Mestieri d'Arte n°4

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Design rituale

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Da molti anni era ormai proibito tagliare anche solo la cima dei rarissimi abeti sopravvissuti alla strage degli alberi aghiformi, prodotta dalle esplosioni di due delle più importanti centrali nucleari d’Europa. Così si era rimediato con alberi sintetici prodotti soprattutto in Cina. Per il rituale natalizio ne arrivavano in grandi container di tutti i tipi e misure. I produttori cinesi avevano trovato un sistema pratico per la fabbricazione, l’imballaggio e per il trasporto in grandi quantità. Di fatto i loro «alberi di Natale» erano realizzati come ombrelli che chiusi occupavano poco spazio e quindi, aperti, prendevano la classica forma dell’abete con tutta una serie di rami che in progressione si estendevano creando una forma a piramide. Ci eravamo abituati a questo genere di albero, simulava l’antica originale pianta del nord. Ma quest’anno, quasi improvvisamente, a pochi giorni da Natale, ecco la notizia: dalla Cina non arriveranno più i container carichi di «alberelli/ombrelli». La Cina sta attraversando un grave periodo di crisi energetica, la popolazione sempre più numerosa non riesce più a procurarsi le più elementari risorse per la sopravvivenza. Tutta l’economia cinese degli ultimi decenni era sostenuta dalle risorse del sud dell’Africa. Ma da qualche anno l’Africa si sta sempre più affrancando come «territorio di servizio» dalla Cina e così la Cina sta rimanendo sempre più fuori dai mercati internazionali, quasi tutti acquisiti dal SudAfrica ormai in continua crescita economica e produttiva. Un continente che sta acquisendo anche una forte identità, recuperando molto dalle sue radici e tradizioni. Identità che intende esportare nei mercati del design, dell’arte, della moda e dell’alimentazione. E così viene trasformata anche l’identità dell’albero di Natale. Ugo La Pietra

2-11-2011 12:03:05


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