BRUNA VECCHI CULCASI DONNA E CAVALIERE

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la missione a roma per l'inVesTiTura il ricorDo Di Bruna e Dei FiGli piero e roBerTo

“Quando fui informata in maniera non ufficiale che ero candidata alla massima onorificenza che può essere conferita in italia, avevo da poco superato i 50 anni. non mi era chiaro del tutto di cosa effettivamente si trattasse. mi sembrava un evento fuori dalla mia portata, che non mi attendevo dalla vita. Dopo qualche giorno, andando a poviglio, ne parlai con mio zio rino -fratello di mia madre- e lui mi fece capire che in effetti era un riconoscimento ad altissimo livello. compresi che per me quello era un successo forse mai vagheggiato”.

“al momento della notifica ufficiale, invece, mi resi conto che era tutto vero: una ipotesi si era trasformata in realtà. una valanga di telefonate e centinaia di telegrammi hanno invaso casa mia. capii che quell'evento mi indicava di attraversare un ponte. non l'ho mai pensato, ma era una esaltazione per una persona abituata a nutrirsi dell'ordinaria vita quotidiana affiancata da dipendenti e consulenti e insieme con loro vivere giornalmente la gioia del lavoro e del successo”.

“una piccola curiosità. i miei interlocutori commerciali e imprenditoriali che venivano a trovarmi in azienda erano quasi tutti uomini, ma dopo il cavalierato vennero con le mogli. mi esibivano per fare constatare che loro erano amici di una persona importante. erano stati sempre garbati, ma dopo lo sono stati ancora di più. uno di loro mi ha detto che per lui era una questione di orgoglio perché poteva trattare non solo con una signora, ma che era anche cavaliere del lavoro e che si conosceva 29


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