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Montecucco: un futuro dal grande potenziale

Montecucco

UN PRESENTE DI QUALITÀ E UN FUTURO DAL GRANDE POTENZIALE

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“Forte identità territoriale, Sangiovese di qualità e destinazioni enoturistiche d’eccellenza sono le chiavi del nostro successo. Una Denominazione in costante crescita”. Così Giovan Battista Basile, Presidente del Consorzio del Montecucco, definisce la Doc e Docg, una realtà che, in poco più di un ventennio, è stata in grado di crearsi riconoscibilità e spazio tra le più importanti denominazioni del panorama vitivinicolo toscano.

daniela fabietti

Siamo nel cuore della Maremma toscana, precisamente sulle pendici del Monte Amiata, antico vulcano spento a cui questo territorio e i suoi vigneti devono gran parte del loro fascino e delle loro peculiarità. A disegnarne i confini le denominazioni cugine Brunello di Montalcino e Morellino di Scansano. Una vicinanza che non spaventa, ma che anzi rafforza l’identità territoriale di questa nicchia vitivinicola, dove il Sangiovese diventa testimone ed erede di tradizione e dedizione che durano da secoli. “È proprio il Montecucco Sangiovese, che dal 2011 si fregia della Docg, il nostro grande punto di forza, poiché mostra una propria personalità, chiaramente individuabile rispetto ad altri Sangiovese che si producono in Italia” dice Basile. Il Sangiovese del Montecucco è un vero e proprio vascello che, navigando a est sull’Orcia e a ovest sull’Ombrone, porta con sé i profumi e i sapori della sua terra d’origine: un vitigno vulcanico, in tutti i sensi, indomito e tenace, proprio come la natura ancora selvaggia che circonda le vigne e caratterizza il paesaggio dell’Amiata, ma allo stesso tempo seducente e ammaliante, dalla freschezza tipica della viticoltura d’altura, che abbraccia i caldi tratti mediterranei della ventilazione marina che arriva da lontano. “Questa è la vera carta vincente del Montecucco – dice Basile –, il fatto che esista un’espressione del territorio che si riflette completamente nel vino e diventa autenticità stessa del Sangiovese. Autenticità che viene ulteriormente esaltata dalla sensibilità dei produttori rispetto alle tematiche ambientali. E lo dimostrano i dati: oltre il 70% dell’imbottigliato è certificato bio. Siamo di fronte a un territorio integro, che ho avuto modo di vivere in prima persona sin dalla fine degli anni Novanta: non si parla solo di vigneti, ma anche di originalità del terroir, di rispetto della biodiversità e di pratiche agronomiche in armonia con l’ambiente”. Una piccola-grande denominazione che ha affrontato la pandemia a testa alta e sta ripartendo col piede giusto: le aziende sono fiduciose e pronte a cavalcare l’onda del successo della scorsa estate, che ha registrato un boom di visite e degustazioni in cantina con appassionati provenienti da tutta Europa. L’enoturismo è infatti l’altra grande carta vincente del territorio, che non solo vanta una proposta enogastronomica d’eccellenza, ma anche tanta storia e cultura, impreziosite da natura e paesaggi mozzafiato, ideali per chi ama gli sport all’aria aperta o le escursioni nei boschi di montagna. Tanti appassionati e Montecucco Lovers all’estero, dunque. Ora per la DO Montecucco – che registra un export che supera il 60% – è giunto il momento di rafforzare anche il posizionamento a livello nazionale: “Da febbraio 2021 ho il piacere e l’onore di essere alla guida di questo Consorzio – conclude Basile –, sarà certamente un mandato che io e il nuovo Consiglio svolgeremo con grande attenzione e cautela, impegnandoci a fidelizzare maggior-

mente il mercato domestico e il consumatore italiano, soprattutto quello locale – che dovrebbe essere il nostro primo sostenitore. Non meno importante, aumenteremo l’impegno nelle attività di pubbliche relazioni tradizionali e digital e creeremo momenti di confronto coi professionisti del settore e i media internazionali, nella speranza di tornare il prima possibile al ‘faccia a faccia’ col pubblico”.