Flip page fa N10 2017

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Anno 48 | N°10 del 19.09.2017 | quindicinale | € 5,50 | www.fashionmagazine.it

E H I S SI D GL IN EN ION RS VE

Il magazine di news, business e trend

Trading

Up

Grinta, decisione e un tocco di classe: nel variegato mondo del prêt-à-porter vince chi si impone con l'innovazione

Nella foto: Paola Turani in Max Mara per Fashion


RENDEZ-VOUS A film by Ellen Von Unwerth FW17 elisabettafranchi.com

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N° 10 19 SETTEMBRE 2017

SOMMARIO

www.fashionmagazine.it

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L’EDITORIALE

PROTAGONISTI

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«Digitali nei processi, artigianali nel dna»

MASSIMO FERRETTI/GRUPPO AEFFE

10 MARCO PALMIERI/PIQUADRO «Il segreto è saper valorizzare l’heritage»

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12 ANGELA MISSONI «Per i miei 20 anni unifico le sfilate» 19 CARLO CAPASA Milano si veste di verde e fa sold out In copertina

Paola Turani indossa un blazer doppiopetto in jersey della collezione primavera Max Mara. Photo by fzerophotographers Paola Turani@ Good Vibration Make-up: Roberta D’Alessandro by Sephora National Make-up artist & European proteam. Hair: Beppe D’Elia for Beautick Location: Palazzo Castiglioni Thanks to Confcommercio Milano

22 NICOLA BROGNANO Nicola va veloce 22 ICEBERG Per il ritorno a Milano un party con Lucky Blue BUSINESS 28 THE MICAM La super fashion week parte da qui 30 MIPEL THE BAGSHOW Il saper fare conta, lo scouting anche å

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32 PARIS FASHION WEEK Dior e Saint Laurent aprono le danze 35 BUYERS’ SURVEY La stagione calda del vestito 19_09_2017

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N° 10 19 SETTEMBRE 2017

SOMMARIO

www.fashionmagazine.it

93 TEXWORLD PARIS Globale e più denim oriented 94 SKETCHING

SPRING-SUMMER 2018

99 WOMENSWEAR

99

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TREND

43 DISTRIBUTORS

AND RETAILERS

Tra mood contemporary e leisure-street

48 MOST WANTED JOBS Buyer: più che un cool hunter un cervellone 52 OLIVIEROTOSCANI E BEST COMPANY «Chi guarda indietro è perduto»

76 CPM MOSCOW Negli stand si scopre il bello della provincia 84 MILANO UNICA L’anticipo promosso a pieni voti 90 CARLO PIACENZA «Nell’era 4.0 non troviamo tecnici tessili» 92 PREMIÈRE VISION PARIS La creatività non va in una sola direzione

54 BRAMA GROUP «Una casa a Milano per offrire un servizio premium»

74 BREAD & BUTTER BY ZALANDO Un giorno forse la Coachella di Berlino 4

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SPRING-SUMMER 2018

Focus on your style

119 FASHION SHOOTING

PAOLA TURANI VESTE LE GRIFFE

Fresh energy injection

127 ACCESSORIES

SPRING-SUMMER 2018

Stilose, sobrie e con una priorità: andare lontano

132 BRAND TO WATCH 136 OPENING & RESTYLING PEOPLE 138 PORTRAIT

CHRISTINE BEAUCHAMP

L’assett rosa di Jeff Bezos per vincere nella moda

139 CAREERS 140 ENGLISH VERSION

58 ENZO FUSCO «Ora Blauer è ancora più mia con la nuova Bwf» 65 FASHION SCHOOLS L’Italia in corsa per la leadership

143 Q&A/ SILVIA MAZZOLI OTTOD’AME «Disegno per donne

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curiose come me»

145 FASHION PEOPLE 146 RED CARPET


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Proprio in un ambito come la moda, in cui il prodotto regna sovrano, è particolarmente importante puntare sulla comunicazione per fare il salto di qualità. L’assunto può sembrare ovvio se si guarda il mondo dalle alte vette di Gucci, Prada, Louis Vuitton o Chanel. Il discorso diventa invece molto meno scontato se si considera il sistema mondiale del fashion dal punto di vista delle miriadi di eccellenze che costellano il nostro territorio nazionale, ma che si muovono ben al di sotto del miliardo di fatturato. Come sottolinea Marco Palmieri, patron di Piquadro e artefice del recente rilancio di The Bridge, nell’intervista concessa al nostro magazine, è scoccata l’ora della nicchia. Chiunque sia dotato di un prodotto capace di fare la differenza si trova oggi a tu per tu con il mercato globale. Bisogna dunque essere bravi a farsi vedere, nella giusta dose, alle giuste latitudini. Senza trascurare un’immagine sempre impeccabile anche nei confronti di nazionalità o Paesi che non sono stati presi di mira attivamente: perché domani i loro buyer o consumatori potrebbero finire sui nostri social, sul nostro sito, nella nostra showroom, nella nostra boutique. Ecco allora emergere il valore di ciò che ha affermato Massimo Ferretti, Presidente Esecutivo di Aeffe, nel corso della chiacchierata che abbiamo fatto nello splendido Palazzo Donizetti, sede del Gruppo. Per essere autentica, la comunicazione di un marchio di lusso deve essere personalizzata al massimo grado. Fatta su misura dello stilista o, idealmente, come nel caso di Jeremy Scott, dallo stilista stesso. Solo allora si crea quell’atmosfera consona, magica, affine al prodotto stesso e indiscutibilmente autentica. Un’esperta in materia la presentiamo in copertina e nel nostro servizio moda. Si tratta di Paola Turani, influencer pluripremiata, proprio perché capace di generare un tasso di ingaggio con i follower che il resto della galassia social le invidia. Il suo segreto è stato quello di mettersi a nudo, di mostrare la sua vita famigliare e intima, ma mantenendo un ruolo di consigliera delle fan in materia di moda, di beauty, di viaggi. È quello che anche le nostre aziende devono imparare. Far entrare i clienti nel proprio mondo, nei propri processi, nei meandri della propria creatività. Ma creando valore, essendo di servizio, abbellendo la vita di chi le segue. È allora che scattano l’immedesimazione e la fedeltà.

L’EDITORIALE

Potenziare la visibilità

In the fashion industry everything circles around the product: and that is precisely why communication is particularly important. Any good product, and Italy is full of it, nowadays gains instantaneous global exposure. Its presentation therefore needs to be impeccable, authentic and personalised. Only once these elements fall into place, a spurious customer base can turn into a loyal followership.

Marc Sondermann

Direttore/Editor-in-Chief

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INTERVIEW

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MASSIMO FERRETTI/GRUPPO AEFFE

«DIGITALI NEI PROCESSI ARTIGIANALI NEL DNA» In controtendenza rispetto a numerosi player del lusso, il Gruppo Aeffe sta accelerando il suo percorso di crescita (+8,8% nel primo semestre). Il presidente Massimo Ferretti spiega a Fashion la filosofia dietro i recenti successi DI MARC SONDERMANN

In sharp contrast to many other players of the luxury industry, the Aeffe Group is accelerating its pursuit of growth (+8,8% in H1). Executive President Massimo Ferretti explains to Fashion the strategy behind the recent successes. Qual è l’orientamento strategico di fondo dietro a un gruppo del luxury come Aeffe, capace di unire con successo diversi marchi all’interno di una struttura da 281 milioni di euro nel 2016? È vero, come gruppi multibrand italiani siamo rimasti davvero in pochi. La nostra caratteristica di sempre è articolare l’offerta attraverso stilisti e marchi complementari, dal dna marcatamente differente. Il nostro portafoglio lo dimostra: spaziamo da Moschino, che ha un’indole trasgressiva, ribelle e ironica, ad Alberta Ferretti, che impersona una donna romantica, sognatrice e sofisticata, passando per Philosophy di Lorenzo Serafini, dall’orientamento attuale e contemporaneo. Senza dimenticare Cédric Charlier, nordico, con un approccio più minimale, fino ad arrivare a Pollini, un brand completamente dedicato agli accessori.

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Come si gestiscono in modo unitario realtà così diverse tra di loro? La peculiarità del nostro gruppo è cercare con dedizione, per i diversi brand, persone che abbiano un’affinità con la cifra stilistica dei designer, che siano dunque portatori delle medesime visioni e delle stesse concezioni di moda, con la voglia di condividere un progetto. Questo vale anche per la comunicazione, che idealmente è in qualche misura gestita personalmente dallo stilista. È suo il compito di creare un’atmosfera intorno al progetto, puntando su una personalizzazione totale del messaggio. Bisogna però anche pensare agli ambiti in cui si presenta l’opportunità di realizzare importanti economie di scala, come la logistica e la finanza, che vanno centralizzate.


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1. Massimo Ferretti 2. 3. Due proposte della collezione autunnoinverno 2017/2018 di Moschino 4. Una veduta aerea della sede di Aeffe a San Giovanni in Marignano 5. Il nuovo shop in shop Philosophy di Lorenzo Serafini presso La Rinascente

Il designer giusto per un brand come si trova? Bisogna cercare qualcuno che sappia reinterpretare il dna del brand, ispirandosi non solo all’archivio, ma anche e soprattutto alla strada, al mondo dell’arte e all’attualità. Per rinnovare un marchio è basilare partire da principi che ne rispettino i valori di fondo. Nel caso di Jeremy Scott per Moschino, che oggi pesa al 70% del fatturato, com’è andata? Un esito felice: Jeremy ha saputo portare avanti il progetto con grande coerenza, il prodotto che mi fece vedere quando parlammo per valutare la collaborazione era già ciò che sei mesi dopo sarebbe andato in passerella. Al primo incontro è scattata subito una grande intesa, con lui che concluse il colloquio con la frase: «Signor Ferretti, la sua ricerca è finita, ha trovato lo stilista giusto». Mi è sembrata in effetti subito la scelta corretta, nell’aria c’era il sentore che qualcosa stava cambiando, ci voleva un messaggio forte. D’altronde la moda è rompere le regole, altrimenti si rischia di diventare noiosi. Le clienti vanno stimolate, convinte con qualcosa di nuovo. Per quanto riguarda le strategie di mercato, come vi muovete? A livello geografico, per diffondere i valori di un brand gli Stati Uniti e l’Europa rimangono fondamentali, mentre per crescere la presenza in Asia è imprescindibile. Al giorno d’oggi, o sei globale, o il rischio che corri diventa molto elevato. Per quanto riguarda il fronte digitale, invece, non considerare l’e-commerce è un grave errore. Stiamo parlando del futuro. Noi, dal canto nostro, siamo contenti che l’e-commerce pesi già per l’8%, con una forte tendenza alla crescita.

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Come valuta il fenomeno degli influencer? Non si può non tenerne conto. Quando lanciamo progetti speciali, con prodotti in esclusiva, magari con un partner forte come Sephora, il feedback che riceviamo è fortissimo. Certo, più che con i blogger tendiamo a collaborare con celebrity a tutto tondo, che oltre al profilo di alto livello abbiano anche un peso ingente sul mondo social. La nostra ultima capsule, concepita e promossa in base a questo presupposto, è andata sold out nel giro di un’ora. Sul fronte retail continua la politica di aperture? Assolutamente sì: a novembre con Alberta Ferretti apriremo a Shanghai e Dubai, mentre per Moschino inaugureremo in primavera due store a Parigi, nonché diversi altri in Cina. Per Pollini, invece, abbiamo appena aperto due monobrand a Roma, in via del Babuino e in via Cola di Rienzo, mentre Philosophy di Lorenzo Serafini è protagonista di un tris di aperture, con nuovi corner a Jedda, alla Rinascente e da Printemps. Ovviamente, tutto ciò comporta che non si trascuri il wholesale, che rimane un’architrave portante del nostro business. Quali sono i profili manageriali indispensabili per essere davvero attrezzati di fronte alle nuove sfide? Il mondo cambia rapidamente e le aziende devono essere pronte. Per consegnare determinate capsule nel giorno stesso della sfilata nei propri negozi bisogna attrezzarsi. La nostra filosofia è di digitalizzare il più possibile i processi, mantenendo al contempo ai più alti livelli il tasso di artigianalità nella produzione, in modo da mantenere intatto il dna del made in Italy. ■

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INTERVIEW

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MARCO PALMIERI

«IL SEGRETO È SAPER VALORIZZARE L’HERITAGE» Dopo il riuscito rilancio di The Bridge il gruppo Piquadro punta ad ampliare ulteriormente gli orizzonti. Arrivato sulla soglia dei 100 milioni di euro, Marco Palmieri spiega a Fashion i suoi nuovi obiettivi 5

DI MARC SONDERMANN

After the relaunch of The Bridge, Piquadro aims at further widening its horizons. Speaking with Fashion, CEO Marco Palmieri explains how he wants to grow the group beyond 100 million euro in turnover.

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uardando avanti, quali sono le traiettorie di crescita del Gruppo? Continueremo a puntare sulla logica che ci ha portato all’acquisto, molto soddisfacente, di The Bridge. Vogliamo andare avanti con le acquisizioni nel mondo premium sofisticato e ben connotato. I valori per noi imprescindibili sono una solida riconoscibilità, una vera brand equity, nonché un autentico brand heritage. L’obiettivo è di integrare ancora uno o due marchi. Siamo orgogliosi del fatto che The Bridge, nel giro di un anno, sia diventata una success story, ancorata al rispetto dei valori storici. A che punto siete con The Bridge? Da un’importante perdita siamo passati a un ebitda positivo, con il fatturato del marchio in crescita a doppia cifra, soprattutto nel retail. Abbiamo completato in pochi mesi il set-up dell’e-commerce sulla base della piattaforma di Piquadro, arrivando a fatturare nel primo anno di attività online circa il 4% dei ricavi complessivi del brand. Abbiamo inoltre im-

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plementato i comprovati meccanismi di comunicazione e installato la dashboard di CRM rodata in precedenza per il brand Piquadro. Avete applicato logiche di reshoring? Assolutamente. Abbiamo riportato in azienda il taglio del pellame: uno step strategico, che consente di sfruttare con precisione la pregiatezza della materia prima, da sempre fiore all’occhiello di The Bridge. Il nostro è un progetto di reindustrializzazione: oggi in Italia bisogna investire nella produzione. Quali sono le prospettive di mercato? Il mondo premium è tornato a essere interessante. Borse con un price point tra i 300 e i 500 euro trovano un ottimo riscontro sul mercato mondiale e sono conciliabili con un concetto razionalizzato di made in Italy. Questo significa non disperdere la propria supply chain tra mille subfornitori sparsi sul territorio, ma concentrarsi su una maggiore complessità operativa, per avere tempi più brevi e una notevole efficienza. Lì c’è spa-

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1. Piquadro in Regent street a Londra 2. Marco Palmieri 3. L’interno della boutique Piquadro a Venezia 4. Una borsa della collezione The Bridge 5. L’advertising di The Bridge per l’autunnoinverno 2017/2018

zio e lo si può fare su scala globale. Ovunque è forte il bisogno di essere più individuali ed è alto l’apprezzamento per marchi di nicchia, con una vera storia alle spalle. Lei da sempre strizza l’occhio a finanza e tecnologia. Quali le ultime iniziative? È di queste settimane un nostro bando di Open Innovation: un processo nato nelle aziende di tecnologia americane, in modo da stimolare l’innovazione disruttiva. Per giungere a concetti innovativi non convenzionali abbiamo messo in palio 100mila euro, destinati ai giovani che sapranno convincerci con idee che colleghino il fashion al luggage. Un altro investimento recente l’ho fatto su Silkfred.com, startup inglese di e-commerce, che si focalizza sugli stilisti indipendenti. È andata bene: a due anni e mezzo dalla partenza il marketplace fattura ormai oltre 25 milioni di euro. ■



INTERVIEW

ANGELA MISSONI

«PER I MIEI 20 ANNI UNIFICO LE SFILATE» Per la figlia di Tai e Rosita, il traguardo di direzione artistica coincide con una serie di novità: dalla sfilata co-ed alla gestione diretta della M Missoni, fino all’espansione digital

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1. La FW 2017 è stata l’ultimo show maschile: con la PE2018 uomo e donna sfilano insieme 2. Angela Missoni in passerella per la prima volta: era il 1997 3. Un look della collezione di esordio di Angela Missoni, datato PE1998

DI ANDREA BIGOZZI

The daughter of Tai and Rosita celebrates his 20-year anniversary at Missoni with a series of new deals: the first co-ed show, the project to take back M Missoni line and the upgrading of digital.

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e è vero che tutto è cominciato nel 1953 quando Tai e Rosita Missoni hanno creato una linea di maglieria, divenuta col tempo un emblema del made in Italy - anche il 1997 è da ricordare per Missoni: 20 anni fa Angela, la minore dei tre figli della coppia, iniziava a disegnare il ready to wear del marchio di base a Sumirago, che ha chiuso il 2016 con 61,3 milioni di euro di fatturato. Ma Angela, nonostante i festeggiamenti durante la fashion week, preferisce spostare i riflettori da sé alle nuove sfide dell’azienda: la prima sfilata co-ed del 23 settembre, la rivoluzione digitale e l’internalizzazione della seconda linea, la M Missoni, a lungo in licenza al Gruppo Valentino.

Angela Missoni

Perché allora non avete sfilato “coed” a giugno, anziché a settembre? È settembre il momento di comunicazione più forte per il settore. Da tempo volevo realizzare una sfilata unica, in grado di comunicare in maniera precisa l’immagine del brand e penso che la fashion week donna sia l’occasione giusta. Certo, la parte di menswear che porteremo in passerella è un flash: siamo stati già in campagna vendita a giugno, così come il 75% degli ordini donna l’abbiamo già fatto con la “pre”.

L’anniversario coincide con un modo di interpretare il calendario, le collezioni, gli eventi... Dopo un periodo di stasi, ora tutto è in divenire e ogni brand si muove in autonomia. Forse dobbiamo cogliere l’occasione di rimettere certi aspetti in discussione, dentro le aziende e fuori. Si riferisce a qualcosa in particolare? Alle date delle sfilate, ad esempio: siamo tutti d’accordo sul fatto che settembre è fuori tempo massimo. La merce che presentiamo alla fashion week resta troppo poco nei negozi a prezzo pieno: continuando così dipenderemo sempre di più dalle pre-collezioni.

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SIAMO FIERI DEL LAVORO SVOLTO: QUALITÀ E RAPPORTO CON LE MAESTRANZE RESTANO PRIORITARI. FEDELI A QUELLO CHE SIAMO: UN’AZIENDA DI FAMIGLIA

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Così non si indebolisce l’uomo? No. Sono convinta che far dialogare di più le due collezioni darà concretezza alla linea maschile. Anche senza sfilata, la campagna vendita uomo si è chiusa a +30% e amplieremo l’offerta: introdurremo la linea mare, che nel womenswear esiste da tempo.

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Intanto M Missoni tornerà a essere gestita in casa, dopo più di 10 anni di licenza... Dall’anno prossimo internalizzeremo la nostra seconda linea. Ci stiamo attrezzando dal punto di vista logistico, individuando una serie di partner con cui sviluppare il progetto. Quali obiettivi avete sul fronte digital? Siamo solo all’inizio. Oggi le nostre vendite online crescono del 50%: dovremo continuare a potenziare questo canale. La crescita futura arriverà solo dall’online? Certo che no. I monomarca Missoni sono tornati a crescere, compreso quello di Parigi, che ha attraversato una fase di sofferenza. Continueremo con gli opening: il prossimo sarà tra pochi mesi a Jacarta. Che voto si dà per questi 20 anni di lavoro? Niente voti, ma sono fiera del lavoro che abbiamo portato avanti. Abbiamo continuato a realizzare prodotti al massimo della qualità, mantenuto vivo il rapporto con le maestranze. Sempre autofinanziandoci e restando quello che siamo: un’azienda di famiglia. ■


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NEWS a cura di ELISABETTA FABBRI

spot news

L’INDUSTRIA ITALIANA DEL WOMENSWEAR

2013

2014

2015

2016

Ricavi

12.170 12.473 12.780 12.950

Valore prod

7.846 7.710

7.671 7.737

Export

7.024 7.354

7.721 7.937

Import

3.677 4.013

4.305 4.280

Variazione % Variazione % Variazione % Variazione %

-1,0 -0,4

2,9

-3,0

Saldo commerciale 3.347

2,5

-1,4

4,7

9,1

3.341

2,5

-0,5 5,0

In London, retailer Matches Fashion was sold by the Chapman family to the private equity company Apax Partners. In Italy UniCredit bank supports fashion supply chain sustainability projects and the Tabaroni family is preparing the relaunch of the womenswear brand Atos Lombardini.

1,3 0,9 2,8

7,3

-0,6

3.416

3.656

MATCHESFASHION.COM PASSA AD APAX PARTNERS La società di private equity Apax Partners si è aggiudicata una quota di maggioranza del retailer Matches Fashion (piattaforma online e cinque negozi fisici), fondato dai coniugi Ruth e Tom Chapman. I termini della transazione non sono stati resi noti, ma voci di mercato parlano di un deal da quasi 840 milioni di euro per la realtà delle vendite online, che nel 2016 ha totalizzato 224 milioni di sterline di ricavi (quasi 250 milioni di euro), in aumento del 61% sull’anno precedente. Ora i Chapman si dichiarano pronti ad accettare nuove sfide, assumendo il ruolo di consulenti.

La sfilata Giorgio Armani a-i 2017/2018

Dati in milioni di euro Fonte: Stime SMI su dati ISTAT, Sita Ricerca e indagini interne

moda femminile italiana

Prada

+3,8% l’export tra gennaio e maggio

tempi più lunghi per la ripresa

Italian womenswear exports recorded a 3.8% growth from January to May 2017, while imports declined by 0.4%. The US demand increased by 4%, China’s imports were flat.

Prada stock slumped at Hong Kong Stock Exchange after H1 results. Revenue and profit fell and management said it could take more time than expected to return to growth.

L’industria italiana dell’abbigliamento femminile conferma la tendenza positiva dell’export, nei primi cinque mesi del 2017: +3,8% a 3,3 miliardi di euro, dopo un 2016 in cui le vendite all’estero avevano mostrato un rallentamento (+2,8%, dal +5% del 2015). In base a un’analisi di Smi-Sistema Moda Italia l’import totalizza invece 1,8 miliardi di euro, in calo dello 0,4% (-0,6% nell’intero 2016). La Francia, primo mercato per il nostro womenswear con una quota dell’11% sul totale, segna un +1,1%, mentre la Germania, che rappresenta il 10,3% dell’export, ha importato il 2,3% in più. Gli Usa continuano a performare bene nonostante la chiusura dei grandi magazzini: sono il terzo partner con una quota del 7,9% sul totale export hanno aumentqto gli acquisti del 4,1%. Hong Kong, che copre il 7%, registra un -0,7%. A passo spedito Svizzera (+8%), nostra base logistica, UK (+7,4%) Spagna (+7,3%) e Russia (+7,5%). Cresce un po’ meno il Giappone (+2,8%), delude la Cina (+0,1%) e la Corea del Sud - seppure al 15esimo posto tra i buyer - spicca per il +22,9%. Da un esame per linea di prodotto, si va dal +6,2% della maglieria al +5,5% della camiceria, mentre il vestiario donna ha realizzato un +2,6%.

Nel semestre terminato il 31 luglio il Gruppo Prada ha totalizzato 1,47 milioni di fatturato, in calo del 5,5%, dopo il -11% dell’analogo semestre 2016. L’ebitda è diminuito a 279,6 milioni (-15%, dal -25% di un anno prima). Il margine lordo è invece passato dal 72,2% al 74,1%, per effetto della «migliore qualità dei ricavi». L’ebit è sceso a 166,8 milioni (-22%) e l’utile è diminuito a 116 milioni (-18%). «Il lavoro di complessa ristrutturazione di tutti i processi operativi - ha commentato il ceo Patrizio Bertelli - prosegue efficacemente ma non può dirsi ancora concluso». Consapevole che «le azioni impostate stanno richiedendo tempi più lunghi del previsto per produrre gli effetti desiderati», Bertelli ha parlato di un andamento positivo dell’abbigliamento, «in crescita da più stagioni», e della pelletteria, «che ha avuto un ottimo riscontro ovunque». In più ha annunciato il lancio dell’e-commerce in tutti i mercati, Cina compresa. Alla pubblicazione della semestrale il titolo Prada è stato colpito dalle vendite alla Borsa di Hong Kong. I competitor del gruppo milanese hanno mostrato performance ben diverse a metà anno: al di là del record di Gucci (+45%), Ysl ha segnato un +29,7%, Hermès un +11% e la divisone moda di Lvmh un +17%.

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UNICREDIT FINANZIA LA MODA SOSTENIBILE UniCredit Banca lancia il progetto Funding Sustainability: un finanziamento dedicato ai fornitori degli associati alla Camera Nazionale della Moda Italiana. Potranno accedervi le aziende con meno di 250 dipendenti, che presenteranno progetti per diminuire l’impatto sull’ambiente o migliorare le condizioni di lavoro dei dipendenti all’interno delle fabbriche. Tutte le richieste saranno valutate insieme a Camera Moda e il limite massimo previsto per la restituzione del prestito è 120 mesi. La dotazione iniziale del progetto Funding Sustainability è di 30 milioni di euro, messi a disposizione da UniCredit attraverso fondi della Bei-Banca Europea degli Investimenti.

I TABARONI PRONTI AL RILANCIO DI ATOS LOMBARDINI Il marchio d’abbigliamento donna Atos Lombardini è stato acquisito da D’Avant Garde Tricot S.r.l., azienda carpigiana della famiglia Tabaroni, cui fa capo anche il brand Tabaroni Cashmere. Superato il punto critico del fallimento (dichiarato a fine 2016), la continuità del brand è garantita dall’integrazione del team stilistico preesistente, con l’ufficio stile a Bologna sotto la direzione creativa della famiglia fondatrice Lombardini. Gli obiettivi della nuova gestione per il prossimo biennio sono il consolidamento in Italia, l’espansione in Europa, nel Middle e Far East e investimenti sul digitale.



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MILAN FASHION WEEK

Intervista/ Nicola Brognano Iceberg 1974

Nicola va veloce La prima sfilata a Milano Moda Donna è una prova del nove per il giovane designer lanciato da Who Is On Next. Che in testa ha già come vorrebbe il suo domani. «Per il successo? Ci vuole un team giusto come il mio»

Per il ritorno a Milano un party con Lucky blue

1. Nicola Brognano, milanese d’adozione, è nato a Roccella Jonica 2. Un look della Pre SS 2018

pagine di Andrea bigozzi

For his first presence in Milan, the Iceberg’s creative director James Long will organize a party with Lucky Blu Smith instead of a traditional fashion show.

The road to fame and fortune of Nicola Brognano according to himself. The young designer, produced by L-Lab and sold by Riccardo Grassi, is ready for his first catwalk.

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acilmente non è un avverbio oggi in auge nel mondo della moda, specie se applicato a un giovane talento. Ma per Nicola Brognano, 27 anni, le cose stanno filando lisce come l’olio. Diplomatosi all’Istituto Marangoni, inizia la carriera volando a Parigi alla corte di Giambattista Valli «Preso il diploma a luglio, a settembre ero già lavoravo in atelier», racconta il designer. Da quel momento tutto avviene alla velocità della luce: un passaggio da Dolce&Gabbana, il lancio nel 2015 del marchio Brognano, la vittoria a Who is On Next? nel 2016. La sua moda tra couture e street style lo porta diritto a Milano Moda Donna, dove lo attende la prima sfilata. Tutto è stato facile come sembra? Assolutamente no, c’è voluta molta determinazione. Però per molti aspetti sono stato fortunato. Ho trovato da subito le persone giuste per far partire il mio marchio, a cominciare da L-Lab, che mi produce dalla prima stagione. Ora è entrato a far parte della squadra anche Riccardo Grassi: essere rappresentato commercialmente da una delle showroom più importanti al mondo ha dato ottimi risultati. Alla prima campagna vendita ho visto subito aprirsi nuovi mercati internazionali. Il suo è già un marchio globale? Siamo solo agli inizi, è ancora presto usare per certe parole. Ma vogliamo diventarlo.

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Abbiamo circa 40 clienti nel mondo tra cui Penelope, Le Bon Marché, I.T, ma con la pre SS18 sono arrivati ordini da mercati inediti come la Russia. Contiamo che la sfilata porti del new business.

A proposito di show, anche con il calendario è stato fortunato: ha una collocazione da far invidia a un big. È vero: sfilo il venerdì alle 16, uno slot pazzesco e per questo devo dire grazie alla Camera, che ha dimostrato di stare realmente al fianco dei giovani designer. Che cosa vedremo in pedana? Prevediamo 35/40. Ci siamo concentrati su i nostri punti forti, gli abiti. Ma sarà una collezione completa, che gioca tra maschile e femminile, con tante camicie e pantaloni, che stiamo vendendo bene. Ora che la sfilata è realtà, qual è il nuovo sogno di Nicola Brogano? Tanti. Più di tutto vorrei che il brand crescesse in maniera stabile, senza perdere l’aspetto moderno per cui si sta facendo apprezzare. Mi piacerebbe vedere presto una linea di calzature o di borse, ma sen■ za troppa fretta.

Dopo un paio di stagioni di assenza il nome di Iceberg torna a comparire nel calendario di Milano Moda Donna. Ma il marchio di casa Gilmar non sarà presente con una sfilata come ci aveva abituato per decenni, ma con un party (sabato 23 settembre) in cui sarà presentata oltre alla collezione uomo e donna primavera-estate 2018 della griffe anche la nuova campagna pubblicitaria internazionale. Questa la formula è stata scelta dal direttore creativo James Long con l’intenzione di sottolineare il legame con il mondo della musica e il carattere playfull del brand. «Siamo convinti - spiega il designer inglese, che da un anno ha aggiunto alla responsabilità del menswear anche quella della linea donna - che per


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1. Un look della collezione SS18 che sarà presentata a Milano con un party 2. All’evento è atteso Lucky Blue Smith protagonista della campagna FW17 della griffe

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raccontare l’energia di Iceberg una festa sia molto più indicata di una sfilata tradizionale». Alla serata in programma al Padiglione Visconti in via Tortona saranno presenti anche il modello super-star Lucky Blue Smith e sua sorella Pyper America, entrambi testimonial del brand. Per Iceberg si tratta di un vero e proprio cambio di marcia, che oltre a diverse novità sul prodotto porterà anche a un cambio di logo. La scritta Iceberg since 1974, infatti, sta piano piano prendendo il posto il classico Iceberg, ma il cambio definitivo (etichette incluse) è previsto a partire dalla fallwinter 2018/2019.

osservati speciali

tra debutti e anniversari c’è fermento tra i designer With so many changes in top designers at the helm of Italian fashion houses that celebrate their anniversary Milan Fashion Week breaths new energy. PAUL SURRIDGE @ Roberto Cavalli Il 22 settembre salirà in passerella la prima collezione del nuovo corso di Roberto Cavalli, firmata da Paul Surridge. Per il debutto lo stilista, ex direttore creativo di Z Zegna, ha scelto di sfilare al Parco Sempione, davanti a un pubblico super ristretto.

LUCIE E LUKE MEIER @ Jil Sander Tra le sfilate co-ed in calendario, c’è anche quella di Jil Sander, che vedrà l’esordio Lucie e Luke Meier come nuovi direttori creativi. Far sfilare uomo e donna insieme non è l’unica novità introdotta dalla coppia. Anche la location cambia: City Life - Galleria Castelli Ferrieri invece della showroom di piazza Castello.

ANNA GIMENO @ The Gigi Dopo due collezioni test, la linea donna di The Gigi è ormai matura e pronta ad essere presentata in grande stile e stampa e buyer. A portare avanti il progetto è Anna Gimeno Brigada, fashion coordinator del marchio. Catalana, ha lavorato per 15 anni con Dries van Noten.

green carpet talent competition

il titolo di stilista più green conteso tra cinque finalisti Matea Benedetti, Calcaterra, Leo Studio Design, Tiziano Guardini and CO|TE are the five finalists of the Green Carpet Talent Competition. Matea Benedetti, Calcaterra, Co|Te, Leo Studio Design e Tiziano Guardini sono loro i cinque finalisti della Green Carpet Talent Competition, il contest creato dalla Eco Age di Livia Firth in collaborazione con la Camera Nazionale della Moda. Ognuno di questi designer ha presentato un look sostenibile e artigianale, che rispecchiasse appieno il proprio stile e il 24 settembre al Teatro alla Scala verrà scelto il nome del brand a cui sarà assegnato il Franca Sozzani GCC Award For Best Emerging Designer of the Year. Il vincitore si garantirà l’occasione di partecipare alla Settimana della Moda di Milano a febbraio 2018 e un’esclusiva retail partnership con il colosso degli outlet Value Retail, proprietario di Fidenza Village (nella foto, i cinque finalisti con Desirée Bollier, ceo di Value Retail).

MANUEL FACCHINI @ Manuel Facchini Sarà una fashion week calda per Manuel Facchini, che questa stagione avrà un doppio impegno a Milano: la sfilata di Byblos, di cui è direttore creativo, e la presentazione della linea che porta il suo nome, che da questa stagione lascia Londra per il capoluogo lombardo.

IZUMI OGINO @ Anteprima Izumi Ogino ha deciso si “anticipare” di qualche mese le celebrazioni previste per il 2018, anno in cui ricorre il venticinquesimo anniversario della sua creatura, Anteprima. Già a partire da questa edizione della fashion week, quindi, via libera a capsule collection e special project.

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MILAN FASHION WEEK A CURA DI ANDREA BIGOZZI

NUOVI SPAZI PER LE PASSERELLE

LA LOCATION DÀ SPETTACOLO Ph. Maurizio Montagna

Many new locations for the fashion shows: Antonio Marras unveils his collection at Teatro Lirico, still under costruction, and Jil Sander chooses an in progress area of Citylife. Parco Sempione is the venue for the Cavalli show. Parchi, teatri ancora in cantiere, nuovi angoli di Milano. Sono alcune delle novità per quanto riguarda le location scelte per le sfilate. Nel tentativo di calamitare l’attenzione degli addetti ai lavori, ad ogni stagione si scatena la caccia alle location più insolite. Anche a questa edizione non mancano le sorprese. Antonio Marras, che in passato aveva ottenuto l’utilizzo di un parcheggio per uno dei suoi show, questa volta sfilerà al Teatro Lirico, ancor in fase di restauro (foto). La sfilata nel cantiere fa parte dell’esperimento, promosso della Fondazione Gianfranco Dioguardi, di rendere partecipe il pubblico dei lavori che presto restituiranno alla città il teatro dopo 20 anni di chiusiura. Anche Jil Sander per il défilé ha scelto una location “in progress”: si tratta della galleria di ingresso del CityLife Shopping District, che aprirà il 30 novembre nell’area dell’ex fiera. Tra le mete più interessanti del tour c’è lo show di Roberto Cavalli, che ha scelto un angolo nascosto del Parco Sempione. Bottega Veneta, dopo la parentesi all’Accademia di Brera non tornerà a sfilare nella sede di via Ripamonti. Questa volta prenderà possesso del mitico collegio delle educande in via Passione. Ferragamo resta di casa a Palazzo Mezzanotte, con delle novità, a cominciare dalla facciata del Borsa, illuminata da un video mapping curato dal Light Designer Ingo Maurer.

IN AGENDA

FASHION WEEK VUOL DIRE PARTY E BUSINESS EVENT Riccardo Tisci with Vogue at Spazio Farini, designers from Shenzhen at Palazzo Clerici, aere-store.com’s shop in via Lanzone and the new Bally showroom in viale Piave.

IL NEW BEGINNING DI TISCI CON VOGUE Riccardo Tisci è il direttore creativo di “The New Beginning”, show previsto il 22 settembre allo Scalo Farini, per celebrare il nuovo Vogue Italia by Emanuele Farneti. Tema ispiratore dell’evento, la Divina Commedia.

SHENZHEN TORNA ALLA RIBALTA A un anno dal debutto dei creativi di Shenzhen alla fashion week si rafforza il sodalizio tra la città cinese e Milano. Il 25 settembre a Palazzo Clerici sfilano Ellassay, La Pargay, Xiehaiping e Ming Yuehe. Sempre il 25 vengono annunciati nuovi progetti nei settori moda e design.

AERE-STORE.COM, DAL WEB ALLE 5VIE ECCO CHI SFILA FUORI CALENDARIO

IL LATO OFF DI MILANO Elisabetta Franchi and Philosophy by Lorenzo Serafini have left the MFW calendar. Il calendario di Milano Moda Donna ha portato molti malumori tra gli stilisti, che in alcuni casi hanno scelto di uscire dalla schedule di Camera Moda. È il caso di Elisabetta Franchi (foto) che dopo lunghe riflessioni ha scelto di sfilare “off” il 22 sera, a seguito di «ripetute divergenze relative all’orario». Anche Philosophy di Lorenzo Serafini sfilerà fuori dallo schedule ufficiale il 23 settembre alle 13 (anziché alle 19) sovrapponendosi a Simonetta Ravizza, che ha bollando certi spostamenti come “contrari allo spirito associativo”. A far parte dei marchi “off”, ma senza polemica, c’è Roccobarocco che salirà in pedana il 24 settembre.

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Aere-store.com, e-shop di lusso fondato da Azhar Safinova (nella foto), apre il 23 settembre il primo negozio su strada: 40 metri quadri in via Lanzone 7, nel cuore del quartiere delle 5Vie.

BALLY INAUGURA I NUOVI HEADQUARTERS Il 23 settembre a Milano Bally non presenterà solo le collezioni uomo e donna SS2018, ma anche i nuovi headquarters di Viale Piave 42. Lo spazio è quello dell’ex cinema Diana, lasciato libero da Gucci da poche stagioni. I 3mila metri quadrati dell’immobile ospiteranno showroom e uffici.



MILAN FASHION WEEK

WHITE MILANO

Nuove sfide XL With one day more than usual, more brands (532, +6,4%), new locations, Efisio Rocco Marras as a special guest and Ssheena’s show in piazza Duomo, White Milano is back from 22nd to 25th September. Anche White Milano diventa extralarge. Inserita nel format Milano XL-La festa della creatività italiana, voluto dal Mise, la rassegna estende la durata di un giorno, spalmandosi dal dal 22 al 25 settembre e presentando 532 marchi (+6,4%, 368 italiani e 164 esteri) per un pubblico di buyer da più di 20 Paesi. Altre novità sono la presenza come special designer di Efisio Rocco Marras, neo direttore creativo di I’M Isola Marras, e la sfilata inserita nel calendario di Milano Moda Donna di Ssheena, «protagonista il 25 settembre di un urban catwalk - anticipa Massimiliano Bizzi, patron della manifestazione - che sarà aperto al pubblico e che da Palazzo Reale si snoderà in piazza Duomo, mettendo in connessione tre asset: White, la città di Milano e il fashion system». Dietro Ssheena c’è Sabrina Mandelli,

Un modello di Ssheena: il marchio, inserito nel calendario di Milano Moda Donna, sfila alle 12.30 del 25 settembre in piazza Duomo, partendo dallo Scalone dell’Arengario

fondatrice nel 2015 di questo brand e vincitrice ai Time Award 2016, grazie a una rilettura originale dello sportswear. Tornando ai dati salienti del salone, la superficie si amplia a 20.500 metri quadrati (+2,5% sul 2016), grazie anche a nuove location che si aggiungono al Superstudiopiù di via Tortona 27, all’ex Ansaldo di Tortona 54 e all’Hotel Nhow di Tortona 35. Tortona 31, sede italiana di archiproducts.com (portale di prodotti per l’architettura e il design), diventa una showroom per le creazioni dei giovani designer e uno spazio dove i compratori possono incontrare consulenti per gli arredi del punto vendita. Grazie a una partnership con la development company londinese Mastered è presente anche una selezione di fashion brand esteri. La Camera Italiana Buyer Moda mette invece a disposizione la propria sede per ospitare la capsule “Walking Life”, realizzata da Efisio Rocco Marras. Ma dove va il contemporary, fulcro di White Milano, secondo Massimiliano Bizzi? «È un settore che ha ancora tutte le sue carte da giocare risponde - soprattutto all’estero, dove è più che mai apprezzata la cultura italiana delle piccole e medie imprese». (a.b.)

SUPER

Selezione è la parola chiave Super, at The Mall in Porta Nuova from 23rd to 25th September, has selection as its keyword, with 144 brands on show (more than 70 from foreign countries). Ricerca, selezione, emergenti. Queste, secondo Agostino Poletto (vice-direttore generale di Pitti Immagine), le parole chiave di Super: il salone da 144 marchi - oltre 70 dall’estero - conferma come sede The Mall in Porta Nuova e punta su collezioni iperselezionate per l’edizione del 23-25 settembre. Poletto cita diverse novità: «La sinergia con la Lagos Fashion & Design Week, che porta alla ribalta nomi come Aaks, Gozel Green, Grey e Loza Maleombho, i tre progetti di creatività sostenibile Bookrah, Okhtein e Jo!, tutti basati in Medio Oriente e presenti grazie all’intesa con Unido, agenzia delle Nazioni Unite, lo sguardo sull’Est Europa attraverso More Dash: Eye on the East insieme a Daria Shapovalova, i Super Talents. Countries to Watch in tandem con Vogue Talents». L’elenco continua con varie partecipazioni, dal designer Olivier Bernoux, presente in fiera con un’installazione, alla presentazione della collezione di L.A L.A Tex cui ha contribuito Alessandro Squarzi, fino alla presenza di Kartell con le capsule firmate da N°21 e Paula Cademartori. «Il nostro obiettivo - conclude Poletto - è confermare i numeri dell’ultima edizione, a quota circa 5.100 buyer di cui quasi il 20% da oltreconfine, grazie anche al supporto di Mise e Agenzia Ice. In cima alle priorità c’è sempre la qualità delle presenze». (a.b.)

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l.a l.a tex, il nuovo brand di Cit e Alessandro Squarzi, che viene lanciato a Super


THEONEMILANO

giovani e black tie al centro della scena Scheduled from 22nd to 25th September at Fieramilanocity, TheOneMilano launches a project to support young talents and the Black Tie section, focused on evening an cocktail dresses. Alla sua seconda edizione dal 22 al 25 settembre a Fieramilanocity, TheOneMilano non si fossilizza sulla stagionalità: «Saranno presenti, oltre alle proposte per la primavera-estate 2018, capsule collection che superano la temporalità» dicono gli organizzatori, indicando tra le novità N1 (Nice One): in partnership con Cna Federmoda Sara Pavan premiata da Laura e Federazione Moda Italia Lusuardi di Max Mara durante viene creata un’area che Rmi-Ricerca Moda Innovazione mette sotto i riflettori i sei vincitori dell’ultima edizione del concorso Rmi-Ricerca Moda Innovazione, lanciato 26 anni fa da Cna: Federica Peternelj, Sara Pavan, Giorgia Mura, Karim Daoudi, Mirella Piria e Federica Polli. Il progetto proseguirà nel 2018, quando sei aziende che si candideranno a realizzare una limited edition firmata da questi ragazzi presenteranno il risultato del lavoro congiunto, con il supporto di marketing e comunicazione della manifestazione. Terzo step sarà l’autunno 2018, quando entreranno in gioco i negozi associati a Federazione Moda Italia, che allestiranno una serie di trunk show con i capi al centro dell’iniziativa, usufruendo per pubblicizzarli anche i canali social di TheOneMilano. Tornando all’appuntamento di settembre 2017, da segnalare il debutto di Black Tie, area in cui si presentano nomi come Antonio Riva Milano, Maison Luigi Borbone, Catherine Deane e altri, specializzati in abiti da ballo, da festa, da cocktail e da sera, in bilico tra prêt-à-porter e haute couture. (a.b.)

LINEAPELLE

lo Spazio È sold out The leather fair Lineapelle is under the spotlight from 4th to 6th October at Fiera Milano, with 1,200 exhibitors from 46 countries. Sono 1.200 da 46 nazioni gli espositori di Lineapelle, dal 4 al 6 ottobre negli spazi di Fiera Milano Rho. Gli organizzatori di Unic (Unione Nazionale Industria Conciaria), che ad aprile si è ripresa l’intero assetto societario della rassegna, sono fiduciosi: a fine agosto lo spazio espositivo era già sold out, con lo zoccolo duro delle imprese conciarie in prima linea. Sul piano congiunturale prevale un moderato ottimismo: nei primi mesi del 2017 il giro d’affari degli exhibitor italiani è cresciuto del 2%, con un valore intorno ai 7 miliardi di euro, incentivato dalle esportazioni. (a.b.)

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footwear fairs

the micam

la super fashion week parte da qui The Micam dà il via alla super settimana della moda, all’insegna dell’apertura alle griffe e alla città, con più big nella Fashion Square e le foto di Giovanni Gastel nel Quadrilatero. Dal settore arrivano timidi segnali di ripresa di Alessandra bigotta

Scheduled from 17th to 20th September at Fieramilano Rho, The Micam kicks off the Milanese super-fashion week, strengthening its designers’ area.

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n dialogo più intenso e interattivo tra sono riuscite a limitare a un -1,9% in voluil salone, la moda e la città durante la me la flessione dei livelli produttivi, conso“super-fashion week” di fine settembre è il lidando in parallelo, con un +2,6% a quota mantra che scandisce l’84esima edizione 8,9 miliardi di euro, le vendite oltreconfine di The Micam, il salone della calzatura di e segnando un +1,3% nell'attivo del saldo Rho-Pero, in programma dal 17 al 20 setcommerciale. La Russia ha sorpreso tuttembre in concomitanza di date e di luogo ti, con un balzo del 13% in volume, ma la con il Mipel (vedi articolo a pagina 30). numero uno di Assocalzaturifici, Annalisa Con l’ultima giornata che si sovrappone Pilotti, smorza gli entusiasmi. «Il recupero all’inizio di Milano Moda Donna, The è significativo - dice - ma non dobbiamo Micam rafforza anche la Fashion Square dimenticare che siamo ancora sotto i livelli interna alla rassegna, varata sei di quattro anni fa». A proposito mesi fa: uno spazio in cui è condi Russia, l’imprenditrice non si la fashion fermata la presenza di big come stanca di esprimere la propria square del Fendi, Salvatore Ferragamo, opposizione alle sanzioni introsalone si Gucci, Prada e Tod's e che acdotte dall’Ue nei confronti del rafforza con coglie tra le new entry Giorgio new entry del Armani, Jimmy Choo, Sergio calibro di armani Rossi ed Ermenegildo Zegna. e altri

The Micam trova un'estensione allo Soazio Borgonuovo, con un evento dal 15 al 30 settembre: una mostra fotografica di Giovanni Gastel sull’appeal della calzatura, immortalata sotto angolature inusuali. Il settore si lascia alle spalle un 2016 in chiaroscuro, in cui la domanda interna non è ripartita, pur avendo alle spalle ben otto anni di cali, ma si sono avvertiti spiragli di luce: le aziende

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Paese, recentemente rinnovate, così come esprime rammarico per la storia infinita relativa al made in e all’etichettatura obbligatoria. Ma ci sono anche belle novità: dal +5% in valore (e +2% in quantità) nelle esportazioni dei calzaturifici italiani nel primo trimestre, con l’ex Urss ancora in pole position, a un recupero di quasi l’1% in quantità e +0,2% in valore dei consumi interni. Poca cosa, forse, ma è il primo segno più dopo un lunghissimo periodo di cali. Si spera sia l’inizio di ■ una vera inversione di tendenza.

gallery shoes

il debutto convince 9,200 European professional buyers attended the first edition of Gallery Shoes in Düsseldorf. Possono ritenersi soddisfatti, i responsabili di Igedo Company, che colmando il vuoto lasciato a Düsseldorf dallo storico salone Gds, hanno dato vita a Gallery Shoes, la cui prima edizione si è chiusa il 29 agosto alla presenza di 9.200 buyer europei da 16 Paesi e più di 500 brand, tra cui Pura Lopez, Calvin Klein e Skechers.«In soli sei mesi abbiamo lavorato sodo, ma il debutto è stato soddisfacente. Puntiamo a coinvolgere ancora più compratori, soprattutto dal Nord Europa» ha commentato Ulrike Kähler, project director di questa rassegna e di Gallery, fiera già rodata che si è svolta nelle stesse date.

A VIGEVANO

Una vetrina per le calzature “A shopwindow for shoes” exhibition is on stage till 30th September, inside the Sforzesco Castle in Vigevano. Resta aperta fino al 30 dicembre al Castello Sforzesco di Vigevano la mostra Una vetrina per le calzature, che seguendo il fil rouge dell’Esposizione delle Calzature di Vigevano, antenata di The Micam, traccia un excursus dagli anni Trenta a oggi, spaziando alla moda all’economia e alle evoluzioni sociali. L’esposizione è organizzata da Officina insieme al Comune cittadino, al Museo della Calzatura e ad Assocalzaturifici, The Micam, Assomac, Regione Lombardia, la rivista Artsutoria e diverse realtà del territorio, tra enti e fondazioni.


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leatherware fairs

MIPEL THE BAGSHOW

IL SAPER FARE CONTA LO SCOUTING ANCHE Nuove sfide in vista per Mipel The Bagshow. Intanto iniziative come Scenario e The Glamourous puntano sullo scouting insieme ai buyer come fattore chiave di rinnovamento della pelletteria

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Imemoi

di Alessandra Bigotta

New challenges in sight for Mipel The Bagshow, under the spotlight until September 20th at Fiera Milano Rho. Quality is as important as internationalization and scouting, in synergy with top buyers.

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A

ria nuova al Mipel: la quattro giorni della pelletteria, di scena a Fiera Milano Rho fino al 20 settembre (in concomitanza con The Micam), rafforza la squadra di vertice con un nuovo direttore, Danny D’Alessandro, che viene anche promosso da vice direttore generale ad a.d. di Aimpes Servizi, società che gestisce la segreteria organizzativa del salone. D’Alessandro affianca Riccardo Braccialini, numero uno di Aimpes, e Roberto Briccola, presidente di Mipel, per traghettare il salone verso il futuro. Le priorità sono più internazionalizzazione, più sinergie con il mondo imprenditoriale e le istituzioni e anche più digitale, «evitando però la spersonalizzazione, grosso rischio di Internet - dice D’Alessandro -. Vogliamo tornare tra la nostra gente, i pellettieri, rimboccandoci le maniche e aiutando gli imprenditori a sollevare scatoloni di problemi». Come ribadisce Riccardo Braccialini, la base è buona: «Il saper fare è la nostra forza, ma dobbiamo fare di più anche a livello di formazione e tutela della legalità». Gli fa eco Roberto Briccola: «Non dimentichiamo che Mipel è numero uno al mondo nel suo ambito, in un Paese-faro per i prodotti pellettieri di qualità». Qualche dato sul comparto in Italia: circa 4.800 aziende, un fatturato intorno ai 7 miliardi di cui ben 6,5 tramite l’export, un saldo commerciale di quasi 4 miliardi. Intanto la rassegna presenta tra i suoi punti di forza Scenario, palcoscenico delle aziende più innovative messo a punto con Camera Moda, nel cui contesto quattro buyer internazionali segnalano altrettanti designer del nostro Paese: Galeries Lafayette Dubai punta su Manurina, Hp France su Maria

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Corti Milano

Lamanna, Lotte su Ninael e Metrocity su Annalisa Caricato. Un’impostazione analoga contraddistingue The Glamourous: patrocinato dalla Camera Italiana Buyer Moda-The Best Shops, coinvolge quattro top retailer italiani nella scelta di nomi su cui scommettere. Mario Dell’Oglio, titolare di Dell’Oglio a Palermo, non ha dubbi su Majo «per i suoi contenuti di artigianalità e made in Italy»; Giuseppe Nugnes di Nugnes 1920 di Trani segnala Imemoi, «di cui ho apprezzato la rivisitazione dei pezzi del passato in chiave pop, la perfezione nella sovrapposizione dei pellami e l’uso del colore»; Claudio Betti di Spinnaker in Liguria

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I buyer coinvolti in The Glamourous: 1. Beppe Nugnes di Nugnes 1920 a Trani 2. Claudio Betti (a destra, con Alessandro e Lorenza Betti) di Spinnaker in Liguria e a Forte dei Marmi 3. Mario Dell’Oglio di Dell’Oglio a Palermo 4. Gianni Venturini di Luisa Boutique a Rimini

e a Forte dei Marmi indica Arnoldo Battois, «sintesi tra innovazione, leggerezza, dinamismo e trend»; Giovanni Venturini di Luisa Boutique a Rimini, premia Corti Milano, «borse di taglio classico abbinate a stampe, colori e dettagli azzeccati, come le borchie». Ancora i compratori sotto i riflettori del contest The Icons: in base alle loro scelte, quattro prodotti esposti nella Trend Area della kermesse riceveranno un riconoscimento. L’immagine del salone si lega stavolta ai colori e all’arte di Andy Warhol. A lui viene dedicata anche una mostra dal 19 settembre al 19 ottobre alle Stelline, che tra le opere ■ presenta la celebre The Last Supper.

una nuova pubblicazione di fashion

tutto sugli accessori

ANNO 48 - SUPPLEMENTO AL N° 10 di FASHION DEL 19.09.2017

ACCESSORIES

Il magazine di news, business e trend

Fashion’s new hot ticket is a publication about bags and shoes. Una pubblicazione in formato tascabile, interamente dedicata a borse e scarpe è la novità di Fashion durante la super fashion week. Distribuita nei luoghi nevralgici della settimana della moda, oltre che nei nostri circuiti abituali, affronta i due settori a tutto tondo: il mercato, le testimonianze di negozianti e titolari di showroom, un’ampia carrellata sui trend della primavera-estate 2018 e, non ultime, tante interviste ai protagonisti.

MILAN'S NOVELTIES FOR SPRING 2018 Foto: Giovanni Gastel

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beyond milan

paris fashion week

dior e saint laurent aprono le danze Due super-griffe in apertura della fashion week di Parigi, che il 26 settembre manda in pedana Dior e Yves Saint Laurent. Attesa per la prova di Clare Waight Keller da Givenchy. Da oltreoceano arrivano Lacoste e Altuzarra di Alessandra bigotta

Dior on the first day (when also Yves Saint Laurent is on schedule) and the new deal of Givenchy are two highlights of the upcoming Paris Fashion Week. ossia la tendenza dei marchi che in genere sfilano a New York ad attraversare l’oceano per mettersi in luce nella capitale francese, che intorno al proprio dna votato al lusso “senza se e senza ma” ha creato nelle ultime stagioni uno scenario più variegato, con la presenza tra gli altri a gennaio e febbraio di Rodarte, Proenza Schouler, A$ap e Fenty Puma disegnata da Rihanna: stavol-

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settembre salgono in pedana i brand a stelle e strisce Rick Owens e Off-White di Virgil Abloh. La giornata è scandita anche dai défilé di Chloé, Balmain, Paco Rabanne e Carven. Il 29 si comincia con Loewe e si chiude con Yohji Yamamoto. Sotto i riflettori, tra gli altri, Ungaro, che scommette sul neo-direttore creativo Marco Colagrossi. Tra i protagonisti del 30 settembre spiccano Junya Watanabe, Haider Ackermann, Mugler, Vivienne Westwood e un altro transfuga da New York, Altuzarra. Il primo ottobre inizia con Givenchy e la sfilata coed che suggella la direzione creativa di Clare Waight Keller - anticipata da una campagna affidata a Steven Meisel -, per poi passare a Balenciaga, Céline, Valentino e John Galliano. Il giorno successivo si alternano Stella McCartney, Sacai, Giambattista Valli, Hermès e Alexander McQueen. Battute finali il 3 ottobre con Chanel - reduce da un fiscal year non brillante -, Moncler Gamme Rouge, Miu Miu, Thom Browne e Louis ■ Vuitton. a parigi e marrakech

i nuovi musei su yves senza pierre

Pierre Bergé, who recently died, won’t be able to see the new museums about Yves Saint Laurent. 4

1. Dior apre la kermesse per la prima volta, insieme a Yves Saint Laurent 2. La campagna teaser in occasione del debutto in pedana di Clare Waight Keller per Givenchy 3. Un modello di Altuzarra 4. Olivier Lapidus, la nuova scommessa di Lanvin

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entre si rincorrono indita, tuttavia, la popstar prestata al screzioni e smentite da fashion design è andata controintorno al dna incentrato parte di Lvmh su un possibile corrente, scegliendo di tornare a sul lusso, parigi passaggio di Pietro Beccari sfilare negli States. Non sorprensta forgiando dai vertici di Fendi a quelli di de quindi trovare Lacoste, veteun’identitÀ piÙ Dior, la maison francese è prorano delle passerelle newyorkesi sfaccettata, che tagonista di un testa a testa con al suo 85esimo anniversario, nel piace ai brand lo show co-ed di Yves Saint calendario parigino il 27 setamericani Laurent martedì 26 settemtembre accanto a griffe come bre, prima giornata della Paris Kenzo e Lanvin, che per il post Fashion Week, che decide di Bouchra Jarrar gioca la carta aprire senza indugi con due super-griffe. Il Olivier Lapidus, figlio dell’iconico stilista calendario rispecchia un fenomeno che si era Ted e sostenitore del digitale. Sempre il 27, in parte evidenziato già durante le settimane Guy Laroche svela il sodalizio con il nuodella moda maschile e dell’haute couture, vo direttore artistico Richard René. Il 28

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Dopo la morte di Pierre Bergé, assume una valenza particolare l’evento del 3 ottobre a Parigi, quando nell’Hôtel Particulier parigino di avenue Marceau 5 - dove Yves Saint Laurent ha lavorato per 30 anni - aprirà un museo a lui dedicato. Il 19 ottobre sarà la volta di un altro museo, a Marrakech nei pressi dei giardini Majorelle, cari al designer e al suo inseparabile socio e compagno. (a.b.) © Patrick Demarchelier

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BuyerS SURVEY

VENDITE woMENSWEAR primavera-estate 2017

la stagione calda del vestito

I dettaglianti italiani chiudono una stagione in linea con l’estate 2016 e che ha premiato chi ha scommesso sulla categoria “abito”. Online invece le vendite si concentrano ormai su T-shirt e accessori, il che fa capire le crescenti difficoltà nell’organizzare gli assortimenti e il portafoglio marchi, spesso razionalizzato più che ampliato di ElisabettA fabbri

Italian retailers close a summer womenswear shopping season in line with one year ago, which has rewarded those who bet on the “dress” category. Online sales were instead focused on T-shirts and accessories: a factor that explains the increasing difficulties in organizing assortment and brand portfolio, which is becoming more rationalized than widened.

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L’abito è stato il best seller dell’estate 2017 (nella foto, le proposte di Stefania Mode, a Trapani)

l ritorno in auge del mix merceologico? negli dell’abito - la ca- acquisti noi Azzeccare il best seltegoria merceologica dettaglianti ler, infatti, è un’operapiù venduta in Italia dobbiamo zione sempre più comdell’estate 2017 - non essere plicata, perché a volte è bastato per determi- sempre più si afferma la proposta nare una netta ripresa chirurgici griffata meno scontadei consumi di abbita, altre volte quella gliamento femminile ma, con il particolarmente originale ma dal contributo di borse, scarpe e T- marchio poco noto (magari scoshirt, ha fatto chiudere il bilan- vato dopo lunghe ricerche, anche cio della stagione in pareggio. all’estero), oppure quella che è Lo dichiara quasi la metà dei stata commissionata al piccolo dettaglianti italiani che hanno artigiano di fiducia. «Dobbiamo risposto al sondaggio stagionale essere sempre più chirurgici nedi Fashion (una sessantina, di- gli acquisti - conferma Andrea stribuiti su tutta la Penisola). Ma Molteni di Tessabit, parlando c’è anche un terzo di loro che ha di trend delle vendite -. Ormai migliorato gli incassi rispetto a le clienti vogliono un certo proun anno prima. Semplice fortu- dotto di una collezione e solo na o grande abilità nella scelta quello. Le Millennials (le nate

Qual è la tipologia di Prodotto più venduta per la donna in questa primavera-estate?

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Abito

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Borse

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Scarpe

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T-shirt

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BuyerS SURVEY

La parola ai negozi multibrand Come sono andate le vendite di moda femminile nella primavera-estate 2017?

48%

Come lo scorso anno

33%

Meglio

19%

Peggio 1

Quali sono le label più amate dalle Millennials? 1 Gucci, Marcelo Burlon 2 Givenchy 3 Dsquared2, Off-White, Self-Portrait

Quali sono i brand donna più acquistati dalle ITALIANE? 1 Dolce&Gabbana, Gucci 2 Brunello Cucinelli 3 Herno, Scervino

GUCCI

DOLCE&GABBANA

Qual è il marchio donna che avete venduto di più online?

Quali brand donna hanno acquistato le STRANIERe? 1 Dolce&Gabbana, Gucci 2 Balenciaga 3 Brunello Cucinelli, Moschino balenciaga

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1 Dolce&Gabbana, 2 Moschino, Off-White 3 Gucci, Moncler, Stella McCartney MOSCHINO


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1. Giordano Boutique, Pompei (Na) 2. Nugnes 1920, Trani (Bt) 3. Biffi, Milano 4. Arteni, Tavagnacco (Ud) 5. La Luna e le Stelle, Carré (Vi) 6. Helmé, Catania 7. Agnetti, Villa Potenza (Mc)

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tra il 1980 e il 2000, ndr) soprattutto chiedono ciò che mettono le influencer e le celebrity: un fenomeno globale, anche se le italiane sono un po’ più “indipendenti” (il che non significa che abbiano più gusto delle altre)». «Dopo un periodo di sonnolenza c’è stato un ritorno di interesse su Balenciaga, che è quasi il nuovo Margiela - dice Loris Portolan della boutique Birba’s, a proposito dei marchi più venduti -. Sono piaciuti soprattutto la camicia over, di taglio maschile ma anche le sneaker tipo calzino». «Le Millennials sono molto influenzate dai social e chiedono più che altro ciò che indossano le blogger - ribadisce -. Comprano soprattutto sul web, un canale che si sta appiattendo specie su sneaker e T-shirt» (vedi anche il buyers survey pubblicato sulla Guida agli Accessori, allegata a questo numero di Fashion). «Gucci piace ancora tanto e

ha riportato in negozio le ragazze, mentre prima era richiesto dalle signore» afferma Alessandra Torre di Amr, parlando di marchi più venduti. «Le Millennials però vogliono solo quello che funziona» aggiunge, citando tra i best seller estivi anche la borsa “cahier” di Prada. Tirando le somme, la maggior parte del campione intervistato mette al primo posto tra i marchi di abbigliamento Dolce&Gabbana e Gucci, seguiti da Brunello Cucinelli e, al terzo posto, Herno, a pari merito con Scervino. Un podio tutto italiano, quindi, che solo in parte si modifica esaminando gli acquisti delle straniere: in cima confermati Dolce&Gabbana e Gucci, seguiti da Balenciaga e (terzi) Cucinelli e Moschino. Ancora più variegato - per provenienza e stili - l’abbigliamento delle Millennials, focalizzate in primis su Gucci e Marcelo Burlon, in seconda battuta su

Givenchy e in terza su DSquared2, ex aequo con Off-White e Self-Portrait. I più acquistati online (che si tratti dei siti gestiti direttamente o di piattaforme di terzi) sono, oltre ai già citati Dolce&Gabbana (primo), Moschino e Off-White (secondi), anche Moncler e Stella McCartney (terzi insieme a Gucci). Alla domanda «Quali marchi donna avete inserito di recente in negozio?» sono arrivate risposte molto variegate, tanto che il tema merita di essere approfondito in uno dei prossimi numeri di Fashion. Tra i nomi più citati, ma che non hanno raggiunto un numero di preferenze tali da considerarsi un boom, spiccano ancora Off-White, Self-Portrait e Jacquemus. Nonostante i nuovi inserimenti, il budget per l’estate 2018 rimarrà stazionario: lo dice la maggior parte dei negozianti intervistati. In tempi di incertezza c’è una scarsa propensione al rischio

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BuyerS SURVEY

e si tende maggiormente a ottimizzare il portafoglio più che ad ampliarlo, a meno che non si tratti di brand «con un mark up accettabile» o che non venga proposto «il conto-vendita parziale». I commercianti vengono inoltre da una stagione dei saldi rimasta, per i più, stabile rispetto a un anno prima. «Con l’inizio a maggio ci hanno dato un po’ di respiro, ma nel complesso non sono stati troppo interessanti», dice Rita Maltinti di Alberta Boutique. «I saldi hanno perso appeal - ribatte Alessandro Lattuada di Lattuada Boutique -. Non si può pretendere che la gente compri da maggio a luglio. La questione è stata regolamentata male». Altri continuano a lamentare la concorrenza sleale di chi pratica un 20% di sconto con pre-saldi fatti «in sordina» o concessi tutto l’anno.

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arrivino in vetrina, o gli eventi. Qualcuno è a uno stadio più avanzato. «Stiamo andando sullo smartphone del cliente con promozioni quasi personalizzate via Sms ed email» dice Angelo Cammalieri di Cammalieri Group. Riccardo Streni dello store Naldi parla di investimenti su Facebook, Google Advertising, newsletter e customer service. Dopo avere realizzato la boutique digitale, ha avviato un vero e proprio business e crea digital store per terzi con la newco Stems Digital Tailoring. L’e-commerce, dove ha preso piede (c’è anche chi è partito ma ha congelato il progetto e chi si sta chiedendo se ha un senso condividere quote consistenti degli incassi con i marketplace specializzati), obbliga i retailer a strutturarsi. «Abbiamo cambiato il software per

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Come sono andati i saldi estivi?

Come sarà il budget per la moda donna della primavera-estate 2018??

50%

Stabili

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Invariato

28%

In calo

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digitalizzazione, un plus ma non per tutti In attesa di spunti dalle maggiori fashion week e dai saloni della moda contemporary, le iniziative non mancano. Per esempio la formazione nlle scuole specializzate (Polimoda, per citarne una), con le aziende partner (specie per il visual merchandising e le tendenze) o con gli esperti di tecniche di vendita e di digital marketing. A tal proposito, alcuni riconoscono le potenzialità della comunicazione digitale ma per ora non hanno le risorse (fondi, ma anche tempo e personale specializzato) per avviare un progetto concreto. Altri stanno cominciando con la gestione delle pagine Facebook e Instagram del negozio, dove più che altro vengono postate le novità, prima che

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In crescita

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In flessione

1. La Boutique di Adani, Modena 2. Eleonora Bonucci, Viterbo 3. Raimondi Dress, Ravenna 4. Filippo Marchesani, Cupello (Ch)



BuyerS SURVEY

Ringraziamo il nostro panel

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la gestione del negozio, per una migliore sincronizzazione tra Farfetch e il magazzino», fa sapere Alessandro Lattuada di Lattuada Boutique. «In settembre - anticipa Aldo Carpinteri di Stefania Mode - inauguriamo una nuova sede logistica all’avanguardia in tutta Europa per lo sviluppo del digital commerce». «Nello store di Jesi stiamo portando avanti il nuovo progetto sperimentale Phygital, per l’integrazione fra fisico e virtuale» annuncia Maurizio Coltorti di Coltorti Boutique. Da Tessabit stanno sviluppando la multicanalità, investendo in comunicazione e presentazione dei prodotti. Per quanto riguarda la digitalizzazione dello store fisico, qualcuno inserisce videowall e totem. il cliente «Credo che il cliente va catturato vada innanzitutto cate fidelizzato turato e fidelizzato a a livello livello umano», dice umano Andrea Molteni, riportando il concetto di shopping experience a una dimensione più tradizionale. «Noi cerchiamo di rendere la visita di ogni cliente una piccola esperienza, coccolandolo con attenzioni che vanno oltre la vendita», ribadisce Didi Corbetta di Valtellini, store che però cura anche il web, con un blog, una rubrica per l’organizzazione dell’armadio di casa e pure uno spazio dedicato ai viaggi. Anche da Manzetti Couture credono ancora nelle coccole. Tanto che lo scorso anno nella boutique di Roma, in via Baldovinetti, hanno aperto una urban Spa che, a detta dei titolari, fa gioco anche al fashion business.

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1. Store Naldi, Viterbo 2. Laura Pessina, Monza

l’estate 2018 porterà volumi più ampi in tessuti leggeri Il sondaggio è stato anche un’occasione per tentare di capire dai buyer che direzioni prenderà la moda la prossima estate. Tra disorientati e attendisti (qualcosa di più preciso si saprà dopo le sfilate di settembre), in molti sono pronti a scommettere che nel 2018 si vedranno silhouette più voluminose e fluide e che i pantaloni a vita alta saranno un fenomeno un po’ meno di nicchia. Riconfermati gli abiti, specie i modelli longuette, il denim e lo streetwear. L’ispirazione potrebbe essere concentrata sugli anni Settanta o Novanta, dopo avere attinto a piene mani dagli Ottanta. I tessuti saranno sempre più leggeri e naturali, viste le temperature record di questa estate, ma verranno anche dallo sportswear. Nelle proposte a tinta unita c’è spazio per i toni pastello (specie rosa, verde e celeste) ma anche per i colori naturali, gli effetti metallici e l’elegante blu navy. Non tramontano le righe, i motivi floreali e in generale le stampe. Auspicata - ma non è detto che sia accolta dal mercato - una generale ripulitura degli outfit, dopo tanti loghi evidenti e patch. E c’è chi decreta, ormai, il tramonto di pigiami, vestagliette, kimono ■ e short inguinali.

Andrea Agnetti - AGNETTI - Villa Potenza (Mc); Rita Maltinti - ALBERTA BOUTIQUE - San Miniato Bassa (Pi); Alessandra Torre - AMR - Chiavari (Ge); Gianni Arteni ARTENI - Tavagnacco (Ud); Daniela Barbaro - BARBARO - Napoli; Flavia Magnoli - BASE BLU - Varese; - Rosy Biffi - BIFFI - Milano e Bergamo; Loris Portolan BIRBA’S - Pordenone; - Lauro Bonvicini - BONVICINI STORE & GALLERY - Lorenzo Selmin - BOUTIQUE CINZIA - Abano Terme (Pd); Giancarlo Stella - BOUTIQUE STELLA - Asiago (Vi); - Montecatini Terme (Pt); Stefano Galli - BOTTIGLIERIA STORE - Roma; Angelo Cammalleri - CAMMALLERI - Caltanissetta; Paolo Colognese - COLOGNESE 1882 - Montebelluna (Tv); Maurizio Coltorti - COLTORTI BOUTIQUES - Ancona, Jesi (An), Macerata e San Benedetto del Tronto (Ap); Marilisa Ferri - DE FLORIO- Noicattaro (Ba); Gabriella Razzi e Chiara Calafato - DEI PERSONAGGI - Bogliasco (Ge); Mauro Sighinolfi - DELLA MARTIRA - Carpi (Mo); Mario Dell’Oglio - DELL’OGLIO - Palermo; Marco Cateni - DIVO - Santa Maria a Monte e Pontedera(Pi); Francesca Poggi - E. MOLINARI EMPORIUM - Roma; Eleonora Bonucci ELEONORA BONUCCI - Viterbo; Rita Castellucci - ESA BOUTIQUE - San Benedetto del Tronto (Ap); Massimo Fiacchini - FIACCHINI - Forte dei Marmi (Lu); Piero Marchesani - FILIPPO MARCHESANI - Cupello (Ch); Sandro Zanardi e Giulia Lado - FOLLI FOLLIE - Mantova; Raffaele Galiano - GALIANO - Giugliano (Na); Federico Giglio - GIGLIO - Palermo; Anna Giordano - GIORDANO BOUTIQUE - Pompei (Na); Fausto Vanni - GUELFA - Santa Maria a Monte (Pi); Elina Scuderi- HELMÉ Catania; Cesare Tadolini - L’INCONTRO - Modena - Amos Adani - LA BOUTIQUE DI ADANI e TIP TAP DI ADANI – Modena; Wally e Giorgia Apolloni - LA LUNA E LE STELLE - Thiene (Vi); Simona Pessina - LAURA PESSINA - Monza Alessandro Lattuada - LATTUADA - San Vittore Olona (Mi); Roberto Lusuardi - LUSUARDI 1911 - Guastalla (Re); Paola Scarmicchio - MANZETTI - Roma; Mirko Moras MORAS - Intiminiano (Co); Filippo Cambria - MUSCHIO E MIELE - Palermo; Giuseppe Nugnes - NUGNES 1920 - Trani (Bt); Battista Martilotti - PAPILLON - Corigliano (Cs); Nicoletta Strano - PRATOLIVO - Arona (No); Anna Maria Polci - PRESTIGE BOUTIQUE – Arezzo; Michela Rabaini - RABAINI - Borgomanero (No); Nicola Raimondi - RAIMONDI DRESS – Ravenna; Elisa Turchetti - RIGHI - Foligno e Bastia Umbra (Pg); Rossella Zocche - ROSSELLA BOUTIQUE - Vicenza; Silvia Bini -SILVIA BINI PASSEGGIATA - Viareggio (Lu); Lorenza Betti - SPINNAKER - Alassio (Sv), Sanremo (Im), Portofino, Santa Margherita Ligure (Ge); Aldo Carpinteri - STEFANIA MODE - Trapani; Riccardo Streni - STORE NALDI - Viterbo; Margherita Soldi - SUGAR - Arezzo; Andrea Molteni - TESSABIT - Como; Ernesto Tufano TUFANO - Pompei (Na); Didi Corbetta - VALTELLINI Rovato (Bs); Omar Volonté - VOLONTÉ - Cagliari.


antonellifirenze.com



representatives and retailers

tendenze vincenti

Tra mood contemporary e leisure-street L’abito in mille versioni, le camicie romantiche e le T-shirt athleisure, i pantaloni cropped e i modelli a carota, le fantasie che si impongono e i colori vivaci: negozianti e rappresentanti italiani fanno il punto sui trend del womenswear per la stagione calda, in vista dell’estate 2018 di Carla Mercurio

Dresses in a multiplicity of versions, romantic blouses and athletic T-shirts, cropped trousers and carrot versions, lively patterns and vibrant colors: Italian retailers and agents bring to the fore the main trends in womenswear. Waiting for Spring-Summer 2018.

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na donna che viaggia, indossa abiti leggeri, confortevoli, in georgette o chiffon, perfetta al mattino con un anfibio o una sneaker e ammiccante la sera con un paio di décolleté. Romantica e grintosa al tempo stesso, amante delle fantasie floreali di gusto folk, dei motivi geometrici e dei colori accesi. Sportiva e disinvolta con pantaloni cropped o modelli a carota, addolciti da bluse femminili e camicie ricercate di taglio maschile oppure graffiante con maxiTshirt e gonne lunghe di gusto techno. Non rinuncia al denim, ma sceglie solo jeans declinati in modelli innovativi e firmati da brand più interessanti, libera finalmente dall’“uniforme skinny”. I dettaglianti italiani descrivono i trend emersi nella stagione calda appena trascorsa: emerge l’identikit di una donna che ha trovato la sua dimensione tra romanticismo e attualità, tradizione e tecnologia, contemporary e street. Uno stile destinato a lasciare un’impronta evidente anche nella prossima primavera-estate 2018, come anticipa un pool di rappresentanti di tutto il territorio. Che parlano di tendenze e marchi vincenti, ma anche di come evolve il modo di interpretare la moda. Non è tempo di esagerazioni e spese folli, concordano negozianti e agenti: un concetto vali-

do anche per la cerimonia, da sempre cavallo di battaglia primaverile nelle vendite (soprattutto in Sud Italia), che scende dal piedistallo per reinventarsi in versione “rimettibile”, cambiando tacco, borsa o una semplice pettinatura. Perché la crisi c’è ancora e la parola d’ordine nello shopping delle italiane medie è oculatezza. Occhio ai cartellini dunque: oggi chiedere lo sconto non è più una vergogna. L’abito, protagonista della stagione calda È stato e sarà il leader indiscusso nel guardaroba delle donne italiane: l’abito ha spopolato nella primavera-estate 2017 ed è pronto a replicare il successo anche nella prossima stagione calda. Un abito prevalentemente lungo, in tessuti fluidi e ondeggianti, con motivi botanici o astratti o in fantasie folk, declinate in palette cromatiche intense, sulla scia dello stile imposto da Gucci e Dolce&Gabbana. Tra le opzioni anche versioni in cotone, più sostenute di gusto active, interpretate in chiave fashion. «Abbiamo venduto tantissimi modelli lunghi, colorati e accesi da fantasie di fiori, tigri, fenicotteri, unicorni» conferma VeGusto folk per l’abito di Liu Jo estate 2017. Un mood ronica Mattioni, dei punti vendita che proseguirà anche nella prossima stagione calda

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L’abito

top dei top della stagione calda

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1. Un abito della precollection di Manila Grace per la Spring-Summer 2018 2. Una creazione di Dondup 3. All’insegna del colore e delle fantasie l’abito di Seventy per la prossima stagione calda

I dettaglianti

«Diamo il like a...» Veronica Mattioni

Seconda Strada a Besozzo, Olgiate Olona, Cassano Magnago e Varese. «Gettonatissime dalle più giovani le proposte di Fracomina, Guess e Sandro Ferrone - prosegue - mentre per le signore, soprattutto per la cerimonia, il marchio che ha riscosso maggiori consensi è Seventy. Da segnalare il ritorno di Desigual, che si è rimesso in gioco innovando fantasie e modelli, con il plus di arrivare fino alla taglia XXL, con un fit perfetto anche per le più formose». Abiti in pole position anche in Centro Italia, dove da Teramo Daniele Di Battista cita i cavalli di battaglia nel suo negozio Madonna, tra cui spiccano Dondup e Michael Kors per le proposte più eleganti, nelle versioni lunghe e fluide, morbide, plissettate, e Adidas in ottica techno. Dal Sud, a Messina, Franco Buemi della boutique Anna Dieli mette al primo posto Pinko, «con le sue creazioni lunghe e romantiche, anche da giorno, colorate, nelle fantasie a fiori o in tinta unita». Un successo di vendita unanime, che proietta l’abito verso una primavera-estate 2018 di eguale successo. Lo annuncia con certezza Davide Sassoli, della showroom Diemmegi Contact di Firenze: «Il più gettonato nella campagna vendite è il vestito lungo e sensuale, in tessuti fluidi come la

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georgette ma anche in cotone, nei modelli chemisier o monospalla. Un capo che deve avere carattere, da abbinare a una scarpa ginnica, a una décolleté oppure all’anfibio, da indossare con un giubbino di pelle o una maxi felpa. Sulla stessa lunghezza d’onda Wivian Bodini della showroom Wivian’s Factory di Milano: «Un articolo che va sempre alla grande, prevalentemente morbido e sciolto, come quelli proposti da Trussardi Jeans, Manila Grace, Caractère e Gaudì. pantaloni: cropped, a carota, comodi. E ci sono anche i jeans A proposito di pantaloni, la parola d’ordine è morbidezza, declinata in versioni diverse. Sono andati molto bene i modelli cropped, larghi e corti, abbinati a volumi più aderenti per i top, le versioni a carota, oppure le proposte affusolate in tessuti tecnici. Latitano i legging e i chino, mentre per il jeans non si può parlare di exploit, anche se molti lo hanno venduto con soddisfazione, a patto di proporre il brand ad hoc e il marchio giusto. «Sono piaciute le proposte in denim di Pence 1979 - spiega Matteo Bonciolini dello store Montgomery a Firenze - anche se in generale il jeans non fa faville, so-

Seconda Strada_Besozzo, Olgiate Olona, Cassano Magnago, Varese «Fracomina per gli abiti delle giovanissime, Seventy per la signora, Desigual in rilancio, Guess per T-shirt, bluse e abiti. Fra gli emergenti Lanacaprina: una cerimonia non impegnativa, con abiti da 99 euro sell out».

Daniele Di Battista

Madonna_Teramo «Gli abiti eleganti di Dondup e Michael Kors, quelli sportivi di Adidas, l’abbigliamento di Nora Barth, che riesce a seguire i mood giusti, con tessuti e volumi ad hoc e un prezzo medio.

Matteo Bonciolini

Montgomery_Firenze «Le camicie, le bluse, i pantaloni cropped, la maglieria di Pomandère, i pantaloni cropped, gli abiti grintosi, la tuta di Department Five, il pantalone di Pence 1979. Da tenere d’occhio Mimì à la Mer, che fa pantaloni in fantasie stampate, chimono e chemisier, oltre a costumi da bagno particolari».

Franco Buemi

Anna Dieli _Messina «Tengono Pinko e Twin Set, mentre si fanno strada realtà più piccole come Kaos e Nora Barth».


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I rappresentanti

«I nostri hot ticket» Wivian Bodini

Wivian’s Factory_Milano «Gli abiti di Manila Grace, che ha un sell-out del 65% prima dei saldi, di Trussardi Jeans, Caractère e Gaudì. I jeans di Two Women in the World/Two Men in the World, la limited edition di Kappa, lo street di Napapijri, la collezione fashion, fresca e femminile, della francese Molly Bracken, con un venduto del 90% a fine luglio».

Giacomo Del Vecchio

Del Vecchio rappresentanze_Ancona «Liu Jo, che ha il sell out più alto e un ottimo value for money, il contemporary di Aniye By (collezione molto bella con un sell out elevato e prezzi mirati, attivissima sui social), Liviana Conti in fase di rilancio, Roy Roger’s, un evergreen, e l’active di Happiness».

Davide Sassoli

Diemmegi Contact_Firenze Pomandère per il gusto maschile espresso in tessuti romantici, Aglini per la donna rock e grintosa, Intropia con le sue fantasie gipsy-gitane in chiave chic, Jucca che veste la ex addict di Aspesi e di Liviana Conti e Malìparmi, per una consumatrice radical-chic. Tra gli emergenti, da citare i parka e la giubbotteria di Alessandra Chamonix e Mimì à la Mer, che ha fatto anche un co-branding con Chiara Ferragni».

Antonio Bonavoglia

Bartolo Bonavoglia _Reggio Calabria, Cosenza e Palermo «Otto d’Ame e Gaelle, due opposti: la prima, made in Tuscany, per una donna easy-chic attenta alla qualità, la seconda, direttamente dalla Puglia, con un gusto glamour casual. Evergreen Liu Jo, ogni stagione collezioni super-indovinate».

prattutto quello skinny, vista la preferenza per le versioni più comode o i modelli cropped». Di parere opposto Daniele Di Battista di Madonna a Teramo: «Tutto il mondo 3 del denim è in trend, non solo i jeans ma anche i vestiti e le gonne». Veronica Mattioni, di Seconda Strada, cita tra le label più vendute Pepe Jeans e Met (etichetta in fase di rilancio), con un gradimento per le proposte a vita alta e fondo leggermente a zampa. Ma, precisa, «il denim va soprattutto in primavera». Pareri discordanti si ritrovano anche nelle dichiarazioni dei rappresentanti: «Lavoriamo bene con Two Women in the World/Two Men in the World, che propone capi morbidi e dall’ottima vestibilità, anche se i jeans non si sono ancora ripresi», spiega Wivian Bola blusa dini. Sul versante opposto Antonio Bonavoglia, direttore generale delun must lo studio di rappresentanza Bartolo

denim

una presenza importante. e i jeans dicono no allo skinny

1. Una proposta di Guess Jeans per la prossima estate 2. Un’anticipazione di Pepe Jeans London 3. La blusa di Pomandère (Spring-Summer 2018)

Bonavoglia Group, con sedi a Reggio Calabria, Cosenza e Palermo: «Per la prossima primavera-estate non c’è un andamento univoco: osserviamo una forte presenza di abiti lunghi, con stampe che sostituiscono in gran parte i capi in nero, insieme a un ritorno del denim, con modelli flare che richiamano gli anni Ottanta». I top: vince la camicia, la T-shirt si reinventa Per quanto riguarda i top, negozianti e rappresentanti sono d’accordo nell’assegnare alla camicia, e alle bluse in generale, il ruolo di capo di successo, anche per la SpringSummer 2018. «Rispetto alla T-shirt, che va reinterpretata, il dettagliante tende a preferire la camicia romantica e fluida, con fantasie o in tinta unita», chiarisce Wivian Bodini. Matteo Bonciolini di Montgomery cita a questo proposito Pomandère, con le bluse di seta o in mussola di cotone, o ancora la camicia con il piccolo collo, che è un cavallo di battaglia del marchio, in cotone o in seta,

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From Instagram

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marchi da tenere d’occhio 2

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mentre Davide Dassoli mette in primo piano Aglini, label che esprime una donna rock, graffiante. La T-shirt resta un passepartout nel guardaroba della consumatrice, ma si impone maggiormente negli outfit di gusto street, reinventandosi in versioni techno o in modelli inediti, in vestibilità over, come conferma Giacomo Del Vecchio, di Del Vecchio Rappresentanze ad Ancona: «il must della prossima estate sarà la maxi T-shirt in popeline di cotone stretch». Cambiano gli scenari e torna in auge lo sconto In generale la stagione calda appena conclusa non ha registrato exploit: «I sell out prima dei saldi sono stati negativi - sottolinea Wivian Bodini di Wivian’s Factory anche se la donna è andata meglio dell’uomo: come emerge dai risultati ottenuti dal network di 1.600 negozi nostri clienti, il bilancio pre-saldi vede una perdita di tre/ quattro punti rispetto alla primavera-estate 2016». E prosegue: «Il mercato si sta diversificando, si compra più su Internet e negli outlet. Ci sono stati negozianti lungimiranti che hanno cavalcato il cambiamento, aprendo un loro sito, con cui realizzano anche il 30% del venduto, ma è una partita non facile, che richiede investimenti sensibili». È tempo di darsi da fare comunque: «Per quanto ci riguarda - rivela - cerchiamo

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1. La cerimonia di Lanacaprina (primavera-estate 2018) 2. Un outfit di Mimì à La Mer, che realizza costumi da bagno couture, pantaloni, chimono e chemisier in fantasie stampate 3. Un insieme di Nora Barth: mood giusti a prezzi medi 4. I pantaloni cropped di adidas Originals 5. Un modello di Department Five (estate 2018)

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PANTALONI PAROLA D’ORDINE COMFORT

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di ampliare la gamma dei servizi offerti, con il customer service e il recupero crediti». Anche i negozianti cercano formule alternative: è il caso di Seconda Strada: «Nei nostri punti vendita di Besozzo, Olgiate Olona, Cassano Magnago e Varese abbiamo optato per un tipo di vendita mista, con linee “regolari”, ritiro di campionari da agenti in tutta Italia (circa 35mila capi), merce a stock di anni precedenti e articoli leggermente difettati - chiarisce Veronica Mattioni -. C’è una forte tendenza alla richiesta di sconti e noi siamo apprezzati proprio per la convenienza». Le fa eco Franco Buemi della boutique Anna Dieli, in centro a Messina: «Il prodotto carissimo si vende all’estero ma in Italia no. Oggi, per fare un esempio, un pantalone non deve su-

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perare i 150 euro sell out. Quindi bisogna barcamenarsi nella selezione, cercando di mixare linee più costose con realtà medioalte. Qualche esempio? Pinko e Twin Set vanno molto bene ma Fabiana Filippi e Moncler hanno aumentato troppo i prezzi. E poi ci sono aziende come Nora Barth e Kaos, più piccole, ma importanti per la vendita». Cambia di conseguenza il modo di intendere la cerimonia, persino al Sud: «Un tempo era molto importante ma oggi cercano proposte che costino poco e siano rimettibili», conclude Buemi. Sempre dal Sud, concorda dal fronte rappresentanti Antonio Bonavoglia: «Dopo un periodo in cui la cerimona è stata protagonista indiscussa, torna con forza a ritagliarsi i propri ■ spazi il mondo del quotidiano».


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most WANTED JOBS

mestieri 4.0

1. Un celebre post pubblicato da Justin O’Shea sul suo profilo Instagram, quando ancora guiidava i Buyer di MyTheresa.com 2. Lo scouting di nuovi brand alle sfilate e ai saloni ormai è solo uno dei compiti di un buyer 4.0

Buyer: più che un cool hunter un cervellone Metà “influencer”, metà “matematico”: il Fashion Buyer è una di quelle professioni cui l’avvento del digital ha dato nuove chance. Per il futuro il responsabile d’acquisto dovrà essere in grado di unire un certo fiuto per ciò che “farà tendenza” a skill come velocità, capacità di analisi della distribuzione (negozio, online, Tv) e dei target. Uno sforzo ripagato con il successo: l’80% degli aspiranti buyer trova subito un lavoro, spesso all’interno di e-commerce multimarca.

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di andrea bigozzi

Half “influencer”, half “mathematician”: Fashion Buyer is a prefession enhanced by digital boom. But for the future, he will have to combine a good business acumen with a stronger analytical side. An effort repaid by success: 80% of aspiring buyers find work very quickly, often within multi-brand e-commerce.

Massimiliano DeMarianis Buyer di LuisaViaRoma

Come e perché è diventato buyer? Un po’ per caso, più di 10 anni fa. Lavoravo in negozio e ho cominciato ad accompagnare, come assistente, il proprietario della boutique per cui lavoravo a fare gli ordini.

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In generale l’accesso al lavoro è più complicato per un giovane, però c’è da dire che negli ultimi anni nel nostro settore si sono affacciate molte nuove realtà, specie grazie all’online, e questo offre una chance a chi vuole iniziare questa carriera. Quanti buyer lavorano da LuisaViaRoma? Siamo un team di circa 15/20 persone.

In che cosa il mestiere è cambiato negli ultimi anni? È tutto più veloce.... oggi con Internet si gioca sull’immediatezza. Il cliente finale ormai vede le sfilate in contemporanea con i buyer, ha accesso a molte più informazioni e questo riduce il nostro margine di errore.

La dote principale che non può mancare? Quella di sempre, la passione. Bisogna amare davvero quello che si fa: scegliere questa vita ormai vuol dire vivere fuori casa per 10 mesi all’anno e non staccare mai. Se vuoi fare il buyer al meglio devi allenarti a osservare tutto. Elaborare ogni spunto e utilizzarlo nelle scelte.

Quindi oggi è più facile, secondo lei, diventare buyer rispetto a quando ha iniziato?

Ci vuole più creatività o senso dei numeri? Entrambi sono necessari. I numeri tracciano un

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Valerio Vegli

General merchandising manager di Coin e Coin Excelsior

In che cosa il mestiere è cambiato negli ultimi anni? L’offerta di brand è aumentata in modo esponenziale e sono emersi competitors e insegne nuove sia italiane che internazionali soprattutto nel mass market, c’è stato l’avvento dell’e-commerce…. E tutto questo ha reso necessario avere una focalizzazione precisa sul proprio posizionamento ed essere sempre aggiornati su tutti i cambiamenti. Oggi per lavorare in un’azienda come la nostra è necessario avere grosse capacità di gestione: ci sono analisi che monitorano tutta una serie di KPI (indicatori chiave di prestazione) di cui il buyer è responsabile e che deve tenere monitorati. Il buyer peggiore, quello che un professionista nella sua posizione non dovrebbe mai assumere? È quello che prende le decisioni sulla base del proprio gusto e sul puro senso estetico, dimenticando che ogni pezzo deve essere venduto al cliente di riferimento del negozio. Per questo penso che un’esperienza di vendita sia un passaggio fondamentale nella carriera. Imparare a pensare da “cliente”. Quante persone fanno parte del suo team? 40 professionisti, di cui 10 buyer senior.

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Spesso oggi un aspirante buyer si trova davanti a un bivio: lavorare per un datore di lavoro “fisico” o virtuale. C’è differenza tra acquistare una collezione per una boutique su strada e un e-shop? Certo che sì. Ritengo che il buying di un multimarca fisico sia più complesso, perché entra in gioco una variabile fondamentale: lo spazio di vendita, che essendo ben definito richiede un’attenzione maggiore nella selezione e acquisto dei prodotti. Inoltre in un multimarca fisico entra in gioco una serie di elementi come la modalità espositiva, le adiacenze e il percorso merceologico, che vanno a valorizzare la scelta fatta.

binario che la creatività deve saper percorrere e a volte anche contraddire. Il bravo buyer è capace di capire quando dire basta davanti a un prodotto o un trend che ha sempre funzionato o di intuire prima quando qualcosa di nuovo può finalmente funzionare. Chi fa il suo mestiere deve essere anche un buono stylist? Assolutamente sì, è importante per creare un brand mix coerente soprattutto per chi, come me, compra per un multi brand. Ogni stagione selezioniamo oltre 500 marchi ed è fondamentale farli dialogare tra loro. Pensa che il buyer sia ancora un profilo poco managerializzato e troppo legato alla conduzione familiare? In Italia sicuramente sono ancora i titolari stessi a occuparsi del buying, all’estero tutto è piu managerializzato. Credo che per come è diventato oggi il nostro lavoro e per la mole dello stesso anche in Italia chi vuole crescere debba per forza cominciare a strutturarsi.

Mario Dell’Oglio

Presidente della Camera Italiana Buyer Moda e titolare del multimarca Dell’Oglio a Palermo

Quello del buyer multibrand è un mestiere 4.0? Sicuramente. L’avvento del commercio online ha riportato alla ribalta il ruolo dei multimarca e, quindi, dei loro responsabili acquisti. In passato abbiamo assistito allo strapotere dei monomarca dei grandi gruppi con la loro offerta total look, ma il web ha dato via libera alle contaminazioni di stile e ha portato più libertà di scelta. Il negozio multibrand, e di conseguenza il buyer che ci lavora, è la realtà che meglio può interpretare questa voglia di mescolare. Che doti deve avere chi vuole fare questo lavoro? Oggi, come in passato e in futuro, non si può prescindere da due qualità: la selettività e la predittività. Si tratta di caratteristiche innate, che non possono essere insegnate. Esiste la routine in questo mestiere? Esiste eccome. Dovendo seguire le maggiori fashion week mondiali il compratore si ritrova per più periodi all’anno in città diverse, ma il suo compito non si esaurisce certo qui. Cosa c’è oltre le sfilate e gli appuntamenti in showroom? Un tempo le nostre mansioni finivano, o quasi, con la scelta delle collezioni, mentre ora quello è solo l’inizio. Saper gestire i follow up post ordine, organizzando al meglio il tempo con i cambi e le integrazioni, sono abilità oggi fondamentali e fanno parte della routine del mestiere. Anche tutto l’aspetto di elaborazione dei dati, che c’è sempre stato, ora è più importante. Qual è la dote che lei cerca sempre in un buyer? Il nostro team è costituito da almeno tre persone con livelli di seniority diversi. Guardiamo con interesse a professionisti con esperienze digitali o che abbiano fatto parte dell’ufficio stile di un fashion brand. Ma indispensabile è una buona cultura della moda e conoscere le pietre miliari del mondo dello stile. Anche all’estero vogliono imparare come si diventa buyer di multimarca. La Camera, di cui lei è presidente, terrà un master in Cina su questo argomento... In questo campo siamo considerati all’avanguardia. Il master, realizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano, per due terzi si svolgerà a Shanghai e per un terzo in Italia, con la nuova generazione di buyer moda cinesi che verranno a fare esperienza nelle nostre realtà. Non pensa che sarebbe il caso di creare qualcosa del genere anche da noi? Ci piacerebbe e presto potremmo metterci al lavoro.

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most WANTED JOBS

Barbara Toscano

Direttrice di Istituto Marangoni Milano

Lavorare nella moda: è vero che quella del buyer è tra le cinque professioni più desiderate dalle nuove generazioni? Difficile fare una classifica del genere. Certo è che diventare fashion buyer significa entrare nel mondo della moda dalla porta principale. Le possibilità non mancano: la percentuale di occupati post diploma è tra le più alte del nostro istituto, oltre l’80% dei diplomati risulta occupato in mansioni coerenti con il percorso di studi. Qual è l’identikit degli studenti che da grandi vogliono diventare fashion buyer? Stranieri per la maggior parte. Figli di imprenditori, che operano nel settore con un piccolo brand e che puntano a farsi largo sul mercato.

Elisabetta Casagrande Lead Merchandising Zalando

Da Zalando buyer e merchandiser lavorano in team distinti. Allora è vero: nella moda sono due mestieri in competizione... Al contrario, sono due ruoli complementari: uno non potrebbe fare al meglio il proprio lavoro senza l’altro. Lo so bene, avendo iniziato la mia carriera come buyer, anche se ora mi occupo di merchandising. Le differenze esistono, ma sono di più i punti di contatto: il buyer è focalizzato sul prodotto, è in grado di capire le tendenze, fa scouting, deve avere un background da fashion designer e anche se svolge funzioni meno “matematiche”. Inoltre è necessario che sappia “analizzare” la distribuzione, segmentare un target, ordinare in base ai risultati e alle strategie. Certo, non è indispensabile che vada in profondità come un merchandiser. Ci sono altre affinità tre i due ruoli? I soft skill sono esattamente gli stessi: capacità di lavorare in team, flessibilità e pro-attività. Doti fondamentali per far bene nel campo del retail. Tornando all’ipotetica rivalità tra le due professioni, è più facile far carriera per un merchandiser o un buyer? Direi fity-fifty. Capita con la stessa frequenza che un managing director arrivi da un’esperienza di buying o merchandising. Quale dei due è il mestiere più ambito tra i giovani? L’idea che il buyer sia la figura nella moda che più di tutte detta le tendenze rende questa figura molto popolare, ma poi capita spesso - anche nella fase di recruiting - che aspiranti buyer capiscano di avere forti doti analitiche e capacità strategiche e finiscano per scegliere la carriera del merchandiser.

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Con l’approdo del settore al digitale, immaginiamo che l’aspirazione di tutti sia andare a lavorare per i nuovi e promettenti player dell’e-commerce: è così? Non direi, in questo i nostri studenti sono ancora molto tradizionalisti: sognano un posto di lavoro presso le griffe più iconiche, italiane e francesi. C’è un aspetto di questo mestiere che gli studenti snobbano? Il lavoro per gli outlet. Ma bastano poche ore dei nostri corsi per eliminare certi pregiudizi e comprendere l’importanza strategica di questo canale di vendita, per il quale offriamo una formazione specifica.

Gaia Rancati

coordinatrice del corso di Fashion Buyer Ied Moda Milano

Un aggettivo per definire lo studente che completa il vostro corso in fashion buying. Omnichannel. Lo so, è un termine abusato, ma nel nostro caso è davvero così. I docenti insegnano come si fa il buyer offline, online e televisivo. Un settore, quest’ultimo, in grande ascesa. Poi fino a poco tempo fa la formazione era focalizzata sull’abbigliamento, ma ora il mercato impone competenze diverse, a seconda che si tratti di ready-to-wear, accessori, cosmesi ed eyewear. I vostri studenti vedono nei buyer più affermati un modello di riferimento? Non direi, anche perché o non li conoscono o non hanno gli strumenti tecnici per valutarli. Per loro i miti sono gli stilisti. Ci sono ancora persone che decidono di tentare questa carriera convinte che il buyer sia semplicemente un cacciatore di tendenze? Non direi: ormai tutti sono consapevoli del fatto che è uno dei diretti responsabili dei fatturati delle aziende. I nostri studenti, in particolare, raramente sono giovani alle prime armi: con un’età intorno ai 30 anni, già lavorano nel settore come visual merchandiser o store manager, ma sono in cerca di un cambiamento di carriera.



INTERVIEw

OLIVIERO TOSCANI

«Chi guarda indietro è perduto» Artefice della campagna di rilancio di Best Company, Oliviero Toscani è anche l’interprete delle immagini, in cui posa con il figlio Rocco e con due nipotini. Una staffetta generazionale che riassume un suo pensiero: «La creatività nasce dal coraggio di guardare avanti: il passato non può tornare» dCarla Mercurio

Author of Best Company’s revival campaign, Oliviero Toscani is also the protagonist of its photos, where he poses with his son Rocco and with two of his grandchildren. A generational relay that sums up his thought: «Creativity is the outcome of the courage to look forward: the past cannot return».

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inonimo di comunicazione sociale ante litteram, Best Company torna in scena partendo proprio dalla comunicazione, affidata al genio di Oliviero Toscani. A lui è stato chiesto di curare le immagini della campagna di rilancio del marchio, di cui Toscani è divenuto l’interprete stesso, negli scatti siglati dal payoff Forever Young. Una staffetta generazionale in cui il noto fotografo posa accanto a suo figlio Rocco di 35 anni e ai nipoti Romeo di quattro anni e Mario di tre mesi. Un messaggio di apertura al futuro, che è il simbolo del percorso di rilancio intrapreso dalla label, fortemente legata all’heritage e ai successi degli anni Ottanta e al tempo stesso proiettata verso una dimensione inedita, al passo con i tempi. Perché, come sottolinea Toscani nell’intervista che segue, «Chi guarda indietro sbaglia». Quale il punto di partenza della campagna di Best Company? È stato interessante rileggere un fenomeno che ha coinvolto intere generazioni prima di ora, un simbolo dal punto di vista sociale, emblema di aggregazione. Un’analisi di cosa voleva dire negli anni Ottanta questo marchio e di come può rivivere adesso. Non scambiatela per nostalgia, parola che io detesto. Best Company non fu solo la divisa dei paninari ma qualcosa di libero e trasversale. Come si è sentito a stare anche davanti all’obbiettivo? Mi hanno chiesto di fare anche il modello della campagna e ho trovato che fosse un’idea interessante. Così ho messo a confronto tre diverse generazioni: i protagonisti siamo io, mio figlio Rocco di 35 anni, suo figlio Romeo di quattro anni e il piccolo Mario, di soli tre mesi, figlio di Lola. Sono nati degli scatti divertenti, in cui ci sono cuore, ironia, umanità e tanti dettagli da guardare e da osservare. Non legati alle logiche di mercato, come molto spesso capita oggi. Secondo lei il brand ha le potenzialità per tornare ai successi degli anni Ottanta? Nessuno può tornare indietro. Best Company deve andare avanti e

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1. Oliviero Toscani posa con il figlio Rocco e i nipoti Romeo e Mario nella campagna di rilancio di Best Company 2. Due proposte del brand

fare qualcosa di nuovo. Non deve essere un revival e copiare il passato, bensì una collezione disegnata adesso, ai nostri giorni. Perché chi torna indietro sbaglia. Oggi però la tendenza di agganciarsi ai marchi e fenomeni del passato è molto diffusa... Ciò accade quando non c’è energia. In questo momento nella comunicazione e nella moda c’è crisi: manca la contemporaneità, non si hanno idee nuove. Tutti rifanno tutto, la Mini, la 500. Va bene utilizzare un nome del passato, come Best Company, ma bisogna metterci un po’ di ironia e tanta capacità di proiettarsi in avanti.

IL RITORNO DI BEST COMPANY

Di nuovo giovane con Falis 2014 Icon of the Eighties, Best Company is back on the fashion scene, re-launched by the newco Falis 2014 with a clear vision: the brand is synonymous with social communication and through communication it wants to reaffirm its values, thanks to the campaign signed by Oliviero Toscani. Emblema di stile e sinonimo di comunicazione sociale tra la fine degli anni Settanta e tutti gli anni Ottanta, Best Company ha interpretato con le sue grafiche e i suoi ricami la voglia di allegria e di colore di intere generazioni, fra i primi marchi ad affiancare al concetto di moda le valenze dell’aggregazione, dell’appartenenza e dell’empatia. Oggi il brand torna in auge grazie all’iniziativa di una newco, Falis 2014, e alla creatività di un’icona della comunicazione italiana e internazionale, Oliviero Toscani, che ha firmato la campagna dal titolo Forever Young. Nata solo sei mesi fa a Sestri Levante, in provincia di Genova, Falis 2014 è riuscita in poco tempo a costruire per Best Company, tramite la


Cosa non le piace nella moda di oggi? La moda non è più un atteggiamento sociale, è mercato, economia: si disegna in rapporto alle vendite, si limita e autolimita la creatività, che invece è frutto di lavori fatti con coraggio. Da quando esiste il termine marketing la qualità della vita di ognuno è scesa. I prodotti sono tutti uguali e nessuno ha più coraggio. E poi oggi i manager sono semplici gestori, non come ai tempi in cui i padroni-imprenditori si appassionavano e si innamoravano del prodotto.

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La professione di fotografo rischia di essere messa in crisi, in un momento in cui tutti postano le loro immagini sui social media? La gente può fare ciò che vuole. Tutti sanno scrivere, ma non tutti sono scrittori. Tutti possono dipingere ma non tutti sono artisti. Lo stesso accade per la fotografia: ci vogliono temi interessanti, dipende da qual è l’argomento scelto e dalla storia che si vuole raccontare. Ci vogliono degli autori. Le sue campagne moda hanno fatto riflettere e discutere grazie a temi come la diversità, l’anoressia, l’omosessualità: qual è l’argomento su cui bisogna insistere in questo momento? Il grande tema è il razzismo. Dovremo risolvere il problema dell’arrivo dei migranti. È un processo irreversibile e finché non ci sarà la libera circolazione dell’essere umano non saremo civili. L’essere umano è unico e non diviso per Paesi.

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Photo: Giovanni Antinori

Il suo è un vero marchio, che identifica e ha identificato tante realtà e fa riferimento a molteplici attività, compresa una società agricola: qual è il filo conduttore? La mia libertà, perché io non devo niente a nessuno, posso parlare come voglio e fare ciò che voglio. E questa libertà si trova nei miei lavori, molti dei quali sono delle riflessioni su una realtà ■ scomoda, che la gente non vuole vedere.

propria rete di agenti, una base distributiva di circa 150 negozi nella Penisola, dove con la stagione invernale debutta il primo nucleo della collezione, una capsule di parka e piumini ultralight, in attesa di un’uscita più corposa, dalla primavera-estate 2018, quando arriverà anche la felperia. Come spiega il direttore generale di Falis 2014, Michele Bernardi: «Siamo una realtà snella e dinamica specializzata nel wholesale, che vuole porsi vicino alle mutate esigenze del consumatore, oggi più che mai attento e preparato, in uno scenario in cui la distribuzione è sempre più soffocata dalle nuove frontiere dei “vertical” e dell’e-commerce». «Con il payoff 3.0 Sporty Attitude - chiarisce Bernardi - ci riferiamo a un concetto di moda sempre più influenzato dallo sport, che permea i capi non solo a livello di prodotto ma anche di attitudine delle persone a mixare il fashion alle proposte sportive». È da questo presupposto che nasce la decisione di rilanciare tre marchi con un forte heritage, divenuti poco visibili negli ultimi tempi, tutti legati al mondo dello sport. Oltre a Best Company, nel paniere di Falis 2014 ci sono anche Fila Tennis e Bear, che l’azienda sta riportando in primo piano. Un’operazione che vede coinvolte in totale già 600 door in territorio italiano. (c.me.)

Siamo al

il 22-23-24-25 settembre 2017

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strategies

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BRAMA GROUP/RENZO BRAGLIA

«Una casa a Milano per offrire un servizio premium»

1. La nuova sede direzionale di Brama Group a Milano 2. Un outfit di Frame, new entry nella scuderia di Brama Group 3. Renzo Braglia, ceo dell’azienda di Modena

Con l’opening della sede direzionale di Milano, Brama Group assume anche in Italia la distribuzione diretta dei brand in portafoglio: un pool di etichette premium in arrivo dagli Stati Uniti, a cui si aggiunge oggi il denimmwear firmato Frame. Una tappa importante nell’evoluzione del gruppo di Modena di Carla Mercurio

With the opening of Milan’s headquarters, Brama Group takes over also in Italy the direct distribution of the brands in its portfolio: a number of premium labels coming from the United States, now with wider horizons with the new entry Frame. An important milestone in the evolution of the Modena group.

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nche Milano sede di una showroom direzionale: Brama Group aggiunge un presidio strategico al proprio network di headquarters in tutta Europa, che conta già Parigi, Anversa, Madrid, Düsseldorf, Monaco, Copenhagen e Londra. Il nuovo quartier generale si trova in Porta Venezia, in via Sirtori 22, in uno spazio di 1.100 metri quadri articolato su tre livelli, arredato in collaborazione con il team interno del gruppo Rubelli. Un tassello importante nella strategia di Renzo Braglia, ceo della realtà di Modena specializzata nella distribuzione di etichette fashion premium in arrivo dagli Stati Uniti. Nomi come Equipment, J Brand, Opening Ceremony, Mother, Norma Kamali, Enza Costa, Atm Anthony Thomas Melillo, a cui si è appena aggiunta la new entry Frame. Un’offerta che si completa con le due label di proprietà di Brama, la maglieria Fine Edge e i i pantaloni in pelle firmati Frida Muse. Con questo opening Brama Group assume la distribuzione diretta dei brand in portafoglio anche sul territorio italiano e su tutti i mercati internazionali facenti capo a Milano, precedentemente gestita tramite accordi con agenti terzi. «Il nostro obiettivo è trasformare il rapporto tra brand e buyer, ai quali vogliamo fornire più servizi possibili:

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dalla vendita agli aggiornamenti sulle collezioni, fino all’accesso alle novità per accelerare il flusso di informazioni dal prodotto al mercato. Una strategia partita nel 2011 con l’inaugurazione della sede di Parigi, seguita nel tempo dalle altre aperture». Con un network di circa 1.000 boutique clienti di prima fascia tra Europa, Medio Oriente e Russia, Brama Group, racconta Braglia, «si distingue per i rapporti pluriennali con i negozianti che ci riconoscono la leadership come distributori di etichette statunitensi e che apprezzano il tipo di consegne, calibrate secondo il calendario americano, con rinnovi costanti ogni mese, invece delle due uscite stagionali». Ora c’è anche Frame, marchio fondato nel 2012, con headquarters tra Culver City a Los Angeles e Shoreditch a Londra, che si caratterizza per la capacità di combinare la qualità della manifattura made in Los Angeles con un’estetica marcatamente europea. «Una label leader nelle vendite a livello di premium denim negli States,

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che distribuiamo nel mercato Emea (esclusi Uk e Sandinavia) a partire dalla SpringSummer 2018», chiarisce Braglia, partito di recente con un altra scommessa importante, il lancio di due etichette proprie. «Con la maglieria firmata Fine Edge - chiarisce - ci siamo agganciati alle nostre origini: siamo nati nel 1956 come produttori di maglieria e abbiamo voluto cogliere un’opportunità di mercato, affiancando ai nostri marchi, prevalentemente incentrati sul cotone, un knitwear di matrice europea». «Con Frida Muse - prosegue - la storia è analoga: facciamo leva sull’expertise italiana nel pantalone in pelle per soddisfare un’esigenza del mercato». «Aumentare la penetrazione mantenendo gli stessi clienti»: l’obiettivo di Braglia è chiaro. «Con i nostri marchi - conclude - siamo arrivati a un giro di affari di 50 milioni nel 2017, in aumento rispetto ai 41 del 2016. E nel 2018 cresceremo ancora con Frame». La previsione? «Una progressione ■ double digit».



nEWS

Kaos

PEPE JEANS/ MARK BLENKINSOP

«Proiettati nel futuro con lo store tecnologico» Mark Blenkinsop,the chief marketing officer of Pepe Jeans Group, explains the idea behind the brand’s new high tech store in Regent Street, London. The opening marks the company’s 45th anniversary. Mark Blenkinsop, chief marketing officer di Pepe Jeans Group, racconta dello store tecnologico, inaugurato Lo store di Pepe Jeans di recente a Londra in London in Regent street Regent street, progettato dallo studio di design Martin Brudnizki. Un nuovo capitolo nel percorso della label, presente oggi in 65 Paesi, con 7mila clienti wholesale e 450 monomarca, che si prepara a tagliare il traguardo dei 45 anni nel 2018. Come è strutturato il negozio? Si tratta di una novità assoluta, uno spazio di circa 150 metri quadri con cui offriamo ai clienti la possibilità di interagire nei camerini con la tecnologia Rfid e di personalizzare i capi nello spazio Custom Studio, aggiungendo scritte e grafiche ma anche borchie e strappi. Un servizio fornito da Jeanologia, disponibile anche sul sito pepejeans.com. Una shopping experience gratificante che parte dall’ingresso, con l’installazione artistica a led dedicata alle immagini della campagna. Perché avete scelto Londra per inaugurare il vostro techno-store? Perché è la città dove Pepe Jeans è nato. L’obiettivo non era inaugurare un negozio ma proporre un’esperienza retail innovativa. Si tratta di una nuova fase nella storia del marchio, che prosegue con la riproposta dell’inedito format anche nel punto vendita di Carnaby street, nel cuore di Soho, aperto 15 anni fa. Dove proporrete ancora il concept? In tutti i nuovi negozi e in quelli già esistenti, che saranno ristrutturati secondo l’inedito format. Cosa state organizzando per la ricorrenza dei 45 anni? Stiamo sviluppando una capsule collection basata sul denim, punto di partenza del marchio, nato a Londra nel 1973. E, visto che siamo molto attenti alla sostenibilità, lanceremo un rivoluzionario procedimento, che stabilirà un nuovo standard nell’industria del denim. Rimanete sintonizzati. (c.me.)

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ritorno al futuro con la maglieria Icona Kaos is ready with Icon, a new capsule focusing on knitwear: a comeback to the origins of the brand. Meanwhile it’s time to bet on exports and to open the company’s first franchise store. Kaos punta sulla linea di maglieria Icona, che è un debutto e al tempo stesso un ritorno alle origini, al via con la stagione invernale alle porte. «Siano nati nel 1987 con il knitwear e questa capsule debutta con l’obiettivo di soddisfare una precisa richiesta del mercato, che apprezza molto la maglieria, soprattutto nelle stagioni fredde», racconta Marco Calzolari, titolare del gruppo Kaos. Studiata per un target di età dai 20 ai 60 anni, in uno scenario in cui «si rimane giovani a lungo», la collezione si compone di pull, cardigan e qualche pantalone in vari pesi, filati e fantasie. Rivolta al network distributivo Kaos, la collezione è pronta ad ampliare il panorama dei negozi, forte di un prodotto molto curato, per il 90% made in Italy. Intanto il gruppo da 55 milioni di euro di fatturato e 2 milioni di capi prodotti l’anno è pronto a dare slancio alle vendite oltrefrontiera delle linee di programmato Kaos - Donna, Uomo, Jeans, Accessories e Icona - e Twenty Easy, che insieme alle etichette di pronto King Kong e Angela Davis rappresentano gli asset della realtà bolognese. «Oggi sul giro di affari generato dal programmato (che vale il 60% del turnover) l’export rappresenta il 10%, ma è il momento di mettere il turbo - spiega Calzolari -. Attualmente siamo presenti in Spagna, Germania e stiamo approcciando Benelux, Polonia e Russia con i Paesi satelliti, dove da poco abbiamo un nuovo agente». Sotto la lente il retail, che oggi vuol dire cinque monomarca direzionali a Firenze, Bari, Bologna, Ferrara e Modena, con una scommessa su Milano in tempi brevi. In parallelo decolla il franchising, con il primo opening questo mese a Reggio Calabria (in partnership con Bonavoglia Group) e a seguire, con l’estivo 2018, Como e Grosseto. (c.me.)

Un’immagine della nuova linea Icona Kaos



strategies

«Ora Blauer è ancora più mia con la nuova Bwf»

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Ph. Ioan Pilat

ENZO FUSCO

Grazie a un recente accordo, Enzo Fusco ha acquisito il 50% di Blauer fashion, che deteneva con un contratto di master licence da 16 anni: una svolta importante, per continuare a investire sullo sviluppo della label. E adesso debutta il profumo con Venice Olfactory di Carla Mercurio

Thanks to a recent agreement, Enzo Fusco acquired 50% of the Blauer Fashion brand, of which he has held a master license agreement for 16 years: an important breakthrough to keep investing in the development of the label. And now is the time to launch fragrances, in partnership with Venice Olfactory.

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he l’universo fashion di Blauer sia una creatura di Enzo Fusco è un dato di fatto. Grazie a un contratto di master licence siglato 16 anni fa l’imprenditore a capo di Fgf Industry ha costruito intorno all’etichetta statunitense legata alle forniture per la polizia un lifestyle completo, in cui all’abbigliamento uomo e donna ha aggiunto man mano gli accessori, con un giro di affari che nel 2017 raggiungerà i 48 milioni di euro. Ma da qualche mese Blauer è ancora più “sua”, da quando è riuscito a coronare un sogno che accarezzava da anni: acquisire il 50% della label, per dare slancio alle strategie di internazionalizzazione. «È stata la logica evoluzione di un percorso che in questi anni mi ha visto impegnato in grandi investimenti sul marchio e alla fine la proprietà, la famiglia Blauer, ha capito e mi ha detto: “Il brand l’hai inventato tu”». Così è arrivato il deal: «Abbiamo creato una società battezzata Bwf (Blauer World Fashion), di cui io detengo il 50% e loro il restante 50%, che gestisce la parte moda

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1. Un ritratto di Enzo Fusco 2. Un outfit della collezione Blauer Spring-Summer 2018 3. Le nuove fragranze da uomo e da donna, battezzate United by Blauer Usa

dell’etichetta per tutto il mondo, mentre il military resta di proprietà esclusiva della Blauer Manufactoring americana. La nuova realtà, insieme a Fgf Industry, parteciperà agli investimenti per poter affrontare con la giusta carica la crescita oltrefrontiera. Nel 2016 l’export rappresentava una quota del 35% sul giro di affari (38,5 milioni di euro), mentre nel 2017 la percentuale salirà al 38% circa. Una progressione destinata a continuare, con l’obiettivo di toccare il 50% nel 2018-2019. «Al momento il focus è sull’Europa - spiega Fusco - con Paesi che ci vedono operativi da tempo come Germania, Spagna, Olanda, Belgio, con la Francia e la Scandinavia, dove siamo agli inizi, e l’Inghilterra che ci vede in procinto di partire». «Fuori dal Vecchio Continente - prosegue - negli Stati Uniti, in Giappone e Corea, lavoriamo solo con clienti speciali, facendo leva su Nyolite, la capsule rivolta al top di gamma che abbiamo lanciato allo scorso Pitti Uomo di giugno». Logica conseguenza del new deal sarà un pia-

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no di aperture di nuovi monomarca: «La strategia prevede tappe importanti come gli Stati Uniti, Londra e Tokyo, anche se il retail non è il nostro mestiere». Fusco d’altra parte è uno a cui non piace correre e bruciare le tappe. Anche sul fronte licenze procede con oculatezza, ma con coerenza, puntando a selezionare partner importanti. Dopo gli occhiali con Head, le scarpe con Bridge e la pelletteria con Principe, ora è la volta del profumo con Venice Olfactory, battezzato United by Blauer Usa: «Una fragranza per l’uomo e una per la donna, con un packaging d’effetto, che lanciamo il 20 settembre a Milano, con un evento nella ■ nostra showroom di via Uberti».





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FASHION SCHOOLS

COME CAMBIA LA FORMAZIONE DI MODA

L’ITALIA IN CORSA PER LA LEADERSHIP

Uno scatto di backstage di Fashion At Iuav 2017, il Graduation show dell’università veneziana, andato in scena lo scorso 30 giugno

Il settore della fashion education in Italia è in pieno boom. Le scuole si contendono gli stilisti di domani con nuovi corsi on demand, che dialogano con il mondo dell’impresa. Obiettivo: plasmare figure duttili, ibride, con una creatività out of the box. E sfidare gli atenei internazionali, grazie a un plus tutto italiano: il link diretto con la filiera DI ANGELA TOVAZZI

The Italian fashion education system is booming, with new on demand courses. And with a specific Italian advantage: the direct link with the production chain.

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on c’è solo la Central Saint Martins. In Italia dall’Istituto Marangoni sono usciti Alessandro Sartori e Andrea Pompilio, dall’Accademia Costume e Moda di Roma Frida Giannini e Alessandro Michele, dal Polimoda Massimiliano Giornetti e Francesco Risso. Nel nostro Paese il settore della fashion education è in fermento, con realtà straniere che scendono in campo (come la Raffles, vedi a pag. 66) e gli atenei collaudati che sperimentano nuove formule e corsi on demand, per stare al passo con un mercato competitivo (il valzer dei creativi docet), incrementare gli iscritti (disposti a pagare rette salate) e le proprie quotazioni su scala internazionale. Il loro mantra? Dialogare con l’industria e le realtà manifatturiere locali: un vantaggio competitivo di cui solo l’Italia può beneficiare, grazie a un tessuto imprenditoriale e a una filiera produttiva unici al mondo. L’Istituto Secoli, con all’attivo circa 500 studenti, negli ultimi

tre anni ha reintrodotto l’insegnamento delle lavorazioni sartoriali, sulla base di una richiesta sempre più forte proveniente dalle maison di moda: «Siamo partiti con una classe dedicata all’abbigliamento maschile - racconta il direttore Matteo Secoli - e ora il corso di sartoria (4mila euro il costo, per 200 ore di formazione, ndr) conta quattro classi, coinvolgendo anche il côté femminile». Un’ottantina di macchine da cucire a disposizione degli studenti, «ai quali si aprono anche porte diverse rispetto a quelle degli uffici stile, come la possibilità di lavorare nella sartoria classica - aggiunge Secoli - o di intraprendere un’attività in proprio». Interpretando una precisa esigenza del mercato, l’Accademia Costume & Moda di Roma ha invece recentemente inaugurato un master di primo livello in Creative Knitwear Design, che è andato ad affiancare un palinsesto di corsi dove spicca il diploma accademico di primo livello in Costume & Moda, da oltre 50 anni

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FASHION SCHOOLS

il più richiesto, come informa il director of education Adrien Roberts. «Il master in maglieria - specifica - è stato portato avanti con Modateca Deanna e ha consentito agli allievi di presentare le proprie creazioni, lo scorso giugno, su un palcoscenico d’eccezione come quello di Pitti Filati». Ora fervono i preparativi per la seconda edizione, al via a novembre. Al Polimoda di Firenze non si sono limitati a introdurre nuovi corsi, ma sono passati da EMPLOYMENT RATE due a quattro diparti(Dati forniti dai singoli istituti) menti, come sottoli88% POLIMODA nea Danilo Venturi, (A SEI MESI DAL TERMINE) direttore dell’istituto con 2mila studenti 80% ISTITUTO MARANGONI all’anno, nel 2016 la 84% ACC. COSTUME & MODA prima scuola italia(A POCHI MESI DAL TERMINE) na a comparire nel ranking mondiale di 96% IED MILANO (MODA) Bof (al nono posto) e 89% NABA scelta lo scorso luglio dall’Istituto dei Me92% DOMUS ACADEMY stieri d’Eccellenza 60% -70% IUAV di Lvmh come part(A UN ANNO DAL TERMINE) ner ufficiale in Italia per la formazione sono più prescindere 80% ISTITUTO SECOLI professionale nel set(A SEI MESI DAL TERMINE) da quelle strategiche. tore pelletteria. «AcOltre a disegnare, gli canto ai tradizionali Fashion Design e Fashion studenti devono sapere gestire un conto ecoBusiness - spiega - abbiamo aggiunto i mondi nomico, relazionarsi con l’ufficio prodotto e le dell’Art Direction e del Design Management, leve del marketing, essere in grado di calcolare offrendo per ogni area corsi Undergraduate il prezzo giusto per un capo». Interdisciplina(in genere 14mila euro, ndr), Master (26mila rietà sembra essere la parola chiave per qualeuro, ndr) e Short Course». L’obiettivo? «Presiasi iter didattico, come conferma Alberto parare quelle nuove figure professionali richieBonisoli, chief academic officer di Laureate ste dalla moda - risponde il direttore - che sono Italian Art and Design Education, cui fanno principalmente figure ibride». IL CREATIVO PURO? NON ESISTE PIÙ «Negli ultimi anni abbiamo cercato di adeguare l’offerta alle importanti evoluzioni del mercato e della società, in primis digitali», spiega Sara Azzone, direttrice della scuola di moda di Ied Milano, istituto che fa parte di un network di 11 sedi in Italia e all’estero e che nel capoluogo lombardo ai circa 1.100 studenti di moda (di cui il 63% stranieri) offre corsi triennali e master, erogati in lingua italiana e inglese, con costi tra gli 8.500 e i 16mila euro. L’imperativo è plasmare profili ad alta specializzazione ma al tempo stesso versatili, preparati su più fronti, per affrontare scenari complessi: «Il creativo puro non esiste più - sottolinea Azzone -. Le competenze creative non pos-

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capo Naba e Domus Academy. «Incoraggiamo gli studenti - osserva a proposito di Naba, che prevede rette tra i 9mila e i 13.250 euro ad approcciarsi alle arti con l’apporto di varie metodologie e paradigmi che promuovono la creatività e una mentalità out of the box, con la possibilità anche di frequentare dei corsi di altri programmi di studi. Un modo per fornire abilità e capacità extra, che li supporteranno in futuro». La scommessa principale dell’ecosistema formativo è infatti quella di accorciare

RAFFLES SBARCA A MILANO

AL VIA TRE CORSI TRIENNALI E OTTO MASTER Milan welcomes Raffles’s first European school, located in via Felice Casati 16. Raffles Education Corporation apre la sua prima scuola a Milano: inaugurata con il sindaco Giuseppe Sala (nella foto con Che Han Wei ) lo scorso 7 settembre, rappresenta il primo progetto europeo di questo gruppo quotato alla Borsa di Singapore e titolare di 26 college in 24 città di 14 Paesi. A guidarla sarà Pasquale Volpe, insieme al direttore scientifico Carlo Forcolini, e proporrà tre corsi triennali in Product design, Visual design e Fashion design, più otto master in Advertising, Architettura, Fashion menswear, Fashion womenswear, Fotografia, Product design, Visual design e Visual merchandising. L’istituto si trova in via Felice Casati 16, in un edificio ristrutturato di oltre 3mila metri quadri su più livelli. Si parte con 150 studenti. (a.t.)


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1. Una creazione firmata Marco Rambaldi, ex studente Iuav: «La scuola racconta al nostro giornale - mi ha offerto un percorso formativo stimolante ed efficace, una formazione tecnica e mentale in grado di fornire gli strumenti necessari per affrontare la realtà non affatto facile del fashion system» 2. Studenti al lavoro nella design library dell’Istituto Marangoni, fondato nel 1935 e oggi sinonimo di un network internazionale, con 2mila nuovi iscritti ogni anno 3. Filo, ago e metro: tra le novità dell’Istituto Secoli di Milano, il corso di sartoria per uomo e donna

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le distanze tra scuola e azienda, abbattendo i muri fra teoria e pratica, idea e realizzazione, grazie a un approccio che privilegia il learning by doing e a un corpo docente formato, in media tra il 60 e il 98%, da professionisti del settore. «Quando i nostri studenti escono da qui sono già in grado di lavorare, non hanno bisogno di un periodo di training», tiene a precisare Roberto Riccio, group managing director di Istituto Marangoni, sette scuole internazionali e nuovi avamposti a Mumbai, Miami (con opening il 28 settembre) e, da gennaio 2018, a Dubai. Merito di un’impostazione didattica che dà ampio spazio alla simulazione: «Le nostre aule - continua il manager, nominato recentemente anche chief strategy officer del gruppo Galileo Global Education,

cui fa capo Marangoni - sono un duplicato degli uffici stile, dove vigono la contaminazione e una sana competizione. Quando gli studenti mettono piede nel mondo del lavoro sono già pronti: lo dimostrano Paula Cadermatori, laureata nel 2012, Rocco Iannone, nel 2011, e Daizy Shely, nel 2013».

POLI.DESIGN A BIELLA

UN NUOVO MASTER PER IL TESSILE Città Studi Biella and Poli.design (Politecnico) launch a Master for textile. Città Studi Biella e Poli.design, ente di formazione fondato nel 1999 dal Politecnico di Milano, inaugurano il nuovo Master Universitario di primo livello in “Fiber Design and Textile Processes”, un percorso didattico che affronta il tema del tessile con un taglio nuovo, unendo il fenomeno della diffusione delle fibre polimeriche all’IoT (Internet delle Cose) e allargando l’orizzone del processo tessile a tutti quegli ambiti in cui i materiali high-tech vengono utilizzati. 700 le ore di lezione, tutte in lingua inglese (nella foto, la presentazione).

MKS E CRISTIANO BURANI

A SCUOLA CON LO STILISTA

A real style department at school: it’s the project of Mks and Cristiano Burani. Mks Milano Fashion School, in collaborazione con Cristiano Burani (nella foto), è pronta a svelare i risultati di “The other education”, nuovo progetto di formazione partecipata per gli studenti del terzo anno del corso di Fashion Design: alcuni di loro hanno avuto la possibilità di lavorare giorno dopo giorno a fianco dello stilista, supportandolo in tutte le fasi di realizzazione di una collezione, dallo sviluppo del concept alla scelta dei tessuti, fino allo show finale, che sarà il prossimo il 20 settembre alle 12.15 all’Arengario.

DALLA SCUOLA ALL’AZIENDA: A LEZIONE CON I KEY PLAYER Saper fare e saper riflettere: sintetizza così la propria mission l’Università Iuav di Venezia, che dal 2005 offre corsi di laurea triennali e magistrali focalizzati sulla moda. «La struttura del percorso di studi è relativamente stabile - informa Maria Luisa Frisa, direttore del corso di laurea in Design della moda e

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FASHION SCHOOLS

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1. Ultimi ritocchi prima della passerella di fine anno di Ied Milano 2. Uno scatto dell’evento Accademia Factory dell’Accademia Costume & Moda, con i lavori degli studenti 3. Una creazione di Elisabetta Bizzotto al Naba Fashion Show 2017 4. Marco Bizzarri, ceo di Gucci, tiene uno speech al Polimoda di Firenze

Arti multimediali - perché il cuore dei corsi sono i laboratori di progettazione, affiancati da una serie di insegnamenti di natura più teorica. Ogni anno però introduciamo specifici workshop, durante i quali invitiamo gli studenti a confrontarsi con importanti realtà aziendali, come l’ultimo, condotto in collaborazione con Xacus e Albini e professionisti dell’image making, con fotografi e stylist». Una scelta metodologica a metà fra teoria e pratica, resa possibile grazie alla collaborazione in itinere con le imprese del territorio e con i suoi protagonisti, fatta propria anche da Domus Academy (tra i 16.990 e 28.600 euro le rette annuali): «Grazie ai professionisti che collaborano con noi - racconta Alberto Bonisoli - coinvolgiamo gli studenti in progetti unici, che si trasformano in veri e propri lavori per le aziende impegnate nei vari workshop». «Uno dei punti di forza anche di Naba è la possibilità di avere come mentori e guide designer, critici e artisti in attività, che sono a diretta disposizione degli allievi, creando possibilità di networking». Da parte loro, i marchi e le aziende, a differenza del passato, sono ora attenti e interessati a questi think tank della creatività fatta di nativi digitali, sintonizzati sulle frequenze dei giovani consumatori, con un bagaglio di competenze all’avanguardia da spendere sul campo, come conferma Fragiacomo, «una realtà con una storia di 60 anni - dice il ceo Federico Pozzi Chiesa - ma dalla forte vocazione digital». Come racconta la

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direttrice marketing e comunicazione Silvia Nutini, insieme a Istituto Marangoni è stato messo a punto un workshop per gli studenti del Master di Fashion and Luxury Brand Management, chiamati all’ideazione e alla strategia di lancio di una limited edition destinata a essere venduta online. «Per garantire concretezza - sottolinea la manager - i partecipanti sono stati chiamati a pesare anche la sostenibilità dell’operazione, valutando il ritorno economico dell’investimento e maturando così consapevolezza delle problematiche incontrate spesso dalle piccole-medie imprese come la nostra». Ora i progetti sono

al vaglio e a quello più brillante Fragiacomo offrirà un’opportunità di lavoro con uno stage. «Anche noi attingiamo dalle scuole di moda - conferma Marco Marchi, 4 amministratore unico e head of style di Liu Jo -. Siamo sempre alla ricerca di figure giovani, creative, skillate dal punto di vista linguistico, con buone competenze in ambito digital e che soprattutto abbiano dell’energia positiva, fondamentale sul posto di lavoro». Una sinergia, quella tra scuola e impresa, che sembra dare risultati, almeno stando ai numeri forniti dagli istituti interpellati: l’employment rate, entro l’anno dalla fine degli studi, si aggirerebbe in media sopra il 70%, con picchi superiori al 90%. Naturalmente solo pochi diventano il nuovo Alessandro Michele. Ma anche lui ha cominciato da lì. ■

FASHION RESEARCH ITALY

A BOLOGNA SI STUDIA HERITAGE MANAGEMENT The new Alberto Masotti’s school in Bologna hosts a course in Heritage Management.

Pronto ad aprire i battenti il prossimo 21 ottobre, Fashion Research Italy - il nuovo polo didattico, espositivo ed archivistico dedicato alla formazione, all’innovazione e alla valorizzazione del settore moda voluto da Alberto Masotti, ex patron di La Perla - inaugura la Fall-Winter School con “Archivi per la moda: heritage management”. Il corso, in programma dal 13 al 24 novembre a Bologna, insegna ai 20 partecipanti come costruire, ordinare e catalogare un archivio, per renderlo uno strumento strategico di competitività aziendale. Le iscrizioni sono aperte fino al 16 ottobre. (a.t.)


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Ph. Erdna

texile fairs

MILANO UNICA

l’anticipo promosso a pieni voti Il salone tessile chiude positivamente la controversa edizione di luglio. Ingressi in linea con settembre, qualificati e dal potenziale interessante, che per di più hanno raddoppiato il tempo di permanenza di ELiSABETTA FABBRI

The textile fair Milano Unica positively closed its controversial July edition. The number of visitors was in line with September 2016 edition and buyers were qualified, with interesting potential and had more than doubled their average stay.

L’

anticipo da settembre a luglio convince. Sono state oltre 6mila le aziende che hanno visitato Milano Unica a Fieramilano Rho, in linea con settembre 2016, con un tempo di permanenza raddoppiato rispetto all’edizione precedente. Gli organizzatori - che nel caso del salone tessile sono gli stessi espositori e imprenditori del settore - hanno inoltre riscontrato una crescita nelle presenze estere da Olanda (+46%), Portogallo (+42%), Germania (+32%), Federazione Russa (+32%), Spagna (+28%), Usa (+26%), Gran Bretagna (+20%), Francia (+15%) e Turchia (+11%). In calo, invece, i visitatori italiani e quelli provenienti dal Far East, Cina in particolare (questi ultimi, però, potranno approfittare di Milano Unica Cina, a Shanghai dall’11 al 13 ottobre). «La fiducia nell’anticipo, già espressa dalla crescita del 20% degli espositori, ha trovato una conferma anche nella partecipazione dei visitatori - commenta il presidente del salone, Ercole Botto Poala -. Questo successo non fa venir meno la consapevolezza

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che la sfida è tutt’altro che conclusa. Sappiamo che abbiamo vinto una tappa importante di un percorso senza fine, che ci vede in gara con maggior convinzione». UNA MACCHINA DA RODARE MA NON SI TORNERÀ PIÙ INDIETRO «Abbiamo appoggiato la scelta dell’anticipo sin dall’inizio, siamo arrivati in tempo con tutto e ne è valsa la pena - afferma Lincoln Germanetti, a.d. di Tollegno Holding -. L’affluenza è stata superiore all’edizione precedente e abbiamo acquisito nuovi clienti. Alcuni di loro hanno sposato in pieno le nuove date, altri si sono rivelati più titubanti e passeranno gli ordini come la stagione precedente». Secondo Germanetti è ancora presto per un vero bilancio, che dovrebbe tenere conto anche del post-fiera, ma i buyer passati allo stand sono aumentati del 9% circa, con una partecipazione particolarmente attiva di americani, tedeschi, giapponesi e italiani, che hanno apprezzato soprattutto le proposte 3D, i tessuti accoppiati rain maker e la li-

nea luxury. «La macchina sarà più rodata l’anno prossimo - osserva - e non credo ritorneremo più indietro alle tempistiche precedenti». «Eravamo favorevoli allo spostamento di date - dice Matteo Patti, ceo di Zignone - e siamo arrivati al salone ben organizzati. Il bilancio è positivo: abbiamo incontrato clienti di qualità da tutto il mondo, anche dalla Russia». Il lanificio di Strona, nel Biellese, che esporta soprattutto in Germania, Est Europa, Usa e Canada, ha archiviato il 2016 con vendite in aumento del 4% a 28 milioni di euro e prevede di realizzare un +12% per fine 2017. «Non tutti sono riusciti, ma noi ci siamo presentati con il 100% delle collezioni ed è stato un sold out per gli appuntamenti» spiega Matthias Menegazzo, responsabile stile di Albiate 1830, marchio di tessuti del Gruppo Albini che dalla camicia vuole spaziare al total look casual, con stoffe leggere, il cui peso oscilla tra i 70 e i 250 grammi per metro quadro. «Andava fatto anche prima - prosegue -. Ora resta da vedere chi verrà a Parigi, a Première


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tessitura italiana

export +3,5% 2

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The production of Italian fabrics (wool, cotton, linen, silk and mesh) grew by 2%, supported by exports (+3.5%) during the first quarter 2017.

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Tra gennaio e marzo 2017 la produzione della tessitura italiana (lana, cotone, lino, seta e maglia) è cresciuta del 2%, sostenuta dalle vendite all’estero (+3,5%). In base ai dati forniti dall’Ufficio Studi di Smi, il comparto laniero (40% della produzione nazionale di tessuti) ha segnato un +3% dell’export. Invertendo il trend negativo, il cotoniero (20% dei tessuti italiani) ha realizzato un +6,8% delle vendite estere, mentre la maglieria ha messo a segno un +4,8%. In flessione, invece, i tessuti linieri (-9,7%) e serici (-6,9%). A livello di mercati di sbocco spicca la Cina, che con un +22% ha quasi raggiunto in volume gli Stati Uniti: rispettivamente 45 e 46 milioni di euro gli acquisti di tessile italiano tra gennaio e marzo. Repubblica Popolare e Hong Kong insieme totalizzano 78 milioni di euro di importazioni, non troppo distanti ormai dagli 81 milioni del maggiore cliente, la Germania, che nel periodo ha ridotto le importazioni (-2,8%). Romania e Francia rispettivamente secondo e terzo maggiore buyer - hanno limato gli ordini rispettivamente del 5,8% e 5%. Netta accelerazione, invece, per Spagna (+13,8%), Hong Kong (+10,8%) e Corea del Sud (+68%). Il discreto dinamismo del quarter deve fare i conti, come commentano da Smi, con le molte incognite di natura economica e politica, che rendono incerto ogni scenario. Le simulazioni econometriche elaborate dall’ufficio studi con l’università Liuc indicano comunque un trend positivo per i 12 mesi, in accelerazione rispetto al 2016, che ha mostrato un lieve calo di fatturato (-0,9% a 7,8 miliardi di euro) ed export (-1%, 4,3 miliardi). (e.f.)

1. L’area Synthesis 2. Un allestimento di Zignone 3. La linea Lana Italiana del Lanificio Bottoli in lana merino tosata, filata e tessuta in Italia, nei colori naturali del vello 4. Le proposte mulesing free di Botto Giuseppe 5. La gamma luxury A/I 2018 di Tollegno 1900

questo successo non fa venir meno la consapevolezza che la sfida è tutt’altro che conclusa

Ercole Botto Poala

Vision». «Sono contento di dovermi ricredere - ribatte Roberto Bottoli di Lane Bottoli, tra i più scettici in merito all’anticipo -. L’affluenza è stata ottima e i clienti soddisfatti. Il 60% è arrivato dall’estero, soprattutto Europa e Stati Uniti». «Resta il fatto - precisa - che noi aziende paghiamo un prezzo in termini di sforzo: dobbiamo realizzare il campionario nei mesi in cui si produce l’invernale, mentre prima avveniva in luglio, di regola più scarico. Continuo inoltre a temere che l’effetto sia quello di dare un maggiore vantaggio alle aziende che copiano noi fantasisti». «Forse l’affluenza è stata leggermente inferiore rispetto a settembre - replica Francesco Frigerio, che segue il commerciale per l’Italia al Gruppocinque, realtà comasca specia-

lizzata in tessuti a navetta e jacquard di alta gamma - ma in generale pensiamo sia stato utile anticipare: chi fa le pre-collezioni ha più agio. Per altri clienti luglio è un po’ presto: bisogna andarli a trovare in settembre con le collezioni complete». Apprezzamenti arrivano anche da espositori new entry come Berto, che ha iniziato a scegliere Milano Unica con l’appuntamento per le pre-collezioni di luglio 2016. «Questa edizione si è rivelata una piacevole sorpresa - dichiara la marketing manager Arianna Morimando -. Per il nostro settore, quello del denim e dei tessuti indaco, il salone non è mai stato di riferimento, ma abbiamo voluto partecipare per entrare in contatto con un segmento di clientela che difficilmente frequenta le fiere specializzate: i

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textile fairs

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brand che propongono un total look». «Le visite - precisa - hanno superato le attese, facendoci entrare in contatto con clienti acquisiti e potenziali italiani ed europei». «È stato interessante - aggiunge - capire come il mondo del sartoriale possa plasmare il denim per manufatti mai visti prima. Questo tessuto, che di regola è pensato per il casualwear, viene snaturato ed elevato in un contesto come Milano Unica. La fiera ci ha dato un valore aggiunto in tutti i sensi». VISITATORI DI QUALITÀ, IN CALO CURIOSI E STARTUP Anche i produttori di accessori tessili non si lamentano. Per alcuni, però, quello di Milano resta un momento per incontrare soprattutto le aziende italiane. «Per la nostra produzione presentare a luglio è meglio, perché arriveremo a Parigi senza accavallamenti sostiene Federica De Bernardi, alla guida del Nastrificio De Bernardi di Concorezzo (MB) -. Per quanto riguarda le visite, invece, penso che luglio abbia fatto più gioco ai produttori di tessuti. Noi abbiamo riscontrato qualche presenza in meno rispetto a settembre e si è trattato soprattutto di italiani, mentre gli internazionali vengono a trovarci a Première Vision». «Nonostante fossimo scettici sul numero di presenze, per via del mese estivo, in cui soprattutto gli stranieri sono in ferie, l’edizione di luglio ci ha sorpresi per le visite molto soddisfacenti e in crescita rispetto allo scorso settembre», afferma Riccardo Mastronardi, ceo di Cadica, produttore di etichette di alta gamma. E aggiunge: «Al di là del numero effettivo di visitatori, abbiamo notato un miglioramento a livello di tipologia e qualità delle

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1. Le novità di Toray: da sinistra Senbism e Ultrasuede Nu 2. L’indaco in materiali inediti nella linea Mazzini 11 di Berto 3. Un look maschile in tessuti Tejidos Royo 4. Thindown sperimenta nuove applicazioni 4

presenze: si sono visti clienti dal potenziale interessante e rappresentanti di brand noti, mentre sono diminuiti i curiosi e le piccole startup. Sono arrivati da tutta Europa e sono aumentati i visitatori da Paesi dell’Est e da zone arabe, anche se la maggioranza era italiana». Al salone Mastronardi ha anche annunciato l’acquisizione di A+A Design, studio milanese fondato e diretto da Andrea Dall’Olio, specializzato nella previsione di tendenze, nel design tessile e nella consulenza, che creerà con Cadica numerose sinergie. «Lo spostamento di date non è stato negativo, anche se alcuni buyer sono stati colti di sorpresa, nonostante i nostri ripetuti inviti via email, e altri erano già in ferie - ribatte Alessandro Bordegari, direttore commerciale Italia di Lanfranchi, realtà bresciana specializzata nelle chiusure lampo -. Abbiamo incontrato più esteri del solito, da Francia, Regno Unito, Germania, ma anche dagli Stati Uniti e dalla Russia». L’azienda - che dopo la certificazione Iso 14001 (standard di gestione ambientale), a inizio di quest’anno ha ottenuto la Ohsas

18001:2007 (standard per la gestione della salute e della sicurezza dei lavoratori) per lo stabilimento di Urago - ha lanciato una mini-zip, SuperLampo T2, la cui catena è inferiore a tre millimetri: ultralight e morbida al tatto, è stata progettata per tessuti e maglieria leggeri, polo, tasche interne e piccola pelletteria. Alla Nipi, che in Abruzzo realizza il tessuto in piuma naturale Thindown, confermano le statistiche ufficiali. «L’affluenza non è stata troppo diversa da settembre ma sono arrivati visitatori interessanti» dice il chief creative officer William Calvert. A catturare l’attenzione degli operatori del fashion, soprattutto le nuove applicazioni di Thindown: cappelli, calzature, articoli per la casa e, con la recente certificazione Oeko-Tex, anche capi per neonati e bambini. Sentiment in linea con la media pure per gli espositori provenienti dall’estero, come Toray e Tejidos Royo. Tra le novità presentate dai giapponesi di Toray hanno spiccato Ultrasuede Nu e Senbism. Come ha spiegato Akihito Tsukamoto, del commerciale dell’azien-


CRYSTALS -FROM-SWAROVSKI.COM


textile fairs

FLASH NEWS Loro Piana launches the new ecofriendly treatment Green Storm System, Reda invests in Biella territory, Gruppo Tessile Monti focuses on travel and green fashion and Vitale Barberis Canonico has been inspired by natural history book “Cabinet of Natural Curiosities”.

loro piana ancora più green

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Loro Piana presenta un nuovo trattamento, Green Storm System, a basso impatto ambientale perché impiega una risorsa vegetale e rinnovabile come l’olio di ricino. Si tratta di un’evoluzione di Storm System, il sistema brevettato nel 1994 che Loro Piana applica a tutti i suoi tessuti naturali, per impermeabilizzarli e renderli resistenti al vento, mantenendo inalterate le proprietà intrinseche alla fibra.

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reda investe nel biellese La biellese Reda rafforza il legame con il territorio, investendo oltre 50 milioni di euro (in cinque anni) nella riqualificazione di un immobile sfitto del distretto tessile. Nai piani il potenziamento della capacità produttiva, la razionalizzazione della logistica e la creazione di nuovi posti di lavoro.

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da, si tratta nel primo caso di un’ecopelle indicata per capispalla, resistente come la pelle lucida ma allo stesso tempo morbida al tatto e ultra-confortevole e nel secondo di una microfibra stretch leggera adatta ai duvet. Gli spagnoli di Tejidos Royo mancavano da 25 anni e si sono ripresentati con un nuovo progetto: una collezione di tessuti per il casualwear premium maschile, nata da due stagioni (il core business è la donna): «Abbiamo incontrato soprattutto italiani - dice il sales manager Alberto Guzzetti - ma anche francesi, tedeschi, scandinavi e americani». «Siamo contenti, penso che torneremo», conclude. Per chi, come Tejidos Royo, intende ripresentarsi, la prossima Milano Unica si terrà a Fieramilano Rho dal 6 all’8 febbraio 2018, in lieve anticipo rispetto all’analoga edizione ■ 2016, partita il 9 febbraio.

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1. I velluti del Nastrificio De Bernardi, tendenza dell’inverno 2018 2. Etichette in pelle Cadica 3. Pois luminosi nella nuova collezione di Gruppocinque 4. Macro e micro zip allo stand Lanfranchi

tessitura monti in versione da viaggio e bio Il Gruppo Tessile Monti lancia due nuove limited edition nella linea Brezza. Pensa ai viaggiatori con i tessuti per camicie no-stiro Travel, con finissaggio “wash & go” e si impegna per l’ambiente con la gamma Bio 100% Cotone Organico.

vitale barberis canonico ispirato da seba La nuova collezione di Vitale Barberis Canonico prende spunto dal “Cabinet of Natural Curiosities”, libro di storia naturale del XVIII secolo che illustra la collezione di piante esotiche, rettili, anfibi, uccelli, insetti e conchiglie del farmacista olandese Albertus Seba. Come il tessuto Megève MEC-125 in lana, seta e poliuretano waterproof, anti-vento e traspirante, che evoca la capacità della rana di adattarsi alla terra e all’acqua. Montecarlo, in lana 21 micron, ricorda invece l’ecletticità del camaleonte.


VESTITI CONTEMPORANEI IN SENSITIVE® FABRICS EUROJERSEY presenta la nuova collezione A/I 2018-19 di tessuti dinamici e funzionali, orientata al lifestyle urbano

Una collezione che racchiude tutte le performance dei tessuti Sensitive® Fabrics facili da lavare e ingualcibili, in grado di seguire chi li indossa in tutto l’arco della giornata. Tessuti che prendono forma in pratici parka o confortevoli trench, o in giacche strutturate che si adattano naturalmente ai movimenti del corpo. Una nuova visione di funzionalità ed estetica completa la collezione Ready-to-Wear AI 18-19, attraverso una raccolta di stampe che si interfacciano con le tecniche più avanzate, calibrate in funzione di differenti occasioni d’uso. Dal mood classico ed elegante dello stile FORMAL, con stampe sui tessuti Sensitive® Fabrics che si rifanno ad un lusso senza tempo con riproduzioni di righe gessate ed effetti di tinto in filo, alle stampe CAMOUFLAGE, che si imprimono come segno di distinzione con le nuance suggerite dalla natura; dal CHAOS di stampe che richiamano disegni Madras, pied-de-poule e plaid fedelmente riprodotti grazie alla stampa

3D print, alla raffinatezza dello stile REFINEMENT che punta al minimalismo con tonalità neutre pervase di intensità calde; passando per sofisticate tecniche di spalmature e lamine con effetto metallico per il mood COSMO, a cui si aggiungono resinature e pigmenti délavè per proiettarci in TERRITORI INESPLORATI. www.sensitivefabrics.it

Stampa con pigmenti delavè applicati sui tessuti Sensitive® Fabrics con effetti stone-washed, stone-bleached e lavaggi in capo. Tinte e stampe che richiamano l’asfalto associati a finissaggi che ben si adattano agli outfit più outerwear.

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textile fairs

premiÈre vision paris

la creativitÀ non va in una sola direzione

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Il numero di espositori tessili arriva a superare le 800 unità alla nuova edizione di Première Vision: una base forte per guardare oltre il settore, rafforzando per esempio la parte dedicata al sourcing

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di ALESSANDRA BIGOTTA

Première Vision Paris is scheduled from 19th to 21th September, with a growing number of exhibitors (1,961) and Italy in pole position.

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1. Un tessuto in piuma di Thindown, new entry al salone 2. Una panoramica della rassegna 3. Il tema Formal con Sensitive di un altro espositore italiano, Eurojersey

PREMIÈRE VISION in cifre 1.961

espositori (+3,3%)

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oltre 800

Ph. Rock Raven

aziende tessili anto tessile, con circa 800 riflettori anche alla nona edizione dei PV brand intenzioespositori su quasi 2mila, ma Awards, riservati agli espositori più creatinati a sviluppare 657 anche molto altro a Première Vivi e sperimentatori, che si arricchiscono di collezioni di acrealtÀ italiane sion Paris, di scena dal 19 al 21 due nuove “statuette” legate appunto alla cessori una selesettembre nella capitale francese, responsabilità d’impresa nel fashion e nel 161 zione di aziende new entry con uno zoccolo duro di aziende tessile. A presiedere la giuria John Malkospecializzate. Ma italiane che tuttora, con quasi 700 vich, un “guru” anche per quanto riguarda c'è di più: sempresenze, fanno del nostro Paese il l’abbigliamento. I giovani sono al centro di pre nella Hall 3 numero uno in fiera (Francia a parte), seguiiniziative come il contest Texprint e una si trova la Smart Square, punto d'inconto a distanza dalla Turchia. Ospitata presso mostra sulla stilista Vanessa Schindler, tro tra gli operatori, fatto per esplorare le il Parc des Expositions di Paris Nord Villevicintrice ad aprile del Grand Jury Prize nuove frontiere dell'innovazione applicata pinte, la manifestazione sceglie come filo Première Vision 2017, i cui lavori saranal tessile e settori affini, che si collega a conduttore della campagna pubblicitaria no esposti con quelli dei 10 finalisti della un’attenzione sempre più alta da parte del ■ l’immagine della “nuvola della moda”, che competizione. salone alla sostenibilità. Un tema sotto i come i cloud è in grado di immagazzinare diverse sfaccettature di un mondo che non è più soltanto tessile o fashion, ma vive di premiÈre vision manufacturing contaminazioni. Forte di un’offerta in crescita del 3,3% rispetto a un anno fa, sceglie per esempio di rafforzare la parte sul For the first time Première Vision Paris showcases a country sourcing manifatturiero, attraverso lo spain a dedicated space, choosing Tunisia as its “country focus”. zio The Sourcing Connection, integrato da The Asia Pacific Sourcing Show: un’ area Première Vision Paris organizza per la prima volta un “country nella Hall 2, che nella scelta dei potenziali focus” scegliendo la Tunisia, in tandem con le autorità del partner industriali provenienti dal Far East Paese e istituzioni quali la Federazione Tunisina del Tessile e tiene sì in considerazione fattori chiave Abbigliamento e la Tunis Fashion Week. Una cassa di risonanza come il prezzo, la velocità e la qualità delle per un territorio che non si limita a produrre per i committenti produzioni, ma va oltre, avvalendosi della europei, ma presenta talenti come Braim Klei (nella foto, un suo collaborazione di Bureau Veritas, leader modello), artefice di The National Collection: una capsule parte nei servizi di controllo, verifica e certificadi un progetto lanciato da Cima (Créateurs Associés aux Métiers zione. Da notare nella Hall 3 Bag & Shoe d’Art). Appuntamento nell’area Première Vision Manufacturing. Manufacturing, che presenta ai fashion

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focus sulla tunisia


TEXWORLD paris

globale e piÙ denim oriented From 18th to 21st September Texworld Paris shows the new collection of some 1,000 international exhibitors at Le Bourget exhibition center.

sull’internalizzazione nel Paese dei centri per l’innovazione industriale. Si aprono dunque nuove prospettive, da monitorare anche attraverso rassegne come Texworld Paris. Da citare, all’interno della kermesse, il lancio di Texworld Denim, sezione che offre uno spaccato sul jeanswear, 1 partendo da un’ottantina di realtà, 70% attive nella produzione di stoffe e il 30% di abbigliamento. Ma altri settori crescono. Tra questi Sophisticated Knit, vetrina di 130 exhibitor con standard qualitativi più alti della media, ed Elite, area collocata in un punto centrale dell’hub espositivo di Le Bourget, che ha come valore 2 aggiunto i servizi ad ampio raggio, dalla creatività alla logistica. Anche stavolta lo spazio - che come il resto del salone è multietnico e multiculturale, con realtà da Bangladesh, Cina, Pakistan, Libano, Taiwan, Turchia, ma anche da nazioni più vicine a noi come l’Olanda - si avvale di un layout di Olivier Lapidus, neo direttore creativo di Lanvin. (a.b.)

1. L’immagine associata alla nuova edizione di Texworld 2. Una foto ripresa dal sito del salone parigino

Anche Messe Frankfurt, come di consueto, è protagonista a Parigi con il suo salone tessile, Texworld Paris, che dal 18 al 21 settembre manda in campo un migliaio di espositori. La manifestazione entra nel 21esimo anno di vita, ribadendo il proprio ruolo di vetrina di un mondo globalizzato, in cui player come la Cina assumono un ruolo sempre più rilevante. Non a caso, il 60% dell’offerta proviene da questo Paese, dal quale giungono anche alcune tra le new entry. Qualche nome: Soyou Woolen Textile, sinonimo di fibre in lana e cashmere; Yiheng Textile, a sua volta specializzato nelle lane; Hifortune Garment, il cui focus è sulla seta. Il tessile cinese si sta progressivamente smarcando dalla dipendenza dalla tecnologia proveniente dall’estero, in base al piano Made in China 2025, fondato

SHIRTAPORTER for

La seta: un lusso a cui non si può rinunciare Destinate a superare i confini della stagionalità, le creazioni di Shirtaporter fanno della seta l’emblema di un lusso accessibile, dedicato a donne che ne apprezzano e riconoscono il valore Il vero lusso non si esaurisce in una stagione; è un gioiello che dura nel tempo, da conservare e preservare. Un concetto che per Shirtaporter significa ricerca continua del bello, tradotto in sete pregiate, in fantasie che evocano luoghi, racconti ed emozioni che restano. In controtendenza, il brand di womenswear scommette sulla seta come forte brand identity, con cui differenziarsi e farsi riconoscere: stampe esclusive e lavorazioni made in Italy, quasi artigianali, non significano necessariamente capi inaccessibili, bensì creazioni alla portata di quante ne riconoscono e apprezzano il valore. Questa è la ragione che spinge Shirtaporter a crescere ed evolvere attraverso la continua ricerca di materiali preziosi, di ispirazioni e percezioni: l’importante è sconfinare. Il percorso fa tappa anche quest’anno a Milano, al White Show, e a Parigi, al Tranoï. Ma le mete sono infinite. E il viaggio continua...

info@shirtaporter.com - www.shirtaporter.com

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PREVIEW WOMENSWEAR spring-summer 2018

Lunghezze mini e maxi, silhouette ampie e aderenti: le nuove collezioni rispecchiano la libertà di scelta di una donna fuori dal comune. a cura di alessandra bigotta

Mini and maxi lengths, wide and slim silhouettes: the new collections reflect a woman who goes beyond schemes and conventions.

Annakiki

Una palette vivace caratterizza le proposte disegnate da Anna Yang, che sfila per la seconda volta a Milano spaziando dal pop agli anni Ottanta, come nell’impermeabile con cappuccio in pvc e maniche esagerate

Les Copains

Neo-romanticismo e stile hippy chic si incrociano nel vestito lungo in georgette di seta, impreziosito dai dettagli in maglia hand made

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Vivetta

La fonte di ispirazione dell’abito ricamato in raso di seta sono i quadri di Andrey Remnev, con il quale la stilista ha collaborato per questa stagione

Max Mara

Parte superiore aderente, con quella inferiore a tutta ampiezza nell’outfit composto dal giubbotto in puro cashmere doppio fatto a mano, con gonna plissettata formata da strisce fluttuanti in georgette di pura seta. Tocco finale, i sandali in pelle dal tacco alto


Manuel Facchini

Spirito brillante e volitivo, con accenni agli anni Sessanta, per il completo che evidenzia il punto vita e le gambe, fasciate da stivali aderenti

Mila Schön

La parte anteriore del macro trench è in drill di cotone svizzero cinzato, mentre quella posteriore sceglie la duchesse di seta con maxi righe. Un disegno animalier personalizza le scarpe décolleté in jacquard di seta drappeggiato

Piccione. Piccione

Architetto paesaggista e artista poliedrico, Roberto Burle Marx rivive nelle stampe botaniche, esaltate dalla leggerezza dello chiffon

Aigner

Il mini dress in merletto che disegna righe colorate si accompagna alla maglia con logo ricamato, ai mocassini con plateau flat e alla Camera Bag in pelle stampata con dettagli in metallo, che si rifà al leitmotiv della collezione, #aignerlove

Simonetta Ravizza

Una seduzione fresca e delicata, di sapore rétro, caratterizza l’abito di linea scivolata, in viscosa con motivi floreali

Au Jour Le Jour

La classica camicia in popeline di cotone bianco si reinventa, grazie a ricami e cuciture in cristalli azzurro cielo

Sportmax

Sofisticate contaminazioni tra la femminilità del vestito in satin e il particolare degli elastici multicolori di sapore active, con rigature irregolari e loghi

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PREVIEW WOMENSWEAR spring-summer 2018

Krizia

Attenzione ai dettagli per l’abbinamento tra la blusa con inserti di pannelli plissé in crêpe, materiale utilizzato anche per il pantalone, a sua volta plissettato. Macropaillette geometriche ricamate impreziosiscono la cintura, originale come il maxi orecchino in metallo

Trussardi

Maryling

L’abito in crêpe de chine con stampa a fiore e particolari in nappa presenta il dettaglio originale della coulisse a contrasto. Completano il look la borsa in cocco color cipria e il.cappuccio sempre in cocco

Ellsworth Kelly, Jean Degottex, Lucio Fontana, Pierre Cardin: da questi grandi nomi dell’arte e del design trae spunto il marchio, che utilizza esclusivi tessuti italiani per creare un’atmosfera sofisticata, con echi degli anni Sessanta

Calcaterra

L’insieme gioca sulle ampiezze dei volumi del top e del pantalone, con flap in gazare di cotone a taglio vivo e dolcevita in chiffon di seta

Rossella Jardini

Con i lunghi chemisier in seta come abiti-feticcio, la collezione lancia la stampa “Jardinette”: il volto di Rossella, disegnato da Antonio Pippolini, diventa rappresentazione visiva di un inedito concept

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Daizy Shely

Cividini

Forme essenziali e raffinate geometrie per la primavera-estate 2018 del marchio, che elegge il cotone - finissimo, in garza, a punto Milano come materiale d’elezione della stagione

Il rosso corallo conferisce nuova verve al pizzo francese con il quale è realizzato il modello da sera dalle velate trasparenze, che crea un contrasto armonico con il coat in lana pied de poule



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PREVIEW WOMENSWEAR SPRING-SUMMER 2018

ES’ GIVIEN

STYLE IDEAS TO PACK IN YOUR SUITCASE PER CHI HA ANCORA VOGLIA DI STUPIRSI, PER CHI IN UNA VACANZA AMA PERDERSI PER POI RITROVARSI. DI ALBERTO CORRADO

For those who still want to be amazed and to get lost in their holidays, finding their way again at last.

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COAST TO COAST ANIYE BY

COME DICEVA MARTIN LUTHER KING NEL 1963, “I HAVE A DREAM”, COSÌ OGNUNO DI NOI HA IL SUO SOGNO AMERICANO. VIAGGIANDO COAST TO COAST INCONTRIAMO I NUOVI VOLTI DEL FASHION PIÙ AUTENTICO, FATTO DI STREETSTYLE O DI CAPI IN DENIM, TRENDY E FUNZIONALI.

FRACOMINA

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JIJIL

GAS

PREVIEW WOMENSWEAR SPRING-SUMMER 2018

LUCILLE

ROY ROGER’S

Like Martin Luther King, who delivered his “I Have a Dream” speech in 1963, each of us has an American dream. Traveling from coast to coast, we meet new faces of the most authentic fashion, whether it be streetstyle or denim, trendy or functional.

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GO WEST

M MISSONI

KANGRA

ALLA SCOPERTA DI PAESAGGI MOZZAFIATO, FRA IL TEXAS E L’ARIZONA. ACCANTO AI TONI NEUTRI - BEIGE, MILITARI E ASFALTO - SPUNTANO COLORI PIÙ VIVACI: L’ALLEGRIA DEL ROSSO FA DA CONTRALTARE ALLA PULIZIA DEL BIANCO. SI RINNOVANO LE FANTASIE: LE MICRO-GEOMETRIE SI ALTERNANO ALLE STAMPE FLOREALI E ALLE INTRAMONTABILI ONDE.

MARIELLA ROSATI

WOOLRICH

ROSSO35

AS65

ELEVENTY

On a journey, to discover breathtaking landscapes between Texas and Arizona. Neutral beige, military and asphalt tones are accompanied by more vibrant colors: the cheerfulness of red and cleanness of white. The new trend also includes patterns: micro-geometries alternate with colorful floral prints and timeless waves.

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PREVIEW WOMENSWEAR SPRING-SUMMER 2018

IN RIVIERA

LANIFICIO COLOMBO

STRENESSE

UN ROADTRIP ATTRAVERSO GLI ANNI 70, CON MINIABITI IN LINO O GIACCHE ELEGANTEMENTE RÉTRO E MESSAGGI SPIRITOSI DA PARTE DEGLI STILISTI, CHE INTINGONO METAFORICAMENTE LA LORO PENNA NEL CALAMAIO DI VIVACI COLORI POP. UN LASCIAPASSARE DEI SENSI CHE RICONDUCE A UNA VITA TRASCORSA TRA UNA FESTA E L’ALTRA, IN SPLENDIDE DIMORE A PICCO SULLA COSTA.

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DIEGO M

BALLANTYNE

LARDINI DONNA

SAULINA

DANIELA DALLAVALLE

A road trip through the ‘70s, with linen mini-dresses and stylishly retro jackets. Designers metaphorically dip their pen in the inkwell of vibrant pop colors. A kind of passport for the senses, that introduces us to a life spent between one party and another, in beautiful coastal mansions.


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© Paul Rousteau

From Thursday 28th September to Sunday 1st October 2017 Ready-to-wear collections → SS18

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NORDIC SKY VOLPI

DESTINAZIONE LE CAPITALI DEI MARI DEL NORD. TRA PROFILI MINIMAL, ESSENZIALI FORME E RAFFINATE GEOMETRIE. NESSUN INDUMENTO DEVE ESSERE FUORI LUOGO E NON ESISTE NESSUNA DISTINZIONE TRA GLI ABITI DA LAVORO E QUELLI DEDICATI ALLE OCCASIONI SPECIALI..

FINE EDGE

AT.P.CO

PESERICO

GIORGIO GRATI

PREVIEW WOMENSWEAR SPRING-SUMMER 2018

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CIVIDINI

LA MARTINA

Destination: North Sea capitals. Minimal profiles, essential shapes and sophisticated geometries. No garment should be out of place and there is no distinction between work clothes and models intended for special occasions.

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PREVIEW WOMENSWEAR SPRING-SUMMER 2018

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LAMBERTO LOSANI

NENAH

ANTONELLA

TATRAS

Levity, fun and a touch of nostalgy undergo a concrete stylistic translation into fresh, elegant dresses, embellished with handmade added value and embroidered inserts. Fine fabrics that emanate the natural harmonic elegance of rope combine also with cheerful, summery prints and the irregular pinching of a sartorial garment.

AMINA RUBINACCI

PENCE

LEGGEREZZA, DIVERTIMENTO E UN QUASI IMPERCETTIBILE TOCCO NOSTALGICO TROVANO UNA TRADUZIONE STILISTICA IN ABITI FRESCHI, LEGGIADRI, IMPREZIOSITI DA LAVORAZIONI HANDMADE E INSERTI RICAMATI. TESSUTI PREGIATI VALORIZZANO L’ELEGANZA ARMONICA E NATURALE DEI TONI CORDA MA ANCHE LE PIÙ ALLEGRE STAMPE ESTIVE, MENTRE PIZZICATURE IRREGOLARI RINNOVANO UN CAPO SARTORIALE.

KOCCA

NOSTALGIC HARBOR


Italian heart, classical elegance of the design

RESPIRO was born in Milan. It’s heart of sector for fashion trend and marketing over the world. Italian heart, classical elegance of the design. RESPIRO deserves these values. RESPIRO should be always trendy and fresh for customers. But something elegance that can make different. DIESEL, REPLAY and RESPIRO are 3 representative denim brands in Italy.

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PASHMERE

ON THE BOAT

SFIZIO

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JACOB COHËN

VACANZE IN BARCA. METTERE IN VALIGIA CAPI BASICI E PRATICI, IN CROMATISMI ISPIRATI ALLA PROFONDITÀ DELLE ACQUE MARINE, INSIEME AL BIANCO DELLE VELE GONFIATE DAL VENTO. UNA FEMMINILITÀ MODERNA VIENE MESSA IN RISALTO DA GRAFICHE ICONICHE, COME LE RIGHE, O DALLE TRAME SEDUTTIVE DI ALCUNI FILATI.

Sailing holidays. Pack your suitcase with basic, practical clothes, reminding the deep sea water with a touch of white, inspired by the sails swollen by the wind. Modern femininity is highlighted by iconic graphics, like stripes, and by the seductive textures created by yarns.

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ALPHA STUDIO

TERRE ALTE

PETIT BATEAU

ELENA MIRÒ

PREVIEW WOMENSWEAR SPRING-SUMMER 2018


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.SETTE

COME OGNI STAGIONE ESTIVA SI RIPROPONE L’EQUAZIONE MATEMATICA CHE ASSOCIA LA LIBERTÀ DI UN VIAGGIO ALLA VOGLIA DI AVVENTURA. UNO SCENARIO CHE RISPECCHIA IL NUOVO TREND DI MARCHI CHE TROVANO LA LORO MASSIMA ESPRESSIONE IN CAPI ICONICI: GIACCHE DI PELLE, FELPE E JEANS. CAPI SENZA TEMPO. EMBLEMI DELLO SPIRITO AVVENTURIERO.

NAPAPIJRI

Like every summer, this season sees the return of the mathematical equation relating to the freedom of traveling and the desire for adventure. This is reflected by a new trend among brands, that achieve their maximum expression in iconic clothes: leather jackets, sweatshirts and jeans. Timeless garments. Emblematic of an adventurous spirit.

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BOMBOOGIE

FREE SPIRIT

TWINS FLORENCE

BAGUTTA

DIESEL

PARAJUMPERS

PREVIEW WOMENSWEAR SPRING-SUMMER 2018


IN CASO DI NEVE

GIORGIO ROCCA COLMAR.IT

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L’ALLURE MEDITERRANEA ABBINATA AL MOOD DEL SOL LEVANTE. KIMONO E TEXTURE ELABORATE SI STRINGONO SUL PETTO CON LACCI CORPOSI, MENTRE I LOOK BON-TON PRENDONO UNA PIEGA QUASI CYBER, CON INSERTI ROSSO LACCA O TESSUTI TECNICI, FINO AI RIMANDI AI COMICS. LE NUOVE GENERAZIONI RIVISITANO LA TRADIZIONE IN CHIAVE RIBELLE, SPERIMENTALE, MA ANCHE PIÙ FEMMINILE.

FERRANTE

Mediterranean allure unites with a “rising sun” mood. Kimonos and elaborate textures cling to the chest with thick laces, while bonton looks have an almost cyber style, with red lacquer inserts, technical fabrics and references to comics. New generations interpret tradition with a rebellious, experimental, yet feminine twist.

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LUCKYLU

GOODMATCH

ORIENT KYUU

D_EXTERIOR

LUIGI VECCIA PER GOODMATCH

SVETA

POMANDERE

PREVIEW WOMENSWEAR SPRING-SUMMER 2018



PREVIEW WOMENSWEAR SPRING-SUMMER 2018

SOUTHERN WINDS

XACUS

MOMONÌ

RACCOGLIERE E MESCOLARE LE VARIE INFLUENZE CULTURALI. L’ARTE DEL VIAGGIO CREA EMOZIONI, CHE SI TRASFORMANO IN ABITI E ACCESSORI. I TESSUTI PREFERITI SONO LE SETE UNITE E STAMPATE E I COTONI LAVATI. MOTIVI WALLPAPER, FIORATI COME GIARDINI, SI MESCOLANO ALLE CLASSICHE RIGHE O ALLE CERATE, PERFETTE PER UNA GITA AL FARO.

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GAMMON

BEATRICE B

LORENA ANTONIAZZI

CIGALA’S

COLMAR

A mix and match of cultural influences. The art of traveling creates emotions, that can be expressed in clothes and accessories. Mixed, printed silks and washed cottons are the most popular fabrics. Wallpaper prints, floral like gardens, combine with classic stripes or raincoats, for trips to the lighthouse.


CAMOMILLA ITALIA for

Camomilla italia sempre più vicina alle donne Dinamiche, grintose, che sanno esprimere il proprio stile: queste sono le donne Camomilla Italia a cui l’azienda si ispira ogni giorno. I nuovi obiettivi per la stagione Autunno –Inverno 2017, infatti, mettono al centro le esigenze di tutte le donne, valorizzandole e rendendole uniche. Tra gli obiettivi futuri anche l’internazionalizzazione del brand, per esportare la firma di stile di Camomilla Italia.

Camomilla italia definisce la nuova stagione Autunno -Inverno 2017/2018 e lo fa mettendo come sempre al centro dei propri progetti le donne forti, che non si fermano mai. La nuova campagna A-I 17 è affidata anche per questa stagione alla GreyUnited, ideatrice del concept “Women never stop”, evolvendo quest’ultimo. Lo storytelling racconta di un’amicizia intensa,di un viaggio, della voglia di evadere dalla routine quotidiana, del senso di libertà, intesa come libertà di esprimere il proprio stile. Soddisfare le esigenze di tutte le donne, rendendole uniche, è da sempre l’obiettivo primario di Camomilla italia. Ogni donna deve sentirsi speciale e sicura nel proprio corpo, per questo una grande novità di Camomilla italia è l’ampliamento della griglia di taglie, con l’introduzione delle New Size 40 e 50. Una collezione ricca di capi in full size, per soddisfare le esigenze di ogni donna e avvolgere ogni singola

curva. La filosofia aziendale è dunque “le donne al centro di tutto”, rendendole partecipi in prima linea in ogni attività aziendale. Per questo Camomilla italia continua a puntare sulla Lover Card, la fidelity pensata appositamente per premiare le sue clienti. Ad oggi Camomilla italia conta un milione di Lover Card, traguardo importante che l’azienda vuole festeggiare insieme alle proprie donne “Lover”. Un altro grande obiettivo è lo sviluppo di una rete commerciale estera. Da poco infatti reduce dalla sua prima partecipazione ufficiale presso il CPM Fashion Show, tenutosi presso l’Expo Center di Mosca, Camomilla italia ha riscosso successo e apprezzamenti dai buyer russi e internazionali, che hanno amato lo stile e la qualità targata Camomilla italia. Anche per questa stagione dunque Camomilla Italia si pone grandi obiettivi, continuando a valorizzare la grinta, la femminilità e la forza di tutte le donne “Women never stop”.

C.M.T. Compagnia Manifatture Tessili Srl - Piazzetta Matilde Serao, 7 - Napoli www.camomillaitalia.com - info franchising 800.895.895


ELLEI

LO SPIRITO SUDAMERICANO MESCOLA ELEMENTI ETNICI E GEOMETRIE ANNI ‘60, ATTRAVERSO ACCOSTAMENTI DI COLORI SATURATI A CONTRASTO. GEORGETTE DI COTONE PASTELLO E VOILE IN SETA GIOCANO NEGLI ABITI LEGGERI O NEI TESSUTI A TRAME RUSTICHE. LA MAGLIA È RICCA DI LAVORAZIONI, RUCHE MULTICOLOR, JACQUARD, FRANGE TRIDIMENSIONALI.

ANTONELLI FIRENZE

The South American spirit mixes ethnic folk elements and ‘60s geometries through contrasting, saturated color combinations. Pastel cotton georgette and silk cotton voile interact in lightweight cotton clothes and fabrics with rustic textures. Knitwear is an expression of workmanship, with multicolor ruffle effects, jacquard and threedimensional fringes.

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TAGLIATORE

LATIN AMERICA

SILVIAN HEACH

ELISA FANTI

NENETTE

PIERANTONIO GASPERI

PREVIEW WOMENSWEAR SPRING-SUMMER 2018


SMEET for

We love sneakers DA MONTE CARLO CON AMORE: LO STILE UNICO DI SMEET, LE SPORTIVE COOL, ESCLUSIVE E VIRTUOSE, PROGETTATE NEL PRINCIPATO MA REALIZZATE IN ITALIA “We love sneakers”. E non è solo uno slogan, ma la sintesi precisa della filosofia Smeet, brand di calzature nato nel Principato di Monaco poco più di un anno fa e già pronto a diventare un fenomeno di tendenza, grazie ai suoi modelli che spezzano la monotonia della scarpa sportiva con un design ultra moderno, impareggiabile leggerezza e note vibranti di colore. Fondatore della nuova etichetta per donna e uomo è un team internazionale, multilingue e multitasking, che lavora con passione autentica allo sviluppo di un sofisticato ed esclusivo concetto di calzatura, che va oltre la classica sneaker, fondendo in un equilibrio perfetto originalità, ricerca, qualità e comfort. Della squadra fanno parte professionisti con diverse competenze, che si supportano e stimolano vicendevolmente al fine di migliorare costantemente strategie e offerta, per fare del marchio il punto di riferimento di un pubblico internazionale esigente e sensibile ai valori di unicità e

autenticità. A dirigere il dipartimento creativo, cuore pulsante della società monegasca a gestione familiare, è Matteo Del Cherico che, collezione dopo collezione, reinventa i modelli Smeet secondo i mood di stagione, attraverso colori, soluzioni e dettagli innovativi. Nel rispetto di alcune imprescindibili regole estetiche ed etiche: forme pure, pesi piuma, materiali all’avanguardia di produzione esclusivamente italiana. Sì, perché in casa Smeet il made in Italy è una priorità: ogni collezione è realizzata secondo standard elevatissimi di qualità, i controlli sono severi in ogni singola fase di sviluppo, poiché l’intento è quello di garantire ed enfatizzare la scrupolosità e la responsabilità delle produzioni. A tutela del benessere e della soddisfazione del cliente, che l’azienda coltiva in una rotta di rispetto ed eticità che parte a monte dall’attenzione e dal controllo delle materie prime, fino alla consulenza di un customer service cortese e preparato.

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PAOLA TURANI INDOSSA LE ANTEPRIME DELLE GRIFFE

FRESH ENERGY INJECTION

HA CONQUISTATO UN TASSO RECORD DI INGAGGIO CON LA SUA SPONTANEITÀ. ORA LA TOP INFLUENCER SVELA IN ESCLUSIVA SU FASHION IL PROPRIO LATO SOFISTICATO, INDOSSANDO INEDITI TOTAL LOOK, ALLA VIGILIA DI MILANO MODA DONNA PHOTOS BY FZEROPHOTOGRAPHERS - STYLING BY ALBERTO CORRADO & ROBERTO PIETRI

Miniabito con frange multicolor

Missoni

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Pigiama in crĂŞpe con bottoni in cristallo

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Abito plissettato in jersey di seta Borsa “The Lauren 1980� in nappa intrecciata

Bottega Veneta

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Camicia in seta orientale, decorata con un mix di stampe floreali Pantaloni palazzo Cardigan in cotone e cashmere con scollo a V Borsa della linea Etro Rainbow, con chiusura in metallo dorato

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Abito midi in seta gialla, con inserto plissé e cintura nera a contrasto Stivaletti Rockoko in maglia elastica rosa glitterata e tacco in cuoio rigato Borsa Kan I in nappa nera, inserto in plexi con logo multicolor

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Paola Turani@GOOD VIBRATION Make-up Roberta D’Alessandro Sephora National Make-up artist & European pro team Hair by Beppe D’Elia per beautick, using B#F by Beppe D’Elia Si ringrazia Confcommercio Milano per lo splendido gioiello liberty di Palazzo Castiglioni

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MAKING OF

A TU PER TU CON PAOLA TURANI

«CERCO DI STUPIRE, MA RIMANENDO ME STESSA»

Reduce da diverse premiazioni, la top influencer spiega come è riuscita a ottenere uno dei tassi di ingaggio più alti della sfera social DI MARC SONDERMANN

Paola Turani, one of Italy’s most important influencers, explains how she was able to generate a towering engagement rate. Paola, come si connota il tuo profilo? Ho iniziato quattro anni fa condividendo scatti dagli shooting e dalle città che visitavo. A queste affiancavo foto della mia quotidianità; ho sempre scritto molto. Penso di essere una ragazza della porta accanto, cerco sempre nuove esperienze da raccontare, senza filtri. Quindi è un profilo non solo fashion, ma di “lifestyle”. Che cosa ti contraddistingue? Mi piace raccontare ciò che succede intorno a me con un po’ d’ironia, senza prendermi troppo sul serio. È bello poter mostrare l’altra faccia della medaglia, quando non ho servizi fotografici o non sono truccata. Quindi condivido la mia vita privata, le mie passioni, i momenti di relax. Sono il mio lato più vero. Non potrei mai rinunciarvi. Hai vinto diversi premi: qual è la formula vincente? Non credo esista la ricetta perfetta per aumentare l’engagement. Penso però che il punto di forza sia stato interagire molto con i follower. Le persone si sono affezionate,

era strano che una modella si esponesse così tanto. È piaciuto e credo che involontariamente questo sia stato il segreto: mettersi a nudo, anche con le proprie fragilità, su un social network basato sull’apparenza. Che idea ti sei fatta dei tuoi follower? Ho creato con loro un rapporto speciale. Il 70% sono donne, con cui si è stabilito un legame di fiducia: cerco di rispondere a tutte le domande, ai commenti e ai messaggi privati. Nessuno gestisce il profilo per me. Non sarebbe giusto, loro si aspettano i miei consigli. Io, al contrario, posso contare su di loro.

Come descriveresti il tuo stile? Più che essere di moda, per me è importante innanzitutto avere una propria identità riconoscibile. Se a un certo punto è di tendenza un accessorio che non rispecchia i miei gusti, non lo metto, anche se è un must have. Adoro mixare capi firmati e low cost, cambiare look in base alle varie situazioni. Quando decido di collaborare con un brand, è fondamentale che rappresenti la mia personalità. Ho rinunciato a diverse collaborazioni, sul mio profilo consiglio solo look che indosso realmente nella quotidianità.

Paola Turani dietro le quinte del nostro servizio fotografico: fard, ombretto leggero, un rossetto deciso ma non carico e il tocco della spazzola elettrica lisciante per un’acconciatura chic (quella nella foto è Easyliss BF bella#fashion by Beppe D’Elia)

Dopo l’esperienza del red carpet al Festival di Venezia, vedi lo star system con occhi diversi? Quella del Festival di Venezia è stata una delle esperienze più belle di sempre. Ho sfilato sul tappeto rosso e ricordo come se fosse ieri l’emozione di posare davanti a tutti i fotografi. Dietro ci sono mesi di preparativi, un team che lavora sodo. Come modella conoscevo già lo star system, questa volta l’ho visto da una prospettiva decisamente diversa. ■

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PREVIEW ACCESSORIES SPRING-SUMMER 2018

BALMAIN

FOCUS ON YOUR STYLE AVVENTURIERA E GLOBETROTTER. FINO AI PIEDI. DI ALBERTO CORRADO

Adventuress and globetrotter. Up to the feet.

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PREVIEW ACCESSORIES SPRING-SUMMER 2018

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STILOSE, SOBRIE E CON UNA PRIORITÀ: ANDARE LONTANO

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PREVIEW ACCESSORIES SPRING-SUMMER 2018

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HERMÈS

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SALVATORE FERRAGAMO

L’ESSENZIALE PER ESSERE GLAM GUCCI

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GLOBAL BLUE for

Dove c'è lo shopping di lusso c'è Global Blue Con 25mila ingressi nella Lounge di Milano, 28mila in quella di Roma e 6mila nella nuova sede di Venezia da gennaio a luglio, Global Blue ribadisce la sua leadership nel tax free shopping, frutto di un servizio di alto livello che garantisce ai turisti stranieri la shopping experience perfetta. Via Santo Spirito a Milano, piazza di Spagna a Roma, Piscina San informazioni sul Tax Free e il mondo dello shopping, argomenti sui Moisè a Venezia: cuori pulsanti dello shopping di lusso, che Global quali Global Blue è ferratissimo. A proposito di Milano, per esempio, Blue - leader mondiale nel Tax Free Shopping - ha scelto per le le statistiche elaborate dalla società indicano un incremento di vensue Lounge dedicate ai turisti internazionali. Da gennaio a luglio la dite Tax Free dell'11% nel gennaio-giugno, che ha ribadito il trend Lounge di Milano, aperta per prima sulla scia dell’Expo 2015, ha positivo degli ultimi dieci anni. Nel semestre i viaggiatori russi sotto contato 25mila ingressi, di cui il 20% rappresentato dai turisti russi la Madonnina hanno fatto impennare le vendite Tax Free del 30%, e il 18% dai cinesi. I viaggiatori hanno apprezzato anche la sede contro il +16% dei cinesi e degli americani. Il focus sui mesi da apridi Roma: 28mila presenze, di cui il 19% le a giugno mostra un +18% dei cinesi, dall’America, il 16% dalla Russia e il 15% un +22% dei russi e un +16% dei Globe I NUMERI DELLE LOUNGE DI GLOBAL BLUE dalla Cina. Ottimi riscontri si sono avuti Shopper a stelle e strisce. La via preferi35 33% anche dalla neo-aperta location nel capota? Montenapoleone (+13%), anche per30 luogo veneto, con 6mila Globe Shopper. ché rappresenta il fulcro del settore Moda 25 Qui la prima nazionalità è stata rappresene Accessori, in crescita del 9%, con una 20% 19% tata dai turisti a stelle e strisce, il 33% del spesa media di 1.044 euro. Uno sguar20 18% 16% totale, seguiti da cinesi (12%) e russi (7%). do anche a Roma, che nei mesi da mar15 12% In particolare, i flussi registrati nella fashion zo a maggio ha visto gli acquisti Tax Free 10 area di Venezia nei primi 15 giorni di luglio lievitare dell'11%, con un +9% alla voce 5 ne confermano l’importanza come hub Moda e Accessori, la cui spesa media è 0 turistico, con il Tax Free Shopping nel censtata di 827 euro. Ancora meglio nella catro della città trainato principalmente dagli pitale è andata a Orologi e Gioielli, +11%, MILANO ROMA VENEZIA 25.000 ingressi 28.000 ingressi 6.000 ingressi Gennaio-Luglio 2017 Gennaio-Luglio 2017 Marzo-Luglio 2017 americani, con acquisti in rialzo del 17,3% con budget medi di 2.978 e 2.687 euro. rispetto al medesimo periodo del 2016 e Da notare che nel periodo marzo-maggio un trend positivo anche sul fronte dello scontrino medio: 897 euro sono stati i turisti arabi a registrare il maggiore incremento nella città (+7,4%). Obiettivo di Global Blue è quello di dare un welcome perso- eterna: +24%. Il 68% delle spese degli stranieri a Roma si concennalizzato ai viaggiatori, un momento di accoglienza, relax e refresh. tra nella Luxury Zone, che segna un +5%, con punte del +28% da Gli spazi di straordinaria bellezza, uniti al servizio di altissimo livello, parte dei russi e del +17% di cinesi e americani nella golden area tra permettono di trascorrere una piacevole pausa durante lo shopping. piazza di Spagna e via Condotti. Un fattore positivo è stato il potenLo staff multilingue di Global Blue garantisce tra l'altro ai viaggiatori ziamento delle connessioni aeree di Fiumicino, punto da cui oggo un’assistenza dedicata volta a ricevere il rimborso, oltre ad avere molti turisti possono ripartire per i Paesi d’origine.

www.globalblue.com


TREND

BRAND TO watch Collezioni al debutto, in fase di rilancio o con alle spalle poche stagioni Il loro fil rouge? Un concept originale e una storia da raccontare DI ANGELA TOVAZZI

Collections ready to debut, brands undergoing a re-launch or lines born few seasons ago, with an original concept and a story to tell.

AMANTI Born in 2015, Filomena Manti’s brand combines artisan made in Italy know-how and ethnic suggestions.

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Materiali e savoir faire made in Italy da un lato, influenze e suggestioni esotiche dall’altro: la collezione di Filomena Manti nasce da questa commistione, e frutto di un iter formativo sui generis. Grazie agli studi di etnografia, che l’hanno portata a scoprire terre lontane, Filomena entra in contatto con i maestri artigiani indonesiani, dai quali rimane affascinata. Decide allora di frequentare un master in Textile e Leather Bags, in seguito al quale nasce la prima capsule collection, e di dedicarsi in toto al progetto borse. Ritorna in Italia e, nel 2015, lancia Amanti, una collezione “glocal” dal design d’impatto che all’ultima edizione di Who is on Next? si aggiudica un posto tra i finalisti. La linea, di base alla showroom milanese Areté, ha iniziato la propria distribuzione dal Middle East e dal Giappone, dove è in vetrina da Le Journal Standard a Tokyo, Aishti in Kuwait e da RobinsonAl Futtaim a Dubai. Tra i 280 e i 400 euro i prezzi sell in.

Born in Transylvania and raised in Budapest, Dora Abodi signed a “baroque-futurist” collection, full of couture details.

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L’ultimo riconoscimento è stato in occasione del Pitti Uomo di giugno, quando Dora Abodi - nata in Transilvania e cresciuta a Budapest - si è aggiudicata l’Excellence Fashion Award 2017 del Salon of Excellence. Il suo brand è nato nel 2009, dopo aver preso una laurea di moda in Francia (perfezionata nel 2013 con un master in Fashion Design alla Domus Academy di Milano) e si distingue grazie a un’immagine definita da lei stessa «barocco-futurista», apprezzata da celebrity come Gwen Stefani, Carrie Underwood, Tyra Banks, Fergie e Taylor Swift. Distribuita dalla showroom milanese Spring-Up con prezzi sell in tra i 250 e i 300 euro, la collezione è presente in Asia, Medio Oriente, Stati Uniti e Canada. Tra le vetrine top, Blubird a Vancouver, Hugewave in Cina e La Rinascente di Milano (photo di Szilveszter Mako).


MILA zb Member of Zegna Baruffa family, Mila launched her brand in 2014, focusing on leisurewear, beachwear and eyewear. Figlia d’arte, Mila Zegna Baruffa ha lavorato dieci anni nell’azienda di famiglia a Biella come direttore creativo, prima di iniziare - nel 2006 - una nuova avventura, che l’ha portata a diventare amministratore delegato di Isa Seta. Da tre anni a questa parte ha messo a frutto il proprio background per lanciare un marchio che esprimesse la sua visione estetica, battezzato semplicemente Mila ZB: un’offerta sofisticata e high-quality, che comprende leisurewear, beachwear ed eyewear, oggi distribuita in oltre 1.000 multimarca in tutto il mondo, tra cui La Rinascente e Clan a Milano, oltre che nell’e-shop milazb.it. Intorno ai 170 euro i prezzi sell in degli occhiali, circa 300 quelli dell’abbigliamento.

NADIR MAUT Dresses, tunics and caftans in silk, with patterns designed exclusively by artist and designer Svetlana Schmidt. The collection is available on the e-shop and in her gallery in Milan. Svetlana Schmidt, russa naturalizzata milanese, ha definito “Techno Gipsy Generation” il suo progetto Nadir Maut, linea di abiti, tuniche e caftani no-season dagli echi gitani, che su basi in seta si animano di geometrie dalle reminiscenze arabe, fantasie floreali e psichedeliche e motivi tribali, tutti disegnati in esclusiva. Una collezione in vendita nell’e-shop del brand con prezzi compresi tra i 200 e i 1.600 euro, che sintetizza l’amore di Svetlana per la moda e per l’arte, a cui si è dedicata dopo la laurea in architettura e un master al Politecnico di Milano. Le sue opere sono state esposte al Miart e attualmente sono disponibili nella galleria-bottega-sartoria Orsorama in via dell’Orso 14 a Milano, insieme alle sue creazioni.

cora Cora brand, disegned by Clara Giaquinto produced by 1920, was finalist at the last edition of Who is on Next? contest. La designer di Cora si chiama Clara Giaquinto, è nata a Padova e alle spalle ha già molte esperienze internazionali, in Australia, Bali e New York, dove ha messo a frutto gli studi fatti al Politecnico di Milano e allo Iuav di Venezia. Tornata in Italia, ha cominciato a lavorare da Aquilano.Rimondi, fino a lanciare - nel febbraio 2016 - il suo brand. Clara non ci ha messo molto a mettersi in luce: si è piazzata tra i finalisti di Vogue Talent nel 2016, approdando in finale anche all’ultimo contest Who is on Next?, on stage lo scorso luglio ad AltaRoma. Il link con l’arte italiana, come le opere del Tiepolo e le Ville Palladiane, rappresentano il quid stilistico della designer, che si rifà anche a icone come Jerry Hall e Bianca Jagger. 100% made in Milan, Cora è prodotto da 1920 (showroom in via Nino Bixio) e sta iniziando a conquistare le prime vetrine internazionali, come Fondaco a Roma e Fashion Club a Kiev. I prezzi wholesale sono compresi tra 190 e 600 euro.

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salce 197 The handbag collection. born in 2014, is the first in house project of the company Cafiero. Salce 197 è il primo progetto in house dell’azienda Cafiero, alleata delle grandi firme per la realizzazione di astucci e componenti per gli occhiali. Nato nel 2014 riprendendo nel nome l’indirizzo della storica sede nel bellunese, il brand è sinonimo di borse made in Italy, che con la primavera-estate 2018 arriverà a contare una decina di modelli. In vendita sulla propria piattaforma online, sta conquistando anche il canale multimarca, con l’obiettivo di arrivare a una trentina di clienti entro il 2017. Salce 197 è distribuita dalla showrooom milanese Milk, con prezzi sell in compresi tra 100 e 400 euro.

oneonone Aris Rakas’s brand is a project that combines Greek tradition, social responsibility and contemporary design.

SUNCOO paris Launched in 2010 by Stella Tang e Thomas Zuang, it is a cool and contemporary line. Stella Tang e Thomas Zuang, ambedue cinesi, si sono ritrovati sui banchi del Lisaa (L’Institute Supérieur des Arts Applichés) a Parigi e da lì è scattato un sodalizio personale e professionale che nel 2010 ha dato vita a Suncoo Paris. La collezione, dall’appeal fresco e contemporaneo, nel giro di pochi anni ha conquistato un migliaio di punti vendita in tutto il mondo ed è diventata insegna di sette monomarca in Francia. Distribuita da Gruppo Zappieri, in Italia è presente, tra gli altri, da ...It! And More e Mc Collective a Milano, Port A’ Demie a Roma e Penelope a Napoli. Da settembre 2014 è attivo anche l’e-shop.

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Tutto è partito nel 2013, complice la crisi del mercato greco: Aris Rakas, terza generazione di una famiglia attiva nella moda e al timone di una decina di negozi, decide di scommettere su creatività e risorse locali, lanciando Oneonone, progetto di nicchia con pezzi handmade e un focus sulla maglieria. Nel giro di qualche anno la collezione riesce a entrare nelle vetrine top, accanto alle prime linee, tanto che oggi è disponibile in multimarca come Biffi, Ratti, Excelsior, Coin, Tessabit e Isetan. Distribuita dalla showroom milanese Point, Oneonone è venduta con prezzi sell in compresi tra circa 100 e 240 euro.

VIKI-AND The first collection of Maglificio Gulp makes its debut with Autumn-Winter 2017/2018. Lanciata con l’autunno-inverno 2017/2018, Viki-and è la prima collezione in house del Maglificio Gulp, realtà specializzata nello jacquard che opera nel settore da oltre 35 anni, utilizzando filati e lavorazioni totalmente made in Italy. La collezione di womenswear gioca sull’immagine contemporanea data dai contrasti - di colori, texture e capi di diversa estrazione - per un’offerta glamour e comfort al tempo stesso. Con prezzi medi sell in intorno ai 75 euro, la collezione è distribuita da un network di showroom che coprono tutto il Paese, tra cui Falconieri, Alessandro Squarzi e Dante Rappresentanze. Un centinaio i multimarca che finora hanno creduto nel progetto tra cui Des Boutique ad Altamura, Tessabit a Como e La Rinascente a Milano.


EFI OPTITEX for

intervista aD Asaf Landau - EFI OPTITEX

«Accelerare il go-to-market? Siamo qui per questo» La moda è al centro di un cambiamento senza precedenti, con tempi di go-to-market velocizzati, un consumatore sempre più esigente e la necessità di abbattere i costi. EFI Optitex sfrutta il potere del 3D per rivoluzionare tutte le fasi: progettazione, marketing, vendita. Ne parliamo con il General Manager, Asaf Landau.

software all’avanguardia ci siamo noi con un supporto Il settore moda cambia molto velocemente: in che modo la attento, un’impostazione full service, il training on site e tecnologia (in particolare 3D) può fornire un supporto reale online, la consulenza di alta qualità e anche un tocco di alle aziende della moda? creatività. L’implementazione delle nostre soluzioni avviene L’intero processo della fashion industry si sta velocizzando. in poco tempo, supervisionando ogni fase del lavoro. Ci Il passaggio “from content to show” deve avvenire nel minor tengo a sottolineare che non forniamo soltanto un tempo possibile, fattore cruciale per la competitività sul software. Quello che proponiamo è una soluzione che mercato: la tecnologia 3D, consente alle aziende di strategicamente rivoluziona il modo di progettare e abbattere drasticamente i tempi di sviluppo della commercializzare nel fashion. collezione, da qualche mese a poche settimane. Comprimere i cicli di progettazione significa Quanto è importante l’Italia per EFI Optitex e poter proporre uscite più frequenti, mentre il quali sono i progetti futuri? fatto di non dover realizzare prototipi fisici, se La nostra è una grande società: 7mila clienti non in fase finale, si traduce in un risparmio - il che equivale a più di 27mila installazioni al notevole sui costi e sulle risorse. In breve, l’intero Asaf Landau mondo - si affidano a noi. Oltre alle filiali dirette flusso di lavoro diventa più flessibile, con risultati General Manager di New York, New Delhi, Hong Kong e Sri Lanka concreti a ogni livello. EFI OPTITEX non poteva mancare Milano, dove opera un team di professionisti esperti, in un Paese che è la culla Quali sono i principali vantaggi derivanti dagli del fashion e la sede dei marchi più importanti strumenti innovativi forniti da EFI Optitex? del nostro settore di riferimento. L’anno scorso Optitex è Il presupposto da cui partiamo è che la tecnologia è entrata a far parte di EFI, come anche Reggiani Macchine molto, ma non è tutto: dobbiamo dare valore. Come? nel 2015, azienda leader nella stampa digitale dei tessuti. Di Ponendoci alla guida del cambiamento, con il cliente finale recente acquisizione è Generation al centro e l’ottimizzazione di performance e skill come Digital, società americana di priorità. Coniughiamo il valore della creazione 2D con la software per il design tessile. visualizzazione 3D, in un sistema integrato che permette di Insieme, in questo gruppo realizzare rendering fotorealistici, ma questa è solo la punta internazionale, puntiamo dell’iceberg. Una volta realizzato il prodotto finale in 3D, a offrire il meglio delle tutto viene facilitato: dallo sviluppo delle collezioni, fino al soluzioni end-to-end, dalla marketing e alle vendite. progettazione al cliente finale: la frase tanto in voga Quale significato attribuite alla parola “customizzazione”? oggi, “see now, buy now”, Ha un grande significato, perché non vuol dire solo aderenza non è solo un modo di alle richieste del consumatore finale, ma anche partnership dire, ma una realtà. con i clienti B2B con i quali dialoghiamo. Intorno al nostro

EFI Optitex Italia Via Saccardo, 9 20134 Milano Te. 02 36595850 www.optitex.com Contact: Martina Finotti martina.finotti@efi.com

Un capo della collezione di Pespow realizzato in 3D


OPENINGS & RESTYLINGS DI ALESSANDRA BIGOTTA

CALVIN KLEIN: CON RAF SI REINVENTA SULLA MADISON

IL NUOVO CÀOS DI SILVIA BINI

Calvin Klein’s new era is celebrated by the reopened Madison Avenue flagship, redesigned by the chief creative officer Raf Simons, in synergy with the artist Sterling Ruby.

Silvia Bini opened Càos in Viareggio, with 15 ad hoc spaces for the most important designers’ brands.

«Volevo che lo store generasse un’esperienza fisica immediata, intimamente connessa alle collezioni». Detto, fatto. Nel primo negozio di Calvin Klein dell’era Raf Simons, riaperto sulla Madison Avenue (al 205 W 39th Street, nel building che è anche sede dell’azienda), Simons si è alleato con l’artista Sterling Ruby per realizzare «un negozio (di 1.182 metri quadri su tre livelli, ndr) che brillasse dall’interno». Prossimo step, il restauro dell’intero edificio.

Silvia Bini, nome di spicco nel panorama del retail italiano, ha aperto sul lungomare di Viareggio Càos: articolato su tre piani di 500 metri quadri l’uno, è un “labirinto fantastico”, che in 15 spazi dedicati ospita i nomi più significativi della moda contemporanea.

STONE ISLAND CAMBIA INDIRIZZO A L.A.

MAX MARA A NEW YORK: STORIA E MODERNITÀ

Stone Island changes its address in Los Angeles, opening a 500 sqm. store between La Brea avenue and 1st street.

Max Mara has recently reopened its Madison Avenue store in New York, in the name of a refined and clean design, signed by Duccio Grassi Architects.

Studiato con il designer Marc Buhre, il più grande monomarca di Stone Island - 500 metri quadri tra 101 N. La Brea Avenue e 1st Street a Los Angeles - si trova in una palazzina con ampie vetrine su strada. All’interno la collezione omonima e Stone Island Shadow Project. Tra i materiali spiccano la pietra serena, l’acciaio, il cristallo, l’alluminio anodizzato.

Riprogettato come un ambiente unico dallo Studio Duccio Grassi Architects, riapre i battenti il monomarca di Max Mara sulla Madison Avenue, all’incrocio con la 68esima strada. Sviluppato su circa 464 metri quadri in un edificio in stile vittoriano, rappresenta il punto di congiunzione tra il contesto storico e un design moderno.

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IL BISONTE INAUGURA NEL QUADRILATERO For its fourth directly operated store in Italy Il Bisonte, Florence based leatherware brand, chooses via Santo Spirito 14 in Milan. Via Santo Spirito 14 è l’indirizzo della boutique che Il Bisonte ha aperto da pochi giorni. Ideato dallo Studio Vudafieri Saverino Partners, si estende su un centinaio di metri quadri e presenta materiali che rendono omaggio alla tradizione di Firenze, città dove è nato il brand di accessori e pelletteria artigianali: legni, pelle di vacchetta e bronzo per i dettagli.

RITZ SADDLER RIPARTE DA CORTINA The iconic clothing brand Ritz Saddler has been acquired by Fabrizio and Cristina Zanetti. For its first store it chose Cortina d’Ampezzo. Il primo monomarca, a Cortina d’Ampezzo in via Roma 2, rientra in un piano di rilancio di Ritz Saddler, storico marchio di moda uomo e donna, acquisito due anni fa da Fabrizio e Cristina Zanetti. Il layout accosta legni recuperati a damaschi e velluti, esaltando una collezione in materiali selezionati. Tocco finale, l’angolo caffè a cura di Hausbrandt Trieste 1892.

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CHRISTINE BEAUCHAMP/AMAZON FASHION

L'asset rosa di Jeff bezos per vincere nella moda Si chiama Christine Beauchamp e, nonostante l'aspetto da ragazzina, è una veterana. Classe 1970, ha alle spalle esperienze da Victoria's Secret e Ralph Lauren e ora ha davanti un compito non semplice: creare una connessione con i big del lusso e aumentare il peso specifico di Amazon nella moda. Jeff Bezos ci crede: ha appena lanciato il suo fashion brand Find e, negli Usa, il rivoluzionario servizio Wardrobe. Asos e Zalando sono avvertiti di Angela Tovazzi

Last June Christine Beauchamp was named president of Amazon Fashion. Her job will be to drive an expanding business unit, with a portfolio of over 170 clients and a series of own brands, including Find. But also to conquer the trust of luxury brands.

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na presidenza rosa per la divisione fashion dell'e-tailer Amazon. Da giugno è operativa sulla poltrona di presidente Christine Beauchamp, americana, 47 anni, manager che ha inanellato incarichi di prestigio in fashion company come Ralph Lauren, in qualità di global brand president, e Victoria's Secret, dove ha ricoperto il ruolo di ceo del segmento beauty. Jeff Bezos, secondo uomo più ricco del mondo dopo Bill Gates e deus ex machina del gigante dell'e-commerce Amazon, ha voluto lei nella stanza dei bottoni di una delle business unit con maggiori potenzialità di sviluppo: la moda. Una divisione che ha mosso i primi passi nel 2006 con l'acquisizione di Shopbob e Zappos e che dal 2014 è sinonimo di una sezione online, che vende oltre 450mila prodotti di circa 170 brand. Christine Beauchamp arriva dunque in un momento cruciale, con il compito di applicare gli stessi algoritmi vincenti di Amazon a un segmento di offerta finora piuttosto snobbato dai player del lusso e di accreditare presso il pubblico internazionale i brand in house del gruppo, lanciati da un anno a questa parte. Parliamo, tra gli altri, del womenswear Lark&Ro e Ella Moon, del menswear Amazon Essential, del childrenswear Scout+Bo e, in partico-

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lare, del marchio di abbi• Christine Beauchamp nasce nel 1970 gliamento e accessori Find, con cui l'Internet company • Si forma negli Stati Uniti alla Harvard Business School e ha dimostrato di fare sul sealla Princeton University rio. Composta da circa 500 • Tra il 2005 e il 2008 è responsabile del segmento beauty pezzi e con l'endorsement di di Victoria's Secret una campagna pubblicitaria • Nel settembre 2015 approda da Ralph Lauren, dove in grande stile (la prima in ricopre il ruolo di Global brand president assoluto), lanciata in Uk, Francia, Italia, Germania e • Tra il 2016 e il 2017 lavora in qualità di senior advisor Spagna, la nuova colleziopresso The Boston Consulting Group ne, dopo il soft launch dello • Nel giugno 2017 viene chiamata da Jeff Bezos, patron di scorso marzo, ha debuttato Amazon, a ricoprire il ruolo di presidente della divisione durante la London Fashion moda. Prende il posto di Cathy Beaudoin, che ha lasciato Week il 16 settembre (inAmazon Fashion dopo otto anni sieme a una capsule realiz. zata da Nicopanda, brand di Nicola Formichetti in esclusiva su Amazon) e dal 4 di questo nel caso non incontrassero le preferenze mese è in vendita sul sito, con prezzi abbordell'acquirente, rispedirli al destinatario, dabili e, of course, consegne velocissime. naturalmente senza spese aggiuntive. Non Che Amazon stia alzando il tiro sulla moda solo. Indiscrezioni di mercato hanno riferilo dimostra non solo questo schieramento to di un presunto interesse, da parte del big di private label, sul modello di competitor di Seattle, nei confronti di un'altra catena ficome Asos e Zalando, ma anche l'introdusica, oltre a quella dell'alimentare biologico zione (al momento in versione beta negli Whole Foods Market, acquisita nell'agoUsa) di nuovi servizi come Wardrobe, sto scorso: l'iconica Nordstrom, con oltre pensato per i suoi utenti Prime, grazie al 350 negozi negli Stati Uniti. Se fosse così, quale è possibile ricevere a domicilio i prosi aprirebbero nuovi scenari. Staremo a vedotti ordinati, provarli per una settimana e, dere le mosse di Bezos. E di Christine. ■


careers a cura di Andrea Bigozzi

Da Colin a Guichot: il fashion month inizia con i giri di poltrone Sylvie Colin leaves her post at Maje (Smcp group), replaced by Isabelle Guichot (formerly at Balenciaga), to succeed Eric Marechalle as CEO of Kenzo. From 1st October Marechalle will be in charge of Marc Jacobs International.

La ruota della moda continua a girare. Il periodo estivo aveva portato una tregua nel tumultuoso giro di poltrone della prima parte dell’anno, ma la ripartenza della stagione e un nuovo fashion month hanno subito messo in chiaro che anche nel secondo semestre del 2017 i moti rivoluzionari, almeno per quanto riguarda i top executive del brand della moda, continueranno. Il primo valzer riguarda due donne: Isabelle Guichot (nella foto in basso), pdg di Balenciaga per quasi un decennio, che è andata a sostituire Sylvie Colin (nella foto in alto) alla guida di Maje, marchio francese di prêt-à-porter femminile del gruppo Smcp. Un passaggio reso obbligatorio dalle dimissioni della Colin, chiamata da Lvmh a guidare Kenzo. La manager entrerà in carica a partire dal 25 settembre, giusto due giorni prima la sfilata parigina del brand, guidato a livello creativo da Humberto Leon e Carol Lim. Sylvie Colin succede a Eric Marechalle, dal primo ottobre chief executive officer di Marc Jacobs International, che fa sempre parte del gruppo francese ed è in cerca di un cambio di direzione, viste le non esaltanti performance di vendite. «Sylvie si impegnerà a rendere ancora più forte il marchio Kenzo» ha commentato il chairman e ceo di Lvmh Fashion Group, Pierre-Yves Roussel, spendendo alcune parole anche sulle sfide di Marechalle da Marc Jacobs: «Gli auguro il successo in questa nuova collocazione». Ora non resta che attendere se le fashion week porteranno con sé, oltre ai nuovi trend di stagione, nuovi movimenti nella scacchiera del fashion system.

Pitti Immagine: dal 1° ottobre i vertici si riorganizzano 1

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From October 1st, Pitti Immagine reorganizes its top executive team, with Raffaello Napoleone keeping his CEO role, but handing over the General Director hat to Agostino Poletto.

La riorganizzazione interna dei vertici di Pitti Immagine, annunciata poco prima dell’inizio delle vacanze estive e voluta dal neo presidente Claudio Marenzi (foto 1), sta per diventare realtà. Dal primo ottobre Raffaello Napoleone (foto 2), che resta amministratore delegato, passerà l’incarico di direttore generale all’ex vice Agostino Poletto (foto 3). Non un ridimensionamento per il ceo Napoleone, che nel cedere la carica di d.g. assume una funzione direttiva più specifica per i rapporti istituzionali e le pubbliche relazioni. Poletto mantiene la direzione marketing, così come Lapo Cianchi, nominato vice direttore generale, conserva la direzione comunicazione & eventi. Nulla cambia invece per Vincenzo Franco, che resta direttore generale per le funzioni generali di tipo gestionale-operativo.

Les Copains promouove Alessandro Mariani ceo Alessandro Mariani has been promoted to chief executive officer of Les Copains. Mariani, who has been with the Italian brand for 20 years, replaces Gaetano Sallorenzo.

Nuovo ceo per Les Copains. Dopo 20 anni trascorsi in azienda da brand manager, Alessandro Mariani arriva a guidare la griffe di Bvm. Prende il posto di Gaetano Sallorenzo, che già da qualche tempo era uscito dal gruppo. La nomina risponde a una riorganizzazione della griffe, che si concentrerà sempre di più sulla qualità artigianale dei prodotti. «Abbiamo dato il via a un percorso strategico e industriale - ha dichiarato Alessandro Mariani - focalizzato su tutte le aree di business dell’azienda, che si è fortemente ristrutturata, investendo su una struttura manageriale più flessibile e sulla valorizzazione del know how interno».

Chiquet: da ceo di Chanel al board di Canada Goose Maureen Chiquet, former global chief executive officer of Chanel, will join Canada Goose Board of Directors as independent director.

Maureen Chiquet, per quasi un decennio global ceo di Chanel, entrerà come direttore indipendente nel board di Canada Goose, marchio canadese che intorno ai parka ha costruito una linea completa di abbigliamento. Prima di approdare da Chanel, Maureen Chiquet ha passato 15 anni presso Gap Inc., contribuendo al lancio del marchio Old Navy prima di diventare - nel 2002 - presidente di Banana Republic. Attualmente Chiquet lavora come membro del cda alla New York Academy of Art e alla Yale Corporation ed è anche membro della Yale University, dove ha conseguito una laurea in letteratura.

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Massimo Ferretti

MASSIMO FERRETTI/AEFFE GROUP

«Digital in processes but with an artisanal dna» In sharp contrast to many other players of the luxury industry, Aeffe Group is accelerating its pursuit of growth (+8,8% in H1). Executive President Massimo Ferretti explains to Fashion the strategy behind the recent successes. BY MARC SONDERMANN

What is the strategy pursued by a luxury group like Aeffe, capable of successfully uniting various brands within a structure that posted revenues of €281 million in 2016? That’s right, there are very few Italian multibrand groups left. Our approach has always been to market our products via complementary designers with very different DNA. This is the case with our portfolio. From Moschino, with its transgressive, rebellious and ironic style, to Alberta Ferretti, the embodiment of a romantic, sophisticated and starry-eyed woman, and through to Philosophy di Lorenzo Serafini, trendy and contemporary. Without forgetting Cédric Charlier, nordic with a more minimalist approach, and Pollini, a brand completely dedicated to accessories. How do you manage such different labels in a homogeneous way? One of the most distinctive features of our group is the way that, for all of our brands,

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we carefully look for people who have an affinity with the style of the designers, who therefore have the same vision, the same idea of fashion, and who wish to share a project. This also goes for communications, which are ideally managed by the designer personally to some degree. They have the task of creating an atmosphere around the project by completely customising their message. However, it is also important to consider those areas where it is possible to achieve significant economies of scale, such as logistics and finance, which must be centralised. How do you find the right designer for a brand? You have to look for someone that is able to reinterpret the DNA of the brand, taking their inspiration from the archive and, more importantly, the street, the world of art and current affairs. When modernising a brand, it is imperative to begin with principles that respect its underlying values. How did things work out in the case of Jeremy Scott for Moschino, which currently accounts for 70% of your revenues? Things went well: Jeremy was very consistent in the way he went about pursuing the project, the product he showed me when we discussed our collaboration was exactly the same as the one that appeared on the catwalk six months later. We hit it off straight away and he finished our in-

terview by saying: «Mr. Ferretti, you can stop looking, you have found the right designer». In fact, I immediately felt he was the right choice, I had the feeling that something was changing, that a strong message was needed. After all, fashion is about breaking the rules, otherwise you run the risk of becoming boring. You must stimulate your customers, reassure them with new products. What is your approach as regards your market strategies? Geographically speaking, the US and Europe are still crucial when it comes to spreading the values of a brand. When it comes to growing your brand presence in Asia is an absolutely must. In other words, if you aren’t global nowadays you could be in trouble. As for digital technology, eschewing e-commerce is a grave mistake. We are talking about the future. For our part, we are delighted that the e-commerce channel, with its strong growth potential, already accounts for 8% of our business.


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What are your thoughts on the phenomenon of influencers? You can’t ignore them. When we launch special projects with exclusive products, perhaps with a strong partner like Sephora, we get a great deal of feedback. Of course, rather than bloggers we tend to collaborate with full-blown celebrities who, aside from their high profiles, are also very influential in the social media. Our most recent capsule collection, conceived and promoted in this way, was sold out within an hour. Are you continuing with your policy of new openings in the retail sphere? Absolutely. In November we will have Alberta Ferretti openings in Shanghai and Dubai, Moschino while for Moschino we will be opening two stores in Paris next Spring, as well as several stores in China. For Pollini we have just opened two monobrand stores in Rome, in via del Babuino and in via Cola di Rienzo, while three new Philosophy di Lorenzo Serafini shops in shop have been opened in Jeddah, at the Rinascente and at Printemps. Of course, this means we can’t neglect the wholesale channel, which remains one of the cornerstones of our business. What sort of managerial skills are required to deal with the new challenges of the market? The world changes quickly and businesses must be ready. To deliver certain capsule collections on the same day as fashion shows in your stores you have to be organised. Our philosophy is to digitalise processes as much as possible while ensuring that the level of craftsmanship in our products is as high as ever, so we ■ don’t lose sight of our Italian DNA.

goal: «We want to show the world - stresses Carlo Capasa, president of CNMI - the strength of the Italian fashion industry, which is expected to have revenues of 86 billion in 2017, up 3%, thanks to the recovery of markets such as China, Russia and South Korea». Mr. Capasa, these new initiatives almost seem to overshadow the fashion shows... On the contrary, the calendar offers many new developments and interesting ideas: there will be over 60 fashion shows, including the debut of Paul Surridge by Roberto Cavalli and that of Lucie and Luke Meier at Jil Sander, as well as shows, for the first time, by Albino Teodoro, Brognano, The-Sirius and Ssheena. Carlo Capasa

Milan fashion week

Milan goes green and sells out «We have returned to a strong Milan Fashion Week, thanks to assets like the Green Carpet Award and new brands» claims the president of the Camera Nazionale della Moda Italiana, Carlo Capasa and adds: «At the same time Italy’s Fashion Industry expects a 3% gain in sales gain in 2017. China and Russia are back». BY ANDREA BIGOZZI

Green and size XL. The 2017 edition of Milano Moda Donna, scheduled from 20 to 25 September, will be presented to industry professionals (and to a wider audience than usual, which does not belong to the fashion system) with a green look and “expanded” format that will transform the city. All thanks to two new initiatives: the Green Carpet Fashion Awards, the "Oscars" of fashion sustainability, awarded by the National Chamber of Italian Fashion (CNMI) to designers and businesses committed to sustainability, and Milano XL, a celebration of Italian creativity commissioned by the Ministry of Economic Development and Municipality together with Confindustria and Altagamma, which will feature seven installations devoted to Italian expertise, from fabrics to glasses, cosmetics and leather tanning. Two different initiatives, carried out by different actors, that share the same end

How do you reply to people who were expecting more new entries? They should carefully read the whole calendar, because the list of presentations is full of today’s coolest names: brands such as La DoubleJ, Sara Battaglia, The Gigi, Giannico, Giuseppe di Morabito and Attico. Nowadays, fashion shows are not considered the only option for brands that want to boost their profile. A presentation, as well as costing less on average than a show, can also be a more effective storytelling tool. This year, there is no show by a young talent supported by Giorgio Armani... This is a temporary absence, due to the focus on new, astounding initiatives. Giorgio Armani will certainly not stop his scouting activities. Next season, there will be an original project which we - like Camera Moda - are ready to support. The highlight event will be the first edition of the Awards: what can you tell us about this evening in La Scala? It will be a bit like "Oscars" night, attended by all the big names in Italian fashion. The 11 prizes will not only be awarded to designers and brands, but to the whole fashion industry. There will be a prize named after Franca Sozzani for an emerging designer and an award for an international player, recognizing their commitment to social sustainability. Alongside the many representatives of institutions, guests will also include Colin and Livia Firth, who

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helped us to set up this event, in which around 2 million euro have been invested, as well as stars such as Helen Mirren and Julianne Moore. Can Italian fashion really afford to be sustainable? With this initiative, CNMI does not intend to announce that it is 100% sustainable, but that it has made a concrete effort to reduce the environmental and social impact of production. These awards, which we hope will become an annual event, are a way to demonstrate this commitment, which involves the whole industry. Is it the right time to launch such a challenge? A lot of attention is being paid to these issues right now and fashion is always alert to social change. The impulse to focus on sustainability came from our brands, which were already individually following this path. A year ago, CNMI introduced guidelines on eco-toxicological requirements for clothing, leather goods, footwear and accessories, and a few days before fashion week, we presented a similar document providing information on how to create boutiques and showrooms in a more sustainable, innovative way. We will regularly publish these handbooks because sustainability can no longer be a word without substance. Returning to fashion week, the last day of the accessories fairs will coincide with the opening of fashion week in Milan. What do you think about it? I believe that it is strategic, because these fairs extend fashion week, but do not overlap with the fashion shows. It will put a spotlight on the city: there will be more people for more time. I also expect this period to have a positive impact on the retail sector… The new Milano XL project will further strengthen the event... It is a wonderful cultural event. It is truly unique that in September there will not only be fairs, fashion shows, installations and various initiatives but, for the first time, all the different sections of our industry. This week allows us to play a starring ■ role on the international markets.

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Dolce&Gabbana

BUYERS SURVEY spring-summer 2017 sell out

THE SUMMER OF DRESSES Italian retailers close a Summer womenswear shopping season in line with one year ago, which has rewarded those who bet on the “dress” category. Online sales were instead focused on T-shirts and accessories: a factor that explains the increasing difficulties in organizing assortment and brand portfolio, which is becoming more rationalized than widened.

cluding abroad) or created by a small-scale trusted artisan. In terms of clothing brand sales, the majority of the respondents put Dolce&Gabbana and Gucci in first place, followed by Brunello Cucinelli and, in third place, Herno tied with Scervino. This all-Italian podium is only slightly different when considering purchases by foreigners: Dolce&Gabbana and Gucci sold best, followed by Balenciaga, with Cucinelli and Moschino in third place. Clothing bought by people aged 17-37 produced more varied results, in terms of country of origin and style, with Gucci and Marcelo Burlon in pole position, followed by Givenchy in second and DSquared2 in third, tied with Off-White and Self-Portrait. The brands with highest online sales (directly managed sites and third-party platforms) were Dolce&Gabbana (first), Moschino and OffWhite (second) and Moncler and Stella McCartney (third with Gucci). The budget for summer 2018 will remain stable, according to the majority of those interviewed. In times of uncertainty, there is little appetite for risk and retailers tend to optimize their portfolio rather than expanding it, unless they are dealing with brands with an acceptable mark-up or products that are partially on consignment. The survey reveals that the sales season was stable compared to the previous year. 50% of our panel attests to this, while 28% report a disappointing sales season. Only 22% improved their results. ■

BY ELISABETTA FABBRI

Dresses - the best-selling product category in Italy in summer 2017 - have made a comeback and although it has not led to a turnaround in sales of women’s clothes, it did contribute to balance the season’s budget, with the help of bags, shoes and T-shirts. This is the opinion of almost half of Italian retailers who responded to Fashion’s seasonal survey (around 60, from all over Italy). However, a third of them have had improved sales, compared to last year. Is this simply a matter of luck or of great skill in choosing the right products? Predicting best-sellers is an increasingly complicated task, because sometimes the least discounted label sells well, while at other times best-sellers can be particularly original products by a little-known brand (perhaps discovered after extensive research, in-

Gucci


Q&A A cura di AnGELA TOVAZZI

DESIGNER/OTTOD’AME

SILVIA MAZZOLI

«Disegno per donne curiose, come me»

Oggi il brand è sinonimo di abbigliamento, scarpe e borse. Il prossimo step? Nella collezione fall-winter 2017/2018 c’è una capsule di foulard di seta e misto cachemire con grafiche personalizzate ed esclusive. In futuro mi piacerebbe fare una linea per bambina. Che cosa non manca mai in una collezione Ottod’Ame? Le fantasie sono al centro della nostra collezione e molto volte sono il punto di partenza dell’idea. Come tessuto storico abbiamo il crêpe de chine, mentre come capi il trench, il pigiama e il bomber. Le vostre collezioni sono prodotte in un raggio massimo di 20 chilometri da Prato: non avete mai pensato di delocalizzare? In effetti ci penso, ma credo anche sia importante seguire la strada del “made in Italy”, che ha sempre un grande appeal nel mondo.

Silvia Mazzoli leads Ottod’Ame with her husband Giovanni Guastella and CEO Niccolò Frosini. In 2016, five years after its launch, the brand reached a turnover of 21 million euro, thanks to a mix of vintage and contemporary style, says the designer, who has two dreams: to create a girl collection and a music label, in order to help young people to believe in the future. Ottod’Ame: da dove viene questo nome? Nasce da un momento particolare della mia vita in cui avevo una gran voglia di cambiamento e il desiderio di creare un progetto che avesse continuità. Da qui la scelta di 8, numero dai molteplici significati per me: l’infinito, l’ottavo anno della mia azienda dell’epoca, le 8 donne che lavoravano con me. Il marchio è nato nel 2011 e nel 2016 ha raggiunto un fatturato di 21 milioni di euro: si aspettava questo successo? Il mio percorso è stato a piccoli passi. Quando abbiamo cominciato a investire sul nostro brand eravamo pronti e maturi per una crescita. Comunque sì, sono stata sorpresa e orgogliosa. Quale la sua ricetta vincente? Saper mixare vintage e capi storici rivisitati con temi contemporanei. Musica e arte sono sempre le mie prime fonti di ispirazione.

Lei è alla guida dell’azienda con suo marito Giovanni Guastella e l’a.d. Niccolò Frosini: su che cosa siete sempre d’accordo e cosa vi porta a discutere? Siamo sempre d’accordo sulla scelta delle strategie aziendali e devo dire la verità che in tanti anni non abbiamo mai avuto grandi discussioni. Tra noi c’è grande stima e rispetto reciproco. Ha icone di riferimento? Chi le piacerebbe vestisse Ottod’Ame? Non ho un’icona di riferimento, ma se mi guardo indietro mi sarebbe piaciuto vestire Diane Keaton negli anni Settanta-Ottanta. Per il resto amo vestire donne vivaci e curiose, che vivono in modo contemporaneo. Che cosa c’è nella sua vita oltre la moda? La famiglia e i miei amici. Mi piace passare il tempo libero con loro, facendo cose semplici, condividendo insieme le mie passioni, il cinema e la musica. Tre aggettivi per definirsi. Uno solo: curiosa. La sua più grande soddisfazione? Vedere crescere la mia azienda in modo costante e trasmettere l’armonia e la sicurezza ai miei dipendenti. Ma la soddisfazione più grande è mia figlia. Qualcosa che finora non è riuscita a fare ma che prima o poi farà? Mi piacerebbe molto creare un’etichetta musicale, per poter aiutare i giovani ad avere speranza nel futuro e nei propri sogni.

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people di Carla Mercurio

VIVIANA VOLPICELLA

«Nella moda ci vogliono piÙ coraggio e libertÀ. manca la bellezza» From architect to stylist, from stylist to fashion influencer: Viviana Volpicella has nearly 85 thousand followers on her Instagram account. Her secret? «Only stories of love and passions on my pages». Da architetto a stylist, da stylist a fashion iconinfluencer: Viviana Volpicella ha disegnato la propria carriera con le idee ben chiare, facendo leva su uno stile deciso e personalissimo, sul fascino latino e sul sorriso aperto, suo marchio di fabbrica («è il miglior accessorio», ama ripetere). Nata a Bari, dopo essersi laureata in architettura a 29 anni ha messo nel cassetto il diploma per trasferirsi a Milano e dedicarsi alla moda, suo grande amore. Un inizio come assistente di Anna Dello Russo fino al percorso en solitaire, come stylist freelance, fashion consultant e collaboratrice per giornali come Vogue Brasil e Vogue México y Latinoamérica. «Aspettando e sognando Vogue Italia», sottolinea in questa intervista, alla vigilia di Milano Moda Donna. Da stylist a fashion icon-influencer: quale il percorso? Le due cose scorrono parallele. Non di regola, ma nel mio caso sì. Faccio ricerca per il mio lavoro e poi mi piace provare i look su di me. Di lei dicono che ha stile: cosa vuol dire? Vuol dire che sono fedele a me stessa. Lo stile è un’attitudine. È il modo in cui attraversi la vita. Vivo con fierezza i miei 40 anni, concentrata su un look basico, iconico, chic, rock e sexy. Cosa consiglia alle donne per enfatizzare il proprio stile? Curare la propria anima, placare le proprie paure, essere grate alla vita ogni giorno, sorridere. Il risultato è amarsi per ciò che si è. Quale la ricetta per avere quasi 85mila follower su Instagram? Ci vogliono un pizzico di vita vera, non quella privata però, un pizzico di lifestyle, uno di diario di viaggio e una buona dose di fashion. Come si fa a non deludere i follower con messaggi puramente pubblicitari? Sul mio profilo Instagram c’è solo quello che mi piace davvero, quello che compro per me e che racconta una storia di amore e passione. Che aspettative ha in merito a Milano Moda Donna? Milano attualmente è la fashion week più interessante al mondo. Non mi deluderà. Cerco di andare a tutte le sfilate, tra i casting e i fitting per i brand di cui seguo lo styling. Cosa pensa della moda oggi? Mancano i visionari. Manca la bellezza. Manca il coraggio. Manca la libertà.

SOFIA GOGGIA

«Fuori dalle piste viva tacchi e gonne» Sofia Goggia, Italian ski champion, is the new Falconeri brand ambassador. An unusual choice for a fashion company. But her simplicity and spontaneity are winning weapons, without forgetting a touch of femininity. Perché un’azienda di moda come Falconeri ha scelto una sciatrice come nuova brand ambassador per i prossimi tre anni, invece delle tante influencer di moda che imperversano sui social? Lo abbiamo chiesto a lei, Sofia Goggia, 24enne astro dello sci italiano, alla ribalta alla recente stagione invernale con la conquista del bronzo nel gigante al Mondiali di Saint Moritz e con il record di podi. «Sono consapevole di non essere una ragazza molto fashion. Ma la proposta di sponsorizzazione è stata motivata con una frase che riassumo con una metafora: un libro, indipendentedente dalla copertina, deve avere dei contenuti, perché sono quelli che contano davvero. Io non mi paragono a un libro, ma spero di avere dei contenuti e, ovviamente, di poterne acquisire sempre di nuovi». Pronta la spiegazione di Falconeri: «Con la sua semplicità e naturalezza Sofia Goggia ha saputo conquistare il cuore del Gruppo Calzedonia (cui fa capo il marchio, ndr), dove queste qualità sono alla base dei valori aziendali». Basic e molto alla mano, la sciatrice bergamasca ha catturato con la sua spontaneità anche l’attenzione dei media, spesso ospite di trasmissioni televisive come “Che Tempo Che Fa”, “E Poi C’è Cattelan”, “Tiki Taka”, “Domenica Sportiva”, “Edicola Fiore”. Dalla Tv ai social media il passo è stato breve e in poco tempo è diventata protagonista su Instagram. «Ho 70mila follower e un anno fa ne avevo 7mila!», racconta Sofia. «Di Falconeri - chiarisce - mi piacciono i tessuti pregiati, i filati naturali, la morbidezza del cashmere. In particolare apprezzo i cappellini, i maglioni e i cappotti, senza dimenticare le camicie in seta e le giacche in tessuto». Sneaker, jeans, camicie in seta e giacca oppure un maglione: quando è in giro per il mondo Sofia Goggia sceglie capi semplici e pratici. Ma non le mancano le occasioni per sfoggiare la femminilità: «A casa spazio anche su vestiti, gonne e tacchi, a seconda delle occasioni». Di sicuro il prossimo inverno sarà più grintosa che mai in pista, in vista delle Olimpiadi in Corea. Ma il logo di Falconeri sul casco da gara le darà un tocco fashion.

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red carpet a cura di CARLA MERCURIO

i 150 anni della GALLERIA

special dinner tra le griffe dell’ottagono

Il salotto buono di Milano trasformato in una sfarzosa ambientazione per la festa dedicata ai 150 anni della Galleria di Milano, organizzata dal Comune di Milano e da Confcommercio. Un dinner charity placé per 900 ospiti, suddivisi in 92 tavoli, molti dei quali opzionati dalle griffe di moda come Gucci, Armani, Louis Vuitton, Prada, Versace, Tod’s, Sergio Rossi. A firmare il menù Carlo Cracco, in procinto di inaugurare un ristorante in Galleria. Una serata glamour con un cuore benefico, visto che il ricavato (300mila euro al netto delle spese) sarà devoluto alla Caritas Amborsiana per la fornitura di 60mila buoni pasto da 5 euro da devolvere ai più bisognosi. «La Galleria unisce tutti. È di tutti»: così il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha riassunto lo spirito di questo luogo iconico della città.

Il sindaco di Milano, Beppe Sala, brinda ai 150 anni della Galleria

Carlo Cracco con la moglie, Rosa Fanti

La Galleria di Milano allestita con i 92 tavoli dello special dinner da 900 ospiti vip

Il dj e presentatore Linus con la moglie Carlotta

Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio

SILVIA BINI

BIRKENSTOcK

brindiamo al càos

debutto a new york

Con uno special dinner on the beach Silvia Bini ha festaggiato l’inaugurazione della sua nuova creatura, la boutique Càos sul lungomare di Viareggio, dedicata alle grandi griffe. Presenti alla serata i direttori commerciali e i responsabili wholesale dei marchi coinvolti nell’iniziativa, oltre a colleghi e amici.

In attesa di conoscere la versione milanese in collaborazione con 10 Corso Como, che arriva in piazza XXV Aprile il 20 settembre, Birkenstock Box, il concept di retail mobile ideato dal marchio tedesco, ha debuttato negli Usa in collaborazione con Barneys New York, davanti al 90 di Gansevoort street.

Silvia Bini con Gianni Amati e Toni Scervino

Maurizio Morini e Luisa Severi

Beppe Angiolini e Betty Barsantini

Suzy Menkes

Daniella Vitale e Stefano Tonchi

Stefano Sassi, a.d. di Valentino

Il Birkenstock Box

Karla Otto

Milan’s good “living room”, Galleria Vittorio Emanuele, transformed into a magnificent setting for its 150th anniversary organized by Milan City Council and Confcommercio. A placé dinner charity for 900 guests, divided into 92 tables, many of which were chosen by fashion brands like Gucci, Armani, Louis Vuitton, Prada, Versace, Tod’s, Sergio Rossi. With a special dinner on the beach, Silvia Bini celebrated the inauguration of her new creature, the Càos boutique on the seafront of Viareggio, dedicated to the greatest designers’ labels. Present at the event were the business directors and wholesale managers of the brands involved in the initiative, as well as colleagues and friends. The Birkenstock Box, the retail mobile concept conceived by the German brand, debuted in the USA in collaboration with Barneys New York. Waiting for the Milan version in collaboration with 10 Corso Como, that will land in XXV April square on September 20th.

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FASHION - Prova3 - DEFINITIVO1(R).indd 1

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