BRUNA VECCHI CULCASI DONNA E CAVALIERE

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la sera se non facevo bene il lavoro che mi spettava. Volevo ricambiare il suo dono con la mia correttezza e la mia lealtà.”

“recamaterna! (Requiem aeternam) Glielo voglio dire. se lo merita. mi aiutò anche a prendere la patente, quando ero già avanti con gli anni. e fu una mia gioia perché potevo fare cose che non avevo mai fatto, anzi che non credevo sarei stato capace di fare. potevo finalmente guidare camion: era il massimo dei miei desideri.” “un giorno malauguratamente, ho avuto un incidente con la mia utilitaria. ci volevano 200mila lire una cifra da capogiro per le mie risorse e io non sapevo dove andare a prenderli. proprio non ce l’avevo tutti quei quattrini e non li avrei mai avuti. lui capì il mio piccolo dramma e mi mandò dal suo lattoniere. la macchina venne perfetta e io pagai il lavoro a piccolissime rate grazie a lui che garantì per me. praticamente, non abbiamo avuto mai a che dire. il salario sempre puntuale, come un orologio.”

Peppino Rosselli, oggi ha 91 anni, ma ne dimostra almeno 20 di meno. Parla con grande lucidità. Vive da solo da quando è rimasto vedovo e la sua casa sembra governata da due persone di servizio. Tanto è linda; tanto è in ordine.

“Quando si è sposata mia figlia, lui quel giorno era impegnato e non è venuto al ricevimento, ma io quando l’ho saputo ho fatto fare una torta apposta per Francesco e la signora. che bella signura! di belle maniere e io la seguivo come un surdateddu. aveva sempre la parola giusta. se la meritava. con loro mi sentivo a casa mia, come se fossi stato uno della famiglia. chi belli cristiani! Quando è morto lui mi sono messo a piangere come un picciriddu. come se avessi perduto un fratello. un parente stretto.” 80


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