Mestieri d'Arte n°4

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75 AUTOPRODUZIONE D. Possono oggi i tanti giovani designer,

non trovando spazio operativo nella media e piccola azienda, orientare la propria attività verso l’autoproduzione imitando ciò che da decenni viene fatto dai creativi nord-europei all’interno del craft? Un’area disciplinare che da sempre è costituita da musei, istituzioni, scuole, gallerie, mercato, collezionisti, quotazioni degli autori, tutte cose che a noi mancano completamente. R. L’autoproduzione rappresenta per i giovani designer una grande palestra di esperienza. Soltanto toccando con mano le vere problematiche della realizzazione di un progetto, si può arrivare a pensare un prodotto serio, onesto, producibile. Sicuramente questa disciplina è più sviluppata in altri Paesi rispetto all’Italia ma mi auguro che presto molti giovani designer imparino sempre più a sporcarsi le mani anziché realizzare rendering in cui tutto appare perfetto. Il concetto di progetto che va dall’idea al prodotto e alla comunicazione e commercializzazione da un senso di contemporaneità al modo di lavorare.

«L’AUTOPRODUZIONE È UNA GRANDE PALESTRA PER I GIOVANI DESIGNER, BENE CHE SI SPORCHINO LE MANI ANZICHÉ REALIZZARE RENDERING»

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