Dopo il recente rebranding, Integra Fragrances mira a estendere l’offerta (+42% la crescita del 2017 e 48 Paesi «profumati» nel mondo) a corner e temporary shop, mentre il retail diventa sempre più parte del branding e l’olfatto uno dei sensi da coinvolgere nella shopping experience. Inoltre emergono opportunità nell’hotellerie, nel banking e nel settore navale.

Tornano le Journées Particulières 56 maison coinvolte (su 70 totali) e 76 location aperte, di cui 38 per la prima volta: sono solo alcuni numeri della nuova edizione di Les Journées Particulières, che puntano a mettere in mostra il savoir-faire e le creatività degli artigiani e il patrimonio architettonico e culturale delle maison di Lvmh. L’iniziativa - dal 12 al 14 ottobre - si rinnova anche in Italia, dove apriranno 14 location. Tante le new entry: a Venezia il T Fondaco by Dfs (nella foto); a Milano, la pasticceria Cova e il flagship Sephora di corso Vittorio Emanuele II; a Longarone Thelios, jv tra Lvmh e Marcolin; a Roma il curiosity shop di Bulgari; a Firenze Palazzo Pucci. Focus di questa tornata saranno i cinque sensi. L’esperienza sarà arricchita da contenuti digitali interattivi. (e.f.)

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NEWS

LA “SORELLA” DI HANITA CRESCE

Gretha Milano compie un anno: «Pronti a triplicare il wholesale» Nato nel 2017, il marchio contemporary di abbigliamento donna conta oggi circa 200 clienti, con l’Italia che pesa sul fatturato per l’85%. Nei progetti anche delle speciali capsule, create appositamente per il web

Il gruppo Push di Nola, attivo nella produzione di abbigliamento donna dal 1993, espande il proprio raggio d’azione. Dopo aver lanciato Hanita nel 2008, è dell’anno scorso la decisione di intraprendere un’altra avventura con il marchio contemporary di abbigliamento (e dalla fall-winter 2019 anche accessori) Gretha Milano, un’offerta in sintonia con il timing del mercato e vicina ai dettaglianti: «Con la Spring-Summer 2019 l’offerta unisce programmato e semiprogrammato ed è articolata in quattro collezioni l’anno - spiega lo stilista Luigi Veccia -. Le due main sono più ampie, mentre le due actualisation sono delle capsule, ispirate alle ultime tendenze». «Con Gretha Milano abbiamo captato una nuova esigenza del trade - prosegue - perché i clienti, per contrastare l’avanzata della fast fashion, hanno bisogno di rinnovare le vetrine più spesso di quanto le linee di programmato consentano loro». Positivi i feedback: attualmente il brand conta circa 200 multimarca, con l’Italia che pesa per l’85% sul turnover, ma «l’obiettivo a medio termine - sottolinea lo stilista - è raggiungere quota 400 clienti in Italia e 200 all’estero, totalizzando 5 milioni di euro di fatturato». Non c’è fretta per debuttare nel canale retail, mentre un progetto ad hoc è sulla rampa di lancio per il business online: «In futuro - anticipa Luigi Veccia - abbiamo intenzione di inserire speciali capsule dedicate esclusivamente al web, al fine di poter tutelare i retailer e salvaguardare l’esclusività del prodotto che propongono, in un momento in cui soffrono per l’avanzata del digitale e lo shopping da remoto». (a.t.)

Roberto Cavalli avvia una nuova era digitale con Farfetch Black & White Le consumatrici potranno immergersi nell’universo del brand, ma anche fare shopping scegliendo da un vasto catalogo di proposte prêt-à-porter, accessori, profumi e, per la prima volta, childrenswear e prodotti di arredo. Roberto Cavalli debutta con una nuova piattaforma digitale, sviluppata in collaborazione con Farfetch Black & White (business unit di Farfetch che offre soluzioni white-label per marchi e rivenditori di moda luxury) e progettata da Gianni Tozzi. Fruibile da 150 Paesi, il nuovo robertocavalli.com sfrutta tutto il potere 4.0, raggruppando e condividendo i vari contenuti pubblicati sulle piattaforme social del brand, tra cui immagini e video. (a.t.)

DEBUTTO NELLO SHOPPING ONLINE

I capispalla OOF a portata di click Dal 5 settembre l’universo di OOF, marchio che fa capo alla trevigiana NYKY (titolare anche dei brand Momonì e Attic and Barn), ha una nuova casa digitale. «L’e-commerce - racconta Alessandro Biasotto, fondatore dell’azienda insieme alla moglie Michela - è stata una scelta naturale per rispondere alle richieste provenienti dai clienti di tutto il mondo. L’efficienza logistica, operativa e informativa dell’online lo ha reso un approdo necessario e non più rinviabile». Un click su oofwear.com apre una finestra sul mondo delle collezioni di capispalla e accessori uomo e donna del marchio, nato nel 2016 e oggi presente in oltre 500 punti vendita worldwide. Progettato in collaborazione con Triboo Digitale, il portale di shopping mira a offrire una grafica accurata e interfaccia responsive, in modo da rendere la navigazione semplice e user friendly anche da smartphone e tablet. (a.t.)

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partnership

Filoblu supporta i brand in Cina e su Amazon Filoblu, società di consulenza specializzata in strategie digitali per lo sviluppo e l’internazionalizzazione del business, ha stretto un accordo con Fireworks per rafforzare la presenza online delle aziende italiane sul mercato cinese. Si tratta di un’agenzia fondata a Shanghai da Andrea Fenn, che si occupa di comunicazione, pubblicità e digital strategy, sul territorio cinese dal 2013. Inoltre è nella top 20 degli Official Ads Resellers di Tencent, nonché official advertising reseller della piattaforma online JD. «È una nuova freccia al nostro arco - commenta il ceo di FiloBlu, Christian Nucibella (nella foto) in un mercato contraddistinto da piattaforme social specificatamente locali e con un target di consumatori digitalmente evoluto e orientato a un utilizzo estensivo del mobile». FiloBlu potrà garantire ai propri clienti nuovi servizi di comunicazione, dalla gestione di campagne online al social media & community management per Wechat e Weibo, fino all’influencer marketing, tramite la selezione e la gestione di campagne che coinvolgono gli opinion leader locali. L’azienda con sede a Venezia si pone anche come un valido alleato per i marchi che vogliono aprire monomarca su Amazon che, di fatto, oggi è il primo motore di ricerca dello shopping, con una customer-base di oltre 320 milioni di consumatori, una crescita annuale media del 23% e 2,5 miliardi di visite mensili globali. Tra i brand italiani che hanno scelto di avvalersi della partnership rodata tra FiloBlu e Amazon figurano già Lamborghini e Peuterey. (c.me)

Stampa digitale e taglio più connessi con Gerber Technology Sulla scia del crescente trend della stampa digitale nella moda, l’americana Gerber Technology propone un eco-sistema integrato di software e sistemi di taglio automatizzato presentati agli scorsi Fespa di Berlino e Texprocess Americas di Atlanta (nella foto). Oggi la digitalizzazione consente un’integrazione dei dati, dal design al prodotto finito, e le tecnologie di digital printing e quelle per il taglio non ne sono escluse. Il risultato è una risposta sempre più pronta, da parte dei produttori di abbigliamento, alle richieste del mercato.

Lectra è la più virtuosa con il PLM 4.0 Lectra, partner tecnologico delle aziende che utilizzano pelli e tessuti, ha ottenuto il punteggio massimo nell’analisi comparativa realizzata da WhichPLM, grazie all’ultima generazione della soluzione Lectra Fashion PLM 4.0 che si è imposta per l’esperienza utente, il prezzo competitivo, la struttura completa e modulare, adattabile ad aziende di piccole e grandi dimensioni. La piattaforma è stata definita «rivoluzionaria» nel settore, in grado di mettere in comunicazione processi, sistemi e supply chain.

dal reale al virtuale

In Brera il primo pop up Westwing Westwing.it - il sito di e-commerce ex dalani.it, specializzato nell’home & living - sta investendo nell’omnicanalità, con l’apertura di una serie di pop up store nel mondo. Dopo gli spazi temporanei in Germania, Polonia e Brasile, è la volta dell’Italia: il primo pop up ha inaugurato il 13 settembre a Milano, nel quartiere di Brera, al numero 9 di via San Carpoforo, e resterà aperto fino al 13 gennaio 2019, centrando così in pieno lo shopping natalizio. «Io e i miei collaboratori vogliamo accogliere i nostri clienti e conoscerli di persona. Siamo davvero entusiasti di avviare questo progetto anche da voi» dichiara Delia Fischer, fondatrice e global creative director della società da 266 milioni di fatturato nel 2017, 1.400 dipendenti e 11 filiali sparse per il mondo, tra cui quella italiana. Il negozio di via San Carpoforo si estenderà su più di 300 metri quadri, suddivisi in varie ambientazioni dedicate alle ultime tendenze dell’interior design, dal boho glam al greenery, fino al modern rétro, con soluzioni d’arredo diversificate per tutta la casa - compreso l’home office - e un’ampia scelta di complementi d’arredo, tra cui gli specchi di ogni forma e dimensione. (a.b.)

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NEWS

borse componibili

O bag taglia il traguardo dei 100 milioni di fatturato O bag inaugura una nuova fase di sviluppo. Nato nel 2009 come O clock, un orologio in silicone con cassa intercambiabile (ancora oggi uno dei prodotti più venduti), il marchio di Michele Zanella - 46 anni, padovano, ex Benetton - nel 2017 ha superato la soglia dei 100 milioni di euro di fatturato. A trainare il business sono le borse componibili, che dall’anno del lancio (2012) a oggi hanno venduto 7 milioni di pezzi e ogni stagione si rinnovano con oltre 600mila combinazioni possibili, tra scocche, pochette interne, manici, bordi e accessori. Un traguardo che permette nuovi investimenti su scala internazionale: dopo aver inaugurato propri negozi a Nizza, Kiev, Oberhausen, Hannover, Capri, da El Corte Inglés a La Coruna e nel Grand Pacific Mall di Pechino, arrivando a quota 417 store, O bag apre ulteriormente gli orizzonti sbarcando in India, a Montreal e Johannesburg. L’obiettivo, entro la fine del 2018, è raggiungere quota 470 negozi worldwide. (a.t.)

DA NOLA AI MERCATI INTERNAZIONALI

Kocca veleggia verso i 50 milioni e guarda a Nord In agenda progetti anche in Italia, dove entro il 2018 apriranno i battenti altri tre monomarca

Oltre 1.600 punti vendita wholesale nel mondo, di cui 17 monomarca, un giro d’affari che nel 2017 ha toccato i 45 milioni di euro, 200 dipendenti, un’offerta in evoluzione (anche in formato kid) per rispondere a consumatrici sempre più esigenti. Kocca, brand di womenswear nato a Nola alla fine degli anni Novanta da un’iniziativa dei fratelli Miranda, accelera nello sviluppo e investe soprattutto sul Nord Europa: «L’estero - racconta Francesco Miranda - ha ormai un peso del 50% sul fatturato globale e tra i nuovi progetti figurano una maggiore penetrazione dei Paesi scandinavi e della Gran Bretagna. Per questo secondo mercato, in particolare, abbiamo ritenuto importante ingaggiare un contry manager dedicato». Il business plan non tralascerà l’Italia, dove entro la fine del 2018 sono previsti tre opening monomarca, con l’obiettivo di portare il turnover «vicino ai 50 milioni di euro». (a.t.)

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Fragiacomo arruola lo shoe designer Alessio Spinelli e fa più spazio alle borse Fragiacomo volta pagina. Il marchio di calzature guidato dal presidente Federico Pozzi Chiesa ha chiamato al timone creativo lo shoe designer Alessio Spinelli, firma di una prima capsule per l’autunno-inverno 2018/2019. Il vero debutto sarà però con la collezione della primavera-estate 2019, che verrà svelata in occasione di Micam, dal 16 al 19 settembre. Vincitore, nel 2011, del contest Who Is On Next?, Alessio Spinelli porta in Fragiacomo un’esperienza pluriventennale maturata in storiche maison romane, da Roberto Capucci a Sarli, fino a Gattinoni, oltre che da brand internazionali come Jimmy Choo, René Caovilla, Lanvin e Prada. Nel nuovo corso del brand milanese c’è posto anche per le borse: sulla rampa di lancio sono 30 look bag, che reinterpretano i classici della tradizione Fragiacomo. (a.t.)


i brand nativi digitali riscoprono il wholesale

Nemozena passa dal virtuale al reale

I consumatori stanno riscoprendo il piacere di provare i capi di abbigliamento prima di comprarli. Lo dicono le statistiche (secondo una ricerca di Neinver, in Italia il 13% dei compratori non prende in considerazione l’acquisto senza la possibilità di provare i capi), ma lo dicono soprattutto le strategie dei brand nativi digitali, che dopo aver impostato le loro start-up seguendo una politica commerciale digitale, riscoprono la distribuzione tradizionale. È il caso di Nemozena, che da questa stagione ha deciso di passare dal virtuale al reale e non viceversa. «Abbiamo iniziato con il solo e-commerce - spiega Lauren Gaudard, sales director del brand di abbigliamento femminile - ma con il passare del tempo ci siamo resi conto che questo impediva al cliente finale di avere un’esperienza diretta del brand». Specie quando si tratta di un marchio nuovo, come Nemozena, toccare con mano la qualità è fondamentale. Per questo per l’azienda con base a Dubai è stato naturale puntare sullo sviluppo del wholesale, affidandosi a un pool di showroom tra Milano (Livia Gregoretti) e Parigi (ashowroom). «La nostra capacità produttiva è strutturata conclude Gaudard - possiamo lavorare con moltissime realtà anche se, essendo molto legati al mondo dell’arte, siamo più propensi a collaborare con concept store e rivenditori che offrono una esperienza di acquisto diversa, mescolando moda e arte». (an.bi.)

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textile trends di ELISABETTA FABBRI

l’autunno-inverno 2019/2020 sarà tuttO una performance La scorsa edizione di Milano Unica - ma non solo - ha ribadito che, ormai, la moda non può più fare a meno di materie prime dalle alte prestazioni. Non a caso la ricerca tessile si sta incentrando sull’esaltazione dell’elasticità delle fibre naturali e su proposte antibatteriche, antimacchia, resistenti all’acqua ma allo stesso tempo traspiranti e di facile manutenzione. La performance riguarda, oltre alle fibre nobili, anche modi innovativi di impiegare la piuma e proposte “down-free” per l’outerwear, dal Pet riciclato alla flanella ovattata. Dal formalwear allo sportswear, non ci sarà che l’imbarazzo della scelta.

Il casualwear di tendenza negli anni Venti: pantaloni alla zuava e calze al ginocchio (da “Il Campionario Illustrato 18801930”, edito da Tollegno 1900)

DRAGOÒ Una speciale flanella ovattata per l’outerwear alternativo al piumino. È Rugby Flanel: senza PFC, antibatterica, resistente all’acqua, elastica e antipiega

BOTTO GIUSEPPEÒ Per un abbigliamento sportivo all’insegna del comfort, una lana “mulesing free” molto fine (16,5 mycron) per jersey e maglieria, lavabile in lavatrice

ÓTOLLEGNO 1900

ÑVITALE BARBERIS CANONICO Lanciata in gennaio, la linea Supersonic si amplia con nuovi toni e motivi. Le lane resilienti permettono ingualcibilità massima e i fili ad alta torsione un’elevata traspirabilità

Rainmaker - il tecnico in chiave laniera della storica azienda biellese - si ripropone in forma di tessuti accoppiati con membrane di poliuretano e trattamenti water repellent

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textile trends

IN BREVE ÑTHERMORE Per una moda sostenibile e cruelty-free Thermore propone Ecodown Fibers: un fiocco alternativo alla piuma, realizzato riciclando il Pet delle bottiglie

CARVICOÒ Per il beachwear, gli sport acquatici, il fitness, l’athleisure ma anche l’abbigliamento c’è Revolutional: un tecno-tessuto sottile e leggero che protegge dai raggi UV, resiste al pilling, al cloro, alla sabbia e all’usura, è traspirante e ad asciugatura rapida. Nella gamma Eco usa il filo Econyl, ottenuto riciclando le reti da pesca

ÑREGGIANI Il suo core business sono i tessuti elastici e la performance è il suo credo da 45 anni. Tra le proposte clou dell’autunno-inverno 2019/2020 le flanelle antimacchia e wather repellent

THINDOWNÒ Flex è la nuova versione di Thindown, il tessuto di piuma made in Italy brevettato da Nipi. Con un’elasticità fra il 3% e il 5% si candida per l’activewear e lo sportswear

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hyosung pensa alla sostenibilità e al denim performante Uno spandex che fa risparmiare energia, perché si lavora a temperature moderate: è creora eco-soft, lanciato da Hyosung allo scorso Munich Fabric Start. La fibra, che si allunga in quattro direzioni, con un minore ritiro e un migliore recupero della forma, permette di realizzare un denim “intelligente” come creora Fit, per vestibilità super-aderenti e massimo comfort.

clerici tessuto e larusmiani uniscono le forze per potenziarsi I dettagli dell’accordo non sono ancora noti, ma si sa che Clerici Tessuto e Larusmiani sono diventati partner con l’obiettivo di «potenziare i rispettivi business nazionali e internazionali». Uno dei frutti dell’intesa è lo sviluppo, entro il 2019, dei tessuti Larusmiani per lo sportswear di alta gamma in mischia con la seta (specialità di Clerici Tessuto).

La tessitura Reggiani concorre a CanneS per i corporate film

Reggiani partecipa ai prossimi Cannes Corporate Media & TV Awards con il video Un filo tra terra, cielo e acqua. Il cortometraggio - girato da Federico Garibaldi e sotto l’art direction di Roberto Pelizzoni - è un racconto per immagini della manifattura tessile vicentina e del suo stretto legame con il territorio.

Brugnoli ottiene il brevetto per la tecnologia green br4 Lanciata nel 2015, la tecnologia Br4 della Giovanni Brugnoli di Busto Arsizio (Va) ha ottenuto il brevetto a livello europeo per il processo produttivo eco-sostenibile e i prodotti a marchio Br4. Su 1.000 metri di tessuto, il minor impatto ambientale si traduce in -98 Kw/h di energia e in -19 Kg di CO2 emessa. Sono 2.500 i litri di acqua risparmiata.



textile trends

Un modello di PT01 Pantaloni Torino in tessuto Estrato di Trabaldo Togna

ÓTRABALDO TOGNA Con Estrato esalta sempre di più la naturale elasticità delle fibre, senza l’inclusione di elementi sintetici. Nella nuova collezione spiccano il cashmere, anche mischiato a lana o seta, la lana abbinata al mohair e le flanelle.

Il formalwear Saint Andrews in tessuto di cashmere a marchio Estrato

ÓREDA 1865 Per un activewear green c’è Reda Active Lifeproof: una nuova membrana che protegge i tessuti, resistente ma anche in grado di decomporsi nel tempo, senza lasciare traccia nell’ambiente

Una sneaker della californiana Allbirds in tessuto di lana di Reda

ÓMARZOTTO La gamma di tessuti Marzotto Performance Suit si focalizza sulle alte prestazioni, con proposte traspiranti e termoregolatrici

TORAYÒ La giapponese Toray si concentra sul comfort nella versione “Nu” di Ultrasuede: un materiale vegan dalle molteplici applicazioni. Moderatamente stretch, è traspirante, si lava in lavatrice a 30 gradi e si può stirare senza problemi

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Rossignol ha scelto la lana con membrana in nylon Reda Active per Urban Mobility, la capsule disegnata da Damir Doma per l’estate 2019


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ROICA Eco-Smart™ family The world-first range of premium sustainable stretch fibres A contemporary innovation, designed for everyday shapin performance through unique functions. The world-first ROICA Eco-Smart™ family offers 2 responsible made yarns: • ROICA™ EF: GRS (Global Recycled Standard) with at least 50% recycled content. • ROICA™ V550: Gold Level Material Health Certificate from Cradle to Cradle Institute and the Hohenstein Environment Compatibility Certificate.

Experience ROICA™ at: •Première Vision Paris - Smart Square •FILO Milano ROICA™ and ROICA Eco-Smart™ are a Registred trademark of Asahi Kasei Corporation.


textile trends di ELISABETTA FABBRI

accessori in vena di go green

La ricchezza di proposte nell’Area Sostenibilità della scorsa edizione di Milano Unica conferma l’impegno delle aziende tessili, accessori compresi, per una moda a vario titolo più sostenibile. Le ultime novità riguardano i materiali bio e da ricilo e una produzione che risparmia energia e acqua, mette al bando le sostanze chimiche e limita i rifiuti nocivi.

ÑDIENPI Il cartellino in feltro è ottenuto recuperando le bottiglie in Pet. L’azienda predilige anche la carta certificata Fsc (da foreste gestite correttamente) e la pelle priva di cromo, conciata al vegetale

ÑVALTER I bottoni in bioplastica hanno colori naturali, sono resistenti ai raggi UV e antigraffio. In più gratificano il tatto

ÓLAMPA La chiusura Tuck Lock F1003 è in Eco Nylon 6, che ricicla i residui di produzioni precedenti. Il prodotto è certificato Oeko-Tex, standard 100 in classe 1

ÓLANFRANCHI La cerniera Lampo è più sostenibile con il filato Newlife, derivante dal Pet delle bottiglie. Ogni prodotto Lanfranchi è certificato Oeko-Tex

ÑGFD ÔREDMARK La label non contiene metalli pesanti ed è biodegradabile: si scioglie in qualsiasi ambiente, con o senza luce. Tra le proposte di Redmark anche etichette in cuoio rigenerato e in fibra di mela

ÓPRYM FASHION ITALIA Con L.I.F.E. (Low Impact Finish Ensemble) ha sviluppato una linea di bottoni metallici e una tecnologia che riduce il consumo di acqua ed energia, l’impiego di sostanze chimiche e la produzione di rifiuti pericolosi

Ricami etici da India e Pakistan Alla Seab la sostenibilità è anche sociale. Fornitore di note griffe del fashion globale, per quanto riguarda ricami, etichette, passamanerie e tomaie lavorate, la realtà di Pistoia è una delle poche aziende nel suo genere ad avere chiesto e ottenuto la certificazione dei laboratori suoi fornitori, per lo più in Pakistan e India, secondo il criterio di auditing Smeta-Sedex Members Ethical Trade Audit. Per i Paesi più avanzati si avvale del sistema WcaWorkplace Conditions Assessment di Intertek, che controlla le condizioni di lavoro e ambientali. I focus di Seab sono anche le materie prime e le metodologie di lavorazione. I materiali tessili sono tutti certificati secondo gli standard internazionali. Plastiche, carte, inchiostri e le altre materie che concorrono alla fabbricazione degli articoli dell’azienda toscana, ovunque siano prodotte, ottemperano alle normative del settore. «La trasparenza - sostengono alla Seab - è il modo per lavorare al meglio, nel rispetto dei lavoratori e della clientela».

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Per le cerniere Gfd sceglie il cotone biologico certificato Gots (Global Organic Textile Standard) e i metalli al naturale


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INTERVIEW

GIANCARLO PETRIGLIA

«Sogno una mia borsa al braccio di Meghan Markle» Milanese, un curriculum costruito grazie a esperienze in realtà come Trussardi e Piquadro, Giancarlo Petriglia dal 2012 firma una propria linea. Artigianalità made in Italy, glamour e ironia gli hanno permesso di conquistare un network di top shop internazionali e ora, dietro l’angolo, è pronta una nuova avventura. DI ANGELA TOVAZZI

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1. Giancarlo Petriglia, classe 1973, è nato a Milano. Si è formato alla Naba, distinguendosi con il massimo dei voti. Ha lavorato per otto anni da Trussardi e collaborato per quattro con Piquadro. Nel 2012 ha lanciato la propria collezione e conquistato il podio nella categoria Accessori al concorso Who Is On Next?

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ome è arrivato a disegnare borse? Nel mio percorso professionale ho lavorato per diverse aziende di accessori e, conoscendo le richieste del mercato, ho voluto presentare la mia linea in modo da poter dire la mia e offrire alle donne qualcosa di unico.

2. 3. 4. Alcune proposte per l’autunno-inverno 2018/2019. In bella vista i due grifoni, simbolo del brand. Le borse Giancarlo Petriglia sono presenti in top shop come LuisaViaRoma, 10 Corso Como e Bonvicini

Essere un uomo non è uno svantaggio nel disegnare borse femminili? Per nulla, anzi. Poter donare da uomo alle donne un accessorio che le faccia sentire più belle e che contenga il loro mondo penso costituisca un valore aggiunto. La sua borsa preferita tra quelle che ha disegnato finora? La P Bag, a mio parere un vero capolavoro di maestria artigianale. La sua costruzione prende ispirazione dalle antiche tecniche della selleria. Occorrono circa 18 ore per realizzarla. Quanto conta la borsa in un outfit? La borsa è un accessorio fondamentale, perché completa e arricchisce ciò che si sceglie di indossare. Al giorno d’oggi è come un gioiello, che definisce lo status di chi la porta. Chi le piacerebbe vedere con una borsa Giancarlo Petriglia al braccio? La duchessa di Sussex, Meghan Markle. Ha mai pensato di disegnare una collezione di abbigliamento? Assolutamente sì. Ho iniziato la mia carriera in prestigiose aziende come direttore creativo per linee di abbigliamento e il prossimo step per il marchio potrebbe essere il lancio di una collezione di abiti haute couture. Un sogno nel cassetto? Ho tantissimi cassetti. Per ora il sogno più grande è continuare a fare ■ quello che sto facendo e che amo.

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A BETTER WAY TO THE FUTURE *Studio basato sugli standard ISO 14040 e ISO 14044 comparando la poliammide 6,6 vergine prodotta da Fulgar e il filato riciclato Q-NOVA® by Fulgar.


PREVIEW WOMENSWEAR SPRING-SUMMER 2019

Estetica e funzione si incontrano nelle nuove collezioni femminili, che attingono all’active e al vintage, all’high tech e all’eco green, per far emergere un nuovo ideale di donna, attratta da uno stile colorato e anticonformista. A CURA DI ALESSANDRA BIGOTTA

Marco Rambaldi

Suggestioni pittoriche per l’outfit composto da un top a fascia arricciato, caratterizzato dalle spalline a punto smock, e dalla gonna svasata a portafoglio, con elastico interno in vita e impuntura grossa a zig-zag lungo il bordo.

Vivetta

Aigner

La camicia lunga in pizzo nero floreale, stampato a righe multicolor, si accompagna al bomber con logo in pelle. Loghi a volontà anche sulle sneaker e sulle calze al ginocchio. Completa il look la Greta Bag, con tracolla e ricami a contrasto.

La cura dei particolari e un taglio originale caratterizzano la camicia in popeline tinta unita, abbinata alla gonna a palloncino in organza stampata.

Antonio Marras

Libertà nel giocare con citazioni e giustapposizioni: è questo il fil rouge dell’insieme che esalta la silhouette femminile con fiocchi e balze, scoprendo nelle fantasie nuove contaminazioni tra quadri e animalier.

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PREVIEW WOMENSWEAR SPRING-SUMMER 2019

Gcds

Espressione di un’epoca in cui tutto sta cambiando, la collezione si proietta in un futuro in cui le nuove icone sono capi che esprimono una creatività a briglia sciolta: nelle proporzioni innovative, nella ricerca sui tessuti tecnici e nei colori brillanti.

Byblos

Un vero survivor kit in tela di cotone, formato dal crop bomber e dallo short con dettagli catarifrangenti.

Anteprima

Annakiki

Iceberg

Il denim, materiale evergreen, scopre un nuovo appeal, puntando su dettagli al neon e sull’accostamento con la gonna plissé. Un gioco di sovrapposizioni e simmetrie scompone e ricompone il logo.

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Il marchio continua la sperimentazione sulla sartoria tridimensionale in materiali high tech, che si traduce nella giacca plissettata, da portare con un costume da bagno d’impronta sportiva e una maxi borsa.

Mood all’insegna dei “Modern Sixties” per il marchio disegnato da Izumi Ogino, che riscopre le stratificazioni e strizza l’occhio all’activewear.

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PREVIEW WOMENSWEAR SPRING-SUMMER 2019

Francesca Liberatore La linearità del vestito svasato, con stampa inkjet a quadri offuscati, è interrotta dalla cintura a sbuffo in tessuto.

Antonio Croce

Il chiodo diventa couture, grazie alla silhouette iperfemminile, allo strascico e ai ricami che rappresentano papaveri bianchi e neri e spighe dorate.

Ultràchic

Sul filo conduttore del tema “Rockin’ Heaven”, tornano alla ribalta gli anni Sessanta, aprendosi a influssi Settanta e Ottanta, come nel modello “Burning Love” in organza di seta.

Tiziano Guardini

Parka in tessuto di nylon di Aquafil, frutto del recupero e riciclo delle reti da pesca e della plastica raccolte in mare, gonna a onde laserate in nylon e Peace Silk certificata Gots, polo in Evo by Fulgar, filato ricavato dall’olio di ricino. 100

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Gabriele Colangelo

Il reggiseno del top in pelle plongé accoppiata con organzino di cotone è realizzato in chiffon doppiato, mentre la gonna in canvas di cotone, tinta a mano tye & dye con baschina check di lino-lana, è trattenuta in vita da una cintura tubolare, a sua volta in pelle.

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PREVIEW WOMENSWEAR SPRING-SUMMER 2019

Alberto Zambelli

Cristiano Burani

Il kimono “Sufi Tunique” è in popeline bianco color gesso, con micro-arricciature strategiche che valorizzano i volumi dell’outfit.

Sotto il completo in fresco di lana stampa cocco, sopra il lungo gilet in taffetà di seta, con macro zip in plastica pressofusa di Ykk.

Act N° 1

Cresce il brand vincitore di Who Is On Next? 2017, che porta sulle passerelle milanesi anche questo abito fluido e sensuale.

Maryling

Temi centrali della collezione sono la vacanza e il tempo libero, associati a rimandi alle divinità della mitologia greca, per esprimere una femminilità sofisticata e anticonvenzionale.

Manuel Facchini

Affrontare il mondo con grinta anche grazie a ciò che si indossa, come la crop biker con intrecci di pelli diverse (opaca, tecnica, vernice) e la minigonna con inserti di frange metalliche. Tocco finale, gli stivali cage sopra il ginocchio.

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Santoni

Sandalo con fasce tubolari e allacciatura incrociata, in combinazione tri-colore e bi-materiale di nappa soft bianca, nappa laminata argento e tessuto fluo giallo. Il tacco è ricoperto di nappa bianca.

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PREVIEW WOMENSWEAR SPRING–SUMMER 2019

PESERICO

AROUND THE WORLD AND BACK Il viaggio è il tema importante di tutte le collezioni per una donna itinerante e curiosa, che parte dall’eleganza per dare vita a un nuovo stile che coniuga l’eclettismo delle culture incontrate con l’impronta italiana. di ALBERTO CORRADO

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PREVIEW WOMENSWEAR SPRING–SUMMER 2019

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London

CLUB INSIDERS

Reinventando il concetto di stile, la prossima estate sarà un buon compromesso tra le idee dei creativi e la quotidianità, per un guardaroba dai dettagli eccentrici e brillanti, grazie all’innovazione e all’ingegno di tecniche e materiali.

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1. JIJIL 2. LORENA ANTONIAZZI 3. PINKO 4. VICARIO CINQUE 5. TAGLIATORE 0205 6. VIAMASINI80 7. VOLPI

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Showroom Milano Via Sant’Andrea 2 / ph. +39 (0)2276281558 / www.roccoragni.it


PREVIEW WOMENSWEAR SPRING–SUMMER 2019

COMFY FLASH

Una serie di capi dedicati allo stile street, dove la naturalezza si declina in outfit eye-catching: colori intensi corrosi dal sole e dal sale, stampe come screenshot in technicolor, filati ultrasottili, finestrati e check, giochi di trasparenze.

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1. COLMAR ORIGINALS 2. MOMONÌ 3. BLAUER 4. WOOLRICH 5. MOOSE KNUCKLES 6. ES’GIVIEN 7. PAUL&SHARK

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Rodeo Drive

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GLOBAL BLUE for

Global Blue, esperienza e innovazione per il tax free shopping Leader nel settore del tax free shopping, Global Blue offre ogni giorno ai propri clienti e associati servizi esclusivi, grazie all’esperienza pluridecennale e alla continua ricerca nell’innovazione, con un’attenzione particolare ai turisti cinesi La solidità data da oltre 35 anni di attività vissuti da leader nel settore del tax free shopping, unita alla capacità di innovare continuamente servizi e proposte. È l’offerta quotidiana di Global Blue, pensata per accompagnare i turisti internazionali nella loro shopping experience italiana e, nello stesso tempo, supportare i commercianti nella promozione dei propri prodotti. Digitalizzazione e personalizzazione: sono due dei punti di forza dei servizi offerti da Global Blue, come l’app “Shop tax free”, nata per offrire ai Globe Shopper tutte le informazioni e i servizi di cui hanno bisogno, attraverso smartphone o tablet in modo facile e veloce, permettendo inoltre di seguire in tempo reale lo status della propria richiesta di rimborso dell’Iva sugli articoli acquistati. Per Global Blue l’innovazione parte dall’ascolto dei clienti, dalla conoscenza di costumi e cambiamenti negli acquisti, dall’analisi dei trend e dei flussi. Il mercato del Tax Free Shopping, infatti, è in continuo cambiamento. Un mercato che, negli ultimi anni, in Italia e in Europa, ha visto rafforzarsi e consolidarsi la posizione dei globe shopper cinesi, prima nazionalità con oltre il 30% dell’intero mercato. Quelli provenienti dal Paese del Dragone sono turisti che Global Blue conosce bene e ai quali dedica da tempo un’attenzione particolare, ancora di più in questo 2018, l’anno del Turismo Ue-Cina. Un’attenzione che si sostanzia non solo nell’accoglienza esclusiva offerta

nelle proprie Lounge, ma anche nei servizi disponibili grazie alle partnership strette con i principali operatori finanziari e turistici di riferimento per i cinesi, come WeChat, AliPay, UnionPay e le compagnie aeree Air China e Cathay Pacific. Un mercato, quello del turismo cinese ma non solo, che sarà sempre più caratterizzato dai cosiddetti Millennials, la prima - e più ampia - generazione a crescere con Internet e smartphone, nonché una forza trainante per i viaggi internazionali. Globe shopper di oggi e di domani estremamente influenti, in termini di spesa e di impatto esercitato dai loro atteggiamenti e preferenze su servizi, prezzi e prodotti. In modo particolare, i Millennials della Grande Cina (Cina, Taiwan, Hong Kong) spendono tanto quanto i loro pari più anziani al momento di fare shopping all’estero (circa 4mila euro). Entro il 2020, la loro ricchezza potrebbe raggiungere quota 24 trilioni di dollari (stime di UBS). Per questa generazione, ricchezza non vuol dire solo lusso o status sociale, ma anche esperienze entusiasmanti e nuove avventure di viaggio. Tuttavia, sono i più propensi ad acquistare beni di lusso durante i viaggi, con il 33% rispetto al 31% del mercato totale (secondo quanto riportato da Deloitte). Una forza che Global Blue accompagna già da tempo nella propria shopping experience e alla quale rivolge un’attenzione estrema, sapendo che per questi giovani influenti il lusso è prima di tutto emozione.

info@globalblue.com - www.globalblue.com


PREVIEW WOMENSWEAR SPRING–SUMMER 2019

EASY DAYWEAR

Un guardaroba pensato per accompagnare ogni donna nell’arco di un viaggio nella quotidianità, dal momento del risveglio fino a un cocktail serale, con raffinatezza e contemporaneità.

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1. ALYSI 2. ANTONELLI FIRENZE 3. BRUNO MANETTI 4.nenah 5. HANITA 6. SO.BE 7. MANUEL RITZ

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Capri

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by Fzerophotographers

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Bali

EXOTIC DRAFT

Disegni esotici impressi su stampe floreali, alternate a sfumature e arcobaleni, colpiscono l’immaginario per immergerci in paesaggi fatti di vegetazione rigogliosa e acque cristalline.

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1. 1-ONE 2. ELENA MIRÒ 3. SMARTEEZ 4. Aniye By 5. NENETTE 6. CHIARA BONI la

petite robe 7. ALPHA STUDIO

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vitorizzi.it

I M P O S S I B LY C H I C

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PREVIEW WOMENSWEAR SPRING–SUMMER 2019

CITYLIFE BALANCE Un capo dentro l’altro: giocare con colori diversi, mixare tessuti e stili, con UN risultato mai scontato. Un’altalena oscillante tra passato e presente, captando la parte migliore di ogni epoca.

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1. BRAX 2. DEGAIA 3. SCAGLIONE 4. GUESS 5. CIRCOLO 1901 6. KOCCA 7. LAMBERTO LOSANI

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Manhattan

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Black Forest

MODERN POLAROID Rovistando nei vecchi album di fotografie del passato la vita si mescola con l’immaginazione, con un sapore e un profumo speciali per creare collezioni che sono anelli di armoniosa congiunzione tra il passato e il futuro.

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1. Xacus 2. ELEVENTY 3. PINKMEMORIES 4. thorn bY

aLESSANDRO DE BENEDETTI 5. NAPAPIJRI 6. ELISA CAVALETTI DANIela DALLAVALLE 7. PUNTOSETTE

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Graphic design: SPA&SPA - Foto: Andrea Cencini

superiorsuite.it

SUPERIOR SUITE s.r.l. - Via Aurelia 35 - 35010 Loreggia (PD) - ITALY - tel. +39 049 9353712 - info@superiorsuite.it - www.superiorsuite.it


PREVIEW WOMENSWEAR SPRING–SUMMER 2019

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POetry slam

La COMPOSIZIONE di tessuti e fantasie ricorda viaggi lontani, mondi remoti e un’energia quasi magica, per capi che vivono il confort con un accenno streetwear.

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1. LARDINI 2. TERRE ALTE 3. LORETTA CAPONI 4. DEPARTMENT 5 5. GRETHA 6. DUE SOLI 7. SHANGHAI TANG

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Casablanca

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PREVIEW WOMENSWEAR SPRING–SUMMER 2019

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Reykjavik

mySTIC RIVER

Un viaggio attraverso i colori della terra, per scoprire paradisi dalle acque cristalline, dove il verde si mescola con l’azzurro. guardare l’aurora boreale con i suoi riflessi iridescenti. osservare l’eruzione di un vulcano, dove il rosso del magma esplode nel fuCSia e nel viola degli zampilli.

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1. FABIANA FERRI 2. M MISSONI 3. TITÌ MILANO 4. ROSSO 35 5. CALIBAN 6. BAGUTTA 7. CA’VAGAN

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AUTUNNO INVERNO 2018/19

shop at cannella.com


PREVIEW WOMENSWEAR SPRING–SUMMER 2019

TOTAL CANDOUR

Il bianco, attore incontrastato, diventa colore attraverso le sue tante sfumature create da pannelli, pieghe, drappeggi. Ogni capo è un racconto introspettivo.

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1. BALOSSA 2. ALESSIO BARDELLE 3. STEFANO PATRISSI 4. VDP VIADELLEPERLE 5. LUCILLE 6. EMPATHIE 7. SEVENTY

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Himeji

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PREVIEW WOMENSWEAR SPRING–SUMMER 2019

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Texas

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true ROMANCE

Nel cuore dell’estate i tessuti diventano impalpabili, per dare un senso di freschezza anche con le temperature più elevate. Un magnetismo fresco e romantico viene enfatizzato da una palette di colori glamour, che si abbinano in perfetta sintonia con il denim.

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1. ANNA RACHELE 2. DIESEL 3. Pepe Jeans London 4. MACKAGE 5. TATRAS 6. KAOS 7. AVANT TOI 8.Liu Jo White

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OLIVER FLORIO for

Oliver Florio: un punto di riferimento per il Triveneto ACCANTO AL CORE BUSINESS COME AGENTE ESCLUSIVO PER IL NORD EST DI LIU JO, OLIVER FLORIO HA COSTRUITO UN’ATTIVITÀ DI PLURIMANDATARIO PER I MARCHI PREMIUM DI MODA DONNA E UOMO, CON UN FOCUS SUL TRIVENETO ATTRAVERSO IL SUO QUARTIER GENERALE A PADOVA. L’ESPERIENZA TRENTENNALE, LA FORZA DI UN GRUPPO DI LAVORO COMPATTO E PREPARATO E UN SERVIZIO A 360 GRADI FANNO DI OLIVER FLORIO UNA FIGURA CHIAVE PER LA CONSULENZA E LO SVILUPPO DEI MARCHI, IN UN’AREA CHIAVE DEL MADE IN ITALY Oltre 30 anni di esperienza nel settore moda in Triveneto, di cui gli ultimi dieci come agente esclusivo per il Nord Est di Liu Jo: basterebbero queste due informazioni per dare un’idea dell’importante bagaglio professionale di Oliver Florio, ma c’è molto altro. Infatti, oltre all’intesa con Liu Jo, che costituisce tuttora il core business, Oliver Florio ha costruito un’attività di agente plurimandatario focalizzata sull’area in cui opera da sempre e che conosce approfonditamente, all’insegna di un’ottica avanzata di servizio e della specializzazione nell’abbigliamento donna, uomo

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e accessori di target premium. Un’attività che si sviluppa attraverso due società - Florio Oliver e Laboratorio 9, lanciata nel 2014 - ospitate all’interno di uno degli edifici più moderni e funzionali di Padova, il Palazzo Economia Net Center. Qui Florio ha avviato otto anni fa una showroom di 800 metri quadri, interamente dedicata a Liu Jo, seguita nel 2014 da un ulteriore spazio di circa 600 metri quadri, cui ha fatto seguito quest’anno il Kubo: 500 metri quadri in un vero e proprio “cubo” di vetro, funzionale ed esteticamente inconfondibile. «Ci troviamo in prossimità dell’uscita

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Padova Est dell’autostrada, in un building che fa da elemento catalizzatore dell’area a maggior tasso di sviluppo direzionale e commerciale della città», precisa Florio, a capo di un team di 12 persone attentamente selezionate, «perché la scelta dei collaboratori è tanto, anzi tutto. Credo nella forza del gruppo, nel fattore umano e in un approccio serio e flessibile al mercato: le sfide in atto sono tante, ma l’importante è affrontarle in modo organizzato». Una parola ricorrente nelle frasi di Florio è servizio: «Per noi seguire il cliente a 360 gradi non è un modo di dire ma una realtà di tutti i giorni, senza tralasciare nessun aspetto compresi i cambi merce, i riassortimenti, la gestione degli incassi e, non ultima, la ricerca dei partner giusti per lo sviluppo retail». Mai improvvisare, «lavorando in stretta sinergia con i marchi di cui ci occupiamo e cogliendo le opportunità di crescita insieme a loro»: questa la regola che Oliver Florio segue da sempre.

www.floriooliversrl.com - www.laboratorio9.com

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giulia gaudino veste le griffe

italian cinderella In una hommage nazionalpopolare alla creativitĂ milanese la top influencer Giulia Gaudino impersona una moderna Cenerentola alle prese con un sogno che diventa realtĂ DI MARC SONDERMANN

Photo: Alberto Tandoi Fashion editor: Alberto Corrado Stylist: Fabio Pravato Talent: Giulia Gaudino Hair&Make Up: Branislav Nikic @ Face to Face Agency using Mac Cosmetics Per la location si ringrazia il Circolo Marras

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Abito bicolore in cady e chiffon di seta creponne drapeggiato, Blumarine. Bracciale e anello della collezione “Spicchi di Luna” in oro bianco e diamanti, Damiani. Sandali modello “chanel”, spuntati e con decorazione di cristalli, Giuseppe Zanotti

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Abito in seta, Bottega Veneta. Cappello con maxi falda in paglia Firenze, Alessandra Zanaria. Collana icon “pappagallo”, con tubetti e cristalli in vetro, Sharra Pagano. Cintura Redemption. Platform Jimmy Choo

Completo in seta con stampa geometrica, cappotto in lana mohair celeste con motivo geometrico, décolleté in rete logata con profili in pelle bianca, tutto Fendi. Anello della collezione “Spicchi di Luna” in oro bianco e diamanti, Damiani

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Abito lungo senza maniche in Tulle Point d’Esprit, arricchito da micro paillette e con il dettaglio di balze a taglio laser, stivaletti con fiocco, REDValentino. Cappello con maxi falda in paglia Firenze, Alessandra Zanaria

G

iulia, come si connota il tuo profilo? Un profilo dove la naturalezza e la spontaneità la fanno da padrone: chi mi segue ha imparato ad apprezzare l’immagine di una ragazza caparbia e positiva, con gli occhi rivolti ai propri sogni e i piedi ben saldi a terra. Penso emerga una passione per tutto ciò che concerne moda, stile e cura della persona, non circoscritta solo all’ambito estetico. Ho tanta voglia di mettermi in gioco, di scoprire e di condividere con le persone che amo quelli che sono i piccoli-grandi traguardi della vita, tipici di una ragazza ai tempi del digital. Com’è il tuo ideale di donna? La donna che ammiro, che mi rappresenta e che amo riproporre attraverso i miei canali social è una figura femminile, mai volgare, che comunica eleganza nel modo di vestire e relazionarsi, immersa nelle dinamiche odierne ma sempre legata ai valori e alle tradizioni di un tempo. Il tutto espresso con estrema spontaneità. Come hai raggiunto un’audience di oltre 500mila follower? Non esiste una vera e propria formula. Il percorso che mi ha portato fin qui è iniziato in maniera del tutto inconsapevole e naturale. Dopo la laurea in comunicazione ho deciso di dedicarmi con più costanza alla creazione di miei contenuti, mossa da un semplice desiderio di condividere il mio quotidiano. Chiaramente nella “pozione magica” l’ingrediente fortuna non può mai mancare, affinché un percorso di successo arrivi a destinazione. Proprio il fatto che le aziende a un certo punto abbiano compreso l’importanza di figure come le nostre ha reso possibile la mia crescita, trasformando ciò che era una passione in lavoro.

Abito in viscosa di seta stampata e corpetto in pizzo Sangallo, I’M Isola Marras. Anello e bracciale della collezione “D.ICON” in ceramica bianca, oro rosa e diamanti, Damiani. Borsa in pitone oro, Kneed. Stivali in pelle, Bottega Veneta

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Che idea ti sei fatta dei tuoi seguaci? Mi stupiscono di giorno in giorno; è bellissimo constatare come attraverso uno schermo possano arrivare sentimenti e valori positivi quali l’amore per la vita, l’importanza del sacrificio e l’approccio costruttivo alle cose. Penso che i



Cappotto in doppio di puro cachemire, indossabile anche come cappa, e top girocollo in raso plissettato, Max Mara. Orecchini Sharra Pagano. Mini brigitte snake rosa in pitone con fascia di strass, Gedebe

follower imparino col tempo a conoscerci, si sentano coinvolti in tante situazioni e si appassionino alle nostre vite. In questo modo avviene una naturale selezione: chi decide di seguirmi si rivede nel mio modo di vivere, di comunicare e condivide i miei ideali, o più semplicemente si ispira ad essi nelle scelte più o meno importanti della propria vita. Di conseguenza li vivo un po’ come persone simili a me, vicine alla mia natura. In tanti di loro rivedo me stessa, la Giulia degli inizi, una persona motivata da un sogno e da tanta voglia di realizzarlo. L’idea che possa essere proprio io a dare loro una carica in più, una parola di conforto, o uno spunto di riflessione, mi riempie di gioia e di orgoglio per ciò che faccio. Come descriveresti il tuo stile? Oggi prediligo un’immagine più raffinata, pulita e sensuale, senza

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Abito in pelle e pizzo, Ermanno Scervino. Cappello in paglia parasisol, Borsalino. Anelli e collane della collezione “Belle Epoque” in oro bianco e diamanti, oro bianco diamanti e rubini, oro bianco diamanti e zaffiri, tutto Damiani

dover per forza ostentare. Uno stile che reputo fresco e femminile. Amo l’eleganza non solo nelle forme, ma anche nei modi, nei gesti, nel modo di comunicare. Lo stile è un insieme di aspetti, non è solo ciò che indossiamo, è come lo facciamo e la luce che emaniamo. Quale il prossimo step come donna d’affari? Dopo diversi investimenti che mi hanno vista coinvolta nel corso degli ultimi anni e che mi riempiono di soddisfazione, in ambito professionale ambisco a crescere e a strutturarmi sempre più. Milano è una città piena di stimoli e il fatto di poter condividere questa professione col mio compagno ci porta a sognare sempre più in grande. E chissà, magari a costruirci nel futuro prossimo ■ una realtà tutta nostra. La felicità è tale solo se condivisa.


LD Luxury Distribution for

Un progetto al femminile, diverso da tutti Angelika Kelch e Sydney Haley, fondatrici di LD Luxury Distribution, hanno creato un progetto che è molto più di una showroom. Unendo professionalità, conoscenza dei settori luxury e premium e sensibilità, selezionano marchi realizzati principalmente da donne e focalizzati sul lusso accessibile, la sostenibilità e l’innovazione, tutti made in Italy e a misura di un mercato esigente L’imprenditoria femminile che fa presa sul mercato, ne, artefici di prodotti fantastici ma che non vengono affrontandolo con esperienza, professionalità e serità, abbastanza valorizzati. Ecco che scendiamo in campo trova in LD Luxury Distribution un esempio concrenoi, anche con il supporto dei fondi europei». Angelika to. Non una semplice showroom, seppure in una sede si sofferma sul secondo mantra, il lusso democratico, prestigiosa - si trova in via Spiga 15, nel cuore del Qua«in risposta a una precisa esigenza dei buyer internadrilatero - e con marchi di qualità, ma un concept sui zionali, in cerca di brand qualitativamente validi (e in generis, diverso da tutti gli altri. Il background delle due questo gli italiani non sono secondi a nessuno), ma Angelika Kelch fondatrici, Angelika Kelch e Sydney Haley, parla da con prezzi accessibili». «Il settore luxury - dice - si è solo: entrambe hanno alle spalle un percorso profesauto-inflazionato, a causa di griffe che hanno letteralsionale ricco e articolato, votato più alla consulenza mente “piastrellato” il pianeta con i loro monomarca a 360 gradi che alla mera distribuzione. Se Angelika online e offline. Il risultato è una generale stanchezza vanta un curriculum che spazia appunto dalla distribudel consumatore, che va risvegliato con proposte alzione dei marchi fashion in ambito luxury e premium, ternative». Sydney Haley interviene illustrando il terzo soprattutto in Europa Cina al marketing, fino al brand mantra, il focus sulla creatività e innovazione italiane. development, al sourcing e al line building, Sydney è la «Nella nostra showroom privilegiamo realtà proiettate Sydney Haley sua perfetta controparte: nata in America, ha alle spalle alla ricerca - puntualizza - e impegnate a utilizzare tecun’esperienza di 25 anni nell’ambito delle vendite di beni di lusso e niche produttive particolari. Qualche esempio: le borse in stampa della promozione internazionale dei marchi italiani. Grazie alla col- 3D che sprigionano un profumo particolare, o le giacche outdoor laborazione con importanti gruppi di private equity, ha affinato la rivestite di polvere di marmo, per una termoregolazione ottimale. capacità di selezionare le griffe giuste, quelle che sanno “bucare” il Con un filo conduttore, il vero made in Italy». E il quarto mantra? mercato. «Ci basiamo su quattro mantra - spiega Angelika Kelch «Non può che essere la sostenibilità - conclude Sydney -. Con-. Il primo, che ci sta molto a cuore, è il supporto al mondo im- sapevoli del fatto che anche la moda può contribuire a salvare prenditoriale femminile. In quanto donne straniere che da più di 20 il pianeta, abbiamo un occhio di riguardo verso tutti i materiali e anni hanno scelto di vivere in questo Paese, tocchiamo tutti i giorni i procedimenti biologicamente corretti. Sempre e comunque di con mano una realtà, quella delle imprese create e gestite da don- aziende gestiti da imprenditrici».

www.luxurydistribution.it



WOMEN’S RESORT 2019

LOOK, CREATIVITY & FEEL Le interazioni tra abiti e creatività nelle pre-fall offrono esperienze speciali per dare tono e colore a tutti gli abbinamenti che vogliono distinguersi e rimanere impressi nella memoria. di ALBERTO CORRADO

ANTONIO BERARDI

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WOMEN’S RESORT 2019

Fendi L’asimmetria e le pieghe diventano il focus negli abiti e nei pannelli attaccati ai pantaloni a sigaretta. I fiori sbocciano all over come la logomania, una componente costante. Gli accessori si rifanno alla nuova gamma “Fendirama” ispirata all’arcobaleno.

missoni Un romanticismo delicato, ispirato all’opera “Farm” di Jackie Nickerson, celebre fotografa nativa di Boston, racconta la quotidianità di un contesto culturale dove la donna vive ai margini della società. I maglioni si appoggiano su camicie ampie, le morbide texture della pelle si avvicendano con i tessuti leggeri, decorati da reti di corolle e frange. l’iconico zig-zag divide la scena con abiti in maglia con plissettature su tutta la lunghezza.

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EMPORIO ARMANI Una collezione risolutiva, che racconta una tradizione fatta di heritage tutto italiano e di un perfetto stile petit garçonne. L’impalpabilità dei tessuti dalla seta fiancheggiata al puro e lussuoso cachemire accompagna le silhouette morbide, perfette da indossare fino al tramonto. I capispalla sono essenziali, così come la palette cromatica, che rafforza l’equazione Armani uguale lusso.

MAX MARA L’arte moderna e contemporanea della Collezione Maramotti va in scena con l’innovativo camel coat in stile maschile doppiato in organza di seta, che evoca la stratificazione della tela “Sacco e Rosso” di Alberto Burri, mentre i nodi, gli incroci e le trecce che adornano ogni singolo capo fanno da rimando alla “Torsione” di Anselmo, uno dei maestri dell’Arte Povera. gli accessori, come la maxi bag di pelle a soffietto, ricordano la trama increspata degli “achrome” di Piero Manzoni. Per una visione della modernità limpida e potente.

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RED VALENTINO Romanticismo e ribellione, viaggiando fra tracce e segni alla ricerca di nuovi mondi. Un mismatch di elementi, con cui giocare seguendo l’estro individuale: capispalla robusti e giacche ariose, boxing short, giacche varsity e gonne fluttuanti; minidress impalpabili e ampi pantaloni chino; parka ricamati, abiti di rete con top frangiati.. La palette di colori classici e’ ravvivata da ricami, stampe tattoo e inserti floreali.

COACH 1941 Tailoring da rockstar ispirato ai suoni e agli abiti di scena delle band più cool delle notti di New York e Los Angeles: Nick Cave, Marilyn Manson e The Viper Room. Le borchie giustapposte allo scintillio dei cristalli, i tessuti mixati, le trame e stampe ecclettiche e personali definiscono il guardaroba rock’n’roll dal sapore dark e nostalgico, come se fosse ripescato da una scatola magica.

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FOXTOWN FACTORY STORES for

Sempre più servizio, perché ogni cliente è speciale IL 2018 SI CHIUDERÀ CON UNA CRESCITA QUASI A DOPPIA CIFRA PER FOXTOWN FACTORY STORES, GRAZIE A UNA FORMULA SOLIDA MA COSTANTEMENTE RINNOVATA, CHE METTE I CLIENTI (OLTRE 3 MILIONI L’ANNO) IN PRIMO PIANO. GRAZIE A INVESTIMENTI NEL SERVIZIO, NELL’OFFERTA E NELLA STRUTTURA E A UN NUOVO PIANO DI VIABILITÀ, IL CENTRO DI MENDRISIO DIVENTA ANCORA PIÙ FORTE Mentre il mercato affronta numerose incognite, FoxTown Factory Stores a Mendrisio, sette chilometri dal confine italo-svizzero, può contare sulla certezza di un 2018 che si avvia alla chiusura con un incremento di fatturato quasi a doppia cifra. Nato a metà anni Novanta da un’intuizione dell’imprenditore Silvio Tarchini, FoxTown Factory Stores è stato il primo polo commerciale nel suo genere del Sud Europa e, 23 anni dopo, mantiene salda la leadership. I numeri parlano chiaro: Silvio Tarchini 160 store per oltre 250 griffe internazionali, prezzi ridotti dal 30% al 70%, una superficie di 30mila metri quadri, sette punti di ristoro, un Casinò, una VIP Lounge e aree relax rendono la shopping experience unica per gli oltre 3 milioni di clienti che, lungo 360 giorni l’anno, visitano questo enclosed mall, al riparo dalle bizze del meteo. «Archiviamo il 2018 con un ottimo riscontro di presenze» ribadisce Giorgia Tarchini Gygax, direttrice del Gruppo Tarchini e figlia del fondatore, che affianca insieme alle sorelle Alessandra e Nadia nella gestione di FoxTown Factory Stores. «Svizzera e Italia mantengono le prime posizioni nell’affluenza - aggiunge - ma notiamo un sempre crescente interesse da parte dei viaggiatori da Cina, Hong Kong, Taiwan, Malesia, Giappone e Singapore, di pari passo con il riscontro molto positivo dall’Est Europa e la stabilità degli ingressi dal Medio Oriente». Del resto, FoxTown Factory Stores è il risultato di una

formula che unisce l’esperienza all’innovazione. «Se l’anno scorso abbiamo investito nel restyling delle facciate - sottolinea l’imprenditrice - quest’autunno ci concentriamo sul refit dei punti di ristoro, ripensati nell’ottica della valorizzazione dei prodotti del territorio, a partire dai vini, e delle proposte green». A FoxTown Factory Stores non si va, del resto, semplicemente per comprare ma per rilassarsi, divertirsi e usufruire di un’ampia gamma di servizi tra cui la sartoria, il guardaroba, il wifi gratuito e, particolarmente apprezzati, l’ufficio turistico, le promozioni periodiche per scoprire, con tariffe speciali, i luoghi più belli del Canton Ticino. «Anche i nostri negozi cambiano e si evolvono - informa Giorgia Tarchini Gygax -. Tra le new entry più recenti c’è per esempio New Balance e Flavio Castellani, mentre Caractére e Fiorella Rubino sono stati riposizionati». FoxTown, dunque, come entità viva e in costante interazione con l’area che la circonda: «Siamo a 200 metri dall’autostrada - conclude Giorgia Tarchini Gygax - e agevolati da lavori in fase di conclusione, che renderanno ancora più facile e rapido l’accesso al nostro centro. La stazione di San Martino di Mendrisio dista poche centinaia di metri ed è ormai pronto il collegamento ferroviario diretto con Malpensa. Non dimentichiamo che per chi ci raggiunge con i mezzi pubblici c’è una gradita sorpresa: il “green pass” che consente ulteriori sconti in molti dei nostri punti vendita».

Via Angelo Maspoli 18 - CH 6850 Mendrisio - Tel. 0041 848 828 888 - info@foxtown.ch - www.foxtown.com


WOMEN’S RESORT 2019

VIVETTA Una selezione di pezzi speciali, che raccontano il Far West in chiave moderna. Le stampe all over, le bocche, le nuvolette, i visionari ramage di fiori e foglie si mescolano, mentre i tessuti della grande tradizione maschile si fanno decisamente femminili. Colpisce il grafismo del pied de poule in B&W con dettagli cremisi a contrasto. I classici maschili da camiceria, come il rigato, vengono utilizzati per costruire freschi abiti in popeline con balze, rifinite da merletti ricamati.

MARIO DICE Lo stilista definisce attraverso i ricordi un nuovo codice vestamentario, ispirato alle gitane del secolo scorso della Camargue, il nuovo gipsy style si ammanta di ricami, intarsi tra pieghe di una gonna di pizzo, foulard o abiti asimmetrici, trattenuti da fiocchi. Il tutto giĂ visto, viene spazzato via e ricomposto.

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TREND

BRAND TO WATCH Marchi al debutto, in fase di rilancio o con alle spalle poche stagioni. I loro plus? Un concept originale e una storia da raccontare DI ANGELA TOVAZZI

ISA ARFEN GINA GORGEOUS Si chiama Gina Gorgeous, un nome che suona d’altri tempi, ma il marchio è tutt’altro che agée. La giovane stilista Federica Gualandi, insieme all’art director Cristiano Ganassi, l’ha lanciato nel dicembre 2016, scommettendo su un mood libero ed eclettico, che mixa senza regole la moda urban con il pizzo e il tulle, le forme oversize con le silhouette couture. Prodotto e distribuito da L-Lab di Luca Bertolini, il brand si appoggia, tra le altre, alla showroom milanese Panorama Moda ed è presente in multibrand come La Rinascente a Milano, Des Boutique a Matera, Traffic Multilab e Yes Shop a Napoli. I prezzi medi sell in sono 75 euro per la collezione estiva e 90 euro per quella invernale.

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Il brand - Isa Arfen - non è nient’altro che l’anagramma del suo nome di battesimo, Serafina. Parliamo di Serafina Sama, italiana di Ravenna, volata nella capitale inglese, dal 2002 al 2006, per studiare alla Central Saint Martins e dal 2008 naturalizzata londinese. Dopo esperienze da Marni, Lanvin e Marc Jacobs, oltre a due anni come design assistant di Chloé, la stilista si è lanciata en solitaire con una sua collezione: scanzonata, femminile, naturalmente glamour, con un tocco di eccentricità. Siamo nel 2012. Da quel momento è stato un crescendo: il marchio ha presentato a Parigi, New York e Londra e nello scorso febbraio è entrato per la prima volta nel calendario ufficiale della London Fashion Week. Oggi Isa Arfen vanta un network di clienti al top, come Galeries Lafayette, Liberty, Isetan, The Webster, Harvey Nichols e, in Italia, Penelope. Online si trova, tra gli altri, da Matchesfashion, Moda Operandi e LuisaViaRoma.


BRUNELLO BARBIERI Due donne - Giulia Brunello (ex Trussardi, Dolce&Gabbana e Versace) e Alessandra Barbieri - e un nuovo progetto in omaggio alla femminilità, quella che distingue ogni donna e la rende unica. La qualità sta già negli ingredienti: materiali di pregio (sete e cady, lane e cashmere), una confezione made in Italy, un approccio eco-friendly, un’attenzione speciale alla vestibilità, con taglie dalla 38 alla 60. Nato come capsule nel 2016, oggi il marchio è una linea completa, che si sta affermando nella distribuzione wholesale. Con base alla showroom Chance 15, in corso Vittorio Emanuele a Milano, la collezione presenta prezzi sell in a partire dai 100 euro.

ATLEIN Lui si chiama Antonin Tron ed ha recentemente trionfato alla 29esima edizione degli Andam Fashion Award. Un nuovo riconoscimento per il designer, che è nato a Parigi nel 1984, ha studiato alla Royal Academy of Fine Arts di Anversa e si è fatto poi le ossa attraverso esperienze da Louis Vuitton, Givenchy e Balenciaga. Un iter formativo culminato, nel 2016, nel lancio del proprio brand, battezzato Atlein, insieme al partner Gabriele Forte. L’energia, il movimento, la fisicità fanno da filo conduttore a una collezione che sperimenta mescolando tailoring e sportswear, con costruzioni fluide e scultoree al tempo stesso. Il brand è attualmente distribuito in Europa, Asia e Stati Uniti, con una presenza selezionata in department store e multimarca top level, come Bergdorf Goodman, Neiman Marcus, Nordstrom e The Webster (nei quali vende anche online), Galeries Lafayette e United Arrows.

MRZ Tra i finalisti dell’edizione 2018 di Who is on Next?, Mrz è disegnato da Simona Marziali, classe 1978, che ha iniziato la sua carriera nella moda a 21 anni, lavorando come knitwear designer per diverse aziende, tra cui Gilmar. Del resto, ha respirato maglieria sin da piccola, nell’azienda di famiglia, fino a decidere di laurearsi a Roma all’Accademia Koefia e a conseguire un master in maglieria a Firenze. Il debutto con la sua linea è nel 2012 e oggi, grazie anche alla collaborazione con la showroom Tomorrow, ha conquistato un network di top shop internazionali, tra cui Antonia e Tiziana Fausti in Italia, Podium e Tsum in Russia, Le Bon Marché in Francia. I prezzi medi wholesale sono compresi fra gli 80 e i 300 euro.

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RUNWAYS SPRING-SUMMER 2019

NEW YORK FASHION WEEK

TUTTI INSIEME STRATEGICAMENTE Tom Ford in apertura, diversi anniversari - da Escada a Ralph Lauren, fino a Longchamp - ed eventi ad ampio raggio, tra cui il ritorno di Prada Linea Rossa: la fashion week newyorkese sotto i riflettori in un'ottica di rilancio

Ph. Imaxtree.com

DI ALESSANDRA BIGOTTA

Boss

Nicole Miller

Escada

Badgley Mischka

Ralph Lauren re per una notte nel cuore di Central Park Hillary Clinton, Anna Wintour e Steven Spielberg, oltre a una parata di colleghi da Tommy Hilfiger ad Alexander Wang, erano solo alcuni dei 500 ospiti eip (extremely important people) che durante la fashion week hanno reso omaggio ai 50 anni di moda di Ralph Lauren, inossidabile 78enne a capo di un impero da 6,2 miliardi di dollari. Location del faraonico evento, che ha avuto il suo momento clou in una sfilata see now-buy now con 170 tra modelli e modelle, un luogo caro all'imprenditore e fashion designer, oltre che simbolico per la cittĂ di New York: il Central Park, dove Ralph Lauren era giĂ stato protagonista nel 2008 e quattro anni prima. (a.b.) Custo Barcelona

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Kate Spade

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10 Corso Como al Seaport District Dopo Milano, Seoul, Pechino e Shanghai, 10 Corso Como sbarca negli Usa con uno store di 2.800 metri quadri nel Fulton Fish Market Building, epicentro del rinnovato Seaport District: un porto da oltre 15 milioni di visitatori l'anno, che grazie al progetto di valorizzazione di The Howard Hughes Corporation sta diventando una nuova destinazione per l'entertainment e il lifestyle. Inaugurato durante la fashion week, 10 Corso Como NewYork replica negli States la formula che lo ha reso celebre, a base di moda, cultura e cibo italiano di qualitĂ . (a.b.)

Tom Ford

Tory Burch

Jeremy Scott

WWW.STEFANOPATRISSI.IT / INFO@STEFANOPATRISSI.IT TEL. +39 0291667162 SHOWROOM SALONE ITALIA / VIA TORTONA 17_09_20184 MILANO 147


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PREVIEW ACCESSORIES SPRING-SUMMER 2019

AN ENCHANTED SEASON Vento d’estate . Una brezza lievemente salmastra scompagina ogni certezza in fatto di summer look. Gli accessori rinfrescano il guardaroba vacanziero, per ripartire con un trolley carico di idee. di ALBERTO CORRADO

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BARRAGE GLAM

PREVIEW ACCESSORIES SPRING-SUMMER 2019

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Lo stile e le forme classiche giocano su materiali nuovi, metallerie IN OTTONE spesso a contrasto, tacchi quadrati o sottili. per essere sempre glam e dailywear.

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1. CARMENS 2. CALICANTO 3. FURLA 4.RODO 5. DANIELE ANCARANI 6. COCCINELLE 7. ELENA GHISELLINI 8. BIANCHI E NARDI 1946 BY GIANNICO 150

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CLASSIC POP

PREVIEW ACCESSORIES SPRING-SUMMER 2019

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La Kidult SI IDENTIFICA CON borse e scarpe dal carattere forte e dallo stile eccentrico. UN'Esplosione di colori, CHIUSURE e patch in stili diversi, dallo shopping al party. 6

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1. BRACCIALINI 2. GABS 3. PIQUADRO 4. GIANNA MELIANI 5. CROMIA BY MICHELE CHIOCCIOLINI 6. FEDON 1919 7. CAFÈ NOIR 8. FELISI 9. MALONE SOULIERS 152

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WILD INSTINCTS

PREVIEW ACCESSORIES SPRING-SUMMER 2019

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LA DONNA LATINA ama osare ed essere sempre femminile: a lei molti grandi brand si ispirano oggi, inventanDO stili sensuali su tacco alto.

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1. L'AUTRE CHOSE 2.GIANNI CHIARINI 3.TOSCA BLU 4. PELLICO 5. SERAPIAN 6.BALDININI 7.LORIBLU 8. CASADEI

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INDIAN SUMMER

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Le immense distese del West americano ispirano una consumatrice che reiNventa lo stile country tradizionale con tocchi raffinati e la rielaborazione di volumi tipici, come NELLO stivaletto tacco messicano.

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1. LA CARRIE 2. JANET&JANET 3.TWINSET 4. SANTONI 5. MIA BAG 6. CESARE PACIOTTI 7.THE BRIDGE 8. IL BISONTE 9. NR RAPISARDI

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CASUALMANIA

PREVIEW ACCESSORIES SPRING-SUMMER 2019

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Tecnologia E materiali ultraleggeri. Le sneaker assomigliano sempre più ad un’app per camminare. Stregate dal lusso, sono perfette per LE occasioni formali e informali. 5

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1. STW 2.MBT 3.SAUCONY 4.SKECHERS 5.CRIME LONDON 6.GIVENCHY 7.POLLINI 8.LOTTO LEGGENDA

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1. LIU JO 2.Paula Cademartori 3.ALBERTO GUARDIANI 4.VOILE BLANCHE 5.VEJA 6. MIZUNO 1906 7.GOLDEN GOOSE 8.ADIDAS 9. WUSHU

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TREND

BRAND TO watch Scarpe e borse da tenere d’occhio: in primo piano lavorazioni artigianali, un concept eco-friendly e una creatività alternativa DI ANGELA TOVAZZI

magrÌ L’idea, a Isabella Pia Ayoub, è venuta in un locale di Manhattan nel 2013, osservando tutte le donne che entravano indossando una it-bag. Per lei, di professione architetto, è stato naturale disegnare uno schizzo su un tovagliolo, diventato la prima bozza di un progetto che ha preso forma di lì a poco. Magrì, questo il nome della collezione, è infatti attivo da oltre un triennio e oggi è sinonimo di due collezioni l’anno, ognuna composta da 30 borse. Materiali di pregio (vitello specchiato, vitello spazzolato e vernice, mixato con il suede), forme lineari e sinuose e una produzione totalmente made in Florence scolpiscono il dna del brand, disponibile sul proprio e-shop e in multimarca come Antonia, Suit Lecce, Des Boutique, Nugnes1920, Dante5 e Aimo Room. Prezzi medi wholesale compresi fra i 250 e i 500 euro. Le showroom di riferimento sono in via Cusani 1 a Milano e in place Vendôme a Parigi.

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3941 MILANO I loro nomi sono Carla, Isotta, Ottavia, Olivia e Lavinia. Sono borse realizzate a mano e decorate da maestri ricamatori: dei «veri gioielli di artigianato italiano». Roberto Confalone sintetizza così il concept di 3941 Milano, brand lanciato ufficialmente con un socio a gennaio 2018 per conquistare un target di nicchia supersofisticato, alla ricerca di pezzi unici e non convenzionali. «Siamo partiti un po’ prima con una piccola capsule - racconta Confalone, un diploma all’Istituto d’Arte di Catania, con diverse esperienze nel settore moda e distribuzione prima a Roma e poi a Milano -. Per testare il prodotto abbiamo dapprima ricercato stampe e fantasie rétro di abiti vintage ricamati e, una volta smontati, recuperato parti di tessuti utili per realizzare semplici pochette». Il mercato ha risposto in maniera positiva e così il progetto ha cominciato a prendere forma, debuttando sull’e-shop 3941milano.com. I prezzi partono da 460 euro.


REGENESI Nato nel 2008 da un’idea di Maria Silvia Pazzi, Regenesi, più che un brand, è una filosofia di vita. Sin dalla sua nascita, l’azienda bolognese si è occupata infatti della trasformazione innovativa e sostenibile di materiali di scarto industriale, per dare vita a oggetti di design e accessori moda. Ne sono un esempio le borse File Bag in pelle rigenerata con cover intercambiabili (nella foto), realizzate in collaborazione con la stilista Matilde Govoni, le Fruit Bag, disegnate da Setsu e Shinobu Ito, e le Msp Bag: prodotti venduti su regenesi.com e in network di selezionati multimarca e concept store, come lo shop del Museo di Arte Moderna di Chicago e Italmoda a Detroit. I prezzi medi wholesale vanno dai 52 euro per la Fruit Bag ai 90 della Msp Bag, fino ai 120 per la File Bag.

ANNIE GESTROEMI Si è messa in luce all’ultimo White Man & Woman dello scorso giugno a Milano, quando è salita sul podio della decima edizione del Premio Ramponi: Annie M. Fabbioni, nata a Fermo ma naturalizzata milanese, nella sua collezione sintetizza le competenze acquisite attraverso una laurea in Architettura e Ingegneria Edile, un master in Luxury Accessories Design and Management all’Istituto Marangoni e il suo grande amore per i viaggi. Colori sgargianti e total black, forme scultoree, ricami pop siglano una linea nata a fine 2016 e oggi di base alla showroom milanese Sixth Floor. Con prezzi medi sell in intorno ai 120 euro, le calzature Annie Gestroemi (questo il nome del brand) stanno cominciando a farsi largo nella distribuzione wholesale, con tappe in multimarca come Venise Collection a Parigi e Londra e L Square e Boutique 51 a El Cairo.

simone castelletti Si chiamano Simone (direttore creativo), Alessandro (responsabile commerciale e consulente stile) e Marianna Castelletti (responsabile produzione): sono fratelli e figli d’arte (cresciuti nell’azienda di famiglia Italiana Manifatture di San Benedetto del Tronto) e dal 2015 firmano il brand Simone Castelletti, una collezione di calzature di lusso, 100% made in Italy e handmade. Basti pensare che per realizzare il modello iconico - il sandalo Grace - sono necessarie cinque ore. Un valore aggiunto che ha permesso al marchio di conquistare consensi sia in Italia sia all’estero, soprattutto negli Stati Uniti e in Cina. Distribuito dalla showroom milanese Four Season, Simone Castelletti si trova in multimarca come Super a Milano, L’Incontro a Modena, Bogari a Rimini e Kiwi a Cesenatico. Intorno ai 100 euro i prezzi medi sell in.

Giulia Venturi Quando Giulia Venturi, nel 2015, decide di lanciare un proprio brand (inizialmente battezzato Supermarket Bag), parte da un’ispirazione democratica come la classica “grocery bag” e la interpreta in chiave luxury, attraverso pellami sofisticati e sapienti lavorazioni artigianali, totalmente made in Italy. A distanza di tre anni, il marchio si è ulteriormente evoluto, grazie a shopper urban chic, glamour e dagli echi bohémienne, come la serie Scaglie (nella foto), pronta a debuttare nella Spring-Summer 2019. Attiva online con il proprio e-shop, la collezione è presente anche in multimarca come Biesse, Gibot e Manzetti di Roma, Gente di Porto Rotondo e Biancolatte di Milano. I prezzi medi sell in sono compresi fra i 45 e i 150 euro.

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Lavora con noi Nella culla della moda in Alto Adige Le ultime tendenze della moda e le secolari tradizioni altoatesine. L’amore per la bellezza, la ricerca, l’innovazione e la qualità. Due boutique dal flair internazionale e dal design contemporaneo. Due città immerse nell’atmosfera di una terra unica, tra Alpi e Mediterraneo. Da 160 anni, Oberrauch Zitt è sinonimo di stile in Alto Adige. L’azienda Oberrauch Zitt, che da sempre si prende particolare cura dei propri clienti e dei propri collaboratori, cerca due persone curiose e appassionate, con una profonda conoscenza del mondo della moda e con riconosciute competenze manageriali, per ricoprire due posizioni di rilievo nel settore vendita, per le boutique di Merano e Bolzano. Se desideri vivere l’Alto Adige da “insider” ed entrare a far parte dell’universo di stile, moda e qualità di Oberrauch Zitt, invia la tua candidatura a monika.f@oberrauch-zitt.com. www.oberrauch-zitt.com


portraits

JENNY GALIMBERTI/ceo

Un'esperta di comunicazione al fianco di jonathan anderson Italo-inglese, un pedigree in maison come Prada, Gucci e da ultimo Louis Vuitton, Jenny Galimberti è la nuova ceo di J.W. Anderson. Con lei ai posti di comando si allunga la lista di donne scelte da Lvmh per guidare le proprie griffe. E si apre un'altra era per il brand, che da dieci anni continua a correre di Angela Tovazzi

L

a nomina è arrivata qualche giorno fa e ha cambiato un po' di pedine sullo scacchiere del gruppo Lvmh. Jenny Galimberti è passata dal team di Louis Vuitton a quello di J.W. Anderson, brand di cui il gruppo francese detiene dal 2013 il 46% delle quote. Con un upgrading significativo: dall'inizio di settembre è infatti diventata ceo della label disegnata da Jonathan Anderson, andando a occupare una poltrona che era rimasta vuota dallo scorso dicembre, quando Simon Whitehouse (il primo a.d. in assoluto del marchio) aveva abdicato al ruolo per ragioni personali. La figura di Galimberti spicca per due ragioni. Da un lato perché è un'altra donna che la holding del lusso d'Oltralpe sceglie per gestire le stanze dei bottoni delle proprie griffe, insieme a profili femminili come Sylvie Colin per Kenzo, Séverine Merle per Céline e Pascale Lepoivre per Loewe. E, dall'altro, perché l'executive è un'esperta di comunicazione, forte di esperienze al top in fatto di brand management, marketing e communication in realtà come Prada, Gucci, L'Oréal e, dal 2015, Louis Vuitton, dove per tre anni ha ricoperto la posizione di senior vice-president global communications, ora affidata all'italiano Stefano Cantino. Durante il mandato della manager, il re dello streetwear Virgil Abloh è entrato dalla porta principale per l'incoronazione a direttore creativo del menswear Vuitton e un cavallo di razza come Francesca Amfitheatrof (ex design director di Tiffany & Co.) è stata cooptata come maître à penser per gioielli e orologi. Descritta come persona esuberante e dal carattere deciso,

Jenny Galimberti - almeno in pectore - pare imprimerà un nuovo stile (anche comunicativo) al brand, in tempi in cui condivisione ed esperienzialità dettano le strategie di marketing, lavorando fianco a fianco con uno degli stilisti più osannati dalla critica negli ultimi anni come Jonathan Anderson. Non a caso Lvmh, qualche mese dopo l'ingresso nel capitale del marchio, affidò al creativo irlandese anche la direzione artistica di Loewe. La sua, del resto, è stata un'escalation velocissima: 34 anni, un diploma al London College of Fashion, Anderson è partito con l'abbigliamento maschile nel 2008, due anni dopo ha aggiunto il womenswear e sin da subito si è fatto notare per il suo approccio unconventional e libero da schematismi di genere. Se ne sono accorti anche i vertici di Pitti Immagine, che nel giugno 2017 lo hanno invitato a Firenze come special guest, lo ha nuovamente confermato l'establishment del British Fashion Council, che agli "Oscar" della moda inglese, lo scorso dicembre, gli ha assegnato un premio doppio: il British Womenswear Designer per la sua griffe e l'Accessories Designer of the Year per Loewe. Di sicuro non si fermerà qui. La sfilata coed andata in scena il 15 settembre a Londra porta solo la sua firma, senza la guida di un ceo. Staremo a vedere la prossima "uscita", mano nella mano, si fa per dire, con Jenny ■ Galimberti.

• Jenny Galimberti, italo-inglese, si è laureata alla University of Oxford • Dal 1998 al 2001 ha lavorato a Milano nel team di Prada nell'area marketing communications • Nel 2003 passa nelle fila di L'Oréal come Head of Corporate Communications, maturando un'esperienza di oltre tre anni • Nel 2006 l'entrata in Gucci, dove resterà sei anni, prima come Special Projects Director e poi in qualità di Brand Partnerships Director • Trasloca successivamente da Alfred Dunhill con il ruolo di chief marketing officer, che manterrà per oltre un anno • Tre anni fa l'ingresso nella famiglia Lvmh come Senior Vice President Global Marketing Communications di Louis Vuitton

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careers a cura di carla mercurio

Lanvin: con Hecquet via alle nuove strategie Dopo aver acquisito il controllo di Lanvin lo scorso febbraio, e affidato ad interim la gestione del marchio a Joann Cheng (presidente di Fosun Fashion Group), Fosun International ha scelto il nome del ceo per reimpostare le strategie della griffe. Si tratta di Jean-Philippe Hecquet, dal 2014 alla guida di Sandro, brand francese nell’orbita di Smpc. Un manager con significativi trascorsi nel lusso, visto che ha lavorato anche da Lvmh, dove ha ricoperto diversi ruoli nell’arco di 14 anni. Nel suo curriculum spiccano inoltre esperienze da Mercedes-Benz Francia e alla start up Latitudes-Diffusion. com. Per l’executive si profila il compito non facile di restituire smalto a una maison che dopo l’addio di Alber Elbaz - alla guida creativa di Lanvin dal 2001 al 2015 - non è più riuscita a trovare una sua identità, trascinata a picco da ricavi passati dai 235 milioni di euro nel 2012 ai 110 milioni nel 2017, con una perdita netta di 52 milioni. Ora si attende l’annuncio riguardo al direttore creativo: un posto lasciato vacante dopo il licenziamento di Olivier Lapidus, tornato a occuparsi del suo brand, e in questi mesi occupato da un team interno. Nei mesi scorsi si sono fatti i nomi di Haider Ackermann, Serge Ruffieux di Carven e Simon Porte Jacquemus. C’è chi ventila addirittura l’ipotesi di un ritorno di Elbaz. Oltre a Lanvin, il gruppo di Shanghai ha altri interessi nel fashion: controlla infatti il 73,9% del marchio italiano Caruso (fra partecipazioni dirette e indirette), il 70% del brand californiano St.John, il 13,89% del gruppo greco Folli Follie e quasi il 29% del marchio tedesco Tom Tailor. Tra le new entry di quest’anno, il marchio austriaco di calzetteria e lingerie Wolford.

Brama Group si rinforza con Lanuti New entry in Brama Group, la realtà di Modena specializzata nella distribuzione di etichette premium in arrivo dagli Stati Uniti, come J Brand, Frame, Equipment, Current/Elliott e Norma Kamali. Arriva Sirio Lanuti con il ruolo di direttore generale. L’executive sarà responsabile dell’organizzazione manageriale del gruppo multinazionale e riporterà direttamente alla proprietà. Al suo attivo incarichi in realtà come Twin Set, Atos Lombardini, e Malìparmi. «Il ruolo di Sirio è un elemento chiave in questo momento per consolidare la nostra realtà» commenta il ceo di Brama, Renzo Braglia.

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Kering: più forte in Cina grazie a Jinqing Cai Kering affida a Jinqing Cai il ruolo di president of Greater China, per rinforzare la visibilità del gruppo nell’area e consolidare i legami con i partner locali. Una scelta strategica per il polo francese, che ha aperto nel 1997 il primo negozio nel Paese, strategico per l’industria del lusso. Nata e cresciuta a Pechino, Jinqing Cai ha completato la formazione in America. È stata tra i partner fondatori dello studio di p.r. Brunswick a Pechino. Dal 2016 è chairman della casa d’aste Christie’s in Cina, che fa capo ad Artémis, braccio finanziario della famiglia Pinault, dove conserverà un ruolo di consulente.

Cantino: dopo Prada è il momento di Louis Vuitton Non ci ha messo molto tempo Stefano Cantino a trovare un nuovo datore di lavoro. Uscito dal gruppo Prada alla fine di giugno, il manager è entrato a far parte di Louis Vuitton, dove guiderà la comunicazione & eventi del brand del gruppo Lvmh. La rottura tra il gruppo guidato da Patrizio Bertelli e Cantino dopo 21 anni di collaborazione aveva fatto molto discutere gli addetti ai lavori, che avevano previsto che il periodo sabbatico di cantino non sarebbe durato a lungo. Il manager italiano era entrato nel gruppo Prada nel 1997, dove ha ricoperto diversi incarichi: nel 2005 è stato nominato direttore marketing, nel 2009 direttore della comunicazione e delle relazioni esterne e nel 2014 direttore marketing e sviluppo commerciale per Miu Miu, Prada, Car Shoe e Church’s. In qualità di senior vice-president global communications Cantino riporterà direttamente a Michael Burke, presidente e ceo di Louis Vuitton. Prende il posto di Jenny Galimberti, diventata ceo di J.W. Anderson, un posto rimasto vacante dalla fine del 2017, quando l’allora ceo Simon Whitehouse aveva rassegnato le proprie dimissioni, dopo tre anni di incarico. Ora, a quasi un anno di distanza, J.W. Anderson, marchio di cui Lvmh possiede il 46%, ha finalmente trovato il suo timoniere. Diplomata alla Oxford University, Jenny Galimberti ha maturato esperienze anche da Dunhill, Prada, Gucci, L’Oréal e Swarovski (si veda il suo ritratto a pagina 161).


Q&A A CURA DI CARLA MERCURIO

STILISTA

TIANYI LI

«Il mio debutto a Palazzo Reale? Una chance incredibile, anzi surreale» Vincitrice del concorso dedicato agli ex allievi dell’Istituto Marangoni, la stilista anglo-cinese Tianyi Li si è aggiudicata la chanche di sfilare in occasione di Milano Moda Donna. La sua collezione sarà sotto i riflettori alla Sala delle Cariatidi il 20 settembre. Che effetto le fa sfilare alla Fashion Week? Mi sembra una cosa surreale. Sono davvero grata all’Istituto Marangoni e al panel di giudici per avermi scelta per questa straordinaria opportunità. Come sarà la collezione sotto i riflettori alla Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale? Mi sono ispirata alle opere dell’artista italiano Lucio Fontana: le sue tele vuote, attraversate da tagli, hanno infranto i confini tra la bidimensionalità e la tridimensionalità. Un passaggio che trovo affascinante. L’atto di squarciare la tela si riflette nel modo in cui ho manipolato il tessuto, per simulare la crudezza del taglio. Altro spunto importante è stato il lavoro di paper artist innovativi come Matthew Shlian e Richard Sweeney, da cui ho attinto per l’uso delle pieghe e delle stratificazioni. Com’è la donna vista da Tianyi Li? Forte, romantica e sexy, con un piglio da maschiaccio. Cosa vuol di per lei la parola moda? Moda è tutto ciò che è legato all’espressione di sé e all’uso dei vestiti come veicolo per raccontare una storia. Quanto contano le sue origini cinesi e gli studi all’Istituto Marangoni? Ho sempre tenuto in considerazione le mie origini cinesi e al tempo stesso, essendo cresciuta in Inghilterra, ho imparato ad abbracciare altre culture. La formazione all’Istituto Marangoni a Londra è stata importantissima. Mi ha permesso di avere opportunità di lavoro con molti brand, dagli emergenti come Fyodor Golan ai noti come Vivienne Westwood e Laura Biagiotti. Tutte queste esperienze mi hanno aiutata a sviluppare il mio processo di design e il mio stile.

Il magazine di news, business e trend

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people di CARLA MERCURIO

Millie Bobby Brown

Dal set al red carpet, l’importante è andare oltre Star acclamatissima della serie tv Stranger Things, a soli 14 anni Millie Bobby Brown è diventata anche un'icona fashion, con 17 milioni di follower su Instagram. Nata nel 2004 a Malaga, in Spagna, da genitori inglesi, Millie vive oggi negli Stati Uniti, dove ha frequentato una scuola di recitazione e si è fatta notare, conquistando dapprima piccole parti sul piccolo schermo e poi ruoli sempre più importanti. Il successo non si fa attendere e diventa esplosivo, con la serie televisiva Stranger Things, sul piccolo schermo dal 2016, in cui interpreta il ruolo della co-protagonista Undici, ragazza con poteri paranormali: una prova non facile per una “ancora-bambina” della sua età, che le vale due candidature agli Screen Actors Guild Awards come migliore attrice in una serie drammatica e due agli Emmy Awards, tra le attrici non protagoniste, più giovane in assoluto nella categoria. Intercettata dai brand più cool del fashion system, Millie (inserita da Time nella lista delle 100 persone più influenti al mondo nel 2018), è stata avvistata nei front row delle sfilate di marchi come Coach o Calvin Klein e oggi non sfugge ai flash dei fotografi sui red carpet di eventi e manifestazioni, dove indossa camaleonticamente outfit di Gucci, Calvin Klein, Rodarte e Jenny Packham, suscitando anche polemiche per le scelte talvolta troppo ardite per la sua età. Lo scorso febbraio a Milano è stata insieme a Naomi Campbell tra le celebrity più fotografate all’evento di lancio del progetto Moncler Genius. Indossava un abito nero della griffe e sfoggiava un look acqua e sapone, con capelli tirati all’indietro, che ha attirato l’attenzione molto più di altre mise studiatissime. Sarà per questo che Moncler ha rilanciato, scegliendola tra i protagonisti della nuova campagna istituzionale dal titolo emblematico: Beyond. Scatti in bianco e nero dedicati a un gruppo di persone mosse dalla motivazione di superare i propri limiti: dall’atleta paralimpico all’astronauta, dall’attivista al trend setter. Un ruolo che a Millie spetta di diritto, così giovane eppure già così brava.

Ms. Lauryn Hill

Con Woolrich alle radici più autentiche dell'American Soul La leonessa della soul music è tornata a ruggire: dopo un periodo di lontananza dai riflettori e dallo showbiz, con cinque figli da crescere avuti da Rohan Marley (figlio di Bob) e presenze a singhiozzo sui palcoscenici musicali, Ms. Lauryn Hill festeggia quest’anno con un tour mondiale e una ritrovata visibilità il 20esimo anniversario del suo album rivoluzionario, The Miseducation of Lauryn Hill: 18 milioni di copie vendute, riconosciuto dalla critica come uno dei migliori di sempre. Più volte disco di platino, ex membro dei Fugees, la cantante statunitense si è conquistata di diritto un ruolo di primo piano nel firmamento delle star, con dieci nomination ai Grammy e con la vittoria di cinque Grammy Award. Ora per lei è il momento di riannodare i fili della sua storia. Un percorso che l’ha portata all’incontro con Woolrich, lei e il brand intenti a celebrare i valori dell’American Soul, che si legano al mondo delle diversità e delle comunità, a quello spirito libero e autentico di cui entrambi si fanno interpreti. Al suo volto e alla sua voce Woolrich ha affidato la campagna Fall/Winter, presentata con un video speciale, in cui Lauryn Hill interpreta il suo singolo ExFactor, accompagnata da un pianoforte, mentre sullo schermo scorrono le parole che lei stessa ha scritto per la campagna, in cui spiega la sua idea di American Soul: «Guardo ai soulful warriors che sono venuti prima di me, che hanno lottato per esprimere verità a lungo represse sulla vita, l’amore e il mondo in cui viviamo, che hanno combattuto per la libertà. The Miseducation of Lauryn Hill è un’estensione di questo grande investimento spirituale, parte di un unicum che punta a creare una patria emozionale per i diseredati». Qualcosa di più di un semplice advertisement, dunque, anche perché dalla collaborazione con Woolrich è nata una limited edition di capi che vengono venduti per beneficenza: parka e cappotti di lana che Ms. Hill ha interpretato secondo il suo gusto, arricchiti con stampe, ricami e decorazioni. Non poteva che essere lei, dunque, la star all’evento organizzato da Woolrich in apertura della New York Fashion Week, per celebrare la campagna e le nuove strategie negli Stati Uniti. Un happening che l’ha vista protagonista di una performance speciale, con la sua voce piena di energia, tornata a regalare sogni ed emozioni, proprio come 20 anni fa.

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ENGLISH TEXT

ALESSANDRO VARISCO/TWINSET

«THE PRODUCT IS JUST A COMMODITY. THE REAL CHALLENGE IS TO TELL A STORY» Creating a gorgeous collection is not enough - the key is ensuring engagement. That’s according to Alessandro Varisco, who has been in charge of Twinset - owned by Carlyle - since 2015. Varisco believes that storytelling, entertainment and creating a bond with consumers are essential to guarantee a business growth for a brand that has become more international, more digital and more open to further evolution in recent years.

Twinset Milano

for 40% of the whole. Wholesale represents the other 60%, but the idea is to make this a 50-50 split. We currently have 90 monobrand stores, as well as another 50 franchises, but we’re pushing hard to open new sales points, particularly abroad. We have two new boutiques in London, on King’s Road and at Westfield, while in the USA we’ve opened up a pop-up store as a test as we start to try and penetrate the market. Last summer, Twinset secured its first opening in Shanghai - the entire Far East is important for us, but particularly China, where we’re teaming up with a partner to open between 20 and 25 boutiques over the next four or five years. We have further openings scheduled in Moscow and Saint Petersburg, too. And let’s not forget Italy. During September Fashion Week we’ll inaugurate a 300 square metre flagship store in a two-storey space in corso Vittorio Emanuele. It’s our fifth site in the city, but the location makes this one highly prestigious.

Alessandro Varisco

BY ANGELA TOVAZZI

How has Twinset changed since the takeover by Carlyle and your arrival? We’ve continued writing the same book - we’ve not changed the story. More than anything else, we’ve evolved our product and - above all - our approach. The aim was to make Twinset a global player with international appeal. We’ve invested to improve qualitative standards and decided to keep our prices the same, with the goal of making the brand an alternative to luxury rather than an affordable luxury brand. The first step was to adopt a holistic vision, working extensively on content. What do you mean by that? Look, nowadays you can find everything you want and more on the market. Our wardrobes are full to bursting. You have to give consumers a reason to choose your brand and that can only come from a sense of belonging - the notion that customers feel part of a community. Having a quality product at a fair price isn’t enough. You need to tell a story that the public can identify with. That’s why we decided to invest heavily in short films. It’s something I’ve always said: fashion companies can no longer focus solely on fashion - they have to provide entertainment too. The CEO and management team are the director and actors in a screenplay written to hook consumers. The product is just a commodity - the real challenge is creating added value from an emotional perspective. We want Twinset products to be like suits of armour for women - they might not solve all their problems, but they can certainly help to make them feel more self-confident. What will the two new designers bring to the table? Bill Shapiro joined from Moschino, where he was the right-hand man of Jeremy Scott. Lara Davies is formerly of Chloé. Their first offering will be the autumn-winter 2018 collection, but in my eyes their true debut will be the spring summer 2019 collection. One of the plans is to develop menswear, which isn’t easy for a company that specialises in womenswear, but we’ve taken the first steps with a capsule collection. Within a year at the most, I think we’ll be in a position to unveil a proper offering.

How important is digital for Twinset? We’ve increased our revenue through our online store six-fold in the past three years. Online is around 4-5% at the moment, but we want to increase it to 1015% in the next four-five years. We manage the platform directly through our chief digital officer and a 15-persons team, but the biggest challenge is adopting a digital mindset. It’s not enough to have an online department - the entire company needs to think digitally in order to satisfy the needs of our clients. Will we see Twinset on the catwalk sometime soon? I see Twinset as a democratic brand. If we were to decide to go down the catwalk route, I’d want it to be an event open to the public, not just for industry insiders. I’d want it to be a celebration of a multi-channel approach. Fashion needs to become more direct. We need to take it to the streets. That’s modernity. That’s the future. ■

RICCARDO SCIUTTO/SERGIO ROSSI

«LUXURY FOR ALL. EVEN FOR MILLENNIALS... AND MEN!»

What’s the outlook for 2018? We ended 2017 with revenue of €245 million and Ebitda growth in double figures - it’s risen to €46 million in recent years, which equates to growth of 13%. The first quarter of 2018 has been challenging, but we are expecting to finish the year in line with our forecasts. The aim is to hit the €350 million mark, with an Ebitda margin of 19-20%, within the next four or five years.

Riccardo Sciutto, CEO of Sergio Rossi, points to the relaunch of the production facility in San Mauro Pascoli and the progress made with Millennials - without compromising the brand’s traditional, feminine style - as the big achievements of the past two years. «And now we’re thinking of launching a Sergio Rossi men’s collection», he reveals.

Usually investment firms don’t hold onto companies for too long. Should we expect a change at shareholder level? Are you considering becoming a listed company? Right now there are no tangible signs that point to that. In any case, I don’t think that we are yet big enough for the company to be listed on the stock exchange, but we may see the arrival of a new investment firm. What progress are you making in terms of distribution? Our strategy is to grow the retail side of the business, which currently accounts

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BY ANDREA BIGOZZI

Riccardo Sciutto

Ever since he became CEO of Sergio Rossi, Riccardo Sciutto has had no doubt about the


way to relaunch the brand entrusted to him by Andrea Bonomi of Investindustrial, the investment firm that bought the footwear company from Kering in 2015. In the space of two years, Sciutto has placed the San Mauro Pascoli site back at the heart of the company’s production activities, reopened the brand’s archive and brought in a team of designers rather than placing his faith in one creative director. «We will be making a profit soon - he reveals -. Right now, let’s enjoy the commercial success of the Sr1 line, which accounts for half our turnover. We’re also seeing the best performance in terms of margins for the past 15 years». Sciutto also admits that the brand are considering bringing out a men’s line: «The market demands it and in autumn we’ll make a decision. It’s vital that we open new spaces and we’re working on that both in Italy and abroad. We have a great relationship with Adrian Cheng in China». So far, all of Sciutto’s decisions have been proved right. In this interview, the CEO - previously at Hogan - tells Fashion about his next moves, as he aims to take the company back into profit and boost revenue, which currently stands at €62 million. What’s been the most important business decision you’ve taken over the past few years? Without doubt, the move to bring 80% of production back to our own factory. We’re now producing 1,500 pairs of shoes every day, compared to barely 300 during the French era. We set ourselves three years to achieve that goal and got it done in two. It’s a decision that will allow us to be more competitive. We can now be more intelligent about the way we produce and target specific markets. We can cut down time to market and increase ad-hoc collaborations. So you’ll continue to invest in the factory? Definitely. It’s the jewel in our crown and we want to ensure it continues to flourish. We’re rebuilding the Sergio Rossi archive there - it already has 6,000 pairs. There are plenty of other plans afoot involving the factory: we want to use it for training and open it up to young designers. We like the idea of silently helping new talents to produce their collections, but we don’t want to just stop at supporting them. We want to talk to them, get to know their tastes and hear about their view of the market. Sounds like a good way of doing some talent scouting. Are you on the look-out for a new creative director? We always wanted to go with a team of designers rather than handing the reins to one person and we plan to continue in that vein. We’re always open to bringing in new people with new points of view. Right now we have a head designer plus three brilliant creative designers, and then there’s me - I’m no designer, but I have a really clear understanding of the Sergio Rossi woman. Is she a woman with her finger on the pulse of the market? More of a sneakers girl than a heels-wearer? Our customers love luxury and femininity. The launch of the Sr1 line, which has a focus on daywear, was a real turning point for us - it already accounts for half our turnover. Over the past two years, we’ve also been able to build bridges with millennials - the proportion of our customers between the ages of 25 and 30 is constantly increasing. When we introduced sneakers they instantly became an important part of our sales, but we made them our way - they’re feminine and fun but stay away from being superficial. With men’s footwear market recovering, do you regret putting the brand’s men’s collection on ice? Sergio Rossi We had no choice but to suspend our men’s line. The priority was to relaunch the women’s side of the business. We always planned to bring it back in the future, but we’re getting such a lot of requests now, that we might speed that process up. I can’t rule out the possibility that we take the decision to start producing new men’s models again as early as the autumn.

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ENGLISH TEXT

Your approach to distribution has been a key factor in Sergio Rossi’s recent success too… We currently have 43 monobrand stores, but we want to make that 46 by the end of the year. Over the past few years, we’ve closed and reopened around 20 stores. We have an opening in London in 2019 and are planning to open four or five stores in China over the next six months as part of our partnership with Adrian Cheng. Which market has been most receptive to the new Sergio Rossi direction? Asia, particularly Japan. It’s still our biggest market, with growth into three figures. We’re once again the biggest selling female footwear brand at the Isetan department store, which basically makes us the best-selling brand in the country for the sector. What about the United States? We’re biding our time there. Once upon a time, department stores were all you needed to have success in the USA - it’s not like that anymore. Online shopping alone isn’t enough either, so we’re looking to open a retail presence in New York as soon as possible. Sergio Rossi used to be one of the most popular brands with multibrand stores… And it will be again. We’re already getting back there. In Italy and across Europe, the leading multi-brand stores have started to buy our collections again. We now have a network of 500 multi-brand stores and our brand penetration is growing with every passing season. ■

JEAN CASSEGRAIN/70 YEARS OF LONGCHAMP

«LET’S INVENT THE FUTURE CELEBRATING THE PAST» Longchamp, the French brand with revenue in excess of €600 million, recently celebrated its 70th anniversary with a catwalk show in New York and another event in Paris. The choice of locations was of some significance, for a company determined to look to the future without betraying its heritage, which is intrinsically linked to a family that still runs it to this day. Having started out in the leather goods sector, over time the brand has broadened its horizons, but - according to CEO Jean Cassegrain - there is still plenty of scope for further creativity.

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You’ve just celebrated your 70th anniversary with two events in New York and Paris. Why did you go for those two locations? We organised our first catwalk show at New York Fashion Week [at the World Trade Center on 8 September] because the city encapsulates the free and daring spirit of Longchamp, Longchamp which is one of the few independent companies in the luxury sector run by a family. The event was the climax of a year that has seen us focus heavily on the USA, during which we’ve opened a flagship store on 5th Avenue, launched a collaboration with the designer Shayne Oliver and unveiled Kendall Jenner as our new brand ambassador. The show in New York was one of two stand-out events in September, together with our 70th anniversary celebration at the Opéra Garnier in Paris [on 11 September]. Furthermore, as a way of reiterating our loyalty to craftsmanship and French creativity, we’re in the process of opening a new production facility in Pouzauges, France. Founded in Pairs by your grandfather, Jean Cassegrain, Longchamp is still a family business to this day. How do you resist the temptation of finance? Our key words are family, leather, fun, quality and creativity. Over the course of the years, we’ve been able to maintain a good balance between all of those factors and our objective is to continue to create - and assume the risks of our decisions ourselves. The fact that we’re independent allows us to be free to innovate. We wouldn’t be able to do that otherwise. Being a family business us enables us to adopt a long-term vision when it comes to many of our decisions.

BY CARLA MERCURIO

Longchamp’s 70th anniversary is not so much a milestone, as it is a springboard towards new horizons for the French brand, which has organised a raft of initiatives and projects to mark the birthday. Loved for its French savoir faire and the craftsmanship that goes into every one of its products, Longchamp is one of the few independent, family-owned companies

in France. The current CEO is Jean Cassegrain, who shares a name with his grandfather - the company’s founder. In the early days, the company produced leather-lined pipes, before taking the (rather successful) decision to start making travel accessories and bags. Nowadays, the Longchamp offering has expanded to include ready-to-wear clothing, footwear and eyewear (the product of an agreement with Marchon). The collection is distributed all over the world, generating revenue of €600 million across 80 countries, with a network of 1,500 stores, 300 of which are run directly by Longchamp. Awarded Living Heritage Company status by the French government, Longchamp is now ready to take on new challenges and push new boundaries. Because, as Cassegrain tells us, there’s always space to evolve.

Jean Cassegrain

You launched your website in 2000 and moved into e-commerce in 2003. How do you reconcile your heritage with the rise of digital, IT and all the rest? Digital has been a priority for us since 2000, when we inaugurated our first website. We were pioneers in comparison with other French luxury labels. We also launched our e-commerce portal, where we sell our collections alongside a number of bespoke options for some products. I believe Longchamp will be able to attract new customers through a process of constant innovation, the quality of its products and communications platforms targeted at a younger audience.


How much has social media changed your business? New communications platforms are an extraordinary opportunity to communicate creatively and innovatively with our target market. At the same time, they represent a great chance to make ourselves more visible with new consumers. We’re experimenting and seeing some positive results and we want to keep a constant focus on rapidly evolving new media channels. Over the past two years, our sales figures via WeChat in China have been really positive, underpinned by exclusive collaborations and special launches. How has the collection changed over the years and how do you intend to further expand your product offering? Will we see more licensing agreements following the eyewear deal? Longchamp is constantly evolving and that needs to be reflected in our product offering, which now includes ready-to-wear, footwear (both men’s and women’s) and eyewear. Our expertise mainly encompasses lightweight fabrics and materials, so for our recent eyewear collection we were interested in innovating how the glasses were worn, rather than the materials used. We want to create a connection between the brand, the various product categories and our eyewear offering. It’s about forging a bond with the type of woman that wears our eyewear and tapping into her lifestyle. I can’t reveal anything about any further licensing agreements. You recently chose Kendall Jenner as your brand ambassador. What makes the model and influencer right for your brand? It was a natural choice. Kendall’s grit, energy and metropolitan outlook

reflect the pioneering ethos that underpins Longchamp. She represents everything that new generations aspire to: freedom, freshness, sensuality and authenticity. And she really does embody our values - Longchamp is a brand dedicated to active, independent women with lots of skills and a creative spirit. Longchamp generates 29% of its revenue in France. How are your development prospects abroad? We continue to develop in new markets, where we still have huge growth potential. However, at the same time we’re also increasing distribution and bringing in new product categories in more well-established countries. Thanks to our network of sales points in the most fashionable places in the world, our next challenge is to focus on the evolution of the brand as we continue to reinforce our retail experience and inject further impulse into the digital side of the business. You recently opened a new production facility in Pouzauges, which will be home to 100 craftspeople. What was the thinking behind that idea? Longchamp is famous for French savoir faire, artisanal excellence and quality materials. This project is part of our focus on developing and modernising production processes. By moving closer to the main communication hubs and an area rich in recourses from a personnel point of view, we aim to boost our recruitment potential, maintain the skills and competencies within the company and support international development. This new hub will offer working conditions in line with the evolving expertise present within the company. We’ll also have a learning laboratory, in order to support training and the integration of new staff. ■

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red carpet a cura di CARLA MERCURIO

INTIMISSIMI

TOP MODEL ON STAGE NELLA FORESTA MAGICA Dopo quattro anni di musica e spettacolo on Ice all’Arena di Verona, Intimissimi è tornata a sfilare, con un evento ad alto tasso di celebrity e di top model. Trasformati per un giorno, gli headquarters di Verona sono diventati una Enchanted Forest: un bosco magico abitato da modelle come fate o dee, prodighe di seducenti anticipazioni di brassière e culotte, body intarsiati e corpetti, lingerie e sottovesti. Una sequenza all’insegna della femminilità, aperta da Irina Shayk, ambasciatrice mondo del marchio, seguita da 25 altre modelle, tra cui Isabeli Fontana e Anne V. Tra gli special guest non poteva mancare Sarah Jessica Parker, testimonial del marchio per la stagione invernale, accanto a Chiara Ferragni, fresca di anello al dito.Tra le altre celebrity, it girl come Alexa Chung e Jourdan Dunn.

Sarah Jessica Parker

Chiara Ferragni

Alexa Chung

L’uscita finale di Intimissimi: in prima linea, Irina Shayk, Isabeli Fontana e Anne V

Stefano Di Martino

Jourdan Dunn

PRADA

TOMMY HILFIGER

seguite la linea rossa

ARRIVA TOMMYXLEWIS

È partito da New York il tour di eventi per la rentrée di Linea Rossa, la label sportiva della griffe, hit tra gli anni Novanta e gli inizi del 2000. Tornata sotto i riflettori con un concept attuale, prezzi mirati e contenuti tecnici per conquistare il pubblico dei Millennials, l’etichetta è stata protagonista di un cockail nel Broadway Epicenter store della griffe nella Grande Mela. Pronta per proseguire con gli happening di Hong Kong, Shanghai e Tokyo.

Per celebrare il lancio della prima collezione TommyXLewis, che rivisita lo stile americano con il tocco personale del campione di Formula Uno, Lewis Hamilton, Tommy Hilfiger ha organizzato un evento al Public Arts di New York. Tra gli ospiti, tanti dei Millennials-vip cari allo stilista-imprenditore. A scandire il ritmo della serata, la partecipazione del dj Vashtie Kola e di Travis Scott, esibitosi in una performance musicale.

La live performance di Kali Uchis all’evento di Prada

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Adriana Lima

Ansel Elgort, tra gli ospiti alla serata

Da sinistra, Nicki Minaj, Lewis Hamilton, Winnie Harlow, Tommy Hilfiger e Hailey Baldwin

Silvia Toffanin

Gigi Hadid

Lucky Blue Smith e Pyper America



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