FLIP PAGE FA N 1 2017

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Anno 48 | N°1 del 09.01. 2017 | quindicinale | € 5,50 | www.fashionmagazine.it

E H I S SI D GL IN EN ION RS VE

Il magazine di news, business e trend

TALENTS

Da Moto Guo ad Alexandre Arnault le nuove leve che contano

STRATEGIES Paul Smith, Golden Goose e Woolrich alla sfida globale

The

Power of the Hub Il wholesale torna al centro della scena e si dà appuntamento in Italia

Nella foto: Tagliatore




UTAH

spring summer 2017 Michael Arhur

woolrich.eu


GTX Mountain Jacket



n° 01 09 GENNAIO 2017

SOMMARIO

www.fashionmagazine.it

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l’editoriale

PROTAGONISTI

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10 PAUL SMITH «Resto fedele all’Europa. Anche in tempi di Brexit» 13 GOLDEN GOOSE ROBERTA BENAGLIA

«A Pitti Uomo, ma senza uscire dalla nicchia»

16 WOOLRICH/ANDREA CANè «Con l’asse Italia-Usa diventiamo globali» In copertina

Tagliatore per l’autunno-inverno 2017/2018 (Courtesy of Serge Pons)

BUSINESS

20 PITTI UOMO 91 A Firenze tira aria di fashion week 22 TIM COPPENS «Più made in Italy più crescita worldwide» 24 PITTI ITALICS È il momento di Carlo Volpi, Sansovino 6 e Lucio Vanotti

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SOMMARIO

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36 BAGUTTA Un big jump verso il futuro 43 MILANO MODA UOMO Una fashion week a misura di wholesale 46 cÉdric charlier «Lancio l’uomo perché sono per la gender equality» 52 BUYERS’ OPINION Stili ibridi, store esperienziali: top buyer al bivio dell’omnichannel 57 BUYERS’ SURVEY

FALL-WiNTER2016/2017

Margini ridotti, rischi sempre più elevati

71 emerging men’s styles È tutto un gioco di equilibri 78 LANDO SIMONETTI/LA MARTINA «Ragazzi, è tempo di cambiare» 82 BERLIN FASHION WEEK L’outdoor arriva in città 6

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91 PITTI FILATI 80 In estate la creatività non va in vacanza

TREND

105 sKETCHING FALL-WINTER

2017/2018

111 PREVIEW MENSWEAR

FALL-WINTER 2017/2018

Hedonism 135 PREview womenswear

PEOPLE

162 PORTRAIT/ALEXANDRE ARNAULT Parto dalle valigie, a patto che siano high tech 164 CAREERS 166 Q&A/ /RICCARDO POZZOLI Da Millennial a digital guru 169 ENGLISH VERSION 177 FASHION PEOPLE 178 RED CARPET

pre -FALL2017

145 ITALIAN LIFESTYLE Sinfonie private

154 BARNABA FORNASETTI E IL DON GIOVANNI La sensibilità di un’idea

156 store to watch/FOLLI FOLLIE Mantova, un concept da esportare 158 OPENING

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Per quanto la storicità del proprio modello di business possa imbrigliare l’imprenditore come un impercettibile groviglio di catene, sta proprio nella capacità di liberarsi da certi vincoli legati all’abitudine, alla routine e, talvolta, anche alle persone il segreto di chi, per mestiere, deve fare fino in fondo il “distruttore creativo” per avere successo in un contesto di grande incertezza. E fino a qui ci muoviamo nel solco del pensiero economico consolidato, nello specifico in quello dell’economista austriaco Joseph Schumpeter, teorico dello sviluppo economico vissuto agli albori del Novecento. Come invece si declinano le enunciazioni del Luminare nel nostro caso specifico, quello delle piccole e grandi aziende della moda alle soglie dell’Era Digitale, non è dato sapere. Si possono, però, fare delle congetture - e plausibili, anche. Intanto c’è da constatare come il sistema non solo regga, ma stia facendo vivere delle insperate accelerazioni. Certo, queste vengono attutite dalla massa, per definizione amorfa, di chi non ha grandi margini per sperimentare e dunque continua a soffrire il deperimento del mercato dei bei tempi che furono. All’interno di questo tessuto economico tradizionale, in gran parte stantio, si innestano in modo rapido e spettacolare isole di crescente dinamismo. Giovani stilisti, creativi, imprenditori, digital native e sciamani del web non sembrano aver aspettato altro che questo momento di grande fermento, di opportunità tecnologiche e di orizzonti globali per farsi avanti con nuovi modi di proporsi, di comunicare e, soprattutto, di guadagnare dei bei soldi. Senza questi ultimi, si sa, il gioco si nutre di idealismo, ma si priva purtroppo di grandi margini di sfondamento. È curioso, in questo contesto, osservare come il retaggio commerciale specifico del made in Italy si stia attualmente tramutando da zavorra in volano di lancio. Essere, per antonomasia, la patria del wholesale è tornato a rappresentare un atout tutt’altro che indifferente. Verrebbe da dire che i tempi cambiano, ma la sostanza resta. Il nocciolo della questione rimane saper ammaliare e sedurre i buyer, indipendentemente dall’identità che essi possano nel tempo assumere. E qui ci siamo. Tant’è che i paladini del fare impresa stanno trovando un terreno più che fertile.

L’EDITORIALE

Il coraggio di cambiare

To be entrepreneurial sometimes means to engage thoroughly in a process of creative destruction. Only those who manage to circumnavigate the status quo can really put forward something really groundbreaking. Being situated in the heartland of the global wholesale market, which is returning very much central, of course helps. A lot.

Marc Sondermann

Direttore/Editor-in-Chief

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interview

PAUL SMITH

«Resto fedele all’Europa. Anche in tempi di Brexit»

Il 2017 si apre con due importanti progetti per Paul Smith: il lancio a Pitti Uomo della linea contemporary PS by Paul Smith e la prima passerella parigina con la donna insieme al menswear. Lo stilista inglese fa i conti con il nuovo che avanza, facendo leva su tre parole chiave: chiarezza, coerenza e semplificazione. L’arma segreta? La flessibilità. «Siamo indipendenti e resisteremo alle tempeste» di Carla Mercurio

Year 2017 begins with two important projects for Paul Smith: the launch at Pitti Uomo of the contemporary line PS by Paul Smith and the first Parisian catwalk with womenswear together with menswear. The British designer comes to terms with the evolutions of the market by leveraging three keywords: clarity, consistency and simplification. His secret weapon? Flexibility. «We are independent and will resist the storms». 1

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a attraversato i periodi d’oro della moda e i momenti di crisi, le stagioni di cambiamento e quelle delle conferme, gli onori e gli oneri. Ora è il momento delle grandi rivoluzioni che investono l’universo del fashion. Uno scenario globale di fronte al quale Paul Smith, dall’alto dei suoi 40 anni di esperienza e con un fatturato di 192 milioni di sterline, si pone con compostezza e distacco autenticamente British. Che non vuol dire stare fermi a guardare, bensì cambiare rimanendo coerenti con il proprio stile e la propria filosofia. Punto di partenza, il prodotto. Dopo aver condensato «per esigenza di chiarezza» il suo variegato e colorato universo stilistico in due linee, la main collection e l’etichetta contemporary PS by Paul Smith, lo stilista è pronto per i grandi appuntamenti del 2017, tutti all’insegna del nuovo. A partire da Pitti Uomo, dove presenta il progetto PS, già insegna di 11 store aperti in tutto il mondo, per proseguire sempre in gennaio con Parigi,

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dove per la prima volta la donna sfila accanto all’uomo. Intanto il digital avanza e lui non si tira indietro. Ma le sue boutique - 39 spazi diretti e 180 in franchising, più 250 shop in shop in Giappone - sopravvivono con successo al boom dell’e-commerce grazie a una shopping experience fatta non solo di vestiti ma anche di quadri, libri e oggetti di design. Proprio quello che i consumatori di oggi chiedono, quando entrano in un negozio. Che effetto le fa, dopo oltre 20 anni, tornare a Pitti Uomo? Nel 1993 sono stato in assoluto il primo “Guest Designer” di Pitti. È stato un onore grandissimo per me “tenere a battesimo” la Stazione Leopolda per una sfilata di moda. Da allora il salone è cresciuto enormemente e oggi occupa un ruolo preponderante nei calendari del menswear, grazie alla capacità di combinare l’aspetto promozionale e la consistenza commerciale, proprio come chiede il settore.

Perché la decisione di lanciare la linea contemporary PS proprio a Firenze e con un doppio appuntamento, in Fortezza e alla Dogana? Frequento il salone dei tessuti Milano Unica due volte l’anno e spesso mi capita di incontrare Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti. Più volte abbiamo preso in considerazione insieme l’ipotesi di un progetto a Firenze e il lancio della collezione PS ce ne ha offerto l’occasione. Abbiamo iniziato a discuterne all’inizio della scorsa estate e ora eccoci qui, con la data dell’evento, l’11 gennaio, che si avvicina rapidamente. Ho iniziato la mia carriera gestendo un minuscolo negozio di tre metri per tre a Nottingham e quindi vengo da un background legato al retail, così ha un senso, oltre all’evento alla Dogana, avere anche uno stand per il trade in Fortezza. Quali i contenuti della collezione che presenta a Pitti e a che target si rivolge?


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all’uomo. Londra sarà sempre la mia casa e chissà cosa ci riserva il futuro... Cosa pensa del see now-buy now? Salirà anche lei sul carro di questa nuova tendenza? Da quando ho aperto il mio primo negozio negli anni Settanta il mondo è cambiato tantissimo e la velocità con cui tutti chiedono novità è piuttosto spiazzante. Cerco di evitare di farmi coinvolgere da tutto questo e semplicemente mi impegno a essere coerente.

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1. Un ritratto di Paul Smith 2. Il negozio iconico Westbourne House di Paul Smith a Notting Hill, a Londra, dove è possibile farsi confezionare gli abiti su misura 3. La vetrina di una delle prime boutique dedicate alla nuova linea contemporary PS by Paul Smith 4./5. Due immagini della main line di Paul Smith. Da gennaio il menswear e il womenswear dello stilista sfilano insieme a Parigi 6. Un’anticipazione della linea PS by Paul Smith, on stage a Firenze, in occasione di Pitti Uomo

Non voglio rivelare troppo ma già la scelta di Pitti Uomo per il lancio della collezione PS by Paul Smith è una novità: una linea che in sé contiene tutti gli aspetti chiave del mio stile - colori brillanti, stampe molto vivaci, begli abiti e accessori -, pur avendo uno stile più contemporaneo e prezzi più accessibili rispetto alla main line. Sono capi per l’uomo moderno, sempre in movimento. La presentazione rifletterà tutto questo: bei vestiti dal look impeccabile, ideali anche per la vita che viviamo tutti i giorni. Ha dichiarato che c’è un eccesso di offerta, assolutamente non necessario: è per questo che ha deciso di concentrare tutto il suo mondo in due linee, Paul Smith e PS? Lavoro in questo settore da oltre 40 anni. Non ci sono mai state rispetto a oggi più persone che pescano dallo stesso stagno; il mercato è il più competitivo di sempre. Per distinguersi è necessario puntare sulla chiarezza. Ecco

perché ho deciso di semplificare le collezioni, in modo che le persone possano comprendere meglio ciò che facciamo e capire cosa rende Paul Smith diverso dagli altri. Ha deciso di unificare il ready to wear femminile e quello maschile in una sola sfilata, il 22 gennaio a Parigi: quali le motivazioni? È un addio a Londra, dove portava in passerella il womenswear? Le mie collezioni femminili sono nate negli anni Novanta, perché molte donne indossavano i miei abiti maschili e dicevano «vogliamo la nostra versione!». Presento il menswear a Parigi dagli anni Settanta e con tutto quello che accade nel settore e i molti cambiamenti nel modo di presentare le collezioni, mi sembrava il momento giusto per far sfilare la donna insieme

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Si sente al passo con la digital disruption? Questa rivoluzione è un bene o un male? Stiamo sicuramente abbracciandola, invece di scappare. Siamo consapevoli del fatto che sempre meno persone fanno acquisti nei negozi fisici, dando la priorità all’online. Ma che scelgano di entrare nel mondo di Paul Smith nei nostri punti vendita o sul web, cerchiamo comunque di dare loro la migliore delle esperienze. Perché per sopravvivere i negozi devono meritare l’attenzione dei consumatori e noi da sempre andiamo in questa direzione. I nostri store sono sopravvisuti al boom dell’ecommerce perché sono spazi pieni di stimoli accattivanti e, anche se entri e non vuoi comprare, trovi sempre un quadro o un libro interessante o, al limite, ti lasci coinvolgere dagli spunti architettonici e dal design del locale.

Da luglio a oggi tutti si chiedono se per la moda la Brexit sia un vantaggio o uno svantaggio. Lei che idea si è fatto? 6 Ho assistito a tanti periodi di crisi nel corso degli anni. È impossibile prevedere quale effetto avrà la Brexit sull’acquisto di beni e servizi o sulla fiducia dei consumatori. Ma il fatto di essere una realtà indipendente ci rende flessibili abbastanza da resistere alla tempesta. Come tutti sono rimasto sorpreso dall’esito del referendum ma sono senza ombra di dubbio fedele all’Europa. Non potrebbe essere altrimenti, visto che vendiamo in oltre 70 diversi Paesi e abbiamo uffici a Londra, Milano, Parigi, New York e Tokio. Presento la mia collezione maschile alla Parigi Fashion Week dal 1976 e compro i tessuti in Italia e in altri Paesi europei. ■

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INTERVIEW

Roberta Benaglia/ golden goose

«A Pitti Uomo, ma senza uscire dalla nicchia» Nel 2016 Golden Goose Deluxe Brand ha superato la soglia dei 100 milioni di euro di fatturato. L’obiettivo di quest’anno, che si apre con le celebrazioni a Firenze per il 10° anniversario della sneaker iconica del brand, è toccare i 140 milioni. «Cresciamo in maniera così importante perché siamo diversi, ma credibili», dice il ceo Roberta Benaglia di Andrea Bigozzi

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In 2017 for Golden Goose Deluxe Brand, which kicks off with celebrations in Florence to mark the 10th anniversary of the brand’s iconic sneakers, the goal is to reach 140 milion of euro. «We’re generating such impressive growth because we’re different, yet credible» says CEO Roberta Benaglia.

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el borsino dei marchi capaci di suscitare l’interesse da parte degli investitori internazionali Golden Goose Deluxe Brand è indicato secondo continue indiscrezioni come prossimo a passare (ancora una volta) di mano. Ma l’amministratore delegato Roberta Benaglia glissa sulla possibilità di una vendita e preferisce parlare della partecipazione a Pitti Uomo del brand veneziano di accessori e abbigliamento: «Quando gli azionisti (Ergon Capital assieme alla Zignago Holding, controllata dal ramo della famiglia Marzotto con l’85% e i due fondatori Alessandro Gallo e Francesca Rinaldo con il 15%) saranno pronti, faranno i loro passi. Ma siamo ancora a metà di un percorso importante, come vogliamo dimostrare con la partecipazione del tutto straordinaria al salone fiorentino». Golden Goose ha chiuso il 2016 - anno in cui ha festeggiato i suoi primi 15 anni di vita - con un fatturato che per la prima volta ha superato la soglia dei 100 milioni di euro, in sensibile crescita sul 2015, quando le vendite erano pari a 76 milioni, per non parlare del “lontano” 2012, in cui il turnover della società segnava appena 21 milioni. «Il prossimo traguardo è portare il giro d’affari a 140 milioni nel 2017», spiega la manager. A coronamento dei risultati ottenuti, ma soprattutto per celebrare i 10 anni della

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1. Roberta Benaglia ha ceduto il controllo di Golden Goose DB a Ergon Capital, ma resta ceo 2. La campagna Golden Goose DB per l’autunno-inverno 2017/2018 3. A Pitti Uomo il marchio celebrerà il 10° anniversario della sua sneaker iconica

prima sneaker del brand, la GGDB, lanciata nel 2007, Golden Goose ha accettato l’invito degli organizzatori di Pitti Uomo e il 10 gennaio si impadronirà dei 2mila metri quadrati degli storici spazi della Stazione Leopolda, per mettere in scena una live performance “spaziale” al limite del2 lo street-show. «Non abbiamo mai voluto sfilare e non inizieremo ora. Non vedrete modelli - anticipa Benaglia - ma veri performer. Raramente ci capita di celebrarci per questo la nostra tensione e il nostro entusiasmo sono al massimo. Crediamo che, superati i 15 anni di attività, ci sia veramente qualcosa da raccontare. La collaborazione con il salone fiorentino non è solo un riconoscimento del nostro lavoro, ma anche l’inizio di una nuova fase di espansione».

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Pur essendo un marchio total look, da sempre siete identificati con le sneaker. Come un brand indipendente si difende contemporaneamente dalla concorrenza delle grandi griffe e del mass market? Oggi a mio avviso quello che conta veramente è il marchio, che consente a un’azienda di andare avanti anche senza dimensioni molto grandi. Noi siamo e resteremo una realtà di nicchia, ma questo non ci impedirà di crescere: ci basta conservare una leadership nella creatività. Perché la nicchia di cui facciamo parte non si diluirà nel tempo: i tutti nostri clienti-fans vogliono l’originalità e si identificano con la qualità delle nostre idee o dei materiali. Ciò non toglie che ci conoscano ancora in pochi e quindi le nostre potenziali di crescita siano notevoli. Quindi anche quando supereremo i 200 milioni di euro di fatturato, vorremo sempre essere un brand che sa distinguersi dagli altri. Cosa farete per incrementare la popolarità del marchio? In questo momento la principale preoccupazione, come management, è quella di consolidare la nostra identità di produttori di capi sperimentali, che si distinguono nei contenuti. Anche per questo il focus è il canale wholesale, che per noi vale l’80% del giro d’affari, anche se non continuiamo a investire nell’apertura di monomarca nelle città chiave dei nostri mercati trainanti. Come scegliete le aree su cui puntare? Seguiamo una strategia più pull che push. Spesso preferiamo che sia un mercato a venirci a cercare. Questo è successo recentemente con la Cina, dove abbiamo appena trovato un valido partner distributivo con cui abbiamo appena inagurato un monomarca a Pechino e un alto a Shanghai arriverà a fine gennaio. Recentemente abbiamo registrato l’interesse di molti buyer russi che abbiamo iniziato a servire. Vedremo se l’interesse sfocerà in una strategia distributiva più capillare. 3

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1. Gli headquarters di Venezia appaiono come le collezioni del brand: lo stile sofisticato e moderno si unisce a un gusto vintage 2. Tra le aperture più importanti del 2016 di Golden Goose Deluxe Brand c’è quella di Londra, tra gli openiong più attesi di quest’anno nuovi store New York e Parigi 3. Una sneaker Golden Goose Deluxe Brand

Cosa vi aspetta dopo la partecipazione a Pitti Uomo? Ancora molto lavoro. Sul fronte retail ci saranno almeno sette nuove aperture. Nel primo quarter arriveremo con il secondo punto vendita a New York sulla Madison Avenue e uno a Los Angels. Nel secondo trimestre toccherà a Miami.Vogliamo fare il bis anche in Italia e poi arriveranno nuove vetrine in Germania. Sul fronte del prodotto Alessandro e Francesca insisteranno a potenziare il business del ready to wear e degli accessori, che oggi vale un terzo della calzature, ma che intendiamo rinforzare. È passato più di un anno da quando ha deciso di vendere le sue quote in Golden Goose e di ritagliarsi il ruolo di manager. Si è mai pentita della scelta fatta? No. L’azienda è passata nelle mani di Ergon Capital Partners, che aveva dimostrato tutto l’interesse a dare continuità a quanto fatto in questi anni e a rispettare il lavoro dei direttori creativi e l’immagine del marchio. Oggi la società è una macchina perfetta: senza sprechi e con un margine operativo lordo di 30 milioni. Un gioiello pronto per la Borsa? Francamente penso che ora sia ancora troppo presto. Quando la società arriverà a 200 milioni di euro di fatturato dovrebbe pensarci. Non so se io sarò ancora qui. Potranno farcela anche senza di me. ■



interview

ANDREA CANÈ/WOOLRICH

«Con l’asse italia-usa diventiamo globali» Ragionare in un’ottica globale, puntare ad Asia Stati Uniti, scommettere sul retail: sono alcuni degli obiettivi di Woolrich, all’indomani dell’acquisizione del controllo della label da parte di W.P. Lavori in Corso. Li racconta Andrea Canè, direttore creativo globale della neonata Woolrich International. Ma soprattutto braccio destro e alter ego di Cristina Calori di CARLA MERCURIO

Thinking in a global perspective, focusing on Asia and the United States, betting on retail: these are some of the goals for the future of Woolrich, following the acquisition of the brand control by W.P. Lavori in Corso. Andrea Canè, the global creative director of the newly formed Woolrich International and the right arm of Cristina Calori, tells the new strategies.

1. Un’immagine dello storico Woolrich Woolen Mill, in Pennsylvania, ancora operativo

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raccio destro, e anche sinistro, di Cristina Calori (W.P. Lavori in Corso), Andrea Canè è stato artefice del successo di Woolrich, grazie alle sue intuizioni da direttore creativo e alla sua capacità di guardare lontano. In seguito alla fusione tra Woolrich Europe del gruppo W.P. Lavori in Corso, licenziataria del marchio per l’Europa e l’Asia, e Woolrich Inc., azienda americana di abbigliamento outdoor con quasi due secoli di heritage, si apre un nuovo capitolo nella storia del marchio. Nasce la holding Woolrich International, di cui Cristina Calori detiene oltre l’80% e di cui Andrea Canè diventa global creative director. Ora e è tempo di ragionare in un’ottica globale, di spingersi fuori dei confini del Vecchio Continente, alla ricerca del successo in mercati lontani come la Cina, ma anche in America, dove tutto ha avuto inizio e dove ancora oggi è operativo il lanificio Wool-

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rich Woolen Mill, nato nel 1830, il più antico a ciclo integrato ancora funzionante nel Paese. L’ambizioso piano quadriennale punta a traghettare la neonata Woolrich International da un giro di affari di 170 milioni di euro a 266 milioni di euro entro il 2020, con una forza lavoro di 500 persone e tanto impegno a livello di prodotto e retail. E poi l’Ipo presso una Borsa internazionale, per sostenere la seconda fase di sviluppo. Una storia ancora da scrivere, certo. Ma la trama è precisa e dettagliata. In un momento in cui molte aziende italiane finiscono in mani straniere, che effetto fa essere in controtendenza? È motivo di grande soddisfazione, anche se più che una vera e propria acquisizione è una fusione in maggioranza. Dopo più di 30 anni passati prima come distributori e poi come licenziatari,

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2. Andrea Canè, global creative director di Woolrich International 3. L’attrice Gemma Arterton indossa l’Arctic Parka

siamo arrivati a detenere la maggioranza del marchio che abbiamo fin qui sviluppato con successo in Europa. Ora finalmente possiamo lavorare con i nostri partner americani allo sviluppo delle nostre linee a livello globale, con una maggior focalizzazione su Nord America e Asia. Come si sente nel ruolo di direttore creativo globale di un marchio che ora è di proprietà dell’azienda per cui lavora da oltre 30 anni? Il mio ruolo non cambia. Cercherò di continuare a innovare un marchio così storico su base globale. Il lavoro fatto in questi 30 anni ha dimostrato che siamo sempre stati molto rispettosi del marchio e dei suoi valori e che non lo abbiamo mai “sfruttato” ai soli fini di un arco temporale in ottica di licenza. La parte nuova sarà quella di armonizzare la linea “outdoor”, a oggi presente solo sul mercato americano, con


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un posizionamento globale compatibile con la nostra Woolrich John Rich & Bros., creando un prodotto ancora più in linea con il dna del marchio. Inoltre dovrò lavorare per il rilancio della nostra attività storica di lanificio verticale, uno degli ultimi ancora esistenti negli Stati Uniti, operazione non facile ma che ci metterà ancora una volta alla prova. Quanto conta avere realizzato questo obiettivo senza l’aiuto di fondi, né di partner? Diciamo che dei partner li abbiamo trovati nel finanziamento bancario. Il pull di banche che ci ha accompagnato (Intesa, Unicredit, Bper) è un ottimo sostenitore della nostra strategia. Credo che comunque il marchio Woolrich sia interessante sia dal punto di vista finanziario che da quello industriale: se in futuro avessimo bisogno di ulteriori spinte propulsive, valuteremo molto attentamente le reali intenzioni di investitori terzi, solo sulla base di principi strategici condivisi.

sviluppato in Usa è orientato a quello che gli americani definiscono outdoor lifestyle. Noi vorremmo pensare a un nuovo modern outdoor concept, dove la versatilità e l’ibridazione di funzione d’uso esulano dallo stile di vita classico americano, prediligendo un gusto che unisca la funzione con l’estetica contemporanea. Quando pensate di partire alla conquista dell’area cinese? E come? Dobbiamo incrementare la brand awareness sia in Giappone che in Corea, prima di passare alla Cina e individuare un partner ideale nell’area. L’apertura di un paio di negozi test nelle zone più fredde sarà il primo passo.

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Questo tuffo nell’arena globale non fa un po’ paura a un’azienda che ha ancora oggi la dimensione di una realtà famigliare? Sarei preoccupato se non lo fossimo. Ci stiamo attrezzando. Con la nomina di Paolo Corinaldesi come global ceo e di Lorenzo Flamini in qualità di global cfo abbiamo gettato le fondamenta per costruire il gruppo di lavoro che dovrà affrontare questa nuova sfida. Chiaramente Cristina Calori, io e tutte le risorse con noi da anni continueranno a essere il perno anche della nuova azienda. Come definirebbe Cristina Calori? Cristina è per me come una sorella. Ci conosciamo da quando eravamo ragazzi. Le sue capacità imprenditoriali hanno a mio avviso addirittura superato quelle del padre, che ci ha insegnato ad amare questo lavoro mantenendo l’ironia e il senso critico. Anche in questa operazione ha avuto coraggio e ha sempre condotto persino i momenti più difficili con caparbietà e forza d’animo coinvolgente. Come intendete in concreto sviluppare ulteriormente il marchio Woolrich John Rich & Bros.? La sfida è quella di essere sempre più rilevanti nel nostro core business, cioè nell’outerwear. Per fare questo dobbiamo migliorare e innovare la nostra gamma con capi che siano adatti a condizioni climatiche non solo legate al “grande freddo”. Lo sviluppo del retail ci sta portando ad ampliare l’offerta di prodotti a

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1. L’Arctic Parka, icona della collezione Woolrich John Rich & Bros. 2. Lo store Woolrich John Rich & Bros. di Tokyo

marchio Woolrich in nuove categorie. A Pitti Uomo presentiamo una prima gamma di calzature nate dall’ibridazione tra urbano e outdoor con suole esclusive sviluppate per Woolrich dalla Vibram. Gli accessori saranno sempre più importanti: presto presenteremo la Parka Bag, borsa perfetta per contenere il nostro capo icona nei passaggi dall’esterno all’interno. Anche la maglieria avrà sempre più rilevanza. Che progetti avete per il rilancio dell’etichetta Woolrich Outdoor? Il nuovo progetto outdoor sarà, soprattutto all’inizio, di test nei nostri negozi. Oggi il prodotto

La famiglia Rich ha conservato una quota significativa del marchio e Nicholas Brayton, discendente del fondatore John Rich, manterrà il ruolo di presidente di Woolrich Inc., responsabile del mercato nordamericano. Quali le strategie in quest’area? Dobbiamo puntare sul nostro core business, cioè sul capospalla della linea Woolrich John Rich & Bros. e, come abbiamo fatto in Europa, posizionarlo nel segmento premium in Usa e Canada. Inoltre, per quello che riguarda il nostro “Mill” , innoveremo le gamme di tessuto e rinnovaremo la produzione di coperte. Nel segmento “Blanket” siamo rimasti uno dei pochi mill operanti negli Stati Uniti. Se pensiamo che le nostre prime forniture sono state per i corpi militari della “Civil War”, si può dire che la credibilità non ci manca! Perché la scelta di Londra come sede legale per Woolrich International? Credo che sia un buon compromesso tra l’Europa e gli Usa. Volevamo una legislazione e una capitale finanziaria favorevole a entrambi i gruppi e nella loro lingua madre. Paolo Corinaldesi è a.d. di Woolrich International: che valore darà? Conosciamo Corinaldesi da più di 20 anni. È sempre stato il nostro avvocato nel diritto internazionale e board advisor. Ha due lauree: una in Legge e l’altra in Economia. Ha lavorato e vissuto per anni prima a Londra e poi a Honk Kong, ha fatto molteplici operazioni di M&A con grossi gruppi industriali in tutto il mondo, conosce molto bene l’universo bancario e del financing, è uomo di grande cultura, di ottimo gusto ed è anche un amico. Credo che la sua presenza sia fondamentale per portarci ad affrontare con più ■ sicurezza questa bellissima sfida.

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NEWS a cura di ELISABETTA FABBRI

Le pmi italianE IN TRASFERTA da seul a new york EMI-Ente Moda Italy has prepared a busy schedule of exhibitions in 2017, to support the growth of Italian fashion SMEs abroad.

M&A nella moda

fast Fashion

gli italiani, prede e predatori

gli europei meglio degli americani

In Italy M&A activity improved in the last months of 2016, involving sectors such as fashion, luxury, apparel retail and eyewear. Italian brands are targets and investors.

Inditex and H&M sales show a slowdown, despite the growth in the store number. Anyway, European fast fashion players beat American competitors.

Aspesi (nella foto) al private equity e Buccellati in mani cinesi. Sono solo un paio di una serie di M&A nel fashion italiano al termine del 2016, ma i fondi e gli stranieri non sono i soli a investire. Armònia avrebbe rilevato oltre il 50% del brand fondato da Alberto Aspesi (che resta socio con una quota di minoranza) per una cifra stimata di oltre 50 milioni di euro. Un altro fondo, Clessidra, è invece uscito dai gioielli Buccellati. L’acquirente, il gruppo cinese Gangtai, attraverso la controllata Gangsu Gangtai Holding è uno dei più grandi distributori di gioielli in oro e web retailer di preziosi in Cina. Acquisendo anche parte della quota di minoranza dei Buccellati, i cinesi hanno raggiunto l’85% del capitale per una cifra non resa nota, ma ipotizzata di circa 270 milioni di euro (6,6 volte i ricavi 2015). Restando nel lusso, la Salvatore Ferragamo ha acquistato le quote del partner di Hong Kong Trinity, per il controllo totale della distribuzione in Corea, Malesia, Singapore e Thailandia. Nell’eyewear Luxottica è salita dal 36% al al 100% della catena di ottica Salmoiraghi & Viganò, mentre nel fast fashion Ovs ha chiuso positivamente l‘Opa sul retailer svizzero di abbigliamento Charles Vögele, attraverso Sempione Retail (partecipata al 35%). Inizia così l’espansione di Ovs in Svizzera, Germania, Austria, Slovenia e Ungheria.

Nei nove mesi da febbraio a ottobre 2016 il colosso del fast fashion Inditex, che controlla marchi come Zara, Bershka e Pull & Bear, ha totalizzato ricavi pari a 16,4 miliardi di euro (+11%) e utili per 2,2 miliardi (+9%). Il gruppo spagnolo guidato da Pablo Isla (nella foto in alto) rallenta rispetto a un anno prima, in cui la crescita era stata del 16%, nonostante i 227 negozi in più (alcuni in mercati mai raggiunti prima come Vietnam, Nuova Zelanda, Paraguay, Aruba e Nicaragua) e l’espansione dell’e-commerce. Con l’esordio in Turchia, i mercati serviti via web sono arrivati a 41, mentre la rete offline ha raggiunto i 7.240 store. Anche il concorrente scandinavo Hennes & Mauritz decelera. Nell’esercizio fiscale 2015/2016 chiuso in novembre, i ricavi preliminari hanno totalizzato 192 miliardi di corone svedesi (circa 19,8 miliardi di euro), in aumento del 6%, grazie anche a 427 store in più, che hanno portato il totale a 4.351 negozi. Il gruppo guidato da Karl-Johan Persson (nalla foto in basso) viene però da un esercizio 2014/2015 in cui aveva registrato un +19%. Colpiti da un autunno particolarmente mite, i big europei del fast fashion escono comunque vincitori da un confronto con gli americani: Gap ha archiviato i nove mesi con un calo del 2,8% delle vendite e Abercrombie & Fitch ha accusato un -4,8%.

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È un 2017 fitto di appuntamenti fieristici quello organizzato da EMI-Ente Moda Italia, per supportare la crescita all’estero delle Pmi della moda italiana. Si parte con la Corea, uno dei territori più promettenti secondo la società noprofit. «Ente Moda Italia - spiega l’a.d Alberto Scaccioni - sta investendo sempre di più sulla Corea, dove il mercato e la distribuzione stanno crescendo ed evolvendo, un po’ come è avvenuto in passato per il Giappone». «Salutiamo con piacere l’avvio della partnership con Agenzia ICE relativamente all’area coreana - aggiunge che rafforzerà la nostra presenza promozionale per il progetto espositivo “La Moda Italiana”, in programma a Seul dall’1 al 3 febbraio 2017 all’Hotel Westin Chosun (nella foto)». Il fashion made in Italy sarà di scena anche dal 15 al 17 del mese in Giappone, a Tokyo, in occasione della 34esima edizione di Rooms. La fiera - dedicata a linee donna, uomo e bimbo «dallo stile smart e originale» - si tiene al Yoyogi National Stadium. Dal 20 al 23 febbraio (e dal 30 agosto al 2 settembre) si vola a Mosca con CPM-Collection Première Moscow. Al Krasnaja Presnja Expocentr i brand italiani saranno nell’area abbigliamento e accessori adulto, presso CPM Kids, ma anche negli spazi di CPM-Mode Lingerie & Swim Moscow, dedicati a intimo, beachwear e calzetteria. Dalla Russia agli Stati Uniti, tra il 21 e il 23 febbraio è il momento di Project Womens a Las Vegas, presso il Mandalay Bay Convention Center, dove sono protagoniste le collezioni di abbigliamento e accessori donna. Altro evento dedicato al womenswear è tra il 27 febbraio e il primo marzo con Coterie al Javits Center di New York. Dal 12 al 14 marzo si possono sondare i mercati dell’ex-Unione sovietica con Italian Fashion @ Central Asia Fashion, all’Expo Centre Atakent di Almaty, in Kazakistan. Lo stesso mese, ma dal 15 al 17, la destinazione proposta da Emi è Chic, al National Exhibition & Convention Center di Shanghai: un appuntamento che si fa sempre più strategico, mentre il consumatore cinese evolve e desidera look sempre più originali e personalizzati.


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IN FORTEZZA DA BASSO E OLTRE

A FIRENZE TIRA ARIA DI FASHION WEEK Sempre meno rassegna di moda e sempre più fashion week, Pitti Uomo prende il meglio dei due concept, unendo alla consistenza commerciale delle fiere l’impatto comunicativo e il glamour degli special event. Ben dieci gli happening in calendario, con nomi di punta come Paul Smith, Tommy Hilfiger e Z Zegna di Carla Mercurio

On the ridge between fashion fair and fashion week, Pitti Uomo takes the best of both concepts, combining the commercial consistency of the fairs with the communication impact of special events. Ten happenings on schedule, with leading names such as Paul Smith, Tommy Hilfiger, Z Zegna.

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ieci special eventi in tre giorni, ad alto tasso di internazionalità e ad elevato livello di contenuti, per un appuntamento che alza l’asticella delle performance. È un’edizione di grandi conferme e riconoscimenti altrettanto significativi la numero 91 di Pitti Uomo, allo starting point il 10 gennaio. «Molti commentatori hanno inserito la manifestazione nel gruppo delle fashion week - spiega Lapo Cianchi, direttore comunicazione ed eventi speciali di Pitti Immagine - ma in realtà la nostra è una formula che supera la tradizionale alternativa tra fiera e settimana della moda, prendendo il meglio dei due concept per unire alla consistenza commerciale e alla completezza dell’offerta delle fiere l’impatto comunicativo e il glamour degli eventi speciali. Un grande storytelling sulla moda maschile e sugli stili di vita del nostro tempo». Accanto a una selezione di marchi sempre più attenta (1.220 circa i brand in mostra), la kermesse, di scena fino al 13 gennaio, ha in cantiere una serie di progetti dedicati a ospiti di grande caratura, in primis tre pezzi da Novanta della moda internazionale, che proprio fra le mura della Fortezza portano le loro novità. Da Zegna, che torna al salone per presentare

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in anteprima ufficiale la collezione Z Zegna disegnata da Alessandro Sartori, a Tommy Hilfiger, che porta alla ribalta una selezione delle sue collezioni alla Sala Ottagonale (e sotto i riflettori anche con un’happening a Palazzo Corsini, il 10 gennaio) fino allo special guest Paul Smith, attesa star alla Dogana l’11 gennaio, per l’evento di lancio della linea contemporary PS by Paul Smith, che ha voluto essere anche alla Sala delle Colonne. Emblematici i commenti dei super ospiti. «Palcoscenico mondiale di ricerca stilistica e innovazione tessile: la nostra proposta Techmerino trova al Pitti la sua casa ideale», così Gildo Zegna, a.d. del gruppo Zegna. «Pitti offre l’opportunità unica di vivere la moda contemporanea in una città storica come Firenze e noi ci siamo ispirati proprio all’idea di far incontrare novità e tradizione, innovazione e storia. Non vedo l’ora di partecipare a questa manifestazione prestigiosa» è il commento di Tommy Hilfiger. E ancora, il punto di vista di Paul Smith: «Il salone è cresciuto enormemente e oggi occupa un ruolo preponderante nei calendari del menswear, grazie alla capacità di combinare l’aspetto promozionale e la consistenza commerciale».

Non solo un fuorisalone infarcito di big event, Pitti Uomo rilancia dunque sul ruolo della Fortezza, con tante altre iniziative in calendario. Da non perdere il progetto lifestyle che celebra l’hamdade di Larusmiani in collaborazione con Aldo Lorenzi, lo storico “coltellinaio” di via Montenapoleone, il jeans sartoriale di Roy Roger’s con Liverano & Liverano, la presentazione della linea di calzature maschili di Fausto Puglisi, il ritorno di Replay, il rientro di Wrangler al traguardo del 70esimo anno, il lancio della prima collezione maschile di Les Petits Jouers, la partecipazione di Fila, pronta a partire con il new deal, il varo della capsule tra Save The Duck e il designer britannico Christopher Raeburn, l’anteprima di Laboratorium LA, etichetta statunitense che fonde spunti activewear e luxury fashion e il ritorno di Rossignol. A fare da filo conduttore al variegato mondo che si muoverà fra i diversi padiglioni del salone, il tema “Dance Off” dedicato al ballo perché, come ha chiarito Agostino Poletto, vice-direttore generale di Pitti Immagine, saranno quattro giorni di danze da cui nasceranno i nuovi gesti della moda. Fuori dalla Fortezza il carnet di eventi


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è quanto mai nutrito. Ad aprire le danze, per restare in tema, l’appuntamento della vigilia, il lunedì 9 gennaio, organizzato dal Centro di Firenze per la Moda Italiana a Palazzo Pitti, dedicato allo studio fotografico Locchi, che ha documentato dagli anni Trenta agli anni Settanta la storia della moda a Firenze. Si prosegue con i già citati Paul Smith, special guest alla Dogana e Tommy Hilfiger a Palazzo Corsini, e con il menswear guest designer Tim Coppens, stilista belga apprezzato per la moda pragmatica in equilibrio tra active, design funzionale e alta manifattura, che dà appuntamento l’11 gennaio all’Ippodromo del Visarno. Da non perdere, lo stesso giorno, l’evento organizzato da Stefano Ricci, che riporta le sfilate alla Sala Bianca, con uno show in onore dei 45 anni del marchio. Riflettori puntati alla manifestazione anche su Golden Goose Deluxe Brand, nato dalla creatività di Francesca e Alessandro Gallo - che festeggia il decimo anniversario della sneaker iconica con un happening alla Stazione Leopolda e con una capsule speciale - e

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1. Un’immagine del video dedicato al tema della manifestazione, Pitti Dance Off 2 . Una veduta della Fortezza da Basso 3. I Pitti people al salone

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sulla partnership tra Reebok e il duo creativo inglese Cottweiler (alias Ben Cottrell e Matthew Dainty) apprezzato per lo stile ai confini tra sportswear, fashion e streetwear. E poi il consueto appuntamento con i Pitti Italics, vale a dire due ritorni - Lucio Vanotti, già alla ribalta lo scorso giugno, e Sansovino 6, in pista a Pitti Filati dello scorso luglio - e la new entry Carlo Volpi, vincitore del concorso Who is on Next? Uomo del 2016 grazie alle sue creazioni in maglia. Sta molto a cuore a Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine, la mostra-evento speciale curata da Angelo Flaccavento “Due o tre cose che so di Ciro” dedicata a Ciro Paone, che martedì 10 gennaio propone a Palazzo Gerini una full immersion nel gusto e nella passione del fondatore di Kiton. E ancora due iniziative

di respiro internazionale che arrivano dal lontano Oriente: il fashion show del brand giapponese Sulvam di Teppei Fujita, risultato della collaborazione con la Japan Fashion Week Organization e le sfilate di Bmuet(te) by Byungmun Seo e Ordinary People, che derivano dalla collaborazione con Kocca, la più importante agenzia governativa che sup■ porta la creatività coreana.

Debutta Hi Beauty

Scent of a man Pitti Uomo launches Hi Beauty, a new area dedicated to personal and ambient fragrances, body care products and male grooming. Si arricchisce la galassia di sezioni che compongono il variegato mondo di Pitti Uomo. Accanto ad aree come Make, dedicata alla riscoperta dell’artigianato, Open, che supera il concetto di genere, Unconventional, rivolta agli stili luxury underground, I Play, sulle definizioni più aggiornate dello sportswear, Futuro Maschile, ossia il formale più evoluto, Touch!, piattaforma degli stili più cutting edge, nasce da questa edizione un nuovo spazio: Hi Beauty, dedicato a una selezione di fragranze per la persona e l’ambiente, prodotti per la cura del corpo e il grooming maschile. Un’area all’interno del Padiglione Centrale che si lega idealmente all’universo di Pitti Fragranze, la kermesse di scena alla Stazione Leopolda in settembre, dedicata alle proposte più significative della profumeria artistica internazionale. (c.me.)

Profumi e cosmetici sotto i riflettori alla nuova sezione Hi Beauty di Pitti Uomo

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Tim Coppens

1. Tim Coppens 2 . Un look della collezione spring-summer 2017 che sfila a NYC

«col made in italy diventiamo worldwide» Tim Coppens, stilista belga di base a New York, ha scelto Pitti Uomo per il debutto europeo della sua collezione e avverte: «Vogliamo spingere sulla donna e consolidare la produzione made in Italy. Il futuro è qui». di Andrea bigozzi

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Pitti Uomo 91 chose Tim Coppens as its men’s wear guest designer. «It is an amazing opportunity for me to show in Europe for the first time - he says -. We are also increasing our women’s offering. And we have consolidated much of our manufacturing to Italy, where we believe fashion’s future is».

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a leggenda narra che gli ordini ottenuti con la sua prima collezione arrivassero da Barneys New York, immediatamente seguito da Dover Street Market, Isetan, Club 21, Harvey Nichols, Mr. Porter e Lane Crawford, ma Tim Coppens deve ancora essere commercialmente scoperto in Italia, visto che attualmente il suo marchio compare nelle stocklist di un solo multimarca di Milano, Var/City. Ma del designer belga sentiremo sempre più spesso parlare non solo perché è tra i nomi cult di un filone, quello che che fonde tailoring, artigianalità e athletic wear, che secondo gli analisti toccherà i 16 miliardi di dollari entro il 2020, con una crescita costante del 4% annuo, ma anche perché Coppens ha scelto di presentare a Pitti Uomo - in anteprima europea - il suo mondo, lanciando la collezione fall-winter 2017/18, che verrà presentata l’11 gennaio all’Ippodromo del Visarno. Con due novità: più spazio al womenswear e alla produzione made in Italy.

Ci saranno delle novità dal punto di vista tecnico o dell’offerta di prodotto? Sì, introdurremo diversi nuovi modelli. Stiamo anche aumentando l’offerta legata alla donna, come vedrete dalla sfilata. Inoltre, da questa stagione abbiamo potenziato la parte produzione made in Italy, perché pensiamo che rappresenti il futuro della moda.

Qual è stato il punto di partenza per la collezione che va in scena a Firenze? Ci siamo concentrati sul dna del nostro marchio, cercando di mostrare attraverso i look quanta strada abbiamo fatto fin qui e dove abbiamo intenzione di andare. Abbiamo trascorso molto tempo cercando la location ideale per mostrare la nostra visione della vita e con l’Ippodromo ci siamo riusciti.

Cosa pensa che abbia portato la sua linea così rapidamente al successo? Credo che le forti influenze con il mondo dello sport abbiamo giocato in ruolo decisivo. Penso anche che il pubblico maschile abbia risposto positivamente a questo genere di offerta: è perché soddisfa l’esigenza di libertà e comfort di una generazione che è costantemente in movimento e ap-

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Con che aspettative partecipate a Pitti Uomo? Non potevo chiedere niente di meglio che presentare la mia collezione per la prima volta in Europa attraverso un piattaforma che in passato ha visto protagonisti come Raf Simons e Karl Lagerfeld. È arrivato il momento di fare il salto di qualità e di mostrare chi è davvero Tim Coppens. Qual è la filosofia del marchio? Direi design sartoriale e qualità artigianale, con influenze streetwear e un forte legame con la cultura giovanile.

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prezza la moda, ma cerca di esprimersi in un modo più easy. In passato ha lavorato per grandi marchi come Adidas e Ralph Lauren. Cosa di queste esperienze le è tornato utile per lanciare il suo marchio? Ho imparato che avere un business plan è tanto importante, quanto gli aspetti legati alla creatività. Quest’ultima serve a conquistare da subito l’attenzione del cliente. Il mio obiettivo è quello di costruire un progetto di successo a lungo termine e per questo è necessario un equilibrio tra business e creatività. Certo non è una cosa facile, ma la mia precedente esperienza mi ha dato qualche importante insegnamento. Lei è anche direttore creativo di Under Armour Sportwear, la sua prima collezione è stata un successo, sorpreso? È stata una bella sfida. Volevamo realizzare una collezione che fosse apprezzata dal mondo della moda, senza allinearsi troppo all’attuale target di Under Armour. Comunque c’è ancora tanta strada da fare, ma intanto abbiamo iniziato facendo una ■ buona impressione!



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1. Carlo Volpi è nato a Empoli, ma vive a Londra 2.Un capo della collezione spring-summer 2017 3.Una preview della capsule collection Untitled 01 con Herno

Pitti italics/carlo volpi

«Il futuro? A londra e non solo maglieria» Knitted pieces are be central for the London-based designer Carlo Volpi, who will present also a capsule collection with Herno named Untitled 01.

Qualche anticipazione sull’evento di Firenze? Non sarà una sfilata vera e propria, ma qualcosa a metà fra performance, presentazione e la passerella. La collezione autunno-inverno 2017/2018 si ispirerà alle “nonne cool”, come Iris Apfel o la Disco Sally di Studio 54. Ci sarà un’ atmosfera street anni ‘90. Perché ha deciso di lanciare un marchio di sola maglieria? Non è stata proprio una decisione, il mio punto forte è knitwear, quindi mi sembrava opportuno partire da lì. In futuro penso di ampliare la mia collezione con felpe e jersey, tutto sempre in tema maglieria. Come è stato collaborarare con Herno? Sul fronte creativo mi hanno dato carta bianca. Mi sono ispirato la mondo della motocicletta realizzando chiodi, biker jacket e bomber che mescolano maglieria, pelle, stampe e, per la prima volta, mi sono confrontato con il mondo degli imbottiti in piuma d’oca.

pagine di Andrea Bigozzi

Dove produce la collezione? In questo momento principalmente a Londra, ma sto entrando in contatto con alcuni maglifici italiani.

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n una parola, creativo. Per capirlo basta dare un rapido sguardo non solo alle sue maglie, tutte caratterizzate da colori sgargianti e da un mix 3 eclettico di cuciture e filati, ma anche agli otto pezzi “fumetto” realizzati per Herno con la capsule Untititled 01. Carlo Volpi, nato a Empoli, ma dal 1998 residente a Londra, partecipa a Pitti Uomo con un doppio impegno: come Pitti Italics, realizza un evento alla Leopolda, mentre in Fortezza da Basso, in qualità di vincitore di Who Is on next? Uomo 2016, è presente allo stand di Herno, che gli ha offerto un contratto di direzione creativa per due stagioni.

Tornerà in Italia? Il programma è di rimanere a Londra, ma di continuare a lavorare fra l’Inghilterra e l’Italia. Londra è la mia fonte di ispirazione principale. Progetti per il futuro? Per le prossime stagioni spero di poter presentare la mia collezione a Milano ma soprattutto a Londra. Le fashion week, specie quella inglese, sono una grande opportunità ■ per i designer emergenti.

Cosa è cambiato dopo la vittoria a Who Is On Next? Ancora è presto per dirlo, comunque ho ricevuto tanta attenzione dalla stampa e si stanno smuovendo diverse cose sul fronte commerciale. Finora ho praticamente venduto direttamente ai clienti con l’online, anche perché i miei lavori erano realizzati in gran parte a mano o con tecnologie costose, quindi non potevo offrire prezzi wholesale.

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«Più spazio al nostro lato genderless» «There has never brrn a gender division in our collection and showing at Pitti Uomo allows us more space to communicate that» says Edward Buchanam

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opo la performance-evento come Pitti Italics in occasione dell’ultima edizione di Pitti Filati, Sansovino 6 approda a Pitti Uomo portando in scena anche la collezione menswear, da sempre nel suo dna. Per il brand fondato dal designer americano Edward Buchanan, si tratta dell’occasione di rafforzarsi dal punto di vista distributivo, dopo l’ingresso di L.A. Distribuzione, per accelerare sui mercati internazionali. «Sono molto entusiasta di partecipare alla 91esima edizione di Pitti Uomo - dice Edward Buchanan -. Mi piace la sintonia che si è creata fra Pitti Immagine e Sansovino 6. Penso che Pitti Uomo sia la situazione perfetta per presentare un progetto come il nostro. Una fiera commerciale, che però lascia libertà di espressione e favorisce la creatività. Sostiene il made in Italy, ma non perde di vista lo scenario internazionale. Combinazioni oggi essenziali e necessarie». La presenza a Pitti Uomo vuol dire che Sansovino 6 tornerà a produrre una collezione maschile? L’idea di base del marchio è sempre stata quella di realizzare maglieria per tutti. Non c’è mai stata veramente una divisione di genere. Essere presenti a Pitti Uomo ci permette di dare più enfasi a questo messaggio, che è sempre stato nel nostro dna. Ci racconta qualcosa della collezione che vedremo a Pitti? Abbiamo lavorato con filati e colori che non hanno mai fatto parte della storia di Sansovino 6. E questo è davvero qualcosa di eccitante per noi. Il mood della collezione è ottimistico. I capi sono comodi e facilmente indossabili.

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Pitti italics/Sansovino 6


Pitti italics/Lucio Vanotti

«Questa volta mi concentro solo sull’uomo» 1

1. Edward Buchanan 2. Un bozzetto della collezione fall-winter 2017/2018

Nelle ultime stagioni per presentare le nuove collezioni di Sansovino 6 ci avete sempre portati su di una pista da ballo: dobbiamo aspettarci lo stesso anche quest’anno? Cerchiamo sempre di trasmettere un’emozione quando presentiamo le nuove collezioni. Per realizzare le nostre presentazioni da sempre coinvolgiamo una serie di amici/artisti e fatto leva sul tema della gioia e del movimento, che funzionano alla grande per capi di maglieria! Anche questa volta stiamo progettando qualcosa di speciale che ci farà lavorare con creativi di diverso tipo e incrociare mondi diversi. 2

Lei è nato in Ohio, in quella provincia americana che ha incoronato Donald Trump nuovo presidente. Pensa che le intenzioni di innalzare i dazi penalizzerà l’export made in Italy in Usa? Porterebbe Sansovino 6 in America? Noi siamo un marchio 100% made in Italy per scelta. Anche se sono americano so per esperienza che le fabbriche con cui lavoro qui sono superiori a qualsiasi altre nel mondo. Ovviamente maggiori tasse sulle esportazioni sarebbero un rischio molto più grande per le piccole imprese indipendenti che non possono competere. Ma sono state fatte così tante promesse durante la campagna elettorale che è difficile capire quello che davvero ■ sarà realizzato.

Milan-based designer Lucio Vanotti who showed at Pitti Uomo last June - is back at Pitti Italics project . «This time we prefer to dedicate the show exclusively to men’s items, to focus on classic menswear, but interpreted in my own way» said the deisgner

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n’esperienza positiva che è stato naturale proseguire. Non solo con una sfilata: ormai il rapporto con Pitti Immagine dura tutto l’anno, da quando faccio parte della piattaforma Tuturoship, che accompagna noi designer nel loro percorso imprenditoriale». Ormai c’è un legame di continuità tra Lucio Vanotti e il salone fiorentino che lo stilista frequenta regolarmente dal 2012, quando è stato tra i finalisti di Who Is On Next? Uomo e che presenterà per la seconda volta consecutiva la sua collezione alla Dogana. Ancora una volta a Pitti Italics, ma con un approccio diverso. Quale? Rispetto alla partecipazione della stagione scorsa, in cui abbiamo presentato anche la donna, questa volta preferiamo concentrarci sull’uomo per lavorare sul classico maschile, interpretato ovviamente alla nostra maniera. Per la prima volta abbiamo anche una presenza commerciale in fiera con un stand dentro il Futuro Maschile. In precedenza per me venire a Pitti Uomo voleva dire semplicemente sfilare. Cosa vedremo alla Dogana? Un evento più intimo rispetto a sei mesi fa, in un contesto ideale per una collezione che rivisita il concetto di formale e filtra il bagaglio storico del classico attraverso la mia visione riduzionista, all’insegna di un’eleganza comoda. Ma per me comodo non vuol dire sportwear, piuttosto un leisurewear per vivere il relax a casa.

1. Lucio Vanotti 2. Un bozzetto della collezione fall-winter 2017/2018

Il suo legame con Pitti Immagine è stretto, in quanto lei fa parte anche del progetto Tutorship che accompagna i designer nel loro cammino professionale. Come sta andando? È un esperimento interessante. Con Riccardo Vannetti, responsabile della divisione, stiamo lavorando in sintonia. Il suo impegno è soprattutto quello di mettere in contatto gli stilisti con le aziende, ma senza mettere troppa fretta di arrivare a noi designer. Nel mio caso abbiamo individuato quali potevano essere le aziende interessanti per delle collaborazioni, che poi si wsono concretizzate. Un motivo per venire a Firenze a gennaio, oltre la sua sfilata? Vale sempre la pena di seguire da vicino un talento come Paul Smith e sono davvero felice di far parte insieme a lui del programma di questa stagione. La sua collezione uomo è certamente una delle più valide sul mercato. Progetti futuri? Da questa stagione inizieremo a occuparci direttamente delle vendita delle collezioni. Abbiamo uno spazio a Milano che finalmente ce lo consente. Proseguiremo ugualmente la collaborazione con la showroom Point, che ci seguirà su progetti speciali futuri.

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gruppo zegna

z zegna TORNA IN FORTEZZA With Alessandro Sartori as creative director, the Piedmontese group evolves its strategies and takes Z Zegna back to Pitti Immagine Uomo.

TOMMY HILFIGER a firenze

«vi stupirÒ con effetti speciali» Tommy Hilfiger guest at Pitti Uomo. The American designer will be in Florence with a digital-oriented presentation and an event at Palazzo Corsini. Tommy Hilfiger mattatore a Pitti Uomo. Lo stilista americano, prima di sfilare con il suo show “see now, buy now” a Los Angeles l’8 febbraio, fa tappa alla rassegna fiorentina, dove punta a calamitare l’attenzione di stampa e buyer con un doppio appuntamento, dentro e fuori la Fortezza. «Per me è un’emozione presentare per la prima volta le mie collezioni maschili a Firenze - dice Hilfiger -. Pitti offre l’opportunità unica di vivere la moda contemporanea in una città storica e noi ci siamo ispirati proprio all’idea di fare incontrare novità e tradizione, innovazione e storia». Proprio sul crinale tra questi due poli di ispirazione si sviluppa la presentazione allestita al salone, nella Sala OttagonaleArea Monumentale, dove i visitatori potranno scoprire una selezione delle collezioni Hilfiger Edition, Tommy Hilfiger Tailored e Tommy Hilfiger per la fall 2017, grazie a «tool digitali - promette lo stilista - davvero straordinari». Protagonisti pareti touchscreen, strumenti di visual merchandising e, in particolare, il digital showroom: un sistema interattivo che coniuga in un’unica interfaccia i servizi di vendita con i contenuti del brand e le informazioni sulla collezione. Il marchio sarà nuovamente sotto i riflettori il 10 gennaio a partire dalle 18, quando la Sala del Trono di Palazzo Corsini ospiterà un evento e un cocktail esclusivi per la collezione Hilfiger Edition. (a.t.)

Dopo il ritorno di Alessandro Sartori a Trivero, questa volta nel ruolo inedito di direttore artistico, il Gruppo Zegna inaugura un nuovo capitolo del suo sviluppo. Mentre a Milano Moda Uomo la linea Ermenegildo Zegna Couture avrà il compito di aprire le danze della manifestazione il 13 gennaio con un happening serale, a Firenze il palcoscenico sarà per la collezione autunnoinverno 2017/2018 di Z Zegna, che rientra in Fortezza dopo un’assenza di due anni. «La decisione di partecipare a Pitti Uomo - spiega il ceo Gildo Zegna (nella foto) - è parte di un preciso programma di evoluzione del mondo Zegna. Alessandro Sartori ha risposto con entusiasmo all’opportunità di presentare in questo contesto la nostra nuova visione, pensando una collezione molto innovativa, con contenuti che rispondono in pieno al tema della stagione “Fashion meets Activewear”». L’appuntamento è dal 10 al 13 gennaio al Teatrino Lorenese. (a.t.)

STEFANO RICCI

la Sala Bianca RIAPRE ALLE SFILATE Stefano Ricci organizes a show to celebrate the 45th anniversary of his brand. The location is exclusive: the Sala Bianca of Palazzo Pitti, which in 1952 hosted the first show of Italian fashion. Palazzo Pitti riapre la Sala Bianca alle sfilate. Nel luogo dove è nata la moda italiana Stefano Ricci organizza uno show per celebrare i 45 anni di vita del marchio. Il giorno X è l’11 gennaio, durante Pitti Uomo, nella seconda giornata del salone. «È un passo importante nel rinnovato dialogo tra arte e moda - ha dichiarato Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi -. Soprattutto, si Stefano Ricci, courtesy Massimo Sestini tratta di un’iniziativa che dal punto di vista storico è coerente con il luogo stesso, la Sala Bianca di Palazzo Pitti, che nel 1952 ospitò la prima sfilata». Per ripercorrere le principali tappe della moda italiana, a partire da quella data sarà allestita una mostra fotografica che si aprirà, sempre in Palazzo Pitti, proprio nei giorni di Pitti Uomo. «È per me un onore e una responsabilità - ha commentato il designer Stefano Ricci - riportare nel circuito della moda la Sala che ha rappresentato la nascita della moda italiana, il luogo dove tutto è iniziato. Desidero ringraziare la direzione delle Gallerie degli Uffizi per aver concesso questo spazio». (an.bi.)

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CONCEPT KOREA

la creatività coreana alla prova di pitti From Korea to Pitti: Bmuet(te) by Byungmun Seo and Ordinary People, two of the most interesting Korean designers in Florence. La Corea continua a rappresentare un think-tank ad alto tasso creativo per Pitti Uomo, che a questa edizione - grazie alla collaborazione con Kocca-Korea Creative Content Agency, la più importante agenzia governativa che supporta la creatività coreana - porta in Fortezza due tra i nomi più intereressanti della Corea del Sud. Si tratta di Bmuet(te) by Byungmun Seo e di Ordinary People. Il loro messaggio? Non convenzionale, si potrebbe sintetizzare. Fondata nel 2012 dal duo di designer Byungmun Seo (nella foto in alto) e Jina Um, la label Bmuet(te) si è fatta notare arrivando tra i finalisti dei Wgsn Global Fashion Awards nel 2012 e al contest Who Is On Next? Dubai nel 2015. Il suo è un concept sperimentale, venato di poesia, che nella costruzione bypassa limiti e barriere. Altrettanto unconventional il menswear brand lanciato nel 2011 da Jang Hyeong Cheol (foto in basso), anima creativa di Ordinary People, presente a Pitti per la quarta volta: un marchio che si è già conquistato fiducia sulle passerelle di Seoul Collection e a New York, dove nel 2016 ha presentato le sue creazioni, grazie a una collezione di impronta sartoriale, ma dal twist moderno e funzionale. (a.t.)

DESIGNER PROJECT

La moda TERAPEUTICA DI COTTWEILER FOR REEBOK The Project Designer of Pitti Uomo is Cottweiler for Reebok, a capsule disegned by the British designers Ben Cottrell and Matthew Dainty for the fitness company Reebok. Loro sono Ben Cottrell e Matthew Dainty, alias Cottweiler, due designer (ma anche artisti) con base a Londra, conosciuti per aver superato, con le loro performance stilistiche, i confini tra alta moda, streeetwear e sportswear. A Firenze sono il “Designer Project” di Pitti Uomo con Cottweiler for Reebok, frutto della collaborazione con un leader globale nel settore fitness come Reebok. Per l’anteprima mondiale di questo nuovo progetto è stato scelto il Museo Marino Marini, dove con un evento speciale verrà svelata una collezione per l’autunno-inverno 2017/2018 che comprende abbigliamento, calzature e accessori. «Capi senza tempo, ma all’avanguardia, dove design e funzionalità diventano elementi chiave», assicurano gli autori della collezione, realizzata con tessuti e lavorazioni high-tech, in linea con l’heritage tecnico della company nell’orbita di Adidas Group. Particolarità, l’effetto terapeutico sul corpo, grazie a un approccio olistico tipico dello sport riabilitativo. L’appuntamento è in piazza di San Pancrazio giovedì 12 gennaio dalle 19 alle 21. (a.t.)

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L’allievo di Yohji Yamamoto sul palco della leopolda The Japanese designer Teppei Fujita, Yohji Yamamoto’s disciple, makes his debut at the Stazione Leopolda with his brand Sulvam, created in 2014. Classe 1984, Teppei Fujita è il giovane stilista che inaugura la collaborazione biennale tra Pitti Immagine e la Japan Fashion Week Organization, una partnership che ha come obiettivo quello di offrire visibilità ai talenti più promettenti del Giappone. Il suo brand, Sulvam, sarà protagonista con uno show alla Stazione Leopolda giovedì 12 alle 17: «Sono elettrizzato all’idea di esibirmi nella stessa location che ha ospitato la sfilata del mio maestro, Yohji Yamamoto», commenta Fujita, che ha lavorato per molto tempo presso la maison giapponese dopo essersi diplomato al Bunka Fashion College. Con Sulvam, creato nel 2014, è portavoce di un tailoring contemporaneo, con un focus su tessuti high quality e silhouette innovative. (a.t.)

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www.bagutta.net Photo by Stefano Guindani


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a palazzo gerini

omaggio a ciro paone “Two or three things I know about Ciro” is a special event that pays homage to Ciro Paone, Kiton’s founder and symbol of contemporary tailoring.

Ciro Paone, fondatore di Kiton, è una delle figure emblematiche della sartorialità italiana al maschile. Non sorprende, quindi, che Pitti Uomo gli dedichi il 10 gennaio un evento speciale a Palazzo Gerini, in via Ricasoli 42. “Due o tre cose che so di Ciro”, progetto curato da Angelo Flaccavento, promette una full immersion nel gusto, nella passione e nella dedizione al bello che caratterizzano la vita e la carriera di “Mr. Kiton”. «Un personaggio che per noi di Pitti Immagine è sempre stato di riferimento quanto a simpatia, eleganza, visione e coraggio» spiega Raffaello Napoleone, a.d. dell’ente fiorentino, sottolineando come Paone «rappresenti il meglio della sartoria contemporanea e, al tempo stesso, uno degli imprenditori più illuminati della moda italiana: una storia che parte da Napoli e va alla conquista del mondo». «Questa mostra dedicata a mio zio - aggiunge Antonio De Matteis, ceo di Kiton - è un onore, perché Ciro Paone è la persona che più di ogni altra ha influito sulla nostra vita, sul nostro modo di pensare e ci ha insegnato il suo credo». Alcune cifre sul marchio: un fatturato di 115 milioni di euro (dato 2015), una quota export dell’80% con Usa, Russia e Cina in pole position, 56 monomarca. (c.me.)

larusmiani e aldo lorenzi

un gentleman’s trunk da scoprire A “gentleman’s trunk” shows in Fortezza da Basso Larusmiani’s and Aldo Lorenzi’s luxury lifestyle. Via Montenapoleone non è solo lusso da esibire, ma ha anche un’anima storica da preservare, che si esprime in marchi come Larusmiani per l’abbigliamento e Aldo Lorenzi per gli oggetti da intenditori, simboli del vero fatto a mano: coltelli, articoli da fumo e da toilette, strumenti per la rasatura e altri pezzi che uniscono estetica, funzionalità e artigianalità. Il legame tra i due marchi, tangibile nella scelta di Larusmiani di riservare uno spazio a Lorenzi nella boutique di via Montenapoleone 7, viene ribadito da un’installazione al Piano Attico della Fortezza da Basso: un “gentleman’s trunk” che racchiude le creazioni di entrambi i brand (Larusmiani nato nel 1922, Lorenzi fondato a fine anni Venti) in un contenitore speciale, portando un angolo di Montenapo in Fortezza. (a.b.)

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artigiani contemporanei The “new makers” coming from different parts of the world are again under the spotlight in the Make section at Sala Alfa of Pitti Immagine Uomo. Ancora una volta Pitti Uomo scommette su Make: alla Sala Alfa del Piano Inferiore del Padiglione Centrale va in scena l’artigianalità proveniente da tutto il mondo, rappresentata da un gruppo trans-generazionale e trasversale di “maker”. Si va dall’italiana Antica Barbieria Colla (nella foto), indirizzo milanese per intenditori che lancia una collezione di prodotti per la cura di barba e capelli, alle calzature californiane Benjamins, realizzate in edizione strettamente limitata e interamente handmade, fino ai copricapi del Cappellificio Biellese 1935 e alle creazioni di Hiromi Asai, nome orientale ma cittadinanza statunitense, ispirate ai tessuti per kimono. Solo alcuni esempi di un nucleo di brand di ricerca, con storie speciali da raccontare. (a.b.)

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Lumberjack

«Entriamo in Fortezza con we» Lumberjack debuts at Pitti Uomo with its new label named We. Not only shoes but a lifestyle concept dedicated to an updated consumer and to a medium level target. Lumberjack debutta a Pitti Uomo con la nuova etichetta We: «We come weekend ma anche come noi, persone normali, che non riunciano alla propria libertà anche nella quotidianità», spiega Andrea Vecchiato, a.d. di Lumberjack (foto), label italiana nata nel 1979 e acquisita nel 2012 dal gruppo turco Zylan. Un brand che da un concetto di outdoor americano si sta spostando verso una connotazione moderna, con prodotti più urbani e che con la nuova nata We sposta il focus dalle sole calzature al lifestyle, aprendo anche a capispalla e accessori. «Il nostro target - spiega Vecchiato - sono gli “Urbanatures”, persone che sanno vivere la città con spirito naturale. We è l’emblema di questa nuova filosofia, che rimanda a prodotti più curati, dedicati a un consumatore evoluto e a una distribuzione di livello medio, dove c’è spazio per prodotti con prezzi accessibili e valori importanti». Nello stand in Cannoniera sotto i riflettori c’è il nuovo Modular Jacket System, un ecopiumino di base leggero, da abbinare a un capo termico o a una giacca water-resistant. Proposte acquistabili separatamente, valide da settembre fino a marzo, con un retail price dai 69 ai 129 euro. Le calzature, che consentono la scelta tra sneaker e proposte di uso civile, sono declinate in tre linee per un totale di sette modelli, in vendita da 79 ai 119 euro. A completare l’offerta accessori, borse e zainetti. «Con il progetto We - aggiunge Vecchiato - entriamo nella seconda fase del rilancio di Lumberjack». Una strategia che funziona, a giudicare dai numeri: «Il 2016 si chiude a 36 milioni di euro di ricavi, rispetto ai 18 del 2013, con l’export che passa da zero al 15%, rivolto a Sud ed Est Europa. Per ora siamo focalizzati sul Mediterraneo ma stiamo ottenendo riscontri positivi in Asia e Medio Oriente, dove si ricordano ancora della Lumberjack dei tempi d’oro, gli anni Ottanta, quando il brand fatturava 160 miliardi di lire» Ma ora con Zylan si fa nuovamente sul serio. (c.me.)

Alessandro dell’Acqua

a Pitti per raddoppiare le vendite Alessandro dell’Acqua, that today has achieved important results in terms of product and sales, makes its debut at Pitti Uomo with its fall-winter 2017/2018 collection. Le vendite del 2017 di Alessandro Dell’Acqua sono destinate a raddoppiare rispetto a quelle dell’anno appena concluso. Ne è convinto Salvatore Toma, a.d. di Vean fashion, società licenziataria del marchio e controllata da Gst, a cui fanno capo anche i brand Havana&Co. e Angelo Toma. L’imprenditore di Sava, in provincia di Taranto, prevede che l’impennata delle vendite sarà favorita dalla presenza, per la prima volta, della collezione a Pitti Uomo. «Da anni siamo in Fortezza da Basso con Havana& Co. - dice -. La scelta di esordire con Dell’Acqua tiene conto del crescente respiro internazionale della manifestazione e della tendenza che in molti mercati torna a premiare il canale wholesale». Attualmente la collezione può contare su un network di 200 punti vendita multimarca, di cui 120 in Italia. «Ma lo sprint arriverà dall’estero a cominciare dalla Russia, da cui ci aspettiamo una ripresa a Pitti Uomo». (an.bi.)

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I 30 anni di Napapijri

Sulle tracce della Rainforest For its thirtieth anniversary Napapijri bets on suspense, organizing a “treasure hunt” in Florence dedicated to the iconic Rainforest jacket. Per il trentesimo anniversario Napapijri scommette sulla suspense e organizza una “caccia al tesoro” in giro per Firenze, nei giorni di Pitti Uomo. Per meglio dire è un percorso segreto sulle tracce della iconica giacca Rainforest, scelta dal brand come emblema di questa importante ricorrenza, che celebra il ritorno alle origini italiane del marchio, oggi in capo a Vf Corporation. A partire dal 10 gennaio i viaggiatori in arrivo alla Stazione di Santa Maria Novella troveranno ad accoglierli un’installazione gigante dedicata al capospalla cult di Napapijri. Un primo incontro ravvicinato, che prelude ad altre cinque tappe segrete da scoprire entro il 13 gennaio: cinque porte misteriose in giro per la città, dietro alle quali si cela una diversa interpretazione della Rainforest, disponibile nei negozi con la stagione autunno-inverno 2017. C’è il modello in edizione limitata reversibile, quello ispirato al Monte Bianco, prima casa del brand, l’ibrida Soft Shell, progettata secondo il concetto di “layering”, la versione All White e la Original, con la tasca frontale e la bandiera-logo norvegese. Non resta che tuffarsi nella folla, tra i vicoli di Firenze, sperando di essere tra i fortunati che la sera dell’11 gennaio saranno al Teatro Odeon, per l’evento battezzato “Secret Sound”, con cui Napapijri festeggia l’iniziativa. (c.me.)


shop at albertoguardiani.com


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Come è nata questa collaborazione e cosa significa per Save the Duck? La capsule con Christopher Raeburn segna la strada del futuro. D’ora in avanti, ogni anno, sceglieremo un diverso stilista di prime linee, che ci permetta di inoltrarci in un segmento per noi inconsueto: quello del lusso. Per Save the Duck, che è uno sportswear brand di fascia alta, ma con un prezzo democratico, rappresenta una possibilità di upgrading in mondi più sofisticati, che ci aprirà le porte dei luxury shop. Siamo convinti di avere la risposta giusta per chi, in questo target di mercato, ama i prodotti green.

SAVE THE DUCK

«Con Raeburn facciamo incursione nel lusso» The animal-friendly duvets brand reveals the capsule collection designed by the British designer Christopher Raeburn: the first step of a strategy that aims to conquer the luxury stores. di ANGELA TOVAZZI

Cosa c’entra Christopher Raeburn con Save the Duck? La risposta si avrà in Fortezza, quando verrà svelata la capsule designata dallo stilista inglese per il marchio di eco-piumini, «che inaugura un nuovo cammino», come racconta Nicolas Bargi, fondatore del brand ed esponente della terza generazione dell’azienda milanese Forest, dal 2014 sotto il controllo della holding Alchimia di Marina Salamon.

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Perché Christopher Raeburn? Che cosa vi unisce? Christopher è lo stilista del riciclato, ama riutilizzare e dare nuova vita a tessuti military come il nylon da paracadute oppure le tute da aviatore. Ha una sensibilità eco-friendly. Siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Cosa vedremo a Firenze? Insieme abbiamo dato vita a sei pezzi unisex, con ingredienti riciclati: i tessuti, le imbottiture, le zip. Tutto è frutto di recycling. L’estetica dei capi è dominata dal tema del patchwork, che riproduce nell’immagine esterna la filosofia del riuso. I canali distributivi cambiano. Dove sarà venduta la capsule? Verrà commercializzata da Tomorrow, attraverso le sue showroom di Milano e Parigi. In tutto saranno interessati 150 multimarca top level come Colette, Neiman Marcus, Isetan, Antonia, LuisaViaRoma. Naturalmente cambia anche il prezzo, che al pubblico andrà con una cifra compresa tra i 400 e gli ■ 800 euro.

A lato, uno dei capi della capsule collection firmata da Christopher Raeburn che sarà presentata a Pitti Immagine Uomo. In alto, Nicolas Bargi

Una camicia della primavera-estate 2017

ALEA

ANCORA PIÙ unconventional con la capsule japan-oriented At Pitti makes its debut Alea Japan Made in Italy, a capsule that summarizes the unconventional style of Alea man. Alea prosegue nel suo percorso di rilancio, orientato a dialogare con un consumatore evoluto, che ama scegliere camicie “unconventional”. Il brand di proprietà di Afi (Alea Fashion Industries) - realtà di Savignano sul Rubicone che in portafoglio ha licenze come Calvin Klein, Michael Kors, Carlo Pignatelli, Ungaro e Tommy Hilfiger Tailored - svela a Pitti Uomo il suo nuovo progetto: una capsule collection in grado di fotografare il mondo estetico di riferimento di Alea, partendo dalle camicie ma spaziando anche verso gli altri elementi clou del guardaroba maschile. «Non c’è nessuna volontà di virare verso la produzione di total look - precisa il direttore della comunicazione, Giancarlo Tafuro - ma semplicemente di sintetizzare in un ventina di pezzi il concept non convenzionale di Alea: una scelta di carattere che va oltre il classico, pur nel solco di un heritage manufatturiero capitalizzato in oltre 60 anni di storia». Alea Japan Made in Italy, questo il nome della capsule, «sarà composta da 4 camicie, 4 pantaloni, 4 giacche, 4 cappotti e 4 gilet - spiega Tafuro - con tessuti provenienti dal mondo della camiceria». L’appuntamento è in Fortezza, nel nuovo (e più ampio) stand al Padiglione Centrale, Piano Inferiore. (a.t.)


LUBIAM

il 2016 fa 50 (milioni), con l’exploit del su misura Lubiam closed fiscal year 2016 with more than 50 million euro revenues (+5%) and grows in the made-to-measure business (+41%). Nel 2016 ha registrato un +41%. Basta questa cifra per dare l’idea dell’indice di gradimento del su misura di Lubiam, azienda mantovana specializzata nel menswear. «Questo servizio - commenta Edgardo Bianchi, a.d. e direttore amministrativo e finanziario - cresce in modo esponenziale di stagione in stagione, tanto che abbiamo sviluppato ulteriori possibilità di personalizzazione». L’attenzione si è focalizzata in particolare sui cappotti, con l’obiettivo di completare l’offerta del made-to-measure, mentre per giacche e abiti sono state studiate nuove soluzioni nelle proporzioni dei rever. Non solo: l’ultima scommessa è l’apertura del su misura (storicamente applicato alle linee sartoriali Luigi Bianchi Mantova Sartoria, Luigi Bianchi Mantova Flirt e Lubiam 1911 Cerimonia) al mondo del tinto in capo L.B.M.1911, con l’intenzione di sviluppare questo servizio, attualmente disponibile in esclusiva presso la boutique di via della Spiga 30 a Milano, coinvolgendo una rosa selezionata di rivenditori. L’andamento del tailor made riflette il trend positivo del business Lubiam nel 2016, che ha superato il tetto dei 50 milioni di euro, in crescita del 5% sull’anno precedente, dopo aver chiuso il 2015 a +11%. «Il dato significativo - tiene a sottolineare Bianchi - non è solamente quello relativo alla percentuale positiva dell’anno appena archiviato, ma il fatto che ormai la crescita è costante da oltre sei anni». «Anche per quanto riguarda l’ultima stagione, la primavera-estate 2017 - aggiunge - si è conclusa con un +3% e siamo convinti che anche il primo semestre 2017 (a.t.) segnerà una sensibile crescita».

LES BENJAMINS

LA NEW WAVE DI ISTANBUL Between Turkish roots and a metropolitan attitude, the brand Les Benjamins, born in Istanbul, is one of the most awaited new entries at Pitti Immagine Uomo. Da Istanbul a Firenze: Les Benjamins, streetwear brand di stanza nella città turca, debutta a Pitti Uomo presentando il suo menswear, già in vendita presso Saks Fifth Avenue a New York e Los Angeles, La Rinascente a Milano, Printemps a Parigi, Shinsegae a Seoul, Tsum a Mosca, Harvey Nichols e Brandroom in Turchia, solo per citare alcuni nomi. Il fondatore Bunyamin Aydin ha dato vita nel 2011 a un collettivo creativo, con l’obiettivo di esprimere attraverso gli abiti le interessanti contaminazioni che possono nascere dall’incontro tra culture ed esperienze diverse. I capi uniscono una matrice artigianale a print digitali: una combinazione che ha attratto l’attenzione di celebrity come Jaden Smith e Cara Delevingne. (a.b.)

FAUSTO PUGLISI

«Le mie scarpe per guerrieri urbani» The Sicilian designer Fausto Puglisi presents at Pitti Uomo its new footwear. Appointment at the Futuro Maschile section, inside of Sala delle Nazioni. Com’è nato il progetto calzature e che cosa rappresenta per l’estetica Puglisi? È stato sviluppato in collaborazione con uno straordinario calzaturificio (Alp di Montegranaro, in provincia di Fermo, ndr) con il quale sto lavorando con molta creatività e libertà su una collezione interamente made in italy. Il modello di punta è un ibrido dove il gladiatore borchiato di ispirazione greco romana si mescola alla sneaker atletica tecnica. Tre aggettivi per definire lo stile delle sue scarpe. A che pubblico sono destinate? Sono pensate per un guerriero urbano, per un neo-gladiatore. Tre aggettivi? Grecoromane, Punk, Royalty shoes! Dove saranno vendute? Sono distribuite da Massimo Bonini attraverso le sue showroom di New York e Milano. L’idea è di venderle nel canale multimarca, online e nello store Fausto Puglisi in via della Spiga a Milano. (a.t.)

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Ph. Stefano Guindani

L’UPGRADING DI BAGUTTA

un big jump verso il futuro

1. La nuova campagna pubblicitaria di Bagutta 2. Una camicia della linea Bagutta Milano 3. Antonio Gavazzeni e Mario Stefano Maran, rispettivamente a.d. e direttore commerciale e marketing worldwide di Bagutta

Una collezione che si declina in quattro capsule, a ricomporre un guardaroba di camiceria completo, ma anche uno stand rinnovato, il sito che cambia e il negozio di Milano in attesa di restyling. Dalla ribalta di Pitti Uomo Bagutta annuncia il grande salto verso una nuova era di Carla Mercurio

A collection structured in four capsules, to reconstruct a complete wardrobe of shirts. But also a new stand, the upgrading og the Internet site and the Milan store waiting for a restyling. Bagutta announces the leap into a new era.

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Pitti Uomo gli habitué e i nuovi clienti di Bagutta troveranno al Piano Inferiore del Padiglione Centrale uno stand rinnovato, con un concept moderno e d’impatto. Il biglietto da visita di un cambiamento più vasto, che parte del prodotto per abbracciare tutte le strategie legate all’etichetta di camiceria di casa Cit. Una rivoluzione pacifica, esemplificata dall’immagine scelta per la campagna istituzionale: un uomo in camicia che spicca un salto, proiettato verso le sfide del futuro. Un’immagine che esprime il senso del cambiamento che l’azienda di Arcore annuncia al salone fiorentino. Il new deal coincide con l’arrivo di Mario Stefano Maran con il ruolo di direttore commerciale e marketing worldwide, che ha portato una ventata di rinnovamento nell’azienda guidata dall’a.d. Antonio Gavazzeni. «Un upgrading che pervade ogni aspetto del business, in un mercato che si va compattando ma dove per il top dell’offerta e per il made in Italy c’è sempre posto - spiega Maran -. Così come c’è sempre più posto per progetti e non per semplici prodotti». Il punto di partenza è comunque il prodotto. Non più una collezione monocorde ma una proposta contraddistinta dal nuovo lettering del logo, articolata in quattro capsule, per ricostruire un guardaroba di camiceria completo, che parte dal sartoriale per arrivare al contem-

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porary. Il tutto con i tessuti dei migliori produttori, come Albini e Canclini, e con un packaging moderno e accattivante. «Un progetto corposo - chiariscono Gavazzeni e Maran - che prende in considerazione tutti gli aspetti della filiera: dal servizio su misura al riassortimento permanente nei punti vendita, fino alla divisione delle collezioni per occasioni d’uso. Un mix studiato per i negozi di oggi, sempre più specchio di un lifestyle completo». Si parte dal top, dalla Bagutta First Dressing Choice, contraddistinta da un logo con stella dorata a sette punte, che esprime il massimo della performance artigianale, con cinque passaggi a mano, interamente made in Italy. A seguire Bagutta Milano, caratterizzata dal logo essenziale, dedicata ai momenti di business con capi made in Italy, realizzati a livello industriale e The Shirt, con un’impronta più sportiva e di tendenza, realizzata all’estero nel bacino del Mediterraneo. Per finire la serie Contemporary, legata all’evoluzione della camicia, che diventa giacca o sostituto del maglione. Nuovo look entro il 2017 an-

che per il monomarca milanese in via San Pietro all’Orto, pronto ad accogliere l’esordiente progetto Wardrobe, che alle camicie affiancherà due modelli di pantalone, una giacca e una maglia. Pochi pezzi ma essenziali, per veicolare un concetto di lifestyle. Se il retail è per il momento un progetto sulla carta, che guarda al Giappone e alla Corea come primi step, il wholesale è il core della label, con un network di 260 clienti in Italia e 170 all’estero. Anche in questo ambito è stata applicato il metodo Maran: «Abbiamo rivisto il network distributivo, affidandoci ai migliori agenti in Italia e all’estero, con l’ausilio della showroom di Milano, in via Tortona». Un trattamento strong per il marchio in capo alla Cit, azienda da 33 milioni di euro di fatturato, comprensivi delle etichette di casa (oltre a Bagutta, Cit e Robert Friedman), le licenze e le forniture, che non ha trascurato nessun aspetto, compreso il sito. «Con Pitti - conclude Maran - debutta la nuova immagine del nostro website, all’insegna della personalizzazione e della sorpresa. Un indirizzo dove riserveremo anche uno spazio per proporre e vendere al cliente finale le special edition che abbiamo in cantiere e dove i dettaglianti potranno loggarsi per effettuare i riassortimenti». ■



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La prima volta di Replay a Pitti Uomo

«Vogliamo premiare il canale wholesale» The arena of Pitti Uomo convinces Replay, which for the first time chose to cross the walls of the Fortress to present the next winter collection. L’arena di Pitti Uomo convince Replay, che per la prima volta sceglie di varcare le mura della Fortezza per presentare la collezione del prossimo inverno. «In considerazione del crescente respiro internazionale del salone e dell’inversione di tendenza, che in molti mercati sta tornando a premiare il canale wholesale, abbiamo deciso di esordire in chiave istituzionale all’interno della manifestazione», spiega Matteo Sinigaglia (nella foto), ceo di Fashion Box, cui fa capo il marchio. «Firenze per noi è una piazza molto importante anche dal punto di vista commerciale e, infatti, la presidiamo con tre monomarca», racconta Sinigaglia. Una manifestazione, sottolinea, che acquisisce una fisionomia sempre più internazionale, a metà strada tra fiera di moda e fashion show, e per questo piattaforma ideale per un marchio che coniuga il jeanswear e i dettagli sartoriali. Il brand porta in scena nella Sala della Scherma la collezione battezzata «Rebel &Heroes». Una contaminazione di stili, tra echi biker, tendenze military e richiami al mondo college. In passato Replay è stata protagonista a Firenze di eventi collaterali in concomitanza con il salone, come il grande happening del 2002 in piazza della Signoria, con danze aeree e giochi di luce. (c.me.)

I 70 ANNI DI Wrangler

Torna l’arcobaleno in fortezza Back to Pitti Uomo after more than a decade, Wrangler chose the fair in Florence to celebrate its 70th anniversary. Torna al salone dopo oltre dieci anni Wrangler, l’etichetta americana in capo a Vf Corporation, che sceglie la ribalta fiorentina per suggellare il 70esimo anniversario. Una ricorrenza scandita da una collezione battezzata “Retro Glory”, che attinge al passato guardando al futuro. Sono gli anni Settanta il focus, la decade che ha consacrato la label americana icona del denim, reinterpretati con una sensibilità attuale. «Sono stati gli anni dell’ottimismo e del divertimento, così come suggerisce la grafica dell’arcobaleno - spiega Sean Gormley, direttore creativo di Wrangler -. Questo concetto di positività viene oggi rivisitato dalla cultura pop, facendo riferimento al mondo del fashion, allo stile dei festival fino a raggiungere la serie TV cult “Stranger Things». Le tele indigo sono protagoniste, declinate in lavaggi deep blue, stone dyed, sfumature luminose e dalla presenza del motivo dell’arcobaleno. Per l’uomo, oltre ai jeans dal fit slim, l’offerta comprende T-shirt, maglie e camicie stile western; per la donna il pantalone più attuale è il cropped flare, oppure ci sono gli short e le gonne tagliate, abbinate alla T-shirt con le grafiche dell’arcobaleno. Agli amanti dell’esclusiva è dedicata la limited edition di trucker jacket in denim stone dyed, con stampa posteriore a cura dell’artista Luke McLean, che ritorna anche su alcune T-shirt. E poi una sorpresa, ancora top secret: la liaison con un altro artista da scoprire nello stand. (c.me.)

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Guido Biondi, direttore creativo di Roy Roger’s e Antonio Liverano nella bottega fiorentina

Roy Roger’s/liverano & liverano

Anche il jeans diventa sartoriale

Roy Roger’s interprets its jeans from a different perspective and launches the new tailored denim, in collaboration with famous Florentine dressmakers Liverano & Liverano, on show at Pitti Uomo. Roy Roger’s sperimenta nuove chiavi di lettura per i suoi jeans. Arriva il denim sartoriale, in collaborazione con la nota sartoria fiorentina Liverano & Liverano, in pista a Pitti Uomo. È l’incontro tra due mondi diversi, un tempo inconciliabili, che oggi interagiscono in un’ottica contemporanea, anche in virtù di due punti che le accomunano: sono entrambe fiorentine e tutte e due vantano una storia lunga decenni. Realizzate a Firenze, le inedite proposte di Roy Roger’s presentano dettagli ricercati tipici del fatto a mano che derivano dal know how di Liverano & Liverano, una delle ultime botteghe sartoriali fiorentine, di stanza in via De Fossi, vicino all’Arno. Una tappa obbligata per gli amanti del bespoke di tutto il mondo, fondata alla fine degli anni Quaranta da Luigi Liverano, in arrivo dalla Puglia, a cui si affianca pochi anni più tardi suo fratello Antonio, tuttora attivo nel laboratorio. (c.me.)


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LUISAVIAROMA

doppietta a firenze During Pitti are on stage the 14th Firenze4Ever and the third Fashion Technology Summit. By LuisaViaRoma.

ANTONY MORATO

Una nuova casa high-tech nell’arcipelago di Pitti The new stand of 600 square meters at Pitti Uomo symbolizes the route taken by Antony Morato in the past decade and the goals for the future: to reach 100 stores by 2017. Per il decimo anno di attività Antony Morato si regala una nuova location a Pitti Uomo: uno spazio di 600 metri quadri all’interno dello spazio Archivi 3, dove presenta la collezione autunno-inverno 2017/2018. Uno stand all’insegna della tecnologia, con un corridoio fatto di specchi e led, che conduce alle porte dell’universo della griffe. Un percorso che simboleggia quello compiuto dall’azienda campana in questi dieci anni, a livello di distribuzione e di comunicazione. E che prefigura i prossimi step. Come spiega Raffaele Caldarelli, chairman della label, «per i prossimi dieci anni sosterremo ancora la natura duplice della nostra presenza sul mercato: retail e multibrand devono crescere insieme». L’obiettivo è arrivare a quota 100 punti vendita entro il 2017 rispetto agli attuali 80, con il canale wholesale articolato in 2.600 distributori a livello internazionale. A proposito di globalizzazione, prosegue l’investimento in Nord Europa, con il presidio delle principali fiere di settore: Premium a Berlino e Modefabriek ad Amsterdam. A potenziare lo sviluppo della distribuzione, investimenti in comunicazione nelle aree strategiche, come Spagna, Germania, Francia e Italia, sostenuti da un fatturato in progress, che toccherà quota 100 milioni a fine esercizio. Scattata da Marianna Sanvito e Luca Merli, la campagna della prossima estate condensa nel claim #iamwhoiam la visione di un uomo moderno e cosmopolita, che della moda fa lo strumento per esprimere la propria personalità. (c.me.)

Doppio appuntamento, per LuisaViaRoma, in occasione di Pitti Uomo. L’8 e il 9 gennaio va in scena la 14esima edizione di Firenze4Ever, all’insegna della solidarietà. Ospite al Teatro Odeon, durante la cena di gala di lunedì 9, la cantante M.I.A, Mathangi “Maya” Arulpragasam, per la prima volta in Italia. I proventi saranno devoluti alla Fondazione Andrea Bocelli e contribuiranno alla ricostruzione delle scuole di Haiti distrutte dall’uragano Matthew. Il 12 gennaio al Teatro della Compagnia in via Camillo Benso di Cavour 50/R (nella foto), LuisaViaRoma organizza con il Comune di Firenze il terzo Fashion Technology Summit, con un giorno intero di tavole rotonde, presentazioni e networking con esperti e decision maker delle digital company. (a.t.)

THE LATEST FASHION BUZZ

scende in campo anche Creative and More Six emerging designers are under the spotlight of The Latest Fashion Buzz, a competition organized by L’Uomo Vogue, GQ Italy and Mini. The winner will be announced on January 10th in Florence, at Piazzale delle Ghiaie. The Latest Fashion Buzz mette a confronto sei giovani talenti, dallo sportswear al knitwear, dallo street al concettuale. A Pitti Uomo 91 la nuova edizione del progetto, organizzato da L’Uomo Vogue, GQ Italia e Mini, offre una panoramica della moda maschile contemporanea, interpretata da sei designer emergenti, provenienti da tutto il mondo: David Catalan, Estelita Mendonça, Feng Chen Wang, Goetze, Magliano e Pronounce. La casa automobilistica ospita all’interno del suo spazio - al Piazzale delle Ghiaie - il display delle collezioni. In più, al vincitore del contest, che sarà svelato nel corso di un evento il 10 gennaio alle 15, sarà offerto un servizio di tutoraggio gratuito della durata di un anno da parte di Creative and More, agenzia di talent scouting nel fashion che fa capo a Luca Rizzi. (an.bi.)

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Al Salon of Excellence

Lo scouting incontra la sartorialità A round-table in Florence during Pitti Immagine Uomo analyzes the future scenarios of fashion during Salon of Excellence, focused on the top of masculine tailoring and Italian craftsmanship. Una tavola rotonda fa il punto a Firenze sul futuro della moda in occasione del settimo Salon of Excellence, in programma il 10 gennaio, durante Pitti Uomo, a Palazzo Capponi Vettori. Fra i relatori Mario Dell’Oglio, presidente della Camera Italiana dei Buyer, Georgia Pizzi di Harvey Nichols, Claudio Betti di Spinnaker Boutique, Andrea Molteni di Tessabit a Como, Mariela Montiel, designer di Antolina e Farah Nassarpour di Spring Up Showroom. Modera il direttore di Fashion, Marc Sondermann. Obiettivo, individuare le strategie distributive vincenti per i nuovi brand. Un momento clou della kermesse, che vuole essere un punto di incontro con le eccellenze dell’universo sartoriale maschile e dell’artigianato femminile e che vede la partnership del Lanificio F.lli Cerruti e della Camera Italiana Buyer Moda. Abbinate all’appuntamento due inedite iniziative: Nuovo Filo Sartoriale, lo spazio in collaborazione con il Lanificio F.lli Cerruti, in cui la generazione ultima dei talenti della sartoria realizza pezzi unici dedicati all’uomo che ama il su misura, e Masters of Craftmanship, che accoglie le proposte dello storico calzolaio milanese su misura Rivolta e del camiciaio Siniscalchi, anche lui di Milano, accanto a tre sartorie napoletane. Completamente dedicata ai nuovi designer attenti alla ricerca stilistica, l’area Fashion Frames presenta marchi focalizzati sugli accessori femminili (borse, scarpe o pezzi di abbigliamento che vivono separatamente). Per la prima volta è previsto un premio per il più interessante designer di questo settore. (c.me.)

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intervista a carlo capasa

Un look della collezione uomo pre-fall 2017 di Diesel Black Gold, che sarà il primo marchio a sfilare il primo giorno di Milano Moda Uomo

Milano rilancia il wholesale power La fashion week di gennaio cambia pelle: sempre più designer giovani e internazionali in calendario e maggior vicinanza al modo wholesale. I nomi classici del formale scendono dalla passerella e tornano alla presentazione. «Sarà una fashion week senza paura di rompere le regole», dice il presidente di Camera Moda di ANDREA BIGOZZI

The January fashion week reinvents itself with more emerging and international designers on schedule and a greater proximity to wholesale. The formal brands skip the catwalk and come back to presentations. «It will be a fashion week without fear of breaking the rules» says Carlo Capasa of National Chamber of Fashion.

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perazione “break the rules”, ovvero la necessità di cambiare le regole del gioco per continuare a essere “di moda”. È da qui che Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, vuole partire per valorizzare la nuova edizione di Milano Moda Uomo (13-17 gennaio) e, in generale, tutto il fashion system made in Italy. «Sono anni - afferma - che sento discutere della necessità di ripensare il format stesso della sfilata, in particolare per le collezioni da uomo. Sta accadendo questo: le aziende e i marchi cercano nuove strade, anche per intercettare le giovani generazioni, che hanno una visione della moda decisamente diversa rispetto al passato. E ognuno lo fa alla propria maniera». Così tra chi gioca d’anticipo e fa sfilare uomo

e donna insieme a gennaio e chi Le invece preferisce aspettare febbrafashion week io per lo show combined si insesarannosempre risce Alberta Ferretti che fa una più “ibride” e non è solo questione di scelta inaspettata e presenta con sfilate doppie una sfilata unica la pre-collezione Carlo Capasa e la Limited Edition il 13 gennaio, lo stesso giorno scelto da Ermenegildo Zegna e Ports1961. «A noi questa fashion week ibrida - dice Capasa pio. A gennaio non ci sono Gucci e Bottega - piace tanto: ha carattere ed energia positiva Veneta che unificheranno lo show a febbrada vendere». io durante la fashion week tradizionalmente dedicata alle collezioni femminili. Ma anche Cosa intende per ibrido? Si riferisce alla altri marchi hanno scelto la strada dello show tendenza di far sfilare uomo e donna combined a gennaio: da Marcelo Burlon insieme? a Dsquared2, da Cédric Charlier a Damir L’unificazione delle sfilate è solo un esemDoma. La vera novità è che le diverse esigen-

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WHAT’s new @ Milano Moda Uomo

ze di programmazione dei marchi porteranno a un riassetto delle fashion week: l’appuntamento di gennaio sarà sempre più wholesale oriented, con i brand più legati a una distribuzione multimarca, che preferiscono anticipare i tempi presentando entrambe le loro collezioni. Mentre penso che la settimana della moda di febbraio diventerà sempre più il regno dei grandi colossi retail oriented. Altri esempi di “libertà” rispetto al passato? Un altro segnale interessante della volontà di rompere le regole è la scelta di Alberta Ferretti, marchio 100% womenswear, di presentare il 13 gennaio a Milano, ovvero il giorno prima dell’avvio delle sfilate maschili, la nuova pre-collezione con una sfilata. Una scelta che guardiamo con molto interesse e che, se fosse seguita anche da altri, potrebbe potenziare ulteriormente la settimana della moda di gennaio. Ma la novità che ci sta maggiormente a cuore è un’altra.

grazie di una serie di ritorni da parte di marchi affermati. Ad aprire il calendario ci sarà Ermenegildo Zegna, che aveva saltato una tornata, con l’attesa prima sfilata di Alessandro Sartori per Ermenegildo Zegna, e a chiuderlo Giorgio Armani. In mezzo, oltre a tante conferme, anche i ritorni di Antonio Marras, Frankie Morello, N°21 e Moschino. Quanto alla presenza di molti debuttanti in calendario si tratta certamente di un rischio, ma vale la pena correrlo. Sappiamo benissimo che solo alcuni di loro diventeranno una presenza fissa della manifestazione.

I grandi assenti sulla passerella di questa stagione sono i big del formale: da Boglioli a Pal Zileri a Corneliani a Canali, in molti scelgono di non sfilare. In realtà non si tratta di assenze tout court, ma di cambiamenti nella modalità di mettere in mostra le collezioni abbandonando, magari anche solo per una stagione, la passerella tradizionale. Ormai la sfilata non è più l’unica opzione. L’importante è non essere mai banali e per certi marchi che devono raccontare al meglio il prodotto e le radici del loro marchio una presentazione ben organizzata può essere Un look Plein Sport, tra le new entry del calendario delle sfilate maschili insieme a più strategica di un Billionaire, Cédric Charlier e Federico Curradi fashion show.

Quale? Quest’anno in calendario ci sono brand che non erano mai stati prima a Milano. Non solo: si tratta nella maggior parte dei casi di marchi giovani e outsider, che sfilano per la prima volta. Si sente sempre parlare della necessità di un ricambio generazionale e di arricchire Milano con nomi internazionali. È proprio quello che succede a questa edizione, grazie a nomi come Palm Angels, Malibu 1992, Wood Wood, Federico Curradi, Billionaire, Plein Sport e la nuova generazione di designer supportata da Giorgio Armani. Grazie a tutte queste new entry il numero delle sfilate è salito rispetto a sei mesi fa. Non è un po’ un azzardo spingere degli esordienti sulla passerella? Innanzitutto, se le sfilate sono salite a 37, due in più della scorsa volta, è soprattutto

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A proposito di storytelling, non pensa che la moda italiana debba imparare a raccontarsi meglio? Ad esempio, siamo l’unica fashion week a non avere i suoi oscar della moda.. È vero, sono stato a Londra e ho assistito ai Fashion Awards e mi sono reso conto di quanto interesse ci sia per la moda italiana e i suoi protagonisti. In effetti anche in Italia dovremmo avere i nostri oscar della moda: mi piacerebbe che avessero qualcosa di diverso dalle altre capitali, che fossero più proiettati al futuro che al passato. Tra gli obiettivi del 2017 ci sarà appunto anche quello di presentare la nostra risposta agli Awards delle altre capitali. ■

AL DEBUTTO

OSSERVATI SPECIALI With so many changes in top designers at the helm of Italian’s biggest fashion houses, Milan Fashion Week breaths a fresh air

Alessandro Sartori Ermenegildo Zegna Ad aprire il calendario la prima sfilata di Alessandro Sartori per Ermenegildo Zegna, il 13 gennaio alla Bicocca. Sei mesi fa il marchio aveva saltato l’appuntamento per “riorganizzarsi” dal dopo Stefano Pilati, il cui lavoro aveva diviso stampa e buyer. Vedremo se Sartori saprà mettere tutti d’accordo.

Francesco Risso Marni Prima sfilata di Marni senza la sua stotrica fondatrice: Consuelo Castiglioni. Al suo posto è arrivato il giovane Francesco Risso, che proverà a portare una visione nuova e personale su un marchio il cui stile è sempre stato legato al gusto personale della fondatrice.

Lee Wood Dirk Bikkembergs A coronamento di un periodo di grande rinnovamento per il marchio Dirk Bikkembergs arriva la prima sfilata del nuovo direttore creativo Lee Wood. Lo stilista inglese ha scelto lo Scalo Farini per far sfilare una collezione in sintonia con l’heritage del brand e del suo storico fondatore.



WHAT’s new @ Milano Moda Uomo

Cédric Charlier

«Lancio l’uomo perché sono per la gender equality» Il designer belga sfilerà a Milano con il menswear e il womenswear: «Questa è la città ideale per un progetto al maschile»

Cosa pensa invece del see now buy now? Funziona? È una risposta al mondo che va sempre più veloce. Sentiamo l’accelerazione in tutto quello che facciamo. Da parte mia il vero valore è aspettare: tiene il desiderio vivo.

pagine di Andrea bigozzi

Cédric Charlier introduces his menswear, that will be shown alongside his women’s line in Milan. «Two perfectly complementary collections».

Milano sarà una scelta “one shot” o continuativa? Lei ha già sfilato sia a Parigi che a New York: continuerà il suo viaggio nelle capitali della moda? Sarò a Milano solamente per questa volta. Per il futuro sogno di fare uno show in Corea.

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igoroso, proprio come le sue creazioni, Cédric Charlier ha deciso di affrontare da vero disruptor il mondo della moda. Lo stilista belga, il cui marchio eponimo è prodotto da Aeffe, è stato tra i primi a scegliere di unire pre e main collection, facendole sfilare a giugno e a gennaio, per guadagnare tempo sulle consegne negli oltre 200 multibrand clienti. Anche quando si è trattato di lanciare per la prima volta la collezione maschile ha deciso di farlo alla sua maniera: con uno show “combined” durante la fashion week di Milano. Dove però non tornerà, perché per alimentare la sua creatività Charlier ha scelto di sfilare ad ogni stagione in location diverse. Perché ha scelto Milano per presentare la sua prima collezione uomo? Presenterò una collezione maschile e una femminile in un unico show. Credo che Milano risponda bene alle sfilate maschili e che gli italiani trainino la moda. In questa occasione ha optato per la sfilata “combined”. Perché pensa sia utile far sfilare uomo e donna insieme? Mi piace l’idea di mettere sullo stesso livello uomo e donna. L’arte imita la vita e ora anche la moda fa lo stesso. Uomo e donna insieme, come sono nella vita reale. Non voglio dividerli, io sono per la gender equality.

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Sono molto felice di aver preso questa decisione. Per me e il mio team è molto più facile lavorare in questo modo. I miei clienti mi hanno capito e mi seguono. Come hanno dimostrato lo scorso giugno a New York, quando ho deciso di proporre un unico grande show piuttosto che mostrare la resort e poi dopo di nuovo la spring-summer. Il concatenamento delle collezioni pre e main non funzionava più per me, mi sentivo sempre in ritardo. Non volevo perdere il piacere della creatività.

Come è andata questa prima prova? Per il momento la collezione uomo sarà un po’ più piccola di quella donna, ma la mia ambizione è quella di arrivare a 50%-50% molto presto. Saranno due linee perfettamrnte complementari. A cosa si è ispirato per il guardaroba dell’autunno-inverno 2017/2018? Sono partito da una litografia di Kasimir Malevitch e poi dal costruttivismo. Immagino un guardaroba che va dal classico allo sportivo attraverso colori forti, sia per l’uomo che per la donna. Quale è il suo capo preferito di questa sfilata? Mi piacciono i capotti e la maglieria, come anche i pantaloni di pelle colorati. Si parla molto di cambiamenti nel mondo della moda e di nuove strade. Lei ha scelto di anticipare il timing delle sfilate e di fondere pre e main collection, perché?

Con l’arrivo della linea uomo dobbiamo aspettarci anche il primo monomarca? Ci sto pensando, ma forse è ancora mol■ to presto.


PALM ANGELS/Francesco Ragazzi

«A Milano cerco il wow effect» The brand leaves Paris to show in Milan where its first women’s collection will be presented.

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1. Francesco Ragazzi oltre a essere designer di Palm Angels, è anche artistic director di Moncelr 2. Un look Palm Angels

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Nuovi mondi per Palm Angels. Il marchio di moda fondato da Francesco Ragazzi (e che fa parte della scuderia della New guards di Claudio Antonioli insieme a Marcelo Burlon County of Milan, Off-White e Hood by Air), dopo due anni di show a Parigi ha scelto Milano per la collezione fall-winter 2017/2018 che segnerà il debutto del womenswear. «Volevo che al nuovo progetto della donna - racconta Ragazzi, che è anche direttore artistico di Moncler - corrispondesse anche una città nuova dove sfilare. Alla fine ho scelto Milano anche perché in questa città ci sono pochi brand simili al mio». Per il ritorno a casa, lo stilista italiano ha puntato su un evento mai visto prima. «Quando si è trattato di pensare a come volevo lo show, mi sono detto “fuori dall’ordinario”. Per questo sfileremo in un garage in via Procaccini, mai usato prima dalla moda. Anche i modelli saranno sorprendenti e, per stuzzicare la curiosità, lanceremo una serie di iniziative teaser nei giorni precedenti l’evento». Il tutto nella speranza di lasciare il segno tra i buyer (i clienti sono già 165 nel mondo) incrementando le vendite che nel 2016 hanno toccato quota 5 milioni di euro.

MALIBù 1992

Dal plastic alla passerella Nato nel 2013 come piattaforma di video-arte e musica, che nel tempo si è trasformata in un progetto lifestyle, oggi Malibu 1992 è anche una linea di abbigliamento pronta per sfilare per la prima volta a Milano Moda Uomo, dove da due stagioni faceva parte del calendario delle presentazioni. Il lasciapassare per il fashion show il suo fondatore Dorian (foto), per 12 anni art director del Club Plastic, l’ha conquistato sul campo conquistando fans del calibro di Rihanna, Brooke Candy, Jessie J e Iggy Azalea. La collezione, che sfilerà nello spazio Base, sarà dedicata agli albori della house music degli anni 90 e all’impatto estetico e sociale che questa ha avuto in Italia.

frankie morello

sfilata e store: ecco le mosse del rilancio 2017 starts with a new flagship store in Milan and the comeback on catwalk for the “new” Frankie Morello. La collezione della rinascita, quella dedicata alla primavera-estate 2017, ha portato un giro d’affari pari a 7 milioni di euro e a una stock list di 200 clienti tra Europa, Medio Oriente e Asia, ma sulla carta per il nuovo Frankie Morello targato FMM il meglio deve ancora venire: il 16 gennaio è previsto il grande ritorno del marchio sulle passerelle milanesi con una sfilata combined uomo e donna, mentre sempre a Milano, ma a febbraio, è prevista l’inaugurazione della nuova maxi sede di oltre 600 metri quadrati su tre piani in corso Venezia 2, che ospiterà store, showroom e ufficio stile del brand. «Rispetto ai risultati che ci eravamo prefissati - spiega Angela Ammaturo, amministratore delegato di Fmm - siamo in anticipo sui tempi. Ora la priorità è la sfilata, che ci aiuterà dimostrare definitivamente il nostro nuovo corso: non sarà una sfilata classica, ma uno spettacolo tutto da vedere e soprattutto da vivere». Dopo l’uscita dei designer fondatori, Maurizio Modica e Pierfrancesco Gigliotti, e il passaggio di proprietà alla famiglia di petrolieri Ammaturo, è stato Nicholas Poggioli, da otto anni designer del marchio a occuparsi di creare le collezioni uomo e bambino, mentre recentemente è entrata a fare parte della squadra per la donna e la bambina Katiuscia Fagiolini, in arrivo da Balmain. A dare l’acceleratore alle vendite (l’obiettivo prefissato è passare in cinque anni da 16 milioni di euro a 50) sarà anche il retail: «Oltre a Milano - conclude la giovane ceo - ci saranno opening in Cina, in Medio Oriente e in Ucraina». Un bozzetto della collezione fall-winter 2017/2018

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WHAT’s new @ Milano Moda Uomo

gruppo PAOLONI

nell’ultimo giorno della fashion week

Armani si fa in tre per i giovani talenti

Una showroom nel Tortona district Paoloni Group’s showroom opens in via Voghera during the fashion week.

All’Armani/Teatro sfilano nell’ultimo giorno di Milano Moda Uomo Moto Guo, Consistence e Yoshio Kubo: tre giovani designer, tre modi diversi di interpretare la parola “contemporary” applicata al menswear di Andrea Bigozzi

17th January is Giorgio Armani’s day at Milano Moda Uomo, with the fashion show of his eponymous brand and, for the first time, not one but three young designers at the Armani/Teatro: Moto Guo, Consistence and Yoshio Kubo.

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Nuova showroom milanese per il Gruppo Paoloni. L’azienda, a capo dei marchi Manuel Ritz, Msgm, Montecore e Paoloni, apre durante la fashion week uomo uno spazio di 650 metri quadri in via Voghera 6, nel cuore di zona Tortona a Milano. Una location non solo espositiva, ma anche da vivere con eventi, progettata dallo Studio Storage Associati. Il gruppo ha archiviato il 2015 con ricavi per 70 milioni di euro (+10%) e con un +18% per il brand Paoloni, che dovrebbe chiudere l’anno in corso con un +15%. Il mercato estero equivale al 30% del fatturato, con Svizzera e Giappone in pole position e una new entry, la Germania. Manuel Ritz terminerà il 2016 con un +5%, in linea con il 2015. Dopo aver inaugurato il primo flagship in via Solferino 1 nel capoluogo lombardo, il brand guarda all’espansione retail internazionale, grazie anche al “Tailoring Modular System”, che fa leva sul retail marketing e la collaborazione con i player commerciali. Una formula che ha portato ad aprire oltre 20 shop-in-shop e corner. (a.t.)

on si ferma il sostegno di Giorgio Armani alle giovani generazioni di talenti, ma continua e anzi si evolve. Dopo aver aperto le porte dell’Armani/Teatro a un 2 3 designer per stagione, in 1 occasione della prossima 1. Moto Guo, designer con quartier generale in Malesia edizione di Milano Moda 2. Un insieme di Consistence 3. Un ritratto di Yoshio Kubo Uomo lo stilista ospiterà in un’unica sfilata tre giovani stilisti. L’iniMalesia, dove ha lanciato il proprio marchio ziativa, realizzata in collaborazione con la di menswear nel 2015, l’epicentro di ConCamera Nazionale della Moda Italiana, sistence è a Londra, fonte di ispirazione per riguarderà Moto Guo, Consistence e Yoshio collezioni che stemperano lo stile formale nel Kubo. Così come era avvenuto nella Sala casual. Infine, Yoshio Kubo: dopo la laurea in Bianca di Palazzo Pitti nel 1974, quando un Textile & Science alla Philadelphia Univergiovane Armani presentò le sue creazioni al sity e un’esperienza di quattro anni nell’ampubblico, sfilando insieme ad altri brand, i tre bito della haute couture, nel 2004 è tornato in designer avranno la possibilità di proporre le Giappone per fondare il marchio yoshiokuproprie collezioni, uno di seguito all’altro e bo, che ha debuttato in passerella durante la in un unico momento in calendario. Lo show ■ Tokyo Fashion Week del 2008. del 17 gennaio (che precederà la sfilata della prima linea di Giorgio Armani, in programPartnership TRUSSARDI-LARDINI ma alle 12 dello stesso giorno) avverrà in uno spazio appositamente dedicato del Teatro di via Bergognone. «Ho deciso di ampliare e The Trussardi Elegance collection, born by the partnership strutturare la mia iniziativa a favore dei desibetween Trussardi and Lardini, is presented to buyers only. gner di maggior talento, per creare una giornata unica e stimolante nel calendario - ha Nessun evento per la stampa, ma una presentazione commerciale detto “Re Giorgio” -. Mi piaceva l’idea di ofdurante la fashion week segna il debutto di Trussardi Elegance, una frire la possibilità a più brand di presentare il nuova linea formale lanciata dalla maison del Levriero in collaboproprio lavoro in quest’occasione, lasciando razione con Lardini, al via con l’autunno-inverno 2017/2018 (nella che fossero semplicemente gli abiti a parlare, foto). «Siamo felici di collaborare con un partner d’eccellenza come senza ricorrere a particolari allestimenti. Mi Lardini per entrare nel mondo del formalwear maschile», ha dichiaauguro che, così come era stato per me, anche rato l’ad Tomaso Trussardi. Andrea Lardini, a capo del gruppo marper loro sia di buon auspicio». Uno sguardo chigiano, ha aggiunto: «Questa collaborazione unisce due realtà ai curricula dei tre nomi scelti dal designer: italiane legate al gusto del bello». (an.bi.) se Moto Guo ha il suo quartier generale in

Un debutto a misura di buyer

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from milan to paris

WHITE MAN & WOMAN

L’UOMO A PARIGI

al passo con i tempi With 270 brands (+18%), among which 197 women’s collections, White Man & Woman confirms the success of its “mixed” format. «At present - says the organizer Massimiliano Bizzi - we are the only fair able to present women’s precollections together with men’s new proposals».

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1. Modelli di Wood Wood: di scena a White, il marchio danese è anche nel calendario di Milano Moda Uomo il 16 gennaio 2. Dalla Finlandia arriva Aalto, collezione disegnata da Tuomas Merikoski

Dei 270 marchi presenti a White Man & Woman dal 14 al 16 gennaio (un numero in crescita del 18% rispetto all’edizione precedente), le collezioni femminili sono ben 197. «Ormai - sottolinea il patron della manifestazione di zona Tortona, Massimiliano Bizzi - le preview donna non sono solo appannaggio dei grandi brand. Anche il contemporary vuole presentare due mesi prima, perché ha compreso che è importante per i buyer esteri. Chi mette in scena uomo e donna insieme inoltre razionalizza i costi». La sinergia con le showroom è uno dei cardini della rassegna, che grazie a un’alleanza con i distributori BaltimoraStudio e Polly King & Co. lancia lo spazio Friends of White, con marchi internazionali come Self-Portrait e Solace London. Fare network è, del resto, un mantra per White Man & Woman, che consolida per il 2017 e il 2018 la collaborazione con Ice e Confartigianato Imprese, volta a dare un impulso allo sviluppo all’estero dei piccoli produttori di moda: i road show in Europa, Asia e Medio Oriente hanno il duplice scopo di incontrare in loco buyer e stampa e favorire l’incoming di operatori stranieri al salone milanese. Continua l’intesa con la fiera di Copenhagen Revolver, testimoniata dalla presenza in zona Tortona di una selezione di griffe danesi tra cui Wood Wood che, grazie a una collaborazione con Cnmi, sfila il 16 gennaio al Base di via Bergognone ed è inserita nel calendario di Milano Moda Uomo. Dalla Finlandia arriva Aalto, disegnata da Tuomas Merikoski, ospite di rilievo della sezione Only Woman: questa “casa” delle pre-collezioni femminili sta ottenendo riscontri sempre più positivi a tre stagioni dall’esordio, come dimostrano le 63 adesioni. Impossibile elencare tutte le novità dell’appuntamento di gennaio, all’insegna della trasversalità: vanno segnalate per esempio l’area ad hoc dedicata alle ballerine di culto Repetto (sempre all’interno di Only Woman), lo special project focalizzato sulla label Momonì, ideata da Michela Klinz e la prima volta a Milano di Suket Dir, designer indiano di abbigliamento maschile, vincitore del Woolmark Prize Award 2016. Continua il sodalizio con Cna Federmoda, che porta alla ribalta le collezioni di una quindicina di artigiani, mentre insieme a Confartigianato prende forma il progetto “It’s time to contemporary artisan”. Non manca un esponente del monte della filiera, Botto Giuseppe, che con Naturalis Fibra presenta filati naturali e attenti all’ambiente, diventati anche una serie di capi finiti su idea del designer Maurizio Miri. Occhio infine alla solidarietà: nelle edizioni di gennaio e febbraio White ospita gratuitamente cibi e vini di alcune aziende marchigiane, con sede nei territori colpiti dal terremoto. (e.f.)

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Cambiare sì, ma con cautela During Paris Fashion Week, from 18th to 22nd January, both Paul Smith and Kenzo will present men’s and women’s collections together. Among the highlights, the debuts of Pierpaolo Piccioli for Valentino Uomo and of Haider Ackermann at Berluti.

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1. Haider Ackermann: prima volta in pedana per la griffe Berluti 2. Modelli di Kenzo

Quella di Parigi non è certo la fashion week più rivoluzionaria, ma sull’appuntamento con le passerelle maschili - di scena da mercoledì 18 a domenica 22 gennaio - spira una brezza di cambiamento. Un paio di esempi: Paul Smith (il cui défilé è in programma il 22 gennaio) decide di mandare in pedana uomo e donna, sganciandosi per una volta dalle solite formule e dallo scenario londinese, per presentarsi «nella città in cui esordii tanti anni fa». Sempre il 22 si colloca Kenzo che inaugura il nuovo corso, in base al quale allestirà i fashion show “man + woman” a gennaio e giugno, mentre febbraio e settembre verranno destinati a eventi di diverso tipo. Scorrendo il calendario, tra gli highlight del 18 gennaio c’è Valentino, con la prima prova di Pierpaolo Piccioli alla regia dello stile uomo della griffe. Nello stesso giorno i riflettori si accendono, tra gli altri, su Balenciaga - il cui direttore creativo Demna Gvasalia si è da poco aggiudicato a Londra il Fashion Award come migliore designer internazionale del ready-to-wear -, Walter Van Beirendonck e Haider Ackermann. Quest’ultimo è di nuovo protagonista il 20 gennaio, per la prima attesa prova di creative director di Berluti. Facendo un passo indietro, il 19 gennaio è la volta di Louis Vuitton, Yohji Yamamoto e Dries Van Noten. Il 20, oltre a Berluti, si susseguono Junia Watanabe, Maison Margiela, Cerruti, Comme des Garçons e Givenchy. Passando al 21 gennaio, si parte con Sacai e si chiude con Ami-Alexandre Matiussi, ma è l’ora anche di Dior Homme, Balmain e di Hermès. Finale di partita, domenica 22 gennaio, con i già citati Kenzo e Paul Smith, insieme a Lanvin e Thom Browne, solo per citare due nomi. (a.b.) 2



BUYERS’ OPINION

stili ibridi, store esperienziali: TOP BUYER AL BIVIO DELL’OMNICHANNEL

Quattro importanti compratori internazionali - di cui un portavoce di un big player online - fanno il punto sul mercato del menswear alla vigilia di Pitti e Milano Moda Uomo. I best seller di stagione, le carte vincenti del futuro, i nuovi trend dell’inverno 2017/2018, i budget, le rassegne maschili italiane: ecco il loro punto di vista. di ELISABETTA CAMPANA

Four top buyers from the Usa (Saks Fifth Avenue), Japan (Isetan-Mitsukoshi), Spain (Santa Eulalia) and England (Matchesfashion.com) focus on trend and business of men’s wear, on the eve of Pitti and Milano Moda Uomo

Eric Jennings

Saks Fifth Avenue

New York

I Best seller di quest’inverno? Capispalla e designers’ footwear

I clienti di Saks Fifth Avenue gravitano nelle orbite di Gucci, Givenchy, Valentino, Fendi, Saint Laurent, Marcelo Burlon, Moncler e Canada Goose. In generale i capispalla fashion sono i nostri articoli di punta insieme alle scarpe dei designer.

GLI Accessori: lo zaino non può mancare

Gucci, Fendi, Valentino e Saint Laurent sono alcuni dei marchi preferiti dei nostri clienti nell’universo accessori in questo autunno-inverno. Zaini, bustine e portafogli sottili sono i nostri prodotti chiave.

Il futuro sarà dei department store più esperienziali

Continuiamo a rendere i nostri department store più “esperienziali”, arricchendoli con pop-up shop, tecnologie, prodotti all’insegna dell’active-lifestyle e pezzi esclusivi. Cresce sempre anche il nostro business con i designer che innavano di più.

Formalwear rivisitato e varsity saranno i trend dell’inverno 2017/2018

L’influenza punk, l’ispirazione “alpina”, il nuovo formalwear e i look oversize varsity (che prendono spunto dall’abbigliamento sportivo universitario, ndr) saranno, a mio parere, le tendenze più importanti. Must have del prossimo inverno i materiali tecnici, le utility pocket, i piumini, le outdoor slipper, le scarpe da trekking e i capispalla oversize.

Milano e Pitti devono stare al passo con i cambiamenti in corso

Il calendario della moda maschile continua ad assottigliarsi, con gli stilisti che decidono di sfilare l’uomo e la donna insieme o di passare al format in season del “show now, buy now”. Ciò premesso, vorrei che Milano Moda Uomo mantenesse il suo calendario ricco di eventi, presentazioni e, forse, mini trade show. Pitti Uomo ha fatto un grande lavoro nell’attrarre i giovani, nuovi talenti e nell’animare la manifestazione in modo convincente. Non a caso, invieremo a Firenze più buyer rispetto al passato, a dimostrazione del suo ruolo da protagonista.

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Gucci

Stone Island

Saint Laurent

Kiyohiko Takada

Isetan-Mitsukoshi

Tokyo

Un mix di lusso, formale e sportswear è il Best seller del momento

Questa stagione i brand che abbiamo venduto meglio nel menswear tra luxury, formalwear e sportswear sono Saint Laurent, Stone Island e L.B.M. 1991, marchio che fa capo all’italiana Lubiam.

Accessori: intramontabili le derby con dettagli British All’interno della nostra offerta di accessori hanno vinto le calzature, con in primo piano lo storico brand inglese Crockett & Jones. Il modello più venduto le derby in camoscio con dettagli British, come la tipica punta a coda di rondine.

Il futuro sarà all’insegna di più high fashion, lifestyle e sostenibilità Per il prossimo inverno aumenteremo l’offerta di proposte high-fashion con influenze sportive per la nostra clientela particolarmente amante della moda. Per tutti coloro che sono più sensibili alla sostenibilità investiremo su capi quotidiani di elevato design. Sul fronte dell’e-commerce punteremo sull’inserimento di nuovi item e di categorie lifestyle.

Nell’inverno 2017/2018 punk rivisitato e vintage-tailoring domineranno I trend L’interpretazione moderna del punk dominerà nell’ambito casualwear, mentre per l’abbigliamento più formale l’ispirazione sarà “vintage-tailoring”. In questo caso parliamo di abiti a doppio petto o tre pezzi, in tweed e tessuti inglesi dal gusto rétro.

I budget: complessivamente stabili I budget si manterranno complessivamente stabili, anche se aumenteremo i quantitativi della nostra private label, prodotta in parte in Italia, in parte in Giappone.

Milano e Pitti: largo ai new designer e più spazio ai creativi orientali Senza dubbio vorrei vedere a Milano Moda Uomo più proposte fresche di nuovi stilisti. Pitti va bene, ma mi farebbe piacere trovare più creazioni di matrice asiatica, non solo quelle giapponesi.

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BUYERS’ OPINION

Herno

Givenchy

Valentino

LUIS SANS

Santa Eulalia

Barcellona

I Best seller segnano la rivincita dell’informale, purché di lusso

Qui a Barcellona la nostra clientela ha particolarmente apprezzato in tema di abbigliamento maschile le proposte di outerwear di Moncler ed Herno. Bene anche Saint Laurent, in special modo il suo biker in pelle, e Givenchy, soprattutto la parte sportswear con in testa le felpe.

Le sneaker fashion fanno la differenza tra gli Accessori Le sneaker fashion continuano ad andare molto bene, soprattutto quelle di Valentino, Christian Louboutin e Balenciaga. Per quanto riguarda gli altri accessori, sono piaciuti gli articoli in pelle di Berluti e le cravatte di Tom Ford.

Mixare mood sporty e sofisticato è l’imperativo del futuro Il menswear sta imboccando una strada più “sporty” e rilassata, ma pur sempre sofisticata. Anche noi di conseguenza ci stiamo muovendo in questa direzione.

I trend dell’inverno 2017/2018: riscoprire gli anni Settanta e Ottanta È ancora presto per dire quali saranno i trend più importanti del prossimo inverno, probabilmente l’ispirazione sarà uno stile vintage anni Settanta e Ottanta.

I budget: all’insegna della stabilità Dal momento che a Barcellona la stagione commercialmente più forte è l’estiva, non quella invernale, manterremo gli ordini stabili.

Milano e Pitti: ricerca e creatività sono le carte da giocare Senza dubbio Milano è il fashion hub più importante al mondo per la moda. Ciò premesso, dovrebbe sforzarsi per inserire nel calendario più stilisti emergenti e brand di nicchia, alcuni dei quali preferiscono presentare a Parigi. Pitti continua a essere un buona manifestazione, anche se deve assicurarsi che la qualità e la creatività degli espositori continui a crescere.

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Arkk

Off White

Vetements

Damien Paul

Matchesfashion.com

Londra

Best seller: rallenta il formale, lo sportswear entra nel quotidiano

Il più grande trend di questo autunno-inverno è stato lo sportswear sdoganato come abbigliamento da tutti i giorni. Per questo motivo abbiamo registrato un rallentamento dei dress code più formali a favore di una crescita delle vendite di blazer e giacche più destrutturate, lontane come immagine dagli abiti tradizionali. Bene anche i bomber e le “souvenir” jacket. Stiamo anche assistendo a una disruption interessante nella performance dei brand. Come ci aspettavamo sia Saint Laurent, sia Gucci sono andati bene, ma abbiamo visto crescere in modo significativo l’appetito nei confronti di Vetements e Off White.

Il footwear traina le vendite degli Accessori Le sneaker continuano ad andare commercialmente bene. Come piattaforma globale online noi troviamo che le sneaker e, in generale, il footwear siano uno strumento importante per i consumatori che ci approcciano per la prima volta. Visto infatti che tutti gli uomini conoscono la misura delle loro scarpe sono ben predisposti quando effettuano questo acquisto, anche se non partono cercando le calzature. Questo autunnoinverno abbiamo introdotto nuovi brand di sneaker come Arkk, Etq e No.288, che hanno performato bene. In generale tutti gli accessori - borse, piccola pelletteria, cinture, cravatte e sciarpe - eccellono. Un risultato però scontato visto che le misure sono standard e chiaramente evidenziate sul nostro sito.

Milano e Pitti: c’è sempre qualcosa da scoprire Entrambe le manifestazioni sono molto rilevanti e parteciperò a tutte e due le edizioni di gennaio. In particolare la rassegna fiorentina offre sempre un grande mix di brand affermati ed emergenti e spesso frequentandola ho la sensazione di poter scoprire marchi e designer interessanti.

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BuyerS’ SURVEY

VENDITE MENSWEAR AUTUNNO-INVERNO 2016/2017

Margini ridotti, rischi sempre più elevati Dal proliferare degli sconti alla concorrenza online dei brand e dei grandi marketplace, fino al parallelo con prezzi stracciati: i multimarca italiani del lusso chiudono la stagione con fatica, ma in sostanziale stabilità. Di fatto, però, i margini si riducono e i rischi aumentano. Sul fronte best seller, Dolce&Gabbana è il più amato dagli italiani e Gucci dagli stranieri di ELISABETTA CAMPANA

According to our exclusive survey, carried out with a panel of more than 60 leading multi-brand stores across Italy, high-end menswear sales are stable, even if margins slow down and risks increase. In terms of best-seller Dolce&Gabbana is most loved by Italians and Gucci by foreigners.

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uesto autunno-inverno Dolce&Gabbana è il brand di abbigliamento maschile più venduto agli italiani nella Penisola. Gucci e Givenchy sono i preferiti dagli stranieri. Moncler mantiene le posizioni, DSquared2 aumenta i consensi e Off White piace sempre più a giovani e meno giovani. In tema di accessori tutti i consumatori, indipendentemente dalla loro nazionalità, premiano le creazioni di Alessandro Michele per Gucci. In Italia, Church’s guadagna il secondo posto nella hit parade delle calzature, mentre le Adidas “Yeezy” di Kanye West sono la vera chicca contesa nei negozi. Nell’e-commerce primeggia Saint Laurent. Sono questi i best seller dell’autunno-inverno 2016/2017 emersi dal nostro sondaggio, realizzato con la collaborazione di una sessantina di top multibrand store sparsi in tutta Italia. Una stagione che, per quanto riguarda le vendite di menswear, chiude in sostanziale stabilità. Fermo restando che nei negozi fisici si è mediamente guadagnato meno rispetto all’e-commerce, effettuato sia sui marketplace internazionali - Farfetch.com in primis -, sia sui siti web delle singole insegne. Il parallelo, per chi lo pratica, sta diventando sempre più una “rou-

lette russa”: i listini sono al ribasso - i grossi quantitativi vengono venduti al prezzo di costo, più una percentuale a cifra singola - e diversi compratori cinesi non hanno ritirato la merce, creando problemi di invenduto ai commercianti. C’è chi addirittura teme una forte battuta d’arresto del grey nel febbraio 2017, dopo il Capodanno Cinese. A conti fatti, le posizioni nel dettaglio indipendente si mantengono, ma solo in modo apparente. Perché, come ben sintetizza un dettagliante, esprimendo un parere condiviso da tanti colleghi, «i margini continuano a ridursi, mentre i rischi sono sempre più elevati». In altre parole, anche se si fattura di più, tra gli sconti ormai pressoché obbligati sia offline, sia online - visti i prezzi esorbitanti delle top collection e la concorrenza spietata -, le commissioni date a Farfetch.com nell’ordine del 30% del cartellino di vendita e i ribassi del parallelo, i guadagni si assottigliano in modo preoccupante. A CACCIA DEL VALUE FOR MONEY Entrando nel merito del sondaggio, sul fronte abbigliamento uomo il 44% dei dettaglianti dichiara vendite in linea con quelle dello scorso autunno-inverno, il 35% parla di un fattu-

Dolce&Gabbana è il brand più venduto dai multimarca italiani ai nostri connazionali

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BuyerS’ SURVEY

La parola ai negozi multibrand Come sono andate le vendite di ABBIGLIAMENTO MASCHILE nell’autunno-inverno 2016/2017?

44%

Come lo scorso anno

Come sono andate le vendite di ACCESSORI UOMO in questo autunno-inverno?

55%

35%

Meglio

31%

Meglio

21%

Peggio

14%

Peggio

Quali sono i brand uomo più venduti per l’ABBIGLIAMENTO agli ITALIANI? 1 Dolce&Gabbana 2 DSquared2, Gucci 3 Moncler, Off White, Saint Laurent

Quali sono i brand uomo più venduti per gli ACCESSORI agli ITALIANI? 1 Gucci 2 Church’s 3 Golden Goose, Valentino

DSquared2

Quali sono i brand uomo più venduti per l’ABBIGLIAMENTO agli STRANIERI?? 1 Givenchy, Gucci 2 Saint Laurent 3 Moncler, Off White Givenchy

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Come lo scorso anno

Church’s

Quali sono i brand uomo più venduti per gli ACCESSORI agli STRANIERI? 1 Gucci 2 Givenchy, Valentino 3 Golden Goose, Saint Laurent

Gucci


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3

1. 10 Corso Como, Milano 2. Eraldo, Ceggia (Ve) 3. G&B, Negozio, Flero (Bs) 4. Antonia, Milano 5. Stefania Mode, Trapani 6. Ratti, Pesaro

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rato in crescita, mentre il 21% lamenta una contrazione. «In generale gli italiani, tranne poche eccezioni, preferiscono i marchi meno connotati e sicuramente meno cari, mentre gli stranieri amano maggiormente tutto ciò che è riconoscibile e spesso non badano ai cartellini» commenta Toni Tanfani di Gisa Boutique ad Ancona e Chiaravalle (An). Tra i brand più apprezzati dai nostri connazionali, che però non hanno conquistato il podio, spiccano Tagliatore, Stone Island, Brunello Cucinelli, Lardini, Dondup, Herno, Marcelo Burlon e, nello specifico, per i pantaloni, PT01 e Incotex. Leggermente meglio la performance per quanto concerne gli accessori, con sell out stabili per il 55%, in aumento per il 31% e in flessione per il 14%. Protagoniste, in questo ambito, le sneaker e

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Qual è il marchio uomo più venduto online sul vostro sito INTERNET e/o su Farfetch.com?

1 Saint Laurent 2 Dolce&Gabbana 3 Moncler, Off White Saint Laurent

le calzature classiche reinterpretate con le suole in gomma: oltre a Gucci e Church’s, hanno conquistato il terzo gradino del podio Golden Goose e Valentino. Nella Penisola, premiati pure Philippe Model e Adidas, che grazie alle “Yeezy”, ma non solo, ha superato Nike nel gradimento. Tra i must have delle scorse stagioni, gli zaini hanno subito una battuta d’arresto. «Non c’è da meravigliarsi - commenta Cesare Tadolini de L’Incontro a Modena - i backpack delle prime linee, da 800-900 euro in su, sono ormai troppo cari e la clientela italiana preferisce acquistare marchi più commerciali». I prezzi esorbitanti - «Un italiano su mille ce la fa» ironizza un commerciante -, ma anche spesso ingiustificati rispetto alla qualità e alla creatività dei prodotti, rimangono tra i problemi principali sollevati dagli intervistati. «Proporre un

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BuyerS’ SURVEY

cappotto a 2.900 euro è quasi immorale, al massimo si può arrivare a 1.600-1.800 euro, meglio però stare sugli 800-900 euro. Così come sono inaccettabili mille euro per una felpa» dice un negoziante, che aggiunge: «I nostri connazionali difficilmente pagano più di 320 euro per una camicia e oltre 450 per un pantalone. I brand dovrebbero fare un passo indietro». «Non solo bisogna porre maggiore attenzione ai listini - concorda Piero Loschi di Loschi a Conegliano Veneto (Tv) e Treviso - ma è indispensabile investire in creatività, con un gusto più rivolto al cliente italiano». Sulla stessa lunghezza d’onda Carla Cereda di Biffi e Banner a Milano e Bergamo: «Riteniamo sempre più necessario guardare alla moda con occhio concreto e obiettivo, salvaguardando ricerca, qualità e know how del made in Italy».

Il BLACK FRIDAY: GIOIE E DOLORI Sono sempre più complesse le dinamiche con cui i multimarca italiani devono fare i conti. A partire dal “Black Friday” che di fatto quest’anno ha dato il via ufficioso ai saldi: fonte di gioie per alcuni - «Abbiamo raddoppiato le vendite» dichiara Claudio Antonioli di Antonioli a Milano e Antolioni.eu -, causa di mancati guadagni per altri. «Non solo sotto Natale, ma anche nel peridodo dei saldi caleranno gli incassi - lamenta un dettagliante - a causa principalmente degli sconti esagerati, tra il 30% e il 40%, proposti online dalla maggior parte dei marketplace e da molti colleghi durante il Black Friday. E in diversi hanno iniziato a ribassare prima del 25 novembre». Nelle grandi città come Roma, Milano, Firenze e Venezia si sono sommati gli sconti sottobanco anticipati dei monomarca. Nel capoluogo lombardo hanno proliferato pure - come alcuni interpellati fanno notare - le svendite “family & friends” delle showroom, partite

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dai campionari e diventate un vero e proprio business. Non può pertanto stupire che la maggior parte degli intervistati reputi anacronistici i saldi ufficiali, la cui performance, secondo oltre la metà del panel (il 53%), sarà in linea con quella dello scorso anno. «I limiti fissati per legge si scontrano con ciò che succede nel resto del mondo: a questo punto sarebbe meglio liberalizzarli» propone Claudio Betti, di Spinnaker ad Alassio (Sv), Sanremo (Im) e Portofino (Ge), esprimendo un pensiero che accomuna molti dettaglianti. In primo primo piano tra le criticità dei multimarca anche il rapporto sempre più conflittuale con stilisti e aziende. «I nostri diretti competitor non sono gli altri multimarca, ma i nostri fornitori, che in realtà vorrebbero fare i retailer come noi, ma non ci riescono», dice un intervistato.

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Come prevedete andranno i saldi invernali di moda maschile?

53%

Come lo scorso anno

27%

Meglio dello scorso anno

20%

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Peggio 6

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1. Biffi, Bergamo 2. Tip Tap di Adani, Modena 3. Colognese 1882, Montebelluna (Tv) 4. Agnetti, Villa Potenza (Mc) 5. Filippo Marchesani, Cupello (Ch) 6. Spinnaker, Alassio (Sv)


A journey of discovery through the streets of Florence NAPAPIJRI.COM/THESECRETCOLLECTION

#napapijri #thesecretcollection


BuyerS’ SURVEY

Ringraziamo il nostro panel

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L’allusione nella fattispecie è a quelle maison (e a una italiana in particolare) che di colpo avrebbero tagliato in modo significativo i budget - con la giustificazione (ma sarà vera?) di voler investire di più sul proprio retail - abbassando anche i mark up al 2.0 - 2.1, rispetto al canonico 2.5 - 2.6. dei pezzi più gettonati. ONLINE: CAMBIANO GLI EQUILIBRI Di scottante attualità anche la gestione dell’e-commerce. «Vorremmo parità di accesso al mercato, per non dover combattere con la scontistica dei brand e dei grandi marketplace, che ci vede perdenti in partenza» auspica un dettagliante. Mentre Angelo Minetti di A.Minetti a Casale Monferrato chiede - esprimendo un desiderio comune a molti suoi colleghi - «di poter vendere sul web tutti i marchi, rispettando ovviamente il geo-pricing». Conclude Maurizio Purificato di Antonia a Milano e Antonia.it: «Per l’e-commerce cambia anche la modalità di acquisto delle collezioni. Meno item, ma giusti, e molta più profondità di assortimento. Anche le aziende ne dovranno tenere conto». Tutte le problematiche online e offline del settore non solo implicano la necessità di avere spalle finanziariamente robuste, ma di fatto portano all’inevitabile rafforzamento di alcune insegne multimarca, diventate veri e propri gruppi, con fatturati che superano i 100 milioni di euro (qualcuno raggiungerebbe anche i 200 milioni). Soffrono di conseguenza i battitori liberi che sperano di sopravvivere. Chi comunque saprà cavalcare i tanti cambiamenti e affrontare i molteplici rischi, potrà superare le difficoltà. ■ Recuperando anche la marginalità.

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1. Valtellini, Rovato (Bs) 2. Marcos, Mondovì (Cn) 3. Paolo Pessina, Monza (MB)

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Come sarà il vostro budget per la moda maschile del prossimo autunno-inverno?

60%

Stazionario

27%

In aumento

13%

In flessione

Andrea Agnetti - AGNETTI - Villa Potenza (Mc); Angelo Minetti - A.MINETTI - Casale Monferrato (Al); Maurizio Purificato ANTONIA - Milano; Claudio Antonioli - ANTONIOLI - Milano; Gianni Arteni - ARTENI-PROGETTO MODA - Tavagnacco (Ud); Carla Cereda - BIFFI - Milano e Bergamo; Andrea Bonvicini - BONVICINI FASHION GALLERY & STORES - Montecatini Terme (Pt); Giancarlo Stella - BOUTIQUES STELLA - Asiago (Vi); Maurizio Coltorti - COLTORTI BOUTIQUES - Ancona, Jesi (An), Macerata e San Benedetto del Tronto; Paolo Colognese - COLOGNESE 1882 - Montebelluna (Tv); Gianni Cortecci - CORTECCI - Siena; Gino Cuccuini - CUCCUINI Livorno, Punta Ala (Gr), Forte dei Marmi (Lu) e Massa; Gaetano De Florio - DE FLORIO - Noicattaro (Ba); Mauro Sighinolfi DELLA MARTIRA - Carpi, Sassuolo (Mo), Cesena e Mirandola (Mo); Mario Dell’Oglio - DELL’OGLIO - Palermo; Silvia Bertocchi - 10 CORSO COMO - Milano; Marco Cateni - DIVO - Santa Maria a Monte (Pi)e Pontedera (Pi); Alberto Ferrante - ERALDO - Ceggia (Ve); Franco Fargetta - FARGETTA Caltagirone (Ct); Piero Marchesani - FILIPPO MARCHESANI - Cupello (Ch); Andrea Galbiati - FOLLI FOLLIE - Mantova, Verona, Brescia, Bologna e Riccione (Rn); Raffaele Galiano GALIANO - Giugliano (Na); Giovanna Gaudenzi - GAUDENZI UOMO - Riccione (Rn); Gianni Peroni - G&B, NEGOZIO - Flero (Bs), Aosta, Courmayeur (Ao) e Ponte di Legno (Bs); Gigi Tropea - GIGI TROPEA - Catania; Federico Giglio - GIGLIO - Palermo; Giovina Moretti - GIO MORETTI - Milano; Anna Giordano - GIORDANO BOUTIQUE - Pompei (Na); Toni Tanfani - GISA BOUTIQUE - Ancona e Chiaravalle (An); Fausto Vanni - GUELFA - Santa Maria a Monte (Pi); Sabina Zabberoni JULIAN FASHION e MAISON J - Milano Marittima (Ra); Luca Italiani - ITALIANI - Pescara; Amos Adani - LA BOUTIQUE DI ADANI e TIP TAP di ADANI - Modena; Cesare Tadolini - L’INCONTRO - Modena; Gianni Amati - LEAM - Roma; Piero Loschi - LOSCHI - Treviso e Conegliano Veneto (Tv); Luisa Severi - LUISA BOUTIQUE - Rimini; Paolo Mantovani - MANTOVANI - San Giovanni Valdarno (Ar), Castiglione della Pescaia (Gr) e Greve in Chianti (Fi); Antonio Errico - MARCELLO - Benevento; Paolo Marini - MARCOS - Mondovì (Cn); Roberto Massa - MASSA BOUTIQUE - Martina Franca (Ta); Massimo Zanardi - MELCHIONNI - Alessandria; Mirko Moras - MORAS - Intimiano (Co); Salvatore Nida - NIDA - Caserta; Natale De Stradis - NOHA - Brindisi; Beppe Nugnes - NUGNES 1920 Trani (Bt); Paolo Pessina - PAOLO PESSINA - Monza (MB); Battista Martilotti - PAPILLON - Corigliano Scalo (Cs); Salvatore Parisi - PARISI - Taormina (Me); Nicola Raimondi RAIMONDI DRESS - Ravenna; Matilde d’Ovidio Ratti - RATTI - Pesaro; Claudio Betti - SPINNAKER - Alassio (Sv), Sanremo (Im) e Portofino (Ge); Aldo Carpinteri - STEFANIA MODE Trapani; Beppe Angiolini - SUGAR - Arezzo; Gianfranco Bray - SUIT - Lecce; Paolo Molteni - TESSABIT - Como; Fabrizio Buzzoni - TIZIANA FAUSTI - Bergamo; Valentino Cesareo TONY BOUTIQUE - Magenta (Mi); Ernesto Tufano - TUFANO - Pompei (Na); Didi Corbetta - VALTELLINI - Rovato (Bs); Andrea Diaz - VELA SHOP - Cagliari; Vinicio Ravagnani VINICIO - Legnano (Mi), Arona (No) e Novara.


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NEWS

apple store

orologeria luigi verga

70 anni di qualitÀ per veri intenditori

la mela a milano

A true institution for Milan, the Orologeria Luigi Verga celebrates its 70th anniversary in 2017, between history and new challenges.

One of the most innovative Apple Stores worldwide will be opened in the heart of Milan.

Nel 2017 l’Orologeria Luigi Verga celebra il 70esimo anniversario di un’attività che si tramanda da quattro generazioni, legata a doppio filo con la storia di Milano. Un’insegna di riferimento per gli estimatori degli orologi di pregio, con marchi come Patek Philippe, Cartier, Tudor, Rolex, Audermars Piguet e altri, che mantiene il proprio appeal grazie alla scelta di non scendere mai di livello nel prodotto, ma anche nel servizio. Come spiega Umberto Verga - figlio di Valerio e terza generazione della famiglia, insieme alla sorella Valeria -, oltre la “facciata” c’è il lavoro nascosto ma prezioso dei laboratori, dove operano tecnici iperspecializzati. Ma qual è il cliente tipo? «Molti milanesi - risponde Umberto Verga - insieme a turisti e uomini d’affari stranieri. La fascia di prezzo più richiesta va dai 5mila ai 10mila euro, mentre il prezzo medio di acquisto è sui 12mila euro». Quattro i negozi: il capostipite di via Mazzini, quello a insegna Verga Luxury Watches (per i modelli d’epoca e “secondo polso”) in via Cappellari, Luigi Verga Orologi & C. in corso Vercelli e, ultimo nato, l’avamposto di via Capelli in Porta Nuova, «per ampliare la clientela nazionale e intercettare gli stranieri. A un anno di distanza il bilancio è abbastanza positivo». Il 1. La famiglia Verga 2017 è all’insegna del 2. L’esterno del nuovo punto vendita consolidamento, «dopo aperto in via Vincenzo Capelli, aver fatto molto nel 2013, nel nuovo hub di Porta Nuova ampliando sia lo store di via Mazzini che quello di corso Vercelli, oltre all’investimento in Porta Nuova». Cosa pensa Verga degli smartwatch? Rifiuto o fascinazione? «Sono strumenti utili nella gestione del quotidiano, ma noi veniamo da un’arte tradizionale, che ci trasmette emozioni. Quindi scegliamo prodotti dei quali possiamo ammirare i movimenti meccanici, l’artigianalità delle lavorazioni, delle finiture e molti altri piccoli dettagli». (a.b.) 64

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Milano avrà il suo Apple Store in piazza Liberty, dietro corso Vittorio Emanuele. Dopo il via libera di Palazzo Marino, i lavori inizieranno nel 2017. Sarà uno dei più innovativi e tecnologici Apple Store del mondo, completo di un anfiteatro aperto al pubblico, adatto a ospitare eventi culturali, che rappresenterà il cuore della piazza. Non mancherà una scenografica cascata d’acqua, che segnerà l’ingresso al punto vendita. Verranno completamente ristrutturate le aree interne, che attualmente ospitano la sala cinematografica, rifatta la pavimentazione, riposizionate le griglie limitrofe a via San Paolo e piantate alcune alberature. Ma sono solo alcuni dettagli di un progetto ambizioso. Apple si è impegnato a organizzare ogni anno eventi pubblici gratuiti di alto profilo culturale e sociale, concordati con l’Amministrazione.

buccellati

un futuro con gli occhi a mandorla

The Chinese group Gangtai acquired 85% of the iconic jewelry brand Buccellati from Clessidra and Buccellati family. Il 2017 sarà un anno di svolta per Buccellati, marchio di gioielleria milanese nato nel 1919, il cui 85% è stato rilevato dal gruppo cinese Gangtai. Il fondo Clessidra - che aveva fatto il proprio ingresso nel capitale nel 2013 con una quota del 67% - e la famiglia fondatrice conserveranno il 15%. Il closing dell’operazione è atteso per il secondo trimestre 2017. Andrea Buccellati manterrà il ruolo di direttore creativo e presidente onorario, mentre Gianluca Brozzetti rimarrà con la carica di ceo. Marco Carotenuto, managing director di Clessidra, ha fatto notare come negli ultimi tre anni i ricavi del brand siano aumentati del 60%. «La nostra famiglia - ha rassicurato Andrea Buccellati - continuerà a essere coinvolta nel supportarne lo sviluppo e la capacità creativa del marchio» (nella foto, Elisa Sednaoui, testimonial di Buccellati). (c.me.)



NEWS

GIEMME BRANDSCORPORATE

La camicia italiana va all’estero The Brescia-based shirt group ends 2016 with a turnover of around 30 million euro, 50% of which came from export sales. The USA, Japan, South Korea and North Europe are development areas.

ALLEGRI

Nuovo team e nuova sede Allegri, which is now led by general manager Minsoo Kim, welcomes two new designers: Leonardo Fasolo and Andrea Mazzanti. The brand’s showroom and sales office are located in via Tortona in Milan. La collezione Allegri per l’autunno-inverno 2017/2018 punta su eleganza e funzionalità, ma per lo storico brand di outerwear, che fa capo a LF Corporation, non si tratta dell’unica novità. Recentemente in seno all’azienda sono avvenuti cambiamenti, sia sul fronte stilistico che manageriale. Due designer sono stati chiamati per dare forte identità alle due anime del marchio: l’innovazione e l’heritage. Leonardo Fasolo, con all’attivo una propria linea e consulenze per numerose case di capispalla di lusso, ha il compito di sviluppare la parte più di ricerca e sperimentazione delle collezioni, mentre Andrea Mazzanti, già stilista per Loro Piana e Brooks Brothers, lavora sulla valorizzazione della storia di Allegri e dei suoi capi iconici. Insieme collaborano per rilanciare la label, anche e soprattutto in un’ottica internazionale. La guida manageriale è stata assunta da Minsoo Kim, già chief financial officer di Allegri dal 2012 e figura di rilievo all’interno della casa madre. Minsoo Kim è affiancato dal global sales manager Federico Ammannati, con esperienze in Valentino, Brioni e Sealoup. Il marchio trova casa nella nuova showroom di via Tortona 37: uno spazio di 400 metri quadri, progettato da Matteo Thun, che ospita le collezioni e gli uffici commerciali (e.a.)

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Il gruppo bresciano della camiceria, con oltre 50 anni di storia e sei brand consolidati (Le Sarte Pettegole, Tintoria Mattei, New England, Dnl, Caliban e Guglielminotti) chiude positivamente il 2016: il fatturato è stato di circa 30 milioni di euro, per il 50% realizzato all’estero. In particolare, gli Stati Uniti in soli due anni hanno generato il 10% del giro d’affari sviluppato con l’export e contano già più di 100 clienti attivi. «Gli Usa sono un mercato difficile - spiega l’a.d. Giovanni Cattina -. Qui abbiamo creato una società ad hoc, Gruppo Mattei, con showroom presso 501 Madison. Abbiamo investito in spazi e risorse umane e siamo riusciti ad arrivare al break even: siamo soddisfatti, soprattutto per il riscontro ottenuto dalle nostre linee di punta, Le Sarte Pettegole (donna) e Tintoria Mattei (uomo), ma c’è ancora molto da fare». Altre aree di sviluppo sono il Far East, in particolare Giappone e Corea del Sud («La Cina al momento non ci interessa»), e il Nord Europa («Germania e Svizzera sono sempre stati mercati importanti per noi, ora si aggiungono Svezia, Olanda e Danimarca»). L’obiettivo è arrivare a generare il 70% dei ricavi all’estero. «Abbiamo 140 dipendenti in Italia. Realizzare un prodotto made in Italy è il nostro vanto - spiega Cattina -. Negli anni abbiamo scelto di non concentrarci su un unico brand ma di realizzarne sei, ognuno con un suo dna e, di conseguenza, un suo pubblico». (e.a.)

ANDREW MACKENZIE

L’ORA DEL RILANCIO Fall-winter 2017/2018 sees the international relaunch of the Andrew Mackenzie label, which starred at the Milan men’s fashion shows in the early years of the millennium. Con l’autunno-inverno 2017/2018 parte il rilancio internazionale della griffe di moda uomo Andrew Mackenzie. Il brand nasce diversi anni fa per iniziativa dello stilista gallese Andrew Mackenzie, diplomato al London College of Fashion di Londra: il creativo, dopo aver lavorato nella moda tra Parigi e Londra, approda in Italia, dove collabora con varie aziende, fino a creare la linea che porta il suo nome. Andrew Mackenzie sfila a Milano Moda Uomo, ottenendo l’attenzione della stampa e un buon riscontro commerciale. Il marchio è stato acquistato tre anni fa da una società cinese, leader nella produzione di abbigliamento uomo top di gamma, che ha deciso di sviluppare il retail nel Paese (attualmente esistono 12 monomarca Andrew Mackenzie) e successivamente a livello internazionale. Ora si pianifica il rilancio in Europa di questa icona della moda uomo nel segmento del lusso per il total look (prodotto in Italia) e nella fascia medio-alta per la parte denim, disegnata da Leo Barret e prodotta in Turchia. La collezione si può visionare presso Tag Showroom in via Forcella 15, dal 15 gennaio al 15 marzo. (e.a.)





Determined. Devoted.


emerging styles

parlano agenti e buyer

È tutto un gioco di equilibri Sportivo un po’ formale e formale un po’ sportivo, over e slim alternati, toni uniti e fantasie: nel panorama multiforme degli stili al maschile, agenti e retailer provano a offrire una bussola per orientarsi di Elisabetta fabbri

What trends are developing in menswear? We asked this question to store and showroom managers, to discover that there is not a clear trend, but different mixes. And to get precious hints about some brands to keep an eye on.

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embra che ormai, anche nella moda uomo, qualsiasi capo sia già stato inventato e che quasi tutti siano stati rivisitati. Sul mercato, ampliato all’infinito dal web, c’è un po’ di tutto - ammettono quasi con rassegnazione agenti, distributori e buyer - e questo crea confusione tra i consumatori, a meno che non abbiano una forte personalità in fatto di stile. Così, tentare di carpire dagli addetti ai lavori se si stiano delineando delle precise tendenze nel menswear o se valga la pena scommettere su un certo mood si è rivelata un’impresa più ardua delle attese. Difficoltosa anche per il fatto - e questa è una nota che fa ben pensare - che tutti gli interpellati sul finire del 2016 erano molto impegnati a fare business.

Il cappotto di linea classica Paltò è attualizzato da elementi ginnici come le sneaker e la T-shirt bianca e dal berretto informe, portato con ironia

IL NUOVO FORMALE GIOCA CON VOLUMI A CONTRASTO Tra le rotte del menswear nelle prossime stagioni c’è chi prospetta un «nuovo formale», mix di volumi e materiali. «Il pantalone classico - spiega Andrea Conidi della Baco Distribution, con sedi a Torino e Milano - si indossa con il maglione grosso. Viceversa, se il sotto è over, il sopra è slim». Conidi parla di un’influenza scandinava, che mischia il formale all’informale, espressa per esempio dal marchio Samsoe & Samsoe. In effetti sembra che ci dovremo abituare ad ossimori come il “formale sportswear” (l’esempio tipico è l’abito classico abbinato alle sneaker, accettato ormai in ogni contesto) oppure lo “sport-

swear ingentilito”. Conidi cita anche il brand Pony. «Sono stati i primi - ricorda a portare le sneaker dai campi di gioco alla strada e con l’autunno-inverno 2017/2018 lanciano la prima linea di abbigliamento: uno sportivo rivisitato, mixato al formale che, per esempio, abbina il bomber e la felpa a un pantalone in stile worker, ma molto pulito». Quanto al no gender, di cui si è spesso parlato nelle stagioni scorse, commenta: «Vedo più la donna che va verso l’uomo, che viceversa». Alessandro Squarzi, imprenditore che gestisce showroom a Milano, Bologna e Firenze e figura emblematica dell’Italian style (ha un seguito di 110mila follower su Instagram) è combattuto quando gli si chiede su quali

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1. Un look Samsoe & Samsoe, mix scandinavo di formale e informale 2. Ted Baker, new entry alla Baco Distribution, gioca con le fodere 3. La maglieria Massimo Alba 4. Una giacca Tagliatore dai volumi più tradizionali, non slim

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tendenze puntare, perché non sempre - ammette - ciò che gli piace va a coincidere con ciò che si vende. «Sono un sostenitore del non seguire le mode - tiene a puntualizzare - e un convinto assertore che annate con stili ben connotati come quello del “paninaro” non si ripeteranno più. Ognuno di noi dovrebbe vestirsi in base alla propria fisicità, con consapevolezza e buon senso. Anche se ciò per ora non rispecchia la realtà, credo che ci sarà un ritorno al buon gusto». «C’è più voglia di vestirsi bene - ammette Fabio Cristallini, dello Studio Cristallini di Roma - ma penso che lo streetwear la farà da padrone e sarà una parte sempre più importante del guardaroba sia maschile che femminile». Giacomo Pagani della showroom milanese Breramode non vede precise tendenze all’orizzonte. «I multimarca - dice - chiedono capi originali, con un alto contenuto stilistico e un prezzo coerente o proposte dal prezzo molto interessante». «Il consumatore attuale - afferma Emanuele Gemelli degli store Gemelli

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di Milano - è volubile, spesso confuso dall’eccesso di offerta». E se può, fa un’unica spesa. «Compra il giaccone imbottito, che è sportivo ma anche elegante - racconta Massimo Zanardi del multimarca Melchionni di Alessandria - oppure la giacca versatile, che diventa espressione di un informale chic se indossata con la maglia a collo alto e le francesine, oppure un capo da sera, sopra la camicia bianca con cravattino». Ermanno Lazzarini dello store Eral 55 in corso Como a Milano conferma un concetto espresso dalla maggior parte degli intervistati: le forme stanno diventando un po’ più ampie e certi fitting estremamente asciutti forse non si vedranno più. A partire dal pantalone. Dice Lazzarini: «Noi non abbiamo mai venduto i modelli che sembrano quasi calze, ma presenteremo forme più ampie di quelle del passato. Abbiamo scelto lane made in Italy ma più corpose e messo da parte la tinta unita in favore di fantasie come il pied-de-poule, gli scozzesi o il tweed». «I pantaloni saranno regolari e in materiali come il cotone lavato e lane made in Italy - specifica Gemelli, indicando tra i modelli quelli di Riva -. Quanto all’orlo, se copre o scopre la caviglia è molto soggettivo: i clienti lo fanno sistemare a loro piacimento». Secondo Zanardi l’asciutto piace ancora sen-

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za eccessi e, passata la moda di stagione di mostrare la caviglia nuda, si tenderà più che altro a svelare la calza «che fa contrasto». Ripassando la parola alle showroom, Squarzi crede che il pantalone tenderà ad allargarsi, quanto meno da noi in Italia. «Personalmente trovo chic le versioni in velluto a coste grosse. E il calzino si deve vedere appena». Anche Pagani prospetta un pantalone più morbido e meno corto, mentre Conidi è di altro avviso: «Resterà un po’ corto e conteranno i dettagli come il calzino a contrasto». «Qualche azienda concorda Cristallini - lo propone più morbido e più lungo di prima, ma ha difficoltà a imporsi: per ora è l’avanguardia».



emerging styles

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1. Il parka (nella foto un modello Lempelius) potrebbe restare un’alternativa al cappotto. 2. L’abbigliamento a marchio Pony, che debutta il prossimo inverno, espressione dei nuovi concetti di sportivo rivisitato 3. La maglieria operata di Vittorio Branchizio: l’idea di «fashion ma portabile» di Breramode

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LA CAMICIA, L’ELEMENTO DEL LOOK CHE FA LA DIFFERENZA I pareri divergono anche sul fronte camicie. «Credo sia il capo che distingue il modo di vestire di un uomo - commenta Lazzarini -. Meglio quindi se ha una linea morbida e sobria, senza dettagli urlati e nemmeno certi bottoni che trovo ridicoli: a fare la differenza devono essere soprattutto i tessuti, di grande qualità». «La vestibilità è ancora slim - controbatte Zanardi - con la vela un po’ più ridotta. Oltre alla tinta unita sono ammessi pois molto fini o piccoli pièd-de-poule». «La camicia non è più sciancratissima - sostiene Gemelli -. In questo segmento il classico si impone sempre e di solito vince il bianco. L’unito e le righe restano degli evergreen ma ritorna il quadrettato, che era fermo da un po’». Ma c’è anche chi, come Cristallini, dice: «Il mercato si divide fra camicia e T-shirt, che in ogni caso restano smilze». E specifica: «Vedo la camicia con ricami e bottoni particolari come una proposta vecchia». Non la pensa così Pagani, che punta su modelli con cuciture o bottoncini non

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scontati, linee non attillate e il total white, «magari con con variazioni a livello di collo». Conidi non prevede grandi evoluzioni nell’universo camicia («Oscillerà tra slim e regular») mentre Squarzi è convinto: «Basta ai modelli stretti. L’uomo tornerà a essere uomo». LA MAGLIA A COLLO ALTO INDOSSATA SOTTO IL GILET Perché non optare invece per un maglione a collo alto? L’imprenditore della moda di Forlì, che tra i brand della maglieria predilige Massimo Alba, lo propone non eccesivamente voluminoso e indossato con il gilet. Restando nel mondo del knitwear, Conidi è convinto che si giocherà con il colore e con le finezze: iper-sottile di cashmere o iper-grossa e abbondante nel filone sporty. Pagani parla di filati morbidi e leggeri e di una maglieria animata da righe e fantasie. «Punto su modelli fashion ma portabili spiega - con speciali trattamenti e spruzzature come quelli di Vittorio Branchizio». Cristallini è interessato a maglie in filati

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di qualità «ma senza applicazioni, ormai démodé». I retailer scommettono su lane a due fili o lane pesanti, lavorate, di sapore nordico (Gemelli), su bestseller come i pullover con scollo a V, in lana a uno o due fili (Zanardi) o su materiali non eccessivamente “rudi” ma nemmeno troppo morbidi, ottenuti per esempio combinando la lana all’alpaca e allo yack. «Più che pelosi, infeltriti», precisa Lazzarini. LA GIACCA AMPLIA I REVERS E RISPUNTANO LE SPALLINE In merito alla giacca, non ci sarano grandi variazioni sui temi ormai affermati del destrutturato e del comfort, come conferma Cristallini. «Sarà svuotata, senza spalline, con costruzioni pulite, revers più larghi rispetto al passato, effetti rétro, dove la fodera può fare la differenza», anticipa Conidi. «Si va verso volumi “eleganti”, più tradizionali, espressione del buon gusto della



emerging styles

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1. Il menswear sartoriale Latorre 2. Marco Giallini con l’immancabile loden, nei panni del vicequestore Rocco Schiavone 3. Una giacca Maurizio Miri, ben connotata per costruzione, rifiniture, bottoni e piccoli ricami 4. Un cappotto military style Fortela, linea in capo ad Alessandro Squarzi

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moda maschile - ribatte Squarzi, indicando tra i marchi Tagliatore. I modelli non sono troppo stretti e infiancati, in analogia con le camicie, e c’è un ritorno alle spalline. «Vendiamo il pseudo-sartoriale - afferma Pagani - le giacche ben costruite e rifinite, che scelgono tessuti di alta qualità, di solito biellesi, dove la creatività si esprime a livello di bottoni, fodere, applicazioni o ricami. È il caso del marchio Maurizio Miri». «Ormai le giacche sono tutte svuotate senza spalline, ma c’è un certo ritorno al sartoriale», conferma Gemelli, citando tra i brand Latorre e Raffaele Caruso. «Da noi - spiega Lazzarini di Eral 55 - non è mai stata troppo corta: ha una lunghezza aggiornata, ma non esasperata. Prediligiamo i modelli a tre bottoni dove faremo attenzione a dettagli come le fodere, in più proporremo giacche mono e doppio petto di gusto un po’ country, con i revers che si possono chiudere e la martingala. Zanardi

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dello store Melchionni si concentra invece sulle giacche destrutturate, con vestibilità leggermente asciutta, «tipo drop 7, che veste anche l’uomo un po’ robusto». Sono soprattutto senza spalline, in tessuti sobrii, leggeri ma allo stesso tempo caldi. Quanto alle fantasie, non si va oltre i micro effetti, come micro-pied-de-poule e micro-vichy. SÌ AL CAPPOTTO MA IL PARKA È ANCORA MOLTO RICHIESTO Terminando con l’outerwear, Squarzi è convinto che torni alla ribalta il cappotto («Amo il vecchio vintage militare») e che non saranno più attuali i modelli a tre quarti («In Giappone e Corea ho visto modelli lunghi a vestaglia»). Conidi vede gli imbottiti sorpassati da un cappotto «sotto il ginocchio, asciutto, con la spalla giusta, non come negli anni Ottanta». «Si assiste al risveglio del cappotto, ma c’è ancora molta richiesta di parka, come quelli del brand berlinese Lempelius - ribatte Pagani -. L’imbottito resta, ma all’interno del capospalla, perché c’è più voglia di mostrare il tessuto». «Il discorso della tecnicità continua, però limitatamente agli interni», concorda Cristallini, che per il prossimo inverno scommette su un cappotto dalle linee classiche, un po’ morbide, come quelle del marchio Paltò. Dai negozi al dettaglio emergono im-

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pressioni differenti. «C’è più interesse per il capospalla sportivo, meno per il cappotto - dice Gemelli, citando brand come RRD e Woolrich -. Per quanto riguarda il parka è un “nì”». Zanardi è per il giaccone sporty chic o per il cappotto «corto, asciutto, con il davantino antivento». «Abbiamo venduto bene anche il peacoat - aggiunge - però non è detto che si ripeta il prossimo inverno». Invece - viene da chiedersi - non è che il successo della serie TV Rocco Schiavone interpretata da Marco Giallini, che racconta le vicende dello scontroso vicequestore ideato dallo scrittore Antonio Manzini, ri■ porterà in auge il loden?





news

Siviglia

una showroom nel quadrilatero Siviglia opended a showroom in Milan, via Sant’Andrea: it is the prelude to the development of a retail network. Il brand Siviglia, dal 2013 parte del gruppo Gilmar, si prepara a inaugurare una nuova showroom a Milano in via Sant’Andrea. Un’iniziativa che prelude allo sviluppo di una rete retail, partendo dalla capitale del ready-to-wear. «Per noi - spiega il fondatore Sauro Bianchetti - il mercato italiano è fondamentale: qui realizziamo l’80% del business. Ma abbiamo anche intenzione di rafforzare la presenza all’estero, con l’entrata nel mercato cinese, dopo il Giappone e l’Europa». Il marchio marchigiano di abbigliamento, che si prepara a chiudere il 2016 con un fatturato di 20 milioni di euro (+11% rispetto al 2015), ha in serbo una novità anche per Pitti Immagine Uomo, dove porta una collezione speciale di tessuti best seller, che ripercorrono gli ultimi 10 anni di storia di Siviglia. Gli stessi tessuti sono la materia prima di un modello di pantaloni cinque tasche cult, della special edition “Heritage” (nella foto). (e.f.)

JOHN SMEDLEY

più visibilità con gli uffici a milano British finest knitwear brand John Smedley has opened a showroom in Milan and presents its new collection at Pitti Immagine Uomo. John Smedley, marchio britannico di maglieria di alta gamma, apre una showroom diretta in Italia, dopo anni di collaborazione con Beta Spa. Lo spazio, in via Savona 35, a Milano ricalca il nuovo flagship store di Londra sulla Jermyn street (nella foto), connotato da pavimenti in legno d’acero e da dettagli in acciaio industriale. All’interno alcune immagini rievocano la storia del brand fondato nel 1784 a Lea Mills, nel Derbyshire, e la tradizione artigianale nella maglieria. «L’Italia - afferma Bill Leach, global sales director dell’azienda - è un Paese molto importante e Milano, in particolare, è di gran lunga la città più attraente in cui aprire i nostri uffici direzionali. Siamo entusiasti di continuare a costruire partnership forti e una grande visibilità del brand su tutto il territorio italiano». Tra le iniziative italiane di John Smedley ci sono anche la partecipazione al Pitti Immagine Uomo di gennaio (all’Arsenale) e il lancio della nuova campagna pubblicitaria “Icone”, creando speciali vetrine di selezionati multimarca italiani. (e.f.)

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BRAMA

Sulla rampa di lancio il knitwear Fine Edge The Modena-based company, specialized in the distribution of American contemporary brands in Europe, launches a new in-house project: the knitwear Fine Edge. La data X è fissata per il 10 gennaio, quando nei sette showroom europei di Brama debutterà la collezione Fine Edge. Non si tratta di una nuova linea proveniente dall’altra parte dell’Oceano, ma di un inedito progetto in-house per l’azienda modenese, nata negli anni Cinquanta come produttrice di maglieria e negli ultimi anni diventata specialista nella distribuzione in Europa di marchi contemporary from Usa, come J Brand, Enza Costa, Equipment, Current/Elliott, James Perse, Mother, Norma Kamali, Opening Ceremony e Local Authority LA. «Sentivamo che mancava nel nostro portfoglio un brand di knitwear di alta qualità, cool e fashion oriented - racconta Renzo Braglia, ceo di Brama -. Così abbiamo deciso di metterci in gioco, facendo leva sulla nostra grande expertise nel segmento della maglieria, e di integrare Fine Edge nel network di marchi che abbiamo costruito nel corso degli anni». Il marchio nasce come concept in America, per essere poi prodotto in Italia con filati in cashmere di alta qualità e lavorazioni artigianali: l’ispirazione è boho-chic, i fit sono oversize e i dettagli iperstudiati, con orli sfrangiati, frange, maniche a campana. «Abbiamo pensato a donne evolute, come le protagoniste della serie Sex and the City», aggiunge Braglia, puntualizzando che le collezioni saranno quattro all’anno, con consegne mensili ai punti vendita e prezzi retail compresi fra 380 e 600 euro. La pre-fall 2017 sarà presentata ufficialmente durante la fashion week di Parigi a gennaio e sarà distribuita in Europa attraverso le filiali di Brama a Parigi, Anversa, Madrid, Düsseldorf, Monaco, Copenhagen e Londra, con l’aggiunta di Russia e Medio Oriente. (a.t.)


10-132017 Gennaio 2017 | Fire Pitti UomoPitti 91,Uomo 10-1391, Gennaio | Firenze L’altro Uomo - Magazzino 0709 | Stand L’altro Uomo - Magazzino 07 | Stand www.futurouom www.futurouomo.it

Stefano Straforini, SVP head of Europe di MBT

MBT

nuove sfide per un’icona The same attention to wellness with more design contents, a stronger focus on Europe: MBT iconic patented shoes face new challenges. A banana, a gondola, a parentesi rovesciata: le suole delle calzature MBT (Masai Barefoot Technology) sono state definite in molti modi, diventando il simbolo di un marchio che, dalla fondazione in Svizzera nel 1996, ha scelto con successo una strada sui generis. Nate da un’innovativa tecnologia protetta da brevetto - che simula una camminata naturale a piedi nudi su terreno morbido, con vantaggi tangibili sulla postura -, hanno conquistato sia gli amanti del wellness, sia i fashionisti, fino a diventare oggetto di studi e tesi di laurea. Nel 2012 il brand è stato rilevato dall’imprenditore di Singapore Andy Chaw, artefice di un rilancio ora in pieno svolgimento, con il mercato europeo sempre più importante. Lo ribadisce Stefano Straforini, SVP head of Europe della label: «Restiamo noi stessi - dice - con il nostro bagaglio di estetica e funzionalità, ma ci rimettiamo in gioco a partire dal prodotto, ampliando l’offerta con modelli dotati dei medesimi plus tecnologici, ma con maggiore attenzione al design, e con inedite proposte active». A settembre sono stati avviati gli headquarters europei di MBT a Barcellona, «un punto di riferimento univoco per gestire il business nel nostro continente, in cui viene realizzato circa il 50% di un fatturato intorno ai 40 milioni di euro, ma dove intendiamo potenziare la presenza». Un ruolo chiave viene giocato dal nostro Paese, secondo mercato dopo la Germania, che ospita da ottobre la sede italiana in un contesto particolare, La Ghirada di Treviso: «Un’oasi dello sport e del wellness di 20 ettari, aperta a tutti e donata alla città dai Benetton: l’habitat perfetto per noi». Qui MBT ha stabilito gli uffici, la showroom e un negozio che, più che tale, è un hub esperienziale - con tanto di posturologo dove provare “dal vivo” i benefici delle scarpe MBT. «In futuro estenderemo questa formula a una rosa di punti vendita selezionati, trasformandoli in nostri ambassador e organizzando presso di loro una serie di eventi della nostra “Academy” itinerante, coinvolgenti ma anche informativi, grazie alla presenza di consulenti esperti». MBT presidia 45 nazioni con oltre 100 monomarca (12 in Italia) e oltre 1.000 multimarca. Il rinnovato focus sul wholesale «si combina alle altre attività retail ed e-commerce, per rafforzare il legame con la “tribù” del nostri estimatori internazionali».

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BERLIN PREVIEW

SALONI E SFILATE

L’outdoor ARRIVA in città Anita Tillmann, managing partner di Premium Group, anticipa che nell’autunno-inverno 2017/2018 terrà banco il nuovo concetto di functional outdoor fashion. Un tema trasversale ai saloni di scena a Berlino, che tuttavia offrono proposte moda a 360 gradi, compresa la lingerie di Elena Azzola

Anita Tillmann, managing partner of Premium Group, predicts that the new concept of functional outdoor fashion will take off in the autumn-winter 2017/18. A cross-cutting theme at the Berlin trade events, which nonetheless offer a comprehensive snapshot of the fashion industry, including the lingerie sector.

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lla vigilia della settimana della moda di Berlino, in programma dal 17 al 20 gennaio, Anita Tillmann, managing partner di Premium Group - il più grande polo di fiere berlinesi, con al suo attivo Premium, Seek, Bright e ora anche Show&Order - afferma che il mega trend della stagione autunno-inverno 2017/2018 sarà l’outdoor. «Come risultato degli ultimi sviluppi in fatto di smart textile e materiali high-tech, così come della crescente domanda da parte del consumatore finale di proposte lifestyle olistiche e sostenibili, il concetto di outdoor è stato completamente ridefinito - spiega la manager -. Il desiderio di una vita sana spinge ad apprezzare le attività all’aria aperta come escursioni, sci, vela, golf e ciclismo, ma anche il campeggio, la canoa, la caccia e la pesca e, di conseguenza, l’abbigliamento e gli accessori funzionali per praticarli, che oggi diventano tuttavia anche espressione di un nuovo lifestyle urbano». Scarponcini da trekking, parka high-performance e zaini multi-funzionali fanno già parte da tempo della street fashion, che integra pezzi tecnici nei look di tutti i giorni, combinandoli con capi easy-to-wear. Ma mai come questa stagione si cercheranno prodotti che siano allo stesso tempo funzionali

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e alla moda: che vadano bene sia in mezzo alla natura che in città. Articoli che fondono gli ultimi sviluppi tecnici nei materiali con moda di ricerca, forme contemporanee ed elevate esigenze estetiche. DALLA CIMA DELLE MONTAGNA ALLE STRADE DI CITTÀ Questo macro-trend lo si troverà declinato un po’ in tutti i contenitori. A Premium specialisti come Bogner (per la

prima volta qui, nella hall 4, con uno spazio di oltre 180 metri quadri per svelare tutto il suo mondo), Peuterey, G-Lab, Sportalm, Dolomiti e Luis Trenker si rifanno allo sci e all’escursionismo nelle loro collezioni. Ma anche giovani brand si stanno sempre più focalizzando sulla “functional outdoor fashion”. Nomi come Live Out There dal Canada, Moose Knuckles dagli Usa e Orobos di New York mixano caratteristiche outdoor e


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INTERVISTA A MAURIZIO CAPOBIANCO - SALES MANAGER ITALY

DEMANDWARE DIVENTA SALESFORCE COMMERCE CLOUD Quali sono i driver principali dietro alla trasformazione in atto nel panorama retail? Secondo noi i driver sono due: da un lato, si tratta dell’espansione internazionale dei brand, supportati dall’e-commerce e in generale dal digitale. Dall’altro, assistiamo a un aumento vertiginoso nell’impiego di tecnologie e di servizi omnichannel all’interno degli store. I brand italiani di moda come rispondono a questa sfida? I brand del fashion system che da sempre costituiscono il cuore del made in Italy sono in una posizione eccellente per capitalizzare le nuove opportunità offerte dal digitale. Fino a ieri eravamo un po’ indietro, ma stiamo recuperando velocemente. Oggi, anche le maison più tradizionaliste stanno investendo in modo importante sul digitale. Qual è la spinta strategica che percepisce sul mercato, anche a proposito di soluzioni cloud? Quello che notiamo è che l’approccio all’e-commerce e al digitale in genere è stato fino ad ora per molti puramente tattico, della serie ci voglio essere, ma non ci credo e quindi non voglio spendere. Questo in molti casi ha portato a utilizzare software open source o agenzie esterne in modalità di full outsourcing. Oggi che il fatturato dell’e-commerce e l’impatto del digitale sul brand stanno avendo dimensioni sempre più consistenti, la maggior parte delle aziende sta valutando di investire per portare in casa la gestione di questo canale strategico. Salesforce Commerce Cloud in questo panorama risulta la scelta vincente, essendo una soluzione di

livello Enterprise che libera le aziende dal peso di dover gestire gli aspetti tecnologici, permettendo loro di focalizzarsi sugli aspetti puramente di business. Come procede l’entrata di Salesforce Commerce Cloud nel mercato italiano? Essendo Salesforce Commerce Cloud ritagliata su esigenze tipiche delle aziende del made in Italy come l’incremento delle vendite internazionali, il potenziamento del brand tramite il digitale e la facilità di implementazione di servizi omnichannel, l’Italia è uno dei Paesi in cui abbiamo investito di più. Oggi questo ci premia, infatti nel Belpaese stiamo ottenendo il maggior numero di nuovi clienti. Considerando che oltre il 70% dei clienti Commerce Cloud sono aziende retail di abbigliamento, accessori e calzature (tra cui nomi come Birkenstock, Calvin Klein, Sandro, Crocs, Marc Jacobs, New Balance, O’Neill, Pandora, Puma e Quiksilver), riteniamo ci sia un fit perfetto tra SalesForce e il mercato italiano. Esiste un set specifico di implementazioni che rappresentano lo stato dell’arte che le piacerebbe menzionare? In Italia sono diversi i clienti che già utilizzano la piattaforma Commerce Cloud. Per citarne alcuni OVS, Vibram, Boggi e molti altri brand che andranno live nel 2017. L’implementazione di cui vorrei parlare è Boggi, un progetto che permette al brand di vendere online e sul mobile in tutto il mondo, e che ha previsto una completa integrazione tra l’online e gli store (vedi box).

La strategia omnichannel di Boggi Milano prevede una completa integrazione tra l’online e gli store. Ad oggi nei nostri negozi italiani i sales assistant hanno a disposizione l’applicazione Commerce Cloud per l’iPad, che consente di evitare la mancata vendita nel caso di mancata giacenza e di fare upselling. Questo consente ai negozi più piccoli di usufruire di un magazzino virtualmente infinito ed è uno strumento aggiuntivo per supportare il “cerimoniale” di vendita. L’order in store tramite tablet si aggiunge all’ e-reserve in store che permette di prenotare la prova di un capo in negozio e insieme al Click&collect completa la strategia drive to store del marchio.

RICCARDO MILANI Head of Omnichannel, Boggi Milano

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I TREND DI MAGGIORE IMPATTO DEL 2017 Si apre un anno nel quale brand e aziende si allontaneranno sempre più da soluzioni ‘best of breed’ a favore di piattaforme integrate per servire meglio i clienti. Il motivo è la necessità di venire incontro a customer journey diversificate, a seconda dei diversi tipi di consumatori. Ecco i maggiori trend che gli esperti di Salesforce hanno identificato per descrivere come si evolverà in questo contesto il commercio elettronico.

1 GLI STORE DIVENTERANNO PIÙ FLESSIBILI

Si assisterà a un calo nel numero di negozi tradizionali, ma anche a un aumento delle presenze fisiche non-tradizionali come i pop-up o i mobile store. Pochi retailer raggiungeranno veramente l’apice dello unified commerce. Gli apripista che si avvicineranno di più a questa modalità avranno tutti gli occhi puntati addosso.

La centralità del consumatore verrà formalizzata a tutti i livelli dell’organizzazione come step successivo alla creazione del Chief Customer Officer. Brand globali aumenteranno i ruoli di responsabilità nei confronti del cliente, aggiungendo mansioni di profilazione e di analytics per chi si occuperà di user experience. Per arrivare a una cultura d’impresa incentrata sul consumatore, i brand inizieranno a seguire il mantra “hire for attitude, train for skill”

JULIE ROUSSEAU Industry Principal, Retail Practice

2 LE CHAT, IL MOBILE

E L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE CONVERGERANNO I chatbot che facilitano le vendite sui dispositivi mobile vivranno un grande exploit e diventeranno di uso comune durante tutte le fasi del customer journey. Ogni genere di azienda si cimenterà in questo senso. I più grandi retailer stanno proprio ora costruendo chatbot robusti per potenziare l’esperienza d’acquisto sia in negozio, sia online, mentre i produttori di cellulari stanno integrando nei loro device funzionalità native di intelligenza artificiale. Più o meno tra un anno ci chiederemo come avremo mai fatto a fare shopping senza questi bot.

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3 CONSUMATORI E RETAILER

ADOTTERANNO I ‘MOBILE WALLET’ L’uso di mobile wallet crescerà drammaticamente sia nel commercio digitale, sia in negozio, portando a un lento declino di bancomat e affini, dato che sempre più consumatori eviteranno i contanti, per concentrarsi sul telefonino o la carta di credito. Oggi solo il 20% della spesa mensile degli statunitensi avviene usando il contante. Uno studio recente indica che non più del 27% dei consumatori si aspetta di pagare tra dieci anni come paga oggi, mentre un terzo degli interpellati pensa che tutti i pagamenti passeranno dal mobile.

I brand globali che si approcceranno al mercato europeo lasceranno da parte i grandi Paesi maturi come la Gran Bretagna, la Germania e la Francia prediligendo invece i mercati di nicchia quali il Portogallo o il Belgio. Questo accade perché i mercati più grandi hanno già un certo grado di maturità e vi dominano forti player locali, il che fa salire i costi di entrata. Al contempo, i brand del premium e del luxury riscopriranno le fasce abbienti della Russia, che ormai comprano innanzitutto online. Non è facile partire con proprie operations in Russia, ma ne varrà decisamente la pena

DANIEL RECKLING Industry Principal, Retail Practice

4 I BUDGET SI

SPOSTERANNO SULLE CONSEGNE IPER-RAPIDE Questo avverrà perché da un lato Amazon ha, con 60 milioni di clienti Prime, creato questa aspettativa su vasta scala. Dall’altro, la consegna rapida è diventata un vero differenziatore competitivo. Non si tratta però di una strada percorribile a metà. La “same day delivery” è un processo complesso e costoso, che necessita di molteplici centri distributivi situati in posizioni strategiche.

5 LO SHOPPING ONLINE

SI FARÀ PARLANDO AD ALTA VOCE I consumatori utilizzeranno in modo crescente servizi come Amazon Alexa, Google Home e Siri di Apple non solo per cercare, ma anche per acquistare i prodotti e servizi che li appassionano. Tutte le attività di ingaggio manuale con lo schermo diminuiranno, a mano a mano che le capacità di voice recognition dei device si evolveranno e diventeranno più intuitive e facili da usare.

6 SI RITIRERÀ PIÙ IN NEGOZIO

CIÒ CHE SI COMPRERÀ ONLINE Nel 2017, i negozi fisici sperimenteranno in modo crescente i self-service checkout e modalità più efficienti per effettuare il ritiro in negozio delle merci ordinate online. Da Walmart, ad esempio, in uno store è stata installato un enorme distributore dove i clienti online possono ritirare i loro ordini web. La conquista del retail fisico da parte di Amazon farà da acceleratore, mentre i department store inizieranno ad adottare modalità di self checkout, paragonabili a quelli oggi in uso presso la grande distribuzione alimentare.

La Cina rappresenterà l’epicentro per la crescita della realtà virtuale. Alibaba e Taobao stanno investendo con determinazione in ‘negozi’ di realtà virtuale e creeranno dei standard di best-in-class. Il gruppo taiwanese HTC lancerà ad esempio 10.000 siti fisici di realtà virtuale in Cina, presentandosi in partnership con i giganti offline della distribuzione di beni di consumo elettronico

VINOD KUMAR Head of Analytics and Intelligence

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SUL WEB E IN NEGOZIO

I QUATTRO GRANDI FATTORI CHE IMPATTANO SULLA CONVERSION Da che mondo è mondo, l’efficacia della propria attività retail si misura con il tasso di conversione. Nel nuovo mondo omnicanale che si sta affermando, gli strumenti di misurazione e miglioramento vanno adeguati lungo quattro filoni strategici.

Il continuo aumento del numero di utenti Internet in ogni parte del mondo e la crescente fiducia da parte dei consumatori nei confronti dello shopping online ha portato aziende retailer a offrire ai propri acquirenti un’esperienza online il più efficiente possibile. Tutto per assicurarsi una fetta sempre più grande del ricco mercato dell’e-commerce. Ma che cosa si aspetta il consumatore da una esperienza di shopping digitale? Una chiave di lettura è l’aspirazione del cliente ad avere il meglio del servizio di assistenza: quindi stop a una generica shopping experience. Uno strumento per rendere più stretto il link tra venditore e consumatore sono le “Clienteling App”, che garantiscono una maggiore visibilità sull’esperienza di acquisto del cliente, trasmettendo in real time le informazioni dei clienti serviti o presenti nello store. Se gli annunci generano un traffico elevato, ma non hanno un numero sufficiente di utenti che realmente effettuano un acquisto o una registrazione, è possibile utilizzare un motore di recommendation basato sulla conoscenza approfondita del cliente, come le navigazione effettuata sul sito o gli ordini pregressi. Un buon posizionamento SEO resta alla base della propria attività

e-commerce. Il web è un mare magnum e non essere facilmente rintracciabili dagli utenti significa essere praticamente invisibili. L’importante non è solo esserci, ma anche sapere dove ci si trova. Se sul piano retail una griffe del lusso vuole essere in via Montenapoleone e un brand del fast fashion in Corso Buenos Aires, anche online ogni marchio ha diritto al giusto posizionamento in base al proprio target. Un ulteriore aspetto da non sottovalutare è la necessita da parte del consumatore di un’esperienza facile di acquisto e di un ottimo servizio post vendita. Diventa prioritario offrire la possibilità di acquistare tramite Apple Pay, di ordinare online e ritirare presso il negozio sotto casa, o di poter restituire la merce facilmente tramite il sito o addirittura facendo un reso in negozio.

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NON SOLO BERLINO

Anche Düsseldorf e Monaco fanno tendenza Fashion events are also taking place in Düsseldorf and Munich, two of Germany’s traditional fashion hubs boasting numerous showrooms.

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streetwear nelle loro proposte. Lo storico marchio Woods, che realizza giacche adatte alle temperature artiche dal 1885, fa leva sull’heritage e l’artigianalità. Nelle calzature e negli accessori beneficiano di questa tendenza label come Moon Boot e Inuikii. A Seek il concetto di outdoor viene tradotto nel mood scandinavo, lineare e discreto, tipico di questa mostra che offre, ad esempio, rainwear di alta qualità, grazie a Rains dalla Dani-

Oltre che a Berlino, fiere della moda si tengono in Germania anche a Düsseldorf e Monaco di Baviera, tradizionali città del fashion, dove sono presenti, tra l’altro, numerose showroom. Supreme Women&Men Düsseldorf presenta dal 28 al 31 gennaio nella location B1 (Bennigsen-Platz 1) più di 480 marchi, portati in manifestazione soprattutto dalle agenzie. Forte la partecipazione di premium label italiane, come L’Aura, La Couverture, Origami Knitwear, Oblique Creations e Scrambled_Ego. La stessa società organizza anche Supreme Women&Men Munich, di scena dall’11 al 14 febbraio al MTC world of fashion della città bavarese. Il salone festeggia il suo decimo compleanno espandendo il suo portfolio di collezioni attraverso la crescita del numero di agenzie di moda. Tra queste hanno confermato Schuhmacher & Kubanek, che presenta top brand come Allude e Robert Friedman, e buhrs 3.0, che per la prima volta porta a Monaco di Baviera collezioni femminili, tra cui Just Female, Second Female e Beck Söndergaard. In città dal 10 al 12 febbraio arriva anche Premium Order Munich, trasferta di Premium allo Zenith. (e.a.)

1. Uno stand alla scorsa edizione di Premium 2. Anita Tillmann, managing partner di Premium Group 3. Close up al salone Panorama Berlin 4. Stand a Panorama

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marca, Norwegian Rain da Oslo, Elka, le cui origini affondano nella pesca d’altura, e Krakatau dalla Russia. Ci sono inoltre Caterpillar e Iron&Resin, le cui collezioni hanno radici nel workwear, e Deus ex Machina dagli Usa e Eat Dust dal Belgio, vicini al mondo del motociclismo. A Bright, nato per dare espressione alla moda legata agli sport su tavola, il trend dell’outdoor investe non solo l’abbigliamento funzionale ma anche gadget

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BERLIN PREVIEW

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1. Un’immagine scattata a Fashion Tech Berlin dello scorso luglio 2. Lo spazio esterno di Seek 3. La Kaufhaus Jandorf, nuova location delle sfilate, qui utilizzata da Zalando per un evento

ed equipaggiamenti, come tende, coltellini multi-uso, diari di viaggio, moschettoni e kit da campeggio. Heimplanet di Amburgo, ad esempio, produce sia tende gonfiabili che cappellini e magliette. Le attrezzature waterproof di Oru Kayak arrivano dal kayak, mentre newcomer come Snow Peak, Man of Moods e F/CE mostrano come il Giappone sia un Paese di origine formidabile per l’outdoor premium. Fatto salvo questo leitmotiv, l’offerta di Berlino si conferma naturalmente ben più ampia. Dopo l’acquisizione da parte di Premium Group, Show&Order alla Kraftwerk si concentra su un mix di marchi femminili che delineano un total look donna di fascia prezzo media. Il polo che fa capo ad Anita Tillmann conta ora quattro fiere, per un totale di 2.850 collezioni e 51mila metri quadri di superficie espositiva, e una conferenza sul futuro della moda che si tiene il 18 gennaio, in cui si parla di e-commerce e retail, wearables e smart textiles, digital marketing e comunicazione. La recente acquisizione di Show&Order si spiega con la volontà di assumere una posizione di leadership e continuare a costruire una piattaforma pionieristica nel mercato delle fiere di moda in Europa.

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LE SCELTE DI PANORAMA E I NEW TALENT IN PEDANA Ma Berlino significa anche Panorama. Il salone all’ExpoCenter City di Messe Berlin aggiunge questa stagione un nuovo tassello alla sua offerta: un’area sulla lingerie nella hall 7C, che annovera una quarantina di brand, tra cui Chantal Thomass, Chantelle, Dkny Sleepwear, Guess, Hanro, Passionata e Stella McCartney Lingerie. «Dopo il positivo inserimento di una sezione dedicata alla moda plus-size la scorsa stagione - afferma il ceo Jörg Wichmann -, presentiamo ora la lingerie e il loungewear, come da precisa richiesta dei nostri visitatori. Ora copriamo tutti i settori rilevanti del business della moda». In cit-

tà trova spazio anche la 20esima edizione della Mercedes-Benz Fashion Week Berlin, con il suo programma che dà risalto a nomi sia consolidati che emergenti della moda nei Paesi di lingua tedesca. Questa stagione le sfilate e le presentazioni si terranno anche nella nuova location della Kaufhaus Jandorf, oltre che presso la me Collectors Room. Fra i talent che saranno sotto i riflettori alla Mercedes-Benz Fashion Week Berlin ci sarà, in partnership con Elle, la designer svizzera Julia Seemann, considerata una stella in ascesa, grazie al suo lavoro influenzato dalla scena musicale e dalle sottoculture, ma anche dal costruttivismo, dai dettagli workwear e da elementi nostalgici degli anni Ottanta e Novanta. ■


FIRENZE 91° PITTI IMMAGINE UOMO

PADIGLIONE MEDICI Stand B13 w w w. f r a d i . c o m


DIGITAL NEWS a cura di ELENA AZZOLA

ZALANDO

Private label in primo piano Zalando bets on its own private labels with a new dedicated unit based in Alicante, Spain.

YOOX NET-A-PORTER E SYMPHONY INVESTMENTS

ALLA CONQUISTA DEL Medio Oriente

Yoox Net-a-Porter (Ynap) has signed a joint venture with Symphony Investments of Dubai to create the largest player in luxury e-commerce for the Middle East. Il gruppo Yoox Net-a-Porter (Ynap) ha siglato una joint venture con Symphony Investments dell’imprenditore del real estate di Dubai Mohamed Alabbar, per dare vita al maggiore operatore nel luxury e-commerce in Medio Oriente. Ynap deterrà il 60% della joint venture, mentre Symphony Investments avrà il resto del capitale. Alabbar ha già un’altra liaison con Ynap, perché ha in portafoglio il 4% del capitale della società quotata alla Borsa di Milano, dopo un aumento di capitale riservato (lo scorso aprile) da 100 milioni di euro. In base agli accordi, la newco gestirà tutti i multimarca online di Ynap nell’area (Net-a-Porter, Mr Porter, Yoox e The Outnet) e, in accordo con i brand, alcuni selezionati flagship store in Rete “Powered by Yoox Net-a-Porter”, dal significativo potenziale di sviluppo nell’area, che nel 2015 ha acquistato il 3% del lusso mondiale. L’imprenditore mediorientale focalizzerà tutto il business delle vendite via web di lusso nella regione, esclusivamente tramite questa nuova joint venture. La nuova società opererà nei Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC), organizzazione di cui fanno parte Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Kuwait, Qatar, Bahrein e Oman. In futuro si pensa anche di espandere il business in altri paesi del Medio Oriente e del Nord Africa. La sede sarà a Dubai, dove verranno gestite le aree sales & marketing, customer care e pr, ma anche un nuovo centro logistico integrato nella piattaforma di Ynap. L’apertura è prevista entro la fine del 2017. I siti di Yoox e The Outnet saranno i primi a debuttare sul territorio, nel 2018, mentre Net-a-Porter e Mr Porter partiranno nel 2019, seguiti da alcuni selezionati monomarca online. Symphony Investments, insieme alle affiliate, opera e investe in diversi settori in Medio Oriente, Sud Est Asiatico e Africa, tra i quali lusso, moda, retail, e-commerce, attività mineraria e real estate.

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Zalando continua a scommettere sui marchi propri che fanno capo alla controllata zLabels, avviando una unit dedicata con sede ad Alicante, in Spagna. Attiva a Berlino dal 2010, zLabels sviluppa collezioni di abbigliamento, calzature e altri accessori fra uomo, donna e bimbo, dalle linee più tradizionali fino a quelle più di tendenza. In totale si tratta di 17 label (Even&Odd, Mint&Berry, ZignStudio, Kiomi e Friboo, per citarne alcune), vendute esclusivamente online in 15 mercati europei. Il progetto dell’e-tailer prevede la costituzione di centri di approvvigionamento dove si realizzano grandi volumi di produzione - come nel caso di Spagna e Cina -, per assicurarsi il rispetto degli standard di sicurezza. Nel 2015 zLabels ha totalizzato 560 milioni di euro di ricavi (circa il 19% del fatturato totale della società) e, nelle stime del management, dovrebbe realizzare un incremento annuale tra il +20% e il +25%.

ASOS

Investimenti sul futuro Asos is investing £ 40 million to expand its headquarters in Camden and hire 1,500 people over the next three years. Il fashion e-tailer britannico Asos ha in programma di creare 1.500 nuovi posti di lavoro a Londra entro i prossimi tre anni. Previsti anche investimenti per rinnovare la sede a Camden. Si tratta di un incremento del 60% della forza lavoro, dal momento che Asos conta già 2.500 addetti. La realtà dell’e-commerce di moda vuole anche ampliare il suo quartier generale di 3.720 metri quadrati, per arrivare a una superficie totale di circa 23mila metri quadrati. L’operazione prevede un investimento di 40 milioni di sterline (circa 37 milioni di euro). Nel bilancio chiuso a fine agosto Asos ha raggiunto gli 1,4 miliardi di sterline di ricavi, in aumento del 26%, rispetto al bilancio precedente. Nel nuovo esercizio il management stima di replicare con un +25% annuale, trainato dai mercati esteri.


ALPHA-STUDIO.COM


DIGITAL NEWS

FENDI

OBIETTIVO: PERSONALIZZARE Fendi has updated its website, fendi.com, focusing on user esperience, personalization and mobile.

Un’immagine di Burberry tratta dalla piattaforma

BRITISH FASHION COUNCIL (BFC) E GOOGLE

La moda inglese si mette in mostra online A collaboration between British Fashion Council (BFC) and Google created a new digital platform (g.co/britishfashion) about creativity, heritage and craftsmanship of British fashion. Dalla collaborazione tra il British Fashion Council (BFC) e Google nasce una nuova piattaforma digitale (g.co/ britishfashion) che valorizza la creatività, l’heritage e l’artigianalità della moda inglese. Il progetto è supportato dalla Education Foundation del BFC e ha l’obiettivo di attrarre i futuri talenti della moda, attraverso l’accesso gratuito a contenuti e storie relative a top designer e insider della moda d’oltremanica. I visitatori di g.co/britishfashion possono conoscere giganti della moda inglese come Burberry e Vivienne Westwood, grazie a prodotti digitali particolarmente curati. Più di mille item da esplorare, inclusi oltre 20 mostre multimediali, 25 video e tre esperienze di realtà virtuale: tutto è disponibile a chiunque nel mondo da desktop, laptop e mobile. Tra gli highlight di questa piattaforma l’immagine in altissima risoluzione di un abito haute couture della collezione spring-summer 2017 di Alexander McQueen, con la possibilità di zoomare e di cogliere dettagli mai visti prima e un video che mostra l’ispirazione; Manolo Blahnik al lavoro nel suo atelier di Londra; contenuti su icone come Burberry, Browns, David Bailey, Edward Enninful, Erdem, i-D, J.W. Anderson, Michael Howells, Naomi Campbell, Paul Smith, Stella McCartney e Vivienne Westwood. Senza tralasciare i campioni dell’artigianalità inglese Harris Tweed Hebrides, John Lobb, Lochcarron Tartan e la Royal School di Needlework. Alcuni video di realtà aumentata sono stati diretti da Sarah Mower, critico di Vogue America e ambassador del BFC per i talenti emergenti: si tratta di faccia a faccia con protagonisti dell’industria della moda che condividono momenti personali e toccanti della loro carriera. Usando Google Cardboard o su YouTube tramite un video a 360 gradi, gli utenti possono entrare in contatto ravvicinato con la super top Naomi Campbell, la designer e imprenditrice Anya Hindmarch, il direttore creativo Edward Enninful e la fondatrice e presidente onoraria di Browns, Joan Burstein.

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Fendi ha rinnovato il proprio sito, fendi.com, puntando sull’ottimizzazione della user esperience, sulla personalizzazione e sulla fruizione da mobile. Un progetto che ha visto lavorare insieme la direzione comunicazione della griffe, la sua digital division e Low, unit dell’agenzia The Big Now. La nuova interfaccia rappresenta un passo avanti nell’integrazione tra contenuti e funzionalità e-commerce, grazie a un menu orizzontale facilmente accessibile, intuitivo e che permette una rapida navigazione. Inserimenti di tipo editoriale rafforzano l’esperienza di acquisto, fornendo ulteriori punti di vista, dettagli e ispirazioni sulle collezioni della maison romana. Fendi.com è inoltre ancora più mobile-friendly: da smartphone può essere utilizzato quasi come una piattaforma social. Con il restyling sono state introdotte nuove sezioni, come Fendi 4 U, una guida digitale che offre servizi esclusivi e consigli personalizzati, basati sulle preferenze espresse in precedenza dall’utente.

VERSACE

Shopping e storytelling Versace.com becomes the privileged vehicle of the fashion house’s communication, togheter the social networks. Nel nuovo versace.com il racconto del mondo della griffe si unisce alla piattaforma di e-commerce, arricchendo sia l’esperienza di shopping che lo storytelling. Il sito, studiato per adattarsi perfettamente ai diversi dispositivi, presenta uno scorrimento verticale con immagini full screen, che permettono ai visitatori di esplorare le collezioni ready-to-wear e accessori e i progetti speciali della maison nella sezione “World of Versace”. Versace.com diventa il veicolo privilegiato di informazione della casa di moda, sviluppando un discorso che ha il suo naturale proseguimento nei canali social. La piattaforma sarà il mezzo per presentare capsule collection ad hoc per l’online. Disponibile in cinque lingue, il website consente gli acquisti da 22 nazioni europee e dagli Usa.


tatras.it

PITTI UOMO Sala delle Nazioni – stand n. 12


Total easy care Alta traspirabilita’

Bellezza ingualcibile

Naturale elasticita’

ZEGNA BARUFFA LANE BORGOSESIA S.p.A. FILATURA IN VALLE MOSSO - ITALY www.baruffa.com

FA N 13 ZEGNA BARUFFA.indd 6

Dall’incontro tra natura e tecnologia, nei laboratori Zegna Baruffa nasce un nuovo progetto, che punta a rivoluzionare il mondo dei filati in pura lana. Si tratta di H2Dry, un finissaggio che dona ai fili caratteristiche tecniche superiori e che rende un capo di abbigliamento “total easy care”. Con i filati in pura lana superfine Re-Active H2Dry (17,5 micron) e pura lana extrafine K-Wool H2Dry (19,5 micron) si ottiene un prodotto di elevata traspirabilità e che prevede tempi ridotti di asciugatura. L’innovativo trattamento esalta la naturale elasticità della materia prima, permettendo comfort e vestibilità superiori. Oltre a performance eccellenti in termini di ingualcibilità.

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PITTI FILATI 80

spring-summer 2018

in estate la creatività non va in vacanza

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All’appuntamento con la “stagione breve” le filature presenti a Pitti Filati non mancano certo di creatività. Nel 2018 largo ai contrasti lucido e opaco, ai fili performanti e alle lane per le quattro stagioni di ELISABETTA FABBRI

Despite summer is not the priority season for spinning mills, creativity abounds in new collections. The yarns presented in Florence explore concepts such as glossy and mat, performance and functionality.

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dizione numero 80 per Pitti Filati, che presenterà le tendenze per maglieria della primavera-estate 2018 alla Fortezza da Basso tra il 25 e il 27 gennaio. Gli organizzatori di Pitti Immagine stimano la presenza di 110 marchi, tra i quali nomi nuovi e rientri come Cotonificio Ferrari, Filartex, Spoerry 1866 e Torcitura Pessina. Una ventina di brand arriva dall’estero, in rappresentanza di Paesi come Regno Unito, Romania, Germania, Svizzera, Turchia, Repubblica Sudafricana, Giappone, Perù e Nuova Zelanda. Motivo conduttore dello Spazio Ricerca - una delle aree di maggiore richiamo, all’interno della rassegna tessile - è “The Passenger”, vale a dire il viaggio, «oltre i confini e i ruoli del quotidiano». «Numerose filature si sono ispirate a questo tema - spiega Ornella Bignami, esperta di tendenze della società di consulenza Elementi Moda e coordinatrice del concorso “Feel The Yarn” -. L’estate 2018 propone titoli piuttosto fini e mischie particolari, che esplorano sia il concetto di brillantezza e iridescenza sia il suo opposto, l’opacità. Ma saranno in primo

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1. 2. Alcune immagini di Pitti Filati, arrivato alla sua 80esima edizione

piano anche gli effetti cromatici come quelli dei mouliné, dei mélange e dei fili multicolor». «A livello di colori - precisa Bignami si va dai più delicati e opalescenti agli scuri slavati o ai metallizzati colorati. Si vedranno anche filati stampati, che creano effetti mosaico». «A proposito di effetti - prosegue -. Molto è stato fatto in termini di ibridazione di materie prime. Lino e canapa, per esempio, non hanno più soltanto un aspetto rustico ma diventano lucidi, se abbinati alla viscosa o a fili metallici». «La creatività di certo non manca - osserva l’esperta - pur essendo l’estivo di regola meno innovativo e la stagione più corta delle filature che, per via di una domanda in quantità ridotte, sono costrette a produzioni spezzettate».

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PITTI FILATI 80

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1. I nuovi filati Performance di Tollegno 1900 2. Zegna Baruffa Lane Borgosesia mixa lino e lana 3. Viscosa e nylon di Olimpias Filati, per un effetto lucido/bagnato 4. Cashmere, seta, lurex e micro paillettes tra le new entry di Cariaggi

A-STAGIONALITà, FUNZIONALITà, PERFORMANCE PER L’ESTATE 2018 A Pitti Filati 80 gli espositori cominciano a sondare il mercato, dopo un 2016 quanto meno particolare sul fronte delle temperature. «Abbiamo avuto una buona stagione di vendite fino a prima dell’estate - afferma Antonio Carli, direttore commerciale di Olimpias Filati - e poi una frenata, cui ha contribuito un autunno eccezionalmente mite». «Le collezioni nel livello più alto di mercato - specifica - sono salite, mentre il primo prezzo ha registrato un calo». Nonostante ciò, Carli si dichiara moderatamente ottimista sul 2017, e per l’estate 2018 scommette sul cotone First White (in 150 tonalità a stock service), ma anche sui cotoni crêpe, gasati per conferire un aspetto pulito e stratorti per un mood dinamico. «Proponiamo anche i tecnici - aggiunge - mischiati con il nylon e con mano gommosa, ma anche le viscose con mano crêpe o lucenti, abbinate al lurex. Il lino torna in maniera importante e più evidente, con il lurex o le fantasie micro-mouliné». Nel campionario di Olimpias Filati anche le mischie per le quattro stagioni: cotoni e viscose con cashmere oppure pure lane dai micronaggi superfini e pesi superleggeri. «Il 2016 - dicono da Zegna Baruffa Lane Borgosesia - si chiude senza variazioni di rilievo sul fatturato, ma le previsioni sono di un incremento dell’ebitda tra il 10 e il 15%». L’Italia è uno dei maggiori buyer per le produzioni di fascia alta, seguita da Hong Kong (per il segmento inferiore). Inoltre Germania, Francia e Gran Bretagna «conservano quote significative». A Firenze l’azienda presenta una collezione sviluppata intorno al concetto di funzionalità. Si va dalle titolazioni più fini e leggere, «per maglie lievi, da dimenticare in borsa o in tasca durante il weekend, o da indossare

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a pelle, se il termometro scende di qualche grado», a quelle rotonde e multiple «per capi sartoriali o più strutturati». In tal senso sono stati sviluppati i fili K-Wool Comfort, che assorbono e rilasciano l’umidità del corpo, e gli antimacchia «da strapazzare» Cashwool Teflon, Millennium Teflon e Wuky, ricoperti da una barriera invisibile che protegge dall’acqua e dalle macchie. Il lanificio Cariaggi punta invece sul concetto di sobria luminosità, come quella nel nuovo filato in cashmere, seta e lurex che impiega le più piccole paillettes al mondo. Tra le novità anche un filo in seta pettinata 100% Mulberry con titolo NM 300.000: impalpabile e trasparente, è reso lucente dal lurex. L’azienda marchigiana chiuderà il 2016 in linea con le aspettative. «Da anni - spiega Cristiana Cariaggi, consigliere di ammi-

nistrazione dell’azienda di famiglia - diamo priorità all’innovazione, investendo notevoli risorse per migliorare e rendere più all’avanguardia ogni area aziendale». Nel 2016 le performance migliori sono state realizzate in Germania, America e Sud Corea. Alla Tollegno 1900 si aspettano interesse e coinvolgimento per la collezione Performance, oltre che per la lana merino fine ed extrafine, proposte come soluzioni ideali anche per l’estate. «Per valorizzarle - spiegano dal gruppo - abbiamo creato una connessione diretta tra cliente e prodotto con la nuova iniziativa Customize Your Yarn, che coinvolge anche Shima Italia, Epson Italia e Pantone». «Sarà un’esperienza emozionale - assicurano - dove è possibile giocare con filati e colori, customizzando il prodotto e vedendolo realizzato in presa diretta». ■

INTERNATIONAL WOOLMARK PRIZE 2016/17

Per la finalissima appuntamento a Parigi The International Woolmark Prize final is scheduled in Paris, on 23rd January. For the first time the menswear and womenswear finals are staged together. Woolmark - tra gli espositori di Pitti Filati e di Pitti Uomo, con la guida alle tendenze The Wool Lab Primavera-Estate 2018 (che lancia una nuova sezione sul denim) - è al lavoro per la finalissima dell’International Woolmark Prize 2016/2017 che si terrà a Parigi. Per la prima volta, i premi per il menswear e womenswear saranno consegnati in un unico evento, in programma il 23 gennaio al Palais de Tokyo. Nell’abbigliamento maschile gareggiano Münn (Asia), Ex Infinitas (Australia e Nuova Zelanda), Cottweiler (UK), Tonsure (Europa), Bounipun (India, Pakistan e Medio Oriente), Rochambeau (Usa). In lizza per la donna, invece, Toton (Asia), Macgraw (Australia e Nuova Zelanda), Faustine Steinmetz (UK), Tim Labenda (Europe, nella foto un particolare di una giacca), Nachiket Barve (India, Pakistan e Middle East) e Gabriela Hearst (United States of America). L’award di Woolmark, che vuole supportare i giovani designer del globo in grado di plasmare con creatività la lana merino, non consiste “soltanto” in 100mila dollari australiani (quasi 70mila euro). I vincitori potranno vendere la loro capsule in lana merino in esclusive boutique e selezionati department store che fanno parte del network di partner della maggiore autorità della lana. (e.f.)



textile NEWS

PRIMALOFT

con Gold Insulation Active pensa a runner e sciatori US company PrimaLoft launched in Italy the synthtetic insulation Gold Insulation Active. Warm as down, light, wather resistant, breathable, fast drying, it is the perfect solution for active apparel industries. Dopo il successo dell’imbottitura Silver Insulation Active, dedicata al mondo outdoor, l’americana PrimaLoft lancia Gold Insulation Active. Presentata di recente a Milano, la soluzione per l’isolamento dei capi è stata pensata soprattutto per il mondo active, per quei consumatori che chiedono proposte in tessuti sempre più leggeri ma confortevoli, che mantengano il calore e permettano di restare asciutti, anche durante le attività aerobiche di grande sforzo (come running, hiking e sci). Leggere, soffici, comprimibili, elastiche e idrorepellenti grazie alle particolari finiture e al processo di produzione, le fibre PrimaLoft restano al loro posto tra i tessuti, anche quando sono traspiranti, a trama larga e stretch. Per queste caratteristiche si candidano a essere abbinate a capi senza stagione, evitando gli impedimenti del look “a strati”. Alle origini PrimaLoft nasce per l’Esercito Statunitense, come alternativa tecnologica e idrorepellente alla piuma d’oca. Di fatto è una microfibra di poliestere che, riproducendo la struttura della piuma d’oca, raggiunge un’efficienza termica simile ma ha un’asciugatura molto più rapida. Inoltre è duratura e resistente agli strappi, facile da pulire (va in lavatrice e asciugatrice) ed certificata Oeko-Tex Standard 100 e bluesign. (e.f.) Una giacca Adidas Terrex Ndosphere Flex con PrimaLoft Gold Insulation Active

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SOSTENIBILITÀ

Fjällräven lancia il progetto «lana svedese» Fjällräven has relaunched Swedish wool production to ensure full traceability throughout its entire Sweden-based wool supply. Il marchio svedese di abbigliamento e accessori outdoor Fjällräven, in Italia noto per gli zainetti squadrati Kånken, fa un passo avanti nell’ottica di una produzione interamente sostenibile. Dopo l’eliminazione dei PFC (composti poli e per-florurati), l’impiego di piuma d’oca che garantisce una produzione etica e l’incremento dell’uso di materiali biologici e riciclati, ora è la volta del progetto “lana svedese”. Normalmente in Svezia le pecore sono allevate per produrre carne mentre la lana viene gettata. Fjällräven ha acquistato alcune pecore di una fattoria locale a gestione olistica, che permetteranno la tracciabilità nella catena di produzione della lana. Si tratta inoltre di una razza particolare (la jämtlandsfår) che permette di ottenere una lana finissima, tra i 19 e i 21 micron, contro i 17-24 micron della lana merino. (e.f.)

FULGAR

vince la sfida GREEN Three polyamide fibres made by Fulgar - Fulgar Nylon 6,6, Q-Nova and Evo - resulted more ecofriendly than other fibers, as confirmed by recent comparative LCA studies. Fulgar, tra i maggiori produttori europei di nylon, consolida i risultati del 2015 (200 milioni di euro di ricavi) e registra una crescita del 90% nei filati sostenibili Q-Nova (ottenuta da materie prime rigenerate), Evo (derivato dai semi di ricino) e la new entry Amni Soul Eco (facilmente biodegradabile, nella foto). La sensibilità green di Fulgar non riguarda solo il prodotto. Tra le altre attività, ha sostituito le lampade tradizionali dell’impianto in Italia con quelle a led e ricicla le acque utilizzate nella produzione, per ridurne l’impatto sull’ambiente. Nel 2016 ha condotto uno studio LCA-Life Cycle Impact Assessment, che rileva l’impatto dei rilasci nell’ambiente della produzione e quello del consumo di risorse. Messe sotto esame le fibre in poliammide Fulgar Nylon 6,6, Q-Nova ed Evo in tutte le fasi produttive, ne è emerso un reale vantaggio in termini di impatto ambientale, rispetto ad altre categorie di filati. Il risultato è in linea con uno studio della Commissione europea Environmental improvement potential of textiles, in base al quale la poliammide risulta una delle fibre più amiche dell’ambiente (il cotone, per esempio, ha percentuali d’impatto superiori tra il 60% e l’80%). Per le sue scelte eco-friendly, Fulgar è entrata nel rapporto Greenitaly 2016. (e.f.)



NEWS

BOTTO GIUSEPPE

In mostra a Milano con Naturalis Fibra Biella based textile company Botto Giuseppe is under the spotlight at an exhibition in Milan, at next edition of White, with the sustainable yarns collection Naturalis Fibra. L’azienda tessile biellese Botto Giuseppe, che ha appena compiuto 140 anni di storia, è protagonista di una mostra a Milano con un allestimento speciale, nell’ambito del progetto “Italian Dna Exhibition” di White, il salone della moda contemporary che si tiene dal 14 al 16 gennaio. Uno dei focus dell’evento è il progetto Naturalis Fibra: una serie di filati accomunati dalla naturalità della lana, ma anche dal rispetto per l’ambiente e dall’impegno sociale. «Tutta la materia prima - spiegano dall’azienda - proviene da pecore non sottoposte a mulesing, prodotte dall’azienda australiana Congi, certificata come sostenibile, con cui Botto Giuseppe ha firmato un’esclusiva». Inoltre, il filato è lavorato nello stabilimento di Tarcento in Friuli, attivato con l’energia idroelettrica prodotta dalla diga e con pannelli fotovoltaici. La tintura avviene impiegando coloranti e ausiliari di processo scelti con la consulenza della spagnola Eco Intelligent Growth, secondo i principi della certificazione Cradle to Cradle. In mostra al White anche alcuni capi finiti che impiegano Naturalis Fibra realizzati dal designer Maurizio Miri. (e.f.)

MONOCEL

Scopre le erbe medicinali asiatiche Monocel has launced a new generation of smart and responsible yarns, that combines ultrasonic dyeing technology with dyeings from Asian medicinal plants. Monocel cambia pelle con le tinture vegetali naturali. Con Monocel Ultrasonic Plant Dyed l’eco-fibra norvegese in lyocell, ricavata dal bambù, si propone in una gamma di colori originali, frutto del connubio tra un’avanzata tecnologia per la tintura a ultrasuoni e un’antica tradizione nella colorazione, basata su fiori, frutti e radici della medicina tradizionale asiatica. La curcuma, per esempio, è stata utilizzata per il giallo, i fiori della consolida maggiore per il viola e quelli del cartamo per il rosso, il frutto della terminalia chebula per il grigio e la radix isatidis per il blu. Ne risulta un filo naturale totalmente atossico, morbido al tatto, che evoca atmosfere nordiche, ottenuto con le più avanzate tecniche “water saving”. Le tecnologie a ultrasuoni nella tintura hanno inoltre permesso di rendere più efficiente il consumo energetico e di abbattere le emissioni nell’ambiente, grazie alle basse temperature e alla riduzione dei tempi del processo. (e.f.)

HYOSUNG

Insieme a Best Pacific Textiles per l’activewear Hyosung and Best Pacific Textiles have co-operated to offer activewear brands new performing fabrics with moisture management, UV protection, comfort, fit and freshness. The partnership will be presented at Ispo, in Munich. Con l’idea di catturare l’attenzione del mondo active e outdoor, Hyosung ha creato una nuova collezione di tessuti in partnership con il maglificio Best Pacific Textiles, che sarà presentata al prossimo Ispo (a Monaco dal 5 all’8 febbraio). Per fornire prestazioni eccellenti in termini di traspirabilità, protezione dai raggi Uva, comodità, vestibilità e freschezza sono nati i mix fra l’elastan creora Fresh e il nylon Mipam Aqua x o il poliestere Freshgear, mentre creora Powerfit si è unito al poliestere a fibra cava Aerowarm. «I consumatori - spiega Ria Stern, global marketing director di Hyosung Textiles - vogliono indumenti versatili, per potersi allenare o fare la spesa all’insegna del comfort. Abbiamo lavorato con Best Pacific per proporre una collezione di tessuti di diversi pesi, per assicurare performance ottimali in segmenti che vanno dall’abbigliamento intimo ai reggiseni sportivi, fino alle maglie termiche». (e.f.)

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CHERVÒ SPORTSWEAR FOR

Non solo golf: uno stile unico entra nel quotidiano Grazie a un accordo di licenza tra Chervò SPA, leader mondiale nell’abbigliamento da golf alto di gamma, e lo storico maglificio Second Project nasce con l’autunno-inverno 2017/2018 LA LINEA Chervò Sportswear: una collezione in cui confluiscono passione per lo sport, ricerca stilistica e contenuti tecnici, applicati alla quotidianità di un uomo che sa riconoscere la vera qualità

Comfort, vestibilità perfette, attenzione ai dettagli e alla funzionalità: fattori chiave per il successo di Chervò, leader mondiale nel settore dell’abbigliamento da golf ora pronto a una nuova sfida, o meglio a un’evoluzione naturale del suo mondo. Grazie a un accordo di licenza dello sportswear, per tutte le merceologie, con lo storico maglificio di Padova Second Project debutta con l’autunno-inverno 2017/2018 Chervò Sportswear, linea

in cui sia Chervò che Second Project, tra le quali è già in essere una collaborazione consolidata, danno il meglio di sé, lavorando in perfetta sinergia. Del resto, se Chervò è un nome che non ha bisogno di presentazioni, Second Project non è da meno tra gli addetti ai lavori: si tratta infatti di un’azienda che, contando sulla forza della famiglia e di un passaggio generazionale riuscito tra il padre Guido Molea e i figli Alessandro e Dario, si è affermata come

partner di riferimento per i più qualificati brand di impronta sportiva. Nel progetto Chervò Sportswear Alessandro e Dario hanno messo le loro capacità e i loro interessi: il primo architetto con una innata passione per lo sportswear, oltre che responsabile stile delle ultime due collezioni Chervò Knitwear, il secondo orientato al côté commerciale e con una spiccata abilità nei rapporti internazionali, in qualità di responsabile marketing e vendite. Supportati

Chervò Sportswear è presente a Pitti Uomo, Padiglione Medici - Stand B7


dall’approfondita esperienza del padre Guido, i fratelli Molea hanno realizzato e messo in pista Chervò Sportswear: circa 40 pezzi, suddivisi in cinque temi, sulla falsariga di un’ambizione realizzabile, ossia rendere Chervò un marchio di fama mondiale anche fuori dai circoli più prestigiosi e dai tornei di golf più blasonati, dando vita a un nuovo punto di riferimento per l’abbigliamento maschile di ispirazione tecnica, ma legato a un uso quotidiano. Giubbotti, panta-

loni, maglie e felpe all’insegna di qualità, stile e ricercatezza, contraddistinti da silhouette moderne e da un’immagine forte, contaminata da influssi urban e metropolitani. Il tutto all’insegna di un approfondito studio sui materiali - tessuti dalle elevate performance, filati pregiati - e sui dettagli, studiati nei minimi particolari. Il target sono selezionate boutique internazionali, partendo da alcuni dei mercati dove Chervò è più forte e riconosciuto - Italia, Germania, Spa-

gna e Corea - per poi estendere il campo d’azione ai 35 paesi in cui Chervò è presente, grazie alla forza del prodotto ma anche a un battage pubblicitario ad ampio raggio, che include la presenza sui social e l’organizzazione di eventi. Obiettivo, entrare di diritto nel guardaroba di coloro che nel vestire maschile guardano oltre il classico per scoprire una dimensione più rilassata ma mai banale, punto d’incontro tra il comfort e la ricercatezza.

Prodotto su licenza dalla Second Project Second Project srl - Viale Navigazione Interna nr. 113 - 35027 Noventa Padovana (Pd) - ITALY - Tel. +39-049-8705788 - www.chervo.com


tech-NEWS

Epson

Due nuovi poli dell’innovazione a Como Epson - one of the world leader in digital inkjet printing - has opened an Innovation Research Lab and a Printing Research Center in Como.

Lectra

potenzia Modaris e vector Lectra, the French company specialized in integrated technology solutions, has launched powerful Modaris V8 and introduced Vector iQ fabric-cutting solution. La francese Lectra - specializzata in tecnologie per l’industria della moda - lancia la versione V8 del noto software per lo sviluppo prodotto Modaris, una delle soluzioni più in uso nella fashion industry, nelle versioni 2D e 3D, per lo sviluppo dei modelli e delle taglie (nella foto, una videata). Nella nuova versione si è voluta facilitare la collaborazione tra le parti coinvolte, pensando in particolare a quei brand e retailer che si avvalgono di partner produttivi per la realizzazione delle collezioni. Lo scambio di dati e feedback è diventato più veloce, senza aggiunta di errori o incomprensioni. Modaris V8 mette inoltre a disposizione online un catalogo di oltre 300 tessuti e manichini tridimensionali Alvanon (standard o personalizzati). Per gli utenti c’è anche la possibilità di customizzare l’ambiente di lavoro per una maggiore produttività e comfort e per realizzare più facilmente link e annotazioni, in vista di eventuali adattamenti. Un’altra novità di Lectra riguarda le tecnologie per il taglio. Con Vector iQ, la tecnologia di taglio senza interruzioni Eclipse è stata introdotta anche nei modelli Vector entry level. Inoltre è stato integrato il servizio Lectra Power Premium, che include la “manutenzione predittiva”, per ridurre il rischio di fermi macchina. Concretamente, i clienti ricevono diagnostiche proattive (risultato del confronto dei dati raccolti con gli standard) e consulenze sull’approccio più indicato da adottare, oltre all’assistenza in caso di potenziali guasti tecnici. In base alle stime dell’azienda d’Oltralpe, chi utilizza Vector iQ può ottenere un incremento della produttività fino al 10%, grazie a un miglioramento dell’efficienza che si ottiene con il taglio continuo e automatico e la manutenzione predittiva. (e.f.)

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Epson - tra i pionieri della stampa digitale su tessuto - crea due nuove strutture a Como per la ricerca e lo sviluppo, che vanno ad aggiungersi al già esistente Epson Textile Solution Center: si tratta, in particolare, dell’Innovation Research Lab e del Printing Research Center. «Queste due moderne strutture di ricerca e sviluppo - spiega Sunau Murata, chief operating officer della divisione Professional Printing Operations di Epson - simbolizzano il forte impegno dell’azienda nello sviluppo della stampa digitale inkjet su tessuti, sia nell’area di Como sia nel resto del mondo». L’Innovation Research Lab si focalizzerà sugli inchiostri per uso industriale, in particolare per migliorarne performance e sostenibilità. Il Printing Research Center presso la sede di F.lli Robustelli (controllata di Epson che produce macchine per la fotoincisione e la stampa su tessuti) si dedicherà allo sviluppo di prodotti per dispositivi inkjet che garantiscano la qualità della stampa su tessuti. Il mercato del digital printing è in continua evoluzione e accelerazione. Si stima che dei 31 miliardi di metri quadrati di tessuto prodotti nel mondo nel 2014, una quota fra il 2% e il 3% abbia utilizzato tecnologie digitali. In base alle previsioni di Wtin Intelligence il mercato della stampa digitale su tessuto crescerà del 17% l’anno fino al 2019. (e.f.)

Efi Optitex

con D.A.M.A per insegnare la Sartoria Digitale Optitex, provider of integrated 2D CAD and 3D digital product solutions for the textile industry, has signed a partnership with D.A.M.A. academy. Efi Optitex è diventato partner tecnologico di D.A.M.A - Digital Arts & Manufacturing Academy di Milano, che ha appena lanciato un nuovo corso di Sartoria Digitale per lo studio delle tecniche tradizionali, ma anche dell’uso di strumenti avanzati come i software di modellazione CAD 2D e 3D per il fashion design, tecnologie in cui EFI Optitex è specializzata. Già nota nell’industria del fashion come Optitex, lo scorso giugno l’azienda è stata rilevata per 52,8 milioni di dollari da Efi- Electronics for Imaging, una hi-tech company con base in California, che produce stampanti e software, quotata sul mercato Nasdaq. Con sede in corso San Gottardo e nota anche come Accademia del Fare, D.A.M.A presenta un calendario formativo multidisciplinare che include, oltre alla sartoria digitale, anche materie come l’oreficeria, il food, l’interior design, il product design, l’architettura e l’automotive. (e.f.)




robertopluxury.com



PREVIEW MENSWEAR FALL- WINTER 2017-18

Scardinare le regole e lasciare alla propria personalità la libertà di esprimersi, amalgamando formale allo street, con una punta di esibizionismo. Il nuovo uomo è protagonista delle proprie scelte di stile. a cura di alessandra bigotta

Breaking the rules is the new man’s mantra. He is free to express his personality, mixing formal and street vibes, with a touch of exhibitionism. More than ever, he doesn’t show uncertainties in his style choices.

N°21

Il mix and match di riferimenti culturali differenti e talvolta contrastanti è la chiave di lettura di una collezione che non si lega a un preciso periodo storico o a dogmi restrittivi. Pezzi chiave sono i parka in montone, i cappotti in tweed con cappuccio in nylon camouflage, le giacche nello stesso materiale con dettaglio in flanella sul dorso, le camicie in pizzo macramé o in raso stampato, bomber in satin ricamato

Billionaire

Sartorialità e studiata stravaganza definiscono uno stile sopra le righe, dove sono sdoganati dettagli in oro e pellami pregiati. Una collezione dedicata a «playboy, costruttori di imperi e creatori di fortune»

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Cividini

La collezione autunno-inverno 2017/2018 di Cividini si sviluppa sul tema “Secret inside”, declinato nel contrasto tra superfici esterne e interne dei capi, sul double face e sull’armonia tra materiali nobili e le sfumature, forti e al tempo stesso delicate, delle tinture fatte con l’aerografo. Polo, girocolli e pull con scollo a V in cashmere, lana-seta, bouclé di cashmere e lana e supergeelong si alternano a giacche-cardigan, morbidi blazer e cappotti in chicco di riso, morbidi e dalla vestibilità fluida.

Var/City Frankie Morello

Per muoversi con agilità nella metropoli occorre un abbigliamento grintoso e protettivo. La proposta di Frankie Morello attinge dal mondo del motociclismo per creare una morbida ma consistente corazza, all’interno della quale i nuovi guerrieri metropolitani si sentono perfettamente a proprio agio.

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Intorno all’iconico bomber, capo-simbolo del marchio, Var/City costruisce un guardaroba ispirato all’utilitywear, in cui i tessuti tecnici coesistono con lane, cotoni e jacquard esclusivi. Quattro le parole d’ordine: informal, constructed, actionwear ed elaborated.




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ED6102: LA COSTRUZIONE DEL CAPO, DISTINTIVA NEL CARRÉ SULLA SCHIENA A “Y” ROVESCIATA, PERMETTE UNA VESTIBILITÀ UNICA. IL CAPO SUPER LIGHT, SOLO 240 GR, GARANTISCE PROTEZIONE E CONFORT IN OGNI OCCASIONE. IL SEGRETO È NELLE LAVORAZIONI E NEI TECNICISMI. LE CUCITURE SONO TERMO NASTRATE: UNA TECNICA DI APPLICAZIONE DEL TAPE A CALDO. TRATTO DISTINTIVO È IL TERMO NASTRO COLOR METAL BROWN AL FONDO DEL CAPO.

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PREVIEW MENSWEAR FALL- WINTER 2017-18

HEDONISM Una crasi tra due mondi. Quello dell’anima estetica della rivoluzione 4.0 e dell’ edonismo nuovo, lussuosamente grunge , figlio di una modernità anticonformista e irriverente. Raccontata nelle preview protagoniste del Pitti91. Perché l’uomo sta mutando.E affrontando una metamorfosi radicale di stile, ma anche di concetto. di ALBERTO CORRADO

A crasis between two worlds. The aesthetic style of the 4.0 revolution and new hedonism, luxuriously grunge, the child of non-conformist, irreverent modernity. The stars of Pitti91 are explored in the previews. Because man is changing. He is facing a radical stylistic and conceptual metamorphosis. TOMMY HILFIGER

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DIVO ITALIANO

Collezioni che ricordano i grandi successi della sartoria italiana, mixati CON la personale visione di ogni singolo designer,che LI attualizza adattando fit e tagli in versioni contemporanee,. con ironia e fantasia. Collections that recall the great successes of Italian tailoring mixed with the personal vision of every single designer who modernizes them by adapting fits and cuts in contemporary versions imbued with irony and fantasy.

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1. GABRIELE PASINI 2. Ingram 3. LUIGI BIANCHI MANTOVA 4. ARTIOLI 5. FRADI 6. ENTRE AMIS 7. PALTĂ’

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Pitti Immagine Uomo 10-13 January • Cortile dell’Arsenale, Fortezza da Basso – Florence Modefabriek 22-23 January • Amsterdam RAI - Amsterdam


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BACK TO THE ROOTS

NEI NUOVI codici del formale, il rigore classico lascia IL passo A un INEDITO stile casual office. Giacche formali ma pantaloni sportivi, camicie da portare fuori dai pantaloni, cappotti piĂš lunghi e dai volumi morbidi, le microfantasie e le cromie diventano quasi di rigore.

Male forms are enhanced through utility wear to dress a city man who needs versatility and practicality. The fabrics vary from structured, padded cotton to techno flannel, to quilted nylon that recalls the army world and the urban ski mover style. 1. SARTORIA LATORRE 2. PT01 3. STEWART 4. Hamaki-Ho 5. Watson&Parker 6. DIKTAT 7. BROOKSFIELD

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High Class

UN’eleganza preziosa, che mescola con sapienza l’anima iperclassica con un'attitude deluxe. Un percorso preciso, definito. Una tensione , uN'unione di classico e moderno. i fit dei suit classici VENGONO RILETTI, creando un ibrido tra tailoring e sportswear. Precious elegance, which cleverly combines an ultra-classic style with a deluxe attitude. A precise, defined journey. Tension, a union of classic and modern. The fit of the classic suit is redesigned, creating a hybrid between tailoring and sportswear. 1. L.B.M.1911 2. BOSIDENG 3. SIVIGLIA 4. STEFANO RICCI 5. PASHMERE 6. ALBERTO GUARDIANI 7. OPIFICI CASENTINESI

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ALPI STYLE

Zermatt, Grimentz, Wengen, KitzbÜhel, Cortina, Lech, Alpbach, Courmayeur: località legate alla montagna vera, ma anche punti di ritrovo per aristocratici, imprenditori e celebrity. Un mood verticale, ma allo stesso tempo vicino alla tradizione per l’utilizzo di materiali, modelli e per le tonalità cROMATICHE. Zermatt, Grimentz, Wengen, Kitzbühel, Cortina, Lech, Alpbach, Courmayeur: chic, worldly resorts that are firmly linked to real mountains, but are also meeting places for aristocrats, businessmen and celebrities. A vertical mood that is nonetheless close to the tradition of using materials, models and warm color tones. 1. SUTOR MANTELASSI 2. ESEMPLARE 3. SEALUP 4. SOLOVIERE 5. LANIFICIO COLOMBO 6. Xacus 7. MACKAGE

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Ironic Dandy

Nasce dall’arte un guardaroba per giovani eccentrici. Le stampe ipercolorate sfiorano dettagli da damerino d’antan. Per un uomo che sa vivere l’urbano, avvolto da bomber o riparato da giacche ricamate, in continue dialettiche cromatiche. Fashion inspired by art for young eccentrics. The vibrantly colored prints feature vintage dandy details. For men with a true urban lifestyle, inflated by a down jacket or shielded by a colourful parka, with a constant chromatic dialectic.

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1. MOA masters of arts 2. BRETELLE&BRACES 3. SUNHOUSE 4. REPLAY 5. ALTO MILANO 6. Gabs 7. GAS

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1. LARDINI 2. ELEVENTY 3. PAOLONI 4. Roy Robson 5. salvatore santoro 6. PENCE 7. VOILE BLANCHE 8. ROCCO P.

PUT TOGEThER

Uno stile spigliato e informale dove i capi sartoriali si abbinano alle camicie sotto maglioni dal collo alto o con i fatigue pants. I colori sono vivaci e le loro combinazioni fatte per creare trame grafiche di sovrapposizioni, visive e tattili, rimandi agli ambienti poliedrici che ci circondano A breezy, informal style in which tailored garments are combined with shirts under sweaters with high collars or with fatigue pants. The colors are intensely bright and they are combined to create visual and tactile overlaid graphic textures that recall the multifaceted environments that surround us. 122

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New Clothes

Nuovi vestiti e accessori, EVERGREEN che vanno al di là del bombardamento mediatico della moda, per una nuova interpretazione dell’heritage. Capi esclusivamente vostri, concepiti per durare tutta la vita. New clothes and accessories, for eternal pieces that go beyond the media bombardment of fashion, offering a new interpretation of heritage. Clothes that are exclusively yours and designed to last a lifetime.

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1. BOOMBOGIE 2. L.L.BEAN 3. VALSTAR 4. KWAY 5. PAOLO PECORA 6. GANT 7. GUM GIANNI CHIARINI DESIGN

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tundra CITY

Le forme maschili sono valorizzate DA capi utility, con l’obiettivo di vestire un uomo di città , che necessitA di versaTIlità e praticità. I tessuti variano dal cotone strutturato e imbottito alla tecnoflanella, FINO AL nylon trapuntato, che richiamA il mondo army e lo stile urban ski mover. Male forms are enhanced through utility wear to dress a city man who needs versatility and practicality. The fabrics vary from structured, padded cotton to techno flannel, to quilted nylon that recalls the army world and the urban ski mover style.

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1. BLAUER 2. Peuterey 3. PIQUADRO 4. PARAJUMPERS 5. AT.P.CO 6. PONY- 7. L4K3

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UP AND Down

il vecchio e il nuovo, il vintage e il moderno. Un mix perfetto tra eleganza e comodità, dove la giacche si abbinano a camicie stampate o in DENIM, gli accessori diventano importanti ma allo stesso tempo casual. Le stampe SI ISPIRANO ALLE trame dei mobili rétrO mentre i colori variano dai pastello a TONI più cupi. Opposite styles that attract: the old and the new, the vintage and the modern. A perfect mix of elegance and comfort, in which jackets are combined with printed or denim shirts and accessories are important, yet casual. The prints take inspiration from the textures of retro furniture while the colors vary from pastel colors to darker shades. 1. DIESEL 2. PEPE JEANS LONDON 3. Department FIVE 4. OFFICINA36 5. TINTORIA MATTEI 6. FURLA 7. Baldinini

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SELF CARE

Un design semplice e raffinato IN tessuti nobili, per un approccio alla bellezza autentica. I capi sono eleganti, con tagli loose dalla vestibilitĂ morbida e una propensione al gusto understateD A simple, elegant design distinguished by the use of noble fabrics for an authentic approach to beauty. The clothes are elegant with loose designs, a relaxed fit and a tendency towards understatement.

1. NAPAPIJRI 2. SUPERGA 3. DEL MARE 1911 4. NAVIGARE 5. SeventY 6. FERRANTE 7. MANUEL RITZ

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GERLIN LOOK srl Via Cal di Mezzo 1 - Z.I. Zecchei 31049 Valdobbiadene (TV) - Italy - Tel. +39 0423 972085 - info@gerlinlook.com - www.gerlinlook.com


PREVIEW MENSWEAR FALL- WINTER 2017-18

TEXTURE PERFORMANCE

emozioni visive al limite dello street show per evocare ed esaltare l’unicità e la qualità artigianale. Ancora una volta i tessuti active creano capi dall’uso quotidiano con la consapevolezza delle esigenze dI UN consumatore cosmopolita.

Streetwear and luxury fashion are perfectly blended for visual excitement bordering on a street show that evokes and enhances uniqueness and quality craftsmanship. Once again active fabrics create clothes for daily use with an awareness of the needs of the cosmopolitan consumer

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1. HERNO 2. People Of Shibuya_HACHIKO 3. TATRAS 4. HARMONT&BLAINE 5. CampomaggI 6. COLMAR 7. ALLEGRI

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see by chloÉ

coach GUCCI

PRE-FALL

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In una fase di grandi trasformazioni, in cui molte griffe stanno decidendo di presentare show “unisex”, con uomo e donna insieme, i riflettori della moda maschile si spostano sulle pre-fall femminili per il 2017. Ecco i nuovi trend di ANGELA TOVAZZI

In a time of great changes, when many brands put on display “unisex” fashion shows, with man and woman together, the focus is now shifted on women’s pre-fall 2017. Here are the new trends.

versace

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CIVIDINI

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TREND

BRAND TO watch Collezioni maschili al debutto, marchi evergreen in fase di rilancio e brand con alle spalle poche stagioni, con un concept originale e una storia da raccontare DI ANGELA TOVAZZI

Men’s collections ready to debut, evergreen brands that are now undergoing a re-launch and lines born few seasons ago, with an original concept and a story to tell.

OPIFICI CASENTINESI b&V The crafted shoes B&V start a new phase of development with M9 Management & Investmenti. Con il 2016 inizia un nuovo capitolo della storia di B&V, azienda veronese che dal 1856 crea calzature da uomo di alta qualità. A dare nuova spinta all’evoluzione di questa realtà artigiana è arrivato M9 Management & Investimenti, entrato nel capitale di B&V per supportare un marchio d’eccellenza, che ha fatto del made in Italy il proprio modus operandi in tutte le fasi produttive. Con showroom a Milano, dove è attivo un servizio made-to-measure e bespoke, la collezione è distribuita in una quarantina di multimarca top level, a un prezzo medio al pubblico di 870 euro.

The brand, new entry at Pitti Uomo, was born in 2015 and uses the “Casentino cloth”, a fine wool fabric produced in Tuscany for 800 years. Trasformare la cultura in stile. Questa la mission di Opifici Casentinesi, brand nato nel 2015 da un’idea di Giorgio Permunian, esperto di distribuzione nel settore fashion, e della designer Milena Motta, che insieme scommettono sul “panno casentino”, un tessuto di lana pregiata prodotto da oltre 800 anni nella valle del Casentino, in provincia di Arezzo, e utilizzato storicamente per realizzare cappotti e mantelle destinati agli aristocratici (tra cui si ricordano Dante e Brunelleschi). Il progetto si trasforma in realtà dopo l’incontro con Francesco Occhiolini, proprietario di Casentino Lane, che mette a disposizione la sua expertise. Il risultato è una collezione made in Italy a marchio Dop, che con il tipico “ricciolo” del panno casentinese dà vita a pezzi dal sapore metropolitano, per uomo e donna, oggi venduti in una quarantina di store internazionali, tra cui La Rinascente a Milano, Illum a Copenhagen, Isetan a Tokyo, Eredi Chiarini a Firenze, T&T a Verona e Bonvicini a Montecatini, con prezzi compresi tra i 200 e i 700 euro. Arrivato alla sua terza stagione, il brand è presente per la prima volta a Pitti Uomo.

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TREND

david marc The eyewear brand, taking part in Pitti Uomo, was born four years ago and offers frames inspired by Forties and Fifties. «Ci siamo accorti che nel mercato c’era l’esigenza di un prodotto artigianale e slegato dalle logiche del branding, con un alto contenuto qualitativo e innovativo»: spiegano così David di Porto e Marco Efrati la molla che quattro anni fa li ha spinti a creare David Marc, un eyewear vista e sole ispirato all’eleganza degli anni Quaranta e Cinquanta e agli occhiali indossati da Henry Truman, Arthur Miller e Le Corbusier. Un’intuizione apprezzata dai circa 40 negozi italiani di ottica e dai clienti internazionali che hanno sposato il progetto, visibile anche negli stand di Pitti Uomo. Tra le novità i metalli cesellati a mano, le clip da sole sovrapponibili, un po’ high-tech, da abbinare a montature in acetato rétro-chic e le proposte in cuoio a conciatura vegetale. Compresi fra i 159 e i 246 euro i prezzi al pubblico.

LES PETITS JOUEURS The Maria Sole Cecchi’s brand launches its first men’s collection at Pitti Uomo. Maria Sole Cecchi, fondatrice e designer di Les Petits Joueurs, ha scelto la piattaforma di Pitti Uomo per presentare il suo nuovo progetto: la prima collezione di accessori da uomo. «In questi anni - racconta - mi sono resa conto della crescente richiesta da parte della clientela maschile di prodotti con forme e disegni più unisex. Per questo ho deciso di ampliare l’offerta di piccola pelletteria, già lanciata con la Resort 2017». Con prezzi al pubblico compresi fra 165 e 900 euro, la linea è distribuita da Massimo Bonini Showroom e debutterà dal prossimo giugno nel monomarca di Firenze e sull’e-shop di Les Petits Joueurs.

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0ff OFF is a new outerwear brand of Nyky, the Venetian company behind brands as Momonì and Attic and Barn. Si chiama OOF il nuovo brand del gruppo Nyky, realtà trevigiana guidata da Michela e Alessandro Biasotto e attiva dal 2008 con i marchi Momonì e Attic and Barn. Nato nel 2016, OFF si rivolge ad adulti e bambini, giocando sullo stesso concept: quello di “2 capi in 1”, grazie a capispalla reversibili. Il marchio di outerwear - che a Pitti Uomo presenta anche la capsule OFF Subway ispirata agli street dancer di New York degli Eighties (in linea con il tema di questa edizione del salone) - ha una distribuzione wholesale, con una presenza in circa 350 punti vendita in Italia, Francia, Spagna, Belgio, Austria, Svizzera, Olanda, Germania e Giappone, con l’obiettivo di arrivare a quota 600 dalla collezione autunno-inverno 2017/2018. Con showroom direzionale in via Archimede a Milano, OFF è venduto al pubblico a prezzi compresi medi fra i 150 e i 190 euro.


TIMESHADES The sunglasses designed by the Milanese Marco Mavilla join the world of glasses with that of watches. Difficile passare inosservati con gli occhiali da sole Timeshades. Firmati dal designer milanese Marco Mavilla, appassionato di alta orologeria, i sunglasses uniscono due mondi: quello dell’eyewear e quello dei segnatempo classici, attraverso l’inserimento della ghiera dell’orologio sulla montatura dell’occhiale. La linea è composta da 18 modelli unisex realizzati a mano, disponibili con prezzi compresi fra i 200 e i 300 euro nei fashion store di Gio Moretti in via Spiga 4 e Super in via San Marco 1 a Milano, in selezionati negozi di ottica e nell’e-store timeshades.com.

HIDE&JACK This sneaker collection is inspired by the famous novel “Strange Case of Dr Jekyll and Mr Hyde”, with the dualism of minimal shapes and color contrasts. Chi non conosce il romanzo di Robert Louis Stevenson, Lo strano caso del Dr. Jeckyll & Mr. Hyde? Ispirandosi a questo celebre classico, due giovani imprenditori veneti, i fratelli Alberto e Nicola Franceschi, hanno lanciato nel 2014 Hide&Jack, una collezione di sneaker che gioca sul concetto di dualismo: le forme sono minimali, ma scommettono sull’effetto strong grazie a colori decisi, scelti per suole e tomaie. Disponibili nella showroom milanese Fabio Gatto (in corso Italia), le sneaker sono realizzate in pellami made in Italy e vendute in oltre 60 punti vendita tra Italia ed estero, con prezzi compresi fra 190 e 250 euro. Prossimo step, nel 2017, l’apertura di un monomarca Hide&Jack a Milano.

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jurta 100% made in Italy, hand-crafted, especially reversible: these are the added values of the men’s knitwear Jurta, produced by Tre G Group. Incoming also a women’s collection. “Pensare Reversibile»: questo il motto di Jurta, un brand di maglieria maschile prodotto da Tre G Group, che scommette su capi artigianali 100% made in Italy, tutti reversibili. Obiettivo: soddisfare le esigenze di un consumatore evoluto, attento ai dettagli, alla manifattura e alla qualità dei filati, che ama personalizzare il proprio look, grazie a una palette colori che contempla 60 varianti. Jurta, distribuito in Italia in 280 punti vendita wholesale, ha già in cantiere i prossimi progetti: una collezione di knitwear donna, con gli stessi crismi della linea uomo, e il lancio di Jurta Green, una produzione a zero impatto ambientale, grazie a processi eco-sostenibili.

watson&parker English name and Italian production for the brand designed by Alessandro Vitacolonna: ultralight and deconstructed men’s shoes. Sir Watson e Mr. Parker sono stati due leggendari esploratori inglesi, che nel settembre del 1880 intrapresero un lungo viaggio alla scoperta di destinazioni ignote: si è ispirato a loro il giovane designer Alessandro Vitacolonna, quando nel 2015 ha lanciato il brand di calzature maschili Watson&Parker. Un nome inglese per un marchio 100% made in Italy, che all’estetica British abbina un grande studio sulle materie prime. Il risultato è una scarpa destrutturata, sfoderata, ultraleggera, realizzata con la tipica cucitura “San Crispino”. Con showroom in via Morimondo 26 a Milano, la collezione è attualmente disponibile in 120 punti vendita, di cui 80 in Italia, con prezzi sell out intorno ai 155 euro (per le collezioni invernali) e 125 euro (per quelle estive). In agenda per il 2018 il debutto di una linea femminile.

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ROBERTO P LUXURY The brand draws on the Neapolitan tailoring tradition, to create a collection with a contemporary fit and trendy aesthetics. Una matrice sartoriale, che attinge dalla tradizione napoletana, per fitting contemporanei, che reinterpretano in chiave uptodate capi senza tempo: questo l’identikit di Roberto P Luxury, marchio made in Italy con base a Capua, in provincia di Caserta. Una collezione che dal capospalla - core business dell’azienda - si sviluppa verso il total look, con maglieria, accessori, calzature e, da quest’anno, anche orologi con cinturini realizzati con gli stessi tessuti delle giacche. Distribuita attraverso la showroom Studio Trend di Vascon di Carbonera (Treviso), la collezione dialoga con circa 350 multimarca, per il 70% italiani. Intorno ai 300 euro i prezzi medi sell in.


GTA for

La rivoluzione di GTA Arrivano i pantaloni bespoke. Prodotti in 48 ore Un nuovo amministratore delegato, il debutto del su misura, la conquista di mercati chiave, il restyling del marchio per ribadire il suo heritage manifatturiero: il rilancio di GTA, rilevato nel 2014 da una cordata di imprenditori, entra in una fase cruciale. Fedele alla mission di sempre: realizzare pantaloni esclusivi, per veri intenditori. Da quando, nel settembre 2014, GTA ha iniziato un nuovo capitolo della sua storia, non ha smesso di scrivere. Acquisito da una cordata di cinque imprenditori capitanati da Alberto Baban, il brand di pantaloni fondato nel 1955 dalla famiglia Tognolo mette in agenda una serie di iniziative strategiche per il rilancio, coordinate dal nuovo amministratore delegato Carlo Soglia, approdato ai vertici dell’azienda veneta dopo una lunga esperienza nel settore automotive. In primis il restyling del marchio, che diventa GTA Il pantalone, per evidenziare il know-how manifatturiero di un’azienda specialista, da oltre 60 anni, nella produzione di questo pezzo clou del guardaroba maschile, che richiede grande competenza e savoir faire. Il debutto ufficiale è previsto a Pitti Immagine Uomo (Padiglione Centrale, Piano Inferiore, Stand T-14), quando sarà svelata anche l’altra freccia all’arco di GTA:

GTA Il Pantalone Su Misura, il nuovo servizio tailor-made destinato ai palati più esigenti, attraverso il quale è possibile personalizzare i propri pantaloni scegliendo tessuto, fodera, tasche, pence, vestibilità, aggiungendo eventualmente anche le iniziali. Il risultato è un prodotto unico, esclusivo, realizzato in sole 48 ore da mani esperte nella nuova “Sartoria”, attiva da circa un anno all’interno della sede di Toncarola di Selvazzano, nei pressi di Padova, dopo che la proprietà ha deciso di riportare parte della produzione dalla Romania all’Italia. I pantaloni “bespoke” saranno disponibili in una rete selezionata di multimarca in Italia e nel mercato estero, che da questa stagione comprende anche vetrine top in Russia (come Bosco di Ciliegi) e Usa (tra cui Saks Fifth Avenue), due aree chiave che in GTA hanno trovato un brand esponente del vero made in Italy.

GTA MODA Via Padova 115 - 35030 Tencarda di Selvazzano (PD) - Tel. 049 8685623 - www.gtamoda.it


ASAHI KASEI CORPORATION - OSAKA (Japan) - tel: +81 06 76363299 - fax: +81 06 76363479 ASAHI KASEI FIBERS ITALIA s.r.l. - GALLARATE (Italy) - tel: +39 0331 213716 - fax: +39 0331 705666 - info@asahikaseifibersitalia.com


ITALIAN LIFESTYLE

SINFONIE PRIVATE

Atmosfere eleganti si aprono su scenari privati per raccontare un quotidiano sofisticato. La vita è un’arte da coltivare come un’autentica passione. Intelletto ed emozioni intessono un fitto dialogo che dà forma a un raffinato edonismo. Sicuro di sé, del proprie stile, della proprie ambizioni, il gentleman diventa cittadino del mondo nella sua accezione più nobile di ALBERTO CORRADO

Elegant atmospheres elegant opening to private scenarios to tell a sophisticated daily. Routine life is an art to be cultivated as an authentic passion.

BULLFROG

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ITALIAN LIFESTYLE

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SINFONIA DEL TEMPO

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L’orologeria maschile ha trovato il punto di forza nell’armonia formale.

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1. NAUTICA NCT19 Orologio Analogico Cronografo con cassa in acciaio tonda della dimensione di 44 mm. Questo orologio ha indici a tacche, movimento al quarzo analogico e resistenza all'acqua di 100 metri. 2. FERRAGAMO F-80 Motion è il nome del primo smartwatch di Salvatore Ferragamo. Dotato di quadrante analogico di colore blu, con lavorazione guilloché, offre le funzioni di activity tracking, adaptive coaching, monitoraggio del sonno, sveglia, sincronizzazione del fuso orario, back up. 3. VERSACE Oro e rosso sono i colori impiegati per la Rêvive Holidays Edition IP gold, con cassa dal diametro di 35 millimetri. Tanti gli elementi deluxe: i due rubini incastonati sul rehaut; la grafica del quadrante, la corona con cabochon in cristallo rosso; le anse con la greca stilizzata. 4. VERSUS BAYSIDE Il modello ritorna con un look inedito nei toni caldi del cioccolato La cassa e il bracciale in acciaio si armonizzano con il quadrante ton sur ton marrone. Il Clou de Paris, inciso sul quadrante, è anche riproposto sulla lunetta e su tutte le maglie centrali del bracciale.

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TUXPE for

From Tuscany to the world “From Tuscany to the world” è lo slogan che accompagna un viaggio, quello del marchio Tuxpe: una collezione in cui il capospalla maschile all’insegna di design, innovazione e qualità esprime i valori di un made in Italy esibito con orgoglio Un progetto a tre voci: dietro Tuxpe, marchio nato come progetto pilota nell’autunno-inverno 2016 e decollato con la primavera-estate 2017, c’è la sinergia all’insegna della vera italianità tra G&P, azienda fondata nel 1965 a Montelupo Fiorentino da Giovanni e Pasquale Gallotti, GobboShowroom&Consulting, che cura la distribuzione in Italia e in Europa e lo stilista Giancarlo Rossi, artefice dell’omonima collezione dal 1993 e storico collaboratore di G&P. Ne è scaturita una gamma di proposte che, come spiega Giancarlo Rossi, «nascono da un attento studio delle mutate necessità del cittadino urbano, che si muove in un contesto multiculturale in cui l’orario di lavoro si confonde con il tempo libero». Un uomo in movimento, che si tratti di un viaggiatore instancabile o di chi ogni giorno affronta la giungla metropolitana. Per lui, prosegue Rossi, sono stati pensati capi che prestano una particolare attenzione allo studio dei volumi e dei dettagli come gli interni staccabili, le tasche per lo smartphone e i portadocumenti, emblemi di uno stile «formale/casual, ma con un sapore di contemporaneità» e amici dell’ambiente, visto che Tuxpe aderisce al progetto Treedom: ogni giaccone acquistato contribuisce alla riforestazione di un’area

del Kenia. I modelli sono contraddistinti uno a uno dal nome di una città e accompagnati da un cartellino simile a un biglietto aereo. Il logo stesso fa riferimento al viaggio, riprendendo nella lettera X l’iconografia usata nelle mappe dei pirati per indicare i nascondigli dei tesori, mentre la T intersecata con la X è sinonimo di un obiettivo centrato. Ma le radici sono radicate in Toscana, terra in cui a gennaio Tuxpe è sotto i riflettori in occasione di Pitti Immagine Uomo a Firenze. Nello stand al Padiglione Centrale della Fortezza da Basso va in scena la collezione autunno-inverno 2017/2018, «in cui spiccano - anticipa Rossi la doppia proposta per il parka corto, il bomber “aviatore” con collo in pelo staccabile, il cappotto slim con trapuntino interno a sua volta staccabile, il caban lungo con cappuccio e interno trapuntato». Viene presentato anche un modello unico: realizzato in pelle invecchiata, rende omaggio alla lunga tradizione di G&P, che ha basato il successo dell’iconico marchio Gallotti sull’expertise nella pelle e nel montone, costruendo in parallelo un forte know how nel tessuto, e che ora si rimette in gioco contando su tre assi nella manica: tradizione fiorentina prima ancora che italiana, abilità manifatturiera, tanta innovazione.

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ITALIAN LIFESTYLE

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sinfonia DELLA MICROMECCANICA

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L’Haute Horlogerie racconta le metamorfosi, le immersioni e le perpetue ossessioni di armonia.

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1. TUDOR NORTH FLAG Vero e proprio strumento professionale per gli amanti delle immersioni, il nuovo Tudor Pelagos è impermeabile fino alla pressione di 50 atmosfere. Il quadrante, con fondo nero, ha le lancette “snowflakes” e gli indici geometrici cosparsi di sostanza luminescente di colore blu. Carica automatica, riserva di 38 ore. 2. AUDERMARS PIGUET Cronografo con cassa in acciaio di 42 mm di diametro, dotato del movimento automatico di manifattura con riserva di carica superiore a 55 ore ed impermeabilità a 100 metri. 3. PATEK PHILIPPE Il nuovo calendario perpetuo automatico esibisce una cassa Calatrava con anse delicatamente scavate e cifre Breguet applicate. Movimento meccanico a carica automatica. Impermeabile fino a 30 m. Diametro cassa: 39 mm. 4. ROLEX Explorer Cassa Oyster impermeabile fino a 100 metri. La carrure è ricavata da un blocco massiccio di acciaio 904L. La corona di carica è dotata di doppia impermeabilizzazione Twinlock, è saldamente avvitata alla cassa.

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PASHMERE for

Pashmere al Pitti con “Make your Polo” versione Luxury L’INNOVATIVO BREVETTO “MAKE YOUR POLO” SI RINNOVA E SI ARRICCHISCE NELLA STAGIONE INVERNALE GRAZIE ALLA VERSIONE LUXURY 100% CASHMERE E MISTO A MANICHE LUNGHE. TRATTAMENTI E LAVORAZIONI UNICHE E DI RICERCA CARATTERIZZANO SEMPRE PIÙ IL MONDO DELLA MAGLIERIA DI ALTA GAMMA DI PASHMERE. Dopo il grande successo del progetto “Make your Polo” nella stagione estiva, che ha portato Pashmere a stringere importanti esclusive di distribuzione in tutto il mondo, il brand prosegue l’esperienza dell’innovativo brevetto anche nell’autunno-inverno 2017/2018, facendo evolvere ulteriormente il concetto di Polo, questa volta nella versione luxury 100% cashmere e misto a maniche lunghe. Ecco dunque una Polo realizzata nel prezioso filo extrafine, vera specializzazione dell’azienda e focus del marchio, che ha come caratteristica principale la versatilità: partendo da una maglia girocollo o serafino, realizzata con delle mini asole nella parte interna del collo, si può completare il tutto con un colletto-Polo del colore e della fantasia preferiti. «Eravamo convinti della forza dell’idea già nella stagione estiva e la campagna vendite ci ha dato ragione - spiega Laura Colombo Galatioto, a capo dell’ufficio stile di Pashmere e membro della famiglia che gestisce l’azienda -. Il mercato ha espresso grande apprezzamento e abbiamo ricevuto richieste anche per una versione invernale. Il mondo maschile di alta gamma è, infatti, alla ricerca di particolari unici e dettagli esclusivi, che possano differenziare il look di tutti i giorni». “Make your Polo” vuole fornire a un uomo dinamico e

poliedrico la possibilità di cambiare immagine ogni giorno o più volte al giorno, grazie ai vari colli e colori disponibili. Con due colli inclusi in ogni Polo, il cliente finale può affrontare diverse situazioni della giornata, dalla riunione in ufficio alla cena di piacere o d’affari. «Inoltre, riusciamo a fornire ai nostri rivenditori argomenti validi per stimolare un acquisto sfizioso e diverso», aggiunge la designer. Oltre a questo capo iconico, la collezione Pashmere autunno-inverno 2017/2018 propone una serie di trattamen­ti e finissaggi unici e di ricerca realizzati in esclusiva da un gruppo di artisti umbri per differenziarsi sempre più dal mondo della classica maglieria in cashmere e creando un look elegant-grunge molto riconoscibile. Il tema della sfumatura, ad esempio, è realizzato con pitture manuali, a pennello, graffiature, aerografature, chiazzature e stampe. L’azienda, specializzata sin dal 1965 nella maglieria in cashmere di altissima qualità e in particolare nelle finezze leggere luxury, ha prodotto per decenni, anche su licenza, per famosi stilisti e brand di alta gamma. Il marchio Pashmere, sinonimo di artigianalità e unicità, è in crescita sia nel mercato nazionale che in quelli esteri e con le novità di questa collezione punta a imporsi come realtà innovativa nel segmento della maglieria di alta gamma.

Galassia srl – Pashmere Zona Ind. Molinaccio - Via Edison 2 - Perugia Show-Room Milano Corso Venezia 39 - Tel. +39 02 7628 1571- showroom@pashmere.it - www.pashmere.it 14_03_2016

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ITALIAN LIFESTYLE

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S I N FO N I A D E L L A M AT E R I A

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Un vero rituale di bellezza e benessere per il corpo. Pensato come trattamento quotidiano.

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1. PRORASO OLIO DA BARBA Pensato come trattamento quotidiano per chi ama portare la barba lunga e folta. Bastano alcune gocce per ammorbidire anche la barba più ispida e ribelle, rendendola disciplinata e piacevole da accarezzare. 2. BULLFROG Spazzola in legno, logo inciso al laser. Le rigide setole in pelo di animale permettendo una pulizia profonda e un massaggio energizzante. 3. PRORASO BEARD WASH Un detergente delicato, dedicato agli amanti della cura della barba. Shampoo dalla consistenza ricca e cremosa, con azione detergente e condizionante 4. COLLISTAR CREMA GEL ENERGIZZANTE Un'innovativa specialità espressamente studiata per l'uomo d'oggi, quotidianamente esposto a stress, inquinamento, repentini sbalzi di umidità e temperatura.

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“WE. come week-end, la nostra ora d’aria, il tempo delle passioni e della libertà, in cui partire per un viaggio anche breve, o solo immaginario, alla vera scoperta di se stessi.”

in anteprima a Pitti Immagine Uomo 10-13 Gennaio 2017 Fortezza da Basso | Padiglione Monumentale | Sala Cannoniera


ITALIAN LIFESTYLE

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SINFONIA O L FAT T I VA

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Le fragranze maschili dedicate a chi è alla ricerca della propria essenza per rivelare una personalità unica.

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1. VALENTINO Un’eau de parfum con una persistente scia olfattiva che esalta il fascino quotidiano di ogni uomo, anche nelle occasioni più speciali. Una fragranza soave e ruvida, dalle note intense e indimenticabili di cuoio nero e delicati accordi vanigliati. 2. PACO RABANNE Invictus Un inaspettato scontro di universi, poteri, sensazioni e valori: una sferzata di pura freschezza nelle note di testa e sensualità estrema nelle note di fondo. 3 FERUDTIN ZAKIROV Un viaggio sensoriale alla scoperta dell’eleganza maschile attraverso gli accordi perfetti come gli incensi, l’oud, i legni e l’ambra, le note frizzanti degli agrumi, e quelle leggere della menta acquatica e del muschio di quercia. 4. COMME DES GARÇONS BLACK PEPPER Una collisione elettrica di molecole, scontro tra speziati grani di pepe sospesi in un'infinita oscurità. Racchiuso in una bottiglia dall'incantevole lucentezza e dalla forma elusiva ma tangibile, le sue linee attraggono al pari della sua fragranza.

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KOCCA for

Kocca protagonista a Pitti Uomo con Bmuet(te), Ordinary People e JE.F Un angolo di Corea nel cuore di Firenze: grazie a un accordo tra KOCCA-Korea Creative Content Agency e Pitti Immagine, a Pitti Uomo riflettori accesi con i brand BMUET(TE) e ORDINARY PEOPLE alla Dogana e, in Fortezza, JE.F. Si aprono strade inedite nel mondo del menswear e lo scenario è quello di Pitti Uomo 91. Grazie alla collaborazione tra KOCCA-Korea Creative Content Agency (la più importante agenzia governativa che sostiene la creatività della Corea del Sud) e Pitti Immagine sbarca in Italia il progetto CONCEPT KOREA. Una realtà dinamica nella ricerca moda contemporanea, che diventa protagonista in passerella nella storica location fiorentina della Dogana, con le maison BMUET(TE) e ORDINARY PEOPLE e all’interno della Fortezza da Basso con il brand di alta pelletteria JE.F. Dal gusto fortemente provocatorio, BMUET(TE), label readyto-wear nata nel 2015 dalla visione creativa dei designer Byungmun Seo e Jina Um, fa sfilare capi dalla struttura volutamente non convenzionale, ottenuta da una ricercata giustapposizione creativa delle stampe. Una filosofia artistica che si spinge oltre gli schemi ordinari e le tradizionali costruzioni stilistiche, per dare vita a vere e proprie forme d’avanguardia “a più strati”. BMUET(TE) caratterizza così la collezione con una sensibilità quasi poetica e un’attenzione imprescindibile all’utilizzo di materiali di alta qualità. Contrassegnato dallo stesso carattere sovversivo, ORDINARY PEOPLE debutta nel menswear nel 2011 grazie al giovane

designer Hyeong-Cheol Jang. Nonostante sia un talento ancora emergente nello scenario fashion coreano, è protagonista alla Seoul Collection da sette stagioni consecutive, grazie alle sue collezioni fortemente contemporanee e dal twist funzionale. Progettato per uomini con un’insolita sensibilità estetica e un raffinato gusto sartoriale, il suo stile è tutt’altro che “ordinario”: la ricercatezza dei piccoli dettagli e i tessuti tanto preziosi quanto confortevoli, fanno delle sue creazioni universi inconsueti e affascinanti. Un senso di nuova artigianalità Made in Japan che è ben raffigurata anche da JE.F, marchio di pelletteria artigianale del designer SeungJun Kim nato nel 2011, con sede in Corea. Creazioni basic, che combinano tradizione e innovazione, dando origine a un concetto di design in perfetto equilibrio tra eleganza e praticità. Quella targata JE.F è una collezione che punta alla realizzazione di prodotti durevoli nel tempo, costruiti in funzione del cliente stesso e conservando le peculiari caratteristiche dei materiali naturali che, valorizzate, donano un gusto “intramontabile” a ogni singolo pezzo, dalla qualità eccezionale. KOCCA e Pitti Immagine Uomo si trasformano in un crocevia di talento, ricerca e tradizione, in cui confluiscono nuovi orizzonti dello scenario del menswear internazionale.

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moda e cultura

IL “DISSOLUTO PUNITO OSSIA IL DON GIOVANNI” IN SCENA A FIRENZE

LA SENSIBILITà DI UN’IDEA Il “Don Giovanni” by Barnaba Fornasetti va in scena a Firenze, durante Pitti Uomo, all’insegna dell’interdisciplinarietà tra arte e moda di ALBERTO CORRADO

The sensitivity of an idea created by Barnaba Fornasetti for the iconic “Don Giovanni” by Mozart strengthens the relationship between art and fashion.

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ale la pena di segnalare il debutto fiorentino del 10, 12 e 13 gennaio al Teatro della Pergola di Firenze, il Dissoluto punito ossia il Don Giovanni, opera di Wolfgang Amadeus Mozart e Lorenzo Da Ponte realizzata da Barnaba Fornasetti con “Silenti Venti” e diretta da Simone Toni con costumi di Romeo Gigli. Vale la pena per almeno due motivi. Anzitutto perché Barnaba Fornasetti, cuore artistico dell’azienda e designer, rappresenta in modo unico l’arte italiana nel mondo. In secondo luogo, perché i risultati conseguiti con questa perlustrazione mozartiana sono notevolissimi. Una scelta coerente con la natura artistica che contraddistingue l’atelier milanese: sperimentare, immaginare, creare. Fornasetti è un artista che sa tendere le fila del discorso in modo da non far perdere mai la bussola, e questo in una partitura eterogeneamente distesa e a più strati come quella mozartiana è fondamentale; inoltre è un creativo dell’ultima generazione, sa cioè essere analitico come un radiologo, asciutto come un razionalista, attento a un dettaglio o alla sfumatura di un costume dove s’intride la fragilità dei personaggi, al di fuori di spazio e tempo, ma con tutta la memoria delle emozioni. Infine è un appassionato ma non sentimentale, sensibile ma non morboso, eloquente ma non retorico. Il che in Mozart, così carico di pericolose incursioni nel vissuto e nell’autobiografico, non è affatto un pregio da poco. Al di sopra di ogni elogio, l’inedita proposta di questo gruppo di lavoro, di cui fa parte anche Romeo Gigli, si sottrae a ogni tentativo di farne una rappresentazione consueta, con l’intenzione di coinvolgere gli appassionati di lirica, ma anche di stimolare il rapporto tra arte e moda. Che è poi l’anima vera della ■ moda. Di oggi e di sempre.

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1. Romeo Gigli 2. Barnaba Fornasetti 3. Simone Toni 4. Locandina dell’opera in scena Firenze al Teatro Della Pergola il 10,12,13 Gennaio 5. Una foto di scena


CAT Footwear for

Focus sull’Italia: new deal con Premiere Distribution Brand nell’orbita del gruppo Wolverine, CAT Footwear investe sul mercato italiano in partnership con Premiere Distribution. Una nuova tappa nell’espansione del marchio ispirato a lavoro e urban utility, che ha alle spalle quasi un secolo di storia.

CAT Footwear investe sul mercato italiano e sigla un accordo con Premiere Distribution, società controllata da Basic Group e specializzata nella distribuzione di brand internazionali outdoor e lifestyle, come Peak Performance, Merrell, Odlo, Haglöfs e FitFlop. Un nuovo input per il marchio d’oltreoceano, che ha alle spalle quasi un secolo di storia, in progressiva crescita. A partire dal 1925 - quando Benjamin Holt produce il primo trattore cingolato e fonda la Caterpilllar Tractor Co. - le tappe clou sono nel 1949, anno in cui CAT si trasforma in marchio di fabbrica e il logo inizia a comparire sulle macchine agricole, e nel 1988, quando nasce la prima collezione di stivali da lavoro made in Usa, CAT Footwear, diventata già nel 1991 uno dei simboli del grunge inglese con il suo modello iconico, i “Colorado” boot. Nel giro di pochissimi anni il brand americano cresce, grazie all’acquisizione nel 1994 da parte del gruppo Wolverine World Wide, e si espande a livello internazionale, fino a trasformarsi in un marchio lifestyle globale. Oggi CAT è distribuito in quasi

150 Paesi e vende 133 milioni di paia di scarpe all’anno, continuando a calcare la scena internazionale, tanto che “Colorado” - il modello hero con 25 edizioni alle spalle - è indossato da star come Rita Ora, Jessie J, Ellie Goulding e Mischa B. La collezione fall-winter 2017/2018 - la prima distribuita da Premiere - è quella in cui il marchio a stelle e strisce è riuscito a fondere al meglio sensibilità e know-how propri con la contemporaneità di forme, volumi e nuove tecnologie per la suola, in nome di uno stile urbano senza tempo. Un mood sintetizzato anche da «Go boldly», claim della campagna, che parla agli audaci, ai coraggiosi, a uomini e donne avventurosi, in grado di fare grandi cose. Autenticità, innovazione, stile e comfort sono il fil rouge di tutte le collezioni, tra cui la Legendary Raw (linea premium nata nel 2006), che si amplia attraverso nuovi modelli con la tecnologia “Goodyear Welt” nella suola, e la City-Built, progettata per l’urban trotter che ama muoversi senza preoccuparsi delle condizioni climatiche, grazie a una scarpa resistente e fashion oriented.

Premiere Distribution - Str. Ninz 61 - 39036 La Villa (BZ) - Tel 0471/844596 - fax 0471/847755 - catfootwear@premieredistribution.it


Store to watch

LUXURY MULTIBRAND FOLLI FOLLIE

mantova, un concept da esportare Con il restyling e l’ampliamento a 800 metri quadri della boutique di Mantova parte il nuovo corso del Folli Follie, l’insegna luxury multibrand che fa capo alla famiglia Galli. Novità anche sul fronte digitale, con il debutto dell’e-commerce Thedoublef.com. In vista lo sbarco a Milano e Roma di ELISABETTA CAMPANA

The new course of Folli Follie, owned by Galli family, starts with the restyling and expansion to 800 square meters of the Mantua luxury multibrand store. News from the e-commerce side too, with the debut of Thedoublef.com. Next openings could be in Milan and Rome.

Giuseppe e Francesco Galli

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antova “capitale italiana della cultura 2016” e neo-eletta città dove si vive meglio in tutta la Penisola, ma anche sede di una delle più importanti insegne di multimarca del lusso, Folli Follie. Il nome creato da Giuseppe Galli - che insieme all moglie Lucia Schiavi ha fondato la società 40 anni fa, successivamente gestita anche con il figlio Francesco - sintetizza l’essenza di una realtà giocata tra esclusività, ricerca spasmodica della qualità, servizio impeccabile e indiscussa visione imprenditoriale, che senza un pizzico di sana “follia” non sarebbe mai potuta diventare un’eccellenza italiana. Parliamo di sette boutique, oltre che nella terra dei Gonzaga, a Verona, Brescia, Bologna, Riccione e, di recente, in partnership a Torino, pari a oltre 100 dipendenti, con un’offerta luxury e fashion di 120 brand donna e 80 uomo e un fatturato

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stimato per il 2016 di circa 110 milioni di euro, in crescita del 14% rispetto al 2015. Il processo di rinnovamento del gruppo - che passa anche attraverso importanti iniziative e investimenti a livello digitale - prende il via dal restyling del network di multimarca e dal conseguente rafforzamento sul territorio italiano: «Abbiamo cambiato il volto del nostro punto vendita di Mantova - spiega l’amministratore delegato Francesco Galli - che è passato da 350 a 800 metri quadri, 600 dei quali dedicati al womenswear e i restanti al menswear, creando due ingressi separati. Anche se all’interno gli spazi rimangono comunicanti per permettere la condivisione della shopping experience». «Alla base del progetto di ristrutturazione, realizzato con lo studio Baciocchi Associati - aggiunge Francesco - l’idea di creare un destination store contemporaneo, unico

e sofisticamente discreto, perché Mantova non è una città che “urla”». «Ci siamo ispirati - precisa - a un museo-galleria d’arte, che possa modificarsi in ogni momento e invogli tutte le persone a entrare, giovani e meno giovani, clientela locale e internazionale». Alle calzature sono dedicate due “capsule”, isole più riservate e intime, con teca espositiva centrale in ottone e cristallo e sedute in velluto. «Inoltre abbiamo inserito una nuova area beauty per arricchire l’offerta lifestyle, sempre più richiesta soprattutto dalle nostre clienti - racconta Francesco -. Zone simili verranno aggiunte in tutti i nostri negozi». Un’altra novità del luxury store è l’introduzione di shop in shop: «Pur mantenendo la nostra identità di multimarca, desideriamo valorizzare i brand più importanti con spazi dedicati. Siamo partiti con Valentino e seguiranno in primavera


In questa pagina e nella precedente, immagini del luxury multibrand Folli Follie a Mantova dopo il restyling, l’ampliamento a 800 metri quadri e la creazione di due ingressi separati per il womenswear e il menswear

altri due marchi, probabilmente tra Christian Dior, Saint Laurent e Céline» afferma Giuseppe Galli, presidente del gruppo. Dopo Mantova il prossimo step sarà, a fine febbraio, a Bologna «dove cambieremo la location, trasferendoci in un palazzo di circa mille metri quadri in via Clavature, poi sarà la volta di Brescia e, a seguire, gli altri nostri negozi multimarca». Ma le novità non finiscono qui. «Dopo aver inaugurato il nuovo sito il primo dicembre, stiamo partendo con l’e-commerce Thedoublef. com, che sarà gestito dalla nuova sede di via Piranesi a Milano» prosegue Francesco. Ambiziosi progetti anche sul fronte del retail fisico: «Stiamo pensando con interesse a una location nelle città di Milano e Roma, prima di fare il grande salto in una delle grandi capitali estere» concludono Giusep■ pe e Francesco Galli.

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OPENING di ELISABETTA CAMPANA

LARDINI sbarca nel quadrilatero

ETRO nel Gum di Mosca

Lardini unveils its first Italian store in the heart of Milano, in via Gesù 21. The new 300 sqm store is the house of Lardini and Gabriele Pasini collections.

Etro opens a new 400 sqm store in Moscow, inside the historic department store Gum.

Lardini apre a Milano in via Gesù 21, nel Quadrilatero della moda, il suo primo monomarca italiano. Il flagship store di 300 metri quadri si sviluppa su due livelli e ospita le collezioni del gruppo di Filottrano (An): oltre a Lardini anche la linea Gabriele Pasini. L’inaugurazione è prevista il 16 gennaio durante Milano Moda Uomo.

Una nuova location per Etro a Mosca, che ha aperto i battenti all’interno dello storico department store Gum. Lo spazio di 400 metri quadri ospita le collezioni uomo, donna e accessori del brand.

GUCCI riapre in galleria

KITON: Restyling a Monaco

After a restyling, the Gucci store in Galleria Vittorio Emanuele, Milan, opens. The concept is influenced by the eclecticism of Alessandro Michele.

New image for the Brioni flagship located in the heart of Munich. The 400 sqm store is home of the “bespoke lounge floor”.

Riapre dopo il restyling lo store Gucci in Galleria Vittorio Emanuele a Milano. Tradizione e modernità, design industriale e romantico sono i due poli estetici del concept architettonico, in linea con l’eclettismo contemporaneo del direttore creativo Alessandro Michele.

Nuova immagine per la boutique Brioni, ampliata a 400 metri quadri, nel centro di Monaco di Baviera al 7 di Falckenbergstrasse. Nel negozio, che ospita le collezioni uomo, donna e accessori del brand, è stato introdotto il “bespoke lounge floor” dedicato al su misura.

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International Festival of Fashion and Photography at Hyères Première Vision Prize Céline Méteil Ragne Kikas Grand Jury Prize Première Vision Satu Maaranen Kenta Matsushige Annelie Schubert Wataru Tominaga

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05/12/2016 14:52


OPENING

VINICIO arriva a Genova

WISE nel centro di reggio emilia

New opening for Vinicio, that opens a store in Genova. The new 380 sqm luxury multi brand store is also home of eight corner.

After Cremona and Desenzano del Garda (Bs), Wise opens a new 360 sqm luxury multi brand shop in the heart of Reggio Emilia.

Nuovo colpo messo a segno da Vinicio Ravagnani, che inaugura nel cuore di Genova uno spazio di 380 metri quadri, in galleria Renato De Barbieri 5n, con 11 vetrine che si affacciano anche su via Roma e galleria Mazzini. L’offerta del luxury multibrand è integrata da otto corner.

Dopo Cremona e Desenzano del Garda (Bs), Wise apre 360 metri quadri a Reggio Emilia in via Emilia San Pietro 11. Il luxury multibrand, disegnato dallo Studio Baciocchi, ospita abbigliamento e accessori di brand come Gucci, Prada, Miu Miu, Dolce&Gabbana e Fendi.

A.MINETTI SI RINNOVA

TONY BOUTIQUE CAMBIA SEDE A MAGENTA

A.Minetti unveils a new image in Casale Monferrato (Cn) and adds womenswear to menswear.

New addresses for Tony Boutique in Magenta, that opens two stores in via Volta 10-16. The accessories shop, completely renovated, remains in via Roma.

Punto di riferimento per lo shopping maschile, A.Minetti presenta a Casale Monferrato il nuovo concept: uno spazio di 400 metri quadri, completamente rinnovato, che integra l’uomo con il womenswear di luxury brand.

L’insegna multibrand Tony Boutique di Magenta (Mi), acquisita nel 2012 da Alberto Chalon, lascia gli spazi di via Roma 24 e si sposta in via Volta 10-16, con due store dedicati alla donna e all’uomo. Il negozio accessori resta in via Roma 16, ma con una veste rinnovata. Si tratta di oltre 600 metri quadri complessivi, che ospitano più di 100 brand di moda.

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ISTITUTO MARANGONI for

Istituto Marangoni e la città di Firenze: un connubio di eccellenze Firenze, la città che ha visto nascere alcuni dei più importanti imprenditori e creativi nell’ambito della moda italiana, è la meta prescelta da Istituto Marangoni per l’apertura di una nuova scuola, che si aggiunge a quelle di Milano, Londra, Parigi, Shanghai e, di recente, Shenzhen. Situata nel centro della moda fiorentina, la prestigiosa Via de’ Tornabuoni, la nuova sede rappresenta il luogo ideale dove fashion e arte s’incontrano per creare un connubio perfetto e proporre un’offerta formativa all’avanguardia, dedicata ai talenti del domani. Qui, insieme agli storici valori dell’istituto votati all’eccellenza italiana, alla forte vocazione internazionale e agli stretti rapporti con l’industria, si trovano docenti scelti tra prestigiosi professionisti della moda e dell’arte. Testimoni dell’identità del brand, in grado trasferire il proprio knowhow, frutto di oltre 80 anni di storia di Istituto Marangoni. È forte il richiamo della città, quale culla della cultura italiana, della manifattura e dell’artigianalità, meta ambita ed invidiata in tutto il mondo, nel contesto accademico internazionale. Gli obiettivi di questa apertura sono molto

chiari. «Raggiungere i migliori studenti interessati a questo straordinario contesto culturale e territoriale - spiega Roberto Riccio, Group Managing Director di Istituto Marangoni -. I corsi, i servizi e gli strumenti a disposizione degli studenti sono premium, così come il nostro posizionamento di mercato. Talents meet talents: a Firenze vogliamo lasciarci ispirare dalla realtà locale, interagire con le persone nel luogo in cui vivono, dove è nata la loro cultura, dove cresce la loro economia, e contribuire allo sviluppo delle imprese del territorio». Per confermare il forte imprinting che lega Istituto Marangoni alla moda, all’arte e al territorio fiorentino, e ribadire la volontà di formare talenti curiosi e appassionati, la Scuola ha deciso di realizzare un progetto di partnership con Pitti Immagine, durante le giornate di Pitti Immagine Uomo, in cui un gruppo di venti talentuosi studenti verrà guidato da un influencer, per testimoniare in modo creativo e “digitale” il ruolo dei Millennials come consumatori e trend setter.

Per informazioni: istitutomarangoni.com 14_03_2016

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CAREERS a cura di Elena Azzola

Marco Zanini disegna per Santoni Marco Zanini, who previously collaborated with Versace, Dolce&Gabbana, Halston and Rochas, will design a mini collection of menswear and womenswer for Santoni. A quasi due anni dalla rottura con la maison Schiaparelli, Marco Zanini torna alla ribalta grazie allla nuova collaborazione con Santoni. Lo stilista italiano disegnerà per l’azienda una selezione di capi di abbigliamento al maschile e al femminile, che sarà presentata al pubblico a febbraio in occasione di Milano Moda Donna. «Marco è senza dubbio uno dei designer più capaci della scena contemporanea. Il feeling è stato immediato: ci accomunano gli stessi canoni estetici e la passione per tutto ciò che emana qualità, cultura e contemporaneità» ha dichiarato Giuseppe Santoni, spiegando con quale spirito nasce il progetto Santoni edited by Marco Zanini. Non una capsule collection, ma una “minicollezione” come ama definirla lo stilista, che in passato ha lavorato per Versace, Dolce&Gabbana, Halston e Rochas, di cui faranno parte giacche, maglieria e calzature.

Un ruolo in Farfetch per Massenet?

Giorcelli nuovo cfo di Ferragamo Salvatore Ferragamo has tapped Ugo Giorcelli as chief financial officer. Ugo Giorcelli sale a bordo del gruppo Salvatore Ferragamo con il ruolo di cfo. Il manager, attualmente alla guida finanziaria di Amplifon, assume l’incarico a partire dal 15 marzo 2017. Giorcelli prende il posto di Ernesto Greco, chief executive officer della maison fiorentina dal 2007, che ha contribuito al raggiungimento di importanti obiettivi, in primis la quotazione in Borsa, nel 2011.

Giorgio Armani rafforza online e retail con Barbieri Federico Barbieri, ex Kering, is now in charge of global retail at Giorgio Armani. Giorgio Armani dà slancio all’online e al retail grazie alla new entry Federico Barbieri. Il manager, ex Kering, ha assunto di recente il ruolo di dms (direct managed stores) global retail director di tutte le linee del gruppo. Oltre al digital, è l’intera catena distributiva il focus di Barbieri che diventa una figura strategica all’interno del gruppo, in un momento di grande evoluzione delle strategie legate all’omnicanalità.

According to rumors, José Neves will take on Natalie Massenet as a non-executive manager or consultant within Farfetch. A più di un anno dalla separazione da Yoox Net-a-Porter e terminato il periodo di non concorrenza previsto dall’accordo di buonuscita, Natalie Massenet sembra pronta a tornare al lavoro. Secondo indiscrezioni, José Neves avrebbe pensato a lei per un incarico non esecutivo o di consulenza all’interno di Farfetch. Che Massenet non fosse destinata a restare a lungo disoccupata ne erano convinti tutti: attualmente la manager è presidente del British Fashion Council e ha fondato l’advisory firm Imaginary Ventures, in fase di start up. Secondo il Daily Mail, che per primo ha dato la notizia, Farfetch e Natalie Massenet hanno preferito non commentare le indiscrezioni. La piattaforma di luxury e-commerce guidata da José Neves sarebbe pronta al debutto in Borsa nel 2017.

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Ai vertici di Philippe Model arriva Andrea Pesaresi The sneaker luxury brand Philippe Model appoints Andrea Pesaresi as ceo. Dopo l’ingresso di 21 Investimenti, il fondo europeo di private equity di Alessandro Benetton che ne ha acquisito la maggioranza nel luglio scorso, il brand di luxury sneaker Philippe Model cambia marcia. Ai vertici chiama Andrea Pesaresi, che approda nell’azienda di Vigonovo (Ve), nel distretto calzaturiero della Riviera del Brenta, dopo circa 25 anni passati nel Gruppo Zegna, dove ha ricoperto molteplici cariche, culminate nella posizione di global brand and license director. Da Philippe Model, dove lavorerà fianco a fianco con il direttore creativo Paolo Gambato e il direttore generale Roberto Doro, lo aspetta un’importante sfida: quella di sviluppare il marchio su scala globale, con aperture di flagship store nelle piazze nevralgiche dello shopping internazionale, partendo da Milano.



Q&A A cura di ELENA AZZOLA

CO-FONDATORE E CEO DI THE BLONDE SALAD

RICCARDO POZZOLI

da millennial a digital guru

Che tipo di imprenditore è? Quali capacità si riconosce? Mi definirei un imprenditore digitale, un Millennial cresciuto in una fase di rivoluzione dei metodi di comunicazione, che ha fortemente voluto esserne parte. Quello che dico sempre è che il mio vero talento è stato quello di sapermi circondare da persone curiose, dinamiche e stimolanti. Ci racconta i suoi nuovi progetti nel settore del food? Nel 2016 ho lanciato Foorban insieme a Stefano Cavaleri e Marco Mottolese. La nostra è una app di food delivery: ogni giorno cuciniamo un’ampia selezione di piatti, che consegniamo su Milano entro 20 minuti dall’ordine.

30-year-old Riccardo Pozzoli founded The Blonde Salad blog by Chiara Ferragni, who he dated from a very young age. He led it to success and it is now a magazine and e-commerce site. Recently he also launched in the food delivery industry with Foorban. He is passionate about motorbikes, drums and sport. Lei ha 30 anni e ha già contribuito a portare al successo il blog, ora diventato magazine e sito di e-commerce, The Blonde Salad di Chiara Ferragni, con la quale da giovanissimo era fidanzato. Che cosa ha contato di più nel percorso che ha condotto The Blonde Salad a realizzare un fatturato di 10 milioni di euro nel 2015 (in crescita del 50% nel 2016) e ad avere una struttura di 25 dipendenti? Io e Chiara abbiamo sin dall’inizio visto nel digitale grandi potenzialità: non c’erano regole da seguire o esempi da imitare, perciò abbiamo semplicemente agito d’istinto. Dobbiamo davvero tanto al nostro team, la TBS Crew. Investire i primi guadagni sulle persone che hanno contribuito a rendere la nostra realtà sempre più forte e originale è stata sicuramente una mossa vincente. Per noi sono come una seconda famiglia: siamo un team giovane, creativo ed energetico.

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Qual è la sua giornata tipo? Non ho una giornata tipo e ne sono fiero. Mi piace alzarmi presto la mattina, rispondere alle mail più urgenti e poi dedicarmi allo sport: ho dedicato un’area del mio appartamento al fitness. Dopo una colazione energetica, vado in ufficio o ai primi meeting. Quando non sono fuori per lavoro, pranzo con la TBS Crew e nel pomeriggio rispondo alle mail e rimango in sede a lavorare con il team. La sera posso avere eventi a cui partecipare. Altrimenti cerco di dedicare tempo ai miei amici o alla mie passioni.

Il magazine di news, business e trend

Direttore e Amministratore Delegato

Marc Sondermann (m.sondermann@fashionmagazine.it) Caposervizio

Alessandra Bigotta (a.bigotta@fashionmagazine.it) Redazione

Elena Azzola (e.azzola@fashionmagazine.it) Andrea Bigozzi (a.bigozzi@fashionmagazine.it) Elisabetta Campana (e.campana@fashionmagazine.it) Elisabetta Fabbri (e.fabbri@fashionmagazine.it) Carla Mercurio (c.mercurio@fashionmagazine.it) Angela Tovazzi (a.tovazzi@fashionmagazine.it) Segreteria di redazione

Daniela Locatelli (d.locatelli@fashionmagazine.it) Realizzazione grafica

Nadia Blasevich (n.blasevich@fashionmagazine.it) Carlo Maraschi (c.maraschi@fashionmagazine.it) Laura Marcarini (l.marcarini@fashionmagazine.it) Fashion Editor

Alberto Corrado (a.corrado@fashionmagazine.it) Collaboratori

Mariella Barnaba, Filippo Bellini, Peppe Orrù (Londra), Giuliana Poletto (Parigi), Cristiana Lopez (New York) Direttore pubblicità

Stefano Giordano (s.giordano@fashionmagazine.it) Pubblicità e promozione

Ilaria Roberta Galli (i.galli@fashionmagazine.it) Barbara Sertorini (b.sertorini@fashionmagazine.it) Special Projects

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Daniele Costanzo (abbonamenti@fashionmagazine.it)

Cosa le piace fare nel tempo libero? Mi piace andare in moto, suonare la batteria, leggere e fare tanto sport. Il 2016 però è stato un anno particolarmente dedicato sul lavoro e quindi quando ho avuto qualche giorno libero l’ho dedicato ai viaggi. Come si vede in età matura? Cosa farà intorno ai 45 anni? Tirerà i remi in barca o continuerà a impegnarsi nelle aziende che ha creato o ne avvierà di nuove? Spero di continuare a dedicarmi a quello che mi piace, che mi motiva, con progetti ancora più grandi e ambiziosi. Come vede la rivoluzione digitale in corso? Dà ancora la possibilità a chi ha la giusta idea di sviluppare attività redditizie? Assolutamente! Il mondo digitale è in continua evoluzione ed è una fonte di infinite opportunità. Si tratta di avere l’intuizione giusta e un’ottima dose di motivazione per ■ raggiungere i propri obiettivi.

Edizioni Ecomarket Spa Redazione, Amministrazione, Pubblicità: piazza Pio XI 1, 20123 Milano telefono: 02 80620-1 telefax: 02 80620-444 (redazione) - 02 80620-333 (pubblicità e abbonamenti) Edizioni Ecomarket Spa Fashion - Il magazine di news, business e trend Registrazione presso il Tribunale di Milano n. 389 del 6-11-1970 Iscrizione n. 1418 al ROC Registro Operatori della Comunicazione Direttore responsabile Gianni Passavini È vietata la riproduzione anche parziale Articoli, disegni e fotografie, anche se non pubblicati, non verranno restituiti © Fashion 2017 Edizioni Ecomarket - Milano Abbonamento annuale 185,00 e (quindicinale) - c/c postale n. 16879207 È possibile richiedere gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo a: Edizioni Ecomarket Spa - servizio abbonamenti - piazza Pio XI 1 - 20123 Milano Numeri Arretrati: 11,00 e cad L’editore garantisce che i dati forniti dai sottoscrittori degli abbonamenti vengono utilizzati esclusivamente per l’invio della pubblicazione come quelli relativi agli invii in omaggio non vengono ceduti a terzi per alcun motivo. Garanzia di riservatezza per gli abbonati in ottemperanza al D. Lgs. n.196/2003 (tutela dati personali) Stampa: Vela Web Srl - Via Copernico 8 - 20082 Binasco (Mi) Distribuzione esclusiva per l’Italia: MEPE Distribuzione Editoriale Via Ettore Bugatti, 15 - 20142 Milano Fashion fa parte del Gruppo DFV Verlagsgruppe Deutscher Fachverlag www.dfv.de Le altre testate moda del gruppo sono: TextilWirtschaft, Frankfurt; TextilJurnal, Praha; Sportswear International, Frankfurt; ötz österreichische Textil Zeitung, Wien; DivatMarketing, Budapest; Images Business of Fashion, New Delhi.


OLIMPIAS GROUP for

Dall’idea al prodotto finito con un partner d’eccezione Grazie a una Divisione Abbigliamento forte e flessibile, Olimpias Group offre ai brand e ai grandi committenti un servizio completo, dal disegno del primo prototipo al capo finito, nell’ambito della moda uomo, donna e bimbo. La qualità è garantita da impianti all’avanguardia ed eco-friendly in Europa e nel bacino del Mediterraneo. 12 stabilimenti, 3mila dipendenti, un fatturato di tività, unita alla capacità di essere veloci, flessibili, 400 milioni di euro nel 2016 e una capacità prosostenibili, innovativi e tecnologicamente avanzati. duttiva nell’abbigliamento pari a 50 milioni di capi Non c’è problema da tutti questi punti di vista per l’anno sono cifre sufficienti a dare un’idea della soOlimpias Group, che ha scelto di concentrare gli lidità di Olimpias Group. La società con sede nel impianti in Europa e nel bacino del Mediterraneo, trevigiano, controllata da Edizione Srl (holding avvalendosi di tre piattaforme in Tunisia (con circa della Famiglia Benetton), si avvale di una strut600 dipendenti e più di 32 milioni di capi realizzati Gianni Zanella, Amministratore tura verticalizzata, dai tessuti e filati fino al prodotannualmente, oltre a un indotto di 150 impreseDelegato di Olimpias Group to finito. Su quest’ultimo si stanno concentrando partner) e avamposti in Serbia e Croazia, con un investimenti ingenti, che hanno permesso il potenziamento di ciclo produttivo di più di 12 milioni di capi di maglieria tricot e una Divisione Abbigliamento in grado di proporre al mercato 2.300 addetti. Numeri impressionanti, ma c’è dell’altro: da semdei brand e dei grandi clienti, come i department store, una propre eco-friendly in tutta la filiera, Olimpias Group ha ottenuto per posta completa di modelli per uomo, donna e bambino, in tutte alcuni siti e divisioni le certificazioni Oeko Tex e Iso 9001 ed è le categorie merceologiche: capispalla, pantaloni, maglieria triin grado di supportare i clienti che aderiscono al progetto Detox cot e tagliata, le cui novità primavera-estate 2018 verranno predi Greenpeace. Prima azienda in Europa, ha avviato il processentate già a febbraio, sul filo conduttore di una qualità che non so Wasatex per rinnovare radicalmente le procedure di depusi limita alla perfetta esecuzione degli input dei committenti, ma razione delle acque e abbattere i consumi idrici ed energetici. prevede una consulenza attiva dal punto di vista dello stile, traApplicando Wasatex, al termine del ciclo produttivo il 70% delle mite un team di designer e uomini prodotto. Il presidente Chriacque depurate viene riutilizzato e si potrà fare ancora meglio in stian Benetton (figlio di Carlo) e l’a.d. Gianni Zanella sono futuro. In generale, la società è riuscita nell’ultimo anno a ridurre infatti convinti del fatto che non c’è competitività senza proposile emissioni di CO2 in atmosfera di 1.500 tonnellate.

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PAUL SMITH

the perfect opportunity. We started talking at the beginning of the summer and now here we are, getting very close to the presentation on the evening of Wednesday 11th January. As someone who started his career running a tiny three metres by three metres shop in Nottingham, England, I come from a background in shopkeeping and retail. So it makes sense that we should have a trade-stand in the Fortezza, running alongside the presentation in the Dogana.

«I REMAIN LOYAL TO EUROPE. EVEN IN TIMES OF BREXIT» 2017 begins with two important projects for Paul Smith: the launch of the contemporary line PS by Paul Smith at Pitti Uomo and the first Parisian catwalk with womenswear together with menswear. The British designer comes to terms with the evolutions of the market by leveraging three keywords: clarity, consistency and simplification. His secret weapon? Flexibility. «We are independent and will resist the storms».

a shopping experience that encompasses paintings, books and design objects, as well as clothes. Exactly what today's consumers demand when they enter a store.

What are the contents of the collection that you are presenting at Pitti and which target are they focusing on? I don’t want to give too much away but I’m launching my PS by Paul Smith collection, that has all the key parts of Paul Smith - bright colour, very vivid prints, great clothes and accessories - but it is a more contemporary and affordable collection than the Paul Smith one. Really it’s clothes for the modern man who’s always on the go. The presentation will absolutely reflect all of this - great clothes that look good, but can also work with the way we all live our lives today.

How do you feel, returning to Pitti after 20 years? What do you expect from this experience and what do you remember about this fair? I was Pitti’s first ever ‘Guest Designer’ back in 1993, which was an amazing honour. I used the Stazione Leopolda for the first time for a fashion show. Since then the whole fair has of course grown enormously and now is a major part of the men’s fashion calendar. It combines promotion and trade very well, which is something the industry today really needs.

You stated there is an excess supply: is this the reason why you decided to have just two collections, Paul Smith and PS by Paul Smith? I’ve been working in this industry for over 40 years. There has never been more people fishing from the same pond, the market is more competitive than ever before. In order to stand-out, you have to have focus and clarity. That’s exactly why I’ve decided to simplify the collections, so people can better understand what we are and engage with what makes Paul Smith different.

Why did you decide to launch the contemporary line PS by Paul Smith in Florence with a double appointment, at the fair and with an event at Dogana? I attend the Milano Unica fabric fair in Italty twice a year and often see there Mr Raffaello Napoleone, the Pitti boss. We’ve often talked about doing something in Florence and with me launching my PS by Paul Smith collection it offers

You have decided to show men's and women's collections together in Paris on the 22nd of January, why? Is it a goodbye to London? My women’s collection came about in the Nineties, because so many women were wearing my men’s clothes and saying «We want our own versions!». I’ve been showing my men’s collection on the catwalk in Paris since the Seventies and with

by Carla Mercurio

Paul Smith has experienced the golden ages of fashion and moments of crisis, seasons of change and confirmation, honors and burdens. Now it's a time of great revolutions, that are impacting the fashion world. Smith, who boasts 40 years of experience and a turnover of 192 million pounds, is facing this global scenario with authentically British detachment. Which does not mean standing still and watching, but changing while remaining true to his style and philosophy. The product is the starting point. After having condensed, «for reasons of clarity», his varied and colorful stylistic universe into two lines, the main collection and the contemporary label PS by Paul Smith, the designer is ready for his major events in 2017, all devoted to new creations. Starting with Pitti Uomo, where he is presenting the PS project, already available in 11 stores worldwide, and continuing to Paris, where women's fashion show will take place alongside the men's show for the first time. Meanwhile, the digital world is advancing and he is not holding back. But his boutiques - 39 single-brand stores and 180 franchises, plus 250 shopin-shops in Japan - are successfully surviving the e-commerce boom, thanks to

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everything that’s happening across the industry and all the changes in the way people are showing, it seemed the right time to try presenting women’s items alongside. London will always be my home and so who knows that the future holds? What do you think about "see now-buy now"? Sooner or later, will you adopt this formula? Since I opened by first shop in the Seventies the world has changed so much and the speed with which everyone demands newness is pretty scary. I try to avoid getting involved in all that and just concentrate on staying consistent. And what is your opinion about digital disruption? Is it good or bad? We’re definitely embracing it, instead of running away. We’re aware that fewer people shop in actual shops now, choosing to go online instead, but whether they experience Paul Smith in our shops or online we try to give them the best experience possible. In order to survive, retail spaces need to be worth visiting and we’ve always been incredibly focused on that at Paul Smith, which is why our shops have survived the e-commerce boom. Our shops are full of interest and intrigue, even if you don’t come in wanting to buy anything, you’re bound to find an interesting painting or book, or just be interested by the architecture or design of the actual premises. Brexit: is it good or bad? We've been in business a long time and have witnessed many crises. It's impossible to anticipate what effect the exit will have on the purchasing of goods and services or on customer confidence, but being an independent company we're flexible enough to weather the storm. I was as surprised as anybody on the result of the referendum, but without question I am loyal to Europe. We sell in over 70 countries and have offices in London, Milan, Paris, New York and Tokyo. I have shown my men's collection at Paris Fashion Week since 1976 and we buy fabrics from Italy and elsewhere throughout Eu■ rope. 170

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roberta benaglia golden goose deluxe brand

«We’ll stay niche at Pitti IMMAGINE Uomo» In 2016, Golden Goose Deluxe Brand broke the €100m revenue mark for the first time. The objective for this year, which kicks off with celebrations in Florence to mark the 10th anniversary of the brand’s iconic sneakers, is to reach €140m. «We’re generating such impressive growth because we’re different, yet credible» says CEO Roberta Benaglia. by Andrea Bigozzi

When it comes to brands able to raise the interest of international investors, Golden Goose Deluxe Brand is being continually cited as the next in line for (another) change of hands. But CEO

Roberta Benaglia skates over the idea of a possible sale, preferring instead to speak about the Venetian accessory and clothing brand’s upcoming appearance at Pitti Uomo. «When our stakeholders (Ergon capital and Zignago Holding, a subsidiary company of which 85% is owned by the Marzotto family and 15%

is held by co-founders Alessandro Gallo and Francesco Rinaldo) are ready, they will take action - she explains -. But we’re still in the middle of an important journey, something we want to demonstrate by taking the unprecedented step of participating in the Florence trade show». Golden Goose finished 2016 - the year that marked the brand’s 15th anniversary - with revenue of over 100 million euros for the very first time. This represented a significant growth on 2015, when sales were about 76 million euros, and was lightyears away from the 2012 figure, when the brand had a turnover of just 21 million euros. «Our next target is to increase revenue to 140 million euros in 2017» says Benaglia. To celebrate these results - but above all to mark the 10th anniversary of the brand’s first sneakers, the GGDB, which was launched back in 2007 - Golden Goose accepted an invitation from the organisers of Pitti Uomo and on 10 January will take over a 2000 sqm. space at the historic Leopolda Station for a series of live performances. «We’ve never wanted to do catwalks and we’re not about to start now. You won’t be seeing any models - we’ll have real performers - says Benaglia -. Not often we get the chance to celebrate ourselves, so we’re incredible excited about it. We believe that getting to 15 years really is something to shout about. Our collaboration with Pitti Uomo isn’t just about recognising our work - it’s also the start of a new phase of expansion». Despite being a total-look brand, you’ve always been associated with sneakers. How does an independent brand hold its own against the big chains and the mass market in this day and age? In my eyes, the only thing that really matters nowadays is the brand - that allows a company to move forward, even if it’s not massive. We are - and will always be - a niche company, but that’s not going to stop us from growing. All we need to do is to stay at the forefront of creativity, because our niche isn’t going to die off as time passes. Our clients and fans are looking for originality and really identify with the quality of our ideas and our


C U R AT E D T O I N S P I R E

17 – 19 JAN 2017 BERLIN

CONFERENCE & EXHIBITION

18 JAN 2017 BERLIN

10 – 12 FEB 2017 MUNICH

w w w . p r e m i u m g r o u p . b e r l i n


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materials. The fact remains, though, that not many people know about us - so our scope for growth is huge. Even when we break through the 200 million euros revenue mark, we’ll still want to be a brand that can stand out from the crowd. What are you going to do to increase the brand’s popularity? Right now, our main concern from a management perspective is consolidating our identity as a producer of experimental garments which can be easily distinguishable. That’s why our focus is on wholesale, which accounts for 80% of our revenue, but we’re continuing to invest in opening mono-brand stores in strategic cities in our key markets. How do you choose the areas you’re going to focus on? Our strategy is more about pull than push. We prefer it when a market comes to find us. That’s what happened recently in China, where we’ve just found a suitable distribution partner and opened our first two mono-brand stores in Beijing and Shanghai. Recently we’ve registered interest from many Russian buyers, so we’ve started supplying them too. We’ll wait and see if that interest turns into a broader distribution strategy. What’s on the agenda after Pitti Uomo? A lot more hard work. On the retail front, we’ll have at least seven new openings, with our second stores set to launch in Paris and New York. We want to open a second store in Italy too, plus there’ll be new openings in Germany and Great Britain. In terms of product, Alessandro and Francesca are keen to focus on the ready-to-wear and accessories side of the business. Currently, that’s worth a third of the footwear business, but we intend to strengthen it. Over a year has passed since you decided to sell your shares in Golden Goose and enter the management team. Do you ever regret your choice? No. The company was bought by Ergon Capital Partners, who were clear that they wanted to build on what we’ve 172

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done in recent years, respecting the work of past creative directors and sticking to the brand image. The company is a welloiled machine now - there’s no waste and our EBITDA stands at 30 million euros. Might you be making your stock market debut soon? I think it’s too soon for that. We’ll have to consider it when we hit the 200 million euros revenue mark, and I don’t know if I’ll still be here when that happens. They ■ can achieve that without me. ANDREA CANÈ WOOLRICH international

«BY ADDING THE US TO italy we BUILD A global BRAND» Following the recent acquisition by WP Lavori in Corso, Woolrich is ready to think globally, target Asia and the USA and focus on retail. We caught up with Andrea Canè, the global creative director of newly formed Woolrich International and right-hand man of Cristina Calori, to hear all about it. by Carla Mercurio

The right- (and left-) hand man of Cristina Calori (WP Lavori in Corso), Andrea

Canè drew on his instincts as a creative director and capacity for foresight to mastermind the success of Woolrich. Now, the merger between Woolrich Europe - part of the WP Lavori in Corso group, which is the licensee of the brand in Europe and Asia - and Woolrich Inc., the American outdoor clothing company with nearly two centuries’ experience has opened a new chapter in the brand’s history. The holding company Woolrich International has been formed, with Cristina Calori owning 80% and Andrea Canè serving as global creative director. The time has come to think globally, to look beyond the European borders, to pursue success in faraway markets like China and America, the place where it all began and still to this day the location of the Woolrich Woolen Mill. Founded in 1830, it’s the oldest continuously operating mill in the United States. The brand’s ambitious four-year plan aims to increase Woolrich International’s turnover from 170 million euros to 266 million euros by 2020, all backed up by a workforce of 500 people and a strong focus on product and retail. There’ll also be an Initial Public Offering (IPO) on an international stock exchange, in order to support the second development phase. The future is yet to be written, of course, but the plan is a detailed one. At a time in which many Italian companies are being taken over by foreign owners, how does it feel to be bucking the trend? It’s very satisfying, even if it’s more of a merger with majority share than a fullyfledged acquisition. After over 30 years first as distributors and later as licensees, we now hold the majority stake in the brand that we’ve successfully developed in Europe. We can now finally work alongside our American partners to develop our collections on a global scale, putting greater emphasis on North America and Asia. How does it feel to be global creative director of a brand that’s now owned by the company you’ve worked for for over 30 years? My role doesn’t change. I’ll try to continue innovating, as part of an historic brand



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When and how are you planning to start your expansion in China? We need to increase brand awareness both in Japan and Korea, before moving on to China and identifying ideal partners in the area. The first step will be to open a couple of test stores in the coldest areas.

with a global base. The work we’ve done over the last 30 years proves that we’ve always respected the brand and the values connected to it. We’ve never exploited it to fit in with the timescales of our licensing agreement. The new part will be the challenge of taking the outdoor collection, which is currently only available on the US market, and giving it a global dimension, in line with our Woolrich John Rich & Bros. brand, thus creating a product line that reflects our brand DNA. I’ll also have to work hard to breathe new life into the historic Woolrich Woolen Mill, which is one of the last in existence in the United States - it’s by no means an easy task and will put us to the test once again. How important is it to have achieved this feat without the help of investment funds or partners? We found our partners in banking investments. The importance of the banks that have worked with us (Intesa, Unicredit, Bper) is a great driver for our strategy. I think that the Woolrich brand is attractive from both a financial and industrial perspective. If we need a further boost in the future, we’ll take great care to evaluate the true intentions of thirdparty investors, against our shared strategic principles. Is diving into the global market somewhat daunting for a company that still has a family-run feel to it? We’re preparing ourselves. With the appointments of Paolo Corinaldesi as global CEO and Lorenzo Flamini as global CFO, we’ve laid the foundations upon which to build an organisation capable of tackling these new challenges. Obviously Cristina Calori, myself and everyone who’s been working us all these years will continue to play a key role in the new company. How would you describe Cristina Calori? Cristina is like a sister to me. We’ve known each other since we were young. In my opinion, her entrepreneurial skills have surpassed even those of her father, who taught us to love this kind of job while holding onto our sense of humour and maintaining our critical eye. She showed courage in this operation and has always led - even in the tough times - in a dogged, infectious manner. 174

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How exactly do you intend to develop the Woolrich John Rich & Bros. brand? The challenge is to make our core business - outerwear - as relevant as possible. In order to achieve that, we have to improve and innovate our range with garments suitable for conditions that are about more than just the cold. By developing our retail operations, we’re being able to broaden our range of Woolrich branded products in other areas. At Pitti Uomo we’ll be showcasing our first footwear collection fusing urban and outdoor, with exclusive soles made for Woolrich by Vibram. Accessories will continue to grow in importance: we’ll soon be unveiling the Parka Bag, which is the perfect way to store our iconic piece when you move from outdoors to indoors. Knitwear will also take on an increasingly key role. What plans are there to enhance the Woolrich Outdoor brand? The new outdoor project will be a test run in our stores, especially at the start. Currently the products made in the USA are aimed at what Americans call the outdoor lifestyle market. We want to forge a new, modern outdoor concept, with versatility and hybrid uses at its heart. We want to move away from the classic American style, combining function with contemporary aesthetics.

The Rich family has held onto a significant stake in the brand, and Nicholas Brayton (a descendent of the founder, John Rich) will stay on as president of Woolrich Inc. and be responsible for the North American market. What is the strategy for that area? We need to focus on our core business, which is the outerwear in the Woolrich JohnWW Rich & Bros. line, and - as we’ve done in Europe - look to position it into the premium end of the US and Canadian market. Moreover, in regard to the mill itself, we’ll bring in new types of fabric and boost our blanket production. We’re one of just a couple of thousand blanket producers left in the United States - and when you think that one of our first deals was to supply military blankets in the Civil War, I don’t think you can say we’re lacking in credibility! Why did you choose London as the legal headquarters of Woolrich International? It’s a good compromise between Europe and the USA. We wanted to be in a financial hub whose legislation worked for both groups - plus English is the mother tongue. Paolo Corinaldesi is the new CEO of Woolrich International... We’ve known Corinaldesi for over 20 years. He’s always been our lawyer for international matters and has served as a board advisor. He has two degrees, in Law and Economics, and spent years living first in London and then in Hong Kong. He’s also been responsible for multiple M&A operations for large industrial groups, plus he knows banking and finance world well, he’s a cultured man, he has great taste and he’s a friend. His presence will be vital in strengthening our conviction as we tackle this great ■ challenge.




people di Carla Mercurio

Paolo Stella

«Non dico no a niente E seguo il FLUSSO degli eventi. La vita è più intelligente di noi» Paul Stella landed in the fashion world by chance and has now 185 thousand Instagram followers. Now he bets on the digital consulting firm named Grumble and is ready to start a TV program on Discovery Channel. Personalità poliedrica, Paolo Stella è approdato al mondo della moda per caso: «Ho girato "Penso che un sogno così", un film di Marco De Luca che hanno visto in pochi. Tra questi pochi c'era Giuseppe Sperandio, il pr di Louis Vuitton, che mi ha invitato al front row di una sfilata, insieme ai super vip. La mia presenza ha suscitato grande curiosità. Da lì è cominciata l'avventura su Instagram, dove oggi ho 185mila follower». Un post tira l'altro e Paolo si ritrova a scrivere di viaggi per Elle.it e a essere uno degli editor fondatori di Lampoon. Il mondo della moda gli apre le porte e lui entra a testa alta, coinvolto da griffe di punta in progetti social. Ecco accendersi la lampadina. Perché non mettere al servizio delle case di moda il know how acquisito su Instagram, che lo ha portato ad aprire un account anche per il suo cane Bacco, chiamato baccostar? Presto fatto: nasce Grumble, società di consulenza fondata insieme ai due soci e amici Eleonora Carisi e Ivano Marino, che sviluppa strategie mirate ai

Roberto De Rosa

«Le decisioni sono decisioni. E l'universitÀ può attendere» He began University with the aim of entering the United Nations but Instagram has prevailed. And now Roberto De Rosa is a famous influencer with 170 thousand followers, much appreciated in the Far East. Il suo obiettivo, dopo il diploma, era entrare alle Nazioni Unite. Per questo Roberto De Rosa è andato a studiare a Varsavia. Ma lì, ad attenderlo, c’era una città molto stimolante dal punto di vista artistico e culturale, che lo ha portato in un'altra direzione. «In quegli anni è nata la mia passione per la fotografia - racconta al nostro giornale questo influencer da oltre 170mila follower su Instagram, nato a Napoli nel 1988 -. Intanto nascevano i blog e i social media». Da Varsavia mi sono trasferito a Berlino, dove mi sono avvicinato al mondo della moda. Nel 2013 ho creato un account Instagram e l’anno dopo ho lanciato il mio blog Decisions are decisions, all’indirizzo www.robertoderosa.com». «Era un momento di grandi decisioni - prosegue -. Dovevo scegliere se rimanere in Europa o trasferirmi a Hong Kong, se continuare a studiare legge o seguire la passione per la moda». Hanno vinto Hong Kong e la moda. E oggi Roberto

canali social. «La maggior parte dei marchi clienti non ama essere citata ma abbiamo in portafoglio realtà come Piaget o Chanel, che ha affidato ad Alessandra Mastronardi il compito di documentare il dietro le quinte della sfilata tramite foto, video e un diario giornaliero». «Non dico no a niente - prosegue questo intraprendente influencer, nato a Forlì nel 1978 e residente a Milano -. Secondo me la vita è più intelligente di noi e bisogna affidarsi al flusso degli eventi. Basta amare l'avventura». In che direzione va la corrente, in questo momento, per Paolo Stella? «Oltre a Grumble, che ritengo una scommessa piena di potenzialità, torno alla televisione con una docufiction per Discovery Channel, dove racconteremo come cambia la comunicazione tramite i social media». Una vita impegnata la sua, non c'è che dire: «Non scaviamo nelle miniere ma nel nostro lavoro ci vuole una buona dose di dedizione. E poi occhi continuamente aperti: lo scenario cambia a velocità supersonica».

De Rosa è diventato una star dei social in quest’area del lontano Oriente, che ha lasciato di recente per trasferirsi a Milano. Gettonato dai marchi top del fashion world, Roberto annovera tra le collaborazioni nomi come Lanvin, Sergio Rossi, Furla, Givenchy, Dior, Alberto Guardiani ma, come molti suoi “colleghi”, non si accontenta. «I miei genitori vorrebbero che mi laureassi ma sono anche affascinati dal mio lato manageriale», prosegue De Rosa, che parla cinque/sei lingue, gira il mondo e oggi, come molti influencer, è corteggiato dalla tv e dai giornali. «Collaboro con Elle, Glamour e Amica.it e fino al prossimo marzo sono tra i concorrenti del talent in onda su FoxLife, “Dance, Dance, Dance”, in coppia con Chiara Nasti. «La televisione mi piace - conclude Roberto - ma non so se diventerà il mio futuro. Vorrei tantissimo fare del cinema. Penso di essere portato. Me lo ha detto anche Claudia Gerini, una delle concorrenti del programma».

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red carpet a cura di Elena Azzola

Max mara

MONOPOLIS!: LA CITTÀ DEL FUTURO

Un evento da ricordare per Max Mara a Shanghai. Alla presentazione della pre-fall 2017 “Monopolis!” allo Shanghai Exhibition Center hanno partecipato più di mille persone fra celebrity, clienti selezionati e giornalisti da tutto il mondo. A dominare la scena, oltre ai modelli di Max Mara, un’installazione realizzata da Liu Wei, uno dei più autorevoli esponenti dell’arte cinese contemporanea, la cui affinità con la casa di moda italiana sta nell’esplorare il tema della città. L’artista ha collaborato anche alla realizzazione di una capsule collection di 11 pezzi, in vendita subito dopo l’happening su maxmara.com e in 45 flagship store, in un’ottica “see now, buy now”. Lo Shanghai Exhibition Center illuminato per l’evento di Max Mara

Liu Wei e Giorgio Guidotti, alla guida della comunicazione di Max Mara

L’attrice cinese Tang Yan

Uno scorcio di scenografia dello show

Due outfit della sfilata

Vivienne Westwood

Enriquez, Au Jour Le Jour e Bruzziches

Get A Life!

Moda, Party & Charity

Fino al 28 febbraio è aperta presso il centro espositivo K11 di Shanghai la mostra “Get a life!”, firmata da Vivienne Westwood e curata da Song Zhenxi: una fusione tra arte e moda, viste attraverso la lente dell’attivismo. La stilista britannica ha invitato inoltre artisti contemporanei cinesi a proporre una risposta al suo lavoro e alla sua visione: ne è nata un’esposizione “rivoluzionaria”, che mescola materie, tecniche e discipline. «Abbiamo bisogno degli amanti dell’arte - ha detto la designer - perché siamo pericolosamente a corto di cultura, siamo miopi, chiusi nei nostri pensieri».

Una foto con Vivienne Westwood in versione attivista

La locandina della mostra “Get a life!”

Morgana, il celebre locale di Taormina, ha scelto di festeggiare il Natale all’insegna della moda e della solidarietà, invitando tre giovani talenti della scena italiana come Alessandro Enriquez, il duo creativo di Au Jour Le Jour e Benedezza Bruzziches a realizzare tre modelli di felpe in limited edition in vendita nel periodo natalizio su charitystars.com a favore di Oxfam.

Alessandro Enriquez, Benedetta Bruzziches e Mirko Fontana di Au Jour Le Jour

Una delle felpe del progetto

Festeggiamenti al Morgana di Taormina

The presentation of the Max Mara pre-fall collection 2017 “Monopolis!” at the Shanghai Exhibition Center was attended by over a thousand people, including celebrities, selected guests and journalists from around the world. Dominating the scene, in addition to the Max Mara outfits, an installation created by Liu Wei, one of the leading exponents of Chinese contemporary art. Until February 28 the exhibition “Get a life!”, signed by Vivienne Westwood and curated by Song Zhenxi, is open at the K11 Shanghai Exhibition Centre: a fusion of art and fashion, as seen through the lens of activism. Morgana, the local famous Taormina, has chosen to celebrate Christmas in the name of fashion and charity, inviting three young talents of the Italian scene as Alexander Enriquez, the creative duo of Au Jour Le Jour and Benedezza Bruzziches to achieve three models sweatshirts limited edition on sale at Christmas time on charitystars.com in favor of Oxfam.

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