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MATTIA ARMELLI/ANALYTICAL GROUP

MATTIA ARMELLI/ANALYTICAL GROUP «Testing, certificazioni, obblighi di legge: per la moda essere in regola è una necessità»

Con il direttore commerciale di Analytical Group, realtà internazionale specializzata nel mondo del testing e della certificazione con l’ipotesi di quotarsi nel 2025, facciamo il punto su un mercato globale che esige molto di più del semplice made in Italy

Testing e certificazioni: per settori come il food e il farmaceutico sono essenziali, ma anche la moda non può sottrarsi. Perché?

Tutto, dallo smartphone alla T-shirt, deve essere testato prima di arrivare nelle nostre mani e infatti il claim di Analytical Group è “life is a test”. Finora la moda è rimasta un po’ indietro rispetto ad altri settori, come quelli del food e del farmaceutico, ma le cose stanno cambiando: il testing e il controllo sono alla base di ogni strategia di sostenibilità efficace. A riguardo l’Europa ha avviato diverse iniziative e proposte di legge, con l’obiettivo di creare un’economica circolare che impatti positivamente e in maniera specifica sul mondo della moda. La filiera a monte e a valle delle aziende deve essere trasparente in ogni suo step, quindi è fondamentale che queste ultime si affidino a un sistema di controllo basato sulla “testing certification”, in quanto essere in regola con le analisi di conformità è un lasciapassare per chi vuole vendere in Europa e nei mercati internazionali. Ancora oggi, purtroppo, esistono brand e fornitori non adeguatamente strutturati ad affrontare questa nuova sfida: il nostro compito come Analytical Group è aiutare queste e altre realtà ad accedere in modo corretto e trasparente ai propri mercati di riferimento.

PARTNER E SOLUTION PROVIDER Temera di nuovo a fianco del Monitor for Circular Fashion 2022

Temera, azienda che realizza soluzioni IoT per la moda, il lusso e il retail, si conferma partner e solution provider del Monitor for Circular Fashion 2022, il primo osservatorio sulla circolarità del settore moda italiano promosso da Sda Bocconi. Si tratta di un progetto multi-stakeholder, a cui prendono parte aziende attive nel fashion e attori della filiera, con il contributo scientifico del Sustainability Lab di Sda Bocconi e di Enel X per l’identificazione dei kpi della circularity. I dati del Monitor for Circular Fashion 2022 hanno guidato otto progetti pilota in vari ambiti - abbigliamento, calzature, pelletteria, denim e altri - per i quali Temera ha offerto la propria expertise e messo a disposizione la piattaforma t!journey, soluzione per lo sviluppo di experience mobile-oriented rivolte al consumatore finale: attraverso la scansione del QR code su un’etichetta pendente si possono ricavare tutte le informazioni relative al prodotto e alle sue best practice. (a.b.) - non è ancora una piattaforma commerciale. Si presenta piuttosto come spazio dove condividere i nostri valori e mostrare i prodotti ai brand partner». (c.me.)

Cosa significa per Analytical Group essere glocal?

Significa essere locali e globali allo stesso tempo. Locali, perché siamo nati 40 anni fa in Italia ed è proprio in questo Paese, al secondo posto per manifattura in Europa, dove abbiamo investito fino a oggi e dove continueremo a farlo anche in futuro. Qui abbiamo sei laboratori nei distretti chiave, come quello delle scarpe in Veneto e il fashion hub a Scandicci. Ma non possiamo che essere anche globali, perché le aziende di ogni dimensione, anche piccolissime, che esportano devono dotarsi di adeguati accreditamenti. In India, per esempio, stanno partendo nuove legislazioni legate all’import, sempre più stringenti e che richiedono particolari accreditamenti. La nazione con il più alto tasso di controlli in dogana e sul mercato è la Cina, dove abbiamo avviato una joint venture con Gttc, laboratorio statale dove lavorano 3mila persone, per supportare i numerosi clienti che vogliono ottenere accreditamenti e certificazioni cinesi per il mercato interno, a livello internazionale e governativo. Inoltre, siamo accreditati presso il governo americano per le analisi Cipsia e presenti anche in Arabia Saudita, un mercato dalle incredibili potenzialità ma molto chiuso a livello doganale. Nel 2023, infine, apriremo un ufficio nel Regno Unito che, dopo la Brexit, deve ricertificare ciò che prima era marcato CE.

Quante persone lavorano nella vostra azienda?

In Italia siamo più di 80 e attualmente stiamo ricercando nuove figure altamente specializzate, da inserire nel team per ampliare l’organico. C’è moltissimo da fare in tema di sostenibilità, soprattutto in ambito tecnico. Per coordinare al meglio la supply chain e raggiungere gli obiettivi, oggi occorrono sempre più esperti in chimica, agronomia, scienze ambientali e, non ultimo, labelling. (a.b.)

AL VIA UNA SHOWROOM VIRTUALE CON ROBLOX Nice Footwear alla prova del Metaverso

Il Metaverso è la nuova frontiera di Nice Footwear, player attivo nello sviluppo, produzione e commercializzazione di scarpe per il tempo libero e lo sport, con brand propri (Kronos), in licenza (Ellesse, Avirex, Conte of Florence) e in distribuzione (G-Star Raw e la new entry Lyle&Scott per il territorio italiano). Durante la fashion week è stato presentato il progetto di una showroom virtuale sulla piattaforma Roblox, simile a quella di via Montenapoleone. Visto che imprese partner e clienti avranno la possibilità di costruire qui il proprio atelier, la realtà padovana guidata da Bruno Conterno (nella foto) si pone anche come sviluppatrice di ambienti all’interno del cosiddetto universo parallelo. Non è da oggi che il digitale è tra le priorità di Nice Footwear, che già nel 2020 si è aggiudicata il premio come Pmi innovativa nella sezione moda sportiva da parte della Camera di Commercio di Milano. «La showroom su Roblox - dice Conterno

I 70 ANNI DI FRAU: «DAL PASSATO ABBIAMO IMPARATO A GUARDARE AL FUTURO CON OCCHI SEMPRE NUOVI»

Le intuizioni vincenti, la passione e la visione etica dell’azienda, trasmesse dal fondatore Renzo d’Arcano alla figlia Gabriella e alla moglie Francesca Ferro, guidano una realtà dove si fondono il dna artigianale e le tecnologie di ultima generazione. Con un punto fermo: mai tradire la fiducia del consumatore.

La storia di Frau, storico marchio di calzature al traguardo dei 70 anni, è un emblema del made in Italy che, lavorando sodo di generazione in generazione lontano dai riflettori, riesce a costruire qualcosa di grande e unico. Tutto comincia negli anni Cinquanta a Torino, dove la famiglia fondatrice d’Arcano si era trasferita da San Daniele del Friuli, con il padre Rodolfo che gestiva un ingrosso di pantofole in feltro e calzature e il figlio Renzo studente di Giurisprudenza. Gli affari funzionano e, quando il padre chiede a Renzo di affiancarlo nell’attività, quest’ultimo non si tira indietro. Lascia l’università e si butta a capofitto nel lavoro facendo scelte lungimiranti, a partire dal trasferimento dal capoluogo piemontese alla zona di Verona, destinata a diventare un polo calzaturiero anche grazie a questa sua intuizione. Qui fonda il primo stabilimento nel 1966 e un secondo circa dieci anni dopo, ampliando in parallelo la gamma di proposte: non più solo pantofole ma scarpe per la vita quotidiana, belle, comode e ben fatte, dapprima per l’uomo e poi anche per la donna. Dopo la scomparsa di Renzo, nel 2014, sono la figlia Gabriella d’Arcano e la moglie Francesca Ferro a prendere le redini del business. La terza generazione è già solidamente inserita in azienda con Filippo Pisani d’Arcano responsabile commerciale. Frau oggi è una realtà profondamente italiana ma con un respiro internazionale, dove lavorano circa 175 persone, suddivise nei due impianti produttivi, e da cui escono ogni anno 450mila paia di scarpe. «Il nostro è un marchio riconosciuto e ben distribuito - spiega Gabriella d’Arcano - che non ha mai perso di vista una concezione etica dell’azienda verso le persone e il territorio, mantenendo una solidità finanziaria che ha permesso di affrontare questi anni difficili. Mio padre è stato un imprenditore capace e più volte ha anticipato i cambiamenti del mercato, ma chi lo ha conosciuto lo ricorda per i valori morali, la coerenza e il sostegno al made in Italy sempre, anche controcorrente. Forti dei suoi insegnamenti, non abbiamo mai smesso di investire e guardare al futuro con fiducia». La qualità è un punto fermo e un fulcro strategico. «Questo sia nel prodotto, che si proietta verso nuove destinazioni d’uso e sta ampliando l’offerta nel segmento femminile - precisa l’imprenditrice - sia nel servizio ai negozianti, che oggi più che mai hanno bisogno di sicurezza e puntualità nelle consegne ed elasticità nei riassortimenti». La tradizione è un pilastro per Frau, ma così come Renzo d’Arcano sosteneva i giovani e guardava con curiosità il mondo, Gabriella e Francesca ragionano già da tempo in ottica 4.0: «Siamo manifatturieri in senso letterale, perché una scarpa passa da tante mani con abilità diverse. Ma la tecnologia è una costante e infatti siamo stati tra i primi calzaturifici italiani a inserire processi produttivi robotizzati». Quanto al digitale, «è fondamentale per aumentare la brand awareness a livello di comunicazione e fornisce strumenti di data analytics che ci orientano sulle scelte di prodotto, vendita e marketing». Il 90% del fatturato è realizzato sul mercato italiano, con il restante 10% proveniente da Turchia, Grecia, Austria e Slovenia, attraverso una rete selezionata di multimarca, alcuni con spazi dedicati, e otto monomarca. Uno degli obiettivi da centrare è l’incremento della presenza all’estero, «cercando di non tradire mai il consumatore che si aspetta una calzatura dallo stile aggiornato, versatile, di qualità, confortevole e al giusto prezzo». Tutto parte da un imperativo: fare sempre tesoro delle conquiste e imparare dagli sbagli. «È importante voltarsi a guardare da dove siamo partiti e cosa abbiamo costruito - conclude Gabriella d’Arcano -. Il nostro percorso deve essere lo stimolo a guardare avanti, sempre curiosi e con occhi nuovi».

PASSIONI, VIAGGI, VALORI: ALV BY ALVIERO MARTINI È UN MONDO TUTTO DA SCOPRIRE

A tu per tu con Alviero Martini: artista prima ancora che stilista, instancabile viaggiatore, scrittore e divulgatore, in quello che crea mette tutto se stesso e le sue esperienze. Difendendo quella qualità e profondità di pensiero che in tempi di social rischiano di andare perdute.

Per Alviero Martini, designer di fama internazionale, l’acronimo ALV che dal 2005 contraddistingue le sue creazioni ha molti significati: ALV come Alviero, ma anche come Andare Lontano Viaggiando e come Amare La Vita. Parole rivelatrici sul suo mondo: Alviero è uno stilista viaggiatore e, in quanto tale, mette in quello che fa le sue esperienze di vita, i valori, i ricordi di una lunga ed eclettica carriera. Borse, scarpe, accessori, orologi, profumi, calze, abbigliamento sportivo e complementi d’arredo, tutti realizzati su licenza, non sono semplici prodotti ma raccontano storie, sul filo conduttore del nuovo motivo PASSPORT che riproduce tutti i timbri sui passaporti del designer. «Sono nato a Cuneo in una famiglia contadina - racconta - e mio padre avrebbe voluto che seguissi le sue orme. Ma fin da piccolo avevo dentro di me il desiderio di fare qualcosa di unico, così dopo gli studi artistici ho iniziato a viaggiare, di nascosto da mio padre e con mia madre che invece mi appoggiava, dedicandomi alla grafica, all’arte, al design, al teatro e alla recitazione, insieme a Vittorio Gassman in Affabulazione di Pasolini». Oggi i viaggi sono arrivati a quota 96. Uno, in particolare, è stato decisivo: «Era il 1987 - spiega - e mi trovavo a Mosca in un soggiorno di lavoro, durato due anni, per ristrutturare l’Ambasciata del Brasile. Per caso mi sono imbattuto in una carta geografica, un planisfero affascinante quanto sbiadito, che è diventato la prima fonte di ispirazione delle mie valigie e borse. Un altro momento chiave è stato a New York, dove ho vissuto per 15 anni. Stavo passeggiando e una signora mi ha fermato, colpita dallo zainetto che indossavo: era una buyer di Bloomingdale’s». Questo e altri episodi sono raccolti nell’autobiografia Andare lontano viaggiando, pubblicata da Salani e giunta alla quarta edizione: «È un libro motivazionale, che ho scelto di illustrare nelle scuole e negli incontri (uno degli ultimi davanti a 1.500 persone a Rimini) per comunicare, attraverso il mio percorso di vita e di lavoro, cosa è davvero importante: nessuno ti regala niente e se non ci si mette in gioco, anche a costo di sbagliare, non si cresce. Come diceva Pirandello, vivere è inventarsi». «Per ricevere devi dare - aggiunge Alviero Martini - e per comprendere saper ascoltare, perché la conversazione vale molto più di un emoticon. Una capacità che si sta perdendo, visto che sui social circolano troppa superficialità e ignoranza». Martini stringe l’obiettivo sulla moda: «Aborro quella usa e getta e difendo la qualità, che non è semplicemente status ma soprattutto ricerca sulle materie prime migliori, attenzione ai dettagli, lavoro sullo stile e impegno a promuovere l’eccellenza italiana. A premiarmi per queste scelte sono i 400 multimarca in Italia, più un centinaio all’estero (in particolare intorno a Dubai, in Giappone e nel resto del Far East), che scelgono la pelletteria ALV by Alviero Martini». «È importante in questo momento di mercato integrare strategie commerciali affiancate da politiche di marketing», interviene Salvatore Starita, direttore generale del gruppo Milano Fashion, azienda leader nel settore di riferimento, licenziataria in esclusiva a livello internazionale per le borse e gli accessori firmati ALV by Alviero Martini. «I risultati ci danno ragione - aggiunge Starita - e nei mesi a venire arriveranno grandi novità». Dal Micam, dove ALV by Alviero Martini era tra gli espositori, sono arrivati feedback molto positivi sulla collezione SS23, che ha proposto forme contemporanee e trendy, dedicate a una clientela di viaggiatori e viaggiatrici in cerca di prodotti dalla forte personalità: i colori si accendono di nuance forti come il rosso, il giallo e il turchese, ma anche i toni pastello con abbinamenti “soft” danno quel tocco di freschezza di cui c’è bisogno per rigenerarsi. La borsa resta l’icona del guardaroba femminile, declinata in misure e varianti tali, da soddisfare ogni esigenza, dal giorno fino al viaggio e alla sera. Lo stilista riflette su un mondo dove dopo il Duemila tutto è cambiato, fino ad arrivare ai tempi attuali in cui «i negozianti che hanno resistito all’onda d’urto della pandemia devono rinfrescare spesso la vetrina e quindi le vecchie tempistiche sono saltate: abbiamo imparato a essere più flessibili, integrando le classiche uscite con flash e plasmando l’offerta sulle esigenze dei diversi consumatori e mercati». Siamo anche in piena rivoluzione digitale: come la vive Alviero Martini? «Notoriamente non amo influencer e blogger - sorride - ma ignorare questo canale sarebbe un errore. Per questo è imminente il lancio del sito di e-commerce ALV by Alviero Martini, che raccoglierà tutti i prodotti del brand».