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2021, Chianti Colli Senesi riparte

“Eppur si muove”, diceva qualcuno. Nonostante il perdurare dello stato d’emergenza sanitaria e archiviato l’annus horribilis targato 2020, il Chianti Colli Senesi si prepara ora alla ripartenza, forte anche dei dati di mercato di tutta la denominazione Chianti che registra, rispetto al 2020, un aumento dei prezzi dello sfuso e, in generale, un ottimo 14% in più sulle vendite e un 10% su base annua (dal 1 maggio 2020 al 31 maggio 2021).

alessia bruchi

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E sebbene il canale Horeca non sia ancora a pieno regime, date tutte le restrizioni di ordine sanitario che ancora ne limitano la potenzialità, il 2021 ha cambiato decisamente rotta e un nuovo inizio è identificabile anche con la netta ripresa dei mercati esteri, che hanno visto durante i primi mesi dell’anno un discreto aumento delle esportazioni verso i mercati anglosassoni. “Gran Bretagna, Usa e Canada sono grandi estimatori del Chianti e ovviamente della nostra sottozona, il Chianti Colli Senesi – afferma Cino Cinughi de Pazzi, presidente in carica del consorzio senese – perciò sono cautamente ottimista per quanto riguarda la ripresa e la tenuta dei mercati, forti dell’eccellenza della nostra produzione e perciò consapevoli dell’indiscutibile qualità del prodotto che offriamo sul mercato, cosa che non può non garantirci un buon rilancio in termini di crescita economica, magari offrendoci anche nuove opportunità e nuovi sbocchi commerciali, possibilmente verso quelle che sono considerate le grandi nuove frontiere commerciali, come Cina e Vietnam, i nuovi consumatori asiatici”. Anche il 2021 però non ha voluto risparmiare qualche disastro e nei primi giorni di primavera ne ha dato triste riprova: tutto è avvenuto nei primi giorni di aprile, quando su buona parte dell’Europa è tornato l’inverno dopo un mese di marzo caratterizzato da un caldo anomalo. Ed è stato proprio quel caldo anomalo a scatenare la ripresa vegetativa anticipata, così molte gemme sono state poi travolte dal gelo tardivo. Le tre gelate avvenute purtroppo nella prima metà di aprile hanno così inferto gravi danni all’agricoltura, sia in Italia che in Europa, dove in molti territori le produzioni sono state praticamente dimezzate con gravi danni nei frutteti e soprattutto nelle vigne, specialmente quelle esposte a sud. “Si è trattato di una gelata davvero importante, come non se ne vedevano da molti anni – afferma Cinughi – un evento climatico straordinario che ha interessato l’intera regione con punte di -7/8 gradi, che ha provocato sicuramente danni ingenti, ma difficilmente quantificabili. Per certo il vitigno che ha subito le maggiori conseguenze è il Sangiovese, che aveva già germogliato, mentre sono quasi indenni i vitigni bianchi, indietro nello sviluppo fenologico. Un grave colpo per noi e per le nostre aziende. L’unica cosa da fare adesso è rimboccarsi le maniche e cercare di ottimizzare ciò che è rimasto, svolgendo un grande lavoro sia in vigna che in cantina, al fine di sopperire alla minor quantità di raccolto con una maggior qualità di produzione, da tradurre ovviamente in un inevitabile aumento dei prezzi delle etichette dell’annata 2021, che però beneficeranno probabilmente di maggior prestigio”. Speriamo quindi che nel 2022 non ci siano altre sorprese. “Per il prossimo anno sono tanti gli appuntamenti a cui non vorremmo più rinunciare, a cominciare dal Vinitaly e dalle Anteprime, eventi molto importanti per tutto il mondo del vino, ma che saltiamo a piè pari purtroppo da ben due anni a causa della pandemia. Speriamo inoltre di poter ricominciare a muoversi anche all’estero e a poter utilizzare i fondi Ocm concessi alle aziende per la partecipazione a fiere ed eventi internazionali, che si dimostrano sempre ottime opportunità per aprire nuovi e interessanti sbocchi commerciali”.