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Q&A CON LUCA SIGNORELLI

Q&A CON LUCA SIGNORELLI «Il segreto di Rosso35? Stare sempre dalla parte del cliente»

Il marchio investe per alzare il livello del servizio, soprattutto B2B, e della sostenibilità

Lanciato nel 2006, il marchio di womenswear Rosso35 è stato fondato da Luca Signorelli, protagonista di questa intervista, insieme alla sorella Paola. Durante l’ultimo biennio il brand ha tenuto la barra dritta, metafora che si addice al suo dna genovese: nessun cedimento nel fatturato, sia nel 2020 che nel 2021, mentre il 2022 si preannuncia in crescita a 13 milioni. Tra gli asset una showroom virtuale di ultima generazione e l’impegno nella sostenibilità. Niente e-commerce diretto per scelta, mentre il canale fisico si sviluppa su circa 800 multibrand (600 all’estero e 200 in Italia), due monomarca (a Milano e Forte dei Marmi) e un corner in Rinascente.

Durante la pandemia avete mantenuto i ricavi stabili. Come avete fatto?

I clienti hanno premiato le aziende che sono state loro vicine. Fin dall’inizio della pandemia abbiamo scelto di agevolare il più possibile la clientela, garantendo le consegne nonostante le criticità e dando la possibilità di ordinare durante la stagione. Il fatto di essere stati pronti da subito con la nostra showroom virtuale ha costituito un asset fondamentale.

Perché questa showroom virtuale è così importante?

Inizialmente l’abbiamo ideata per ovviare alle restrizioni e gestire al meglio gli appuntamenti con i buyer internazionali, ma in seguito abbiamo deciso di svilupparla ulteriormente, adottando una tecnologia che ci permette di fornire un’assistenza costante ai clienti durante tutta la stagione. Il feedback ottenuto è stato straordinario: ci dicono che è una delle piattaforme più comprensibili e fatte meglio, cosa di cui andiamo orgogliosi, perché su questo strumento abbiamo investito parecchio. Ci siamo anche concentrati sulla flessibilità: oggi la nostra azienda è in grado di rimettere in produzione i capi anche in piena stagione, permettendoci così di rispondere in modo efficace alle necessità della clientela e alle richieste del mercato.

A sinistra, Luca Signorelli e, sopra, un look della FW 22/23 di Rosso35

Come è partito il 2022?

Bene, al netto delle incognite generali legate conflitto tra Russia e Ucraina, con un sell out soddisfacente e una campagna vendita dai risultati molto positivi. Difficile fare previsioni precise in questo periodo, ma stimiamo una crescita del 15% circa. Intendiamo rafforzare la presenza all’interno di department store qualificati e di alto posizionamento. Negli Usa, a partire dalla collezione SS 22, abbiamo per esempio avviato un accordo con Saks.

Perché non avete un e-commerce diretto?

Vogliamo evitare di fare concorrenza ai nostri clienti in questo momento storico. Stiamo però lavorando bene con realtà che hanno la loro piattaforma, come Rinascente, e abbiamo investito con risultati soddisfacenti nell’e-commerce B2B, aumentato grazie alla nostra virtual showroom.

A cosa state lavorando?

Teniamo molto a un progetto in collaborazione con una società specializzata in analisi della sostenibilità ambientale, con cui abbiamo definito un programma di interventi fino al 2030. Già da ora tutto il packaging di Rosso35 è sostenibile e utilizza materiale riciclabile o proveniente da fonti rinnovabili oppure riciclate. L’energia per il fabbisogno aziendale è al 100% da fonti energetiche rinnovabili. Sul fronte produttivo, ottimizziamo da tempo l’utilizzo delle materie per ridurre al minimo scarti ed eccedenze, favorendo l’adozione di processi in grado di avere il minore impatto ambientale possibile. Coerente con questo anche la scelta di utilizzare filati e tessuti naturali per le nostre collezioni. (a.b.)

FREEDOMDAY E OUTHERE Nella community di Max Moda sempre più giovani e giovanissimi

Dopo avere archiviato il 2021 con un +30% di ricavi, la Max Moda di Gallarate (Varese) punta per il 2022 ad avvicinarsi ai livelli pre-Covid, con ricavi che dovrebbero attestarsi sui 15 milioni. «Uno dei target su cui puntiamo con i nostri due marchi Freedomday e Outhere (nella foto) sono giovani e giovanissimi - spiega il direttore commerciale Leo Padulo -. Stiamo valutando dei co-branding con nomi di riferimento per questa fascia e in alcuni casi sono già partite le trattative». In generale, «Max Moda punta ad acquisire quote di mercato sempre più importanti in Italia e all’estero, testando in particolare Asia e Regno Unito insieme a player attivi in queste aree». Freedomday, marchio di outwear pensato per i “traveller of the world” da cui proviene il 60% dei ricavi, e Outhere, sinonimo di urban lifestyle, appartengono a due segmenti complementari: il primo ha una fascia prezzo sell di 110-150 euro e il secondo di 150-200 euro. Una costante è la ricerca sui materiali, sempre più in un’ottica di sostenibilità. Per esempio, parte della maglieria di Outhere è in Ecovenus, una fibra che Padulo definisce «rivoluzionaria», brevettata da Lenzing AG e ottenuta lavorando con procedimenti a basso impatto ambientale la cellulosa di alberi da coltivazioni sostenibili. Sono inoltre allo studio interni eco per i capispalla. A livello distributivo il focus è sul wholesale, mentre sul digitale si concentra parte degli investimenti in comunicazione. Quest’ultima passa anche per il canale fisico, come dimostra la Digital Water Bottle Retail Campaign per la SS 2022: chi compra un capospalla Outhere instore riceve in regalo una borraccia in acciaio inox con sensore sul tappo per testare la temperatura dell’acqua. (a.b.)

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