Mestieri d'Arte & Design n°8

Page 13

13

Pensiero Storico

E

or lab

ato

da

i* s s a rto B e b l A

ARTIGIANATO E DESIGN, IL CONTEMPORANEO BISOGNO DI DIALOGARE Di recente in Italia si è parlato con entusiasmo di «saper fare» ma non possiamo limitarci a questo. È necessario studiare, valorizzare e far conoscere nuovi modelli progettuali Dentro le vicende del design italiano sono state attive e riconoscibili differenti modalità nel mettere in relazione progetto e sistemi produttivi. Lavori di architetti, artisti, designer, tecnici, ingegneri, o «autodidatti», di volta in volta sono stati prodotti da aziende artigianali, di artigianato-meccanizzato, da industrie organizzate per realizzare piccole, medie o grandi serie; in molti casi i modi esecutivi sono stati fra loro combinati allo scopo di configurare quella capacità unica, che caratterizza il design italiano, di unire «saper fare» e cultura del progetto. Tale ricchezza e molteplicità di certo non è sempre stata adeguatamente riconosciuta, valorizzata e «raccontata». Di frequente, per esempio, la lettura storicocritica ha privilegiato chiavi univoche e generiche, impoverendo la possibilità di adeguata comprensione da parte degli stessi progettisti, degli imprenditori, dei «sistemi» e degli strumenti di comunicazione, valorizzazione e formazione (dai musei all’editoria alle scuole) e infine degli utilizzatori e del mercato. Insomma, è stato comodamente etichettato in toto come design un fenomeno plurale, articolato e complesso. Per non parlare delle risibili, ma strumentali, vulgate per cui «tutto è design» (quindi niente!), del design longa manus del marketing, della comunicazione, dell’«eventismo» diffuso e così via. Gli strumenti della conoscenza scarsamente affinati hanno reso difficile identificare il contributo e la specificità di ognuno con la conseguenza di una difficoltà di riconoscere valore, salvaguardare, sviluppare. Una delle possibilità compromesse deve certo essere considerata quella del dialogo fra design e fare artigianale. Compromessa per reciproca mancata conoscenza; per la difficoltà di intraprendere, valorizzare, comunicare e vendere prodotti progettati e realizzati per mercati di nicchia, come certo sono le piccole serie o il pezzo unico dell’artigianato. Ciò ha

comportato una fase difficile per i produttori, la difficoltà dei designer di dialogare, confrontarsi e crescere assieme alle aziende, l’impoverimento dell’offerta per il pubblico. La lettura delle condizioni contemporanee e delle ipotesi di sviluppo che provano a guardare a un futuro prossimo ci dice però che molto è cambiato. Dalla crisi del modello di sviluppo e consumo infinito alla «coda lunga» dei mercati, di cui parla il saggista Chris Anderson; dalle obbligate necessità di strategie e identità riconoscibili per aziende e prodotti alle rinnovate modalità del consumo, esperienziale e personalizzato; dagli orizzonti delineati dalle nuove tecnologie e dai nuovi media alle nuove sfide per la cultura del progetto, cui viene chiesto anche di prendersi una qualche cura delle persone, delle cose e del pianeta.

D

Di recente in Italia si è tornato a parlare molto di «saper fare» artigianale, subito però impropriamente mischiato con autoproduzione, maker, do-it-yourself e così via. L’attenzione per un modello di progetto-produzione-comunicazione-distribuzione-consumo alternativo e/o complementare a quello del mercato di massa consumistico e «sviluppista», ormai non più sostenibile, è certo positivo a patto che non venga bruciato come un’opzione passeggera, temporanea o nostalgica, oppure come l’ultima «moda». Nuovi media, nuovi sistemi di progetto e comunicazione, nuove sensibilità da parte degli utilizzatori, nuove condizioni di mercato sono disponibili. Il tema è cosa fare in una prospettiva di tempo medio-lungo per recuperare una cultura paritaria di collaborazione fra design e artigiani, in grado anche di sviluppare modelli di impresa capaci di operare dentro la realtà contemporanea, per studiare, valorizzare e far conoscere storia e presente del progetto con e per la produzione artigianale. C’è nuovo lavoro per molti.

LO STORICO DEL DESIGN *Alberto Bassi, storico e critico del design, è professore all’Università Iuav di Venezia e dirige i corsi di laurea in design della Iuav-San Marino. Autore di volumi e saggi, collabora con importanti testate giornalistiche.

012-13_LA PIETRA 8_TL.indd 16

12/11/13 09.09


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.